ragdgtisi-.3 SFERE ESTR ARAIZIONIT >, 3, tear ERA 8 Sagre sona 35 a ei “@ o FA | 8A f. v È; $ . 3 ù = i À 2, » CE miro «(UN Ti | ». » e " i Ù | E i ‘zala {fo z i VoL. Il. ARI U MARTELLI, RICCI Becc x |—— Via San Gallo, 31 _ | ESTRATTO DALLA WEBBIA DI FIRENZE RDO (TIPOGRAFIA M È; 7 DD E Did MRI giga ese a i®C Vol do ce Vga « RO” N, i Pesi di Ra O DOAR DO BECGCARI ui 3 PALME AMERICANE DELLA ESTRATTO DALLA WEBBIA DI U. MARTELLI, Vot. II. LIBRARY NEW YORK BOTANICAL GARDEN FIRENZE TIC PIO GIL A UE TCA Mo ORTIIGCLI Via San Gallo, 31 1907 MAR 4- 1908 PRE Men, PONE A MS OO ì LL 2 Le Palme americane della Tribù delle Corypheae PER SNDOAR DO. BEC'G'ARI Le Corypheae asiatiche sono relativamente abbastanza bene conosciute in grazia dei lavori di Martius, Blume, Miquel, Scheffer e Griffith. Io stesso ho nella « Malesia » passato in rivista alcuni dei generi di detta Tribù che erano meno studiati. Non altrettanto può dirsi per le Corypheae americane, di cui alcuni generi si trovavano nella più gran confusione tassonomica, sopra tutto perchè molte delle Palme che vi appartengono, prima di essere state scientificamente descritte, erano entrate nel dominio della Orticultura. Occupato presentemente nel riunire i materiali per una monografia generale delle Corypheae, lavoro che dovrebbe vedere la luce nell’opera del Prof. A. Engler « Das Pflan- zenreich », ho creduto utile pubblicare intanto gli studi che ho condotto a termine sulle Palme che di detta Tribù crescono nel nuovo mondo, inquantochè le diffuse descri- zioni delle specie con le relative osservazioni e note criti- che sulla loro sinonimia non avrebbero potuto trovar posto in detta opera. Ed a tale riguardo mi preme avvertire che il presente lavoro non è opera di compilazione, ma che tanto le diagnosi di tutti i generi, quanto le descrizioni delle specie (meno quelle di pochissime che non ho potuto esaminare) sono state redatte interamente sopra materiali da me stesso analizzati, e che quando ho dovuto registrare qualche particolarità o carattere che non ho potuto riscon- trare io stesso, ne ho citata la sorgente. Dal presente studio si vedrà come molte delle Palme americane che rientrano nel gruppo delle Corypheae sono 1 Sea aa ancora imperfettamente note, e ciò, se non altro, servirà di stimolo, spero, a portare l’ attenzione dei botanici su quelle specie che richiedono ancora maggior copia di notizie e di campioni da erbario, sia per completarne la conoscenza, sia per chiarire dubbi intorno alla loro identificazione. Riguardo al materiale di studio di cui ho potuto pre- sentemente valermi debbo ringraziare il Prof. A. Engler per la comunicazione di quello facente parte dell’ Erbario di Berlino e che comprende inoltre 1’ Erbario antillano Krug ed Urban. Al Prof. I. Urban son particolarmente debitore per il prestito delle sue note sulle Palme antillane ed al Dott. U. Dammer debbo varie indicazioni bibliogra- fiche, venendo così a supplire alla deficienza delle nostre biblioteche : deficienza invero alla quale in molti casi non ho trovato modo sino a qui di supplire completamente. Sento inoltre il debito di ringraziare il Tenente Colon- nello D. Prain, Direttore dei Reali Giardini botanici di Kew, il Sig. Casimir de Candolle ed i chiavissimi botanici americani Prof. William Trelease, Direttore del « Missouri Botanical Garden » ed il Sig. Charles Sargent, Direttore dell’ « Harvard Arboretum » per la generosità con la quale hanno messo a mia disposizione esemplari preziosi dei re- spettivi erbarii, senza dei quali questo mio lavoro sarebbe riuscito molto incompleto. PALMAE. Tribù: CorvPHEAE Benth. et Hook. Gen. Pl. Iso Fam. Coryphinae, Subfam. Sabalinae Mart, Hist. nat. Palm. III, 221. —- Subordo Coryphinae, Tribù Sada- leae Drude in Mart. FI. Bras., III, 2, 279-280. Palme mono-policarpiche, arboree o subacauli o frutescenti, mai scandenti. ronde orbicolari o se- miorbicolari o cuneate alla base, plicato-flabellate, dentate o più o meno fesse sul contorno od anche digitate o radiato—partite. Spadicî con spate nume- rose sovrapposte, tubulose in basso, pervie all’apice o fesse da un lato. tor: ermafroditi o più rara- mente dioici o poligami; calice e corolla distinti o riuniti a formare una piccola cupola 6-dentata; stami 6-12; ovario formato da 3 carpelle distinte O più o meno connate in un ovario 3—loculare, più raramente unicarpellare monovulato ; stili brevi divaricati o conniventi e fra loro + uniti con stigmi distinti o formanti un solo stigma capitellato, o quando l’ovario è unicarpellare infundibuliforme ; ovulo basilare eretto o quasi. rutto baccato o sot; tilmente drupaceo, globoso od ovoideo, formato da una delle carpelle fra loro distinte, occasional- mente, quando l'ovario è triloculare, + profonda- mente 2-3-lobo; epicarpio tenue membranaceo o suberoso e tessellato; mesocarpio carnoso od es- succo; endocarpio membranaceo o sottilmente le- gnoso o subvitreo e formante un guscio al seme che vi riman dentro libero o + aderente. Seme con albume omogeneo o ruminato, spesso provvisto dal lato del rate di una intrusione del suo inte- gumento esterno più o meno spessa e profonda. Embrione basilare o sulla faccia opposta al rafe. PROSPETTO DEI GENERI DELLA TRIBÙ DELLE CORYPHEAE Sottotribù I. — EUCORYPHEAE. Calice e corolla distinti. Ovario formato da 3 car- pelle distinte o più o meno approssimate od anche parzialmente o completamente unite a formare un ovario 3-loculare. * Carpelle più o meno connate fra di loro. Stilo o stigmi nel frutto basilari. Seme con albume mai ruminato. 1. Palme monocarpiche. Ovario superficialmente 3-lobo ; stilo breve conico subulato; stigma puntiforme. Ra- moscelli fioriferi portanti i fiori in glomeruli irrego- lari non provvisti di spatella comune ben distinta. Seme globoso con rafe longitudinale e con l’integu- mento sottile e di spessore uniforme tutto in giro, non penetrante da nessuna parte nella sostanza del- l’ albume. Fronde con piccioli spinosi al margine e provvisti di ligula all’apice davanti; rachide molto sviluppato. * CorypHA Linn. 2. Palme policarpiche. Ovario profondamente 3-lobo; stilo allungato; stigma 3-dentato. Ramoscelli fioriferi mu- niti di spatelle complete annulari ad ogni glomerulo di fiori. Seme globoso con rafe longitudinale e con l’integumento sottile e di spessore uniforme tutto in giro (non penetrante da un lato nella sostanza dell’albume). Fronde con piccioli inermi e rachide robusto e mancanti di ligula all’apice davanti. * NannorHops Wendl. Nora. — I generi segnati da un asterisco (#) non hanno rappresentanti in America. ct 3. Palme policarpiche. Ovario molto superficialmente 3-lobo; stilo allungato; stigma indiviso capitellato. Seme globoso-depresso con rafe basilare; integumento alla base, presso l’ombellico, più o meno incrassato—sube- roso, formante un superficialissimo incavo nella so- stanza dell’ albume. Fronde con piccioli inermi. SaBaL Adans. ** Ovario formato da 3 carpelle libere 0 più 0 meno ap- prossimate fra di loro, ma non connate. Fiori erma- froditi. «> Stili da principio + coerenti, ma in seguito liberi. Carpelle sterili rimanenti attaccate al perianzio alla base del frutto. Seme con albume non ruminato. # Integumento del seme + inspessito dal lato del rafe e quivi solo accostato all’albume molto su- perficialmente o penetrante nel suo interno. 4. Calice cupulare brevemente 3-lobo. Ovario ovoideo atte- nuato in uno stilo allungato; carpelle non scolpite in alto. Seme libero nel nocciolo. Fronde con pic- ciolo spinoso terminato di dietro da un margine liguliforme. Rachide 0. SERENOA Hook. f. 5. Sepali 3 suborbicolari. Corolla brevemente od anche assai distintamente tubulosa in basso. Stami coi filamenti riuniti in basso fra di loro e formanti una cupula più o meno connessa con la base della corolla. Gva- rio turbinato, attenuato in stilo conico breve; stigma puntiforme. Carpelle profondamente scolpite in alto. Seme + libero od aderente all’endocarpio. Integu- mento del seme fortemente inspessito longitudinal- mente dal lato rafeale. Fronde con rachide brevis- simo, triangolare; picciolo # spinoso. BraueAa Mart. 6. Sepali 2 suborbicolari. Corolla quasi intieramente divisa in 3 filli valvati. Stami formanti con le basi dila- CO e tate dei filamenti una bassa cupola molto breve- mente connata con la corolla. Ovario turbinato at- tenuato in stilo conico breve; carpelle leggermente scolpite in alto. Seme libero nel nocciolo. Integu- mento del seme pochissimo inspessito dal lato del rafe. Fronde con rachide brevissimo triangolare; pic- ciolo spinoso. AcoELoRHAPHE Vendl. *% Integumento del seme fortemente inspessito dal lato del rafe e penetrante in una profonda con- cavità dell’albume. Fronde con picciolo © spi- noso od anche inerme; rachide più o meno pro- lungato nel lembo. 7. Seme fortemente connesso al nocciolo. ErvyrHEA S. Watson. 8. Seme libero dentro il nocciolo. Epicarpio membranaceo. esternamente liscio. * Livisrona R. Brown. 9. Seme libero dentro il nocciolo. Epicarpio suberoso, tes- sellato. *# PHoLIipocarPpUs BI. << Stili quasi connati o lungamente coerenti fra di loro. Carpelle sterili trasportate all'apice del frutto. Fiori ermafroditi. # Seme con albume ruminato. 10. Fronde con picciolo spinoso; rachide brevissimo trian- golare. Copernicia Mart. ##. Seme con albume non ruminato. -| Integumento del seme + inspessito dal lato del rafe e quivi fasciante l’albume o solo pe- netrante molto superficialmente nell’ interno di questo. Fronde con l'apice del picciolo + prolungato in un rachide. 11. Foglie con picciolo * spinoso ai margini. Calice sub- spataceo, tubuloso-campanulato con 3 lobi imbricati. Corolla dopo l’antesi decidua per intiero. WassHinaronia Wendl. 12. Foglie con picciolo inerme. Calice tuboloso, superfi- cialmente 3-denticulato. Segmenti della corolla deci- dui durante l’ antesi, tubo persistente. PrITCHARDIA Seem. et Wendl. (Colpothrinax Gris. et Wendl.). ‘+4 Integumento del seme fortemente inspessito dal lato del rafe, penetrante profondamente dentro l’ albume. 13. Frutto piccolo con epicarpio membranaceo liscio al- l’ esterno. Fronde divise in varii segmenti fino al picciolo o se intiere flabellato-suborbicolari a con- torno dentato. * LicuaLa Rumph. 14. Frutto majuscolo con epicarpio suberoso conspicua- mente tessellato. Fronde intiere flabellato-oblunghe a contorno dentato, rachide sviluppatissimo. * TevsMannIA Reich. et Zoll. <> «+ Carpelle libere alla base o leggermente coe- renti, stili sempre liberi. Fiori dioici od ermatro- dito—poligami. # Fiori dioici. Calice cupulare 3-lobo. Corolla 3-den- tata, quella del fiore maschio tubulosa, quella del fiore femineo cupulare. Stili brevissimi. Stigmi puntiformi. Fronde divise sino al pic- ciolo in pochi segmenti, rachide 0; picciolo sca- bridulo ai margini. Me... RAP. Lino f, %## Fiori dioici. Sepali e petali liberi. Stili brevi divergenti. 16. Seme globoso od ellipsoideo non solcato lungo il lato del rafe; albume ruminato. Filamenti degli stami DE AGIO brevi crassi; antere brevi oblunghe subcordate. Fronde flabellato-orbicolari multifide; picciolo fortemente spi- noso terminato di dietro da un breve triangolo; ra- chide 0. * CHamaEROPSs Linn. 17. Seme oblungo o reniforme solcato o profondamente umbilicato dal lato del rafe ed ivi con un forte in- spessimento suberiforme del tegumento + penetrante nell’ albume; questo non ruminato. Filamenti degli stami lunghi quanto i petali o poco più; antere ovate. Fronde con picciolo tubercoloso-denticolato ai margini; rachide 0. * TracHycarpus Wendl. | È 18. Seme oblungo pianeggiante dal lato del rafe ed ivi . con l’ integumento molto leggermente inspessito non penetrante nell’albume; questo non ruminato. Stami tutti ed in egual modo ben conformati, (almeno in apparenza) nei fiori dei due sessi con antere versa- tili oblunghe grandi; nei fiori maschi con filamenti il doppio più lunghi della corolla. Fronde con pic- ciolo terminato di dietro da un triangolo equilatero non prolungato in un rachide; picciolo denticolato al margini. RaapiporHyLLUM Wendl et Dt. ss Fiori ermafroditi o poligami; carpelle libere con stilo + allungato. Frondi con piccioli non "30 spinosi terminati di dietro in un orlo orizzon- tale; rachide 0. 19. Stami (6) con filamenti filiformi subulati liberi sin dalla base, seme con albume omogeneo solido con una intrusione conica dell’ integumento del seme. TrirHRINAXx Mart. 20. Stami (6) con filamenti connati e formanti un tubo che fascia l’ovario, liberi soltanto in alto. Seme con al- bume omogeneo più o meno cavo nel centro senza alcuna intrusione del tegumento. AcantHORHIZA Wendl. mini ae » ian le “RN Sottotribù II. — THRINACEAE. Calice e corolla saldati insieme e formanti una cupula più o meno 6-dentata. Ovario costituito da una sola carpella uniovulata attenuata in uno stilo che si dilata in uno stiema infundibuliforme. Fo- glie con piccioli inermi, terminati di dietro in un orlo orizzontale. Rachide 0. Nessun filamento inter- posto fra i segmenti. 21. Stami quasi sessili rovesciati in fuori in modo che le antere deiscono apparentemente all’ esterno; connet- tivo largo. Seme con albume non ruminato, scavato alla base e compenetrato da una profonda intromis- sione del tegumento. HeMITRRINAX Hook. f. 22. Stami con filamenti subulati; antere introrse, connet- tivo non dilatato. Seme con albume non ruminato, scavato alla base e compenetrato da una profonda intromissione del tegumento, il quale talvolta tra- versa tutto il seme nel senso assile. TrrIinax Linn. f. 23. Stami con filamenti subulati; antere introrse con con- nettivo non dilatato. Seme profondamente solcato- lobato longitudinalmente o plicato-cerebriforme e quindi apparentemente con albume subruminato. CoccorHRINAX Sargent. Genere non ben noto e di posizione incerta. 24? CrysoPHILa BI. Hanno foglie con piccioli non spinosi ai margini le Palme dei seguenti generi: Sadbal — Nannorhops — Pritchardia — Acanthorhiza — Trithrinax — Hemithrinax — Thrinax — Coccothrinax. TI Hanno foglie cor piccioli decisamente spinosi: Corypha — Serenoa — Brahea * — Acoelorhaphe — Erythea* — Livi- stona” — Pholidocarpus — Copernicia — Washingtonia — Licuala — Teysmannia. Hanno foglie con piccioli scabridi o denticolati ai mar- gini, almeno nelle piante giovani: ARhapis — Rhapido- phylum — Trachycarpus (1). Gen. 1. — Sabal, Adans. Fam. nat. II, 495; Mart. Hyst. nat. Palm. III, 245 et 319 (excl. S. serrulata), t. 103, 130; Benth. et Hook. f. Gen. Plant. III, 922; Drude in Engl. et Prantl, Pflanzenf. I, 37; Baill. Hist. des pl., XIII, 313. — Sadal et Inodes O. F. Cook in Ball. Torrey bot. Club, 1901, 529. Fronde plicato—-flabellato-multifide, con ligula e rachide più o meno sviluppati; picciolo inerme ; segmenti 1-costati + profondamente bifidi all’apice od anche 2 volte partiti ed allora bicostati, con un filamento fra un segmento o l’altro e spesso . anche fra le divisioni dei segmenti. Spadici dupli- cato- o 8-plicato ramosi con varie spate tubulose sovrapposte. Fori solitarii inseriti spiralmente in- torno a ramoscelli sottili, provvisti di una brattea e di una bratteola, ermafroditi; calice tubuloso- cupulare 3-dentato; corolla brevemente tubulosa in basso, divisa in 3 seementi leggermente imbricati; Nora. — Nei generi segnati con asterisco (*) i piccioli sono talvolta quasi del tutto inermi, specialmente nelle fronde di piante vecchie. (1) Sui caratteri distintivi delle Corypheae desunti dalle fronde si veda lo scritto che porta il seguente titolo: « Die habituellen Merkmale der Palmen mit fiicherformigen Blatt, der sogenannten Sabalartigen Palmen. Von Herm. Wendland. » (Bot. Zeit., 37 Jahr., 1879, p. 147). NAM I UPIITT., nl î aa cp stami 6 con filamenti subulati brevemente connati con la corolla in basso non inflessi all’ apice; an- tere piccole cordate od oblunghe dorsifisse; ovario ovato, superficialmente 3-solcato 0 3-lobo, 3-locu- lare, attenuato in uno stilo colonnare terminato da stigma papilloso, capitellato; ovulo attaccato nell’ angolo interno alla base della sua loggia. Frutto globoso portante i resti dello stilo alla sua base con le traccie delle carpelle rimaste sterili aderenti od anche talvolta sviluppate; in quest’ul- timo caso il frutto diventa didimo ; mesocarpio parcamente carnoso; endocarpio tenuissimo, mem- branaceo. Seme globoso, + depresso, con la base riposante sul fondo del pericarpio; ilo piccolo ba- silare più o meno eccentrico; micropilo centrale segnato da un piccolo rilievo mammilleforme; rafe basilare con il tegumento del seme in sua corri- spondenza alquanto inspessito; albume omogeneo ‘corneo leggermente concavo in basso; embrione laterale o subdorsale penetrante assai protonda- mente nell’ albume. Il genere Sabal è stato fondato per la piccola palma acaule universalmente conosciuta e da pertutto coltivata col nome di S. Adansoni. A detto genere Martius ha in seguito aggiunto le due specie arborescenti: Saba umbraculifera e mexicana, citando anche il Sabal Palmetto, che il chiarissimo autore non ha riconosciuto eguale al suo S. umbraculifera. Martius inoltre rammenta (v. III, p. 247 e 320) varî altri Sada/, i quali sono rimasti un continuo ingombro nella sinonimia di questo genere, non essendo mai stato possibile di identificarli con sicurezza, per la mancanza sin da principio di una descrizione scien- tifica dei medesimi. Vari Saba? si trovano tutt'ora con tali VER era -_ denominazioni nelle serre e nei giardini, ma nessuna impor- tanza deve darsi a detti nomi specifici essendo quasi sem- pre erronei. Così ho trovato il Sadal Adansoni ed il S. Pal- metto, le due specie più frequenti nei giardini, coltivati sotto quasi tutti i nomi orticoli conosciuti. Di alcuni dei Saba? indicati da Loddiges per la prima volta nel suo Catalogo del 1849 e rammentati pure da Mar- tius, ma dei quali non è mai comparsa una descrizione, ho visto nell’Erbario di Monaco dei saggi di fronde di pianta giovanissima, inviati a quanto sembra da Loddiges stesso; ma dalle sole fronde giovani, e direi quasi anche dalle adulte, è impossibile riconoscere con sicurezza una specie di Sabal. Per togliere quindi la confusione nella quale si trova l’attuale nomenclatura del genere Saba mi sembra non vi sia altro mezzo che di non tener conto veruno delle specie orticole non scientificamente descritte e delle quali non sono conosciuti i fiori od i frutti, sebbene sia certo che varie di esse corrispondono a talune delle specie valide da me riconosciute. La presente rassegna del genere Saba? non è che un ten- tativo di monografia, poche essendo le specie di questo ge- nere completamente note. In generale negli Erbarî, di una data specie di Sadal, ora mancano le fronde, ora i fiori, ora i frutti, e delle fronde in generale non si hanno per lo più che dei frammenti. Con tali materiali si capisce senza dif- ficoltà come sia impossibile uno studio monografico di un genere, i di cui componenti si distinguono fra di loro per caratteri pochissimo salienti. Il Sig. O. F. Cook (1. c.) ha creduto di potere scindere il naturalissimo genere Sabal in due, conservando il nome di Sabal alla specie acaule, come la prima descritta, e creando per quelle caulescenti od arboree il nuovo nome generico di [nodes. Oltre a possedere un tronco epigeo le Inodes si distin- guerebbero dai Saba per il rachide della fronda molto ro. busto prolungato sin oltre il centro del lembo e con una decisa tendenza ad inarcarsi; un rachide distinto sebbene Canio non molto prolungato nel lembo esiste però anche nel Sadal Adansoni ed uno stadio di transizione fra un rizoma ipogeo ed un tronco aereo si ha nel Saba Etonia, nel quale il tronco è strisciante sopra il terreno e radicante di sotto. Io posso anche aggiungere che il S. Adansoni si distingue inoltre dai Saba? riferiti da Cook al gen. /rnodes per lo spadice che porta spate tubulose soltanto sopra l’asse primaria, man- cando tale natura di spate alle sue diramazioni. A parte ciò a me non è riuscito rintracciare negli organi riprodut- tivi il benchè minimo carattere che possa servire a distin. guere il tipico Saba? dalle Inodes di Cook. In coltivazione oltre al S. Adansoni alcune delle grandi e belle specie arboree di Saba prosperano nei giardini della regione mediterranea. Grazie alla cortesia del Prof. An- tonino Borzi ho avuto saggi completi dei Sada/ che fiori- sceno e fruttificano nei giardini di Palermo; inoltre dal giardino della Casa bianca a Porto Ercole presso il Monte Argentaro in Toscana mi sono stati trasmessi quelli degli individui che circa 25 anni or sono aveva affidato al ter- reno il mio compianto amico, il Generale Barone Vincenzo Ricasoli. Dallo studio di questi saggi ho potuto riconoscere che i Sadal arborei più di frequente coltivati nei giardini (sotto i nomi più diversi) debbono quasi sempre riferirsi al S. Palmetto od a varietà di questo. Nondimeno di alcune forme coltivate non ho potuto ritrovare campioni selvatici esattamente corrispondenti negli erbarî. A Palermo però oltre che del S. Palmetto, sia nel Giar- dino botanico, sia nelle Ville dei contorni, si ammirano anche grandi esemplari di Saba Blackburniana e Sabal | princeps. SE | grs CHIAVE ANALITICA DELLE SPECIE DEL GENERE SABAL A. Palma acaule. Tronco rizomatoso intieramente ipogeo. Rachide delle fronde assai breve. Spadici eretti provvi- sti di spate guainanti tubulose, soltanto nella parte assile. 1. Adansoni Guern. — Stati uniti meridionali. B. Palme con tronco epigeo. Fronde con rachide assai pro- lungato, talvolta sino quasi all'apice del lembo e + arcuato. Spadici 3-plicato-ramosi con spate tubolose. sulla parte assile ed anche sulle diramazioni primarie od infiorazioni parziali. 1. Frutti piccoli, di 10-14 mm. di diametro, perfettamente sferici rotondati e simmetrici alla base (1). I. Calice costulato-nervoso (allo stato secco); petali lisci. - Fronde con tutti i segmenti od almeno i centrali + profondamente bipartiti all’apice. + Ramoscelli fioriferi gracili filiformi sottili + an- golosi (subtereti ma gracili nel S. parviflora). 1. Ramoscelli piuttosto lassamente coperti da fiori lunghi 4-4.5 mm. # Tronco strisciante, radicante al di sotto, non sol. levantesi al di sopra del terreno; spate delle infiorazioni parziali aperte dal lato ventrale con lembo in forma d’ orecchio d’asino. 2. Etonia Swingle — Florida. #* Tronco aereo cilindrico. Spate delle infiora- zioni parziali tubuloso-infundibulari, troncate obliquamente alla bocca. (1) Nel S. domingensis forse un poco attenuati verso la base. pi GIG ù I VE Sat Ù Ce PE x x ne Fip I NL ET rode PE CATZ pv TN Ae SITO e ra Dit Ta auge LE LAS a Dk Ls n ARIA A lla I «| ida Me ©, i, 09 a) Seme con embrione + discendente situato a circa la metà di un lato. Spatelle dei rami secondarî sorpassanti di poco le respettive spate. & Tronco subelato rivestito + lungamente dalle basi delle vecchie fronde. 3. Palmetto Lodd. — Stati Uniti S. E. — Florida. Palmetto v. bahamensis Becc. — Is. Bahama. # Pianta non sorpassante i 5 metri di al- tezza con tronco nudo non ricoperto dalle basi delle vecchie fronde. 4. Schwarzii (Cook) Becc. — Florida. 6) Seme con embrione ascendente situato al di- sotto della metà di un lato. Spatelle dei rami secondari notevolmente eserte dalle respet- tive spate. 5. neglecta Becce. — S. Domingo. Ramoscelli molto densamente coperti di piccoli fiori lunghi 3-5 mm. 6. parviflora Becc. — Cuba. <-> Ramoscelli fioriferi crassiusculi tereti uniforme- mente spessi circa 2 mm. Fiori relativamente grandi (lunghi 5 mm.) ; petali sul secco angusti, acuminati. T. florida Becc. — Cuba. +-+ Fronde con tutti i segmenti indivisi all’ apice od al più molto brevemente bifidi. Seme con embrione orizzontale situato verso la metà di un lato. Frutto a quanto sembra leggermente atte- nuato verso la base. 8. domingensis Becc. — S. Do- mingo. II. Calice e corolla fortemente costulato-nervosi. 9. mexicana Mart. — Mexico meridionale. dee 2. Frutti majuscoli obpiriformi, distintamente attenuati in una base piuttosto acuta simmetrica. & Frutti larghi 18-20 mm. Seme largo 11-12 mm.; embrione subdorsale discendente quasi vertical- mente. 10. Blackburniana Glazeb. — Bermude. $# Frutti larghi 15-16 mm. Seme largo 8 mm.; em- brione laterale discendente obliquamente. 11. princeps Hort. — Patria ? 5. Frutti piccoli di circa 1 cm. di diam. a base + obliqua ed astmetrica. # Fronde con segmenti, almeno in parte, 3-costulati, due volte partito-fessi. Perianzio fruttifero con i petali lungamente persistenti reflessi ed i resti dei 3 filamenti opposti a questi pure reflessi e gli altri 3 eretti. -+ Frutto distintamente asimmetrico alla base o leg- germente resupinato. Fiori piccoli, lunghi 3 mm. acutiusculi; calice e corolla sul secco non striati. 12. mauritiaeformis Gr. et W. — Venezuela. ++ Frutto a base obliqua con lo stilo conspicuo lungamente permanente. Fiori majusculi, in boc- cio obovati, larghi 2 mm. e lunghi 4, rotondati nel vertice; calice e corolla striato-nervosi sul Secco. 13. Yapa Wright. — Cuba; Yucatan. #4 Fronde con segmenti 1-costati, semplicemente fessi. Perianzio fruttifero con petali decidui o presto marcescenti. (Nel S. guatemalensis le fronde sono ignote). DR REN I * » si Lo45; e i f + SL Gi dA e, ele Ty E «<> Fronde.... Fiori lunghi 4 mm. o poco più; ca- lice urceolato ristretto alla bocca a base e pa- reti molto spesse, non nervoso-costulato; pe- tali nervoso-costulati sul secco. vi 14. guatemalensis Becc. — Gua- (I temala. ni: «> «> Fronde con segmenti profondamente divisi fo in due punte acuminatissime filamentoso-cau- date. Frutto leggermente resupinato. Fiori in boccio lunghi 4.2 mm. con calice e corolla + costulato-striati sul secco; calice carnosetto in basso. sesinima, 15. causiarum (Cook) Bece. — Porto Rico. CLI Lee dei , gra 4. Frutti sferici non attenuati in basso, grossi all’ incirca come ciliegie. # Ramoscelli fruttiferi notevolmente inspessiti nella parte centrale. 16. uresana Trelease. — Mexico settentrionale. #* Ramoscelli fruttiferi uniformemente sottili non inspessiti nella parte centrale. ->-- Embrione subdorsale. 17. texana (Cook) Becc. — Texas. ++ Embrione laterale. 18. Rosei (Cook) Becc. — Mexico centrale. Etonia, Schwarzi. BermupE. — S. Blackburniana. TE, O. è — PALM," " prec ma i * LAS a BAHAMA. — S. Palmetto bahamensis. Texas. — S. texana. MEXICO SETTENTR. — $S. uresana. — CENTR. — S. Rosei. — MERMD. — $. mexicana. (GUATEMALA. — S. guatemalensts. VENEZUELA. — S. mauritiaeformis. Yucatan. — S. Yapa. Cupa. — S. Yapa, parviflora, florida. San Domingo. — S. domingensis, neglecta. Porro Rico. — S. causiarum. Specie dubbie, note solo di nome od escluse. SaBaL AcAULIS Revue Hort. 1885, 414 et 1889, 5 = Saba? Adansoni ? i — ADIANTINA Rafin. Fl. Ludov. 17. — Quid ?; Am. bor. (ex In. Kew.). —. CAROLINIANA Hort. ex Poir. Encycl. VI, 356; Kunth_ Enum. pl. III, 246 = S. Adansoni. — corruLescens Hort.; Kew Report 1882 (1884) 63. — coLumnaris Lodd. cat. 1849 ex Mart. Hist. nat. Palm. III, 320, nomen. — Hab. ? — ELATA Lodd. Cat. 1849 ex Mart. 1. c. 320, nomen. Hab. ? — GrsssrecatII Hort. — Nel Giardino botanico di Pa- lermo sotto questo nome si coltiva il S. Palmetto. — cIcantea Fulchir. ex Steud. Nom. ed. II. 2. 489 = S. mexicana? ex Ind. Kew. — eLaucescens Lodd. ex Mart. l. c. 247 = S. mauri- . tiaeformis? fide Gris. — GRAMINIFOLIA Lodd. ex Mart. l. c. 247, nomen. i — HAVaNEnsIs Lodd. Cat. 1849 ex Mart, l. c. p. 320, nomen. i — mHysrrix Nutt. Gen. 1. 230 (ex Mart. l. c. 250) = RhapidophyUum Hystricr Wend. et Dr. i ui us È pa SABAL MAGDALENAE Linden in Illustr. Hort. XXVIII (1831) 32, nomen. — Nuova (Granata. — MEGACARPA Hort. — Nome comparso per la prima volta nel Rapporto del 1905 p. 289 del Giar- dino di Buitenzorg ed assegnato ad una Palma proveniente dal Giardino botanico di Leida, al quale, da quanto mi scrive il Prof. Janse, era stato inviato con detto nome da quello di New York. — minima Nutt. in Am. Journ. Sc. Ser. I. V (1822) 293 = S. Adansoni ex Ind. Kew. — Chapman nella FI. of the S. Unit. States 2°% edit. 438 riferisce dubitativamente detta specie alla Serenoa ser- rulata. -—— MINOR Pers. syn. I. 399 = SS. Adansont. — Mocixi Hort. Riccobono in Boll. soc. ort. di Pa- lermo, 1904, 2 = S. Blackburniana. — NITIDA Hort. ex H. Wendl. in Kerck. Palm. 25 = Brahea minima H. Wendl. 1. c. = Sabal Adan- soni? ex Ind. Kew. — orrracea Lodd. cat. 1849 ex Mart. Hist. nat. Palm. III. 320. Quid ? — pumica Ell. Sketck, I, 430 = S. Adansoni fide Chapm. FI. S. Unit. States, edit. 2.* 438. — Sanrorpir Lind. = S. Palmetto? Florida. — seRRULATA R. et Sch. = Serenoa serrulata. — maurina Lodd. Cat. 1849 ex Mart. Hist. nat. Palm. v. III, 820; Gris. Fl. Brit. West. Ind. p. 514; O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, p. 5380. — Indicato come introdotto dalla Giam- maica o da Trinidad = S. Adansoni? — uwsracuLirERA Mart. Hist. nat. Palm. v. III, 245, t. 130 = S. Palmetto. — UMBRACULIFERA (non Mart.) Gris. FI. Brit. W. Ind. 514 et Auct. plurim. Nome applicato a varie specie ed anche al S. Blackburniana; vedi a tale ri- guardo Hemsley in Chall. voy., Bot. I. 71. RINIT E e } BI Pt e SO nl ni VITA CIR gi SE TELA SapsaL Wooprorpi Lodd. ex Mart. Hist. Nat. Palm. III, 247. Specie di Saba/ pubblicate sotto il nome di /nodes. Inopes BLackBugnIANA 0. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club | 1901, p. 531 = Saba Blackburniana Glazeb. — causrarum 0. F. Cook. l. c. = $S. caustarum Bece. — @Lauca U. Damm. in Urban Symb. Ant. (Fl. Port.) IV (1903) 127 = Sabal causiarum Becc. — Parmerto 0. F. Cook. l. c. 532 = S. Palmetto Roem. et Sch. — Roszi 0. F. Cook. l. c. 534 = Sadal Roset Bece. — Scawarzii 0. F. Cook. 1. c. 532 = Sabal Schwar- zii Becc. -— tEXANA O. F. Cook. l. c. 534 = Sadal texana Becc. — vURESANA 0. F. Cook. 1 c. 534 = Sabdal uresana Trelease. — vestita 0. F. Cook. 1. c. 533. — Descritta dalle . sole parti vegetative dietro un individuo colti- vato nelle serre del Dipartimento della Agricol- tura a New York. 1. Sabal Adansoni Guernsent in Bullet. Soc. philomat., III, (1803) 206, t. 25; Bot. Magaz., t. 1484; Mart. Hist. nat. Palm., III, 246, 319, t. 103 f. 2 et tab. morf. S. f. 1, t. Y,f.4t. ZII, f 2,3, 4;Chapmani Flora of the south Unit. Stat. 2° edit., 438; O. F. Cook in Ball. Torrey bot. Club, 1902, 530; Hasskari in Retzia, I, 5. — Sabal minor Pers. Enchir. 1, 399; Sprengel, Syst. veg., II, 137. — Sadal pumila Ell. Sketch 1, 430 (ex Ind. Kew.). — Sadal minima Nutt. in Ann. Journ. Sc. ser. I, V (1822), 293 (ex Ind. Kew.)._ È GR V se a a "0 MA IRR LATA e E — Sabal caroliniana Hort. Paris. fide Schult. fil. ex Kunth En., III, 246. — (?) Sadal taurina Lodd. ex Mart. Hist. nat. Palm., III, 320, 348; Gris. Fl. Brit. West Ind., 514. — Sadal glabra Sargent, Silva of N. Am., X, 38 (in nota). — Rhapis acaulis Willd. sp. pl., IV, 1903. — Corypha minor Jacq. Hort. Vindob.,.III, 8, t. 8. — Corypha pumila Walt. Flor. Carol., 119. — Chamaerops glabra Mill. Gard. Dict. ed. VIII. n. 2 (ex Ind. Kew.). — Chamaerops acaulis Mich. Flor. amer. II, 207 (ex Ind. Kew.). Descrizione. — Palma acaule con rizoma intieramente sotterraneo, producente una chioma di poche fronde. Fronde con piccioli lunghi presso a poco quanto il lembo ed anche più corti, convessi di sotto, latamente scavati a doccia di sopra presso la base, leggermente concavi o pia- neggianti verso l’alto ; ligula piana subtriangolare spesso inequilatera ottusa od acutiuscula; rachide breve, ordinaria- mente non penetrante che 4-7 cent. dentro la lamina, stret- tamente alato ai margini alla base, dritto (non arcuato); lembo */, orbicolare o poco più che dimidiato-orbicolare (quando appartenente a pianta adulta), diviso in 20-30 e talvolta anche 35 segmenti; questi sono acuminati in punta, rigidi intieri o molto brevemente bifidi con un filamento molto gracile e fugace nella terminazione dei semi primari, i quali nella parte centrale rimangono a circa la metà od anche ai due terzi superiori del lembo e dai lati molto più vicini alla ligula; i segmenti centrali misurano d’ordinario da 45-65 cm. di lunghezza, ma talvolta sino 90 cm. ed all'altezza dei seni sono 2-3.5 cm. e nelle fronde robuste sino 4-5 cm. di larghezza; essi sono assai fortemente striati da numerosi nervi secondarii molto rilevati; venule tran- sverse molto brevi e d’ordinario poco distinte, specialmente nella pagina superiore. Spadici glabri in ogni parte, eretti, angusti, rigidi, lun- ghi 0.60-1.20 m. con 5-6 od anche 10-12 rami (infiorazioni parziali), ognuno uscente dall’ interno di una spata; parte 1° <_ VRNONA U 20) Fe assile dello spadice di 5-15 mm. di spessore subterete in alto e più o meno compressa in basso, vaginata da varie spate lungamente tubulose non portanti rami, di cui al- meno le più basse + ancipiti; spate superiori tubulose in basso, terminate in punta in forma d’orecchio d’asino, acuta od acuminata; rami portati da una parte pedun- colare inclusa nella respettiva spata e provvista di una spata propria bidentata; le infiorazioni parziali (rami) mag- giori, che sono le più basse, usualmente sono lunghe (nella parte eserta dalla spata) 10-15 cm. con parte assile dritta divisa in pochi (8-15) ramoscelli semplici ; questi sono + an- golosi, filiformi, spessi 0.7-1.5 mm. e lunghi di solito 5-8 cm.; talvolta le infiorazioni parziali sono lunghe sino 25 cm. con 25 ed anche più ramoscelli lunghi sino a 10 cm. e questi in taluni casi suddivisi in ramoscelli più corti, in modo che si hanno infiorazioni parziali ora semplicemente ramose, ora 3-plicato-ramose, formanti delle piccole pannocchie so- vrapposte, ora molto lasse, ora assai dense ed ovate; i ra- moscelli a maturità del frutto sono poco più spessi che durante l’antesi (1.5-2 mm.) ed hanno dei pulvinuli molto superficiali sopra i quali riposano i frutti. Fiori inseriti spiralmente con non molta regolarità in- torno ai ramoscelli, provvisti di una brattea e di una brat- teola ambedue minutissime ed apiculate; i fiori in boccio bene sviluppato sono lunghi 3 mm., oblunghi, più o meno ottusamente apiculati nel vertice, allorchè bene aperti lun- ghi 3.7-4 mm.; calice ciatiforme-campanulato, corrugato- venoso-striato sul secco, diviso sino alla metà in 3 lobi latamente triangolari o deltoidei acutiusculi; corolla (du- rante l’antesi) una e mezzo o due volte più lunga del calice; petali riuniti in basso in tubo breve nella parte libera, ovato—ellittici, concavo-cimbiformi, acutiusculi, non denticolati ai margini, crassiusculi, non striato-venosi sul secco; stami tutti eguali, subulati, con antere piccole, molto largamente cordato-sagittate, quasi tanto larghe quanto lunghe, facilmente decidue, di guisa che subito dopo l’an- tesi rimangono i fiori coi filamenti che con i loro rigidi A * Ù gi faro Sb ea i eil SUS LT: p 74) ro % 7 Ro DA SG 7 n ed acutissimi apici sorpassano di poco i petali. Ovario an- gustamente trigono-piramidato, lungo 2.5-2.7 mm., 3—sol- cato; stigma papilloso troncato-capitellato. Frutti portati dal perianzio non accresciuto, ma col ca- lice indurito formante un brevissimo pedicello di 2 mm. in larghezza ed altezza, perfettamente sferici con lo stilo per- manente tozzo, dritto e poco apparente alla base: allorchè ben maturi di 8.5-9 mm. di diam., nerissimi, lucidi, a epi- carpio sottile, pellicolare; mesocarpio molto scarsamente carnoso, bruno—violescente, amarognolo. Seme globulare leggermente depresso, a superficie lucida color caffè tostato, largo 5.5-6.5 mm., spesso 5-5.5 mm. con base pianeggiante e quivi con un piccolo rilievo (mammilla micropilare) quasi centrale e l’ ilo eccentrico; embrione situato verso la metà di un lato o poco al di sotto, pene- trante orizzontalmente dentro l’albume per circa ‘!/, 0 poco più della larghezza totale del seme. Talvolta si sviluppano 2 ovuli ed allora i frutti sono didimi; talvolta un ovulo viene a perfezione ed uno si sviluppa incompletamente ed allora il frutto presenta alla base una gibbosità più o meno distinta. Hasirar. — In tutta la parte S-E degli Stati uniti: dalla Carolina del Nord si estende sino nella Florida e ad occi- dente nell’Arkansas, nella Luisiana e nel Texas. Cresce nelle boscaglie basse ed umide e nei luoghi inon- dati, predilige i terreni arenosi; s'incontra anche sulla spiaggia del mare. Il S. Adansoni è stato indicato anche dalle Bermude (A list of Plants collected in Bermuda in 1905 by A. Han- ford Moore, Cambridge Mass., 1906), ma di certo sono state credute appartenenti a questa specie le giovani piante di Sabal Blackburniana. Riporto qui appresso le località principali delle quali ho visto esemplari istruttivi con l’ indicazione delle più salienti particolarità che i medesimi mi hanno offerto. North Carolina: Carolina Beach, in terreni bassi Swe 3A presso Wmington (Biltmore n. 3410*% in Herb. Miss. Bot. Gard. e Sargent) fortemente striati dai nervi secondarii, specialmente nella pagina inferiore dove le venule trasverse sono assai distinte e ne rendono la superficie minutamente tessellata. Fronde robuste con lembo molto spesso e rigido; segmenti centrali restringentesi ad un tratto un poco al di sopra dei seni facendo una curva sul margine come nelle fronde di varie Thrinax; picciolo in alto largo 15-18 mm.; segmenti 30-32; i centrali lunghi 50-55 cm.; larghi ai seni 28-35 mm.; forma molto speciale. South Carolina: Bluffton (Herb. Miss. Bot. Gard.) — Sea Islands presso Charleston (Cabanis in Herb. Berol.). Eastern Texas: Elihu Hall n. 616 (in Herb. Miss. Bot. Gard.). Spadice gracilissimo con spate più basse ancipiti larghe 4-5 mm.; rami primari con soli 5-6 ramoscelli gra- cili indivisi lunghi 6-7 cm. Fronde piccole; picciolo in alto largo 7 mm. i Mississipi: Biox:, (Tracy n. 5145 in Herb. Miss. Bot. Gard.). Gracile; rami dello spadice con 13-14 ramoscelli fioriferi indivisi assai robusti, spessi alla base 1-1.5 mm., lunghi 5-8 cm. Georgia: Boscaglie presso Flint River, Samter Co.; (R. M. Harper n. 1055 in Herb. Miss. Bot. Gard.). — Spadici gracilissimi, infiorazioni parziali con 10-12 ramoscelli gra- cilissimi filiformi indivisi, lunghi 5-6 cm., spessi alla base 0.5-0.8 mm.; fronde misuranti 40 cm. dalla ligula all'apice dei segmenti centrali; picciolo in alto largo 8 mm. Florida: Chattahooche River, comune in luoghi palu- dosi (B. F. Bush n. 282 in Herb. Miss. Bot. Gard.). Spadice gracile con spate basse ancipiti larghe 5-6 mm.; rami con poche (3-7) diramazioni patenti rigide subulate indivise, lunghe 4-5 cm., spesse 1 mm. alla base. Fronda con lembo lungo 60 cm. e picciolo largo 9 mm. Florida: Terreni bassi presso Tocoî, Curtiss, North. Amer. plants n. 2679 (in Herb. Sargent; Miss. Bot. Gard.; Levier). Sono questi gli esemplari che Sargent ha conside- rati come tipici del suo Sabal glabra. Spadici gracili con parte assile dritta rigida; rami maggiori lunghi 10-12 cm. con parte assile dritta e rigida con pochi, al più 10-12, ra- moscelli fioriferi indivisi lunghi 4-5 mm. subulati, spessi 1 mm. alla base; fronde con segmenti centrali lunghi 45- 65 cm.; picciolo largo in alto 7-3 mm.; altri spadici pure di Curtis e di Tocoî hanno la parte assile più robusta angulosa con 15-16 ramoscelli fioriferi lunghi 7-8 cm. spessi 1.5 mm. alla base; un esemplare però pure di Tocoî e di Curtis ha i rami più bassi lunghi 16-17 cm. con 15-16 rami lunghi 8-10 cm. e parte assile incurva e sinuosa. Florida: Orange Bend, Lake Co. (Nash n. 1871 in Herb. Sargent). Esemplare simile al n. 2679 di Curtiss, ma con fiori un poco più angusti nel boccio, lunghi nell’antesi 4 mm. Florida: Bassi boschi presso Jacksonswvile, (Curtiss’ Se- cond distr. n. 5784 in Herb. Miss. Bot. Gard.). Pianta robu- sta; spadice con parte pedunculare robusta, spessa 8-9 mm., poco compressa; infiorazioni parziali rigide con parte assile forte angolosa, ramoscelli fioriferi numerosi tutti semplici, rigidi angolosi, lunghi 4-8 cm., spessi alla base 1-1.5 mm. Fronda rigida con 26 segmenti di cui i centrali lunghi 55 cm.; picciolo largo in alto 15 mm. Florida: Milton (Herb. of Florida Agricultural college, P. H. Rolfs collector n. 669 in Herb. Miss. Bot. Gard.). Pianta molto robusta; uno spadice fruttifero misura 1.10 m. e porta 12-13 infiorazioni parziali; la parte peduncolare è poco compressa e spessa sino 15 mm.; i rami più bassi sono duplicato-ramosi, lunghi sino 25 cm. con la parte as- sile curva e flessuosa; i superiori semplicemente ramosi; i ramoscelli fioriferi sono robusti rigidi angolosi lunghi 5-8 cm. spessi alla base 1-2 mm. Esemplare simile .a quelli della Luisiana e dell'Arkansas. Arkansas: Bassi boschi presso Homan, Miller County (Eggert, Herb. Amer. in Herb. Miss. bot. Gard.). Spadice robusto come nell’esemplare di Milton (Rolfs n.° 669); rami lunghi sino 25 cm., con parte assile curvato-sinnosa e con sino 26-27 rami secondarî, di cui i più bassi nuovamente ROgiA ramosi; ramoscelli angolosi, robusti, spessi sino 2 mm. e lunghi 8-10 cm. Louisiana: vicinanze di Alexandria molto abbondante nei boschi uliginosi, (Carleton R. Ball, Plants of Louisiana n.° 452, in Herb. Miss. bot. Gard.). Spadice esattamente come nell’esemplare di Milton (Rolfs n.° 669) con rami bassi duplicato-ramosi. Fronda robusta con circa 30 segmenti di cui i centrali lunghi 65 cm.; picciolo in alto largo 15 mm. Louisiana: New Orleans (A. Fendler 1846 in Herb. Miss. bot. Garden). Un esemplare consistente in un solo spa- dice robusto con fiori giovanissimi ma nel quale i rami sono marcatamente duplicato-ramosi. Texas: Di questa provenienza nell’ Erbario del Missouri bot. Gard. si trova un esemplare (di antico collettore, col n.° 13), il quale differisce dagli altri per i fiori alquanto più piccoli, sorpassando appena i 3 mm. in lunghezza (aperti) e per essere i fiori stessi assai più numerosi e quindi più densi sui ramoscelli; i rami portano 8-10 ramoscelli indivisi lunghi 4-5 cm. Del Texas si trovano esemplari di S. Adansoni (che però non ho visto recentemente) di B. Matthes n.° 421 e di Hall n.° 616, nell’Erb. Boissier. Osservazioni. — Il Sadbal Adansoni nell’ America del Nord offre il grado di variabilità che presentano le specie di Palme occupanti una estesa area geografica e che sono quindi dotate di una grande adattabilità a climi disparati ed a condizioni di vegetazione variabili, come sarebbero il Chamaerops humilis nella regione mediterranea, la Phenix spinosa in Africa, la Phoenix humailis in India, il Cocos kRomanzoffiana nell'America australe ecc. Il polimorfismo del S. Adansoni si osserva principalmente nelle parti vegetative ed in una maggiore o minore suddi- visione dei rami nelle infiorazioni parziali. Uno studio accurato di questa Palma nei luoghi dove cresce è possibile che dimostri che alcune forme di essa sono localizzate a determinate regioni e sì potranno forse ESSA, en distinguere delle « sotto-specie » 0 « microspecie » tutte da accogliersi sotto la « specie collettiva » o « Synspecies » Sabal Adansoni. È possibile del S. Adansoni distinguere le seguenti forme, fra le quali però si incontrano tutti i passaggi possibili. a. Fronde grandi erette con piccioli lunghi quanto il lembo ed anche più. Spadici 3-plicato-ramcsi, ultime dirama- zioni brevissime. 8. Fronde piccole o mediocri patenti con picciolo assai più corto del lembo. Spadici duplicato o sub 3-plicato ra- mosi, ultime diramazioni brevissime. *). Fronde grandi erette con lunghi piccioli, spadici dupli- cato ramosi o semplicemente ramosi. 0. Fronde piccole con spadici semplicemente ramosi e ra- moscelli piuttosto brevi e rigidi. e. Fronde piccole con spadici semplicemente ramosi e ra- moscelli gracili filiformi allungati per lo più poco nu- merosi. 3. Spadici semplicemente ramosi, ramoscelli con fiori più piccoli e più numerosi dell’ordinario. Delle forme « e £ non ho visto che piante in cultura. Esemplari selvatici con spadici 3-plicato ramosi non ne ho trovati negli erbarî. E forse una tale sovrabbondante rami- ficazione un effetto della cultura ? Della var. ‘] si trovano spesso esemplari in coltivazione ed a questi corrisponde l'esemplare di Fendler della Lui- siana. Le forme è e = sono quelle prevalenti nella Florida. La forma 3 sarebbe propria del Texas. Della forma x un esemplare che da vario tempo io col- tivo in pien’aria presso Firenze e che tutti gli anni fiori- sce e fruttifica ha delle fronde erette con 35 segmenti dei ‘quali i centrali misurano 90-95 cm. dalla ligula all'apice e che all’altezza dei seni sono larghi 4-5 cm.; il rachide si pro- lunga dritto per circa 20 cm. nel lembo; il picciolo è lungo quanto il lembo e talvolta anche più, sino 1.20 m., largo do dog 2-2.5 cm. in alto e 4-5 cm. in basso; gli spadici sono lun- ghi sino 1.25 m. con 8-9 infiorazioni gradatamente decre- scenti, assai dense, latamente ovate, 3-plicato ramose ed ul. time diramazioni brevissime ; le spate basilari sono larghe oltre 2 cm. e fortemente compresse. I fiori in quest’ esem- plare non si aprono tutti in una volta, ed in alcuni lo sti- gma sporge dal perianzio prima che questo sia completa- mente sviluppato. Dalla base dell’ovario dei fiori bene aperti sgorga nettare in abbondanza. I fiori sono frequentati da api, ditteri e microlepidotteri. In questo esemplare le fronde che si sollevano erette non rimangono mai intiere durante tutta l’annata perchè inva- riabilmente i venti ne rompono il lembo alla base al punto d’unione dei segmenti col rachide, non essendo questo robu- sto abbastanza per sopportare lo sforzo. Evidentemente questa forma ha avuto origine nelle boscaglie al di fuori dell’influenze delle forti correnti d’aria. Un altro individuo che pure coltivo in pien’aria nelle medesime condizioni del precedente, ma riferibile alla var. {8 produce spadici più piccoli dell’altro con infiorazioni par- ziali fortemente duplicato-ramose ed anzi con accenno ad esser 3-plicato-ramose; fronde più patenti che nell’esemplare precedentemente descritto, più piccole e meno lacerabili dai venti e con piccioli assai più corti del lembo. Il S. Adansoni è una Palma frequentemente coltivata in pien’aria nei giardini della regione mediterranea, ma è te- nuta in assai poco pregio, perchè vegeta lentamente e pro- duce poche fronde, le quali in luoghi aperti e sottoposti all’azione di forti venti vengono molto strapazzate e rotte all'apice del picciolo per la poca resistenza offerta dal ra- chide; coltivata però come pianta di sottobosco in luoghi freschi e che le convengano e specialmente sulle sponde dei laghi può riuscire assai ornamentale. È del resto una Palma di una rusticità ed adattabilità straordinaria, vegetando egualmente bene sotto il clima di Calcutta o di Buitenzorg come sotto quello di Firenze. Oltre alle forme 4 e {} sopra descritte si hanno in coltura | 2 a fin Ù) * : * Ss7.09' altre che corrispondono perfettamente agli esemplari selva- tici della Florida (var. ) e ò) con infiorazioni semplice- mente ramose. 2. Sabal Etonia Swingle in Bull. Torrey bot. Club, XXIII (1896), 99; G. V. Nash, Notes on some Florida Plants, in Bull. Torr. bot. Club l. c. DescrIZIONE. — L’intiera pianta nonsiinnalza più di 1.40 m. dal suolo ed ha un tronco rizomatoso strisciante tortuosa- mente sul terreno, lungo 60-90 cm., radicante al di sotto per tutta la sua lunghezza e producente il ciuffo delle fronde e gli spadici alla sua estremità. Fronde quasi orbicolari; picciolo largo in alto 10-15 mm., in sezione transversa depresso—sub-triangolare essendo piano di sopra e convesso con angolo ottusissimo di sotto, i suoi margini sono molto acuti ; la ligula è breve © asimmetrica; il rachide è assai prolungato e fortemente arcuato in punta, piano di sotto coi margini acuti molto strettamente alati in basso; i segmenti sono circa 40, rigidi, finamente striati da numerosi nervi secondarî, concolori e opachi sulle due faccie, verdi pallidi sul secco; venule transverse indistinte; costole superiori ed inferiori quasi egualmente robuste, nude (non paleacee), terminanti ambedue nel respettivo seno con un ben distinto e lungo filamento; tutti i segmenti sono gradatamente acuminati dal seno più basso in su; i mag- giori, che sono quelli della metà dei lati, misurano dalla ligula al loro apice 45 cm. e sono larghi 25-85 mm. all’al- tezza dei seni inferiori, i quali nel centro della fronda sì trovano verso il terzo inferiore; i segmenti apicali sono i più stretti e sono più piccoli anche dei più esterni; le se- conde divisioni giungono sino circa alla metà dell’intiero lembo nei segmenti più esterni, sino al terzo superiore ne- gli intermedî dei lati, ed in quelli centrali a soli 5-7 cm. dall’apice; le due divisioni dei segmenti sono acuminatissime drittissime e rigide; i margini sono leggermente inspessiti. saga Spadici di poco più corti delle fronde, 3-plicato-ramosi ; le prime diramazioni formanti come nel S. Palmetto delle infiorazioni parziali paniculeformi oblunghe, di 35-40 em. di lunghezza 6 divise in 10-12 rami assai ravvicinati, pa- tenti, arcuati; ogni ramo nasce dall’ascella di ura spata tubulosa in basso, finamente striata, sparsa di squamule ferruginose (all’epoca della fioritura), aperta lungo quasi tutto il lato ventrale con lembo lanceolato, acuminato, in forma d’orecchio d’asino, essucco bruno rossastro; i rami delle infiorazioni parziali sono piuttosto brevi, i maggiori, che sono i più bassi, lunghi 12-15 cm., con la porzione pedicellare intieramente inclusa nella respettiva spata e provvista essa pure di una piccola spata propria che sporge appena dall’altra ed è bifida all’apice; la parte assile delle infiorazioni parziali è assai fortemente angolosa e porta spiralmente assai ravvicinati fra di loro 12-18 ramoscelli fioriferi; questi sono filiformi, subtereti o + angolosi, al momento della fioritura spessi alla base circa 1 mm. ed all’epoca della maturità del frutto presso a poco il doppio. Fiori inseriti quasi orizzontalmente e non molto densa- mente a spirale intorno ai ramoscelli, muniti di una brat- tea e di una bratteola, ambedue scariose con larga base e + apiculate; i fiori in boccio bene sviluppato sono lun- ghi + 4 mm. e larghi 1.5-1.8 mm., oblunghi un poco atte- nuati all’apice col vertice ottuso ; calice campanulato a base alquanto carnosa e troncata, diviso sino al terzo inferiore o sin circa la metà in 3 lobi deltoidei acutiusculi od obtu- siusculi, fortemente macchiati in punta e # corrugato—ve- nosi sul secco, ma non nettamente costato—nervosi; corolla due volte più lunga del calice, tubulosa nel terzo inferiore con divisioni crassiuscule, non striate sul secco, poco distin- tamente venose per trasparenza anche allorchè rinvenuti nell'acqua calda, oblunghe, concavo-naviculari, ottusiuscale a margini molto finamente ciliolati allorchè osservate con forte lente; ovario con stilo colonnare-subtrigono, legger- mente rigonfio nella parte centrale, bruscamente assotti- gliato all’apice; stigma capitellato. Frutti regolarmente sferici, di 11-12 mm. di diam. con i resti dello stilo alla base piccoli e poco apparenti; perian- zio fruttifero formante un piccolo pedicello lungo 1.5 mm. e poco più largo. Seme globulare un poco più largo che alto, largo 7.5 mm., fortemente convesso od emisferico nella parte superiore, con la base pianeggiante anzi un poco incavata e la mam- milla micropilare centrale e poco rilevata; ilo eccentrico. Embrione situato verso la metà di un lato, discendente molto obliquamente e profondamente nell’albume. Hasirat. — Nella parte centrale della Penisola della Florida. Di questa specie ho visto esemplari autentici nel- l’Erbario di Berlino, e del Missouri bot. Garden con l’eti- chetta: — Plants of central peninsular Florida, collected in vicinity of Eustis, Lake county. By Geog. V. Nash, June 16-30 1894, n.° 999, Sadal Etonia Nash, n. sp. Dry soil, exclusively in « Shrub ». Osservazioni. — È affine al S. Palmetto, ma si distingue per la sua maniera di crescere, in quantochè il tronco del S. Etonia è sempre strisciante e radicante di sotto. Si di- stingue poi per le spate delle infiorazioni parziali non tron- cate obliquamente alla bocca ma con un lembo lanceolato in forma d’orecchio d’asino. Le fronde sono più piccole che nel S. Palmetto ed a punte più rigide. Il calice non è di- stintamente striato ma semplicemente corrugato venoso sul secco; i petali sono assai spessi e non appariscono venosi per trasparenza altro che dopo essere stati fatti rinvenire con l’ebullizione. Il frutto è un poco più grosso di quello del S. Palmetto; anche il seme sembra leggermente più grosso; ma i frutti che io ho potuto studiare non erano perfettamente maturi. Il Sig. G. W. Nash (1. c.) scrive che « il S. ZEtonîia è « confinato nello scrud (le droussazlles o fruticeti della Flo- « rida) nelle vicinanze di Eustis, Lake Co., dove è molto « comune. Il Sig. W. T. Swingle del laboratorio subtropi- "47 7A GODE VESTA pi ur cale di Eustis fu il primo a richiamare l’attenzione so- pra questa nuova Palma all’ adunanza del Botanical Club, A. A. A. S., in Madison Wis. in Agosto 1893 (Bull. Torr. Bot. Club, XX, 364, 1893; Bot. Gaz. XVIII, 348, 1898). Il tronco del S. Etonza differisce essenzialmente da quello del Pa/metto perchè non s’innalza dal suolo ma striscia sopra questo e diventa col tempo assai lungo ripiegandosi anche una o due volte sopra se stesso e formando una completa S; al suolo è poi solidamente fissato col mezzo di innumerevoli radici che nascono nella sua parte inferiore, mentre l’estremità vegetante progredisce strisciando in avanti e mai sollevandosi al di sopra del terreno; il tronco o rizoma acquista la lun- ghezza di 0.70-1 m. e sembra che la parte posteriore moia e si putrefaccia mano mano che la parte anteriore germogliante si avanza. Anche il Sadal Palmetto nella sua prima età ha un rizoma che si sprofonda nel ter- reno, ma poi ad un tratto il giovane tronco si raddrizza per innalzarsi sino a 50-70 piedi ». « Nelle piante adulte il contrasto fra la maniera di cre- scere del S. Etonia e Palmetto è marcatissima perchè nel Palmetto l'estremità sotterranea del tronco ha la forma di un grosso tubercolo con centinaia di radici irradianti in ogni direzione; mentre nel S. Etonia l’intiero tronco è stri- sciante ed emette radici dalla parte in contatto col suolo ». . Sabal Palmetto Lodd. ex Roem. et Sch. Syst. Veg. VII. 2. 1487, n°° 5; Chapman, Flora of the South unit. States, edit. 2°, 438. — S. umbraculifera Mart. Hist. nat. Palm. INI, 245, 130, et. t. ‘morf; Tebe f. 5-6-7; t. Z, 1 (excl. syn. Glazeb. et local.). — Inodes Palinetto O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, 532. — Corypha Palmetto Walter Fl. Carol. 119 (1788). — Chamaerops Palmetto Mich. Fl. bor. am. 1, 206. Descrizione. — Palma raggiungente col tempo sino 20 m. di altezza; la pianta però comincia a fiorire di buon ora e È e nn ten N SEN it nie Ae eee dla a E n Mpalio ie e . di e Di sana CA 9 i TETTE, TRAINA Leu ; A - “ n 4 dI per lungo tempo il suo tronco rimane rivestito dalle vec- ' chie fronde, di cui la larga base dei piccioli si fende lungo la linea mediana e si divide in due parti divaricate; col tempo, e probabilmente molto spesso anche per effetto del "i fuoco, il tronco rimane nudo, colonnare, cilindrico, dritto, o negli individui vecchissimi leggermente flessuoso, di CNR 30-40 cm. di diam. molto fittamente annulato—cicatricoso. Fronde suborbicolari con numerosi segmenti (negli indi- »@ vidui coltivati ne ho contati circa 80) misuranti 1.80-1.40 m. 3 dall’apice del picciolo all'estremità dei segmenti centrali ; Ri picciolo apparentemente alquanto più lungo del lembo, ro- “Ra busto, largo all'apice 2.5-3.5 cm. e quivi piano o legger- mente concavo di sopra e convesso di sotto; ligula lanceo- lata o lanceolato-acuminata con il margine laminare sottil- mente coriaceo; rachide robusto, alato in basso ai lati, di curvato assai e prolungato quasi sino all’apice della fronda; » i segmenti centrali-apicali sono molto più piccoli di quelli pi che si trovano alla metà dei lati, i quali sono i maggiori; tutti i segmenti, compresi i più esterni, sono molto profon- damente bipartiti, finamente striati da numerosi nervi se- condiarî e terziarî molto distinti, concolori ed opachi sulle È faccie, verdi pallidi sul secco ; venule transverse brevissime SA in generale poco distinte; costole superiori ed inferiori di assai robuste, consperse (nelle fronde da poco svolte) di = piccole pagliette; seni primarî e secondarî provvisti di un Aa ben distinto filamento; i segmenti maggiori sono quelli della parte intermedia dei lati e dal picciolo all'apice mi- surano 1-1.20 m. di lunghezza ed in corrispondenza dei 3 seni primarî sono larghi 3.5-5 cm.; nella parte centrale i seni primarî si trovano a circa il terzo superiore dell’in- tiera lamina; alla metà dei lati a circa il terzo inferiore e nella parte più esterna a pochi cm. dalla ligula; le divi- sioni dei segmenti sono drittissime e gradatamente atte- nuate in lunghissima coda flaccida terminata da tenuissima punta setacea. pi Spadici formanti grandi e basse pannocchie composte, 1 lunghe quanto le fronde ‘0 poco più, nutanti durante la CERO GR 3 AE SI fioritura, curvato—reflesse allorchè fruttifere; infiorazioni par- ziali formanti delle pannocchie secondarie assai basse, lun- ghe 30-70 cm., le superiori anche più brevi, ognuna divisa in 6-10 rami alternato distici; spate delle infiorazioni par- ziali strettamente guainanti, tubuloso-infundibulari, brune ed essucche nella parte terminale, molto finamente striate, intiere e troncate obliquamente alla bocca, prolungate da un lato in punta acuminata; i rami delle infiorazioni par- ziali (infiorazioni di 3° ordine) sono patenti ed arcuate in basso, lunghi 12-15 cm., inseriti per mezzo di una sottile parte pedicellare al di dentro della rispettiva spata, muniti essi stessi di una piccola spata propria, tubulosa; questa, essucca, sporgente alquanto dalla spata principale, bicari- nata dal lato assile, brevemente bidentata o bicornuta al- l'apice; parte assile dei rami angolosa e ‘portante spiral- mente 10-20 (i rami superiori anche qualcuno meno) ramo- scelli fioriferi; questi sono patenti e leggermente arcuati, semplici, filiformi, + angolosi, sottili, spessi 1-1.5 mm. alla base, subulati, lunghi 6-10 cm., nascenti dall’ascella di una piccola e larga brattea scariosa acuta. Fiori quasi orizontali, inseriti assai lassamente e non molto regolarmente a spirale in numero di circa 30-40 so- pra ogni ramoscello, fasciati alla base da una larga brat- tea scariosa acuta ed apiculata e di una simile ma più piccola bratteola propria; i fiori in boccio bene sviluppato sono lunghi 4-4.5 mm. e larghi 1.8-2 mm., oblunghi, ottusi; fiori aperti lunghi 5 mm. 0 poco più; calice brevemente campanulato, diviso sin quasi alla metà in 3 larghi lobi dsl- toidei strettamente scariosi e non ciliati al margine, spesso macchiati in punta, segnato (sul secco) da 7-9 nervi pro- minenti e quindi costulato-nervoso ; corolla più del doppio o quasi due volte più lunga del calice, tubulosa nei °/, in- feriori, a segmenti con i margini imbricati e sotto forte lente minutissimamente ciliolato—denticolati, concavo-navi- culari, venosi per trasparenza ma non striati sul secco; stami a filamenti subulati, nell’antesi lunghi quanto i pe- tali; antere versatili, ovato—sagittate acutiuscule, a loggie i Ret e I i UTI ape as » a SÉ hei o n " rd x: Pd) . al disgiunte in basso sin quasi alla metà; ovario lungo (com- ‘a preso lo stilo) 3-3.3 mm. con parte basilare ovulifera poco di: inflata e misurante appena ‘/, dell’intiero ovario; stilo al- B lungato-colonnare--subtrigono, solcato per il lungo, legger- mente più grosso in basso che in alto ma del resto quasi di eguale spessore sino sotto lo stigma, un poco più corto I dei filamenti; stigma capitellato p. Frutti perfettamente sferici, di 10-11 mm. di diam., con P 1 resti dello stilo alla base patenti e ben visibili, a super- e ficie nera lucida unita; epicarpio sottile fragile che si stacca facilmente dal mesocarpio; questo assai parcamente e carnoso; perianzio fruttifero brevemente pedicelliforme lungo 1.5 mm. e di poco più largo. Seme globoso-depresso, regolarmente emisferico nella parte superiore, largo 7 mm., alto 5.5 mm., a superficie unita e di lucida color caffè tostato, con la base pianeggiante e cor- rugata intorno all’ilo, questo non molto eccentrico; non esiste una mammilla micropilare ben distinta; embrione SE situato a circa la metà di un lato, penetrante nell’albume assai obliquamente e profondamente con la punta volta x in giù. fà Hapirar. — È una Palma assai diffusa negli Stati Uniti Di lungo la costa della Carolina del Nord e nella Florida sino verso il 26° L. N., dove verrebbe sostituita dal S. Swartzéî (Cook), ed ad occidente lungo la costa del golfo sino al fiume Apalachicola. Preferisce i luoghi arenosi acquitrinosi e spesso salmastri. Dove non le è stato contrastato il terreno : . diventa una Palma gregaria, come si può vedere nella fi- 8 gura 89 del Gardener’s Chronicle vol. III, 3* Serie (1888) : p. 681, riprodotta da una fotografia presa a Jupiter Inlet Fla. In un’altra fotografia che mi è stata comunicata dal $ Prof. Trelease si vedono le sponde del lago Monroe presso Sanford (località più al nord di Jupiter Inlet) rivestite da gran quantità di « Palmetto » di cui alcuni individui con tron- chi altissimi sorgono direttamente dall’acqua sorretti da un grosso fulero tubercoliforme, formato da dense radici. È Se Va conosciuto col nome volgare di « Palmetto » o « Cabbage Palmetto ». Ho visto esemplari spontanei delle seguenti località : North Carolina: Smith's Island presso Southport (Biltmore, n.° 3411"). La fronda ha numerosi segmenti; il pic- ciolo in alto è largo 23 mm; segmenti intermedii (come descritti) lunghi 1.33 m., larghi all'altezza dei seni primarii 5 em. Le porzioni di spadice fiorifero corrispondono minu- tamente alle parti corrispondenti di un ramoscello appar- tenente all’esemplare descritto da Martius col nome di Sa- bal umbraculifera. South Carolina: Nell Erbario de Candolle si trova un esemplare raccolto nel 1827 da Elliot ed un altro di Fra- ser e nell’ Erb. del Missouri bot. Garden dei semi raccolti a Bluffton. Georgia: Tybee Isl., raccolto con frutti stramaturi da Trelease, 6. VI, 1901. (Herb. Miss. bot. Gard.). — Frutti, come i tipici di 10-11 mm. di diam.; seme 7-7. 2 mm. largo, 5,5 mm. alto. Florida: Lee, County Myers, in luoghi paludosi salma- stri. (A. S. Hitchcock n° 369 in Herb. Miss. bot. Gard.) Florida: Lake county nelle vicinanze di Eustis in ter- reno ondulato argilloso. (G. V. Nash n° 1164 in Herb. Berol). In terreno arenoso presso Jaksonville (Curtiss: North American Plants n° 2677 in Herb. Berol., Levier, Miss. bot. Gard.). Il Sabal Palmetto si trova frequentemente coltivato in Europa nelle serre temperate ed in piena aria nei giardini delle rive del Mediterraneo, dove oltre che con il suo vero nome è conosciuto spesso con quello di S. umbraculifera e di S. Giesbreghtii. Prospera meravigliosamente in Sicilia. E’ una Palma utile. Il suo germoglio centrale è buono a mangiarsi, ed è probabilmente di questo, e non di quello del Sabal Adansoni, come scrive Martius (1. c. p. 246) che i soldati di Panfilio di Narvaez si mantennero in vita per 14 giorni in una esplorazione della Florida nell’anno 1528 (Herrera Histor. general de Indias, decad. IV L. IV. c. 4. p. 64 — ex Mart. l. c.). Le fronde giovani sono usate per farne cappelli, stoie, cestini ecc., e vengono imbiancate spazzolandole con una soluzione di acido ossalico ed espo- nendole ai vapori di zolfo. Le fronde adulte servono per cuoprire capanne. Può somministrare una specie di vino di Palma, ed i frutti, che contengono una scarsa polpa dolce, sono mangiati dagli indiani e dai cacciatori e forse anche più dagli uccelli, ai quali probabilmente si deve se il S. Palmetto possiede un’area di distribuzione geografica molto estesa. Di questa Palma, che cresce e si riproduce così facil- mente e che non è priva di qualità economiche pregevoli, converrebbe forse tentare la naturalizzazione nei terreni paludosi ed infruttiferi dell’ Italia meridionale e della Si- cilia. Osservazioni. — Io ho riportato al S. Palmetto il S. um- braculifera di Martius, che questo autore scrive di aver fondato per la Corypha umbraculifera Jacq. (non Linn.) Martius a proposito di questa Palma scrive che essa venne riportata da Jacquin padre dal suo viaggio in America e che fiorì nel Giardino di Schònbrunn. Jacquin per contro asserisce che la sua C. umbraculifera proveniva d'Olanda. A parte queste contradizioni è ben certo che tanto la de- scrizione quanto i disegni del S. umbraculifera pubblicati da Martius soro stati eseguiti sull’esemplare che ha fiorito a Schòonbrunn; di questo esemplare io ho visto una por- zione dello spadice nell’ Erbario di Berlino, corrispondente in ogni parte e nei più minuti particolari del fiore agli esemplari selvatici di S. Palmetto. Sebbene quindi Mar- tius scriva che il suo S. umbraculifera cresce in Cuba ed in Haiti, questa indicazione deve ritenersi come erronea essendo fondata probabilmente sulla supposizione che detta Palma fosse stata riportata da Jacquin da quelle regioni. Il nome specifico di Palmetto Lodd. come riconosciuto in Roem. et Schult. è certamente più antico di quello di umbraculifera, perchè sebbene rimanga incerta la data pre- cisa della pubblicazione della parte dell’ opera di Martius ari e, EB — nella quale è comparso per la prima volta questo nome, Martius stesso cita ivi a p. 247 il S. Pa/metto come una di quelle specie che egli non può precisare in che cosa differiscono dal suo S. umbraculifera. In seguito per tipo del S. umbraculifere da varî autori è stato preso il S. Blackburniano ; specie assai ben diversa e che in nessun caso può confondersi col S. Palmetto. Sabal Palmetto var. Bahamensis Becc. Il S. Palmetto delle Bahama, sembrerebbe differire dalla forma tipica del continente per il tronco che non sì eleva a più di 5 m. di altezza, per i frutti ed i semi legger- mente più grandi e forse anche per le fronde con i seg- menti meno profondamente divisi all’apice. Costituendo poi le Bahama un gruppo d’ Isole assai esteso è possibile che il Palmetto vada ivi soggetto a variazioni locali più o meno accentuate ed è forse da quelle isole che proven- gono alcune delle forme in coltivazione delle quali non ho trovato esemplari corrispondenti negli erbarî. Del S. Palmetto delle Bahama ho visto negli Erbari di Copenhaguen, Berlino e Monaco varî esemplari raccolti da Eggers e che portano le seguenti etichette : N.° 4360. Bahama Islands, New Providence, along north- side to Lake Killarney. Tree 16’ high, 3 III. 1888. v. « Pond top tree ». N.° 4114. Bahama Islands, Hog Island. Common gregar, v. « Pond bop tree ». 20. II. 1888. N.° 4097. Bahama Islands, Hog Island, 12-14’ high, FL white. Quasi tutti gli esemplari hanno l’estremità dei ramo- scelli bruciacchiati, ciò che dimostra che i luoghi dove cre- sce questa Palma sono delle specie di Savanna dove di tanto in tanto vien dato fuoco alle alte erbe. I fiori sono eguali in tutti gli esemplari e non differi- scono da quelli del S. Palmetto. it ee re A AGI.» e bio died — 39 I frutti che si trovano uniti al n.° 4114 nell’ Erb. di Berlino sono leggermente più grossi di quelli del S. Pa2- metto tipico ; sono regolarmente sferici, di 12-13 mm. di diam. ; il seme è globoso-depresso, largo 8 mm., alto 5.5 mm., regolarmente emisferico nella parte superiore, a su- perficie lucida, color caffè tostato, con la base pianeggiante o leggermente incavata ; ilo un poco eccentrico; mammilla micropilare centrale ottusa poco distinta; embrione late- rale situato a circa metà altezza, leggermente obliquo, pe- netrante quasi ‘'/, dell’albume. Le fronde del n.° 4114 di Hog Island non sembrano dif- ferire affatto da quelle del S. PalZmetto continentale ; in alcuni esemplari i segmenti più esterni sono profonda- mente bipartiti e sono filamentosi tanto nei seni prima- rii quanto nei secondarii; in un altro (Herb. di Copenb.). la fronda ha alcuni segmenti intieri all’apice, altri bre- vemente bifidi; questa fronda appartiene evidentemente ad una pianta giovane. La porzione di fronda che si trova col n.° 4360 nel- l’Erb. di Berlino, ha tutti 1 segmenti (12) molto rigidi, stretti, che si separano fra di loro a 7-8 cm. dalla li- gula e che hanno un forte filamento nel seno, dal qual punto gradatamente si assottigliano in punta acuminatis- sima rigida indivisa; in tutti mancano quindi i secondi seni. Sulla maggiore o minore fissione dei segmenti sembra influiscano cause vegetative, come ho potuto osservare anche in altre Palme; in generale mi è sembrato che un accrescimento rapido e vigoroso favorisca una maggiore divi- sione dei segmenti e che la siccità invece la diminuisca. 4. Sabal Schwarzii Becc. — Inodes Schwarzi O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club. 1901, 532. Io non ho visto esemplari di questa specie, la quale forse è da considerarsi come una forma del S. Palmetto. Cook (1. c.) scrive di essa soltanto che differisce dal ,Sa- IRA bal Palmetto per il suo tronco nudo e non coperto come in questo dalle. basi delle vecchie foglie e per la sua statura minore, non sorpassando mai l’altezza di 5 metri. Manca l’ indicazione di qualunque carattere desunto dal fiore e dal frutto per mezzo del quale si possa distin- guere dalle altre specie. Cook aggiunge che è localizzato alla formazione coral- lina della Florida meridionale. Come una delle località più accessibili, dove s’ incontra questa Palma, si cita un punto a circa un miglio a sud di Cocoa nut Grove sulla scogliera madreporica della terra ferma a Biscayne Bay. Nelle vicinanze di Snapper Creek, il S. Schwarzii si estende negli « Everglades », le grandi paludi dell’estremità me- ridionale della Florida, dove viene in contatto con il S. Palmetto. Non sembra che si trovi nelle vicinanze di Miami, ma riapparisce a New River, dove ritrova la for- mazione madreporica, per essere nuovamente assente al Lake Worth. Evidentemente il S. Schwarziî sostituisce sul terreno calcareo madreporico il S. Palmetto dei luoghi uli- ginosi e sabbiosi, ma resta ancor dubbio se debba consi- derarsi come una specie distinta o come una forma di que- sto, dipendente dalle condizioni speciali di ambiente nel quale cresce. 5. Sabal neglecta Becc. Sp. n. Folia ampla, profunde multipartita, segmentis majoribus usque 1.30 m. longis, basi 4 cm. la- tis in lacinias longissime acuminato-caudatas pro- fundissime bipartitis. Spadix ut videtur amplus, inflorescentiis partialibus elongatis laxe patule- que paniculatis, ramis alternato-distichis circiciter 20 cm. longis basi spathella propria, e spatha secundaria longe exserta, apice acuta (non bicor- fiat Mal) IZ, e nuta) praeditis; ramulis 10-12 cm. longis, filifor- mibus, 1.5-2 mm. spissis. obscure angulosis. Fru- ctus sphaerici, 12-13 mm. diam., basi non attenuati ibique stylo 3 mm. longo patulo muniti, semine 8.5-9 mm. lato, 6 mm. alto, mamilla micropilari parva obtusa centrali praedito, albumine basi con- spicue excavato concavo; embrione ascendenti in- fra medium lateris locato. DescrIzIOnE. — Dalla porzione ‘di fronda esistente si giu- dica una specie di grandi dimensioni; i segmenti misurati dalla ligula sono lunghi 1.30 m. ma circa 25-30 cm. ne misura la lunghissima e tenuissima coda apicale, la quale nel primo tratto è lineare per poi diventare filamentosa; i primi seni (in detta porzione) rimangono a 30-40 cm. dalla ligula, e i secondi a soli 10-12 cm. più in alto dei primi, in ambedue si trova un lungo filamento; all’altezza del primo seno i segmenti sono larghi + 4 cm., e siccome 10-12 cm. più in alto si dividono, ognuna delle risultanti divisioni è larga in basso 2 cm. e poi gradatamente si as- sottiglia in lunghissima punta come è stato detto; di con- sistenza i segmenti sono molto rigidamente papiracei, con- colori sulle due faccie, finamente striati da alcuni nervi secondarî più forti di varî altri minori interposti fra que- sti; venule transverse indistinte. Spadici con infiorazioni parziali (in un esemplare) formanti un'ampia pannocchia oblunga con 7 rami alternato-distici, lunghi questi circa 20 cm., uscenti fuori dalla respettiva spata eretti per poi divenir allorchè fruttiferi arcuato-recurvi, provvisti alla base della loro spatella speciale la quale è spor- gente per il tratto di circa 3 cm. al di fuori della spata secondaria, molto acutamente carinata sul dorso e coll’apice acuto (non bicornuto). Spate secondarie al solito modo tu- bulose, strettamente guainanti, striate, troncate alla bocca e prolungate da un lato in punta triangolare acuminata: i e " y ciot. MPI AR * i. i : SPIE A fi BL (7 1 fe -® te 4 a l’asse dei rami è angolosa e porta 12-15 ramoscelli semplici alternato-spirali nascenti all’ascella di una brattea relativa- mente assai conspicua, lunga circa 3 mm., triangolare, acu- minata. I ramoscelli sono filiformi, assai densamente fiori- feri lunghi 10-12 cm., spessi 1.5 e poi, quando coi frutti ma- turi, sino 2 mm. Frutti immaturi sorretti da un piccolo tubercolo sul quale riposa il perianzio indurito pedicelliforme, largo alla base 2 mm. con i resti dei filli arricciolati e lineari, il doppio più lunghi del calice; i resti dello stilo sono molto conspi- cui alla base del frutto e sono lunghi quasi 3 mm. I frutti maturi dai frammenti si giudicano sferici, non attenuati in basso, di 12-13 mm. di diametro. Seme globoso-depresso, largo 8.5-9 mm. ed alto 6 mm., a superficie lucida color caffè tostato; la base ha una conca- vità assai accentuata ma ristretta; l’ilo è molto piccolo si- tuato a circa il terzo del diametro della base; mammilla micropilare piccola ottusa centrale; albume assai distinta- mente concavo nella parte basilare; embrione situato al di sotto della metà di un lato leggermente ascendente pene- trante per circa la quarta parte dell’albume. Haprrar. — San Domingo. Osservazioni. — Mi sono sembrati appartenere ad una seconda specie di Saba di S. Domingo alcuni esemplari conservati da lungo tempo nell’Erbario di Berlino, prove- nienti dall’Erb. Kunth con l’etichetta: « Latanier, S. Do- mingo. Jacquemont ded. 1827 ». Gli esemplari consistono in una porzione di fronda tolta dalla parte media di un lato, in una infiorazione parziale con giovani frutti ed in un ramo con frutti maturi frantumati. Sebbene conosciuta solo da esemplari molto incompleti, sì distingue dall’altra specie di S. Domingo per i segmenti profondissimamente bipartiti e lunghissimamente caudati, per i frutti sferici non attenuati alla base con i resti dello stilo lunghi e conspicui; per le spatelle dei rami lunga- Lun LP. a rin Li ari SIFY TSI mente eserte acute e non bicornute all’apice e per il seme con l'embrione ascendente. 6. Sabal parviflora Becc. sp. n. — S. mericana (non Mart.) Sauvalle Fl. Cub. p. 152. Folia ampla profunde multipartita, segmentis ma- Joribus 0.80-1.20 cm. longis, tractu 10-27 cm. longo apic efissis, laciniis acuminatis (non caudato—filiferis). Spadicis inflorescentiae partiales 40-45 cm. longe densiuscule paniculatae in ramos 5-8 alternato di- stichos divisae; ramulis brevibus 5-9 cem. longis teretibus dense undique floriferis. Flores parvi in alabastro bene evoluto ovato-oblongi obtusi, 3 mm. longi ; calyce membranaceo basi vix carnosulo extus costulato-nervoso ; corolla calyce duplo longiori, phyllis in sicco non venoso-costulatis ; staminum filamentis majusculis e basi lata sensim subulatis. Fructus sphaerici, 1 cm. diam., stylo minuto in- conspicuo basi notati; semine 8-9 mm. lato; D-5.5 mm. alto; mamilla micropilari inconspicua ; ilo parum excentrico ; embrione levissime descen- denti tertiam albuminis partem perforanti. DescRIZIONE. — A giudicare dalle fronde sembra una specie assai robusta; picciolo a sezione semilunare, più o meno concavo di sopra od anche con un leggiero rilievo longitudinale lungo il mezzo, convesso di sotto, largo in alto 2-4 cm.; ligula triangolare allungata; rachide robusto in basso ed ivi coi margini alati prolungantesi solo per circa 20 cm. oltre l’apice del picciolo; segmenti della parte me- dia dei lati lunghi 80-85 cm., larghi 5 cm. all’altezza del 1° seno che rimane a 25-30 cm. dalla ligula, gradatamente MU Ù Sp attenuati in punta acuminata non molto profondamente fessa ed assai rigida con le 2 punte che ne risultano assot- tigliate in punta lineare; i segmenti più esterni sono in- vece fessi sino quasi alla metà; i filamenti che si partono dai seni non sono molto forti e sembrano facilmente deci- dui; le due superficî (sul secco) sono concolori, verdi pallide, finamente striate da numerosissimi nervi tenui ma rilevati, di questi alcuni sono più forti di altri che rimangono fra- mezzo a loro; la consistenza è spessamente cartacea o sottil- mente coriacea; le venule trasverse si intravedono appena o sono affatto obliterate. Spadicî con infiorazioni parziali assai compatte ed a quanto sembra relativamente brevi; di 40-45 cm. di lun- ghezza, con 5-8 rami eretto-patuli durante l’antesi; spate se- condarie tubulose strettamente guainanti, finamente striate, minutamente e probabilmente fugacemente squamuloso— forforacee, troncate obliquamente alla bocca, prolungate da un lato in una punta triangolare acuminata. Infiorazioni parziali formanti delle pannocchie oblunghe di 40-45 cm. di lunghezza composte di 5-8 rami alternato distici; spate se- condarie tubulose, finamente e nitidamente striate, sparse di minutissime squamule ferruginose appresse, intiere e nude (od al più fugacemente forforacee) alla bocca, prolun- gate da un lato in punta strettamente triangole assai lun- gamente acuminata; i rami delle infiorazioni parziali appena sono usciti al di fuori delle respettive spate divengono ar- cuato-patenti ma con la tendenza a raddrizzarsi e divenire ascendenti nell’estremità loro, lunghi circa 12 cm, i supe- riori un poco più corti, glabri in ogni parte, inseriti per mezzo di una sottile parte pedicellare al di dentro della respettiva spata, con una piccola spata loro propria spor- gente questa appena dalla spata maggiore, essucca, bicari- nata dal lato assile, nei rami superiori e nei più bassi bre- vemente bicornuta e paleaceo-ramentacea; i rami hanno la parte assile angolosa e portano spiralmente 12-15 ramoscelli (i rami superiori qualcuno meno) fioriferi semplici; i ramo- scelli nascono dall’ascella di una brattea essucca triangola- : #4, ur; 29 lf TT TI 19 i REN E cr n PRE TN O TIE PORSI Ae: ni "È a ir let an 09 TRITO LO? oa. ALTRO, . i, «® art "ei Me et dea i) re-allungata acuminata, sono patenti, filiformi, tereti, leg- germente corrugati sul secco, di 1-1.5 mm. di diam. alla base, lunghi 5-9 cm., densamente coperti di fiori inseriti orizzontalmente tutto in giro sin dalla base. Fiori in boccio bene sviluppato ovato-oblunghi, ottusi, lun- ghi 3 mm. e larghi 1.8 mm., ognuno provvisto di una brat- tea e di una bratteola fra loro ineguali, ambedue a larga base, scariose, assai lungamente apiculate od acuminate; ca- lice membranaceo, leggermente carnoso in basso con base rotondata e di sotto incavata per il ricevimento del piccolo tubercolo sul quale s'inserisce, cupulare-campanulato, diviso sino al mezzo in 3 larghi denti deltoidei, acutiusculi, non ciliati, è segnato da circa 7 nervi prominenti sul secco e quindi assai fortemente striato-costulato; corolla il doppio più lunga del calice, brevemente tubulosa in basso; petali a margini imbricati intieri minutissimamente ciliolati sotto forte lente, oblunghi, concavo-naviculari, relativamente as- sal spessi, non od appena mostranti le venature per traspa- renza, non striato-venosi sul secco; stami a filamenti tutti eguali quasi petaloidei, da una base larga gradatamente su- bulati, lunghi quanto i petali (nell’antesi); antere versatili inserite per il mezzo, ovato--sagittate, acutiuscule, a loggie se- parate sino quasi al mezzo; ovario lungo 2.5 mm., non inflato alla base, trigono-piramidato, gradatamente ristringentesi sino sotto lo stigma, 3-solcato; stigma capitellato, papilloso. Frutto sferico a superficie lucida di + 1 cm. di diam. con i resti dello stilo minuti, pochissimo apparenti, portato dal perianzio indurito formante un pedicello largo e lungo 2 mm. Seme globoso-depresso, largo 8-9 mm., alto 5.5-6 mm. a superficie lucida color caffè tostato, un poco pianeggiante alla base e corrugato intorno l’ilo; questo non molto eccen- trico; mammilla micropilare indistinta; embrione situato alla metà di un lato, molto leggermente discendente, pene- trante quasi per ‘/, dell’intiera larghezza dell’albume. Hagrrar. — Cuba e la prossima Isla de Pinos. L’ esemplare tipico di questa specie considero che sia il — 46 — n° 3970 Wright: Plantae Cubenses in herb. Berol. Indub- biamente riferibile alla medesima specie mi sembra un altro esemplare pure dell’Erb. di Berlino con l'etichetta: — Her- barium de Cuba. Estacion central agronomica n.