Ò : bs NI re 52. sv Ai: (IS sr E È a >> Re CÒ d LI lam I] W 4 LN AN --Z4A\ di ision of Moll IV Sectiona DI ATETEI NZ È N 4A ua VE i DÒ È Pegi, Divigion ot Mollusks Gectiona! library BIBLIOTECA MALACOLOGICA IV. pe Ur SASN MATERIALI PER UNA NALACOSTATICA DI TERRA E DI ACQUA DOLCE DELL'ARGENTINIA MERIDIONALE RALTFSONIA A n (77 y APR 2 7 1989 LIbRANILO PELLEGRINO STROBEL PROFESSORE NELL'UNIVERSITÀ DI PARMA Divigion of Mollusks Sectiono] Library è oozional È Lul Wale n E pi. of Mo. i U.S.A PISA EDITORI DELLA BIBLIOTECA MALACOLOGICA 1874 % Questa Memoria gode dei diritti di proprietà letteraria 2 che le accorda la Legge. ] PREFAZIONE Sino dal Settembre del 1868, descrivendo due nuove forme di molluschi terrestri del- l'Argentinia meridionale (*), prometteva l’ Enu- merazione dei Molluschi terrestri e d'acqua dolce da me osservati in quella contrada, pel quale lavoro stava già disponendo i materiali. Ordi- natili, mi persuasi che una enumerazione di quei molluschi ancorquando accompagnata dalla descrizione delle nuove specie e varietà, dalla indicazione della loro dimora e da annotazioni critiche, avrebbe avuto, allo stato attuale della scienza, un valore, non solamente assai limi- (1) Alcune note di Malacologia Argentina, negli Atti della Società italiana di scienze naturali, vol. XI, pag. 548. DL tato, ma benanco troppo subordinato. Mi decisi quindi, anche a rischio di perdere il diritto di priorità nella denominazione delle nuove specie, di ampliare il campo dell’ opera, corredandola di osservazioni, di confronti e di deduzioni risguardanti la distribuzione geografica di quei molluschi, ossia la loro Statica o disposizione delle loro stazioni, nel senso ampio del ter- mine; e mi vi determinai tanto più facilmente e volentieri, in quanto che avea raccolto ma- teriali anche a questo scopo, e che nelle mie ricerche e ne’ miei studii malacologici ho mirato costantemente a tale meta ('). Il sapere quali e quanti siano stati i motivi per cui appena nel 1871 si trovassero pronti questi materiali per una Malacostatica Argen- tra, s iche allora soltanto poterono venire annunciati nel Bullettino malacologico italia- no (©), e più ancora, il sapere quali furono gli ostacoli che ne ritardarono fin quì la pub- blicazione, ritengo che non possa punto interes- (1) Come lo provano, tra altri lavori, le Notizie malacostatiche sul Trentino. Pavia 1851. (?) Bullettino malacclogico italiano; Pisa, 1871. Anno IV. Fasc. 3.° sare il pubblico malacofilo; e per iscusarmi di questo strano ritardo, basterà che gli faccia presente, come tale indugio avvenisse contro il mio interesse, e, pertanto, contro mia voglia ossia fosse forzato, e come nell’elaborazione in- contrassi un ostacolo quasi insormontabile nella grande scarsezza, per non dire assoluta man- canza di supellettile scientifica, in questa spe- cialità, nel luogo della stabile mia dimora. Tanto è ciò vero, che per poter consultare qualche libro indispensabile, ho dovuto intra- prendere un viaggio all’estero, e che ebbi bisogno di ricorrere a diversi malacologi per procurarmi il necessario ajuto a poter condurre a termine il lavoro. Fra questi mi corre l’ obbligo di nominare innanzi tutti, il dottore E. De Marfens, il quale con gentilezza e con disinteresse impareggia- bili, non solo adoperossi perchè potessi meglio studiare e consultare le raccolte del Museo zoologico della Università di Berlino, del quale è conservatore, ma mi fu benanco largo di notizie, d’informazioni, di schiarimenti. — I malacologi dottori HM. C. Aster in Bamberga “Ma e L. Pfeiffer in Cassella mi resero pure no- tevoli servigi nella determinazione delle specie da me raccolte, e per loro mezzo mi fu in ciò giovevole anche il prof. W. Dunker in Marburgo. A testimoniare pubblicamente la mia riconoscenza, dedicai a ciascuno di loro una nuova forma di molluschi, cioè la Sfe- nogyra Martensi, 11 Planorbis Pfeifferi, e le Hydrobia Kusteri e Dunkeri. — Il dottore C. Gentiluomo in Pisa, redattore del Bullet- tino malacologico Italiano, ed il cav. Luigi De Luchi in Castelguelfo di Parma, il quale sebbene immerso negli affari, seppe ciò non ostante trovare il tempo d’occuparsi di scienza e far abbondante messe d’oggetti naturali du- rante la sua dimora nell’America meridionale, misero con pari cortesia a mia disposizione que’ materiali scientifici, che si riferiscono al- l'argomento da me trattato. Infine, il valente zootomico F. Sordelli, aggiunto presso il civico Museo di storia na- turale in Milano, assunse gentilmente l’incarico di anatomizzare il Vaginulus Bonariensis, e di esporre i resultati della dissezione in una eg “ME memoria illustrata con figure, accuratamente disegnate, Ja quale costituisce un’ importante appendice al mio lavoro. In questo ho seguito l’ordine logico e na- turale di procedere dal noto all’ignoto, dal- l’analisi alla sintesi. Precede una enfroduzione, nella quale si porgono tutte quelle notizie di geografia fisica dell’Argentinia meridionale, che sono neces- sarle per l’intelligenza e pel giusto