coro 10° Abbonamento postase. ea aaa dine ri, 25 Masio 1882 sciistici mi ltiom_=u_iem_——_—__tr__—ÉÈTtm mt VOL. 25 86° DEL REPERTORIO DI. dla ’ DELLA REGIA ACCADEMIA D'AGRICOLTURA DI E D'ORTICOLTURA ILLUSTRATO ORGANO UFFICIALE DEL COMIZIO AGRARIO E DELLA R. SOCIETÀ \ORTO-AGRICOLA DEL. PIEMONTE Avviso. — I sigg. associati che non hanno ancora soddisfatto il loro ESCE IN TORINO IL #0 x ®5 D "OGNI IRRSE > UA aaa tai S nave ni) jd { > 3 Loi. SOMMARIO ‘abbonamento sono. pregati di effettuarlo prontamente. yu (FEB 8) 1802) TORINO CONOMIA RURALE .LE ARTI ED IL COMMERCIO NE ste spe Frutticoltura È i Pag. 3798 Conferenze al Comizio Agrario ‘ai Torino. consen XII } n Del Credito nell’ Agricoltura. Relatore il sig. geometra 3; LORENZO FANTINI. » 378 La vinificazione razionale. Conferenza tenuta dal signor comm. G. CANTONI » (981 #8 Lo Zolfo. — Estrazione - ‘ Raffinazione - - Sofisticazioni » 384 3 Perequazione fondiaria. -. . e; ‘886 Sg L'agricoltura dell'America ‘del Nord. {Cont. e fine) i » ‘388 AGE Hogolinento di a forestale perla provincia di Torino... > 391 3A Salmarino e cone » 898 XEZIONE, Atti Ufficiali: Verbale di adunanza delia Direzione delli 18 maggio 1832. » 395 dre Cronaca campestre: il tempo. — La vegetazione. —. Fieno È ì maggiengo . » 1397 DIREZIONE Rassegna agronomica: Berti; Magliani, il Trattato ed il be- stiame — I Comizi pentiti — Trattato di commercio — Congresso degli Agricoltori Italiani — Legge sulla caccia — Tartarea, TRAI, volge. Ciochin: Rhinanthus JuSss. — Concio: per la meliga — Le tasse di registro e l'Agricol- turà — Concorso internazionale di macchine 1882.in : Padova — Vino di barbabietola rossa in Lemon » 399 Hp. Osservazioni meteorologiche . . . ga e 409 ID. Stato sanitario del Bestiame in Piemonte xi. ven 404 ID. Rassegna commerciale della: quindicina LL URI SSL PATIE Supplemento al fascicolo 10. ARSVDIGZIORE Elettorale Agricola per le Provincie Piemon- tesi, Verbale di RA UNANZo son do maggio Tr _ BESARO — Manifesto . . , » 405 A Ufficio del Giornale, Piazza Castello, 16, piano 2°, Torino SS I : rafia delle Alzalee dell’India. Raccolta mensile illustrata pubbli nifico ì bel & così . mpagnata da L. g» li or*-0'*avi ed: amatori di di e formerà alla fine d’anno un ma et cata da AUGUSTO VAN GEERT, orticoltore, Sobborgo d'Anvers GAND (Belgio). — Questa te da le Alzalee d'India, sì antiche, che moderne, . Un numero separato verrà spedito affrancato e verrà senza alcun dubbio accolto favorevolmen fori varietà del lioteche, genere di piante. — PREZZI D'ABBONAMENTO per un anno anticipato L. l ura e la descrizione delle DEE pei saloni quanto per le bi era comprende la ne dipen che, sarà tanto ‘adatto Icono bello LANE sur ttro fancicoli d19% pacine caduno (Gennato- al sO lire — Per l’Estero Lire 4 | -- ‘camenti. Coticipai Fasc. separati Nt. |. Sarà fatta una rivista bibLugrafica dei ape inviati alla Direzione ao Joi AECS po: ‘inserzioni a L. 0.30 1a linea — L.1b la pagina, cono er vi PPe Soci dei Comizi e delle Società d'Agrieoltura Lire 10, } i sia fatta dal Segretario del Corpo Morale cui a APDATLONZORO: Comizi > gue igliano l'abbonamento collettivo per tutti i Soci lo avranno per bolli pid Las pieghi ‘non affrancati vengono rifiutati. Pel riscontro uni fran o rela; EN ; I richiami per fascicoli non ricevuti devono farsi entro 15 giorni. | z ran ‘secondo Ì: migliori e più. ‘recent, PARAFULMINI sistemi. — OROLOGI per Campa-. : fl nili, Palazzi, Ville, ecc., della pre- | miata Fabbrica Nazionale P. GRANAGLIA E COMP. San Pietro i in coli, Borgo Dora, TORINO. SS Pronta esecuzione — Prezzi moderatissimi, È Da Vendere in VALPERGA Circondario d'Ivrea. a 37 chilometri da Torino, è in via di costruzione US Trampic 1. — Terreno a Vigna in Collina di ettari 8: Prato irrigabile a ettari 2; Bosco d'ettari l 12; Caseggiato già civile in amena i salubre posizione, con pozzo d'acqua viva, facilità per DIAGCAnNI la stra ia Ro carrozzabile d’accesso con sbocco sulla strada Comunale. o SAL 2. — Caseggiato Rustico denominato Marquera nell'a ita o de Comune, Region Valgrande, diviso in due Corpi di Casa, ‘con annessi Vigna, Campo, Bosco ed Alteno di complessivi» Ettari 3; "vendibili nche. 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PO LIT dI Americhe. >» > 12,50: >» »25— » » 90 Dono agli Associati. (I soli associati direttamente all'Ufficio, senza sconto, hanno diritto ai Doni). Agli associati annui La Strenna dell’anno in corso. A tutti indistintamente, e per la durata del loro abbonamento, La Luna, giornale lunatico illustrato, di giuochi, caricature, ecc. — Edizione mensile. Inviare vaglia postale alla Direzione del Fischietto. TORINO — Via Stampatori, N. 6 — TORINO. POESIE di FEDERICO GARELLI Un volume în-8° di pagine 300 L. 3,50 franco di posta Presso lo Stabilimento Artistico-Letterario, via Parini, N. 5, Torino, e dai principali Librai. GAZZETTA DI SUSA E DEL CIRCONDARIO Abbuonamento annuo Lire & Semestre Lire B — Trimestre Lire. 1,50 SUPERFOSFATO DI CALCE (OSSA SOLFATIZZATE) .. SUPERFOSFATO AZOTATO. PER CAMPI » 20 Preparati dalla Ditta LUIGI FINO E COMP. Via Basilica, 3, Torino. La medesima. prepara concimi per ogni coltivazione. Analisi garantita. - Stabilimento d’Orticoltura PRUDENTE BESSON E FIGLIO ; Fuori Porta Susa (Barriera di Francia, casa. DPeE DO TORINO I Specialità in Piante Fruttifere d’ogni genere te Piante ornamentali a foglie caduche e sempreverdì.- Semi d' Ortaggio | is Semi da fiori - Guarnizioni ed ‘addobbi per ballî, «ecc. Conifere, Rosai, Camelie - Piante d’aranciera - Palmizi, ecc., ecc. PA La Casa s'incarica di qualunque piantagione e della formazione d'ogni sorta di Giardini, sia Paesaggisti che di Città, sia. Giardini Fruttiferi. FiLiPPO Besson, Proprietario. (90 Di) BRESCIA — BRESCIA — BRESCIA Officina fondata nell'anno 1868 dal ‘proprietario PROF. G. B. ABENI pella costruzione di Macchine e Strumenti Agricoli IN; DITTA ‘ABENI -® GUARNERI BRESCIA Medaglia d’oro all’Esposizione Regionale di Roma Medaglia e Diploma al merito all'Esposizione Mondiale di Vienna e Parigi Medaglia d’argento alle Esposizioni regionali di Portici, Reggio d'Emilia e Cremona ed alle Esposizioni provinciali di Verona, Vicenza, Bergamo, Crema, Forlì, Altamura, Lodi, Mantova, Como e Perugia La contabilità delle aziende rurali del prose sore G, B. ABENI. . * Il principio Qell' ‘Associazione portato n nel. campo dell'azienda rurale del suddetto » L 50 Catechismo d’economia politica di G. SAY. con prefazione dei suddetto » 1 Illustrazione della contabilità degli spedali Civili di Brescia del suddetto... a Contabilità e statistica degli:spedali miti tari istituiti in Brescia nell'anno 1859, suddetto‘. >» 2 Alcuni scritti ‘d’economia’ 6 statistica. a- graria del defunto ing. LUIGI ABENI, raccolti e pubblicati a Cura dei nipoti — GIUSEPPE-@ LUIGI ABENI »3—. Descrizione d'un podere e relativi capito- RS lati d’affittanza; — lavori utili pegliing.. È utilissimo per ragionieri; agronomi ecc. » 1 =. DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE: DEL VERISMÒ DELLA CONTABILITÀ PRIVATA E PUBBLICA. Una lettera aperta di G. ABENI di © Brescia all’indirizzo del comm. Giuseppe Cer- boni di Roma, Capo Ragioniere della PAPIONEE: ch ria Generale d’Italia dedicata al comm da Villa di Milano, prof. emerito di CON VAbitri di Stato presso la R. Università di Pavia. 0/0 Fascicolo 10° — 25 Maggio 1882 EF'rutticoltura (Cont, v. fasc. 9, p. 337). PIRAMIDE. L’idea primitiva di ridurre a foggia di Piramide o cono una pianta a frutto sorse senza dubbio dal fatto che nei giardini ornamentali quelle piante sempre verdi resinose, le quali assumono naturalmente e mantengono per una lunga serie d'anni la forma conica quasi perfetta, fanno stupenda mostra di sè e costituiscono l’ornamento migliore di quei luoghi di diletto. Trattandosi di piante a frutto la forma piramidale presenta dal lato estetico ogni vantaggio, inquan- tochè nel periodo della fioritura la pianta fruttifera nulla ha da invidiare al regno di Flora, mentre in quello successivo della pro- duzione vengono ad aggiungersi ai meriti piuttosto ideali dell’este- tica quelli affatto positivi d’un raccolto simpatico, utile e da tutti ricercato. Se non che avviene sgraziatamente che non tutti i generi di piante a frutto possano piegarsi alle esigenze della forma piramidale in causa della rispettiva organizzazione vegetale. Diffatti tutte le piante a nocciuolo, Pesco, Albicocco, Prugno, ecc. e più particolar- mente il Pesco, sono avverse alla forma conica per due forti ragioni che sono: 1° La rapidità e potenza di sviluppo legnoso di tali piante nei primi anni, contraria alla formazione dell'ossatura conica per cui si richiede un taglio dei rami a legno piuttosto rigoroso; 2° La durata precaria dei rami a frutto che rende indispensabile la loro surrogazione annuale onde viene a mancare una delle basi dell’ope- razione di potatura. Vero è bensì non potersi dire materialmente impossibile la formazione a piramide del Pesco, Albicocco, Prugno, essendo tali e tante le risorse dell’arte della potatura che finiscono per vincere la naturale ritrosia della pianta. Ma non è men vero che in questi casi non solo la produzione riesce sempre inferiore a quella delle stesse piante allevate sotto altra forma ma l’esistenza, stessa del vegetale rimane sensibilmente abbreviata, senza contare i casi in cui la morte improvvisa può essere determinata dallo stato anormale e di continua reazione della pianta. Per ragioni fisiologiche adunque (che nel campo della pratica hanno tuttodì la più ampia L’ Economia Rurale È 19 374 FRUTTICOLTURA conferma), il miglior consiglio che dar si possa al frutticoltore quello | si è di rinunziare alla forma piramidale quando si tratta di piante | fruttifere a nocciuolo. Le piante a granelli (Pero e Pomo) possono piegarsi alla forma conica e produrre sebbene preferiscano sempre, lasciate in libertà, la forma d’Alberetto naturale. Ma notasi a questo riguardo una sen- sibile differenza tra il Pero e il Pomo. Il Pomo, pianta dotata di grande vigoria di sviluppo legnoso precoce, accetta la forma pirami- dale, ma a condizione che questa rivesta grandi proporzioni le quali consentano uno sfogo sufficiente alla linfa. Ed anche in tal caso sem- pre si avvera un sensibile ritardo nella sua produzione, in confronto a quella del Pero. Si debbono eccettuare, è vero, i casi d’innesto del Pomo sul Dolcino e sul Paradiso ma si noti che questi innesti hanno pochissimo valore intrinseco appunto perchè la pianta risulta debole, di scarso prodotto e di poca durata. AI risveglio della vegetazione primaverile tutte o quasi tutte le gemme a legno sussistenti sul fusticino d’un anno così ridotto da- ranno, sviluppandosi, origine ad altrettanti germogli i quali dovranno per 20 a 30 giorni lasciarsi intatti, per la gran ragione che lo svi- luppo di molti rami favorisce la formazione di molte radici. Trascorso questo tempo si lasciano alla pianta il germoglio terminale e da tre a quattro laterali sottostanti e disposti attorno alla pianta a distanza reciproca il più che si possa regolata. Il germoglio terminale darà luogo nell’anno stesso al ramo di prolungamento centrale e sarà