° 2308. Bata- banò. Provincia de la Habana. Coll. B. Wilson, 3 Oct. 1904. Conspecifici agli esemplari citati ritengo siano pure quelli che portano il n° 484 di Curtiss: West Indian Plants, presso Nueva Gerona, Isla de Pinos W. I. FI. May 27, fr. Jan. 1904. OssERVAZIONI. — Si distingue per i suoi ramoscelli fiori- feri tereti che sul secco sembrano minutamente verrucolosi e sono molto densamente coperti tutto in giro di fiori molto piccoli, orizzontali, e per il frutto ed il seme piccolo con l'embrione quasi orizzontale penetrante profondamente nel- l’albume ; frutto e seme del resto molto simili a quelli del S. Palmetto. Dal S. mexicana subito si distingue per le divisioni della corolla non striato-costulate. Il n.° 3970 di Wright ha il picciolo della fronda largo in alto 2 cm., concavo di sopra: nel n° 2308 dell’ Erbario della Estacion central agronomica di Cuba il picciolo è circa ii doppio più largo, con una superficiale carena ottusa nel centro della parte superiore; ma queste probabilmente sono differenze dipendenti dal maggior rigoglio di vegetazione, o dall’età. L’esemplare di Nuova Gerona porta dei segmenti che misurano dall’apice del picciolo 0.70-1.20 m. e sono larghi all'altezza del primo seno 2.5-3.5 cm., divisi all'apice per il tratto di 16-27 cm. con punte dritte od anche legger- mente curve a coda di Forficula; il seme è largo 8 mm. e leggermente più piccolo che negli esemplari di Cuba, nei quali misura 9 mm. (. Sabal florida Becc. sp. n. Frondium segmenta majora 1.10-1.30 m. longa, basi circiter 4 cm. lata, profundissime bipartita, SRI, MANCA SIR LT PANGERE NA, Vuze RSI apice longissime acuminato-caudata. Spadicis in- florescentiae partiales amplae, laxe paniculatae, ra- mulis floriferis 10-13 cm. longis rigidis teretibus in sicco ruguloso-tuberculosis, crassiusculis, 2 mm. spissis, densiuscule floriferis. Flores majusculi in alabastro bene evoluto 5 mm. longi, 2 mm. crassi, calyce cupulari-cyathiformi in sicco costulato-ner- voso, late usque ad medium 3-dentato, basi rotun- data tenuiter carnosa; corolla calyce triplo longiori, phyllis erectis angustis acutis levibus; staminum filamentis angustis subulatis; ovario apice sensim attenuato. DescRIZIONE. — A giudicare dalla porzione di fronda esistente sembra una Palma di ragguardevoli dimensioni. I segmenti sono verdi pallidi sul secco, subconcolori sulle due faccie, molto rigidamente cartacei, molto finamente, nitidamente e fittamente striati da nervi 2"! e 3" fra loro poco diversi e con vene transverse indistinte; i segmenti presenti sono lunghi 1.10-1.30 m., relativamente alla lun- ghezza angusti, larghi all’altezza dei seni primarii circa 4 cm., molto profondamente bipartiti, con un distinto fi- lamento anche nel secondo seno e le suddivisioni molto anguste, lunghissimamente acuminato-filamentose all’apice. Spadicî con infiorazioni parziali formanti (in un esem- plare) un’ ampia e diffusa pannocchia lunga 50 cm. divisa in 6-7 rami. Spate secondarie tubulose, fittamente striate, + finamente squamuloso—forforacee e puberule, strettamente abbraccianti, troncate obliquamente alla bocca, prolungate da un lato in punta triangolare acuminato-subulata. Rami È delle infiorazioni parziali arcuato—patenti, lunghi circa 20 cm., con parte assile ottusamente angolosa non molto ro- busta (di 3 mm. diam.), portante spiralmente relativamente pochi (+ 12) ramoscelli fioriferi nascenti dalla ascella di una piccola brattea bruna essucca, latamente triangolare, acu- PZA. SEA i minata, distintamente venoso-striata; i ramoscelli sono ri- gidi, relativamente assai spessi (+2 mm. di diam.), lun- ghi 10-13 cm., tereti e di eguale spessore quasi sino a poca distanza dall’ estremità, glabri ma sotto la lente (sul secco) minutamente corrugato-tubercolosi, straminei, piuttosto den- samente fioriferi. Fiori inseriti orizzontalmente sopra un rilievo pochissimo sporgente all’ascella di una brattea e di una bratteola, sca- riose, a larghissima base, brevemente apiculate, intiere; i fiori in boccio sono relativamente lunghi e stretti misu- rando al momento di espandersi 5 mm. di lunghezza e 2 mm. di larghezza; calice ciatiforme-cupulare, allo stato secco assai distintamente costulato-striato, diviso sino quasi alla metà in 3 lobi largamente triangolari o deltoidei acutiu- sculi, la base del calice è rotondata carnosula, con un pic- colo incavo circolare dove penetra il tubercoletto fulcrante; corolla 2 volte più lunga del calice, tubulosa e connata con gli stami nel terzo inferiore; filli concavo-naviculari, lanceolato—ellittici, acutiusculi, carnosuli, lisci sul secco ed allora coi margini fortemente involuti in modo da apparire lineari e subulati, durante l’antesi , eretti; stami con fila- menti piuttosto sottili subulati, giungendo durante l’antesi precisamente all’apice dei petali; antere ovate acutiuscule, assai profondamente cordato-sagittate in basso; ovario quasi regolarmente sebbene angustamente piramidato-tri- gono, gradatamente attenuato nello stilo, di poco più corto dei petali durante l’antesi; stigma capitellato. Frutto manca. Hasirar. — Cuba. Descrissi un esemplare conservato nel- l’ Erbario di Berlino consistente in una porzione di fronda non ancora svolta ed in una infiorazione parziale con fiori aperti, portante l’etichetta: « Flora Cubana. Province of Santa Clara, district of Cienfuegos n.° 292 (Sabal umbra- culifera Mart) Cienegueta, 7, V, 1895. Coll. Rob Combs. ». Un esemplare perfettamente simile e con la medesima eti- chetta si trova nell’ Erb. del Missouri bot. Garden. PRA VETO SERATE, QUE NO) PUTPAV SEE POLE A; DON OsservaziIoNI. — Si distingue facilmente dalle altre 2 specie cubane per i ramoscelli assai spessi e tereti, paglie- rini e sotto la lente granulato-corrugati, per i fiori lunghi | e stretti e per l’ovario regolarmente attenuato nello stilo j e nell’ insieme trigono—piramidato-allungato. 8. Sabal domingensis Becc. sp. n. Subelata. Frondium segmenta apice indivisa. Spa- dicis inflorescentiae partiales densiusculae, subcu- pressiformes; ramulis corrugato-subangulosis 1 mm. crassis 5-6 cm. longis, densinscule floriferis. Flo- res 4 mm. longi, in alabastro oblongi vertice ro- tundato, 1.5-1.7 mm. crassis; calyce in tertiam su- periorem partem late 3—dentato, basi spisse carnoso, in sicco costulato-nervoso; corolla duplo et dimi- dium calyce longiori, phyllis venulosis in sicco non costulatis; ovario e basi ovata in stylum anguste pyramidatum sensim attenuato. Fructus 13-14 mm. diametro, basi parum attenuatus, semine snperne haemisphaerico basi concaviuscolo, 9-10 mm. lato, 6.5-7 mm. alto, mamilla micropilari centrali parva obtusa; embrione subhorizontaliter tertiam albu- minis partem perforanti. Descrizione. — Palma alta sino 12 m. con tronco ci- lindrico e fronde verdi bluastre (Eggers). Fronde sul secco un poco più pallide di sotto che di sopra con rachide incurvato e prolungato sino quasi al- l’apice del lembo; i segmenti che io ho visto e che appar- tengono alla parte centrale ed a quella più esterna sono relativamente assai stretti, larghi all'altezza dei seni 25-28 cm.; quelli centrali lunghi 70 cm.; tutti sono intieri e non 4 SS) n fessi all'apice, finamente striato-nervosi sulle due faccie, con venule transverse cortissime, talvolta poco distinte, gradatamente attenuati in punta acuminatissima più corta nei segmenti centrali che nei laterali; le costole primarie o commessurali nella parte centrale giungono sino ai 2/3 dell’ intiero lembo e fra i segmenti laterali più esterni sino a 10-12 cm. dalla ligula; nei seni vi è un sottile filamento a quanto sembra fugace; mancando i secondi seni, manca quindi anche il secondo filamento. Spadici con infiorazioni parziali formanti durante la fio- ritura delle pannocchie piuttosto dense, cupressiformi, lun- ghe 35-40 cm., divise in 7-10 rami. Spate secondarie tubu- lose, striate, intiere e troncate alla bocca, prolungate da un lato in punta triangolare bruscamente acuminata; i rami sono alternato—distici, eretto—patuli, formanti piccole pannocchie secondarie ovate non molto dense, le quali sono composte di 10-12 ramoscelli alternato—spirali e sono portate da una parte pedicellare provvista della sua spa- tella speciale; questa è brevemente bicornuta all’apice e sporge appena dalla spata maggiore; i ramoscelli sono fi- liformi, rigidi, di 1 mm. di spessore, © corrugato-angolosi sul secco, i maggiori, i più bassi, lunghi 5-6 cm, od anche più, assai densamente coperti di fiori. Fiori in boccio bene sviluppato oblunghi, rotondati in alto, larghi 1.5-1.7 mm., durante l’antesi lunghi 4 mm., provvisti di brattea e di bratteola, l’una o l’altra fra loro simili, scariose, triangolari, acute; calice sul secco striato- nervoso, ciatiforme, campanulato, diviso nel terzo superiore in 3 larghi lobi deltoidei ottusiusculi, carnoso in tutta la metà inferiore; corolla una volta e mezzo più lunga del calice, molto brevemente tubulosa in basso; filli cim- biformi, ellittici, non costulati, venosi per trasparenza, acu- tiusculi; stami quasi petaloidei essendo larghi alla base quasi quanto la metà dei petali, gradatamente subulati, assai spessi e rigidi, nell’antesi lunghi precisamente quanto i filli; antere ovate acutiuscule con loggie separate sino al mezzo; ovario angustamente trigono—piramidato essendo PRES, 22: Di Nea da una base ovata gradatamente attenuato sin sotto lo stigma, un poco più corto dei filamenti, lungo 3 mm.; stigma capitellato. Perianzio fruttifero pedicelliforme, più largo che alto, con base callosa un poco dilatata, larga 2.5 mm., fortemente scavata di sotto. Frutto (visto solo ridotto in frantumi) apparentemente di 13-14 mm. di diametro, sferico ma un poco attenuato verso la base; questa simmetrica, piuttosto acuta con i resti dello stilo molto piccoli e corti. Seme globoso-depressiuscolo, largo 9-10 mm., alto 6.5-7 mm., regolarmente emisferico di sopra, un poco incavato di sotto, a superficie lucida color caffè tostato; ilo alquanto eccentrico; mammilla micropilare ottusa poco distinta, cen- trale; albume assai fortemente concavo in basso; embrione situato a metà altezza di un lato penetrante quasi orizzon- talmente per poco meno di un terzo dell’intiero diametro del seme; il punto che indica là sua posizione all’ esterno non visibile guardando il seme dall’alto. Hapirar. — S. Domingo a Gurabo presso Santiago in terreno calcareo a circa 300 m. di altezza, (Eggers: Flora Indiae occ. exsic. n.° 1678, in Herb. Berol., de Cand., Mo- nac. etc.), e nella Savana di Guaîna Moca n.° 1678, in H. Berol.. Nome volgare: « Cana ». Le foglie vengono usate per cuoprire capanne, farne cappelli, sacchi, ecc. OssERVAZIONI. — Questa specie non ha una fisonomia speciale in modo da poter essere riconosciuta a prima vista, fra le altre; ha però un assieme di caratteri che valgono facilmente a distinguerla; così i fiori, che appa- rentemente sembrano simili a quelli del S. Pxlmetto, hanno il calice carnoso nella sua metà inferiore; i filamenti molto larghi in basso e quasi petaloidei; l’ ovario gradatamente attenuato in stilo piramidato; il frutto leggermente atte- nuato in basso. DE'tg9o 9. Sabal mexicana Mart. Hist. nat. Palm. v. III p. 246. — 0. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, p. 533. DescrIzIone. — Palma a quanto sembra alta 10-12 m. Fronde.... Spadici con infiorazioni parziali lunghe 50-60 cm. (e forse anche più) formanti delle pannocchie ovali-oblunghe composte di 6-9 rami alternato—distici; spate 2"° tubulose leggermente dilatate in alto, finamente e nitidamente striate, glabre od appena forforaceo-squamulose, troncate, intiere e nude alla base, prolungate da uu lato in punta largamente triangolare acuta, così ravvicinate fra di loro da non la- sciare esposta alcuna porzione della parte assile; i rami escono eretti dalle respettive spate e divengono arcuato— patenti, spesso con la tendenza a raddrizzarsi e divenire ascendenti nell’ estremità loro, lunghi 15-20 cm. (i superiori più corti), glabri in ogni parte con la spata propria della loro parte pedicellare acutamente bicarinata, profondamente bifida e più o meno eserta dalla spata secondaria; i rami hanno la parte assile fortemente angolosa e finamente striata e portano spiralmente 15-17 ramoscelli fioriferi sem- plici; questi nascono dall’ ascella di una brattea essucca latamente triangolare acuta, sono filiformi, di circa 1 mm. di spessore o poco più alla base, angolosi, flessuosi, subu- lati verso l’apice, lunghi 8-12 cm., densiflori. Fiori provvisti di brattea e bratteola, ambedue scariose, molto latamente triangolari, acute; fiori in boccio oblungo- obovati, rotondati sul vertice, nell’antesi lunghi 4 mm.; calice cupulare subcampanulato, usualmente un poco ri- stretto alla bocca, carnosetto nella base, diviso sino al mezzo in 8 larghi denti acutiusculi, deltoidei a margine scarioso—jalino non ciliato, percorsi da circa 7 nervi, assai prominenti sul secco. Corolla il doppio più lunga del ca- lice, tubulosa quasi sino alla metà; filli sul secco forte- mente striato-nervosi essendo percorsi da circa 7 costole longitudinali, ovato—ellittici, concavo-naviculari, acutiusculi, e b- #4, N an SRI ta 15, POTE L_T] dove a ein citi Silone the relativamente assai spessi; stami a filamenti tutti eguali, nell’antesi un poco più lunghi dei petali; antere ovato—sa- gittate acutiuscule; ovario lungo 3 mm., alquanto più corto dei filamenti, sin dalla base trigono-allungato, leggermente ristretto verso l’apice; stigma capitellato. Hasrrar. — Gli esemplari tipici sui quali Martius ha fondato la specie sono stati raccolti da Karwinski nelle provincie più meridionali del Mexico. Io ho studiato nell’Erb. di Monaco questi esemplari che consistono in varie grandi porzioni di spadice in fiore, quelle stesse rammentate da Martius, ma disgraziatamente mancano i frutti e le fronde. L'etichetta di Karwinski porta la sola indicazione di loca- lità: Oaxaca. Martius scrive del S. Mericana « Cresce nelle regioni marittime calde dell’ impero messicano a Chaca- hagua, presso Jamiltepec, della provincia di Vaxaca, come pure presso TeRuantepec » ed aggiunge: « Gli esemplari rac- colti a Chagahagua erano acauli, ma non di meno fructi- feri; quelli osservati a T'eRuantepec, in tutto simili a que- sti per le fronde ed il frutto, avevano un tronco alto 20 piedi ». Non deve recar meraviglia questa ultima circo- stanza poichè anche il Saba Palmetto comincia a fio- rire e fruttificare quando non ha ancora un tronco ben distinto. Mi sembra che appartenga al S. mexicana il n.° 870 di Bernoulli e Cario di Champerico (Herb. Berol.) ed un esem- plare di Liebman di S. Jago Estata, dep. Oojaca (Erb. de Cand. ex herb. Hafn.). Altro esemplare certamente conspecifico ai precedenti è il n.° 826 Langlassé, di San Luis: altezza 50 m., sul livello del mare (Herb. de Candolle), accompagnato dalla nota : Tronco alto 10-12 m. Infiorescenza lunga 1 m. 50. Fiori bianchi odorosi. — Nome volg. « Palma redonda ». Osservazioni. — Secondo il suo scuopritore (Karwinski) il tronco del Sadal mexicana raggiunge l’altezza di sino 20 m. e il diam. di 10 cm. Martius sembra che descriva le fronde delle piante nate nell’Orto bot. di Monaco dai semi inviati da Karwinski e di esse dice che hanno il lembo nell’ insieme ovato-orbico- lare, palmato-multifido, col rachide che si prolunga sino al terzo della fronda, le lacinie lungamente acuminate, bi- fide, pendule, le più interne profondamente disgiunte. I frutti sì dicono depresso-globosi ; i semi subdimidiato- globosi alquanto più grossi di quelli del Sabal Adansoni (ma della stessa forma e colore), ma più piccoli di quelli del S. umbraculifera. Si distingue facilmente sul secco per i suoi fiori a co- rolla tubulosa nella metà inferiore con filli patenti durante l’antesi; calice e corolla fortemente nervoso—-costulati sul secco. Il Sabal del Messico meridionale è certamente di- stinto dal Sadal Rosei, che sembra frequente nella regione centrale e sulla costa del pacifico verso Mazatlan, ma di questo non si conoscono con certezza i fiori e dell’ al- tro mancano 1 frutti. Però questi sono stati descritti da Martius come simili a quelli del S. umbraculifera (Pal- metto), quindi considerevolmente più piccoli di quelli del S. Roset. 10. Sabal Blackburniana Glazebrook in London’s Gar- dener’s Magazine, 1829, V. 54, cum ic. xylogr.; Roe- mer et Schult. Syst. veget. VII, 1488; Hemsley in Vog. Challenger, Botany I, 70, tab. VI-IX (excl. syn. nonnullis). — Sadal Palmetto (non Roem. et Schult.) Rein in Bericht Senckenb. Naturf. Gesellsch., Frank. am M. 1873, 150; J. Morris in Bull. Torrey bot. Club N. Y. 1885, 72. — Sabal Adansoni (non Guerns) A. H.: Moore, List of Plants collected in Bermuda 1906 et exiccata n.° 3142! — Sabal Mocini Hort., Ricco- bono in Boll. Soc. ort. Palermo, 1904, p. 32. — Che- maerops excelsa et Ch. Palmetto Lefroy's list. Berm. Pl. (ex Hemsl. l. c.). — Ch. glabra Jones, Natura- list in Bermuda, 136 (ex Hemsl. l. c.). — Inodes Bla- RIE ae gg ckburniana O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, 531. Descrizione. — Palma con grosso tronco dritto colon- nare cilindrico, raggiungente l’altezza di sino 13 m. ed il diam. di 40 cm., allorchè crescente nella sua patria in buon terreno; assai meno robusto nei terreni magri ed uliginosi (Hemsley). Il tronco è nudo e fittamente annu- lato—cicatricoso. Fronde (di pianta adulta) molto grandi, suborbicolari con numerosi segmenti ed un picciolo di 2.40 m. di lun- ghezza e largo sino 6 cm. in alto, convesso di sotto, leg- germente concavo e con un rilievo o costola ottusa lon- gitudinale di sopra presso l'apice; ligula lunga sino 15 cm., lanceolata, acuminata, coi margini sottili involuti ; ra- chide prolungato sino presso l’apige del lembo e fortemente arcuato, coi lati molto acuti ed in basso alati; il lembo dalla ligula all'apice dei segmenti centrali è lungo circa quanto il picciolo; i segmenti apicali centrali sono molto più corti e più stretti dei più esterni, e questi sono as- sai più stretti di quelli della parte mediana dei lati; tutti sono lungamente ensiformi molto profondamente bipartiti; i segmenti della parte intermedia dei lati sono lunghi 1.20 m. (esemplare di Moore n.° 3142) larghi 4 cm. all’al- tezza dei seni; i seni primarî rimangono a circa il 3° inferiore, e quelli secondarî verso la metà, con un assai forte filamento in ognuno; detti segmenti sono quindi fessi sino a circa la metà dell’ intiera lamina ed hanno le due divisioni gradatamente attenuate in lunghissima punta sottile; sul secco i segmenti sono quasi egualmente verdi sulle due faccie, papiracei, rigiduli, coi margini non inspes- siti, molto distintamente e nettamente striati da numerosi nervi secondarî £ terziarî; di nervi secondarî ve ne sono 10-14 per nad alla costa mediana e fra ognuno di que- sti scorrono da 3-8 nervi 3'; le venule trasverse sono oblique, più distinte nella pagina inferiore che nella su- periore, ed attraversano tutti i nervi 8' che si trovano interposti fra due secondarî. L ge ao Mi CORO. AREE Spadicî assai più corti delle fronde non raggiungendo nemmeno la lunghezza dei piccioli (1.70 in un esemplare secondo Hemsley), triplicato-ramosi come nelle altre specie, con infiorazioni parziali assai dense, essendo i rami secon- darî assai ravvicinati fra di loro; spate secondarie tubu- lose, strettamente intundibulari, papiraceo-membranacee essucche, relativamente brevi (lunghe 6-8 cm.) e molto rav- vicinate fra di loro in modo da lasciar solo brevissime por- zioni della parte assile allo scoperto, troncate obliquamente alla bocca, dove sono prolungate da un lato in breve e larga punta triangolare acuta od acuminata, finamente striate; rami piuttosto brevi con parte assile angolosa, di- visi in varî ramoscelli fioriferi semplici; la parte pedun- colare è breve, poco più lunga della respettiva spata, provvista della sua spatella propria tubulosa acutamente bicarinata, terminata da due punte sottili acuminate, spor- genti dalla spata maggiore; i ramoscelli nascono dall’a- scella di una breve e larga brattea latamente triangolare scaglieforme acuta, sono flessuosi, lunghi 10-15 cm., angolosi sul secco, spessi alla base 2-3 mm., gradatamente attenuato— L subulati verso l’apice, non inspessiti allo stato fruttifero o ma con i pulvinuli portanti i frutti un poco accresciuti e tubercoliformi. Fiori relativamente grandi, lunghi 5 mm. allorchè in eo boccio, oblunghi, rotondati in alto; calice cupolare o breve- mente tubuloso, leggermente contratto alla fauce, con base larga e carnosa, diviso nel terzo superiore in 3 lobi latamente triangolari, acutiuscoli e # venoso-striati sul secco; co- rolla poco più del doppio più lunga del calice, con filli crassiusculi, ellittici, striati sul secco da 9 nervature; stami | inseriti un poco al di sotto della metà della corolla, rela- tivamente robusti e spessi, subulati, acutissimi, acutamente carinati lungo la linea mediana verso l’apice. Nei bocci giovani i filamenti portano l’ impressione delle loggie ed hanno una cresta lungo il mezzo del filamento; antere sagittate, ovate acute; ovario lungo 4 mm., leggermente attenuato-conico verso l’apice, stigma capitellato. Ni Frutti fra i più grossi nel genere, larghi 16-20 e lunghi 20-22 mm. compreso il perianzio, obpiriformi col vertice regolarmente rotondato, attenuati verso una base assai acuta e simmetrica, il frutto non avendo nessuna tendenza ad esser resupinato; perianzio fruttifero piccolo, ridotto quasi al solo calice indurito e non accresciuto e formarte un breve pedicello largo e lungo 2 mm.; i resti dello stilo sono gracili e dritti ed hanno alla base una piccola area chiara risultante dalle 2 loggie sterili abortite e dis- seccate; la superficie è liscia unita nerissima; mesocarpio carnoso, bruno—violescente, spesso 3-4 mm. ; endocarpio ri dotto ad una pellicola tenuissima. Seme a superficie bruna color caffè tostato, unita, quasi lucida, globoso—depresso, largo 11-12 mm., spesso $S mm. con base pianeggiante e leggermente concava; ilo quasi cen- trale addossato alla mammilla micropilare, la quale è as- sai rilevata, tuberculiforme acuta e quasi pungente ; em- brione subdorsale, di modo che il punto dove questo è situato è visibile guardando il seme dall’alto, discendente e penetrante sino al di là della metà dell’albume. Spesso si sviluppano due ovuli ed allora il frutto risulta perfetta- mente didimo. Hasirar. -- Cresce esclusivamente nelle Isole Bermude. Il Sabal Blackburniana è una delle forme più distinte e più belle del genere e riesce grandemente ornamentale nei luoghi dove può crescere liberamente in pien’ aria come nei Giardini di Palermo. (Vedi Riccobono : « La Sadal Mo- cinî fiorita nella villa del Sig. Cav. G. Whitaker » nel Bollett. della Soc. Ort. di Mutuo Soccorso in Palermo. Anno II, 1904). Osservazioni. — Il Sig. W. Botting Hemsley ha fatto la storia di questa Palma nella parte botanica, vol. I, del « Report » del viaggio del Challenger, accompagnando lo scritto con 4 tavole. Egli ha poi stabilito che in dette isole cresce questa sola specie di SadaZ, ivi endemica. Bi PURI Il S. Blackburniana è caratterizzato dalle sue grandi dimensioni; dalle fronde con segmenti fessi sino quasi al mezzo dell’ intiero lembo; dagli spadici più corti dei pic- cioli delle foglie; dai fiori oblunghi rotondati in alto, con calice leggermente ristretto alla fauce e corolla poco più del doppio più lunga del calice; dai filamenti robusti subulati carinati sul lato interno; dai frutti grossi obpiriformi atte- nuati in basso con seme globoso depresso 11-12 mm. largo, micropilo tubercoliforme pungente ed embrione subdorsale. In una fronda dell’esemplare coltivato a Palermo, i segmenti sono circa 80; quelli apicali sono lineari, larghi 5-10 mm., lunghi 40-60 cm., profondamente bipartiti; i segmenti più esterni sono larghi 2-2.5 cm., separati fra di loro a pochi cent. dalla ligula, molto profondamente bipartiti, il 2° seno trovandosi al di sotto della metà; i segmenti della metà dei lati sono i maggiori di tutti; questi misurano dal loro attacco sul rachide all’apice, 1.35 m. hanno il 1° seno a 45-50 ecm. dall'attacco col rachide ed il 2° a 60-65, ossia il 2° seno si trova verso la metà dell’ intiero lembo; sono larghi 4-4.5 cm. all’altezza del 1° seno e poco sopra tal punto vanno gradatamente attenuandosi nelle due lunghissime e drittissime punte. Nel « Report » v. XV (1904) del « Missouri botanical Garden » nello scritto del Sig. S. Monds Coulter intito- lato « An ecological comparison of some typical swamp areas » vien citato il Sabal Blackburniana come una delle piante particolari dei « Swamps of the Bermudas » e viene riprodotto l'aspetto della pianta da una fotografia sulla tav. 21 associato col Nerium Oleander e lo Juniperus ber- mudiana. In detta tavola il S. Blackburniana ha un aspetto alquanto differente da quello offerto dagli esemplari colti- vati in Sicilia, ha un tronco piuttosto gracile ed alquanto irregolare, nudo, annulato-cicatricoso e quasi nodoso ed un poco flessuoso, e porta una chioma di fronde non straordi- nariamente abbondante. 11. Sabal princeps Hort. DescrIZIOnE. — Grande specie con grosso tronco rieo- perto persistentemente dalle basi delle vecchie fronde, le quali sono connesse fra loro da fibre grossolane. Fronde molto grandi, misuranti dall’apice del picciolo al- l'estremità dei segmenti centrali 1.65 m.; ligula lanceolata acuminata coi margini involuti, prolungata all’ apice nel rachide in una cresta molto acuta ; rachide molto robusto prolungato sino a circa la metà del lembo, molto distinta- mente alato-marginato; picciolo robustissimo, lungo quanto il lembo od anche un poco più, largo all'apice 3.5 cm., di 18 mm. di spessore sulla linea mediana, fortemente con- vesso di sotto, leggermente concavo di sopra, con una ottusa costula lungo la linea mediana;\lembo diviso in circa 100 segmenti, intiero sino a circa la metà nella parte centrale, di consistenza sottile e quasi cartacea, verde e subconcolore sulle due faccie, con sottili filamenti nei seni; i segmenti sono tutti piuttosto brevemente fessi all'apice, con 8-10 nervi secondarii molto sottili per parte alla costola mediana e nu- merosissimi e tenuissimi nervi 8" fra mezzo a questi; le venule transverse sono sottilissime fittissime ed oblique; i segmenti più grandi, quelli della parte media dei lati, sono larghi 4.5-6 cm. all’altezza dei seni primarii e da questo punto gradatamente si ristringono in punta acu- minata, la quale nei segmenti centrali è fessa solo per il tratto di $8-10 cm. ed in quelli più esterni per 30-35 cm.; le due lacinie che ne risultano vanno insensibilmente a terminare in una punta tenuissima ma non caudiforme ; i segmenti più esterni sono più stretti e più corti dei cen- trali, ma misurano sempre 3-3.5 cm. di larghezza e circa 90 cm. di lunghezza. Spadici fruttiferi pendenti, lunghi circa 2 metri; infio- razioni parziali formanti delle pannocchie assai dense; spate secondarie assai ravvicinate fra loro, lascianti brevis- sime porzioni della parte assile allo scoperto, tubuloso—infun- Ab Ana es VERBALE i cd i e SATO pn dibulari, molto distintamente striate, troncate obliquamente alla bocca e prolungate da un lato in punta triangolare acutissima ; rami delle infiorazioni parziali formanti delle pannocchie secondarie ovate assai dense, lunghe 10-12 cm. con parte pedicellare piuttosto breve e provvista della pro- pria spatella bicarenata sul dorso e bicornuta all'apice; parte assile robusta e rigida, + angolosa, portante spiral- mente 10-14 ramoscelli fioriferi eretto-patenti, rigidi, ango- losi (sul secco), relativamente assai robusti e corti, spessi 1.5 e lunghi 3-5 mm. Fiori non molto densamente disposti a spirale sui ramo- scelli, provvisti di brattea e di bratteola, l’ una e l’altra latamente triangolari, acute, assai conspicue; fiori in boc- cio apparentemente molto simili a quelli del G. Blackbur- niana, da me visti troppo giovani per indicarne le dimen- sioni precise. Calice e corolla distintamente costulato—ner- vosi sul secco; calice membranaceo, ciatiforme-campanulato, a base piana molto leggermente inspessita, diviso sino al terzo superiore in 3 larghi denti deltoidei acuti a margine jalino; perianzio fruttifero brevemente pedicelliforme, più largo che alto. Frutti neri e lucidi esternamente, scarsamente carnosi, globosi, obpiriformi, distintamente attenuati verso una base piuttosto acuta simmetrica, col vertice regolarmente roton- dato, di 13-15 mm. di diam., lunghi 15-17 mm. compreso il perianzio. Seme globoso-depresso, largo 9-10 ed alto 6 mm., con base leggermente concava; ilo quasi centrale addossato alla mammilla micropilare, la quale è assai distinta, tuber- coliforme ed ottusa; embrione inserito alla metà di un lato, discendente ad un angolo di circa 45° e traversante circa la terza parte dell’albume; la sua posizione è indicata all’esterno da un piccolo punto impresso, visibile sul con- torno del seme guardando questo dall’alto. Hapirat. — La patria di questo Saba) non è conosciuta. Per la sua somiglianza con il S. Blackburniana si potrebbe supporre esso pure indigeno delle Bermude. VESTA et er SO CA OsseRvaZIONI. — Ho fatto la descrizione di questa specie sopra i saggi speditimi dall'amico Prof. Antonino Borzì, tolti da un individuo crescente nel giardino botanico di Palermo a proposito del quale il Prof. E. Mattei mi tra- smette le seguenti informazioni : « Il tronco a metri 1.50 dal suolo ha una circonferenza di metri 1.70; la sua altezza sino alla base delle foglie verdi più basse è di metri 3.50 circa; a differenza di tutti gli altri Saba? coltivati nel giar- dino, le basi delle vecchie foglie persistono in totalità e ri- cuoprono intieramente il tronco sin dal terreno; tali basi sono connesse fra di loro da fibre grossolane. Negli altri nostri Sabal invece le vecchie fronde si reflettono e rive- stono la parte alta del tronco per un certo tratto, ma col tempo questo alla’ base rimane nudo. L’ esemplare venne acquistato nel 1870 dallo stabilimento Linden. » È molto caratteristica in questà specie una zona chiara, giallastra, nella parte media della fronda da una parte e dall’altra del rachide, la quale da quanto mi scrive il Prof. Mattei non si riscontra negli altri Saba? coltivati a Palermo. Il S. princeps ha i frutti per la forma similissimi a quelli del S. Blackburniana, ma assai più piccoli; differisce da questo inoltre per i fiori più piccoli e soprattutto per il seme che oltre ad essere proporzionatamente più piccolo ha la mammilla micropilare tondeggiante e non pungente e l'embrione situato alla metà di un lato e non subdorsale penetrante nell’albume ad un angolo di circa 45° e non quasi verticalmente. Il seme differirebbe anche da quello del S. Blackburniana, come da quello di altre specie, per essere di un bruno più chiaro, a superficie quasi opaca non per- fettamente unita; ma forse queste sono differenze dipen- denti dal grado di maturazione del frutto. 12. Sabal mauritiaeformis Gr. et Wendl. in Griseb. Fl. Brit. West Ind., 514; Drude in Engl. et Pranti, Pflanzenf. I, 36, f. 27. — Trithrinax mauritiaeformis De MRO Karsten in Flora, XXVIII (1856), 244 et FI. Columb. Sp. selecta, II, 137, t. CLXXII. DescrIZzIOne. — Tronco cilindrico, colonnare, distinta- mente annulato-cicatricoso (gli anelli discosti 15 cm. l’uno dall'altro) alto 18-25 cm. e di 30 cm. di diametro (Karsten). Fronde molto «grandi; picciolo lungo e relativamente gra- cile, fugacemente forforaceo—cinerascente di sotto, apparen- temente largo circa 3 cm., molto depresso, piano di sopra in alto, leggermente convesso di sotto con i margini molto acuti; ligula molto sviluppata lunga 5 cm.; rachide consi- derevolmente allungato ed arcuato. Il lembo è glaberrimo in ogni parte e dall’apice del picciolo all’estremità dei seg- menti mediani misura quasi due metri, è di consistenza rigido-papiracea ma tenue, verde di sopra, distintamente più pallido e quasi glaucescente di sotto, con le costole primarie superiori robustissime ed in basso rilevate di 3-4 mm.; le costole inferiori sono assai più sottili; ambedue le faccie sono molto finamente striate da numerosissimi nervi secondari; le venule trasverse sono numerosissime, fittissime e continue, finissime ma ben distinte; l’intiera lamina è divisa in molte larghe lacinie sino quasi al quinto inferiore in corrispondenza di un nervo assai acuto superiore che rimane interposto fra le costole principali; le lacinie che ne risultano sono larghe 6-7 cent. e si conservano coi lati paralleli ad anzi un poco divergenti sino a circa 40 cent. dall’apice ed ivi si fendono nuovamente in due lacinie, le quali poi sono alla lor volta nuovamente divise circa 20 cm. più in alto in due acuminatissime punte flaccide; nell’insieme quindi il lembo è diviso 3 volte e vi sono perciò tre seni; talvolta due segmenti principali sono uniti fra loro sino al 2° seno. Al seno più profondo termina una costola se- condaria superiore; al 2° seno terminano le costole pri- marie superiori, al 3° seno terminano le costole primarie inferiori; i segmenti primari in conseguenza sono 3 costati. Nei seni non ho visto filamenti. Spadici grandi più lunghi delle fronde con varie infio- RE RESET CA ZIARRI È Ma se ida heat x = CS © siel’sedimà iene ni E RETI IT LE e razioni parziali lunghe 35-40 cm. e formanti delle lasse pannocchie; spate 2'° tubulose, molto nettamente striato- nervose, prolungate all’apice in punta triangolare acumi- nata, intiere alla bocca od appena fesse dal lato ventrale anche a maturità dei frutti; ogni infiorazione parziale si compone di 7-8 rami principali dei quali i più bassi si dividono in 6--7 ramoscelli ed i superiori in soli 3-4; tutti i rami hanno la parte peduncolare provvista di una spata speciale eserta dalla spata maggiore e profondamente divisa in due punte o corna subulate; l’asse ramifera è tenue ed angolosa; i ramoscelli nascono dall’ascella di una molto piccola brattea scaglieforme triangolare acuminata, essi sono fortemente angolosi, filiformi, spessi 1-1.5 mm., lun- ghi 6-7 cent. con assai numerosi fiori tutto in giro. Fiori in boccio lunghi 3 e larghi 1.3 mm., oblunghi, un poco ristretti ed acutati verso l'apice; il calice e la corolla non presentano striature sul secco; il calice è cupulare—cia- tiforme, carnosulo in basso e scavato di sotto, diviso sino oltre il mezzo in 3 lobi triangolari acuminati ; corolla il doppio più lunga del calice, molto brevemente tubulosa in basso: filli ellittico-cimbiformi, acutiuscoli; ovario conico- piramidato allungato, marcato dalle impressioni irregolari degli stami; stigma capitellato. Perianzio fruttifero con il calice perfettamente troncato in basso, i petali il doppio più lunghi del calice e deflessi; degli stami rimangono i filamenti subulati di cui quelli opposti ai petali deflessi come questi, gli altri eretti. Frutto globoso-obpiriforme, subresupinato, lungo 12 mm., perfettamente sferico in alto e quivi largo 9-10 mm, at- tenuato in una base alquanto asimmetrica od incurvata dove dal lato concavo persiste lo stilo lungo quasi 2 mm. curvato in basso; la superficie del frutto è nera, lucida, indistintamente e minutamente granulosa sotto la lente; pericarpio sottilissimo crostaceo fragile essucco; mesocarpio ridotto quasi a nulla. Seme semisferico, ossia con la parte superiore rotonda e l’inferiore pianeggiante-ondulata; ilo molto eccentrico, quasi (1) a laterale; mammilla micropilare tondeggiante bene distinta, centrale; la superficie del seme è bruno-nerastra quasi opaca, minutamente e poco distintamente granulosa sotto la lente; embrione situato a metà altezza dal lato dell’ilo, discendente obliquamente ed assai profondamente. Tutte le parti (spate, rami e fiori) sono di un color bruno-tabacco allo stato secco. Hasirar. — Karsten dice che questa specie cresce nelle pingui, umide e calde selve dell’ antica repubblica della Columbia. Grisebach (1. c.) indica anche come sua patria l'Isola di Trinidad; ma quivi stando ad alcuni esemplari conservati nel’ Erb. di Berlino sarebbe coltivato nell’Orto botanico. Un individuo coltivato a Buitenzorg si dice pro- veniente dal Venezuela. Osservazioni. — Molto caratteristico per le fronde di- vise 3 volte, ossia con le divisioni principali 3-costate ; per il color glaucescente della loro pagina inferiore; per il pic- ciolo molto depresso, ed ì frutti subresupinato—-obpiriformi e molto attenuati alla base; per il seme con un tubercolo centrale-rotondato e l’ilo molto eccentrico quasi sul con- torno, e per il perianzio fruttifero con 3 stami eretti e 3 reflessi come i filli della corolla; anche i fiori si distin- guono da quelli delle altre specie per i lobi acuminati e non nervoso-costulati. 13. Sabal Yapa Wright PI. Cubenses n.° 3971 (nomen nudum); Sauvalle Fl. Cubana p. 152; G. Maza, Nocio- nes etc. (1893) 51. — S. mericana (non Mart.) Gaum. PI. Yucatanae exic. n.° 317. — Corypha maritima Humb. et Bonpl. Nov. Gen. et sp. pl. I, 298? Descrizione. — Sembra una grande specie, ma mancano notizie riguardo alle dimensioni del tronco. Fronde molto grandi; picciolo largo in alto 2.5 cm., leg- germente concavo di sopra, convesso di sotto; ligula triau- Dal. Mico ia eg i tei Bia LA iii — 65 — golare-allungata, acuminata; rachide molto prolungato nel lembo ma a quanto sembra poco arcuato, a margini molto acuti ma non alati; lembo molto inegualmente multifido apparentemente senza filamenti nei seni; divisioni primarie molto profonde non partentisi tutte da eguale altezza; i segmenti più grandi, che sono quelli della metà dei lati, sono 3-costati, ossia con una costola primaria superiore e due costole inferiori, perchè le divisioni più profonde acca- dono lungo i nervi che corrispondono ai margini dei segmenti primarî nella maggioranza dei Sadal (nervi com- messurali), assai ineguali in quanto alla larghezza; quelli intermedî sono lunghi 1.20-1.30 m. (misurati dalla ligula) e nella loro parte mediana, dove sono più larghi che al- l’altezza dei seni, arrivano a 5-7 cm. di larghezza; tutte le divisioni sono gradatamente acuminate; la terminazione delle costole primarie inferiori ha luogo a pochi cm. dal- i l’estremo apice; le punte delle ultime divisioni sono per lo ; più un poco ineguali ed acuminate. I segmenti centrali | terminali sono formati da varî segmenti inegualmente di- visi, uniti insieme con un numero variabile di costole e terminati da tante punte bifide quante sono le costole pri- , marie inferiori da cui sono percorsi. I segmenti più esterni sono pure lunghissimi (circa 1 m.) e lunghissimamente acu- minato-caudati, indivisi all’ apice, larghi 2-2.5 cm., unico. stati. Tutti i segmenti sono di consistenza piuttosto sottile 4 ma rigidi, sul secco appariscono più pallidi di sotto che È di sopra, finamente striati da numerosissimi nervi secon- darî; di questi alcuni sono leggermente più forti della grande maggioranza ; venule transverse pochissimo distinte, i molto oblique. Spadici con infiorazioni parziali formanti delle lasse pan- nocchie ovato-oblunghe di 30-70 cm. di lunghezza, composte 3 di 6-7 rami o pannocchie secondarie alternato—distiche ; d i spate secondarie tubulose, finamente e nitidamente striate, leggermente ampliate ed essucche nella loro parte superiore, fesse sul lato ventrale, e terminate in punta larga triango- lare acuta. I rami o pannocchie secondarie hanno una parte Ant È 5 do, ge pedicellare provvista della sua spata speciale eserta e pro- fondamente bipartita o bicorne, sono arcuato-orizzontali, e divisi in numerosi ramoscelli fioriferi inseriti spiralmente e patenti, con l’asse principale angolosa; i ramoscelli na- scono dall’ascella di una piccola brattea triangolare, acuta, scariosa, sono coperti piuttosto densamente di fiori dritti o leggermente sinuosi, filiformi, rigidi, di 1-1.5 mm. di spessore alla base, + angolosi, i più bassi di ogni ramo lunghi 6-8 cm., gli altri gradatamente più corti. Fiori inseriti sopra un tubercoletto, circondato questo dalla brattea e dalla bratteola, ambedue molto minute, allorchè in boccio largamente obovati col vertice roton- dato, alquanto più rigonfi che nelle altre specie (larghi 2 mm. ed anche più), non visti aperti; calice e corolla non striato-venosi, sul secco; calice breve ciatiforme-campanu- lato, carnosetto, troncato alla base dove è un poco atte- nuato e leggermente contratto al di sopra di questa, diviso sino a circa la metà in 8-lobi latamente triangolari ottusi, od acutiusculi; filli larghi ovati, pure carnosetti, ciliolati al margine; ovario giovane con parte stilare conica, pro- fondamente solcato-impressa per il lungo. Perianzio frut- tifero con 1 filli assai lungamente persistenti, deflessi, ovato— subtriangolari (non ridotti lineari in causa dell’arricciola- mento, come accade nella maggioranza delle specie); dei 6 stami, i 3 opposti ai filli si reflettono con questi e gli altri 3 rimangono eretti. Frutto globoso, assai poco attenuato in basso con una certa tendenza ad esser resupinato, di 9-10 mm. di diam. e con i resti delle carpelle sterili tendenti a distaccarsi dalla carpella fertile, alla base della quale formano una piccola macchia nerastra in continuazione dei resti dello stilo al quale rimangono attaccate; lo stilo nel frutto è assai con- spicuo, lungamente permanente e curvo in basso. Seme globoso, semisferico, con base pianeggiante, 7 mm. largo e 5 mm. alto; ilo molto eccentrico; mammilla micro- pilare centrale ottusa non pungente; superficie finamente corrugata ed opaca (forse perchè i semi da me studiati e, Lc 2 bat Ru delie a den ii i td n fc =. — non sono perfettamente maturi), del solito colore caffè tostato. Embrione situato alla metà di un lato, discendente obliquamente ad un angolo di 45° sino quasi a] centro del- l’albume; la traccia esterna del punto dove si trova l’em- brione è visibile osservando il seme dall’alto. Harirar. — In Cuba e probabilmente anche nell’ Yuca- tan. — Ho descritto gli esemplari dell’Erbario di Berlino con l'Etichetta: Plantae Cubenses \Vrightianae ni 394 Sabal Yapa sp. nova?. Coll. O. Wright in Cuba. (Herb. Krug et Urban). Tali esemplari consistono in una fronda, in spadici con fiori in boccio avanzato e frutti quasi maturi. Un altro esemplare pure con fiori in boccio bene svilup- pato (dell’Erb. di Berlino) è stato raccolto dal Dott. José Torralbas a Batadanò sulla costa meridionale nella parte occid. di Cuba e porta il n.° 179 ed ha i nomi volgari di « Palma de Guano » o «< Cana » ed anche « Miraguano ». Mi sembra poter riferire al S. Yapa il n.° 317 delle « Plan- tae Yucatanae » di G. F. Gaumer (Herb. Missouri bot. Gard.), di cui ho visto una sola piccola porzione di spadice con fiori in boccio, corrispondenti per dimensione, forma e nei più minuti particolari con i fiori al medesimo stadio del n.° 3971 di Wright. Due esemplari dell’Erb. de Candolle con frutti immaturi raccolti a Cuba nel 1829 da Ramon de la Sagra, n.° 222 e col nome volgare di « Cana » mi sembrano egualmente riferibili al S. Yapa. Un esemplare identico del medesimo collettore si conserva nell’Erbario Webb a Firenze. Osservazioni. — È specie ben distinta per le sue fronde con divisioni primarie 8-costulate, due volte divise, giac- ‘ chè oltre ai seni alla terminazione delle costole superiori ed inferiori ve ne sono altri molto più profondi in corri- spondenza dei nervi commessurali. Sotto questo rapporto il S. Yapa è affine al S. mauritiaeformas, al quale anche si avvicina per il frutto con tendenza ad esser resupinato. — 68 — Si distingue pure per i fiori relativamente assal grandi ed allorchè in boccio assai più globosi che nelle altre spe- cie, per il calice contratto subito sopra la base e poi dila- tato nuovamente, per i larghi petali che poi si reflettono insieme ai filamenti degli stami che ad essi sono opposti, gli uni e gli altri persistendo lungamente nel perianzio fruttifero. I frutti molto giovani sono obpiriformi col vertice roton- dato, attenuati in basso dove portano lo stilo, che in con- fronto alle altre specie è eccezionalmente lungo (3-3.5 mm.); su questi trutti immaturi si distinguono bene le carpelle che rimangono sterili ed atrofizzate e che disseccando di- ventano di colore differente dal frutto e tendono a distac- carsi dalla sua base. È assai probabile che al Sabal Yapa o forse piuttosto al S. parviflora debba riportarsi la Corypha maritima Humb. et Bonpl. Nov. gen. et sp. pl. I, 298, che dagli autori si dice crescere presso Batabanò sulla costa meridionale della Isola, precisamente sul posto dove sono stati fatti gli esem- plari del S. Yapa raccolti da Torralbas e di S. parviflora da Wilson. Indipendentemente da ciò non saprei a qual altro genere riferire una Palma di Cuba a foglie palmato-multi- fide, con lacinie bifide con filamento interposto e picciolo inerme. 14. Sabal guatemalensis Becc. sp. n. Spadix robustus, inflorescentiis partialibus am- plis ad 80 cm. longis, ramulis floriferis angulosis, 10-12 cm. longis, 1.5 mm. crassis, subulatis. Flo- rum alabastra oblonga, in vertice rotundata, maju- scula, 4-4.2 mm. longa, 1.8 mm. crassa, calyce urceolato ad faucem nonnihil constricto, spisse car- noso, in sicco non vel inconspicue costulato—venoso, basi rotundato; corolla calyce duplo longiori, phyl. o aOUi Ls lis oblongis sub anthesi una cum staminibus paten- tibus conspicue costulato-nervosis, filamentis subu- latis incurvo-ascendentibus; ovario anguste pirami- dato, 3-gono, 3 mm. longo. Descrizione. -—- Mancano le fronde. L’infiorazione par- ziale sulla quale è fondata la specie, sembra debba aver appartenuto ad uno spadice robusto assai grande e forma una densa pannocchia ovato-allungata nell’ insieme lunga quasi 80 cm. e composta di 12 rami od infiorazioni 8" arcuato -recurve e gradatamente decrescenti; la parte pedun- colare della pannocchia è compresso-ancipite e larga 12 mm.; le spate secondarie sono al solito tubulari, finamente striate, troncate obliquamente alla bocca e prolungate da un lato in punta triangolare acuta ed acuminata; i rami inferiori sono lunghi circa 20 cm. con 18-15 ramoscelli fioriferi; la parte assile è acutissima ed angolosa ed ha la sua spatella speciale sporgente dalla spata secondaria, fortemente bicari- nata dal lato assile ed assai profondamente divisa all’apice in 2 corna anguste subulate; i ramoscelli sono relativamente assai spessi, di 1.5 mm. di diam., assai distintamente ango- losi, lunghi 10-12 cm., assai densamente e regolarmente co- perti di fiori; brattea e bratteole assai conspicue triangolari a larga base e punta fine subulata. Fioriinboccio bene evoluto oblunghi col vertice rotondato, leggermente contratti nel mezzo, lunghi 4-4.2 mm., larghi 1.8 mm.; calice urceolato leggermente ristretto alla fauce, tutto di consistenza assai spessa ma specialmente alla base, apparentemente carnoso sul fresco, ruguloso o corrugato sul secco ma non nettamente costulato—venoso, rotondato in basso, scavato di sotto, diviso sino al terzo superiore in 3 lobi deltoidei acuto-apiculati, scariosi al margine; corolla il doppio più lunga del calice, tubulosa nel terzo inferiore, con i filli fortemente striato—costulati sul secco, concavo- naviculari, oblunghi ottusi, orizzontali od anche reflessi durante l’antesi, poi decidui; stami con filamenti angusti E sa subulati pure patenti ed incurvo-ascendenti; ovario grada- tamente e molto angustamente piramidato-trigono, lungo 3 mm., stigma capitellato. x Hapiratr. — L’esemplare tipico è stato raccolto da Skin- ner in Guatemala ed è stato inviato da H. Wendland in Xbre 1900 all’Erbario di Berlino. OssERVAZIONI. — Si distingue dalle altre specie per i suoi fiori relativamente assai grandi, allorchè in boccio oblun- ghi, rotondati in alto e leggiermente contratti nel centro, per il calice urceolato un poco ristretto alla fauce, di con- sistenza usualmente spessa, non striato-costulato, per la corolla solo il doppio più lunga del calice ed i filli forte- mente striato-costulati sul secco e patenti nell’antesi e per gli stami con filamenti subulati flessuosi, colla punta ascendente. Se il frutto qui appresso descritto è quello del S. gua- temalensis si distinguerebbe anche per esser questo atte- nuato in basso ma senza tendenza ad essere resupinato. Mi sembra infatti che al S. guatemalensis possono ripor- tarsi alcuni ramoscelli con frutti immaturi raccolti nel Guatemala da Cario ed a me donati dal Conte di Solms in Agosto 1887. Detti ramoscelli sono lunghi 13 cm., filiformi, subulati verso l’ apice, del rimanente dello spessore uniforme di 1.5 mm, coperti fittamente a spirale dai tubercoletti sui quali erano inseriti i fiori. I frutti ancor giovani sono lar- ghi 1 cm. circa, globoso-obpiriformi, essendo leggermente attenuati in una base piuttosto acuta, ma del resto globosi col vertice rotondato; lo stilo alla base del frutto è rigido dritto leggermente ascendente, relativamente robusto, lungo circa 2 mm. Perianzio fruttifero pedicelliforme col calice permanente immutato, calloso, con 3 larghi lobi deltoidei acuti, poco distintamente striato-venosi; petali e stami de- cidui o marcescenti. LA È 15. Sabal causiarum Becc. — /nodes causiarum O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, XXVIII (1901) 531; Cook et Coll. Econ. pl. Port. p. 167; Urban, Spia Ant. (Fl. Port.) IV (1903), 127; — noi se U. Damm. in Urban, Symb. 1. c. Descrizione. — Il tronco vien descritto da Cook come tozzo, spesso 45-75 cm. alla base ed alto 5-16 m., colonnare o leggermente attenuato verso l'apice con la superficie con rughe anguste o quasi liscio, essendo le vecchie foglie de- cidue e non lungamente permanenti. Fronde molto grandi, nell’ insieme lunghe 4 m., di cui la metà ne misura il picciolo } questo è largo circa 4 cm. presso l’estremità e distintamente carinato di sopra lungo il mezzo ; ligula grande triangolare allungata, acuminata; rachide molto allungato ed assai arcuato ; segmenti concolori sulle due faccie, molto finamente e fittamente striati da numerosi nervi secondarì; i segmenti della parte media dei lati, che sono i più grandi, sono lunghi oltre 1 m. ed all’altezza del 1° seno (che rimane a 30-35 cm. dalla ligula) misurano 3.5-4 cm. di larghezza e si allargano sino a 5-5.5 all’altezza del 2° seno, situato questo a 50-60 cm. dalla ligula, da dove si dividono in due lunghissime ed acuminatissime punte flac- cide che si terminano in una lunga coda filamentosa ; alla terminazione di ambedue i seni si trova un lungo filamento; i segmenti centrali apicali sono pure molto profondamente bipartiti (con lungo filamento nel seno) ma sono molto più stretti e più corti degli altri. Spadici considerevolmente più lunghi delle fronde (Cook). Spate primarie tubulose, finamente striate, sparsamente squamulose, intiere e troncate obliquamente alla bocca, pro- lungate da un lato in lunghissima ed angusta punta subulata. Infiorazioni parziali lunghe 30-40 cm. e divise in 7-8 ra- mi; questi incurvo-nutanti, gli inferiori lunghi 12-15 cm. con 15-18 ramoscelli spesso biforcati sin dalla base, la parte pedunculare dei rami è provvista di 2-3 spatelle proprie; di nt ee vote ALA E RE LO RE " x Seo et queste l’ inferiore è acutamente bicarinata intiera o bre- vemente bidentata all’apice; le spate seconde, sono tubu- lose, intiere, troncate obliquamente alla bocca e prolungate da un lato in una punta acuminato-subulata ; i ramoscelli nascono dall’ascella di una piccola brattea scariosa triangu- lare acuta filiforme ed al momento dell’ antesi sono molto sottili (circa °|, di mm.), patenti, lunghi 6-8 cm., angolosi; brattee florali molto minute triangolari a larga base acuta. Fiori allorchè in boccio con calice e corolla costulato— striati sul secco, ovato-oblunghi, al momento di aprirsi lunghì 4,2 mm.; calice leggermente campanulato con 3 corti e larghi denti ottusiusculi, un poco carnoso in basso; corolla durante l’antesi il doppio più lunga del calice, coi filli ellittico-lanceolati acutiusculi, sul secco lineari angu- stissimi, eretti durante la fioritura, uniti in una parte tu- bulare nel quarto inferiore; stami coi filamenti lunghi pre- cisamente quanto i filli, filiformi subulati dritti e rigidi; antere ovate ottusiuscule; ovario di poco più corto dei pe- tali, la parte ovulifera di ben poco più larga della parte stilare, questa acutamente trigona, più o meno conico—pira- midata, ma di grossezza eguale dalla base sino allo stigma; questo globoso-capitellato. I ramoscelli truttiferi sono in modo uniforme il doppio più spessi dei fioriferi, resi sca- bridi dai tubercoletti sui quali riposavano i fiori. Perianzio fruttifero brevemente pedicelliforme con la base alquanto dilatata. Frutto globoso, di 9-10 mm. di diam., un poco attenuato verso la base, e quivi leggermente resupinato con lo stilo molto apparente, filiforme ed assai lungo. Seme semi-globoso con la parte superiore esattamente emisferica e la base leggermente concava, largo 7 ed alto 4.5 mm.; ilo assai eccentrico; mammilla micropilare molto leggermente tumescente; embrione subdorsale o situato al di sopra della metà di un lato, di modo che la sua posi- zione, che è indicata all’esterno da un piccolo punto im- presso, è visibile guardando il seme dall’alto, discendente ae PI & IRR obliquamente attraverso quasi i °/, dell’albume. I frutti da me studiati non sono perfettamente maturi e la superficie del seme probabilmente per tal causa è finamente corrugata. Hagrrar. — Cresce sulla sabbia corallina lungo le coste di Puerto-Rico. Ho studiato nell’Erbario di Berlino (Herb. Krug e Urban) gli esemplari di P. Sintenis: Pantae Por- toricenses n.° 4844. Prope Penuelas ad Tallaboa poniente, 16, VII, 1886 (esemplari con fiori e frutti immaturi); idem Sintenis n.° 3900, prope Guanica in sylvis circa hazienda Ventura Aniînones, 28, II, 86, (spadici con fiori in boccio); idem Sintenis n.° 5286, prope Yaducoa in litoralibus, 29, VIII, 86, (esemplari con frutti quasi maturi) — Nome vol- gare < Palma de Sombrero ». . Gli esemplari tipici di Cook, (n.° 154), che io non ho visto, sono stati raccolti a Joyuda fra Cabo Rojo e Maya- giiez, nella medesima regione dalla quale proviene il n.° 3900 di Sintenis. Il sig. O. F. Cook scrive che le foglie del ,S. causiarum sono usate in gran quantità per farne cappelli, di cui il centro dell’ industria è Joyuda, dove lungo il mare sulla sabbia crescono molte centinaia d’individui di quella Pal- ma. Cook le assegna il nome volgare di « Yaray ». Osservazioni. — È una specie ben caratterizzata per le sue fronde con i segmenti profondamente bipartiti in due lacinie acuminatissime terminate in una lunga e flaccida punta filamentosa. Si distingue poi per i fiori con stilo non piramidato-conico, ma spessamente filiforme di spessore uniforme dalla base sino sotto lo stigma, acutamente tri- gono, e per i frutti piccoli di circa 1 cm. di diam. legger- mente attenuati alla base con accenno ad esser quivi resu- pinati e dove si trovano i resti dello stilo sottili patenti filiformi e conspicui; per il seme con l'embrione subdorsale penetrante i °/, dell’albume. A me sembra che l’Inodes glauca Dammer corrisponda esattamente all’Inodes causiarum Cook. daga: Nelle « Symbolae antillanae : Fl. Portoric. » (IV, 1908, 127), oltre all’Inodes giauca, che a me è sembrato dover ri- ferire al S. causiarum, è rammentata anche una altra Inodes senza nome specifico. Gli esemplari ai quali tale indicazio- ne si riferisce sono stati raccolti pure da Sintenis in Puerto- Rico, portano nell’Erbario di Berlino il n.° 3765 con la nota: « Palma de escoba », prope Yauko ad pedem montis Duey, 5; II. 1886. 10 m.; frutc. nigr. brunn. » consistono in sole porzioni di spadici stravecchi con semi maturi a parte in cartoline. Le porzioni di spadice non hanno ca- ratteri tali da poterle distinguere dalle parti corrispondenti di Sabal causiarum; i semi però sono un poco più grandi di quelli del n.° 5286, forse perchè questi sono immaturi e quelli del n. 3765 sono perfetti, tanto che da essi ne sono state ottenute delle pianticine. Tali semi n. 3765 sono lar- ghi 8 e spessi 6 mm., ma del resto per forma simili a quelli del n. 5286, a superficie quasi nera lucida, minutamente, ma poco distintamente granulosa sotto la lente e con l’em- brione meno inclinato. In mancanza di esemplari più completi è impossibile de- cidere se la « Palma de escoba » costituisca una seconda specie di Saba! endemica in Puerto-Rico. 16. Sabal uresana Trelease in Report Miss. bot. Gard. XII, 79, t. 35, 36, 37. — Inodes Uresana O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, 534. DescrIzIonE. — Tronco alto 5-10 metri, ed oltre 30) cm. di diametro (Trelease), fittamente annulato—cicatricoso. Fronde molto glauche, plicato—flabellate, */, orbicolari col rachide robusto e fortemente arcuato; picciolo lungo circa quanto il lembo (+ un metro), apparentemente sul fresco pianeggiante di sopra, fortemente convesso di sotto, spesso 10-11 mm. lungo la parte centrale, molto assottigliato ai margini che sono acutissimi; sul secco in una fronda del grumolo centrale e non ancora bene svolta apparisce al- n "e MRAZ Le quanto scavato a doccia di sopra e largo 2 cm., glabro, glauco e coperto da una tenue secrezione cerosa che sì stacca in sottili lamelle bianche, la secrezione estendendosi anche alla base del lembo; ligula lanceolata, acuminata, solcata nel mezzo, con i margini molto acuti, molto asim- metrica alla base. Segmenti numerosi, tutti molto profon- damente bipartiti, quelli apicali centrali considerevolmente più corti e più stretti di tutti gli altri; i mediani dei lati sono i maggiori e misurati dalla ligula sono lunghi circa 1 metro, larghi all’altezza dei seni circa 4 cm., essi rimangono liberi fra di loro un poco al di sotto della metà dell’intiero lembo; i seni secondarî si trovano a soli pochi centimetri al di sopra dei primarî, "in modo che tutti i segmenti sin quasi dalla metà del lembo sono divisi in due parti, le quali sono gradatamente e lungamente atte- nuate in punta molto acuminata ma rigida; in ambedue i seni si trova un assai forte filamento pallido; di consi- stenza i segmenti sono rigidi, sottilmente coriacei, egual. mente pallidi e glaucescenti sulle due faccie e pure egual. mente nitidamente striati da numerosissimi nervi assai fini, rilevati e tutti quasi uniformi, i nervi 3" non distinguen- dosi da quelli 2"; non si vedono venule transverse; i mar- gini sono alquanto inspessiti; le coste primarie superiori ed inferiori non sono squamulose e sono a dorso piano sca- bridolo. Spadici lunghi circa quanto i piccioli, apparentemente duplicato-ramosi come nelle altre specie; così almeno ap- pariscono da una fotografia; ramoscelli fruttiferi (visto uno solo) color paglia chiaro, lunghi 7 cm., notevolmente inspessiti nella parte intermedia (3 mm. di diam.) od an- gustamente fusiformi, privi di fiori per un brevissimo tratto (5 mm.) alla base e quivi di due mm. di diametro, molto fittamente toruloso-tubercolosi con i pulvinuli dei. fiori leggermente inspessiti, tuberculiformi, l’uno quasi accosto all’altro e disposti su più serie a spirale; ogni pulvinulo è provvisto di una piccola bratteola chiara permanente molto latamente triangolare acuta od apiculata. pine) pl Fiori non visti. Perianzio fruttifero ridotto al solo calice calloso indurito, formante un brevissimo pedicello al frutto, largo 2 mm. ed alto 1, assai profondamente scavato nella base ed in alto, con i resti dei 3 lobi triangolari; divisioni della corolla poco più grandi dei lobi del calice appressi alla base del frutto e non reflessi. Frutto globoso, relativamente grosso, di 16-18 mm. di diam., con lo stilo permanente alla base del frutto piccolo corto e tozzo; epicarpio crostaceo fragile, facilmente stac- cantesi dal mesocarpio ; questo, allo stato secco ed imma- turo, chiaro color paglia, spongioso come midolla di sam- buco (a maturità probabilmente carnoso); endocarpio jalino tenuissimo nitido—sericeo internamente. Seme orbicolare assai depresso, di 12.5-13.5 mm. di larghezza, spesso 7-8 mm., quando ben maturo a superficie quasi liscia o minutissimamente ruguloso-granulata, color castagno scuro; la sua base è alquanto concava e contornata da un orlo assai rilevato; mammilla micropilare poco di- stinta ottusa centrale; ilo situato al di dentro dell’ orlo; embrione laterale in alto, in modo che la piccola aureola puntiforme che ne indica la sua posizione all’ esterno ri- mane visibile sul contorno della superficie superiore guar- dando il seme dall’alto, discendente assai obliquamente sino oltre la metà dell’albume. Hapirat. — Questa bella e distinta specie di Saba ven- ne scoperta dal prof. William Trelease nelle vicinanze di Ures, l’antica capitale dello stato messicano di Sonora, nel- l'agosto 1900, nella quale epoca portava frutti quasi maturi. Osservazioni. — I frutti vien detto che sono eduli e che freschi son verdi, divenendo bruni allorchè secchi in er- bario. È probabile però che quando sono maturi diventino neri come quelli di tutte le altre specie di Sadal e che il mesocarpio il quale allo stato secco nei frutti non comple- tamente maturi si presenta spugnoso come il tessuto della midolla di sambuco diventi #= succolento. Vien descritta come una palma graziosa da un bel fo- gliame glaucescente che rammenta quella della ZErythea armata. Dalle fotografie si riconosce che cresce ad individui sparpagliati in una regione disseminata di frutici e di bassi alberi. Il tronco apparisce cilindrico, talvolta non perfetta- mente dritto, segnato assai fittamente dalle cicatrici annu- lari delle foglie di cui una parte di quelle morte si vedono pendenti sotto la chioma, ma che o non persistono lunga- mente o vengono bruciate di tanto in tanto dagli incendî, di guisa da lasciare in un modo o in un altro il tronco nudo. È una palma dai caratteri essenzialmente xerofili per le sue foglie spesse glaucescenti e rivestite da uno strato ce- roso, esattamente come nelle Copernicia cerifera ed au- stralis. Nell’esemplare tipico, che il prof. Trelease mi ha gentil- mente comunicato insieme ad altri Saba? del suo Erbario, il picciolo, come la base del lembo, è coperto da un tenue strato di cera che si sfalda in piccole lamelle, le quali po- ste sopra una lastrolina di cristallo e scaldate con un lume a spirito si liquefanno non lasciando alcun dubbio sulla natura della secrezione. Nel n.° 10, vol. V (1905) del Giornale di Botanica « Zoe », che si pubblica a San Diego in California e per il quale debbo ringraziare il Sig. T. S. Brandegee, è rammentato da questo signore un Sabdal, bellissima Palma crescente presso Cofradia, località che si trova a circa 30 miglia ad Est di Culiacan in vicinanza del confine con lo Stato di Durango e che forse non è altro che il Sadal uresana. Il Sadal uresana è una specie distintissima oltre che per il suo fogliame glauco e molto consistente, per i ramo- scelli fruttiferi considerevolmente ispessiti e densiflori e per i frutti relativamente grossi sferici, (non attenuati in basso come quelli del S. Blackburniana di cui hanno la dimensione) e contenenti un seme molto depresso con- cavo di sotto, con mammellone micropilare ottusissimo o quasi obliterato. DONE Il seme del S. uresana vien descritto dal suo chiarissimo autore come labirintiforme rugoso, ed in questo stato sì presenta nei frutti non completamente maturi; ma nei semi a maturazione più avanzata è appena ruguloso-granulato. Iu tutti i Sabdal i semi secchi dei frutti non completamente maturi hanno la superficie rugulosa che poi diventa unita e liscia quando il seme è giunto a completa maturazione. La fronda del « very glaucous » SadaZ, della quale parla il Prof. Trelease nella sua nota (p. 80) come ricevuta dal D. Franceschi, e che a me pure sembra indubbiamente do- versi riferire al S. uresana, ha un picciolo largo 25 mm., spesso, lungo la parte centrale 11 mm. e la superficie su- periore molto leggermente concava presso i margini e leg- germente convessa lungo la parte mediana; la ligula è moltissimo inequilatera (del resto come nell’esemplare ti- pico); i segmenti sono 45, in tutto e per tutto come sopra descritti. Da una lettera del « Departement of Agricolture » di Washington al Prof. Trelease, si rileva che un Oriolo fab- brica un nido coi filamenti intercommessurali delle foglie di questa Palma esattamente come con quelli delle Wa- shingtonia. 17. Sabal texana Becc. — Inodes texana O. F. Cook, in Bull. Torrey bot. Club, 1901, 534. — Sabda/ mexricana (non Mart.) Sargent (pro parte), Silva of N. America, XI, 43. DescrIZIONE. — Le fronde mi sono sconosciute. Spadici con infiorazioni parziali assai grandi; uno che io ho studiato è lungo 75 cm. con 8 rami volti tutti da un sol lato e che col loro assieme formano una pannocchia allungata attenuata verso l'apice, essendo i rami superiori gradatamente più piccoli e meno provvisti di ramoscelli degli inferiori; le spate secondarie sono tubulose, essucche ed a quanto sembra marcescenti alla epoca della matura- " - 2 w PASO EVI fo Re Pisa SALI GEO PRIN © par zione dei frutti, molto parcamente sparse di squamule fer- ruginose o glabrescenti, finamente striate, + fesse in alto dalla parte ventrale, prolungate all'apice in punta latamente triangolare acuta; i rami escono ascendenti dalle respettive spate e poi s’incurvano fortemente all’ingiù; i maggiori, i più bassi, sono lunghi 20-25 cm., hanno la parte basilare pianeggiante dal lato assile, convessa all’esterno, con mar- gini ottusi, e guainata da una spata propria sporgente que- sta alquanto dalla spata secondaria, bicarinata e bifida al- l'apice; l’asse dei rami è assai acutamente angolosa e porta alternativamente a spirale vari ramoscelli (15-20 nei rami più bassi e maggiori) che nascono dall’ascella di una pic- cola brattea triangolare acuminata; i ramoscelli sono ar- cuato—-flessuosi, filiformi, di 1.5 mm. alla base, molto leg- germente più spessi nella parte intermedia che nelle due estremità, subtereti e corrugato-rugosi sul secco, lunghi 10-15 cm., densiflori. Fiori....; al posto dei fiori caduti anche dove non si tro- vano frutti rimane un ben distinto tubercoletto calloso al- l’ascella della brattea e della bratteola, ambedue basse, latamente triangolari, nervoso-costulate a punta acuta od acuminata. Frutti non visti intieri e maturi; fra quelli presenti e tutt'ora giovani ve ne sono varî didimi e non di rado con un accenno di sviluppo anche di una terza carpella. A giu- dicare dai semi, 1 frutti maturi debbono essere relativa- mente grossi e della dimensione di quelli del S. uresana, ossia di circa 2 cm. di diam.; il mesocarpio che tuttora ade- risce ad alcuni dei semi è totalmente polposo nero e dolce. Seme globoso-depresso in forma di pagnotta, orbicolare, assai variabile di dimensione, largo 10-13.5 mm., spesso 7.0 mm., regolarmente convesso o dimidiato—sferico di sopra, pianeggiante o concaviusculo di sotto, con l’ilo piccolo non prominente, poco eccentrico; mammillone micropilare poco distinto ottusissimo non pungente; la superficie del seme è piuttosto opaca, molto minutamente e non molto netta- mente granulosa sotto la lente, di color caffè tostato; em- e I ti Val A & E brione situato a circa metà altezza di un lato, di modo che la piccola areola che indica la sua posizione all’esterno non è visibile guardando il seme dall’alto, leggermente ascendente e penetrante per circa ‘/, del diametro dell’ in- tero albume. Haprrar. — Nel Texas sulle sponde del io grande al di sotto di Brownsville (F. E. Stark in Herb. Sargent). Osservazioni. — Il Sig. O. F. Cook (l. c.) ha fatto giu- stamente notare che il Sadal mericana del Texas meridio- nale descritto e figurato dal Sig. Sargent è molto differente da quello tipico delle provincie più meridionali del Messico ed ha quindi proposto il nome di Inodes texana per il Sa- bal mexicana Sargent. Però sotto il nome di Sabal meri cana nell’ Erbario Sargent si trovano alcuni esemplari a proposito dei quali rimango incerto se debbano conside- rarsìi conspecifici. Apparentemente la differenza fra detti esemplari è as- sai grande; perchè in uno i rami delle infiorazioni parziali sono semplicemente ramosi, in un altro sono duplicato—ra- mosi. Il diverso grado di sviluppo dei due esemplari non permette un confronto per quel che riguarda i fiori. Stando, alle etichette ambedue proverrebbero dalle vicinanze di Brownsville. Se quindi essi non fossero conspecifici si avrebbero due specie distinte di Saba? crescenti nella me- desima località. A scanso di equivoci ho preso per tipo del S. texana l'esemplare con i rami delle infiorazioni parziali semplice- mente ramosi raccolto dal Sig. F. E. Stark e del quale con certezza sono noti i frutti. L’altro esemplare, che nell’ Erbario di Sargent porta pure il nome di Sabal mexicana, consiste in una porzione di spadice fiorifero e porta l’etichetta: « Sabal mexicana Mart. — Brulé Plantation, banks of Rio Grande below Brownsville, Texas Apr. 9. Coll. C. S. Sargent ». — Questo esemplare corrisponde esattamente ad un altro pure consistente in Ù si " VI Toe vat i Aa ONE OR una sola porzione di spadici in fiore e che si conserva nel- l’ Erb. di Candolle con l’etichetta : n.° 2307. « Matamoros » M. Berlandier 1832. Questo esemplare è rammentato da Hemsley in Biol. Centr. Am. Botany p. 410 ed è attribuito al S. Palmetto. Nell’ Erbario di Sargent con l'esemplare in fiore di Brulé Plantation in una borsetta si trovano dei semi simili a quelli del S. texana, tipico, e che portano l'etichetta : « 877 Berlandier, Matamoros ». Gli spadici dell'esemplare di Sargent in fiore di Brulé Plantation, come quelli del n.° 2307 di Berlandier sembra debbano esser grandi e diffusi, sono 4-plicato ramosi, essendo che le infiorazioni parziali di 1.° ordine portano dei rami od infiorazioni parziali di 2.° ordine duplicato-ramose. Le spate primarie sono tubulari, cilindriche, finamente e niti- damente striate + cosparse di squamule ferruginee appresse, intiere e nude alla bocca, essucche nella parte terminale, prolungate da un lato in larga punta triangolare acuta; le spate 2.'° sono pure sparse di squamule ferruginee, fesse e più o meno sfacelato—filamentose sul lato ventrale, pro- lungate dall’altro in punta triangolare alquanto allungata ed acuminata. I rami od infiorazioni parziali di 3° ordine formano delle pannocchie irregolarmente ovali assai grandi, duplicato-ramose, lunghe 20-25 cm., glabre in ogni parte, arcuato—patenti, con la porzione peduncolare assai allun- gata, ascendente, pianeggiante dal lato assile, convessa da quello esterno, rivestite in basso dalla spata sua propria che è acutamente carenata dal lato assile e brevemente bidentata all’apice; la parte assile dei rami primarî è assai acutamente angolosa e porta inseriti irregolarmente a spi- rale circa 15 ramoscelli arcuato—patenti molto ineguali, na- scenti dall’ascella di una brattea assai conspicua acuminata; i ramoscelli inferiori sono lunghi 10-12 cm. e portano nella loro parte più bassa 8-10 ramoscelli secondarî, lunghi que- sti 3-5 cm., e poi sì terminano in una punta fiorifera lunga 7-8 cm.; i ramoscelli primarî superiori sono gradatamente più corti e con minor numero di ramoscelli secondari; tutti i ramoscelli primarî nella parte basilare sono spessi b LRD 1-1.5 mm. ed ivi privi di fiori per il tratto di 2-4 cm,, ma provvisti tutto in giro di molte minute brattee quasi imbricate, triangolari, acuminato-subulate; i ramoscelli pri- marî e secondarî del resto sono filiformi, di grossezza uni- forme, subtereti, finmamente corrugati sul secco e sono co- perti piuttosto densamente di fiori che nascono all’ascella di due bratteole relativamente assai grandi, di cui l’esterna (che è la maggiore) latamente triangolare acuminata striato— costulata, giungente talvolta sin quasi alla metà del calice del fiore che subtende. Fiori in boccio ovati, un poco attenuati ed acutiusculi all'apice, sul secco col calice e la corolla fortemente striato— costulati, nell’ antesi lunghi 4.5 mm.; calice ciatiforme— campanulato, diviso sino alla metà in 3 lobi semiovati acu- tiusculi a margine scarioso intiero fortemente 5-costulati ; corolla il doppio più lunga del calice, tubulosa per circa */, coi margini dei petali decorrenti esternamente lungo la parte tubulosa; i filli sono orizzontali nell’antesi, ellit- tici, concavo—-naviculari, acutiusculi, con 5 assai forti ner- vature prominenti sul secco ; stami tra loro eguali, uniti in tubo per circa la metà della lunghezza della corolla, irradianti alla fauce della corolla, filamenti ricurvo-ascen- denti subulati; antere ovato—-sagittate acutiuscule; ovario lungo 3 mm., alquanto più corto degli stami, trigono— allungato, leggermente angustato verso l'apice; stigma ca- pitellato, talvolta brevemente 3-lobo. Nell’ Erbario di Sargent esistono alcuni semi completa- mente maturi rinchiusi in una borsetta con l’ indicazione: Berlandier n.° 877, ciò che farebbe credere che dovessero appartenere alla specie stessa di cui Berlandier ha rac- colto l'esemplare in fiore n.° 2307 (in H. de Cand.). Tali semi sono similissimi a quelli precedentemente de- scritti e debbono appartenere ad un frutto assai grosso, delle dimensioni di quello del ,S. uresana, ossia di circa 2 cm. di diametro; essi sono molto depressi, in forma di pagnotta orbicolare, larghi 12-13.5 mm., spessi 7-7.5 mm., convessi di sopra, pianeggianti anzi leggermente concavi Pa ue ani ra e rta i RI TRTOe De : 4 dd LI k, che igloai di sotto, con l’ ilo piccolo quasi centrale, mammillone mi- cropilare minuto ma talora quasi pungente; la superficie è color caffè tostato molto scura, unita, quasi lucente ; l'embrione è leggermente prominulo all’esterno, situato la- teralmente, visibile sul contorno del seme guardando questo dall’alto e nel seme che ho esaminato alquanto discendente; sotto tale riguardo questo seme differirebbe un poco, da quello descritto precedentemente sul quale l’embrione è piut- tosto ascendente ed il mammillone micropilare meno di- stinto e più ottuso. Caratteri però sui quali non vi è forse da fare grande assegnamento e forse assai variabili. Tanto l’ esemplare di Brulé Plantation, quanto quello di Berlandier n.° 25307 sono notevoli per la straordinaria ramificazione dello spadice, le infiorazioni parziali essendo triplicato-ramose, e per i ramoscelli primarî che hanno la parte basilare mancante di fiori per il tratto di 3-4 cm. e ricoperta da numerose piccole brattee acuminate, appros- simate e subimbricate. Se questi caratteri fossero costanti detti esemplari apparterrebbero ad una. specie distinta dal S. texana. 18. Sabal Rosei Becc. — Inodes Roseî O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, p. 534. — Corypha Pu- mos Humb. et Bonpl. Nov. Gen. et Sp. pl. I, p. 298? Descrizione. — Io non ho visto esemplari autentici di questa Palma che dal signor Cook vien descritta con un tronco gracile e nudo di 15-20 cm. di diam. ed alto 6-12-18 m. coronato da una gran chioma di foglie; piccioli lunghi” 60 cm. ed anche più, piani nella faccia superiore, da principio pubescenti poi glabri; lembo verde pallido, largo 80 cm.; costole primarie inferiori più o meno rive- stite di squamule brune; segmenti bipartiti sin oltre la metà del lembo, larghi 25 mm. ed anche meno (forse questa è larghezza non dei segmenti primarî ma delle loro divi- LARIO sioni, Becc.); inflorescenza formata da grandi pannocchie ramose lunghe 60 cm. od anche più. Frutto sferico di 18 mm. di diam., nerastro o blu scuro allorchè maturo. Semi della medesima forma e dimensione “di quelli del Sabal uresana ma con la superficie molto più finamente rugosa o quasi liscia (probabilmente anche nel S$. uresana la superficie è quasi liscia nei frutti ben maturi, Becc.) e con l'embrione esattamente laterale non subdorsale. I ra- moscelli fruttiferi sono sottili e poco più di 1 mm. di spes- sore e non fusiformi od inspessiti nel mezzo. Hasrrar. — Mexico. Raccolta dal dott. J. W. Rose (n.° 1528) ad Acaponeta, Stato di Tepic. Secondo il sig. Cook è una Palma molto comune nella regione ad oriente di Rosario verso Mazatlan (presso la costa del pacifico nel Messico centrale) e che si estende fra Rosario ed Acaponeta ; è particolarmente comune sulle basse colline ad oriente di Rosario nella direzione delle mon- tagne. È una Palma che ha una importanza economica consi- derevole, essendo i suoi tronchi usati nella costruzione di capanne, steccati e recinti, mentre le foglie sono impiegate a coprire la maggioranza delle capanne della regione dove cresce. Il Sabal Rosei sembrerebbe che dovesse essere la specie predominante della parte elevata del Messico centrale. È però possibile che in questa regione cresca più di una specie di Sabal. Osservazioni. — Mi sembra assai probabile che la Cory- pha Pumos Humb. et Bonpl. Nov. Gen. et sp. pl. I, p. 298; (Copernicia? Pumos Mart.) possa essere una specie di SabaZ, riferibile forse al S. Rose. Di essa si dice che ha: « fronde « palmato-multi—partite, provviste di filamenti nei seni e « con lacinie bifide e picciolo canaliculato inerme; un fu- « sto alto 4-8 m. (bi-aut quadriorgialis); spadici 3-4 pe- li adi Arie AT [dia 1°, 1 A Li Si i A PZA SE LI e io si « dali; frutto sferico di mezzo pollice di diametro breve- < mente pedicellato, nero con polpa carnosa di sapore dolce « grato, con un seme globoso-depresso, durissimo avente « un ilo prominulo ». Mi sembra che la descrizione non potrebbe essere più esatta per quel che riguarda i carat- teri generici di un Sada?, d'altra parte le dimensioni del frutto e la forma del seme sono quelle del S. Poseî. Si dice che i frutti maturano nel mese di agosto e di settem- bre e che sono appetiti dai cani e dalle volpi non meno che dagli indigeni. La Corypha Pumos sarebbe stata raccolta alla base del vulcano Joru/lo e nell’altipiano presso la città di Acqua sarco. — Potrebbe rimanere il dubbio che invece che col ,S. Rosei la Corypha Pumos dovesse identificarsi col S. mericana ; ma questa specie è proprio delle regioni marittime della parte più calda e meridionale del Messico, mentre la C'o- rypha Pumos sembra che cresca ad una considerevole al- tezza; per di più i frutti del S. mexicana sono descritti come molto piccoli, non certamente del diametro di mezzo pollice. Potrebbe infine verificarsi che la Palma di Jorullo fosse bensì un Sada/, ma appartenente ad una specie diffe- rente dal Roseî, di cui gli esemplari tipici sono indicati come raccolti oltre 200 miglia più al Nord. È possibile pure che al S. Rosei debba riportarsi un esem- plare solo con fiori, raccolto da Langlassé al Messico nelle vicinanze di San Pedro alt. 500 m. (n.