apprezza- mento dei relativi fatti di Malacostatica. Segue la parte analitica ossia l’enumerazione siste- matica delle specie da me osservate, accom- pagnata dalla descrizione delle nuove forme, da note critiche, dalla indicazione della di- spersione e della dimora delle specie, e delle condizioni geografico-fisiche di questa. A_ com- pletare -possibilmente l’opera serve l'elenco delle specie da altri raccolte nella contrada in questione, e con questo elenco se ne chiude la prima parte. Nella seconda, o sintetica, mentre si passano in rassegna i principali fattori della distribuzione dei molluschi ter- restri e d’acqua dolce e salmastra, si cerca SN to di stabilire 1 rapporti tra le differenti condi- zioni fisiche delle varie parti dell’Argentinia meridionale e la relativa fauna malacologica; ed, infine, si tenta di applicarne 1 resultati alla malacostatica in generale, ossia a conere- tarne le leggi. Come puossi apprendere dal titolo del li- bro, non intendo di dare un lavoro completo. Affinchè potesse riuscire tale, sarebbe stato necessario che avessi potuto a mio bell’agio ed a mia discrezione percorrere il paese, e soffermarmi ovunque lo avessi trovato neces- sario. Ma a ciò mi sarebbe occorso un tempo ben più lungo di quello che mi fu dato d’ im- piegare, ed avrei avuto bisogno di mezzi assai più potenti de’ miei particolare. Non esporrò quì tutte le difficoltà, nè tutti gli ostacoli che doveva incontrare un naturalista nel perlustrare quelle regioni, in parte pochissimo popolate, ed in massima parte ancora affatto deserte. Li ho indicati per esteso nella parte sinora pubblicata della relazione de’ miei viaggi (‘); m’ accontento di accennarli. (1) Viaggi nell’ Argentinia meridionale. Parte I. del vol. I, ossia Dopo la mia partenza da quel paese i mezzi di comunicazione si sono di molto per- fezionati, e migliorate ed estese le vie. Mentre che prima non vi esisteva un palmo di filo elettrico, ora questo vi unisce l'Atlantico col Pacifico ('). Le ferrovie si sono, in quattro direzioni, già alquanto internate nella Pampa, respingendo sempre più verso S. 0. le selvagge tribù indiane, sostituendovi popolazioni agricole ed industriali, e portandovi civiltà, agi, faci- lità di commerci, sicurezza; e se le strade ferrate non vi hanno ancora varcate le Ande, le varcheranno ben presto, ed in due punti, sN. eda. S-0.(*). Chi, in quelle contrade, mi seguirà nelle ricerche, si assumerà dunque un compito ben più facile e comodo e sicuro di quello che a Le Ande, dal passo del Planchon presso la frontiera Indiana austra- le, sino alla Sierra de Mendoza. Parma, 1869. (4) « Dal 26 luglio 1872 in poi si telegrafa dalla capitale del Chilì, attraverso la catena delle Ande, sino alle foci del Rio de la Plata ». BERGHAUS, Chart of the World; 7.8 edizione, Gotha, 1875. (*?) Veggasi in proposito: Moneta P. — Ferrocarril central Argentino desde Cordoba hasta Jujuy.-Ruenos Aires, 1867. Rosetti E. — Perrovia Trasandina. Relazione. Buenos Aires, 1870. me toccò. E di ciò voglia tener conto ch - ticherà e questo lavoro e quelli da venir Moraro, settembre 1873 PER] | P. STRoBEL. CENNI INTORNO ALLA LETTERATURA MALACOLOGICA ARGENTINA Per quanto mi è noto, il primo che facesse cenno di conchiglie terrestri dell’Argentinia, si fu il Davzla nel 1767. Alla pag. 134. num. 166. del I. vol. del suo Catalogue systematique ec. egli indica una /ausse Oreille de Midas di Rio de la Plata, la quale, sia per la descrizione che ne dà, sia perchè, ad illustra- zione della medesima, cita le fig. 21. 23 della tav. 6 del libro I. della Mistoria conchijliorum del Lister, si riconosce tosto essere il Bulinus oblongus Miiller. Il primo mollusco d’ acqua dolce dell’Argentinia venne fatto conoscere nel 1780 dai de Favanne nella terza edizione della Conchyliologie di Argenville. Alla pag. 144 del vol. I. si legge: « La riviere de la Plata « entr’autres coquilles, donne une belle Came d’ une « consistence très-épaisse, couverte d’un épiderme de « couleur olive rayée d’un brun verdatre ». Questa conchiglia avrà, quasi di certo, appartenuto ad una. delle varie specie di Unz0, le quali popolano quel gi- gante tra i fiumi del globo. — XIV — Come appare dalla unita nota di opere malacolo- | giche, ben pochi si sono, fino ad oggi, occupati di proposito, e pochissimi specialmente, della malacolo- gia terrestre e d’acqua dolce dell’Argentinia. Maton, nel 1809, descrisse e figurò sei specie acquatiche del Rio della Plata. Sinora il massimo contingente di specie argentine fu raccolto, determinato, descritto e fisurato da D’ Orbigny nelle opere da lui pubblicate dal 1835 al 1847. Burmeister, nel 1861, indicò alcune poche specie, da lui osservate nelle provincie di Enterios, Santa Fé, Cordova, Mendoza, Tucuman. Nel 1863 de Martens rappresentò per mezzo di un prospetto la distribuzione geografica dei Molluschi ar- gentini di terra e d’acqua dolce e salmastra sinallora conosciuti; ed io ne feci conoscere due nuove forme indigene, e diedi cenno di due specie europee accli- mate in