lasciato tal quale se di vegetazione normale, oppure arrestato colla mozzatura della sua estremità, a stagione innoltrata, se di forza eccessiva; i germogli laterali in numero, come si disse, di 3 a 4 dovranno essere mantenuti in istato di formazione uguale, e quindi se uno di essi accennasse a superare di forza quello o quelli con- trapposti, dovrà essere arrestato a tempo colla mozzatura. In fine del 1° anno d'impianto (2° d'innesto) la pianticella avrà già l'aspetto di una piccola piramide avente un tronco centrale e tre o quattro rami laterali sorgenti su quello. A! finire dell'autunno di questo primo anno d'impianto si deve procedere alla riduzione, col taglio a secco, di tutti questi rami. Se fossero lasciati intatti la linfa ascendente che invade sempre le estre- mità superiori d’ogni ramo darebbe origine, nell’anno seguente, allo sviluppo sopra queste estremità dei ramicelli a frutto, i quali devono sorgere invece sul tratto inferiore a prossimità del tronco; oltrecciò i rami a legno non accoreiati rimarrebbero esili e di poco vigore, I FRUTTICOLTURA : 375 Come dovrà essere dato questo taglio di somma importanza? Il ramo di prolungamento centrale deve essere ridotto di 23 circa e così pure i rami laterali, avvertendo che il ramo centrale può, se robusto, essere lasciato alquanto mi lungo, cioè con alcune gemme in più. Alla primavera del secondo anno d’impianto (3° d’innesto) l’ulti- ma gemma a legno terminale del tronco centrale darà luogo al nuovo prolungamento di questo, e così pure ciascuna gemma a legno terminale di ciascun ramo laterale darà luogo al prolungamento rispet- tivo. Il secondo ordine o palco di rami a legno laterali sorgerà da tre o quattro gemme a legno sottostanti a quella terminale del centro contemporaneamente allo sviluppo di questa. Questi rami di prolunga- mento subiranno a lor volta, cioè in fine d’annata, lo stesso tratta- mento indicato per i primi. Tutto ciò riguarda la forma legnosa. È molto agevole il comprendere come la graduale formazione dell’ossatura conica della pianta sia una conseguenza diretta della priorità di formazione, e diffatti il tronco che deve predominare è già preesistente, siccome quello che si è sviluppato nel vivajo prima del collocamento a dimora ; il 1° ordine inferiore di rami laterali si forma fin dal 1° anno e succedono quindi gli altri ordini sempre di data più recente, epperciò decrescenti di forza e di lunghezza. Spetta al Pero, senza contrasti, il primato nel campo della forma Piramidale e ben a ragione, inquantochè lo stesso nome della pianta (Pyrus, Pyramidis) indica chiaramente, nella greca sua derivazione, la naturale disposizione della pianta a foggiarsi con testa irregolar- mente conica. Ciò è dovuto all’esistenza normale di uno o più grossi rami verticali al tronco muniti di molte ramificazioni accessorie la- terali che nel loro assieme danno luogo alla forma conica. I gran Peri selvatici e secolari che s'incontrano qua e là nei nostri monti hanno tutti la forma piramidale. La pianta perfettamente piramidale, risultante da abile potatura, deve constare di un solo fusto centrale che sorge verticalmente dal suolo e deve per grossezza predominare sopra gli altri rami tutti della pianta. Da questo fusto si diramano, all'altezza di cm. 0,30 circa dal terreno, tre o quattro rami a legno laterali formanti il primo ordine o palco della piramide, attorno la pianta; superiormente ed all’altezza del pari di altri cm. 0,30 dal 1° ordine si dirama un secondo ordine di rami a legno laterali di forza e lunghezza minore di quelli del 1° ordine e così successi- vamente in guisa che l’estremità della pianta sia formata dal solo prolungamento annuale del fusto centrale, detto anche asta o freccia. 376 FRUTTICOLTURA fici Havvi dunque, come ben si vede, nella piramide una graduale de- Ù: crescenza di sviluppo dal tronco centrale al primo: palo di rami la terali, da questo al secondo, ecc. Fig. 6. B. ILE RR Come è possibile ottenere tanta regolarità di forma fabbricando, pi: per così dire, la pianta? i È possibile, ma a due condizioni; che sono: una Stati vazibale fin dal primo anno d’impianto ; una sorveglianza continua della vege- tazione. Vediamo in qual modo abbiasi a procedere al riguardo. Potaiura dei rami a legno, della Piramide. — Anzitutto la pianticella deve, come per la spalliera e per le stesse ragioni, es- sere collocata a dimora di un anno solo d’innesto e scelta fra quelle che nel vivaio primeggiano per il fusticino di robusta e perfetta formazione. È errore il credere che siavi guadagno di tempo nel collocare a dimora piante aventi un principio di formazione pira- midale (lo stesso dicasi di qualunque altra forma). Ciò non è per la ragione che, tolto il caso di pianta allevata in vaso o cassone o tra- piantata con pane di terra, succede che non corrisponde .alla parte aerea quella sotterranea, vale a dire la massa delle radici e quindi non sussiste quell’equilibrio che è tanto necessario alla buona vege- tazione e produzione della pianta a frutto. Collocata a dimora, con tutte quelle cure che saranno a suo tempo accennate, la pianticella dovrà essere recisa all’altezza di m. 0,30. circa dal punto d’innesto, avvertendo che il taglio potrà essere al- quanto più lungo se la pianta è taglio e tutti gli altri successivi saranno sempre dati cappa una buona gemma a legno. Il sin qui detto concerne la formazione dell’ossatura legnosa della piramide di Pero e di Pomo. Potatura dei rami a frutto della Piramide. — Questi sorge- ranno, sin dalla prima annata, sopra ogni tratto di ramo centrale e laterali accorciati come si è detto e dovranno essere trattati nel modo seguente: Le Lambourde e i Dardi si lasciano intatti, perchè aventi poca lunghezza, e terminati da gemma floreale eccellente produttrice. Le Brindille che hanno lunghezza maggiore si accor- ciano verso la metà col taglio a secco in fin di stagione o meglio colla mozzatura estiva che avrà per effetto di arrestarne lo sviluppo a quel punto che piacerà all'operatore. In ogni caso s’impedisce vigorosa, meno se debole. Questo. colla mozzatura che abbia luogo il prolungamento dei rami a frutto | nascente dalla soprapposizione di nuovi rami a frutto sui primi, A ciò si riduce la potatura di questi rami, s'intende la potatura ordi- FRUTTICOLTURA 977 ‘maria annuale, giacchè quella straordinaria di ribassamento quando saranno per esaurirsi sarà trattata in capitolo apposito, essendo ap- ‘plicabile a tutte indistintamente le forme della piccola coltura. Sorveglianza sulla vegetazione della Piramide. — Il complesso di tagli determinanti la formazione piramidale sarebbe a gran pezza insufficiente a mantenere in tale stato una pianta fruttifera di Pero o di Pomo per una serie più o men lunga d'anni. Nello stesso modo che sopra i singoli rami a legno e persino su quelli a. frutto, lasciati in libertà, la linfa ascendente si porta con eccesso di vigore verso l'estremità superiore abbandonando la parte sottostante, così nell’as- sieme delle ramificazioni della piramide, sempre si avvera un formi- dabile spostamento di vegetazione a tutto beneficio delle estremità superiori, ogni qualvolta l’arte non interviene ad opporre ostacolo sufficiente. Questo spostamento è tale che basta un anno di abban- dono per compromettere seriamente la forma quantunque la pianta abbia ricevuto una potatura a secco incensurabile. È pertanto necessaria la mozzatura estiva dell’estremità di parte dei germogli di \prolun- gamento di cadun ramo laterale superiore, e se occorresse anche di tutti questi prolungamenti e persino dell’asta centrale se troppo ‘vigorosa. Questa mozzatura deve farsi a stagione avanzata per evitare la violenta retrocessione della linfa che sarebbe dannosissima alla fruttificazione. In altri termini i rami superiori dovranno essere moz- zati allora quando avranno raggiunta una certa lunghezza, saranno cioè muniti di parecchie gemme a legno novelle. I rami a legno deì palchi inferiori, avranno per effetto di questa operazione la pos- sibilità di uno sviluppo regolare, nè havvi altro mezzo per ottenerlo. Ma ciò non basta ancora ed è assolutamente necessario di curare . la parità di formazione di tutti questi rami a legno della piramide. Quelli esposti al mezzodì e liberi dalla troppa vicinanza d'altro ve- getale si sviluppano sempre più fortemente di quelli esposti al nord edaventi poca area libera disponibile. È necessario mozzare ì primi per favorire la cresciuta dei secondi che si lasciano in piena libertà. Si tratta insomma di una sorveglianza incessante, qua opponendo un ostacolo alla linfa, là rimovendolo, al fine di ottenere l'equilibrio tra le varie parti della pianta (1). x . la teoria della piramide è contraria all'esistenza di rami a legno . accessorii sul percorso dei laterali di ciascun ordine. Se sì tratta di (1) Ciò conferma quanto sì disse altrove, essere cioè economicamente assurda la coltivazione su vasta scala delle piante a frutto di piccola coltura, vale a dire piramidi, vasi, ecc, 378 COMIZIO AGRARIO DI TORINO pianta poco robusta o meglio ancora debole siamo d’accordo, ma quando si tratti di pianta molto vigorosa permetta madonna Teoria che si perpetri una piccola infrazione ai suoi venerardi decreti. L’e- sperienza ha dimostrato che in questi casi non solo è possibile ma è convenientissimo adottare simile modificazione. La pianta robusta abbisogna, perchè non reagisca soverchiamente, di molti sfoghi aperti alla circolazione della sua linfa sovrabbondante e questi sfoghi si avranno appunto mercè i molti rami a legno accessorii di cui può munirsi nel suo percorso, annualmente, ogni ramo laterale princi- pale. Che anzi diremo di più ancora. Questo è l’unico mezzo per riuscire ad avere prodotti copiosi dal Pero e Pomo innestati sopra il selvatico, massime se le varietà sono di loro natura molto vig'orose. L’erronea credenza generale che torni impossibile coltivare con suc- cesso a forma piramidale, il Pero e Pomo innestati sul selvatico, è dovuta precisamente al fatto di una irrazionale pedantesca applica- zione delle regole teoriche in certi casi speciali che esigono l’ecce- zione (1). (Continua). A. GENESY. MSM SSL MS LLSSSNSLONM LILIAN CONFERENZE AL COMIZIO AGRARIO DI TORINO rr nr n CONFERENZA XII Del Credito nell'Agricoltura Relatore il signor geometra LorENZo FANTINI La questione del credito in agricoltura, che verrà fra non molto discussa in Parlamento per iniziativa dell’on. ministro Berti, veniva presso il nostro Comizio Agrario, davanti al solito nume- roso uditorio, presa in esame dal geometra Lorenzo Fantini, di Alba, che la scelse opportunamente a tema della conferenza. L’agricoltura, esordiva il conferente, ha fatto in Italia passi (1) Nel Frutteto di Revigliasco Torinese più di 100 piante di Pero e Pomo piramidali, ‘nnestate sul selvatico e produttive confermano indiscutibilmente ’asserzione di chi scrive, \ CONFERENZE 379 da giganti in quest’ultimo quarto di secolo, e, checchè si dica, siamo ora migliori della nostra fama; ciò non pertanto resta ancora molto a farsi. L'agricoltura, come si sa, abbisogna del- l’istruzione o indirizzo, del lavoro e del capitale perchè possa essere