° 60 in Herb. de Cand.). Del Sadal Rosei sono forse le fotografie prese dal prof. Trelease nelle vicinanze di Rascon nello stato di San Luis Potosi (Mexico) e riprodotte nel Rept. Mo. Bot. Gard. XVI, pl. 39-44, per illustrare il modo come una specie di fico si impadronisce di detta Palma. Altre fotografie di ciò che sembra la stessa Palma e che a me sono state trasmesse dal prof. Trelease sono state prese sul Tamesi, a Las Palmes ed a Sierra Blanca. In que- ste fotografie le foglie morte appariscono lungamente per- Si = SE manenti sotto la chioma ed in alcune le basi dei piccioli si vedono rivestire il lungo tronco sino in basso come nel Sabal Palmetto, mentre in alto, nei detriti accumulati fra le basi dei piccioli hanno potuto stabilirsi varie epifite, come del resto è stato il caso del Ficus precedentemente citato; in altre il tronco apparisce del tutto nudo, forse per effetto del fuoco quando vengono incendiati i luoghi incolti per il rinnovamento dei pascoli. Specie non bene nota. 19. Inodes vestita O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, 533. Tronco spesso circa 45 cm. alla base, colonnare od atte- nuato in alto, ricoperto dalle basi delle fronde che sono disgregate in numerosissime fibre; fronde con picciolo ro- busto lungo 3 m., concavo di sopra, largo 4.5 cm. all’apice; lembo nell’ insieme lungo 2.18 e largo 2.50 m., composto di circa 60 segmenti; i segmenti apicali uniti per più di due terzi della loro lunghezza, i basali per meno di un terzo; segmenti apicali larghi 4.5 cm. profondamente divisi in alto; un lungo filamento termina tanto le costole superiori quanto le inferiori. Questa Palma è stata descritta dal sig. O. F. Cook dietro un individuo ancora sterile vivente nel « Conservatory » del « Departement of Agricolture » a New-York. È da confrontarsi col S. Blakburniana, ma i Sabal, che sono così difficili a diagnosticarsi anche quando se ne possiedono esem- plari completi, è quasi impossibile di poterli identificare con sicurezza dalle sole parti vegetative. Gen. 2. — Serenoa Hook. f. in Benth. et Hook. f. Gen. pl. III, 926, 1228 (1888). Fronde plicato-flabellate multifide mancanti di rachide, con il picciolo terminante anche di dietro RES pe? in una specie di ligula. Spadici allungati vaginati da varie spate tubulose e con varî rami sovrapop- sti. Fiori solitarî o gemini; calice tubuloso, 3-den- tato. Corolla profondamente divisa in 3 segmenti valvati, brevemente tubulosa in basso; stami 6 con filamenti uniti in basso a formare intorno al- l’ovario una cupula saldata con la parte tubulosa della corolla, subulati nella parte libera; antere oblunghe dorsifisse; ovario ovoideo-allungato, gra- datamente attenuato nello stilo e formato da 3 car- pelle non scolpite in alto, sublibere in basso ed unite per gli stili, i quali ne formano uno solo allungato e terminato in un unico stigma puntiforme; ovulo basilare eretto. Frutto oblungo od ovoideo, risultan- te dallo sviluppo di una sola carpella con i resti del- lo stilo apicali puntiformi; se più carpelle si svilup- pano i 2-3 frutti che ne risultano sono liberi sin dalla base; se 1-2 carpelle rimangono sterili queste si trovano libere alla base della carpella fertile; mesocarpio carnoso; endocarpio sottile sublegnoso, formante un nocciolo facilmente separabile dal mesocarpio. Seme ovoideo eretto libero, ossia non aderente al nocciolo che per l' ilo; non solcato dal lato del rafe; ilo basilare; rafe esteso lungo tutto un lato senza diramazioni molto apparenti; in- spessimento rafeale dell’ integumento del seme non penetrante nella sostanza dell’ albume; albume omogeneo solido; embrione situato lateralmente presso la base. Ben a ragione Sir J. Hooker ha creato un genere di- stinto per questa Palma impropriamente riferita ai Saba?, LIANPRIEO coi quali non ha veramente caratteri a comune; nè male inspirato era stato Wendland che l’aveva riportata alle Brahea. Serenoa serrulata Hook. f. in Benth. et Hook. f. Gen. pl. III. 926. — Chamaerops serrulata Mich. Fl. Bor. Am. I, 239 — Sabal serrulata Roem. et Schult. Syst. VII, 1846; Kunth, Enum. pl. III, 246; Chapman FI. South Un. St. edit. 2°, 438. — Brahea serrulata H. Wendl. in Kerch. Palm. 285. DescrIzIone. — Palma umile con tronco brevissimo pro- strato, nell’ insieme alta al più m. 3.50 Fronde *|, orbicolari, sottilmente coriacee, molto rigide, quelle di pianta adulta divise sino oltre il terzo inferiore in 24-30 segmenti e misuranti 30-50 cm. dall’apice del picciolo alla estremità dei segmenti centrali; picciolo rigido spinuloso-denticolato ai margini, pianeggiante o legger- mente convesso di sopra con un angolo ottusissimo ma assai rilevato di sotto, lungo 50-60 cm., largo all'apice 6-7 mm. ed alla base 1 cm.; ligula quasi troncata tran- sversalmente con un piccolo lembo marcescente e poi de- ciduo; del rachide ‘non vi è traccia perchè di dietro il picciolo si termina quasi come davanti in una membrana trasversale essucca come quella della ligula; le costole superiori sono assai acute e si terminano nei seni pri- marii senza alcun filamento; le costole inferiori sono più robuste delle superiori ma meno acute; i segmenti sono spianati, ossia la parte che si trova da un lato della costa mediana non ha la tendenza di accostarsi all’altra metà una volta che la fronda è bene svolta: sono lanceolati, attenuati (spesso non rettissimamente) in una assai lunga punta acuminata, rigida, la quale è fessa all’apice usual mente per il tratto di 3-4 cm., ma talvolta di sino 8-10; le 2 punte che ne risultano sono acuminate e rigide; le due superfici sono liscie ma opache, concolori, pallide od anche me DE, O otici LS decisamente glauche, con i nervi secondarî e le venule transverse pochissimo apparenti; i margini sono alquanto inspessiti; tutti i mervi primarî o costole irradiano dal- l’apice del picciolo non esistendo accenno di rachide; i seg- menti maggiori sono i centrali, i quali misurano 20-23 mm. all'altezza dei seni dove si separano; i segmenti laterali sono più stretti e meno profondamente bifidi all'apice dei centrali. Le fronde delle piante giovani hanno un pic- ciolo più corto e sono divise molto profondamente in un assai minor numero di segmenti, che non quelle delle piante adulte ed hanno il picciolo fittamente ornato da cima a fondo di piccole spine sottili reverse; i segmenti di tali fronde sono lineari, larghi solo 10-15 mm., lunghi 25-27 cm., bruscamente ristretti all’ apice in punta biden- tata con i nervi secondarii e le venule transverse assai distinti. Spadice eretto-nutante con brevissima parte pedicellare, lungo 30-45 cm., parzialmente duplicato-ramoso, formante una pannocchia oblunga assai densa composta di 5-6 in- fiorazioni parziali assai ravvicinate ed alternato—spirali. Spate cartacee, bruno-rossastre, essucche nella parte api- cale, glabre, finamente striate per il lungo, tubulose, leg- germente ampliate in alto, troncate molto obbliquamente, intiere (non lacero-fibrose) alla bocca e bidentate all’apice; i rami (od infiorazioni parziali) sono finamente e densa- mente pubescenti in ogni parte, hanno una assai lunga parte pedicellare che rimane intieramente nascosta nella loro rispettiva spata, sono irregolarmente duplicato-ramosi, bi- tri-forcandosi alla base presso la bocca della spata e di- videndosi poi in varî ramoscelli fioriferi semplici patenti filiformi, + di 1 mm. di spessore, lunghi 6-12 cm., na- scenti dall’ascella di una piccola brattea membranacea su- bulata e portanti tutto in giro spiralmente i fiori che sono assai numerosi inseriti orizzontalmente o quasi, sessili sopra un piccolissimo tubercoletto che penetra nella base del calice. Fiori in boccio lineari-cilindracei o strettamente oblunghi ottusiusculi od acutiusculi, lunghi 4-5 mm. e larghi 1.5-2 mm. per lo più solitarii ma negli spadici robusti spesso gemini all’ascella di una brattea, la quale è accompagnata da 1 bratteola o da 2 se i fiori sono due; brattee e bratteole sottilmente membranacee, essucche, bruno-rossastre, lata- mente triangolari, acute, ciliato-laciniate all’ apice e sui margini; calice ciatiforme-campanulato, ottusamente trigono, corrugato sul secco, ma apparentemente liscio sul fresco, leg- germente inspessito in basso e scavato di sotto, + profon- damente diviso in 8 lobi latamente 3-angolari o subdeltoidei, acutiusculi od ottusi, poco distintamente ciliolati o dentico- lati al margine; corolla una volta e mezzo o 2 volte più lunga del calice, tubulosa nel suo terzo o quarto inferiore, con le divisioni lineari-oblunghe, inspessite ed acutiuscule al- l'apice, assai spesse, liscie esternamente, bicristate e 3-sol- cato-alveolate internamente per la pressione esercitata su di esse dagli stami durante il bocciamento, coi margini leggermente imbricati in basso, valvate in alto; stami 6 eguali, nell’antesi di poco più corti della corolla con fila- menti carnosuli subulati eretti non inflessi all’apice, uniti fra di loro per le basi ed alla corolla per il dorso nella parte tubulosa di questa e formanti nell’ insieme una cu- pola intorno all’ ovario; antere versatili inserite sul dorso poco al di sotto della metà, ovate, ottusiuscule, con logge deiscenti internamente e brevemente disgiunte alla base; ovario formato da 3 carpelle allungate, rotondate all’ esterno con faccie interne pianeggianti, a sezione trasversa + trian- golare, libere alla base, unite per gli stili, nell’ insieme formanti un corpo ovoideo ottusamente trigono e senza depressioni apicali, il quale si ristringe gradatamente in un assai lungo stilo; questo è composto dei 3, è trigono e si assottiglia in punta subulata terminante con uno stiema puntiforme giungente sino al livello delle antere. Frutto ovoideo-oblungo, rotondato alle due estremità, lungo 22-24 mm. e largo 15 mm., con i resti dello stilo in forma di una incospicua cicatrice puntiforme apicale leggermente eccentrica; quando una sola carpella si svi- luppa il frutto è perfettamente regolare; se sono due le Ln sl carpelle fertili, il frutto è alquanto asimmetrico e più con- vesso dal lato esterno che dall’ interno; esso è nero a su- perficie liscia e lucente, con epicarpio tenue aderente al mesocarpio; questo è polposo e zuccherino e nella parte più esterna nero—violaceo, intieramente parenchimatoso, nella parte più interna è giallastro e quivi è percorso da flac- cide fibre; endocarpio sottilmente legnoso, fragile, formante un guscio facilmente separabile dal mesocarpio; il nocciolo allora ha l'apparenza di un grosso pinolo (seme di Pinus Pinea) lungo 18-19 mm. ovato-ellittico, acutiusculo alle due estremità. Seme di forma alquanto variabile, ovoideo-ellittico, od anche subgloboso; rotondato alle due estremità, facilmente staccabile dall’endocarpio, a superficie opaca, di color bruno castagno. Agira. — Nella parte S-E degli Stati Uniti dalla Caro- lina del Sud sin nella Florida. Preferisce i terreni sabbiosi. Io ho visto gli esemplari seguenti: — Curtiss: North Ame- rican Plants n.° 2678 (in Herb. Sargent, Berol.) — No- name Key, Florida, Sargent. — Roland M. Harper: Georgia Plants n.° 1817: rather dry pine-barrens between Midden- dorf and Bloomingdale, Chatam Co. alt. 45 feet. — Flo- rida presso Enterprise: Fitagerald (H. Levier). — Loui- siana, dove si dice molto abbondante (Asa Gray, 1839 in Herb. de Cand). — Sf. Augustine, Florida: Trelease 1901. — Florida, vicinanze di Eustis, Lake County, Nash n°. 644, con l'indicazione « Dry sandy soil. 4-12 ft. high. Stems prostate. ». OsservazIONI. — E assai variabile per la forma e dimen- sione dei frutti e dei semi e per i fiori più o meno angusti con calice più o meno profondamente 3-dentato. Le fronde delle piante giovani differiscono poi notevolmente da quelle della pianta adulta. Di questa Palma monotipica di fatto possono distinguersi due forme, una coi fiori angusti, allorchè in boccio ben svi- MD RE luppato lunghi 4 mm. e larghi 1.5 mm. con calice diviso quasi sino alla metà in 3-lobi triangolari ciliolati; l’altra con fiori un poco più grandi lunghi sino 5 mm., spessi quasi 2 mm., con calice poco profondamente 3-lobo; però tali differenze non sono costanti. Alla prima forma appar- tiene l'esemplare di Harper della Georgia n.° 1817; alla seconda il n.° 2678 di Curtiss ed il n.° 644 di Nash della Florida. Però si trovano numerosi passaggi fra le due for- me estreme. Gen. 3. — Brahea Mart. Hist. Nat. Palm. III, 243, 319, t. 137, 162 (1830 ?); Benth. et Hook. f. Gen. pl. III, 926. Fronde plicato-flabellato-multifide, suborbicolari, con segmenti più o meno profondamente bipartiti; picciolo + spinoso ai margini, terminato all’apice davanti in una ligula e di dietro + prolungato nel rachide; questo breve; guaina fortemente costulata nella parte centrale, pannosa o sfacelata nel ri- manente. Spadici allungato-paniculati duplicato—- o triplicato-ramosi con varie spate tubulose e varie infiorazioni parziali sovrapposte, queste divise in numerosi ramoscelli fioriferi allungati. Fiori sessili solitarî o glomerulato-2-8-nìi sui ramoscelli, brat- teati e bratteolati. Calice di 3 sepali suborbico- lari leggermente imbricati. Corolla con una breve parte tubulare o cupulare in basso e più o meno profondamente divisa in 3 filli valvati; stami 6 eguali con filamenti dilatati in basso e quivi più o meno uniti fra di loro a formare una cupula connata con la parte tubulosa della corolla, bru- scamente ristretti e subulati nella parte superiore ;- antere ovate od oblunghe dorsifisse; ovario for- Peet, 1 dd - I PG mato di 3 carpelle formanti nell’ insieme un corpo ovato o turbinato, bruscamente ristretto in una parte stilare conica, + profondamente scolpito-im- presso ed attenuato in uno stigma puntiforme. Frutto piccolo, ovoideo, formato da una sola car- pella, con i resti del suo stilo apicali puntiformi ed i resti delle carpelle sterili alla base; epicarpio sottile pellicolare; mesocarpio scarsamente carnoso; endocarpio sottilmente legnoso, + facilmente distac- cabile dal mesocarpio. Seme libero, o più o meno aderente all’endocarpio; integumento del seme assai inspessito longitudinalmente dal lato del rafe; albume non ruminato e solido; embrione si- tuato al disotto della metà dal lato opposto al rafe. La specie tipica del genere è la Brahea dulcis, palma di una fisonomia tutta sua propria, specialmente per gli spadici densamente velutino-tomentosi ed i ramoscelli fioriferi che in causa di tale tomento sono assai più spessi che non nelle altre palme che io ho considerato come con- generi. Della Brahea Pimo e della B. salvadorensis mi sono sconosciuti i frutti, ma la struttura dei loro fiori è esat- tamente quella della Brahea tipica. Prospetto delle specie di Brahea. A. Fiori solitarî sui ramoscelli (non glomerulati). 1. Ramoscelli fioriferi tereti assai spessi densamente tomentoso—vellutini. Seme libero dall’endocarpio. Intrusione rafeale del tegumento del seme longi- tudinale ed assai profonda. B. dulcis Liebm. — Messico. — 94 — 2. Ramoscelli fioriferi filiformi puberuli. Seme ade- rente all’ endocarpio. Inspessimento rafeale del te- gumento del seme assai forte ma non penetrante nell'interno dell’albume. B. calcarea Liebm. — Messico. B. Fiori più 0 meno glomerulato-terni. 3. Ramoscelli fioriferi filiformi tomentelli. Calice e co- rolla tomentelli, ovario peloso in alto. B. Pimo Becc. — Messico. 4. Ramoscelli fioriferi filiformi tomentelli. Sepali to- mentelli sul dorso con una fascia glabra in giro. Corolla ed ovario glabri. P. salvadorensis Wend. — San Salvador. 1. Brahea dulcis Mart. Hist. nat. Palm. III, 244, t. 137, 162; Kunth, Enum. Plant. III, 245; Lem. Ilustr. hort. 1863, t. 379; Revue hort. 1875, p. 52; Hemsley in Biol. Centr. Am., Botany, 411. — Brahea frigida Hort., Rev. hort. 1. c. — Corypha dulcis Humb. et Kunth, Nov. Gen. 1.300; ej. Synops. 302; Roem. et Schult. Syst. 7.1311. — C. frigida Mohl ex Mart. l. c. 244. — Thrinaa tunicata et Livistona occidentalis Hort., ex Kew Report 1882 (1884), 64. DescrIzIone. — Palma crescente molto lentamente e che raggiunge al massimo l’altezza di 5-6 m., ma che di solito rimane assai più bassa ed ha un tronco cilindrico a legno durissimo, molto fittamente annulato-cicatricoso, spesso al- quanto flessuoso, in basso nudo, in alto ricoperto dalle vecchie fronde. Fronde plicato-flabellato-multifide quasi orbicolari va- riabili assai secondo l’età; nelle piante adulte divise in circa 60 segmenti e misuranti circa 70 cm. dalla ligula all’ apice dei segmenti centrali; vagina breve, nella parte E de ERA i e ta A Og ventrale pannosa, cinnamomea, con la parte dorsale ligne- scente e gradatamente passante nel picciolo; questo lungo circa quanto il lembo, depresso quasi sin dalla base, piano di sopra e convesso di sotto con angolo ottusissimo, fu- gacemente filamentoso—-lanoso di sopra nella parte più bassa; margini acutissimi, dalla base sino all’apice denticolato—se- ghettati più o meno fittamente da piccoli denti (o spine) pallidi, lunghi 1-2 od al più 3 mm., irregolari e vòlti in vari sensi; nelle fronde di piante giovanissime il picciolo è inerme o quasi, in quelle di mezza età è più spinoso che nelle adulte; in queste all'apice è solo leggermente tubercoloso-denticolato e largo sino 25 cm. e di 1 cm. di spessore nella parte centrale; ligula breve troncata o con un piccolo prolungamento nel mezzo, lanosa presso i margini, i quali sono contornati da un lembo membranaceo largo sino 1 cm. essucco e caduco; il rachide è brevissimo e da una base larga deltoidea diventa bruscamente sottile ed acuminato e si prolunga solo per il tratto di 4-5 cm.; i segmenti sono rigidamente cartacei o sottilmente coriacei, glabri e glaucescenti o bianco cerosi nelle piante adulte (verdi e con ciuffi di peli sericei sulle costole nelle pian- tine di seme) molto fittamente e nitidamente striati sulle due faccie da numerosi nervi secondarî uniformi, fra l'uno e l’altro dei quali con l’aiuto di una lente si possono scor- gere alcuni tenuissimi nervi terziarì; venule transverse brevissime connettenti i nervi secondarî; i margini sono molto leggermente inspessiti; i segmenti della parte cen- trale sono uniti fra di loro per circa il terzo inferiore, all'altezza dei seni sono larghi circa 25 mm. e da questo punto vanno gradatamente attenuandosi in una punta pro- fondamente bipartita; le due lacinie che ne risultano sono diritte, acuminate e rigide; i segmenti dei lati sono gra- datamente più angusti, maggiormente disgiunti fra loro, più profondamente bipartiti dei centrali e terminanti in una punta più lunga, più sottile e più flaccida; gli estremi dei lati sono angustissimi ed hanno l’apice diviso in 4-5 filamenti setacei; le costole primarie superiori ed inferiori COEN sono fra loro quasi eguali ed a dorso pianeggiante; nei seni si trova un tenue filamento biondo. Spadici allungati e non molto diffusi, più lunghi delle fronde (circa 2 m.) con varie infiorazioni parziali sovrap- poste e fra loro assai approssimate; spate primarie sottil- mente coriacee o cartacee, bruno-rossastre, essucche, fina- mente striate, glabre, assai lungamente e strettamente guainanti, molto leggermente ampliate in alto, dove sono brevemente aperte da un lato e prolungate dall’altro in punta triangolare acuta carenata sul dorso. Infiorazioni parziali formanti delle pannocchie piramidate lunghe 30-50 cm., duplicato-ramose nella parte più bassa, e con ramo- scelli semplici nella parte apicale dei rami secondarî e dell’ estremità dell’ intiera pannocchia ; tanto la parte as- sile delle infiorazioni, quanto tutte le diramazioni sono molto finamente e densamente coperte in ogni parte da un fittissimo e corto tomento vellutino molto aderente, molto chiaro e quasi solfureo nelle primissime età dello spadice; parte peduncolare della pannocchia breve, alquanto com- pressa ; parte assile ramifera oscuramente angolosa; ramo- scelli vermiformi, lunghi 8-10 od anche 12-15 cm. ed in causa del denso e spesso tomento che li riveste di 2.5-3 mm. di spessore, mentre la parte assile legnosa non mi- sura che il terzo del loro intiero diametro; quando i ra- moscelli non hanno ancora i fiori emersi dal tomento sono perfettamente tereti e segnati dalle numerose piccole brat- tee florali, le quali sono triangolari, mezzo nascoste dal tomento e sono disposte con grandissima regolarità secondo varie spirali e per il loro colore scuro staccano nettamente sul fondo biondo giallastro della peluria. Fiori col calice mezzo immerso nella peluria, solitarî all’ascella della brattea, e per di più provvisti di una brat- teola loro propria di poco più piccola della brattea e come questa densamente lanosa e quasi del tutto nascosta nel tomento. I fiori in boccio bene sviluppati sono ovati, un poco attenuati nella punta od ovato-oblunghi, lunghi 2.5-3 mm.; calice di 3 sepali coriaceo-scariosi imbricati, molto — 97 — concavi, orbicolari, rotondati sul dorso e lisci, peloso—seri- cei verso l'apice; corolla circa due volte più lunga del calice, tubulosa nel terzo inferiore con petali valvati, pa- tenti durante l’antesi, ovato-triangolari, + peloso sericei o quasi glabri, + distintamente venoso-striati o quasi lisci anche sul secco all’esterno, leggermente solcato—crestu- lati all’interno, un poco inspessiti all’apice. Stami lunghi circa quanto i petali coi filamenti saldati al tubo della co- rolla e formanti per di più con le loro basi riunite una specie di corona 6-dentata sporgente alla fauce della co- rolla, i denti di detta corona (basi dei filamenti) sono la- tamente triangolari e bruscamente ristretti in una punta subulata tenuissima; antere latamente ovate, rotondate al- l’apice, inserite sul dorso assai al di sopra della metà, con loggie parallele deiscenti internamente, brevemente di- sgiunte alla base. Ovario in alto minutamente papilloso— puberulo al momento dell’antesi, formato da 3 carpelle de- bolmente unite fra di loro e formanti nell’ insieme un corpo turbinato trigono, lungo (compreso lo stilo) 1.5 mm., for- temente scolpito in alte e bruscamente ristretto in uno stilo comune piramidato-trigono trisolcato acuto, giungente sino alla metà dei petali; stigmi puntiformi non inspessiti; ovulo basilare eretto. Perianzio fruttifero immutato, con calice e corolla ben conservati. Frutto lungo 10-11 e largo 7-8 mm., oblungo-ellittico, leggermente asimmetrico, essendo leggermente più convesso dal lato esterno che dall’ interno, rotondato in alto con i resti dello stilo ridotti ad un piccolo punto apicale ma ec- centrico, portanti 1 resti delle 2 carpelle sterili alla base, allorchè maturo bruno giallastro quasi nitido a superficie corrugata sul secco, puberulo in basso con l’accenno di due carene superficiali ai lati, le quali partendosi dall’apice sì continuano sino alla base e corrispondono ai punti per 1 quali le faccie delle carpelle nella prima gioventù riman- gono a contatto fra di loro. Non di rado si sviluppano due carpelle, fra loro del tutto distinte, dando origine a due frutti come quelli descritti. Pericarpio nell’ insieme 7 IO spesso circa 0.8 mm.; epicarpio sottilmente pergamenaceo resistente; mesocarpio grumoso-carnosulo; endocarpio molto sottile ma crostaceo—-legnoso fragile. Seme + libero nell’endocarpio, eretto, con ilo affatto ba- silare, ovoideo, rotondato alle due estremità, lungo 7-8 e largo 6 mm.; rafe longitudinale angusto, un poco depresso, con l’intrusione dell’ integumento occupante i ?/, della lun- ghezza del seme ed assai profonda e stretta; albume omo- geneo ; embrione situato al di sotto della metà sul lato opposto al rafe. Hapirar. — Palma assai diffusa nella parte centrale ed elevata del Messico. Presso la Maxonera ed Alto de las Caras frammista alle Querci ed ai Pini e presso C4epan- tzingo e Masatlan all’altezza di 1000-1300 m. (Humboldt e Bonpland ex Mart.); nella prov. di Mitzeca a Los C'apo- lines (Karwinski), dove secondo quanto scrive Martius cre- sceva all'altezza di 2370 m. A. Tehuacan e Plan de Amil- pas, alt. 1200-1500 m. (Liebmann ex Mart.). Hemsley cita le località di Cerro de la Silla, Prov. di Nuevo Leon, North Mexico (Berlandier 3216). Io ho visto esemplari di Chapulco (Liebman in Herb. de Cand.); di località non precisata (Ehrenberg n.° 800 in Herb. Boiss.); di Chilpanango alla altezza di 1200-1800 m. (Langlassé n.° 1027 in Herb. de Candolle) ed infine di Cuernavaca, prov. di Morelos, sulle colline calcaree a 1600 m. di altezza, raccolti dal D. H. Ross (n.° 322) con frutti maturi in novembre 1906. Sul versante meridionale del Monte Mttre presso Monterey, stato di Nuevo Leon venne raccolta in fiore da C. S. Sar- gent, 8 Apr. 1887 (Herb. Harvard Arbor.), e nella mede- sima località sulle creste delle colline calcaree aride, con spadici nei quali i fiori cominciano appena a sporgere dal tomento, da C. G. Pringle il 5 Giugno 1889. uno ro il nome indigeno di « Cocaiste ». La B. :s vive bene in pien aria nella Regione me- diterranea e fiorisce anche in alcuni giardini della Ri- viera. Osservazioni. — È alquanto variabile specialmente per la maggiore o minore compattezza degli spadici e la lun- ghezza dei ramoscelli fioriferi ed un poco per la dimensione dei fiori. A tale riguardo gli esemplari di Monterey rac- colti da Sargent differiscono un poco da quelli di Lan- glassé, di Erenberg e di Ross per le infiorazioni parziali assai più dense, con i rami ed i ramoscelli più corti, per i fiori un poco più grandi, allorchè in boccio lunghi 3 invece di 2.5 mm., ovato-oblunghi e rotondati sul vertice (non ovati ed attenuati all’apice) con i petali molto fittamente e nettamente striato venosi e glabri all’esterno (non quasi lisci e sericeo—pelosi) e per l’ovario meno acutamente 3-gono e più lungo. i Della Brahea edutis di Monterey può farsene una va- rietà : montereynsis. 2. Brahea calcarea. Liebm. in Mart. Hist. nat. Palm. III, 319; Walp. Ann. III, 470; Hemsley in Biol. cent. am., Botany, 411. — B. nitida André in Revue hort. 1887, 344 cum ic. xyl.; Bull. Soc. tosc. ort. 1887, 304, t. XII (ic. iterata). DescRIZIONE. — Si dice che la pianta acquista l’altezza di parecchi metri con tronco robusto dritto coperto dalle vecchie fronde; le piante giovani ma già fertili hanno una densa chioma di fronde verdi glaucescenti glaberrime ni- tenti sul fresco, framezzo alle quali si fanno strada dei grandi e ramosissimi spadici. Fronde di pianta adulta e fertile con picciolo largo al- l’apice 2 cm., pianeggiante di sopra sin dalla base con margini acutissimi inermi, convesso di sotto, dove verso la base diventa un poco più largo, di maggiore spessore e presenta un angolo molto ottuso sulla linea mediana, men- tre sul lati rimangono i resti della guaina membranacea bruna essucca e più o meno ridotta in fibre grossolane; ligula breve, troncata trasversalmente, contornata da uno — 100 — stretto margine irregulare marcescente; rachide triangolare in basso, gradatamente ristretto e prolungato per circa 12 cm. oltre l’apice del picciolo; lembo misurante 85 cm. dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali, flabellato— orbicolare, diviso in circa 80 angusti segmenti, nella parte centrale intiero sino a circa la metà e gradatamente più profondamente diviso nelle parti laterali; nei seni si trova un sottile filamento; i segmenti hanno la lamina piana, sul secco sono molto fittamente e nitidamente striati da numerosissimi nervi fini e prominenti, dei quali se ne con- tano 3-4 al mm.; non vi è una marcata differenza fra i nervi secondarî ed i terziarî; venule transverse estrema- mente brevi, quasi puntiformi; i segmenti centrali sono larghi all’altezza dei seni 2.5-3 cm. e vanno molto grada- tamente assottigliandosi in una punta che si divide ad 8-10 cm. dall’apice in due lacinie acuminatissime; i seg- menti dei lati sono gradatamente più angusti ed un poco meno profondamente fessi all'apice; le costole sono piutto- sto sottili e glabre. Spadici molto grandi, prima nutanti, poi penduli, for- manti una gran pannocchia densa ramosissima sporgente assai al di fuori delle fronde; ultime diramazioni o ramo- scelli fioriferi gracili, fessuosi, filiformi, lunghi 15-25 cm., di 1.5 mm. di diam., molto finamente puberuli; spate pri- marie lunghe 35-40 cm., essucche spessamente cartacee, al momento della fioritura aperte e piane, latamente lineari, larghe 3-4 cm., decidue. Fiori inseriti orizzontalmente tutto in giro ai ramoscelli (superficiali e non in scrobicoli), solitarî, facilmente deci- dui, portati da una incospicua brattea scagliforme e da una bratteola ancora più piccola, ovato—-conici da una base pianeggiante, ottusiusculi, quando bene sviluppati lunghi 3 mm., larghi alla base 1.8 mm.; calice nell’insieme cupu- lare, subtroncato o pianeggiante in basso, formato da 8 sepali suborbicolari, subcarnoso-cerei, glabri, alquanto in- spessiti alla base, a contorno rotondato intiero od appena fesso ; corolla il doppio più lunga del calice, con parte — 101 — tubulare brevissima essendo i filli liberi quasi sin dalla base, sul fresco carnosuli e piuttosto spessi, molto finamente puberoli all’esterno, oblunghi, ottusi, nell’ antesi patenti nella parte sporgente dal calice. Stami 6 tutti eguali, con filamenti molto dilatati alla base, dove sono quasi del tutto liberi dalla corolla, brevissimamente saldati insieme e poi molto bruscamente attenuati in un apice subulato tenuis- simo, glabri, nell’antesi lunghi circa quanto i petali; antere ovato-oblunghe, egualmente rotondate alle due estremità, inserite dal dorso al di sopra della metà, a loggie alquanto disgiunte alla base e deiscenti quasi lateralmente. Ovario formato da 3 carpelle, nell’ insieme depresso-turbinato ed ottusamente trigono, bruscamente contratto in 3 stili che nell’ insieme formano un corpo conico allungato, assotti- gliato all'apice e terminante negli stigmi puntiformi. Le singole carpelle hanno la base glabra e sono lanoso—barbate esternamente all’altezza della base delle antere, sono poi solcate per il lungo nel punto dalle impressioni delle log- gie delle antere (ogni carpella ha l'impressione delle loggie di 2 antere). Ovulo basilare eretto ascendente anatropo a mieropilo vòlto esternamente. Perianzio fruttifero immu- tato. Resti delle carpelle sterili basilari poco apparenti. Frutto ovoideo egualmente rotondato alle due estremità, leggermente più convesso dal lato esterno che da quello assile, risultante dallo sviluppo di una sola carpella, con i resti dello stigma terminali, formanti un inconspicuo apicolo puberolo; il frutto maturo ha la superficie unita lucente, corrugata sul secco, nero violescente: è lungo 11-12 e largo 8-9 mm.; pericarpio carnosulo sottile membranaceo; mesocarpio carnosulo non fibroso; endocarpio crostaceo sot- tile, + intimamente connesso alla testa del seme, dal quale non si può separare; il seme e l’endocarpio formano quindi un nocciolo ovoideo rotondato alle due estremità, lungo 9 e largo 7 mm., a superficie opaca, unita; intrusione del tegumento assai distinta e piuttosto spessa, fasciante l’al- bume dal lato del rafe. ma non penetrante nel suo interno; albume omogeneo, corneo, leggermente concavo dal lato — 102 — dell’intrusione del tegumento; embrione situato dal lato opposto al rafe poco al di sopra della base. Hapirat. — Nel Messico, sui monti calcarei a Xalco- mulco all'altezza di circa 600 m. (Liebmann ex Mart.). Nell’Erbario di Monaco si trova un frammento di spadice con frutti immaturi raccolto da Karwinski, senza indica- zione di località precisa. Sereno Watson (Proceed. Amer. Acad. XXI, 1886, 442) riporta dubitativamente alla Brahea calcarea Liebm. una Palma alta 12-14 piedi e di circa un piede di diam. incon- trata in appartati car0ns presso Batopillas, nel S. O. della Provincia di Chihuahua. OsservazioNnI. — La Brahea calcarea non ha molta ras- somiglianza con la Brahea dulcis e ne differisce per la quasi mancanza di tubo della corolla, ed il seme con su- perficiale inspessimento dell’ integumento e che non pene- tra profondamente nell’albume; ne differisce inoltre per i sottili ramoscelli fioriferi. Senza alcun dubbio la SBrahea nitida degli orticoltori è identica alla Brahea calcarea, come ho potuto verificare dagli esemplari della pianta classicea della Villa Valletta che gentilmente mi ha procurato il signor Dupont, orti- cultore al Golfe-Juan. La Brahea calcarea è coltivata anche nel giardino bota- nico di Palermo, dove fiorisce e fruttifera abbondantemente. A tale riguardo il Prof. Antonino Borzì, che mi ha tra- smesso gli esemplari sui quali in gran parte si basa la precedente descrizione, mi scrive che a Palermo la fiori- tura e fruttificazione di questa Palma è lentissima e che dal primo comparire dei boccî alla completa fioritura ci corre un anno ; ed aggiunge che per la perfetta matura- zione dei semi dalla prima comparsa delle infiorazioni oc- corrono 3 anni. I fiori erano bene aperti ai primi di Luglio. Le giovanissime piantine di 5. calcarea che ho visto in — 103 — coltura a Firenze avevano i piccioli con minutissime spine presso la base, le fronde di pianta adulta che ho studiato hanno i piccioli con margini inermi. 3. Brahea Pimo Becc. sp. n. Palma 3-4 m. alta. Frondes.... Spadices 3-pli- cato-ramosi, inflorescentiis partialibus duplicato ramosis ramulis gracilibus filiformibus 1mm. crassis, 10-15 cm. longis, tomentellis. Flores glomerulato- terni, in alabastro bene evoluto 3.5 mm. longi, sepalis orbicularis carnosis tenuiter tomentosis ; corolla calyce longiori, in dimidiam inferiorem par- tem tubuloso-campanulata, phyllis crassiusculis, extus sericeis, sub anthesi patentibus vel reflexis ; staminum filamentis basi cum corolla connatis et ad faucem in coronam sexlobam unitis, breviter su- bulatis; antheris oblongis utrinque rotundatis ; ova- rio turbinato, carpellis apice sculptis ibique pu- berulis, stylo conico acuto, stigmate punctiformi. Descrizione. — Palma alta 3-4 m. Fronde mancano. Spadici con infiorazioni parziali (in un esemplare) lunghe circa 40 cm., duplicato-ramose, molto finamente e molle- mente tomentose in ogni parte — con la parte assile sottile spessa al più 3-4 mm., molto ottusamente angolosa e sì nuosa — verso la punta composte di soli ramoscelli semplici e nei due terzi inferiori di rami secondarî pochissimo di- visi, ossia con soli 2-3 od al più 4 ramoscelli fioriferi ; questi sono filiformi, sottili, piuttosto rigidi e dritti, spessi poco più di 1 mm. e molto lunghi (10-15 e sino 18 cm.) con fiori glomerulato-3-ni nascenti dall’ ascella di una piccola brattea tomentosa triangolare, disposti assai rego- larmente a spirale tutto in giro; i ramoscelli sono muniti — 104 — alla base di una piccola brattea tomentosa incospicua trian- golare a punta subulata. Fiori sessili sopra un minuto tubercoletto, ognuno prov- visto di una bratteola simile alla brattea; allorchè in boc- cio bene sviluppato oblunghi, rotondati in alto, lunghi 3.5 mm., durante la fioritura coi 3 pezzi della corolla oriz- zontali e radianti, formanti un triangolo coi lati di 5 mm.; calice nell’ insieme cupulare formato da 3 sepali spessi, carnoso—coriacei, orbicolari, finamente tomentosi, coi mar- gini leggermente imbricati non ciliati; corolla il doppio più lunga del calice, brevemente tubulosa-campanulata nella parte inclusa nel calice, a divisioni valvate, triango- lari, ottusiuscule, spesse, carnoso—coriacee, appressatamente argenteo—pelose esternamente, glabre internamente, dove sono solcate dalle impressioni delle antere. Stami formanti un anello 6-lobo sporgente alla fauce della corolla, coi lobi o basi dei filamenti bruscamente ristretti in punta subulata rigida; antere regolarmente oblunghe, rotondate all'apice ed apparentemente anche alla base, ma quivi con loggie (parallele) disgiunte sino all’inserzione del filamento, ossia sino al di sopra della metà, Ovario formato da 3 car- pelle formanti un corpo turbinato troncato, lungo quanto il tubo della corolla, scolpito ed assai densamente peloso in alto, bruscamente ristretto in uno stigma a base conica assottigliato in punta sottile terminata dallo stigma punti forme, il quale durante l’antesi di già sporge dalla fauce della corolla. Frutti mancano. Hapirar. — Messico, sul Monte de la Ventana, El sirian alt. 14-1600 m. (E. Langlassé, herborisation au Mexique: États de Michoacan et de Guerrero, n.° 82 in Herb. de Can- dolle). L’esemplare è stato raccolto in fiore il 29 Marzo 1398 e l'etichetta porta le seguenti indicazioni: Palma alta 3-4 m. Le fibre della base delle foglie formano delle pic- cole placche che gli indigeni cuciono insieme per formarne delle coperte alle bestie da soma. Nome indigeno: « Pimo ». sa 2a pe — 105 — Osservazioni. — È ben distinta dalle B. dulcis per i suoi ramoscelli fioriferi sottili sebbene tomentosi; i fiori glome- rulato-terni, la distinguono anche dalla B. nitida e la co- rolla pelosa dalla 5. salvadorensis. A. giudicare dalla guaina il tronco può ritenersi di 7-8 cm. di diam. Il picciolo al principio della guaina è largo 26 mm. piano di sopra, spesso 7 mm. nella parte cen- trale dove di sotto è convesso ed assottigliato ai margini che nella brevissima porzione esistente non sono spinosi; la guaina forma un panno sottile glabro e lucido da ambe- due i lati, rosso cuoJo, molto finamente e fittamente fibroso— reticolato verso i margini. 4. Brahea salvadorensis Wendl. nomen in H. Berol. Spadicis ramuli florigeni tomentelli graciles fili- formes 8-11 cm. longi, 1-5 mm. crassi. Flores glo- merulato-terni, 3 mm. longi, sepalis orbicularibus, tomentosis, prope margines glabris; corollae phyllis sub anthesi erecto-patulis, extus glabris, acutis, basi breviter connatis; staminum filamentis in cupulam brevem 6-lobam cum parte indivisa corollae basi adnatam unitis, lobis longe subulatis; ovario ovato glabro in stylum conicum acuminatum sulcato-im- pressum attenuato. DescRIZIONE. — Fronde.... Spadici con rami molto fina- mente tomentelli in ogni parte, formanti nell'insieme una piccola pannocchia molto lassa, ovata, con parte assile ri- gida, compressiuscola, molto ottusamente angolosa, divisa in basso in rami secondarî e nella punta in semplici ramo- scelli fioriferi; i rami secondarì più bassi si suddividono in 5-6 ramoscelli, gli altri sono gradatamente meno divisi; i ramoscelli fioriferi sono filiformi dritti, subtereti, i più bassi lunghi 10-11 cm.,i superiori un poco più corti, spessi — 106 — 1.5 mm. alla base, portanti spiralmente in giro i glomeruli dei fiori, riposanti questi sopra piccoli tubercoletti; brattea comune dei fiori piccola, triangolare, acuta poco conspicua. Fiori glomerulato-terni, lunghi 3 mm.; sepali orbicolari, peloso-tomentosi su tutta la superficie esterna meno che in una angusta fascia tutto in giro, il margine pure è gla- bro; la corolla è quasi due volte più lunga del calice, tu- bulosa nel quarto inferiore, coi filli molto spessi, lisci e glabri di fuori, cimbiformi, ovati, acutiusculi, internamente segnati da varî solchi angusti e rilievi, corrispondenti alle impressioni delle antere. Stami coi filamenti brevemente uniti in basso al tubo della corolla, con larga base, la quale nella parte libera è bruscamente ristretta in punta tenuissima lun- gamente subulata. Ovario glabro, ovoideo in basso, conico in alto, essendo gradatamente attenuato in uno stilo comune subulato e longitudinalmente solcato-impresso ; stigma pun- tiforme. Hasirar. — Repubblica di San Salvador a Contshagna. OssERVAZIONI. — Specie conosciuta soltanto da un fram- mento di spadice consistente in una infiorazione parziale, conservato nell’Erbario di Berlino e ricevuto da H. Wend- land nel 1900. È caratterizzata per i ramoscelli sottili tomentelli; per i fiori glomerulato-terni, con sepali acuti, intieramente tomen- tosi meno che sopra una stretta fascia presso il margine ; per la corolla glabra esternamente, molto brevemente tubu- losa in basso e gli stami formanti una cupula intorno al- l’ovario unita nella metà inferiore alla parte indivisa della corolla e per l’ovario totalmente glabro. Specie escluse dal Gen. Brahea o note solo di nome. BRrAHEA ARMATA S. Wats. in Proc. Am. Acad. XI (1876) 146 = Erythea armata S. Wats. — CALCARATA Liebm, ex Linden Cat. n. 87 (1871) = B. calcarea ex Ind. Kew. — 107 — BranEeA conpupLicata Linden. Illustr. hort. XXVIII (1841) 16 — Messico. Quid ? — puncis J. Cooper in Smiths Rep. 1860, 442 = Wa- shingtonia filifera H. Wend. ex Ind. Kew. — epuLis H. Wendl. ex S. Wats. in Proc. Am. Acad. XI (1876) 120, 146 = Erythea edulis S. Watson. — rInamentosa Hort. ex S. Wats. 1. c. 147 = Washin- gtonia filifera H. Wendl. — rILIFERA Hort. ex W. Wats. in Kew Bull. (1889) 296 = Washingtonia filifera H. Wendl. — rrIGIDA Hort. = Brahea dulcis Mart. ex Revue hort. 1875, 32. — e@nauca Hort. = Erythea armata S. Watson ex Or- cutt in Bot. Gaz. IX, 262. — rLucina Hort. ex Kew Report, 1882 (1884) 64 — Mexico. Quid ? — minima H. Wendl. in Kerch. Palm. 235 = Saba Adansoni Guern. ex Ind. Kew. = Saba! nitida Hort. fide Wendl. l. c. -- woBiis Hort. Rollins; Kew Report, 1882 (1884) 64; G. Roster in Bull. Soc. tosc. Ort. XXVIII (1903) Si Quid, — Rorzuii Linden, Illustr. hort. XXVIII (1881) 38 = Erythea armata S. Watson. — seRRULATA H. Wendl. in Kerch. Palm. 235 = Sere- noa serrulata Hook. £. Gen. 4. — Acoelorhaphe H. Wendl. in Bot. Zeit. 1879, 148; Benth. et Hook. f. Gen. pl. III, 882 (nomen tantum). Fronde plicato-tlabellato-multifide, suborbicu- lari; picciolo spinoso ai margini; rachide brevissimo. Spadici molto allungati, vaginati da varie spate tu- bulose e con varie infiorazioni parziali sovrapposte. — 108 — Fiori glomerulato-terni intorno a sottili ramoscelli fioriferi od anche solitarî o gemini, minutamente bratteati e bratteolati, molto piccoli. Calice di 3 sepali orbicolari, corolla divisa sino quasi alla base in 3 filli spessi, assai più lunghi del calice, valvati molto brevemente. Stami 6 eguali con filamenti dilatati in basso ed uniti fra di loro a formare una bassa cupula intorno all’ovario quasi del tutto libera dalla corolla, bruscamente subulati in punta breve ; antere ovate dorsifisse. Ovario turbinato di 3 carpelle, ognuna con 2 incavi in alto, unite in uno stilo comune breve conico subulato con sti- gma puntiforme. Frutto piccolo sferico con resti dello stilo apicali miuutissimi; epicarpio sottile pellicolare ; mesocarpio molto scarsamente carnoso; endocarpio sottilmente legnoso, fragile, facilmente separabile dal mesocarpio e formante un guscio al seme. Seme globoso non aderente all’ endocarpio che per l’ilo basilare ; rafe oblungo, leggermente prominente e senza diramazioni distinte ; integu- mento del seme inspessito molto leggermente e fa- sciante il seme dal lato del rafe senza penetrare affatto nell’albume; albume omogeneo solido; em- brione situato da un lato al di sotto della metà. Sino a qui il genere Acoelorhaphe era solo stato indicato di nome ed applicato negli erbarî da H. Wendland alla Copernicia Wrightiù Gris. et Wendl. (Wright, Pl. Cub. n.° 3217). Effettivamente però il genere Acoelorhaphe più che alle Copernicia (le quali hanno il seme ruminato) è grande- mente affine alle Brahea, dalle quali si distingue solo per il seme mancante quasi completamente di inspessimento e — 109 — di intromissione del suo tegumento esterno nell'interno del- l’albume dal lato del rafe. Le due sole specie note di Acoelorhaphe si distinguono come appresso. 1. Fronde con picciolo assai fortemente spinoso ai margini dalla base sino all’apice ; seni primarî situati circa alla metà del lembo nella parte centrale; secondi seni 8-10 cm. più in alto. Fiori lunghi 2.5 mm. Frutto 8-9 mm. di diam. A. Wrightii (Wendl.) — Cuba. Honduras? 2. Fronde con picciolo debolmente spinoso in basso, tuber- coloso-denticolato in alto ai margini; lembo più pro- fondamente diviso che nella specie precedente ; seni primarî nella parte centrale a 16-18 cm. dall’apice del picciolo; i secondi seni pochi cm. più in alto, di modo che i segmenti risultano bipartiti sin da circa la metà dell’intiero lembo. Fiori e frutti un poco più piccoli che nella specie precedente. A. arborescens (Sargent.) Becc. — Florida. 1. Acoelorhaphe Wrightii Wendl. (nomen in H. Berol.). — Copernicia Wrightiù Gris. et Wendl. in Gris. Pl. Cub. 220; Sauv. FI. Cub. n.° 2367. Descrizione. — Palma apparentemente piuttosto gracile. Fronde */, orbicolari, multifide, misuranti 55-60 cm. dal. l’apice del picciolo all'estremità dei segmenti centrali; pic- ciolo gracile, a quanto sembra più lungo del lembo, largo in alto 10-15 mm., piano di sopra o molto leggermente concavo (sul secco), convesso con angolo ottusissimo di sotto, assai distintamente striato per il lungo, armato da cima in fondo piuttosto fittamente, ma senza molta regolarità, con assal robusti aculei (lunghi 3-5 mm.) a punta bruna leggermente curvato-uncinati, spesso vòlti in senso contrario; la ligula — 110 — breve marginata da un piccolo lembo essucco irregolare bruno glabro deciduo; di sotto il rachide è quasi mancante ed è rappresentato da un breve triangolo molto aperto con la punta leggermente prolungata verso il lembo. I segmenti sono circa 50, spessamente cartacei o subcoriacei rigiduli, verdi pallidi o glaucescenti sul secco, leggermente più pal- lidi di sotto, percorsi da varî nervi secondarî non molto prominenti, di cui alcuni pochi leggermente più forti della grande maggioranza; venule transverse pochissimo distinte; nei seni non ho osservato filamenti ; i seni primarî riman- gono nella parte centrale a circa la metà del lembo, ed i secondi seni 8-10 cent. più in alto, di modo che il lembo è doppiamente profondamente diviso; i segmenti mediani, all'altezza dei seni più profondi sono larghi 20-25 mm., e le loro due divisioni sono molto gradatamente attenuate in due punte acuminatissime subulate piuttosto rigide; i seg- menti più esterni sono assai più stretti dei centrali ed anche con le divisioni più profonde; la costola del segmento più esterno di ognuno dei lati è minutamente tubercoloso— scabridula, le altre costole, superiori ed inferiori, sono piut- tosto gracili e liscie. Spadici molto allungati, eretti od eretto-nutanti, appa- rentemente lunghi oltre 1 m., con la parte assile rigida e dritta, allorchè guainata dalle spate di 7-10 mm. di diam., terete e con 6-7 infiorazioni parziali sovrapposte, discoste fra di loro 19-15 cm. e formanti nell'insieme una assai grande pannocchia allungata e stretta. Spate primarie molto lungamente tubulose, sottilmente coriacee, cilindriche, tron- cate obliquamente alla bocca, dove sono intiere od appena fesse e leggermente fibrose dal lato ventrale, superficial- mente carinate sul dorso in alto, brevemente prolungate da un lato in punta biloba, glabre, finamente e nettamente striate per il lungo. Le infiorazioni parziali, all’epoca della fioritura, sono finamente pelose e + cinerascenti tanto nella parte assile quanto sui ramoscelli fioriferi; le inferiori sono lunghe 25-30 cm., e formano delle larghe e basse pannoc- chie secondarie composte di pochi rami principali, ognuno PS PF O (0 LE A — 111 — dei quali si divide in 5-6 ramoscelli fioriferi nella parte più bassa, in 2-3 in quella intermedia e porta ramoscelli semplici nella parte apicale. I ramoscelli fioriferi nascono dall’ascella di una piccola brettea membranacea triangolare con punta subulata e sono filiformi, flessuosi, molto allun- gati e sottili; i più bassi sono lunghi 10-15 cm., sono spessi 1 mm., e portano spiralmente assai numerosi glo- meruli di fiori. Fiori glabri minutissimi, allorchè in boccio bene svilup- pato sono ovati, ottusi e non molto acutamente 3-goni, lunghi 2.5 mm., nella parte bassa dei ramoscelli per lo più gemini o terni, solitarî nella parte apicale; ogni fiore è provvisto della sua bratteola e riposa sopra un tubercoletto suo proprio; brattea esterna del fiore, o dei glomeruli di fiori, piccola membranacea essucca. Calice formato da 3 se- pali suborbicolari concavi, molto brevemente uniti in basso dove sono carnoso—callosi e quasi ottusamente calcarati, coi margini ciliato frangiati e dal mezzo in su scarioso—jalini. Corolla una volta e mezzo o quasi due più lunga del calice, formata da 3 filli assai spessi, valvati, uniti molto breve- mente per la base, ovati, acutiusculi, glabri e lisci all’esterno (allorchè freschi o rinvenuti), superficialmente carenati lungo il dorso, profondamente impresso-alveolati e con creste ir- regolari nell’interno, molto inspessiti all’ apice. Stami 6 eguali, glabri, bruscamente subulati da una base larga trian- golare con l’apice eretto non inflesso e le basi brevemente connate fra di loro e formanti una bassa. cupola 6-loba intorno all’ovario, quasi del tutto libera dalla corolla; antere molto largamente ovate, ottuse, erette, inserite per il dorso verso la metà, a loggie deiscenti internamente, molto brevemente disgiunte alla base. Ovario glabro, composto di 3 carpelle nell'insieme formanti un corpo latamente obpi- riforme o turbinato, molto bruscamente contratto in unc stilo comune trigono, subulato e terminato da uno stigma puntiforme che sorpassa un poco gli stami nel boccio; ogni carpella porta sul suo dorso rotondato 2 distinte impres- sioni ed ha un ovulo eretto situato nell’ angolo interno — 112 — presso la base della carpella. Perianzio fruttifero piccolis- simo, molto brevemente pedicelliforme, portante i resti mi- nutissimi delle 2 carpelle sterili. Frutto sferico, leggermente meno convesso dal lato assile, di 8-9 mm. di diam., nero a superficie leggermente cor- rugata sul secco, quasi lucente con-la traccia longitudinale (talvolta affatto obliterata) dell'angolo interno della car- pella e che si termina in un indistinto rimasuglio apicale dello stilo; epicarpio sottile pellicolare; mesocarpio molto scarso, apparentemente carnoso sul fresco, violescente, con pochissime fibre nella parte interna; endocarpio facilmente separabile dal mesocarpio, sottilmente legnoso, fragile for- mante intorno al seme un guscio sferico ottusamente cau- diculato in basso. Seme globoso un poco deficiente dal lato del rafe, libero nel nocciolo, di 7 mm. di diam., a superficie unita opaca bruno—castagno sulla quale non si distinguono diramazioni del rafe; ilo non molto esteso basilare circolare; rafe oblun- go laterale leggermente prominente; integumento molto leggermente inspessito e fasciante dal lato del rafe l’al- bume senza menomamente compenetrarlo; albume cemoge- neo solido; embrione situato da un lato al di sotto della metà. Hasrrar. — Cuba e forse anche lo Honduras. Gli esem- plari tipici, sono quelli delle « Plantae Cubenses Wrigbt- iane n.° 3207 ». Altri esemplari identici a questi si tro- vano nell’ Erb. di Berlino con l’etichetta: « Erbarium de Cuba. Estacion central agronomica », n.° 4208. Merradura. Prov. de Pinar del Rio. OsservaziONI. — Della Acoelorhaphe Wrightii possiedo esemplari provenienti da individui coltivati nei giardini bo- tanici di Buitenzorg e di Calcutta. L’esemplare di Buiten- zorg ha una fronda intiera che misura dall’apice del picciolo all'estremità dei segmenti centrali 70 cm.; i segmenti sono 50, il picciolo è armato di ugnioli quasi eguali da cima a È oc: SA fondo a distanze di 2-3 cm.; lo spadice è lungo 1.10 m. Nell’erbario di Berlino si trova un frammento di spadice raccolto nello Honduras da Warscewicz e che mi sembra debba appartenere alla A. WrigAtii, ha però le infiorazioni parziali un poco più grandi, maggiormente divise, e più densamente pelose che in questa. I fiori, che solo ho po- tuto studiare ridotti in cattivo stato, non mi hanno pre- sentato differenze da poterli distinguere da quelli della A. Wrightii. Acoelorhaphe Wrightii var. novo-geronensis Becc. Un esemplare di « Curtiss, West Indian Plants n.° 449 » raccolto presso Nueva Gerona, Isla de Pinos (April 17. 1904), differisce leggermente dalla forma tipica di Cuba. La fronda misura 57 cm. dal picciolo all'estremità dei segmenti centrali; questi sono larghi 25-27 mm. ed hanno il seno più pro- fondo a 20-25 cm. dal picciolo, ed il 2° a 8-10 cm. più in alto. L’ infiorazione parziale che accompagna tale fronda è lunga 30 cm. e forma un’ ampia e larga pannocchia 8—pli- cato ramosa e quindi un poco più divisa che negli esem- plari di Cuba. I fiori sono leggermente più gracili con i sepali meno ciliati al margine ed i petali un poco più stretti che nella forma tipica. 2. Acoelorhaphe arborescens Becc. — Serenoa arbore- scens Sargent in Coult. Bot. Gaz. XXVII, 90. Descrizione. — Palma gracile cespitosa con i tronchi lunghi 10-12 m. e di 7-10 cm. di diam., ascendenti, fles- suosi e spesso tanto inclinati da toccare quasi il terreno; essi rimangono lungamente coperti dalle basi dalle vagine delle vecchie fronde, e soltanto quando sono molto vecchi diventano nudi in basso. Fronde orbicolari, flabellato-multifide, misuranti dall’a- 8 — 114 — pice del picciolo all’estremità dei segmenti centrali circa 50 cm. Il picciolo è gracile, in una fronda è lungo 40 cm., e della larghezza di 9-10 mm., + distintamente striato per il lungo, pianeggiante di sopra, convesso e con un an- golo ottusissimo di sotto; i suoi margini sono acuti prov- visti in basso di rade e piccole spinule curvate in su, le quali verso l'apice si trasformano in piccolissimi tuberco- letti che lo rendono scabro; la ligula è molto breve, ro- tondata con un piccolo lembo crestiforme semilunare es- succo e deciduo; di sotto il rachide è rappresentato da un piccolo triangolo equilatero acuto nettamente definito da uno strettissimo margine; la parte del picciolo che è guainante è coriacea, bruno—rossastra, lunga circa 25 cm., non sfilac- cicata, percorsa lungo il mezzo da una robusta costola ot- tusa, continuazione del picciolo, la quale sui margini presso all'attacco col tronco è provvista di alcune relativamente robuste spine curvate in giù e che rimangono libere e so- vrapposte alla parte guainante. I segmenti sono circa 40, spessamente cartacei o subcoriacei, piuttosto flaccidi, verdi pallidi di sopra (sul secco), molto glaucescenti di sotto, glaberrimi, con le costole superiori ed inferiori piuttosto gracili, e con varî nervi secondarî assai tenui e non molto rilevati; venule trasverse brevi molto interrotte e poco di- stinte; nell’esemplare da me studiato non vi sono filamenti interposti ai segmenti; i seni primarî e centrali rimangono a 16-18 cm. al disopra dell’apice del picciolo ed i secon- darî pochi cent. più in alto, ossia a circa la metà del lembo, di modo che la parte centrale indivisa del lembo è ben piccola; nei segmenti laterali i seni principali ri- mangono gradatamente sempre più vicini alla ligula sino a giungere quasi a solo 1 cent. da questa; nei segmenti più esterni i seni secondarî arrivano sino oltre il terzo in- feriore del lembo; i segmenti centrali all'altezza del primo seno sono larghi circa 2 cm. con le due metà aventi forte tendenza a combaciarsi, e con le 2 divisioni secondarie molto gradatamente attenuate in una acuminatissima punta piuttosto flaccida. MAGRI agli 254 I) — 115 — Spadice allungato, nutante (in un esemplare lungo oltre 1 m.), formante una lassa pannocchia subunilaterale, com- posta di 6 rami od infiorazioni parziali e portata da una parte peduncolare assai allungata, rigida, dritta, sottile (spessa 8-9 mm.), guainata strettamente da una spata (che non porta ramo), sottilmente coriacea, leggermente com- pressa ed ottusamente subancipite, di eguale larghezza tanto in basso quanto in alto, bilobo—bilabiata all’apice con i 2 lobi ottusi, glabra e finamente striata per il lungo; le al- tre spate portano tutte una infiorazione parziale, sono pure molto lungamente tubolose, troncate obliquamente alla bocca, leggermente carinate sul dorso in alto, bidentate all'apice. Le infiorazioni parziali sono finamente e molle- mente pelose e cinerascenti, le inferiori più grandi delle superiori e lunghe 25-30 cm., composte di pochi rami prin- cipali, i quali nella parte più bassa si suddividono più o meno, e di ramoscelli fioriferi indivisi nel rimanente; i ra- moscelli nascono dall’ascella di una tenuissima bratteola pelosa subulata e sono gracili, sottili, filiformi, flessuosi, corrugato-angolosi sul secco, lunghi 12-15 cm., spessi al più 1 mm., coi fiori assai numerosi inseriti spiralmente. Fiori glabri minutissimi, allorchè in boccio bene svilup- pato ovato-oblunghi, ottusi, giungenti a mala pena a 2 mm. di lunghezza, solitarî o gemini, sessili sopra un pic- colissimo tubercoletto all’ascella di una piccola brattea membranacea essucca e di 1-2 bratteole (secondo il nu- mero dei fiori) simili alla brattea ma più piccole. Calice di 3 sepali glabri suborbicolari, concavi, coi margini im- bricati, callosi e subcalcarati in basso, cospicuamente ci- liato—frangiati e quasi laciniati tutto in giro. Corolla una volta e mezzo o quasi due più lunga del calice, formata da 3 filli valvati riuniti brevemente per la base, ovato— oblunghi, ottusi, glabri, carnosi, impresso-alveolati ed ir- regolarmente crestati internamente, molto inspessiti al- l'apice, stami con filamenti bruscamente subulati da una base larga triangolare molto brevemente connati fra di loro in basso e formanti intorno all’ovario, una bassa cu- L% i RE È a mf el — 116 — pola 6-loba quasi del tutto libera dalla corolla; antere ot- tuse erette, inserite per il dorso al di sotto della metà, a loggie deiscienti internamente e molto brevemente sepa- rate alla base; ovario glabro composto di 3 carpelle nel- l'insieme formanti un corpo latamente obpiriforme o tur- binato ottusamente 3-gono, molto bruscamente contratto in uno stilo trigono, subulato e terminato da uno stigma puntiforme che sorpassa un poco gli stami nel boccio; ogni carpella porta in alto sul dorso 2 distinte impressioni ed ha un ovulo eretto situato nell’angolo interno presso la base della carpella. Perianzio fruttifero piccolissimo molto brevemente pedicelliforme, non accresciuto. Carpelle sterili inconspicue alla base del frutto. Frutto sferico di 8 mm. di diam., nero a superficie leg- germente corrugata sul secco, quasi lucente, somigliantis- simo per dimensione ed aspetto ad una grossa coccola di Juniperus communis, con la traccia longitudinale, talvolta affatto obliterata, dell'angolo interno della carpella e che si termina in un indistinto rimasuglio apicale puntiforme dello stilo; epicarpio sottile pellicolare; mesocarpio molto scarso, giallo, parenchimatoso, oleoso, con poche fibre nella parte più interna; endocarpio sottilmente legnoso fragile, formante un guscio o nocciolo facilmente separabile dal mesocarpio; il nocciolo è sferico con un corto caudicolo acuto in basso. Seme libero nell’ interno del nocciolo, sferico, di 6 mm. di diam., a superficie unita subnitida bruno-castagno; ilo non molto esteso basilare; rafe oblungo appena prominente senza diramazioni ben distinte; integumento molto legger- mente inspessito dal lato del rafe e fasciante da un lato l’albume senza compenetrarlo; albume omogeneo solido ; embrione situato da un lato al di sotto della metà. Hapirar. — Nella Florida meridionale presso le sorgenti del Chokoliskee River a circa 30 miglia a S. E. del lago Trafford, raccolta in fiore da R. G. Corbitt in maggio 1898, ed a Royal Palm Hummoch presso la città di Everglade — 117 — in frutto da R. B. Shorter, in Decembre 1898 (Herb. Sar- gent). Cresce nelle paludi invaso dai cipressi frammista alla « Royal Palm » (Ureodora) in luoghi dove nell'inverno l’acqua è alta da 2-3 a 40 cm. La Palma è conosciuta sul luogo col nome di « Silvery Palm ». Le fronde vecchie non cadono ma ripiegandosi in basso ricuoprono il tronco; di solito però vengono bruciate quando vien dato fuoco al l’erbe nella stagione asciutta ed allora il tronco apparisce a superficie ineguale e rozzamente scabrosa e vien detio « booty » o « scraggly », fino a che, quando la pianta di. viene molto vecchia, i « boots » (che così vengono chia- mate le basi tutt'ora aderenti delle fronde nel comune S. Palmetto) cadono ed allora il tronco rimane liscio. Osservazioni. — Questa Palma non può certamente mantenersi nel genere Serenoa essendo affinissima alla A. Wrightii, dalla quale si distingue per il picciolo che è ar- mato sui margini di aculei solo in basso ed è denticolato— tubercoloso in alto; per i fiori coi sepali più orbicolari, subcalcarati, in basso, a contorno più frangiato e per il frutto leggermente più piccolo, con mesocarpio olsoso, men- tre nella A. Wrightii il mesocarpio sembra carnoso. Una mezza fronda di una Palma della Florida che Sar- gent nel suo Erbario ha riferito. alla Serenoa arbdorescens mi sembra che possa appartenere ad una specie differente da questa, se pure non è della Acoelorhaphe Wrightt. L’esem- plare porta la seguente etichetta: « Ex Herb. Oakes Ames. n.° 1375. Head of East River, Whitewater Bay, Monroe Co., Florida. Mar. 22, 1905, Collected by A. A. Eaton. ». Tale fronda differisce da quella della A. arborescens per il picciolo più lungo del lembo, spinuloso sino all’apice e per le divisioni molto meno profonde, le primarie del cen- tro giungenti sin oltre la metà del lembo e le secondarie a soli 11-16 cm. dall’estremità. Conviene avvertire che le indicate differenze potrebbero anche dipendere dalla differente età delle piante dalle quali — 118 — sono state colte; poichè è ben noto che le fronde delle Palme negli individui molto giovani differiscono. bene spesso notevolmente da quelle degli adulti, specialmente nella maggiore o minore spinescenza e lunghezza dei piccioli e nella maggiore o minore divisione della lamina. Gen. 5. — Erythea S. Watson, Bot. of. Calif. II, 211, 485; Benth. et Hook. f. Gen. PI. III, 927. Palme elate o subelate. Fronde flabellato-multi- fide suborbicolari con segmenti più o meno pro- fondamente bipartiti; picciolo + spinoso ai margini od anche inerme, ligulifero all'apice davanti, pro- lungato di dietro nel rachide; questo più o meno evoluto dritto od arcuato. Spadici allungato—pani- culati, duplicato— o triplicato-ramosi, con varie spate tubulose e varie infiorazioni parziali sovrapposte ; queste divise in numerosi ramoscelli fioriferi al- lungati. Fiori sessili, glomerulato-3-ni, bratteati e bratteolati. Calice di 3 sepali suborbicolari legger- mente imbricati. Corolla con una breve parte tu- bulare o cupulare in basso e più o meno profon- damente divisa in 3 filli valvati nel rimanente ; stami 6 coi filamenti uniti in basso fra di ioro, connati con la parte indivisa della corolla, e con una base molto larga bruscamente ristretta nella parte libera; antere ovate od oblunghe, dorsifisse. Ovario composto di 3 carpelle leggermente coerenti e formanti nell’insieme un corpo ovato o turbinato, + scolpito in alto ed attenuato in uno stile comune conico breve subulato ; stigma puntiforme. Frutto globoso od ovoideo formato da una sola carpella 4 — 119 — con i resti del suo stilo apicali puntiformi ed i resti delle carpelle sterili alla base; epicarpio sot- tile ; mesocarpio più o meno carnoso; endocarpio sottile ma legnoso, distaccantesi più o meno facil- mente dal mesocarpio. Seme aderente all’endo- carpio ; albume omogeneo solido con una concavità profonda nella quale penetra un forte inspessimento del tegumento del seme dal lato del rafe; embrione situato sulla faccia opposta al rafe. Il genere Erythea è stato fondato da Sereno Watson per due Palme di California (E. edulis ed E. armata) am- bedue adesso grandemente diffuse nei Giardini d’Europa, specialmente nella regione mediterranea, dove hanno comin- ciato a fiorire e fruttificare abbondantemente. Grazie alla cortesia del sig. B. Chabaud di Tolone sin dal Decem- bre 1905 ho potuto studiare i fiori ed i frutti freschi della Erythea edulis provenienti da un indivuo coltivato ad Hyè- res. Nello stesso tempo detta Palma ha portato fiori e frutti anche nel giardino del mio compianto amico il ba- rone generale Vincenzo Ricasoli alla Casa bianca presso Orbetello e dietro quest’esemplare ho descritto la fronda. Ho poi studiato anche i fiori della Erythea armata che ha cominciato a fiorire nel Giardino della Società toscana d’orticoltura a Firenze sin dall’Agosto 1903, rimanendo però sino al giorno d’oggi infeconda. I frutti di una forma della Erythea armata cresciuta ad Hyères e che io ho distinto come varietà microrarpa mi sono pure stati gentilmente trasmessi dal sig. Chabaud. Dallo studio accurato che per conseguenza ho potuto fare di queste Palme son veruto alla conclusione che nei fiori non csiste il più piccolo carattere per il quale il gen. Ery- thea sia possibile distinguerlo dalle Livistona. I fiori della Erythea edulis infatti sono tanto simili per forma e dimen- sione ed anche per la struttura di ogni loro parte, a quelli — 120 — della Livistona chinensis che tanto gli uni quanto gli altri quasi si possono descrivere con le medesime parole; solo nella L. chinensis i sepali non sono acuminati e l’ovario è del tutto glabro ed è più distintamente segnato in alto dalle impressioni delle antere nel bocciamento. Nel frutto l’unica differenza che io ho potuto riscontrare fra le Livi- stona e la Erythea l’ ho trovata nell’aderenza del seme con l’endocarpio. Tanto nella Erythea edulis quanto nella Livistona chinensis l’endocarpio è debolmente connesso col mesocarpio (carnoso) ed a maturità del frutto facilmente sì distacca da questo lasciando libero un nocciolo conte- nente il seme; ma nella Livistona chinensis, a completa maturità, il seme rimane libero dentro il guscio del noc- ciolo, mentre nella Erythea edulis (sebbene l’endocarpio abbia la medesima struttura ed il medesimo spessore di quello della L. chinensis) esso aderisce fortemente alla testa del seme colla quale forma quasi un solo tessuto. È sol- tanto quando i frutti sono prossimi alla maturità che nella Erythea edulis ha luogo l'adesione del seme all’endocarpio, poichè nei frutti di un anno, di detta palma, leggermente appassiti, il seme si distacca da sè dalla sua cavità, pre- cisamente come normalmente accade nella L. chinensis. L’embrione nelle Erythea rimane nella posizione medesima che nelle Livistona. La ragione per la quale l’endocarpio nelle Erythea e nelle Livistona si stacca così facilmente dal mesocarpio si trova nel fatto che le cellule del mesocarpio immediata- mente a contatto dell’endocarpio fanno parte di un tessuto parenchimatoso molle costituito da piccoli elementi a pa- reti sottili lassamente uniti fra di loro e quindi facilmente separabili. Nell'insieme tutto il pericarpio della Erythea edulis ha la medesima struttura anatomica di quello della Livistona chinensis. Ad eccezione quindi di una maggiore aderenza del seme all’endocarpio nelle Erythea, fra queste e le Livistona non esiste alcuna differenza generica. Le Erythea sono pure molto affini alle Brahea e spe- cialmente alla :-B. dulcis. Nei fiori non esistono differenze DE. ge "AZ Mo (°° IRR TT AARON A RIO ORA IE TI — 1221 — apprezzabili, ed il seme della B. dulcis non differisce da quello delle Erythea che per essere libero dall’endocarpio, essendochè anche in queste l’integumento del seme dal lato -del rafe penetra assai profondamente nella sostanza dell’albume. In conclusione quindi i generi americani Erythea e Bra- hea sono dei prossimi parenti dello asiatico Livistona. Se poi non si dovesse tener conto della maggiore o minore aderenza del seme all’endocarpio, del maggiore o minore inspessimento rafeale dell’ integumento del seme e della maggiore o minore penetrazione di questo nell'interno del. l’albume non sarebbe possibile separare le Erythea, le Acoe- lorhaphe e le Brahea dalle Livistona. Presentemente le specie di Erythea riconosciute sono 5, ma di queste la E. aculeata e la E. Brandegeeî sono poco ben note. ; Sulla superficie dei frutti freschi della Erythea edulis si scorgono bene anche ad occhio nudo numerosi puntolini assai più chiari del tessuto circostante, i quali non sono altro che piccole aperture od ostioli facenti capo ad una cavità assai ampia nel tessuto del pericarpio. Io ho fatto cenno di questi organi nella mia monografia delle Palme del Madagascar (Engler’s Bot. Jahrb. XXXVIII, 1906). Nei frutti mezzo maturi e secchi di E. edulis i rammen- tati organi si presentano come papille rilevate chiare per- forate all’apice, visibili anche con una semplice lente e che nel loro assieme hanno l’apparenza di piccoli coni vulca- nici. Le cavità sottostanti all’ostiolo sono irregolari e sem- brerebbero prodotte da disorganizzazione di un tessuto parenchimatoso, se non che sono tappezzate da cellule ir- regolari a pareti fortemente cuticularizzate, framezzo alle quali sembra che si facciano strada altre cavità molto più anguste e sinuose. Nulla saprei indicare sulla funzione di tali organi, i quali si ritrovano sulla superficie di molti altri frutti di Palme. Io ho di già fatto conoscere la loro presenza anche nelle TP p4| Hyphaene (1. c.), dove è presumibile che siano dovuti ad una trasformazione morfologica dei punti squamuliferi così abbondanti sulle fronde di queste Palme. Della medesima natura è presumibile che siano pure le punteggiature che si osservano tanto sulle fronde quanto sopra i frutti dei Borassus. Detti puntolini si riscontrano anche sulle fronde e sui frutti della Copernicia australis, ed in generale mi è sembrato di osservare che essi si trovano a preferenza sopra Palme a foglie glaucescenti e che sono di natura + xerofila. Prospetto delle specie di £rythea. A. Frutti più 0 meno globosi rotondati alle due estremità. 1. Fronde verdi, lembo lungo 70-85 cm., picciolo ro- busto molto debolmente armato. Fiori lunghi 3-5 mm. Frutto di 25-27 mm. di diam. E. edulis S. Wats. — Is. Guadalupa (Calif.) 2. Fronde (colore ?) con lembo lungo 40-60 cm., pic- ciolo gracile (largo 1 cm.) armato di spine lunghe 1 mm. Frutti globosi di 25 mm. di diam. E. aculeata T. S. Brandegee — Nord Mexico. 3. Fronde verdi, segmenti uniformemente striati; pic- cioli armati con spine lunghe circa 5 mm. Fiori lunghi 2.5 mm. Frutti lunghi 18-19 e spessi 15-16 mm. E. Brandegeei Purpus — Sud Lower California. 4. Fronde fortemente glauche ; segmenti fortemente striati dai nervi secondarî e più finamente dai terziarî; piccioli robusti, fortemente spinosi. Fiori di circa 2 mm. di lunghezza. Frutti 20-24 mm. lunghi, 20-22 mm. larghi, 16-17 mm. spessi. E. armata S. Wats. — Nord Lower California. Frutti sferici di 14-16 mm. di diametro. E. armata, v. microcarpa Bece. B. Frutti obpiriformi distintamente attenuati in basso. 5. Fronde con piccioli inermi, segmenti finamente e uni- formemente striati. Fiori lunghi 3.5 mm. Frutti lunghi 18-20 e larghi 15-17 mm. E. elegans Franceschi. — Sonora (N. Messico). 1. Erythea edulis S. Watson, Bot. of Calif. v. II, 212. — Brahea edulis H. Wendl. ex S. Wats. in Procced. Am. Acad. XI (1876) 120, 146; Orcutt. in Bot Gaz. IX, p. 262. DescrIzIone. — Bella Palma ma crescente assai lenta- mente, con tronco robusto annulato cicatricoso in basso, ricoperto in alto dalle vecchie fronde, alto sino 10-12 m., coronato da una chioma emisferica di fronde di un verde gaio di sopra, leggermente glaucescente di sotto (allo stato fresco). La pianta comincia a fiorire e fruttificare quando ancora manca di un tronco ben distinto, perchè questo anche in piante che hanno oltre 20 anni di vita rimane coperto dalle fronde più basse più o meno deperite. Fronde orbicolari, plicato-fttabellate, multifide; picciolo robusto, lungo circa m. 1.50, in sezione transversa. de- presso-triangolare, leggermente concavo di sopra. roton- dato di sotto, con margini acutissimi, i quali sono legger- mente e remotamente spinulosi in basso nelle piante adulte, più distintamente spinosi nelle fronde giovani, nudi almeno nella metà superiore; alla base, il picciolo è dilatato e porta 1 resti del reticolo filamentoso nel quale si dissolve la breve parte abbracciante, in alto sotto la ligula è largo 3.5 cm. e spesso 13-14 mm., intieramente liscio e verde come il lembo; ligula oblunga, irregolare a lembo essucco marce- scente ed in gran parte deciduo; il rachide da una base triangolare allungata si prolunga sino a circa il terzo inferiore della lamina ed è leggermente arcuato; lamina più corta del picciolo, misurante dall’estremità del pic- SIOE ciolo all'apice dei segmenti centrali circa 90 cm.; i seg- menti sono molto numerosi, oltre 100, tutti profondamente bipartiti (nelle foglie di pianta giovane assai meno che nelle adulte); i segmenti esterni sono molto piccoli ed angusti, larghi solo 5-6 mm., lunghi circa 30 cm., separati fra di loro a soli 2-4 cm. dalla ligula e profondissimamente bipartiti, i venienti sono gradatamente più larghi e più lunghi con i seni gradatamente più discosti dalla ligula ; i segmenti maggiori sono quelli della metà dei lati ed in questi i seni primarii rimangano a circa la metà del lembo, quivi sono larghi 3.5 cm. e da tal punto in su vanno gra- datamente restringendosi, dividendosi presto, a circa il terzo superiore dell’intiero lembo, in due punte lungamente acu- minate; in ogni seno si trova un filamento sottile e fugace; i segmenti sono di consistenza cartacea non molto rigida; sul secco appariscono molto finamente striati da numerosi nervi assai rilevati nella pagina inferiore, dove se ne pos- sono contare circa 3 al mm.; sulla pagina superiore la striatura è meno regolare che nella inferiore, perchè alcuni dei nervi sono leggermente più forti di altri; venule tran- sverse indistinte anche sul secco; margini non inspessiti. Spadici alquanto più corti delle foglie, assai robusti, lunghi circa quanto i piccioli, vaginati in basso da varie . spate tubulari rivestite da abbondante tomento facilmente removibile, paniculato-ramosi, composti da varie inflore- sceuze parziali sovraposte duplicato-ramose; le spate su- periori delle infiorazioni parziali sono tubulari e stretta» imente guainanti in basso, dilatate in alto in un lembo mem- branaceo essucco, cinnamomeo internamente, lanceolato— acuminato in forma d’orecchio d’asino, distintamente striate, diventanti glabre con l’invecchiare; tutte le diramazioni, come la parte assile, sono mollemente tomentose; nelle in- fiorazioni parziali i rami più bassi sono più o meno divisi o semplicemente 2-3-forcati; le ultime diramazioni, i ra- moscelli fioriferi, nascono dall’ascella di una piccola brattea bruna, membranacea, essucca, triangolare, lungamente su- bulata; alla base di ogni diramazione principale non si. _ Ù — 125 — trova brattea perchè questa vien trasportata più in alto; tutte le brattee sono strette, acuminatissime, sottili, membra- naceo-essucche, bruno-cinnamomee ; i ramoscelli fioriferi sono usualmente lunghi 6-8 cm., i maggiori, i più bassi, sino 10-14 cm., tereti, + sinuosi, attenuato-subulati al- l’apice, spessi alla base 3-4 mm. sul fresco, 1.5-2 mm. sul secco, portanti spiralmente ed assai densamente i fiori riu- niti in glomeruli di 2-3; più raramente i fiori sono solitarî, mentre non di rado nella parte più bassa dei rami sono anche in numero di 4; ogni glomerulo riposa sopra un tu- bercoletto poco prominente, provvisto di una piccola brattea comune triangolare, accompagnata da tante bratteole più piccole e più strette quanto sono i fiori; brattee e bratteole essucche, ciliate ai margini, molto sottilmente membrana- ceo-]jaline e rossastre nella punta, che è lungamente acu- minato-subulata. Fiori giallo verdicci, aprentisi successivamente, rimanendo il mediano il più tardivo; fiori in boccio bene sviluppato lungo 3.5 cm., ovato-piramidato-trigoni, acuti; calice car- nosulo e trigibbosulo in basso, subcampanulato nell’insieme, ma formato da 3 sepali latamente ovato-triangolari acu- minati, brevemente uniti in basso ed ivi coi margini leg- germente imbricati, valvati nel rimanente, verdi in basso sul fresco, jalini dal mezzo in su con una linea rossastra sulla carena, la quale si termina nella punta, peloso—-araneosi sul dorso, fortemente ciliati ai margini specialmente in basso; corolla circa il doppio più lunga del calice, profon- damente tripartita, latamente campanulata, ossia con le lacinie o petali eretto—patenti ed appena divaricati durante l’antesi, ovato-triangolari accuminati, molto brevemente uniti fra loro alla base, ed ivi coi margini a mala pena sovrapposti, del resto valvati, un poco inspessiti all’apice e di dentro con 3-4 nicchiette più o meno ben conformate, dove nel boccio rimangono accolte le antere. Androceo composto di 6 stami più corti della corolla; filamenti largamente triangolari carnosetti, molto bruscamente con- tratti in punta breve subulata tenuissima, nella metà in- oe feriore connessi con i petali dal lato dorsale ed uniti fra. di loro per i margini; essi formano col loro insieme una specie di coppa emisferica ipogina coronata da 6 denti, nella quale è accolto ed immerso l'ovario; antere piccole ovato-oblunghe, biancastre, a loggie paraliele disgiunte in basso sino al mezzo, dove dal lato dorsale sono inserite sul filamento. Ovario un poco più corto della corolla, com- posto di 3 carpelle semi-unite o subcoerenti e nell'insieme formanti un corpo turbinato subtrilobo, conico nella metà superiore, essendo gradatamente attenuato in uno stilo co- mune subulato, trisolcato, con stigma puntiforme; le sin- gole carpelle sono gibbose sul dorso un poco al di sopra della metà e quivi sono non molto marcatamente segnate dalle impressioni delle antere; ovulo basilare eretto ana- tropo con micropilo vòlto all’esterno. I giovanissimi ovarî sono quasi glabri, ma nello svilupparsi diventano del tutto tomentosi. Frutti globosi di 25-27 mm. di diametro, ma non per- fettamente sferici, umbilicati in basso, un poco meno con- vessi dal lato interno e da questo lato, specialmente verso l'apice, segnati da un rafe a mala pena avvertibile e che fa capo ad una inconspicua traccia dello stigma; questo punti- forme e non perfettamente apicale; da prima i frutti sono ver- di e lucidi con la superficie segnata da piccoli punti più chiari non molto fitti, poi di un giallo sporco ed a maturità per- fetta nerissimi e lucidi con i punti di cui sopra è parola leggermente impressi; l’epicarpio è sottile, pellicolare non staccantesi facilmente dal mesocarpio; questo è polposo, ma piuttosto asciutto, nero-violescente, molto zuccherino, dolce e grato, di 5 mm. di spessore, con fasci fibro—vasco- lari tenuissimi e quindi senza fibre apparenti; l’endocarpio si stacca dal mesocarpio e rimane aderente al seme ed è molto sottile; il seme fa quindi corpo con l’endocarpio; ne ri- sulta perciò un nocciolo della stessa forma esterna del frutto, globoso ma alquanto pianeggiante dal lato del rafe e ven- tricoso dal lato opposto, rotondato in alto, ottusamente ed eccentricamente caudicolato in basso, alto 17 millimetri, MES 2 } È “S È — 127 — largo 17-18 mm., spesso 14-15 mm. e quindi leggermente compresso da petto a rene; la sua superficie è opaca, bruno— terrea e come se fosse molto finamente smerigliata. Seme eretto, nell’ endocarpio attaccato alla base un poco da una parte; albume omogeneo molto compatto, corneo, del tutto pieno, grigio-verdognolo, con una larga e profonda intrusione rafeale del tegumento, in modo che l’albume si presenta in forma di ferro da cavallo, molto ac- centuata, in sezione transversa e meno in sezione longitu- dinale; embrione situato al di sotto della metà, dal lato più convesso, ossia da quello opposto al rafe; all’esterno del nocciolo la posizione dell'embrione è indicata da un piccolo punto orbicolare leggermente impresso. Hapirtat. — L’Erythea edulis è endemica sopra .l’ Isola Guadalupa, che rimane nell’Oceano Pacifico a circa 170 mi- glia a ponente della costa di Baja California (Penisola della California) poco al di là del 29° di L. N. Il Sig. T. S. Bran- degee scrive (Zoe v. V., 1905, p. 188) che sul versante orientale dell’isola è confinata nei canons, ma che dal lato occidentale cuopre grandi aree. Nell’ Erbario del « Missouri Bot. Garden » vi è un fram- mento dell’ esemplare originale raccolto nel 1875 dal Dr. Edward Palmer in Guadalupa Island (n.° 8024) ed inviato da Sereno Watson al Prof. Trelease. Esso consiste in una porzione di spadice in fiore e corrisponde perfettamente a gli esemplari coltivati che io ho ricevuto da Hyères. Gli spadici dell’ individuo di Hyères erano in fiore ai primi di Decembre; nello stesso tempo la medesima pianta portava frutti verdi ma che di già avevano raggiunto la forma e dimensione definitiva, provenienti dalla fioritura dell’anno precedente, e frutti di due anni, di cui i più ma- turi erano neri ed altri tutt'ora gialli. 2. Erythea aculeata T. S. Brandegee in Zoe, V. (1905) p. 196. Descrizione. — Questa Palma non sembra che acquisti le dimensioni delle sue congeneri (Brandegee). Il suo tronco si dice che non s' innalza più di 6-7 m. Fronde con lembo lungo 40-60 cm. diviso sino al di sotto del mezzo in circa 40 segmenti bifidi all’apice con sottili filamenti interposti. Piccioli gracili, 50 e più cm. in lunghezza (uno è largo 1 cm.), triangolare in sezione tran- sversa, coi margini armati di piccole spine uncinate lun- ghe 1 mm. Frutto globoso, alquanto pianeggiante da un lato, di 25 mm. di diam., embrione situato presso la base del lato esterno che è il più convesso; albume profondamente sca- vato presso la base del lato ventrale formante una cavità lunga 7 mm. e larga la metà. Si dice che il frutto per l’aspetto è molto simile a quello dell’. edulis, ma che l'in. cavo nell’albume è più grande. Non sono conosciuti i fiori. Haprrar. — Questa Palma venne scoperta in novem- bre 1904 dal Sig. T. S. Brandegee in una escursione in Sinaloa, Mexico, nelle vicinanze di Cofradia; vien detto che è abbondante a circa 30 miglia ad Est di Culzacan presso il confine dello stato di Durango. Osservazioni. — Il sig. F. S. Brandegee descrivendo questa specie ha trascurato di farci sapere se la fronda con il picciolo di 1 cm. di larghezza è di pianta giovane od adulta, cosa importante a conoscersi, specialmente per il carattere assegnato delle spine lunghe 1 mm.; nemmeno si fa parola del colore delle fronde stesse. Il nome di £. aculeata è stato precedentemente adoprato da Regel (Gartenfl. 1887, 279), ma per errore in luogo di E. armata (vedi Bull. misc. inf. Kew, n.° 16 p. 103). Non è una specie che possa accettarsi con piena confidenza. 