quella contrada. Hidalgo, nel 1370, pubblicò la nota delle specie terrestri in essa raccolte dalla commissione scientifica spagnuola. Infine, nell’anno in corso, comparvero, nel vol. XXI. pag. 49 dei Malako-zoologische Blaetter, alcune Os- servazioni sulla fauna malacologica della repubblica Argentina e sopra alcune nuove Succinee argentine, del dottore Adolfo Doering. Egli vi porge dei det- tagli anatomici delle nuove specie, nonchè delle S. unguis Fér. e labiosa Phil., corredandoli di disegni, e vi figura del pari le conchiglie delle nuove specie. Duolmi di non avere potuto tener conto di questo la- voro nella parte analitica; ma me ne varrò, per quanto sarà possibile, nella parte sintetica. PT A NOTA delle opere citate nella Parte Analitica BurmeistER H. — Reise durch die La Plata-Staaten. Halle, 1861. Davira — Catalogue systematique et raisonné des curiosités de son cabinet. Paris, 1767. D’OrBIany A. — Synopsis terrestrium et fluviatilium Molluscorum, in suo per Americam meridionalem itinere collectoram. In Magasin de Zoologie. Paris, 1855. Voyage dans l’Amérique méridionale. Paris, 1837-1847. Mollusques. Ferussac J. — Histoire générale et particulière des Mollusques terrestres et fluviatiles. Paris, 1819 ec. FrAUENFELD G. — Die Arten der Gattungen Litho- Ilyphus, Paludinella, Assiminia, Hydrobia und Amnicola. In Verhandlungen der zoologisch- botanischen Gesellschaft in Wien. Vol. XIII. Abhandlungen, pag. 193 e 1017. Vienna, 1863. HmaLco G. J. — Catalogue des Coquilles terrestres recueillies par les naturalistes de la Commission scientifique espagnole sur divers points de 1’ Amé- rique méridionale. In Journal de Conchylologie MI de Crosse et Fischer, 3.° série, tome X. page 27. Paris, 1870. Kursrer H. C. — Systematisches Conchylien-Cabinet. Martens E. — Ueber sidbrasilische Land-und Sis- swasser-Mollusken. In Malako zoologische Blaet- er. Cassel, 1868. Maton W. G. — Description of Seven new Species of Testacea. In Zransactions of the Linnean Society. Vol. X. pag. 325. tav. 24. London, 1811. MoercH. 0. A. L. — Catalogus conchyliorum que reliquit Comes A. de Yoldi. Hafniae, 1892-1853. Preirrer L. — Monographia Heliceorum viventium. Vol. V. Lipsiae, 1868. Malako-zcologische Blaetter, Vol. XIV, Cassel. 1807. Novitates conchologicae. Fasc. XXVII. RAMON DE LA SAGRA. — Historia fisica, politica y na- tural de la isla de Cuba. Parte II. Vol. V. Mo- luscos. RosswarssLer E. A. — Iconographie der Land-und Silsswasser-Mollusken. Dresda, 1839, ec. StroBEL P. — Alcune note di Malacologia Argentina. Negli Ai della Società Italiana di scienze natu- rali. Milano, 1868, Vol. XI. pag. 547. ViLLa Ant. et Joh. — Dispositio systematica conchy- liarum terrestrium et fluviatilium collectionis eorum. Mediolani, 1841. INTRODUZIONE INTRODUZIONE Affinchè la statistica malacologica d’ una contrada possa riuscire di qualche vantaggio alla geografia e, per essa, alla filosofia naturale, occorre che 1’ autore della medesima cerchi di rintracciare il nesso che deve esistere tra la fauna malacologica di quella contrada e le condizioni fisiche, presenti e passate, di questa; poi- chè soltanto operando di simile guisa egli potrà riu- scire a rendersi conto delle particolarità caratteristiche di quella fauna e del motivo perchè essa vi si presenta tale quale è. Per ottenere questo intento egli deve, da prima, studiare accuratamente la statica malacologica o Mala- costatica del paese, ossia tutte le particolarità delle sta- zioni delle diverse specie di molluschi; poi passare ai confronti, ed, infine, procedere, da deduzione in de- duzione, all’ ultima sintesi. Ed è ciò appunto che ho tentato in questo saggio di Malacostatica, relativamente ai molluschi terrestri e d’acqua dolce dell’ Argentinia meridionale. A fine di poter comprendere ed apprezzare tutte le particolarità e differenze della statica di questi mol- luschi, conviene possedere le necessarie cognizioni di = SO geografia fisica della contrada in questione. E pertanto mi accingo a porgerle, nella supposizione che pochi lettori di questo libro se le saranno procurate. Rite- nendo, per l’ opposto, che tutti possederanno le rela- tive cognizioni elementari e generali, m’astengo dal. l’occuparmene. Le fonti alle quali attinsi le cognizioni, che non ho potuto procurarmi da me stesso, sono le seguenti: Arcos P. D. Santiago — Plano corogràfico de la Campana Sur de Mendoza. Disegno, prestatomi dal sig. Don Juan Maria Gutierrez, già rettore dell’ Università di Buenos Aires. ArenaLES — Carta di una parte del Chilì e della Repub- blica argentina, fatta a mano, non finita, del pari pre- statami dal sig. Gutierrez. ArrowswtHi John — The provinces of La Plata, the Banda Oriental del Uruguay and Chile, chiefly from M. S. documents communicated by Sir ‘Noodbine Parisa. London, 1839. ! Bracx Adan y Cérlos, y StrutHERS Roberto — Chile. Edimburgo y Valparaiso. Carta senza data. Branco E. — Schizzi relativi al versante orientale delle Ande, dal vulcano del Planchon a quello di Antuco, Bravarp Auguste — Mapa