h ^& ' A HARVARD UNIVERSITY. yr/6. LIBRARY OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOGY GIFT OF ^TOvirOuJ- CfUjLO^ -idriCLuL 1 /. / / 3 2044 072 187 685 51 MAR SO 1923 L © LETTERA DEL DOTTORE MAURO RUSCONI AL SIG.R ERNESTO ENRICO WERER PROFESSORE DI ANATOMIA NELLA UNIVERSITÀ' DI LIPSIA SOPRA I VASI LINFATICI DEI RETTILI La scientifica rinomanza se non è legittimamente acquistata, o tardi o tosto va sempre in fumo. Baretti Fr. Leti. Seconda edizione con due tavole PAVIA. Nella Tipografia Fusi e Coinp,0 1847. 5 Trans .toMa9.of0omp.aool. ■ M n^ i**7. m ■sire A A USR ~>OQ'C3'C3-O'ejr0:^- eS-£2'*^3'OS'0-^2'4C3*£S'CS,:3,0 *J7/*ma/t/jtmù ' o weat V i mando un esemplare della mia risposta (1) alle cen- sure che mi furono fatte dal prof. Panizza in una lettera (2) da lui diretta al prof. Alessandrini, e per risparmiarvi la briga di leggerla estesamente vi dirò qui in compendio ciò che la mia risposta contiene. Io discuto due questioni di cui una è fondamentale, e 1' altra secondaria o accessoria, perchè emana dalla prima. Ecco la prima questione. L' o- pera del prof. Panizza sopra i vasi linfatici dei rettili porge essa una idea adequata e precisa della forma, e dell'an- damento di questi vasi, come dice lo stesso Panizza nella sua prefazione?, e ha egli veduti i rami dell'aorta che sono avviluppati nei vasi linfatici? — Per isciogliere questa qui- stione io riporto nelle quattro tavole , che vedrete unite alla mia risposta, varie figure prese dall' opera di Panizza, ed a canto ad esse ho poste altre figure rappresentanti gli stessi oggetti, e copiate dalle mie anatomiche preparazioni iniettate col mio metodo, e in questa guisa dimostro con evidenza, che le tavole annesse all' opera del Panizza rap- presentano vasi linfatici totalmente sformati, e che la loro (1) Riflessioni sopra il sistema linfatico dei rettili, risposta ecc. Pavia nella tipografia Fusi e Gomp. 1845. (2) Sul rapporto tra i vasi linfatici e sanguigni nei rettili. Let- tera ecc. Milano Tipografìa di Giuseppe Chiusi 1844. deformazione dipende dall' uso poco giudizioso che egli ha fatto del mercurio nelle sue iniezioni ; riguardo poi ai ra- mi dell' aorta , cioè all' arterie mesenteriche che sono av- viluppate nei vasi lattei, lo stesso Panizza nella sua lettera ad Alessandrini (p. 47) confessa di non averne fatto cenno nell' opera sua. Sciolta questa prima questione, si domanda • ora se i rami dell' aorta che sono avviluppati nei vasi lat- tei, e che da Panizza non sono stati veduti, siano al con- tatto immediato della linfa. Questa domanda costituisce la questione secondaria, ch'io chiamerei volontieri la que- stione della lana caprina, perchè come dice lo stesso Pa- nizza, non può contribuire gran fatto al progresso della scienza Anatomico- fisiologica ( p. 8). Rispetto a questa questione secondaria Panizza nella sua lettera diretta ad Alessandrini stabilisce come massima ge- nerale , che la linfa non è mai al contatto delle arterie , perchè dalle pareti interne dei vasi linfatici partono qua e colà vari filamenti, i quali si attaccano alle arterie stesse, si espandono e formano intorno intorno ad esse una mem- brana avventizia ( p. 18 della sua lettera) la quale impe- disce il contatto della linfa, io in vece sostengo che questa membrana avventizia involgente le arterie è una chimera, e dimostro coli' aiuto di varie figure prese dal vero, che riguardo alla questione secondaria, non è possibile di sta- bilire un principio che sia applicabile a tutti i rettili, per- chè in alcuni , nelle serpi per via d' esempio , né l' aorta né i suoi rami sono nel lume dei vasi