rimuneratrice. Quanto al primo requisito esso non manca, poichè uomini di scienza e distinti agronomi e pratici suggerirono i mezzi più razionali e economicamente applicabili. L’indole la- . boriosa della nostra classe agricola potrebbe benissimo soddisfare pienamente al secondo dei requisiti. Ciò che fa difetto è il capi- tale, il quale costituisce, in Italia, il nodo gordiano dell’agricoltore, lo scoglio contro il quale vanno a naufragare i suoi progetti di migliorie. Alla deficenza di questo capitale, fattore precipuo dell’industria agricola, potrebbe supplire il credito agrario, ma questa istitu- . zione non rese finora i servigi che si potrebbero giustamente ripromettere quando fosse meglio organizzato. I capitali richiesti perchè l’agricoltura possa progredire sono due: il fondiario, propriamente detto, e l’agrario, rappresentato dalle scorte, e che è il maggiormente produttivo; il primo fu materia di studio accurato: del secondo non si occuparono ancora sufficientemente gli economisti. A questi capitali corrispondono conseguentemente due crediti : il fondiario e l’agrario. i Qui il signor Fantini fa un rapido cenno storico del credito fondiario; dice come esso si divulgasse rapidamente in Francia fin dal suo inizio, e come nel 1853 facesse capolino pure in Italia, propugnato dal ministro Cavour, il quale ebbe ad incontrare molta renitenza nel farlo accettare. Fa notare come i pochi che se ne giovarono, impiegassero ì mutui contratti in altre desti- nazioni di maggior convenienza, e ciò a motivo delle troppo brevi more concesse, della soverchia elevatezza del tasso, delle intermi- nabili pratiche burocratiche, e, quel che più, del limite dell’im- prestito. Osserva come perdurando queste condizioni nel credito fondiario non se ne possa al giorno d’oggi ammettere la sua uti- lità, benchè offra qualche vantaggio. Passa quindi al credito agrario. Tesse pure una breve storia ‘del suo sviluppo facendo constare come in Iscozia, in Francia ed in Germania il problema sia stato risolto coll’adozione del conto corrente inverso, nel senso che le banche aprono al contadino un credito, e questi se ne vale man mano che ne abbisogna. “) 380 COMIZIO AGRARIO DI TORINO - CONFERENZE Spiega come in Italia il credito agrario non abbia potuto attec- chire e sia ancora nel campo delle speranze, e ciò perchè oltre ad essere la proprietà troppo frazionata, le poche banche che lo esercitano mantennero troppo elevato il tasso, fissarono troppo breve la scadenza, in guisa da non concedere all’agricoltore il tempo di ricostruire il capitale mutuato. Eppure, dice il conferente, la classe agricola che si volle fa- vorire coll’istituzione del credito fondiario perchè la si credette meritevole, ha pure diritto che le si estenda quest’altra modalità del credito agricolo. Tal quale è ora istituito, il contadino non . può valersene, e anzi allo stato attuale ha più convenienza a ricorrere a privati, malgrado corra il rischio di cadere in mano - di usurai ed in ispecie dei mercanti dell’avallo. L’industria agraria non può accettare le condizioni di tasso offerte alle altre industrie e ciò perchè non può così sollecita- mente ricomporre il capitale. È necessario quindi il concorso . del Governo perchè il credito agrario possa fiorire. L'agricoltura, in Italia specialmente, è è alla fin fine la madre delle industrie, quindi si può benissimo fare una deroga al diritto comune e ac- cordarle privilegi. È necessario altresì che si concedano sussidi ai Consigli d’am- ministrazioni comunali, i quali, maggiormente a contatto di chi ne abbisogna, possono disporne con equità; è necessario ancora che il credito sia frazionato, che siano concesse scadenze lunghe e portato l’interesse al tasso minimo. Così organizzato il credito agrario, l'agricoltore potrà accedere al capitale e goderne i benefizi; altrimenti l’istituzione è rilluso- ria e non rappresenta che un’altra forma di usura. È Si augura il conferente che la questione venga studiata accu- artamente e coscienziosamente da chi ha interesse alla sua soluzione e da coloro a cui sta a cuore il progresso dell’agricoltura, da cui dipende il benessere e la prosperità della Nazione. Il conferente riscuote al suo finire calorosi applausi. REPORTER. 384 aaa en LA VINIFICAZIONE RAZIONALE (Cont., v. fasc. 9, p. 345). Alla terza conferenza tenuta dal chiarissimo prof. Cantoni giovedì, 6, presso la Società agraria di Lombardia eravi, al solito, un scelto e numerosissimo uditorio. ‘Il tema era: Quando svinare — torchiatura delle vinaccie — imbottamento — conservazione del vino; ed il comm. Cantoni, ricordando quanto disse mercoledì, che cioè a fermentazione com- ‘pleta nel tino si osserva il cappello formato dalle vinaccie, il vino o la parte liquida alla parte mediana e la feccia al fondo, fece la domanda: Quando svinare? Chi ha creduto fosse conveniente aspettare fino a che il liquido ‘è limpido; altri pensarono che la svinatura si può fare subito dopo che la temperatura del liquido è diventata uguale a quella esterna. Nel primo caso il liquido può subire delle alterazioni ‘per la feccia; nell’altro forse la fermentazione non è completa od il liquido è torbido. Altri ancora hanno suggerito l’uso del slutometro per accertarsi se lo zucchero si è totalmente scom- posto o meno. | Teoricamente il vino è acqua, alcool e qualche altra sostanza all’infuori di zucchero, il glucometro quindi, se non fossero pre- senti queste ultime sostanze, dovrebbe segnare 0 e meno ancora, ma appunto per quelle sostanze dovrà segnare 1 0.2 al più. Guyot crede che il miglior vino sia quello del quale se ne può bere in maggior quantità senza che faccia male; ed il prof. Can- toni condividendo le opinioni di Guyot aggiunge che il miglior vino è quello da pasto, contenente dall’8 all’ 11 0]0 di alcool. ‘Nelle esposizioni si usa fare analizzare i vini, e sembra si ‘apprezzino maggiormente quelli che contengono maggiore quan- tità di alcool. E non è giusto. Per i vini come per tutte le materie alimentari giudice supremo è il palato. La svinatura è un’ operazione che richiede molte precauzioni. Le tinaie sopra o poco lontane dalle cantine permettono il tra- ‘© vaso senza esporre il vino a grande contatto coll’aria che è | sempre causa di alterazione. Col trasporto in brente si ha agitazione forte, grande contatto ‘coll’aria, e spesa non indifferente. Un tubo di gomma o di tela che arrivi fino al fondo della botte evita tutti gl’inconvenienti 382 VINIFICAZIONE RAZIONALE I vini che hanno odore di acido solfidrico potrebbero non averlo se la solforazione delle uve non fosse fatta fuori di ‘tempo. Però una volta che l’odore vi sia sarà bene toglierlo. ‘A ciò si propose di cavare il vino con recipienti di rame ben terso, o. di farli cadere a spruzzi. Ma questi trattamenti fanno sempre perdere in qualità, meglio sarebbe far passare il vino per uno staccio pieno di piccola ghiaia. Levato il vino dal tino restano le vinaccie che, a seconda del modo con cui è stata eseguita la pigiatura, possono contenere molta materia zuccherina e colorante. Su queste sì eseguisce la torchiatura, la quale può farsi od a pressione continua od a pressione interrotta. Le vinaccie state sommerse non sono acide come quelle del cappello, ma sono inzuppate di molto vino, quindi molto sarà il. vino di torchiatura e torbido, ma non acido, nè aspro. Facil- mente si potrà mescolare in seguito a quello di svinatura perchè pochissima o nulla sarà la differenza di composizione. Avver- tiamo però che sarà bene aspettare che sia avvenuta la defe- cazione. L’imbottamento suppone norme che Mur le botti e la loro custodia. La diversa capacità delle botti è sempre un male alla forma- zione di un vino tipo. Il lusso delle botti grandissime e a doghe grosse è da ripro- varsi, perchè è dimostrato che quelle a doghe sottili si guastano meno e meglio conservano il vino. La preparazione delle botti merita di essere esaminata. Per preservarle dalla umidità alcuni usano empirle di fieno e per prepararle o migliorarle da noi si fanno le così dette bollite con foglie di pesco, allume ece., operazione niente affatto razionale. Si fa anche la solforazione introducendo per il cocchiume un bindello, intriso nello solfo colato, ed acceso ad una estremità. Ma in Francia mediante un fornello ed un tubo introdotto nel- l’apertura inferiore, lasciando aperto il cocchiume per. avere il tiraggio, ingenerano una corrente, prolungata a volontà, di gas acido solforoso, e l’effetto è molto migliore. Le cantine sono il ricovero delle botti, ma non sempre con- corrono alla conservazione del vino. Credesi che il freddo con- servi il vino, ma il vino buono non ha bisogno di freddo, anzi la temperatura di 42° o 18° fa migliorare il vino buono. Il freddo è un ripiego per conservare il vino debole, VINIFICAZIONE RAZIONALE - _383 Circa al travaso si possono ripetere le precauzioni indicate pel passaggio dai tini alle botti, sopratutto ricordiamo di evitare più che è possibile un grande contatto coll’aria. La chiarificazione è una delle operazioni per cui si cerca di migliorare il vino e renderlo maggiormente conservabile. Seb- bene i vini buoni possano stare anche delle settimane in con- tatto coll’aria senza alterarsi e senza che qualche po’ di materia colorante si separi, pure in Francia si usa chiarificare i vini, pertanto si può eseguire la solforazione attesochè precipitano le materie albuminoidi insieme alle sostanze coloranti. La colla di pesce stemperata in acqua, la gelatina animale pure lavata e stemperata e l’albumina d’uovo sono tutte so- stanze destinate a chiarificare il vino; ma siccome trattasi d’intro- dlurre nel vino una sostanza organica la quale potrebbe qualche volta guastarlo anzichè conservarlo, così converrà operare con molte cautele. Si farà la prova in piccolo emulsionando una data quantità di vino con una conosciuta quantità di materia chiarificante onde conoscere la proporzione ed evitare un eccesso di quest’ultima. È poi necessario togliere più presto che è' possibile ciò che cala al fondo onde impedire una specie di putrefazione. Anche il gesso il quale rende inerti le sostanze albuminoidi è usato per chiarificare i vini. La proporzione di 2 00100 anche durante la fermentazione è la migliore e dà vini limpidissimi, brillanti. La filtrazione è un’operazione lunga e difficile per il privato «che non dispone di macchine e di grandi locali. L’industriale ne trarrà sempre vantaggio. Il congelamento serve a diminuire la proporzione dell’acqua, per modo che maggiore riesce poi la proporzione dell’alcool. Il riscaldamento del vino noi lo conosciamo perchè ci è stato mandato dalla Francia per mezzo di Pasteur, ma non è una cosa nuova almeno nella massima. Questa pratica è regolata da principii scientifici. Dice Pasteur che a 65° coagulano le materie albuminoidi, e si credette che tutti i vini ne risentissero gli stessi effetti. Il riscaldamento però riesce utile ai vini deboli, ma toglie bontà ai migliori. B. 384 Lo ZOLEO ESTRAZIONE -RAFFINAZIONE - SOFISTICAZIONI La malattia della vite prodotta dalla crittogama o?dium rukeri ha dato un incremento straordinario all'industria dello zolfo. Nella