3. Erythea Brandegeei C. A. Purpus in Garten Flora et in Zoe, V. (1906) p. 199. Descrizione. — Il tronco si dice che si eleva sino ad oltre 30 m. di altezza con un diam. di 30-40 cm. e che è liscio sino quasi sotto la corona, la quale è composta di 10-12 fronde flabelliformi leggermente filifere, pallidamente glaucescenti di sotto, verdi scure di sopra con lamina lunga circa 1 m. e divisa sino oltre la metà in segmenti larghi 1-3 cm. e fessi all’apice solo per il tratto di 2-10 cm.; pic- ciolo glabro, lungo 1-1.50 m., armato fittamente ai mar- gini di spine lunghe circa 5 mm. Spadice con infiorazioni parziali a quanto sembra poco ramose. Fiori piccoli, lunghi 2-5 mm., sessili subsolitarii; calice 8-partito, lobi deltoidei subciliati; corolla coi lobi il dop- pio più lunghi di quelli del calice; filamenti deltoidei-acu- minati; ovario oblungo, stili brevi. Frutto di 10-15 mm. di diam., pianeggiante dal lato ven- trale; embrione situato verso la metà del lato dorsale, la sua posizione non è però indicata all’esterno da alcun se- gno sulla superficie del nocciolo. Hagirar. — Il sig. T. S. Brandegee scrive che questa Palma cresce abbondantemente nelle montagne del « Cape Region of Lower California », nel carons od anche cuo- prendo spesso i fianchi delle montagne nelle posizioni espo- ste al Nord. Generalmente le foglie vecchie e morte ca- dono lasciando un tronco nudo e liscio di meno di 2 piedi in diametro (nella diagnosi latina si dice 30 cm.) sebbene possa raggiungere un’ altezza di 125 piedi (38 m.). Quando la pianta raggiunge una grande altezza, il tronco perde la rigidità delle altre specie del genere ed ondeggia al muo- ver del vento. Dagli abitanti del Cape Region è cono- sciuta col nome di « La Palmia » ed una forma di essa, poco ben distinta però, è chiamata « Palma negra ». Al 9 — 130 — cuni individui coltivati a San Josè del Capo (nell’estrema punta meridionale della Penisola di California) vengono distinti col nome di « Palma de Tlaco ». I giovani ger- mogli (young buds), lunghi due piedi (forse s’ intende par- lare dei giovani spadici) sono eduli; essi sono teneri e ras- somigliano molto per sapore alle rape crude; si dice che egualmente i giovani germogli della E. edulis sono man- giati dai messicani; forse però anche in questo caso s' in- tende parlare dei giovani spadici. OsservazionI. — La descrizione precedente è la tradu- zione quasi letterale di quella del Sig. Purpus riprodotta nel Giornale « Zoe », l. c. Di questa specie io non ho potuto avere esemplari adulti, da permettermi di produrre notizie più esatte e complete intorno ad essa. Il sig. Brandegee in una lettera cortese mi scrive di non possedere di essa che piccole piante vive nel suo giardino, ed aggiunge che nel 1903 una grande quantità di semi di questa Palma venne importata da Baja California, di modo che adesso i pepinieristi di San Diego, Santa Barbara e Riverside ne hanno un buon numero di piante tanto che in pochi anni essa diventerà assai diffusa in coltivazione. Per la gentilezza del Dott. F. Franceschi di Santa Bar- bara (California) io possiedo alcuni semi originali della Erythea Brandegeei provenienti da Capo S. Lucas, i quali però, benchè perfettamente formati, sono stati tutti vuo- tati da un coleottero. Dal medesimo dott. Franceschi ho ricevuto anche una fronda di detta specie, tolta ad un in- dividuo ancor giovane, e che quindi solo adesso comincia a caratterizzare. I frutti sono alquanto asimmetricamente globosi, essendo un poco, pianeggianti dal lato ventrale, rotondati alle due estremità, lunghi 18-19 mm., quasi egual- mente larghi e spessi 15-16 mm.; la superficie loro è lu- cida, quasi vernicosa e giallo ocracea con macchiette o linee longitudinali nere, talvolta più estese del fondo; il nocciolo è pure globoso, pianeggiante dal lato interno, Ren NE e oa POE, ne Ore Pr Ì ng DITA — 131 — molto ventricoso da quello esterno, acutamente caudiculato in basso, rotondato e senza traccia di mucrone all’ apice alto 14 mm. e spesso 11 mm.; la posizione dell’ embrione non è marcata all’ esterno del nocciolo da alcun segno. Il sig. Purpus descrive il frutto della £. Brandegeei 10- 15 mm. di diam., mentre poi in nota dice che è della gran- dezza di quello dell’ E. edulîs; ciò che è in contradizione con le misure ora indicate. Forse nella diagnosi del signor Purpus in luogo di frutto si deve leggere seme. La fronda di pianta giovane della quale sopra è fatta menzione ha un picciolo a sezione triangolare, piano di sopra, rotondato di sotto, coi margini molto fittamente e minutamente dentato—-spinosi; la lamina è quasi egual- mente verde sopra ambedue le faccie, non glaucescente e senza strato ceroso ; il rachide si prolunga pochissimo nel lembo; questo è diviso nella parte centrale sino a poco più del terzo inferiore ; i filamenti nei seni sono tenuis- simi; i segmenti sono gradatamente acuminati in punta fessa solo nell’estremo apice per il tratto di circa 1 cm., essi sono finamente uniformemente e nettamente striati da nervi secondarii. I frutti sono molto più piccoli di quelli della E. edul:s, e presso a poco della dimensione di quelli della E. armata; da questa subito si distingue per la mancanza dello strato cereo che rende così biancheggianti le fronde di detta Palma e per i segmenti uniformemente striati, i nervi se- condarî e terziarî essendo fra loro eguali. La Erythea Brandegeei non si può però ancora dire una Palma ben conosciuta e si richiedono esemplari più com- | pleti con fronde completamente sviluppate per una esatta descrizione. 4. Erythea armata S. Watson, Bot. of Calif. II, 212; Orcutt in Bot. Gazette, IX, 262; Garten Flora 1887, 279, fig. 74 (psalm. E. aculeata: vide Bull. misc. inf. Kew n.° 16, 103). — Brahea armata S. Watson in — 132 — Proc. Am. Acad. XI (1876), 146. — B. glauca Hort. — Brahea Roezlit Lind. IMustr. hort. XXVIII (1881), 38; André in Revue hort. 1883, 102. Descrizione. — Palma con una densa chioma emisferica di circa 4 m. di diam., formata da fronde rigide molto in- tensamente glauche e portata da un tronco rivestito in alto dalle basi delle vecchie fronde molto approssimate e che formano un grosso corpo globoso-ovato (2.25 m. di circonferenza in un esemplare). Il tronco può giudicarsi che abbia in basso il diametro di circa 60 cm. nella parte nuda, ma questa nelle piante da me viste e che hanno 20-25 anni di età comincia a mala pena adesso a rima- nere allo scoperto. i Fronde flabellato—plicato-multifide, suborbiculari, con lembo misurante 70-85 cm. dall’apice del picciolo all’estre- mità dei segmenti centrali; lembo e picciolo intieramente ed egualmente coperti sulle due faccie da un tenue strato di sostanza cerosa bianca, alla quale si deve principal- mente la tinta glauco—bluastra dell’ intiera chioma; il pic- ciolo è lungo 0,80-1.10 m., largo all’apice 2.5-3.5 cm.; in sezione trasversa è depresso-subtriangolare piano di sopra rotondato di sotto, da principio coperto, specialmente di sopra presso la base, da squame di apparenza forforacea laciniate o ramentaceo—filamentose brune, le quali poi la- sciano un’ impronta puntiforme o lineare sulla sua super- ficie; la base del picciolo è assai dilatata ed inspessita lungo la parte mediana, ed ai lati è grossolanamente pan- noso—fibrosa ; i margini sono assai fortemente e fittamente armati sino all’apice da spine pallide dentiformi a base larga, compresse, molto ineguali, spesso geminate od unite per la base e con le punte più o meno curve vòlte in senso contrario od anche solitarie e più o meno curvate ad ugniolo od anche recurvo—uncinate od ascendenti, quelle della parte più bassa più forti delle superiori e lunghe al più 8-10 mm. con spazî ineguali fra di loro varianti da 5-15 mm. di lunghezza; la ligula ha un margine ineguale — 133 — marcescente ed una base legnosa -- semilunare perma- nente; il rachide da una base triangolare bruscamente si ristringe e si prolunga nella lamina per il tratto di 15-20 em., incurvandosi anche alquanto. I segmenti, molto rigidi, sono circa 50, sottilmente co- riacei; tutti molto profondamente bipartiti, i secondi seni trovandosi solo 2-5 centimetri al di sopra dei seni primarî; questi nella parte centrale rimangono a circa la metà del lembo ed ai lati estremi a pochi centimetri dalla ligula; i segmenti esterni ed alcuni pochi del centro sono molto stretti con le divisioni lineari larghe solo 6-10 mm. ed acuminatissimi ; i segmenti più grandi sono quelli della metà dei lati, sono larghi 3.5-4 cm. all’altezza dei secondi seni e da questo punto le divisioni secondarie sono leg- germente divaricate, gradatamente ristrette verso la punta che è lungamente acuminata rigida (non ricascante); i mar- gini sono leggermente inspessiti e non di rado un poco si- nuosi; le costole (superiori ed inferiori) sono assai robuste, fra loro quasi eguali ed hanno il dorso piano e liscio ; i nervi secondarî sono poco apparenti sul fresco ma lo sono molto sul secco, egualmente rilevati sulle due super- ficîè, che per tal motivo sono molto distintamente e non molto fittamente striate essendo i nervi secondarî discosti fra di loro 0.8-1 mm.; coll’aiuto della lente fra un nervo se- condario e l’altro si scorgono altri 3-4 nervi terziarî; le venule transverse sono indistinte; nei seni si trova un te- nue filamento fugace. Spadici un poco più lunghi delle fronde, eretto-nutanti, lunghi 1.80-2 m. compresa una parte peduncolare lunga 50-60 cm., nel rimanente portano 5-6 infiorazioni par- ziali; la parte peduncolare è fortemente compresso-anci- pite, molto strettamente inguainata da 2-3 spate larghe 2.5-3 cm., sottilmente coriacee, glabre, fesse solo in alto e troncate obliquamente alla bocca, con l’estremo apice bre- vemente ed ottusamente bidentato ; le spate superiori sono simili alle più basse ma gradatamente più piccole, e sono pure lungamente tubulose ; le infiorazioni parziali formano — 134 — delle pannocchie assai dense provviste di una parte pe- duncolare intieramente inclusa nella respettiva spata dalla quale escono arcuato-patenti e vòlte tutte dal lato esterno, 3-plicato ramose con le ultime diramazioni o ramoscelli fioriferi spessi circa 1 mm., finamente tomentelli come tutte le parti assili. Fiori riuniti in numero di 2-3 a formare dei glomeruli as- sai ravvicinati provvisti di una brattea comune minutissima subulata lunga quasi quanto i fiori, ma poi decidua. Fiori in boccio bene evoluto globoso-ovati, lunghi 1.8-2 mm.; calice formato di 3 sepali quasi del tutto liberi fra di loro, molto latamente ovati o suborbicolari ottusi od acutiu- sculi, puberuli specialmente in basso ed ai margini (che sono ialini), un poco inspessiti alla base e sul dorso: quivi ottusamente carenati; corolla il doppio più lunga del ca- lice, profondamente 3-partita, con le divisioni o filli molto latamente ovato-triangolari carnosetti ottusiusculi, imbri- cati in basso per i margini, nel rimanente valvati, in spessiti all'apice ed ivi di dentro marcati da 3—4 nicchiette più o meno ben conformate; androceo formato da 6 stami più corti della corolla con i filamenti carnosetti, che da una larga base triangolare bruscamente si ristringono in una punta breve subulata tenuissima, connessi fra di loro e coi petali nella loro metà inferiore e formanti col loro in- sieme una specie di coppa emisferica ipogina, dove è ac- colto ed immerso l’ovario ; antere piccole, ovato-oblunghe, a loggie parallele disgiunte in basso sino al mezzo, punto dove dal lato dorsale sono inserite sul filamento, deiscenti lungo i lati; ovario lungo quanto gli stami, puberulo verso la metà, ossia con una specie di corona pelosa tutto in giro in corrispondenza della fauce della corolla, lata- mente turbinato, subtrilobo, conico nella metà superiore ed ivi appena impresso, attenuato in stilo breve subulato, 3-sulcato, 3-denticulato all’apice con stigmi puntiformi; carpelle con ovulo basilare eretto anatropo. Perianzio frut- tifero. piccolissimo, poco appariscente, quasi immutato. Frutti portati da ramoscelli sottili puberuli color paglia % — 135 — di 1-1.5 mm. di spessore, riposanti sopra un piccolo tu- bercoletto, globoso-assimmetrici essendo alquanto più con- vessi dal lato esterno che non dall’ interno (sul quale ri. mane un accenno di rafe longitudinale) ed un poco più lunghi che larghi; essi sono rotondati alle due estremità, con pericarpio carnoso che facilmente si stacca dal noc- ciolo; sul secco sono di colore bruno-giallastro—sporco spruzzato di macchie allungate quasi nere, variano assai di dimensione (20-24 mm. di lunghezza, 20-22 mm. di larghezza e 16-17 mm. di spessore). Vi sono alcuni frutti che hanno dimensioni anche minori di quelle indicate, ma che pure hanno il seme abbonito. Il nocciolo è subdimi- diato-globoso, essendo quasi pianeggiante dal lato interno, lungo e largo 13-15 mm., spesso 10-12 mm., brevemente caudiculato in basso, rotondato in alto o con un accenno di apicolo pungente, a superficie opaca, con l’ intrusione rafeale dell’ integumento del seme penetrante profonda- mente nell’albume ; questo è scavato in forma di ferro di cavallo tanto in sezione longitudinale, quanto in quella trasversa ; embrione laterale mai assai spesso, situato molto in basso e fuori della linea mediana; la sua posizione si riconosce anche all’esterno dalla piccola areola circolare impressa sul guscio. In altri frutti (di provenienza diffe- rente da quelli ora descritti) il nocciolo è leggermente più grosso giungendo sino a 17 mm. di lunghezza, 16 mm. di larghezza e 12.5 mm. di spessore con l’apicolo minutissimo ma quasi pungente. Hapirar. — Questa bellissima Palma, tanto ornamentale e così caratteristica per il suo fogliame glauco bluastro che le ha valso il nome di « Blue Palm » dagli ame- ricani, è indigena della parte settentrionale della peni- sola di California o Baja California, e cresce nei canons lungo il letto arenoso dei fiumi poveri d’ acqua, dopo che questi hanno abbandonato le montagne, tanto sul versante orientale quanto su quello occidentale. (T. S. Brandegee: « Palms of Baja California » in « Zoe » V, 1905, p. 188). — 1536 — È possibile però che il suo «habitat» non sia tanto ristret- to, e che in conseguenza di ciò esista più di una forma di questa specie. Ciò risulterebbe anche dagli esemplari che si hanno in cultura nella regione mediterranea, fra i quali si nota una certa differenza nel portamento e specialmente nelle dimensioni dei frutti. Sino dall’ottobre 1886 io ho ricevuto dal signor Orcutt i frutti che ho ragione di ritenere come tipici e che ho sopra descritto ; essi vennero raccolti in agosto 1885 nel Cantiles Canon del Nord Lower California; dalle piante nate da questi semi ho scritto la descrizione per quel che riguarda la parte vegetativa mentre è dall’ esemplare che ha fiorito nel giardino della R. Società Toscana di Orticol- tura che ho descritto gli spadici ed i fiori. Erythea armata var. microcarpa Becc. Frutti considerevolmente più piccoli che nella forma ti- pica, subsferici, di 14-16 mm. di diametro; nocciolo lungo 12-13 mm. e spesso 9-10 mm. OssERVAZIONI. — Di questa varietà mi sono stati inviati, in dicembre 1905, dal sig. B. Chabaud di Tolone, i frutti maturi ed alcune infiorazioni parziali dello spadice con ovarî da poco abboniti; tali parti provenivano da un in- dividuo coltivato ad Hyères, del quale mi dispiace di non aver potuto studiare le fronde, sebbene sia assai probabile che se esiste una differenza fra queste e quelle della forma tipica, tale differenza debba esser ben piccola. Le infiorazioni parziali formano delle assai grandi pannoc- chie nutanti, ovate, lunghe 30-40 cm., densamente 3-plicato— ramose, con parte assile gracile, spessa in basso 5-6 cm., finamente tomentella ; ramoscelli fioriferi molto gracili, fili- formi, flessuosi, di circa 1 mm. di spessore alla base; i maggiori, i più bassi, lunghi 10-12 cm., essi pure fina- mente tomentelli, quelli della parte apicale dei rami più — 137 — corti. Fiori per lo più gemini o terni od anche solitarî, formanti al solito modo dei piccoli glomeruli alternato— spirali situati all’ ascella di una piccolissima brattea. Di fiori ne ho visti solo alcuni rimasti disseccati framezzo ai rami della porzione di spadice che portava i giovanissimi frutti; questi sono finamente e poco distintamente pube- scenti. I fiori sono un poco più grandi di quelli descritti per la forma tipica, il boccio misurando 2.5 mm. di lun- ghezza; l’ovario nel boccio giovane è del tutto glabro, poi diventa distintamente coperto da peli dal mezzo in giù; in questo periodo di sviluppo i peli sono vòlti in sà ma diventano rivolti in giù nelle carpelle in via di sviluppo. I frutti maturi sono subsferici, di 14-16 mm. di diam., un poco meno convessi da un lato, quello interno, lungo il quale si trova un accenno di rafe facente capo all'apice nei resti leggermente eccentrici dello stigma. La superficie del frutto è liscia, da prima giallo sporco e poi, a completa maturità, bruno-spadicea con macchiette longitudinali più scure e quasi violescenti; il mesocarpio è finamente gru- moso e piuttosto asciutto, bruno giallastro, zuccherino, staccantesi molto facilmente dall’ endocarpio, con poche fibre molli nello strato più interno; l’ epicarpio è sottile pellicolare e resistente; l’ endocarpio rimane aderente al seme esattamente come nella E. edulis, ma più facilmente che in questa si stacca dal mesocarpio. Non è, come vien detto nel « Genera Plantarum », che nella E. armata il seme rimanga libero dal pericarpio e nella E. edulis vi aderisca; in tutte e due l’ endocarpio aderisce al seme, ma nella E. edulis il seme (avvolto però dal- l’endocarpio) si stacca con una certa difficoltà dal meso- carpio, mentre ciò avviene più facilmente nella E. armata. Il seme avvolto strettamente dall’endocarpio, ossia il noc- ciolo, è simile a quello della E. edulis ma è più piccolo che in questa, globoso, un poco meno convesso dal lato del rafe che dall’altro, rotondato alle due estremità, ma con un minutissimo apicolo pungente all'apice ed un brevissi- mo ed ottuso caudiculo alla base: è lungo e largo 12-13 — 138 — mm. e spesso 9-10 mm. : è quindi leggermente compresso da petto a rene: la sua superficie è opaca e come fina- mente smerigliata, di colore bruno-terreo uniforme. 5. Erythea elegans Franceschi n. sp. Descrizione. — Fronde (di pianta giovane) con picciolo gracile finamente striato (sul secco) a sezione transversa latamente triangolare, piano di sopra e con spigolo molto ottuso di sotto, e margini acuti inermi; ligula alquanto irregolare con un margine bruno tabacco, tomentoso-ramen- taceo essucco deciduo; il rachide si prolunga poco distin- tamente per qualche cm. oltre l'apice del picciolo; il lembo è glaucescente in modo eguale sulle due faccie; i segmenti sono di consistenza cartacea, piuttosto sottili ma rigiduli ; nella parte centrale sono uniti sino a circa la metà, e vanno poi gradatamente restringendosi in punta acuminata molto brevemente fessa all'apice; sono molto finamente ed uni- formemente striati dai nervi secondarî; venule transverse indistinte. Frutti piriformi o latamente obovati, un poco pianeg- gianti dal lato assile, lungo il quale si trova un superfi- ciale solco o rafe, alquanto attenuati in una base piuttosto acuta e per di più brevemente pedicellati dal perianzio fruttifero, rotondati in alto dove appena si scorge la cica- tricula dello stigma; la superficie loro è fortemente corru- gata sul secco, glabra, con traccia di pubescenza presso la base; sono lunghi 18-20 mm. (non compreso il perianzio) e larghi 15-17 mm. Il perianzio fruttifero è portato da un brevissimo callo discoideo lungo e largo circa quanto il calice, il quale è indurito e pure calloso; nell'insieme ca- lice e callo formano un pedicello al frutto lungo circa 3 mm.; dai resti del perianzio si giudica che i fiori debbono essere di poco più piccoli di quelli dell’ E. edulis, ma più grandi di quelli della E. armata. Il pericarpio si stacca molto facilmente dal nocciolo; questo è globoso, leggermente - » a se | ui Ti i ai i ae ae A e ao SII) nl TA — 139 — pianeggiante dal lato assile, rotondato in alto o con ivi un accenno di minutissimo apiculo pungente, non acutamente caudiculato in basso, lungo e largo 14-15 mm., spesso circa 12; embrione situato al di sotto della metà; la posizione di questo è segnata all’esterno del nocciolo da una piccola depressione circolare; intrusione rafeale dell’ integumento molto pro- fonda; l’albume in sezione longitudinale ha una forma se- milunare ed ha lo spessore di 3.5 mm. Hagrrat. — Stato di Sonora nel Nord Messico. OsservaziONI. — È specie ben distinta oltre che per le fronde verdi-glauche a segmenti brevi bifidi e picciolo inerme per il frutto piriforme attenuato in basso e portato da un perianzio distintamente pedicelliforme. Il dott. Franceschi, Presidente della « Southern Califor- nia acclimatizing Association » di Santa Barbara, Califor- nia, colla sua solita cortesia e liberalità mi ha inviato di ‘| questa distintissima specie di Erythea una fronda di pianta giovane ed alcuni trutti maturi, scrivendomi al tempo stes- so, in data dell’8 giugno 1906, che il nome di £. elegans era stato da lui applicato a questa palma nel suo catalogo, ma che una volta o l’altra si proponeva di pubblicarne una descrizione, la quale però io credo non sia ancora compar- sa. Di questa medesima palma ho trovato pure alcuni frutti nell’ Erbario del « Missouri botanical Garden », inviati al prof. Trelease dallo stesso dott. Franceschi ed accompagnati da una sua lettera in data del 28 aprile 1901. Da tali lettere tolgo le seguenti informazioni: Nulla si conosce intorno al luogo d’origine della £. elegans, eccettochè i semi furono portati circa 25 anni fa da un minatore dalle vicinanze di Hermostllo, nello Stato di Sonora nel nord Messico, a John Rook, che aveva a quel tempo un piantonaio a San Josè; da questi semi è stato rallevato un certo numero di piante, che hanno impiegato molto tempo a crescere. Da allora in poi la pianta non è più stata ritrovata e non ne sono stati più importati semi. A conoscenza del dott. Franceschi solo — 140 — un individuo sin da verso il 1894 o 95 ha cominciato a portare fiori e frutti a Los Angeles. Diversi esemplari han- no preso la via dell'Europa ma non è conosciuto sotto qual nome vi figurino; fra gli altri due furono inviati qualche anno fa a Kew; adesso pochissimi ne rimangono in Cali- fornia ed uno è coltivato dal sig. Franceschi stesso; questo individuo appartiene la fronda che io ho ricevuta. La pianta cresce lentissimamente e produce un tronco bre- ve e non molto robusto. Il frutto maturo prende un colore giallastro ed è coperto da un sottile strato di una sostanza di aspetto ceroso. Le foglie sono perfettamente glabre e glaucescenti; l’inflorescenza è simile a quella della E. ar- mata, ma è più piccola. Gen. 6. — Copernicia Mart. Hist. nat. Palm., III, 242, t. 49, 50 — excl. t. 50 A, I-IV — (1837?) et Palm. Orbign., 41, t. 1, f. 3 et tab. 24; Benth. et Hook. f. Gen. plant., III, 927 (excl. Crysophila). Palme elate o subelate con fronde flabellato- multifide ; picciolo spinoso ai lati, terminato al. l'apice davanti da una ligula e di dietro quasi orizzontalmente v con un accenno di brevissimo rachide non prolungato nel lembo. Spadici allun- gato-paniculati, molto ramosi, con varie spate tu- bulose e varie infiorazioni parziali sovrapposte ; queste divise in varî ramoscelli fioriferi, ognuno guainato esso pure da una spata più o meno tubu- losa in basso od anche semplicemente bratteato al suo punto d'origine. Fiori solitarî o + glomerulati, bratteati e bratteolati. Calice tubuloso, + profonda: mente 3-dentato. Corolla + distintamente tubulosa in basso, divisa in 3 filli valvati, assai spessi, for- temente scolpito-alveolati internamente. Stami coi — 141 — filamenti connati in basso al tubo della corolla e formanti alla fauce di questa una corona 6-loba o 6-dentata, bruscamente ristretti e subulati nella parte superiore; antere ovate od oblunghe, dorsi- fisse. Ovario composto di 3 carpelle libere in basso ed unite per gli stili formanti esse un corpo ovato 0 turbinato, non o più o meno scolpito in alto, bru- scamente contratto nello stilo comune, con stigma 3-denticulato. Frutto essucco o quasi, globoso od ovoideo, formato da una sola carpella, con i resti delle carpelle sterili portati all’apice di quella fer- tile; mesocarpio scarso ; endocarpio crostaceo—le- gnoso sottile staccantesi + dal mesocarpio e for- mante un nocciolo. Seme libero nell’endocarpio, con ilo basilare; rafe sopra un lato del seme con poche diramazioni; albume profondamente rumi- nato; embrione basilare presso l’ilo. Il genere Copernicia è stato fondato da Martius (Hist. nat. Palm. vol. III, p. 242) per la Corypha cerifera di Ar- ruda da Camara, come l’illustre autore dichiara: « Cory- « pha cerîfera, Arruda da Camara in operis nostri p. 56-57 « iterato examini subjecta a C'oryphae charactere ita ab- « horrere visa est, ut pro typo distincti generis, Livistonae « prae aliis affinis, rectius haberetur ». È però bene da osservarsi che Martius nelle pagine ci- tate della sua opera (56, 57) e nelle tavole 49 e 50 de- scrive e figura soltanto la Palma che egli stesso aveva incontrato nel Brasile nella provincia di Piahuy; però a pag. 242 della stessa opera, la sua descrizione non si ri. ferisce alla sola Palma di Arruda, ma comprende due Palme ben distinte, vale a dire : la vera Copernicia cerifera del Brasile (che vien descritta diffusamente a pag. 56, 57 e figurata nella tav. 49-50) ed un’altra Palma del Para- PL guay molto differente dalla precedente ed essa pure molto bene figurata nella tav. 50 A, f. 1-IV della medesima opera. Anzi, avendo Martius riconosciuto che i frutti figurati nella tav. 50 A differivano notevolmente da quelli figurati nella tav. 50, credendo che la differenza dipendesse da imperfetta rappresentazione scrive: « Bacca, cuius iconem « in ipso itinere secundum exemplar nondum maturum fe- « stinante calamo delineatam in tabulae 50, figura 10 red- « didi, exactius depingitur in tabula 50 A >». Infatti detto frutto della fig. 10 tav. 50 non sembra cor- rispondere a quello della vera C. cerifera. Comunque ciò sia rimane bene stabilito che la specie tipica del genere Copernicia è quella di Arruda, del Brasile, alla quale deve rimanere il nome di C. cerifera; mentre la creduta Coper- nicia cerifera dell’Argentina e del Paraguay appartiene ad un’altra specie, alla quale può assegnarsi il nome di C. australis. Ciò che poi è più singolare si è che queste due specie non appartengono alla medesima divisione o gruppo nel quale possono repartirsi le Copernicia. Ed invero nel gruppo al quale appartiene la specie tipica (C. cerzfera) non esi- stono spate tubulose che sulle diramazioni primarie dello spadice; mentre nell’altro gruppo che ha per tipo la C. aw- stralis, anche le ultime diramazioni o ramoscelli fioriferi sono guainati da una spata più o meno lungamente tubulosa. Il genere Crysophila, fondato da Blume per la Cory- pha nana Humb. et Bonpl., venne riportato da Bentham ed Hooker nel « Genera Plantarum » sulla autorità di H. Wendland, alle Copernicia, fra le quali però a me sem- bra che non possa essere incluso perchè queste hanno tutte fiori ermafroditi, mentre quelli della Crysophila ven- gono descritti di due qualità, ossia alcuni, così detti erma- froditi, con un ovario abortivo, ed altri feminei mancanti di stami. Di più nella Corypha nana gli stili del fiore fe- mineo sembrerebbe che dovessero essere liberi, e quindi di tutt'altra natura di quelli delle Copermnicia. Mei gi lrn IAA RR RA A ole» (PIA MRE Peio DS° po \ — 143 — Prospetto delle specie di Copernicia. A. EucoPERNICIA. — Spadici con spate tubulose soltanto sopra l’asse principale e sopra l’asse delle infiorazioni parziali; diramazioni secondarie nascenti tutte dal- l’ascella di brattee non tubulose. I. Fiori glomerulato-terni sopra i ramoscelli fioriferi. a) Filamenti staminali connati alla fauce della corolla in un anello carnoso coronato da 6 minutissimi dentini subulati; tubo della corolla 6-costulato in- ternamente; ovario puberulo in alto. 1. C. cerifera (Arruda) Mart. — Brasile. b) Filamenti staminali formanti alla fauce della corolla una corona distintamente 6-loba, con lobi lata- mente triangolari e repentinamente subulati ; tubo della corolla internamente liscio; ovario glabro. 2. C. Berteroana Becc. — S. Do- mingo. II. Fiori solitarî e sessili sui ramoscelli fioriferi. a) Fiori in boccio rotondati in alto; filli della corolla triangolari equilateri; antere quasi sessili; tubo della corolla liscio internamente. 3. C. tectorum (H. et B.) Mart. — Venezuela. . 5) Fiori in boccio conico-acuti; filli più lunghi che larghi; antere portate da un filamento subulato lungo circa quanto le loggie; tubo della corolla 6-costulato internamente. 4. C. Sanctae-Martae Becc. — Nuova Grenada. — 144 — B. CopernIcIopsIis. — Tutte le diramazioni dello spadice, comprese le ultime, vaginate alla base da spatelle tu- bulose. I. Ramoscelli fioriferi, dritti, filiformi, lunghi 3-5 cm., por- tanti i fiori in piccoli glomeruli di 2-3, ogni glomerulo minutamente bratteato. 5. C. australis Becc. — Paraguay, Argentina. II. Ramoscelli fioriferi molto abbreviati, formanti corte spi- ghette # scorpiodee con fiori molto ravvicinati all’ascella di brattee relativamente grandi. # Ramoscelli fioriferi, fiori e brattee glabri. 6. C. glabrescens Wendl. — Cuba. *# Ramoscelli fioriferi e brattee pelosi. + Corona staminale superficialmente 6-dentata con gli stami tutti ad una medesima altezza. a) Fiori in boccio ovati acutiusculi ; segmenti della corolla triangolari equilateri appressatamente sericei all’esterno. 7. C. hospîita Mart. — Cuba. 5) Fiori in boccio ovati acuminati, coperti all’ ester- no da peli patenti. 8. C. Curtissit Becc. — Isla de Pinos. --+ Corona staminale 3-loba, con 3 stami assai più corti degli altri 3 e situati nei seni fra i lobi che portano i 3 stami più lunghi; ul- time diramazioni crasse densiflore pelosissime. 9. C. macroglossa Wendl. — Cuba. 1. Copernicia cerifera Mart. Hist. nat. Palm. III, 56, t. 49 et 50 (excl. f. 10) et p. 242 (ex parte). — Corypha cerifera Man. Arruda da Camara in Koster Travels in Brazil. London 1816. App. (ex Mart. l. c. 56). DescRIZIONE. — Tronco alto 10-12 m., cilindrico, dritto, per lo più un poco incrassato alla base, del diametro di 15-20 cm., talvolta nudo in basso e segnato dagli anelli assal approssimati delle foglie cadute, coperto nella parte superiore dalla base dei piccioli persistenti che lo rendono singolarmente capitato o più raramente rivestito di tali re- sti sino alla base ed allora del diametro di 30-45 cm. (Mart.). Fronde lunghe 1-2 m., formanti un’ ampia chioma glo- bosa; quelle vecchie lungamente permanenti ricascanti e rivestenti la parte alta del tronco. Picciolo lungo 60-90 cm. con base dilatata, esternamente convessa e nel mezzo gib- bosa, depresso, un poco concavo di sopra e convesso di sotto, armato sul margine di spine crasse compresse adun- che retrorse, connesse da una stria nera marginante (Mart.). In un esemplare (Glaziou n.° 9016) il picciolo in alto è largo 3 cm., spesso 8 mm.; ligula glabra semirotondato—oblunga, sottilmente coriacea a contorno rotondato—crenato; di sotto all'apice, il picciolo si estende in un’area semi-ovato-sub- triangolare delimitata da un indistinto orlo; rachide O; il lembo è apparentemente */, orbicolare, indiviso nella parte centrale sino a 30-40 cm. dall’apice del picciolo ed ai lati sino a soli 2-3 cm., rigido, sottilmente coriaceo, cereo—pul- verulento o biancheggiante sulle due superficî, anzi quasi più di sopra che di sotto, diviso in circa 60 segmenti, i quali facilmente si fendono lungo la costa mediana e con le due parti che tendono a combaciarsi; le coste mediane supe- riori sono nude, non molto robuste, piuttosto ottuse e si terminano nel seno senza alcun filamento ; le mediane in- feriori sono pure nude, quasi più forti delle superiori e a dorso piano, si assottigliano molto in alto, di sopra sono tenui e punto prominenti, e sì terminano quasi all’ apice 10 — 146 — del segmento pure senza filamento; i nervi secondarî sono assai conspicui e ve ne sono 5-6 per parte alla costa me- diana, non equidistanti, egualmente visibili sulle due su- perficî, traversati non molto fittamente da venule transverse sinuose ed irregolari e per lo più oblique; margini legger- mente inspessiti, talvolta non rettissimi; i segmenti cen- trali misurano 85 cm. di lunghezza dall’apice del picciolo, e 34-35 mm. nel punto più largo, che rimane a 7-8 cm. al disopra dei seni e da dove vanno gradatamente attenuan- dosi sino all'apice, che in quelli proprio del centro non è molto acuminato, brevemente bifido e talora anzi diviso solo in due denti acuti; i segmenti laterali sono più stretti dei centrali, con punta molto più acuminata e divisa per il tratto di 5-7 cm. in 2 punte molto sottili e subulate. Spadici molto allungati, eretto-patenti e lunghi 5-6 piedi (Martius), triplicato-ramosi, composti di varie infiora- zioni parziali alternato—-sovrapposte. Spate primarie allun- gate, tubulose, cilindriche almeno in alto ‘dove hanno 12-14 mm. di diam.) strettamente guainanti, finamente striate per lungo, glabre, troncate obliquamente alla bocca, dove il margine è intiero od appena reticolato—fibroso, pro- lungate da un lato in punta triangolare acuta carinata sul dorso. Infiorazioni parziali lassamente paniculato-allungate; una di queste è lunga circa 60 cm., con una parte pedun- culare piano—convessa a margini acutissimi ed intieramente inclusa nella sua spata; la pannocchia è divisa in 6-7 rami, ognuno nascente dal di devtro di una spata tubulosa si- mile alle spate primarie ma più piccola e più attenuata nella parte inferiore; i rami sono densamente peloso—velu- tini in ogni parte, con parte peduncolare inclusa nella respettiva spata e con varî ramoscelli fioriferi alternato— distici, i quali al momento dell’antesi sono arcuato—patenti flessuosi, con la parte assile subterete, spessa alla base 2-3 mm. e sinuosa fra un ramo e l’altro. I rami più bassi, che sono assai più grandi degli altri ed alle volte anche duplicato-ramosi, portano 10-12 ed anche più ramoscelli fioriferi; i seguenti sono gradatamente più piccoli e con — 147 — minor numero di rami, gli estremi sono semplicemente 3-2- forcati od anche semplici. I ramoscelli fioriferi sono fili. formi, 1-1.5 mm. di spessore e nella parte bassa dello spa- dice di sino 8-10 cm. di lunghezza; i superiori sono assai più brevi, tutti nascono dall’ascella di una sottile brattea membranosa strettamente lanceolata-acuminata, nei ramo- scelli più bassi talvolta assai allungata, nei superiori lunga solo pochi mm. Fiori in piccoli glomeruli alternato—spirali ; questi di 2-4 fiori, provvisti ognuno di una minuta bratteola completa- mente nascosta dalla peluria, aprentisi successivamente, densamente e completamente coperti di corti peli all’esterno; in boccio i fiori sono ottusamente 3-goni, nell’antesi lunghi 3.5 mm. Calice brevemente tubuloso, di 2 mm. di diam., poco più lungo che largo, poco distintamente 3-lobo, i lobi rimanendo nascosti dalla peluria. Corolla tubulosa per oltre tutta la metà inferiore; nella parte eserta dal calice divisa in 3 larghi denti deltoidei, patenti, che comunicano all’in- tiera corolla aperta una figura 3-angolare pure equilatera; i denti sono relativamente assai spessi, distintamente mar- ginati, inspessiti all’apice, dove sono terminati da un ciuffo di peli, segnati nell’interno da 4 solchi stretti e profondi e da corrispondenti creste pilosule; il tubo internamente ha 5 creste leggermente rilevate nei punti sottostanti alle antere; stami coi filamenti connati al tubo della corolla e formanti alla fauce di questa un anello carnoso sporgente sulla fauce e coronato da 6 dentini lineari, brevissimi che repentinamente si innalzano dal suo orlo; antere dorsifisse, erette, piccole, brevemente ovate, rotondate alle due estre- mità e con loggie parallele introrse. Carpelle formanti un corpo turbinato, carnoso in basso, cartilaginoso nella parte superiore e quivi rotondato, non scolpito e pilosulo lungo alcuni punti, bruscamente contratto in un sottile stilo che durante l’antesi giunge all’altezza degli stami; stigma bre- vissimamente 3-lobo. Delle 3 carpelle, che sono accostate ma non connesse fra di loro, d’ordinario se ne sviluppa una sola, questa trasportando al suo apice le carpelle rimaste abortive. — 148 — Frutti ovoidei, talvolta globoso-ovoidei; mesocarpio scar- sissimo, grumoso, con poche fibre anastomosato-reticolate, tenui e molli nella parte più interna; endocarpio molto sottilmente subpergamenaceo-legnoso, fragile, formante un nocciolo che si stacca assai facilmente dal mesocarpio ed è della medesima forma del frutto, ma alquanto variabile, di 18-24 mm. di lunghezza e 16-18 mm. di larghezza, più o meno caudiculato in basso e con un accenno di apicolo pungente nella sommità. | Seme libero nell’endocarpio, ovoideo, lungo 16-20 mm., largo 13-17 mm., rotondato alle due estremità, spesso più in basso che in alto; ilo situato alla base di un lato ed assai esteso ; rafe piuttosto angusto occupante tutto un lato del seme con 7-8 diramazioni che si distaccano verso l’alto, per lo più non anastomosate e delle quali alcune scavalcano il vertice del seme per andar poi tutte a riunirsi dal lato opposto dove si trova l’embrione; albume distintamente ru- minato; l'embrione è basilare leggermente eccentrico. Haprrar. — Questa Palma secondo Martius cresce al Brasile nei campi ombrosi lungo i fiumi S. Francesco nel- l'interno della provincia di Bahia e di Pernambuco, come pure nei campi della provincia di Piauhy, ora solitaria, ora formante boschi abbastanza folti. Nella provincia di Bahia, a S. Antonio, è stata raccolta anche da Blanchet (n.° 3152 in Herb. de Candolle). Io ne ho ricevuti i frutti dal Cearà inviatimi dal Dott. Joaquim da Costa Sena. Dagli indigeni è chiamata « Carnaiba » o « Carnahuba », più raramente « Caranahìba ». Gli usi sono i medesimi di quelli indicati per la Copernicia australis. A questo pro- posito Martius cita come utile a consultarsi: Brando in Phil Trans. Lond. 1811. Barbosa Rodrigues (Palmae Mat- togross. p. 1) cita M. A. de Macedo « Memoria sobre a Carnauba » pubblicata a pag. 281, vol. 4° nuova serie 1856 dello « Ausiliador da Industria Nacional » : cita pure una « Notice sur le Palmier Carnauba » pubblicata nel 1867 dallo stesso M. A. de Macedo. È possibile però che in questi — 149 — scritti si confondano la Copernicia cerifera e la C'. australis. Degli autori antichi che hanno trattato della Copernicia cerifera Martius rammenta: Marcg. Bras. ed. 1648, p. 130 cum Fig. 1 (sotto il titolo di Caranaida). — Piso p. 62 cum eadem icone; ed. 1658, p. 126, Fig. 1 (excl. Fig. 2) — Rai. Hist. II, p. 1368 — Caranative, Laet. Ind. occ. deser. p. 612 — Jons. Dendrol. edit. 1768, p. 150. La Copernicia cerifera si dice che è coltivata anche da’ noi in Riviera, ma è probabile che sotto questo nome si nasconda la C. australis o forse tutt'altra Palma. OsseERvazIONI. — Ho di già precedentemente rammentate alcune delle differenze esistenti tra la C. cerifera e la C. au- stralis, ma queste verranno più precisamente stabilite par- lando di quest’ultima in seguito. L’esemplare di Blanchet (n.° 3152 in herb de Candolle) consiste in porzioni di spadice in fiore (esattamente corri- spondenti a quelle degli esemplari tipici di Martius) ed in una mezza fronda; l’esemplare è accompagnato dalla se- guente nota: « Ce Palmier se nomme « Carnaiba » dans « le pays. Les fleurs sont jaunes, le centre vermillon (pro- « bablement les pistils ou les étamines), il est haut de 4-5 « brasses et croit dans les gravières des marais de St. An- « toine, Sertao de la province de Bahie ». La fronda di questo esemplare (mancante di picciolo) ha il lembo che misura dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali 65 cm.; i seni sono a 25-27 cm. dal picciolo nella parte centrale; tutto il lembo è coperto da ambedue le faccie da una pellicola cerosa che si stacca in piccole la- melle; i segmenti centrali sono larghi solo 20-25 mm. molte acuminati e fessi all’apice per il tratto di 4-5 cm. in due punte subulate acutissime e quasi pungenti. Evidentemente la fronda di questo esemplare ha appartenuto ad una pianta più giovane di quella descritta precedentemente, dalla quale per tutte le altre, anche più piccole, particolarità non dit- ferisce, solo il margine esteriore del segmento più esterno è tubercoloso—denticolato. — 150 — Gli esemplari di Copernicia cerifera distribuiti da Gla- ziou col n.° 9016 e che provengono da individui coltivati a Rio de Janeiro, corrispondono esattamente agli esem- plari tipici di Martius, ma tanto nell’ Erbario di Berlino quanto nel mio sono accompagnati da una fronda di pianta giovane che offre talune particolarità dietro le quali si po- trebbe sospettare che questa appartenesse ad una Palma differente dalla C. cerifera. Ho descritto i frutti che mi sono stati inviati dal Dot- tor Joaquim da Costa Sena di Ouro Preto e provenienti dal Cearà, non che quelli che Glaziou aveva inviati a Kew nel 1881. Questi secondi sono leggermente più piccoli dei precedenti. Occorre avvertire che non deve tenersi conto della descrizione del frutto della C. cerifera, quale è data da Martius, e nemmeno della figura dal medesimo autore pubblicata nella Hist. nat. Palm. III, t. 50, f. 10. 2. Copernicia Berteroana Becc. Sp. n. Flores in ramulis filiformibus angulosis minute puberulis glomerulato-terni, in alabastro 3.5 mm. longi, 1.5 mm. lati, ovati, apice parum attenuati ibique obtusi, carnoso-subcoriacei, calyce tomen- tello, cupulari-campanulato late breviter obtuseque 3-dentato ; corolla extus piloso-sericea calyce du- plo longior, phyllis apice crassissimis intus conspi- cue alveolatis, corona staminali 6-loba, lobis late triangularibus brevissime subulatis, antheris sub- globosis, ovario turbinato glaberrimo, stylo e basi late conica subulato staminibus paullo breviori. DescriIzIonE. — Tronco.... Fronde.... Spadici assai diffusi 4-plicato ramosi con varie infiorazioni parziali; una è lunga 45 cm. con 5 rami provvisti di una parte pedunculare gra- SÒ cile piauo-convessa, emergente di 2-3 cm. dalla sua spata; la parte assile dell’infiorazione è molto gracile: dove non è guainata dalle spate è di soli 2-3 mm. di spessore, gla- bra + compressa ed ottusamente angolosa, finamente striata; i rami maggiori, i più bassi, sono lunghi 12-15 cm. con parte assile breve acutamente angolosa, sinuosa, con pochi rami secondarî patenti, di cui soltanto 1-2 dei più bassi, 2-3- forcati; i rami superiori portano solo pochi ramoscelli fio- riferi indivisi; detti ramoscelli sono molto finamente pelosi, filiformi, distintamente angolosi, di 1 mm. di spessore al mas- simo ed assottigliati verso l’apice; i maggiori, i più bassi sono lunghi 7-8 cm., nascono dall’ascella di una piccolis- sima e poco apparente brattea scagliforme a base larga e punta finissima setiforme. Spate lungamente tubulose, strettamente guainanti, molto leggermente infundibulari, glabre, finamente striate, troncate molto obliquamente, in- tiere e nude alla bocca, prolungate da un lato in lunga punta acuminata. Fiori sessili, terni in glomeruli inseriti spiralmente, con brattea comune piccolissima a punta setiforme. Fiori in boccio ovati, attenuati un poco in punta ottusa, lunghi 3.5 mm., larghi 1.5 mm., di consistenza piuttosto spessa e car- noso—coriacea; calice cilindraceo-cupulare un poco più lungo che largo, rotondato in basso ed. ivi incavato sul fondo, superficialmente 3-lobo, minutamente tomentoso; corolla il doppio più lunga del calice, tubuloso-campanulata nella parte inclusa in questo, divisa in 3 filli 3-angolari un poco più lunghi che larghi, acutiusculi, finamente sericeo—pelosi all’esterno, con l’apice molto inspessito, alveolati dal lato interno; stami formanti un anello carnoso molto netta- mente 6-lobo alla foce della corolla; i lobi o basi dei fila- menti sono latamente triangolari, bruscamente contratti in una minuta punta subulata, tutti eguali e ad un medesimo livello ; il tubo è molto spesso e liscio internamente; an- tere corte, rotondate alle due estremità, a loggie parallele. Ovario turbinato, subtroncato e profondamente scolpito in alto, glaberrimo, con stilo a base conica, subulato, terminato SSo{go = in stigma puntiforme, non sorpassante la fauce durante l’antesi. Hasirar. — San Domingo. OsseRvaZzIONI. — La specie è fondata sopra una porzione di spadice consistente in una infiorazione parziale in fiore conservata nell’Erb. de Candolle con l’etichetta: « Flores palmae Cana ab hispanis dictae a Thrynace diversa. St. Dom., Bertero — M. Balbis 1821 ». Si distingue dalla C. cerifera per i suoi pochi e gracili ramoscelli fioriferi angolosi con fiori glomerulato-terni, questi ovati attenuati in punta ottusa; per l’ anello sta- minale nettamente 6-lobo e per l’ovario del tutto glabro. 3. Copernicia tectorum Mart. Hist. nat. Palm. III, 243. — Corypha tectorum Humb. et Bonpl. Nova Gen. et Sp. pl. 1.299. Descrizione. — Tronco alto circa 8 m. inerme dilatato alla base in gioventù, ricoperto dalle basi delle vecchie fronde ; legname durissimo. Fronde plicato—flabellate suborbicolari; picciolo canalicu- lato di sopra, seghettato—-spinoso al margine. Spadici lunghi circa 1 m., 4-plicato-ramosi, assai diffusi e con varie infiorazioni parziali; una di queste è lunga circa 40 cm. e porta 5 rami nascenti dal di dentro ma presso la bocca delle respettive spate (secondarie) non avendo che una brevissima parte pedicellare; le spate se- condarie sono tubulose-infundibulari, allungate, sottilmente membranacee, piuttosto strettamente guainanti, troncate obliquamente, intere e nude alla bocca, prolungate da un lato in punta triangulare acuminata, glabre, finamente ed acutamente striate e reticolato—venose; tutte le parti assili sono molto finamente e mollemente tomentose; i rami sono gradatamente decrescenti, duplicato-ramosi, il più grande, tini e rn Ani — 153 — il più basso, è lungo 25 cm., porta in basso 3-4 rami se- condarî divisi in 4-7 ramoscelli fioriferi, e nella parte api- cale solo ramoscelli da prima 2-3-forcati e poi semplici; la parte pedicellare delle infiorazioni parziali è lunga al più 1-3 cm. ed è provvista di selito di una brattea semi-abbrac- ciante, acuminata, rossastra, membranaceo-jalina; alcune altre brattee simili ma più piccole si vedono lungo l’asse della pannocchia in vicinanza delle ramificazioni ed anche dei ramoscelli, dove però sono ridotte minutissime od anche mancano ; i ramoscelli fioriferi sono filiformi della gros- sezza di uno spago, (1,5 mm.) dritti, rigidi, tereti, fina- mente tomentosi, attenuati gradatamente nell’apice, lunghi 9-i0 cm. con fiori non molto fitti, solitarî, disposti in giro regolarmente a spirale, orizzontali, sessili sopra pulvini su- perficialissimi orbicolari e mancanti di brattea e brat- teola. Fiorî in boccio largamente ovati, ottusi, lunghi 3-5 mm. e larghi 2-5 mm., di consistenza assai spessa, carnoso-co- riacei; calice cilindraceo-cupulare quasi più largo che alto con la base rotondata e leggermente incavata sul fondo, quasi troncato alla bocca dove si trovano solo gli accenni di 8 superficialissimi denti, minutamente tomentoso; co- rolla il doppio più lunga del calice, tubuloso-campanulata nella parte inclusa in questo, divisa in 3 larghi lobi trian- golari equilateri molto spessi, ottusiusculi, appressatamente e finamente sericeo—pelosi all’ esterno, inspessiti all’apice, con 4 solchi angusti e corrispondenti a : creste papil- loso—pelose; stami formanti uno anello carnoso molto spesso sporgente alla fauce della corolla, coronato da 6 minutis- simi e cortissimi dentini subulati tutti ad un livello ed eguali; il tubo è molto spesso e carnoso ed internamente è liscio e senza rilievi; le antere sono piccolissime, appa- rentemente sessili sull’orlo dell’anello, più larghe che lunghe e subdidime. L’ovario si compone di 3 carpelle strettamente unite e formanti un corpo turbinato, subtroncato e profon- damente scolpito in alto, dove è papilloso—pilosulo sui mar- gini delle depressioni ed è molto bruscamente da una base — 154 — conica attenuato in uno stilo comune subulato, il quale si termina in uno stigma puntiforme non sorpassante la fauce al momento dell’antesi. i Frutti mancano. Hasiratr. — Venezuela. Da Humboldt e Bonpland di questa Palma si dice che cresce nella estesa pianura Cara- casano-Cumanense, rivestita di graminacee, in luoghi aprici e caldissimi fra £2 Caiman, Tisnao, Calabozo, Uritucu, Guajaval, Villa del Pao, Cari e fra i fiumi Apures ed Ore- noco (Llanos de Cumana, Nuova Barcellona e Caracas). Fiorisce in marzo, nomi volgari: « Palma de Covija », « Palma redonda » e « Palma de Sombrero ». OsservazIONI — Di questa specie ho visto nell’Erbario di Berlino un solo esemplare autentico di Humboldt consi- stente in alcune porzioni di spadice in fiore. I caratteri del tronco e delle fronde sono quindi tratti dalla descrizione di Humboldt e Bonpland. In questa, come nella Copernicia cerifera, le carpelle sono assai fortemente unite per la parte superiore che è dura e collosa, e facilmente separabili per le basi, di modo che dopo la fecondazione di solito una sola carpella si sviluppa ed i resti delle altre due si staccano per la base e riman- gono aderenti all’ apice di quella fertile, all’ opposto di quanto accade nelle Brahea, dove le carpelle sterili si se- parano completamente da quella fertile ed i loro resti ri- mangono alla base di questa. 4. Copernicia Sanctae-Martae Becc. sp. n. Frondium segmenta spisse cartacea utrinque gla- berrima subconcoloria subtus minute punctulata, centralia 3 cm. lata, apice bidentata vel breviter fissa. Flores in ramulis filiformibus teretibus mi- VI ge té Arda — 155 — nute tomentosis solitarii spiraliter ordinati, in alabastro late ovati, acutiusculi, 3.5 mm. longi, 2.5 mm. lati, carnoso-subcoriacei, calyce minute tomentello in ore subtruncato minute et superfi- cialiter 3-denticulato; corolla extus minute sericeo— pilosa calyce subduplo longiori; corona staminali annulari crassa filamentis brevissime subulatis ter- minata, antheris subglobosis; ovario turbinato apice protunde sculpto ibique minute papilloso-peloso, stylo e basi late conica subulato staminibus breviori. Descrizione. — Fronde flabellato-multifide, quella che io ho visto misura 55 cm. dall’apice del picciolo all'estremità dei segmenti centrali; il picciolo nell’estrema parte apicale è largo 16 mm., leggermente concavo di sopra e convesso di sotto, coi margini molto acuti, provvisto proprio all’apice ai lati della ligula di una grossa spina uncinata volta all’ingiù quasi laminare a punta nerastra, ciò che fa supporre che i margini siano da cima a fondo fortemente spinosi; la li- gula è laminare, eretta, quasi semicircolare, glabra, a con- torno acuto rotondato ed undulato; il lembo è piuttosto spessamente cartaceo rigidulo e glaberrimo, sul secco è verde pallido e concolore sulle due faccie, sparso, special mente di sotto, di minutissimi puntolini bruni ellittici ; le coste superiori ed inferiori sono fra loro quasi eguali, non molto forti, a dorso piano indistintamente scabridulo, non spinoso ad eccezione che nel segmento più esterno dove si osserva una spina uncinata; i seni nella parte centrale rimangono a 18 cm. dall’apice del picciolo e nei lati estremi a 3-4. I segmenti sono circa 40, con le due metà aventi tendenza a combaciarsi, con 5-8 nervi secondarî assai di- stinti per parte della costa mediana e con numerosi nervi terziarî interposti fittissimi e tenuissimi; venule trasverse molto fitte, sinuose, un poco ramose, assai più nette e ri- levate dei nervi secondarî sopra ambedue le faccie e che — 156 — dalla costa mediana arrivano sino ai margini traversando tutti i nervi; i segmenti centrali all'altezza dei seni sono larghi circa 3 cm. e pochi mm. di più in alto, rimangono quindi per un certo tratto coi margini quasi paralleli ma un poco sinuosì e poi si attenuano gradatamente in una punta che nell’estremo apice è quasi ottusa e si termina in due brevi denti divaricati; i segmenti laterali sono più stretti e più acuminati degli altri e sono terminati da due denti molto acuti; i margini sono alquanto inspessiti, e, come è stato detto, non rettissimi ma leggermente sinuosi (così almeno nell’ unica fronda studiata). Spadici apparentemente assai diffusi, 4—plicato-ramosi, con varie infiorazioni parziali; quella da me vista è lunga 50 cm. (compresa una parte peduncolare lunga 15 cm. con- cavo—-convessa e larga 8 mm.) con 5 rami gradatamente de- crescenti, ognuno nascenta dal di dentro di una spata, e prov- visto di una parte peduncolare del tutto inclusa, piano— convessa lunga varî cm.; le spate secondarie sono tubulose allungate, molto leggermente infundibulari, membranacee, strettamente guainanti, troncate molto obliquamente, intiere e nude alla bocca, prolungate da un lato in punta trian- golare acuminata, glabre, finamente ed acutamente striate; i rami sono molto finamente e mollemente tomentosi in ogni parte, duplicato-ramosi; i più bassi sono lunghi circa 20 cm. e portano in basso 2-3 rami secondarî 2-3-forcati e nel rimanente soli ramoscelli fioriferi indivisi ; la parte pedicellare è provvista di una brattea semi-abbracciante ed i ramoscelli hanno alla lor base una bratteola poco ap- parente a larga base e con punta subulata; i ramoscelli fioriferi sono filiformi, della grossezza di un sottile spago (1.2-1.5 mm.), dritti, rigidi, tereti, finamente tomentosi, at- tenuati gradatamente all’apice; i maggiori, i più bassi, lunghi 10-12 cm., i superiori più brevi, con fiori non molto fitti, solitarî, disposti in giro regolarmente a spirale, inseriti ad un angolo di circa 45°, inseriti sopra pulvinuli superficialissimi orbicolari, con appena un accenno di brat- teola semilunare in basso. 2) 1066 PODI ; — 157 — Fiori in boccio bene sviluppato largamente ovati, con base pianeggiante e punta conica piuttosto acuta, larghi 2.5 mm. e lunghi 3.5 mm., di consistenza assai spessa carnoso—coriacea ; calice cilindraceo-cupulare, circa tanto largo quanto alto, con la base pianeggiante e leggermente ristretto subito sopra la base, leggermente incavato sul fondo, quasi troncato alla bocca dove si trovano solo gli accenni di 3 superficialissimi denti, minutamente tomen- toso; corolla il doppio più lunga del calice, tubuloso—cam- panulata nella parte inclusa in questo, divisa in 3 lobi triangolari allungati acutiusculi più lunghi che larghi, molto spessi, finamente sericeo—pelosi all’esterno, inspessiti all’apice all’ interno e quivi con 4 solchi angusti glabri e corrispondenti creste; queste papilloso—pelose. Stami for- manti un anello carnoso molto spesso, sporgente alla fauce della corolla e coronato da 6 filamenti brevi subulati (senza una larga base) tutti ad un livello ed eguali ; il tubo della corolla è molto spesso e carnoso ed è internamente segnato da un leggerissimo rilievo longitudinale in corrispondenza ad ogni stame; antere piccole, molto latamente ovali, roton- date alle due estremità. Ovario turbinato, subtroncato e pro- fondamente scolpito in alto e quivi minutamente papilloso— peloso sui margini delle depressioni, molto bruscamente attenuato da una base conica in uno stilo breve subulato che si termina in uno stigma puntiforme non sorpassante la fauce al momento dell’antesi. Il resto manca. Hagpirat. — Nuova Granata nella Provincia di Santa Marta (L. Schlim n.° 954 in Herb. de Candolle : esemplari distribuiti dall’ « Ktablissement botanique et d’ Horticol- ture » di J. Linden a Bruxelles). OsservazionI. — L’esemplare che io ho studiato consi- ste in una porzione dello spadice in fiore ed in una mezza fronda. A prima vista lo spadice di questa specie può con- fondersi con quello della Copernicia tectorum, ma un ac- curato esame disvela della differenze assai notevoli quasi — 158 — in ogni organo. Si distingue facilmente dalla C. tectorum sopratutto per i suoi bocci terminati in punta conico-acuta e non rotondata; per i lobi della corolla triangolari allun- gati più lunghi che larghi, e non equilateri; per il calice più pianeggiante alla base, per i filamenti più allungati, di modo che le antere non appariscono sessili sull’orlo del- l’anello staminale, ed infine anche per il tubo internamente segnato da superficiali rilievi in corrispondenza dei fila- menti. Con queste differenze sul fiore è probabile che altre importanti se ne riscontreranno negli altri organi. 5. Copernicia australis Becc. — ( cerifera Mart. Hist. nat. Palm. III, 242 (ex parte) tab. 50 A, f. 1-IV (excel. t. 49, 50!) et Palm. Orbign. 41 (excl. syn.) t. 1. f. 3 et t. 24 excl. f. 3-8; Drude in Engl. et Pr. Nat. Planzenf. I, f. 7, et in Mart. Fl. Bras. III 2 (1882) 548 (ex parte) t. 128 (excl. analys. flor.); Barb.-Rodr. Palmae Mattogr. (1898) 1 (ex parte); Griseb. Symb. ad Flor. Arg. 283; Wendl. in Kerch. Palm. 241; Kunth, Enum. Plant. III, 243 (ex parte); Graham Kerr in Trans. Bot. Soc. Edinb. XX (1896) 75 (non vidi); Lindmann, Palmenf. Sildam. in Svenska Vet.- Akad. handl. XXVI, 24, f. 9, 10. — C. cerifera, alba et nigra Morong et Britton in Ann. New York Acad. Sc. VII (1893), 245. Descrizione. — Palma con tronco dritto sottile raggiun- gente l'altezza di sino 20 m., usualmente più basso e di 12-15 cm. di diam., da prima coperto dalle basi delle vec- chie fronde poi col tempo nudo. Fronde flabellato-multifide orbicolari, i segmenti più esterni venendo a ritoccarsi lungo i margini del picciolo ; i segmenti centrali misurano 65 cm. dalla ligula; il picciolo è molto più lungo del lembo, è dilatato, legnoso, molto inspessito e gibboso sul dorso nella parte più bassa dove è fibroso ai margini, poi diventa regolarmente rotondato O Tia VA TR MET E i I TI 4° TE TPSGRMRE Ao SOIN TOO SETTE) di sotto, profondamente e latamente scavato a doccia di sopra, coi margini armati di robuste ma rade spine di color castagno scuro lucide acuminate sub—orizzontali dritte o sub- uncinate od arcuate verso il centro, lunghe 10-12 mm., con- nesse l'una con l’altra da una sottile linea marginante stret- tissima dello stesso colore; da circa il mezzo in su il pic- ciolo rimane sempre tondeggiante di sotto, ma diventa pianeggiante di sopra e quivi fa mostra di un superficiale ed angusto rilievo lungo la linea mediana : è largo 15-17 mm. e spesso 6-7 mm., ha la intiera superficie, meno l’estremo margine, stramineo pallida, coperta da un tenue tomento biancastro + fugace e detergibile, finamente lineolata ed im- pressa da punti allungati; la ligula è glabra semilunare a lembo coriaceo, eretto, a contorno rotondato, crenulato di dietro; non esiste prolungazione del rachide ed il picciolo sì termina con una linea quasi orizzontale indistinta senza orlo o margine molto sporgente ; il lembo è spessamente cartaceo piuttosto rigido, glaucescente e specialmente nella pagina inferiore biancastro, egualmente consparso sulle due faccie di numerosissimi puntolini rubiginosi ellittici ; nella fronda da me esaminata vi sono 48 segmenti, i quali nella parte centrale sono liberi dal terzo inferiore in su ed ai lati estremi a solo 1-2 cm. dalla ligula; nei seni esiste un tenuissimo e breve filamento pochissimo visibile e deciduo ; i segmenti centrali nel loro punto più largo (un poco al di sopra dei seni) misurano 3.5-4 cm. e da questo punto vanno gradatamente ristringendosi in una punta acuminata bifida; i segmenti laterali sono gradata- mente più stretti dei centrali; gli estremi hanno solo 7-15 mm. di larghezza ; le costole primarie superiori sono sottili, scabridule; le inferiori sono di poco più robuste delle supe- riori, di sotto hanno il dorso stretto pianeggiante puntu- lato-scabridulo, di sopra sono rappresentate da un angusto solco; i margini sono lisci non inspessiti; i nervi secon- darî sono 6-7 per parte alla costa mediana poco visibili ; le venule trasverse sono pure poco apparenti, ma più nella pagina inferiore che nella superiore. — 160 — Spadici allungati (in un esemplare di 1.80 m. di lunghezza) 4-plicato-ramosi, con 10-12 infiorazioni parziali, oltre alcune altre minori e poco ramose nella parte apicale, nascenti tutte dall’ascella di una spata primaria; le spate primarie sono sottilmente coriacee, glabre, tubuloso-allungate, stret- tamente guainanti, leggermente più larghe in alto che in basso, dove si confondono con la parte assile dello spadice ed in questa parte pianeggiano dal lato interno, mentre sono convesse e liscie sul dorso, nel rimanente sono fina- mente striate, troncate molto obliquamente alla bocca, dove, specialmente dal lato ventrale, sono finamente reti- colato—fibrose ma col margine intiero; sono poi prolungate da un lato in punta triangolare lungamente acuminata e carinata sul dorso. Il punto dove la spata si innesta con la parte assile è segnato da un leggiero ringrosso più scuro, il quale si riproduce anche in tutte le spate secondarie e terziare. Le infiorazioni parziali sono alternato—-sovrap- poste e formano delle lasse pannocchie allungate subcu- pressiformi lunghe 30-40 cm. portanti 8-10 rami alternato— distici, i quali nascono tutti da una spata tubulare; questa è leggermente ampliato-infundibulare in alto, lunga 3-4 cm., similissima del resto alle spate primarie; i rami delle in- fiorazioni parziali hanno una parte peduncolare accostata all'asse dello spadice, piano-convessa con margini acuti, intieramente nascosta dentro la respettiva spata e quivi + consparsa di peluria argenteo ramentacea; i rami inferiori (che sono i maggiori) sono lunghi 10-20 cm. e si dividono in pochissimi (4-5) rami secondarii; ognuno di questi nasce dal di dentro di una spata tubulosa, allungato—infundibu- lare, come le spate secondarie; i rami secondarii o sono semplici o si dividono in due soli ramoscelli fioriferi i quali sono anch’ essi inguainati in basso da una spata infaundibuliforme, di guisa che anche le ultime diramazioni invece che di semplici brattee sono provviste di tal natura di spate. I ramoscelli fioriferi sono corti e con pochi glo- meruli di fiori alternato-spirali con poca regolarità, lunghi al più 3-5 cm., spessi 1.5 mm., finamente e densamente ale dati Î, A SINO E, e Petr, 1 °° pre a ORTA pelosi, = torulosi in causa dei pulvinuli lasciati dai fiori caduti o dagli attacchi dei frutti. Fiori riuniti sui ramoscelli in piccoli glomeruli alternato— spirali composti di 2-3 fiori; ogni glomerulo nasce dal- l’ascella di una brattea pelosa assai distinta con base trian- golare e punta acuminato-subulata decidua; ogni fiore ri- posa sopra un tubercoletto peloso, del resto è sessile ed è provvisto di 1 o 2 bratteole sue proprie pelose triango- lari acute od acuminate. I fiori sono densamente tomentoso— pelosi, sericei, in ogni parte; allorchè in boccio bene evo- luto sono angusti, lanceolati, ottusamente 3-goni, attenuati un poco verso la punta ma ottusiusculi nell’apice, lunghi 5.5-6.5 mm. e di 1.5 mm. di spessore; allorchè aperti hanno i petali orizzontali formanti un triangolo equilatero di 8 mm. per lato, con gli stami eretti sulla fauce; calice ciatiforme— camparulato con la base piana ed il margine intaccato da 3 denti poco profondi triangolari acutiusculi; corolla nel boccio una volta e mezzo o quasi due volte più lunga del calice, divisa sino oltre alla metà in 3 segmenti triangolari- allungati, acuti, densamente pelosi anche internamente, con le impressioni lasciate dalle antere nel bocciamento assai distinte e profonde; tubo della corolla internamente glabro e non costato; stami con filamento a larga base triango- lare, brevemente connessi fra di loro e formanti una corona eretta di 6 larghi denti alla fauce della corolla, brusca- .mente contratti in una punta sottile subulata eretta; antere oblunghe a loggie parallele, egualmente rotondate alle due estremità, separate in basso sino alla metà, dove si inseri- sce il filamento dal lato dorsale. Ovario formato da 3 car- | pelle non scolpite in alto ed unite per gli stili, formanti un corpo obpiriforme-turbinato densamente peloso nella metà superiore, glabro e 3-solcato in basso (nella parte ovuli. fera), molto repentinamente contratto in uno stilo comune filiforme terete con stigma puntiforme minutamente e molto poco distintamente 3-lobo; ovulo basilare eretto. Perianzio fruttifero indurito, pedicelliforme, terete, largo 2.5 mm. ed egualmente lungo, inserito sopra un depresso pulvinulo discoideo—circolare. 11 CAT Frutti ovoideo—oliveformi, assai variabili però, talvolta essendo ovoideo-subglobosi egualmente rotondati alle due estremità, ovvero un poco più attenuati in basso che in alto, lunghi 15-20 mm. (senza il perianzio), larghi 13-15 mm,, con i resti dello stilo puntiformi apicali o quasi, sul secco di colore bruno-giallastro sporco a superficie nitida, cospersa di radi puntolini in rilievo spesso poco distinti; pericarpio nell'insieme spesso 1.5 mm. con epicarpio sottile fragile ; mesocarpio parenchimatoso mancante quasi affatto di fibre (subcarnoso sul fresco ?); endocarpio sottilmente crostaceo— legnoso, fragile, formante un nocciolo che si stacca assai facilmente dal mesocarpio; seme libero dentro il guscio, globoso-ovoideo, rotondato alle due estremità con l’ ilo alla base di un lato ed assai esteso; rafe angusto, occupante quasi tutto un lato del seme, con soli 5-6 rami quasi in- divisi che si partono di verso l’alto e che scavalcando il vertice vanno poi a convergere alla base del lato opposto nel punto dove si trova l’ embrione; questo è basilare leg- germente eccentrico. L’albume è distintamente ruminato. I resti delle carpelle sterili sono minutissimi e pochissimo visibili all'apice del frutto. HaBpirar. —: Cresce nel Paraguay e nell’Argentina fra il 20° ed il 28° lat. S. ed il 59°-63° long. O. Gr. È abbon- dante in quasi tutta la regione del Chaco e si estende fino alla parte meridionale della prov. di Matto Grosso nel Bra- sile. Predilige i luoghi acquitrinosi, spesso salmastri, e le pianure che rimangono più o meno inondate in una sta- gione dell’anno. È in generale gregaria e forma quasi da se sola estese boscaglie chiamate « Palmar ». Io ho visto esemplari: — di Laguna del Palmar presso S. Josè, Oran Eude (Lorentz et Hyeronymus FI. Arg. n.° 562 in Herb. Berol. — esemplari che hanno servito a Drude per la t. 128 della « Flora Brasiliensis »): — delle sponde del Rio Pilcomayo nel Paraguay (Morong n.° 1073 e J. Gra- haam Kerr in Herb. Kew.); — del Chaco, Colonia Rest- stencia e vicinanze di Formosa (Spegazzini in Herb. Bece.). che Ma ei — 163 — Del Chaco ho visto pure esemplari raccolti da Lindman. Non ho visto esemplari sicuri della Provincia di Matto Grosso nel Brasile, dove Lindman dice trovarsi sino a Nova Coimbra a circa il 19° S. nelle vicinanze di A/bu- querque. D'Orbigny porta il limite più alto raggiunto da questa Palma al 12° S., ma può darsi che quivi si abbia che fare con una specie differente dalla C. australis. Sempre secondo Lindman adesso è rara fra Asuncion e Paraguarì, perchè quivi probabilmente è stata distrutta dagli abitanti. Si trova anche nelle vicinanze di Villa C'oncepcion, e nei boschi della formazione calcare di Itapucà-guazù presso Rio Apa. Gli esemplari dì Spegazzini, sui quali ho principalmente redatta la precedente descrizione, furono raccolti in piena fioritura il 18 Decembre 1900 nelle vicinanze di Formosa; ivi questa Palma formava delle boscaglie poco dense nei prati uliginosi e raggiungeva l’altezza di 15 metri; i fiori che erano aperti il 18 Dicembre (1900) erano bianchi ed odorosi. La Copernicia australis è adesso generalmente conosciuta col nome volgare di « Caranda-hy » in lingua dei Gua- rany, ma al tempo di d’Orbigny ogni tribù la designava in modo speciale e ben 22 sono i nomi differenti che di essa riporta il chiarissimo autore. La Copernicia australis è una Palma di lento accresci- mento, la quale secondo l’Orbigny può vivere varie centi- naia di anni. Le palme vecchissime (Palma negra) raggiun- gono secondo Lindman anche l’altezza di 20 metri ed il loro tronco somministra un legname durissimo quasi nero, molto pregiato in tutto il Paraguay dove è usato per travi e stipiti nella costruzione delle case, mentre gli intieri tronchi divisi nel mezzo, vuotati della parte interna e ta- gliati della lunghezza di 1-2 metri servono come tegoli per ricuoprire i tetti e fessi per il lungo in varie parti ven- gono adoprati per farne steccati. Le fronde giovani sono coperte da una sostanza bianca che raccolta somministra la cera detta « Carnauba ». I frutti si dice che sono man- — 164 — giati dagli indiani (magro cibo!), ma più dei frutti è buono a mangiarsi il grumolo o germoglio centrale, il cavolo della Palma. Le fronde sono impiegate per varî usi, come per cuoprire capanne, farne ventagli, cappelli, cordami e perfino per trarne filamenti per lenze da pesca. Altri usi che vengono rammentati come proprii della Copernicia- cerifera sono forse divisi con la C. austratis, 0 forse anche spettano soltanto a lei; così trovo notato che . dalla parte superiore e più tenera del tronco si può estrarre una fecola analoga al sagu; che le radici sono un succedaneo della Salsapariglia e che il legno è ricercato dai fabbricanti di strumenti musicali. I frutti maturi che una volta io ho ricevuto dall’ Inge- gnere Spegazzini erano quasi senza eccezione invasi da un coleottero, di cui la larva aveva completamente roso il seme, lasciando intatto il pericarpio, da dove l’insetto per- fetto era uscito praticando un foro circolare di 4-5 mm. di diametro. i Quando la pianta è ancora giovane il tronco è coperto dalle basi delle vecchie fronde, ma queste poi col tempo e col crescere della pianta cadono, o più spesso rimangono bruciate quando vien dato fuoco all’erbe, rimanendo allora il tronco nudo e liscio; sembra anche che con l’ invecchiare il legname, che nella prima età è molle e biancastro, di- venti poi rossastro ed in fine scurissimo e molto duro. Osservazioni. — L'errore di Martius di considerare la Copernicia somministrante cera nel Paraguay e nell’ Ar- gentina eguale a quella del Brasile è stata la causa per la quale tutti gli autori che in seguito hanno parlato di questa Palma non si sono accorti che da due specie del medesimo genere, ma distintissime, si ottiene tale sostanza. E ciò è tanto più singolare inquantochè le due specie sono state ottimamente figurate da Martius stesso. Infatti Mar- tius, tanto nelle tav. 49 e 50 della sua grande opera, quanto nel « Palmetum Orbignyanum » t. 20 fig. 3-8, ci dà una buona rappresentazione dello spadice e delle analisi del MES FA fiore della Copernicia cerifera del Brasile; mentre che nella tav. 50 A, f. I-IV della opera prima rammentata e nella tav. 1 f. 3 e tav. 24 f. 1-2 della seconda, ci dà quella della C. australis. Anche la Copernicia cerifera, come vien descritta da Drude nella « Flora Brasiliensis » v. III, 2, p. 547, include tanto la pianta dell'Argentina e Paraguay (C. australis Becc.) quanto quella del Brasile (C cerifera); di più, la tav. 128 di detto volume rappresenta la C. australis per quel che ri- guarda lo spadice ed i frutti, mentre le analisi del fiore sono quelle della C'. cerifera del Brasile. La Clopernicia cerifera del Brasile non ha nemmeno una grande affinità con la C. australis, che appartiene ad un gruppo di specie assai dif- ferente da quello del quale fa parte l’altra. Le principali differenze specifiche fra le due palme sono le seguenti: 1° Le fronde di pianta adulta hanno ambedue le su- perficî coperte di numerosi e minuti puntolini rubiginosi nella C. australis: i puntolini mancano o sono molto radi o pochissimo visibili nelle fronde adulte della C. ce- rifera. 2° Nella C. australis le diramazioni di 3° e 4° ordine nascono dal di dentro di una spata tubuloso-infundibulare; nella C. cerifera, non vi sono che spate tubulose di 2° or- dine e solo da queste nascono i rami che si suddividono poi in ramoscelli fioriferi. 8° I fiori in boccio della C'. australis sono circa il dop- pio più lunghi di quelli della C. cerzfera; in questa poi l’ovario è appena peloso in alto ed è densamente peloso nell’australis; lo stilo in questa è sottile e lo stigma è pun- tiforme ; invece lo stilo è relativamente assai grosso e lo stigma distintamente 3-lobo nella cerifera ; gli stami nella cerifera formano un anello carnoso con 6 piccolissimi denti rappresentanti i filamenti; nell’australis invece i filamenti hanno una larga base 3-angolare che bruscamente si con- trae in un assai lungo filamento subulato; il tubo della corolla ha 6 creste rilevate nella C' cerifera ed è liscio nella C. australis. Sage — 4° Il frutto della C. australis è più piccolo di quello della C. cerifera. I signori Morong e Britton (« Ann. New York Acad. Sci. » VII, 1893, 245) hanno frazionato la C'opernicia cre- scente nel Paraguay e nell’Argentina in 3 specie, conser- vando ad una il nome di C. cerifera (la « Palma negra » degli indigeni) e distinguendo col nome di C. alba e C. rubra le altre due. Io ho molto meticolosamente esaminato gli esemplari inviatimi da Kew delle 3 supposte specie di Morong e Britton, ma non ho potuto trovare alcun carat- tere che mi dia il mezzo di poter far riconoscere le 3 for- me a chi non ha sott'occhio le piante viventi, nelle quali non può dubitarsi che non esistano le differenze nel colore e nella struttura del legno e nelle dimensioni indicate dai chiarissimi autori. Mi parrebbe quindi per questo che la C. alba e la C rubra non dovessero esser tenute come differenti dalla C. aw- stralis, almeno secondo il criterio generalmente adottato di distinguere le specie. Le 3 presunte specie potrebbero forse rappresentare delle semplici razze vegetative nelle quali la differenziazione, invece di manifestarsi sugli organi ripro- duttivi e nella forma degli organi vegetativi, si fosse portata nella struttura anatomica del tronco è delle radici; però il fatto che le 3 così dette specie crescono promiscuamente fa dubitare assai della loro delimitazione specifica rigorosa anche perchè, considerata la grandissima rassomiglianza esi. stente nei loro organi riproduttivi — rassomiglianza am- messa anche dai chiarissimi autori — mi sembra poco proba- bile che 3 forme così affini, crescenti insieme nel medesimo terreno, non debbano mutualmente fecondarsi e produrre ancora altre forme più difficilmente distinguibili delle ori- ginarie. Secondo Barbosa-Rodrigues (Palmae Matto-grossenses p. 2) le 3 specie, Copernicia cerifera, rubra ed alba, ossia « Palma negra, colorada e blanca », non rappresenterebbero che 3 stadî vegetativi della medesima Palma, di cui la « negra » sarebbe il più adulto, la « blanca » il più giovane e la « colorada » l’intermedio; ed io sono molto inclinato a di- videre questa opinione. Ad analoghe conclusioni è giunto anche Lindman nelle sue interessanti notizie (l. c.) sopra queste Palme. Forse le differenze sono dovute anche in parte alle dif- ferenti condizioni di fertilità e grado di umidità del suolo dove dette piante crescono, nonchè all’effetto prodotto su di loro dai grandi incendî, che in quelle regioni si svilup- pano quando vien dato fuoco alle erbe. Deve considerarsi anche che in taluni punti gli individui più vecchi e quindi con migliore legname ed appartenenti perciò alla varietà « negra », debbono essere stati abbattuti e che si debbono trovare gruppi d’individui formati esclusivamente di gio- vani piante, ossia di « Palma blanca », quindi più vegete, con chioma più abbondante e col tronco sempre rivestito dalle vecchie fronde, almeno fino a che un incendio non lo rende nudo. Degli esemplari distribuiti da Morong col n.° 1073 (con- siderati come appartenenti alla C. cerifera tipica) ne ho visto nell’Erb. di Kew uno consistente in una intiera infiorazione parziale con fiori ed in alcuni frutti staccati. I fiori di tale esemplare in nulla differiscono da quelli che io ho ricevuto da Spegazzini. I frutti sono leggermente più piccoli di quelli della C. vubra Morong distribuiti col n.° 1078, alcuni hanno la base acutiuscula, altri © roton- data, come del resto sono nella C. rubra ed alba. Qui ap- presso aggiungo lo studio che io ho fatto di queste due presunte specie. CoperNnIcia ALBA Morong in Ann. N. York Acad. Sc. VII, (1893) 246. Tronco basso, d’ordinario alto non più di 3 metri e ra- ramente giungente sino a 10 e del diametro di 15-18 cm. coperto quasi sino alla sommità con le basi dei piccioli delle vecchie foglie. Frutto rotondato non attenuato in basso. — 168 — Si dice che la chioma è più grande e composta di un maggior numero di fronde e che i ramoscelli ed i fiori sono più densamente tomentosi che nella C. cerifera (australis Becc.) e che mentre la C. cerifera produce un buon legname compatto, che prima è bruno e poi diventa nero ed è per questo chiamata « Palma negra », il legno della C. alba è molle e spugnoso, non utilizzabile come legname ed è bianco, e per questo motivo è chiamata «< Palma blanca ». Anche nella struttura delle radici si trovano, secondo l’au- tore, notevoli differenze anatomiche fra la « Palma negra » e la « Palma blanca ». Della C. alba Morong ho visto solo alcuni frutti distribuiti col n.° 1079. I frutti sono ovato—oliveformi, egualmente rotondati alle 2 estremità con un minutissimo apicolo puntiforme sul ver- tice (resti dello stigma), a superficie brunastra o lurida— straminea, quasi lucida, ma sempre in parte, specialmente. alla base, coperta da molle tomento; il perianzio fruttifero forma un cortissimo pedicello al frutto in causa del calice indurito che è terete di 2.5 mm. di diam. ed egualmente alto, con base piana scavata nel centro ; i resti dei segmenti della corolla sono triangolari allungati tomentosi. Morong l. c. scrive che questa Palma è comune sulle sponde del Rio Pilcomayo, crescente insieme alla Coperni- cia cerifera (n.° 1073). Fiorisce in Gennaio. Fruttifica in Aprile-Maggio. CopeERNICIA RUBRA Morong l. c., 247. Secondo Morong questa specie è intermediaria fra la C. cerifera e la C. alba, ma è nettamente (decidely) distinta da ambedue. Il tronco è alto 10-13 m. e di 18 cm. od an- che più di diam., rivestito quasi sino alla sommità con le basi dei piccioli delle vecchie fronde, giammai nudo come nella C. cerifera (un incendio riduce il tronco nudo.--Becc.) e sempre molto più grosso che in questa. La chioma è grande e rotonda come nella C. alba. L'infiorescenza è molto simile a quella delle altre due specie, ma il tomento + ca — 169 — è più rubiginoso. I frutti sono più grandi e globosi e leggermente ovoidi, rotondati alle due estremità invece di essere ellissoidali come nelle altre due specie. Il legname è rossastro ed è per questo motivo chiamata « Palma co- lorata », è più compatto di quello della C. alba, ma meno di quello della C. cerifera ed è raramente usato. Il chiarissimo autore aggiunge che questa specie si trova mescolata con le altre due sulle sponde del zo Pil- comayo nel Paraguay, ma che è più rara di questa. La « Palma negra » (Copernicia cerifera) è la più comune. Fiorisce di gennaio, fruttifica da aprile-maggio. Io ho visto un ramo fruttifero del n.° 1078 di Morong: Plants of South America (Erb. di Kew), il quale è in tutto e per tutto simile alle parti corrispondenti degli esemplari di Spegazzini e di Lorentz, ritenuti come tipici della C. australis, sia per le spate 2'°, 3!° e 4'°, sia per i ramoscelli, i quali essendo fruttiferi sono al solito modo nodulosi per gli attacchi dei fiori ai quali, come sempre accade, è caduta la brattea. I frutti del n.° 1078 di Morong, che non sono perfettamente maturi, sono latamente ovoideo—oliveformi, talvolta quasi sferici, egualmente rotondati alle due estre- mità, ma talvolta leggermente più attenuati in basso, sono più bruni di quelli di Spegazzini, hanno ancora un resto di tomento specialmente alla base, sono lunghi 12-17 mm. e larghi 12-13. Il perianzio fruttifero con calice indurito e pedicelliforme è esattamente come l’ho descritto per la C. rubra. In conclusione mi è impossibile trovare caratteri diffe- renziali nei frutti delle 3 specie di Morong; essi tutti of- frono una eguale variabilità dalla forma quasi sferica alla ovoidea—-oliveforme. Forse nella forma descritta da Morong (n.° 1073) come tipica della C. cerifera i frutti sono più piccoli e meno rotondati alla base che all’apice; ma anche nell’ altre due forme spesso alcuni dei frutti sono pure acuti in basso. La C. rubra potrebbe essere rappresentata dagli indivi. dui crescenti in terreno pingue, di lussureggiante vegeta. dal %, Ma Le; ‘PES L piera, 3 # vi ia ro — zione e che non hanno risentito ancora l’azione del fuoco, di guisa che il tronco è rimasto lungamente coperto dalle vecchie fronde. 6. Copernicia glabrescens Wendl., nomen in Wright PI. Cub. n.° 3968; Sauv. Fl. Cub. n.