DI GAIIAC VASCA) Mob VEL NO TRO DAS TRO FO K R t PUO CO VINTA IM 173 IAT 1A] Ù) (A (E "O i na ia tndat (4 el MPa NIiatT vi Pevtt ILA li LAMA ‘ È SA Sar co fera PISANI arci MERDA pet RANA pesta i b iS; ni Ha Ur ARE Io Rita, PITTORE PALA ag gi Lie 4% da it n È 13 , i Re RN at EUR 14 DI Ù (RA Li AIA ta tI 4 Ù SUN hi FLAT MIO Maya Di MURI Saf nol FAUNA UND FLORA BEE GOES TAO IN ENURASP GL UND DER ANGRENZENDEN MEERES-ABSCINITTE HERAYUSGEGEBEN VON DER ZOOLOGISCHEN STATION ZU NEAPEL. LEIPZIG, VERLAG VON WILHELM ENGELMANN. Subscriptionspreis jihrlich 50 Mark. REAEE ACGADEMIA* DEI LINCEI (Anno CCLXXX 1882-83) ROSIE ZA rr AAA ATTINIE “*&S® MEMORIA DEL DOTT. I) TRY TORUON STO » UU d )5 SS ))) DI A 19) SALVIUCCI } AAC Pa o . : I here IA. DEI LINCEI Er (Anno CCLXXX 1882-83) (i { È pu LIBRARYI \Z\ non /. MG aTTINIE. . MEMORIA DEL DOTT. . ATA ANGELO ANDRES ROMA il Li COI TIPI DEL SALVIUCCI 1883. SERIE 3.° — Memorie della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali. Vo. XIV. — Seduta del 4 febbraio 4885. WIE INI E. MONOGRAFIA DEL DFE ANGELO ANDRES VOLUME PRIMO (BIBLIOGRAFIA, INTRODUZIONE E SPECIGRAFIA) Con 13 tavole cromolitografiche e 78 zincografie ROMA COI TIPI DEL SALVIUCCI 1883 ALLA NOBILE SIGNORA TERESA OMODEI ven. ANDRES L’ AVTORE CON L’AFFETTO RIVERENTE DI FIGLIO DEDICA QVESTO LAVORO TT i Pa a De fn UA URAS: d pio PREFAZIONE DELL'AUTORE Da veniam scriptis, quorum non gloria nobis Causa, sed utilitas officium fuit. (Ovin. Pont. 3). Allorchè or sono cinque anni ottenni dall’Ecc. Ministero della Istruzione pubblica il permesso di occupare una delle tavole di studio nella Stazione Zoologica di Napoli, era mia intenzione di attendere ad una generale ispezione della fauna marina ed in pari tempo, per lavoro da dettaglio, di applicarmi all’investigazione della struttura degli zoantini. In quella seconda occupazione, davanti al ricco materiale fornitomi, mi trovai fino dai primi giorni in grave imbarazzo per la determinazione delle varie specie e conseguente indagine bibliografica; ed in breve m’accorsi che così alla cieca non poteva proseguire; tanto più che nel frattempo aveva rivolta l’attenzione oltre che agli zoantini anche alle attinie. Riconoscendo che i miei appunti non bastavano a tenermi orientato, incomin- ciai a fare schizzi di alcune specie; e poco a poco, sedotto dalla eleganza delle forme e dalla bellezza dei colori, vi prestai maggior cura ed eseguii più minuziosi ed esatti acquerelli. — Così nel volgere di otto o nove mesi trovai che, quasi senza avvedermi, aveva dipinto un’atlante di Attiniari del Golfo di Napoli e che accanto vi aveva raccolto un grosso fascicolo di note bibliografiche sui medesimi ed un altro di appunti originali riguardanti l’aspetto, la struttura e le abitudini loro. — Verso questo tempo il prof. comm. Dohrn, al quale per tanti e tanti motivi debbo viva riconoscenza, ebbe la bontà di propormi che di tal materiale facessi una Monografia per la Fauna e Flora della Stazione Zoologica. Accettai di cuore e mi accinsi a colmare le lacune (profonde ancora massime dal lato istiologico) ed a plasmare il tutto in una forma. Assorto in questa operazione giunsi all'inverno 1879 e primavera 1880, in cui apparvero le Communicazioni preventive e la Memoria estesa dei signori Hertwig in- torno alle attinie, nonchè le Communicazioni e la Memoria del sig. Jourdan intorno agli zoantari. Tanto gli uni che gli altri di questi lavori venivano, per me in mal punto, a togliere ogni merito di novità e priorità ai miei reperti; e quindi la pubblicazione — WI — della mia monografia, anche se l’avessi affrettata, riusciva inutile alla scienza ed incresciosa a me stesso. — In pari tempo man mano che progrediva con la deter- minazione delle specie e dei dettagli strutturali mi s'imponeva sempre più l’obbligo di compulsare coscienziosamente tutto il patrimonio attiniologico; perocchè (sia detto con piena schiettezza) le fonti napoletane sono in proposito più che insufficienti e le britanniche hanno valore troppo locale. — In tale stato di cose mi parve non solo opportuno, ma necessario di modificare da capo a fondo il piano del mio lavoro. Alla idea originaria di una Monografia delle Attinie del Golfo di Napoli accoppiai quella di una generale rivista di tutti i lavori e di tutte le cognizioni riguardanti le attinie, da Aristotile ai giorni nostri e in ogni parte del mondo. E come punto di partenza per la nuova strada pubblicai il mio Prodromus, in cui la parte descrit- tiva riproduce il concetto primitivo locale e la bibliografica accenna al piano suc- cessivo generale. Con tale intendimento lavorai fino verso la metà del 1882; ma allora trovai la mole della mia opera essere di tanto accresciuta che parve miglior consiglio il dividerla in due; sia per facilitare a me il compimento delle singole parti, sia per mantenere gli obblighi assunti verso il pubblico. In questo s’accordarono con me i chiarissimi professori Todaro e Trinchese, Socî Lincei, nonchè la Direzione della Stazione Zoologica. — Così accade che la Monografia delle Attinie appare in due volumi; dei quali il primo, che è il presente, esce ora isolato, ma sarà seguito fra non molto dal compagno. A tutto ciò, detto per l’opera intiera, aggiungo alcune altre osservazioni solo per il volume attuale. — Questo contiene le prime tre parti della monografia: Biblio- grafia, Introduzione generale e Specigrafia. — Di esse non mi perito ad asserire che la prima è senza dubbio la raccolta più estesa di indicazioni bibliografiche che finora nel campo attiniologico esista. Completa come era mia intenzione di ottenerla, non sarà di certo, ma poche resteranno io credo le lacune; e nessuna di esse im- portante. — Con la seconda definisco il campo delle ricerche, il piano ed il linguag- gio dell’opera. — Nella terza spero di avere riunite tutte le specie di attinie finora note. E su questa più a lungo mì fermo. Negli ultimi tempi e massime tre o quattro anni addietro, la moda (perocchè anche nelle scienze biologiche siavi la dea capricciosa) era tutta per i dettagli istio- logici, per le figure cariolitiche, per i fogli blastodermici e per gli alberi genealo- gici; ed al giorno d’ oggi sebbene con minore cecità, la corrente va tuttora per la stessa china. In tali condizioni un grosso volume di contenuto quasi esclusiva- mente specigrafico (o sistematico, se più si vuole) susciterà nella maggioranza dei miei colleghi in scienza un sorriso di compassione, postillato forse da poco bene- vole commento. E si rende perciò quasi necessario che l’autore lo accompagni con una specie di sanatoria, asserendo che esso apre la via ad un fratello tutto onto- genetico, tectologico e filogenetico. To del resto non voglio con ciò rinnegare il mio primogenito e protesto contro il criterio moderno della moda biologica. Davanti alla scienza sono benemeriti tutti gli studiosi; purchè apportino un contributo reale, non fittizio, di cose nuove: riguardino desse i prolungamenti d’una cellula o le elitri di un coleottero, un perfezio- namento della tecnica o la rettificazione d’un sinonimo. Il raccogliere e determinare specie senz’ altro scopo che di fare collezioni e stendere aridi cataloghi di nomi è impresa pressochè inutile; lo ammetto. Ma chi le raccoglie e le determina con il fermo proposito di studiarne abitudini e struttura compie lavoro proficuo; — e se per sua sventura trova il sentiero ostruito da materiali antichi e moderni, gittati là alla rinfusa senza cernita e senza ordine, farà opera doppiamente utile quando nello stesso tempo si accinga a separare il loglio dal grano e distribuire tutto se- condo un unico pensiero. — Ora appunto di questa seconda sorta fu il mio compito. Appoggiato alla cognizione esterna ed interna, grossa e minuta, delle numerose atti- nie del Golfo di Napoli ho esaminato e vagliato tutto quello che gli autori traman- darono in ogni età ed in ogni paese, ed ho costruito un edificio nuovo. Presentandolo adesso, come risultato finale della lunga e tediosa disamina, ho così l’ intima convinzione di avere fatta cosa non priva di merito, perocchè mi è costata abnegazione, tempo ed energia cerebrale al pari delle ricerche istiologiche ; e cosa utile alla scienza, perocchè ho preparata una base o punto di partenza ai futuri attiniologi. Il giudizio del lettore mi perdoni la superbia. Per tal modo giustificato il libro da considerazioni meramente astratte, mi sia permesso aggiungere anche un'osservazione di ordine; ed è che nella mia opera una parte trattante solo arida specigrafia e sinonimia era inevitabile per il concetto istesso che informa, o che dovrebbe informare, ogni Monografia. — Vale a dire che trascu- rando un capitolo, sia pure il meno importante, non avrei appunto più ottenuto un lavoro che raccogliesse in corpo unico tutte le nozioni relative ad un argomento; sibbene una memoria, una dissertazione qualsiasi; pregevole o meno, ma non monografica. E rincaro la dose con un’ultima nota e preghiera. Prima di gettare il volume lo sì esamini per ponderare con il suo presunto peccato d'origine anche il suo valore intrinseco. — Questo mio libro è l’unico che riunisce ed ordina tutto il materiale finora noto di attiniologia (se ne eccettui forse la prima parte, 1857, dei Coralliaires del Milne Edwards; che del resto è invecchiata di un quarto di secolo). — Inoltre con- tiene nella istituzione della famiglia Edwardsinae e di quella delle Stichodactylinae due fatti di massima importanza per la morfologia e per la filogenesi dei coralli. E fatti di poco minore interesse dettarono la quasi completa distruzione della sub- famiglia Ilyanthidae, la creazione delle Halcampidae, Cereactidae, Mesacmaeidae, ecc. e la progettata abolizione della famiglia Minyadinae. Senza contare che in alcuni luoghi la riforma si estese fino ai generi (e quindi alla relativa nomenclatura); e che dappertutto si fece sentire nel concetto delle specie, abbattendo le meno me- ritevoli di essere e distinguendole tutte e sempre nelle varie categorie di « certae, incertae, dubiae, e delendae ». Per ultimo non so, nè devo tacere, che nella esecuzione del lavoro m’incorsero alcune diseguaglianze gravi ed alcuni errori; che all’ ultimo istante mi accorsi di aver dimenticate quattro specie; che malgrado ogni cura alcuni nomi specifici sono qua e là ripetuti. Di tutto chiedo scusa al benigno lettore e mentre lo rimando alla rubrica Aggiunte e correzioni, gli ripeto con Miller (1776): « Facilius mirari et commentari quam vera dignoscere et definire », Se E prima di chiudere voglio notare ancora poche cose sulla parte materiale del libro. — Le figure delle tavole vennero eseguite tutte e senza eccezione da me, che le disegnai e dipinsi dal vero; e che per sorprendere il carattere naturale e saliente di animali così mutevoli e contrattili quali sono le attinie fui talora costretto a ripetere due e fin tre volte i miei acquerelli. {Insisto nel reclamare la paternità assoluta ed esclusiva dei miei disegni: perchè essi rappresentano una somma consi- derevole di fatica e di tempo (se non d’abilità) impiegati nel lavoro; — e anche perchè voglio protestare contro coloro, i quali reputano che il naturalista non ha bisogno di saper disegnare, che il naturalista anzi degradi quasi la scienza se cura da sè stesso le proprie figure). L’accurata traduzione in cromolitografia è dovuta alla perizia ed all’amore artistico dei sisnori Werner e Winter di Francoforte, e specialmente del secondo dei due, al quale sono personalmente grato. — Le figure del testo furono per lo più copiate da varî autori; poche di esse sono ori- ginali. Queste vennero in parte disegnate da me ed in parte, essendo io stretto dal tempo, dal signor Comingio Merculiano, pittore di Napoli. Il lettore distinguerà agevolmente le une dalle altre dalla minore o maggior disinvoltura del tratteggio. Tipograficamente sono sfuggiti varî errori. Per alcuni di questi, peri più im- portanti, rinvio alla precitata rubrica di Aggiunte e Correzioni; per gli altri mi affido alla benevolenza del pubblico. Alfine, da questo pubblico stesso prendendo commiato, mi è molto caro di po- tere vivamente esternare le mie grazie al direttore della Stazione Zoologica comm. professore Dohrn ed ai miei colleghi assistenti i dottori Eisig, Mayer, Lang, Gies- brecht, Brandt, e Vosmaer, i quali tutti in vie diverse ma con eguale misura e premura mi aiutarono. Un ringraziamento speciale lo devo al signor S. Lobianco, che sempre e con interesse favorì il mio lavoro fornendomi ricco e nuovo materiale. Ringrazio il dott. Traustedt che m'inviò attinie del Mare del Nord. E ringrazio i chiarissimi Soci Lincei, prof. Todaro e prof. Trinchese, che mi furono padrini da- vanti alla R. Accademia. Una parola di riconoscenza pervenga pure all’amico caris- simo Giovanni Mottana, che mi sostenne in momenti difficili. Napoli, dicembre 1883 ('). D' ANGELO ANDRES Assistente nella Stazione Zoologica di Napoli (') Il manoscritto era però pronto fino dal dicembre 1882; solo fino a quell'epoca infatti venne seguito il movimento attiniologico. CONTENUTO DEL VOLUME PRIMO Parte PRIMA. — Catalogo bibliografico d’attiniologia. . . . . . . Pag. 3 A (Avvertenze) . . nto 0 a B (Enumerazione cosi fol DO, cene Ie! C (Appendice). . . OE i te A RARA PMO D (Indice degli mag Ar TE CORO E REMI UV ITA PARTE SECONDA. — oa RE NARO CREA IMI A (Nome e definizione delle sio) ARR I RT al BI (Storia dellattinio 0919) Peste 677 B' (Pesca ed osservazioni preliminari) . . . ..... >» 72 € (Glossologia) . . e! 3 E Arti ITS D (Appendice: OOO ro SR ENER IP 90). E (Piano della presente monografia) . . . . . . . » 83 PARTE TERZA. — Specigrafia . . . . ERRO otti nti ciali (SÉ A (Avvertenze Gala) dite cola Siae ara 3 E RE > a) Sistematica e speciorafia i 0 b) Concetto di specie, di varietà ecc. . . . . .. >» >» CEN OT ET GIF: 20 ETRE RE ARS ORSONO OTT NO SS, CO) ENOLCEI LORI CH E E ON EI MN IO, Ba(DescrizionedelleEspecio) RR Re RE 91 — Actiniaria . . . SRRAVE I PES ON nie SR NS Classificazione iaia MM CE I 02 [NSF WArASINA CM EE ST 08 ZE AGHI A OI 0 MR VAIO StEStichodaciylinaoi io apc RN a 2 4°5Thalasstanthi 200000 18009 De ZONA EDIZ E SATANA OL GR Cenantninaen se io Le 5 Sia ei RS 849 TO ERE PBI et or o oo o con o DIS. — Appendix . . Se die: det E) € (Rivista storica della poi LARE n 092 D (Indice sistematico delle specie descritte). . . . . >» 428 E (Indice alfabetico-sinonimico dei binomii attiniologici) . » 435 COLTOZIONIME AA SOI LO TN e e IS Spiesazionerdellegtavo Cat I n e e 00 Il secondo volume conterrà: Anatomia, Istiologia, Embriologia, Fisiologia, Distribuzione e Filogenia delle Attinie. [ATI sal I ALLE TOLECIIT IILIE, TRAINA] Mito SITA i Mati Oi VIiO om OTIL Won IL \UTda ta A RICLIRI TION ONO ariani mi ISCR TO MINMONOON A n MOZILOT ONE Mv POIpRn A OXIOh DD OORITORAA MG AT tt9A MLA DIVARIO CIN MAtTITIIE RESA RTVIS\O GOICHIO 0 CONO lina, RITTER SOSIO DIUICAn TANTI I ATTA LIA METTETE C] ET ) IRIOTVITTÀ A 4 3 Raro LT A dvi zie hit MARR e of î MIT lA i PORTO ANSA TLT Tenge STAI A 1% si i ATE biagi do ee e 101978 ui I: Ù MET, phi Ten Me w MI ie Ev dn su tl o Ripa & “afii Most va n sti, eg vi sa ni MENTALITÀ) da # Leti dit ‘old PARTE PRIMA. Catalogo bibliografico d’attiniologia. A. (AVVERTENZE). Mentre nella vita fisica l’accrescimento coordina l'assunzione di nuova materia ad una contemporanea distruzione di particelle inutili; nella vita scientifica si aggiunge sempre contributo a contributo e nulla si elimina. D’anno in anno l'ammasso delle opere da consultare sì aumenta in proporzione scoraggiante; in ogni campo per quanto ristretto delle nostre scienze gli autori si contano a diecine ed a centinaia. E così la bibliografia di qualsiasi argomento riesce sempre più pesante; sia per la difficoltà di avere tutti sottomano i libri necessarî, sia per il lavoro tedioso e lungo di leg- gerli e compulsarli. — Ma perciò stesso la ricerca bibliografica s’ impone ogni giorno più quale imprescindibile dovere; ed ogni giorno più richiede un crescente contributo di energia, di pazienza e di abnegazione ('). Ad agevolare in certo qual modo la via contribuirebbe senza dubbio immensa- mente l’esistenza di cataloghi ragionati, trattanti ciascuno in maniera speciale di qualche gruppo (concreto od astratto) di esseri o di materie. — Di cotali cataloghi (') Ammessa la necessità e la difficoltà di un’accurata indagine bibliografica, non è fuor di pro- posito il rammentare che sue doti precipue sono: sincerità, brevità e precisione; e che troppo spesso dagli scrittori si trascura e l'una e l’altra e la terza. In ogni lavoro quindi si dovrebbe: 1°) non citare alcuna fonte senza averla coscienziosamente esaminata, e non appropriarsi le altrui note biblio- grafiche (citazioni di seconda mano) senza accennarlo; 2°) addurre solo le opere e solo i passi che hanno vera attinenza col soggetto e che rappresentano qualche idea nuova; trascurare ed ommettere le ripetizioni dei compilatori; 3°) conservare un metodo ed un modulo eguale per ogni autore, ogni citato, ogni consultazione; badare con scrupolo all'osservanza dell’ unicuique suum. — Per ciò che riguarda l'esecuzione pratica del lavoro bibliografico io distinsi due periodi. Nel primo limitai l' at- tività a raccogliere ed ordinare i titoli delle opere da consultare; nel secondo procedetti al loro esame. La raccolta la eseguii servendomi dei cataloghi bibliografici esistenti, e sfogliando le prin- cipali collezioni di periodici. Essa valse da sola a darmi un'idea sintetica dell'argomento ed a ren- dermi più facile lo spoglio. Il catalogo del mio Prodromus (1880) non è che l’elenco di questa rac- colta. Nel secondo periodo usai il metodo delle schede separate; cioè di altrettanti foglietti distinti per ogni autore e per ciascuna delle specie annoverate e ciascuno degli argomenti trattati dal me- desimo. Con tale procedimento trovai il vantaggio che i raffronti, sieno storici che di fatto, restano molto agevolati, in quanto a seconda dei casi le note possono meccanicamente venire avvicinate o separate o soppresse. = al ben pochi per ora ne esistono (per certo l’attiniologia non ne possiede); ed io reputai quindi cosa utile l’ accingermi a compilarre uno per il limitato campo de’ miei studî attuali. — Il risultato qual si sia dell’assunto trovasi coneretato nelle seguenti pagine, che costituiscono appunto un catalogo bibliografico generale d’attiniologia. ‘ Le opere annoverate sono soltanto quelle che in tutto od in parte hanno diretto rapporto con le attinie e che vennero edite in una delle colte lingue latino-teuto- niche. Vi si trascurano perciò scientemente i trattati generali che non offrono qualche nuovo (sia pure esiguo od erroneo) contributo; nonchè le pubblicazioni russe, ma- giare, giapponesi (e se ne fosse il caso), papuane ecc. — Il materiale venne disposto in ordine cronologico; riserbando una subordinazione alfabetica per gli scritti di eguale data; ed una numerica per quelli pubblicati nello stesso anno e dallo stesso autore. — Le traduzioni, ristampe, nuove edizioni, notizie ecc., anche se apparse in epoche diverse trovansi indicate sotto l’anno di pubblicazione del lavoro primitivo, purchè esse stesse non contengano qualche aggiunta originale; nel qual caso hanno menzione come scritti indipendenti. Un tratto importante di questo catalogo (e che, per l’eccezionale rarità colla quale si riscontra in lavori consimili, sembra quasi nuovo) è la succinta relazione che accompagna ogni titolo. Essa è destinata ad esporre brevemente il contenuto del libro; e con ciò a facilitare le future indagini dello specialista, il quale saprà subito se nel tale libro o nel tal altro vi sia o non vi sia cosa che lo riguarda. A rendere, per quanto sta in me, viemmeglio utile il catalogo aggiunsi un in- dice alfabetico degli autori. Il prospetto per materie è superfluo dacchè ripeterebbe sommariamente ciò che già sì trova nelle riviste bibliografiche dei singoli capitoli della monografia. Oltre lo scopo generale di fornire agli studiosi un modo facile d’orientarsi nella ricca bibliografia attiniologica, il catalogo tende altresì a far evitare nel testo del lavoro la ripetizione continua delle fonti, alle quali si attinge. Ogni volta che dovrò citare opinioni od osservazioni altrui, io mi limiterò ad addurre il nome dell'autore e l’anno della pubblicazione relativa; e il lettore con questi dati potrà nel catalogo rintracciare agevolmente il titolo dell’opera di cui si tratta e nello stesso tempo trovarvi tutte le altre indicazioni opportune che saranno del caso e che certo non dappertutto avrebbero potuto venir ripetute. B. (ENUMERAZIONE CRONOLOGICA DELLE OPERE). — ArIsroTELESs, Iepî Gay iotopias (to da, to Ò' xa to v). Historiae animalium a Th. Gaza, Basileae apud Cratandum 1594, in fol. — Id. De generatione ed interitu, interprete Marsillio, Venetiis apud Scotum 1520, in fol. Nella prima di queste due opere zoologiche dello Stagirita le attinie (ortiche) occorrono in più luoghi; al lib. IV, cap.4 e cap. 6; lib. V, cap. 16; lib. IX, cap. 36; nella seconda riscon - transi al lib. IV, cap. 5. Vi si parla della loro adesività del nutrimento, della sensibilità, del- l’uredine e delle applicazioni. Le si classificano in fisse e libere. — Puntvs, Historiae naturalis libri vigintiseptem, Venetiis apud Sessam 1525, in fol. Nel breve cenno delle ortiche, lib. IX, cap.45, l’autore compendia le osservazioni aristoteliche e le proprie con frasi brevi e staccate, delle quali non si afferra bene nè il senso nè il nesso. — 15 — — ATHEANEUS, Acervogcpiatav By AXta è Dipnosophistarum, hoc est argute sci- teque in convivio disserentium, libri XV, Basileae apud Valderum 1535, in fol. Introducendo Diphilus Siphinius nomina le attinie.e ripete quanto disse Aristotile del po- tere orticante, dell'uso culinario e della classificazione (lib. III, p. 45, lin. 30). — Aiuanus, Ilepi gamv (drctntav (dia 16°. De vi et natura animalium li- bri XVII latini facti per Petrum Gyllium, Lugduni apud Gryphium 1535, in fol. Accenna in due luoghi (lib. XI, cap. 13, p. 314 e lib. XIII, cap. 49, p. 411) alle attinie esponendo le nozioni di Aristotile. — Apricius Cenius, De opsoniis et condimentis. — De re coquinaria (- edidit Schuch, Heidelbergae 1867, in 8°). Insegna come colle attinie sì possano preparare eccellenti manicaretti (lib. IV, cap. 2, 3). — Gacenus CLaupIUS, De compositione pharmacorum localium, libri decem, Cor- nario interprete, Lugduni apud Roncillium 1549, in 16°. Le attinie formano ingrediente d'uno degli unguenti depilatorii ('). 1504 MartHOLI, M. Pietro ANDREA, SANESE, Discorsi nelli sei libri di Pedacio Dio- scoride De Anazarbeo, Venezia 1504, due vol. in fol. illustr. — Id. Edit. lat. Venetiis 1565. — Id. Edit. ted. (Kreuterbuch) Frankfurt 1590. Voluminoso commentario. Nel secondo libro al cap. trentesimoterzo accenna alle ortiche di mare qualificandole piante « sono piuttosto piante ». 1535 GyLuus, Petrus, De gallicis et latinis nominibus piscium massiliensium (In: Aelianus, De vi et natura animalium, edit. P. Gyllius), 1535. È una serie di note o postille staccate, le quali servono a delucidare il testo di Eliano. Rispetto alle attinie sì aggiungono poche cose tolte da Plinio. Pare che quivi per la prima volta (secondo Milne Edwards, 1857, XIV) si trovi usato il nome di zoofito. 1551 BrLon, PIERRE, L'histoire naturelle des étranges Poissons marins et du Daulphin, Paris 1551. 55 pag. in 4° avec gravures. BeLonus, Petrus, De aquatilibus libri duo. Lutetiae Parisiorum 1553, 448 p. cum icon. in 8° BeLon, PieRRE, La nature et diversité des Poissons (trad. du latin. De aqua- tilibus), Paris 1555, 448 p. in 8°. BeLLON, PrERRE, De aquatilium singulis scripta (In: Gesner, Hist. anim. lib. IV, 1558). La prima e la seconda di queste quattro citazioni non sono che una cosa sola nel conte- nuto, per quanto sieno diverse di titolo; la terza è una traduzione; la quarta una ristampa fafta dal Gesner. — Le attinie vengono considerate come un dejectamentum maris e classifi- cate tra gli animali molli «quod mollium modo in obsoniis edantur ». L'autore è il primo a darne una figura. Del resto ripete le nozioni d’Aristotile e di Plinio. (') A completare la lista degli autori, che dalla classica antichità ci tramandarono cognizioni o semplicemente menzioni attiniologiche, potrebbesi aggiungere: Apuleius Lucius (De philosophia na- turali), Sextus Empiricus (Pyrron. Hypotyposeon), i quali ripetono le cose di Aristotile; Xenocrates (De alimento ex aquatilibus), che facendo parlare Oribasio riespone le nozioni per l’uso culinario ; Aulus Gellius (Noctes Atticae, IV. cap. 11), da cui si rileva che Pitagora proibì ai suoi allievi di mangiare le attinie perchè le reputava afrodisiache; ed infine Aristofane (Lysistrata), Macrobio (Con- viv. Saturnal. lib. III), Plauto (Rud. 2, 1, 9) e Giovenale (Satyra XI.), nei quali riscontransi alcuni passi allusivi. ice 1552 Worronus, Epwarp, De differentiis animalium libri decem. Lutetiae Parisio- rum 1552, 120 p. in fo. — Id. In: Isis von Oken 1833, p. 1173-1182. L'autore precisa il senso del gruppo zoofiti (lib. X, cap. 248) comprendendovi le tetie (cap. 248) le oloturie, stelle e polmoni marini (cap. 249), le ortiche (cap. 250) e le spugne (cap. 251). Per le ortiche espone quanto già è noto di Aristotile, Plinio, Ateneo, ecc. 1554 RonpELETIUS, GuIiELMUS, Libri de piscibus marinis in quibus verae piscium effigies expressae sunt. Lugduni 1554, in fol. RonpeLET, GuLIELM., L’histoire entière des Poissons..... traduite en frangois. Lyon 1558, in 4°. — RonpeLer, GunieLM., De aquatilium singulis scripta (In: Gesner, Historiae animalium, liber IV. Tiguri 1558, in fol.) ('). Opera importante per mole, per erudizione e per copia di materia. Quasi tutte le cose esposte riposano su osservazioni originali, benchè qua e là si descrivano anche alcuni animali fantastici. Nelle poche pagine che risguardano le attinie si ha una specie di commentario d'Ari- stotile e di Plinio, il quale serve di base alla esposizione dell’autore. A questo segue la discus- sione intorno al posto sistematico ed alla classificazione. Infine viene la descrizione delle specie, ciascuna delle quali è accompagnata da figure. 1556 GessnER, ConraD, De piscibus et aquatilibus omnibus libelli. Tiguri 1556. GeESssNnER, Conrap, Historiae animalium; liber quartus: qui est de piscium et aquatilium animantium natura. Edit. I, Tiguri 1558, in fol. GESNER, Conrap, Nomenclator aquatilium animantium. Icones animalium in mari et dulcibus aquis degentium. Edit. I, Tiguri 1560, in fol. 27 et 374 p. — Edit. II, Tisuri 1620, in fol. — Edit. III, Heidelbergae 1606. GAssneR CUENRADT, Fischbuch (aus dem Latein in das Teitsch gebracht durch Forer), Ziirych 1575-89, 9 u. 404 p. in fol. La Historia animalium è un gran lavoro di compilazione in cui si trova digesto ed ordi- nato tutto quanto lo scibile zoologico dei tempi. Le altre opere vi sono comprese essendone solo frammento, ristampa o traduzione. L’attiniologo vi trova più una compilazione che un con- tributo originale; le parti trattate sono: classificazione, nome, abitudini, applicazioni ece. Alle specie già note di Belon e di Rondelet ne aggiunge due altre, descrivendole dietro disegni mandatigli d'Italia da Sittardo. Queste non sono con sicurezza riconoscibili. 1590 TABERNAEMONTANUS, JAcoB THEOD., Icones plantarum curante Nicolao Bassaeo, Francofurti 1590. TABERNAEMONTANUS, Kriuterbuch.... verbessert durch Nicolaum Braun und Casparum Bauhinum, in Verlegung Joh. Drentels und Joh. Bassaei — Frank- furt a. M. 1613. Quest'opera sui vegetali fa in certo modo riscontro a quella di Gessner per gli animali. Nel terzo libro, quarta sezione, parla delle spugne e quivi al capo 3° dà le figure di alcune meduse ed attinie. La prima è una medusa tolta da Aldrovando, le due seguenti sono tolte da Rondelet urticae solutae; le altre sono le attinie disegnate da Bellon. 1599 Imprrato, FERRANTE, Dell’historia naturale libri ventotto. Edit. I, Napoli 1599, in fol — Edit. II con aggiunte. Venezia 1672, 696 p. in fol. (') Dell’opera di Rondelet esiste un estratto poetico (che del resto non ha importanza per il naturalista), ed è quello di Boussuet, Franc., De natura aquatilium carmen, Lugduni, 1558, in 4.° SR ee ImPERATO, FERRANTE, Historiae naturalis libri XXVIII (transl.), Leipzig 1695, in 4°. — Id. Kòln 1699, in 4°. Descrizione più o meno ordinata ed uniforme del museo dell'autore e quindi ricca di fatti originali. Per l'attiniologia vi è tuttavia nulla perchè è dubbio se al libro XXVIII cap. VII i due Alcionii stupposo e tuberoso o quarto e quinto di Dioscoride sieno attinie; così ad argomen- tare dalle figure (pag. 640, 641 edit. 1672) ('). 1606 ALprovanpI, ULisse, De reliquis animalibus exanguibus liber quartus: de Zoo- phytis. Opera omnia. Edit. I, Bononiae 1606. — Id. Francofurti ad M. 1618. — Id. Francofurti ad M. 1623. — Id. Edit. II, Bononiae 1642, cum fig. in ligno incisis. È una compilazione estesa che rammenta quella di Gesner. La parte che riguarda le atti- nie vi è bene svolta; si determina cioè il concetto di ortica e se ne danno alcuni cenni di strut- tura; si discute accuratamente la etimologia e si citano i passi illustrativi degli autori classici; infine si espongono le applicazioni pratiche, e (per la prima volta) si tien conto della distri- buzione geografica. Le figure delle specie sono tolte da Rondelet, Belon e Sittardo: sei di esse sono originali, ma pressochè irreconoscibili. 1650 Jonsronus, JOHANNES, Historiae naturalis de piscibus et cetis libri V, (et: Historia naturalis de exanguibus aquaticis libri IV.). Edit. I, Francofurti ad M. 1650, in fol. cum aen. figuris. — Id. Awstelodami 1657. — Id. Edit. II, Amstelo- dami 1767. — Id. (Polonus) Heilbronn 1755-69. Jonston, JoHan, Naeukeurige Beschryving van de natuur der..... bloedloze Wa- terdieren (uit het Latyn vertaelt door Gransius), Amsterdam 1660, in fol. Compilazione voluminosa, ma meno pregevole delle precedenti; le figure non sono origi- nali; sono tutte abbellite dal lato artistico, ma forse a scapito dell’esattezza. AI lib. quarto (De Zooph. sive Plantanimalibus), capo I si parla delle Urtiche. — Definizione e concetto di Zoo- fiti; etimologia dei nomi d'ortica, descrizione generale, luoghi, natura, uso, differenza, ecc. se- condo Aristotile, Plinio, Ateneo, Rondelet, Aldrovandi, ecc. Descrive e copia gli originali di Bellon, Rondelet, Aldrovandi e Sittardo. 1705 Ruxpra, GroreE, EverzARD, D’Amboinsche Rariteitkamer van schaalvisschen, hoorntjes en schulpen, Amstelodami 1705, 1 vol. in fol., cum aen. tab. — Id. id., Edit. II, Amstelodami 1741. — Id. id. (deutsch aus dem Holland. von Miller und Chemnitz) Wien 1766. In quest'autore, citato qua e là dai contemporanei, il tutto rispetto all’attiniologia si riduce ad una frase per l’uso esculento, e ad un’altra per la classificazione. 1707 SLoane, A voyage to the islands Madera, Barbados, Nieves, St. Crisophers and Jamaica. London 1707, 2 vols. in fol. with 1 map and 234 pl. Opera voluminosa contenente cenni generali sulle condizioni politiche, igieniche, commer- ciali ecc. dei luoghi visitati; relazione del viaggio fatto; e storia naturale accurata degli ani- mali e vegetali osservati. Al libro primo cap. 1° si descrive un corpo che sembra essere uno zoantino. — (Il secondo volume si pubblicò quasi 20 anni dopo; nel 1725). 1710 RéAumuR, DE, Du mouvement progressif etc. de diverses espèces de..... Orties de mer, ete. In: Mém. Acad. Sciences Paris, 1710, p. 439-491. Questa memoria rappresenta unreale progresso nell’ attiniologia; contiene osservazioni in- torno alla natura animale o vegetale delle attinie, alla loro forma o colore, al loro nutrimento, (') A proposito dell’Imperato devesi ancora accennare che egli, in una lettera scritta all'Aldro- vandi e da costui citata, descrive qualche cosa che pare debba essere un’attinia e precisamente la Adamsia Rondeletii. CIA alla viviparità, al movimento, ecc. Alcune idee sono diverse molto dalle odierne (forma del corpo, canali delle pareti), altre sono erronee (spiegazione del movimento). Le specie non sono descritte zoologicamente, ma le figure servono abbastanza bene per farle riconoscere. (') 1734-65 Sega, Locupletissimi rerum naturalium thesauri descriptio et iconibus expressio, Amstelodami 1734-1765. E un opera grandiosa per mole {4 grossi vol. in fol.) e per esecuzione tipografica, nella quale si descrive il museo di Seba. Il testo è latino, con traduzione francese ed olandese; le tavole sono spesso pregevolissimi lavori d’ incisione. L’ attiniologo vi trova accennata (al vol. L, p. 45, tav. 29, fig. 2) un'Urtica marina, americana, singularis; la quale tuttavia non appar- tiene evidentemente alle attinie. 1735 Linnaeus, CaroLus, Systema naturae sive regna tria naturae etc. Edit. I, Lugduni Batav. 1735, in fol. 14 p. (°). È la prima sintesi scientifica del regno animale. Le attinie vi passano sotto il nome ge- nerico di Priapus e non vi sono ancora definite con sicurezza. (*) 1739 Prancus, Janus (Bianchi Giovanni), De conchis minus notis, cum tabulis aen., Venetiis 1739. — Id. Edit. altera, Romae 1760, cum tabb. aen. È un’opera poco voluminosa, che contiene descrizioni abbastanza dettagliate di varî ani- mali, e che è corredata di buone figure. Delle ortiche menzionate la prima è una medusa; un'altra è un'attinia vera; le restanti sono o irreconoscibili o di natura decisamente non attinica. 1743 HucHrs, GrIFFITA, Letter concerning a Zoophyton somewhat resembling the flower of the Marigold. In: Philosoph. Transact. XLII 1743. Descrive come simile al fiore della calendula uno zoofito, e crede trovarvi petali e stami; non disconosce però la sua natura animale. 1746 Bark, LaurENT, Museum Adolpho-Fridericianum dissert. praes. C. Linnaeo, Holmiae 1746, cum tab. aen. in 4°. Non ha alcuna importanza benchè vi si menzioni un'attinia. (Questa memoria passa ge- neralmente sotto il nome di Linneo). 1746 Linnaeus, CAaROLUS, Fauna Svecica sistens animalia Sveciae regni, cum tab. aen., Edit. I, Stockholmiae 1746, in 8°. — Id. Lugduni Batav. 1746. — Edit. II, Stockholmiae 1761. Come nel Systema naturae (1735) le attinie hanno il nome di Priapus. 1748-52 Hit, Jorn. A general natural history of the Animals, Vegetables and Minerals of the various parts of the world. 3 vols in fol. - vol. III. History of animals. London 1748-52. — Id. Edit. II, London 1773. La parte originale si frammischia alla semplice compilazione. Delle attinie alcune sono descritte, altre solo accennate, altre ancora appena figurate (con figure tolte da Belon e da Rondelet). Tutte sono o irreconoscibili, o falsamente citate, o insufficientemente caratterizzate. (') Qui si potrebbe aggiungere ancora il Marsilli (Marsilli, Louis Ferdinand, Histoire physique de la mer, Amsterdam 1725, un vol. in fol.). Ma è dubbio se la figura 11 a tavola 2° rappresenti un’attinia, giacchè la relativa spiegazione nel testo non si può trovare. (@) Delle varie edizioni del Systema naturae sono degne d'attenzione solo la prima (1735), la seconda (1740), la sesta (1748), la decima (1758) e la dodicesima (1766); le restanti sono semplici ristampe di una o di altra delle medesime: la tredicesima (1788) è opera nuova. Per l’attiniologo si possono ommettere anche la seconda e la sesta. (*) Un altro autore citato dai contemporanei e che qui troverebbe posto è Shaw, Thomas, Travels or observations relating to several parts of Barbary and the Levant 1738 (Trad. fr. 1743, trad. ted. 1765, trad. ol. 1773). Io ne consultai attentamente e per ogni senso i due volumi, ma di attinie vi trovai neppure una menzione. : i È —_ 9 1750 Donari, ViraLiano, Della Storia naturale marina dell'Adriatico ete. Venezia presso Storti 1750, in fol. Donati, Viraiano, Auszug einer Naturgeschichte des adriatischen Meeres; den Boden des Meeres zu untersuchen, nebst Instrumente, in solcher Tiefo zu fischen. Halle, Franck, 1753. Donati ViraL., Essai sur l’histoire naturelle de la Mer Adriatique etc. (trad. de l’Italien), 1758. Ammette un grande gruppo di Piante-animali e vi comprende: polipari, alcioni, e tetie; fra quest'ultime (definite: Tetie sferiche con superficie da tubercoli semisferici formata e con vertebra nel centro) cita le icones tethiorum zoographo a Cornelio Sittardo missae (Vedi Gess- ner 1856). E questo è tutto. 1750 Hucres GrIrrITA, A natural history of the Barbadoes, etc. London 1750, 1 vol. in fol. with 30 pl. Nei primi libri dell’opera si tratta delle condizioni meteorologiche, etnografiche, igieni- che, ecc. dell'isola; e in seguito si descrivono partitamente gli animali e vegetali terrestri e marini. Al libro 9° trovasi un capitolo speciale per l’anima? flower, un corpicciuolo che pare debba appartenere agli zoantini. 1754 Linnaeus, CaroLus, Hans Maj. Ad. Frid. var allernadigste konungs Naturalie Samling — Museum S. R. M. Ad. Frid. Regis ete. Latine.et svecice, Holmiae 1754, cum iconibus in fol. Trovanvisi le attinie col nome di Tethys; e per vero l'A. equina con quello di Tethys se- miovatus. 1756 Browxr, PatRICK, The civil and natural history of Jamaica, London 1756, One vol. in fol. with figg. — Edit. II, London 1789. Descrive l'isola dal lato civile (part. I) e dal naturale (part. II) e sotto l'ultimo aspetto tratta separatamente dei tre regni. Al libro 3° (parte II) si descrive tra i molluschi una vera attinia; ma a stento la si riconosce. 1757 Dictionary of Arts and Sciences (four parts in 8°, London, by Owen) sup- plement. Gli autori menzionano la stessa Actinia subfusca mollis di Browne e ne riproducono a tav. II la figura. Questa è però meno esatta. 1758 Linnarus, CaroLUS, Systema naturae. Edit. X, Holmiae 1758. (Halae et Mag- deburgicae 1760). Anche qui come nelle precedenti edizioni si conserva il nome generico Priapus. 1758 PeyssoneL, JOHN ANDR., Observations on the American Sea-Sun-Crown (Acti- nia sp.) In: Philosoph. Transact. L. 1758 (transl. from the French). Vi si parla d’un’attinia; ma la descrizione poco chiara e la mancanza di figura non la la- sciano riconoscere. Il titolo è anche: On the Corona solis marina americana. 1759-65 Basrer, JoB., Opuscula subseciva, observationes miscellaneas de animal- culis et plantis quibusdam marinis. (Liber tertius de Mytilis, de Echinis, de Priapis, de Medusis, ete. 1761), Harlemi 1759-65, cum tabb. aen. color. in 4°. Basrer, JoB., Natuurkundige Uitspanninge ete., Harlem, Bosch, 1762, met plat., in 4°. Parco nella dicitura, riferisce osservazioni semplici, nuove ed esatte intorno a varî animali, trattandoli in piccoli capitoli distinti. Delle attinie ne menziona solo tre: e parla della loro classificazione, dell’adesività, della riproduzione e della sensibilità. Fra gli opuscoli latini e il testo olandese vi sono alcune piccole differenze. (SÌ 2 = 1761 Bozapsca, J. B., De quibusdam animalibus marinis. Dresdae 1761. BomapscH, Beschreibung einiger minder bekannten Seethiere u. s. w. (aus dem Lateinischen ùbers. v. Leske). 1776. In quest'opera si contengono dodici o tredici articoli di vario argomento, accompagnati da tavole discrete. L'articolo ottavo p. 136 tratta della Medusa palliata, e ne dà una descri- zione accurata. 1762 GaeRTNER, JosePA, An account of the Urtica marina. In: Philosophical Tran- sactions LII, 1762, p. 75-85. È un lavoro semplice, scritto senza preconcezioni e basato su osservazioni originali. Espone alcuni cenni intorno alla forma, ed alla locomozione; ammette la redintegrabilità; e fonda la classificazione su caratteri morfologici. Tra le specie ben descritte di attinie annovera un’ Oloturia. 1762 Srroem, Hans, Physisk og ceconomisk beskrivelse over fogderiet Sondmòr ete., Sorde 1762, med Kobber in 4°. Il libro interessa l'attiniologo soltanto perchè a p. 204 menziona l'A. crassicornis. (Lo cito dal Miller 1776; chè direttamente non lo potei consultare). 1766 Dana, G. P. M., De quibusdam urticae marinae (vulgo dictae) differentiis. In: Mem. miscell. Accad. Torino III, 1762-65 (1766), p. 213-220. — Id. Id. - In: Journ. Phys. Introd., I, p. 133-143. Si descrivono minutamente e con bastevole esattezza due animali del mare di Nizza: dei quali l'uno pare una velella, l’altro un’attinia. Le figure sono mediocri; il contenuto del testo ha per sè poco valore. 1766 Partas, Per. Sim., Miscellanea zoologica, quibus novae imprimis et obscurae animalium species illustrantur. Hagae Comitum 1766. — Id. Id. Lugduni Ba- tavorum 1778. PaLLas, PET. Sim., Spicilegia zoologica, quibus novae imprimis et obscurae animalium species illustrantur. Berolini 1767-74. PaLLas, PeTER Simon, Naturgeschichte merkwirdger Thiere in welcher neue und unbekannte Thierarten erlàutert werden (aus dem Lateinischen von Bal- dinger) Berlin u. Stralsund 1769. PaLLas, PeT. Sim., Dierkundig Mengelwerk, in het welke de nieuwe of nog duistere zoorten van dieren...... opgehelderd worden (uit het Latyn door Bod- daert). Utrecht 1770. È un’opera fatta sul modo di quelle di Baster e di Bohadsch, cioè una serie di memorie indipendenti. Per l’attiniologo benchè spesso citata non ha interesse perchè l'Actinia doliolum, alla quale è dedicato il Capitolo XII, non è uno zoantario. 1766 (') Pennanr, A British Zoology, two vols. in fol. reale, London, 1766. — Id. (lat. u. deutsch von Murr) 1771. L'originale inglese edito dalla Cymrodorion Society apparve anonimo. Il tedesco consta di due grossi volumi con 132 tav. in rame. (Vedi Pennant 1812). (') Di questo trattato del Pennant si ebbero varie edizioni. Io citerò tuttavia solo la prima, che è la presente, e l’ultima (1812), le altre non sono importanti. Milne-Edwards s'è servito della quarta (1777). e = 1767 ELnis, Jogn, An account of the Actinia sociata. etc. In: Phil. transact. LVII, 1767. Si dà una buona descrizione dell'A. sociata, nonchè un cenno della sua struttura anato- mica. Nelle tavole sonvi figure di altre quattro attinie non menzionate nel testo. 1767 GunneRUS, Jon, ERN., Beskrifning pa trenne Norska $jò-krik, $jé-pungar kallade (Holot. frondosa, Actinia senilis). In: Vetensk. Akad. Handling. Sto- ckholm IV, 1767. Breve memoria, in cui il vescovo di Trondheim descrive i caratteri esterni di tre animali: Holothuria frondosa, H. tremula, Actinia senilis. 1767 Linnaeus, CaRroL., Systema naturae sive regna tria ete. Edit. XII, refor- mata, Holmiae 1766-68, 4 vols. In questa edizione si forma delle ortiche un genere speciale e si distingue col nome di Actinia. (') 1772 OLarsen, EcGERT (ET BIARNE PoveELSEN), Riese door Island. Sorée 1772, in 4°. OLAFSEN, E. (ETc.), — Reise durch Island, Kopenhagen 1774-75, in 4°. OLaArsEN, E. (ETc.), — Voyage en Islande 1802, 5 vols. in 8°, atlas in 4°. Si descrive l’isola dal lato geografico, civile, economico e naturale. Per l'attiniologo im- portano solo pochi periodi alla fine della seconda parte, dove nell’ annoverare i prodotti natu- rali sì menzionano quattro specie di attinie. 1772 Dicquemare, Jacques FraNgoIS, Des observations sur les Anémones de mer. In: Introd. aux observ. sur la Phys. sur l’Hist. Nat. etc. 1772, p. 629-630. — Observ. et Mém. sur la Phys. par Rozier. I, 1773, p. 473-477. DicqueMARE, J. F., Essay towards elucidating the history of the Sea-Ane- monies, transl. from the French. In: Philosoph. Transact. LXIII, 1773, p. 361-403, with pl. L'abbate-filosofo dell’Havre apre con questa la bella serie delle sue memorie originali; e vi espone diffusamente i suoi esperimenti di redintegrazione. (Vedi Dicquemare 1787). 1774 Dicquemare, Jacques FRANGOIS, Des observations sur les Anémones de mer. In: Observ. et Mém. sur la Phys. par Rozier. III, 1774, p. 371-372. — V, 1775, p. 350-352. i DicqueMARE, J. F., A second essay on the natural history of the Sea-Anemo- nies, trans]. from the French. In: Philosoph. Transact. LXV, 1775, p. 207-248, with pl. E un nuovo contributo alle ricerche sulla redintegrabilità delle attinie. Vi si aggiungono alcune osservazioni di scissiparità. (Vedi Dicquemare 1787). 1774 GunneRUS, JoH. ERN., Actinia polymorpha en sée-pung beskreven. In: Norske Vid. Selsk. Skrift., 1774, p. 425-430. Breve memoria (sul genere dell'altra 1767), nella quale si descrive l'aspetto esterno della menzionata attinia. 1775 Forsxst, Per., Descriptiones animalium, quae in itinere orientali observavit P. F., (adjuneta est Materia medica Kahirina atque Tabula maris rubris geo- (') Qui dovrebbe trovar menzione un autore (1770 Miller Statius, Dubia coralliorum origini animali opposita. Erlangen, 1 vol. in 8°), il quale viene dal Contarini (1844) citato fra gli atti- niologi. Io durai fatica a procurarmelo ...... e nelle sue pagine riscontrai nemmeno il nome di attinie. pan grafica), — et Icones rerum naturalium quas in itinere orientali depingi cu- ravit P. F. Post mortem auctoris edidit Carsten Niebuhr, Hafniae 1775-76. L'opera contiene: un Conspectus Faunae orientalis, che è la semplice enumerazione degli ani- mali osservati; le descriptiones; le icones fatte incidere sulle figure di Bauernfeind; e la lista dei farmachi dell'officina Cairina. L'edizione fu curata da Carsten Niebuhr, che dovette ordinare i fogli sparsi lasciati dal defunto autore. Si promette una parte botanica per più tardi. L’atti- niologo vi trova descritte e figurate cinque o sei attinie, press'a poco riconoscibili. 1776 DicquemarE, J. FR, Des observations sur les Anémones de mer. In: Observ. et Mém. sur la Phys. par Rozier. VII, 1776, p. 298-300. DicquemaRE, Les Anémones de mer considérés comme baromètres. In: Observ. et Mém. sur la Phys. par Rozier. VII, 1776, p. 515-523. DicquemarE, Sur la reproduction des Anémones de mer. In: Observ. et Mém sur la Phys. par Rozier. VIII, 1776, pag. 305-313. Dicquemare. A third essay on the natural history of the Sea-Anemonies, transl. from the French. In: Philosoph. Transact. LXVII, 1777, p. 56-84. Continua l’esposizione di nuove ricerche e sperienze intorno alla scissiparità, alle relazioni tra il barometro e il contegno delle attinie; e intorno a varie questioni della nutrizione e ripro- duzione. (Vedi Dicquemare 1787). 1776 MueLLER, Orro Fr., Zoologiae Danicae Prodromus, seu animalium Daniae et Norvegiae etc. Hafniae 1776, in 8°. Diligente enumerazione degli animali descritti più tardi nella Zoologia 1788. — Per rispetto alle attinie si notano fra il prodomo e la zoologia alcune diversità; ma sono di poca importanza. 1778 Dicquemare, J. Fr., Sur la sensibilité des Anémones de mer. In: Observ. et Mém. sur la Phys. par Rozier. XI, 1778, p. 318-325. La presente memoria è meno bella delle precedenti; si diffonde in considerazioni generali sulla sensibilità e tratta in breve dei fenomeni relativi offerti dalle attinie. (Vedi Dicquemare 1987). 1778 Macrì, Saverio, Intorno al Pulmone Marino, Napoli 1778, 36 p. — Id. In: Atti della R. Accad. delle Sc. di Napoli, 1825. Accenna incidentalmente parlando delle proprietà del polmone marino all’uredine, alla re- dintegrabilità ed all'uso esculento delle attinie, 1778 MuELLER, Otto FR., Observationes molluscorum marinorum Norvegiae. Decas prima. In: Nova Acta Acad. natur. curios. VI, 1778. In questa decade vengono descritte alcune doridi, qualche ascidia, e tre attinie ; descrizione zoologica semplice. 1779 Fagricius, Jon. CHstI., Reise nach Norvegen, mit Bemerkungen aus der Na- turhistorie u. s. w., Hamburg 1779, in 8°. Fagricius, Jon. Casri., Voyage en Norvège, ete. (trad. de l’Allemand), Pa- ris 1802. Redatto in forma di giornale, questo libro ci presenta la Norvegia massime dal lato sto- rico-naturale. Quattro volte vi si fa menzione di attinie. Semplice menzione e null'altro, da cui pare tuttavia che l’autore distinguesse due specie: una rossa (A. senilis) e una gialla. 1780 Fagricius, OrHo, Fauna Groenlandiae, Hafniae et Lipsiae 1780, cum tab. aen. in 8°. Di quest'opera pregevolissima l’attiniologo ritrae poco vantaggio; le specie descritte non sono con sicurezza riconoscibili, e cenni d’indole anatomica o fisiologica, ovvvero relativi alla distribuzione mancano affatto. Lug = 1781 Dicquemare, J. FR., Sur la génération des Anémones de mer. In: Observ. et Mém. de Phys. XVIII, 1781, p. 76-77. Breve, indifferente notizia relativa alla riproduzione. (Vedi Dicquemare 1787). IZ SNA OR CER UR Observations faites è Dunkerque sur les Anémones de Mer. In: Observ. et Mém. Phys. XVIII, 1781, p. 199-206. L'anonimo autore espone varie sue osservazioni originali sulla struttura, sensibilità, redin- tegrabilità, adesione ecc., delle attinie e riesce spesso di complemento alle precedenti memorie del Dicquemare; così p. es., a proposito dei canali gonidiali, dei tentacoli, del glutine secreto ece. Le specie osservate sono indicate con numeri ordinali e non descritte. Figure mancano. 1784 ScaròtER, Binleitung in die Conchilienkenntniss. 1I, 1784. Per l’attiniologo ha importanza solo in quanto menziona sotto il nome di Sabella, lo zoan- tino descritto più tardi quale Sphenopus dallo Steenstrup. 1784 SPALLanzanI, Lazzaro, Diversi animali nuovi. In: Memorie della Società ita- liana di Verona II, 1784, p. 627. Così s'intitola il cap. X d'una lunga lettera diretta dall'autore al sig. Bonnet; nella quale si trattano varì argomenti di storia naturale. Quivi l’attiniologo è interessato per la descrizione del Cerianto e forse dell'A. Rondeletii, 1785 Cavotini, Fitiepo, Memorie per servire alla storia dei polipi marini. Na- poli 1785. — Cavouini, F., Abhandlungen iber Pflanzenthiere des Mittelmeeres. (Aus dem Ital durch Sprengel). Niirnberg 1813. Queste Memorie, difficilissime a ritrovarsi anche in Napoli, sono in generale di grande im- portanza per la copia di osservazioni originali contenutevi; ma per l’attiniologo hanno un valore secondario. Nella prima l’autore riconosce affine alle attinie il polipo delle madrepore; conferma la redintegrabilità e descrive uno zoantino (Madrepora denudata) ('). 1786 Ettis, JoHN, The natural history of many curious and uncommon Zoophytes ete., arranged by the late Dan. Solander. London 1786, in 4°. — Ettis, JEAN, Histoire naturelle ete., (trad. de l’anglais par Lamouroux). Paris 1821. È un grosso volume, nel quale sotto il nome di Zoofiti vengono descritti per ordine diversi gruppi di animali e vegetali: attinie, idre, briozoi, idrioidi, alcionari e coralline. Le descrizioni sono per lo più accurate e qua e là corredate da cenni anatomici. Delle attinie menzionate la maggior parte conserva anche oggidì lo stesso nome; le restanti sono un po’ dubbie. A queste devonsi ascrivere anche due alcionii, che evidentemente sono zoantini. 1786-87 Martin, MATTHIEW, Observations on Marine Vermes, Insects ete. with notes and quotations from different authors. Exeter, fase. 1. 2, with 2 pl, in 4°. x Fra gli animali descritti vi è un’attinia, A. caryophyllus; essa è pure disegnata. (L’opera non fu da me consultata; la cito dal Johnston 1847, il quale pure non la vide). 1787 Dicquemare, J. F., Anémones de mer. In: Observ. et Mém. de Phys. XXXI, 1787, p. 206-207, avec pl. Con questa memoria si chiude la serie, (Vedi Dicquemare 1772-74-76-78-81). Oltre agli argomenti nominati trovasi in ogni memoria illustrato qualche altro fatto e problema della fisio- (') (Di esse la prima tratta del Corallo, della Millepora, della Gorgonia e della Madrepora, (p. 1-83 con tav. I-III); la seconda della Cellepora e della Flustra, (p-84-116 con tav. IV); la terza della Tubularia e della Sertularia (p. 117-279 con tav. V-IX); la quarta (rimasta inedita e pubblicata tra le Mem. postume 68 anni dopo) dell’Alcionio, della Pennatula e della Spugna. Qua e là per inci- denza poi si delucidano parzialmente altre specie, come Cancer, Doris, Sabella, Corallina ecc. ib logia e della struttura delle attinie, così che nel complesso si ha quasi un trattato intiero di attiniologia. Ma ciò all'infuori della sistematica, giacchè le specie e la nomenclatura vi sono poco curate. Le figure sono in generale fatte con diligenza e riescono riconoscibili (‘). 1788 Srròm, Hans, Beskrivning af en omkring et Sneglehuus omsnoet Gople, eller Sonaelde; hvori en Buehummer indlogerer sig: Medusa palliata. In: Kong. Danske Selsk. Skrift. N. Saml. 1788. Si descrive dettagliatamente l'animale e si rilevano i suoi rapporti colla conchiglia e col paguro, senza però vedervi il principio fondamentale del commensalismo; si menzionano i fila- menti interni ed i filamenti missili, la membrana basale e il potere urticante. 1788 Swartz, OLoF, Medusa unguiculata och Actinia pusilla uptickte och beskrifven. Im: King. Vet. Acad. Nya Handl. Stockholm IX, 1788, p. 198-202. Si descrivono semplicemente le due specie nominate, aggiungendovi delle discrete figure. r 1788-1806 MuzLLER, Orto FR., Zoologia danica, seu animalium Daniae et Nor- vegiae ..... descriptiones et historia. Hafniae et Lipsiae 1788-1806, 4 Vols., 160 tab. in fol. L'opera ha solo importanza sistematica, se ne vengano eccettuate le poche osservazioni di Abildgaard. Le descrizioni sono sparse qua e là nei quattro fascicoli senza nesso sistematico; così pure le figure. Le attinie descritte sono undici, x 1788-93 Gxetin, Jo. FrIn., CAROLI A LinNÉ Systema naturae per regna tria na- turae etc. Edit. XIII, aucta et reformata. Lipsiae, 1788-93, cum tab. aen. in 8°. Come è noto, l’intera opera rappresenta un lavoro di compilazione pura e semplice e talora erronea. Nella parte attiniologica si ha lo stesso carattere: alcune specie per esempio sono dotate di sinonimia in tutto o in parte sbagliata (vedi A. crassicornis e A. plumosa), altre ven- gono ripetute due volte sotto diverso nome generico (A. rufa, H. mesembryanthemum). Del resto lo staccare dal genere Actinia tutte le specie annoverate come Hydra mostra nel compilatore poco spirito d’osservazione. (*) 1789 BrvauIbRE, JEAN GuIiLLAUME, Histoire naturelle des vers ou vol. sixième de l’Hist. des animaux (Encyclopédie méthodique... ete.). Paris 1789. È un esteso ed ordinato compendio fatto specialmente sulle opere di Baster (1752), Dicque- mare (1773-81) e dell'Anonimo (1781), e cosparso qua e là di apprezzamenti originali, che non sempre colgono nel vero (p. es. l'ipotesi intorno alla scissiparità). Fra le specie descritte ve ne sono due nuove. 1794 Otivi, GrusePPE, Osservazioni sulla squisitezza del tatto in alcuni vermi marini. In: Mem. di Matem. e Fisica della Società ital. Verona, VII, 1794, p. 478. Breve memoria, con cui l'autore espone certe osservazioni e sperienze sue, secondo le quali le attinie benchè prive di vista e di olfato possono accorgersi della presenza di alimento a rag- guardevole distanza. 1797 Fasricius, Orto, Tvende forskjoellige Feerdiske Bloddyr, en Doride og en (') Del Dicquemare oltre i lavori precitati esistono anche alcune tavole di figure pregevoli, le quali tuttavia sono inedite e giacciono depositate nella Biblioteca del Mus6m d'’hist. nat. a Parigi. — To non le vidi e tolgo questa notizia dal Milne Edwards 1857. (*) Anche qui si dovrebbe menzionare un altro autore: Esper, Eugen, Die Pflanzenthiere in Abbildungen nebst Beschreibung, Nirnberg 1788-1830. — Inscientemente e per caso egli sotto il nome di Alcyoniunm mamillosum (vol. 4, pag. 50, tav. 7, fig. 1-3), descrive un animale che forse è uno zoantino. = tile Sée-Nelde. (— 2 Om Sée-Nelden). 1794. — In: Skrifter naturhist. Selsk. Kiò- benhavn, IV, 1797, p. 46-55, taf. 5, f. 7-8. L'attinia che vi si descrive proviene dalle isole Feroe; corrisponde all’A. digitata di Miiller benchè ne sia una varietà. Alla discussione dei sinonimi seguono cenni poco importanti delle abitudini. Le figure hanno scarso valore. 1798 Apawms, Joann, Descriptions of Actinia crassicornis and some shells. In: Tran- sact. Linn. Soc. III, 1798, p. 252-254. La memoria fu letta nel 1797, vi si descrivono molte conchiglie e avanti tutto l'A. crassicornis. 1798 (') Cuvier, Grorce L., Tableau élémentaire de l’histoire naturelle des animaux. Journal de Phys. XLVI, 1798, p. 370-384. — Id. Apart. 1798, in 8° Paris Le attinie vi si trovano poste fra le meduse e le idre. 1800 Apaxs, JorN, Descriptions of some marine animals of Wales. In: Trans. Linn. Soc. V, 1800, p. 7. In questa memoria letta nel 1798 si descrivono varì animali, e tra essi due attinie: sem- plice diagnosi sistematica. 1800 CrerEGHIN, STEFANO, Descrizione dei pesci e dei testacei che abitano le lagune ed il golfo Veneto. Quest'opera è inedita e venne depositata per decreto di S. M. I. R. A. Francesco I in data 3 marzo 1818 nell'I. R. Liceo Convitto di S. Caterina in Venezia. Essa contiene un pregevole contributo di osservazioni originali e una ricca serie di figure eseguite a chiaro-scuro ed a colori. — Per l’attiniologia interessa la specie 30, in cui la fig. 44 e relativo testo descrivono l'attinia commensale dei paguri. 1800-1805 Cuvier, Grorce Leoporp, Legons d’Anatomie comparée. Edit. I, Paris 1800-1805, 5 vols. Rispetto alle attinie vi si trova un brevissimo ed insignificante accenno dei principali organi e relative funzioni; in esso ai filamenti si attribuisce importanza speciale. 1801 (*) Lamarck, J. Bapr., Système des animaux sans vertèbres, ou tableau gén. Paris 1801, avec 6 pl. in 8° Classifica le attinie tra i polipi raggiati e vi comprende i due gen. Actinia e Zoantha (?). 1802 Bosc, Louis, Histoire naturelle des vers 1802. In: Suites è Buffon, edit. Ca- stel, Paris. — Id. Storia naturale dei vermi (trad. dal francese di A. Farini) Livorno 1835. È un trattato ampio che descrive i vermi nel senso linneano. — L'attiniologo vi trova menzionate molte attinie; delle quali due nuove. 1804 RenIER, Prodromo di osservazioni sopra alcuni animali. 1804, p. 23. — ReNIER, Tavole per servire alla classificazione degli animali. 1807. — RENIER, Compendio elementare di zoologia (manoscritto) ? 1812. (Questi tre titoli sono tolti da Meneghini 1847. I relativi libri io non potei consultarli, ma non credo contengano cose importanti. L'ultimo corrisponde forse agli Elementi di zoologia (') Al Tableau fece seguito nel 1817 la prima edizione del Régne animal. Io credo inutile citarla giacchè per le attinie nulla contiene d’originale. Del pari trascuro le altre: e solo adduco l' ultima, Cuvier-Milne Edwars 1849, come quella che tutte le abbraccia. (?) Ripeto per Lamarck la precedente nota fatta per Cuvier; e cioè che della sua. storia degli invertebrati è inutile citare tutte le edizioni, bastando pienamente il conoscere l'ultima. Im questa la parte proviniente da Lamarck stesso è tenuta distinta da quella degli annotatori (Deshayes e Milne Edwars) per cui sempre si può risapere ciò che è proprio delle precedenti. ET ce dello stesso autore pubblicati in Padova nel 1828. Questo cita nomi di attinie del Bose e del Forskal, ma non contiene osservazioni originali). 1807 Turron, Wict., The British Fauna. London 1807. in 12° A pag. 131 sono menzionate varie attinie. — {Io stesso non lo potei consultare e lo cito solo da Blainville 1834, Johnston 1847 e Gosse 1860). 1809 Srix, J. B., Mémoire pour servir à l’histoire de l’Asteria rubens L., de l’Actinia coriacea C. ete. In: Ann. du Museum d’Hist. nat. XIII, 1809, p. 438- 459, avec pl. Questa memoria del medico bavarese comprende ricerche intorno al sistema nervoso dei nominati animali, nonchè intorno agli organi di generazione dei medesimi e di una specie d'alcionio. Per quanto riguarda l’attinia si ammette l'esistenza d’un centro nervoso alla base, si rettificano alcune osservazioni di Réaumur, e si descrivono gli ovarî. Tutte queste osserva- zioni mancano di retta interpretazione, per cui il lavoro ha solo interesse storico. 1809 Tiresius, W. G., De nova Actiniarum specie gigantea, Kamtschatica {Actinia priapus). In: Mém. Acad. St. Pétersbourg, I, 1809, p. 388-422. La memoria è consacrata esclusivamente a questa specie benchè l’autore si dilunghi qua e là a trattare della struttura delle attinie in genere. I reperti anatomici sono poco chiari; e sembrano erronei. 1809-13 Saviany, J. CAESAR, Description de l’Egypte, 10 Vols texte et 10 Vols planches in fol. Paris 1809-13. — Id. 10 Vols texte et 10 Vols pl. in fol. Paris 1818-28, — Id. Edit. II, avec l’Explication sommaire des planches par Audouin, 26 Vols texte in 8., 12 Vols planches in fol. Paris 1820-30. È un opera grandiosa per mole e per esecuzione; di cui la sola parte zoologica occupa un grosso volume di 167 tavole in foglio massimo , e due di testo. — Le figure sono ottime sotto ogni rapporto; la spiegazione di Audouin (compresa nei volumi 22° e 23° della serie, 1827, 1828) ha invece poca importanza. Essa assegna un nome alle varie specie, e del resto non fa che esporre a parole ciò che ognuno può vedere da sè nelle tavole. — Per l’attiniologo vi sono le figure ed i nomi di sei specie; ma dettagli anatomici mancano. 1811 Jameson, RogeRT, Catalogue of animals of the class Vermes found in the Firth of Forth and other Parts of Scotland. — In: Mem. Werner. Nat. hist. Soc. Vol. I, 1811, p. 556-565. Fra i varî animali menzionati sonvi alcune attinie a pag. 558. — (Il libro non venne da me consultato. Lo cito da Johnston 1847). 1812 PennanT, THoMAS. British Zoology in four Vols. Edit. V, London 1812, in 8°. In questa edizione trovansi aggiunte varie specie per opera di Hugh Davies e degli Edi- tori, ma di esse alcune non sono che ripetizioni inutili, altre riescono affatto irreconoscibili. 1815 Oxken, Lorenz, Lehrbuch der Naturgeschichte, Jena 1815. Prescindendo dal merito originale del trattato, devesi in esso per la parte attiniologica riconoscere un reale progresso, in quanto si stabiliscono varì generi ben definiti. 1816 BerinI, Domenico, Intorno alla porpora degli antichi. In: Giornale di Pavia, decade I, tomo IX, p. 323. L'autore ammette che le note di Plinio relative alla chiocciola porporifera debbano riferirsi al Murex brandaris Linn.; egli però è d’avviso che la porpora venga prodotta non dal mollusco ma dallo zoofito che vi sta attaccato. 1816 Cuvier, GrorGE, Actinie. — In: Dictionnaire des sciences naturelles Tome I, 1816, p. 246-250. È un breve articolo, compilato su Réaumur, Baster, e Dicquemare, dei quali ripete cieca- mente il buono ed il cattivo. Sapia 1817 Lesurur, CHARLES ALEXANDER, Observations on several species of Actinia. In: Journ. Acad. of Nat. Sc. Philadelphia. I, 1817, p. 149-154, 169-189, with two pl. È una memoria molto interessante, chiara e semplice che rivela un eccellente osservatore. Vi si trova dapprima una breve rivista dei modi d'essere delle attinie dalla vita libera (pela- gica) alla incrostante (madreporica); indi una succinta enumerazione e descrizione di specie ; infine una preziosa serie di osservazioni anatomiche perfettamente attendibili: (di esse sono spe- cialmente da notare quelle relative alla colonna delle attinie pelagiche ed alla loro cavità pneu- matica; nonchè quelle della sezione transversale degli zoantini). Il tutto è accompagnato da belle figure disegnate, incise e stampate dall'autore stesso. 1819 DicquemaRE, L’ABBÉ, Sur les Anémones de mer. In: Précis analyt. Acad. roy. Rouen, (IV, 1771-1780), 1819, p. 141-142. Vedi sopra Dicquemare 1771 ecc. 1819 ScawriGGER, Anatomisch- physiologische. Untersuchungen iber Corallen. In: Beobachtungen auf naturhistorischen Reisen. Berlin 1819, in 4° mit Kupfertaf. Di attiniologia vi si contengono cenni poco importanti. — (Il libro non fu da me con- sultato; come nemmeno lo fu quell'altro dello Schweigger: Naturgeschichte der skelettlosen Th., 1820). 1819 Macrì, Saverio, Intorno a tre nuove Meduse. (1819). In: Atti della R. Accad. d. Sc. di Napoli 1825. ‘Trattando delle Meduse fa una esposizione delle cognizioni degli antichi sulle medesime; e di conseguenza parla anche delle attinie. Al cap. XXI discorre solo di queste: loro nome, variabilità, contrattilità, uso ecc. Descrive l'A. senilis (crassicornis Gmel). 1821 Lamouroux, Exposition méthodique des genres de l’ordre des polypiers. avec leur description et celle des principales éspèces fisurées dans 84 planches; les 63 premières appartenant è l’histoire naturelle des zoophytes d’Ellis et Solander, Paris, veuve Agasse, 1821, in 4°. L’opera è nello stesso tempo una traduzione degli Zoofiti di Ellis (1767) ed una rifusione di questi con i nuovi portati della scienza. — L’attiniologo vi trova menzionate e disegnate alcune forme di zoantini, sieno o no riconosciute dall’autore come tali. 1823 Orto, A. W., Beschreibung einiger neuen Mollusken und Zoophyten. Nova Acta Acad. curios. nat. XI, 1823. Si descrivono alcune doridee , eolidie, ascidie, asterie, salpe ecc. accompagnando ciascuna specie con interessanti notizie anatomiche o esologiche. I numeri sei e sette sono dedicati all'A. carciniopados ed allA. glandulosa. L'autore rivela il carattere di reciproca utilità nell’asso- ciazione della prima col paguro. Le figure sono discrete; alenne (salpe) magnifiche. 1823-29 Decce CHiase, SterANo, Memorie su la storia e la notomia degli Animali senza vertebre ecc. Napoli 1823-25-28-29, 4 vol. e atlante in 4°. DeLLe CHIAJE, SreFANO, Quelques remarques sur les Actinies, Im: Ferussac, Bulletin d. Sc. nat. XVII, 1829, p. 470-473. Le memorie di attiniologia sono del 1825 e del 1828; ed interessano altamente per la grande copia di reperti anatomici. L'autore si diffonde minutamente sulla struttura dell’ inte- gumento , dei setti, dei genitali, delle borse marginali e del tubo gastrico, nonchè sulle fun- zioni di riproduzione, redintegrabilità, circolazione, movimento ece. In molti panti l'esposizione è confusa ed oscura, in molti altri riposa su interpretazioni erronee. 1824 BeRinI, Domenico (Note fatte alla Versione del nono libro della Storia Naturale di Plinio, pag. 65-71). Ritratta le idee precedentemente esposte (1816) ed ammette che la proprietà porporifera spetta 3 or al Murex non all’attinia; e che questa mangia anzi il prodotto del mollusco. Perciò propone il nome Actinia purpuriphaga. 1824 Martens, GrorGE, Reise nach Venedig. Ulm 1824, zwei Binde mit Kup- fertaf. in 8°. (Fauna von Venedig, II, p. 881-538). L'opera consta di due volumi, ripieni d’interessanti notizie storiche, artistiche e civili, oltre ai capitoli speciali zoologici e botanici che ne formano la parte principale. All’attiniologo inte- ressano due punti; l'uno nel vol.I a pag. 228 dove si descrivono 3 attinie del seno triestino; l’altro nel vol. II a pag. 524, che tratta in modo particolare di altre cinque delle lagune venete. 1824 Lamouroux, Bory DE SAINT-VINCENT et DESLONGCHAMPS, Histoire nat. des Zoo- phytes, faisant suite è l’histoire nat. des Vers de Bruguière (Encyclopédie mé- thodique etc.). Paris 1824. È un supplemento all'articolo di Bruguière (1789). Di anatomico si aggiungono alcune cose sulla parete del corpo, le loggie, gli ovari, il sistema nervoso. Di sistematico si annoverano in più varie specie di Ellis, di Miller e di Fabricius, ommesse dal Bruguière. 1826 Risso, A., Histoire naturelle des principales Productions de l'Europe méridionale, Paris 1826, 5 vols. in 8°. (Vol. V, p. 288, et suiv.). Distingue i due generi Actinia ed Anemonia e ne descrive varie specie (molte delle quali però non sono riconoscibili affatto). Dettagli anatomici mancano per intiero. 1826 Triresius, WiLneLm GortL., Naturhistorische Abhandlungen, Cassel 1826. Fra molte altre notizie vi si contiene la descrizione (non il nome) di due attinie. — Io non lo potei consultare e lo cito da Milne Edwards 1857). 1828 Rappr, WiLHeLM, Ueber den Bau einiger Polypen des mittellindischen Meeres. In: Nova acta Acad. nat. curios. XIV, 1828, p. 653, mit Taf. — Raprp, WirzeLm, Uber die Polypen im Allgemeinen und die Actinien inshe- sondere. Weimar 1829, Ein Band in 4° mit Kupfertaf. È una memoria classica, alla quale ogni attiniologo deve attingere. Seritta con semplicità contiene in breve tutto quanto importa di più, rispetto a forma, colore, struttura, locomozione, sensibilità, digestione, riproduzione, scissiparità ecc. Le specie descritte sono poche e scelte con prudenza tra i predecessori. 1828 RurpPEL, WiLH. Per. Ep., Atlas zu der Reise in nòrdlichem Africa. Frankfurt a/M. 1826-31, 5 Abtheilungen in fol. (Wirbellose Thiere 1828). Del viaggio intrapreso dal Riippel il presente Atlante non rende pubblica che piccola parte. Sono figure e descrizioni di alcuni degli animali raccolti, esposte ordinatamente secondo i varì gruppi zoologici e delucidate da naturalisti diversi. Le attinie illustrate (come tutti gli inver- tebrati) da Riippel e Leuckart, occupano una tavola a sè sole e comprendono tre generi nuovi. Nell'insieme l’opera ha solo valore sistematico. 1829 Sars, MicHaEt, Bidrag til Séedyrenes Naturhistorie, Bergen1829, 1 haef. med 6 illum. Steentryktaf. in 8°. — Sars, MicHaet, Beitrag sur Naturgeschichte der Seethiere (ibers. v.Thienemann). In: Isis 1833, c. 221, taf. 10. Volume di poca mole, ma di contenuto importante per la conoscenza della fauna nordica. Vi si descrivono varii animali : Idroidi, Molluschi, Annellidi, Actiniari ecc. Tra quest'ultimi trovasi la Lecythia brevicornis. 1829-44 Guérin-MénEvILLE F. E., Iconographie du Règne Animal de Cuvier, ou reprisentation des espèces les plus remarquables de chaque genre d’animaux. Paris 1829-44, 3 vols. in 8° gr., avec 450 pl. Benchè soventi citato non ha importanza, perchè riproduce semplicemente le figure del Règne animal di Cuvier. (Veggasi questo). lg 1830 BrainviLLE, HENRY MARIE, Zoophytes. In: Dictionnaire des Sciences naturelles, publié par Levrault. Paris et Strassbourg, Tom. LX, 1830. — BcanviLLe, HeNRy MARIE, Manuel d’Actinologie et de Zoophytologie. Paris 1834-37, un vol. avec Atlas, in 8°. L'insigne filosofo-naturalista è quivi inferiore a sè stesso; perchè ci presenta una compi- lazione indigesta e fatta senza discernimento : almeno per quanto riguarda la specigrafia. I generi nuovi sono spesso fondati alla leggiera con caratteri che non corrispondono sempre a quelli delle specie compresevi: i generi vecchi sono per lo più falsati nel loro carattere originale (così il Metridium e il Cereus di Oken), ovvero formano una colluvie confusa e ripetuta di specie, come il gen. Actinia. Nella parte generale è da rilevare solo la dichiarata affinità fra attinie e madrepore. Del resto nulla d'importante. Si vale, citandolo, del manoscritto e dei disegni ancora inediti di Quoy et Gaimard. — Il Manuale 1834 è una ristampa dell’Articolo 1830 con poche ed indifferenti correzioni ed aggiunte. Le principali di queste trovansi riunite in un fasci- coletto annesso al volume delle tavole e riguardano le ultime contribuzioni di Ehrenberg e di Brandt. 1830 CornstreAW, JoHN, Additions to the Natural history of British Animals. In: Edinb. New Phil. Journ. IX, 1830, p. 234. — Id. In: Edinb. Journ. Nat. and Geogr. Se. III, 49. Sono osservazioni varie: che in generale non hanno gran peso. Di esse possono forse inte- ressare l’'attiniologo quelle riguardanti la membrana basale di Adamsia. 1830 Inxonr, Beitrìge zur Naturgeschichte der Actinien. In: Isis (Bericht der Heidel- berger deut. Naturf. Versamm.), 1830, No. 123, p. 694-699, t. 7. — ILmoni, Sur deux nouvelles Actinies. Cereus cupreus, Actinia clavata. In: Ferussac, Bullettin Sc. nat. XXIV, 1831, p. 123. Tratta di due attinie trovate a Trieste, che. egli reputa nuove. La descrizione è esatta per la parte zoologica; per il lato anatomico (faringe, parete e cavità dei tentacoli) implica alcuni errori d’interpretazione. 1830 Lesson, René PriMEvERE, Zoologie. In: Voyage autour du monde sur la cor- vette de S. M. la Coquille pendant les années 1822-25 par L. J. Duperrey. Paris 1828 et ann. suiv., 4 sect. in 4°, Atlas in fol. — Id. id. In: Isis von Oken 1833, p. 154. I risultati zoologici del viaggio della Coquille oltrechè da Lesson sono redatti anche da Garnot, da Guérin e da altri; essi mettono sotto gli occhi del lettore un ricchissimo materiale appartenente un poco a tutti i gruppi del regno animale. L’attiniologia vi è ben rappresentata; muove specie, numerose e strane, sì presentano successivamente; benchè non sempre descritte con la chiarezza desiderabile e nemmeno nettamente distinte nei generi e nelle famiglie relative. (Così è per esempio che sotto i nomi di Zoantha thalassianthos, Actinantha florida e (forse) Corti- cifera aggregata veggonsi messi tra le attinie alcuni alcionarii). Investigazioni anatomiche e considerazioni di distribuzione mancano affatto, — Nell'Isis vi è un riassunto di tutto e persino la riproduzione di alcune figure. 1830 Oxrn, L.; Orto, A. W.; LEUCKART, S., — Ueber Actinien. In: Isis 1831, p. 1098, (Versammlung der Naturforscher und Aerzte zu Hamburg, September 1830). È una breve controversia fra i tre per decidere se le attinie abbiano stomaco indipendente o no, e se debbansi classificare tra i polipi o tra le oloturie. 1830-32 Lesson, RENÉ PRIMEVERE, Centurie zoologique ou choix d’animaux rares, nou- veaux ou imparfaitement connus. Paris 1830-32. — Id. id. In: Isis 1834, p. 268 ete. Di questa serie di tavole ne vennero pubblicate solo 30. Il materiale figurato trovasi quasi tutto nell'Atlante del Voyage de la Coquille (1830); tuttavia alcune cose sono nuove e gli ser- — vono di supplemento. Così è per esempio della tav. 52, fig.1 che rappresenta la Mynias (Holo- thuria) coerulea. 1831 Gravenzorst, J. L. C., Tergestina oder Beobachtungen iber einige bei Triest im Meere lebende Arten von ...... Actinia etc. Breslau, Korn. 1831, in 8° In piccolo volume si contengono accurate notizie zoologiche e bibliografiche di varii generi d’animali, che l’autore ebbe agio d’osservare nel suo soggiorno a Trieste. Il cap. X è dedicato alle attinie, e, dopo averne esposta la storia ed il concetto generale, ne descrive le specie riscontrate. Non entra in dettagli anatomici, ma si diffonde nella discussione dei sinonimi, (che sovente sbaglia). 1832 DeLLe CHIAJE, STEFANO, Istituzioni d’Anatomia comparata. Edit. 1° con tavole, Napoli 1832. — Id. id. Edit. IT con tavole, Napoli 1836. La struttura delle attinie vi è trattata abbastaza diffusamente e con molta chiarezza. Il tutto però è una riesposizione delle notizie già date altrove (Vedi 1823-29). Le tavole sono molto migliori. 1832 EnRENBERG, CARISTIAN GorTFRIED, Beitrag zur physiologischen Kenntnis der Korallenthiere im Allgemeinen und besonders des Rothen Meeres. In: Abhand- lungen d. Berl. Akad., Phys. Klasse, 1832, p. 225-380. EARERBERG, CHRISTIAN GoTTFRIED, Die Korallthiere des Rothen Meeres. Ber- lin 1834. L'autore fa una lunga introduzione , in cui espone le difficoltà di ricerche dei coralli, dà una breve storia del loro studio, ne determina il concetto e ne rivede in generale i principî d'organizzazione (rapporto numerico delle parti, influsso dello sviluppo sulla forma, struttura rispetto alla natura vegetale); dopo questa aggiunge (in latino) la descrizione del materiale studiato; e in fine riassume in alcuni quadri sinottici il suo sistema. — Questa è senza dubbio una bella monografia; ma diffetta in quanto i cenni anatomici vi sono troppo scarsi, per non dire mancanti, e le figure vi si desiderano invano. (La decade di Symbolae physicae che do- vrebbe contenerle non venne pubblicata mai (')). La cosa più importante in essa è la classificazione; la quale per quanto riguarda le attinie costituisce un tentativo ardito d’innovazione. 1832 Jonnsron, GroRGE, Ulustrations in British Zoology. Actinia Tuediae. In: -Lou- don's Mag. Nat. Hist. V, 1832, p. 163-164, with fig. Descrizione zoologica esatta e chiara di una nuova specie (A. Tuediae), corredata di belle figure. 1832-34. Lesson, RENÉ PRIMEVÈRE, Illustrations de zoologie ou choix de figures peintes d'après nature des espèces inédites et rares ete. Paris 1832-34. — Il. id. In: Isis 1834, p. 265 etc. Della Centurie zoologique vennero pubblicate solo 80 tavole, e le Mlustrations de zoologie ne sono pressochè la continuazione. Di nuovo per l'attiniologo trovasi la figura della Lagena chlorostoma a tav. 6, la quale tuttavia non è un’attinia; del resto nulla che non si trovi già nella Zoologie de la Coquille 1833 Bizio, BarroLoMEO, Scoperta del principio purpureo nei due Murex, bran- _ daris e trunculus Linn., e studio delle sue proprietà. — In: Ann. Sc. Regno Lomb. Ven., III, 1833, p. 346-364. L'autore riferisce le opinioni del Berini (1816, 1824) e dà all’attinia dei murici il nome d’Actinia purpurea. (') Veggasi a questo proposito: Klunzinger 1877. cage 1833 Quoy et Garmarp, Zoologie du Voyage de la corvette l’Astrolabe pendant les années 1826-29 par G. Dumont d’Urville, Paris 1830 et ann. suiv., 12 vols in 8° La zoologia di questo viaggio occupa da sola quattro grandi volumi e un immenso Atlante. Il contributo attiniologico è propurzionatamente di eguale importanza. Sventuratamente i dettagli anatomici mancano quasi affatto; e il raggruppamento dal materiale non puossi chiamare una classificazione. Le tavole sono molto belle; ma talora sembrano in contraddizione o almeno man- cano d’armonizzare col testo. Ad ogni modo la massa di nuovo materiale aggiunto alla scienza è enorme. 1834 DaLveLL GRAHAM, On the propagation of certain Scottish Zoophytes. In: Report of British Assoc. f. Adv. Sc., 1834, p. 598-607. — Id. In: Edinb. new philos. Journ. XVII, 1834, p. 411-415. — Id. (Uber Fortpflanzung ete.). In: Frorieep's Notizen XLII, 1834, No. 920, p. 273-278. — Id. (Sur la propaga- tion ete.). In: Institut III, 1835, p. 73-75. i La memoria non è molto importante (benchè stampata e ristampata in tanti luoghi). Si riferisce a vari zoofiti : idroidi, briozoi e attinie. Per quest'ultime v'è nulla che interessi in modo speciale. Del resto veggasi Dalyell 1848. 1834 Jonnsron, GrorE, Illustrations in British Zoology. Spongia suberea. In: Lou- don’s Mag. Nat. Hist. VII, 1834, p. 491-492, with fig. È come la precedente del 1830 una memoria chiara e semplice, di valore puramente spe- cigrafico; ornata di belle figure. 1835 Branpr, JoHAN FrIEDRIC, Prodromus descriptionum animalium ab H. Mer- tensio in orbis terrarum cireumnavigatione observatorum 1835. BranbT, JOHAN FRIEDRIC, Conspectus sectionum, generum, subgenerum, spe- cierumque novarum, quae in fasciculo primo Prodromi descript. anim. ete. re- «periuntur. In: Ann. d. Sciences nat. 2°, V, 1836, p. 180-188. L'abbondante materiale raccolto dal navigatore venne studiato da Brandt; della parte atti- niologica solo il presente prodromo (del quale il conspectus è un estratto) apparve alla luce. Esso è una lunga enumerazione di specie, che essendo corredate di diagnosi troppo brevi restano nella scienza come zavorra inutile; ma segna un punto notevole nella storia della classificazione per il tentativo di un sistema nuovo e per l’introduzione dei vocaboli significativi, uniformi dei generi (l'uno e l'altra a imitazione di Ehrenherg). 1835 Gray Jor. EpwaArp, On the Coral known as the Glass-plant. - In: Proceed. Zool. Soc., 1835, p. 63. Descrizione del Hyalonema Sieboldii ('). i 1835 Jonnsron, GroRrGE, Iustrations in British Zoology, Actinia Mesembryanthe- mum, A. viduata. In: Loudon’s Mag. Nat. Hist. VIII, 1835, p. 81-83, with fig. È la terza memoria dello stesso autore (1832, 1834); e come le altre ha valore sistema- tico, ma nulla contiene di anatomico o d'altro. 1835 Oxen, Pror., Allgemeine Naturgeschichte fir alle Stinde. 4 Bde. und ver- schied. Abth. Stuttgari 1830-38, in 8° (Band II, Abth. I, 1835). Per quanto riguarda le attinie è una compilazione estesa; nella quale si trova tutto quanto venne pubblicato sull’argomento. Degli autori principali (Réaumur, Dicquemare e Spix) vien dato un copioso sunto; di altri si riproducono passi e si citano le opere; la lista è pressochè completa. — Frammezzo alle molte buone idee esposte si trovano commisti alcuni gravi errori, che l’autore accetta dagli osservatori precedenti. (') Per quanto riguarda il Hyalonema nel presente catalogo si cita solo questa memoria del Gray 1835 e quella dello Schultze 1860. Tutte le altre (e sono molte) trovano menzione nel testo dove si tratta dello zoantino vivente sul Hyalonema (Veggasi: Palythoa futna Sch.). 1835 Sars MicHaet, Beskrivelser og Jagttagelser over nogle meerkelige eller nye i Havet ved den Bergenske Kyst levende Dyr af Polypernes, Acalephernes ..... Clas- ser. Bergen 1835, 1 vol. in 8° gr. Comprende la descrizione accurata di varii animali (polipi, acalefi, echinodermi, annellidi, molluschi) con cenni pregevoli d'anatomia, di sistematica e di esologia. Nella introduzione si faano alcune considerazioni di distribuzione topografica rapporto ai gruppi zoologici ed alle zone marine. In capitolo speciale si tratta dell'A. prolifera, importante per la scissiparità trasversale. 1835 WacnER, RupoLpa, Entdeckung minnlicher Geschlechtstheile hei den Acti- nien. In: Archiv f. Naturgesch. Jahrgang. II, 1835, p. 215, t. III. Descrizione anatomo-istiologica molto accurata, con belle ed esatte figure. L'interpretazione dei reperti è erronea (nematocisti prese per spermatozoi). 1836 Bizio, BartoLoMEO, Investigazioni chimiche sopra la secrezione rossa dell’Acti- nia maculata. In: Ann. Sc. Regno Lomb. Ven. VI, 1836, p. 214-225. Dopo aver accennato al precedente lavoro (1833) e aver descritto l’aspetto e la funzione dei fili missili, l'autore esamina le proprietà della loro materia in istato naturale e successi- vamente man mano in condizioni diverse a seconda dei varii reagenti impiegati. Espone i risul- tati di una minuta analisi chimica, estende la ricerca alla sostanza gialla (corpuscoli EOS parasitici) ed infine riassume il tutto in alcune considerazioni generali. 1836 DavyeLt, GraHAM, New observations on the propagation of Zoophytes etc. In: New philos. journ. Edinb. XX, 1836, p. 88-94. — Id. (Neue Beobachtungen îùber Fortpflanzung ete.). In: Froriep's Notizen, L. 1836, No. 1084, p. 81-87. — Id. (Nouvelles observations sur la propagation ete.). In: L’'Institut V, 1837, No. 193, p. 26-28. — Id. Ueber die Fortpflanzung ete.). In: Isis 1838, p. 48-54. Queste osservazioni si riferiscono in ispecial modo alla scissiparità e descrivono abbastanza bene il fenomeno. Veggasi del resto : Dalyell 1848. 1836 Dusés, AnTtoINE, Note sur une nouvelle espèce d’Actinie. In: Ann. Sc. nat. 2° VIPSILS36 Ep 293 EA Descrizione esatta di una specie creduta nuova con cenni anatomici intorno ai filamenti, agli ovari alla membrana basale, ed al commensalismo. Figure buone. 1836 Rarake, HeingIcH, Zur Fauna der Krym. (Aus den Mém. présentés par di- vers savants). Petersburg 1836, opusc. in 4° mit Lith. und Kupfertaf. Semplice descrizione dell’Actinia equina, che egli propone chiamare A. zonata. 1836 TemPLETON, RoBERT, A catalogue of Annulose animals and Rayed ones found in Ireland. In: Loudon’s Mag. Nat. Hist. IX, 1836, p. 301-305. Pura e semplice descrizione o menzione di alcune specie irlandesi, con costante indicazione delle località. 1837 Jonnsron, GEoRGE, The Natural History of British Zoophytes. In: Magaz. Zool. Bot. I, 1837, p. 64. — Id. I, 1837, p. 225. — Id. I, 1837, p. 440. — Id. II, 1838, p. 319. In una bella serie d’articoli l'autore espone: @) un pregevole sunto storico della zoofitolo- gia; b) uno schizzo sulla struttura e funzioni dei polipi; c) un cenno sulla struttura del poly- pidom; 4) la classificazione degli zoofiti. Nel vol. II l'articolo si chiude con un to de continued ma la continuazione non venne più. 1837 Raranxe, HeinrICcA, Zur Morphologie, Reisebemerkungen aus Taurien, Riga und Leipzig 1837, in 4° mit 5 Kupftaf. Queste note da viaggio comprendono una serie di memorie diverse, delle quali la prima si riferisce all'embriologia delle attinie. In questa l'autore descrive le uova (che sembra con- fondere con larve giovanissime) e gli embrioni (larve più adulte); ma non la formazione dei fogli blastodermici. Le osservazioni furono fatte sull'A. equina (A. corallina). . =iog= 1837 TraLe, Tu. P., On the Anatomy of Actinia coriacea. In; Leeds, Trans. Phil, Soc. I, 1837, pag. 91. Esposizione completa ed accurata della struttura anatomica di un'attinia. La memoria è illustrata da belle figure, e poggia esclusivamente sopra investigazioni originali; le quali riguar- dano: l'aspetto esterno e i sistemi cutaneo, musculare digestivo , riproduttivo, respiratorio e nervoso. 1837-39 Lamark, JEAN, BaPT. DE, Histoire naturelle des animaux sans vertèbres. Bruxelles 1837-39. Edit. 3°, 3 vols. in 4°. L'edizione è di molto accresciuta per la collaborarione di G. P. Deshayes e H. Milne Edwards. Tuttavia nella parte anatomica poco si trova che non sia stato esposto già nelle precedenti. La specigrafia è arricchità ma non sempre con discernimento; molte specie vi sono ripetute due volte; molte altre importanti mancano invece. 1838 Courzour, JosePa, P., Descriptions of new species of Mollusca and Shells and remarks on several Polyps found in Massachussets Bay. In Boston Journ. Nat. Hist. II, 1838-39, p. 583-111. Ip. In. - In: American Journal of Sc. by Silliman, XXXIV, 1838, p. 216-219. A p. 57 descrive due specie, Act. plumosa e A. senilis (Io non lo vidi; lo cito da Ver- rill 1866, p. 337). 1838 Couca, Jonnat., A Cornish Fauna beeing a compendium of the nat. hist. of the county. (Part I, Vertebrata, Crustacea, Radiata). London 1838, in 8. Lavoro accurato che ha non poca importanza per la cognizione della fauna locale. Com- prede solo descrizioni di specie ed indicazioni di località. 1838 Jonnsron, Groree, A history of British Zoophytes. A vol. with woodeuls. Edinburgh 1838, in 8°. È un’opera notevole per la chiarezza non meno che per l'abbondanza del materiale dige- sto. Le attinie (già studiate dall'autore nelle Illustrations 1830, 34, 35) sono trattate con cura. (Vedi Johnston, 1847, 2° edit.). 1838 Puitipri R. A. — .... (Manoscritti e fivure inediti, posseduti dal Museo zoo- logico dell’imp. Acad. d. Sc. di Pietroburgo. Pag. 97-98). Questo materiale inedito avuto dalla gentilezza del sig. Voldemar Czerniawsky contiene per l’attiniologo una minuziosa descrizione dell'A. effoeta (A. Rondeletii), ed una figura di certo corpicciuolo decaradiato descritto quale Minyas fuscescens. 1838 Trark, TA. P., Of the gemmiferous bodies and vermiform filaments of Acti- niae. In: Brit. Assoc. Report. VIII. Newcastle meeting 1838, part. 2°, p. 113. — Id., Id. Im: Froriep's Notizen VIII, 1838, No. 158, p. 51-53. Accurata esposizione di molti fatti anatomici riguardanti la simmetria bilaterale, la ripro- duzione e la struttura degli ovari e dei filamenti. 1839 WaaneR Ruporpa, Ueber minnliche Medusen und Nachweisung doppelter Geschlechtsverhiltnisse durch das ganze Thierreich. In Froriep's Neue Notizen 1839, Bd. 12, p. 97-102. Riconosce l’errore in cui cadde nel 1835. (Veggasi Wagner 1835). 1839 Vacentin, Gar. Gusr., Zur Kenntniss der thierischen Wirme. In: Reper- torium von Valentin, 1839, vol. IV, p. 359-392. Fra l’esperienze di termica fatte sui Celenterati ve ne sono alcune che riguardano un Attinia. (Questo lavoro lo cito da Milne Edwards, Physiolog. VIII, 13). STONE 1840 Fores, Enwarp, On the British Actiniadae, (with a plate). In: Ann. Nat. Hist. 1°, V, p. 180-184, t. 3. Discussione intorno ai principi generali d'una classificazione delle attinie; con aggiuntavi la descrizione di due nuove specie. 1840 GruBE, ApoLPH EDUARD, Actinien Echinodermen und Wirmer ete. Kénigsberg 1840. È un lavoro fatto con cura ed appoggiato su osservazioni originali. È peccato che vi sieno solo pochi cenni anatomici sparsi qua e là e che il tutto sì riduca a dettagliate descrizioni siste- matiche. Le attinie descritte sono sedici. 1840 Hocc, Jonn, On the tentacular classification of Zoophytes. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 1°, IV. 1840, p. 564-368. Le attinie formano colle Madrepore il gruppo dei Tubitentaculata. 1840 LanpsBorouGH, DAVID ....... In: Scottish Christian Herald, II. Sono varii articoli d'argomento diverso. In uno a p. 243 si tratta dell'A. Tuediae (Vedi Gosse 1860); in un altro dell'A. palliata (Vedi Iohnston 1847) nei suoi rapporti con i paguri. (Io stesso non potei consultare direttamente nè l'uno nè l'altro). 1840 RarHKE, HeinR., Bemerkungen iber Actinia plumosa. In: Miller's Archiv 1840, p. 146-148. Descrizione minuta dei filamenti missili; interpretazione erronea. Nessuna figura accom- pagna il testo. 1841 Contarini, Nicora, Memoria sopra una nuova specie di Attinia fatta cono- scere dal Dugés. Esercitazioni Ateneo Venezia IV, 1841, p. 225. Si riferisce all'Adamsia palliata. (Vedi Contarini 1844). 1841 Couca, R. Q.; An essay on the Zoophytes of Cornwall. In: Report R. Corn- wall Polytechn. Society 1841, p. 27-91. — Id. id. Apart. Polperro 1841. La presente memoria è in certo modo la esposizione più larga e completa d'una parte della fauna (1838). Ha valore per la specigrafia e la distribuzione geografica. 1841 DELLE CHIAJE, STEFANO, Descrizione e notomia degli animali invertebrati delle Due Sicilie. Napoli 1841, 5 vols in fol. Nell immensa opera del naturalista napoletano una sezione speciale è dedicata esclusiva- mente ai Polipi attinici, e viene suddivisa in descrizione zoologica, anatomica ed iconica. Le osservazioni anatomiche riguardano la struttura della parete del corpo, l'apparato dige- stivo, la circolazione, la rigenerazione, vitalità ecc., ed hanno il gran merito dell’assoluta ori- ginalità; talora sono erronee, ma l’esposizione è così oggettiva che si trova come l'autore abbia errato. — Le figure hanno pochissimo valore; non servono per il riconoscimento delle specie, nè per la delucidazione dei reperti anatomici. Varie di esse non sono menzionate nel testo e per lo più rappresentano dettagli di struttura (Vedi del resto D. Ch. 1825-28). 1841 ErpL, M., Ueber die Organisation der Fangarme der Polypen. In: Miiller’s Ar- chiv, 1841, p. 423-485, t. 15, f. 8-15. L’autore considera i tentacoli in varii polipi e fra essi anche in un’Act. Mesembryanthe- mum, ne delucida la struttura istiologica soffermandosi specialmente sulle nematocisti. 1841 Forses, EpwARD, On two remarkable Invertebrata of the Aegean Sea. Im: Report. Brit. Assoc. Plymouth Meeting. 1841, part. 2, p. 72. — In Froriep's Notizen XVII, 1841, p. 340-343. — Id. In: Ann. Nat. Hist. 1°, VIII, 1842, p. 243-245. Fores, J. EpwARD, On the genus Edwardsia with descriptions of new species. (Retrospective Comments) In: Ann. Nat. Hist. 1°, XII, 1843, p. 41-42. Aa ForBes, J. EpwArp, Report on the Mollusca and Radiata of the Aegean Sea. In: Rep. of the British Association for 1843. Descrizione ripetuta della stessa specie; che, presentata dapprima senza nome e poi con quello di Edwardsia vestita, sembra essere un Cerianthus. 1841 Forses, Epwarp, Contributions to Britiseh Actinology. On Kapnea. In: Ann. Nat. Hist. 1°, VII, 1841, p. 81, t. 1. Descrive la Capnea sanguinea rilevandone la struttura tetraradiata. 1841 Gourp, A. Auausr, A report on the invertebrata of Massachusetts. Cam- bridge Mass. 1841, 8° gr. Descrizione dell’Actinia marginata. 1841 Hassarc, ArtaHUR Hir, Supplement to a catalogue of Irish Zoophytes. In: Ann. Nat. Hist. 1°, VII, 1841, p. 276-287 with figg. | Enumerazione delle specie non annoverate nel catalogo precedente. (Ann. Nat. Hist. 1.% VI, pag. 166-175 con tre tavole). 1841 Leuckart, FR. S., Zoologische Bruchsticke II, 216 pag. Stuttgart 1820-41-42. Nel secondo fascicolo l'articolo XI p. 112 è dedicato alle Attinie e vi si descrivono l'A. effoeta con una varietà e l'A. adspersa; vi è gran copia di note bibliografiche. Le figure sono helle. 1841 Trompson, W., On the Fauna of Ireland. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 1°, VII, 1841, p. 477. Accenna semplicemente alle due specie A. viduata e A. cereus. 1842 Contarini, NiccoLò. Alcune nuove osservazioni sopra le Attinie. — In: Atti Scienz. Ital. 1842, p. 221-225, 248-250. Non vi si contiene cosa alcuna che non si trovi più tardi nel Trattato. Veggasi perciò questo, Contarini 1844. 1842 Epi, M., Beitrige zur Anatomie der Actinien. In: Miiller's Archiv fiir Anat. 1842, p. 303-306. Vi si tratta specialmente della struttura dei genitali, della sessualità e maturità; solo per incidenza si parla dei setti, delle nematocisti, dei filamenti e dei corpuscoli gialli. Non vi sono esposte che osservazioni originali. 1842 Jonnsron, GEoRGE, History of British Sponges and Lythophytes with plates and wood cuts. Edinburgh 1842, 1 vol. in 8°. A pag. 190 fig. 18, e tav. 16, fig. 6, 7, si descrive e si figura quale spugna un essere che evidentemente appartiene agli zoantini. 1842 Mac GinLivray, Jon, Catalogue of the Marine Zoophytes of Aberdeen. In: Ann. Nat. Hist. 1°, IX, 1842, p. 462-469. Annovera l’À. gemmacea var è di Johnston e l'A. dianthus. 1842 QuatrEFAGES, A. pe, Sur les Edwardsies. In: Comptes rendus Acad. Sc. Paris XIV, 1842, p. 630-632. — Id. In: L’Institut X, 1842, p. 157-158. QuarreFAGES, Mém. sur les Edwardsies. In: Ann. Se. nat. 2°, XVIII, 1842, p. 65-109. È una delle più belle memorie dell'Attiniologia tanto per la copia di fatti, e di conside- razioni, quanto per la chiarezza dello stile. Tuttavia erronei riscontrasi essere varii punti. 1843 Baer, G. W., On the existence of siliceous (?) spiculae in the exterior rays of Actinia. In: Boston Journal of Natural History IV, 1843, p. 252-583. — Id. id. In: Ann. Nat. Hist. 1°, XII, 1843, p. 38-39 with fig. L'autore descrive come spicole silicee fe nematocisti e ne dà la figura. La specie osservata l’ascrive all'A. marginata di Lesueur. Zog 1843 DELLE CHIAJE, STEFANO, Descrizione zoologico-anatomica delle Attinie del Golfo di Napoli. In: Rendiconti dell’Accad. d. Scienze di Napoli, II, 1843, p. 178-185. È una ripetizione quasi letterale del capitolo Polipi attinici nell'opera grande. (Veggasi Delle Chiaie 1841). 1843 Oxen, Abbildungen zu seiner Naturgeschichte fiir alle Stinde. Stuttgard 1843, in fol. Benchè dal titolo sembri parte integrante dell’opera pubblicata nel 1835, pure ne è in realtà distinta. Le figure attiniche datevi si trovano a tav. 2.3 1843 RarHKE, HeRiIcA, Beitràge zur Fauna Norwegens. In: Nova Acta Acad. Caes. Leop. Carol. Nat. Cur., t. 20 (12*® Bd.), 1843, p. 147. l’autore descrive gli animali osservati e raccolti in un viaggio fatto nel 1839; cioè una ricca serie di crostacei, molluschi, echinodermi, polipi e vermi. — Tra i polipi trovansi due attinie. — Le descrizioni sono esatte, chiare e minuziose; ma hanno solo valore specigrafico. Le figure sono buone. 1843 Taompson, WiLLiam, Report on the Fauna of Ireland. In: Rep. of the British Association for 1843. E un catalogo puro e semplice di specie riscontrate. 1843 Wixx, J. G. FrieDRICA, Zur Anatomie der Rippenquallen. In: Froriep's Neue Notizen n. 599, Bd. 28, col. 68-69. Vi si nominano incidentalmente alla fine le attinie come animali, nei quali l’autore riscontrò un distinto sistema vascolare acquifero. 1844 ALLMAN, GEORGE, . ...... Im: York Meeting of the British Association in Sept. 1844. Si occupa della specie descritta più tardi negli Annals (Vedi Allman 1846). 1844 Contarini, Nicora, Trattato delle Attinie ed osservazioni sopra alcune di esse ecc. Venezia 1844. ° — Id. Sunto del trattato delle Attinie fatto ‘da C. C. Bianconi. In: Ann. d. Se. nat. di Bologna 2°, III, 1845, p. 365-370; IV, 1846, p. 401-415. E un trattato voluminoso che contiene immenso materiale ma che in molti luoghi è redatto molto confusamente. La bibliografia compulsata è ricchissima, frequenti sono pure le osserva- vazioni originali, e numerose le tavole; tuttavia manca nell'insieme l'ordine e l'esattezza. 1844 Duegen, M. W., v., Om Norriges Hafsfauna. In: Ofversigt of kongl. Vetens- Kaps-Akad. Fòrhandl. I, 1844, p. 13 e p. 111. Sono due brevissime note, nelle quali si menzionano (e null’altro) varii animali marini. Fra essi una grande e grossa Anthea ed una Mammillifera. 1845 LanpssoroucHa, Davip, Notice of some Rarities found on West-coast of Scotland. In: Ann. Nat. Hist. 1°, XV, 1845, p. 327. Nomina incidentalmente nno Zoanthus Couchii. 1845 Prack, CharLes W., In: Cambridge Meeting of the British Association in June 1845. s Poche parole relative alla specie di Allman 1845 (Vedi Allman 1848). 1845 TrHompson, WicLLiam, Fauna of Ireland. In: Ann. Nat. Hist. 1°, XV, 1845, p. 308-322. Ap. 322 dice aver trovato un Iluanthos; I. scoticus da lui già descritto (Vedi Thom- pson 1841). ST ip RES 1845 Wwman, J., On the spiculae of Actinia. In: Proceed. Boston Society Nat. Hist. II, 1845, p. 51-52. Sembra che l’autore creda pure alla loro natura silicea. Evidentemente sono le nematocisti. 1846 ALcman, GeoRGE, Description of a new genus of Helianthoid Zoophytes (Cory- nactis). In: Ann. Mag. Nat. Hist. 1°, XVII, 1846, p. 417-419, with pl. Descrive minutamente la Corynactis viridis e aggiunge alcuni cenni riguardo alle nema- tocisti. È la stessa specie di cui sopra fu parola (Allman 1845, Peach 1845). 1846 Dana, James DwienT, Zoophytes, Philadelphia 1846, 1 vol. in 4°. In: United States Exploring Expedition during the years 1838-42 (Vedi Dana 1846, Dana 1847, Dana 1849, Dana 1851 e Dana 1859). Questo grosso volume di 740 pag. in 4°, che si accompagna ad un ricco atlante di 61 tav. in fol. (1849), forma il settimo della numerosa serie dovuta all’Explor. Exped. — Vi si distingue una parte generale (che venne pubblicata anche a sè: Struct. and Classific. of Zooph. 1846), ed una parte esclusivamente descrittiva che serve di spiegazione all’atlante. La prima si apre con generalità di definizione, nome ecc., e continua con un trattato completo sulla struttura dei vari gruppi di zoofiti, sulle leggi del loro sviluppo organico, sulla loro distribuzione geografica e classificazione (quest’ultimo capitolo si trova anche nel Silliman’s Journal, 1847). — Per quanto riguarda le attinie, le nozioni esposte vennero prima controllate con investigazioni dirette dell'autore e del D. Wyman, ma non tutte sono perfettamente esatte. Gli animali, distinti rigorosamente in Actiniae e Zoanthinae, vi vengono considerati sotto ogni aspetto. Nel complesso però l’attiniologia non se ne trova avanzata di molto. La seconda parte comincia col prospetto generale sinottico dei generi e delle specie e prosegue colla descrizione dettagliata di ciascuna (Questa seconda parte venne specialmente rias- sunta nella Synopsis del 1859). Oltre che il D. Wyman collaborarono con Dana anche il signor Drayton e il sig. Couthouy. 1846 Dana, James DwicHT, Structure and Classification of Zoophytes. 1846. A quanto sopra ho notato aggiungerò che anche da sola questa parte forma uno dei più im- portanti contributi dell’attiniologia; e che, massime nell'ultimo capitolo, si è sorpresi di trovare certi pensieri, i quali fanno dell'autore un precursore del Darwin. 1846 Gigges, Fauna of South Carolina. In: Tuomey's Geological Survey 1846. Semplice figura di un’attinia (A. cavernata t. XXIII), senza descrizione. 1846 KocH®Ù, Discorso tenuto al Gabinetto di Minerva nel 1846. Ammette due diverse specie di Cerianti. (Citato da Meneghini in Renier 1847). (') 1846 Sars, Micnaet, Ueber Arachnactis albida, einen schwimmenden Polypen. In: Fauna littoralis Norwegiae oder Beschreibung und Abbildung ete. ete. Chri- stiania, I, 1846. La Fauna ete., iniziata dal parroco di Bergen e continuata da Koren e Danielssen, consta di voluminosi fascicoli contenenti memorie staccate di argomento zoologico vario. La presente memoria è la quarta del fasc. I, e descrive accuratamente alcuni esemplari del nominato animale, facendo risaltare la disposizione dei tentacoli e conseguente bilateralità. Seguono alcune note sulla struttura interna. Le figure sono belle. (') Qui si potrebbe intercalare anche: 1846, Spratt, T. A. B., and Forbes, Ed., Travels in Lycia, Milyas and the Cibyrats, in company with the late Rev. E. T. Daniell, 2 vols, în 8°, London; Woorst, 1846. — È un libro contenente numerose illustrazioni di, paesaggi, rovine, piante topogra- fiche, monete, fossili, ecc. ecc. e che per un punto interessa l’attiniologo in quanto menziona l’ani- male descritto altrove dal Forbes quale Edwardsia. Tuttavia veggasi piuttosto questo (Forbes 1841, 48). LOR 1846 VerAny, Gio. BATTISTA, Catalogo degl’invertebrati del Golfo di Genova. In: Descriz. di Genova e del Genovesato (3 vols Ferrando 1846) vol. 3°. Enumerazione di specie, e null'altro; di attinie ve ne sono menzionate dodici. Mancano i dati precisi di località. 1847 Acassiz, L., Lettre è M. Alexandre de Humboldt sur le développement de la Rhodactinia Davisti. In: Comptes rendus de l’Acad. Se. Paris XXV, 1847, p. 678-679. — Id. In Revue zoologique Soc. Cuv. 1847, p. 394. L'autore tratta della bilateralità delle attinie e della loro cavità viscerale. 1847 Dana, Jam. D., On the geographical distribution and classification of Zoo- phytes. In: Silliman’s American Journal of science and arts, 1847. — Id. In: Froriep's Notizen 8°, III, 1847, No. 46, p. 21-24. Incomplet. — Id. In: Edinb. new Philos. Journ, XLIII, 1847, p. 41-45. Incomplet. — Id. In: Ann. Nat. Hist. 1°, XX, 1847, p. 98-112. Incomplet. (Vedi Dana 1846. La continuazione per me irreperibile credo contenga il quadro di classificazione del Report 1846 e della Synopsis 1859). 1847 DurBen, M. W. v., oa KorEn, Om nogle norske Actinier. In: Forhandlingar ved de Skandin. Naturforskeres fjerde Mode. 1847, p. 266-268. — Id. Ueber einige norwegische Actinien aus dem Norw. ibers. In: Isis von Oken 1848, p. 535-536. 4 Osservazioni intorno alla classificazione, al commensalismo, ed alle nematocisti; la descri- zione delle nuove specie è poco dettagliata, l'indicazione topografica manca. 1847 Frey unD LEUCKART, Beitrige zur Kenntniss wirbelloser Thiere. Braunsch- weig. 1847. È una delle più belle a complete memorie dell'attiniologia; tanto più che l'argomento vi è trattato comparativamente coi restanti antozoi. Vi si descrive in speciale bocca, faringe, cavità del corpo, tentacoli, filamenti, genitali e chilo. Le osservazioni furono fatte sull’A. holsatica Mill. 1847 Hocxarp, HENRY, Note sur la disposition des tentacules chez les Actinies. In: Comptes rendus Acad. Sc. Paris. XXV, 1847, p. 974-977. — Id. In: L’Ins- titut XV, No. 730, 1847, p. 421-422. Quanto qui si espone trovasi nella di lui monografia 1851. 1847 Jonnsron, GroRGE, History of the British Zoopytes. London 1847, 2* Edit., 2 vols. with plates and wood-cuts, in 8°. Trattato chiaro e completo di Zoofitologia (presa questa branca nell'ampio significato di Ellis e di Blainville), che comprende la revisione accurata di tutte le specie britanniche; la storia della disciplina e la discussione delle classificazioni. Nell'insieme è solo un lavoro di com- pilazione, ma vale più di molte memorie originali; e riesce utile massime per la erudizione bibliografica. Le tavole (che formano il vol. II) sono assai belle e furono in gran parte dise- gnate e incise dalla signora Johnston. L'opera è ornata anche di molte figure intercalate nel testo. 1847 LuscHKa, HuB., Ueber den feineren Bau der Actinien. In: Froriep’s Notizen 3°, II, 1847, No. 23, p. 5-8. — Id. Nachtrag. N°. 27, p. 70. Questo è il primo saggio istiologico che riguardi esclusivamente le attinie. L'autore non potè capire molto ciò che ebbe tra le mani e in molti punti è quindi oscuro. Descrive il muco, la struttura della parete del corpo, le nematocisti, e i filamenti. Ha grande tendenza a stabilire rapporti ed analogie coll’istiologia degli animali superiori; ma non sembrami molto felice. Le figure sono abbastanza ben fatte; la lore spiegazione costituisce il Nachtrag a pag. 70. = LUNE 1847 RENIER, StEF. ANDREA, Osservazioni postume di zoologia adriatica, per cura di Meneghini. Venezia 1847, un vol. in fol. con 32 tavole. L'attiniologo vi trova alcune notizie e una tavola intorno al Cerianto. La struttura ana- tomica è sbagliata. Preziosì sono gli schiarimenti del Meneghini. 1848 Dacyent, J., Rare and remarkable animals of Scotland, represented from li- ving subjects. London 1848, 2 vols in 4° with 105 plates. È un'opera voluminosa; ricca in osservazioni d’apparenze esteme, d’abitudini ecc.; ma deficiente di fatti anatomici. L’autore si diffonde specialmente sulla nutrizione, la riproduzione, la lacerazione, le mostruosità, il movimento, la vitalità ecc. 1848 HoLLarp, HeNRY, Études sur l’organisation des Actinies, Thèse de la Faculté d. Sc. de Paris. (Questa memoria io non l’ebbi fra le mani; il suo contenuto mi è tuttavia noto dalle pubbli- zioni posteriori dell'autore ed a queste rimando: Hollard 1850, 1851, 1854). 1848 Leucgarr, Rup., Ueber die Morphologie und die Verwandtschaftsverhùltnisse der wirbellosen Thiere. Braunschweig 1848, 1 Bd., 180 p. in 8°. Per quanto riguarda le Attinie ammette il sistema nervoso di Spix. 1848 Rein, JogN, Account on a new species. of Actinia (A. cylindrica). In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, I, 1848, p. 34-35, t. 6, f. 21-22. Descrive e figura una nuova specie. Nessun dettaglio anatomico.. Propone il nome: Actinia eylindrica. 1849 Cuvirr, GroraE LeoP., (Milne EpwaRDS, H.), Le règne animal distribué d’après son organisation, Paris 1849 et suiv., Nouv. edit., 22 vols. La parte attiniologica vi è curata dal Milne Edwards e ripete senza modificazione quanto si trova nella precedente edizione 1836-46. Per l’attiniologo ha poca importanza. Contiene alcuni cenni strutturali, e la descrizione dei tipi principali di attinie, le figure sono tolte qua e là da vari autori. (A questa edizione stessa si riducono anche le citazioni di alcuni autori fatte sotto i nomi: Milne Edwards, Atlas; Milne Edwards, Iconographie; ete.) 1849 Dana, JAMES DwiGHT, Zoophytes, Atlas, 61 plates in fol., Philadelphia 1849, In: United States Exploring Expedition during years 1838-42. È un atlante splendido e raro. Le figure lasciano talora a desiderare forse per la precisione e piena attendibilità dei dettagli, ma sempre sono belle. (Vedi Dana 1846 e Dana 1859). 1849 EckER, ALEXANDER, Zur Lehre vom Bau und Leben der contractilen Substanz. In: Zeitschr. fir wiss. Zoologie. I. 1849, p. 218-245. A pag. 249 dice che nell’Actinia cylindrica trovò fibre muscolari” lisce. 1850 DucHassina DE FONBRESSIN, PIERRE, Animaux radiaires des Antilles. Paris 1850, 1 vol. de 32 p. avec 2 pl. in 8°. Pochi periodi di generalità, nei quali accenna a musculatura, nutrizione e germinazione. Il resto si riduce alla semplice descrizione delle specie. 1850 Horrarp, Henry, Note sur le cloisonnement de la cavité viscérale des Acti- nies et sur ses relations avec la disposition des tentacules. In: Comptes rendus, Acad. Sc. Paris XXX, 1850, p. 2-5. — Id. In: L’Institut, XVIII, 1850, No. 836, p. 9-10. Descrizione semplice e chiara del rapporto tra loggie, tentacoli e muscoli settali. 1850 Hottarp, H., Études zoologiques sur le genre Actinia. In: Comptes rendus, Acad. des Sc. Paris XXXI, 1850, p. 744-745. — Id. In: L’Institut, XVIII, 1850, No. 832, p. 378. Saggio di classificazione, e null'altro. ri I) 1850 PRrarT, Anne, Chapters on the Common Things of the Sea-Side, London, Soc. P. C. K., 1 vol. in 8° 224 pag. È un libro di carattere popolare e piano, nel quale toccandosi di questo e di quello, si men- zionano anche le attinie. Non ha importanza. 1851 Busca, WiLzeLm, Beobachtungen iber Anatomie und Entwickelung einiger wirbellosen Seethiere. Berlin 1851, 1 Bd., 143 pas. in 4° mit 17 Kupfertaf. In questa preziosa raccolta d'osservazioni originali si trovano studiate la Dianthea nobilis e la Kalliphobe appendiculata. Di entrambe tuttavia per quanto la descrizione sia dettagliata non si ottiene un concetto molto preciso. Le figure delle tavole nulla lasciano a desiderare. 1851 Cocxs, W. P., Actiniae procured at Falmonth and its neighbourhood. In: An- nual report R. Cornwal Polytech. Soe. IX, 1851, p. 3-11, with 2 pl. E una bella memoria di valore esclusivamente specigrafico. Le specie annoverate non sono tutte con certezza riconoscibili e le relative figure lasciano talora a desiderare. 1851 Dana, James D., On Zoophytes, Abstract of the Expl.- Exped.- Report on Zoopytes by the writer. In: Amer. Journ. of Sc., 2°, II, p. 64 e p. 187; ME (Vedi Dana 1846 e 1859). Ciò che riguarda le attinie (actinioidea) trovasi nel terzo volume. 1851-58 DaryeLt, JonNn GRAHAM, Powers of the Creator displayed in the creation. London 1851-53-58. Per l’attiniologo non ha importanza, perchè le attinie vi vengono solo incidentalmente nomi- nate a proposito della longevità. 1851 Horrarn, Henry, Monographie anatomique du genre Actinia de Linnée (d’après les Act. senilis et equina). In: Ann. Se. nat. 8% XV, 1851, p. 257-291, avec pl. Questo lavoro è rispetto alle nozioni morfologiche una delle pietre miliari dell'attiniologia. L’ar- gomento è trattato in ogni dettaglio; tegumento, tentacoli, borse marginali, ampolle tegu- mentari, canale alimentare, loggie, filamenti, capsule filifere, riproduzione ecc. La chia- rezza è mirabile; e quasi tutte le osservazioni sono esatte. 1851 Le Conte, Jonn L., Zoological Notes. New species of. ...... Zoantha. In: Proc. Acad. Nat. Sc. Philadelphia, V, 1850-51, p. 320-347. Fra gli altri animali si annovera uno zoantino del Panama. (Confronta Verrill 1866, 2). 1851 Leuckart, RupoLra, Ueber Metamorphose, ungeschlechtliche Vermehrung und Generationswechsel. In: Zeitschr. fiir wiss. Zoologie III, 1851, p. 170-189. A pag. 177 cita le attinie fra gli animali che non subiscono metamorfosi. 1851 Micne EpwArps ET Harme, Monographie des Polypiers fossiles . ..... pre- cedée d’un tableau général de la classification des Polypes. In: Arch. du Mus. V, 1851, p. 1-504. La Monografia è voluminosa. Nel prospetto vedonsi stabiliti diversi generi fra le attinie; che quasi tutti ritrovansi più tardi (1857). Ogni genere è accompagnato da una specie tipica. 1851 Sars, M., Beretning om en i sommeren 1849 foretagen zoologisk Reise i Lo- foten og Finmarken. In: Nyt Mag. Nat. ecc. VI, 2°, N. 10, p. 122-211. In questa relazione di viaggio premessi alcuni cenni di generalità si enumerano le varie specie ; qua e là si aggiungono delle note di struttura, di rettificazione, di abito ece. 1851 Tnompson, WicLiam, Description of a new British species of Actinia. In: New- man’s Zoologist, IX, 1851, Appendix, Art. 19. Semplice descrizione zoologica dell’A. clavata. DEE 1852 ForBES, E. AND GooDsIr, J., On some remarkable marine invertebrata new to the British seas. In: Trans. roy. soc. Edinb. XX, part. 2, p. 307-315. Si tratta di varie ascidie e meduse, di un’oloturia e di un’attinia. — Questa è l’Arachnactis albida Sars; l'autore la descrive , trova che può aderire o galleggiare a volontà e crede che a lei si riferiscano le enide libere d’Aristotile. 1852 Lanpssorouca, Davm, A popular History of British Zoophites, London, 1852, in 16° gr. Benchè sia un trattato in forma popolare vale più di molti lavori scientifici speciali. Contiene una precisa descrizione di molte delle specie britanniche ed è corredato di numerose tavole. Osservazioni anatomiche però mancano affatto. 1852 ScamaRDA, Lupwrie K., Zur Naturgeschichte der Adria. In: Denkschr. d. Wiener Akad. math. nat. Cl. IV, 1852. Bella memoria, in cui la chiarezza e brevità aggiungono pregio alla ricca messe d’osservazioni. Nella parte generale nota la difficoltà di classificazione; nella speciale descrive tre specie adriatiche nuove, tenta la spiegazione meccanica della circolazione, e descrive i filamenti mesenterici. Le relative figure lasciano a desiderare. 1853 CavoLini, FiLippo, Memorie postume raccolte per cura di Stefano Delle Chiaje. Benevento 1853, 1 vol. in 4°. Queste memorie edite nel 1858, ma scritte sembra già fin dal 1808, contengono rispetto alle attinie pochi cenni anatomici, frammisti qua e là colla descrizione delle specie. 1853 Carus,J. Vicror, System der thierischen Morphologie. Leipzig 1853. 1 Bd. in 8°, 506 Seiten mit 97 Holzschn. Opina che i filamenti debbano considerarsi come reni. 1853 Cossorp, T. SpENcER, Observations on the Anatomy of Actinia. In: Ann. Mas. Nat. Hist. 2°, XI, 1853, p. 121-123. È una succinta memoria, in cui si tratta della faringe, dell’embriologia e della fissiparità; nella sua brevità contiene osservazioni esatte. 1853 Gosse, PA. Henry, Naturalists Rambles on the Devonshire Coast. London 1853. 1 vol. in 8° with plates. i In forma letteraria si espongono le impressioni di nove mesi passati al mare; cioè note varie di naturalista, poeta e scienziato. Delle attinie si fa sovente menzione, sia per descriverne le varie specie, che per narrarne le abitudini, le maniere di pesca e le applicazioni. Della struttura nulla, all'infuori di qualche cenno sulle nematocisti. 1853 Gosse, PH. HENRY, Or new or little-known Marine Animals (Actinia miniata, A. clavata, Ilyanthos Mitchellii). In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XII, 18583, p. 125-128. Gosse, PH. HENRY, On new or little-known Marine-Animals (Scolanthus calli- morphus). In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XII, 1853, p. 157-159 with a pl. Tauto nell’una che nell'altra di queste due memorie non si ha che la descrizione zoologica delle specie nominatevi. 1853 Sars, MarTENS, Bemaerkninger over det Adriatiske Havs Fauna sammenlignet med Nordhavets. In: Nyt Mag. Naturvid., VII, p. 367-397. — Id. id. Apart, Christiania, Dabl, in 8°, 31 pag. Il presente lavoro è assai importante per la quistione della distribuzione geografica, nonchè per la determinazione di talune specie. 99 1853 SrImpson, Wit., Synopsis of Marine Invertebrata of Grand Menan. Smithson. Institut, VI, 1853, 68 pag. with 3 pl. In quest’ opuscolo si compendiano osservazioni fatte intorno alla fauna marina dell’isola. Per le attinie vi si trova la descrizione semplice e talora insufficiente di sei specie accom- pagnata da figure discrete, ma troppo scarse. 1853 THompson, WiLLism, Description of a new species of Corynactis ...... etc. In: Proceed. Zool. Soc. XXI, 1858, p. 107-108. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XV, 1855, p. 314-316. Descrizione minuta dei caratteri esterni della Corynactis heterocera. 1854 Gosse, PH. H., The Aquarium: an unveiling of the wonders of the deep sea. London 1854. — Id. 2° edit. 8°, London 1856. Libro di forma popolare, in cui si trovano qua e là descritte e figurate alcune attinie. (Lo men- ziono solo perchè l'autore lo cita sovente nelle sue ulteriori pubblicazioni). 1854 Gosse, Pa. H. Description of three new species of British Actiniae. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XIV, 1854, p. 280. Semplice descrizione specigrafica. 1854 Hare, JuLes, Mémoire sur le Céréanthe. In: Ann. Sc. nat. 4*,1,1854, p. 341-389. È una delle memorie classiche dell’attiniologia; il Cerianto vi è trattato chiaramente e in det- taglio sotto ogni aspetto bibliografico, zoologico, anatomo-istiologico, embriologico. 1854 Haim, JuLes, Note sur le développement des Actinies. In: Comptes rend. Acad. d. Sc. Paris XXXIX, 1854, p. 437-439. In questi pochi periodi l’autore abbozza maestrevolmente lo sviluppo; parla dei sessi, degli ovuli, della segmentazione e delle larve. 1854 Haim, JuLes, Observations sur quelques points de l’organisation des Actinies. In: Compt. rend. XXXIX, 1854, p. 595-598. È un breve sommario ricco assai in fatti, e molto chiaro d'esposizione, nel quale l’autore parla di tonaca muscolare, pori, verruche, borse marginali, tentacoli, filamenti, genitali e cor- puscoli gialli. 1854 Hoxcarn, Henry, Études zoologiques du genre Actinia. Paris, Rangon 1854, in 8°, 28 pag. — Id. In: Revue et Mag. zool. de Guérin 2°, VI, 1854, p. 225-229; 285-294; 623-654. Vi si tratta esclusivamente del gen. Actinia, escludendo quindi Zoantini, Cerianti, Edwardsie e Talassiantini. Nella prima parte si espongono generalità di struttura, di affinità e di coor- dinazione; nella seconda si svolge la classificazione e si descrivono le specie. 1854 KetaART, E. F., Description of Ceylon Zoophytes. In: Trans. Roy. Asiat. Soc.; Ceylon Branch. 1854 (?) (Questo lavoro è citato dal Gosse 1860 per una Peachia. Io non l’ ho potuto consultare). 1854 Lacaze-DuTHIERS, HENRY, Sur le développement des Actinies. In: Comptes rend. Acad. Sc. Paris XXXIX, 1854, p. 434-437. In breve si trova qui quasi tutto il materiale della Memoria negli Archives. 1854 Leuckart, Rup., Bericht iiber die Leistungen in der Naturgesch. der nied. Thiere. 1848-53. In: Wiegmann's Archiv fiir Naturg. XX, 1854, p. 461. Opina che la Kalliphobe sia una larva di Ctenoforo. 1854-55 Simpson, WixLiAaM, Description of some of the new marine Invertebrata na — 595 — from the Chinese and Japanese seas. In: Proceed. Acad. Nat. Sc. Philadelphia, VII, p. 375-884. Fra i varii animali descritti trovansi anche sei attinie. Le descrizioni sono molto sobrie; forse troppo e per questo non sempre sufficienti. 1854-55 StimPson, WILLIAM, Description of some new marine Invertebrata. In: Pro- ceed. Acad. Nat. Se. Philadelphia, VII, p. 385-395. 1854-56 Stimpson, WiLziam, — On some marine Invertebrata inhabiting the shores of South Carolina. In: Proceed. Soc. Nat. Hist. Boston, V, 1854-56, p. 110. Si descrivono alcuni Annellidi, un Gefireo ed un’Attinia (A. producta); esponendone i dettagli di aspetto e di abito. 1855 Gossk, PE. H., On Peachia hastata with Observation on the family of Actiniadae. In: Trans. Linn. Soc. XXI, 1855, p. 267-76. — Id. In: Proceed. Linn. Soc. II, 1855, p. 372-74. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2%, XVI, 1855, p. 293. Descrizione di due specie nuove e proposta di dividere le restanti attinie nei generi Sagartia, Bunodes ed Actinia. La memoria è accompagnata da belle figure. 1855 Gosse, Pa. H., A Manual of Marine Zoology for the DRARL Isles. London, J. van Woorst, 1855-56, 2 vols, in 16° gr. In questo semplice, ma utilissimo e ben redatto trattato trovansi al capitolo delle attinie (vol. I p.26), descritti c figurati undici generi; le specie vengono solo citate. Del resto veggasi, con maggior profitto l’Actiniologia (Gosse 1860). 1855 Hotpsworta, E. W. H., Description of a new Sea-Anemone (Scolanthus sphae- roides). In: Proceed. Zool. Soc. XXIII, 1855, p. 85-86. 1855 Hoxpsworta, E. W. H., Description of two new species of Actinia from Devon (A. pallida, A. ornata). In: Proceed. Zoolog. Soc. London, XXIII, 1855, p. 295-237. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2%, XVIII, 1856, p. 346-348. Esatta descrizione zoologica delle nominate specie accompagnate da belle figure. Osservazioni anatomiche mancano. 1855 Jorpan, Some account of the Actiniade of Teignmouth. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XV, 1855, p. 81-91. Descrizione zoologica delle specie raccolte a Teignmouth abbastanza accurata ed esatta; ma invano vi si cerca un cenno d’anatomia. 1855 Leipy, Josera, Contributions towards a knowledge of the marine Inverte- brated Fauna of the coasts of Rhode Island and New Jersey. In: Journal Acad. Nat. Sciences Philadelphia, 2°, III, p. 141. Fra molti altri animali di attinfologico si descrive una nuova specie: A. neglecta. 1856 DanieLssen o Koren, Nye Actinier. Siphonactinia et Actinopsis. Fauna litt. Norvegiae (3 parts in fol. Bergen 1846-1856) P. II, 1856, p. 87-90, t. 12. — Id. Description of Siphonactinia a new genus of Actiniae from Norway. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XX, 1857, p. 240. — Id. Description of Actinopsis a new genus of Actinia from Norway. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XX, 1857, p. 400. Si hanno gri due brevi cenvi, pregevolissimi per semplicità d'esposizione, chiarezza di figure; ed esatta indicazione della profondità; la parte anatomica manca però quasi del tutto. 1856 Gosse, Pa. H., On Edwardsia vestita Forbes. In: Ann: Mag. Nat. Hist. 2°, XVIII, 1856, p. 73-74. ia PL Gosse, PH., H., On Edwardsia carnea a new British Zoophyte. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, XVIII, 1856, p. 219-221, with a pl. La prima è un brevissimo cenno che annuncia essersi trovato in North Wales la specie di Forbes. La seconda ci dà una dettagliata descrizione del nuovo zoofito, corredata di buone figure, Vedi del resto l’Actiniologia 1860. 1856 Gosse, Pa. H., Tenby: a Sea-side Holiday. London 1856. 1 vol. with 24 pl. and 400 pag. in 8°. Altro libro di forma popolare come l’Acquarium (1854); con descrizione di alcune attinie. Non ha importanza. 1856 HoxpswortH, E. W. H., Description of a new species of Actinia from Devonshire (Actinia vinosa). In: Proc. Zool. Soc. London XXIV, 1856, p. 172. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2%, XVIII, 1856, p. 497-98. Come nelle due precedenti (1855) vi è semplice descrizione zoologica della specie ; figura ottima. 1856 Troxson, WiLLiam, A natural history of Ireland, London 1849-56, 4 vols. Nel vol. IV (volume postumo uscito nel 1856) di quest'opera vi è la lista delle attinie fin allora trovate sulle coste irlandesi. 1856 TueweLL, GEoRGE, A Manual of the Sea-Anemones commonly found on the English coast. London 1856, in 8°, 122 pag.. Libro di forma affatto popolare, che non porta un reale contributo alla scienza, ma che può interessare per alcuni dettagli sulla pesca, nonchè per il prospetto della distribuzione delle specie inglesi. Le figure (colorate) sono belline e furono fatte da W. Broderick. 1856 WricnT, Ta. StRETHILL, On two Actinias from Arran (A. ornata, A. bellis). In: Edinb. Proceed. Phys. Soc, I, 1854-58, p. 70-72, 1856. — Id. In: Edinb. new philos. Journ. IV, p. 92-94, 1856. Si descrivono due specie trovate all'isola d’Arran, e vi si accompagna una bella tavola cromo- litografica. 1856 WricHT, TH. SrreTHILL, On gemmiparous reproduction in Actinia dianthus. In: Edinb. Proceed. Phys, Soc. I, 1854-58, p. 161-163, 1856. Si riferiscono alcune osservazioni di scissiparità artificiale dell'A. dianthus, e si conclude col negare la presenza di germi speciali. 1856 Wxicnr, TH. StrETHILL, Note on indications of the existence of bilateral sim- metry and of a longitudinal axis in Actinia. In: Edinb. Proceed. Phys. Soc. I, 1854-58, p. 168-188, 1856. L'autore dice di aver constatato nell’A. bellis le asserzioni di Agassiz intorno alla simmetria bilaterale. 1857 AtpeRr, JosHuA, A Catalogue of Zoophytes of Northumberland and Durham. In: Transact. of the Tyneside Naturalists’ Field Club, 1857. Semplice enumerazione delle specie della località. 1857 GrEENE, Jos. ReAY, Observations on the distribution of Actinoida, with a list of Irish species. In: Proceed. Nat. Hist. Soc. of Dublin. — Id. id. In: Nat. Hist. Rev. Proc. V, 1858, p. 35-37. Lavoro di poca importanza. Le osservazioni sulla distribuzione si riducono a nulla: e la lista delle specie è compilata sul Cocks 1851. 1857 Hoca, JaBez, Facts on propagation of Actinia. In: Quart. Journ. microscop. Se. V, 1857, p. 238-239. Descrive un caso di gemmazione el uno di scissiparità avvenuti in Actinoloba dianthus. — 35 — 1857 M’ DonneL, R., On the Electrical Nature of the Power possessed by the Actiniae. In: Proceed. Roy. Soc. IX, 1857, p. 103. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 8°, I, 1857, p. 308. — Id. In: Proceed. zoolog. and botan. Associat. of Dublin, I, 1858, p. 37. — Id. In: Nat. Hist. Review, V, 1858. Si crede riconoscere nell’uredine una facoltà elettrica, e si espongono le sperienze fatte in pro- posito sulle rane. 1857 Micne Epwarps, HENRY, Histoire naturelle des Coralliaires ou polypes propre- ment dits. Paris, Librairie encyclopédique, 1857-60, 3 vols in 8° gr. avec 1 vol. Atlas. Quest'immensa opera forma epoca nella storia dell’attiniologia (come in generale in quella di tutti i polipi); e il suo contenuto si riassume brevemente dicendo che comprende tutto. Essa è lavoro di compilazione ma pure riesce indispensabile ad ognuno che s'occupi del- l'argomento. — Il volume primo è quello che interessa l'attiniologo e contiene un'ottima introduzione storica (fatta dal M.E. in collaborazione con J. Haime); un trattato generale sull'organizzazione dei coralli, e infine la classificazione e descrizione degli alcionidi, delle attinie e degli antipati. — Nella parte speciale delle seconde si trovano tre specie nuove descritte da preparati alcoolici (Cystiactis), ed una pure nuova dal vero (Saccanthus). La nomenclatura e classificazione è in generale quella stessa del 1851. — Le figure d'attinie nell’atlante sono appena” due o tre e non hanno gran pregio. 1857 Sars, Mic®aet, Bidrag til Kundskaben om Middelhavets Littoral-Fauna, Reis- bemerkninger fra Italien. Christiania, 1857, 1 vol. pag. 155, meed 4 tavler. È il frutto d’un quadrimestrale soggiorno fatto in Napoli e Messina durante l'inverno 1852-53 e contiene l’enumerazione e la descrizione di 36 specie di celenterati (fra i quali alcune attinie), e 58 di echinodermi. Vi è figurata la Corynactis. 1858 Dawson, I. W., On Sea Anemones and Hydroid Polyps from the Gulf of St Laurence. In: Canadian Naturalist and Geologist. III, 1858, p. 401. Descrizione sistematica di varie specie; una di esse (a pag. 404, f. 3-5) è nuova: A. nitida. 1858 Gosse, Pr. H., On the chylaqueous fluid in the Actinoid. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, I, 1858, p- 172. Combatte le asserzioni di Lewes (1858) e ammette una speciale organizzazione. 1858 Gosse, Pa. H., Researches on the Poison-apparatus in the Actinidae. In: Proceed. Roy. Soc. London IX, 1858, p. 125. — Id. In: Ann. Mag. Hist. 3°, I, 1858, p. 311. Descrizione dettagliata delle nematocisti in generale; cioè struttura, classificazione , rapporti, meccanismo, e funzione delle medesime. 1858 Gosse, Pa. H., On the British Actiniae. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, I, 1858, p. 414. È una specie di prodromo (latino) dell’Actinologia Britannica con semplici e brevi diagnosi delle specie. 1858 Gosse, Pa. H., On the nature of the sub-basal membran of Adamsia palliata. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, II, 1858, p. 107-188. Dichiara erroneo il considerare questa membrana come un incipiente corallo; giacchè è piut- tosto di natura chitinosa. 1858 Gosse, Pa. H., On new Britsh Sea-Anemones. In:- Ann. Mag. Nat. Hist. 3%, II, 1858, p. 192. Descrive alenne nuove specie e stabilisce un nuovo genere (Phellia). = Ra 1858 Gray, J. E., On Sidisia Barleei (Dysidea papillosa J.). In: Proceed. Zool. Soc. XXVI, 1858, p. 531. — Id. On Dysidea papillosa. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, II, 1858, p. 489. Benchè il titole delle due memorie sia diverso, pure vi si descrive la stessa specie, e la sì con- sidera Zoantino. 1858 HoLpsworta, W. H., On Zoanthus Couchii Johnst. In: Proc. Zool. Soc. XXVI. 1858, p. 557-560. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, IV, 1859, p. 152-156. Descrizione esatta e dettagliata dei caratteri esterni; non ammette la specie di Gray (1858). 1858 Lewrs, G. H., Sea-side studies. London Blachwood, 1858. — Id. 2°, edit. 1860. — Id. Naturstudien am Seestrande, iibers. von J. Frese, Berlin 1859. Libro semi-popolare che tratta di varii argomenti biologici suggeriti man mano dagli oggetti riscontrati. Le attinie sono trattate con speciale amore; e trovano quivi una completa espo- sizione anatomica e fisiologica. Molte della cose addotte sono muove, ma alcune non reggono alla critica moderna. Diffusamente viene sviluppato il tema dell'orticazione, nonchè quelli della riproduzione e della digestione. La sistematica è pressochè trascurata. 1858 Lewrs, G. H., On the Chylaqueous fluid of the Actiniae. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3%, II, 1858, p. 417-418. Risponde alle critiche di Gosse, (vedi più sopra Gosse 1858 A) dichiarandone imesatte le espe- rienze e mantenendo le proprie asserzioni. 1858 M' Donxet, R., Further Observations on the Power exercised by the Actiniae in killing their prey. In: Proceed. Royal Soc. London, IX, 1858, No. 33, p. 478. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, III, 1859, p. 304. M’ Donnet, R., On the urticating organs of Actinia. In: Proceed. zoolog. and botan. Association of Dublin, I, 1858. — Id. id. In: Nat. Hist. Review, VI, 1859, part. 2°, p. 108. Benchè delle due citate memorie i titoli sieno diversi, il contenuto è identico anche nella forma. L'autore critica e ritratta le proprie opinioni altra volta manifestate (vedi sopra M° Donnel 1857) ed ammette un semplice potere urticante. ' 1858 THompson, WiLLiam, Remarks on the British Actiniadae and rearrangement of the genera. In: Proc. Zool. Soc. XXVI, 1858, p. 145. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3° II, 1858, p. 229. Dopo un breve cenno storico delle principali classificazioni espone la propria, che ne è quasi l’esegesi. 1858 Trorett, On der innre byggnaden of Actinia plumosa. In: Ofvers. kong]. veten- skaps-Akad. Stockholm, XV, 1858, p. 7-25, t. 1. Contiene chiare e precise osservazioni intorno alla disposizione delle loggie, sia rispetto all’in- sieme che rispetto ai canali gonidiali; vi sono altresì cenni intorno ai filamenti, agli ovari, alle nematocisti, ecc. 1858 WarrIineton, RoBERT, On fission in Actinians. In: Quart. Journ. Micr. Sc. VIII, 1858, p. 131. — Id. In: Rep. Brit. Assoc. 27 Meet. Dublin, 1858, p. 133, 1859. (Questo lavoro finora non potei consultarlo). 1858 WricnT, E., PeRcEvaL, and GREENE, J. ReAY, On marine Fauna of the coasts of Ireland. In: Rep. Brit. Associat. 1858, p. 176-181. Premessi alcuni cenni generali sulla fauna actinologica irlandese, l'autore descrive le specie da lui trovate: la descrizione non contiene notizie anatomiche o istiologiche. — 397 — 1859 Acassiz, L., On some new Actinoid polyps of the United States. In: Proc. Bost. Soc. Nat. Hist. VII, 1859-61, p. 24. ; Parla del Bicidium parasiticum e della Corynactis albida. Descrive una nuova specie di Ce- rianthus. 1859 BroprIcK, Wirx., On the Urticating Powers of the Actiniae towards each other. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3*, III, 1859, p. 124. Narra a proposito del potere urticante che un’ A. dianthus uccise in occasioni diverse alcune Sagartiae ed una Caryophyllia. 1859 Daiwa, Synopsis of the report on Zoophytes of the United States Exploring Expedition. Philadelphia, 1859. Arida enumerazione delle specie del Report e dell'Atlas. Nella prima parte (Classification) si trovano i nomi dei generi ai quali egli le riferisce; ma accanto ad ogni nome non sono addotte le specie relative. 1859 DanieLsseNn, D. C., Beretning om en zoologisk Reise foretagen i Sommeren, 1858. In: Forhand. Vidensk. selsk. Christiania. IV, 1859, p. 251. 1859 Danierssen, D. C., Beretning om en zoologisk Reise foretagen i Sommeren 1857. — In: Nyt. Mag. Naturvid., Bd. XI, 1861, p. 1-58. Il viaggio fu fatto verso Nordland e Finmarken in compagnia del prof. Sars. L'autore riser- bandosi ad esporre alcuni risultati nella Fauna litt. Norv. pubblica qui l’elenco delle specie trovate. — Le attinie sono otto (con una Lucernaria) e tutte già note. Il lavoro ha valore solo per la distribuzione geografica. 1859 Foor, FREDERICK, J., Notes on some marine animals etc. ...... In: Proceed. Soc. Nat. Hist. of Dublin III, 1859-62, p. 38-40. — Id. In: Nat. hist. review VII, Proc. 1860, p. 392-394. Tratta di alcune specie di attinie trovate sulle coste irlandesi; ne descrive l'aspetto esterno e ne indica le località. 1859 Gosse, Pa. H., Characters and Descriptions of some new Britsh Sea-Anemones. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, III, 1859, p. 47. Descrive aleune nuove specie ed istituisce due muovi generi (Stomphia e Hormathia). 1859 Gosse, Pa. H., On the transfer of Adamsia palliata from Shell to Shell. In: Newmann’s Zoologist 1859, p. 6580-6584. Esposizione semi-popolare del fenomeno offerto da questa specie (del resto vedi Gosse 1860). 1859 Horpsworta, E. W. H., On the Burrowing Habits of Peachia hastata Gosse. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, III, 1859, p. 78. Descrive il processo usato dall’animale per infiggersi nella sabbia. 1859 HorpswortH, E. W. H., Some additional Observations on Zoanthus Couchii John. In: Proceed. Zool. Soc. XXVII, 1859, p. 124. Rettifica alcune inesattezze della sua precedente communicazione: grandezza che è maggiore, forma variabile, formazione del cenenchima, rivestimento arenaceo. 1859 Houpsworta, E. W. H., On digestive power in the Actiniae. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, IV, 1859, p. 275. Combatte l'opinione di Lewes (1858) che le attinie digeriscono solo per pressione meccanica e ammette un’ azione chimica. 1859 Mac Crapy, JoHN, Instance of incomplete longitudinal fission in Act. caver- nosa Bose. In: Proceed. Elliot Soc. Nat. Hist. Charleston I, 275 278, 1859. — 38 — Mac Crapy, Jonn, On Anthea flavidula. In: Proc. Elliot Soc. Nat. Hist. Charleston I, 1853-58, p. 280, 1859. Nella prima delle due descrive un caso di scissiparità nell’A. cavernosa; e vi connette alcune pensieri importanti intorno alla filogenia delle attinie. Nella seconda si ha una semplice menzione delle specie. 1859 Tuyrnne, Mrs., On the increase of Madrepores with notes by Ph. H. Gosse. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, III, 1859, p. 449-461. Questa memoria si considera come appartenente all'attiniologia, perchè pare che l'autrice abbia avuto innanzi a sè una Corynactis anzichè la Cyathina Smithii. Le osservazioni si riferi- scono a fenomeni di scissiparità e di gemmiparità e sono diluite in un numero immenso di accessori inutili. 1859 Van BENEDEN, J., et GERVAIS, P., Zoologie médicale Paris, 1859. 2 vols avec fig. in 8.° Trattato generale di zoologia; in cui si dà un inutile cenno specigrafico delle attinie, anzichè menzionarne le volute proprietà terapeutiche. Lo cito per una notizia riguardante l’uso esculento. 1859 Van BENEDEN, J., Observations relatives è la reproduction de divers zoophytes. In: Comptes rendus XLIX, 1859, p. 452. Si accenna alla scissiparità; l’autore non ammette germi speciali; sembra però confondere scis- siparità e redintegrabilità. 1859 Waxcer, Aua., On the means by which the Actiniae kill their Prey. In: Proceed. Zoolog. Soc. XXVI, 1859, p. 722. Im base a sue esperienze nega il potere elettrico ammesso da M° Donnell (1858) e sostiene l’esistenza d'un veleno acido irritante molto diffusibile. Aggiunge che le nematocisti non possono traforare la nostra cuticola. 1859 WxricHt, E. PERCEVAL, Note on the Irish Actiniae with especial reference to their distribution. In: Proceed. zoolog. and hot. Assoc. of Dublin I, p. 174 181, 1859. — Id. In: Nat. Hist. Rev. VI, Proc. Soc. p. 113-125, 1859. Notizie di distribuzione geografica relative alle poliattinie irlandesi già annoverate (1858); e si descrivono le due specie nuove allora menzionate, nonchè la Corynactis Allmanni di cui sì dà anche la figura. 1860 Acassiz, Louis, Contributions to the Nat. Hist. of the U. S. III, 1860. Queste contribuzioni dovevano constare di una lunga serie di monografie, ma non ne uscirono che due, in quattro volumi. Nella seconda di esse che tratta degli acalefi (ctenofori, me- duse ed idroidi) si trovano per incidenza nominate le attinie, in quanto se ne dà un breve cenno anatomico e la chiara figura d’uno spaccato. 1860 Bronn, H. G., Die Klassen und Ordnungen der Strahlenthiere, Actinozoa. Heidelberg und Leipzig, Winter, 1860 in 8° gr. Della grande opera interrotta dalla morte dell'autore (KI. u. Ord. des Thierreiches) questo è il secondo volume. Per l’attiniologo può interessare il quadro di classificazione; del resto v'è nulla di nuovo. 1860 DucHÒÙassarna; P. et MicHELotTiI, J., Mémoire sur les Coralliaires des Antilles. In: Mem. Reale Accad. di Torino, 2°, XIX, 1860. Questa voluminosa memoria contiene l'elaborazione del ricco materiale di alcionari e zoantari (malacodermi, sclerobasici e selerodermi) raccolto nel prolungato soggiorno di Duch. alle Antille. Le osservazioni morfologiche vi mancano quasi del tutto, se si eccettui qualche 20 — 59 — cenno fra le generalità che precedono il lavoro ed ogui singola suddivisione. La speci- grafia invece è trattata con grande estensione e porta un ricco contributo di specie e generi nuovi. — Le attinie descritte sono oltre cinquanta e vengono classificate in cinque o sei gruppi abbastanza omogenei. — Al testo si accompagnano alcane tavole mediocri, che non sempre bastano a schiarire gli oggetti. 1860 Gosse, PH. H., A History of the British Sea-Anemones and Corals or Actino- logia britannica. London 1860 in 8° with 356 pag. and 12 coloured plates. Quest'opera al pari dei Coralligires di Milne Edwards, ed anzi a più forti ragioni, riesce indi- spensabile ad ogni attiniologo. Il tutto è poggiato su osservazioni originali ed è mirabile tanto per la lucidità delle descrizioni sistematiche quanto per le figure e per la dovizia delle cognizioni morfologiche sparsevi. L'introduzione è dedicata eslusivamente alla strut- tura; e descrive: integumento, sistema muscolare, sistema nervoso, apparato digerente, apparato circolatorio e di respirazione, apparato riproduttivo, apparato telifero (organi orticanti). A .questa segue un’ accurata elucidazione delle parole tecniche. E dopo si passa alla sistematica, la quale è la parte più importante del libro e mette sotto gli occhi del lettore tutte le specie inglesi colle loro innumerevoli varietà. Le fa precedere da prospetti classificatorì che si ripetono suddividendosi o dettagliandosi man mano si scende ai generi ed alle specie e le illustra poi con vivi aneddoti relativi alle abitudini di ciascuna. In fine quale appendice si trova aggiunto un saggio di distribuzione geografica. — Il voler riassumere quanto vi è contenuto non è possibile senza oltrepassare i limiti imposti da un indice bibliografico. — Un difetto del bel libro è forse quello di essere troppo inglese; così che sovente trascura le pubblicazioni di altri paesi e cade nell'errore di mettere per nuove alcune cose già rese note altrove. 1860 Leucxarr, RuporpÒ, Bericht. In: Arch. f. Naturgeschichte von Wiegmann. XXVI, 1860, p. 208. Racconta aver tenuta vivente oltre cinque mesi un'attinia senza fornirle nutrimento. 1860 Lorenz, Joser® Rom., Neue Radiaten aus dem Quarnero, In: Wiener Sit- zungsber. Math. nat. Classe. XXXIX, 1860, p. 673-684, mit Taf. Descrizione zoologica dettagliata della Mammillifera univittata. 1860 Lurrken, CaR., Nogle Bemirkinger om de ved de danske kyster iagttagne Arter af Actiniernes Gruppe. In: Naturhist. Foren. Vidensk. Meddelelser 14 dec. 1860, p. 184. Prezioso contributo all'attiniologia danese, non tanto per il numero dalle specie descritte, quanto per il criticismo sulla sinonomia. Note anatomiche mancano affatto. 1860 MusLLER, Fr., Ueber Philomedusa Vogtii. In: Wiegmann’s Arch. fiir Natur- geschichte XXVI, 1860, p. 57, mit Taf. — Id. On Philomedusa Vogtii a para- site on Medusae, trans]. from the German by W. S. Dallas. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3*, VI, 1860, p. 342, t. 7, f. 1. Nelle poche pagine di questa nota vi è tutta l'accuratezza che è propria dell’autore; oltre alla esatta descrizione zoologica vi sono varîì cenni relativi alla sua struttura anatomica. 1860 Sars, MicHaEL, Oplysninger om nogle Coelenterater fra Norges Kyster. In: Forhandling. ved Skand. Naturf. Mode i Kjòbenhavn, VIII, p. 690-698. Sars, M., Om nogle nye eller lidet bekjendte norske Coelenterater. In: For- handlinger i Videnskahs Selskabet. Christiania, 1860, p. 140-151. Si descrivono alcune forme in parte nuove in parte giù note; tra esse due zoantini. 1860 ScauLrze, Max Sicismunp, Die Hyalonemen, Beitrag zur Naturgeschichte der Sponczien. Bonn 1860, Ein Band in 4°, mit Tafeln. E una monografia che contiene la storia della controversia sul Hyalonema, la descrizione di varî esemplari, e un accurato studio morfologico della spugna, del pennacchio e del polipo (Polythoa fatua). È corredata di cinque belle tavole. (Vedi sopra la nota per Gray 1835: e nel testo vedi Polythoa fatua). 1860 Wrincanp, Ueber Inselbildung durch Korallen. In: Wiirtemb. Naturhist. Jahreshefte XVI, 1860, p. 31-44. L'autore nomina accidentalmente un’attinia che reputa nuova e che quindi brevemente descrive. 1860 WricHt, THA. StRETHILL, Observations on British Zoophytes. On Peachia Ful- tonii, a parasitic Actinia. In: Edinb. Proceed. Phys. Soc. II, 1859, p. 91. — Id. In: New Edinb. phil. Journ. XII, 1860, p. 156. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3*, VIII, 1861, p. 132. Memorie molto importanti per i dati anatomici, riguardanti specialmente la disposizione dei setti. La descrizione zoologica è accurata. Il nome è dapprima Peachia Fultoni; in seguito si cambia in Halcampa. 1861 GrusE, ApoLra, EpuARD, Fin Ausfiug nach Triest und dem Quarnero, Bei- tràge zur Kenntniss der Thierwelt dieses Gebietes. Berlin 1861, 1 Bd. in 8° gr. mit 4 Taf, Il libro contiene: giornale delle vicende zoologiche del viaggio; capitolo di osservazioni spe- ciali su alcuni animali; lista delle specie raccolte con descrizione di alcune; e infine dizionario dei nomi volgari di animali marini. — L'attiniologo vi trova solo la nuda enu- merazione di alcune forme. 1861 Hincxs, TH., Catalogue of the Zoophytes of South Devon and South Corn- wall. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3*, VIII, 1861; p. 152, p..251, p. 290, p. 360. Nel vocabolo zoofiti si comprendono quivi gl’Idroidi, i Briozoi, i Polipi e gli Echinodermi. La parte che riguarda le attinie trovasi a p. 360 e annovera 83 specie. Il lavoro ha interesse solo dal lato della distribuzione geografica. 1861 Hoxrpsworta, E. W. H., On an underscribed species of British Zoanthus (Z. rubricornis). In: Proceed. Zool. Soc. London, 1861, p. 99. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, VII, 1861, p. 484. Si descrive un esemplare conservato in alcool, ed unico, Zoanthus rubricornis (fig. nel testo). 1861 Joxnson, James YatE, Notes on the Sea-Anemones of Madeira. In: Proceed. zoolog. Soc. London, 1861, p. 298. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, IX, 1862, p. 177-185. ; Descrizione diffusa di varie specie, con alcuni cenni sparsi qua e là intorno alle abitudini; note- vole fra tutte è l’Alicia mirabilis [Cladactis]. 1861 Sars, MicHaEL, Beretning om en zoologisk reise 1859 ved kysten af Romsdal Amt. In: Nyt Magazin for Naturvidenskaberne XI, 1861, p. 241-263. Descrizione zoologica, quasi semplice enumerazione degli animali raccolti nel viaggio. 1862 Acassiz, A., On Arachnactis brachiolata. In Proceed. Society Nat. History, Boston, IX, p. 159, 1862. — Id. In: Journ. Bost. Soc. of Nat. hist. VII, 1863, p.. 525-581. Breve cenno, in cui si annuncia la specie nuova rilevando la sua somiglianza con certe larve di Asteridae. Il volume dei Proceed. relativi fu pubblicato solo nel 1865. 1862 Epwarps, ARTH., On the reproduction of individuals of the genus Actinia (1858) In: Ann. Lyceum Nat. Hist. New-York, VII, 1862, p. 19-22. Espone poche osservazioni fatte su un’ attinia pregnante posseduta in cattività, e sulle larve cigliate che egli vide fissarsi e cacciar tentacoli. i] na 1862 Kerersrein, WiLnELM, Untersuchungen iber niedere Seethiere (Xanthiopus). In: Zeitschr. f. wiss. Zool. XII, p. 31, 1862. — Id. In: Gottinger Nachrichten 1862, p. 60-71. — Id. In: Quart. Journ. Microse. Sc. III, 1863, p. 134-137. Si istituisce un nuovo genere affine all'edwardsie e vi si ascrivono due specie; dandone una chiara descrizione zoologica e aggiungendo dettagli istiologici sull’integumento e sui ge- nitali. Figure buone. 1862 Scampr, Oscar. Spongien des Adriatischen Meeres, Leipzig 1862. Questa estesa monografia delle spugne adriatiche trova qui menzione solo perchè contiene la descrizione della Palythoa Axinellae. Descrizione del resto incompleta, dal punto di vista attiniologico. (p. 61, t. 6, f. 2, 3). 1862 Verany, JEAN BAPTISTE, Zoologie des Alpes maritimes, Nice. L'intera opera è piuttosto un arido catalogo che una esposizione faunistica. Le attinie descritte sono dodici. 1862 VerrILL, A. E., Revision of the Polypi of eastern Coast of U. S., read 1862, published 1864. In: Mem. Soc. Nat. Hist. I. Boston, 1866-69, p. 1-45, 1862. È un'ampia e pregevole monografia contenente accurate descrizioni, ricca sinonomia e belle figure di tutti i polipi atlantici degli Stati Uniti. — Le attinie vi formano un rilevante contributo, e vi sono classificate con criterì in gran parte nuovi ('). 1863 MoeBius, K., und Meyer, A., Edwardsia duodecimeirrata Sars. In: Wiegmann's Arch. f. Naturg. Jahrgang 29, Bd. I, 1863, p. 70. Descrizione dettagliata della specie, con osservazioni rispetto alle nematocisti ed al fluido della cavità viscerale (t. 3, f. A. D.) (?). 1863 VERRILL, A. E., List of Polyps and Corals sent by the Museum to other Institutions. In: Bulletin of the Museum of comp. zoélogy at Harward College in Cambridge Mass. I, 1863-69 No. 3, p. 29-60: Semplice enumerazione di specie ; del resto veggasi la memoria del 1862. 1863 WorrLEy, Stuart, H., On the Habits of Pagurus Prideauxii and Adamsia palliata. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 8%, XII, 1863, pag. 388-390. Si espongono curiose osservazioni (ed esatte anche?), secondo le quali il paguro dimostrerebbe per l’attinia delle cure amorevolissime; la nutrirebbe, la proteggerebbe ecc. 1864 Craus, CARL, Bemerkungen iber Ctenophoren und Medusen. In: Zeitschr. f. wiss. Zoolog. XIV, 1864, p. 384-394. Questo lavoro tocca le attinie solo per incidenza. Vi si descrive cioè accessoriamente una larva che si presume d’attinia, e se ne dà una buona figura. (t. 37, f. 7.). 1864-70 BerrréMEUX, E., Faune du département de la Charente-Inférieure; avec deux suppléments, La- Rochelle, 1864-70, 1 vol. in 8.° Lista degli animali del luogo, con indicazioni della giacitura e dell'abito. (Io stesso non la vidi; la cito da Fischer 1875). (') A questo punto dovrebbesi intercalare una Communicazione dello stesso autore (Verrill. . - ): alla quale egli si riferisce in un suo lavoro posteriore (1865) e che sembra contenere qualche cenno d'attiniologia. Ma non credo che sia diffusa per le stampe. (*) Qui si dovrebbe aggiungere; Pagenstecher, A. Untersuchungen iiber niedere Seethiere aus Cette. In: Zeitschrift f. wiss. Zoologie XII, 1863, p. 265. Il lavoro a vero dire non appartiene al- l’attiniologia ; e lo cito solo perchè contiene un’ accidentale osservazione secondu cui nelle acque di Cette vi sono molte attiuie. ESE CT 1865 Acassiz, ALEXANDRE and EuizaBetH, Sea side studies of Natural History, Boston, 1865. — Id. 2° edit. 1871. Questo elegante volumetto, relatto in famiglia ma destinato ad un vasto pubblico, descrive in forma semi-popolare i radiati della Baja di Massachusetts; e quindi anche varie attinie. Le figure sono eleganti. Il contenuto ripete le nozioni sparse altrove (Agassiz 1859, 1862 ecc.). 1865 Acrorp, D. P., Aegeon Alfordi In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3%, XVI, 1865, p. 448-449. Breve lettera con cui informa essersi trovato un altro esemplare di Aegeon (Vedi Gosse 1865). 1865 CLark, James Henry, Mind in Nature or the origin of life, and the mode of developement of animals. New York. Appleton, 1865, 1 vol. in 8° gr. Il libro tratta in modo semi-scientifico i punti principali della biologia e contiene molte idee e molte osservazioni nuove. — Vi sono due disegni originali di attinie, dei quali uno è una sezione trasversale. 1865 Gosse, Pa, H., On Aegeon Alfordi a new British Sea-Anemone, In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, XVI, 1865, p. 41-44, t. 7. Descrizione zoologica pura e semplice di una nuova specie, Aegeon Alfordi; dettagli anatomici mancano affatto. 1865 KéLLIKER A., Die Bindesubstanz der Coelenteraten (1° Heft, 2°. Abth. der Icones Histiologicae, Leipzig, Eugelmann, 1864-65) 1865. L’ardito piano delle Icones non venne eseguito che in parte e s’arresta al connettivo dei ce- lenterati. Quivi passando in rivista i gruppi inferiori, idroidi, polipi ed alcionidi, si occupa di alcune attinie e specialmente di zoantini (pag. 113, seg. t. 12, e 17). 1865 M°’Inrosa; W. CarmicHaEL, On the nudibranchiate Mollusca of St. Andrew, Edwardsia and Aleyonium. In: Proceed. Roy. Soc. Edinb. V, 1866, p. 394. Il lavoro è diviso in tre parti; nella seconda di esse si descrivono i caratteri esterni e la strut- tura di un edwardsia. 1865 Packarp, A. S., On the recent invertebrate Fauna of Labrador In: Mem. Bost. Soc. Nat. Hist., I, 1866-69, p. 262. La memoria, quasi complemento al lavoro sui fenomeni glaciali del Labrador, contiene l'enu- merazione e (breve, insufficiente) descrizione di molti invertebrati. Fra di essi tre attinie già note. 1865 VerRrILL, A. E., Classification of Polrps, Extract condensed from a Synopsis of the Polypi of the North Pacific Exploring Expedition under Capt. Ringgold and Rodgers U. S. N. In: Proceed. of the Essex Institute U. S. for 1865. — Id. In: Americ. Journ. Sc. XL, 1865, p. 127-129. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, XVI, 1865, p. 191-197. Il lavoro, eseguito sul Report della collezione fatta da W. Stimpson, contiene: nella prima parte una classificazione generale dei Polipi; nella seconda una enumerazione delle più importanti specie raccolte. 1865-66 VerRILL, A. E., Corals and Polyps of the North Pacific Exploring Expe-. dition (under Commod. Ringgold from 1853 to 1856) with description of other Pacific-Ocean Species. — Im: Proceed. Essex Instit. IV, No. 9, p. 146-152, and ibid. No. 12, p. 181-196. Im parte ripetizione, in parte continuazione del precedente, questa memoria è l'elaborazione del materiale raccolto dal dott. W. Stimpson durante la spedizione. Nell'insieme è molto trascurata così che il lettore ne ritrae poco vantaggio. Le descrizioni delle attinie sono relegate alla spiegazione delle figure ; e queste lasciano molto a desiderare. cio Diede bl tratte +00. 1866 BennET, On a mode of fissiparons observed in Anthea cereus. In: Proceed. Nat. Hist. Soc. Dublin, IV, 1867, p. 208-212. Descrizione dettagliata del fenomeno di scissiparità; l’autore propende ad aserivergli una causa d'azione contrattile. 1866 DucHassaine DE FonTBRESSIN & MicneLoTTI, Supplément aux Coralliaires des Antilles. In: Memorie R. Accad. Scienze di Torino, XXIII, 1866, p. 97-206. È una estesa ed importante memoria che riassume e completa le precedenti pubblicazioni (Du- chassaing 1850, Duch. & Michelotti 1860) e che è corredata da un buon numaro di tavole, Vi sì trovano qua e là, massime al principio, aleuni cenni anatomici ed alcune osserva- zioni d’abitudini; ma in generale viene curata solo la descrizione delle specie. Consta di quattro parti; delle quali la seconda tratta delle attinie. La classificazione di queste pre- senta varie novità. Le figure sono spesso meno che mediocri. 1866 Mòs1us, Ueber den Bau, den Mechanismus und die Entwickelung der Nes- selkapseln. In: Abhandl. Nat. Ver. Hamburg, V, 1866. È una monografia completa delle nematocisti ; ed ha speciale importanza per le attinie, perchè su di esse appunto vennero fatte le principali ricerche. 1866 Norman, ALFRED MERLE, Report of the Committee appointed for the purpose of exploring the Coast of the Hebrides by means of the Dredge. Part. II, On Crust. Echin. Polyz. Actinozoa, ete. In: Report Brit. Assoc. XXXVI, Nottin- gham, 1866, p. 193-206. Si annoverano molte specie di animali appartenenti a varie classi; e fra essi tre attinie. Non vi è che il nome. 1866 Vin BeneDEN, PieRRE JEAN, Recherches sur la faune littorale de Belgique; Polypes. In: Mém. Acad. Sc. Bruxelles, XXXVI, 1867, p. 188-198. La voluminosa memoria prende in esame tutti i celenterati (sotto il nome di polipi) prima in una parte generale poi in una speciale, che tratta dei singoli gruppi. Nell'ultimo di essi, zoantari, si descrivono e in parte anche si figurano otto attinie delle coste belgiche, aggiungendo qua e là alcune note anatomiche e fisiologiche. Una di. queste tratta della scissiparità riconosciuta in A. dianthus. 1866 VerRrILL, A. E., Synopsis of the Polyps and Corals of the North Pacific Exploriug Expedition. In: Essex Institut. Communie. V, 1866, p. 17-50; VI, 1871, p. 51-140 La sinopsi risulta di tre parti: Actinaria, Madreporaria, ed Alcyonaria ed è l’elaborazione del materiale raccolto da Stimpson ece. ecc. (Vedi sopra Verrill 1865-66). 1866 VerRILL, A. E., On the Polypes and Corals of Panama. In: Proceed. Soc. Nat. Hist. Boston, X, 1866, p. 323-333. Nell’enumerazione di questi polipi e coralli si menziona anche un zoantino; forse quello di Leconte. 1866 VerrILL, A. E., On the Polyps and Echinoderms of New-England (Sagartia leucosolenia, S. modesta). In: Proc. Soc. Nat. Hist. Boston X, 1866, p. 333-357. Vi si annoverano anche otto attinie; e di esse alcune vengono considerate per nuove e debita- mente descritte; ma solo con scopo sistematico. 1867 Gray, Jonn Epwarp, Notes on Zoanthinae with Description of some new Genera. In: Proceed. zool. Soc. London, 1867, p. 233-240. Riunisce e prende in considerazione tutti gli zoantini dandone una classificazione generale. Sarebbe lavoro importante se l’autore avesse tenuto maggior ordine e fatte minori suddi- visioni generiche. A AI 1867 Norman, ArrreD MERLE, Preliminary Report on the Crust., Molluscoid., Echin,, und Coelenterata, procured by the Shetland Dredging Committee in 1867. In: Report Brit. Assoc. XXXVII, Dundee, 1867, p. 437-471. Come nella relazione precedente (Norman 1866) si enumerano animali di diverse classi. Le attinie sono quattro e non se ne dà che il nome. 1867 SempER, CARL, Ueber einige tropische Larvenformen. In: Zeitschrift fir wiss. Zoolog. XVII, 1867, p. 407-428. Più che per le due larve d’attinia (le quali a me paiono dubbie) questa memoria è importante perchè annuncia la presenza di Arachnactis e di Sphenopus alle Filippine; altresì interessa per le considerazioni sulla bilateralità dei celenterati. 1868 CoLLinawoon, CuraBERT, Note on existence of gigantic Sea-Anemones in the China-sea. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 4%, I, 1868, p. 31-33. Nelle anfrattuosità degli scogli l’autore trovò attinie azzurre del diametro di met. 0,50, le quali albergano nel corpo pesciolini lunghi ben met. 0,15. 1868 HeLLer, Cami, Die Zoophyten und Echinodermen des Adriatischen Meeres. In: Ber. k. zoolog. bot. Gesellsch. Wien, 1868. È una descrizione specigrafica accurata di tutte le forme adriatiche, preceduta da uno specchio di classificazione dei generi e seguita da una tavola di distribuzione verticale e geografica delle specie. Le attinie annoverate sono quasi una ventina, tutte note. L'opuscolo ha im- portanza anche per la sinonimia attiniologica del restante Mediterraneo. 1868 Kowarewsky, A., Untersuchungen iber die Entwickelung der Coelenteraten. Mm: Gottinger Nachrichten, 1868, p. 154-156. Si ha una serie di brevissime notizie indipendenti, relative a Pelagia, Eucope, Agalma, Cteno- phora (..sp...),Actinia(..sp...). — Dell'attinia si rivelano i primissimi stadi : planula e gastrula fino alla formazione di otto setti e del faringe. 1868 Laront, A., Note pour servir è la Fauna de la Gironde. In: Act. Soc. Linn., Bordeaux, XXVI, 1868, livrais. 5°. In questa nota si contiene l'enumerazione di alcune specie della località. (Da me non fu con- sultata ; la cito dal Fischer 1875). 1868 Norman, ALrreD MERLE, Shetland final dredging Report. "Part II, On the eru- stacea, tunicata, polyzoa, ete., actinozoa, ete. In: Rep. British Assoc. for Advane. of Science 1868, p. 232-345. La presente relazione, unita con altre relazioni simili di Jeffreys, M° Intosh e Waller per altri animali, riassume il lavoro di dragaggio eseguito nella località per varì anni (vedi Norman 1866, 1867). Qui nella sua parte l’autore 1° espone criterì generali sulla fauna delle isole: 2° mette in rilievo mediante prospetti la ricchezza e le peculiarità della stessa: 3° enu- mera le specie corredandole di brevi note. 1868 Panceri, PaoLo, Nuovo genere di polipi Actiniari (Cladactis). In: Rend. d. R. Accad. di Sc. f. e mat. Napoli, 1868, p. 30. Descrizione preventiva del nuovo animale; con poche notizie relative alle nematocisti (Vedi Panceri 1869). A 1868 VerriILL, A. E., Notes on Radiata. Review of Polyps and Corals of West-Coast- America. In: Transact. Connect. Acad. I, 1866-71, 2° part, 1868, p. 377-352 ('). È la lunga enumerazione di tutte le specie raccolte dalle varie spedizioni sulle coste del Pacifico, (') L'edizione originale di questo volume di Transactions venne in gran parte distrutta da un incendio (da pag. 1 a pag. 503, part. 23), e si dovette procedere ad una ristampa. In questa l’au- tore introdusse alcune leggiere modificazioni, che per le attinie sì risolvono nel cambiamento del nome Gemmaria in Epizoanthus. i tm e visi nota la cura delle descrizioni e delle sinonimie. Malgrado ciò la mancanza di figure lascia sempre perplessi. Nessun cenno di struttura (salvo poche parole per gli zoantini). 1869 Cosra, AcHinLe, Di un nuovo genere di Siponculidei. In: Annuar. d. Museo zoologico dell’univ. di. Napoli, anno V, art. 7, p. 56. La descrizione benchè non molto esatta fa riconoscere che l’animale in questione è un Ed- wardsia (t. 3, f. 2). 1869 GuerIN-MENEVILLE, F. E. Les vers et les Zoophytes décrits et figurés d'apròs la classif. de G. Cuvier, Paris, 1869, in 8°, 37 pl. col. È un piccolo atlante che press a poco riproduce le figure dell’atlante del Cuvier-Milne Edwards. La tavola undecima degli zoofiti comprende le attinie; delle figure due sono tolte du Riippel, una da Ellis, e la quarta è disegno originale del sig. Laurillard ('). 1869 Panceri, PaoLo, Intorno a due nuovi polipi. In: Atti R. Accad. di Napoli, IV, No. 11, 1869. Descrizione d’una Cladactis e d'una Edwardsia; con aggiunte alcune osservazioni relative alle abitudini ed alle nematocisti. 1869 Scawarse, Gusrav, Kleinere Mittheilungen zur Histiologie wirbelloser Thiere, In: Archiv f. mikr. Anat. V, 1869, p. 248. Queste comunicazioni interessano l'attiniologo per la descrizione delle fibre muscolari in Ane- monia sulcata e in Actinia equina. 