linfatici, ma sono avviluppati da questi vasi come gli intestini sono avvilup- pati nel peritoneo, in altri, come nelle testuggini di mare, 1' aorta trovasi come in un doppio astuccio membranoso e la linfa scorre fra un astuccio e 1' altro, sicché essa non è al contatto dell' aorta, i vasi lattei poi che mettono foce in (juesto doppio astuccio, che è il dotto toracico, formano varie maglie intorno alle vene ed alle arterie mesenteriche; nel ramarro, e nel camaleonte, l'aorta è nel lume del dotto toracico, e quindi al contatto della linfa, finalmente nelle rane non avvi (lutto toracico, ma in quella vece si osserva un' am- pia cisterna, e in questi rettili, non solo l' aorta e le arterie mesenteriche, ma anche molte vene sono al contatto della linfa. Per verità anche il prof. Panizza ammette (p. iA della sua lettera ) che nel ramarro e nel camaleonte la linfa è al contatto immediato dell' aorta, ma riguardo alle rane egli ha stimato conveniente di tacere, probabilmente per la ragione che questi rettili rovesciano totalmente la mas- sima generale eh' egli vorrebbe stabilire ; ora vi farò qui osservare eh' io cinqu anni fa ho promesso a Breschet ( vedi la mia lettera dans les Annales des Sciences Natu- relles 1842) di provargli che le tavole annesse all' opera di Panizza sopra i vasi linfatici dei rettili non meritano alcuna fede, perchè non rappresentano vasi ma stravasa- mene fatti dal mercurio , così che avendo io pubblicato il libro eh' ora vi mando , ho in questa guisa mantenuta la mia parola , anzi ho fatto di più di quello che aveva promesso, perchè nella mia quarta tavola vedrete una figu- ra rappresentante 1' apice del pene canino , e che è presa dall'opera di Panizza Osservazioni antropo-zoototniche' fisio- logiche , nella quale figura vedesi, al dir di Panizza , una finissima relè linfatica , ma questa rete , secondo le mie iniezioni, altro non è che un amasso di piccole vene enor- memente dilatate dal mercurio, di maniera che in questa figura voi avete un saggio dell' altra opera sua qui citata. Ora voglio parlarvi d' un' esperienza da me fatta dopo la pubblicazione della mia risposta, e che ho più e più volte ripetuta. In una rana ho legato il tronco arterioso che 6 nasce dalla base ile! cuore, indi ho fatto una larga ferita a questo viscere, e quando il sangue cessò d' uscire , ho con un cannello succhiato il sangue dalla ferita , ed ho veduto arrivare al cuore il fluido bianco che aveva pre- viamente spinto entro le cisterne linfatiche; avendo osser- vato 1' animale ho trovato che tutte le vene nella vicinan- za del cuore erano piene del fluido iniettato , e qui no- tate che fra queste vene eravi anche quella che nasce dal cuore linfatico anteriore scoperto da Miiller; io ho cercato con ogni possibile diligenza , ma non mi è mai riuscito di trovare una apertura per la quale il fluido iniettato potesse esser passato dalla grande cisterna entro le vene, cosicché presumo che sia passato per endosmosi; non vor- rei però dire che questa maniera di comunicazione sia la naturale. Ho fatto nuove ricerche intorno ai vasi lattei della sa- lamandra, e quantunque mi sia sempre riuscito di iniet- tarli per modo , che le arterie in essi rinchiuse rimanes- sero intorno intorno coperte dalla materia iniettata, tut- tavia , mi pare di aver scorto eh' esse non sono al con- tatto della linfa , non già per cagione della membrana avventizia di cui parla Panizza nella sua lettera ad Ales- sandrini, ma perchè mi sembra d'avere recentemente ve- duto eh' esse non sono nel lume del vaso latteo, ma sol- tanto abbracciate intorno intorno dal vaso stesso, di