sola Sicilia esistono oltre 250 cave, le quali occupano 5000 picconieri e 10000 ragazzi producendo annualmente circa 2500000 quintali di zolfo che valutati a sole lire 12,50 ciascuno rappre- sentano un reddito di oltre 34 milioni di lire. : Lo zolfo puro e scevro da combinazioni si-trova nelle regioni vulcaniche in filoni collocati a varie profondità nel terreno e di uno spessore variabile da 4,50 ad 8 metri. Nella grande solfatara di Sammatino, riferisce il signor 'Hopping, la vena è della gros- sezza di 338 metri, ma va divisa in strati di 2 ad 8 metri caduna. Lo zolfo gresgio trovasi misto per lo più al gesso, al salgemma, all’ambra gialla, al calcare. La formazione di questi filoni nel. seno della terra venne ingegnosamente spiegata da Tauquet il quale studiò i fenomeni vulcanici in Sicilia, nella Grecia e nelle Isole Azzorre. Secondo questo scienziato fra i vari gas che si svolgono nelle viscere della. terra havvi l’idrogeno solforato. Tutti sanno che cosa sia l’idrogeno solforato detto altrimenti gas solfidrico o acido solfidrico, e che si rivela per il suo odore puz- zolente nelle uova fracide e ‘nel vino che sa di zolfo. Mediante una’ serie di reazioni una parte di questo idrogeno «solforato si muta in acido solforoso che è quel gas irritante che si produce ogni qualvolta si brucia dello zolfo nell'aria. ‘Ora'l’idroteno sol- forato e l'acido solforoso incontrandosi si distruggono a vicenda dando luogo a deposito di ‘zolfo puro. Una identica reazione avviene allorquando si toglie l’odor di zolfo al vino. M questo caso sì riempie anzitutto una botte di fumo di zolfo 0 acido solforoso quindi si versa il vino ‘che sa di zolfo ossia che contiene in soluzione idrogeno solforato; il vino ‘perde l’odore di zolfo perchè i due acidi si distruggono a A LERETA e lo zolfo precipita in fondo del vaso. L’estrazione del minerale dal seno della terra e,la sua purifi- cazione si operano per lo più con metodi addirittura empirici e tradizionali. Nella Sicilia l'ignoranza e la mafia, dice Hopping, LO ZOLFO 385 combattono quasi sempre con efficacia ogni tentativo di inno- vazione. i . Il minerale si estrae praticando gallerie a piano inclinate nella stessa direzione del filone o trasversalmente secondo la giacitura del deposito, lasciando tratto tratto per precauzione lunghesso la galleria colonne dello stesso minerale ed erigendo muricciuoli di sostegno, ciò nondimeno le frane succedono frequenti ed i poveri operai muoiono sepolti nella solfatara. L’escavazione si pratica di rado colla mina, più comunemente col piccone, ed il materiale è tutto esportato dalle gallerie entro cestini da ragazz] dagli 8 ai 15 anni, i quali impiegati a così faticoso lavoro per ironia della sorte si chiamano cavazzi (cavini). Per depurare lo zolfo si scava una fossa circolare in un piano inclinato, e la si riempie con grossi massi di minerale lasciando delle larghe aperture verticali a guisa di pozzi, s? termina po- scia il cumulo con pezzi più minuti foggiandolo a calotta e si ricopre con terra o avanzi di minerale già bruciato. Si accende il cumulo dalla parte superiore e lo zolfo liquefatto cola in fondo della fossa d'onde esce per un canale e viene raccolto in grandi stampi di legno nei quali si solidifica. In questa operazione si perde sino al 30 per cento dello zolfo il quale si consuma nella combustione. Con tale trattamento non si ottiene dello zolfo completamente purgato dalle sostanze straniere, quindi prima di metterlo .in commercio sì sottopone ad una seconda depurazione. Nella solfatara di Pozzuoli ed in alcuni luoghi della Sicilia, secondo il prof. A. Selmi, si usa disporre lo zolfo in vasi di terra cotta che stanno collocati sopra due banchette parallele prati- cate in un forno e che comunicano con dei vasi simili situati all’esterno dove lo zolfo volatilizzato va a. condensarsi. Molti altri sistemi di raffinazione si'trovano praticati qua e colà es- sendo sorta una vera emulazione fra le varie fabbriche per causa della concorrenza commerciale. Il consumo principale dello zolfo si fa per combattere la crit- togama della vite: nella sola provincia di Cuneo io ho calcolato, «con buoni dati alla mano, un consumo annuo di quintali 48940 i quali a lire 20 per ciascuno producono una spesa di lire 978;200! Lo zolfo del commercio sì trova talvolta sofisticato per l’ag- giunta di sostanze straniere; il miglior modo per conoscerne la purezza consiste nel versarne alcuni grammi in un bicchierino 386 I PEREQUAZIONE FONDIARIA contenente solforo di carbonio, rimestando con una bacchettina di vetro lo zolfo si scioglie perfettamente, mentre la sabbia, il talco, ecc. rimangono indisciolti. S. LIssone. ENI DLE MESIA n — rr teitf PEREQUAZIONE FONDIARIA Una lunga relazione di 62 pagine, giustifica le proposte e fa. la storia dei catasti esistenti nelle varie provincie del regno degli studi e dei progetti che finora si erano inutilmente com- piuti e portati al Parlamento. È opinione del Ministro proponente, che malgrado le utili ri- forme introdotte e i miglioramenti ottenuti negli ultimi anni, la nostra finanza non possa dirsi solidamente costituita. Confuta il Magliani le obbiezioni che si fanno al progetto da coloro che credono esser necessario un lungo tempo e una rile- vante spesa per la rinnovazione del catasto, e da quelli che temono possa derivare un carico maggiore al proprietario di alcune provincie. I concetti fondamentali del progetto sono questi: che la pere- quazione del tributo fondiario sia eseguita mediante un catasto basato sulla misura e sulla stima delle singole proprietà, distinte secondo la qualità di coltura e il grado di feracità del suolo; e che essa debbasi compiere colla maggiore prontezza ed economia, e coi modi solleciti ed esatti che la tecnica moderna suggerisce. Le disposizioni generali del progetto esigono la massima cele- rità nel rilevamento dei terreni. Saranno utilizzati i lavori esistenti e adoprate le mappe già formate, completandole però e rettificandole in modo che presso tutte le provincie del regno siano messe perfettamente in cor- rente le indicazioni delle colture, base necessaria per avere una perequazione. In questa parte il progetto non differisce da quelli che pre- sentarono gli onorevoli Minghetti e Depretis. Le varie operazioni catastali saranno coordinate al concetto delle proprietà stabili, anzichè delle singole particelle; e di cia- scuna proprietà si terranno distinte le parti diverse per ragioni e PEREQUAZIONE FONDIARIA 387 . di coltura e per grado di feracità naturale. In ciò la. proposta differisce dalle precedenti. Inoltre le anteriori proposte stabilivano vari stadî per la for- mazione del catasto, lasciando ai comuni l’esecuzione vera. del catasto medesimo e la perequazione dell’imposta fra i. singoli contribuenti. Il disegno di legge che è avanti alla Camera attribuisce invece al Governo non solo la direzione generale delle operazioni cata- stali, ma l’intero compito di ordinarlo e tradurlo ad effetto cogli stessi criterì in ogni luogo. Determinata la rendita netta e la quota d’imposta delle singole proprietà esistenti in ogni comune e provincia, se ne deduce più facilmente la somma complessiva. Le operazioni esecutive saranno stabilite da apposito rego- lamento. Non si dissimula il Magliani le gravi difficoltà che si dovranno superare. La spesa totale del nuovo censimento è calcolata approssima- tivamente non minore di 50 milioni e non maggiore a 60; ma l’esperienza della Lombardia ci fa ritenere che queste propor- zioni saranno superate di non poco. L'on. Ministro nella sua relazione esprime la fiducia che ado- . prando un personale abile e sufficiente, e cominciando i lavori contemporaneamente in tutte le parti del regno e adoprando tutte le forze disponibili, il catasto possa compiersi nel termine di un decennio. Il progetto contiene 18 articoli: L'articolo 3° stabilisce che le tariffe esprimeranno la rendita di. un ettare per ciascuna specie di coltura e per ogni grado di feracità del suolo. La rendita netta dei terreni sì determinerà sulla base del loro affitto reale o presunto, e in mancanza di questo colla valuta- zione dei prodotti dell’ordinaria coltivazione. I fabbricati rurali di ogni specie saranno esenti dal presente censimento, e saranno soggetti all’imposta sui fabbricati. Saranno parimenti esclusi dal censimento le miniere, le cave, le torbiere, le saline, le tonnare, i canali irrigatori. Il reddito proveniente dal loro esercizio andrà soggetto all’imposta di ric- chezza mobile. I laghi e stagni di pesca si stimeranno direttamente per la loro rendita naturale. 388 L'AGRICOLTURA Le rendite dei terreni sottratti all'agricoltura e tenuti a scopo di delizia od altro, si valuteranno parificandoli al migliore dei terreni contigui. La misura del contingente d’imposta sulla rendita accertata sarà stabilita per legge appena compiuta la perequazione generale. F.C. nai L'AGRICOLTURA DELL'AMERICA DEL NORD (Cont e fine, v. fasc. 9, pag. 351). IL LAVORATORE. Il colono negli Stati Uniti può dirsi che appena esiste come una classe distinta, a meno che ciò non sia fra la gente di eolore negli Stati di mezzo e del sud. La quale sembra stabilita, resa casalinga, e contenta di applicarsi ad una industria. Sotto molti riguardi l’agricoltura è quella industria che le conviene. È amante di animali e tale attaccamento sembra contraccambiato. Ne diamo un esempio. Ad una grossa vendita di bovini a corte corna nella città di Kansas, un negro alla guardia di un toro ci espresse il desiderio di non venire separato da esso, e di es- sergli concesso a seguire l’animale in qualunque luogo fosse condotto. Ma coi bianchi impiegati nella coltivazione di terreni arativi il caso è affatto differente. Nelle grandi fattorie dell'ovest è messo in atto l’uno e l’altro sistema e si elevano fabbricati in cui gli uomini che si adoperano nell’estate, mangiano e dormono. Nell’inverno vanno alle città, ed è raro vedere gli stessi indi- vidui per due anni nel podere. Vengono pure arrolati dei sopra- intendenti a cavallo, o capi che sono meglio retribuiti, per la. stagione, e questi uomini, astuti e perspicaci, hanno poca fiducia negli altri inferiori. Devesi notare che sebbene i salari siano alti, le ore di lavoro dalla primavera: all’autunno sono lunghe; e è periodo di una quasi completa cessazione di lavoro . l’inverno è per gli uomini e per le bestie nei poderi americani. I cavalli ed i muli allora si rifanno delle lunghe giornate di lavoro, e ‘gli uomini o si danno a bere o alla scuola, 0 possi RE Sare vanno oziando. i i DELL'AMERICA DEL NORD 389 "Tutti sembrano ben vestiti e ben nutriti e molto pronti cogli attrezzi sotto loro cura e direzione. Non vi è alcun bisogno per | l'esercizio di forza e di vigore muscolare per cui.i nostri colti- vatori erano una volta così famosi. Le macchine fanno tutti i lavori più duri. Le biche sono piccole, i fienili sono per mezzo delle macchine riempiuti sino all’estremo loro limite, gli aratri e gli estirpatori sono provveduti di sedili e le mietitrici con congegni di metallo tagliano, raccolgono, legano e distribuiscono “il grano, l’avena e l'orzo. Tanto non può dirsi del