geolégico y topografico de los alrededores de Bahia blanca. Buenos Aires, 1857. Observaciones geologicas sobre diferentes terrenos de transporte en la hoya del Plata. Buenos Aires, 1857, ! Non ho potuto consultare l’opera di Parish: Buenos Aires e le provincie del Rio de la Plata. Monografia de los terrenos marinos terciarios de las cercanias del Parané. Parané, 1858. Burmerster Hermann — Reise durch die La Plata-Staaten. Halle, 1861. Anales del Museo publico de Buenos Aires. Buones Aires, 1864-1869. Carovxti Felipe, De Azua E. y Laspiur S. — El partido de Bahia blanca, informe. Buenos Aires, 1869. Corxaria Emitio — Sui fossili delle Piumpas donati al ci. vico Museo di Milano. Milano, 1872. Darwin Charles. — Naturwissenschaftliche Reisen. Deut- sche Uebersetzung, mit Anmerkungen von E. Dieffen- bach. Braunschweig, 1844. ? D'Orgicny Alcide — Voyage dans l’ Amérique méridionale. Paris, 1337-1847. Géologie. | FoetterLE Franz — Die Geologie von Siid-Amerika. Nelle Mittheilungen ecc. di A. Petermann, Gotha, 1856. Hrusser J. Ch. und CLaraz George — Ensayos de un co- nocimiento geognostico-fisico de la provincia de Buenos Aires. Buenos Aires, 1863. Beitraege zur geognostischen und physikalischen Kenntniss der Provinz Buenos Aires. Nelle DenXschriften der schweiz. naturf. Gesellschaft. Zirich, 1864. (La memoria precedente, edizione tedesca). Essais pour servir è une description physique et géognostique de la province argentine de Buenos-Ayres. II. Les plaines pampéennes. Nei Mémoires de la Soc. Helvét. des sc. nat. Zurich, 1864. ? Sono assai dolente di non aver potuto procurarmi le sue os- servazioni geologiche sulla Sudamerica. > SO = Ueber den Patagonischen Kiistenstrich zwischen dem Rio Colorado und Rio Chubut. Nella Ze:tschrift der Gesellschaft fir Erdkunde zu Berlin, II vol., Ber- lin, 1867. KiepeRt H. — Karte von Chile, nach den Karten von Gay, Pissis und. Gillis. Nella Zeifschrift fir allgemeine Tita kunde, N. F. vol. VI., Berlin, 1857. Mapa de la parte Norueste de la Republica Argentina, < elaborado por la oficina de Ingenieros Nacionales. Fo- tografia. Buenos Aires, 1872. i Mapa nuevo de las provincias que forman la Confederacion Argentina, etc. Paris, 1863. Marty De Moussy V. — Description géographique et sta- | tistique de la Confédération Argentine. Paris, 1860-1864. Moxeta Pompeyo — Informe sobre la prolongacion del ferro- carril central argentino hasta Jujuy. Buenos Aires, 1867. Plano topogréfico del Camino desde Mendoza ha- sta la Cumbre de la Cordillera, con algunos valles adia- centes. Buenos Aires, 1865. — Tuttora inedito, per quanto so. Murnarr M. G. and E. T. — Handbook of the River Plate ec. Buenos Aires, 1869. — Non ne conosco che il I. tomo. PeLLecrIini Carlos — Comision exploradora de Bahia blanca. Nella Revista del Plata, seconda epoca, 1860, Bue- nos Aires. PerEeRMANN À. — Der Rio Negro, von seiner Miindung bis zur Insel Coelechel; nach der Aufnahme von N. De- scalzi, im Iahre 1833, gezeichnet. Nelle sue 12ittheslun- gen ecc. 1856. : Karte von Chile, in zwei Bleettern, nach der Auf- nahme der Landes-Vermessungs-Commission unter Lei- tung von Aimé Pissis. Nelle sue Mittheilungen ecc. 1870. RI Registro grafico de las propiedades rurales de la Provincia de Buenos Aires, construido por el Departamento to- pografico. Buenos Aîres, 1864. Rosetti Emilio — Ferrovia trasandina.... pel passo del Planchon. Buenos Aires, 1870. SreLzxer Alfred — Mittheilungen iber seine Reise durch die Argentinischen Provinzen S. Juan und Mendoza, und die Cordillere zwischen dem 31° und 33° sidlicher Breite. Nel Neues Jahrbuch fir Mineralogie, Geologie und Palaeontologie von Leonhard. Stuttgart, 1873. I OROGRAFIA La massima parte dell’Argentinia meridionale, come appare dall’ annessa carta geografica, viene formata da quella immensa pianura che chiamasi Pampa. Questo nome, d’origine Araucana, veramente non significa altro che pianura, prateria, e viene quindi usato senza riguardo, nè alla estensione del piano di cui trat- tasi, nè alla sua elevatezza sopra il livello del mare; sì che dicesi Pampa anche un altipiano qualsiasi, ma spe- cialmente se erboso ed incolto, come p. e. quello a N. O. di Mendoza, nella Sierra (Catena) de Uspallata (pron. Uspagliata), detto Pampa de Canota.' Ma, geo- graficamente parlando, per Pampa dobbiamo intendere quel piano uniforme, quasi privo di vegetazione arbo- rescente, quell’oceano, ora di terra o di sabbia ed ora di erba, che si estende per una ventina di gradi di la- titudine, dal gran Chaco (pron. Ciaco) a N. alla Pata- gonia verso S., e per oltre dieci gradi di longitudine, dalle Ande ad O. all’Atlantico verso E.