° 2366 (nomen). DescRIZIONE. — Fronde similissime a quelle della Coper- nicia hospita, al solito modo flabellato-multifide, misuranti 70-80 cm. dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali; picciolo assai robusto, apparentemente lungo almeno quanto il] lembo, largo 2 cm. e forse anche più, piano di sopra, ar- mato molto fittamente di spine assai robuste lunghe 5-7 mm., compresse, a larga base e punta nerastra acuta e leg- germente arcuata; ligula semilunare a contorno rotondato intiero, glabra; di sotto il picciolo si termina in un su- perficialissimo rilievo quasi orizzontale: manca quindi ogni accenno di un rachide. Il lembo è molto rigido, sottil- mente coriaceo, verde molto pallido e frequentemente cereo—pulverulento in modo eguale sulle due faccie; 1 nervi secondarî (8-10 per parte alla costa mediana) non sono molto distinti, e nemmeno distinte son le venule tran- sverse le quali però sono assai fitte ed assai ramose; le costole superiori ed inferiori sono relativamente assai tenui con dorso piano angusto e liscio; i seni primarî nella parte centrale giungono sino a 25-35 cm. dal picciolo e nella parte più esterna a soli 2-3. I segmenti sono circa 55, ed hanno molto la tendenza a combaciarsi sulle loro due metà; quelli centrali sono larghi + 4 cm. all’altezza dei seni, ri- stringendosi da questo punto gradatamente verso l’ estre- mità che è fessa per il tratto di 5-7 cm. in due parti non molto assottigliate, anzi talvolta assai brevi ed ottuse; i segmenti laterali sono più stretti dei centrali, molto più lungamente acuminati di questi ed anche un poco più pro- fondamente divisi all'apice; i margini sono ottusi e più o. meno inspessiti e non di rado alquanto sinuosi. Ci — Spadici glabri in ogni parte (spate, parte assili e brattee) apparentemente piuttosto grandi e con varie infiorazioni par- ziali, molto decomposti essendo che le ultime diramazioni o spighette forifere sono divisioni di 5° o 6° grado. La parte assile principale è terete, di 7 mm. di diametro in alto dove è strettamente guainata da spate lungamente tu- bulose e prolungate in lunga punta subulata ; le infiorazioni parziali sono lunghe 35 cm. e formano delle pannocchie al- lungate dove tutte le diramazioni, comprese le spighette, sono arcuate e con una marcata tendenza scorpioidea ; le spate di ogni diramazione e persino quelle delle spighette sono + allungato-infundibulari, brune, glabre, striato—ve- nose, prolungate in punta subulata più o meno setosa al- l’apice; le spighette sono glomeruliformi e brevissime, lunghe 6-8 mm., composte di soli 6-10 fiori molto addensati, il più spesso solitarì, ma talvolta gemini ad ogni brattea o spa- tella; tali spighette o glomeruli sono disposti quasi unila- teralmente sopra il lato convesso dei rami terziarî e tal- volta quarternarî; le brattee florali e le bratteole (spatelle e spatellule) abbracciano i fiori, sono relativamente grandi, triangolari, acute, con larga base, glabre, brune, membra- nacee, essucche, formanti quasi un caliculo al fiore. Fiori molto piccoli, allorchè in boccio ben conformato lunghi 3 mm., ovati, acuti; calice glabro od appena pa- pilloso, cupulare-subcampanulato, diviso sino alla metà in 3 larghi lobi ovati acuti, rotondato in basso ed un poco scavato sul fondo; corolla il doppio più lunga del calice, tubuloso-campanulata nella parte inclusa: il suo tubo è formato dalla concrescenza della corolla stessa colle basi degli stami, è carnoso, molto spesso e superficialmente costulato di dentro in corrispondenza dei filamenti; le di- visioni della corolla sono triangolari acutiuscule equilatere. patenti nell’antesi e nell'insieme formanti un triangolo equilatero di 4 mm. per lato, appena papilloso-pelose al- l’esterno, molto inspessite in punta, con 4 profondi e netti incavi (prodotti dalla pressione delle antere) sulla faccia interna; stami formanti un anello carnoso 6-lobato, promi- 1 LA E pipes nente alla fauce della corolla; i lobi sono corti e larghi, bruscamente contratti in una piccola punta subulata; an- tere molto larghe, subdidime a loggie parallele rotondate alle due estremità. Ovario turbinato troncato e profonda mente scolpito in alto, totalmente glabro, bruscamente con- tratto in uno stilo a base conica ed attenuato in sottile punta terminata da uno stigma puntiforme. Frutti mancano. Hasrrar. — Cuba. — Wright: Plante Cubenses n.° 3968. Ad Herradura, provincia del Pinar del Rio (Van Heruiann n.° 904 in Herb. Berol.). si Osservazioni. — È assai affine alle C. hospita e Curtis- sti, ma da ambedue facilmente distinguibile per i fiori assai più piccoli, glabri in ogni parte, come glabre sono tutte le parti dello spadice. Nell’esemplare di Van Hermann n.° 904 le due superficî delle fronde sono molto distintamente ed egualmente bianco- cereo-pulverulente, mentre sono solo verdi pallide senza strato cereo nell’esemplare n.° 3968 di Wright. 7. Copernicia hospita Mart. Hist. nat. Palm. II, 243, t. 50 A, f. 5. et III, 319; Kunth, En. pl. ITI, 243; Walp. Ann. V, 817; Gris. PI. Cub: p. 220; -Sauv. CElGab N. 2365; R. Combs in Trans. Ac. St. Louis, VIII, 17 (1897) 471. DescrIzIONE. — Fronde al solito modo fiabellato-multifide, quelle di pianta adulta misuranti 70-85 cm. dalla ligula all'estremità dei segmenti centrali. Il picciolo è assai ro- busto e sembra debba essere almeno lungo quanto il lembo se non più, largo in alto circa 25 mm., pianeggianté o leggermente concavo e con un superficiale rilievo nella parte centrale di sopra, convesso di sotto lungo la linea mediana, dove è di 7-8 mm. di spessore, assottigliantesi nei margini che sono assai fortemente ed inegualmente — 173 — armati di spine assai forti compresse a punta nera, lun- ghe 5-7 mm., alcune curvate all’ insù, altre all’ ingiù ed altre quasi dritte, inequidistanti, verso l’ alto del picciolo piuttosto rade, più fitte in basso; il picciolo del resto è glabro, cereo-pulverulento, molto finamente e non netta- mente striato (visto con la lente) di sotto e più distinta- mente e grossolanamente di sopra; la ligula è laminare, rigida, sottilmente coriacea, semiorbicolare a contorno ro- tondato, ondulato, intiero, glabro; di dietro il picciolo si termina in una specie di cortissimo rachide triangolare equilatero, senza orlo sporgente in giro. Il lembo è sot- tilmente coriaceo, rigido, glaucescente sulle due faccie in causa di un sottilissimo strato di sostanza cerea bianca che si stacca in tenuissimi frammenti o lamelle lasciando allora ambedue le superficî di un verde pallidissimo, quasi levigate, sulle quali appariscono non molto distintamente varî nervi secondarî e venule transverse assai fitte, al. quanto arcuate e che traversano tutti i nervi sulle due faccie : si notano pure numerosi puntolini minutissimi ru- biginosi quasi tondi; le costole superiori ed inferiori sono relativamente assai tenui con dorso piano molto angusto e liscio; i seni primarî nella’ parte centrale giungono sino a 30-40 cm. dal picciolo e nella parte più esterna a 4-5 cm. I segmenti sono circa 50 ed hanno molto la tendenza a combaciarsi con le loro due metà; quelli centrali sono larghi 35-40 mm. all’ altezza dei seni, ristringendosi da questo punto gradatamente verso l'apice in una punta che nelle fronde più vecchie è molto ottusa e brevemente di- visa in due denti pure ottusi; in fronde però che sembra- no avere appartenuto a piante più giovani, detti segmenti centrali sono acuminati e fessi all'apice in due punte + lungamente acuminate; i segmenti laterali sono più stretti dei centrali e sempre molto lungamente acuminati ed assai profondamente (sino per 8-10 cm.) divisi in due punte acu- minatissime, rigide; i margini sono ottusi e più o meno inspessiti e non di rado alquanto sinuosi; il lembo delle guaine è sottilmente coriaceo, glaberrimo, rosso cuoio e — 1704 — lucido internamente, opaco, finamente striato all’esterno e dissolventesi sui margini in fibre fragili. Spadicî a quanto sembra assai grandi e molto decompo- sti, con varie infiorazioni parziali, le ultime diramazioni o spighette essendo divisioni di 5° o 6° grado; la parte as- sile principale è strettamente guainata da spate lungamente tubulose sottilmente coriacee, glabre e nitide in basso, fi- namente striate, brunastre in alto, troncate obliquamente alla bocca e prolungate da un lato in punta lungamente acuminata e carinata sul dorso; nella parte al di sotto della spata l’asse principale dello spadice è piano, convesso e di 8 mm. di spessore. Una infiorazione parziale completa è lunga oltre 50 cm. ed è molto ramosa, con le ultime di- ramazioni ridotte a cortissime spighette subscorpioidee lun- ghe al più 1 cm. dove i fiori sono tutti addensati in giro framezzo a relativamente larghe brattee ; nell’insieme l’in- fiorazione parziale forma una assai ampia pannocchia con 5-6 gradatamente decrescenti diramazioni principali, ognuna delle quali è divisa alla sua volta in 5-6 rami secondarî; di questi i maggiori portano ancora delle suddivisioni prima di essere carichi delle spighette; tutte le dirama- zioni, dalle primarie a quelle di ultimo grado, nascono dal di dentro di una spata tubulosa strettamente infundibulare simile del resto alle spate primarie, ma naturalmente gra- datamente più piccola quanto più piccole sono le dirama- zioni che escono fuori dal loro interno. Sulle spighette i fiori sono sessili solitarî od anche gemini all’ascella di una brattea relativamente assai grande subtriangolare a base larga coll’apice acuto, glabra internamente e peloso—sericea esternamente ; ogni fiore per di più ha la sua brattea spe- ciale della medesima forma e di poco più piccola di quella comune. Fiori assai spessi e subcoriaceo-carnosi, allorchè in boccio bene sviluppato lunghi 4.5-4.8 mm. e larghi 2 mm., ovati con punta conica piuttosto acuta; il calice è a pareti as- sai spesse, brevemente tubuloso-subcampanulato, diviso sino al terzo superiore in tre larghi denti triangolari acuti non barbati all’ apice, rotordato in basso e scavato sul fondo, peloso esternamente; corolla il doppio più lunga del calice, tubuloso-campanulata nella parte inclusa nel calice, con le divisioni in forma di triangolo equilatero, acutiuscule as- sai spesse, finamente ed appressatamente peloso—sericee al- l’esterno, alveolate e glabre internamente, con la punta assai spessa; stami con i filamenti riuniti per le basi e formanti alla fauce della corolla un assai conspicuo anello carnoso a contorno superficialmente undulato 3-lobo e con 6 mi- nutissimi dentini portanti le antere; di questi, 3 sono si- tuati sui lobi e 3 nella leggiera depressione fra un seno e l’altro; le antere sono molto piccole, molto latamente ellit- tiche, a loggie parallele, rotondate alle due estremità; il tubo, che è molto spesso e carnoso, ha internamente 6 su- perficialissimi rilievi in corrispondenza dei filamenti. Ovario del tutto glabro, turbinato, troncato e scolpito in alto, bruscamente contratto nello stilo comune che è a base co- nica e bruscamente subulato, terminato da uno stigma pun- tiforme indiviso. Frutto essucco, sferico, di 13-15 mm. di diam. con traccie apicali dello stilo poco distinte e non prominenti, di color bruno lurido giallastro, sul secco a superficie non levigata; pericarpio essucco; mesocarpio staccantesi per macerazione naturale dall’endocarpio; questo è sottile, legnoso—crostaceo, fragile, formante un nocciolo sferico molto ottusamente cau- diculato in basso e che misura due mm. in diametro meno dell’intiero frutto. Seme sferico non aderente all’ endocarpio, di 9.5-10 mm. di diam. a superficie bruna opaca, con l’ilo basilare assai esteso e rafe che si prolunga per una buona parte di un lato; diramazioni del rafe 4-5 per lato quasi orizzontali e pochissimo ramose; albume ruminato; em- brione basilare. Hasirar. — Cuba. — Wright, Plante Cubenses n.° 3216 (Herb. di Berl., de Cand. etc.: esemplari con fronde e por- zioni di spadice in fiore). Altro esemplare dell’Erb. di Ber- lino, simile a quelli di Wright, con porzioni di spadice in Ie fiore, fronde e frutti maturi, ha l’etichetta: « Flora Cubana, Province of Santa Clara, district of Cienfuegos n.° 384, Calicita. Coll. Rob Combs ». ibi: 8. Copernicia Curtissîi Becc. sp. n. Descrizione. — Similissima alla Copernicia hospita. Fronde come descritte per questa specie, ma forse un poco più piccole; picciolo largo 18-20 mm., armato quasi uniformemente 'da cima a fondo a distanze di 12-15 mm,, con spine curvo-uncinate a punta nera; ligula come nella C. hospita. Lembo misurante 65 cm. dal picciolo all’apice dei segmenti centrali che sono assai meno acuminati e molto più ottusi all’apice che nella C. Rospita, anzi alle volte ivi assolutamente rotondati e molto brevemente bifidi; i segmenti laterali sono acuminati come di solito ; ambedue le superficî sul secco sono di un verde pallido uniforme (senza secrezione cerosa). Spadici come descritti per la C. Rospita, però le intiere infiorazioni parziali e tutte le loro diramazioni sino alle spighette sono molto arcuate e con una ben marcata ten- denza scorpioidea; ogni diramazione, comprese le spighette, ha una spata infundibulare allungata membranacea, bruna e pilosula in alto specialmente sulla carena della punta; la parte assile dei rami e le loro suddivisioni sono glabre nella parte che resta al di sotto dell’ inserzione della re- spettiva spata. Spighette brevissime, lunghe 6-7 mm., glo- meruliformi, composte di soli 8-10 fiori molto approssimati disposti quasi unilateralmente sopra il lato convesso dei rami 3-' e talvolta 4-', che, come ho detto, sono arcuato— subscorpioidei. Le brattee florali sono lunghe quasi quanto i fiori essendo relativamente grandi, brune ed essucche con larga base concava, lanceolate, fortemente pelose all’esterno, glabre internamente e prolungate in punta sottile acumi- nata molto setosa all’apice. Fiori solitarî gemini o terni all’ascella di una brattea cc II a con tante bratteole simili a questa quanti sono i fiori; fiori, in boccio ben conformato, lunghi 5 mm. con calice molto peloso, tubuloso-campanulato, diviso circa sino al mezzo in tre lobi ovati acuti od acuminati setosi all’apice, rotondato in basso; corolla il doppio più lunga del calice, tubuloso-campanulata nella parte inclusa nel calice, con le divisioni triangolari, attenuate in punta acuminata, densa- mente rivestite all’esterno e specialmente all’ apice di ap- pressi peli sericei; stami formanti un anello carnoso alla fauce con 6 superficiali e brevi denti eguali terminati da cortissimi filamenti subulati; antere piccole molto lata- mente ellittiche, rotondate alle due estremità; ovario gla- bro esattamente come descritto per la Cl. hRospita; anche il frutto è, come in questa, della medesima forma sferica ma un poco più grosso (di 17 mm. di diam.); seme pure un poco più grosso (12 mm. di diam.). OsservazioNI. — E certamente affinissima alla C. Rospita di Cuba éd è la specie sostituente questa nell’/sla de Pinos. Si distingue però subito per i suoi fiori con divisioni acu- minate fortemente pelose all’esterno; per il calice ed anche per le brattee molto acuminate; per le spighette con mi- nor numero di fiori quasi unilaterali sul dorso dei rami subscorpioidi. Hapiratr. — Nell’Isla de Pinos, in vicinanza della costa Sud Ovest di Cuba, presso Nueva Gerona (Curtiss, West Indian Plants n.° 435, 5 apr. 1904). 9. Copernicia macroglossa Wendl. in Kerch. Palm. 241. (nomen); Sauv. Fl. Cub. n.° 2368. DescRIZIOnE. — Da quanto sembra è una palma assai robusta con grandi fronde flabellate divise in circa 60 seg- menti, misuranti 1.20 m. dal picciolo all’estremità dei seg- menti centrali (in un esemplare); picciolo corto e robusto, 12 spesso circa 18 mm., largo in alto 5 cm., ed in basso 6 cm., piano di sopra, a superficie unita biancastra sparsa di pic- colissimi punti squamuliferi, fittamente armato ai margini da cima a fondo di forti spine dentiformi nere molto com- presse curvato-uncinate con la punta acutissima vòlta in su, lunghe quasi 1 cm., in modo da rendere detti margini fittamente e grossolanamente seghettati; la parte armata di spine è lunga solo 23 cm.; ma vi è una parte basilare lunga 7-8 cm. che si dilata nella guaina, i margini della quale non sono spinosi ma abbondantemente provvisti di fibre derivanti dalla guaina stessa. La ligula è grande, la- minare sottilmente coriacea, rigida, veramente lingueforme, glabra, lunga circa 6 cm. e larga alla base altrettanto, dentato-spinosa ai margini in basso ; di dietro il picciolo sì termina quasi orizzontalmente senza alcun orlo o mar- gine; non esiste rachide. Il lembo è coriaceo, rigido, di un verde pallidissimo sul secco, più pallido e glaucescente di sotto, quasi levigato sulle due faccie sulle quali appari- scono poco nettamente i nervi secondarî e più di questi le venule trasverse, molto sinuose queste e attraversanti, ra- mificandosi un poco, tutta la lamina dei segmenti da un margine all’altro. Le costole superiori non sono relativa. mente molto robuste ed hanno il dorso piano e, special- mente nei segmenti più esterni, + denticolato-spinoso; le costole inferiori sono più forti delle superiori, svaniscono presso l’apice dei segmenti, hanno il dorso piano e liscio nella pagina inferiore, e non sono prominenti nella supe- riore, dove sono rappresentate da un angusto solco rima- nendo le due metà dei singoli segmenti leggermente incli- nate fra di loro; le due faccie sono cosperse di minutissimi puntolini squamuliferi rotondi color ruggine; i seni nella parte centrale rimangono a 60-65 cm. dall’ apice del pic- ciolo e nella parte più esterna a 25 cm., non esiste fila- mento interposto. I segmenti centrali hanno il loro punto più largo ad 8-10 cm. al di sopra dei seni ed ivi misurano sino 6 cm. di larghezza, ristringendosi da questo punto gradatamente in acutissimo apice, il quale è fesso per il tratto di 10-12 cm. in due punte rigide subulate; i seg- menti più esterni sono larghi solo 2 cm. e l’apice è fesso soltanto per il tratto di 4-5 cm.; i margini sono ottusi ma non notevolmente inspessiti. Guaine provviste di grandi orecchie sottilmente coriacee rosso cuoio poi sfacelato—co- riacee. Spadice apparentemente assai grande con varie infiora- zioni parziali alternato—distiche e gradatamente decrescenti; spate primarie tubulose, angustamente infundibulari, mol- lemente e finamente pelose in gioventù ma negli spadici vecchi subglabrescenti, sottilmente coriacee, strettamente guainanti, troncate molto obliquamente alla bocca ed ivi intiere od appena lacero—fibrose, prolungate da un lato in punta acuminata e carinata sul dorso. Le infiorazioni par- ziali formano delle pannocchie duplicato-ramose lunghe 20-35 cm. arcuate con tendenza scorpioidea, portanti po- chi rami secondarî aventi la medesima tendenza scorpioidea; di questi i 2-3 più bassi lunghi 10-15 cm. e con 6-8 ra- moscelli o spighe fiorifere e gli altri molto rapidamente decrescenti in lunghezza e meno divisi e poi semplici. Ogni ramo secondario ed anche ogni ultima suddivisione è prov- vista di una spata infundibuliforme simile a quelle primarie, ma gradatamente più breve, transversalmente grinzosa in alto ed abbracciante la base del ramo o della spighetta dei fiori; i rami primarî e secondarî hanno una breve parte peduncolare lanuginosa, piana dal lato assile, con- vessa esternamente, intieramente inclusa nella respettiva spata; le ultime diramazioni formano dei corti e densi a- menti decisamente scorpioidei della grossezza di un dito mignolo finamente e mollemente pelosi in ogni parte, dove 1 fiori sono densamente aggruppati in cortissimi ramoscelli fioriferi (ognuno provvisto della sua spata come sopra è stato detto) e dove ogni fiore nasce dall’ascella di una brat- tea lanceolata lunga quanto il fiore stesso, molto pelosa esternamente, accompagnata da una bratteola più piccola e più stretta di questa. Fiori lunghi 6.5-7 mm., nascosti framezzo alle brattee — 180 — in causa della densa peluria da cui queste ed 1 fiori stessi sono esternamente coperti: internamente però, i fiori, sono glaberrimi in ogni parte; il calice è tubuloso-campanu- lato, rotondato in basso e scavato di sotto, diviso + pro- fondamente in 3 larghi lobi acuti terminati da un ciuffo di peli; la corolla è il doppio più lunga del calice, tubu- loso-campanulata nella metà inferiore con le divisioni trian- golari allungate acute, pelose esternamente, glabre e + al- veolate internamente e con la punta inspessita; stami for- manti coi filamenti riuniti per le basi un breve anello non | molto carnoso alla fauce della corolla con 3 incavature pro- fonde e tre lobi prominenti, dimodochè gli stami appari- scono nettamente biseriati: ossia 3 filamenti sono più lun- ghi, hanno una larga base e poi sono bruscamente subulati ed altri 3 sono più corti e ridotti ad un minutissimo dentino subulato alternante con le basi dei più lunghi; questi sporgono con le antere fra mezzo alle divisioni della corolla durante la fioritura, gli altri tre rimangono inclusi; le antere sono latamente ellittiche, molto piccole, rotondate alle due estremità, erette, basifisse, a loggie parallele dei- scenti internamente ; ovario glabro formato da 3 carpelle assai fortemente scolpite in alto, con ovulo basilare eretto, assai intimamente unite fra di loro e nell'insieme for- manti un corpo turbinato, bruscamente contratto in breve e sottile stilo comune, terminato questo da un minuto stigma trilobo. Frutto essucco, non molto regolarmente sferico e per lo più un poco attenuato alla base, piuttosto ottusamente e + eccentricamente mucronulato, di 16-18 mm. di diam., giallastro lurido sul secco, a superficie non perfettamente levigata e sotto la lente molto minutamente ma non netta- mente granulosa; pericarpio nell’insieme spesso 1.5-2.5 mm. con mesocarpio essucco grumoso ed endocarpio crostaceo— sublegnoso, internamente color giallo paglia e liscio. Seme non connesso coll’endocarpio, a superficie opaca bruna color cioccolata, globoso o subreniforme essendo un poco più largo che alto, 12.5 mm. largo e 10.5 mm. alto, con l’ilo — 81 — molto esteso ed il rafe che si prolunga per una buona parte di un lato; le diramazioni del rafe sono 4-5 per lato, pochissimo ramose, distintamente impresse, traversanti oriz- zontalmente il seme e riunentisi in giro al punto dove si trova l'embrione; questo basilare accanto all’ilo; albume fortemente ruminato. Hasirar. — Cuba. Nell’Erbario di Berlino si trovano assai completi esem- plari con fiori e frutti giovani delle « Planta Cubenses Wrightiane » n.° 3969, ed altri con frutti maturi « di Rob Combs: Flora Cubana, Province of Santa Clara, district of Cienfuegos n.° 335, Calicita, 1895 ». Ho visto inoltre nell’Erbario de Candolle un esemplare raccolto nel 1829 da Ramon de la Sagra, col nome volgare di « Jata » e la nota « feuilles en spirale ». OsservaziONI. — È una palma distintissima e curiosis- sima per molti rapporti, specialmente per le sue rigide fronde con grande lembo e picciolo corto e largo e forte- mente spinoso seghettato, ma è poi ancor più caratteristica per i suoi rami fioriferi in forma di amenti densamente pe- losi, grossi come il dito mignolo, scorpioidei, coi fiori molto addensati che si confondono con le brattee, fra mezzo ai quali rimangono nascosti. Con il n.° 3969 di Wright si trova una spata che si do- vrebbe supporre appartenente alla C. macroglossa. Essa ha la forma di una lingua, lunga 30 e larga 5 cm. tanto in basso quanto presso l’estremità, coriaceo-legnosa, molto spessa (10- 12 mm.), fortemente depressa, piano—convessa, ancipite—sub- bialata, coi margini acutissimi, terminata in punta quasi ro- tondata, aperta solo all'apice essendo sul lato ventrale solo dilacerato fibrosa; la superficie è levigata ed è segnata in qua e là da puntolini squamiferi, è rosso-cuoio interna- mente e giallastro-paglia esternamente. L'AS EI e — 182 — Specie note solo di nome od escluse dal genere Copernicia. CoPERNICIA BARBADENSIS Hort. Herrenh., Wendl. In. Palm. 19. = Thrinax barbadensis Lodd. ex Revue hor- ticole, 1875, 34. — CAMPESTRIS Burmeist., Reise La Plata Staaten, II, 48 = Trithrinax campestris Dr. et Gris. — MARITIMA Mart. Hist. nat. Palm. III, 319, = Co- ‘rypha maritima Humb. et Bonpl. Nova Gen. et Sp. pl. I. 298 = Sadal Japa Wright ? (Vedi os- servazioni a questa specie). — Mixacuama Kunth ex Mart. Hist. nat. Palm. III, 243 = Coccothrinax Miraguano Becc. — ? NANA Mart. Hist nat. Palm. III, 226 (Corypha nana Humb. et Bonpl.) = Crysophila nana Blume. — ? Pumos Mart. Hist. nat. Palm. III, 243 = Corypha Pumos Humb. et Bonpl. Nov. Gen. et sp. pl. I, 298 = Sadal Rosei (Cook) Becc. (Vedi osser- vazioni a questa specie). — ? RoBUstA Hort. Herrenh., Wendl. Ind. Palm. 19. Cuba. Quid ? — WricrmtII Gris. et Wendl. PI. Cub. 220 = Acoelorha- phe Wrightii Wendl. Gen. 7. — Washingtonia H. Wendl. in Bot. Zeit. 1879, 68; S. Wats. in Bot. Calif. II, 211, 485; Benth, et Hook. f. Gen. Plaut. III, 923. — Pritchardia subg. Wa- shingtonia Drude in Engl. et Prantl, II, 3, 38. Grandi palme con grosso ed alto tronco lunga- mente rivestito dalle vecchie fronde reflesse e molto tardivamente decidue. Fronde plicato—flabellato- multifide, suborbicolari, indivise nella parte centrale, più o meno filifere nei seni ed ai margini dei seg- — 183 — menti; picciolo molto allungato, spinoso lungo i margini, piano convesso, con la base dilatata e le- gnosa fessa in due parti abbraccianti il tronco e portante ai lati i resti sfacelato-fibrosi di una guaina pannosa. Ligula distinta. Rachide triango- lare breve. Segmenti bifidi. Spadici grandissimi, 4-plicato-ramosi, con le ultime diramazioni fiori- fere filiformi, formanti nell’ insieme una immensa pannocchia composta di varie pannocchie seconda- rie e terziarie, da prima nutante e più lunga delle fronde, poi, quando fruttifera, recurva e portata da una parte peduncolare; questa guainata da varie spate primarie tubulose. Spate delle pannocchie ter- ziarie da prima tubulose poi nell’ antesi aperte, piane, allungate e latamente lineari. Fiori di consi- stenza scarioso—-pergamenacea solitarî ed inseriti ir- regolarmente intorno ai ramoscelli, sessili sopra un disco tuberculiforme all’ascella di una brattea jalina, angusti e più o meno angolosi allorchè in boccio. Calice tubuloso, + profondamente 3-lobo a lobi coi margini imbricati. Corolla assai più lunga del ca- lice, brevemente tubulosa in basso, divisa in 3 filli patenti nell’antesi, coi margini imbricati nel boccio, callosi e nettariflui alla fauce. Stami 6 più o meno distintamente biseriati, con filamenti incrassato— fusiformi in basso, dritti subulati e non inflessi all'apice, quelli opposti ai filli di solito più crassi di quelli alternanti e più o meno saldati ai filli della corolla, gli altri 3 liberi quasi sino in basso; antere, lanceolate, dorsifisse, deiscenti internamente. Ovario composto di 3 carpelle approssimate, molto repentinamente contratte in alto ed unite in uno Moti — 184 — stilo comune, callose e non scolpite in alto ; quelle che rimangono infeconde aderenti all’ apice di quella fertile nel frutto; stilo -filiforme gracilis- simo allungato, lungamente permanente all'apice del frutto; stigma piccolo puntiforme o brevemente trilobo; ovulo basilare, eretto. Frutto piccolo, ovoi- deo, drupaceo; epicarpio nitido pellicolare; meso- carpio scarsamente carnoso; endocarpio sottilissimo pergamenaceo-vetrino fragile. Seme eretto, libero dall’endocarpio, a superficie più o meno unita e nitida, con leggiero inspessimento dell’integumento del seme dal lato del rafe; rafe longitudinale, su- perficiale o leggermente impresso o subumbilicato— sulciforme con poche e semplici diramazioni po- chissimo distinte; ilo basilare ristretto; albume omogeneo, solido, oleoso; embrione basilare situato leggermente fuori dell’asse. Il genere Washingtonia è uno de’ meglio caratterizzati fra quelli della Tribù delle Coryphe@ per le sue grandi pannocchie di fiori bianchi quasi essucchi, scarioso—perga- menacei, con gli stami biseriati e con le divisioni della co- rolla inspessite alla base nel punto dove s'inseriscono i 3 stami oppositipetali ed apparentemente ivi nettariflue. Sebbene le specie di Washingtonia siano state riferite ora alle BraZea, ora alle Pritchardia esse costituiscono un gruppo di palme nettamente definito ed uno dei più carat- teristici della Flora Nord americana. Le Washingtonia hanno tutte un aspetto loro particolare a tutti noto per il grande favore che tali palme hanno in- contrato nell’ornamentazione dei giardini, sopratutto per la loro rusticità, il rapidissimo accrescimento ed il bel foglia- me. Le Washingtonia hanno un tronco immenso che alla base acquista anche 1 m. di diametro e che leggermente — 185 — assottigliandosi verso l’alto può raggiungere e forse sorpas- sare l'altezza di 20 metri. Allo stato naturale il tronco ri- mane completamente coperto dalle fronde vecchie che si reflettono sotto la chioma ad ogni nuova vegetazione e formano intorno ad esso un gran manicotto. In generale da noi si ama di vedere il tronco nudo, e le vecchie fronde vengono tolte mano mano che disseccano, distaccandosi facil- mente dal tronco con debole sforzo; però anche nel Deserto del Colorado della « South California » nel « Palm Caîion » s’ incontrano gruppi della Washingtonia che vi è indigena con grandi ed alti tronchi colonnari resi completamente nudi dal fuoco che vi hanno espressamente attaccato gli In- diani: giacchè bruciare le foglie secche alle Washingtonia, come mi è stato assicurato dal Dr. Jepson dell’Università di California, era un rito della loro religione prima che tale pratica venisse proibita dal governo per i pericoli ai quali dava luogo alle proprietà vicine. Sino ad ora non si era ben sicuri se il genere Washing- tonia si componeva di 2 o 3 specie distinte o di una sola assai variabile, ed a tale riguardo le opinioni dei botanici erano assai disparate. Dallo studio accurato che io ho fatto di dette palme mi sembra che si possano distinguere due specie ben caratterizzate, ognuna delle quali assai variabile, ma non connesse da forme intermedie. Infatti ho riscon- trato che fra le due specie di Washingtonia che io ricono- sco — filifera e robusta — si riscontrano differenze note- voli non solo nelle fronde, ma anche nei fiori come meglio verrà fatto conoscere qui appresso. È un fatto assai curioso che le Washingtonia siano in questo momento meglio conosciute in Europa che nel loro paese nativo e che non sia stato ancora possibile rintrac- ciare il punto preciso d’origine della prima specie intro- dotta da noi, la W. filifera. A questo riguardo il Sig. S. B. Parish di San Bernardino in California, che si è molto occupato delle Washingtonia, e col quale ho avuto una lunga corrispondenza relativamente alla loro distinzione specifica ed al preciso luogo d’ origine d’ ognuna di esse, Vieri, Le PO MR La LD » Ù vw — 186 — mi scrive che la Washingtonia che in California è cono- sciuta col nome di filifera è quella che noi coltiviamo col nome di robusta e che la vera W. filifera è da loro scono- sciuta non solo allo stato selvatico ma anche in coltiva- zione. Prospetto delle specie di Washingtonia. 1. Fronde (di pianta adulta) con piccioli armati ai margini solo nella parte più bassa con spine deltoidee piuttosto piccole, inermi nella parte anteriore. Rachide o termi- nazione posteriore del picciolo in forma di triangolo molto più lungo che largo. Fiori con corolla il doppio più lunga del calice. Stami oppositipetali fusiformi. Ovario con 3 gobbe in alto. Stigma puntiforme indi- viso (sempre ?). a) Rachide 1-2 volte più lungo che largo. Seme 5.8-6 mm. lungo, 4-4.5 mm. largo. W. filifera Wendl. (forma tipica). 5) Rachide 3-4 volte più lungo che largo. Semi 4.8-5.2 mm. lunghi, 3.5-4 mm. larghi. W. filifera v. microsperma Becc. 2. Fronde con piccioli armati sino sotto i segmenti con spine più o meno robuste e più o meno uncinate. Ra- chide triangolare poco più lungo che largo. Fiori con corolla circa 2 volte più lunga del calice. Stami oppo- sitipetali inspessiti e bulbiformi in basso alla fauce. Ovario rotondato (non con 3 gobbe) in alto. Stigema 3-—partito. a) Piccioli fortemente spinosi, segmenti con nume- rosi filamenti ai margini. W. robusta Wendl. (forma tipica). Mo — 187 — 5) Piccioli più debolmente armati, segmenti quasi privi di filamenti ai margini. W. robusta var. gracilis Parish. 3. Specie dubbia da compararsi con la W. robusta. W. sonore Hort. Indubbiamente le prime Washingtonia introdotte in Eu- ropa sono state la W. filifera e la sua varietà microsperma ; ma non credo possibile stabilire quale delle due avrebbe il diritto di priorità per essere considerata come forma tipica. Io però ho creduto poter ritener come W. filifera tipo la più grande e maestosa delle due e che ha fiorito sin dal 1892 nel Giardino Garibaldi a Palermo da semi pervenuti nel 1874 all’orto botanico di quella città. (Bull. Soc. tosc. Ortic. XVIII, 1893, 153). E dietro campioni di fronde fiori e frutti provenienti da questo esemplare, a me cortesemente comunicati dall’amico prof. Antonino Borzì che ho quindi basato la descrizione della forma tipica di W. filifera. Della Washingtonia che ha figurato nei cataloghi di Lin- den col nome di Pritchardia filifera ne vennero da Linden stesso portate 5 o 6 piante viventi alla Esposizione inter- nazionale tenuta in Firenze nel maggio 1874, e di queste io ne conosco presentemente quattro, tutte grandi e produ- centi fiori e frutti e che appartengono alla varietà da me distinta col nome di microsperma. 1. Washingtonia filifera H. Wendl. in Bot. Zeit. 1879, 68; Sargent, Forest Trees N. Am. 10" Census U. S. IX, 217 (pro parte ?); Sprenger in Bull. Soc. Tosc. Ort. XIV, 319, f. 37. — W. filamentosa O. Kuntze, Rev. Gen. Pl. II, 737 (1891); Sargent, Silva N. Am. X, 47. t. DIX (pro parte?) — Pritchardia filamentosa H. WendlI. in Bot. Zeit. XXXIV, 807 (1876); Fenzi in Bull. Soc. Tosc. Ort. I, (1876) 116, cum. ic. xyl. — — 188 — Pritchardia filifera Linden, Ill. hort. XXIX, 32, 105 (1877) cum ic. xyl. — Brahea filamentosa Hort.. DescRIZIONE. — Tronco alto sino 20 m., un poco rigonfiato in basso dove misura 0.80-1 m. di diam., poi colonnare e leggermente ristretto verso l’apice, nel suo stato naturale ricoperto dalle vecchie fronde reflesse. Fronde grandi, misuranti 1.70 dall’ apice del picciolo all’ estremità dei segmenti centrali. Picciolo lungo circa quanto il lembo, dilatato in basso in una guaina coriacea, la quale nel germoglio centrale dal suo attacco sul tronco al punto dove cominciano le spine misura circa 90 cm. di lunghezza, presto però aperta sul lato ventrale ed in parte da questo lato risoluta in un reticolo fibroso, fessa inoltre lungo il mezzo sul dorso e divaricata in due parti che ab- bracciano quasi tutto l’intiero tronco; all’apice il picciolo è largo + 4 cm. e spesso 13-14 mm., assai più largo verso la base, piano di sopra, convesso di sotto, nelle fronde di piante vecchie armato ai margini nella metà inferiore con piccole spine deltoidee poco o punto uncinate lunghe 5-7 mm., nel rimanente nudo od al più con qualche piccolissima spina in qua e là; ligula triangolare della forma e lun- ghezza del rachide con margini membranacei essucchi ; ra- chide triangolare-allungato, una volta od una volta e mezzo più lungo che largo, non considerando il prolungamento apicale che penetra nel lembo. Lembo diviso sino a circa la metà in circa 80 segmenti, con lunghi filamenti biondi nei seni e sui margini, egualmente verde e glabro sulle due superfici; i segmenti sono piani, molto profondamente fessi in due lunghe code acuminatissime lacero—filamentose nell’estremo apice; le costole sono relativamente non molto robuste: le inferiori forforacee nelle fronde da poco svolte, a dorso piano in basso e liscio (non spinuloso) anche nei segmenti più esterni, non prominenti, anzi leggermente de- presse nella pagina superiore; le superiori (terminanti nei seni più bassi) molto rilevate nella pagina superiore; i nervi secondarî sono numerosi, discosti tra di loro circa 1 ii RO TOR I CP ni Sete Atei ata tre se Malin ei ARE a VET ie LR a ED AIAR tt: ; x — 189 — mm. e rendenti molto acutamente striate (sul secco) le due superficî ; le venule transverse sono cortissime essendo in- terposte solo fra i nervi secondarî, più distinte di sotto che di sopra; i segmenti centrali all’altezza dei seni più bassi sono larghi 4-4.5 cm.; gli esterni vanno gradatamente di- minuendo di larghezza e di lunghezza e sono anche più profondamente divisi; i più esterni di tutti sono larghi solo 10-15 mm. e molto più corti degli altri. Spadici grandissimi, arcuato-nutanti, più lunghi delle fronde, con varie infiorazioni parziali pure molto grandi e nascenti dal di dentro di spate primarie tubulose stretta- mente guainanti; queste infiorazioni secondarie sono alla lor volta composte di varì rami sovrapposti ognuno dei quali forma da sè solo una pannocchia parziale cupressiforme lunga 40-50 cm. assai densa, nascente dall’ascella di una spata; questa da prima è tubulosa ma poi fessa per il lungo e piana, laminare, spessamente cartacea, di varî centimetri più lunga della respettiva pannocchia, larga 2-2.5 cm., od anche più, troncata, brevemente bidentata e ciliato—-barbata all'apice. Le pannocchie parziali sono duplicato-ramose e sì dividono in numerosi ramoscelli fioriferi filiformi color paglia lunghi 6-8 cm., sottili, spessi circa 1 mm. all’epoca della fioritura, ed 1.5 mm. quando fruttiferi, sinuosi, gla- bri, angolosi, portanti i fiori solitarî, inseriti molto irrego- larmente all’ingiro, sessili sopra un piccolo cuscinetto tu- berculiforme che penetra nella base del calice e che nasce dall’ascella di una spatella o brattea jalina-argentea laci- niata. Fiori in boccio lanceolato-acuminati, lunghi 8.5 mm. e larghi 2 mm., oscuramente angolosi; calice tubuloso-campa- nulato, troncato alla base, diviso sino a circa la metà in 3 lobi latamente ovati, denticulato-crenulati sul contorno, con un distinto apicolo leggermente forforaceo-rubiginoso ; co- rolla il doppio più lunga del calice, tubulosa nel quinto inferiore con segmenti lanceolato-acuminati subaristati, cal- loso--papillosi (nettariflui ?) al punto d’inserzione del rispet- tivo stame, patenti durante l’antesi nella porzione che rimane —_ 90 = al di fuori del calice. Stami opposti ai segmenti crassamente fusiformi, saldati alla corolla nel loro terzo inferiore; gli stami alternanti coi segmenti sono tereti e subulati, molto più sottili degli altri 3, liberi sino quasi al fondo della corolla, partendosi dai seni fra petalo e petalo; antere lanceolato-sagittate lunghe 3 mm. acute e brevemente bifide all'apice. Ovario piccolo turbinato, fortemente gib- boso in alto, molto bruscamente contratto in uno stilo fili- forme giungente durante l’antesi sino a circa la metà del. l’antere. Stigma puntiforme non lobato. Frutti ovoidei, neri, lucidi, con mesocarpio sottilmente carnoso, lunghi ordinariamente 9 mm. e larghi 6, terminati dallo stilo permanente setiforme lungo 5-6 mm.; il seme è ovato-ellissoidale, egualmente rotondato alle due estre- mità, lungo 5.8-6 mm., largo 4-4.5 mm., pianeggiante e non incavato dal lato del rafe, con l’inspessimento rafeale del tegumento pochissimo accentuato, poco distintamente segnato da 5 diramazioni del rafe sottili non anastomosate di cui la centrale scavalcante il seme. Talvolta si svilup- pano due carpelle ed in tal caso i frutti sono un poco asim- metrici e pianeggianti dal lato assile. Hazirat. — Il preciso luogo d'origine di questa specie rimane ancora dubbio; perchè non vi è da tener troppo conto di quanto è stato scritto in proposito, essendo le Washingtonia tutte così simili per il loro aspetto. esterno che è facile scambiare l’una per l’altra senza avere sotto mano gli esemplari da esaminare (Si veda in proposito: Gardener ’s Chr. Jan. 14, 1888, p. 50; Sargent; Silva, X, 47; Fenzi in Bull. Soc. Tosc. Ort. 1. c.). Da quanto mi comu- nica il Sig. Parish « nè la vera W. filifera, nè la varietà « microsperma sono conosciute in coltivazione in California, « e quella che colà è coltivata col nome di W. filifera sa- « rebbe quella che in Europa si coltiva col nome di W. « robusta ». Sembra però certo che i primi semi della no- stra W. filifera siano stati inviati in Europa da Roezl, il quale, secondo il Sig. Parish, li dovrebbe aver raccolti presso * È n” x Prescott in Arizona « a region of pines rather than of Palms ». Io però lascio al Sig. Parish il compito di stabi- lire il vero « habitat » di ognuna delle specie e varietà di Washingtonia. In Italia fiorisce verso la metà d’agosto e fruttifica in novembre. Washingtonia filifera var. microsperma Becc. Descrizione. — Tronco come nella forma tipica. Fronde (di pianta adulta e fruttifera) misuranti 1.50 m. dall’apice del picciolo all’estremità dei segmenti centrali. Il picciolo è lungo circa quanto il lembo, armato solo presso la base di piccole spine dentiformi deltoidee orizzontali, inerme nel rimanente, largo in alto 4-5 cm.; rachide assai più prolungato nel lembo che nella forma tipica, essendo 3-4 volte più lungo che largo; nei seni vi sono i soliti filamenti, ma questi sono piuttosto scarsi sui margini dei segmenti; questi sono fortemente striati sul secco dai nervi secondarî assai robusti, fra mezzo ai quali si scorgono an- che dei sottili nervi terziarî; venule trasverse indistinte. Spadice lungo 3.50 m.: in un esemplare con 4 infiorazioni parziali, ognuna delle quali lunga circa 2 m.; queste alla lor volta sono composte di 6-7 pannocchie cupressiformi, di cui le più basse, che sono le maggiori, lunghe 40-45 cm. ed in nulla differenti da quelle della forma tipica; ogni pannoc- chia è similmente provvista della sua spata latamente li- neare, larga sino 4-5 cm. ed un poco più lunga della re- spettiva pannocchia. Fiori lattei, di consistenza scarioso-pergamenacea, di odore forte non grato, in boccio oblanceolati acuminati lunghi 8 mm., un poco attenuati in basso, nel punto più largo, verso il terzo superiore, di 2-5 mm. di spessore, non di rado leggermente asimmetrici, talvolta # ottusamente tri- goni. Calice tubuloso-campanulato, troncato alla base e quivi all’esterno punteggiato, incavato di sotto, jalino, ar- genteo-scarioso, diviso sino a circa la metà od oltre il terzo superiore in 3 lobi latamente ovati o suborbicolari, coi margini leggermente imbricati in basso rotondati o poco distintamente apiculati a contorno irregolare crenulato—lo- bulato. Corolla precisamente il doppio più lunga del calice, indivisa e tubulosa nel quarto inferiore; petali lanceolati, acuminato-aristati, leggermente concavi o quasi piani con i soli margini sovrapposti od imbricati allorchè in boccio, finamente striati all’esterno, nell’antesi orizzontali, assai for- temente calloso-glandulosi alla base dietro il respettivo stame, ossia nel punto che potrebbe chiamarsi la fauce. Stami biseriati ma tutti di lunghezza eguale; quelli opposti ai petali uniti a questi nel terzo inferiore con filamenti crassi, fusiformi, subulati all'apice; quelli alternanti coi petali liberi per tutto il tratto che la corolla è divisa, più sottili, tereti, subulati e non inflessi all’ apice, del resto come gli altri; antere lunghe circa 3 mm., angustamente lan- ceolate, acuminate all’apice ma spesso quivi molto breve- mente bifide (quelle degli stami oppositipetali più delle altre) inserite a circa il terzo inferiore del dorso, a loggie disgiunte assai profondamente in basso, deiscenti quasi dai lati ed acute alla base. Ovario formato da 3 carpelle molto piccole, strettamente accostate fra di loro ma libere in basso, formanti un corpo di poco più di 1 mm. di lun- ghezza, turbinato, ottusamente trigono, trilobo e fortemente gibboso in alto; tutte e 3 le carpelle sono molto brusca- mente contratte in un unico stilo filiforme trisulcato, giun- gente nell’antesi alla metà delle antere con un solo stigma puntiforme indiviso e non ingrossato; così almeno io l’ho visto nei varî fiori che ho esaminato, ma non posso accer- tare che ad un dato momento della fioritura lo stigma non si apra in tre lobi e si presenti come l’ho osservato nella W. robusta. : Frutti ovoidei, del tutto simili a quelli della forma tipica ma più piccoli, lunghi 8 mm. e larghi 5; semi lun- ghi 4.8-5.2 e larghi 3.5-4 mm. 3 si — 193 — Hasrrar. — Come della forma tipica non è conosciuto il preciso luogo d’origine di questa varietà. Io ho descritto gli individui, che, portati giovanissimi nel 1874 da Linden a Firenze, adesso da qualche anno fio- riscono e fruttificano nel Giardino Corsi a Sesto presso Fi- renze, nel Giardino Ricasoli alla Casa bianca a Port’Ercole ed in quello del Conte Gustavo Parravicino a Campo Ro- mano presso Viareggio. OsservazionI. — Differisce dalla forma tipica per le fronde un poco più piccole; per i piccioli quasi del tutto inermi meno che alla base; per il rachide foliare diverse volte più lungo che largo; per i fiori un poco più piccoli con i fila- menti opposti ai petali più corti e relativamente più crassi, ma sempre fusiformi, ed infine per i frutti e semi più piccoli. Le fronde degli esemplari ch’io ho conservato tanto della forma tipica quanto delle varietà differirebbero pure un poco fra di loro perchè in quelle della forma tipica sono visibili delle venule transverse nella pagina inferiore, che mancano nelle fronde della v. microsperma; inoltre in questa fra i nervi secondarî sono più distintamente che nell’altra visibili dei nervi terziarî; ma tale carattere, come la maggiore o minore spiniscenza dei piccioli, il maggiore o minore prolungamento del rachide nel lembo, la maggiore o minore abbondanza di filamenti fra i segmenti e le di- mensioni dei frutti e dei semi sembrano caratteri molto variabili nelle Waskingtonia, riguardo ai quali bisogna andar cauti per non attribuire ad essi un troppo grande valore diagnostico. È possibile che le Waskingtonia occupino una zona al- quanto estesa, e che esistano varie forme locali non però specificamente definibili. Essendo stati quindi i semi di queste palme spediti in Europa da varî collettori e prove- nendo da disparate località, è naturale che gli individui che adesso cominciano a fruttificare nei nostri giardini non risultino tutti perfettamente identici fra di loro. Per regola generale la spinescenza dei piccioli tende sem- 13 — 194 — pre a diminuire quanto più la pianta diventa vecchia ; essa sembra al suo massimo nelle fronde delle piante di me- dia età, quando cioè, si potrebbe dire, hanno passato lo stato infantile. 2. Washingtonia robusta H. Wendl. in Berl. Garten Zeit. II (1883), 198 ; Rev. hort, 1883, 206 et 1885, 401, f. 73; Bull. Soc. Tosc. Ort. 1883, 117 et 1886, 301: Orcutt in Bot. Gazette, IX (1885) 262. — W. filifera (non Wendl.) S. Watson in Bot. Cal. II, 211, 485. DescRIZIONE. — A quanto sembra il tronco è più gracile di quello della W. filzfera, ma non meno alto, e porta una chioma di fronde un poco più piccole e con le punte più flaccide e ricascanti. Le fronde della pianta adulta e fer- tile misurano 1.40 dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali e sono divise in circa 70 segmenti. Il picciolo è largo in alto 4 cm. o poco più, piano di sopra e convesso di sotto, lungo circa quanto il lembo, fortemente armato sino proprio sotto ai segmenti di robuste spine ineguali a larga base, più o meno uncinate, lunghe sino 10-15 mm., spesse volte in senso contrario, di color spadiceo come i margini; il rachide è triangolare, quasi equilatero od a mala pena un poco più lungo che largo (nelle fronde di piante vecchie); la ligula è pure triangolare, della medesima forma e gran- dezza del rachide e contornata da lembo marcescente ; le co- stole inferiori dei segmenti più esterni sono denticolato—spi- nulose presso la base ed è pure spinuloso assai il margine esterno del segmento estremo; tutte le costole inferiori sono assai densamente coperte sul dorso in basso da un indumento molle cotonoso che forma un’aureola biancastra di dietro alla base del lembo intorno al rachide ; più in alto, sulle costole, di dietro, si notano di tanto in tanto delle impressioni spe- cialmente nei segmenti centrali e che dipendono dalla pres- sione esercitata dalle spine del picciolo nella prefoliazione. I segmenti sono assai abbondantemente filiferi ai margini, — 195 — striati da nervi secondarî discosti fra di loro 1-1.5 mm. con varî sottilissimi nervi terziarì framezzo ad essi; venule transverse connettenti i nervi secondarî più distinte di sotto che di sopra; nella parte centrale il lembo è indiviso sino un poco al di sopra della metà; all'altezza dei seni i seg- menti maggiori misurano 5-5.5 cm. di larghezza, e sono di- visi profondamente in due lacinie acuminatissime flaccide e ricascanti. Spadici grandissimi, più lunghi delle fronde, nutanti con 5-6 grandi infiorazioni parziali pendenti, ognuna delle quali è composta di varie pannocchie sovrapposte cupressiformi, lunghe 40-50 cm., assai dense, nascenti dall’ascella di una spata terziaria latamente lineare, larga sino 4 cm. del resto come quelle di già descritte per la W. filifera; ramoscelli fioriferi lunghi di solito 8-10 cm., spessi circa 1 mm., si- nuosi, glabri, angolosi, con i fiori solitarî inseriti non molto regolarmente a spirale all’ingiro. Fiori in boccio lunghi 11 mm., larghi 2.5 mm. Calice campanulalo, troncato alla base, diviso sino alla metà in 3 lobi + ovati molto irregolarmente ciliato-laciniati al mar- gine. Corolla due volte più lunga del calice, divisa sino al quarto inferiore in 3 petali lanceolati acuminato-subulati assai fortemente calloso-glandolosi alla base. Stami biseriati, ma di lunghezza eguale, lunghi quanto i petali; i 3 oppo- sti ai petali con filamenti molto crassi subulati all’apice con un forte ringrosso tubercoliforme alla fauce e poi brusca- mente ristretti al di sotto di questa; gli altri 3 tereti non inspessiti subulati; antere grandi lunghe 5 mm., angusta- mente lineari-sagittate, apparentemente acute od apiculate ma di fatto disgiunte o bifide all’ apice per quasi un terzo della loro lunghezza totale, inserite per il mezzo del dorso a loggie disgiunte alla base per più di un terzo. Ovario turbinato, troncato-rotondato non scolpito e non gibboso in alto; stilo giungente sino ai ?/, delle antere con stigma brevemente 3-lobo e lobi patenti—bilobi. Frutti ovoidei, neri, lucidi, con scarsissimo mesocarpio carnoso, lunghi circa 10 mm., larghi circa 8 mm.. termi- ER ra e pp xle - ° ire dt — 196 — nati dallo stilo permanente setiforme. Seme ovato lungo 6-7 mm. e largo circa 5 mm., pianeggiante v molto leg- germente incavato-umbilicato dal lato del rafe. Hasrrar. — Il luogo dove cresce questa Palma è adesso bene accertato ed è quello da dove in origine si credeva provenissero i semi della W. filifera. È il Palm Canon, sul limitare N. O. del Colorado Desert in Calitornia. Dalle fotografie che io ho ricevuto dal Sig. Parish si vede che questa palma preferisce il fondo delle vallate vegetando fra le roccie, ma dove le radici possono arrivare a procurarsi abbondante umidità dall’ acqua che scorre nei torrenti. OsservazioNnI. — Differisce dalla W. filifera oltre che per i piccioli armati di forti spine dalla base all’apice, per i fiori nei quali la corolla è due volte più lunga del calice ; per ì 3 stami opposti ai petali con un rigonfiamento bulbi- forme in basso e subulati nel rimanente; per l’ ovario ro- tondato e non gibboso in alto e sembrerebbe anche per lo stigma 3-partito a lobi bilobi. Sembra specie alquanto variabile per quel che riguarda il grado di spinescenza dei piccioli, sempre però molto più spinosi che nella W. filifera; per la quantità dei fili sul margine dei segmenti ed a quanto sembra anche per le dimensioni dei semi. Io ho descritto i campioni provenienti da un esemplare che fiorisce e fruttifica nel giardino botanico di Palermo. I frutti di questo individuo sono, come sopra ho detto, lunghi 18 mm. e larghi 8; i semi variano da 6-7 mm. di lunghezza e da 4.8-5.3 di larghezza, sono pianeggianti dal lato del rafe ed hanno quivi appena un accenno di de- pressione od ombellico. Un individuo invece che si coltiva al Golfe-Juan e di cui una fronda ed i semi mi sono stati comunicati dal Sig. Dupont (orticultore alle Pépinières de l’Aube) e che è riconosciuto pure come W. robusta, ha semi lunghi 7-8 mm. e larghi 5.5-6 mm. ed assai distintamente umbilicati dal lato del rafe. gra Washingtonia robusta var. gracilis Parish in lit. Descrizione. — Tronco più gracile e fronde più piccole che nella forma tipica con segmenti quasi mancanti di fila- menti sui margini. Picciolo delle fronde della pianta adulta armato sino all’apice ma più debolmente che nella forma tipica; nervi secondarî discosti 1-2 mm. l’uno dall’altro. HaBrrar. — Gli esemplari che di questa varietà mi ha inviato il sig. Parish provengono da individui coltivati nella vallata di San Bernardino (California) e portano il n.° 5789; alla medesima varietà appartengono quelli che portano il n.° 5336 e che vennero distribuiti col nome di W. robusta. OssERVAZIONI. — A questa varietà mi sembra debba ri- portarsi un esemplare che io coltivo, proveniente da semi affidati al terreno 28 anni fa e che adesso da due anni fio- risce. Il suo tronco misura 8 metri dal terreno alla base della chioma delle fronde verdi ed è tuttora intieramente rivestito da quelle vecchie reflesse. Le fronde misurano 1.40 m. dall’apice del picciolo all'estremità dei segmenti centrali, il picciolo è egualmente lungo, largo all’ apice 4 cm., armato di piccole spine sino sotto i segmenti; questi sono 70; il margine del segmento estremo non è denticolato spinuloso ; il rachide è presso a poco in forma di triangolo un poco più alto che largo. Le fronde di questo medesimo individuo, ma solo di 8-10 anni di età, hanno circa 60 segmenti; in esse il picciolo anche in alto è armato di spine lunghe sino 1 cm.; il margine del segmento estremo è spinuloso ed il rachide è più largo che alto; i segmenti sono sempre pochissimo filiferi ai margini, ed i nervi se- condarî sono discosti 1.5-2 mm. fra di loro. Fiori lunghi 9-9.5 mm. Calice strettamente campanulato, diviso sino al terzo superiore in 3 larghi lobi rotondati finamente e irregolarmente ma non profondamente ciliato— laciniati. Corolla 2 volte più lunga del calice, tubulosa ed — 198 — indivisa nel quarto inferiore; petali lanceolati, acuminati, con circa 9 venature longitudinali, assai distintamente in- spessiti e calloso-glandolosi alla base; stami inseriti tutti alla medesima altezza a circa il terzo inferiore della co- rolla, 13 opposti ai petali fortemente inspessiti e bulbosi alla base; quelli alternanti inspessiti pure ma in minor grado, del resto tutti subulati nella parte superiore; antere lunghe 4-5 mm,, lineari-sagittate alla base, assai profonda- mente bifide all’apice, ma con le loggie molto approssi- mate di modo che a prima vista l’antera intiera sembra acuta; esse sono inserite un poco al di sotto della metà del dorso, e le loggie sono separate in basso quasi quanto all’apice. Ovario turbinato, troncato, rotondato, liscio e non gibboso in alto; stilo raggiungente esattamente la sommità delle antere, diviso brevemente all’apice in 3 corti stigmi patenti, ognuno dei quali è brevemente bilobo. I fiori sono molto simili a quelli della W. robusta tipica, ma si distinguono un poco anche da quelli di questa per il ca- lice a lobi meno profondi e meno distintamente laciniato—ci- liati; per gli stami con filamenti tutti provvisti di un ispessi- mento bulbiforme alla fauce, sebbene negli alternipetali l’inspessimento sia minore che negli oppositipetali; per le antere fesse all'apice di tanto quanto sono disgiunte alla base e sopra tutto per lo stilo che eguaglia in lunghezza l’apice dell’antere. Non so qual grado di valore possa assegnarsi a questi caratteri. Nemmeno posso assicurare che essi sì riscontrino negli esemplari di vera W. robusta gracilis, essendochè i fiori che di questa ho ricevuto sono un poco trapassati, seb- bene del resto indistinguibili da quelli ora descritti. 3. Washingtonia sonorae Hort. Io non ho visto esemplari spontanei di questa Palma e nemmeno ne ho visti di coltivati in fiore od in frutto; rimango molto incerto perciò riguardo alla sua entità speci- — 199 — fica. Dubito molto che essa non sia che una delle forme della W. robusta. Una fronda di pianta assai adulta che io ho ricevuto dal giardino botanico di Palermo col nome di W. sonorae differisce da quelle di W. robusta principal mente per l’apice del picciolo che di dietro si termina in un cortissimo rachide in forma di triangolo (+ asimmetrico) del quale la base (larga 3.5 cm.) è circa il doppio dell’al- tezza; i margini del picciolo sono armati proprio sino sotto al segmenti con robustissime spine a larga base più o meno uncinate, lunghe sino 10-15 mm., di color spadiceo come i margini dei piccioli, del tutto simili a quelle della W. ro- busta; la ligula è pure breve e della medesima forma del rachide, contornata da un assai largo lembo marcescente; le costole inferiori dei segmenti più esterni sono denticolato— spinulose presso la base ed è spinuloso assai il margine ester- no del segmento estremo. I segmenti sono circa 70, i centrali lunghi circa 90 cm. misurati dall’apice del picciolo, larghi 4 cm. all’altezza dei seni, moderatamente filiferi, striati da nervi secondarî discosti 1-1.5 mm. fra di loro con varî sot- tilissimi nervi terziarî fra mezzo ad essi; venule trasverse molto distinte nella pagina inferiore e connettenti i nervi secondarî, molto poco distinte nella pagina superiore. Meno che nell’apice del picciolo che nella W. sonorae si prolunga in rachide più breve che nelle fronde usuali della W. robusta (carattere che io non ho potuto constatare che in una sola fronda di pianta adulta) non trovo differenze fra le due specie, almeno in quanto agli esemplari che da noi si coltivano. Mr. T. S. Brandegee scrive (Zoe, V, 1905, 188) che la W. sonorae venne descritta dietro esemplari raccolti dal Dott. Palmer presso Guayamas, città dello stato di Sonora situata sulle rive del Golfo di California a circa il 28° L. N. Non vien però detto se tali esemplari provenivano da iudividui spontanei o selvatici. Si dice inoltre che a San Josè del Cabo vengono riconosciute due forme di W. sonorae, le quali vengono distinte col nome di <« Palma blanca » e di « Palma rubra » .ma che non vi è NOE mezzo di riconoscerle altro che dal colore del legno più chiaro o più scuro tagliando il tronco, esattamente, aggiungo io, come per le varietà di Copernicia dell'Argentina descritte da Morong. Senza dubbio però le Waskingtonia di San Josè del Cabo, nell’estrema punta meridionale della California, non vi si trovano allo stato selvatico. Gen. 8. — Pritchardia Seem. et H. Wendl. in Bonpland. IX, 260: X, 197, 810, t. 15; Benth. et Hook. f. Gen. plant. III, 928; Becc., Malesia, III, 236 — Co/pothr:- nax Gris. et Wendl. in Bot. Zeit. 1897, 147; Benth. et Hook. f. Gen. pl. III, 927; Drude in Engl. et Pr. Pflanzenf. II, 3, (1889) 33. Grandi Palme inermi con tronco solitario annu- lato-cicatricoso. Fronde terminali, flabellate, orbi- colari o + cuneate alla base, indivise nella parte centrale, + profondamente multifide sul contorno con divisioni più o meno profondamente bifide con o senza filamenti fra una divisione e l’altra; ligula breve; rachide più o meno allungato; spadice consistente in una pannocchia duplicato-ramosa, portata da una parte pedunculare più o meno al- lungata, vaginato da due o più spate complete; queste imbricate, fra loro simili, assai grandi, coria- cee, tubulose in basso, aperte da un lato in alto ed in forma d’orecchio d’asino. Fiori ermafroditi, sparsi o spiralmente inseriti sui ramoscelli, solitarî, ses- sili sopra pulvinuli bratteati; bratteole O. Calice tubuloso-campanulato, 3-denticolato. Corolla assai più lunga del calice con tubo breve permanente e con 3 divisioni crasse valvate, staccantesi dalla parte a A Ai date indeed adr I b È 4 î i Lo ì 5 » = Mila 9 — 201 tubulosa al momento dell’antesi. Stami 6 con fila- menti subulati uniti fra di loro per le basi, dila- tati e formanti una corona eretta alla fauce della corolla; antere lineari oblunghe versatili. Ovario obovato o turbinato, formato da 3 carpelle se- milibere in basso scolpite in alto, unite in uno stilo allungato con stigma comune puntiforme; carpelle con un ovulo basilare eretto. Perianzio immutato dopo la fioritura. Frutto globoso od ovi- deo, piccolo o majuscolo, con i resti degli stili e delle carpelle sterili più o meno apicali; pericar- pio tenue, grumoso o crassiusculo—fibroso; endo- carpio + sottilmente legnoso, spesso staccantesi fa- cilmente dall’endocarpio e formante un nocciolo racchiudente il seme. Seme globoso, libero ed eretto nell’endocarpio, con ilo piccolo basilare ; rafe leg- germente impresso occupante tutto un lato del seme senza diramazioni apparenti; inspessimento rafeale dell’integumento del seme spongioso, fa- sciante questo da un lato e non penetrante nel- l'interno dell’albume ; albume omogeneo solido ; embrione situato dal lato opposto al rafe al di sopra della base o verso la metà. Ho riunito alle Pritchardia il genere Colpothrinax Wendl., che non presenta alcun carattere per il quale possa diffe- renziarsi. È singolare questa Palma americana che fa parte di un gruppo nel quale tutte le congeneri sono polinesiane. È vero però che una connessione fra le Palme asiatiche e quelle Nord Americane si riscontra anche fra le Erythea e le Livistona, due generi che solo artificiosamente possono mantenersi distinti. Nella « Malesia » (vol. III, 1889, p. 281) io ho passato in SOORIPE rivista le specie di Pritchardia; d'allora in poi a me non è giunto alcun nuovo materiale che mi permetta di com- pletare le mie cognizioni, sino ad ora assai incomplete, in- torno a queste interessantissime Palme; riporto quindi qui appresso il prospetto delle specie tale quale venne da me pubblicato nella « Malesia » con l’aggiunta della sola P. Wrightii. Prospetto delle specie del genere Pritchardia. A. Fiori di consistenza essucca, immutati allo stato secco. I. Ramificazioni dello spadice glabre. « Frutti piccoli globosi di 7-12 mm. di diametro. 1. Fronde divise sino al terzo superiore in circa 90 segmenti. Fiori lunghi 7-7.5 mm. Frutti di 12 mm. di diam. Spadici più corti delle fronde. P. pacifica Seem. et H. W. — Isole Fidgi. 2. Fronde divise sino circa alla metà in 50-60 seg- menti. Fiori lunghi 5-5.5 mm. Frutti di 7 mm. di diam. Spadici più lunghi delle fronde. P. Thurstonit F. v. Muell. et Dr. — Isole Fidgi. &s Frutti mediocri. 3. Frutti oblunghi, 24X20 mm. Seme 15x14 mm., resti dello stilo e delle carpelle sterili eccentri- camente apicali. P. Vuylstekeana H. Wendl. — Isole Pomotù. 4. Frutti subsferici 20x18 mm.; seme 14x13 mm. P. pericularum H. Wend. — Isole Pomotù. È” SQ 5. Frutti subglobosi di circa 2 cm. di diam.; rami bassi dello spadice alterni, ramoscelli spesso 2-3-forcati. P. Hillebrandi Becc. — Isole Hawaii in Molokai. 6. Frutti subglobosi (di circa 2 cm. di diam. ?); rami bassi dello spadice molto divisi, ramoscelli nu- merosi disposti a spirale, semplici. P. remota Becc. — Isole Hawaii in Modu Manu o Bird INand. && Frutti majusculi. T. Frutti sferici di 44.5 cm. di diam. P. Gaudichaudii H. Wendl. — Isole Hawaii (in Oahu?). 8. Frutti ovati lunghi 4-4.5 cm. e larghi 28 mm. P. Martii H. Wendl. — Isole Hawaii (in Oahu, Cape Niù). II. Ramificazione dello spadice densamente peloso-lanose. 9. Frutti ovati (majusculi?). P. lanigera Becc. — Isole Hawaii in Hawaii sul Koala ridge. B. Fiori di consistenza apparentemente carnosa, deforman- tesi alquanto e cangianti colore col disseccamento. TERE RADRA P. Wrighiti Becc. — Cuba e Isla de Pinos. Pritchardia Wrightii Becc. — Colpothrinax Wrightit Griseb. et Wendl. in Pl. Cub. Wright n.° 3964; H. Wendl. in Kerch. Palm. 241; Sauv. FI. Cub. n.° 2382. DescRIZIONE. — Sembra una palma assai grande e robu- sta. Le guaine delle fronde formano un panno spesso 2-4 RAGNO mm., nitidissimo, quasi vetrino e di color cinnamomeo in- tornamente, fittamente squamuloso—forforaceo e rubiginoso esternamente, formato da rozzissime e grosse fibre forte- mente appiattite incrociantesi fra di loro, fra le quali poi col tempo scomparisce il tessuto parenchimatoso che le unisce. Fronde grandi suborbicolari, fabellato—-radiate, divise re- golarmente in circa 80 segmenti: in un esemplare misu- ranti 1.50 m. dall’apice del picciolo all’estremità dei seg- menti mediani, nella parte centrale indivise sino verso la metà o poco al di là, allorchè bene svolte con lembo piano ; picciolo robusto, coi margini apparentemente inermi, largo all'apice oltre 3 cm.; ligula sottilmente coriacea, nitida, crenata, fragile; rachide angusto prolungantesi alquanto nel lembo, piano e coperto di squamule ferruginose di sotto; segmenti rigidi, sottilmente coriacei, con le costole inferiori robuste rilevate e piane sul dorso, le costole superiori assai meno forti delle inferiori terminanti nei seni senza alcun filamento; di sopra, i segmenti, sono verdi pallidi, glaberrimi e nitidi, percorsi da un lato e dall’altro della costa mediana (che è pianeggiante) da 6-10 nervi secondarî assai distinti ma non molto acuti, fra ognuno dei quali si trovano alcuni nervi 3" più sottili e meno distinti; la pagina inferiore è opaca coperta da tenue indumento cinerascente e per di più cospersa di minutissime squamule puntiformi brune + apparenti; i segmenti centrali all'altezza dei seni sono lar- ghi 30-35 mm. e da questo punto vanno gradatamente as- sottigliandosi in una punta fessa per il tratto di 3-5 cm. in due punte sottili subulate; i segmenti laterali sono gra- datamente più stretti, più corti e più profondamente divisi dei centrali; i margini sono acuti. Spadici semplicemente duplicato-ramosi, lunghi 40-50 cm., di cui 20-25 cm. ne misura la parte pedunculare ; questa è guainata da 2 spate complete, subterete, spessa 7-8 mm., finamente pubescente-rubiginosa. Spate primarie due sole, lanceolate, sottilmente coriacee, essucche, rosso brune, mollemente forforaceo-rubiginose all’esterno; la pri- — 205 — ma ossia la più bassa compressa, acutamente bicarinata, più o meno fessa ed aperta dal lato ventrale, prolungata in punta triangolare allungata: l’interna sorpassa di alquanto l'esterna e si dilata in alto in un lembo in forma di orec- chio d’asino terminato in punta piuttosto ottusa. La parte ramosa dello spadice è glabra e forma una lassa pannoc- chia ovata rigida; i rami sono patenti, crassiusculi; di essi solo i più bassi sono divisi in pochissimi (2-4) ramoscelli fioriferi patenti; gli altri sono semplici e tutti variano in lunghezza da 12-16 cm., spessi alla base 2-3 mm., subu- lati all'apice, ottusamente angolosi e dritti (non od appena sinuosi fra un fiore e l’altro). Fiori sessili, inseriti non molto densamente a spirale sopra pulvinuli piani non prominenti, orizzontali o quasi, provvisti di una sola minutissima brattea subulata (al po- sto della bratteola speciale del fiore si trova un piccolo cercine carnoso), del tutto glabri internamente ed ester- namente, in boccio bene sviluppato oblunghi attenuati in un apice piuttosto acuto, lunghi circa 7 mm. e larghi 2.5 mm. Calice subtrigono ciatiforme-campanulato tron- cato e carnoso in basso, liscio (non striato-carnoso) al- l'esterno, con 3 superficialissimi denti acuti e del resto col margine troncato integerrimo. Corolla nel boccio il doppio più lunga del calice con una parte tubulare cilindracea per- sistente terminata da una corona a 6 raggi formata dai filamenti degli stami, ed intorno alla quale sono articolati i tre segmenti in cui è divisa; questi sono patenti al momento dell’antesi e poi decidui, relativamente spessi e coriacei sul secco (apparentemente carnosi sul fresco) ovato-triangolari allungati, lunghi 3.5 mm., con base piana non auriculata ai lati, valvati, attenuati un poco all’apice che è inspessito e non molto acuto. Stami 6 con filamenti triangolari su- bulati formanti una corona a 6 raggi riposante sul margine del tubo della corolla; antere versatili, latamente lineari, lunghe 4 mm. inserite poco sotto la metà sul dorso, a loggie parallele, brevemente bilobe all'apice e disgiunte in basso sino al punto d’inserzione, deiscenti sui lati. Ovario incluso eli gialli ooelalt ii E AMG nel tubo della corolla, glabro, composto di 3 carpelle che nell'insieme formano un corpo turbinato od obpiriforme, molto bruscamente contratto in uno stilo che è conico in basso e nel resto filiforme, formato dall’ unione degli stili delle singole carpelle e terminato in stigma puntiforme in- diviso ottuso; carpelle libere fra di loro in basso, a sezione trasversa triangolare, convesse sul dorso, impresso-incavate in alto; ovulo basilare eretto. Frutto globoso uniloculare, apparentemente di 15-18 mm. di diam., con i resti minutissimi dello stilo apicali poco distinti, con le carpelle sterili trasportate all’apice ma facil- mente decidue; mesocarpio carnosulo, parcamente fibroso, facilmente separabile dall’endocarpio; questo molto sottil- mente legnoso formante un nocciolo fragile dentro il quale il seme rimane libero. I noccioli sono globosi, spesso un poco irregolari, di 11-14, mm. di diam.; brevemente ed ottusamente apiculati in basso. Seme globoso eretto di 8-10 mm. di diam. con l’ilo basilare circolare ristretto, ed il rafe che si estende dalla base sino all’apice del seme, senza diramazioni apparenti; inspessimento rafeale del tegumento spongioso e molto spesso, fasciante da un lato l’albume ma non penetrante nel suo interno; albume omogeneo subcor- neo; embrione situato a metà della sua altezza su di un lato. Hagirar. — Nell’Isola di Cuba e nell’Isla de Pinos presso la costa S. Ovest di questa. — In Cuba, Planta Cub. Wright- ian®e n.° 3964 (Herb. Berol.); ad Herradura in Prov. di Pinar del Rio, Van Hermann n.° 5392, Herb. de Cuba, Estacion central Agronomica (Herb. Berol.). Nella Isla de Pinos a Nuevo. Gerona, W. I. Curtiss, West Ind. PI. n.° 364 (Herb. de Cand. e Berol.). Osservazioni. — Io ho potuto studiare assai completa- mente questa Palma che non mi ha presentato alcun ca- rattere, per quanto lievissimo, per il quale mi sia stato possibile mantenerla in un genere distinto dalle Pritchardia. SENT LI Dalle altre specie del genere la P. Wrightii si distingue principalmente per la consistenza più carnosa dei suoi fiori. Gli esemplari della Isla de Pinos non differiscono da quelli di Cuba; solo le fibre della guaina degli esemplari di Curtiss sono di colore più scuro di quelle degli esem- plari di Wright; i segmenti delle fronde che ho visto sono lunghi circa 1 m. Specie dubbie, orticole, note solo di nome od escluse dal genere Pritchardia. PRITCHARDIA AUREA Hort. Lind. — Rep. R. Gard. Kew, 1882 (1884), 65. — Becc., Malesia, III, 300. — Ho visto solo delle fronde nell’Erb. di Berlino pro- venienti dal Giardino di Herrenhausen. Non sono conosciuti i fiori ed i frutti. Da confron- tarsi con la P. pacifica Seem. et H. W. — FILAMENTOSA H. Wendl. = Washingtonia filifera H. Wendl. — FILIFERA Linden = Washingtonia filifera H. Wendl. — GRANDIS Hort. = Licuala grandis H. Wendl. (Bot. Mag. t. 6704) della Nuova Brettagna. — macrocarpa Lind.; Revue hort. 1876, 375 et 1879, 105, t. 352; Rep. R. Gard. Kew, 1882 (1884), 65; Becc., Malesia, III, 300. — Isole Hawaii. Ho vi- sto, nell’Erb. di Berlino, solo delle fronde di un esemplare coltivato nel Giardino di Herrenhau- sen. Da confrontarsi con Ja P. Gaudichaudii H. Wendl. —- Mornsi Revue hort. 1883, 206 (solo nome); Becc., Malesia, III, 300. Indicata come proveniente da Pomotù. Da riferirsi forse alla P. Vuy/stekeana od alla P. pericularum. — NOBILIS Hort.; Revue hort. 1881, 384; Revue de l’ Hort. Belg., 1882, 12. — Quid? — ROBUSTA Hort. = Washingtonia robusta Hort. ARIE TE bOg a x PETS ER Lie SOOGRRE Gen. 9. — Rhapidophyllum H. Wendl. et Drude in Bot. Zeit. 1876, 148-149; Benth. et Hook. f. Gen. Plant. III, 925; Drude in Engl. et Pr. Pflanzenf. II, 3 (1889), 33. Tronco breve e crasso rivestito dalle guaine delle vecchie fronde sfacelate in filamenti criniformi ed in lunghe e robuste fibre legnose spiniformi. Fronde digitato-flabellate, irregolarmente multifide, senza filamenti interposti fra i segmenti; picciolo legger- mente tubercoloso-denticolato ai margini; ligula distinta ; rachide ridotto ad un piccolo triangolo all'apice del picciolo e non prolungato nel lembo; segmenti dentati all’apice, con costole eccentriche, quelle superiori non terminate nei seni ma scorrenti in vicinanza del margine esterno. Spadici poligamo— dioici, intrafrondali, brevi, parzialmente duplicato— ramosi con parte pedunculare rivestita da varie spate; queste cartacee, imbricate, tubulose in basso, aperte in alto; asse fiorifera crassa con varî ramo- scelli fioriferi crassi e brevi. Fiori maschi irregolar- mente glomerulati ed addensati sui ramoscelli, ses- sili, spesso irregolari; calice di 2-4 sepali liberi; corolla di 2-4 petali carnosi valvati o con margini + imbricati; stami 5-7 eserti anche prima dell’an- tesi; carpellidii 2-4. Fiori feminei subglobosi, in-. seriti irregolarmente sui ramoscelli, solitarî e sessili; sepali 3, quasi del tutto liberi alla ‘base; petali 8, crassi imbricati; stami 6 con filamenti filiformi ed antere ben conformate; carpelle 3 intieramente li- bere, non scolpite in alto, attenuate in stilo breve arcuato in fuori, stigmatifero presso l’apice dal lato — 209 — interno ; ovulo basilare eretto. Frutto globoso-ovato con i resti dello stilo apicali; mesocarpio grumoso; endocarpio sottilmente legnoso formante un noc- ciolo facilmente staccantesi dal mesocarpio. Seme conforme al frutto, libero nell’ endocarpio ; ilo basilare ; rafe occupante tutto un lato del seme, pianeggiante o leggermente depresso e senza dira- mazioni apparenti; inspessimento rateale dell’ *nte- gumento del seme fasciante questo da un lato e non penetrante nell’ interno dell’albume ; albume omo- genco, solido ; embrione situato sul lato opposto al rafe. Il genere RhRapidophyllum non contiene che una sola spe- cie, molto ben caratterizzata specialmente per le lunghe spine che ricuoprono il tronco e che risultano dallo sface- lamento della guaina delle fronde. Le fronde anche sono caratteristiche per le costole superiori che non si terminano, come in tutte le altre C'orypheae, nei seni fra un segmento e l’altro, ma si continuano sino all’apice dei singoli segmenti scorrendo in prossimità del loro margine esterno. Per quel che riguarda la struttura dei fiori il Ahapidophyllum si avvicina molto alle Trithrinax, dalle quali principalmente differisce per il seme, che non presenta alcuna intromis- sione del suo tegumento esterno nell’ interno dell’albume. Rhapidophyllum Hystrix H. Wendl. et Drude in Bot. Zeit. XXIV (1876), 148-149. — Chamaerops Hystrix | Fras. ex Pursh, Fl. Am. sept. 1. 240; Mart. Hist. nat. Palm. III, 250 et 320, t. 125, f. 4; Illustr. hort. XXX (1883), 75, t. 486; Chapm. FI. S. Un. St. edit. 2, 489; — Ch. Histrix Desf. ex Steud. Nom. ed 1, 183. — Corypha Hystrix Desf. Tab. ed. 1. 19, ex Ind. Kew. — Corypha repens Barthram Trav. 61, ex Mart. l. c. — 14 — 210 — Sabal Hystrix Nutt. Gen. 1. 230. — Rhapis arundinacea Ait. Hort. Kew. edit. 2, V, 474. — Chamaerops arun- dinacea Smith in Rees Cyclop. n.° 3? ex Mart. l. c. Descrizione. — Palma umile, stolonifera e cespitosa. Tronco breve, relativamente grosso, raggiungente solo l’al- tezza di qualche piede e di una spanna di diam. (Marti), molto densamente coperto dalle basi delle fronde, le quali basi si sfacelano in numerosi filamenti criniformi color casta- gno intermisti con grossi fasci fibrosi trasformati in robuste spine legnose nigrescenti pungentissime, lunghe 15-40 cm., subtereti, della grossezza di uno spago. Fronde (adulte) con lembo fiabellato, dimidiato-orbicolare, rigidamente cartaceo, profondamente e non molto regolar- mente diviso in 15-20 segmenti, lunghi circa 50 cm. mi- surati dalla ligula; picciolo lungo circa quanto il lembo, gracile, largo 8-10 mm., triangolare in sezione transversa, piano di sopra, con un angolo ottuso di sotto, finamente striolato e cosperso di piccolissimi purtolini bruni, con i margini acuti, molto minutamente e spesso indistintamente tubercoloso-denticolati; ligula breve, quasi semilunare, acuta nel centro; di dietro il picciolo si termina in una piccola area triangolare e non si prolunga in modo da formare un rachide; i segmenti sono spianati, quasi tutti eguali in lun- ghezza ed assai ineguali in larghezza, 1-3-costulati e per questo motivo varianti da 15-45 mm. di larghezza, risul- tando talvolta composti, specialmente nella parte centrale, dalla concrescenza di 2-3 segmenti; il punto più largo dei segmenti rimane un poco al di sopra della metà loro da dove si attenuano un poco verso l’apice ed assai più verso i seni; questi rimangono inegualmente discosti dalla ligula (da 2-15 cm.); nei seni non vi è alcun filamento; all’apice i segmenti sono subtroncati e si terminano in 2-6 denti angusti ottusi secondo il numero delle costole; le costole superiori, che sono assai rilevate ed acute, non si terminano precisamente nei seni ma scorrono sino all’ apice del seg- mento in vicinanza del suo margine esterno; le costole — 211 — inferiori pure non percorrono il segmento nella parte me- diana, ma sono alquanto spostate verso il margine interno: in tal modo fra tutte le Palme a fronde flabellate quelle del Rhapidophyllum si distinguono per non avere la costola simmetrica, ossia nel centro del segmento; i nervi secon- darî sono assai numerosi, sottili, più prominenti di sotto che di sopra con alcuni nervi 3" ancora più tenui fra mezzo a loro; venule trasverse indistinte; la faccia inferiore è più pallida della superiore ed è segnata da innumerevoli pun- tolini bruni minutissimi. Spadici interfrondali, mezzo nascosti fra il reticolo e le spine della base delle fronde, lunghi nell’ insiome 20-25 cm. I maschi ed i feminei fra loro simili per dimensioni ma pro- dotti da individui distinti. Gli spadici yY" hanno fiori con rudimenti di carpelle; quelli 9 hanno fiori apparentemente ermafroditi; ambedue hanno la parte peduncolare lunga circa quanto la parte fiorifera e vaginata da 4-5 spate: queste sono in forma di cartoccio, molto ravvicinate fra di loro ed im- bricate, cartaceo-pergamenacee, biancastro-rosee sul fresco, cinnamomee sul secco, sparse di poca lanugine detergibile, del resto glabre, brevemente acutate all’apice, tubulose in basso, tutte fesse nel rimanente sul lato ventrale e le più esterne anche dal lato dorsale in alto; alcune altre spate incomplete si trovano alla origine dei rami più bassi: que- ste sono più acute delle altre od anche acuminate ; la parte assile degli spadici è della grossezza di un dito in basso, di color roseo vinato sul fresco. Spadici maschi divisi in pochi rami corti di cui i più bassi si suddividono in 5-10 ramoscelli fioriferi ed i supe- riori sono semplici; tutti i ramoscelli sono molto densamente fioriferi dalla base alla cima ed in tale momento sono amen- tiformi, cilindracei ed ottusi, lunghi 3-5 cm. e spessi 8-10 mm. Fiorì (maschi) assolutamente sessili, ravvicinati in grup- petti o glomeruli di 3-5 senza ordine sui ramoscelli, 1 glo- meruli essendo ora contigui ora interrotti; i fiori sono tutti muniti di minutissime bratteole. Calice, corolla e bratteole di color vinoso scuro sul fresco. Nei fiori maschi si riscontra — 212 — sempre una certa irregolarità in quanto si riferisce al numero delle parti componenti i varî verticilli: d’ordinario vi sono 3 petali, 3 sepali, 6 stami e 3 carpellidii, ma si trovano an- che 2-4 sepali, 2-4 petali, 5-7 stami, 2-4 carpellidii; nem- meno la forma generale dei fiori è molto regolare in causa della grande compattezza delle spighe e della mutua pres- sione. Anche prima dell’antesi, quando i ramoscelli sono an- cora inclusi nelle spate, le antere sporgono completamente fuori del perianzio. Il calice nei fiori regolari risulta di 3 se- pali completamente liberi, oblungo-lanceolati, acutiusculi, valvati; petali carnosi larghissimi suborbicolari acuti od apiculati, valvati o talvolta coi margini (assottigliati ed acuti) soprapposti od imbricati (forse in causa della mutua pressione); manca qualunque indizio di nettario; stami 5-7, eguali fra di loro e disposti in un solo verticillo; filamenti filiformi, tereti, subulati, nell’antesi lunghi quanto la corolla, vinoso-pallidi; antere eserte dal perianzio, gial- lo-pallide come il polline, latamente lineari rotondate al- l'apice, a loggie parallele disgiunte nel quarto inferiore, dove nell’ incavo s’ inserisce il filamento dal lato dorsale, deiscenti lungo i lati; carpellidi 2-4, di solito 3, della metà più corti dei filamenti, conico-allungati, jalini, glabri con stigma puntiforme. Spadice femineo (od androgino) formante una corta e densa pannocchia ovata con parte assile crassa quasi semplice- mente ramosa, ossia con pochi e brevissimi rami primarî in basso, diviso nel rimanente in numerosi ramoscelli fioriferi; questi semplici crassi, inseriti senza regolarità e molto adden- sati, lunghi 3-5 cm. Fiori disposti molto irregolarmente sui ramoscelli, solitarì o subglomerulati, molto approssimati, sessili all’ascella di una piccola brattea triangolare acumi- nata, subglobosi, di circa 3 mm. di diam. ; calice di 3 pezzi, crassi, latamente ovati, uniti brevemente per la base; co- rolla di 3 petali, crassi, di un terzo più lunghi del calice, molto latamente ovati o suborbicolari imbricati; stami 6 con filamenti liberi o quasi, filiformi, nell’antesi un poco più lunghi della corolla; antere lanceolate con una piccola — 213 — papilla all’apice ma del resto ottuse, subsagittate alla base, inserite presso la base sul dorso e subversatili; carpelle 3 libere, ovate, attenuate in breve stilo arcuato, stigmatoso all'apice dal lato interno; ovulo basilare eretto; da prima le carpelle sono glabre ma presto si sviluppa intorno ad esse una abbondantissima, tenue e lunga peluria bionda crespulo-ramentacea che ricuopre completamente tutto il frutto sino a maturità. Perianzio fruttifero non accresciuto. Frutti irregolarmente globosi o globoso-ovati con i resti dello stilo apicali, spesso gemini, lunghi 18-20 mm.; mesocarpio grumoso ; endòcarpio sottile legnoso fragile stac- cantesi facilmente dal mesocarpio e formante un nocciolo ovoide o subgloboso od oblungo spesso irregolare, lungo 14-18 mm. e largo 12-14. Seme libero nell’endocarpio, con- forme al nocciolo, per lo più oblungo, a superfice opaca, pianeggiante dal lato del rafe, il quale occupa tutto un lato del seme stesso ed è latamente lineare, leggermente impresso, senza diramazioni apparenti; integumento del seme leggermente inspessito lungo tutto il lato del rafe e fasciante l’albume da questa parte ma non penetrante nel suo interno; albume omogeneo solido; embrione situato dal lato opposto al rafe al di sopra della metà. Hapirar. — Nella parte S. E. e tamperata degli Stati Uniti d'America. Nella Georgia, nella Florida orientale e nella Carolina meridionale. Preferisce i luoghi ombrosi e bassi. È una Palma che sopporta assai basse temperature e che vive all’aria aperta anche sotto il clima di Firenze, ma di un accrescimento lentissimo. OsservazionI. — Io ho descritto gli spadici maschi dietro un esemplare che ha fiorito in Firenze, ed i fiori 9 da spadici di un esemplare, coltivato, dell’ Erb. di Berlino. I frutti mi vennero inviati dal mio compianto amico il Prof. Asa Gray. o n Gen. 10. — Trithrinax Mart. Hist. nat. Palm. II, 149 et III, 247, et Palm. Orbign., 43; Benth. et Hook. f. Gen. pl. III, 925; Drude in Mart. FI. Bras. III, 2, 549. — Diodosperma H. Wendl. in Bot. Zeit. XXXVI (1878), 117; Benth. et Hook. f. l. c. 882. Palme non raggiungenti grandi dimensioni, ce- spitose e spesso gregarie con tronco relativamente corto e grosso, rivestito dalle vecchie fronde di cui le vagine sono sfacelato-fibrose-reticolate con le fibre apicali trasformate in rigidissime e lunghis- sime spine che rendono il tronco orrendamente ar- mato. Fronde palmato-flabellate o suborbiculari, multifide, senza filamenti nei seni; ligula distinta laminare; rachide O, il picciolo di dietro termi- nandosi in un margine brevemente laminare simile ad una ligula posteriore; picciolo inerme. Spadici in- tertrondali, duplicato-ramosi, con una parte pedun- colare vaginata da varie spate essucche, tubulose in basso, con varî rami nascenti all’ascella di larghe spate cimbiformi ed abbraccianti; rami divisi in numerosi ramoscelli portanti i fiori inseriti spiral. mente, solitarî e sessili sopra pulvinuli superficiali, questi minutamente bratteati; bratteole florali 0. Fiori ermafroditi (o poligamo-monoici secondo Dru- de); calice brevemente tubuloso o cupulare, trilobo o 8-partito, carnosulo; corolla di 3 petali latamente convolutivo-imbricati; stami 6 ipogini eguali con filamenti liberi subulati non inflessi all'apice, nel- l’antesi più lunghi della corolla; antere versatili, latamente lineari od oblunghe, profondamente — 215 — smarginate alle due estremità. Carpelle , total- mente distinte attenuate in uno stilo stigmatifero all’apice dal lato interno; ovulo solitario eretto nella respettiva carpella. Frutto globoso con i resti dello stilo apicali; pericarpio scarsissimo; endocarpio sot- tile crostaceo fragile. Seme globoso, libero, eretto ; rafe quasi basilare, circolare, esteso intorno all’ilo; questo piccolo, basilare; diramazioni del rafe nu- merose, impresse, ascendenti, le centrali scavalcanti l’apice del seme, lassamente anastomosate; inspes- simento rafeale dell’ integumento del seme assai esteso da un lato presso la base e penetrante in una cavità conica della sostanza dell’albume; al- bume corneo solido; embrione situato verso la metà del lato opposto al rafe. Perianzio fruttifero al- quanto accresciuto. I frutti delle Trithrinax non erano ancora ben conosciuti e quindi nemmeno esattamente descritti; io ho potuto stu- diare quelli della Trithrinax campestris che mi sono stati favoriti dall’ Ing. Spegazzini da Buenos Aires. Ho potuto così accertare la identità del Gen. Diodosperma colle Tri- thrinax, cosa che di già aveva sospettato il Prof. Drude, iMietp:. 