1869 Sroriczta, FERD., On the Anatomy of Sagartia Schilleriana . ..... In: Jour. Asiat. Soc. Bengal. XXXVIII, 1868-69. Contiene la descrizione di una nuova specie. con la dettagliata esposizione della di lei struttura anatomica. La memoria è importante. 1869 VerriLL, A. E., Description of a Jellyfish and two Actinians. In: Amer. Journ. Se. XLVIII, 1869, p. 116-117. — Id. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 4°, IV, 1869, p. 160-163. Le due attinie sono edwardsie. Descrizione sistematica e null’altro. 1870 MerscANIKOFF, ELras, Beitriàge zur Entwickelungsgeschichte einiger niederen Thiere, 1870. In: Bullet. Acad. impér, St. Pétersbourg, XV, 1871, p. 502-503. Descrive tra altri animalucci anche due Kalliphobe e le reputa larve di Edwardsia o di Xan- thiopus. (*) 1870 VERRILL, A. E., On the geographical distribution of the Polyps of the West-Coast of America. In: Transactions Connecticut Acad. I, 1866-71, p. 558-567. Quasi complemento della Review (Verrill 1868) enumera tutte le specie in base alla Loro distri- buzione geografica. Le provincie faunistiche adottate sono le stesse che l’autore già prima stabilì per gli echinodermi. La comparazione fra Atlantico e Pacifico si rimanda a futuro lavoro. 1871 ScansIDER, und RòrTEREN, Ueber den Bau der Actinien und Korallen. In: Sitzungsberichte der oberhessischen Gesellschaft 1871. — Id. id. Apart. — Id. (') Veggasi più sopra Guérin-Méneville 1829, e Cuvier & Milne Edwards 1849. (*) Qui deve trovar menzione; SARs MicHAEL, Bidrag till kundskab om Christianiafjordens Fauna, IT, Crustacea ete. In: Nyt Magazin for Naturvid. Christiania, 1870. — È un lavoro di car- cinologia; ed interessa l’attiniologo solo perchè contieue la descrizione di un piccolo crostaceo pa- rassita delle attinie. x ali id. On the Structure of the Actiniac and Corals (transl. from the Germ.). In: Aun. Mag. Nat. Hist. 4%, VII, 1871, p. 437. Memoria molto importante sebbene contenga alcuni apprezzamenti erronei. Per l'anatomia inte- ressa la disposizione dei setti che è studiata nelle attinie e negli alcionari; i setti nelle attinie sono appaiati e appartengono a tre ordini; ogni setto porta fasci muscolari. Per l’istiologia è notevole la struttura dei cromofori [acroragi] interpretati come organi visivi. 1872 ALcman, GrorcE JAMES, On the structure of Edwardsia. In: Quartely Journal Microscop. Sc. XII, 1872, p. 894-395. — Id. In: Report. of British Assoc. XLII, 1872, p. 132-133. Succinto cenno dell'anatomia di edwardsia. Si rileva giustamente il carattere di octoseptazione. ma erroneamente tutto il resto. Figure mancano. 1872 Dana, JAMES, Corals and Coral Island. New-York 1872. Distingue i fabbricatori di corallo in: polipi, idroidi, briozoi ed alghe; fra i polipi annovera quali non-coral-making le attinie e le descrive nella forma, nelle abitudini e nella strut- tura. Per l’attiniologo v'è nulla di nuovo, all'infuori del bel modo d'esposizione. 1872 KxLE, RoBerT, On a problably new species of Actinia. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 4°, IX, 1872, p. 304-305. Descrizione specigrafica semplice d'una specie che forse è una Tealia. 1872 Lacaze-DurBIERS, H., Développement des Coralliaires; Actiniaires sans Poly- pier. In: Arch. Zool. expérim et génér, I, 1872. È un esteso (un po prolisso) lavoro che si completa con l’altro degli attiniari a polipaio. Il fondo è dato tutto da ricerche originali fatte su Actinia, Bunodes e Sagartia. Trascu- rando apposta i primi stadîì, nonchè l'istiologia, si occupa in special modo dell'apparizione dei setti e dei tentacoli. Nel complesso ha grandissima importanza. 1873 Acassiz, A., Sur le développement des tentacules des Arachnactis et des Ed- wardsies. In: Arch. Zool. expér. et génér. II, 1873. Breve lettera in cui annuncia che l’Aracnactis si sviluppa in Edwardsia mediante formazione di otto setti e di molti tentacoli: e che questi procedono tutti da un sol puuto della peri- feria. — Il Lacaze Duthiers, a cui la lettera è indirizzata, aggiunge alcune osservazioni di ordine generale ed ammette il fatto. f 1873 GruBE, A. Ep., Mittheilungen iber Saint-Malo und Roscoff, und die dortige Meeres (besonders die Anneliden) Fauna. Più che altro è un diario del soggiorno fatto in quelle località ed una enumerazione semplice delle specie trovate qua e là. Ha interesse solo per la distribuzione geografica. 1873 Moseley, On Actiniochrome, a colouring matter of Actinias. In: Journal Mi- croscop. Sc. new series XIII, 1873, p. 133-144. Succinta nota in cui riferisce le osservazioni spettroscopiche fatte specialmente sulle sostanze coloranti di A. mesembryanthemum e Bun. crassicornis. Nell'ultimo esiste una materia ‘spe- ciale « actinochrome » con linee di assorbimento quasi simili a quelle della emoglobina. 1873 VerRILL, A. R., Brief contributions to zoology, dredging on coast of New England (Cereanthus horealis). In: Americ. Journ. Sc. V, 1873, p. 5. Si menzionano tre specie di attinie; delle quali due già note; la terza (Cerianto) è nuova e si descrive. 1873 VerrILL, A. E., Exploration of Casco Bay by the U. S. Fish Commission in 1873. In: Proceed. Americ. Assoc. XXII, part. 2°, 1873, p. 340-395. Il lavoro ha molto interesse dal lato della distribuzione geografica. Tutte le classi animali vi sono prese in considerazione. E il materiale si divide secondo la giacitura (in fauna di perg E - IRNERIO: e ratti lidi plan e età ac iaà i i p Pero SN acque alte e fondo melmoso, fauna di costa e fondo duro ecc.). Infine si descrivono le specie più interessanti; alcune delle quali sono pure figurate. 1874 Duncan, MarmIN, On the nervous system of Actinia. In: Proc. roy. Soc. XXII, 1874, No. 148, p. 44. — Id. In: Montly Microscop. Journ. XII, 1874, p. 65- 79, pl. 69. — Id. Sur le system»nerveux des Actinies. In: Archives de Zoolog. expérim. III, p. XXIII, 1874. L'autore conferma in generale i fatti esposti da Schneider & Rétteken ed aggiunge alcuni det- tagli maggiori. Egli sembra ammettere un plesso nervoso alla base di ogni cromatoforo [acrorage], nonchè un grande plesso alla base sotto l’endotelio [entoderma]. 1874 FiscHer Pau, Sur les Actinies des còtes ocganiques de France. In: Comptes rendus de l’Acad. de France LXXIX, 1874, No. 21, p. 1207-1210. — Id. On the Actiniae of the Oceanic Coast of France. In: Ann. Mag. Nat. Hist. =, XV, 1875, p. 373-376. In pochissime pagine si compendia gran copia di fatti riguardanti la distribuzione, il numero dei tentacoli, la scissiparità. Dippiù vi si enumerano le specie della località. Per la descri- zione di queste veggasi Fischer (1875, 2°). 1874 Swira, S. F., and HaRGER, 0., Report on the dredgings in the region of St. George's Bank in 1872. In: Transact. Connect. Acad. III, 1874. È un complemento all'articolo di Verrill (1873): oltre l’enumerazione delle specie contiene alcune note relative alle più importanti. 1875 DeLruss, G., Sur des empreints attribuées è une Actinie dans les schistes cambriens de Moitiers d’Allonne. In: Mém. Soc. Nationale des Sc. nat. de Cher- bourg, XIX, 1875, p. 224, t. 3. Si descrivono certi petrefatti mammillonari che somigliano ad attinie chiuse; e che per tali anche s'interpretano rendendoli noti col nome di Palaeactis vetula. 1875 FiscHer, PauL, Anthozoaires du département de la Gironde et des còtes du Sud-ouest de la France. In: Actes Soc. Linn. Bordeaux, XXX, 1875. È un catalogo semplice delle specie rinvenute (attinie, madrepore e alcionari); con le indica- zioni delle località. Contiene anche un breve riassunto di distribuzione geografica e bati.. metrica. Del resto non ha importanza, se già sì conosca il lavoro precedente. 1875 FiscHER, PauL, Sur les Actinies des còtes océaniques de France. In: Nouv. Arch. Mus. X, 1875, p. 193-244. Vi sì contiene la descrizione oggettiva e sinonimica di 31 specie con cenni relativi alle abitu- dini ed alla struttura delle medesime. Il tutto è preceduto da una breve rivista storica locale; nonchè da una tavola sinottica di classificazione; ed è seguito da alcune conside- razioni generali sulla distribuzione geografica e batimetrica. 1875 HarcxeL, Ernest, Arabische Korallen. Ein Band von 45 Seiten in fol. mit Holzschn. und Farbentafeln. Berlin, 1875. Splendido volume in cui l’eleganza dei tipi si appaia alla bellezza dello stile, L'autore e vendo una gita nel Mar Rosso prende in ispeciale considerazione i polipi, e menziona alcune attinie; di esse una è specie nuova, un’altra riceve solo nome nuovo, le altre son note. Di struttura nulla. 1875 Lupwie, H., Ueber das Réotteken’sche Auge der Actinien. In: Nachrichten der Gesellschaft der Wissenschaften zu Gottingen N. 18, 1875. Si combatte serenamente e con gravi argomenti la recente opinione di schneider & Rotteken (1871). Le borse marginali ben lungi dall'essere occhi sono semplici organi orticanti, ten- tacoli rudimentari o non sviluppati. Sg a 1875 Luerken, CaR., Lists of the Fishes, Tunicata, ete. ete., known from Greenland; compiled for the use of the British North Polar Expedition 1875. Il n. 20 di queste liste è «A revised catalogue of the Anthozoa and Calycozoa of Greenland; » e al capoverso Polyactinia enumera otto specie di attinie. 1875 MarsHALL, WixLiam, Untersuchungen uber Hexactinelliden. In: Zeitschr. f. wiss. Zoologie XXV, Suppl. 1875, p. 142-244. Nella descrizione dei suoi Hyalonemata parla d’una nuova specie di Palythoa, che sarebbe pro- pria d'un altro determinato Hyalonema. 1875 Marrens, Ep. v., Uber Palythoa. In: Sitzungsberichte Gesellsch. Naturforsch. Freunde, Berlin, 1875, p. 21. Descrizione di una nuova specie. 1875 Scar, Oscar, Zur Orientirung ber die Entwickelung der Spongien. In: Zeitschr. f. wiss. Zoologie XXV, 1875, p. 127-142. In una nota a pag. 138 dice che sopra l’Euspongia nitens vive talora annidata nel parenchima una piccola attinia. 1875 WicLemors-Sunm, R. v., Von der Challenger-Expedition; Briefe an Prof. Sie- bold, INI. In: Zeitschr. f. wiss. Zoolog. XXV, 1875, p. XXV-XLIV. A pag. XXXI parla di una Palythoa che vive su conchiglie abitate da paguri. 1876 Kipper, J. H., Contributions to the natural history of Kerguelen-island. An- thozoa. In: Bulletin United States National-Museum, 1876. Il contenuto attiniologico si risolve in una nota, la quale dice che a Kerguelen le attinie sono frequenti; ma che l’autore non fu in grado di conservare il materiale raccolto, così da poterlo ora descrivere. 1876 WicLemors-Sunm, R. v., Von der Challenger-Expedition; Briefe an Siebold, V. In: Zeitschr. f. wiss. Zoolog. XXVI, 1876, p. LIX-LXXV. A pag. LXXV dice che alle Filippine convivono insieme attinie ed euplectelle. 1877 AnprEs, AncELo, On a new species of Zoanthina Malacodermata. In: Quar- terly Journ. of Microsc. Sciences, XVII, 1877. Descrizione minuta specigrafica, anatomica ed istiologica di una specie, con saggio di classifi- cazione generale degli zoantini. Le ricerche furono fatte su materiale alcoolico. 1877 Heiprk, A. v., Sagartia troglodytes Gosse, ein Beitrag zur Anatomie der Actinien. In: Sitzungsberichte d. k. Acad. Wien, Math. nat. Cl. LXXV, 1877. È uno dei più notevoli contributi all’attiniologia ed illustra completamente la nominata specie. Vi è un breve cenno storico; un'accurata descrizione specigrafica; ed una ricca esposizione di reperti anatomici ed istiologici 1877 KLunzincER, C, B., Die Korallthiere des Rothen Meeres. Erster Theil. Alcyo- narien und Malacodermen, Berlin, 1877. Lavoro di gran lena e d'indole puramente specigrafica che rimette in luce e completa la me- moria dell’Ehrenberg (1832-34). Contiene molte figure originali e riproduce alcuni dei disegvi inediti di quell’autore. Le descrizioni sono fatte sempre sul vero e sul vivo. La classificazione presenta qualche novità. 1877 Koren, J., og DANIELSSEN, O., Beskrivelse over nogle nye norske Coelente- rater. Fauna littoralis Norvegiae III, 1877, p. 77-80. Fra i varii articoli contenuti in questo terzo fascicolo uno si riferisce ad attinie; e ci dà In descrizione chiara e dettagliata di tre specie nuove, nonchè la rettificazione in C. Lloydii del Cerianthus borealis. — Le figure (t--9) sono molto belle. — La parte anatomica vi si desidera invano. AI 40 1877 KorotNErF, A., Organes des sens des Actinies. In: Arch. de zool. exp. et gen. V, 1877. Anche questo è un lavoro suggerito dalla nota di Schneider & Rétteken; della quale colla cri- tica e con le ricerche distrugge i reperti. La conclusione generale è che le borse margi- nali sono organi di.senso sui generis, precipuamente tattili, ma non abbastanza differen- ziati. Le fisure sono buone ma forse un poco schematiche. 1877 MarENZELLER, EMIL E., v., Die Coelenteraten, Echinodermen und Wirmer der k. k. Oesterreichischen Nordpolexpedition. In: Denksehriften der mathem. naturw. Classe der kaîs. Akad. d. Wissensch. in Wien, XXXV, 1877. Vi è un prospetto tabulare delle specie e delle loro distribuzioni corredato d’osservazioni gene- rali. A questo succede la enumerazione e talora descrizione del materiale raccolto. L'atti- niologo vi trova tre specie. 1877 MoseLEy, H. N., On new forms of Actiniaria dredged in the Deep-Sea. In: Trans. Linn. Soc. 2°, I, 1877. Descrizione specigrafica semplice ed esatta di varie nuove miniadine, attinine e ceriantini. Di tectologico sonvi alcuni cenni sulle nematocisti. 1877 MoseLey, H. N., On the colouring matters of various Animals and especially of Deep-sea forms dredged by H. M.S. Challenger. In: Quart. Journ. Micr. Soc. New. ser., XVII, 1877, p. 1-23. Si riferiscono varie osservazioni relative alle sostanze coloranti di alcuni animali (spugne, alcio- nari, zoantari, echinodermi, vermi, crostacei, molluschi). Delle attinie egli esaminò un'An- thea ed un'Adamsia e ne riproduce gli spettri tolti da esame dei tessuti freschi (t. 1, 2). Uno dei colori l'autore lo chiama polyperythrin. 1878 Ktuinc, Oscar, Muskelepithelien bei Anthozoen. Vorlàufige Mitth. In: Morph. Jahrb. IV, 1878. Breve nota colla quale l’autore riferisce di avere scoperto nell’A. equina che anche l'entoderma possiede delle cellule neuro-muscolari; cioè che le fibre dello strato muscolare derivano dall’entoderma. Vengono riferiti i metodi tecnici usati. 1878 KocH, GorrrRIED v., Mittheilungen iber Coelenteraten. Gephyra Dohrnii. n: Morph. Jahrb. IV, 1878, p. 74-87, mit 1 Taf. L'autore si propone di mettere in chiaro i rapporti fra gli antipati ed i restanti antozoi; descrive quindi l’Antip. larix e la Geph. Dohrnii (nuova specie) ponendo in evidenza rispet- tivamente l'asse della colonia per l'uno e la membrana basale per l’altra; e conclude ester- nando l'avviso che l’asse degli Antipati si formi press'a poco come la membrana delle attinie. 1878 KruxenBeRG, C. Fr. W., Ueber die Enzymbildung in den Geweben und Ge- fassen der Evertebraten. In: Untersuch. Physiol. Institut. Univers. Heidelberg, II, 1878, p. 338. Per quanto riguarda le attinie l’autore osserva che, come presso molti celenterati, vi manca ogni secrezione di enzimi e la digestione della preda si compie per azione di quelli in essa stessa contenuti, ma che tuttavia (nellAnthea viridis [Anemonia sulcata]) si trovano enzimi nell'interno dei tessuti; e per vero enzimi diversi a seconda degli organi; così quelli dei setti e dei tentacoli agiscono sulla fibrina cruda diversamente di quelli delle ghiandole sessuali. 1878 KruxenBeB6, C. Fr. W., Nachtrag zu den Untersuchungen iber die Ernih- rungsvorginge bei Coelenteraten und Echinodermen. In: Untersuch. Physiol. Institut. Univers. Heidelberg, II, 1878, p. 366. Si accenna alle esperienze di precedenti autori sulle attinie. Indi si constata che nella cavità digerente di queste [Act. equina] non viene secreto alenn enzima (giacchè la fibrina vi Ì — 50 — può restare fino a.tre giorni e vewir rimessa inalterata) e che le carte di cureuma e di tornasole vi restano inalterate; ma che nell'interno stesso delle pareti del corpo ha luogo di certo una digestione di fibrina (provata mediante fili di fibrina fattivi passare attra- verso) e vi si trovano enzimi. 1878 Ric®et, Recherches sur le suc gastrique, Paris, 1878. A pag. 85 riferisce esperimenti d'alimentazione sopra attinie (Io non lo consultai e lo cito solo da Krukenberg 1880). 1878 Stupek, THoMmAs, Anthozoa polyactinia, welche wàhrend der Reise S. M. Corvette Gazelle um die Erde gesammelt wurden. In: Monatsberichte der Akademie der Wissensch. in Berlin, 1878, p. 524-550, mit 5 Taf. L'autore descrive solo specigraficamente i polipi raccolti; senza alcun cenno relativo alla strut- tura ad alle abitudini. Le attinie sono tredici e sono bene disegnate. La classificazione è un poco disordinata. 1878 HaackE, W., Zur Blastologie der Korallen. In: Jen. Zeitschr. XIII, 1879. Memoria (nel senso e nella forma di Haeckel) nella quale si dimostra che i coralli sono bila- tero-simmetrici; e che tanto questa bilatero-simmetria, quanto la regola di sviluppo dei setti, e l’esistenza d'un tipo esamero si spiegano filogeneticamente coll’origine coloniale. Per quanto riguarda le attinie l’autore non sembra avere cognizioni dirette. 1879 Haacge, W., Ueber das System und den Stammbaum der Corallenclasse. In: Zool. Anzeiger, 1879. : Breve nota in continuazione della precedente; in essa si espone l'albero genetico dei coralli. I cerianti vi sono distinti dalle attinie. 1879 Hrmper, A. v., Cerianthus membranaceus Haime. Ein Beitrag zur Anatomie der Actinien. In: Sitzungsberichte d. k. Akad. Wien, Math-nat. Cl. LXXIX, 1879. La memoria contiene: rivista sinonimica, caratteri esterni dell'animale e sue abitudini, ana- tomia, istiologia, sviluppo. — I risultati principali sono; 1° che esiste una rete di pro- lungamenti ‘delle cellule ectodermiche (rete interbasale), nella quale decorre un complesso di fibre parallele che inviano rami perpendicolari al mesoderma ed alle cellule epatiche, e che sono di natura nervosa; 2° che forse le nematocisti hanno assunta funzione sensoria ed anzi talora si sono appunto tramutate in organi di senso; 3° che un centro nervoso non esiste e che d'altra parte non è necessario esista; 4° che le fibre nervose sono di due sorta: trasversali-mesodermiche ed epiteliali (rete interbasale); 5° che nel mesoderma vi è un sistema di canali e vi sono delle cellule migranti; 6° che l'ectoderma scende a tapezzare il margine libero dei setti, benchè i setti stessi sieno fiancheggiati solo da entoderma. La memoria è corredata da ottime figure; ed è indispensabile a chiunque studia l'argomento. 1879 HertwIG, Oscar, Ueber das Nervensystem der Actinien. In: Sitzungsberichte d. Jen. Gesellsch. f. Med. u. Naturw. 1879 (Jen. Zeitschrift, XIII). Comu.icazione preventiva dei precipui risultati risguardanti il sistema nervoso esposti più tardi (vedi Hertwig 1880). 1879 Hertwic, Ricnarp, Ueber die Geschlechtsorgane der Actinien. In: Sitzungs- berichte der Jen. Gesellsch. f. Med. u. Naturw. 1879 (Jen. Zeitschr., XIII). Nota simile alla precedente (vedi Hertwig 1880). 1879 JourDAN, ETIENNE, Sur les Zonthaires malacodermés des còtes de Marseille. In: Compt. Rend. Acad. Sc. Paris, LXXXIX, 1879, p. 452. Breve nota che riassume i risultati delle ricerche pubblicate più tardi (vedi Jourdan 1880). 1879 VerriLL A. E., Notice of recent additions to the marine invertebrata of the Northeastern Coast of America, with descriptions of new genera and species, oil and critical remarks ou others. Part. I. Annellida, Authozoa ete. Im: Proceed. Unit. Stat. National Museum, Washington, vol. 2, 1879-80. Lunga enumerazione di specie vecchie e nuove, accompagnata da descrizioni ora dettagliate ora incomplete. Il valore è specigrafico soltanto e sovente manca esso pure in causa dell’asso- luta assenza di figure. 3 1879 VERRILL, A. E., Notice of recent Additions to the Marine Fauna of the Eastern Coast of North America. In: Amer. Journ, of Science and Arts, ser. 3%, vol. 17, 1879. Si descrivono alcuni briozoi, echinodermi ed anthozoi; e fra quest’ ultimi due attinie. Sono le solite descrizioni specigrafiche dell'autore, senza figure e senza dettagli anatomici. 1880 AnprEs, ANGELO, Intorno all’Edwardsia Claparèdii (Halcampa Claparèdii Pane.). In: Atti R. Accad. Lincei in Roma, 3°, V, con tav. — Id. In: Mittheil. Zool. Stat. Neapel II, p. 123, t. 8. Nella presente memoria si trattano soltanto la parte zoologica e la parte anatomica ('). Si descrivono tre varietà dell'animale, si cerca di precisare il carattere delle edwardsie come esclusivamente octoradiato; si dimostra la disposizione simmetrica ma non congruente dei setti, il rapporto dei tentacoli colle loggie; e si conclude opinando che le edwardsie sieno intermedie fra alcionari ed actiniari e forse parenti coi coralli rugosi. 1880 Anpres, AnGELO, Prodromus neapolitanaè actiniarum faunae, addito generalis actiniarum bibliographiae catalogo. In: Mittheil. Zool. Stat. Neapel Il 1880, p. 305-371. — Id. (estratto). In; Arch. Zool. Expérim. IX, 1881, Notes. Semplice enumerazione delle specie raccolte, accompagnata da ricca sinonimia, da brevi dia- gnosi e da indicazioni topografiche di giacitura. — Il catalogo è una lista quasi com- pleta della letteratura (?). 1880 Herrw:, 0., und HertwI6, R., Die Actinien anatomisch und histologisch mit besonderer Beriicksichtigung des Nervenmuskelsystems untersucht. (Studien zur -Blattertheorie). In: Jen. Zeitschr. f. Med. u. Naturw. XIV, 1880. — Id. id. Apart. Gustav Fischer, Jena, 1879. Questo lavoro è senza dubbio il più importante finora pubblicato intorno alla morfologia delle attinie; appoggiato com'è alla perfetta conoscenza dei metodi tecnici odierni ed all'accu- rata indagine bibliografica. A volerlo riassumere, sia pure brevemente, si oltrepassano i limiti imposti al presente catalogo e non si dà un'idea del contenuto; basti quindi il dire che comprende un esame completo di tutti gli organi e di tutti i tessuti, e che è ricco di numerosi ed interessanti reperti. Principale fra questi è la scoperta di un vero e proprio sistema nervoso con fibrille e gangli. E non secondarì sono: la determinazione della natura vegetale-parassitica dei corpuscoli gialli; la dimostrazione dell’origine entodermale dei prodotti sessuali; il significato della disposizione anatomica dei setti; ecc. Di non minore valore poi sono le considerazioni, colle quali questi reperti si mettono in relazione con la sistematica dei celenterati e poi con la teoria dei fogli blastodermici e con l’isto- genesi. — Se si può fare una critica, questa è che il numero delle specie studiate è forse esiguo rispetto al valore generale dato ai risultati. 1880 Jourpan, ETIENNE, Recherches zoologiques et histologique sur les Zoanthaires du Golfe de Marseille. In: Ann. d. Se. nat. 6*,X, 1880, p. 1. — Id. (estratto) (') La parte istiologica e la embriologica non vennero più pubblicate. (?) Nella sinonimia incorsero varì errori in causa di una inavvertita trasposizione di molti dei bigliettini volanti, sui quali stavano le citazioni. Po SH In: Revue Scientifique, 2%, X, 1880, p. 381. — Id. (estratto) In: Journ. roy. Micr. Soc. 2*, III, 1881; p. 55. Ad una breve (e per necessità incompleta) rivista storica segue un'importante cenno zooto- pografico. Indi nella prima parte si hanno considerazioni generali sulla classificazione degli zoantari, classificazione adottata e descrizione delle specie. — Nella seconda si svi- luppano le osservazioni anatomo-istiologiche , trattandole specie per specie, e facendole precedere dall'esposizione dei metodi tecnici impiegati. — Nella terza si tratta dell’em- briogenia. Il libro si chiude con il riassunto e l'indice bibliografico. — Le tavole sono numerose; parte in cromolitografia per corredare la descrizione sistematica; il maggior numero contiene dettagli istiologici. I risultati principali sono: Per la parte zoologica: il’ cerzioramento di specie dubbie (P. striata, Ph. elongata), e la descrizione di specie nuove (S. Penoti, I. Mazelii, P. Marioni). Dal lato istiologico: l'ammissione di speciali cellule sensitive, l'origine connettiva degli elementi generatori, la non esistenza di un sistema nervoso centrale e la presenza di uno strato granulare che lo sostituisce. Embriogeneticamente: l'origine del mesoderma da una diffe- reuzazione basilare dell’ectoderma non da uno strato cellulare distinto. Lavoro importante sotto ogni rapporto , ma che in parte risente la fretta di pubblicarlo; Delle fisure alcune mi sembrano superflue, altre erroneamente interpretate; tutte sono però esatte riproduzioni dal vero. 1880 Koca, GortFRIED von, Notizen iber Korallen. In: Morph. Jahrb. VI, p. 355, t. 16. Le notizie riguardano: 1° il Cerianthus, 2° i setti dei madreporari, 3° lo Zoanthns. — Per il primo si descrivono certe fessure sulla linea mediana dei tentacoli finora sfuggite agli osservatori; nonchè .si crede poter sostenere che l’origine dei nuovi setti procede da un sol punto. Per lo Zoanthus si espone dettagliata e precisa la disposizione dei setti e la gia- citura dei muscoli settali. 1880 KruxeNBERG, C. FR. W., Ueber den Verdanungsmodus der Actinien. In: Vergl. Physiol. Studien etc. 1° Ser. 1° Abth., Heidelberg, 1880 (‘). L'autore fa un cenno della digestione in generale. Indi si riferisce agli studì precedenti di Lewes e di Couch sulle attinie, nonchè agli esperimenti proprî, per i quali si riconosce neces- sario il contatto diretto del bolo coi filamenti, e conclude che le sostanze albuminoidi vengono assorbite direttamente da alcune cellule dei filamenti, che nell'intero di queste vengono trasformate da uno speciale enzima, che dopo la trasformazione sono eserete di nuovo per venire poi assorbite definitivamente dalle altre cellule endodermiche. (') Oltre a questa interessano l’attiniologo anche le seguenti: 1880 KRUKENRERG, C. FR. W., Zur Kenntniss des Himocyanins und seiner Verbreitung im Thier- reiche. In; Centralblatt fir med. Wissensch. 1880, Le attinie non contengono Emocianina. 1880 KRUKENBERG, C. FR. W., Toxicologische Untersuchungen als experimentelle Grundlage fur eine Nerven- und Muskelphysiologie der Evertebraten. In: Vergleich. Physiol. Studien, 1° Ser. 1° Abth.,, Heidelberg 1880. Delle attinie vennero sperimentate precipuamente la Sagartia troglodytes [Heliactis bellis]. I tossici usati furono curare, veratrina, caffeina e chinina. 1880 KRUKENBPRG, €. FR. W., Ueber Unterschiede der .chemischen Bestandtheile von organenàhnlicher Function bei Vertretern verschiedener Thierclassen. Iu: Vergl. Physiol. Studien, le Ser. 2e Abth., Heidelberg, 1880. Studia la temperatura di coagulo degli albuminoidi muscolari nella Sag. troglodytes [H. bellis] e Anth. cereus [A. sulcata]. Nega la presenza di guanina nei craspedi (voluta da Carus 1853). 1880 Mòsrus K., RicareR F., von MarteNs E, Beitrige zur Meeresfauna der Insel Mauritius und der Seychellen, Berlin, 1880. Id. (breve relazione). In: Nature XXIII, p. 515. Questo bel volume comprende la relazione del viaggio, Mobius; lo studio dei foraminiferi, Mòbius; dei decapodi, Richters; e dei molluschi, v. Martens. — Nella prima parte si accenna alle attinie solo in quanto si dice che ne vennero raccolte molte. Nella terza si trova disegnato un bel caso di commensalismo fra un’ attinia ad un decapodo, nel quale (come spiega Mòbius in una nota) l'attinia è portata nelle chele come se fosse un mazzo da fiori. 1880 Storm, V., Bidrag til Kunskab on Tronthjemsfjordens Fauna, III. In: Kgl. Norske Vidensk. Selsk. Skrift. 1880, f. 73-96. Semplice enumerazione degli animali trovati a Tronthjem, con brevi cenni di descrizione. Vi si menzionano due attinie di Daniellssen & Koreu. 1880 Anpres, AngELO, Intorno alla scissiparità delle Attinie. In: Mittheil. Zool. Stat. Neapel, III, p. 123, t. 8. Anzitutto sì descrive la specie sulla quale precipuamente vennero fatte le osservazioni. Indi, dopo una estesa rivista bibliografica, si espongono le numerose esperienze in proposito; e da esse si conclude che tutte le attinie possono essere scissipare, che il fenomeno è peculiare solo nell'atto di separazione, non in quello di svolgimento, e che ha luogo specialmente negl'indi- vidui giovani e nei deboli. 1880 Herrwic, R., Die Tiefseeactinien des Challenger. In: Sitzungsherichte der Jen. Gesellsch. fir Med. v. Naturwiss. fir das Jahr 1881, p. 10. (Jen. Zeitschr. XV). Breve resoconto. Le specie sono 40-50, quasi tutte mal conservate. L'autore fece attenzione in special modo alla musculatura ed alla disposizione dei setti. Per la prima trovò press’a poco il decorso usuale; per la seconda invece verificò che non sempre i cicli susseguono nella nota progressione, ma che talora vi sono dei salti (Polystomidium), talora dei numeri diversi (Sicyonis, Polyopis). Fra le specie di profondità sembrano inoltre essere frequenti le forme prive di tentacoli e con pori in loro vece. 1881 Hexrwic, R., Bau der Ovarien bei den Actinien. In: Sitgungsher. d. Jen. Gesellsch f. Med. u naturw. 1881, p. 18, Jen. Zeitschr. XV). Succinta notizia, con la quale sì descrivono sommariamente i reperti fatti sul Corallimorphus rigidus e sull'Halcampa clavus rispetto alla struttura degli ovarii. 1880 KrUKENBEBG, C. Fr. W., Ueber Reservestoffe. In: Vergl. Physiol. Studien 12 Ser. 22 Abth.. Heidelberg, 1880. Gli estratti alcoolici di Sag. troglodytes [H. bellis] ‘ed Anth. cereus [A. sulcata] son ricchi in grasso. 1880 KRUKENBERG, B. FR. W., Ueber thierische Farbstoffe und deren physiologische Bedeutung. In: Vergl. Physiol. Studien, le Ser., 2e Abth. 1880. (In una nota opina che il color rosso ed il verde possano nelle attinie concomitare con azione rispettivamente o peptica o triptica). 1880 KRUKRNBERG, C. FR. W, Ueber die Vertheilung des Wassers der organischen und anorganischen Verbindungen im Kérper wirbelloser Thiere. In; Vergl. Physiol. Studien, le Ser., 2 Abth. 1880. Venne studiato il rapporto fra acqua, sostanze solide e ceneri contenute nei tessuti di Anth. cereus [A. sulcata], Act. mesembr. [A. equina], Sag. troglod. [H. bellis], Cer. membr. PeSen 4, e 1881 KruxenBERG, C. FR. W., Das Antheagrim. In: Vergleichend.- physiol. Studien, 1° Ser. 5° Abtheil., 1881, p. 38, t. 1. L'autore estrasse dall'Anemomia sulcata [?] una sostanza colorante verde, che allo spettro pre- senta speciali strie d'assorbimento, contiene molto grasso e manca del potere di scomporre l'acido carbonico (benchè riduca altre combinazioni, come p. es.. l’Ossiemoglobina). 1881 LesLir George, et HeRDMAN W. A. The invertebrated Fauna of the Firth of Forth. Edinburg, 1881. (Il contenuto del presente libro trovasi anche in una serie di memorie pubblicate nei Proceed. roy phys. soc. Edimb. 80-81). Una breve introduzione descrive la baja scozzese, e cita alcuni lavori talassografici e faunistici eseguitivi. Il resto enumera tutte le specie d’invertebrati riscontratevi. Fra gli zoantini vi ricorrono 7 attinie. 1881 RipLey, Stuart, 0., Account of the Coelenterata collected during the survey of H. M. S. Alert in the Straits of Magellan and on the Coast of Patagonia. In: Proceed. Zooleg. Soc. London, 1881, p. 101. Questa del Ridley è la decima di una serie di relazioni eseguite da varii autori sul materiale raccolto dalla nave « Alert ». È un catalogo di specie, con indicazione delle località e giacitura, e con descrizione di quelle reputate nuove. Di attiniologico vi si trovano due Paractis: una nuova, l’altra incerta. 1881 Rey, Stuart, 0., Polyzoa, Coelenterata and Sponges of Franz-Joseph Land. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 5%, IX, 1881, p. 442. Nel materiale della spedizione deposto al Musco Britannico l'autore trovò due esemplari di Peachia. 1881 Sepewick, W., Freshwater Actiniae. In: Nature, XXIV, 1881, n. 609, p. 189. L'autore attesta aver trovato piccole attinie in un piccolo acquario d'acqua dolce. [Erano Hydrae]. 1881 WorrLEy, Stuart, H., Crabs and Actiniae. In: Nature, XXIII, 1881, p. 509. Riferendosi al suo precedente lavoro cerca dimostrare con nuovi fatti l'assunto che i tentacoli dell’attinia vivente sui paguri servono d’esca a piccoli animali che vengono così attratti a portata delle chele del crostaceo. 1881 Eisic, Hugo, Zum Verstàndniss des Commensalismus der Einsiedlerkrebse (Pa- guriden) und Seeanemonen (Aktinien). In: Ausland, 1882, N. 35. È un elegante articolo in forma semi-popolare, col quale si dimostra che il commensalismo di attinie e paguri posa sopra una reciproca utilità e che originò dalla tendenza che hanno gli ultimi di coprirsi con corpi estranei. 1882 GeppEs, PATRICK, Further researches on animals containing chlorophyll. In: Nature 1882, 26 Jan., p. 303. Si dimostra in base ad esperienze fisiologiche che i corpuscoli gialli delle attinie sono alghe parassitiche. 1882 GeDDES, PATRICK, On the nature and functions of the « yellow cells » of Ra- diolarians and Coelenterates. In: Proceed, of R. Soc. Edinburgh, vol. XI, 1881- 82, p. 347. Si espongono in dettaglio le esperienze e le considerazioni colle quali l’autore dimostra la natura vegetale-parassitica dei corpuscoli gialli. 1882 KruxENBERG, C. FR. W., Zur Kenntniss der organischen Bestandtheile der thierischen Geristsubstanzen (Ueber die Scheide von Cerianthus). In: Vergl. Physiol. Studien, 2° Ser. 1° Abth., Heidelberg, 1882. L'autore studia i sostegni solidi in varii animali (meduse, echinodermi, wermi, ecc.) e fra essi anche la guaina protettrice del Cerianthus. Di questa si espongono molti saggi chimici e proprietà speciali ma non se ne di una vera analisi, Certo è che non contiene corneina. KE 1882 KruxeNBReRG, C. Fr. W., Ueber den Einfluss der Kollensiure auf die Muskeln der Actinien und Medusen. In: Vergl. Physiol. Studien, 2° Ser. 1° Abth., Hei- delberg, 1882. Le attinie messe in acqua ricca di acido carbonico si chiudono e non sì muovono nè reagiscono a stimoli tattili. Tuttavia se sono esemplari grandi non perdono nè contrattilità nè sensibilità. 1882 KruxENBERG, C. FR. W., Beitràge zur Kenntniss der Actinienfarbstoffe. In: Vergl. Physio]. Studien, 2° Ser. 3° Abth., Heidelberg, 1882. Si descrive sotto il nomè di purpuridina il pigmento del Cerianthus, ammettendo con Heider che non è prodotto da uno strato speciale. Indi si discute lungamente intorno alla natura dei « corpuscoli gialli »; specialmente di quelli dell'Anth. cereus [A. sulcata]. 1882 Marion, A. F., Actiniaires atlantiques des dragages de l’aviso le Travailleur. In: Compt. rend. XCIV, p. 458. — Id. Atlantic Actiniaria of the Dredgings etc. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 5°, IX, p. 406. Nota succinta in cui si riferiscono i risultati dei dragaggi per quanto riguardano gli attiniari. Vi sono enumerate sette specie delle quali sei nuove; di tutte manca però una descrizione qualsiasi. 1882 PotLockx, WALTER HERIES, On indication of the sense of smell in Actiniae. In: Journ. Linn. Soc., XVI, 1882, p. 474. — Id. (Abstr.). In: Journ. Roy. Microscop. Soc. London, 2%, II, p. 685. Romanes, J. GEORGE, Addendum to Pollock’s indication of the sense of smell in Actiniae. Ibidem, p. 475. — Id. ibid. p. 636. Il primo osservò casualmente che le attinie danno segno d'accorgersi della presenza d'alimento; fece esperienze in proposito e se ne convinse. Egli asserisce che le attinie si accorgono subito e si accorgono anche alla distanza d’una spanna, ma che non trovano la direzione. Il secondo conferma i dati e cerca spiegarli. 1882 Soccer, BERNARD, Ueber wichtigere Lebenserscheinungen bei Actinien und verwandten Formen, sowie iber einige diesen Thieren eigenthiimliche chemische Kérper. In: Biolog. Centralblatt, IT, 1882-83, p. 399-404. È un bell'articolo di compilazione, nel quale si riuniscono in riassunto le recenti osservazioni e sperienze del Krukenberg, degli Hertwig e d'altri. C. (APPENDICE). Le opere qui sotto indicate non vennero accolte nel catalogo perchè non sono debitamente cerziorate. Di esse non solo non potei averne alcuna tra le mani, ma nemmeno potei verificare l’esattezza e la natura del titolo. : .... LeucKART, Sicismunp, Versuch einer naturgemissen Eintheilung der Helmin- then, Heidelberg (1827?). L'autore opina che le attinie si debbano classificare tra i polipi. (Citato da Oken etc. 1830). .. +. BertHOLD, ApoLPH ARN., Beitrige zur Anatomie, Zootomie und Physiologie (1823-37 2). A p.11 asserisce che le attinie del Mediterraneo in autunno sono piene di uova. (Citato da Rathke 1837). MRC CHOTINI mete ses fonds.de la ‘mer; tt. 2° Couticne il nome di qualche attinia trovata sulle coste della Gironda. (Citato da Fischer 1875). PSA AU .-. + + K6LLIKER, A., Beitriige zur Kenntniss der Geschlechtsverhàltnisse vierbelloser Thiere. A p. 44 parla di nematocisti (secondo Frey & Leuckart 1847, p. 12); a p. 44, t. 1, f., 13, 14 de- scrive zoospermi (secondo Delle Chiaie 1841 p. 129). . TENNEY, ...., Natural History. A p. 523, f. 515-517, descrive un Metridium marginatum. (Citato da Verrill 1866, p. 337). . Sow, Brit. miscell., t. 4. (Citato da Blainville 1834 per l'A. equina). +... SHAW, Nat. Miscell., t. XXVI, 27. (Citato da Johnston 1847 per l'A. anemonoides). .. Wattis, Hist. of Northumberland, I, 374. (Citato da Johnston 1847 per LA. equina). . Hoee's Stock, 30. (Citato da Johnston 1847 per lA. equina). . BeRK. Syn. I, 186. (Citato da Johnston 1847 per l'A. equina e l'A. gemmacea). . BucgLanp, Bridgewater Treatises, II, 89, t. 54, f. 4. (Citato da Johnston 1847 per lA. equina. Nella serie dei Bridgewater Treatises vi è un Buckland William, Geology and Mineralogy; non so se sia questo). Dagli attiniologi inglesi si citano spesso i tre seguenti trattati generali di zoo- logia. Io nel catalogo non li menziono perchè rispetto alle attinie non presentano alcuna novità; tuttavia in vista della loro frequente ricorrenza li nomino qui, per non passarli sotto silenzio. 1802 SrewART,...., Elements of the Natural History of the Animal Kingdom, London 1802. — Id. 2° edit. 1817. 1828 FLewine, JonN, A History of British animals, Edinburgh 1828, 1 vol. in 8.° 1828 Stark, Jonn, Elements of Natural History; containing the generic characters of nearly the whole animal kingdom and descriptions of the principal species. Edinburgh and London, 2 vols. in 8.° I due seguenti furono per inavvertenza ommessi nel catalogo. 1828 Gray, J. E., Spicilegia zoologica or figures and description of new and unfi- gured animals, London 1828, 1 fasc., 8 pag., 6 tav., in 8.° E il fascicolo primo d'una progettata serie. Vi si descrivono brevemente e figurano animali d'ogni classe. L'atttiniologo vi trova i caratteri esterni di una specie di zoantino. 1834-40 Rocer, Peter MARK, Animal and vegetable Physiology. (Bridgewater Trea- tises. V, London 1834-40, 2 vols. in 8°). Nel primo volume a p.198 menziona e figura un A. equina. Del resto delle attinie nulla dice che non sia già noto. ADAMS, JOHN. Act. crassicornis 1798. Mar. anim. Wales 1800. AELIANUS. n De vi et nat. anim. (Ant.). AGASSIZ, ALEXANDRE. On Arachnactis 1862. AGASSIZ, ALEXANDRE & ELIZABETH. ‘Sea-side studies 1865. AGassIZ, LouIs. Lettre à Humboldt 1847. New Actinioid of U. S. 1859. Contributions 1860. ALDER, JOSHUA. Zooph. Northumberl. 1857. Arrorp, D. P. On Aegeon Alfordi 1865. ALDROVANDUS, ULYSSES. De Zoophytis 1606. ALLMAN, GEORGE JAMES. In: Brit. Assoc. 1844. On Corynactis 1846. On Edwardsia 1872. ANDRES, ANGELO. On Panceria 1877. Edw. Clapar. 1880. Prodromus 1880. Scissiparità 1881. APICIUS COELIUS. De opson. — De re coq. (Ant.). ARISTOTELES. ATHAENBUS. Dipnosoph. (Ant.). AUDOUIN, JEAN VICTOR. 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Nella moderna letteratura semiscientifica, che, sfuggendo l’aridità di nomi latini incomprensibili, sdegna del pari la trivialità di nomi volgari, le attinie trovansi indi- cate colle gentili espressioni di rose o fiori di mare, anémones de mer, sea-anemo- nes, animal-flowers ece. — I nostri buoni avi, più realisti forse e meno schizzinosi, le denominavano semplicemente: See-nesseln , see-flammen (Gessner 1556); ste- naelde, zea-podding (Brown 1756); zee-schaften (Baster 1762); ovvero indecentemente: svekuse (Stròm 1739); podew marinus, culum maris (Plancus 1762) ecc. Dalla bocca dei pescatori hanno vocaboli non meno diversi. Ardichella o lardi- chella dice il napoletano con evidente corruzione di ortichella, diminutivo del classico ortica, (ovvero anche ciafroie, pommarola ecc. per casi speciali); tettina, quasi piccola mammella, ha il veneziano; e di parola sconcia si serve il genovese. I francesi del- l’uno e dell’altro littorale si compiacciono delle voci: cul d’dne, cubasseav, cul de cheval. Gli olandesi adoperano: klapkonten ed aarsgaten non meno indecenti. I gro- enlandesi: kettupar. I danesi: gople. I greci moderni impiegano le parole colybdena, colyzaena, colycaena, forse per esprimere la facoltà adesiva; gli antichi usavano colycia, coryphia (così Bellon 1558). Gli arabi: tabaket el bahr, garindsi, carrasa (Forskàl 1775) ecc. I papuani: sai-? (Lesson 1830); i malesi: gueron (id.); gl’indigeni della Nuova Irlanda: pala? (id.). Tale è la nomenclatura colta e la popolare; la scientifica le si assomiglia per varietà. Note fin da tempi immemorabili le attinie vengono da Aristotile menzionate colle meduse ora sotto il nome di cnide or sotto quello di acalefe; in altri autori greci anche con quello di metridie ('). Plinio le indica coll’unico vocabolo di wrticae, che è la letterale traduzione di acalefe; questa denominazione perdura attraverso gli autori del rinascimento e si estingue solo poco a poco dopo Linneo. Il naturalista svedese, che dapprima l’accettò, vi sostituisce nel 1758 quella di Priapus e nel 1767 (') Il primo, xd, pare voce attica, e deriva da xvudetv « pungere, vellicare ». Il secondo, azelypat, è voce greca comune ed è d'origine incerta; © forse, come dice Ateneo, «x@45gy è un eufemismo per @re27) 77 «7 « delicato al tatto » ovvero, come osserva Rondelet, @x«4:jp7 1eo0a ro ur) Egew xah)v cpr v «dal non avere bel tatto »; forse anche però è una corruzione, un cangiamento in 7) di un v primitivo, perchè in Esichio si ha @xe4vpy», quasi @ x@4Avrrretv « non celare, senza tatto, senza guscio ». La dizione @xe4tgy che sì trova in Wotton (1552), resta inesplicabile. Il terzo unroedter è vocabolo applicato alle attinie « fortassis (per usare la frase di Aldrovando) a similitudine quam urtica habet cum pudendo muliebri »; e ciò risulta da un verso di Aristofane nella Lisistrata e da un passo di Apuleio. Quest'ultima parola venne rimessa in onore dall'Oken quando fondò il genere Metridium. G — 660 — quella di Actinia già avanti lui introdotta dal Browne (1756) ('). Intorno a questo tempo il Gaertner impiegò pure il vocabolo Hydra e Gmelin (1788) sembrò consa- crarlo per una parte delle specie. I quattro nomi Urtica, Priapus, Hydra ed Actinia vennero così adoperati dagli scrittori di quest'epoca confusamente; uno fu usato da questo, l’altro da quello ecc. Ma poco a poco tre di essi cedettero il campo e restò accettato per consenso generale il browniano Actinia. Questa parola, adoperata dapprima ad indicare una specie unica ed applicata poi a determinare un genere, dovette in seguito estendersi anche a contrassegnare un intiero gruppo. E perciò venne ad avere due significati: nell’uno equivale a deno- minazione generica e sì trova nello stesso rango delle voci Anemonia, Cereus, Metri- dium, Cribrina, ecc.; nell'altro ha valore superiore e simboleggia il complesso dei generi che col tempo si vennero staccando dal primitivo e che pur tuttavia gli sono molto affini — Ma non tutti gli autori accettano questo secondo ampio significato; taluno preferisce parafrasarlo con diverse espressioni; quali: Zoanthaires mous, Z. ma- lacodermés (Blainville 1830, Milne Edwards 1857), Helianthoida (Jhonston 1838, For- bes 1840), Polyeyclia enallonemata malacodermata et polyeyclia paranemata (Bronn 1859); ed altre molte. La ragione delle medesime sta nella simmetria tassica dei varî sistemi nei quali vennero impiegate, cioè nel desiderio di unire all’ indicazione del gruppo anche l’ indicazione de’ suoi rapporti. Nel presente caso, dove più che il significato sistematico di parte coordinata al tutto si vuol rilevare il concetto d’unità indipendente, esse tornano superflue; ed io preferisco adoperare l’antica denominazione di Attinia, Le attinie appartengono esclusivamente alla fauna marina e si trovano sparse in tutte le plaghe esplorate e quasi in ogni profondità; sia che poste l'una accanto al- l'altra occupino vasto spazio, formando estese praterie di tentacoli semoventi; sia che vivano isolate nei crepacci degli scogli o nel fango, pronte a scomparire appena un pericolo le minaccia. Mancano di organi locomotori speciali e perciò conducono vita quasi sempre se- dentaria; aderendo in generale al suolo con grande tenacia; con tanta da lasciarsi lacerare piuttosto che staccarsi. Hanno forma abbastanza tipica e chiara in ogni specie; quella cioè di un cilin- dro che nel contorno del disco superiore porta una corona di prolungamenti digiti- formi. Ma nello stesso tempo la forma è variabilissima in ogni individuo per il grado suo di contrattilità, nonchè per lo stato*funzionale di riposo, digestione ed altro; cosicchè l'elegante cilindro tentacolato può presentarsi globoso, appiattito o contorto; può essere immobile od ondulato, esteso o ridotto ad irreconoscibile pallottola di sostanza organica. Il colore è bene spesso brillante per vividezza ed assortimento di tinte; e varia molto non solo da specie a specie e da individuo ad individuo, ma anche nello stesso esemplare a seconda delle condizioni interne ed esterne dell’animale. (') È incerto quale sia l'etimologia precisa della parola Actinia. In generale la si mette in rela- zione con exzus « raggio » e pare soddisfacente perchè indica la struttura radiata dell'animale. Pure non mancano autori (Macrì, 1825) che vanno a cercarla in cxz2) « lido » quasi debba dire che l’ani- male vive sulla costa. Il Browne non si pronuncia in proposito. oe e. — 00 — La disposizione interna degli organi è fatta in base d’un polimerismo radiato- bilaterale; per il quale tutta la cavità è divisa da tramezzi in un determinato nu- mero di loggie simmetriche tra loro (ma non congruenti) secondo un unico piano sagit- tale; su questi tramezzi si attaccano al margine libero i filamenti, e altrove le ghiandole genitali e i fasci muscolari; nel mezzo di tutto pende il breve tubo aperto che funziona da esofago. Gli organi stessi risultano nella loro compagine d’ un tessuto abbastanza sem- plice ed uniforme che si modifica leggermente passando dall'uno all’altro. Vi sono cellule lunghe ed affusolate che si prolungano nell’interno in esili e nodose propag- gini; un reticolo nervoso problematico, distinti strati muscolari e una sostanza jalina, quasi anista, che serve di sostegno. La produzione di nuovi individui accade per sviluppo di elementi sessuali (svi- luppo semplice senza metamorfosi e metagenesi), ovvero per lacerazione di brani del corpo d’un adulto. i Le attività vitali sembrano essere assai semplici; ma si ravvolgono ancora in molta oscurità tanto per ciò che riguarda lo scambio molecolare e relativa produ- zione di forze, quanto per i rapporti dell’essere con l’ambiente. Riassumendo in breve, le attinie sono animali che posseggono cavità digerente confusa o comunicante colla cavità viscerale; polo orale cinto da tentacoli tubu- lari non pinnati disposti in ordine radiato-bilaterale; e parete del corpo priva di intimo sostegno solido. Vi si comprendono quindî non solo le attinie p. d., ma i cerianti e gli zoan- tini che in alcuni scritti veggonsi dalle medesime separati; nonchè quegli altri pic- coli gruppi (Edwardsia, Corynactis ecc.) che sembrano far passaggio a forme affini. D'altra parte tuttavia si escludono recisamente, malgrado che la parentela traspa- risca in più d’un punto assai chiara, le famiglie circonvicine che appartengono agli Antipatari ed ai Madreporidi. Il gruppo così costituito non s’attaglia intieramente alle esigenze moderne dei problemi filogenetici perchè, non permettendo di seguire il piano morfologico in tutte le sue ultime variazioni, impedisce di determinare le vere affinità e differenze dei costituenti. Tuttavia rappresenta sempre un complesso dei più naturali; e, senza grave Jattura del rigore tassico, può considerarsi indipendente. B. (STORIA DELL’ATTINIOLOGIA). (Nel presente cenno storico è mia intenzione solo di abozzare a gran tratti lo sviluppo successivo dell’attiniologia nel suo insieme, non già di seguirne passo per passo ogni singola manifestazione e di enumerarne cronologicamente tutti i lavori. A questo supplisce il catalogo bibliografico premesso al volume). Aristotile, il gran maestro di color che sanno, forma in questa, come in ogni altra branca delle scienze biologiche, la più antica fonte di nozioni. Le di lui opere (rap- presentino esse un lavoro originale o sieno, come sembra probabile, una compilazione) fanno in più luoghi menzione delle attinie, descrivendone l'aspetto esterno, le abitu- dini, le proprietà principali e l’uso esculento. Le cognizioni naturalmente non oltre- passano quanto anche oggigiorno press’a poco ne sanno gl’incolti pescatori. Pure esse — 68 — bastarono quasi sole fino al rinascimento; e formarono il fondo dei successivi rim- pasti di Plinio, di Ateneo, di Eliano ecc. — Dirò anzi che appo costoro ne scapita- rono più che avvantaggiarne. Il naturalista romano confonde insieme una nozione coll’altra e sembra non aver chiara idea del soggetto; Ateneo, Eliano, Apicio ed altri fanno menzione di attinie solo per l’accidentale uso esculento; e Galeno, Gellio ecc. per le asserite proprietà terapeutiche. Dopo di essi scende sull’argomento la fitta oscurità del medio evo; e DI logo deve d’un salto sorvolare più di tredici secoli. Primi a rifare menzione delle attinie sono i commentatori dei classici nelle stampe del rinascimento; in quelle di Dioscoride per opera del Mattioli (1504), e negli scritti di Eliano per opera del Gyll (1535). — Ma ben tosto vi succedono gli scrittori spe- ciali che con amorosa cura rimettono in luce il patrimonio antico e lo corredano di osservazioni novelle, quasi per controllarlo. Il Belon (1551) apre la schiera e pre- senta la prima figura di attinia che si conosca; una discreta incisione che rappre- senta l’animale nei due stati d’espansione e di contrazione. Il Wotton (1552) cerca definirne preciso il concetto e le affinità; ed il Rondelet (1554) con sguardo sicuro distingue e delimita quattro specie che ancor oggi sono ammesse inalterate. Proce- dendo innanzi, lo spirito del secolo mal si accontenta delle umili vie e fa sorgere a gara i compilatori di quei voluminosi trattati generali, nei quali stanno raccolte e fuse insieme le notizie dell’ antichità e le recenti conferme d’investigazione diretta ; sorgono Gessner (1556), Tabernaemontanus (1590), Aldrovandi (1606), Jonston (1650), Horst (1669) e le attinie si trovano illustrate in capitoli speciali. Ottengono da Gess- ner un tentativo di classificazione e l'aggiunta di nuove specie; e dall’Aldrovandi il corredo di una pesante erudizione; mentre dal Jonston sono confuse insieme senza discernimento. — Ai grandi compilatori si accompagnano e succedono i grandi rac- coglitori, quali Imperato (1599) e Rumph (1705); ed i viaggiatori, come Sloane (1707). Ma delle loro opere le attinie avvantaggiano poco per non dir nulla. Ben più importante (per l’attiniologo) di tutt’insieme questi ultimi è il Réau- mur (1710), che sdegnoso di quisquilie sistematiche e d’inutile erudizione greco-latina si mette ardito per via inesplorata e studia il meccanismo della locomozione e della con- trattilità in generale. Ma egli rimane isolato, e, ciò che è peggio, ignorato dai colleghi. Durante il periodo linneano sorge una forte falange di studiosi; in generale però tutti della vecchia scuola. Hughes (1743), Peysonnel (1758) e Gunner (1767, 1774) descrivono nuove specie, affatto diverse da quelle finora note; Gaertner (1761) ab- braccia per primo in un concetto unico ed isolato le varie forme e ne propone una assennata classificazione; Dana (1766), Baster (1757) e Bohadsch (1761) si avven- turano ad indagare qualche dettaglio d’aspetto o di struttura e Browne (1756) in- venta il ben appropriato nome di Actinia. — Dall’altro lato Linneo si moltiplica in numerose edizioni; e fissando poco a poco limiti e rapporti connette col nuovo-intro- dotto vocabolo il significato ampio dei tempi odierni. — Con tutto ciò verso questa | epoca le specie sicuramente note non oltrepassano ancora la mezza dozzina e le cogni- zioni morfologiche e fistologiche si riducono sempre a dettagli di poco momento. Ma negli anni immediatamente succedenti queste cognizioni, e massime le fisio- logiche, ricevono un impulso potente. Il Dicquemare (1773-81) in una ricca serie STO TT RE TO © OE VE IT LETT I dl y î - È . — 69 — di memorie rivela al mondo i sorprendenti fenomeni della redintegrabilità e scissiparità, dilucida in varî punti il processo di nutrizione e di riproduzione, ed indaga le ma- nifestazioni di senso e di moto. Sventuratamente l’opera sua, come già era accaduto per Réaumur (1710), non trova imitatori, ad eccezione di uno che si conserva Ano- nimo (1781), e l’attiniologia si rimette sul vecchio indirizzo. — Così i viaggi di Forskal (1775) e di Fabricius F. Chr. (1779) non riportano che aride ed incomplete descrizioni di nuove specie; i lavori faunistici del Fabricius 0. (1780) e del Miller (1776, 1778, 1788-1806) aggiungono ancor sempre solo specie a specie. Lo stesso Spallanzani (1784) benchè ci faccia conoscere l’interessantissima forma del Cerianthus, pare non voglia curarne lo studio interno. Ad aggiungere alla descrizione delle spe- cie un qualche cenno anatomico incomincia l’Ellis (1767), il quale è altresì primo a corredare la sua memoria con illustrazioni di dettaglio strutturale; e sulle sue traccie pare si metta lo Swartz (1788), e in parte lo Stròm (1788). Ma la tradi- zione linneana ripiglia il sopravvento e il Gmelin (1788) esagerando il metodo del maestro compone un libro di scienza ammucchiando senza discernimento uno sull’al- tro i nomi specifici usati fino al suo tempo. Meglio avveduto il Bruguière (1789) riassume in un articolo magistrale dell’enciclopedia tutte le ultime ricerche anato- miche; e le accompagna con la descrizione delle specie nony dubbie sin allora os- servate. Lo scorcio del secolo decimottavo si presenta con due lavori speciali dell’Adams (1797, 1799) e con la classificazione generale del Cuvier (1798). Il principio del decimonono con le ricerche anatomiche di Renier, che primo spaccò per il lungo un cerianto; e con quelle clamorose di Spix (1809) il quale credette aver dimostrata l'esistenza di un sistema nervoso nell’A. coriacea [Tealia]). Contemporaneamente il Tilesius (1809) c’informa di un enorme gigantesco esemplare d’attinia del Kamtscha- tka; e Savigny nella grandiosa descrizione dell’Egitto illustra alcune specie nuove. D’indole più modesta, ma certo di maggior valore scientifico sono le semplici contribuzioni di Schweigger (1819, 1820), di Lamouroux (1819) e di Otto (1823). E di queste ancor più pregevole è la sobria memoria del Lesueur che descrive nu- merose specie nuove importanti (fra esse le Myniadinae), e ne investiga la struttura anatomica illustrandola con chiari commenti e con figure originali. A questa si accompagnano i lavori del Delle Chiaje (1823-29) per l’elucidazione morfologica e sistematica delle attinie napoletane; e in parte quello del Risso (1826) per la speci- grafia mediterranea. Il Lamouroux (1844) riassume in breve gli ultimi progressi in un articolo supplementare dell’ enciclopedia. E pochi anni appresso il Rapp (1829) fa un simile riassunto, che riesce un opuscolo classico; sono poche pagine di nozioni morfologiche, fisiologiche e sistematiche, ma tutte sono sicure; dapertutto si sente che l’autore controllò ogni frase con l’investigazione pratica dell'argomento. Nel mentre egli dalla semplicità de’suoi mezzi si rivela paziente ed esatto osser- vatore altri si lancia nell’ aperto mondo a cercare nuova materia di studio. Riippel (1828) dalle coste africane ci fa conoscere le strane forme del Discosoma e del Tha- lassianthus. Quoy & Gaimard (1830) ci sorprendono colla ricca messe di nuove e curiose specie, raccolte in ogni plaga della terra; ad essi devonsi tra altre l’Actinia magnifica, l’A. aurora, lA. globulosa, VA. pelagica, VA. arborea e aleyonoidea, l'A. STI A villosa, l'A. coerulea, molte nuove Mammillifere, ecc. Lesson (1830) ci stende innanzi l'occhio il non meno splendido risultato del viaggio della Coquille: tra cui l’Eume- nides ophiseocoma, il Sarcophinanthus sertum, ece. E l’Ehrenberg (1832) pubblica in un dotto lavoro il frutto delle ricerche eseguite nel Mar Rosso; sono conferme dei recenti trovati di Riippel, Lesson, Quoy & Gaimard; rettifiche di asserzioni antiche; aggiunte di fatti nuovi; e sovra tutto un ardito tentativo d’innovare dalla base il sistema di classificazione. Poco appresso il Mertens riporta da un viaggio di cireum- navigazione ricco materiale; e Brandt (1835), elaborandolo per la parte degl’ inver- tebrati inferiori, trae argomento per fare un nuovo saggio di classificazione delle attinie, e in parte per riassumere le recenti scoperte. — Ma in questa funzione è preceduto dall’esteso trattato del De Blainville (1830-1834), nel quale trovasi com- pilato insieme tutto lo scibile attinologico de’suoi tempi. Colle contribuzioni dovute ai grandi viaggi ed alle compilazioni estese continuano qua e là ancor sempre le umili ricerche di altri benemeriti naturalisti. L’Ilmoni, (1831) ed il Gravenhorst (1831) studiano indipendenti l’uno dall’altro alcune attinie del seno triestino; Dalyell (1834) osserva il fenomeno di scissiparità, e Sars (1835) descrivendo una nuova specie accenna ad un fatto simile; Rathke (1837) è primo a far note embriologiche; Teale (1837) pubblica sulla Actinia coriacea [Tealia crassi- cornis] la memoria anatomica più completa che finora si avesse avuta; e Wagner (1835) si accinge con indagini istiologiche a determinare la ghiandola sessuale ma- schile. D’ altro lato Johnston (1838) ci presenta largo contributo di specigrafia in generale; mentre Templeton (1836), Couch (1838), Hassall (1841) e Thompson (1841) annoverano le specie di determinate località. I Quasi contemporaneamente l’attiniologia mediterranea viene arricchita da Grube (1840), Delle Chiaje (1841) e Contarini (1844), nei quali emergono rispettivamente le descrizioni semplici in generale esatte; le ricerche anatomiche per lo più ben intese; e l'abbondante (spesso confusa) erudizione bibliografica. Quatrefages (1842) dalle sponde atlantiche illustra il nuovo gruppo da lui creato delle Edwardsie con dettagli sistematici e morfologici. Erdl (1841) trascurando le specie indaga solo la struttura grossa e minuta di alcuni organi. Allmann (1844) scopre l’interessantissima Corynactis. E Dana dalla grandiosa spedizione scientifica degli Stati Uniti attinge abbondantissimo materiale di specie nuove, che egli illustra con splendide figure, e trascura nella loro organizzazione interna. Ma negletta da lui la morfologia trovò cultori in Luschka (1847) per l’istiolo- gia; Frey & Leuckart (1847) per la struttura in generale; e più che in ogni altro, in Hollard (1851) ed in Haime (1854); i quali illustrarono a fondo i due generi Actinia e Cerianthus. Quest'ultimo aggiunge. altresì alcuni cenni d’embriologia e a questi s’uniscono quelli dati da Busch (1851) colla descrizione di due larve libere, e da Cohbold (1853) con un brevissimo schema. Alla bella triade francese che studiò la struttura delle tre principali figure del gruppo attinico si associa quarto il Milne-Edwards (1857), che aiutato dall’Haime, comprende in uno sguardo unico e sicuro tutti gli autori; ne annovera e ne descrive le specie conosciute raggruppandole secondo i nuovi criterî e purgandole (solo par- zialmente però) da molta zizzania cresciutavi frammezzo. CE, ee SERI Intanto tutto all’intorno di lui pullulano i numerosi seguaci d’una fiorente scuola di zoologi precipuamente inglesi, la quale spargendo ovunque brevi notizie, piccole descrizioni ed ottime figure accresce di non poco il patrimonio attiniologico. Trovansi i nomi di Gosse, di Wright, di Holdsworth, di Gray, di Thompson e di tanti altri; le loro contribuzioni sono per lo più di valore specigrafico; ma non vi mancano in- teressanti capitoli di argomento diverso, come quelli sull’apparato elettrico di M'Don- nel (1857) od apparato velenoso di Gosse (1858); sul fluido chilacqueo di Lewes (1858); sulla scissiparità di Warrington (1858); sul potere digestivo di Holdsworth (1859); ecc. — Il capo di tutti per merito e carattere se non per nome è Gosse, il riverito autore dell’Actinologia britannica (1860), il quale con essa seppe riassumere il lavoro di tutta la scuola. Un periodo di prevalenza americana sembra subentrare all’inglese: Miiller (1860) dalle sponde del Brasile ci fa conoscere la Philomedusa; Duchassaing & Michelotti (1860) dalle Antille raccolgono e descrivono gli Zoantini; Edwards (1862) studia la riproduzione; Agassiz (1863) spiega la natura dell’Arachnactis ece.; e Verrill (1863) enumera in varie occasioni le specie raccolte su diversi punti delle coste dell’Unione. Nel frattempo altri producono importanti lavori anche in Europa: Keferstein (1862) presenta lo Xanthiopus; Schmidt (1862) mette in luce il commensalismo d’uno zoan- tino sulle spugne; Barboza Du Bocage (1864) scopre sulle coste del Portogallo un Hyalonema e ridesta la pelemica intorno alla natura di questo essere: combattenti sono Gray, Schultze, Ehrenberg e Bowerbank. Nei tempi recentissimi le cognizioni specigrafiche vengono accresciute da Pan- ceri (1868), da Koch (1878) e da Jourdan (1879) per il Mediterraneo; da Fischer (1875) per le coste oceaniche di Francia; da Haeckel (1875) e da Klunzinger (1877) per il Mar Rosso; da Marenzeller (1877) per la fauna polare; da Moseley (1877) e da Studer (1878) per la tropicale. Ma più che di questo l’ epoca attuale sì compiace nelle ricerche anatomiche, istiologiche ed embrionali; e quivi si ha perciò un impor- tante elenco di investigazioni scientifiche. Oltre ataluno dei già nominati, il v. Koch, il Jourdan e il Moseley, debbonsi aggiungere molti altri; e precipuamente l’Heider e gli Hertwig che trattarono tutta la morfologia; Lacaze Duthiers (1872), Kowalewsky (1868) (') e Agassiz (1873) che curarono soltanto lo sviluppo; e infine Schneider & Rétteken (1871), Ludwig (1877), Duncan (1874), e Korotneff (1877), che polemiz- zarono sul sistema nervoso. Riassumendo tutto in poche parole, verificasi anche qui un decorso graduale di sviluppo. Dapprima si hanno le notizie confuse superficiali ed empiriche; poi l’incre- mento di materiale specigrafico susseguito da tentativi di classificazione; in appresso cominciano le ricerche organografiche e istiologiche; e solo più tardi sorgono cultori dell'embriologia. Gli autori più benemeriti ed originali sono: Rondelet 1554, Réau- mur 1710, Dicquemare 1773-81, Lesueur 1817, Rapp 1828, Ehrenberg 1832, Teale 1837, Quatrefages 1842, Hollard 1847, Haime 1854, Gosse 1860, Lacaze Duthiers 1872, e Hertwig 1879. (') Credo utile notare ancora una volta che io ommetto intieramente i lavori, che non sono scritti in una delle lingue latino-germaniche. Ri PESCA ED OSSERVAZIONI PRELIMINARI. Il raccogliere attinie non richiede in generale nè precetti, nè appositi strumenti, - nè singolari attitudini; è cosa che si può fare in ogni stagione dell’anno e da chi- unque. Tuttavia chi è munito di martello e punta, chi sa tuffarsi sott'acqua, chi può disporre di scafandro e di draga ha migliore probabilità di abbondante bottino. Secondo il vario modo di vita degli animali devesi naturalmente modificare an- che la maniera di pesca. — Le poche specie natanti e le larve si pigliano con la rete; quelle giacenti libere sul suolo, o leggermente infitte nella sabbia, o aderenti a piccole pietre, a conchiglie, a rottami diversi ecc., vengono raccolte con la mano o con la pala senza difficoltà. — Ma le altre (e sono la maggior parte), che stanno aderenti agli scogli, e per lo più nascoste nei crepacci e nei fori, non si ottengono così agevolmente. Esse piuttosto che lasciarsi staccare si lacerano; e perciò devesi impiegare un poco di tempo e di pazienza per vedere di non sciuparle. In generale vi si riesce intromettendo gentilmente poco a poco la punta delle dita tra l’animale e la rupe o, meglio, la lama di un coltello largo e non tagliente. In altri casi è necessario ricorrere a scalpello e mazzuola per cercare di staccar un pezzo di sasso; in altri ancora bisogna rassegnarsi e rinunciare d’impadronirsene. — Quelle specie che vivono impiantate profondamente nel suolo presentano anch’ esse qualche difficoltà; anzitutto per la loro prontezza di retrarsi e scomparire allo sguardo, poi per il conse- guente pericolo di tagliarle o mutilarle quando nel sito da esse occupato si penetra con una pala onde sommuovere la sabbia e metterle a nudo. Questo pericolo è grande massime per i Cerianti, epperò è opportuna precauzione di far penetrare la pala ver- ticalmente e profonda. Per le specie piccole (Edwardsiae, Halcampae, ece.) basta sol- levare una buona quantità di sabbia e farla cadere adagio in una tinozza; gli animali vi si trovano come noduli qua e là e si raccolgono; così press'a poco procede Lacaze Duthiers (vedi Grube 1872, pag. 111). Ciò vale per gl’individui littorali viventi al livello d’acqua o quasi. Per esem- plari più profondi si può trovare ajuto nelle basse maree. Queste mentre appena sono sensibili nel Mediterraneo producono nell'Atlantico un abbassamento di ben otto metri (e ciò accade specialmente a mezzanotte durante il novilunio ed il plenilunio). Se allora come suggerisce Tugwell (1856, pag. 24 e seg.) si scende la costa armati di un bastone di ferro e si rivoltano le grosse pietre, si può fare ricca collezione. Per individui ancor più profondi è d’uopo affidarsi al caso dei rastrelli e delle draghe ; o alle abilità di palombaro e di tuffatore. Quegli altri dati utili per la pesca, che sono relativi alle giaciture ed alle loca- lità proprie di determinate specie, si trovano registrati nei capitoli speciali della Specigrafia e della Distribuzione. Appena raccolte le attinie trovansi di rado in condizioni tali da poter subito venire studiate. Per lo più sono qua e lù danneggiate; o mancano di talune parti, o lasciano protendere le visceri, o sono schiacciate; se non foss’altro, tutte si presen- tano contratte al massimo grado. — Da ciò ne viene la necessità di mantenerle per alcun tempo in opportune condizioni acciocchè poco a poco o si espandano o SITR guariscano dalle ferite avute; allora soltanto sono in istato d’essere determinate e sottoposte ad esame. Ova per fortuna anche in questo non s'incontra alcuna difficoltà, le attinie si mantengono vive e floride senza molta cura di apparecchi e di sorveglianza. In ge- nerale basta un bicchiere d’acqua ricambiata ogni due o tre giorni; basta perfino, qualora non si abbia tempo od acqua a disposizione, di tenere il vaso coperto bene onde togliere l’accesso libero dell’aria e quindi evitare la formazione della pellicola di batteri. Quando si possa disporre di uno zampillo continuo di circolazione o d’un apparecchio d’aereazione il buono stato di vita e assicurato per lungo e lungo tempo. Qualche volta accade che un individuo fin dai primi momenti intorbidi l’ acqua del vaso che lo contiene; in questi casi per lo più esso è perduto e nessuna. circola- zione vale a rimetterlo. — Per gli animali grossi è necessaria almeno una volta per settimana una regolare alimentazione, e questa si fa con pezzettini di carne di pesce, di crostaceo di mollusco, ecc. che si mettono a portata dei tentacoli o sul disco. Per i piccoli basta il ricambio d’acqua, giacchè in essa trovasi naturalmente copia sufficiente di minuti esseri che loro valgono da preda. — Molti individui, e appar- tenenti a specie diverse, li tenni così in cattività per mesi ed anni; e solo poche volte alle semplici precauzioni suaccennate aggiunsi quella di creare ad ogni animale un cantuccio confacente press’ a poco alle sue abitudini; all’ uno diedi pietre, ad altro coralline, ad un terzo sabbia, e così dicendo. Le osservazioni fatte sopra un animale vivo che ci sta di continuo sotto mano sono pregevolissime. Io me ne valsi ripetutamente sia per precisare le diagnosi delle descrizioni, sia per cogliere il tratto caratteristico da rappresentare nel disegno, sia per studiare le abitudini generali di vita; e consiglio il metodo ad ogni altro attiniologo. C. (GLOSSOLOGIA). Descrizione sommaria d’un’attinia. Il corpo d’un’attinia nella più generale concezione del suo aspetto esterno può paragonarsi ad un cilindro; ed è quindi deli- mitato da un piano circolare orizzontale inferiore (base); da una superficie curva verticale (colonna); e da un altro piano circolare orizzontale superiore, parallelo e simile al primo (disco). Nel suo interno è cavo e lo spazio viene frastagliato: pri- mieramente, da un tubo cilindrico (faringe) che vi pende dall’alto, in secondo luogo, da molti tramezzi verticali-radiali (setti) che si dirigono dalla periferia verso il Mezzo. Come qualunque corpo solido può venire idealmente diviso dai tre piani usuali che s’intersecano ad angolo retto. Di essi il trasversale è parallelo alla base ed al disco e divide il corpo in due metà affatto diverse (basale e discale); il frontale lo separa in due metà simili ma non simmetriche (dorsale e ventrale); il sagittale lo taglia in due metà simili e simmetriche ma non congruenti (destra e sinistra). L'orien- tazione dei tre piani si fa sulla direzione del taglio boccale (vedi bocca più innanzi). Nomi delle varie parti. Base (basis) è l’area piatta, muscolosa che serve a fissare l’animale sul suolo; tuttavia non è sempre aderente e talvolta o si ritrae formando una concavità o si protrae arrotondandosi all’infuori (vedi in seguito: colonna); qualche volta manca affatto. Il vocabolo base è preferibile agli altri, piede, 10 REATANS disco pedale, estremità aborale o abactinale (Fuss, Fusscheibe, aboral or abactinal extremity), ece. in quanto non implica alcun concetto organografico o fisiologico. Lembo (limbus) denomino io lo spigolo Fig. 1. (*) d’unione tra la base e la colonna e vi com- 3 prendo l’ultimo tratto terminale dell’ una e dell’altra. In generale gli autori non ne fanno menzione. Colonna (columna) è la parte che più propriamente delimita 1’ animale; nella sua costante uniformità d'aspetto presenta grande varietà di dettaglio e così presta opportuni caratteri di classificazione. Il vocabolo equivale nei varî autori alle parole corpo, tronco, man- tello, muro (corpus, truncus, pallium, murus, Rumpf, Stamm, Mantel, Mauerblatt, body ecc.) delle quali alcune hanno valore generale me- glio applicabile all'insieme dell’ animale che ad una parte; altre esprimono omologie que- stionabili; altre ancora tendono a confondere due concetti che devono rimanere distinti, La colonna occupando un certo spazio massime in lunghezza ci obbliga alle volte a precisare se un dato punto sì trova più verso il mezzo, che nella regione prossima al disco o in quella vicina alla base. Per questi casi sarà utile il convenire che sommo o vertice (vertex) indica l'estremo orale, e piede (pes) l’estremo aborale. Delle modalità la più importante è quella secondo cui la colonna si distingue in due porzioni: una grande, ruvida, consistente, protettiva, chiamata scapo (scapus); l’altra piccola, liscia, delicata, retrattile, posta immediatamente sotto il disco e detta capitolo (capitulum). Le due parole capitolo e scapo vennero introdotte dal Gosse (1860), il benemerito creatore di tanti altri termini tecnici; ed ebbero dapprima valore limitato soltanto alla colonna delle Edwardsie; io mi permetto di estenderne la significazione e di usarle per tutte le specie, come nel genere Phellia, dove si ripete un caso simigliante. Con capitolo e scapo il Gosse accompagnò il vocabolo fisa (physa) per indicare la porzione posteriore liscia, delicata, rigonfiata, retrattile della colonna di Edwardsia. Ma tale porzione appare così liscia, delicata ecc. solo quando l’animale ci sta dinnanzi in un bicchiere; in istato normale essa si fa piatta, aderisce ai corpi circostanti ed appare qual'è una base come le altre. Il vocabolo è quindi superfluo. Altre modalità importanti della colonna riguardano la superficie-e sono scana- lature, pertugi e tubercoli. Le scanalature sono dovute all’inserzione dei setti e diconsi solchi (sulci) se sono numerose e leggiere, invezioni (invectiones) se sono scarse e profonde e se gli spazî intermedî si rigonfiano all'infuori. I pertugi sono: pori avventizî o che almeno sembrano tali; pori costanti, ai quali seguendo il Gosse (*) Aspelto esterno di un'Atlinia. — L. Lembo, C. Colonna, M. Margine, D. Disco, T. Tentacoli, P. Peristoma, B. Bocca (Figura originale schematica). darò il nome di cènelidi (cinclides); e aperture aborali, come nell’unico caso del Cerianthus. I tubercoli sono di solito piccole estroflessioni della parete del corpo, (verrucae); ed hanno funzione diversa: di ventosa (verrucae acetabuliferae), di organo orticante (verrucae urticiferae), di pertugio (verrucae cinelidiferae); talora non hanno nè l’una nè l’altra delle tre e sono semplici (verrucae simplices). Qualchevolta anzichè da estroflessioni i tubercoli provengono da piccoli ispessimenti della parete. Con nome speciale vengono da varî autori indicate le verruche orticanti che formano una specie di collana sotto i tentacoli di alcune specie: bourses marginales di Hollard (1851), verrues chromatophores di Milne-Edwards (1857), spherulae marginales di Gosse (1860). Esse non differiscono dalle altre nè per struttura, nè per funzione; ma costi- tuiscono un carattere importante di classificazione e perciò si devono menzionare tanto spesso che un vocabolo speciale è reso necessario. Le denominazioni esistenti sono troppo lunghe ed io quindi suggerisco acroragi (xx0% « vertice », px5 « acino »). Il margine (margo) è per il sommo della colonna ciò che il lembo è per il piede; indica cioè il limite tra colonna e disco. Non sempre tuttavia questo limite è immediato così che su uno stesso spigolo finiscano da un lato la colonna dall’altro il disco; talora vi è tra i due una zona intermedia, per la quale propongo l’appel- lativo collare. Questa zona decorre dal margine propriamente detto al cielo esterno deì tentacoli; e può essere orizzontale (in dentro) come nel gen. Cereactis, verticale (in alto) come nel gen. Cladactis, rivaginante (in dentro ed in basso) come nel gen. Actinia. Quand’essa è presente il margine forma per lo più un cercine rilevato e distinto. — Gosse (1860) per queste modalità del margine propone due parole: para- petto (tichium), onde indicare il cercine rilevato, e fossa (fovea) onde contrassegnare la zona. A me pare che il vocabolo collare basti da solo, e mentre lascia al margine il suo nome, dà di sè stesso un concetto più generale che non quello di fossa. — In certo qual modo il collare corrisponde al capitulum sunnominato. Disco (discus) dicesi lo spazio opposto alla base; al pari di quella è suscettibile di varia forma e può essere convesso, piano o concavo. Come nei casi precedenti scarto ogni altra denominazione; (faccia, coperta, facies, Decke sono improprie; disco tentacolare, disco orale, Tentakel-, Mundscheibe sono ripetizioni; peristoma, Labial- gegend sono parziali). — Nell'insieme della sua superficie il disco è rigato come la base da linee raggianti dal centro, che delimitano altrettanti piccoli spazî tra l'una e l’altra; gli spazî diconsi raggi (radii), le linee interraggi (interradii), e sono dovute all’inserzione dei setti nell'interno. Sul disco trovansi delle appendici numerose prodotte da lunghe estroflessioni della parete del corpo, le quali secondo la loro forma si possono distinguere in ten- tacoli ed in fronde. I tentacoli (tentacula, erroneamente anche: braccia, piedi, antenne) sono i pro- lungamenti semplici più o meno digitiformi delle attinie usuali. Nel loro complesso costituiscono la corona tentacolare; stanno raccolti verso la periferia del disco; e non sono gittati a caso qua e là, ma ordinati regolarmente in circoli concentrici. Questi circoli si denominano dal centro in fuori: primo, secondo, terzo ciclo, ecc., ovvero ciclo interno, ciclo esterno, ece., ed i relativi tentacoli d’ogni ciclo chia- mansi primarî, secondarî ecc., ovvero tentacoli interni, esterni, ecc. In tutto ciò — 760 si considera solo la posizione, non l’origine, nè l’età. — Ogni tentacolo preso individualmente presenta una radice, un fusto ed un apice; dippiù ha due faccie, interna ed esterna, e due lati, destro e sinistro. — La parola sistema, usata da molti invece di ciclo, va lasciata cadere perchè ha due altri significati: secondo alcuni indica cioè il complesso dei tentacoli coetanei, secondo altri tutta intiera la corona tentacolare. Del pari è opportuno di abbandonare i vocaboli dorso e ventre relativamente ai tentacoli, perchè non v'è accordo in tutti se dorso debba denotare la faccia interna e ventre l'esterna o viceversa. Le fronde (frondes) hanno aspetto di solito cicoriaceo, loboso o laciniato. Nell'in- sieme costituiscono anch’ esse una corona frondulare ; e anch'esse stanno in generale raccolte verso la periferia. — La loro disposizione è piuttosto in linee radiali che in circoli. — La forma di ogni singola fronda è assai varia; può essere quella di papilla, di tentacolo semplice, di tentacolo capitato, tentacolo moniliforme, tentacolo bilobo e polilobo : ovvero quello di branca pinnata, ramosa, fogliacea ece. — Il vocabolo fronda viene usato da me per la prima volta (togliendolo da Plinio che con tale nome indica i tentacoli) e tende a stabilire anche nel linguaggio la differenza delle due forme di appendici discali, finora confuse insieme. Una distinzione assoluta fra tentacoli e fronde non si può precisare, nè rispetto alla configurazione, nè rispetto alla posizione. E tanto meno che vi sono molte attinie nelle quali le due forme ricorrono contemporaneamente, e passano per gradi l’una nell'altra. Del pari è affatto relativo il concetto di corona. tentacolare e corona frondulare. Di solito la corona è limitata e periferica, ma talvolta si stende su tutto il disco ; di solito è unica, ma talora si fa duplice: una labiale ed una marginale. Gli osculì (oscula) sono aperture, che (a mio credere) rappresentano ciascuna altrettanti tentacoli e si trovano finora nell’ unico genere Orinia; esse sono circondate da un rilievo od orlo. Le appendici composte si riscontrano solo nelle Actinerinae e sono estroflessioni di intiere porzioni del disco, ricoperte qua e là dalle usuali fronde o da tentacoli veri. Di solito in ogni disco oltre la corona di appendici esiste uno spazio libero, mediano ; sia centrale, sia intermedio fra corona labiale e corona marginale ; questo spazio è il peristoma (peristoma) e non devesi confondere col disco preso insieme. Su di esso veggonsi specialmente chiari ì raggi ed interadii sunnominati. La bocca (os) presenta un’ apertura (rima), un contorno (labium) e due angoli (gonidium e gonidulum); talora su questi due, ma più specialmente sul primo, si notano fatture speciali: un incavo (sinus), un bitorzoletto (lentigo), un gruppo di lobi od escrescenze (conchula), ecc. — Il vocabolo gonidium ripete da Gosse (1860) la propria origine e nel suo primo significato denota indistintamente un angolo e l’altro. Siccome i due angoli sono diversi, così io mi arbitro ad introdurre anche quello di gonidulum per precisare i due concetti d'angolo grande e d'angolo piccolo. Dai gonidii s'intitola il piano, che idealmente e nella direzione sagittale divide il polipo in due metà simmetriche-non-congruenti. Siccome questo piano ideale ha grande importanza e si rivela anche all’ esterno per caratteri speciali, così verrà fatto di nominare tentacoli gonidiali e tentacoli gonidulari, invezioni gonidiali e invezioni gonidulari ecc, tutte le relative parti che si trovano sul suo passaggio; anzi perfino PELO 7 di chiamare gonidiale e gonidulare Je due metà divise idealmente dal piano frontale. — In quest’ ultimo senso l’indicazione viene a corrispondere con quella di dorso e ventre più sopra accennata, ed è perciò opportuno il convenire e fissare che la metà gonidiale corrisponde al ventre, la gonidulare al dorso. Faringe. Dalla bocca pende nell’interna cavità del corpo, un tubo cilindrico più o meno lungo che chiamasi stomaco, sacco gastrico, tubo faringeo, esofago, tubo gastrico, faringe ecc. a seconda dei varî autori. Nessuno di questi vocaboli è appropriato, giacelè l’organo in quistione non può venire omologizzato con alcuna delle parti corrispondenti; io mi servirò dell’ ultimo. — Nel faringe la parete pre- senta uno o due solchi profondi in corrispondenza degli angoli della bocca e sono il canale gonidiale solo (c. gonidialis) ovvero questo e il canale gonidulare (c. go- nidularis). Il fondo del faringe è aperto ed il contorno che dicesi orlo si prolunga spesso in uno o due prolungamenti, lin- guetta gonidiale e 1. gonidulare. Al di là dell’ orlo faringeo si entra nella cavità del corpo, cavità viscerale se così puossi chiamare, o cavità gastro- vascolare, cavità celenterica. — Questa è suddivisa in tanti settori da altrettanti tramezzi che si dirigono radialmente dalla parete della colonna verso l’asse centrale longitudinale. Non lo raggiungono però: ma nella porzione discale si saldano (se non tutti, alcuni) al faringe; nella basale si agrestano e lasciano uno spazio comune assile. — I tramezzi chiamansi setti (septa), le suddivisioni diconsi loggie. I setti distinguonsi in principali, se- condarî, terziarî ecc. secondo la loro im- portanza, e sono disposti sempre due a due. Ogni setto presenta per lo più un pertugio verso il labbro, septostoma labiale; talora anche uno verso la parete, septostoma parietale; il complesso dei septostomi forma tutt'intorno una specie di corridoio, portico labiale, portico parietale. Ognuno può (*) Spaccato longitudinale di un'Attinia, Phellia limicola. — Lo spaccato è così condotto che da un lato si vede uno dei setti principali; dall’altro uno di quelli di terz’ordine. Da quest’ ultimo lato sì scorge ancora in penombra un paio di second’ ordine è più profondo un paio di primo. Nel mezzo e dall’ alto pende il tubo faringeo pure diviso per metà, il quale lascia vedere di prospetto il canale gonidiale. — Le lettere indicano: a un tentacolo principale tagliato per mezzo; a’ un tentacolo di terz’ordine egualmente tagliato ; d il septostoma labiale ; c il septostoma parietale ; d il craspedo nella sua porzione triplice; e la ghiandola sessuale; fil muscolo settale longitudinale ; g il craspedo rasgomitolato ; g' lv stesso in un setto secondario ; & l’aconzio o filo missile ; #' lo Stesso in un setto di terz’ ordine. — La freccia indica il punto della sezione trasversale rappresen- tata dalla figura seguente (Figura originale semi-schematica). 8 lasciar dist'ngnere nel senso longitudinale una regione faringea e una regione libera; nel senso trasversale una porzione filamentosa, una genitale, una muscolare ed una mesenterica. Il vocabolo septostoma venne molto opportunamente suggerito dagli Hertwig (1879). La filamentosa è in modo precipuo importante; essa prende nome dall’orlo inspes- sito che sta sul margine libero del setto e che appunto chiamasi filo, filamento, cordone. Si hanno due sorta di fili: alcuni sono attaccati al setto per una sola estremità e possono venir spinti all’esterno e ritirati (acontia, quasi freccie, li denomina Gosse (1860)); altri vi sono saldati per tutto il decorso (craspeda, Gosse ibid.). Quest’ultimi hanno due parti distinte, una faringea poco circonvoluta in cui il cra- spedo è fiancheggiato da due nastri ((emmnisci) ed è quindi triplice; l’altra libera molto raggomitolata (cordons pellotonés dei francesi) in cui il craspedo è semplice. Altre modalità e relativi termini si om- mettono per non entrare in soverclii dettagli ed invadere il campo speciale di successivi capitoli. Solo ancora troveranno menzione le nematocisti o capsule orticanti (cnidae , Nes- selcapseln, threed-capsules), perchè rappresen- tano un importante e caratteristico costituente dei tessuti. In ciascuna di esse puossi col Gosse (1860) distinguere capsula (cystis), filo (ectho- reum), spirale (strebla), barbiglie (pierygia). Troveranno pure menzione i termini rela- tivi alla condizione espansa o contratta dell’ani- male, per le quali Gosse suggerisce le parole fiore (/los, anthus) e bottone, onco (oncus). Quest’ ultima è impropria assai perchè dinota più una cosa turgida, che una contratta (0yxos - tumore, gonfiezza). Epiteti. Le voci di più frequente uso vengono quivi registrate non perchè sieno difficili ad intendersi, ma perchè dalla loro riunione risultano definite esattamente nel loro preciso significato. Base: - secondo la funzione: libera aderente ad intervalli o sempre; aderente con forza o lassamente, ece.; secondo la grandezza : mediocre, quando è press’a poco eguale alla sezione della colonna; ampia, espansa, quando la supera; ristretta, nulla, nel caso contrario; (*) Spaccato trasversale di un'Attinia, Phellia limicola. — Lo spaccato mostra il rispettivo rap- porto dei setti principali, secondarì e terziarì, fra loro; nonchè le varie porzioni di ciascun setto. Queste sono: la filamentosa (bianca), la genitale (contenente molti circoletti), la muscolare (rigonfia e tratteggiata), e la membranosa (sottile e tratteggiata). Nel circuito esterno la parte scura segna il rivestimento della colonna. — Le lettere indicano: G la parte gonidiale, o ventre; G' la gonidu- lare o dorso; S i setti principali; L le loggie principali; Zs le loggie spurie o iuterloggie. — La freccia vuole significare la direzione dello spaccato longitudinale della precedente figura. (#igura originale semi-schematica). . secondo la forma: piatta, rotonda, elissoidale, ecc., concava, convessa, emi- sferica, ovale, annulare (annularis vel amplectens). Lembo: - per il contorno: uniforme, ondulato, irregolare, lobato ece.; per lo spessore : tagliente, sottile, grosso, rigonfio. Colonna: - rispetto alla grandezza (cioè al rapporto tra lunghezza e diametro) : lunga, elevata, mediocre, tozza, breve, discoidale; mediocre indica l'eguaglianza delle due misure; negli altri casi eccede più o meno l’una o l’altra ; rispetto alla forma: cilindrica, conica, imbutiforme, rigonfia nel mezzo (ed allora può avere aspetto di rafano, di pera, di otre ecc.) ovvero al contrario ristretta nel mezzo (caliciforme, a clessidra ecc.). rispetto all'insieme della superficie : uniforme, gibbosa, panciuta, ondulata, quando riproduce regolarmente una delle nominate forme ovvero quando la riproduce presentando delle gobbe, dei rigonfiamenti, delle ondulazioni. rispetto ai dettagli di superficie: 1° levigata, liscia, ruvida, scabra; 2° striata, pieghettata, rugosa (queste strie, pieghe e rughe possono essere longitudinali, trasversali e irregolari); ovvero solcata (sulcata) quando presenta profonde strie longitudinali, invetta (invecta) quando i solchi sono larghi profondi rari e gli spazî intermedî si rigonfiano all'infuori, incisa (insecta) quando le pieghe sono pro- fonde e ordinatamente trasversali, strozzata (costricta) quando qualche piega trasversale è assai profonda e sembra dividere in due o in tre l’animale, cancellata (cancellata) quando le pieghe si incrociano con un certo ordine ortogonale ; 3° verrucosa, tuber- culosa, bitorzoluta, acetabulifera ecc. quando è coperta da eminenze e queste emi- nenze sono : poco distinte, ben visibili, grandicelle, fatte a ventosa ecc.:-4° infine intiera o perforata se manca ed è fornita di pori; rispetto alla condizione della superficie: nuda se è in condizioni normali, viscida o mucosa se è rivestita da un forte strato di muco; vestita se lo strato è solido quasi chitinoso (Gosse usa per il medesimo la parola epidermis; io sulla scorta di Duchassaing & Michelotti preferisco endusiwin, perchè epidermide è improprio): vaginata se muco e nematocisti le formano una reale guaina; protetta se si tiene aderente dei corpi estranei: sabbia, sassolini, frammenti varî, ecc. Margine, varia a somiglianza del lembo: - per contorno: uniforme, ondulato, irregolare, lobato ; per aspetto: tagliente, rigonfio, liscio, crenulato; per posizione : piano, rovesciato (se ricade sulla colonna), eretto. Tentacoli : secondo la contrattilità: retrattili del tutto e facilmente, o dietro lungo stimolo o solo in parte, o non retrattili; ovvero rigidi, flessuosi, rieciuti, mobili; secondo il numero: numerosi e scarsi; secondo l'insieme: pettinati, scarmigliati ecc. secondo la disposizione: monocieli, bicicli, tricicli, .... policicli; secondo l’ eguaglianza: isacmaei, se hanno in tutti i cicli eguale lunghezza, mesacmei (') se nel ciclo mediano sono più lunghi; ovvero esacmaei, entacmaei se sì tratta del ciclo esterno o dell’ interno; (') ‘ev uecw z0ogo0ò azur Egovta, come annota l'Ehrenberg 1834. 802 secondo la posizione: marginali o discali se sorgono sul contorno o sul piuno del disco; 2 secondo la direzione: intrecciati quando s’inchinano sul peristoma; eretti se si drizzano in alto; ricadenti quando si piegano in fuori ed in hasso; secondo la forma: cilindrici, digitati, conici, subulati, fusiformi, ramosi, lobati ecc. secondo la lunghezza: lunghi se oltrepassano il diametro del disco, brevi se sono più corti del raggio; secondo la grossezza : tozzi, svelti, filiformi. Peristoma : - rispetto alla forma : piano, conico, a coppa, ad imbuto; rispetto alla superficie : liscio, uniforme, scanalato, distinto in settori. Bocca: - beante, chiusa, rotonda, a fessura, prominente, profonda; con labbro liscio, crenulato, lobato. Per quanto riguarda gli organi interni non esiste propriamente una determinata serie di epiteti; le modalità relative debbano venir descritte più che indicate. Gioverà invece più il ricordare le variazioni di alcune proprietà generali dei tessuti; quali: Consistenza che può essere gelatinosa, carnosa, membranacea, coriacea, cartilagine a. Diafaneità che varia dall’assoluta opacità alla pellucidità ed alla trasparenza vitrea completa. Colore che presenta tutte le sfumature immaginabili e si ribella ad una esatta descrizione grafica. D. APPENDICE (APPLICAZIONI PRATICHE DELLE ATTINIE). I.- La maggiore fra le pratiche applicazioni delle attinie è senza dubbio quella dell’uso eseulento la quale servirebbe, qualora ne fosse ancor bisogno, a dimostrare il carattere eminentemente onnivoro del re del creato. È anzi forse solo per questa che alcuni autori parlano delle ortiche di mare. Le più antiche menzioni si confon- dono col racconto delle loro proprietà alimentari, della sapidità, delle norme per cu- cinarle, della stagione in cui sono migliori, ecc. Aristotele al lib. 4, cap. 6 le di- chiara tutte esculente, ma dice preferibili le piccole; ad ogni modo quelle pescate nell’inverno assevera esser migliori delle estive. Plinio, Ateneo, Eliano, ripetono lo stesso. Apicio al lib. 4, (De apparatu apuae sine apua) insegna a friggerle in olio cosparse di farina. Senocrate aggiunge che sono soavi al gusto; ma pesanti allo stomaco. Ma- crobio al lib. 3 riferendo la lista delle pietanze d’una cena di Lentulo dice che l’anti- pasto era di echini, di peloridi, balani, ortiche di mare, ecc. Giovenale alla satira XI le raccomanda per consigliare parsimonia. Aristofane aserive loro il misterioso potere di rendere furioso chi le mangia in primavera: foro anzAdpas é0dtov po yedtdovew» ‘éx)entes; e Pitagora ne proibisce l’uso ai suoi allievi perchè eccitanti a Venere (!). — Degli autori del rinascimento alcuni si riferiscono semplicemente alle antiche nozioni greco-romane, come Gesner, Aldrovandi ece.; altri aggiungono un dettaglio di cottura, (') Aulo Gellio nelle Noctes atticae e Silio Girardi nei Pythagorae Symbola dicono che egli (Pitagora) le reputasse afrodisiache; Aldrovandi suppone che invece le proibisse solo perchè sacre ad Ecate. In quest’ ultimo senso sarebbe forse spiegabile anche la frase di Aristofane. . CENTRE come Wotton (in passo et vino et oleo coquuntur), Rondelet (in sartagine frigun- tur) ece. — Dei moderni pochi se ne curano: il Diequemare (1773) si prende la briga di sperimentare egli stesso in persona e dichiara che le varie specie hanno in ge- nerale un sapore gradevole il quale ricorda quello dei crostacei, che di esse la seconda [Anemonia sulcata) è specialmente preferibile e si presta molto bene dopo esser stata in acqua marina, a venir condizionata con qualsiasi salsa; il Contarini (1844) fa altret- tanto; il Lewes (1858) nega quasi che vengano mangiate; e il Gosse (1860) vi si attenta come l'Abate dell’Havre e, dopo aver provato, si permise il bisticcio: I would not dare to say that an Opelet [Anemonia sulcata) is as good as an Omelet. Sembra che non ogni popolo abbia avuto il pensiero di servirsene per cibo. Così secondo Rondelet (1554) in Normandia nessuno le mangia; Baster (1761) opina che gli olandesi non ne farebbero mai un boccone benchè gl'’italiani se ne dilettino. Da- lyell (1848) ci tiene a rilevare che in nessun punto delle coste inglesi formano og- getto di nutrimento. — Invece sulle coste della Provenza si mangiano dovunque e costituiscono uno dei piatti deliziosi del paese quando vengano condizionate a « ra- stegna » (Risso 1820); e così pure sulle coste atlantiche dove giù ai tempi di Ron- delet (1554) i littorani del Santongino e della Gironda se ne servivano (apud Santones et Burdalenses actiniae in delitiis habentur). Fabricius (1780) comunica che in Groenlandia vengono pure mangiate. Infine sull’Adriatico per testimonio di Conta- rini (1844) e sul littorale mediterraneo d’Italia (Genova, Napoli, Calabrie, per mia notizia) non vengono sdegnate da nessun pescatore. Non tutte le specie sono egualmente ricercate. La migliore è l’Anemonia cereus nella sua varietà grigia; il Risso la chiama appunto A. edulis; e questo nome im- piega per un’altra anche il Cavolini. L'Act. mesembryanthemum viene in seguito; essa è la prediletta dei francesi di Rondelet. Dicquemare mette fra le esculente, seb- hene poco pregiata, anche la sua quarta specie (Actinoloba dianthus). In Groenlandia si mangia la Tealia crassicornis. — Altre specie non so se vengano usate; le Aiptasie son certo troppo poco consistenti, come le Adamsie troppo coriacee ('). Nella mia qualità d’attiniologo io dovetti pure rassegnarmi ad assaggiarle; e fu vera rassegnazione, perchè, confesso il vero, non ne rimasi punto entusiasta. Un amico mio che invitai allo strano banchetto le trovò invece deliziose; e lo stesso asseriscono i pescatori e popolani di mia conoscenza. Ad altri palati la decisione. II. - Oltrechè reputarle sapide ed esculente gli antichi attribuirono alle attinie facoltà peculiari tali da servirsene per uso medico. — Galeno (De simpl. II. 46) aserive loro proprietà diuretiche e le consiglia per guarire i calcoli. Altrove (De com- posit. I) lo stesso autore le suggerisce come depilatorio infallibile (cum nitro et amurca); Plinio le propone pure per psilotrio (in aceto etc.), e così anche Wotton (') Il Boussuet nella sua riduzione poetica di Rondelet (1554) dice ‘a questo proposito, parlando evidentemente della Adamsia Rondeletii : « Linquitur a nostris alienne haec abdita testae « Abjiciturque etiam; cur? quia dura nimis ». Tuttavia i francesi odierni del sud-ovest sono meno schifiltosi e mangiano anche questa specie (Fi- scher 1875). Del resto la si mangia anche a Trieste (Leuckart 1841). 1l PED) AS (in oleo ete.). Trotula (De mulicbriis, cap. 29) asserisce che tolgano le macchie dagli occhi. — Al giorno d'oggi naturalmente nessuno pensa di provarle nè in un modo nè nell’altro. III.- Un’applicazione strana e tutta propria dei tempi recenti è quella dell'uso barometrico. Diequemare (1776) consacra un’intiera memoria a dimostrare che le attinie in certo modo sanno predire il tempo come un barometro. Egli lo notò specialmente negl’individui della terza specie [Bunodes] e vide che per un determinato cambia- mento climaterico si aveva una determinata e pressochè uniforme mutazione di con- tegno nelle attinie. Vide cioè che tempesta, vento e mare molto agitato si ‘accom- pagnavano con attinie chiuse e contratte; pioggia, nebbia e mare non molto agitato corrispondevano ad attinie chiuse ma non contratte; tempo medio presentava attinie semiaperte ed aprentisi ad intervallo; bel tempo e calma aveva attinie aperte; tempo magnifico e costante concomitava con attinie totalmente estese. Naturalmente siccome l'alimento le fa per sè solo chiudere od aprire ogni volta, così durante il periodo di predizione non devesi dar loro da mangiare cosa alcuna.. E nemmeno devonsi al- terare le condizioni di luce, di tranquillità, ecc. Per quanto un barometro animale possa massime dal lato estetico essere superiore ad un istrumento fisico, pure non credo che il presente sia per avere un valore. Anzitutto perchè manca per sua na- tura di esatta e dettagliata commensurabilità. Poi perchè forse manca eziandio di reale fondamento. — Già da più d’un lato si elevarono dubbî sull’attendibilità dei criteriî messi avanti dal Dicquemare. Io ripresi l’argomento e, avendo eseguita una lunga serie di osservazioni comparative tra gli animali, il barometro e il tempo, mi sento in grado di poter asserire: 1° che non sempre ad un mutamento meteorolo- gico corrisponde un cambiamento di contegno; 2° che soventi il cambiamento si nota, ma non è uniforme per ogni individuo; 3° che ben di rado un eguale mutamento di temperie produce nello stesso individuo un eguale cambiamento di contegno. In con- clusione adunque le mutazioni presentate dalle attinie sono forse in parte devolut> ad influenza climaterica, ma in parte si ravvolgono nell'enigma inesplicabile dell’ap- parente beneplacito individuale. E su questo è impossibile fondare qualsiasi uso ba- rometrico. IV. - Sotto il titolo di uso industriale si possono raccogliere tutte le notizie che si riferiscono all’ estrazione della porpora, e che, a vero dire, consistono più nella presupposizione dell’esistenza d’un tale uso, che nel fatto reale. Rondelet (1554-58) fu il primo ad esternare l’idea che gli antichi estraessero la porpora non già da un mollusco (Murex brandaris Lin. e M. trunculus Lin.), ma da un’attinia vivente su quello. Parlando della sua Urtica quartae speciei |A. Rondeletii] egli ricorda il racconto del cane di Ercole, che mordendo una conchiglia fu causa della scoperta di quel colore; ed arguisce che l’animale morso non potè essere stato altro che l’attinia, che quindi la porpora proviene dall’attinia e non dal mollusco. Indipendentemente da lui il Berini (1816), ebbe lo stesso pensiero: anch'egli asserì che l’animale por- porifero fosse lo zoofito e non il murice; ma poi più tardi si ritrattò (1824). A to- gliere ogni dubbio sorse il Bizio; e dimostrò primieramente (1833) che l’asserto di proprietà porporifere nell’attinia è leggiero e gratuito; e in secondo luogo (1836) che in base all'analisi chimica è affatto impossibile. — 83 — V.- Infine, e per obbligo di totale esaurimento del tema, menzionerò ancora un uso ornamentale. È come si capisce di carattere tutto britannico e si riferisce al costume dei piccoli acquarî che ornano i parlours ed i drawing-rooms d'Inghilterra. E. (PIANO DELLA PRESENTE MONOGRAFIA). È mia intenzione di fare un trattato per quanto possibile completo di tutto ciò che riguarda le attinie; considerandole sotto ciascuno degli aspetti offerti dalle loro manifestazioni di forma, di funzione, di rapporto ecc. In questa vasta impresa mi appoggio da un lato sulle cognizioni trasmesse dai precessori, e dall'altro alle mie investigazioni originali. Il raccogliere tutti i fatti isolati d’un argomento qualsiasi e tentare di plasmarli in unico stampo conduce per necessità alla determinazione di un pensiero sintetico generale; in quantochè la mente è di continuo obbligata a rintracciare i mutui rap- porti tra i fatti medesimi. Nel caso pratico attuale questa sintesi non può essere altro che una riproduzione del nesso logico esistente tra i varî rami delle scienze biologiche, perchè ciascuno dei fatti presi in esame appartenendo all’uno od al- l’altro dei fenomeni vitali cade nella giurisdizione dell’ uno o dell’ altro ramo delle stesse. Il piano del mio lavoro dunque non fa altro che ripetere in piccolo la vasta trama della biologia in generale. Ora siccome il nesso logico tra le varie discipline biologiche mon è da tutti egualmente inteso, perchè per sua natura risente troppo l'influenza soggettiva di chi lo determina; e siccome altresì esso sembra modificarsi secondo che lo si considera dal punto di vista induttivo o dal deduttivo: così non farà meraviglia se per indi- care e giustificare il piano stesso espongo il prospetto delle scienze biologiche quale da me viene concepito: Specigrafia \ Croiologia (Chroiologia) Morfologia 7 Tectologia: a ù Î Embriologia \ Teratologia Biologia | F. delle funzioni (Fisiologia str. s.) Fisiologia Patologia F. dei rapporti (Biologia dei Tedeschi) Distribuzione ; : Etiologia E OECnE Glisatifeazione Come si vede io attribuisco alla parcla Biologia il vasto significato di scienza della vita, come le viene dato sulla scorta di Huxley da tutti gl’ Inglesi; e coordi- nandone i dati secondo il metodo induttivo la suddivido un po’ diversamente da quel che in generale si faccia. Ognuno comprende di leggieri che non è qui il luogo di spendere parole per giustificare il mio modo di vedere e scuserà il silenzio senza farmene carico. Lari PARTE TERZA. Specigrafia. A. (AVVERTENZE PRELIMINARI). a) Sistematica e specigrafia. La sistematica, così come generalmente viene compresa, si occupa della de- scrizione e classificazione delle specie; e per molti abbraccia altresì le notizie di distribuzione geografica, nonchè quelle relative alle abitudini degli animali. Lasciando da parte le une e le altre di queste ultime, che evidentemente trovano miglior posto oltrove, importa il far notare che tale concetto generale implica due elementi affatto diversi; l’uno analitico: la descrizione delle specie; l’altro sintetico: la determina- zione dei loro rapporti. Se il tenerli uniti può tornar utile quando si faccia della zoologia pura e sem- plice, riesce assolutamente incomodo e dannoso allorchè si tratta d’una monografia, che vuol appoggiarsi sulle ricerche anatomo-istiologiche. Giacchè allora o devonsi dare alla sistematica proporzioni grandiose e comprendervi oltre la geografia anche la tectologia, l’embriologia la fisiologia ecc.; o devesi subire un manifesto contro- senso, Nel primo caso, sul traliccio di una classificazione si dissemina quà e là tutti i reperti di struttura, di sviluppo, di funzioni ecc. e rinunciando ai vantaggi d’una esposizione comparativa si va aggiungendoli alla descrizione delle specie relative mano mano che si presentano. Nel secondo poi o si fa precedere la classificazione ai dati morfologiei sui quali si fonda, o si espongono osservazioni e considerazioni di qual- siasi natura intorno ad un determinato animale senza prima averne presentato nep- pure il nome. In ambo i casi un disturbo ed un fomite a confusione. Per ovviare a quest’inconvenienti reputai opportuno (e logico) lo scindere la sistematica in due parti corrispondenti ai sopraccenati due fattori; e, riserbandomi a trattare la classificazione delle attinie in fine del mio lavoro, volli premettere al medesimo, perchè necessaria, la descrizione delle specie. In questa cercherò attenermi il più che è possibile alla semplice esposizione dei caratteri esterni; darò campo alla discussione, pur troppo inevitabile, delle sinonimie e non terrò conto d’altro. Naturalmente come in ogni numerosa adunanza di unità distinte sorge da sè stessa la necessità di ordinate serie, così non rifuggirò da disporre le specie in generi e famiglie. Ma questa sarà cosa affatto secondaria; sarà un me- todo per facilitare l’esposizione, non un sistema naturale che intenda riprodurre l’albero genealogico delle attinie. b) Concetto di specie, di varietà ecc. Presa nel concetto di Cuvier la specie era un complesso di esseri collegati da rapporto genetico e di sua natura aveva carattere oggettivo, bene definibile; ovvero (siccome in pratica il rapporto genetico non sempre è dimostrabile) rappresentava un °) 9h e complesso di esseri costruiti sopra un certo modello e strettamente simili. — Col trionfare delle idee evoluzioniste e transformiste il concetto cuvieriano dovette scom- parire; il teoretico rapporto di figliazione da una coppia primitiva non resse davanti a quello degli alberi genealogici che dimostrano la fratellanza universale. E la specie, lasciando ogni carattere ontologico oggettivo, si ridusse ad essere un mezzo tecnico di comunicazione (quindi affatto artificiale e soggettivo), una convenzione del lin- guaggio biologico. Gli esseri passati e presenti non costituirono più altrettante serie parallele, e non fu più possibile di chiamare ogni serie col nome di specie. Essi formarono piuttosto una ramificazione complicata di rami numerosi, intralciati, discen- denti, ascendenti e forse anastomosici, nei quali noi definimmo ad arbitrio determi- nate e circoscritte aree e queste appellammo specie. Così essendo le cose, un limite alla determinazione del concetto di specie non è possibile; il concetto può indifferentemente venir preso in senso molto largo od in senso molto ristretto. E nella specigrafia può senza inconveniente verificarsi ciò che si trova nell’ottica a proposito dello spettro solare, il quale da taluno viene diviso soltanto in rosso, giallo, ed azzurro, mentre il Newton vi ammise sette colori ed il Chevreul vi distinse numerose tinte. Nell’ impossibilità di circoscrivere in un modo qualsiasi questo concetto e nella libera facoltà di modellarselo ad arbitrio, giova indagare quale dei due estremi con- venga meglio: se sia più opportuno un concetto ampio od uno ristretto. O in altre parole: ricercare se la conoscenza di un determinato gruppo d’esseri venga più favorita dalla suddivisione in numerose e minute specie o da quella in poche ed estese. La risposta non è facile; perchè nel caso citato da un lato si avvantaggia l'ana- lisi dall’altro si favorisce la sintesi; e ciascuna di esse è fattore troppo importante nel progresso della scienza per poter venire anche solo parzialmente trascurata. D'altra parte se la suddivisione minuziosa quale prodotto di reiterate indagini implica la profonda e dettagliata conoscenza d’un argomento, in molti casi riesce pressochè pesante zavorra allo spirito filosofico; come pure se la classificazione a larghi tratti mette in rilievo solo i caratteri veramente salienti e facilita l’astrazione, può age- volmente trascendere in vuota speculazione senza base di fatti o d’ osservazioni. Quindi nè l’uno nè l’altro estremo deve essere preferito, nè l’uno nè l'altro ha da venire rejetto. Si dovrebbero potere accoppiare i vantaggi d'entrambi, appoggiandosi a ciascuno egualmente e pienamente senza risentirne gl’inconvenienti. — Ora io.credo che questo sia possibile. Ma non già, come a tutta prima sembra, col seguire una via di mezzo (anzitutto perchè in pratica tale via non si potrebbe tracciare, poi perchè per seguirla si rinuncierebbe ad alcuni dettagli d’analisi e nello stesso tempo s’incepperebbe in parte il lavoro di sintesi); sibbene col cercare di rendere il concetto di specie indi- pendente. La sintesi e l’analisi devono avere piena ed intiera libertà; e il concetto di specie ha da sussistere fra esse od al disopra d'esse, così da non influenzarle e da non esserne influenzato. . Questo in certo modo si può ottenere, purchè si ammettano regolarmente e per principio tre concetti tassici in luogo di due. Vale a dire: quello di varietà per === rappresentare la quantità mutevole data dall'analisi, quello di genere per la quan- tità mutevole prodotta dalla sintesi, e quello di specie per la quantità stabile inter- media che deve servire da unità di descrizione. — Dei tre concetti nessuno è nuovo; ma il primo di essi venne finora più ammesso quale eccezione che registrato per regola fissa. — Se in ogni lavoro specigrafico si attribuisse alle varietà tanta im- portanza quanta se ne accorda ai generi; se come questi le si descrivessero e deter- minassero con cura (ma tuttavia più per spirito di esame che per scopo sistematico) il concetto di specie avvantaggierebbe in precisione ed uniformità; e ‘non verrebbe mai ristretto tanto da rendersi inintelligibile ed indeterminabile come talora accade attualmente. A L’ammettere tre concetti tassici in luogo di due non è, come può sembrare, un errore di raziocinio, col quale si chiami varietà ciò che prima era specie e specie ciò che prima era genere e genere ciò che prima era famiglia. Non lo è perchè l’unità di descrizione non posa, come prima, sull’infima suddivisione, lasciando variabili le quantità superiori; ma poggia sulla mediana (specie) lasciando variabili tanto il termine superiore (genere), quanto l’inferiore (varietà). E ciò importa una non lieve differenza. i Riconosciuta l'opportunità del triplice concetto tassico, ne viene di conseguenza che l’usuale nomenclatura del binomio linneano più non regge e deve essere sosti- tuita con una che abbia a base un trinomio. Così la trinomia, che già col grande svedese erasi di straforo introdotta nella scienza, verrebbe d’ora innanzi riconosciuta apertamente ed elevata a sistema. È cosa fuor di dubbio che nè col triplice concetto tassico, nè con la nomen- clatura a tre nomi si ottiene una fedele registrazione degli esseri viventi e forse nemmeno una registrazione migliore di quella data dai metodi finora usati; perchè i gradi d’affinità e di antitesi sono tanti e di così diversa natura che non possono venir definiti in tre categorie come non lo potevano in due. Ma non è questo che si richiede da loro; si richiede soltanto che essi contribuiscano a creare nel concetto di specie una certa uniformità ed a far evitare lo scoglio contro cui l’odierna spe- cigrafia minaccia rompere: la minuziosa suddivisione di specie. E in questo senso io credo che tanto il triplice concetto tassico, quanto la trinomia possano prestare valido aiuto. Premesse queste considerazioni generali è opportuno esporre come sia stato inteso il concetto di specie nel caso concreto della presente monografia. Due condizioni si presentano: l’una delle specie nuove o di quelle sulla natura delle quali mi potei cerziorare io stesso con ispezione di esemplari viventi; — l’altra delle specie rilevabili solo delle altrui descrizioni consegnate nei libri. Per le specie della prima categoria non feci che seguire i criterî, che dettarono le suesposte considerazioni; e, parco nella istituzione di nuove specie, abbondai nella distinzione di varietà. Il riprodurre con norme tassative e precise, il procedimento, con cui determinai i caratteri specifici di fronte a quelli di varietà, è cosa impos- sibile; perocchè ogni singolo gruppo di attinie si differenzia dai circostanti preci- puamente sovra un organo e varia su tutti gli altri, così che per i suoi componenti E Pe e LA VE PESA x ogni carattere risguardante quell’organo è essenziale per quauto minimo, ed ogni carattere degli altri organi è accessorio per quanto grande. Il numero dei tentacoli, per es., nelle Edwardsidae ha importanza di carattere generico, nelle Actinidae vale appena come carattere di varietà ('). — Dall’aver tradotto in pratica questi prin- cipî provenne che il mio concetto di specie riuscì in generale sempre più ampio di quello degli autori precedenti; e che perciò in molte delle mie specie si comprendono talora due, tre o più specie altrui. Per le specie della seconda categoria (quelle cioè note solo dai libri), non essen- dovi per punto d’appoggio che l’autorità altrui, una modificazione qualsiasi del con- cetto di specie riesciva più difficile. Tuttavia anche qui venne praticata; e fu per vero anche qui quasi sempre un ampliamento. S' intende da sè, che fu usato con la massima discrezione; che cioè non si fusero insieme se non le specie descritte e figurate in modo chiaro ed evidente e le altre si lasciarono inalterate. — Queste ultime, rimaste inalterate, vennero distinte in quattro serie: certe, incerte, dubbio e rigettabili. Le certe si trovano menzionate qua e lù a tempo debito, secondo che lo richiede l'ordine distributivo. Le incerte e le dubbie vengono man mano registrate là dove sorge per esse la relativa contestazione e quindi costituiscono altrettante appendici: sia all'intero ordine delle attinie (Actiniae incertae sedis, Actiniae dubiae), sia a qualche famiglia (p. es. Phellidae incertae sedis, Phellidae dubiae); di esse le incerte appartengono sicuramente all’ordine ed alla famiglia, ma o per un motivo o per l’altro non vi si possono classificare in maniera definitiva; le dubbie poi si ascrivono al gruppo relativo per semplice presunzione (di solito sono insufficientemente descritte). Le rigettabili formano una colluvie a parte. Da quest’ultimo capoverso è concesso settare uno sguardo nell’ammasso di ma- teriale che costituisce la specigrafia attiniologica ed indovinare la confusione che vi regna. La ricchezza numerica delle specie vi può quasi venir messa a confronto con (') Dietro questo parmi superfluo il tentare anche solo approssimativamente di stendere un quadro di caratteri secondo il rispettivo grado d'importanza tassica. Tuttavia, siccome la sua mancanza mi potrebbe da taluno venire addotta a carico, presento il seguente : — Caratteri per famiglia, sottofamiglia e genere. 1° Tipo generale di simmetria; numero fondamentale e disposizione dei setti. 2° Rapporto fra le loggie e le appendici discali; disposizione ciclica o radiale di queste; loro natura (tentacoli, fronde). 3° Conformazione della colonna (liscia, pertugiata, tubercolata, acetabulifera, vestita). — Caratteri per specie. ’ Graduazioni delle suesposte modalità; cioè aspetto peculiare di questo o di quell’organo ; grado di differenziamento delle modalità, concomitanza od incompatibilità di determinati differenziamenti. — Caralteri per varietà. 1° Colore in generale ; sua distribuzione, macchie speciali. 2° Superficie (morbida, aspra, vitrea, vellutata ecc.). 3° Compagine (delicata, robusta, gelatinosa, carnosa, dura) e trasparenza (Grass, cerea, ialina). 4° Contrattilità (rispetto al volume ed al tempo), ecc. — In generale gli attiniologi non curarono il quesito dell'importanza e subordinazione dei carat- teri; e quei pochi che fanno onorevole eocezione (come il Contarini 1844, ed il Thompson 1858) non lo risolsero soddisfacientemente. pis gg quella di taluno dei fecondissimi campi entomologici; mentre la sicurezza e ricono- scibilità delle medesime è al disotto d'ogni aspettativa. Le specie fino ad oggi descritte nei varî tempi e dai varî autori ascendono a parecchie centinaia; ma la maggior parte di esse sono illusorie, sia perchè si riferiscono all’istesso oggetto, siù perchè si fondano sopra caratteri futili, sia perchè in causa d’insufficiente descrizione riescono irreconoscibili. Questo stato di cose io eredo che provenga: in parte dalla natura stessa delle attinie le quali mal si prestano alla esatta determinazione del concetto di specie; in parte dagli autori che non si curarono mai di prestabilirsi alcune regole direttive. Le attinie si prestano male alla specificazione anzitutto in causa della variabi- lità fugace prodotta dalle manifestazioni vitali dell'individuo. Esse variano a seconda degli stati o dell’età; e variano in colore non solo, ma in forma ed in aspetto gene- rale, cosicchè facilmente benchè affini ed appartenenti alla stessa specie possono venire descritte quali specie distinte solo perchè al momento d’osservazione si tro- vano in condizioni diverse ('), — In secondo luogo poi si prestano male ad essere determinate in causa della variabilità morfologica e cromatica dei varî individui presi l’uno rispetto all’altro. Frequenti sono presso le attinie i tipi indeterminati che si sfumano in mille diverse modalità e che agevolmente possono tanto costituire una sola specie quanto formarne cento; questi, se si presentano in una sola volta coi loro mille aspetti ad uno stesso osservatore, potranno venir registrati con un solo binomio; se si offrono alla spicciolata ora sotto una forma ora sotto l’altra ad osservatori diversi, otterranno cento denominazioni differenti. Gli autori anch'essi dal canto loro agirono inconsciamente nel senso della mi- nuta e contradditoria creazione di specie. Taluno, per una perdonabile illusione con- fondendo il proprio zelo da dilettante con la provetta sperienza dello scienziato, ere- dette avere sufficienti motivi da formare nuove specie laddove non si avrebbero dovute menzionare che varietà. Qualche altro ebbe a noia od a disdegno di approfondire le ricerche bibliografiche e battezzò per nuove anche specie già conosciute. Alcuno ancora infine rovistò nei polverosi barattoli de’ musei e, gabellando per specie nuove gli esemplari ratrappiti e contratti trovativi, ne pubblicò le descrizioni dietro esame superficiale dei caratteri esterni. c) Nomenclatura. Pensando che la nomenclatura è l’unico linguaggio col quale i biologi possono registrare in modo uniforme gl’isolati reperti delle loro varie discipline, resta ine- splicabile il silenzio tenuto da tutti a suo riguardo. Eppure s'è vi è parte della metodica che più abbisogni di cura e di norme direttive è appunto questa, in cui di giorno in giorno si vede crescere la confusione. L'attiniologia fra le diverse branche dei due regni organici non costituisce sotto (') La storia dell’attiniologia è piena di queste interpretazioni erronee; sieno desse grossolane, come l'antica dell’ Aldrovandi:(1606) e del Jonston (1650; che elevarono a specie i due stati di attinia contratta ed attinia espansa disegnati dal Belon; sieno meno appariscenti, come la moderna del Gosse (1860) che descrisse quali specie differenti (Sag. venusta e Sag. rosea) due attinie riconosciute più tardi dal Lewes (1860) per semplici stati di passaggio d'una sola specie, > BO — questo riguardo un’ eccezione e, sebbene forse meno disorganizzata di taluna delle altre, presenta anch'essa gravi disordini di binomî mal scelti o mal costrutti, e di sinonimi contradditorî od intralciati. Io ne feci lunga e dolorosa esperienza, e se da un lato mi convinsi della necessità di osservare con scrupolo molti degli antichi precetti di Linneo, dall’altro mi vidi costretto a trasgredirne alcuni altri. L’osservanza la credetti opportuna per tuttocid che si riferisce alla formazione dei vocaboli nuovi; la trasgressione invece mi parve doverosa per quanto riguarda la scelta dei vecchi. Nella formazione dei binomî l’incuria è più generale che non si creda; giacchè si costuma dire che per l’essenziale della scienza è questione di nessun momento se le denominazioni sono più o meno appropriate. Si potrebbe rispondere che altresì è fatica di poco momento il cercare anche nei dettagli la proprietà di linguaggio; ma non ne varrebbe la pena; ed importa invece più il far notare che la storpiatura di voci barbare latinizzate, la puerilità di dedicare ogni genere e specie a qualcheduno e il malvezzo d’inventare lì per lì termini nuovi senza insita significazione, minacciano di rendere la nomenclatura un’ accozzaglia di parole che non ha presa sulla mente. Tanto varrebbe quindi l’introdurre una serie di binomî numerici; ed a che servi- rebbe la nomenclatura allora? Non meno grave è la quistione di scegliere con retto discernimento quale tra i molti binomî di una data specie sia il preferibile. Di sapere cioè se si debba adot- tare il binomio che pare più bello (per brevità, per suono, per espressione ecc.), ovvero quello che è più diffuso; o non piuttosto quello che emana dalla fonte più autorevole, o quello che è il più antico. Di questi quattro requisiti solo il quarto offre garanzie di sufficiente oggettività, e solo il quarto infatti, sotto il nome di prin- cipio di priorità, viene accettato dalla maggioranza quale termine di giudizio. Tuttavia nemmeno esso a mio avviso deve avere giurisdizione assoluta, perchè in molti casi non serve che a sanzionare e ribadire manifesti errori e controsensi. Ammetto che in generale possa avere la preminenza e debba venir osservato; ma vorrei che nelle mani di coloro che assoggettano un vasto gruppo di forme affini ad una completa revisione, perdesse della sua rigidità e potesse talune volte senza iattura venir messo da parte. La ragione sta in ciò che il principio di priorità è un argine opposto allo zelo riformatore di tutti coloro (e sono i più) i quali avendo approfondito uno dei cento dettagli d’un dato argomento si credono in grado di sciogliere quesiti d'ordine gene- rale; e (se è argine per questi) non deve essere ostacolo per gli altri i quali avendo investigato tutti i cento dettagli si trovano pienamente autorizzati a pronunciare un giudizio competente ('). (') Per molti il principio di priorità è più che altro un canone morale. « Nessuno, chiunque egli sia. può pretendere d’assorbire sotto verun pretesto, per qualsiasi scopo, la somma di verità contenuta negli seritti dei predecessori, nè spogliare del merito dovutogli l'inventore della più piccola parti- cella di verità scientifica (Rapport de la Commission de Nomenclature è la Société zoologique de France 1881) ». Tuttavia anche con ciò il principio di priorità non rimane inconcusso ; perchè naturalmente il canone cessa d'aver valore quando si tratta di allontanare dalla scienza un errore, od una causa d’ errore. 12 — 90 — Ma v'è dippiù. Se la facoltà di creare nuove specie e d’imporre nuovi nomi è concessa al primo venuto senza chiedere garanzie della sua competenza ('), perchè non dovrà nell'interesse della scienza esistere qualcuno che rivedendo il di lui ope- rato e trovandolo cattivo possa autorizzarsi di sopprimerlo o di correggerlo? Ebbene se questo qualcuno esiste egli è appunto colui che cerca riassumere tutto il lavoro dei suoi predecessori e tutto il materiale d’un intiero dipartimento. Queste sono le mie opinioni intorno alla nomenclatura e d’accordo con esse 1° le voci nuove che dovetti introdurre sono tolte dal greco e dal latino, non implicano dediche inutili ed hanno ciascuna un significato; 2° le denominazioni vecchie non sono squadrate sempre ed esclusivamente sul principio di priorità (?). d) Note metodiche. Queste contengono alcuni schiarimenti relativi all’artificio di esposizione. Descrizioni e diagnosi. Le diagnosi delle specie, vale a dire le brevi frasi che rilevano il carattere saliente, vennero dappertutto ommesse come superflue. In loro luogo possono benissimo servire quelle dei quadri sinottici ricorrenti ad ogni genere.— Le descrizioni sono stese tutte sovra uno stesso modello; cioè sovra una tessera, che mi sono formata, comprendente tutte le possibili peculiarità d’un’attinia. In ognuna si seguono quindi sempre nello stesso ordine prima certi caratteri poi certi altri, ecc. e nessuno è trascurato. Questo metodo non favorisce di certo l'eleganza stilistica; ma aggiunge in sommo grado precisione, brevità e chiarezza al linguaggio specigrafico e favorisce gli eventuali raffronti delle specie. Sinonimia. I sinonimi citati per una specie non sono soltanto quelli che hanno puro valore specigrafico; ma quelli altresì che sotto un determinato nome trattano qualsiasi quistione relativa alla specie. La ragione sta in ciò che nell’attuale confu- sione sinonimica le speciali indagini fisiologiche, embriologiche od istiologiche fatte su alcune specie possono facilmente da un altro studioso venir riferite ad una specie omonima, ma diversa; e che per togliere il pericolo di travisare fatti e conclusioni devesi cercar di rettificare gli errori di denominazione commessi dagli specialisti. Autorità. Il nome d’autore aggiunto ad un binomio si riferisce sempre ed esclu- sivamente alla specie. L'indicazione sp. n. (ovvero g. n.) è nota; quella n. n. signi- fica che il nome è nuovo e null’altro. (') Sarebbe necessario d'ammettere in proposito un provvedimento. « Il descrivere nuove specie non dovrebbe essere lavoro di uno che conosce solo imperfettamente un dato gruppo, come spesso ne è il caso, ma compito di colui che già fece sul gruppo laboriose e continue ricerche (V. Hoeck, Rep. Pycnogonida, Challenger, p. 6) ». Se ciò fosse il principio di priorità avrebbe molto maggior valore. (°) (Il lettore vedrà che malgrado il linguaggio rivoluzionario io mi scostai tuttavia ben rare volte dal principio stesso). SZ ACTINIARIA Polypes rayonnés nues, Lamarek 1801. Actinien, Rapp 1829. Polypes charnues, Cuvier 1830 (escl. il gen. Lucernaria). Actinies, Lesson 1830. Zoanthaires, Blainville 1834 (escl. il gen. Lucernaria). Zoocorallia polyactinia, Ehrenberg 1884 (escl. la trib. ,Fungina). Anthozoa helianthoida, Johnston 1838, 1847 (escl. il gen. Lucernaria): Forbes 1840 (id). Polypa actinica, Delle Chiaje 1841 (escl. il gen. Caryophyllea). Zoanthaires malacodermés, Milne Edwards 1857. Polycielia enallonemata malacodermata et polyciclia parane- mata, Bronn 1859. Actinaria, Gosse 1860 (escl. le tribù Madreporacea e Antipathacea e parte di Caryophyllacea). Actinaria,; Verrill 1865 (escl. il subord. Antipathacea). Actinaria, Verrill 1866. Animali celenterati, nei quali la cavità contiene: 1° un tubo (faringe o stomaco) aperto agli estremi, e dovuto ad una semplice introflessione della parete del corpo; 2° molti dissepimenti radiali che la dividono in altrettante loggie e che nella loro parte superiore si collegano (se non tutti, in parte) al tubo anzidetto. Il corpo ha forma cilindrica più o meno regolare e verso il polo orale si frastaglia in una corona di appendici (fronde e tentacoli) cave, comunicanti coll’interno, le quali hanno dispo- sizione varia sia nei rapporti mutui fra loro sia in relazione colle loggie sottostanti. La compagine dei tessuti è molle, contrattile e viscida; e solo in pochi casi è dis- seminata di cristalli o spicole pietrose, ovvero incrostata di granuli di sabbia. Gli individui (nel senso generale che si dà alla parola) sono quasi sempre isolati; e pre- sentansi sotto forma coloniale in pochissimi casi (Zoantini e Corynactis). Di tal modo sono chiaramente separati dai tre gruppi affini: madreporari, anti- patari ed alcionari. — Sarà tuttavia opportuno il rilevare che mentre dagli ultimi sì staccano per profonda diversità morfologica, dai secondi e dai primi non diver- gono che per caratteri di subordinata importanza. Anzi eredo che alcuni attiniari sieno in fondo molto più stretti parenti dei madreporari che non dei confratelli attinici. E ciò sia detto senza voler ripetere l’ altrui asserto, che ogni genere di attinie ha rappresentanti malacodermici e sclerodermici. Alla qual cosa non credo. Considerate nella massima generalità le attinie costituiscono un numeroso com- plesso di specie, che sono strettamente riunite da intimi caratteri di somiglianza. Tuttavia non tanto che già a quest'ora non si possano fra esse distinguere secon- darî raggruppamenti; o, per meglio dire, non tanto che dal ceppo comune non si Zi possano staccare alcuni tipi meritevoli di procedere indipendenti. Di cotali tipi tre sono chiaramente definibili entro limiti precisi, e formano tre gruppi ristretti di poche specie, ch'io quasi sto per chiamare aberranti: edwardsie, cerianti e zoantini; carat- terizzati più dai dettagli anatomici che dall’aspetto esterno. Di ciò che rimane della schiera comune una buona parte è a sufficienza nota e costituisce un quarto gruppo: le attinie; un’altra parte è appena superficialmente descritta dagli specigrafi e non presenta ancora basi sicure di classificazione. Tuttavia siccome comprende forme molto diverse l’una dall’altra sarà opportuno l’arrischiarne la suddivisione; ed io lo faccio proponendo per essa tre altri gruppi. Il mio pensiero apparirà meglio dalla ispezione della seguente tabella, in cui enumero le varie sotto-famiglie così come le concepisco nell’ordine dei loro limiti e rapporti più naturali. Classificazione sinottica delle sette famiglie di Attiniari. 1. Attiniari fissi o sciolti, non mai liberamente natanti alla superficie. 2. Disco più o meno coperto da tentacoli; in modo però che questi tendono ad aggrupparsi alla periferia ed a lasciare nudo il labbro. 3. Parete del corpo molle; nuda o rivestita da un endausio superficiale di materia secreta e solidificata, (sia pura, sia commista a granuli eterogenei) Individui (nel senso volgare) quasi sempre isolati. 4. Colonna solcata per il lungo da otto invezioni. . . Edwardsinae— EQwvarsidae. 4’. Colonna liscia, rugosa o solcata; se ha invezioni, que- ste non sono mai meno di dodici, 5. Tentacoli disposti in ciclo, semplici . . .... Actininae — /alcampidae, Siphonactinidae, Phellidae, Sagar- tidae, Actinidae, Bunodidae, Ce- reactidae, Ilhyanthidae, Mesacmaci- dae, Heteraclidae, Paractidae. 5'. Tentacoli in serie radiali, quasi sempre cicoracei (fronde), di rado semplici... ......... Stichodactylinae — Cl0- rynaclidae, Discosomidae, Aure- lianidae, Phymanthidae, Rodacti- dae, Phyllactidae, Crambactidae, Heteractidae. 5! Tentacoli molto grandi; coperti da tentacoletti SECONCALTIUA(AONATI GL) MEU SS OS Thalassianthinae —7ha- lassianthidae, Sarcophianthidae. 3'. Parete del corpo per lo più rivestita da materie eterogenee fermamente aderenti, talora persino compenetrata da deposizioni terrose interne. Individui quasi sempre riuniti ANUCOODIO Mate nn seo ce a el e ee ce Uno . Zoanthinae — Zoanthidae, Sphenopidae. 2'. Disco fornito di tentacoli, tanto verso il margine quanto verso il centro, così che il labbro non è nudo; e nuda invece ri- mane la porzione intermedia. . . +. eee Cerianthinae — Clerianthi- dae. È 1’. Attiniari liberamente vaganti alli superficie dell'acqua. ..... Miayadinae — Mnyadidae. valere CASS I e PES GW i RIEN TIM E TT — 99 — Di quattro famiglie (Edwardsinae, Actininae, Zoanthinae, Cerianthinae) ebbi agio di esaminare io stesso molti esemplari, cosicchè in esse mi resta ignota de visu nessuna subfamiglia. Nella ‘terza famiglia (Stichodactylinae) non potei conoscere per autopsia altro che due rappresentanti delle subfamiglie Corynactidae ed Aurelia- nidae. La quarta poi e la settima non vidi mai più che sui libri. Nel presente prospetto io mi servii solo di caratteri tolti dall'aspetto esterno; la classificazione per sè stessa è tuttavia fondata (per quanto sta in mio potere) sull'esame della struttura. Fam. EDWARDSINAE La presente famiglia contiene finora una sola subfamiglia. Veggansi i caratteri di questa. Subfam. EDWARDSIDAE Actinies pivotantes (pars), Milne Edwards 1857. Ilyanthidae (pars), Gosse 1858, 1860, Verrill 1862, Klunzinger 1877. Edwardsidae, Andres 1880. Corpo piccolo, più o meno claviforme sottile verso il sommo, grosso posterior- mente; distinto in tre porzioni: Fisa o porzione posteriore corrispondente alla base, delicata, rigonfia, non perforata; Scafo o parte mediana e maggiore della colonna, coperto da un rivestimento furfuraceo-chitinoide; Capitolo o regione anteriore, deli- cato. Tutto il corpo è percorso da otto solchi che delimitano otto rigonfiamenti, e sovra ciascuno di questi corre una serie longitudinale di tubercoli. Tentacoli scarsi, più o meno subulati. Peristoma per lo più prominente. — L’ animale rassomiglia a prima vista ad un gefireo, e più precisamente ad un fascolosoma. Edwardsidae munite di 16 tentacoli +. .........0 Edwardsia Quatr. — F. Cla- parèdii Pane., E. Beautempsii Quatr., E. coriacea Mos. Edwardsidae che hanno 32 tentacoli . . . ...........06.. Edwardsiella g. n. — £. kerquelensis Stud., E. Harassii Quatr., E. carnea Gos., E. sipun- culoides Stimp. BHWAr:AGRINCELLAONFEOISRO RS I noe E. elegans Verr., E. timida Quatr. E.clavata Rath., E. pudica Klunz., E. Lùtkenii n. n. HAWATIRICAS IA NPI n n E E. microps Gos., E. Sarsii Diib, & K., E. Grubii n. n. BOWArdSIAz0 IN Ae LerMINALAO te e O e e e NE eee Se E. rigida Mar., E. scabra Mar., E. flaccida Mar. Eidwardsidae innominatàe! Ul ee e eee e ee e n E. sp.? Questa famiglia è un piccolo gruppo di forme strettamente affini tra loro e reci- samente distinte dagli altri attiniari. Ma i suoi caratteri non vennero finora ricono- sciuti in tutta la loro importanza; e perciò mentre da un lato si confusero le sue specie fra quelle di altre famiglie, si estese dall'altro il suo nome ad animali PERI diversi. — Credo essere il primo fra gli attiniologi a considerare le edwardsie come famiglia speciale. Riserbando inalterato alle edwardsie tipiche il nome generico originale, reputai conveniente di modificarlo leggermente perle specie un poco diverse che da esse si dipartono. Una reale classificazione oggettiva è tuttavia impossibile sinchè si abbiano avanti solo le attuali incomplete descrizioni degli autori, e perciò il valore di questa mia suddivisione è affatto relativo. Tutte quelle Edwardsidae che posseggono 11, 12 tentacoli e quelle altre che ne hanno 20, 24, 28 sono probabilmente soltanto gradi intermedî di sviluppo od esemplari mutilati dei corrispondenti due generi succen- nati; i quali nella loro condizione tipica possederebbero rispettivamente 16 (8, 8), ovvero 32 (8. 8. 16) tentacoli; ed io perciò le ho classificate senz'altro come se fos- sero perfette. Gen. Edwardsia Quatr. Sinonimi. — Edwardsia (pars), Quatrefages 1842; Milne-Edwards 1857; Gosse 1860; Andres 1880. Scolanthus g. n., Gosse 1853. Halcampa (pars), Panceri 1869. Urophysalus g.n., Costa 1869. CARATTERI. — Forma. Corpo ottaedrico, in cui gli spigoli sono formati dalle serie longitudinali di tubercoli. Tentacoli 16, bicicli in apparenza, ma in realtà monocicli, alternanti in grandezza 8 lun- ghi con 8 brevi; subulati, curvi, retrattili. — Struttura. Setti 8, simmetrici ma non congruenti; tutti di eguale sviluppo. — Colore. In generale bruno sullo scapo. Altrove è a fondo carneo, giallo, 0 sanguigno con variegazioni bianche. — Dimensioni. La lunghezza della colonna è in media di 0",06; la largh. di 0,005. SPECIE DESCRITTE. — Edwardsie a scapo distinta- mente poligonale e capitolo con sole invezioni .... E. Claparedii Pane. Edwardsie a scapo subpoligonale e capitolo con invezioni e semiinvezioni (verso il margine) . . ....- E. Beautempsii Quatr. Edwardsie a scapo subcilindrico e capitolo cilindrico E. coriacea Mos. Annotazioni. — L'ultima delle specie è nota per un solo esem- plare, quindi si deve ammettere con circospezione. Del resto il carat- tere dello scapo più o meno poligonale o cilindrico è assai incerto, perocchè uno stesso individuo può a seconda del grado d’espansione avere aspetto cilindrico, o solcato o poliedrico. Più importante pare quello della presenza o man- canza di semi-invezioni nel capitolo, in quanto forse si collega all'insorgere o meno di tramezzi secondarî fra gli otto già esistenti, come press'a poco sì verifica presso gli zoantini. Questo genere venne dedicato dal Quatrefages al Milne Edwards. (*) Edwardsia Beaulempsi Quatr, veduta dal lato (da Quatrefages 1842, t. 1). Sp. Edwardsia Claparedii Pane. Sinonimi. — Haleampa Claparèdii sp.n., Panceri 1869, f. 9. Urophysalus Grubii sp. n., Costa 1869, p. 56, t. 3, f. 1. Edwardsia Claparèdii Panc., Andres 1880, p. 123; Andres 1880, p. 333. Edwardsia janthina sp. n.. Andres 1880, p. 334. DESCRIZIONE (t.11,f.1-5).— Forma. Fisa delicata, pellucida, talora un po’ aderente, retrattile entro lo scapo; senza poro. Scapo lungo, clavato; con otto distinte inve- zioni; ogni solco è percorso da una linea o cordone che è l’inserzione dei setti mesen- terici, ed ogni rigonfiamento porta una serie longitudinale di tubercoli (ciascun tuber- colo è formato da un punto rosa cinto da un’aureola o anello biancastro); il tutto è coperto da un indusio ruvido, screpolato che cessa improvvisamente, troncandosi a brandelli tanto verso il capitolo quanto verso la fisa. Capitolo cilindrico, solcato nei due terzi posteriori, conico nel terzo anteriore; liscio. Tentacoli marginali, sedici, bicicli o alterni, otto lunghi e otto brevi (di un terzo), cilindrici, ottusi, curvati in avanti e indietro; peristoma prominente; raggi gonidali presenti sotto forma di leg- giero solco. — Colore. Scapo giallo-sporco. Capitolo giallognolo-purpurino uniforme, con una corona di otto punti giallo-biancastri opachi posti in mezzo ad ogni seg- mento verso il margine. Tentacoli pallidi trasparenti, macchiati da serie irregolari di punti bianchi o bruni, che paiono midollari. Peristoma radiato con linee irregolari brune e biancastre alterne, pallido. — Dimensioni. Colonna lung. 0",06. Tentacoli lungh. 0",01. — Giacitura. Vive nella sabbia o nei pertugi di pietre o sui ceppi di zostera. VARIETÀ. — Questa specie è ricchissima di varietà, sotto-varietà e sfumature. Nel mio lavoro succitato io ne descrissi tre ben distinte e mi parvero molte;in seguito dovetti riconoscere che ne esistono assai più, benchè tutte vi si lascino press’a poco raggruppare intorno. I colori fondamentali sono il giallo, il carneo ed il sanguigno; il colore modificante è il bianco. Le varietà possono quindi venire sinotticamente presentate così : lutea, homocromica carnea, homocromica sanguinea, homocromica » albo-punctata » albo-punctata » albo-punctata uf » » » » albo-tigrinata » » » » » albo-ornata » » » » » albo-stellata x È da notare che nella terza colonna il sanguineo è sovente sfumato in bruno od in violetto; ed il bianco in gialliccio-paglierino. Dippiù che sonvi gradi inter- medî misti. Lo specchietto, come ognuno di leggieri può notare, non esprime un fatto natu- rale, ma una concezione soggettiva e quasi arbitraria. Tanto più che è fondato sopra un solo carattere, quello del capitolo; e che altrettanto potrebbesi fare considerando le eleganti sfumature gialle e scarlatte dei tentacoli o le loro annulazioni bianche o brune; altrettanto se sì descrivessero i raggi e i disegni del peristoma. son Comunque sia, ecco l’enumerazione di alcune varietà: a simplex. Colore giallognolo. Capitolo d’aspetto uniforme, distinto dallo scapo solo per maggiore delicatezza di tessuti. Tentacoli piuttosto rigidi, macchiettati di bianco e grigio (t.11,£.2,2'). f carnea. Colore carnicino. Capitolo punteggiato di bianco. Tentacoli non molto acuminati, con annelli giallo-rosei (t. 11, f. 3, 34,3"). y tigrinata. Colore bruno. Indusio dello scapo giallo-aranciato. Capitolo bruno- cremisino con macchie irregolari gialle. Tentacoli grigi con punti bruni, bianchi ed aranciati. ò ornata. Colore ocraceo. Capitolo tendente al sanguigno con otto punti gial- lognoli sottesi da una linea zig-zag purpurea. Tentacoli con iridescenze gialle e cremisine (t. 11, f. 4, 4°). e stellata. Peristoma bianco-paglierino opaco con linee radiali oscure. Tentacoli grigiastri con macchie trasversali di punti bianchi e bruni ravvicinati. Capitolo bruno- oscuro con un giro di otto macchie stellari bianche e con alcune righe chiare ver- ticali corrispondenti ciascuna ad un tentacolo (t. 11, f. 1, 1,1"). G albicans. Peristoma hianchiccio con otto raggi completi ed otto alterni cunei- formi. Tentacoli indaco-violacei alla base, grigi nel resto con macchie trasversali chiare ed oscure. n janthina. Peristoma rosso-saturno con interradî scuri. Tentacoli uniformemente rossi saturno. Capitolo rosso-purpureo con punti bianchi in alto e con otto grandi macchie romboidali tutt'intorno (t. 11, f. 5, 5‘, 5). E così via per altre molte e molte modalità. ANNOTAZIONI. — Il Panceri attribuisce alla specie un foro posteriore dal quale protrude una gallozzola; in realtà però nè l’uno nè l’altra esistono e la loro parvenza è dovuta agli atti di contrazione, rinvaginamento ed estrusione della fisa. Il Costa non riconobbe nell’animale un attiniario e lo descrisse per gefireo assegnandogli corpo e tromba (forse scapo e capitolo), tentacoli petaloidei [forse tentacoli non bene espansi] e solchi in numero di sei. Malgrado ciò però dalla sua tavola si rileva be- nissimo che la specie è un’Edwardsia. Nel mio Prodromo io ammisi quale specie nuova (E. janthina), diversa dalla E. Claparèdii, un esemplare che invece di 16 tentacoli ne avea soltanto dodici; in seguito ebbi fra le mani esemplari affatto simili che ne avevano 16 e quindi ora la sopprimo. Sp. Edwardsia Beautempsii Quatr. Sinonimi. — Edwardsia Beautempsii sp. n., Quatrefages 1842, p. 69, t. 1, f. 1; Milne-Edwards et Haime 1851, p. 9; Milne Edwards 1857, p. 285. Edwardsia Beautempsii Quatr., Gosse 1860, p. 262. Edwardsia Beautempsii Quatr., Hinek 1861, p. 363. Edwardsia Beautempsii Quatr., Fischer 1875, p. 203. Scolanthus callimorphus sp n., Gosse 1853, p. 157, t. 10; Milne Rd- wards 1857, p. 286. d'I — ioe rddd_l—_—_— e SOT Edwardsia callimorpha Gos, Gosse 1855, p. 31, f. 45; Gosse 1858, p. 418; Gosse 1860, p. 255, t. 7, f. 7; Dana 1872, p. 25, f. 2. Edwardsia callimorpha Gos., Hinck 1861, p. 363. Edwardsia callimorpha Gos., Grube 1873, p. 87, 108. Edwardsia callimorpha Gos., Fischer 1875, p. 203. DESCRIZIONE. — Forma. Fisa delicata trasparente. Scapo sub-poligonale a sette- otto spigoli, con rivestimento abbondante, opaco. Tentacoli trasparenti, rigidi, subu- lati monocicli, 14-16. Bocca prominente a mammellone. — Colore. Fisa leggiermente rosea. Scapo giallo rossastro. Capitolo violetto-pallido con linee più intense. Bocca gialla. — Dimensioni. Colonna lunga 0”,06, 0”,07. — Giacitura. Nella sabbia. VARIETÀ DESCRITTE. — & Quatrefagesii. Capitolo come sopra. B Gossei. Capitolo bruno-cioccolatte con macchie bianche, che sono romboidali verso lo scapo, triangolari verso il margiue. Annorazioni. — Il confronto delle descrizioni di Quatrefages e di Gosse, nonchè quello delle relative figure dimostrano ad evidenza che le due specie devono formarne una sola, come giù ne manifestò opinione il Fischer. — Gli animali compresivi man- cano di poro apicale; per quanto il Rev. Kingsley in una lettera a Gosse ne asse- veri la presenza. — Un esemplare gigantesco (lungo almeno 0°12) venne trovato a Guernsey dal dott. Hilton. — Milne Edwards opina che la specie S. callimorphus Gosse non differisca molto dall’E. Harassi Quatr. Sp. Edwardsia coriacea Mos. Sinonimi. — Edwardsia coriacea sp. n., Moseley 1877, p. 299, t.45,f.11,14. DESCRIZIONE. — Forma. Fisa delicata, non perforata. Scapo vermiforme quasi cilindrico, con rivestimento denso, coriaceo misto a grani di sabbia ed a gusci di foraminiferi. Capitolo delicato. Tentacoli 16, bicicli. — Colore. Fisa rossiccio-pallida; scapo bruno; capitolo rigato per il lungo da quattro strie bianche alterne con quat- tro brune scure, ma separate da queste mediante otto striscie bruno-chiare; queste otto corrispondono ai tentacoli interni, le altre quattro e quattro agli esterni. Ten- tacoli annellati di bianco e bruno-ocraceo. — Dimensioni Colonna lunga 0",04. — Giacitura. Nella sabbia, a grande profondità. Annorazioni. — Nel carattere del rivestimento sabulifero la specie fa passaggio all’E. kerguelehsis. Gen. Edwardsiella g. n. SiNnoNIMI. — Edwardsia (pars), Quatrefages 1842; Gosse 1856-58-60; Ver- rill 1862 ecc. Actinia (pars), Stimpson 1853. CARATTERI. — Forma. Corpo più o meno subcilindrico; ma pur sempre otto- radiato. Tentacoli in numero di 20 e più (20-24-28-32). — Colore e dimensioni, press’ a poco come nel gen. Edwardsia. 18 Rogi SPECIE DESCRITTE. — Edwardsielle con rivestimento incrostato di sabbia, e con 20 tentacoli, cilindrici . . . ... E. kerguelensis Stud. Edwardsielle con rivestimento chitinoide, spesso, e con 14 tentacoli grossi ....... Ri ro RIE E. Harassi Quatr. Edwardsielle con rivestimento chitinoide, spesso, e con 26-32 tO N LA CO LUEVATIA DIA E I OO E. carnea Gos. Edwardsielle con rivestimento sottile, scarso, e con 20-24-28-32-36 tentacoli ottusi . ................ E.sipunculoides Stimp. ANNOTAZIONI. — Di tutte le specie che posseggono 20 o più ten- tacoli solo queste quattro sono in certo qual modo caratterizzabili. Ognuno si avvede però che i caratteri differenziali hanno valore molto illusorio; che la presenza o mancanza di sabbia nel rivestimento e il di lui maggiore o minore inspessimento sono più relativi ad acciden- talità esteriori (la giacitura, la muta, gli sfregi subìti) che ad intime modalità organiche; e che persino il numero dei tentacoli è più un indice del grado di sviluppo (o se più vuolsi dell’età dell’ animale) che della differenza di struttura, — Ma d’altra parte caratteri migliori nou se ne trovano e il fondere insieme tutte le specie in una sola non è per il momento giustificabile nè opportuno. Io sono d’avviso però che in seguito più o meno lo si dovrà fare. Sp. Edwardsiella Kerguelensis Stud, Sinonimi. — Edwardsia Kerguelensis sp. n., Studer 1878, p. 546, t. 5, te Zi aos: DescRIZIONE. — Forma. Corpo cilindrico, ma con otto solchi, vermiforme. Fisa delicata. Scapo ruvido con rivestimento incrostato da granelli di sabbia. Capitolo delicato, breve. Tentacoli 20, brevi, cilindrici. — Colore. purpureo per capitolo e fisa, bruno per scapo. — Dimensioni. Colonna lungh. 0”,04, 02,05. — Giacitura. Nel fango. AnnoTAZziIONI. — La descrizione lascia alquanto a desiderare in dettaglio. Lo Stu- der opina che la specie sia affine con }-E. timida del Quatrefages. A me pare che, dai tentacoli in fuori si avvicini dippiù all’E. Harassi dello stesso. — Egli è tutta- via da ricordare che nel disegno dello Studer i tentacoli anzichè 20 sono 16 e che quindi, accettando quest’ultimo numero come vero, la specie si confonde con qualcuna delle precedenti. Sp. Edwardsiella Harassii Quatr. Sinonimi. — Edvardsia Harassi sp. n., Quatrefages 1842, p. 71,t.2,£.2; Milne Edwards 1857, p. 286; Fischer 1875, p. 203. DescRIZIONE. — Forma. Fisa piuttosto corta. Scapo cilindrico con rivestimento grosso, opaco. Capitolo corto, trasparente. Tentacoli rigidi, bicicli, 24, grossi, tra- sparenti. Peristoma emisferico. — Colore. Scapo giallo-spento. Capitolo brunastro. (*) Edwardsiella sipunculoides Stimp. veduta dal lato (da Stimpson 1853, t. 7). (**) Il disco della stessa (ibid.). Seggi Tentacoli ad apice brunastro. — Dimensioni. Colonna lunga da 0",05 a 0!",06. — Giaci- tura. Nella sabbia. Annotazioni. — Figura piuttosto meschina. — La specie è dedicata al proprie- tario dell’isola Chausey dove fu trovata. Sp. Edwardsiella carnea Gos. Sinonimi. — Edwardsia carnea sp. n., Gosse 1856, p. 219, t. 9, f. 1, 4; Gosse 1858, p. 418; Gosse 1860, p. 259, t. 7, f. 5, 6. Edwardsia carnea Goss., Hinck 1861, p. 363. DescrIZIONE. — Figura. Colonna in generale cilindrica, subeguale, vermiforme. Fisa sottile, membranacea, globosa, trasparente, imperforata. Scapo pochissimo coria- ceo; ma con rivestimento ruvido e grosso tanto da formare quasi un tubo. Capitolo un poco rigonfio nel mezzo, con otto invezioni ed otto semi-invezioni. Tentacoli 28 submarginali, tricieli (8. 8, 12); ora lunghi ora brevi, diretti in fuori ed avanti, Bocca prominente. — Colore. Fisa roseo-carnicina; scapo bruno-giallo; capitolo carnicino, translucido (lascia trasparire il faringe roseo); tentacoli carnicini, talora annellati da striscie più e meno chiare, e talora ornati d'una macchia gialla alla radice; peri- stoma con una stella bianca opaca su fondo pellucido; bocca scarlatta. — Dimen- sioni. Colonna lunga 0”,025; larga 0,002. — Giacitura. Nelle roccie erose. Annotazioni. — L’autore osserva che i tentacoli sono forse 32 (8. 8, 16). Sp. Edwardsiella sipunculoides. Stimp. Sinonimi. — Actinia sipuncoloides sp. n., Stimpson 1853, p. 7. f. 2. Edwardsia sipunculoides Stimps., Packard 1865. Edwardsia sipunculoides Stimps., Verril 1862, p. 28, t. 1, f. 12-13; Verrill 1863, p. 58. DescRrIZIONE. — Forma. Corpo molto allungato, coperto da rivestimento sottile; nella parte anteriore presenta otto invezioni. Tentacoli 20-24-32-36 brevi, ricurvi, con estremità ottusa, entacmei, subuliformi. Base piccola o nulla, pochissimo ade- rente. — Colore. Corpo bruno, con otto linee longitudinali bianche; capitolo ornato di 8 macchie pure bianche. — Dimensioni. La colonna può raggiungere fino 0,12 di lunghezza. — Giacitura. Nella sabbia; acqua bassa. AnnoTAzIONI. — Lo Stimpson le assegna 20 tentacoli; il Packard gliene attri- buisce 24; il Verrill ne novera 36 nel testo e ne dà 32 nel disegno. Edwardsidae incertae sedis. Le specie seguenti appartengono evidentemente alle Edwardsie, e per vero ai rispettivi generi dei quali portano il nome, ma sono descritte con insufficienti dettagli per venir differenziate dalle altre che giù sono ascritte ai generi stessi. L’ ultima sembra diversificare molto da tutte le restanti. Sp. Edwardsia elegans Verr. Sinonimi. — Edwardsia elegans sp. n., Verrill 1869, p. 162. DESCRIZIONE. — Forma. Corpo allungato, snello. Scapo a rivestimento abbondante sparso di fango. Capitolo delicato, con 16 righe longitudinali bianche. Tentacoli 16, — 100 — snelli, variamente carvati. — Colore. Scapo giallo chiaro. Capitolo rossiccio-pallido. Tentacoli carnicini con linea centrale aranciata. — Dimensioni. [Non date). — Gia- citura. Sotto le pietre; acqua bassa. ANNOTAZIONI. — I dati della descrizione sono insufficienti a definire con sicurezza la specie, ma d'altra parte bastevoli per dichiararla affine all’una od all’altra delle summentovate. Sp. Edwardsia clavata Rath. Sinonimi — Actinia (Isacmaea) clavata sp. n., Rathke 1843, p. 147, LO NEERALOÌ Edwardsia tuberculata sp. n., Diiben og Koren 1847, 267. Edwardsia clavata Rath., Danielssen 1859, p. 45. Edwardsia tuberculata Diib., Sars 1861, p. 262. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna lunga, vermiforme, clavata; percorsa da 8 solchi longitudinali. Fisa grossa, rotonda, delicata; scapo rugoso, tubercolato; capitolo deli- cato, senza lirite distinto fra esso e lo scapo. Tentacoli 16, monocicli, filiformi, lunghi. Onco ovale o cilindrico. — Colore. Fisa bianchiccia, trasparente. Scapo bruno- ruggine. Capitolo bruno con otto linee longitudinali bianche e numerose macchioline ocracee, irregolari. Tentacoli pellucidi con macchie ocracee e talora con apice bruno. — Dimensioni. Colonna lunga da 0”,035 a 02,05. — Giacitura. (Non indicata). ANNOTAZIONI. — Il Rathke, da cui la descrizione è tolta, non menziona i tuber- coli dello scapo; essi vengono tuttavia nominati dagli autori successivi Dùben & Koren, per cui non v'è dubbio sulla loro presenza. Sp. Edwardsia Luùtkenii n. n. Sinonimi. — Edwardsia duodecimcirrata Sars., Liitken 1860, p. 196. DESCRIZIONE. — Forma. Fisa liscia, delicata, rigonfia. Scapo cilindrico-ottaedrico, ruvido, coriaceo, rugoso di traverso. Capitolo liscio. Tentacoli 11 (12?), brevi, con- tratti. — Colore. Fisa incolora. Capitolo con macchie rosse. Tentacoli annellati di rosso. — Dimensioni e giacitura. [Non indicate). Annorazioni. — La referenza all’E. duodecimcirrata non regge perchè la specie di Sars appartiene alle Halcampae, mentre la presente è davvero un’Edwardsia. Per- ciò ne feci una specie a sè e la denominai dal suo scopritore. Sp. Edwardsiella timida Quatr. Sinonimi. — Edwardsia timida sp. n., Quatrefages 1842, p. 70, t.2,f£. 1; Milne Edwards 1857, p. 286; Fischer 1875, p. 203. DescRIZIONE. — Forma. Fisa ordinaria. Scapo subcilindrico, cioè con coste pochis- simo marcate; ricoperto da rivestimento, Capitolo come nell’E. Beautempsii ma più delicato. Tentacoli lunghi, delicati, mobili sempre monocicli, 20-24; bocca non pro- minente. — Colore. Scapo giallastro, translucido. Peristoma con dieci macchie radiali violacee alternatamente pallide ed intense. — Dimensioni. Lungh. da 0”,06 a 0,07. — Giacitura. Nella sabbia. — 101 — Sp. Edwardsiella pudica Klunz. Sinonimi. — Edwardsia pudica sp. n., Klunzinger 1877, p. 80, t. 6, £. 3. DescRIZIONE. — Forma. Colonna lunga, snella, rugosa o tubercolata, ad 8 settori. Fisa nuda. Scapo che sì copre di rivestimento grigio sporco in seguito ad irritazione. Capitolo cilindrico, rigato. Tentacoli eguali, lunghi, filiformi, marginali, 20 di numero, monocicli. Bocca cinta da 7-8 prominenze. — Colore. Colonna grigio-bianca-azzurro- gnola con rivestimento grigio-giallo-verdognolo. Fisa nerastra. Tentacoli grigi, verdi o bruni con macchie bianche interne e punti di cinabro. — Dimensioni. Colonna lunga 0%,10; larga 0”,015. — Giacitura. Nella sabbia in crepacci di scogli esposti a marea. ANNOTAZIONI. — Il Klunzinger è d’ avviso che questa specie debba formare un genere nuovo, il quale sia rispetto alle Ilyanthidae ciò che la Phellia è per le Actinidae; un genere distinto dalle Edwardsiae. — Dalla facoltà di secernere un rive- stimento dietro irritazione si è indotti a pensare alle guaine che i cerianti formano in eguali circostanze; ed allora anche le prominenze boccali sembrano assumere nuovo aspetto; quello di tentacoli labiali. — Del resto prominenze simili le possiede anche l’H. sipuncoloides. Edwardsidae dubiae. Sp. Edwardsia microps Gosse. SinonIiMI. — Halcampa microps sp. n., Gosse 1858, p. 195; Gosse 1860, p0252: 07, LL Halcampa microps Gos., Hinck 1861, p. 363. DESCRIZIONE. — Forma. Fisa estensibile, protrattile, adesiva. Scapo claviforme ad otto invezioni; minutamente granulare; inviluppato in uno strato sottile di muco misto di materie estranee; sovente rugoso. Capitolo [da Gosse non menzionato]. Tentacoli 16, marginali, bicicli, alternatamente lunghi e piccoli (papilliformi); eretti o curvi in avanti; cilindrici ad apice ottuso. Bocca prominente. — Colore. Dappertutto giallo-bianchiccio- pellucido. Ovarii carnicini. — Dimensioni Colonna lunga 0”,008; larga 0,001. — Gia- citura. Fra le pietre nel limite di marea. ANNOTAZIONI. — Di questa specie vennero trovati una sola volta cinque o sei esem- plari. La piccolezza degl’ individui e la diafaneità dei tessuti fanno pensare che si tratti d'una qualche forma giovanile. La novero colle Edwardsie solo in causa delle 8 invezioni' e dei 16 tentacoli; chè l’altro carattere importante (quello delle serie di tubercoli) le manca. » Il nome le fu dato da Gosse per la piccolezza del disco: puxp9s, piccolo; ap, viso. Sp. Edwardsiella Sarsii Sars. Sinonimi. — Lecythia brevicornis sp. n., Sars 1829, t.1, f.10; Id. 1833, c. 226, t. 10, f. 5; Ehrenberg 1834, p. 73; Sars 1835, p. 3. Edwardsia Sargii Dib. Diben & Koren 1847, p. 267. \ _’—r >. ——@——& = alare DescRIZIONE. — Forma. Colonna coperta da un tubo membranaceo, rugoso, eretto; fisso alla base, aperto al sommo, da dove lascia sporgere un capitolo molle ampul- laceo. Tentacoli brevi, tozzi, 20, acuminati, monociceli. — Colore. Tubo verde-sporco- opaco ; animale rosso-chiaro trasparente con bocca e faringe rossi. — Dimensioni. Corpo lungo 0,006. — Giacitura. Trovato fisso colla base su una Saxicava pholadis. Annorazioni. — La figura di Sars 1829 non ha che molto lontanamente l’aspetto di un’Edwardsina; l’Ehrenberg menziona questa specie in una nota a proposito delle Sertularie; ed è d’avviso che sia un'attinia più che un idroide; e che ad ogni modo non si possa annoverare tra le specie note, perchè troppo male descritta. — Il Sars (1835) tornandovi sopra, la reputa affine con l’A. intestinalis Fabr.; da cui dif- ferisce però per il numero dei tentacoli (25,26) [sic], per il tubo protettore e per la base larga e piatta. È d'opinione che si debba staccare dalle restanti attinie. — Diiben & Koren la riferiscono decisamente alle Edwardsie. Sp. Edwardsia Grubii n. n. SINONIMI: =: 02 O ?.... Sp. n., Grubii 1864, p. 107. DescRIZIONE. — Forma. Fisa vescicoliforme, espansibile. Scapo lungo striato. ‘Tentacoli 12. — Colore. Bruno sulla colonna, bianchiccio sui tentacoli. — Dimen- sioni. Colonna lunga 0”,03. ANNOTAZIONI. — Grube descrive questa specie (in una nota a pie’ di pagina del suo libro) dichiarandola affine con la P. chrysanthellum; ed aggiunge che oltre al - precitato esemplare ne trovò un altro, il quale era più colorato (cioè giallo bruno sulla colonna, e bruno sui tentacoli con punti gialli), e viveva in eguali condizioni e località del primo. In entrambi riconosce una certa somiglianza con la sua A. zebra Edwarsidae indeterminatae. Altre Edwardsie menzionate ma non descritte, sebbene dotate di nome specifico, sono le tre seguenti del prof. Marion che possono benissimo essere specie nuove come possono rappresentare semplici varietà o stati individuali di specie gia note. Ecco: Edwardsia rigida Mar. Edwardsia rigida sp. n., Marion 1882, p. 334. L’autore dice semplicemente che la specie possiede peculiari projezioni meso dermiche |sic.). Edwardsia scabra Mar. Edwardsia scabra sp. n., Marion 1882, p. 334. Questa specie ha colonna con tuberosità |Null'altro]. Edwardsia flaccida Mar. Edwardsia flaccida sp. n., Marion 1882, p. 334. La presente è la meglio descritta. Ha colonna rugosa con scapo bruno-giallo e capitolo carmino; tentacoli dieci. [E questo è tutto). È LAI ARDA veto dr + | | f i 4 1 Cir IT Edwardsidae innominatae. Queste sono quelle poche, le quali si trovano qua e là menzionate senza descri- zione e senza nome nei resoconti di alcuni raccoglitori. Esse sono: Edwardsia ... sp. ... Smith et Harger 1874. Edwardsia... sp. 1°... Litken 1875. Edwardsia... sp. 2°... Liitken 1875. Edwardsia indef. ... Fischer 1875 Fam. ACTININAE Attiniari quasi sempre aderenti, quindi con base per lo più musculosa e piatta. Disco fornito di tentacoli più o meno numerosi; raggruppati verso la periferia così da lasciare nuda l’area centrale; semplici, uniformi; corrispondenti uno per uno ad una loggia; disposti in cicli non in serie radiali. Colonna ora liscia, ora rugosa o tubercolata o perforata ecc.; talora solcata per lungo ed i solchi non sono mai meno di dodici. 