lavoro nelle più piccole tenute, dove il proprietario, alle cure mentali di governo aggiunge il peso del lavoro manuale più severo. Nessuna altra classe di uomini sopporta così incessantemente la fatica, . facendo per un tempo una vita da selvaggio per ingentilire la prateria. L'uomo, serio è tranquillo, compie il lavoro di due, se non di più, coltivatori inglesi. È vero che egli non coltiva, ma sola- mente prepara il terreno, e per quanto si estendano le forze sue, lascia alle macchine ed agli animali i lavori servili a cui è de- stinato il coltivatore europeo. I suoi figli sono pieni di salute, d’impeto e di energia, e la loro educazione scolastica è conti- nuata più di quanto non si faccia da noi; ma la moglie, sebbene parata ai mali della vita senza che li tema e li affronti, palesa nel suo aspetto la terribile prova per la quale passa la famiglia, | ed ella, in ogni caso, sembra conscia del fatto che la sua sorte | non è illuminata dalla indipendenza che deve accompagnare il possesso del terreno da parte del coltivatore. ‘Una cosa che interessa nella futura produzione di grano è la provvista di lavoro nelle tenute. Non riuscimmo a vedere quella i scarsezza di braccia che prevedevamo. Nella stagione dell’anno più operosa possono scarseggiare i buoni coltivatori, ma, come 1A regola generale, quando si ha bisogno di questi, bisogna andarne in cerca. E sorprendente la pochissima quantità di lavoratori richesti in America in un grande podere coltivato a grano du- rante gli scorsi mesi dell’inverno. In un caso ci fu deito che | soltanto due uomini furono adoperati sopra 5000 acri. Attual- “mente non vi era in quel podere di bestiame che i cavalli ed i muli, e questi nutriti pessimamente. Dal calcolo fatto del lavoro più duro compiuto nei giorni più lunghi dal coltivatore ameri- . cano e solamente quando la sua opera è ricercata, risultò che il prezzo annuale del lavoro per acre è minore di quello che sì L'Economia Rurale 2) 290 L'AGRICOLTURA paga in Inghilterra. La provvista dei lavoratori in avvenire deve ti PO dipendere principalmente. dalla quantità e qualità degli. emi dn ; i granti. Vi sarà sicuramente buon numero di coloni capaci edin. 2% aspettativa, i quali per un tempo saranno obbligati a lavorare per altri prima che siano in istato di lavorare per se stessi, E vi saranno migliaia che cominciano a lavorare per loro proprio | conto, ma sono desiderosi di guadagnare buoni salari per se stessi HRo. e pei cavalli durante i mesi di lavoro dell’anno agricolo, sebbene | Lt la loro terra possa rendere probabilmente molto meglio alla fine, È tr se quella fatica vi fosse impiegata. “nia Dopo aver parlato del Dipartimento ufficiale dell’ agricoltura, fatto un cenno del Canadà e del modo con cui il Governo con- cede il possesso dei terreni, i Relatori conchiudono: L'esame che imprendemmo delle cose agricole negli Stati Uniti, fu di necessità largo e generale, e solo in alcune speciali materie potemmo entrare nei particolari. Però venimmo alla conclusione. NO che dopo tutto l'America non è un Eden, che nella contesa per “Jalo r0 supremazia agricola, mentre un suolo fresco ed inesausto, una 209 superficie livellata, e l’assenza di pietre sono altamente favenernti all’utile impiego delle moderne macchine, esistono pur contra- rietà che riescono in favore del Vecchio Mondo. Queste sono in poche parole: Rigidi inverni che impediscono i lavori agricoli, pericolose siccità, insetti dannosi, e nelle praterie (nell’assenza di laghi) scarsezza di buona acqua. i ; Circa il bestiame, il proprietario di animali americano, al presente nell’occidente possiede singolari vantaggi; terra per niente ed in abbondanza. Nell’oriente buoni prezzi per i prodotti del latte, e negli Stati del centro, eccellenti pascoli di p0a pra- tensis. La coltivazione di questa pianta si va estendendo molto al di là dei suoi vecchi confini del Kentucky, ed è ora molto | adoperata nell’occidente del Missouri. Il suo successo in questo | distretto scovre nuove prospettive all’ingrassatore di bestiame, il quale destinerà col tempo il terreno erboso di recente miglio-. rato al pascolo del bestiame di puro sangue, o almeno del be- stame di qualità pregiate. MLA La contrada occidentale, però, è poveramente provvista d’acqua: per la migliore classe di bestiame, la quale soffre se ne è lasciata dh si È priva, e la lotta per l’acqua pel bestiame indigeno minaccia fra poco di diventare una seria difficoltà ; la distribuzione della terra. — e la limitazione del vago pascolo tenderà ad elevare il prezzo | VE 4 DELL'AMERICA DEL NORD 394 | del bestiame, sebbene d’altra parte, l’aumentato consumo per l’aumentata popolazione verso le pianure occidentali, rincarerà ì prezzi. Abbiamo accennato alla importante parte delle strade ferrate nello sviluppo della ricchezza agricola negli Stati Uniti. Niuno sforzo è risparmiato da parte degli Americani di spingere, per quanto si può, la costruzione delle strade ferrate; per essi non è la popolazione prima, e la strada ferrata poi, ma questa prima come mezzo a sviluppare l’altra. Con ingegno così svegliato e con uno spirito fervido ed ardito tanto da effettuare queste intraprese, è difficile rendersi conto d’un offuscamento d’intel- letto che tollera la continuazione d’una tariffa così dannosa al commercio esterno e alla domestica economia da rendere in qual- che maniera la posizione dell’agricoltore inglese più vantaggiosa che quella dell’americano, DIREZIONE. — ri d REGOLAMENTO POLIZIA FORESTALE PER LA PROVINCIA DI TORINO AFC::£, Nei boschi sottoposti al vincolo, a senso dello articolo 41° della Legge forestale, è vietato di accendere il fuoco e bruciare le stoppie a minor distanza di 150 metri dai medesimi. È vietato pure di accendere i debbii, denominati volgarmente fornelli o mottere, a minor distanza di 20 metri. ATA, Le disposizioni dell’articolo precedente non sono applicabili ai piccoli fuochi che gli operai accendono per loro uso personale. Art. 3. Nell’interesse dell’agricoltura, e quando trattasi di disbosca- menti o di dissodamenti debitamente autorizzati, o del taglio di piante eseguito a senso di legge, o di colture boschive, l’ufficio forestale può concedere l’autorizzazione di accendere il fuoco a ‘minor distanza di quella stabilita con l'articolo 1° del presente Denon, prescrivendo le cautele da osservarsi per prevenire incendi. 392 REGOLAMENTO DI POLIZIA FORESTALE Art. 4. Nei casi di siccità prolungata, le autorizzazioni accordate po- tranno essere sospese a semplice dichiarazione delle Autorità od Agenti locali. chi i Arti. NEO Non si possono stabilire fornaci da calce, gesso, mattoni, sto- | viglie, fabbriche di pece, di catrame, di nero di fumo, di potassa hi 0) forni, per cui sia necessaria una copiosa consumazione di legna, ad una distanza minore di 500 metri dai boschi vincolati, senza. l’autorizzazione del Comitato forestale, il quale la potrà conce- dere, sentita l’Amministrazione comunale: e l'ufficio forestale della Provincia. È Art. 6. da Il Decreto di autorizzazione deve indicare le condizioni ‘e le cautele che saranno ritenute opportune, nell'interesse del pubblico i e della conservazione dei boschi. ATT.7. Le fornaci e le fabbriche, indicate all’art. 5, già stabilite prima. dell’approvazione del presente Regolamento 3 una distanza dai boschi vincolati minore di quella indicata in detto art. 5, pos- sono essere conservate nello stato in cui si trovano. Possono anche essere ampliate mediante autorizzazione del Co- mitato forestale nei modi stabiliti dagli articoli 5 e 6. Potrà tuttavia il Comitato forestale anche in rapporto a questi stabilimenti già esistenti, provocare dalla Deputazione Provin-. ciale i provvedimenti di cui all’art. 88 della Legge 20 marzo 1865, allegato 2, sulla Sicurezza Pubblica. Art. $s. 4 L’escavazione senza diritto nei boschi e terreni vincolati d’altrui proprietà di ceppaie, radici, terra, pietre, ghiaia, sabbia, mine- rali, zolle, torba e l'esportazione di erica, erbe, foglie, ghiande, castagni ed altri prodotti secondari, sono puniti colla ammenda da L. 0,50 a L. 2 per ogni carico di uomo ‘di dette materie è prodotti escavati od espropriati, coll’ammenda da L. 4 a L. 5 per ogni soma, e colla ammenda da L. 4 a L, 10 per ogni carro o traino. ATT:9. Il pascolo abusivo senza alcun diritto in boschi e terreni vin- colati d'altrui proprietà è punito colla ammenda da L. 0,50 a. 1,. 2 per ogni capo d’animale ovino o suino, da L. 3 a L. 6 per ogni capo d’animale bovino od equino e da L. 2 a L. 4 per ogni. capra. Le ammende di cui sopra, saranno sempre x pl Rare al mari: mum, se il pascolo abusivo sarà avvenuto nelle nuove VA BUAO e negli orti forestali. SALMARINO E CONCIME © 393 Art. 10, L’estrazione ed il calamento dei legnami dalle tagliate dei siti montuosi, dovranno effettuarsi in modo da non danneggiare le giovani pianticelle e da non solcare e sovvertire il suolo. Arti. 1f. Le contravvenzioni al presente Regolamento saranno punite colle pene di polizia sancite dagli articoli 35, 36 e 37 del Codice penale. . Proposto dal Comitato forestale della Provincia con delibera- zione del 4 Novembre 4881, Per il Prefetto, Presidente del Comitato forestale T. DE AMICIS. Approvato dalla Deputazione provinciale con deliberazione del 10 novembre 1884, presa in via di urgenza a’ termini dell’art. 180, n. 9, della Legge comunale e provinciale. Il Prefetto, Presidente della Deputazione provinciale CASALIS. ‘Reso esecutorio dal Ministro di Agricoltura, Industria e Com- ‘mercio con provvedimento del 18 aprile 1882. Per il Ministro SIMONELLI. AIA SNASNE INSINNA LEDA SALMARINO E CONCIME PIANI Durante questi quattro lustri che dedicai in modo particolare agli studi, alle osservazioni ed agli esperimenti agrari, non omisi di tener l’oechio anche all’andamento della scienza e della letteratura agraria i | appo noi. Mi sono convinto prima d'ora e mi confermo vieppiù che l’agri- coltura d’Italia progredisce, non invero per merito di tanti pubbli- cisti sorti nella materia, più 0 meno parolai, più o meno servili, più o meno plagiari, più o meno mestieranti, neppure per merito di quelle nullità ambiziose che arrampicaronsi fino alle più eminenti cariche dell’insegnamento agrario officiale, cariche che attualmente rischiarano l’occupante invece di essere rischiarate da esso; ma per quella solidarietà naturale che hanno agricoltura e civiltà nello svi- luppo delle nazioni. Lo stellone d’Italia ne fa seguire l’evoluzione felice anche sotto l'aspetto agrario ad onta del basso livello degli uomini che devono servirla. L’Itala agricoltura progredisce dunque, ma lentamente, per riflesso, | come a stento, non in grado proporzionato ai pomposi e simulati sforzi che si fanno, ma perchè tutti se ne interessano, tutti ne di- cono qualche cosa, le idee si maturano, si comprende la possibilità 394 SALMARIEO E CONQCIME di produrre più e meglio, si scorge la possibilità di impiegarvi bene | i capitali e di applicarvi fruttuosamente il lavoro; perchè anche la scienza e la letteratura agraria rifulge all’estero edi suoi splendori eccitano interesse anche all’interno. Ma quanto a coloro che dovreb- bero capitanarne il