ma- niera che sopra questo punto ora parlo dubitativamente , e vi dichiaro che non voglio venire a contesa con chic- chessia , perchè è un punto secondario e frivolissimo , e che non distrugge la mia tesi , la quale è che Panizza , allorché ha fatto le sue ricerche sopra i vasi linfatici dei rettili, non ha veduto né la vera forma di questi vasi, nò il loro andamento, nò la loro relazione coi vasi sanguigni. Pavia 20 Febbraio 4847. SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE, (i) TAVOLA I. Figura I. Questa figura, che è più grande del vero, rappresenta i vasi chiliferi della salamandra comune, i quali sono stati disegnati conforme noi gli abbiamo veduti mediante le inie- zioni fatte all'uso nostro, e non col mercurio. r. r. Intestino tenue; i suoi vasi linfatici vedonsi in r fig. 2. k. k. Mesenterio spiegato e tirato da banda; sopra di esso. Vedonsi i vasi lattei i quali convergendo vanno a metter foce nella ci- sterna del chilo (e). e. Cisterna del chilo, la quale è situata alla radice del mesenterio, e fra le due sue lamine; essa è schiacciata, e racchiude in se le arterie mesenteriche, le quali nascono per la massima parte se- paratamente e direttamente dall' aorta , traversono la cisterna , e poscia camminano entro i vasi lattei nei quali esse traspaiono, perchè tanto le pareti di questi vasi, come quelle della cisterna sono sottili e diafane. 1. 1. Prolungamento fusiforme della cisterna , il quale comunica in- feriormente col dutto toracico che trovasi nascosto fra i due reni. x. Mesoretto. b'b'b'b' Arterie che camminano sul mesoretto e si dispergono per il retto intestino ; ognuna di esse è involta in un tronco chili- (1) Affinchè questo sunto abbia ad essere facilmente inteso, io ho stimato, ristampandolo, di aggiungervi due piccole tavole nelle quali ho riportate alcune figure prese dalle quattro tavole che sono annesse alla mia risposta , e riportandole ho procurato di miglio- rarle, per esempio ho ridotta la figura 3. T. I sopra una scala più grande, e nella figura prima ho rappresentato la cisterna del chilo come sta in natura, cioè chiusa e non aperta, e vi ho aggiunto le vene mesenteriche corredate dei loro vasi linfatici. fero , e come quelle del mesenterio . si vedono qui per traspar- enza. n. Rene sinistro. a. a. Piccoli vasi linfatici del retto intestino che danno origine ai tronchi chiliferi b.h.b.b. involgenti le quattro arterie b'6'6'6', i quali tronchi entrano nel prolungameHto fusiforme della cister- na , e poscia uscendo da esso vanno a sboccare nel dutto tora- cico , che qui non si vede perchè è nascosto fra i reni. z. Piccoli vasi linfatici del terzo inferiore del retto intestino , i quali camminano dall'alto al basso, comunicano con i precedenti, e producono il tronco linfatico che avvolge l'arteria (e), che è un ramo dell1 arteria della vescica. y. Vescica dell' urina che è stata recisa e tirata da una banda. p. Arteria iliaca la quale cammina in un solco del rene dello stesso lato , e appena uscita dal rene , manda un grosso tronco (d) che è 1' arteria che si spande nella vescica, ed in parte anche nel terzo inferiore del retto intestino. d. Ramo dei|' arteria iliaca. i. Dutto toracico che è stato reciso ed aperto per breve tratto nella sua parte superiore ed anteriore. m' Aorta che è abbracciata dalla tunica interna del dutto; da que- sta tunica vedonsi partire varie briglie o fili i quali vanno ad attaccarsi alla parete opposta ( vedi fig. 3 T. II. d ). 1. 