551. Il Genere non contiene che 4-5 specie non tutte ancora perfettamente conosciute. Prospetto delle specie di 7rithrinax A. Carpelle con stilo breve, lungo al più quanto la parte ovuli fera. 1. Stili sottili dritti lunghi quanto la parte ovulifera. Fronde divise in circa 30 segmenti misuranti — 216 — 45-60 cm. dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali; seni primarii discosti 10-15 cm. dalla ligula; segmenti profondamente bifidi (per il tratto di 15-20 cm.) T. brasiliensis Mart. — Brasile merid. e Paraguay. 2. Stili crassi, più corti della parte ovulifera, forte- mente arcuati. Fronde divise in circa 40 se- gmenti misuranti 0.70-1 m. dalla ligula al- l'estremità dei segmenti centrali; seni primarî discosti 25-30 cm. dalla ligula; segmenti molto brevemente divisi all'apice in due punte trian- golari. T. acanthocoma Drude. — Brasile merid. (Rio Grande do Sul). B. Carpelle con stilo sottile 3-4 volte più lungo della parte ovulifera. I. Corolla di un terzo o del doppio più lunga del calice. 3. Fronde misuranti 40-50 cm. dalla ligula all’estre- mità dei segmenti centrali, divise molto profon- damente in circa 25 segmenti; seni primarî discosti pochi cm. dalla ligula; segmenti divisi in due lacinie per circa la terza parte superiore dell’ intiero lembo. Stili 4 volte più lunghi della parte ovulifera. T. schizophylla Drude. — Boli- via orientale. 4. Fronde divise in circa 23 segmenti misuranti circa 50 cm. dalla ligula all’estremità dei segmenti cen- trali, separati in due metà eguali da un seno che giunge quasi sino alla ligula ; gli altri primi seni situati a 3-6 cm. dalla ligula; segmenti di- visi in due lacinie per oltre la metà o per quasi SEIT et i due terzi dell’ intiero lembo; stili 3 volte più lunghi della parte ovulifera. T. biflabellata Barb.-Rod. — Paraguay. II. Corolla lunga quanto il calice. 5. Fronde rigidissime, divise in circa 25 segmenti, misuranti 65-75 cm. dall’apice del picciolo alla estremità dei segmenti centrali; seni primarî nella parte centrale a 16-18 cm. dalla ligula; segmenti fessi all’apice per il tratto di 10-15 cm. in due punte acuminate pungenti. T. campestris Dr. et Gris. — Argentina. Specie escluse dal genere 7rithrinax. TRITHRINAX AcULEATA Liebm. ex Mart. Hist. nat. Palm. III, 320 = Acanthorhiza aculeata H. Wendl. — CHuco Walp. Ann. 1, 1005 = Acanthorhiza Chuco Drude. — compacta Gris., Cat. PI. Cub. 221 — MHemitthrinax compacta Hook. f. — . MAURITIAEFORMIS Karst. in Linnaea, 28 (1856), 244 — Sabal mauritiaeformis Gris. et Wendl. 1. Trithrinax brasiliensis Mart. Hist. nat. Palm. II, 150 et III, 320, t. 104 (Thrinax brasiliensis) et t. Z XIX, f. VII, et Palm. Orbign. 44, t. XXV, f. A; Gri. seb. Symb. FI. arg. (1879) 283; Drude in Mart. Fl. Bras. v. III, 2. 550, t. CXXIX; Lindman, Palm. Sildam. 37 (ex Swenha Vet.-Akad. handlig. XXVI, 1900). DescRIZIONE. — Tronco alto 4 metri (Gris.). Fronde palmato—flabelliformi, ovato-orbicolari, glabre, verdi di sopra, glaucescenti di sotto, rigide, misuranti — 218 — 45-60 cm. dall’apice del picciolo all’estremità dei segmenti centrali. Vagine formate da fibre obliquamente incrociate, con le fibre apicali crasse complanate trasformate in lun- ghe spine erette o reflesse; picciolo sesquipedale ed anche più, leggermente convesso di sotto, piano di sopra alla base, bifaciale-convesso in alto, striato per il lungo; ligula dura cordata acauminata lunga circa 4.5 cm.; rachide non esistente, il picciolo terminandosi di dietro in una cresta semiorbiculare alta circa 5 mm.; lembo diviso in oltre 30 segmenti primarî; questi alla lor volta profondamente bifidi, uniti fra di loro nella parte centrale per il tratto di 10-15 cm. e verso i lati sino a soli 1-2 cm. dall’apice del picciolo; i segmenti sono tutti angusti, i maggiori (i cen- trali) sono larghi 15-18 mm. all’altezza dei secondi seni e sono fessi per il tratto di 15-20 cm. (ossia dal terzo supe- riore del lembo in su) in due lacinie strette acuminatis- sime; costole superiori ed inferiori terminate in un callo senza filamento; nervi secondarî numerosi approssimati cras- siusculi. Spadici duplicato-ramosi, allorchè in fiore lunghi circa 40 cm. e nell’insieme formanti una assai densa pannocchia composta di 6-7 rami od infiorazioni parziali, abbracciate queste quasi completamente da larghe spate; subito dopo l’antesi lo spadice si accresce alquanto e la pannocchia di- venta più diffusa con brevissima parte peduncolare, la quale apparentemente rimane nascosta tra le guaine delle fronde, la parte assile al di sotto della spata più bassa è legnosa, grossa come un dito, e si assottiglia gradatamente verso l'estremità: è sinuosa fra un ramo e l’altro, subterete e leg- germente compressa, glaberrima come del resto sono tutte le sue diramazioni. Le spate primarie sono larghissime e corte, inflato-ovate, aperte sul lato ventrale, solo le basilari sono molto brevemente tubulose in basso, i margini loro sono intieri od appena filamentoso-fibrosi, le più basse negli esemplari da me studiati sono lunghe 16-17 cm. e molto bruscamente contratte in breve punta triangolare acuta rigida : tutte sono membranaceo-cartacee, rossastre ed es- — 219 — sucche, non molto fortemente nè tittamente venoso-striate, da principio, a quanto sembra, coperte da denso e molle tomento facilmente removibile, del quale al momento del- l’antesi ne rimangono delle traccie solo negli apici. Le in- fiorazioni parziali da principio (al momento dell’ antesi) sporgono appena dalla rispettiva spata, dopo l’antesi sono patenti, gradatamente decrescenti e formano delle brevi pannocchie latamente ovate, delle quali le inferiori lunghe 15-20 cm. con numerosi ramoscelli fioriferi; questi sono gradatamente decrescenti, orizzontali e patentissimi, inseriti spiralmente ma senza molta regolarità tutto in giro alla parte assile che è assai spessa (sino 8-10 mm.); i ramoscelli fioriferi sono filiformi, tereti, rugulosi sul secco, glabri, spessi 1 mm. alla base ed assottigliati verso l'apice, i più bassi lunghi 8-12 cm., i superiori solo 4-5, dritti o verso l'estremità leggermente sinuosi fra fiore e fiore; all’epoca delle fruttificazioni i ramoscelli sono spessi alla base 2-2.5 mm. Fiori mediocremente fitti, inseriti lassamente ed irrego- larmente a spirale, solitarî all’ascella di una minutissima brattea subulata, riposanti sopra un piccolo rilievo tuber- culiforme molto superficiale che penetra nella base del ca. lice: non si distingue bratteola speciale ad ogni fiore. I fiori al momento dell’antesi nell’insieme sono lunghi + 6 mm., poichè gli stami sporgono moltissimo dal perianzio che da se solo, in tale momento, è lungo solo 2 mm.: sono glaber- rimi in ogni parte, con calice brevemente cupulare, cras- siuscolo, molto profondamente diviso in 3 lobi spesso ine- guali a larga base acuti ed acuminati separati da seni. ottusi; la corolla è circa di un terzo più lunga del calice, a petali carnosuli specialmente in basso, latamente ovati brevemente e piuttosto bruscamente apiculati, convolutivo— imbricati e non valvati nemmeno nell’ apice, con margini tenui (non inspessiti). Stami 6, nell’antesi circa 3 volte più lunghi del perianzio, ipogini a filamenti completamente li- beri, membranosi (sul secco) con la base molto strettamente lanceolata gradatamente assottigliantesi nella parte eserta iaagi dal perianzio, dove sono filamentosi, subulati e non inflessi all'apice; antere latamente lineari o lineari oblunghe spesso alquanto irregolari, lunghe da 2 a quasi 3 mm., a loggie molto profondamente e quasi egualmente disgiunte alle due estremità e con piuttosto largo connettivo, inserite per il dorso poco al di sotto della metà. Carpelle 3 ovate liscie glabre non scolpite all’apice, del tutto libere, piuttosto bru- scamente contratte in uno stilo dritto sottile un poco più lungo di loro e che leggermente si dilata verso l’estremità in una superficie stigmatica papillosa lungo il lato interno; ovulo basilare eretto. D’ordinario sembra si sviluppi una sola carpella. Subito dopo la fioritura il perianzio sì accre- sce alquanto: nello stadio da me esaminato era di già lungo 3 mm. con la corolla il doppio più lunga del calice e con i resti dei filamenti sporgenti dall’apice della corolla. Fruttt...... Hazirar. — Cresce nel Paraguay e nel Brasile meridio- nale. Gli esemplari tipici sono stati raccolti da Sellow nella Provincia di Rio Grande de S. Pedro fra i fiumi Uruguay e Paraguay (Mart.). Ho visto esemplari anche del Chaco a Puerto Casado sul Paraguay (Regnell n.° 2227 in Herb. Stock., leg. Lindman 1893); Lindman riporta anche la località di Tres Barras nella parte meridionale della prov. di Matto Grosso nel Brasile meridionale. Drude cita le Isole del fiume Uruguay (Lorentz) e le vicinanze del fiume Pa- ranà verso il 31° L. S. (d’Orbigny). OssERVAZIONI. — Ho studiato gli esemplari tipici di Sel- low nell’Erb. di Berlino, che mancano di fronde. La mia descrizione delle fronde è tratta da quella di Martius e dalla sua tavola 104. Gli esemplari raccolti da Lindman consistono in fronde di pianta giovane ed in infiorazioni parziali con frutti im- maturi. Le fronde sono palmate con soli 10-12 segmenti, disgiunti sin quasi alla base, 1 segmenti laterali avendo il seno a circa 1 cm. ed i mediani a 3-3.5 cm. dalla ligula; SI È le spine dell’apice della guaina sono nere, opache, lunghe sino 8-10 cm. e larghe 3-4 mm.; il picciolo è più lungo del lembo, misurando 60 cm. di lunghezza : è largo 5-6 mm. piano-convesso sin dalla base, finamente striato, con margini acuti finamente scabridulo-subserrulati; all’apice di dietro è troncato senza prolungamento di rachide; ligula breve; segmenti molto rigidi pallidi concolori sulle due faccie sul secco, lineari, lunghi circa 40 cm., larghi 5-10 mm., breve- mente fessi all'apice per il tratto di 1-3 cm. in due punte rigide quasi pungenti, unicostulati, con costa tenuissima, finamente striati da nervi secondarî molto approssimati e ben rilevati; margini molto finamente tubercolosi sotto la lente e scabriduli al tatto. 2. Trithrinax acanthocoma Drude in Regel’s Garten- flora, XXVII, 361, t. 959 et in Mart. FI. Bras. III, 2, 552; Gard. Chr. 1878, 1, 661 cum ic. sine flor. — 7. brasiliensis (non Mart.) Kerch. Palm. t. XXVI. DescrIzIone. — ronde flabellato-multifide, misuranti circa 70 cm. dall’apice del picciolo all'estremità dei segmenti centrali; picciolo circa della metà più corto del lembo, largo in alto 12 mm,, dilatantesi alquanto verso la base dove al principio del reticolo misura 20-22 mm., pianeggiante di sopra, convesso di sotto, spesso nel centro 5 mm., molto assottigliato sui margini che sono molto acuti, quasi ta- glienti ed inermi, glabro, sotto la lente finissimamente striato ; la ligula è sottilmente coriacea, glabra, semilunare con una assai lunga punta nel centro; di dietro il picciolo sì termina in un lembo liguliforme troncato, alto 4-5 mm.; il reticolo della guaina alla base del picciolo è formato da forti fibre che formano larghe maglie e dove le fibre tra- sversali si uniscono con quelle longitudinali a formare delle spine pungentissime dritte lunghe 5-6 cm., larghe 2-2.5 mm., compresse, a sezione trasversa rettangolare. Il lembo è molto rigido, spessamente cartaceo, verde pallido in modo eguale us, — 222 — sulle due faccie, diviso in circa 40 segmenti percorsi da nu- merosi nervi secondarî; questi molto fitti, rilevati e che rendono molto nettamente striate le due superficii; le due metà di ogni segmento hanno molta tendenza a combaciarsi; i seni (che non portano filamento) nella parte centrale si trovano a 25-30 cm. ed ai lati estremi a 2-4 cent. dal- l'apice del picciolo ; le costole superiori ed inferiori sono fra loro eguali, non molto robuste, a dorso nudo pianeg- giante ; i segmenti centrali all’altezza dei seni sono larghi 24-25 mm. e si conservano presso a poco coi margini pa- ralleli ma alquanto sinuosi per lungo tratto, ristringendosi pui gradatamente verso l'apice; questo è molto brevemente diviso in due punte rigide triangolari allungate acutissime, pungenti, per lo più ineguali; i segmenti laterali sono un poco più profondamente (per 16-20 mm.) divisi nell’apice e quindi con le punte più lunghe ed anche più strette e più ineguali. 1 Spadici (giudicando dai frammenti che io ho visto) molto simili a quelli della 7. brasiliensis. Spate sottilmente co- riacee, latamente ovate, inspessite alquanto verso l’apice (questo terminato in un apicolo duro lungo circa 1 cm. e tomentoso), opache e rosso cuoio sulle due faccie ma più scure internamente, reticolato—fibrose o sfacelato—filamentose in basso coi margini intieri in alto. L’unica infiorazione parziale che ho visto e che sembra una di quelle prossime all’apice dello spadice, forma una nannocchia lunga 15 cm. con varî ramoscelli provvisti alla base di una minutissima brattea membranosa triangolare acuta; al momento dell’an- tesi, i ramoscelli, sono eretto—patenti (sul fresco apparente- mente carnosi) di appena 1 mm. di spessore, glabri, i più bassi lunghi 6-7 cm., i superiori più corti, tutti portanti i fiori spiralmente in giro senza molta regolarità. Fiori solitarî all’ascella di una minutissima brattea su- bulata deflessa, riposanti sopra un piccolo rilievo tubercu- liforme, carnosuli, glaberrimi in ogni parte, al momento dell’antesi lunghi 4-5 mm. compresi gli stami che sorpas- sano di assai il perianzio, il quale da sè solo misura soltanto i ano SEMI e da ai bi ari Api [ba 111/06 : î I, TORO — 223 — 2 mm. di altezza; calice brevemente cupulare, crassiuscolo, molto profondamente diviso in 3 lobi spesso ineguali ed a larga base, acuti od acuminati con i seni interposti ottusi; la corolla è circa il doppio più lunga del calice, a petali carnosuli, specialmente in basso, molto latamente ovati, o suborbiculari, ottusi od ottusamente apiculati, convolutivo- imbricati, non valvati nemmeno nello estremo apice, con margini tenui acuti glabri. Stami 6 eguali, nell’antesi poco più del doppio più lunghi della corolla, a filamenti stret- tamente lanceolati in basso, gradatamente attenuati in punta subulata; antere latamente lineari o lineari oblunghe (lun- ghe 2-2.5 mm.) a loggie parallele, quasi sempre spiralmente contorte, molto profondamente e quasi egualmente disgiunte alle due estremità, con connettivo piuttosto largo scuro, in- serito per il dorso al di sotto della metà. Carpelle 3, ovate bruscamente contratte in uno stilo che è più corto di loro; fortemente arcuato all'infuori, leggermente inspessito in alto con superficie stigmatica papillosa lungo il lato in- terno dell’apice. Frutto... Hasrrar. — Brasile. Frequente sul limitare delle foreste nelle regioni elevate della Provincia di Rio Grande do Sul, specialmente presso Cruz Alta nel Brasile meridionale (Gla- ziou n.° 9014 e 17343 in Herb. Becc. e Berol). — Si coltiva anche nelle serre d'Europa. OsservazionI. — Sembra molto affine alla 7°. brasiliensis dalla quale differisce per le fronde con i segmenti breve- mente bifidi all'apice; per le spate più coriacee, con le punte inspessite; per i fiori più piccoli, con filamenti solo poco più del doppio più lunghi della corolla; per le antere più corte, e per le carpelle con gli stili molto corti e forte- mente arcuati in fuori. Alla Trithrinax acanthocoma ho riferito anche il n.° 17343 di Glaziou nell’Erb. di Berlino, che sembra differire dal n.° 9014 solo per essere più robusto in ogni parte. — 224 — La fronda di questo esemplare misura 1.16 m. dalla ligula all'apice dei segmenti centrali; i segmenti sono circa 40, quelli centrali seno larghi 35-36 mm., del resto come quelli di già descritti, fortemente e finamente striati, terminati dalle 2 punte pungenti ineguali con una specie di piccolo callo dove termina la costa mediana inferiore, a 2-3 cm. dall’apice. Il picciolo è largo in alto 2 cm., piano di sopra, spesso 8 mm., terminato da un ben sviluppato margine liguliforme coriaceo anche nella parte posteriore. La sola infiorazione parziale presente è lunga 30 cm., i ramoscelli fioriferi sono spessi 2 imm. ed i più bassi lun- ghi sino 15 cm. I fiori sono esattamente come quelli già descritti per il n.° 9014, solo le carpelle hanno forse gli stili un poco più allungati. 3. Trithrinax campestris Dr. et Gris. Symb. FI. Arg. in Goettinger Abh. XXIV (1879), 283; Drude in Mart. FI. Bras. III, 2, 550; Barb.-Rodr. Palmae Parag. 4. — Copernicia campestris Barm. Reis durch die La Plata Staaten II, 48, 49, 98. — Chamaethrinax Hookeriana H. Wendl. e R. Pfister, Beitr. vergl. Anat. Saba- leen. 46, 50. DescrIzIonEe. — Palma alta circa 4 m. (Lorentz). Fronde flabellato-multifide, subdimidiato— o ?/, -orbicolari, misuranti 65-75 cm. dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali. Picciolo lungo circa quanto il lembo o peco più, glabro e liscio, largo in alto 20-25 mm. ed in basso poco meno del doppio, di 6--7 mm. di spessore, leggermente con- cavo di sopra, convesso di sotto, con margini inermi acu- tissimi e quasi strettamente alati, portanti nella parte più bassa alcune delle fibre nelle quali sembrano sfacelarsi.i margini della guaina, che però non ho visto; ligula bre- vissima glabra formante un semicerchio a contorno ondu- lato con una punta centrale ; di dietro il picciolo si termina in un semicerchio rilevato liguliforme; manca affatto un rachide. Il lembo è coriaceo rigidissimo, nelle fronde gio- vani egualmente biancastro e cereo pulverulento sulle due faccie, poi glabro e verde pallido, diviso in 25 segmenti; i seni nella parte centrale rimangono a 16-18 cm. dalla ligula ed ai lati solo 1.5-2 cm. e non portano filamenti ; le costole superiori non sono molto robuste nè molto spor- genti e sono liscie: le inferiori non sono più forti delle superiori, sono scabridule, specialmente in basso, e sebbene piuttosto sottili sono assai prominenti nella pagina infe- riore e si terminano in un piccolo callo formando un 2° seno a 10-15 cm. dall’apice del segmento; nella pagina superiore le costole inferivri non sono prominenti ma ad esse corrisponde un distinto solco, poichè i segmenti non sono perfettamente piani ma con le due metà fra loro più o meno inclinate; i nervi secondarî sono numerosissimi, non molto rilevati e rendono finamente striate le due su- perficî; di venule transverse non si vede traccia; i segmenti rimangono quasi di larghezza eguale nello spazio interposto fra il seno più basso e quello superiore : in tale porzione i centrali sono larghi 20-24 mm. ed i più esterni 10-12 mm.; le due punte che vanno al di là dei secondi seni gradata- mente si ristringono in un apice acuminatissimo molto ri- gido e pungente; i margini dei segmenti sono ottusi e leggermente ispessiti. Spadice formante durante l’antesi una pannocchia oblunga, che in un esemplare (dove sembra quasi completa) all’epoca della fioritura misura 35 cm. ed è divisa in 4 dense infiora- ziori parziali; queste sono lunghe 10-12 cm. con spessa parte assile, molto approssimate, mezzo avvolte da larghe spate e composte di varî ramoscelli carnosi spessi 1.5-2 mm.; allo stato fruttifero però lo spadice si accresce moltissimo e l’asse delle infiorazioni parziali ispessisce e diventa lungo circa 30 cm., oscuramente angoloso-subterete, liscio e di circa 1 cm. di diametro alla base con i ramoscelli inseriti spiralmente; questi sono eretto-patuli, rigidi, lisci, glabri, tereti, spessi 3 mm. alla base, subulati, lunghi 10-12 cm. con una bratteola inconspicua e decidua alla loro origine. 15 Mi id cir pata — 226 — Le spate sono molto brevemente tubulose in basso, aperte in alto e largamente ovali, inflato-auriculeformi, abbrac- cianti le pannocchie dei fiori, terminate da un breve apice lanuginoso, del resto glabre di color giallo paglia, sottil mente coriacee sul dorso, membranacee, fittamente e fina- mente fibroso-reticolate dal lato ventrale. Fiori sessili, apparentemente carnosi, glabri in ogni parte, nell’antesi lunghi 4.5-5 mm. compresi gli stami; il solo pe- rianzio è lungo circa 2 mm.; calice molto brevemente cupu- lare, rotondato in basso e col fondo incavato, profondamente diviso in 3 grandi lobi ovato-triangolari per lo più ine- guali, acuti od acuminati, coi seni fra un lobo e l’altro ottusi; corolla di 3 petali convolutivo-imbricati, suborbico- lari, di poco più lunghi dei denti del calice, a contorno roton- dato. Stami 6 con i filamenti più del doppio più lunghi della corolla, del tutto liberi, leggermente dilatati ed a con- tatto l’uno con l’altro nella parte inferiore, attenuati in alto, non inflessi all'apice; antere latamente lineari od oblunghe, a loggie profondamente e quasi egualmente disgiunte ad ambedue le estremità; carpelle 3, totalmente libere con parte ovulifera rigonfia breve ed ovulo basilare; stilo allungato filiforme curvato in fuori solo presso l’apice, giungente sino a circa la metà degli stami, almeno 3 volte più lungo della parte ovulifera; stigma angusto in continuazione dello stilo e papilloso dal lato interno. Perianzio fruttifero con- siderevolmente accresciuto, spianato sotto il frutto, largo 8-9 mm. Frutti sferici di circa 18 mm. di diam.; endocarpio sot- tilmente legnoso-crostaceo, fragile, opaco internamente. Seme sferico di 12-14 mm. di diam. a superficie opaca bruno nocciola, con 8-10 diramazioni principali del rafe impresse che si partono tutte dalla base del seme e rag- giungono l’apice anastomosandosi alquanto fra di loro; il rafe è rappresentato da un’ area circolare subbasilare in corrispondenza di un’intrusione suberiforme dell’ integu- mento del seme, che penetra per un processo piuttosto an- gusto e conico sino a circa la metà dell’albume e per di STA — 227 — più ne fascia una parte di un lato; l’albume è corneo, du- rissimo, grigiastro, del tutto pieno; l'embrione è situato un poco al di sotto della metà dal lato opposto al rafe; la sua posizione non si rivela all’esterno da alcun segno speciale. Nei frutti da me studiati, l’epicarpio manca (quantunque persista il perianzio fruttifero) ma apparentemente è sottile molle e si separa facilmente dallo endocarpio. Spesso sem- bra che si sviluppino 2 carpelle ed allora i frutti appari- scono didimi, sebbene fra loro siano perfettamente separati. Hasiratr. — Nella Repubblica Argentina: nella parte set- tentrionale della Prov. di Cordoba (Lorentz, Flora Argentina n.° 1261, in Herb. Berol., esemplare in fiore) ed alla Con- cepcion nell’Uruguay, Campo de Galassia, dove forma densi cespugli alti sino 4 m. (Lorentz, Flora Uruguensis n.° 879 in Herb. Berol.). Un altro esemplare, pure di Lorentz (n.° 28) è stato raccolto con frutti immaturi in Giugno 1871 presso S. Pedro, dove formava intiere boscaglie (Herb. di Berl.). I frutti maturi mi sono stati inviati da Buenos Aires dall'amico Ing. Spegazzini. Osservazioni. — Io ho riferito la ChRamaethrinax Hooke riana H. Wendl. alla Trithrinax campestris, dietro una indi- cazione del Dott. Udo Dammer che ho trovato unita agli esemplari di questa specie nell’Erbario di Berlino, e non ad una Thrinax come ha fatto Baillon (Hist. des Plantes, XIII, 318). 4. Trithrinax schizophylla Drude in Mart. Fl. Bras. III, 2,551. — Trithrinax brasiliensis Mart. Palm. Orbi- gnyan. 44, pro parte, t. X, f. 1; Orbigny, Voyage de l’Amér. II, 584. — Diodosperma Burity H. Wendl. in Bot. Zeit. XXXVI (1878) p. 118. DescrIZzIOnE. — Tronco alto 3-5 m. di 5-10 cm. di diam. Fronde rigide, ma meno che nella 7. brasiliensis; vagine ii Ì — 228 — armate alla bocca di spine lunghe sino 12 cm.; picciolo lungo 30-50 cm.; lembo subdimidiato orbicolare, diviso an- che nella parte centrale sino a pochi cent. dall’ apice del picciolo in circa 25 segmenti; i segmenti centrali sono lun- ghi 40-50 cm. (misurati dalla ligula) e larghi 15 mm. al. l'altezza dei secondi seni: gli esterni più angusti: tutti molto profondamente divisi per il terzo superiore dell’ in- tiero lembo in due lacinie strette acuminate. Spadice duplicato-ramoso, similissimo a quello della 7. brasiliensis ma più gracile, con rami divergenti spesso re- flessi; parte pedunculare lunga circa 10 cm., vaginata da varie spate tubulose imbricate, di cui le più esterne sface- lato-fibrose sino a circa la metà; spate superiori inflato-cim- biformi abbraccianti la base dei rami primarî; questi formanti delle lasse infiorazioni parziali ovate, lunghe 18-20 cm., composte di numerosi ramoscelli fioriferi inseriti spiralmente intorno ad una parte assile dritta rigida ed assai crassa; ramoscelli fioriferi lunghi 8-10 cm., filiformi, subulati. Fiori allungati, attenuati un poco verso l’apice, calice cupulare alto 1.5 mm., brevemente 3-lobo; petali il doppio più lunghi del calice ; stami con filamenti sottili subulati di un terzo più lunghi della corolla; carpelle con stili fili- formi 4 volte più lunghi della parte ovulifera, lunghi quasi quanto la corolla. Frutto ignoto. Hasirat. — Nella parte tropicale del Brasile occidentale e più frequentemente nella Bolivia. Presso Santa Cruz de la Sierra nella Bolivia orientale (Orbigny) e sui confini fra le Provincie di Matto Grosso e Chiquitos (Weddell n.° 3498, ex Dr.). Nome volgare degli spagnoli della Boli. via « Saro » o « Saho ». Osservazioni. — Non ho visto esemplari di questa spe- cie che sembra ben distinta dalla 7. brasiliensis per la maggior divisione delle fronde e per le carpelle con gli stili molto più lunghi della parte ovulifera. Dalla:T. campestris - da . “a UPPRL: Gee ea differisce per la corolla assai più lunga del calice, e non lunga quanto questo. 5. Trithrinax biflabellata Barb.-Rodr. Palmae Novae Paraguay. (1889), 2, t. 1. Descrizione. — Tronco alto 2-5 m. di 5-7 cm. di diam. Fronde rigide; vagine armate alla bocca di spine lunghe sino 15 cm.; picciolo lungo 60-80 em., largo all’apice circa 1 cm.; lembo subdimidiato-orbicolare molto profondamente diviso in pochi segmenti (2-3 nella figura) con il seno cor- rispondente alla parte centrale della lamina giungente sino quasi all'apice del picciolo in modo da separare il lembo in due metà eguali mentre gli altri seni primarî, nella parte centrale, rimangono a 2-3 cm. dall’apice del picciolo stesso ; i segmenti centrali sono lunghi circa 50 cm. (misu- rati dalla ligula) e larghi circa 18-20 mm. all’ altezza dei secondi seni, che si trovano al di sotto delle metà od anche quasi verso il terzo inferiore dell’intiero lembo; le due la- cinie nelle quali rimangono divisi i segmenti sono molto gradatamente e lungamente attenuate in una acuminatis- sima punta rigida pungente; i segmenti laterali sono un poco più angusti e più brevi dei centrali. Spadici duplicato-ramosi, simili a quelli della T. brast- liensis, con 6-7 rami od infiorazioni parziali arcuato—patenti, lunghi nell'insieme 50-60 cm., di cui 25-30 cm. ne misura una parte peduncolare che è compressa e guainata da 6 spate tubulose imbricate, di queste la più esterna si termina in un apice acuminato bipartito : le altre sono sfacelato-fibrose nella parte superiore: quelle dei rami sono abbraccianti ed inflato-cimbiformi; i rami od infiorazioni parziali for- mano delle lasse pannocchie, di queste le più basse lunghe 20-28 cm., le superiori un poco più corte, tutte composte di numerosi ramoscelli fioriferi filiformi. Fiori ovati, attenuati un poco verso l’apice; calice alto 2 mm., diviso sino circa alla metà in 3 larghi lobi acuti; e — 230 — petali circa il doppio più lunghi del calice, obovati; stami con filamenti sottili subulati sporgenti alquanto dalla co- rolla, lunghi 5 mm.; carpelle attenuate in stilo filiforme 3 volte più lunghe della parte ovulifera. Frutti ignoti. Hapirar. — Nel Paraguay, Dipartimento di S. Salvador ad Arroyo Porongo presso Togatiyi e nel Chaco fra i fiumi Pilcomayo e Negro. Fiorisce in Febbr. Nome indigeno « Caranday ». (Barbosa). OsservazioNnI. — Non ho visto esemplari di questa spe- cie di cui ho redatto la descrizione su quella di Barbosa- Rodrigues e dietro la tavola citata. Si distingue dalle altre specie per le fronde che sono divise in due parti eguali da un seno che giunge sino quasi all'apice del picciolo, mentre anche i seni laterali sono pro- fondissimi ma meno del centrale; i segmenti sono pure di- visi sino al disotto della metà dell’intiero lembo. Sembra avvicinarsi moltissimo alla 7. schizophyUla, nella quale però sembra mancare la spartizione mediana profondissima, e che ha i segmenti fessi solo nel terzo superiore dell’ intiero lembo. Gen. 11. — Acanthorhiza Wendl. in Bot. Zeit. 1879, 147; Benth. et Hook. f. Gen. plant. III, 925; Drude in Mart. Fl. Bras. III, 2, 553; Baill. Hist. des PI. AI Palme con tronco cilindrico, annulato—cicatricoso e coperto da radici avventizie spiniformi nella parte più bassa. Fronde palmato-flabelliformi molto ine- gualmente multifide, con 2-4 divisioni principali giungenti sino al picciolo e queste divise in varî segmenti acuminati brevemente bifidi separati da DR: O seni di profondità variabile e senza filamenti inter- posti; picciolo inerme con ligula distinta, troncato di dietro ed ivi terminato con un orlo; rachide O. Spadici interfrondali, assai più corti delle fronde, formati da una pannocchia duplicato- o 3-plicato— ramosa con ramoscelli fioriferi allungati e con parte assile assai crassa, ed una parte peduncolare breve vaginata da varie spate, conspicue, imbricate, molto brevemente tubulari in basso, aperte sul lato ventrale ed auriculeformi. Fiori ermafroditi, carnosi, globosi, chiusi e con le sole antere eserte durante l’antesi, sessili ed insidenti sopra pulvinuli super- ficiali dei ramoscelli, muniti di una sola e minu- tissima bratteola subulata; calice di 3 sepali che non si toccano per i margini ; corolla di 3 petali suborbicolari lunghi circa quanto i sepali, convo- lutivo-imbricati ; stami 6 coi filamenti formanti un tubo membranoso intorno le carpelle, liberi solo all'apice ; antere ovato-oblunghe affisse sul dorso presso la base, rovesciate all’esterno durante l’an- tesi; carpelle 3 completamente libere, attennate in stilo filiforme, solcato dal lato interno, stigmatifero ma non ingrossato all'apice ; ovulo basilare eretto. Perianzio fruttifero leggermente accresciuto. Frutti mediocri globoso-oblunghi; pericarpio scarso, spon- gioso—fibroso sul secco; endocarpio sottilissimo mem- branaceo. Seme conforme al frutto, a superficie opaca con testa sottilissima jalina; ilo piccolo basilare; rafe breve ed angusto poco distinto, sue diramazioni leggermente impresse. poco apparenti, ascendenti dalla base, anastomosate; albume osseo omogeneo, radiante da un accenno di cavità cen- LOIZZO, er le iste A do : NÉ SEO RR SETE ts n tra — 232 — trale, senza alcuno accenno di inspessimento o di intromissione del tegumento del seme; embrione eccentrico sul lato opposto al rafe. I numerosi fiori che io ho dissecato mi hanno sempre offerto stami e carpelle ben conformate da farmi credere che fossero tutti ermafroditi. Tutti avevano i filamenti con- nati in basso e formanti un tubo intorno alle carpelle e nessuno ne ho trovato coi filamenti del tutto liberi, come quelli che figura Drude nella tav. 132, II Il genere, sebbene abbia una non dubbia affinità con le Trithrinaa, è ben distinto per gli stami coi filamenti sal- dati in un tubo in basso e per il seme con albume omo- geneo e privo affatto di inspessimento e di intromissione del tegumento. Prospetto delle specie di Acanthorhiza. 1. Stami coi filamenti liberi soltanto nella breve parte che sporge dalla corolla, connati e formanti un tubo in tutta la parte inclusa; tubo staminale quindi lungo quanto la corolla e racchiudente completamente le carpelle. A. aculeata Wend. — Messico meridionale. 2. Stami coi filamenti lunghi precisamente quanto la co- rolla, connati soltanto in circa la loro metà inferiore. Carpelle circa il doppio più lunghe del tubo formato dai filamenti. A. Warscewiczii Wendl. —- Panama, Costa Rica, Nicaragua. Specie non ben note. 3. Acanthorhiza? Chuco Drude. — Brasile occid. subequa- toriale. 4, » » Wallisii H. Wendl. — Brasile occid. o Columbia sabandina ? Ì ag cn 1. Acanthorhiza aculeata H. \Wendl. in Kerch. Les Palmiers, 230; Illustr. Hort. XXVI (1879) t. 367; Drude in Mart. FI. Brasil. III. 2, t. 132, II; Hemsley in Biol. centr. Amer. Bot., 411. — A. stauracantha H. Wendl. ex Leiden Cat. n.° 87 (1871); Illustr. hort. XXVIII (1881), 15. — Acanthorhiza Mocinni Benth. et Hook. f. Gen. pl. III, 925; Hemsley in Biol. centr. Am. Bot., 411. — Trithrinax aculeata Liebm. ex Mart. Hist. nat. Palm. III, 320. — Chamaerops stauracantha Hort. Belg. ex Heynh. Nom. II, 136. — CA. Mocenni Humb. Bonpl. et Kunth, Nov. Gen. 1. 300; Kunth, Syn. I, 303; Roem. et Schult. Syst. Veget. VII, 2. 1489; Spreng. Syst. Veg. {I, 137; Mart. Hist. nat. Palm. III, 252, 320; Kunth, Enum. pl. III, 250; Illu- str. hort. XXVI, t. 367 (sine fl. et fruct.). Descrizione. — Palma con tronco raggiungente l’altezza di 3 metri (Langlassé) armato da radici avventizie spine- scenti. Fronde con picciolo lungo e gracile, depresso-sabtrian- golare in sezione transversa, ossia piano di sopra e convesso con angolo ottusissimo di sotto, margini acutissimi, largo verso l’alto 15-16 mm., ed un poco più nell’estremo apice dove si dilata alquanto in una ligula molto breve, spessa- mente coriacea, a contorno quasi troncato ma prolungato in una piccola punta nella parte centrale; posteriormente il picciolo sì termina in un superficialissimo orlo quasi oriz- zontale, mancando affatto ogni accenno di rachide ; lembo palmato-flabellato o subdimidiato-orbicolare, alquanto ir- regolarmente duplicato-multifido inquantochè vi sono 3-4 divisioni primarie disgiunte sino proprio alla ligula, poi ognuna di queste divisioni ha dei seni profondi, a soli 10-15 cm. dall’apice del picciolo, ed altri più in alto a 30-40 cm.: le divisioni secondarie (quelle interposte fra i seni profondi 10-15 cm.) sono in generale 3-fide, ossia risultano dalla concrescenza di 3 segmenti, hanno 2 costole superiori e 3 — 234 — inferiori, queste più forti delle altre; i segmenti sono fra tutto circa 60: quelli della parte centrale misurano dalla ligula all'apice oltre un metro, sono larghi al livello del secondo seno 25-30 mm. e da tal punto vanno gradata- mente attenuandosi in una punta acuminata, ma non subu- lata, e molto brevemente bifida; essi sono di consistenza cartacea, verdi e quasi nitidi di sopra, biancastri o subar- gentei di sotto, finamente e fittamente striati sopra ambedue le faccie da numerosi nervi secondarî: sono per di più piani perchè le parti che rimangono a destra e sinistra della costa mediana (che di sopra è superficialissima ed indistinta) non hanno tendenza a combaciarsi; i margini sul secco tendono ad arricciolarsi ma non sono inspessiti; non sì di- stinguono venule trasverse; i segmenti estremi laterali sono lunghi circa 60 cm. e della metà più stretti dei cen- trali. Spadice (non visto intiero) glaberrimo in ogni parte, for- mante una assai ampia e piuttosto densa pannocchia dupli- cato-ramosa, allungato-conica, composta di numerosi rami orizzontali inseriti spiralmente tutto in giro ad una parte assile robusta; questa grossa come il dito mignolo in basso e gradatamente assottigliata verso l’ apice. Spate.... Rami con parte assile robusta compressiuscula, spessa in basso 6 mm., e striata, apparentemente privi di brattea basilare perchè le traccie di questa si trovano (nei rami maggiori che sono i più bassi) a 10-20 mm. al di sotto del distacco del ramo sotto forma di uno strettissimo semicerchio sca- rioso con brevissima punta centrale: nei rami estremi sol- tanto la brattea è più distinta e ravvicinata al suo ramo; i rami inferiori sono lunghi 13-15 cm. con 18-20 ramo- scelli fioriferi, che nascono dall’ ascella di una minutissima brattea subulata scariosa e sono inseriti a spirale intorno l’asse; essi sono tereti, crassiusculi, spessi 2 mm., lunghi 5-7 cm., assai densamente coperti di fiori; i rami supe- riori sono gradatamente più corti e con minor numero di ramoscelli fioriferi. Fiori sessili ed inseriti orizzontalmente all’ingiro 0 spi- aura: *. DIA RL * ROS ralmente sopra un superficialissimo cuscinetto tubercoli- forme (che diventa più conspicuo ne’ ramoscelli fruttiferi) all’ ascella di una minutissima brattea triangolare jalina : sono privi di bratteola propria, globosi, di 3 mm. di diam., carnosi, glabri in ogni parte, con le antere eserte dal perianzio durante l’antesi; calice rotondato in basso, al- quanto incavato sul fondo, diviso quasi completamente in 3 sepali carnosuli ovato-oblunghi, rotondati all’apice ; co- rolla appena più lunga del calice, formata da 3 petali con- voluto-imbricati, orbicolari, carnosuli, coi margini sottili e subjalini; stami 6, durante l’antesi un poco più lunghi della corolla e degli stili, che sono liberi nella parte che sporge al di fuori di quella, nel rimanente riuniti in un tubo in forma di fiasco (il quale per conseguenza è lungo quanto la co- rolla), ristretto alla bocca, molto sottilmente membranoso od jalino ; antere largamente ovate, leggermente smarginate all’apice, inserite sul filamento per la base dal lato del dorso, a loggie parallele brevemente disgiunte alla base, deiscenti internamente : durante l’antesi però l’antera rove- sciandosi in fuori, la deiscenza è apparentemente esterna; carpelle 3 libere, angustamente lageneformi, leggermente scolpite in alto, attenuate nel respettivo stilo, che durante l’antesi è lungo circa quanto la parte ovulifera, solcato lungo il lato interno e terminato in stigma puntiforme papilloso non ingrossato all'apice; gli stigmi arrivano a sporgere appena dal tubo staminale; ovulo basilare eretto. Perianzio fruttifero alquanto accresciuto ed inspessito, for- mante una cupula di 8 mm. di diam. col calice fortemente incavato di sotto e coi sepali e petali induriti a superficie unita (non striati). Frutti ovato-oblunghi (della apparenza di piccole giug- giole), rotondati alle due estremità, specialmente al vertice, dove non si scorgono i resti dello stilo; questi sono lunghi 2 cm., larghi 15 mm., a superficie giallastro-sporca sul secco, opaca e finamente granulosa sotto la lente; pericar- pio nell'insieme spesso circa 1 mm., quasi essucco anche sul fresco, crostaceo e fragile sul secco; mesocarpio scarso, (Mo ear NIE — 236 — spongioso nella parte esterna, finamente e non molto ab- bondantemente fibroso internamente; endocarpio rappre- sentato da una pellicola sottilissima-jalina. Seme ovato, rotondato alle due estremità, lungo 14-16 m., largo 10-11.5 mm.; ilo piccolissimo ; rafe corto e stretto poco distinto e con diramazioni poco apparenti leggermente impresse ; testa pellicolare subargentea; albume duro, leg- germente radiato da un accenno di cavità centrale; em- brione situato fuori dell’asse del seme dal lato opposto al rafe al di sopra della metà. Hapirar. — Messico occidentale meridionale. Gli esem- plari tipici sono stati raccolti da Liebmann, secondo Mar- tius, sopra suolo calcareo fra Za Galera e Pochutla (Provin- cia di Oaxaca) nei bambuseti, e nelle selve presso S. Mà- quel del Puerto insieme alla CRamaedorea pochutlensis. Il Chamaerops Mocinni, che io ho creduto potere identificare con l’ Acanthorizha aculeata venne raccolto da Humboldt e Bonpland pure nel Messico ad Acapulco (Provincia di Guerrero). Nell’Erbario de Candolle si trova un esemplare di una Acanthorhiza, consistente in una porzione di spadice con fiori, che io ritengo riferibile alla tipica A. aculZeata e che porta la seguente etichetta : E. Langlassé, Herborisation au Mexique, Etats de Michoacan et de Guerrero n.° 820 is, Rives du ARzo Tecpan alt. 350 m. 29 I 1399. Tronc épi- neux, haut de 3 m. Feuilles palmées. Sol granitigue. Nom indigene « Soyamiche ». Osservazioni. — Io ho descritto i fiori dell'esemplare di Langlassé n.° 820°'s, che essendo stato raccolto nella me- desima regioneydalla quale provengono gli esemplari tipici è presumibile che non debba differire specificamente da questi. Le fronde ed i frutti sono stati descritti dietro un esemplare che io ho còlto nel giardino botanico di Bui. tenzorg nel 1878 e che ivi si coltivava col nome di Cha- maerops stauracantha. Non ho però visto i fiori di questo Maid a Va 7 — 2397 — esemplare, manca quindi l’assoluta certezza della sua rigo- rosa identificazione specifica, sebbene a me rimangan ben pochi dubbî in proposito. Mi sembra poter riferire con abbastanza sicurezza alla Acanthorhiza aculeata il Chamaerops Mocinni Humb. Bonpl. et Kunth; questo quindi sarebbe il nome più antico di detta Palma, la quale secondo quelli che ritengono, non saprei con quanta ragione, che il primo nome specifico as- segnato ad una specie debba esser sempre conservato, do- vrebbe di preferenza chiamarsi Acanthorhiza Mocinni. 2. Acanthorhiza Warscewiczii H. Wendl. in Kerch. Palm. 230; Drude in Mart. Fl. Brasil. III, 2, 554, t. 132, f. 1 et t. 133; Revue hort. 1885, 19; Hemsley in Biol. centr. am. Bot. 411; Regel, Gartenfl. 1876, 68, t. 860, 3. — A. aculeata (non Wendl. ex Liebm.) Bot. Magaz. t. 7302. — Chamaerops Warscewiczii Hort. ex H. Wendl. I. c. Descrizione. — Palma raggiungente l'altezza di 5 m (Glaziou) con tronco cilindrico piuttosto gracile, annulato- cicatricoso nella parte inferiore e quivi assai fortemente armato tutto in giro da radici avventizie spiniformi; queste sono lunghe sino 30-35 em., di circa 3 mm. di diam., più o meno sinuose: esse stesse emettenti radici secondarie oriz- zontali, pure spiniformi, variabili queste in lunghezza da pochi mm. a 2-3 cm. Fronde con picciolo lungo e gracile, inerme, convesso di sotto, assai canaliculato di sopra in basso, pianeggiante verso l’alto, con la parte basilare molto dilatata, legnosa, legger- mente filamentosa sui margini, abbracciante il tronco, fessa lungamente sul dorso e separata in due parti diver. genti; lembo radiato—flabellato sub-orbicolare, nella pianta adulta irregolarmente duplicato-multifido, con alcune divi sioni giungenti sino alla ligula e dividenti completamente la fronda in 3-4 parti principali: queste alla lor volta ud ter LR UedizAza dot x SITI n A SS4098: hanno dei seni a varie altezze, alcuni dei quali profondis- simi che le suddividono 2 od anche 3 volte, con gli ul- timi segmenti unicostati od al più bicostati, larghi 4-5 cm., lunghi (misurati dalla ligula) 75 cm., gradatamente attenuati in punta acuminata molto brevemente bifida o bidentati all'apice e con denti acuti; i segmenti nelle fronde di pianta adulta sono circa 60, sono piani, di consistenza cartacea e non molto rigidi, verdi di sopra, biancastri o subargentei di sotto, specialmente nella prima gioventù, molto fina- mente e fittamente e quasi egualmente striati sopra ambe- due le faccie da numerosi nervi secondarî; venule tran- sverse brevissime, visibili nella pagina superiore; margini acuti non inspessiti. Le fronde di pianta giovane sono da prima divise completamente in 2 parti e col crescere della pianta in 5-6, od anche più, segmenti lanceolato—ellittici acuminati, 2-5-costati. La ligula è distintamente prolun- gata nel centro in una punta lanceolata rigida. i Spadice duplicato—- e talvolta in parte 3—plicato-ramoso, consistente in una assai densa pannocchia lunga circa 50 cm. (portata da una parte peduncolare lunga 18-20 cm.), larga molto alla base e ristrinta gradatamente verso la punta, composta di varî rami piuttosto ravvicinati, grada- tamente decrescenti, inseriti spiralmente in giro alla parte assile e nascenti dall’ascella di cospicue spate; al momento dell’antesi la parte assile sembra debba esser carnosa ed assai spessa, un poco sinuosa e gradatamente assottiglian- tesi verso l’ estremità, glaberrima come tutte le sue dira- mazioni ; la parte peduncolare è lunga 18-20 cm. grossa come un dito, rivestita da 4-5 assai grandi spate lunghe circa 25 cm., larghe 6-7 cm., concave, allungato-ellittiche in forma d’orecchio d’asino, acuminate all’apice, attenuate in basso in una base assai angusta non più larga del ramo che abbracciano : esse sul fresco sembra debbano essere © carnose, sul secco sono sottilmente coriacee e rigido—carta- cee sui margini, coperte intieramente all’esterno di un fitto e morbidissimo tomento candido, glabre, pallidamente cin- namomee e finamente reticolato—venose sulla faccia interna; — 239 — le spate superiori sono più piccole e più anguste di quelle descritte: nella metà superiore della pannocchia mancano e quivi alla base di ogni ramo si trova solo una strettis- sima e lunga brattea lineare; i rami più bassi formano delle pannocchie secondarie lunghe 20-25 cm. con una as- sai spessa parte peduncolare, ossia con la parte assile in- divisa nel terzo o quarto inferiore, compressa, larga 6-10 mm. e con varî ramoscelli fioriferi; questi semplici o tal- volta anche + ramosi alla base, lunghi 8-10 cm. crassiu- sculi, di 2 mm. di diam., intieramente coperti dai fiori e provvisti alla base di una sottilissima brattea jalina lineare o filiforme lunga talvolta sino 2-3 cm. Fiori carnosi, + orizzontali, sessili sopra un superficia- lissimo cuscinetto tuberculiforme al quale sottostà una sola bratteola jalina strettissima deflessa lunga sino quasi 2 mm.: essi sono globosi, larghi 3.5 mm. e lunghi un poco più, glabri in ogni parte; calice rotondato in basso ed inca- vato sul fondo, diviso completamente in 3 sepali carnosi ovato-oblunghi rotondati all’apice, ricuoprenti solo parzial- mente la corolla; questa leggermente più lunga del calice a petali convolutivo-imbricati, suborbicolari, concavi, car- nosuli, coi margini sottili; stami 6 coi filamenti lunghi esattamente quanto la corolla dalla quale sporgono solo, orizzontalmente ed irradianti, le antere: nella metà" infe- riore i filamenti sono uniti fra di loro e formano un tubo in giro alle carpelle; le antere sono ovate, brevemente in- cavato-subcordate in basso, bidenticolate all'apice, a loggie leggermente divaricate, deiscenti all’esterno perchè l’antera durante l’antesi si rovescia sul suo filamento all’ infuori; carpelle molto anguste, filiformi, leggermente rigonfie in basso nella parte ovulifera, con lungo stilo subterete solcato lungo il lato interno e che si termina senza ingrossarsi in stigma ottuso ; i 3 stili sono lunghi precisamente quanto i filamenti, di guisa che gli stigmi fanno capolino all’a- pice della corolla framezzo agli stami. Frutti..... — 240 — Hasiram. — Wendland ha fondato questa specie sopra esemplari che hanno fiorito nel Giardino di Herrenhausen, e dei quali ho visto campioni nell’Erb. di Berlino; di essa inol. tre Glaziou ha distribuiti gli spadici in fiore col n.° 20019, facendo gli esemplari sopra individui coltivati a Rio de Janeiro, ma che egli dice provenienti dall'Alto Amazones. Ho visto esemplari sterili che riferisco a questa specie per- chè raccolti da Schramm nel Nicaragua a Famah Clay (n.° 257 nell’ Erb. di Berlino), essendoche per patria della A. Warscewiczii è indicata la costa orientale della Repu- blica di Costa Rica e Chiriqui in Panama (Drude). OsservazionI. — I fiori degli esemplari tipici, come quelli di Glaziou n.° 20019, differiscono da quelli della A. acu- leata (Langlassé n.° 820 °!S) per gli stami coi filamenti lunghi precisamente quanto la corolla, e per i pistilli che, pure all’epoca della fioritura, sono lunghi quanto i filamenti; anche il tubo stamineo è circa della metà più corto della corolla e non lungo quanto questa, per tal motivo le car- pelle nel loro insieme sono il doppio più lunghe del tubo staminale e non lunghe quanto questo, come è il caso nella A. aculeata. Forse esistono delle differenze fra le due spe- cie anche nelle fronde, che però mi riesce difficile di ben precisare vista la variabilità di queste a seconda dell’età delle piante ed anche per l’ imperfezione ‘del materiale di studio di cui ho potuto disporre. La rassomiglianza però fra le due specie è grandissima ed all’esterno i fiori sono talmente simili che riesce diffi- cile distinguere quelli di una specie da quelli dell'altra senza l’aiuto della dissecazione. Rimane a verificarsi se gli accennati caratteri sono costanti. L'unica fronda di pianta adulta appartenente all’esemplare fruttifero di Buitenzorg, che io ho riferito alla tipica A. aculeata, ha il lembo dimi- diato-orbicolare, i segmenti più esterni di un lato for- mando quasi una linea orizzontale con quelli del lato op- posto ; le sue divisioni secondarie in generale sono 3-par- tite ed i segmenti non hanno venule transverse distinte. SO QU Le fronde invece della A. Warscewicziz, tanto degli esem- plari di Herrenhausen quanto quelle che si trovano col n.° 20019 di Glaziou e che sono del resto fra loro iden- tiche, hanno il lembo che forma quasi un cerchio com- pleto perchè i segmenti dei due lati vengono a collocarsi quasi parallelamente al picciolo, ed hanno le divisioni multipartite con i seni giungenti ad altezze molto varia- bili, spesso molto profonde ; su di essi poi si scorgono delle cortissime venule transverse nella pagina superiore: sem- brano anche di consistenza più erbacea di quelli della fronda dell'esemplare di Buitenzorg. Non attribuisco però grande importanza a tali differenze, che forse dipendono dall'età e da condizioni speciali di vegetazione. Le fronde giovani della A. Warscewiczit hanno sempre il lembo com- pletamente diviso nel mezzo sino alla ligula in due parti eguali, ma nel suo insieme, il lembo, è digitato—flabellato o dimidiato-orbicolare ed è coperto nella pagina inferiore da un indumento bianco, tenuissimo e molto aderente. Io ho riportato la Tav. 7302 del « Bot. Mag. » alla A. War- scewicziù. perchè dalla figura 3 risulta che i fiori hanno gli stami coi filamenti uniti soltanto nella metà inferiore e sono lunghi precisamente quanto la corolla. Specie dubbie od imperfettamente note. 3. Acanth'orhiza ? Chuco Drude in Mart. FI. Brasil. III, 2, 564. — Thrinax? Chuco Mart. Palm. Orbign. 45, i VLib;cto Lett. XXV, if... Bs; Walp. «Ann. I, 1006. DescrIzIonE. — Palma elegante, elata, con tronco gracile, alto circa 19 m., non raggiungente che un decimetro di diam. e che spesso in causa della sua sottigliezza diventa flessuoso : è nudo (essendo le vecchie fronde decidue) e liscio (non spinoso ! ?). Fronde formanti una chioma globosa, con picciolo gra- cile lungo 1-2 m., liscio, inerme; ligula triangolare; lembo 16 — 242 — sottilmente papiraceo, verde cupo di sopra, più pallido di sotto ed ivi coperto di numerosissimi puntolini glanduli- formi, diviso sino alla ligula in due parti o mezzi flabelli eguali; non tenendo conto di questa incisione centrale nel- l'insieme perfettamente orbicolare e di 2 metri di diame- tro; i mezzi flabelli sono divisi sino od oltre la metà in 15-20 lacinie, larghe 2.5-5 cm., lanceolate, acute. Spadici interfrondali, in numero di 3-4 in ogni chioma, lunghi circa 30 cm. Spate e fiori ignoti. Frutti depresso-globosi del diametro di circa 28 mm. (pollicari) baccati, molli, flavescenti; semi della dimensione di una grossa palla da fucile con albume duro cartilagineo non oleoso. (Descrizione da Martius l. c.). Hasrrar. — D’ Orbigny ha incontrato questa Palma lungo il Rio Guaporé in vicinanza di Forte do Principe da Beira nel Brasile occidentale sui confini orientali della Bolivia. Osservata in fiore in Gennaio ed in frutto in Aprile. Da- gli indigeni Moxos è conosciuta col nome di « Chuco ». Osservazioni. — Drude ha riportato dubitativamente questa Palma, che io non ho visto, al gen. Acanthorhiza sebbene egli pure non ne abbia visti esemplari ed i fiori siano sconosciuti. Si allontanerebbe dalle Acanthorhiza ti- piche per il tronco non spinoso e se ne avvicinerebbe per le fronde divise in due parti eguali, carattere che però si riscontra anche nella Trithrinax biflabellata Barb.-Rodr. 3. Acanthorhiza Wallisii H. Wendl (n. sp. sine de- script.); Regel in Gartenflora XXVIII (1872), 163, t. 977, f. 2 (sine descript.); Drude in Mart. FI. Bra- sil, III, 3, 554. Drude 1. c. scrive di non aver visto esemplari di questa Palma che venne raccolta da Wallis o nel Brasile occiden- tale o nella Columbia Subandina. Rimane una specie molto incerta per la mancanza di fiori e di frutti. — 2438 — Specie esclusa. ACANTHORHIZA ARBOREA Hort.; Kew Report 1882 (1884), 64 — Thrinax arborea Hort. — Quid ? Gen. 12. — Hemithrinax Hook. f. in Benth. et Hook. f. Gen. Plant. III, 930. — Thrinax subg. Hemithrinax Drude in Engl. et Pr. II, 3 (1889), 34. — Thrinacis sp. Baill. Hist. des PI]. XIII, 317. Fronde apparentemente simili a quelle delle Thrinaa, fabellato-orbicolari, multifide con pic- ciolo non prolungato in rachide ma troncato oriz- zontalmente di dietro all'apice. Segmenti piani, acuminati, brevemente bifidi. Spadici paniculato— allungati con varie piccole e dense infiorazioni par- ziali sovrapposte, semplicemente ramose, ognuna nascente dal di dentro di una spata tubulosa in basso aperta in alto; ramoscelli fioriferi filiformi, assai densamente coperti di fiori solitarî, minuta- mente i-bracteati. Fiori molto piccoli con calice e corolla connati in un perianzio molto breve- mente cupulare, 6-dentato; stami 6 con filamenti brevissimi quasi obliterati; antere reflesse già prima dell’antesi ed apparentemente sessili, rela- tivamente grandi, formanti un anello intorno al. l’ovario, più larghe che lunghe, deiscenti all’esterno perchè rovesciate in basso, con loggie parallele, ellittiche, unite da un largo connettivo. Ovario ovoideo monocarpellare uniovulato, sporgente assai dal perianzio, più lungo degli stami, attenuato in — 244 — stilo crasso conico e bruscamente dilatato in uno stigma infundibulare; ovulo basilare eretto. Frutto pisitorme con stilo apicale molto brevemente pedi- cellato dal perianzio fruttifero indurito, ma non sensibilmente accresciuto, con epicarpio scarsissimo ed endocarpio molto sottile formante un fragilis- simo e sottilissimo guscio al seme. Seme libero, globoso, con integumento esterno generale sottil- mente crostaceo sul secco (carnoso sul fresco ?), eretto; ilo basilare; rafe subbasilare poco distinto, con diramazioni ascendenti; albume corneo omo- geneo con una profonda cavità semisferica basilare nella quale penetra l’inspessimento rafeale dell’in-. tegumento del seme; embrione subapicale. Il Genere Hemithrinax differisce ben poco dalle Thrinax sect. T'yphlothrinax per le antere con filamenti brevissimi rovesciati all’ ingiù e trasportanti seco le antere, le quali per tal fatto presentano all’ esterno la faccia che normal- mente è volta verso l’ interno; le antere quindi appariscono deiscenti all’esterno, esse hanno per di più le loggie unite da un largo connettivo. Il frutto non sembra differire da quello delle Thrinax ed a maturità completa ha forse un mesocarpio carnosulo; il seme è ricoperto da un integumento assai più spesso che nelle Thrinax, probabilmente carnoso sul fresco, ma che allo stato secco si presenta come una crosta sottile fragile nera che si stacca facilmente dall’albume e sul quale si scorgono delle diramazioni del rafe leggermente impresse. Le fronde sembrano molto simili a quelle del Thrinax, regolarmente flabellato-multifide orbicolari, senza rachide, il picciolo essendo troncato di dietro all’apice e terminato da un piccolo orlo rilevato. Ma di questa Palma io non ho visto che piccole porzioni della fronda alle quali mancava tutto il picciolo. Hemithrinax compacta Hook. f. in Benth. et Hook. f. Gen. Plant. III, p. 931. — Trithrinax compacta Gris. et Wendl. ex Gris. Cat. Cub. p. 221; Saur. Il. Cub. n.° 2381. DescrIzIONE. — Fronde grandi orbicolari plicato-multifide (da me non viste intiere); picciolo a quanto sembra terminato orizzontalmente di dietro con un orlo rilevato; rachide O. I segmenti da me studiati e che sembrano appartenere alla parte intermedia dei lati misurano dal rachide all’ apice poco più di un metro e sono uniti fra loro per lo spazio di circa 45 cm.; essi sono lucidi e quasi vernicosi di sopra, glabri, opachi e glauco-cinerescenti di sotto (la glaucescenza essendo dovuta non a peluria ma ad un tenuissimo strato molto aderente di una materia speciale) e cosparsi di paleole minutissime pallide poco distinte; essi sono larghi 6 cm. all'altezza dei seni (dove si trova un rudimento di filamento) e da quel punto si assottigliano molto gradatamente e re- golarmente in una sottilissima punta che è bifida per lo spazio di soli 3-4 cm., le punte essendo acuminatissime e rigide; le coste mediane sono assai rilevate a spigoli ottu- setti, le inferiori un poco più forti delle superiori; nella parte libera i segmenti sono piani (ossia le 2 parti sepa- rate dalla costa mediana non hanno tendenza a combaciarsi), rigidi, sottilmente coriacei: nella pagina superiore la costa mediana è appena distinta e da un lato e dall’altro di questa scorrono 7-8 nervi tenui ma assai distinti, quasi egualmente visibili sulle due faccie; le venule transverse sono molto numerose ma pochissimo distinte, però più ap- parenti nella pagina inferiore che nella superiore; i mar- gini sono considerevolmente inspessiti, uno però in generale più assai dell’altro. Spadici duplicato-ramosi (non visti intieri) composti (a quanto sembra) da varie infiorazioni parziali assai ravvici- nate, ognuna delle quali forma una assai densa e corta pannocchia ovata lunga 9-10 cm., glabra in ogni parte, non e TERA dpr Sa — x Ù ha — 246 — molto lungamente pedicellata, con la parte assile spessa 5-6 mm. alla base, assottigliandosi gradatamente verso l’ estremità, con numerosi ramoscelli all’ ingiro. Le spate sono coriaceo—-cartacee, essucche, bruno-rossastre, breve- mente tubulose in basso, aperte e dilatate in alto in forma di orecchio d’asino, subconcolori e striate sulle due faccie, terminate in punta sfilaccicato—fibrosa. I ramoscelli fioriferi sono patenti durante la fioritura, sottili e rigidi, spessi 1-1.5 mm. alla base, subulati all’apice; i più bassi lunghi 4-5 cm.,, gli altri gradatamente più corti, gli estremi lunghi soli 15 mm.; all’epoca della fruttificazione i ramoscelli rad- doppiano circa di spessore. Fiori glaberrimi minutissimi e molto numerosi, globosi in basso ed ivi larghi 1-3 mm., con l’ovario sporgente dal centro; essi sono inseriti irregolarmente a spirale, solitarî all’ascella di una minutissima brattea subulata: talvolta però 2-3 fiori si trovano molto ravvicinati fra di loro: sono sempre sessili sopra un minutissimo tubercoletto che pe- netra nella base del calice e che nello spadice fruttifero è assai accresciuto e conspicuo, incallito e biancastro; brat- teole O. Calice e corolla uniti insieme e formanti una pic- cola cupula poco profonda a base pianeggiante ed incavata di sotto, coronata da 6 minutissimi denti subulati; gli stami mancano quasi di filamento: questo è brevissimo e troncato; antere basifisse formanti un anello intorno all’ovario, quasi più larghe che lunghe, ottusissime e smarginate all’apice, subcordate alla base, basifisse, con loggie ellitiche e dei- scenti esternamente per il lungo, separate da un largo e spesso connettivo quasi quadrato. Ovario ovoideo—lagene- forme uniovulato attenuato in breve ed assai spesso stilo; stigma discoideo-infundibuliforme a contorno ineguale sub- trilobo; ovulo basilare eretto. Perianzio fruttifero legger- mente accresciuto ed inspessito. Frutto brevemente pedicellato in causa del breve pe- rianzio fruttifero e del piccolo callo sul quale questo ri- posa, sferico, pisiforme, di 6-6.5 mm. di diam., poco distin- tamente apiculato dai resti dello stilo; sul secco pallido Sr DAN — ed a superficie granulosa sotto la lente; pericarpio nell’in- sieme essucco—crostaceo, molto sottile e formante un sotti- lissimo e fragilissimo guscio al seme. Seme avvolto da un sottile integumento suo proprio che sul fresco ha l’apparenza di essere stato carnoso, e che forma sul secco una camicia di materia nera fragile facil- mente staccabile: un poco irregolarmente globoso, di 4 mm. di diam., libero dentro il pericarpio, eretto; ilo basilare ristretto; rate basilare poco distinto dal quale ascendono tutto in giro poche diramazioni leggermente impresse (sul secco); integumento esterno del seme penetrante sino quasi alla metà del seme formando nell’albume, omogeneo, una profonda intrusione globosa; l’ embrione è quasi apicale, leggermente spostato da un lato. Hasrrar. — Cuba. — C. Wright: Plantae Cubenses Wrightianae n.° 3222 (Herb. de Cand. Berol. ecc.). Gen. 13. — Thrinax Swartz, Prod. 57 et FI. Ind. Occid. I, 614, t. 13; Sargent in Bot. Gaz., XXVII (1899), 83; Mart. Hist. nat. Palm. III, 255 (excl. spec.); Thrinax subg. Porothrinax Drude in Engl. et Pr. Pflanzenf. II, 3, 34; Sargent, Silva X, 49. Palme inermi con tronchi gracili allungati od anche brevi e sinuosi, rivestiti in alto dalle vecchie fronde ed in basso nudi, più o meno annulato—ci- catricosi. Fronde flabellato-orbicolari o quasi, mul. tifide con segmenti piani, spesso albicanti od ar- gentee di sotto, con le costole superiori terminanti senza prolungamento filiforme nei seni, questi di- sposti regolarmente in semicerchio intorno alla li- gula; costole inferiori percorrenti tutto il respettivo segmento ed evanescenti nel suo apice acuminato — 248 — e bifido; picciolo inerme biconvesso o piano-con- vesso, dilatato fortemente in basso in una parte legnosa, coriacea e con margini sfacelati e reti- colato-fibrosi, troncato all'apice di dietro e quivi terminato da un orlo rilevato più o meno ben di- stinto; ligula conspicua; rachide del tutto man- cante. Spadici interfoliari, paniculato-allungati, nutanti, con una parte pedunculare vaginata da varie spate tubulose e con varie infiorazioni parziali sovrapposte, paniculeformi, semplicemente ramose, nascenti dal di dentro di una spata tubulosa simile a quelle della parte pedunculare ; ramoscelli fioriferi filiformi. Fiori piccoli numerosi solitarî, inseriti spi- ralmente, spesso senza molta regolarità, sui ramo- scelli, sessili o pedicellati,tutti muniti di una piccola brattea; calice e corolla connati in un perianzio cupulare, o più o meno campanulato, più o meno profondamente 6-dentato; stami 6 di già eserti dal perianzio molto prima dell’ antesi, con fila- menti ipogini dilatati in basso ed ivi più o meno uniti fra di loro, allungati, filiformi o subulati nel resto, non inflessi all'apice; antere oblunghe o li- neari, spesso spiralmente contorte sul secco, a loggie parallele unite da connettivo angusto, deiscenti in- ternamente, inserite per la base nel seno fra le due loggie. Ovario ovoideo o globoso, monocar- pellare, uniovulato, attenuato in un collo o stilo che si dilata + repentinamente in un ampio stigma + infundibulare ; ovulo basilare eretto. Frutto sfe- rico, piccolo, con i resti dello stilo apicali, prov- visto o no di un pedicello, ma sempre portato dal perianzio fruttifero brevemente pedicelliforme ed — 249 — indurito ma non sensibilmente accresciuto; pericar- pio sottile, da prima essucco, indi parcamente car- noso; endocarpio molto sottile, crostaceo-legnoso, fragile, formante un tenue guscio al seme. Seme libero, eretto, globoso, a testa sottile non separa- bile dall’albume ed a superficie unita levigata; ilo basilare; rafe subbasilare poco distinto e senza ra- mificazioni apparenti; albume corneo omogeneo profondamente incavato in basso od anche perto- rato da parte a parte nel senso assile per ricevere l’ inspessimento rafeale dell’ integumento del seme; embrione laterale. Il genere Thrinax venne fondato nel 1788 da O. Swartz nel suo « Prodromus », dove si rammenta per la prima volta la 7. parviflora, che viene poi descritta e figurata nella « Flora Indiae occidentalis » (1797). Sino a qui la 7. parviflora tipica non era molto ben conosciuta e si era rimasti incerti sulla precisa struttura del seme di questa Palma: mancava quindi uno dei dati più necessarî per ben stabilire i caratteri del genere Tri nax. Io però fortunamente ho potuto studiare i tipi della T. parviflora di Swartz conservati nell’Erbario di Stock- holm e che mi sono stati cortesemente comunicati dal prof. Lindman; ho quindi potuto eliminare ogni dubbio a tale riguardo. Le Thrinax tipiche sono caratterizzate dai fiori con 6 stami e dal seme a superficie unita e liscia senza solchi o pieghe che lo rendano cerebriforme, con albume ora com- penetrato in basso da una profonda intrusione dell’ integu- mento esterno del seme (7’yphlothrinax), ora con l’ intru- sione tanto estesa da traversare il seme da parte a parte nel senso assile (Porothrinax Wendl.). La Thrinax tipica (parviflora) ha il seme precisamente conformato in questa seconda maniera. Op Le antiche specie di 7Arinax cho hanno un seme se- gnato da pieghe profonde più o meno sinuose e che comu- nicano a questo un aspetto + cerebriforme sono state da Sargent separate dalle Thrinax tipiche per formare il suo genere Coccothrinax. Sargent (1. c., p. 82) fa giustamente osservare che il frutto delle Thrinax e delle Coccothrinax « ha un pericarpio sottile « e crostaceo fino a che il seme non è completamente svi- « luppato, ma giunto a questo stadio il pericarpio si ac- « cresce rapidamente e diventa carnoso e molto succolento, « un carattere che non è spesso apparente negli esemplari « d’ erbario essendo i frutti generalmente raccolti prima « che il pericarpio cominci ad inspessire. Anche quando il « frutto è raccolto perfettamente maturc, la parte carnosa « diventa sottile e coriacea col disseccarsi e dà una idea « molto imperfetta del frutto fresco ». Le Thrinax hanno quasi sempre un « habitat » male limitato, di modo chè non si dà il caso che una specie p. e. della Giamaica sia indigena anche di Cuba o delle Ber- mude. Ciò facilita alquanto la determinazione delle specie di questo gruppo di Palme, quando gli esemplari sono ri- gorosamente etichettati, cosa che si verifica di rado per quelli riportati dagli antichi collettori. La letteratura delle Thrinax è molto estesa, ma una re- visione critica della medesima sarebbe un lavoro improbo e quasi impossibile; io mi limiterò quindi alle sole citazioni riguardo alle quali non cadono dubbî. Per di più, numerose sono le specie orticole conosciute solo di nome o descritte solo da fronde giovani e che non è possibile di riconoscere. Come per i Saba? sono stato co- stretto quindi ad eliminare tali specie, rilegandole fra le dubbie non identificabili. Prospetto delle specie del genere 7hrinax. A. EurERINAX (Porothrinar Wendl.). Seme con albume attraversato dalla base al l'apice da una conspicua intrusione del tegumento. I. Fiori e frutti lungamente pedicellati. 1. Perianzio con denti brevi a larga base acuti od api- culati. Antere lineari angustissime lunghe 2 mm. (6-7 volte più lunghe che larghe) auriculate e sa- gittate alla base; ovario con lungo collo gradata- mente dilatato nello stigma. Fronde verdi subcon- colori od appena glaucescenti di sotto. Frutti secchi fortemente granulati, nocciolo di 7--7.5 mm. di diam. Seme di 6 mm. di diam. Th. parvifora Swartz. — Giamaica. 2. Perianzio con denti brevi triangolari. Ovario con collo breve bruscamente dilatato in un largo sti- gma infundibulare. Antere a loggie parallele lun- ghe 1-1.25 mm. e larghe 0.5 mm. (il doppio, o poco più, lunghe che larghe). Frutto con nocciolo di 6 mm. di diam. Seme di 4 mm. di diam. Fronde più pallide di sotto che di sopra, ma non ar- gentee. Th. floridana Sargent. — Florida. 3. Perianzio con denti angusti ed acuminati. Ovario con collo allungato in stigma strettamente infundibu- lare. Antere lineari angustissime e molto lunghe, 2.5 mm. lunghe, 0.25 mm. larghe (10 volte più lunghe che larghe) a loggie parallele. Frutto con nocciolo di 5 mm. di diam. Fronde verdi sopra ambedue le faccie. Th. Wendlandiana Becc. — Cuba, Honduras. Se:5 Co ga II. Fiori e frutti sessili sopra un piccolo disco tuberculi- forme. 4. Ramoscelli fioriferi sottilissimi subulati lisci non giungenti ad 1 mm. di spessore. Frutti di 4 mm. di diam. a superficie unita. Fronde leggermente glaucescenti o subargentee di sotto. Th. Drudei Becc. — Cuba. 5. Ramoscelli fioriferi spessi 1.5 mm. a superficie cor- rugata e di apparenza suberosa. Frutto di 7 mm. di diam. a superficie nettamente tessellata. Seme di 5 mm. di diam. Fronde verdi sopra ambedue le faccie. I Th. tessellata Becc. — Cuba. UAN, B. (Subgenus) TyPHLorERINAX Becc. Semi con un’intrusione del tegumento che dalla base penetra profondamente nell’albume ma non lo attraversa da parte a parte. Fiori sempre ses- sili sopra un piccolo disco tubercoliforme. *& Specie con tronco alto qualche metro. 6. Perianzio con 6 denti deltoidei acuti. Antere lineari a loggie parallele. Frutti di 5.5-6 mm. di diam. Seme di 4 mm. di diam. leggermente incavato di sotto ; ilo lineare molto eccentrico; intrusione del tegumento subconica penetrante i due terzi del- l’albume. Fronde + glaucescenti di sotto e quivi con poche punteggiature brune. Th. keyensis Sargent. — Florida, Bahamas. 7. Perianzio superficialmente ed ottusamente 6-lobato. Antere a loggie parallele il doppio più lunghe che larghe. Frutto di 5-6 mm. di diam. Seme di 4 mm. di diam. con intrusione del tegumento ci- lindrica, rotondata all’apice e giungente sino alla — 253 — metà dell’albume; ilo lineare eccentrico. Fronde + argentee di sotto e quivi con poche punteggia- ture brune. Th. microcarpa Sargent. — Florida. 8. Perianzio con 6 denti triangolari brevi acuti. Frutti molto piccoli, di appena 4 mm. di diam. Seme di 2-5 mm. di diam. ; ilo piccolo puntiforme-ellittico eccentrico; intrusione del tegumento latamente conica penetrante sino a circa la metà dell’albu- me. Fronde molto fittamente punteggiate di sotto da squamule ellittiche ferruginee appresse. Th. punctulata Becc. -- Cuba. 9. Perianzio con 6 denti deltoidei acuti; antere a log- gie divaricato—sagittate alla base. Frutto di 5 mm. di diam. Seme di 3.8-4 mm. di diam.; intrusione del tegumento conico—-acuta oltrepassante di poco il centro dell’albume. Fronde con fugace peluria argentea di sotto e cosparse quivi di puntolini glanduliformi giallastri in rilievo; segmenti cen- trali lunghi 75 cm. larghi 3.5 cm. Th. ponceana O. F. Cook. — Puerto—Rico. ss Specie gracilissima con tronco noi raggiungente 1 m. di altezza. 10. Perianzio con 6 larghi denti apiculati; filamenti staminali con base molto larga ovata lunga quanto 1 denti del perianzio, bruscamente ristretti all’apice. Frutto di 5 mm. di diam. Seme di4 mm. di diam., leggermente concavo nella base; intrusione del- l’integumento larga alla base poi cilindracea con l'apice ottuso, penetrante poco oltre la metà del- l’albume; ilo piccolo molto eccentrico lineare. Fronde con circa 30 segmenti. Th. Morrisit Wendl. — Isola Anguilla. ### Specie dubbie. Sopd — 11? Fiori.... Frutti... Fronde con segmenti centrali lunghi 55 cm., larghi 4.8 cm. i Th. praeceps O. F. Cook — Puerto—Rico. 12?.... Th. radiata Lodd. — Trinidad? 13?.... Th. bahamensis O. F. Cook. — Bahamas. Specie note solo di nome ed escluse dal Gen. 7hrinax.. THRINAX ACUMINATA Gris. et Wend. == Coccothrinax acu- minata Sargent. ARBOREA Hort. — Acanthorhiza arborea Hort. — Quid ? ARGENTEA Lodd. = Coccothrinax argentea Sargent. AURANTIA Fulchiron ex Roem. et Schult. Syst. veg. VII, [BO Quid i auRATA Hort.; Kew. Report 1882 (1884) 66. — Quid? BARBADENSIS Lodd. = Coccothrinax barbadensis Becc. crinita Gris. et Wendl. = Coccothrinax? crinita Becec. ELEGANS Hort. = Thrinax radiata Lodd. ex Roem. et Schult. l. c. ELEGANTISSIMA Hort.; Kew Report 1882 (1884), 66 — Quid ? RA ExcELSA Bot. Mag. t. 7088 = Coccothrinax argentea Sargent ? EexceLsa Lodd.; Wendl. in Kerch. Palm. 258, solo nome. — Quid ? Si dice originaria della Gujana francese. FERRUGINEA Lodd. Cat. 1849; Mart. Hist. nat. Palm. IV, 320; H. Wendl. in Kerch. Palm. 258, solo nome. — Jamaica. Garseri Chapm. = Coccothrinan Garberi Sargent. GcraciLis Hort. = TA. radiata Lodd. ex Roem. et Schult. l. c. craMinIFoLIA Hort.; Kerch. in Illustr. hort. XXXI (1884) t. DXLII, sola figura d’assieme di pianta — 255 — giovane: supposta affine se non identica alla TA. multiflora Mart. Tarinax JuraguanA A. Rich. FI. Cub. Fan. II, 278 = Coc- cothrinax Miraguano Becc. maRrItIMA Lodd. Cat.; Mart. Hist. nat. Palm. III, 320, solo nome. — Cuba. Marti Gris. et Wendl. (pro parte) = Coccothrinax Martii Becc. Mrracuama Walp. ann. V. 818 = Coccothrinax Mi raguano Becc. Miracuano Mart. Hist. nat. Palm. IV, 320 = Coc- cotrinax Miraguano Becc. MONTANA Lodd. Cat.; Mart. Hist. nat. Palm. III, 320, solo nome. — Cuba. muLrirLora Mart. = Coccothrinar argentea Sar- gent. puma Fulchiron; Roem. et Sch. Syst. veg. VII, 2, 1301 = Thrinax parviflora Swartz. Puwizio Lodd.; Roem. et Schult. Syst. reg. VII, 2, 1301; Mart. Hist. nat. Palm. III 256 = 7%. parviflora Swartz. RADIATA Lodd.; Roem. et Schult Syst. veg. VII, 2, 1301. — Quid? Spesso in coltura con questo nome si trova la Coccothrinaa argentea Sarg. RIGIDA Gris. et Wendl. = Coccothrinar rigida Becc. sreLLata Lodd. Cat.; Mart. Hist. nat. Palm. III, 320 = Coccothrinax Miraguano Bece. 1. Thrinax parviflora Swartz, Prodr. p. 57 et Flora Ind. occid. (1797) I, 613, 13. — Willd. Sp. pl. II, 202; Lam. Eneycl. VII, 635; Rom. et Sch. Syst. Veget. VIII, 2, 1800; Mart. Hist. nat. Palm. III, 255, t. 108, fig. ad sinistram; O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, 535. — Thrinax Pumilio Lodd. ex Rem. et Sch. Syst. veget. VII, 2, 1301; Mart. Hist. nat. Palm. III, — 256 — 256, t. 103, f. IV, 1-4. — Thrinax excelsa (Lodd. ?) Grisebach, Fl. Brit. W. Ind. 515. DescrIzIonE. — Tronco alto circa 4 m. Fronde flabel- lato-multifide, quasi completamente orbicolari, divise in circa 60 segmenti, quelli centrali misuranti 0.90-1 m. dalla ligula all’apice ; picciolo relativamente gracile, lungo almeno quanto il lembo, subito poco sopra la base de- presso e regolarmente biconvesso, a sezione trasversa lenti- colare con margini acutissimi inermi, largo in alto 1.5-2.5 cm. e spesso 7-12 mm., # distintamente striato per il lungo: alla base molto leggermente scavato a doccia di sopra, convesso di sotto e dilatato nella guaina, la quale è densamente co- tonosa sul dorso e si continua in alto (ai lati della base del picciolo) in un grossolano reticolo a maglie assai fitte e più o meno sfacelato-sfibroso. Ligula breve, legnosa, lata- mente cordata, estesa alquanto ai lati per sorreggere i segmenti più esterni, prolungata nel centro in punta trian- golare acuta, glaberrima a contorno intiero. Rachide total- mente mancante, il picciolo terminandosi di dietro in un orlo trasversale assai rilevato a margine acuto ondulato. Il lembo è cartaceo, + rigido secondo l’età, assai fragile e fendibile per il lungo allo stato secco, verde di sopra, glabro ed appena più pallido di sotto nelle fronde adulte, quasi glaucescente in quelle giovani e cosperso di minuti puntolini glandoliformi giallastri; costole superiori assai forti ma non molto rilevate nè molto taglienti, facenti capo a seni, i quali nella parte centrale rimangono a circa la metà dell’intiero lembo ; le costole primarie inferiori sono nella pagina inferiore più rilevate e più acute delle superiori, e non sono affatto prominenti nella pagina su- periore; i nervi secondarî sono 8-10 per parte della costa mediana e come le venule trasverse sono poco distinti nelle fronde molto vecchie: nelle fronde non molto indurite però i nervi secondarî sono assai distinti e le venule trasverse appariscono assai nette, molto fitte, irregolari e molto in- terrotte sulle due superficî; i margini sono alquanto in- — 257 — spessiti; i segmenti nelle fronde bene aperte sono piani, ma sul secco si arricciolano facilmente sui margini; i seg- menti mediani, che sono i maggiori, all'altezza dei seni sono larghi 4-6 cm. e da questo punto molto gradata- mente vanno ristringendosi in una punta acuminatissima fessa per il tratto di 4-10 cm., con le due risultanti punte acuminatissime e dritte od anche un poco curve e divari- cate come due corna; i segmenti più esterni sono alquanto più stretti dei centrali. Spadicî eretto-nutanti, assai grandi, lunghi circa 1.50 m., con parte assile, allorchè vaginata dalle spate, cilindracea e grossa alla base quanto un dito, assottigliantesi a poco alla volta in una estremità caudiforme, divisi in 8-9 gra- datamente decrescenti infiorazioni parziali recurve. Le spate primarie sono lungamente tubulose, strettamente guainanti, puberulo—forforacee specialmente nella punta, molto fina- mente striate per il lungo, brevemente aperte sul lato ven- trale in alto e prolungate in una punta in forma d’orec- chio d’asino con l’apice triangolare acuto, carinato sul dorso e coi margini intieri. Infiorazioni parziali formanti delle lasse pannocchie recurve, lunghe 15-30 ed anche 40 cm. con numerosi ramoscelli fioriferi inseriti molto irre- golarmente a spirale e dei quali spesso 2-3 si trovano ac- cidentalmente approssimati per le basi; la parte pedunco- lare dell’infiorazione parziale è molto compressa, quasi la- minare e quasi del tutto inclusa nella sua spata propria, la quale è alla sua volta quasi intieramente inclusa nella spata primaria ed è acutamente bicarinata sul dorso e ‘ molto profondamente divisa in due punte o corna anguste assai densamente ma fugacemente pelose all'apice e sui margini; anche il rachide della parte ramosa dell’infiore- scenza è molto compresso. I ramoscelli fioriferi nascono dall’ascella di una piccola brattea lanceolata-subulata, mem- branacea, sottile lunga al più, nei rami bassi, 3-5 mm.: essi sono filiformi, molto sottili, spessi al più 1 mm. alla base ed allorchè fruttiferi sino 3 mm., patenti-arcuati o recurvi e flessuosi: i più bassi sono lunghi 10-16 cm. e 17 — 258 — portano spiralmente 40-60 fiori: i superiori sono più corti e con minor numero di fiori, gli estremi lunghi 7-8 cm. al più e con 20-25 fiori. Fiori portati da un pedicello patente o recurvo lungo 1-4 mm., provvisto alla base di una sottile brattea subulata che giunge sino alla sua metà. Il perianzio è cupulare-cam- panulato con 6 denti triangolari brevemente subulati; gli stami sono 6 (per eccezione ne ho trovati anche 7), con filamenti lanceolati in basso e terminati in punta lineare sottile che sorpassa un poco i denti del perianzio; antere molto anguste, lineari, lunghe 1.8-2 mm., a loggie parallele ma assal distintamente 2-auriculate alla base, bilobe al- l’apice ; ovario globoso-ovoideo, + coperto da papille sferi- che glanduliformi; stilo breve, dilatato assai bruscamente in stigma latamente infundibulare a contorno crenulato spesso bilabiato. Perianzio fruttifero depresso, incavato di sotto, bruscamente dilatato in un piccolo lembo con 6 lobi superficiali: allorchè è staccato dal frutto mostra interna- mente i filamenti dei 6 stami. Frutti perfettamente sferici, allorchè secchi di 7.5 mm. di diam., minutamente apiculati, portati da un cospicuo pedicello gracile filiforme inserito ad un angolo di 45°: esso varia da 2-4 a 10-12 mm. di lunghezza, di 0.5 mm. di diam., provvisto alla base di una minuta bratteola: quando non sono perfettamente maturi i frutti hanno la superficie resa fittamente e minutamente granulosa da piccoli sclero- somi rotondi: a maturità probabilmente sono bianchi sul fresco, allo stato secco sono prima nerastri poi bruno- ocracei allorchè maturi; il pericarpio del frutto maturo nell'insieme ha lo spessore di circa 0.5 mm. (sul sacco) con scarso mesocarpio, che sembra sia stato carnoso, ed endocarpio sottile crostaceo-legnoso fragile. Seme sferico di 6 mm. di diam., a superficie bruno-casta- gno unita opaca, con una leggiera e ristretta depressione alla base nel centro della quale si trova l’ilo, che è puntiforme piccolo e circolare; proprio sul vertice del seme si nota un puntolino sin presso dove fa capo una assai ampia cavità, che dalla base traversa tutto l’albume del seme in forma di bottiglia, col collo assottigliato verso il puntolino e che è ripiena di sostanza bruno-rossastra d’apparenza resinosa; l'embrione è situato verso l’alto, un poco al di là del terzo della volta superiore del seme. Haprrar. — Soltanto la Giamaica. Nell’erbario di Berlino si trovano numerosi esemplari di questa specie che d’ordinario è conosciuta col nome di Thrinax excelsa; essi portano le seguenti etichette: 1. Herb. Krug et Urban. Thrinax excelsa. Jamaica in Hope Garden — Herb. botan. departm. leg. W. Harris (esemplare con frutti quasi maturi). 