movimento,,imprimervi un’impronta originale ita- liana tanto nelle idee sode, nei principi saldi, nello stile tecnico, l’Itala agricoltura non progredisce affatto; tende anzi a ritornare quale era 20 anni addietro, e se potesse tornerebbe a ridersi dei quattro agenti della fertilità costituenti la sostanza del concime. Onde io sono sempre più contento d’essermi ritratto da una scena di pubblicità, ove sì poco è la scienza, sì scarsa la proprietà della lingua, sì grande la proterva ambizione e sì basso il carattere. Bisogna persuadersi che la scienza agraria è in uno stato di tran- sizione, tendendo per una parte ad affermare il suo diritto al rico- noscimento di scienza, connessa colle altre ma individua, distinta da esse ed indipendente dai loro cultori, e per altra parte alle ap- plicazioni pratiche con processi tecnici tanto sicuri quanto quelli delle industrie propriamente dette; e che quanto più presto com- piesi questa evoluzione, tanto meglio per l'agricoltura della nazione in cui effettuasi. Per affrettare questo compimento ci vogliono | uomini di polso. Dove li abbiamo noi ora? Non ce ne rimase che qualche toscano specialista, nel resto troppo toscaneggiante. Molte sono le prove di fatto che potrei addurre che la nostra agricoltura progredisce per indole propria e per impulso di legge hi naturale ad onta di tanti ostacoli atti ad impastoiarla, ma che la sua scienza e la sua letteratura è stagnante seppure non regredisce; ma ne sceglierò un solo, quello indicato dal titolo di quest'articolo. Mi limito ad un solo per carità di patria, poichè se alzassi il lembo si vedrebbero ben maggiori brutture. Ne scelgo almeno uno per gridare per un momento dalla finestra del mio ritiro un discite ed assicurare gli amici, che mi avrebbero voluto sempre sulla breccia mentre già tutta la cittadella era per tradimento invasa, che nè i sicari e le false delazioni impiegate, nè le buffonate marchionali di qualche giornalista mestierante, nè il satrapico sopracciglio di quel gruppo dell’amministrazione nella quale figurava eminente il Gere- mia di nefanda memoria, nè i settari monopolisti della stampa, nè tutti insieme sono da tanto da conquidermi. Riguardo al concetto di concime bisogna distinguere tre epoche : 1° quella in cui esso era sinonimo di letame ; 2° quella in cui si estese. a tutto quanto giova ad elevare la fertilità del suolo ; 3° quella in cui esso è sostanzialmente definito e circoscritto. Queste tre epoche non hanno una demarcazione spiccata nell’ordine del tempo, poichè, ad . esempio, il sale comune fu additato come concime fin da Bacone da Verulamio ; eppure era la prima epoca del concetto di concime. Le tre epoche distinguonsi dal concetto predominante. Siamo nella ierza epoca. Non basta più il dire: la tal cosa data al suolo, ne aumenta la fertilità, dunque è concime. Non basta più. | Dopo un po’ di tempo di continuato impiego di quella stessa so- stanza, essa potrebbe mostrarsi inerte. In tal caso bisognerebbe ve- nire alla ridicola conclusione : concime che non è concime. I * b | Il concime, nel concetto vero, non smette mai dal suo effetto. "0 gi ATTI UFFICIALI 895 Essendo ciò che si dà al suolo per alimentarvi la pianta come l’olio che mettesi nella lampada per alimentarvi la fiamma, come la ali- mentava prosperamente nell’Eden, così la alimenterà prosperamente fino al dì del giorno del giudizio nella valle di Giosafat senza mai smettere della sua efficacia. I concimi che smettono della loro efficacia, per quanto li chiamino arbitrariamente ed abusivamente concimi, noù lo sono. L'ignoranza del vero concetto di concime suggerì a taluno la ridicola distinzione di concimi liquidatori e concimi con- servatori, quasi che qualunque dei quattro agenti della fertilità non sia isolatamente egualmente liquidatore, anzi quasi che non lo fosse fin anco ciascuno dei 14 costituenti normali della pianta. (A! prossimo numero la fine) Mussa. mu, ATTI UFFICIALI COMIZIO AGRARIO DEL CIRCONDARIO DI TORINO ———__—_— _/&/]r n ARAZZI siate a ata ta aa a VERBALE DI ADUNANZA DELLA DIREZIONE delli 18 maggio 1882 Sono presenti i signori Arcozzi-Masino, Presidente; Cavallero, vice- Presi- dente; Botteri, Di Roasenda, Francesetti, Nasi, Vasco, consiglieri; Pezzi. segretario. | Comunicazioni del Presidente. — Il Presidente informa la Direzione sulle comunicazioni pervenute al Comizio dall'ultima adunanza. Partecipa anzitutto la sua nomina a membro onorario della Società Ste- nografica italiana in' Torino, comunicatagli dalla presidenza della. sullodata Società con lettera 16 corrente: osserva essersi creduto in dovere di parte- cipare un tal fatto, perchè ravvisa chè tal nomina, più che per riguardi alla sua persona, sia stata inspirata al gentile pensiero di. onorare il Comizio Agrario che egli presiede. La Direzione, senza disconoscere i meriti preclari del suo presidente, che possono ben aver formato titolo valido, perchè la Società Stenografica abbia creduto conferirgli tale distinzione, ravvisando in quanto onora il suo Pre- | sidente un onore reso altresì at Comizio, delibera a voti unanimi che vengano espressi alla Società Stenografica i suoi più sentiti ringraziamenti, in un colla assicurazione della sua profonda riconoscenza. Il Presidente proseguendo nella sua esposizione fa cenno di un appello filantropico fatto per mezzo di una circolare a stampa sottoseritta da molti distinti concittadini in favore di Marco Antonio Canini, antico patriota, | autore di molte pregiate pubblicazioni, il quale trovasi da quasi un anno infermo, abbandonato, senza lavoro e senza aiuto; e tale appello è diretto ad acquistare sottoscrizioni per la pubblicazione di una di lui opera ancora inedita, intitolata Efudes etymologiques, fratto di accurate ricerche, e di cuì pubblicò già un saggio. Il prezzo dell'opera è di L. 10 da versarsi all’atto della sottoscrizione. Interpella la. Direzione se intenda associarsi all'opera filantropica. La Direzione delibera di associarsi per una copia, 396 ATTI UFFICIALI î Il Presidente presenta le disposizioni regolamentari per L'E Isposizione Gene : rale Italiana in Tormo 1884, ” Dà lettura d’una circolare del Comitato Centrale per un "Esposizione Mon- i diale in Roma nel 1885-86 in cui si sollecita un voto di adesione morale per parte della Assemblea generale, od anche solo del Consiglio Direttivo a favore della progettata Esposizione Mondiale di Roma. La Direzione delibera di appoggiare la generosa idea, e fa voti perchè possa avere una soleil riuscita, nota solo che sarebbe da augurarsi che l’'Esposizione venga fissata — a tempo più remoto di quello indicato nel programma, perchè altrimenti sî troverebbe troppo vicina alle due esposizioni nazionali di Milano e Torino. cho Le Annunzia il concorso bandito dall'Accademia d’Agricoltura d'Arti e Com- È mercio di Verona col premio di una medaglia d’oro 1* grandezza del valore | |. intrinseco di L. 300, di num. 80 esemplari stampati del lavoro premiato, e ; A 16 SRI di L. 1000 in danaro sul tema: Manvale completo delle alterazioni, impu- —— rità e falsificazioni delle sostanze alimentari, al.quale dovranno aggiungersi. | degli studi speciali sulle varie qualità dei prodotti della provincia veronese, Sag nonchè sullo stato nel quale vengono venduti nella Città. Wi RO La Direzione prende .atto della copia inviata di rappresentanza EI, Pi pi Ù "i dalla Denutazione Provinciale di Cuneo, dietro analoga deliberazione di quel _ ; Consiglio, al Governo del Re, ed ai due Rami del Parlamento contro il PEGE È getto di trattato di commercio franco-italiano. F e Il Presidente annunzia l’arrivo dei tre chilogr. di seme barbabietole TETIGI zuccaro inviato dal Comitato promotore di Milano, esso verrà spedito alla Colonia Agricola di Rivoli. Partecipa il prerrio di L. 1000 accordato dalla Deputazione Provinciale di Torino al concorso di macchine stigliatrici, ed avverte che la presidenza gi: La s’affrottò ad inviare i dovuti ringraziamenti. REV: La Direzione prende atto della proferta fatta dal cav. di Roasenda di semi di viti americane pervenute alla Commissione Ampelografica dal Ministro di si, Agricoltura. bri Associazione Elettorale Agricola. — Il Presidente apre la discussione sul 1° argomento all’ordine del giorno, cioè costituzione d’una Associazione Elet- | toraie Agricola. Vsserva come Milano prese l'iniziativa di tali associazioni; | colà l’idea venne accolta molto favorevolmente, ed ebbe molte adesioni. CS Il conectto che informa il programma si è che la proprietà rurale, la quale || sopporta la maggior parte dei gravami pubblici, non ha voce in Parlamento, {| non ha una ravpresent anza adeguata, non ha influenza nei Consigli Provin- ||| °° ciali, e nei grandi centri neppure nei Consigli Comunali. L'Associazione | °° Milanese si propose di scuotere l’apatia degli agricoltori, di riunirli in asso- o ciazione onde riparare ad un sì dannoso stato di cose, e potere avere nel Pariaminto, nei Consigli Provinciali e Comunali dei rappresentanti puS rogo sy tutelino, gli interessi agraril, PUPA Di fronte a questa utile agitazione elettorale che sì fa in. altre provincie Si non possiamo rimanere inattivi, quindi il Presidente propone che anche i RIA È. Comizio di Torino sì f.ccia promotore d'una Associazione consimile. et Botteri non crede ce il Comizio Agrario, il quale è istituzione governa- tiva, possa farsi centro d'un’agitazione elettorale che potrebbe divenire Opi Lo aaa positrice.al Governo. (Se {i Presidente nota che scopo di queste associazioni non è di ‘promuovere un'agitazione di opposizione al Ministero, ma solo di procurare Deputati che si interessino ‘ail’ agricoltura. SVIOtI Cavallero si unisce alle osservazioni del consigliere Botteri, egli propone 0 che nou il Comizio si faccia centro dell’associazione, ma che promuova co- , sE testa associazione. ia La Direzione accogliendo tali proposte delibera di diramare un appello et: din NET CRONACA CAMPESTRE 397 ‘agricolturi, esortandoli a. costituire un'Associazione Elettorale che si pro- ponga di promuovere la nomina di rappresentanti che maggiormente si inte- ressino di agricoltura degli attuali Deputati, o membri dei Consigli Provin- ‘ciali e Comunali. Proposta per Vaumento della quota unnua dei. Socii del Comizio. — Il Presidente osserva come a poco a poco vengono meno al Comizio i sus- sidii dei corpi morali, sì che le sue finanze vanno via restringendosi, e se si continua in questo stato di cose, presto verrà il tempo'che il Comizio «| sarà costretto all’inazione per difetto di mezzi. Pargli che a scongiurare tale «male nessun miglior mezzo vi sarebbe, che accettare la proposta. già fatta da alcuni Socii di accrescere il contributo annuo. La Direzione delibera di portare tale argomento all’Assemblea generale. Assemblea generale. — L’Assemblea generale di primavera è fissata pel giorno 22 aprile prossimo all’una pom. col seguente ordine del giorno: Relazione e comunicazione della Presidenza; Relazione dei Revisori dei conti; «Nomina dei Membri della Direzione scadenti d'ufficio: Estrazione dei premii; Proposta di. Socii per aumento quota annua; .. Associazione Elettorale Agricola. La Direzione delibera, ove