1, Arterie lombari che appena nate vengon fuori del dutto to- racico. V V Rami linfatici che vengono dai lombi , e si uniscono a due a due; il ramo ascendente si unisce al discendente, e appena uniti in un sol tronco entrano nel dutto toracico. Di queste coppie di tronchi ve n' hanno tante quante sono le vertebre lombari. h. Grosso vaso linfatico che viene dallo stomaco e dalla milza. «. Stomaco che è stato reciso trasversalmente. g. Altro tronco linfatico che viene dallo stomaco e dal fegato. o. Pancreas* t.s. Vasi linfatici del duodeno; essi sboccano nel tronco linfatico (g), e ricevono cammin facendo quelli del pancreas. q.q.q.q. Quattro tronchi linfatici che vengono dagli organi della generazione , e sboccano nella cisterna (e). w. Vena che nasce dal retto intestino, passa fra i due lobi o idue 9 fondi della vescica , si anastomizza con alcune piccole vene del collo della vescica stessa , ed anche con alcuni rami della vena meseraica , riceve in se tutto il sangue refluo della vescica , e va poscia a sboccare nella vena addominale, in alcuni casi diret- tamente, in altri in vece indirettamente: il tronco ed i rami di questa vena sono sempre accompagnati da due vasi linfatici. w. Vena del collo della vescica che è stata recisa ; il tronco di essa vena in questa figura trovasi quasi interamente coperto da quel- la porzione di vescica che sta attaccata al retto intestino , e che noi abbiamo tirata in giù. w' Uno dei molti rami della vena del collo della vescica. Ài tron- chi e rami venosi della vescica orinaria stanno sempre appicciati due vasi linfatici , i quali, allorché 1' arteria si continua nella vena, si continuano anch'essi dalla vena all'arteria, con que- sta differenza però che, passando sopra le arterie, i due vasi lin- fatici formano un vaso solo il quale inviluppa tutta l'arteria, e questo fatto ci induce a credere che la linfa non sia in contatto immediato dell' arteria stessa. A- Vena meseraica che è stata tagliata poco prima di sboccare nella vena addominale; anche questa vena ed i suoi rami son sempre accompagnati da due vasi linfatici, uno a destra, 1' altro a si- nistra, i quali comunicano tratto tratto fra di loro, come si vede in questa figura. f.f. Vena primitiva (1) che serpeggia so pra il lato esterno dell'in- testino tenue ; alcuni suoi rami si anastomizzano con quelli della vena meseraica, il suo tronco sbocca nella vena addominale quando questa è vicinissima ad entrare nel fegato, e vi sbocca in un punto che è dirimpetto a quello della vena meseraica. (1) Io la chiamo vena primitiva, perchè è la prima vena che dppare negli embrioni tanto della salamandra terrestre, come in quelli della salamandra acquaiuola, detta dai naturalisti platicauda o cristata. Carus ha veduto questa vena in una larva della sala- mandra terrestre, e nel suo trattato di Anatomia comparata la ri- guarda come una vena appartenente ai tegumenti, ma io che ho seguito il successivo sviluppo delle salamandre, mi sono assicurato- eli' essa è una vena propria e particolare del tenue intestino. Nelle rane questa vena non esiste. 40 Figura II. Porzione d' intestino tenue della salamandra comune che è stato notabilmnte ingrandito ad oggetto di far vedere la rete formata dai piccoli vasi linfatici che vi serpeggiano sopra. r. Piccoli vasi linfatici i quali, vestendo i rami dell'arteria dell'in- testino, danno origine ai vasi lattei del mesenterio a. a. ibid. 6. b. Due striscie longitudinali che sono formate di piccoli vasi lin- fatici comunicanti con altri vasi ancor più piccoli. a. a. Due tronchi di vasi lattei che camminano fra le lamine del mesenterio. b. Radici e tronco di una vena mesenterica. x.x. Piccoli vasi linfatici del mesenterio che comunicano con i tron- chi involgenti le arterie