°. Trova desso ' Veggasi la Carta nell'angolo N. 0. ? Nello stabilire i limiti, settentrionale ed australe, della Pampa gli autori non vanno d’accordo, sicchè alcuni comprendono in essa anche il territorio boschivo del gran Chaco, il quale, verso N. si estende sino a 21° circa di latitudine S., mentre che altri ne esclu- dono la parte piana a S. del Rio Negro, ossia della Patagonia ci i suoi riscontri nei Llanos (pron. Glianos) dell’ Ame- rica centrale e nelle Savane dell'America settentrionale, nonchè nelle Steppe dell’antico continente. La sola metà australe delia Pampa, quella cioè, posta a S. del Rio Cuarto, fa parte dell’ Argentinia meridionale. La Pampa non è nè perfettamente piana, nè uni- formemente ed insensibilmente inclinata dalle Ande all’ Atlantico; ha invece una superficie ondulata, quà e là interrotta da dune, la quale s’ abbassa a gradi, for- mando, cioè, delle terrazze tanto meno alte sopra il livello dell’ Atlantico, quanto più vicine a questo oceano. Le dassure di questa pianura chiamansi Bajos, e gli avvallamenti, pei quali hanno scolo le acque nell’epoca delle pioggie, diconsi Carnadas (pron. Cagnadas). In que- ste parti più basse del terreno stagnano spesso le acque, formando dei laghi naturali, Lagunas, ove temporarii, ed ove perenni, quì d’acqua dolce, là d’acqua salma- stra, nutriti da sola acqua meteorica, oppure alimen- tati anche da sorgenti sotterranee. Le eminenze o prominenze della Pampa vengono di- stinte col nome di Albardones, Lomas od Altos secondo la minore o maggiore loro altezza. sebbene dessa, quasi fino allo stretto Magellanico, conservi la me- desima costituzione fisica e la stessa fisionomia che ha quella parte della pianura a N. del nominato Rio, che è posta tra esso ed il Rio Colorado. La predetta parte piana della Patagonia raggiunge il 52° di latitudine Sud. Esteso al massimo il significato del voca- bolo Pampa, la lunghezza massima di questa toccherebbe 31 gradi di latitudine. — Questa pianura, come si spiegherà al capo che ha riguardo alla geognosia dell’ Argentinia meridionale, spetta a due distinte formazioni, la Patagonica e la Pampeana; nel senso più ristretto e geologico della voce, si dovrebbe quindi intendere per Pampa la sola sua parte pampeaza, a N, E. — XXVI — La Pampa s’ abbassa da N. a S. in una propor- zione assai minore (6 centimetri per kilometro) che non nella direzione da O. ad E. (metri 1, 10 per kil.), per modo che puossi trascurare affatto il suo pendio da N. a S. Pochissimi de’fiumi che scendono dalle Ande, riescono ad attraversarla, ma perdonsi nella medesima, ciò che prova quanto leggera sia anche la sua inclina- zione da O. ad E.; sì che questo piano può ritenersi quasi orizzontale. ° E, nella stessa guisa che si può trascurare quasi il suo pendio, puossi pure non tener conto delle accen- nate sue ineguaglianze, di poco rilievo, e considerarlo quindi inoltre come una superficie piana. Altrove * già descrissi i diversi scaglioni pei quali ‘ dalle Preande della provincia di Mendoza si discende nella grande Pampa. L’ultimo di essi, ovvero l’ ultima terrazza (meseta), termina nelle antiche rive più o meno scoscese lungo il Rio Paranà ed il Rio de la Plata, e lungo l’ Atlantico. Queste rive, dove sono tagliate a picco, e diconsi più propriamente darrancas, dove, lungo l'Oceano, come tra l’Ensenada ed il capo San Antonio, sono appena indicate da collinette più o meno tra loro distanti, le quali vi segnano la linea quasi scancellata del limite orientale della terrazza in questione, dove, come a Sud del nominato capo sino verso Bahia blanca, ° Mendoza, al piede delle Preande, e quindi al iimite occiden- tale della Pampa, trovasi a circa 770 m. sopra il livello dell’At- lantico. i * Viaggi nell’ Argentinia meridionale, Vol. I. Le Ande. Parma, 1369. Fasc. 1. pag. 5. Gita dal passo del Planchon a San Rafael. Milano 1866. Negli Atti della Soc. Ital. di scienze nat. Vol. IX. pag. 346. i MI = vengono occultate dalle sabbie di recenti dune, e dove, infine, come a Nord di Bahia blanca e tra il Rio Colo- rado ed il R. Negro, il declive loro fu reso soave per l’erosione. Per alcuni tratti le sponde dell’ ultima ter- razza della Pampa sono lambite dai nominati fiumi, Paranà e de la Plata, o dal detto oceano, per altri, come per lo più lungo que’ fiumi, e, lungo il mare, segna- tamente alla Bahia de Samborombon, a Bahia blanca, ed a Sud di questa sino a Patagones È, poi al Puerto de San Antonio, trovansi a certa distanza dalle acque. Il terreno steso al piede di questa terrazza è assai basso e, nella massima parte, paludoso, esposto es- sendo alle inondazioni nelle piene dei detti fiumi e nelle alte maree dell’ Atlantico. — Varia è l’ altezza dello sca- glione in discorso; è massima intorno a Bahia blanca (di 50 metri circa), minore lungo i nominati fiumi (di 20 metri circa). Il piano suo non è orizzontale, ma leg- germente inclinato da Ovest ad Est. Il principale avval- lamento di questa terrazza, come appare dall’ esposto, trovasi tra l’ Ensenada ed il capo Corrientes, ed è per- corso dal Rio Salado. Dal capo Corrientes sino a Bahia blanca e Patagones, e più verso Sud ancora, il suo suolo si. mantiene alquanto elevato, per cui i fiumi e torrenti che lo solcano, si sono, in generale, scavato in esso un letto piuttosto profondo, come per esempio i Rii Quequen (Chechen) grande, Quequen Salado, Colorado, Negro e quelli della Patagonia, mentre