l'Accademia di Agricoltura e la Società Orto- Agricola vi concorrano, di provvedere un’uniforme all’inserviente, onde sia in caso di presentarsi nei siti ove venga inviato in un abbigliamento più deeente che non l’attuale, e perchè sia meglio accertata la sua qualità di messo del Comizio, dell’Accademia, e della Società Orto-Agricola. La seduta è sciolta. Il Presidente Il Segretario Arcozzi-Masino. PEZZI. aaa va a va ara a a ava a a ata a a na ateneo Cronaca Campestre Il Tempo. — La Vegetazione. — Fieno Maggengo Il tampo. — Chiudevo la precedente Cronaca il cinque corrente mentre ancor pioveva e poco dopo sì serenò, ma per durare appena due giorni. Piovve tutto il 7; bella giornata 1’8; ancora . un po’ il 9 con vento forte e freddo dal 3° al 4° quadrante. Il 10 giornata bella e tranquilla per noi, ma funestissima pel circondario di Brindisi, dove cadde per un quarto d’ora grossissima grandine per lunga estensione e larga 5 miglia. In quelle regioni le biade, il frumento sono pressochè maturi, e l’uva pure d’un bel mese avanti che da noi; quale e quanta strage vi avran fatta i chicchi di grandine del peso d’un mezzo chilogramma?! Tre giorni ancora di bel tempo e temperatura veramente di maggio, indi il 44 fu nuvoloso ed a sera si scatenò dal Monce- | nisio un temporale che pererese buona parte del suolo Lombardo- Veneto, dove cadde pur molta grandine, specialmente a Pavia. Nella giornata del 15 la perturbazione era nel suo pieno im- 398 CRONACA CAMPESTRE perversare in molte parti d’Italia, Noi ebbimo per tutto il giorno finissima e fitta pioggia con freddissimo vento spirante da Nord-est, cioè dal Monte Bianco e compagni delle Alpi Pennine; il 16 ancor tempestoso qua e là aggiungendo sulle montagne che ci circon- dano nuova neve, che pur rassomigliava alla grandine. Per fur- tuna la notte tra il 16 ed il 17 fu nuvolo, in caso contrario . avremmo avuto un forte gelo. Ciò non pertanto al mattino, e diciamo pure tutto il giorno, si sentì un freddo tale che si sa- rebbe stato meglio vestiti d’inverno. La giornata fu semi coperta; dalle 7 112 alle 9 circa ci trovammo nella penombra che la luna ci proiettava eclissando parzialmente il sole. La luna, percor-. rendo la sua orbita da occidente ad oriente, già alle 7 472 col. suo lembo nord-est pareva che toccasse il lembo sud-ovest «el sole, la cui luce cominciava a diminuire d’intensità. Sino alle 3 stante poche ragnatele di nubi che ci servivano di vetro colo- rato, sì poterono vedere i due dischi avvicinarsi, sempre ingros- sandosi quello del nostro satellite, mentre diminuivasi quello dell’astro maggiore; indi i grossi e folti nuvoloni giunsero sui nostro orizzonte da levante, i quali non ci lasciarono più vedere îl processo dell’eclissi; non si potè più nulla vedere, come cioè i centri dei due astri siansi più o meno avvicinati. alla linea retta che li unisce con quello del nostro pianeta la terra. Il mag- gior grado di oscurità fu verso le 8 12, e se avessi avuto con me un sensibile termometro, credo che avrebbe pur segnato in quel momento la più forte diminuzione di temperatura. La perturbazione atmosferica incominciata due giorni prima fra noi e che ci mantenne ancora tutto il 18 un ambiente . freddis- simo, come ancora un poco ieri ed oggi, non fu causata dall’av- vicinarsi delle penombre e dell'ombra lunare?! Qui non ci stento a credere. Altra perturbazione verrà il 22. La vegetazione. — Che cosa serve una primavera anticipata che ci ridesti la vegetazione e poi la venghi ancora dal freddo ritar- data ed in parte distrutta?! La foglia dei gelsi che venne in gran parte già una volta distrutta dal gelo, ora che crescerebbe nuovamente, ad eccezione delle semme superiori dei rami d’un anno, che furono letteralmente distrutte (gelata l’ultima metà del ramo), viene ancora ritardato dal freddo il suo sviluppo, cosicchè i bachi vi troveranno poco nutrimento, ed anche causa | di malattie gravi, riescendo essa foglia d’incompleta costituzione e troppo acquosa. lì} frumento ha raggiunto lo stadio della sua fioritura, appunto l’epoca migliore in cui ha bisogno di caldo, ed ha invece abbas- samento di temperatura tale che disturba il buon processo della fecondazione. E una tempesta non visibile a tutti, quasi segreta, ma pur troppo funestissima e micidiale, di cui ci accorgeremo maggiormente nel raccolto; è la causa dello scarso raccolto che in campagna si vuole addebitare alla pioggia del dì dell’ Ascensione, fosse pur di pothe goccie! RASSEGNA AGRONOMICA 399 .. Fieno maggengo. — Sarebbe giunta la vera epoca di falciare il ‘maggengo, se il tempo farà giudizio. Son però quattro giorni che non piove, epperciò si potrebbe falciare, specialmente dove è già molto maturo, giacchè, se non in due, in tre giorni si può dis- seccare anche con sole un po’ ammalato. Molti degli agricoltori, malgrado il bel sole non falciano il loro fieno maturo, essendo luna nuova. Dicono che il fieno falciato in luna nuova farà sempre fumo! Dove abbia avuto origine questo pregiudizio non lo so; solamente so dire che da qualche tempo osservando trovai sempre fieno buono quello falciato e condotto a casa per bel ‘tempo senza badare la posizione della luna di qualsiasi fase, ed affumicante quello condotto a casa dopo averlo voltato e rivol- tato sul prato per più giorni, in causa delle pioggie, che lo lavarono e spogliarono delle migliori sostanze nutritive, anche quando fu falciato nel plenilunio! Compiuta la fioritura delle principali erbe è tempo di falciare; se lasciamo alle medesime compiere la formazione del seme, viene diminuita di molto la facoltà nutritiva del fieno, di più si fa perdere un tempo prezioso al prato che ridonderà poi a danno dei susseguenti raccolti, specialmente dove si ha poca o niente d’acqua d’irrigazione. Torino 20 maggio 1882. G. ROSSETTI. NES EI RASSEGNA AGRONOMICA Berti, Magliani, il Trattato ed il Bestiame. — Il Ministro Berti ha detto in Senato che il Trattato si difende .da sè. Bisogna bene che sia così, perchè i suoi difensori furono tutti, dal primo all’ultimo, tanto alla Camera quanto in Senato, molto infelici..... Ha poi soggiunto che Za non iscrizione del be- stiame nelta tariffa non sarebbe stata una ragione sufficiente per rompere i negoziati. Il Ministro Berti è pregato di mettersi d'accordo col suo collega Magliani, il quale in altra discussione disse — le sue parole furono stenografate e stampate nei resoconti — che un Trattato di commercio che non contenesse il bestiame non era un Trattato, _@ che non sapeva comprenderto..... I Comizi pentiti. — Lo stesso on. Ministro Berti avrebbe poi detto nel suo discorso al Senato, queste parole, che la com- piacente Agenzia Stefani ha divulgate: « Se taluni Comizi protestarono contro il Trattato, molti altri non credettero di protestare; a/r? ancora recedettero dalle prime deliberazioni. » . Ora i {aluni Comizi agrari li abbiamo qui enumerati, e sono più di sessanta, quasi tanti quante sono le provincie del Regnoz 400 RASSEGNA AGRONOMICA è motti allri che non protestarono li conoscerà il Ministro ; il relatore Marescotti fece persino un rimprovero a quattro che protestarono e che non hanno bovi da vendere. Figuriamoci! Quanto a quelli che si ritrattarono, il Ministro avrebbe fatto bene a nominarli. Persistiamo a non credervi, come fu risposto al..Diritto, che nominò solo Mondovi (!2). Nrattato di Commercio. — Per memoria agli elettori. agricoli del Piemonte. RISO: Votarono comtre il Trattato gli onorevoli: Compans, De Rol- land, Di Sambuy, Ferrati, Mellerio, Nervo, Perazzi, Perrone, Sa- i luzzo, Serazzi, Sperino, Trompeo, Ricotti. Votarono a favere gli onorevoli: Berti, Borgnini, Cantoni, Colombini, Coppino, Davico, Delvecchio, Ercole, Faldella, Favale deputato di Carmagnola, Ferrari Carlo, Frescot, Genin, Guala deputato di Vercelli, Leardi, Marazio, Riberi Spirito deputato di . Cuneo, Roberti, Serra V., Siccardi deputato di Fossano, Vayra, Vallegia. Congresso degli Agricoltori Italiami. — Sappiamo che il Consiglio Permanente della Società Generale degli Agricoltori Italiani, accogliendo l’invito che alla stessa venne fatto dal Muni- cipio di Messina e da parecchi sodalizi agrari della Sicilia, ha deli- berato di) tenere nel corrente anno, in quella città, il suo VII Congresso. Importantissimi i quesiti che si discuteranno e che pubblicheremo, appena quell’ufficio di Presidenza ce ne avrà comunicato l'esatto formulario. Intanto raccomandiamo agli agricoltori di tenersì pronti a prendere parte aì lavori ed alle discussioni del Congresso, che avrà luogo contemporaneamente al Concorso Regionale Agrario ed alla Esposizione didattico-industriale di Messina. Legge sulla Caccîia — Dalla relazione presentata dall’on. Sanguinetti rileviamo che vennero accolti se non: tutti in. parte i reclami dei Cacciatori. Conservando le disposizioni concernenti le | bandite e l'esercizio della Caccia in relazione de’ diritti di proprietà, tolse il divieto della Caccia sui fondi altrui. I termini della Caccia sarebbero modificati: sarebbe proibita col fucile dal 15 febbraio al 15 agosto e dal 15 febbraio a tutto agosto cogli altri mezzi, lecito però ai Consigli Provinciali di facoltizzare la Caccia con. fucile dal 15 aprile al maggio nelle paludi, lagune, spiaggia di mare (ciò crediamo male). Sono proibiti in qualunque tempo e luogo i seguenti mezzi di Caccia: Pantiere, Plandine, Diluvio, Laeci, Archetti, Trap- pole, Gabbie a scatto, Lacci a terra e ferri (Benissimo). Il prodotto delle pene pecuniarie e degli oggetti confiscati è devo- luto metà al Comune ove venne commessa la contravvenzione e metà. agli agenti che l'avrebbero scoperta ed accertata. Fartaresa, Tartareja, 70/7. Ciochin: RhinanfhusJuss. — È pianticella comune nei prati magri. Fa morire le pianterelle vicine buone. È nocevole ai montoni. Di essa non rimane che un di naz e?- NE RASSEGNA AGRONOMICA 404 piccolo gambicello secco, sottile, duro nel fieno, inservibile e dan- noso al bestiame. Per distruggerla fa d’uopo falciarla in principio di sua fioritura, affinchè non venghino a maturazione i suoi male- detti semi. Ve ne sono due varietà il cristagati (glabra D. C.) e l’hirsutus. Differiscono solo pei calici che questo ha viscosi il primo glabri. Identico il fiore giallo su spiga terminale col labbro supe- riore compresso più corto. Così il Camifola. Concio per la meliga. — Raccomandiamo agli agricoltori il Concio espressamente preparato per la meliga dalla Ditta Fino. Noi ‘ lo abbiamo sperimentato l’anno scorso ed ebbimo risultati eccellenti di vero tornaconto. #* Il raccolto oltre di ottenerlo maggiore e migliore ha anche anti- cipato in confronto di quello ottenuto dalla meliga coltivata e in- grassata col letame di stalla, È questo un vantaggio molto importante pel buon andamento delle rotazioni agrarie e per la preparazione del terreno destinato alle successive coltivazioni. DIREZIONE Le Tasse di registro e l'Agriceitura. — Comperando una possessione e facendone registrare la scrittura tocca sborsare, oltre alla carta da bollo, la tassa proporzionale, compresi i. cente- simi addizionali, in tutto L. 4. 