2. Esemplare come il n.° 1 e con una etichetta simile portante il n.° 7 e la loc. Ocko Rios, coll. V. E. Silvera (W. Harris). 8. Esemplare come il n.° 2, con etichetta simile por- tante il n.° 7 e la località Port Maria 81, 1904, coll. W. Fawcett. 4. Herb. Krug et Urban. Flora Jamaicensis ex herb. bot. dep. Jamaica n.° 4 Thrinax sp. — Loc.: Ferry River. Coll. W. Harris. 24, V. 1904. Growing on honey combed lime- stone on bank of river. Altitude 100 feet. Trunk of tree 12' high. Known as «< Thatch Palm » or «Fan thatch ». Questo esemplare probabilmente è stato tolto ad un in- dividuo crescente in luoghi più asciutti che non gli altri e per questo ha la fronda un poco più spessa (o forse anche perchè è una di quelle vecchie), mostra meno i nervi secondarî e le venule transverse, ha il picciolo più gracile ed assai poco distintamente striato in alto. È que- sto esemplare che porta giovanissimi frutti molto distinta- mente coperti da papille come nelle figure di Swartz. La parte assile delle infiorazioni parziali ed i ramoscelli fiori. feri sono molto finamente puberulo-tomentosi sotto la lente, mentre sono glabri negli altri esemplari. 5. Un esemplare dell’ Erbario Sargent con l'etichetta : « Thrinax excelsa — Jamaica, coll. W. Fawcett. Recd. Bia n Apr. 7, 1899 » ha una fronda, evidentemente appartenente a pianta adulta, ma da poco svòlta, e per questo più di- scolore nella pagina inferiore e con venule transverse più distinte che non negli altri esemplari, nelle quali le fronde sono più indurite. Questo esemplare ha dei frutti maturi, come sopra descritti, di color ocraceo chiaro sul secco ed apparentemente bianchi e con pericarpio carnoso allorchè freschi. Osservazioni. — Io debbo alla cortesia del Prof. D C. A. M. Lindman di aver potuto consultare gli esemplari tipici della T%. parvifora di Swartz conservati nell’ Er- bario di Stockholm e di aver potuto con tutta sicurezza identificare questa specie e stabilire su di essa i caratteri precisi del gen. Thrinax. Detti esemplari sono distribuiti sopra 3 fogli. In uno si trova incollata con linguette di carta una fronda intiera di pianta giovane, ed in una cartolina è rinchiusa una piccolissima porzione di spadice coi fiori precisamente al momento precedente l’antesi, come sono figurati nella tav. citata (fig. a. d. c. d. e. f.) Sul foglio sta scritto « Thrinax parviflora Sw., Jamaica: Swartz >». Un altro foglio porta una porzione apicale di uno spa- dice con varie infiorazioni parziali, le quali dovevano es- sere cariche di frutti (immaturi), quelli rappresentati nella fig. g. A. i. k. l., ma dei quali non n'è rimasto nemmeno uno! Questo esemplare porta l’etichetta : n.° 4 « Sabal umbraculi- fera Mart.-Jamaica, Swartz. Herb. Swartil ». Nel terzo foglio, sul quale è pure scritto il nome di Sabal umbraculifera Mart., si trova incollata una porzione di spadice di Thrinax parviflora con fiori nei quali gli ovarî cominciano a svilupparsi ed intorno ai quali si vede ancora qualche antera lineare aderente al filamento reflesso; accompagna questo esemplare sullo stesso foglio uno spa- dice di una Bactris, al quale non è rimasto attaccato più alcun fiore. La porzione di spadice di Thrinax corrisponde esattamente alla figura a sinistra della tav. 103 di Martius, palle Pe N te Ten ai IS O E la qual figura sembra eseguita sopra una porzione del me- desimo spadice conservato a Stockholm. La fronda è evidentemente tolta da una pianta giovane e misura circa 380 cm. dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali ; il picciolo è biconvesso e largo 3 mm. finamente striato di sopra; i segmenti centrali sono divisi sino al 3° inferiore, verdi e concolori sulle due faccie. In detta fronda non vi è nulla che possa far credere che essa possa appartenere ad una specie diversa da quelle completamente sviluppate raccolte recentemente in Giamaica e che io ho riferito alla 7. parviflora. I fiori dell'esemplare di Swartz sono pedicellati, il pe- rianzo è campanulato con 6 brevi denti subulati, i filamenti sono brevi, le antere lineari, lunghe 1.8-2 mm., con loggie parallele disgiunte all’apice ed alla base, poco o punto con- torte a spirale; l’ovario ha uno stilo relativamente breve, dilatato in uno stigma strettamente infundibulare asimme- trico e subbilabiato ed allorchè i labbri non sono ancora di- scostati l’uno dall’altro nell’ insieme di forma oblunga come si vede rappresentato nella fig. f di Swartz. Nell'insieme i fiori al momento precedente l’antesi hanno la sommità delle antere che sorpassano di assai la punta dello stigma. Il frammento di spadice, al quale sono caduti i frutti, ha delle infiorazioni parziali formanti delle pannocchie nutanti o recurve con numerosi ramoscelli fruttiferi ai quali però non sono rimasti che i pedicelli, lunghi questi 2-4 mm. Sebbene a detto esemplare manchino i frutti, dalle figure pubblicate da Swartz si riconosce che i giovani frutti degli esemplari di Trinax parviflora di Swartz dovevano essere molto minutamente tubercolati, come precisamente sono i giovani frutti dell’esemplare, ad egual grado di sviluppo di quelli figurati da Swartz, raccolto in Giamaica da Harris a Ferry River. A dire il vero negli ovarî giovanissimi degli esemplari di Swartz si vedono solo gli accenni delle papille che si svilupperanno più tardi e che diventano poi evidentissime sul frutto giunto a maturità. — 262 — Nè dalla descrizione di Swartz, nè dalle figure si rile. verebbe la precisa natura interna del seme; ma identi- ficati gli esemplari di TA. parvifora di Swartz con quelli che passano sotto il nome di T%. excelsa, non rimane più dubbio che il seme della Th. parvi/lora non sia come quello delle specie di TArinax per le quali Wendland aveva isti- tuito il genere Porothrinax. Io ho riferito alla TA. parviflora anche la Th. Pumilio (Lodd.) Roem. et Schult. Syst. veg. VII. 2. p. 1301 e di Mar- tius, perchè la specie venne fondata sopra foglie di piante giovanissime, delle quali non v'è quindi da tener gran conto, e sopra i semi figurati da Martius nella Tav. 103. f. IV, 1-4, i quali corrispondono a capello con quelli della Th. parviflora, quali si vedono negli esemplari della Gia- maica distribuiti da Fawcett e da Harris col nome di TA. excelsa. La Th. Pumilio per di più, da Martius, è indicata come propria della Giamaica, dove è poco probabile che si tro- vino due specie distinte di Thrinax col seme affatto identico. 2. Trinax floridana Sargent in Bot. Gazette, XXVII (1899), 84. — TA. parviflora (non Swartz) Vasey, Rep. U. S. Dept. Agric. 1875; 186 (Cat. Forest Trees U. S. 1876); Chapman, Bot. Gazette, III, 12 et Fl. S. States, suppl. (ed. 2) 651 (ed. 3) 462; Sargent, Silva X, 51 (exparte) t. 570, quoad fol. (Omnia syn. e Sar- gent. l. c.). DescRIZIONE. — Tronco gracile, leggermente assottigliato verso l’apice, alto 6-10 m. e da 10-15 cm. di diam., di solito coperto sino al mezzo ad anche sino alla base dai resti delle vecchie fronde. (Sargent). Fronde più o meno incompletamente orbicolari, appa- rentemente misuranti circa 80 cm. dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali (vista una sola fronda assai mutilata). Picciolo assai più lungo del lembo (da 1.20-1.35 m. — — 263 — Sargent) largo in alto 14 mm. e spesso 6 mm. (in un esemplare), biconvesso o meglio a sezione transversa de- presso-romboidale, le due taccie essendo perfettamente eguali, con un ottuso angolo rilevato lungo il mezzo, di sopra più distintamente striato che di sotto, coi margini acuti, dilatato alla base in una parte abbracciante, che è legnosa e cotonosa sul dorso e provvista ai lati di lunghe fibre filamentose. Ligula breve, estesa ai lati per sorreggere i segmenti più esterni, bruscamente contratta nel centro in una assai lunga punta triangolare acuminata, fortemente striata dal lato interno. I segmenti sono circa 50, papira- ceo— firmuli, glabri sopra ambedue le faccie, verdi giallastri, pallidi sul secco di sopra, più pallidi di sotto (bianco-ar- gentei — Sargent), dove con la lente si scorgono numerosi puntolini ellittici giallastri ; le costole sono assai promi- nenti in basso ed evanescenti verso l’alto, quelle inferiori leggermente prominule anche di sopra quasi sino all’apice; di nervi 2° ve ne sono 7-8 da una parte e dall’altra della costa mediana, connessi da numerose venule trasverse brevi interrotte; queste e quelli molto distinti, specialmente nella pagina superioré; margini assai inspessiti; i segmenti della parte media dei lati sono larghi 3 cm. un poco al di sopra dei seni: gli esterni dall’altezza dei seni in su vanno gra- datamente ristringendosi in una lunga punta: i più esterni di tutti sono strettissimi (larghi 8-12 mm.), brevemente bifidi all’apice. Spadici stretti e lunghi, nutanti, lunghi circa 1 m., con varie (8-9) piuttosto piccole infiorazioni parziali gradata- mente decrescenti e vòlte tutte da un lato; parte assile dello spadice, allorchè vaginata dalle spate, larga in basso 12 mm., assottigliata all'apice in punta caudiforme; spate primarie rigidamente cartacee, lungamente tubulose, cilin- dracee, brevemente prolungate all’ apice in punta auri- culeforme, intiere ossia non sfacelato—fibrose nemmeno a maturità dei frutti, finamente striate, leggermente lanu- ginoso—biancastre all’epoca della fioritura, poi glabrescenti. Le infiorazioni parziali formano delle pannocchie ovate — 264 — da prima nutanti poi recurve, le maggiori, le più basse, sono lunghe 15-18 cm., con parte pedicellare molto com- pressa fortemente arcuato-recurva, larga 3-4 mm.: sono composte di varì ramoscelli gradatamente decrescenti e na- scenti dall’ascella di una minutissima bratteola; i ramo- scelli sono filiformi, di appena 1 mm. di spessore: allorché portano i frutti patenti o patentissimi, glabri, subtereti, corrugato-angolosi: i maggiori, i più bassi, lunghi 5-6 cm. con 25-80 fiori disposti all’ ingiro. Fiori portati da un pedicello lungo 2-3 mm., che si al- lunga poi nel frutto sino a 4-5 ed è provvisto alla base di una breve bratteola: durante l’antesi dalla base del calice all'apice dello stigma i fiori misurano 3 mm. Perianzio brevemente campanulato, diviso sino circa al terzo supe- riore in 3 denti triangolari acuti; stami 6 coi filamenti filiformi flaccidi, alquante più lunghi dei denti del perianzio, leggermente dilatati in basso ed appena uniti fra di loro per le basi; antere latamente lineari, lunghe 1-1.25 mm. larghe 0.5 mm., leggermente smarginate all'apice, a loggie parallele brevemente disgiunte in basso. Ovario globoso, molto bruscamente ristretto in brevissimo collo e subito dilatato in largo stigma infundibulare + asimmetrico. Frutti sferici, apparentemente bianchi allo stato fresco, allorchè completamente maturi di 7 mm. di diam. sul secco, giallastri e corrugati per il ringrinzimento del mesocarpio: quando sono prossimi a maturità ed il mesocarpio non è ancora diventato carnoso sono di 6 mm. di diametro (ciò che corrisponde al diametro del nocciolo) con epicarpio ade- rente all’endocarpio e superficie finamente granulosa; endo- carpio sottile crostaceo-legnoso fragile, bianco e lucido in- ternamente. Seme sferico, liscio a superficie unita e bruno—rossastra, traversato nel centro da un canale in forma di bottiglia ripieno di sostanza bruna; ilo perfettamente basilare pic- colo, puntiforme; embrione situato a circa un terzo della altezza del seme. i da I E le ei e 4 È s Se My a ‘ x + Pa ", — 265 — Hasrrar. — Sulle scogliere madreporiche e lungo le spiaggie arenose della Florida da Capo Romano a Capo Sable sulla terra ferma, e nelle isole da TorcA Key a Long Key (Sargent). A Capo Romano venne scoperta dal dott. A. W. Chapman in autunno 1875 ed al Capo Sable dal dott. A. P. Garber in ottobre 1879. Osservazioni. — Io ho studiato un esemplare dell’ Er- bario Sargent con l’etichetta : « n.° 2, Journey to Florida 1898. Cultivated at Miami from Long Key. Nov. 14. Coll. C. S. Sargent ». La fronda che si trova unita agli spa- dici in questo esemplare è soltanto subglaucescente nella pagina inferiore, mentre Sargent (1. c. p. 85) descrive questa < silvery white ». 3. Thrinax Wendlandiana Becc. — Th. Marti Gris. et Wendl. PI. Cub. 221 (nomen ex Sauv. FI. Cub. n.° 2373 pro parte ?); — Th. parviflora (non Sw.) Sauv. F1. Cub. l. c.? — Porothrinax Pumilio Wendl. ex Sauv. EHESGuab. 1. 0? DescRrIZzIOnE. — Fronde con lembo flabellato—orbicolare, essendo il seno basilare completamente chiuso dai segmenti più esterni che si ritoccano, cartaceo non molto rigido, glabro e verde sopra ambedue le facce, ma più pallido di sotto dove è disseminato di piccolissimi puntolini chiari lineari-oblunghi, composto di circa 55 segmenti, nella sola fronda che ho visto, nella quale misura 83 cm. dalla li- gula all’estremità dei segmenti centrali; i segmenti cen- trali all’altezza dei seni, che quivi rimangono a 30-35 cm. dalla ligula, sono larghi 4 cm. e da questo punto grada- tamente si assottigliano in una punta lungamente acumi- nata, drittissima piuttosto flaccida con l'estremo apice bre- vissimamente fesso; essi rimangono perfettamente piani nelle fronde bene svolte con la costa mediana sottile ma acuta di sotto, piana ossia non prominente nè incavata — 266 — di sopra; nervi secondarì molto sottili ma rilevati, 8-10 per parte alla costa mediana, più apparenti di sopra che di sotto: fra mezzo ai nervi secondarî vi sono altri nervi sottilissimi che rendono le due superficî finissimamente striate sotto la lente; le venule trasverse sono numerosis- sime molto sinuose ondulate e ben nette sulle due faccie; i margini sono notevolmente irspessiti da un bordo bian- castro. La ligula è rigida, glaberrima a superficie nitida, apparentemente cordiforme e prolungata nel centro in una punta assai lunga; il rachide manca completamente ed il picciolo si termina in un orlo trasversale glabro ondulato. Il picciolo nella parte apicale parrebbe biconvesso, largo 18 e spesso 8 mm.: nella parte più bassa, in prossimità della guaina, è coperto da un mollissimo denso e candido tomento, nel rimanente è glabro; il tomento si estende anche sulla abbondante rete fibrosa che si trova ai lati della base del picciolo e che è composta di fibre molto sot- tili parallele con pochissime fibre trasverse, di modo che il reticolo è a maglie larghe e lassissimo. Spadici certamente allungati, ma non visti intieri. Le in- fiorazioni parziali formano delle pannocchie arcuato—pen- dule, lunghe 15-20 cm., composte di varî ramoscelli fiori- feri nascenti all’ascella di una brattea angustissima lineare o filiforme subulata, la quale nei ramoscelli più bassi rag- giunge la lunghezza di sino 2-3 cm. e che anche nei ra- moscelli estremi ha sempre varî millimetri di lunghezza. Le spate sono cartacee, + ‘fugacemente lanuginoso—coto- nose, intiere, lungamente e strettamente tubulose in basso, alquanto ampliate e fesse dal lato ventrale, nella parte su- periore terminate in punta acuminata in forma d’orecchio d’asino. I ramoscelli fioriferi sono gracilissimi, filiformi, di 0.5 mm. di diam., giungenti sino a 1 mm. allorchè frutti- feri: i maggiori, i più bassi, lunghi 8-10 cm., assai lassa- mente fioriferi. Fiorî portati da un gracile pedicello più lungo del fiore (lungo 3 mm.) inserito ad un angolo di 45°, provvisto alla base di una brattea subulata che giunge al terzo inferiore i RO i e e o ere a i e i 4 MISA "An P n° Pa AS pose Mr — 967 = od alla metà del pedicello stesso: il solo fiore misura 2 mm. dalla base del perianzio all’apice dello stigma. Pe- rianzio ciatiforme-campanulato, articolato sul pedicello, coronato da 6 denti subulati giungenti sino alla metà dei filamenti ; stami 6, con filamenti allungati gracilissimi, sot- tilissimi e di poco più corti dell’ intiero ovario ; antere li- neari angustissime, lunghe circa 2.5 mm. (larghe 0.25 mm.) con loggie parallele brevemente disgiunte alla base, dove nel seno che ne risulta è inserito il filamento. Ovario sub- globoso-ovato, bruscamente contratto in un relativamente lungo stilo o collo, lungo questo quanto l’ovario stesso e che leggermente si dilata in uno stigma angustamente in- fundibulare. Frutto (immaturo) sferico di 5 mm. di diam., molto di- stintamente apiculato, con superficie sparsa di radi ma di- stinti sclerosomi che ne rendono scabra la superficie; l’endocarpio è sottile crostaceo-legnoso fragile. Perianzio fruttifero alquanto depresso con lembo 6-lobo. Seme globoso: sebbene immaturo mostra molto distin- tamente un albume omogeneo traversato per tutta l’altezza del seme da un ampio canale; embrione situato da un lato al di sopra della metà. Hasirar. — Cuba ed Honduras. Di Cuba ho visto i se- guenti esemplari: 1.° Wright PI. Cub. n.° 3219 nell’Erbario de Candolle e col n.° 2329 in quello di Berlino, probabil- mente per shaglio di trascrizione, l'esemplare essendo del tutto identico a quello che nell’ Erb. de Candolle porta il n.° 3219. — 2° Presso la Habana, van Hermann n.° 3928 (Herb. Krug et Urban in Herb. Berol.). — 3.° Santa Cata- Zina, Prov. Pinar del Rio, Van Hermann n.° 3464 (Herb. Krug et Urban in Herb. Berol.). Nell’ Erbario di Berlino sì trovano anche esemplari di questa specie raccolti da Ramon de la Sagra. Riferisco inoltre alla TA. Wendlandiana alcuni rami di spadice con fiori, conservati nell’Erbario di Berlino e por- tanti la etichetta: « Mugueres Island, Bay of Honduras. — 268 — Coll. F. G. Gaumer. Com. F. D. Godman T. R. S., Aug. 1886 »; simile a questo è un altro esemplare di Gozume? Island, presso la costa dell’ Honduras (Herb. Berol. prove- niente da Kew). Osservazioni. — È una specie assai caratteristica ‘per i fiori con lungo pedicello ed antere strettissime e lunghe portate da sottile e lungo filamento e poi ricascanti, non che per lo stilo allungato non bruscamente dilatato nello stigma. Gli esemplari tipici della specie devono considerarsi quelli portanti il n.° 3219 di Wright nell’Erb. de Candolle, ed il n. 2329 nell’ Erb. di Berlino. Gli esemplari di Hon- duras, per quel che riguarda i fiori almeno, chè le altre parti non le ho viste, corrispondono esattamente al n.° 3219 dell’ Erb. de Candolle. i Col n.° 3219 delle Piante Wrightiane sono stati pubbli- cati varî esemplari distinti con le lettere a, è, c, d, e. In Sauvalle « Flora Cubana » i n. 3219 a, d, e, sono riferiti alla Th. parviflora Sw. (Th. Martit Gris. et. Wend. ed alla Porothrinax Pumilio Wendl.) ed i n.' 3219 c e 5 (insieme al n.° 3218) alla TA. argentea. Però tanto nell’ Erbario de Candolle quanto in quello di Stockholm il n.° 3219 non è accompagnato da alcuna lettera; di più nell’ Erb. de Can- dolle il n.° 3219 rappresenta una vera Thrinax (quello che io ho distinto col nome di Wendlandiana) mentre nell’ Er- bario di Stockholm sotto il medesimo numero e pure col nome di Thrinax Martii Gr. et Wend. si trovano esem- plari di una Coccothrinax, alla quale io ho conservato il nome specifico di Marti. Sauvalle assegna i nomi volgari di « Miraguano de lana, Guano de lana, Guano de costa » alla Th. Wendlandiana. — 269 — 4. Thrinax Drudei Becc. sp. n. — Th. multiflora (non Mart.) Pl. Cub. Wright. n.° 3965; Sargent in Bot. Gaz. XXVII (1899), 84. DescRrIzIOne. — Sembra una Palma di moderate dimen- sioni. Fronde al solito modo con lembo flabellato+multifido, con 45-50 segmenti nelle 2 fronde da me studiate, indiviso nella parte mediana sino circa alla metà, quasi perfettamente or- bicolare, i segmenti laterali venendo quasi a ritoccarsi paral- lelamente al picciolo, misurante 65-70 cm., dalla ligula alla estremità dei segmenti mediani, non molto spessamente car- taceo, verde ed opaco di sopra, distintamente glaucescen- te-argenteo di sotto; picciolo molto depresso, esattamente biconvesso e con le due faccie eguali, largo 9-11 mm. e spesso 4-5, con margini acutissimi, glabro, finissimamente striato. Ligula legnosa, breve, semilunare-subcordata, gla- bra, prolungata nel centro in punta triangolare. Rachide mancante. Segmenti piani nelle fronde bene svolte, quelli della parte centrale all’altezza dei seni (che rimangono a 30-32 cm. dall’apice del picciolo) sono larghi 3-3.5 cm. e da questo punto vanno molto gradatamente ristringendosi in una punta drittissima ed acuminatissima, fessa all’apice per il tratto di 3-4 cm.; coste superiori (quelle che si ter- minano nei seni) molto acute e rilevate: quelle inferiori e che percorrono tutta la lunghezza del segmento assai rile- vate di sotto, piane e non sporgenti di sopra; i segmenti sono finamente striati da numerosi nervi secondarî sottili ma nitidamente rilevati, di sotto più finamente striati che di sopra, i nervi apparendo quivi distinti nonostante l’indu- mento subargenteo (invero tenuissimo) che li ricuopre; le venule trasverse sono numerose, molto interrotte, interpo- ste fra ogni nervo secondario e quindi estremamente corte e rendenti minutamente tessellate le due superficî; mar- gini assai distintamente inspessiti. Spadici relativamente gracili, allungati, nutanti: quello — ano da me studiato misura 1.50 m. e porta varie infiorazioni parziali arcuato-nutanti; le spate sono sottilmente coriacee tubulose, allungate, prolungate all'apice in corta ed ottusa punta brevemente bidentata, forforaceo-tomentose nella parte superiore, bruno rossastre essucche, finamente striate, non lacerantesi in fibre o filamenti. Infiorazioni parziali for- manti delle pannocchie ovato-allungate (lunghe 20-25 cm.) piuttosto lasse ma con numerosi ramoscelli, portate da una parte peduncolare gracile molto compressa, larga 3-4 mm., glaberrima e come i ramoscelli diventante nera nel seccare ; i ramoscelli fioriferi sono filiformi, tenuissimi, non giungenti ad 1 mm. di spessore alla base, arcuato-ascendenti; i mag- giori, i più bassi, lunghi 8-9 cm., i superiori gradatamente più corti, tutti nascenti dall’ascella di una minutissima bratteola subulata. Fiori inseriti lassamente a spirale, sessili e portati da un piccolo tubercoletto all’ascella di una piccola brattea : non ho visto fiori bene sviluppati ma dai resti che rimangono alla base del frutto si riconosce che il perianzio è de. presso-cupulare col margine superficialmente 6-lobo: nel suo interno (staccato il frutto) si trovano i resti di 6 filamenti larghissimi uniti per la base e più lunghi del perianzio. Frutto piccolo, sferico, di 4 mm. di diam., a superficie sparsamente granulosa. Seme globoso con ilo rotondo piccolo molto eccentrico ; albume omogeneo con profonda e larga intrusione del rafe che attraversa tutto il seme ristringendosi però in uno stretto collo in alto dove si termina in una piccola depres- sione nel mezzo del vertice. I frutti da me esaminati non erano perfettamente maturi. Hasirar. — Cuba. Plantae Cubenses Wrightianae n.° 3965 col nome di Thrinax multiflora nell’ Erbario di Berlino ed in quello della Harvard University. OsservazIONI. — E una specie di un aspetto tutto suo speciale per le infiorazioni parziali composte di ramoscelli molto sottili rigidi dritti e lunghi. Drude nell’ Erbario di Berlino aveva riconosciuto che il rammentato n.° delle « Pl. Cub. Wrightianae » nulla aveva che vedere con la vera Th. multiflora e che esso rappresentava una specie non ancora descritta. 5. Thrinax tessellata Becc. sp. n. Gracilis, subelata, frondibus flabellato-suborbi- cularibus in circiter 35 segmenta partitis, vagina ad margines marcescenti non fibrosa, petiolo bi- convesso marginibus obtusis; segmentis utrinque viridibus et minute striatis, venulis transversis conspicuis. Spadix elongatus inflorescentiis partia- libus erectis, ramulis in sitco subsuberose corru- gato-angulosis; floribus sessilibus. Fructus sphae- ricus, obtuse mucronulatus, 7 mm. diam., epicarpio distinete suberoso-tessellato, semine 5 mm. diam,, albumine late perforato. Descrizione. — Il tronco si dice alto 40 piedi e del dia- metro uniforme da cima in fondo di 3 pollici. Fronde (vista una sola) flabellato-suborbicolari, piuttosto profondamente multifide, con lungo picciolo largo in alto 11-12 mm., biconvesso, spesso 6 mm., con margini ottusi, in basso pianeggiante e nella parte che si dilata nella va- gina leggermente scavato a doccia di sopra; vagina sottil- mente coriacea e color cuojo (alutaceo), coperta di abbon- dante e mollissimo indumento cotonoso biondo-fulvescente : la parte della guaina che si prolunga ai lati del picciolo è marcescente, si stacca a brandelli e non è risoluta in fibre; la ligula è glabra, legnosa, breve, semilunare; il lembo è rigidamente cartaceo, glaberrimo, facilmente fendibile, coi segmenti piani ma che facilmente si arricciolano per i mar- — 272 — gini, egualmente verdi sopra ambedue le faccie; dalla mezza fronda che ho studiato i segmenti sembrano che fra tutto debbano essere 35: i centrali misurano 65 cm. dalla ligula all'apice e sono larghi 45 mm. nel punto più largo che si trova a 10-12 cm. al di sopra dei seni, dal qual punto vanno gradatamente ristringendosi nell’apice molto acuminato e brevemente diviso in 2 punte rigide subulate ; i seni nella parte centrale rimangono a 18-20 cm. al diso- pra della ligula ed anche nei segmenti più esterni sono di poco più profondi (12-15 cm. dalla ligula); le costole supe- riori sono assai acute: le inferiori alla base sono quasi più forti delle superiori, di sotto con dorso ottuso, di sopra non prominenti; i nervi secondarî sono 8-10 per parte della co- sta mediana con numerosi e tenuissimi nervi 3—rll fra mezzo a loro, i quali rendono finamente striate le due faccie; ve- nule trasverse sinuose molto nitide e rilevate, specialmente nella pagina superiore, attraversanti i nervi terziarî e con- nettenti fra loro i nervi 2-ril. Spadice lungo 85 cm. con parte assile, allorchè guainata dalle spate, grossa alla base come un dito, un poco atte- nuata nell’estremità, con 6 rami od infiorazioni parziali nella metà superiore: la metà inferiore guainata da varie spate simili alle superiori ma che non portano rami; le spate sono tubulose, aperte brevemente sul lato ventrale in alto, membranacee essucche ed alla maturità dei frutti alquanto lacero-fibrose, prolungate in punta triangolare acuta, striate e finamente forforaceo-rubiginose special. mente in alto. Inforazioni parziali formanti delle corte e larghe pannocchie (lunghe 10-15 cm.) con breve parte pe- duncolare; questa rigida, fortemente compressa, eretto—pa- tente (non arcuato—recurva) intieramente inclusa nella sua spata, provvista di una spata propria profondamente bipar- tita con punte acuminate e largamente bicarinato-alata ; ramoscelli fioriferi assai numerosi, brevemente distanziati e relativamente assai grossi (spessi 1.5 mm.), coperti da escrescenze irregolari di apparenza suberosa che li rendono corrugato-angolosi, lunghi al più 7-8 cm., con fiori mode- SIR ratamente fitti, sessili e disposti tutto in giro a spirale e portati da un distinto tubercoletto; della brattea e brat- teola alla maturità dei frutti non si vede più traccia. Il perianzio fruttifero è subtubercoliforme con lembo oscura- mente 6-dentato. Fiori non visti. Frutti sferici, ottusamente mucronulati sul vertice, di 7 mm. di diam., con superficie opaca molto distintamente tessellata, riproducente l’ aspetto di un frutto di Pholido- carpus; l’epicarpio sembra leggermente suberoso; il meso- carpio è scarso ; l’endocarpio è sottile crostaceo sublegnoso; la cavità interna è biancastra e fittamente venosa-reticolata. Seme sferico, di 5 mm. di diam., a superficie bruno- mohogano opaca, superficialmente solcato da alcune vena- ture poco distinte radianti dalla base; ilo basilare punti- forme piccolo; rafe esteso, subcircolare, radiante intorno al- l’ ilo; albume omogeneo intieramente perforato da parte a parte da un largo canale in forma di fiasco, ripieno que- sto di sostanza tannica molto scura; embrione da un lato presso l’apice. Hagirat. — La Giamaica. L’esemplare tipico nell’Erba- rio di Berlino porta la seguente etichetta: « Flora Jamaicen- sis. Ex herbario botanical departement, Jamaica — TArinax sp. — Locality: /H04y Mount, 2,600 feet alt. Collectors : W. R. Maxon and G. N. Collins, n.° 5. Date 26. 5. 1904. Growing on honey-comb limestone rocks. Trunk of tree 40 ft. high and abont 3 inches in diameter throughout its length ». Osservazioni. — È una specie molto ben caratterizzata per le fronde verdi, glabre sopra ambedue le faccie con pic- cioli biconvessi ma a margini ottusi; per le infiorazioni parziali con la parte pedicellare non recurva ma eretto—pa- tente e sopratutto per il frutto a superficie tessellata come quella di un Pholidocarpus. Ho visto di questa distintis- sima specie un solo esemplare nell’Erbario di Berlino con- 18 — 274 — sistente in una mezza fronda ed in uno spadice intiero con frutti maturi. 6. Thrinax keyensis Sargent in Bot. Gazette, XXVII (1899), 87. DescrIZzIONE. — Tronco alto spesso sino 7 m. e di 30-42 cm. di diametro, sollevato sopra una base formata da fitte ed intrecciate radici, alta 0.60-1 m. e di 50-60 cm. di diam. (Sargent). Fronde con lembo flabellato orbicolare e diviso in circa 60 segmenti, ma col seno basilare (a quanto sembra) non completamente chiuso, misurante dalla ligula all'apice dei segmenti mediani circa 80 cm. (nella sola fronda che ho visto). Le guaine hanno un abbondante reticolo fibroso. a larghe maglie coperto da un denso strato di sostanza coto- nosa bianchissima; picciolo assai robusto, fortemente de- presso, quasi biconvesso, ma di sopra un poco più pianeg- giante che di sotto, finissimamente striato per il lungo, largo circa 2 cm. e spesso 6 mm.; ligula rigida, legnosa, breve, latamente cordata a margine integerrimo con una breve punta nel centro, cotonosa da ambo i lati (almeno nelle fronde recentemente svolte); posteriormente il pic- ciolo si termina in un orlo orizzontale sinuoso; i segmenti mediani misurano 4-4.5 cm. nel punto più largo, vale a Gire 10-12 cm. al di sopra dei seni; questi nella parte cen- trale rimangono a circa 35 cm. dall’apice del picciolo; essi, segmenti, molto rigidi, sottilmente coriacei, piani quando la fronda è svolta, verdi pallidi di sopra sul secco, resi glaucescenti di sotto da tenue e + fugace peluria argentea ed in seguito, a quanto sembra, glabri e per di più cospersi non molto fittamente di piccolissime squamule puntiformi brune, fessi all’apice per il tratto di 6-7 cent. e con le 2 punte acuminate, subulate, sinuose e + curve, da prima divergenti e poi convergenti in forma di corna; la costa mediana è assai forte e rilevata di sotto, non prominente PNE — 275 — di sopra; i nervi secondarì sono circa 20 per parte della costa mediana, fini ma rilevati specialmente di sopra; le venule trasverse sono brevi molto interrotte fini ma molto distinte sulle due faccie, le quali sono rese dalle medesime nettamente e minutamente tessellate; margini assai distin- tamente inspessiti. Spadici allungati (nutanti ?) con varie infiorazioni par- ziali, arcuate e pendule allorchè cariche di frutti. Spate primarie rigidamente cartacee, assai lungamente tubulose, coll’apice prolungato in lembo lanceolato acuto in forma d’orecchio d’asino, finamente e mollemente tomentoso—argen- tee e col margine intiero durante l’antesi, poi quasi glabre e talvolta + filamentose sui margini. Infiorazioni parziali provviste di una parte peduncolare compressa piano-con- vessa, larga 5 mm., portante delle assai dense pannocchie ovali, composte di numerosi ramoscelli fastigiati durante l’antesi, penduli e patenti allorchè fruttiferi, inseriti spiral- mente ma senza regolarità intorno alla parte assile; i ramo- scelli nascono dall’ascella di una piccola brattea triangolare acuminata, sono filiformi, molto sottili, leggermente sinuosi fra un fiore e l’altro, i maggiori i più bassi, lunghi 8-10 cm. e spessi alla base circa 1 mm. anche allorchè fruttiferi : i superiori gradatamente decrescenti alquanto in lunghezza. Fiori del tutto sessili sopra un tubercoletto nascente al- l’ascella di una inconspicua e tenuissima bratteola scariosa, molto piccoli, misuranti 2 mm. dalla base del calice all’apice dello stigma (durante la fioritura). Perianzio cupulare—cam- panulato, membranaceo, carnosulo in basso dove assai pro- fondamente scavato di sotto, col margine diviso in 6 denti eguali latamente triangolari o deltoidei acuti; stami 6 coi filamenti uniti per le basi e formanti intorno all’ovario una specie di cupula molto sottilmente membranosa, nella parte libera subulati, patenti o + recurvi durante l’antesi; antere lineari-oblunghe, ottuse alle due estremità, punteg- giate, a loggie parallele e disgiunte sin quasi alla metà dove s'inserisce il filamento, deiscenti dal lato interno, ma rovesciandosi il filamento all’infuori, nell’antesi apparente- esa >; SA mente estrorse. Ovario lageneforme, attenuato in corto e tozzo collo che si dilata assai bruscamente in uno stigma infundibulare assai largo e + compresso-cresteforme. Frutti perfettamente sferici, apiculati nel centro del ver- tice dai resti dello stigma, di 5-5.5 mm. di diam.: quando non perfettamente maturi assai distintamente granulosi sulla superficie, apparentemente bianchi, allo stato secco giallastri alquanto corrugati; mesocarpio carnoso-grumoso, scarso; endocarpio crostaceo—legnoso, fragile. Seme sferico di 4 mm. di diam. un poco pianeggiante od anche leggermente incavato alla base, a superficie nitida color castagno, con l’ilo basilare lineare-oblungo molto ec- centrico; albume omogeneo scavato sin oltre alla metà da una profonda e larga intrusione dell’integumento del seme; embrione situato verso l’alto a circa il terzo della periferia della parte superiore. Perianzio fruttifero non o leggermente accresciuto, formante un disco circolare depresso, scavato nella base e con orlo + distintamente 6-lobo. OsservazionI. — Moito affine alla TA. microcarpa ma assai più robusta. Hasirat. — Isole a mezzogiorno della Florida (Florida Reefs) ed anche nelle Bahamas. Venne scoperta dal sig. Sar- gent, in novembre 1886, sulle spiaggie settentrionali delle più grandi delle isole che formano il gruppo delle Mar- quesas a circa 15 miglia ad occidente di Key West. Cresce pure secondo Sargent a Crab Key, una piccola isola del gruppo di Bahia Honda ad occidente di Torch Key. Io ho studiato gli esemplari raccolti da Sargent nelle Marquesas Key in marzo 1898. Alla TA. keyensis, Sargent riporta, nel suo Erbario e mi sembra giustamente, un esemplare consistente in uno spa- dice in frutto con l’etichetta: « Curtiss, West Indian Plants, n.° 101 — Near Nassau, W. B., Bahamas. March 3. 1903 ». Alla medesima specie mi sembra pure poter riferire un esemplare dell’Erbario di Berlino consistente in due infio- ‘SSR Mita Pi razioni parziali, delle quali una porta fiori al momento del- l'antesi ed una un poco trapassati, con la seguente etichetta: « Bahama plants, collected and distributed by John I. and Alice R. Northrop. n.° 668. Andros Island, Big Cabbage creek, 13890, June 19 ». Differisce dagli esemplari tipici di Sargent solo per i ramoscelli più allungati e che misurano sino 10-12 em. di lunghezza. 7. Thrinax microcarpa Sargent in Garden et Forest, IX, 162; Silva, X, 53, tab. 511 (excl. ic. fruct.) et Bot. Gazette, XXVII (1899), 87. DescRIZIOnE. — Pianta apparentemente di non grandi dimensioni. {ronde con lembo flabellato-multifido quasi per- fettamente orbicolare (col seno basilare non completamente chiuso) misurante dalla ligula all’apice dei segmenti mediani 52 cm. (nella sola fronda che ho visto); picciolo gracile, fortemente depresso, biconvesso a margini acutissimi, largo 8-9 mm., spesso 4 mm.; ligula breve semilunare sublegnosa, a margine intiero rotondato densamente barbata dal lato inferiore; posteriormente il picciolo si termina in un orlo rilevato perfettamente orizzontale. I segmenti non sono molto numerosi (ne ho contati 86), quelli mediani misurano 20-25 mm. nel punto più largo, vale a dire all’ altezza dei seni o poco al di sopra: i seni nella parte centrale ri- mangono a 12-15 cm. dall’apice del picciolo ; i segmenti più esterni sono assai più stretti e coi seni assai più pros- simi al picciolo degli intermedî: tutti sono gradatamente acuminati con l'apice fesso per il tratto di 2-4 cm. in 2 punte subulate (diritte e non divergenti), papiraceo—firmuli, verdi glabri ed opachi di sopra, resi argentei di sotto da finissimi filamenti sericei filiformi e per di più cospersi di rade e piccolissime squamule brune puntiformi: piani allor- chè la fronda è bene svolta, con la costa mediana sottile ed acuta di sotto, rappresentata da un tenue e superficiale solco di sopra, con 18-15 nervi secondarî per parte alla Men ZIZONS costa mediana e con numerose venule trasverse: gli ‘uni e ie altre assai distinti e prominenti nella pagina superiore, che così è resa molto nettamente e minutamente tessellata; la superficie inferiore è più fittamente striata della supe- riore e le venule trasverse sono molto meno apparenti; margini alquanto inspessiti. Spadici lunghi 80 cm., nell’ antesi cupressiformi, con 6-7 infiorazioni parziali gradatamente decrescenti; spate prima- rie rigidamente cartacee, lungamente tubulose, coll’ apice prolungato in lembo lanceolato acuto in forma d’ orecchio d’asino, intiere anche a maturità dei frutti: al momento dell’antesi mollemente sericeo-tomentose nella parte apicale; infiorazioni parziali formanti delle pannocchie latamente ovate, assai dense: le maggiori, le più basse, lunghe 15- 20 cm., nell’antesi eretto-patenti, allorchè in frutto recurve e portate da una parte pedunculare recurva assai lunga, compressa, larga 5-8 mm.; la parte assile della pannocchia è pure compressa e porta tutto in giro numerosi ramoscelli fioriferi semplici, nascenti dall’ascella di una piccola brattea triangolare acuminata scariosa: essi sono filiformi, spessi circa 1 mm. durante la fioritura, e poco più quando frut- tiferi, resi scabridi allora dai piccoli fuleri tubercoliformi dei fiori e frutti caduti: i maggiori, vale a dire i più bassi delle infiorazioni più basse, lunghi 8-10 cm., 1 supe- riori 5-6 cm. Fiori perfettamente sessili sopra un piccolo disco tuber- coliforme all’ascella di una incospicua bratteola scariosa, molto piccoli, misuranti 2 mm. dalla base del calice all'apice dello stigma (durante la fioritura). Perianzio cupulare—-cam- panulato, membranaceo, carnosulo in basso dove è assai pro- fondamente incavato di sotto, superficialmente diviso in 6 larghi lobi alquanto irregolari; stami 6 con i filamenti - uniti per le basi e formanti una specie di cupula sottile: membranosa intorno all’ovario, poi subulati, patenti od oriz- zontali o * recurvi durante l’antesi; antere oblunghe, ot- tuse alle due estremità, punteggiate, a loggie parallele di- sgiunte sin quasi alla metà, dove s’ inserisce il filamento, — 279 — deiscenti dal lato interno, ma rovesciandosi il filamento all’ infuori, nell’antesi apparentemente estrorse. Ovario la- geneforme, ossia ovoideo attenuato in corto collo che si di- lata assai bruscamente in uno stigma compresso—crestiforme e solcato nel mezzo; ovulo solitario basilare eretto. Frutti perfettamente sferici, minutamente apiculati sul vertice, di 5 mm. di diam. a superficie bruno-giallastra e corrugata sul secco; mesocarpio carnosulo-grumoso; endo- carpio relativamente assai spesso, crostaceo-legnoso, fragile. Seme sferico, di circa 4 mm. di diam., a superficie nitida bruno castagno, leggermente incavato alla base; ilo li- neare eccentrico ; albume omogeneo, scavato sino alla metà da un foro circolare (intromissione del rafe) situato perfet- tamente nel centro della base e ripieno di una sostanza bruna; embrione situato verso l’alto a circa il terzo della periferia della parte superiore. Perianzio fruttifero non o leggermente accresciuto, for- mante un disco depresso circolare, scavato nella base e con un orlo crenulato in giro. Hasirar. — È la specie di TArinax più comune e più generalmente diffusa nelle Florida Key, le isole che formano la scogliera madreporica a mezzogiorno della Penisola della Florida. — Curtiss: North Am. PI. n.° 2679***, coral soil, No-name Key, (Herb. Harvard Univ.); pure di No-Name Key, Simpson n.° 268 (United States national Herbarium in Herb. Harvard Univ.). Sono questi gli esemplari tipici di Sargent e che io ho descritto. Forse appartengono alla TR. microcarpa alcuni esemplari raccolti da Eggers nelle Bahama, conservati nell’ Erbario di Copenhaguen e che portano l’etichetta : « Eggers: Flora Ind. occ. exice. n.° 4141, 10' alt. v. « Brittle Top » — Ins. ‘ Baham. Hog Island and Nassau. 21. II. 1888 ». OsservazIONI. — Forse la Th. microcarpa non è che una varietà della TA. Keyensis, dalla quale negli erbarî mi sem- bra assai difficile poterla distinguere, ed alla quale corri- — 280 — sponde per la forma e dimensione dei frutti. Nella 7. keyensis i denti del perianzio li ho trovati deltoidei acuti e nella Th. microcarpa ottusi e crenulati; di più in questa il processo del rafe sarebbe conico, e nella Keyensis cilin- draceo e rotondato in alto. Mantengo la specie principal- mente sull’autorità di Sargent. 8. Thrinax punctulata Becc. Sp. n; Gracilis, frondibus flabellato--orbicularibus multi- fidis, segmentis subtus ceroso-glaucescentibus (nec appresse piloso-argenteis) crebrerrime squamulis minimis ferrugineis punctulatis. Spadices elongati inflorescentiis partialibus parvis densiusculis ovatis recurvis, ramulis filiformibus tenuibus, fructibus sessilibus parvis sphaericis, 3-8 mm. diam., semine 2.5 mm. diam., albumine, intromissione seminis integumento late conica, usque ad medium exca- vato. DescrIzIonE. — Palma apparentemente gracile. Fronde flabellato-multifide, quasi perfettamente orbico- lari, misuranti 65 cm. dalla ligula all’apice dei segmenti mediani (nella sola fronda che ho visto); guaine sfacelato— fibrose più o meno unite da tomento pannoso, argenteo ; picciolo gracile fortemente depresso, biconvesso e con mar- gini acutissimi, largo 1 cm., spesso 5 mm.; ligula breve semilunare glaberrima; posteriormente il picciolo si ter- mina in un orlo orizzontale; lembo nella parte centrale di- viso sino a circa la metà, ed ai lati estremi sino a pochi centimetri dalla ligula, in circa 45 segmenti: di questi i centrali all’ altezza dei seni sono larghi circa 3 cm., i se- guenti diventano gradatamente più angusti, gli estremi ri- dotti a soli 10-12 mm. di larghezza: questi sono lineari, — 281 — gli altri tutti dai seni in su vanno molto gradatamente attenuandosi verso l’estremità, che è fessa per il tratto di 5-6 cm. e divisa in due punte molto acuminate dritte; essi, i segmenti, sono inoltre papiracei, verdi, glabri e subnitenti di sopra, di sotto ceroso-glaucescenti senza peluria argentea ma coperti da innumerevoli minutissimi puntolini prodotti da squamule ellittiche ferruginose, piani allorchè la fronda è bene svolta, con la costa mediana sottile ma rilevata di sotto e superficiale di sopra, con 10-12 nervi secondarî molto sottili per parte alla costa mediana; venule tran- sverse assai numerose fini ed irregolari; margini assai di- stintamente inspessiti. Spadici apparentemente allungati e con varie infiorazioni parziali sovrapposte; spate primarie rigidamente cartacee, lungamente tubulose, prolungate all’apice in lembo in forma d’orecchio d’asino, intiere e più o meno coperte da un te- nue tomento anche a maturità dei frutti. Infiorazioni par- ziali formanti delle piccole pannocchie ovate assai dense, lunghe 15-16 cm., portate da una parte peduncolare re- curva allorchè in frutto, assai lunga e compressa, larga 5-8 mm.; la parte assile della pannocchia è pure compressa, più o meno angolosa e porta tutto in giro numerosi ramo- scelli fioriferij; questi sono semplici, filiformi, giungenti appena allo spessore di 1 mm. alla base, allorchè fruttiferi resi scabridi dai piccoli fuleri tubercoliformi sui quali ri- posano i fiori od i frutti: i maggiori, vale a dire i più bassi, lunghi 7-8 cm. Fiort.... Frutti del tutto sessili sopra un minutissimo tubercoletto perfettamente sferico, molto piccoli, di 3-8 mm. di diam., terminati dal piccolo resto dello stigma infundibulare. Seme sferico di 2.5 mm. di diam., a superficie bruno ca- stagno, con ilo puntiforme ; intrusione del tegumento del seme latamente conica giungente sino alla metà del seme; embrione situato alla metà di un lato. Perianzio fruttifero indurito alla base e molto brevemente pedicelliforme, con lembo diviso in 6 lobi o denti triangolari corti, larghi ed acuti. — 282 — Haprrar. — Cuba: Provincia Pinar del Rio sul Monte Guanajay (van Hermann n.° 4245, Herbarium de Cuba. In frutto dicembre 10, 1904 (Erb. Krug ed Urban nell’Erb. di Berlino). OssERvAZIONI. — Fra tutte le specie di Thrinax sino a quì descritte è quella che produce i frutti più piccoli non raggiungendo questi nemmeno i 4 mm. di diam. È benis- simo caratterizzata per di più dalle sue foglie glauce- scenti ma senza il tenue indumento formato dai tenuissimi filamenti argentei che si osservano nelle TA. Keyensis e floridana, e cosperse molto più fittamente che nelle altre specie dalle particolari minutissime squamule brune. È certamente affine alle Th. microcarpa e keyensis e sembra anche alla Th. Morristi; ma la punteggiatura delle foglie la distingue facilmente da tutte e tre. 9. Thrinax ponceana 0. F. Cook in Bull. Torr. Bot. Club, XXVIII (1901) 536, 45; Urban, Symb. Antill. (Fl. Portor.) IV (1903), 128. Descrizione. — Tronco di sino 4 metri di altezza colon- nare o leggermente assottigliato od anche dilatato in alto, con la superficie esterna grossolanamente ed irregolarmente rimosa per il lungo (Cook). Fronde di pianta adulta assai grandi con segmenti di 65 cm. di lunghezza e di 3-3.5 cm. di larghezza, con la base dilatata dei piccioli che si sfacela in numerose fibre bru- nastre o grigiastre ed i piccioli lunghi 65 cm. e larghi 15- 20 mm. (Cook). Le fronde di piante giovanissime sono di- midiato-orbicolari con soli 10-12 segmenti quasi del tutto disgiunti, lunghi 12-16 cm., lineari, larghi 6-8 mm. tanto alla base quanto a 2-3 cm. al di sotto dell’apice, il quale è triangolare-allungato e molto brevemente 2-fido o 2-den- tato; la ligula è breve seminulare e non barbata; le fronde — 283 — di piante di media età misurano 28-30 cm. dalla ligula alla estremità dei segmenti centrali, in queste la ligula è semi- lunare a contorno rotondato barbato da lunghi peli argen- tei; il picciolo è biconvesso ; i segmenti sono circa 30, non molto rigidi, per un certo tratto a margini paralleli: i cen- trali larghi 18-20 mm., poi ristretti in punta triangolare— allungata brevemente bifida all’apice; i margini sono assai inspessiti; le venule transverse sono un poco più distinte nella pagina inferiore che nella superiore; la pagina infe- riore nelle fronde giovanissime è cospersa da poca peluria argentea, che manca del tutto nelle fronde più adulte, nelle quali è glabra ma cospersa di puntolini giallastri glandu- liformi. Spadici eretto-nutanti, che dalle dimensioni delle porzioni esistenti si possono giudicare di circa 1 m. di lunghezza, con parte assile, allorchè vaginata dalle spate, cilindracea e grossa alla base quanto un dito, assottigliantesi a poco alla volta in una estremità caudiforme, con varie e gradata- mente decrescenti infiorazioni parziali arcuato—recurve, di- scoste fra di loro 8-10 cm. Le spate primarie sono tubu- lose, strettamente guainanti, furfuraceo-puberule, finamente e nettamente striate, brevemente aperte sul lato ventrale in alto e prolungate in punta in forma d’orecchio d’asino, con l’apice triangolare molto acuto od acuminato e cari- nato sul dorso e con i margini intieri. Le pannocchie mag- giori, le più basse, sono lunghe 15-25 cm., fortemente ar- cuato-pendule con assai numerosi ramoscelli fioriferi e con la parte pedicellare fortemente compressa: questa per lo più intieramente inclusa nella spata primaria e provvista di una spata propria, essa pure per lo più inclusa e molto profonda- mente divisa in due punte o corna pubescenti all’apice; i ramoscelli fioriferi hanno alla loro base una brattea angu- stissima subulata, che in quelli inferiori raggiunge la lun- ghezza di 1-4 cm. ed in esemplari robustissimi sino 6-7; 1 ramoscelli sono filiformi, molto sottili, al più spessi 1 mm. alla base ed assai meno in alto, glabri, talvolta, special- mente nell’estremità, molto leggermente sinuosi fra un fiore — 284 — e l’altro: i maggiori, i più bassi, lunghi 6-8 cm. con assai numerosi fiori disposti spiralmente in giro. Fiori sessili sopra un tubercoletto (che nel frutto diventa calloso-discoideo) all’ascella di una piccola e breve brattea triangolare acuta: molto piccoli; perianzio cupulare poco profondo con 6 denti brevi deltoidei acuti od apiculati; stami 6 con filamenti triangolari ed uniti per le basi nella parte inclusa nel perianzio, lineari-filiformi in quella che sporge e che è alquanto più lunga dei denti del pe- rianzio stesso; antere lineari-oblunghe, lunghe 1-3 mm., punteggiate, smarginate all’apice e sagittato—biauriculate alla base, essendo ivi le loggie disgiunte sino a circa la metà; ovario globoso, bruscamente ristretto in brevissimo e corto collo che ad un tratto si dilata in largo stigma obliquo, compresso-infundibulare, bilabiato a contorno cre- nulato. Frutto sferico di 5 mm. di diam. a superficie minuta- mente e fittamente granulosa sul secco, endocarpio sottilis- simo, legnoso—crostaceo, fragile. Seme globoso, di 3.8-4 mm. di diam., a superficie nitida rosso mohogano, leggermente incavato nella base; intru- sione del tegumento conica ed acuta sorpassante la metà dell’albume; ilo lineare eccentrico; embrione situato al di sopra della metà di un lato, discendente. HaBriraT. — Puerto—-Rico. Cresce sulle colline calcaree lungo la costa meridionale ad occidente di Ponce: Cook, n.° 1005, esemplare tipico che io non ho visto. A questa specie però sono riferiti da Cook stesso gli esemplari di Sintenis (che io ho studiato) delle « Plantae Portoricences » n.° 3500 (Herb. Krug et Urban) raccolti a Guanica in Sa- linas, nei fruticeti del litorale, accompagnati dalla nota che la pianta è alta sino 4 metri, con i frutti maturi bian- chi, e che è chiamata volgarmente « Palma de Cohojo »; questi esemplari, che hanno fiori e frutti bene sviluppati, sono accompagnati solo dalle fronde di pianta giovane che sopra ho descritto. Non differenti dagli esemplari di Sin. MER AR o (a ETA À ni # DER sà). = 28502 tenis n.° 3500 sono altri, pure dell’ Erbario di Krug ed Urban, raccolti da A. Stahl (n.° 966) fra Ponce e Penuelas. Questi sono accompagnati da fronde più grandi dei prece- denti, con picciolo lungo 90 cm., largo 8 mm., spesso 4 mm. I segmenti centrali misurano 55 cm. dalla ligula all’apice e sono larghi sino 3 cm.: sono glabri e subconcolori sulle due faccie ed al solito modo cospersi di puntolini glandu- liformi in rilievo nella pagina inferiore; la ligula è glabra, forse perchè i peli sul suo margine si trovano solo sulle fronde svolte di recente e sono decidui. OsservazionI. — Cook, l. c. scrive che questa è la spe- cie di Thrinax più comune in Puerto-Rico e che abbonda sulle colline calcaree lungo la costa meridionale ad occi- dente di Ponce; aggiunge inoltre che le fronde di recente svolte sono rivestite nella pagina inferiore di una peluria delicata ed appressa, ma che le fronde vecchie sono glau- cescenti nella pagina inferiore, e che la glaucescenza è do- vuta a puntolini creduti stomi, ma che inoltre vi sono dei punti brunastri più grandi di cui gli è ignota la natura. 10. Thrinax Morrisii Wendl. in Gard. Chron. XI (1892), 104, fig. 20, 21; O. F. Cook in Ball. Torr. bot. Club., XXVIII (1901), 537. DescRIZIONE. — Piccola specie con tronco nudo, alto al più un metro e di circa 6 cm. di diam. Fronde *|,-orbicolari, divise in circa 30 segmenti, glauce- scenti nella pagina inferiore; picciolo in alto compresso e biconvesso con margini molto acuti; ligula ovata ottusa; segmenti centrali connati nei 2 quinti inferiori, larghi al- l'altezza dei seni 23 mm., gradatamente acuminati, breve- mente bifidi all’apice, con 3-4 nervi secondarî per parte alla costola mediana; venule transverse molto conspicue nella pagina superiore; margini giallastri. Spadici lunghi 60 cm., nutanti, con 9-12 infiorazioni par- — 286 — ziali sovrapposte molto ravvicinate fra di loro, incurvato— nutanti ed unilaterali allo stato fruttifero, con parte pedun- culare intieramente nascosta nella rispettiva spata; spate tubulose, imbricate, glauco-pubescenti; ramoscelli fioriferi gracili filiformi. Fiori sessili con perianzio brevemente diviso in 6 lobi latamente triangolari apiculati, stami 6 con filamenti lata- mente triangolari alla base e poi brevemente acuminati, lunghi quanto i lobi del perianzio. Perianzio fruttifero quasi immutato con parte tubulare molto depressa e quindi poco o niente pedicelliforme. Frutti sferici minutamente ed acutamente apiculati, di 5 mm. di diam., a quanto sembra bianchi a completa ma- turità; sul secco la loro superficie è giallastro—sudicio, poco distintamente granulata; il pericarpio nell'insieme è molto sottile (3-4 decimi di mm.) per la maggior parte costituito dall’endocarpio che è crostaceo—-legnoso e fragile. Seme globoso, di 4 mm. di diam., a superficie unita bruno— castagno, con leggiera depressione nella base; ilo piccolo lineare molto eccentrico; intrusione rafeale dell’integumento in forma di canale conico allungato ottuso all'apice e con assai larga base, penetrante circa i due terzi dell’albume; embrione laterale situato a circa un quarto dell’ intiero contorno superiore del seme, discendente e penetrante assai profondamente nell’albume. Hapitar. — Endemica sulle roccie calcaree nell’ Zsola Anguilla, la più settentrionale delle Piccole Antille, dove venne scoperta dal sig. D. Morris in decembre 1890. Venne raccolta in seguito in frutto dal dott. H. A. Alford Ni- cholls e sul materiale da questi inviato a Kew il sig. H. Wendland ne redasse la descrizione della quale io mi sono valso in parte, non avendo di questa specie visto che dei frutti staccati ed una fronda di pianta giovane. Osservazioni. — E la più piccola delle specie di Thrinax conosciute, distinta, oltre che per le sue piccole dimensioni age ed il piccolo frutto, per i suoi fiori sessili, per il perianzio fruttifero depresso non pedicelliforme e con 6 brevi e larghi denti, e per i 6 stami con i filamenti a base larga deltoidea e lunghi poco più dei denti del perianzio. La fronda che io ho visto è di pianta giovane, è verde non glaucescente e senza puntolini o squamule nella pa- gina inferiore. Specie dubbie od imperfettamente conosciute. 11. Thrinax praeceps 0. F. Cook in Bull. Torr. Bot. Club, XXVIII (1901), 536; Urban, Symb. antill. (FI Portor.) IV (1903), 128. DescRIZIONE. — Tronco colonnare o leggermente più largo in alto che in basso, raggiungente talvolta l’altezza di 3 o 4 metri e di 8-12 cm. di diametro alla base, co- perto per lungo tempo dalle vecchie fronde di cui le basi si fendono nel mezzo per il lungo: quando alla fine nelle piante vecchie, anche tali resti delle fronde cadono, rimane il tronco nudo con la superficie grigiastra, rozzamente scre- polato-rimosa; i piccioli delle fronde più grandi misurano 75-80 cm. in lunghezza ed 1.2-1.5 cm. in larghezza; la li- gula è fugacemente pubescente; il lembo nelle fronde gio- vani è coperto nella pagina inferiore da una pubescenza bianca che presto scomparisce nelle fronde adulte lasciando detta superficie glaucescente o leggermente pruinosa; i ‘ segmenti centrali sono al più lunghi 55 cm. e larghi 48 mm. e sono uniti fra di loro sin oltre la metà. (De- scrizione da Cook). Hasirat. — Puerto-Rico. Nelle montagne, sui precipizî sovrastanti la strada fra Utuado ed Arecibo. Cook n.° 850 (non vidi). Osservazioni. — Non ho visto esemplari che con sicu- rezza si possano riferire a questa specie, che rimane assai AT 37 dubbia perchè di essa non sono conosciuti i fiori ed i frutti. Non è nemmeno bene specificato in che cosa differisca dalla Th. ponceana Cook. 12. Thrinax radiata Lodd. ex Roem. et Schult. syst. veget. VII, 2. 1301; Desf. Cat. h. Paris., ed. 3. 831; Mart. Hist. nat. Palm. III, 257. Descritta da sole fronde di pianta giovane ed irricono- scibile. Si dice indigena dell’Isola Trinidad, forse deve dirsi Trinidad in Cuba; poichè non mi è noto che nell’Isola di Trinidad sia stata trovata alcuna specie di Thrinaa. Nell’Erbario di Monaco si trova con nome di Th. radiata una fronda che sembra avere appartenuto alle piante ori- ginali distribuite da Loddiges col nome indicato e prove- niente dall’Orto bot. di Parigi. È di pianta molto giovane, è verde sopra ambedue le faccie e nella pagina inferiore è cospersa di puntolini giallastri come si osserva in varie Thrinax tipiche. In ogni caso la Th. radiata non mi sembra identifica- bile, sebbene spesso si trovino nei giardini Palme che por- tano questo nome. 13. Thrinax bahamensis O. F. Cook in Mem. Torr. Bot. Club. XII (1902), 20 — Bahamas. Andros: Nor- throp, n.° 257, ed Hog Island. (Non vidi). Gen. 14. — Coccothrinax Sargent in Bot. Gaz., XXVII (1899), 87. — Thrinax sect. Euthrinax Drude in Engl. et Pr. Pflanzenf. II, 3. 34; Sargent, Silva, X, 49. — Thrinax (pro parte) Auct. plurim. — Thrincoma O. F. Cook in Bull. Torrey bot. Club, 1901, p. 539. — Thringis O. F. Cook 1. c. 544. Palme inermi con tronchi gracili allungati o brevi rivestiti in alto dalle vecchie fronde ed in + — d89— basso nudi ed annulato—cicatricosi, raramente suba- cauli. Fronde plicato-flabellato-multifide, orbico- lari o digitato-radiate, spesso albicanti. od argen- tee di sotto, con le costole superiori terminanti senza prolungamento filiforme in seni, spesso molto profondi, disposti regolarmente in semicerchio in- torno alla ligula; costole inferiori percorrenti tutto il rispettivo segmento ed evanescenti nel suo apice più o meno profondamente bifido; picciolo inerme, compresso biconvesso o romboidale in sezione tran- sversa, dilatato fortemente in basso in una guaina allungata o stacelata e fibroso—reticolata dal lato ventrale, troncato all’apice di dietro e quivi ter- minato da un orlo rilevato più o meno ben distinto. Ligula conspicua. Rachide del tutto mancante. Spadici interfoliacei, paniculato-allungati, nutanti, con una parte peduncolare vaginata da varie spate tubulose e con varie infiorazioni parziali panicu- leformi semplicemente ramose, sovrapposte, na- scenti dal di dentro di una spata tubulosa in basso, aperta ed auriculeforme in alto; ramoscelli fioriferi filitormi. Fiori piccoli numerosi solitarî inseriti spiralmente, spesso senza molta regolarità, sui ra- moscelli, sessili o pedicellati, tutti muniti di una piccola brattea; calice e corolla connati in un perianzio cupulare + profondamente 6-dentato ; stami 9-12, di già eserti dal perianzio molto prima dell’antesi, con filamenti ipogini dilatati in basso ed ivi più o meno uniti fra di lgro, allungati fili- formi o subulati nel rimanente, non inflessi all’a- pice; antere oblunghe, lineari o subsagittate, spesso più o meno spiralmente contorte sul secco, a loggie 19 — 290 — unite da connettivo angusto, parallele, deiscenti internamente, inserite per la base nel seno fra le due loggie. Ovario ovoideo o globoso, monocarpel- lare, uniovulato, attenuato in un collo o stilo che si dilata più o meno repentinamente in un ampio stiema infundibulare; ovulo basilare eretto. Frutto sferico, piccolo, con i resti dello stilo apicali: an- che quando mancante di un vero pedicello portato dal perianzio fruttifero brevemente pedicelliforme indurito ma non sensibilmente accresciuto ; pe- ricarpio sottile da prima essucco, poi carnoso ; en- docarpio membranaceo tenuissimo. Seme libero, eretto, globoso, a testa sottilissima argentea, pro- fondamente solcato e plicato-cerebriforme; ilo ba- silare; rafe penetrante dal basso fra le ripiegature, con intromissione del tegumento più o meno svi- luppata e rendente leggermente ruminato l’ al- bume; embrione laterale. Il genere Coccothrinax stabilito da Sargent mi sembra costituisca un gruppo di Palme simili alle TArinaa ma nettamente separate da queste per i fiori con 9-12 stami e specialmente per i semi plicato—cerebriformi. Prospetto delle specie del genere Coccothrinax. A. Fronde con pochi segmenti (al massimo circa 25) di- sgiunti nella parte centrale sino a pochi (1-6) cm. dalla ligula. 1. Segmenti stellato-radianti, rigidissimi, cospicuamente argentei di sotto, larghi, relativamente brevi e con — 291 — margini per lungo tratto paralleli, lunghi 35-40 cm. e larghi 35-37 mm. Fiori pedicellati. C. Miraguano (Mart.) Becc. — Cuba ed Isla de Pinos. 2. Segmenti digitato-radiati, circa 20, glabri e verdi di sotto, latamente lineari, lunghi 30-33 cm., larghi 20-22 mm. Fiori sessili. C. rigida (Gris. et Wendl.) Becc. — Cuba. 3. Gracilissima, subacaule. Segmenti digitato—radiati usual- mente 15-16 più raramente sino a 20, argentei di sotto, lineari, larghi 12-16 mm. Fiori brevemente pedicellati. C. Garberi (Chapm.) Sargent. — Florida. B. Fronde con segmenti più 0 meno numerosi, uniti nella parte centrale sino verso la metà od almeno in tutto il terzo inferiore. I. Fiori e frutti non pedicellati, insidenti sopra un cusci- netto o disco tubercoliforme. Perianzio con 6 denti larghi deltoidei. Segmenti circa 40, nitidi e non striati di sopra, venule transverse indistinte. een... — .;, .C. Sancti-Thomae. Bece. + Av tille: St. Thomas. II. Fiori e frutti più o meno distintamente pedicellati. # Fronde con segmenti molto rigidi e lisci di sopra, quivi non, o poco, nettamente striati da nervi se- condarî, venule transverse indistinte. 5. Fronde divise assai profondamente in circa 30 se- gmenti. Fiori e frutti pedicellati nella parte bassa dei ramoscelli, quasi sessili in alto. Perianzio con 6 larghi denti triangolari deltoidei. Stami 12 con fi- — 292 — lamenti subulati assai più stretti dei denti del pe- rianzio ed il doppio più lunghi di questi. C. Martii Becc. — Cuba. 6. Fronde divise assai profondamente in 40-45 segmenti rigidi molto distintamente argentei di sotto, nitidi, non od a mala pena nervosi di sopra e senza ve- nule transverse, ligula semilunare rotondata. Perian- zio con 6 minuti e corti denti subulati. Stami 9 con filamenti rigiduli subulati, 2-3 volte più lunghi dei denti del perianzio. Frutti di 8-10 mm. di diame- tro. Semi di 5.5-6.5 mm. di diam. C. jucunda Sargent. — Florida meridionale. * Stami 9. Frutti più grossi che nella forma ti- pica, semi di 8 mm. di diam. C. jucunda var. macrosperma Becc. — Isole Bahama. #* Stami 12. Frutto di 11-12 mm. di diam. Seme di 7 mm. di diam. C. jucunda var. marquesensis Becc. — Marquesas Keys. 7. Fronde con circa 40 segmenti, larghi sino 4-4.5 cm., assai spessi, argentei, con numerosi puntolini in ri- lievo di sotto; venule transverse obliterate. Frutti lungamente pedicellati. Perianzio con 6 piccoli e corti denti acuti. Stami 6-9 con filamenti uniti in basso e quivi latamente triangolari, il dop più lunghi del perianzio. C. acuminata Sargent. — Cuba. #5 Fronde con segmenti molto meno rigidi che nelle . specie del gruppo precedente, distintamente striati da fitti nervi secondarî uniformi sopra ambedue le faccie, ma specialmente nella superiore. «+» Fiori con 7-9 stami. — 293 — 8. Segmenti griseo-argentei di sotto (talvolta assai tenua mente) e senza punteggiature; venule transverse bre- vissime, puntiformi, per lo più poco distinte. Perian- zio con 6 denti angusti subulati. Stami con filamenti rigidi subulati, lunghi circa il doppio dei denti del perianzio e larghi quanto questi. C. argentea (Lodd.) Sargent. — San Domingo. 9. Segmenti molto poco distintamente biancastri di sotto, fittamente ed acutamente striati; venule transverse cortissime ben distinte sulle due faccie. Perianzio con denti triangolari subulati, filamenti radianti su- bulati, più stretti dei denti del perianzio e il dop- pio più lunghi. C. Eggersiana Becc. — Antille danesi: Isola St. Jan. Stami con filamenti un poco più corti che nella forma tipica. Fiori più lungamente pedicellati. C. Eggersiana var. Sanctae-Cru- cis Becc. — Antille danesi: Isola St. Croix. 10. Segmenti fortemente striati e connessi da venule tran- sverse brevissime molto distinte sulle due faccie, di sotto coperti da indumento biancastro-argento tal- volta quasi obliterato. Fiori di 2 mm. di lunghezza. Perianzio con 6 denti deltoidei, filamenti rigidi di poco più lunghi del perianzio. Frutto leggermente depresso. Semi di 9-10 mm. di diam. C. martinicaensis Becc. — Pic- cole Antille: La Martinica. «++» Fiori con 12 stami. 11. Segmenti molto distintamente sericeo-argentei di sotto, finamente striati e con venule transverse bre- — 294 — vissime. Perianzio con 6 denti subulati, filamenti su- bulati di poco più lunghi dei denti del perianzio. C.latifrons (Cook) Becc.- Puerto— Rico. 12. Segmenti verdi sopra ambedue le faccie o con ap- pena qualche traccia di peluria argentea di sotto. Perianzio con 6 denti subulati, filamenti subulati il doppio più lunghi dei denti del perianzio. Frutti sfe- rici. Semi di 7.5 mm. di diam. C. barbadensiîis (Lodd.) Becc. — Piccole Antille: Barbados e Guadalupa. <<< Numero degli stami non conosciuto. 13. Fronde grandi con circa 40 segmenti distintamente sericeo-argentei di sotto, finamente striati da nume- rosi nervi secondarî. Frutti brevemente pedicellati. Semi sferici di 5.5-6 mm. di diam. con 4-5 profonde pieghe longitudinali. C. alta (Cook) Becc. — Puerto Rico. Specie dubbie. 14. Fronde simili a quelli della C. alta ma di struttura più sottile e flessibile, argenteo di sotto. C.? laxa (Cook) Becc. — Puerto- Rico. 15. Fronde grandi con circa 40 segmenti assai rigidi, fortemente striati sulle due faccie, non argentei, anzi quasi ferruginosi di sotto, venule transverse quasi o del tutto obliterate. C.? crinita (Gris. et Wendl.) Becc. — Cuba. d'aggi 1. Coccothrinax Miraguano Becc. — Tharinarx ? Mira- guano Mart. Hist. nat. Palm. III, 320; Sauv. FI. Cub. n.° 2378. — Copernicia Miraguama Kunth, Enum. pl. III, 244 ex Mart. l. c. 243. — Corypha Miraguama Humb. et Kunth, nova gen. 1, 298. — Thrinax stellata Lodd. ex H. Wendl. in Kerch. Palm. 258. — Th. Yuraguana A. Rich. Fl. Cub. Faner. II, 278 (ex Ind. Kew.); Gris. Cat. PI. Cub. 278. — 77.? Miraguama Walp. Ann. V., 818. DescrIzIone. — Palma apparentemente di mediocri di- mensioni; subelata e che dalle guaine delle fronde adulte che ho visto può giudicarsi col tronco di circa 10 cm. di . diametro. Fronde di pianta adulta e bene svolte con lembo stel- lato-orbicolare, nell'insieme di 40-80 cm. di diam., diviso profondissimamente in 20-25 od al più 30 segmenti, di cui i più esterni vengono a ritoccarsi chiudendo comple- tamente il seno basilare: nelle fronde non ancora comple- tamente espanse, come spesso se ne trovano negli erbarî, il lembo può apparire solo dimidiato-orbicolare, ed è di- fatto tale nelle fronde di pianta giovane, dove i segmenti sono pochi e quelli più esterni rimangono su di una linea orizzontale. Picciolo apparentemente più lungo del lembo, largo in basso 20-25 mm., fortemente compresso, piano di sopra, convesso di sotto, leggermente dilatato ed inspessito sul dorso della guaina ; questa è sottilmente legnosa, fina- mente sericea e bionda nella parte centrale, ma pannosa nel rimanente e costituita quivi da un reticolato di fibre grossolane, assai dirate e legnose in alto ma non pungenti; in alto il picciolo è un poco più stretto che in basso, è biconvesso con margini acuti: all’apice è dilatato nella ligula e terminato di dietro orizzontalmente in un orlo un poco rilevato. La ligula è legnosa, glabra, suborbicolare, ro- vesciata in giù, concava di sotto, fortemente striata dalla parte convessa, che sarebbe quella a contatto col lembò — 296 — nella prefoliazione. Il lembo è di consistenza molto rigida, sottilmente coriaceo, verde pallido e più o meno nitido di sopra, molto conspicuamente sericeo-argenteo di sotto (in causa di un tenue ma abbondante tomento formato da pic- colissimi ed esigui peli molto appressi) e per di più fitta- mente punteggiato da minutissimi corpiciattoli glanduli- formi: ha le costole primarie superiori che dal centro si curvano in fuori terminandosi nel respettivo seno, dove a soli 4-6 cm. nella parte centrale ed a 2-3 nei lati formano un elegante e regolarissimo semicerchio di angoli spor- genti tutto in giro alla ligula; i segmenti giungono quindi sino a pochi centimetri dalla ligula: sono molto largamente lineari essendo di eguale larghezza all’altezza del seno come presso l’estremità : essi infatti solo a 4-5 cm. dal- l'apice, talvolta però sino ad 8-10 cm., si ristringono bru- scamente in una punta triangolare fessa all’apice per il tratto di 10-15 mm. in due punte brevi acute e pungenti; per lo più nel punto del ristringimento apicale il margine da un lato e dall’altro forma un piccolo incavo od una si- nuosità ; la costola dei segmenti è assai rilevata di sotto ed è rappresentata da un piccolo solco di sopra; i nervi secondarî sono numerosissimi, e sono questi che rendono molto finamente e regolarmente striata la faccia superiore; non vi è traccia di venule transverse; margini distinta- mente inspessiti. I segmenti centrali delle fronde di pianta adulta sono lunghi 25-40 cm. e sono larghi sino 3-4 cm., mentre i più esterni sono alquanto più corti e della metà più stretti. Spadici apparentemente brevi ed a quanto sembra con poche (sole 2-3 ?) infiorazioni parziali. Spate cartaceo-mem- branacee, piuttosto sottili, pallide o straminee sul secco, finamente striate, glabre, intiere (non sfacelato-filamentose), tubulose in basso, ampliate un poco in alto in lembo acu- minato in forma di orecchio d’asino. Infiorazioni parziali formanti delle pannocchie ovate lunghe circa 15-25 cm., con parte peduncolare recurva (del tutto inclusa nella re- spettiva spata), con non molti ramoscelli fioriferi patenti — 297 — nascenti dall’ascella di una angusta bratteola subulata lunga 3-5 mm.; ramoscelli fioriferi sottili, filiformi, i maggiori, i più bassi, lunghi al più 6-8 cm. con 15-85 (raramente più) fiori; questi irregolarmente alternato—spirali, orizzon- tali o quasi. Fiori ora quasi sessili ora portati da un pedicello breve, lungo di solito 1-1.5 od al più 2.4 mm., munito di una bratteola subulata, spesso inserita verso la metà del pedi- cello stesso. I fiori dalla base del perianzio all'estremità dello stigma misurano 2.5 mm.; il perianzio è brevemente cupulare con 6 denti subulati, raggianti e giungenti sino alla metà dei filamenti. Stami 8-9 con filamenti subulati, rigidi, giungenti quasi sino al collo dell’ovario; antere fortemente contorte a spirale sul secco, lunghe 1.5-2 mm. conspicuamente sagittate in basso, ossia con loggie lineari anguste profondamente disgiunte in basso e con le orec- chiette fortemente divaricate; ovario lageneforme, attenuato in assai lungo collo; stigma strettamente infundibulare. Frutti immaturi globoso-turbinati, allorchè bene svilup- pati e secchi, sferici, distintamente apiculati, di 8-9 mm. di diametro.; endocarpio crostaceo-grumoso fragile. Seme globoso molto leggermente depresso, di 6.5-7 mm. di diametro, con 4-5 pieghe penetranti internamente e ren- denti l’albume ruminato; embrione situato in alto fuori del centro. Hasirat. — Cuba, specialmente sulle coste, e 1’ Isla de Pinos. Gli esemplari della tipica Corypha Miraquama Humb. et Bonpl., vennero raccolti alle foci del fiume Guaurabdo fra Puerto Casilda e la città di Trinidad. Io ho visti esemplari delle seguenti località: — Trinidad (E. Otto in Herb. Berol.) Havana, Ramon de la Sagra (1831) n.° 548 (Herb. de Cand.); — Herradura, Prov. Pinar del Rio, Herbarium de Cuba, van Hermann, n.° 714 et 839; — La Magdalena, Cayamas nella Prov. di Santa Clara, Herb. de Cuba n.° 4910, leg. Baker (Herb. Krug et Urban in Herb. Berol.); — Cinequita, Flora Cubana, Combs n.° 300, S. W. (in Herb. Berol.); — Costa di E REI TI Ta gati AI ISPIRA AE 59M PT RAPITI t Li PERSA e TAR — 298 — Guantanamo, Gundlach (Herb. Berol.); — Wright, Plantae Cub. n.° 3221 (Herb. Boissier e de Cand.); — Presso Nuova Gerona nell’Isla de Pinos, W. S. Curtiss, West Indian Plants, n.° 423 (Herb. de Candolle e Monac.). Questa Palma è conosciuta in Cuba col nome volgare di « Miraguano », « Yuraguano » ed anche di « Guaniche » (Sauvalle Fl. Cubane n.° 2378). Per questo motivo ho adot- tato il nome specifico di Miraguano e non di Miraguama, come probabilmente per errore hanno scritto Humboldt e Bonpland. OsservazIONI. — Specie molto ben distinta per le sue rigidissime fronde, che quando sono bene espanse e di pianta adulta formano una bella stella con molti raggi con tanti angoli sporgenti dal piano del lembo in corrispon- denza dei seni, ossia a 5-8 cent. tutto in giro alla ligula, quanti sono i segmenti, i quali sono molto distintamente argentei di sotto. Sembra specie assai variabile per le dimensioni e per i fiori più o meno lungamente pedicellati. Gli esemplari della Isla de Pinos hanno i fiori quasi sessili, ma del resto non differiscono da quelli di Cuba. Gli esemplari di Ramon de la Sagra nell’ Erbario de Candolle consistono in fronde di pianta giovane alcune delle quali non misurano che 12-14 cm. dal picciolo al- l’ estremità dei segmenti centrali: i segmenti non sono che 9-10, digitato-radianti, larghi 1 cm.: il picciolo nor ha che 2.5-3 mm. di larghezza; altre hanno 12-17 segmenti lunghi 18-20 cm. e larghi 15-20 mm., con il picciolo distin- tamente biconvesso e largo 5 mm.; la ligula è troncata ed anzi leggermente scavata a mezza luna sul margine ante- riore e prolungata alquanto nei lati. PERS >: foca 2. Coccothrinax rigida Becc. — Thrinax rigida Gri- seb. et Wendl. Cat. cub. p. 221; Sauv. Flora Cubana, n.° 2377. Descrizione. — È una specie più gracile della C. Mi raquano alla quale molto rassomiglia. Dalla guaina di una fronda il tronco si giudica di circa 2 cm. di diam. (se la fronda è di pianta adulta); la guaina è glaberrima, for- mata da fibre legnose rigidissime complanate larghe circa 1 mm. formanti un reticolo a maglie assai larghe, il suo contorno o margine superiore e prolungato dal lato opposto al picciolo, è rotondato e non sfilaccicato. Il picciolo è lungo circa 50 cm. glaberrimo, nitido, non fibroso ai lati, fina- mente striato: in basso è piano di sopra, con angolo ottu- sissimo di sotto e largo 7 mm., presto però diventa bicon- vesso, largo 4.5-5 mm. e spesso 3 mm.; ligula glabra. Il lembo è molto profondamente multifido, le divisioni cen- trali giungendo sino a soli 3 cm. dalla ligula; le coste primarie superiori sono rette e non s’incurvano per formare uno spigolo sporgente alla terminazione nei seni: del resto il lembo è verde e glaberrimo sopra ambedue le faccie, ma di sopra quasi lucido e di sotto opaco ed un poco più pal- lido : misura dal picciolo all'apice dei segmenti centrali 33 cm., e sembra diviso in circa 20 segmenti; questi sono rigidi, spessamente cartacei o subcoriacei, latamente lineari, egualmente larghi alla baséè come presso l’estremità, dove dopo un incavo sinuoso sopra ambedue i margini, quelli centrali a 8-10 ed i laterali a 5-6 cm. vanno ad un tratto ristringendosi in una punta lungamente triangolare, profon- damente fessa in due punte rigide acuminatissime e dritte ; i segmenti centrali sono larghi 20-22 mm., quelli laterali 10-12 mm., essi sono tutti percorsi da numerosi nervi se- condarî che li rendono striati finamente e distintamente di sotto ed in modo poco apparente di sopra; mancano affatto le venule transverse ; la costola mediana di sotto è assai prominente, di sopra è rappresentata da un angusto ed — 300 — assai profondo solco ; i margini, non sono molto inspessiti ma leggermente revoluti. Spadici brevi assai più corti delle fronde; uno è lungo 25 cm. e porta due sole piccole infiorazioni parziali; spate membranacee essucche, brevemente e lassamente tubulose in basso, leggermente ampliate in alto dove sono aperte sul lato ventrale e prolungate in punta acuminata in forma d’orecchio d’asino, molto finamente e poco distintamente striate, glabre od appena e fugacemente lanuginose ai mar- gini ed all’apice. Infiorazioni parziali formanti piccole pan- nocchie eretto-nutanti, ovato-allungate composte di pochi ramoscelli inseriti spiralmente e nascenti all’ascella di una piccola brattea stretta subulata sottilissima jalina; i ramo- scelli maggiori, i più bassi, sono lunghi solo 15-20 mm. con 15-20 fiori alternato-spirali: i superiori gradatamente un poco più corti e con minor numero di fiori. i Fiori sessili sopra un tubercoletto nascente all'ascella di una brattea relativamente conspicua, bianca, jalina, sottilis- sima, deflessa, a base triangolare e punta subulata: essi mi- surano 2-5 mm. dalla base del perianzio all’apice dello stigma; perianzio depresso-cupulare con 6 denti raggianti triangolari subulati giungenti quasi alla metà dei filamenti; stami 8-9, talvolta anche solo 6, ma allora con alcuni fila- menti rudimentarî; i filamenti da una base assai larga sono subulati, rigidi e giungono sino al principio del collo del- l’ovario ; antere sagittate, lunghe 1.5 mm., con orecchiette basilari assai conspicue e divaricate; ovario globoso-ovato, bruscamente contratto in un collo di poco più corto della parte ovulifera; il collo leggermente si dilata in uno stigma infundibulare. Frutti mancano. Haprrar. — Cuba. Plantae Cubenses Wrightianae n°. 3220 (Herb. de Candolle). Osservazioni. — È evidentemente molto affine alla C. Miraguano, dalla quale differisce per le dimensioni mi- — 301 — nori; per la guaina formata da fibre più sottili e formanti un reticolo più lasso; per le fronde con segmenti più stretti meno rigidi, più acuminati e soprattutto verdi di sotto e non argentei, e mancanti alla base di quell’areola formata dagli angoli sporgenti alla terminazione delle coste supe- riori che è tanto caratteristica nella C. Miraguano. Di più i fiori sono sessili, mentre sono pedicellati nella C'. Miraguano. Ho visto un solo esemplare delle « Pl. Wrightianae » n.° 3220 nell’Erbario de Candolle, consistente in una mezza fronda con la sua guaina ed in uno spadice in fiore. 