1. Actininae con sole 12 invezioni, con tentacoli piuttosto scarsi e bocca pla eratato Gialla ona air AIRIS O Malcampidae. — Halcampa Goss., Halcampella g. n. 1’. Actininae con 12 o più invezioni. 2. Bocca munita di concula, tentacoli piuttosto scarsi”. . . Siphonactinidae.—Sipho- naclinia Dan. & K., Philomedusa Miill., Actinopsis Dan. & K. 2'. Bocca semplice, tentacoli di solito numerosi 3. Tentacoli non lisci, ma tubercolati o moniliformi PECLUCHERRRI RE e +... .... Heteractidae. — Ropalactis n.n., Eloaclis u.n., Ragactis n. n., HeteractisM. Edw., Stauractisn.n. 3'. Tentacoli lisci, conici (solo per eccezione bifidi) 4. mesacmei. ..... SIA uao aan a Mesacmaeidae. — Mesuc- maca n, n. 4 CHLACMOlga. e = ve o neteno nio VENETA 5. Aconzi presenti, emessi dietro irritazione 6. Colonna rivestita. ....... +. + » Phellidae.— Ve/ophellian. n., Phellia Gos., Ilyactis Andr., Chi- tonactis Fisch., Ammonactis Verr. 6.' Colonna nuda... .. dae oto, Ò Sagartidae. — Aclinoloba Blain., Heliaclis Thomp., Cylista Gos., Adamsia Forb., Aiptasia Gos., Sagartia Gos., Nemactis M. Edw. 5. Aconzi non presenti ". Margine tentacolato, non rilevato e PIIVORGACIOTA DIMISE Paractidae. — Paranthus n. n., Paractinia n. n., Paractis M. Edw. #.Margine non tentacolato oa 8. rilevato e con acroragi 9lfcolonna scia eo ene Actinidae — Actiniu Browne, Anemonia Risso. 9'. colonna tubercolata . . ... Bunodidae. — Tealia Goss., Bolocera @Goss., Bunodes Goss., Phymactis M. Edw., Aulactinia Verr., Anthopleura Duch., Clada- ctis Panc., Bunodeopsis Andr., Cy- stiaclis M. Edw., Evaclis Verr.. Thelactis Klunz. 8'. rilevato ma senza veri acroragi 10. colonna con acetabuli . .. Cereacetidae. — Cercactis Andr. 10/colonnaQliscia Mii Hyanthidae. — //yanthus Forb. L’ordine di successione delle varie subfamiglie è quello esposto a pag. . . . . Quì venne alterato per rendere più semplice il prospetto dicotomo; e perciò le tre famiglie Mesacmeidae, Heteractidae e Paractidae vi sono frammischiate alle altre in luogo di trovarsi alla fine. Subfam. HALCAMPIDAE Base nulla; estremo posteriore della colonna arrotondato, vescicolare. Colonna cilindrico-clavata, lunga vermiforme; ora liscia, protetta [sempre?] da un tubo non aderente; ora furfuracea; ora incrostata di frammenti o di granuli di sabbia. Tentacoli conico-cilindrici; per lo più 12 monocicli, talora più e bicicli. Peristoma quasi sem- pre un poco prominente. Halcampidae con 12 tentacoli monocicli. . ............. Halcampa Gos. — H. chry- santhellum Gos., H. Kefersleini n.n., H. farinacea Verr. Halcampidae con più di 12 tentacoli, bi- o tricicli. ......... Halceampella g. n. — H. en- dromitata Andr. Halcampidae incertae sedis ..... AO Meral armo eta H. albida Agas. A. &E., H. pur- purea Stud. MACAMPIAACRA UIL IE H, sulcata Verr., H. pallida Verr., H. cylindrica Reid., H. capensis |, Verr., H. Stimpsoniin.n., H. pro- ducta Stimp., H. albida Agass. Poco numerosa di rappresentanti, questa famiglia abbraccia forme che quasi sem- pre furono confuse con l’Edwardsie o credutevi strettamente affini. Da un lato esse paiono attaccarsi a quest'ultime per trasmutare in esaradiato il tipo ad otto raggi. E dall’ altro sembrano schematizzare in sè stesse la fondamentale caratteristica delle attinine ed abbozzarne di sfuggita alcune modalità. La moltiplicità dei tentacoli congiunta alla permanente dodecaseptazione costi- tuisce a mio avviso un importante carattere per il passaggio alle attinine di 24, 48 e più setti; e perciò mi arbitro di istituire accanto al gen. Halcampa p. d. il gen. Halcampella. — 105 — Delle specie qui noverate, la chrysanthellum, l’albida e la purpurea hanno parete del corpo delicata, senza rivestimento furfuraceo od incrostazioni di sabbia. Pare però che invece esse applichino direttamente il loro prodotto di secrezione a cementare insieme i granelli di sabbia circostanti al corpo ed a formarsene così un tubo libero. La cosa merita conferma. Gen. Halcampa Gosse. Sinonimi. — Actinia (pars), Peach in Johnston 1847. Edwardsia (pars), Sats 1851, Mobius 1863, Verrill 1869, 1873. Peachia (pars), Gosse 1855-60, Milne-Edwards 1857. Xanthiopus, Keferstein 1862. CARATTERI. — forma. Corpo vermicolare cilindrico-clavato, poste- Fig. 6. (*) riormente rotondo ; percorso per il lungo da 12 invezioni; ora liscio, Ad? IS fre uniforme cosparso di minutissime ventose; ora distinto in capitolo, scapo e fisa. Tentacoli 12, monocicli, marginali, cilindro-conici.. — Colore. In generale bruno-gialliecio. — Dimensioni. Lunghezza totale da 0",02 a 0%,05. — Giacitura. Nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Halcampae a colonna liscia, molle, BHBOCALAS IMIfOrIMO: Ii I o dial ARA H. chrysanthellum Gos. Halcampae a colonna distinta in capitolo scapo e fisa scapo furfuraceo delicato. . ........ H. Kefersteini n. n. scapo furfuraceo ruvido .. ......... H. farinacea, Ver. x ANNOTAZIONI. — Benchè fra la prima e la terza delle tre specie la differenza sia abbastanza notevole, pure il passaggio dall’ una all’ altra per mezzo della seconda sembra essere di grado più che di qualità. La H. farinacea . collega specialmente le Edwardsine p. d. con le Phelliae; mentre la H. chrysanthellum si . avvicina all’E. microps da un lato ed alle Philomedusae dall’altroî — Il nome allude all'aspetto di vermiciattolo o bacherozzolo che hanno queste attinie; quasi fossero bachi di mare (AG, mare, y4ura baco). Verrill lo modifica superfluamente in Halocampa. Sp. Halcampa chrysanthellum Peach. Sinonimi. — Actinia chrysanthellum Peach., Johnston 1847, p. 220, t. 37, f. 10-15; Cocks 1851, p. 6, t. 1, f. 20, 21; Landsborough 1852, p. 274. Peachia chrysanthellum Peach., Gosse 1855, p. 294; Id. 1855, p. 31; Milne Edwards 1857, p. 233. i Halcampa chrysanthellum Peach., Gosse 1858, p. 418; Gosse 1860, p.247, t. 7, £.9, 10; Hinck 1861, p.363; Dana 1872, p. 25, f.3; Fischer 1875, p. 204. Peachia chrysanthellum Peach., Grube 1873, p. 111, p.115. DescRIZIONE.— Forma. Colonna allungata, vermiforme; lievemente solcata e coperta di numerose ventose minutissime; coll’ estremo posteriore arrotondato, translucido, vescicolare, non retrattile; coll’anteriore senza margine rilevato, nè collare. — Ten- tacoli 12, marginali, monocicli; cilindrici ottusi; lunghi quanto il diametro discale; (*) Halcampa chrysanthellum Gos. (da Gosse 1860, t. 7. ingrandita). — 106 — diretti in alto e fuori con leggera arcuazione; perfettamente retrattili. — Peristoma piano, con 12 raggi distinti. Bocca lineare, non prominente; scanellata sul faringe. — Colore. Colonna bianchiccio-sporca, su cui spiccano candide le dodici linee d’ inser- zione dei setti. Tentacoli bruno-pellucidi con sei macchie bianco-opache sulla faccia interna, delle quali la prima, la terza e la sesta sono piane, le restanti sono V-formi e per vero la seconda colla punta in basso (verso la radice) la quarta e la quinta colla punta ir alto (verso l'apice). Peristoma bruno alla periferia, cilestre al centro, radiato da linee interradiali che verso la radice dei tentacoli si fanno trifide. Bocca gialliccio-bianca. — Dimensioni. Colonna lunga 0",035. — Giacitura. Nella sabbia, ad acqua hassa, nelle pozzanghere di marea. ANNOTAZIONI. — La specie venne primamente descritta dal Johnston 1847 su di una communicazione inedita fattagli da Peach, lo scopritore. Il Gosse le attribuì un poro posteriore: ma poi se ne ricredette. Dana ricopia semplicemente la figura del Gosse. — Sarebbe da indagare se anche questa specie possiede un tubo libero come la H. purpurea o la H. albida. — L'appellativo specifico (chrysantellum) pare indichi la rassomiglianza del variopinto disco con un fiorellino. Sp. Halcampa Kefersteini n. n. Sinonimi. — Xanthiopus bilateralis sp.n., Keferstein 1862, p.34, t.2, f.22. Xanthiopus vittatus sp. n., Keferstein 1862, p. 34, t. 2, f. 15. DescRIZIONE.— Forma. Colonna con capitolo, scapo e fisa, capace d’aderire con nume- rosi minutissimi succiatoi. Tentacoli 12, marginali. Peristoma con raggi triangolari ,gonfi. Bocca prominente. — Colore. Colonna gialliccia. Tentacoli annellati di giallo. Bocca gialla. — Dimensioni. Colonna lunga da 0”,02 a 0",04. — Giacitura. Nelle fessure degli scogli (gneiss); entro limite di marea. VARIETÀ. — « wvittata. Tentacoli tutti eguali. Dimensioni piccole. { bilateralis. Tentacoli gonidiali diversi dagli altri per mancanza d’ annula- zione. Dimensioni maggiori. ANNOTAZIONI. — Il genere di Keferstein manca d'ogni solida ragione d’esistenza, giacchè le sue specie per nulla si distinguono dalle vere Halcampe. Io fui anzi tentato di sopprimere anche la presente specie che è già la fusione delle due primitive ed im- medesimarla con la H. chrysanthellum. Me ne trattenne il carattere della colonna che pare sia distinta in capitolo scapo e fisa anzichè essere tutta liscia. — Le due varietà fu- rono fatte colle due specie di Keferstein: ed i nomi lo indicano. — Avendo distrutto il genere e le specie di Keferstein, dedicai al medesimo la presente Halcampa surta sulle loro rovine. Sp. Halcampa farinacea Verr. Sinonimi. — Edwardsia duodecimcirrata sp. n, Sars 1851, p. 142; Danielssen 1859, p. 45. Edwardsia duodecimcirrata Sars., Mobius 1863, p. 70, t. 3. f. A D. Edwardsia farinacea sp. n., Verrill 1869, p. 162; Verrill 1873, t. 6. £. 1. DescRIZIONE. — Forma. Colonna distinta in capitolo scapo e fisa. Fisa grossa e rotonda. Scapo cilindraceo, liscio, a 12 invezioni, coperto dal solito rivestimento e — 107 — privo di succiatoi o tubercoli qualsiansi. Capitolo molto estensibile. Disco rotondo, piano. Tentacoli ‘marginali, cilindro-conici, retrattili, 8-11 (Sars ne ammette 12). Bocca lineare con due labbra spiccate. — Colore. Scapo carneo con linee pallide. Tentacoli trasparenti, muniti di due o tre annelli rosso-bruni e di macchia basale peristomica bruna. Bocca bruna. -- Dimensioni. Lunghezza da 0",020 a 0%,025; lar- ghezza 0”,002 a 0",003. — Giacitura. Fondo fungoso. Varietà. — « Sarsii. È la sopra descritta. { Verrillii. Ha rivestimento compatto e tiene aderente granuli di sabbia, ANNOTAZIONI. — Benchè tutti i precitati autori concordino nel designare la specie quale Edwardsia, pure per forza di logica devesi considerarla come Halcampa. Notisi che non la.si deve confondere con quella di Liitken 1860. Nella figura del Ver- rill 1873 i tentacoli sono piccoli quasi tubercoliformi, ed il margine è ornato d’una collana di punti. — Il carattere che distingue le due varietà è di pochissima im- portanza e la addussi quasi solo per aver pretesto di conservare ancora un ricordo delle due specie primitive ch’io fusi insieme. Gen. Halcampella g. n. Sinonimi — Halcampa (pars), Andres 1880. CARATTERI. — Forma. Colonna vermiforme, allungata; distinta chiaramente nelle tre porzioni solite, capitolo, scapo, fisa; percorsa da 12 invezioni. Scapo molto ruvido. Tentacoli 24 tricicli, subulati, in- curvi. — Colore. Bruno-rossigno-pallido. — Dimensioni. Sono varie più che nell'altro genere. — Giacitura. Nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola; con 24 tentacoli > (REGIO 19 Dot 0 DISTRO TAO PIOMBO, SIRO RTIRINO VIGONE UH. endromitata Andr. ANNOTAZIONI. — Come nel caso dell’Edwarsidae così anche qui il nome è piccola modificazione dell’originale. Sp. Halcampella endromitata Andr. Sinonimi. — Halcampa endromitata sp. n., Andres 1880, p. 331. DESCRIZIONE. — Forma. Base nulla: estremità posteriore del corpo arrotondata, delicata, ecc. come la fisa delle Edwardsie, solcata da 12 linee. Colonna lunga, cla- viforme, corrugata; coperta da un completo invoglio di granelli d’ arena. Disco più largo della colonna, rotondo, regolare, prominente. Tentacoli, retrattili, in numero di 24, tricicli (6, 6, 12), subeguali, entacmei, marginali, diretti in fuori e in avanti, con tendenza a ravvolgersi a spire sull’apice, massime nel ciclo interno. Ogni tenta- colo è cilindro-conico, lungo, sottile. Peristoma conico, liscio. Bocca elissoidale, pro- )minente. — Colore. Base bianca pellucida. Colonna bruna. Disco uniforme opaco. Tentacoli bruno-grigi con macchie trasversali bianche. Peristoma screziato di bianco su fondo bruno grigio. Bocca di colore ranciato nella faccia gastrica. — Dimen- sioni. Colonna lunga da 0,10 a 0,712; tentacoli lunghi da 0,01 a 0”,015. — Giacitura. Nella sabbia. (") Halcampa endromitata And. (fig. originale). — 108 — AnNOTAZIONI. — La specie fu trovata solo due volte, a grande intervallo di tempo l’una dall’altra; ogni volta n’ebbi un esemplare. I due esemplari erano (caso strano) perfettamente simili. Questa Halcampa differisce notevolmente dalle altre. — Endro- mitum era il rozzo saio dei soldati romani. Halcampidae incertae sedis. x L'una e l’altra delle due specie seguenti è incerta perchè descritta insufficien- temente dal rispettivo autore. Halcampa Elizabethae n. n. Sinonimi. — Halcampa albida Ag. [sic], Agassiz A. & E. 1865, p. 16, f. 15; Id. 1871, 2° edit. DescRIZIONE. — Forma. Colonna vermiforme, allungata, con 12 solchi longitu- dinali e numerose, minute rughe trasverse. Tentacoli 12 monocicli, cilindrici ottusi. — Colore. Giallo pallido ovunque, con punti [tubercoli?] bianchi sulla colonna. — Di- mensioni. Colonna lunga 0”,05. Tentacoli lunghi 0”,004. — Giacitura. Nella sabbia dove si tiene verticalmente infitta e forma un tubo protettore mediante cementazione dei granuli con il secreto del proprio corpo. ANNOTAZIONI. — I coniugi Agassiz riferiscono la preseute specie all’ H. albida d’Agassiz padre. Il confronto delle varie descrizioni o figure di quest’ultima (dovute allo stesso Agassiz L. ed a Verrill) con la figura e descrizione di Agassiz A. & E. rivela però che si tratta veramente di due cose affatto diverse e non confondibili; che la vecchia specie di Agassiz L. ha maggiori dimensioni, maggior numero di ten- tacoli e di solchi; aspetto generale insomma da doverla togliere dalle Halcampidae e mettere in tutt'altra famiglia. — Il nome della specie ricorda quello della colla- boratrice (e consorte) di Agassiz. Sp. Halcampa purpurea. Sinonimi. — Halcampa purpurea sp.n. Studer 1878, p.545, t. 5, f.20 a,d,c,d. Descrizione. — Colonna lunga, vermiforme delicata, trasparente, con 12 stri- scie longitudinali, con poro posteriore; e con rivestimento o guaina, da cui spor- gono i due ‘estremi. Tentacoli monocicli, 12; lunghi, filiformi. — Colore. Purpureo, con tentacoli bruni. — Dimensioni. Colonna lunga 0”,045. — Giacitura. Vive nel fango, e con la secrezione del corpo cementa i granelli insieme così da formare un tubo protettore, non aderente. AnnorazionI. — L’autores Studer, la dichiara affine con la H. chrysantellum per il numero dei tentacoli; con la H. capensis per la presenza del poro apicale. Il nu- mero dei tentacoli concorda infatti, ma la forma è un po’ diversa. Rispetto al poro poi sono più che necessarie altre osservazioni, perchè può essere che anche qui (come già accadde per quasi tutte le attinie a base libera o vescicolare) sia dovuto ad il- lusione ottica. Halcampidae dubiae. Le prime quattro specie quivi annoverate, sono dubie: in parte perchè discordano dal tipo delle Halcapidae; in parte perchè vennero insufficientemente descritte, Le — 109 — ultime due diversificano dal tipo stesso per la forma dei tentacoli; forse potrebbero costituire um genere nuovo. Sp. Halcampa sulcata. Sinonimi. — Edwardsia sulcata sp. n., Verrill 1862. DescrIZIOne. — Colonna lunga, liscia, con 12 solchi longitudinali e 12 coste prominenti alterne coi medesimi e finamente rugose di traverso. Fisa rotonda con ombilico rientrante, e linee dei 12 solchi non confluenti al centro. Tentacoli [non veduti]). — Colore. In generale brunogiallo-chiaro. — Dimensioni. Lungh. in con- trazione 0,03 largh. 0",05. — Giacitura. — [Non indicata). ANNOTAZIONI. — Le coste prominenti ricordano molto le Edwardsie, ma d’altra parte il numero di 12 (ripetuto due o tre volte e precisato dall’autore col notare che la specie sarebbe affine alla H. sipunculoides se questa mon avesse solo 8 coste) sembra escludere ogni eventuale parentela. Più che da questo il dubbio nasce da ciò che la specie venne veduta una sola valta e descritta da un preparato alcoolico, < e che non è noto il numero nè la forma dei suoi tentacoli. Sp. Halcampa pallida Ver. Sinonimi. — Edwardsia pallida sp. n., Verrill 1879, p. 198. DescRIZIONE. — Forma. Colonna liscia, senza indusio benchè talvolta si agglu- tini intorno dei grani di sabbia; solcata per lungo e talora finamente rugosa per traverso; lunga, snella, flaccida, mutevole di forma. Tentacoli circa 24, subcilindrici sottili. Peristoma assai prominente. — Colore. Scapo traslucido, hbianco-grigio, rigato da linee strette bianche. Capitolo ornato da un cerchio di macchie lunate giallo-opache. Tentacoli pellucidi, bianchieci, spesso forniti di una linea olivaceo-verde centrale, in- terrotta da 10 o 12 punti bianchi opachi. — Dimensioni. [Non indicate). — Gia- citura. — Nella sabbia ad acqua bassa. AnnorazionI.— Il carattere fondamentale di Edwardsia l’autore non lo menziona; dal numero dei tentacoli e dalla mancanza d’indusio pare quindi che si tratti d’una Halcampa. Figura manca. Sp. Halcampa cylindrica. Sinonimi. — Actinia cylindrica sp. n., Reid 1848, p. 34, t. 6, f. 21, 22. Peachia cylindrica Reid, Gosse 1858, p. 418; Td. 1860, p. 245. DescrIzIone. — Corpo allungato, cilindrico, libero, solcato per il lungo, di- stinto in capitolo, scapo e fisa. Tentacoli 12 monocicli, submarginali; lineati di tra- verso a zig zag. Bocca protrusa in alto come untubo; labbro coperto da 12 piccole papille. — Colore, Dimensioni e Giacitura non vengono indicate. AnnoTAZIONI. — L’autore opina che sia molto affine alla H. chrysanthellum. Io vorrei anzi dire che vi si confonde; ma quel carattere della bocca protrusa a tubo rammenta troppo le Siphonactinidae per venir trascurato ; e fin che non si abbia veriticato . . tt. . . . su nuovi esemplari se esso sia dovuto ad organo speciale o no, mi fa sospendere ogni decisione. In fondo propendo però per il genere Halcampa. Il Gosse invece è d’av- viso che si tratti d’una forma identica od affine con la sua Peachia hastata. meggeigzee Lu — 110 — Sp. Halcampa capensis Verr. SINoNIMI. — Halcampa capensis sp, n. Verrill 1865, p. 196. DescRIZIONE. — Forma. Colonna allungata, subpapillosa, solcata per il lungo con poro apicale. Tentacoli 20, ottusi. — Colore. Colonna rossiccia con macchie bianche. Tentacoli bianchicci; di essi sei hanno macchia basale bruna. — Dimen- sioni. [Non date). — Giacitura. Nella sabbia. ANNOTAZIONI. — Descrizione troppo generale. Rispetto al poro apicale veggasi H. purpurea. ; Sp. Halcampa albida Agass. Sinonimi. — Halcampa albida sp. n., Agassiz 1849, M. S. (da Verrill). Corynactis albida sp. n., Agassiz L. 1859, p. 24. Halcampa albida Agass., Verrill 1862, p. 29; Verrill 1863, p. 57; Ver- rill 1866, p. 338. DESCRIZIONE. — Forma. Base ora vescicolare ora nulla cioè contratta a punto. Colonna molto mutabile di forma; talora molto lunga, svelta, attenuata; tal’altra breve, cilindrica, clavata; spesso strozzata da costrizioni nel mezzo; liscia e diafana in basso, soleata per il lungo da 20 linee, munita di 20 serie longitudinali di tubercoli, pre- senti solo nella porzione superiore e sorgenti ciascuno su di uno spazio quadrato. Tentacoli 20, snelli, capitati, tricicli entacmei; del terzo ciclo ne mancano due ad ogni estremità del diametro gonidiale (perciò si ha 6, 6, 8, cioè 20 tentacoli invece di 6, 6, 12). — Colore. Colonna giallo-bruna, chiara; tentacoli ancor più chiari, con le capocchie brune. — Dimensioni. 0,08 in lungh.; 0,01 in larghezza. — Giaci tura. Vive nella sabbia fino ai tentacoli; ama acqua poco profonda. ANNOTAZIONI. — L. Agassiz osserva che l’animale rassomiglia all’A. clavata del Rathke; e che si forma un tubo di sabbia. — Genere nuovo? Sp. Halcampa producta Stimps. Sinonimi. — Actinia producta sp. n., Stimpson 1856, p. 110. Halcampa producta Stimps., Verrill 1862, p. 30, t. 1, f. 10-11. DESCRIZIONE. — Forma. Base capace di aderire a sabbia o frammenti. Colonna lunga clavata, stretta in basso; sovente constricta, munita di 20 solchi longitudinali alterni con 20 serie di tubercoli nella parte superiore (i tubercoli sono fitti, decre- scono in grandezza dal margine in basso fino al primo terzo). Tentacoli 20, brevi, robusti, larghi e rotondi all’apice, coperti da punti bianchi; di essi 5 stanno eretti e gli altri alternanti tre a tre con questi, stanno curvi in basso. — Colore. Colonna giallo-verde pallida. — Dimensioni. Colonna lunga da 02,20 a 0,25 a massima espan- sione, larga 0",02. — Giacitura. Nella sabbia, nel fango; a poca profondità. Durante la bassa marea restando scoperto il suolo l’animale si ritira sotto. ANNOTAZIONI. — La precedente descrizione è tolta dal Verrill che la fece dietro lo Stimpson. Le figure citate sono riprodotte dai disegni inediti dello Stimpson stesso e rappresentano una l’animale espanso regolarmente, l’altra l’animale tutto strozzato da costrizioni. La forma generale e le dimensioni ricordano il mio Paranthus chroma- toderus; ma i tentacoli, le invezioni e la giacitura indicano l’Eloactis Mazelii. Vi con- {rasta tuttavia la presenza delle ventose. — Genere nuovo? Li n Pai n ra - — ll — Subfam. SIPHONACTINIDAE Ilyanthidae (pars) — Auctorum. Base di solito nulla. Colonna lunga vermiforme, liscia o solcata. Tentacoli scarsi, per lo più 12, ora retrattili ora no. Bocca munita di una peculiarità speciale, detta concula (conchula), dovuta all’escrescere di quella porzione di labbro e di faringe che trovasi all'angolo gonidiale (talora anche di quella del gonidulare); l’escrescenza assume forma varia di tubo spaccato o doccia, ovvero di semplice frastagliatura in lobi, tubercoli, foglie ecc. Siphonactinidae senza base aderente, cioè con colonna arrotondata al polo aborale; arenicole . . ........ vi Siphonactinia Dan. & K.— S. Boecki Dan. & K., S. tricapitata n. n., S. triphylla Gos., S. undata Gos., S. hastata Gos. Siphonactinidae senza base aderente c. s., medusicole. . . . . . . .. Philomedusa Mill, — Ph. Vogti Miill., Ph. parasilica Ag. Siphonactinidae con base aderente ....... Uto o Bro potra iio,e Actinopsis Dan. & K. — 4. flava Dan. & K., A. rosea Stud. Siphonactinidae dubiae (senza conchula) . .............. . + Philomedusaclavus Quoy &Gaim., Ph. Fultonii Wright. Questa sottofamiglia costituisce un gruppo in apparenza molto naturale. Dal lato morfologico la parentela dei componenti sembra evidente: ma non così dal punto di vista fisiologico, perocchè mentre alcune specie vivono libere, altre hanno |costanfe- mente?) rapporti commensalistici con certe meduse. Perciò potrebbe essere che fossero filogeneticamente diverse o solo per accidente presentassero parallelismo di organi. Gen. Siphonactinia Dan. et Kor. Sinonimi. — Siphonactinia g.n., Danielssen & Koren 1856. Peachia g.n.,Gosse 1855, 1858,1860; Andres1880. Fig. 8. (*) CARATTERI. — Forma. Base nulla. Colonna ver- micolare od ovata o piriforme; con estremo aborale sempre arrotondato [e perforato, secondo Gosse|. Ten- tacoli scarsi, monocieli, conici. Concula unica, goni- diale, ben sviluppata, protrusibile. — (Colore. Bruno o bruno-gialliccio con annulazioni ondate bianche sui tentacoli: — Dimensioni. Colonna variabile in lungh. da 0”,025 a 0”,075. — Giacitura. Nella sabbia fino ai tentacoli. i SPECIE DESCRITTE. — Siphonacti- niae aventi concula trilobata conilobi quadrati ... +. ...... +. + S. Boeckii Dan. & Koren. con i lobi a capocchia ......... S. tricapitata n. n. DOVUTO INTO PIE COLMI A SO S. triphylla Gos. Siphonactiniae aventi concula a AREE Mr STO TAR SIS EROI ASASIONO +. S. undala Gos. Siphonactiniae aventi concula a SELLORIO DINI ee te PRIORE S. hastata Gos. (*) Siphonactinia Boeckii Dan. & K. (da Danielssen & K. 1856, t. 12). Ri qu — 12 —- ANNOTAZIONI. — Per legge di priorità dovrebbesi forse conservare il vocabolo Peachia (omaggio di Gosse al distinto e modesto naturalista inglese Ch. W. Peach.); ma considerando che in origine era applicato alla specie chrysantellum (appunto scoperta da Peach) la quale è una Halcampa, e riflettendo che i caratteri del genere d'allora erano mal precisati e non si attaglierebbero all’attuale, parmi opportuno preferire il quasi contemporaneo nome di Siphonactinia. Tanto più poi che esprime qualche cosa: la forma tubulare della concula (regov = sifone). Il pertugio, che secondo Gosse deve trovarsi al polo aborale e che ha da essere caratteristico del genere, credo non si possa ammettere come cosa indubitata per tutte le specie. Danielssen & Koren, minuti osservatori, non ne fanno menzione per la loro S. Boeckii; io non lo potei assolutamente rilevare nella mia S. trica- pitata; e Gosse stesso, dichiarando a proposito della S. undata che «inthis genus cannot always he observed», lascia intendere che nella S. triphylla non lo vide mai e che nelle altre due specie lo potè dimostrare solo mediante dissezione. — La conchula si presenta con decise e proteiformi modalità, così da permettere una rigorosa e facile delimitazione di specie. E ciò è strano se si pensa all’assoluta uni- formità degli altri caratteri, che si spinge quasi fino all’identità di colorazione. Anzi fa sorgere il sospetto che le varie figure della medesima sieno devolute a stadii diversi di contrazione; o per vero che se non tutte almeno lo sieno quelle di lobo quadrato, di capocchia e di foglia; così che le prime tre specie si risolvano in una sola. Sp. Siphonactinia Boeckii Dan. & K. Sinonimi. — Siphonactinia Boeckii sp. n., Danielssen & Koren 1856, p. 88, t. 12, f. 4, 5, 6; Milne Edwards 1857, p. 236. DESCRIZIONE. — Forma. Corpo cilindrico pieghettato in lungo e in largo. Ten- tacoli monocieli, 12, conici non retrattili. Bocca munita di conchula. — Questa concula è un tubo lungo il quale in alto si apre con tre lobi quadrati regolari; e in basso è circondato da un rilievo pieghettato del disco; le pieghettature sono dodici, hanno color bruno nel decorso e color bianco nell’orlo libero; e nel loro com- plesso sembrano dodici piccoli tentacoli addossati intorno al tubo. Tutta la concula, cioè tubo e rilievo, è spaccata verso l’interno da una fessura longitudinale che si continua colla bocca. — Colore. Colonna gialla con macchie brune. Tentacoli gialli annulati di bruno. — Dimensioni. Colonna lunga 0”,025. Concula lunga 0",009. ANNOTAZIONI. — La rilevante lunghezza e la forma tubulare della concula danno a tutta prima l'impressione di un organo affatto dissimile da quello usuale delle altre specie. Ma se si riflette che Danielssen e Koren lo disegnarono e descrissero in istato di massima protrusione, nulla vi si trova d’eccezionale. Che realmente la concula possa tanto allungarsi lo prova la semplice ispezione di qualche Siphonactinia nelle varie sue contrazioni; io vidi la concula della specie napoletana protrarsi oltre ad un centimetro e mezzo; e Gosse prima di me l’osservò chiaramente per la sua P. un- data. L'aspetto scanellato della parte basale sembra a prima vista non provenire da altro .che dal rovesciamento del faringe e le pieghettature sue « quasi piccoli tenta- coli addossati al tubo » non essere se non le usuali striature longitudinali di questo. Un esame più attento della figura però fa sorgere il dubbio che davvero si tratti — 113 — d'una struttura peculiare. Gosse (1860) opina che questa specie sia identica colla sua P. undata, e si trattiene dal dichiararlo solo per il carattere dei tre lobi qua- drati; infatti da questi in fuori tutto corrisponderebbe, fino la colorazione. Milne Edwards non la descrive colle specie da lui. ammesse, ma la menziona, unitamente con l’Acti- nopsis, in appendice del suo genere Comactis non so per qual motivo. Sp. Siphonactinia tricapitata n. n. Sinonimi. — Peachia triphylla Gos., Andres 1880, p. 330. DescRIZIONE (t. 9, f. 7). — Forma. Base: nulla, apparentemente perforata in causa della retrazione del di lei punto centrale. Colonna discreta lunga; variabile, in ge- nerale piriforme; gibbosa-ondulata; striata di traverso e munita di invisibili succiatoi; delicata; estensibile assai e spesso contraentesi quasi peristalticamente con abbastanza vivezza; nuda; può aderire ai corpi esterni. Disco non più largo della colonna, ro- tondo, regolare, piano, uniforme, con concula. Tentacoli: retrattili, scarsi (12-18) mo- nociceli, subequali alterni, piuttosto lunghi, marginali, diretti in alto, in fuori e in basso. Ogni tentacolo è conico snello, il conculare è piccolo, l'opposto è grande. Pe- ristoma: piano, liscio. Bocca elissoidale, quasi rotonda, non prominente, orlo non pro- nunciato, colore idem. Gonidii: mancano traccie tentacolari e radiali; è ben svilup- pata la concula, la quale è formata da tre tubercoletti peduncolati, riuniti poi su base comune ad un angolo della bocca. — Colore. Colonna colore bruno-d’ocra a chiaz- zamenti irregolari chiari e scuri, opaca. Disco chiaro, trasparente. Tentacoli di colore chiaro, trasparente; con otto macchie trasversali a W bianche, sottese da una sfuma- tura bruna, distinte specialmente a metà del tentacolo ed alla faccia interna. Peristoma di colore chiaro a striscie intraradiali bianche sottili e con ogni raggio munito di macchia bruna W alla periferia (base dei tentacoli), e macchia bruna a A verso la metà, Gonidii bianchi opachi. — Dimensioni. Colonna lunga 0",06; larga 0”,015. Tentacoli lungh. 0”,015. — Giacitura. Nella sabbia fina, fangosa. ANNOTAZIONI. — Nel Prodromus considerai questa specie come identica della S. triphylla Gos.; qui ora la elevo a specie indipendente: 1°) perchè non è munita d’invezioni, 2°) perchè manca assolutamente di collare, 3°) perchè la concula è ter- minata da tre tubercoletti pedunculati anzichè essere « cut into three ovate, leaflike lobes », 4°) infine (benchè ciò abbia poca inportanza) perchè ha colorazione diversa. — Di questa specie io ne trovai tre esemplari; uno a 12 tentacoli; un altro a 18, e il terzo a 12 ancora. L’esame anatomico m’indusse a reputare il secondo come forma anormale, cioè munita di due goniduli. Sp. Siphonactinia triphylla Gos. Sinonimi. — Peachia triphylla sp. n., Gosse 1860, p. 243, t. 10, f. 2. Peachia triphylla Goss., Fischer 1875, p. 330. —_ — (non Andres 1880). DescRIZIONE. — Forma. Base nulla. Colonna piriforme rugosa, piena di minu- tissime ventose, adesiva con l'estremo aborale rotondo, perforato (sic) e spiegazzato. Tentacoli 12, marginali, conici. Peristoma piatto, ma protrusibile; con raggi distinti. Bocca con labbro rugoso ed erettile. — Concula tagliata in tre lobi ovati, fogliacei. — 15 ad re ® “ 2 IA Colore. Colonna bruno-rossiccio pallida con irregolari chiazzamenti più scuri; senza indicazione di setti. T'entacoli pellucidi con due annulazioni brune W-formi e con una larga striscia, del pari bruna, alla radice; il tentacolo gonidiale però e il go- nidulare mancano della striscia e della prima annulazione. Peristoma rossiccio giallo distinto in raggi; ogni raggio ha una piccola macchia bruna nel mezzo, ad ecce- zione del gonidiale e gonidulare che sono bianchi del tutto. Bocca bruna. Concula bianca senza macchiettature. — Dimensioni. Colonna lunga 0",075; larga 0",035. Tentacoli lunghi 0",025. — Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI..— È innegabile che la presente specie rassomiglia molto (dalla concula infuori) alla precedente S. tricapitata. Sp. Siphonactinia undata Gos. Sinonimi. — Peachia undata sp. n., Gosse 1858, p. 418; Gosse 1860, p- 239, t. 8, f. 4. - Poachia undata Goss., Fischer 1875, p. 204; Id. 1875, p. 1207. DescRIZzIONe. — Forma. Base nulla. Colonna cilindrica, leggiermente scanellata, rugosa fittamente di traverso e in lungo; con estremo aborale rotondo, depresso al centro e perforato {sic}; e con margine angolare, talvolta un po’ rilevato. Tentacoli 12, monocieli, marginali; diretti in fuori con lieve curvatura in basso; conici ad apice ottuso-puntuto; alquanto schiacciati nel senso laterale (quindi aventi sezione oblunga nella direzione radiale). Peristoma liscio; piano o gentilmente convesso. Bocca senza labbro distinto; concula con cinque lobi: uno maggiore impari, gonidiale, gli altri pari e decrescenti coll’allontanarsi da quello. — Colore. Colonna giallo-pallida con chiazzamenti e striscie longitudinali rossiccie confluenti al polo aborale. Margine pel- lucido con macchie bianche opache. Tentacoli bianchi con annulazioni undulate brune, ben definite nel contorno superiore, indecise nell’inferiore; delle quali la prima e la seconda sono molto scure, la terza lo è meno ma è più larga, le altre sono meno intense, ‘e più strette; tutte sono visibili solo sulla faccia interna. Peristoma bianco ; interradii segnati da linee scure; ogni raggio, ad eccezione del gonidulare, portante una macchia periferica bruna. Bocca e faringe rosso-carnicine. Concula bianca di croma. — Dimensioni. Colonna lunga 0",030 circa; larga 0",025. — (Giacitura. Nella sabbia, ad acqua bassa. ANNOTAZIONI. — L'autore, Gosse, è d’avviso che la Siphonactinia Boecki del Danielssen sia identica colla presente specie. Il modo di colorazione corrisponde in- vero quasi del tutto; ma la concula è affatto diversa. Per cui fino a nuovo esame comparativo è meglio tenerla distinta. Sp. Siphonactinia hastata Gos. Sinonimi. — Peachia hastata sp.n., Gosse 1855, p.294; Gosse 1855, p. 31, f. 46; Milne-Edwards 1857, p.287; Gosse 1858, p. 418; Gosse 1860, p. 235, t. 8, f.185 Dana 1872, p. 25, f. 1. Peachia hastata Gos., Hink 1861, p. 363. DescRrIZIONE. — Forma. Base nulla. Colonna variiforme, ora cilindrica, ora a fuso, a pera ecc.; liscia, coperta da minutissimi succiatoi, adesiva; carnosa; estremo — 115 — aborale rotondo, membranaceo, vescicolare, perforato da un pertugio minutissimo. Tentacoli 12, monocieli, marginali; brevi, conici, un po’ schiacciati alla radice; di- retti in fuori con leggiera arcuazione in basso; talvolta molto allungati. Peristoma piano ma protrusibile a cono; raggi distinti. Bocca prominente con labbro a cuscino, solcato, protrusibile. Concula costituita da numerosi lobi (12-20), affollati, irregolari in forma ed in ordine; per la maggior parte questi lobi sono bifidi; bifido è quello impari, gonidiale, che più grande di tutti si trova quasi sempre piegato sull’orificio quasi a proteggerlo; bifidi sono anche i più lontani dall’impari; quelli vicini hanno tendenza al semplice. — Colore. Colonna rossa-carnicina, rigata da striscie bianche (inserzioni dei setti), e chiazzata nella metà discale da macchie brune, talora con- fluenti. Tentacoli pellucidi, ricoperti nella faccia interna da molte annulazioni brune W- formi, spiccate verso la radice, indistinte all’apice; separate ovunque da striscie bianche crema-opache o giallo-solfo-pallide. Peristoma rossiccio-pallido o giallognolo; ogni raggio a due A, uno dentro l’altro, dei quali l’estremo tocca colla punta la radice del tentacolo corrispondente ed emette due prolungamenti ad abbracciarla. Bocca bianca coi solchi bruni, Concula carnicino-pallida coi lobi pellucidi aventi il mezzo bianco-opaco attraversato da una barra bruna. — Dimensioni Colonna lun- gh. 0%,10 largh. 0”,025. Può allungarsi fino a 0”,20 senza notevole assottigliamento.— Giacitura. Nella sabbia. - Annotazioni. — Il labbro a cuscino e solcato, protrusibile ricorda le pieghettature nella concula di S. Boeckii. Le macchie dei tentacoli suggerirono il nome specifico. Gen. Philomedusa Miill. Sinonimi. — Philomedusa g. n., Miiller 1860. Bicidium g. n., Agassiz L. 1859, Verrill 1862, Agassiz A. 1865. Halcampa (pars), Wright Strethill 1860. Peachia (pars), Wright Strethill 1860. CARATTERI. — Forma. Base nulla. Colonna allungata, obconica o vermiforme; con polo aborale vescicolare, rotondo perforato. Tentacoli scarsi, monocicli, marginali. Concula presente, ma poco sviluppata. — Colore. Corpo bianchiccio con sfumatura gialla o bruna o purpurea. — Dimensioni. Minori che nelle Siphonactiniae, variabili da 0%,015 a 0",05. — Giacitura. Sul manubrio o sotto la campana o nell’interno di alcune meduse. SPECIE DESCRITTE. — Philomedusae a tentacoli me- CROGHAECICINUEHi @25Cl DIBVi: sfiato a sa eee n Ph. Vogtiù Mill. Philomedusae a tentacoli tubercoliformi, tutti eguali . Ph. parasitica Agass. Fig. ghis, (*) ANNOTAZIONI. — Anche qui, come poc’ anzi per la Siphonactinia, derogo al principio assoluto di priorità, e al nome Bicidium preferisco (4% il quasi contemporaneo Philomedusa. Le ragioni sono le stesse: da (( N una parte la descrizione originaria (di Agassiz L.) è insufficiente ; ì dall'altra il secondo vocabolo indica per sè stesso gli animali. — Il (*) Philomedusa parasitica Agass. (da Verrill 1862, t. 1). (‘*) La stessa veduta per dissopra (ibidem). — 116 — poro aborale viene assegnato dal Miiller alla sua specie, e, s’egli lo dice, deve pur esservi; ma non è menzionato nè dagli Agassiz, nè dal Verrill per l’altra. — Il nome generico ricorda l’associazione dell’attinia con le meduse. Sp. Philomedusa Vogtii Mill. Sinonimi. — Philomedusa Vogtii sp. n.; Miller 1860, p. 57, t.2, f. 1. DescrIZIONE. — Forma. Corpo allungato cilindrico; posteriormente assottigliato rotondo e perforato. — Tentacoli 12, ottusi, diretti in generale in basso, monocicli ma alternatamente sei lunghi e sei brevi. — Superficie del corpo solcata da dodici invezioni, coperta da epitelio vibratile dovunque, e posteriormente munita di serie di tubercoli cinclidiferi. — Bocca di forma variabile, cinta da un labbro pieghettato (tante pieghe quanti tentacoli) e con due infossature gonidali, delle quali una porta distinta una concula formata da tre linguette, l’altra è appena visibile; le infos- sature corrispondono a tentacoli brevi. — Colore. Bianchiccio che tende al bruno quando l’animale si contrae, e che forma una macchia costante gialla opaca alla base dei tentacoli. — Dimensioni. Colonna lunga da 0%,03 a 02,05; larga 0”,005. Ten tacoli lunghi 0®,004. — Giacitura. Vive nelle braccia, nel ventricolo e tasche ac- cessorie di alcune meduse, Chrysaora, Olindias (n. gen. Eucopidarum). Annotazioni. — I tubercoli suddetti sono disposti in serie longitudinali sul sommo di ogni rilievo e fanno pensare alle Edwardsie benchè differiscano per essere perforati e per non estendersi su tutta la colonna. Un altro carattere di somiglianza colle Edvardsie sta in ciò che la direzione gonidio-gonidulare corrisponde a due ten- tacoli brevi. Sp. Philomedusa parasitica Agass. Sinonimi — Bicidium parasiticum sp. n., Agassiz 1859, p. 23; Ver- rill 1862, p. 31, t. 1, f. 14-15; Agassiz 1865 e 1871, p. 15, f. 14. DESCRIZIONE. — Forma espansa di solito turbinata con base ottusa rotonda ed onco ovato più largo che lungo con ambi gli estremi rinvaginati. Superficie a 12 in- vezioni, senza succiatoi, finamente rugosa di traverso. Tentacoli 12, brevi, tozzi, ri- gonfi in mezzo, ottusi. Concula molto sviluppata, lunga quasi quanto i tentacoli; lobata in cinque lacinie; tre principali, delle quali una corrisponde all’angolo go- nidiale mentre le altre due le stanno ai lati; e due secondarie poste accanto alle due precedenti dall'altra parte. A queste succedono, andando sempre verso l'angolo gonidulare, lobi labiali man mano decrescenti fino a scomparire. — €Colore. Bruno porporino leggiero con iridescenza bleu, simile a quella della Cyanea aretica. — Di- mensioni. Lungh. in espansione 0”,03. — Giacitura. Vive parassita sulla Cyanea arctica, talvolta anniechiata nel tessuto, ANNOTAZIONI. — Agassiz L., che primo la fece conoscere, ne accenna appena l’abito, il colore e il numero dei tentacoli. Verrill la deserive più a lungo e la di- segna; ma dalla figura pare che la concula sia semplicemente trifida, e che gli altri lobi ascrittivi derivino nel fatto da irregolarità labiali d’una bocca male con- tratta, così come spesso accade di vederne in molte attinie massime se in cattive artt rà Pei — 17 — condizioni. Infine secondo Agassiz A. le dimensioni sarebbero un po’ maggiori; da 0", 04 a 0",05. Gen. Aetinopsis Dan. & Kor. Sinonimi. — Actinopsis g. n., Danielssen & Koren 1856, Studer 1878. CARATTERI. — Forma. Base larga, Fig. 10. (*) aderente. Colonna cilindroidale, tozza. Ten- tacoli numerosi non retrattili. Bocca pro- langata in due concule, una gonidiale, l'altra gonidulare, eguali, lunghe, bifide, tubulari-spaccate. — Colore. Uniforme do- vunque, giallo o roseo, pallido. — Dimen- sioni molto piccole; lunghezza totale da 0,008 a 0,012. — Giacitura. Su con- chiglie o frammenti. SPECIE DESCRITTE. — Acti- nopsidi con tentacoli filiformi, tri- i NI R fi di VO e A.flava Dan.&K. _5 xy ss { MIATTAN ' \VI1}}0==Z7 4 Ci Actinopsidi con tentacoli co- È Wp GG q Ù, nici, monocicli, rari... ....- A. rosea Stud. VA I ANNOTAZIONI. — Il genere è ben spiccato; facilmente classificabile tra le Sipho- nactinidae, mentre pure è di agevole distinzione dai congeneri. Pare però che malgrado il comune carattere delle concule esso differisca dai medesimi assai più profonda- mente che non comporti la parentela di famiglia; e che si debba quindi staccare. Per il momento, non potendo giudicare dietro autopsia ed esame anatomico, mi li- mito ad esporre il dubbio. Il nome indica somiglianza col genere Actinia s. s. (ces - aspetto). Sp. Actinopsis flava Dan. & Kor. Sinonimi. — Actinopsis flava sp. n., Danielssen & Koren 1856, p. 89, t. 12, f. 1, 3; Milne Edwards 1857, p. 237. DescRIZIONE. — Forma. Base larga, piatta e discoidale. Colonna unita, cilin- drica nel mezzo, allargata in alto. Disco piuttosto ampio. Tentacoli non retrattili, gracili, filiformi, tricicli, esacmaei. Bocca lineare, prolungata agli angoli in due lunghi canali sporgenti rigidi e cavi, bifidi in alto, lunghi, i quali voltano all’esterno la convessità, all’interno la parte concava e con essa combaciano in basso così da for- mare un tubo unico. I margini liberi dei canali convergono un po’ verso la cavità; e questa è verso il basso pieghettata e si continua col tubo gastrico. — Colore. Giallo dovunque. — Dimensioni. Larghezza della colonna 0”,012; dei tentacoli 0”,010; dei sifoni 0®,012. — (Giacitura. Attaccata ad una Lima excavata. Annotazioni. — Dal Milne Edwards la specie non viene descritta come di- stinta, ma solo menzionata alla fine del suo gen. Comactis, senza dire però se vi (*) Aelinopsis flava Dan. & K. (da Danielssen & Koren 1856, t. 12, ingrandita). np ero — + — 18 — appartenga o meno. — Allorchè il vecchio Olafsen (1772) descriveva la sua Aphrodita haemisphaerico ovalis bicornis (ammessa dal Miller 1776 al n. 2800) forse aveva innanzi questa specie. Sp. Actinopsis rosea Stud. Sinonimi. — Actinopsis rosea sp. n. Studer 1878, p. 544, t. 4, f. 18. Descrizione. Forma. Base non ampia. Colonna cilindrica, alta. Tentacoli non vetrattili, filiformi, bicieli, lunghi più del corpo. Tubercoli gonidiali meno alti di quelli disegnati da Dan. & Kor. ma con apice distinto in due lobi acuti. — Colore. Rosa. — Dimensioni. Lunghezza 0,008. —- Giacitura. [Non indicata). ANNOTAZIONI. — La specie venne riscontrata una sola volta. Siphonactinidae dubiae. Le due seguenti specie sembrano essere sfornite di concula e perciò non si possono riunire con sicurezza alle altre. Gli è solo tenendo calcolo del loro abito commen- salistico che credo opportuno descriverle sotto il nome di Philomedusae. Sp. Philomedusa Fultonii Wright. Sinonimi. — Halcampa Fultonii sp. n., Wright Strethill 1860, p. 193; Leslie et Herdman 1881, p. 63. Peachia Fultonii sp. n., Wright 1860. DescRIZIONE. — Norma. Base depressa imbutiforme, rientrante, perforata. Co- lonna trasparente. Tentacoli 12 curvati in basso; simili ciascuno all’addome d'una vespa; perforati all'apice. Peristoma ovale, con bocca alquanto crociforme. — Co- lore. Colonna bianca-gialliccia, con 12 linee longitudinali più chiare. Tentacoli co- lorati in bruno-umbra con macchie giallo-pallide opache, a losanga verso la radice, ad annello verso l’apice. — Dimensioni [piccole, ma non precisate]. — Giacitura. Sul manubrio di Thaumantias. ANNOTAZIONI. — Della presente specie non esiste alcuna figura; le due che ac- compagnano il testo di Wright (1860), sono solo incisioni diagrammatiche per in- dicare la disposizione dei setti. — La struttura è di Siphonactinia; ma, come dissi, manca la concula. — La specie venne trovata dal Rev. Fulton. Sp. Philomedusa clavus Quoy & Gaim. Sinonimi. — Actinia clavus sp. n., Quoy & Gaimard 1833, p. 150, t. 10, i (09 FL Iluanthos clavus Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 284. DescRIZIONE. — Forma. Colonna subconica, puntata in basso, striata per il lungo. Tentacoli piccoli, 12 monocieli. — Colore. Colonna, bianchiccia, trasparente. — Dimen- sioni, 0,015 a massima estensione. — Giacitura. Vive trai tentacoli delle Meduse. Annorazioni. — Alla breve descrizione di Quoy & Gaymard ed alla relativa figura sì aggiungono alcuni spaccati e dettagli anatomici; ma da essi nulla si può apprendere; per cui la specie resta ascritta al gen. Philomedusa solo in considera- zione dell’abito. — 119 — Siphonactinidae innominatae. Sotto il semplice nome di Peachia viene dal Ridley (1881) menzionato un ani- male trovato al Museo Britannico nel maeriale raccolto dal Grant in un viaggio polare. Esso ha poro apicale posteriore; colouna con serie di tubercoli (non certo); tentacoli monocicli: labbro lobato; lunghezza di 0",005. Inclassificabili sono le due del pari innominate che il Liitken registra nelle sue Lists (1875); e cioè Peachia.. sp. .., Peachia .. sp. ..; delle quali manca ogni cenno illustrativo. iv Subfam. PHELLIDAE. Sagartidae (pars), Gosse 1858, 60. ati Phellinae Verrill 1868, Klunzinger 1877. i Forma. Base aderente con poca forza. Colonna cilindrica, coperta dal lembo in | su, fino a circa due terzi o quattro quinti, da un rivestimento coriaceo, chitinoide (2), furfuraceo simile a quello delle Halcampae e delle Edwardsiae; essa è quindi scin- dibile in scapo e capitolo (e la base talora arrotondata forma la fisa). Tentacoli re- i trattili, brevi, conici bi- o tricicli; di rado oltrepassanti la cinquantina. Aconzi pre- | senti, più o meno facilmente visibili. — Colore non molto vario, che si aggira intorno al bruno-ruggine toccando agli estremi il giallo e il bruno-cremisi. — Dimensioni piut- tosto piccole, non oltrepassanti 0”,006 di lunghezza. — Giacitura diversa; su scogli o nel fango; sempre ad una certa profondità. 1. Phellidae certae. 2. Phellidae con margine semplice tentacolato. 3. Colonna uniforme in tutta la sua estensione benchè di- stinta in scapo e capitolo. 4. Tentacoli in ordine octoradiato ........ Octophellian.n. —0.limida Andr., 0. gausapata Gos. 4. Tentacoli in ordine dodecaradiato . ...... Phellîa Gos. — Ph. picta Goss., PA. murocineta Gos., Ph. ) tubicola Kor. & Dan., Ph. Brodri- ci Gos., Ph. elongata D. Ch., Ph. limicola Andr., Ph. nummus Andr. 3'. Colonna munita di un cingolo rilevato nel quinto supe- YVIOYGN OLE AMCORZA Pe ION te te ORI EHlyaetis Andr. — /. torquata n Andr. 2'. Phellidae con margine a parapetto distinto e con colonna munita di tubercoli messi in serie... ........... ChitonactisFisch. — CA. co- ronata Goss. 2". Phellidae con margine tubercolato e con colonna uniforme e LEO DESItÀ GOL SIOLO. TOBAGO CC LIENS CES RUE ORIO .. Ammonactis Verr. — A. ru- bricollum Stimp. iSenellidae;incertaonsedis 1} tota sita ate Phellia decora Ehr., Phellia pa- ii namensis Verr., Phellia vestita & John., Phellia abyssicola Kor. & sin Dan., Phellia inornata Verr., Phel- lia solidago D. & Mich., Phellia coreopsis D. & Mich., Phellia cri- coides Duch., Phellia vernonia 1). & Mich., Phellia Duchassaingi n.n. 1°Y=Phellidaevdubiaese N AR e o SR Phellia rubens Verr., Phellia ar- ctica Verr. Chit. Richardi Mar. Questo gruppo così naturale viene dal Gosse immedesimato con le sue sagartia- dae; ma io credo a torto giacchè ne differisce sia per l’ aspetto che per i caratteri ed ha un solo punto di contatto nella presenza degli aconzi. — Al genere origina- rio Phellia dello stesso autore io ne ho associato altri quattro, dei quali uno è una semplice suddivisione, un secondo proviene dal gen. Bunodes e i restanti sono nuovi.— Preso il gen. Phellia come tipo centrale gli altri sembrano accennare ad affinità con le sotto famiglie circostanti; e cioè Octophellia = Edwardsiae-Halcampidae; Ilyactis= Ilyan- thidae - Sagartiadae (Actinoloba); Chitonactis= Bunodidae; Ammonactis = Actinidae Gen. Octophellia n. n. Sinonimi. — Phellia Gosse 1860, Andres 1880. CARATTERI. — Forma. Base a debole aderenza, talora fisiforme. Colonna a bitorzoli, rivestita da una secrezione furfuracea, debole. Ten- tacoli bicicli (8, 8). Bocca spesso prominente. Aconzi presenti. Setti dodici (almeno nella O. timida). — Colore. In generale pallido. — Dimensioni piccole. i SPECIE DESCRITTE. — Octophelliae a tentacoli isacmei CELA Ono Aa tn SO SE oO a a NdR a ord orosbl o varia O. timida Andr. Octophelliae a tentacoli entacmei pronunciati . . ... 0. gausapata Goss. Annotazioni. — Nell’ aspetto generale richiamano le Edwardsiae, tanto per il numero dei tentacoli che per la base talvolta conformata a fisa: hanno però sempre almeno dodici setti, e perciò più che a quelle si avvicinano alle Halcampae. Io in- fatti tra le stesse le avrei collocate se non avessi potuta rilevare la presenza di fili missili. — Che il numero dei tentacoli abbia reale importanza morfologica e tassica non vorrei asserire; forse è solo dovuto ad uno stadio di passaggio. Ma anche se ciò fosse il genere trova piena giustificazione nella semplicità dei setti. Sp. Octophellia timida Andr. Sinonimi. — Phellia timida sp. n., Andres 1880, p. 327. DESCRIZIONE (t.5,f.9,9'). — Forma. Base aderente, rotonda, regolare. Colonna ele- vata, conico-cilindrica, uniforme, distinta in due porzioni: la superiore (!/; della lun- chezza totale) liscia, delicata; la inferiore ruvida, furfurescente. Disco piccolo. Tentacoli retrattili, scarsi (16), bicicli (8, 8), isacmaci, subuliformi, marginali; diretti in alto nel ciclo interno, in fuori nel ciclo esterno. Peristoma prominente. Bocca del pari. Aconzii presenti. — Colore. Base bianco-sporca. Colonna bianco-sporca con leggiere macchie. bianco-nette, mal definite nella porzione superiore. Tentacoli hianco-sporchi con macchie brune speciali; e cioè due macchie laterali al piede d’ogni tentacolo; quattro macchie equidistanti nei tentacoli interni, delle quali l’inferiore è più pallida; tre macchie nei tentacoli esterni, e di esse una a metà circa ben marcata, due verso il sommo; piccole lanceolate, opposte. Peristoma gialliccio con raggi gonidial' (*) Octophellia timida Andr. (figura originale, ingrandita). — 21 — bruni. — Dimensioni. Lunghezza della colonna 0,015, larghezza 0",002; lungh. dei. tentacoli 0",005. — Giacitura. Nei pertugi ed interstizî delle coralline; e fra il detrito della zona corrispondente. Annotazioni. — Io n’ebbi fra mano soltanto tre esemplari; dei quali due ave- vano la descritta colorazione, ed il terzo era perfettamente candido. Si conservavano abbastanza bene in cattività, benchè alle volte stessero delle intiere settimane senza espandersi o senza protrudere dal loro nascondiglio. — Uno di essi una volta fuoruscì completamente quasi volesse cambiare dimora; ed aveva aspetto di Edwardsia; la sua base cioè era arrotondata a fisa. Sp. Octophellia gausapata Gos. Sinonimi. — Phellia gausapata sp. n., Gosse 1858, p. 194; Gosse 1860, p. 140, t. 7, f. 1; Hinck 1861, p. 362. Phellia sp. ? Marenzeller 1877, p. 23. DescrIZIONE. — Forma. Base mediocre, aderente. Colonna cilindrica, a pilastro ; liscia in totale espansione, corrugata o tubercolata in contrazione ; coperta da un denso e ruvido rivestimento che vi si attaglia senza lasciare margine libero. Disco imbuti- forme. Tentacoli 16, bicicli (8,8), alterni, entacmei (gl’ interni quasi due volte più grandi degli esterni); talora conico-acuminati, talaltra conico-ottusi e persino un po’ più rigonfi all'apice. Bocca non prominente, con labbra grosse. Fili missili presenti, lunghi, emessi facilmente. — Colore. Colonna giallo-pallida sullo scapo, bianco-pel- E lucida sul capitolo con striscie longitudinali sub-opache. Tentacoli bianco-sporchi con un anello bruno indefinito alla radice ed uno simile all’apice. — Dimensioni. Lun- ghezza della colonna 0",02, larghezza 0",015.— Giacitura. Sugli scogli ad acqua bassa. ANNOTAZIONI. — La specie è tinora nota solo per pochi esemplari raccolti dal Peach sulle coste inglesi. — Gli esemplari del Marenzeller si ascrivono quì perchè l’autore crede appartengano a questa specie; non per altro. Essi trovavansi in suolo fangoso, giallo, a 225 metri di profondità. — Gausape era la sorta di cappotto usato dai soldati romani nell'inverno; e il vocabolo allude qui al rivestimento dello scapo. PI , Gen. Phellia Gos. Sinonimi. — ® Actinia Entacmaea (pars), Ebrenberg 1834. Edwardsia (pars), Stimpson 1855. Phellia, Gosse 1858, 59, 60; Verrill 1865; Klunzinger 1877, ete. CARATTERI. — Forma. Base aderente, ma non con molta forza, poco più ampia della colonna. Colonna a pilastro distinta in scapo e capitolo; scapo ruvido in causa di un rivestimento furfuraceo simile a quello di Edwardsia e di Halcampa; capitolo nudo, liscio o lievemente bitorzoluto, delicato. Margine non distinto. Tentacoli non molto numerosi, di solito tricicli, conici (*) Phellia murocineta Gos. (da Gosse 1860, t. 7, ingrandita). rente er ee A — 122 — brevi, annellati. Peristoma più o meno concavo. Bocca prominente. Aconzi non sempre visibili, ma presenti. — Colore variante nei limiti giallo, bruno-ruggine, bruno-cremisi, senza iridescenze. — Dimensioni medie intorno a 0,06 di lunghezza. SPECIE DESCRITTE. — 1. Phelliae a colonna liscia 2. con rivestimento sottile, scarso aderente... .. Ph. picta Gos. 2'. con rivestimento abbondante in forma di tubo pro- i tettore 3. a 24 tentacoli bicicli entacmei . . ..... Ph. murocineta Gos. 3'.a 24 tentacoli bicicli, subeguali. . ..... Ph. tubicola Kor. & Dan. 1°. Phelliae a colonna ruvida 4. rugosa; DAtcontatetentaGolit ele E-WS0. 1010 Ph. limicola Andr. DICONCABMTENTAGO LIAN Re io NT Ph. clongata D. Ch... +. rugoso-bitorzoluta; con 96 tentacoli... ... Ph. Brodrici Gos. 4. bitorzoluta; con 48 tentacoli. . ..0t...... Ph. nummus Andr. ANNOTAZIONI. — Le specie sopra numerate sono strettamente affini e si colle- gano quasi tutte l’una coll’altra mediante varietà graduali di forma e di colore. Anzi a vero dire, io opinerei di riunire Ja murocineta e la tubicola in una, e del pari la limicola e la elongata in un’altra. — Le rughe ed i bitorzoli menzionati non sono dovute a fuggevoli pieghe od estroflessioni di tutta la parete del corpo, ma a locali inspessimenti della membrana di sostegno; e perciò possono avere un valore tassico preciso. Il nome generico allude all'aspetto ruvido suberoso del rivestimento della co- lonna (ge))és = sughero). Sp. Phellia picta Gos. Sinonimi. — Phellia picta sp. n., Gosse 1860,.p. 141, t. 12, f. 1. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, mediocre. Colonna cilindrica, estensibile; liscia, con sottile rivestimento al quale sono commiste materie estranee. Disco piano o leggiermente concavo. Tentacoli 24, bicicli (12, 12), grossi, lunghi, conici, ottusi; diretti orizzontalmente in fuori, ad eccezione di uno o due degl’interni che stanno eretti. Bocca non prominente; ma le labbra sono protrusibili. Aconzi non osservati.— Colore. Rivestimento trasparente incoloro. Colonna bianca con strie scure. Disco giallo delicato incerchiato da una zona bruna alla radice dei tentacoli e raggiato da linee aranciate. Tentacoli bianchi pellucidi, con tre striscie bianche opache sulla faccia in- terna. — Dimensioni. Colonna, lungh. 0”,003, largh. idem. — Giacitura. Su valve di Cyprina islandica. ANNOTAZIONI. — Finora la specie posa sovra un unico esemplare trasmesso a Gosse da un suo conoscente. I tentacoli stando alla figura sono 24 in due cicli; nel testo però l’autore ne menziona 32 in tre cicli (8, 8, 16). — A giudicare dall'aspetto generale sembra affine con la Ph. murocineta. ì Sp. Phellia murocinta Gos. Sinonimi. — Phellia murocinta sp. n., Gosse 1858, p. 193; Gosse 1860, p. 135, t. 7, f. 2, t. 12, f. 8 (ingr.); Hinck 1861, p. 362. DescRIZIONE. — forma. Base larga, aderente. Colonna cilindrica, a pilastro ; leggermente solcata per il lungo. Scapo munito di rivestimento denso, ruvido, —ilag— membranoso, che aderisce alla pelle fin verso la metà della colonna, e da lì in su forma una specie di tubo libero entro cui l’animale si ritira. Disco a coppa. Tentacoli 24, bieieli (12, 12), alterni, entaemei (gl’ interni grandi quasi il doppio degli esterni); per lo più conici acuminati, talora però piuttosto cilindrici ottusi; soventi tendono ad assumere aspetto nodoso; in generale sono diretti in fuori ed in basso con dop- pia curvatura (a branca di candeliere). Bocca non prominente. Fili missili scarsi ed emessi con riluttanza. — Colore. Scapo bruno-giallo-pallido con materie estranee. Ca- pitolo grigio giallo con linee longitudinali bianchiccie (alternatamente una larga e quattro sottili). Margine bruno giallo. Tentacoli bruno-scuri con tre sottili annelli bianchi sul fusto ed una macchia bianca, fiancheggiata di ombre nere, sulla radice. Disco bruno-giallo-pallido con una stella bianca formata dall’incrociarsi di tante li- nee quanti sono i tentacoli. Raggi gonidiali bianchi. — Dimensioni. Lunghezza della colonna 0",004, larghezza 0",003. — Giacitura. Sugli scogli verticali, nelle grotte verso il limite inferiore di marea. ANNOTAZIONI. — L’autore opina che la specie diversifichi tanto poco dalla Ph. gausapata da dovervela forse unire. A me pare invece ben distinta. La trovo pint- tosto assai simile colla Ph. tubicola e arrischio dire che mi sembra essere uno stadio giovanile. Sp. Phellia tubicola Kor. & Dan. Sinonimi. — Phellia tubicola sp. n., Koren & Danielsen 1877,.p. 77, t. 9, fil, 2. DEscRIZIONE. — Forma, Base aderente, non ampia. Colonna cilindrica, elevata ; rivestimento abbondante, ruvido, che forma un tubo connato colla base dentro al quale il polipo si può ritirare. Capitolo delicato, trasparente. Cinclidi presenti. Disco rego- lare non ampio. Tentacoli conici, un po’ rigonfi, subeguali, entacmei, tricicli 12, 12, 24. Peristoma liscio, talora prominente. — Colore del tubo grigio-bruno, del corpo rosso carnicino; sul peristoma sonvi dei raggi bruni. —- Dimensioni. Circa 0",030 di lunghezza totale, dei quali 0”,020 spettano al tubo. — Giacitura. Esemplari attaccati a conchi- glie di Lima od a coralli. 4 Annotazioni. — Le figure che corredano la descrizione originale sono molto belle e rappresentano l’animale in grandezza naturale ed in grandezza tripla. — Io fui molto tentato di riunire la presente specie alla precedente e me ne trattenni solo per le dimensioni maggiori ed il colore diverso; caratteri di poco valore, come si vede, la differenza dei quali si può forse spiegare con lo stato più o meno adulto degli esemplari rispettivi. Sp. Phellia Brodricii Gos. Sinonimi. — Phellia Brodricii sp. n., Gosse 1859, p. 46; Gosse 1860, Pe349 4.8, £ 2: ‘ DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, molto larga. Colonna in espansione: è cilindrica, tozza; con leggiere eminenze sul capitolo e con ruvido, abbondante rivesti- mento sullo scapo; il rivestimento aderisce fermamente, non forma tubo ma lascia mar- gine distinto, libero, lacerato. Colonna chiusa: è discoidale, nummiforme. Disco piano, — 124 — circolare. Tentacoli numerosi (96), pentacicli (6, 6, 12, 24, 48), brevi, snelli, entac- mei; diretti in fuori e basso. Bocca prominente. Fili missili presenti ma rigettati con riluttanza. — Colore. Colonna, nella parte nuda, bianco-pellucida con p'acche (le eminenze citate) bianco-opache; nella parte rivestita è ocraceo-sporca con linee lim- bali bianche. Disco giallo-sporco, in cui ognuno dei raggi primarî e secondarî porta due linee parallele brune, ognuno dei terziarî porta oltre a queste una macchia nera intermedia ed è bianchiccio nella sua porzione periferica. Tentacoli bianco-pellucidi con la metà inferiore del fusto bianco-opaca e coperta da tre o quattro linee che formano una specie di graticcio. Bocca bianca con linee nere. — Dimensioni. Dia- metro basale 0",025; larghezza della colonna 0%,012; lunghezza della stessa 0%,025.— Giacitura. Sulli scogli ad acqua bassa. Sp. Phellia elongata D. Ch. Sinonimi. — A ctinia elongata D. Ch. Sars 1857, p. 33. Phellia elongata D. Ch., Jourdan 1880, p. 39, t. 1, f. 2. Actinia chamaeleon sp. n., Grube 1840, p. 8. Actinia Chamaleon Grube, Heller 1868, p. 18. Phellia cylinder sp. n., Andres 1880, p. 327. Phellia armata sp. n., Andres 1880, p. 327. DescRIZIONE (t. 5, f. 7). — forma. Base aderente, di poco più larga della colonna, rotonda, regolare. Colonna lunga, cilindrica o cilindro-conica uniforme, ruvida, coriacea, coperta da un rivestimento abbondante. Disco mediocre, rotondo, regolare, piano, liscio, con marche gonidiali. Tentacoli, retrattili, numerosi (96), quadricicli (12, 12, 24, 48) entacmei; ogni tentacolo è conico, piuttosto rigido, tozzo. Peristoma, piano, liscio. Bocca rotonda, prominente, ad orlo ondeggiato. — (Colore. Base rosso-sporca. Co- lonna carneo-rossa nella porzione nuda, bruno-ocracea ‘nel restante. Tentacoli semi- trasparenti, bruni verso l’apice, bianchicci nel fusto con un anello bianco alla radice: gl interni hanno colore più intenso degli esterni; ed i due gonidiali, coi prossimi, sono bruni oscuri più degli altri. Peristoma bruno con un cercine indeciso bianca- stro verso la metà e una sfumatura gialla verso il centro. il primo è formato da macchie quasi V-formi poste sui raggi principali, eccettuatine i gonidiali, e da mace- chie più semplici sui raggi secondarî: il secondo da macchie meno precisabili comuni a tutti i raggi eccetto ai gonidiali dove sono sostituite da una macchia candida, opaca per ciascuno (e per vero nell’ uno più grande che nell’ altro). Bocca di colore ran- ciato. — Dimensioni. Colonna lunga fino a 0",05, larga 0",012; tentacoli lunghi 0®,007. — Giacitura. Su scogli, frammenti, conchiglie, ecc. a profondità varia (fino a 70 metri). Varietà. — Di questa specie, non rara nel golfo di Napoli, sonmi note molte e molte varietà, massime di colore, che non solo s'intrecciano e concatenano fra loro, ma passano per gradi nelle varietà di specie affini, così da rendere oltremodo diffi- cile la delimitazione fra le specie stesse. — I molti esemplari da me ispezionati si lasciano suddividere anzitutto rispetto al loro colore fondamentale: ed io distinguo i bruno-violacei, bruno-gialli, bruno-rossi, pallidi (con tendenza all’uno od all’altro — 125 — dei tre toni precedenti), e rigati; i quali ultimi hanno una qualsiasi delle tinte pal- lide, a cui nel capitolo, margine e tentacoli sovrappongono sei macchie equidistanti della tinta corrispondente intensa. Rispetto al disegno del disco (peristoma e corona tentacolare) ognuna delle cinque varietà sembra indipendente: si hanno esemplari a peristoma monocromo; altri nei quali il peristoma è chiaro al centro, oscuro alla periferia, altri ancora in cui è variegato o cosparso di macchie bianche; e attorno a tali generi di peristoma trovansi tentacoli ora monocromi, ora striati per il lungo da linee laterali scure, ora annellati da fascie bianchiccie, e così via. Come esempî concreti cito le seguenti : « Gajolae. La testè descritta, che appartiene alle varietà pallide, con peri- stoma variegato e tentacoli annellati. Si trova abbastanza sovente sulle pietre alla Gajola (Napoli) e sul materiale dragato dalle varie secche (Napoli). f pontina. Varietà bruno-carminio-rossa uniforme, intenso; con peristoma chiaro verso il mezzo e scuro alla periferia; e con tentacoli muniti di due strie lon- gitudinali laterali brune. Veduta una sola volta; aderiva ad una Udotea flabellata; e fu dragata al nord dell’isola di Ponza (Napoli), da 70 metri di profondità. sponsa. Esemplari bruno-gialli, intensi, monocromi dovunque ad eccezione d’un annello bianco alla radice dei tentacoli. Trovata a Forio d’ Ischia (Napoli). (tav. 3). d annulata. Varietà bruno-rossa con tentacoli bruno-giallicci verso l’apice, bruno-bianchicci ed annellati nel fusto, bruno-scuri alla radice; e con peristoma bruno-purpureo uniforme sui raggi gonidiali, interrotto da macchie biancastre lanci- formi sugli altri raggi principali e da semplici filettature sui restanti (tav. 5). e bicolor. Varietà rigata, nella quale il margine, (e di conseguenza capitolo e tentacoli) è diviso in dodici zone, delle quali sei maggiori pallide e sei minori, alterne colle medesime, violacee. Peristoma variegato e tentacoli bruno-pallidi con annelli incompleti bianchi e bruno-scuri. — Si draga dalle secche, come la varietà &; ed è importante perchè si assomiglia molto ad alcuni esemplari di Ph. nummus. A queste se ne possono aggiungere ancora molte che io stesso vidi; e ne’miei appunti descrissi; ma è superfluo dacchè ho indicato in termini generali i limiti di variazione. Solo ancora devo menzionare gli esemplari descritti da precedenti osservatori. Sars descrive: base minio-rossa, radio-striata ; colonna rossiccio-grigia; peristoma grigio con bocca rossa; tentacoli rossigni con annelli e macchie grigio-bianche. Jourdan ha due interessanti varietà: Una con peristoma bruno diviso in quat- tro segmenti due scuri e due chiari e bocca spesso orlata di bianco. L’altra con ca- pitolo a macchie alterne, violette e pallide; la quale corrisponde certo o alla mia varietà e o alla specie Ph. nummus. Grube rileva: base rossastra, colonna terrea, capitolo rosso, tentacoli grigio-bian- chi, peristoma bruno con raggi scuri, bocca rossa con un sottile orlo turchino. ANNOTAZIONI. — Il nome elongata venne primieramente usato dal Grube 1840, per una specie che attualmente non è ben precisabile e lascia incerti tra un Cerian- thus e l’H. viduata. — Il Delle Chiaje si richiama al Grube e applica il vocabolo ad una delle sue attinie che tanto per l'imperizia della figura che per l’insufficienza della descrizione, riesce del pari indeterminabile (forse è un’Aiptasia). — Il Sars — 126 — accetta Io s'è so nome ed avvertendo della poca attendibilità delle fonti precedenti, lo accompagna con una precisa descrizione dell'animale, così che ormai da lui si pos- sono prendere le mosse. — E il nome viene riconfermato colla bella figura del Jour- dan. — Che tuttavia a questa specie in origine non si attagliasse lo prova l’esistenza di un’Actinia chamaeleon istituita dal Grube stesso e che in tutto ha i caratteri della presente. L'adottare quest’ultima designazione sarebbe per avventura logico, ma forse non opportuno dopochè io stesso lo attribuii falsamente ad un’Aiptasia (Andres 1880, p. 325). E per analogo motivo credo di dover lasciar cadere il mio vocabolo di Ph. eylinder. Sp. Phellia limicola Andr. Sinonimi. — Phellia limicola sp. n., Andres 1880, p. 327. DESCRIZIONE (t.5, f.6). — Forma. Base aderente, più larga della colonna, rotonda irregolare a lembo riversato. Colonna elevata, cilindro-ovale, uniforme, pieghettata di traverso, coriacea, non molto estensibile. Scapo vestito di sostanza furfuracea e coperto da granuli minutissimi e fittissimi di fango nero. Capitolo liscio, pulito. Disco ordinario, rotondo, regolare, piano, liscio con accenno gonidiale; screziato di giallo, bianco e bruno, opaco. Tentacoli retrattili non molto numerosi (48) tricicli (12, 12, 24), entacmei, mediocri marginali e submarginali, diretti in fuori. Ogni tentacolo è conico, piuttosto tozzo. Gonidii marcati dal colore più profondo dei raggi e dei tentacoli corrispondenti. — Colore. Base biancastra. Scapo bruno-giallastro; opaco. Capitolo roseo. Tentacoli annellati da striscie trasversali brune e semplici verso l’apice, bian- che e ondulate sul fusto, muniti di una gran macchia bruna alla radice. Due gruppi di tentacoli sull'asse trasverso (l’ortogonale alla direzione gonidiale) hanno il fusto affatto bianco. Uno dei tentacoli gonidiali è del tutto bruno. Peristoma sereziato da macchie apparentemente irregolari brune gialle e bianche, ma riducibili ad un fino disegno di ogni raggio avente quasi l'aspetto di un fiore araldico. Bocca ad orlo bruno internamente giallo-ranciato, senza lentigini. — Dimensioni. Colonna lungh. 07,06, largh. 0,015. — Giacitura. In fondo fangoso, a circa 8 metri di profondità. Varietà. — La presente specie sembra più rara della precedente, giacchò io ne esaminai un numero d’esemplari molto minore; e forse da ciò dipende anche la rela- tiva scarsezza di varietà. Queste sono: a maculata, che è la suddescritta. £ homocromica, la quale può tendere ora al giallo ora al bruno e che nell’aspetto generale si avvicina molto alla var. sponsa della Ph. elongata. Essa possiede: base bianca, lembo giallo-ranciato, scapo giallo-bruno (reso nero dalla sabbia aderente), capitolo giallo-roseo, tentacoli grigi annellati di bruno e bianco, peristoma bruno- castaneo, uniforme, faringe aranciato vivo, gonidii bianchi. Le annulazioni dei ten- tacoli sono come nella var. @ semplici verso l’apice ondulati verso la radice; talora tut- tavia sono V- formi verso l'apice ed a W verso la radice. La tinta omocromica del peristoma può essere interrotta dal bruno intenso (o bianco) dei raggi e dei tenta- coli gonidiali. e i i pi -- 127 — GE Sp. Phellia nummus Andr. Sinonimi. — Phellia nummus sp. n., Andres 1880, p. 326. DescnIZIONE (t. 5, f. 8). — /orma, Base aderente, non più larga della colonna. Colonna in generale conica. Scapo basso ruvido, coperto da rivestimento forforaceo sotto il quale ha tubercoletti, sparsi, irregolari, semplici. Capitolo alto, liscio, alaba- strino, le due porzioni, ruvidae liscia, passano gradatamente l’una nell'altra. Tenta- coli numerosi, 12, 12, 24, 48, subuliformi, entacmaci. Peristoma concavo. Bocca non prominente. Onco molto piatto. Aconzi presenti, ma emessi di raro. —. Colore. pe: Base biancastra. Scapo giallastro. Capitolo carnicino. Tentacoli bianchi con due o tre paja di macchie brune al lato interno, producenti un’ apparenza zonata. Macchia bianca (speciale ?) 21 piede dei tentacoli int. Peristoma bruno-giallo; finamente rag- giato; nella zona tentacolare porta sei macchie violacee; nel centro è bianco. Bocca circondata di bianco. — Dimensioni. Diametro basale 0",02; lunghezza della co- lonna 0,02; larghezza (verso il capitolo) 0",015, — Giacitura. Su coralline laminari e mnodose, udotee, conchiglie e frammenti varî; alla profondità media di 60 metri VARIETÀ. — Nel citato Prodromo io annoverava quattro varietà; al presente mi trovo imbarazzato a fissarne il numero, giacchè sono moltitudine. Prendendo come punto di partenza la colorazione della descrizione specifica pare che si possano con- cepire le altre quali modificazioni eseguite in direzione opposta; nelle une scompa- iono le sei macchie violacee del margine, nelle altre si costituisce una zona violacea continua. E contemporaneamente il colore fondamentale da quella parte si fa più pallido da questa più scuro; ma da ciascuna parte poi presenta una tinta fredda ed una tinta calda. Cosicchè da una varietà centrale si ottengono quattro rami, press’a poco nel modo seguente: alba fusca albida fuscida (?) “(senza macchie) . . . lutea .> + . + (con macchie) Pi badida rnfida (?) badia rufa Ciò premesso ecco alcune delle varietà osservate: x lutea. Quella testè descritta (Faraglioni di Capri, Napoli). f albida. Scapo giallo-ocraceo, pallido; capitolo roseo in apparenza uniforme, ma che per azione del sublimato (quando uccisi l’animale) rivelò le sei macchie vio- lacee distinte; tentacoli grigi con macchie appaiate brune e bianche annuliformi ; peristoma bruno-pallido con serie di puntolini in corrispondenza dei tentacoli esterni e medî e macchia scura alla radice degl’ interni. Questa è fatta a V, abbraccia il tentacolo e termina colla punta verso la bocca in una macchiolina biancastra. Il punteggiamento non è regolare su ogni raggio (Capri, Napoli, 90 metri). ‘ y alba. Margine uniforme, bianco-roseo, senza macchie violacee; tentacoli grigi con macchie appaiate, come sopra, le quali sono spiccate massime alla radice dei tentacoli interni; peristoma biancastro con. punteggiature radiali candide. {Gaiola, Napoli, 35 metri). a — 128 — 0 badia. Margine uniforme bruno bianchiccio; tentacoli annellati dalle solite macchie appaiate, che qui però alla radice si fondono in una sola macchia bruna; il complesso delle macchie brune forma una specie di zona che incornicia il peri- stoma, il quale è bruno-giallo (Capri, Napoli, 90 metri). e fusca. Scapo bruno-sporco; margine con sei macchie violacee confluenti che si stendono sui tentacoli e sul capitolo; tentacoli macchiettati come sempre; peri- stoma bruno-castaneo con interradî gialli e punteggiature radiali simili (Secca di Forio, Napoli, 60 metri). t rufa. Margine uniformemente bruno-cremisi; tentacoli bruno-castanei con macchie pallide annuliformi; peristoma bruno-cremisino, uniforme, un po’chiaro verso il centro (Bendapalmubo, Napoli, 60 metri). AnnoTAZIONI. — Il disegno del peristoma è un portento di miniatura. Il rive- stimento dello scapo è in generale poco sviluppato ed in alcuni casi manca come se fosse stato distratto; allora la colonna appare nuda liscia, sollevata in bitorzoli irre- golarmente sparsi. Non è raro il caso di trovare esemplari commensali sopra crosta- cei, per esempio sul Pagurus calidus, ovvero attaccati a bivalvi. Gen. Chitonactis Fisch. Sinonimi. — Bunodes (pars), Gosse 1858, 60. Chitonactis, Fischer 1875. CARATTERI. — forma. Base mediocre, Colonna consistente, bitorzoluta, con bi- torzoli in serie lineari longitudinali, rico- perta da rivestimento coriaceo aderente. Capitolo nudo. Margine rilevato. Tentacoli brevi, posti più in dentro del margine. — Colore aranciato. — Dimensioni piccole, intorno a 0”,04. — Giacitura. Sulle con- chiglie, piuttosto profonda. SPECIE DESCRITTE. — Fi- nora una sola, coi caratteri del LENELe Race Eee Ch. coronata Gos. ANNOTAZIONI. — yetav si riferisce al rivestimento che aderisce alla pelle. Sp. Chitonactis coronata Gos. Sinonimi. — Bunodes coronata sp. n., Gosse 1858, p. 194; Gosse 1860, p. 202, t. 7, f. 4; Hinck 1861, p. 862. Chitonactis coronata (Gos., Fischer 1875, p. 7; Id. 1875, p. 226. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, piccola o di poco eccedente la colonna. Colonna cilindrica, elevata, consistente, tubercolosa nella parte superiore. Tubercoli non escavati nè perforati; in generale disposti su dodici linee verticali, ma alcuni (*) Chitonaclis coronata Gos. (da Gosse 1860, t. 7). he Piga AT Celdgi a sparsi irregolarmente; mancanti verso il lembo. Un rivestimento sottile, coriaceo, ade - rente, ma caduco in brani, ricopre il tutto fin quasi al margine dove lascia una spe- cie di capitolo nudo. Margine rilevato, sottile. Disco piano e convesso. Tentacoli pentacicli, 12, 12, 24, 48, 96, conici acuminati, corti, entacmei, non marginali. Bocca con pieghe, protrattile. — Colore. Scapo aranciato o arancio-scarlatto con tubercoli or più chiari or più oscuri. Capitolo con dodici macchie bruno-purpuree alterne con altrettanti bianchiccie. Margine bianco. Tentacoli pellucidi quasi incolori annellati da tre indecise striscie bianche, delle quali la mediana è la più spiccata. Disco rosso- bruno-scarlatto con interradi bianchi e con macchia radiale bianca nel mezzo d’ogni raggio. Bocca bianchiccia. Faringe arancio-scarlatto. — Dimensioni. Colonna, lun- ghezza 0",05, largh. 0",03. — Giacitura. Su conchiglie (Turritella terebra, Ostrea) e su frammenti, in acque profonde; esemplari isolati. > VARIETÀ. — Gosse annovera le prime due; la terza è di Fischer: a patricia, la testè descritta. B plebeia, che ha scapo più bruno, capitolo a macchie meno distinte, peri- stoma bruno con interradî non chiari e con macchie irregolari bianchiccie, tentacoli monocromici. y lutea. Questa ha scapo giallo; e la colonna intiera è aranciata e porta do- dici larghe striscie longitudinali bianche sulle quali sorgono i tubercoli. ANNOTAZIONI. — Pur ascrivendo questa specie al gen. Bunodes il Gosse osserva che essa ne differisce notevolmente per l'aspetto generale, nonchè per i tubercoli e per la colorazione; e rileva altresì d’averne una volta veduti gli aconzi. Egli pro- pende per l’affinità sua col gen. Sagartia. Io credo abbia colto nel vero il Fischer con l’elevarla a genere indipendente. Le sue relazioni sono certo per le Phellidae (rivestimento, aconzi, tubercoli pieni) più che per altri gruppi. Gen. Ilyactis Andr. Sinonimi. —Ilyactis Andres 1880. (CarAtTERI. — Forma. Base nulla, arrotondata a fisa o retratta. Colonna. obconica rafaniforme od a pera; incisa da 12 invezioni grandi colle quali alternano altre 12 piccole; rugosa di traverso; nel quinto anteriore munita di un cingolo frilevato. Margine pieghettato. Disco piccolo. Tentacoli conici, brevi. Aconzi presenti. Onco ovale od a trot- tola. — Colore variante dal giallo-sporco al bruno-ruggine, con sfu- mature carminio-roseo-pallide sui tentacoli. — Dimensioni mediocri di circa 02,06. — Giacitura nel fango. SPECIE DESCRITTE. — Finora una. Caratteri del genere. Annotazioni. — Il cingolo della colonna ricorda una struttura simile presso il gen. Actinoloba. In certo qual modo esso potrebbe venir considerato come il mar- gine: e allora la restante porzione superiore di colonna sarebbe un ampio collare. Il nome allude al modo di giacitura (tAvs = fango). (*) Ilyactis lorquata Andr. (figura originale). — 130 — Sp. Ilyactis torquata Andr. Sinonimi. — Ilyactis torquata sp. n., Andres 1880, p. 326. DESCRIZIONE. (t. 5 f. 10). — Forma. Base nulla; estremo posteriore arrotondato, senza poro; talvolta un po’ appiattito, non mai aderente. Colonna mediocre; generalmente conica o rigonfia nel mezzo e d’aspetto di rafano o di pera; liscia in basso, striata di traverso in alto (benchè ciò varii a seconda degli stati di contrazione); assai estensibile; sovente gibbosa e ad invezioni (queste sono dodici grandi, alterne con dodici pic- cole); nella parte superiore è munita di un cingolo rilevato (torqueum); coperta tutta, massime dal cingolo in basso fino ad un certo tratto dal polo aborale, di un rivestimento spesso, coriaceo, che si stacca a brandelli. Margine rilevato, distinto pie- ghettato come a fogli di libro. Disco sempre più piccolo del diametro della colonna, retratto ed infossato. Tentacoli corti, conici, entacmei, gli esterni brevissimi, qua- dricieli (6, 6, 12, 24), grossi, leggermente arcuati in alto e in fuori. Bocca non pro- minente. Onco sferoidale. Aconzi presenti, missili con difficoltà. — Colore. Estremo posteriore bianchiccio, trasparente; scapo bruno-giallo-sporco, colonna sottostante baio- carnicina; cingolo biancastro; margine del pari; tentacoli roseo-carmino-sporchi, con la faccia interna ornata di macchie lambdoidee (A) chiare e scure alterne; uno dei tentacoli gonidiali ha colore più intenso. — Dimensioni. Colonna, lungh. 0,06; lar- ghezza 0",02. — Giacitura. Nei fondi sabbiosi o di fango. VARIETÀ. — Parmi si possano distinguere: a lutescens, la descritta. (8 rufescens, che ha scapo color bruno-ruggine; tentacoli carnici sulla faccia esterna, ruggine-purpurei nella interna con sei o sette macchie a W (non a A) bian- chiccie; peristoma ruggine-purpureo con labbro scuro; faringe carnicina (Posillipo, Napoli; presa al largo, con la tartanella). ANNOTAZIONI. — In un esemplare della varietà rufescente, portatomi il 3 aprile 1881, si vedeva il polo aborale distintamente aperto da un poro; i filamenti interni ne protrudevano ad evidenza. L'apertura esisteva dunque di certo. Il dubbio mi ri- mase tuttavia sempre che fosse lacerazione, giacchè per vero io in nessun altro esem- plare potei rilevare il benchè menomo pertugio apicale. — Quando l’animale è allun- gato e in completa estensione il suo estremo posteriore ha aspetto di fisa e tutto il corpo nell’insieme rammenta le Edwardsidae e le Halcampidae. Gen. Ammonactis Verr. Sinonimi. — Ammonactis Verrill 1865. CARATTERI. — Forma. Base ben sviluppata. . Colonna allungata subcilindrica, coperta da rivestimento coriaceo-furfuraceo, e dotata di capitolo nudo. Tentacoli lun- ghi acuminati. Sotto ai medesimi e distinti dal margine vi sono tubercoli lobulari; uno sotto ogni tentacolo. SPECIE DESCRITTE. — Una sola; pubblicata dal Verrill senz'altre indicazioni che quelle del genere. ANNOTAZIONI. — Il nome si riferisce anche qui alla giacitura quos = sabbia, Sr “i — 131 — Sp. Ammonactis rubricollum Stimp. Sivonmi. — Edwardsia rubricollum sp. n., Stimpson 1855.— Ammona- etis rubricollum Stimp., Verrill 1865. DescRIZIONE. — Manca. Phellidae incertae sedis. Le seguenti specie sembrano appartenere tutte e senza dubbio al gen. Phellia; ma nelle rispettive descrizioni mancano di dettagli necessarî e non possono venir fis- sate in un prospetto tassico qualsiasi. Sp. Phellia decora Ehr. Sinonimi. — Madrepora turbinata sp. n., Forksal 1775, t. 27. Actinia turbinata Forsk., Milne Edwards 1857, p. 243. Actinia Entacmaea decora H. et E., Ehrenberg 1834, p. 37. Actinia decora E., Deshayes 1837, p. 544; Milne Edwards 1857, p. 244. Phellia decora Ehr., Klunzinger 1877, p. 74, t. 5, f. 3 a.b. t. 7, f. 5. Actinia Entacmaea Forskalii H. & E., Ehrenberg 1834, p. 37; (Diplo- stephanus), Brandt 1835, p. 10; Deshayes in Lamk. 1837, p. 544. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente con forza, non larga. Colonna cilindrica, elevata. Rivestimento appena visibile, trasparente negli animali non disturbati, abbon- dante e sporco negli irritati. Sul capitolo la colonna è nuda, trasparente. Tentacoli brevi, ottusi, entacmei, tricicli o quadricicli. — Colore. Capitolo giallo o rossigno; rivestimento giallo sporco, rosso grigio; tentacoli scuri violetti rosso-bruni macchiettati o annellati di bianco. — Dimensioni. Colonna lunga 0”,04; larga da 0”,01 a 09,015. — Giacitura. Comune sugli scogli, isolata o no. Anvorazioni. — In Forskal manca la descrizione vera dell’animale, ma vi si dice che talora è ramoso [sic]. L'aspetto della figura tuttavia è tutto d’attinia e per vero ricorda molto la Ph. elongata sia nella forma e nell’ annulazione dei tentacoli che nell’accennata presenza d’ uno scapo rugoso e capitolo scuro. Forse appartiene alle attinie anche la M. acetabulum dello stesso autore. Ad ogni modo l'identità sino- nimica è alquanto dubbia. Il Klunzinger dà due figure: una dal velo, l’altra (tav. 7, fig. 5) dai disegni inediti dell’ Ehrenberg; ma esse però non coincidono. La figura dell’ Ehrenberg ha colori più vivi, giallo-aranciato-rossi, ed aspetto più liscio di quella del Klunzinger; sicchè quasi sorge il dubbio che non sieno della stessa specie. Ammetto Phellia per l'esemplare del Klunzinger, e sono titubante per l’altro. Sp. Phellia panamensis Verr. Sinonimi. — Phellia Panamensis sp. n., Verrill 1868, p. 490. DescrIZIONE. — forma. Colonna molto espansibile e contrattile; lunga, subci- lindrica-obconica; investita da un grosso strato epidermoidale limaccioso; con capi- tolo distinto, delicato pieghettato e quasi papilloso. Tentacoli, numerosi 96, quadri- = laope cicli (12, 12, 24, 48) entacmei, robusti. — Colore: ignoto nel vivo; terreo per lo scapo, bianco per il capitolo nei preparati alcoolici. — Dimensioni. Colonna, lunga 0”,075, larga 0°,025. ANNOTAZIONI. — È specie molto grande che si presta assai bene all’ investiga- zione anatomica; così asserisce Verrill, che infatti solo a proposito di questa espone alcuni (del resto non importanti) dettagli di struttura. Sp. Phellia vestita John. Sinonimi. — Phellia vestita sp. n., Johnson 1861, p. 179; Id. 1862, pag. 299. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, rivestita da muco e fango, con pelle sottostante liscia, spesso rugosa di traverso non mai tubercolata, Disco liscio. Tentacoli tricicli, numerosi marginali, entacmei, retrattili, conici. Aconzî scarsi. — Colore. Colonna rossigna. Disco rossigno, raggiato di bianco e bruno. Ten- tacoli rossigni con macchie bianche. Sp. Phellia abyssicola K. & Dan. Sinonimi. — Phellia abyssicola sp. n., Koren, & Danielsen 1877, p. 78, TORE ZI DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente larga. Colonna cilindrica, tozza. Coperta dovunque da rivestimento, il quale è molle non fortemente aderente, commisto con sabbia, e qua e là rilevato da tubercoli per la presenza di cinclidi. Disco piano Tentacoli 56, retrattili, bicicli (28, 28), eguali. Bocca rotonda corrugata. — Colore del rivestimento grigio bruno; del corpo pallido-carnicino; del disco rosso-bruno con raggi più chiari in corrispondenza dei tentacoli esterni; dei tentacoli esterni rosso- giallo-pallido, dei tentacoli interni rosso-bruno al di fuori pallido. — Dimensioni : dagli autori non date; ma sulla fignra si rileva: altezza 0”,03, lunghezza 0,04. — Giacitura. Due esemplari attaccati a pietre; dragati dalla profondità di 500 metri. Sp. Phellia inornata Verr. SInoNnIMI. — Phellia inornata sp. n., Verrill 1868, p. 489. DescRIZIONE. — Forma. Base piccola, non dilatata. Colonna obconica in espan- sione, obpiriforme in contrazione; incrostata di sabbia. Disco piccolo, ma più ampio della base. Tentacoli piccoli, monocicli, marginali. — Colore. Bianco sporco ovun- que. — Dimensioni. Colonna lunga 0,012. — Giacitura. Su conchiglie. Sp. Phellia solidago D. & Mich. SINONIMI. — Capneopsis solidago sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 128. DESCRIZIONE. — Forma. Base molle. Colonna con indusio prodotto da aggluti- namento di granelli arenacei (quindi fornita di glandole agglutinanti [sic] ); striata in lungo e di traverso. Capitolo molle. Tentacoli 24, bicicli, entacmei. — Colore. Scapo — 133 — bruno-rosso. Capitolo e base translucidi. Tentacoli diafani con anelli bruni. — Di- mensioni. [Non date]. — Giacitura. Sulle pietre. ANNOTAZIONI. — L'autore osserva che l’animale in questione rassomiglia molto ad un’Edwardsia, e che ne differisce solo per l’aderenza della base. Ciò prova chia- ramente che si tratta d’una vera Phellia, benchè d’altra parte resti un poco oscuro il significato delle « glandole agglutinanti » ; le quali potrebbero essere tanto i tuber- coli semplici della Ph. nummus, quanto una struttura speciale. In quest’ultimo caso la specie formerebbe genere a sè. Sp. Phellia coreopsis D. & Mich. SINONIMI. -- Capnea coreopsis sp. n, Duchassaing & Michelotti 1866, PERl2Sttt o 8: DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna lunga, clavata, rugosa di tra- verso; indusio con margine superiore irregolare. Capitolo molle. Tentacoli 60, brevi, tricicli. — Colore. Scapo rossastro. Tentacoli gialli con apice carminio. — Dimen- sioni e Giacitura. (Non indicate). AnnoTAZIONI. — A giudicare della figura si direbbe che questa specie coincide con la Ph. elongata. La descrizione è tuttavia troppo manchevole per lasciar tirare una conclusione. Sp. Phellia cricoides Duch. SinonIMI. — Entacmaea cricoides sp. n., Duchassaing 1850, p, 10. Actinia cricoides Duch., Milne Edwards 1857, p. 247. Dysactis cricoides Duch., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6, f. 4. Capnea cricoides Duch., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 128. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, alta; indusio distinto con margine superiore denticolato. Tentacoli numerosi, in apparenza tricicli, entac- mei; gl’interni 10-12, grandi e grossi. — Colore. Colonna rosa; tentacoli annellati di rosso. — Dimensioni e Giacitura. (Non indicate). AnnorazioniI. — La figura è discreta, ma non rivela molto pronunciato il carat- tere entacmeo dei tentacoli. — È poi strano che gli autori, Duch. & Mich., conside- rino la presente come Dysactis e reputino Paractis la specie cavata [Ph. Duchassaingi] che ha tentacoli molto più entacmei. Che fosse uno sbaglio nell’indicazione delle fi- gure? È probabile, se si mette in correlazione il vocabolo clavata coll’epiteto grossi dei tentacoli. Sp. Phellia Vernonia D. & Mich. Sinonimi. — Capnea Vernonia sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 127, ono! DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, indurita, rugosa di traverso; indusio terminato superiormente da una linea intiera non dentellata. Ten- tacoli numerosi, cilindrici, tricicli o quadricicli; entacmei ma di poco. — Colore. Tentacoli annulati di bruno-violetto. — Dimensioni e Giacitura. — [Non indicate] ANNOTAZIONI. — La figura è discreta, sebbene non accurata nei dettagli. I O — 1394 — Sp. Phellia Duchassaingi n. n. SinoniMi. — Paractis clavata sp. n. Duchassaing & Michelotti 1860, HM 9E Capnea clavata D. & Mich., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 127. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, un poco espansa. Colonna, conica a ro- vescio o cilindrica, dura, rugosa; indusio che verso il margine costituisce un rilievo libero. Tentacoli 70-80 tricicli o quadricicli, entacmei molto pronunciati. — Colore. Disco brillante; tentacoli gialli con apice aranciato. — Dimensioni. [Non indicate]. — Giacitura. Sulle madrepore. ANNOTAZIONI. — |Veggasi la nota a proposito della Ph. cricoides Duch.]. — Gli autori, Duch. & Mich., dapprima asserirono (1860) che esistesse affinità con l’A. cla- vigera Drayt.; io credo che questa non vada oltre il nome, giacchè la citata clavi- gera ha tutt’altro aspetto; tanto che il Milne Edwards ne fece una Corynactis. In seguito (1866) parvero ritrattare l’opinione. Nel primo lavoro menzionano tentacoli tricicli, nel secondo quadricicli. — Il nome originario clavata venne soppresso per- chè già usato dallo Stimpson 1855. Phellidae dubiae. Di esse la prima è considerata dubbia da Verrill stesso che ne è l’autore; le altre sono troppo insufficientemente descritte per venire prese in considerazione. Sp. Phellia rubens Verr. Sinonimi. — Phellia rubens sp. n., Verrill 1868, p. 489. DescRIZIONE. — Forma. Colonna piccola, subcilindrica, coperta di fango; ten- tacoli numerosi, snelli monocicli, posti sopra un rialzo circolare sottile. — Colore rosso- sporco sulla colonna, scarlatto-chiaro sui tentacoli — Dimensioni piccole; di 0%,015 lungh.; 62,006 largh. — Giacitura sopra conchiglie di Chama. Annorazioni. — Gli esemplari originali (raccolti da Bradley a Zorritos nel Perù, 4 fath.) andarono perduti. Sp. Phellia arctica Ver. Sinonimi, — Phellia arctica sp. n., Verrill 1868, p. 328; Verrill 1868, pag. 490. DescRIZIONE. — L'autore dice solo che gli animali sono di grandi dimensioni; ed hanno dei corpi ovali particolari innicchiati nella colonna. Vennero raccolti dalla North Pacific Exp]. Exped. allo stretto di Behring, profondi. Sp. Chitonactis Richardi Mar. Sinonimi. — Chitonactis Richardi sp. n., Marion 1882. DescRIZIONE. — L’autore partecipa soltanto che vi è colonna grossa. E prosegue enumerando due varietà: una di esemplari grandi, attaccati a Mopsea elongata, aventi indusio molto scarso; l’altra di esemplari piccoli trovati nel detrito a 806 metri, muniti di indusio abbondante. — 135 — Subfam. SAGARTIDAE Actinines perforées, Milne Edwards 1857. Sagartiadae, Gosse 1858, 60 (toltone Phellia, ed aggiuntovi Aiptasia), Ver- rill 1862, Studer 1878. Sagartinae, Verrill 1868, 69, Klunzinger 1877. Adamsidae, Andres 1880. Forma. Base quasi sempre aderente con forza, Colonna varia: ora alta, ora tozza, ora liscia, ora cingulata, ora verrucosa; cinclidifera sempre. Disco più o meno ampio. Tentacoli non molto lunghi; per lo più numerosi talora numerosissimi; entacmei sempre. Nell’ interno vi sono filameuti peculiari, aconzi, che vengono ejaculati all’esterno (o dai cinelidi, o dall’apice dei tentacoli, o dalla bocca, o dalle ferite) ogni qualvolta l’animale si contrae improvvisamente impaurito. — Colore molto vario, soventi pallido, quasi sempre mescolato con tinte brune. — Dimensioni che possono essere di forse 0",25 in alcuni casi e raggiungere appena 0",01 in altri. — Giaci- tura. Sulle pietre o altri corpi solidi; molto di rado nella sabbia; talora in com- mensalismo con crostacei. 1. Sagartidae a colonna liscia munita tutt'intorno di un rilievo 0 cingolo nella parte superiore, poco disotto del margine; disco molto ampio, lobato; tentacoli numerosissimi . .......... Actinoloba Blainv. -— A. dianthus Ell., A. marginata Les., A. reliculata Dana. - Sagartidae a colonna munita nella parte superiore di numerose verruche. Verruche grandi; disco meno ampio e meno lobato 5 LENLACO IS PIUESCATSI SEI NR ECO . Ieliaetis Thomp. — I. bellis Ell., H. paumotensis Dana., H. mi- nor sp. n., H. miniata Gos., H. venusta Gos. LISI 3. Sagartidae a colonna quasi liscia, munita nella parte superiore di verruche. Verruche molto piccole; disco non ampio; tentacoli PIILLOSTO MUNSEE SUDULODIIA Ra Re nta N Se Cylista Gos. — (€. viduata Miill., €. undata Mill., ©. cocci- nea Mill., €. leucolena Verr. 4. Sagartidae a colonna liscia senza verruche; perforata da cinclidi. 5. Cinclidi nella parte inferiore; rilevati a tubercolo; for- manti una o più serie orizzontali... ......... Adamsia Forb.— A.Rondeletii D. Ch., A. decorata Dana., A.pal- liata Bohad, 5'. Cinclidi dappertutto, ma specialmente in alto; 6. Tentacoli lunghi, entacmei, non retrattili .. .... Aiptasia Gos. — A. lacerata Dal., A. carnea Andr., A. Couchi Gos., A. mutabilis Grav., A. savi- cola Andr., A. diaphana Rapp. 6'. Tentacoli meno lunghi, entacmei meno pronunciati, retrattili. T. Margine tentacolato. . ....:.. e... Sagartia Gos. — S. sphyrodeta Gos., S. ichthystoma Gos., S. Dohr- nîi v. Koch., S. pura Ald., S. pal- lida Holdsw. 7 Margine conttimbercoli! 0. +» 00 Nemactis M. Edw. — N. pri mula Dana. Sagartidae incerta Isediseg state n e enne Sagartidae dubiae.. ............ AR ORE o ROTA SIRIO Sagartia chilensis. Less. SL rubro-alba Q. & Gaim., S. cri- spata Verr., S. ignea Fisch., S. prehensa Mib. Aîptasia erythrochila Fisch. A. solifera Les., A. Inula D. & Mich., A. Tagetes D. & Mich. Adamsia tricolor Les. A. Fr- scheri n. n., A. bicolor Les., A. fusca M. Edw., A. Egletes D.& Mich. Actineloba qachates Dana. Hieliaetis alba Cochs. H. far- cimen Br., H. brevicornis Stud. Cylista impatiens Dana. Aiptasia nivea Less. A. Agas- sizii n. n., A. mimosa D. & Mich., A. rhodora Dana., A. minu- ta Verr., A. annulata Les. Sagartia nymphaca Dana. S. radiata Verr., S. modesta Verr., S. Verrilliù n. n., S. panamensis Verr., S. Bradleyii., S. erpansa Stimp., S. carcinophila Verr., S. hastata Wright. Nemaetis lineolata Dana. N. rubus Dana. La sotto famiglia è abbastanza naturale e le divisioni generiche riescono discre- tamente marcate e precise; tuttavia alcune specie si trovano un poco a disagio o per le affinità toro o per la posizione. Punti incerti di classificazione si rinvengono spe- cialmente sui limiti dei generi Heliactis, Sagartia, ed Aiptasia, dove di certo alcune specie si possono agevolmente traslocare dall’uno all’altro. Rispetto ai rapporti fra genere e genere credo poterli esprimere con l’ordine seguente : Actinoloba Heliactis, Cylista Sagartia Aiptasia, Adamsia Nemactis Gen. Actinoloba Blainv. Sinonimi. — Actinia (pars) degli autori vecchi. Metridium, Oken 1815, (non Blainville 1830); Milne Edwards 1857; Dana 1859, Verrill 1862, ecc. Actinoloba, Blainville 1830, Gosse 1860. Cribrina (pars), Ehrenberg 1834. Sagartia (pars), Gosse 1854. CARATTERI. — Forma. Base ampia, a contorno ondulato. Colonna robusta, a pila- stro; munita di un cingolo rilevato verso il sommo; con superficie liscia, cinclidifera, ma senza verruche. Disco ampio, sporgente, sot- tile, frangiato al magine, lobato. Tentacoli brevi, snelli, disposti in cicli molto numerosi e poco spiccati, entacmei, assai minuti al mar- gine. Bocca a labbra grosse, con una traccia gonidiale unica. Aconzi emessi con riluttanza, ma abbondanti. — Colore in generale bruno pallido, vario dal giallo al roseo. — Dimen- sioni grandi. — Giacitura. Sulli scogli e sulle pietre. SPECIE DESCRITTE. — Acti- nolobae a colonna liscia con cingolo vicino ai tentacoli . A. dianthus EI con cingolo non vicino ai tentacoli A. marginata Les. Actinolobae a colonna re- MIRORIA ME enne A. reticulata Dana. ANNOTAZIONI. — Il vocabolo Metridium è la restaurazione d’uno degli antichi nomi greci che indicavano le ortiche di mare (vedi Introduzione); quello di Acti- noloba esprime la particolarità del disco lobato. Il primo dovrebbe avere la pre- minenza; ma venne dal Blainville impiegato così falsamente che l’uso suo attuale potrebbe ingenerare confusione. (Egli lo applicò cioè ad attinie aventi tentacoli di due sorta: piccoli, semplici e lunghi, pinnati; e, strano a riferirsi, chiamò Metri- dium anche l’A. plumosa di Miller, che non ebbe mai altro che tentacoli semplici). — Oltre che per i suesposti caratteri le attinie di questo genere sono notevoli per la frequenza di riproduzione scissipara; il fenomeno, osservato e descritto già fino dal Dicquemare, venne constato dai moderni. In esso trovano spiegazione due peculiarità: primieramente la giacitura quasi coloniale, che si conserva anche per gli esemplari posti su pareti verticali; in secondo luogo la non rara produzione di individui anormali. — La distinzione fra le tre specie e massime fra la prima e la seconda è molto artificiale e labile; giacchè i caratteri addotti possono benissimo dipendere solo da stadio diverso di contrazione. Sp. Actinoloba dianthus Ell. Sinonimi. — Actinia dianthus (Sea carnation), Ellis 1767, t. 13, f: 8; Ellis & Solander 1786, p. 7. — Hydra dianthus, Gmelin 1788-93, p. 3869. — Actinoloba dianthus El. Blainville 1830, p. 288; Blainville 1834, p. 322, 049) £. 03. Actinia dianthus EIl., Templeton 1836, p. 304. Actinia dianthus Ell., Hassall p. 286. (*) Actinoloba diunthus Ell. (da Gosse 1860, t. 1). (e. E) — 158 — Actinia dianthus Ell., Mac Gillivray 1842, p. 466. Actinia dianthus Ell., Thompson 1843, p.284.— Actinoloba dianthus Thompson 1856, Thompson 1858, p. 233. Actinia dianthus Ell. Johnston 1847, p. 232, t. 43; Landsborough 1852. p. 254, t. 13, f. 44. — Metridium dianthus, Oken 1815; Milne-Edwards & Haime 1851, p. 9; Milne Edwards 1857, p. 253. Actinia dianthus John., Stimpson 1853, p. 7. Actinia dianthus Ell., Gosse 1854, p.182, t.5. — Sagartia dianthus, Gosse 1855, p. 28; Gosse 1855, p. 294. — Actinoloba dianthus, (Gosse 1858, p. 415; Gosse 1860, p. 12, t.1, f. 1. Actinia dianthus Ell., Jordan 1855, p. 89. Actinia dianthus, Tugwell 1856, p. 56, 98, 102, 109, t. 1. Actinia dianthus Ell., Alder 1857, p. 134. Actinoloba dianthus Ell.,, Wright 1858, p. 115. Actinia (Actinoloba) dianthus Ell., Litken 1860. Actinia dianthus, Lewes 1860, p. 129. Actinoloba dianthus Ell., Hinek 1861, p. 360. Actinia dianthus Ell., Heller 1868, p. 20. Actinoloba dianthus Ell., Norman 1868, p. 318. Metridium dianthus Ell., Fischer 1875, p. 208. Actinoloba dianthus Ell., Leslie and Herdman 1881, p. 61. Actinia plumosa Miller 1776; Miller 1788; Gmelin 1788-93, p. 3132; Bruguière 1789, n. 2, t. 71, f. 5; Cuvier 1816, p. 249; Cuvier 1830, p. 292; Oken 1835, p. 167; Lamark 1837, p. 540; Milne Edwards in Cuvier 1849, t. 61, f. 2; Gervais & Van Beneden 1859. — Metridium plumosa Gmel., Blainville 1830, p. 287; Blainville 1834, p. 321. i Actinia plumosa, Rapp 1829, p. 55, t. 3, f. 1; Ehbrenberg 1834, p. 41. — Cribrina plumosa Ehr., Brandt 1835, p. 16; Couthoy 1838, p. 57. Actinia plumosa Mull., Sars 1835, p. 3; Sars 1851, p. 144. Actinia plumosa Miill., Thorell 1858. Actinia plumosa Miill., Danielssen 1859, p. 74. Actinia plumosa Miill., Van Beneden 1866, p. 192. Actinia pentapetala, Pennant 1877; Bruguière 1789, n. 20; Lamark 1837, p. 542; Hollard 1854, p. 628. Actinia senilis Lin.,, Adams 1800, p. 9; Pennant 1812, p. 105. Actinia felina Linnaeus 1767, p. 1088; Bruguière 1789, n. 4. Anémone de la quatrième éspèce, Dicquemare 1773, p. 361. Priapus vel Actinia rugis orbicularibus, Baster 1761, t. 13, TERZA: DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, molto più ampia della colonna. Colonna liscia, lubrica di muco, senza verruche, tubercoli, rughe od altro; carnoso-polposa; cilindrica, con un cingolo rilevato nella parte superiore, presso i tentacoli. Disco assai espanso, lobato nel suo contorno. Tentacoli numerosissimi, sparsi sulla metà periferica del disco, entacmei; gl’interni grandetti e radi, gli esterni man mano — 159 — piccoli e fitti. Bocca non prominente; con labbro lobato e con fossa gonidiale sola (la gonidulara manca) munita di due lentiggini. — Colore molto vario: sulla colonna e sul peristoma può essere oliva, rosso-bruno, carminio, giallo-limone, bianco, nonchè tinte intermedie; sui tentacoli il rispettivo tono è più pallido, ed è modificato inoltre da una fascia bianca trasversale; sulle labbra è sempre rossastro ed aranciato qua- lunque sia l’aria generale. — Dimensioni, molto grandi; talora fino di 0,15 d’altezza e 0%,07 larghezza. — Giacitura sulli scogli oscuri entro limiti di marea, e su con- chiglie in acque profonde. VARIETÀ. — Il Gosse annovera le seguenti: a brunnea. Colore generale bruno; da bruno-oliva-scuro a bruno-umbra-caldo; tentacoli quasi bianchi con fascia spiccata. f rubida. Colore generale rosso, dal minio-scarlatto al carneo. Questa varietà è la più frequente. Y flava. Colore generale giallo. Ò sindonea. Esemplari stupendi per l’aspetto bianco-puro-traslucido; non rari. ANNOTAZIONI. — La sinonimia è un po’ complicata perchè le prime specie furono descritte indipendentemente da varî autori: A. felina Linn., A. dianthus Ell., A. plu- mosa Mill., A. pentapetala Penn., A senilis Ad.; e perchè i compilatori le accolsero man mano tutte senza rilevare il loro identico carattere: così fecero Gmelin, gli Editori di Pennant, il Blainville ed altri. — Le più antiche figure sono quelle di Baster 1761 (su cui Linneo fondò il P. equinus); di Ellis 1767; e di Miiller 1788; tutte ben riconoscibili; e riprodotte or l'una or l’altra in Bruguière, in Cuvier ed altrove. Le migliori sono date da Rapp, da Tugwell, e da Gosse. Sp. Actinoloba marginata Les. Sinonimi. — Actinia marginata Lesueur 1817, p. 172; Deshayes in Lam. 1837, p. 545. — Metridium marginatum Milne Edwards 1857, p. 254. Actinia marginata, Gould 1841. Actinia marginata? Les., Bailey 1843, p. 252. Actinia marginata Les., Stimpson 1853, p. 7. Metridium marginatum M. Edw., Vervill 1869, p. 22; Verrill 1863, p. 58. Metridium marginatum M. Edw., Clarck 1865, p. 57 e 178, f. 28, 106, 107. Metridium marginatum Verr., Packard 1865, p. 263. Metridium marginatum Edw., Verrill 1866, p. 337. Metridium marginatum Edw., Agassiz 1865, 1871, p. 7, f.2-9. Metridium fimbriatum sp. n., Verrill 1865, p. 195; Verrill 1868, p. 478. DescRIZIONE. — Forma. Base larga. Colonna mutevole, ora tozza, ora allargata, munita di cercine o parapetto molto al disotto del margine. Disco molto ondulato e lobato. Tentacoli assai numerosi, brevi, sottili, filiformi, acuminati. Peristoma ristretto. — Colore, colonna variabile, ora traslucida aranciata con punti bruni, ora tutta bruna? tentacoli aranciati o bruni, ma più pallidi; bocca aranciata o giallo-bruna'con alone purpureo. — Dimensioni, (secondo Lesueur) 0,04 altezza. — Giacitura, nelle cavità delle roccie, sotto i fuci, sui pali sommersi. _ — 140 — VARIETÀ. — Il Verrill (1862) ne annovera non meno di nove per il solo suo M. marginatum e queste sono: «x Color salmone dappertutto con i tentacoli più pallidi. {8 Colore in generale giallo bruno con strie chiare al lembo e tentacoli car- neo-delicati. y Colore bruno-umbra tentacoli bruno-argilla uniformi. O Simile con tentacoli ornati da una fascia bianca alla radice. e Color umbra con tentacoli bianchi. 1 Colonna bianchiccia chiazzata di bruno, tentacoli grigio-bruni. n Colore bianco o carneo pallido, uniforme dappertutto. 3 Giallo-rosso o rosso mattone con tentacoli carnei. A queste puossi aggiungere quella della descrizione specifica, e che si riferisce più particolarmente al M. fimbriatum. — È l’esemplare del Packard (1865, p. 263) munito di macchie nerastre alla radice dei tentacoli. ANNOTAZIONI. — Io annovero questa specie fra le indipendenti solo per rispetto all’opinione formale e ripetuta dei signori Verril! e Stimpson che la asseriscono tale, ma credo .che sia identica con l'A. dianthus. — Lo Stimpson ebbe opportunità di vedere e raccogliere esemplari di A. dianthus sulle coste inglesi e di A marginata sulle. americane; il Verrill esaminò esemplari di A. marginata in patria e se ne fece mandare di A. dianthus dal Free Public Museum di Liverpool. Ora entrambi con- cordano nel dire che VA. marginata ha peristoma più ampio (dovuto a tentacoli meno sparsi sul disco, più raccolti verso il margine) tentacoli più delicati di forma, disco a contorno meno lobato, labbro non mai rosso od aranciato ma sempre del colore della colonna. — Come ognuno vede sono caratteri questi di pochissima importanza e facilmente riferibili a stati accidentali e fugaci di maggiore o minor contrazione.— Ma v'è dippiù il M. fimbriatum, che per confessione stessa del Verrill (1865, p. 195) differisce poco o nulla dal M. marginatum, ha tentacoli sparsi sul disco (quindi peri- stoma poco ampio), e snelli, nonchè bocca cinta da colore diverso della colonna. Esso dunque non diversifica proprio in alcun punto, dall'A. dianthus; e di conse- guenza nemmeno l’ A. marginata può staccarsi. — Del resto il Verrill nell’ ultima sua pubblicazione in proposito (1868) ha una resispicienza e dichiara che probabil- mente le tre specie non sono che una sola. — L’Agassiz non si pronuncia sulla questione, ma ha con Clark la prerogativa di fornire gli unici disegni noti e questi rappresentano l’animale espanso, contratto e semi-aperto (nonchè lo spaccato anato- mico e un paio di larve) così chiaramente che non si può a meno di riconoscervi lA. dianthus. Sp. Actinoloha reticulata Dana. Sinonimi. — Actinia reticulata sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 31. — Metri- dium reticulatum Dana, Milne Edwards 1857, p. 255. Metridium reticulatum M. Edw., Verrill 1868, p. 479. DEscRIZIONE. — Forma. Colonna subcilindrica, liscia, ma corrugata da pieghe che formano una specie di rete. Disco ampio, quinquelobato, quasi tutto coperto da tentacoli. Tentacoli assai numerosi, piccoli in 9-10 cieli entacmei. — Colore. Colonna — dl — fulvo-aranciata, od olivo-bruna con una indistinta zona scura verso il margine ; ten- tacoli olivacei; peristoma ocraceo con linee verdi; bocca purpurea vellutata, sempre opaca. — Dimensioni. Colonna lunga 0”,04; disco largo 0",09. — Giacitura. Sulle pietre e sopra conchiglie. ANNOTAZIONI. — In certo qual modo questa specie ricorda l'A. squammosa del Bruguière. Tuttavia malgrado ciò essa è molto simile (per testimonianza del Verrill) all'A. marginata. Gen. FLeliactis Thomp. Sinonimi. — Hydra (pars), Gaertner 1762. | Actinia (pars), Auct. Actinocereus (pars), Blainville 1830. Isacmaea (pars), Ehrenberg 1834. Cereus (pars), Agassiz 1849; Milne-Edwards 1857; Verrill 1862; Fischer 1875. Sagartia (pars), Gosse 1855, 58, 60; Lacaze-Duthiers 1872; Eider 1878. Heliactis, Thompson 1858. CARATTERI. — Forma. Base sempre ade- rente con forza, larga, a contorno un poco irre- golare. Colonna mutevole, ora tozza, ora elevata; liscia nella sua parte inferiore, cosparsa di verruche verso il sommo; priva di cingolo; consistenza coriacea. Disco ampio, di solito espanso eretto, non di rado ondulato ricadente sulla colonna, ovvero con accenno a lobazione. Tentacoli assai numerosi, policicli, entacmei, piccoli, fitti (non quanto nell’ A. dianthus). Peristoma concavo. Bocca varia. Gonidî quasi sempre marcati. — Colore molto vario: sovente bruno, più scuro che nella dianthus, di rado brillante. — Dimensioni - î ) 3 mediocri, minori che nella dianthus. — Giacitura. pRSSnRn N Tg ®erér'e' Te è VW — 483 — £ venustoides. Disco aranciato. Tentacoli giallo-bianco-opachi con le due linee longitudinali nere. Assomiglia molto alla H. venusta, ma è riconoscibile per le due linee dei tentacoli e per la striatura trasversa dei raggi. y roseoides. Colonna bruno-aranciata. Disco giallo-grigio-pallido. Tentacoli rosei; gli esterni con sfumatura scarlatta. Simile alla var. rosea della H. venusta. Ò nivevides Colonna olivastra. Tentacoli tutti bianco-opachi ad eccezione di cinque gruppi subsimmetrici che sono aranciati. Simile alla var. nivea di H. venusta. e coccinea. Colonna eremisi. Tentacoli del pari, ad eccezione del ciclo esterno dove sono aranciati. Ricorda molto l'A. mesembryanthemum. € brunnea. Colonna color bruno-umbra con verruche pallide. Tentacoli nera- stri nella metà radicale, bruni nell’apicale; con le due linee quasi cancellate. Annotazioni. La descrizione del Dalyell è piuttosto vaga, ma la figura è di- sereta. — Il Milne Edwards condivide la prima opinione del Gosse che questa specie sia uno stadio giovanile dell’A. effoeta. — Il Jourdan ebbe tra mani un solo esem- plare; egli non menziona le due linee caratteristiche dei tentacoli, ma accenna al colore aranciato della radice, per cui forse la specie corrisponde. Egli descrive però tentacoli tricicli. — Il Wright Strethill invece li ammette pentacicli (12, 12, 24, 48, 96). Sp. Heliactis venusta Gos. Sinonimi. — Actinia venusta sp. n., Gosse 1854, p. 281. — Sagartia venusta (Gos., Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 28; Gosse 1856, p. 358, t. 23, f. a. bh; Gosse 1858, p. 415; Gosse 1860, p. 60, t. 1, f. 7. — Cereus venusta Gos., Milne Edwards 1857, p. 117. Actinia venusta, Tugwell 1856, p. 56, 98. Sagartia venusta Gos., Wright Perceval 1858, p. 117. Actinia venusta Gos., Lewes 1860, p. 150; Hinck 1861, p. 361. Sagartia venusta Gos., Fischer 1875, p. 212; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 373. Sagartia venusta Gos., Jourdan 1880, p. 33. Sagartia aurora sp. n., Gosse 1854, p. 280; Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 28; Gosse 1856, p. 356, Frontispiece. — Cereus aurora Goss., Milne Edwards 1857, p. 266. Actinia aurora, Tugwell 1856, p. 57, 98, 103, 109. Actinia aurora, Lewes 1860, p. 83. Actinia rosea, Gosse 1853, p. 90, t. 1, f. 5, 6. — Sagartia rosea Gos., Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 28; Gosse 1856, p. 365, Frontisp.: Gosse 1858, p. 415; Gosse 1860, p. 48, t. 1, f. 4, 5, 6; Hinck 1861, p. 361. Actinia vinosa sp. n., Holdsworth 1855, p. 172. Actinia rosea, Tugwell 1856, p. 55. Sagartia rosea Gos., Wright Perceval 1858, p. 116. Acetinia nivea, sp. n., Gosse 1853, p. 93, t. 1, f. 8.— Sagartia nivea Gos., Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 28 Gosse 1856, Frontisp.; Gosse 1858, p. 415; Gosse 1860, p. 67, t. 2, f. 1, 8. odor Sagartia nivea Gos., Wright Perceval, 1858, p. 117. \ctinia nivea, Lewes 160, p. 253; Hinck 1861, p. 361. Sagartia nivea Gos., Fischer 1875, p. 212; Fischer 1875, p. 1207; THp: 378% DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, un poco più larga della colonna. Colonna liscia o molto finamente corrugata; cosparsa di verruche nella parte alta; carnosa, cilindrica, tozza; le verruche non sono prominenti a tubercolo. Disco piano o leg- giermente concavo; a contorno quasi ondulato, sovente ovale. Tentacoli numerosi (cirea 200), quadricicli, entacmei; gl’interni lunghi quasi quanto il diametro del disco; tutti snelli, acuti, piuttosto flaccidi. Bocca semplice senza cono o labbro. Aconzî abbondanti e liberamente emessi. — Colore. Colonna bruno-calda (varia dal bruno-giallo al bruno-aranciato); in basso pallida e con traccie di fascie longitudi- nali chiare e scure alterne; verruche bianchiccie. Disco aranciato uniforme. Tenta- coli bianchi uniformi, pellucidi alla radice ed all’apice, opachi nel mezzo del fusto. — Dimensioni, altezza 0",02, diametro del disco id. — Giacitura sulli scogli verticali, nelle pozze oscure con esposizione ad acqua bassa. VARIETÀ. — Queste sono abbastaza numerose in quanto comprendono tutto il materiale che il Gosse aveva suddiviso fra tre specie distinte. x typus. Si riferisce agli esemplari che vennero sopra descritti. Essa Pope sentare modificazioni varie secondo il grado d’intensità del colore. È - E immaculata. Colonna olivastra chiara, e del resto come nel caso prece- dente. Disco bianco-opaco uniforme, con sfumatura gialla verso la bocca. Tentacoli nivei, opachi a meno che sieno molto distesi. y obscurata. Colonna tendente all’aranciato. Disco grigiastro e tentacoli pure. è vinosa. Colonna bruna, tendente al rosso scuro. Disco pallido, olivastro, uniforme. Tentacoli rossi o rosa-purpurei. e pulcherrima. Colonna bianca. Disco del pari con interradî scuri. Tentacoli cremisini-lacca con macchie scure trasversali. $ erythrops. Colonna bruno-scura. Disco aranciato-scarlatto brillante. Tenta- . coli rosei-lilà vivi con macchia alla radice. n demetana. Colonna bruno-rossa. Disco cremisino con sfumatura aranciata. Tentacoli cremisini. ANNOTAZIONI. — L’aver riunito sotto una sola specie tutto ciò che il Gosse aveva distribuito in tre ha bisogno di spiegazione. Un motivo fu la difficoltà di tro- vare caratteri differenziali da mettere tra specie e specie: così, p. esempio, la rosea dovrebbe avere raggi marcati e trasversalmente striati, la venusta averli incospicui, la niveva marcati e lisciz caratteri ai quali lo stesso Gosse non tiene; tant’ è vero che fonda piuttosto le diagnosi specifiche sulle modalità di colorazione. Una seconda ragione, e di maggior peso è che Lewes (1858-60) potè per caso vedere un esem- plare di A. venusta tramutarsi in A. aurora e questo fatto ha tanto maggior peso in quanto il Gosse 1860 considera lA. aurora come stadio giovanile di C. troglo- dytes. — Già prima del Lewes però, ed anzi prima del Gosse 1860, veniva dal Tugwell manifestata l’opinione che tutte queste specie fossero una cosa sola. E il Wright Perceval andava ancor più innanzi e stava per asserire un’ intima affinità tra — 150 — la rosea e la miniata — Gli esemplari dragati dal Jourdan 1880 differiscono un poco dalle varietà note sia nello scarso numero dei tentacoli (12, 12, 24), sia nel modo di colorazione. Sp. Heliactis sol Agass. Simonim. — Actinia sol Agass., M. S. (da Verrill) 1849. — Cereus sol Agass., Verrill 1862, p. 24; Verrill 1863, p. 58; Clark 1865, p. 58, f. 29. Actinia guttata Agass., M. S. (da Verrill) 1849. DEscRIZIONE. — Forma. Base aderente, larga, circolare, raggiata. Colonna mu- tabile in forma, a pilastro se espansa, semiglobulare appiattita se contratta; aceta- bulifera nella parte superiore, liscia in basso; perforata da cinclidi sparsi. Disco allargato. Tentacoli numerosi (varie centinaia) policicli,. entacmei occupanti la metà periferica del disco. Bocca prominente lobata. — Colore. Colonna bruno-cinnamomea alternante con otto striscie longitudinali grigie e cosparsa di macchie irregolari brune-oscure. Disco grigio azzurro, con rosa centrale giallo-chiara e labbro cremisi. Tentacoli carnicini con macchia basale scura, altre macchie simili minori sul fusto e due linee laterali bianchiccie; gli esterni hanno per lo più apice rosso. — Dimen- sioni. Lunghezza 0,075. — Gracitura. Su conchiglie abitate da Paguro. ANNOTAZIONI. — La presente specie è poco nota e si accetta sulla fede di \er- vill. Dall’ insieme della descrizione pare che sia affine alla H. bellis, ma non lo si può asserire perchè nemmeno esiste una figura (quella di Clarck essendo solo uno spaccato trasversale), che ne dia l’idea concreta. — Verrill è d’avviso che l’A. guttata sia uno stadio giovanile. — Il Johnston pare che nella figura della sua A. parasitica abbia disegnata questa specie; giacchè all’aspetto di Heliactis congiunse la giacitura su conchiglie abitate da Paguro. Sp. Heliactis ornata Holds. Sinonimi. — Actinia ornata sp. n., Holdsworth 1855, p. 237, t. 5, f. 5, 8; Milne Edwards 1857, p. 283. Sagartia ornata Holds., Gosse 1858, p. 415; Gosse 1860, p. 54, t. 11, f. 9,10. Sagartia ornata Holds., Wright Perceval 1858, p. 116. Actinia ornata Lewes, 1860, p. 292. Sagartia ornata Holds., Leslie and Herdman 1881, p. 62. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, poco più ampia della colonna. Colonna finamente rugosa, cilindrica, allungata; acetabulifera in alto. Tentacoli abbastanza numerosi, pentacicli, entacmei; gl’interni piuttosto robusti. Bocca non prominente; labbra tumide. Aconzî emessi liberamente. — Colore. Colonna aranciato-bruna, con verruche pallide. Disco aranciato-pallido verso il centro, purpureo-bruno verso la periferia; lineato da interradî gialli che due a due abbracciano i tentacoli dei primi due cicli e poi sì biforcano ciascuno per abbracciare quelli dei due cicli esterni sus- seguenti, il quinto ciclo non viene abbracciato. I raggi poi portano verso il tenta- colo una bella macchia bianca cordiforme. Tentacoli bruni, scuri alla radice e man mano più chiari verso l'apice; ornati da tre annelli bianchi, dei quali l’inferiore è — bl ben distinto. — Dimensioni piccole; solo 0",02 d'altezza, e 0",012 di diametro di- scale. — Giacitura sulle laminarie. VARIETÀ. — « fusca. La suddescrita. fp rubida. Eguale alla precedente ma col bruno cambiato ovunque in rosso. ANNOTAZIONI. — Anche la presente specie si confonde molto con la H. venusta, almeno nell’aspetto generale. Forse per un altro carattere invece essa se ne distingue molto e merita formare genere a sè; e cioè per la perforazione delle verruche, le quali sarebbero così veri cinclidi più che organi d’adesione. Mancano su ciò det- tagli precisi. Gen. Cylista Gosse. Sinonimi. — Actinia (pars), Auct. Sagartia (pars), Gosse 1855, 1860, Verrill 1866. Paractis (pars), Milne-Edwards 1857. Heliactis, Andres 1880. Cylista (subgenus), Wright Perceval 1858. CARATTERI. — Forma. Base ampia; aderente, mu talora anche sciolta. Colonna mutevole, ora elevata molto, ora tozza; liscia in basso, minutamente verrucosa in alto; piuttosto coriacea. Disco qualche volta ampio. Tentacoli lunghi subuliformi, numerosi, ma molto meno che nella H. bellis — Colore. Colonna tendente al bru- no-aranciato; tentacoli pallidi. — Dimensioni mediocri; di circa 02,03 altezza, ma anche assai più piccole. — Giacitura sulle pietre e nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Cylistae a tentacoli numerosi (circa 200), dodecamerali entacmei poco pronunciati (gli esterni lunghetti). . . . . 0. viduata Mill. entacmei spiccati (gli esterni minutissimi). ........ C. undata Mill. Cylistae a tentacoli scarsi, in ordine octomerale . . . ..... C. coccinea Mill. Cylistae incertae. ATADIECONE CAVI GUA TRI A RCA C. leucolenaVerr. Annorazioni. — Secondo il Gosse (1860, p. 121) il sottogenere Cylista (da xv) tw = rotolare, alludendo ad un’ abitudine della specie tipica), comprenderebbe la viduata, la undata (troglodytes del Gosse) e l’Ad. Rondeletii (parasitica del Gosse). Evidentemente quest’ultima ha nulla di comune colle altre due e devesi eliminare. Io, benchè titubante, la sostituisco con la coccinea, la quale sembrami più affine a queste due che non alle Sagartiae str. s. Sp. Cylista viduata Mill. Sinonimi. — Tertia priapi vel actiniae species, Baster 1761, t. 14, f.2. — Actinia effoeta, Linneus 1766-68, p. 1088; Gmelin 1788-93, p. 3133; Bruguière 1879, t. 74, f. 1; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 324. (*) Cylista viduata Mill. (figura originale). Actinia effoeta Lin., Delle Chiaje 1825, vol. 2, p. 229, 241, t. 16, £. 12; Blainville 1830, p. 292; Delle Chiaje 1841, vol. 4, p. 125, vol. 5, p. 137, t. 152, FOO tI Actinia effoeta Brug., Templeton 1836, p. 303. Actinia effoeta, Dugés 1836, p. 95. Actinia effoeta Lin., Contarini 1844, p. 129, t. 9, f. a. D. Actinia effoeta Lin., Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. Actinia viduata sp. n., Muller 1776; Muller 1788, p. 31, t. 53, f. 6, 8; Gmelin 1788-93, p. 3133; Bruguière 1789, t. 72, f. 4, 5; Blainville 1830, p. 290; Blainville 1834, p. 324; Lamark 1837, p. 541. — Paractis viduata Mill., Milne Edwards 1857, p. 250. Actinia Isacmaea viduata, Ehrenberg 1834, p. 34. Actinia viduata Mull., Couch 1838, III, p. 75; Couch 1841, p. 31. Actinia viduata Miill., Thompson 1841, p. 481; Thompson 1843, p. 284.— Paractis viduata M., Thompson 1858, p. 232. Actinia viduata Miill., Thompson 1835, p. 83, f. 13; Johnston 1847, p. 215; Landshorongh 1852, p. 244. È Actinia (Isacmaea) viduata Ehr., Rathke 1843, p. 148. Sagartia viduata Mill, Gosse 1855, p. 294. — Sagartia viduata (= anguicoma), Gosse 1855, p. 28; Gosse 1856, p. 363; Thompson 1856; Gosse 1858, p. 416; Gosse 1860; p. 105, t. 3, f. 3; Hinck 1861, p. 361. Actinia viduata Miill., Sars 1857, p. 32. Cylista (Sagartia) viduata Mill., Wright. Perceval 1858, p. 118. Actinia (Paractis v. Sagartia) viduata Miill., Liitken 1860, p. 194. Sagartia viduata Mill., Norman 1868, p. 318. Actinia viduata Mull., Heller 1868, p. 13. Sagartia viduata Mill. (var. typus), Fischer 1875, p. 216; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 373; Fischer 1875, p. 6. Heliactis viduata Linn., Andres 1880, p. 323, e Paractis punctata sp. n., ibid. p. 314. Actinia anguicoma Price, Johnston 1847, p. 218, t. 37, f. 8, 9, test f. 43; Landsborough 1852, p. 246; Milne Edwards 1857, p. 251. Actinia anguicoma, Tugwell 1856, p. 55, 98, 102, 108. Actinia explorator sp. n., Dalyell 1848, vol. 1, p. 227, t. 46, f. 11, — Paractis explorator Milne Edwards 1857, p. 251. Actinia clavata sp. n., Ilmoni 1830, p. 694, t. 7, f. D. DESCRIZIONE (t. 5, f. 2,4).— Forma. Base aderente con poca forza, sovente staccata quindi emisferica. Colonna lunga, talora fin quattro o cinque volte la larghezza; liscia nella porzione inferiore, con piccole ventose nella superiore. Margine sottile tenta- colato regolare. Tentacoli abbastanza numerosi (192), quinquecicli (12, 12, 24, 48, 96) subuliformi, lunghi snelli, entacmei-subeguali. Peristoma concavo. — Aconzî presenti. Onco talora conico, talora pissidiforme. — Colore. Base bianchiccio-pellucida. Colonna giallo-oliva pallida a fascie longitudinali chiare e scure, più numerose in basso che in alto dove poco a poco digradano in una tinta uniforme sparsa di piccole macchie — 159 — (ventose) brune, Tentacoli bianchiccio-grigio-pellucidi, ciascuno con due striscie brune ai lati ed una fascia biancastra trasversale alla radice, un’altra simile sul fusto e punticini bianchi sparsi verso l'apice. Peristoma con rosa bianca nel mezzo, a cui sussegue centrifugamente una zona di tinta generale oscura facentesi chiara x verso la periferia; questa zona è chiazzata da macchie biancastre sparse senz’ordine apparente. (L'ordine però esiste ed è il seguente: ogni raggio è orlato da due linee brune, che alla base dei tentacoli si assottigliano lasciando fra di loro una macchia biancastra triangolare, poi s'ingrossano e la macchia diventa un filo, poi si assotti- gliano di nuovo e lasciano un’altra macchia; e così ancora per un’altra volta. 11 chiazzamento irregolare deriva da ciò che le macchie dei varî raggi non coinci- dono e che in alcuni sono due in altri tre, ecc.). Raggi gonidiali molto spiccati, bianchi. — Dimensioni medie: la colonna può raggiungere 0”,08 di lunghezza, su 0",02 larghezza; ed i tentacoli fino 0",04 lunghezza, su 0,002 larghezza. — Giaci- tura varia; sotto le pietre, nell'arena, fra i rizomi di posidonia, su conchiglie, ece. VARIETÀ. — Il colore fondamentale degli esemplari napoletani da me osservati varia dal suddetto giallo-oliva-pallido ad un giallo-umbra-caldo; ed il disco può essere tinto in modo uniforme, come sopra, ovvero presentare macchiature peculiari. Ecco alcuni esempi: a pallida, la testè descritta. B rufa; questa coincide in generale per i dettagli con la precedente, ma il colore è tutto più intenso e carico: giallo-rossastro sulla colonna, grigio sul disco o sui tentacoli con le striscie e filettature brune-caffè. y maculata. Notevole per avere alcuni dei tentacoli grigi-ferro colle usuali stri- scie longitudinali scure, ed alcuni biancastri annulati in chiaro e grigio. Vi sono quattro gruppi dei primi (grigi) e quattro dei secondi (bianchi); così disposti che uno di quest'ultimi (bianchi) è tre volte più grande che gli altri e si trova al punto gonidiale. — Dei dodici tentacoli primari nessuno appartiene ai gruppi grigi e si riferi- scono: 5 al gruppo bianco maggiore, 8 al gruppo bianco opposto, 2 al bianco laterale destro, 2 al bianco laterale sinistro. Dei dodici tentacoli secondarî quattro appar- tengono ai gruppi grigi (uno per ciascuno), i rimanenti spettano ai gruppi biar- chi nell’ordine: 4, 2, 1, 1. Dei tentacoli terziari otto appartengono ai gruppi grigi (due per ciascuno), ecc. e così via, raddoppiando. è octoradiata. Ha corona tentacolare grigio-pallida o bianco-gialliccia, nella quale spiccano otto tentacoli: due, che sono i gonidiali, per il loro colore bianco opaco di smalto, sei per essere quasi neri; gli otto tentacoli sono equidistanti, ed appartengono tutti al primo cielo. Il peristoma è piano e finamente radiato da linee regolari alterne, bianche e nerastre. L'’onco nummiforme, presenta una stella esara- diale di colore scuro nella quale uno dei raggi (forse il gonidiale) è molto più largo degli altri. Il Gosse annovera le due varietà seguenti: a aleurops (2\evpov = farina), che ha disco finamente macchiettato così da avere aspetto farinaceo. B melanops (uz = nero), nella quale il disco è attraversato tutto da una larga fascia nera ben definita, ortogonale alla direzione gonidiale. — 154 — AnnoTAZIONI. — Nel primo gruppo di sinonimi suesposti trovansene molti che furono sinora affibiati, per tradizione più che per altro, all’Adamsia Rondeletii. L'esame della figura di Baster rivela però a prima vista l’errore, giacchè non vi si scorgono nè i cinclidi limbali nè la caratteristica conchiglia di sostegno, e nell'insieme vi si riconosce ahbastanza la C. viduata. — Un poco meno sicuro è il sinonimo del Delle Chiaje; per il quale l’autore insiste sulla mancanza di tubercoli limbali e sulla di- versità della vera Adamsia Rondeletii in modo da far credere si tratti della C. viduata, e poi le attribuisce tentacoli annulati e disco inerespato come mai in quest’ ultima occorrono. Le sue figure sono insufficienti a rischiarare il dubbio e nemmeno valgono i suoi dettagli anatomici. — Certissimo invece è di nuovo il sinonimo del Contarini, che rappresenta l’animale in posizioni diverse e numerose così da renderne evidente l'identità. — Il nome e la descrizione del Miller (se non il sinonimo A. cinerea Rondel. da lui citato) si riferiscono certo alla presente specie. Ed è interessante il rilevare l’osservazione di Sars (1857, p. 32) che tra la specie danese e la napoletana non esiste differenza alcuna, e che coincidono persino nella giacitura sulle alghe (Fuchus saccarinus secondo Miller, Zostera sp. secondo Ehrenberg, Caulinia-oceanica secondo Sars). — Il vocabolo isacmaea di Ehrenberg è evidentemente sbagliato per- chè la specie ha invece caratteri entacmei. Incerto perciò riesce anche il sinonimo del Rathke, tanto più poi che l’autore ebbe fra mani un esemplare molto piccolo (02,002). Secondo Liitken l’A. viduata si estende a comprendere non meno di 15 altre specie: undata, candida, rufa di Miller, rosula, simplex di Ehrenberg, radiata, rufa di Leu- ckart, anguicoma di Johnston, elegans, explorator, lacerata di Dalyell, zebra, rosula, mutabilis di Grube, troglodytes di Gosse; ed evidentemente ciò non può essere (vedi Indice sinonimico). — La specie di Price in Johnston non lascia dubbio, benchè il Milne Edwards la voglia classificare tra le Paractidi. Meno sicura invece è quella di Dalyelll — La Paractis punctata del mio prodromo non era altro che uno stadio giovanile di C. viduata. Sp. Cylista undata Mill. Sinonimi. — Anémone de la troisième éspèce, Dicquemare 1773, p. 361, ti. (8, i 133,14. Troisième éspèce d'anémones, Anonimo 1781, p.204. Actinia undata, Mùller 1788, II, p. 30, t. 53, f. 4, 5; Gmelin 1788-93, p. 3133; Bruguière 1789, t. 72, £. 6; Blainville 1830, p. 290; Blainville 1834, p. 324; Lamark 1837, p. 541. — Paractis undata Milll., Milne Edwards 1857, p. 282. Actinia undata Miill., Rapp 1829, p. 54. Actinia troglodytes sp. n., Johnston 1847, p. 216, text. f. 47; Landsho- rough 1852; Zooph. p. 244; Milne Edwards 1857, p. 282. Actinia troglodytes John., Cocks 1851, p. 6, t. 1, f. 16. Actinia troglodytes John., Jordan 1855, p. 84. Sagartia troglodytes John, Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 28; Gosse 1856, p. 365; Gosse 1858, p. 416; Gosse 1860, p. 88, t. 1, f. 3; Hinck 1861, p. 361. Actinia troglodytes John, Tugwell 1856, p. 55, 98, 108, — 155 — Actinia troglodytes John, Alder 1857, p. 133. Cylista (Sagartia) troglodytes Price, Wright Perceval 1858, p. 118. Actinia troglodytes John., Van Beneden 1866, p. 193, t. 19, f. 7. Sagartia troglodytes John., Norman 1868, p. 318. Sagartia viduata (var. troglodytes) Mull., Fischer 1875, p. 217. — Sa- gartia troglodytes Fischer 1875, p. 1207: Id. p. 373. Sagartia troglodytes Gosse, Jourdan 1880, p. 36. Sagartia troglodytes John., Leslie and Herdman 1881, p. 61. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, larga. Colonna cilindrica, elevata, car- nosa, liscia in basso, verrucosa in alto. Margine sottile, tentacolato, non ondulato. Tentacoli numerosi (circa 200) in quattro o cinque cicli, conici non acuminati; entac- mei, gl’interni lunghi quanto il diametro discale, gli esterni piccoli. Peristoma con- cavo. Bocca prominente. — Aconzî lunghi, sottili, riluttanti. — Colore. Colonna giallo olivastra più o meno scura, a striscie longitudinali pallide ed intense, alterne, che in alto si fondono in una tinta unica su cui spiccano le pallide verruche. Tentacoli grigio-pellucidi; sul fusto annellati da tre o quattro larghe fascie bianche, delle quali l’ inferiore è indistinta e sfuma verso l’aranciato; alla radice ornati da una macchia bianca bifida circondata da un orlo nero in forma di B. Peristoma minuta- mente macchiettato di bianco, grigio e nero, in apparenza senz’ordine ma in realtà secondo una norma. E cioè: ogni raggio ha una larga macchia bianco-grigia dal B tentacolare sino a metà strada verso il centro, ed una nerastra da qui sino al cen- tro; sulla porzione nerastra vi è un punto brillante bianco e più all’interno una linea radiale gialla. Il complesso non coincidendo in tutti i raggi dà l'aspetto mac- chiettato. — Dimensioni medie, piuttosto piccole: 0”,03 in altezza (può arrivare 0",06 in massima espansione e persino, secondo Holdsworth a 0,10 !), 0®,025 in larghezza. — Giacitura nelle cavità delle roccie entro limiti di marea. VARIETÀ. — Molto numerose. Il Gosse ne distingue non meno di venti: a scolopacina, la testè descritta. f hyporanta, con peristoma bruno-giallo e tentacoli fortemente anellati, aran- ciati; con B poco distinto. y badifrons. Peristoma baio e tentacoli pellucidi grigi. d albicornis. Peristoma grigio e tentacoli bianco-opachi. e nigrifrons. Peristoma grigio-nerastro con gonidî aranciati; tentacoli pellu- cidi con una sfumatura aranciata in basso, tre macchie bianche opache al posto degli annelli e con B poco chiaro. % fulvicornis. Peristoma bruno-umbra, nerastro alla periferia più chiaro al centro, interradî neri; tentacoli aranciato-pallidi-opachi; macchia B molto spiccata. m pallidicornis. Peristoma bruno-sepia con macchie bianche sui raggi princi- pali e con interradî neri; tentacoli bianco-crema-opachi con sfumatura aranciata sulla linea mediana e due striscie brune longitudinali ai lati; macchia B divisa in senso radiale da una linea bianca. - 0 aurora; simile all’&, ma coi tentacoli aranciati; e con la macchia B mal definita. trubiconda; simile ad @, ma coi tentacoli roseo-rossi. tende siii eq _ _a _ymÒÒv‘oemecccise. — 156 — x lilacina. Peristoma bruno-giallo-buffalo con interradì neri; tentacoli lilà; macchia B ben distinta. \ melanoleuca. Peristoma bianchiecio con rosa centrale aranciata; tentacoli in gruppi alterni bianco-pellucidi e nero-turchini; macchia B molto spiccata. p. prasina. Peristoma e tentacoli verde-trasparenti; raggi primarî con macchia bianca, secondarî con semplice linea. y flavicoma. Peristoma grigio-buffalo; tentacoli aranciati. E auricoma. Peristoma e tentacoli aranciati. o luna. Peristoma aranciato con porzione centrale bianca; tentacoli bianco opachi con due striscie laterali pellucide. n nox. Peristoma nero; tentacoli neri pure, con linee laterali grigie. p eclipsis. Peristoma nero; tentacoli aranciato-opachi. o nycthamera; simile a p ma con peristoma ornato di rosa grigia-centrale. t hesperus. Tutta bianca. v nobilis. Peristoma violetto-azzurrg-intenso; tentacoli aranciati. Questa è la lunga litania del Gosse; ma ognuno che il voglia può ridurne il numero a pochi tipi, perocchè il disegno in molti casi è ripetuto e varia solo il tono di colore. — Importa forse rilevare che le varietà 4, 0, 7 sembrano appartenere alla specie precedente, più che a questa. ANNOTAZIONI. — Il nome specifico undata è a mio avviso preferibile a quello troglodytes, tanto per il suo diritto di priorità, quanto per la prospettiva di metter fine ad una confusione imminente: a quella dell’improprio uso del nome troglodytes per alcune varietà di H. bellis; errore nel quale con il Heider caddi io stesso. L’er- rore provenne, credo, 1° dall’avere il Gosse elevato a carattere diagnostico della spe- cie troglodytes la presenza di macchie a B, mentre macchie simili ricorrono anche nella bellis; 2° dall’aver egli troppo suddivise le varietà. D'ora innanzi, tenendo pre- sente che non tutte le macchie a B sono peculiari d’ una sola specie, si potrà evi- tare ogni inconveniente; e di certo in parte vi contribuirà anche la soppressione del nome mal impiegato. — L’anemone di terza specie del Dicquemare venne dal Solan- der dichiarato per A. felina Linn., mentre dagli annotatori della ristampa delle Philosophical Transactions fu passato sotto silenzio. A me pare una (€. undata tutt'al più una viduata; altra cosa no di certo. — Il Miiller descrivendo la sua specie, che senza dubbio corrisponde alla troglodytes degl’Inglesi, esterna il dubbio che possa essere una giovane A. effoeta. Ed il dubbio viene preso per certezza dal Lamarek che vorrebbe fonderle insieme tutte e due. — Il Johnston attribuisce alla specie solo 30-40 tentacoli bicicli e ora la identifica con altre specie: con l’A. me- sembryanthemum (1835) o con la viduata (1838); ora la reputa specie indipen- dente (1847), ma è quasi in procinto di crederla uno stadio giovanile della coria- cea. — Il Milne Edwards la menziona due volte: una come Paractis undata, l’altra come Adamsia troglodytes (eventuale). — Il Gosse vi comprende troppe varietà, alcune fors’anche spettanti a specie diverse, e confonde l’individualità tipica; tanto più che le accompagna con figure che mostrano tutte solo il disco e nessuna l’animale intiero. — Dal Van Beneden si ha un ritorno al concetto originario di Miller e di Johnston; e la sua figura rivela appunto un’attinia, quale deve essere, affine con la viduata. Led Sp. Cylista coccinea Mill. Sinonimi. — Actinia virginea sp. n., Miller 1776; Miiller 1778, p.53. Actinia coccinea sp. n., Muller 1788, II, p. 30, t. 53, f. 1, 2, 3; Gme- lin 1788-93, p. 3133; Bruguière 1789, n. 5, t. 72, f. 1, 2; Blainville 1830, p. 290; Blainville 1834, p. 324; Lamark 1837, 3° p. 540. Actinia coccinea Mill., Thompson 1843, p. 284. — Sagartia coccinea Thompson 1836. — Actinia coccinea Johnston 1847, p. 215; Landsborough 1852, p. 244; Milne Edwards 1857, p. 243. Actinia coccinea Mill., Sars 1851, p. 144. Sagartia coccinea, Gosse 1858, p. 416; Gosse 1860, p. 84, t. 5, f. 4; Hinck 1861, p. 861. Sagartia coccinea Mull., Wright Perceval 1858, p. 117. Actinia coccinea Mill., Danielssen 1559, p. 45. Actinia coccinea Miill., Van Beneden 1866, p. 189, t. 19, f. 1-4. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, larga, a contorno frastagliato. Colonna carnosa, alta, liscia con verruche indistinte [secondo Van Beneden molto spiccate). Margine tentacolato, Tentacoli scarsi (al massimo 64), in tre cicli confusi (16, 16, 32), entacmei, conici, brevi, grossi, eretti. Peristoma piano. Bocca non prominente. Aconzî emessi con facilità. — Colore. Colonna aranciato-bruna a righe alterne chiare e scure di limite irregolare, che vanno dal margine al lembo e verso quest’ultimo sono più numerose. Tentacoli grigio-pellucidi con apice bianco opaco; sul fusto hanno tre fa- scie trasverse pure bianco-opache; e verso la radice un annello bruno-scuro, al quale succede immediatamente un’altra fascia bianca. Il peristoma è in generale rosso chiaro, ed ogni suo raggio porta due macchie scure adiacenti alla detta fascia bianca dei tentacoli; gli interradî sono formati da linee duplici bianche. — Dimensioni pic- cole: 0,012 in altezza, 0",007 in larghezza. — Giacitura. Sulle conchiglie (sul- l’Ostrea hippopus secondo V. Beneden) a grande profondità. AnnoTAZzIONI. — Il Miiller nella Zool. dan. fonde con la coccinea anche la sua virginea del 1778, piccola attinia con tentacoli annulati di rosso, rara, vivente sulle pietre e sui fuchi. — Il Johnston la reputa specie distinta dopo averla conside- rata quale stadio giovanile di T. crassicornis. — Il Van Beneden la rappresenta in una buona figura, dall’ispezione della quale nasce realmente il dubbio che egli abbia avuto innanzi una tale giovane T. crassicornis. Fortunatamente alcuni aconzî sfug- genti dalla bocca attestano il contrario. — Io non vidi mai questa specie e la giu- dico solo in base alle figure altrui; e perciò devo confessare che l'affinità con la viduata e la undata è più! indovinata sull’aspetto generale che fondata sulla testi- monianza dei caratteri. Sp. Cylista leucolena Verr. Sinonimi. — Sagartia leucolena sp. n., Verrill 1866, p. 336. DescRIZIONE. — Forma. Base stretta, aderente. Colonna lunga, snella, cilindrica, solcata per il lungo e rugosa di traverso. Tentacoli numerosi, molto lunghi, snelli, — 158 — acuminati, pellucidi; uno dei gonidiali è spesso più lungo degli altri. Cinelidi mani- festi, simili a minute macchiette oscure, disposti in serie verticali, non numerosi molto sparsi. Aconzî presenti. Bocca con labbra lobate. — Colore. La tinta fondamen- tale è salmone chiaro o carneo, con raggi oscuri sul disco, e con macchie brune o verdiccie basali-laterali sui tentacoli; iltentacolo lungo è macchiettato di bianco.— Di- mensioni. Lunghezza della colonna 0”,060,Jarghezza 0",006. Tentacoli lunghi 0",025.— Giacitura sulli scogli, non profonda; associata con VA. marginata. AnnoTAZIONI. — L'autore, Verrill, la dichiara affine con la viduata di Gosse, e bisogna credergli. Una positiva evidenza tuttavia manca; all’infuori di quella dei cinclidi oscuri. Gen. Adamsia Forb. Sinonimi. — Actinia (pars), Auct. Cereus (pars), Oken 1815, 17. Cribrina (pars), Ehrenberg 1834, Grube 1840. Sagartia (pars), Gosse 1855-60, Verrill 1868, Fischer 1875. Adamsia (pro parte), Forbes 1840, Johnston 1847, Gosse 1855-60, Fischer 1875, Andres 1880. Calliactis (pro parte), Verrill 1869, Klunzinger 1877, Studer 1878, An- dres 1880. Fig. 18. (*) Adamsia (pars), Milne Edwards 1857. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente con discreta forza, secernente una membrana. Colonna ora elevata ora tozza; liscia nella parte superiore, munita di una serie orizzontale di tubercoli cin- clidiferi a poca distanza dal lembo. Disco non molto ampio. Tentacoli piuttosto piccoli, conici, marginali, policieli. Peristoma concavo, grande. Bocca leggiermente prominente. Aconzî presen- ti. — Colore pallido bianchiccio, massime nei tentacoli, con striscie o macchie ora brune ora porporine, vivaci. — Dimensioni piuttosto grandi per alcune specie, piccole per altre. — Giaci- tura sulle conchiglie abitate da paguri. SPECIE DESCRITTE. — Adamsiae a colonna elèvata, cilindrica, e base regolare. Tentacoli molto numerosi (oltre 700) . ......... A. Rondeletii D. Ch. Tentacoli alquanto scarsi (non oltre 200) . . ... +. + A. decorata Dana. Adamsiae a colonna tozza, conica; e base annulare . . . .. A. palliata Bohad. ANNOTAZIONI. — Delle tre specie può essere che la seconda si debba fondere colla prima; di certo non la terza che venne generalmente considerata di genere diverso (il gen. Adamsia p. d. fondato dal Forbes in onore di J. Adams). Riunen- dola quivi alla prima e sopprimendo il gen. Calliactis io vado contro alla corrente (*) Adamsia Rondeletii D. Ch. (figura originale). — 159 — generale; ve ne sono però costretto dai reperti anatomici che dichiarano le due spe- cie strettamente affini. La differenza loro proviene più che altro dal modo diverso di abbracciare la conchiglia e di essere portate dai rispettivi granchi; presi infatti due esemplari, uno di ciascuna, staccatili dalla conchiglia e lasciati aderire ad una pie- tra, si vede che prescindendo dalla grandezza e dal colore non diversificano molto. Sp. Adamsia Rondeletii D. Ch. Sinonimi. — Urtica quartae speciei, Rondelet 1854, lib. 17, cap. 18, p. 531; Gesner 1560; Aldrovandi 1606, p. 569; Johnston 1650, p. 73, t. 18. Actinia Rondeletii sp. n.,j Delle Chiaje 1825, vol. 3, p. 72, 73, t. 35, f. 18; Delle Chiaje 1841, vol. 4, p. 125, vol. 5, p. 137, t. 112, f, 18, 21, t. 152, f. 3, 5; Milne Edwards 1857, p. 279; Verany 1846, p. 83. Verany 1852, p. 98; Actinia effeta, Risso 1826, p. 285; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; Cuvier 1830; Lamark 1837, p. 541; Milne Edwards 1849, t. 62, f. 1, 1a. — Adamsia effoeta Linn., Milne Edwards & Haime 1851, p. 7; Milne Edwards 1857, p. 278. Actinia effoeta Gml., Rapp. 1829, p. 54, t. 2, f. 2. Actinia effoeta Rapp., Gravenhorst 1831, p. 136. Cribrina effoeta auct., Ehrenberg 1834, p. 40; (Tristemma) Brandt 1835, p. 15; Deshayes in Lam. 1837, p. 547. Actinia effoeta auct., Martens 1838. Actinia effoeta auct., Philippi 1838, p. 97, 98. Cribrina effoeta Bast., Grube 1840, p. 12. — Actinia effoeta Bast., Grube 1861, p. 131. — Adamsia effoeta Bast., Grube 1864, p. 107. Actinia conchicola s. Rondeletii Leuckart 1841, p. 112, f. 1. Actinia effoeta Bast., Sars 1857, p. 32. Actinia effoeta Linn., Van Beneden 1866, p. 194. Actinia effoeta Linn, Heller 1868, p. 13. Sagartia effoeta Linn., Fischer 1875, p. 222; Fischer 1875, p. 1207; Id. pi 374; Fischer 1875, p. 6. Calliactis effoeta Linn., Andres 1880, p. 320. Calliactis effoeta Linn., Jourdan 1880, p. 37. Actinia purpuriphaga sp. n., Berini 1833, p. 359. Actinia maculata, Bizio 1836. Actinia maculata Brug., Contarini 1844, p. 107, t. 7, f. 12, 13. Actinie parasite, Dugés 1836, p. 93, t. 7, C., f. 1. Actinia parasitica sp. n., Couch 1838, III, p. 80, t. 15, f. 1,2; Couch 1841, p. 84; Johnston 1847, p. 228, t. 41; Landsborough 1852, p. 253. Actinia parasitica John., Gosse 1854, p. 144, t.4. — Sagartia parasitica Couch., Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 28; Gosse 1858, £ 416; Gosse 1860, p. 112, t. 2, f. 6; Hinck 1861, p. 861. Actinia parasitica Couch,, Jordan 1855, p. 87. Actinia parasitica, Tugwell 1856, p. 56, 98, 103, 109; Lewes 1860, p. 149; Thompson 1858, p. 233. — 160 — Cylista (Sagartia) parasitica, Wright Perceval 1858, p. 118. Sagartia parasitica Johnson 1861, p. 299; Johnson 1862, p. 178. Anthea parasitica Gos., Grube 1873, p. 88. Sagatia affinis sp. n., Johnson 1861, p. 299; Johnson 1862, p. 178. Priapus polypus sp. n., Forskal Descript. p. 102, Icones tab. 27, f. 0. — Actinia Priapus, Gmelin 1788-93, p. 3134. — Actinia maculata n. n.; Bruguière 1789, t. 72, f. 10; Lamarck 1837, p. 542; Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. — Actinia polypus Forsk., Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327. Adamsia priapus Gmel., Milne Edwards 1857, p. 280. Cribrina Polypus, Ehrenberg 1834, p. 40; (Tristemma) Brandt 1835 p. 15; Deshayes in Lam. 1837, p. 547. Calliactis polypus Forsk., Klunzinger 1877, p. 76, t. 5, f. 1. Calliactis marmorata sp. n., Studer 1878, p. 543, t. 4, f. 15. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, larga, irregolare, talvolta lobata, secer- nente un muco che si solidifica in membranella più o meno grossa friabile. Colonna lunga, cilindrica, talora gibbosa; non liscia, munita di cinclidi tuberculati disposti in serie semplice o duplice verso il lembo; carnoso-coriacea, quasi cartilaginea. Mar- gine sottile, regolare tentacolato, piano. Disco un poco più largo della colonna, ro- tondo o leggiermente ondulato. Tentacoli numerosi (possono essere oltre 700) ordinati in sei, setti cicli (12, 12, 24, 48, 96, ecc.), entacmei, non sottili, disposti su tutta la metà periferica del disco; brevi, conici; incurvati in alto ed in fuori, e quasi mai cadenti sulla colonna; facilmente retrattili. Peristoma concavo, con delicate solcature radiali. Bocca prominente, ma poco. Aconzî numerosi, emessi facilmente dai cinclidi limbali. Onco emisferico infossato nel centro. — Colore. Base per sè stessa bian- castra, ma resa giallognola (giallo-ambra-oscuro) dalla membrana secretavi. Colonna bianco-gialla percorsa da striscie brune più o meno intense, più o meno larghe, a limite indeciso; queste striscie sono dodici e stanno appaiate così che da due in due l'intervallo bianco è più visibile che altrove; esse decorrono parallele dal lembo al margine, ma poco prima di giungere a quest’ultimo ogni striscia si separa per piccolo tratto dalla sua compagna per fondersi colla striscia adiacente del paio vicino, indi le si riunisce e termina appaiata come prima. Verso il lembo vi sono linee longi- tudinali bianco-gialle-brillanti intercalate fra le strisice brune. I tubercoli cinclidiferi sono per lo più, ma non sempre, colorati in bruno uniforme sia che stiano sulle striscie brune, che altrove. In taluni esemplari si trovano sparse irregolarmente qua e là piccole macchie compatte brune simili ai cinclidi. Tentacoli bianco-gialli segnati da due striscie laterali interrotte; indistintamente annulati di bruno, massime verso l’apice, e talora nei cicli esterni colorati a gruppi alternanti chiari e scuri (in cor- rispondenza delle striscie della colonna). Peristoma bianco-giallo con sfumature aran- ciate verso la bocca e con macchie bianche opaco-perlacee radiali. Faringe aranciato. Aconzî bianchi. — Dimensioni piuttosto grandi; colonna 0°,09 in lungo, 0”,04 in largo; tentacoli 0,015 in lungo (gli interni). — Giacitura. Su conchiglie varie Murex, Dolium, Cassis, Cassidaria, Natica, Nassa, Tritonium, ete.) abitate dal Pa- gurus calidus; per eccezione la sì trova qualche volta sulle pietre; io la vidi anche LE PORIVIOR ILA fotoni gp VPI = tre Ii | ba — 161 — sul guscio di una Maja squinado ed il Fischer in quello di Carcinus moenas. Se- condo l’Imperato (per testimonianza dell’Aldovrandi) si rinvenne una volta persino sopra una lepade. VARIETÀ. — Rispetto alle varietà mi trovo d’accordo perfettamente col Gosse, il quale dice di aver vedute molte gradazioni diverse di colore ma non una sola che fosse tinta o disegnata in modo caratteristico. Tutte cioè rientrano perfettamente nella suesposta descrizione purchè si astragga dal loro tono più o meno intenso di colore. E questo tono può variare dal bianco giallo suddetto, al giallo-canino-pallido ed al roseo-vino-pallido; così che si può parlare di esemplari bianchi, esemplari gial- licci ed esemplari ametistini. — Idianchi corrispondono alla descrizione precedente. — I giallicci posseggono le striscie di un color bruno più caldo, quasi umbra; di essi alcuni assumono sfumature aranciate spiccatissime; e forse è ad un caso simile che allude il Leuckart con la sua varietà a tentacoli aranciati. — Gli ametistini hanno le striscie bruno-cremisine; ed i loro aconzî sono lilà-rossi. Un’ altra distinzione sarebbe quella in esemplari maculati e puri; secondo che hanno o no }e sunnominate macchie sparse. Secondo il Fischer esisterebbero esemplari littorali ed esemplari profondi. I primi vivendo sul Carcinus moenas o in conchiglie abitate dal Pagurus misanthropus ver- rebbero messi soventi in contatto dell’aria; ed avrebbero perciò superficie più ruvida, consistenza più cartilaginea, colore più bruno, tentacoli più brevi, e dimensioni minori. Tutto ciò vale per gli esemplari mediterranei ed inglesi. Ma dacchè sembra che l’A. polypus del Mar rosso, l'A. marmorata del Mar australe, e l’A. affinis dell'Isola di Madera si confondono con l’usuale A. Rondetetii, pare conveniente stabilire proprie e reali varietà. Esse sarebbero: a europea, comprendente le modalità mediterranee e britanniche finora note. £ affimis, che di pochissimo si distingue dalla precedente; forse solo per le dimensioni piccole e per una certa fascia biancastra trasversale nella parte superiore della colonna. y polypus. La specie di Forskal, rideseritta dal Klunzinger; che ha: colonna bianchiecia con macchie brune, talora purpuree; lembo con striature brune ascendenti sino ai pori; disco grigio-nero-violetto con striscie radiali giallo-chiare; tentacoli grigio-violetti macchiettati ed annellati di bianco-giallo; base bruna. Ò marmorata. Scoperta dallo Studer; colonna bruna macchiettata di bianco in modo uniforme dovunque; ovvero striata per il lungo da fascie, purpuree in basso bianche in alto. ANNOTAZIONI. — Dei varî nomi applicati a questa specie il più oppurtuno è senza dubbio quello del Delle Chiaje, in quanto rimanda ad una fonte, nella quale per il caso presente non è possibile alcuna perplessità. L'antica figura del Rondelet è più d’ogni altra chiara e precisa e preclude ogni eventuale errore d’ interpretazione, cosicchè non veggo ragione di non pigliarla per punto di partenza. Io dunque col Delle Chiaje ed in parte col Leuckart denomino la specie dal suo primo descrittore. Degli altri nomi, il più usitato, effoeta, si riferisce in origine ad altra specie, perchè fu introdotto dal Linneo per la f. 2, t. 14 di Baster (vedi C. viduata mia) e quindi 21 Cena — 162 — è da rigettare. Quello parisitica è adoperato specialmente dagl'Inglesi sulle traccie di Couch e di Johnston; ma siccome venne talora applicato anche all’A. palliata è esso pure incerto. I rimanenti hanno poca importanza. La maggior parte dei sinonimi summenzionati riguarda esemplari provenienti dal Mediterraneo o dal mar britannico. Il gruppo di quelli originati dal P. polypus di Forskal si riferisce alle varietà del mar Rosso. Tuttavia per opera dei compilatori alcune volte si confusero insieme; per esempio nel caso del Bruguière e del Verany. Fra le figure oltre la prelodata del Rondelet devonsi menzionare quelle del Leuckart, del Rapp, del Gosse, del Klunzinger e dello Studer, che sono ottime; mentre quelle del Contarini, del Tugwell, e del Johnston lasciano alquanto a desi- derare. — L’ultima fa persino sorgere il dubbio che non rappresenti la specie pre- sente, giacchè manca di tubercoli limbali ed è invece fornita di verruche al sommo. La surriferita opinione del Delle Chiaje che l'A. Rondeletii sia diversa dall’effoeta di Linneo è condivisa dal Leuckart, dal Gravenhorst, e dal Risso; e non viene accet- tata dal Cuvier, dall’Ehrenberg, dal Milne Edvards e in generale dai compilatori. Tuttavia nè il Leuckart nè il Gravenhorst accettano l’effoeta del Delle Chiaje. A me pare invece che tanto l’una che l’altra delle due specie del naturalista napole- tano siano ben indovinate. — Il Bruguière riproducendo col nome maculata la po- lypus di Forskal, le attribuisce erroneamente tentacoli labiali. — Milne Edwards & Haime manifestano l’idea di un’affinità di questa specie con la Stichodactyla di Brandt; e questa davvero non può avere ombra di fondamento. Alle succitate fonti ponnosi aggiungere le tre seguenti: Spallanzani (1784) che a pag. 30 menziona uno zoofito attaccato al murice il quale era conico e messo nell’acqua allargossi in un piano circolare da cui spuntò un esercito di molti conetti pieghevoli di varia grandezza .... ecc. — Olivi (1792) che menziona col nome di ortica marina (pas. 157-158) un animale che indubbiamente corrisponde a questa specie. — Plancus (1639), del quale la fig. 6 G, tav. 4, rappresenta al dire di Leuckart, un* A. Ron- deletii. Un’ ultima nota rispetto ai tentacoli. Il Gosse li ammette nell’ordine: 20, 24, 48, 96, 192, ecc. Secondo il Fischer sarebbero invece 12, 12, 24, 48, 96, ecc. A mio avviso ha ragione quest’ultimo. Sp. Adamsia decorata. SINONIMI. — Actinia decorata sp. n., Dana 1849, t.3, £ 24. — Cribrina decorata, Dana, Milne Edwards et Haime, 1851, p.7. — Adamsia decorata Dana, Milne Edwards 1857, p. 281. Calliactis variegata sp. n., Verrill 1868, p. 481. DescRIZIONE. — Forma. Base, larga, aderente a conchiglie; lembo sottile. Co- lonna larga non molto alta (conica in contrazione); minutamente corrugata di traverso e talora anche cancellata; con un circolo limbale di 24 cinclidi, cospicui tubercoli- formi; talvolta con un secondo sottostante di cinclidi minori. Tentacoli snelli, di mo- derata lunghezza, in quattro cicli (24, 24, 96, [sic]). Aconzî lunghi e fini. — Colore. Colonna in generale bruno olivastra con sei paia di striscie longitudinali più scure, ari dsl dieta nin % b° 4 — 163 — e con macchie purpureo-brune verso il lembo; peristoma bruno a gruppi concentrici di linee e punti bianchi; tentacoli pure bruni con annelli o con punti bianchi. — Dimensioni. Colonna larga 0",05. — Giacitura. Su conchiglie con paguro. Annotazioni. — Che la decorata e la variegata debbansi fondere insieme ri- sulta non solo dalla concordanza delle rispettive descrizioni; ma dalla testimonianza del Verrill che le dice corrispondere fin nei dettagli di colore. [Eppure crea la nuova specie !).. — Ambedue poi diversificano assai poco dall'A. Rondeletii e forse ad un futuro esame si dovranno sopprimere. Per ora le riunisco in una specie sola, che conservo distinta in considerazione dello scarso numero dei tentacoli e della pe- culiare colorazione del peristoma. — La descrizione è fatta col fondere insieme le due descrizioni del Dana e del Verrill; colla soppressione di alcuni dettagli relativi al lembo (cioè serie di lineette scure e chiare) e prodotti semplicemente da un mo- mentaneo stato di contrazione. Sp. Adamsia palliata Bohadsch. Sinonimi. — Medusa palliata sp. n., Bohadsch 1761, p. 136. Medusa palliata Bohad., Stròm 1788, p. 250-254, f. 1-5. Cribrina palliata, Ehrenherg 1834, p. 41; Brandt 1835, p. 15; Deshayes in Lam. 1837, p. 547. Adamsia palliata Forb., Johnston 1847, p. 207, t. 42, f. 1, 2 text f. 44; Landsborough 1852, p. 229, t. 13, f. 43. Adamsia palliata John., Gosse 1854, p. 139; Gosse 1855, p. 27, f. 38; Gosse 1858, p. 416; Thompson 1858, p. 238; Gosse 1860, p. 125, t. 3, f. 7, 8; Milne Edwards 1857, p. 279; Hinck 1861, p. 362. Adamsia palliata (Medusa) Bohad., Sars 1857, p. 34. Adamsia palliata Bohad., Wright Perceval 1858, p. 120. Adamsia palliata Bohad., Grube 1864, p. 107. Adamsia palliata Bohad., Normann 1866, p. 199; Normann 1868, p. 318. Actinia palliata Bohad., Heller 1868, p. 14. Adamsia palliata Bohad., Fischer 1875, p. 225; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374. Adamsia palliata Bohad., Andres 1880, p. 324. Adamsia palliata Bohad, Jourdan 1880, p. 88. Actinia maculata sp. n., Adams 1800, p. 8; Pennant 1812, p. 104. Adamsia maculata, Forbes 1840, p. 180; Thompson 1843, p. 284; Tomp- son 1856. Actinia maculata, Hassall 1841, p. 286. Actinia maculata, Dalyell 1848, vol,. 1, t. 48, f. 3, 4, 5. Actinia carciniopados sp. n., Otto 1823, p. 288, t. 40. Actinia carciniopados Otto, Delle Chiaje 1825, vol. 2, p. 242, p. 229; Delle Chiaje 1825, vol. 3, p. 73, t. 35, f. 23; Delle Chiaje 1841, vol. 4, p. 126, Moor 197, & (152) LOPE E ISE 08. Actinia carciniopados Otto, Rapp. 1829, p. 58: Blainville 1880, p. 292; Blainville 1834, p. 326. — 164 — Actinia carciniopados Otto, Sars 1885, p. 3. Actinia carciniopados Otto, Grube 1840, p. 13. Actinia carciniopados Otto, Contarini 1844, p. 113, t. 8, £. 1, 2,3, 4. Actinia carciniopados Otto, Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. Actinia picta sp. n., Risso 1826, p. 286; Blainville 1830, p. 292; Blain- ville 1834, p. 326; Milne Edwards 1857, p. 290. Actinia Bernhardiana sp. n., Cavolini 1853, p. 272. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, più larga della colonna, di solito an- nulare, abbracciante la conchiglia a cui aderisce; secernente un muco che si solidifica in membranella. Colonna poco rilevabile, tozza, conica, molto larga in basso, e un poco allargata anche al margine; liscia e lievemente striata per il lungo (cioè per- corsa da sottili quasi indistinti filetti in rilievo); verso il lembo fornita di tuber- coli cinclidiferi (circa 30) che apparentemente sono sparsi senza ordine. Margine sottile tentacolato, quasi sempre però un poco ripiegato così da sembrare margine rilevato. Tentacoli numerosi, quadricicli, entacmei-subeguali, non totalmente retrattili, conici. Peristoma concavo di forma allungata, elissoidale come l’intiero disco, e come questo incurvato nel senso della curva annulare della base. — Aconzî numerosi, facilmente missili dai cinclidi. Gonidî poco segnati. — Onco irrilevante. — Colore. Base car- nicina o bianchiccia, all’infuori della membrana che è bruna-umbra. Colonna bianca, verso il sommo e gradatamente giallognola e bruna verso il lembo; cosparsa di macchie ben definite, angolose o tondeggianti od oblunghe, di un bel rosso-cremisì; grandi e brillanti presso il margine, man mano decrescenti coll’allontanarsene ed evanescenti sino a diventare invisibili nella tinta giallo-sporca-bruna del lembo; in questa spiccano invece i tubercoli cinclidiferi; tutta la colonna è striata per il lungo, ma nella porzione bianca si rendono evidenti come striscie nere gl’intervalli dei setti, nella porzione scura risaltano come linee bianche le inserzioni settali stesse. Margine rosso-vermiglio, vivo. Tentacoli e peristoma bianchi, uniformi, pellucidi. Bocca rossa. Aconzî sovente bianchi, non di rado però vinosi, lilà, rosei. — Dimensioni piuttosto piccole: 0,025 altezza, 0”,02 larghezza; benchè la base in completa (artificiale) estensione delle sue ali possa misurare fino a 0",06. — Giacitura. Sovra conchiglie diverse abitate dall’Eupagurus Prideauxi; massime su Natica millepunetata e N. Josephinia, Nassa mutabilis, Murex Edwardsii, ecc. Anche qui talora, come per l'A. Rondeletii, sonvi eccezioni di esemplari trovati su pietre, su cocci vuoti d’ectinodermi, sul dorso di Maje o di Carcini viventi, ece. — Normalmente è commensale coll’Eupagurus e gli pende sotto il ventre; di solito ogni granchio porta una sola attinia; io vidi tuttavia casi, nei quali fin tre di esse erano associate sulla stessa conchiglia e quindi possedute da un crostaceo solo. VARIETÀ. — Le relazioni dei varî autori concordano nel presentare un tipo sempre eguale e corrispondente al suddescritto da qualunque punto fosse preso; simile a sè stesso in ogni mare, come attestano Sars 1857 ed altri. Io non ne vidi mai altri. Ed esso è costante all'infuori di una limitata oscillazione di tinte più o meno in- tense, riconoscibili specialmente al bianco della colonna, che può essere bianco can- dido come neve e bianco leggermente giallognolo. — Uno dei citati autori (non ricordo quale) vorrebbe distinguere due varietà dalle macchie cremisine, a seconda se sono rotonde o quadre; ma la diversità non ha sufficiente fondamento. — 165 — Più importante è la distinzione tolta dalla presenza o mancanza loro. Forbes trovò esemplari perfettamente bianchi uniformi, e Gosse ne trovò di quelli, nei quali le macchie erano ridotte a punti insignificanti e rari. Su ciò potrebbonsi quindi fondare due varietà: « Rhodopis (Gosse) — che è l’usuale. 8 Crinopis (Gosse) — che è la bianca di Forbes, o quasi bianca di Grosse. Annotazioni. — La descrizione originaria di Bohadsch è molto chiara, benchè accom- pagnata da meschina figura, e non lascia alcun dubbio; tanto più che egli, pur usando il vocabolo Medusa, dichiara trattarsi piuttosto d’un’Urtica. Il nome palliata è perciò preferibile ai posteriori sebben più espressivi: maculata, carciniopados (=cancri comes), ecc.— Figure veramente buone, strano a dirsi, mancano tuttora; le migliori trovansi in Otto, Contarini, Jhonston, e Gosse; quelle del Delle Chiaje sono incon- cludenti, del Dalyell inesatte — Malgrado la chiarezza tipica della specie taluno la misconobbe: il Blainville, p. es. riferisce l’A. maculata di Adams ora all’A. equina ora all’A. sulcata. — Sulle affinità nessuno sì pronuncia; solo il Wright Perceval, che vuol riconoscere una certa parentela col gen. Phellia. \ Gen. Aiptasia Gosse. Sinonimi. — Actinia (pars), Auct. Cribrina (pars), Schmarda 1852. Sagartia (pars), Verrill 1862, Jourdan 1880. Pig. 19. (*) Aiptasia, Gosse 1860, Andres 1880. CARATTERI. — Forma. Base aderente, piuttosto | larga. Colonna elevata, molto estensibile; delicata, polposo-gelatinosa; liscia, bucherellata da cinclidi. Disco quasi sempre ampio. Tentacoli lunghi, entacmei più o meno pronunciati, subuliformi, flessuosi, per- vii, non retrattili. Peristoma concavo, bocca tolora prominente. Aconzî abbondanti. — Colore in generale non staccato molto fra tentacoli e colonna; spesso in tinte brune calde, spesso anche pallide, bianchiccie. — Dimensioni molto varie; da specie piccolissime di 0%,01, fino ad altre di ben 0",25. SPECIE DESCRITTE. — Aiptasiae a cinclidi per lo più quasi invisibili. Tentacoli scarsi, non oltre 48, entaemei relativamente poco pronunciati... ... % A. lacerata Dal. entacmei molto pronunciati. Colonna non molto estensibile... ...... A. carnea Andr. Colonna estensibilissima . . ...... A. Couchi Gos. Tentacoli numerosi, circa 96, " entacmei molto pronunciati ..... o ateneo A. mulabilis Grav. entacmei mediocremente pronunciati . ....... A. sazicola Andr. Aiptasiae a cinclidi sempre rilevati in tubercolo, formanti BELIENOrIZZONLAleene STO. Sto orGiogoolo + + + A. diaphana Rapp. (*) Aiplasia mutabilis Grav, (figura originale). — 1660 — ANNOTAZIONI. — Questo genere è un raggruppamento naturalissimo di specie molto affini; tanto affini che una decisa delimitazione fra l’una e l’altra riesce quasi impossibile. Noto questo perchè non mi si rimproveri l’artifizialità e la poca consi- stenza dei caratteri usati nel suesposto specchietto. — Il nome (che da & = sempre e netam = espandere, allude alla costante espansione degli animali) fu introdotto dal Gosse per la specie biserialis del Forbes; per lui unica specie del genere. Taluna delle sue Sagartiae vi è però molto affine. Sp. Aiptasia lacerata Dal. Sinonimi. — Actinia hyalina sp. n., Delle Chiaje 1825, v. 2, p. 233, 243; Delle Chiaje 1825, v. 3, p. 73, t. 85, f. 24; Delle Chiaje 1841, v. 5, p. 137, t. 158, f.-8; Blainville 1830, p. 292; Brandt 1835, p. 10. Actinia lacerata Dalyell 1848, v. 1, p. 228, t. 47, f. 12, 17; Milne Edwards 1857, p. 251. Paractis comata sp. n., Andres 1880. Aiptasia lacerata Dal., Andres 1881. DESCRIZIONE (t.2, f. 1-12). — Forma. Base aderente con forza, di solito molto larga. Colonna varia, ora tozza, ora elevata-caliciforme; liscia con cinclidi non sempre ben visibili; di consistenza carnoso-gelatinosa; a parete sottile, delicata. Tentacoli non retrat- tili per lo più 48, quadricicli (6, 6, 12, 24), ma possono essere anche meno; entacmei, poco pronunciati, subuliformi; diretti in alto od in fuori. Peristoma piano od anche prominente. Aconzî presenti, scarsi. —- Colore. Colonna grigia, un poco trasparente, rigata per il lungo da linee opache chiare (dovute ai setti); tentacoli dello stesso colore uniformi; peristoma del pari. — Dimensioni piccole: colonna a massima espan- sione 0,015 altezza; 0”,005 larghezza. — Giacitura. Nei fondi fanghigliosi, fra mitili serpule, bugule, ece. VARIETÀ. — Quelle da me viste possono riassumersi nelle seguenti: « planifrons (a peristoma uniforme) la testè descritta. Una subvarietà della stessa è data dagli esemplari con tentacoli rosei, più o meno intensi fino al rosso- carminio vivo, uniformi. : B crucifrons (a peristoma ornato di croce). Colonna come in «; tentacoli annulati di bruno, grigio, e bianco; peristoma giallognolo cinto da una zona peri- ferica bruna e ornato da una macchia labiale crociforme bianca che coi raggi goni- diali (pure bianchi) forma una stella a sei punte. Subvarietà della medesima sono gli esemplari a croce indistinta quasi invisibile. y unguicolata (ad apice tentacolare giallo). Colonna cupreo rossa uniforme; tentacoli grigi con l’apice bianco-giallognolo-opaco; peristoma giallo con zona peri- ferica bruna e raggi gonidiali biancastri. (Paractis comata del mio Prodromo). A queste tre varietà partenopee devesi forse aggiungere anche quella della specie di Dalyell: d scotica. Colonna gialliccia a strie longitudinali chiare ed oscure; peristoma con zona periferica bruna. Annotazioni. — L'A. hyalina del Delle Chiaje (non Lesueur) è una piccola specie non ben riconoscibile e, a quanto sembra, indecisa per l’autore stesso. Egli la — 167 — descrisse nel 1825 assegnandole colore carnicino sbiadito; tre anni più tardi la ride- scrisse e vi aggiunse una varietà gialliccia a strie longitudinali leggiere; nel 1841 abolì l’una e l’altra e diede agli esemplari il valore di stadî giovanili della sua A. effoeta [C. viduata). — Il Dalyell fonda la sua specie sul carattere di scissione della base; la sua descrizione è incompleta; e delle figure una sola (la 12°) rappre- senta l’animale, le altre riferendosi al fenomeno di lacerazione. Il Milne Edwards è d’avviso di riunire l’A. lacerata Dal. con l'A. undata Mill. ed A. anguicoma John. — Nel mio Prodromo la specie viene menzionata nella sua varietà y sotto il nome di Paractis comata, e solo nel susseguente anno 1881 ia concepii e pubblicai come attualmente si trova. Ad eccezione però dei sinonimi riferentisi all’ A. cavernata di Bosc, che fin d’allora citati con titubanza, adesso mi risolvo a levare. Sp. Aiptasia carnea Andr. SINONIMI. — Aiptasia carnea sp. n., Andres 1880, p. 326. DESCRIZIONE (t.2, f. 23, 25, 26).— Forma. Base aderente, ampia, a contorno ondulato Colonna molto estensibile, lunga caliciforme, flessuosa, regolare, delicata liscia, poco mucosa; con cinclidi poco visibili. Margine tentacolato, sottile, regolare, rotondo. Tentacoli non retrattili, numerosi, quadricicli (6, 6, 12, 24), entacmei, molto pronunciati, subu- liformi, occupanti il disco dalla metà in fuori; diretti in alto (gl’interni) ed in fuori (gli esterni); perforati all'apice. Peristoma per lo più concavo, radiato sino al centro da solchi e rilievi. Bocca con orlo labiale distinto. Aconzî presenti, lunghi. Gonidî non spiccati. Onco molto piccolo. — Colore. Base bianco-carnea-opaca. Colonna, ten- tacoli e peristoma bianco-carnei semi-trasparenti. — Dimensioni piuttosto piccole: 0,03 lunghezza della colonna; 0”,02 lunghezza dei tentacoli primarî; 0,01 larghezza della colonna. — Giacitura sulle pietre e sui detriti, in acqua poco profonda. VARIETÀ. — Parmi di poterne distinguere due: a petricola, testè descritta. 6 spongicola, che ha base rosea; colonna rosea in basso, mentre in alto è bianco-grigia trasparente con macchioline irregolari bianco-opache; tentacoli pure bianco-grigi trasparenti con simili macchioline alla radice; peristoma bianco-grigio trasparente, senza macchioline. Dimensioni minori. — La vidi una volta sola sovra un’Axinella, in quattro esemplari. Sp. Aiptasia Couchi Gos. Sinonimi. — Actinia biserialis sp. n., Forbes 1840, PLS 2IATAFS EA Johnston 1847, p. 221, t. 38, f. 1; Landsborough 1852, p. 248. — Entacmea biserialis Forb., Milne Edwards & Haime 1851, p. 9. — Dysactis biserialis Forb., Milne Edwards 1857, p. 262; Thompson 1858, p. 232. Actinia biserialis Forb., Cocks 1851, p. 6, t. 1, f. 18. Aiptasia amacha sp. n., Gosse 1858, p. 416. — Aiptasia Couchi n. n. Gosse 1860, p. 152, t. 5, f. 3; Haeckel 1875, PASTE: Anthea Couchii sp. n., Cocks 1851, DORLIFAtRONEN30, Aiptasia Couchii Cocks, Johnson 1861, p. 300; Johnson 1862, p. 180. -— 168 — Aiptasia Couchii Cocks, Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 373; Fischer 1875, p. 206. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente con poca forza, non larga. Colonna snella, molto elevata, sino a quattro, cinque volte il diametro; dilatata in alto a calice 0 tromba; mutabile molto di figura; polposa; liscia a completa distensione, se no ru- gosa; perforata da cinelidi; priva di verruche, ma pure adesiva. Margine formato dal ciclo esterno dei tentacoli, circolare talvolta ondulato. Tentacoli non numerosi (48), eutacmei; gl’interni a metà del disco, remoti, molto lunghi, flessuosi, gli altri man mano più in fuori, più vicini, meno lunghi ece.; tutti perforati all’apicé. Pe- ristoma concavo, con raggi molto marcati. Bocca sottile. Gonidî tubercoliformi appena sensibili. Faringe solcata, spesso protrusa. Aconzî abbondanti, emessi dalla bocca, dalle ferite e meno spesso dai cinelidi. — Colore. Colonna giallo-aranciata; a tinta viva e calda in basso, sfumante in azzurrigno verso l'alto; dovunque striata da sottili righe longitudinali (dovute ai setti). Tentacoli di colore bruno-sepia (risultante da una tinta fondamentale bruna-umbra punteggiata di scuro) che verso l’apice si fa pallido sino al bianco. Peristoma grigio-ferro-scuro che degrada poco a poco in uva rosa cinerea nel mezzo; interradî grigio-azzurrigni, Labbro cinereo. — Dimen- sioni. Colonna lunga talora fino a 0",10; larga 0",016. Disco e corona tentacolare in diametro totale fino a 0%,07. — Giacitura: sulle pietre alla loro faccia inferiore; acque profonde. l ANNOTAZIONI. — Nel suo insieme la specie differisce assai poco dall'A. muta- bilis e forse non ne è altro che una varietà ed uno stadio meno adulto (a giudicare dal minor numero di tentacoli). — Per ora, sino ad evidenza d’autopsia, è opportuno di tenerla distinta. Sp. Aiptasia mutabilis Grav. Sinonimi. — Actinia mutabilis sp. n., Gravenhborst 1831, p. 141. — Cri- brina mutabilis Grav., Deshayes in Lam. 1837, p. 547. Cribrina puncetata n. sp., Schmarda 1852, p. o si e Aiptasia turgida sp, n., Andres 1880, p. 325. Sagartia Penoti sp. n., Jourdan 1880, p. SER uo II DescrIZIONE (t. 2, f. 24; t. 1, f.8; t. 13, f. 4), — Forma. Base aderente con pochissima forza, spesso libera; larga a contorno irregolare. Colonna assai mutevole di forma ora tozza ed a pilastro, ora molto elevata ed a calice; liscia o leggier- mente solcata; polposa delicata, di spessore vario secondo il grado d’ estensione; con cinclidi poco evidenti, sparsi senz’ ordine apparente. Margine sottile, tentaco- lato, regolare, ondulato. Tentacoli numerosi (192), pentacicli (12, 12, 24, 48, 96), entacmei; gl’interni molto lunghi; tutti subulati, flessuosi; talvolta rigonfi a clava con apice sottile e quasi uncinato. Peristoma concavo con bocca un poco promi- nente. Aconzî presenti, abbondanti, spesse volte fuoruscenti dall’ apice dei ten- tacoli. — Colore fondamentale bruno macchiettato di giallo. Base pallida traspa- rente. Colonna bruno-chiara in basso, bruno-scura in alto, macchiettata di giallo a sprazzi piccoli irregolari, frequenti massime verso il sommo. Tentacoli bruno- chiari trasparenti, irregolarmente annellati di giallo, con iridescenze verdi metalliche — 1659 — pallide. Peristoma bruno-scuro, macchiettato di giallo con rosa gialla nel mezzo. — Dimensioni maggiori della diaphana. Colonna lunga da 0,06 fino a 0",10 e 0°,20; larga da 0%,02 a 0%,03; tentacoli interni lunghi da 0”,04 a 0”,06. — Giacitura colle melobesie e coi vermeti delle acque profonde; ma anche in zona più superficiale fra i rizomi di posidonie, ecc. (sulla Madrepora flessuosa, dice Gravenhorst; fra pietre e conchiglie, secondo Schmarda). VARIETÀ. — Sono molto numerose rispetto alle delicate sfumature di tinta e di macchiettatura ma si lasciano, come nel caso della diaphana, ridurre a pochi esempi tipici. Il colore fondamentale è prodotto da un bruno-giallo-pallido uniforme, nel quale si spargono numerosi punticini bruni-umbra, che col loro grado d’intensità e col numero loro più o meno fitto lo modificano in tono più o meno intenso. A que- sto si aggiunge come secondario un colore ceruleo-violaceo che si rivela più mani- festo verso la radice dei tentacoli (e corrispondente porzione del disco) e che di là si diffonde talora sino al lembo della colonna ed all’apice dei tentacoli. Ter colore è un bianco opaco, che ora tende al giallo, ora al grigio-ceruleo, ora al glauco, e che si presenta a chiazzamenti irregolari. Questi sui tentacoli possono essere mac- chie staccate senz’ordine; macchie tendenti a formare annulazione, e macchie colle- gate a reticolo. — In base a ciò si possono distinguere varietà a colore uniforme, va- rietà bicolori, e varietà macchiettate; quest'ultime sono tricolori. a simplea. Colore uniforme dovunque, bruno-giallognolo; scuro sulla colonna, un poco più chiaro sui tentacoli. Gli esemplari ch’io vidi erano tutti di piccole di- mensioni; quasi così piccoli come l’A. saxicola, con la quale anzi parevano in certo qual modo confondersi anche per il colore (tav. 13, fig. 4). f bicolor. Colonna bruno-ùmbra-calda che verso l’alto sfuma in violaceo scuro; tentacoli bruni simili, nei quali la sfumatura violacea è più viva e chiara e si mani- festa specialmente alla radice ed all’apice. y maculata; quella-descritta come tipica e che è la più frequente (tav. 2, fig. 24). d annulata; è simile alla precedente y, ma ha le macchie dei tentacoli di- sposte ad annelli irregolari. È strano che quest’ annulazione produca talora una leg- giera nodosità dei tentacoli, così che sono grossi in corrispondenza dell’annello chiaro, stretti negli altri siti. | e reticulata. Colonna bruno-giallastra in basso; bruno-scura in alto e punteg- giata di macchie bianco-giallognole opache. Tentacoli bruno-gialli chiari con macchie simili opache riunite in reticolo anastomotico. Peristoma grigio con rosa centrale bianca (nel mezzo giallognola), alla quale convergono dodici striscie bianche dalla radice dei tentacoli primarî. Su questa varietà fondai la specie A. turgida del mio Pro- dromo. Gli esemplari sono sempre notevoli per grandezza. Talvolta hanno i tentacoli straordinariamente rigonfi nel fusto ed incurvi all'apice (vedi tav. 1, fig. 8). AnnorTazioni. — Senza dubbio spetta al Gravenhorst l’onore d’avere per primo descritta la specie « tentaculis violaceo-alboque nebulosis, brunneo punctatis »; ben- chè egli citi a sproposito i sinonimi delle: cinerea Rond., spectabilis Fabr., e caver- nata Bose. — Lo Schmarda ne dà per primo la figura; ma ha il torto di non rico- noscere la specie di Gravenhorst (che aveva percorse quasi le stesse località) e di 22 — 170 — creare un nome nuovo. — Io caddi nello stesso errore elevando a specie, ciò che ora considero varietà. — Dal Jourdan, che pure ne fece una specie nuova, si ammettono due varietà, una degli individui piccoli, viventi in acque basse, tranquille, l’altra di quelli grandi proprî della zona coralligena e dotati di colori brillanti. Sp. Aiptasia saxicola Andr. Sinonimi. — Actinia edulis sp. n., Cavolini 1853, p. 269. Aiptasia saxicola sp. n., Andres 1880, p. 325. DESCRIZIONE (t. 2, f. 20-22) — Forma. Base aderente, poco più la:ga della colonna, rotonda, irregolare. Colonna lunga, cilindrica non molto allargata in alto, uniforme, liscia, delicata; senza cinclidi rilevati a tubercolo. Margine sottile, regolare, tentacolato. Tentacoli numerosi (96), quadricicli (12, 12, 24, 48), entacmei; pertugiati all’apice lunghi, sottili, subuliformi; diretti in alto pei cicli interni, cadenti in basso negli esterni: non retrattili. Peristoma regolare piano. Bocca non prominente, senza trac- cie gonidiali. Aconzî numerosi. — Colore. Base rosea e bruna. Colonna rosea con minute striscie longitudinali brune. Tentacoli gialli uniformi con tinta digradante nello stesso animale or verso il roseo or verso l’ocraceo ora verso il verdognolo, pellucidi. Peristoma come i tentacoli con indizio periferico di raggi gonidiali bian- chi. — Dimensioni. Colonna, lunga 0”,06, larga 0,02; tentacoli, lunghi 0",025. — Giacitura: sulle pietre massime nei pertugi; individui giovani trovansi anche sulla Ulva lactuca. VARIETÀ. — Se ne possono contare due. a flavicornis, la descritta. B brunnea, la quale è bruna-uwibra su tutto il corpo in modo uniforme: colonna, tentacoli, peristoma e tutto. ANNOTAZIONI. — Io credo si possa ascrivere a questa specie anche l’ A. edulis del Cavolini; che ha corpo piccolo, e filamenti missili '{sgraziatamente anche tenta- coli brevi) e che è nota ai pescatori sotto il nome di Ardichella selvaggia. — La varietà simplex della specie precedente sembra fare passaggio alla flavicornis di questa. Infatti gli esemplari disegnati a tav. 13, fig. 4 si possono benissimo asse- gnare tanto alla sp. mutabilis che alla sp. saxicola. Essi sono frequenti al lago Fu- saro (Napoli) sulle pareti delle banchine, sulle foglie di Cimodocea e sul fondo. Sp. Aiptasia diaphana Rapp. Sinonimi. — Actinia undata sp. n., Martens 1838. Actinia diaphana n.n. Rapp 1829, p. 57; Ehrenbers 1834, p. 41; Deshayes in Lam. 1837, p. 547. — Adamsia diaphana Rapp, Milne Edwards 1857, p. 282. Actinia diaphana Rapp, Contarini 1844, p. 93, t. 5, f. 1. Actinia diaphana Rapp, Heller 1868, p. 12. Actinia elongata Grube, Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 126, v. 5, p. 198, ICE a se IIS DESCRIZIONE (t.2, f. 13-19). — Forma. Base aderente, larga. Colonna lunga, snella, caliciforme, liscia; con cinclidi rilevati a tubercolo formanti una o due o tre serie oriz- zontali a metà altezza. Margine sottile, regolare, tentacolato. Tentacoli subuliformi, entacmei, quadricicli (6, 6, 12, 24), gl’interni assai più lunghi degli esterni. Peristoma concavo, con bocca prominente. — Aconzî emessi dai cinclidi della colonna e dall’apice dei tentacoli. — Onco spesse volte a pilastro. — Colore. Base roseo-fusca. Colonna ro- seo-fosca in basso, bruna verso l'alto; tutta striata da linee sottili chiare (inserzioni dei setti); macchiettata al sommo da punteggiature bianco-giallastre-opache. Tentacoli rosei con macchie trasversali bianco-giallastre, irregolarmente sparse. Peristoma bruno- violetto molto trasparente, con una rosa gialla opaca verso il centro. Colorazioni go- nidiali peculiari mancano. — Dimensioni mediocri : colonna, lungh. 0,05, largh. 0%,01; tentacoli interni, lungh. 0",02. — Giacitura: nei fondi fanghigliosi, sui pali e le- gnami sommersi del porto; fra ascidie, bugule, sabelle, ecc.; nel porto di Napoli frequente. VARIETÀ. — Molto numerose rispetto alla distribuzione e modalità di tono dei varî colori; ma facilmente riducibili a pochi tipi speciali. E questi sono: a lutea, la descritta, fornita di rosa gialla peristomatica. B purpurea. Colonna bruno-rossastra; peristoma porporino. y coerulea. Colonna bruno-violacea; peristoma nerastro al centro, ceruleo verso la periferia. (Ne vidi una sola volta pochi esemplari, dragati da 60 metri nelle acque d'Ischia - Napoli -). d pallida. Colonna bruno-gialla; peristoma bianchiceio. e nivea. Colore generale azzurrigno bianco punteggiato di bruno (Lesson eVerrill). Annotazioni. — Lo scopritore della specie è il Martens che la vide in quantità innumerevole sui muri e sui pali dei canali di Venezia. — Il Rapp la rideserisse da disegni originali fornitigli dal Contarini e rilevando l’erronea denominazione datale dal Martens la battezza opportunamente di nuovo. — Dal Delle Chiaje viene de- scritta e figurata in modo irreconoscibile ed è confusa con tutt'altra specie; egli la indica cioè col nome usato da Grube per una Phellia, ed applica invece il vocabolo diaphana ad un Ilyanthus. Gen. Sagartia. Sinonimi. — Actinia (pars), Auct. Sagartia (pars), Gosse 1853, .... 1860. Thoe (subgenus), Wright Perceval 1858. Gephyra (pro parte), v. Koch 1868, Andres 1880. CARATTERI. — Forma. Base aderente con forza me- diocre, ampia. Colonna in generale tozza; liscia, senza ver- ruche; perforata da cinelidi; polposo-carnosa. Disco largo, ma non molto. Tentacoli non in grandissimo numero ; tri o quadricicli; entacmei più o meno pronunciati; marginali ; non molto lunghi. Peristoma concavo. — Aconzî presenti. — Colore pallido, brumastro sulla colonna, con tentacoli spesso a colori vivi, delicati. — Dimensioni piuttosto piccole. — Giacitura sulle pietre, 0 su rami diversi (di Gorgonia per la S. Dohrnii). (*) Sagartia sphyrodeta Gos. (da Gosse 1860, t. 1). = ron SPECIE DESCRITTE. — Sagartiae a tentacoli in ordine octomerale . ... ....... S. sphyrodeta Gos. Sagartiae a tentacoli in ordine dodecamerale, SUDEPRRLISMPIOVI, ALOZZIERAESM Me cea N S. ichthystoma Gos. entacmei poco pronunciati, di mediocre lunghezza (Base ampia abbracciante rami di Gorgonia o d'Isis) . . . . S. Dohrnii v. Koch. entacmei pronunciati, lunghetti snelli (Base usuale) LIICIGIRISA ER RN oLRE S. pura AId. quadriciclimse ret Duo è Sia A i MSA ona S. pallida Holdsw. ANNOTAZIONI. — Questo genere è fondato su una piccola parte del gen. Sagartia di Gosse (Sagartia dal nome di quel corpo dell’esercito di Serse che combatteva con una corda ad uncino, per alludere quivi agli aconzî); e corrisponde press’ a poco al sottogenere Thoe da lui proposto (1860, p. 121). Malgrado la estrema diversità di giacitura la Gephyra Dohrnii del v. Koch, in causa della sua struttura interna, devesi reputare membro dello stesso gruppo. Sp. Sagartia sphyrodeta Gos. Sinonimi. — Actinia candida sp.n., Gosse 1853, p. 430, t. 8, f. 11, 12, 13; Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p.28.— Sagartia sphyrodeta n.n., Gosse 18598, p. 415; Gosse 1860, p. 73, t. 1, f. 8,9. Actinia candida Gos., Tugwell 1856, p. 56, 109. Thoe (Sagartia) sphyrodeta Gos., Wright Perceval 1858, p. 119. Sagartia sphyrodeta Gos., Hinck 1861, p. 361. Sagartia (Adamsia) sphyrodeta Gos., Grube 1873, p. 106. Sagartia sphyrodeta Gos., Fischer 1875, p. 213; Fischer 1875, p. 1207; ld. p. 374. DascRIZIONE.. — Forma. Base aderente, espansa. Colonna liscia, polposa cilin- drica, non elevata; senza verruche cospicue. Disco piatto o leggermente concavo, a contorno intiero, e raggi distinti. Tentacoli circa 48 quadricicli (8, 8, 16, 16), en- tacmei, conici, robusti; diretti in fuori con punta in basso. Bocca prominente; labbro molto protrusibile. Aconzî abbondanti. — Colore. Colonna striata per il lungo da linee sottili bianco-opache e bruno-pellucide; verso il sommo piuttosto rosso-bruna. Tentacoli bianchi-avorio uniformi con una fascia stretta bruna o rossigna o porporiccia che cinge la loro radice e si prolunga all’esterno fino al margine come linea isolata. Peristoma bianco-opaco, con cinque linee radianti pellucide. — Dimensioni piccole; circa 0",012 in altezza e lo stesso in larghezza. — Giacitura nelle fessure delle roccie e alla faccia inferiore delle pietre. VARIETÀ. — « candida, che è la testè descritta. Il nome è l’originario della specie (Gosse 1853). f canthopis: disco giallo in varie gradazioni, da giallo-limone ad aranciato e vermiglio. (Sarebbe più opportuno chiamarla aurantiaca). ANNOTAZIONI. — Il Fischer attribuisce alla specie tentacoli pentacicli e molto più numerosi (8, 8, 16, 32, 64). — Secondo il Wright Perceval taluni esemplari galleggiano capovolti alla superficie dell’acqua (in prigionia). — Il nome allude alla fascia che cinge la radice dei tentacoli: ogupév = caviglia o fusolo del piede, e d:w = legare. — 173 — Sp. Sagartia ichtystoma Gos. Sinonimi. — Sagartia ichtystoma sp. n., Gosse 1858, p. 415; Gosse 1860, p. 57, t. 2, f. 7; Hinck 1861, p. 861. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, non larga. Colonna corrugata, cilindrica, tozza; senza verruche visibili. Disco concavo, ampio; con raggi fortemente indicati. Tentacoli in numero discreto, tricicli, subeguali, marginali, brevi, conici. Bocca pro- minente; labbra tumide solcate. — Colore. Colonna bruno-scarlatta intensa al lembo, pallida in alto. Margine porporino. Tentacoli bianco-pellucidi con due annelli stretti, neri alla radice ed uno largo grigio sul fusto. Peristoma baio con interradî neri che alla periferia sono tanto larghi da costituire una zona continua; raggi gonidiali bianchi. Bocca scarlatta. — Dimensioni piccole: 0”,02 in altezza. — Giacitura sulli scogli, sulle roccie basse, sopra conchiglie. ‘ VARIETÀ. — « stibista, la descritta: (fu vista in due esemplari dal Gosse). Il nome si riferisce alla zona nera. B astimma, con peristome grigio-oliva e labbro rosso-mattone. ANNOTAZIONI. — Questa specie forse si fonde con la precedente. Il suo nome allude alla somiglianza del disco con una bocca di pesce [sic !). Sp. Sagartia Dohrnii v. Koch. Sinonimi. — Gephyra Dohrnii sp. n., v. Koch 1878. Gephyra Dohrnii v. Koch., Andres 1880, p. 314. Gephyra Dohrnii v. Koch.,, Marion 1882, p. 384. DESCRIZIONE (t.3, f. 1). — Forma. Base aderente annuliforme (amplectens) in causa dell'abito di star attaccata sulle gorgonie, le isidi, ecc., regolare, molto ampia: secernente una membrana come le Adamsie. Colonna breve, conica, uniforme, liscia delicata, esten- sibile, coperta di muco abbondante. Margine non distinto. Disco largo. Tentacoli re- trattili, numerosi (96), quadricicli (12, 12, 24, 48), entacmei subeguali, piuttosto lunghi, conici, marginali, diretti in fuori ed in hasso. Bocca di solito prominente. Onco schiac- ciato, conico. — Colore. Colonna carnicina, con sei fascie longitudinali più chiare. Margine aranciato. Tentacoli carnicini, uniformi, alla radice aranciati; gl’interni un poco più scuri. Peristoma carnicino, con striscie radiali bianche sottili opache riu- nite a gruppi. Macchie gonidiali non presenti. Faringe aranciato. — Dimensioni pic- cole: diametro basale 0,015; altezza 0”,01. — Giacitura: attaccata, come dissi, alle gorgonie, alle isidi, ed anche agli antipati. VARIETÀ. — Io non so per vero se abbia da parlare di varietà; io credo si tratti piuttosto di modalità individuali. a communis, la testè descritta. 6 rara, macchiettata di bruno a spazzi e punti irregolari, che sono frequenti massime verso l’alto della colonna (su Anthipates, a 50 Mtr. prof., Nisida - Napoli). ANNOTAZIONI. —- Il prof. v. Koch intravvide nella membrana basale un esempio attuale del modo con cui si produsse forse in origine il tronco degli antipati; e il = — 74 — nome Gephyra [yegupa = ponte) appunto indica che l’animale occupa un grado inter- medio di legame tra attiniari ed antipatari. Il legame come egli stesso dice è però solo fisiologico non filogenetico. — Molto simili alla presente sembrano essere le due specie descritte da Moseley (1877, pag. 297-98, t. 45) sotto i nomi di Actinia abyssicola trovata sugli steli di Mopsea ed A. gelatinosa su quelli di Gorgonia; nonchè le altre, raccolte dal Challenger, aventi abito analogo. Ma i dati mancano per determinare posi- tivamente se si tratti di affinità morfologica o solo di parallelismo di funzione. (Vedi avanti: Attiniari incerti). — Simili, e veramente un poco parenti, sono le due Adamsie che secernono pure una membrana basale. — Forse non lontana parente è la Phellia nummus che abita pure acque profonde, secerne abbondante muco solidificabile, ed ha macchie marginali alterne chiare e scure. — Il carattere abbracciante (amplectens) della base ha poca importanza; perchè gli animali talora aderiscono a corpi piatti con la base allargata come un’ altra attinia qualsiasi. Sp. Sagartia pura Ald. Sinonimi. — Actinia pellucida sp. n., Alder 1857, p. 133. — Sagartia pura n. n., Alder 1858, in litt. i Sagartia pellucida Ald., Gosse 1858, p. 415. — Sagartia pura Ald., Gosse 1860, p. 82, t. 3, f. 6. Thoe (Sagartia) pura Ald., Wright Perceval 1858, p. 119. DescrIZIONE. — Forma. Base aderente, piuttosto ampia. Colonna liscia, senza verruche visibili, polposa, cilindrica, tozza. Margine intiero. Tentacoli oltre la tren- tina, tricicli, entacmei; gl’interni lunghi ben due volte il diametro discale, diretti in alto, gli esterni piccoli, diretti in basso. Peristoma leggiermente concavo. Bocca prominente. — Colore. L'animale è quasi affatto incoloro ad eccezione di una certa tendenza ad opacità verso l’apice dei tentacoli. — Dimensioni molto piccole: 0",006 di altezza, 0”,005 di larghezza — Giacitura sopra vecchie conchiglie (Fusus anti- quus) di acque profonde, tra serpule o balani; ed anche su laminarie (Wright Perceval). Annotazioni. — Lo scopritore (Alder) la descrive con l’A. troglodytes nel suo sotto-genere Sagartia; Wright Perceval ed anche Gosse sembrano accettare quest’affi- nità senz'altro (non escludendo però un’ affinità maggiore con le specie pallida, pel- lucida ecc.), ma a me sembra che s’avvicini piuttosto alle Aiptasie (alle quali appunto anche pallida e pellucida si avvicinano). Sp. Sagartia pallida Hold. Sinonimi. — Actinia pallida sp. n., Holdsworth 1855, p. 235, t. 5, f. 4; Milne Edwards 1857, p. 251. Sagartia pallida Holdsw., Gosse 1858, p. 415; Gosse 1860, p. 78, t. 3, f. 4, 5; Hinck 1861, p. 361. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, molto ampia, a contorno ondulato. Co- lonna liscia, senza succiatoi visibili, carnosa, cilindrica, piuttosto elevata. Margine a parapetto basso, intiero. Tentacoli numerosi, quadricicli, entacmei, piuttosto lunghi, snelli, subulati, diretti in alto e gli esterni in fuori. Aconzî emessi dalla bocca con riluttanza. — Colore. Colouna bianchiccio-pellueida rigata per il lungo da linee opache (setti). Tentacoli pure bianchiccio-pellucidi, colla radice abbracciata da due linee turchine che senza toccarsi vanno dal centro del disco al margine. Peristoma bianchiccio-pellucido. — Dimensioni piccole: 0",01 in diametro della colonna, 0”,02 in altezza. — Giacitura sulla roccia entro limiti di marea. VARIETÀ. — « cana, la descritta. (8 rufa, che ha color generale bruniccio-aranciato più o meno intenso. ANNOTAZIONI. — La presente specie viene ammessa sulla fede del Gosse. A. mio avviso essa è piuttosto un’ Aiptasia. — Il Milne-Edwards la vorrebbe mettere nel gen. Paractis. Gen. Nemactis M. Edw. Sinonimi. — Actinia (pars), Dana 1849. Fig. 21. (*) Nemactis, Milne Edwards 1857; Verrill 1868. DESCRIZIONE. — Forma. Base larga. Co- lonna tozza, con cinelidi verso l’alto. Margine munito di tubercoli o vescicole. Tentacoli brevi, tricicli. — Colore, Dimensioni e (Giacitura. Poco noti. SPECIE DESCRITTE. — Finora una ERI ne Bloor cl SAREMO N. primula Dana. ANNOTAZIONI. — Il Milne Edwards comprese in questo genere tre specie; delle quali una è la summenzionata, primo esemplare della primwla del Dana; un’altra è il secondo esemplare della primula stessa, e la terza è una Cribrina del Duchas- saing. Io sopprimo la seconda perchè la sua mancanza di tentacoli, qualora non sia accidentale, la fanno registrare nel genere Anactis; mentre la non accennata presenza Gi aconzî la rendono dubbia fra le Sagartidae. Abolisco la terza perchè dallo sco- pritore non le vengono assegnati i tubercoli marginali; conditio sine qua non della Nemactis qual’ è da me concepita. Sp. Nemactis primula Dana. Sinonimi. — Actinia primula sp. n., Dana 1849, t. 2, f. 12, 16. — Nemactis primula Dana, Milne Edwards 1857, p. 282, t. C. 1, f. 5. Nemactis primula Edw., Verrill 1868, p. 488. DescRIZIONE. — Forma. Base larga. Colonna ampia in basso e in alto. Margine munito di tubercoli. Tentacoli brevi, tricicli, snelli. Bocca prominente. — Colore. Colonna carnea con linee aranciate cupe longitudinali; disco giallo-bruno, tentacoli biavchi alla radice aranciati all’apice; bocca carnea; tubercoli marginali e margine verdi. — Nimensioni. Colonna lunga 0",025, larga/0",025. Tentacoli lunghi 0”,003. — Giacitura. In pozzanghere di marea. (") Nemactis primula Dana (da Milne Edwards 1857, t. C. 1). — 176 — VARIETÀ. — Sembra che sieno molto numerose; già il Dana aveva osservata la gran diversità di colore fra gli esemplari. Mancano tuttavia dati precisi per stabilire in proposito qualche cosa di sicuro. Per ora si possono ammettere le seguenti colo- razioni (notate dal Verrill). a carneo-aurantiaca, la suddescritta. |, {8 roseo-viridis. Colonna rosso-chiara in basso, verde chiara in alto, rigata di sarminio; tentacoli gialli; tubercoli marginali verde-cupi. y rubra. Colonna rossa; tentacoli e tubercoli bianchi, d punctata. Colonna bianca punteggiata di cremisì e sfumata in verde ed in rosso-chiaro, tentacoli bianchi, tubercoli verdi. ANNOTAZIONI. — Intorno alla presenza di aconzî si desiderano migliori infor- mazioni. Sagartidae incertae sedis. Le specie sotto enumerate fanno insorgere dubbî sulla loro posizione, parte per ambiguità di carattere, parte per insufficienza di descrizione. — Si possono disporre come segue: Spettanti al gen. Sagartia Con tentacoli monocicli x PESSUORI! SRP RE NO S. chilensis Less. COLTI ENI TITO NI ta S.rubro-alba Q. & Gaim. CHORTENtacO MAPICICIE NE I .. + S. crispata Verr. CONZLENTACOMRAUAALICICHO A OR ES TI S. ignea Fisch. Appartenenti al gen. Aiptasia Con tentacoli pentacicli POCONENTACMGLERSA I NR IE Ai. erythrochila Fisch. MOLtONENtACMELE A SNA Ai. solifera Les. Con tentacoli tricicli CIACLIdIRINASErIe sUnICA e e O Ai. inula D. & Mich; Cinclidy infiseriosduplice tt... «Reato Ai. tagetes D. & Mich. Ascrivibili al gen. Adamsia n; Con tentacoli pentacicli. Cinclidi in serie usuali . ......... Ad. tricolor Les. Con tentacoli quadricicli Cinclidi in serie usuali . . ......-. 6... Ad. Fischerii,n. n. Cinclidi in molte serie .. ut. Ad. bicolor Les. (CinclidiniserIe UNICA te vs SR o Ad. Egletes D. & Mich. Con tentacoli . . ... ? ? Cinclidi in serie unica... ........% Ad. fusca M. Edw. NondassegnablletadRalcun tgenereli. «get Rei CV N ? prehensa Mob. Sp. Sagartia chilensis Less. î SinoNIMI. — Actinia Chilensis sp. n., Lesson 1830, v. 9, part. 2, div. 2, p. 76, t.2, f. 5; (Diplostephanus) Brandt. 1835, p. 11. — Dysactis chilensis Less., Milne Edwards 1857, p. 262. Nemactis (?) Chilensis Less., Verrill 1868, p. 488. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, regolare. Colonna subconica, solcata ; perforata in alto [almeno dalla figura). Tentacoli gracili, flessuosi monocieli. Peri- stoma piano. Aconzî presenti, lunghi, bianchi. — Colore. Colonna verde chiara con — 177 — strie longitudinali verdi-oscure; tentacoli aurati, peristoma giallo. — Dimensioni. Diametro basale 0%,03; altezza 0",025. — Giacitura. Bassi fondi; fessure delle roccie. AnnuTAZIONI. — L’'autere, Lesson, non parla nè di pori, nè di fili missili; egli in- terpreta quest'ultimi per « tentacules longs, éspacés, filamenteux, blane de neige ». Il Milne-Edwards, pedissequo, non ha opinione. Il Verrill intravvede la natura di aconzî, ma non si pronuncia. Io credo che non si possa esitare, ed annovero la specie fra le Sagartidae. Il genere però resta incerto: non può spettare a Dysactis [Aiptasia] perchè i ten- tacoli (ammesso che i filamenti non sieno tali) sono subeguali; non a Nemactis per- chè mancano i tubercoli marginali. — Altro non v'è che Sagartia. * Sp. Sagartia rubro-alba Q.& Gaim. SINONIMI. — Actinia rubro-alba sp. n.,, Quoy & Gaimard 1833, v. 4. p. 148, t. 10, f. 5; Deshayes in Lam. 1837, p. 546. — Adamsia rubro-alba Q. & G., Milne Edwards 1857, p. 281. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica liscia, tentacoli corti, numerosi mo- nocieli, subeguali. Aconzî presenti. — Colore. Colonna bianca. Tentacoli auranziaci. — Dimensioni piccole, 0",007. — Giacitura, non data. È ANNOTAZIONI. — A giudicare dalla figura l’aspetto generale è di Sagartia ; tanto più che i tentacoli sembrano esser bicicli, alternanti, entacmei. Ma potrebbe essere benissimo anche un’ Aiptasia. Sp. Sagartia crispata Verr. Sinonimi. — Sagartia crispata sp. n., Verrill 1868, p. 484. DESCRIZIONE. — Forma. Base espansa. Colonna subcilindrica, tozza con margine ondulato. Tentacoli numerosi, piccoli, bicicli, entacmei, marginali. Aconzî numerosi, fini, emessi liberamente. — Colore. Colonna bruna, uniforme in alto con linee oli- vastre e macchie bianche in basso; tentacoli interni bruno scuri con punti gialli, bruni e bianchi; tentacoli esterni bruno-chiari con apice bianco: — Dimensioni: Colonna, lungh. 0",025; largh. 0”,013. — Giacitura. Su murici grandi (Phyllonotus). Sp. Sagartia ignea Fisch. Sinonimi. — Sagartia ignea sp. n., Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374; Fischer 1875, p. 6; Fischer 1875, p. 219. DescRIZIONE. — Forma. Colonna molle, liscia, brillante, traslucida; tozza, cilin- drica con margine liscio; cinclidifera, con i cinelidi sui raggi [sic!). Tentacoli nu- merosi quadricicli (12, 12, 24, 48); allungati, subuliformi. — Colore. Colonna varia dal verde-scuro al fulvo chiaro, con raggi [righe] stretti, gialli, verdi, rossi. Peri- stoma talora diviso in quattro quarti, due verdi, due dorati opposti; di solito è uni- forme ed ha macchie rosse verso la periferia, gialle verso il centro. — Dimensioni: 02,012 alla base. — Giacitura. Vive sociale coi Balani e sulle pietre del porto (Arcachon). N I — 178 — ANNOTAZIONI. — Forse, tenuto riguardo dei tentacoli allungati subuliformi, potrebbe essere anche un’Aiptasia; manca tuttavia il carattere entacmeo dei mede- simi, e quello di non retrattibilità; o almeno non sono enunciati. Sp. Aiptasia erythrochila Fisch. SinoNnIMI. — Sagartia erythrochila sp. n., Fischer 1875, p. 220; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374; Fischer 1875, p. 6. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, larsa. Colonna lunga; conica, talora strozzata; striata di traverso e solcata per il lungo. Cinclidi ben distinti oltre il terzo superiore della colonna. Aconzî (che l’autore chiama nematocisti] presenti. Tentacoli numerosi (150 circa), pentacieli (nel primo ciclo interno sono da 9 a 14); graeili, entacmei, diretti in alto; subuliformi. Labbra prominenti, con 10 pieghe. Gonidî non sempre presenti. — Colore. Colonna diafana, biancastra, rosea o rosso-pallida. Ten- tacoli giallo-rosei-pallidi. Labbra rosso-vermiglie. Gonidii rossi. — Dimensioni, [non date). — Giacitura. Sulle pietre nel porto di Arcachon. ANNOTAZIONI. — Ciò che rende precipuamente dubbia la posizione generica della presente, come della successiva, è il non sapere se i tentacoli sieno retrattili o no. Sp. Aiptasia inula D. & Mich. Sinonimi. — Bartholomea inula sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 133, t. 6, fi 15. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica, retrattile, con cinclidi in serie unica trasversale a metà altezza. Tentacoli cilindro-acuminati, tricicli, entacmei molto. — Colore. Bruno variabile su tutto il corpo; sul disco tuttavia può essere anche giallo o ceruleo. — Dimensioni. (Non date]. — Giacitura. Sulle pietre. Annotazioni. — Nell’ insieme, e prescindendo dai cinclidi, la specie rassomiglia all’A. mutabilis. Sp. Aiptasia solifera Les. Sinonimi. — Actinia solifera sp. n., Lesueur 1817, p. 173; Deshayes in Lam. 1837, p. 545. — Paractis solifera Les., Milne Edwards 1857, p. 249. Paractis solifera Les., Duchassaing & Michelotti 1860. — Bartholomea solifera Les., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 133, t. 6, f. 14. DescRIZIOnE. — Forma. Colonna cilindrica, allungata, contrattile, carnosa, striata per il lungo; verso la metà munita di due serie di piccoli cinclidi. Tentacoli lun- ghissimi, diseguali, acuminati; in cinque o sei cicli; entacmei molto prominenti; bene retrattili (sic. — Colore. Rossigno sulla colonna; tentacoli macchiati di bianco; disco con due raggi gonidiali gialli e con areola bianea attorno la bocca. — Dimensioni: 0",10 lunghezza, 0”,015 larghezza. — Giacitura. In vecchie conchiglie, massime di Turbo versicolor. ANNOTAZIONI. — Secondo il Duchassaing i tentacoli sono gialli o bruni, con mac- chie bianche a spirale. — Nella figura esistente i cinelidi banno aspetto di tuber- coli; e gli autori vi accennano aconzî fuoruscenti. — 179 — Sp. Aiptasia tagetes D. & Mich. Sinonimi. — Bartholomea tagetes sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, Ped337 tt (6, E16% DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica, retrattile; con due serie di pori a metà di altezza. Tentacoli cilindro-acuminati, tricicli, entacmei molto. — Colore. Ten- tacoli )rani con macchie scure all’interno. Colonna bruno gialla. Peristoma bianca- stro. — Dimensioni e Giacitura. (Non indicate). Annorazioni. — La figura mostra anche quì molto chiara la fuoruscenza di aconzî dai pori tubercoliformi della colonna. In tutte tre queste specie (A. inula, A. solifera, A. tagetes) vi è una innega- bile somiglianza, per quanto riguarda i cinelidi, con l'A. diaphana; ma per altri caratteri vi è con altre specie (A. mutabilis p. es., ecc.); cosicchè la posizione loro resta incerta. Sp. Adamsia tricolor Les. Sinonimi. — Actinia tricolor sp. n., Lesueur 1817, p. 171.— Adamsia tricolor Les., Milne Edwards 1857, p. 281. Adamsia tricolor Les., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 133. DescrIZIONE. — forma. Base larga; lembo con tubercoli. Colonna molle, car- nosa. Tentacoli diseguali, conici, più brevi del corpo, entacmei, pentacieli. Bocca centrale. — Colore. Colonna aranciata. Tentacoli diafani. Bocca cinta da un circolo azzurro e da uno aranciato. — Dimensioni: 0”,025 di diametro. — Giacitura. Su conchiglie tenute da Paguri. ANNOTAZIONI. — Vi è un passo inintelligibile nella descrizione del Lesueur che io tralasciai: ed è che Ja bocca sarebbe cinta da 4, 5 righe di piccoli tubercoli e da macchie alterne oblunghe brune, ovali, gialle ('). — Se questo non fosse la descri- zione si attaglierebbe in tutto anche all’A. Rondeletii. Sp. Adamsia Fischeri n. n. Sinonimi. — Sagartia pellucida Holl., Fischer 1875, p. 214; Fischer 1875, p. 6; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374. DescRIZIONE. — Forma. Base più larga della colonna. Colonna di consistenza ferma, un poco trasparente, con cinclidi presso la base. Tentacoli anch'essi pellucidi, quadricicli, 12, 12, 24, 48; (negl’individui giovani a due cicli se ne hanno 8 al cielo interno). Bocca prominente. — Colore. Colonna biancastra o giallastra o fulva, con punti sparsi bianchi o rosa e con raggi idem. Cinclidi rosei. Tentacoli con radice zonata di bruno e apice roseo. Peristoma trasparente, a raggi bianchi; con rosa gial- lognola attorno alla bocca. Gonidî indicati. — Dimensioni piccole: 0”,020 d'altezza. — Giacitura. Sulle pietre e sulle conchiglie. (‘) Questo mi fa ricordare che anche lo Spallanzani dove parla dell'A. Rondeletii (Spallanzani 1784, p. 657) ha parole consimili, di significato egualmente oscuro. Cep ANNOTAZIONI. — Per il nome pellucida, introdotto dall’Hollard, la specie potrebbe venir confusa facilmente tanto con l'A. pellucida di Cocks, quanto con VA. pellucida di Alder; entrambe assai diverse (nonchè incompatibili fra loro). Perciò trovo più opportuno il nome Fischeri. — La posizione limbale dei cinelidi, e la ferma con- sistenza della colonna fanno intravedere un’Adamsia. Sp. Adamsia bicolor Les. Sinonimi. — Actinia bicolor sp. n., Lesueur 1817, p. 171. — Cereus hi- color Les., Milne Edwards 1857, p. 573. DescRIZIONE. — Forma. Base espansa, con lembo tubercolato a molte serie. Co- lonna carnosa, molle. Tentacoli diseguali, entacmei, quadricicli. — Colore: sul corpo è diviso per il lungo da striscie brune e bianche; sui tentacoli presenta una riga di punti bianchi; sulla bocca è rossigno. — Dimensioni. Altezza da 0”,009 a 07,010. — Giacitura. Attaccata a conchiglie. ANNOTAZIONI. — In certo qual modo sembra affine all’ A. tricolor Les., ma il carattere del lembo a tubercoli pluriseriali la distacca. Per lo stesso diversifica dalle restanti Adamsie. Sp. Adamsia egletes D. & Mich. Sinonimi. — Adamsia Egletes sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 134, UMORE DEscRIZIONE. — Forma. Base ampia, dilatata. Colonna con serie limbale di pori. Tentacoli numerosissimi, quadricicli o quinquecicli, cilindrico-acuminati ; entacmei di poco. — olore. Colonna aranciata a striscie longitudinali chiare e scure. Tentacoli trasparenti, annulati di violetto. Labbro aranciato. — Dimensioni. [Non indicate]. — Giacitura. Sopra conchiglie o sulla corazza di certi granchi (Pericera cornuta). Annotazioni. — La forma della colonna viene dagli autori trascurata; nè dalla figura è dato rilevare quale sia, perchè vi si rappresenta soltanto l’ onco; un onco molto appiattito. Sp. Adamsia fusca M. Edw. Sinonimi. — Actinia fusco-rubra var., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 145, t. 11, f. 8. — Adamsia fusca n. n., Milne Edwards 1857, p. 281. DescRIZIONE. — Forma. Colonna tozza, piuttosto conica, munita di tubercoli cinelidiferi in serie unica limbale, distanti. Colore. Colonna giallastra percorsa da striscie e macchie longitudinali rosso-sanguigne con strie sottili rossastre ondulate, intermedie. — Dimensioni e Giacitura non indicate. ANNOTAZIONI. — Dalla figura sembra realmente un’Adamsia ed è ora da rimpian- gere che la descrizione sia incompleta. — Gli autori, Q. & Gaim., la considerarono semplice varietà della fusco-rubra (ibid. f. 7), ma la differenza era troppo notevole perchè ciò fosse, ed il Milne Edwards ne fece quindi (con senno) una nuova spécie. — 181 — Sp. Sagartia prehensa Mòb. Sinonimi. — Actinia prehensa sp. n., Mobius, 1880. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna varia, munita di aconzii. — Colore. Colonna rossiccia, tentacoli giallognoli. — Dimensioni piccole. — Giacitura. Vive tra le chele di Melia tessellata, decapode dell’isola Mauritius. Sagartidae dubiae. Per le seguenti specie manca l’enunciazione del carattere fondamentale di fami- glia; e si ascrivono (dubitativamente) alla medesima solo in considerazione dell'aspetto generale risultante dalle figure 0, dove queste mancano, dalle descrizioni. — Vennero ordinate secondo i generi, ai quali più rassomigliano. Sp. Actinoloba achates Dana. Sinonimi. — Actinia achates sp. n., Dana 1840, t. 3, f. 28. — Metri- dium achates Dana, Milne Edwards 1857, p. 254. DescRIZIONE. — Forma. Colonna elevata, subcilindrica liscia. Disco sinuoso lo- bato. Tentacoli numerosi, brevissimi, tricicli. — Colore. Colonna ocraceo-chiara. Disco bruno-salmone. Tentacoli purpureo-pallidi.— Dimensioni e Giacitura in acque profonde. Sp. Heliactis alba Cocks. Sinonimi. — Actinia alba sp. n., Cocks in Johnston 1847, p. 217, t. 37, f. 4-7. — Actinia alba Cocks, Cocks 1851, p. 6; Landsborough 1852, p. 245.— Cereus albus Johns., Milne Edwards 1857, p. 270. Actinia alba Cocks Jordan 1855, p. 83; Milne Edwards 1857, p. 251. — Bunodes alba n.n., Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 29. DESCRIZIONE. — Forma. Base ovale. Colonna striata per il lungo, tozza in espan- sione; piatta, nummiforme, quasi incrostante in contrazione. Tentacoli snelli, a tre o quattro cicli. — Colore. Colonna bianco-pellucida percorsa da linee bianche-opache, longitudinali. Tentacoli bianchi con annelli scuri. Peristoma radiato, bianco verso il centro, giallo alla periferia.— Dimensioni piccole: altezza 0”,015, lunghezza 0",006.— Giacitura: nei crepacci delle roccie. ANNOTAZIONI. — L'insieme della descrizione, quale è tolto dal Jordan, rammenta taluna delle varietà di Aiptasia lacerata. Seguendo invece il Cocks (secondo cui ai caratteri precedenti dovrebbesi aggiungere quello di tre serie di tubercoli nella parte superiore della colonna) pare che la specie appartenga al gen. Heliactis od al gen. Cylista. Ad ogni modo è specie tanto dubbia che anche il Gosse (1860) la lasciò cadere. Sp. Heliactis farcimen Brandt. Sinonimi. — Actinia (Polystephanus, Entacmaea, n. 4 Mertens) farcimen sp.n., Brandt 1835, p.12. — Actinia farcimen Br., Milne Edwards 1857, p. 289. Descrizione. — Forma. Colonna cilindrica, allungata. Disco lobato. Tentacoli numerosissimi, cilindrici, conico-filiformi, acuminati; gli esterni piccolissimi, gl’interni — 182 — assai più lunghi. — Colore. Colonna nella parte inferiore giallo-bruna con linee rosso brune, nella parte superiore bianca. Tentacoli bianchi. — Dimensioni e Giacitura non date. Sp. Heliactis brevicornis Stud. Sinonimi. — Cereus brevicornis sp. n., Studer 1878, p. 542, t. 4, f. 14. DescRIZIONE.— Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, in espansione ottusa, ru- gosa in contrazione; pelle che cade a brandelli; pori sparsi irregolarmente. Disco rotondo, non più ampio della colonna, coperto da tentacoli fino a metà del raggio. Tentacoli assai numerosi, esacicli, brevi, conici, strozzati alla radice, entacmei. — (Colore. Rosso-rosa- scuro sulla colonna, giallo-rossigno sul disco; tentacoli colorati in dodici gruppi al- terni, sei gialli e sei violetti. — Dimensioni: 0,046 di altezza, 07,025 larghezza. — Giacitura. Tre esemplari attaccati a Xenophora digitata v. Mart. ANNOTAZIONI. — L'aspetto sembra essere di Heliactis; e tale la indica il nu- mero rilevante di tentacoli; ma vi osta la forma strozzata di ciascuno. Sp. Cylista impatiens Dana. SinoNiMI. — Actinia impatiens sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 18. — Pa- ractis impatiens Dana, Milne Edwards & Haime 1851, p. 8; Milne Edwards 1857, p. 248. Sagartia impatiens Couth., Verrill 1868, p. 483. DescRIZIONE. — Forma. Base dilatata. Colonna quasi cilindrica, allungata pie- ghevole, molto estensibile; liscia benchè un po’ corrugata. Tentacoli subeguali, forti, subulati, bicieli. Bocca prominente con otto lobi interni. — Colore. Colonna carni- cina, tessellata di verde verso il sommo; tentacoli cremisì; peristoma del pari; bocca giallo-pallida. — Dimensioni. Colonna lungh. 0”,040; largh. 0",025. — CGiacitura. Nei crepacci delle roccie e nelle pozzanghere di marea. ANNOTAZIONI. — Nella porzione superiore della colonna esistono delle verru- che, le quali benchè nel testo non si menzionino, trovansi disegnate nella fig. 18, @ del Dana. Ciò nullameno è ancora incerto a qual genere la specie debba venire ascritta; incerto persino se spetti alle Sagartidae: perchè, sebbene il Verrill la chiami Sagartia, nessuno finora ne citò i cinelidi o gli aconzî. Se iò l’annovero (dubitativa- mente tuttavia) in questa sottofamiglia ciò accade parte sulla fede del Verrill, parte in vista delle verruche [le quali pajono essere vere verruche e non tubercoli]. Sp. Aiptasia nivea Less. SinoNIMI. — Actinia nivea sp. n., Lesson 1830, vol. 2, part. 2, div. 2, p. 81, t. 3, f. 8 abbb. — (Diplostephanus) Brandt 1835, p. 10; Milne Edwards 1857, p. 247. Sagartia nivea Less., Verrill 1868, p. 485; [non Gosse 1860). DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente larga. Colonna mutevole, subeonico-cilin- drica o a forma di vaso, rinvaginabile, liscia; solcata per lungo. Tentacoli numerosi, af- follati al margine, lunghi e sottili. Peristoma piano. Bocca piccola, oblunga con pieghe — 1839 — gonidiali semilunari. — Colore. In generale candido con sfumature cilestrine e punteg- giature brune. Sul peristoma vi sono quattro linee radiali oscure che convergono due a due ai gonidii. — Dimensioni. Colonna lunga da 0”,025 a 0"%,03; larga da 0",012 a 0”,020; tentacoli lunghi da 0",006 a 0”,010.— Giacitura. Sui pali sommersi dei porti, sulle chiglie di vecchie navi, fra le Discinae ed i Balani. Molto frequente. ANNOTAZIONI. — L'aspetto generale (per quanto puossi giudicare dalle figure e dal testo del Lesson), la mutabilità di forma e la giacitura di questa spacie fanno ri- cordare l'A. diaphana in modo evidentissimo; e identica impressione si ha dalla de scrizione del Verrill. Tanto dal primo autore che dall’altro non viene tuttavia accennato con precisione se vi sieno cinclidi ed aconzî o se manchino; perciò la posizione della specie resta dubbia persino rispetto alla subfamiglia. Sp. Aiptasia Agassizii n. n. Sinonimi. — Actinia pallida sp. n., Agassiz 1849, M. S. (da Vertill). Dysactis pallida Agas., Verrill 1862, p. 26; Verrill 1863, p. 57. DESCRIZIONE. — Forma. Base stretta. Colonna talora allungata, snella, tal altra corta, tozza; sempre solcata per il lungo. Disco piatto, largo, con bocca lineare cinta (negli esemplari alcoolici) da dodici piccoli lobi e dotata di due profonde incisure gonidiali. Tentacoli numerosi triclici (12, 12, 24?) entacmei, interni 12! grandi fles- sibili, esterni molto piccoli. — Colore. Bruno-giallo nella colonna, con strie chiare; bruno-giallo uniforme, delicato nel disco, con rosa boccale chiara; bruno-giallo più delicato nei tentacoli, con macchia basale bianca per gl’interni e altre macchie bianche e nere alternanti sul fusto. — Dimensioni. Lunghezza 0",032; larghezza 0”,012. — Giacitura, [non indicata). ANNOTAZIONI. — Di questa specie non venne pubblicato alcun disegno; finora ne esiste solo uno inedito dell’Agassiz L. — La presenza degli aconzî è ammessa dal Verrill solo in base a questo disegno; e perciò è abbastanza incerta. Io non so quanto sia attendibile il carattere di solcature sulla colonna; certo è che senza di esso la presente, come già la nivea del Lesson, (ammessi gli aconzî ed i tentacoli retrat- tili) si dovrebbe fondere con l'A. diaphana, o con l'A. saxicola. Sp. Aiptasia rhodora Dana. Sinonimi. — Actinia rhodora sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 07. — Dysactis rhodora Dana, Milne Edwards 1857, p. 263. DESCRIZIONE. — Forma. Base lobata. Colonna corta liscia. Tentacoli subulati, entacmei, gl’interni molto più lunghi degli esterni. Peristoma radiato, con bocca pro- minente, a sei lobi. — Colore. Colonna rossa brillante con linee verticali pallide. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate. Sp. Aiptasia mimosa D. & Mich. Sinonimi. — Dysactis mimosa sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866 p. 123, t.05, f. 12. DescRIZIONE. — forma. Colonna cilindrica grande. Disco mediocre. Tenta- coli 50-60; tricicli, cilindro-acuti; gl’interni tre volte più grandi degli esterni. — — 184 — Colore. Disco rosso-nero; tentacoli giallo-rossi — Limensioni. Colonna lunga 0,015. — Giacitura. Sulle pietre. ANNOTAZIONI. — L'aspetto esterno e specialmente la disuguaglianza dei tentacoli mi fanno ascrivere tanto questa specie quanto la precedente alle Aiptasie; per l’una e per l’altra manca tuttavia l'esplicita dichiarazione della presenza di aconzî. Sp. Aiptasia annulata Les. Sinonimi. — Actinia annulata sp. n., Lesueur 1817, p. 172; Deshayes in Lam. 1837, p. 545; Dysactis annulata Les., Milne Edwards 1857, p. 262. DEscRIZIONE. —- l'orma. Colonna tubulosa, lunga diritta ; contrattile, variiforme. Disco ristretto. Tentacoli acuminati, entacmei, nei cicli interni sono 6-8; annulati da macchie bianche e rilevate. — Colore, bianco, nullo, diafano. — Dimensioni: da 0”,05 a 0”,07 in lunghezza; da 0”,0003 a 0”,004 in diametro. — Giacitura. Nelle cavità di rocce madreporiche. ANNOTAZIONI. — Questa specie è ancora più dubbia delle precedenti, perchè manca di figura. Sp. Aiptasia minuta Ver. SINONIMI. — Dysactis minuta Ver., Verrill 1865, p, 50, t. 1, f. 4. DESCRIZIONE. — Forma. Base larga, aderente. Colonna tozza. Tentacoli non molto numerosi, assai Junghi, sottili, flessuosi, ripiegati in fuori ed in basso. — Colore bruniccio con corpo bianco [sic!] — Dimensioni. Colonna lunga 0",01; larga 03,01; tentacoli lunghi 07,015. — Giacitura [non indicata). AnnoTAZIONI. — Nel testo del Verrill viene detto soltanto: « Natural size; color brownish, body whyte »; e la presente descrizione fu eseguita da me sulla figura [del resto meschina], che egli ne dà. Anche per questa specie vale la nota addotta per le precedenti (vedi A. mimosa pag. 183). Sp. Sagartia nymphaea Dana. SinoNIMI. — Actinia nymphaea sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 33. — Pa- ractis nymphaea Dana, Milne Edwards 1857, p. 252. — Sagartia (?) nym- phaea Drayt., Verrill 1868, p. 486. DescrIZIONE. — Forma. Base ampia con lembo crenulato. Colonna ristretta nel mezzo, con linee longitudinali (conico-troncata in contrazione). Tentacoli tricicli, snelli. Bocca prominente. — Colore. Colonna bianchiccia, con linee longitudinali ocracee; tentacoli gialli; disco porporino-pallido. — Dimensioni: Colonna lunga 0",017; dia- metro discale 0”,025. — Giacitura, non data. Sp. Sagartia radiata Ver. Sinontmi. — Sagartia radiata Ver., Verrill 1865, p. 50, t. 1, f. 5. DescRIZIONE. — Forma. Base ampia, aderente. Colonna [in contrazione] conico piatta. Tentacoli conico-subulati, scarsi. — Colore. Colonna a striscie longitudinali brune e biancastre. — Dimensioni. Base larga 0",02; tentacoli lunghi 0,02. — Giacitura. Sopra conchiglie. — 185 — AnnOTAZIONI. — Il Verrill indica solo il colore e la località; il resto lo dedussi io dalla figura. Sp. Sagartia modesta Verr. Sinonimi. — Sagartia modesta sp. n., Verrill 1866, p. 337; Dana 1872, p. 23 unica. DescRIZIONE. — Forma. Base larga, aderente con forza. Colonna cilindrica, a pareti grosse non trasparenti; spesso in semicontrazione munita di una piega circolare poco al dissotto del margine. Disco ampio. Tentacoli circa sessanta, marginali, abbastanza snelli, acuminati, brevi più del disco. Bocca con circa 18 lobi piccoli, prominenti. — Colore. Grigio pallido ovunque; sui tentacoli ornato da macchie bianche e da due striscie laterali che si allargano a metà del fusto ed alla radice tanto quasi da cin- gere ad annello il tentacolo; sul disco sfumato in giallo-bianchiccio con raggi oscuri. — Dimensioni. Colonna lunga 0%,064, larga 0,016. — Giacitura. Sotto le pietre, a poca profondità. ANNOTAZIONI. — La specie è notevole per la piega torqueiforme della colonna, che l’avvicina in certo modo all’A. dianthus ed alla Ph. torquata; nulla di preciso puossi però asserire in proposito sia perchè non vi si fa menzione di cinelidi e di aconzî, sia perchè nei restanti caratteri non la si stacca da qualsiasi altra attinia. La descrizione suesposta è quella del Verrill. Il Dana ha una figura, tolta da un pro- prio disegno inedito del 1852, nella quale i tentacoli sono corti, conici, entacmei, grossi [anzichè snelli|. Sp. Sagartia Verrillii n. n. Sinonimi. — Actinia bicolor sp. n., Lesson 1830, vol. 2, part. 2, div. 2, p. 78, t. 3, £.3.— (Diplostephanus) Brandt 1835, p. 10; Milne Edwards 1857, p. 246. Sagartia Lessonii n. n.,, Verrill 1868, p. 486. DescrIzIONnE. — Forma. Base discoidale, ampia, aderente. Colonna elevata, conica a rovescio, liscia. Margine grosso. Tentacoli assai numerosi, folti, bicicli, gracili, acuminati, subeguali, marginali. Peristoma piano, radiato. — Colore. Colonna bianca, tentacoli verdi-smeraldo, peristoma verde-chiaro. — Dimensioni: diametro 0”,01, lun- ghezza 0”,03, tentacoli 0,01. — Giacitura. Comune sulle pietre. Annorazioni. — La figura unica che esiste è piuttosto meschina e mostra il faringe in protrusione; basta tuttavia per mostrare che la specie non coincide con l'A. nivea come vorrebbe il Verrill — Il nome bicolor essendo già stato usato dal Lesueur venne opportunamente cambiato in Lessonii dal Verrill; ma per sventura esiste un’altra specie Lessonii, quella del Duchassaing 1850, epperciò esso pure deve ca- dere. — Io lo sostituisco con Verrillii. Sp. Sagartia Bradleyi Verr. Sinonimi. — Sagartia Bradeleyi sp. n., Verrill 1868, p. 484. Descrizione. — Forma. Colonna breve, solcata per il lungo. Tentacoli lunghi quanto il diametro discale, marginali, subeguali-entacmei, tricicli (12, 12, 24 ?| ottusi. — Colore. Colonna verde-bruna; tentacoli id., gli esterni più chiari. In altri 24 — 186 — esemplari (presupposti di egual specie| si ha: colonna carnicina oliva, tentacoli bruni con radice bianca o gialla e con macchie bianche o gialle sul fusto. — Dimensioni. Colonna lunga 0",009. — Giacitura. Tra le pietre a mezza marea. AnnoTAZIONI. — La presente specie mi sembra fondata dal Verrill con una certa leggierezza; in quanto viene caratterizzata solo da modalità esterne e queste sono dedotte solo dalla ispezione di preparati alcoolici. Sp. Sagartia panamensis Verr. Sinonimi. — Sagartia panamensis sp. n., Verrill 1868, p. 484. DescrIZIone. — Forma. Colonna estensibile, delicata, transIucida. Tentacoli mar- ginali. — Colore. Colonna carnicina; tentacoli annulati di bruno e bianco. — Dimen- sioni. [Non date]. — Giacitura. Sulli scogli a mezza marea. ANNOTAZIONI. — Descrizione insufficientissima, tanto più che è senza figura. La specie si dovrebbe forse più opportunamente rigettare. Sp. Sagartia carcinophila Verr. Sinonimi. — Sagartia carcinophila sp. n., Verrill 1868, p. 484. DESCRIZIONE. — Forma. Base espansa. Colonna cilindrica, subcilindrica, (contraibile in un disco piatto). Tentacoli brevi, bi- o tricicli, marginali. — Colore. Colonna olivaceo-bruna con 24 linee bianche longitudinali, che verso il lembo accolgono per pajo due altre lineette negl’ interspazi; tentacoli olivaceo-bruni-chiari con due mac- chie verdi all’apice. — Dimensioni. Colonna lunga 0,025, larga 0",013. — Giaci- tura. Sul guscio di un granchio (Hepatella amica Smith). Sp. Sagartia expansa Stimp. Sinonimi. — Cancrisocia expansa Stimp., Dana 1872, p. 24 (fig. nel testo). DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, molto ampia, con lembo ondulato. Co- lonna tozza, conica; solcata per lungo. Tentacoli numerosi, snelli, acuminati,: bici- cli [?]. Peristoma piano, liscio. Bocca larga, — Colore. [Non indicato]. — Dimensioni. Colonna alta 0”,04; larga 0,02; tentacoli 0”,03. — Giacitura. Sul dorso della Do- rippe facchino. ANNOTAZIONI. — Questa descrizione è fatta da me sulla figura del Dana, la quale è tolta da una communicazione del Verrill. Figura e communicazioni originali. si trovano secondo il Dana nei Proceedings ofthe Essex Institute; io non ve le potei rinvenire. Sp. Sagartia hastata Werc. P. Sinonimi. — Sagartia hastata sp. n., Wright Perceval 1859, p. 118; Gosse 1860, p. 354. DESCRIZIONE. — Forma. Base mediocre, aderente. Colonna tozza, liscia. Tentacoli numerosi in cinque o sei cicli, marginali, subeguali, conici, brevi, affollati. Peristoma concavo; bocca prominente; labbra tumide, crenulate. — (Colore. Colonna bruna o rosea. Tentacoli bruno-pallidi, con due macchie trasversali presso la radice e con apice translucido. Peristoma eguale alla colonna; labbra aranciate o rosse-mattone.— Dimensioni. Colonna lunga circa 0",025; larga lo stesso. — Giacitura. (Non indicata). — 187 — ANNOTAZIONI. — Il Gosse cita la presente specie fra le incerte, esprimendo però l’opinione che possa appartenere al gen. Sagartia, ed alla suddivisione Thoe di questo. Sp. Nemactis lineolata Dana. Sinonimi. — Actinia lineolata sp. n., Dana 1846, p. 137, t. 3, f. 22. — Paractis lineolata D., Milne Edwards 1857, p. 248. Sagartia lineolata Drayt., Verrill 1868, p. 483. DescRIZIONE. — Forma. Colonna (non bene espansa), conica, depressa, liscia. Tentacoli lunghi, subeguali, 24, bicicli, robusti. Disco piccolo, raggiato. — Colore. Colonna oeraceo-pallida con numerose linee longitudinali gialle-ambra, larghe e strette, alternanti (una larga per due strette); tentacoli carnicini; disco purpureo-bruno con raggi carnicini. — Dimensioni. Colonna larga da 0”,013 a 0",039. — Giacitura. Su piccole pietre appena sotto il limite di bassa marea. Avnnorazioni. — Nella descrizione tanto il Dana quanto il Verrill non accen- nano all’esistenza di tubercoli marginali; eppure dalla figura appaiono realmente pre- senti. Ammesso quindi che la specie possegga cinelidi ed aconzî, il che non è pro- vato malgrado il nome Sagartia datole dal Verrill, essa dovrebbe spettare al genere Nemactis. Sp. Nemactis rubus Drayt. Sinonimi. — Actinia rubus sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 34. — Paractis rubus Dana, Milne Edwards 1857, p.249. — Sagartia (8) rubus Drayt., Ver- rill 1868, p. 487. DESCRIZIONE. — Forma. Base ampia, a lembo crenato. Colonna ristretta a metà con linee longitudinali interrotte. Tentacoli brevi, bicicli. — Colore. Colonna cinereo bruna con linee grigie punteggiate; tentacoli bianchi; disco purpureo; bocca bianca. — Dimensioni. Lunghezza della colonna 0”,019; diametro discale 0”,025; lunghezza dei tentacoli 0”,005. — Giacitura, {non indicata). AnnorTazioNI. — Dalla figura del Dana sembra che vi sieno dei tubercoli marginali ; in questo caso la specie non sarebbe di certo una Paractis come vuole il Milne-Edwards, ma forse una Nemactis. — Secondo il Verrill ha grande affinità con la nymphaea [vedi p. 184). Subfam. ACTINIDAE Actiniae generis pars, Blainville 1830, Ehrenberg 1834, Delle Chiaje 1841. Actinines vulgaires, Milne Edwards 1857 (toltine i generi Capnea, Co- rynactis, Heteractis, Melactis, Paractis). Actiniadae, Gosse 1858. Actiniadae et Antheadae, Gosse 1860 (toltone il genere Aiptasia). Actininae subfam. et Antheidae, Verrill 1862. Actininae, Verrill 1866, 68 (toltine i gen. Corynactis, Aiptasia, e Paractis). Actinidae, Andres 1880 (toltone il genere Paractis). Forma. Base larga, quasi sempre aderente con forza. Colonna liscia, viscosa, polposa, senza tubercoli, ma però talora perforata verso l’alto. Margine con tuber- coli \acroragi]. Tentacoli perforati conico-acuminati o cilindrico-acuminati, ora retrat- tili ora no. — Aconzî mancanti. — Gonidî non molto sviluppati. -— Colore vario; in — 188 — un genere molto ricco e vivace. — Dimensioni pure molto varie. — Giacitura. Sulle pietre; non mai nella sabbia. Actinidae certae a tentacoli brevi retrattili . ...........00.- Actimia Browne. — 4. equina Linn., A. Cari D. Ch. a tentacoli lunghi non retrattili . . ......... Amemonia Risso.— A. sul- cata Penn., A. Contarinii Hell.. A. Milne Edwardsti n. n. Actinidae dubiae . . .........0 000 A. edulis Riss., A. depressaDuch., A. erythrosoma Ehx., A.adhaerens Ehr., A. Hemprichii Ehr., A. ery- stallina Ehr. Questa subfamiglia non è molto naturale, ed un indizio lo si ha nei tentativi fatti di stabilire ciascuno dei due generi in gruppo indipendente. Nè la mancanza d’omogeneità le viene tolta col separarne il gen. Paractis; si ha un elemento di meno, ma non si accresce l’affinità dei rimanenti. — Malgrado ciò è tuttavia più opportuno il conservarla nella forma attuale che il scinderla. I due membri sono riuniti, se non altro da due hei caratteri: dalla collana di tubercoli marginali e dalla semplicità della colonna. Gen. Aetinia Browne. Sinonimi. — Urtica (pars), Belon, Rondelet, Gesner, Aldovrandi, ete. Priapus (pars), Linnaeus 1758, Baster 1762, Forskàl 1776. Hydra (pars), Gaertner 1762, Gmelin 1788. Actinia (pars), Linnaeus 1767, Ellis 1767, Miller 1776, Pennant 1777, Ellis & Solander 1786, Gmelin 1788, Cuvier 1798, Oken 1815, ete. Actinia, Milne Edwards 1857, Gosse 1860, Verrill 1862, Klunzinger 1877, Andres 1880. Fig. 22. (*) CARATTERI. — Forma. Base ampia; ; ) aderente con forza. Colonna tozza, gib- bosa, liscia, perforata verso l’alto. Mar- gine ornato da una collana di tubercoli o vescicole cnidifere. Tentacoli brevi, numerosi, marginali, conici. Bocca spesso prominente. Gonidî poco pronunciati. — Aconzî mancanti. Onco basso. — Colore vario, sovente vivacissimo rosso 0 ver- de.— Dimensioni mediocri; di circa 0”,04 in diametro. — Giacitura sulle pietre sempre; e per lo più sulle pareti verti- cali o sulla superficie inferiore. SPECIE DESCRITTE.—Acti- niae a corpo molto polposo ed ONCOREmISFErIOO se «en-\ «ted A.equina Linn. Actiniae a corpo meno pol- poso ed onco piatto . ..... A. Cari D. Ch. (*) Aclinia equina Lin. (figura originale). Cero — Annotazioni. — La distinzione fra le due specie è molto leggiera; e direi quasi che sia più fittizia che reale. Ma le condizioni peculiari di questo genere la rendono press’ a poco necessaria; ed io introducendola (o se meglio si vuole, conservandola) spero di mettere un poco d’ordine fra i numerosi ed imbrogliati sinonimi, ed intendo evitare la suddivisione minuziosa di varietà in subvarietà o sottosubvarietà. Nel suo complesso il genere sembra avvicinarsi alle Sagartidae con l’intermedio del gen. Nemactis. Esso infatti è Nemactis privo di aconzî; ne ha la colonna liscia, i tuber- coli marginali e persino i pori nella parte superiore. Da un'altro lato si accosta alle Bunodidae. — Il vocabolo Actinia venne usato per la prima volta dal Browne fino dal 1756 e generalizzato nella scienza dal Linneo nel 1767 (veggasi Introdu- zione); tuttavia solo in tempi molto recenti ebbe applicazione precisa al genere hen definito, presente. Sp. Actinia equina Lin. SINONIMI. — (1°). — Urtica marina, Bellonius 1558. — Urtica expli- cata et U. contracta Bellonii, Aldrovandi 1606, p. 568. — Urtica maior et U. minor, Jonston 1650, p. 73, t. 18. — Actinia sp. 2°, Hill 1773, t. 5. — Medusa sp. 2°, Hill 1773, t. 5. Urtica parva, Rondelet 1554, lib. 17°, cap. 15, p. 528. — Urtica 1° seu parva Rondeletii, Gesnerus 1560. — Urtica parva Rondeletii, Al- drovandus 1606, p. 567. — Urtica parva Rond., Jonston 1650, p. 73, t. 18. — Medusa sp. I°. Hill, t. 5. Hydra disciflora margine tuberculato, Gaertner 1762, p. 75, p. 83, US rn Da Urtica v. Medusa haemisphaerica, Dana 1766. — Actinia hemi- sphaerica, Pennant 1812, p. 104. Anémone de la première éspèce, Dicquemare 1773, p. 861, t. 8, f. 1-3. — Première éspèce d’anémones, Anonimo 1781, p. 204. (2°). — Actinia equina, Linneo 1766-68, p. 1088; Miiller 1776; Bru- guière 1789, t. 73, f. 3; Pennant 1812, p. 106; Cuvier 1830, p. 292; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325; Milne Edwards in Cuvier 1849, t. 62, f. 3; Milne Edwards & Haime 1851, p. 8; Milne Edwards 1857, p. 238; Gervais & Van Beneden 1859. Actinia equina Linn., Templeton 1836, p. 303. Actinia equina auct., Martens 1838. Actinia equina Edw., Grube 1864, p. 106; Grube 1873, p. 25. Actinia equina Linn., Heller 1868, p. 11. \ Actinia equina Linn, Van Beneden 1866, p. 193. Actinia equina Linn, Fischer 1875, p. 206; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 373; Fischer 1875, p. 5. Actinia equina Linn., Jourdan 1880, p. 26. Actinia equina Linn., Andres 1880, p. 310. — 190 — (3°). — Actinia mesembryanthemum sp. n., Ellis & Solander 1786, p. 4. — Hydra Mesembryanthemum, Gmelin 1788-93, p. 3868. Actinia Mesembryanthemum Ell., Rapp. 1829, p. 52, t. 2, fi. 1 — Actinia mesembryanthemum EIl., (Tristephanus), Brandt 1835, p. 11. Actinia Mesembryanthemum, Johnston 1835, p. 81, f. 12; Couch 1838, p. 74, t. 14, f. 1; Johnston 1847, p. 210, t. 36, f. 1-3, text f. 45; Landsborough 1852, p. 242, t. 13, f. 45. Actinia Mesembryanthemum EIl., Grube 1840, p. 10; Grube 1861, p- 67, e p. 131. Actinia Mesembryanthemum, Hassal 1841, p. 285. Actinia mesembryanthemum Ell., Thompson 1843, p. 284; Thompson 1856; Thompson 1858, p. 232. Actinia mesembryanthemum (equina), Dalyell 1848, vol. 1, p. 203, Ue Cip e o 2 eh eo e doro Actinia mesembryanthemum Cocks 1851, p. 5, t. 1, f. 7, 11, 15. Actinia mesembryanthemum El, Sars 1851, p. 144; Sars 1857, p. 32. Actinia mesembryanthemum, Gosse 1854, t. 2; Gosse 1855, p. 295; Gosse 1855, p. 30, f. 43; Gosse 1856, p. 370; Gosse 1858, p. 417; Gosse 1860, PAlTo tro EI ZE PH neck 6,1p 3627 Actinia Mesembryanthemum, Jordan 1855, p. 82. Actinia mesembryanthemum, Tugwell 1856, p. 52, 98. Actinia mesembryanthemum Ell., Alder 1857, p. 133. Actinia mesembryanthemum Ell., Wright Perceval 1858, p. 121. Actinia mesembryanthemum Ell., Danielssen 1859, p. 45. Actinia mesembryarthemum Ell., Johnson 1861, p. 301; Johnson 1862, p. 180. Actinia mesembryanthemum, Normann 1866, p. 199; Normann 1868, p. 318; Leslie & Herdman 1881, p. 62. (4°). — Actinia Isacmaea crassicornis E., (Urticina), Ehrenberg 1834, p.33. — Actinia crassicornis Ehr., Lamark 1837, p. 540. Braunrothe Seenessel, Oken 1835, vol. 2, part. 1, p. 166. Actinia zonata sp. n., Rathke 1836, p. 430. Actinia exundans Holl., Hollard 1854, p. 630. (5°).— Priapus ruber sp.n., Forskal 1775, p.101,t.27.f.a.— Actinia rubra, Bruguière 1789, n. 12, t. 72, f. 7. — Actinia rubra Forsk., Blain- ville 1830, p. 292. — Actinia rubra Ren. Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 825. — Actinia rubra Forsk., Lamark 1837, p. 541. — Actinia Forskaeli n. n., Milne Edwards 1857, p. 241. Actinia rubra Brug., Delle Chiaje 1825, v. 2, p. 233; Delle Chiaje 1841, VAlA: pol 26:0v.15) N M138, 050 oe Actinia rubra auct., Gravenhorst 1831, p. 119. Actinia rubra, Sars, p. 3. — 191 — Actinia rubra Brug., Contarini 1844, p. 79, t. 3, f. a, b, c. Actinia rubra sp. n., Cavolini 1853, p. 270. Actinia rubra Brug., Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. Actinia corallina sp. n., Risso 1826, p. 285. — Actinia corallina Ris., Blainville 1830, p. 292. Actinia corallina, Guérin 1869, t. 11, f. 1. Actinia chiococca sp. n., Cocks 1851, p. 5, t. 1, f. 14; Johnston 1847, p. 214, t. 36, f. 4, 6; Landsborough 1852, p. 243; Milne Edwards 1857, p. 241. Actinia chiococca, Gosse 1855, p. 295; Gosse 1855, p. 30. Actinia cerasum, Dalyell 1848, v. 1, p. 219, t. 46, f. 1, 4, 5; Milne Edwards 1857, p. 241. Actinia tabella sp. n., Dana 1849, t. 2, f.9; Milne Edwards 1857, p. 242. (G°). — Actinia fragacea, (A. mesembryanthemum), Tugwell 1856, p. 53, 98, t. 5. (7°). —Actinia rufa, Miiller 1788, v. 1, p.23, t. 23; Gmelin 1788-93, p. 3131; Davies Hugh in Pennant 1812, p. 105; Cuvier 1816, p. 249; Rapp 1829, p. 53. — Actinia Entacmaea rufa, Ehrenberg 1834, p. 36. — Actinia rufa Mill. Lamark 1837, p. 540. Actinia margaritifera sp. n., Templeton 1836, p. 304, f. 50; Thompson 1843, p. 284; Cocks 1851, p. 5; Thompson 1856; Johnston 1847, p. 213, text. f. 46; Landsborough 1852, p. 243; Milne Edwards 1857, p. 240. Actinia margaritifera Temp., Gosse 1855, p. 295; Gosse 1855, p. 30; Gosse 1858, p. 417. Actinia margaritifera Templ., Tugwell 1856, p. 53, 98, 108. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente con molta forza, più larga della colonna, a contorno irregolare. Lembo ora sottile, ora ad intervalli rigonfio. Colonna tozza, cilindrica, gibbosa, liscia, carnosa, poco distensibile; munita di pori nella parte superiore. Margine fornito di tubercoli (circa 24) o vescicole cnidifere; quasi sempre ripiegato all’indentro. Tentacoli piuttosto numerosi (192), esacicli (6, 6, 12, 24, 48, 96), subeguali, tozzi, brevi, conici, marginali; arcuati all'infuori; retrattili. Disco non più ampio della colonna, anzi quasi sempre più stretto e semi-retratto. Peri- stoma liscio; concavo, infossato. Bocca prominente; labbro grosso. — Aconzî man- canti. Gonidii pochissimo segnati. — Colore. Base rosea con setti pronunciati, più scuri. Colonna rossa-scarlatto cupa di aspetto vellutato; con fascia turchina al lembo. Tubercoli marginali turchini. Tentacoli rossi un poco meno intensi della colonna. Peristoma rosso come questa; e talora fornito di evanescenti accenni godiniali tur- chini. Faringe rigato da rilievi rossi e solchi turchini. — Dimensioni. Larghezza della base sino a 0",07; altezza della colonna 0",05; lunghezza dei tentacoli 02,015. — Giacitura sulle pareti verticali degli scogli a livello d’acqua, così da essere coperta e scoperta dalla marea o dalle onde. VARIETÀ. — Il colore predominante è di rosso cremisino; colori accessori sono azzurro-turchino e giallo-d’oro. I primi due si vedono spesso anche separati; il terzo — 192 — pare celarsi; e la sua presenza è solo tradita da alcune varietà (tigrina, p. es. e coccinea). Quasi sempre si fondono insieme in proporzioni diverse producendo tinte che digradano dal coccineo al rosso vivo, al bruno, all’olivastro ed al verde; e che talora sono macchiettate dall’uno e dall’altro dei componenti che vi appare isolato e vi forma delle strisce e dei punti. i Sembra che il giallo esista in quantità quasi costante in ogni varietà e che dove non si vede sia soltanto eclissato dal predominio degli altri due; che l'azzurro si trovi abbondante in alcune e vada man mano diminuendo in altre sino a scomparire affatto o venir sostituito da bianco (tessuto incoloro); che in fine il cremisino abbia forte sviluppo nelle varietà dove l’azzurro sta per finire e decresca poco a poco tanto verso quelle a predominio azzurro quanto verso le altre a predominio bianco. Volendo rappresentare tutto ciò con un diagramma si ottiene il prospetto seguente: I I RAPPORTO QUANTITATIVO VARIETÀ UNIFORMI VARIETÀ SPECIE AFFINI DEI COLORI MACCHIETTATE bianco —_ (2 A. candida) NENTI coccinea E gecae chiococca (cerasum etc.) tigrina od x cremisino | rubra (tabella) USS and e aodoso ò rufa (margaritifera) palo BM ee nc oo agoda epatica fragacea umbrina RI ochracea sod ong olivacea SETE viridis (frasina) opora : (A. Cari) glauca azzurro —_—t—- Ecco ora la descrizione delle principali varietà (I. uniformi, II. macchiettate) : I. a hepatica. Colonna rosso-bruna-fegato; zona limbale, tubercoli marginali e gonidii azzurri. Secondo il Gosse questa è la più frequente; per quanto riguarda il Golfo di Napoli essa non lo è; più frequente pare invece la rubra. — L'A. rufa del Miiller e l’A. margaritifera del Tugwell sono simili a questa varietà, ed hanno tentacoli pallidi (anzi, secondo il Miller, bianchicci). 6 rubra. Colonna rosso cremisina, ecce., come nella descrizione della specie. I tubercoli alle volte sono violacei. Forse vi appartiene la specie tabella Dana. y chiococca. Colonna rosso-scarlatta, con zona limbale o non visibile o car- nicina; tubercoli marginali bianchi. Con questa varietà concordano le specie chiococca Johnston, cerasum Dalyell, e Forskalii Milne Edwards (Priapus ruber Forskàl). e” — 1939 — d coccinea. Colonna rosso-coccinea con zona limbale non appariscente e tu- bercoli giallicci. Questa varietà è propria del Golfo di Napoli; venne descritta per la prima volta dal Delle Chiaje. Io la menzionai nel Prodromo due volte; una sotto il nome coccinea riportandomi allo stesso; un’altra sotto quello di castanea. Forse vi corrisponde la giallognola del Grube 1840. e olivacea. Colonna bruno-olivastra-verdognola; zona, tubercoli e gonidii az- zurri. Io comprendo in questa anche le varietà umbrina ed ochracea che il Gosse tiene distinte ma che in realtà sono semplici passaggi dall’epatica alla presente. < viridis. Colonna verde; zona, tubercoli e gonidii come sopra. La glauca del Gosse è una sfumatura più avanzata; la prasina è sinonimo. Io ne vidi nessuna. II. gtigrina. Colonna rossa, macchiata di giallo. Viene menzionata sulla fedo del Tugwell; io non la vidi ed il Gosse neppure. 0 fragacea. Colonna rosso-bruna-fegato macchiettata di verde chiaro; zona limbale mancante, tubercoli ora azzurri ora bianchi. Frequente sulle coste inglesi, manca affatto nel Golfo di Napoli. Simile a questa è una trovata dal Johnson a Madera, con punti neri invece di verdi. r opora. Colonna verde con macchie o striscie gialle; tubercoli azzurri. Lo stesso Johnson ne vide esemplari a Madera che avevano base bianca. Varietà di questa specie furono vedute già dal Rondelet 1554, il quale ne men- ziona tre: Viridis, Coerulea, et Subnigra sed notata punctis vel ceruleis vel flavis vel rubris (come ripete il Gesner 1560). Il Gaertner è d’avviso che il colore della colonna cambi secondo le stagioni; rosso ‘in estate si faccia bruno nell’inverno pas- sando per il verde; e quindi fonda le varietà sull’aspetto dei tentacoli; cioè a ten- tacoli rossi, variegati, azzurri, bianchi. Il Dalyell, molto più tardi, ammise un simile cambiamento rispetto all’età; cioè che giovani vermigli si facessero verdi; e che il colore epatico fosse proprio solo dei vecchi. Il Wright Perceval tiene invece conto della distribuzione geografica e nota che, p. es., la fragacea è propria delle coste in- glesi meridionali, mentre la viridis trovasi solo nel Cork. Dal Contarini viene fatta menzione d’una varietà rossa, con zona e tubercoli azzurri, cosparsa qua e là sulla colonna di macchie pure azzurre. Questa varietà non esiste. Le macchie azzurre come io potei constatare, non sono altro che brani di tuber- coli marginali staccati da altri individui e rimasti aderenti per forza del muco e delle cnide. ANNOTAZIONI. -— I numerosi sinonimi adotti non si riferiscono tutti a questa specie sola, ma in gran parte anche all’altra. Io li divisi in varie sezioni e di esse le prime quattro sono comuni ad entrambe; le tre rimanenti sono proprie solo della presente. — Nella prima sezione trovansi le citazioni che hanno semplice valore storico. Le figure del Belon sono discrete; meno buona è quella del Ron- delet, che rappresenta l’animale in contrazione e serve molto bene forse a spie- gare taluno dei nomi volgari (cul-d’àne) ma non a dare idea della specie (benchè abbia lontana somiglianza con taluna del Miiller 1788. La figura del Gaertner è di nuovo buona; ma quella del Dana (1766) vale quanto uno sgorbio. — Nella seconda sono raccolti i nomi di equina; veste linneana del cul-de cheval o d’àne testè no- minato. Gli autori vi sbagliarono talvolta le referenze; come il Bruguière che cita 25 -- 194 — il P. albus di Forskal od il Blainville A. maculata di Adams. Figure mancano; ad eccezione d’una riproduzione dal Gaertner nel Bruguière e d’uno spaccato (l’usuale dei libri di testo) nel Milne Edwards-Cuvier. — La terza sezione comprende le de- nominazioni di mesembrianthemum ('). Le figure vi sono frequenti e belle; dalla vivace del Rapp alle ben riuscite del Dalyell, del Gosse e degli altri moderni. — Alla quarta spettano alcuni nomi aberranti: crassicornis che non è di certo una Tealia; exundans che è nome nuovo proposto in luogo dell’indecente vocabolo di Linneo o del troppo lungo di Ellis e che si riferisce all’abito dell'animale di vivere fuori delle onde. — Colla quinta soltanto si inizia la serie dei sinonimi propri della specie presente. Delle fisure, quelle del Forskal, del Delle Chiaje sono scadenti; migliore, ma di poco, è quella del Contarini; buone sono solo le inglesi. — La sesta com- prende l’A. fragacea; la settima si riferisce all’A. rufa; ed entrambe queste differi- scono abbastanza notevolmente da quelle della quinta sezione. Quasi meriterebbero di venir considerate quali specie distinte. Sp. Actinia Cari D. Ch. À Sinowimi. — Actinia Cari sp. n., Delle Chiaje 1825, v. 2, p. 233, p. 243; — Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; (Tristephanus), Brandt 1835, p. 11; Deshayes in Lam. 1837, p. 545; Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 126, v. 5, p. 188, t. 154, f. 2; Milne Edwards 1857, p. 240. Actinia Cari D. Ch., Andres 1880, p. 311. Actinia concentrica sp. n., Risso 1826, p. 286, f. 33; Blaniville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; Milne Edwards 1857, p. 240 e 290. Actinia concentrica Riss., Contarini 1844, p. 84, t.3, f. e, d, lt. 4, fac. Actinia concentrica Riss., Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. Actinia concentrica Riss., Heller 1868, p. 12. Actinia adspersa sp. n., Gravenhorst 1831, p. 127; Lamark 1837, p. 540. Actinia adspersa Grav., Grube 1840, p. 10. Actinia adspersa Grav., Leuckart 1841, p. 117, f. 2, 8. Actinia viridis Lin., Contarini 1844, p. 163, t. 15, f. a, c. Actinia graminea sp. n., Dana 1849, t.*2, f. 10; Milne Edwards 1857, p. 241. Actinia lineolata sp.n., Dana 1849, t.3, f.22.— Paractis lineolata Dana, Milne Edwards 1857, p. 248. Actinia virgata sp. n., Johnson 1861, p. 301; Jhonson 1862, p. 181. DESCRIZIONE (t. 1, f.1,5,6).— Forma. Base aderente con forza, larga molto, di con- torno irregolare, ondulato. Colonna tozza, cilindrico-gibbosa; sovente cancellata; carnosa. Margine grosso, tubercolato. Disco quasi sempre meno largo della colonna. Tentacoli retrattili ma non vivamente, numerosi (192), pentacicli (12,12, 24, 48, 96); entacmei, (') La parola venne tolta dall’Ellis al noto fiore e devesi proprio serivere così: mesembrian- themum e non mesembryanthemum; giacchè Jacob Breyne che fece il nome e Dillenius che primo l’accettò danno per etimologia mesembria - mezzo giorno, onde alludere all'ora di schindimento del fiore; non già mes'embryon (come asserisce il Linneo) per indicare il modo d'inserzione della co- rolla. — Veggasi: Asa Gray Bot. Gaz. Indiana, V, p..89, — e: Nature XXIII, 158. — 195 — brevi; meno tozzi che nell’equina e più flessuosi, mobili; marginali, arruffati. Peri- stoma ampio, convesso-conico, liscio. — Aconzî mancanti. Gonidii accennati. Onco piatto. — Colore. Base verde-chiara bianchiccia. Lembo ornato di una zona azzurra. Colonna verde-giallognola-pallida, con striscie circolari (orizontali, parallele al lembo ed al margine) verdi-cupe, in parte larghe in parte sottili; e striscie lineari verti- cali pure verdi-cupe, tutte sottili; l'insieme ha riflessi vellutati. Tubercoli marginali verdi-chiari-glauchi, a riflessi cilestrini. Tentacoli verdi, pallidi, pellucidi, uniformi. Peristoma verde come i tentacoli, lucente sericeo, striato finamente dai raggi. Gonidii indicati da una traccia radiale azzurrina. — Dimensioni: diametro basale 0”,07; altezza della colonna 0”,05; lunghezza dei tentacoli 0",02. — Giacitura: sulle pietre, alla loro faccia inferiore, sempre sott'acqua.’ VARIETÀ. — Si collegano direttamente con le varietà olivacee e verdi della specie precedente; ma tuttavia differiscono per le costanti striature oscure. Solo in due casi vi può essere dubbio, e vale a dire da una parte (equina) per la var. tierina, dall'altra (Cari) per la var. maculata; ma la decisione è facile: giacchè per l'una si hanno macchie chiare su fondo scuro, per l’altra scure su fondo chiaro. Il colore fondamentale può essere cinereo, verde (nelle tre gradazioni glauco, vivo e giallognolo), e brunastro; le striature occorrono indifferentemente su qualsiasi fondo ed hanno disposizione varia; giudicate dall’aspetto dell’ onco visto per il dis- sopra, sembrano concentriche, lobate, radiate, ed interrotte. In quadro sinottico si avrebbe : CONCENTRICA LOBATA RAGGIATA INTERROTTA aranciato _ aurantiaco-lobata _ ci brunastro rufo-concentrica — _ maculata verde-giallognolo _ _ virido-radiata _ verde-vivo virido-concentrica — _ — verde-glauco — virido-lobata —_ = cinereo cinereo-concentrica _ => = | Nell’enumerare le varietà credo basti tener conto solo delle striature; quindi: a concentrica, che è la suddescritta. Il fondo suo può sfumare dal bruno e forse anche dal rossastro, sino al glauco-freddo ed al cinereo; di pari passo i tuber- coli marginali assumono tinta giallognola, verde, azzurra, bianca. Il Delle Chiaje 1825 ne menziona appunto una con tubercoli bianchi, tentacoli bruni e striature castanee e brune; e un'altra (1841) con tubercoli simili e striature gialle e bianche. Il Grube ne descrive una che coincide colla prima del napoletano. Io verificai l’esistenza di queste non solo, e di quella tipica, ma anche di altre: una, p.es., era verde bril- lante, con tubercoli glauchi, e priva di zona limbale azzurra. L’esemplare del Risso avrebbe colore rosso bruno con striature violacee. f lobata. Le striscie nell’onco invece di formare circoli regolari formano cir- coli ondulati; cioè linee chiuse, lobate cinque o sei volte come se fossero stelle ad angoli smussati. Una delle varietà del Grube pare vi si riferisca ed è quella a — 196 — tentacoli aranciati. Io ne vidi una a tentacoli rosei, ma sembrava appartenere più alla concentrica che alla presente. y radiata. In questa le striature orizontali sono diventate tutte sottili, e quasi evanescenti; crebbero invece di spessore e d’intensità le verticali; e così accade che nell’onco si vede un insieme di linee chiare e scure radianti dal centro alla peri- feria. Nel complesso quest’onco rassomiglia molto ad una Fissurella e forse quì si ha appunto un caso di mimetismo. La varietà è anche molto simile alla Paractis striata. ò maculata. La presente io non la vidi mai e la tolgo dal Grube: egli le assegna colonna bruna con macchie bruno-seure irregolari; e tentacoli bruni pure. Pare che l'esemplare dell’adspersa del Gravenhorst vi si riferisca pure. Annorazioni. — Le figure di questa specie sono appena tre o quattro ; di esse rappresentano l’animale in modo riconoscibile solo quella del Leuckart, Quelle del Contarini sarebbero pure discrete se non presentassero incertezze nel disegno del mar- gine e punteggiature inesistenti nel decorso della colonna. — Il nome Cari proviene dalla dedica fatta a Carus medico d'un re di Sassonia, ed è preferibile almeno per la sua brevità. — Peri sinonimi ultimi menzionati la certezza non è così assoluta come per i primi; ma tuttavia le descrizioni e le figure sembrano eliminare ogni dubbio. La viridis del Contarini è la meno sicura; egli l’ accompagna con un diluvio di sinonimi, i quali si riferiscono quasi tutti all’ A. sulcata e la rappresenta in un disegno impacciato e goffo che rammenta un poco l’U. parva del Rondelet. Forse è una varietà della specie precedente. Gen. Anemonia Riss. Simonimi.— Urtica (pars), Fig. 23. (*) Belon1551,Rondelet,Gesnerete. Actinia (pars), Baster 1761, Pennant 1766, Miller 1776, Gmelin 1788, Lamark 1816, Delle Chiaje 1825, Rapp 1829, Grube 1840, Hollard 1854, ete. Hydra (pars), Gaertner 1762, Gmelin 1788. Priapus (pars), Forska 1775. Anemonia, Risso 1826, Milne Edwards (4 Comactis, Ceratactis) 1857, Klunzinger 1877, Fischer 1875. Actinocereus (?), Bla- inville 1830. Anthea (pars), Johnston 1838, 1847, Hassal 1841. (‘) Anemonia sulcata Penn. (figura originale). — 197 — Anthea, Gosse 1855, 60. DESCRIZIONE.— forma. Base ampia, aderente. Lembo sporgente. Colonna cilindrica ora discoidale, ora a pilastro, ora lunga e clavata; liscia e striata o solcata per il lungo; viscoso viscida; carnosa, molle. Margine più o meno apertamente tuberco- lato. Disco ampio, difficilmente retrattile. Tentacoli molto lunghi, cilindrici, fles- suosi, perforati all'apice. Peristoma piano; talora convesso. — Aconzî mancanti. — Gonidî poco sviluppati. — Onco quasi mai formantesi. — Colore verdognolo-ci- nereo. — Dimensioni molto varie; alcuni esemplari della prima specie sono gigan- teschi; quelli della seconda sono sempre piccoli. — Giacitura. Sulle roccie, talora anche alla superficie libera. SPECIE DESCRITTE. — Anemoniae a corpo tozzo cilindrico . ....... A. sulcata Penn. RECONPONDISCOLTATES A SI A. Contarini Hell. a. corpo lungo) clavato) . >... +...% A. Milne Edwardsti n. n. ANNOTAZIONI. — In questo genere io riunisco insieme i tre: Anemonia, Comactis e Ceratactis del Milne Edwards. Egli assegna alla prima tentacoli lunghi e mancanza di acroragi; alla seconda tentacoli brevi ed acroragi, alla terza acroragi pure e ten- tacoli lunghi. In realtà però hanno tutte senza distinzione tentacoli lunghi e mar- gine tubercolato, per cui la distinzione è fittizia. Dal genere così concepito devesi però escludere l’A. Tuediae (come la si deve togliere dal gen. Anthea del Johnston], la quale fa ora parte di altro genere ed altra famiglia. Le tre specie summenzionate sembrano profondamente distinte l’una dall’altra; finora nessun grado intermedio si conosce che colleghi la Contarinii o la Milne- Edwardsii con la sulcata; e perciò il genere appare per sè stesso un po’ manchevole di omogeneità. Sp. Anemonia sulcata Penn. SINONIMI. — (1°). — Urtica cinerea, Rondelet 1554, lib. 17, cap. 16, p.529.— Urtica secunda sive cinerea Rondeletii, Gesner 1560.— Urtica cinerea Rondeletii, Aldrovandi 1606,p.567.— Urtica cinerea, Jonston 1650, p. 72, t. 18. Urtica marina saxo-innata, Aldrovandi 1606, p. 568. — Urtica marina saxo-innata, Jonston 1650, p. 73, t. 18. Hydra tentaculis denudatis, Gaertner 1762, p. 78, t. 1, f. 1. (2°). — Priapus viridis sp.n., Forskal 1775 Descript., p. 102, Icones, t. 27, f. B.b. — Actinia viridis, Gmelin 1788-93, p. 3134; Bruguière 1789, n. 13, t. 72, f. 8, 9; Blainville 1830, p. 291, t. 32; Blainville 1834, p. 325; Lamark 1837, p. 541. — Comactis viridis Forsk., Milne Edwards 1857, p. 236. Actinia viridis Gmel., Gravenhorst 1831, p. 115. Actinia Entacmaea gracilis H. & E., Ehrenberg 1834, p. 36. Actinia viridis Gmel., Hollard 1854, p. 633. Actinia viridis Forsk., Heller 1868, p. 17. (3°). —Actinia sulcata n.n., Pennant 1766; Bruguière 1789,n.10,t. 73, f. 1, 2; Pennant 1812, p. 102. — Actinocereus sulcatus Penn., Blainville 1830, — 198 — p. 294; Blainville 1834, p. 327. — Gefurchte Seenessel, Oken 1835, vol. 2, Part, 1, p. 168; Lamark 1837, p. 541. — Anemonia sulcata Penn., Milne Edwards 1857 P29 9 RIE ; Actinia sulcata Penn., Templeton 1836, p. 303. Anemonia sulcata Penn., Fischer 1875, p. 5; Fischer 1875, p. 205; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 373. Anemonia sulcata Penn., Jourdan 1880, p. 25. Anemonia sulcata Penn., Andres 1880, p. 312. (1°). —Actinia cereus Ell., Ellis&Solander 1786, p.2.—Hydra Cereus, Gmelin 1788-93, p. 3867. Actinia cereus Ell., Rapp 1829, p. 56, t. 2, f, 3. Actinia Entacmaea Cereus, Ehrenberg 1834, p. 35. — Actinia Ce- reus Ell. & Sol. (Hexastephanus), Brandt 1835, p. 12. Actinia cereus Ell., Martens 1838; Grube 1840, p. 11. — Anemonia cereus Ell. & Sol., Grube 1864, p. 106. Anthea cereus, Hassall 1841, p. 286. Anthea cereus, Thompson 1841, p. 481; Thompson 1843, p. 284; Thomp- son 1856; Thompson 1858, p. 232. Anemonia cereus sp. n., Contarini 1844, p. 169, t. 16, 17,18, f. a, 0.19. Anemonia cereus Cont., Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. Anthea cereus Gaert., Couch 1858, III, p. 81, t. 14, f. 2; Conch 1841, p. 34; Cocks 1851, p. 10, t. 2, f. 23, 27; Johnston 1847, p. 240, t. 44. — Actinia cereus, Milne Edwards in Cuvier 1849, t. 61, f. 1. — Anthea ce- reus John., Milne Edwards 1851, p. 8. — Anthea cereus Gaert., Landsho- rough 1852, p. 258. Anthea cereus, Gosse 1855, p. 27, f. 37; Gosse 1858, p. 416; (Gosse 1860, t. 5, f. 2. — Anthea cereus, Lewes 1860, p. 17. Anthea cereus, Jordan 1855, p. 90. Anthea cereus (Actinia) Ell. & Sol., Sars 1857, p. 34. Anthea cereus Ell., Wright Perceval 1858, p. 120. Anthea cereus John., Grube 1861, p. 131 e p. 166. Anthea cereus John., Johnson 1861, p. 301, Johnson 1862, p. 180. Actinia cereus Ell. et Sol., Heller 1868, p. 10. (5°). — Actinia senilis, Macrì 1778, p. 13; Macrì 1819, p. 66, t.1, f.1,2. Actinia crassicornis Lin., Delle Chiaje 1825, v. 2, p. 228, 241, t. 16, f. 4; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; Delle Chiaje 1841, v. 4, PIC 55 PAL 7052 NANO: (6°). —-Anemonia vagans sp. n., Risso 1826, p. 288; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; Milne Edwards 1857, p. 234. Anemonia edulis sp. n., Risso :1826, p. 289; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326. — 199 — Actinia flagellifera sp. n., Dana 1849, t. 1, f. 1. Comactis flagellifera Dana, Milne Edwards 1857, p. 236. Entacmaea phaeochira sp. n., Schmarda 1852, p. 16, t. 5, f. 1,2. — Actinia phaeochira Schm., Heller 1868, p. 11. Anthea gigantea sp. n., Weiland 1860, p. 38. DESCRIZIONE (t. 1, f. 7, 10, 15). — Forma. Base aderente con forza, più larga della colonna, rotonda, irregolare. Colonna piuttosto tozza, cilindro-caliciforme, talora gibbosa; liscia, solcata per il lungo da tante scanalature quanti sono i tentacoli; carnosa, poco distensibile. Margine segnato da una serie di tubercoli distinti, alterni col cielo esterno dei tentacoli; quasi mai rivoltato all’indentro. Tentacoli numerosi (duecento e più), in quattro o cinque cicli (24, 24, 48 ete.), entacmei poco pronunciati, molto lunghi, cilindro-acuminati, marginali; per lo più cadenti in basso, flessuosi; non retrattili. Peristoma ampio, pressochè piano, rotondo, regolare, solcato dai raggi. Bocca spesso un poco prominente. — Aconzî non esistenti. Onco ben di rado visibile. Gonidî pochissimo sviluppati. — Colore in generale bruno-pallido. Base chiara. Co- lonna bruno-giallo-verdognola. Tentacoli bruno-pallidi con iridescenze verdi sul fusto e sfumatura roseo-porporina all’apice; percorsi per il luugo da una linea chiara che sembra un rafe. Peristoma bruno-giallo-verdognolo più intenso che nella colonna; con raggi gonidiali bianchi. Bocca con labbro chiaro. Faringe bianchiccio. — Dimen- sioni molto varie; la colonna può arrivare a 0",10 di larghezza; ed i tentacoli a 0,15 di lunghezza. Alcuni esemplari sono giganteschi. — Giacitura. Sugli scogli e sulle pietre; tanto in piano orizzontale che in paretisverticali. Il Wright Perceval distingue due giaciture diverse; una negli scogli, l’altra sulle zostere e sulle lami- narie (Zostera marina, Himanthelia lorea, ecc.). VARIETÀ. — Il colore fondamentale è bruno-pallido; leggiero dappertutto, sui tentacoli e sugli acroragi è quasi nullo. Le tinte intense che esso assume derivano dalla presenza di alghe parassitiche nell'interno dell’animale; infatti gli esemplari a tentacoli giallognoli (var. sulphurea, Gosse 1860) o candidi (var. alabastrina, Gosse 1860,= splendida, Andres 1880) sono poverissimi o mancanti di alghe; quelli a tentacoli bruni più o meno intensi (fin bruni di mogano: come la varietà di Gaert- ner 1774 che il Gosse 1860 denomina punicea) ne sono invece ripieni. — Oltre questo colore bruno-pallido vi sono come tinte accessorie il giallo, il verde ed il rosso. Il primo si manifesta specialmente sulla colonna dove per lo più si unisce agli altri (producendo le colonne olivacee, aranciate ece.); talvolta vedesi anche sugli acroragi ed è solo. Il verde colora a preferenza i tentacoli. Il rosso è di due sorta: porporino-violaceo trasparente e sta all’apice dei tentacoli, sfumandosi insensibilmente verso il fusto; rosso-lila opaco e tinge la radice dei tentacoli e la colonna. — Fra tutti questi colori un punto d'appoggio per distinguere le varietà trovasi solo nella presenza o mancanza dell’apice porporino-violaceo. Tuttavia non devesi tacere che in date circostanze di mancata nutrizione, di luce ece. un’ apice originariamente colo- rato può farsi incoloro ('). — Riassumendo si avrebbero due serie: apici-rubra ed (') Sono debitore di questa osservazione al dott. C. Brandt, 1° accurato investigatore delle cellule parassitiche vegetali. Sen apici-pallida, ed ognuna ripeterebbe quasi le stesse sfumature di colori; press'a poco nel modo seguente : | APICI-RUBRA APICI-PALLIDA | | colore bruno vulgaris rustica. [plumosa] » giallo (luteola) _ >» rosso (rufescens) — | » verde smaragdina viridis te a vulgaris. È quella degli esemplari della descrizione tipica. In essa si fon- dono, a mio credere (a meno che non si vogliano creare delle sub-varietà), le sum- menzionte var. sulphurea, var. alabastrina, var. punicea, var. splendida, ecc. Le due, luteola e rufescens, descritte più sotto si confondono facilmente tanto con questa che con la seguente; così che delle mie figure (Tav. 1.) la fig. 10 sarebbe quasi una lu- teola-splendida, la fig. 7 sì avvicinerebbe alla rufescens. f£ smaragdina. Si distingue dalla precedente solo negli esemplari esagerati, nei quali il verde cade molto sott'occhio. Io credo che le specie flagellifera di Dana 1849 e phaeochira di Schmarda 1852 sieno da mettere in questa varietà. y rustica. Ha colore bruno uniforme su tutto il corpo; all’apice dei tentacoli è un poco pallida ma non mai rossa. Le sue dimensioni sono in generale più piccole che nelle altre varietà ed i tentacoli paiono essere più numerosi e meno robusti. Nel Prodromo la chiamai plumosa (Tav. 1, fig. 15). dò viridis. È simile alla smaragdina, ma non possiede gli apici rossi; è tutta verde. Venne veduta e descritta primamente dal Grube; io la vidi pure, ma una sola volta. e luteola. Si confonde con la vulgaris, ma è dotata di acroragi giallo-dorati. € rufescens. Ha i tentacoli verdi della smaragdina con una fiamma rossa opaca verso la radice. n maculata. È munita di tentacoli verdi macchiati di bianco; ed è descritta dal Grube 1840. ‘ANNOTAZIONI. — La numerosa sinonimia di questa specie venne pure distinta in gruppi diversi; nel primo trovansi citati gli autori vecchi; nei tre successivi i sinonimi più usati; nel quinto alcuni nomi aberranti di erronea applicazione ;- nel- l’ultimo quelli di specie reputate nuove. — La spezie del Rondelet forse più che alla sulcata si riferisce alla cinerea; dalla figura certo non è riconoscibile ed io argomento. che sia un’Anemonia solo per l’asserto di forte potere orticante, di tentacoli sempre spiegati, e di adesione tenace. Quella dell’Aldrovandi è disegnata abbastanza bene; ma con certi tentacoli appiattiti che paiono foglie di graminacea. La figura del Gaert- ner è migliore. — La descrizione e la figura del Forskàl designano con certezza l’animale. Il Gravenhorst lo precisa bene del pari; ne dà una bella sinonimia; ed annovera tre varietà, (dai tentacoli verdi, rossi-mogano, grigi). La descrizione del Heller si atttaglia bene ad una Anemonia, ma la sinonimia si riferisce all’A. viridis Cont. — 201 — che pare sia un’Actinia. — La figura del Rapp è molto bella ed esatta massime nella generale intonazione dei colori. L'Ehrenberg dichiara favoloso che la specie non possa retrarre i tentacoli. Nel Contarini trovansi molte figure che la rappresentano; di esse alcune assai belle; una è notevole perchè rassomiglia alla testè menzionata dell’Aldro- vandi. Il Milne Edwards in Cuvier dà pure una figura originale, ma è inesatta perla forma e per l'inserzione dei tentacoli. Il Johnson trova la specie molto frequente a Madera e la riconosce identica con l'A. flagellifera Dana. — Il Macrì la descrive e la figura abbastanza bene, ma le dà il nome sbagliato senilis; e il Delle Chiaje volendo rettificare in plumosa cade in errore più grave forse. — L’A. vagans.del Risso è se- condo il Milne Edwards un giovane di A. sulcata; e l'A. edulis corrisponde all’adulto. Per quest’ultima il Risso cita Plancus (110, 3, IX, e f) ad appoggiarla. L’A. fla- gellifera del Dana possiede acroragi omocromi col resto della colonna, non di colore diverso come asserisce il Milne Edwards. L’A. phaeochira in nulla si distingue dal- l’A sulcata. L'A. gigantea ricorda molto la flagellifera; secondo il Weinland ha 0",66 (due piedi) di diametro disco-tentacolare. Dei varî nomi usati quello di Pennant ha il diritto di priorità e non v'è ragione di abolirlo; si riferisce alla condizione della colonna, È strano (come già notava anche il Grube 1841) che questa specie malgrado la sua frequenza e la giacitura quasi superficiale non sia stata ben osservata e ripro- dotta dai naturalisti del rinascimento, e che non la si riscontri in Linneo. —- Che i tentacoli non sieno assolutamente retrattili è falso; alcune volte vengono nascosti completamente; tuttavia in questi casi (come osserva anche il Milne Edwards) toccando l’animale i tentacoli protrudono un pochettino. — Talora si trovano individui col disco lobato così profondamente e i tentacoli così raggruppati che (per usare le parole di Jourdan) pare d’avere innanzi esemplari composti ciascuno dalla fusione di varie altre attinie. Una bella figura di questa modalità trovasi nel Contarini 1844, tav. 17. Sp. Anemonia Contarini Hell. Sinonimi. — Anemonia cinerea sp. n., Contarini 1844, p. 183, t. 21, f. a, b, c,e,f.— Anemonia cinerea, Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. i Anthea cinerea (Anemonia) Cont., Sars 1857, p. 35. Actinia Contarini, Heller 1868, p. 18. DescRIZIONE (t. 13, f.3). — Forma. Base larga, aderente, irregolare, sublobata, foliacea. Colonna molto tozza, quasi discoidale. Margine con acroragi latenti. Tentacoli fusiformi, cioè cilindro-conici un poco ristretti alla radice, tricicli, lunghi due volte il diametro discale. Peristoma piccolo, piano, superficie del corpo molto glutinosa. — Colore in generale verde-cinereo; piuttosto pallido sulla base; intenso sulla colonna; tendente al glauco, e macchiettato di bianco, sui tentacoli. — Dimensioni. Altezza 0",01 ed anche meno; iarghezza 0”,03. — Giacitura. Sulle zostere (Contarini), nonchè sui fuchi e sulle ulve (Zanardini). VARIETÀ. — Il Contarini oltre alla suddescritta verde-cinerea, ne ammette un altra verde-bionda con base oscura, e con tentacoli rari e sottili. Gli esemplari del Sars erano invece bruno-verdi. Quelli che vidi io, provenienti da Messina come que- sti del Sars, erano piuttosto verdognoli; così pure quelli del Fusaro (Napoli). 26 e2iboa — ANNOTAZIONI. — A questa specie spetta forse come sinonimo taluno dei nomi citati in principio della precedente; quello per es., di U. cinerea del Rondelet. La corrispondenza è tuttavia affatto incerta e perciò è forse meglio condividere l’ opi- nione del Heller, e con lui denominare la specie dal primo vero descrittore, senz'altro. Sp. Anemonia Milne-Edwardsii n. n. Sinonimi. — Ceratactis clavata sp. n., Milne Edwards 1857, p. 238. Ceratactis clavata M. Edw., Haeckel 1875, p. 44, frontisp. f. 2. Ceratactis clavata M. Edw., Klunzinger 1877, p. 68. DescRIZIONE. — Forma. Base grossa e larga. Colonna molto lunga, ristretta in basso, allargata in alto. Margine munito di una serie di acroragi. Tentacoli non re- trattili, lunghi e grossi. — Colore [non indicato]. Dimensioni grandi (ma non spe- cificate.. — Giacitura |ignota]. ANNOTAZIONI. — Questa specie venne fondata dal Milne-Edwards sopra esemplari raccolti a Bombay (da un Dussumier) e giacenti nella Collection du Muséum sotto il nome di Moschata clavata, assegnato loro dal Valenciennes. Il Milne Edwards osserva che Moschata non può essere a causa dei setti scendenti fino al piede. Il Haeckel le attribuisce tentacoli molti lunghi, e non menziona i tubercoli marginali. Il Klunziger giudicando dalla figura del Haeckel argomenta che la specie debba ascriversi alle Ilyanthidae. — È precipuamente su questa specie che il Milne-Edwards appoggia il suo genere Ceratactis. È utile il ripetere quì che esso (come 1’ altro Comactis) in nulla si distingue dall’Anemonia e che perciò ha da essere abolito: (Tutti e tre hanno in realtà tentacoli lunghi, non retrattili e margine tubercolato, tuttavia il Milne Edwards descrive l'’Anemonia come priva di acroragi e la Comactis. come dotata di tentacoli brevi]. Actinidae dubiae. È incerto per varî motivi se queste specie appartengano alla subfamiglia. La prima è descritta troppo male per venire decisamente ammessa, d’altra parte non si può rigettare senza provare falso l’asserto dei relativi descrittori che la dichiarano Anemonia certa. Le tre seguenti sembrano essere Anemonie, giudicando dalle rispet- tive figure, ma vengono messe nel gen. Paractis da chi potè meglio vederle e per- ciò restano tuttavia dubbie. L'ultima ha maggiore probabilità d’ appartenere alla subfamiglia, ma lo scopritore non ne menziona il carattere precipuo degli acroragi. Sp. Actinia depressa Duch. SINONIMI. — Anemonia depressa sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, p. 313, t. 6, f. 1; Duchassaing & Michelotti 1866, p. 122. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna depressa. Disco largo. Tentacoli numerosi, cilin- drici, ottusi, policicli, meno lunghi del diametro discale. — Colore. Giallo sul disco, azzurro o rossastro sui tentacoli. — Dimensioni piuttosto piccole. — Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI. — La descrizione è insufficiente; la figura è discreta, mostraun disco cinto da tentacoli molto irregolari. — 203 — Sp. Anemonia erythrosoma Ehr. SINONIMI. — Actinia Isacmaea erythrosoma Urticina H.& E, Ehren- berg 1834, p. 33; Deshayes in Lam. 1837, p. 543; Milne Edwards 1857, p. 244. Paractis erythrosoma Ehr., Klunzinger 1877, p. 69, t. 8, f. 6. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, molto estensibile, su- periormente rilevata a margine liscio. Tentacoli grossi, conico-ottusi, subeguali; folti verso il margine, sparsi verso l’interno, ineompletamente retrattili. Peristoma, di rag- gio eguale a un terzo del raggio del disco, piano, lineolato. — Colore. Bruno-rosso sul piede e sulla colonna, rosa-rosso sul peristoma; tentacoli verdicci con apice car- minio; bocca bianca massime ai due angoli. — Dimensioni molto grandi: colonna fino a 0,50 lunghezza e 0",25 larghezza; tentacoli lunghi 0”,06. — Giacitura [non indicata). La specie non è rara. ANNOTAZIONI. — Alcune varietà dell’ Anemonia sulcata rassomigliano molto a questa specie, ed io non so capire perchè il Klunzinger ne voglia fare una Paractis. [Rispetto alla retrattilità dei tentacoli veggasi l’annotazione all’ A. adhaerens]. Sp. Anemonia adhaerens Ebr. Sinonimi. — Actinia Entacmaea adhaerens H. & E., Ehrenberg 1834, p.34.— (Tristephanus), Brandt 1835, p. 11.— Actiniaadhaerens Ehr. Deshayes in Lam. 1837, p.543.—Anemonia adhaerens Ehbr., Milne Edwards 1857, p. 234. Paractis adhirens Ehr., Klunzinger 1877, p. 69, t. 8, f. 4. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna tozza, liscia; collare senza papille. Tentacoli molto lunghi, radi, conico acuminati. — Colore, gialliccio sulla colonna, giallo o rosso sul peristoma, grigio-glauco con annelli bruni sui tentacoli. — Dimen- sioni molto grandi: Inghezza della colonna 0”,37 (di solito però solo 0,15); dei tentacoli 0,75. —Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI — Il Klunzinger dice che la presente non è Anemonia perchè l'esemplare da lui osservato (il 169 del Museum Berolinense) ha tentacoli quasi re- tratti. Questo fatto non costituisce difficoltà alcuna, a mio credere, perchè una incom- pleta retrazione dei tentacoli ha luogo sovente anche per le anemonie vive; e quasi ‘sempre poi per quelle che si pongano nell’alcool a morire. — In favore del carattere d'Anemonia parla invece molto l’aspetto d’insieme riprodotto nella figura dell’Ehrenberg. Quest’ ultimo osserva che gli esemplari raccolti nel Mar Rosso meridionale sono più grandi di quelli trovati presso Suez. — Inoltre nota che a questa specie forse appartiene anche quell’altra del Forskal, la quale dal Niebuhr venne riunita con il P. giganteus. Sp. Anemonia Hemprichii Klunz. Sinonimi, — Actinia Entacmaea Mesembryanthemum, Ehrenberg 1834, p. 36. Paractis Hemprichi n. n., Klunzinger 1877, p. 72, t. 8, f. 5. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, piccola. Colonna cilindro-obconica tozza, con margine distinto, crenulato. Tentacoli tricicli, entacmei, lunghi, cilindrici, ottusi. — — 204 — Colore. Colonna bruna. Tentacoli giallo-bruni macchiettati di scuro, con apice rosso. — Dimensioni: diametro basale 0”,04; altezza 0”,03; diametro discale 0,05. — Giaci- tura [non indicata). ANNOTAZIONI. — L’Ehrenberg nel descrivere questa specie dice: « Act. . . . . margine papilloso-crenato, serie papillarum simplici nec perforatarum »; ed aggiunge che forse differisce solo per il colore dal P. ruber del Forskal. Il Klunzinger pub- blica la figura inedita dell’ Ehrenberg [nella quale del resto si vedono le crenula- zioni del margine, e le papille imperforate]; e scrive nel testo che la specie non possiede le vescicole colorate dell’ A. mesembryanthemum, e che quindi l’identifica- zione dell’Ehrenberg è insostenibile. Giudicando dalla figura gli si deve dar ragione, ma non concluderne tuttavia che la specie sia una Paractis. Essa ha invece tutto l’aspetto di un’Anemonia massime se si pensa che forse quando venne disegnata aveva tentacoli un poco accorciati. D’Anemonia è propria anche la colorazione dei tentacoli. Io quindi come tale la classifico. Sp. Anemonia crystallina Ehr. SInoNIM. — Actinia Isacmaea crystallina H. & E., (Urticina), Ehrenberg 1834, p. 33. — Actinia crystallina Ehr., Deshayes in Lam. 1837, p. 543. — Ceratactis crystallina Ehbr., Milne Edwards 1857, p. 238. DescRIZIONE. — Forma. Colonna lunga, cilindrica pellucida, striata per il lungo. Disco piccolo, espanso. Tentacoli lunghi non molto frequenti, isacmei. — Colore nullò; aspetto vitreo con rosa gialla attorno alla bocca. Dimensioni grandi da 02,08 a 0%,10 (Act. 3-4 pollicaris). — Giacitura. La specie è natante, di rado è fissata. AnnoTAZIONI. — L’Ehrenberg la disegnò dal vero, ma non pubblicò la figura. Egli ebbe tra mani «tricena specimina» ed osservò che « dum natat pedis discus postre- mus margine contracto vesicam format, idemque in planum expanditur, dum animal repit». E da ciò conclude [ma non capisco perchè]: « hinc animal repens non est Anemonia quod idem natans Anemonia vocatur ». Actinidae innominatae. Il Risso (1826) parlando dell’A. vagans dice di conoscerne un’altra specie, ma d’averne perduta la descrizione. — Il Diiben (1844) menziona a p. 13 un’Anthea ... sp. ... da lui raccolta. Subfam. BUNODIDAE Bunodidae, Gosse 1855, 1858, 1860, Verrill 1862, Andres 1880. Actinines verruqueuses (pars), Milne Edwards 1857. Cereae, Duchassaing & Michelotti 1866. Bunodinae, Verrill 1868, Klunzinger 1877. Bunodidae, Studer 1878 (toltine i gen. Actinopsis e Paractis). Forma. Base di solito ampia, aderente. Colonna più o meno allungata, coperta in tutto od in parte da tubercoli semplici o composti, ordinati in serie longitudinali o sparsi, emisferici o allungati ecc.; sempre cavi, adesivi. Margine rilevato, per lo più protruso in numerose prominenze tubercoliformi, grandi, ora semplici ora lobate; |acroragi] collare sempre presente, talvolta sviluppato in forma di capitolo. Tentacoli policicli, piuttosto lunghi o grossi; tendenti a disporsi in ordine decamerale. — Co- lore molto vario, di solito brillante. — Dimensioni quasi sempre mediocri e grandi. — Giacitura. Sulle pietre, sulle alghe e talora nella sabbia. Bunodidae con tubercoli della colonna emisferici, semplici, scarsi, disseminati qua e là; con margine rilevato, or liscio, ora denti- culato, ma non munito di veri acroragi Tentacoli retrattili per sè stessì . ........... +6. . Tealia Gos. — 7. crassicor- nis Mull., 7. digitata Mill. Tentacoli non retrattili (benchè talora celabili) . . . ... . Bolocera Gos. — 8. Tuediae John., B. Kerguelensis Stud., B. eques Gos. Bunodidae con tubercoli della colonna emisferici, semplici, numerosi, più o meno fitti; con margine rilevato, sempre munito di veri acroragi Tubercoli disposti in serie longitudinali regolari; acroragi DONAMOLLOTETANCI E TI + + . - + Bumodes Gos. — B. gemma- ceus Ellis., B. rigidus Andr., B. Ballii Cocks., B. Listeri Johns., B. sabelloides Andr., B. thallia Gosse., B. cruentalus Dana., B. papillosus Less., B. biscayensis Fisch., B. 0c- cellatusLess., B. maclovianusLess., B. gemma Dana. Tubercoli sparsi senza ordine; acroragi molto sviluppati e GISCOLONCESPEOLALORMSMSA ACNE . Phymactis M. Edw. — Ph. clematis Dana, Ph. diadema Da- na., Ph. veralra Dana, Ph. pu- stulata Dana., Ph. capensis Less., Ph. Sanctae Helenae Less. Bunodidae con tubercoli della colonna emisferici, semplici; disposti in serie longitudinali, presenti in alto, obsoleti in basso; margine munito di acroragi molto grandi. Acroragi lobati o tendenti a lobarsi . ...........- Aulactinia Verr. — A. crassa Andr., A. Alfordii Gos., A. ca- pitata Agass., A. granulifera Les. +. ++... Anthopleura Duch. — 4. Krebsii Duch., A. Dowii Verr. Acroragi intieri, perforati nella faccia esterna . . Bunodidae con tubercoli della colonna non emisferici; margine ri- levato; collare molto sviluppato capituliforme, delicato. Tubercoli pedicellati, terminati da una callotta speciale ; clavati e ramificati in alto, semplici in basso . . ... Cladactis Pane. — C. Coslae Panc., C. mirabilis Johns., C. grandis Verr. Tubercoli informi, senza callotta; irregolari d'aspetto [a gozzo] CHATSPOSIZIONO: e 0 RAT II + +++» +. BunodeopsisAndr.—B.stru- mosa Andr. Bunodidae con tubercoli della colonna cistiformi o flicteniformi, nti GRGEI: o da fo dee perdo varda +... ... Cystiactis M. Edw.— Cl. Eu- genia D. & Mich. — 206 — Bunodidae con tubercoli della colonna emisferici, seriali, regolari, OFCON NI UIDETORI A PONE ASA ISO RITI II Evaetis Verr. — E. artemisia Dana. Bunodidae con tubercoli della colonna aculeiformi in serie unica trasversali ..... TR RA TRARRE Vette RIS E Thelaetis Klunz. — Th. sim- plex Klunz. BUnodidaeRINCertaeAsedis Ne scan ee Re B. pluvia Dana., B. stella Verr., B. passiflora D. & Mich., Ph. cavernara Bose., (. . .?) tuber- colosa Q. & Gaim., (..-?) fusco-rubra Q. & Gaim., (. . .?) momilifera Dana, (...?) pre- tiosa Dana. BINOdIZE AUDACE NA EI AI aaa rà B. stellula Ehr., B. monile Tem- pl., B. koseirensis Klunz., B. Stu- deri n. n., B. crispus Ehr., E. ranthogrammica Br., E. flo- sculifera Les., A. pallida D. & Mich., 0. Eydourii M. Edw., C. Gaudichaudi M. Edw., C. Rey= naudì M. Bdw., 7. coccinea Verr., 3 B. multicornis Verr. La subfamiglia delle Bunodidae, quando la si consideri nei limiti originari as- segnatile dal Gosse, costituisce uno dei gruppi più naturali delle Actininae. Ma già a quest'ora, in causa dell’ineremento continuo delle cognizioni e del materiale speci- grafico, essa tende a perdere un poco della pristina omogeneità. — Io mi vedo co- stretto ad annoverarvi, p. es., il gen. Evactis ed il gen. Anthopleura che per la caratteristica presenza di pori sugli acroragi o sulla colonna diversificano molto dai vecchi generi preesistenti, (e quasi meritano di venire riuniti con l’ enigmatica A. chrysosplerium del Cocks e forse eziandio con la Gregoria fenestrata del Gosse per formare una sottofamiglia distinta). Mi trovo forzato altresì a riunirvi quelle specie, ancora così male descritte, che costituiscono i due generi Cystiactis e Thelactis. I membri meglio noti si possono raccogliere secondo le maggiori affinità in tre capanelli spiccati: 1° Tealia, Bolocera. 2° Bunodes, Phymactis, Aulactinia. 3° Cladactis, Bunodeopsis. Gen. Tealia Gosse. Sinonimi. — Actinia (pars), Auctoram. Cribrina (pars), Ehrenberg 1834, Thompson 1858. Urticina (pars), Ehrenberg 1834, Verrill 1868. Rhodactinia, Agassiz 1847, Vervill 1862. Cereus (pars), Milne-Edwards 1857. Bunodes (pars), Gosse 1855, Tugwell 1856. Tealia, Gosse 1858, 60. — 207 — CARATTERI. — Forma. Base larga, aderente. Colonna tozza, bassa, carnoso-coriacea ; con tubercoli cavi, radi, sparsi; non in serie verticali; molto adesivi. Margine rilevato, den- ticulato, con collare rientrante. Disco piatto, molto ampio. Tentacoli non molto numerosi, policicli; a quanto pare in ordine decamerale (non do- deca-); brevi, grossi, conici; retrat- tili. Peristoma piatto. Bocca promi- nente. Faringe quasi sempre protru- so. — Colore soventi rosso. — Dimen- sioni mediocri. — (Giacitura varia; sulle pietre o su conchiglie. SPECIE DESCRITTE. — Tealiae con tubercoli subeguali. . . . . + SIRSSIICIO T. crassicornis Mill. con tubercoli diseguali . . .......... T. digitata Mill. ANNOTAZIONI. — Pare che le due specie sieno bene distinte l’una dall’altra; e che la loro diversità oltre che dall’aspetto esterno si riveli anche nella compagine della parete del corpo. — Il genere per sè stesso invece venne per molto tempo confuso con l’ affine Bunodes e anche dopo stabilito dal Gosse vi venne confuso da altri, Tugwell, Jordan, Alder ecc. — Un carattere molto importante |ma che per la digitata non è ancora accertato] è quello della disposizione decamerale. — Il nome Rhodactinia avrebbe diritto di priorità; ma quando venne usato perla prima volta non fu accom- pagnato da descrizione e perciò deve cedere a quello di Tealia. Questo ricorda l’insigne Mr. Th. Pridgin Teale, che svelò accuratamente la struttura anatomica appunto d’una di queste attinie. Sp. Tealia crassicornis Mill. SinoniMi.— Urticarubra, Roudelet 1554, lib. 17, cap.17, p.530.—Urtica ter- tia seu rubra purpureave Rondeletii, Gessner 1560. — Urtica rubra Rondeletii, Aldrovandi 1606, p. 568. — Urtica rubraRondeletii, Jonston 1650, p. 73, t. 18. — Urtica rubrae Rondeletii congener, Aldrovandi 1606, p. 569, f. 2. — Urtica rubrae Rond. [sic], Jonston 1650, p. 73, t. 18. Priapus vel Actinia rugis longitudinalibus, Baster 1761, t. 13, f. 1. — Actinia felina Lin., Milne Edwards 1857, p. 242. Anémone de la seconde éspèce, Dicquemare 1773, p. 361, t. 8, f. 10-12; Td. 1772, p. 511, p. 629, t.1. — Seconde éspèce d’anémones, Anonimo 1781, p. 204. — Rothe Seenessel, Oken 1835, vol. 2, part. 1, p. 167. Actinia crassicornis, Miller 1776, n. 2792. — Actinia crassicornis, Gmelin 1788-93, p. 3132. (*) Tealia crassicornis Mill. (da Johnston 1847, t. 40). — 208 — Actinia crassicornis Gmel., Adams 1798, p. 252. — Pennant 1812, p. 105; Cuvier 1816, p. 249, Actinia crassicornis, Cocks 1851, p. 7, t. 2, f. 1; Johnston 1847, p. 226, t. 40; Landsborough 1852, p. 251, t. 14, f. 46; Gervais & Van Beneden 1859. Actinia crassicornis, Gosse 1853, p. 34. — Bunodes crassicornis, Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 29, f. 42. — Tealia crassicornis, Gosse 1858, p. 417; Gosse 1860, p. 209, t. 4, f. 1. — Actinia crassicornis, Lewes 1860, p. 17.— Tealia crassicornis Mill, Hinck 1861, p. 362. Tealia crassicornis, Thompson 1856. Actinia crassicornis Miill., Alder 1857, p. 134. Tealia crassicornis, Wright-Perceval 1858, p. 121. Actinia (Cribrina v. Tealia) crassicornis Miill., Liitken 1860, p. 188. Tealia crassicornis, Normann 1866, p. 199; Normann 1868, p. 318. Actinia crassicornis, Van Beneden 1866, p. 191. Actinia crassicornis Ehr., Verrill 1868, p. 469; Smith & Harger 1847. Tealia crassicornis Miill., Grube 1873, p. 94. Tealia crassicornis Miill., Leslie & Herdman 1881, p. 62. Actinia senilis Lin.,, Gunnerus 1767, p. 121, t. 4, f. 4, 5. Actinia senilis, Linneus 1766-68, p. 1088. — Actinia senilis, Bruguière 1789, t. 70, f. 4; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325. — Actinia senilis, Cuvier 1830, p. 291. Actinia senilis, Fabricius 1779, p. 250. Actinia senilis Linn., Templeton 1836, p. 303. — Actinia senilis (A. ridée), Lamark 1837, p. 541. — Actinia senilis Linn., Hollard 1854, p. 625. Actinia coriacea Cuv., Rapp 1829, p. 51, t. 1, f. 3, 4. — Cribrina coriacea, Ehrenberg 1834, p. 40. — (Tristemma), Brandt 1835, p. 15; Desha- yes in Lam. 1837, p.547. — Cereus coriaceus Cuv., Milne Edwards 1857, p. 264, LEICA Actinia coriacea Cuv., Sars 1835, p. 3. Actinia coriacea Cuv., Teale 1837, p. 91. Actinia coriacea, Cocks 1851, p. 7, t. 2, f. 2; Johnston 1847, p. 224, t. 39, f. 1, 2; Landsborough 1852, p. 249; Milne Edwards 1857, p. 266. — Cribrina coriacea, Thompson 1858, p. 232. Actinia coriacea John., Stimpson 1853, p. 7. Actinia coriacea, Jordan 1855, p. 89. Actinia coriacea, Tugwell 1856, p. 54, 98, 108, t. 3. Actinia coriacea Cuv., Alder 1857, p. 134. Actinia gemmacea, Couch 1838, v. 3, p. 76. Tealia felina Linn., Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374; Fischer 1875, p. 231; Fischer 1875, p. 7. Urticina felina, Marenzeller 1877, p. 23. — 209 — Actinia holsatica sp. n., Muller 1788-1806, v. 4, p. 23, t. 139. — Acti- nia holsatica Mill., Frey & Leuckart 1847. Actinia Isacmaea papillosa (Urticina) sp. n., Ehrenberg 1834, p. 33.— Cribrina papillosa Ehr. (Tristemma), Brandt 1835, p. 15. — Actinia papil- losa Ehr., Deshayes in Lamk. 1837, p.543. — Cereus papillosus Eb. Milne Edwards 1857, p. 264. Rhodactinia Davisii sp. n., Agassiz L. 1847, p. 677. — Rhodactinia Davisii Agass., Verrill 1862, p. 18, t. 1, f. 9; Verrill 1863, p. 57; Agassiz 1865, ist p 13, £A10. Rhodactinia Davisii Agass., Packard 1865, p. 263. Actinia tuberculata sp. n., Cocks 1851. — Tealia tuberculata Cocks, Gosse 1860, p. 217. Tealia Greenii sp. n., Wright-Perceval 1858, p. 122. SE are AE spe nevi] o0lS/729pe3041 DescRIZIOnE. — Forma. Base aderente alle roccie ed alle pietre, in generale non molto ampia. Colonna di rado: a pilastro, anche in espansione è sempre tozza; coperta da tubercoli piccoli, adesivi, cavi, sparsi irregolarmente (benchè talvolta tendenti a serie longitudinali) e piuttosto distanti l’uno dall’altro ; lucida-sericea negl’intervalli fra tubercolo e tubercolo; compatta, carnoso-cartilaginea. Margine grosso , rilevato intiero benchè cosparso di tubercoli; con collare rientrante. Disco grande. Tentacoli sparsi su metà del disco; pentacieli (5, 5, 10, 20, 40) ma in apparenza quadricicli in causa della vicinanza dei primi due ordini; conici, larghi alla radice, acuminati e talora rigonfi all’apice (ma però così mutabili di forma da poter essere anche cilindrici); sub- eguali, meno lunghi del raggio discale; poco flessuosi; diretti in alto, in fuori e in | basso a seconda se sono interni medî od esterni. Peristoma piano. Bocca per lo più prominente. Faringe assai sovente protruso. Lentiggini presenti. — Colore. Colonna verdognolo-grigia con chiazzamenti cremisini; tubercoli grigio-pallidi. Tentacoli pellu- cîdi, bruno-pallidi con una larga fascia bianco-opaca alla radice rimontante sui lati; un’altra larga fascia cremisina orlata sopra e sotto di bianco ne cinge il fusto a metà; il tutto è indefinito. Peristoma olivaceo-glauco percorso radialmente da striscie rosse orlate di bianco, le quali a due a due abbracciano la radice dei tentacoli e svani- scono verso la metà del raggio; quelle dei tentacoli interni sono più pronunciate. Bocca iu generale tinta di carminio. Lentiggini del pari. Fariuge grigio. — Dimensioni piuttosto grandi: diametro della colonna spesso di 0”,07, altezza solo di 0,05, espan- sione totale del disco 0,12, tentacoli lunghi 0,03. — Giacitura nei crepacci e ne- gli angoli delle roccie al limite inferiore di marea ed in acque profonde. VARIETÀ. — Il Gosse 1860 osserva che la colorazione di questa specie varia molto e che difficilmente si trovano due esemplari esattamente simili; ma che tut- tavia frammezzo le numerose modalità alcune possono venir menzionate come pre- dominanti. a meloides. Che comprende le suaccennate condizioni e che richiama in certo modo l’aspetto di una mela. 6 purpurea. Colonna cremisino-grigia ; peristoma cremisino con le striscie di tinta più brillante del resto; tentacoli cremisino-pellucidi con fascie purpuree. 27 — 210 — y insignis. Simile alla B ma avente i tentacoli hianco-pellucidi con fascio hianco-opache. ò aurea. Colonna gialla, dal giallo-paglierino al giallo-albicocca. e vilis. Tutti i colori confusi e perduti in una tinta generale grigiastra semi- pellucida. (Dalle acque profonde e di rilevanti dimensioni). Il Verrill 1862 riferendosi ai rappresentanti americani (Rhodactinia Davisii) li distingue in quattro varietà che sembrano collegarsi con le precedenti ff e y del Gosse; e sono: 1°..... Colonna cremisina;: tentacoli bruno-chiari con fascia radicale cremisina. 2°..... Colonna carnea con macchie aranciate. Siae e SE Colonna carnea con macchie rossastre; e tentacoli con fascie bian- che e rossastro. 4°..... Colonna rossastra. Oltre queste, proprie di Eastport Me., egli ne cita altre rosse-ciliegia, ovvero verdognole con macchie rosse, ecc. Il Jordan 1855 accenna a varietà rosso-scure con tubercoli bianchi, e ad altre esclusivamente verdognole chiare quasi bianche. Il Rapp 1829 ne menziona una avente la colonna marmorizzata di rosso e verde. L’A. holsatica del Miller 1788 sarebbe una varietà a colonna crocea, tentacoli annulati di cremisì, peristoma albido, faringe verde. Dal Kyle 1872 per la sua pretesa nuova specie si distinguono quattro varietà : scarlatta, cremisina, aranciata, gialla. ANNOTAZIONI. — La sinonimia della presente specie è una delle più intricate di tutta l'attiniologia, e ciò nasce in parte dalla frequenza delle descrizioni o citazioni relative, in parte (strano ad asserirsi) da un errore linneano ('); e in parte da co- loro che distinsero due specie lù dove ne esisteva una sola o che sbagliarono di pianta la determinazione. Dall’errore del Linneo sorsero i tre vocaboli senilis, crassicornis, e felina; dalla distinzione dei secondi derivarono i nomi coriacea, Davisii, ete.; e dalle misinterpretazioni di taluni ebbe origine l’ epiteto geimmacea del Templeton, del Dalyell, e del Johnston (var. 8, 1838). Negli autori vecchi trovansi discrete figure: quella del Rondelet è buona benchè non lasci riconoscere i tubercoli; la seconda dell’Aldrovandi (Urticae congener) è (') Chi si prende la briga di confrontare le diagnosi delle attinie descritte nella 12° edizione del Systema naturae con le figure del Baster 1761 troverà che le citazioni fatte dal Linneo sono sba- gliate e devono venir rettificate secondo lo Gmelin; e cioè: Baster, t. 13, f. 1 (Linneo citaz., A. felina) = Linneo descriz., A. senilis = Gmelin citaz. e descriz., A. crassicornis. i Baster, t. 13, f.2 (+t.14, f.2 Linneo citaz., A. senilis) = Linneo descriz., A. felina = Gmelin citaz. e descriz. A. plumosa. Baster, t. 14, f.2 (Linneo citaz., A. effoeta): — Linneo descriz., A, effoeta — Gmelin citaz. e descriz., A. effoeta. Im pari tempo riconoscerà che dei tre nomi, felina, senilis e crassicornis solo quesf'ultimo è accettabile, e che gli altri due [massime il senilis con quella duplice citazione di figure] si devono dimenticare. — 211 — poco chiara; quella del Baster è ottima. Il Dicquemare ha pur egli buone figure; la sua 12* ha il faringe rovesciato con i canali gonidiali distinti. Meno helle sono le due del Gunnerus, che non hanno tubercoli sulla colonna; e di esse una rappre- senta l’animale semicontratto con margine rilevato, ondulato in dieci lobi. — Dei moderni sono ben riuscite quelle del Rapp, del Landsborough e del Gosse. Il John- ston ha due figure una per la coriacea l’altra per la crassicornis. Fra gli autori che sostengono la distinzione di coriacea da erassicornis il John- ston stesso è precipuo. Egli crede che la prima si distingua dalla seconda perchè: abita luoghi sabbiosi, ha dimensioni minori, è più coriacea, più tubercolosa e più rigida, e possiede colori meno vivi. Il Milne Edwards crede che questa coriacea del Johnston corrisponda alla sua gemmacea; il Gosse invece [ed in questo caso è auto- rità molto più competente| dichiara essere sua ferma convinzione che le due specie ne formino una sola. La coriacea dello Stimpson ron è identica con quella del Johnston, ma pare fuori di dubbio una varietà affine; ad ogni modo è determinata male perchè non fu veduta viva. La coriacea del Cuvier, del Rapp ecc. corrisponde del tutto alla crassicornis degli altri. Le altre specie menzionate nella sinonimia che vennero descritte per nuove, non si possono realmente accettare. La Rhodactinia Davisii (nominata fino dal 1847, ma non descritta) è di certo identica con la specie presente; già il Packard ne ebbe il sospetto nel 1865; ed il Verrill, che non accettava l’identità nel 1862 la proclama nel 1868. La T. Greeni. e l'A. tubercolata devonsi del pari considerare come iden- tiche. Il Gosse è dello stesso avviso benchè ne faccia menzione a parte. Meno certa è invece l'identità della holsatica del Miller. Ma se si fondono alcune specie, non devesi cadere nell’eccesso di fonderne troppe. Ed io credo sia soverchio quando il Liitken unisce alla T. crassicornis l’A. coccinea Mill. quale forma giovanile e la Stomphia Churchiae Goss. quale individuo semi- cresciuto; soverchio quando il Verrill 1868 cita tra i sinonimi della stessa l'A. spectabilis Fabricius, l'A. bimaculata Grube, la Bolocera eques Gosse, la Stomphia Churchiae Gosse, l’A. elegantissima Brandt, l’A. Laurenti Brandt, ecc., mentre con- temporaneamente dubita degli antichi coriacea Cuv., holsatica Miill., e così via. Sp. Tealia digitata Mill. Sinonimi. — Actinia digitata sp. nm, Miiller 1776; Miller 1788-1806, v. 4, p. 16, t. 133; Gmelin 1788-93, p. 3134; Bruguière 1789. — Actinia dila- tata Gmel., Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325. — Cereus digi- tatus Miill., Milne Edwards 1857, p. 272. Actinia digitata Miill., Fabricius 1797, p. 46-55, t. 5, f. 7, 8. Actinia digitata Mill, Sars 1851, p. 143; Danielssen 1859, p. 44. Actinia digitata Miill., Alder. 1857, p. 134. Tealia digitata, Gosse 1858, p. 417; Gosse 1860, p. 206, t. 6, f. 10. Actinia (Chondractinia) digitata Mill., Litken 1860, p. 188. Tealia digitata Miill., Norman 1868, p. 318. 2 Urticina digitata Mill., Verrill 1873, p. 5. Actinia spectabilis, Fabricius 1780, p. 351; Gmelin 1788-93, p. 3134; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325; Milne Edwards 1857, p. 243; Liitken 1875. Actinia crassicornis, Fabricius 1780, p. 348; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325. — Actinia crassicornis Fab., Litken 1875. Urticina nodosa Fab., Verrill 1873, p. 349; Smith & Harger 1874. DescrIZIONE. — Forma. Base aderente, spesso più larga della colonna. Lembo ondulato. Colonna cilindrica, tozza; talvolta espansa in alto; rilevata qua e là da tubercoli grandi, che tendono a formare serie orizzontali più che verticali; essi in basso mancano; in alto sono invece sempre presenti; i più alti sono grandi, oblun- ghi e costituiscono una specie. di collana attorno al margine quando i tentacoli sono retratti. Margine liscio, rilevato. Tentacoli numerosi, conico-ottusi, entacmei, trici- cli o quadricicli. Faringe protrattile, costulato. — Colore. Colonna scarlatto-aranciata con tubercoli pallidi. Tentacoli rossi uniformi, un poco più intensi all’apice. Peri., stoma rossiccio. Faringe rigato di bruno-aranciato. — Dimensioni. Colonna alta quasi 0",04; larga lo stesso; apertura tentacolare di 0",05. — Giacitura. Sopra conchiglie (Tritonium antiquum, T. gracile, Fusus islandicus, F. norvegicus, Buccinum nuda- tum, Fusus berniciensis, Buccinopsis Dalei ecc.) morte e viventi, nonchè su pietre. Di solito in acqua profonda. VARIETÀ. -- Queste devonsi ragranellare qua e lù da varî autori. & fulva. Colonna fulva con punti bianchi; tentacoli rosei; peristoma giallo. ‘ È menzionata dal Miller nel suo prodromo, e dal Fabricius 1797. f Navicans. Colonna gialliccia con striscie rosse, e con fascie rosse alla radice dei tentacoli. Viene descritta dal Fabricius. y-rubiconda. Colonna rossa d albida e subgrisea & coerulea, Colonna cerulea, con righe bianche alla radice dei tentacoli. “ virescens. Insieme con la cerulea costituiva l'A. spectabilis Fabr. 1880. ANNOTAZIONI. — Di questa specie non esiste ancora una bella figura; delle tre attuali, tanto quella del Miiller che quella del Fabricius sono insufficienti; anzi quella del Miller è in gran parte inesatta perchè fa arrivare le coste tubercolari fino alla base, e fa concepire un’ idea sbagliata dell'animale; forse il Johnston (come osserva Sars 1851) fu indotto da questo a citarla per sinonimo della sua A. coriacea. La figura del Gosse 1860, eseguita sopra un originale dell’ Alder, ha pure alcune inesattezze, ma dopo tutto pare che sia la migliore. — La specie pare essere ben distinta dalla crassicornis ; il Litken vorrebbe anzi separarla anche genericamente. Io credo che non sia opportuno il farlo. — Forse tra i sinonimi si dovrebbe citare anche l’A. nodosa del Fabricius; di questo avviso è il Litken; e con lui il Verrill e lo Smith & Harger, dei quali anzi tanto l’uno che gli altri mutarono il nome della specie in nodosa. Queste tre formavano l’A. crassicornis del Fa- \ bricius 1780. — 213 — Gen. Bolocera Gos. Sinonimi. — Actinia (pars), Johnston 1832. Anthea (pars), Johnston 1838, 1847, Gosse 1855, 1858. Anemonia (pars), Milne-Edwards 1857. Bolocera (pars), Gosse 1860, Verrill 1873. CARATTERI. — Forma. Base aderente ; non molto ampia. Colonna tozza; di con- sistenza cartilagineo-polposa; a superficie liscia levigata uniforme o liscia solcata, in ambo i casi cosparsa di tubercoli piccoli, disordinati, distanti. Margine presente, con collare rientrante. Disco non molto largo. Tentacoli brevi, grossi; strozzati alla ra- dice, solcati per il lungo; flessuosi, mobili; facilmente decidui; non retrattili [nella specie eques talora vengono celati, ma ciò non è per loro retrattibilità, sibbene per- chè il margine si allunga e si stringe a sfintere]. Peristoma liscio. Bocca di rado prominente. Faringe protrusibile con fa- cilità e molto. — Colore rosso più o meno vivo o bruno. — Dimensioni, grandi mol- to. — Giacitura, in acque profonde. SPECIE DESCRITTE. — Bolocerae con tre cicli di tentacoli . ....... B. Tuediae John. con sette cicli di tentacoli . . ..... B. kerguelensis Stud. Bolocerae dubiae (con sei cicli di tentacoli) . .......-...00- B. eques Gos. ANNOTAZIONI. — Delle tre specie la prima e la seconda sembrano bene distinte ed ammissibili; la terza invece ricorda forse un poco troppo le Tealiae ed in special modo la T. crassicornis. — Un carattere strano, proprio solo di questo genere, è la deciduità dei tentacoli. A ciò allude anche il nome (f@\}@= gettare; xipas = corno). Sp. Bolocera Tuediae John. Sinonimi. — Actinia Tuediae sp. n., Johnston 1832, p. 163, f. 52. — Anthea Tuediae John., Johnston 1847, p. 242, text. f. 53; Cocks 1851, p. 11, t. 2, f. 33; Landsborough 1852, p. 259. — Anemonia Tuediae John., Milne Edwards 1857, p. 235. Anthea Tuediae John., Diiben 1847, p. 267. Anthea Tuediae sp. n., Gosse 1855, p. 27; Gosse 1858, p. 417. — Bolo- cera Tuediae John., Gosse 1860, p. 186, t. 5, f. 1. Anthea Tuediae, Alder 1857, p. 134. (*) Bolocera Tuediae John. (da Gosse 1860, t. 9). — 214 — Bolocera Tuediae, Norniann 1867, p. 440; Norman 1868, p. 318. Bolocera Tuediae Goss., Verrill 1873, p, 5; Smith & Harger 1874. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, che di poco eccede la colonna. Colonna cilin- drica, tozza, consistente, subcartilaginea; liscia levigata, ma cosparsa qua e là da rari tubercoli rotondi, emisferici piccoli [quasi paragonabili a capocchie di spilli in un cuscinetto da lavoro, dice il Cocks]; in contrazione è minutamente rugosa. Mar- gine indistinto. Disco non più largo della colonna a contorno circolare regolare. Ten- tacoli numerosi, affollati; tricicli, entacmei; grandi e grossi; conici, strozzati alla radice, acuminati e perforati all’apice; solcati per il lungo, a meno che non sieno in massima estensione; flessuosi e mobili; facilmente decidui; non molto contrattili, e non retrattili. Peristoma piano, liscio, con raggi cospicui. Bocca non prominente; labbro non ingrossato. Faringe protrusibile in forma di vescica lobata. — Colore. Colonna carnea intensa ed uniforme, ovvero bruno-aranciata o rossastra. Tentacoli bruno-castanei o rosso-carnei. Peristoma simile alla colonna. Faringe rossa con linee pal- lide. — Dimensioni considerevoli: altezza della colonna da 0%,08 a 0%,10; apertura tentacolare da 0",12 a 0”,20; tentacoli interni lunghi 0”,05, larghi 0,012. — Giucitura. Sulle rocce in acque profonde (100-400 metri). VARIETÀ. — Finora non se ne trovano ancora descritte in dettaglio da alcun osservatore. Il Diiben 1847 asserisce tuttavia che ne esistano molte. Annotazioni. — La specie venne lungamente ascritta al genere Anthea |Ane- monia) ed è merito del Gosse d’averne messe in evidenza le differenze e le peculiarità. Il nome specifico si riferisce alla località dove il Johnston scoperse quest’ attinia; Tuedia chiamavasi in antico la regione marittima del Berwickshire. Sp. Bolocera kerguelensis Stud. SINONIMI. — Bolocera Kerguelensis sp. n., Studer 1878, p. 544, UA ERIN DescRIZIONE. — Forma. Base molto più piccola della colonna. Colonna conica a royescio, ruvida con solchi trasversali e rughe verticali. Tentacoli non retrattili conico-fusiformi, lievemente rigonfi all'apice, facilmente decidui, policicli (in sette righe) entacmei. Bocca ampia estensibile. — Colore sulla colonna rosso-roseo, sui tentacoli gialliccio o carnicino, verso la bocca rosso-bruno. — Dimensioni. Lun- ghezza della colonna 0”,08; larghezza del disco 0®,12. — Giacitura |non indicata), acque profonde. Sp. Bolocera eques Gos. Sinonimi. — Bolocera eques sp.n., Gosse 1860, p. 351, t. 9, f. 6. Bulocera eques Gos., Norman 1868, p. 318. Descrizione. — Forma. Base aderente, non ampia. Colonna cilindrica tozza; molto distensibile, rigata per lungo da solchi numerosi e distinti; polposa, lassa, sot- tile di spessore; cosparsa di tubercoli, massime nella parte superiore, i quali sono minuti, cavi, adesivi, ora prominenti, ora a livello. Margine rilevato, ottuso, dentico- lato dalle strie; con collare rientrante. Disco espansibile oltre la colonna. Tentacoli submarginali, numerosi, esacicli (6,6, 12, 24,48, 48), subeguali, flessuosi, diretti in vario — 215 — senso; molto adesivi; brevi, conici; versatili di forma, ora snelli allungati, ora ovati ottusi, ora ovati con una punta sottile; sempre ristretti alla radice; sovente solcati per il lungo; con apice perforato; non retrattili benchè talora sieno nascosti [ciò ac- cade per contrazione del margine, non per retrazione dei tentacoli o del disco). Peri- stoma piano liscio; con raggi non cospicui. Bocca talora prominente a cono; labbro grosso. Faringe protrusibile in lobi vescicolari. — Gonidî visibili nei canali, nelle lentiggini, e nei raggi. — Colore. Colonna arancio-scarlatta leggiera con sfumatura grigiastra verso il lembo; tubercoli bianchi cinti da un cercine arancio-scarlatto oscuro; verso il lembo sonvi macchioline bianche simili ma più minute e più frequenti. Ten- tacoli bianco-pellucidi, fasciati a metà da un largo annello scarlatto con orlo infe- riore hianco-opaco. Disco bruno-rossiccio, uniforme, pellucido. Lentiggini bianche. Faringe rigata da linee bianco-pellucide e bianco-opache alterne. — Dimensioni grandi: colonna alta 0",10; larga lo stesso; disco e tentacoli in espansione 0,17. — Giacitura [non è nota); acque profonde. ANNOTAZIONI. — La specie rassomiglia molto alla Tealia crassicornis e forse venne finora (cioè fino a Gosse 1860) confusa con questa; ma se ne distingue per i caratteri generici. Il Gosse ne vide solo due esemplari. L’annello dei tentacoli sug- gerì il nome eques in allusione dei cavalieri romani che di annello si ornavano. Gen. Bunodes Gosse. Sinonimi. — Actinia (pars), Auctorum. Cribrina (pars), Ehrenberg 1834. Cereus (pars), Milne Edwards 1857, (non Oken 1815). Bunodes, Gosse 1855, 58, 60; Verrill 1862, 64; Klunzinger 1877; Studer 1878; Andres 1880; Jourdan 1880. CARATTERI. — Forma. Base aderente, larga. Colonna cilindrica, tozza, consistente, tubercolata. Itubercoli sono grandi al margine e diminuiscono man mano verso il lembo; sono disposti in serie longitudinali, che secondo la loro importanza hanne maggiore o minore lunghezza (quelle corrispondenti ai tentacoli principali, quindi poste sulle loggie principali, sono le più complete; quelle dei tentacoli terziari o quaternari, quindi poste sulle loggie spurie, sono affatto incomplete, hanno talora solo due o tre tubercoli). Margine tubercolato sempre, con collare rientrante, più o meno deciso. Tentacoli conico-acuminati, non molto lunghi (circa quanto il diametro discale), entacmei, policicli, retrattili. Peri- stoma in generale concavo. Gonidî abbastanza sviluppati. Onco emisferico od ap- piattito. — Colore molto vario. — Dimensioni non molto grandi. — Giacitura. Sulle pietre, nei crepacci, ecc.; spesso gli animali sono protetti da pietruccie che si tengono aderenti coi tubercoli. (*) Bunodes Balli Gocks (da Gosse 1860, t. 4). — 216 — SPECIE DESCRITTE. — Bunodei aventi serie tubercolari di due o più sorta molto distinte l’una dall'altra; le primarie dalle secondarie, ecc. B. gemmaceus EI, — aventi serie tubercolari pure di varie sorta ma poco distinte l'una dall'altra. Con tentacoli conico-dititti-. ... .......... B. rigidus Andr. Con tentacoli uncinati all’apice CEREA Ri olo, 4 do bioieia cooolo B. Ballii Cocks DECIO RE NE ION B. Listeriù John. — aventi serie non solo poco distinte l’una dall’altra ma sostituite da tubercoli poco rilevati. .......... B. sabelloides Andr. - Bunodei nei quali la disposizione seriale dei tubercoli è poco pronunciata : i tubercoli per sè stessi sono però bene sviluppati, subeguali, e distanti .............. B. thallia Gos. Bunodei a tubercoli piccoli, assai numerosi, fitti in serie regolari usuali. Congtenta coll un phi Re e CINI B. cruentatus Dana Con tentacoli piuttosto brevi... < ........ B. papillosus Less. in serie non molto regolari, appajate. Tentacoli quadricicli B. biscayensisFisch. in serie irregolari. Tentacoli bicieli . . ... SETE ". B. occellatus Less. Bunodei che spettano senza dubbio al genere: ma che non hanno decisi caratteri speciali [Bunodei incertae sedis] B. maclovianus Less. B. gemma Dana. ANNOTAZIONI. — Le specie enumerate appartengono tutte e senza incertezze al genere; ma la loro distinzione, come rilevasi anche dal prospetto, non è sempre pog- giata sopra caratteri precisi. Questo difetto si risente in principal modo per le ul- time sei; tanto che due di esse dovettero venir dichiarate Bunodei incertae sedis. Il concetto di questo genere venne determinato dal Gosse; e da lui anche ha origine il nome alludente al carattere essenziale : alla presenza dei tubercoli ((fovvadas, pieno di colli). Sp. Bunodes gemmaceus Ellis. Sinonimi. — Actinie chagrinée, Réaumur 1710, p. 469 e seg. t. 10,f.21,24. Hydra disciflora (miliaribus glandulis), Gaertner 1762, p. 82, t. 1, £. 4. Actinia verrucosa sp. n., Pennant 1766; Pennant 1812, p. 103. — Actinia verrucosa, Bruguière 1789, n. 18, t. 70, f. 4. Actinia pedunculata Gaert., Delle Chiaje 1825, v. 2, p. 229, 241, t. 16, f. 10; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 125, v. 5, p. 137, t. 152, f. 11. — Actinocereus sessilis Gaert., Blain- ville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327, f. 49, t. 4. Actinia verrucosa Lam., Rapp 1829, p.50. — Cribrina verrucosa E., Ehrenberg 1834, p. 40. — Monostemma, Brandt 1835, p. 14. — Actinia verrucosa Brug., Lamark 1837, p. 542. — Cribrina verrucosa, Deshayes in Lam. 1837, p. 547. Actinia verrucosa Lamk., Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. — 217 — Bunodes verrucosus Penn., Fischer 1875, p. 1207. — Id. p. 374; Fi- scher 1875, p. 228. Bunodes verrucosus Penn., Jourdan 1880, p. 29. Actinia gemmacea Ell., Ellis et Solander 1786, p. 3. — Hydra gem- macea, Gmelin 1788-93, p.3868. — Actinia gemmacea Gaert., Johnston 1847, p. 223, t. 38, f. 6-9; Landsborough 1852, p. 248; Milne-Edwards 1857, p. 266. — Cribrina gemmacea John., Milne Edwards & Haime 1851, p.7. — Cereus ‘ gemmaceus Ell., Milne Edwards 1857, p. 265, t. C, 1, f. 3. Actinia gemmacea, Hassall 1841, p.286. — Actinia gemmacea El, Thompson 1843, p. 284. — Cereus gemmacea, Thompson 1858, p. 232. Actiniaàa gemmacea, Mac Gillivray 1842, p. 465. Actinia gemmacea (crassicornis), Dalyell 1848, v. 1, t. 48, f. 1, 2. Actinia gemmacea, Cocks 1851, p. 7, t. 1, f. 24, 25, 28. Actinia gemmacea, Gosse 18583, p. 168, t. 8, f. 1,4. — Bunodes gem- macea, Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 29; Gosse 1858, p. 417; Gosse 1860, p. 190, t. 4, f. 2, 3; Hinck 1861, p. 362. Actinia gemmacea, Tuswell 1856, p. 53, 98, 108. Bunodes gemmacea Ell, Wright-Perceval 1858, p. 121. Actinia gemmacea Ell., Van Beneden 1860, p. 134, t. 19, f. 5, 6. Actinia gemmacea Ell. et Sol., Grube 1873, p. 81, 83; Heller 1868, p. 16. Bunodes gemmaceus Ell., Andres 1880, p. 315. Actinia bimaculata sp. r., Grube 1840, p. 4, f. 4. — Cereus bima- culatus Grube, Milne Edwards 1857, p. 265. — Actinia bimaculata Gr, Grube 1861, p. 131. Actinia bimaculata Grube, Heller 1868, p. 17. DESCRIZIONE. (t. 1, f. 13, 14; t. 6, f. 3). — Forma. Base un poco più larga della co- lonna. Colonna tozza, cilindrica con 48 serie verticali di tubercoli; delle quali sei sono primarie (hanno cioè tubercoli più grandi), sei sono secondarie, dodici terziarie e così via: le secondarie e le terziarie ecc. non arrivano sino in fondo; tutte poi sono molto sviluppate nella prima linea orizzontale, cioè sul margine. Disco piano, di poco più largo della colonna. Tentacoli mediocri conici, tozzi, 6, 6, 12, 24, 48, entacmei. Bocca pro- minente. — Colore. Base grigia. Colonna bianco-grigia; tubercoli bianchi nelle serie prin- cipali, grigi nelle altre; in generale ognuno è unicoloro, talora però alcuni hanno un punto nero sul sommo; di solito poi tutti quelli del margine hanno per dippiù ri- flessi o sfumature cremisine o carmine. Peristoma ocraceo con raggi gonidiali chiari, ben marcati; tutt'intorno ha una fascia nera bordata internamente da un orlo bianco, la quale forma alla base dei tentacoli dei tre primi cicli, ma specialmente del primo, una figura di W. Tentacoli trasversalmente macchiettati di bianco e di nero; negl’interni predomina il nero: alla base sono tutti neri e passano nella citata fascia. Tnbercoli gonidiali con punto rosso vivo. — Dimensioni varie; altezza di 0",02 fino a 0%,06; tentacoli lunghi in proporzione 0%,01, 0%,02. — Giacitura, sulle pietre, nella ghiaja, sui rizomi di posidonie, ecc. == VARIETÀ. Colori, più o meno costanti sono: il grigio, che è fondamentale e sì stende su tutto; il bianco opaco che si rivela nei tubercoli, nei gonidii e nelle macchie irregolari dei tentacoli ; e il nero che è di solito scarso, tutt’ al più frequente alla radice dei tentacoli. Colori accessorî e mutevoli sono il giallo, il carmino ed il verde; essi talora si presentano più che altro quali sfumature del grigio sulla colonna o sul peristoma in tinte delicate paglierine, rosee, ecc.; tal’altra si manifestano quali iridescenze brillanti o punti speciali, come nella rosa labiale o nei gonidî. I tuber- coli della colonna in alcune varietà sono parzialmente (cioè nelle sei serie principali) colorati in bianco, in altre sono tutti grigi in modo uniforme. Da ciò le varietà si possono distinguere in due gruppi; l’eterocromo e l’omocromo. Nel primo la colo- razione può dar luogo ai seguenti rapporti: SERIE: GRIGIA VERDE GIALLA ROSSA pallida = = = cinerea viridescens aurata rosea Varietà: —_ _ cuprea —_ | = = ochracea livida | -_ nigricans _ — _ Nel secondo accade forse lo stesso; finora tuttavia non vidi che una varietà scura scura [nigricans del mio Prodromo| ed una carnicina [rosea ibid.]. Ecco ora la descrizione delle più spiccate fra le summenzionate varietà. I. Varietà eterocrome; che hanno le sei serie principali di tubercoli bianche, e i tentacoli con macchie trasversali scarse; ed abitano poco profonde. a ocracea. Quella descritta per tipo. Ha peristoma giallo-ocraceo con zona periferica nera, tentacoli grigi con macchie irregolari bianche e nere. £ pallida. Peristoma grigio-bianco, senza fascia; tentacoli grigi con sole macchie bianche. y viridescens. Peristoma bianco-verdognolo, senza fascia; tentacoli con macchie bianche e sfumature rosee. d aurata. Colonna a fondo giallo-dorato. Peristoma giallo un poco più in- tenso, con sfumature cremisine; senza zona periferica. Tentacoli grigi con macchie ocracee e bianche. La cuprea è molto simile. e carnea. Colonna a fondo carnicino. Peristoma roseo. Tentacoli rosei con macchie bianche. La livida sembra essere un grado più scuro e null’altro. II. Varietà omocrome. Hanno colonna con serie tutte eguali di colore, e macchie trasversali dei tentacoli molto numerose; vivono a disereta profondità (60 metri). € rosea. È molto simile alla carnea, e solo ne diversifica per le serie dei tu- bercoli. Questa (o la carnea ?) fu notata anche dal: Jourdan 1880. n migricans. Peristoma quasi nero, con riflessi azzurri e verdognoli; tentacoli grigio-nerastri con numerose macchie nere assolute. Il Gaertner assegna alla presente specie tre varietà, che come al solito distingue dai tentacoli; e sarebbero: la prima a tentacoli grigi variegati |forse la pallida], aac die ERI = = = viag setta sir noe te ta PTT — 219 — la seconda a tentacoli rossi uniformi, la terza a tentacoli verdi macchiettati. — Il Gosse rileva la grande ricchezza di colori svariati; ma non determina alcuna varietà concreta. ANNOTAZIONI. — Dei sinonimi citati più d’uno, a dir vero, si attaglia non solo a questa specie ma anche alle seguenti. La chagrinée del Réaumur è del numero; essa viene rappresentata in due figure, cioè chiusa in riposo, ed aperta strisciante coi tentacoli. Un’altra è la pedunculata del Delle Chiaje, la quale nel lavoro del 1825 pare un B. rigidus perchè ha tentacoli esterni bruni, interni rossi {vedi var. y del B. rigidus], nell'opera del 1841 invece sembra piuttosto un B. gemmaceus. — Alcuni altri sinonimi poi forse escono persino dal genere. La gemmacea del Dalyell pare una Tealia; ma la sua descrizione è troppo vaga e il sopetto nasce solo dall’ispezione delle figure. La verrucosa del Lamark forse è pure una Tealia. Sp. Bunodes Ballii Cocks. Sinonimi. — Actinia Ballii sp. n., Cocks 1849, p. 94; Cocks 1851, p. 9. Lei te 9 17, 18. : Bunodes Ballii Coeks, Gosse 1860, p. 198, t. 4, f. 4; Hinck 1861, p. 362. Bunodes Ballii Cocks, Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374; Fischer 1875, p. 229; Fischer 1875, p. 7. Bunodes Ballii Gosse, Jourdan 1880, p. 30. Bunodes Ballii Cocks, Andres 1880, p. 317. Actinia clavata sp. n., Thompson 1851, p. 127. — Cystactis clavata, Thompson 1858, p. 233. Actinia clavata sp. n., Gosse 1853, p. 127; Gosse 1854, p. 35. — Buno- des clavata, Gosse 1855, p. 29; Gosse 1855, p. 294; Gosse 1858, p. 417. Actinia clavata Thomp., Jordan 1855, p. 88. — Cereus clavata Thomp., Milne Edwards 1857, p. 267. Actinia clavata, Tugwell 1856, p. 54, 98, 108. DESCRIZIONE. — forma. Base piatta, aderente, di solito ovale, sempre molto larga. Colonna tozza, tubercolata. I tubercoli sono subeguali, in 48 serie; delle quali 24 sono primarie e vanno fin quasi al lembo, 24 sono secondarie e si arrestano a metà; tutte sono ben sviluppate al margine e decrescono in basso. Disco piatto, molto am- pio. Tentacoli quasi marginali, pentacieli (6, 6, 12, 24, 24), più snelli che nel gem- maceus, conici, ottusi, entacmei; diretti in fuori; con tendenza a curvare l’apice in alto. Peristoma con raggi distinti. Bocca prominente, spesso beante. Lentiggini pre- senti. — Colore. Base rossa, talvolta cremisina. Colonna giallo-pallida; tubercoli ornati ciascuno da una macchia rossa; il fondo generale è cosparso di altre macchioline rosse, talora verso il basso tende tutto al cremisino. Tentacoli pellucidi, pallidi con sfu- mature ora giallognole ora rosee; sempre macchiettati di bianco su ogni lato. Peri- stoma pellucido grigio con macchioline bianche opache, irregolari. Bocca con labbro cremisino, ma talora anche bianca o gialla. Lentiggini rosse. — Dimensioni: di solito 02,025 di diametro della colonna; 0,012 di altezza; 0”,05 di apertura tentacolare. Il Tugwell assegna anche 0%,07 di apertura; cd il Brodrick persino 0",10. — è -— 22) — Giacitura, sulle roccie e sulle pietre, fra i crepacci e alla superficie inferiore; tanto entro limiti di marea, che più profonda. Anche fre le zostere (Fischer 1875). VARIETÀ. — Il Gosse enumera le seguenti; « rosea. La suddeseritta. B dealbata. Simile alla precedente, ma priva delle sfumature rosee e munita di tentacoli bianchi. y funesta. Colonna con sfumatura bruna; tentacoli bruni-umbra ; peristoma nero-fumo; macchiettature giallo-bianche. Dimensioni piuttosto grandi. Ò livida. Tentacoli e peristoma tinti in vario grado da un colore lucido cangiante livido-verdognolo-azzurrigno-grigio, come quello di carne putrida. Abita profonda. Il Jourdan descrive due varietà di questa specie; di esse la rosea coincide ab- bastanza bene con la omonima suddescritta, salvo che ha bocca verde; la livida in- vece sembra essere altra cosa, perchè sui tentacoli porta macchioline rosse che il Giosse non accenna. Del resto le varietà di colore paiono molto numerose, come asserisce anche il Fischer 1875. In ogni autore infatti trovansi dati diversi: nel Thompson 1851 si ha colonha paglierina con macchie marrone; nel Jordan 1855 colonna paglierina che verso il lembo digrada in aranciato; e così via. ANNOTAZIONI. — Il nome clavata devesi rigettare sia perchè venne già usato sia perchè è improprio. Quello di Ballii è una dedica allo zoologo Robert Ball L.L. D. Dalla descrizione del Jourdan 1880 nasce il sospetto che la sua var. livida coin- cida con il B. sabelloides, perchè infatti vi si nota che i tubercoli sono talora rile- vabili solo per il punto rosso [mentre nel B. Ballii del Gosse dovrebbero essere sempre distinti] e che nelle macchie bianche dei tentacoli vi sono dei punti rossi. — Rispetto al numero dei tentacoli non vi è pieno accordo; il Gosse dà la serie 6, 6, 12, 24, 24, il Fischer invece solo 12, 12, 24. — Il Jordan 1855 dice che i ten- tacoli alla radice si saldano insieme per un buon tratto al disopra del piano del disco. Sp. Bunodes Listeri Johns.. Sinonim.