che, all'opposto, la loro foce viene attraversata da sbarre. Il Sauce ((Sausse) grande ed il Naposta grande, per rispetto alla profondità del loro ° In questo tratto, da Bahia blanca a Patagones, la fronte (l’alzato) dello scaglione dista da 4 ad 8 kilometri circa dall’Atlantico, —RRIVITO alveo, stanno tra essi ed il nominato Rio Salado. La parte S. O. della Pampa, appartenente alla formazione Pa- tasoniana, come mostrerò in seguito, è più alta della parte N. E., la quale spetta alla posteriore formazione Pampeana; e la prima può quindi chiamarsi un alti- piano. Perciò le valli di erosione che in esso formarono i fiumi, quali il Rio Colorado ed il Rio Negro, sono assai profonde, e le antiche rive di questi, s'inalzano a barrancas. La vallata del Rio Colorado, a 120 kilometri circa dalla foce di questo, si restringe notevolmente, e più in su, verso le sue sorgenti, riducesi allo stretto canale, che le acque del rio sonosi scavate nell’ altipiano patagonico. La valle del R. Negro ha una larghezza molto variabile, ora di una diecina di kilometri ed ora, d’ un centinaio di metri soltanto. Il limite orientale della penultima terrazza della parte N. E. della Pampa è quà e là indicato da antiche dune, médanos. Una quantità di tali dune un po’ irre- golarmente disposte, conosciuta sotto il nome di Cer- rillada (pron. Serrigliada) ossia gruppo di collinette (alte pochi metri), incontrasi lungo il corso superiore del R. Salado. Una serie loro, partendo dai laghi che quel fiume forma alle sue origini, oppure dalla setten- trionale provincia di Cordova, secondo alcuni, si dirige da N. O., a S. E., seguendo, da prima, la sponda si- nistra, e poi, la destra del fiume, e porta il nome di Cordiliera (pron. Cordigliera) de médanos, ossia catena o cordone di dune. Le colline, segnate nella carta geologica di d’ Crbisny tra la Sierra Pilla (Piglia) Huinco e la Sierra de la Tinta, in direzione da S. O. a N. E., sembrano essere del pari delle antiche dune. A 25 miglia inglesi, o 40 kilometri circa dal Rio Colo- = RR rado, verso Nord, incontrò Darwin® un altro cordone di dune, diretto da E. ad O. e largo otto miglia circa il quale in un'epoca anteriore formava probabilmente, secondo il celebre scienziato, le rive di un gran seno di mare, ove ora scorre il detto Rio Colorado. — Pare dunque che il margine del penultimo scaglione della Pampa, indicato dalle accennate serie di dune, descri- vesse un semicerchio simile a quello che l’ ultimo sca- lino forma lungo le spiagge dell’ Atlantico. Le dune sin qui ricordate, come in generale tutte le dune antiche, non si distinguono dalle attuali se non forse perchè, essendo, quasi sempre, coperte da ve- getazione, resistono ed ai venti, ed alle tempeste, sono fisse. Dune di recente formazione incontransi lungo tutto quasi il lido dell’ Atlantico, dal capo San Antonio a Bahia blanca. Questo cordone di dune litorali non è interrotto che brevemente al capo Corrientes, tra l’ Ar- royo (pron. Arrogio) de Santa Helena e l’ Arrovo del Durazno (del pesco), poichè ivi l'altezza della darranca si oppone alla loro formazione. Ma siccome tra le condi- zioni indispensabili per l’accumulamento di dune lito- rali evvi quella che la spiaggia sia, non soltanto bassa, ma benanco, e sopra tutto, sabbiosa, così non ve ne sono punto tra il nominato capo S. Antonio e la set- tentrionale Punta de Piedras, ove il terreno è paludoso, come sappiamo. Nè meno se ne formarono a N. della detta Punta, e nè manco ne esistono dal Médano de Romero, a ponente dell’ Isla Verde, presso Bahia blan- * Dirwin Ch. — Naturwissenschafiliche Reisen. Deutsch von E. Dieffenbach. Braunschweig, 1844. I. pagina 85. I DSS = ca, sino all’ australe Rio Colorado. Se ne incontrano in- vece a Sud di questo fiume, tra la sua foce e quella poco profonda (Barra) del Rio Negro, indi alla Bahia de San Antonio. — La massima larghezza di questo cor- done litorale è di 4 kilometri circa, ed esso la raggiunge presso la laguna Mar Chiquita (Cichita) e lungo quasi tutta la spiaggia tra il detto Arroyo del Durazno ed il Monte hermoso (formoso) all’ entrata nel golfo di Bahia blanca. — In senerale sì può dire che l’ altezza delle dune è tanto maggiore quanto più le sabbie del lido sono grossolane. Essa però, come è naturale, non è costante per la medesima duna, ma può variare di tempo in tempo, finchè non ne siano fissate le sabbie. La duna più alta che si conosca lungo il litorale in. discorso, si è quella nota sotto il nome di IMédano blanco, la di cui elevatezza sopra il livello dell’ Atlan- tico fu calcolata, nel 1861, di 60 metri circa.’ Allo sbocco dei maggiori torrenti le dune del litorale, ordina- riamente, diminuiscono di altezza. In alcune rare loca- lità, ove le dune sono alquanto alte, e particolarmente presso l’ anzi nominato Médano blanco, sorgono dietro al cordone litorale, sopra una zona di alcune leghe * di larghezza, numerose piccole dune, alte 1 o 2 metri circa. In paese chiamansi Medanitos , ossia piccole dune. Le dune attuali non sono proprie soltanto delle spiaggie marine, se ne incontrano anche nell’ interno ° Heusser J. C. et. Claraz G. — Essais pour servir è une de- scription physique et géognostique de la province de Buenos-Ayres. Zurich, 1864, pag, 100 (Mém. de la Soc. Helvétique des Sc. Nat.). ° La legua argentina corrisponde a 4330 metri; e 26 leguas circa equivalgono ad un grado. La legua spagnuola, invece, è di 5196 metri. aid 0) dell’ Argentinia; ma quivi sono meno alte, in media da 2 a 10 metri. Cuoprono talora grandi superficie e sono comuni nella parte S. O., sabbiosa o Patagoniana, ca- ratterizzata da una meschina vegetazione arborea, ad arbusti disseminati e quasi isolati, alla quale contrada potrebbesi anche dare il nome di Pampa cespugliosa. Incontransi le dune in discorso, sopra tutto, vicino agli ultimi scaglioni orientali delle Ande, nella provincia di Mendoza, ove, per la scarsità di piogge e di acque, il suolo essendo arido e quasi privo di vegetazione erbacea i venti hanno piena libertà d’ agire sull’arena del medesimo. La direzione di queste dune è, per lo più, da Nord a Sud, segue cioè quella delle Ande. Il vento ne modifica i contorni e le trasporta benanco, finchè qualche arbusto o qualche altra pianta, come per esempio la Cortadera, Gynerium Neesiù Meyen, rie- scono a fissarle. — Nella parte N. E. della Pampa, appar- tenente alla formazione Pampeana, ove il terreno argil- loso è fissato dal folto tapetto delle Graminacee, ed ove gli arbusti e gli alberi, quà e colà, si riuniscono in boschi, non ponno formarsi attualmente delle dune. In alcune località le dune litorali.compongono dei cor- doni circolari o semicircolari, formando così delle con- cavità, nel mezzo delle quali radunandosi, l’acqua meteorica da origine a delle /agunas. Queste riescono poi a fissare le dune stesse per mezzo delle radici delle piante di cui favoriscono la vegetazione. In tale carat- teristico modo si grupparono anche molte antiche dune lungo il Rio Salado, Pei modi accennati le dune hanno esercitato ed esercitano tuttora una notevole azione modificatrice sulla configurazione della superficie. della Pampa e PSI sulla sua idrografia. Le dune litorali concorrono inoltre a modificare le coste, contribuendo ad aumentare ed alzare la terraferma, sia col formare delle barriere contro i flutti, sia coll’ alzare il suolo, poichè i venti spazzando continuamente il dorso di dette dune, ne gettano le sabbie verso l’ interno. Esse stesse però non s’internano di molto nella terraferma, come abbiamo veduto. — Però non solamente le dune concorrono ad accrescere la terraferma lungo le coste dell’ Atlantico, ma vi contribuiscono benanco alcuni fiumi, come mo- strerò nel capo relativo all’ Idroorafia. Ai confini N. E. dell’ Argentinia meridionale sì esten- de una grande pianura, il suolo della quale è fisica- mente ben diverso da quello della Pampa. Essa, tro- vandosi tra due fiumi, il Paranà e 1 Uruguay, ebbe il nome di Mesopotamia Argentina o platense. Sul suo limite verso la Pampa viene intersecata da numerosi rami del Paranà, che la suddividono in tante isole, le quali, dopo una piena, facilmente cangiano di forma e variano di numero. Verso il N. E. il terreno elevasi, formando delle prominenze, le quali però, salvo nel settentrionale territorio delle Missioni, non oltrepassano gli 80 metri circa di altezza. Le Montagne dell’Argentinia meridionale spettano a tre diversi sistemi, sì geologici che geografici od oro- grafici. Forman gruppi ben distinti e separati l’ uno dall altro; taluno sorge benanco del tutto isolato. AZ Nella grande Pampa o pianura di quella parte del territorio argentino della quale ci occupiamo, non s’in- contrano che poche prominenze che meritino il nome di montagne. Esse si elevano a S. E. dalla più bassa od ultima delle terrazze pampeane come isole in mezzo ad un oceano, e compongono due catene, le quali seguono direzione pressochè parallela, da S. E. a N. O., e presentano il versante più scosceso verso N. E., men- tre che, verso S. O., s'abbassano invece dolcemente. — La catena più meridionale, lunga duecento kilometri circa, dal suo monte più alto, s’ ebbe il nome di Sterra de la Ventana. L'ultimo scaglione della Pampa forma, verso Sud, la base della catena, alla quale si ascende gradatamente, appunto pel piano obliquo di esso sca- glione. Si compone di quattro gruppi di montagne, i quali si succedono, da levante a tramonto, nell’ or- dine seguente: Sierra Pilla Huinco, S. de la Ventana, S. de Curamalal o Curamalan e S. de Guamini. Se- condo Martin de Moussy° la S. de Curamalal non sa- rebbe formata che da alcune ondulazioni del terreno, le quali congiungerebbero la S. de la Ventana con quella di Guamini. — La catena più settentrionale porta il nome di Sterra del Tandil, dal monte più alto che ne costitui- sce il nucleo, e si compone, progredendo per 800 kilome- tri circa dall’ Atlantico verso O. N. O., dei seguenti gruppi di monti: S. del Volcan, S. del Tandil, S. de la Tinta, S. Tapalquen (Zapalchen) e S. de Quillalanquen (Chi- glialanchen). Questa