mesenteriche. Figura. III. Questa figura, come la precedente t rappresenta il sistema chilifero della salamandra comune ; noi l'abbiamo presa dal- l' opera del prof. Panizza (4) e l'abbiamo messa qui a pa- raggio con le nostre, affinchè il lettore imparziale possa vedere e giudicare se quest'anatomico, avendo fatto uso del mercurio per le sue iniezioni, abbia o non abbia consegui- to il fine che si era proposto, quello cioè di porgere agli anatomici un idea adequata e precisa del sistema linfatico dei rettili. Per la spiegazione di questa figura noi ci varre- mo delle parole dello stesso prof. Panizza a cui aggi ugne- remo le nostre osservazioni. i. Intestino, una parte del quale non è stata iniettata. (1) Sopra il sistema linfatico dei rettili. Pavia Tipografia Diz- ioni. 1833. ìì h. Minutissima rete linfatica del tubo intesitnale ; i fili di questa rete, e i vani delle sue maglie., qui non si vedono, perchè il mercurio ha dilatati i vasi per modo che gli uni si trovano ados- sati agli altri, sicché in luogo di una rete si vedono in vece mol- te lineette serpentine nelle quali non si ravvisa nò forma di vasi, né forma di rete, si vede soltanto che quella porzione d'inte- stino che è stata iniettata, è più grossa dell'altra, la qual cosa ci induce a. credere che il mercurio abbia non solo dilatati enor- memente i vasi linfatici , ma sia ben anche passato entro le ve- ne, come spesse volte accade. Confronta o Lettore questa figura con la precedente. 6. Cloaca. g. Maravigliosa rete linfatica della cloaca che si fa tanto più grossa e plessuosa quanto più si avvicina alla parte posteriore, anche qui le maglie della rete non si vedono, né si vedono i tronchi linfatici involgenti le arterie. Confronta o Lettore questa mara- vigliosa rete linfatica con la fig. 1 a. a. b. b. b. m. Mesenterio. Non vi si vedono i piccoli vasi linfatici che comu- nicano con i grossi vasi lattei. Noi volendo evitare la confusio- ne abbiamo rappresentati questi vasi soltanto sopra il mesoretto (x. fig. 1. ) d. Tronchi linfatici derivanti dalla rete intestinale , i quali decor- rendo sul mesenterio , vanno poi a metter foce nella cisterna lin- fatica. In questi tronchi si dovrebbero vedere le arterie mesen- teriche, e sul mesenterio si dovrebbero vedere i vasi bufatici, che camminano ai lati delle vene ; questi vasi mancano perchè da Panizza, durante il corso delle sue ricerche, non sono stati veduti. I. Dutto toracico. Che è stato nella sua parte superiore reciso. e. Cisterna linfatica. Questa cisterna doveva vedersi come schiac- ciata, e di una forma quasi simile a quella di una scure, in que- sta figura in vece la cisterna non si vede punto, perchè il mer- curio, avendo enormemente dilatato il dutto toracico, fu cagione che la cisterna si confondesse col dutto. o. Questo grosso tronco linfatico nel disegno del prof. Panizza è stato contrassegnato da nessuna lettera, verisiniilmente è quel tronco medesimo che nel nostro disegno (fig. 1.) è contraddistin- to dalla lettera (h) e viene dalla milza, e dal lato dello stoma- co che guarda il dutto toracico. 