— Bunodes Listeri sp.n., Johnson 1861, p.302; Johnson 1862, p.181. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, mediocre. Colonna con tubercoli disposti in 24 serie longitudinali, contenendone ogni serie circa 10-16; le serie alterne non arrivano fino al lembo. Margine crenulato per la presenza dei tubercoli superiori. Tentacoli numerosi, tricicli, marginali, entacmei, conici, retrattili, uncinati all'apice. Colore. Colonna rossa; tubercoli bianchi a punticino rosso. Tentacoli pallidi carnicini o bruni, talora con macchie bianche. — Dimensioni e Giacitura [non indicate]. AnnoTAZIONI. — Mancando una figura qualsiasi la descrizione è piuttosto insuf- ficiente; dall’ insieme pare che la specie sia affine al B. Ballii. Forse in seguito a migliore esame si troverà che vi si deve aggregare; per ora tuttavia è meglio te- nerla separata. Sp. Bunodes rigidus And. Sinonimi. — Actinia glandulosa sp. n., Otto 1823, p. 293. — Actinia glandulosa Otto, Rapp 1829, p. 52. — Cribrina glandulosa E., Ehrenberg dl — 1834, p. 40. — (Tristemma), Brandt 1835, p. 10. — Cribrina glandulosa EB., Deshayes in Lam. 1837, p. 547. — Cereus glandulosus Otto, Milne Edwards 1857, p. 265. Actinia glandulosa Otto, Risso 1826, p. 288; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 826; Milne Edwards 1857, p. 273. Actinia rubripunetata sp. n., Grube 1840, p. 4. Bunodes rigidus sp. n., Andres 1880, p. 317. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, larga, rotonda, irregolare, colonna tozza, cilindrica, gibbosa, tubercolata, carnosa, non molto estensibile. I tubercoli sono in 48 serie verticali complete. Margine superiore conformato a collare distinto, tuber- colato (con 96 tubercoli). Disco più largo della colonna, leggermente concavo, rotondo, irregolarmente ondulato. Tentacoli retrattili, numerosi (96), quadricicli (12, 12, 24, 48), subeguali-entacmei, lunghi e grossi, conico subuliformi, diritti periferici, rivolti in alto e in fuori. Peristoma piano concavo, radialmente striato. Bocca non promi- nente; gonidî presenti, ma non marcati. Raggi gonidiali non distinti. — Colore. Base verde biancastra. Colonna verdastro-gialla con riflessi bruno-ruggine, tubercoli ten- denti al giallo e con un punto rosso. Tentacoli pellucidi, rossi-mattone nel ciclo in- terno, color sughero (caffè e latte) nei cicli medî, biancastri nell’esterno. Peristoma verde oliva scuro a riflessi bruno ruggine; strie interradiali sempre brune; raggi con macchia bianca mediana unica, claviforme, e con due macchioline bianche verso la radice dei tentacoli. — Dimensioni mediocri; diametro basale 0,07; altezza della colonna 0”,06; lunghezza dei tentacoli 0",02. — Giacitura varia; di solito sulle pie- tre nei crepacci ed interstizi; non di rado però fra le coralline, sui rizomi di posido- nia, nella ghiaia ecc. Varietà. — I due colori che predominano sono il verde ed il rosso; ma di rado sono puri, quasi sempre sono fusi e producono sfumature varie più o meno giallo- gnole o brune o baie. Il verde è più specialmente proprio della colonna e del peri-” stoma; il rosso dei tentacoli, della bocca e del sommo d’ogni tubercolo. Se si prende per prototipo la var. badia si può supporre che il colore abbia preso due dire- zioni opposte per produrre la var. rubra e viridis e che abbia combinato queste due col grado d’intensità per dare origine alle altre. Press" a poco nel modo seguente (ponendo in alto le tinte rosse, in basso le verdi, da un lato le cupe, dall'altro le pallide). _ rubra | _- _ rosea tinta cupa violacea badia aurantiaca tinta pallida. (cyanea ?) viridis (lutea ?) Hicco ora le singole varietà: a badia. Base biancastra con macchie a direzione radiale, variicolori verdi e rosso carminie. Colonna verde con sfumature brano-ocracee. Tentacoli rosso-bruni nell'interno e digradanti sino ad essere bianchicci nell’esterno. Peristoma verde-oliva con sfumature vellutate più intense e sfumature bruno-scure. — La varietà della de- scrizione tipica. sarebbe una sub-varietà della presente. — Abita sulli scogli, nonchè sulle palizzate; poco profonda. — Corrisponde alla viridis del mio Prodromo. 6 viridis (non Prodromo). Base verdognola. Colonna verde-cupa con sfuma- ture vordi-vive. Tentacoli tutti verdi con gradazione calda e fredda nella tinta da- gl’interni agli esterni. Peristoma verde-cupo-vellutato, con sfumature quasi nere. — Si trova colla precedente sui legni sommersi fra le ascidie (Cinthia), le bugule e le Aiptasie (A. diaphana); rarà. y aurantiaca. Base giallognola. Colonna del pari con sfumature verdiccie. Tentacoli interni rosso-aranciati, medî aranciati, esterni giallognoli-bianchieci. Peri- stoma verde-giallo con interradî bruno-aranciati e macchie radiali biancastre, inde- cise, alla base dei tentacoli. Ò rosea. Base bianchiccia con macchie cremisine. Colonna verde-pallida a sfumature rosee sul fondo. Tentacoli interni rosso-pallidi, medî rosei, esterni bianchi. Peristoma verde a sfumature rosee con interradî bruno-rosei.— Corrisponde all'omonima del mio Prodromo. e rubra. Base rossa, variegata di carmino. Colonna rosso-carminio-mattone con sfumature verdastre verso l’ alto. Tentacoli rossastri con leggiera differenza di gradazione fra gl’interni e gli esterni, Peristoma rosso-verdastro-cupo con macchie periferiche alla radice dei tentacoli, le quali costituiscono una sorta di fascia a zig-zag. < violacea. Base rossigna. Colonna verde-ocracea con sfumature violastre. Ten- tacoli violacei digradanti come il solito dall’interno all’esterno. Peristoma verde con interradî violaceo-bruni. ANNOTAZIONI. — Dei sinonimi addotti la maggior parte è incerta e si può rife- ‘rire agevolmente ad altre specie. Solo la rubripunetata del Grube fa riconoscere questa specie benchè le dimensioni sue (0”,02) sieno troppo piccole. — Il nome rubripunctata non l’adottai perchè sembra adattarsi a quasi tutte le specie di Bunodes e creai il nuovo alludendo alla condizione quasi costante dei tentacoli. L'A. glandulosa è simile alla coriacea Cuv. (dice l’Otto); ma è più piccola; ha colore giallognolo con punti rossi in linee longitudinali; e i suoi tentacoli sono brevi, tricicli. — Quella del Risso viene troppo poco descritta per concedere un raffronto; anch'essa è piccola (0,02). — Una nota importante relativa alla var. vio- lacea. Il colore dei tentacoli e il contrasto fra esso e quello della colonna richiama lA. diadema del Dana (1846, II, 11, a. b.) della quale il Milne Edwards fece ‘una Phymactis [ma forse a torto perchè gli acroragi non sono diversi dai restanti tuber- coli); richiama altresì l'A. artemisia (pure del Dana ibid. II, 38) massime per la colonna. Sp. Bunodes thallia Gos. Sinonimi. — Bunodes thallia sp. n., Gosse 1854, p. 283; Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 29; Gosse 1856, p. 361, t. 23, f. C; Gosse 1858, p. 417; (Gosse 1860, p. 195, t. 4, £.5,6.— Cereus thallia Gosse, Milne Edwards. 1857, p. 266. 999 IDA, — DESCRIZIONE. — forma. Base regolare, aderente, molto ampia. Colonna a pila- stro, carnosa, tubercolata. Itubercoli sono subeguali; emisferici, adesivi; costituiscono incirea 36 serie verticali che vanno dal margine al lembo e comprendono ciascuna circa 25 tubercoli; essi sono distanti, non contigui; lo spazio frapposto è uniforme- mente rugoso. Margine tubercolatò. Tentacoli submarginali; quadricicli (6, 6, 12, 24) ma in modo da sembrare bicicli in causa del ravvicinamento dei primi tre ordini; subeguali, grossi, ottusi, lunghi quanto il raggio discale; diretti in fuori. Peristoma piano od appena concavo; a raggi indistinta. Onco gemmiforme. — Colore. Colonna verde-azzurrigua 0 verde-grigia con tubercoli oscuri. Tentacoli pellucidi verde-oliva con macchie irregolari bianche-opache sparse sulla faccia interna. Peristoma nell’in- sieme avente l’ aspetto di ‘una stella gialla su fondo nerastro; prodotta da ciò che ogni raggio ha una macchia mediana fusiforme lineare la quale spicca sul colore scuro circostante, ed è più distinta nei raggi principali che negli altri. Bocca nerastra con gonidî di tinta più intensa. — Dimensioni diametro basale 0",03; lunghezza della colonna 0",05; apertura tentacolare 0"%,05. — Giacitura: sulle roccie entro i limiti di marea. VARIETÀ. — Il Gosse annovera le seguenti: a hygroxyla, che è la suddescritta. B ceroxyla. Colonna bruno-grigia uniforme (cioè avente tubercoli non molto scuri); e disco simile. y caustoxyla. Colonna bruna-cioccolatte, con tubercoli più scuri; disco oliva-cupo. Annorazioni. — È strano che della numerosa falange degli attiniologi inglesi, nessuno all’infuori del Gosse faccia menzione di questa specie. — Il nome specifico con ardito traslato paragona l’animale ad un ramo verdeggiante d’alivo (olive-shoot; @2X}ia); ed i nomi delle varietà continuano la figura adducendo le immagini di legno fresco, legno secco e legno abbruciato (vy065 = umido, &:035s = secco, xavatò; = a1s0). Sp. Bunodes sabelloides And. Sinonimi. — Actinia cristallina sp. n., Cavolini 1853, p. 272. Bunodes sabelloides sp. n., Andres 1880, p. 318. DESCRIZIONE. (t. 6, f. 4). — Forma. Base aderente, più larga della colonna. Colonna cilindrica; a primo aspetto liscia, ma in realtà coperta da piccoli tubercoli, che si fanno visibili specialmente durante la contrazione; questi tubercoli sono disposti in 18 serie verticali corrispondenti ai tentacoli interni; talune delle serie sono incomplete, tutte sono decrescenti in basso; la prima serie orizzontale (la marginale) è ben svilup- pata ed ha cioè tubercoli subtentacoliformi. Disco leggermente concavo; radialmente solcato. Tentacoli subuliformi, entacmei, con distinto poro apicale; in due cicli (18, 18 ovvero 6, 6, 6, 182). Bocca talor prominente, talora a contorno lobato. Gonidî mancano. Raggi gonidiali del pari. — Colore. Base roseo-pallida. Colonna bruno-pallida o rosea con punti rossi sui tubercoli e altrove; quelli dei tubercoli sono molto più grandi degli altri; talora stanno a due od a tre iu ogni tubercolo. Disco verde-oliva con linee brune interradiali; e con ogni raggio principale fornito di due macchie: una bianca mediana grande e una bianca centrale piccola. Tentacoli varî; gl’ interni — 224 — verdognoli con due o tre macchie semilunari trasverse formate da un punto roseo fian — cheggiato da due bianchi opachi; gli esterni più pallidi e diafani con due o tre mac- chie trasverse formate semplicemente da due punti bianchi opachi come se il rosso non si fosse ancora manifestato. — Dimensioni piuttosto piccole, diametro basale 0”,01, altezza della colonna 0”,02, lunghezza dei tentacoli 0”,007. — Giacitura; nel fondo fanghiglioso delle acque sporche (porto di Napoli), a poca profondità; in compagnia dei Mytilus, delle Bugulae, delle Aiptasiae e sovratutto della Dasycone lucullana colla quale a primo aspetto si confonde. VARIETÀ. — Forse come tali si possono designare le due modalità già accennate della colonna; cioè secondo che è bruna o che è rosea. ANNOTAZIONI. — Il nome specifico allude alla somiglianza di primo aspetto, direi quasi al mimetismo, che quest’attinia ha con il piccolo annellide sabellino sunnomi- nato: con la Dasycone. — I tentacoli sono assai sovente nel numero accennato; ma non mancano tuttavia esempî d’ individui che ne hanno 48 tricicli (12, 12, 24) o 96 quadricicli (12, 12, 24, 48) o forse anche più. È incerto se la citata crystallina del Cavolini sia proprio la presente specie; ma è molto verosimile allorchè si legge la diagnosi: « subeylindrica, gelatinoso-hya- lina, corpore papillis seriatis rubris ». Il nome a buon conto devesi senza dubbio rifiutare perchè già usato dal Lesson. — Forse fu qualche esemplare di questa specie che il Jourdan 1880 ebbe sott’occhi quando descrisse la sua var. livida del B. Ballii [vedi sopra). Sp. Bunodes cruentatus Dana. Sinonimi. — Actinia cruentata sp. n., Dana 1849, t. 8, f. 23. — Ce- reus cruentatus Dana, Milne Edwards 1857, p. 268. Bunodes cruentata Gosse, Verrill 1868, p. 467. DescKIZzIONE. — Forma. Colonna subconica, più larga che alta, coperta da tu- bercoli in serie verticali, grandi in alto piccoli al lembo. Tentacoli, 48, lunghi, su- bulati, subeguali. — Colore. Colonna purpureo-pallida con linee verticali più intense; tubercoli rosei [rossi-porpora secondo il Dana) in contrazione gialli, in espansione; tentacoli rossi-sangue; peristoma bruno-porpora con linee radiali ocracee [bianche, secondo Dana). — Dimensioni (non indicate. — (Giacitura. Fino ai tentacoli nella sabbia. Sp. Bunodes papillosus Less. Sinonimi. — Actinia papillosa sp. n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 78, t. 3, f. 2. — Cereus papillosus Less., Milne Edwards 1857, p. 267. Bunodes papillosa Less., Verrill 1868, p. 468. DESscRIZIONE. — Forma. Base ampia aderente. Colonna tozza, conico-emisferica, coriacea, coperta da numerosi tubercoli in serie verticali. Tentacoli numerosi, tri- cicli, folti, conico-puntuti. Peristoma piccolo. Bocca con sei lobi. — Colore. Colonna rosso-bruna, tubercoli verde-smeraldini con un punto verde cupo nel mezzo ed una linea rossa che li circonda; tentacoli rosso-bruni intensi; peristoma roseo. — Di. mensioni. Base diametro 0”,04, disco diametro 0”,01, tentacoli lunghezza 0",007; altezza 0,03. — Giaciture (non indicata). o Be Sp. Bunodes biscayensis Fisch. Sinonimi. — Bunodes biscayensis sp. n., Fischer 1875, p. 229; Fischer 1875, p. 7; Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374. DescrIzIONne. — /ormà. Base raggiata, larga. Colonna spessa, coriaea, rigata per il lungo da 48 striscie, su ciascuna delle quali vi sono due serie di tubercoli {dunque 96 serie). Questi tubercoli sono fitti insieme, irregolari rotondi, oblunghi bilobi, ecc. Tentacoli conici, molto lunghi, entacmei, quadricicli 12, 12, 24, 48. — Colore. Base verdastra. Colonna con striscie alterne bianche e grigie, cioè 24 di un colore e 24 dell’altro; e coni tubercoli del colore corrispondente, opachi verso l’alto, pellucidi altrove. Peristoma a linee radiali fine alternanti nere e gialle; talora con 12 macchioline bianche a metà del raggio. Tentacoli colorati in turchino, verdastro, olivastro, con rosso nell'interno; i tentacoli dei cicli esterni sono due a due alter- namente grigi e bianchi alla base [d'accordo colle strisce della colonna]. — Dimen- sioni. Disco diametro 0”,035. — Giacitura. Nella sabbia. ANNOTAZIONI. — È peccato che d’una specie così bella come appare dalla decri- zione non esista alcuna figura. . Sp. Bunodes occellatus Less. Sinonimi. — Actinia occellata sp. n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 79, t. 3, f 5. — Cribrina ocellata Ehr. (Diplostemma), Brandt 1835, p.15. — Actinia occellata Less. (Cribrina), Deshayes in Lam. 1837, p. 548. — Cereus ocellatus Less., Milne Edwards 1857, p. 268. Bunodes ocellata Less., Verrill 1868, p. 468. DescRIZIONE. — Forma. Base larga, aderente. Colonna semi-globulosa, arroton- dita, convessa; coperta di tubercoli numerosi e fitti senz’ordine apparente. Tentacoli numerosi, bicicli, conici rigonfi in basso acuminati all’apice. Peristoma piano. — Colore. Colonna bruno-chiara-gialla; tentacoli rossi; peristoma color legno — Dimen- sioni. Colonna lunga 0”,02; tentacoli lunghi 0”,01. — Giacitura. Nelle fessure ii roccie. Annotazioni. — Nella figura del Lesson, che d’altronde è l’unica “esistente, il peristoma è disegnato erroneamente, in quanto comprende più che altro il faringe protruso. - Sp. Bunodes maclovianus Less. Sinonimi. — Actinia macloviana sp. n., Lesson 1830, v.2, part. 2, div. 2, p. 79, t.3,f. 4. — Cribrina Macloviana Ehr. (Tristemma), Brandt 1835, p. 15. — Actinia macloviana Less. (Cribrina), Deshayes in Lam. 1837, p. 548. — Cereus maclovianus Less., Milne Edwards 1857, p. 273. DEeSscRIZIONE. — Forma. Base aderente, non grande. Colonna, cilindrica, corta; con 9-12 file longitudinali di tubercoli. Tentacoli, luoghi, sottili, flessuosi, bicicli. — Colore. Colonna bruna a riflessi verdi, con margine rosso mattone; tentacoli rossi con punti bianchi; peristoma rosso. — Dimensioni. Diametro della colonna 0",02, dia- metro del peristoma 0”,01; lunghezza dei tentacoli 0%.01. — Giacitura. Sugli scogli scistosi. 29 — 2260 — ANNOTAZIONI. — La specie venne vista una sola volta dal Lesson che la disegnò in istato espanso e contratto con figure abbastanza buone. Sp. Bunodes gemma Dana. Simoni. — Actinia gemma sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 35. — Cereus gemma Dana, Milne Edwards 1857, p. 267. — Bunodes gemma, Dana 1872, p. 22, frontisp. f. 3, 3 a. DESCRIZIONE. — lorma. Base larga aderente. Colonna cilindrica, quasi tutta coperta da tubercoli contigui. Margine denticolato. Tentacoli subulati, piuttosto corti, subeguali, bicicli. — Colore. Colonna a fondo cinereo, sul quale spicca l’azzurro dei tubercoli. Tentacoli giallastri con apice roseo. — Dimensioni e Giacitura [non indicate). Gen. Phymaectis M. Edw. Sinonimi. — Actinia (pars), Dana 1846, Lesson 1830. Phymactis, Milne Edwards 1857. CARATTERI. — Forma. Base piatta, aderente. Colonna cilindroide, tozza; tuberco- lata. I tubercoli sono sparsi senza ordine, ed in generale numerosi, affollati. Margine con acroragi grandi, ben di- stinti dai restanti tubercoli. Tentacoli varî, retrattili, co- nici, più o meno lunghi. — Colore, quasi sempre molto brillante ; la collana degli acroragi ha sempre una tinta sua propria diversa da quella deitubercoli della colonna. — Dimensioni medie. — Gia- citura, sulle roccie. SPECIE DESCRITTE. — Phymactines con tentacoli pentacicli. |... ....... Ph. clematis Dana. con tentacoli quadricicli . ... . . ...- + Ph. diadema Dana. constentacoli (GriCicli Ue ci etere Ph. veratra Dana. con itentacolii bicicli i Jul er ee Ph. pustulata Dana. Phymactines incertae sedis (tentacoli piccoli)... ... Ph. capensis Less. (tentacoli lunghi) . . .... Ph. Sanctae Helenae Less. ANNCTAZIONI. — La creazione di questo genere si deve a Milne Edwards; ed il carattere fondamentale sembra ben scelto. È tuttavia da tener presente che: delle varie specie annoveratevi nessuna venne finora studiata nella struttura interna, anzi nemmeno nei dettagli esatti dell’ aspetto esterno, e che perciò da un momento (*) Phymactis clematis Dana (da Dana 1872). — 227 — all'altro il tutto può scomparire per mancanza di fondamenti reali. — Il nome allude ai tubercoli (pdua = escrescenza). La distinzione delle prime quattro specie sun- nominate è molto chiara, ma forse troppo artificiale. Le altre due non hanno carat- teri differenziali spiccati. Sp. Phymactis clematis Dana. Smmonimi. — Actinia clematis sp. n., Dana 1849, t. 1,£.4,5.— Phi- mactis clematis Dana, Milne Edwards 1857, p. 275; Dana 1872, p. 22, fron- tisp. fi 2. Phymactis clematis M. Edw., Verrill 1868, p. 476. Actinia florida sp. n., Dana 1849, t. 1, f. 6, 7, 8. — Phymactis florida Dana, Milne Edwards 1857, p. 274; Dana 1872, p. 22, frontisp. 1. Phymactis florida M. Edw., Verrill 1868, p. 476. DescRIZIONE. — Forma. Colonna tozza, un po’ stretta nel mezzo; lembo undu- lato, margine lobato; coperta da tubercoli disordinati fitti e numerosi che sul mar- gine sono molto grandi. Disco, in 5 lobi, raggiato. Tentacoli brevi, subeguali, subu- lati, forti, fitti, pentacicli. Bocca con orlo rilevato. — Colore variabile: ora violetto (royal-smalt-color) con tubercoli marginali bianchi, tubercoli soliti oltramarini, disco cilestre pallido; ora verde con tubercoli marginali gialli; ora rossigno con tubercoli marginali verdi, tentacoli porporini e disco grigio verdastro. — Dimensioni. Colonna lungh. da 0%,05 a 0,06, disco diam. 0",07. — Giacitura [non indicata|. VARIETÀ. — Forse sono da considerare tali le succennate modalità di colore. Allora si avrebbero tre varietà: «. cyanea, f. viridis, y. rubra. Aggiungendo a queste una modalità assegnata alla specie clematis si otterrebbe: ancora è vinosa con colonna cremisina, tubercoli marginali vermigli, tubercoli ordi- nari verdi, piede rosso-aranciato. L'altra varietà della clematis è verde come la sud- detta della florida. ANNOTAZIONI. — Dal confronto accurato delle descrizioni e delle figure date dal Dana per ciascuna delle due specie sunnominate, clematis e florida, io dovetti con- vincermi che esse non hanno ragione di essere ambedue, e che si devono fondere in una sola. Una differenza vi è nella grandezza dei tentacoli, che (dalla figura) per la clematis sembra maggiore, ma questa può dipendere solo dall’età, o dallo stato di contrazione. Sp. Phymactis diadema Dana. Sinonimi. — Actinia diadema sp. n., Dana 1849, t. 2, f. 11. — Phy- mactis diadema Dana, Milne Edwards 1857, p. 274. DescRIZIONE. — Forma. Colonna breve, cilindroide; quasi tutta coperta da tu- bercoli; questi sono sparsi senza ordine e poco fitti. Margine con acroragi grandi prominenti. Tentacoli brevi, subeguali, subulati, quadricicli. Bocca prominente. — Colore. Colonna azzurigno-purpurea; acroragi rosso-pallidi; tentacoli cremisini; bocca del pari. — Diinensioni [non date). — Giacitura su li scogli. Annotazioni. — Nell’Atlante del Dana gli acroragi sono dello stesso colore della colonna; ad ogni modo più grandi assai dei tubercoli usvali. — 228 — Sp. Phymactis veratra Dana. Sinonimi. — Actinia veratra sp. n., Dana 1849, t. 1, f. 3. — Phyma- ctis veratra Dana, Milne Edwards 1857, p. 275. DescRIZIONE. — Forma. Colonna breve, tubercolata; i tubercoli sono affollati e disposti senza ordine. Tentacoli numerosi, tricicli, subulati, lunghi, subeguali. Mar- gine munito di acroragi grandi — Colore. Colonna verde-cupa; tentacoli verde-prato- brillanti; acroragi pure verdi, ma di altra tinta. — Dimensioni |non date). — Giacitura, sulle roccie. Sp. Phymactis pustulata Dana. Sinonimi. — Actinia pustulata sp. n., Dana 1849, t. 1, f. 2. — Phy- mactis pustulata Dana, Milne Edwards 1857, p. 275. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna corta; coperta da tubercoli affollati e disordinati. Margine fornito di acroragi molto sviluppati, quasi subtenta- coliformi. Tentacoli grandi, subulati, un poco diseguali, piuttosto numerosi, bicicli. — Colore. Colonna bronzata. Tentacoli giallastri od ocracei. Peristoma verde oliva. Acro- ragi d’altro colore. — Dimensioni e Giacitura [non indicate). Sp. Phymactis capensis Less. Sinonimi. — Actinia capensis sp. n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 76, t. 2, f. 4. — Phymactis capensis Less., Milne Edwards 1857, p. 274. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna piriforme, con numerosi tuber- coli in serie regolari orizzontali; grandi verso il margine, piccoli verso il lembo. Tentacoli numerosi, delicati, sottili. — (Colore. Rosso sulla base e formante una fascia attorno al lembo, grigio legno sulla colonna, bianco sui tentacoli. — Dimen- sioni: 0",04 di diametro; 0%,04 di lunghezza. — (Giacitura. Su li scogli. Annotazioni. — La figura del Lesson rappresenta l’animale semicontratto; per cui è affatto relativo e superficiale il sunnominato carattere della forma di pera. Notevole è la zona rossa limbale {a meno che non provenga da un risvolto della base male interpretato]. Sp. Phymactis Sanctae Helenae Less. Sinonimi. — Actinia Sanctae Helenae sp. n., Lesson1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 74, t. 2, f. 1; {(Tristephanus), Brandt 1835, p. 11. — Phymactis Sanctae-Helenae Less., Milne Edwards 1857, p. 275. DESCRIZIONE. — Forma. Base molto ampia, aderente. Colonna depressa quasi schiacciata; coperta da tubercoli frequenti, ma non ordinati in serie; quelli del mar- gine sono molto grandi, quelli del lembo assai più piccoli. Tentacoli numerosi, in apparenza tricicli, conico-cilindrici acuminati. Peristoma liscio, raggiato. Bocca cinta da una zona delicata. — Colore. Colonna rosso-bruna coi tubercoli rosso-bruni cupi; tentacoli carminio-bruni; acroragi rossi di sangue; peristoma bruno-grigio; faringe aranciato. — Dimensioni: diametro del disco 0”,05; della base 0”,12; altezza 0,04. — Giacitura {non indicata). ‘non molto elevata, tuberco- — 229 — ANNOTAZIONI. — La forma della colonna pare sia uno stadio passeggiero di con- trazione. I tentacoli rassomigliano un poco a quelli del B. rigidus. La zona delicata che cinge la bocca non è altro che una protrusione del faringe. — Il Milne Edwards descrive quivi tentacoli bicicli « sur deux rangées principales »; dalla figura a me sem- brano tricicli. Gen. Aulactinia Verr. Fig. 28. (*) Sinonimi. — Actinia (pars), Agassiz 1849, MS. (da Verrill). Aulactinia, Verrill 1862. CARATTERI. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica , lata ; tubercoli decrescenti dal- l’alto al basso, disposti in serie lineari, obsoleti prima d’ ar- rivare al lembo. Margine con prominenze grandi, le quali hanno tendenza a dividersi in lobi più o meno pronunciati e numerosi. Tentacoli piuttosto grossi. — Colore. vario. — Di- mensioni mediocremente gran- di. — Giacitura. Nella sabbia, SPECIE DESCRITTE. — Aulactiniae con acroragi distintamente lobati, CEDEA COLLO DLEVI MATO SSA O e A.capitala Agass. tentacoli lunghi... ++. A. granulifera Les. con acroragi a lobazione non spiccata, tentacoli subulati ........ + + + + + A. Alfordii Gosse tentacoli digitiformi . . ...... ++. + A. crassa Andr, ANNOTAZIONI. — Le quattro specie sono benissimo distinte l'una dall’altra; forse anzi troppo; e tanto da meritare descrizione in due generi diversi. La prima e la se- conda rammentano in certo qual modo le Cladactis; la terza e la quarta si avvici- nano molto ai Bunodes. Sp. Aulactinia capitata Agassiz. Sonim. — Aulactinia capitata Agass., Verrill 1862, p. 20: Verrill 1863, p. 57. (*) Aulactinia Alfordii Gos. (da Gosse 1865). — 230 — DescRIZIONE. — Forma. Base improvvisamente espansa, sottile. Colonna molto lunga, cilindrica o clavata, a tessuto sottile, cartapecorino; cosparsa di tubercoli pro- minenti, adesivi, che tendono a disporsi in serie longitudinali e che grandi in alto verso il basso si fanno piccoli e scompaiono. Margine con grossa ripiegatura e con acroragi grandi molto e composti, cioè divisi ciascuno in tre lobi, che a lor volta si suddividono ognuno in tre capocchie. Tentacoli numerosi assai, brevi, grossi subu- lati, pelicicli; nei due cicli interni (insieme 12) più grossi che negli altri e di essi sei incrociati sulla bocca e sei alterni eretti; nei restanti cicli sono piccoli e in generale diretti in fuori. Bocca con gonidî a forma di mezza-luna. — Colore. Co- lonna bruniccio-grigia o verde-bruna, con leggiere linee longitudinali, disco di egual colore con raggi scuri e con ròsa centrale chiara; tentacoli giallo-verdi con linea mediana interna bruna interrotta da punti bianchi; verruche grigie. — Dimensioni. Colonna lunga 0”,15; tentacoli lunghi 0%,008. — Giacitura. Nella sabbia. Annorazioni. — La surriferita descrizione del Verrill è tolta da note inedite di L. Agassiz. E Sp. Aulactinia granulifera Les. - Sinonimi. — Actinia granulifera sp. n., Lesueur 1817, p. 173. — 0u- lactis granulifera Les., Milne Edwards 1857, p. 293. Qulactis granulifera Les, Duchassaing & Michelotti 1860, p. 293. Urticina Lessòonii sp. n., Duchassaing 1850, p. 9; Milne Edwards 1857, p. 276. Cereus Lessonii (Urticina) Duch., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6, a GA CA Anthopleura granulifera Les., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 126, Us (9) No Ck DescRIZIONE. — Forma. Base mediocre, aderente. Colonna cilindrica, variabile; coperta da tubercoli piccoli e numerosi che non agglutinano sabbia, nè sprizzzano acqua; e che in basso sono semplici, in alto sono muniti di granulazioni fitte; del resto sono sparsi senza ordine. Margine prominente con acroragi grandi, ramosi, pe- dicellati; avente nell'insieme un aspetto dentellato a denti grandi ed acuti. Ten- tacoli sorgenti molto più indentro del margine, numerosi (circa 100), in tre o quattro cieli, cilindro-acuminati. — Colure. Colonna rossa con linee longitudinali più pal- lide. Tentacoli violetto-bruni, annellati di bianco. Acroragi bianchi con base nera. — Dimensioni. Colonna larga 0”,025; lunga 0”,050; tentacoli lunghi 0,015. — Già- citura. Sulle roccie. VARIETÀ. — Pare che ve ne sieno molte. Dal confronto delle descrizioni dei varî autori e delle due specie sunnominate sì avvrebbe: a Lesueuri, che è la rossa testè descritta. rufa. Colonna color mattone; tentacoli violastri con annelli rossi. y Lessonii. Colonna verdastra; tentacoli gialli d’ocra annellati. Annotazioni. — La fusione delle due specie [granulifera e Lessonii] venne già fatta dai signori Duchassaing & Michelotti 1866 che le videro entrambe in natura; ed io non vedo motivo di non mantenerla. — 291 — Sp. Aulactinia Alfordi Gos. Sinonimi. — Aegeon Alfordi sp. n.,, Gosse 1865, p. 41, t. 7; Alford 1865, p. 448. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, tenace, ampia. Colonna irregolarmente distensibile, non mucosa, fatta a pilastro, flutata (scanellata) per il lungo, tubercolata. Tubercoli piccoli, presenti verso il vertice; mancanti verso il piede, disposti in serie verticali, e decrescenti in grandezza dall’alto al basso; il primo superiore d’ogni serie è più grande ed offre un accenno di lobazione. Disco espanso, concavo. Ten- tacoli numerosi, policicli, lunghi, flessuosi, scarsamente retrattili. Bocca non promi- nente, a labbra sottili, e gonidî spiccati. Aconzî mancanti. — Colore. Base rosso- mattone. Colonna verde-pisello, sfumata di porpora e finmamente punteggiata di rosso; i tubercoli non sono punteggiati quindi paiono più chiari della colonna, ma nel loro mezzo hanno una macchia rossa spiccata. Disco verde con rosa centrale porporino- grigia. Tentacoli verdi splendidi con riga grigia longitudinale esterna. Bocca grigia. — Dimensioni: 02,10 in altezza; 0%,038 in diametro. — Giacitura [non indicata], in acque poco profonde. VARIETÀ. — Il Rev. Alford asserisce che alcuni esemplari hanno i tentacoli come nella descrizione del Gosse surriferita; altri li hanno macchiettati, cioè cosparsi sulla faccia interna da macchioline bianche opache, e ricordano così il B. Ballii. AnnorazIONI. — La specie venne scoperta dal Rev. Alford e perciò a lui dedi- cata dal Gosse. La figura che accompagna la descrizione di quest’ultimo è stupenda; basti il dire che fu fatta dal Tuffen West. — Le affinità sarebbero, secondo il Gosse, con i generi Bunodes, Aiptasia, Anthea e Phymactis; io aggiungerò ancora: con la C. aurantiaca. Sp. Aulactinia crassa Andr. SINONIMI. — Bunodes crassus sp. n., Andres 1880, p. 318. DescRIZIONE (t. 6, f. 4). — forma. Base aderente; più larga della colonna; contorno irregolare. Colonna cilindrica, gibbosa, tubercolata; tubercoli in ventiquattro serie longitudinali, decrescenti verso il basso e non raggiuugenti il lembo, le quali alternano con altre ventiquattro serie pochissimo sviluppate, aventi ciascuna appena due o tre tubercoli. Margine molto rilevato fornito di quarantotto acroragi grandi, subtentacoliformi, indicanti un principio di lobazione. Disco non ampio. Tentacoli lunghi entacmei, cilindrici, digitiformi, numerosi, 12, 12, 24, 48, non interamente retrattili; apice non apparentemente pertugiato. Peristoma concavo, solcato leggier- mente alla periferia. Bocca non prominente, liscia, ortogonale coi raggi gonidiali. Gonidî distinti ma non tubercoliformi. Onco non completo, che lascia protrudere i tentacoli, emisferico irregolare. — Colore. Base rosea. Colonna gialla con macchia rossa cremisina sui tubercoli, e altri punticini rossi sparsi sul restante. Peristoma bruno chiaro di sughero. Tentacoli bruno-rosei-chiari, con fascia indistinta ancor più chiara verso la metà del fusto e con apice cremisino. Raggi biancastri; e fra essi i . gonidiali spiccano alla periferia. — Dimensioni. Colonna 0",08 in largo; 0%,08 in lungo; tentacoli 0,04 in lungo. — Giacitura. Nella sabbia. — 232 — ANNOTAZIONI. — Questa bellissima specie venne trovata una sola volta (Posil- lipo, Napoli); e non potè essere studiata coll’attenzione che merita. Differisce dalla precedente massime per la forma dei tentacoli, e per quella degli acroragi che hanno un accenno soltanto leggierissimo di lobazione ed in un solo senso anch'esso, il ver- ticale; quasi pare che ognuna di tali prominenze marginali risulti dalla fusione di varî tubercoli d’una serie. Gen. Anthopleura, Duch & Mich. Sinonimi. — Anthopleura (pars), Duchassaing & Michelotti 1860. ? Evactis, Verrill 1868. Fig. 29. (*) CARATTERI — Forma. Base aderente. Colonna ci- S | lindrica più o meno elevata; munita di alcuni tuber- coli nella parte superiore. Margine con prominenze grandi, perforate nella faccia esterna da numerosi pori. Tentacoli piuttosto lunghi subulati. — Colore vario, in generale vivo e brillante. — Dimensioni un poco piccole. — Giacitura. Nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Anthopleurae a tentacoli entacmei, scarsi, mo- nocicli [2], mediocri A. Krebsù Duch. Anthopleurae a tentacoli entacmei, numerosi, tricicli, lunghi . . . A. Dowù Verr. ANNOTAZIONI. — Questo genere viene istituito sulla fede di Duchassaing & Michelotti; ed ha più che mai bisogno di dettagliate descrizioni e di studio preciso. Il nome non ha alcun significato, a meno che non intenda drizzare l’attenzione alle caratteristiche del lato (rAevpov). Sp. Anthopleura Krebsii Duch. Sinonimi. — Antopleura Krebsii sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 13; Duchassaing & Michelotti 1866, p. 126. DescRIZIONE. — Forma. Base larga, aderente. Colonna cilindrica elevata, con serie longitudinali di pori piccoli e numerosi (dal margine al piede circa 14 per serie). Margine con un cielo di prominenze tozze, piatte, triangolari, intiere od incise, con globulo apicale. Tentacoli semplici, monocieli [sic] conico-acuminati. — Colore. Co- lonna gialla, disco rosso mattone ; pori [tubercoli] rossi; tentacoli gialli annellati di bianco. — Dimensioni. Altezza da 0”,03 a 0",05. — Giacitura. Nella sabbia dove s’agglutina granuli estranei alla superficie. ANNOTAZIONI. — Pori se ne veggono già sulle prominenze marginali e quindi la specie è veramente affine alla seguente del Verrill. Al disotto di ogni prominenza veggonsi alcuni tubercoli in serie; gli autori (1860) non dicono se questi corrispon- dano o no ai pori; dalla figura pare di poterlo arguire. Questo è certo che verso il basso i tubercoli agglutinano sabbia, verso l’alto sprizzano acqua con forza. (*) Anthopleura Krebsii Duch. (liberamente da Duch. & Mich. 1860, t. 7). ama pera Sp. Anthopleura Dovii Verr. Sinonimi. — Anthopleura Dovii sp. n., Verrill 1868, p. 474. Descrizione. — Forma. Colonna cilindrica, tozza, con serie verticali di tuber- coli distanti, fatti a succiatoio, concavi all’ apice, grandi in alto, piccoli in basso; quelli submarginali sono grandi bi- esalobati, e traforati ciascuno da numerosi pori nella faccia inferiore; gli spazi tra le serie sono lisci in espansione, rugosi in con- trazione; pori sulla colonna, all’ infuori di quelli dei tubercoli marginali, mancano. Margine separato dai tentacoli mediante profondo collare (fossa). Tentacoli snelli, lun- ghi, subulati, tricicli, da 108 in esemplari grandi a 48 nei piccoli. — Colore vario; colonna carnea; peristoma bruno variegato di verde e giallo; ovvero tutto verde-bianco; ovvero verde-bruno con sei raggi gialli alterni a sei scuri; tentacoli bruni ovvero gialli, ovvero purpurei ecc. con macchie chiare. — Dimensioni. Nei preparati alcoo- lici lunghezza 0",04; larghezza 0",025. — Giacitura: trovata una volta sola sopra un galleggiante (buoy). ANNOTAZIONI. — Il Verrill osserva che la specie sembra essere commune; e le aserive anche due esemplari delle sue collezioni, dei quali uno andò perduto e l’al- tro è forse un Bunodes. — Gen. Cladactis Pane. Sinonimi. — Cladactis, Panceri 1868, 1869, Andres 1880. Cladactis, Verrill 1868. Alicia, Johnson 1861. Pig. 30. (*) CARATTERI. — Forma. Base am- pia, a quanto pare poco aderente. Jolonna di consistenza delicata; molto espansibile, mutevole di forma; coperta di tubercoli molto sviluppati. Questi sono prominenze cave, pedicellate sera- plici o lohate terminate ciascuna da una o più calotte emisferiche, dure come incrostazioni; verso l’altoi tu- bercoli hanno grande sviluppo, cioè pedicello elevato, ramificato, e capoc chie. numerose; verso il basso dimi- muiscono man mano, sinchè al lembo sono semplici, sessili con una sola capocchia. Margine distinto, che porta i tubercoli maggiori; collare molto ‘ sviluppato, così che | massime nella C. Costae] la colonna pare divisa in due (*) Ctaduciis mirabitis Johns. (da Johnson 1861). ZU porzioni paragonabili a scapo e capitolo. Tentacoli lunghi, flessuosi, subulati, retrat- tili. Peristoma raggiato. — Colore delicato, pallido roseo o bruniccio con tentacoli più scuri. — Dimensioni grandi. — Giacitura. Sulle pietre, sulle sporgenze, ecc. ; acqua profonda. SPECIE DESCRIVE. — Cladactines con tubercoli superiori suddivisi in pochi lobi (10-30) RR RR i 0: PSR C. Costae Pane. con tubercoli superiori molto suddivisi (circa COR ODI MSI ARI SISI SE C. mirabilis Johns. Cladactines dubiae (a tentacoli molto numerosi e tubercoli TING SEL RF ROlATl) AE e e C. grandis Verr. Annotazioni. — Delle tre specie l’ ultima è dubbia perchè non venne ancora rappresentata da alcuna figura. Per il vocabolo Cladactis si ebbe la strana coinci- denza che due diversi e lontani osservatori (Panceri a Napoli e Verrill a Boston) lo creassero indipendentemente 1’ uno dall’altro, allo stesso tempo e per due attinie molto simili. Il nome allude alla forma clavata (x)@dos = clava) dei tubercoli. — Io ammetto 1’ autorità del Panceri, come quella di colui che meglio figurò, descrisse e investigò una delle specie del genere; e le do la preferenza anche sul Johnston, l’Alicia del quale è presentata meno chiaramente. Sp. Cladactis Costae Pane. Sinonimi. — Cladactis Costae sp. n., Panceri 1868, p. 30; Panceri 1869, num. 11, -p. 1, tav. unica, f. 1. Cladactis Costae Pane, Andres 1880, p. 318. DescrIZIONE. (t. 7, f. 1,2). — Forma. Base aderente, ma non con forza; più larga della colonna, irregolare e quasi lobata. Lembo crenulato. Colonna conica, delicata, molto contrattile; solcata per il lungo; liscia di superficie ma cosparsa di numerosi tubercoli, molto sviluppati, risultanti ciascuno da un pedicello semplice o ramificato terminato da una o più calotte emisferiche; in generale essi in alto sono grandi e ramificati e decrescono poco a poco verso il basso sino a diventare semplici bot- toni. Margine rilevato, su cui sorgono i 10 o 12 tubercoli più grandi e dendritici che proteggono l’ile dell’onco; il collare è molto sviluppato; ha l’aspetto di un ca- pitolo (mentre il resto della colonna sarebbe scapo); è liscio senza tubercoli, più stretto della colonna, lungo, un poco caliciforme. Disco piano, lievemente più largo del collare; raggi distinti. Tentacoli lunghi, flessibili, serpentiformi, talora spirali retrattili, margivali; in quattro cieli 10, 10, 20, 40; apice ottuso, imperforato. Bocca non prominente. Gonidî mancanti. — Colore. In generale bianchiccio o leggiermente roseo o giallo-paglierino, con tinte oscure, gialle, brune, grigie, verdi sulle capocchie dei tubercoli; queste tinte sono opache ed hanno riflessi metallici, e ben di rado sono eguali per tutti i tubercoli d’un solo individuo o per tutte le calotte d’ un solo tubercolo; dei tubercoli alcuni sono bruni o verdi o gialli, per es., mentre altri sono bianchi. I tentacoli hanno il colore generale ma sono cosparsi da nume- rose macchie opache, or bianche or brune. Il peristoma ha sempre sfumature aran- ciate. Il faringe del pari. — Dimensioni. Lunghezza totale della colonna 0",20 fin 02,40; dei tentacoli da 0%,15 a 0",30. — Giacitura; di rado sulle pietre; quasi sempre sui rami di gorgonie, antipati, isidi, ecc.; in acque profonde. — 235 — VARIETÀ. — A stento si possono riguardare come tali le seguenti, che sono sem- plicissime modalità di colore. « alba. Colonna, tentacoli e tubercoli bianchi. Vista una volta sola. (8 fusca. Colore generale roseo o bruno-pallido ; tentacoli con punteggiature brune, massime verso la radice; tubercoli a capocchie bruno-scure. y viridescens. Colore generale giallo-paglierino; tubercoli a calotte verdi. Devesi del resto osservare che questi tre casi si presentano ben di rado e si possono ammettere in certo qual modo solo per il fondo generale; i tubercoli come già dissi variano in uno stesso individuo. ANNOTAZIONI. — La specie è dedicata all’ autore della voluminosa Fauna del Regno di Napoli, ed è una delle più belle attinie del Golfo Partenopeo. — Si espande regolarmente solo all’oscuro; durante il giorne è chiusa ed assume forme varie (con- torte, gibbose, contratte, tumide) e mutevoli sempre, nelle quali talvolta solo a gran pena si riconosce l'aspetto vero dell’animale; di queste forme frequente è quella di onco schiacciato, conico-allargato a guisa di turbante. Quasi sempre appena pescata è mancante di tentacoli. Sp. Cladactis mirabilis John. Sinonimi. — Alicia mirabilis sp. n., Johnson 1861, p. 303; Johnson 1862, p. 182. DescRIZIONE. — Forma. Base ampia, dilatabile, aderente (per opera di piccoli succiatoi a quanto sembra) raggiata. Lembo ondulato o crenato. Colonna a forma di pilastro imperforata, liscia, pellucida, solcata per il lungo, munita di appendici pedurculate. Queste appendici sono piccole; verso il lembo quasi sessili, e portano una capocchia unica, emisferica; ascendendo nella colonna sono più grandi, e cre- scono man mano, sinchè al margine hanno un peduncolo piuttosto lungo, ramificato e una sessantina di capocchiette ciascuna, Disco non lobato. Tentacoli subulati, snelli flessuosi, numerosi, tricicli. — Colore. Base bruna, trasparente. Colonna bruno-pallido- porporina. Peristoma pallido bruno, trasparente. Tentacoli bruno-pallidi. — Dimen- sioni rilevanti; diametro basale circa 0%,10, 0,12; lunghezza della colonna 0",15, 0,20 [forse più assai]; tubercoli superiori lunghi ben 0",025 ; tentacoli lunghi 0,10. — Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI. — La specie fu veduta una sola volta e forse non atutto agio. A questo probabilmente è da ascrivere il silenzio rispetto al margine, e la condizione della figura. Questa (una discreta incisione in legno) rappresenta l'animale capovolto come se strisciasse sui tentacoli e senza accenno di. collare. Nello stato di contra- zione, onco, le capocchie dei tubercoli si toccano l’una con l’altra [come accade nella C. Costae| così che la colonna propriamente detta non si vede. Sp. Cladactis grandis Verr. Sinonimi. — Cladactis grandis sp. n., Verrill 1868, p. 472. Descrizione. — Forma. Colonna coperta da serie fitte verticali di tubercoli al- lungati, che semplici in basso si fanno sempre più complessiin alto, così che i mar- ginali sono pedunculati e divisi in 4-6 lobi rotondi; le serie non sono tutte eguali; — 2360 — alcune grandi alternano con altre piccole. Tentacoli mediocri, robusti, assai numerosi (528 in un esemplare), in sette od otto cicli, poco contrattili; separati dal margine mediante un ampio collare (larga fossa). Bocca con canali gonidiali marcati. — Co- lore. Colonna verdiccio-bruno-oliva con alcune serie di tubercoli chiare alternanti con serie oscure. — Dimensioni. In preparati alcoolici lunghezza dei tentacoli 0",025; lunghezza della colonna 0",05; larghezza 0%,07. — Giacitura. Sulle pietre sotto mezza marea. ANNOTAZIONI. — La specie venne raccolta da B. Silliman, e da F. H. Bradley, il quale ultimo la dichiara molto sensibile. Verrill osserva che contrariamente a ciò gli esemplari (aleoolici) da lui osservati erano poco contratti. — Siccome non esiste alcuna figura e la descrizione è fatta sopra esemplari da museo, così la specie si accetta per ora soltanto sulla fede del Verrill. Gen. Bunodeopsis Andr. Sinonimi. — Bunodeopsis, Andres 1880. CARATTERI. — Forma. Base aderente, larga, irrego- lare. Colonna tozza, delicata, mutevole; protrusa qua e là in eminenze cave, che la rendono gozzuta. Margine di- stinto. Collare sviluppato come un capitolo; liscio regolare, cilindrico. Disco più ampio del collare. Tentacoli lunghi, flessuosi, subulati, non molto numerosi; retrattili, en- tacmei. Peristoma concavo. — Cclore pallido-pellucido, mas- sime sul capitolo, e sul disco. — Dimensioni piccole. — Giacitura in generale su alghe divelte, galleggianti. SPHAIESDESCRINDES— UDANSPIA ANTA e ee B. strumosa Andr. ANNOTAZIONI. — Chi per la prima volta vede le attinie di questo genere pensa involontariamente alla Cladactis Costae; ed opina che sieno stadî giovanili di questa. To stesso ebbi dapprincipio tale idea; ma poi mi convinsi che esse colla detta spe- cie nulla hanno di comune all'infuori della somiglianza esterna. Infatti primieramente non si presentano mai in forma e dimensioni tali che accenvino ad uno stadio più avanzato di sviluppo e quindi più vicino alla C. Costae; in secondo luogo differi- scono da questa per alcuni dettagli di struttura; terzo infine presentano per sè stesse la facoltà di riprodursi, vale a dire che vanno già fornite di prodotti sessuali. L'unica specie B. strumosa rassomiglia in parte, per aspetto e per abito, alla Cystiactis Eugenia differendone solo per l’ampio capitolo. Qualora si verificasse che anche questa possiede un capitolo simile, e che con essa lo posseggono pure le altre Cystiactis, allora il gen. Bunodeopsis dovrebbe scomparire e la sua specie assu- mere il nome di Cystiactis strumosa. Sp. Bunodeopsis strumosa Andr. Sixoxim:i. — Bunodeopsis strumosa sp. n., Andres 1880, p. 315. Descrizione. — Forma. Base aderente, grande, ovale, mutevole. Colonna tozza, indeterminabile, delicata, estensibilissima, nuda, protrusa qua e lù in prominenze (*) Bunodeopsis strumosa Andr. (figura originale). 9am Cia irregolari quasi fosse gozzuta. Margine rilevato; collare molto sviluppato, liscio, deli- cato, regolare, cilindrico o caliciforme, simile ad un capitolo. Disco mediocre, rotondo, or piano or concavo or prominente, senza marche gonidiali. Tentacoli retrattili, non molto numerosi (48), tricicli (12, 12, 24), entacmei, grandi, marginali, eretti od ar- cuati in fuori; ognuno è subulato, lungo pieghevolissimo, coperto da placche urticanti. Peristoma variiforme, radiato. Bocca talvolta prominente colle labbra riversate, non segnata da caratteri speciali. Gonidî mancanti. — Colore. Base bruno-giallo-bianca- stra. Colonna giallognola con tigrinamenti giallo-bruni-ocracei; collare (capitolo) bianco-sporco, uniforme, trasparente. Tentacoli bianchiccio-trasparenti. Peristoma bian- chiecio-trasparentissimo. — Dimensioni, piccole. Diametro basale da 0",015, a 0”,020; lunghezza dei tentacoli 0",020. — Giacitura, sulle foglie della Cymodocea aequorea (Phycagrostis minor) che galleggiano divelte alla superficie; ovvero su quelle di Po- sidonia, di Zostera, ecc. Si trova però anche sulle pietre e su li scogli. VARIETÀ. — Parmi se ne possano annoverare due: a badia, che è la descritta. f cana, che è affatto bianca. Questa la trovai molto frequente sulle Rupiac del Jago Fusaro (Napoli); gli esemplari erano molto delicati e piccoli. ANNOTAZIONI. — Quando gli animali sono contratti ad onco rassomigliano a prima vista ad eolidie. — Il nome specifico allude all’aspetto gozzuto della colonna. Gen. Cystiactis M. Edw. Sinonimi. — Cystiactis, Milne Edwards 1857, Duchassaing & Michelotti 1966. CARATTERI. — Forma. Colonna coperta intieramente da tubercoli subtentacoliformi aventi l’aspetto di grosse flicteni -(phlyetaenes) prominenti. — (Colore, Dimensioni e Giacitura. (Non bene precisate]. Specie. — Finora una sola bene de- EGEIULANGAR O UTALANNSA To C. Eugenia D. & Mich. ANNOTAZIONI. — Il genere venne fondato dal Milne Edwards sopra alcuni preparati del Museo di Parigi (Jardin des plantes); e corredato di tre specie ben di- stinte. Queste però stante l'insufficienza della descrizione e la mancanza di figura non si possono ammettere con piena sicurezza ; ed unica specie del genere perciò resta solo quella del Duchassaing. (Per le altre veggasi fra le Bunodidae dubiae). La forma della colonna richiama alla mente il Bunodeopsis ; e veggansi in proposito le annotazioni a questo genere. — Il nome Cystiactis allude all’aspetto vescicolare dei tubercoli (xUot:s = vescica). Sp. Cystiactis Eugenia D. & Mich. Sinonimi. — Cystiactis Eugenia sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, pra 2986; ee DescRrIZIONE. — Forma. Colonna cilindroidale, con tubercoli vescicolari, clavati. Tentacoli scarsi (20 circa), subeguali, cilindro-acuminati, lunghi, delicati, translucidi. (*) Cystiactis Eugenia D. & Mich. (Duchassaing & Michelotti 1866). — 238 — Peristoma prominente. — Colore, [non indicato). — Dimensioni piccole. — Giacitura, Nuotante libera od aderente a corpi stranieri galleggianti. Gen. Evacetis Verr. Sinonimi. — Actinia (pars), Dana 1846. Evactis, Verrill 1868. CaratTERI — Forma. Base aderente. Colouna tozza; perforata da molti pori e tubercolata; tubercoli in serie verticali, decrescenti in ogni serie dall’alto al basso. Margine con tubercoli grandi. Tentacoli subulati, ectacmei molto pronunciati. — Co- lore verdognolo |?). — Dimensioni piuttosto piccole. — Giacitura, nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola . ...- i... E. artemisia Dana. ANNOTAZIONI. — Io fui lungamente in dubbio se dovessi ammetterlo questo ge- nere o se dovessi aggregarne l' unica specie alle Anthopleurae od alle Phymactis: Considerando la forma degli acroragi che non sono come nelle prime, e la presenza di pori, che mancano (?) alle seconde, prevalse l’idea di conservarlo indipendente. L’idea viene d’altra parte appoggiata dal fatto dei tentacoli ectacmei, che in nessun altra delle Bunodidae si riscontrano. — Il nome sta forse per Hu-actis. Sp. Evactis artemisia Dana. Sinonimi. — Actinia artemisia sp. n., Dana 1849, t. 4, f. 38. — Cereus artemisia Dana, Milne Edwards 1857, p. 268. Evactis artemisia Drayt., Verrill 1868, p. 471. DescRIZIONE. — forma. Colonna tozza, subcilindrica, rigonfia nel mezzo, trato- rata da molti pori. Tubercoli prominenti, rotondi, in linee verticali; i superiori sono grandi e formano un circolo marginale, gl’ inferiori sono obsoleti. Tentacoli tricicli, robusti, subulati, ectacmei. Bocca con 4 lobi prominenti. — Colore giallo verde sulla colonna; tubercoli pure verdi (sap-grun) eil colore continua in basso anche dove i tubercoli sono obsoleti; tentacoli a varî colori brillanti; disco verde, bocca carnea. — Dimensioni. Disco diametro 0",057; tentacoli esterni lunghezza 0",025; tentacoli interni lunghezza 0",013. — Giacitura. Vive nella sabbia fino ai tentacoli ed attac- cata alle pietre sottostanti (0,05 - 0,07). __ AnnorazioNI. — L'osservazione dei pori è dovuta al Pickering [citato dal Ver- rill), il quale vide sprizzarne acqua. Nè egli nè il Verrill tuttavia sanno dire se i pori corrispondano o no coi tubercoli. La posizione della specie è quindi un poco incerta; e forse ulteriori osservazioni dimostreranno che sì tratta semplicemente di una Phymactis o di un Bunodes. Gen. Thelaetis Klunz. Sinonimi. — Thelactis, Klunzinger 1877. CARATTERI. — Forma. Base aderente. Colonna munita a metà altezza di una riga trasversale, tubercoli conici. Tentacoli lunghi. — Li- mensioni piccole. — Giacitura. Su alghe. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola . LL... Th. simplex Klunz. Annotazioni. — Il genere si ammette sulla fede del Klunzinger, (*) Thelactis simplex Klunz. (liberamente da Klunzinger 1877, t. 6). SU e lo si conserva per il motivo già addotto che la specie è per sè stessa poco sicura e non si può rigettare nè ricoverare in altro genere. — Il nome pare accenni alla forma di capezzolo dei tubercoli (24X4 = mammella, capezzolo). Sp. Thelactis simplex Klunz. SINONIMI. — Thelactis simplex sp. n., Klunzinger 1877, p. 79, t. 6, f. 5. Descrizione. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, che a metà altezza porta una riga trasversale unica di tubercoli conici. Tentacoli lunghi acuminati, al- ternatamente lunghi e corti. Peristoma trasparente. — Colore bruno con macchie bianche, e con raggi colorati intorno alla bocca. — Dimensioni: da 0”,007, a 0,008 di altezza. — Giacitura. Su alghe ed erbe marine ; rara. [Confrontisi Bunodeopsis, ecc.]. Anxorazioni. — L'autore, Klunzinger, manifesta l’ opinione che sia uno stadiò giovanile; e nota la somiglianza con l’ Echinactis [estensibile però solo ai tentacoli della colonna]. Io trovo somiglianza anche con l’Aiptasia diaphana. — La descrizione è insufficiente e la figura meschina. Bunodidae incertae sedis. Queste specie costituiscono due gruppi: Nell’uno sonvi quelle nelle quali la ca- ratteristica d’un determinato genere non è precisata: Bunodes pluvia Dana, Bunodes stella Verr., Phymactis cavernata Bosc; — nell’altro si comprendono quelle che dovreb- bero forse costituire generi nuovi: (. . . . . .) tubercolosa Q. & Gaim., (. .....) fusco-rubra Q. & Gaim. Sp. Bunodes pluvia Dana. ‘ Sinonimi. — Actinia pluvia sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 30. — Cereus plu- via Dana, Milne Edwards 1857, p. 267. Bunodes pluvia Verr., Verrill 1868, p. 468. DescRIZIONE. — Forma. Colonna larga; ristretta a metà; tubercoli piccoli, fitti, rotondi. Margine non tubercolato. Tentacoli numerosi, tricicli, subulati. — Colore va- riabile; talora aranciato ovunque, con tentacoli più scuri; talora bruno-verde ovun- que, con tubercoli arauciati a punto bianco. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate). ANNOTAZIONI. — La mancanza di tubercoli sul margine [asserita dal Vervill avvicina la specie ai generi Tealia e Bolocera. Stando alla figura dell’ atlante del Dana rassomiglierebbe piuttosto alla. Phymactis clematis. Sp. Bunodes stella Verr. SinoxIMi. — Bunodes stella Verr., Verrill 1862, p. 16, t. 1, f..1, 8. Desckizione. — Forma. Base larga più della colonna. Colonna cilindrica, a pi- lastro, coperta in alto da tubercoli; i quali al margine sono gravdi e rotondi, men- tre altrove appena di poco seno prominenti; verso il mezzo della colonna cessano del tutto; hanno disposizione seriale verticale; e si tengono attaccati dei frammenti. Tentacoli non numerosi, quadricicli (6, 6, 12, 24), talvolta pentacicli ma con il ciclo esterno incompleto (6, 6, 12, 24, 24); entacmei; gl’interni eretti, gli esterni reclinati in fuori. — Colore generale pallido, pellucido, verde oliva o carneo, con tentacoli, disco e verruche di sfumatura più delicata; sui tentacoli sì nota un anello bianco opaco a metà ed una macchia cordiforme alla base, sul disco vi sono sei raggi bianchi. — — 240 — Dimensioni, (non indicate). — Giacitura. Infossato nella sabbia o in crepacci di roccie; a poca profondità e in acqua tranquilla. ANNOTAZIONI. — La descrizione lascia incerti fra Bunodes, Phymactis ed Aulactinia; perchè nello stesso tempo accenna a caratteri d’affinità con ciascuno d’essi ed a caratteri di divergenza. Sp. Bunodes passiflora D. & Mich. Sinonimi. — Condylactis passiflora sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 125. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, tubercolata; tubercoli piccoli, sparsi, numerosi (non agglutinanti, nè perforati). Tentacoli circa 100, grossi, robusti, lievemente acuminati all'apice, bi- tricicli. — Colore. Colonna rossa, tenta- coli bianchi alla radice, verdi nel resto. — Dimensioni. Colonna alta da 0,05 a 0",06; tentacoli lunghi da 0",01 a 0%,02. — Giacitura, [non indicata). ANNOTAZIONI. — La ragione per la quale gli autori fecero di questa specie un nuovo genere non è ben chiara. La descrizione incompleta e la confusione nell’ indicazione delle figure accrescono la perplessità; e fanno quasi ritenere dubbia anche la specie. Dal poco che si può giudicare le affinità sarebbero coi generi Tealia, Bolocera e Bu- nodes. — Una particolarità di questi animali è la mancanza |asserita dagli autori] di potere orticante. Sp. Phymactis cavernata Bosc. Sinonimi. — Actinia cavernata Bosc, Lamouroux 1824, n. 1; Rapp, 1829, p. 60; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325. — (Monostephanus), Brandt 1835, p. 10; Lamark 1837, p. 542. Actinia cavernata, Gibbes 1846, t. 23; Milne Edwards 1857, p. 289. Urticina cavernata Bosc., Duchassaing 1850, p. 9. Actinia cavernosa, Mac Cready 1859, t. 1, f. 275. Bunodes cavernata Verr., Verrill 1862, p. 17; Verrill 1863, p. 57. DescrIZzIone. — orma. Colonna breve, cilindrica, ad onco emisferico, coperta da papille persistenti, disposte in serie longitudinali; le marginali sono più grandi e di colore più leggiero. Tentacoli numerosi, subeguali, brevi, policicli, conici. Bocca eversibile. — Colore. Colonna giallo-matta o bruno-verdiccia con molte macchie brune tendenti a disporsi in linee verticali; acroragi piuttosto pallidi. Tentacoli giallo. verdognoli con macchia bruna basale, e spesso con linee longitudinali scure e punti bianchi. — Dimensioni. Lunghezza 0",05. — Giacitura, [non indicata). AnnoTAZzIONI. — Le figure del Mac Cready indicano un atto di scissiparità; ed assegnano all'animale dimensioni minori di quelle date dal Verrill (lungh. 0,05). Del resto esse sono malissimo eseguite: in ciò trova scusa l’ errore mio precedente (Andres 1881), di aver identificata la specie con un’ Aiptasia lacerata. Di certo essa ap- partiene alle Bunodidae, ma lascia dubbio se sia un Bunodes od una Phymactis. Sp. (gen. nov.?) tuberculosa Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia tuberculosa sp. n., (A. tuberculeuse) , Quoy & Gai- mard 1833, v. 4, p. 159, t. 11, f. 3, 6.— Actinia tuberculosa Q. & Gaim., Blainville 1830, p. 285; Blainville 1834, p. 319; Deshayes in Lam. 1837, p. 548. — Cereus tuberculosus Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 268. L Y È iride na E TINI — 2il — DESCRIZIONE. — Forma. Base turriculata, molle. Colonna cilindrica con tubercoli ovali, striati regolarmente disposti; tentacoli brevi. Dei tuber- coli sonvi sei serie verticali principali; alternanti con queste vi sono sei spazi comprendenti sei serie secondarie ciascuno ; i tubercoli di queste serie secondarie alternano tra loro. — Colore. Colonna di calore rossigno vario; tentacoli giallo. gnoli; tubercoli costantemente grigio-azzurri li- neolati di bruno; bocca rossa. — Dimensioni: diametro 0,05; lunghezza 0",07; tentacoli0",01. — Giacitura : nessuna; animali vagabondi. ANNOTAZIONI. — In considerazione dell'abito errante della specie gli autori, Quoy & Gaimard, opinano che essa formi passaggio al genere Minyas. Dal Blainville que- sta idea viene rilevata ed infatti l’animale passa sotto il nome di Actinecta. Io credo ‘che în ciò vi sia poco fondamento (salva l’indiretta dimostrazione che le Minyadinae del Milne Edwards non hanno ragione di essere] e che la specie sia piuttosto affine alle Cladactis per la grande estensibilità del corpo od al Bunodes gemmaceus per la regolarità seriale dei tubercoli. — Tuttavia dopo tutto pensando alla forma strana dei tubercoli stessi io mi sento propendere all’istituzione d’un genere nuovo. Sp. (gen. nov.?) fusco-rubra Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia fusco-rubra sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 144, t. 11, f. 7; Deshayes in Lam. 1837, p. 545. — Cereus fusco-rufus Q.& Gaim., Milne Edwards 1857, p.269. Fic. 35. (#4) DescrIzione. — forma. Colonna cilindroide, rugosa di traverso, tuber- colata; tubercoli inferiori grandi. Disco ampio. Tentacoli gracili, annulati. Onco emisferico. — Colore. Colonna bruno- rossastra. Peristoma con sei macchie radiali, tentacoli rosei; bocca rossoceru- lea. — Dimensioni, medie. — (Giaci- tura, |non indicata). ANNOTAZIONI. — Questo carattere dei tubercoli inferiori molto grandi fa differire la specie da ogni altra delle Bunodidae note, e rende necessaria la fondazione di un altro genere — Ma a ciò osta per ora la insufficienza della descrizione nonchè il dubbio che la specie non appartenga alla subfamiglia e si avvicini alle Adamsiae. (*) (Gen, nov. ?) tuberculosa Q.& Gaim. (da Quoy Q. & Gaimard 1833, t. 11). (**) (Gen. nov. ?) fusco-rubra Q. & Gaim. (ibid.). 31 ida Sp. (gen. nov.?) monilifera Dana. Sinonimi. — Actinia monilifera sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 19. — Pa- ractis monilifera Dana, Milne Edwards 1857, p. 248. Descrizione. — Forma. Colonna tozza, più larga che alta; ‘dilatata al piede ed al sommo e munita quivi (ad ambedue gli estremi) di tubercoli o rugosità mo- niliformi, mentre nel mezzo è ristretta e liscia. Tentacoli molto lunghi e gracili, tri- cieli. — (Colore. Tubercoli bruno-pallidi; tentacoli bruni con annelli bianchi; peri- stoma giallastro. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate). ANNOTAZIONI. — L'essenza dei tubercoli è incerta assai; può essere che sieno rughe accidentali, come può essere che sieno cinelidi o veri tubercoli. Sp. (gen. nov. ?) pretiosa Dana. Sinonimi. — Actinia pretiosa sp. n.,, Dana 1849, t. 8, f. 20. — Cereus. pretiosum Dana, Milne Edwards 1857, p. 272. Descrizione. — Forma. Colonna cilindrica, elevata; liscia nella parte superiore, munita di tubercoli nella inferiore. Questi tubercoli sono sparsi; alcuni piccoli, sem- plici, altri grandi e stellati. Tentacoli subeguali, bicieli, lunghi. — Colore. Colonna carnea con tubercoli rossi-carminio; tentacoli giallastri con la radice aranciata munita d’un punto rosso. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate]. ANNOTAZIONI. — Il Milne Edwards adducendo questa specie aggiunge che verosi- milmente essa fu descritta allo stato giovane. Io non capisco perchè. Bunodidae dubiae. P) Dubbie sono le-prime due (B. stellula Ehr., B. monile Templ.) in quanto sem- brano essere semplici stadii giovanili di altre specie; — le tre seguenti (B. Koseirensis Klunz., B. crispus Ehr., B. Studerii n. n.) perchè paiono appartenere ad altra sub- famiglia; — infine le restanti (E. xanthogrammica Br., E. flosculifera Les., A. pallida D. & Mich., C. Gaudichandi M. Edw., C. Reynaudi M. Edw., C. Eydouxi M. Edw., T. coccinea Verr.) per ragione della insufficiente loro descrizione. Sp. Bunodes stellula Ehr. Simoni. — Actinia Isacmaea stellula (Urticina) H. & E., Ehren- berg 1834, p.34.— (Monostephanus), Brandt 1835, p.10. —Isacmaea stel- lula Ehr., Milne Edwards 1857, p. 288. Bunodes stellula Ehr., Klunzinger 1877, p. 78, t. 5, f. 4, a, db, c. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna con tubercoli che la occupano quasi tutta, e striata per il lungo. Margine con prolungamentii [acroragi]. Tentacoli retrattili, subeguali. — Colore. Colonna gialliccio-rosea con linee appajate longitu- dinali brune; tentacoli ialini, rossigui con macchie verdi e bianche; peristoma bianco o rosa; acroragi colorati [e come?). — Dimensioni. 0%,02 lunghezza, 0%,015 lar- ghezza. — Giacitura. Sulle pietre, sui rizomi. Anwotazioni. — Il colore degli acroragi non è indicato. Dall’insieme della figura e della descrizione pare che quest’attinia sia uno stadio giovanile di Bunodes. Sp. Bunodes monile Templ. Sinonimi. — Actinia monile sp. n., Templeton 1836, p. 303, f. 49; Johns- ton 1847, p. 224, text. f. 51; Landsboroush 1852, p. 249. — Bunodes? monile, Gosse 1855, p. 29; Gosse 1855, p. 294; Milne Edwards 1857, p. 266. DeSscRIZIONE. — Forma. Base larga aderente. Colonna cilindrica con 14-16 serie longitudinali di tubercoli. Tentacoli conici, monocicli, circa 10. — Colore verde-grigio- chiaro sulla colonna; variegato di annulazioni chiare e scure sui tentacoli. — Di- mensioni di circa un pisello. — Giacitura. Sulle pietre della spiaggia. ANNOTAZIONI. La figura del Templeton è discreta. — Quest’autore dice che la specie è rara; ed esterna il pensiero che sia uno stadio giovanile. Il Johnston la riporta da lui quale specie distinta menzionando il dubbio vago del Templeton ed a questo aggiungendone uno conereto del Cocks, secondo cui lo stadio giovanile appar- terebbe all’A. coriacea |T. crassicornis), ed uno suo proprio, che farebbe dell’A. tro- glodytes un altro stadio un po’ più avanzato. Sp. Bunodes koseirensis Klunz. Sinonimi. — Bunodes koseirensis sp. n., Klunzinger 1877, p. 77, t. 6, pid DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna con verruche nella parte supe- riore. Tentacoli abbondanti, isacmei, conici, subulati, occupanti quasi tutto il disco. — Colore. Piede rosso; colonna pure; nella regione delle ventose azzurrognola; ten- tacoli grigio bruni, con macchie trasversali grigio-nere, e con apice bianco. — Di- mensioni. Lunghezza 0",07; larghezza 0%,10; tentacoli 0",03. — Giacitura, [non indicata |. VARIETÀ. — Dal Klunzinger se ne annoverano due, ch'io propongo denominare: a rubro-fusca, la suddescritta. E albo cyanea che ha piede bianco; colonna del pari, con verruche grigie; tentacoli grigic-azzurri, verdi con apice bianco o roseo e con macchie ondulate oscure. Annotazioni. — Nella presente specie (come nel B. crispus) le verruche hanno aspetto di tubercoli; il margine è sottile non rilevato; ed il disco rammenta molto quello delle Heliactis. Sp. Bunodes crispus Ehr. Sinonimi. — Actinia Entacmaea crispa H. & E., Ehrenberg 1834; p. 36. — (Taractostephanus), Brandt 1835, p. 13. — Actinia crispa Ebr, Deshayes in Lam. 1837, p. 544. — Cereus crispus Ehr., Milne Edwards 1857, mo 2706 ; Bunodes crispa Ebr., Klunzinger 1877, p. 77, t. 8, f. 1. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna tozza con verruche solo nella parte superiore. Tentacoli che occupano quasi tutto il disco ; conici, entacmei. + lo- lore. Colonna giallo-carnea; peristoma bruno-chiaro; tentacoli grigio-bruni, azzurro- gnoli all’apice. — Dimensioni: 0",30 larghezza totale; tentacoli interni 0,08. — Giacitura, [non indicata). — 244 — AnnoTAZIONI. — Le verruche (Saugwarzen del Klunzinger, papillae dell'Ehrenberg) a giudicare dalla figura sono semplici turbercoli. Questi non arrivano al margine; il quale è sottile, senza collare; e delimita un disco ampio ondulato, simile a quello delle Heliactis. Sp. Bunodes Studerii n. n. Sinonimi. — Bunodes Kerguelensis sp.n., Studer 1878, p. 543, t. 4, f. 16. DESCRIZIONE. — lorma. Base ampia, attaccata a pietre o ad alghe. Colonna ci- lindrica, col quarto superiore occupato da varie righe di tubercoli uniformi, nel resto liscia, striata per il lungo. Disco meno largo della colonna. Tentacoli marginali, bi- cieli, brevi conici. — Colore. Colonna rosso-rosea, con tubercoli bianchi; tentacoli por- porini. — Dimensioni: 0",024 lunghezza; da 0",012 a 0",014 largh. — Giacitura. Sulle pietre e sulle alghe; a poca profondità. ANNOTAZIONI. — Dall’ispezione della figura nasce il dubbio che i tubercoli sieno piuttosto acetabuli; allora la specie entrerebbe nella subfamiglia delle Sagartidae. Sp. Evactis xanthogrammica Br. Sinonimi, — Actinia Xanthogrammica sp. n., (Taractostephanus, Actinia n. 3, Mertens), Brandt 1835; Milne Edwards 1857, p. 289. — Evactis xanthogrammica Br., Verrill 1868, p. 471. DescRIZIONnE. — Forma. Colonna tozza (più larga che lunga) verrucosa. Tenta- coli molti, sparsi, acuminati, lunghi. — Colore. Colonna verde-gialliccia. Tentacoli verdi con fascie gialliccie. Peristoma con strie e circoli olivaceo-sporchi. — Dimen- sioni e Giacitura, [non indicate. ANNOTAZIONI. — La descrizione è oltremodo insufficiente; ed io non so capire di qual maniera il Vervill possa indursi ad esternare la probabile attinenza col genere Evactis; alla stessa stregua sarebbe lecito il dichiararla anche Tealia o Cladactis o altro che si voglia. Sp. Evactis flosculifera Les. Sinonim. — Actinia flosculifera sp. n., Lesueur 1817, p. 174. DescRIZIONne. — Forma. Colonna carnosa, contrattile, liscia, con molte serie di pori, separati da linee sottili. Margine con tubercoli. Tentacoli tricicli, affollati. — Colore generale bruno-umbra; sui tentacoli è umbra-pallido con macchie bianche oblunghe dotate ciascuna di punto nero. — Dimensioni: 0",05 lunghezza. — Gia- citura. Crepacci di roccie; ovvero sabbia. ANNOTAZIONI. — Non si descrive la forma degli acroragi e perciò l’identifica- zione è impossibile. Forse è una Evactis, ma potrebbe anche essere un’Anthopleura; e forse nè l’una nè l’altra e non appartenere alle Bunodidae. Sp. Anthopleura pallida D. & Mich. Sinonimi. — Anthopleura pallida sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, PLAGIO RO SL DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica, solcata per il lungo, coperta da tu- bercoli agglutinanti, che non sprizzano acqua. Tentacoli 32 38, cilindrico-acuti, me- diocri, triseriali, entacmei. Onco melloniforme. — Colore. Colonna pallido-giallognola. Peristoma bianchiccio-rossigno, maculato. Teutacoli translucidi, zonati di bruno. — Dimensioni piccole. — Giacitura. Sulle pietre. Annotazioni. — La figura è meschina e rappresenta l’onco. Il dubbio per la presente specie nasce dalle profonde invezioni {o solchi) della colonna, le quali d’or- dinario fra le Bunodidae non si riscontrano; e dal poco sviluppo dei tubercoli. Sp. Cystiactis Eydouxii M. Edw. Sinonimi. — Cystiactis Eydouxii sp. n., Milne-Edwards 1857, p. 276. Cystiactis Eydouxi E. & Haim., Verrvill 1868, p. 473. Descrizione. — Forma. Colonna coperta da tubercoli sabtentacoliformi, irregolari per disposizione e grandezza, affollati. Tentacoli brevi, non molto numerosi, entacmei, striati per il lungo. — Colore. Nei preparati alcoolici è bruno-uniforme. — Dimen- sioni e Giacitura, {non indicate). Sp. Cystiactis Gaudichaudi M. Edw. Sinonimi. — Cystiactis Gaudichaudi sp.n., Milne Edwards 1857, p. 276. DescrIZIOne. — Forma. Colonna con tubercoli più piccoli che nella C. Eydouxi. Tentacoli più lunghi e più gracili. — Colore generale nerastro con rosetta di punti neri sopra ogni tubercolo [esemplari alcoolici). — Dimensioni e Giacitura, [non indicate). Sp. Cystiactis Reynaudi M. Edw. Sinonimi. — Cystiactis Reynaudi sp. n., Milne Edwards 1857, p. 276. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna con tubercoli fitti, subseriali, di grandezza mediocre. Tentacoli più corti che nella C. Eydouxi e nella C. Gaudichaudi. — Colore bruno chiaro [esemplari alcoolici. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate). Sp. Tealia coccinea Verr. Sinonimi. — Tellia coccinea Verr., Verrill 1865, p. 50, t. 1, f. 6. DescRIZIONE. — forma. Colonna cilindrica, elevata. Tentacoli conici, tricicli. — Colore. Rosso chiaro. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate). ANNOTAZIONI. — L'autore nel disegno riproduce solo un settore del disco e quindi la figura è inutile, Sp. Bolocera multicornis Verr. Sinonimi. — Bolocera multicornis sp. n., Verrill 1879, p. 198. DescRIZIONE. — Forma. Base ampia. Colonna molto tozza, liscia. Margine ri- levato. Disco molto ampio e rovesciabile. T'entacoli assai numerosi (varie centinaia) disposti in una ventina di cicli fitti e concentrici, che coprono quasi tutto il disco; mutevoli di forma, ora cilindrico-ottusi, ora fusiformi, clavati, ora qua. o là rigonfi; subeguali; non retrattili. Peristoma piccolo. Bocca con gonidii distinti, e cinta da numerose protuberanze. — Colore. In generale rossiccio chiaro o scarlatto; uniforme sulla colonna e sui tentacoli, più oscuro nelle piezhe boccali. — Dimensioni. Colonna alta da 0%,020 a 0",033; disco largo 0,19; tentacoli lunghi da 0",014 a 0",018. — Giacitura. In fondo di conchiglie. AnnoTAzIONI. — Malgrado la lunghezza della descrizione non si capisce se la specie sia proprio una Bolocera od altro. — 246 — Subfam. CEREACTIDAE Cereactidae, Andres 1880. l'orma. — Base poco aderente. Colonna elevata, molto distensibile; liscia per due terzi, nel terzo superiore cosparsa di verruche adesive. Margine rilevato, crenu- lato; collare distinto, in forma di fossa profonda. Tentacoli lunghi, cilindroidi, digi- tiformi, flessuosi; non molto retrattili; policicli, subeguali. Peristoma incavato. — Aconzî mancanti. Gonidî poco sviluppati. — Colore rosso sulla colonna, pallido sui tentacoli; questi hanno l’apice diversamente colorato. — Dimensioni piuttosto grandi. — Giacitura. Nella sabbia. Cereactidae ben note, finora una sola . ue a Cereaetis Andr., 0. auran- tiaca D. Ch. COLCACHIAACLAUDIACHR N MUNIRSI NI e n INI €. quadricolor Leuck., €. dore- yensis Q. & Gaim. Questa famiglia ripete la propria origine dalla perplessità in cui mi sono tro- vato nel descrivere la C. aurantiaca, e dall'esame conseguente dei dettagli struttu- rali. — Finora essa comprende un’ unica specie ben certa e due dubbie; ma io credo che poco a poco altre se ne aggiungeranno; e sono d'avviso che forse taluna delle attinie, che al presente si trovano fra le Bunodidae incertae sedis è le Buno- didae dubiae, avranno da venir classificate qui; forse, per nominarne due, il B. crispus ed il B. Koseyrensis sono in tale condizione. | Gen. Cereactis Andr. Sinonim. — Actinia (pars), Delle Chiaje 1825, 1841, et auctorum. Cereactis, Andres 1880. CARATTERI. — Sorma. Base ade- rente con poca forza o non aderente af- fatto. Lembo leggiermente indicato. Co- lonna elevata cilindrica; molto mutevole di figura; liscia in basso, verrucosa in alto. Margine rilevato, grosso, intaccato; con collare ad incavo. Tentacoli lunghi; flessuosi , cilindrici; non molto retrattili. Peristoma concavo. — Colore, vivo sulla colonna, pallido sui tentacoli che hanno apice rosso. — Dimensioni grandi. — Giacitura. Nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Ce- reactis unica finora C.aurantiaca D. Ch. ANNOTAZIONI, —. Nel nome rivive ze il ricordo dell’antico genere Cereus; quasi per rammentare che il presente ha ve-= con quello l’affinità delle verruche. (CS (‘) Cereactis aurantiaca, D. Ch. (figura originale). Sp. Cereactis aurantiaca D. Ch. Sinonimi. — Actinia aurantiaca sp. n., Delle Chiaje 1825, v. 2, p. 438, 2: O NER25 vat pal 9 Delle Chiajet 18361, va 2%, dp. 187, t 340 5045; Deshayes in Lam. 1837, p. 545; Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 126, v.5, p. 138, t. 93, f. 26, t. 156, f. 6; Milne Edwards 1857, p. 270. Actinia aurantiaca D. Cb., Grube 1840, p. 5, f. 5. Actinia aurantiaca D. Ch., Contarini 1844, p. 149, t. 13, f. a, bd. Actinia aurantiaca D. Ch., Verany 1846, p. 83; Verany 1862, p. 98. — Actinia aurantiaca D. Ch., Sars 1857, p. 34. Actinia aurantiaca D. Ch., Heller 1868, p. 16. Cereactis aurantiaca D. Ch., Andres 1880, p. 319. DESCRIZIONE. — Forma. Base meno larga della colonna, poco aderente. Colonna lunga, talvolta molto lunga; cilindrica, uniforme, gibbosa; non molto consistente, molto dilatabile; liscia nella parte inferiore, verrucosa a guisa delle Heliactis nel terzo superiore. Le verruche talvolta sono prominenti, tolvolta giacciono nel piano generale, talvolta sono un poco infossate (quando l’animale è molto contratto). Mar- gine distinto, rilevato, con intaccature regolari non molto pronunciate; collare piut- tosto largo, ma poco profondo. Disco largo quanto la colonna o poco più, rotondo, regolare, non ondulato, nè lobato. Tentacoli numerosi (96), quadricicli (12, 12, 24, 48) entacmei-subeguali, grossi, cilindrici; gl'interni a metà del raggio e di solito intrec- ciati sulla bocca; gli esterni ricadenti sulla colonna; retrattili.ma non assolutamente. Peristoma concavo, solcato; con bocca spesso prominente. — Gonidî marcati soltanto al labbro. Onco sacculiforme con protrusione dell’apice dei tentacoli. — Colore. Base un poco più pallida della colonna. Questa è colorata da strisce irregolari in alter- nanza bianche od aranciate, che distinte nella parte inferiore si fondono poco a poco verso l’alto in una tinta oscura uniforme su cui spiccano le bianche verruche. Ten- tacoli bruniccio-roseo-pallidi; che sul fusto hanno sfumature iridescenti verdognole leggerissime; sull’apice portano una calottina roseo-purpurea; ed alla radice sono un poco pallidi, così che il colore del disco essendo più scuro li cinge con um'elissi a forma di spola. Peristoma bruniccio-roseo più scuro e colle sfumature verdi meglio spiccate. Labbro rosso con punti gonidiali più intensi. Faringe candido. — Dimen- sioni sempre grandi; colonna lunga da 0”,20 a 0",40; tentacoli lunghi 0,08; dia- metro medio della colonna 0",07; dei tentacoli 0",006. — Giacitura: gli animali vivono a 5, 6 metri di profondità, inflitti nella sabbia ed aderenti alle pietre sot- tostanti. VARIETÀ. — Il Grube accenna a due varietà, l'una di colore aranciato-giallognolo, che sarebbe la napoletana; l’altra di aranciato-fuoco, propria del Quarnero. Cotali gradazioni di tinta si presentano tuttavia anche in esemplari esclusivamente napole- tani ed io credo percio che non bastino per una distinzione reale di varietà. ANNOTAZIONI. — Questa è l'unica delle specie del Delle Chiaje che sia perve- nuta a noi col nome e coi limiti originarî. Egli nel 1825 la dichiarava rara (ed ‘infatti ne aveva veduti allora solo due esemplari); in seguito, 1841, pare la repu- tasse più frequente; ma in ogni modo le sue figure sono in generale molto male — 248 — riuscite; ed è a fatica che, pur sapendolo, vi si riconosce l’avimale. È merito del Grube di presentarcene una migliore; pregevole anche perchè colorata. La C. auran- tiaca è poco orticante. Cercactidae dubiae. Malgrado la figura e la descrizione la sp. quadricolor è dubbia in causa del Klunzinger che non conferma [e nemmeno infirma) l’asserto dell’Ehrenberg sulla pre- senza di verruche. La sp. doreyensis è dubbia per simile motivo: perchè l’autore nel testo non le assegna verruche e nelle tavole ve le disegna. Sp. Cereactis quadricolor Leuck. Sinonimi. — Actinia quadricolor sp. n., Leuckart in Rippel 1828, part. 1, p. 4, t. 1, f£.8; Rapp 1829, p. 57; Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327; (Taractostephanus), Brandt 1835, p. 13; Deshayes in Lam. 1837, p. 544. — Cory- nactis quadricolor Rapp, Milne Edwards 1857, p. 259. Actinia Entacmaea quadricolor H. & E., Ehreuberg 1834, p. 35. Corynactis quadricolor Leuck., Klunzinger 1877, p. 73. DESCRIZIONE. — forma. Base aderente. Colonna cilindrica, elevata, contrattile. Disco non ampio, concavo. Tentacoli numerosi, policicli, entacmei; lunghi clavati. — Colore. Rosso mattone nei due terzi inferiori della colonna, glauco nel superiore; bruno sui tentacoli; bianco sul centro del peristoma e all’apice dei tentacoli. —- Di- mensioni: diametro 0",05; altezza 0",04. — (Giacitura. Nella sabbia, sulle pietre; presso la costa. ANNOTAZIONI. — Alla surriferita descrizione del Riippel puossi aggiungere con l’Ehrenberg: « Margine lato superiore pallii papilloso, papillis non perforatis, vire- scentibus, pede extus glabro, rubro ». Il Klunzinuger asserisce tuttavia che la colonna è liscia ed il margine non crevulato, nè papilloso. — Comunque la versione giusta sia, il certo è che la specie ha nulla a che fare con le Corynactis; e che piuttosto nel- l’aspetto generale rassomiglia la C. aurantiaca. — Se l’asserto dell'Ehrenberg fosse esatto la rassomiglianza equivarrebbe certo a stretta affinità. Sp. Cereactis doreyensis Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia doreensis sp. n., Quoy et Gaimard 1833, v. 4, p. 149, t. 12, f. 7; Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327; Deshayesin Lam. 1837, p. 546. — Paractis doreyensis Quoy & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 252. DescrIZzIONE. — Forma. Colonna cilindrica; munita in alto di verruche grandi, scarse. Disco non ampio. Tentacoli rari, monocieli subulati, ricadenti, più lunghi del corpo. — Colore. Colonna gialla uniforme in basso, punteggiata in alto; tentacoli bruni con apice biondo; bocca bianca. — Dimensioni. Colonna lunga oltre 0%,05. — Giacitura, (non indicata). Lr LORE pro È 20049 — AnnoTAZIONI. — Benchè il Milne Edwards ponga questa specie nel gen. Paractis, io trovo che essa ha un poco l'aspetto di Cereactis. Subfam. ILYANTHIDAE Actinies pivotantes (pars), Milne Edwards 1857. Ilyanthidae (pars), Gosse 1860. Ilyanthidae (pars), Verrill 1862; Studer 1878; Klunzinger 1877. Ilyanthidae (pars), Andres 1880, 1880. Forma. Base nulla; estremo posteriore arrotondato ; talora perforato [?]. Co- lonna obconica, piriforme, liscia o solcata, contrattile, poco carnosa; priva di tuber- coli, di verrucche, di cinclidi, di rivestimenti ece., nuda. Margine rilevato [sempre?]; collare a forma di fossa circolare. Disco piuttosto ampio, retrattile. Tentacoli conico- allungati, policicli, entacmei, flessuosi; retrattili, ma quasi con riluttanza. Peristoma incavato. Gonidî non pronunciati. — Colore vario. — Dimensioni del pari; in ge- nerale mediocri. — Giacitura : gli animali stanno infissi nella sabbia o nel fango sino ai tentacoli. Tlyanthidae con margine rilevato e tentacoli grossi . ......... lyanthus Forb. — / parte- nopeus n. n., I. Milchelliù Gos. Ilyanthidae incertae sedis (margine non rilevato, poro apicale [?]). H. scoticus Forb., I chloropsis e Agass. Lc EUataa AIA, 0 OO RI ORO LO A IA OOO N. lacvis Verr., [. neglectus Leidy. Il gruppo delle Ilyanthidae, che è dovuto ad una delle prime suddivisioni delle attinie, comprendeva in origine tutte le specie prive di base piatta aderente; abbrac- ciava perciò i generi Cerianthus, Arachnactis, Edwardsia, Sphenopus, Peachia, Hal- campa, oltre al gen. Ilyanthus p.d. Lo si reputava un gruppo molto naturale; mentre in realtà era un’ accozzaglia di elementi eterogenei riuniti da un carattere secon- dario. — Infatti la « base non aderente » costituisce per sè stessa una differenza mor- fologica poco spiccata, perchè la si riscontra temporaneamente anche in specie seden- tarie quali alcune Sagartiadae [C. viduata] o Phellidae [I. torquata], ecc. — Quindi poco a poco si staccarono dal gruppo i primi quattro generi summenzionati, ed io compii l’opera separandone le Peachiae e le Halcampae. Al presente vi resta il solo genere Ilyanthus, circondato da un paio di specie incerte e da un paio di dubbie. Ma, anche così ridotta ai minimi termini, la famiglia, è sempre poco naturale, perchè sempre si appoggia in grado precipuo a questo stesso carattere della « base non aderente ». Essa inoltre comprende solo due specie bene assicurate ; e le altre due, che non dubbie le spettano, hanno voce di possedere un poro apicale, cioè a dire di essere molto e molto diverse dalle prime. — 250 — Gen. Xlyanthus Forbes. Sinonimi. — Actinia (pars), Delle Chiaje 1841. Tlyanthos, Forbes1840.— Ilyanthus, Thompson 1845. CARATTERI. — forma. Base nulla; estremo posteriore del corpo arrotondato, non aderente, non perforato. {Una per- forazione viene per vero asserita, ma sembra che sia dovuta, come nel caso dell’ Edwarsidae, ad uno speciale stato di con- trazione, per il quale la parte centrale dell’ estremo posteriore è retratta verso l’ interno del corpo e lascia. all’ esterno un cavo od ile umbiliciforme). Colonna obconica, piriforme, con- trattile. Margine rilevato, grosso distinto; con collare rientrante profondo, a guisa di fossa. Tentacoli conico-acuminati, retrattili ma non molto; talora anzi pare che non lo sieno; policicli. Gonidî poco sviluppati. — Colore non molto vivace, per lo più pallido, bruno-roseo. — Dimensioni mediocri: circa 0°%,07 di lunghezza. — Giacitura nel fango e nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Ilyanthi con 48 e più tentacoli, e con margine dentellato / purlenopeus n. n. con 36 tentacoli e con margine liscio . ...... I. Mitchellii Gos. ANNOTAZIONI. — Le due specie sono sufficientemente ben distinte; ma proba- bilmente il numero dei tentacoli nella seconda non è sempre tale. Il gen. Ilyanthus così concepito, cioè con colonna piriforme, margine rilevato ed estremo posteriore non perforato, tende forse ad escludere la specie originaria, l’I. scoticus; la quale nel senso del Forbes manca di margine rilevato, e in quello del Litken ha foro apicale. Ciò non infirma tuttavia l’essenza del genere stesso, in quanto questa specie del Forbes è finora piuttosto male descritta e male figurata, ed essendo stata raccolta solo due o tre volte riesce sempre un poco dubbia. — Il nome generico si riferisce alla giacitura: 2405 = fango, avtos = fiore. Sp. Ilyanthus Mitchellii Gos. Sinonimi. — Iluanthos Mitchellii sp. n., Gosse 1853, p. 128; Gosse 1855, f. 44; Milne Edwards 1857, p. 284; Gosse 1858, p. 418: Gosse 1860, p. 232, Lato i (e x DESscRIZIONE. — Forma. Base piccolissima non aderente. Colonna grossa, piut- tosto piriforme ; rigonfiata nel mezzo; assottigliata all’apice, dove termina con la piccola area basale. Margine rilevato, con collare rientrante (fossa). Disco ristretto. Tentacoli non numerosi (circa 36), bicicli, grossi, brevi, conici ricurvi, non marginali. Peristoma molto protrusibile , con radî distinti; bocca prominente; labbra grosse, solcate. — Colore. Colonna carnicina con macchie irregolari grandi scarlatte e con sfumature uniformi, pure scarlatte, tanto verso l’estremo posteriore che verso il margine. Tentacoli bianco-pellucidi, ornati sulla faccia interna da numerose fascie, in alter- nanza purpuree e bianco-opache, trasverse o, talora, diagonali; i due tentacoli gonidiali (*) Ilyanthus Mitchellii Gos. (da Gosse 1860, t. 8). — 251 — sono semplicemente purpurei. Peristoma rosso-pallido con rosa centrale bianca ed annello labiale purpureo-nerastro. — Dimensioni: lunghezza della colonna 0,05; larghezza 0”,025. — Giacitura, nella sabbia [?], in acque profonde. AnnoTAZIONI.—Nella figura del Gosse 1860 i tentacoli sono colorati un poco diver- samente da quello che ne dice la descrizione, sono cioè bianco-opachi con semplici lineette trasversali nerastre; la colonna poi presenta solchi od invezioni longitudinali che le parole del testo non menzionano. — Per l’aspetto generale del corpo l’animale rassomiglia un poco l’I. partenopeus. — La specie è dedicata dal Gosse a D. W. Mitchell secretario della Zoological Soc. of London. Sp. Ilyanthus partenopeus n. n. Sinonimi. — Actinia diaphana Rapp, Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 126, vol. 5, p. 139, t. 154, f. 4, 5. Ilyanthus diaphanus Rapp, Andres 1880, p. 329. Descrizione. — Forma. Base nulla; estremo posteriore del corpo arrotondato, ov- vero spesso retratto all’indentro e producente una infossatura umbiliciforme. Colonna conica, obconica, cioè ristretta e rotonda all’estremo posteriore, larga e caliciforme verso il disco; di consistenza delicata; molto estensibile e contrattile, liscia nell’un caso, rugosa nell’altro; sempre solcata per l’intiera lunghezza da invezioni leggiere e regolari che convergono tutte al centro dell'estremo posteriore. Margine rilevato grosso, distinto, crenulato, ogni interspazio delle invezioni vi protrude in enminenza conico rotonda; collare rientrante pronunciato, a guisa di fossa. Disco piuttosto ampio, regolare, piano o concavo non ondulato. Tentacoli non molto numerosi, di solito 48, talora 96, quadricicli o quinquecieli (6, 6, 12, 24 ecc.); di lunghezza mediocre; conici, flessuosi, entacmei. Peristoma raggiato distintamente, concavo. Bocca non prominente, a labbro pieghettato, senza tubercoli gonidiali. — Colore. Tinta generale uniforme dap- pertutto, roseo-bruno-pallida; talora sul peristoma è più intensa. — Dimensioni. Colonna lunga fino a 0%,10; tentacoli lunghi fino a 0,05. — Giacitura nel fango, a poca profondità, talora però sino a 10 metri. VARIETÀ DESCRITTE. — Io sono in dubbio se debba enunciare come varietà alcune gradazioni di colore; esse sono : a uniformis, la suddeseritta. B punctata. Lo stesso colore generale con punteggiature oblunghe brune sul disco e sui tentacoli; e con una macchia tondeggiante chiara sui raggi del peristoma verso la radice dei tentacoli ed un annello bianco sottile attorno alla radice stessa. y maculata. Lo stesso colore ancora, con tigrinamenti bruni sui tentacoli e sul disco, irregolarmente sparsi, senza macchie o linee precise e speciali. ANNOTAZIONI. — Accade quasi sempre che gli esemplari di questa specie si trovino per un motivo o per l’altro mutilati; spesso mancano di alcuni tentacoli o di tutti; soventi lasciano protrudere i mesenteri da un punto o dall’altro della colonna. Perciò di frequente la descrizione non coinciderà completamente, — Il Delle Chiaje nel luogo citato, si riferisce senza dubbio all'attinia presente. La sua figura è piuttosto brutta, la descrizione incompleta e confusa; tuttavia tanto per l'aspetto generale della prima, quanto per la menzione di tentacoli spesso mutilati fatta nella seconda, sì riconosce = vanga l’animale. L'autore assegna alla specie costanti aperture nella colonna, evidentemente queste sono le ferite accidentali tanto frequenti e nulla hanno a che fare coi pertugi [einelidi] dell'A. diaphana del Rapp, con la quale egli la volle identificare. — Io (1880) seguii il naturalista napoletano nell’ erronea applicazione di questo nome diaphana; ed ora lo ritratto. La specie, dovendo così ricevere nuovo battesimo, viene denominata dal luogo di provenienza. — Una certa somiglianza per l’aspetto della colonna questo ilianto l’ha con V'I. Mitchellii. Un'altra, ma più lontana e che riguarda invece i tentacoli, l’ha con l'A. doreyensis (Quoy & Gaimard 1833, p. 149, t. 12, f. 7). Ilyanthidae incertae sedis. La posizione di queste due specie è incerta massime per l’asserita, e per ora non ancor debitamente accertata, presenza di un poro apicale. Qualora l’asserzione si confermi esse devono formare genere dis into da quello delle precedenti. Sp. Ilyanthus scoticus Forb. Sinonimi. — Ilyanthus scoticus sp. n., Forbes 1840, p. 184, t. 3, £.2, 3; Thompson 1845, p. 322; Thompson 1856; Johnston 1847, p. 243, t. 45, f. 1, 2: Milne Edwards & Haime 1851, p. 14; Landsborough 1852, p. 260, t. 14, f. 47; Gosse 1855, p.30; Gosse 1858, p.417; Gosse 1860, p.230; Milne Edwards 1857, p.284. Ilyanthus Scoticus Forb, Wright 1858, p. 123. Ilyanthus Scoticus Forb.?, Litken 1860, p. 198. DescRIZIONE. — Forma. Base nulla, estremo posteriore della colonna rotondo ed acuminato. Colonna obconica o piriforme, larga in alto ristretta in basso, delicata. Margine senza rilievo, senza collare, senza tubercoli. Tentacoli numerosi, (43-44 secondo la figura del Forbes) lunghi più della metà del corpo, sottili, filiformi, snelli, flessuosi, bicicli o tricicli. Peristoma [forse corrispondente alla bocca del Forbes] piuttosto piccolo, rotondo; bocca p. d. grande con labbro ondulato da otto tubercoletti.— Colore. Colonna bruno-rossiccia con molte (8-12 dalla figura) linee bianche longitu- dinali equidistanti, parallele; tentacoli verdicci, segnati ciascuno da una linea oscura mediana sulla faccia interna simili a quelli dell’A. filiformis del Rapp (1829). — Dimensioni ; lunghezza della colonna quasi 0”,04, dei tentacoli 0,02. — Giacitura. Nel fango commisto a Corbulae ece., in acque profonde. ANNOTAZIONI. — Quest’ animale pare sia stato rinvenuto tre volte: dal Forbes 1840, dal Balbriggan 1843 [Wrigt-Perceval 1858), e dal Litken 1860; ma non è cosa ancora ben accertata se siasi trattato proprio sempre dello stesso. Del primo autore riportai la descrizione ; del secondo non ne esiste alcuna; del terzo si hanno varianti non leggiere. Queste sono: < Base non aderente; estremo posteriore rotondo con larga apertura ad orlo ondulato, la quale si apre nella cavità del corpo. Colonna obconica, soventi strozzata « nel mezzo, coperta da un involucro ruvido, sotto cui la pelle è liscia. Tentacoli abbastanza numerosi. — Colore della colonna bruno-scuro o bruno-oliva che verso il polo posteriore si fa chiaro, verso l’anteriore oscuro, ma lascia una zona chiara presso il margine; i tentacoli sono chiari ed hanno verso la radice un annello A A A A — 253 — « bianco orlato di scuro, che è comune per tutti e serve di punto di partenza a « numerose linee bianche sottili che si dirigono alla zona (sie) anteriore del corpo ». Come sì vede le varianti del Litken mettono in rilievo dettagli così notevoli di diversità, che è difficile il persnadersi che al Forbes sieno prima sfuggiti: si rende anzi quasi inevitabile il pensare che la specie dell’ uno non sia precisamente la stessa dell’altro. Una decisione è tuttavia impossibile; tanto più che il Litken in due o tre punti della sua descrizione non è troppo chiaro; [l'annello, p. es., e la zona, che egli nomina, lasciano luogo a molta ambiguità d’ interpretazione). Qualora si confermi che questo T. scoticus abbia realmente i tentacoli filiformi ed il poro terminale ascrittigli, il gen. Ilyanthus dovrà venire definito altrimenti. Sp. Ilyanthus chloropsis Ag. Simonimi. — Ilyanthus chloropsis Agass., Verrill 1862, p. 27. DescRIZIONE. — Forma. Base perforata da un largo poro terminale. Colonna allungata, snella, assottigliata alla base, con pareti sottili, liscie, compatte. Tentacoli brevi, puntuti, numerosi, policicli. Disco piatto; bocca stretta, Onco ovale. — Colore: della colonna azzurro-verdognolo, semipellucido, con leggere striature longitudinali ; dei tentacoli giallo-verdognolo con macchia basale bianca e linee laterali pure bianche; del disco giallo-verdognolo con labbro giallo.— Dimensioni. Lunghezza in espans. 01,09; larghezza 0,02. — Giacitura, [non indicata). ANNOTAZIONI. — L'animale venne descritto quale Actinia chloropsis in un ma- noscritto inedito di L. Agassiz fino dal 1849: così il Verrill. — Esemplare unico. Ilyanthidae dubiae. Il dubbio deriva per tutte in modo precipvo dalla mancanza di figura o dalla insufficienza di descrizione. Ma per le prime due deriva in parte anche dalla somi- glianza [in quanto è dato giudicare dai cenni incompleti che si hanno) dell'una con l’I. scoticus, dell’altra con 1’ I. Mitchellii ; cosicchè non sarebbe del tutto strano se esse ne fossero î rappresentanti americani Sp. Ilyanthus laevis Ver. Sinonimi. — Ilyanthus laevis Verr., Verrill 1862, p. 27. DescRIZIONE. — Forma, Colonna allungata, obconica, appuntata in basso, non perforata; a quanto pare liscia, con leggeri solchi longitudinali. Margine prominente, dentellato, separato dai tentacoli mediante fossa distinta. Tentacoli 36, posti un poco indentro (0,002) nel disco, snelli acuminati. — Colore. Ignoto. — Dimensioni: lun- ghezza 0,025. — Giacitura [non indicata). Annotazioni. — La dentellatura del margine è propria anche dell’ I. parteno- peus, e dell’I. Mitchellii — La descrizione è fatta dal Verrill sovra preparati alcoolici da Museo raccolti da L. Agassiz. Sp. Ilyanthus neglectus Leidy. Sinovim. — Actinia neglecta sp.n., Leidy 1855, p. 141; Verrill 1862, p.35. Ilyanthus neglectus Leidy, Verrill 1866, p. 338. — 254 — DESCRIZIONE. — Forma. Colonna obpiriforme o brevemente cilindrica se è chiusa, cilindrica se espansa; liscia. Tentacoli numerosi. Bocca elittica con labbro ornato da sei lobi. — Colore. Colonna translucida, verde oliva. Tentacoli più chiari del corpo. Labbro verde chiaro. — Dimensioni. Lunghezza della colonna 0",025; dei tenta- coli 0",012. — Giacitura. Nella sabbia. ANNOTAZIONI. — La specie è ammessa dubitativamente anche dal Verrill. Sp. Ilyanthus Gossei Kel. Sinonimi. — Peachia Gossei sp. n., Kelaart. Ilyanthus Gossei Kel., Gosse 1860, p. 229. DescRIZIONE. — Forma. Colonna con orificio inferiore, largo abbastanza da permettere il passaggio d'una sonda, dal quale protrudono uova ed escrementi. ANNOTAZIONI. — Forse la descrizione originale è dettagliata ed estesa; io non la potei consultare e tolgo questo cenno dal Gosse 1. ce. Subfam. MESACMAZIDAR Ilyanthidae (pars), Andres 1880. Forma. Base pressochè nulla. Colonna mutevole, molto estensibile, piuttosto carnosa, liscia: non tubercolosa, nè perforata. Margine e collare distinti. Tentacoli scarsi, tricicli, mesacmei, subuliformi. Peristoma piccolo; con bocca prominente. Aconzî mancanti. Gonidi poco sviluppati. Onco rafaniforme. — Colore, dimensioni e gia- citura: finora come nella specie. (ETERO. 0 dal io 0 od va ao date oro Mesacemaea n. n. — M. slel- lata Andr. In nessun’ altra subfamiglia o famiglia delle attinie trovasi la distribuzione dei tentacoli e la disposizione dei setti come nella specie che costituisce la presente. Nelle Ilyanthidae meno che altrove. Gen. Mesacmaea n. n. Sinonimi. — Ilyanthus (pars), Andres 1880. CarattERI — Forma. (Vedi caratteri della subfa- miglia ed aggiungi): Colonna in certo qual modo distinta in fisa, scapo e capitolo: il tessuto dello scapo sembra più carnoso-coriaceo che quello delle altre parti; e l’eso- derma vi si stacca facilmente a brandelli. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola: con ten- tacoli raggianti in fasci... .. Slitta Diara di «+ + + M. stellata Andr. (*) Mesacmaca stellata. Andr. (figura originale). Sp. Mesacmaea stellata Andr. Sinonimi. — Ilyanthus stellatus sp. n., Andres 1880, p. 330. DescRIZIONE. — Forma. Base di rado aderente; meno larga della colonna; quasi sempre a forma di fisa. Colonna mutevole di aspetto, ora tozza e ventricosa, ora lunga e cilindro-clavata; liscia e lievemente solcata per lungo; piuttosto carnosa, ma verso il basso delicata. Margine rilevato, in media espansione ondulato e pieghettato (come il margine di un libro), in espansione completa liscio. Il collare è abbastanza ben distinto; ora ha figura di fossa stretta e profonda, ora di capitolo ampio. Disco non più ampio della colonna. Tentacoli lunghi subuliformi, retrattili; scarsi (32), trici- cli (7, 9, 16), mesacmei; parte, interni, intrecciati sovra la bocca; parte, medî ed esterni, diretti in fuori; quest'ultimi sono di solito disposti in sette fasci radianti a stella. | I fasci alternano coni sette tentacoli interni e comprendono di solito 3, 5, 3, 3, 3, 5,3 tentacoli, ovvero anche 3, 3, 5, 8, 5, 8, 3]. — Peristoma concavo. piccolo; bocca pro- minente; labbro pieghettato. — Faringe scanalato; con un solo canale gonidiale. — Colore. Base roseo-bianchiccia. Colonna roseo-saturno-pallida. Margine e collare roseo- delicati. Tentacoli bianchieci con macchie bruno-violacee a V sulla faccia interna, alle quali verso l’apice s’aggiunge una linea mediana, verso la radice un distinto annello bianco. I tentacoli interni sono striati anche nella faccia esterna. Peristoma con gl’in- terradî in figura di linee sottili giallastre; dei raggi alcuni sono roseo-pallidi uni- formi, altri (alterni con questi) sono bruni ed hanno una macchia rosea nel mezzo. Bocca con labbro aranciato; le protrudenti pieghe del faringe sono pure aranciate. laringe rigato da striscie alterne aranciate e rosee. Raggi gonidiali non sempre in- dicati; quando esistono sono uno bianco ed uno bruno. — Dimensioni non grandi: lunghezza media della colonna 0”,06; larghezza 0”,03; tentacoli maggiori 02,03. — Giacitura. Nella sabbia, in acque profonde. L'animale sta infitto sino ai tentacoli. VARIETÀ. — Io non so se la seguente modalità nella colorazione del peristoma meriti il nome di varietà: ad ogni modo la descrivo: Peristoma di colore roseo-pallido, tigrinato da macchie brune; queste macchie sono regolari, ed hanno forma di V rigonfio sulle due ali; nei sedici raggi principali si estendono colla punta sino al labbro; negli altri sedici, alterni coi primi, giungono solo verso la metà del raggio (o almeno si rendono sottilissimi) e si rivelano di nuovo al labbro con un punto. ANNOTAZIONI. — La presente specie è per la sua struttura interna una delle più interessanti. Il nome si riferisce al portamento dei tentacoli. Subfam. HETERACTIDAE Forma. Colonna di aspetto usuale, più o meno liscia o solcata, non mai ver- rucosa. Tentacoli configurati diversamente delle restanti attinie, e cioè ora rigonfiati all'apice, ora sul fusto, ora lobati, ecc. — Colore, dimensioni e giacitura, varî e non bene conosciuti. Heteractidae a tentacoli capitati . ......... ST oro ceca IE Eloaetis n. n. — F. Mazelii Jourd., &. globulosa Q. & Gaim. RELENLACOMMCIAVA tLMORRe NRE O TA Ropalactis n. n. — R. v4s Q. &Gaim., R. magnifica Q.& Gaim. albentacoll@bitorz01 Ut CR Ragaetîs n. n. — R. lucida D. & Mich., R. pulchra sp. n. a tentacoli moniliformi o annulati ........... Heteraetis M.Eldw.— /. du- rora Q. & Gaim., H. hyalina Les. a tentacoli di due sorta, i più lunghi trilobi in forma CIPCLOCOREM AE RI Stauraetis n. n. — S. Bosciz D. & Mich. FIOLETACHAARAA UDIRE I ZO EN e A BR. annulala Verr., S. clavigera Dana., Rag. crucifer Les., S. in- certa n. n. La presente subfamiglia è una delle più artificiali delle attinine in generale; ed è realmente nota con discreta precisione solo nelle due specie E. Mazelii, R. pulchra. Tutte le altre sono press’a poco ignote; e non furono classificate che in base alla forma dei tentacoli. Gen. Eloactis n. n. Sinonimi. — Actinia (pars), Quoy & Gaimard 1833. Fig. 39. (*) Metactis (pars), Milne Edwards 1857. Anemonactis, Andres 1880. Ilyanthus (pars), Jourdan 1880. CaraTTERI. — Forma. Base poco o nulla aderente. Colonna mutabile di forma, cilindrica, ovale, ventricosa, strozzata; molto estensibile e contrattile; solcata peril lungo da invezioni regolari; liscia o rugosa secondo gli stati, non tubercolata o verrucosa. Margine liscio; collare presente. Tentacoli scarsi, bicicli; capitati, vale a dire o improvvisamente allargati in capocchia terminale o _ strozzati un poco prima dell’apice in modo che questo sembri - sferoidale; ad ogni modo in questa località ricchi di cnide. Aconzî mancanti. Gonidî poco sviluppati. Onco ovale. — Colore rosso. -— Dimensioni me- diocri. — Giaciîtura. Nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. —- Eloactis ben determinata: una specie sola... .... E. Mazelii Jourd. © Elloactis incerta Mit n ENI E. globulosa Q. & Gaim. ANNOTAZIONI. — Questo genere è affatto nuovo; ed io sono costretto di stabi- lirlo dietro l'esame minuzioso della specie mediterranea. Il nome Anemonactis, da me proposto nel prodromo (Andres 1880), devesi sopprimere perchè quasi identico con l’Ammonactis del Verrill; del resto è meglio sostituito con vocabolo più breve allu- sivo alla peculiarità dei tentacoli (#25 = chiodo). Gli altri due Metactis ed Ilyanthus appartengono a generi ben diversi. (*) Eloactis Mazelii Jourd. (figura originale). nasa = Sp. Eloactis Mazelii Jourd. Sinonimi. — Anemonactis magnifca sp. n., Andres 1880, p. 329. Ilyanthus Mazeli sp. n., Jourdan 1880, p. 41, t. 11, f. 5. DescRIZIONE. (t. 8, f. 4-7) — Forma. Base aderente con poca forza, non costante- mente piatta, spesso arrotondata vescicoliforme a modo di fisa. Lembo non distinto. Co- lonna elevata, cilindrica od ovale, uniforme o gibbosa o strozzata; solcata da venti inve- zioni, poco profonde ma distinte e regolari; sovente minutissimamente rugosa di traverso; membranosa, delicata, pochissimo consistente; molto estensibile. Margine rialzato; il ri- lievo è di solito poco spiccato, largo cioè ed ottuso. Collare non profondo. Disco non grande. Tentacoli scarsi, bicieli, (10,10) esacmei; gli esterni lunghi due volte più degl’interni; non intieramente retrattili; cilindrico-capitati; marginali: ricadenti al- l'esterno. Peristoma piccolo, rotondo, concavo, solcato. Bocca spesso prominente. Aconzî mancanti. Gonidî poco sviluppati. Onco ovale, dolioliforme. Faringe spesso protruso in numerosi piccoli lobi angolari. — Colore. Base rosea. Colonna vermiglia (in realtà rosea cosparsa da numerose macchie rotonde vermiglie, che sono fitte specialmente nei solchi e che le danno la tinta generale vermiglia); con riflessi biancastri. Ten- tacoli bruno-ocracei, vellutati, con macchiette scure e chiare, perfino bianche; rosei alla radice. Peristoma vermiglio con una striscia claviforme radiale bianca su ogni raggio e con interradî sottili bruni. — Dimensioni piuttosto grandi: diametro medio della colonna 0",05; altezza 0”,08; lunghezza dei tentacoli esterni 0”,06, degl’ in- terni 0°,035. — Giacitura. Nella sabbia; in acque profonde. VARIETÀ. — Queste sono due; a quanto sembra ben distinte: x rubra. La suddescritta. B fiava. Colonna biondo-fulva, pallida al basso, più colorata in alto. Peri- stoma bruno, graziosamente rigato da venti striscie alternamente grosse e sottili; cor- rispondenti rispettivamente: le grosse ai tentacoli brevi, le sottili ai lunghi. Tentacoli cilindrici bianco-carnicino-biondo-fulvi, trasparenti, con una striscia mediana interna opaco-biancastra prolungantesi nel raggio del peristoma; apice bruno. L’ esemplare descritto dal Jourdan appartiene a questa varietà, benchè sia molto più bruno di quelli ch'io vidi ed abbia l’apice dei tentacoli non capitato. ANNOTAZIONI. — Questa bellissima specie rammenta: la Cereactis per la leggiera consistenza, la ragguardevole estensibilità e la peristaltica costringibilità della colonna; l'Anemonia per la poca retrattilità dei tentacoli; ma dall'una e dall’ altra differisce notevolmente per la struttura e la compagine. Il Jourdan cita come affini anche i generi Halcampa, Peachia, Iyanthus fanzi appunto la colloca in quest’ultimo|; ma, parmi, non molto a proposito. Sp. Eloactis globulosa Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia globulosa sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 143, t, 9, f. 4; Deshayes in Lam. 1837, p. 545; Melactis globulosa Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 380. DescRIZIONE. — Forma. Colonna emisferica, striata. Tentacoli con apice globoso. Bocca prominente. — Colore. Colonna rosea; tentacoli bianchi; bocca rossigna. — Dimensioni minime: 0",006 di lunghezza. — Giacitura. Profonda molto. 33 — 258 — AnnoTazioni. — Malgrado l’asserzione del Milne Edwards io trovo che la specie non assomiglia punto alla Melactis. La figura dei signori Quoy & Gaimard rammenta invece molto un giovane esemplare della specie precedente. Gen. Ropalactis D. n. SINONIMI. — A cti- Fig. 40. (*) nia (pars), Quoy & Gaimard 1833. = Metactis (pars), Milne Edwards 1857. Corynactis (pars), Milne Edwards 1857. CARATTERI. — Forma. Colonna varia, liscia. Disco piuttosto ampio; non lobato. Ten- tacoli claviformi (ma non capitati), piccoli, più o meno sparsi sul disco. — Colore, Di- mensioni e Giacitura varî. SPECIE DESCRITTE. — Ropalactis a tentacoli bicicli marginali ........ R. vas Q. & Gaim. a tentacoli policicli sparsi... ........ R. magnifica Q. & Gaim. ANNOTAZIONI. — Il presente genere dovrebbe corrispondere col gen. Metactis [non Melactis come per errore tipografico sta scritto nei Coralliaires) del Milne Edwards, perchè come quello ha per caratteristica i tentacoli clavati. Ma nel fatto è diverso perchè non comprende le stesse specie; in luogo di A. vas ed A. globulosa abbraccia A. vas ed A. magnifica; vale a dive che include una specie che il Milne Edwards consi- dera Corynactis e ne dimette un’altra che a mio avviso è Eloactis. Perciò reputai oppor- tuno di mutare anche il nome. Nel nuovo allusi alla forma dei tentacoli ($27aAov = ba- stone, battacchio). Sp. Ropalactis vas Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia vas sp.n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 147, t. 12, f. 6; Blainville 1830, p.293—Actinia vasum, Blainville 1834, p.827—Actinia vas, Deshayes in Lam. 1837, p. 546—Metactis vas Q.& Gaim, Milne Edwards 1851, p. 8; Milne Edwards 1857, p. 260. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrico-ventricosa. Disco e base un po’ allat- gati. Tentacoli minimi, bicicli, claviformi. — Colore. Colonna striata per il lungo e per il traverso da rare linee brune; disco aranciato ; tentacoli annulati di bruno e verde; bocca gialla con punti bruni. — Dimensioni: lunghezza 0,04. — Giacitura [non indicata). (*) Ropalactis magnifica Q. & Gaim. (da Quoy & Gaimard 1883, t. 9). — 259 — ANNOTAZIONI. — Poco dissimile dalla R. magnifica per il disco; per la forma della colonna differisce assai. Tuttavia parmi più logico riunirla a questa specie che non separarla, come fa il Milne Edwards che dell’una forma una Corynactis dell’altra una Metactis. Sp. Ropalactis magnifica Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia magnifica sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 140, t. 9, f. 1; Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327; Deshayes in Lam. 1837, p. 545. — Corynactis magnifica Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 259. DEscRIZIONE. — Forma. Base ovale, ampia. Colonna ristretta cilindroide. Disco ampio. Tentacoli claviformi {non capitati], sparsi sul disco. — Colore. Colonna rossa; tentacoli con apice rubicondo; bocca grigia. — Dimensioni molto grandi: oltre 02,17. — Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI. — Il Milne Edwards la classifica tra le Corynactis; in realtà essa ha con queste nessuna somiglianza e, credo, nessun vero punto di affinità. Si avvi- cina molto più al genere Metactis dello stesso autore ed io non so capire perchè non vi si trovi. —- Mancano dati per decidere quale sia la disposizione dei tenta- coli; certo è che se fossero in serie radiali la specie andrebbe colle Discosomidae. È notevole che manchi di potere orticante [come l'A. viridescens, la B. passiflora ete. | Gen. Ragactis n. n. Sinonimi. — Capnea (pars), Duchassain® & Michelotti 1860. Fig. 41. (*) CARATTERI. — orma. Colonna consistente, dura; ad eccezione della porzione marginale. Tentacoli numerosi; muniti ciascuno di glo- buli prominenti sul fusto. — Colore, Dimensioni e Giacitura, {non precisati]. SPECIE DESCRITTE. — Ragactis con tentacoli periferici. . . . R. pulchra sp. n. con tentacoli sparsi... ... It. lucida D. & Mich. ANNOTAZIONI. — Il nome allude ai globuli [acino = g@z|] promi- nenti sul fusto dei tentacoli. Delle due specie ascritte solo la prima è incontestabilmente sicura; forse le si dovrebbero scindere in generi separati, perchè paiono molto diverse. Ed iò lo farei se non temessi soverchio frazionamento. Sp. Ragactis pulchra sp. n. DESCRIZIONE. (t. 13, f. 1,2). — Forma. Base non aderente, ovvero aderente con poca forza. Colonna per lo più tozza, rigonfia in basso, ed ampiamente caliciforme in alto; liscia nei due terzi inferiori, nel superiore fornita di:piccole verruche; queste sono disposte in circa 48 serie verticali, di sei-sette ciascuna. Margine ben distinto, rilevato e tubercolato; al quale succede un bel collare verticale. Disco ampio e sottile. Tentacoli di- seretamente numerosi (96), quadricicli (12, 12, 24, 48) entacmei, ma di poco; quelli del primo cielo sono un poco indentro sul disco, gli altri sembrano stare sovra una sola linea alla periferia; ogni tentacolo è piuttosto breve, tozzo, conico, flessuoso; e sulla faccia interna presenta quattro-cinque rilievi irregolari, seminulari. Peristoma ampio, (*) Ragactis lucida D. & Mich., tentacolo isolato (da Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6). — 260 — concavo, non liscio, ma accidentato da molti rilievi simili a quelli dei tentacoli. Bocca con labbro piuttosto grosso. Gonidî poco sviluppati. Onco rarissimo. — Co- lore. La parte inferiore della colonna è variegata a striscie ampie irregolari longi- tudinali, alternanti bianche e rosso-vive, che si stendono convergenti sulla base; la superiore è bruna uniforme con le bianche macchie delle verruche. Margine e collare bruno-uniformi. Tentacoli e peristoma sono bruni, macchiettati da punti più chiari ed areole più scure. — Dimensioni. Colonna larga 0",04, alta 0",05. Disco largo 0”,07. Tentacoli interni lunghi 0”,01. — Giacitura. Nella sabbia a profondità. AnnoTAZIONI. — Di questa elegantissima specie ebbi finora tra le mani un solo esemplare, che visse lungamente florido ed inalterato in un piccolo vaso. La forma semilunare dei rilievi sui tentacoli avvicina questa specie alle Heteractis, dove sono annulari. Sp. Ragactis lucida D. & Mich. Sinonim. — Capnea lucida sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6, f. 9, 10.— Heteractis lucida (Capnea) D. & Mich., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 123. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica; dura; di aspetto quasi calcarescente; con collare molle. Tentacoli numerosi, subeguali, occupanti gran parte del disco, ordinati in 8-10 cieli; muniti di globuli regolari, striati, — Colore. Tentacoli ialini; peristoma giallo; bocca bianca. — Dimensioni e Giacitura, [mon indicate). AnnoTAZIONI. — La figura che rappresenta l’animale intiero è incomprensibile; chiara invece è l’altra che riproduce un tentacolo ingrandito. Ma un tentacolo simile ha nulla a che fare con quelli di Capnea. — Gli autori nella prima memoria de- scrivono corpo duro; nella seconda dicono che è molle. — La posizione dei tentacoli sul disco non è bene precisata, forse ve n’ha più d’uno per loggia ed allora la specie andrebbe fra le Stichodactylinae. Gen. FH[eteractis M. Edw. Sinonimi — Actinia (pars), Le- sueur 1817, Quoy & Gaimard 1833. Heteractis, Milne Edwards 1857, Duchassaing & Michelotti 1860. CARATTERI. — /orma. Base ade- rente. Colonna cilindrica, liscia. Tenta- coli moniliformi, cioè strozzati da molte costrizioni su tutto il fusto. — Colore, Dimensioni e Giacitura, [non bene pre- cisati]. SPECIE DESCRITTE.—Heter- actines a tentacoli distinta- mentemoniliformi A. aurora Q. & Gaim. a tentacoli con annelli o cercini di granuli Tilovatnicoz ALE: H. hyalina. Les. PA (*) Heterdetis aurora Q. & Gaim. (da Quoy & Gaimard 1833, t. 12). — 261 — Annotazioni. — Anche di questa si richiedono tuttora migliori ed autentici dettagli. Sp. Heteractis aurora Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia aurora sp. n., Q. & Gaimard 1833, v. 4, p. 141, 149, t. 12, f. 1, 3, 4; Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327; Deshayes in Lam. 1837, p.545. — Heteractis aurora Q. & Gaim., Milne Edwards 1851, p. 10; Milne Edwards 1857, p. 261. DescrIZIONE. — forma. Colonna conica, tessellata; disco ampio, piano; con tentacoli moniliformi; bocca radiata. — Colore. Colonna aranciata; tentacoli giallo-rosei; bocca gialla. — Dimensioni. Colonna lunga 0%,05, larga 0%,04; tentacoli lunghi 0,02. — Giacitura. Nelle acque dei porti. VarIETÀ. — I signori Quoy & Gaimard ne annoverano due, che io chiamerò: a lutea. La descritta. {A viridis. Con tentacoli verdi ad apice rosa e con disco raggiato di verde. Sp. Heteractis hyalina Les. Sinonimi. — Actinia hyalina sp. n., Lesueur 1817, p. 170; Deshayes in Lam. 1837. p. 545. — Heteractis hyalina. Les., Milne Edwards 1857, p. 261. Heteractis hyalina Les., Duchassaing & Michelotti 1860; Duchassaing & Michelotti 1866, p. 123, t. 5, f. 3, 4. Descrizione — forma. Colonna molle; percorsa per lungo da linee che prima d’arrivare al lembo si biforcano. Tentacoli ravvolti a spirale, circa 40, più lunghi del corpo, muniti di annelli verrucosi. — Colore. Colonna diafana ; tentacoli rossastri. — Dimensioni: piccole, non oltre 0,01 in lunghezza. — Giacitura. Sta attaccata ai fuchi. ANNOTAZIONI. — Non è ben certo se Duchassaing & Michelotti nella prima memoria ricordino la specie togliendola dal Lesueur o la menzionino come riscon- trata ed esaminata per autopsia. Nella seconda presentano un disegno dell’onco per mostrare le linee dicotome, ed uno d’un tentacolo per gli annelli verrucosi o cercini di granuli. Gen. Stauractis n. n, Sinonimi. — Actinodactylus, Duchassaing & Michelotti 1860. CARATTERI. — Forma usuale di attinia; tenta- coli di due sorta: alcuni brevi cilindrici, semplici; altri lunghi cilindrici divisi all’apice in tre lobi laci- niati. — Colore, Dimensioni e Giacitura, [non precisati]. SPECIE DESCRITTE. — Una sola discreta- INGNLERCELZIOrA DA fc fede odia le caes S. Boscii. Duch' ANNOTAZIONI. — Importerebbe assai di sapere sa i tentacoli sono monocicli o bicicli; e in quest’ultimo (*) Stauractis Boscii Duch. (da Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7). 969 — 2602 — caso a qua'e cielo appartengano i tentacoli trilobi. Se poi per avventura questi ultimi appartenessero alle loggie di altri tentacoli semplici, allora il genere entrerebbe fra le Stichodactylinae 0 quale Phyllactide o quale Crambactide. Sp. Stauractis Boscii Duch. SINONIMI. — Actinodactylus Boscii sp. n., Duchassaing 1850, p. 10; Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 1; Duchassaing & Michelotti 1866, pelB08 DESCRIZIONE. — forma. Base aderente. Colonna ovale, cilindrica. Disco nudo con due sorta di tentacoli sul margine. Tentacoli semplici, lunghi quanto il raggio, cilindro-conici; monocicli; distinti in 5 gruppi di tre tentacoli ciascuno; ogni gruppo alterna con un tentacolo composto. Tentacoli composti, cinque; lunghi due volte i semplici, trilobi all’apice; e i lobi sono grandi e finamente intagliati. Tutti, e sem- plici e composti, nascono dal margine. — Colore. Giallastro. — Dimensioni: Disco largo 0",06. — Giacitura, [non indicata|. Annorazioni. — La figura non mostra che il disco; e, se è esatta, fa credere che in realtà i tentacoli sieno tutti marginali e corrispondano ciascuno ad una loggia formando un ciclo solo. Heteractidae dubiae. Delle seguenti quattro specie le prime due mancano di descrizione grafica e sono male figurate; le altre due sono discretamente descritte ma non disegnate. Sp. Ropalactis annulata Ver. Sinonim. — Melactis annulata Ver., Verrill 1865, p. 50, t. 1, f. 8. DescRIZIONE. — Forma. Base larga, aderente. Colonna elevata, larga al basso, ristretta nel mezzo, riallargata in alto. Tentacoli assai numerosi, policicli, sparsi sul disco; cilindro-ottusi; brevi nei due cicli marginali, brevissimi e più scarsi nei due o tre interni. Bocca prominente. — Colore. Colonna rossigno-purpureo-chiara con un annello scarlatto marginale alla radice dei tentacoli. Tentacoli e peristoma rossicci. — Dimensioni. Colonna lunga 0",02, larga in media 0,01. — Giacitura. | Non indicata]. Annotazioni. — ll Verrill non adduce che il colore e la località; "il resto lo dedussi io dalla figura. Sp. Stauractis clavigera Dana. Sinonimi. — Actinia clavigera sp. n., Dana 1849, t. 2, f. 17. — Cory- nactis clavigera Dana, Milne Edwards 1857, p. 259. Descrizione. — Forma. Colonna rigonfia, simile ad un vaso mediocremente elevato, liscia. Tentacoli robusti abbastanza lunghi, tricicli, capitati e stellati all’apice. Margine liscio senzà acroragi. — Colore. Colonna rosso-aranciata, con strie longi- tudinali e trasverse. Tentacoli biancastri con fascie purpuree nella metà superiore. Peristoma bruno-carico, con linee radiali. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate]. Annotazioni. — All infuori dell’apice stellato dei tentacoli l’attinia assomiglia ad una Tealia; di certo non è una Corynactis come la volle il Milne Edwards. — 263 — Sp. Ragactis cruciata n. n. Sinonimi. — Cereus crucifer Les., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 125. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica con pori in serie verticali di quattro- cinque pori ciascuna. Tentacoli numerosi, due-trecento; in due o tre cicli, marginali; qua e là rigonfi, tubercolari, nodosi. Peristoma tubercoloso pure, ruvido. — Colore. Colonna e peristoma [non indicati]; tentacoli verdi e bianchi. — Dimensioni. Altezza della colonna da 0%,025 in su, fino a ragguardevole elevazione. — Giacitura. Sulle pietre. Annorazioni. — Gli autori, Duch. & Mich., parlando dei pori aggiungono che « ces pores ont la propriété d’agglutiner le sable, mais non de lancer l’eau »; in realtà dunque non sono pori ma tubercoli. — La specie nell'insieme suo si avvi- cina quindi molto alla Ragactis pulchra sp. n.; tuttavia stante la mancanza di figura devesi considerare come dubbia. La referenza all’Act. crucifera del Lsueenr è sbagliata [vedi più avanti il gen. Phymanthus], e perciò si tramutò il nome in eruciata. Sp. Stauractis incerta n. n. Sinonimi. — Actinodactylus neglectus sp. n., Duchassaing & Miche- lotti 1860; Duchassaing & Michelotti 1866, p. 130. DescRIZIONE. — Forma. Colonna tozza. Tentacoli trenta, più luughi del disco. — Colore. Colonna bianco-giallastra; tentacoli bianchi alla radice digradanti in giallo verso l’apice; ‘appendici nere con un punto bianco vivo. — Dimensioni. Colonna altezza 0,04; diametro discale 0",06. — Giacitura, [non indicata]. AnnorazionIi. — Il vocabolo neglectus non si può conservare perchè già usato da Leidy 1855. Subfam. PARACTIDAE Actinidae (pars), Klunzinger 1877, Andres 1880. lorma. — Base più o meno aderente. Colonna variiforme, contrattile, liscia, senza pori, tubercoli, verruche o rivestimenti. Margine talora presente ma semplice e non sviluppato; non mai crenulato e fornito di acroragi. Tentacoli policieli, conici; retrattili; Colore, Dimensioni e Giacitura varii. Paractidae a margine non rilevato, ma con collare; base quasi non DUCrENLena tr nr nente a Paranthus n.n.— P. chroma- loderus Schm. a margine ripiegato; base molto ampia, aderente; co- RORDAR OZZANO I SESTO Paractinia n. n. — P. striata Risso. a margine indistinto; base ampia, aderente; colonna GIEVATANAe Lara N eotere Paractis M. Edw. — P. Peru- viana Less., P. Novae Hiberniae Less. INATACHIARORITCOTMAENSORISHAie 0 ole ee ee ie ne P. Sanctae Catherinae Less., P. ery- thraca Ehr., P. olivacea Ehr., P. candida Mull. Paractidace dubiae . ...... O do ossi SENSO SO GO +. +. + EP. papaver Dana., P. Ehrenbergii Br., P. pulchella Ehr., P. rapifor- mis Less., P. euchlora Ehr., P. sub- fusca Ehr., P. nobilis Verr., P. Stu- derii n. n. Anvorazioni. — La presente subfamiglia rappresenta un gruppo affatto artificiale, che ha per sè nessun vero carattere positivo e che perciò andrà man mano scom- parendo coll’approfondirsi delle cognizioni relative alle specie compresevi. L'istitu- zione della medesima era del resto inevitabile onde accogliere e riunire insieme le attinine che hanno punti d’affinità con specie ben note e che, pur non potendo essere colle medesime associate, nemmeno meritano d’essere confuse colle dubbie. Gen. Paranthus. SInoNIMI. — Actinia (pars), Heller 1878. Entacmaea (pars), Schmarda 1852. Paractis (pars), Andres 1880. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente con poca forza 0 non aderente. Colonna cilindroidale elevata, molto estensibile; senza pori, senza tubercoli e senza verruche. Margine non rile- vato; ma però con collare presente. Tentacoli policieli, entacmei, conico-ottusi; retrattili prontamente. Peristoma infossato, con bocca prominente. Aconzî mancanti. Gonidî non molto distinti all'esterno. Onco doliforme. — Colore poco vivace. — Dimen- sioni mediocri; spiccate massime nel senso della lunghezza. — Giacitura. Nella sabbia o nel fango. SPECIE DESCRITTE. — Una sola finora. . ...... +... 0.00. AnmoTAZIONI. — L'istituzione di questo genere mi è imposta dalle particolarità strutturali che fanno diversificare in grado eminente la specie succennata dalle altre Paractidae; e che nell'aspetto esterno si manifestano colla parvenza generale propria delle Ilyanthidae o in genere delle specie limicole, nell'interno con la somiglianza x alle Phellidae. Il nome è press’ a poco una parafrasi di Paractis. Sp. Paranthus chromatoderus Schm. Sinonimi. — Entacmaea chromatodera sp. n., Schmarda 1852, p. 15, nai Eprao Actinia chromatodera Schm., Heller 1868, p. 19. Paractis rugosa sp. n., Andres 1880, p. 314. DescRIZIONE. (t. 13, f. 16) — Forma. Base aderente, con poca forza o non aderente affatto ; lievemente dilatata, rotonda, ondulata. Colonna elevata, cilindroide, rigonfia nel mezzo, uniforme, striata per traverso, di consistenza mediocre; a massima estensione è liscia, cilindrica. Margine indistinto. Disco più piccolo del diametro medio della co- lonna. Tentacoli retrattili, numerosi (96), pentacieli (6, 6, 12, 24, 48), subeguali-entacmei, (*) Paranthus chromatoderus Schm. (figura originale). — 205 — mediocri in lunghezza e grossézza conici, marginali; diretti in fuori e in alto per i cicli interni, in fuori ed in basso per gli esterni. Peristoma rotondo, regolare piano. Bocca regolare, non prominente. Gonidî e raggi gonidiali non indicati. — C0- lore. Base non diversa dalla colonna. Colonna grigio-gialla, pallida, ovvero bianco- sporca; superiormente lucida, quasi opalescente. Tentacoli dello stesso colore, con macchia nerastra, longitudinale mediana sulla faccia interna e due macchie lambdoidee, biancastre, trasversali; apice pure biancastro. Peristoma radiato da linee gialle su fondo bianco-grigio oscuro, le quali partendo dai lati della radice d’ogni tentacolo si dirigono verso il centro e convergono insieme a V prima d’arrivare al labbro. — Dimen- sioni molto varie: larghezza della colonna da 0”,01 a 0°,015; lunghezza da 0”,04a0",010; tentacoli lunghi 0,008. — Giacitura. Nella sabbia; in acque impure e poco profonde. VARIETÀ. — Parmi se ne possano ammettere due: a unicolor. La suddescritta, la quale si presenta in due modalità di colore: una bianco-sporca, accennata; l’altra bianco-verdognola-oliva con disco verda-oliva deciso. Nel porto di Napoli. {3 bicolor. Colonna giallo-grigia; tentacoli giallognoli macchiati di bruno; mar- gine con due zone parallele, rossa e verde; base rossiccia. Giacitura sulle pietre del porto di Lissa. ANNOTAZIONI. — Il nome specifico | yoo1.z = colore, derog = vertice] è improprio perchè il carattere a cui si riferisce non appartiene alla specie intiera, ma solo ad una varietà. Gli esemplari prigionieri si fanno osservare per la grande estensibilità della colonna; talora diventano tanto lunghi da rassomigliare a sipuncoli. Nella va- rietà {8 il collare vivamente colorato ricorda talune Phelliae. Gen. Paractinia n. n. Sinonimi. — Actinia (pars), Risso 1826, Rapp 1829. Paractis (pars), Jourdan 1880. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente con forza, larga ed espansa molto. Colonna breve, tozza, conica. Margine a risvolto, senza acroragi. Tentacoli policicli, conico acuminati, retrattili. Peristoma infossato. Aconzî mancanti. Onco molto piatto. — Colore verde-bruno. — Dimensioni mediocri — Giacitura sulle pietre. SPECIE DESCRITTE. — Con certezza una sola . . P. striuta Risso. ANNOTAZIONI. — Questo genere sembra sia quello che più d’ogui altro s’avvi- cina al gen. Actinia, tanto per i caratteri esterni che per gl’interni Sp. Paractinia striata Riss. Simoni. — Actinia striata sp. n., Risso 1826, p. 287; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; Milne Edwards 1857, p. 290. Actinia depressa sp. n., Rapp 1829, p. 58, t. 3, f. 4. Paractis striata Riss., Jourdan 1880, p. 27, t. 1, f. 1. (*) Paractinia striata. Risso (figura originale). d4 — 20060 — DESCRIZIONE (t. 13, f. 7).— Forma. Base larga, aderente. Lembo sottile, ondulato. Co- lonna tozza, cilindroide-conica; liscia, senza solchi, senza tubercoli, senza pori. Margine rilevato, senza acroragi. Disco piccolo. Tentacoli numerosi, brevi, conici. Peristoma liscio. Aconzi mancanti. Onco piatto. — Colore. Base hianco-verdognola. Lembo azzurrigno. Colonna in generale verde, a linee longitudinali alterne, brune e verdi. Margine bruno- verde uniforme. Tentacoli verde-chiari uniformi; peristoma del pari. Faringe bruno. — Dimensioni piccole: diametro basale 0%,03; altezza 0",02; tentacoli lunghi 0",006. — | Giacitura. Alla faccia inferiore delle pietre; in acque non profonde. ANNOTAZIONI. — Il Risso rileva la somiglianza di questa specie con l’A. concen- trica; nonchè la diversità (minore grandezza e colorazione a striscie); ed è da tali note che si può riconoscere il di lui animale. Il Rapp riscontra la stessa specie a Cette; ne dà una figura discreta ma, sia per imperizia del litografo sia per altro, così fatta che pare munita di acroragi. La figura e la descrizione migliore sono ad ogni modo del Jourdan 1880. Gen. Paractis M. Edw. SinoniMI. — Actinia (pars), Auctorum. Fig. 46. (*) Paractis (pars), Milne Edwards 1857. DESCRIZIONE: — forma. Base aderente con forza, non molto grande. Colonna cilindrica, piuttosto ele- vata, liscia. Margine non distinto. Tentacoli non molto numerosi, conici, più o meno lunghi. Colore, Dimen- sioni e Giacitura: molto varî. SPECIE DESCRITTE. — Con certo qual grado di sicurezza soltanto due ...... P.peruviana Less., P. NovaeHiberniae Less. ANNOTAZIONI. — Questo genere è basato su fon- damenti incerti, in quanto si distingue soltanto per caratteri negativi: mancanza di acroragi, di collare, di tubercoli, di verruche, ecc. Corrisponde nella definizione a quello del Milne Edwards; ma non nella pratica; giacchè molte specie annoveratevi da lui furono riconosciute proprie di altri generi e quindi staccate. Sp. Paractis peruviana Less. Sixonimi. — Actinia peruviana sp. n., Lesson 1830, vol. 2, part. 2, div. 2, p. 75, t. 2, £ 3. — (Diplostephanus), Brandt 1835, p. 10; Oken 1843, t. 2, f. 6; Milne Edwards 1857, p.246. — Sagartia (?) Peruviana Verr., Verrill 1868, p. 486. DescrIZIONE. — Forma. Base non grande, aderente. Colonna elevata, cilindrica, obconica, liscia. Tentacoli bicicli, press’ a poco 48, conico-fusiformi, rigonfi in basso, acuminati in alto, marginali. Peristoma piano, largo, liscio, raggiato. — Colore. Verde chiaro e brillante sulla colonna con linee brune sottili e regolari nella di lei parte (*) Paractis peruviana Less. (da Lesson 1880, t. 2). n RO A inferiore; bianco-roseo sui tentacoli; verde-chiaro brillante sul peristoma con linee radiali scure. — Dimensioni: diametro discale 0",04; lunghezza 0",05. — Giaci- tura. Nelle anfrattuosità delle roccie e nella sabbia; comune. Sp. Paractis Novae Hyberniae Less. Sinonimi. — Actinia Novae Hyberniae sp. n., Lesson 1830, vol. 2, part. 2, div. 2, p. 77, t.3, f.1.— (Diplostephanus), Brandt 1835, p. 10; Milne Edwards 1857, p. 245. DESCRIZIONE. — forma. Base non ampia, aderente, ondulata a raggi. Colonna cilindrica, liscia, lunga, pieghettata di traverso. Tentacoli numerosi (circa 70), in apparenza bicicli; conico-fusiformi; in basso rigonfi, all'apice acuminati. Peristoma piano, regolare. — Colore. Base rossa a settori chiari e scuri. Colonna rosso-vermiglio- ranciata. Tentacoli bruno-verdognoli, punteggiati di giallo. Peristoma bruno-caffè. — Dimensioni: diametro basale 0%,04; diametro della colonna 0,05; altezza della co- lonna 0,07: lungh. dei tentacoli 0",01. — Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI. — È una delle specie che più spiccano nell'atlante del Lesson e per forma e per grandezza e per colore chiassoso. Dall’aspetto d’insieme essa rivela una certa somiglianza con l’A. peruviana del Lesson stesso, ma possiede tentacoli meno grandi e più lunghi. I nativi papuani la chiamano: Sa?-t; quelli della Nuova-Irlanda: Palaî; ed i malesi: Guerou. Così il Lesson. Paractidae incertae sedis. Le specie seguenti vengono denominate tutte Paractis, benchè non sempre con- cordanti col genere omonimo. Sono incertae per motivi diversi, ma concordano tutte nel complesso dei caratteri negativi che contraddistinguono la subfamiglia. Sp. Paractis olivacea Ehr. Sinonimi. — Actinia Entacmaea olivacea H. & E., Ehrenberg 1834, p. 38. — (Tristephanus), Brandt 1835, p. 11. — Actinia olivacea Ehr, Deshayes in Lam. 1837, p. 544; Milne Edwards 1857, p. 244. Paractis olivacea Ehr., Klunzinger 1877, p. 70, t. 5, f. 7, t.8, £.8. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, senza collare. Ten- tacoli filiformi, aguzzi, tricicli, entaemei. — Colore. Verde oliva sulla colonna, pal- lido sui tentacoli; ovvero bruno-caffè su quella, grigio su questi. — Dimensioni: 0",004 altezza; 0”,005 larghezza. — Giacitura. Sulle pietre. Anxorazioni. — Delle due figure che sì trovano nel Klunzinger una è originale e vale poco, l’altra è migliore ed è tolta dai disegni inediti dell’Ehrenberg. Esse sono tuttavia incompatibili fra loro e sembrano appartenere a due diverse specie. Sp. Paractis Sanetae-Catherinae Less. Sinonimi. — ActiniaSanctae-Catherinae sp.n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 74, t. 2, f. 2. — (Diplostephanus), Brandt 1835, p. 10; Milne Ed- wards 1857, p. 247. — 268 — DESCRIZIONE. — Forma. Base larga, aderente con forza. Colonna quasi emisfe- rica, consistente, liscia. Tentacoli numerosi, bicicli, conici corti, molto retrattili. — Colore. Sulla colonna bruno-marrone vellutato, a striscie longitudinali chiare e scure alterne; sui tentacoli rosso-vermiglio fulgido. — Dimensioni: diametro basale 0,05; altezza 0,04. — Giacitura (non indicata]; acque non profonde. AnxOTAZIONI. — La figura del Lesson è abbastanza bella, quantunque i tenta- coli sembrino formare due pennacchi divergenti anzichè una corona circolare. Nell’in- sieme sembra essere molto affine con la P. striata. Sp. Paractis erythraea Ebr. SINONIMI. — . +. +... > + Sp. m., Savigny 1820-30, t. 1, f. 1; Au: douin 1828, p. 42-43. Actinia Entacmaea erytrhaea H. & E, Ehrenberg 1834, p. 37. — (Tristephanus), Brandt 1835, p. 11; Deshayes in Lam. 1837, p. 544. — Ce- reus erythraeus Ebhr., Milne Edwards 1857, p. 272. Paractis erythria Ehr., Klunzinger 1877, p. 71, t. 8, f. 7. DESCRIZIONE. — forma. Base aderente, larga. Colonna cilindrico-elevata, cali- ciforme. Tentacoli acuminati, tricicli, entacmei, grossi. — (Colore. Rosso uniforme, faringe gialla — Dimensioni: diametro basale 0",015; altezza 0",035: diametro di- scale 0",02. — Giacitura [non indicata). La specie convive con la P. erythrosoma. AnnoTAZIONI. — L’Ehrenberg crede che la presente del Savigny e la M. tur- binata del Forskal siano identiche e le cita perciò entrambe a convalidare la sua A. E. Forskalii. Il Klunzinger invece è d’avviso che la presente del Savigny sia una Paractis e quella del Forskal sia una Phellia. Dall’ispezione delle figure e confronto delle descrizioni parmi che quest’ultimo solo abbia ragione. Sp. Paractis Dietzii D. & Mich. Simoni. — Paractis Dietzii sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 122. DescRIZIONE. — lorma. Colonna cilindrica, grande. Disco grande. Tentacoli su- beguali, retrattili, crassi, ottusi, larghi alla radice, numerosi, triseriali. Bocca ro- tonda. — Colore. Lembo rosso-giallo; sommo ceruleo con punti bianchi; disco bruno-verde; tentacoli verdi. — Dimensioni. Disco largo da 0,08 a 0,"010 ; tentacoli lunghi 0",025. — Giacitura [non indicata). Avnnorazioni. — La specie sì ammette solo sulla fede degli autori. Sp. Paratis candida Mill. Sinonimi. — Actinia candida, Miller 1788-1806, part. 3, p. 58, t. 115; Gmelin 1788-93, p. 3135; Bruguière 1789; Blainville 1830, p. 290; Blainville 1884, p. 324. Actinia Entacmaea candida, Ehrenberg 1834, p. 88. — Actinia can- dida, Mill. (Diplostephanus), Brandt 1835, p. 11; Deshayes ig Lam. 1837, p. 544; Milne Edwards 1857, p. 242. Actinia candida Mill., Van-Beneden 1866, p. 190. — 269 — DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, estensibile molto in lunghezza; talora sino a due-tre volte il diametro e spesso strangolata nel mezzo. Tentacoli numerosi assai, regolari, fitti; quando l’animale è stanco o semicontratto formano un colletto. — Colore. Colonna giallo-pallida , grigia, un poco striata per il lungo. Tentacoli bianchi, trasparenti; talora con una stria longitudinale bruna. — Giacitura. Sulla grande ostrica « Pied de cheval ». ANNOTAZIONI. — L'unica figura che di questa specie esista è quella del Miller, la quale fa vedere una serie di sferule o tubercoli posti all'interno della corona ten- tacolare sul peristoma. L’Ehrenberg, che riporta direttamente la specie dalla Zoo- logia Danica, le interpreta per tentacoli papilliformi « ordine [tentaculorum] altero, interno, papilliformi. » Il Van-Beneden, che invece descrive dal vero, dichiara che tubercoli non ne esistono d’aleuna sorta e che la loro presenza nella figura delle ta- vole del Miller sarà dovuta ad erronea esecuzione per parte dell’incisore, Riguardo alle affinità della specie il Miller opina che essa « rafae quodammodo similis est ». Il Van-Beneden non si pronuncia. Nel complesso è cinta di dubbî. Paractidae dubiae. La lunga lista seguente è costituita da specie che per lo più sono dubbie per insufficienza di descrizione o per mancanza di figura. Sp. Paractis papaver Dana. Sinonimi. — Actinia papaver sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 29. — Paractis papaver Dana, Milne Edwards 1857, p. 249. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, ampia, dilatata. Colonna piuttosto corta. Tentacoli numerosi, subulati, mediocri, tricicli un poco subeguali. Bocca allungata, prominente. — Colore. Colonna bruno-purpurea con righe longitudinali e trasversali più intense. Peristoma bruno-purpureo del pari. Tentacoli rossi. — Dimensioni: al- tezza 0",04; diametro basale 0,06, — Giacitura. Sulle roccie, ANNOTAZIONI. — Nel suo insieme rammenta molto l’A. equina; ma non si può ravvicinarvela perchè manca l’asserzione categorica di acroragi presenti. Dubitativa- mente resta quindi Paractis. Sp. Paractis Ehrenbergii Br. Sinonimi. — Actinia Entacmaea Helianthus H. & E., Ehrenberg 1834, p.35. — Actinia Ehrenbergii n.n., (Tristhephanus), Brandt1835, p.11.— Actinia helianthus Ehr., Deshayes in Lam. 1837, p. 543. — Paractis he- lianthus Ehr., Milne Edwards 1858, p. 251. Paractis Helianthus Ehr., Klunzinger 1877, p. 70. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna tozza, espansa, liscia. Margine senza acroragi. Tantacoli brevi, snelli, ottusi, tricicli, entacmei, marginali. Peristoma ampio. — Colore. Colonna variegata di roseo pallido e roseo intenso. Tentacoli bian- chicci, annellati di bruno. Peristoma bruno, nel mezzo uniforme, all’esterno radiato da righe larghe bianche. — Dimensioni: lunghezza della colonna 0%,15; larghezza dei tentacoli 0”,001. — Giacitura [non indicata), — 270 — Axxorazioni, — L’'asserita mancanza di acroragi fa classificare la specie nel genere Paractis; ma siecome non è disegnata da alcuno, vi resta come dubbia. — Essa non è da confondere con l'A. helianthus dell’Ellis: benchè così sia stata deno- minata dall’Ehrenberg. Sp. Paractis pulchella Ebr. Srvonimi. — Actinia Entacmaea pulchella H. & E., Ehrenberg 1834, p.38.—(Diplostephanus), Brandt 1835, p.10.— Actinia pulchella Ehr., Milne Edwards 1857, p. 244. Paractis pulchella Ehr., Klunzinger 1877, p. 71, t. 7, f. 4. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, senza collare. Ten- tacoli brevi, grossi, ottusi diseguali, marginali, monocieli. — Colore. Colonna verde oliva. Tentacoli bruni annellati d'arancio e di verde, Peristoma nero con zona gialla. — Dimensioni : altezza 0",004. — Giacitura fra i coralli. AnnorAzIoNI. — La figura del Klunzinger riproduce quella inedita dell’Ehrenberg. Essa fa vedere tentacoli marginali monocicli diseguali; ed in ciò s’accorda in parte col testo e in parte gli contraddice [perchè l’Ehrenberg scrive: « Act. tentaculis in serie marginali unica conspicuis, internis longioribus »]). Comunque sia ha l’aspetto di un piccolo giovane Bunodes più che di altro; nè vi osta la mancanza di tuber- coli, chè, come è noto, nei primi periodi le attinie di questo genere non li hanno prominenti molto. Sp. Paractis rapiformis Les. SinoniMi. — Actinia rapiformis sp. n., Lesueur 1817, p. 171; Deshayes in Lam. 1837, p. 545. — Paractis rapiformis Les., Milne Edwards 1857, p. 249. — Actinia rapiformis Les., Verrill 1862, p. 35, Verrill 1866, p. 358. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna carnosa, contrattile, variiforme; spesso ha figura di pera o di rapa; quando si contrae è subglobulare. Tentacoli brevi cilindrici, isac- mei, quadricicli. — Colore. Bianco, opaco. — Dimensioni: 0,038 di diametro; 0",007 di lunghezza. — Giacitura. Nella sabbia, da cui sporge solo il capo; spesso è staccata e si trova sulla sabbia sbattuta dalle onde. ANNOTAZIONI. — Descrizione insufficiente. La specie fu veduta una sola volta dal Lesueur; e viene ricordata dal Verrill solo perchè gli fu detto che altri l'avesse trovata nel Connecticut. — Non esiste figura. Sp. Paractis subfusca Ebr. Sinonimi. — Actinia Entacmaea subfusca H. & E., Ehrenberg 1834, p. 88. Paractis subfusca Ehr.,, Klunzinger 1877, p. 71. DescRIZIONE. — Forma. Colonna piuttosto lunga, senza collare. Tentacoli scarsi, cirriformi piegati al margine. — Colore. Base rosea. Peristoma e tentacoli bruni. — Dimensioni: 0%,012 altezza; 0",004 larghezza. — Giacitura [non indicata|. ANNOTAZIONI. — Descrizione insufficiente e senza figura. Sp. Paractis euchlora Ehr Sinonimi. — Actinia Isacmaea euchlora (Urticina) H. & E., Ehren- berg 1834, p.34; (Tetrastephanus), Brandt 1835, p.11.— Acetinia euchlora Ehr., Deshayes in Lam. 1837, p. 543. — Isacmaea euchlora Ehr., Milne Edwards 1857, p. 288. Paractis euchlora Ehr., Klunzinger 1877, p. 72. DescRIZIONE. — Forma. Colonna bassa; collare crenulato. Tentacoli filiformi, quadricicli. — Colore. Colonna rosso-pallida con punti verde-chiari, e con sfumatura verde generale nella parte superiore; margine bianco; tentacoli verdi con punta vio- letta. — Dimensioni: altezza della colonna 0,02. — Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI. — Descrizione incompleta e figura mancante. Sp.. Paractis Studerii n. n. Sinonimi. — Paractis alba sp. n., Studer 1878, p. 545, t. 5, f. 19,0, db; Ridley 1882, p. 101. DESCRIZIONE. — Forma. Base larga, che copre intieramente la conchiglia d’un Fusus. Colonna conico-ottusa, bassa, compressa, ruvida; rugosa di traverso e per il lungo. Disco ampio. Tentacoli brevi, conico-ottusi, bicicli, marginali, entacmei. — Colore giallic- cio-bianco. — Dimensioni [non indicate). — Giacitura: nel materiale di dragaggio. ANNOTAZIONI. — Descrizione molto incompleta; figura che sembra tolta da un preparato alcoolico. — L'identità dei due esemplari alcoolici attribuiti dal Ridley a questa specie è dubbia. Essi hanno base larga; colonna tozza, liscia benchè striata per lungo; tentacoli in cicli numerosi, entacmei. Sp. Paractis nobilis Verr. Sinonimi. — Paractis (?) nobilis sp. n., Verrill 1868, p. 491. DescRIZIONE. — Forma. Colonna mutevole subcilindrica, con 48 solchi longi- tudinali; liscia in espansione, rugosa e reticolata in contrazione (e per vero verso il lembo le rughe sono minute, trasversali; verso il margine si fanno più grandi ed irregolari sino a formare una striscia a zig zag di 48 angoli). Margine rilevato cre- nato. Tentacoli 48, mediocri, bicicli, snelli — Colore. Colonna rossa. Tentacoli bruno- olivastri con striscia chiara sul lato interno. Peristoma bruno con 24 raggi verdo- gnoli. — Dimensioni. Colonna lunga da 0",025 a 0%,077. — Giacitura. Su li sco- gli; a tre quarti di marea. AnnoTAZIONI. — La descrizione surriferita risulta dalla fusione di due descri- zioni separate, che l’autore mise di seguito l'una all'altra come riferentesi a due esemplari non sicuramente identici; a me parve che non valesse la pena di conser- vare la distinzione trattandosi di due originali da museo. Paractidae innominatae. Il Ridley 1882 descrive sotto l’indicazione Paractis sp. inc. un’attinia che: Ha colonna nascosta dal disco, il quale è molto rovesciato; tentacoli in quattro cicli due di grossi, due di sottili. È alta 0%,005; larga alla base 0",011, al sommo 0",013. Ed ha colore grigio [nell”alcoo]). Fam. STICHODACTYLINAKE Phyllactinae (pro parte) et Thalassianthinae (pars), Milne Edw. 1857. Capneae (pro parte), Gosse 1860. Discosomidae (pro parte) et Thalassianthidae (pars), Klunzinger 1877. Attinie con base piatta aderente; colonna a pilastro; disco ampio fornito di appendici disposte in serie radiali; queste appendici in alcune famiglie sono tutte d'una forma, cioè tentacolari; in altre sono di due sorta, cioè tentacolari e frondulari; in altre ancora sono di forma varia. 1. Stichodactylinae munite di appendici d'una sola forma (tentacoli). 2. Tentacoli tutti eguali Ch GAME A otepiotà caro doo aloni Corynacetidae. -- 0orynactis Allm., Corallimorphus Mos., Capnea Forb. GASCNPliCisao re serrato eee Discosomidae. — Discosoma gd Leuck., Echinactis M, Edw., Sticho- daclyla Br. Aurelianidae. — Aureliania Gos. 2'.Tentacoli di due sorta: semplici e ramosi, commisti. . Rhodaetidae. — Rhodactis M. Edw., Zaracter n. n. SOCOMPOSIMER A TAI ne Stichodactylinae munite di appendici di due forme (tentacoli e fronde). 4. All’interno tentacoli e all’esterno fronde 3 Radial o cotoo diario dio ooo Phymantidae.—Phymanthus M. Edw., Triactis Klunz. 5'.«L'entacoli veri, cilindro-conici. . .......... Phyllactidae. — Phyllactis M. Edw., Qulactis M. Edw., Aste- raclis Verr., Lophactis Verr. 4’. All’interno fronde, all’esterno tentacoli . . ....... Crambacetidae.— Ac/inotryr D. & Mich., Crambaclis Haeck. 1". Stichodactylinae munite di appendici varîformi (lacinie, villi, Criptodendridae. — Crip- todendrum Klunz., Helerodactyla Ehr. Dentro i limiti così indicati questa famiglia viene costituita perla prima volta solo nella presente monografia. Le cognizioni morfologiche in proposito sono tuttavia molto incomplete, giacchè dei molti componenti non vennero finora disseccate che le specie napoletane di Corynactis e di Aureliania, le uniche ch’ io ebbi fra le mani.— Il nome allude alla disposizione radiale dei tentacoli (stey25 = serie). Subfam. CORYNACTIDAE Capneadae (pars), Gosse 1860. Forma. Base aderente, più o meno ampia. Colonna or tozza ora elevata; liscia, uniforme o solcata: non perforata; nuda o rivestita. Tentacoli disposti in serie cir- colari sul margine; in parte però anche sparsi sul disco ed allora formano serie lineare radiale con qualcuno dei tentacoli marginali; in altre parole: si hanno raggi LYAP POME GOA) IERI LAST RT OR RA TETRA ADI — 273 — secondarî con un tentacolo solo, il marginale; e raggi principali con due o tre o più tentacoli, il marginale unito ai discali. Peristoma per lo più prominente — Co- lore vario. — Dimensioni piuttosto piccole. — Giacitura varia; in generale propria d'acque profonde. Corynactidae con tentacoli cilindrici rugosi, terminati da una ca- pocchia all'apice; serie radiali numerose, presenti sui raggi primari, secondari e terziari (mancanti Sologalletlo=eiexspurie) tri n Corynaetis Allm. — Cl. viridis Allm., 0. globulifera Ehr., C. car- nea Stud., €. parvula Duch. con tentacoli conici, terminati pure da una capocchia apicale: serie radiali scarse, presenti solo sui raggi primari e secondari (mancanti alle loggie terziarie © EnuaG)o so o ela dà ce ao No Corallimorphus Mos. — (. rigidus Mos., ©. profundus Mos. con tentacoli quadrati, troncati . ............ Capnea Forb. — Cl. sanguinca Forb. CERMEGILEE CNR ARC RIO a e e C. denticulosa Les., C. clavigera Dana, 6. myrcia D. & Mich. La presente famiglia è di nuova istituzione e tende a raggruppare le forme nelle quali la disposizione rediale dei tentacoli comincia appena a manifestarsi. Per quanto riguarda i primi due generi essa è naturalissima. Il terzo sembra essere un poco meno affine, e, più che altro, ha bisogno di venire riesaminato, Gen. Corynactis Allm. Sinonimi. — Corynactis, Allmann 1846, Johnston 1847, Milne Edwards 1857, Gosse 1860, Andres 1880, etc. CARATTERI. — /orma. Base aderente, larga; spesso prolifera e quindi avente l'aspetto di espansione carnosa, comune a molti individui. Colonna delicata, liscia carnoso- polposa, quasi gelatinosa; mutevole di forma. Margine distinto. Disco più o meno ampio. Tentacoli sparsi sul disco; policieli, entacmei; hanno disposizione circolare e disposizione in serie radiali; nel primo senso gl’interni sono tubercoliformi, gli esterni più lunghetti; nel secondo le linee radiali hanno nu- mero diverso. Ogni tentacolo ha l’apice rotondo, rigonfio a capocchia. Peristoma soventi convesso — Colore delicato con irridescenze vivaci, bril- lanti, metalliche. — Dimensioni piccole. — Giacitura varia: sovra pietre, sovra co- ralline, sovra altre alghe, ecc. SpecIe DESCRITTE. — Corynactis con margine liscio. |... 0. viridis Allm. con margine crenulato ...........- C. globulifera Ehr. Conynackis incertaeftsedis!tA tia: ti le GIRA iaia C. carnea Stud., © par- vula Duch., 0. myrcia D. & Mich. (*) Corynaclis viridis Allm. (figura originale). — 274 — ANNOTAZIONI. — Il genere presente è riconoscibile con grande facilità; e le spe- cio che comprende sono strettamente affini 1’ una con l’ altra. Tuttavia di esse la prima soltanto è ben conosciuta; la seconda è forse non altro che un rappresentante eritreo della stessa, come la terza e la quarta due rappresentanti oceanici. Siccome la fusione non può venire pienamente giustificata, così val meglio per ora di tenerle tutte e quattro come distinte. — Il nome si riferisco alla forma dei tentacoli (xcpvva = clava mazza). Sp. Corynactis viridis Allm. SinoNnIMI.— (1°). — Corynactis viridis sp. n., Allman 1846, p. 417, 419, I) Lg Rei 7; Johnston 1847, p. 205, t. 35, f. 10, 11; Milne Edwards & Haime 1851, p. 10; Landshoroush 1852, p. 227; Milne Edwards 1857, p. 258. Corynactis viridis Allm., Cocks 1851, t. 1, f. 3, 5. Corynactis viridis Allm., Gosse 1855, p. 28; Gosse 1860, p. 289, t. 9, f. 1,5; Hinck 1861, p. 363. Corynactis viridis Allm., Norman 1868, p. 318. Corynactis viridis Allm., Fischer 1875, p. 1207; id. p. 374; Fischer 1875, p. 284; Fischer 1875, p. 8. Corynactis viridis Allm., Jourdan 1880, p. 31. Corynactis viridis Allm., Andres 1880, p. 328. (2°).— Corynactis Allmanni sp. n., Cocks 1851, p.4, t. 1, f. 6; Gosse 1853, p. 422, t. 8, £. 8-10; Gosse 1855, p. 28, £ 39. — Corynactis viridis (C. Allmani var.), Thompson 1856. Corynactis Allmanni E. P. W., Wright Perceval 1858, p. 122. — Cory- nactis Allmanni, Wright Perceval 1859. (°).— Corynactis mediterranea sp. n., Sars 1857, p. 22, t. 1, f. 1-4. DescRIZIONE. (t. 10, f. 1, 2, 3). — Forma. Base aderente, larga, rotonda, regolare talora proliferante e di conseguenza simile ad un cenenchima di zoantini. Colonna variabile, ora elevata caliciforme, ora tozza cilindrica; del resto uniforme, liscia, delicata. Margine non bene marcato di forma, tuttavia spiccato. Disco a completa estensione più largo della colonna, rotondo, prominente, regolare. Tentacoli retrattili, numerosi (92), pentacicli (4, 16,24, 24, 24), diseguali (essendo: i primi tre di semplici capocchiette sparse sul peristoma, il quarto di tentacoli capitati lunghi a capocchia bianca, il quinto un po’ meno lunghi); quelli dei due cicli esterni si rovesciano talora all’infuori e si allungano molto; appaiono allora distintamente nella loro forma di fusto scabro, annellato, sparso di rare macchie ovali, trasverse, e sormontato da un apice a po- mello. Peristoma liscio, prominente, finamente radiato; senza raggi gonidiali; cosparso delle accennate capocchie, che paiono qualchevolta disseminate senza ordine. Bocca senza gonidî, cinta da un orlo bianco, spesso molto dilatata. — Colore. Base bianca- stra. Colonna roseo-violetto-pallida (lilac), trasparente. Margine opalescente giallo glauco. Tentacoli alcuni bruni altri bianchi; trasparenti, eccetto al pomello ed alle macchie. Peristoma trasparente, roseo-violetto-pallido con riflessi carmini e giallo glauchi. — Dimensioni piccole; diametro medio della colonna 0%,006; altezza 0,02; diametro discale 0",015. — Giacitura. Sulle pietre; più spesso sulle alghe calcaree Lu gi De ra PRI nat elit LL DIA] MISA E Me oa — 275 — (massime sulle Melobesie: Lithothamnion expansum, L. agariciforme) sia alla loro faccia superiore, sia nelle avventizie cavità tra esse ed il suolo (Andres, Golfo di Napoli). Sulle pietre, quasi a fior d’acqua, unitamente ad Asteroides calycularis (Sars, Stretto di Messina). Sulle cistosire e sui rizomi di zostera in acque tranquille (Jour- dan, Golfo di Marsiglia). Sulle pietre molto profonde (Peach, Scozia). VARIETÀ ossERVATE. — Il Gosse annovera le seguenti; a smaragdina. Colonna verde-smeraldo, giallognola in basso, intensa in alto; tentacoli trasparenti con macchie brune opache sul fusto e con apice roseo-bruno ; peristoma con raggi e bocca verdi-smeraldo brillanti. 6 rhodoprasina. La suddeseritta. *) tephrina. Colonna e peristoma grigi-perla; margine smeraldino debole; ten- tacoli bruni-legno. è chrysochlorina. Colonna giallo-pallida in basso, aranciata in alto; margine aranciato; tentacoli bruni-marrone con apice bianco; peristoma verde-smeraldo con labbro rosso. e prasococcina. Colonna e peristoma grigi-perla, pellucidi con iridescenze scarlatte; margine verde-smeraldo; tentacoli scarlatto-pallidi. < corallina. Colonna bruno scarlatta; margine tendente all’aranciato; tentacoli bianchi; peristoma scarlatto. n coina. Del tutto bianca pellucida, con margine, labbro e capocchie opachi. Gli esemplari da me osservati nel golfo di Napoli erano identificabili con la rho- doprasina, con la tephrina e con la corallina. Quelli raccolti dal Jourdan nel golfo di Marsiglia parevano appartenere alla chrysoclorina. Infine quelli descritti dal Sars sotto il nome di €. mediterranea tendevano pure a rientrare nella corallina; solo che avevano sfumature più giallognole. [Egli dice infatti: colonna aranciata o bruno- gialla; tentacoli grigio-gialli con capocchia opaco-aranciata; disco grigio-giallo-verde; labbro aranciato]). ANNOTAZIONI. — Il numero dei tentacoli non coincide presso tutti i descrittori. Secondo 1’ Allmann sono molti numerosi, cioè 16, 18, 32, 32; secondo il Sars più scarsi: 12, 20, 21, 21 (ovvero 20, 20, 24, 24); il Gosse ne ammette 16, 24, 32, 82; io ne trovo 4, 16, 24, 24, 24. — Pare quindi che le specie inglesi li abbiano in realtà più abbondanti, le mediterranee meno; e che quindi il numero teorica- mente completo sia 4, 16, 24, 32, 32 per gli uni e 4, 16, 24, 24, 24 per gli altri. Rispetto all’ identificazione della specie sonvi pure discrepanze. Il Sars riassu- mendo i lavori precedenti ammette l’esistenza delle seguenti: C. viridis che è l'originaria. C. mediterranea distinta da quella per tentacoli più brevi e per proliferazione basale. A C. Peachii [che è la viridis del Johnston] distinta per tentacoli a capocchia bipartita. C. Allmanni fornita di 4 cicli completi di tentacoli. C. heterocera, in cui i tentacoli variano per ogni ciclo. Ora di queste specie la C. heterocera si elimina perchè appartenente al genere Aureliania; — la C. Allmanni per testimonianza del Gosse non si distingue dalla — 270 — C. viridis perchè il carattere dei 4 cieli di tentacoli non sussiste; — la C. mediter- ranea dietro mio esame non si può trovare diversa in nulla dalla C. vividis, peroc- chè la lunghezza dei tentacoli dipende dallo stato di contrazione e la proliferazione basale sì riscontra anche nella C. viridis [Vedi anche Gosse 1860, p. 291); — la” C. Peachii si fonde anch’essa con la C. viridis, perchè l’aspetto bipartito dei tenta- coli non è punto descritto a parole nè dal Peach, nè dal Johnston e si può inter- pretare come un lieve errore d’incisione causato dal voler distinguere il fusto dalla capocchia. — La specie è quindi una sola. — Nelle figure esistenti in generale non s'è tenuto bastevole conto della disposizione dei tentacoli. — Il Johnston opina che l'A. iris del Miiller fosse una Corynactis. Sp. Corynactis globulifera Ehr. Sinonimi. — Actinia Ectacmaea globulifera H. & E., Ehrenberg 1834, p. 39. — (Taractostephanus), Brandt 1835, p. 13; Deshayes in Lam. 1837, p. 544; Milne Edwards 1857, p. 258. Corynactis globulifera Ehr., Klunzinger 1877, p. 73, t. 5, f£. 8. Descrizione. — Forma. Base aderente, larga. Colonna tozza, conica. Margine ondulato-crenulato. Tentacoli quadricicli, esacmei. Peristoma conico prominente. — Colore. Colonna rosea, carnicina, bruniccia; margine con traccie bianche; tentacoli ialini con capo bianchiccio, roseo o giallognolo; peristoma bruniccio con macchie bianche. — Dimensioni: lungh. 0",005; largh. da 0",005 a 0%,010 — Giacitura. Zona di marea tra le pietre e le fessure. Annorazioni. — La figura del Klunzinger è poco chiara; sembra però che rap- presenti veramente una Corynactis e forse anzi una semplice varietà della C. viridis. L’Ehrenberg nota che tentacoli entacmei si trovano solo in questa specie e nell’A. candida Mill; ed esterna l’opinione che ad esse si associ in ciò anche la M. rhodo- dactyla Ren. | Sp. Corynactis carnea Stud. Sinonimi. — Corynactis carnea sp. n., Studer 1878, p. 542, t. 4, f. 13. DescRIZIONE. — Forma. Base abbracciante tubi di Tubularia. Colonna cilindrica, delicata, striata per il lungo. Tentacoli numerosi, bicicli, capitati; interni lunghi quanto il raggio, esterni lunghi la metà. — Colore carnicino con margine verde. — Dimensioni: da 0,006 a 0%,007 lunghezza; 0",006 larghezza. — Giacitura. Attaccata a tubi di Tubularia. Annotazioni. — La figura fa somigliare la specie ad una S. Dohrnii (Gephyra v. Koch). È però senza dubbio una Corynactis; ma è fatta male e non lascia vedere la disposizione dei tentacoli. Sp. Corynactis parvula Duch. : Sinonimi. — Corynactis parvula sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6, f. 10; Duch. & Mich. 1866, p. 123. Descrizione. — Colonna breve, piccola, cilindrica, senza pori. Disco coperto da molti tentacoli. Tentacoli brevi, capitati, in 4-5 cicli entacmei. — Colore [non TT indicato!. — Dimensioni. Altezza 0,003; diametro discale 0",006. — (Giacitura. Sopra cormi sommersi. ANNOTAZIONI. — La figura è disereta; fa vedere il disco per dissopra, ma non tiene conto della disposizione dei tentacoli. Sp. Corynactis myrcia D. & Mich. ! Sinonimi. — Draytonia myrcia sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 124, 6.2, f. 8. Descrizione. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica liscia con lievi sol- cature al vertice. Margine munite di acroragi [sic!|. Tentacoli marginali, triseriali, esacmei, capitati. Peristoma con tubercoli simili ai marginali. — (Colore. Colonna gialla, acroragi verdi, peristoma ambra. — Dimensioni. Colonna alta 0,004. — Gia- citura. Sulle pietre. AnnoTAZzIONI. — Gli autori fondarono su questa specie un genere nuovo, Dray- tonia; ma parmi che non abbiano ragione. Dalla descrizione e dalla figura (ingran- dita) si rileva chiaramente che la specie è una Corynactis; nè vi osta il carattere degli acroragi, perchè questi più che acroragi sono in realtà i tentacoli esterni. — Ad ogni modo la specie è per ora dubbia. Gen. Corallimorphus Mos. Sixonim.