8. Coccothrinax Garberi Sargent in Bot. Gaz., XXVII (1889), 90. — Thrinax Garberi Chapm. in Bot. Gaz. III (1878) 12 et FI. S. States, Suppl., ed. 2, 651; Sargent, Silva, X, 50. — TA. argentea var. Garberi Chapm. FI. S. States, ed. 3, (1897) 462. Descrizione. — È una Palma elegante gracile e subacaule (Sargent). Fronde dimidiato—flabellato—digitate; vagine tenuamente tomentose nelle parti coperte, membranose, + lacere e re- ticolato—fibrose nella parte ventrale; picciolo gracile, piut- tosto breve (più corto del lembo) molto compresso, bicon- vesso, coi margini acuti, largo 4-5 mm., spesso 2 mm., terminato di sotto all'apice in un orlo orizzontale; ligula breve semilunare, densamente ciliato-barbata sul margine nelle fronde di recente svolte, poi glabra; lembo molto pro- fondamente partito in soli 15-20 segmenti, che nella parte centrale sono uniti alla base soltanto per il tratto di 2.3 cm., formanti nell’ insieme un mezzo cerchio poichè i segmenti più esterni rimangono presso a poco sopra un piano oriz- zontale ; i segmenti centrali sono lunghi 25-40 cm. e larghi 12-16 mm. e si conservano di larghezza quasi eguale dalla base sin verso l’apice dove, ora più in alto ora più in basso, si ristringono, spesso alquanto bruscamente, in una punta triangolare = allungata, acuta, acuminata od anche acumi- — 302 — natissima, con l’estremo apice molto brevemente fesso : al punto dove i segmenti cominciano a ristringersi spesso si trova da un lato e dall’altro una sinuosità in incavo più o meno distinta; i segmenti esterni sono assai più stretti e più lungamente acuminati, ma non molto più corti, degli altri: tutti sono piani, assai rigidamente cartacei, verdi, lucidi e molto finamente e fittamente striati di sopra, argentei di sotto e quivi pure assai distintamente striati e cospersi di numerosi e minutissimi puntolini scuri; ve- nule trasverse indistinte; margini leggermente inspessiti ; costola mediana assai robusta di sotto, rappresentata da un solco di sopra. Spadici gracili, arcuato-nutanti, più corti delle fronde, (nell’insieme lunghi 15-40 cm.) formanti una piccola e poco fornita pannocchia lunga 8-20 cm. composta di 2-5 piccole infiorazioni parziali e portata da una parte peduncolare altrettanto lunga ed intieramente vaginata dalle spate; queste, non che quelle esistenti ad ogni infiorazione par- ziale, sono membranaceo—-papiracee, tubulose in basso, leg- germente ampliate ed aperte sul lato ventrale in alto e prolungate in lembo acuminato in forma d’ orecchio d’asino, intiere od appena lacero-fibrose presso la bocca, cinnamomee, essucche, finamente striate, molto fugacemente coperte da tenue lanugine biancastra simile a quella che cuopre la base del picciolo e le giovani guaine. Infiorazioni parziali composte di pochi, al più di 10-12, talvolta di solo 1-5 ramoscelli fioriferi orizzontali gracili filiformi, dei quali i più bassi, che sono i maggiori, lunghi 3-6 cm., con po- chi fiori (12-20) assai radi. Fiori portati da un pedicello orizzontale lungo 0.5-1.5 mm. che nasce dall’ascella di una piccola brattea scariosa, trian- golare, acuminata: essi misurano 3 mm. dalla base del pe- rianzio all'apice dello stigma. Perianzio in forma di una bassa cupula coronata da 6 denti triangolari assai larghi, acuti; stami 9, filamenti uniti per la base, del resto molto sottili, filiformi, subulati, molto più angusti dei lobi del perianzio, patenti od eretto—patuli (mai reflessi), 3-4 volte RE NA TEL UO E 1 RI ETA ERRE TOR OMR — 303 — più lunghi dei lobi del perianzio; antere anguste lineari rotondate alle due estremità a loggie parallele disgiunte alla base sino a quasi la metà, dove s’inserisce il filamento; ovario lageneforme attenuato in un ben distinto collo che gradatamente si espande in uno stigma irregolarmente in- fundibuliforme. Frutti maturi globosi, di 7-8 mm. di diam., molto brusca- mente e brevemente apicolati, molto leggermente attenuati verso la base quando ancora immaturi ; perianzio fruttifero immutato, discoideo—depresso. Seme globoso di circa 6 mm. di diametro, cerebriforme con 5-6 lobi. La superficie del frutto immaturo è molto finamente granulosa. Hapirat. — S. e S. E. Florida. Nei boschi di pini sulle scogliere madreporiche presso il mare a Biscayne Bay, Cur- tiss, North American Plants n.° 2679* (Herb. Sargent, Mo- nac., Berol.),. A Bahia Honda Key, Florida merid. in ter- reno corallino, Curtis$, n.° 2679** (Herb. Monac.). OsservazIONI. — Distinta per le sue piccole dimensioni essendo quasi acaule, e per le sue fronde con pochi segmenti digitati, rigidi, lineari, divisi sino a soli 2-3 cm. dal picciolo ed argentei di sotto e per i suoi gracilissimi spadici con poche e poco ramose infiorazioni parziali. Il n.° 2679* di Curtiss nell’Erbario di Monaco è rappre- sentato da un esemplare più robusto di quelli distribuiti col n.° 2679 (senza asterisco); è in detto esemplare che i segmenti sono in numero di 20, lunghi 40 cm., e che lo spadice ha 5 infiorazioni parziali, mentre d’ordinario i seg- menti sono 15-16 e più corti, e le infiorazioni parziali sono 2-3 con pochissimi ramoscelli fioriferi. 4. Coccothrinax Sancti-Thomae Becc. sp. n. Frondibus flabellato-suborbicularibus, in parte centrali usque ad tertiam inferiorem partem in — 304 — circiter 40 segmenta divisis; petiolo prope apicem superne planiusculo subtus valde convesso ; ligula nitida semilunari coriacea; segmentis angustis char- taceo-rigidis, in sicco fragilibus, supra nitidis, sub- tus argentelis, apice profunde bifidis, majoribus 60 cm. longis, 25 mm. latis; inflorescentiis partia- libus parce ramosis; ramulis fructiferis subulatis 7-8 cm. longis; fructibus brevissime pedicellatis, sphaericis 8 mm. diam.; seminibus 6 mm. diam. levibus cerebriformibus, lobis subsimplicibus. DescrIzIOnE. — Palma apparentemente di dimensioni medie fra le specie, affini. Fronde flabellato-suborbicolari, divise in circa 40 seg- menti. Il picciolo all’apice sembra debba essere assai spesso, pianeggiante di sotto, molto convesso o forse con un angolo molto ottuso di sopra (circa 9 mm. largo, 6 mm. di spes- sore) con margini molto acuti; la ligula è semilunare, co- riacea, assottigliata in un margine acuto integerrimo, ni- tida glaberrima. I segmenti sono molto angusti, a quanto sembra facilmente fendibili per il lungo nelle fronde vec- chie, cartaceo-rigiduli e fragili, molto gradatamente acu- minati in sottile e lunga punta profondamente bifida, nitidi nella pagina superiore, argentei nell’inferiore ; costole supe- riori tenui ed acute, (terminanti al solito nei seni che non formano angolo sporgente); costole inferiori molto tenui di sotto, quasi indistinte e superficiali di sopra; nervi secon- darî fittissimi e tenuissimi, quasi indistinti di sopra; ve- nule transverse affatto indistinte; i margini sono piuttosto distintamente inspessiti; i segmenti centrali misurano 60 cm. dalla ligula all’apice e rimangono uniti fra di loro alla base per il tratto di circa 25 cm.: all’altezza dei seni sono larghi circa 25 mm.: gli esterni sono meno altamente uniti nella parte basilare e sono assai più stretti dei mediani. Spadice apparentemente assai robusto; la sola infiora- — 305 — zione parziale da me vista forma una piccola e bassa pan- nocchia lunga circa 12 cm., composta di una sola diecina di ramoscelli e portata da una parte peduncolare egual- mente lunga e spessa 4 mm.; i ramoscelli fruttiferi sono eretto-patenti, arcuati, filiformi, subulati all’apice, lunghi 7-3 cm., spessi 1-1.5 mm. alla base, con i frutti spiral- mente in giro. Frutti quasi sessili, essendo portati da un tubercoletto che giunge appena alla lunghezza di un mm., sferici, di 8 mm. di diam., a superficie con poche, rade, minute e poco rilevate tubercolosità. Seme cerebriforme di 6 mm. di diam. con 5-6 pieghe pri- marie e quasi senza pieghe secondarie, i lobi essendo po- chissimo suddivisi. Il perianzio fruttifero ha 6 denti trian- golari subequilateri e mostra i resti di 9 filamenti, i quali sono subulati e circa il doppio più lunghi dei denti del perianzio. Hagirar. — Nell’Isola di San Tommaso, una delle Antille danesi, raccolta da Boergsen, 1905-1906 (Herb. Hauniense). OsseRvaZzIONI. — Si distingue per le sue fronde con circa 40 segmenti, uniti nella parte centrale per più di ‘|, della loro lunghezza totale, argentei di sotto, lucidi di sopra e quivi non striati da nervi secondarî, senza venule transverse distinte. Ligula glabra. Frutti quasi sessili ossia con un bre- vissimo pedicello tuberculiforme lungo appena 1 mm.; stami 9. Seme cerebriforme con lobi lisci quasi senza ripiegature secondarie. Perianzio con 6 denti larghi deltoidei. 5. Coccothrinax Martii Becc. — Thrinax Martii Gris. et Wendl. in Gris. Cat. PI. Cub. 221 (pro parte ?); Sauv. Fl. Cub. n.° 2373 (pro parte?). DescrIZzIonE. — Palma apparentemente di dimensioni me- die fra le specie affini. Fronde con lembo flabellato-suborbicolare, assai profonda 20 — 306 — mente diviso (a quanto sembra) in circa 38 segmenti, rigida- mente papiraceo; picciolo a sezione trasversa romboidale, spesso 5 mm., largo 9-10 mm.; segmenti sin dal punto dove rimangon liberi, che nella parte centrale si trova a soli 8-10 cm. dall’apice del picciolo, molto gradatamente ristretti in una punta acuminata diritta — o talvolta con una leggera sporgenza e relativa insenatura da una parte e dall’altra in alto — molto brevemente (per un tratto di 1-2 cm.) bifidi nello estremo apice che è assai rigido; i segmenti più esterni sono larghi solo 8-12 mm. e lunghi 45-50 cm.; i centrali sono lunghi 75 cm. e larghi 22-27 mm. all'altezza dei seni; le coste primarie superiori (nervi commessurali) sono assai rilevati e molto acuti; le coste primarie inferiori (quelle che percorrono tutto il segmento) sono assai rilevate di sotto, a dorso piano, largo circa 1 mm. in basso, con margini acuti e scabridulo-paleacei; di sopra le coste pri- marie inferiori sono rappresentate da un distinto solco e la lamina del segmento ha la tendenza a rovesciare i mar- gini (che sono notevolmente ispessiti) verso la pagina in- feriore; ambedue le pagine sono distintamente nervoso— striate, la superiore è verde pallida e quasi glaucescente sul secco e su di essa con una buona lente si scorgono te- nuissime ed angustissime lamelle jaline, probabilmente di sostanza cerosa: quivi si possono inoltre distinguere 4-5 nervi secondarî che sono appena più forti di altri, i quali in numero di 3-7 si interpongono fra di essi; la superficie inferiore è grigio-argentea, essendo coperta da un tenue strato di finissima peluria disposta nel senso della lun- ghezza del segmento, e sotto la quale si trovano numero- sissimi e piccolissimi puntolini giallastri rilevati glanduli- formi; venule transverse assolutamente mancanti sopra am- bedue le faccie. Spadici con poche infiorazioni parziali. Spate inferiori lunghe sino 30 cm.; le superiori 15-20, sottili membra- nacse, molto finamente striate, cinnamomeo—chiare, appena più scure di dentro che di fuori, tubulose brevemente in basso, fesse per la più gran parte del lato ventrale, col SBORI lembo in forma di cartoccio lanceolato acuminato o d'orec- chi d’asino, largo 2-3 cm. nel punto più dilatato, glabre od appena tomentose sui margini: questi sottilmente sfilac- cicato-filamentosi. Infiorazioni parziali formanti delle pan- nocchie nutanti lunghe 20-25 cm. con numerosi ramoscelli, poi nel frutto recurve, ed inoltre provviste di una assai lunga parte peduncolare, inclusa per la più gran parte nella respettiva spata; ramoscelli fioriferi glabri, spessi 1 mm. alla base: quelli fruttiferi spessi 1.5-2 mm.: i mag- giori lunghi 8-10 cm., subtereti od oscuramente angolosi. Fiorî portati - da un brevissimo pedicello lungo al più 1 mm. e munito di una minutissima brattea scariosa lunga quanto il pedicello od anche un poco più. Perianzio bre- vemente cupulare, profondamente diviso in 6 denti larghi deltoidei acuti membranacei, spesso irregolari, ed anche con qualche dente soprannumerario. Stami normalmente 12, qualcuno spesso abortivo o con filamento molto ridotto ; filamenti strettamente lanceolati, subulati, alquanto ine- guali ma di solito circa il doppio più lunghi dei denti del perianzio; antere nell’antesi versatili, lunghe 1.5 mm., lineari subsagittate, acutiuscule, a loggie parallele non disgiunte all'apice, ma quasi sino al mezzo alla base, leggermente arricciolate a spirale sul secco; l’ovario durante l’antesi è globoso, molto bruscamente contratto in uno stilo piut- tosto sottile e che poi si dilata piuttosto gradatamente in uno stigma intundibulare non straordinariamente grande e per lo più ben poco asimmetrico; nell'insieme l’ovario durante l’antesi è lungo 2 mm., di cui la metà sola è presa dal corpo basiliare rigonfio. Frutti portati da un brevissimo pedicello lungo al più 2 mm., nella parte più bassa dei ramoscelli, sessili sopra un piccolo tubercoletto verso l’alto, sferici, di 7-8 mm. di diam. (ma non perfettamente maturi), con i resti dello stilo apicale puntiforme; perianzio fruttifero discoideo. La su- perficie del frutto, sotto la lente, è molto finamente pun- tulato-scabridula. Seme lobato-cerebriforme. — 308 — Hapirat. — Cuba. L’esemplare tipico di questa specie è il n.° 3219 (senza lettera) delle « Plantae Cubenses Wright- ianae » dell’Erb. di Stockholm. OssERvAZIONI. — Da quanto risulta da Sauvalle « Flora Cubana » sotto il medesimo numero 3219 sono stati distri- buiti 5 diversi esemplari distinti con le Jettere a, 5, c, d, e. In detta « Flora Cubana » i n. 3219*, 32195, 3219° ven- gono riferiti alla TA. parviflora Swartz, e vi si riportano come sinonimi la 7%. Martii Gris. et Wendl. e la Poro- thrinax Pumilio Wendl.; mentre che i n.° 3219° e 3219” ven- gono riferiti alla 7%. argentea. Però tanto nell’ Erbario de Candolle quanto in quello di Stockholm il n.° 3219 ron è accompagnato da alcuna lettera e mentre nell’Er- bario de Candolle detto numero è rappresentato da una Thrinax tipica — quella che io ho distinto col nome di Th. Wendlandiana — nell’Erbario di Stockholm sotto il medesimo numero esiste una Coccothrinax, quella presen- temente descritta. Altri esemplari di Wright portanti il n.° 3219, oltre i due citati, io non ho avuto l’occasione di esaminare. L'esemplare di Coccothrinax Martii da me studiato consì- ste in una sola mezza fronda, ed in due porzioni di spadice; delle quali una in fiore ed una con frutti quasi maturi. Si distingue dalle congeneri per le sue fronde assai pro- fondamente divise in circa 30 segmenti, nitidi e lisci di sopra, distintamente argentei di sotto; per i fiori con pe- rianzio profondamente diviso in 6 larghi denti triangolari o deltoidei; per gli stami in numero di 12 e con filamenti il doppio più lunghi dei denti del perianzio ; ed infine per i frutti, i quali nella parte bassa dei ramoscelli fioriferi sono portati da un pedicello lungo circa 2 mm. e sono quasi sessili nel rimanente. 6. Coccothrinax jucunda Sargent in Bot. Gaz. XXVII (1899), 89. — Thrinax parviflora (non Swartz) Sar- gent, Forest Trees N. Am., Tenth Census U. S. IX — 309 — (1884), 217, et Silva X, 51 t. 510 (excl. ic. fol... — Th. argentea (non Roem. et Sch.) Champman, FI. S. S. edit. 3 (1897), 462. (Omnia Syn. ex Sargent in Bot. Gas. e.) Descrizione. — Tronco alto sino 6-7 m., leggermente ingrossato verso l’alto, di 10-15 cm. di diam. (Sargenti). Fronde con lembo flabellato-orbicolare assai profonda- mente diviso in 40-45 segmenti. Guaina formante un re- ticolo assai rado di fibre sottili; picciolo depresso, ordina- riamente più convesso di sopra che di sotto dove è quasi pianeggiante e con un accenno di superficiale ed ottusa costola lungo il mezzo, largo 12-13 mm., spesso 4 mm., con margini acuti, troncato orizzontalmente e con un orlo all’apice di dietro; ligula semilunare a contorno rotondato formante una cresta rilevata legnosa intiera. Segmenti ri- gidi, sottilmente coriacei, di sopra verdi pallidi, nitidi e poco distintamente striolati sul secco, coperti di sotto da un fitto ed appresso indumento argenteo, cospersi quivi di pun- tolini minutissimi allungati bruni ed inoltre finissimamente e regolarmente, ma non molto nettamente, striati dai nervi ‘.secondarî; margini molto distintamente inspessiti; venule trasverse totalmente obliterate; dai seni in su, per un tratto più o meno lungo, i segmenti, specialmente quelli mediani, sì conservano coi lati paralleli, e solo verso l’alto, da un punto spesso segnato da una superficiale sinuosità in incavo sull’uno e l’altro margine, si assottigliano in una punta acuminata, fessa a 3-8 cm. sotto l’apice in due punte se- condarie acuminato-subulate rigide, spesso curve e diva- ricate come due corna. Spadici allungati con varie infiorazioni parziali sovrap- poste, assai ravvicinate fra di loro; spate primarie cartacee, essucche, bruno-rossastre, striate: le più basse tubulose e fortemente compresse: le superiori guainanti la base delle respettive infiorazioni parziali, tubulose in basso, aperte in alto sul lato ventrale ed ampliate in forma d’orecchio d’asino coi margini intieri e più o meno reticolato-sface- — 310 — lati, bifide o bidentate all'apice, + coperte di indumento furfuraceo biancastro-argenteo detergibile e #- fugace. Le infiorazioni parziali sono lunghe 10-20 cm. con varî ramo- scelli fioriferi, glabre in ogni parte, per lo più arcuato-nu- tanti con una assai lunga parte peduncolare intieramente in- clusa nella respettiva spata: sono provviste esse pure presso la bocca di questa di una spata loro propria, membranacea— jalina, lungamente tubulosa in basso, ampliata infundibu- lare in alto, prolungata in una o talvolta due punte subulate pelose all’apice. I ramoscelli fioriferi sono inseriti irrego- larmente a spirale intorno alla parte assile (più o meno angulosa): essi sono patenti od orizzontali: gli inferiori lunghi 6-7 cm.: i superiori gradatamente più corti, fili- formi, sottili, gracili, a mala pena di 1 mm. di spessore al momento dell’antesi, poi induriti ed il doppio più spessi. Fiori piuttosto radi, inseriti + irregolarmente, alternato— . spirali o sparsi, quasi articolati all'estremità di un pedicello gracile filiforme lungo di solito 1-2 mm., talvolta sino 3-4, il quale nasce all’ascella di una minutissima brattea subu- lata. Perianzio formante una piccola e bassa cupula carnosa con 6 minuti denti subulati ineguali sul margine ; stami di solito a contatto fra di loro per le respettive basi, ri- giduli, subulati, 2-3 volte più lunghi dei denti del pe- rianzio; antere anguste, lunghe 1.3-1.5 mm., torte forte- mente a spirale sul secco, sagittate alla base e quivi a loggie profondamente disgiunte ; ovario riposante sul perianzio ed intieramente eserto da questo, lageneforme, bruscamente contratto in un collo o stilo che subito gradatamente si dilata in uno stigma infundibuliforme; nell'insieme durante l’antesi l’ovario è lungo 2.8-3 mm. ed il corpo eguaglia circa la parte attenuata con lo stigma. Perianzio fruttifero immutato, formante un piccolo ringrosso o cercine tuber- culiforme depresso, articolato al di sopra del pedicello. Frutto sferico, allorchè quasi maturo con un distinto apicolo terminale (resto dello stilo) e con pericarpio nel l'insieme crostaceo sul secco, ma che diventa completamente. carnoso, dolciastro e di quasi 2 mm. di spessore a matu- — 311 — rità. Il frutto maturo ha 9-10 mm. di diametro, è a super- ficie lucida con epicarpio tenuissimo aderente al mesocarpio ed endocarpio ridotto ad una tenuissima membrana. Seme plicato-cerebriforme, sferico, di solito di 5.5-6 mm, di diametro, a superficie chiara opaca, diviso in basso in 3-4 lobi principali ed in alcuni secondarî strettamente comba- cianti fra di loro e quindi formanti altrettante pliche o solchi stretti e profondi sulla superficie del seme; ilo penetrante circa un terzo del seme; rafe intromesso in una delle ripie- gature; l’albume può dirsi omogeneo, non potendosi con- siderare come ruminazione una piccola estensione del tegu- mento del seme di color scuro addossata all’albume; em- brione apicale. Hasrrat. — Sulle scogliere madreporiche della Florida meridionale, da Bay Biscayne, dove è rara (Sargent), ed in varie delle Keys sino alle Isole Marchesi. Apparentemente cresce anche in alcune delle Isole Bahama, però forse è rap- presentata quivi da forme speciali. Io ho visto esemplari delle seguenti località: — Bahia Honda Key, coral soil: Curtiss n.° 2679** (Nell’Erb. di Berlino i soli fiori di detto esemplare sono della C. jucunda, la fronda è della 7Arinax foridana Sargent); del medesimo collettore, Apr. 23, 1896 (Herb. Sargent). — No-name Key, Apr. 22, 1886, Sargent. — Inch Keys, 25 Marzo 1898, Sargent (H. Harvard Univ. e Berol.). — Presso Nassau, N. P. nelle Bahama: Curtiss in West Indian Plants, n.° 102 (Herb. Sargent, de Cand. e Monac.). — Hog Island (Bahama): Eggers, n.° 4134. (Herb. Krug et Urban in Herb. Berol.). OsseRrvazIONnI. — Sembra specie assai variabile. Gli esem- plari di Bahia Honda Key, Inch Keys e No-name Key sem- brano fra loro identici e possono considerarsi come rappre- sentanti la forma tipica. In una fronda di Inch Keys i segmenti sono 45, di questi i centrali sono uniti fra di loro nella parte centrale sino a circa 15 cm. dalla ligula, misurano da questo punto all'apice 55 cm. e sono larghi — 312 — all'altezza dei seni 23-27 mm.;i più esterni sono più corti, più angusti e più gradatamente ristretti sin dal seno che rimane molto vicino alla ligula. I fiori negli esemplari di Bahia Honda Key sono portati da un pedicello lungo 1-2 mm. e hanno 9 stami; i frutti sono di 9 mm. di diam. ed il seme è di 5.5 mm. di diam. L’esemplare n.° 102 di Curtiss delle Bahama ha dei fram- menti di fronda dai quali si giudica che appartiene ad una pianta più robusta di quelle precedenti, i segmenti cen- trali misurano in lunghezza 80 cm. ed all’altezza dei seni, che rimangono a 35-40 cm. dall’apice del picciolo, sono larghi 4 cm. Dal perianzio fruttifero si riconosce che gli stami sono 9. I semi hanno 6 mm. di diam. Nell’ Erb. di Berlino (provenienti dall’ Erb. Krug e Ur- ban) si trovano due numeri (4134 e 3872) di Eggers: « Flora Indiae occid. exs. », che possono riferirsi alla Coc- cothrinax jucunda Sargent, ma che sembrano appartenere a due forme distinte. Il n.° 4184 ha le indicazioni seguenti: « Palma 10' alt., v. Silver top. Gregarie cum 4141. Ins. Bahamenses; Hog. Island. 21. II. 1888 » (esemplare con frutti); i segmenti maggiori sono lunghi circa 40 cm., nella parte centrale sono uniti per il tratto di 10-12 cm., sono larghi in basso 3 cm. e dai seni si ristringono verso l’apice ma con i margini un poco sinuosi. I frutti sono di 8 mm. di diam. ed i semi di 6-6.5 mm. di diam. Nel perianzio fruttifero si trovano i resti di 9 stami. Coccothrinax jucunda v. macrosperma Becc. — Frutti e semi alquanto più grossi che nella forma tipica. Hasrrat. — Fortune Island, Bahama. Eggers n.° 3872 in Herb. Berol. Osservazioni. — Il n.° 3872 di Eggers porta l’etichetta : « 10'-16' alt., v. Silver top. Ins. Bahamenses: Fortune — 313 — Island 5. II, 1888 ». In questo esemplare la fronda è simile a quella del n.° 4134, ma i segmenti cominciano a ristrin- gersi gradatamente subito dal punto di separazione e sono assai distintamente striati; i frutti sono considerevolmente più grandi che nel n.° 4184 ed i semi sono di 8 mm. di diam. Nel perianzio fruttifero si riconoscono 9 stami. Coccothrinax jucunda var. marquesensis Becc. DescRIZIONE. — Fronde esattamente come , descritte per la forma tipica, fortemente argentee di sotto e con nume. rosi puntolini bruni; picciolo piano di sotto, convesso di sopra. Spadice lungo 80 cm. con 5-6 infiorazioni parziali. Fiori portati da pedicelli lunghissimi (4-5 mm.), in alcuni spadici fruttiferi però anche solo 1-2 mm. Infiorazioni par- ziali lunghe 20-25 cm.; ramoscelli fioriferi lunghi sino 10-12 cm.; stami 12 con antere lunghe 1.8-2 mm. Frutto di 11-12 mm. di diam. Seme di 7 mm. di diam. HaBiraT. — Florida: Marquesas Keys, Sargent Nov. 1887 con frutti maturissimi, e 16 Nov. 1898 con frutti meno maturi (Herb. Harvard Univ. e Berol.). In fiore venne rac- colto da John Currie pure nelle Marquesas Keys in Giu- gno 1898 (H. Harvard Univ.). Osservazioni. — Sembra una forma lussureggiante della C. jucunda Sargent. Anche nell’esemplare con frutti si ri- conoscono molto bene i resti di 12 stami nel perianzio. 7. Coccothrinax acuminata Sargent in Bot. Gaz. XXVII (1899) p. 89 (nomen). — Thrinax acuminata Gris. et Wendl.in Plantae Cubenses Wrightianae (1871?) n.° 3966 (nomen) in H. Kew. — Sauvalle: Flora Cu- — 514 — bana (1873) p. 153, n.° 2379. — G. Maza: Nociones ecc. (1893) p. 5LI. DescrIZIONE. — Non vi sono notizie riguardo alle dimen- sioni di questa Palma, ma a giudicare dalle fronde assai grandi sembrerebbe una specie piuttosto robusta. Picciolo all'apice spesso 9 mm., piano di sopra, forte- mente convesso di sotto, terminato di dietro da un piccolo orlo orizzontale ; ligula legnosa durissima semilunare bru- scamente prolungata in una corta punta nel centro, gla- bra, assai espansa ai lati dove sorregge i segmenti più esterni. Lembo °/, orbicolare, radiato-flabellato, composto di circa 40 segmenti, rigido, spessamente cartaceo o sottil- mente coriaceo, verde glabro e subnitente di sopra, cine- reo-subargenteo di sotto in causa di un tenue tomento (que- sto in parte deciduo e formato da tenuissimi peli appressi) e per di più cosperso ivi di minuti e numerosissimi pun- tolini pallidi in rilievo che rendono leggermente scabrida al tatto detta superficie; i segmenti sono percorsi da numerosi nervi 2' e 3' fra loro poco distinti ineguali e non molto prominenti di sopra e fittamente striato-nervosi di sotto; venule transverse indistinte; i segmenti centrali mi- surano 75 cm. di lunghezza con il seno o punto di sepa- razione a 30-32 cm. dalla ligula: quivi sono larghi 4-4.5 cm.: il punto loro più largo però è a 6-12 cm. al di sopra dei seni, dove giungono sino a 6 cm. di larghezza, per poi bru- scamente ristringersi alquanto in una punta triangolare an- gustissima: questa è gradatamente e regolarmente attenuato— acuminata, dritta, rigida e molto brevemente fessa all'apice; i segmenti laterali sono gradatamente più stretti e più brevi e col seno più profondo; i più esterni sono lunghi 40-50 cm. e larghi 15-25 mm. con i senia soli 4-5 cm. dalla ligula; le costole primarie superiori sono molte acute e rilevate; i seni non sono sporgenti od arcuati in fuori; le costole pri- marie inferiori hanno il dorso piano, largo 0.5 mm., scabri- dulo e forforaceo specialmente presso la base; i segmenti nelle fronde bene svolte rimangono piani e la costola infe- — 315 — riore è rappresentata di sopra da un angusto solco ; i mar- gini sono molto distintamente inspessiti da un nervo che sopra vi scorre. Spadice a quanto sembra assai grande con varie infiora- zioni parziali; di queste quella che ho studiato e che porta giovani frutti, forma una pannocchia pendula lunga 35 cm. assai lassa, a contorno strettamente ovato con varì rami inseriti molto irregolarmente, portata da una parte pedun- culare fortemente arcuato—recurva, lunga questa circa 20 em., subtrigona scavata a doccia dal lato interno, di 4-5 mm. di spessore, provvista in alto di una spata sua propria: que- sta è essucca, sottilmente membranacea, tubulosa in basso, terminata in punta molto acuminata, ciliolata sulla carena dorsale all’apice, del resto glabra; spate primarie anguste, sottilmente coriacee, tubulose in basso, leggermente dila- tate ed aperte in alto dal lato ventrale, finamente striate, brevemente ed ottusamente bidentate all’apice, dove sono + forforacee ma del resto glabre; asse principale dell’infio- razione parziale + angolosa, glabra; ramoscelli fioriferi glabri, indistintamente papillosi sul secco, arcuato-patenti, flessuosi, allo stato fruttifero rigidi, spessi in basso al più 2 mm., leggermente attenuati verso l'estremità, ottusa- mente angolosi, i più bassi lunghi 14-16 cm., i superiori 8-12 cm. ed un poco più sottili; ogni ramoscello nasce dall’ascella di una piccolissima brattea scariosa triangolare acuta od acuminata. Fiori.... Frutti portati da un pedicello orizzontale lungo 3-5 mm. (provvisto questo alla base di una bratteola tenuissima su- bulata lunga circa quanto la metà del pedicello), globoso— turbinati, di 6-7 mm. di diam. (allorchè non perfettamente maturi) a superficie finamente e fittamente granulosa, distin- tamente mucronulati nel vertice, che è pianeggiante o leg- germente depresso sul secco. Seme non visto maturo, ma abbastanza sviluppato per riconoscere con tutta certezza le particolari intrusioni della testa proprie delle Coccothrinax. Il perianzio fruttifero forma una piccola base callosa di- — 316 — scoide di 0.5 mm. di altezza, incavata di sotto, con 5-6 piccoli denti triangolari acuti od acuminati rappresentanti il perianzio; nel perianzio rimangono i resti dei filamenti degli stami, dei quali ne ho potuti riconoscere da 6-9, la- tamente triangolari, molto ineguali, uniti per le basi ed il doppio più lunghi dei denti del perianzio. Hagirar. — Cuba. Raccolta da C. Wright e distribuita col n.° 3966 nelle « Plantae Cubenses Wrightianae ». OssERVAZIONI. — Sembra una specie ben distinta per le sue grandi foglie rigide, argentee di sotto, due terzi orbi- colari con circa 40 segmenti, molto larghi, uniti oltre il terzo inferiore nella parte centrale, col punto più largo a 6-12 cm. al di sopra dei seni e poi bruscamente ristretti e terminati in lunga punta dritta rigida (strettamente triangolare, acuminata), inegualmente striato-nervosi per il lungo di sopra e molto fittamente e finamente striato nervosi e punteggiati di sotto, senza venule transverse. Spadici assai grandi; infiorazioni parziali lunghe da 35 cm.; ramoscelli lunghi 8-16 cm. Frutti molto distintintamente pedicellati, quando non completamente maturi turbinato— apiculati a superficie finamente e fittamente granulata; perianzio fruttifero con 5-6 piccoli denti acuti od acumi- nati; stami 6-9 ineguali a filamenti uniti latamente per una base larga e triangolare. Sembra abbia una certa affinità con la C. Miraguano, ma le fronde hanno un maggiore numero di segmenti, que- sti sono uniti per un più lungo tratto e non hanno il punto dove si trova il seno, sporgente sul piano del lembo. Ha affinità anche con le C' jucunda ed argentea. Non sembra che sia stata sino a qui pubblicata una de- scrizione di questa specie, che da Sargent è stata riferita al suo genere Coccothrinarx pure senza descriverla. % Re r P. AR TORA SIT 3 Dt E 8. Coccothrinax argentea Sargent in Bot. Gaz. XXVII (1899) 89. — Thrinax argentea Loddiges in Desfont. Cat. ed. 3. 31; Roem. et Schult. Syst. veg. VII, 1300; Mart. Hist. nat. Palm. III, 256, t. 103. III. — TA. multiftora Mart. Hist. nat. Palm. III 255. t. 103 I. a. — Th. excelsa Hort., Bot. Mag. t. 7088 ? DescrIzIOone. — Sembra una delle più grandi specie del genere, raggiungendo, da quanto scrive Eggers, sino 12 m. di altezza. Fronde con lembo peltato-radiato, suborbicolare, verde di sopra (opaco sul secco), coperto nella pagina inferiore da un tenue indumento bianco, talvolta assai scarso, che lo rende più o meno argenteo: nelle fronde di pianta adulta e robusta diviso in sino 60 segmenti, i quali nella parte centrale sono uniti sino poco al di sotto della metà (nelle fronde di pianta giovane molto più profondamente). Picciolo molto lungo e gracile, depresso—biconvesso, essendo in sezione transversale in forma di losanga schiacciata, in alto largo 8-10 mm. e spesso 6 mm., con margini acutis- simi, di dietro troncato orizzontalmente e con un orlo un poco prominente all’apice, molto finamente striato per il lungo; ligula glabra sublegnosa, latamente subcordata, pro- lungata nel centro in una punta triangolare acuminata, striata dal lato posteriore; i segmenti maggiori (delle fronde di pianta adulta) misurano sino 1 m. di lunghezza, ed all’al- tezza dei seni sono larghi 8-3.5 cm. e da questo punto grada- tamente si ristringono in una lunga punta acuminatissima, la quale è brevemente fessa all’apice; i segmenti laterali sono gradatamente più stretti, più lungamente acuminati e più profondamente disgiunti, ma anche i più esterni uniti per almeno il tratto di 5-6 cm.; tutti sono assai fittamente e quasi uniformemente striati da numerosissimi nervi se- condarî acuti (più rilevati di sopra che di sotto, ma quivi più fini e più fitti che di sopra) e, come è stato detto, più o meno argentei e senza punteggiature, essendo queste in ogni — 318 — caso assai poco evidenti e coperte dall’ indumento; venule transverse ridotte a dei poco distinti rilievi brevissimi in- terposti fra i nervi secondarî; margini distintamente in- spessiti. Spadici più corti delle fronde, con poche infiorazioni parziali assai ravvicinate; spate primarie cartacee, bruno rossastre o cinnamomee, essucche, finamente striate, fu- gacemente e leggermente cotonose specialmente all’apice, guainanti in basso, ampliate in alto in un lembo in forma d’ orecchio d’asino, + acuminate, aperte sul lato ventrale in alto, coi margini intieri od un poco sfilaccicato—fibrosi; infiorescenze parziali formanti delle pannocchie latamente ovate, lunghe di solito 15-20 cm. con varî ramoscelli fio- riferi inseriti molto irregolarmente intorno all’ asse prin- cipale; i ramoscelli fioriferi sono filiformi, spessi circa 1 mm.: i maggiori, i più bassi, lunghi 8-10 cm.: i supe- riori un poco più corti, portanti spiralmente assai nume- rosi fiori sorretti da un pedicello lungo 1-4 mm. Fiori con perianzio bassamente cupulare, diviso quasi sino in basso in 6 denti stretti subulati; stami usual- mente 9 con filamenti raggianti, rigidi, un terzo od al più il doppio più lunghi dei denti del perianzio, larghi alla base quanto questi, poi subulati; antere lineari, lunghe 2 mm., contorte a spirale, a loggie disgiunte nel terzo inferiore, ot- tuse all'apice; ovario ovato-globoso, assai bruscamente ri. stretto in un collo corto che si dilata in uno stigma infundi- bulare assai largo. Perianzio fruttifero disciforme depresso. Frutti maturi di 9-10 mm. di diam., sferici, nero vio- lescenti, con pericarpio carnoso: quando non ben maturi a superficie finamente corrugata ma senza granulazioni distinte. Seme di 6-7 e di sino 8 mm. di diam., cerebri- forme, a superficie biancastra, con 5-6 pieghe principali longitudinali penetranti sino al centro; embrione esatta- mente apicale. Hapirar. — San Domingo, di dove nell’ Erbario de Can. dolle vi è un esemplare raccolto da Bertero e ricevuto da — 319 — Balbis in 1821, col nome volgare di « Guano ». Nell’ Er- bario di Monaco vi sono varî esemplari, consistenti in fronde di piante giovani ed in una porzione di spadice con fiori, raccolti da Heneken pure in San Domingo. Questa porzione di spadice (di cui un ramoscello è figurato nella Tav. 103, I, della « Hist. nat. Palm. >) ha servito a Mar- tius per stabilirvi la sua 7Arinax multiflora, e della quale sì dice che dagli indigeni è chiamata « Palma Coyau ». In tempi più recenti (1887) è stata ritrovata, pure in San Domingo, da Eggers (Flora Indiae occ. exs n.° 2388 in Herb. Berol., Monac. e de Cand.) nella foresta a 350 m. di altezza presso Lopez nelle vicinanze di Santiago. Heggers indica egualmente il nome volgare di « Guano » per questa Palma. Una fronda esistente nell’ Erb. di Berlino e proveniente da quello di Pietroburgo, raccolta da Jaeger nel 1829 in S. Domingo nel luogo detto « Le Fond des Nègres » a 400 m. di altezza (n.° 353), mi sembra pure riferibile al C. ar- gentea. OsservazionI. — Il nome specifico di argentea nei giar- dini e nelle serre non solo, ma anche da molti autori, è stato applicato a tutte quelle 7Arinax e Coccothrinax che hanno le foglie argentee di sotto. Il primo ad adoperare il nome di 7hrinax argentea è stato Loddiges, ma la prima descrizione è comparsa in Roemer et Schultes (1. c.); difficilmente però da tale de- scrizione si potrebbe riconoscere questa fra le congeneri. In seguito Martius (1. c.) ha più diffusamente descritto detta specie, dando anche la figura del suo seme, che evidente- mente è quella di una Coccotàrinas:, e che può quindi essere anche veramente quello della C. argentea di S. Domingo come è da me intesa, ma che però potrebbe rappresentare anche quello di un’altra specie. È quindi più per verosimiglianza, che per averne la cer- tezza, che considero la Coccothrinar spesso «< vasto agmine campos occupans » in San Domingo e che ivi è stata rac- Ebon e colta anche da antichi collettori, come la tipica 7%. ar- gentea Lodd. Della Th. multiflora di Martius ho visto l’ esemplare ti- pico nell’ Erbario di Monaco e questo è indubbiamente conspecifico con gli esemplari sopra citati di Bertero e con quelli di Eggers. Dovendo quindi scegliere fra il nome specifico di argentea e quello di multifftora ho scelto il primo. Nei giardini e nelle serre la C. argentea è sovente col- tivata con 1 nomi di Th. excelsa e di Th. radiata. Sembra una delle specie più grandi del genere, ma spesso negli erbarî gli esemplari dei fiori e dei frutti sono accompagnati da fronde di pianta giovane. Questo sembra sia il caso anche per gli esemplari di Eggers n.° 2888, i quali hanno delle fronde più piccole di quelle sopra descritte, misu- ranti 50 cm. dalla ligula all’ estremità dei segmenti cen- trali, divisi sino a circa 15 cm. dall’apice del picciolo e larghi 2-2.5 cm. all'altezza dei seni. Anche la consistenza del lembo sembra variare alquanto, alcune fronde, che sembrano di piante che hanno vissuto in luoghi aprici ed asciutti, essendo assai più consistenti e rigide di altre che probabilmente sono di piante cresciute all'ombra. Nelle fronde di pianta giovane i segmenti sono molto più profondamente divisi in basso che non in quelle di pianta adulta. Lo strato di peluria argentea che ricuopre la pagina inferiore è alle volte ridotto ad una grande tenuità e tal- volta quasi obliterato negli individui coltivati in serra. Non ho creduto utile riportare la sinonimia completa di questa specie, perchè come sopra ho enunciato, tutte le Thrinax con foglie argentee di sotto sono state qualificate per Th. argentea. La Coccothrinax argentea è caratterizzata dalle fronde con numerosi segmenti tenuamente argentei di sotto, senza pun- tolini in rilievo; dalla ligula cordato-acuminata; dai seg- menti finamente ed uniformemente striati da nervi secondarî connessi da brevissime venule transverse, quasi puntiformi, per lo più poco distinte ; dai fiori + pedicellati con perian- zio profondamente diviso in 6 denti subulati, con 9 stami a filamenti subulati radianti rigidi poco dissimili dai denti del perianzio e lunghi al più il doppio di questi; dai frutti neri di 6-8 mm. di diametro fortemente plicato-cerebriformi con 5-6 pieghe principali penetranti sino al centro. 9. Coccothrinax Eggersiana Bece. sp. n. Descrizione. — Palma alta circa 5 m. Fronde assai grandi, apparentemente con numerosi seg- menti, molto spessamente cartacee, verdi ed opache di so- pra, più pallide di sotto e con tenuissimo indumento grigio— biancastro poco conspicuo. Picciolo assai lungo, spesso 6 mm. Ligula glabra prolungata ai lati per sorreggere i segmenti più esterni. I segmenti che io ho visto, e che sem- brano di quelli della parte centrale, sono lunghi 63-68 cm. misurati dalla ligula e rimangono liberi a circa 25 cm. da questa: sono larghi all'altezza dei seni 30-35 mm. e subito da questo punto o da circa 10 cm. più in alto, dove spesso si trova un superficiale incavo sopra ognuno dei margini, gradatamente si ristringono in una lunghissima punta bre- vemente bifida all’apice, con le due suddivisioni dritte ed acuminatissime; le costole superiori non sono molto robu- ste ma acute e poco più forti delle inferiori, le quali nella pagina superiore rimangono al livello dei segmenti, che sono perfettamente spianati e striati da numerosi nervi se- condarî uniformi, fini, molto nitidi specialmente sulla fac- cia superiore; le venule traverse sono ben distinte sulle due faccie, sono interposte solo fra i singoli nervi secondarî e quindi cortissime; i margini sono assai conspicuamente inspessiti ed offrono una sinuosità + accentuata al loro terzo inferiore. Spadici apparentemente di grandi dimensioni; spate membranacee, essucche, bruno-giallastre, tubulose in basso, aperte sul lato ventrale nella metà superiore e leggermente 21 — 322 — ampliate in forma d’orecchio d’asino, coi margini intieri od appena lacero-fibrosi, assai prolungate in punta angusta ed acuminata, ma con l’estremo apice ottuso, glabre in basso, leggermente forforaceo-rubiginose in alto, striate per il lungo. Infiorazioni parziali glabre in ogni parte, for- manti lasse pannocchie: quelle da me viste, in piena fiori- tura, lunghe 15-16 cm. con 13-15 rami inseriti irregolar- mente, portate da una parte pedunculare piuttosto breve angoloso-compressa, intieramente inclusa nella respettiva spata primaria ; spate secondarie (speciali ad ogni pannoc- chia) jaline, membranose, del tutto incluse nella spata pri- maria, troncate alla bocca e con due corte punte subulate; i ramoscelli fioriferi nascono dall’ascella di una minutissima brattea jalina, subulata, lunga 3-4 mm.: sono filiformi, flessuosi, non giungenti allo spessore di 1 mm., lunghi 7-8 cm., con i fiori disposti spiralmente in giro, moderatamente fitti e quasi orizzontali. Fiorî quasi sessili sopra un conspicuo tubercoletto che si al. lunga spesso in un corto pedicello, il quale nasce all’ascella di una piccola brattea jalina acuminata; durante l’ antesi i fiori non sembra debbano essere più lunghi di 2 mm. mi- surati dalla base del perianzio all’apice dello stigma ; il perianzio è molto poco profondamente cupulare, con 6 denti membranacei assai grandi triangolari-deltoidei, acuti od acuminati; stami 9 con filamenti subulati rigidi, il doppio più lunghi dei denti del perianzio con le basi poco dila- tate unite in un anello ipogino; antere corte, lunghe 1 mm., auriculato—sagittate alla base perchè a loggie ivi profon- damente disgiunte; ovario liscio, globoso-ovato, attenuato bruscamente in corto collo che si dilata pure assai brusca- mente in uno stigma molto largamente infundibulare. Frutti mancano. Hapirar. — Le Antille: Isola di St. Jan. — Eggers: Flora Ind. occ. exs. n.° 3117, King's hill, 1000' (St. Jan), 26, II, 1887. (Herb. Krug et Urban in Herb. Berol.; il me- desimo n.° nell’Erbario di Copenhagen). — 323 — OsservaziONI. — È molto affine alla 0. martinicaensis, dalla quale si distingue per gli stami con filamenti ra- dianti gracili subulati assai più stretti dei denti del pe- rianzio ed almeno il doppio più lunghi di questi. Non essendo conosciuto il frutto delle C. Eggersiana non è possibile un più esatto confronto con la C. martinicaensis. Coccothrinax Eggersiana var. Sanctae-Crucis Becc. DescrIzIone. — L’infiorazione forma una pannocchia lunga 20 cm., arcuato-recurva nella parte che sporge dalla spata dentro la quale è inclusa tutta la parte pedunculare; i rami, patenti, sono 27, molto irregolarmente inseriti in- torno all’asse e lunghi 7-11 cm. Fiori un poco più lungamente pedicellati che nel n°. 3117 di Eggers, tipo della C. Eggersiana, il loro pedicello essendo lungo da 1-1.5 mm.; il perianzio è diviso in 6 pezzi trian- golari allungati assai grandi acuminati; gli stami sono 9, coi filamenti rigidi poco più lunghi dei denti del perian- zio; antere lunghe 1-1.8 mm.; l’ovario sì ristringe alquanto bruscamente in. collo assai lungo e poi si dilata in ampio stigma infundibulare. Fronde mancano. HaBrraT. — Mi sembra poter riferire a questa specie un esemplare (consistente in una sola infiorazione parziale in piena fioritura) che ho visto nell’Erb. di Copenhagen con l'etichetta: « Alfred Benzon: Kjòbenhavn. E. E. 75-1759. Chamaerops sp.? — St. Croix, 0. E. Benzon ». OsseRvaZIONI. — Si distingue dalla torma tipica (n°. 3117 di Eggers) per i pedicelli dei fiori più allungati, per il pe- rianzio con i denti più grandi, più lungamente triangolari, per i filamenti un poco più corti e per le antere un poco più lunghe e per l’ovario con un collo più lungo; sembra quasi intermedia fra la C. martinicaensis e la C. Eggersiana. — 324 — 10. Coccothrinax martinicaensis Becc. sp. n. DescrIZIONE. — Sembra una delle grandi specie del genere, giudicando dalle fronde, le quali sono flabellato-or- bicolari, con i segmenti più esterni che vengono a chiu- dere il seno basilare ed anche si sovrappongono e misu- ranti circa un metro dalla ligula all’ apice dei segmenti centrali; picciolo biconvesso, lenticolare in sezione tran- sversa, largo 13 mm. spesso 8 mm.; ligula forte, le- gnosa, eretta, quasi ovata prolusgantesi in punta ottusa nella parte centrale, striata internamente. Lembo di consistenza cartacea, non molto rigido, verde ed opaco di sopra, coperto di sotto da un tenue indumento biancastro o grigio-argenteo (che alle volte è assai diradato e quasi obliterato), diviso in circa 70 segmenti: questi nella parte centrale sono uniti sino a circa la metà dell’intiero lembo e nei lati estremi sino ad 8-12 cm. dalla ligula: fittamente striati sulle due faccie ma specialmente suila superiore da nervi secondarî uniformi, i quali sono connessi sulle due faccie da brevissime venule transverse, assai distinte; margini distintamente inspessiti; 1 segmenti centrali al. l'altezza dei seni misurano 3.5-4 cm. di larghezza e da questo punto vanno molto gradatamente ristringendosi in una punta acuminatissima piuttosto flaccida, suddivisa per il tratto di 5-7 cm. in due punte secondarie tenuissime acuminatissime; i segmenti laterali sono gradatamente più angusti e più corti, ed i più esterni raggiungono solo i 30-40 cm. di lunghezza. Spadici apparentemente non molto allungati, con 4-5 in- fiorazioni parziali assai ravvicinate e fortemente recurve durante l’antesi; spate primarie spessamente cartacee, assai lassamente tubulose, troncate obliquamente alla bocca, molto nettamente striate, di color stramineo. Le infiorazioni par- ziali formano delle assai grandi pannocchie recurve lunghe 20-25, cm. portate da una parte peduncolare molto com- pressa, essa pure provvista di una spata propria membra- — 325 — nacea tubulosa assai distinta; pannocchie ovato-allungate, composte di numerosi ramoscelli eretto—patuli, nascenti dall’ascella di una tenuissima brattea lunga al più 4-5 mm.; i ramoscelli sono filiformi, di circa 1 mm. di spessore, con assal numerosi fiori tutto in giro; i ramoscelli più bassi, che sono i maggiori, sono lunghi 8-10 cm. Fiori portati da un pedicello patente o quasi orizzontale lungo 1-3 mm., provvisto di un’angusta bratteola che tal- volta si trova a circa la metà del pedicello. Fiorî molto piccoli, durante l’antesi lunghi 2 mm. o poco più; perian- zio depresso-cupulare con 5-6 relativamente grandi denti triangolari, deltoideo-acuminati, raggianti, e con 8-9 stami, di cui i filamenti sono eretti, brevi, quasi tanto larghi quanto i denti del perianzio e poco più lunghi di questi e giungenti sino a circa la metà dell’ovario ; le antere sono molto piccole, lunghe 0.8 mm., biauriculato-sagittate alla base, essendo le loggie quivi disgiunte ed alquanto diver- genti; ovario ovato-globoso, bruscamente ristretto in collo che si dilata quasi subito in un largo stigma infundibu- lare spesso bilabiato. Frutti relativamente grandi, globoso-depressi, larghi 11-12 mm. ed alti 9 mm., a superficie minutamente gra- nulosa e nera sul secco. Semi globosi, leggermente depressi, 9-10 mm. di diame- tro, con numerose e suddivise ripiegature che lo rendono molto complicatamente lobato-cerebriforme, e molto minu- tamente diviso internamente in piccole porzioni prismatiche che giungono sino al centro del seme. Hasirar. — La Martinica. — Hahn, Plantes de la Mar- tinique n.° 1531. Vallée de St. Pierre, Sept. 1873. (Herb. de Candolle e Berol.). Raccolta pure alla Martinica dal Père Duss (Herb. di Berlino, senza numero). OsservaziIonI. — Mi sembra una specie molto ben di- stinta specialmente per il frutto globoso-depresso e per i suoi semi relativamente grossi con numerose e piccole cir- — 326 — convoluzioni che lo dividono in numerosi tasselli prisma- tici. Si distingue poi anche per i suoi piccoli fiori (che nel disseccare diventano neri) con perianzio diviso in 6 larghi denti deltoideo-acuminati; per gli stami con filamenti poco più lunghi dei denti del perianzio e larghi quasi quanto que- sti e nell’ insieme giungenti a circa la metà dell’ovario ; per le antere piccolissime; per l’ovario globoso-ovato con collo bruscamente dilatato in largo stigma infundibulare. Gli esemplari di Hahn consistono in sole infiorazioni par- ziali con fiori; quelli del Père Duss sono assai più com- pleti, e consistono in una fronda intiera, in uno spadice in fiore ed in frutti maturi staccati. 11. Coccothrinax latifrons Becc. — Thringis latifrons O. F. Cook in Torrey bot. Club, XXVIII (1901) 545; Urban Symb. Ant. (Fl. Portor.) IV (1903) 128. DescrIzIone. — Palma, secondo nota del collettore, alta 15 m. con tronco colonnare, rimoso e con legname molle internamente (Cook). Fronde grandi con lembo apparentemente */, orbicolare flabellato-multifido, misurante dalla ligula all’estremità dei segmenti centrali 80 cm. (1 m. e più, Cook), verde di sopra, molto conspicuamente argenteo-satinato di sotto, portato da un lungo e forte picciolo, che è largo in alto 2 cm., spesso 1 cm., piano di sopra, convesso con angolo ottusissimo di sotto, a superficie finissimamente striata; ligula conspicua, coria- ceo-legnosa eretta sub semilunare con una punta nella parte centrale e molto estesa sui margini per sorreggere i seg- menti più esterni, coperta da denso tomento cinerascente— argenteo detergibile e fugace; posteriormente il picciolo si termina in un orlo poco rilevato perfettamente orizzontale. I segmenti sono numerosi (circa 70) lanceolato-acuminati: quelli centrali divengono liberi a 30-35 cm. dall’apice del picciolo; da tal punto, dove sono larghi 4-5 cm. (gli esterni alquanto meno) vanno gradatamente assottigliandosi — 327 — in punta acuminata fessa per il tratto di 7-8 cm.: nelle fronde bene svolte rimangono piani con la costola di sotto poco rilevata e di sopra rappresentata da un angusto solco superficiale: di consistenza sono papiracei piuttosto spessi ma non molto rigidi, finamente ed uniformemente striati da numerosissimi nervi secondarî: questi tutti presso a poco della medesima forza e distinguibili anche nella pagina infe- riore al di sotto dell’indumento argenteo, fra mezzo al quale non si vedono punteggiature di sorta; venule trasverse nu- merose cortissime, visibili sulle due superficî, connettenti un solo od al più due soli nervi secondarî; margini non fortemente ma distintamente inspessiti. Spadici, a giudicare dalle porzioni esistenti, assai grandi, arcuato—patenti e composti di varie infiorazioni parziali; spate primarie spessamente cartacee, essucche, brune, forte- mente striate, tubulose in basso, aperte e leggermente dila- tate in alto, fibroso—-reticolate e + lacere nell’estremità. Infiorazioni parziali formanti delle pannocchie ovate ar- cuato-recurve portate da una parte peduncolare spessa 5-6 cm., + ottusamente angolosa, + inclusa nella respettiva spata; la pannocchia è lunga 20-25 cm., composta di nu- merosi ramoscelli semplici inseriti molto irregolarmente in- torno all’asse centrale e come questa coperti da un estre- mamente tenue ed aderente tomento papilleforme color tabacco: quelli più bassi sono lunghi 15-18 cm. e spessi alla base 1.5-2 mm. (allorchè portanti i frutti semimaturi): i superiori alquanto più brevi e più sottili, spessi 1-1.5 mm. Fiorî mancano. Frutti (non perfettamente maturi) portati da un pedi- cello lungo circa 3 mm., inserito ad un angolo di 45° e provvisto di una bratteola triangolare acuta, la quale tal- volta si trova situata alla base, spesso alla metà del pe- dicello stesso ed in qualche caso anche più in alto. Dal perianzio fruttifero (che sembra immutato) si rileva che esso forma una piccola e bassa cupula carnosa assai profondamente divisa in 6 denti subulati, fra loro presso a poco eguali. Gli stami sono 12 con filamenti alquanto — 328 — ineguali, uriti fra di loro alla base, subulati, lunghi quanto i denti del perianzio 0 poco più, ma un poco più angusti di questi; ovarî in via di sviluppo terminati dallo stilo che bruscamente si dilata in uno stigma infundibuliforme. Frutti (immaturi) sferici, apiculati, di 4 mm. di diam., cer- tamente però alquanto più grossi allorchè maturi. Seme immaturo con superficie cerebriforme in nulla differente da quello delle altre Coccothrinax. Hasitar — Puerto-Rico. — P. Sintenis: Plantae Por- toricenses N.° 3278. « Palma de sombrero », 15 m. alta. Prope Coamo in Monte Calabaza. 3, XII, 1885. (Herb. Berol.). Osservazione. — È una specie tipica di Coccothrinaz, molto conspicua per le sue grandi fronde a larghi segmenti finamente striati di sopra e bellamente argenteo—satinati di sotto, con venule transverse brevissime. Perianzio con 6 denti subulati. Stami 12 con filamenti subulati poco più lunghi dei denti del perianzio. 12. Coccothrinax barbadensis Becc. — Thrinax barba- densis Loddiges ex Mart. Hist. nat. Palm. III, 257; Kunth, En. plant. III, 254; Walp. Ann. V, 818; Gris. Veg. Carib. n°. 1127 et FI. Brit. W. Ind. 515. DescrIZIone. — È una grande specie con tronco drit- tissimo che può raggiungere l'altezza di sino 15 m.; il diametro del tronco non è indicato. Fronde a quanto sembra relativamente grandi, ma io ne ho vista solo una di pianta giovane, che misura dalla ligula all'apice dei segmenti centrali 35 cm. con 34 seg- menti, con i seni nella parte centrale a 12-14 cm. dalla ligula ed a 5-6 cm. dai lati; la ligula è glabra e con una punta piuttosto acuta nel mezzo e nell’insieme cordiforme; il picciolo è lungo 45 cm. biconvesso con margini acuti, a RE e ai alette alti Vili laine ar n ter è 4 rd4 1) 1% I - Lt DIL A — 329 — largo 5 mm.; il lembo non è molto rigido, cartaceo, gla- berrimo e quasi egualmente verde sopra ambedue le fac- cie, trovandosi solo qualche traccia di peluria argentea nella pagina inferiore; i segmenti sono inoltre finamente striati da numerosi nervi secondarî sottili ma nitidi, i quali sono traversati da brevissime venule transverse : gli uni e le altre egualmente distinti sopra ambedue le faccie; 1 segmenti centrali all'altezza dei seni sono larghi 18-20 mm. e rimangono di questa larghezza per il tratto di 8-9 cm. dopo di che apparisce una assai profonda insenatura dal- l’uno e dall’altro lato e quindi si terminano in una punta gradatamente acuminata, angustamente triangolare, breve- mente fessa all’ apice in due punte dritte subulate; i segmenti laterali sono più stretti, latamente lineari e tutti con una insenatura sui margini, che tanto in questi come nei centrali rimane a 22 cm. dalla ligula; probabilmente però tale conformazione non sarà precisamente quella che si ri- scontrerà nelle fronde più adulte. Spadici apparentemente non molto allungati (forse non più di 50 cm.}, arcuato-nutanti con poche infiorazioni par- ziali (3 in un esemplare). Le spate primarie sono membra- nacee, essucche, color giallastro paglia, finamente striate, glabre in basso, forforaceo-lanuginose in alto, tubulose in basso, dove sono di circa 2 cm. di diam., con quasi tutta la metà superiore aperta sul lato ventrale ed in forma d’orecchio d’asino, coi margini leggermente sfacelato—fila- mentosi, e gradatamente attenuate in punta acuminata con l'apice tomentoso: questo assai fortemente carenato sul dorso. Le infiorazioni parziali formano assai ampie pannoc- chie ovali, lunghe 20-40 cm., composte di numerosi ramo- scelli gradatamente decrescenti ed inseriti con poca rego- larità spiralmente intorno all'asse; la parte pedunculare è = compressa, inclusa quasi intieramente nella spata pri- maria: come inclusa è pure la spata speciale, la quale è molto sottilmente membranacea, strettamente guainante, acutamente bicarinata e terminata in 1-2 punte acumi- nato-subulato-filamentose. I ramoscelli nascono dall’ascella — 330 — di una minutissima brattea jalina subulata, lunga al più 3-4 mm.: essi sono filiformi flessuosi glabri e spessi alla base circa 1 mm., i più bassi, che sono i maggiori, lunghi sino 15-16 cm., con assai numerosi fiori in giro a spirale, por- tati questi da pedicelli inseriti ad un angolo di circa 45°. I pedicelli hanno, talora alla base, talora più in alto od anche verso il mezzo, una angusta bratteola subulata jalina, e sono lunghi 1-3 mm. Fiori al momento dell’antesi misuranti 2 mm. dalla base del perigonio all’estremità dello stigma; il perianzio è bassa- mente cupulare con sei denti triangolari acuti od acumi- nati; stami 12, con filamenti nella parte inclusa nel perianzio uniti per le basi (che sono = allungato-triangolari), fili- formi nella parte eserta ed il doppio più lunghi dei denti del perianzio; antere lineari brevi (lunghe 0.8-1 mm.), smar- ginate all’apice, a loggie brevemente disgiunte in basso. Ovario globoso, ristretto quasi ad un tratto nello stilo, il quale poi si dilata in un ampio stigma infundibulare. Frutti sferici, quando giunti allo stato nel quale comin- cia a diventar polposo il mesocarpio sono di 9 mm. di diam., molto minutamente apiculati, con la superficie molto scura e minutamente granulosa; quando sono perfettamente ma- turi divengono del tutto neri, di 10-11 mm. di diam, con mesocarpio relativamente assai abbondante ed a carne nera e con l’endocarpio che sembra rammollirsi e fondersi col mesocarpio. Il seme del frutto ben maturo è sferico, di 7.5 mm. di diametro, con superficie biancastra e cerebriforme a pieghe profonde e con la superficie fra una piega e l’al- tra fortemente impresso-venosa; ilo puntiforme piccolo ; embrione apicale. Hagirar. — Piccole Antille: Isola Guadalupa. Gli esemplari che io ho descritto si trovano nell’Erbario di Berlino con la seguente etichetta: « Père Duss, herbier de la Guadeloupe et dépendences, n.° 3797. Thrinax: vulgo « Latanier » ou « Palmier è balai ». Elancé, très droit haut de 5-8 m., parfois haut de 12-15 m. Fleurs ode. het. — 331 — rantes, à odeur assez desagréable et forte. Endroits calcaires des Grand-Fonds de la Grande-Terre. Est très souvent cultivé. A l’état de culture il fleurit 2 ou 3 fois dans l’an- née, (1897 ?) ». Osservazioni. — Sembra affine per i suoi piccoli fiori alla C. martinicaensis ed alla C. Eggersiana; si distingue da ambedue per i fiori con 12 stami e dalla martinicaensis poi per i frutti più piccoli, non depressi e per il seme con assai meno circonvoluzioni; in ogni caso sembra più affine alla prima che alla seconda. La C. barbadensis è stata descritta molto brevemente, col nome di autore di Loddiges, da Martius (Hist. nat. Palm. III, p. 257) soltanto dalle foglie di pianta giovanis- sima, le quali non possono servire nè a diagnosticare, nè a riconoscere una specie di Thrinax o di Coccotrhrinar. La Coccothrinax barbadensis in ogni caso perciò non potrebbe essere riconosciuta che dietro il suo luogo di crescita; se io ho quindi identificato la C'occothrinar raccolta dal Padre Duss nell’isola di Guadalupa, e distribuita col n.° 3797, con la C. barbadensis è stato per la supposizione che essa po- tesse essere identica alla Palma congenere crescente nella prossima Barbados: cosa in vero probabile, ma che rimane ancora da dimostrarsi, e ciò tanto più, perchè sembra che anche nelle Piccole Antille dette Palme offrano talvolta forme locali assai ben caratterizzate. Infatti la Coccothrinax che cresce alla Martinica è ben differente da quella della Guadalupa. Per di più io non ho visto esemplari di (oc- cothrinax raccolti precisamente in Barbados; ma speriamo che non mi sia ingannato nella mia supposizione. 13. Coccothrinax alta Becc. — Thrincoma alta O. F. Cook in Bull. Torr. bot. Club, XXVIII (1901), 540, t. 43, 44; Urban, symb. Ant. (F1. Portor.) IV (1903) 128. Descrizione. — Tronco sottile flessibile, esternamente li- sclo, con internodi lunghi 3.5-5 cm., assottigliantesi verso l'alto, lungo sino 11 m., di 9 cm. di diam. alla base e di soli 8-5 all’apice, coronato da una chioma di circa 12 fronde, quelle vecchie cadendo mano mano che cessano di funzio- nare; legno estremamente duro e compatto. Fronde flabellato-suborbicolari, profondamente divise in circa 40 segmenti, i quali nella parte centrale rimangono uniti nel terzo inferiore; essi sono piuttosto rigidi, non per- fettamente spianati ma con le metà tendenti ad accostarsi e quindi profondamente solcati nel mezzo, molto gradata- mente e lungamente acuminati, col punto di maggior lar- ghezza situato a 10 cm., ed anche più, al di sopra dei seni, assai profondamente fessi all’apice in due punte (molto an- guste subulate e rigide), di un verde scuro di sopra e rivestiti di uno strato ceroso quando giovani, con numerosi nervi se- condarî molto approssimati, tutti di eguale forza ed assai distinti, connessi questi da corte ed interrotte venule tra- sverse pochissimo apparenti; di sotto, i segmenti, sono bian- co-argentei in causa di uno strato di peli molto appressi situati nella direzione dei nervi e rimovibili solo per grat- tatura; i margini sono assai inspessiti ; i segmenti centrali sono lunghi (misurati dal picciolo) 62 cm. e larghi 3.6 cm.; guaine assai allungate, lunghe quanto i */, dei piccioli, col tessuto diradato—fibroso dal lato ventrale, glabre esterna- mente; picciolo fortemente appiattito al di sopra della base, in alto assai spesso, con un angolo acuto di sopra e di sotto, in sezione romboidale, lungo (senza la guaina) 75-80 cm.; ligula grande e dura, espansa lateralmente per sorreggere 1 segmenti più esterni, da prima eretta, poi nelle fronde vec- chie facente un angolo retto col lembo. Spadici interfrondali nutanti, quasi della metà più corti dei piccioli, con poche (3-4) infiorazioni parziali arcuato— recurve, composte di varî ramoscelli che sono orizzontali allo stato fruttifero. Frutti brevemente pedicellati. Semi sferici, di 5.5-6 mm. di diam., con 4-5 profonde pie- ghe longitudinali, a superficie grigia opaca; embrione suba- picale. (Descrizione da quella di Cook e dalle tavole citate). — 333 — Hasirat. — Preferisce le creste delle scogliere ed il ci- glio dei precipizî che abbondano nella regione calcarea della parte Nord di Puerto-Rico. Cook ha redatto la sua descrizione sopra esemplari raccolti nella parte inferiore della valle di Arecido lungo la strada Utuado—Arecibo, dove in prossimità cresceva pure la Thrinax praeceps. OsservazioNnI. — Si distinguerebbe dalle altre C'occothr:- nax di Puerto-Rico per il tronco con legname solido inter- namente, liscio e segnato dalle cicatrici delle fronde cadute all’esterno, le foglie vecchie essendo caduche e non rima- nendo lungamente pendenti dal tronco. Questi sarebbero | icaratteri generici della Thrincoma, mentre nelle altre due Coccothrinax, per le quali è stato istituito il genere TAringis, la superficie esterna del tronco sarebbe rimosa, le fronde vecchie persisterebbero lungamente ed il tronco sarebbe molle e quasi midollare internamente. Specie dubbie. 14. Coccothrinax ? laxa Becc. — Thringis lara O. F. Cook in Ball. Torr. bol. Club, XXVIII (1901) 545; Urban, symb. Ant. (Fl. Portor.) IV (1903) 128. DescrIzIone. — È descritta da Cook con un tronco co- lonnare o piuttosto un poco slargato superiormente, alto 3-6 m. e di 12 cm. di diametro, provvisto alla base di un denso ammasso di radici volte in alto. Fronde simili a quelle della Coccothrinax alta, ma con seg- menti più sottili e di consistenza più molle e più flessibili, lunghi 70 cm., larghi 33 mm. con i nervi secondarî sottili e non prominenti sulle due faccie, verdi di sopra, e di un grigio argenteo di sotto. Picciolo largo 13 mm. Ligula larga 10 mm. HaBIraT. — Puerto-Rico. Cook n.° 1041, raccolta sterile a Vega Baja in Decembre 1899. (Non vidi). | i eee — 334 — OsseRvazIONI. — Palma di incerta collezione generica non essendone conosciuti i fiori od i frutti. Cook (l. c.) scrive che in causa della molle consistenza delle sue fronde è adoprata dagli indigeni per farne cap- pelli ed è chiamata « Yaray », nome col quale viene pure conosciuto il Sadal causiarum, che è adoprato per simile scopo. 15. Coccothrinax ? crinita Becc. — Thrinax crinita Gris. et Wendl. in Wright, PI. Cub. n.° 3967 ; Sauvalle El Cub. n-**2380: Descrizione. — Dalle fronde si giudica una Palma di mediocre grandezza. Fronde flabellato-multifide, quasi perfettamente orbicolari ma forse col seno basilare non completamente chiuso, misu- ranti dalla ligula all'apice dei segmenti mediani circa 1 m.; picciolo a sezione transversa romboidale, largo circa 12 mm., spesso 7 mm. in alto, a margini acuti, nella parte più bassa coperto da tomento appresso bianco sericeo, detergibile, e per ultimo glabro ; ligula molto breve, rigida, subsemi- lunare con una punta nel centro, a margine intiero, glabra (nelle fronde vecchie); il picciolo si termina di dietro in un orlo assai rilevato perfettamente orizzontale. I segmenti sono poco più di 40, quelli mediani (in una fronda) misu- rano 3.5-4.5 cm. nel punto più largo, vale a dire 10-15 cm. al di sopra dei seni, da dove molto gradatamente si assot- tigliano in una lunghissima punta rigida, essa stessa lun- gamente subulata, drittissima con l’ estremo apice breve- mente ed indistintamente bifido; i seni (nella parte centrale) rimangono a + 30 cm. dall’apice del picciolo; i segmenti più esterni sono assai più stretti dei centrali ed hanno as- sal più che in questi il seno ravvicinato al picciolo ; la co- stola mediana è angusta, ma assai prominente di sotto, ed è rappresentata di sopra da un angusto ed assai distinto solco; di consistenza, i segmenti, sono rigidamente e spes- — 335 — samente papiracei, di un verde lurido sul secco, di sopra piuttosto nitidi ma distintamente striati da numerosi nervi secondarî fra loro presso a poco eguali: di sotto sono opa- chi, più fittamente e più nitidamente striati che di sopra e di un verde più pallido e quivi apparentemente glabri : sotto la lente si scorgono però quivi coperti di peluria appressa non molto densa e quasi ferruginosa; venule tra- sverse indistinte; margini molto distintamente inspessiti ‘ con tendenza ad arricciolarsi. Il reticolo fibroso ai lati della base del picciolo è abbondantissimo, formato da lunghissime e rigide fibre glabre, sottili, criniformi, pallido—fulvescenti, “parallele e molto accostate fra di loro nella parte più bassa, mentre sono libere, arruffate e ricascanti in alto. Hapirat. — Cuba. — « Plantae Cubenses Wrightianae » n.° 3967 (Herb. Harvard Univ. e Berol.). OsseRvAZIONI. — La posizione generica di questa Palma è dubbia non essendone conosciuti nè i fiori nè i frutti. Sembra avvicinarsi alla C. argentea. Fra le Palme di Cuba a tipo di Thrinax si distingue per le fronde grandi, nelle quali l’indumento biancastro della pagina inferiore è scar- sissimo, non argenteo ma quasi ferruginoso, e che adulte sembrano quasi egualmente verdi sulle due faccie. 16. Coccothrinax sp. O. F. Cook in Mem. Torr. Club, XII (1902) p. 21. Hagrrat. — Isole Bahama: New Providence, Northrop n.° 284. (Non vidi). Genere dubbio. Gen. 15. — Crysophila BI. Rumphia, II (1836) 53, in nota — Coryphae sp. Humb. Bompl. et Kunth, nov. — 336 — Gen. et sp. pl. I, 299 — Coperniciae sp. Wend. in Kerch. Palm. 242 ; Benth. et Hook. fil. gen. pl. III, 928. Palma con tronco gracile alto 2-4 m., inerme. Fronde digitato-multifide, biancastre di sotto; pic- ciolo canaliculato, inerme. Spadice breve, ramoso, lungo 3-4 pollici (10 cm. al più?! — Becc.), con 3-4 spate imbricate, obovate, inermi, esternamente to- mentose. Fiori fittamente spicati, alcuni ermafroditi intermisti ai feminei sul medesimo spadice (o ramo? — Becc.). Fiori ermafroditi (Y 0 pseudo-ermafro- diti — Becc.) con calice tripartito, con segmenti lanceolati eretti appressi; corolla di poco più breve del calice, trifida con segmenti ovati; stami 6 in- clusi, con filamenti brevissimi; antere ovate. Ova- rio abortivo triquetro con stilo triquetro e 3 stigmi più lunghi degli stami. Fiori feminei con calice e corolla come nei maschi, ma privi di stami. Ova- rio triquetro con stilo triquetro e 3 stigmi allun- gati. Frutto globoso, avvolto dal perianzio, di circa mezzo pollice di diametro, glabro, verde, unilocu- lare. Seme subrotondo, esternamente venoso (se- gnato dalle diramazioni del rafe ? — Becc.).. De- scrizione da Humb. e Bonpl. l. c.). Crysophila nana BI. Rumphia, II (1863) 53. — Corypha? nana Humb. Bonpl. et Kunth, 1. c.; Kunth, Enum. pl. III, 237. — Copernicia? nana Mart. Hist. nat. Pala: IIT319; Hasrrar. — Nelle regioni caldissime del Messico meridio- nale, su Monte Cuesta de los Pozuelos fra Acapulco e Masatlan a circa 460 m. di altezza. Fioriva in aprile. (H. e B.). OsseRvazIONI. — Questa Palma rimane tuttora un enigma; ed in verità non ne conosco alcuna altra della tribù delle Corypheae che abbia sul medesimo spadice fiori Y 0 pseudo- ermafroditi accompagnati da fiori esclusivamente feminei. Forse anzi nella descrizione lasciata dai chiarissimi autori per « Spadici » si debbono intendere i suoi rami; perchè si dice: « Spadices ramosi, tri-aut quadri-pollicares, sulcati, hermaphroditi, floribus masculis intermistis et feminei in eadem planta. » Ora non mi so figurare una Palma con tronco alto 2-4 metri (orgyalis vel biorgyalis), che ha lo ‘ spadice avvolto da 3-4 spate e che poi questo al massimo è lungo 3 pollici (= 10 cm.). È quindi probabile che siano i rami dello spadice lunghi 3-4 pollici che portino su di essi fiori J' (pseudo-ermafroditi) e fiori 9 senza rudimenti di stami. Tale struttura sino a qui non è stata riconosciuta in alcuna Coryphea ed è propria delle Areceae e delle C'o- coineae. Nasce quindi il sospetto che la Corypha? nana H. B. et K. sia stata creata con le fronde di una Coryphea e con gli spadici di una Arecea o Cocoinea. Per quel che riguarda le fronde la C.? nana potrebbe forse anche riferirsi ad una Acanthorhiza per le « Frondes digitato— mutifidae, supra virides, subtus albidae »; però non è facile capire quale sia la vera apparenza di un tronco « externe daedaleo-venoso.... venis lignosis daedaleis, pungentibus (ut in Polypodio arboreo) arcte obsitus ». Forse si ha un tronco simile a quello delle Trithrinax con vagine sface- lato-reticolate in fibre rozze, delle quali le apicali rigidis- sime e spiniformi. 22 TNRENEC. E (È distinta con numero in carattere grasso la pagina dove le Specie od i Generi adottati sono dettagliatamente descritti). . Acanthorhiza Wend!., 8, 9, 230, 232, ei 249, 337. — aculeata Wendl., 217, 232, 233, - 235, 237, 240. — arborea Zort., 243, 254. — ? Chuco Drude, 217, 232, 241. — Mocinni Benth. et Hook., 233, 237. — stauracantha Wendl., 233. — Wallisii Wend2l., 232, 242. | — Warscewiezii Wendl., 232, 237, < 240, 241. | Acoelorhaphe Wendl., 6, 10, 107, 108, i 109, 121. — arborescens Becc., 109, 113, 117. — Wrightii Wendi., 109, 112, 113, A 117, 182. 4 | — Wrightii var. novo-geronensis Ne > Bece., 113. a Bactris, 260. — —Brahea Mart., 5, 10, 92, 93, 106, 108, da) 120, 121. «— armata S. Wats., 106, 151, 137, 158, 140. —. calcarata ZLiebm. ex Linden, 106. E calcarea Ziebm. 94, 99, 102, 106. __— conduplicata Linden, 107. — dulcis Liebm. ex Mart., 93, 94, 99, 102, 105, 107, 120. — dulcis (non Mart.) J. Cooper, 107. — dulcis var. montereyensis PBecc., 99. — edulis Wendl., 107. — filamentosa Z/ort., 107, 198. — filifera Zort., 107. — frigida Mort., 94, 107. — glauca ZMort., 107, 132. Brahea lucida ZMort., 107. minima Wendl., 19, 107. nitida André, 99, 102, 105. nobilis Hort., 107. Pimo Bece., 93, 94, 103. Roezlii Linden, 107, 132. salvadorensis Wendl., 95, 94, 105. serrulata Wend?Z., 88, 107. Borassus, 122. Chamaedorea pochutlensis Mart., 236. Chamaerops Linn., 8. ” Chamaethrinax Hookeriana acaulis Mich., 21. arundinacea Smith, 210. oxcelsa Lefroy, bd. glabra Jones, 54. glabra Mill., 21, 24. Histrix Desf., 209. humilis, 26. Hystrix Fras., 209. Mocinni Humb. et Bonpl., 233, 296, 237. Palmetto (non Roem. et Sch.) Lefroy, 54. Palmetto Mich., 32. serrulata Mich., 88. stauracantha MHort., 233, 236. Wendl., 224, 227. Coccothrinax Sargent, 9, 250, 268, 288. acuminata Sarg., 254, 292, 313. alta Becc., 294, 331, 333. argentea Sarg., 254, 255, 293, 316, 317, 319, 320, 335. barbadensis Becc., 254, 294, 328. ? crinita Bece., 254, 294, 334. Coccothrinax Eggersiana Bece, 293, 321, 323, 931. — Eggersiana var. Sanctae-Crucis Becc., 293, 323. — Garberi Sarg., 254, 291, 301. — jucunda Sarg., 292, 308, 312, 316. -— jJjucunda var. macrosperma Bece., 292, 312. — jucunda var. marquesensis Bece., 292, 313. — latifrons Becec., 294, 326. — ?laxa Becc., 294, 333. — Martii Becc., 255, 292, 305, 308. — martinicaensis Becc., 293, 323, 324, 531. — Miraguano Becc., 182, 255, 291, 295, 516. — rigida Becc., 255, 291, 299. — Sancti-Thomae Becc, 291, 303. —_ sp. O. F. Cook, 335. Cocos Romanzoffiana, 26. Colpothrinax Gris. et Wendl., 7, 200, 201. — Wrightii Gris. et Wendl., 203. Copernicia Mart., 6, 10, 105, 140, 141, 142, "143, 200. — alba Morong, 158, 166, 167, 168, 169. — australis Bece., 77,122, 142, 144, 148, 149, 158, 163, 164, 165, 166, 165, 169. — barbadensis ZMort., 182. — Berteroana Bece, 143, 150. — campestris Burm., 182, 224. — cerifera (Arruda) Mart., 77, 141, 142, 143, 145, 149, 150, 152, 158, 164, 165, 166, 167, 168, 169. — Curtissii Becc., 144, 172, 176. — glabrescens Wendl., 144, 170. — hospita Mart., 144, 170, 172, 177. — macroglossa Wendl., 144, 177, 151. — maritima Mart., 182. — Miraguama Mart., 182. — ? nana Mart. 182, 336. — nigra Morong, 158. — ? Pumos Mart., 182. — ? robusta /7. Merrenh., 182. 169. — Sanctae-Martae Bece., 143, — tectorum Marf., 143, 198) 15 1, 158. Ò — Wrightii Gris. et Wendl., 108, 109, 182. Corypha Linn., 4, 10, 141. — cerifera Arruda, 14i, 145. — dulcis Humb. et Kunth, 94. — frigida Moll, 94. — Hystrix Desf., 209. — maritima Humb. et Bonpl., 182. — minor Jacq., 21. 142, 189, 336, 387. — Palmetto Walter, 32. — pumila Walter, 21. 3 — Pumos Humb. et Bonpl., 83, n 85, 182. ; — repens Barthr., 209. — tectorum Humb. et Bonpl., 1 — umbraculifera Jacg., 37. Corypheae, 1, 2, 4, 10. Coryphinae, 2. Crysophila 2/., 9, 142, 335. -- nana BI., 162, 336. Diodosperma Wendl., 214, 215. — Burity Wendl, 297. Erythea S. Watson: 6, 10; 118, È 120, 121, 122, 139, 201 — aculeata Garten FI., 131. — aculeata 7. S. Brand., 122, I 45 — armata S. Watson, TI, 106, 1u ti 119, 122, 131, no — armata var. 119, 122, 136. _ Hrradeza.i Purpus, 119, 180, 151. fo — edulis S. Watson, 107, 119, 120, 121,122, 123, 127, 128, 1 O, 131, 137, 158. Eucorypheae, 4. Euthrinax, 251. STA Ficus, 86. + SSA Hemithrinax 7ook. fil., 9, 224, 243. i, tua “le è Mera! as goa - Hemithrinax compacta ook. fil., 217, N ui 245. 40 Hyphaene, 122. i Inodes O. F. Cook, 10, 12, 20, 74. — Blackburniana 0. F. Cook, 20, 23, 54. — causiarum 0. /. Cook, 20, 71, 73. — glauca Dammer, 71, 73, 74. — Palmetto O. F. Cook, 20, 32. — Rosei O. F. Cook, 20, 83. — Schwarzii O. F. Cook, 20, 39. — texana 0. F. Cook, 20, 78, 80. — uresana 0. F. Cook, 20, 74. — vestita O. F. Cook, 20, 86. . Juniperus bermudana, 58. È: Licuala Thund., 7, 10. Sp — grandis Wenal., 207. SR dWvBr.; 6; 10, 119, 120, 121, 141, 201. -_ idusie, 120. — occidentalis Hort., 94. Nannorhops Wendl., 4, 9. Nerium Oleander, 58. . Oreodoxa, 117. . Phoenix humilis, 26. A . — Spinosa, 26. Pholidocarpus 24/., 6, 10, 273. . Porothrinax Mid, 247, 249, 251, 262. __— Pumilio Drude, 265, 268, 308. —Pritchardia Seem. et Wendl., 184, 200, + 201, 202, 206, 207. — aurea ZMort., 207. _ ——’filamentosa Wendl., 187, 208. | — filifera Linden, 188, 207. | —— ‘Gaudichaudii Wendl., 203, 207. —. grandis Mort., 207. — Hillebrandii Becc., 203. «| — lanigera Bece., 203, — macrocarpa Linden, 207. — Martii Wendl., 203. — Moensi Rev. hort., 207. — nobilis Hort., 207. — pacifica Seem. et Wendl., 202, 207. — pericularum Wend!., 202. — remota Becc., 203. — robusta Zort., 207. _ _— Thurstonii 7. von Muell. et Dr., a 202. bi Pritchardia Vuylstekeana Wend!., 202 207. Wrightii Bece., 202, 203, 207. (subgen.) Washingtonia Dr., 182. Rhapidophyllum Wendl. et Dr., 8, 10, 208, 209, 211. Hystrix Wendl. et Dr., 18, 209. Rhapis Linn., 7. acaulis WiUd., 21. arundinacea Azt., 210. Adans., 5, 9, 10, 11, 12, 13, 17° 20, 61, 65, 74, 76, 77, 78, 84, 85, 86, 87, 250. acaulis Rev. hort., 18. Adansoni Guern., 11, 12, 13, 14, 17, 18, 19, 20, 23, 26, 27, 28, 36, 54, 107. Adansoni (non Guern.) H. Moore, 54. adiantina Raf., 18. Blackburniana G/azebdr., 18, 16, 1%, 19) 20, 38,54, ‘57, 58, 60, 61, 77, 86. caroliniana ZMort., 18, 21. causiarum Bece., 17, 18, 20, 71, 73, 16, 334. coerulescens Hort., 18. columnaris Lodd., 18. domingensis Becce., 15, 18, 49. elata Lodd., 18. Etonia Swingle, 13, 14, 17, 29, 31, 32. florida Becc., 15, 18, 46. Gi: sbreghtii Mort., 18, 36. gigantea Fulch., 18. glabra Sarg., 21. glaucescens Lodd., 18. graminifolia Lodd., 18. guatemalensis Becc., 17, 18, 68, TO. havanensis Lodd., 18. Hystrix Nutt., 18, 210. magdalenae Linden, 19. mauritiaeformis Gris. et Wendl., 15, 18, 61, 67, 217. megacarpa Mort., 19. mexicana Mart., 11, 15, 18, 43, 46, 52, 53, 64, 78, 85. Sabal minima Nutt., 19, 20. — minor Pers., 19, 20. — Mocini Mort., 19, 51, 57. — neglecta Bece., 15, 18, 40. — nitida Zort., 107. — oleracea Lodd., 19. — Palmetto Lodd., 11, 13, 15, 17, 18, 19, 20; «315732; (36,9 38, 39, 40, 46, 51, 81, 86, LL — Palmetto (non Lodd.) Rein., 54. — Palmetto var. bahamensis Bece., tb; 19; *88. — parviflora Becc., 14, 15, 18, 43, 68. — . princeps ZHort., 18, 16, 59, 61. — pumila £Z., 19, 20. — Rosei Bece., 17, 18,20, 54, 83, 84, 85, 182. — Sanfordi Linden, 19. — Schwarzii Becc., 15, 17, 20, 35, 39, 40. — serrulata Roem.et Sch., 10, 19, 88. — uresana Trelease, 17, 18, 20, 74, MASSA, — taurina Lodd., 19, 21. — texana Bece., 17, 18, 20, 78, S1. — umbraculifera Mart., 11, 19, 82, 36, 37, 38, 48, 54, 260. — Woodfordii Lodd., 20. — Yapa Wright, 15, 18, 64, 67, 68, 182. Sabaleae, 2. Sabalinae, 2. Serenoa Hook. fil., 5, 10, 86, 117. — arborescens Sarg., 113, 117. —. serrulata Hook. fil., 19, 87, 88. Teysmannia Resch. et Zoll., 7, 10. Thrinaceae, 9. Thrinax (Linn. f.) Swartz, 9, 24, 243, 244, 247, 249, 250, 251, 254, 260, 262, 268, 286. — aculeata Liebm., 233. — acuminata Gris. et Wendl., 254, 313. — arborea Mort., 243, 254. — argentea Lodd., 268, 308,317, 319, 320. — argentea (non Lodd.) Chapm.,309. Thrinax aurantia Fulch., 254, *i À aurata Mort., 254. ; bahamensis 0. P. Cook, 288. barbadensis Lodd., 182, 254, 328 331. brasiliensis Mart., 217. ? Chuco Mart., 241. ; compacta Gris. el Wendl., 217,24! crinita Gris. et Wendl., 254, 334 Drudei Becc., 252, 269. elegans Zort., 254. elegantissima Mort., 254. excelsa Bot. Mag., 254. excelsa Grîs., 256, 259. excelsa MHort., 317, 320. ferruginea Lodd., 254. floridana Sarg., 251, 262, 282. Garberi Chapm., 254. i gracilis Hort., 254. graminifolia Hort., 254. — Juraguana A. Rich., 255. keyensis Sarg., 252, 255, 27 276, 279, 280, 282. sa maritima Lodd., 255. =; n Martii Gris. et Wendl., 255, 265, di 268, 308. microcarpa Sarg., 253, 276, 97: 279, 280, 282. Miraguama Walp., 255. Miraguano Mart., 255. montana Lodd., 255. Morrisii Wendl., 253, 282, 285. multiflora Mart., 255. multiflora (non Mart.) PI. Cub 269, 270, 271, 317, 319, 32 parviflora Swartz, 249, 261, 255, 260, 261, 262, 265, 268, 308, parviflora (non Su) Sauv,, 265. parviflora (non Sw.) Vasey, 262. È ponceana O. F. Cook, 282. } praoceps 0. F. Cook, 254, 28; 333. pumila Fulch., 255. cp R Pumilio Lodd., 255, 262. punctulata Lecc., 250, 280. radiata Lodd., 254, 255, 288, 32 rigida Gris. et Wendl., 255. stellata Lodd., 255. E. Thrinax texellata Beto; 252, 271. Trithrinax Chuco Walp., 217. DI — tunicata Mort., 94. — mauritiaeformis Marst., 62, 217. e — eralaridizna Becc., 251, 265, —. schizophylla Drude, 216, 227, Bi 267, 268, 308. 230. _ — subgen. Hemithrinax Dr., 243. | Typhlothrinax Becc., 244, 249, 252. Thrincoma O. F. Cook, 288. Washingtonia Wendl., 7, 10, 182, 184, 3 _— alta O. F. Cook, 831. 185, 187, 190, 191, 193, 200. Thringis 0. F. Cook, 288. — filamentosa O. Kuntze, 187. — laxa O. F. Cook, 333. — filifera Wendl., 107, 185, 186, | Trachycarpus Wendl., 8, 10. . 187, 190, 195, 196, 207. Sa Trithrinax Mart., 8, 9, 209, 214, 215, — filifera (non Wendl.) S. Watson, Mg 217, 239, 387. 194. i Qdanthiocoma Drude, 216, 219, — filifera var. microsperma Bece., * 221, 223. 186, 187, 190, 191, 193. “a — aculeata Liebm., 217. — robusta Wend!l., 185, 186, 187, _ — biflabellata Zard.- Rodr., 217, 190; 194% (1967, 197,198, ic 229, 242. L99PY207: _ —. brasiliensis Mart., 216, 217,221, — robusta var. gracilis Parzsh, 187, "CAR 229, 223, 227, 228. 197, 198. |_.— campestris Dr. et Gris., 182, 215, — sonorae Hort., 187, 198, 199. 217, 224, 227, 228. Estratto. dalla WEBBIA di U. MartELLI, Vol. II. Finito di stampare il dì 8 Ottobre 1907. O AA o VA) MOL to Ti ib gl ti ANITA, LIO (1%) ì i UO Ù Î | Nu) LA i pa UA STERNO IV ni PAQURA, RSA, Mu PINO IDA) (i Via gian Ada PIT] Y N AI ui di ni REL oa DETTI Ea PERI. va n Pinoricretizi die