42 n. Milza. t. Tronchi linfatici provenienti dai testicoli che sboccano nella ci- sterna linfatica. Noi nella nostra figura abbiamo omessi quest'or- gani, e siccome una parte del dutto toracico nel disegno di Pa- nizza si vede per trasparenza al di sotto della dupplicatura mem- branosa in cui quest'organi sono avvolti, cosi abbiamo omessa anche la dupplicatura, acciò il dutto toracico avesse a vedersi distintamente : noi accenniamo questa circostanza per non incor- rere la taccia di non aver fatto copiare con fedeltà il disegno originale. s. Stomaco. Nella tavola quinta fig. 14 del prof. Panizza la sala- mandra vedesi tutt' intera , noi abbiamo fatto ricopiare da essa soltanto quella parte che rappresenta il sistema chilifero, e que- sto è il motivo che nella nostra figura, lo stomaco, e il dutto toracico si vedono recisi trasversalmente. TAVOLA IL Figura I. Porzione dell' intestino tenue e corrispondente mesente- rio della rana esculenta notabilmente ingranditi. a. a. Porzione dell' intestino tenue. b. b. b. b. Piccoli tronchi chiliferi, i quali vestono o involgono i tronchi delle piccole arterie dell' intestino. Questi piccoli tronchi chiliferi, che sono formati dal concorso dei minimi vasi linfatici, versono il chilo nel canale chilifero ecce, che seconda il margine concavo dell'intestino, dal qual canale nascono poi i grossi vasi lattei d. d. d. d. che convergendo ed unendosi fra di loro, formano alla radice del mesenterio la ci- sterna, e. in cui sta rinchiuso il tronco dell'arteria mesenterica, f. ed il tronco della vena, g. dello stesso nome: i rami in cui si divide il tronco dell1 arteria mesenterica camminano dentro i grossi vasi lattei d.d.d.d. e giunti nel canale, ecc. comunicano fra di loro per mezzo di lunghi rami o archi anastomotici h.h.h. dai quali procedono i tronchi delle piccole arterie che traver- sono l1 intestino, e dividendosi in molte piccole arteriuzze si di- sperdono entro le sue pareti. d' d' d' Grossi vasi lattei che sono slati recisi. 13 Le vene seguono lo stesso andamento delle arterie ma in senso inverso, e qui dobbiamo notare che gli archi ana- stomosi venosi, p. p. p. al contrario di quello che si os- serva negli altri rettili, sono più lontani dal lembo conca- vo dell' intestino di quello che siano gli archi anastomo- tici arteriosi h.h. per cui i piccoli tronchi venosi f.f.y.f- procedenti direttamente dall' intestino, allorché si uniscono in un sol tronco per poscia sboccare nell' arco venoso p, si trovano come a cavallo dell' arco anastomotico arterio- so, /?, e mentre camminano a traverso l' intestino sono tal- volta accompagnati per breve tratto da due vasi linfatici; dobbiamo inoltre notare che le arterie, mentre camminano ne' grossi vasi lattei d. d. d. d. sono legate alle pareti de vasi stessi da alcune finissime briglie distanti le une dal- l' altre, le vene per lo contrario sono totalmente attaccate alla parete interna dei vasi medesimi; ma nella cisterna si le une che le altre sono soltanto legate insieme da molte briglie, le quali vanno ora da un vaso all' altro, ed ora da una parte all' altra della cisterna. Per evitare la confusione noi abbiamo indicato nel lato destro di questa figura sol- tanto i piccoli tronchi arteriosi procedenti dagli archi ana- stomosi delle arterie, e nel lato sinistro soltanto i piccoli tronchi venosi, che escono dall'intestino, dobbiamo altresì avvertire che il chilo del canale chilifero e. e. e. passa nella cisterna anche per mezzo di molti piccoli vasi , i quali camminano isolatamente fra le due lamine di cui è for- mato il mesenterio, e si vedono fra li spazi triangolari che dividono i grossi vasi lattei l' uno dall' altro , le piccole ve- ne e le piccole arterie che serpeggiano isolatamente sul mesenterio sono state a bello studio omesse. u Figura II. Questa figura che noi abbiamo presa dall' opera di Pa- trizza , ci fa conoscere al dire di questo anatomico i vasi linfatici del tubo intestinale della rana , la ricchezza di questi vasi ed il loro andamento; il Lettore confrontando questa figura con la precedente vedrà di botto la differenza che corre tra 1' una e 1' altra, e questa