— Corallimorphus, Mo- seley 1877. DESCRIZIONE. — Forma. Base concava non perforata. Colonna cilindrica, tozza, liscia, solcata per lungo. Tentacoli non molto numerosi, disposti in serie circolari ed in serie radiali; le serie radiali risul- tano di due o tre tentacoli ciascuna e sono presenti solo per le loggie principali. — Colore pallido, gialliccio. — Dimensioni mediocri-piccole. — Giacitura ignota; acque molto profonde. SPECIE DESCRITTE. — Corallimorphus con 60 tentacoli +. + + + C. profundus Mos. CONMEMTENTACO LIE RR C. rigidus Mos. AxnvoTAZIONI. — Questo genere istituito or sono pochi anni dal Moseley, natu- ralista sul Challenger, è molto importante perchè accenna ad una innegabile affinità delle attinie coi madreporari. A ciò appunto allude anche il nome. — Le due specie sono benissimo distinte e nello stesso tempo strettamente simili — Si desiderano dettagli anatomici. Sp. Corallimorphus rigidus Mos. Sinonimi. — Corallimorphus rigidus sp. n., Moseley 1877, p. 301, t. 45, f. 9-10. (*) Corallimorphus profundus Mos., disco ingrandito (da Moseley 1877, t. 45). de Bg = Descrizione. — Forma. Base concava (forse occupata dall'oggetto di aderenza), non perforata. Colonna liscia, rilevata in spazî longitudinali rotondi, quasi cartila- ginea, robusta, compatta, non mutevole di aspetto, non contrattile, conico-troncata, colla base più piccola del disco. Tentacoli 72 che si possano distinguere in margi- nali e discali; i marginali sono 48 (12 princip. 12 secondari e 24 terziari) alter- nanti tra loro nell’ordine solito, e corrispondenti ciascuno ad una loggia; i discali sono 24, distinguibili in 12 principali e 12 secondari e corrispondenti ai principali e secondari del margine, sorgenti anzi sulle loro loggie medesime. Ogni tentacolo è snello, capitato. — Colore. Im generale pallido bruno-giallo con macchie oscure sul disco, dovute a poliperitrina. — Dimensioni: altezza della colonna 0%,025; lar- ghezza 0%,03. — Giacitura [non indicata]; molto profonda. Sp. Corallimorphus profundus Mos. Sinonimi. — Corallimorphus profundus sp. n., Moseley 1877, p. 300, o Ceno MAL ; DESCRIZIONE. — Forma. Base concava, non perforata. Colonna cilindrica tozza, liscia, lievemente invecta; a pareti compatte, non contrattili quasi rigide. Tenta- coli 60, snelli, capitati non retrattili; di essi 48 sono marginali e alternano in tre grandezze (12, 12, 24 come il solito); mentre 12 sono impiantati sul disco, alter- nano tra loro in 6 grandi e 6 piccoli e corrispondono ai 12 tentacoli grandi del margine anzi sorgono sulla stessa loogia dei medesimi. — Colore generale giallo- ocraceo pallido; un poco scuro sui raggi principali; brunastro nella base. — Di- mensioni: altezza 0",025; larghezza 0",03. — Giacitura [non indicata]; materiale di dragaggio, molto profonda. ANNOTAZIONI. — Questa specie possiede le nematocisti più grandi che finora si conoscano. Gen. Capnea Forb. Sinonimi. — Capnea, Forbes 1841, Gosse 1860. DESCRIZIONE. — Forma. Base espansa, rigonfia aderente. Colonna cilindrica a pilastro, liscia, imper- forata, fornita di rivestimento lanoso. Margine rilevato grosso; con pronunciata rientranza del collare. Disco intiero, circolare. Tentacoli brevi, retrattili, troncati disposti in serie circolare ed in serie radiale. — Co- lore rosso-vermiglio. — Dimensioni mediocri-piccole. — Giacitura varia; in acque profonde. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola . . C. sanguinea Forb. AnnorTAZzIONI. — Dalla figura e dalla descrizione del Forbes pare che questo genere abbia piena ragione di essere. Per sventura la specie relativa fu riscontrata troppo poche volte e non venne esaminata colla diligenza dovuta; cosicchè sulla disposizione dei tentacoli (‘) Capnea sanguinea Forb. (da Forbes 1841, t, 1). pe iii en ei u/A On (per tacere della struttura anatomica in generale) non si posseggono ancora nozioni precise, ed il genere resta ascritto alle Corynactidae con certa quale titubanza. D'altra parte nasce il.sospetto che gli esemplari sui quali venne fondato potessero essere stati due giovani individui di Aureliania. — Il nome allude alla forma della colonna (xazv9 = camino, comignolo). Sp. Capnea sanguinea Forb. Sinonimi. — Capnea sanguinea sp. n., Forbes 1841, p. 81, t. 1, f. 1a, 15, 1c, 14; Johnston 1847, p. 203, f. 43; Landshorough 1852, p. 227; Milne Edwards & Haime 1851, p. 8; Cocks 1851, t. 1, f. 1, 2; Milne Edwards 1857, p. 261; Gosse 1855, p. 28, f. 40; Gosse 1860, p. 280, t. 9, f. 13. DEscRIZIONE. — Forma. Base molto espansa; irregolarmente rigonfia e lobata; aderente. Lembo distinto ondulato. Colonna cilindrica a pilastro, elevata; liscia, non perforata; coperta da un rivestimento lanoso che ne lascia nudo il terzo superiore e che quivi termina con un contorno otto-lobato, regolare. Margine prominente, gra- nuloso; collare distinto quale fossa profonda. Tentacoli molto brevi, troncati; aventi l'aspetto di tubercoli squadrati; abbastanza numerosi (48), tricicli (10, 16, 16), esacmei; retrattili. Peristoma piccolo; con bocca rotonda pieghettata. — Colore. Colonna vermiglia vivace, ovvero bruno-freddo-scarlatta con striscie longitudinali più scure poste nella parte rigonfia. Rivestimento bruno. Tentacoli scarlatto-aranciati, più pallidi della colonna. Peristoma giallo carneo. — Dimensioni: altezza della colonna 0”,025; diametro discale 0",006. — Giacitura. Sulle nullipore 0 sopra con- chiglie (Pecten maximus); in acque profonde. ANNOTAZIONI. — Questa specie venne finora veduta solo due volte: dal Forbes, cioè che la scoprì, nel 1840; e più tardi dal Cocks. — Delle figure che se ne diedero la migliore è l'originale del Forbes; le altre sono copie non sempre esatte. Quella del Johnston, p. es., che rappresenta l’animale espanso e contratto, ha tutt’altri contorni e manca del rivestimento lobato; quella del Gosse non mette in evidenza la forma quasi cubica dei tentacoli, nè la loro serie triplice. Corynactidae dubiae. La mancanza di figura e l’incompletezza della descrizione rendono molto discu- tibile se la specie seguente appartenga piuttosto alle Corynactidae che alle Discoso- midae. Ciò che parla in favore delle prime è lo scarso numero dei tentacoli. Tut- tavia meglio sarebbe forse di rigettarla intieramente. Sp. Corynactis denticulosa Les. Sinonimi. — Actinia denticulosa sp. n., Lesueur 1817, p. 174. — Discosoma denticulosa Les., Milne Edwards 1857, p. 256. DEscRIZIONE. — Forma. Colonna molle, poco contrattile. Tentacoli brevi, ottusi, disposti in raggi sul disco; in ogni raggio i più piccoli stanno verso la bocca; i più lunghi sono 11 circa, gli altri sono 5,6 e brevi. — Colore. Disco e tentacoli variegati di azzurro, giallo, rosso, violetto ece.; labbro verde. — Dimensioni; 0,003 altezza; 0,006 larghezza. — Giacitura. Nella sabbia e sulle piante marine, - 280 — Subfam. DISCOSOMIDAE Discostominae, Verrill 1868. Discosomidae (pars), Klunzinger 1877. Forma. — Base piatta, aderente. Colonna robusta, tozza. Margine non rilevato. Disco ampio. Tentacoli sparsi più o meno su tutta la superficie del disco; piccoli; disposti in serie radiali, lineari od a gruppi. — Colore vario. — Dimensioni grandi. — Giacitura sulle pietre e nella sabbia. Discosomidae con colonna liscia, non tubercolata .......... Biscosoma Leuck.— D. num- miforme Leuck.. D. tapetum Ehr., D. giganlteum Forsk., D. molle Dana. con colonna coperta di tubercoli... ......... EHelimaetis M. Elw. — E. pa- pillosa Less., E. coerulea Q. & Gaim. IDIECOSOMIRRO MA CETRA O SBUISIA I IS A RONNINE Stichodacetyla Mertensii Br. WISEOSOIUIA RE SU DIRO Pe Ie D. fucyiensis Dana., D. anemone Ellis., 0. album Forsk. La famiglia pare abbastanza naturale; massime allorchè si considerino i carat- teri forniti dall’ampio disco e dai tentacoli minuti. La suddivisione generica non lo sembra del pari, chè il gen. Echinactis comprende due forme molto diverse. Gen. Discosoma. Sinonimi. — Priapus (pars), Forskal 1775. Actinia (pars), Rapp 1829. Discosoma, Leuckart in Riippel 1828, Milne Edwards 1857. Actinodiscus, Blainville 1830. Discostoma, Elrenberg 1834, Verrill 1868. DESCRIZIONE. — Forma. Base ben distinta, piatta, aderente. Colonna più o meno tozza, liscia, imperfo- rata. Disco ampio, non retrattile; coperto per la massima parte dai tentacoli. Tentacoli piccoli assai, entacmei ; disposti in serie od in gruppi radiali |quindi corri- _ spondenti parecchi ad una istessa loggia). Peristoma” propriamente detto piccolo. — Colore vario, di solito brillante sul disco. — Dimensioni da mediocri a grandi. — Giacitura nei crepacci ; | fra le pietre; nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Discosoma con tentacoli molto corti, poco folti, disposti in serie radiali lineari; disco molto ampio, rotondo, intiero; colonna striata per lungo. D. nummiforme Leuck. con tentacoli pure corti, molto fitti, disposti in gruppi radiali triangolari, separati da solchi: disco mediocre, rotondo intiero; colonna (uniforme... ele » . D. tapetum Ehr. (*) Discosoma giganteum Forsk. (da Klunzinger 1877, t. 5). — 281 — con tentacoli un poco lunghetti, digitiformi, molto fitti, disposti pure in gruppi radiali triangolari, separati da solchi; disco ampio, rotondo, intiero; colonna uniforme. . . .. D. giganteum Forsk. con tentacoli lunghetti claviformi ; disposti in gruppi radiali triangolari; disco ampio, lobato; colonna uniforme ......... D. molle Dana. ANNOTAZIONI. — Le quattro specie credo si possano attualmente ammettere come distinte e sicure; ad eccezione della D. tapetum che forse potrebbe essere uno stadio giovanile della D. giganteum. Rispetto alle affinità sembra che ie tre ultime sieno fra loro più strettamente simili che non con la prima; e che perciò nella eventuale suddivisione del genere la separazione debba accadere in questo senso. Il nome Discosoma allude alla forma schiacciata che il Leuckart credette proprio e stabile carattere degli esemplari da lui veduti. L’Ehrenberg volle rettificare que- st’opinione e con essa anche il nome, facendone un Discostoma; ed il Verrill lo imitò per il motivo che Discosoma trovasi applicato nel 1830 ad un Arachnide e Discosomus nel 1816 (Oken| ad un rettile. Io non veggo la necessità di rettificare o cambiare alcuna cosa, a meno che non si tratti del Discosoma aracnide sorto poste- riormente. In ogni modo preferibile a tutti sarebbe l’Actinodiscus del Blainville. Sp. Discosoma nummiforme Leuck. SINONIMI. — Discosoma nummiforme sp. n, Leuckart in Riippel 1828, part. 4, p. 3, t. 1, f. 1; Blainville 1830, p. 286; Blainville 1834, p. 320, t. 48, f. 3; Milne Edwards in Cuvier 1849, t. 62, f. 4; Milne Edwards & Haime 1851, P. 9; (pro parte) Milne Edwards 1857, p. 255; Guérin 1869, t. 11, f. 3. Discosoma nummiforme Leuck., Klunzinger 1877, p. 82, t. 6, f. 6, a, c. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente, mediocre, rotonda. Colonna molto tozza, cilindrica, allargata al lembo ed al margine; liscia; striata per il lungo; polposo- gelatinosa. Disco ampio, spizzettato, piano o concavo; radialmente striato. Tenta- colì folti, numerosi; piccoli, tubercoliformi; disposti in linee radiari, le quali si distinguono in principali e secondarie. Peristoma piccolo prominente. — Colore gene- rale violetto-nero (o grigio-scuro o verde-bruno) più chiaro verso il lembo; bruno- nero o verde sui tentacoli; giallo nella bocca. — Dimensioni: Disco 02,03 lar- ghezza; colonna 0",005 altezza. — Giacitura. Fra le pietre a gruppi numerosi. ANNOTAZIONI. — Di questa specie esistono due figure: quella del Leuckart, riprodotta in Blainville 1834, in Cuvier 1849, ed in Gugrin 1869, la quale è meno che mediocre; e l’altra del Klunzinger 1877 che di poco è migliore. Malgrado la imperfezione del disegno tanto l’una che l’altra sembra essere stata fatta da un animale identico, quindi la specie si può con certezza ammettere. — Il Klunzinger cita con dubbio il sinonimo P. albus Forsk. ed esclude quello del Milne Edwards D. num- miforme. Io credo che abbia ragione perchè il primo è incerto ed il secondo fonde insieme le due specie D. nummiforme e D. tapetum. [Ed io se il secondo lo adduco gli è solo perchè altrove non si può mettere e del tutto tralasciarlo non si deve]. 36 ORO Sp. Discosoma tapetum Ehr. SINONIMI. — ......... sp. n., Savigny 1820-30, t. 1, f. 2; Audouin 1828, p. 43, Actinia Isacmaea Tapetum H. & E. (Discosoma), Ehrenberg 1834, p.32. — Actinia Tapetum Ebr. (Discosoma), Brandt 1835, p. 14; Deshayes in Lam. 1837, p. 543. Discosoma tapetum Ebhr., Klunzinger 1877, p. 83. DeSscRIZIONE. — /orma. Base mediocre. Colonna bassa, talora alta quanto il diametro del disco; liscia. Disco piano non più largo della colonna, leggermente reclinato. Tentacoli brevi, papilliformi; disposti a gruppi radiari che sono separati da solchi. Peristoma ristretto; con labbro munito di due rigonfiamenti. — (Colore: vario, rosso o gialliccio uniformi, grigio ialino macchieitato di rosso ecc., con ten- tacoli scuri punteggiati di bianco, e peristoma bruno. — Dimensioni: 0",01 altezza, 0,04 larghezza. — Giacitura [non indicata). ANNOTAZIONI. — Le uniche figure di questa specie che esistano sono quelle del Savigny; e dissraziatamente non valgono a darci un concetto preciso dell’animale. Di esse una è il disco e la colonna per dissopra; l’altra sembra la base [od una sezione trasversale?) per mostrare la disposizione dei setti; la terza rappresenta una massa informe, forse l’onco, pieghettata di traverso e punteggiata in alto [verruche?]. L’Ehbrenberg cita come sinonimi della presente specie tanto il P. albus Forsk., che il D. nummiforme Leuck. Sp. Discosoma giganteum Forsk. Sinonimi. — Priapus giganteus sp. n., Forskal 1775, p. 100. — Acti- nia gigantea Forsk., Gmelin 1788-93, p. 3134. — Actinia gygas (A. géante), Bruguière 1789, n. 11. — Actinia gigantea Forsk., Rapp 1829, p. 56; Blain- ville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 326. — Actinia gigas Ren., Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p, 325. Actinia Isacmaca gigantea H. & E. (Discosoma), Ehrenberg 1834, p. 32; Brandt 1835, p. 14; Lamark 1837, p. 541; Milne Edwards 1857, p. 255. Discosoma giganteum Forsk., Klunzinger 1877, p. 83, t. 5, f. 2. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, larga. Colonna tozza, liscia. Disco ampio, on- dulato-lobato, concavo. Tentacoli digitiformi, corti; disposti in gruppi che sono sepa- rati da solchi. — Colore: generale grigio-verde-giallo; verde sui tentacoli. — Dimen- sioni: 0,10 altezza della colonna; 07,10 larghezza del disco; 07,003 lunghezza dei tentacoli. — Giacitura. Nella sabbia delle spiaggie, col disco espanso alla superficie. (secondo il Forska]); fra le pietre, nei crepacci (secondo il Klunzinger). Anworazioni — Già a suoi tempi, 1829, il Rapp osservava che della presente specie non esisteva alcuna figura; e devesi infatti venire sino al Klunzinger 1877 per averne una. Questa è discreta e rappresenta un animale che senza dubbio è diverso tanto dat D. nummiforme che dal D. tapetum; tuttavia con l’ultimo ha più d’un punto di somiglianza [e forse potrebbe accadere che successive osservazioni dimo- strino che il D. tapetum non è altro se non uno stadio giovanile del D. giganteum]. Rees Sp. Discosoma molle Dana. SINONIMI. — Actinia mollis sp. n., Dana 1849, t. 3, f. 26, 27. — Metri- dium molle Dana, Milne Edwards 1857, p. 254. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna cilindroide, liscia, senza verruche, suscettibile di molta estensione. Disco molto ampio, con cinque lobi diseguali, crenulati. Ten- tacoli numerosi, brevi, elaviformi; disposti in circa venti gruppi triangolari, radiati. Bocca piccola, quadrilobata. — Colore. Colonna pallida, macchiettata di rosa. — Dimensioni [non indicate. — Giacitura. In fondi di lagune (Clermont Tounerre). Gen. Echinactis M. Edw. Sinonimi. — Actinia (pars), Quoy et Fig. 51. (*). Gaimard 1833. Sarcophinanthus (pars), Lesson 1830. Echinactis, Milne Edwards 1857. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, mediocre. Colonna robusta, cilindroidale ; mu- nita di tubercoli. Disco ampio, ondulato. Tentacoli piccoli, disposti in serie radiali. — Coloré pallido. — Dimensioni grandi. — Giacitura incerta. SPECIE DESCRITTE. — Echinactis Ti d, DT SN è con tubercoli d'una sola sorta, é i Mpddp ì) A . n dd Edi ovali + + + E-coerulea Q. & Gaim. EEA gp: con tubercoli di due sorta; in alto verruciformi, in basso aculeiformi . .. . E. papillosa Less. ANNOTAZIONI. — Le due specie sono troppo dissimili l’una dell’altra per poter venire accolte in un genere solo; io le conservo riunite ciò non pertanto, perchè la divisione generica non sarebbe fondata sopra dati irrefutabili di un esame qualsiasi ed introdurrebbe quindi senza ragione nomi nuovi. Basti aver accennato il fatto. — Il nome allude al complesso dei tubercoli della seconda specie (eytvos = riccio marino). Sp. Echinactis papillosa Less. Sinonimi. — Sarcophinanthus papillosus sp. n., Lesson 1830, vol. 2, part. 2, div. 2, p. 70, t. 8, f. 2. — Actinia papillosa Less., (Cribrina), Deshayes in Lam. 1837, p. 548. — Echinactis papillosa Less., Milne Edwards & Haime 1851, p. 9; Milne Edwards 1857, p. 277. DEscRIZIONE. — Forma. Base aderente, ampia, a lembo un poco ondulato. Colonna larga in basso, ristretta nel mezzo, e larga in alto ancora, tutta coperta di papille coniche e puntute, salvo nella parte superiore dove presenta invece dei (*) Echinactis papillosa Less. (da Lesson 1880, t. 8). — 284 — tubercoli emisferici. Disco ampio ondulato nel piano e nel contorno; distinto in sei lobi, coperto dovunque da tentacoli. Tentacoli numerosi, piccoli, conici, simili alle papille della colonna. Bocca cinta da sei tentacoli saldati insieme. — Colore bianco- paglierino sulla colonna; papille un poco brune; tubercoli, ed area corrispondente, bianchi; disco bruno-marrone scuro; tentacoli bruno-marrone ancor più scuro; bocca e labbro bianchi — Dimensioni molto grandi: altezza della colonna 0”,15; lar- ghezza 0",10; diametro discale 0",18. — Giacitura. Sugli scogli a poca profondità; in gruppi di varî individui. ANNOTAZIONI. — Mi nasce il dubbio che il cingolo o rilievo boccale, anzichè essere prodotto, come dice il Lesson, dall’aderenza o saldatura di sei tentacoli, sia una semplice estroflessione del faringe. Sp. Echinactis coerulea Q. & Gaim. Sivonim. — Actinia coerulea sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 157, t. 9, f. 2. — Actinia azurea Q. & Gaim., Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327. — Actinia coerulea, Deshayes in Lam. 1837, p. 546. — Echinactis coerulea Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 277. i DescRIZIOnE. —- Forma. Colonna cilindrica in basso e gibbosa in alto, tuber- colata. I tubercoli sono molto spiccati, hanno forma ovale in senso trasverso, e stanno disposti in serie verticali. Disco ampio, ondulato. Tentacoli piccoli numerosi. Sul disco vi sono dieci doppie file di piccoli tentacoli bruni che dai cicli tentacolari soliti vanno alla bocca. — Colore. Colonna gialla. Tentacoli cerulei all'apice; bocca gialla. — Dimensioni grandi. — Giacitura [non indicata). Anvorazioni. — La figura dei signori Quoy & Gaimard è discreta, ma lascia qualche cosa a desiderare rispetto ai tentacoli. — La specie non è da confondere con l’A. coerulea del Lesson; e forse appunto in questo senso venne proposta anche la variazione A. azurea del Blainville. Discosomidae incertae sedis. Dall’asserita disposizione seriale dei tentacoli si arguisce che la specie spetti senza dubbio alle Discosomidae; ma l’insufficiente descrizione non permette fissarne il posto o, eventualmente, determinarne l’identificazione. Sp. Stichodactyla Mertensii Br. Srvonim. — Stichodactyla Mertensii sp. n. (Polystemma), Brandt 1835, p. 16. Descrizione. — Forma. Colonna cilindrica, grande. Tentacoli assai numerosi, brevi, acuminati; disposti in serie longitudinali. — Colore. Colonna verde, verso l’alto con punti bianco-rosei. Tentacoli rosso-foschi alla base, bianchi nel fusto, oli- vacei all’apice. Peristoma olivaceo-pallido. — Dimensioni e Giacitura [non indicate). Discosomidae dubiae. In tutte le tre prime specie l'impressione generale della figura e della deseri- zione è che si tra ti di un Discosoma [e per vero di una forma affine alla D. molle — 285 — per la seconda (D. anemone), e di forme parenti col D. tapetum per le altre due); ma sempre tuttavia manca l’accenno del tratto saliente, cioè della disposizione radiale dei tentacoli. L'ultima specie è nello stesso caso. Sp. Discosoma fuegiensis Dana. Sinonimi. — Actinia Fuegiensis sp. n., Dana 1846, t. 3, f. 32. — Discosoma fuegiensis Dana, Milne Edwards 1857, p. 257, t. Ca, f. 2; Kol- liker 1865, p. 112. — Cereus fuegiensis Couth., Verrill 1868, p. 480. DEscRIZIONE. — Forma. Colonna subcilindrica, ristretta nel mezzo, liscia; lembo ondulato. Tentacoli sparsi, distanti, turgidi, entacmei, dalla forma d'un grano di frumento. — Colore. Colonna aranciata scura con linee trasversali brune; disco aran- ciato, vivo; tentacoli verdi erba; bocca aranciata pallida. — Dimensioni Disco largo 0,05; tentacoli lunghi 0”,004. — Giacitura. Su li scogli. Anxorazioni. — Dalla figura e dalla descrizione non si può decidere con cer- tezza se la specie appartenga proprio alle Discosomidae; tuttavia puossi già asserire che col gen. Cereus del Milne Edwards ha nulla di comune {manca di verruche] e col gen. Sagartia del Gosse probabilmente nemmeno [non vi si verificano pori, nè aconzî). — Per disgrazia la decisione non è possibile in alcun modo, perchè gli esemplari originali sono andati smarriti e il Verrill li cercò indarno nelle Smithsonian Collections. Sp. Discosoma anemone Ell Sinonimi. — Actinia anemone (Sea anemones), Ellis 1767, t. 13, f. 4, 5; Ellis & Solander 1786, p. 6. — Hydra Anemone, Gmelin 1788-93, p. 3869. — Actinia Anemone, Lamouroux 1824, n. 4, t. 70, f. 5, 6; Rapp 1829, p. 60; Lamarck 1837, p. 543. Discosoma anemone, Duchassaing 1850, p. 9; Milne Edwards 1857, p. 257; Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6, f. 2, 3; Duch. & Michelotti 1866, p. 122. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna breve, con margine tubercolato, senza pori. Disco rotondo con sei lobi regolari. Tentacoli piccoli, ottusi, radianti; in 14-15 cicli. Peristoma grande, nudo. — Colore: colonna giallo-bianca; tentacoli gialli o verdi, che cambiano colore da un momento all’altro. — Dimensioni: diametro discale quasi 0",04. — Giacitura. Nella sabbia. Annotazioni. — La figura dell’Ellis mostra il disco e la base ed è discreta; tuttavia non serve a rappresentare con evidenza i caratteri dell'animale. A ragione quindi il Milne Edwards non annovera tra le sue specie questa dell’Ellis e la cita solo dicendo: che forse appartiene al gen. Discosoma, come vi appartiene forse l’A. aster (pure dell’Ellis). Io l'avrei rigettata senz'altro se non mi fossero venute in sussi- dio la descrizione e la figura del Duchassaing 1860, che la rendono almeno possibile. Sp. Discosoma helianthus Ell Sinonimi. — Actinia helianthus sp. n., Ellis 1767, p. 486, t. 13, f. 6, 7; Ellis & Solander 1786, p. 6. — Hydra helianthus Ell., Gmelin 1788, p. 3869. — Actinia helianthus Ell., Lamouroux 1824, n. 5, t. 71, f. 1, 2; SOR Rapp 1829, p. 60; Brandt 1835 (Taractostephanus), p. 13; Lamarck 1837, p. 543. — Discosoma helianthus Ell., Milne Edwards 1857, p. 256. Discosoma helianthus Ell., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 122. DEscRIZIONE. — Forma. Colonna carnosa, ipocrateriforme. Disco rotondo. Ten- tacoli numerosi, acuminati. — Colore bianco-giallo-verdognolo con punti verde-scuri verso il sommo. — Dimensioni talora grandi quanto una mano, — Giacitura. Ora su scogli ora nella sabbia. AnnoTAZIONI. — L’'Ellis 1767 non dà descrizione dell’animale, [eccetto forse l’espressivo nome «sea-sun-flower »] e le due figure, rappresentanti base e disco, furono come osserva il Rapp, tolte anch'esse da esemplari coartati, conservati, nell’alcool. Pure la specie venne sempre ammessa e passò attraverso tutti i compilatori. — Da Duchassaing & Mich. si hanno alcune altre notizie, ma insufficienti; essi dicono che il D. helianthus differisce del D. anemone forse solo nel diverso grado di espan- sione. — Come si vede l'incertezza è completa. [Vedi pag. 269]. Sp. Discosoma album Forsk. SinonIiMI. — Priapus albus sp. n., Forskàl 1775, Descript. p. 101. — Actinia alba, Gmelin 1788-93, p.. 3134; Bruguière 1789, n. 15; Blainville 1830, p. 292, 293; Blainville 1834, p. 325, 327; Lamark 1837, p. 542. — Di- scosoma albus Forsk., Milne Edwards 1857, p. 256. Discosoma album M. Edw., Haeckel 1875, p. 44, frontsp. f. 1. DescRIZIONE. — Forma. Colonna gelatinosa, pellucida. Tentacoli brevi, papilli- formi oblunghi, remoti, sparsi su tutto il disco. — Colore bianco-ialino; sulla colonna rigato di scuro in senso longitudinale. — Dimensioni: appena 0",025. — Giaci- tura. Sulle pietre. Subfam. AURELIANIDAE Capnea (pars), Gosse 1860, Studer 1878, Andres 1880. Forma. Base aderente. Colonna obconica, non tubercolosa, nè perforata. Ten- tacoli disposti in serie radiali più o meno numerose e spiccate; non semplici, ma rigonfiati all'apice e sul lato interno (o solo all'apice) da capocchie ora sferiche semplici, ora sferiche geminate, ora lanceolate — Colore giallo-rosso. — Dimensioni mediocri. — Giacitura. Nella sabbia e sulle roccie. Aurelianidae certae; colonna liscia, non tubercolata, serie radiali dei ten- LACO MUTTER ARR OO Aureliania Gos., 4. heerocera Thomp., A. re- galis n. n. Aurelianidae dubiae; colonna tubercolata S le serie radiali dei tentacoli sono tutte eguali. . . . +. 4 A. elegans Duch.3 le serie sono di tre ordini diversi ...........+.. A. oseulifera Les. x Questa famiglia è intermedia fra le Discosomidae e le Thalassanthidae, a > — 287 — Gen. Aureliania Gosse. Corynactis (pars), Thompson 1853. Aureliania, Gosse 1860, Andres 1880. CARATTERI. — Forma. Base aderente, ampia. Colonna obconica , liscia con minuti succiatoi; secernente un rivestimento membranaceo chitinoide (?}. Margine rilevato grosso ; collare a fossa. Tentacoli nu- Fig. 52. (*) merosi, disposti in serie radiali isomere (cia- scuno di due tentacoli) e nello stesso tempo formanti quattro cicli circolari; ognuno dei cicli ha tentacoli diversi; la forma generale dei medesimi è bitorzoluta, tubercolo-capitata, biloba, lanceolata. Peristoma concavo, radiato- solcato.—Colore giallo-aranciato-vermiglio.— Dimensioni mediocri, talora quasi grandi. — Giacitura. Nella sabbia [e sulle roccie?). SPECIE DESCRITTE. — Aurelianiae con tentacoli bilobi per lo più nel senso CILCOlATEMACIMAISCOR IE A. heterocera Thomp. con tentacoli bilobi per lo più nel senso TadialegdelE discor-e-gea st Rete A. regalis n. n. Annotazioni. — Le due specie sono distinte in modo assai chiaro dalla forma dei tentacoli; mentre d’altro lato si rivelano affatto simili nella loro diposizione e nell’aspetto generale del corpo. — Il nome allude alla corona tentacolare che ha forma di diadema e che di conseguenza |? secondo il Gosse 1860, p. 287] ram- menta Aureliano, l’imperatore romano che « primus, apud Romanos, diadema capiti innexuit ». Sp. Aureliania heterocera Thomp. Simonimi. — Corynactis heterocera sp. n., Thompson 1853, p. 107. Corynactis heterocera Thomp., Gosse 1855, p. 28. Corynactis heterocera Thomp., Wright Perceval 1858, p. 123. Aureliania heterocera Thomp., Gosse 1860, p. 285, t. 9, f. 12. (2) Aureliania augusta sp. n., Gosse 1860, p. 283, t. 9, f. 11. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, più 0 meno ampia. Lembo più o meno ondulato. Colonna robusta cilindroide a pilastro, ma spesso strozzata sotto il margine ed emisferica o molto allargata in basso; liscia; ricoperta da un sottile rivestimento facilmente deciduo; consistente, compatta, coriacea. Margine grosso, rilevato, lieve- mente crenulato; collare stretto. Disco circolare, ampio, integro. Tentacoli numerosi (circa 120), quadricicli (? 28, 32, 28, 32), moniliformi, nodosi, variiformi, entacmei; brevi grossi; nel ciclo interno sono tubercolari, semplici, emisferici; nel secondo sono bilobi, cioè formati da due sferule adiacenti, appaiate in senso ortogonale al raggio; nel terzo sono quadrigemini, cioè composti di due paia simili a quelli del precedente, (*) Aureliania heterocera Thomp. (da Gosse 1860, t. 9). — 288 — dei quali l'esterno è sormontato da una punta; nel quarto risultano di un breve cilindro terminato da un rigonfiamento reniforme-lanceolato e protruso verso l’ile di questo in un tubercolo emisferico. Peristoma concavo radiato. Bocca a fessura. Fa- ringe molto protrusibile. — Colore. La colonna propriamente detta è bianca, pellucida; il rivestimento è giallo-albicocca. I tentacoli sono bianchi pellucidi: con sfumature rosee e punteggiature bianco-opache. Il peristoma è bianco-pellucido con raggi bianco- opachi. — Dimensioni. Diametro 0",025; altezza del pari. — Giacitura, Nella ghiaia di dragaggio; acqua profonda. VARIETÀ ANNOVERATE. — Io considero come varietà le due specie del Gosse: a lutea. — È la suddescritta e corrisponte all’A. heterocera s. s. di questo autore. 6 foenicea. — È identica con l'A. augusta dello stesso. Ha colonna cremi- sina a chiazzamenti pallidi ed intensi fra i quali traspare un fondo giallognolo; ten- tacoli bianco-rosei con apice bianco-opaco; peristoma cremisino; bocca cremisina intensa. — Nella descrizione del Gosse |descrizione di specie) si rileva inoltre che gli esemplari relativi hanno base molto ampia, colonna conica, tentacoli più nume- rosi che non nella lutea [cioè forse 42, 42, 42, 42]; dimensioni maggiori anch'esse (base 0,07, altezza 0,03, disco 0%,04); giacitura sulle roccie, in acqua poco profonda. ANNOTAZIONI. — La distinzione delle due specie come la vuole il Gosse a me non sembra giustificata da alcun carattere serio; perocchè ammessa l'identità di forma dei tentacoli le altre modalità si spiegano benissimo colla differenza di età. L’esemplare sul quale posa la specie A. augusta sembra essere uno stadio più adulto di quello della A. heterocera. Notisi che finora rimase l’unico osservato e che all’epoca della scoperta non venne esaminato dal Gosse istesso, ma da un amico suo. Sp. Aureliania regalis n. n. Sinonimi. — Aureliania augusta Gos., Andres 1880, p. 328. DESCRIZIONE (t. 10, f. 4-6). — Forma. Base aderente, assai larga, rotonda, irrego- lare. Colonna piuttosto tozza, conica in basso, cilindrica in alto; uniforme, liscia; car- nosa, non molto estensibile; secernente un muco abbondante che le forma guaina; assu- mente piccole pietruzze come la H. bellis. Margine rilevato, regolare, minutamente crenulato; con collare infossato profondo. Disco piccolo, piano. Tentacoli retrattili, numerosi (144), quadricicli (36, 36, 36, 36), esacmei, assai corti, moniliformi; sdraiati e diretti all’infuori; occupanti più che la metà periferica del disco. Rispetto alle mo- dalità della forma a monile i rigonfiamenti nei due cicli interni sono subeguali ton- deggianti, nei cicli esterni sono diseguali; cioè l’uno, il prossimale, è rotondo; l’altro, l’apicale, si prolunga in punta. Peristoma piano, liscio 0 appena striato dai raggi. Bocca rotonda, piccola, non prominente. Gonidii mancanti. — Colore. Base roseo- bianchiccia. Colonna aranciato-vermiglia con chiazzature biancastre. Tentacoli di colore indefinito gialliccio, trasparenti, con macchiettine e punteggiature opache; sopra sei segmenti il colore è più bianco e opaco, e di questi segmenti uno corri- sponde al gonidiale. Peristoma rosso vermiglio. Dei raggi gonidiali uno solo è indi- cato e cioè con una linea periferica-radiale bianca; questo raggio pare che sia il gonidulareo — Dimensioni piuttosto notevoli; diametro basale 0,09; altezza — 289 — 0",05; diametro discale 0%,05. — Giacitura. Nella sabbia; di solito fino al disco, ma talora protrudente con parte della colonna. VARIETÀ. — Della presente specie io esaminai tre individui; e di essi due coinci- devano colla descrizione surriferita, un terzo aveva peristoma punteggiato e corona tentacolare uniforme (cioè senza i sei raggi chiari). ANNOTAZIONI. — Allorchè menzionando questa specie nel Prodromo la identificai con l’A. augusta del Gosse, io non aveva prestata sufficiente attenzione alla forma dei tentacoli, che ne è molto diversa. Riconosciuta ora la diversità s°imposero neces- sarii l'istituzione di nuova specie ed il nome nuovo. — I tentacoli ponno essere più di 144: in un esemplare li trovai in 168 e cioè 42, 42, 42, 42 come nell’A. augusta del Gosse. Aurelianidae dubiae. Sp. Aureliania elegans Duch. Sinonimi. — Actinoporus elegans sp. n, Duchassaing 1850, p. 10; Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 6; Milne Edwards 1857, p. 277; Duch. & Michelotti 1866, p. 128. DESCRIZIONE. — Forma. Corpo cilindrico; tenta- coli brevissimi lanuginosi occupanti quasi tutto il disco; verruche (oscula) ordinate in molte serie. — Colore. Corpo cerulescente, tentacoli giallo-verdognoli. — Di- mensioni. Lunghezza 0,035. — Giacitura. Su li scogli. ANNOTAZIONI — La figura del Duchassaing è mediocre; e rappresenta l’animale espanso. Accanto ve n'è un’altra « fig. 5 » che sembra rappresentarlo contratto; ma l’autore la indica come Nemactis co- lorata. [Errore tipografico ?j. Il Milne Edwards non ammette la presente fra le sue specie, la menziona alla fine del genere data e dice che sembra appartenere al gen. Discosoma. Dalla figura pare che per il disco si assomigli molto alle aurelianie. Se veramente si dovesse aggregare alle medesime io ne farei un genere nuovo, il quale comprenderebbe forse anche la seguente (A. osculifera). Sp. Aureliania osculifera Les. Sivonim. — Actinia osculifera sp. n., Lesueur 1817, p. 175. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna breve, con varie serie di tubercoli perforati. Disco con 5 raggi principali di tubercoli, 5 secondari e 5 terziari; i tubercoli discali ingrandiscono dal centro alla periferia: cosicchè sul margine sono tentacoliformi; su ogni tubercolo sorgono delle piccole prominenze peduncolate. Bocca prominente. — Colore. Colonna terra d’umbra; disco con 5 linee gialle. — Dimensioni 0",04 (di altezza?).. — Giacitura. Vive in gruppi sulle roccie madreporiche. (*) Aureliania elegans Duch. (da Duchassaing & Mich. 1860, t. 77). Cie ANNOTAZIONI. — La presente specie riposa sulla descrizione del Lesueur, e manca tuttora di figura. Essa sembra formare un importante annello di congiunzione fra discosomide, aurelianide, fillactinide e forse talassiantide; ma sgraziatamente resta specie dubbia. Subfam. REODACTIDAE Phyllactininae (pars), Klunzinger 1877. Forma. — Base aderente. Colonna tozza. Disco ampio. Tentacoli di due sorta: conici e ramificati; quest'ultimi occupano una posizione intermedia sul disco o sono sparsi fra gli altri, non costituiscono mai un ciclo marginale nè un ciclo labiale. — Colore, Dimensioni e Giacitura. [Mancano dati precisi). Rhodactidae con tentacoli ramoso-palmati, lisci, che formano una zona intermedia fra tentacoli semplici marginali e tentacoli SIRIO ROLE Rbhodaetis M.Elw. — Rh. rho- dostoma Ehr. Rhodactidae con tentacoli ramoso-dendritici papillati, che sono sparsi : QUELLI RR Taractea n. n — 7. Danae Duch. RIOCACH ARENA O DIA RIE Rh. musciformis D. & Mich. La forma speciale dei tentacoli ramosi, nonchè la posizione da essi occupata distinguono nettamente queste due specie da ogni altra, sia pur dessa un’Oulactis, una Phyllactis, una Crambactis o qualunque altra più somigliante. Perciò l’istitu- zione d'una famiglia era necessaria. Gen. Rrhodactis M. Edw. Sinonimi. — Metridium (pars), Ehrenberg 1834. Actineria (pars), Deshayes in Lam. 1837. Rhodactis, Milne Edwards 1857, Klun- zinger 1877. CARATTERI. — orma. Base aderente. Colonna tozza, rigata per lungo. Margine cre- nulato. Disco ampio. Tentacoli di due sorta: i marginali ed i labiali sono semplici; gl’inter- medî sono palmati ed hanno la radice orlata da un cercine rilevato. — Colore a prevalenza verde. — Dimensioni piuttosto grandette. — Giacitura |non indicata). SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola; con i caratteri del genere . . RA. rhodostoma M. Edw. Annorazioni. — Il concetto del genere Metridium dell’Oken, come notai altrove, fu dall’Ehrenberg falsato; e perciò non è meraviglia se la presente specie vi trova posto. Più strano è invece che il Deshayes l’ascriva alle Actineriae. — Essa appar- tiene nè all’uno nè alle altre ed il Milne Edwards colse nel vero elevandola a genere nuovo. Pare che il nome sia solo una parafrasi del termine specifico. (*) Rhodactis rhodostoma M. Edw. (da Klunzinger 1877, t. 8). Sp. Rhodactis rhodostoma Ehr. Sinonimi. — Metridium rhodostomum H. & E., Ehrenberg 1834, p. 39. — Actineria rhodostoma Ebhr., Deshayes in Lam. 1837, p. 548. — Rhodacetis rhodostoma Ehr., Milne Edwards & Haime 1851, p. 12; Milne Edwards 1857, p. 293; Klunzinger 1877, p. 88, t. 8, f. 3. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna bassa, rigata per il lungo. Margine crenulato; ogni rilievo è acuminato. Disco ampio cosparso di tentacoli. Tentacoli vari: margi- nali folti, semplici, conici; discali in generale palmati o ramosi, einti ciascuno alla base da un vallo o infossatura circolare, i più interni di tutti sono semplici come i marginali e piccoli. — Colore. Colonna carneo-grigia; disco verde-oliva; tentacoli giallo-grigi; bocca rosa. — Dimensioni. Larghezza 0",075. — (Giacitura [non indicata]. ANNOTAZIONI. — Questa specie, come osserva anche il Klunzinger, è nota solo per la descrizione e la figura datane dall’ Ehrenberg. L’esemplare del medesimo andò perduto. Gen. Taractea n. n. SInoNIMI. — Qulactis (pars), Duchassaing & Michelotti 1860. CARATTERI. — Forma. Colonna tozza. Tentacoli di due sorta: cilindrici e dico- tomi insieme frammisti; i dicotomi sono bitorzoluti. — Colore, Dimensioni e Giuci- tura. [Non ancora ben indicati). SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola. Caratteri del genere .......... T. Danae Duch. ANNOTAZIONI. — (Per la giustificazione del nuovo genere veggansi le annotazioni della specie). Il nome accenna alla disposizione |apparentemente] irregolare dei ten- tacoli: (tapasso = perturbare). Sp. Taractea Danae Duck. Sinonimi. — Qulactis Danae sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 10. — Rhodactis Danae D. & M., Duch. & Michelotti 1866, p. 131. CARATTERI. — Forma. Colonna poco elevata. Tentacoli: alcuni cilindrici, lunghi quanto il diametro discale, molto adesivi, numerosi; altri dentritici, dicotomi con tubercoli o vescicole, subpedicellate, sparsi fra gli altri, scarsi (solo 5). — Colore. Tentacoli giallo-biancastri. — Dimensioni (non indicate). — Giacitura. Sulle madrepore. ANNOTAZIONI. — Di questa specie non esiste alcuna figura; la succitata essendo solo un leggiero schizzo d’uno dei tentacoli dentritici. Dall’insieme della descrizione sembra emergere che non si tratti punto di Oulactis, come vollero dapprima gli autori, ma di una forma affine alla Rhodactis precedente. Tuttavia, mentre in quella i tentacoli dentritici occupano un posto destinato, in questa sono sparsi qua e là fra i semplici. — Da ciò, nonchè dal diverso modo d’arborescenza dei tentacoli stessi e dai tubercoli posti sul loro decorso [il qual ultimo fatto trovasi anche nella Ragactis lucida), io fui indotto ad. istituire un nuovo genere. Il numero cinque di questi stessi tentacoli ricorda la Lebrunia [vedi Actiniaria ine. sedis|. Tuoi Rhodactidae dubiae. Sp. Rhodactis musciformis D. & Mich. Sinonimi. — Rodactis musciformis sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866, p. 132. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna corta. Tentacoli semplici, brevi; tentacoli ra- mosi, lunghi e numerosi, dicotomi, nodosi sotto ogni dicotomia. — olore. Colonna gialla; tentacoli del pari. — Dimensioni [non indicate). — Giacitura. Sulle pietre. ANNOTAZIONI. — Questa specie è molto orticante. — Pare che assomigli molto alla Taractaea Danae, la descrizione è però troppo incompleta per giudicarne. Subfam. PHYMANTHIDAE Phyllactinae (pars), Klunzinger 1877. Forma. — Base aderente, mediocre. Colonna più o meno tozza. Disco grande; munito d’appendici di due sorta: fronde, che sono esterne, grandi, coniche, tuberco- lifere o pinnate; tentacoli, che sono interni, piccoli, papilliformi, semplici. — Colore in generale brillante e variegato. — Dimensioni piuttosto piccole. — Giacitura. Nella sabbia e sulle pietre. Phymanthidae certae ; aventi bocca semplice usuale . ....... Phymanthus M. Edw. — Ph. loligo Ehr., Ph. cruciferus Les. Phymanthidae incertae sedis; aventi bocca protrusa in un prolun- PAMENLONCIIMATICONITAN OS TALO NN e Ie Triaetis Klunz. — 7. producta Klunz. Questa famiglia viene da me istituita precisamente per il Phymanthus loligo, il quale di certo non può essere affratellato con i generi Actinodendron, Actineria e Sarcophianthus, come vuole il Milne Edwards; nè confuso con le Phyllactinae, se- condo il concetto del Klunzinger. Con quest'ultime esso ha di certo una notevole affinità, ma non conviene fondervelo perchè segna un grado di passaggio anche con le Aurelianidae. — La distinzione fra tentacoli e fronde è poco marcata; e si è in procinto di chiamare tutte le appendici con un egual nome, o tentacoli o fronde. Gen. Phymanthus M. Edw. SIinoNIMI. — Actinia (pars), Lesueur 1817. Actinodendron (pars), Ehrenberg 1834. Phymanthus, Milne Edwards 1857. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, me- diocre. Colonna tozza. Disco ampio. Margine tuber- colato. Tentacoli esterni grandi, conici, tubercoliferi o pinnati; interni piccoli, papilliformi. — Colore in generale chiaro a tinte vivaci. — Dimensioni e Giacitura [vedi caratteri della subfamiglia). SPECIE DESCRITTE. — Phymanthus con tentacoli pinnati policieli ..... Ph. loligo Ehr. con tentacoli tubercoliferi monocicli. . Ph. cruciferus Les. (*) Phymanthus loligo Ehr. (da Klunzinger 1877, t, 6). dela ed00tne Anvorazioni. — L’Ehrenberg descrivendo il Ph. loligo usa il nome generico Actinodendron, e osservando che forse lo usa impropriamente e che meglio sarebbe creare un vocabolo nuovo, propone Loligina. Il Milne Edwards non tenne conto della proposta ed introdusse la parola Phymanthus [pdua = tuberosità; per le papille del disco. A me pare superfiuo il correggere. Sp. Phymanthus loligo Ehr. Sinonimi. — Actinodendron Loligo H. & E., Ehrenberg 1834, p. 4l; Deshayes in Lam. 1837, p. 549. — Phymanthus loligo Ehr., Milne Edwards & Haime 1851, p. 11; Milne Edwards 1857, p. 297. Phymanthus loligo Ehr., Klunzinger 1877, p. 87, t. 6, f. 7,t.7,f.3. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna ora elevata, ora tozza. Disco ampio, cosparso di tentacoli all’interno e di fronde all’esterno. Queste sono coniche tubercolifere cioè portanti ai due lati sulla faccia interna speciali prominenze a forma di tubercolo, le quali però talora possono essere tanto sviluppate da dare alla fronda un aspetto pinnato. I tentacoli sono papilliformi, e di essi i centrali sono papille piccole e semplici, i periferici fanno passaggio alle fronde e sono papille composte. — Colore. Colonna pallida con striscie rossiccie, ovvero rosssigna con striscie bian- chiccie, verso l’alto grigio-azzurre; fronde grigio-azzurre con sfumature gialle o verdi o bianche verso la faccia interna e verso le prominenze; tentacoli verdognoli; talora una linea zig-zag separa i due ordini. — Dimensioni: 0",01 altezza della colonna; 0,018 larghezza del disco. — Giacitura. Nella sabbia. ANNOTAZIONI. — Delle due figure date dal Klunzinger la seconda (t. 7, £. 3) è x tolta dai disegni inediti dell’Ehrenberg, la prima è eseguita dal vero. Fra l’una e l’altra vi è un certo divario. In quella dell’Ehrenberg le fronde sono coniche tuber- colifere, ed il peristoma porta numerose papille uniformi; in quella del Klunzinger invece le fronde sono pinnate; il peristoma ha papille interne sparse, piccole, ed un ciclo di papille periferiche grandi, rosacee; inoltre la colonna porta varie serie di tubercoli, le quali non arrivano sino al lembo ed alternano con le fronde marginali. Sp. Phymanthus cruciferus Les. Sinonimi. — Actinia crucifera sp.n., Lesueur 1817, p. 174. DescRIZIONE. — Forma. Colonna molle, poco contrattile. Margine tubercolato, a tubercoli pervii. Disco ampio, riflesso; verso il centro è tubercolato. Tentacoli acu- minati, lisci, monocieli, numerosi, marginali, forniti di tubercoli trasversi, dei quali i radiali sono talora bilobi. — Colore. Disco giallo, che digrada in bianco verso il margine, in verde verso il centro; tentacoli bruno-rossi coi tubercoli trasversi bian- chi. — Dimensioni. 0%,06. — Giacitura. Sulle pietre, fra le piante marine. ANNOTAZIONI. — La specie si ammette soltanto sulla fede del Lesueur; manca di figura. i — 204 — Gen. Triactis Klunz. Sinonimi. — Triaetis, Klunzinger 1877. CARATTERI. — Forma. Base aderente. Colonna non molto tozza, striata per lungo. Disco ampio. Tentacoli esterni grossi, ramificati; interni bottoniformi, decrescenti verso il centro. Bocca protrusa in una tromba retrattile caliciforme, frangiata. — Colore, Dimensioni e Giacitura [vedasi descrizione della specie). SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola .. ... T. producta Klunz. ANNOTAZIONI. — Forse il genere si dovrà fondere con Phymanthus perchè, ad eccezione della tromba, tutto il resto de’ suoi caratteri vi corrisponde. Per il momento è meglio tut- tavia di conservarlo. Sp. Triactis producta Klunz. Sinonimi. — Triactis producta sp. n. Klunzinger 1877, p. 85, t. 6, f. 8. DescRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna elevata caliciforme, striata per il lungo. Disco ampio costituito da due parti: una piano-concava, periferica, della forma solita, sparsa tutta di tentacoli; una centrale molto prominente, munita solo d’un ciclo di tentacoli. Tentacoli della porzione periferica sono di due sorta: mar- ginali, grossi ramificati, di grandezza diversa; discali, bottoniformi, in varie righe, decrescenti in grandezza verso l’interno. I tentacoli della porzione centrale promi- nente sono semplici, filiformi. — Colore generale bruno-oscuro; verso il margine striato, verso il lembo più chiaro; ramificazioni e bottoni dei tentacoli più chiari anch'essi; tentacoli filiformi id. — Dimensioni. Lunghezza 0%,006. — Giacitura. Sulle pietre e sui coralli. Rara. ANNOTAZIONI. — Di questo interessante animale non si possiede per ora alcun esemplare. Il Klunzinger nota che al piede di alcuni individui si trovavano spesso corpicciuoli simili alla parte centrale del peristoma, benchè aventi minor numero di tentacoli; e che quindi questa parte si può considerare come una gemma. In tal caso parmi che si ripeterebbe quivi press’ a poco il caso della Goniactinia prolifera del Sars. — Egli osserva altresì che questa parte è facilmente retrattile e può venire totalmente nascosta nell’interno. Allora più che una gemma sarebbe un vero organo speciale; forse paragonabile alla concula o proboscide delle Siphonactidae. Dopo tutto potrebbe anche essere non altro se non il faringe enormemente protruso. — Comunque sia, o gemma o concula o faringe, essa richiede più che mai una nuova e dettagliata investigazione. — È evidente che, tolta questa problematica porzione centrale, il disco rassomiglia molto a quello dei Phymanthus. Subfam. PHYLLACTIDAE Phyllactinae (pars), Verrill 1868, Klunzinger 1877. Forma. — Base aderente. Colonna più o meno tozza od elevata; ora liscia, ora tubercolata. Disco ampio o mediocre; verso il centro munito di tentacoli, verso la (*) Triactis producta Klunz. (da Klunzinger 1877, t. 6). periferia di fronde. I tentacoli sono semplici, subulati; le fronde hanno per lo più aspetto fogliaceo. — Colore vario, con predominanza del verde nelle fronde. — Di- mensioni piuttosto grandette. — Giacitura per lo più nella sabbia. Phyllactidae con fronde fogliacee piuttosto numerose e subeguali COIOUNANISOA MESI e Phyllacetis M.Edw.— Ph.prae- texta Dana., Ph.cichoracea Haeck. (COIONNANTUOEECO LIA MA O e e ee Gulactis M. Eldw. — 0 concin- nata Dana., 0. foliosa n. n., 0. mu- scosa Dana., 0. formosa Duch. con fronde pure numerose ma non tutte fogliacee; di- sposte in serie radiali di sviluppo diverso . . . .Asteractis Verr. — A. Bradleyi Verr. con fronde scarse, molto grandi, laciniate solo al vertice. Lophaetis Verr. — L. radiata Duch., L. ornata Verr. Questa famiglia comprende forme abbastanza caratteristiche ed affini. Dapper- tutto vi si riscontra tuttavia l’incertezza causata dalle incomplete descrizioni delle specie. Sufficientemente sicuri sono i primi due generi; meno certi riescono gli ul- timi. Il gen. Phyllactis per mezzo delle Phymanthidae si collega con le Aurelianide. Il gen. Lophactis accenna invece alle Sarcophinanthinae. D'altra parte se si omolo- gizzano le fronde con gli acroragi d’altre famiglie il gen. Oulactis fa passaggio alle Aulactiniae. Gen. Phyllactis M. Edw. Sinonimi. —- Metridium (pars), Dana 1849, Phyllactis, Milne Edwards 1857. CARATTERI. — forma. Base aderente. Colonna. elevata, liscia o leggermente solcata per lungo, non mai tubercolata o verrucosa. Disco mediocre, mu- nito di tentacoli all’interno e di fronde alla periferia. —- Colore [mancano i dati). — Dimensioni. Piuttosto grandi. — Giacitura. Nella sabbia e sulle pietre. SPECIE DESCRITTE. — Phyllactis con fronde quercifolie, circa 50... Ph. praeterti Dana. con fronde cicoracee, circa 80. ... Ph. cichoracea Haeck. ANNOTAZIONI. —- Il genere è per sè stesso bene caratterizzato; ma le due specie compresevi lo sono meno bene e forse dovranno fondersi in una sola. — La denominazione Metridium era affatto impropria, massime dopo la confusione fattane dall’Ehrenberg. Il nuovo nome allude alla forma fogliacea delle fronde [ov}}cvy = foglia). Sp. Phyllactis praetexta Dana. Sinonimi. — Metridium praetextum sp.n., Dana 1849, p. 150, t. 5, {.39. — Phyllactis praetexta Dana, Milne Edwards & Haime 1851, p. 12; Milne Ed- wards 1857, p. 291, t. C2, f. 1. (*) Phyllaclis praelerta Dana (da Dana 1849, t. 5). — 296 — DESCRIZIONE. --- Forma. Base aderente. Lembo suberenulato. Colonna cilindrica, elevata, liscia. Disco mediocre. Fronde numerose, circa 50, esterne, spatolate e lo- bate, simili a foglie di quercia; ciascuna ha la superficie superiore quasi piatta, qua e là infossata da piccoli orifici tubulari; e la superficie inferiore convessa e co- sparsa da piccoli tubercoletti che sembrano corrispondere ai pori del dissopra. Ten- tacoli subulati, lunghi, bicicli, interni. — Colore. Colonna rosso-carnea con linee verticali di punti rossi. Fronde bruno-olivacee. — Dimensioni grandi: altezza 0”,10 e più. — Giacitura, Sulle pietre nella sabbia. AnnoTAzIONI. — Le figure del Dana, delle quali una è riprodotta dal Milne Edwards, sono molto belle; tuttavia non vi sì rileva quale possa essere il vero rap- porto di posizione fra le fronde ed i tentacoli. Sp. Pyllactis cichoracea Haeck. Sinonimi. — Phyllactis cichoracea M. Edw., Haeckel 1875, p. 44, frontisp. f. 3. Phyllactis cichoracea Haeck., Klunzinger 1877, p. 85. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna elevata, cilindrica, liscia. Disco mediocre. Fronde lunghe, cicoriacee, non molto numerose (circa 30), esterne. Tenta- coli brevi conici, interni. — Colore, Dimensioni e Giacitura [non indicati; dalla figura si arguisce un'altezza di 0%,10). ANNOTAZIONI. — È curioso (come nota già il Klunzinger) che l’Haeckel attri- buisca al Milne Edwards la paternità del vocabolo specifico senza accorgersi d’es- serne egli stesso l’inventore. Forse ciò indica che nella mente sua la specie presente era identica con quella |unica) del Milne Edwards e che solo per lapsus calami ado- però nome diverso. Quando così fosse le due Phyllactis fonderebbero in una; nè i loro caratteri lo impedirebbero. La figura dell’Haeckel mostra disco e lato; vi si vede che fronde e tentacoli sono affatto contigui. Gen. Qulactis M. Edw. Sinonimi. — Actinia (pars), Lesueur 1817. Metridium (pars), Dana 1849. Actinostella, Duchassaing 1850. Oulactis, Milne Edwards & Haime 1851, Milne Edwards 1857, Duchassaing & Michelotti 1860, Ver- rill 1868. CARATTERI. — Forma. Base aderente. Colonna più o meno elevata e tozza; non liscia, ma in tutto od in parte coperta da tubercoli. Disco mediocre con ten- tacoli verso il centro e fronde verso la periferia. — Colore vario; in generale or qua or là verdogno- i lo — Dimensioni varie. — (Giacitura. Di solito nella sabbia. *) Oulactis concinnata Dana (liberamente da Dana 1849, t. 5). LE VE pitanttcà di saint ratti — 297 — SPECIE DESCRITTE. — Oulactis con tentacoli lunghi e fronde lunghette, laciniate . < ......0.... O. concinnata Dana. e fronde brevi, lanugginose. ............ O. foliosa n. n. Oulactis con tentacoli mediocri, fronde brevi i tentacoli sono monocicli. . . ..... *...» + 0. muscosa Dana. INIONbACOLMI SODO Eniorelie R MITO 0. formosa Duch. ANNOTAZIONI. — Il genere è molto naturale; ma sgraziatamente tutte le specie, che lo costituiscono, vennero descritte în modo imperfetto, così che di nessuna si co- nosce con precisione il numero dei tentacoli o quello delle fronde, ovvero la posi- zione loro reciproca, o il numero delle serie radiali, ecc. Da ciò ne viene che anche la delimitazione d’ognuna risente una superficialità ed un artificio che non sono proprî dell'insieme. Il nome indica l'aspetto delle fronde prese insieme [cvAos = crospato]. Sp. Qulactis concinnata Dana. Sinonimi. — Metridium concinnatum sp. n., Dana 1849, p. 152, t. 5, f. 40,41. — Qulactis concinnata Dana, Milne Edwards 1857, p. 292. Oulactis concinnata M. Edw. H., Vervill 1868, p. 463. DescRIZIONE. — Forma. Colonna bassa e larga, ristretta nel mezzo; coperta da tubercoli succianti, ai quali aderiscono frammenti diversi. Disco ampio, fortemente raggiato, ondulato. Tentacoli forti lunghi, subulati, subtriangolari, nella faccia in- feriore leggermente concavi. Fronde foliacee, laciniate. — Colore. Colonna vcraceo-oliva con succiatoi verdi-oliva. Disco purpureo. Tentacoli ocracei-oliva pallidi con righe pallide purpuree. Fronde varie: tre bianche alternano con una bruna. — Dimen- sioni: Colonna lunghezza 0,10; larghezza 0%,05; tentacoli lunghi 0%,012; fronde lunghe 0”,012. — Giacitura. Nella sabbia fino ai tentacoli. AnwnoTAZIONI. — La figura del Dana è molto bella. Sp. Qulactis foliosa n. n. Sinonimi. — Qulactis flosculifera Les., Milne Edwards 1857, p. 292. Oulactis flosculifera Les., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7. f. 7, 11; Duch. & Michelotti 1866, p. 129. Qulaetis conquilega sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 7. DEscRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica; nella parte superiore munita di serie verticali di tubercoli-ventose, che si tengono aderenti pietre o con- chiglie. Disco ampio. Tentacoli semplici 48, subulati, lunghi, interni. Fronde com- poste multifide, brevi, lanugginose. I primi stanno attorno alla bocca; le seconde sul margine; fra gli uni e le altre vi è una zona nuda. — Colore. Colonna verde a zone longitudinali chiare e scure; disco verdastro; tentacoli giallo-chiari. — Dimensioni. Altezza 0",06; diametro 0”,06; tentacoli interni 0",015. — Giacitura. Nella sabbia. Annorazioni. — La figura dei signori Duchassaing & Michelotti ricorda molto le Oulactis del Dana. La specie conquilega è forse solo un errore tipografico od un svista degli autori. Nel testo essa non viene menzionata di certo; e soltanto la si trova nella spiegazione delle tavole, dove però le corrisponde la figura 7, che è quella altrove citata sempre per lO. flosculifera. L’A. flosculifera del Lesueur {Evactis flosculifera, p.244|è tutt'altra cosa, a giudicarne dalla descrizione ; perciò io quì cambiai il nome. 85 298 — Sp. Oulactis formosa Duch. Sinonimi. — Actinostella formosa sp. n., Duchassaing 1850, p. 10; Milne Edwards 1857, p.273. — Qulactis formosa sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860; Duch. & Michelotti 1866, p. 129. i DESCRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica con serie verticali di tubercoli. Disco quasi lobato. Tentacoli mediocri; disposti in serie unica attorno alla bocca; cilin- drici. Fronde brevi, lanugginose; occupanti il resto del disco, e quattro volte più brevi del suo diametro. — Colore. Colonna rosea. Tentacoli verdastri. — Dimensioni e Giacitura. {Non indicate). ANNOTAZIONI. — Fra la descrizione del 1850 e quella del 1860 il Duchassaing lascia incorrere qualche divario: le fronde, p. es., in un caso sono cicoracee, nell’altro lanugginose. La figura del 1860 è meschina. Poco lontano gliene sta un’altra (fig. 4) che parmi appartenere alla stessa specie, e che tuttavia nella spiegazione delle tavole viene indicata quale Nemactis. Sp. Qulactis muscosa Dana. Sinonimi. — Metridium muscosum sp. n., Dana 1849, p. 153, t. 5, f. 42. — Oulactis muscosa Dana, Milne Edwards & Haine 1851, p. 12; Milne Edwards 1857, p. 292. CARATTERI. — Forma. Base aderente. Colonna molto corta, quasi totalmente coperta da tubercoli prominenti. Fronde foliacee, brevi, esterne. Tentacoli mediocri, subulati, tricicli. — Colore. Colonna giallo-verdastra con i tubercoli purpureo-bruni. Fronde [non indicate). Tentacoli giallo-verdastri, nel ciclo mediano annellati di chiaro e scuro. Peristoma bruno-purpureo con striscie minute. Bocca verde brillante. Fa- ringe vermiglia. — Dimensioni. (Non date). — Giacitura. Quasi intieramente sotto la sabbia. Gen. Asteractis Ver. SinonIMi. — Asteractis Verrill 1868. CARATTERI. — Forma. Colonna variiforme, papillosa in alto. Disco ampio, mu- nito di tentacoli nell’interno e di fronde alla periferia. Queste ultime costituiscono serie radiali di diverso sviluppo : principali, secondarie e terziarie, secondo se si esten- dono molto o poco sul disco; verso il centro sono piccole papille e crescono man mano verso la periferia, dove sono grandi e lobate. — Colore, Dimensioni e Giacitura. [Veggasi la specie). SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola con i caratteri generici . . ...... 4% A. Bradleyi Verr. ANNOTAZIONI. — Io non avrei sentita, come il Verrill, la necessità di un genere nuovo e avrei annoverata semplicemente la specie fra le Oulactis. Il nome rivela la forma stellare del peristoma. ; Sp. Asteractis Bradleyi Verr. SinonIMI. — Asteractis Bradleyi sp. n., Verrill 1868, p. 465. DescRIZIONE. — Forma. Colonna tozza, caliciforme od a vaso o cilindrica; ru- gosa di traverso; papillosa nella parte superiore. Disco ampio. Tentacoli 48, tricicli, A di — 299 — snelli, acuminati. Fronde disposte in 48 serie radiali; le 12 principali vanno dal margine ai tentacoli principali, le 12 intermedie arrivano a metà strada; le restanti 24 solo ad un quarto. Ogni fronda è papilliforme; verso il centro, e man mano che si trova alla periferia, si fa più e più grandicella, sinchè le esterne costituiscono appen- dici lobate cinque o sei volte, e danno al margine l’aspetto dentato. — Colore. Co- lonna bianca. Tentacoli bianco-rossicci con punteggiature candide ; gl’interni più scuri, i medi meno, gli esterni bianchi. — Dimensioni. Colonna lunghezza 0",016; dia- metro discale 0",025. — Giacitura. Non molto profonda sugli scogli. ANNOTAZIONI. — Il Verrill descrisse la specie da preparati alcoolici e dietro un disegno inedito [di F. H. Bradley?]; ed aggiunge che la figura mostra sul disco certe macchie scure le quali non si possono spiegare. Forse sono pori [ed allora la spe- cie sarebbe sotto questo rapporto affine con l’Orinia del Duchassaing). — La specie è dedicata allo scopritore. Gen. Lophactis Ver. Sinonimi. — Qulactis (pars), Duchassaing & Michelotti 1860. Lophactis, Verrill 1868. CararTERI. — Forma. Base aderente. Colonna finamente papillosa. Disco ampio munito di tentacoli all’interno e di fronde all’esterno. Queste sono poco numerose, ma molto srandi; ed hanno lacinie solo sul vertice.— Dimensioni. Piuttosto piccole. — Colore e Giacitura. [Tuttora incerti). SPECIE DESCRITTE. — Lophactis con fronde cilindroidali, isolate . ....... L. radiata Duch. con fronde riunite da una membrana... .. L. ornata Verr. ANNOTAZIONI. — Il genere non è molto sicuro; perchè tanto l’una specie che l’altra lasciano molto a desiderare nella chiarezza delle rispettive descrizioni. Il nome si riferisce alla posizione delle lacinie sulle fronde [Xopos = cresta, vertice]. Sp. Lophactis radiata Duch. Sinonimi. — Qulactis radiata sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 9; Duch. & Michelotti 1866, p. 129. DescRIZIONE. — Forma. Base larga aderente. Colonna elevata, verrucosa. Disco ampio. Tentacoli semplici, conico-subulati, abbondanti, interni. Fronde grosse, cilin- driche appiattite, cicoriacee solo all’apice, esterne. — Colore. Colonna... ?. Tentacoli annellati di giallo e bianco. — Dimensioni. Altezza da 0%,03 a 0%,06. — Giacitura. {Non indicata). AnnorazIoNI. — Dalla figura la colonna non appare verrucosa, ma liscia [ciò si accorda forse col «finamente papillosa» dell’altra specie). — La forma delle fronde aveva già fin d’allora fatto insorgere negli autori il pensiero che la specie non potesse (*) Zophaclis radiata Duch. (da Duch. & Michelotti 1860, t. 7). — 300 — convenire al genere Oulactis; e che dovesse costituire un genere nuovo. Attualmente l’aggregherebbero di certo alle Lophactis. Sp. Lophactis ornata Verr. Sinonimi. — Lophactis ornata sp. n., Verrill 1868, p. 464. DescRIZIONE. — Forma. Colonna clavata, finamente papillosa o finamente rugosa; coriacea; rivestita da uno strato epidermale, sottile, inseparabile. Disco largo. Ten- tacoli 96, semplici, lunghi; con apice largo segnato da dieci solchi; quadri o quin- quecicli. Fronde 12, grandi, riunite internamente da una membrana che le separa dai tentacoli; ornate sulla cresta da una frangia pieghettata e intagliata; e munite al dissotto di pieghe muscolari robuste. — Colore. [Non indicato]. — Dimensioni. Colonna altezza 0",038; diametro discale 0",025; tentacoli lunghi 0",008; fronde lunghe 0”,012. — Giacitura. [Non indicata). ANNOTAZIONI. — La specie fu creata e descritta su preparati alcoolici. Subfam. CRAMBACTIDAE Phyllactinae (pars), Haeckel 1875, Klunzinger 1877. Forma. BaseJaderente. Colonna tozza, talora discoidale; qualche volta tubercolata. Disco ampio, munito di tentacoli al margine e di fronde nell’interno. Queste in alcuni casi sono piccole, papillari, in altri fogliacee.— Colore, Dimensioni e Giacitura.[Varii]. Crambactidae con fronde piccole non foliacee . ..........s»Acetinothrix D. & Mich. — A. verruculata Klunz., A. Saneli Tho- mae Duch. Consirondeforandittoliacee eis Se RO Crambactis Haeck. — 0. ara- bica Haeck. Ml raggruppamento di queste tre forme non è molto naturale; giacchè fra le prime due e la terza esiste soverchia differenza. La seconda pare in certo modo che le colleghi ma è per sè stessa non troppo sicuramente descritta. — Fuor di dubbio è questo: che l’A. verruculatus sembra attaccarsi alle Phymanthidae e che la C. arabica riproduce una delle Phyllactidae con l’ordine tentacolare rovesciato. Gen. Aetinothrix D. & Mich. Sinonimi — Actinothrix, Duchassaing & Michelotti 1860. Heteranthus, Klunzinger 1877. Fig. 60. (*) CARATTERI. — l’orma. Base aderente. Colonna tozza, verrucosa [sempre?]. Disco ampio con tenta- coli al margine e fronde all’interno. Queste sono pic- cole, poco sviluppate, non foliacee. — Colore pallido con sfumature azzurrognole e verdi. — Dimensioni poco notevoli. — Giacitura varia; su alghe, madre- _ pore, ecc. ; (*) Actinothriv verruculata Klunz. (da Klunzinger 1877, t. 5). da ne PAAPIARTUAZAZAT — 301 — SPECIE DESCRITTE. — Actinothrici con fronde numerose, seriali, papilliformi. A. verruedata Klunz. con fronde scarse, disperse, rosacee, decre- scenti col procedere verso il centro . A. Suneti Thomae Duch. Annotazioni. — Le due specie sono simili; ma pur sempre lasciano trasparire che sono ravvicinate da un certo artificio. Dei due nomi generici originari, Acti- nothrix e Heteranthus, conservo il primo perchè, oltre al suo diritto di priorità, è fondato sopra una specie che esprime bene il carattere della famiglia cui lo aggrego. È pur vero altresì, che invano vi si cerca un significato [905 = filo; e non vi sono tentacoli filiformi!|. Sp. Actinotbrix verruculata Klunz. Sinonimi. — Heteranthus verruculatus sp. n., Klunzinger 1877, p. 84, RD DescRIZIONE. — Forma. Colonna tozza, allargata in alto; coperta da tubercoli [verruche?] specialmente nella parte superiore; che si fanno più grandi verso il mar- gine. Il margine stesso porta prolungamenti o tubercoli multipapillati (grappoliformi). Disco ampio, concavo. Appendici di due sorta: un cielo esterno marginale di tenta- coli lunghi digitiformi; e numerose fronde papilliformi, disposte a serie radiari sul resto del disco. Le serie sono distinte in principali e secondarie alternanti. Peristoma molto piccolo. Bocca con due prominenze [gonidî].. — Colore. Colonna verde-chiara, rigata d’oscuro; ovvero bhianchiccia, superiormente grigio-azzurra. Tubercoli margi- nali bianchiccio-gialli o verdi. Tentacoli bianchiccio-violetti annellati di bruno, gialli o verdi all’apice. Disco verde-scuro o bruno con macchie bianche. Bocca gialla o verde. — Dmensioni: 02,025 larghezza; 0%,015 altezza. — Giacitura. Sui ceppi d’erba marina, tra le pietre e i crepacci. Avvorazioni. — La figura del Klunzinger è meschina; tuttavia mostra chiara- mente che la specie ha innegabile somiglianza col Phymanthus loligo, purchè a questo si tolgano i tubercoli o le pinne dei tentacoli esterni. Sp. Actinothrix Sancti Thomae Duck. Sivonim — Actinothrix Sancti Thomae sp. n., Duchassaing & Miche- lotti 1860, t. 7, f. 2; Duch. & Michelotti 1866, p. 128. Descrizione. — Forma. Base mediocre, piatta, aderente. Colonna tozza breve. Disco ampio, fornito al margine di tentacoli, nell’interno di fronde. I tentacoli sono marginali, brevi, cilindrici, numerosi (circa 130). Le fronde sono discali, scarse; verso il centro piccole, tubercoliformi, bilobe, e, man mano complicandosi, verso la periferia sono quadri-quinquelobate e grandi. — Colore. Al sommo della colonna è turchino, al piede è giallo. — Dimensioni. Diametro discale 0",04; altezza della colonna 0%,01. — Giacitura. Sulle madrepore. Anvorazioni. — La figura è assai meschina: essa mostra il disco e lascia rile- vare pressa poco il rapporto suaccennato di tentacoli e di fronde. Gli autori 08- servano che il loro genere Actinothrix differisce dal gen. Rhodactis per la semplicità delle appendici centrali e per la disposizione dei tentacoli intermedî. Io da parte mia noto che questa loro asserzione è quasi inintelligibile, e che la specie (almeno se si — 302 — giudica dalla figura] ha proprio nulla da fare con le Rhodaetis; ma che piuttosto ricorda con basteyole vivacità il Phymanthus loligo massime quello disegnato dal Klunzinger. Gen. Crambaetis Haeck. Srnonimi. — Crambactis, Haeckel 1875, Klunzinger 1877. CARATTERI. — Forma. Ba- se larga, aderente. Colonna tozza, non tubercolata. Disco ampio con tentacoli all’esterno, fronde all'in: terno. Queste sono grandi, foglia- cee, intagliate. — Colore, Di- mensioni e Giacitura. |Mancano dati precisi]. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola; coi caratteri del genere . .. .... C. arabica Haeck. ANNOTAZIONI. — Fondato dall’Haeckel in un libro semipopolare, questo genere è noto solo per la bella incisione che ne rappresenta la specie C. arabica e per la incompleta descrizione datane dall’autore. — In realtà la figura si rassomiglia ad un cavolo (x0&ua = cavolo). Sp. Crambactis arabica Haeck. Sinonimi — Crambactis arabica sp. n., Haeckel 1875, p. 4, f. 2. — Crambactis arabica Haeck., Klunzinger 1877, p. 88. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, larga. Colonna tozza, ruvida ma non tubercolata. Disco ampio. Tentacoli grossi, conici, policicli, numerosi, esterni. Fronde sottili, fogliacee, lobate-intagliate-pieghettate, interne. — Colore e Dimensioni [non indicati). — Giacitura. Sui banchi di coralli. ANNOTAZIONI. — L'autore, Haeckel, classifica questa specie tra le Phyllactinae. Subfam. CRIPTODENDRIDAE Phyllactinae (pars), Klunzinger 1877. Forma. — Base piatta, aderente. Colonna tozza, robusta. Disco ampio, coperto quasi tutto da fronde diverse, disposte in serie radiali. Queste fronde sono: ‘alcune laciniate, altre villoso-dendritiche, altre tubercoliformi. — Colore vario. — Dimen- sioni. Mediocri, piuttosto grandi. — Giacitura. (Mancano i dati). Criptodendridae con fronde di tre sorta: lacinie villi dendrici e tu- bercoli; serie radiali spiccate . . . ...... Criptodendrum Klunz. — C. adhaesivum Klunz. con fronde di sole due sorta: villi dendritici e tu- bercoli (grappoli d’acini); (serie radiali non CRIALO tato tata N ERUTIe Vo) SRETRIICI te) CIS MHeterodaetyla Eh — /. Hemprichii Ehr. (*) Crambactis arabica Haeck. (da Haeckel 1875). Silent ; — 303 — x La presente subfamiglia è pochissimo naturale. Il gen. Criptodendrum baste- rebbe a costituirla; ed essa sarebbe allora molto affine con quella delle Avurelia- nidae; aggregandovi il gen. Heterodactyla l’affinità sembra diminuire, per dar luogo ad una lontana somiglianza con le Thalassianthidae e precisamente col gen. Tha- lassianthus. — Se io non temessi la taccia di sminuzzatore vorrei mettere anche l’Heterodactyla in subfamiglia separata. Gen. Criptodendrum Klunz. Sinonimi — Criptodendrum, Klunzinger 1877, Studer 1878. CARATTERI. — Forma. Base ade- rente. Colonna tozza, d’aspetto tuber- colare. Disco ampio con fronde in serie radiali, che dalla periferia verso il cen- tro costituiscono successivamente una zo- na sottile di lacinie, una più ampia di tubercoli ed una terza ancor più ampia di lacinie e villi. Peristoma libero. — 5 Colore, Dimensioni e Giacitura. [Veg- gasi la specie). Fig. 62. (*) SPECIE DESCRITTE.— Una sola finora. ..... C. adhaesivum Klunz. ANNOTAZIONI. — Il nome generico accenna al poco sviluppo degli alberetti dei villi. Sp. Cryptodendrum adhaesivum Klunz. Srvonimi. — Cryptodendrum adhàsivum sp. n., Klunzinger 1877, PSA ON Cryptodendrum adhaesivum Klz., Studer 1878, p. 545. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna robusta, tozza; ampia al piede ed al sommo; liscia, senza tubercoli [dalla figura tuttavia pare che ve ne sieno]. Disco molto ampio, ondulato-lobato, coperto da tentacoli, non retrattile; ricorda il Discosoma giganteum. Tentacoli varî: 1° un ciclo marginale di tentacoli ramificati con ramificazioni semplici o composte; 2° una serie di cicli di tentacoli piccoli tubercoliformi, adesivi; 3° un’altra serie di cicli di tentacoli ramificati come i mar- ginali. Il tutto è disposto in gruppi radiari separati da solchi o da spazî vuoti. Pe- ristoma molto piccolo. — Colore in generale bianchiccio o giallognolo, che sulla colonna è sparso di punti rossi, bruni, aranciati; e sui tentacoli tende al bruno-rosso, con annulazioni e con apice bianco, così che l’insieme è grigio punteggiato di bianco, con sfumatura rosa nei cicli papillari e sfumatura bianca nel marginale. Boeca chiara. — Dimensioni mediocri: 0,06 larghezza; 0,04 altezza. — Giacitura. Fra i ceppi di corallo, non rara. VARIETÀ — « luteola. La suddescritta del Klunzinger. (*) Criplodendrum adhaesivum Klunz. (da Klunzinger 1877, t. 6). — 304 — (8 viridis. Un esemplare unico di color verde, trovato dallo Studer. Annorazioni. — La figura del Klunzinger è discreta, ma lascia molto a desi- derare dal lato della chiarezza dei dettagli relativi alle fronde del disco. Pare che i villi e le lacinie formino serie indipendenti, e fra loro alternanti in un cert’ordine, ma nel testo non se ne fa parola. Gen. Heterodactyla Eh. Sinonimi. — Heterodactyla, Ehrenberg 1834, Klunzinger 1877. CARATTERI. — Forma. Base Pig. 63. (*) von Ù 0A S: EN Do aderente. Colonna tozza con ver- ruche indistinte. Margine con pro- lungamenti. Disco ampio, coperto quasi tutto di fronde villoso-den- dritiche e munito verso la perife- ria di alcuni grappoli d’acini. Pe- &® ristoma libero. — Colore, Dimen- sioni e Giacìtura. {Veggasi specie]. SPECIE DESCRILTE. — Una sola finora . H.Hemprichii Ehr. ANNOTAZIONI. — Questo ge- nere meriterebbe per la sua ori- ginalità di venire costituito in subfamiglia indipendente. Sp. Heterodactyla Hemprichii Ehr. Sinonimi. — Heterodactyla Hemprichii sp. n., Ehrenberg 1834, p. 42; Deshayes in Lam. 1837, p. 549; Milne Edwards & Haime 1851, p. 12; Milne Edwards 1857, p. 298. Heterodactyla Hemprichii Ehbr., Klunzinger 1877, p. 90, t. 7, £. 1. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica bassa, con verruche indistinte. Margine con prolungamenti. Disco tutto coperto da tentacoli, ad eccezione solo della quinta parte interna che è nuda. Tentacoli. numerosi, ciascuno in forma di arboscelli con tronco mediano acuminato e rami filamentosi da ogni lato; verso il margine alcuni anzichè ramosi a cirri sono conformati a grappoli di acini. — Colore. Colonna giallo-rosso-pallida; lembo violetto punteggiato; margine grigio; disco grigio azzurro, striato di bruno verso l’esterno; tentacoli rosso grigi con apice bianco; acini violetti con punta verde. — Dimensioni. 0",05 altezza della colonna; 0%,012 larghezza del disco. — Giacitura. |Non indicata). Anvorazioni. — La figura del Klunzinger è tolta da un disegno inedito del- l’Ehrenberg ed è molto bella. — Io credo che in certo modo i grappoli d’acini si possano considerare analoghi con i gruppi di tubercoli del secondo cielo di fronde del C. adhaesivum. Tuttavia la loro forma fa ricordare molto anche i grappoli dei tentacoli del Thalassianthus. (*) Helerodactyla Hemprichii Ehr, (da Klunzinger 1877, t. 7). — 305 — Fam. THTALASSIANTHINA E Thalassianthinae, Klunzinger 1877 (plus Sarcophianthidae). Attinie con base piatta aderente; colonna a pilastro; disco ampio coperto da appendici peculiari (dendriti], che non sono tentacoli e nemmeno fronde. Sono grosse estroflessioni del disco, sulle quali crescono minuti prolungamenti tubercolari, villosi, pinnati ecc. Thalassianthinae con appendici d'una sola sorta... ........ Thalassianthidae. — 7ha- lassianthus Leuck., Actineria Bla- inv.,Megalactis Ehr., Actinodendron Blainv. con appendici di due sorta: le marginali minute, le GISCAILE TAN di Ne ee e ne Sarcophianthidae. - Sur- cophianthus Less. Le forme racchiuse in questa famiglia, mentre paiono da un lato strettamente affini tra di loro, sembrano dall’altro essere separate dalle restanti attinie per caratteri decisi e di molto rilievo; cosicchè il loro raggruppamento s'impone da sè stesso come naturale. Siccome tuttavia della loro organizzazione interna si conosce nulla e della loro configurazione esterna mancano ancora molti e molti dettagli precisi, potrebbe essere che l’apparente naturalezza sia prodotta da un concetto fittizio. Subfam. THALASSIANTHIDAE Thalassianthinae (pars), Klunzinger 1877. Forma. Base piatta, aderente. Colonna robusta; tozza o pilastriforme; non tu- bercolata. Disco mediocre con appendici [dendriti] grandi, non molto numerose, tutte più o meno composte: cioè costituite ciascuna da un tronco principale sem- plice o ramificato sul quale trovansi impiantati piccoli prolungamenti di varia forma. Peristoma libero, ben distinto. — Colore molto vario. — Dimensioni per lo più assai grandi. — Giacitura. |Mancano le indicazioni]. Thalassianthidae con appendici tozze, portanti sull'apice e sulla linea mediana interna dei prolungamenti pinnati; e vicino all’apice dal lato esterno un grappolo GIFACIMIE ERE A RTS NE Thalassianthus Leuck. — Th. asler Leuck. con appendici lunghette claviformi, alternate grandi e piccole, coperte da minuti tubercoli nella faccia inferiore, da villi semplici e bifidi nella SUPOLIOT ORMEA RS Actineria Blainv. — A. villosa Q. & Gaim. con appendici lunghe coniche, policicle, fornite di esili prolungamenti, isolati ed a ciuffo ... Megalactis Ehr. — M. Hem- prichiù Ehr. con appendici assai lunghe, ramificate, portanti pan- nocchie particolari, sulle quali siedono tuber- Coletti e Ali numerosi. + «+ è e ele stele Actinodendron Blainv. — A.arboreum Q. & Gaim., A. alcyo- noideum Q. & Gaim. 39 — 306 — Gen. Thalassianthus Leuck. Sinonimi. — Thalassianthus, Leuckart in Ripp. 1828, Blainville 1830, Milne Edwards 1857, Haeckel 1875, Klunzinger 1877. CARATTERI. — forma. Base piatta, aderente. Colonna tozza (od a pilastro); indistintamente tubercolata verso l’alto. Disco mediocre con appendici periferiche, policicle, all'apice e sulla linea mediana interna munite di prolungamenti pri- î smatici pinnati, e sulla linea mediana esterna presso all’apice fornite di pro- : tuberanze aciniformi. Peristoma largo, concavo. — Colore, Dimensioni e Gia- citura. |Veggasi la descrizione della specie]. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola. < ...-i..... 00 e Th. aster Leuck. ANNOTAZIONI. — Il presente genere si ammette con unica specie sulle traccie del Klunzinger. Tuttavia quando si considerano le tre figure del Leuckart, dell’Eh- renberg (pubblicata dal Klunzinger) e dell’Haeckel nasce il dubbio che le specie sieno tre od almeno due. {Veggansi Annotazioni della specie. — Il nome equivale a fior di mare (SaAegores = marino). — Secondo il Blainville questo genere differisce da Metridinm solo per avere i tentacoli più piccoli. Sp. Thalassianthus aster Leuck. Sinonimi. — Thalassianthus Aster sp. n., Leuckart in Riuppel 1828, part. 4, p. 5, t. 1, f. 2; Blainville 1830, p. 288; Blainville 1834, p. 321, t. 49, f. 1; Deshayes in Lam. 1837, p. 549; Milne Edwards in Cuvier, 1849, t. 62, f£. 3; Milne Edwards & Haime 1851, p. 10; Milne Edwards 1857, p. 294; Guérin 1869, ebbe ze Thalassianthus aster Leuck., Haeckel 1875, p. 44, frontisp. f. 4. Thalassianthus aster Leuck., Klunzinger 1877, p. 89, t. 8, f. 2, a. d. Epicladia quadrangula H. & E., Ehrenberg 1834, p. 42; Deshares in Lam. 1837, p. 549. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, mediocre. Colonna cilindrica, tozza, con indistinti tubercoli verso l'alto; margine papillato. Disco ampio, concavo; libero nella metà interna del raggio. Tentacoli namerosi, policicli, tutti composti : gli esterni sono brevi ed irregolarmente ramificati all’apice; gli altri cioè quelli dei due cicli interni sono più lunghi e robusti, hanno l’apice ramificato come i primi e sulla linea mediana interna portano una serie di rami simili, che discende fino alla radice e talora si prolunga sul peristoma; dippiù hanno sulla linea mediana esterna e presso all'apice un grappolo di acini speciale. I rami sono snelli, prismatici, pinnati, ristretti al punto di distacco, più larghi altrove. — Colore. Colonna bianco-grigio-gialla. Disco (*) Thalussianthus aster Leuck., disco e dendrite (da Klunzinger 1877, t. 8). SANS idem con raggi oscuri. Tentacoli grigi, grigio-azzurri. Acini grigi con tendenza al rossiccio. Bocca bianchiccia. — Dimensioni. Altezza 0”,025; diametro discale 0”,04.— Giacitura. Non profonda, tra i crepacci. VARIETÀ. — Siccome le descrizioni pubblicate rispettivamente dal Leuckart, dal- l'Ehrenberg, dal Klunzinger e dall’Haeckel non concordano del tutto,così è possibile che i relativi esemplari rappresentino varietà diverse, a meno che non sieno specie diverse. Per ora tuttavia mancano i dati da poterlo stabilire con certezza. Annotazioni. — Nella figura del Leuckart i tentacoli sono ramificati ed ogni ramo porta i prolungamenti clavato-prismatici-pinnati suddescritti; in quella dell'Ehrenberg sono semplici ed i prolungamenti stanno all'apice e sulla linea mediana interna; nel disegno dell'Haeckel pare che si ripeta la forma del Leuckart. — Da tuttociò sembra che vi sieno almeno due specie di Thalassianthus; il Th. aster del Leuckart e del Haeckel, ed il Th. quadrangulus dell’Ehrenberg. — Attualmente tuttavia sa- rebbe leggierezza il proporne l’ istituzione. Gen. Aetineria Blainv. Sinonimi. — Actinia (pars), Quoy & Gaimard 1833. Metridium (pars), Ehrenberg 1834. Actineria (pars), Blainville 1830. CARATTERI. — Forma. Base piatta, aderente. Colonna a pilastro, non tuber- colata, rugosa. Disco mediocre con ap- pendici lunghette claviformi, alterna- mente maggiori o minori: coperte da tubercoletti nella faccia inferiore, da villi nella superiore. Peristoma libero, aperto. — Colore, Dimensioni e Giaci- tura. [Veggasi la specie]. SPECIE DESCRITTE. — Finora una sola . ....-7 A. villosa Q. & Gaim. AnnoTAZIONI. — Come già per altri casi, così anche per questo, il Blainville valendosi del manoscritto Quoy & Gaimard potè provulgare il nome Actineria prima che la relativa specie fosse resa di pubblica ragione. Egli attribuisce tentacoli pic- colissimi posti sopra masse fusiformi radiali; e così facilita l’ omologizzazione con Lophactis e più lontanamente con Actinoloba. Gli autori Quoy & Gaimard invece ammettono tentacoli grossi coperti da villi. Le due espressioni si equivalgono ma indicano concezioni subbiettive differenti. — Il Klunzinger comprese in questo ge- nere anche il gen. Megalactis dell'Ehrenberg; un attento esame rivela però impre- scindibile il dovere di non seguirlo, perchè le due forme A. villosa e M. Hemprichii (*) Actineria villosa Q. & Gaim. (da Quoy & Gaimard 1833, t. 11). — 308 — possono avere in astratto qualche somiglianza, ma concretamente non sono simili davvero. — Il nome è una fonetica variante di Actinia. Sp. Actineria villosa Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia villosa sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 156, t. 11, f. 1,2.— Actinia villosa Q. & Gaim., Blainville 1830, p. 288; Blain- ville 1834, p. 822, t. 49, f 2. — Metridium villosum, Ebrenberg 1834, p. 39. — Actineria villosa, Deshayes in Lam. 1837, p. 549; Milne Edwards & Haime 1851, p. 11; Milne Edwards 1857, p. 296. DescRIZIONE. — Forma. Colonna conico-cilindrica, non tubercolata, rugosa di traverso, striata per il lungo e corrugata da sei o sette costrizioni trasversali. Disco spiccatamente raggiato. Tentacoli brevi, ovato-piani, villosi nella faccia superiore (in- terna), tubercolati sulla inferiore (esterna), alternatamente grandi e minori. — Colore. Colonna grigio-violacea. Tentacoli con interradî bianchi. — Dimensioni molto grandi. — Giacitura. [Non indicata). Anvnorazionii — La figura dei signori Quoy & Gaimard è molto bella. — L'Ehrenberg cita la specie solo per incidenza. Gen. Megalactis Er. Sinonimi. — Megalactis, Ehren- berg 1834. Actineria, Klunzinger 1877. CARATTERI. -— Forma. Base piatta, aderente. Colonna tozza; liscia, non tu- bercolata. Disco mediocre con appendici policicle, lunghe, coniche; coperte da prolungamenti o villi irregolari, ora iso- lati ora a ciuffo. Peristoma libero. — Colore, Dimensioni e Giacitura. [Veg- gasi specie). SPECIE DESCRITTE. — UnafsolaiAnora ftt: M. Hemprichii Ehr. ANNOTAZIONI. — [Veggasi il genere precedente). Il nome si riferisce alle di- mensioni rilevanti dell’animale. Sp. Megalactis Hemprichii Ehr. Sinonimi. — Megrlactis Hemprichii sp. n., Ehrenberg 1834, p. 39; De- sl iyes in Lam. 1837, p. 550; Milne Edwards & Haime 1851, p. 11. Actineria Hemprichii Ehr., Klunzinger 1877, p. 90, t. 7, f.2. DEscRIZIONE. — forma. Base aderente, ampia. Colonna bassa, liscia. Disco con sette fascie radiali. Tentacoli bicicli (10, 10), grossi, conici, rigidi; portanti numerosi (*) Megalactis Hemprichii Ebr. (da Klunzinger 1877, t. 7). — 309 — rami disposti quasi pinnatamente e suddivisi in ramicelli claviformi ad apice in- fossato. Bocca con gonidîi. — Colore. Rossiccio-pallido sulla colonna; bruno sul disco; roseo sui tentacoli. — Dimensioni. Diametro totale 0%,80. — Giacitura. [Non indicata]. Annotazioni. — La figura del Klunzinger è tolta dai disegni inediti dell’Ehren- berg ed è una delle meglio riuscite. Gen. Acetinodendron €. & Gaim. Sinonimi. — Actinia (pars), Quoy Fig. 67. (*) & Gaimard 1833. Actinodendron, Blainville 1830. CARATTERI. — Forma. Base piatta, aderente. Colonna a pilastro, non tuberco- lata. Disco mediocre. Appendici lunghe, grosse, ramificate; con apice e rami termi- nati da capocchie villose. Peristoma li- bero. — Colore vario. — Dimensioni molto grandi. — Giacitura [non indicata). SPECIE DESCRITTE.— Actinodendri con appendici annulate e villi clavi- FOLIMTMRA SENT A.aleyonoideum Q. & Gaim. Actinodendri con appendici striate per lungo e villi ILL» LES Riot A.arboreum Q. & Gaim. ANNOTAZIONI. — Il genere è assai na- turale e le due specie benissimo distingui- bili sebbene strettamente affini. Può tuttavia nascere il dubbio che l’una di esse sia solo un diverso stato di contrazione o di espansione dell’altra. — Il nome indica il carattere ramoso delle appendici. Sp. Actinodendron aleyonoideum Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia alcyonoidea sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 154, t. 10, f.1,2.— Actinodendronaleyonoidea Q. & Gaim., Blainville 1834, p. 850; Deshayes in Lam., 1837, p. 549; Milne Edwards & Haime 1851, p. 11; Milne Edwards 1857, p. 295. DESCRIZIONE. — Forma. Base mediocre, aderente. Colonna cilindrica. Tentacoli lunghi, grossi, annulati, dendritici con apice e rami terminati da una capocchia vil- losa; ogni villo ha forma di chiodo o spillo. I tentacoli sono 16, distanti l’uno dal- l’altro. — Colore. Colonna rossigna, striata; disco verde punteggiato, nel centro del quale vi è una zona biancastra regolarmente ornata da 16 macchie equidistanti. — Dimensioni molto grandi. — Giacitura. {Non indicata]. AnnoTAZIONI. — La figura è molto bella e chiara. (*) Actinodendron arboreum Q. & Gaim, (da Quoy & Gaimard 1833, t. 10). — 310 — Sp. Actinodendron arboreum Q. & Gaim. SINONIMI. — Actinia arborea sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 153, t. 10, f.3, 4. — Actinodendron arborea Q. & Gaim., Blainville 1830, p. 287; Blainville 1834, p. 320, t. 48, f. 4; Deshayes in Lam. 1837, p. 549; Milne Ed- wards 1857, p. 295. DescrIZIONE. — Forma. Colonna subcilindrica. Margine ondulato. Disco piccolo concavo. Tentacoli lunghissimi, crassi, striati per il lungo, dendritici, terminati al- l’apice e sui rami da capocchie villose: ogni villo è un tubercoletto bifido. — (Co- lore. Colonna verdognola con macchie brune in basso. Disco giallognolo, raggiato da lunule brune. — Dimensioni. Oltre 0%,33. — Giacitura. [Non indicata). ANNOTAZIONI. — Figura parimenti bella. Subfam. SARCOPHYANTIDAE Forma. Base piatta aderente. Colonna tozza; liscia in basso, squamosa nella parte superiore. Margine rilevato, regolare, ornato nell’interno da prolungamenti (tentacoli?) esili, laciniati. Disco ampio, bilobo nel suo complesso; munito di appen- dici grosse claviformi, le quali sono coperte da numerosi granuli sormontati ciascuno da un uncino. Peristoma libero. — Colore, Dimensioni e Giacitura. [Veggasi la specie]. Sarcophianthidae, genere unico . ene Sarcophianthus Less. — S. sertus Less. L'istituzione di questa subfamiglia è resa necessaria dall’aberranza dei caratteri proprii della specie compresavi. Tuttavia la sua unione alla precedente (Thalassian- x thidae) non è molto naturale. Gen. Sarcophianthus Less. Sinonimi. — Sarcophinantus (pars), Lesson 1830. Sarcophianthus, Milne-Edwards 1857, CarattERI. — [Veggansi caratteri della Subfamiglia). SPECIE DESCRITTE. — Una sola ONORE RA II S. sertus Less. ANNOTAZIONI. — Il Lesson comprendeva in questo genere anche la specie che io de- scrissi sotto il nome di Echinactis papillosa. Milne-Edvards fu primo ad ammettere solo il S. sertus. — Il nome è molto brutto (nè si è abbellito colla seconda dizione) ed il significato x ne è oscuro (caoé = carne, cos = serpente). (*) Sarcophianthus sertus Less. (da Lesson 1830, t. 8). ine. — 311 — Sp. Sarcophianthus sertus Less. Sinonimi. — Sarcophinanthus sertum sp. n., Lesson 1830, p. 68, t. 8, f. 2; Milne Edwards & Haime 1851, p. 11; Milne Edwards 1857, p. 297. DESCRIZIONE. — Forma. Base ampia aderente, con lembo regolare. Colonna larga e liscia in basso, pieghettata nel mezzo, dilatata e squamoso-imbricata nella parte superiore. Margine, liscio, regolare, bilobato nel suo contorno. Tentacoli di due sorta: 1° laciniformi esili e delicati, marginali, 2* grappoliformi ossiano in forma di clavi o pannocchie costituite da molti granuli; ogni granulo è sormontato da un piccolo uncino. Peristoma prominente, raggiato. — Colore grigio sulla colonna; lacinie — rosso-brune, clavi = per metà grigie con riflessi azzucri, per l’altra metà brune.— Dimensioni rilevanti: altezza 0",18. — Giacitura. Su li scogli. ANNOTAZIONI. — La figura è abbastanza bella. L’autore parla nel testo di un peristoma prominente e di dodici tentacoli labiali saldati insieme che costituiscono una specie di orlo o tubo o proboscide boccale. Dal disegno apparirebbe trattarsi forse solo di una estroflessione del faringe. Fam. ZOANTHINAE Attiniari a tipo bilaterale molto pronunciato, spesso non simmetrici; forniti di setti isolati, quasi tutti alternamente grandi e piccoli. Zoanthinae con base piatta allargata; anzi quasi sempre comune a molti polipi (cenenchima) ...........-... Zoanthidae. — Polylhoa Klunz., Zoanthus Klunz., Anli- nedia Duch., Verrillia g. n. con base a fittone, rotonda; polipi riuniti da prolunga- menti laterali, non basilari... ......-.-.. Bergidae.— Bergir Duch. con base a fittone, compressa sui lati; polipi affatto isolati. . . Sphenopidae. — Spheno- pus Steenstr. Subfam. ZOANTHIDAE. Zoanthaires coriacés, Blainville 1830. Zoanthina coriacea, Ehrenberg 1834. Zoanthidae, Dana 1846, Gosse 1860, Verrill 1862. Zoanthinae, Milne Edwards 1857. Zoanthacea (pars), Verrill 1865 (escluso il gen. Bergia). Zoantharia, Klunzinger 1877. Forma. — Base piatta; più o meno allargata; quasi sempre è commune a molti polipi e costituisce un cenenchima di varia forma. Colonna cilindrica o clavata, assai spesso snella. Margine dentellato in modo speciale da lobi distinti (brattee) che so- vrastano al resto. Tentacoli per lo più conici e bicicli. corrispondenti ciascuno ad una loggia (eccetto forse il caso del gen. Verrillia). Peristoma concavo, liscio. Onco ca- ratterizzato da una stella attorno all’ile formata da solchi e rilievi alternanti. — — 312 — Colore. Di solito non brillante. — Dimensioni. Nei singoli polipi piuttosto piccole. — Giacitura. Sulle pietre; sugli esoscheletri di molluschi, crostacei, echinodermi ecc.; nonchè su spugne, coralli ece. 1. Zoanthidae mediocremente certe 2. con cenenchima e colonna cosparsi di sabbia; e tessuti con- Testidi (AeposiziONIGterroses tette la Cet ee e ee e e Polythoa Klunz. 2'.con cenenchima e colonna non cosparsi di sabbia; e con tes- suti senza deposizioni terrose SESUPELHCIONISC EEE Zoanthus Klunz. SISUPELHCIORUUD ESCO LAbREM RT Antinedia Duch. l'. Zoanthidae incerti generis (mentre le altre Zoanthidae hanno tentacoli a ciclo, queste tendono ad averli in serie raggiata) | ............ Verrillia g. n. 1”. Zoanthidae incertae sedis et Zoanthidae dubiae . 6... A. B. C. Questa subfamiglia, eccezione fatta del gen. Verrillia, è quanto mai omogenea e naturale; i suoi costituenti differiscono tanto poco l’uno dall’altro da far sorgere il sospetto che in verità non debbano costituire se non un unico genere, e che le numerose specie descritte dai varî autori abbiano poco a poco da venir fuse insieme in un numero ristretto, conservando tutt’ al più alcune di esse il titolo di varietà. — Parve ai primi osservatori che esistessero svariatissime forme di zoantini; ed ognuno si affrettò a descrivere nuove specie e creare nuovi generi basandosi specialmente sull’aspetto del cenenchima, sull’elevazione della colonna e sul numero dei tentacoli. Ma più attento esame rivelò in quest'ultimi tempi (massime per opera del Grosse 1860 e del Klunzinger 1877) che il cenenchima varia in una stessa specie a seconda dell’età e delle condizioni del suolo, precisamente come la colonna rispetto al grado di con- trazione ed i tentacoli a quello di sviluppo; per cui nulla di più erroneo che il fon- dare generi quali sono le Isaure, le Corticifere, le Mammillifere, ecc. — Al carattere del cenenchima si sostituì quello della presenza o mancanza di deposizioni terrose (cristalline od informi), come è mostrato dal snesposto quadro analitico. Ma anche questo non soddisfa pienamente: anzitutto dovrebbe venire verificato in molte specie per vedere quanto sia attendibile; poi è incerto rispetto al caso non infrequente dei preparati da museo che si devono classificare [chi assicura che le deposizioni terrose non sieno state distrutte dal metodo di preparazione ?] ed è inefficace per il caso non meno infrequente delle specie note solo dietro descrizioni e figure [vale a dire per poco meno che tutto l’attuale patrimonio scientifico di zoantini). — In conclusione adun- que un buon carattere tassico per i membri di questa famiglia non esiste ancora. Nella seguente esposizione, dovendo io pur enumerare tutte le specie descritte ed ordinarle in qualche modo, adotto per prima divisione il carattere della superficie sabulifera o liscia [concomitante forse con la presenza o mancanza di depositi terrosi]; per seconda quello fornito dalle modalità varie del cenenchima. Non mi rendo tut- tavia responsabile del loro valore oggettivo. Gen. Piolythoa Klunz. SinonIMI. — Polythoa (pars), Lamouroux 1816; ete. Corticifera (pars), Lesueur 1817; ete. Mammillifera (pars), Lesueur 1817; ete. — 3515 — Isaura (pars), Savigny 1820; ete. Zoanthus (pars), Cuvier 1817; etc. (E, in una parola, quanti altri mai generi di zoantini vennero fondati). CARATTERI. — Forma. Cenenchima più o meno sviluppato; di solito presente, ben costituito, or nastriforme ora nodulare ora diffuso; sempre inero- stato di sabbia. Polipi varî di forma, di numero e d’ attacco; pure incrostati di sabbia. Margine a + brattee. Tentacoli subulati, bicicli. — Colore, Dimen- sioni e Giacitura, [non precisabili]|. SPECIE DESCRITTE. — Polythoae bene determinate. Con cenenchima NALIONMI Reg WII Polythoa strict, sensu.— P. are- nacea D. Ch., P. Lesueuri Aud., P.Cavolinii n. n., P.avinellae Schm., P. fatua Schultze. Polythoae incertae speciei. Cenenchima vario. A. Cenenchima mancante, cosicchè i po- HPINSOHORIED I Atlete SR CIO (Wonothoa) n. n. — P. (M.) spongiosa Andr., P. (M.) fulva Q. & G., P. (M.) vanikorensis Q. & G., P (M.) viridifusca Q. & G. B. Cenenchima presente ma poco svilup- pato, cosicchè le colonie sono fitte e POCOMIUTNENO SCIA SO Se ERA (Endeithoa) n. n. — P. (£.) norvegica K.&Dan., P. (E.) rubri- cornis Holds. C. Cenenchima presente, allungato in for- ma di nastro; polipi non fitti . .. (Taeniothoa) n. n. — P.(7.) sulcata Gos., P. (T.) anguicoma Norm. D. Cenenchima presente, molto sviluppato in ogni direzione ; polipi molto rari. (Gemmithoa) n. n. — P. (G.) brevis Duch. E. Cenenchima presente, molto sviluppato in ogoi direzione; polipi fitti, ma nOn, SAldati get ee corto (Mammithoa)n.n.— P.(M) univittala Lor., P. (M.) elongata Verr., P.(M.) nymphaea Les., P. (M.) auricula Les., P.(M.) viridis Q. & G., P. (M.) cingulata Q. & G. F. Cenenchima presente, molto sviluppato in ogni direzione; polipi fitti e sal- dati per quasi tutta l'altezza della COLMARE NEO (Corticithoa) n. n. — P.(0.) tubercolosa Klunz., P. (C.) glareola Les., P. (C.) aggregata Les., P.(C.) lutea Q.& G., P.(C.) clavata Duch. (‘) Polythoa norvegica K. & D. (da Koren & Danielssen 1877, t. 9.). 40 — 314 — Polythoae dubiae (incompletamente descritte, ma che pure sembrano spettare all’ una od all’altra delle precedenti divisioni). . E. (Monoth.) prilippensis Gray. — P. (?) caraibeorum Duch., P. (Cor- licith.) humilis Verr., P. (Corticith.) mammillosa Lam. La divisione come accennai poco sopra, pecca d’artificio; ma nello stato attuale delle cognizioni non può essere migliore. Nè, nello stato attuale, essa può offrire uno specchio analitico che valga per ogni specie e deve limitarsi alla indicazione dei gruppi. Dalle descrizioni degli autori si possono bensì rilevare alcuni caratteri differenziali, ma sono di natura così incerta (numero dei tentacoli, lunghezza, della colonna ecc.) che non valgono la pena di una menzione. Nella P. arenacea io potei verificare tutti gli stadî di Monothoa, Endeithoa ecc., senza nessuna eccezione. Nella P. axinellae vidi benissimo Monothoa, Taeniothoa, Endeithoa e Mammithoa; non mi occorsero invece Gemmithoa e Corticithoa. Nella P. Cavolinii riscontrai solo En- deithoa e Mammithoa. Nella P. Lesueurii la varietà di forme assunte dal cenenchima viene asserita categoricamente dal Klunzinger. Per la P. fatua poi si rileva l’esistenza di varî stadî allorchè si confrontino tra loro le descrizioni successive degli autori e massime del Gray, del Brandt, dello Schultze e del Barboza. Sp. Polythoa (str. s.) arenacea D. Ch. SINONIMI. — 1.° Zoanthus arenaceus sp. n., Delle Chiaje 1886, v. 2, p. 187, t: 84, .f.8; Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 123, v. 5, p. 136, t. 98, f. 11, 12, t..154 f.6; Milne Edwards 1857, p. 306. Mammillifera arenacea (Zoanthus) D. Ch., Sars 1857, p. 21. Palythoa arenacea D. Ch., Heller 1868, p. 21. Polythoa arenacea D. Ch., Andres 1880, p. 235. Polythoa arenacea D. Ch., Jourdan 1880, p. 42, t. 11, f. 6. 2.° Spongia suberea sp. n., Johnston 1834, p. 491, f. 60. Dysidea papillosa sp. n., Johnston 1842, p. 109, f. 18, t. 16, f. 6, 7. Dysidea papillosa John., Gray 1858, p. 531. Epizoanthus papillosus, Gray 1867, p. 237. Sidisia Barleei, Gray 1858, p. 531; Gray 1867, p. 237. Sidisia Barleei Gray, Norman 1868, p. 319. Zoanthus Couchii n. n., Johnston 1888, p. 73, t. 15, f.8; Thompson 1843, p. 284; Thompson 1856; Johnston 1847, p. 202, t. 35, £. 9. Zoanthus Couchii, Landshorough 1845, p. 327; Landshorough 1852, p. 225. Zoanthus Couchii John, Wright Perceval 1858, p. 123. — Carolia Couchii, Gray 1867, p. 239. Zoanthus Couchii, Holdsworth 1858, p. 557. — 315 — Zoanthus Couchii John., Gosse 1860, p. 297, t. 9, f. 9, 10; Hink 1861, p. 363. Palythoa Couchi John, Fischer 1875, p. 8; Fischer 1875, p. 235; Fi- scher 1875, p. 1209; Id. p. 374. 3.° Mammillifera incrustata Dib., Diben & Koren 1847, p. 268; Sars 1851, p. 142; Danielssen 1859, p. 45. Zoanthus incrostatus Diih. & K., Sars 1860; Norman 1868, p. 319. DescrIZIONE (t.10, f. 8). — /orma. Cenenchima vario: talvolta nullo 0 quasi; talvolta ben sviluppato, inerostante, sia espanso sia nastriforme; talvolta ancora non incrostante ma libero, sia nodulare sia cavernoso. Ad ogni modo elastico, carnoso, rivestito di sabbia; la quale è minuta, varia, commista con sostanza furfuracea se- creta dall’animale. Polipi abbastanza frequenti, ma non eccessivamente fitti, ben di- stinti, elevati. Colonna cilindrica, piuttosto snella, a massima espansione trasparente. Margine fornito di cirea 15 brattee, larghe, carnose, arenacee, triangolari, alternanti con altrettanti interspazî bratteali delicati. Tentacoli circa 30, bicicli; gl’interni cor- rispondenti alle brattee, conici subeguali, ottusi in punta, lisci, curvi in fuori. Pe- ristoma concavo, in apparenza solcato da raggi. Bocca a labbra spiccate. Nell’onco le brattee formano una stella elegante di rilievi ed infossature. — Colore. Cenen- chima e colonna bruno-terrei come la sabbia del rivestimento, sotto questa bian- chicci; tentacoli bianchiccio-gialli trasparenti con una macchia bianca che occupa tutto l’apice e lo fa parere globoso; peristoma bianchiecio giallo uniforme; bocca orlata di bianco. Dimensioni. Polipi alti da 0,008 a 0%,010, larghi da 0,003 a 0%,004. — Giacitura. Molto varia: sopra conchiglie vuote, Fusus (Aporrabis, Dapes, ecc.), conchiglie col mollusco (Murex), conchiglie con paguri (Eupagurus) ece.; sovra pietre; sovra aculei di echinodermi (Cidaris); sopra ascidie (Cinthia); e sovra molti e molti altri oggetti. Talvolta anche libera. Varietà. — Se si considera la forma del cenenchima le varietà sono molto nu- merose; e non meno lo sono se si voglia seguire in dettaglio ogni modalità di colore. To credo quindi più opportuno di suddividerle nel modo stesso che ho seguito per i sinonimi, cioè per località: a arenacea (Mediterraneo), che venne presa per tipo nella surriferita de- scrizione. 8 Couchii (Mare anglico), la quale sembra avere dimensioni un poco più piccole della precedente. ) încrustata (Mare nordico), presso cui al dire di Sars v'è grande numero di tentacoli. Ciascuna di queste tre varietà può distinguersi in sotto-varietà fondate sulla forma del cenenchima, così appunto come la Couchii. Questa viene dal Gosse consi- derata come specie e suddivisa in var. diffusa, var. libera, var. linearis {corrispon- denti rispettivamente nella mia sinonimia al primo; al secondo ed al terzo gruppo di 2°). E ciascuna delle sotto varietà può sub-suddistinguersi in varietà di terz’ordine a seconda del colore. Questo è di solito pallido e tende ora al rossiccio ora al ver- dognolo, passando a seconda del caso per il roseo-sporco 0 per il giallo. — 3160 — Annorazioni: — La varietà arenacea del Delle Chiaje 1836 rassomiglia quasi più ad una Lucernaria che ad uno zoantino. Molto migliori sono le figure del 1841; in una delle quali si rappresenta l’animale al vero che inerosta un aculeo di cida- rite, nell’altra si dà uno spaccato. Il Milne Edwards non ammette la specie. Il Sars invece la descrive con molta cura; la fa differire dalla M. inerustata per scarso nu- mero di tentacoli; e dice averne trovati alcuni esemplari di pochi individui saldati insieme in basso, così da avere cavità comune, ma non aderenti ad alcun oggetto [Sidisia). La figura del Jourdan lascia alquanto a desiderare; egli descrive due va- rietà di P. arenacea: una a cenenchima laminare e polipi corti che vive sulle pietre poco profonde; l’altra a cenenchima stoloniforme e polipi alti che è attaccata a con- chiglie vuote di fondo. La varietà del Couch venne originariamente descritta dal Johnston per una spugna. Dalla figura, che è buona, si riconosce lo zoantino. Tuttavia solo più tardi e sulle traccie del Couch se ne interpretò la vera natura. Una volta dichiarato zoantino, ogni sua varietà fu eretta a specie nuova dal primo venuto che per caso vi s’imbat- tesse, ed il Gray nel 1867 consacrò questi separati contributi col crearne persino generi diversi (Epizoanthus, Sidisia, Zoanthus). Con più sicuro sguardo giudicarono l'Holdsworth dapprima e poi il Gosse; i quali ammisero invece un genere ed una specie sola. L'Hinck dichiara che lo Z. Couchii è identico alla M. arenacea del Sars. Della varietà incrustata non esiste ancora alcuna figura; sì hanno invece descri- zioni precise. Il Sars le attribuisce 16 tentacoli; ma il Danielssen osserva che sono in realtà 32, monocicli; e inoltre che gl’individui stanno solitari o appena riuniti in due e non vengono mai portati attorno da alcun paguro. Sp. Polythoa (str. s.) Lesueuri Aud. QTNONIMI SSN ISIN Savigny 1820-30, t. 2, f 2. — Pa- lythoa Lesueuri, Audouin 1828, (t. 2, £. 2) p. 47. — Mammillifera Le- sueuri, Ebrenberg 1834, p. 47. Palythoa Lesueuri Aud., Klunzinger 1877, p. 64. Mammillifera fuliginosa sp. n., Ehrenberg 1834, p. 46. — Palythoa faliginosa, Dana 1849; Milne Edwards 1857, p. 302. — Hughea Hempri- chii F., Ehrenberg 1834, p. 15. — Isaura Hemprichii Ehr., Dana 1849. DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima vario: ora del tutto mancante, ora pre- sente tanto appena da riunire alcuni polipi, ora bene sviluppato; del resto è coria- ceo, arenoso all’esterno e contenente nell’interno granuli calcarei; questi non hanno forma speciale. Polipi più o meno numerosi e fitti; colonna elevata, cilindrica o ele- vata, rugosa di traverso; margine con 24 o 32 solchi [interspazî bratteali]; tenta- coli numerosi, 50-60, bicicli, clavati, ottusi 0 sormontati da una punta, diretti in fuori ed in basso. — Colore. Colonna grigia o giallo-grigia con sfumatura rossiccia verso il sommo; tentacoli bruni ovvero verde-bruni macchiettati di bianco, con apice bianco; peristoma bruno o verdiccio con interradî scuri. — Dimensioni. Polipi alti da 0,005 a 0,01; larghi da 0°,002 a 0%,005. — Giacitura. Su pietre ed in crepacci di scogli; zona di marea. VE VO — 317 — Annorazioni. — L'unica figura esistente è quella del Savigny, la quale rap- presenta un esemplare con faringe rovesciato e tentacoli ricurvi. — Il Klunzinger ha per questa specie ìl singolare merito d’ avervi con ragione fuse insieme le specie dei generi prima distinti: Hughea ed Isaura. Sp. Polythoa (str. s.) Cavolinii n. n. SINONIMI. — Madrepora denudata, Cavolini 1785, p. 57, t. 3, f. 6, 7,8. — Mammillifera denudata E., Ehrenberg 1834, p. 46. — Gallertartiger Polyp, Oken 1885, vol. 2, part. 1%, p. 160. — Palythoa denudata Cav., Dana 1849; Milne Edwards 1857, p. 301. Mammillifera denudata Cav., Andres 1880, p. 336. DESCRIZIONE (t.10, f. 10). — Forma. Cenenchima bene sviluppato, espanso in ogni direzione, incrostante. — Polipi numerosi, fitti; aderenti col lembo, liberi nel resto; grandi. Colonna cilindrica, pienotta, non molto dura, furfuracea e sabulifera. Margine munito di brattee triangolari (ogivali), nettamente tagliate ed orlate. Tentacoli dai 22 ai 34, bicicli, da un lato quasi sempre più numerosi che dall’altro (dall'uno, p. es., 11 dall’altro 13); a massima estensione sono rettilinei, sottili, diretti in fuori e sembrano portare all’apice una piccola pallottola; a media estensione sono conico — acuminati e non vi si vede traccia di rigonfiamento apicale. Peristoma liscio, sol- cato, concavo; labbro ben netto; insenature sonidiali distinguibili. — (Colore. Ce- nenchima e colonna bruno-vinosi; spazî interbratteali, tentacoli e peristoma bian- chiccio-rosei, trasparenti; orlo delle brattee e del labbro nonchè apice tentacolare bianchi opachi. — Dimensioni. Colonna alta da 0",015 a 0,03; larga 0%,007. — Giacitura. Sulle pietre. Annotazioni. — Molte delle cose dette nella descrizione sono comuni a tutti gli zoantini forse; le esposi perchè fu in questa specie ch'io ebbi precipuamente opportunità di osservarle. — Carattere peculiare della P. Cavolinii (o almeno diffe- renziale dalle precedentemente nominate) è l’orlatura delle brattee. — Il Cavolini descrive, tentacoli tricicli; ma questo è falso. I suoi disegni sono del resto abba- stanza buoni (almeno per quanto riguarda l’aspetto esterno, chè per gli spaccati servono a nulla) e lasciano riconoscere l’animale. Il colore non è porporino, come egli dice, ma bruno-vinoso. — Il nome denudata, che s’accordava bene col concetto di Madrepora e con l’avvicinamento alla M. calycularis, era affatto improprio per una Palythoa (chè l'avrebbe confusa con Zoanthus), ed io lo cambiai in una dedica allo scopritore. Sp. Polythoa (str. s.) axinellae Schmt. Sinonimi. — Gemmaria Swiftii sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f. 17, 18; Duch. & Michelotti 1866. Palythoa Axinellae sp. n., Schmidt 1862, p. 61, t. 6, f. 2,3; Gray 1867, p. 238; Heller 1868, p. 21. Mammillifera Axinellae Schmt., Andres 1880, p. 236. — 318 — Palythoa Axinellae Schmt., Jourdan 1880, p. 43. DescrIZIONE (t. 10, f. 7). — Forma. Cenenchima nastriforme, lineare, aderente alla superficie delle spugne (non sprofondato nei loro tessuti come per il genere Ber- gia). — Polipi in numero vario sopra ogni linea; talvolta riuniti in gruppetti di tre o quattro anzichè in serie lineare; tal altra volta, ma rara, isolati affatto. Colonna piuttosto elevata, cilindrieo-obconica o rigonfia in mezzo, spesso increspata di tra- verso; con superficie contesta sempre di frammenti varî: granelli di sabbia, spicule di spugne, ecc. Margine con brattee ‘triangolari, non molto pronunciate e piuttosto scarse (13-15). Tentacoli conico-acuminati, poco numerosi (26-30), all’apice perforati e in apparenza un pochettino rigonfi. Peristoma concavo, infossato. — Colore. Ce- nenchima e colonna gialli, varianti dal giallo-aranciato, al giallo-oro ed al giallo freddo. Tentacoli dello stesso colore, più delicati. Peristoma del pari, ma con tinta calda. — Dimensioni. Larghezza del cenenchima 0°,004; diametro dei polipi 0,003; altezza 0%,007; lunghezza dei tentacoli da 0”,005 a 0”,01. — Giacitura. Sopra le spugne: Axinella cinnamomea “Schmidt, Axinella verrucosa Schm. ed altre; nonchè sovra coralline varie, sovra pietre. ANNOTAZIONI. — Forse questa spugna era già nota all’ Esper, che l'avrà com- presa in qualeuno de’suoi varî Alcionii. La Gemmaria del Duchassaing vi corri- sponde di certo, benchè dalla figura non si possa trarre conclusione per la sua brut- tezza e si debba giudicare solo dalla descrizione. — A proposito della P. axinellae il Gray osserva che in certe figure dello Schmidt (1862, p. 62, t. 8, f. 5) e. del Bowerhank (1866 t. 20, f. 307) le spugne relative presentano osculi così spor- genti da far credere che sieno zoantini; e propone che in caso lo sieno si crei il, genere Astrostoma. [Creazione di generi ipotetici!!). Sp. Polythoa (str. s.) fatua Sch. Simonimi. — Hyalonema mirabilis, ete., Gray 1835 et auctorum. Palythoa fatua, Max Schultze 1860. DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima variiforme, ma per lo più a nastro. — Po- lipi non molto fitti. Colonna rugosa, conica, aspra al tatto. Tentacoli circa 20. Onco munito al sommo di linee radianti. — Colore. Grigio-olivaceo o grigio rossastro. — Dimensioni. Piuttosto piccole; che non oltrepassano 0°,01 in lunghezza dei polipi» — Giacitura. Sul pennacchio radicale di certe spugne (Hexactinellidae). Anxotazioni. — La presente descrizione è compilata dietro ciò che scrissero il Gray, il Brandt e lo Schultze; tuttavia è affatto insufficiente; e l’entità della specie resta appoggiata quasi solo al dato della giacitura. I primi esemplari pare sieno stati posseduti dalla Collezione Sloane; e con questa passarono al British Museum, dove rimasero pressochè dimenticati sino a quando il Gray nel 1835, avendone avuti dei nuovi, andò a rintracciarli. Egli a quell’ epoca vi descrisse una corteccia, un fascio fibroso assile ed una spugna; e re- putò che l’animale constasse appunto di corteccia e fascio, e che la spugna fosse un sostegno accidentale qualsiasi. Tale opinione conservò egli sempre, e la mani- festò varie volte concretandola anche in varî saggi di classificazione; secondo i quali il Hyalonema era considerato come rappresentante d’un gruppo affine alle Gorgonie — 319 — (Hyalophytae o Spongicolae), ovvero equipollente agli antipati da un lato ed agli alcionidi litofiti dall'altro (Hyalophytes ‘ Hyalonema”, con asse siliceo; Lithophytes ‘Corallium’, con asse calcareo, Ceratophytes ‘ Anthipates”, con asse corneo). — Il Brandt (1859) condivise lo stesso modo di pensare tanto sull’unione essenziale di cor- teccia e fascio in un animale solo, quanto nel carattere accidentale della spugna di sostegno. Come nuovo contributo apportò una suddivisione di specie e generi, fondata precipuamente sulla maggiore o minore lunghezza dei polipi, e (ciò che più vale) una più retta interpretazione delle affinità naturali; cioè affinità con le Polyactiniae. — Altri invece, Bowerbank, dissentì totalmente e dal Gray e dal Brandt e pose come indiscutibile che corteccia, fascio e spugna formassero un animale solo e che in esso nulla vi fosse di comune con gorgonie o con attinie; ma che il tutto fosse una spugna e che i pretesi polipi non ne fossero se non gli osculi. Il Schultze difese nel primo lavoro questa idea. — L’Ehrenberg manifestò opinione affatto diversà ed originale. Egli considerò il Hyalonema come un prodotto artificiale simile a quello degl’ Tdoli indiani di madreperla. I filamenti vengono, secondo lui, raccolti sopra qualche Tethya e, collesati in fasci, vengono confitti in uno zoantino e così messi in commercio; 0 gettati ancora in mare (onde far crescere meglio quest’ultimo) e ripescati dopo per venir impiantati o in qualche spugna ovvero nei buchi da Pholade di qualche pietra. In favore della sua opinione sta il fatto che nel Giappone si vendono simili artefatti; ma con questo non è dimostrato che il fascio siliceo sia raccolto com’egli dice. — Il vero in tutta la controversia è che il fascio siliceo è parte integrante della spugna e che su di esso si aggroviglia commensale lo zoantino. Il Valenciennes intravvide da lungo un tal fatto; ed il Milne Edwards lo pubblicò nel 1850; ma solo un decennio più tardi venne dimostrato vero dallo Schultze (nel secondo lavoro); e solo poco a poco venne di poi ammesso da tutti; primi furono il Barboza du Bocage, già fautore dell'opinione del Gray, e lo stesso Ehrenberg. Credo inutile aggiungere ulteriori dettagli, e mi limito a far seguire 1’ elenco bibliografico degli autori che trattarono la quistione. 1835 Gray, JoHN Epwarp, On the Coral known as the Glass Plant. In: Proceed. Zoolog. Soc. — 1855, p. 63. Descrizione del Hyalonema Sieboldi; le spicole appartengono al polipo. 1840 Gray, JoHN EpwaArp, Synopsis of the British Museum. Si accenna al Hyalonema Sieboldi; (Vedi Gray 1835). 1850-54 MiLne Epwarps, H. & Harme, J., A Monograph of the British fossil Co- rals. London, 1850-54. Part. I, 1850. Si riferisce e si appoggia l'opinione del Valenciennes secondo cui nel Hyalonema la cor- teccia è dovuta ad uno zoantario parassita. 1850 Gray, Joann EpwaArD, On the genus Hyalonema. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 2°, v. 6, p. 306. È un breve cenno per affermare contro il Milne Edwards che il Hyalonema è un polipo; anzi forse una gorgonia. 1857 Gray, Joan Epwarp, Synopsis of the family and genera of axiferous zoophytes or barked Corals. In: Proceed. zoolog. Soc. v. 25, 1857, p. 278, t. 9. Ai polipi corticiferi di Lamarek si aggiunge la tribù Hyalophytes per il Hyalonema e di questo se ne fa una storia dettagliata e completa. — 320 — 1857 Branpr, Jon. FRED., De nova Polyporum classis familia (Hyalochaetidum). Im: Bull. Acad. Sc. Petersbourg. v. 16, 1858, p. 606. — Id. id. In: Mélanges bio- logiques tom. 2, p. 606. Vi si descrivono i due nuovi generi Hyalonema e Hyalochaeta con le relative specie. fl tutto si ripete e si completa nella memoria posteriore; (Brandt 1859). 1858 SreBoLDp & NoRDMANN, Ueber Hyalonema. Im: Tageblatt der 34% Versamm- lung deutscher Naturforscher in Carlsruhe, p. 39. È più che altro un lavoro di compilazione, che dà storia, descrizione e struttura. 1859 Branpr, Jon. FRED., Symbolae ad Polypos Hyalochaetides spectantes, in fol. — Petropoli, 1859. Memoria d'occasione per il centenario dell’ Accad. Boica. L'autore determina il gruppo Hyalochaeta (come precedentemente 1857); e ammette negli animali l'esistenza di polipi e di polipario con sostegno d’aghi silicei. Le tavole sono belle. 1859 Gray, J. E., On the arrangement of zoophytes with pinnated tentacles. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3.° 1859, v. 4, p. 441. Forma un ordine speciale « spongicolae » e vi accoglie il genere Hyalonema, 1860 Enrenser6 Car. Gort, Beitrige zur Beurtheilung der wunderbaren japanischen Glaspflanze, der sogenannten Corallthier - Gattung Hyalonema und der Familie der Hyalochaetiden. In: Monatshericht preuss. Acad. d. Wiss. zu Berlin, 1860, p. 173-182. Sono considerazioni suggerite dal lavoro precitato del Brandt. L'autore non sa ammettere che il Hyalonema sia un animale solo costituito dalla corteccia e dal fascio fibroso. 1860 Gray, J. E., On the genus Hyalonema. In: Ann. Mag. Nat. Hist. Do Va DI 1860, p. 229-230. È una breve notizia, colla quale l'autore accede all'opinione di Brandt che il Hyalonema sia un poliattiniario; attribuisce l’asse siliceo al polipo e crede che viva parassitico su una spu- gna speciale. 1860 Ley, .., On Hyalonema. In: Proceed. Acad. Nat. Sc. Philadelphia, 1860, pag. 85. Poche parole, colle quali l’autore condivide l’ opinione della natura parassitaria da parte della corteccia. 1860 ScHuLtzE, Max Sreiswunp, Sur une nouvelle éspèce d’éponge (Hyalonema) prise pour un polype. In: Comptes rendus, 1860, p. 792. L'autore combatte l'opinione di coloro che dicono il Hyalonema essere un polipo. Lo di- chiara spugna; e reputa di natura spugnosa anche le nodosità del pennacchio. 1860 Scaurtze Max Srierswunp, Die Hyalonemen, Beitrag zur Naturgeschichte der Spongien. Ein Band in 4, mit Tafeln. Bonn, 1860. È una monografia che, oltre la storia della controversia sul Hyalonema e la descrizione di varî esemplari, contiene un accurato studio morfologico della spugna, del pennello e del polipo; e va corredata di cinque belle tavole. 1861 EmrENBERG CHER. Gort., Ueber die neueren die japanische Glaspflanze als Spon- gia bettreffenden Ansichten, und Erlàuterungen der Synonyme zu Hrn Bower- bank's Spongolithen-Tafeln. In: Monatsber. Acad. Berlin, p. 448-452. A proposito della opinione che il Hyalonema sia una spugna, l’autore osserva che ad ogni modo la corteccia non è connata coll’asse fibroso. i RI trent ex — 321 — 1863 EaRENBERG CHER. GoTT., Ueber die nicht natiirliche Gestaltung der Glaspflanze Hyalonema Sieboldi Gray. In: Monatsber. Acad. Berlin, p. 300-305. Avendo esaminato esemplari e ricevute notizie dirette, l’autore è d’avviso che il Hyalo- nema sia un prodotto artificiale, fabbricato dai Giapponesi per scopo commerciale. 1864 BarBoza du Bocace, J. V., Découverte d'un Zoophyte de la fam. Hyalochae- tides. In: Proceed. Zool. Soc. 1864, p. 265; t. 22. Si descrive il Hyalonema lusitanicum; l'esposizione e le figure lasciano comprendere il vero rapporto tra polipo e spugna, benchè l’autore l’interpreti come rapporto d'organo ad organo. 1865 Barsoza du Bocace, J. V., Habitat du Hyalonema lusitanicum. In: Proceed. Zoolog. Soc. 1865, p. 662. È un'appendice alla memoria precedente (1864); e si riferisce solo all'abitudine ed alla località; d'anatomia nulla. 1866 Bowerbank, J. Scorr., A Monograph of British Spongiae, Roy Soc. London, 1866-74. Descrivendo il Hyalonema considera gli zoantini come parte integrante della spugna. 1866 Gray, J. E., On the Glass-Rope Hyalonema. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, v. 18, 1866, p. 287. E un lavoro ricco d'esposizione sebbene molto confuso; vi si riassumono le varie opinioni pronunciate intorno al Hyalonema e criticandole si conclude per sostenere che il ciuffo siliceo è parte integrante del polipo, mentre la spugna è un parassita. 1866 BowERBANEK, J. Scorr., On Hyalonema mirabilis a reply to D. Gray. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, v. 18, p. 397. Con polemica quasi personale ribatte l'opinione attribuitagli, che la corteccia sia un po- lipo parassita, e sostiene che corteccia, ciuffo e spugna sono un animale solo. 1866 Gray, J. E., Notes on Bowerbank's paper on Hyalonema. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 8°, v. 18, p. 485. È una replica alla replica di Bowerbank e non ha importanza. 1866 EnRENBERG, CAR., G. Ueber Hyalonema lusitanicum ete. In: Monatsber. Akad. Berlin, 1866, Dec. p. 823-837. — Id. On Hyalonema lusitanicum ete. trans]. from the german by W. S. Dallas. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, v. 19, 1867, p. 419. Dimostra che il pennello siliceo del Hyalonema è un fascio di spicole prodotte da una spugna. 1867 Scaurize Max, S., Ueber Hyalonema. In: Arch. fiir Microscop. Anat. v. 3, 1867, p. 206. — Id. On Hyalonema. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, v. 19, 1867, p. 158. Vien combattuta l'opinione di Gray che paragona il Hyalonema alle gorgonie, e sostenuta la tesi che vi sia un polipo parassita su una parte d'una spugna. 1867 BarBoza du Bocage, J. V., On Hyalonema lusitanicum; letters. In: Ann. Mag. Nat. Hist. 3°, v. 20, 1867, p. 123. L'autore ribatte l'opinione che il Hyalonema sia un prodotto artificiale, avendolo egli stesso potuto pescare. 1867 EnRENBERG, CHR. G., Ueber Hyalonema lusitanicum, ete. In: Monatsber. Akad. Berlin, 1867, p. 300. Si avvicina all'opinione del Barboza, ma dubita ancora che nel Hyalonema vi possa essere qualche cosa di artificiale. 4l — 322 — 1867 EnreNBERG, CAR. G., Ueber Hyalonema lusitanicum, etc. In: Monatsber. Akad. Berlin, 1867, p. 843. Dietro esame diretto l’autore è convinto che il Hyalonema sia una spugna e che sopra vi conviva uno zoantino. Qui si chiude la controversia; e sarebbe inutile il citare ancora Suess Eduard (1866, Ann. Mag. Nat. Hist. p. 404) che crede aver trovati esemplari di Hyalonema fossili ; Wywille-Thompson (1873, The Depth of the Sea, p. 420, f. 66) che dice averne in- contrato varî sia col Litghtening che col Porcupine; Higgin Thomas (1875, Ann. Mag. Nat. Hist. p. 375) che ne descrive due altre specie, ecc. Sp. Polythoa (Monothoa) vanikorensis Q. & Gaim. Sinonimi. — Mammillifera vanikorensis sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 174, t. 18, f. 4, 6. Descrizione. — Forma. Polipi isolati. Colonna cilindrica striata per lungo. Ten- tacoli bicicli, brevi, conici. — Colore. Sul corpo glauco; giallo sui tentacoli ; giallo con un cerchio rosso sul disco. — Dimensioni. Lunghezza 0",015. — Giacilura, [Non indicata). Sp. Polythoa (Monothoa) fulva Q. & Gaim. Sinonimi. — Mammillifera fulva sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, PARTITO Ste 3 AERTANI8À DescrIzIone. — Forma. Polipi grandi, isolati. Colonna cilindrica, tessellata. Margine crenulato. Disco ampio. Tentacoli brevi, bicicli, lanceolati. — Colore. Fulvo sul corpo; striato di rosso sul disco. — Dimensioni. Lunghezza 0",025. — Giaci- tura. [Non indicata). 7 AnnoTAZIONI. — Non si capisce perchè questa specie sia chiamata Mammilli- fera dall’autore, mentre dal disegno e dal testo appare che ha polipi isolati. Sp. Polythoa (Monothoa) spongiosa Andr. SINONIMI. — Panceria spongiosa sp. n., Andres 1877, p. 226, t. 16, f. 1,2. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima espanso, ma esistente solo nello stato gio- vanile. Polipi adulti liberi. Base aderente ampia. Colonna elevata cilindrica, trasver- salmente rugosa, coriacea, quasi nuda. Disco non ampio. Tentacoli bicieli (21, 21), conici. Peristoma liscio. — Colore. (Nel vivo ignoto; nei preparati alcoolici grigio). — Dimensioni. 0,04 lunghezza; 0”,006 larghezza. — Giacitura. Sconosciuta. ANNOTAZIONI. — L'animale venne studiato accuratamente in tre esemplari; tut- tavia non credo che il genere originario possa conservarsi. Sp. Polythoa (Monothoa) viridifusca Q. & Gaim. Sinonimi. — Mamillifera viridi-fusca sp. n., Quoy & Gaimard 1833, VERA Sp LA tI | DescRIZIONE. — Forma. Polipi separati. Colonna cilindrica, grossa, rugosa. Ten- tacoli piccoli, tubercoliformi. — Colore. Subroseo sulla colonna; bruno e verde rigato sul disco. — Dimensioni. Lunghezza 0",016. — Giacitura. [Non indicata). Sp. Polythoa (Endeithoa) rubricornis Holds. Sinonimi. — Zoanthus rubricornis sp. n., Holdsworth 1861, p. 484, f. unica; Hinck 1861, p. 364. DescRIzIONE. — Forma. Cenenchima non attaccato ad alcun oggetto, piccolo, nucleare. Polipi raggianti da questo nucleo, circa 10 in un gruppo. Colonna lunga, snella e claviforme; inerostata di sabbia come il cenenchima, ma più in basso che in alto. Tentacoli distinti. Margine non denticulato. — Colore. Grigio nel cenenchima e nella colonna; rosso nei tentacoli; pellucido verso il margine. — Dimensioni. Lun- ghezza della colonna 0",038; diametro 0",006. — Giacitura. Ignota. ANNOTAZIONI. — L'animale venne trovato in esemplare unico fra materiale di dragaggio; e fu descritto e disegnato (figura buona) quando era semimorto. L'autore lo reputa distinto dallo Z. Couchii: 1° per la lunghezza della colonna; 2° per il margine non denticolato; 3° per il colore rosso dei tentacoli. To mi permetto osservare che la grande lunghezza della colonna potrebbe essere stata un effetto della cattiva condizione, in cui si trovava l’animale (« the polyps were unfortunately dead and beginning to decay when they came in my possession ») quando venne descritto; chè in acqua putrida i polipi si stendono. E in questo caso la distensione sarebbe provata anche dallo aspetto semi-pellucido di tutta la parte superiore della colonna, nonchè dalla sua minore incrostazione di sabbia e dalla poca appariscenza del margine denticulato. Im con- clusione io non so levarmi il dubbio che la specie dell’Holdsworth possa essere una varietà della Sidisia Barleei d'altri autori [Vedi P. arenacea]. Il nome della suddivisione (Endeithoa) si riferisce allo scarso numero dei polipi riuniti in colonia (evdfer imp. = si manca, scarseggia). Sp. Polythoa (Endeithoa) norvegica K. & Dan. SINONIMI. — Zoanthus norvegicus sp. n., Koren & Danielssen 1877, p. 79, t. 9, f. 5, 6. — Palythoa Marioni sp. n., Jourdan 1880, p. 43. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima espanso, comune a gruppi più o meno nu- merosi; talora fino di 50 polipi. Polipi verticali, obliqui, orizzontali; divergenti dal cenenchina che è piccolo. Colonna claviforme nell’onco, cilindrica in espansione in- crostata di sabbia. Margine lobato, (tanti lobi quanti tentacoli esterni). Disco piano. Tentacoli bicicli, alterni (18, 18), talvolta sembrano essere monocicli, brevi. Bocca prominente. — Colore. Grigio sulla colonna con fondo roseo; rosso intorno alla bocca con raggi bianchi sul peristoma. — Dimensioni. Altezza 0",025. — Giacitura. Su Tethea cranium, Lima excavata, Primnoa lepadifera, Paragorgia arborea; profonda. AnnOTAZIONI. — Secondo gli autori Koren & Danielssen questa specie è affine con Z. anguicoma Norm. e con Z. Couchii; ma di essi il primo ha cenenchima na- striforma [sic], polipi cilindrici, tentacoli 34 lunghi, colore rosso bianco; il secondo cenenchima pure nastriforme, polipi pure cilindrici, tentacoli 28 brevi, colore nullo. La specie P. Marioni del Jourdan non sembra differire (per quanto si può de- durre dalla descrizione, chè la figura manca) dalla P. norvegica. Essa ha tuttavia minore altezza (da 0”,015 a 0®,018) tessuto più delicato, stoloni corti e stretti; ed aderisce a serpule ed a spugne. — 324 — Sp. Polythoa (Taeniothoa) sulcata Gos. Sinonimi. — Zoanthus sulcatus sp. n., Gosse 1860, p. 303, t. 0, f. 7; Hinck 1861, p. 364. — Gemmaria sulcata, Gray 1867, p. 238. Palythoa sulcata Gos., Fischer 1875, p. 1207; Id. p. 374; Fischer 1875, p. 236; Fischer 1875, p. 8. DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima nastriforme, talora tanto largo da portare tre polipi di fronte; cosparso di sabbia. Polipi abbastanza ravvicinati e numerosi. Colonna varia, per lo più cilindrico-clavata; solcata per lungo; in basso è coperta da un rive- stimento chitinoide commisto con granuli di sabbia, che forma una specie di guaina, entro'cui la parte superiore nuda si nasconde. Margine dentato da brattee. Tentacoli bicieli, scarsi (circa 22), subeguali, conici, puntuti, diretti in fuori. Peristoma con- cavo; con bocca non prominente. — Colore. Colonna e cenenchima grigio-olivacei. Brattee con punta bianco-argentea. Tentacoli, trasparenti, incolori ma con macchie giallo-brune nell’interno (prodotte da minuti granuli ammassati). Peristoma giallo-oli- vaceo con grani argentei. di sabbia [sic !] alla base dei tentacoli secondari. — Di- mensioni. Altezza dei polipi 0,003; larghezza 0",002. — Giacitura. Sulle roccie; entro limite di marea. ANNOTAZIONI. — Il Gosse nel prospetto analitico delle specie (p. 296) dice che lo Z. sulcatus è privo di sabbia; nella descrizione invece gliene attribuisce niente- meno che una guaina. Per la sua piccolezza, dice l’Hinck, è difficile a trovarsi. Sp. Polythoa (Taeniothoa) anguicoma Norm. Sinonimi. — Zoanthus anguicoma sp. n., Norman 1868, p. 319. DescRIZIONe. — Forma. Cenenchina nastriforme, con polipi sorgenti a intervallo. Colonna alta 3-5 volte più del diametro, leggermente obconica; alla parte superiore con 18 rughe raggiate [brattee]; coperta di sabbia non molto aderente. Tentacoli bicicli, circa 34, assai lunghi ed estensibili, subulati. — Colore. Bianchiccio-giallo- bruno. — Dimensioni. [Non indicate). — Giacitura. Su spugne (Phakellia ventila- bum e robusta, Normannia crassa, Oceanopia Jeffreysii). ANNOTAZIONI. — L'autore osserva che la presente specie differisce dallo Z. inceru- status |P. arenacea] solo per la maggiore lunghezza dei tentacoli. Benchè mancando una figura sia imprudente giudicare, a me sembra che ne differisca per ogni carat- tere; e che forse si risolva in una P. axinellae. Sp. Polythoa (Gemmithoa) brevis Duch. Sinonimi. — Mamillifera brevis, Duchassaing 1850, p. 11; Milne Ed- wards 1857, p. 303. Gemmaria brevis (Mammillifera) Duch., Duchassaing & Michelotti 1860; t. 8, f. 14; Duchassaing & Michelotti 1866. Zoanthus parasiticus Stimps., Verrill 1862, p. 34. Palythoa cancrisocia sp. n., Martens 1875. Epizoanthus cancrisocius v. Mart., Studer 1878, p. 547. Zoanthus americanus sp. n., Verrill 1864, p. 84 e 35; Verrill 1866, p. 335. — 925 — Epizoanthus americanus Ver., Smith & Harger 1874, p. 55, t. 8, f. 2. DescRIZIONE. — forma. Cenosarea membranoso, incrostato di sabbia, espanso regolarmente. Polipi sparsi molto lontani l’un dall’altro cioè 5-11 mm. e sorgenti specialmente dal lato dorsale della conchiglia (lato superiore) la quale in molti esem- plari è distrutta. Disco piccolo. Tentacoli bicicli (24, 24), entacmei, cilindrici, brevi. — Colore. Rosa. — Dimensioni. Altezza dei polipi da 0",005, a 0",01. — Giacitura. Sopra conchiglie di Buccinum porcatum abitata da Pagurus |[Eupagurus pubescens dice Verrill]; in acque profonde. Annotazioni. — La descrizione è quella dello Studer. Gli altri autori dicono press’ a poco lo stesso e tutt'al più variano nel dare il numero dei tentacoli; i quali per il Duchassaing, p. es., sono assai numerosi. Sp. Polythoa (Mammothoa) univittata Lor. Sinonimi. — Mammillifera univittata sp. n., Lorenz 1860, p. 673, t. 1, f. 1,2. — Palythoa univittata Lor., Heller 1868, p. 21. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima membranaceo espanso, sottile. Polipi ci- lindrici, un poco allargati in alto, talora con due o tre o più rughe trasverse; mar- gine con 15 dentellature o brattee. Tentacoli 30, conici, perforati all’apice, retrattili, bicicli; gli esterni corrispondenti alle brattee; gl’interni agl’interspazi bratteali. — Colore. Colonna bruno-rossigna verso l’ alto. Brattee munite di orlo bianco e di spina mediana pure bianca. Tra queste e il resto della colonna vi è una fascia ros- signa. Peristoma radiato da strie che verso l’esterno si biforcano. — Dimensioni. Polipi lunghi da 0”,005 a 0,010, larghi da 0",002 a 0,004. Tentacoli lunghi da 0,003 a 0%,004. — Giacitura. Materiale di dragaggio, sovra conchiglie di Fusus. 1 AnxorazIonI. — La perforazione apicale dei tentacoli non è accennata nel testo, ma si rileva dalla figura; come pure da questa si scorge il rigonfiamento a capocchia. Sp. Polythoa (Mammothoa) auricula Les. Sinonimi. — Mammillifera auricula sp. n., Lesueur 1817, p. 178, t. 8, f. 2; Blainville 1830, p. 295; Blainville 1834, p. 329, t. 50, f. 3. — Palythoa auricula Les., Dana 1849. — Zoanthus auricula, Milne Edwards in Cuvier 1849, t. 62, f.6. — Mammillifera auricula Les., Milne Edwards & Haime 1851, p. 13. — Palythoa auricula Les., Milne Edwards 1857, p. 801, t. C 2, f. 4. Mammilifera auriculata Les., Duchassaing 1850, p. 11. — Mammil- lifera auricula Les., Duchassaing & Michelotti 1860; Duch. & Michelotti 1866. DescRIZIONE. — forma. Cenenchima cuticulare espanso, sul quale sorgono molti polipi. Questi hanno: colonna breve, cilindrica, mucosa, carnosa; tentacoli 26-30; bocca piccola. — Colore. Disco verdiccio; tentacoli rossicci; bocca bianchiccia-verde.— Dimensioni. (Non indicate). — Giacitura. Sopra le roccie. Annotazioni. — Il Duchassaing non dà alcuna descrizione; e solo si riferisce alla figura del Blainville [riproduzione del Lesueur]. — 326 — Sp. Polythoa (Mammothoa) cingulata Q. & Gaim. Sinonimi. — Mamillifera cingulata sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 169, t. 13, f. 1-3. — Palythoa cingulata Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 302. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima presente. Polipi cilindrici, coriacei; margine molto denticolato ; tentacoli 24, monocicli, lunghi, puntuti. — Colore generale bruno con una fascia bianca trasversale sulla colonna; verde sui tentacoli; bianco alla bocca.— Dimensioni e Giacitura. (Non indicate). î Annotazioni. — La figura 2 dei sigg. Quoy & Gaimard fa vedere molto hene i denti o brattee subtentacoliformi del margine; la fig. 3 mostra il disco ed è molto simile ad una delle figure del Savigny (1820-30, t. 2, f. 1-3). Sp. Polythoa (Mammothoa) viridis Q. & Gaim. Sironimi. — Mamillifera viridis sp. n, Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 170, t. 13, f.9, 11. — Palythoa viridis Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 302. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima incrostante. Polipi bene distinti, un poco clavatis tentacoli piccoli, lanceolati, bicicli (17, 17). — (Colore. Verde in generale; disco con sfumature rosee. — Dimensioni e Giacitura. [Non indicate]. Sp. Polythoa (Mammothoa) elongata Verr. Sinonimi. — Epizoanthus elongatus sp. n., Verrill 1868, p. 497. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima sottile, membranoso, incrostante. Polipi non affollati, ma meno distanti del diametro basale, diseguali. Colonna elevata, sub- cilindrica, talora solcata e rugosa, inerostata ovunque da sabbia. Tentacoli circa 46, bicicli, allungati, piccoli, snelli, acuti. — Colore (in alcool). Giallo-scuro-bruno sotto la sabbia, che è variicolore. — Dimensione. Colonna lunghezza 0,010; larghezza 0”,003. — Giacitura. Sulle roccie. AnnotAZIONI. — Il Verrill nella descrizione aggiunge che al di fuori della ra- dice d’ogni tentacolo vi è un tubercolo; io credo che questo non sia altro se non il rilievo della rispettiva brattea. Sp. Polythoa (Mammothoa) nymphosa Dana. Sinonimi. — Mammillifera nymphea sp. n., Lesueur 1817, p. 178; Blain- ville 1830, p. 295; Blainville 1834, p. 329. — Palythoa nymphosa Les., Dana 1849; Milne Edwards 1857, p. 302; Kòlliker 1865, p. 115. Mammillifera nymphaea Les., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f. 8, 9; Duch. & Michelotti 1866. Mammillifera distans sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866. Mammillifera pulchella sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866. — 327 — DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima espanso. Polipi fitti, carnosi, contrattili; tentacoli bicicli, circa 50; bocca prominente, pieghettata. — Colore. Colonna giallo- gnolo-rossa; tentacoli bruni; bocca rosa. — Dimensioni. [Non date). — Giacitura. Sulli scogli. Varietà. — Dalla fusione delle succitate specie di Duch, & Mich. si ottengono ben quattro varietà: a rosea, che è la suddescritta (nymphea). { viridis, che ha disco verde e tentacoli bianco-verdi (appartenenti alla distans). y coerulea, con disco ceruleo e tentacoli verdi (pure appartenente alla distans). Ò rubro-viridis, fornita di peristoma rosso al centro, verde alla periferia; ten- tacoli verdi. ANNOTAZIONI. — Di nessuna delle tre specie originarie esiste una buona descri- zione, e solo della prima si ha una figura, la quale del resto è inservibile. La fu- sione delle tre in una è fatta sulla opinione stessa del Duch. & Mich., che dichiarano la distans differire dalla nymphaea solo per polipi più grandi e meno fitti, e la pul- chella divergerne solo per tentacoli più brevi; e così tanto l’una quanto l’altra e la terza non essere se non varietà d’uno stesso tipo. [Dietro questo non capisco perchè i signori D. e M. abbiano create due specie nuove accanto alla nymphaea]). — Il nome nymphaea venne già usato per una Sagartia [vedi p. 184). Sp. Polythoa (Corticithoa) tuberculosa Klunz. Sinonimi. — Corticifera flava sp. n., Lesueur 1817, p. 179; Blainville 1830, p.297; Blainville 1834, p.331. — Palythoa flava (Corticifera) Les., Duchas- saing & Michelotti 1860. — Palythoa flavo-viridis H. & E., Ehrenberg 1834, p. 47; Dana 1849; Milne Edwards 1857, p. 305. — Pàlythoa argus H.&E, Ehrenberg 1834, p. 48; Milne Edwards 1857, p. 305. Palythoa tuberculosa Esp., Klunziuger 1877, p. 66, t. 4, f. 7. Palythoatuberculosa Klz., Studer 1878, p. 547. DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima più o meno esteso, incrostante, grosso; con superficie superiore piana, nodosa, convessa. Polipi prominenti più o meno da questa massa; taluni grandi, altri piccoli; i maggiori hanno 80-40 tentacoli, bicicli, e circa 20 dentellature al margine; qua e là alcuno è ovale anzichè rotondo. Nel tessuto vi sono spicole calcaree, delle quali certune hanro forma determinata di cono o di cuneo e stanno ordinate a palizzata. — Colore bruno, giallo, verdognolo. — Dimen- sioni. Spessore della colonna da 0”,005 a 0”,02; altezza dei singoli polipi da 0”,001 a 0%,006. — Giacitura. Sulle pietre in piccole colonie od in grandi estensioni; nella zona di marea. ANNOTAZIONI. — Il numero dei tentacoli e dei setti varia in una stessa colonia e così è impossibile (ed inutile) il distinguere tra le sunnominate specie: flava, flavo- viridis, argus, ecc. — La P. tuberculosa dello Studer coincide per asserto dell’autore con quella del Klunzinger. — Ai sinonimi succitati si dovrebbero aggiungere due altri, citati dubitativamente dal Klunzinger, che sono: Alcyonium papillosum Pallas p. 350, e Alcyonium tuberculosum Esper p. 68, t. 23, f. 1,2. — 328 — Sp. Polythoa (Corticithoa) glareola Les. Sinonimi. — Corticifera glareola sp. n., Lesueur 1817, p. 178, t. 8, f. 6,7; Blainville 1830, p. 297; Blainville 1834, p. 331, t. 56, f.1.— Palythoaglareola Les., Dana 1849. — Mammillifera glareola Les., Milne Edwards & Haime 1851, p. 13. — Palythoa glareola Les., Milne Edwards 1857, p. 305. Corticifera glareola Les., Duchassaing 1850, p. 11. — Palythoa gla- reola Les., Duch. & Michelotti 1866. Descrizione. — Forma. Cenenchima in forma di espansione membranacea larga con generale incrostamento di sabbia. Polipi con colonna breve; tentacoli 24. — Colore. Tentacoli rosso-grigi; disco violetto, biancastro al centro. — Dimensioni e Giacitura. | Non indicate). ANNOTAZIONI. — L’unica figura esistente è quella del Lesueur, riprodotta dal Blainville, la quale è insufficiente a stabilire con certezza la specie. —Il Duchas- saing comprende nella C. glareola anche la M. mammillosa e la M. ocellata di Ellis, di Blainville ecc. [Vedi più avanti: Zoanthidae dubiae|. Sp. Polythoa (Corticithoa) aggregata Less. Sinonimi. — Corticifera aggregata, Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 71, t. 8, f. 3; Milne Edwards 1857, p. 305. DescRrIZIONE. — Forma. Cenenchima robusto, comune a colonie numerose e fitte, aderente alle roccie. Colonna corta, tozza. Disco sub-rotondo. Tentacoli 12-18, piccoli, in corona semplice. Bocca a fessura. — Colore. Bianco-giallastro, sui tentacoli bianco. — Dimensioni {non date). — Giacitura. Sulle roccie madreporiche. ANNOTAZIONI. — La figura mostra un’inerostazione di poligoni con una stella ad otto o dodici raggi nel mezzo. Sp. Polythoa (Corticithoa) clavata Duch. Sinonimi. — Mamillifera clavata sp. n., Duchassaing 1850, p. 11; Milne Edwards 1857, p. 303. — Gemmaria clavata Duch., Duchassaing & Miche- lotti 1866. DescRIZIONE. — Forma. Colonna un poco a clava, piegata di traverso; talvolta con gemme laterali che la rendono ramosa. Polipi approssimati, elongati, clavati; tentacoli 30 circa, conici, più lunghi degli spazî interstiziali tra polipo e polipo. — Colore. Disco e tentacoli violetti. — Dimensioni. Lunghezza 0,008. — (Giacitura. [Non indicata]. Sp. Polythoa (Corticithoa) lutea Q. & Gaim. Sinonimi. — Mamillifera lutea sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, pael72 Mtb, er alp 14. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima incrostante, suberoso. Polipi uniti e spor- genti dall'insieme come mammelloni conici; colonna rugosa di traverso; margine quasi liscio, cioè a denti poco pronunciati. Disco elevato ; tentacoli piccoli, monocicli.— — (929) — Colore. Giallo-sporco sul corpo; giallo striato di bruno sul disco. — Dimensioni e Giacitura. [Non indicate]. ANNOTAZIONI. — In stato di contrazione i polipi scompajono del tutto nel li- vello generale del cenenchima. Polythoae dubiae. Sp. Polythoa (Monothoa) caraibeorum Duch. SinoNnIMI. — Hughaea caraibeorum, Duchassaing 1850, p. 9; Milne Edwards 1857, p. 290. — Palythoa caribaea D., Duchassaing & Michelotti 1866. — Palythoa caraibeorum, Kélliker 1865, p. 115. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica, tentacoli 18 monociecli, subpetaloi- dei, annulati, lunghi quanto il diametro discale. — Colore gialliccio trasparente. — Dimensioni piccole. — Giacitura. [Non indicata). Annorazioni. — L'autore nel 1850 mette il cenere fra le urticine ed i disco- somi anzichè descriverlo in compagnia degli altri zoantini. Nel 1860 lo classifica di certo fra questi ultimi e dice di averne osservate due varietà, che sono però tanto diverse tra loro da poter formare due specie distinte. — P. plana: con polipi staccati, eguali, sovra un sol piano. — P. irregularis: con polipi contigui, rigonfi, irregolari. Sp. Polythoa (Monothoa) philippinensis Gray. Simoni. — Triga philippinensis, Gray 1867, p. 239. DescRIZIONE. — Forma. Polipi solitari, ravvicinati verso la base. Colonna rugosa di traverso, subeilindrica, clavata. — Dimensioni. Lunghezza da 0”,025 a 0,04. — Giacitura. Sopra scheggie. ANNOTAZIONI. — La mancanza di figura e la brevità di descrizione mettono questa specie fra le rigettabili. Sp. Polythoa (Corticithoa) humilis Verr. Sinonimi. — Epizoanthus humilis sp. n., Verrill 1868, p. 498. DEscRIZIONE. — Forma. Cenenchima membranoso, sottile, solido, continuo. Polipi diseguali, affollati, contigui colla base, piccoli. Superficie coperta di sabbia. Sommo della colonna (contratta) con 12 solchi distinti, radiati. — Colore. Giallo-bruno-chiaro (in alcool). — Dimensioni. Colonna (contratta): lunghezza 0”,010; larghezza 0°,012.— Giacitura. (Non indicata). i ANNOTAZIONI. — Fu descritta da preparati alcoolici, nei quali nessun polipo era aperto. Sp. Polythoa (Corticithoa) cinerea D. & Mich. Sinonimi. — Palythoa ocellata, Duchassaing & Michelotti 1860; (non Duch. & Mich. 1866). Palythoa mammillosa Lam., Duchassaing & Michelotti 1866; Kòlliker 1865, p. 116. Palythoa cinerea sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866. — 330 — DescRIZIONE. — l'orma. Tentacoli 36-38 cilindrico-acuminati. — Colore. Polipie- roide giallo, disco giallo-striato. — Dimensioni e Giacitura. (Non indicate). AnnorAzIOnI. — Gli autori non dicono perchè la presente debba venir conside- rata diversa dalla sp. occellata Lam., ma la tengono distinta; dichiarano che non deve confondersi con la M. mammillosa Ehr. Gen. Zoanthus Klunz. Sinonimi. — Zoanthus (pars), auctorum. Palythoa (pars), id. Isaurus (pars), id. Mammillifera (pars), id. E così via per tutti i generi di zoantini. CARATTERI. — Forma.Cenenchima di varia figura, talora mancante (?); non incrostato di sabbia. Polipi più o meno numerosi. Colonna liscia, molle, senza arena come il cenenchima. Margine bratteato. Ten- tacoli bicicli, conico-acuminati, ecc. — Colore, Dimen- sioni e Giacitura. [Vari]. SPECIE DESCRITTE. — Zoanthi abbastanza bene descrittti. A. con cenenchima vario . .. |... .- . Zoanthus (str. s.). — Z. Ber- thollelùù Aud., Z. Peri Aud., Z. Danae Leconte, Z. arclicus Sars. B. senza cenenchima ; polipi isolati . . . (Momanthus). — Z. (M.) Sa- vignyi Aud., Z. (M.) tuberculalus Gray. O. con cenenchima espanso; polipi fitti. (Corticanthus). — Z. (0.) nitidus Verr., Z. (0.) paguriphilus Verr., Z. (C.) confertus Verr. D. con cenenchima stoloniforme, stretto serpeggiante. ..... +... + (Rhyzantus) — Z. (R.) Solan- deri Les., Z. (R.) socialus Ell., Z. (R.) Alderii Gos. Zoanthi piuttosto dubbii per insufficiente de- scrizione (provvisoriamente assegnati all'una od all'altra delle divisioni pre- CERONVI) PARERI O RE Z. (str. s.) flosmarinus D. & Mich., Z. (M.) incullus n. n., Z. (M.) Clif- tonîi Gray, Z. (R.) dubius Les., Z. (R.) Mertensii Br., Z. (C.) Anduzii D. & Mich. AnnoTAZIONI. — Le cose dette per il gen. Palythoa valgono press’a poco per il presente. — Esso è tuttavia assai più incerto di quello e forse dietro successive indagini cadrà in grandissima parte. Delle suddivisioni la più spiccata è quella del Rhyzan- thus, che per avventura merita di venir equiparato al gen. Zoanthus stesso. (‘) Zoanthus (lRhyzanthus) Solanderi Les. (da Lesueur 181%, t. 8.) Y Sp. Zoanthus (str. s.) Bertholetii Aud. STINONIMDA a MR , Savigny 1820-30, t. 2, f. 3. — Palythoa Bertholetii, Audouin 1828, (t. 2, f. 3), p. 48. — Zoanthus Bertholetii E., Ebrenberg 1834, p. 46; M. Edwards in Lam. 1837, p. 178. — Zoantha Bertholetii Aud., Dana 1849. — Zoanthus Bertholetii Aud., Milne Ed- wards 1857, p. 300. — Palythoa Bertholeti, Gray 1867, p. 234. Zoanthus Bertholetii Aud., Klunzinger 1877, p. 63. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima vario: ora nastriforme, ora reticolato per anastomosi dei nastri, ora espanso con ancora qualche lacuna qua e lù. — Polipi più o meno fitti. Colonna elevata, cilindrica, liscia. Margine dentato. Tentacoli bici- cli, 48, clavati. Peristoma liscio, regolare, radiato, con bocca priva di gonidii [?]. — Colore. Cenenchima e colonna grigio-azzurrigni, con sfumature violacee verso il mar- gine. Tentacoli nero-azzurrigni con punti smaragdini sulla faccia interna. Peristoma rosso-bruno, con labbra chiare. — Dimensioni. Altezza dei polipi da 0”,005 a 0",010: larghezza da 0”,003 a 0”,005. — Giacitura. Sulle pietre della costa. Annotazioni. — Gli esemplari del Savigny pare si trovassero sopra una spu- gna. — L’Ehrenberg nota che nel Museo di Berlino ve n’erano a’ suoi tempi alcuni sotto il nome di Spongia dichotoma, e prima di Spongia verrucosa. — Il Klunzinger comprende in questa specie anche un altro esemplare del Museo stesso, cioè il 204, che porta (erroneamente) l’ indicazione Hughea. Sp. Zoanthus (str. s.} Perii Aud. SINONIMI: da cate , Savigny 1820-30, t. 2, f. 4. — Palythoa Perii, Audouin 1828, (t. 2, f. 4), p. 48. Zoanthus Perii Aud., Klunzinger 1877, p. 64, t. 4, f. 6. DEscRIZIONE. — Forma. Cenenchima a stolone, poco sviluppato. — Polipi scarsi in numero e ravvicinati alla base. Colonna elevata, cilindroide o clavata, delicata, liscia, solcata. Tentacoli claviformi 0d a bottone. — Colore. Nullo; tessuti pellucidi. — Dimensioni. Altezza dei polipi da 0",01 a 0",03; larghezza da 0”,003 a 02,007. — Giacitura. Sovra detriti. Avnorazioni — Questa specie a dire del Klunzinger è rara. Tanto egli che il Savieny non ne disegnarono che polipi chiusi o quasi [da uno del Savigny sporgono un paio di tentacoli). Il Milne Edwards non l’ammette e la cita dubbiosamente con la P. fuliginosa. L’Ehrenberg è pure incerto di accettarla, ed ondeggia fra Sympo- dium e Mammillifera. — Dalle figure a me sembra che il cenenchima non sì possa chiamare stoloniforme; è un allargamento irregolare poco pronunciato. Sp. Zoanthus (str. s.) Danae Le Conte. Sinonimi. — Zoanthus Danae, Le Conte 1851; Verrill 1866, p. 329. Mammillifera Danae, Ver., Verrill 1868, p. 496. DescrIZIONE. — Forma. Cenenchima espanso continuo, membranaceo, talora a nastro e lineare; liscio molle senza sabbia. — Polipi piuttosto distanti. Colonna sub- cilindrica. Margine con un cielo di 23-27 tubercoli posti alla base dei tentacoli e — 332 — corrispondenti ciascuno ad uno dei tentacoli esterni. Tentacoli da 46 a 54, bicicli, brevi, grossi, ottusi. Peristoma raggiato. — (Colore. Cenenchima e colonna purpureo-pallidi. Disco verde, zonato di porpora al labbro ed alla periferia. Tentacoli esterni pallidi alla radice. — Dimensioni. Colonna lunghezza 0,032. — Giacitura. [Non indicata]. ANNOTAZIONI. — I tubercoli del margine non sono evidentemente altro cho le brattee. Sp. Zoanthus (str. s.) arcticus Sars. Sinonimi. — Mamillifera sp., Sars 1851, p. 142. — Zoanthus ar- eticus sp. n., Sars 1860. Zoanthus arcticus Sars, Marenzeller 1877, p. 23. DescrIZIoNnE. — Forma. Polipi singoli o bini, eretti; margine a 15-19 denti- celli; tentacoli biseriati 30-38. — Colore. Fosco cinereo, peristoma e tentacoli rosei e miniacei, apice dei tentacoli biondo. — Dimensioni. [Non indicate). — Giacitura. Sulle pietre. ANNOTAZIONI. — Il Sars la fa differire dalla P. inerustata per la mancanza di sabbia, per maggiore elevazione dei polipi e per non essere mai escavata dai paguri. To trovo che il colore dei tentacoli e il modo di aggruppamento dei polipi la fanno rassomigliare alla P. rubricornis dell’Holdsworth. Sp. Zoanthus (Monanthus) Savignyi Aud. SINONIMI RA SERRE , Savigny 1820-30, t. 2, f. 1 —Isaura... sp. . .. Lamouroux 1821, p. 78, t. 79, ft. JI. — Hughea Savignyi H.& E, Ehrenberg 1834, p. 45. | Isaura Savignyi Aud., Dana 1849. — Palythoa Savignyi Aud., Milne Edwards 1857, p.- 8303. — Palythoaster Savignyi n. n., Haeckel 1875, p. 44, frontisp. f. 5. DescRIZIONE. — Forma. Polipi isolati. Base con lembo rilevato a cercine. Co- lonna diritta, cilindrica. Disco . . ? . . [nelle figure è rovesciato con gran parte della faringe). Tentacoli bicicli ovato-lanceolati, 56. Bocca con forte traccia goni- diale. — Colore. [Non indicato). — Dimensioni. 0°,015. — Giacitura. [Non indicata). Annotazioni. — Il Klunzinger (1877) riunisce la presente specie allo Z. Ber- tholletii; ma io credo a torto, perchè quella ha tentacoli affatto diversi. — Haeckel dà un bel disegno ingrandito, che io credo copiato dalla figura 1, II del Savigny, anzichè tolto dal vero. In esso il faringe è molto protruso ed i tentacoli sono di due sorta: acuminati nel ciclo esterno, ovoidi nell’interno. Che sia tolto dal Savigny anzichè dal naturale lo prova il fatto che la disposizione giusta dei tentacoli non è quella della fig. 1, II, ma quella della fig. 1, INI la quale appunto li ha in ordine inverso. — Haeckel inoltre non dà ragioni del cambiamento portato al nome generico, del quale per verò non si sentiva punto bisogno. Sp. Zoanthus (Monanthus) tubercolatus Gray. Sinonimi. — Isaurus tuberculatus sp. n., Gray 1828, p. 8, t. 6, f. 3. — Isaurus tuberculatus Gray, Gray 1867, p. 234. ri tenia ci rinS at a RE ST * — 333 — DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima [non menzionato]. Polipi subcilindrici, car- nosi, solcati per lungo e per traverso, tubercolati; con tentacoli acuti hicieli entac- mei. — Colore {non indicato). — Dimensioni: lunghezza 0”,05; diametro 0%,012. — Giacitura [ignota]. ANNOTAZIONI. — La specie venne fatta su esemplari del Museo Britannico d’ignota provenienza ed epoca. Le figure e la descrizione son insufficientissime. — I tubercoli della colonna (a giudicare dalla figura) paiono essere eserescenze artificiali prodotte dall'alcool, anzichè modalità organiche. Sp. Zoanthus (Corticanthus) nitidus Verr. Sinonimi. — Mammillifera nitida Verr., Verrill 1868, p. 497. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima largo, membranoso. Polipi fitti insieme. Colonna grande, subcilindrica, liscia. Tentacoli 54, lunghi, acuminati snelli. — Colore (in alcool) verde scuro. — Dimensioni. Colonna lunghezza 0°,011; larghezza 0",004. — Giacitura. [Non indicata). Annotazioni. — Si distingue, secondo Verrill, dalla M. Danae [Z. (str. s.) Danae] per la lunghezza maggiore dei tentacoli. Sp. Zoanthus (Corticanthus) paguriphilus Verr. Sinonimi. — Epizoanthus paguriphilus sp. n., Verrill 1882, p. 137. DescRIZIONE. — Forma Cenenchima grosso, liscio, lubrico, translucido. Polipi scarsi, molto grandi, robusti; con base larga, rigonfia. Disco più ampio della colonna. Tentacoli numerosi, lunghi. — Colore. Cenenchima e colonna grigi di fango; ten- tacoli aranciati. — Dimensioni. Lunghezza dei polipi espansi 0®,025; loro diametro 0%,015. Larghezza dell’intiera colonna da 0”,06 a 0%,07. — (Giacitura. Sopra pic- cole conchiglie univalvi abitate da Parapagurus pilosimanus, le quali col crescere della colonia forse vengono assorbite; certo la colonia cresce oltre la conchiglia. ANNOTAZIONI. — La specie è abbastanza bene descritta, ma non è corredata da figura. Il carattere del cenenchima liscio e lubrico sembra escludere l’idea di inero- stazioni o deposizioni terrose, perciò annovero l’animale nel gen. Zoanthus; ma debbo far rilevare che gli altri Epizoanthi del Verrill ho invece dovuto disseminarli qua e là nel gen. Palythoa. Sp. Zoanthus (Corticanthus) confertus Verr. Sinonimi. — Mammillifera conferta sp. n., Verrill 1868, p. 497. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima espanso, membranoso. Polipi molto fitti, così da farsi poliedrici, e da celare il cenenchima. Colonna tozza, liscia, delicata, pellucida. Tentacoli 54, brevi, piccoli, papilliformi, bicieli. — (Colore, (in alcool) bianco. — Dimensioni. Colonna lunghezza (in contraz.) 0”,003. — Giacitura. Sopra conchiglie. Sp. Zoanthus (Rhbyzanthus) Solanderii Les. Sinonimi. — Zoanthus Solandri, Lesueur 1817, p. 177, t.8,£ 1L — Zoanthus Solanderi Les., Blainville 1830, p. 295; Blainville 1834, p. 329, — 3594 — t. 50, f.2; Milne Edwards in Lam. 1837, p. 178. — Zoanthus socialis Milne Edwards in Cuvier t. 62, f.5; Milne Edwards 1857, p.300. — Zoanthus Solandri Les., Dana 1849. Zoanthus Solanderi Les., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f. 1; Kéolliker 1865, p. 114; Duch. & Michelotti 1866. DEscRIZIONE. — Forma. Cenenchima stretto. — Polipi a colonna clavata; ten- tacoli numerosi (60), bicicli, corti; peristoma piano. — Colore. Rossigno-giallo sulla colonna con macchie azzurre verso l’alto separate da linee bianche; disco rossigno bruno. — Dimensioni. Colonna lunga 0%,05. — Giacitura. [Non indicata). ANNOTAZIONI. — Duchassaing & Michelotti osservano che il colore dato dal Milne Edwards non si riscontra mai; che piuttosto vi è sempre una tinta verde più o meno predominante. — Nel Règne anim. del Cuvier il Milne Edwards riproduce la figura succitata del Lesueur, ma adduce come sinonimo la H. sociata di Ellis ed usa egli stesso il nome Z. socialis. Sp. Zoanthus (Rhyzanthus) sociatus Ell. Sinonimi. — Actinia sociata sp. n., Ellis 1767, p. 428, t. 13, f. 1, 2; Ellis & Solander 1786, p. 5, t. 1, f.1,2. — Hydra sociata, Gmelin 1788-93, p. 3868. Zoanthus sociata, Lesueur 1817, p. 176. — Zoanthus socialis Les., Blainville 1830, p. 295; Blainville 1834, p. 528. — Zoanthus sociatus, Cuvier 1830; Ehrenberg 1834, p. 45. — Gemeine Thierblume, Oken 1835, v. 2, part. 1, p. 162. — Zoanthus sociatusCuv., Milne Edwards & Haime 1851, p. 13; Milne Edwards 1857, p. 299; Guerin 1869, t. 11, f. 4. Zoantha sociata Les, Dana 1849. Zoanthus sociatus Lam., Verrill 1863, p. 56. Zoanthus sociatus Ell., Gray 1867, p. 234. Zoanthus Ellisii sp. n., Bosc. p.. . ; Lamouroux 1821, p. 89, t.1, f.1,2.— Zoanthus Ellisii Bose., Lamark 1837, p. 178. — Zoanthus Ellisii Bosc, Dana 1849. Zoanthus sociatus Les., Duchassaing 1850, p. 11. — Zoantha nobilis sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f.7; Duchassaing & Mich. 1866. DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima stretto tubulare radiciforme. — Polipi rari, lontani. Colonna liscia, lievemente striata. Tentacoli bicicli (30, 30), brevi. — Colore. verdognolo sul disco, giallo sui tentacoli. — Dimensioni e Giacitura [non indicate). Annotazioni. — La descrizione dell’Ellis è dettagliata, ma si riduce al poco del Lesueur ch'io addussi. L’Ellis è d’avviso che a questa specie spettino pure i « waterbottles » menzionati dal Hughes (1750, p. 296); le sue figure sono discrete e danno anche uno spaccato. L'identità della specie di Lesueur con quella di Ellis non è perfettamente sicura. — Negli esemplari del Duchassaing il colore dei tentacoli era azzurrigno e la forma si avvicinava a quella dello Z. Solanderi. Sp. Zoanthus (Rhyzanthus) Alderii Gos. Sinonimi. — Zoanthus Alderi sp. n., Gosse 1860, p. 305, t. 9, f. 8; Gray 1867, p. 234. — 335 — DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima radiciforme, stretto, serpeggiante, irregolar- mente dicotomo; privo di sabbia. — Polipi rari, posti in fila semplice. Colonna ob- conica, rugosa di traverso, non coperta di sabbia; quando è chiusa presenta al sommo una ventina di linee raggianti. Tentacoli e peristoma non veduti. — Colore. Bianco- latteo per il cenenchima e la colonna. — Dimensioni. Altezza della colonna 0”,003; diametro medio 0",001. — Giacitura. Sulle pietre, a bassissima marea. ANNOTAZIONI. — La specie venne veduta e raccolta una volta sola da J. Alder; eil Gosse la descrisse dietro gli appunti di lui. Zoanthi dubii. Sp. Zoanthus (str. s.) flosmarinus D. & Mich. Sinonimi. — Zoanthus flos-marinus sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f.6; Duch. & Michelotti 1866. DescRIZIONE. — Forma. Colonna rotonda, liscia. Tentacoli cilindrici, perforati, 36, monocicli (in apparenza). Peristoma ampio, liscio. — Colore. Colonna verdastra in alto, bocca verde. — Dimensioni. Lunghezza 0,038. — Giacitura. Su pietre sommerse. ANNOTAZIONI. — La figura è discreta. Sp. Zoanthus (Monanthus) incultus n. n. Sinonimi. — Isaura neglecta sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, p. 8, f. 10; Duch. & Michelotti 1866, p. 134. DescRIZIONE. — Forma. Corpo mutevole di forma, ora cilindrico, ora diseoidale, ora caliciforme, ecc. — Colore. Colonna rossa; disco e tentacoli con macchiettine bleu, bocca bianca. Annotazioni. — La figura è pochissimo chiara; e malgrado che la specie debba quale Isaura avere polipi isolati, sembra che rappresenti un cenenchima espanso, membranaceo. La descrizione del resto è insufficiente. — [Per il nome confr. p. 353). Sp. Zoanthus (Monanthus) Cliftonii Gray. Sinonimi. — Pales Cliftoni sp. n., Gray 1867, p. 235, f. 1, p. 236. DescRIZIONE. — Dimensioni. Corpo che varia da 1 a 2 pollici in lunghezza negli esemplari alcoolici. — Giacitura. Sopra conchiglie. Sp. Zoanthus (Rhyzanthus) dubius Les. Sinonimi. — Zoanthus dubia, Lesueur 1817, p. 177; Blainville 1830, p. 295; lainville 1834, p. 329; Milne Edwards 1857, p. 300. — Zoantha dubia Les., Dana 1849. Zoanthus dubius Les., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, £.2; Kolliker 1865, p. 114; Duch. & Michelotti 1866. (Non Andres 1880). Descrizione. — [Manca]. ANNOTAZIONI. — Nessuno degli autori precitati dà una descrizione vera. Il Le- sueur dice che questa specie differisce dallo Z. sociatus per dimensioni minori e per — 336 — la giacitura, che è sui fuchi ed esposta, anzichè entro i crepacci delli scogli. Il Du- chassaing la fa differire dallo Z. Solanderi per colonna più breve e stoloni più carnosi. — La omonima di Andres 1880 è incerta per sè e per i sinonimi; e si sopprime. Sp. Zoanthus (Rbyzanthus) Mertensii Br. Sinonimi. — Zoanthus Mertensis sp. n., Brandt 1835, p. 9 (Zoanthus N.1, Mertens). DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima radiciforme. Colonna clavata. Tentacoli acu- minati, bicicli, 32, 32. — Colore. Cenenchima fusco olivaceo. Colonna dello stesso colore. Disco olivaceo brillante. — Dimensioni e Giacitura. [Non indicate). AnvnoTAZIONI. — Il Brandt dice che questa specie diversifica dal R. sociatus per il maggior numero dei tentacoli; dal R. Solanderi per la forma del cenenchima; e dal P. Bertholetii per i tentacoli non clavati. Sp. Zoanthus (Corticanthus) Anduzii D. & Mich. Sinonimi. — Mammillifera Anduzii sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f. 11; Kòlliker 1865, p. 115; Duch. & Michelotti 1866. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima espanso, carnoso, spesso. Polipi fitti. — Giacitura. Sulle roccie. Gen. Antinedia D. & Mich. Sinonimi. — Zoanthus (pars), Duchassaing 1850. Antinedia, Duchassaing & Michelotti 1866. CARATTERI. — Forma. Cenenchima presente, nastriforme [od a stolone ?]. Colonna carnoso-coriacea, non sabulifera, lunga; cosparsa di tubercoli poco numerosi (circa 15 per polipo), distanti, non ordinati in serie ma ciascuno bene pronunciato. Tentacoli piccoli, marginali. Colore, Dimensioni e Giacitura, [veggasi la specie]. SPECIENDESCRITTEN—RHINOraFuna fS0 1a e I O A. Duchassaingi n. n. ANNOTAZIONI — L'istituzione del genere non venne dagli autori spiegata. Io lo conservo in vista del saliente carattere dei tubercoli, ma confesso che per la sua defi- nitiva ammissione neccessitano ancora ricerche morfologiche. Forse qui si potrebbero raggruppare anche altri zoantini dichiarati dai rispettivi autori più o meno tuberco- lati; ma, ripeto, abbisognano in proposito ulteriori investigazioni. Sp. Antinedia Duchassaingi n. n. Sinonimi. — Zoanthus tuberculatus sp. n., Duchassaing 1850, p. 11. — Zoanthus tuberculatus Duch., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f. 5; Kolliker 1865, p. 115. — Antinedia tuberculata Duch., Duchassaing & Mi- chelotti 1866. DESCRIZIONE. — /orma. Cenenchima carnoso-coriaceo, non incrostato di sabbia. Polipi grossi cilindro-clavati, rugosi con tubercoli grandi e distanti. Tentacoli tuber- coliformi, marginali. — Colore. Polipi giallo-bruni con disco ad interradii cerulei. — Dimensioni. Altezza da 0,025 a 0%,05. — Giacitura. |Non indicata). ANNOTAZIONI. — Nell’aspetto esterno (secondo le figure del 1860) rassomiglia i ie i e E Apia 1 rd 1, "= ì — 337 — un poco alla P. spongiosa; secondo quella del 1866 appare originale affatto. — Il nome tuberculatus era già stato usato da Gray 1828. Gen. Verrillia g. n. Sinonimi. — Epizoanthus (pars), Verrill 1868. CarattERI. — Forma. Cenenchima non presente (?]). Colonna coriacea, lunga. Margine con 20 insenature. Tentacoli numerosi acuti; ciasenno con un piccolo tuber- colo avanti alla radice ed uno grande al di fuori della stessa. — Colore, Dimensioni e Giacitura. (Non precisate). SPECIE DESCRITTE. — Finora una s0l& . LL... V. crassa Verr. AnnoTAZIONI. — Qualora il genere venga confermato da ulteriori indagini, si avrebbe in esso un ravvicinamento delle Zoanthinae alle Stichodactylinae, o almeno la ripetizione paralella di un determinato carattere. Sp. Verrillia crassa Verr. Sinonimi. — Epizoanthus crassus sp. n., Verrill 1868, p. 498. Descrizione. — Forma. Colonna larga, allungata, subcilindrica, fortemente ru- gosa per traverso; coperta di sabbia; munita al sommo di 20 solchi, che formano una stella nella contrazione; coriacea. Tentacoli circa 66, acuti, mediocri, ciascuno con un piccolo tubercolo avanti alla radice, ed uno grande al di fuori della stessa; i tubercoli esterni sono incrostati di sabbia nella faccia loro esterna. — Colore. [Non indicato). — Dimensioni. Colonna: lunghezza (in contraz.) 0"°,032, larghezza 02,06. — Giucitura. {Non indicata]. ANNOTAZIONI. — La specie venne descritta da preparati alcoolici. Per i carat- teri esterni ha più o meno affinità con le Polythoae: cingulata, Savignyi, univittata, elongata, fulva; e con gli Zoanthi: sulcatus, Danae. E peri caratteri interni con la P. spongiosa, Zoanthidae incertae sedis et Z. dubiae. Quivi annovero anzitutto (A) alcuni degli antichi nomi, che passarono in retaggio sempre da compilatore a compilatore e che ormai perdettero un reale significato; in secondo luogo (B) alcune specie, che assolutamente non potei mettere a posto altrove; terzo infine (C) nomi di nuove specie moderne gittati là dai rispettivi autori senza descrizione. — La lista dovrebbe essere molto lunga, massime per il secondo gruppo; ma reputai più opportuno distribuirne i materiali fra le specie certe, che accumu- larli quivi in mole indigesta. A Sp. Polythoa stellata Lam. Sinonimi. — Lapidis asteroiditis sive stellaris primordia, Sloane 1707, t.21. — Palythoa stellata, Lamouroux 1821, p. 70, t. 1, f. 4,5, AnnoTazionIi. — Nella figura dello Sloane si riconosce chiaramente lo zoantino 43 — 338 — ma è impossibile decifrarne la specie. Il Lamouroux gli adduce come sinonimo l’Aleyonium mamillosum, e dubita che sia zoantino. Sp. Polythoa mammillosa Ehbr. Sinonimi. — Aleyonium mammillosum, Ellis & Solander 1786, p. 179, t. 1, f. 4,5; Gmelin 1788-93, p. 3815. Aleyonium mamillosum, Esper 1791, v. 4, p. 30, t. 7, f. 1-3. — Pa- Iythoe mammillosa, Lamouroux 1821, p. 361, n. 513. — Mamillifera ma- millosa, Blainville 1830, p.296; Blainville 1834, p. 329; Ehrenberg 1834, p. 46; Gemeiner Warzenpolyp, Oken 1835, v. 2, part. 1, p. 161. — Polythoa mam- millosa Ell., Dana 1849; Milne Edwards 1857, p.304. — Alcyonium mam- millosum Esp., Milne Edwards 1857, p. 303. — Palythoa mammillosa, Gray 1867, p. 238. ANNOTAZIONI. — Ellis & Solander gli mettono come sinonimi il « lapidis aste- roiditis » dello Sloane; attribuiscono all’animale polipi bianchicci, coriacei, con dodici tentacoli! — L’Esper dà una figura discreta. — Gli altri seguono ciecamente le orme del Lamouroux. Sp. Polythoa ocellata Lam. Sinonimi. — Alcyonium occellatum sp. n., Ellis & Solander 1786, p. 180, t.1,f.6; Gmelin 1788-93, p. 3815. — Palythoa occellata, Lamouronx 1821, p. 70,t.1,f 6. — Mamillifera o ccellata, Blainville 1830, p. 296; Blainville 1834, p.32..— Palythoa ocellata Lam., Ehrenberg 1834, p. 48; Dana 1849; Milne Edwards 1857, p. 304. ANNOTAZIONI. — Ellis & Solander lo dichiarano pure uno dei «lapidis asteroi- ditis primordia » dello Sloane; lo dicono coriaceo, di colore ferrigno, a dodici raggi. Dalla figura appare zoantino di certo. — Duchassaing & Michelotti nel 1850 usa- rono lo stesso nome ma per altra specie. [Vedi P. cinerea, p. 329]. Altrettanto fece il Lesson [vedi Bunodes p. 214). B Sp. Polythoa coesia Dana, Sinonimi. — Palythoa coesia sp. n., Dana 1846, p. 40, t. 30, f. 3; Milne Edwards 1857, p.305. DescRIZIONE. — Poliperoide subglobuloso. Tentacoli brevissimi, acuminati molto numerosi, bicieli ; brunastri. L i ANNOTAZIONI. — Fra le fisure vi è anche uno spaccato, in cui si vedono bene i cosidetti organi branchialii — Malgrado ciò la specie non si può precisare. Sp. Polythoa senegambiensis Cart. Sinonimi. — Palythoa Senegambiensis sp. n., Carter 1882, p. 418, t. 16, f.2,3. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima aderente a conchiglie e prolungato in quattro Ù DI Ki — 339 — braccia robuste, irregolarmente arrotondate. Polipi fitti. Tessuto in generale fermo, siliceo-arenaceo. — Colore bruno chiaro. — Dimensioni. Larghezza dell’intiera colonia circa 0,07. ANNOTAZIONI. — Dal Museo di Liverpool, esemplare secco. — L'autore sembra avere poca pratica dell'argomento. Sp. Polythoa variabilis Br. Simoni. — Corticifera variabilis, (Zoanthus N. 3 Mertens), Brandt 1835, p. 8; Milne Edwards 1857, pag. 306. DescRIZIONE. — Colonna bruna. Disco verde o bruno alla periferia, biondo, oli- vaceo o ceruleo al centro. Dimensioni 0”,005 di diametro. ANNOTAZIONI. — Figura manca. — Il Milne Edwards la cita fra le Polythoae. Sp. Polythoa olivascens Br. Sinonimi. — Mammillifera olivascens, (Zoanthus N.3 Mertens), Brandt 1835, p. 8; Milne Edwards 1857, p. 303. DescrIZIONE. — Colonna attenuata, olivacea, lunga da 0®,0 a 0°,025. Tentacoli 64 verdi. Peristoma olivaceo-pallido; diametro 0”,02. Differisce dalla M. fuliginosa Ehr. per la forma dei tentacoli e l'integrità del disco. ANNOTAZIONI. — Figura manca. — Il Milne Edwards la menziona fra le Polythoae. Sp. Zoantus parasiticus D. & Mich. Sinonimi. — Zoanthus parasiticus sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, WAS £i8: Id. 1866. DESCRIZIONE. — Forma. Colonna carnosa, non terrea, con propaguli basilari. — Co- lore. [Non dato]. — Dimensioni. Altezza 0%,003, larghezza del disco 0,002. — Giaci- tura. Nel tessuto delle spugne. Annotazioni. — Gli autori dichiarano questa specie affine con le Bergiae; e dicono che ne differisce per avere colonna liscia, non terrosa. Sp. Zoanthus lobatus D. Ch. Sinonimi. — Zoanthus Ellisii, Delle Chiaje 1825, v. 3, p. 99, t. 36, f.1,2. — Zoanthus lobatus, Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 133, v. 5, p. 136, t.85,f. 1,4. DESCRIZIONE. — Zoantino con stipite serpeggiante su li scogli e sulle zostere. I polipi hanno 12 solchi e ogni rilievo interposto fra quelli è bilobo in alto; la forma del resto è varia. ANNOTAZIONI. — Nel 1825 il Delle Chiaje classificava questa specie fra le ascidie e per giacitura dava anche l’aderenza a crostacei. — Le figure sono insufficienti. Sp. ...?... Rusei D. & Mich. Sinonimi. — Gemmaria Rusei, Duchassaing & Michelotti 1860; Id. 1866. DESCRIZIONE. — Colonna claviforme, lunga, rugosa di traverso. — 340 — ANNOTAZIONI. — Descrizione insufficientissima. Soltanto dal nome «Gemmaria» si capisce che debba trattarsi d’uno zoantino C Sp.obio)ly:;bhoa egg re o Dub: Mammillifera ... sp. ..., Diben 1844, p. 111. Spi‘Palyélioa, SALO - Koll Palythoa ... sp. ....; Kòlliker 1865, p. 116. Sp. Polythoa glutinosa D. & Mich. Palythoa glutinosa sp. n., Duchassaing & Michelotti 1866. Questa specie viene menzionata dopo la P. ocellata Lam. (non P. ocellata D. & Mich. 1850) e messa colla medesima in confronto per dire che ha polipi meno elevati, più lisci, e saldati fin quasi al sommo. — Curioso è poi che della P. ocel- lata Lam. gli autori non danno descrizione. Sp. Polythoa glomerata Mar. Palythoa glomerata sp. n., Marion 1882, p. 344. Trovata incrostante su Cidaris, Corallium, Isis ecc. Sp. Polythoa eupaguri Mar. Palythoa eupaguri sp. n., Marion 1882, p. 334. Vive commensale con Eupagurus Jacohi M. Edw. Sp. Zoanthus Zoanthus viridis, Krause [dove?]. È citato dal Kolliker 1865, p. 113. Il nome viridis è già usato da Quoy & Gaimard. Spazio ni huisi RIN TIME Zoanthus... sp. ..., Normann 1867, p. 440. L’autore non lo descrive, ma dice che talora è libero, talora inerosta piccole conchiglie e ne distrugge la sostanza. Aggiunge che pare corrispondere allo Z. in- crustatus e che di certo è diverso dallo Z. Couchi. SPAZIO ADRIE EEN OTNIS Zoanthus... sp... ., Normann 1867, p. 440. Normann dichiara che questo Zoanthus è diverso tanto dallo Z. inerustatus, quanto dallo Z. Couchi; e crede sia simile a quello del Hyalonema. Proviene da maggior profondità. Cuba — 341 — Sp. ...-% ... emaciata And. Hughea emaciata sp. n., Andres 1880, pag. 337. Questa specie venne fondata alla leggiera sovra un individuo trovato per caso in acqua semiputrida; e per ora non ha ragione di essere. Subfam. BERGIDAE Zoanthidae (pars), Auctorum. Cenenchima, non basilare, ma costituito da prolungamenti che si dipartono ad una certa altezza della colonna e che collegano i polipi l’uno coll’altro senza stri- sciare sul suolo. Tentacoli usuali. Vi sì comprende un genere unico... .\\ 200 Bergia D. & Mich. — B. cate- nularis Duch., B. via-lactea Duch. La famiglia è fondata solo sulle descrizioni imperfettissime delle due specie compresevi e perciò devesi ammettere con circospezione. Gen. Bergia Duch. SINoNIMI. — Bergia, Duchassaing & Michelotti 1860, Gray 1867. CARATTERI. — (Gli stessi della famiglia). SPECIE DESCRITTE. — Bergiae con colonna grande. . . B. catenularis Duch. con colonna piccola. . . 8. via/actea Duch. . ANNOTAZIONI. — Il carattere differenziale delle due specie non ha alcun va- lore reale. Sp. Bergia via-lactea Duch. SIinoNIMI. — Bergia vialactea sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860; Duch. & Michelotti 1866. DescrIZzIONE. — Forma. Colonna più grande che nella B. catenularis. — Colore. Disco e tentacoli violetti. — Dimensioni. [Non indicate). — Giacitura. Sulle spu- gne (Spongia subtriangularis). ANNOTAZIONI. — Descrizione insufficiente. Sp. Bergia catenularis Duch. Sinonimi. — Bergia catenularis sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f. 12; Duch. & Michelotti 1866. Bergia serpens sp. n., Gray 1867, p. 239. DESCRIZIONE. — Forma. Cenenchima che non procede dalla base ma dalla co- lonna ad una certa altezza e che non tocca il suolo; la base si sprofonda nel tes- suto delle spugne; Tentacoli 20-24, cilindrico-acuminati. — Colore. Giallo bruno generale, giallo pallido sui tentacoli. — Dimensioni. [Non indicate). — Giacitura. Sulle spugne. (*) Bergia catenularis Duch. (liberamente da Duch. & Mich. 1860, t. 8). — 542 — ANNOTAZIONI. — La descrizione del Duchassaing & Michelotti è insufficiente; la figura lo è pure, perchè rappresenta l’animale di prospetto, mentre necessitava mostrarlo di profilo. — Il nome del Gray è una rettifica ch'io credo superflua, e che si appoggia all'antico sinonimo Alcyonium serpens del Lamarck (1815). Subfam. SPHENOPIDAE Non esiste alcuna traccia di cenenchima; i singoli polipi sono affatto isolati e vivono impiantati nella sabbia al modo delle Edwardsiae, e dei Cerianthi. Finora si conosce un solo genere... ............- Sphenopus Steenstr. — S. marsupialis Gmel. Io ho creduto necessario di costituire per lo Sphenopus una subfamiglia apposita, perchè mentre per la struttura in generale si rivela zoantino, per il carattere della base sembra mettersi con ogni zoantino in antitesi. Gen. Sphenopus ÉSteenstr. Sinonimi. — Sabella (pars), Schròter 1784, Gmelin 1788. i Sphenopus, Steenstrup 1856, Milne Edwards 1857, Gray 1867, Studer 1878. CARATTERI. — Forma. Polipi isolati. Colonna rotonda in alto, compressa sui lati in basso, cosicchè ha quasi un aspetto di scure. Margine e tentacoli non bene precisabili. — Colore, Dimensioni e Giacitura (Vedi sotto). SPECIE DESCRITTE. — Una specie unica Sph. marsupialis Gmel. ANNOTAZIONI. — (Vedi specie). Sp. Sphenopus marsupialis Gmel. Sinonimi. — Sabella... sp., Schròter 1784, v. 2, p.591. — Sabella marsu- pialis, Gmelin 1788, p. 3751. Sphenopus marsupialis, Steenstrup 1856, f. 1-7; Milne Edwards 1857, p. 287. Sphenopus marsupialis, Steenstr., Gray 1867, p. 236, f. 2, 3, 4, 5. Sphenopus marsupialis, Steenstr., Studer 1878, p. 546. Sphenopus.... sp. . - ., Semper 1867, p. 413. DescRIZIONE. — Forma. Cenenchima assolutamente mancante. Polipi isolati. Base nulla. Colonna in basso compressa, in alto rotonda, quasi scalpelliforme; in- crostata fittamente di sabbia. — Colore e Dimensioni [non indicati). — Giacitura. Nella sabbia. ANNOTAZIONI. — La descrizione dello Steenstrup è dettagliata quanto mai si voglia; e si accompagna con figure abbastanza chiare. — Il Gray accenna ad una (*) Sphenopus marsupialis Gmel. (da Steenstrup 1856). — 345 — varietà bursiforme con corpo compresso posteriormente; questo carattere è però se- condo lo Steenstrup comune e peculiare del genere intiero, quindi la varietà non ha motivo di essere. — Lo Studer ne raccolse viventi due esemplari; dei quali ‘l'uno aveva involucro grossolano e forma tozza, l’altro era coperto di sabbia mi- nuta e aveva forma snella. Altri esemplari, secondo lo stesso, vennero raccolti pure dal Martens. — Anche il Semper lo trovò di frequente; ma non dice se la specie corrisponda. Fam. CERIANTHINAE Comprende una sola sottofamiglia. Subfam. CERIANTHIDAR Cerianthidae, Milne Edwards & Haime 1852, Milne Edwards 1857. Ilyanthidae (pars), Gosse 1855, 1860. Cerianthidae, Verrill 1862. Base nulla; l'estremo posteriore del corpo è arrotondato, Colonna cilindrica, lunga, liscia, protetta da una guaina non aderente (che è formata da un feltro di nemato- cisti, commisto a fango, sabbia, frammenti ece. ed è aperta ad ambidue gli estremi). Disco ampio, concavo; con due ordini di tentacoli: marginali e labiali. Peristoma liscio posto fra i due ordini. Tentacoli lunghi, snelli, subuliformi, appaiati due a due: uno labiale ed uno marginale; (ogni paio appartiene ad una stessa loggia). Cerianthidae munite di poro apicale posteriore con cavità contenente setti più o meno lunghi e null'altro, . Cerianthus D. Ch. — Cl. solita- rius Rapp, 0. Lloydii Gos.,, C. mem + branaceus Gmel. con cavità contenente setti più o meno lunghi e tre cordoni muscolari che vanno dal faringe al poro ....... Bathyanthus g. n. — B. ba- Ihymetricus Mos. Cerianthidae prive di poro apicale posteriore. . ........... SaccanthusM.Edw.— S.pur- purascens M. Edw., S. maderensis Johns. CERANthidaeLiNCErtaGg EC0I8N a sp iell'ol oe TS el Te Me e €. Stimpsonii Verr., C. borealis Verr., C. americanus Agass., C. orienlalis Verr. PIRO LOR II A C. vermicularis Forb., 0. Listhenii n. n., 0. medusula Klunz. Questa famiglia è benissimo delimitata e si stacca totalmente, sia per i carat- teri di aspetto esterno che per quelli di struttura, da ogni altra degli attiniari. — Per rispetto ai primi, cioè per la figura generale, i suoi componenti sono molto si- mili; per riguardo alla struttura invece presentano differenze notevoli non solo entro uno stesso genere, ma anche in una stessa specie. Tale è il caso per esempio delle specie C. membranaceus e C. solitarius; nonchè delle principali varietà del C. mem- branaceus stesso. — I due generi Bathyanthus e Saccanthus abbisognano di conferma. Cerianthidae dubiae — 344 — Gen. Cerianthus D. Ch. Smonim. — Tubularia (pars et pro parte), Spallanzani 1784, Gmelin 1788, Rapp 1829, Ehrenberg 1834. Actinia (pars et pro parte), Renier 1804, 1807; ? Grube 1840; Forbes 1841; Ecker 1849. Moscata (pro parte), Renier 1828, Contarini 1847. — (Moschata), Blainville 1830, Haime 1854. Edwardsia (pars et pro parte), Forbes 1843, Gosse 1856, Milne Edwards 1857. Cerianthus, Delle Chiaje 1832, 1836, 1841; Milne Edwards 1857; Sars 1857; Heller 1857, Gosse 1858, 1859, 1860; Heller 1868; Fischer 1875; Heider 1879; Andres 1880. Cereanthus (pro parte), Haime 1854. CARATTERI. — Forma. Corpo cilindrico, liscio; posteriormente ar- rotondato o munito di un poro, da cui l’animale contraendosi spruzza acqua. Il poro è quasi sempre api- cale, talora trovasi un poco di lato, / ma a quanto sembra per mera acci- | dentalità. — Per gli altri caratteri esterni veggasi la diagnosi della subfamiglia. — Struttura. Cavità grande con setti più o meno nu- merosi alteruamente fertili e sterili, i fertili sono pure alternamente grandi e piccoli; dei grandi ve n'è sempre un paio che si avvicina più degli altri al poro. Oltre i setti non vi è altro. — Colore talora violaceo con ividescenze verdi, talora bruno senza iridescenze verdi. — Dimensioni varie da 0”,010 a 0”,050.— Giacitura. Nella sabbia. SPECIE DESCRITTE. — Cerianthi con tentacoli non molto numerosi (64 circa) con pochi setti lunghi (8-12) ............- C. solitarius Rapp. con maggior numero di setti lunghi (24) . .... C. Loydii Gos. Cerianthi con tentacoli molto numerosi (144); con gran numero di setti lunghi, dei quali alcuni lunghissimi. 0. membranaceus Gmel. (*) Cerianthus membranaceus Gmel. (figura originale). — 345 — ANNOTAZIONI. — In via eccezionale vedi [p.343, 344] fra i caratteri del genere si diede posto anche ad un periodo di struttura. Ciò è richiesto in primo luogo dalla necessità di distinguere il gen. Cerianthus dal gen. Bathyanthus; secondariamente dal bisogno di giustificare la riunione delle tre sunnominate specie. — Ammettendo come tipica la struttura anatomica, indicata dal Haime 1854 e dal Heider 1877 per il C. membranaceus (cioè la presenza di molti setti lunghi subeguali e di un paio [un paio solo, si noti] di setti lunghissimi raggiungenti il poro apicale), si dovrebbe di rigore elevare a genere indipendente le due specie C. solitarius e C. Lloydii nelle quali i due setti lunghissimi non arrivano al poro e gli altri anzichè subeguali sono simmetricamente decrescenti ai lati di quei due. Tale infatti era la mia idea origi- . naria; e nella redazione primitiva del testo aveva appunto stabilito un gen. Cerian- thus per la specie C. membranaceus, ed uno Tubulanthus per le altre due. Rivedendo il manoscritto alcuni mesi dopo, mi parve che la separazione fosse troppo ardita e la soppressi. Tanto più che nel frattempo mi accadde di scoprire che alcuni esem- plari del C. membranaceus stesso [e ciò è sfuggito tanto al Haime che al Heider] presentano una disposizione consimile di setti e talora anche una disposizione tutt’af- fatto diversa dalle due sovraccennate; per modo che a filo di logica la specie do- vrebbesi scindere in tre e forse quattro generi diversi. In tale stato di cose è op- portuno lasciare tutto inalterato; e cioè ammettere il gen. Cerianthus con le tre in- dicate specie senz’altre innovazioni. [Riguardo alle diversità di struttura nel C. mem- branaceus veggasi pag. 349]. Il nome Tubularia è quello del noto idroide; Moscata (e non Moschata come erroneamente scrissero Blainville ed altri) proviene da una dedica del Renier ad un Moscati insigne medico de’ suoi tempi; Cerianthus (più ortograficamente Cereanthus) allude all'aspetto cereo dell’animale espanso. — Nomi volgari sono: « Fiore di mare » per i pescatori della Spezia (secondo Spallanzani), « Margherita di mare » per quelli delle Baleari (secondo Haime), « Ardichella col velo » per i Napoletani. Sp. Cerianthus solitarius Rapp. Sinonimi. — Tubularia solitaria, Rapp 1829, p 653, t. 38, f. 2; Rapp 1829, p. 48; Ebrenberg 1834, p. 71. Cerianthus Brerae, Delle Chiaje 1832, t. 2, f. 6; Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 124, v. 5, p. 136, t. 156, f. 2; Milne Edwards 1857, p. 309. ASCIDIA e SI sp. n., Forbes 1841, p. 244, t. 8, f. 1-5. Edwardsia vestita, Forbes 1843, p. 42; id. 1843, p. 151; id. 1847, Milne Edwards 1857, p. 286. Cerianthus membranaceus (Tubularia) Gm., Sars 1857, p. 28; Grube 1864, p. 107; Heller 1868, p. 20. Cerianthus solitarius Rapp, Andres 1880, p. 332. Descrizione. — Forma. Colonna lunga, cilindroide (talora conico-cilindrica, tal altra rigonfiata in un punto o nell'altro), tubiforme in alto, liscia, consistente, me- diocremente estensibile. Disco più largo della colonna, rotondo, regolare, imbutiforme. Tentacoli marginali non molto numerosi (60-64), tricicli (15, 15, 30 ovvero 16, 16, 32), entacmei, piuttosto corti, sottili, conici, arcuati in alto e fuori ma flessuosi. Tentacoli dd — 346 — labiali piccoli, scarsi e tricicli come i marginali. — Colore. Colonna bruna chiara (caffè e latte), con sfumature carminie nei tratti di massima estensione, e con macchie bianchiccie irregolari striate nel senso della lunghezza per la porzione anteriore, in quello della larghezza per la posteriore. Tentacoli marginali bruni, più chiari della colonna, segnati sulla faccia interna da quattro o cinque macchie scure, talora annuli- formi, alternanti con serie di punti candidi. Peristoma bruno, striato radialmente da linee chiare. Tentacoli labiali bruni, chiari, uniformi. — Dimensioni. Lunghezza del corpo non oltre 0,03; larghezza media della colonna 0%,01; del disco 02,03. — Gia- citura. Nei fondi fangosi. ANNOTAZIONI. — La specie venne fondata da Rapp, che riscontrò l’animale in un seno tranquillo di Linguadocca su fondo fanghiglioso e che (pur rilevando la so- miglianza sua con la specie di Spallanzani, Gmelin, Renier) reputò doverla tenere distinta, specialmente in vista della struttura interna. Egli vi ascrive otto dissepi- menti. — Ehrenberg la cita a proposito del suo genere 40° per dire che non può spettare alle tubularie e che deve piuttosto venire ascritta alle attinie cilindriche; e crede che l’apertura posteriore « a contracta pedis solea simulata esse posset ». — Delle Chiaje la descrisse nel 1830 come specie nuova senza darle alcun nome; la ridescrisse due anni appresso accompagnandola d'un’ ottima figura colorata e dedi- candola al suo amico Brera; e in seguito ancora nel 1836 e nel 1841 (con figura cattiva). La correda tuttavia di sinonimi sbagliati. — Forbes nel 1841 la trovò nel Mar Egeo; anch’ egli la reputò specie nuova e ne diede dapprima un cenno lascian- dola innominata; poi battezzandola Edwardsia vestita. Le ascrive otto dissepimenti e 32 tentacoli marginali [forse il solo ciclo esterno). — Haime riconosce che la specie di Forbes non è un’ edwardsia ; e la crede identica col C. membranaceus. — Sars, Grube, Heller la confondono pure con la specie di Spallanzani. — Milne Edwards la menziona per dire che la crede identica del C. membranaceus. È innegabile che i setti lunghi sieno soventi volte otto, come dicono Forbes o Rapp; tuttavia non meno frequentemente sono anche dieci o dodici. Io potei constatare ambidue i casì e pro- pendo a credere che i primi indichino individui giovani. Sp. Cerianthus Lloydii Gos. Sivonmi. — Edwardsia vestita, Gosse 1856, p. 73. Cerianthus membranaceus, Gosse 1858, p. 418. Cerianthus Lloydii, Gosse 1859, p. 50; Gosse 1860, p. 268, t. 6, f. 8; Sars 1861, p. 262; Koren & Danielssen 1877, p. 80, nota, t. 4, f. 8, 9. Cerianthus borealis sp. n., Danielssen 1877, p. 80. DescrIZIONE. — Forma. Colonna molto lunga, cilindroide, rigonfia verso l’estremo posteriore benchè l’estremo stesso sia piuttosto acuminato. Poro non apicale, ma un po’ eccentrico. Disco imbutiforme, due volte più largo della colonna. Tentacoli mar- ginali 64, bicieli, ma colle radici a mutuo contatto; isacmei snelli, subulati; divisi ciascuno in cinque o sei nodi da altrettante leggiere costrizioni; arcuati in alto e fuori. Tentacoli labiali quadricicli, fitti, filiformi, ottusi, subeguali, piccoli. — Colore. Colonna bruno buffalo-pallida o bianchiecia che gradualmente si fa bruno-castanea verso l’alto. Disco bianco pellueido. Tentacoli marginali bruni-marrone o bruni-cioccolatte — 5347 — alla radice, bianchieci all’apice con righe castanee. Tentacoli labiali bruni-marrone- scuri. — Dimensioni. Colonna lunga 0,18 che si può contrarre a 0,05 dietro irritazione; larga 0”,007. Disco largo 0%,015 che si può estendere a 0,040. VARIETÀ. — Gli esemplari differiscono molto per il grado e per l’estensione del bruno nella parte superiore. In alcuni questo colore si manifesta fin sul disco, in altri appena si lascia discernere sui tentacoli. ANNOTAZIONI. — Forse in seguito a miglior esame la presente specie si dovrà fondere colla precedente. Il carattere dei 24 dissepimenti merita conferma. Così com’ è occupa un posto intermedio tra il C. membranaceus e il C. solitarius. — La specie è dedicata a W. Alford Lloyd, al benemerito patrono degli Acquari marini. Sp. Cerianthus membranaceus Spall. Sinonimi. — Tubularia membranacea sp. n., Spallanzani 1784, p. 627; id. 1786; Gmelin 1788, p. 3836. Cerianthus cornucopiae sp. n., Delle Chiaje 1830, t. 82, f. 16, e t. 103, f. 2, 8; Delle Chiaje 1886, v. 2, p. 195, t. 43, f. 29; Delle Chiaje 1841, vol. 4, p. 124, v. 5, p. 136, t. 155, f. 16, 22, t. 156, £f. 8; Milne Edwards & Haime 1851, p. 14. Cereanthus membranacens Gmel., Haime 1854, p. 341, t. 7, f. 1; Milne Edwards 1857, p. 309. Cerianthus membranaceus Gmel. (Tubularia), Sars 1857, p. 28; Grube 1861, p. 30 e p. 131; Fischer 1875, p. 200; Fischer 1875, p. 4; id. p. 1207; id. p. 373; Heider 1879, p. 204, t.1, f.1; Jourdan 1880, p. 44; Andres 1880, p. 331. Actinia cylindrica, Renier 1804, p. 23; Ecker 1849. — (Moschata) Hai- me 1854, p. 388. — (Cerianthus), Milne Edwards 1857, p. 309; Heller 1868, p. 20. Actinia vestita, Renier 1807, t. 4. — (Rhododactylus) Renier, M. S. parag. 39. — Moscata rhododactyla, Renier 1828, t. 11; Meneghini 1847, p. 75, t. 3 e 4; Blainville 1830, p. 284; id. 1834, p. 318, t. 48, f. 1 (originale). Cribrina Bellis, Lamarck 1837, p. 547, Nota. Cerianthus nans, Andres 1880, p. 333. DescRIZIONE. — Forma. Colonna molto lunga. Guaina più o meno robusta a seconda degl’individui (quelli non disturbati mai l’hanno più fitta perchè non dovet- tero rinnovarla). Tentacoli marginali molto lunghi, diretti in avanti ed in fuori con leggiera curva; talora con curva brusca come se fossero spezzati, talora ricadenti in basso e spirali; sulla linea mediana interna sono perforati ciascuno da cinque o sei piccole fessure, che hanno forma romboidale se beanti; numerosi (144) triclicli (36,36,72) leggermente entacmei. Tentacoli labiali assai più piccoli; numerosi e tricicli come i marginali; appajati coi medesimi in modo che il primo cielo interno marginale cor- risponde al secondo labiale; il secondo o mediano marginale al terzo labiale e il terzo o esterno marginale al primo labiale. — Colore. Colonna violacea in tutte le gradazioni possibili dal roseo al nero; queste gradazioni si presentano su individui diversi, ovvero sullo stesso individuo a seconda delle condizioni; ovvero sui varî punti della superficie. Tentacoli marginali ora colorati come la colonna, ora grigi con annulazioni scure o riflessi o iridescenze metallico-verdi, ora biancastri uniformi. — 348 — Peristoma talvolta violaceo come il resto o grigio, talvolta bianco-paglierino-opaco- lucente con linee radiali brune, ovvero tutto bruno. Tentacoli labiali non sempre con- cordanti coi marginali, di solito o più scuri o più chiari; quasi sempre uniformi, cioè non annellati. — Dimensioni. La colonna può esser lunga fino a 0%,35; in media è 02,20. Tentacoli marginali lunghi da 0%,08 a 0%,10; labiali da 0,01 a 0%,003. Dia- metro discale 0”,03. — Giacitura. Nelle spiaggie a sabbia fina; verticalmente infitto nel suolo (ma non sempre); talora anche nei crepacci o tra le pietre. VARIETÀ. — Se come tali voglionsi considerare tutte le diverse maniere di co- lorazione offerte dal C. membranaceus, le varietà riescono tanto numerose da mettere in imbarazzo solo per la scelta di un nome appropriato a ciascuna. Fortunatamente la gamma dei colori è limitata a poche tinte e il modello di disegno si riproduce in ognuna con hastevole regolarità. I colori fondamentali sono: roseo cupreo bianco .... (bleu?) indaco violetto ..... Verde iridescente bruno (giallo ?) La disposizione per quanto riguarda la colonna è abbastanza uniforme: la tinta violacea vi è quasi unica e si sfuma in gradazioni intense (indaco) e in gradazioni pallide (roseo). Rispetto al disco (tentacoli marginali, peristoma e tentacoli labiali) è più complicata: in generale sui tentacoli offre annulazione chiara e scura; ma talora sia per la prevalenza delle tinte scure sia per quella delle chiare l’annulazione scom- pare e i tentacoli appaiono uniformi; — inoltre i due gruppi di tentacoli sono indi- pendenti tanto per disegno che per tinta, e così pure il peristoma, per cui si hanno varie combinazioni; e queste si accrescono col fatto che talora vi è diversità di colore fra i cicli di uno stesso gruppo. — Il colore bianco appare qualche volta come tinta opaca d’avorio sul peristoma; più spesso, per non dire sempre, è un colore traspa- rente sul margine della colonna, alla radice dei tentacoli e in annelli sul loro fusto; talvolta, ma di rado, si diffonde su un intiero ciclo, l’esterno dei marginali. — Il verde, iridescente metallico, è presente sempre verso l’apice dei tentacoli ed ai lati delle aperture della loro linea mediana; talora è appena visibile a stento, tal altra si aumenta tanto che tutti i tentacoli (tutti, marginali e labiali), ne sono resi bril- lanti. — Per concretare queste generalità ecco alcune delle varietà più spiccate (che distinguo in subvarietà e denomino artificialmente dalle modalità del disco) : x violaceo-annulata. La più frequente e che si può riguardare forse come tipica. Colonna violaceo-cuprea che digrada ad ambo gli estremi in tinta rosea; ten- tacoli marginali annellati di bianchiccio e violetto; peristoma bianchiccio radiato di violetto tendente al bruno; tentacoli labiali pure annellati. Le iridescenze verdi vi sono bene distinte. L’insieme della corona tentacolare è grigio. — Subvarietà della medesima sarebbero: griseo-violaceo-grisea avente tentacoli marginali grigi (cioè an- nellati come sopra), peristoma violetto-bruno e tentacoli labiali pure grigi; — griseo- violaceo-violacea, con tentacoli marginali grigi, peristoma violaceo, tentacoli labiali violacei; essa fa passaggio alla varietà ff; — rosea che è simile alla varietà tipo, ma in tutto pallido-rosea. — 349 — B violaceo-homochromica. Più rara. Ha colonna, tentacoli marginali, peristoma e tentacoli labiali di colore violaceo uniforme e vellutato. — Subvarietà della me- desima è la nigricans, in cui la tinta si fa così intensa da sembrare quasi nera; l’aspetto di velluto vi è accresciuto; le iridescenze verdi non vi sono quasi percet- tibili — Altra subvarietà, che direi aberrante, è l’albo-coronata, la quale nella uni- formità generale del colore violaceo presenta il ciclo esterno dei tentacoli marginali tutto bianco. Y fusca. Più rara ancora, In essa il colore generale anzichè essere violetto è bruno: bruna la colonna con sfumature giallognole; bruni e bianchi in annelli i tenta- coli marginali; bruno radiato di chiaro il peristoma, bruni uniformi i tentacoli labiali. Le iridescenze verdi vi sono molto leggiere. — Di questa non conosco subvarietà. Ò viridis. Rara anch’ essa. Ha colonna violacea sfumante in cupreo; tentacoli marginali verdi brillanti; peristoma violaceo-bruno; tentacoli labiali pure verdi brillanti. Nel mio Prodromo queste varietà e subvarietà, si trovano tutte menzionate, benchè con altro ordine ed altra denominazione; la fusca vi forma subvarietà della violacea. Dei varî autori l’Haime rileva le grandi modificazioni di colore, ma non ammette varietà precise; il Heider distingue invece una var. violacea ed una var. fusca, delle quali la prima corrisponde alla mia « e la seconda alla mia y. La var. fusca sembra essere molto frequente nel seno di Trieste, ed era già stata segnalata dal Koch nel 1846. ANNOTAZIONI. — Come già sopra una o due volte ho accennato, fra l’una e l’altra di queste varietà, nonchè fra individui d’una stessa, ho riscontrate profonde diversità strutturali risguardanti la grandezza e la disposizione dei setti. Siccome però l’abito generale dei varî esemplari esaminati esclude il sospetto di una differenza specifica, così è da ritenere che tali modalità dipendano soltanto dalla maggiore o minore età degl’individui. I giovani e quelli di mediocre grandezza avrebbero la nota configu- razione dei due setti lunghi fino al foro; gl’individui molto grandi altererebbero l’or- dine primitivo. Non è quì il caso di descrivere le varie forme osservate (veggasi la parte anatomica); basti l'avere accennata l’occorrenza del fatto. Delle modalità la più aberrante è una ch’io trovai nella varietà fusca e che finora non ho potuto con- statare se sia un’ anomalia od altro. Solo in quest'unico caso potrebbe nascere il lon- tano sospetto che si tratti di specie diversa. — La sinonimia è piuttosto confusa in causa dei nomi impiegati dal Renier, i quali per parte del Blainville, del Haime e del Milne Edwards furono presi a significare una specie distinta dalla membranacea. A me pare che questa specie, C. cylindricus, non abbia alcuna ragione di essere. — Nel mio Prodromo venne ammesso un C. nans, che più tardi verificai essere stadio giovanile del C. membranaceus e che perciò ora sopprimo. Gen. Bathyanthus g. n. Srnonimi. — Cerianthus, Moseley 1877. CARATTERI. — Forma. Nell’aspetto esterno è simile al Tubulanthus. — Strut- tura. Vi sono dodici setti più lunghi degli altri; ed oltre a questi tre cordoni mu- scolari che vanno dal poro apicale all’orlo faringeo. — Dimensioni: piccole; cioè non oltre 24 centim. SPECIECDESCRETTE = QUNAESDlA Mera ea eo cenno B. balhymetricus Mosel. — 350 — ANNOTAZIONI. — Il genere deve essere accettato provvisoriamente sulla fede dei caratteri strutturali assegnati da Moseley alla specie: i quali sono tanto importanti, da necessitare il suo distacco assoluto dai rimanenti ceriantini. — Tuttavia tenendo conto del fatto che questo naturalista ebbe fra le mani un solo individuo, e che non lo esaminò vivo, ma lo gittò in alcool mentre era ancora nella guaina e soltanto molto tempo appresso lo descrisse e lo anatomizzò, nasce involontaria una certa diffi- denza sull’attendibilità dei particolari anatomici assegnatigli: (più precisamente: sulla presenza di un sacco digerente posto sotto il tubo faringeo e collegato alla parete del corpo mediante i summentovati tre cordoni muscolari); e si pensa che il sacco e relativi cordoni sieno o un prodotto artificiale di cattiva conservazione o un residuo d’alimento ingesto ; tanto più che tolti essi di mezzo l’animale coinciderebbe in tutto col genere Tubulanthus. — I miei dubbi non sono forse infondati; e vi si può solo opporre l’autorità della persona da cui proviene l’asserto ed il commodo adagio della non provata incompatibilità del fenomeno. — Il nome generico è quasi una parafrasi della parola specifica ed indica la giacitaura (8«S0s = profondo). Sp. Bathyanthus bathymetricus Mos. Sinonimo. — Cerianthus bathymetricus sp. n., Moseley 1877, p. 302, t. 45, f. 15-20. DESCRIZIONE. — Forma. Guaina lunga; aperta a fessura in alto; serrante nelle sue maglie varî oggetti, spicule di spugne, nematodi, foraminiferi, ete. — Colonna cilindroide. — Tentacoli marginali 28, labiali 14. — Colore. ?. — Dimensioni: Guaina lungh. 0”,11. Colonna lungh. 0”,025. Tentacoli marginali lungh. 0%,005; tentacoli labiali lungh. 0,001. Gen. Saccanthus M. Edw. Sivonim. — Saccanthus, Milne Edwards 1857, Johnson 1861, 1862. CarAttERI. — Corpo allungato, cilindroide; ro- tondo ed imperforato all’estremo posteriore ; tentacoli scarsi; setti quasi egualmente lunghi. SPECIE DESCRITTE. — Ve ne sono due; ma forse potrebbero essere una sola. S. purpurascens M.Edw. S. maderensis Johns. ANNOTAZIONI. — Anche questo genere viene am- messo sulla fede altrui. Milne Edwards lo descrive con succinte parole, mentre pur meritava trattamento più esteso. — La specie nizzarda sulla quale è fondato è menzionata solo dallo scopritore; nessun altro natu- ralista la rideserive o la cita; ed io che la feci appo- sitamente cercare sul sito non la potei ottenere. — La maderense venne pure riscontrata una sola volta: l’esemplare era unico ed aveva una corona tentacolare, (*) Saccanthus purpurascens M. Edw. (da Milne Edwardes 1857, t. A 3). dae PIE o: nie — 351 — a mio avviso, anormale. — Io non vorrei sembrare maligno, ma non so tacere un fatto che forse, unito a questi due (la rarità e l’anormalità delle specie), distrugge tutto il genere. Una volta io ebbi tra le mani un esemplare di C. membranaceus, al quale era stato asportato l’estremo posteriore della colonna; lo conservai nel- l’acquario, e in capo a due mesi avendolo riesaminato lo trovai guarito intieramente, e per vero così che anche il poro apicale era scomparso; il mio cerianto pareva un saccanto; lo sezionai più tardi e vidi che i due setti lunghi erano ridotti a sparsi rimasugli. — Forse non è arrischiato il pensare che anche in natura i Saccanti si producono di tal modo. Tuttavia anche quì come nel caso precedente devonsi aspet- tare le evidenze di fatto; e sino allora non sopprimere il genere nè la specie. — Il nome (ibrido) allude alla forma saccata dell'animale. Sp. Saccanthus purpurascens M. Edw. Sinonimi. — Saccanthus purpurescens sp. n., Milne Edwards 1857, p. 310, t. A 3, f. 1a, b; Kòolliker 1865, p. 113. DescRIZIONE. — Forma.? — Colore. Colonna violacea alla parte inferiore, bian- castra in alto; tentacoli annellati di bruno e verdastro. — Dimensioni: Colonna lunga quanto un dito. — Giacitura. Fondo fangoso. AnnoTAZIONI. — La descrizione è molto incompleta. Sp. Saccanthus maderensis Johns. Sinonimi. — Saccanthus maderensis sp. n., Johnson 1861, p. 305; id. 1862, p. 184. DescRIZIONE. — Forma. Guaina aperta ad ambedue gli estremi. Tentacoli mar- ginali 24, monocicli benchè in apparenza bicicli; snelli, subulati, uniformi, lunghi più del diametro discale. Tentacoli labiali 25 bi- o tricicli, filiformi; lunghi quanto il diametro predetto. — Colore. Colonna bruno-castanea. — Dimensioni. Colonna lungh. 0,06, ANNOTAZIONI. — E strana (forse mal rilevata) la disposizione dei tentacoli = 1° per il numero: 25 labiali contro 24 marginali; 2° per l'ordine: monocicli i secondi, bi- o tricicli i primi. Del resto non si vede in che cosa la presente specie differisca dalla precedente. Cerianthidao incertae sedis. Le seguenti specie non sembrano aver motivo di esistere come indipendenti; e forse costituiscono semplici varietà delle già descritte. Ma prove di fatto in proposito mancano tanto per l’un caso che per l’altro. Cerianthus Stimpsonii Verr. Sinonimi. — Cerianthus Stimpsonii sp. n., Verrill 1865, p. 50, t. 1, f. 7. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica, verso l’estremo aborale un poco sot- tile. Tentacoli scarsi. — Colore. [Per la colonna non indicato]. Tentacoli annellati di chiaro e di scuro. — Dimensioni. Colonna lunga da 0",05 a 0,06; larga 02,008; tentacoli lunghi 0",015. — (Giacitura. Fango di coralli a circa 20 metri. C''OPOr Avnorazioni — Verrill non dà che la giacitura e la località; il resto si deduce x dalla figura; la quale è però poco bella. Cerianthus borealis Verr. Sinonimi. — Cerianthus borealis sp. n., Verrill 1873, p. 5; id. 1873, p. 391. DescRIZIONE. — Forma. Colonna molto allungata, assottigliantesi gradualmente verso l’apertura abactinale, liscia o leggiermente solcata per il lungo. Tentacoli mar- ginali numerosi, policicli entacmei; tentacoli labiali numerosi pure, policicli. — Colore. Colonna castaneo-bruna scura, azzurrigna sotto i tentacoli. Disco gialliccio. Tentacoli rosei con annelli rossicci. — Dimensioni. Tentacoli marginali lungh. 0%,055; tenta- coli labiali 0%,025; diametro totale del disco e dei tentacoli insieme 0",10. Lun- ghezza della colonna da 0%,18, a 0",40. ANNOTAZIONI. — Dall’aspetto generale sembra essere un C. membranaceus. — Il nome borealis venne usato già anche dal Danielssen per altra specie {vadi p. 346). Cerianthus americanus Verr. SINONIMI: —. o ioni Sent Agassiz 1859, p. 24. — Cerianthus ameri- canus, Verrill 1862, p. 32; Verrill 1863, p. 56. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica; espansa in alto; sottile in basso, arrotondata e perforata; protetta da una guaina elastica di muco e sabbia. Tentacoli marginali 125, lunghi, flessibili, talora spirali; tentacoli labiali 125 pure, meno lunghi. —- Colore. Colonna cinamomo-bruna scura con striscie longitudinali più chiare. Tentacoli marginali bruni id. con sfumatura chiara alla radice; tentacoli labiali bruni id. ma più scuri e con striscie longitudinali bianche. Disco giallo, con macchie bruno- — scure alla radice dei tentacoli marginali, e sfumatura bruna verso il labbro. — Di- mensioni. Colonna lunga fino a 0",50. Tentacoli marginali lunghi da 0%,04 a 0%,05; ten- tacoli labiali 0%,02. — Giacitura. L'animale vive infitto nella sabbia. ANNOTAZIONI. — Pare che la specie sia stata trovata originariamente dall’Agassiz, che la lasciò inedita lungo tempo fra le sue note ed i suoi disegni e solo nel 1859 ne fece un piccol cenno senza darle un nome. Dettagliata descrizione venne pubbli- cata soltanto nel 1862 dal Verrilll — Per grandezza la specie richiama alla mente il C. membranaceus, per colore il C. solitarius. Cerianthus orientalis Verr. Sinonimi. — Cerianthus orientalis sp. n., Verrill 1865, p. 194. DESCRIZIONE. — Forma. Corpo lungo con guaina di fango. Tentacoli lunghi, snelli, traslucidi. — Colore. Colonna rosso-bruna scura. Tentacoli marginali giallicci e bianchi con sfumature verdognole alla radice e brune alla faccia interna; tentacoli labiali purpureo-bruni od erbaceo-verdi. — Dimensioni e Giacitura [non indicate). ANNOTAZIONI. — Il Verrill opina che questa nuova specie sia molto affine col C. americanus. Per quanto si rileva dalla diagnosi tuttavia essa può essere affine benissimo a qualunque altro ceriantino. — 3538 — Cerianthus Lutkenii n. n. Sinonimi? — Cerianthus vermicularis Forb., Liitken 1860, p. 199. DescRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica, lunga, conica; larga posteriormente, ma terminata da una specie di punta nella quale si trova un poro; liscia e delicata; rico- perta da una guaina grossa, ruvida, rigata. Tentacoli sottili, acuminati, numerosi (da 30 a 40); in due ordini marginali, separati mediante largo peristoma dai ten- tacoli labiali, che sono più piccoli. — Colore bruno-scuro in generale, ma sui ten- tacoli più pallido ed annellato di scuro e chiaro. — Dimensioni. Colonna lunga 0",018; larga 0",003; tentacoli esterni lunghi 0",006. — Giacitura, [non indicata). Anvorazioni. — Il Liitken ascrive con dubbio questa specie al C. vermicularis, a me sembra che essa ne sia molto diversa e che si debba staccare. Non vorrei però asserire che sia una buona specie; forse è soltanto uno stadio giovanile di altra, come lo indicano le piccole dimensioni e lo scarso numero di tentacoli. Cerianthidae dubiae. Delle due seguenti l’una venne ascritta ai Ceriantini e non ne ha i caratteri; l’altra li possiede e non vi fu annoverata. Cerianthus vermicularis Forb. Sinonimi. — Cerianthus vermicularis sp. n., Forbes in Johnston 1847, p. 222, t. 38, f. 2-5; Landshorough 1852, p. 248; Gosse 1858, p. 419; Gosse 1860, p. 274; Normann 1868, p. 318. DescRIZIONE. — Forma. Base piccola, aderente. Colonna cilindrica, lunga, liscia. Disco non molto ampio, imbutiforme. Tentacoli marginali 24 lunghi, all’esterno dei quali ve ne sono 6 più corti; tentacoli labiali numerosi (da 50 a 60), bi- o tricicli, piccoli; tutti, e marginali e labiali, retrattili. — (Colore [non indicato). — Dimen- sioni. Colonna lunga 0",05; tentacoli marginali lunghi 0%,01. — Giacitura. Sopra conchiglie. ANNOTAZIONI. — Incompatibili col carattere di cerianto sono due cose: i sei ten- tacoli corti e l’aderenza della base. I primi si possono forse spiegare con l'ammettere che l’animale avesse subita una lacerazione e che quando fu preso stesse appunto redintegrandosi, come spesso accade sui cerianti. Per spiegare la seconda devesi sulle traccie del Gosse supporre che l’attacco sia stato presunto « it was probably drown from assumption ». — Ma oltre questi due fatti sembra contraddire alla natura di cerianto anche l’asserzione del Forbes, il quale descrivendo le abitudini dell’animale dice che è pigro, e che ha più l’aspetto di un « planarian worm » [sic!] che di un’attinia. Cerianthus medusula Klunz. Sinonimi. — Paractis medusula sp. n., Klunzinger 1877, p. 71, t. 5, f. 6. DESCRIZIONE. — Forma. Base nulla, arrotondata. Colonna liscia, cilindrica, senza collare. Tentacoli bicicli; gli esterni circa 20, lunghi, filamentosi: gl’interni piccoli, papilliformi. — Colore. Colonna bianca con alcune macchie brune; disco e tentacoli bruni. — Dimensioni. Lunghezza 0%,015. — Giacitura. [Non indicata). 45 — 354 — . ANNOTAZIONI. — Di questa specie il Klunzinger non possiede alcun esemplare con- servato, e perciò non si può verificare se abbia maggior ragione d’essere il di lui con- cetto di Paractis od il mio di Cerianthus. La figura è certo più quella di un cerian- tino che di una paractide. Se la specie fosse realmonte un ceriantino non varrebbe più l’asserto dello stesso Klunzinger che nel mar Rosso non ne esistano. Fam MINYADINAE Anche le Minyadinae comprendono una sola subfamiglia. Subfam. MINYADIDAE Minyadinae, Milne Edwards 1857, Moseley 1877. Forma. Base non aderente; per lo più concava a scodella o chiusa su sè stessa in modo da formare una cavità sferoidale (pneumocisti), la quale è occupata da una massa chitinoide |?], spugnosa, ripiena d’aria. Colonna per lo più rigonfia, solcata da 20-24 solchi e sui rilievi interposti munita di tubercoli e verruche. Disco meno largo della colonna. Tentacoli varî : tubercoliformi, rosacei, conici secondo le specie. — Colore. A prevalenza azzurrigno. — Dimensioni. Medie. — Giacitura. Alla super- ficie dell’acqua in alto mare. Minyadidae:con tentacoli indistinti ‘0a, Acerominyas g. n. — A. vi- ridula Q. & Gaim. COnNItenta coll tu pErCOlAri i N ICAO Phlyetacnominyas g.n. — Phl. Brandtii n. n., Phl. purpurea Mos. con tentacoli digitati, conici. 2... LT... Dactylominyas g. n. — D. flava Les., D. rhododactyla Mos., D. coerulea Less. CONMLENTACOLIMTORACCIE RE A III IO SIN Phylilominyas g. n. — Ph olivacea Les., Ph. ultramarina Les. x La nomenclatura dei generi è in questo gruppo totalmente nuova. Io mi sono preso quest’arbitrio: primieramente perchè volendo seguire gli autori precedenti avrei arruffata più che dipannata la matassa dei sinonimi; in secondo luogo perchè con- siderai questa subfamiglia come una riunione di elementi eterogenei e quindi provvisoria. Le Minyadinae costituiscono per il Milne Edwards un gruppo di grande impor- tanza; ed in tale concetto sono tuttora tenute da ogni zoologo. A me pare invece che formino un complesso più artificiale che naturale; e le vedrei molto volentieri di- sperse. — Per il momento non posso appoggiare questa mia opinione a ricerche ana- tomiche e nemmeno a superficiali autopsie, perchè me ne manca il materiale; ma credo non manchino di valore le seguenti considerazioni che invece loro la sosten- gono: 1° Il galleggiare alla superficie è un atto fisiologico non un carattere di strut- tura. Molte attinie (Aiptasie, Anemonie, ece.), che usualmente vivono aderenti al suolo, vengono talora a galleggiare verso la superficie col formare a modo dei mol- luschi una concavità del piede. — 2° Ia massa spugnosa chitinoide non è virtual- mente esclusiva delle Minyadinae. Molte attinie, per non dir tutte, secernono dalla base una sostanza abbondante, glutinosa, solidificabile. Ora data un’ attinia qualsiasi — 355 — (un’ Aiptasia, p. es.) che galleggi e secerna il glutine basale e contragga la base a scodella non si avrà forse una Minyas?. — Se d’altro lato si considera che nella forma e disposizione dei tentacoli le Minyadinae ripetono forma e disposizione proprie a diverse famiglie, e che esse nell’insieme non hanno un profondo tipo di somiglianza, si dovrà concludere che sarebbe opportuno separarle e distribuirle qua e là dove le loro affinità le richiamano; fare cioè per esse ciò ch’ io eseguii già per le Ilyanthidae. Gen. Acerominyas g. n. Sinonimi. — Actinia (pars), Quoy & Gaimard 1833. Fig. 95. (*) Actinia (pars), Blainville 1830. 7 - Minyas?, Milne Edwards 1857. ; SA CARATTERI. — Colonna con 24 coste tubercolate. Tentacoli pi (ES, da sostituiti da tubercoli indistinti. $ \ . SPECIE DESCRITTE. — Una sola finora . . .. + A. viridula Q. & Gaim. a i ANNOTAZIONI. — È un genere incertissimo, fondato sopra un solo esemplare. Forse i tentacoli di questo mancavano per avvenuta lacerazione. (x, xepxs = senza, corna) Sp. Acerominyas viridula Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia viridula sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 161, t. 13, f. 15, 21. — Actinecta viridula Q. & Gaim., Blainville 1830, p. 285; Blainville 1834, p. 319; Deshayes in Lam. 1837, p. 548; Minyas viridula Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 229. DescRIZIONE. — Forma. Base raggiata, aerifera [sic! forse: con pneumocisti). Colonna molto variabile di forma; talora allungata, di solito discoidea o sferoidale; percorsa per il lungo da 24 coste tubercolate. Tentacoli mancanti o sostituiti da tu- bercoletti indistinti. Bocca minutamente pieghettata. — Colore verde. — Dimensioni. [Non date]. — Giacitura. Galleggiante. AnnorAzIoni. — Questa specie, tanto a detta degli scopritori quanto dietro ispe- zione della figura, è molto diversa dalla Ph. ultramarina. Il Blainville pare che sia dello stesso avviso e che propenda & fare della medesima un sottogenere speciale, distinto dal gen. Actinecta col nome di Minyas str. s. Il Milne Edwards invece è d’avviso di riunirla alla Ph. ultramarina suddetta in un genere solo: Minyas. — Dalla figura nasce quasi l’idea che le pieghe boccali possano essere tentacoli. Gen. Phlyctaenominyas n. n. Sinonimi. — Stichophora (pars), Brandt 1835. Minyas (pars), Milne Edwards 1857. Fig. 76. (**) Nautactis (pars), Moseley 1877. CarATTERI. — Colonna munita di 20-24 coste, liscia. Ten- tacoli piccoli, papilliformi. SPECIE DESCRITTE. — Phlyctaenominyas con tentacoli bicicli, circa 40. Ph. BrandWi n. n. con tentacoli tricicli, circa 24. Ph. purpurea Mos. (*) Acerominyas viridula Q. & Gaim, (da Quoy & Gaimard 1833. t. 13). (**) Phlyctaenominyas purpurea Mos. (da Moseley 1877, t. 45). — 356 — ANNOTAZIONI. — Il genere è poco naturale; perocchè all’infuori della piccolezza dei tentacoli le due specie nulla hanno di comune; anzi pare che persino la forma dei medesimi sia diversa. Non è certo se in ambedue le specie la colonna sia liscia; per la prima non si hanno dati in proposito. (0)Xvxtava = vescicola, tubercolo). Sp. Phlyctaenominyas Brandtii n. n. Sinonmi. — Stichophora cyanea sp. n., (Polystemma), Brandt 1835, p. 17, (A. minyas, Mertens). Descrizione. — Forma. Colonna con 20 coste. Tentacoli bicicli, numerosi, pic- coli, tubercoliformi: divisi come tutto il disco in 40 aree radianti. — Colore. Colonna celeste. Peristoma bianco, macchiato di fusco. — Dimensioni. Lunghezza 0",05. — Giacitura. Galleggiante. ANNOTAZIONI. — L'autore, Brandt, riconosce questa specie come affine alla Minyas {quale ?], ma non la crede identica. — Ad ogni modo la mancanza di figura sospende ogni giudizio. — Il nome originario cyanaea venne cambiato, perchè era stato adi- bito in troppo diverso senso per altre Minyadinae. Sp. Phlyctaenominyas purpurea Mos. Sinonimi. — Nautactis purpureus sp. n., Mosely 1877, p. 296, t. 45, fa2. DESCRIZIONE. — Forma. Base appiattita. Colonna cilindrica con 24 solchi lon- gitudinali e senza tubercoli. Tentacoli 12, bicicli, entacmei, semplici, brevi, tuber- coliformi, marginali, alternanti sul margine con 12 tubercoli triangolari. Peristoma abbastanza ampio, radiato; bocca lineare. — Colore generale cioccolatte con sfuma- ture lila; verso il margine e il labbro questo colore passa in aranciato-ocraceo; sulle coste è giallo-pallido; i tentacoli ed i tubercoli sono bianchi. — Dimensioni. [Non indicate. — Giacitura. Galleggiante. ANNOTAZIONI. — La figura è chiara. Dalla sua ispezione non capisco perchè l’autore consideri distinti dai tentacoli i tubercoli marginali; a me pare che sieno tentacoli di terz’ ordine. — L'autore inoltre dice che la presente specie è molto affine con la Ph. olivacea. Io non sono d’avviso; sembrami anzi che per la forma dei tentacoli ne differisca enormemente. Gen. Dactylominyas n. n. Fig. #1. (*) Sinonimi. — Actinia (pars), Lesueur 1817. Minyas (pars), Cuvier 1817, Milne Edwards 1857. Actinecta (pars), Blainville 1830. Holothuria (pars), Lesson 1833. El'otiactils.(-.- +. ), Milne Edwards 1857. Oceanactis (..... ), Moseley 1877. CARATTERI. — Colonna rilevata da coste e tubercolata. Tentacoli come nelle Actininae cioè cilindro-conici, semplici. (*) Dactylominyas flava Les. (da Lesueur 1817, t. 7). PR ea rire lissone CLS 4 n, ice rea ca — 357 — SPECIE DESCRITTE. — Dactylominyas con colonna cilindrica e tentacoli lunghi . ........+... D. flava Les. con colonna emisferica e tentacoli lunghi. ............ D. rhododactyla Mos. con colonna meloniforme e tentacoli brevi ............. D. coerulea Less. ANNOTAZIONI. — È un gruppo abbastanza naturale, sebbene raccolto qua e là da elementi sparsi. Malgrado ciò la suddivisione in specie è riuscita artificiale perchè mancano i dettagli positivi di forma e di struttura. (d4xtvAos = dito). Sp. Dactylominyas flava Les. Sinonimi. — Actinia flava sp. n., Lesueur 1817, p. 170, t. 7, f. 8. Actinecta flava Les., Blainville 1830, p. 285; Blainville 1834, p. 319; De- shayes in Lam. 1837, p. 548. Plotactis flavea Les., Milne Edwards 1857, p. 229. DescRIZIONE. — Forma. Base allargata, a turbante. Colonna cilindrica con nu- merosi rilievi longitudinali dotati di tubereoli. Tentacoli cilindro-conici, subeguali, aperti all’apice, diafani. — Colore. Giallo sulla colonna, bianco sul disco. — Dimen- sioni. Lunghezza 0%,04. — Giacitura. Galleggiante. AnnotazIONnI. — La figura è abbastanza buona; ed il suo insieme ridesta l’idea di un Bunodes. Sp. Dactylominyas rhododactyla Mos. Sinonimi. — Oceanactis rhodactylus sp.n., Mosely 1877, p. 296, t. 45, f. 4. DescRIZIONE. — Forma. Base piccola, circondata da pieghe tumide, perforata. Colonna quasi emisferica, solcata da 20 righe longitudinali e munita di 10 tubercoli : nella parte superiore, corrispondenti alle 10 loggie principali. Tentacoli 20, semplici, allungati, conici, bicicli, esacmei. Bocca con labbro dentellato. Onco pressochè sfe- roidale, cipulliforme. — Colore. Colonna azzurrigna, chiara, trasparente con sfuma- ture rosse sulle invezioni; base rossa; tubercoli rosso-trasparenti; tentacoli pure rosso-trasparenti; bocca idem. Attraverso alle pareti si vedono mesenteri e faringe colorati in giallo-pallido. — Dimensioni. [Non date]. — Giacitura. Galleggiante [2]. ANNOTAZIONI. — H Moseley osserva che il poro della base introduce nella cavità viscerale |sic!] e non in una vera camera d’aria; e che perciò le condizioni sono più quelle di Peachia che di Minyas; ma, continua egli, l’aspetto generale dell’ani- male (colore, trasparenza, piccolezza della base) indica che questa specie deve avere abitudini pelagiche e quindi non può essere Peachia; sarà dunque una Minyadina in cui accidentalmente (come talora avviene in altre specie affini, p. es. Phl. purpurea) si rovesciò la base e si aumentò di conseguenza la pneumocisti. — Io non trovo che l’argomentazione sia strettamente logica perchè i caratteri dati come proprî d’abito pelagico si trovano benissimo anche in Peachia. Se dunque il poro è di Peachia e l’aspetto è di Peachia, l’animale non può essere Minyas. Aggiungendo a questo che l’esemplare relativo venne dragato dal fondo e non raccolto dalla superficie parmi che vi sia motivo bastevole per concludere l’opposto di ciò che il Moseley asserisce. — 358 — Sp. Dactylominyas coerulea Less. Sinonimi. — Holothuria (Minyas) coerulea sp.n., Lesson 1830, Cent. zool. t. 52, f 1. — Holothuria (Minyas) coerulea sp. n., Lesson 1830, Voyage Coq. v. 2, part. 2, div. 2, p. 13. DescRIZIONE. — Forma. Base rotonda e piana con poro oblungo, aperto. Colonna meloniforme, depressa con coste longitudinali munite di papille; ha consistenza co- riacea ed anche le papille sono piuttosto cornee. Disco largo rotondo. Tentacoli cilin- drici, brevi, tricicli, vermicolari. Onco oblungo, nudo, aperto in un’area rotonda e piana. — Colore. Azzurro-celeste rilevato dal bianco delle papille e dei tentacoli, l'interno è rosa-delicato. — Dimensioni. [Non indicate). — Giacitura. Galleggiante. ANNOTAZIONI. — Il Lesson dapprima istituì per questa specie un genere speciale Peronia e solo più tardi la descrisse quale Holothuria riconoscendone tuttavia l’iden- tità col gen. Minyas del Cuvier. Gen. Phyliominyas n. n. Sinonimi. — Actinia (pars), Lesueur 1817. Actinecta (pars), Blainville 1830. Minyas (pars), Cuvier 1817. Nautactis (....), Milne-Edwards 1857. CarAtTERI. — Colonna in forma di melone, tuber- colata. Tentacoli composti, in serie radiali ; piccoli all’ in- terno, più grandi alla periferia. SPECIE DESCRITTE — Phyllominyas con 22 coste sulla colonna . . . Ph. olivacca Les. con 20 coste sulla colonna . .. Ph. ultramarina Les. ANNOTAZIONI. — Il genere per sè stesso è molto naturale; ma le specie non sono forse altro che varietà di una sola. — Da esso emerge, più chiaramente forse che da qualunque altro della subfamiglia, il concetto artificiale dell’intiero gruppo delle Minyadinae : il disco è in grado eminente quello delle Stichodactylinae. (gv)Acv = foglia; per alludere ai tentacoli di talune Phyllactinae). Sp: Phyllominyas olivacea Les. Sinonimi. — Actinia olivacea sp. n., Lesueur 1817, p. 152, t. 7, f. 1 — Actinecta olivacea Les., Blainville 1830, p. 285; Blainville 1834, p. 319, t. 48, f. 2; Deshayes in Lam. 1837, p. 548. — Nautactis olivacea Les., Milne Edwards 1857, p. 230. DESCRIZIONE. — Forma. Base munita d’un disco di piccole bolle d’aria; talora contratta, invisibile. Colonna in forma di melone, divisa in 22 lobi eguali, dotata (*) PhyUominyas olivacea Les. (da Lesneur 1817, t. 7). — 359 — di tubercoli succianti. Tentacoli brevi, tubercolati, semplici e piccoli verso il centro, trilobati e moltilobi verso la periferia. Bocca centrale lineare, cinta da piccole pieghe. — Colore. Base bianca. Colonna olivastra. Tentacoli chiari. — Dimensioni. Lun- ghezza 0",05. — Giacitura. Galleggiante. Annotazioni. — La presente specie per confessione dello stesso Lesueur diffe- risce solo nel colore dalla Ph. ultramarina. Il Milne Edwards ne fa invece un genere diverso: l’una è Minyas, l’altra Nautactis. Io m’ attengo al criterio dello scopritore. Sp. Phyllominyas ultramarina Les. Sinonimi. — Actinia ultramarina sp. n., Lesueur 1817, p. 169, t. 7, f. 5. — Actinecta ultramarina Les., Blainville 1830, p. 285; Blainville 1834, p. 319; Deshayes in Lam. 1837, p. 548. — Minyas cyanea Les., Cuvier 1827, v. 4, p. 24, t. 15, f. 8; Cuvier 1830, v. 3, p. 241, t. 15, f.8; Milne Edwards in Cuvier 1849, t. 21, f.1; Milne Edwards & Haime 1851, p. 14; Milne Edwards 1857, p. 228 DescRIZIONE. — Forma. Colonna con venti segmenti; nella parte superiore tu- bercolati. Tentacoli brevi. — Colore. Colonna azzurro-oltremare. — Dimensioni. Lun- ghezza 0%,05. — Giacitura. Galleggiante. ANNOTAZIONI. — È su questa specie che il Cuvier fondò nel 1817 il gen. Minyas. (Meydas, nome mitologico) APPENDIX Non tutti gli attiniari noti hanno potuto trovare posto nelle pagine precedenti; e perciò si rende necessaria un’appendice che li accolga. Quivi li suddivido in: Acti- niarum larvae, Species incertae sedis, Species dubiae e Species delendae. ACTINIARUM LARVAE Delle larve degli attiniari si prendono per ora in considerazione soltanto quelle poche le quali da precedenti scrittori vennero descritte come specie indipendenti. — Non mi parve che fosse opportuno di menzionarle nei luoghi dove le rispettive forme definitive sono specificamente descritte: primo perchè il rapporto reciproco di larva ed adulto delle medesime non è ancora bene cerziorato; secondariamente, perchè l’indi- vidualità specifica che loro venne attribuita non permette di sopprimerle di punto in bianco senza una previa avvertenza; terzo infine, per facilitare il loro riconoscimento da parte di eventuali futuri investigatori. È superfluo il notare che io non le considero come specie; che le descrivo per ora sull’ aspetto esterno riserbandomi a riprenderle in esame per dettagliato studio nella parte embriologica. — 360 — Calliphobe appendiculata Busch. Sinonimi. — Kalliphobe appendiculata sp. n., Busch 1851, p. 130, t. 14, f. 8-10. Kalliphobe....sp.®..., Metschnikoff 1870, p. 502. DescrIzIone. — È un animaletto ovale, oblungo, con un pennello di flagelli al polo aborale e con ciglia vibratili su tutta la superficie; il corpo è percorso da otto solchi regolari longitudinali che producono otto rilievi a spicchio; il polo orale è munito da otto piccoli tubercoli [tentacoli]. ANNOTAZIONI. — Metschnikoff è d’avviso che la Calliphobe si sviluppi ulterior- mente ed emetta altri tentacoli diventando simile ad uno Xanthiopus [Halcampa Ke- fersteini). Io non so a che cosa egli appoggi l’asserto. Per mio conto confesso di non avere mai veduto il benchè menomo accenno di nuovi tentacoli oltre gli otto esi- stenti; e credo piuttosto che si tratti d’una larva di Edwardsia. Dopo tutto poi po- trebbe anche neppur essere forma larvale. — Il nome è forse mitologico Arachnactis albida Sars. Sinonimi. — Arachnactis albida sp. n., Sars 1846, p. 28, t. 4, f. 1-6. Arachnactis albida Sars, Forbes and Goodsir 1852, p. 310, t. 9; Gosse 1855, p. 30, f. 44; Gosse 1858, p. 418; Gosse 1860, p. 264. DESCRIZIONE. — Forma. Animale libero, molle, natante. Base rotondata. Colonna breve cilindrica. Peristoma nullo. Tentacoli esacmei, (20 circa), bicicli, non retrat- tili sebbene accorciabili, gli esterni lunghissimi. Di questi se ne hanno 11 grandi (5 da un lato, 6 dall'altro) e 2 piccoli; degli interni se ne trovano di solito 10 (5 da un lato e 5 dall’altro) dei quali due sono piccoli e corrispondono ai piccoli degli esterni. — Colore: bianchiccio, trasparente, bruno però verso il disco, i tenta- coli interni e lo stomaco. — Dimensioni. Colonna lunga 0”,007. Tentacoli esterni lun- ghi 0",04. — Giacitura. L'animale vive alla superficie del mare o poco al disotto e si tiene coi tentacoli stesi orizzontalmente e col corpo sia ‘sopra che sotto i mede- simi; sta immobile ovvero nuota agitando i tentacoli o strisciando cogli stessi quando ha un punto d’appoggio. Manca di bolle d’aria di qualsiasi sorta e se galleggia è perchè gonfiasi di acqua. ANNOTAZIONI. — Tale press’a poco è la descrizione del Sars. L'animale è forse lo stesso di quello trovato cinque anni prima dal Balfour [che il Sars ignora]; e con ogni probabilità corrisponde a quello del Forbes (1852), benchè quest’ultimo abbia dimen-. sioni un po’ maggiori ed alcuni tentacoli di più. Sembra che l’Arachnactis sia uno stadio giovanile di Cerianthus; benchè l’Agassiz A. (1873) in una lettera al Lacaze Duthiers asserisca che si sviluppa in Edwardsia. — Il nome generico accenna al- l’aspetto generale dell’attinia, che è quasi di ragno («p&yva = ragno). Arachnactis brachiolata Agass. Sinonimi. — Arachnacetis brachiolata sp. n., Agassiz A. 1862, p. 159; Verrill 1862, p. 33; Agassiz L. 1865 e 1871, p. 14, f. 11, 12, 13. Descrizione. — La descrizione non è molto accurata; vi si rilevano 14 tentacoli — 361 — con tendenza alla bilateralità; e nell’interno vi si vede una pallottola di cellule [tuorlo nutritivo] che nell’A. albida non viene menzionata. Arachnactis... sp. ... Semp. Semper descrive nel 1867 (p. 413) un altro, dirò esemplare più che specie, di Arachnactis. Questo ha nove tentacoli; e nell'interno lascia intravvedere due « go- mitoli glandolari sboccanti nello stomaco mediante due lunghi dotti » [sic!]. I gomi- toli non sono posti agli estremi del diametro di simmetria ma ai lati. Dianthea nobilis Busch. È un piccolo animaluccio scoperto da J. Miller, che ne descrisse i primi stadî. Busch 1851 (p. 123, t. 17) ne indicò l'insorgere dei tentacoli sino all’ottavo. Pare quasi certo che la Dianthea sia uno stadio giovanile di Cerianthus come l’Arachnactis, e che anzi rappresenti uno stadio di sviluppo meno avanzato. (Minyas tt spe) A queste si deve aggiungere quella larva del Semper 1867 raccolta alle Filip- pine e che secondo l’autore sarebbe una delle Minyadinae. Ha corpo sferoidale, con superficie vibratile, senza tentacoli; ed è munita di sei mesenteri con accenno di sei altri e con soli due filamenti. SPECIES INCERTAB SEDIS Molti degli attiniari descritti dai varî autori riescono di sede incerta. Un buon numero si sono potuti distribuire qua e là dove meglio pareva e costituirono altret- tante appendici ad ogni sottofamiglia. Ma non pochi rimasero inclassificabili; e non presentando essi alcun carattere preciso di subfamiglia vengono quivi raccolti in unica congerie. Queste « species incertae sedis » sono di due sorta: — Alcune riescono inclas- sificabili perchè dotate di qualche saliente peculiarità che, distinguendole nettamente dai restanti attiniari, renderebbe necessaria l'istituzione di apposite famiglie e sub- famiglie; (cosa impossibile a cagione della insufficiente conoscenza che si ha dei rispettivi dettagli d’abito e di struttura); esse sarebbero quindi incerte a cagione di anormalità od aberranza di caratteri. — Altre lo sarebbero invece per una specie di indifferenza di caratteri; e comprendono attiniari, che per l’aspetto generale nor- malissimo potrebbero appartenere a questa od a quella subfamiglia, ma che appunto di questa o di quella subfamiglia non posseggono il carattere essenziale; e quindi sono simili a tutte, affini con nessuna. Tanto nell’un caso come nell’altro non si tiene conto della maggiore o minore attendibilità delle relative descrizioni specifiche. Species incertae sedis (abnormes). Raggruppate, per mostrare sinotticamente i loro caratteri (ma senza pretesa di classificazione), esse sono le seguenti: 46 Pala gog Attiniari con colonna peculiare, anormale, tentacolata ....-.. a I Eumenides ophiseocoma Less. EQUAMOSAI A . Lepactis squamata Brug. QUAGTANPOArCRAI E UNE Tetractis quadrangularis Brug. SPILAl CIA SR I Spiractis punclulata Q. & Gaim. con colonna usuale, liscia, rotonda, intiera a disco privo di tentacoli ............. Aceraclis Draytoni M. Edw. a disco tentacolato e peristoma fornito di tre cercini, rilevati . . Tilesia brasiliensis M. Edw. peristoma con molte bocche ......... Ricordea florida D. & Mich. peristoma con una bocca e pori . ...... Orinia torpida D. & Mich. peristoma usuale tentacoli tutti eguali ADONE IE Dendractis priapus Til. RL dato So Jose daro Petalactis vagans Less., P. calendula EI. tentacoli di due sorta .......... Lebrunia neglecta D. & Mich. con colonna usuale, scissipara di traverso ...... Gonaclinia prolifera Sars. con colonna usuale, cinta al lembo da rampolli . .. Epizclis fertilis n. n. Sp. Eumenides ophiseocoma Less. SinoniMi. — Eumenides ophiseocoma (E. Tisiphone) sp. n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 81, t. 1, f 1; Milne Edwards & Haime 1851, p. 10; Milne Edwards 1857, p. 237. DEescRIZIONE. — Forma. Base larga aderente. Colonna carnosa, molto tozza; dilatata in cinque lobi convessi, cancellati; questi sono separati da cinque depressioni profonde le quali portano grandi ventose tentacoli-formi, dilatabili perforate all’apice. Tentacoli mancanti; al loro posto c'è un orlo rilevato e spesso, che cinge tutto il peristoma. Peristoma piano ed ondulato con bocca centrale. — Colore. Colonna (lobi) olivastro-fulva indecisa; ventose bianchiccio-rosee ovvero giallo-fulve con apice rosso; orlo candido; peristoma verde. — Dimensioni. Gigantesche; nell’insieme ha un dia- metro di 60 centimetri; diametro del peristoma 12 centimetri. — Giaciture. [Non indicata). ANNOTAZIONI. — Il Lesson crede che questa specie rappresenti un passaggio fra attinie ed echinodermi; ed invero vi è a primo aspetto ogni probabilità che ciò sia; io non vorrei tuttavia pronunciarmi. Certo è che l’Eumenide diversifica in tutto da ogni altro attiniario finora noto; e che solo in certo modo rammenta un’altra forma aberrante: la Lebrunia. [Vedi p. 366] — (Evpsevides, le furie). i Sp. Lepactis squamosa Brug. Sinonimi. — Actinia squamosa sp. n., Bruguière 1789, n. 17; Rapp 1829, p. 50. — Actinia squamata Brug., Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 326. — Actinia squamosa Brug. (Polystephanus), Brandt 1835, p. 12; Lamarck 1837, p. 542. — Actiniasquamosa Bose., Milne Edwards 1857, p. 290. DESscRIZIONE. — Forma. Colonna cilindrica, elongata, squamosa; tentacoli fusi- formi affollati; l’onco ha aspetto di bulbo scaglioso. — Colore. Colonna gialla. — — 363 — Dimensioni. La colonna è lunga 0",50, larga 0,015; il disco è più ampio. — @Gia- citura. Vive profonda un piede, sui fondi sabbiosi. ANNOTAZIONI. — Anche questa specie è dubbia in causa di descrizione insuffi- ciente e mancanza di fisura. La referenza del Milne Edwards a Bose è erronea. — (Aerts, des, squama). Sp. Tetractis quadrangularis Brug. Sinonimi. — Aetinia quadrangularis sp. n., Bruguière 1789, n. 19; Rapp 1829, p. 59; Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 326; (Tristephanus), Brandt 1835, p. 11; Lamarck 1837, p. 542; Milne Edwards 1857, p. 290. DescRIZIONE. — Forma. Colonna tetragona, longitudinalmente sulcata; tentacoli pedicellati. — Colore [non indicato. — Dimensioni 0%,05. — Giacitura. Vive più profonda della L. squamosa |vedi p. 362]; attaccata a conchiglie. ANNOTAZIONI. — Per ammettere decisamente la specie occorre descrizione più dettagliata. Sp. Spyractis punctulata Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia punctulata sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 145, t. 12, f. 8, 9; Deshayes in Lam. 1837, p. 545; Milne Edwards 1857, p. 245, e p. 269. DESCRIZIONE. — /l'orma. Colonna cilindrica, striata; margine rilevato; tentacoli 15-16, eretti. — Colore. Colonna bruno-violacea con grosse macchie rotonde bianche. Lembo più chiaro; tentacoli verdognoli annulati; bocca verde. — Dimensioni 02,05. — Giacitura. Sulle pietre. ANNOTAZIONI. — Lontanissima idea del gen. Actinia str. s. La colonna ricorda quella di S. chrysosplenium [vedi p. 369], ma i tentacoli sono diversi; hanno l’aspetto in parte di quelli di Aiptasia. — Sul disegno è indicata una scanalatura longitudinale ed un poco spirale, che nel testo non si menziona. Ed è appunto questa scanalatura che dà alla specie un aspetto così peculiare. — Il Milne Edwards opina che possa essere un Cereus, ma non l’ammette fra le specie sicure. Sp. Aceractis Draytoni M. Edw. Sinonimi. — Actinia primula sp. n., Dana 1849, f. 16. — Nemactis Draytoni n. n., Milne Edwards 1857, p. 282; Verrill 1868, p. 488. DESCRIZIONE. — Forma della N. primula, [vedi p. 175) ma con tubercoli marginali presenti e tentacoli non Aistinti. — Colore. Colonna azzurrigno-pallida, con linee verti- cali brune, tubercoli verdi, disco azzurrigno-bianco con raggi bruni; bocca rossiccia. — Dimensioni e Giacitura. [Non indicate]. ANNOTAZIONI. — Non capisco di che si tratti. Certo non di una Nemactis perchè se anche possedesse i tentacoli (e quivi mancassero solo per caso fortuito di lace- razione) vi osterebbe l’assenza di aconzî. Ma se i tentacoli mancano davvero allora si ha il rappresentante d'un gruppo affatto nuovo d’attinie; ed a questo dovrebbesi applicare il vocabolo generico Anactis, introdotto dal Verrill male a proposito per una specie (vedi Sp. dubiae: A. picta) che di tentacoli non è sfornita. Onde evitare — 364 — confusioni è meglio lasciar da parte il nome creato dal Verrill ed impiegarne un altro; p. es. Aceractis (x = senza, xioas = corno). Sp. Tilesia brasiliensis M. Edw. SINONIMI. — ...... .. (Brasilische Actinie) sp. n., Tilesius 1826, p. 117, t. 7, f 13. — Actinia brasiliensis n. n., Milne Edwards 1857, p. 247. DescrIzione. — Forma. Colonna molto depressa. Tentacoli assai numerosi, abba- stanza lunghi, gracili. Peristoma molto ampio, fornito di tre cercini concentriei rilevati. Bocca liscia. — Colore. Colonna . ...%....3; tentacoli rosei annellati; cercini giallo-citrini. — Dimensioni e Giacitura, [mon indicate]. ANNOTAZIONI. — I tre cercini a rilievo del peristoma sono un carattere strano, che in altre attinie non sì riscontra. Mancano osservazioni per decidere se sieno una peculiarità persistente od uno stato transitorio. Sp. Ricordea florida D. & Mich. Sinonimi. — Ricordea florida sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6, f. 11; Duch. & Michelotti 1866, p. 122. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente. Colonna bassa, carnosa. Disco ampio, carnoso, irregolarmente lobato, con 5 bocche. Tentacoli corti, ottusi, quasi tuberco- liformi, che coprono gran parte del disco. Bocche 5, staccate; prominenti ciascuna su un cono. — Colore. Verde generale, con bocche bleu. — Dimensioni. Diametro discale 0,6; cono boccale 0",01. — Giacitura, [non indicata]. AnnorazionI. — Gli autori asseriscono che la specie sia comune. In gioventù gli animali posseggono una sola bocca; col crescere ne acquistano man mano un numero maggiore: quattro [come nella figura] o cinque [come nel testo]. — L'essere la specie frequente esclude il sospetto d’anomalia; si tratta dunque d’un fenomeno curioso; unico fra gli attiniari e che solo si può lontanamente rattaccare con quello dell’Orinia. Sp. Orinia torpida D. & Mich. Sinonimi. — Orinia torpida sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 12; Duch. & Michelotti 1866, p. 134. DescRIZIONE. — Forma. Tentacoli grandi separati da 3-4 tentacoli piccoli; pori discali sono 25-30. — Colore. Colonna azzurra nel mezzo; disco azzurro cupo al cen- tro, giallognolo rossastro alla periferia; tentacoli giallo-rossastri con una linea me- diana azzurra; pori discali bianchi o bleu con orlo giallo. — Dimensioni. Altezza da 0”,007 a 0”,010; diametro discale 0%,012. — Giacitura, [non indicata). ANNOTAZIONI. — À questa specie devono essere affini gli attiniari accennati da Hertwig R. 1881 fra il materiale del Challenger, ma non ancora descritti. Sp. Dendractis priapus Til. Sinonimi. — Actinia priapus sp. n., Tilesius 1809, p. 388, t. 14, 15. DESCRIZIONE. — /orma. Base aderente con forza, ampia, lobata. Colonna lunga, cilindrica, liscia, rugosa di traverso; gelatinoso-membranacea, coriacea, viscida. Disco mediocre, retrattile, ramoso in 5-6 lobi, tentaculifero. Tentacoli papillosi, numerosissimi, — 365 — fascicolosi, non urticanti, polposi, sensibili molli, compatti ma con cavità centrale. — Colore. Colonna baia o bruna; disco bianchiccio. — Dimensioni. Grandi Colonna lunghezza fino a 0%,15 e 0°,20; larghezza fino a 0,7. — Giacitura. Su pietre o legni; non rara. ANNOTAZIONI. — Delle figure una rappresenta il disco poco espanso e pare un piano lobato coi lohi coperti da piccoli tentacoli; un’altra lo rappresenta tutto espanso e in taglio longitudinale, ed allora sembra che si prolunghi in tronchi dendritici che nei rami secondarî si coprono di piccoli corpi ovali (tentacoli). — Nel primo caso sarebbe o un’Actinoloba o un Discosoma. Nell’altro rappresenterebbe un genere nuovo di Thalassianthinae. — Il nome generico è nuovo e si riferisce alla forma arborescente delle appendici discali. Sp. Petalactis vagans Less. Sinonimi. — Actinia vagans sp. n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 80, t. 3, f. 7. — (Monostephanus), Brandt 1835, p. 10. — Anemonia vagans Less., Milne Edwards 1857, p. 235. DescRIZIONE. — Forma. Base oblunga, poco aderente. Colonna cilindro-conica, allungata, solcato-invecta, massime nella parte inferiore. Tentacoli numerosi, appiat- titi, monocicli. Peristoma assai piccolo. — Colore. Olivastro-glaucescente. — Dimen- sioni. Larghezza 0,01; lunghezza 0",02. — Giacitura ; nell’aperto mare, su un fram- mento galleggiante di spirula. Annotazioni. — La figura mostra chiaro l’aspetto petaloideo dei tentacoli as- serito dall’autore; per cui o vi deve essere un errore d’interpretazione, o non si tratta di un’attinia. Lesson osserva che per questo carattere la specie deve appartenere al gen. Cereus; io non capisco perchè. — I petali ricordano l’« animal flower » del Grif- fith (A. calendula Ellis), e perciò con questo la riunisco. Sp. Petalactis calendula Ell. Sinonimi. — Animal flower Griffith H., 1750, p. 293, t. 24, f 1. — Zoo- phyton resembling the Marigold, Griffith 1743, p. 590, t, 21, f. 4. — Actinia calendula Ell., Ellis & Solander 1786, p. 7, t. 1, f 3. — Hydra calendula, Gmelin 1788-93, p. 3869. — Hughea calendula, Lamouroux 1821, p. 89, t. 1, f. 3. — Actinocereus calendula Ell., Blainville 1830, p. 294; Blainville 1834, p. 328. DescRIZIONE: — Forma. Base aderente. Colonna claviforme. Tentacoli larghi, lunghi, piatti, petaliformi {semplice orlo a zig-zag?). Bocca centrale; da essa o dal labbro si dipartono quattro fili di colore oscuro, mobili in qua e in là, capaci di chiudersi a forcipe per trattenerne la preda, sinchè i tentacoli {od orlo?]si chiudono a fermarla. — Colore. Tentacoli gialli. — Dimensioni e Giacitura. [Non indicate). AnnorazioNnI. — La figura del Griffith è discreta e dà realmente l’idea che i tentacoli sieno appiattiti a modo di petali. Che ciò sia in natura devesi indagare ancora; per il momento è lecito dubitarne appoggiandosi al fatto che talvolta tentacoli avvizziti di attinia possono sembrare appiattiti benchè in realtà sieno rotondi; e ciò è provato dall’errore del Costa (1869) che assegna appunto tentacoli petaloidei al suo Urophysalus I (Edwardsia], mentre questi organi vi sono rotondi. Un altro dubbio sorge dalla frase del Griffith che allude alla presenza di organi simili a stami. — Le referenze a Gesner ed a Johnson addotte dall’autore io non ho saputo verificarle. — Per tutti questi motivi la specie nell’attuale sua definizione è abbastanza dubbia. Sp. Lebrunia neglecta D. & Mich. Sinonimi. — Lebrunia neglecta sp. n., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 8; Duch. & Michelotti 1866, p. 131. DEescRIZIONE. — Forma. Base aderente, ampia. Colonna cilindrica, rugosa di traverso; senza pori e senza ghiandole. Disco largo. Tentacoli interni numerosi, sem- plici subeguali, folti, lunghi quanto il diametro discale; esterni 5, grandi, dicotomi, dendritici. — (Colore. Colonna bleuastra con macchie bianche; tentacoli rossi verso la radice, bianchi verso l’apice; appendici [tentacoli esterni) bleuastre alla radice, gial- lognole alle ramificazioni ultime. — Dimensioni. Altezza da 02,025 a 0”%,050, diametro 0”,08.— Giacitura. Sulle madrepore. ANNOTAZIONI. — Anche questa specie differisce fondamentalmente dal tipo degli attiniari; ed ha un punto d’affinità solo con l’Eumenides [p.362]. Sp. Gonactinia prolifera Sars. Sinonimi. — Actinia prolifera sp. n., Sars 1835, p. 3; Id. p. 11, t. 2, f. 6. — Gonactinia prolifera S., Sars 1851, p. 142. DescrRIZIONE. — Forma. Base prolifera. Attinia a corpo allungato, cilindrico, con 16 tentacoli filiformi, bicicli, della lunghezza del corpo, non retrattili; stomaco striato per il lungo, con tre filamenti mesenterici. — Colore. Corpo rosso-pallido. — Di- mensioni da 0,005 a 02,006. — Giacitura. Di solito sovra alghe (Delesseria sinuosa), ma anche su nullipore e su altri corpi. AnvoTAZIONI. — La proliferazione ha luogo per scissiparità trasversale, che ri- corda in certo modo la strobilazione delle meduse. Uno degli esemplari descritti dal Sars presentava lo strozzamento così che l’animale era diviso per metà in due parti; e la inferiore di esse possedeva già tentacoli ben sviluppati, se non in numero com- pleto. — Le figure (in grandezza naturale ed amplificata) sono buone. — All’infuori del fenomeno di scissione l’attinia ha nulla di straordinario. Io sono proclive a cre- dere che sia un individuo giovane di altra specie, tanto per l’attuale atto di divisione che per la presenza di tre soli mesenteri. — (Y0vos, prole). Sp. Epiactis fertilis n. n. SInoNtMi. — Epiactis prolifera sp. n., Verrill 1868, p. 492. DescRIZIONE. — Forma. Base crenulata. Colonna tozza, emisferica in contrazione; superficie rugosa; verso il sommo le rughe sono minute; verso il lembo sono mar- cate e portano una serie di 30, 40 rampolli. Margine fornito di parapetto in certo modo denticolato. Tentacoli non scarsi, 50, policicli, sparsi sul disco, brevi, robusti, ottusi. — Colore (in alcool). Colonna gialla, rampolli bianchi. — Dimensioni. Colonna lunghezza 0%,006 (in contraz.); base diametro 0”,012; tentacoli lunghezza 0”,002.— Giacitura, [non indicata]. — 357 — ANNOTAZIONI. — È strana la presenza dei rampolli. Verrill non seppe decidere se sieno gemme o se sieno uova, ma comunque, crede che restino così attaccati per molto tempo e traggano alimento dal corpo materno. Di essi alcuni avevano giù 24 tentacoli e lasciavano trasparire i setti; altri ne avevano 12 e la maggior parte solo 6. Tali rampolli si trovano solo su esemplari grandi. Un fenomeno simile non venne mai osservato, e, per disgrazia, il caso presente non fu studiato quanto meri- tava. — Il parapetto denticolato e la ghirlanda limbale di rampolli fanno pensare agli zoantini. — Il nome prolifera venne già usato dal Sars 1835 per la Gonactinia. Species incertae sedis (ambiguae). Presento anche queste in modo sinottico (senza pretesa di valore tassico), come segue : Attiniari Ra Minas Il a are rotota diarguto e dodo eo Gen. ? taenialta Klunz. CONCHICO MEIER Hormathia Margaritae Gos COLMLICO PSE ISO ESCO ANNI IENA Gen. ? abyssicolta Mos. gelatinosa Mos. petricoli COLE COLON IAZIR CILE Stomphia Churchae Gos. CONUCOLONDANPELTOLALA TRAIN NE Gen. ? ehrysosplenium Cocks. Sp. (... Gen.? . . .) taeniata Klunz. Sinonimi. — Peachia tiniata sp. n., Klunzinger 1877, p. 81, t. 5, f. 5. DESCRIZIONE. — forma. Colonna liscia, stretta, allungata; margine con nume- rosi, minuti tubercoli colorati, estremo posteriore con distinto poro. Tentacoli bicicli, esacmei; esterni 7-12, brevi, conici; interni più numerosi (36), brevissimi, ottusi. — Colore. Corpo bianco e giallo in striscie longitudinali alterne; tentacoli esterni ver- dicci con annelli bruni; interni giallicci con apici bianchi. — Dimensioni: Lun- ghezza 0",07, larghezza 0",01. — (Giacitura [non indicata, ma dall’aspetto dev’es- sere limicola]. ANNOTAZIONI. — Il Klunzinger nella descrizione specifica non fa menzione della concula, nè dalla figura si può arguire se sia presente o no. Siccome però egli la nomina nelle caratteristiche del genere (come nomina il poro apicale) e non la rino- mina parlando della specie (come rinomina questo), così sorge forte il dubbio che manchi. In tal caso non sarebbe Peachia. — I tentacoli del resto differiscono affatto da quelli soliti delle Siphonactiniae e per la disposizione e per il numero e per la forma. L'animale resta quindi dubbio; tanto più che per il momento ogni decisione è impossibile stantechè, come dice l’autore, ne venne trovato un esemplare unico e che pur questo andò smarrito. — Tenendo conto dei tentacoli marginali si dovrebbe creare un genere ed una subfamiglia nuovi. Sp. Hormathia Margaritae (Gos. Sinonimi. — Hormathia Margaritae sp. n., Gosse 1859, p. 47. — Hor- mathia Margaritae (Gos., Gosse 1860, p. 219, t. 8, f. 1. — 368 — DescRIZIONE. — Forma. Base aderente con forza, ampia molto ed amplectente. Colonna a pilastro; delicata, molto corrugata di traverso, massime in alto; presso il margine munita di una riga unica di tubercoli grandi e bene sviluppati, circa 10. Margine distinto benchè poco pronunciato. Disco circolare, non più ampio della colonna. Tentacoli piuttosto lunghi e snelli, un poco entacmei, totalmente retrattili, bi- o tri- cieli, reclinati sulla colonna. Bocca non prominente, lesgiermente corrugata. — Colore. Colonna bianca. Tentacoli rosso-porporini intensi senza marche. Peristoma bianco, rigato di bruno. Bocca giallognola. —- Dimensioni. Colonna lunga 0",05; larga lo stesso. — Giacitura Sopra conchiglie (Fusus antiquus); in acque profonde. AnnoTAZIONI. — La specie venne descritta sopra un esemplare solo, non vivo, appoggiandosi alle notizie ad agli schizzi dello scopritore {non attiniologo]. Il Grosse la crede affine con le Tealiae, con le Sagartiae e con la Stomphia; io non so perchè non rilevi la facile somiglianza col gen. Actinia p. d. Sp. (-.. Gen.?. ..) abyssicola Mos. Sinonimi. — Actinia abyssicola sp. n., Moseley 1877, p. 297, t. 45, f. 5. DESCRIZIONE. — forma. Base allungata in direzione transversa all’asse centrale {sic}; l'unione delle due metà del lembo al lato opposto è rettilinea e un poco coa- lescente. Colonna allargata ed allungata in basso, con lembo grosso ai due estremi allungati; bassa; rigonfia superiormente ad annello ovale al quale succede uno spazio liscio più rotondo piano. Tentacoli numerosi, circa 60, bicicli, posti immediatamente dentro l’apertura centrale di questo spazio. Peristoma quasi nullo. Bocca irregolare, ovale. — Colore. Roseo-pink sulla colonna; roseo-pink-pallido sull’annello; pallido- pink sui tentacoli; roseo-rosso sullo spazio liscio; roseo-carmino sulla bocca. — Di- mensioni. Massima lunghezza 0",034. — Giacîtura. Abbracciante i tronchi di Mopsea. ANNOTAZIONI. — Venne dragata due volte dal Challenger; e molte altre volte vennero dragate forme simili attaccate a corpi bacilliformi, tronchi d’Alcyonium, spicule di Hyalonema ecc. — Questa specie ricorda molto la S. Dohrnii (Gephyra del v. Koch), ma non vi sono prove abbastanza chiare per credervela affine; vi è solo il modo di giacitura, e questo è troppo poco. Del resto il carattere dell’annello (omologo forse al torqueo di Ilyactis, Actinoloba ecc.) la distacca decisamente. Sp. (... Gen? ...) gelatinosa Mos. Sinonimi. — Actinia gelatinosa sp.n., Moseley 1877, p. 298, t. 45, f. 6. DescRIZIONE. — Forma. Base che abbraccia l’estremità dei rami di Gorgonia e coalesce con due terzi del lembo così da formare un tubo o guaina completa, mentre col restante terzo è libera e si muove al di lù dell’estremità del ramo. Colonna gela- tinosa trasparente. Tentacoli numerosi, marginali. — (Colore del corpo azzurrognolo trasparente; dei tentacoli rosso mattone leggiero; dei mesenteri oscuro (poliperitrina, secondo la memoria 1877, dell’autore). — Dimensioni come nella precedente, 0",034 di lunghezza. — Giacitura. Attaccata all'estremità di rami di Gorgonia, così che l’apice di questa corrisponda al centro della base. ANNOTAZIONI. — Il Moseley sembra attaccare molta importanza al modo di attacco; | io credo che questo sia più accidentale che caratteristico, giacchè simile 1° ho — 369 — riscontrato in altre attinie fissate su rami o ‘bastoncelli. — Anche per questa specie mancano prove di fatto per un ravvicinamento alla S. Dohrnii, benchè non vi sieno nemmeno argomenti in contrario. Sp. Stomphia Churchiae Gos. Sivonmi. — Stomphia Churchiae sp. n., Gosse 1859, p. 48; Gosse 1860, p. 222, t. 8, f. è. Stomphia Churchiae Gos., Normann 1867, p. 440; Norman 1868, p. 318. DESCRIZIONE. — Forma. Base aderente, molto ampia. Colonna variabile di forma, in generale a pilastro, tozza, talora molto ristretta nel mezzo; molto rugosa di tra- verso, e verso l’alto anche rugosa per il lungo; polposa ma non consistente; priva di verruche e di cinclidi (?). Tentacoli circa 60, quadricicli (6, 6, 12, 36), subeguali un poco entacmei, conici, rugosi in contrazione; in generale diretti infuori, ovvero diretti in basso con lieve curvatura verso l’alto; totalmente retrattili. Peristoma so- vente protruso a cono, con raggi bene spiccati. Bocca spesso molto beante con labbra sottili formanti un piccolo rilievo. Aconzî mancanti. — Colore. Colonna bianco-erema- giallognola chiazzata di scarlatto brillante; tentacoli bianco-giallognoli pellucidi, con tre annelli scarlatti e con due linee longitudinali sulla faccia interna, pure-scarlatte, distinte solo verso il piede e talora confluenti; alle volte queste linee sono bene distinte alle volte quasi obsolete; peristoma bianco-giallognolo pellucido; bocca. con labbro scarlatto simile al nectario di un narcisso; faringe bianco; tubercoli gonidiali scarlatti. — Dimensioni. Colonna lunga 0",06; larga lo stesso; disco e corona ten- tacolare in diametro circa 0%,075. — Giacitura. Sulle roccie, e in acque profonde. VARIETÀ. — Il Gosse ne annovera quattro: a lychnucha. La suddescritta. S incensa. Con il rosso della colonna quasi confluente e il bianco-giallo scarso. y eatincta. Con prevalenza del bianeo-giallo e diminuzione del rosso. è pyriglotta. Simile alla @, ma notevole per le grandi dimensioni e per i tentacoli grossi e brevi che la rendono simile ad una Tealia. ANNOTAZIONI. — Il Gosse è d’avviso che la presente specie sia intermedia fra le Bunodidae e le Sagartidae; io davvero non saprei perchè. Delle prime non ha i tubercoli, delle seconde non ha gli aconzî; qual’è dunque la voluta affinità? — Egli dice inoltre che ha molte cose comuni con la Hormathia, ma non specifica quali; e infatti parmi difficile trovarle. — Fino ad ulteriore esame la specie resta isolata. — Il nome generico allude alla bocca beante (atiupos = dalla gran bocca). Sp. (... Gen? ...) chrysosplenium Cocks. Sinonimi. — Actinia chrysosplenium Cocks, Johnston 1847, p. 214, ..t. 97,.f. 1, 3; Cocks 1851, p. 5, t. 1, f. 17; Landsborough 1852, p. 243. Bunodes chrysosplenium Gosse 1855, p. 294; Gosse 1855, p. 29. — Sagartia chrysosplenium, Gosse 1858, p. 416; Gosse 1860, p. 119, t. 6, f. 8. — Cereus chrysosplenium Johns., Milne Edwards 1857, p. 265. DescRIZIONE. — Forma. Base un poco più larga della colonna, aderente. Co- lonna liscia, ma cosparsa di numerosi succiatoi (o pori), simili a punture; breve 47 — 370 — cilindroide; conica in contrazione. Tentacoli scarsi, subeguali, piuttosto brevi, robu- sti, ottusi all’apice. Peristoma liscio, con bocca prominente e labbra un poco sol- cate. Aconzî mancanti. — Colore. Colonna verde (varia dal verde-chiaro pisello al verde-scuro) con striscie o macchie longitudinali di un bel giallo d’oro, e con una zona limbale dello stesso colore. Tentacoli pellucidi, quasi bianchi con macchie tra- sversali verdi trasparenti. Peristoma giallo-bruno, con gonidî giallo d’oro. — Dimen- sioni: altezza 0%,025; larghezza quasi 0%,015; diametro discale e basale 0,020. — Giacitura. Alla superficie inferiore delle pietre, al limite inferiore di marea. AnnoTazionI. — Il Cocks, che è lo scopritore dell'animale, ne rileva l’affinità con la T. crassicornis, indicata specialmente dalla forma dei tentacoli. Il Gosse fa notare che rispetto alla colorazione rassomiglia molto alla var. tigrina dell’A. equina; tuttavia rigetta la probabilità dell’una e dell’altra parentela e classifica l’attinia nel genere suo Sagartia. A me pare che di Sagartia manchi affatto l’aspetto, senza con- tare la mancanza del carattere precipuo degli aconzî; e che piuttosto vi sia un indizio di Tealia come lo voleva il Cocks. — Riflettendo però alla presenza di pori (se pure tali sono) sorge il pensiero che l’animale rappresenti forse una Evactis od un’Anthopleura. SPECIES DUBIAR Il numero delle « species dubiae » quivi annoveràte dovrebbe essere di gran lunga superiore, se nelle precedenti pagine non mi fossi data briga di aggiungere ad ogni subfamiglia tutte quelle che per un motivo o per l’altro vi rivelavano una certa quale attinenza. Del resto non seguendo un tal piano avrei soverchiamente accresciuta la farraggine del materiale inservibile (che tale ormai può dirsi quello del presente gruppo); e quindi me ne astenni. Qui adesso trovansi perciò, soltanto alcune specie, che malgrado ogni buon vo- lere non potei relegare altrove e che per insufficienza di descrizione (tanto grafica che iconica) lasciano in dubbio sulia loro entità reale. Esse possono venir suddivise in due falangi: — quella delle specie fondate sovra esemplari rappresentanti pro- babilmente solo stadi giovanili; — e quella delle rimanenti. Tanto l’una che l’altra è ordinata secondo la serie cronologica delle rispettive specie. Species dubiae (actiniaria juvenilia). Sp. (..-?...) pelagica Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia pelagica sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 146, t. 11, f 10; Desayes in Lam. 1837, p. 546.— Anemonia pelagica Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 235. Anemonia pelagica Q. & Gaim., Duchassaing & Michelotti 1860; Duch. & Michelotti 1866, p. 122. DescRIZIONE. — Forma. Colonna minima, cordiforme; tentacoli 17, diseguali, lunghi. — Colore. Colonna gialliccia ; tentacoli punteggiati di bruno; bocca viola- cea. — Dimensioni piccole: diametro 0",05. — Giacitura. Sui fuchi. pere ei ina en ip wripnrero her gi Y, ANNOTAZIONI. — Nessuna idea di Anemonia. La colonna è conica ed i tentacoli sembrano nascerle dai fianchi; il disco è piccolo e nudo. — Si deve o ammettere che il disegno fu fatto molto male, come dice il Milne Edwards, o riconoscere che è una forma assai strana. — La sua piccolezza, e il tessuto delicato fanno pensare che sia uno stadio giovanile; e potrebbe esserlo di Eumenides che pare abbia anche esso i tentacoli sulla colonna ('). Sp: (...?...) gracilis Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia gracilis sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 151, t. 12, f. 10, 11. —Actinia Entacmaea gracilis Ehr. (Taractostepha- nus), Brandt 1835, p. 13. — Anemonia gracilis Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 235. Descrizione. — Forma. Colonna lunga, tenue; tentacoli acuti, monocieli, se- dici. — Colore. Colonna bianca; tentacoli bianchi; bocca trocea. — Dimensioni mi- nime. — Giacitura. Sulle conchiglie di Nassa (vivente). AnnotazionI. — Nel disegno i tentacoli sono sedici, nella descrizione sono dieci, nelle aggiunte variano da dieci a dodici. Qual’ è il dato attendibile? — All’aspetto generale non ha alcun tratto di Anemonia come vuole il Milne Edwards. A me pare che sia piuttosto una nidiata di rampolli originati per scissiparità da una qualche Aiptasia o forma affine. La specie è dubbia anche per gli scopritori Q. & Gaim. Sp. (...?...) rhododactylos Gr. Sinonimi. — Actinia rhododaetylos sp. n., Grube 1840, p. 3, f. 1; Hel- ler 1868, p. 19. DESCRIZIONE. — Forma. Base ampia aderente. Colonna cilindrica, lunga, poco mutevole, molle, pellucida, liscia. Tentacoli monocicli, digitati. — Colore. Colonna gialla-limone o gialla-ruggine con numerosi punti cinabro sparsi irregolarmente e con linee chiare longitudinali; disco grigiastro con una rosa boccale gialla; tenta- coli rosei con macchie bianche ed apice pure bianco; peristoma grigio-bianco con raggi paglierini; bocca paglierina del pari. — Dimensioni piccole: da 0=,01 a 0",02.— Giacitura; alla faccia inferiore delle pietre. ANNOTAZIONI. — L'autore nota che questa specie se avesse tentacoli policicli sarebbe affine all’A. digitata Mill. — Pensando alle piccole dimensioni ed all’ unico giro di tentacoli pare che qui si tratti d’uno stadio giovanile; e per avventura, se debbo arrischiare un’ opinione, propriamente dell'A. crassa Andr. Sp. (...?%...) curta Dana. Sinonimi. — Actinia curta sp. n., Dana 1846, p. 148; 1849, t. 3, f. 36.— Paractis curta D., Milne Edwards 1857, p. 252. DESCRIZIONE. — forma. Base molto ampia. Colonna assai depressa, liscia. Tentacoli (') D'altra parte si può trovare affinità di aspetto con la Bunodeopsis, purchè si ammetta che alcuni gozzi di questa vennero disegnati come tentacoli; ovvero simiglianza con la Thelactis del Klun- zinger, supponendo che i tubercoli sieno stati esagerati e ridotti a tentacoli; ovvero apparenza di Cystiactis. Di certo con tutte e tre vi è identità di giacitura. ara), E mediocri, subeguali, bicicli. — Colore. Base azzurra; colonna verde; peristoma giallo- ocraceo; tentacoli verde-gialli. — Dimensioni e Giacitura, {non indicate]. ANNOTAZIONI, — L'aspetto della figura è quello d’un individuo giovane. Sp. (...?...) globulifera Duch. Sinonimi. — Urticina globulifera sp. n., Duchassaing 1850, p. 9. — Ur- ticina globifera Duch., Milne Edwards 1857, p. 289. Viatrix globulifera (Urticina) Duch., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 6, f. 15-16; Duch. & Michelotti 1866, p. 128. DESCRIZIONE. — Forma. Base presente non aderente, rivolta alla superficie del mare. Colonna cilindrica, tozza, delicata. Margine munito di vesciche natatorie [sic!, acroragi?] in due serie. Tentacoli scarsi (al più 20), lunghi, cilindrico-subulati, acu- minati all'apice. Bocca prominente. — Colore. Giallastro. — Dimensioni. Larghezza 0®,007, altezza 0”,003. — Giacitura. Galleggiante alla superficie del mare. ANNOTAZIONI. — La presente ricorda molto le Cystiactis e i Bunodeopsis, ma si può identificare nè colle une nè cogli altri. Per il nome confr. p. 275. Sp."(...?...) fenestrata Gos. Sinonimi. — Gregoria fenestrata sp. n., Gosse 1860, p. 146, t. 7, f. 3. DescRIZIONE. — Forma. Base non più larga della colonna. Colonna tozza, con forti invezioni; polposa ma estensibile in lobi irregolari; liscia in espansione, rugosa se contratta; priva di verruche, ma perforata da alcuni cinclidi molto ampî disposti in fila sui principali rigonfiamenti delle invezioni, in modo che cinque sono pros- simi al margine ed uno è isolato presso il lembo. Margine rilevato irregolare ondulato, seguito da-un collare a fossa piuttosto profonda. Disco non eccedente la colonna. Tentacoli circa 48, tricicli submarginali, moderatamente brevi, cilindrici ottusi; non del tutto retrattili. Peristoma liscio, senza raggi distinti. Bocca prominente con labbra sottili. Gonidî con lentiggini. Aconzî emessi scarsamente. — Colore. Colonna glauco- traslucida pallidissima, percorsa nei solchi delle invezioni da una linea porpora-ros- siccia non bene definita ed ornata ad ogni cinclide da un orlo pure rossiccio. Tentacoli e peristoma rosso-freddo-pellucidi. Bocca rosso-lacca. Faringe glauco. — Dimensioni piccole : Colonna lunga 0”,004; larga 0",005; tentacoli lunghi 0®,008. — Giacitura, [non indicata). ANNOTAZIONI. — Dal complesso della descrizione e della figura parmi che la presente specie non sia troppo certa. L'unico esemplare sul quale venne fondata ha tutto l’aspetto di essere una forina giovanile: sia per la piccolezza delle dimensioni che per la delicatezza dei tessuti. — Secondo il Gosse la specie sarebbe un annello di congiunzione fra Sagartia ed Actinia. Sp. (...?...) arenosa Klunz. Simonimi. — Edwardsia arenosa sp. n., Klunzinger 1877, p. 81. DescRIZIONE. — Forma. Colonna conica o piriforme, liscia, delicata, ialina; dietro irritazione è capace di ricoprirsi con rivestimento molto cosparso di sabbia. Fisa rientrante a coppa. Tentacoli bicicli; nell’ ordine esterno (30 circa) sono lunghi, — 373 — conici, spesso spirali all’apice; nell’interno sono brevi. — Colore ialino, bianchiccio, rigato per il lungo; tentacoli esterni ialini, brunicci alla fine; interni bruni verso il mezzo; bocca pure bruna. — Dimensioni. Colonna lungh. 0",03; largh. 0”,005.— Giacitura. Nella sabbia, sotto le pietre della riva. ANNOTAZIONI. — La specie è fondata sovra un esemplare unico e non venne di- segnata. L'insieme dei tentacoli e il fatto del rivestimento -parmi accennino più ad un ceriantino che ad un edwardsina. Se il primo caso fosse vero si avrebbe innanzi probabilmente solo una forma giovanile. Species dubiae (actiniaria adulta). SPA a en Sinonimi. — Actinia aster (Sea-star-flower) sp. n., Ellis 1767, p. 428, t. 13, f. 3; Ellis & Solander 1786, p. 46. —1Hydra aster Ell., Gmelin 1788-93, p.3868. — Actinia aster Ell., Lamouroux 1824, n. 3; Rapp 1829, p. 60; La- marck 1837, p. 543. Discosoma aster Ell., Duchassaing 1850, p. 9. — Actinia aster Ell., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 8, f. 16; id. 1866, p. 122. DescrIZIonE. — Forma. Base aderente, un poco larga. Colonna cilindro-conica, elevata, rigonfia. Tentacoli brevi, ottusi, numerosi. — Colore. Colonna e disco ros- sastri o azzurro-chiari; tentacoli annellati bianco-bruni. — Dimensioni. Altezza 0®,025, lunghezza 0”,015. — Giacitura. (Non indicata). ANNOTAZIONI. — L'Ellis dà soltanto la figura; e questa viene man mano ripro- dotta da tutti gli autori sino al Duchassaing 1860 che ne dà un’altra e la correda di descrizione. Malgrado ciò la specie è molto dubbia; non ha nè i carattrri di Actinia, nè quelli di Discosoma. Sp. (...?.-.) fiscvella Mill. Sinonimi. — Actinia fiscella sp. n., Miller 1788, v. 3, p. 13, t. 88, f. 3; Gmelin 1788-93, p. 3135; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325; Milne Edwards 1857, p. 241. DESCRIZIONE. — Forma. Base larga, aderente. Colonna bassa schiacciata; sol- cata per il lungo e minutamente rugosa di traverso. Margine rilevato. Tentacoli co- nici, grossi. — Colore: bruno caffè sulla colonna; cremisì sui tentacoli. — Dimensioni: diametro basale 0,04; altezza della colonna 0",03. — Giacitura: sulle pietre. ANNOTAZIONI. — L’Abildgard opina che questa specie sia affine con lA. equina; ed il Milne Edwards la menziona con l'A. Cari e l'A. margaritifera ripetendone l’as- serto. Entrambi hanno forse ragione, ma la specie per sè stessa rimane dubbia. Sp. (...2...) Tilesii M. Edw. Sinonimi. — (Teneriffische Actinie) sp. n., Tilesius 1826, p. 119, t. 7, f. 14, 15. — Actinia Tilesii n. n., Milne Edwards 1857, p. 244. DescrIzIone. — Forma. Colonna corta, pieghettata circolarmente, a lembo lo- bato. Tentacoli numerosi, grossi, brevi. Bocca lobata. — Colore. Colonna bruna; — 974 — tentacoli azzurri ad apice verde, bocca bianca con cercine bruno. — Dimensioni e Giacitura, [non indicate). AnnoTAZIONI. — Malgrado la figura è impossibile trovare un carattere per asse- gnare alla specie un genere qualsiasi. Sp. 850) filifonmis Rapp: Sinonimi. — Actinia filiformis sp.n., Rapp 1829, p. 57, t. 3, f.2, 3; Ehren- berg 1834, p. 41. — Cribrina filiformis Ebr. (Tristemma), Brandt 1835, p. 15. — Actinia filiformis Sars 1835, p. 3; Deshayes in Lam. 1837, p. 547.— Cereus filiformis Rapp, Milne Edwards 1857, p. 271. Descrizione. — Forma. Colonna liscia, perforata in alto. Tentacoli lunghi re- trattili, filamentosi. — Colore. Colonva verde-scuro. Tentacoli verdi-chiari. — Dimen- sioni. Diametro d’oltre 0°,025. — Giacitura, [non indicata]. ANNOTAZIONI. — Le ficure rappresentano l’ animale espanso e contratto e sono buone; la specie tuttavia per insufficienza della descrizione resta dubbia. Il Sars opina che possa essere una varietà dell'A. rufa Mill. Spa (220-) pictaless: SINONIMI. — Actinia picta sp. n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 80, t. 3, f. 6. — Metridium pictum Less, Milne Edwards 1857, p. 255; Milne Edwards 1857, p. 257. — Anactis picta Ehr., Verrill 1868, p. 493. DESCRIZIONE. — Forma. Base mediocre, aderente. Colonna cilindrica, tozza, liscia, striata per il lungo; nella parte superiore ha una specie di capitolo. Tentacoli nu- merosi piccoli. — Colore. Colonna verde a righe Jongitudinali, minute, chiare e scure; nella parte superiore il color verde si prolunga in 18 denti lunghi e sottili, che la- sciano tra loro altrettante areole gialle; il limite tra areole e denti è ornato da una serie di punti neri; tentacoli bruni. — Dimensioni. Lunghezza 0",01; diametro 0,02. — Giacitura, [non indicata). Annorazioni. — Verrill è incerto se debba considerare la specio quale una sa- gartida e metterla vicina alla Nemactis Draytonii, ovvero se debba ravvicinarla alle Asteractis; gli pare altresì che i tentacoli non sieno a sufficienza precisati; e per torsi d’impaccio forma un genere nuovo. Ma perchè questo genere non lo fondò pre- cisamente per la Nemactis Draytoni? Sarebbe stato più logico chiamare quella Anactis ed aggiungervi dubitativamente questa come seconda specie. [Vedi Aceractis p. 363]. — In Lesson la descrizione non corrisponde bene alla figura. — In Milne Edwards la specie trovasi prima annessa quale Metridium, poi dubitativamente riferita al gen. Di- scosoma. — In Verrill non si capisce la citazione di Ehrenberg. SPIRE ) viridescens Q. & Gaim. Sinonimi. — Actinia viridescens sp. n. Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 158, t. 9, f. 3; Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327; Deshayes in Lam. 1837, p. 546. — Discosoma viridescens Q. & Gaim., Milne Edwards p. 256. s ti n qui — d(0 — Descrizione. — Forma. Colonna cilindrica; disco ampio ondato; tentacoli pic- coli numerosi. — Colore. Colonna rosea, striata di rosso. Tentacoli giallo-verdi. — Dimensioni piccole. — Giacitura, [non indicata). Annotazioni. — Nella figura sono disegnati tentacoli bicieli, e null'altro ben- chè il testo parli di due altri ordini di tentacoli che si rendono alla bocca. Oltre a ciò sulla figura vedesi una serie di macchie limbali {non si capisce se tubercoli o cinelidi) e queste non vengono menzionate nel testo. — A primo aspetto parrebbe un’ Adamsia; Adamsia che. vive indipendente non commensale con paguri. M. El- wards la mette nel genere Discosoma. — La descrizione e la figura non permettono di decidere. Sp. (...?...) amethystinus Q. & Gaim. Sinonim. — Actinia amethystina sp. n., Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 142, t. 12, f. 5, — Actinia violacea Q. & Gaim., Blainville 1830, p. 293; id. 1834, p. 327. — Actinia amethystina, Deshayes in Lam. 1837, p. 545. — Cereus amethystinus Q. & Gaim., Milne Edwards 1857, p. 271. DescrIZIONE. — Forma. Colonna cilindroide, stretta nel mezzo; disco ampio on- dulato; tentacoli piccoli molto numerosi, policicli ottusi. — (Colore. Colonna verdo- gnola uniforme in basso, punteggiata di violetto in alto; tentacoli violetti; bocca citrina. — Dimensioni, 0,05 di diametro. — Giacitura, [non indicata). ANNOTAZIONI. — Stando alla figura la colonna è verrucosa in alto e quindi par- rebbe Heliactis; ma vi ostano i tentacoli che sono ottuso-clavati. Sp. (o. te) colorata Duck. Sinonimi. — Cribrina colorata sp. n., Duchassaing :1850, p. 10. — Ne- mactis colorata Duch., Milne Edwards 1857, p. 283. Nemactis colorata (Cribrina) Duch., Duchassaing & Michelotti 1860, t. 7, f. 3,4, 5. DescRIZIONE — Forma. Base aderente. Colonna cilindrica, grossa, striata per il lungo, con cinclidi in alto. Tentacoli mediocri, cilindro-subulati, policicli, marginali.— Colore. Colonna rosa; disco verdastro; tentacoli verdi. — Dimensioni. Altezza 0",025; tentacoli 0",006. — Giacitura, [non indicata). ANNOTAZIONI. — Descrizione insufficiente assai, se non fosse la figura; questa è mediocre, e ne è sbagliata l'indicazione [la figura 4 in D. & Mich. 1860 non le appartiene e la 5 nemmeno]; nell'insieme la specie resta dubbia. Sagartia al- l’aspetto? — Nel 1850 il Duchassaing attribuiva a questa specie tentacoli numerosi monocicli. SPARE 2et0t 9) La DIL SAAVIEnTE Sinonimi. — Synanthus mirabilis sp. n., Verrill 1879, p. 474. DESCRIZIONE. — Forma. Attinia coloniale. Da un cenenchima sottile, espanso, liscio sorgono cinque o sei polipi, i quali aderiscono colla base fra loro e sono poco elevati; l’intesumento loro è delicato, pellucido ; i tentacoli sono numerosi e retrattili. — Colore e Dimensioni. |Non indicate). — Giacitura. Le piccole colonie vivono sovra Primnoa — 376 — reseda, ovvero Paragorgia arborea, e talora vi formano dei cingoli tanto stretti da indebolirne i rami. ANNOTAZIONI. — La descrizione è oltremodo incompleta, e non è imesdio da fisure, cosicchè la specie resta dubbia. Molto probabilmente trattasi d’uno zoantino e, per quanto riguarda l’abito, di una forma affine a quella della mia tav. 10, fig. 9. Sp. (239) nobilis Verr. Sinonimi. — Actinernus nobilis sp. -n., Verrill 1879, p. 474. Descrizione. — Forma. Colonna grande, robusta, tozza, liscia, di consistenza compatta. Margine diviso in denti acuti, conici.in due serie alterne fra loro e coi tentacoli. Tentacoli marginali, adnati ai denti, grandi, subeguali, cilindro-acuminati, numerosi, bicicli, non retrattili. Disco ondulato in otto lobi grandi, pieghevoli in- fuori ed indentro. Labbro fornito di otto prominenze, bene sviluppato. — Colore. Colonna bianchiccia, con traccie di rivestimento aranciato; tentacoli porporini; peri- stoma porporino con interradî pallidi; bocca bruno-scura. — Dimensioni. Colonna alta 0",075; larga 0,10. — Giacitura. Materiale di dragaggio a profondità. ANNOTAZIONI. — Di questa specie l’autore forma un genere nuovo. La mancanza di figura e l’incertezza di taluni caratteri impediscono tuttavia di ammetterlo; e la specie stessa rimane dubbia. SPECIES DELENDAE Benchè il numero delle specie quivi annoverate sembri a prima vista piuttosto rilevante, pure di fronte all’ingente quantità di specie male descritte esso è sicuramente esiguo. Molte e molte delle specie da me registrate in appendice alle varie subfa- miglie come incerte e dubie dovrebbero formare nuovo contributo alla presente col- luvie; senza calcolare che anche le specie dei due precedenti capitoli [a:pag. 361, ed a pag. 370] sarebbero meglio relegate quivi che tenute da parte. — Forse un futuro attiniologo di maggior voglia e coraggio potrà tentare un’epurazione radicale secondo questo concetto; e sarà benemerito della scienza per aver tolta di mezzo tanta zavorra; -a me basti l’avere indicata la via. Urtica Sittardi. Urticae a C. Sittardo pictae, Gesner 1560, p...... — Urticae species duae, Aldrovandus 1606, p. 569. — Species duae urticarum, Jonstonus 1650, p. 73, t. 18. Sotto questo nome cito le due figure intercalate nell’opera del Gesner, incise dietro -due disegni del Sittardo mandati all’autore dall'Italia. In uno di essi pare di riconoscere il disco e la faringe di un’attinia espansa, nell’altro il lato ad onco di una chiusa. È però assolutamente impossibile determinarne la specie. — Le figure dell’Aldrovandi e del Jonston riproducono semplicemente le originali del Gesner. Urtica triplex. Urtica marina alia triplici aspectu, Aldrovandus 1606, p. 570. — Urtica marina triplici aspectu, Jonstonus 1650, p. 73, t. 18. — 377 — Le figure nulla presentano (nè nell'originale rozzo dell’Aldrovandi, nè nella mi- gliorata riproduzione del Jorston) carattere alcuno di somiglianza con un’attinia. — L'autore (Aldrovandi) sembra che le voglia fondere con la prima di Rondolet unita- mente alle duo del Sittardo; a pag. 567 dice: « Opinor ad primas Rondeletii species posse referri duas a Sittardo pictas et quam ego hic addidi colore ex albo ferru- gineo variam, triplici aspectu depictam ». Urtica contracta. Urtica contracta nostra, Aldrovandus 1606, p. 568. — Urtica con- tracta Aldrovandi, Jonstonus 1650, p. 73, t. 18. La specie è rappresentata da due figurine; una semichiusa, l’altra chiusa affatto; entrambe assolutamente indeterminabili. Urtica pileus. Urtica pilei fere forma, Aldrovandus 1606, p. 569; Jonston 1650, p. 73. È un cono irreconoscibile; rappresenta un onco con due grandi pieghe trasver- sali [Ai. diaphana?]. In Jonston la figura manca. Urtica leporina. Lepori marino congener, Aldrovandus 1606, p. 569; Jonston 1650, p. 73, t. 18. È una buona figura di Attinia posante su un ramoscello di qualche cosa; è solcata per il lungo o lineata e porta delle macchie o tubercoli, non si distingue se solo nella parte mediana o anche nella superiore. Potrebbe forse essere un’Aipta- sia od una Heliactis. Actinia Réaumuri. Alclalde viento Réaumur 1710, p. 469 ecc., t. 10, f. 22, 23. Viene abbastanza bene descritta, ma non con intenzione sistematica; le figure (incise in rame) sono belle; rappresentano flos ed onco, ma non bastano a farla riconoscere. Actinia Marsilii. REIT, Marsilius 1725, t. 2, f. 11. . La figura somiglia lontanamente ad un’Anemonia sulcata; ma è dubbio se pure sia attinia; perchè la relativa spiegazione nel testo è irreperibile. Actinia Peyssonelii. Corona solis marina americana, Peyssonel 1758. Irreconoscibile alla descrizione; figura manca. Actinia mucilaginosa prima. Urtica mucilaginosa (trans. striata), Plancus 1760, app. p. 110, t:.9, f. E, F. 48 — 378 — Delle figure una fa vedere l’animale dallato e dissopra, l'altra dallato e dis- sotto; in ambedue la base trasborda; la colonna è rugosa per traverso; i tentacoli sono monocicli conici. — La colonna rammenta i Bunodes, eccezione fatta dei tubercoli. Actinia mucilaginosa altera. Urtica mucilaginosa (long. striata), Plancus 1760, app. p. 110, t. 9, ito VG) La descrizione manca; delle figure una è semicontratta ed ha i tentacoli riuniti ma non celati; l’altra rappresenta il disco; la terza è l’animale veduto dallato ed espanso. In esse i tentacoli sono tricicli; la colonna è longitudinalmente striata. — Se i tentacoli fossero più lunghi parrebbe un’ Anemonia sulcata (°). Actinia judaica. Actinia Judaica, Linnaeus 1767, p. 1088. — Actinia Judaica, Gmelin 1788-93, p. 3133. — Actinia judaica (A. oeillet de mer), Bruguière 1789, N. 6; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 325; Lamarck 1837, p. 540; Milne Edwards 1857, p. 282. Secondo il Linneo è un’ « actinia cilindrica, laevis, truncata, praeputio interne undulato laevi », che abita il Mediterraneo e che corrisponde al colum [sic!) ma- rinum del Planco a pag. 43, t. 6. Secondo il Bruguière rappresenta il postero! dei linguadocchesi e l’Urtica rubra del Rondelet, e differisce dall'A. equina solo per maggior erezione. Secondo il Milne Edwards essa coincide con l’Actinia diaphana del Rapp. — Io confesso che non so riscontrare il citato del Linneo, e che non trovo nella frase diagnostica del medesimo alcun punto d’appoggio per l'opinione del Bruguière, nè per quella del Milne Edwards. Actinia volva. Vulva gigantea, Olafsen 1772, p. 212. — Actinia volva Olaf., Mil- ler 1776; Gmelin 1788-93, p. 3135; Bruguière 1789. Corpo cilindrico carnoso, duro; con un anello che può contrarsi e nascondere l’animale; piano in alto e con sei tentacoli «appendicibus orificii sex». — È rigato di nero. — Raggiunge 0",10 d'altezza, 0",06 di larghezza. — Abità nelle roccie bucate. L’Olafsen osserva che quest’attinia per la sua durezza nemmeno dai corvi affamati d'inverno viene mangiata. Lo Gmelin dubita che la specie appartenga al gen. Actinia. Il Bruguière non si pronuncia. — Dai Groenlàndesi viene chiamata « Gigarpussa. » Actinia bicornis. Aphrodita hemisphaerico-ovalis, Olafsen 1772, p. 212. — Actinia bicornis Olaf., Miller 1776; Gmelin 1788-93, p. 3135. Quest’attinia [se pur lo è] ha colonna emisferico-ovale, liscia, e possiede due (') In ordine cronologlco quì dovrebbe trovare menzione anche l'Actinia doliolum. È superfluo osservare che essa (istituita dal Pallas 1766, p. 152, t. 9, f. 10, 12, ed accettata dal Gmelin 1788-93, p. 3869 sotto il nome gen. di Hydra) non è un attiniario, ma il noto tunicato. EE SACE MED TERI N — 379 — tentacoli molto grandi. È alta 0”,025, larga 0",015. Si fissa alle conchiglie aderenti agli scogli, ma cambia spesso di luogo. L’Olafsen cita a proposito un « Linn. 256-1 e un Lessers, Testac. theol. 1. 1. 1, c. 2 » che io non potei consultare. Actinia ventricosa. Actinia corpore ventricoso, Olafsen 1772, p. 212; Hill 1773, p. 94. È stata riscontrata sulla costa occidentale d’Islanda, nei buchi delle roccie, non più profonda della bassa marea; ed offre due varietà: una d’individui grandi 0,075, colorati da sfumature rosse gialle ed azzurre, l’altra d’individui piccoli, giallognoli. L’Olafsen sembra opinare che la specie corrisponda ad una figurata in Jonston tav. 18, ovvero alle specie seconda e terza dell’Hill. — Costui invece sotto lo stesso nome accenna ad una specie che riferisce al « Sea-anemone » del Griffith. Actinia multiformis. Priapus equinus, Olafsen 1772, p. 213. L'autore la deserive come ovato-oblunga, multiforme, che toccata si allunga e che ha apertura anteriore ed apertura posteriore; indi cita: « Linn. 258-1, Hill salacius ». — Io non vi capisco un ette; parmi si tratti di un’oloturia. Il nome groenlandese è « Brimbutur ». È Actinia squamata. Actinia squamata sp. n., Miller 1778, p. 54. Piccolo animale lungo circa 0%,02, largo 0,005, ricoperto di squame e munito di otto tentacoli pinnati. L'animale di certo non è un’ attinia e l’autore stesso sembra avvedersene perchè dice che: « inter patellam, ascidiam et actiniam ambigit ». Actinia truncata. Actinia truncata, Miiller 1776, n. 2795. — Actinia trunca, Miiller 1778, p. 53. — Actinia truncata, Gmelin 1788-93, n. 3133; Bruguière 1789; Pennant 1812, p. 106; Blainville 1830, p. 290; Blainville 1834, p. 324; Abge- stiltzte Seenessel, Oken 1835, p. 167. (') Qui devonsi ricordare le specie annoverate dall’Hill 1773 a pag. 94 e 95, delle quali manca tanto la figura che la descrizione. Esse sono: — he little flesh-coloured Actinia; — the litile white Actinia; — the great Actinia; — the larger Actinia; — the Aclinia tentaculis variegatis ; — the Actinia tentaculis capillaceis. Aggiungansi quivi anche le seguenti: Anémone de la cinquième éspéce, Dicquemare 1775, p. 207. — Ha forma e tubercoli come la seconda specie [Tealia crassicornis, p. 207]; aconzì come la quarta [Actinoloba dianthus, p. 137]; dimensioni come la prima [Actinia equina, p. 189]. Vive più profonda delle altre. — Figura manca. Anémone de la sirième éspéce, Dicquemare 1787, p. 206, t. 1, f. 8. — È un’attinia colla base molto allargata e col faringe rovesciato; e pare che il Dicquemare non se ne sia avvisto. Quatriòme éspéce d'anémones, Anonimo 1781, p. 204. — Forse si riferisce all'omonima del Dicquemare. [Actinoloba dianthus, p. 137], ma non sì può riconoscere. — 380 — Colonna ad onco emisferico, opaco, glahro, bruno (rufv); in espansione è subci- liudrica, giallognola, striata per il lungo. — Tentacoli 12 interni e innumerevoli altri verso il margine, con un punto bianco alla radice, sul fusto ed all’apice. — Peri- stoma bruno (fusco) con stella rosacea nel mezzo. — Lunghezza 0%,01; larghezza 02,005. — Vive su fuci e testacei, si muove a libito; perdura in cattività. Il Miiller dice che è simile all’A. effoeta del Baster ma molto più piccola (centies). Lo Gmelin opina che corrisponda alla terza specie del Dicquemare; e al- duce come varietà l’A. intestinalis del Fabricius. Actinia intestinalis. Actinia intestinalis, Fabricius 1780, p. 350, f. 11, t. Be C. — Actinia truncata, Gmelin 1788. Actinia intestinalis, Fleming 1828, p.498. — Actinocereus inte- stinalis, Blainville 1830, p. 294; Blainville 1834, p. 328. Actinia intestinalis, Sars 1835, p. 3; Johnston 1847, p. 219 text. fig. 49; Landshorough 1852, p. 247; Norman 1868, p. 318; (Acthelmis), Litken 1875. Contratta ha l’aspetto di due annelli larghi sovrapposti; quando è espansa pare risulti di due porzioni: una inferiore grossa, l’altra superiore più sottile; ambedue liscie, pellucide, gialliccie, che lasciano trasparire alcune linee longitudinali bianche. Tenta- coli circa 18 bicieli. — Grossezza d’una penna d’oca. — Vive attaccata alle pietruccie della spiaggia, alle conchiglie, e spesso anche nascosta nella sabbia. Questa specie venne trovata in Groenlandia dal Fabricius 1780, che la reputò affine all’A. truncata Mill.; poi più tardi in Zetlandia dal Fleming 1828. — Il Sars 1835 crede che sia affine con la sua Lecythia brevicornis, benchè ne diversifichi per il numero dei tentacoli e per la nudità del corpo; e opina che forse debbasi staccare dalle restanti attinie. Di questo avviso sembra essere pure il Liitken che propone il nome generico Acthelmis. — Il nome groenlandese è « Kettuperangoak ». Actinia nodosa. Actinia nodosa, Fabricius 1780, p. 350; Gmelin 1788-93, p. 3133. — Actinoloba nodosa, Blainville 1830, p. 288; Blainville 1834, p.322. — Acti- nia nodosa, Brandt 1835, p. 10. — Knòtige Seenessel, Oken 1835, v. 2, part. 1, p. 168. — Metridium nodosum, Milne Edwards 1857, p. 254. — Acti- nia nodosa, Fab. (Chondractinia), Litken 1875. «A. rugosa, sulcata, coriacea; extremitatibus [disco e base?] amplioribus, supera tuberculata cum cirris intermediis brevibus ». — Abita profonda sugli scogli. Al di là della riportata descrizione del Fabricius non si trova altro cenno rela- tivo a questa specie; solo le citazioni dei compilatori. Non esiste alcuna figura (*). Actinia caryophyllus. Actinia caryophyllus sp. n., Martin 1786, v. 1, p.1,t.1, f. 1; Gmelin1788-93, p. 8155; Pennant 1812; Fleming 1828, p. 499. (') Oltre a queste, dal Fabricius 1779 (Christian però, non Otho) vengono menzionate a p. 275 alcune attinie gialle più piccole dell’A. senilis. — 381 — Attinia con tentacoli a pennello, di colore rosso; che abita sulle coste inglesi. Il Gmelin chiede se la specie appartenga proprio alle attinie. Actinia pusilla. Actinia pusilla sp. n., Olof Swartz 1788, p. 201, t. 6, f. a, db, c; Gme- lin 1788-93, p.3155; Blainville 1830, p. 291; id. 1834, p. 325. Corpo elittico-ovale, senza base, con estremo posteriore rotondo ; tentacoli bicicli : esterni lunghi 8, interni brevi 16; bocca cinta da 8 denti (sic !] incurvi. — Colore non indicato. — Grande quanto un pisello. — Vive libera natante; cioè nell’aperto oceano a 57° lat. L'Eschscholtz nel suo Syst. d. Acal. a pag. 106 riferisce la specie dello Swartz al gen. Melicertus degli acalefi suoi (Melicertus pusillus). — Nell’ aspetto generale della figura si trova una certa idea di Arachnactis o di Cerianto giovane. Actinia anemonoides. Actinia anemonoides sp. n., Shaw 1789-1813, t. 26, f. 27 ('); Fleming 1828, pi 499. Colonna quasi cilindrica, piuttosto breve; tentacoli tricicli: gl’interni ramificati, gli esterni conici ottusi. — Colore generale rosso striato di verde-pallido; con ten- tacoli gialli variegati di rosso, faringe giallo-pallido con strie rosse. Actinia varians. Actinia varians, Miller 1788, p. 9, t. 129; Sars 1835, p. 3; Milne Ed- wards 1857, p. 243. Colonna elevata, fulvo-cuprea, striata per lungo; disco ampio, bianchiccio; tenta- coli numerosi. Nell'insieme a giudicare dalla figura si assomiglia molto alla Heliactis bellis; manca però di verruche. Per il disco e per i tentacoli ricorda l'A. paumotensis Dana. Secondo il Sars rammenta lA. candida Miiller. Trovasi in Norvegia « al praeruptos montes submarinos ». L’Abildgaard dà di questa specie alcuni cenni anatomici. Actinia iris. Actinia iris, Miller 1788, p. 3, t. 82, f. 5, 6; Gmelin 1788-93, p. 3135; Blainville 1830, p. 291; Blainville 1834, p. 325. Una vera descrizione non esiste. Si dice solo che il colore della colonna è bruno, (‘) Nel Catalogo bibliografico del presente volume [vedi sopra p. 56] quest’autore è citato nel- l’appendice fra gl'irreperibili. — Allorchè si stampava la prima parte dell’opera lo era infatti ; ora non più, perchè mi fu dato rintracciarlo. Esso è: 1789-813 Shaw, Geo. & Nodder, P. Fred., Vivarium naturae, or the naturalist's mi- scellany, London 1789-1813; 24 vols with 1068 colour. pl. in roy-8. [A questo fa seguito Leach, The zoolog. Miscellany, London 1814-17]. — Oltre la sopra riprodotta descrizione, di attiniologico non vi si contiene altro. Con questo appare che la citazione Shaw Th. di alcuni autori è erronea; e del pari che la conseguente mia nota a p. 8 del Catalogo è superflua, benchè non inutile, alan dei tentacoli giallo-rosso; del peristoma celeste. Dalla figura è difficile formarsi una idea. — Forse è un individuo giovane. Actinia reclinata. Actinia reclinata, Bose 1892, v. 2, p.221, t. 21, f.3; Lamouroux 1824, n. 2; Rapp 1829, p. 60; Blainville 1830, p. 291 e 292; Blainville 1834, p. 325 e 326; Brandt 1835, p. 10; Lamarck 1837, p. 542; Milne Edwards 1857, p. 289. Colonna di forma indeterminata; con tentacoli molto lunchi, scarsi ineguali, di solito pendenti. — Il colore della colonna è pallido con leggiere striature brune; i tentacoli sono incolori trasparenti; la bocca è orlata di violetto. — Le dimensioni sono piccole. — Vive sopra i fuchi galleggianti. La specie venne trovata nell'Atlantico. La giacitura, e un poco l’insieme dei ten- tacoli, ricordano le Cystiactis e le Bunodeopsis. Actinia minutissima. Actinia minutissima sp. n., Lesueur 1817, p. 152. Base contratta. Corpo cilindrico, molle, variiforme, talora corto, talaltra lungo; talvolta simile ad una Doris. Tentacoli mancanti. — Colore [non indicato). — Di- mensioni piccole [ma non precisate]. — Galleggiante sul mare. La descrizione è troppo incompleta e una figura qualsiasi manca. Del resto l’au- tore stesso non attribuisce importanza all’esistenza o meno di questa specie. Actinia rosea. Actinia rosea, Risso 1826, p. 287, f.3, 4; Blainville 1830, p. 292; Blain- ville 1834, p. 326; Milne Edwards 1857, p. 290. : Forma della colonna subceonica, rigonfia. Tentacoli brevi, bicicli (12, 12) tra- sparenti. — Colore della colonna roseo tenero; i tentacoli sono ialini con annelli bruni; il peristoma forma una stella «li punti bianchi attorno alla bocca, che è bruno- variegata. — Dimensioni piccole: lunghezza 0”,02. — Giacitura sulle pietre. Molto probabilmente gli esemplari sui quali venne fondata la specie erano stadî giovanili di qualche altra. Actinia violacea. Actinia violacea, Risso 1826, p. 286; Blainville 1830, p. 292; Blainville 1834, p. 326; Milne Edwards 1857, p. 290. Forma della colonna allungata; superficie liscia. Base stretta. Tentacoli 32, bi- cieli, un poco più lunghi del corpo. Onco a mammellone. — Colore della colonna violetto brillante; tentacoli bianco-ialini annellati di bruno; bocca con orlo verda- stro. — Dimensioni piccole: lunghezza 0®,016. — Giacitura sotto i ciottoli della sponda. Anche per questa specie non v'è alcun punto d’attacco per una classificazione qualsiasi. Forse trattasi pure di uno stadio giovanile. Actinia rufa. Actinia rufa, Risso 1826, p.285; Blainville 1830, p.292; Blainville 1834, p. 326. Forma della colonna cilindrizo-globosa, conica; superficie quasi liscia. Tenta- coli corti, tricicli. — Colore: sulla colonna rosso-ocraceo ; sui tentacoli biancastro con annelli rossicci e (nei giovani) con apice bianco; sul labbro è giallastro. — Dimen- sioni mediocri: lunghezza 0°,06. — Giacitura sotto le pietre. Il Risso nella descrizione menziona anche filamenti: « les filaments sont courts d’un blanc sale »; non so se questo alluda ad aconzî. In caso affermativo la specie sarebbe una sagartide. Actinia alba. Actinia alba sp. n., Risso 1826, p. 287; Blainville 1830, p. 292; id. 1834, p. 826; Milne Edwards 1857, p. 290. Corpo subgelatinoso; tentacoli corti, papilliformi, multicieli; bocca molto promi- nente. — Colore generale ialino, biancastro sui tentacoli. — Dimensioni piccole : 0”,025. — Vive nella regione corallina. Forse potrebbe essere una Corynactis. Actinia brevicirrhata. Actinia brevicirrhata sp. n., Risso 1826, p. 287. — A. brevitenta- culata Ris., Blainville 1830, p. 292; id. 1834, p. 326. — A. Isacmaea bre- vicirrhata Ris. (Discosoma), Ehrenberg 1834, p. 32; Deshayes in Lam. 1837, p. 543; Milne Edwards 1857, p. 290. Corpo subsessile; tentacoli brevi, conici. — (Colore grigio-livido, variegato di azzurro a sfumature diverse, con tentacoli semipellucidi. — Lunghezza 0%,05. — Giacitura nelle fessure delle roccie. i Secondo il Risso questa specie deve formare un nuovo genere. L’Ehrenherg la descrive da un esemplare d’Italia dell’Olfers e le attribuisce tentacoli piccolissimi producenti nel disco un aspetto quasi villoso; da ciò la classificazione nel genere Discosoma. Actinia dubia. Actinia dubia sp. n., Lesson 1830, v. 2, part. 2, div. 2, p. 77, t. 2, f. 6; Milne Edwards 1857, p. 245. Base aderente. Colonna breve, troncata, con margine a risvolto pieghettato. Ten- tacoli brevi, bicicli. — Colore della colonna verde nerastro; dei tentacoli rossastro. — Dimensioni 0,015 di diametro, 0,01 di lunghezza. — Aderisce a conchiglie di mitilo. La figura non è colorata; ed è a mio avviso insufficiente ('). (') Il Lesson 1830 (Illustr. t. 6; Coquille v. 2, part. 2, div. 2, p. 73) descrive fra le attinie una . Lagena chlorostoma sp. n. che certo nun vi appartiene. — 384 — Actinia tongana. Actinia tongana, Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 163. — Actinia tun- gana, Deshayes in Lam. 1837, p. 546. —- Actinia tongaesis, Milne Edwards 1857, p. 246. Attinia piccola con colonna conica, bianca, striata, macchiata di rosso e bruno; e con tentacoli brevi, biondi, bruni alla base. — Grande 0",025. Il Deshayes ammette questa specie, il Milne Edwards la rifiuta. L’accettarla è del tutto inutile. — Non esiste figura. SL ° . Actinia striata. Actinia striata, Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 164; Deshayes in Lam. 1837, p. 546; Milne Edwards 1857, p. 246. Attinia piccola (0”,012) con colonna cilindrica, allungata, pallida, cerulea, striata di rosso, con tentacoli numerosi, acuti, biondi, e cor bocca giallognola. Il Milne Edwards la menziona con dubbio. — Figura non ne esiste. Actinia mammillaris. Actinia mammillaris, Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 164; Deshayes in Lam. 1837, p. 546; Milne Edwards 1857, p. 265. Attinia piccola (0",04), con colonna rosea, munita di tubercoli ordinati, subau- rei, con base rosea a raggi rossi, e con tentacoli cinerei ad apice rossigno. Il Milne Edwards crede che sia nn Cereus {Bunodes]; ma non l’ammette come sicura in causa dell’insufficiente descrizione. — Figura manca. Actinia papuana. Actinia papuana, Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 165; Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327; Deshayes in Lam. 1837, p. 546; Milne Edwards 1857, p. 246. Attinia corbiforme; con margine ondato; tentacoli brevi, acuti. — Colore : sulla base candido con fiamme gialle ; sul disco verde bianco-punteggiato; sui tentacoli giallo violetto-variegato; sulla bocca rosso a sfumatura verde. — Altezza 0,05. La figura manca. Il Milne Edwards cita questa specie fra le attinie del Paci- fico ma non l’ammette definitivamente. Il Blainville la nomina nel 1830 citandola dal manoscritto ancora inedito di Quoy & Gaimard. Actinia strigata. Actinia strigata, Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 166; Deshayes in Lam. 1837, p. 546; Milne Edwards 1857, p. 245. Attinia cilindrica, solcata per il lungo; margine dentellato; tentacoli conici. — Colore verde; sui tentacoli giallo con punti verdi; nella bocca giallo e verde varie- gato. — Dimensioni 0",05 di altezza. — Vive sugli scogli. Figura manca. — Il Milne Edwards menziona la specie ma non l’ammette chiaramente. — 385 — Actinia parvitentaculata. Actinia parvitentaculata, Quoy & Gaimard 1833, v. 4, p. 165; Deshayes in Lam. 1837, p.546. — Actinia brevitentacula, Blainville 1830, p. 293; Blainville 1834, p. 327; Milne Edwards 1857, p. 271. Attinia vasiforme, margine glanduloso; tentacoli numerosi, brevi, troncati. — Co- lore candido sulla base: giallo-verde sui tentacoli; roseo-violetto sulla bocca. — Dia- metro 0",05. Figura manca. — Il Milne Edwards crede che questa specie sia un Cereus affine a C. amethystinus. — Il vocabolo brevitentaculata è una variazione fatta dal Blain- ville al manoscritto degli autori; e dai medesimi non accettata. Non è da confon- dersi con l’altro brevitentaculata del Blainville che corrisponde alla brevicirrhata del Risso. Actinia rosula. Actinia Entacmea Rosula, Ehrenberg 1834, p. 37; (Diplostephanus) Brandt 1835, p. 10. — Actinia rosula, Deshayes in Lam. 1837, p. 544; Grube 1840, p. 9; Milne Edwards 1857, p. 250. Colonna depressa. Tentacoli grossi, ottusi, bi- o tricicli. Papille marginali [acro- ragi?] nulle. Disco nudo.— Colore bianco dappertutto. — Dimensioni piccole: 0",012.— Giacitura: sopra un’Oculina prolifera. Trovata nel mare norvegico, questa specie assomiglia a uno stadio giovanile di Cereus [quale?], ma ha tentacoli più grossi. Sembra pure essere simile ad una specie non descritta, che Olfers mandò da Napoli a Berlino e della quale Ehreuberg ignora il colore. Actinia simplex. Actinia Isacmaea simplex (Urticina), Ehrenberg 1834, p. 34; (Mono- stephanus), Brandt 1835, p. 10. Colonna depressa; tentacoli eguali, monocieli, marginali. — Colore in generale pellucilo. — Dimensioni di circa 0”,005. - Osservata dall’Ehrenberg una sola volta nel porto di Christiania, sembra affine ad un esemplare del Museo di Berlino {sic!].-— Figura manca. Actinia Cleopatrae. Actinia Isacmaea Cleopatrae (Urticina), Ehrenberg 1834, p. 34. — Actinia Cleopatrae, Deshayes in Lam. 1837, p. 543. — Isacmaea Cleopa- trae, Milne Edwards 1857, p. 288. Colonna lunga clavata; tentacoli pochi, piccoli filiformi. — (Colore non indi- cato. — Dimensioni : lunghezza 0",015; diametro discale 0%,05. — Pare sia gal- leggiante. Raccolta dall'Ehrenberg presso Alessandria insieme all’A. I. crystallina, che è pure specie natante [vedi p. 204]. — Figura manca. 49 — 386 — Cribrina chlorospilota. Cribrina chlorospilota (Polystemma), Brandt 1835, p. 16. Colonna rossigna con serie longitudinali di punti verdi; e con. pori verso il lembo (secondo Mertens). Tentacoli verdi con macchia basale cerulea, subconici, brevi, molti. Peristoma ceruleo.— Lunghezza della colonna 0,05 ; larghezza del disco 0",075. Figura manca. Actinia Mertensii. Actinia Mertensii (Taractostephanus), Brandt 1835, p. 13; Milne Ed- wards 1857, p. 289. Colonna obconiea, bruna-nigricante.. Tentacoli marginali bianchi, entacmei, gli esterni piccolissimi. Disco subangolato. Peristoma bruno-pallido, rigato di bianco. Non esiste figura — Il Milne Edwards ammette la specie con dubbio. — Il Verrill del pari; ma è d’avviso che appartenga al genere Metridium. Actinia elegantissima. Actinia elegantissima (Taractostephanus), Brandt 1835, p. 13; Milne Edwards 1857, p. 289. Colonna grande, pustulosa, rossa, verde, cerulea, o variegata. Tentacoli molti, sparsi, acuminati, mediocri; bianchieci con apice porporino a fascia mediana idem. Disco olivaceo con margine bianco; largo 0",15. Figura manca. La specie è dubbia anche per il Milne Edwards. — Il-Brandt assegna tanto questa che la Mertensii al n. 2 del Mertens. Actinia erythrospilota. Actinia erythrospilota (Taractostephanus, Act. n. 6 Mertens, Disco- soma). Brandt 1835, p. 14. Corpo grande, cilindrico, bianco-rossiccio, con punti rossi. Tentacoli bruno-ceru- lei, occupanti tutto il disco eccettuate poche aree ramose attorno alla hocca. Figura manca. LI Actinia chlorodactyla. Actinia chlorodactyla (Diplostephanus, Actinia n. 8 Mertens), Brandt 1835, p. 10; Milne Edwards 1857, p. 288. Colonna mediocre, subcampanulata, depressa; verde, striata per il lungo. Tenta- coli, poco più brevi del corpo, subfiliformi; giallo-verdi. Peristoma, olivaceo con mac- chie bianche. Figura manca. — Il Milne Edwards ammette la specie con dubbio. Actinia Laurentii. Actinia Laurentii, (Taractostephanus, Act. n.9 Mertens). Brandt 1835, p. 13; Milne Edwards 1857, p. 289. — 987 — Colonna grande abbastanza, rosso sporca macchiata irregolarmente di verde 6 bruno. Tentacoli rossi, molti, sparsi, acuminati, mediocri. Peristoma porporino-sporco. Figura manca. — Il Milne Edwards cita la specie con dubbio. Minyas fuscescens. Minyas fuscescens sp. n., Philippi 1888, f. 7. È incerto che la presente specie (del resto ancora inedita) sia un attiniario. Se lo è, sembra una larva. — Nell'insieme ha la figura di un disco decaradiato con cinque raggi più sviluppati degli altri. Actinia elongata. Actinia elongata, Grube 1840, p. 11. Base non allargata, bianca. Colonna cilindrica, snella, sempre elevata, violetto- oscura, con pelle « Haut » liscia (liscia anche negli esemplari conservati in alcool) e con cuticula «Oberhaut » che si stacca a brani. Disco bruno-scuro. Tentacoli oltre 70, tricicli in generale; bianchi nel ciclo interno, annulati di bianco e violetto negli esterni, vermiformi, acuminati, esacmei, lunghi (gli esterni) oltre la metà del corpo; talora ravvolgentisi a spirale. Peristoma bruno-scuro con raggi bianchi. L’autore trova questa specie affine con l’A. crispa di Elrenberg per l’avvolgere spirale dei tentacoli; ina nota che quella è un’ Entacmaea, mentre la presente è Esacmaea. Trova affinità anche coll’A. violacea di Risso; ma osserva che in quella i tentacoli sono soltanto 32 e misurano lunghezza maggiore del corpo. — Io propendo a credere la presente specie un Cerianthus membranaceus, in cui l’autore non vide i tentacoli labiali; e in cui la parte posteriore era lacerata; ammesso questo i ca- ratteri corrispondono tutti; la lacerazione posteriore dà l’aspetto di una base bianca. Altrimenti non so dove trovare l’originale. Non è da confondersi con l’A. elongata del Delle Chiaje [p. 170]; e nemmeno con l'omonima del Sars [p. 124]. Actinia atrimaculata. Actinia atrimaculata, Grube 1840, p. 4. Disco bhianco-sabbia con piccole macchie nere. Tentacoli tricicli, brevi, cinerei a base verdognola. — Lungo 0”,007, larga 0,006. È impossibile determinarla. Forse è forma giovanile. Veduta una volta sola. Actinia zebra. Actinia zebra, Grube 1840, p. 7. Colonna larga 0,01 e un poco più alta. Peristoma rosso-grigio-bruno raggiato di scuro. Tentacoli tricicli (12, 12, 24), snelli, acuminati lunghi quasi come il dia- metro del corpo, entacmei. Bocca violetto-chiara. Ovidotti [sic] aranciati. Simile è un’altra attinia larga 0”,01. — Colonna bruna rigata per il lungo di bianco-verdognolo. Disco bruno. Bocca carnicina. Tentacoli bruni, un poco traspa- renti, sottili, corti, policicli. Onco conico. Questa secondo il Grube si avvicina forse all’A. stellula di Ehrenberg, la quale ha però un ordine semplice di tentacoli; all’A. mutabilis di Gravenhorst, e forse — 388 — anche all’A. undata e all'A. viduata di Miller. — A parer mio, potrebbe forse essere una Paractinia striata. Con questa infatti pare coincida anche la specie d’Ehrenberg all'infuori dei tentacoli cinereo-fasciati in ordine semplice [p. 242]. Cerianthus actinoides. Cerianthus actinoides, Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 124, v. 5, p. 136, t. 34, f. 21, t. 153, f. 11, 13; Verany 1846, p. 83; Milne Edwards 1857, p. 309; Verany 1862, p. 98. l Corpo giallo; disco imbutiforme, tentacoli multicicli, corti, trasparenti; parte posteriore ristretta. — L’autore ne vide molti individui nel gennaio 1840; ed opina per una somiglianza con Actinecta Blainville e Minyas Cuvier. — La fig. a tav. 34 (in D. Ch. 1841) mostra la base; quelle a tav. 153 fanno vedere l’ insieme dal lato ed espanso, di sopra e chiuso. Nelle fisure io trovo una certa rassomiglianza con la H. viduata, massime per le fascie longitudinali del corpo che terminano in punti superiormente, (e ciò potrebbe essere anche perchè lA. effoeta D. Ch. non corrisponde intieramente alla H. viduata nostra); tuttavia l’insufficienza delle descrizioni e la meschinità delle figure non per- mettono di decidere. — Affatto immaginarie sono per lo stesso motivo anche le opi- nioni del Verany, che vede in quest’attinia cra un Cerianthus, ora un’Isaura ora un Isacmaea ; e quella del Milne Edwards, che la dichiara identica col Cerianthus membranace us. Actinia rufa. Actinia rufa, Delle Chiaje 1841, v. 4, p. 181, t. 150, f. 7. È citato solo nella descrizione iconica; non nel vero testo. La figura è ben fatta per sè stessa, ma non so a che cosa riferirla. Ha base larga; colonna cilindrico-doliforme, solcata da 24 scanalature; i tentacoli sono una qua- rantina, rigonfi, conico acuminati, in apparenza perforati o capitati ; il disco è piccolo. ('). Actinia equina. Actinia equina Linn., Contarini 1844, p. 69, t. 1, 2. Base violacea. Colonna semi-ovale, liscia sottilmente striata per il lungo e per ‘| il largo, rugosa, castaneo-scura. Ghiandole marginali superiori bianchiccie o verdo- gnole. Tentacoli brevi, grossi, conici, bianchicci, translucidi, scuri all’ apice. Lembò basilare concolore col corpo. Aconzî emessi dietro irritazione. Abbonda a Venezia verso Malamocco, e a Trieste (nonchè nella Manica dove a causa degli zampilli chiamasi « pisseuse »): Se si pensa alla presenza di aconzi devesi dichiarare che la specie non può assolutamente essere un’ A. equina e che l’autore ha sbagliata di pianta la ricchissima sinonimia addotta. — Forse potrebbe essere un’H. bellis; (massime se si riflette che questa specie non è descritta dall’autore sotto aleun nome, benchè ricorra frequente nel mare Adriatico); ma allora che cosa sarebbero le ghiandole marginali superiori? non certo le verruche, nè i tentacoli (‘) Qui si dovrebbero intercalare le due attinie sulle quali l'Erdl 1842 fece le proprie ricerche: «die grùne Actinie e die weissarmige Actinie ». Nè Vuna nè l’altra tuttavia sono riconoscibili. — 389 — del ciclo esterno. Queste ghiandole vengono così nettamente descritte e disegnate che non possono essere altro se non lomatoragi; ma come spiegare allora la contem- poranea presenza di aconzî? — Nell’un caso e nell’altro c'è un controsenso, e perciò la presente specie di Contarini è da rigettare, malgrado i copiosi sinonimi e le due tavole di figure. — Una varietà della presente specie assomiglia un po’ all’A. effoeta; forse più che varietà è specie distinta. Actinia verrucosa. Actinia verrucosa Penn., Contarini 1844, p. 157, t. 14, f. a, d. Descrizione discretamente dettagliata che potrebbe applicarsi bene ad una Helia- ctis.— Colore in generale carnicino pavonazzo, tentacoli esacicli. Aconzî presenti, emessi dietro irritazione. Molto variabile di forma. Vive a profondità, sulle pietre. L'autore ebbe evidentemente a fare non già con un Bunodes, come il nome e la si- nonimia lasciano credere, ma forse con una varietà di Heliactis bellis. La discussione intorno alle relative determinazioni degli autori è quindi poggiata sul falso. Paractis ochracea. Urticina ochracea, Duchassaing 1850, p.9. — Paractis ochracea, Du- chassaing & Michelotti 1860, t. 6, f. 5; Duchassaing & Michelotti 1866, p. 122. Corpo cilindrico, mediocre, allungato, annaloso, giallo ocraceo alto 0,02, largo 0”,006; tentacoli cilindrici mediocri uniseriati, annulati di giallo e bianco press’a poco della lunghezza del diametro discale. Tanto la descrizione che la figura sono insufficienti. Paractis caraibeorum. Hughea caraibeorum, Duchassaing 1850. — Paractis caribeorum, Duchassaing 1860, t. 6, f. 6. — Paractis caribeorum Duchassaing & Miche- lotti 1866, p. 122. Colonna cilindrica, trasparente. Tentacoli 12, conici, acuti. — Dimensioni 0”,008 in lunghezza.— Colore della colona giallo; tentacoli annellati giallo-bianchi. Descrizione e figura insufficienti. Stalio giovanile? [Confr. p. 329). Actinia Yarrellii. Actinia Yarrellii, Cocks1851.—Sagartia Yarrellii, Gosse 1858, p. 416; Gosse 1860, p. 354. Corpo conico, con acetabuli numerosi e minuti. Tentacoli tricicli, brevi ottuso-cla- vati. — Colore generale ialino (così che vi si vedono attraverso i filamenti), con 24 strie longitudinali semi-opache bianche sulla colonna, e molti punti simili sui tentacoli. Il Gosse annovera questa, come le due seguenti, fra le specie a lui ignote. ° Actinia Alderi. Actinia Alderi, Cocks 1851. — Sagartia Alderi, Gosse 1858, p. 416; Gosse 1860, p. 354. E Corpo cilindrico, liscio con acetabuli {| minuti numerosi. Tentacoli 12, ottusi. — 390 — Margine ivtiero. — Colore generale ialino; con numerose strie longitudinali verdi che si prolungano dalla colonna sui tentacoli; peristoma cremisino con otto macchie più intense intorno alla bocca. — Abita in acque profonde. Actinia Bellii. Actinia Bellii, Cocks 1851. — Sagartia Bellii, Gosse 1858, p. 416; Gosse 1860, p. 354. i Corpo cilindrico; tentacoli 12, lunghi, filiformi. — Colore generale ialino mac- chiato di giallo; con 12 righe longitudinali bianco-opache sulla colonna; bocca aran- ciato-rossa brillante con due grandi macchie gonidiali gialle; tentacoli punteggiati di giallo. Actinia obtruncata. Actinia obtruncata, Stimpson 1853, p. 7. Corpo breve; disco largo, piatto ;. tentacoli sul disco, brevi, ottusi, non nume- rosi, equidistanti, tetra- o pentacicli. Colonna liscia con alcuni tubercoli cinclidiferi raramente visibili. — Colore purpureo oscuro; sul disco è più chiaro, raggiato di striscie cremisi. — Vive in acqua bassa, sulle pietre. Si assomiglia alla crassicorne, ma è diversa per i tentacoli e per la bocca. A me pare che per i tentacoli troncati e per il colore del corpo rassomigli ad un'Aureliania ; il Verrill la cita però con l’A. carneola (stadio giovanile) quale va- rietà littorale della Rhodactinia dell’Agassiz [p. 209). Actinia carneola. Actinia carneola, Stimpson 1853, t. 7, f. 1. Molto piccola, 0",01; bocca molto prominente; tentacoli marginali pioventi in basso, bicicli (18, 18); macchie bianche prominenti alla base dei tentacoli interni sul disco; macchia semplice alla base dei tentacoli esterni. Color carnicino. Dragata a circa 70 metri prof., era aderente a Pecten o ad Ascidie o a pietruccie. A mio parere rammenta un poco la Corynactis. I tentacoli non sono capitati, benchè tuttavia rigonfi all'apice, secondo la figura; la quale del resto non sembra molto accurata; vedasi per esempio la distinzione tra tentacoli esterni ed interni, che è indicata da una linea che io credo inesatta e che impedisce di riportare al disco la macchia basale dei tentacoli esterni; ciò che sarebbe di grave importanza per de- terminare precisamente la natura di Corynactis. — Il Verrill la considera quale sta- dio giovanile della Rhodactinia dell’Agassiz [p. 209). Scolanthus sphaeroides. Scolanthus sphaeroides, Holdsworth 1855, p. 85, t. 5, fig. 1,2, 3. — Ed- wardsia sphaeroides, Gosse 1855, p. 31. Corpo in espansione lungo, cilindrico, finamente striato per il lungo e munito di verruche « sucking glands » sparse nella parte superiore. Disco piatto non eccedente il diametro. Tentacoli numerosi conici, tri- o quadricicli, irregolari; ciclo interno — 391 — di 9-12 grandi (0,012), ciclo esterno di 50-60 più piccoli d'un terzo; cicli se- condo o terzo intermedî. Parte posteriore della colonna arrotondata e perforata [sic]; non aderisce mai. — Colore generale bianco sporco; regione superiore coperta da frammenti; disco raggiato da linee delicate; tentacoli scuri, alla base annulati. — Forma molto variabile, estensibile da 0%,01 a 0,04. — Onco sferoidale. — Vive nella sabbia o fango dei crepacci delle roccie e vi si ritira completamente se spa- ventato; mangia molto. Non so capire perchè il Gosse consideri questa specie come sinonimo di S. tro- glodytes. — La descrizione del Holdsworth non corrisponde bene colle figure; da una ‘ delle quali rilevasi uno scapo e un capitolo di Phellia. Del resto è difficile determi- narne la natura, chè mentre una figura mostra scapo e capitolo di Phellia, un’altra fa vedere serie longitudinali di tubercoletti o rilievi; mentre la descrizione parla di verruche nella regione superiore della colonna, le figure non ne fanno veder traccia. Il disco veduto dallato mi rammenta in certo modo il Paranthus chromatoderus; ve- duto di fronte non più. Anche il P.. chromatoderus può avere onco sferoidale, e abita nella sabbia. — Se i tentacoli fossero meno numerosi si potrebbe pensare al- l’Ilyactis torquata. L’ Holdsworth aveva del resto ragione di mettere questa specie tra gli Ilyanthi del Gosse. i Actinia pulcherrima. Actinia pulcherrima, Jordan 1855, p. 86. L’autore non sa di certo se sia una specie nuova; la crede identica coll’A. rosea Gosse; ad ogni modo la descrive: Corpo cilindrico, glabro bianco. Tentacoli penta- cicli (12, 12, 24, 48, 96); nel ciclo interno sono dodici grossi, mentre nei quattro cicli esterni sono filiformi rosei, annellati di bruno. Bocca bianca con strie raggianti brune. Trovata in esemplare unico; vive sprofondata nella sabbia e lascia sporgere solo i tentacoli così che somiglia una pianta (Delesseria hypoglottis). Actinia aurantiaca. Actinia aurantiaca, Jordan 1855, p. 85; (non Delle Chiaje). Colonna cilindrica od onco conico, di colore aranciato; tentacoli filiformi, più lunghi della colonna, quadricicli, di colore aranciato-bruno con faccia basale bianca che forma una zona periferica del peristoma. — Piccola. Vive sugli scogli. Esaminata in tre esemplari. — [Confr. p. 247]. Actinia nitida. Actinia nitida, Dawson 1858, p. 404, f. 3-5; Verrill 1862, p. 36. Corpo breve, cilindrico, liscio, rosso, striato. Tentacoli tricicli, brevi, conici, ros- signi, striati. Disco prominente, parpureo-sporco con due righe di macchie bianche. « Oral bands » numerosi, carnicini — Gli esemplari a 150 tentacoli avevano 0”,025 in diametro. — Giacciono in suolo sabbioso, alla profondità di 16, 20 metri. Il Verrill ammette con dubbio questa specie; ed opina che forse sia identifi- cabile con qualche varietà di Tealia (Rbodactinia Davisii), p. es. con quella che lo — 392 — Stimpson denominò A. carneola. — Nella succitata descrizione io non capisco che cosa siano gli «oral bands » ; forse i raggi? (°). Paractis Guadalupensis. Paractis Guadalupensis, Duchassaing & Michelotti 1860; Duchassaing & Michelotti, 1866, p. 122. È Colonna giallastra. Tentacoli lunghi (una volta e mezzo il diametro discale), più lunghi che nell’A. cavernata di Bose. — Dimensioni 0,012 di lunghezza. Descrizione iusufficiente; figura nessuna. Gli autori si riferiscono in un punto alla larghezza del disco e non dicono quanto questa larghezza sia. Actinia sinensis. 2... - Collingwood 1868, p. 31. Attinia con un disco molto ampio (di 0”,50 almeno); coperto da tentacoli nu- merosi, assai piccoli, semplici; di colore azzurro. Nell’interno di essa abitano pescio- lini lunghi 0",15. Trovata in cavità degli scogli. C. (RIVISTA STORICA DELLA SPECIGRAFIA) Lo scopo della presente rivista è triplice : — Essa deve presentare a colpo d’occhio ed in riassunto il graduale sviluppo ed incremento di una parte delle cognizioni di attiniologia, quella delle specie. — Imoltre ha da registrare, per deferenza al prin- cipio di proprietà, quale sia il contributo apportato da ogni singolo attiniologo al- l’edificio commune. — Infine può servire da ausiliario nella ricerca di qualche specie, quando per avventura, come alle volte accade, si ricordi solo il nome del descrittore. [Nel qual caso per il reperimento alfabetico degli autori veggasi l'indice del cata- logo bibliografico a p. 57). 1551 BeLon. — Due figure, le prime dell’attiniologia, che rappresentano stato contratto e stato espanso dell’istessa specie. Oltre a questa l’autore nota l’esistenza di altre: rosse, cerulee, ecc., tutte con granuli [tubercoli marginali?). — Urtica marina, U. mar. altera. 1554 RonpELET. — Quattro specie bene delimitate e facilmente riconoscibili. La figura della quarta è bella — Urtica parva, U. rubra, U. cinerea, U. quartae, speciei. 1556 Gesner. — Le prime quattro sono riportate integralmente dal Rondelet, salvo che per la prima l’autore distingue tre varietà: coerulea, ‘viridis, submigra. La quinta e la sesta sono fondate su due disegni del Sittardo mandatigli dall’Italia; (') Qui troverebbe posto I Anzhea flavidula sp. n., del Mac Cready 1859. — Quest’autore la nomina a p.280; ma non ne dà alcuna figura o descrizione. Il Verrill 1862, p.35 la menziona dietro lui, ma la dichiara dubbia; forse identificabile con la Dysactis pallida [Aipt. Agassizii, p. 183]. — 3939 — e non sì possono determinare. — Urtica prima, U. secunda, U. tertia, U. quarta, U. quinta, U. sexta. 1590 TABERNAEMONTANUS. — Riportate come vegetali, unitamenle alle ur- ticae solutae del Rondelet; vi sono solo le figure. — Urtica marina explicata, U. marina contracta. 1599 ImpeRATO. — Menzione accidentale, senza che l’autore s’avvegga d'avere tra mani un’ attinia. — ....... 1606 Arprovanpi. — Alle specie riportate da Belon, Rondelet, e Gesner altre se ne aggiungono di nuove; ma nessuna è determinabile. L'ultima anzi non è forse nemmeno un’attinia. — Urtica parva, U. cinerea, U. rubra, U. quar- ineWisipieciiei, (US (expilicata’ U.contracità, U. UU Gontnacita nostra, U.saxo-innata, U. lepore marino congener, U. pilei figura, U. marina alia triplici aspectu. 1650 Jonsron. — Compilazione indigesta senza un atomo d’originalità. — Ultfica cinerea, U. parva, U. (anonyma), U. rubra, VU. major Uro RU ata O latus, U. marina saxo-innata, U. marina triplici adspectu, U. lepori marino congener, U. rubrae Rond. congener, U. contracta Aldrovandi. 1707 Stoane. — L’animale venne certo descritto e disegnato dal vero; la sua determinazione riesce però impossibile, e appena si rileva che è un zoantino: (Blainville, 1830, attribuisce a Sloane l’Alcyonium mammillosum, e l'A. occellatum con le stesse figure della specie quì sotto menzionata. La citazione non ha ombra di esattezza). — Lapidis asteroiditis, etc. 1710 Rrsvmur. — Descrizioni in senso specigrafico mancano; dalle figure però sì puo determinare una delle specie con bastevole sicurezza. — Actinie (Ortie de mer) verte, A. chagrinée. 1734-65 Sepa. — Malgrado il nome, non si può riconoscere che si tratti d'un attinia. — Urtica marina americana singularis. 1735 LixwaEus. — [Riunisco quì per brevità tutte le specie linneane che si trovano nella Fauna svecica (1746), nel Museum Fridericiamum (1754) e nel Systema Naturae (edizione prima ed ulteriori sino alla decima). — Tethys (Men- tula) semiovatus. — Priapus senilis, P. felinus. 1739 Prancus. — {Anche quì ho riunite insieme tulte le specie della presente edizione e di quella del 1760]. Tre di esse sono con incerta approssimazione ricono- scibili. Delle rimanenti la prima pare una medusa, la sesta (ramosa) non ha aspetto d’attinia, la terza, quarta, e quinta sono proprio indeterminabili. I nomi oblonga, globosa, tellinarum, ramosa li usai io per brevità onde evitare le lunge frasi origi- nali — Urtica soluta marsupium referens, U. soluta caryophyl- lum referens, U. oblonga, U. globosa, U. tellinarum, U. ramosa, U. mucilaginosa trans. striata, U. mucilaginosa long. striata. 1743 HucHGEs GRIFFITA. — È cosa dubbia se si tratti di un’attinia o di altro. Animal flower, Marigold. 1750 Doxnati. — L'autore per vero dice soltanto: Icon tethiorum a Sittardo picta. — Thetia. 50 — 394 — 1756 Browxne. — Quì appare il nome Actinia per la prima volta. Figure man-_ cano e la descrizione non lascia con certezza riconoscere l’animale. — Actinia subfusca mollis. 1758 PrrssoneL. — Malgrado la lunghezza del nome l’animale non è ricono- scibile. — Corona solis marina americana. 1758 LinwaEUS. — (Syst X) Sono le stesse tre specie di prima (1735), pre- sentate con nomenclatura uniforme se non delicata ('). — Priapus equinus, P. senilis, P. felinus. 1759-65 Basrer. — Le descrizioni e le figure sono abbastanza chiare; tuttavia non tanto da togliere ogni dubbio sulla seconda e sulla terza. — Priapus (vel Actinia) rugis longitudi nalibus, P. rugis orbicularibus, P. tertia species. 1761 BonapscHA. — Descrizione accurata; figura meschina. Medusa palliata. 