80. per ogni 100 lire. E così per il valore, ad esempio, di lire 100,000 si deve pagare L. 4,800/— e siecome la possessione in Italia, cambia il padrone — prendendo una media generale — ogni venti anni, così ogni venti ‘anni, 0 ventidue al più, il Governo intasca l'ammontare della ventesima parte. Ponete invece che si tratti di contratti ordinari relativi a cose mobili, commerciali, industriali, di affari di borsa, ece., ‘allora la tassa mon sale — per ogni 100 lire — che a lire 0.30 o al più a 0.60. Essa sale a lire 2 invece se i contratti si riferiscono a cose mobili agrarie, come —. citiamo testualmente — « raccolte del- l’anno, frutti pendenti, taglio di boschi, ecc. » Salgono poi a lire 4 le concessioni di diritti di acqua a tempo indeterminato, la vendita giudiziaria di immobili (terre e fabbricati), le concessioni di essi in erfiteusi, il riscatto, le rivendite, ecc. ecc. Che se poi trattasi di donazioni tra zio e nipoti, prozii e pronipoti, devonsi sborsare lire 6, e lire 8 tra cugini germani, e 9 tra parenti più lontani, e 10 tra i non parenti. Chi sa dire il perchè di siffatte differenze? Forse perchè i possidenti sono'in generale di buona pasta e sì lasciano tassare e ritassare senza stridere troppo? Tutto ciò sempre in omaggio al principio dell’uguaglianza dei \ittadini innanzi “alla Legge. Concorso internazionale di macchine 1882 in Pa- dova. — La Direzione di questo Comizio agrario, nell'intento di ren dere maggiormente importante il futuro Concorso internazionale di macchine per la raccolta e per la preparazione dei fora®gi, coll’appro- vazione del R. Ministero di agricoltura, industria e commercio, ha deliberato che, in Sezione appartata, si tenga una Mostra didat- tiea di quanto fu adottato o proposto per una migliore coltiva 402 RASSEGNA AGRONOMICA zione dei foraggi, nonchè per un più razionale allevamento €, specialmente, per una meglio intesa alimentazione del bestiame. In questa Sezione saranno accolti gli scritti e le illustrazioni che trattassero codesti argomenti e che, da nazionali, fossero stati in Italia pubblicati o si avesse desiderio rendere noti. CPN Così, ad esempio, troveranno posto le pubblicazioni ‘che si riferis. sero non soltanto alla coltivazione o miglior utilizzazione dei prati in generale, ma eziandio alla coltivazione ed. utilizzazione di una od altra pianta foraggiera qualsiasi raccomandabile; trattati sull’alleva- mento e sull’alimentazione del bestiame; disegni o modelli di appa- recchi per la preparazione degli alimenti del bestiame, di fienili, di stalle, ecc. | Dei premi in medaglie d’oro, d’argento e di bronzo saranno de- stinati a rimeritare i migliori lavori, e i premiati, verranno aggre- gati fra i Soci della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova, la quale gentilmente annuì alla preghiera in proposito direttale da questo Comizio. La Direzione del Comizio agrario di Padova quindi, sicura che il proprio invito sarà bene accolto, avverte: 1° Il tempo utile per l’insinuazione di tale Concorso speciale scade col 15 maggio p. v.; 2° Le domande di ammissione devono esser dirette all'ufficio del Comizio agrario in Padova, via S. Bernardino, civ. num. 3347 primo piano; 3° I lavori accettati dovranno pervenire all°Ufficio del Comizio agrario al più tardi entro il 30 maggio p. v. e rimanere presso lo stesso fino al termine della Esposizione, cioè al 20 giugno seguente. Nel mentre si porta a conoscenza delle SS. LL. Ill.me quanto ir] LA sì prega a voler dare alla presente la massima pubblicità ossibile. i Colla più profonda stima e viva gratitudine. La Direzione: S. BanFICHI - A. Cazza - P. Corpi L. N. GaLpIoLo - A. Levi CATTELAN - A. KEL- LER - P. Niccori - A. Serre - G. SETTE - G. TREVES. Vino di barbabietola rossa in Francia. — La fillos- sera colla sua apparizione in Francia portò danni enormi alla nostra viticoltura. Invano si presero per iscongiurarla gravi misure ed energici protvedimenti: niente ha potuto mai arrestare l’opera sua di distruzione. In prospetto di tanto disastro un agronomo cercò non di domare il male, ma di attenuarne le terribili conseguenze abbandonando la vigna infestata alla sua sorte, egli domandò ad un altro vegetale gli elementi di prosperità che la malattia della vigna nelle viti aveva già grandemente diminuiti. Si rivolse pertanto ad un genere di barbabietola rossa che è, secondo afferma l’Industriel Lyonnais, senza rivale al mondo, e = LS = ; ——____—————T——————————————————————_———— nà n OSSERVAZIONI ‘METEOROLOGICHE 403 fornisce aleool di primissima qualità. Questa barbabietola è stracarica di materia zuccherina, e l’agronomo pensò che la polpa di essa, trattata cogli stessi processi con cui si tratta il mosto dell'uva, poteva. dare una bevanda equivalente, ed infatti dopo la fermentazione, ag- giunge il giornale precitato, si ebbe un vino che non cede in nulla alle prime, parla delle Francesi, nostre qualità meridionali. Non si può a meno d’applaudire a questo successo: come dice il proverbio: « In mancanza di grive, si mangiano i merli, » e dal momento che il vino d’uva minaccia di venirci meno, è una bella fortuna che vi si possa supplire con un mezzo qualunque. In quanto poi alle proprietà di questo nuovo vino, che si dicono — eguali a quelle del vino di uva, ci permettiamo, fino a prova con- traria, di dubitare un tantino, nè ci crediamo con questo di nulla detrarre al risultato della nuova scoperta. Notiamo ancora che allora quando infieriva la crittogama venne anche ‘in Italia dato il consiglio di rivolgersi alla coltivazione della bar- babietola per far vino.... ma fu un pio desiderio. nn rr rn nr rr cr NESS SIMEONI ISEE EAT OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE fatte all'Osservatorio astronomico di Torino a m. 276 sul livello del mare, Tempo medio di Torino, ore 12 meridiane dal 1° al 15 maggio 1882. | | Itezza | Temper. | Tensione gal | s noi nigi del pa Deelinaz. Stato È "fa Dondi 5 Dodi beta in |magnetica ip atmosferico I 9 di temp.| centes. | millim. | CONtes. | | | 1 740,9 | + 14,7 8,0 62 N deb. | pioggia 9% 740;9 | + 14,3 9,6 76 SO id. | coperto 3| 739,9 14 19,2) 84 49 NO id. | nuv. poco ser. | 4 | 736,9 | + 13,8 | 12,4 93.1 N id. | pioggia 5 733,6 | + 144 LE ct IMDB | N id. |sereno nuv. | 6.| 738,0. + 17,9] 10,7 68 | NE id. | nuv. poco ser. 440, Pe 1. 10,5 79 NE id. | pioggia | 81.732.9 | + 18,2| 11,2... 69 Sid. | nuv. ser. | 9}; 736,8 | + 18,7 9,8 22 O forte | sereno IE 743, + 18, 9, î id. id. 19) 743,5. |.+-.17,7 8,0 | 52 NE id quasi sereno | 13) 739,7 ]+21,2| 10,8 I DO) O id | sereno | 145 731,4 |1+ 21,3] 11,8:| 61 NE id ser. DUV. | | 732,7 | + 9,3] 76 | 84 NE id. | pioggia | | | 404 Stato sanitario doi bestiame im Pisino dal 24 al 30 aprile. — Casì di carbonchio: 2 a Bernezzo (Cuneo), 1 a Bianzè. (Novara) — Casi di febbre tifoidea : 3 a EOIRTOID in cura ce RISSA CORTE DELLA QUINDI i i I cereali si mantengono stazionari. Il frumento però ha una. gi decisa tendenza al rialzo; il grano turco continua ‘sostenuto ; 3 1 negli altri generi nessuna variazione. 3 Frumento da L. 29 a 32 al quintale: — Grano turco da . L. 19,50 a 25,50. — Segale da L. 241 a 24.— Avena, fuori dazio, — ; sd da L. 20,50 a 21,50 — Riso bianco da L. 28,50 a 39, DO — Detto bertone da L. 28 a 88, fuori dazio. po Nei vinî nessuna variazione. Comune da pasto da L. 64 a 68° l’ettolitro. feste Sete. — Alcuni affari con sostegno furono trattati in greggie gialle, ma le vendite di lavorati s’effettuano senza verun rialzo. | 2 Dalla Francia si hanno buone notizie sul raccolto dei bozzoli. — In Italia si è troppo in ritardo per azzardare fondati prono-.. | i stici sul risultato probabile del raccolto. EI Greggia Piemonte 141713 1° ordine lire. 64 — Organzino Pie- rg monte semplice lavoro 23125 1° ordine lire 68; 23/25 -2°%or- We dine lire 66. ah Vediamo le carni: Sanati da L. 8,50 a 9,50 al miriagr., carne viva; Vitelli da. L. 7,75 a 8,50; Buoi 1° qualità da L.7a Tieok di da qualità da L. 6 UTI o Ana Patate da L. 0,75 a 0,90 al miriaer. | RO, Tp Fieno da L. 0,90 IRE I 3 A Rendita italiana 00,00. — Cartelle fondiarie 000. — Unione Banche Piemontese e Subalpina 000. i i INSINNA ana nimiiinit a cacai IANNONE III LIT PREZZO DEL FRUMENTO FATTOSI NEI SEGUENTI MERCATI ESTERI ; A s per ogni quintale, nell'ultima ottava. a PALIBII Io ste 00 Gihevra;; ik SRO Alpen avi ai ara I Barcellona... ... . » 29 — Londra: So ug rg OTO Budapesth. .. .. . . »—- i Bruxelles ta 90985 New-York.: <.< (+0. i 2780 Berlino ing i Rn: PRO Vienna | fi Lib IE ITC, Amsteadar; js GG Pietroburgo . . 0... ©» 25 50 ene Arcozzi-Masino Direttore G. CaROSIO Ammin, respons. iS ; $ tera Stabilimento Artistieo-Letterario, via Parini, 5. "Trebbiatrice a movimento diretto me- diante vite. senza fine e soppressione d’ogni ingranaggio di celerissima velocità, grande ‘riduzione di forza di trazione: ciò che la Tende superiore a qualsiasi stiro sistema. | Premiata: a tutti i concorsi del 18479 e 1880 in Francia con prime medaglie. Brevettata. b (Grande riduzione di prezzo). > Valigiate per ARRE ad otto Cri- velli (Tip Mure). | Altro Ventilatore (Tipo Mure) a due mo- vimenti. | Brevettato. è di | Grande Ventilatore a due movimenti (feature) n ote e senza . ruote a 9 grandi elli. io sie con. medaglia d’oro Espo osizione. di Valence (Francia). Stegigo di prezzo). cen AGRICOLE E VINIENLE TORINO > _ - dei Pretede MURE. — TORINO . Vaglio Sceglitore ad alvole a ripresa automatica. Di unica perfezione per togliere le veccie ed altre materie estranee al buon grano, dividere î grani fra di loro, e rendere il grano di semenza purgato di tutte materie e cattivi grani, ed altra qualità, mezzo GSAnO, per uso mercantile. 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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI Domenica 13 CHIUSURA DELLA ESPOSIZIONE Per informazioni, Programmi, Regolamento, Schede, Iscrizioni. al Congresso, rivolgersi all’ Ufficio della R. Società Orto-Agri- cola ‘del Piemonte, via Doragrossa, 5, Torino. Le domande di ammessione alla Seconda Esposizione Nazio- nale Orticola non saranno accolte dopo il 30 Giugno 1882. Il Comitato Esecutivo Presidente Vice-Presidente DI SAMBUY conte ERNESTO, Dep. al Parlam.. RODA cav. prof. MARCELLINO Segretari : RIGNON cav. ENRICO — ALESSIO cav. avv. VITTORIO. FENZI. cav. EMANUELE, Presidente ‘della R. Società Orticola Toscana — CICOGNA conte PIETRO, Presidente della. Società Orticola di Lombardia — RAMELLI cav. ALESSANDRO, Presidente del Comizio aprano di Roma — FROIO comm. GIUSEPPE, prof. d' Agronomia nella Scuola d’Applic. Ing., Napoli — STEMONI comm. G. CARLO, Ispettore Generale. Forestale, Roma — PAPADOPOLI' conte NICOLÒ; De utato al Parlamento, Venezia — DI SARTIRANA Dùca ALFONSO; Senatore del Regno, Torino — DI VILLANOVA conte EDOARDO, Assessore Co- munale — CEPPI conte ing. CARLO, Consigliere comunale — ARCOZZI-MA SINO comm. avv. LUIGI, Presidente Comizio Agrario - SOBRERO comm: prof, ASCANIO, Presidente R. Accademia d’ Agricoltura — BOTTERI cav. prof. ONORATO — CIRIO comm. FRANCESCO — DI GERVIGNASCO conte ANGELO—GAY GASPARE: — RADAELLI GIUSEPPE, Comproprietario dello Stabilimento Burdin, Torino, 4° Maggio 1882. Visto: il Sindaco .L. FERRARIS. RIBASSI PERROVIARI Hollinger Corp. pH 8.5