differenza sarà per lui una nuova e luminosissima prova, che il mercurio per le iniezioni, particolarmente quando trattasi di piccoli ani- mali, non è da usarsi. e. Cisterna del chilo situata alla radice del mesenterio. Questa ci- sterna nel suo stato naturale è schiacciata e liscia, qui per lo contrario appare alquanto grossa e di una superficie ineguale, la ragione di ciò è che le sue interne pareti sono fornite di varj filamenti o briglie ligamentose le quali vanno ad attaccarsi da una parete alla parete opposta, e queste briglie allorché si fa uso del mercurio per le iniezioni impediscono al mercurio stes- so di dilatarla equabilmente, perchè dove si attacca una briglia, ivi la cisterna si dilata meno che altrove, e quindi rimane in quel luogo un1 avvallamento. b. Tasi chiliferi dell'intestino tenue. Sono stati disegnati di fan- tasia. ( vedi la figura precedente ). a. Vasi chiliferi del retto intestino. Sono stati disegnati anch' essi d' immaginazione. ( vedi e. f. fig. 10 della T. l.a annessa alla mia risposta ). Neil' opera di Panizza la rana comune vedesi effiggiata tutta intera, ma noi abbiamo tolto dalla figura da lui por- tata soltanto quella parte che ha relazione col nostro ar- gomento, ossia per dir meglio quella parte che più dell'al- tre serve a dimostrare, ch'egli riguardo alla forma, e par- ticolare andamento de' vasi chiliferi della rana, non che ri- 45 guardo alle loro relazioni con i vasi sanguigni non ha veduto nulla. Figura III. Dutto toracico della salamandra, tagliato in tronco e ingrandito. a) Aorta, ( in rosso ). 6) Tunica interna del dutto che abbraccia 1' aorta. f. Tunica esterna del dutto. p. Spina dorsale. d. Filamenti o briglie ligamentose che dalla parete interna del dutto vanno ad attaccarsi alla parete opposta e sembrano destinate ad impedire una soverchia dilatazione del dutto stesso. In questa figura le due tuniche si vedono separate luna dall' altra, ma il lettore deve con la sua immaginazione av- vicinarle, ed applicarle l'ima sull'altra. Figura IV. Questa figura è stata tolta dall'opera di Panizza ( Osserva- zioni Antropo-zootomiche-fisiologiche) e rappresenta l'a- pice del pene canino, ove si vede la finissima rete lin- fatica p. d(M, noi però non ravisiamo in questa figura una finissima rete composta di maglie irregolari, come sono quelle che vengono formate dai vasi linfatici, ma vi vedia- mo in vece un' informe amasso di vasi attorcigliati fra loro in vari sensi, talché ci sembra d' aver sott' occhio , non una rete, ma un escrescenza, una malattia del pene, che che ne sia però di questa nostra maniera di vedere, dob- biamo qui far osservare, che allorquando per le iniezioni si fa uso del mercurio, accade, non di rado , che questo metallo passa dai vasi linfatici entro le piccole vene, ed 46 allora la superficie della parte iniettata appare coperta dì un guazzabuglio di vasi rilevati dal piano e addossati gli uni agli altri ; X anatomico , che non sospetta di questo accidente, piglia tutti questi vasi per una finissima re- te linfatica disposta in vari strati, si rallegra del felice ri- sultamento della sua iniezione, e facendola ricopiare ed in- cidere a modo suo, ne fa poscia regalo al Pubblico; di così fatti abbagli noi potremmo qui facilmente addurre molt' al- tre prove, ma ce ne astegnamo perchè quelle che abbia- mo portate dovranno, a parer nostro, bastare a rendere gli anatomici diffidenti del mercurio, e indurli a non far uso di questo metallo fuorché con molta cautela ed in pochissimi casi. T.I. V Vaura Httsrent tua- ftjr- 21 7ai>. JT^ '~\ - ' .7/. RliSCO/U de/. A! ftffer-if inr-. t- / ]