1762 GAERTNER. — Descrizioni dal vero, ammirevoli per chiarezza. Fra le attinie si descrive però anche un’ Oloturia (la sorolliflora, che è una Pentactes). Della prima specie e della penultima si annoverano alcune varietà di colore. — Hydra tentaculis denudatis, H. calyciflora, H. corolliflora, H. disciflora corp. mil. gland. str., H. discifiora margine tubercolato. 1766 Dana. — La descrizione non è chiara e la figura nemmeno; perciò si è incerti — Urtica (vel Medusa) hemisphaerica. 1766 Parras. — La prima specie non appartiene alle attinie; la seconda forse vi si può ascrivere (Klunzinger 1877). — Actinia doliolum. — Aleyonium papillosum. 1766 Penvanr. — Evidentemente l’autore si fondò sulle diagnosi di Gaertner (1762) e diede ad ogni di lui tipo un binomio preciso. Nuova è l’ultima specie, se non è tolta da Linneo. Non so se il vocabolo hemisphaerica sia tolto da Dana, o creato. — Actinia sulcata, A. pedunculata, A. verrucosa, A. hemi- sphaerica, A. pentapetala. 1767 Linwaeus. — (Syst XII). Di queste cinque specie la prima e l’ultima x sembrano ben stabilite; un poco incerte sono la seconda e la terza; quasi dubbia è la quarta, [che è fatta su Plancus, la riferenza del quale vale a Linneo anche per la terza). — Actinia equina, A. senilis, A. felina, A. judaica, A. effoeta. 1767 ELxis. — Solo la prima e l’ultima si possono ritenere; le altre furono descritte da esemplari conservati, e nemmeno dalle figure sono riconoscibili con cer- tezza. — Actinia sociata, A. aster, A. anemone, A. helianthus, A. dianthus. 1767 GuxxneRUS. — La descrizione è insufficiente, e la figura, benchè non brutta, lo è pure. — Actinia senilis. (') Il Johnston (1847) ed il Gosse (1860) si scagliano contro l'indecenza dei binomi atti- nologici di Linneo e li mettono al bando. Nell'interesse della sinonìmia e del riconoscimento delle specie è tuttavia utile di ricordarseli e, ricordandoli, di tenersi presente il loro significato. — 395 — 1772 DicqueMARE. — Le descrizioni non sono fatte con metodo, ma le figure sono abbastanza buone. Delle specie la terza non è ben sicura e potrebbe essere anche una H. viduata; la quinta e la sesta non si possono determinare. — Le tavole inedite dell'autore io non le vidi. — Anémone de la première éspece, A.de la seconde, ésp., A.de la troisième ésp., A.de la quatrième ésp., A. de la cinquiè me ésp., A. de la sixième ésp. 1772 OLArsEN. — Ognuna delle quattro specie fu vista in natura e viene breve- mente descritta, ma nessuna è riconoscibile, nemmeno l’ultima malgrado il nome. — Actinia corpore ventricoso. — Aphrodita hemisphaerico-ovalis, A. corpore cylindrico. — Priapus equvinus. 1773 Hic, JoHN. — Le prime tre sono descritte, sebbene in modo irrecono- scibile; le restanti vengono appena menzionate; delle penultime quattro si danno le figure rispettive dell’Aldrovandi, del Belon e del Rondelet; dell’ultima una figura originale — Actinia tentaculis versicoloribus, A. tentaculis planis, A. tentaculis capillaceis, A. magna corpore laevi, A. magna corpore sulcato, A. parva alba, A. parva carnea, A. species prima, A. species secunda. — Medusa species prima, M. species secunda, M. species tertia. 1774 GunnERUS. — Descrizione accompagnata da figura. — Actinia poli- morpha. 1775 ForskiL. — Le specie vennero osservate in natura e descritte con baste- vole chiarezza; le figure sono discrete. — Priapus giganteus, P. albus, P. ruber, P. viridis, P. polypus.— Madrepora turbinata [?] 1776 MueLLER. — Le specie vennero per la massima parte osservate in na- tura e sono abbastanza bene caratterizzate, benchè non descritte. Coi primi due nomi l’autore rettifica opportunamente la confusione «fatta da Linneo. [Del resto veggasi Miller 1788). — Actinia plumosa, A. crassicornis, A. equina, A coccinea, A. truncata, A. digitata, A.rufa, A. candida, A. viduata, A. bicornis, A. volva. 1778 MurLLER. — La prima di queste tre specie non è un’ attinia, ma un alcionario. La terza viene posteriormente soppressa dallo stesso autore (1788). La seconda resta ma è irreconoscibile. — Actinia squamata, A. trunca, A. virginea. 1779 Fagricius. — Le attinie sono semplicemente menzionate; ed è solo per un presunto che si possono distinguere nelle due specie seguenti. — Actinia se- nilis (rubra), A. (lutea). 1780 Fapxicius. — Mercè gli schiarimenti forniti più tardi (1797) dal Fa- bricius si può constatare l'identità della prima e della quarta. Le altre due restano dubbie. — Actinia crassicornis, A. nodosa, A. intestinalis, A. spectabilis. 1781 Axoximo. — L'autore volle attenersi all'esempio del Dicquemare; e i suoi numeri romani corrispondono agli equivalenti ordinali di quest’ultimo. — Anémone de mer, A. I, A. II, A. INI, A. IV. 1784 Spartanzani. — La prima è chiara; le seconda meno. Questa del resto — 396 — non venne finora citata da alcuno per quanto mi è noto. — (Fiore di mare), (Att. sul paguro). 1785 Cavorini. — Non è perfettamente dimostrabile che l’animale sia uno zoantino, stante l’insufficiente descrizione. — Madrepora denudata. 1786 Ecuis. — Le prime cinque specie sono ben determinabili e paiono squa- drate sovra Pennant e Gaertner. Le tre successive sono ripetute da Ellis 1767 e irreconoscibili. Nelle rimanenti si rileva ovunque il carattere di zoantini, ma non ovunque si determina la specie. — Actinia cereus, A. bellis, A. gemmacea, A. mesembryanthemum, A. dianthus, A. aster, A. anemone, A. helianthus, A. sociata, A. calendula.— Aleyonium mammillosum, A. occellatum. 1788 Srroem. — Descrizione e figura semplici e chiare. — Medusa palliata. 1788 Swartz. — Descrizione breve; figura discreta. — Actinia pusilla. 1788-1806 MurLLeR. — Malgrado le descrizioni e le figure, ben poche sono le specie con sicurezza riconoscibili. Quivi l’autore riunisce all’A. coccinea la sua specie precedente: virginea (1778). Alla serie aggiungo un’A. rubra togliendola da una citazione del Gmelin. Io non la trovai nell’opera, ma pure non deve mancare. — Actinia rufa, A. coccinea, A. undata, A. viduata, A. iris, A. plu- mosa, A. fiscella, A. candida, A. varians, A. digitata, A. holsa- tica, A. rubra. 1788-1830 Esper. — È assai incerto l’asserire che cosa sieno queste specie, l’ultima è ammessa da Klunzinger 1877. — (spongiae), Alcyonium tuber- colosum. 1788-93 Gmerin. — Delle numerevoli specie riportate solo poche hanno inte- resse; la maggior parte o sono irreconoscibili come gli originali da cui provengono, o sono duplicati. Il lavoro principale dello &melin fu di assegnare binomî esatti a tutte le specie; e per questo non si peritò a distruggere [inutilmente] alcuni dei voca- boli linneani, suscitando così una confusione che dura tuttora. — Actinia rufa, A. crassicornis, A. plumosa, A. judaica, A. effoeta, A. coccinea, A. undata, A. viduata, A. truncata, A. nodosa, A. spectabilis, A. digitata, A. gigartea, A. alba, A. viridis, A. priapus, A. bicornis, A. candida, A. volva, A. caryophyllus, A. iris; A. fiscella, A. pusilla. —Hydra cereus, H. bellis, H. gemmacea, H. mesembryan- themum, H. sociata, H. aster, H. anemone, H. helianthus, H. dian- thus, H. calendula, H. doliolum. — Tubularia membranacea. 1789 BruauiErE. — Le specie addotte si trovano integralmente negli autori citati, ad eccezione: 1° della coccinea che dovrebbe comprendere anche l’A. virginea di Miller 1778; 2° della maculata che è nome nuovo per il P. polypus di Forskàl 1775; 8° delle due squamosa e quadrangularis che sono specie nuove. Oltre le enu- merate si trovano dall’autore citate qua e là (non si capisce bene se come sinonimi o come forme affini) anche le quattro seguenti specie del Miller 1788: A. truncata, A. digitata, A. candida, A. volva. Le figure sono riprodotte dagli originali di Gaertner, Baster, Ellis, e Forskàl. — Actinia equina, A. plumosa, A. seni- lis, A. felina, A. coccinea, A. judaica, A. viduata, A. effoeta, A. — 397 — undata, A. sulcata, A. gigas, A. rubra, A. viridis, A. maculata, A. alba, A. pedunenlata, A. squamosa, A. verrucosa, A. quadran- gularis, A. pentapetala. 1797 Fagricius. — Con questa specie l’autore fonde insieme le due sue pre- cedenti A. crassicornis ed A. spectabilis. — Actinia digitata. 1798 Apams. — Descrizione incompleta. — Actinia crassicornis. 1800 Apaws —- Breve diagnosi, che serve appena appena a far riconoscere le specie; il nome A. senilis è sbagliato — Actinia senilis, A. maculata. 1800 CuieregHIN. — L'autore descrive con minutezza e precisione la specie e vi accompagna una mediocre figura; ma non vi appone alcun nome. — Actinia? 1809 Trvesius. L'animale venne visto in natura, e così descritto e dise- gnato. Pur nondimeno la sua identificazione resta molto dubbia. — Actinia priapus. 1812 Pexxant. — Di tutte le specie annoverate le prime cinque provengono dall'edizione originale (1766); e sono ben determinabili. Quelle successive fino alla decima (segnate *) vennero aggiunte da Davies Hugh; e di esse solo la maculata e la crassicornis sono utili; altre due sono ripetute; una è irreconoscibile. Le ultime tre (segnate **) furono addizionate dagli editori; e sono affatto superflue. — Actinia sulcata, A. pedunculata, A. verrucosa, A. hemispnaerica, A. pen- tapetala, A. maculata”, A. senilis" (pentapetala), A. rufa' (hemi- sphaerica), A. crassicornis*, A. truncata*, A. anemone”*, A. equi- na’ (hemisph.), A. caryophyllus"*. 1817 Lesurur. — Tutte le specie sono accuratamente descritte dal vero e tutte probabilmente resteranno nella scienza. Se ne eccettuino forse: l'A. minutissima che l’autore stesso ammette solo in dubbio; l’A. hyalina che ha bisogno di con- ferma; lA. bicolor, la quale forse è uno stadio giovanile della tricolor; l'A. rapi- formis, per cui si desidera descrizione più completa; e infine taluno degli zoantini. Le figure sono belle e solo fanno rimpiangere la loro parsimonia. — Actinia minutissima, A. olivacea, A. ultramarina, A. flava, A. hyalina, A. tricolor, A. bicolor, A. rapiformis, A. marginata, A. annulata, A. solifera, A. granulifera, A. flosculifera, A. denticulosa, A. cru- cifera, A. osculifera. — Zoanthus sociata, Z. Solandri, Z. du- bia. — Mammillifera auricula, M. nymphaea. — Corticifera gla- reola, C. flava. 1819 Macrì. — Descrizione incompleta, ma figura buona e sufficiente. — Actinia senilis. 1820-39 Savieny. — Si trovano figurate quattro specie sotto il nome comune di Isaura, e due altre affatto anonime. I disegni sono belli. [Veggasi 1828 Audouin]. 1821 Lamouroux. — Gli animali non furono veduti in natura; e le relative descrizioni e figure sono riprodotte da altri autori — Palythoa stellata, P. occellata. —Isaura..... — Hughea calendula. — Zoanthus Ellisii. 1823 Orro. — Di queste due specie la prima non è con certezza riconoscibile. — Actinia glandulosa, A. carciniopados. 1823-29 DeuLe CHiase. — Tutte le specie sono stabilite e descritte dietro — 398 — osservazioni o iginali. L'A. effoeta dell'autore sembra corrispondere alla viduata nostra e precisamente forse alla var. cumana; ma non è certo; sicuro è solo che non è identica con l’A. Rondeletii. L'A. hyalina (ben diversa dall'omonimo di Lesueur) è forse uno stadio giovanile di altra specie, più che un'A lacerata. Le figure lasciano molto a desiderare. — Actinia crassicornis, A. pedunculata, A. effo- eta, A. carciniopados, A. hyalina, A. Cari, A. aurantiaca, A. Ron- deletii. — Zoanthus Ellisii. 1824 Lamouroux. — Solo queste cinque specie sono accettate dall’autore ed aggiunte a quelle del Bruguière 1789. (Ben più numerose sono le dubbie: A. me- sembryanthemum, Ell., A. varians, Mùll., A. candida, Miill., A. plumosa, Mill., A. pusilla, Gmèl., A. fiscella, Gmel., A. iris, Gmel., A. caryophyllus, Gmel., A. vulva, Gmel., A. bicornis, Gmel., A. volva, Gmel., A. spectabilis, Gmel). — Actinia cavernata, A. reclinata, A. aster, A. anemone, A. helianthus. 1826 Risso. — Le specie sono stabilite e descritte dal vero, ma difficilmente riconoscibili. L'A. effoeta è incerta anche per l’autore; l'A. rufa non si riferisce a Miiller 1788; l’A. violacea lascia solo presupporre il cerianto; 1°A. rosea è del tutto indeterminabile e può essere ogni cosa e nulla; forse è uno stadio giovanile. L’A. edulis comprende forse una varietà dell'A. sulcata; l'A. striata non va confusa con l'omonima di Quoy & Gaimard, 1830. — Actinia effoeta, A. rufa, A. violacea, A. picta, A concentrica, A. striata, A. alba, A. brevi- cirrhata, A. rosea, A. glandulosa. — Anemonia vagans, A. edulis. 1828 Gray. — Descrive una specie da preparato alcoolico; ne cambia il nome generico da Isaura in Isaurus perchè il primo già esiste per una pianta. Dà nome a ciascuna delle specie del Savigny {contemporaneamente descritte dall’Audouin]. — Isaurus-tuberculatus, I. natans, IL aggregatus, IL Savignyi, I. clavatus. 1828 Aupovin. — Le specie vengono denominate e descritte solo dall’ispezione delle corrispondenti figure del Savigny. — sp.., sp... — Palythoa Savigny, P. Lesueuri, P. Bertholletii, P. Perii. 1828 Leuckart-RippeL. — Le descrizioni sono abbastanza dettagliate e le figure discrete; tuttavia l’A. quadricolor non è con sicurezza determinabile. — Disco- soma nummiforme.—Actinia quadricolor.— Thalassianthus aster. 1829 Rapp. — Molte di queste specie sono descritte dal vero; molte altre sono tolte direttamente da precedenti autori. Delle prima l’A. filiformis, è specie nuova affatto; l’A. diaphana è il nome nuovo di quella descritta erroneamente dal Martens per A. undata; e l’A. depressa è data per nuova ma forse corrisponde ad una già nota. — In supplemento l’autore aggiunge come dubbie e da rigettare le seguenti di Ellis, 1767: A. aster, A. anemone, A. helianthus, nonchè le due di Bose, 1802: A. cavernata ed A. reclinata. — Del resto, come si vede egli lascia da parte quasi tutta la farragine di Gmelin e dei Prelinneani. — Actinia verru- cosa, A. squamosa, A. bellis, A. coriacea, A. glandulosa, A. me- sembryanthemum, A. rufa, A. undata, A. effoeta, A. plumosa, A. gigantea, A. cereus, A. quadricolor, A. filiformis, A. diaphana, A. depressa, A. carciniopados, A. quadrangularis. — 399 — 1829 Sars. — Descrizione dettagliata ma che non serve a far riconoscere l’ani- male; figura mediocre — Lecythia brevicornis. 1830 Irmoni. — L'autore descrive le due specie dal vero e le reputa nuove. — Actinia clavata.—Cereus cupreus. 1830 Lesson. — Tutte le specie sono nuove od almeno ritenute tali dall’au- tore. Le descrizioni rivelano cura ed esattezza e, corredate come sono da belle figure, danno idee concrete degli animali. Malgrado ciò tuttavia molte mettono il lettore in perplessità allorchè egli voglia determinarne le affinità. Tale è il caso dell'A. dubia in causa d’insufficiente descrizione; dell'A. picta perchè il testo non corrisponde bene colla figura; dell'A. vagans che ha tentacoli impossibili; dell’E. ophiseocoma, così aberrante da ogni altra attinia conosciuta. — Dei nomi specifici alcuni vennero già impiegati da precedenti autori (p. es. bicolor da Lesueur, vagans da Risso) ed in- dicano forme ben diverse. — La Minyas non è figurata nel Voyage; la si trova invece nella Centurie. — Fra le attinie Lesson descrive anche un’Actinantha florida ed una Zoantha thalassianthos, che evidentemente appartengono agli alcionari. — Holothuria (Minyas) coerulea. — Sarcophinanthus sertum, S. pa- pillosus. — Corticifera aggregata. — Actinia Sanctae-Helenae, A. Sanctae-Catherinae, A. peruviana, A. capensis, A. chilensis, A. dubia, A. Novae-Hyberniae, A. papillosa, A. bicolor, A. ma- cloviana, A. occellata, A. picta, A. vagans, A. nivea.— Eumenides ophisecoma. 1831 GravenBorstT. — Le specie sono descritte dal vero ed accompagnate da ricca sinonimia. Due vengono dichiarate nuove. Figure mancano. — Actinia viri- dis, A. rubra, A. adspersa, A. bellis, A. effoeta, A. mutabilis. 1832 DeLLE CHIAJE. — Ad eccezione della figura del C. Brerae, che è note- vole per novità e bellezza, gli altri disegni valgono poco e si trovano tutti anche altrove nelle pubblicazioni dell’autore. — Cerianthus cornucopiae, C. Ber- rae.—Zoanthus arenaceus. — Actinia aurantiaca. 1832 Jonnston. — Specie nuova, ben riconoscibile. — Actinia Tuediae. 1833 BeRrINI. — Descrizione molto vaga. Actinia purpuriphaga. 1833 Quor & Garmarp. — Tutte le specie sono credute muove e vengono descritte e figurate dal vero con bastevole cura dei dettagli. Malgrado ciò è difficile l’asserire se tutte lo sieno realmente; come è difficile, in caso contrario, il determi- nare a quali altre specie appartengono. Forse ricade a colpa degli autori l’aver pre- ferita la creazione di nuovi nomi all’applicazione dei vecchi. E certo sta a loro carico il torto di aver ammassato tutto entro gli angusti limiti del genere Actinia, anzichè prendersi la pena di suddividere un po’ in generi o sottogeneri. Attualmente è sempre incerto, pur accettando l’entità di ogni specie, di assegnare a ciascuna il proprio genere. — Actinia magnifica, A. aurora, A amethystina, A. globu- losa, A. fusco-rubra, A. fusco-rubra fg, A. punctulata, A. pelagica, A. vas, A. rubro-alba, A. doreensis, A clavus, A. gracilis, A. ar- borea, A. alcyonoidea, A. villosa, A. coerulea, A. viridiscens, A. tuberculosa, A. viridula, A. tongana, A. striata, A. mamilla- ris, A. parvitentaculata, A. papuana, A. strigata. — Mamillifera — 400 — cingulata, M. viridis, M. viridi-fusca, M. lutea, M. fulva, M. vani - korensis. 1834 BLamviLLe. — Malgrado la lunga interminabile serie di specie enumerate il contributo specigrafico è nullo, perchè d'ognuna non si trova che il nome. Le descrizioni mancano persino a quelle poche, le quali, assunte a prototipo dei sin- goli generi, sono corredate con figura. Le affinità e discrepanze tra l’una e l’altra non sono punto prese in considerazioni e così binomio si aggiunge a binomio senza curare che spesso l’uno o l’altro si ripetono o sono sinonimi. In altre parole non si fa che registrare successivamente il materiale specigrafico d’ogni autore prece- dente, senza tener conto delle ripetizioni; tutt’ al più si bada alla distribuzione geo- grafica (vedi gen. Actinia).— Fra i nomi delle specie trovasene uno, A. dilatata, che è nuovo; esso si riferisce all’A. digitata dello Gmelin; e forse anzi ne è solo un’erronea trascrizione. Del pari nel gen. Actinocereus riscontransi un' A. ses- silis ed un’A. calyciformis che da Gaertner, l’autore originale, non furono usati e che forse corrispondono ai H. disciflora e H. calyciflora di lui. Lo stesso ripetasi per l’ A. azurea che in Gaimard è A. coerulea. — Le sud- divisioni generiche sono un tentativo di raggruppamento naturale; ma disgraziata- mente non sono basate su osservazioni originali del vero e in più d’un caso, uniscono insieme forme disparate, o confondono i caratteri precisi e reali con le interpreta- zioni erronee degli scrittori — Delle figure solo la prima (Moscata) è originale; ma “per vero è tanto meschina da lasciar in dubbio sull’ animale che vuol rappresentare. Le altre sono copiate dalle fonti, donde si derivarono anche i nomi. — Moscata rhododactyla. — Actinecta olivacea, A. ultramarina, A. flava, A. tuberculosa, A. viridula. — Discosoma (Actinodiscus) nummi- forme. — Actinodendron alcyonoidea, A. arborea. — Metridium plumosa. — Thallasianthus aster.— Actineriavillosa.— Actino- loba dianthus, A.nodosa.—Actiniacoccinea, A. undata, A. viduata, A.truncata, A. candida, A. effoeta, A. equina, A. senilis, A. spec- tabilis, A. dilatata [A. digitata?], A. crassicornis, A. fiscella, A. iris, A. pusilla, A. cavernata, A. reclinata, A. viridis, A. judaica, A. alba, A. rubra, A. gigas, A. reclinata, A. effoeta, A.rufa, A vio- lacea, A. concentrica, A. picta, A. striata, A. alba, A. brevitenta- culata, A. rosea, A. glandulosa, A. vagans, A. edulis, A. crassicornis, A.pedunculata,A.carciniopados, A. Cari, A.hyalina, A.squamata.A. quadrangularis, A. gigantea, A. alba, A. polypus, A.quadricolor; A. brevitentacula, A aurora, A. violacea, A. papuana, A. dorensis, A.magnifica, A.azurea [coerulea], A. vasum, A. viridescens. — Acti- nocereus sessilis [disciflora?], A. sulcata, A. pedunculata, A. inte- stinalis, A. calyciformis [calyciflora?], A. calendula, Zoanthus (Actinorhyza) socialis, Z. Solanderi, Z. dubius.— Mamillifera au- ricula, M.nymphaea, M. mamillosa, M.ocellata. — Corticifera gla- reola, C. flava. È 1834. EnRENBERG. — Mentre nel Blainville invano si cerca una specie nuova; quì sembra che tutte lo sieno. Gli animali vennero nella grandissima maggioranza — 401 — studiati sul vero; ma pure, sia per Ia soverchia concisione delle diagnosi, sia per la totale mancanza di figure, soltanto in pochi casì riescono con sicurezza riconosci- bili. Per quasi una metà sono registrati con binomio noto ed appoggiati ad autorità precedenti: per il restante, in parte sono nuovi e si possono accettare; in parte hanno. denominazione nuova, ma sono probabilmente già noti, p. es. tapetum, crassicornis, gracilis, fuliginosa , flavoviridis; e in parte restano incerti p. es. simplex, stellula, crispa. Di qualcuno infine il nome è un duplicato che giù servì per altri: helianthus, gracilis, diverse dalle omonime di Ellis, e di Quoy & Gaimard. Benchè il libro s’intitoli dai Coralli del Mar Rosso, pure vi trovano frequente menzione e descrizione anche forme del Mediterraneo ; nonchè del Mare Norvegico e persino delle Antille. Il modo di raggruppare le ‘specie in generi è una innovazione, ma pecca da un lato per soverchio soggettivismo ed artificio, dall’altro per insufficienza di cognizioni morfologiche. La sinonimia rag- giunge il massimo della confusione e lo raggiunge appunto là dove l’autore erede d’apportare l’ordine ('), — Actinia Isacmaea: — (Discosoma), A. I. gigan- tea, A.I.tapetum,A.I. brevicirrhata, — (Urticina), A.I ‘crassicor- nis, A. I. erythrosoma, A. I. papillosa, A.I crystallina, A. I. Cleo- patrae, A.I. euchlora, A. I. viduata, A. I.simplex, A. I. stellula. — Actinia Entacmaea:— A. E. adhaerens, A. E. helianthus, A. E quadri- color A. E. cereus, A. E. crispa, A. E. gracilis, A. E. rufa, A. E. rosula, A. E. erythraea, A. E. Forskalii, A. E. decora, A. E. subfusca, A. E. oli- vacea, A. E. pulchella, A. E. candida, A. E. globulifera. — Metridium rhodostomum, M. villosum. — Megalactis Hemprichii.— Cribri- na verrucosa, C. glandulosa, C. coriacea, C. effoeta, C. polypus, C. palliata.—(Incertae), Actinia plumosa, A. filiformis, A. diaphana, A. bellis. — Actinodendron loligo. — Epicladia quadrangula. — Heterodactyla Hemprichii.—Hughea Hemprichii, H. Savignyi. — Zoanthus sociatus, Z. Bertholetii.— Mammillifera denudata, M. mammillosa, M. fuliginosa, M. Lesueurii. — Palythoa flavovi- ridis, P. ocellata, P. argus. (') Acciocchè non paia ch'io asserisca avventatamente una cosa meno che vera, espongo quì i mutamenti proposti dall’ Ehrenberg a pag. 43-44. Sono nomi di generi che si devono abolire perchè equivalenti ad altre forme (quelle notate accanto). Ecco: Actinecta Les. = Actinia et Cribrina elongata Ehr.; Actineria Q. & Gaim. = Metrdium Ok.; Actinocereus Blainv. — Cereus Ok.; Actinioloba Blainv. — Actiniae et Cribrinae sublobatae Ehr.; Anemonia Riss.=Moschata Ren.; Cereus Ok. = Actiniae Esacmeae et juvenes aliarum Ehr.; Discosoma Leuck. = Actiniae Esacmaeae cirrhulosae Ebr.; Eumenides Less. — Actinia Entacmaea Ehr.; Minyas Cuv. — Actinecta Les.; Moschata Ren. — Actinecta Les. Esaminando le serie ognuno può rilevare l’imbroglio. L’Actinecta, p. es., verrebbe ad essere sinonimo di Anemonia, Minyas, Moschata, tre generi affatto diversi fra loro e diversi da quella. Così ripetasi per gli altri, 53! REMO 1834 Jonnsron. — L'autore non accenna ad aleun zoantino, ma dalla figura lo sì riconosce. — Spongia suberea. 1835 Branpr. — Si trovano enumerate 60 attinie diverse, delle quali ben quattro quinti appartenenti a specie giù note. Io credo che queste non facciano parte del materiale del Mertens, studiato dall'autore, giacchè di nessuna vien notata la provenienza. Forse sono annoverate solo per completare il quadro sistematico. Di esse una benchè vecchia porta nome nuovo ed è l’A. Ehrenbergii opportunamente ribattezzata invece di A. helianthus. Le descrizioni delle specie nuove sono brevi e precise; ma, stante la mancanza di figure, non sempre bastano a formare nella mente un concetto concreto: cosicchè ben esiguo è il numero delle forme che non si devono relegare tra le specie dubbie. — Un tratto saliente di questo prodromo è l'introduzione di sotto-generi aventi denominazioni sistematicamente espressive. Ma anche qui come presso l'Ehbrenberg, si urta nell’artificioso. — Corticifera va- riabilis.— Mamillifera olivascens.—Zoanthus Mertensii.— Actinia (Monostephanus), A. Isacmaea simplex, A. I.stellula, A. vagans, A. hyalina, A. cavernata, —(Diplostephanus), A.Sanctae - Catharinae, A. peruviana, A. Novae — Hiberniae, A.bicolor, A. nivea, A. chloro- dactyla, A. nodosa, A. Entacmaea Forskalii, A. E. pulchella, A. reclinata, A. E. rosula, A. candida, A. chilensis, — (Triste- phanus), A. mesembryanthemum, A. Ehrenbergii, A. Sanctae-Hele- nae, A. Entacmaea erytharea, A. E. olivacea, A. E. adhaerens, A. Cari, A. quadrangularis, A. Isacmaea euchlora, — (Hexaste- phanus), A. Cereus,—(Polysthephanus), A. Entacmaea farcimen, A. squamosa, — (Taractostephanus), A. xanthogrammica, A. elegan- tissima, A. Laurentii, A. helianthus, A. quadricolor, A. Entac- maea globulifera, A. E. crispa, A. E. gracilis, A. Mertensii, A. gigantea, A. tapetum, A. erythrospilota. — Cribrina (Monostemma), C. verrucosa, — (Diplostemma), C. ocellata, — (Tristemma), C. glandulosa, C. macloviana, C. papillosa, C. polypus, C. palliata, C. coriacea, C. effoeta, C. filiformis, — (Polystemma), C. bellis, C. plumosa, C. chlorospilota. — Stichodactyla, Mertensii S. cyanea. 1835 Gray. — Descrizione incompleta. — Hyalonema Sieboldi. (') 1835 Jonnsron. — Le due specie sono descritte con cura, accompagnate da copiosa sinonimia e da ottime figure — Actinia mesembryanthemum, A. viduata. Ì 1835 Oken. — Sotto poche denominazioni tedesche l’autore raccoglie in gruppi ben definiti varî dei nomi latini usati in senso diverso dagli autori. Ciascuna di queste sue specie corrisponde ad un genere; eccetto la prima che forse si deve abo- lire, e la penultima (da lui riferita a Dicquemare come la sesta, mentre apparten- gono a Fabricius) che non è ben sicura — Gallertpolyp, Warzenpolyp, Thierblume, Braunrothe Seenessel, Rothe S. n., Abgestuùtze S. n., Flaumige S. n., Knotige S. n., Gefurchte S. n. (') Del Hyalonema si cita solo quest’autore e Schultze 1860; per gli altri veggasi nella de- serizione delle specie: Polythoa fatua [p. 318]. ia. — 403 — 1835 Sars. — Le specie vengono quasi tutte appena menzionate; per qual- cuna si indica la posizione e l'abito; per la Lecythia si aggiungono poche notizie differenziali dalla A. intestinalis. Solo per l’A. prolifera. si dà una deserizione completa. — Actinia rubra, A. coriacea, A. filiformis, A. rufa, A. va- rians, A. candida, A. plumosa, A.carciniopados, A. prolifera, A. in- testinalis — Lecythia brevicornis. 1836 Brizio. — Una vera descrizione manca; l’animale si riconosce tuttavia molto bene. — Actinia maculata. 1836 Ducés. — Delle due specie l’una è minutamente descritta e figurata; l’altra è nominata accidentalmente e a quanto pare interpretata per la H. viduata.— Actinia effoeta, A. parasita. 1836 RaragE. — Semplice descrizione di specie antica, creduta nuova. — Acti- nia zonata. 1836 TempLETON. — Delle due specie nuove la prima sembra essere una forma giovanile di qualche Bunodes; la seconda una varietà di A. equina. — Actinia equina, A. senilis, A. effoeta, A. sulcata, A. pedunculata, A. monile, A. dianthus, A. margaritifera. 1837 Trare. — La specie non è specigraficamente descritta ma è chiaramente riconoscibile — Acetinia coriacea. 1837 Lamarck (DesHAvEs, MILNE-EDWARDS). — Qui sì trovano registrate quasi cento specie; delle quali una quarta parte incirca proviene dall’edizione originale, mentre le restanti vennero aggiunte da Deshayes (actinine) e da Milne-Edwards (zoan- tini). Nessuna è nuova; alcune poche lo sembrano a tutta prima perchè mancanti del nome di provenienza bibliografica (effoeta, senilis, maculata, verrucosa), ma si riconoscono subito. Uno dei binomii (A. helianthus) è ripetuto due volte benchè per animali diversi. Alcuni altrî vengono scientemente scritti dal Deshayes per il gen. Cribrina, benchè già si trovino registrate dal Lamark fra le attinie; essi sono: C. verrucosa, C. coriacea, C. effoeta, C. polypus, C. plumosa, C. bellis, da me non riportate. — Infine di molti si trova cambiato il nome del genere, ma è cosa di poco momento.— Tutte le specie sono accompagnate da una breve descrizione, fanno però eccezione le seguenti che sono semplicemente menzionate e che io sotto non registrai: A. sim- plex, stellula, subfusca, pulchella, gracilis, di Ehrenberg.; A. vio- lacea, concentrica, picta, striata, alba, vagans, di Risso; A. hyalina di Delle Chiaje; A. clavus, gracilis, di Quoy & Gaimard; A. proliferadi Sars; A. Sanctae Caterinae, peruviana, Novae Hiberniae, bicolor, vagans, nivea, Sanctae Helenae,chilensis, picta,capensis, dubia, E.ophiseoco- ma, Z. dubius, di Lesson. — Le divisioni dei generi sono fatte sui recenti esempii di Ehrenberg e di Blainville, ; ma non tutte le specie accoltevi si adattano totalmente ai rispettivi caratteri. Nel genere Actinia si è ammassato tutto ciò che non si seppe portare altrove; e perciò molte delle forme sono tra loro discrepanti. Si ammette il genere Thalassianthus benchè si creda che l’Ehrenberg l’abbia fondato sopra un esemplare mal conservato di Epicladia. Non si accetta il genere Sarcophinanthus; e dei due costi- tuenti uno lo si riunisce alle Cribrine l’altro si erige in genere nuovo Europala; [vocabolo inutile dal punto che esiste già l’altro di Sarcophinanthus). — Actini- — 404 — rufa, A. adspersa, A. crassicornis, A. plumosa, A. coccinea, A. vi- duata, A. judaica, A. effoeta, A. senilis, A. undata, A. sulcata, A. gigas, A. viridis, A. maculata, A. alba, A. cavernata, A. reclinata, A. pedunculata, A. squamosa, A. verrncosa, A. quadrangularis, A. pentapelata, A. aster, A. anemone, A. helianthus, A. tapetum, A. brevicirrhata, A. erythrosoma, A. papillosa, A.crystallina, A. Cleo- patrae, A. euchlora, A adhaerens, A. helianthus, A. quadricolor, A. crispa, A. rosula, A. erythraea, A. Forskalii, A. decora, A. oli- vacea, A. candida, A. globulifera, A. aurantiaca, A. Cari, A. hya- lina, A. rapiformis, A. marginata, A. solifera, A. annulata, A. ma- gnifica, A. aurora, A. amethystina, A. globulosa, A. fusco-rubra, À. punctulata, A. pelagica, A.vas, A.rubro-alba, A. doreensis, A. coe- rulea, A. virescens, A. tungana, A. striata, A. mammillaris, A. par- vitentaculata, A.papuana, A.strigata. — Cribrina filiformis, C. dia- phana, C. palliata, C. glandulosa, C. mutabilis, C. papillosa, C. macloviana, C.occellata.— Actinecta olivacea, A.ultra-marina, A. flava, A. tuberculosa, A. viridula.— Actineria rhodostoma, A. vil- losa. — Actinodendron arboreum, A. aleyonoideum, A. loligo. — Thalassianthusaster.— Epicladia quadrangula. — Heterodactyla Hemprichii.—Megalactis Hemprichii.— Zoantha Ellisii.— Zoan- thus Solanderi, Z. Bertholetii. 1838 CoucH. — Descrizioni accompagnate da discrete figure. — ZoanthusCon- chii.— Actinia mesembryanthemum, A. viduata, A. gemmacea, A. parasitica, A. Templetoni. — Anthea cereus. 1838 CourHour. — Descrizione sola; figure mancano. — Actinia plu- mosa, A. senilis. i 1838 Martens. — Il materiale venne osservato in natura; le descrizioni sono precise e la sinonimia chiara, Le prime due specie e l’ultima vennero dall’autore riscontrate anche a Trieste. La quarta è specie nuova, benchè porti nome vecchio. — Actinia senilis, A. equina, A. effoeta, A. undata, A. cereus. 1838 PHinipri. — Per la prima delle due specie l’autore si riferisce a Delle Chiaje, sebbene erroneamente; per la seconda stabilisce una specie nuova, che però rimane dubbia. — Actinia effoeta. — Minyas fuscescens. 1840 Forpes. — Descrizione e figure molto buone. La prima specie è reputata uuova ma pare che non lo sia. I due generi Ilyanthos ed Adamsia sono ben delimi- tati. — Actinia biserialis. — Ilyanthos scoticus. — Adamsia ma- culata. 1840 Grue. — Tutte le specie sono descritte dal vero su esemplari raccolti vivi dall'autore; malgrado ciò tuttavia molte non possono venire accettate. Alcune (l’atrimaculata, la rosula) perchè fondate sull’ispezione incompleta d’un solo animale; altre (zebra, elongata) perchè non presentate sotto l’aspetto d'un carattere saliente. Oltre a queste ve n’ha una che si dovrà abolire perchè è solo uno stadio giovanile (la rhododactylos). — Actinia (Isacmaea) rhododactylos, A. bimacu- lata, A. atrimaculata, A. rubripunctata, A. (Entacmaea) auran- — 405 — tiaca, A. zebra, A. chamaeleon, A. rosula, A. adspersa, A. cereus, A. (Ectacmaea) elongata. — Cribrina bellis, C. effoeta, C. car- ciniopados. 1841 Couca. — Si ripete l’enumerazione delle specie descritte dall’autore nél 1838. — Actinia mesembryanthemum, A. viduata, A. gemmacea, A. parajsitica, A. cereus, ecc. 1841 DeLLe CnHiase. — Anche quì, come nel caso precedente, le specie furono tutte esaminate in natura; e per di più quì venne di quasi tutte investigata anche la struttura. — Tuttavia siccome le descrizioni non sono sempre abbastanza detta- gliate e caratteristiche; e le figure hanno meschinissimo valore, non tutte possono venir accettate con sicurezza. In questo numero cadono l’effoeta benchè l’autore insista a renderla diversa dalla Rondeletii, l’actinoides che è inintelligibile, l’elongata quan- tunque si appoggi all’autorità del Grube, e la hyalina che è ben diversa dalla specie del Lesueur. Il vocabolo diaphana è erroneamente applicato. — Zoanthuslobatus, Z.arenreeus. — Cerianthus cornucopia, C. Brerae, C. actinioides. — Actinia crassicornis, A. pedunculata, A. effoeta, A. Rondeletii, A. aurantiaca, A. carciniopados, A. Cari, A. elongata, A. bellis, A. diaphana, A. hyalina, A. rufa. 1841 Forpes. — Ottima descrizione; e figura buona, ma un po’ schematica. — Capnea sanguinea. 1841 Forpes. — Sulla specie lasciata per ora senza nome l’autore ritorna in seguito. — Actinia.. sp... 1841 HassaLc. — Alla semplice registrazione delle specie l’autore aggiunge qualche nota descrittiva. Figure mancano. — Actinia gemmacea, A. bellis, A. dianthus, A. maculata. — Anthea cereus. 1841 Leuckarr. — Descrizioni esatte e figure belle. Per la seconda specie l’autore accetta anche il nome A. Rondeleti. — Actinia adspersa, A. con- chicola. 1841 THompson. — Descrizione e figure mancano. — Actinia viduata. — Anthea cereus. 1842 ErpL. — L'autore trascura completamente la specigrafia e così non si sa su qual animale egli abbia studiato. — Weissarmige Actinie, Grine Actinie. 1842 Mac Giccivrav. — Semplice menzione del nome della località e del- l’abito. — Actinia dianthus, A. gemmacea. 1842 QuarreFAGES. — Descrizioni dettagliate e figure ottime; le une e le altre fatte sul vero. Non credo però che tutte tre ie specie abbiano ragione di essere. — Edwardsia Harassi, E. timida, E. Beautempsii. 1843 Barney. — La descrizione manca, e la referenza a Lesueur è incerta. — Actinia marginata. 1843 Forges. — È il battesimo della specie anonima succitata [Forbes 1841]. — Edwardsia vestita. 1843 Oxen. — Sono due figure riprodotte dalle fonti citate. — Zoantha - + SP... — Actinia peruviana. — 406 — 1843 Rarnike. — Le specie vennero esaminate in natura e descritte con somma accuratezza. La figura dell'A. clavata è buona, — Actinia (Isacmaea) cla- viatia, A. IL viduata? 1843. THompson. — Si trova solo il nome delle specie e l’indicazione della località. — Zoanthus Couchii. — Anthea cereus, — Adamsia ma- culata. — Actinia viduata, A. coccinea, A. bellis, A. gemmacea, A. dianthus. 1844 Contarini. — Tutte le specie vennero studiate sul vero; ed hanno descri- zioni dettagliate e fisure numerose. Ciò nulla meno tre di esse lasciano adito ad incertezza, sia per un qualche carattere incompatibile (p. es. fili missili presso V’A. equina); sia perchè la figura dimostra tutt'altro del testo (A. verrucosa); sia infine a cagione della sinonimia contradditoria (A. viridis). — Actinia equina, A. concentrica, A. diaphana, A. maculata, A. carciniopados, A. effoe- ta, A. bellis, A. aurantiaca, A. verrucosa, A. viridis. — Anemonia cereus, À. cinerea. e 1844 DurBEN. —- Le due specie vengono appena nominate col vocabolo Bo rico e nulla più. — Anthea..sp...— Mammillifera..sp.. 1845 LANDSBOROUGH. — L'identità è incerta a cagione della descrizione insuf- ficiente e della mancante figura. — Zoanthus Couchii. 1845 Trompson. — Semplice nome e indicazione della località. — Iluan- thos scoticus. 1846 ALumann. — Descrizione dettagliata e figura buona. — Corynactis viridis. 1846 Gispes. — Semplice menzione da cui non si rileva se la specie corri- sponda a quella del Bosc. — Actinia cavernata. 1846 Sars. — Descrizione e figura ottime. È uno stadio giovanile — Arach- nactis albida. l 1846 Verany. — L'autore enumera le specie ricorrenti nel Golfo di Genova; ma a quanto sembra non sì è presa gran cura di cerziorarne la presenza. Se fosse altrimenti non troverebbonsi tre binomii (A. Rondeletii D. Ch., A. maculata Brug., A. effoeta Linn.) indicanti probabilmente la stessa specie; nè citata l’A. rubra Brug. per indicare forse l’A. equina; nè messa l’A. crassicornis a sinonimo dell'A. verru- cosa; nè supposto che il C. actinioides possa essere una delle Isaure del Savigny. — Actinia verrucosa, A. rubra, A coneentrica, A. aurantiaca, A. Ron- deletii, A. maculata, A. carciniopados, A. effoeta. — Isacmaea bellis. — Anemonia cereus, A. cinerea. — Cerianthus actinoides. 1847 Acassiz. — La specie non viene descritta e la si riconosce solo mediante referenze posteriori. — Rhodactinia Davisii. 1847 DurBen. — Stante la mancanza di figure e l’incompletezza delle descri- zioni, le specie nuove abbisognano di conferma; come ne abbisogna quella (E. Sarsii) di cui solo il nome è nuovo. — Anthea Tuediae. — Edwardsia Sarsii, E. tuberculata. — Mammillifera inecrustata. 1847 Frey & Leuckart. — La specie servì a ricerche morfologiche; ma non venne descritta. — Actinia holsatica. — 407 — 1847 Jonxsron. — Per la maggior parte le specie sono integralmente riportate da precedenti autori e descritte colle medesime parole del rispettivo fondatore o di chi successivamente le studiò. Tuttavia non poche sembra che sieno state osservate anche da Johnston stesso; e queste sì riconoscono per lo più alla ricca sinonimia che le correda. Otto sono affatto nuove e si debbono due (A. troglodytes, C. Allmani) all’autore, e le rimanenti a Cocks, Price, Peach e Forbes che misero a disposizione i proprî manoscritti. Dello Zoanthus Couchii è muovo soltanto il nome. — Non tutte le specie ammesse dall’autore sono accettabili. È probabile che VA. margariti- fera e l'A. chiococca sieno semplici varietà dell'A. mesembr.; che l'A. monile è forse la stessa A. troglodytes sieno stadî giovanili dell'A. crassicornis ; e che la (C. Allmani non sia una Corynactis. — Altre specie inglesi, che Johnston stesso reputa dubbie e non descrive, sono: A. truncata Jam. Penn. Turt., A. sulcata Templ., A. caricphyllus Mart. Stew. Penn. Turt.7 ed A. anemonioides Shaw, Turt. Penn. — Infine una che è accettata da lui e che a me sembra non appartenga quasi alle attinie è la sunnominata A. vermicularis. — Le descrizioni e le figure del materiale annoverato sono in generale assai chiare. — Zoanthus Couchii. — Capnea sanguinea.—Corynactis viridis, C. Allmani.—Adamsia palliata. — Actiniamesembryanthemum, A. margaritifera, A. chiococca, A. chry- sosplenium, A. coccinea, A. viduata, A. troglodytes, A. alba, A. angui- coma, A.intestinalis, A. chrysanthellum, A. biserialis, A. vermicu- laris, A. gemmacea, A monile, A. coriacea, A. ferassicornis, A. para- sitica, A. bellis, A. dianthus. — Anthea cereus, A. Tuediae. — Iluanthos scoticus. 1847 Rem. — Figura e descrizione semplici e buone. Il nome cylindrica era già stato usato da Renier — Actinia cilindrica. 1847 RenIER. — Descrizione e figura, che dal lato specigrafico non lasciano dubbio sulla identità. — Cerianthus rhododactyla. 1848 DarvyELL. — Tutte le specie descritte vennero viste ripetute volte dall’ au- tore e furono oggetto di osservazioni e ricerche; ciò non di meno taluna di esse (A. cerasum) non ha ragione di esistere; qualchedun’altra (A. elegans ed A. explo- rator) manca di caratteri precisi per essere con sicurezza riconosciuta. — Le figure sono colorate e per lo più ben fatte e fedeli. — Actinia mesembryanthemum, A.cerasum, A. gemmacea (crassicornis), A. elegans, A. explorator, A. lacerata,. A. maculata, A. dianthus. 1849 Mirne Epwarpsin CUviER. — Delle specie annoverate solo la prima, la terza, e la quarta sembra sieno state osservate; solo di esse almeno si danno figure originali. Il nome della penultima è modificato.— Actinia cereus, A.plumosa, A. effoeta, equina. —Thalassianthus aster. — Discosoma nummiforme. — Zoan- thus socialis, Z. auricula. 1849 Dana. — Tutte le annoverate snecie di Actininae vennero descritte e disegnate dal vero; quelle delle Zoanthinae solo per piccola parte. — Mentre nel prospetto della Synopsis (Dana 1859) l’autore enumera varî nomi generici; nel testo della medesima, nonchè nel presente atlante, si accontenta di addurne solo due; ed affastella quasi tutte le specie sotto l’uno di essi, Actinia, — La bontà delle figure — 408 — agevola tuttavia la cernita, così che nessuna quasi rimane di cui non si sappia trovare il posto. Di esse, a mio credere, tre possono benissimo fondersi in unica specie e sono: A. clematis, A. florida, ed A. pluvia; una si deve forse abolire perchè a quanto pare è soltanto uno stadio giovanile: A. curta. Infine rispetto alle specie nuove degli Zoanthini io non so far altro che ammetterle dubitativamente, perchè non mi pajono a sufficienza caratterizzate. — Actiniaflagellifera, A. pustulata, A.veratra, A. clematis, A. florida, A.tabella,A.graminea, A.diadema, A. primula, A. clavigera, A. impatiens, A. monilifera, A. pretiosa, A. lineolata, A. cruentata, A. decorata, A. paumotensis, A. mollis, A. achates, A. papaver, A. pluvia,A.reticulata, A. fuegensis, A. nymphaea, A. rubus A. gemma, A. curta, A. rhodora, A. artemisia. — Metridium praete- xtum, M. concinnatum, M. muscosum. — Isaura Hemprichii, I sa- vignyi, I. aster, I. speciosa. — Palythoa denudata, P. Ariane, JE nymphosa, P. fuliginosa, P. mammillosa, P. ocellata, P. glareola, P. flavo-viridis, P. argus, P. coesia. — Zoantha Ellisii, Z. sociata, Z.Solandri, Z. dubia, Z. Bertholeti. 1849 EckeR. — La specie viene solo menzionata, non descritta; e il nome proviene dalla Zoolog. Adriat. — Actinia cylindrica. 1850 DucHassame. — Le specie vennero descritte dal vero; ma pur troppo in modo superficiale, indeterminato e laconico. Aggiungendo a ciò la mancanza assoluta di figure, si comprende come quasi tutto il materiale debba venir relegato tra le specie dubbie. — Urticina cavernata, U. ochracea, U. Lessoni, U. glo- bulifera— Hughaea caraibeorum.— Discosoma anemone, D.aster— Entacmaea cricoides. — Actinodactylus Boscii. — Cribrina colo- rata. — Actinoporus elegans.— Actinostella formosa. — Zoanthus sociatus, Z. tuberculatus. — Corticifera glareola. — Mamillifera auriculata, M. brevis, M. clavata. 1851 Busca. — Di certo tanto l’una forma che l’altra sono stadî giovanili. La prima è abbastanza riconoscibile; la seconda lo è meno. Le descrizioni sono det- tagliate e le figure buone. — Dianthea nobilis. — Kalliphobe appen- diculata. 1851 Cocxs. — È una lunga serie di specie, quasi tutte ben figurate e de- scritte; tuttavia qualcuna non è con certezza riconoscibile, e qualche altra sembra essere solo varietà. — Capnea sanguinea.—Corynactis viridis, C.A1l- mani.— Actiniamesembryanthemum, A. margaritifera, A.chiococca, A. troglodytes, A. chrysosplenium, A. biserialis, A. chrysanthellum, A.gemmacea, A. crassicornis, A. coriacea, A. Templetonii, A. Alderi, A. pellucida, A. Yarellii, A. Bellii, A.Johnstoni, A. alba, A. monile, A. cereus, A. Couchii, A. Tuediae. 1851 Le Conte. — Descrizione accurata. Figura mancante. — Zoanthus Danae. 1851 Mine Epwarps & Hame. — Delle specie quivi enumerate ben poche furono viste in natura. Esse sono menzionate solo per rappresentare i prototipi dei generi, nei quali gli autori suddivisero le aitinie; e per vero, bisogna ammettere — 409 — che furono scelte ben a proposito. L'intero sistema attiniologico esposto in questo prospetto meritava d’essere meglio conosciuto. — Adamsia effoeta.— Cribrina gemmacea, C. decorata. — Capnea sanguinea. — Anthea cereus. — Actinia equina. — Paractis impatiens. — Metactis vas. — Entac- maea biserialis. — Edwardsia Beautempsii. — Discosoma nummi- forme. — Metridium dianthus. — Echinactis papillosa. — Eume- nides ophiseocoma.— Corynactis viridis. — Heteractis aurora. — Thalassianthus aster. — Actinodendron aleyonoideum.— Actine- ria villosa.—Megalactis Hemprichi. — Phymanthus loligo — Sar- cophinanthus sertum. — Heterodactyla Hemprichi. — Phyllactis praetexta.—Qulactis muscosa. — Rhodactis rhodostoma. — Zoan- thus sociatus. — Mammillifera auricula, M. glareola. — Cerian- thus cornucopia. — Ilyanthus scoticus. — Minyas cyanea. 1851 Sars. — Più che la descrizione delle specie si ebbe qui di mira la loro distribuzione geografica; tuttavia non mancano opportune delucidazioni per più di una. — Mammillifera inerustata, M. sp. — Bdwardsia duodecim- cirrhata. — Gonactinia prolifera. — Actinia digitata, A. plumosa, A. coccinea, A. mesembrianthemum. 1851 TrHompson. — La descrizione non è corredata di figura e benchè abbastanza dettagliata riesce confusa. — Actinia clavata. 1852 Forses. — L’animale viene riferito all’Arachnactis di Sars, quantunque ne differisca un poco. — Arachnactis albida. 1852 LanpsBoroueni. — È incerto se tutte le specie sieno semplicemente ri- portate da Johnston o se alcune almeno sieno state vedute in natura. Quest’ultime sono corredate di figure che in parte hanno apparenza d’essere originali. Del resto la presente serie riproduce tal quale la serie di Johnston all’infuori della C. All- mani. — Zoanthus Couchi. — Capnea sanguinea. — Corynactes vi- ridis.—Adamsia palliata. — Actinia mesembrianthemum, A. mar- garitifera, A.chiococca, A. chrysosplenium,A.coccinea, A.viduata, A. troglodytes, A. alba, A. anguicoma, A. intestinalis, A. chrysan- thellum, A. biserialis, A. vermicularis, A. gemmacea, A. monile, A.coriacea, A.crassicornis, A. parasitica, A. bellis, A. dianthus. — Anthea cereus, A. Tuediae. — Ilyanthus Scoticus. 1852 ScHAMARDA. — Le tre specie vennero esaminate sul vivo; e le relative descrizioni e figure sono dettagliate, precise, e chiare. La E. phaeochira parmi non abbia sufficiente ragione di essere. — Cribrina punctata. — Entacmaea phaeochira, E. chromatodera. 1853 Cavorini, DeLLE CHIAJE. — Descrizioni buone, ma non abbastanza det- tagliate. Tuttavia il grado d’incertezza relativo alla prima ed alla quarta specie è piccolo. — Actinia edulis, A.rubra, A. Bernhardiana, A.crystallina. 1853 (1°) Gosse. — Tutte le specie, raccolte e studiate sul luogo, vengono descritte senza norma specigrafica, ma assai chiaramente. Le figure potrebbero es- sere migliori. Forse l'A. candida s’identifica con l’A. alba di Cocks. — Actinia mesembryanthemum, A. cereus, A. bellis, A. rosea, A. nivea, A. 52 — 410 — candida, A.gemmacea, A.crassicornis, A. anguicoma.— Corynactis Allmanni. i 1853 (2°) Gosse. — Gli animali furono studiati in natura. Le descrizioni sa- rebbero insufficienti se non venissero rischiarate dai lavori successivi dell’autore.— Actinia miniata, A.clavata.— Iluanthos Mitchellii.— Scolanthus callimorphus. 1853 Simpson. — Le descrizioni, fatte sul vero e su preparati, non soddi- sfano completamente. Da esse e dai nomi pare che l’A. dianthus e l’ A. marginata si risolvano in unica specie; come pure d’altro lato l’A. coriacea e l’A. obtruncata. L'A. carneola sembra stadio giovanile (Verrill). — Le figure, esistenti solo per due specie, non sono troppo chiare. — Actinia marginata, A. carneola, A. ob- truncata, A. coriacea, A. dianthus, A. sipunculoides. 1853 Trompson. — Descrizione assai minuta. — Corynactis heterocera. 1853 Sars. — Si menzionano qua e là varie specie secondo la località e la profondità. — Actinia rubra, A. effoeta, A. plumosa, A. prolifera, A. coccinea. 1854 (1°) Gosse. — Gli animali sono descritti e figurati dal vero, più per scopo letterario-popolare che scientifico. — Actinia clavata, A. mesembryan- themum A. parasitica, A. dianthus. — Adamsia pallida. 1854 (2°) Gosse. — Si deve notare come sopra [Gosse 1853, 2°] l'insufficienza delle descrizioni. Figure mancano. — Sagartia aurora. — Actinia venusta,.— Bunodes thallia. 1854 Hame. — Descrizione ottima; la figura fu fatta da un animale semi- contratto. — Cereanthus membranaceus. : 1854 HorrArnp. — Le cinque specie sono asssai bene caratterizzate; la loro descrizione è minuta; ma le figure mancano del tutto. — Actinia senilis, A. pedunculata, A. pentapetala, A. exundans, A. viridis. 1855 (1°) Gosse. — Della lunga serie solo la prima specie viene descritta e figurata; della seconda si dà una breve frase diagnostica; delle rimanenti si cita solo il nome. Importa però il riprodurle perchè la maggior parte di esse è per la prima volta raggruppata in generi distinti. L'autore osserva che per lui S. viduata equivale ad anguicoma; che B. monile è stadio giovanile di crassicornis; e che solo con riserva si devono accettare nel gen. Bunodes le specie chrysosplenium, alba e miniata, come nel genere Sagartia le specie aurantiaca e pulchella. Oltre a ciò nota che inclassificabili rimangono le specie: coccinea, intestinalis, biserialis, e vermicu- laris. — Dei quattro generi nominati, il primo è nuovo, gli altri si trovano già stabiliti nel 1854, 2° e qui vengono solo meglio delimitati. Tutti procedono da una divisione del pristino genere Actinia. — Peachia hastata, P. chrysantel- lum. — Sagartia viduata, S. troglodytes, S. aurora, S. candida, S. rosea, S. nivea, S. venusta, S. parasitica, S. bellis, S. dianthus, S. aurantiaca, S. pulcherrima. — Bunodes gemmacea, B. thallia, B. clavata, B. crassicornis, B. monile, B. crhysosplenium, B. alba, B. miniata. — Actinia mesembryanthemum, A. margaritifera, A. chiococca. — dll — 1855 (2°) Gosse. — Quasi a complemento della serie precedente si estende a tutte le attinie britanniche il saggio di suddivisione in generi. Le specie vengono anche qui solo enumerate; non descritte; ed una breve diagnosi accompagna ogni genere unitamente colla figura (contorno semplice, chiaro, quasi schematico) del rap- presentante tipico. — Antheacereus, A. Tuediae.—Adamsia palliata. — Corynactis viridis, C. Allmanni, C. heterocera. — Capnea sangui- nea. — Sagartia viduata, S. troglodytes, S. aurora, S. candida, S. rosea, S. nivea, S. venusta, S. parasitica, S. bellis, S. dianthus.— Bunodes gemmacea, B.thallia, B.clavata, B.crassicornis, B.? mo- nile, B. ? chrysoplenium, B. ? alba; B. ? miniata. — Actinia me- sembryanthemum, A. margaritifera, A. chiococca. — Ilyanthus scoticus, I. Mitchellii. — Arachnactis albida. — Edwardsia cal- limorpha, E. sphaeroides. — Peachia hastata, P. chrysanthellum. 1855 Horpsworta. — Gli animali vennero esaminati vivi; le descrizioni e le figure sono quindi dettagliate ed esatte. L'ultima specie è creduta nuova dall’autore, ma forse si fonde con la rosea del Gosse. La prima lascia qualche dubbio stante la non completa corrispondenza fra il testo ed i disegni. —— Scolanthus sphaeroi- des. — Actinia pallida, A. ornata, A. vinosa. 1855 JorpAN. — Descrizioni accurate; ma per le specie nuove sono rese inu- tili dalla mancanza di figure. L’A. alba non coincide perfettamente con l’ omonima del Cocks 1851; l'A. auriantiaca forse è uno stadio giovanile; l’A. coriacea pare com- prenda due specie. — Actinia mesembryanthemum, A. alba, A. troglo- dytes, A. aurantiaca, A. pulcherrima, A. parasitica, A. clavata, A. coriacea, A. dianthus. — Anthea cereus. 1855 Ley. — Descrizione incompleta; senza figura. — Actinia neglecta. 1856 DanieLssen & KoreN. — Le specie vennero tutte osservate in natura. Qui tuttavia se ne descrivono solo la prima e la seconda; con esposizione e figura ammirevoli per dettaglio e chiarezza. Le rimanenti hanno semplice menzione. — Siphonactinia Boecki. — Actinopsis flava. — Actinia mesembryan- themum, A. coriacea, A. rufa, A. filiformis, A. dianthus, A. cocci- nea, A. digitata. — Arachnactis albida. — Gonactinia prolifera. — Adamsia palliata. — Edwardsia duodecimeirrata. — Capnéa san- guinea. 1856 (1°) Gosse. — L’una specie e l’altra ben descritte e figurate. — Ed- wardsia carnea, E. vestita. 1856 (2°) Gosse. — Semplice riproduzione dai lavori precedenti. — Buno- des thallia. — Actinia mesembryanthemum. — Sagartia viduata, S. aurora, S. troglodytes, S. nivea, S. venusta, S. rosea. 1856 SreENstRUP. — Descrizione accuratissima e figure discrete; benchè l’una e le altre sieno state fatte da preparati alcoolici, il lettore può formarsi una idea concreta dell'animale. — Sphenopus marsupialis. 1856 Srimpson. — Descrizione molto dettagliata ma senza figura; questa ri- mase inedita (secondo Verrill 1862); la determinazione resta incerta. — Actiuia producta. — 412 — 1856 Taompson. — La seguente serie è una semplice enumerazione di specie, senza il menomo cenno descrittivo. La corrispondenza sinonimica quindi e la referenza ad altri autori non sono cerziorabili — Actinia mesembryanthemum, A. margaritifera. — Sagartia viduata, S. coccinea, S. bellis. — Acti- noloba dianthus. — Tealia crassicornis. — Ilyanthus scoticus. — Adamsia maculata. — Anthea cereus. — Zoanthus Couchii. — Co- rynactis viridis. 1856. TueweLL. — Pare che tutte le specie sieno state vedute in natura; certo è che le descrizioni e le figure sono originali ed hanno un pregio reale di esattezza. I nomi vengono qui riportati come stanno nel prospetto finale cioè divisi in generi, chè altrove nel testo il prenome è sempre Actinia. Delle specie molte. sotto il titolo di varietà comprendono forme già descritte da altri per specifiche; la S. aurora per es. abbraccia le specie rosea, nivea, venusta, aurora di Gosse; la B. coriacea riunisce le due coriacea e crassicornis di Johnston, la B. gemmacea vale per gemmacea e thallia di Gosse. — Molte delle specie britanniche non vengono dall’autore ammesse; e sono: A. alba, A. chrysanthellum, A. biserialis, A. intesti- nalis, A. vermicularis. — Actinia fragacea, A. margaritifera. — Buno- des gemmacea, B. coriacea, B. clavata, — Sagartia bellis, S. tro- glodytes, S. anguicoma, S. dianthus, S.parasitica, S.aurora. — An- thea cereus. 1856 WricHT StRETHILL. — Descrizione dettagliata, dal vero; e con figura buona, cromolitografica. — Actinia ornata, A. bellis. . 1857 ALpeR. — Semplice enumerazione di specie, in cui come nel caso di Thompson 1856 le referenze e le sinonimie non sono cerziorabili. Nel genere Actinia l’autore ammette come sottogeneriche le suddivisioni di Gosse: Actinia, Bunodes, Sagartia. — Anthea Tuediae. — Actinia mesembryanthemum, A. tro- glodytes, A. pellucida, A. coriacea, A. crassicornis, A. digitata, A. dianthus. 1857 Mine Epwarps. — La seguente lunga, interminabile lista comprende tutte le specie descritte fino all’epoca dell’autore in ogni plaga del mondo. Tuttavia alcune non vi sono registrate; tali sono (p. es., e senza rimontare più all’indietro dell’Ehrenberg) lA. prolifera di Sars 1835; le A. rhododactylos, atrimaculata, rubri- punctata, zebra, chamaeleon, rosula, elongata di Grube 1840; l’A. cinerea di Con- tarini 1844, l’Arachnactis albida di Sars 1846; la Rodactinia Davisii di Agassiz 1847; le Edwardsia Sarsii, E. tuberculata, Mammillifera inerustata di Dilben 1847; l'A. cylindrica di Reid 1848; le Dianthea nobilis, Kalliphobe appendiculata di Busch 1851; lo Zoanthus Danae di Leconte 1851; le Cribrina punctata, Entacmaea phaeochira, Ent. chromatodera di Schmarda 1852; le A. edulis, crystallina di Cavolini 1853; le A. sipunculoides, obtruncata, carneola di Stimpson 1853; la Corynactis heterocera di Forbes 1853; l'A. neglecta di Leidy 1855. Oltre queste, che sono tutte specie nuove l’autore ignora l’ingente quantità delle specie note descritte contemporanea- mente a quelle. Molto importante è la suddivisione in generi. Ma di essi taluno è troppo esteso ed ha da venir scisso ulteriormente; tal altro è soverchiamente ristretto e va fuso Gf CRETE API e Page au RI I a A — 413 — con i vicini; qualcun altro ancora è fondato su caratteri poco stabili e deve trovare miglior definizione. Il gen. Cereus, p. es., comprende forme diversissime riunite accidentalmente dal possedere colonna tubercolata; il gen. Comactis non è solo a possedere tubercoli marginali e tentacoli non retrattili perchè le Amemonie sono nello stesso caso; il gen. Eumenides abbisogna di miglior descrizione per essere ammesso; il gen. Discosoma è appena distinguibile dal Metridium; il gen. Melactis è mal delimitato; e così via. Delle specie ve n’ha più d’una che è falsamente interpretata. All’A. diadema Dana l’autore attribuisce tubercoli marginali che non ha; mentre d’altra parte li toglie all’A. monilifera, lineolata, impatiens e ad altre dello stesso autore che vera- mente li posseggono; lE. quadricolor Ehr. viene dichiarata Coynactis benchè non ne abbia la più lontana somiglianza, e allo stesso modo si denomina Cereus l’E. erythraea Ehr. che sembra essere ben altro; l’Actinia Sanctae - Helenae Dana manca di acroragi, come tante e tante altre compagne, eppure nè queste nè quella s’aserivono fra le Paractis; VA. pelagica, e l'A. gracilis di Quoy & Gaimard sono messe fra le Anemonie mentre non ne hanno alcuna somiglianza; ecc. Qualche nome si trova ripetutamente usato per diverse forme; così Cereus papillosus è impiegato prima per una specie di Ehrenberg (p. 262), poi per una di Lesson (p. 267); Paractis helian- thus s’'adopera nei due sensi: di Ellis (p. 256) e di Ehrenberg (p. 251); VA. pun- ctulata si trova prima nel gen. Actinia, poi nel gen. Cereus ecc. Le specie ammesse sono 181; ed all'infuori di cinque, vengono riportate inte- gralmente da altri autori; solo qua e lù si modifica leggiermente qualche nome. Le cinque specie nuove sono descritte: quattro da preparati alcoolici del Musco; una ° dal vero. Quest'ultima benchè proveniente dalle sponde di Nizza non venne da alcun altro naturalista riscontrata. [Io pure la feci cercare, ma inutilmente). — Oltre queste centottantuna specie ammesse ve ne sono altre 46 dubbie che si trovano sparse qua e lù, aggiunte. a questa od a quella specie o divisione o genere. Io le riportai tutte in serie più sotto aggiungendo per ciascuna in parentesi tonda () il nome che indica l'affinità intravvista dall'autore. — Infine segue dopo tutte la lista delle specie dichiarate irreconoscibili; esse sono da sole più d’una ventina. Minyas cyanea, M. viridula.— Plotactis flavea. — Nautactis olivacea. — Anemonia sulcata, A. adhaerens, A. pelagica, A. gra- cilis, A.vagans, A. tuediae. — Comactis flagellifera, C. viridis. — Eumenides ophiseocoma. — Ceratactis clavata, C. crystallina. — Actinia equina, A. Forskaeli, A. cerasum, A. chiococca, A. gra- minea, A. tabella, A. candida, A. felina, A. spectabilis, A. varians, A. coccinea, A. turbinata, A. Tilesii, A. erythrosoma, A. pul- chella, A. olivacea, A. decora, A. dubia, A. Novae-hiberniae, A. punctulata, A. peruviana, A. bicolor, A. nivea, A. sanctae-Cathe- rinae, A. brasiliensis, A. cricoides. — Paractis impatiens, P. moni- lifera, P. lineo lata, P. papaver, P. rubus, P. rapiformis, P. soli- fera, P. viduata, P. undata, P. rosula, P.explorator, P. helianthus, P. doreyensis, P. nymphaea, P. curta. — Metridium dianthus, M. marginatum, M. nodosum, M. molle, M. achates, M. reticulatum, — 4dl4d — M.pictum. — Discosoma nummiforme, D. gigantea, D. albus, D. viri- descens, D. helianthus, D.denticulosa, D. brevicirrhata, D. fuegen- sis. — Corynactis viridis, C. globulifera, C. clavigera, C. quadrico- lor, C.magnifica. — Melactis vas, M. globulosa. — Heteractis au- rora, H.hyalina. — Capnea sanguinea. — Dysactis biserialis, D. chi- lensis, D.annulata, D. rhodora. — Cereus coriaceus, C. papillosus, C. bimaculatus, C.chrysosplenium, C. glandulosus, C. gemmaceus, C.aurora, C. thallia, C. clavata, C. pluvia, C.gemma, C. papillosus, C. ocellatus, C. tuberculosus, C. artemisia, C. cruentatus, 0. fusco- rufus, C. bellis, C. albus, C. aurantiacus, C. paumotensis,-C. ame- thistinus, C. filiformis, C. crispus, C. digitatus, C. erythraeus, C. pretiosus, C. bicolor, C. maclovianus, C. venusta. — Phymactis florida, P. diadema, P. capensis, P. Sanctae-Helenae, P. clematis, P. veratra, P. pustulata. — Cystiactis Eydouxi, C. Gaudichaudi, C. Reynaudi. — Echinactis papillosa, E. coerulea. — Adamsia effoeta, A. palliata, A. priapus, A. elegans, A. decorata, A. fusca, A. rubro-alba, A. tricolor, A. diaphana. — Nemactis primula, N. Draytoni, N. colorata. — Iluanthos scoticus, I. clavus, I. Mit- chelli. — Edwardsia Beautempsis, E. timida, E. Harassi, E. ve- stita. — Sphenopus marsupialis. — Peachia hastata, P. chry- santhellum. — Phyllactis praetexta. — Qulactis muscosa, 0. con- cinnata, O. flosculifera, 0. granulifera. — Rhbodactis rhodosto- ma. — Thalassianthus aster. — Actinodendron arboreum, A. aleynoideum. — Actineria villosa. — Phymanthus loligo. — Sar- cophianthus sertum. — Heterodactyla Hemprichii. — Zoanthus sociatus, Z. Solanderi, Z. dubius, Z. Bertholetii. — Palythoa de- nudata, P. auricula, P. nymphaea, P. cingulata, P. viridis, P. fuli- ginosa, P. mammillosa, P. ocellata, P. glareola, P. flavo-viridis, P. argus, P. coesia. — Cerianthus membranaceus, C. cylindricus. — Saccanthus purpurescens. 1857 Miuxe-EpwaRDS — Specie dubbie. — Anemonia vagans. (Ane- monia sulc. jun.). — Siphonactinia Boeckii (Comactis ?). — Acti- nopsis flava (Comactis??).— Actinia Cari (A, equina), A. concen- trica (id.), A. margaritifera (id.), A. fiscella (id.), A. strigata (Actinia? sp.), A.tongaesis (id.?id.), A. striata (id? id.). A. papu- ensis (id.?id.), A. lacerata (Paractis? sp.), A. anguicoma(id.?id.), A. alba (id.?id.), A. pallida (id.?id.). — Discosoma anemone (Di- scosoma). — Actinia picta (Discosoma), A. mamillaris (Cereus gland.), A. gemmacea (C. gemm. jun.), A. monile(C. verrucosus), A. punetulata (Cereussp.), A. brevitentaculata (id.id.), A. glandulosa (id? id.). — Actinostella formosa (id.? id.). — Urticina Lessonii (Phymactis).— Actinoporus elegans (Echinactis). — Actinia Ron- deleti (Adamsia effoeta), A. minitia (id.id.jun.), A.judaica (Adam- sia? diaphana), A. troglodytes(Adamsia? sp.), A. ornata (Gen.nov.), — dl5 — A.rubida (id. id.). — Scolanthus callimorphus(Edwardsia sp.). — Zoanthus lobatus (Zoanthus sp.), Z. Mertensii (id. id.). — Paly- thoa Savignyi (Palythoa sp.), P. Lesueuri (id. id.). — Aleyonium mammillosum (id. id.). — Mammillifera brevis (id. id), M. cla- vata (id, id.), M. olivascens (id. id.).— Corticifera aggregata (id. id.). — Zoanthus arenaceus (id. id.). — Corticifera variabilis (id. id.).— Cerianthus Brerae (Cer. membr.), C. actinoides (id. id.). 1857 Mirne-Epwarps. — Specie indeterminabili. — Actinia Isacmaea eu- chlora, A I. Cleopatrae, A. I. stellula. — Actinia chlorodactyla, A. farcimen, A. xanthogrammica, A. elegantissima, A. Laurentii, A. Mertensii. — Urticina globifera. — Actinia cavernata, A. re- clinata, A. quadrangularis, A. squammosa, A. rosea, A. brevicir- rhata, A. alba, A. striata, A. picta, A. concentrica, A. violacea. — Hughaea caraibeorum. 1857 Sars. — Descrizioni fatte dal vero; e in generale chiare e precise, solo l’A. elongata non è con tutta sicurezza riconoscibile. La figura della Corynactis è buona. — Mammillifera arenacea. — Corynactis mediterranea. — Cerianthus membranaceus. — Actinia mesembryanthemum, A. ef- foeta, A. viduata, A.elongata, A.aurantiaca. — Adamsia palliata. — Anthea cereus, A. cinerea. 1858 Dawson. — Descrizione insufficiente, resa inservibile dalla mancanza di figura. — Actinia nitida. 1858 Gosse. — È la enumerazione di tutte le specie britanniche, con brevi rasi diagnostiche per ciascuna e per i singoli generi. Corynactis e Capnea non vi trovano posto perchè destinate ad altro gruppo. — Le specie non viste dall’auture vengono racchiuse fra parentesi tonde. Delle restanti la S. ichthystoma e la P. undata sono del tutto nuove; la S. sphyrodeta, e il C. membranaceus hanno solo il nome nuovo e corrispondono alle antiche Act. candida, e Edwardsia vestita; l’A. ama + e 0 ZONE H-aiproducta Stipe e IO O:timida ‘Andr. . i. ZOnE Ol gausapata, Gos. 0 RE I0I Subfam. Siphonacetinidae . . . . 111 PHELDIA (Gost SIPHONACTINIA D..& Kor.. .. . . . 111 PhSpicta GONE S SMBoecki Be Kore IO Ph. murocincta Gos. . . . +. + 122 Sagtui caplrata @ne mete cate de enolil8 Ph. tubicola K. & Dan. . . . +. 123 — 429 — PAG. PAG. Ph BrOA rici COSROE O ASUCOuchiL Gost e NL Ph. elongata D. Ch... . .... 124 A. mutabilis Grav. . . . . . . 168 PhoalimicolagA ndr et RIASA e 0126, ARI sa xi cola Andr SS E ADITO ORE N NUTIMUS PA NALI ZI A. diaphana Rapp... . . . . . 170 CHITONACTIS Fisch.. . . . . +. 128 SACNETTAGIORISO 0 REN TI Ch. coronata Gos: . . . +. +. - 128 SE sphyrodeta) (Gost, Sena IIYACDISFANOT AC E 29 SIChuystomatGosgi ere e 8. TSKtorquatayAnars sN e RANA LO. SD OT vo cher 1079, AMMONACTIS Verr. . . . . . . +. 190 SMPULEAA TA SOS RAT PRO LA A. rubricollum Stimp. . . . . +. 131 Spalla Bo e e RR A Phellidae incertae sedis. . . . . . 131 NEMAGTISNME GEA w eR UT6 Ph decorati MS SS NA prim ul RO OSLO Ph. panamensis Verr. . «+ 1931 Sagartidae incertae sedis . . . . . 1976 Phosvestità JONDO SV I StICHIlensisWeSs:t i R 6 Ph. abyssicola K. & Dan.. . . . 132 S. rubro-alba Q. & Gaim.. . . . 177 PAENINOLNAtA Verra ri e 92 SACLISPLTAMMELI ENTI e OLII) Ph. solidago D. & Mich. . . . . 132 SPERA AE ea Lo e e CV Ph. coreopsis D. & Mich. . . . . 138 Ai. erythrochila Fisch. . . . . . 1978 Ph. cricoides Duch... . . . . . 138 AIA MI ERESIA IL78 Ph. Vernonia D. & Mich. . . . . 133 ASTE FCTARINESIA MN VESIRINL78 Ph. Duchassaingi n. n. . . . . 134 Ai. tagetes D. & Mich.. . . . . 179 Phellidae dubiae . . . . .... 134 AGIO LOT ER IO ERATUPAnS Verri MI LIE AdEISChertso tina rr 9 Bbarctica Verrss0i celisi 194 AGNbicplorklest tei TRO, CheeRichardisMargo AGNO 14 > Ad. egletes D. & Mich. ..... . 180 Adusca MERA RO. Subfam. Sagartidae. . . . . . . 135 ISIS prebensa MODA ta RES IS ActINOLOBA Blainv.. . . . . . . 136 Sagartidae dubiae ......... +. 181 ASdantrustBl SAR SS RNA 137 AcsachatesEDanat A ES 181 ‘A. marginata Des... i. 0.04. 189 HStalbaX(COckst0f Matia II A. reticulata Dana . . . . . . 140 Hsfarcime ne Bro Roi OR RI8]. HELLACUISKMNOmpi Cet Orte da STAI H. brevicornis Stud.. . . . . . 182 HE pellisgBlf gt Ragni. 142 C. impatiens Dana, al + + 182 H. paumotensis Dana . . . . . 146 Ai. nivea) Uesssgg ie e E NI82 FSIDINOLE SP-AU NES MIRATI IA. AIA GASSIZION NIN ES INI 193 EIniatat GSM RIEN IA ‘Ai rhodora Danza Miei i 0183 i. mimosa D. & Mich. . . . . 183 i. annulata essi. li mena Wei 1184 IGININUtAM VELTRONI . nymphaea Dana .... ... +. 184 STATIa ba VETTA N ARRE Inodesta Verrai MS A 185 VECI UIN RARA 185 Bradley (Verrai Me ir IS . panamensis: Verr.. |. tell. . 186 . carcinophila Verr. . . . . . 186 . expansa Stimp. . . +. . . 186 Sihastata W-eEerG-t MM ret. 186 ine lata Dana è UST 187 PATUDUSIDIAY tO ERI HVenUustan ossee e e e IAS Hol Aree 150 Estornata HAS At ASI 150 CYEISTAN Gost i Mi een dI 1 LI51 Cavina Mal RE A 5 CAUndata MOR AN E 54 @.coccinea Millet eee. 57 CRIeucolenasiVere Me tO 57 ADAMSTASFOLDI SARTRE I 158 A. Rondeletii D. Ch. . . .. < 159 Ada corata Dana srt A 162 A-tpalliata®Boh. fifa died. 168 ATPIASIANGOSRMM na Rent ea 1605 ACEIAcerataBial espansioni 03 166 ‘A-carnea vAndr: ni lenta A 167 ZZRAARRRNANURP pp — 430 — PAG. PAG. Subfam. Aetinidae . . . . . . . 187 ANDoyvil Verr. IRCOUE ONE Na e235, A'CTINIR BLOW: MEM RUN SAR L88 CrApaoris Pane: MSA 8235, Ae quin a (Gin AR REN 89) GA Costae Pane USL IS 5 ASICari DA Chars n 94 C. marabilis John... Cit 8235 'ANEMONTA RISSA te e e e L00 C. grandis Verr... . . . ... . 230 Asulcata een n Mr N Ur 1:9,7: BunopEoPSsIS Andr.. . . . ... . 296 AContarini Hell. a 201 Bi strumosa, ‘Andr. URINE NENAN2.36 A. Milne-Edwardsii n. n... . . 202 GYSTIAOTIS M. Edwi Ut Sr N23, Actinidae dubiae. . . . . . . . 202 C. Eugenia D. & Mich. . . . . 237 Ac. depressa Duch. . . . +. . . 202 EVACTIS Verro Att RUE 235 An. erythrosoma Ehr. . . . . . 208 E. artemisia Dana . . . . . . 238 An. adhaerens Ehbr. . . . . . . 203 THELACTISIRIUNZ:A SSR 8 An. Hemprichii Klunz.. . . . . 203 Th. simplex: Klunz. i ate 239, AnAferysta lina gt e 204 Bunodidae incertae sedis +. . . +. . 239 Actinidae innominalae . . . . . 204 Bu. pluvia Dana, e 289 Bu. ‘stella Vert: tt (0 e 259 Subfam. Bunodidae. . . . . . . 204 Bu. passiflora D. & Mich.. . . . 240 MEA RTANG OBM SURI N 206 Ph. cavernata Bosc . . . . . . 240 T. crassicornis Mùll. . . . . . ‘207 Gen. ?... tuberculosa Q. & Gaim.. 240 Tadipitata OMElli zi e e 2101 Gen. ?... fusco-rubra Q. & Gaim. . 241 BOLOCERAMGOS: MMS ZIO Gen.?... monilifera Dana . . . 242 B' Tuediae John. .d ti 0 1213, Gen.?... pretiosa Dana . . . . 242 B. kerguelensis Stud. . . . . . 214 Bunodidae dubiae . . +... . + 242 Biequest Gost I I ZI Bu. stellula Ehr:.. ke 0: 1242 BONODESIGOS. A SR lo Bu. monile Templ. . . : ... . 243 B. gemmaceus Ell. . . . . . . 216 Bu. koseirensis Klunz. . +... . 243 BA Balbi Cock 219 Bu: (crispus. Ehr. RI BA teri go NES RA SR 220, Bu. Studerii n. n (if BAIA US AMAT 220 Ev. xanthogrammica Br. . . . . 244 Barthallia®tGos tit O 222 Ev. flosculifera Les.. . . +... 244 B. sabelloides Andr.. . . . . . 223 An. pallida D. & Mich. . . . . 244 B. cruentatus Dana . . . . . . 224 Cy. Eydouxii M. Edw. . . . . . 245 Bepapillosus®De885Mf- ARMS (224 Cy. Gaudichaudi M. Edw.. . . . 245 B. biscayensis Fisch. . . . . . 225 Cy. Reynaudi M. Edw.. . . . . 245 Btocellatus essa Mii 6225 Te: (coccinea Verr:tt «MR RANNA ezio B. maclovianus Less. . . ... . 225 Bo. multicornis Verr. . . . . +. 245 1} GALANITETPÀ ob ble vetào 208 PRYMAGTIS Mw: 0226 Subfam. Cereactidae . . . . . . 246 Ph. clematis Dana . . ... . . 227 CEREACTIS Andr.. Ile 246) Ph. diadema Dana . . . . .|. 227 C. aurantiaca D. Chi. Qt tr ZA Ph. veratra Dana... 0. -. 228 Cereactidae dubiae . +... +... 248 Ph. pustulata Dana . . . . . . 228 GC. quadricolor Leuck. . . . . . 248 IP hWCHPensis FITESSAMNISMN IS NS SI 228 C. doreyensis Q. & Gaim.. . . . 248 Ph. Sanctae-Helenae Less. . . . 228 AULAGTINIA Verri M her i 1229 Subfam. Hyanthidae . . . . . . 249 Altcapitaba VA pra ee 0229 TnyANTHUS Forbi) 8 SMI RAON250 A. granulifera Les. . . ... + . 230 { MitchellitGos-. 0% AS00- 0° 250 ASA FO TOGO SAI ZI: T. partenopeus;. = «fl 251 ASI CIASSAMATICI ARI CR e AR 29 Ilyantidae incertae sedis . . . . . 252 ANTHOPLEURA D. & Mich. . . . . 232 I. scoticus Forb. . . +. + + . . 292 ALe SUINI UChES MI e le II T'‘chIoropsi8 Ag.i-M-A E ZO Ilyanthidae dubiae . I. laevis Verr.. I. neglectus Leid. I. Gossei Kel. . Subfam. Mesacmaeidae . MESACMAFA g. n. M. stellata Andr.. Subfam. Heteractidae ELOACTIS n. n. + E. Mazelii Jourd. . E. globulosa Q. & Gaim. . ROPALACTIS n. n. a R. vas Q. & Gaim. . R. magnifica Q. & Gaim. . RAGAOTIS n. n. R. pulchra sp. n... R. lucida D. & Mich. HerERACcTIS M. Edw. . H. aurora Q. & Gaim. . H. hyalina Les. STAURACTIS n. n. S. Boscii Duch. Heleractidae dubiae Rop. annulata Verr.. Rag. cruciata n. n. . Subfam. Corynactidae CorynactIs Allm. C. viridis Allm. C. globulifera Ehr. . C. carnea Stud. C. parvula Duch.. c C. myreia D. & Mich, . CoRALLIMORPHUS Mos. . C. rigidus Mos. C. profundus Mos. CAPNEA Forb.. C. sanguinea Forb. . Corynactidae dubiae C. denticulosa Les. Subfam. Discosomidae DiscosoMaA Leuck. D. nummiforme Leuck. D. tapetum Ehr. . D. giganteum Forsk. D. molle Dana 272 St. clavigera Dana St. incerta n. n. . Subfam. Paractidac PARANTHUS n. n.. A P. chromatoderus Schm. PARACTINIA n. n. CIRO Pstriata GRIS: SME. ParactIis M. Edw. . P. peruviana Less. P. Novae-Hiberniae Less. . Paractidae incerlae sedis . P. olivacea Ehr. . P. Sanctae-Catherinae Less. . P. erythraea Ehr. P. Dietzii D. & Mich. . P. candida Mull. . Paractidae dubiae PIPÌ papaver Dana . P. Ehrenbergii Br. . pulchella Ehr.. . rapiformis Les. . subfusca Ehr. . . euchlora Ehr. . . Studerii n. n. . . nobilis Verr. Paractidae innominatae Inof ino] GnelAnoftckAac] Fam. STICHODACTYLINAE EcHINACTIS M. Edw. E. papillosa Less. E. coerulea Q. & Gaim. Discosomidae incerlae sedis STICHODACTYLA Br. . S. Mertensii Br. . Discosomidae dubiae D. fuegiensis Dana . D. anemone Ell. . D. helianthus Ell. D. album Forsk. . Subfam. Aurelianidae. AURELIANIA Gos.. A. heterocera Thomp. A regalis n. n. Aurelianidae dubiae A. elegans Duch. . A. osculifera Les.. Subfam. Rhodactidae . RuHopacris M. Edw. — 432 — PAG. PAG. Rh. rhodostoma Ehr. . . . . . 291 O: formosa Dana, 0 298) TARACTEATNSD, 0a Vea ale Igea fe 29 O mruscosa Danat Ar 08 TADanae Dich. Pe 0291 ABTERACIS Verri. SIA 298 Rhodaclidae dubiae . . . hi ca i (LEVI ABradleyi Verne. ee Ae NI298 Rh. musciformis D. & Mich. PINE 292 TIOPHAOTISAVETTA O N09 Lairadiata, DIC Ste FAN N209 Subfam. Phymanthidae. . . . . 292 M-Vornata Verri RR 800 PaymantHUs M. Edw.. © . ... . 292 PMO CORE RI ORR R98 Subfam. Crambaetidae . . . . . 300 IPh*RCruCiterAMe sti AN 298 AcTINOTERIX D. & Mich.. . . . . 300 TRIACTISAKIONZ AR O 294 A. verruculata Klunz. . |... + 0801 Tr. producta Klunz:. .. L00294 A. Sancti-Thomae Duch. . . . . 801 CRAMBACTIS Haeck.. .. .. 000. 1 1302 Subfam. Phyllactidae. . . . . . 294 G. arabica Haeck its RAMONE 802, PEYnAGCTIS UMORE w.00 ine 1295. Ph. praetexta Dana... . ... . 295 Subfam. Cryptodendridae. . . . 302 Phofcichoracea Haeck:. Se 1296) CryPToDENDRUM Klunz. . . . . . 303 OULACTISAMGRA yy NN 2.96 C..adhaesivum Klunz. - . . . . 803 O concinnat gd anatre e 2957 HETERODACTYLA Ehr. ca 0 04 OOO SA RNA I 02007 H- \Hemprichil Ehrsk, ds 80 Fam. TMALASSIANTHINAE Subfam. Thalassianthidae. . . . 305 ACTINODENDRON Blainv. . . + Bf 0800) THALASSIANTHUS Leuck. . . . . . 806 A. aleyonoideum Q. & GHigne 11909 FbeRasteralte n ele Per ie 306, A. arboreum Q. & Gaim... . . . 810 AcTINERIA Blainv: . « ..... +. 307 A. villosa Q. & Gaim. . . . . . 308 Subfam. Sarcophianthidae . . . 310 MeGAnA@RIS-Bbram: e e 0 3 ne 2001808 SARCOPHIANTHUS Less... . . . . + 810 M. Hemprichii Ehr.. . . . . . 308 Sp SERA PESSSO o aloe 6 SII Fam. ZOANTHINARE Subfam. Zoanthidae . . . . .. 311 P. (M.) cingulata Q. & Gaim. . . 826 PoLyrHoA Klunz. . . . ANZIO P. (M.) viridis Q. & Gaim. . . . 826 P. (strict. s.) arenacea D. Ch. SENZA P. (M.) elongata Verr.. . . ... 326 (PN(s-05) WesuenritAnd® ii 16 P. (M.) nymphosa Dana . . . . 326 Pi (6953) Cavolin again e ee BI P. (Corticithoa) tuberculosa Klunz. 327 P. (s. s.) axinellae Schmt.. . . . 317 PA (C)elareola Wes MN RA828 PA (05) favuaSchiz. Ao 1818 P. (C.) aggregata Less. . . . . 328 P.(Monothoa) vanikorensisQ.&Gaim. 322 P.(C.)clavata Duchi e N828 P. (M.) fulva Q. & Gaim.. . . . 322 P. (Ci) lutea (QL&Gaim, i 828 P. (M.) spongiosa Andr. . . . . 322 POLYTHOAE DUBIAE . . . + j 0d829, P. (M.) viridifusca Q. & Gaim.. . 322 P. (Mono.) caraibeorum DIL fio, 329) P. (Endeithoa) rubricornis Holds. . 323 P. (M.) philippinensis Gray . . . 329 P. (E.) norvegica D. & Kor.. . . 323 P. (Cortico.) humilis Verr. . . . 829 P. (Taeniothoa) sulcata Gos.. . . 324 P. (C.) cinerea D. & Mich. . . . 329 P. (T.) anguicoma Norm. . . . . 824 ZoANnTHUS Klunz. . . Meo SU P. (Gemmithoa) brevis Duch. . . 324 Z. (str. s.) Bertholetii Foti ARG o SEI P. (Mammithoa) univittata Lor. . 325 ZA (6:95:) ROCHA IRE 9 Pi (Mi)fauriculanlDies. e =. 3 32925 Ze (8718:) Danze tec RENI N /. (s. s.) areticus Sars . . (Monanthus) Savignyi Aud. (M.) tuberculatus Gray. (Corticanthus) nitidus Verr. . (C.) paguriphilus Verr.. . (C.) confertus Verr. . d . (Rhyzanthus) Solanderi Les. . . (R.) sociatus Ell.. Z. (R.) Alderii Gos. . ZOANTHI DUBII. CUD ME Z. (s. s.) flosmarinus D. & Mich. Z. (M.) incultus n. n. i Z. (M.) Cliftonii Gray . Z. (R.) dubius Les. . Z. (R.) Mertensii Br. pa Z. (C.) Anduzii D. & Mich. . ANTINEDIA D. & Mich. A. Duchassaingi n. n. VERRILLIA g. n. . V. crassa Verr. NNNNNNN Zoanthidae incerlae sedis et Z. dubiae. A. P. stellata Lam. . P. mammillosa Ehr.. P. ocellata Lam. . . coesia Dana. . senegambiensis Cart. . variabilis Br. . . olivascens Br. . . lobatus D. Ch. ? Rusei D. & Mich, . BO RdO Diib. . naso Koll... SSERUREgeegiAr . glomerata Mar. . eupaguri Mar. . Ve dolegioo È Z. . Norm VORO Norm. ? emaciata Andr. Subfam. Bergidae. BeRGIA D. & Mich.. B. via-lactea Duch. . B. catenularis Duch. Subfam. Sphenopidae. SPHENOPUS Steen. S. marsupialis Gmel. Fam. CERIANTHINAE Subfam. Cerianthidae. CeRIANnTHÙS D. Ch. C. solitarius Rapp C. Lloydii Gos. C. membranaceus Gmel. BATHYANTHUS g. n.. ò B. bathymetricus Mos. . SaccantHUS M. Edw. . S. purpurascens M. Edw. . S. maderensis Johns. Fam. Subfam. Mimyadidae. ACEROMYNIAS g. n. . . . A. viridula Q. & Gaim. PHLYOTAENOMINYAS £. N. . Phl. Brandtii n. n. . Phl. purpurea Mos. . DACTYLOMINYAS g. n. . 343 Cerianthidae incertae sedis 344 C. Stimpsonii Verr. . 345 C. borealis Verr. . 346 C. americanus Agas.. 347 C. orientalis Verr. 349 C. Liitkenii n. n.. 350 Cerianthidae dubiae . 350 C. vermicularis Forb. 351 C. medusula Klunz. . 351 MINYADINAE 354 D. flava Les. 355 D. rhododactyla Mos. 355 D. coerulea Less. . 355 PHYLLOMINYAS g. n. 356 Ph. olivacea Les. . 356 Ph. ultramarina Les. 356 ut . parasiticus D. & Mich. . P P . P. glutinosa D. & Mich. P E (Di PAG. 388 338 339 339 339 339 339 340 340 340 340 340 340 340 340 341 341 341 341 341 342 342 342 351 361 352 352 352 359 358 353 353 357 357 358 358 398 359 Actiniarum larvae. Calliphobe appendiculata Busch Arachnactis albida Sars Arachnactis brachiolata Agas. Arachnactis .. sp. .. Semp. . Dianthea nobilis Busch vadano a edi o) o Speeies incertae sedis. SP. INCERTAE S. (ABNORMES) Eumenides ophiseocoma Less. Lepactis squamata Brug. Tetractis quadrangularis Brug. Spiractis punctulata Q. & Gaim. . Aceractis Draytoni M. Edw. Tilesia brasiliensis M. Edw. Ricordea florida D. & Mich. Orinia torpida D. & Mich. Dendractis priapus Til. Petalactis vagans Less. Petalactis calendula Ell. . Lebrunia neglecta D. & Mich. . Gonactinia prolifera Sars Epiactis fertilis n. n... . - SP. INCERTAE S. (AMBIGUAE) ...... taeniata Klunz. . . HI TOGE Margaritae Gos. «+... abyssicola Mos.. miteionte gelatinosa Mos. |... +. è SSRRLE Churchiae Gos. ooedo chrysosplenium Cocks Species dubiae. SP. DUBIAE (ACTINIARIAJUVENILIA) o0.000Ì pelagica Q. & Gaim. . dado gracilis Q. & Gaim. . avnnbe rhododactylos Grbe duoboo curta Dana . RTS globulifera Duch. . i RONDE fenestrata Gos. — 434 — APPENDIX PAG. Adone filiformis Rapp 360 poubso picta W110S5-MFt e. TAO S60 RI N viridescens Q. & Gaim. 360000 TE amethystinus Q. & Gaim. . SOLI pe colorata Duch. SO 961: Alt eee mirabilis Verr. . SOLO ee nobilis Verr. 361 362 362 363 363 363 364 364 364 364 365 365 366 366 366 367 367 367 368 368 369 369 370 370 371 371 371 372 372 372 373 373 373 373 Species delendae. Urtica Sittardi Urtica triplex . +... Urtica contracta Aldr. Urtica pileus Aldr. . . . Urtica leporina Aldr. . Actinia Réaumuri . . . . Actinia Marsilii . Actinia Peyssonelii . Actinia mucilaginosa prima Plane. Actinia mucilaginosa altera Plane. (A. doliolum Pall.) ('). (A. corolliflora Gaert.). Actinia judaica Linn. . Actinia volva Olaf. Actinia bicornis Olaf. . Actinia ventricosa Olaf. Actinia multiformis Olaf. (A. little flesh-coloured Hill) (A. little white Hill) . (A. great Hill) . (ASlargertHi]]) sera (A. tentaculis variegatis Hill) (A. tentaculis capillaceis Hill) . (A. cinquième ésp. Dicq.) (A. sixième ésp. Dicq.) (A. quatrième ésp. Anon.) Actinia squamata Mill. Actinia truncata Miill. Actinia intestinalis Fab. O. . Actinia nodosa Fab. O. (ARA aC) Actinia caryophyllus Mart. Actinia pusilla Swartz Actinia anemonoides Shaw Actinia varians Mill. Actinia iris Mill. (') I nomi fra parentesi si trovano solo in nota alla pagina indicata. PAG. 374 374 374 bb) 375 375 376 376 376 377 gui 377 377 377 377 377 378 378 378 378 378 378 379 379 379 379 379 379 379 379) 379 379 379 379 379 380 380 381 380 381 381 381 381 — 435 — PAG. RAG. Actinia reclinata Bose. . N. 882 Minyas fuscescens Phil. . . . . . 387 Actinia minutissima Les... . . 382 Actinia elongata Grube . . . . . 387 i IACGIDIIETOSBAMERISANE SN ST 082 Actinia atrimaculata Grube . . . . 387 | Actinia violacea Ris. . . . .. . 982 Actinia zebra Grube . ... ... +. 387 Actinia rufa Ris. . . <.<. . 883 Cerianthus actinioides D. Ch. . . . 388 Afctinia, albe VBist ino SIR 1888 Actmagrufa DA Che miatta, eio et888 Actinia brevicirrhata Ris. . . . . 383 (Griine Actinie Erdl) . . . .°. . 988 ACUTO DIRINTOSS ME RR 1988 (Weissarmige Actinie Erdl) . . . . 388 (Lagena chlorostoma Less.) . . . . 383 Actinia,equina Conti... du. 00 888 Actinia tongana Q. & Gaim. . . . 384 Actinia verrucosa Cont. . . . . . 389 Actinia striata Q. & Gaim. . . . . 384 Paractis ochracea Duch. . . . . . 389 Actinia mammillaris Q. & Gaim. . . 384 Paractis caraibeorum Duch. . . . . 389 Actinia papuana Q. & Gaim. . . . 384 Actinia Yarellii Cocks . . . . . 889 Actinia strigata Q. & Gaim. . . +. 9384 Actinia (Alderi Cocks . 0 +» 889 Actinia parvitentaculata Q. & Gaim.. 385 Actinia Bellii Cocks. . ......... + 890 Actinia rosula Ehr. . . . . . - 985 Actinia obtruncata Stimp. . . . . 390 Actinia simplex Ehr. . . . . . . 985 Actinia carneola Stimp. . . . +. . 390 Actinia Cleopatrae Ehr. . . . . . 385 Scolanthus sphaeroides Holds. . . . 390 Cribrina chlorospilota Br. . . . . 9386 Actinia pulcherrima Jord. . . . . 991 ‘Actinia Mertensii (Br... .. - . 1986 Actinia aurantiaca Jord. . . . . . 991 Actinia elegantissima Br. . . . . 386 Actina nitida Daw. ee 01 Actinia erythrospilota Br. . . . . 886 (Anthea flavidula M. Cready) . . . 391 Actinia chlorodactyla Br. . . . . 386 Paractis guadalupensis D. & Mich. . 392 Actinia Laurentii Br. . . . . . . 986 Actinia sinensis Coll. . . . . +. +. 392 E. (INDICE ALFABETICO-SINONIMICO DEI BINOMII ATTINIOLOGICI). N. B. Mentre altrove nel testo i nomi d'autore susseguenti ad un binomio si riferiscono sempre soltanto al vocabolo specifico; quivi (trattandosi di un elenco dei binomii) indicano invece da chi un determinato binomio venne come tale impiegato, senza curare chi sia l'autore del genere, nè quello della specie. Perciò anche si trovano accoppiati con l’anno relativo. Con quei due dati il lettore può riscontrare le fonti nella prima parte del volume presente. —I binomii in carat- tere allargato sono quelli ammessi nel presente volume; gli altri non sono che sinonimi. Ai primi precedono sempre alcani segni speciali che indicano il grado di certezza della specie relativa; vale a dire: — ! sp. certae, — . sp. incertae, — ? sp. dubiae, — * act. larvae, — .. act. in- certae sedis, — ?? act. dubiae, — + act. delendae. — I nomi in corsivo sono di lingue moderne. PAG. | PAG. ACERACTIS | A. tuberculosa — Blainville 1834. . 240 +. A. Draytoni — Andres 1883. . . 863 | A. ultramarina — Blainville 1834. . 359 ACEROMINYAS | A. viridula — Blainville 1834 . . . 355 ! A. viridula — Andres 1883... 355 | ACTINERIA ACTHELMIS | A. Hemprichii — Kluinzinger 1877 . 308 A. intestinalis — Litken 1875. . . 380 | A. rbodostoma — Lamarek 1837 . . 291 ACTINECTA ! A. villosa — Blainville 1834. . . 308 A. flava — Blainville 1884. . . . 357 | ACTINERNUS A. olivacea — Blainville 1834. . . 358! A. nobilis — Verrill 1879. . . . 976 + + TANA SARAI TI SARAS + RELA PPEPEPPPEPPPEPPLpPDPb ACTINIA abyssicola — Moseley 1877. . achates — Dana 1846. . adhaerens— Deshayes in Lam. 1837. . adspersa — Gravenhorst 1831 . alba — Gmelin 1788 . alba — Cocks in Johnston 1847 . alba — Risso 1826 . aleyonoidea — Quoy & Gaim. 1833. Alderi — Cocks 1851 . . amethystina — Quoy & Gaim. 1833. . anemone — Ellis 1767 . anemonoides — Shaw 1779 . anguicoma — Johnston 1847 annulata — Lesueur 1817 arborea Quoy & Gaim. 1838 . artemisia — Dana 1846 . . aster — Ellis 1767. UN: . atrimaculata — Grube 1841 . . aurantiaca — Delle Chiaje 1823-29. aurantiaca — Jordan 1855 . aurora — Quoy & Gaimard 1833 . aurora — Tugwell 1856 . . azurea — Blainville 1834 . Ballii — Cocks 1849 . . Bellii — Cocks 1851 bernhardiana — Cavolini 1853. . bellis — Ellis 1767 bicolor— Lesueur 1817. bicolor — Lesson 1830 . . . bicornis — Miiller 1776 . . bimaculata — Grube 1841 . biserialis — Forbes 1840. . brasiliensis — M. Edwards 1857 . . brevicirrhata — Risso 1826. . brevitentaculata — Blainville 1830. . brevitentaculata — Blainville 1830. . calendula — Ellis 1786 . candida — Gosse 1853 . candida — Miller 1788 . . capensis — Lesson 1830 . . carciniopados — Otto 1823 . . carneola — Stimpson 1853 . . . caryophyllus — Martin 1786 . Cari — Delle Chiaje 1823-29. . cavernata — Bose 1802 . . cavernosa — Mac Cready 1859 . cerasum — Dalyell 1848. . cereus — Ellis & Solander 1786 . . chamaeleon — Grube 1841 . . chilensis — Lesson 1830 + + PrPEPrPepepppopprprpprpproppbopbpbrbpreb + PPEPPPrEpPpppprasbpppropep . chiococca — Johnston 1847. . . chlorodactyla — Brandt 1835. . chrysosplenium — Johnston 1847. . chrysanthellum — Johuston 1847. . clavata — Ilmoni 1830. . clavata — Rathke 1843 . . clavata — Thompson 1851. . . - clavus, Quoy & Gaimard 1833 . . clavigera — Dana 1846 . . . . clematis — Dana 1846 . 5 . Cleopatrae -— Deshayes 1837 . - coccinea — Miller 1788 . .- coerulea — Quoy & Guimard 1833. Contarini — Heller 1868 concentrica — Risso 1826 . conchicola — Leuckart 1841 . corallina — Risso 1826 . . . corolliflora — Gaertner 1762. . corpore ventricoso — Olafsen 1772. . coriacea — Rapp 1829 . crassicornis — Delle Chiaje 1825. . crassicornis — Fabricius 1780 . . crassicornis — Miiller 1776. . crassicornis — Lamark 1837 . cricoides — Milne Edw. 1857. . crispa — Deshayes in Lam. 1837. . crucifera — Lesueur 1817 . cruentata — Dana 1846 . crystallina — Cavolini 1853. . . erystallina — Deshayes in Lam. 1837. . curta — Dana 1846 5 . eylindrica — Reid 1847. . . . . cylindrica — Renier 1804 . decora — Deshayes 1837. . decorata — Dana 1846 . denticulosa — Lesueur 1817. . depressa — Rapp 1829 . diadema — Dana 1846 . dianthus — Ellis & Sol. 1786 . . digitata — Miller 1776 . diaphana — Rapp 1829. . -. . dilatata — Blainville 1834 . . . doliolum — Pallas 1766. . . . Doreyensis — Quoy & Gaimard 1833. dubia — Lesson 1830 edulis — Cavolini 1853 . effoeta — Linnaeus 1768-68 . effoeta — Risso 1826 . SLA . Ehrenbergii — Brandt 1835 . . . elegans — Dalyell 1848 . . A . elegantissima — Brandt 1835. PAG, 191 386 369 105 152 100 219 118 262 2217 385 157 284 201 194 159 191 378 379 208 198 212 207 190 133 243 293 224 223 204 371 109 347 131 162. 279 265 227 137 211 170 211 378 248 383 170 15] 159 269 147 386 È DI | ila et Prprerpepppprppppprpppbepo + pPEPPpPoePpPPpPpPpepppprprpLpprpprprp . elongata — Delle Chiaje 1841. . elongata — Sars 1857. . elongata — Grube 1841 . equina — Linnaeus 1766 . . equina — Contarini 1844. . erythrosoma—Milne Edwards 1857. . erythrospilota — Brandt 1835. . exundans — Hollard 1854 . explorator — Dalyell 1848 . - farcimen — Brandt 1835. - felina — Linnaeus 1767 . . felina — Milne Edwards 1857 . filiformis — Rapp 1829 . . fiscella — Miller 1776 . flagellifera — Dana 1846. flava — Lesueur 1817. . florida — Dana 1846 . . flosculifera — Lesueur 1817. Forskaeli — M. Edwards 1857 . fragacea — Tugwell 1856 . fuegiensis — Dana 1846. . fusco-rubra — Quoy & Gaim. 1833. fusco-rubra — Quoy & Gaim. 1833. . gelatinosa — Mosely 1877 . . gemma — Dana 1846. . . . gemmacea — Ellis & Solander 1786. gemmacea — Couch 1838 . gigantea — Rapp 1829 . gigas — Bruguière 1789. . glandulosa — Otto 1823. . glandulosa — Risso 1826. . globulosa — Quoy & Gaim. 1833. . gracilis — Quoy & Gaim. 1833 . graminea — Dana 1846 . granulifera — Lesueur 1817 guttata — Agassiz 1849. . . . helianthus — Ellis & Solander 1786. . helianthus—Deshayes in Lam. 1837. . hemispherica — Pennant 1812. . . holsatica — Miiller 1788. hyalina — Delle Chiaje 1823-29 . . hyalina — Lesueur 1817. intestinalis — Fabricius 1780. . impatiens — Dana 1846 . iris — Miiller 1788 . . Johnstonii — Cocks 1851 judaica — Linnaeus 1767. . lacerata — Dalyell 1848. . Laurentii — Brandt 1835 . lineolata — Dana 1846 . . Macloviana — Lesson 1830 . — 437 — PAG. 170 124 387 189 388 203 + 386 190 152 za 181 + 138 207 374 373 = 199 357 227 244 + 190 191 + 285 180 + 241 368 226 + 217 208 282 282 + 220 221 + 257 371 194 230 150 285 269 189 208 166 261 379 + 182 381 408 378 166 Da 386 187 225 A. maculata — Adams 1800. A. maculata — Bruguière 1789 A. magna corpore laevi — Hill 1773. A. magna corpore sulcato — Hill 1773. A. magnifica — Quoy & Gaimard 1833. A. mamillaris — Q. & Gaim. 1833. A. marginata — Lesueur 1817. A. margaritifera — Templeton 1836. A. Marsillii — Andres 1883. A. Mertensii — Brandt 1835. A. mesembryanthemum — Ellis & So- lander 1786 A. miniata — Gosse 1853 A. minutissima —- Lesueur 1817. A. mollis — Dana 1846 . ò A. monile — Templeton 1836 . . . A. monilifera — Dana 1846. A. mucilaginosa altera — An- dres 1888 capri: A. mucilaginosa prima — An- dres 1883 ara: . multiformis — Andres 1883. > PpPPeEpPEpPEPPPPEpLEpLPpPPpPprepperppperbr . mutabilis — Gravenhorst 1831. . neglecta — Leidy 1855 . . nitida — Dawson 1858. nivea — Lesson 1830. nivea — Gosse 1853 . . . . . Novae-Hiberniae — Lesson 1880. nodosa — Fabricius 1780 . . nymphaea — Dana 1846. obtruncata — Stimpson 1853 . . ocellata — Lesson 1830 . . olivacea — Lesueur 1817 . ornata — Holdsworth 1855. . ornata — Wright Strethill 1856 . . osculifera — Lesueur 1817 . . palliata — Heller 1868 pallida — Holdsworth 1855. pallida — Agassiz 1849 . . papaver — Dana 1846 . . . . papillosa — Deshayes in Lam. 1837. . papillosa — Lesson 1830. . papuana — Quoy & Gaimard 1833. . papuensis — Milne Edwards 1857. . parasitica — Couch 1838 . parva alba — Hill 1773. . parva carnea — Hill 1773 . . parvi-tentaculata — Quoy & Gaim. 1833 c . paumotensis — Dana 1846 . . pedunculata — Delle Chiaje 1825. PAG. 163 160 379 379 259 384 139 191 3977 386 190 147 382 283 243 242 378 377 379 168 253 391 182 148 267 380 184 390 225 267 150 147 289 163 174 183 269 209 224 384 384 519 379 379 385 146 216 . pedunculata — Templeton 1836 . . pelagica — Quoy & Gaimard 1833. pellucida — Alder 1857. . . . pellucida — Cocks 1851 . . pentapetala — Pennant 1877 . Peysonnelii — Andres 1883 _. peruviana — Lesson 1830 phaeochira — Heller 1868 . picta — Lesson 1830 . picta — Risso 1826 plumosa — Miller 1776 . pluvia — Dana 1846 . . polymorpha — Gunner 1774 polypus — Blainville 1830 . . prehensa — Mébius 1880 . pretiosa — Dana 1846 . priapus — Gmelin 1788 . priapus — Tilesius 1809. . primula — Dana 1846 producta — Stimpson 1856 . . prolifera — Sars 1835 . pulchella — M. Edwards 1857. pulcherrima — Jordan 1855 . . punctulata — Quoy & Gaimard 1833. purpurea — Bizio 1833 . purpurea — Cuvier 1797 purpuriphaga — Berini 1833 pusilla — Swartz 1788 . pustulata — Dana 1846 . . quadrangularis — Bruguière 1789. quadricolor— Leuck.in Rippel 1828. rapiformis — Lesueur 1817. Réamuri — Andres 1883 . . reclinata — Bose 1802 . . reticulata — Dana 1846. rhodora — Dana 1846 . rbododactylos — Grube 1841 Rondeletii — Delle Chiaje 1823-29. rosea — Gosse 1853 rosea — Risso 1826 . rosula — Grube 1841 . rubida — Holdsworth 1856. rubra — Bruguière 1789. . rubro-alba— Quoy & Gaimard 1833. . rubripunctata — Grube 1840 . >prrppepppbpbbprepsrr . rubus — Dana 1846 ... . rufa — Delle Chiaje 1841. . rufa — Miller 1788 . . . . . > bPppPPPpebrpppppbbprpporopprpo “inubai—Risso 1826/08. A.rugis-longitudinalibus— Baster1762. A. rugis-orbicularibus — Baster 1762. + + + PpÒpepperpPpppPppepbbPebPrporpPp + PpreperprhLpr pPppppppprbpprpor Ppepbpprprrprirpr . Sanetae-Catharinae — Lesson 1830. . Sanctae-Helenae — Lesson 1830 . . senilis — Adams 1800 . senilis — Martens 1838 . . senilis — Linnaeus 1766. . . senilis — Macrì 1819. . simplex — Andres 1883 . sinensis — Andres 1883 . . sipunculoides — Stimpson 1853 . sociata — Ellis 1767 . sol — Agassiz 1849... solifera — Lesueur 1817. < species prima — Hill 1793. . . . species secunda — Hill 1773 . . . spectabilis — Fabricius 1780 squamata — Miiller 1778. . squamata — Blainville 1830 . . . squamosa — Bruguière 1789 . . . striata — Quoy & Gaim. 1833 . . striata -— Risso 1826 . e . strigata — Quoy & Gaim. 1833. . subfusca mollis — Browne 1756 . . sulcata — Pennant 1766. . tabella — Dana 1846. . tertiae speciei — Baster 1762. . tentaculis capillaceis — Hill 15173. A. tentaculis planis — Hill 1773 . > . tentaculis variegatis — Hill 1773. - tentaculis versicoloribus— Hill 1773. . Templetonii — Couch 1838. .- tigrina — Edwards 1862. . . . . Tilesii — M. Edw. 1857. tongana — Quoy & Gaim. 1833. . tongaesis — Milne Edwards 1857. . tricolor — Lesueur 1817. . . tranca — Miiller 1778. . . truncata — Gmelin 1788 . truncata — Miiller 1776. . troglodytes — Johnston 1847 . . tuberculata — Cocks 1851 . . tuberculosa — Quoy & Gaim. 1833. Tuediae — Johnston 1882 . tungana — Deshayes in Lam. 1837. . turbinata — Milne Edwards 1857. . vagans — Lesson 1830 . varians — Miller 1788 . . . vas — Quoy & Gaim. 1833 . . venusta — Gosse 1854 . ventricosa — Andres 1883 . . veratra — Dana 1846. . vermicularis — Johnston 1847. . verrucosa — Contarini 1844 . verrucosa — Pennant 1766 . . vestita — Renier 1807 . viduata — Miiller 1776 . î . villosa — Quoy & Gaimard 1833 . . vinosa — Holdsworth 1855 . . violacea — Blainville 1880 . . violacea — Risso 1826 virgata — Johnson 1861. . virginea — Miller 1776. . viridescens— Quoy & Gaim. 1833. . viridis — Contarini 1844. . . viridis — Gmelin 1788 n viridula — Quoy & Gaim. 1833 . volva — Miiller 1776 . undata — Martens 1838 . . undata — Miiller 1788 . ultramarina — Lesueur 1817 zebra — Grubc 1841 . . . zonata — Rathke 1836 A. xanthogrammica — Brandt 1835 . A. Yarellii — Cocks 1851 . chagrinte — Réaumur 1710. A. parasite — Dugés 1836 . A. verte — Réaumur 1710 A. the great — Hill 1773. A. the large — Hill 1773. A. the little flesh coloured — Hill 1773 A. the little white — Hill 1178 . A. die grùne — Erdl 1842 A. die weissarmige — Erdl 1842. A A PePprerpperpperrppoppprPrbpPpop-propbp PS ME — Chiereghin 1800 . DÒ .— Audouin 1828 A. ...... — Audouin 1828. A. ...... — Forbes 1841 LS Rolo de — Spallanzani 1784 VS ROSI — Olivi 1792. ANS, 2 eBlancus\l"30). ACTINOCEREUS A. calendula — Blainville 1830 A. calyciformis — Blainville 1830 A. intestinalis — Blainville 1830 . A. sulcatus — Blainville 1830 . A. sessilis — Blaiuville 1830 ACTINODACTYLUS A. Bosci — Duchassaing 1850 . A. neglectus — Duchassaing & Mich. 1860 . 263 ACTINODENDRON A. alcyonvidea — Blainville 1834. ! A. aleyonoideum anca & Gai- mard 1833 . A. arborea —- Blainville 1934 . ! A. arboreum — Quoy & Gaim. 1833. A. loligo — FEhrenberg 1834 ACTINODISCUS A. nummiforme — Blainville 1830 ACTINOLOBA A. achates — Andres 1883 A. dianthus — Blainville 1834. A. marginata — Andres 1883 . A. nodosa — Blainville 1834 A. reticulata — Andres 1883 . ACTINOPORUS A. elegans — Duchassaing 1850 . ACTINOPSIS A. flava — Danielssen & Koren 1856. A. rosea —- Studer 1878 ACTINORHYZA A. dubia — Blainville 1830 . A. socialis — Blainville 1830. . A. Solanderi — Blainville 1830 ACTINOSTELLA A. formosa — Duchassaing 1850 . ACTINOTHRIX A. Saneti Thomae — Mich. 1860. A. verruculata — ina: 1883 ADAMSIA + A. bicolor — Andres 1883 . decorata — M. Edwards 1857 . . diaphana — M. Edwards 1857. . . effoeta — M. Edw. & Haime 1851. Egletes — Duchass. & Mich. 1866. elegans — M. Edw. & Haime 1851. Fischeri — Andres 1883. fusca — M, Edw. 1857. . maculata — Forbes 1840 palliata — Johnston 1847 . priapus — M. Edwards 1857 . Rondeletii — Andres 1883 . . . rubro-alba — M. Edwards 1857 . . sphyrodeta — Grube 1873 . . tricolor — M. Edwards 1857 ZEGEON A. Alfordi — Gosse 1865. AIPTASIA ? A. Agassizii — Andres 1888 A. amacha — Gosse 1858 e e 09 Duch. & Ppepppprpbprppr STI EMISE ch CH + ? LOS] 109 N + PPppeprerpppr tSSÌ A. annulata — Andres 1883. . . A. carnea — Andres 1880. A. chamaeleon — Andres 1880. A. Couchii — Gosse 1860. A. diaphana — Andres 1883 A. erythrochila — Andres 18883 . A. lacerata — Andres 1881 . A, mutabilis — Andres 1883 A.inula — Andres 1883 A. mimosa — Andres 1883 A. minuta — Andres 1883 A. nivea — Andres 1883 A. rhodora — Andres 1883 . A. saxicola — Andres 1880 . A. solifera — Andres 1883 A. Tagetes — Andres 1883 . A. turgida — Andres 1880 . ALCYONIUM A. mamillosum — Esper 1788 . A. manillosum — Ellis & Sol. 1786. A. ocellatum — Ell. & Sol. 1786 . A. papillosum — Pallas 1766 . A. tuberculosun — Esper 1788 ALICIA A. mirabilis — Johnson 1861 . AMMONACTIS A. rubricollum — Verrill 1862 ANACTIS A. pieta — Verrill 1868 . ANEMONACTIS A. magnifica — Andres 1880 ANÉMONE A. première éspèce — Dicquemare 1773. A. seconde éspèce — Dicquemare 1773. A. troisiéme éspèce—Dicquemare 1773. A. qualtrième espèce — Dicquem. 1763. A.qualtrième éspèce — Anonyme DERUTA safe E IO: EVO. el A. cinquième éspèce— Dicq.1775. A. sirième éspèce — Dicq. 1787. ANEMONIA A. adhaerens — M. Edwards 1857. . cereus — Grube 1864. . . . + . cinerea — Contarini 1844 . Contarini — Andres 1883 . crystallina — Andres 1883. . depressa — Duch. & Mich. 1860. . edulis — Risso 1826 . Sin erythrosoma — Andres 1883 . . gracilis — M. Edw. 1857 . Hemprichii — Andres 1883. * » OSSÌ CESSO. )ESIC) } A. Milnedwardsii — Andres 1883. A. pelagica — M. Edw. 1857 . . . A. sulcata — M. Edw. 1857. A. Tuediae — M. Edwards 1857 . A. vagans — M. Edw. 1857. A. vagans — Risso 1826. . . . . Animal flower — Griffith 1743. A. cereus — Couch 1838. A. cinerea — Sars 1857 . A. Couchii — Cocks 1851 A. gigantea — Weinland 1860. A. flavidula — Mac Cready 1859. A. parasitica — Grube 1873. . A. Tuediae — Johnston 1847 . . AGTTETI, Die NL E ARACHNACTIS A. albida — Sars 1846. . . . . A. brachiolata — Agassiz 1862 . A. ...... — Semper 1867 . . ANTHOPLEURA A. Dowii — Verrill 1868 . . . A. Krebsii — Duch. & Mich. 1860. A. granulifera — Duch. & Mich. 1866. A. pallida — Duch. & Mich. 1866. ANTINEDIA A. Duchassaingi — Andres 1883. A. tuberculata — Duch. & Mich. 1866. APHRODITA A. corpore cylindrico — Olafsen 1772. A. hemisphaerico ovalis — Olafsen 1772. ASTERACTIS A. Bradleyi — Verrill 1868. AULACTINIA A. Alfordi — Andres 1883 A. capitata — Verrill 1862 . A. crassa — Andres 1883. A. granulifera — Andres 1888 AURELIANIA A. augusta — Gosse 1860 A. elegans — Andres 1883 . A. heterocera — Gosse 1860 . A. osculifera — Andres 1883 . . A. regalis — Andres 1888 BARTHOLOMEA B. inula — Duchassaing & Mich. 1866. B. solifera — Duchassaing &Mich. 1866. B. tagetes — Duchassaing & Mich. 1866. BATHYANTHUS B. bathymetricus — Andres 1883. PAG. 202 370 197 213 365 198 365 198 201 167 199 392 160 213 204 360 360 361 233 232 230 244 336 336 378 378 298 231 229 231 220 287 289 287 289 288 178 178 179 350 BERGIA ! B. catenularis — Dauch. & Mich. 1860 . TO B. serpens — Gray 1867. . ! B. via-lactea — Duch. & Mich, 1860. BICIDIUM B. parasititum — Agassiz 1859 BoLOcERA ! B. eques — Gosse 1860. ! B. kerguelensis — Studer 1878 . ? B. multicornis — Verrill 1879 ! B. Tuediae — Gosse 1860. BuLocERA (vedi: Bolocera) BunoDES B. alba — Gosse 1855. . , ! B. Ballii — Gosse 1860 ! B. biscayensis — Fischer 1875 B. chrysosplenium — Gosse 1855 . B. cavernata — Verrill 1862 B. clavata — Gosse 1855. B. crassus — Andres 1880 . crassicornis — Gosse 1855 . . BRERPEERAHIPIHBRRTITFEFRRERIHHH erispa — Klunzinger 1877 . crispus — Andres 1883 coronata — Gosse 1855 . . . cruentatus — Andres 1883. . cruentata — Verrill 1868 gemma — Dana 1872 . gemmacea — Gosse 1855 gemmaceus — Andres 1883. Listeri — Johnson 1861 . kerguelensis — Studer 1378. koseirensis -- Klunzinger 1877. maclovianus — Andres 1883 . miniata — Gosse 1855 monile —- Gosse 1855 . ocellata — Verrill 1868. . . . ocellatus — Andres 1883 . papillosa — Verrill 1868 papillosus — Anires 1883 . passiflora — Andres 18883 . pluvia — Verrill 1868. rigidus — Andres 1880 . sabelloides — Andres 1880. - stella — Verrill 1862 . . stellula — Klunzinger 1877. . Studerii — Andres 1883. . thallia — Gosse 1854. . verrucosus — Fischer 1875 . BUNODEOPSIS WB: strumosa — Andres 1880 — dA4l — * 19 +9 + CALLIACTIS C. effoeta — Andres 1880 C. marmorata — Studer 1878 . C. polypus — Klunzinger 1877. €. variegata — Verrill 1868 CALLIPHOBE C. appendiculata — Busch 1851. Cn — Metschnikoff 1870 CAPNEA C. clavata — Duch. & M 1866 C. clavigera — Dana 1849 . C. coreopsis — Duch. & M. 1866. C. cricoides — Duch. & M. 1866 . C. sanguinea — Forbes 1841 C. lucida — Duch. & Mich. 1860. C. Vernonia — Duch. & M. 1866. CAPNEOPSIS C. solidago — Duch. & M. 1866 . CANCRISOCIA C. expansa — Dana 1872 CAROLIA C. Conchii — Gray 1867. CERATACTIS C. clavata — M. Edwards 1857 C. crystallina — M. Edwards 1857 CEREACTIS C. aurantiaca — Andres 1880. C. doreyensis — Andres 1883. C. quadricolor — Andres 1883 CEREANTHUS (Vedi: Cerianthus). CEREUS . aurora — M. Edwards 1857. . albus — M. Edwards 1857 . . amethystinus — M. Edw. 1857 . artemisia — M. Edwards 1857. . aarantiacus — M. Edw. 1857 . bellis — M. Edw. 1857 . bicolor — M. Edwards 1857 . bimaculatus — M. Edw. 1857 . . brevicornis — Studer 1878 . . clavata — M. Edwards 1857 . coriaceus — M. Edwards 1857. . crispus — M. Edwards 1857 . cruentatus — M. Edwards 1857 cupreus — Ilmoni 1830 . . digitatus — M. Edwards 1857. . erythraeus — M. Edwards 1857 . filiformis — M., Edwards 1857. . fuegiensis — Verrill 1868 alalorololalotanaltotatarotatota liana 56 chrysosplenium — M. Edwards 1857. . fusco-rufus — M. Edwards 1857 . ! Ch. coronata COSÌ . gemma — M. Edwards 1857 . Lessoni — M. Edwards 1857 . ocellatus — M. Edwards 1857. . papillosus — M. Edwards 1857 . papillosus — M. Edwards 1857 . pedunculatus — Fischer 1875 . . pluvia — M. Edwards 1857. . pretiosus — M. Edwards 1857. sol — Verrill 1862. Thalia — M. Edwards 1857. venustus — M. Edwards 1857 . ERIANTHUS (ovvero Cereanthus) americanus — Verrill 1862. borealis — Verrill 1873 . . Brereae — Delle Chiaje 1832 . . cylindrieus — M. Edw. 1857. Lloydii — (Gosse 1859. Litkenii — Andres 1883. . medusula — Andres 1883 Gee eceageaa ea aàs ade dea . nans — Andres 1880 . orientalis — Verrill 1865 . profundus — Andres 1880 . rhododactyla — Renier 1847 . solitarius — Andres 1880 Stimpsonii — Verrill 1865. QaaALLLAAA asuDanà Agassiz 1859 . CHITONACTIS -— Fischer 1875 . Ch. Richardii — Marion 1882. CHONDRACTINIA Ch. nodosa — Litken 1875. CLADACTIS C. Costae — Panceri 1868 C. grandis —-Verrill 1868 C. mirabilis — Andres 1883 COMACTIS C. flagellifera — M. Edwards 1857 C. viridis — M. Edwards 1857. CONDYLACTIS C. passiflora — Duchassaine & Mich. 1866 . . gemmaceus — M. Edwards 1857 . . glandulosus — M. Edwards 1857 . . maclovianus — M. Edwards 1857. . paumotensis — M. Edwards 1857. . tuberculosus — M. Edwards 1857. . actinioides-— Delle Chiaje 1841. . bathymetricus — Mosely 1877. . cornucopiae — Delle Chiaje 1832. . membranaceus — Haime 1854. . vermicularis — Gosse 1858 . CORONA C. solis americana — Peyssonel 1758. CORALLIMORPHUS C. profundus — Moseley 1877 . C. rigidus — Moseley 1877 . CORTICIFERA C. aggregata — Lesson 1830 C. flava — Lesueur 1817. C. glareola — Lesueur 1817. . . . C. variabilis — Brandt 1835 . . . CORYNAOTIS C. albila — Agassiz 1859 o C. Allmani — Johnston 1847 . ! C. carnea — Studer 1878. C. clavigera — M. Edwards 1857. . ? C. denticulosa — Andres 1883 !C. globulifera — M. Edwards 1857. C. heterocera — Thompson 1853 . C. magnifica — M. Edw. 1857. . . !C. myrcia — Andres 1883. . . C. mediterranea — Sars 1857 . ! C. parvula — Duch. & Mich. 1860. C. quadricolor — M. Edwards 1857 . ! C. viridis — Allmann 1845 . . CRAMBACTIS C. arabica — Haeckel 1875 . CRIBRINA . bellii — Grube 1840 . . carciniopados — Grube 1835. . chlorospilota — Brandt 1835. . colorata — Duchassaing 1850 . coriacea — Ehrenberg 1834. decorata — M. Elw. & Haime 1851. . effoeta — Ehrenberg 1834 . . filiformis — Brandt 1835 . gemmacea— M. Edw.&Haime 1851. . glandulosa — Ehrenberg 1834, . macloviana — Brandt 1835. . mutabilis — Lamarek 1837. ocellata — Brandt 1835 . . papillosa — Brandt 1835. . . plumosa — Brandt 1835. . punctata — Schmarda 1852. . palliata -- Ebrenberg 1834. . . polypus — Ehrenberg 1834. . verrucosa — Ehrenberg 1834 . . CRYPTODENDRUM C. adhaesivum — Klunzinger 1877. CYLISTA !C. coccinea — Andres 1883. ? C. impatiens — Andres 18883. Aiieuelele)fsrieltelictere ei elierieliel ele . leucolena — Andres 1883 parasitica — Wright Pere. 1859 . . troglodytes — Wright Pere. 1859. . undata — Andres 1883. . . + . viduata — Wright Pere. 1859 . CYSTACTIS Cc. clavata — Thompson 1858 . CYSTIACTIS ? C. Eydouxi — M. Edwards 1857 . ! C. Eugenia — Duchass. & Mich. 1866. ? C. Gaudichaudii — M. Edw. 1857. ? C. Reynaudi — M. Edwards 1857. DACTYLOMINYAS ! D. coerulea — Andres 1883. ! D. flava — Andres 1883 i: ! D. rhododactyla — Andres 1883. DIANTHEA * D. nobilis — Busch 1851. DENDRACTIS +. D. priapus — Andres 1883 . DIPLOSTEMMA D. ocellata (Cribrina) — Brandt 1835. DIPLOSTEPHANUS D. bicolor — Brandt 1835 . D. candida — Brandt 1835 . D. chilensis — Brandt 1835. ? D. . albus — M. Edwards 1857 . . amemone — Duchassaing 1850 . OSSÌ el Sspstiicshsuiehicshs. el one Sutztitàe DO RISO . chlorodactyla — Brandt 1835 . Forskalii (Entacmaea) 1835 . — Brandt nivea — Brandt 1835. . nodosa — Brandt 1835 . Novae-Hiberniae — Brandt 1835. . peruviana — Brandt 1835 . pulchella (E.) — Brandt 1335. . reclinata — Brandt 1835 . rosula (E.) — Brandt 1835. . Sancetae-Catharinae — Brandt 1835. DISCOSOMA album — Haeckel 1875 aster — Duchassaing 1850 . - brevicirrchata — M. Elwards 1857. . brevieirrhata (A.I.) — Ehrenb. 1834 . denticulosa — M. Edwards 1857 . . fuegiensis — M. Edwards 1857. . gigantea (A.I.) — Ehrenberg 1834 . gigantea — M. Edwards 1857 . . giganteum — Klunzinger 1877. . helianthus — M. Edwards 1857. . molle — Andres 1833 . — 443 — PAG. 157 159 154 154 151 219 245 237 ! D. nummiforme — D Rippel 1828. . . . tapetum (A.I.) — Ehrenberg 1884. D. tapetum — Klunzinger 1877 D. viridescens — M. Edwards 1857 . DySACTIS D. annulata — M. Edwards 1857. D. biserialis — M. Edwards 1857. D. chileusis — M. Edwards 1857. D. cricoides — Duch. & Mich. 1860. D. mimosa — Duchassaing & Mich. 1866. D. minuta — Verrill 1865 . D. pallida — Verrill 1862 D. rbodora — M. Edwards 1857 . ECHINACTIS E. coerulea — M. Edwards 1857 . E. papillosa — M. Edwards & Haime 1851 ECTACMAEA E. candida — Ehrenberg 1884. . E. globulifera — Ehrenberg 1334. EDWARDSIA E. arenosa —- Klunzinger 1877. E. Beautempsis — Quatref. 1842. E. brevicornis — Stimpson 1855 . E. callimorpha — Gosse 1855 . E. carnea — Gosse 1356 . E. Claparèdii — Andres 1880. E. clavata — Stimpson 1855 . . E. clavata — Rathke 1837 . E. collaris — Stimpson 1855 . E. coriacea — Musely 1877. E. duodecimcirrata — M. Edw. & H. 1851 . 5 è RR elegans — Verrill 1869 . . . farinacea — Verrill 1869. . flaccida — Marion 1882. Grubii — Andres 1883. Harassii — Quatrefages 1842 . . janthina — Andres 1880. . kerguelensis — Studer 1878. Lutkenii — Andres 1883. . mierops — Andres 1883 . . pallida — Verrill 1879 . pudica — Klunzinger 1877 rigida — Marion 1882. . . rubricollum — Stimpson 1855. . Sarsii — Diiben 1847 . . scabra — Marion 1882. . sipunculoides — Verrill 1862 . . sphacroides — Gosse 1855 . Leuckart in E. sulcata — Verrill 1862 . E. timida — Quatrefages 1842 . E. tuberculata — Diiben 1847... E. vestita — Forbes 1843 EDWARDSIELLA E. carnea — Andres 1883. E. Harassii — Andres 1883. E. kerguelensis — Andres 1883 . E. sipunculoides — Andres 1883. 1Dp Mose — Allmann 1871 . Ig asso — Smith & Harger 1874 ete. ENTACMAEA E. adhaerens — Ehrenberg 1834 . E. biserialis — M. Elw. & Haime 1851. E. candida — Ehrenberg 1834. E. cereus — Ehrenberg 1834 . E. chromatodera — Schmarda 1852 . E. cricoides — Duchassaing 1850 . E. crispa — Ehrenberg 1834 E. decora — Ehrenberg 1834 . E. erythraea — Ehrenberg 1834 . E. globulifera — Ehrenberg 1834. E. gracilii — Ehrenberg 1884. . E. farcimen — Brandt 1835. E. Forskalii — Ehrenberg 1834 E. helianthus — Ehrenberg 1834. E. mesembryanthemum — Ehrenberg NE ZABS A LINO E. olivaceor— Ehrenberg 1834. E. phaeochira — Schmarda 1852 . E. pulchella — Ehrenberg 1834 . E. quadricolor — Ehrenberg 1834 E. rufa — Ebrenberg 1834 . E. rosula — Ehrenberg 1834 E. subfusca — Ehrenberg 1834. ELOACTIS E. globulosa — Andres 1883 E. Mazelii — Andres 1883 EPICLADIA E. quadrangula — Fhrenberg 1834 . EPrIACIIS E. fertilis — Anlres 1883 E. prolifera — Verrill 1868. EPIZOANTHUS E. americanus — Smith & Harger 1874. E. papillosus — Gray 1867 . E. paguriphilus — Verrill 1882 E. canerisocius — Studer 1878. i. crassus — Verrill 1868 E. elongatus — Verrill 186S . humilis — Verrill 1868. CS CO JT) EUACTIS E. artemisia — Verrill 1868 E.xanthogrammica— Verrill 1868. E. flosculifera — Andres 1883 . EUMENIDES E. ophisecoma — Lesson 1830 GONACTINIA G. prolifera — Sars 1851 GEPHYRA G. Dohrnii — v. Koch 1878 GEMMARIA G. brevis — Duch. & Mich. 1860. G. clavata — Duch. & Mich. 1860 G. Rusei — Duch. & Mich. 1860. G. sulcata — Gray 1867. . .. . G. Swiftii — Duch. & Mich. 1860 GREGORIA G. fenestrata — Gosse 1860. HALCAMPA H. albida — Agassiz A. 1849 H albida — Agassiz A. & E. 1865 . H. brevicornis — Verrill 1865. H. capensis — Verrill 1865. . . H. Claparèdii — Panceri 1869. . . H. chrysanthellum — Gosse 1858. H. cylindrica — Andres 1883. H. Elizabethae — Andres 1883 . H. endromitata — Andres 1880 . H. farinacea — Andres 1883 . . H. Fultonii — Wright Strethill 1860. H. Kefersteinii — Andres 1883 . H. microps — Gosse 1858 H. pallida — Andres 1883 . . H. produeta — Verrill 1862 H. purpurea — Stud. 1878 . H. suleata — Andres 1883 HALCAMPELLA H. endromitata — Andres 1883 . HELIACTIS H. alba — Andres 1883. H. bellis — Thompson 1858. H. brevicornis — Andres 1883 H. farcimen — Andres 1883. . . H. miniata — Andres 1883 . . . H. minor — Andres 1883 . H. ornata — Andres 1883. H. paumotensis — Andres 1883 . HIS 010 Andres $1888 RE H. troglodytes — Andres 1880. H. venusta -— Andres 1883 . . H. vilduata — Andres 18S0 . HETERANTHUS H. verruculatus — Klunzinger 1877 . HETERACTIS H. aurora — M. Edw. & Haime 1851. H. hyalina — M. Edwards 1857 H. lucida — Duch. & Mich. 1860. HEXASTEPHANUS H. cereus — Brandt 1835 HETERODACTYLA H. Hemprichii — Ehrenberg 1834. HOLOTHURIA H. coerulea (Min.) — Lesson 1830 HORMATHIA H. Margaritae — Gosse 1859 . HUGHEA H. calendula — Lamouroux 1821 . H. carsibeorum — Duchassaing 1850. H. emaciata — Andres 1880 H. Hemprichii — Ehrenberg 1834 H. Savigoyi — Ebrenberg 1834 HYALONEMA H. mirabilis — Gray 1835 . HyDRA . anemone — Gmeliu 1788 aster — Gmelin 1788. . bellis — Gmeliv 1788. calendula — Gmelin 1788. . calyciflora — Gaertner 1762 cereus — Gmelin 1788 . corollifora — Gaertner 1762 dianthus — Gmelin 1788 . disciflora corp. mil. gland. str. — Gaertner 1762. pi H.disciflora margine tuber., Gaert. 1762. H. doliolum — Gmelin 1788 H. gemmacea — Gwmelin 1788. H. belianthus — Gmelin 1788. H H H BHEdTTESHE . mesembryanthemum — Gmel. 1788. . sociata — Gmelin 1788 . . tentaculis denudatis — Gaertn. 1762. ILYACTIS I. torquata — Andres 1880 . ILuANTHOS (vedi Ilyanthus) ILYANTHUS I. chloropsis — Verrill 1862 I. clavus — Quoy & Gaimard 1833 . I. diaphanus — Andres 1880 I. Gossei — (Gosse 1860 I. laevis — Verrill 1862 . I. Mazelii — Jourdan 1880 . I. Mitchellii — Gosse 1853. bo 00 _ w x SI EN dl in wu _ pe siero! I. neglectus — Verrill 1866 T. partenopeus — Andres 1888 I. seoticus — Forbes 1840 . . . I. stellatus — Andres 1889 . ISACMAEA . bellis — Verany 1846... . . + . brevicirrhata (D.) —Ehbrenberg 1834. . clavata — Rathke 1843 . . Cleopatrae (U.) — Ehrenberg 1834. . crassicornis (U.) — Ehrenberg 1834. . erystallina (U.) — Ehrenberg 1834. . erythrosoma (U.) — Ehrenberg 1834. euchlora (U.) — Ehrenberg 1834 . . gigantea (D.) — Ehrenberg 1854 . . papillosa (U.) — Ehrenberg 1834. . simplex (U.) — Ehrenberg 1834 . stellula (U.) — Ehrenberg 1834 - tapetum (D.) — Ehrenberg 1834 . . viduuta (U.) — Ehrenberg 1834 ISAURA I. actinioides — Verany 1862 . I. aster — Dana 1846. I. Hemprichii — Dana 1846 I I I fd dd dn dn dn pn dn dn pn dd dn dh . neglecta — Duch. & Mich. 1860 . . Savignyi — Dana 1846. . . + . speciosa — Dana 1846. . 1 guboo — Lamouroux 1821 ISAURUS I. tuberculatus — Gray 1867 KaLLIPHOBE (vedi Calliphobe) KAPNEA (vedi Capnea) LAGENA L. chlorostoma — Lesson 1880 . LAPIDIS L. astroiditis — Sloane 1707 . . + LEBRUNIA . L. neglecta — Duch. & Mich. 1860. LECYIHIA L. brevicornis — Sars 1829 . LEPACTIS L. squamosa — Andres 1883 LOPHACTIS L. ornata — Verrill 1868. L. radiata — Andres 1883 MADREPORA M. denudata — Cavolini 1785 . M. turbinata — Forsksîl 1775. MAMMILLIFERA M. Anduzii — Duch. & Mich. 1860 . M. arenacea —- Sars 1857 M. auricula — Lesunnr 1817 337 . axinellue — Andres 1880 . brevis — Duch. 1850. . clavata — Duch. 1850 . conferta — Verrill 1868. . Danae — Verrill 1868 . denudata — Ehrenberg 1834 . . fuliginosa — Ehrenberg 1834 . - falva — Quoy & Gaim. 1833 . . glareola — M. Edwards 1851 . . inerustata — Diben 1847 . . lutea — Quoy & Guim. 1833 . . Lesueuri — Ehrenberg 1834 . mammillosa — Blainville 1834 . nitida — Verrill 1868 . nymphoea — Lesueur 1817. . ocellata — Blainville 1834 . . olivascens — Brandt 1835 . M. vanikorensis — Quoy & Gaim. 1883. M. univittata — Lorenz 1860 . M. viridis — Quoy & Gaim. 1833. M. viridi-fusca — Quoy & Gaim. 1833. Man -— Diben 1844. . Mi. .... — Sars 1851 Marigold — Griffith 1743. MEDUSA M. hemisphaerica — Dana 1766 M. palliata — Bohadsch 1761 . M. species prima — Hill 1773. M. species secunda — Hill 1773 . MPEGALACTIS M. Hemprichii — Ehrenberg 1834. MeLAcTIs (vedi Metactis) MESACMAFA M. stellata — Andres 1883 . MerACctIS (non Melactis) M. annulata — Verrill 1860. M. globulosa — M. Edwards 1857 M. vas — M. Edw. & Haime 1851 METRIDIUM M. achates — M. Elwards 1857 . M. concinnatam — Dana 1846. M. dianthus — M. Edw. & Haime 1851. M. fimbriatum — Verrill 1865. M. marginatum — M. Edw. 1857. M. molle — M. Edw. 1857 . M. muscosum — Dana 1846. M. nodosum — M. Edwards 1857. M. picttuim — M Edw. 1857 . auriculata — Duchassaing 1850 . . cingulata — Quoy & Gaim. 1833. . plumosa — Blainville 1834. . praetextum — Dana 1846 . . reticulatum — Verrill 1868. . rhodostomum — Ehrenberg 1834. . villosum — Ehrenberg 1834 MINYAS M. coerulea (Hol.) — Lesson 1830. . M. cyanea — M. Edw. & Haime 1851. M. fuscescens — Philippi 1838 M. viridula — M. Edwards 1857 . IE onda so — Semper 1867 . MONOSTEMMA M. verrucosa (Cribrina) — Brandt 1835. MoNOSTEPHANUS M. cavemata — Brandt 1835 . M. hyalina — Brandt 1835 . M. simplex (Isacmaea) — Brandt 1835. M. stellula (I.) — Brandt 1835 M. vagans — Brandt 1885 . . MoscataA (non Moschata) M. rhododactyla — Renier 1828 NAUTACTIS N. olivacea — M. Edw. 1857 . . N. purpureus — Mosely 1877 . NEMACTIS BESS N. chilensis — Verrill 1868. . . . N. colorata — M. Edw. 1857 . N. Draytoni — M. Edw. 1857 . N. lineolata — Andres 1883 N. primula — M. Edw. 1857 N. rubus — Andres 1883 . OCEANACTIS O. rbhododactylus — Mosely 1877 . OCTOPHELLIA O. timida — Andres 1883. O. gausapata — Andres 1883 . ORINIA O. torpida — Duch. & Mich. 1860. ORTIE (vedi Actinie) OULACTIS . concinnata — M. Edwards 1857. . conquilega — Duch. & Mich. 1860. Danae — Duch. & Mich. 1860. . foliosa — Andres 1883. . formosa — Duch. & Mich. 1860. . granulifera — M. Edwards 1857 . . muscosa—M.Edw.&Haime 1851. . radiata — Duch. & Mich. 1860 PALES P. Cliftonii — Gray 1867 olelolorerelole PAG. PAG. PaLYTHOA (vedi Polythoa) ? P. subfusca -- Klunzinger 1877 . 270 PALYTHOASTER P. undata — M. Edw. 1857. . . . 154 P. Savignyii — Haeckel 1875 . . . 382 P. viduata — M. Edw. 18597 . . . 152 PANCERIA I usson — Ridley 1882... . +. |. 291 P. spongiosa — Andres 1877 . . . 322 PEACHIA PARANTHUS . chrysantellum — Gosse 1855 . . 105 ! P. chromatoderus — Andres 1883. 264 . cylindrica — Gosse 1858. . . . 109 PARACTINIA . Fultonii — WrightStrethill 1860. 118 ! P. striata — An res 1883. . . . 265 . Gossei — Kelaart ..?. . . . . 264 PARACTIS . bastata — ‘Gosse 1855. . .. . . 114 adhaerens — Klunzinger 1877. . 208 ‘ alba — Ridley 1882 . . . . . qQqg . alba — Studer 1878. . . . . 271 candida — Andres 1883 . . . 268 . taeniata — Klunzinger 1877 . . 367 . triphylla — Gosse 1860... . . 113 . triphylla — Andres 1880... . 113 . undata — Gosse 1858... . . 114 . caribeorum— Duch.&M. 1860. 389 | ———P...... — Ridley 1881... . . 119 . clavata — Duch. & Mich. 1560. 134 edo TU e o VIE) comata — Andres 1880 . . . . 166 PETALACTIS curta — M. Kdw. 1857 . . . . 371 .. P. vagans — Andres 1883. . . . 365 Dietzii — D. & Michelotti 1866. 268 «e P. calendula — Andres 1883 . . 365 doreyensis — M. Edw. 1897. . 248 PHELLIA Ehrenbergii -- Andres 1383 . 269 . Ph. abyssicola — Klunzinger 1877. 132 erythraea — Klunzinger 1877. 268 Ph. armata — Andres 1880... . 124 . erythrosoma — Klunzinger 1877 . 203 Ph. aretica — Verrill 1868. . . 134 [ac Miac Miao" AL" ela Mia lab HU vv ndndvvdvtuatvii ? P. euchlora — Klunzinger 1877 270 ! Ph. Brodricii — Gosse 1859. . . 123 . explorator — M. Edw. 1857 . . 152 Ph. clavata — Verrill 1865. . . 455 + guadalupensis — Duch. & Ph. collaris — Vervill 1865. . . 455 IMCIANIS 50 398 + Ph. coreopsis — Andres 1883 . . 133 P. helianthus — M. Edw. 1857 . . 269 . Ph. cricoides — Andres 1883 . . 133 P. Hemprichii — Klunzivger 1877 . 203 Ph. cylinder — Andres 1880. . . 124 P. impatiens—M. Edw. & Haime 1851. 182 . Ph. decora — Klunzinger 1877. . 181 P. lineolata — M. Elwards 1857. . 187 . Ph. Duchassaingi — Andres 1883. 134 P. medusula — Klunzinger 1877. . 853 ! Ph. elongata — Jourdan 1880. . 124 P. monilifera — M. Edwards 1857 . 212 ® Ph, gausapata — Gosse 1858 . . . 121 % P. nobilis — Verrill 1868 . . . 271 . Ph. inornata — Verrill 1868 . . 132 ! P. Novae-Hiberniae—Andr.1883. 267 ! Ph. limicola — Andres 1880 . . 126 P. nymphaea — M. Edwards 1857 . 184 ! Ph. murocineta — Gosse 1858 . 122 + P. ochracea — Duch. & Mich. 1860. 389 ! Ph. nummus — Andres 1880. . . 127 » P. olivacea Klunzinger 1877. . . 267 . Ph. panamensis — Verrill 1868 . 131 ? P. papaver — M. Edwards 1857 . 269 ! Ph. picta — Gosse 1860 . . . . 122 ! P. peruviana — Audres 1883 . . 266 ? Ph. rubens — Verrill 1868 . . . 134 P. punetata — Andres 1880. . . . 152 . Ph. solidago — Andres 1883 . . 132 ? P. pulchella — Klunzinger 1877. 270 Ph. timida — Andres 1880... . 120 ? P. rapiformis — M. Edwards 1857. 270 ! Ph. tubicola — Klunzinger 1877. 123 P. rosula — M. Edwards 1857. . . 385 . Ph. Vernonia — Andres 1883 . . 133 P. rubus — M. Edwards 1857. . . 187 . Ph. vestita — Johnson 1861. . . 132 P. rugosa — Andres 1880. . . . 264 PHILOMEDUSA . P. Sanetae-Catherinae — An- ! Ph. Vogtii — Miiller 1860 . . . 116 ATESRISRB ata 07 ! Ph. parasitica — Andres 1883. . 116 P. solifera — M. Edw. 1857 . . . 178 ? Ph. Fultonii — Andres 1883 . . 118 P. striata — Jourdan 1880. . . . 265 ? Ph. clavus — Andres 1883 . . . 118 P tRSÌ . Studerii Andres 1883. . . 271 IE]ibrosnoe — Marenzeller 1877. . . 121 La oa (ila e 100 [On of La fa Alla e a o ML, > o la] PHYLLACTIS Ph. cichoracea — Haeckel 1875 . Ph. praetexta—M.Edw.&H.1851. PHYMACTIS Ph. Ph. cavernata — Andres 1883. Ph. clematis — M. Edwards 1857. Ph. diadema — M. Edwards 1857. Ph. florida — M. Edwards 1857 Ph. pustulata — M. Edwards 1857. Ph. Sanctae- Helenae — M. Edw. edo o È RCN RL Ph. veratra — M. Edwards 1857 . PHYMANTHUS Ph. cruciferus — Andres 1883. Ph. loligo — Klunzinger 1877 . PHI.YCTAENOMINYAS Phl. Brandtii — Andres 1883. Phl. purpurea — Andres 1883. PHYLLOMINYAS Ph. olivacea — Andres 1883 Ph. ultramarina — Andres 1883. PLOTACTIS P. flava — Milne Edwards 1857 . POLYSTEMMA P. bellis (Cribrina) — Brandt 1835 . P. chlorospilota (C.) — Brandt 1835. P. cyanea (Stich.) — Brandt 1835 P. plumosa (C.) — Brandt 1835 . POLYSTEPHANUS 3 P.farcimen (Entacmaea) — Brandt 1835. P. squamosa — Brandt 1835 POLYP P. Gallert- — Oken 1835. P. Thier- — Oken 1885 . P. Warzen- — Oken 1835 PoLyTHOA (ovvero: Palythoa) . arenacea — Heller 1868 . . argus — Ehrenberg 1834 . auricula — Dana 1846 . axinellae — Schmidt 1862 . . Bertholetii — Audouin 1828 . brevis (G.) — Andres 1883. . cancrisocia — Martens 1875. . Cavolinii — Andres 1883 . . caribea —- capensis — M. Edwards 1857. - aggregata (C.) — Andres 1883. .anguicoma(T.) — Andres 1883. arenacea (s.s.) — Andres 1883. .auricula(Mm.) — Andres 1883. .axinellae (s.s.) — Andres 1883. Duch. & Mich. 1866 . 19 + Id O td 9 o O o te ro dig dv Hd dt a 3: +? 0) 2a +? ! HI clavata (C.) — Andres 1883 . caraibeorum(M.) — Andr. 1883. cinerea — Duch. & Mich. 1366 . cingulata — M. Edwards 1857. cingulata(Mm.)—Andres1883. . cinerea (C.) — Andres 1883 . coesia —- Dana 1846 . denudata — Dana 1846 . elongata (Mm.) — Andres 1883. cecupaguri — Marion 1882 . fatua — Schulze 1860. fatua (s. s.) — Andres 1883. flava — Duch. & Mich. 1860 . flavo-viridis —- Ehrenberg 1834 . fuliginosa — Dana 1846. . fulva (M.) — Andres 1888 . glareola — Dana 1846 . . . . . glareola (C.) — Andres 1883. glomerata — Marion 1882 .glutinosa—Duch.&Mich.1866. . humilis (C.) — Andres 1883 . . Lesueurii — Audouin 1828 . Lesueurii (s.s.) — Andres 1883. . lutea (C.) — Andres 1883 . mammillosa — Duch. & Mich, 1866. .mammillosa—Lamouroux1821. . Marioni — Jourdan 1880. norvegica (E.) — Andres 1883. nymphosa — Dana 1846. nymphosa(Mm.) —Andres1883. . ocellata — Duch. & Mich. 1866 . .-ocellata — Lamouroux 1821 . .olivascens — Andres 1883 P.philippinensis(M.)—And.1883. RA HIgdvdUdvUvHdHH Perii — Audouin 1828 P.rubricornis(E.) —Andres1883. . Savignyii — Audouin 1828 . . senegambiensis — Carter 1882. spongiosa(M.) — Andres 1883. .stellata — Lamouroux 1821 . sulcata — Fischer 1875 . .sulcata (T.) — Andres 1883 . tuberculosa — Klunzinger 1877 : tuberculosa (C.) — Andres1883. .univittata(Mm.) —Andres1883. . univittata — Heller 1868 . . . P.vanikorensis(M.) — Andres1883. Le ie, Pi IE viridis — M. Edwards 1857. viridifusca (M.) — Andres 1883. viridis (Mm.) — Andres 1833. variabilis — Andres 1883 I I LI ww ino DD 19 W Sa wa [Je] wo (ei PAG. PAG. RR Den A 1840. S. chrysosplenium — Gosse 1858 . . 369 8 Pi ut . — Kolliker 1865. . . . 340 S. coccinea — Thompson 1856. . . 157 PRIAPUS S. dianthus — Gosse 1855 . . . . 137 pe P. albus — Forskàl 1775. . . . . 286 !S. Dohrnii — Andres 1883. . . 193 i P. equinus — Linnaeus 1758 . . . 189 S. effoeta — Fischer 1875 . . . . 159 P. equinus — Olafsen 1972. . . . 379 S. erythrochila — Fischer 1875 . . 198 f P. felinus — Linnaeus 1735. . . . 207 ? S.expansa — Andres 1883. . . 186 P. giganteus — Forskal 1775 . . . 282 ? S. hastata — Wrig. Perceval 1859. 186 P. polypus — Forskal 1775. 160 !S.ichthystoma — Gosse 1858 . 173 P. proboscid. brevibus So rio. 137 . S.ignea — Fischer 1875. . . . 177 P. ruber —- Forskal 1775 . . . . 190 S. impatiens — Verrill 1868. . . 182 P. rugis longitud. — Baster 1762. . 207 S. Lessonii — Verrill 1868. . . . 185 P. rugis orbicul. — Baster 1762 . . 138 S. leucolena — Verrill 1866. . . 157 P. senilis — Linnaeus 1735. . . . 208 S. lineolata — Verrill 1868. . . . 187 P. tertiae speciei — Baster 1762. . 151 S. miniata — Gosse 1858. . . . . 147 P. vividis — Forskal 1975. . .-. 197 ? S. modesta — Verrill 1866 . . . 185 RAGACTIS S. nivea — Gosse 1855 . . . . . 148 ? R. cruciata — Andres 1883 . . 263 S. niveo — Verrill 1868... . . . 149 ! R. lucida — Andres 1883 . . . 260 ? S.nymphaea — Verrill 1868. . 184 ! R. pulchra — Andres 1883. . . 259 S. ornata — Gosse 1858... . . 150 RHODACTINIA 1 S. pallida — Gosse 1858. . . . 174 R. Davisii — Agassiz 1847. . . . 209 ? S. panamensis — Verrill 1868. . 186 RHODACTIS S. pellucida — Gosse 1858 . . . . 174 R. Danae — Duch. & Mich. 1866. . 291 S. pellucida — Fischer 1875. . . 179 ? R. musciformis— Duch.&M.1866. 292 S. parasitica — Gosse 1855. . . . 159 ! R.rhodostoma — M. Edw. & + S. prehensa — Andres 1883. . . 181 HaimeglSol®k = bor ai e 291 S. pulcherrima — Gosse 1855 . . . 391 RICORDEA ! S. pura — Alder 1858 . .... . 174 +. R. florida — Duch. & Mich. 1860. 364 S. peruviana — Verrill 1868. . . 266 ROPALACTIS S. Penoti — Jourdan 1880. . . . 168 ? R. annulata — Andres 1883 . . 262 ? S. radiata — Verrill 1865 . 184 ! R. magnifica — Andres 1883. . 259 { . S.rubro-alba — Andres 1883. SANTI ! R. vas — Andres 1883 . . . . . 258 S. rubus — Verrill 1868. . . . . 186 SABELLA S. rosea — Gosse 1855 . . . . . 148 S. marsupialis — Gmelin 1788. . . 342 ! S.sphyrodeta — Gosse 1858 . . 172 SACCANTHUS S. Schilleriana — Stoliezka 1869 . . 455 !S. maderensis — Johnson 1861. 351 S. troglodytes — Gosse 1855 . . . 154 !S. purpurascens— M.Edw.1857. 351 S. troglodytes — Heider 1877. . . 143 SAGARTIA S. venusta — Gosse 1855. . . . . 148 S. affinis — Johnson 1861. . . . 160 ? S. Verrillii — Andres 1883. . . 185 S. Alderi —.Gosse 1858. . . . . 389 S. viduata — Gosse 1855. . . . . 152 S. anguicoma — Gosse 1855. . . 152 S. viduata — Fischer 1875. . . . 155 S. aurantiaca — Gosse 1855. . . . 410 S. Yarellii — Gosse 1858. . . . . 389 S. aurora — Gosse 1854 . . . . . 148 SARCOPHINANTHUS S. Bellii — Gosse 1858 . . . . . 390 S. papillosus — Lesson 1830. . . 283 S. bellis — Gosse 1855 . . . . . 143 ! S. sertum — Lesson 18380. . . . 311 S. Bradleyii — Verrill 1868. . . . 185 SCOLANTHUS S. candida — Gosse 1855. . . . . 172 S. callimorphus — Gosse 1853. . 96 ? S.carcinophila — Verrill 1868. 186 + S.sphaeroides— Holdsworth 1855. 390 + S. crispata — Verrill 1868. . . 177 ScYPHIA . S. chilensis — Andres 1883 . . 176 S. bellis — Wright Pere. 1859 . . 143 57 = asp PAG. SBENESSEL S. abgestizie — Oken 1835. . . . 379 S. braunrothe — Oken 1835. . . . 190 S. fiaumige — Oken 1885... . 140 S. gefurchte — Oken 1835 . . . . 198 S. knòtige — Oken 1835. . . . . 380 S. rothe — Oken 1835. . . . . . 207 SIDISIA S. Barleei — Gray 1858. . ... . 814 SIPHONACTINIA S. Boeckii— Daniels. & Koren 1856. 112 S. hastata — Andres 1883 . . . 114 S. tricapitata — Andres 1883 . 113 S.triphylla — Andres 1883 . . 113 !S.undata — Andres 1883 . . . 114 SPHENOPUS !S. marsupialis— Steenstrup 1856. 342 SE oveco — Semper 1867. . . . . 342 STAURACTIS ! S. Boscii — Andres 1883. . . . 262 ? S.clavigera — Andres 1883 . . 262 ? S. incerta — Andres 1883 . . . 263 STICHODACTYLA . S. Mertensii — Brandt 1835. . 234 STICHOPHORA S. cyanea (P.) — Brandt 1835. . . 356 SOMPHIA . S. Churciae — Gosse 1859 . . 369 S. spectabilis — Gosse 1860. . . 212 SPYRACTIS Sp. punctulata — Andres 1883. . 362 SPONGIA S. suberea — Johnston 1834 . . . 314 SYNANTHUS S. mirabilis — Verrill 1879. . . 375 TARACTEA T. Danae — Andres 1883. . . . 291 TARACTOSTEPHANUS . crispa (Entacmaea) — Brandt 1835. 243 . elegantissima — Brandt 1835. . 386 . erythrospilosa — Brandt 1835 . . 386 . gigantea — Brandt 1835. . . . 282 - globulifera (Entacmaea) — Brandt 18396 ISS SNA USA 270 . gracilis — Brandt 1835 . . . . 871 EMF T T. hbelianthus — Brandt 1835. . . 285 T. Laurentii — Brandt 1835 . . . 386 T. Mertensis — Brandt 1835 . . . 386 T. quadricolor — Brandt 1835. . . 248 T. tapetum — Brandt 1835. . . . 282 T. xanthogrammica — Brandt 1835 . 244 TEALIA T. coccinea — Verrill 1865 PESEESOO] T. digitata — Gosse 1858 . T. digitata — Gosse 1858 T. Greenii — Wright Perceval 1859 . T. felina — Fischer 1875. T. tuberculata — Gosse 1860 fi novo — Kyle 1872 TETRAOTIS .. S. quadrangularis— Andres 1883, TETHIA Tethiorum icones — Donati 1750 . - TETHYS T. mentula semiovatus — Linn. 1735. THELACTIS T. simplex — Klunzinger 1877. THALASSIANTHUS THOE T. hastata — Wright Perc. 1859. T. pura — Wright Pere. 1858. T. sphyrodeta — Wright Perc. 1859. TILESIA . T. brasiliensis — Andres 1883. TRIACTIS TRIGA T. philippinensis — Gray 1867. TRISTEMMA T. coriacea (Cribrina) — Brandt 1835. T. effoeta (C.) — Brandt 1835. T. filiformis (C.) — Brandt 1835 . T. glandulosa(C.) —Brandt 1835 T. macloviana (C.) — Brandt 1835 . T. palliata (C.) — Brandt 1835 . T. papillosa (C.) — Brandt 1835. T. polypus (C.) — Brandt 1835 TRISTEPHANUS T. adhaerens (Entacmaea) — Brandt 1835 . . Cari — Brandt 1835 . . Ebrenbergii — Brandt 1835. . erythraea (E.) — Brandt 1835 . . euchlora (Isacmaea) —- Brandt 1835. . quadrangularis — Brandt 1835. . Sanctae-Helenae — Brandt 1835 . TUBULARIA FIAS tSE8i5 T. membranacea — Spallanzani 1784. T. solitaria — Rapp 1829 T.crassicornis—Thompson 1856. T. aster— Leuckart in Riippel 1828 . 1. produeta — Klunzinger 1877 . . mesembryanthemum — Brandt 1835. PAG. 245 207 211 211 209 209 209 209 363 393 393 239 306 186 1%4 172 364 294 329 208 159 374 220 225 163 209 160 203 194 269 268 271 190 363 228 347 347 UROPHYSALUS U. Grubii — Costa 1869. URTICA U. U. =I=|= = 0=0=0= == * == 0=N=(=0=01= 0-00 00= = 0-01 === caryophyllum referens— Plane.1739. cinerea — Rondelet 1554. . contracta — Andres 1883. . contracta Bellonii — Aldrev. 1606. . explicata Bellonii — Aldrov. 1606. contracta nostra — Aldrovandi 1606. facies — Jonston 1650 globosa — Plancus 1739. . . hemispherica — Dana 1766 latus — Jonston 1650 lepori marino congener — Aldro- vandibl6065 cr dEtt, Ste leporina — Andres 1883. . maior — Johnston 1650. . marina — Belon 1558 . marina altera — Belon 1551 . marina americana — Seba 1734 . . marina triplex — Aldrov. 1606 minor — Johnston 1650. mucilaginosa transv. — Planc. 1739. mucilaginosa long. — Plane. 1739. . oblonga — Plane. 1739 . parva — Rondelet 154 . . pilei fere formae — Aldrovand. 1606. pileus — Andres 1883. prima — Gessner 1556 quarta — Rond. 1554. quinta — Gessner 1556 . ramosa — Plancus 1759 . rubra congener— Aldrovandus 1606. rubra — Rondelet 1554 . . saxo-innata — Aldrovandus 1606. . secunda — Gessner 1566. . serta — Gessner 1556. Sittardi — Andres 1883 . soluta marsupium — Plancus 1739. . soluta caryophyllum — Plancus 1739. tellinarum — Plancus 1739. tertia — Gessner 155 triplex — Andres 1883. URTICINA U. cavernata — Duchassaing 1750 U. Cleopatrae (I.) — Ehrenberg 1834 . U. crassicornis (I.) — Ehrenberg 1834 . U. crassicornis — Verrill 1868. U. crystallina (I.) — Ehrenberg 1834. U. digitata — Verrill 1873. 5 U. erythrosoma (I.) — Ehrenberg 1834. +? U. enchlora (I.) — Ehrenberg 1834 . U. globifera — Duchassaing 1850 U. felina — Marenzeller 1877 . U. Lessonii — Duchassaing 1850 U. nodosa — Verrill 1873 U. ochracea — Duchassaing 1850 U. papillosa (I.) — Ehrenberg 1830 . U. simplex (T.) — Ehrenberg 1834 U. stellula (I.) — Ehrenberg 1834 . U. viduata (I.) — Ehrenberg 1834 VERRILLIA V. crassa — Andres 1883 VIATRIX V. globulifera — Duch. & Mich. 1860. VULVA V. gigantea — Olafsen 1772 ZOANTHA 7. Bertholetii — Dana 1846 . dubia — Dana 1846 . . . . nobilis — Duch. & Mich. 1860 . sociata — Dana 1846 . . thalassanthios — Lesson 1830 . ZOANTHUS ISIS NNNNNNNNNN NNNNNSNNNNNN . Alderi — Gosse 1860 . . Alderii (R.) — Andres 1883 . americanus — Verrill 1866 . Anduzii {C.) — Andres 1883 . . anguicoma — Normann 1868 . . arenaceus — Delle Chiaje 1832 . arcticus — Sars 1860 o arcticus (s.s.) — Andres 1883. . Bertholetii — Ehrenberg. 1834 . Bertholetii (s.s.) — Andres 1883. . Cliftonii(M.) — Andres 1883 confertus(C.) — Andres 1883. . Couchii — Couch 1833. . Danae — Leconte 1851 . . Danae (s.s.) — Andres 1883 . dubia — Lesueur 1817 dubius — Andres 1880 .dubius (R.) — Andres 1883 dubius — Duch. & Mich. 1860 . Ellisii — Delle Chiaje 1825. . Ellisii — Lamouroux 1821 . . flos-marinus — Duch. & M. 1860 . flos-marinus(s.s.) — Andres 1883. . inerustatus — Sars 1860 . . incultus (M.) — Andres 1883 .lobatus — Delle Chiaje 1841 . Mertensii (R.) — Andres 1883 . Mertensis — Brandt 1834 . nitidus (C.) — Andres 1883 . norvegicus — Klunzinger 1877 .parasiticus—Duch. & Mich, 1860. . paguriphilus (0.) — Andres 1883. . parasiticus — Verrill 1862 . . Perii — Klunzinger 1877 . Perii (s.s.) — Andres 1883. . rubricornis — Holdsworth 1861 . Savigny (M.) — Andres 1883 . socialis — Blainville 1834 . sociata — Lesueur 1817 . . sociatus — Cuvier 1880 . . sociatus (R.) — Andres 1883 . Solanderi — Lesueur 1817 . Solanderii (R.) — Andres 1883. . suleatus — Gosse 1860 - tuberculatus(M.) — Andr. 1833. . tuberculatus — Duchassaing 1850 . Enea An'o sbas- — Normann 1867. +? Z....... — Normann 1867. SUVA: Dado — Krause? . XANTHIOPUS X. bilateralis — Keferstein 1862 . X. vittatus — Keferstein 1862 . GEN. NOV. ? «» (...) abyssicola — Andres 1883 . + iS 9 NNNNNNNNNNNNNNNNNN ?? (...) amethystinus— Andres 1883. ?? (...) arenosa — Andres 1883. 2? (...) aster — Andres 1883. ) ?? (...) colorata — Andres 1883 -.) curta — Andres 1883 +? (...) emaciata — Andres 1883. ?? (...) fenestrata — Andres 1883 ?? (...) filiformis — Andres 1883 . ?? (...) fiscella — Andres 1883 . » (...) fusco-rubra—Andres 1883. »- (...) gelatinosa — Andres 1883. 22? (...) gracilis — Andres 1883 . 2? (...) globulifera — Andres 1883. ?? (...) mirabilis — Andres 1883 . - (...) monilifera — Andres 1883. 2? (...) nobilis — Andres 1883 2? (...) pelagica — Andres 1883. ?? (...) picta — Andres 1883 - (...) pretiosa — Andres 1883. ?? (...) rhododactylos—And.1883. +? (...) Rusei — Andres 1883 . +. (...) taeniata — Andres 1883 22 (...) Tilesii — Andres 1883. + (...) tubereulosa— Andres 1883. 2? (...) viridescens — Andres 1883. — 453 — CORREZIONI ED AGGIUNTE (Nelle correzioni si tiene conto solo dei principali errori; gli sbagli di puro valore ortografico si lasciano rettificare dal lettore). A p. 59, col. 2, lin. 10 si cancelli: Genth, Carl, Solenogorgia 1867. A p. 72, al titolo (Pesca ed osservazioni preliminari) si premetta: B'. A p. 91, si premetta in testa il titolo: B (Descrizione delle specie). A p. 104, lin. 31 le parole H. albida Agass. A. & E. si cambino in: H. Eli- zabethae n. n. A p. 104, lin. 35 si cancellino le parole: H. Stimpsonii n. n. A p. 108, al titolo Halcampa purpurea si aggiunga; Stud. A p. 109, al titolo Halcampa sulcata si aggiunga: Verr. A p. 109, al titolo Halcampa cylindrica si aggiunga: Reid. A p. 117, lin. 29 si aggiunga: Actinopsis flava D. & K., Storm 1880, p. 81. A p. 128, lin. 21 si aggiunga: Phellia tubicola D. & K., Storm 1880, p. 80. A p. 124, al titolo Phellia elongata D. Ch. si sostituisca: Phellia elongata Sars. A p. 125, lin. 19 si cancelli: (tav. 5). A p. 125, lin. 23 si cancelli: (tav. 5). A p. 135, lin. 27 si aggiunga: H. sol Ag., H. ornata Holds. A p. 186, lin. 4 il binomio S. prehensa Mb. si trasporti fra la lin. 11 e 12. A p. 138, lin. 23 invece di Oken 1835 ecc. si scriva: Flaumige Seenessel, Oken 1835 ecc. A p. 138, lin. 29 si aggiunga: Actinia plumosa, Sars 1853, p. 13. A p. 143, lin. 24 si intercali: A brevitentaculata Ris., Blainville 1830, p. 292; id. 1834, p. 326. A. p. 146, lin. 8 si aggiunga: Secondo il Risso deve formare un nuovo genere. A p. 152, lin. 87 l’indicazione (t. 5, f. 2, 4) si corregga in (t. 5, f. 1-5). A p. 153, lin. 16 dopo le parole umbra-caldo si aggiunga: e (in un sol caso) fino al vermiglio. A p. 153, lin. 19 si aggiunga: Una subvarietà della presente è quella che trovasi nella spiaggia di Cuma aderente al Pectunculus glycimeris; la quale è notevole per la somma esiguità delle verruche e per essere forse l'originale della A. effoeta del Delle Chiaje. A p. 153, fra lin. 39 e 40 s’intercali: e annulata. Colonna rigata come al solito e di colore vermiglio; margine con una fascia intensa di vermiglio a guisa di collare; tentacoli annellati di chiaro e di bruno. Veduta una volta sola sopra un uovo di Scyllium natante. Essa richiama le Phelliae per il collare, un poco le Aip- tasiae per l’aspetto generale. — 454 — A p. 157, lin. 9 si aggiunga: Actinia coccinea, Sars 1853, p. 21. A p. 159, lin. 25, si aggiunga: Actinia effoeta, Sars 1853, p. 8. A p. 159, lin. 32, l’indicazione 1833, p. 359 sì tramuta in: 1816, 24, p. 65, 71. A p. 159, fra linea 32 e 33 s’intercali: Actinia purpurea, Bizio 1833, p. 360. A p. 159, lin. 33 si aggiunga: p. 214. A p. 162, lin. 28 si aggiunga: Chiereghin (1800) che con la sua fig. 44 rap- presenta di certo questa specie. A p. 162, al titolo Adamsia decorata si aggiunga: Dana. A p. 170, linea quart’ultima si aggiunga: Aiptasia chamaeleon Gr., Andres 1880. A p. 188, lin. 9 si cancelli: A. edulis Riss. A p. 190, ultima linea si aggiunga: Actinia rubra, Sars 1853, p.5. Ap. 195, si cancellino le due linee 32 e 33; cioè i sinonimi: Actinia lineo- lata. e Paractis lineolata. A p. 214, lin. 2 si aggiunga: Actinia Tuediae, Verrill 1882, p. 136. A p. 221, lin. 8 dopo Descrizione s’intercali: (t. 6, f. 6-9). A p. 230, lin. 20 invece di Milne Edwards 1857 ecc., si scriva: Cereus Lesso- nii D., Milne Edwards 1857 ecc. A p. 236, linea penultima, dopo Descrizione s’intercali: (t. 6, f. 1; t. 13, f. 5). A p. 247, lin. 4 s’intercali: Cereus aurantiacus Milne Edwards ecc. A p. 249, lin 20 si aggiunga: J. Gossei Kel. Ap. 254, il titolo Mesacmaea n. n. si cambi in: Mesacmaea g. n. A p. 255, lin. 3 s’'intercali: (t. 9, f. 5, 6). A p. 256, lin. 13 le parole Rag. crucifer Les. si cambino in: Rag. cruciata n.n. A p. 264, al titolo Paranthus si aggiunga: n. n. A p. 273, lin. 10 si aggiunga: C. myrcia D. & Mich.; e a lin. 19 lo si cancelli. \A p. 277, lin. 17 si aggiunga: ed allora scompare anche il discordante carat- tere entacmeo. A p. 280, lin. 15 si aggiunga: D. helianthus Ell A p. 280, al titolo Discosoma si aggiunga: Leuck. A p. 280, lin. 25 la parola Descrizione si cambi in: Caratteri. A p. 323, dopo l’ultima linea si aggiunga: Gli esemplari da me disegnati a tav. 10, fig. 9 sembrano appartenere a questa specie: sia per il loro aspetto che per la loro giacitura. Î A p. 8335, lin. 25 l'indicazione p. 353 si cambi in: p. 253. A p. 336, lin. 12 invece di P. Bertholetii leggasi: Z. Bertholetii. A p. 339, lin. 15 invece di 0",0 leggasi: 0",01. A p. 344, ultima e penultima linea, invece di Gmel. si scriva: Spall. A p. 347, lin. 17 s'intercali: Cereus cupreus sp. n., Ilmoni 1830. A p. 349, lin. 11 invece di: Di questa non conosco subvarietà, si legga: Di questa conosco una subvarietà bruna uniforme. A p. 366, lin. 18 si aggiunga: Actinia prolifera, Sars 1853, p. 13. A p. 378, lin. 26 s’intercali: Actinia corpore cylindrico. A. p 378, ultima riga in nota, si aggiunga: Del pari si dovrebbe menzionare l’Hydra corolliflora (descritta dal Gaertner 1762), la quale è un’oloturia (Pentactes). — 455 — A p. 380, lin. 32 si aggiunga: Urticina nodosa, Verrill 1882, p. 136. A p. 383, lin. 19 e 20 si cancellino i due sinonimi: Actinia brevicirrhata e Ac- tinia brevitentaculata. A p. 383, lin. 26 si cancelli la frase: Secondo il Risso questa specie deve for- mare un nuovo genere. A p. 383, lin. 29 si aggiunga: Forse la presente si risolve in una H. bellis [vedi p. 143). A p. 889, lin. 23 si cancelli il sinonimo: Hughea caraibeorum. A p. 395, lin. 10 s’intercali: (Vulva gigantea). A p. 65, lin. 14 si noti: Secondo il Verany 1846 le attinie in generale chia- mansi beélorbo, e l’Anemonia sulcata chiamasi Fidé main. — Secondo il dott. Lepori (da una lettera privata) il nome sardo delle attinie è orziadas e non deriva da orti- care, ma forse da orci, interiezione di dolore. A. p. 81 si osservi: In Sardegna le attinie si mangiano da tutti; friggendole nel modo usuale. Fra le specie dubiae e le delendae avrebbero dovuto trovar posto le seguenti: 1 Edwardsia collaris sp. n., Stimpson 1855; — Phellia collaris Stimpson, Ver- rill 1865, p. 195. 2 Edwardsia clavata sp. n., Stimpson 1855; — Phellia clavata Stimpson, Ver- rill 1865, p. 195. 3 Edwardsia hrevicornis sp. n., Stimpson 1855; — Halcampa brevicornis St., Verrill 1865, p 196. 4 Sagartia schilleriana sp. n., Stoliczka 1869. 5 Isaura speciosa sp. n., Dana 1846; 1849, t. 30, f. 1. 6. Isaura aster sp. n., Dana 1846; 1849, t. 30, f. 2. — 456 — SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE Le tavole servono d'illustrazione soltanto per gli attiniari del Golfo di Napoli. Le dimensioni delle figure (salvochè non venga espressamente asserito il contrario) corrispondono a quelle degli esemplari dai quali furono dipinte. Ciò non implica tuttavia che esse rappresentino sempre la grandezza media delle relative specie, perocchè talora per ragione di spazio e di com- modità preferii copiare individui piccoli anzichè medii, e tal’ altra per scopo di chiarezza prescelsi l'opposto, cioè individui giganteschi. Ad ogni modo esibiscono sempre una delle grandezze osservate nella specie. Nelle tavole, o scompartimenti di tavola, le specie sono per lo più ordinate secondo le affinità loro più notevoli. Fanno eccezione soltanto la prima e l'ultima tavola, nonchè qua e là qualche rara fisura. La disposizione a paesaggio, usata così di frequente, fu più che altro un artificio per mettere in piccolo spazio il maggior numero possibile di figure, senza che trasparisse troppo il disagio della ‘ loro riunione; in parte però fu suggerita anche dal carattere sessile delle attinie, che invita e quasi anzi costringe a riprodurre il pezzo di suolo o sostegno a cui aderiscono. I paesaggi sono del resto per sè stessi affatto immaginari. — Tuttavia ciascuno di essi, benchè non vero nell’ insieme, è nei singoli dettagli copiato rigorosamente dal vero. Ed ecco come: — Nel dipingere le varie attinie io diedi ad ognuna per appoggio e per sfondo gli oggetti e le condizioni reali dell’immediato di lei ambiente; riprodussi con l’animale anche il ciottolo, la corallina, la spugna ecc. su cui era fissato; — cosicchè ogni mio aquerello venne a costituire nell’ essenziale e negli accessorì un piccolo quadro naturale e verista. Dovendo per gli accennati motivi di spazio e di ordine riunire insieme queste figure, cercaialla bell'e meglio di fondere in un paesaggio unico di effetto generale le singole mac- chiette; aggiunsi e tolsi qua e là secondo i casi (aiutato in ciò con cura ed intelligenza speciale dall’esimio signor Winter, a cui di nuovo esprimo un ringraziamento); e formai le tavole così come ora sono. Da ciò si capisce agevolmente che i paesaggi non hanno da venir presi sul serio; quindi non citati innanzi al severo tribunale d'una critica scientifica, perocchè in essi vi sieno dei manifesti controsensi: vi sieno, p. es., accanto le une alle altre attinie di zona littorale ed attinie di profondità, ece. Noterò ancora e da ultimo, che per quanto i colori di queste tavole sieno brillanti, essi non riproducono che con lontana approssimazione quelli della natura. Spesse volte io lasciai scoraggiato il pennello, perchè non poteva ridare la vivacità e la delicatezza di tanti toni, il crudo e l'impasto di tante sfumature! — E dippiù la cromolitografia non rende esattamente i miei acquerelli. Nè in ciò hanno colpa i litografi. E così la natura dell’arte loro; — perchè mentre l'autore può mescolare le tinte all'infinito, essi non possono disporre che di un limitato numero di colori. -—- Comunque sia io mi lusingo, per mio conto e per conto dei signori Werner e Winter, che le presenti tavole com- petano vittoriosamente con quelle dell’ Actinologia britannica del Gosse; le migliori finora esistenti nel campo delle attinie, Tavola 1 È destinata a dare un’ idea generale delle attinie in condizioni normali; e rappresenta una sorta di grotta subacquea. Fic. 1. Actinia Cari D. Ch. var. 4, chiusa completamente ad onco appiattito. — Veduta per dis- sopra [p. 194] ('). (1) Le referenze in parentesi quadre [ ] rimandano alla relativa descrizione del testo. ’ — 457 — Fi. 2. Actinia equina Lin. var. 8; espansa a fiore. — Veduta dal lato [p. 189]. » 3. La stessa specie var. 6; ad onco. — Veduta dal lato [p. 189]. 4. La stessa ancora id.; id. — Id. 5. Actinia Cari D. Ch. var. y; ad onco. — Veduta per dissopra. Si noti la somiglianza con certe fissurelle e con fig. 7 a tav. 13 [p. 194]. 6. La stessa specie var. «; a fiore. — Veduta dal lato [p. 194]. "i. Anemonia sulcata Penn. var. «; fiore, — Veduta dal lato. Nel disegno venne impiccolita quasi della metà [p. 197]. 8. Aiptasia mutabilis Grav. var. «3 fiore. — Veduta dal lato [p. 168]. 9. Actinia equina Lin. var. 6; semichiusa. — Veduta dal lato. L'animale è in procinto di stac- carsi dal suolo ed alza il lembo così che si vede una parte della base [p. 189). 10. Anemonia sulcata Penn. var. <; fiore. — Veduta dal lato [p. 197]. 11. Heliactis bellis Ell. var. y; fiore. — Veduta dal lato. L'animale si tiene aderente varie pietruccie mediante le verruche della colonna. Si confronti con tav. 4, fig. 6 [p. 142]. 12. La stessa specie var. y; onco. — Veduta dal lato [p. 142]. 13. Bunodes gemmaceus El. var. s; fiore. — Veduta dal lato. Di solito l’animale tiene aderenti pietruccie come nella fig. 11; ma qui per chiarezza vennero tralasciate [p. 216]. 14. La stessa specie var. =; onco. — Veduta dal lato e dissopra. Si osservi la somiglianza con un vecchio guscio di echinoderma [p. 216]. 15. Anemonia sulcata Penn. var. y; fiore. — Veduta per due terzi dal lato e da sopra [p. 197]. Tavola 22 Fig. 1-12. Aiptasia lacerata Dal. in varie posizioni. — La var. < vi è rappresentata dalle fig. 1-5; la var. € dalla fig. 7; i numeri 8, 9, 10 indicano una subvarietà di x come gli 11 e 12 ne mostrano una di £ [p. 166]. Il fondo dello scompartimento è costituito da mitili, serpule, bugule, tubularie ecc. 13-19. Aiptasia diaphana Rapp, var. e, 8, y, è; in varie posizioni. — Sorgente da un fondo di bugule [p. 170]. 20-22. Aiptasia saxicola Andr. var. «; espansa a fiore [p. 170]. 23. Aiptasia carnea Andr. var. «; fiore [p. 167). 24. Aiptasia mutabilis Grav. var. y; disco e corona tentacolare [p. 169]. Confrontisi con tav. 1, fig. 8, e tav. 13, fig. 4 25, 26. Aiptasia camnea pen var. #3 fiore [p. 167]. I due animali aderiscono ad una spugna (Axinella ?). Tavola 32 Fic. 1. Sagartia Dohrnii v. K. var. 4; onco e fiore. Veduta in posizioni diverse. Gli animali abbracciano i rami d' vna Gorgonia verrucosa, nella quale alcuni polipi sono espansi [p. 173]. 2. Adamsia palliata Bohd. var. &; fiore. Veduta dal lato. Il paguro col quale convive fu disegnato come morto giacente sul dorso affine di dare all’ attinia una posizione eretta (benchè anormale), che faciliti il raffronto con le altre specie [p. 163]. 3. La stessa specie e varietà in posizione naturale, cioè volta in basso ed in avanti sotto il ventre del paguro. Tanto in questa che nella precedente protrudono dalla colonna varì fili missili [p. 163]. 4. Adamsia Rondeletii D. Ch. var. <; in onco, in fiore, e semiaperta. — Varî esemplari ade- renti ad una sola conchiglia e quindi associati con un paguro solo. Qua e là fanno protrudere, sia dalla bocca, sia dai cinclidi, alcuni fasci di fili missili [p. 159]. Tavola 4. Fia. 1. Heliactis bellis EIl. var. <; totalmente espansa col disco piano. Talora in questa varietà e posizione il disco presenta riflessi e sfumature turchiniccie [p. 142]. — 458 — Fig. 2. La stessa specie var. 3; in completa espansione col disco concavo. Il colore rosso del peristoma » [vedi nel testo p. 144] non si vede perchè resta nel profondo della concavità [p. 142]. 3. La stessa specie var. e ; espansa, ma non molto. In questo esemplare è bene spiccata la maculazione del disco [vedi nel testo p. 145], ma vi manca la grande macchia gonidiale - propria della varietà; e le sfumature del peristoma sono diverse dalle usuali [p. 142]. 4. La stessa specie var. £; in piena espansione [p. 142]. 5. La stessa specie var. y; espansa. È una elegante subvarietà della bicolor [p. 142]. 6. La stessa specie e varietà; espansa pure. Veggasi tav. 1, f. 11 [p. 142]. 7. Heliactis minor. Andr. var. «; espansa. Sorge dal pertugio di una corallina [p- 146). Tavola 52 Fia. 1. Cylista viduata Mill. var. =; espansa e semiespansa. Sono due giovani individui aderenti ad » un uovo di Scyllium [p. 151 e p. 453]. 2. La stessa specie var. (; espansa, contratta e semicontratta [p. 151]. 3. Aiptasia lacerata Dal. var. y ; contratta, espansa, semiespansa. La giallognola opacità del- l'apice tentacolare non è molto chiara [p. 166]. 4. Cylista viduata Mill. var. «; espansa e giacente sul suolo come è spesso abitudine della specie [p. 151]. o. La stessa specie e varietà; espansa ed aderente ad una conchiglia. Così la si riscontra costan- temente nella spiaggia di Cuma [p. 151 e p. 453]. 6. Phellia limicola Andr. var. 2; in 6 è espansa e staccata, in 6' espansa ed aderente, in 6” è rappresentata in condizione usuale, cioè infissa nella melma da cui lascia sporgere solo il disco [p. 126]. 7. Phellia elongata D. Ch. (Sars) var. «; 7" var. è in diverse posizioni; 7” var. y [p. 124]. 8. Phellia nummus Audr. var. «; fiore (in 8) ed onco (in 8') [p. 127]. 9. Octophellia timida Andr.; in 9 l’animale è ingrandito ed isolato; in 9' è in grandezza na- turale e giacitura usuale [p. 120]. 10. Ilyactis torquata Andr. var. «; espansa ed isolata con indusio quasi del tutto staccato e perduto; 10' var. f totalmente rivestita; 10” la stessa in posizione naturale nella sabbia [p. 130]. Tavola 6.° FIG. 1. Bunodeopsis strumosa Andr. var. « ; in posizioni diverse di onco e di fiore. Gli esemplari v.Y % Y aderiscono a foglie di Posidonia [p. 236]. 2. Bunodes gemmaceus Ell. var. n; fiore ed onco. Le macchie nere dei tentacoli non si possono vedere [p. 216]. 3. La stessa specie var. a; fiore. Questa è una subvarietà dell’, in cui vi è una sfumatura verde-metallica verso la bocca e mancano le macchie nere dei tentacoli. Si vedono chia- ramente i due punti vermigli dei gonidî [p. 216]. 4. Aulactinia crassa Andr.; fiore [p. 231]. 5. Bunodes sabelloides Andr.; espansa e semiespansa. Accanto alle attinie vennero accennati alcuni esemplari di Dasycone lucullana, con cui a primo aspetto esse hanno una certa somiglianza [p. 223]. . Bunodes rigidus Andr. var. £; fiore [p. 220]. . La stessa specie var. «; fiore dal lato [p. 220]. - La stessa sp. e varietà; onco dal lato [p. 220]. . La stessa; fiore da sopra per mostrare il peristoma [p. 220). eo °ES 7) Tavola #8 Fre. 1, 2. Cladactis Costae Panc. Delle due figure una rappresenta l’ animale in totale espansione, come non lo si vede che di notte; l’altro nella condizione semicontratta, abituale du- rante il giorno nei bacini dell’ Acquario di Napoli. Quest’ ultimo fortuitamente tiene piegato sotto la base un ramo di Gorgonia [p. 234]. — 459 — Tavola 8. Fi. 1. Cereactis aurantiaca D. Ch.; fiore [p. 247). 9 > V UV % » % % % % Do aLaaa vw . La stessa specie nella posizione normale; cioè infissa nella sabbia fin quasi al margine [p. 247]. La stessa sp. semichiusa [p. 247]. . Eloactis Mazelii Jourd. var. «; fiore [p. 257]. . La stessa specie e varietà; non molto espansa e sciolta in atto di cambiare posto [p. 257]. . La stessa sp. var.; fiore. In posizione naturale, infissa nella sabbia [p. 257]. . La stessa sp. var. (3 posizione come in fig. 5 [p. 257]. Tavola 9. Lo sfondo di questa tavola è affatto immaginario; le linee dei tramezzi orizzontali servono solo ad indicare che tutti gli animali presso i quali si trovano, vivono abitualmente infitti nella sabbia sino a quell’altezza. Fio. 1. Ilyanthus partenopeus Andr. var. «; fiore [p. 251]. Db + ua 9a o 00 . La stessa specie e varietà; espansa ed infissa nella sabbia [p. 251]. . La stessa sp. var. f; non molto espansa, giacente sul suolo [p. 251]. . La stessa sp. var. «; onco, pure giacente sul suolo [p. 251]. . Mesacmaea stellata Andr.; fiore ed onco. Nel fiore è caratteristico l'atteggiamento dei ten- tacoli [p. 255]. . La stessa specie; espansa del tutto e giacente sul suolo sciolta [p. 255]. . Siphonactinia tricapitata Andr.; fiore. Veduta dal lato e da sopra [p. 113]. . Halcampella endromitata Andr.; fiore [p. 107]. . La stessa specie; onco [p. 107]. Tavola 10. Fia. 1. Corynactis viridis All. var. £; Colonia d'individui, proliferanti da un cenenchima comune a v % % % 2. guisa di zoantini; posizioni diverse [p. 274]. La stessa specie e varietà. Due individui ingranditi del doppio per mostrare i dettagli [p. 274]. 3. La stessa sp. e var. Individui staccati; aderenti ad una crosta di Lithothammion; parte sopra - Oo ua 8. 9 la stessa, parte sotto, cioè fra la crosta ed il suolo. La crosta venne rappresentata come se fosse verticalmente tagliata per mostrare la cavità sottostante [p. 274]. . Aureliana regalis Andr.; fiore; — 4' fiore, infisso nella sabbia [p. 288]. . La stessa specie; individuo gigantesco, fornito di endusio [p. 288]. . La stessa specie; semicontratta, in alto d'infiggersi nella sabbia [p. 288]. . Polythoa axinellae Schmt.; varie colonie aderenti ad una spugna (Axinella). Talora il colore delle stesse anzichè giallo è verdastro sporco [p. 817]. Polythoa arenacea D. Ch. var. < ; colonie attaccate al guscio di un Murex; il mollusco è rappresentato vivente [p. 314]. . Polythoa norvegica K. & Dan.; alcuni polipi isolati e in colonia, abbraccianti i rami secchi di una Primnoa [p. 323]. 10. Polythoa Cavolinii Andr.; un gruppo piuttosto affollato di polipi; dei quali poi — 10' ne rappresenta due ingranditi per mostrare le brattee del collare, — 10” due altri per far vedere la stella dell’onco ed il peristoma del fiore [p. 317]. Tavola 11. Fic. 1. Edvardsia Claparèdii Pane. var. :5 — 1 In posizione naturale sovra un ceppo di posidonia; — 1’ l’animale intiero, isolato; — 1’ capitolo e disco ingranditi [p. 95]. 2. La stessa specie var. 2; — 2 l'animale intiero, isolato; con la fisa strozzata a gallozzola; — 3 2' capitolo e disco ingranditi [p. 95]. . La stessa sp. var. 8; — 3 l’animale intiero isolato ed espanso; — 3' lo stesso chiuso; — 3” l'animale intiero ingrandito [p. 95]. — 460 — Fic. 4. La stessa sp. var. 3; — 4 animale intiero; — 4’ capitolo e disco ingranditi [p. 95]. » 5. La stessa sp. var. n5 — 5 in posizione naturale in un pertugio di tufo ricoperto da Litho- thamnion; — 5’ l'animale intiero, isolato; — 5/' capitolo e disco ingranditi (p. 95). » 6, Cerianthus solitarius Rapp; — 6 in posizione naturale, infitto nella sabbia da cui sporge con la porzione anteriore del corpo e con l'orlo della guaina; — 6' l’animale intiero, estratto ed isolato, privo di guaina; mostrante il peristoma; — 6” lo stesso, ancora ri- coperto dalla guaina [p. 345]. Tavola 12. Fic. 1. Cerianthus membranaceus Gml. var. x. — L'animale è rappresentato giacente fra le pietre (benchè di solito sia inflitto nella sabbia) per far vedere la guaina; questa venne infe- riormente tagliata acciocchè protrudesse l’estremo posteriore col foro apicale. I tentacoli sono tutti mossi perchè l’animale è in atto di afferrare una preda [p. 347]. 2. La stessa specie, var. y. Infitto nella sabbia e in perfetta quiete [p. 347]. 3. La stessa sp. var. 2 [p. 347]. ‘ dar pe AV 4. La stessa specie ; individuo giovane della var. y. Aderisce alla roccia modinntà le ugo cisti [p. 347]. » 5. Altro esemplare della var. y più sviluppato. Forse è una subvarietà [p. 347] Tavola 13° Fic. 1. Ragactis pulchra Andr., fiore; veduta da lato e da sotto [p. 259]. » 2. La stessa specie, veduta da sopra [p. 259]. » 3. Anemonia Contarini Hell.; in posizioni diverse. Gli esemplari aderiscono a foglie di zostere nel lago Fusaro (Napoli) [p. 201]. » 4 Aiptasia mutabilis Grav. var. «; in diverse posizioni. Le attinie aderiscono a foglie di zostere nel lago Fusaro (Napoli) [p. 169]. » 5. Bunodeopsis strumosa Andr. var. f ; in posizioni varie. Gli animali aderiscono a foglie di Rupia nel lago Fusaro (Napoli) [p. 236]. » 6. Paranthus chromatoderus Schmrd. var. «; — 6 e 6’ due individui eretti; 6” uno giacente [p: 264]. » "1. Paractinia striata Ris.; — 7 fiore visto da lato: — # onco, visto da sopra. Si confronti con f. 5 a tav. prima e sì noti la somiglianza con certe fissurelle [p. 265]. |». — Andres. Sulle Attinie. Tav:I, dà { ) RS SE 127) | i LI) MUAVI : i Actinia, Anemonia, Aptasia, Heliactis, Bunodes À Atti dei Lincei. Mem. Cl sc. fis ecc. Ser3% Vol XV Sulle Attinie. Tav:W/ se couereteu ROPT IALIA SE Li RETI AIR rr, lore; vr Ar, I,,} fini Bunodeop. ) Bunodes, IUMACILTUTA Sulle Attinie. Tav VI Andres Vol AV a Atti dei Lincei. Mem.Cl sc fis.ece Ser 3 7 ATRIA ener zEePI re (2 eee Cladactis Atti dei Lincei. Mem.CI. sc. fis ecc Ser3%® VoL AIN Andres. Sulle Attinie Tav VI Atti dei Lincei. Mem. CL sc. fis.ece. Ser 3% Andres. Sulle Attinie. Tav. Ati dei Lincei Mem. Cl-sc fis eco Ser32 VOLMV. na Andres Sulle Attinie Taw1 > [ wi, Y 9], 5 DIR n Pn | î' A a MM I| n Ma SI JAN (N 73 VA. e " SU ì NV CUR? RSENENAI EPTO, I af de A iptasia Atti dei Lincei. Mem.Cl. sc fis.ece. Ser3£ VOLAN Indres. Sulle Attinie. Tar Ml l'oma «di case ALACAIE > ERA SIETE ME PETE DEI TIT Sage reo ca TT Sagartia, Adanisia TELIERES AE TIE - CoA DELLE SIA ITSETTTE NIMEIOORIT ES MLA CENTER TR REALI FABIA ELE INTESI AA Atti dei Lincei. Mem. Cl sc. fis eco Ser3e VOLA Andres. Sulle Attinie. Tav X x 1) & > Ir, N SZ Jide ; IVI 4 N os ZAN TNNTTIEAN NU ZI sala 70 Corynactis, Aureliania. Polythoa Atti dei Lincei. Mem. Cl sc. fls.ece Ser3£ VOLI Andres. Sulle Attinie. Tav x STE PL EEA VISUAT AAA REC DEAD DIA DEB NI PML IOGISII TORI LIONE 14 ET DI SED SOI Tunes a Cain TRE ten a AIA MA dl n arte reo "amara ds atta ad ed ta pdc pes lei | Ì i SITE VW, Ab ty fdwardstia, Cerianties. «liti dei Lincei. Mem. Cl sc fls eco Ser VOLANI Andres Sulle Atunie. Tav xi i————@———___m——————111zzT_1121212zZXZk___ Certanthiwus. Atti dei Lincei. Mem.Cl.sc fiseco Ser3% VoLAV Andres. Sulle Attinie. Tav V RED: LL cretese eee ene re re i ua RESI ID) I è DI i Ù 4 | A n Se SARE n 3 NUI( EA] y LAN trota RR Bi PIER AZIO Mat Pa VA crete EVS DET NT [fette (VIAGGI UTILITA Il \ Il (i N, n I | Ig Î È RN; $ CARATE ROSI { ui Ji È ì (I) È, 4 : hi; to BUWIIINI RE Toti VE RE SEI COL dr a = ip‘ b TROTTO ” AA foina Toi vedi; - alma re pe ana cl de i2D- peg dp epiteto > ” cata aghi dp n Ve dem PS pagare Cottone Parati vega pt» menti en +'suciebeel ssaa boori 3A 4 ny pidde o 4 A IA js TUA ) delgi; = CITES EEE v5} pianoro gi piva: Tot ud Lea lap; Intro ESRI RARE I a CA e Ag oderania A tr Ani dae e pes) Vba Ab s0I AE }. Ra ager è , ® ‘ ; x ber Nubi Agata 7 TICINO SRI AI sa 4 I" di o, yi SE Li 7 SIIT) } F, be, po \ Ito) NIN ; NR 3 i : ( ea == \ #4