catena, per la forma, può essere paragonata, specialmente da chi le si avvicina venendo ° Martin De Moussy V. — Description géographique et sta- tistique de la Confédération Argentine. Paris, 1860. I. pag.’ 286. StropeL, Mat. per una Malac. Avg. — Introduzione. III — XXXIV — da N. E., ossia dal lato più scosceso, ad un muraglione rovinato, con conì di dejezione dei marteriali caduti, e con aperture (Vuullan) formate da valli trasversali; non forma invece alcuna vallata principale. Essa incomincia quale catena semplice al Capo Corrientes, si scompone poi, a circa 30 kilometri dalla costa, alla S. del Volcan, in parecchie catene minori, le quali si scostano gradata- mente sempre di più l’ una dall’altra sino al Tandil, ove la loro sezione, da N. E. a S. O., tra Tandil e la S. de la Tinta, raggiunge la massima larghezza, di una ventina di kilometri circa; di là le singole catene secondarie si accostano di nuovo alla catena principale, e si riuni- scono completamente in una sola catena nella S. Ta- palquen.” In continuazione a questa montagna, verso O. N. O., veggo indicato nella carta del dipartimento topografico di Buenos Aires * un gruppo di monticelli col nome di S. Quillalanquen. Heusser e Claraz * in- ‘Il nome di Volcan non indica già, come potrebbesi ritenere erroneamente, che il monte in discorso sia d'origine vulcanica, deriva invece dalla parola indiana Vuulkan, la quale significa apertura porta, ed il monte ebbe questa denominazione, perchè una. larga apertura, a suolo piano, separa questo gruppo montuoso da quello del Tandil. Del nome di questo monte oggidì non si conosce più il significato. Le parole Sierra de la Tinta non sono che le voci indiane Colon-Mauhuida, montagna del colore, tradotte in ispagnuolo, e la montagna fu così chiamata, perchè gli indigeni si servono della polvere rossa di un minerale della medesima, che sarebbe ocra rossa secondo d’Orbigny, e saponace secondo Heusser e Claraz, per tingersi la pelle. 1 Registro grafico de las propiedades rurales de la provincia de Buenos Aires, construido por el Departamento topografico, 1864. !° Beitraege zur geognostischen und physikalischen Kenntniss der Provinz Buenos Aires. Ziirich, 1864, pag. 3, (Denkschriften der schweiz. naturforsch. Gesellschaft). LARA vece sostengono, che la catena di monti in questione cessi affatto, a ponente, colla Sierra de Tapalquen. Le nominate due catene del Tandil e della Ven- tana formano, come si disse, un sistema particolare di monti, appartenenti ad una medesima formazione, che Martin de Moussy chiama Sistema del Sud, e d’Orbi- gny sISTEMA PampeaNO. Sembra.che al medesimo spetti una terza catena, più australe, sinora poco conosciuta, la quale incomincia, ad oriente, colla Sierra de San An- tonio alla Bahia de San Matias in Patagonia. — L'’ al- tezza del punto più elevato del sistema in discorso, il quale trovasi nella S. de la Ventana, non oltrepassa i 1200 metri, le sue catene montuose sono dunque re- lativamente basse. Il centro della Repubblica Argentina viene occu- pato da un gruppo di montagne, le serie delle quali dirigonsi da N. a S., o da N. N. O. a S. S. E. Compon- gono un sistema che, dalla accennata sua posizione, chiameremo Sistema Centrale, sistema, il quale, geo- logicamente, appartiene al Boliviano di d’ Orbigny. Al- l'opposto di quanto si osserva nel sistema precedente o del Sud od australe, il versante scosceso del sistema in questione è l’ occidentale, dalla parte orientale si accede gradatamente alle sommità, le quali assumono spesso forma di altipiani. La più alta di esse tocca quasi i 2300 metri, e quindi sorpassa d’ alquanto le cime più alte del sistema meridionale. Il sistema centrale può essere suddiviso in due sottosistemi, il Cordovese, principale, che ne costitui- sce la parte a N. E., ed il Puntano o di San Luis de la Punta, meno alto e posto a S. O., là ove il sistema digrada nella Grande Pampa. Il gruppo Puntane ap- — XXXVI — partiene tutto all’ Argentinia meridionale, mentre che del. sruppo Cordovese non vi spetta che l’ estrema parte meridionale. E perciò non ci occuperemo che di questa e di quello. — La detta parte del sottosistema Cordo- vese è assai irregolare e consta di tre basse catene secondarie. La maggiore di esse, od orientale, chia- masi Sierra Grande, e le due occidentali, da essa di- pendenti, portano il nome di S. del Portezuelo, la più orientale, e S. del Morro, l’altra. — Il sottosistema Puntano è meno esteso e meno alto di quello di Cor- dova, del quale, infine, non sarebbe che una dirama- zione. Il nucleo viene formato dalla Sierra de San Luis, la quale, per mezzo del Cerro del Rosario, legasi ad E. colla detta Sierra del Morro. A Sud la S. de San Luis digrada in alcune collinette, cui seguono bassi mon- ticelli, los Cerrillos. Questi descrivendo un quarto di circolo, dirigonsi verso S. 0., e limitano, da questa parte, l’ avvallamento interposto tra la detta Sierra e l’occidentale Alto pencoso, ossia la Canada (pron Cagnada) de S. Luis o de la Travesia, letto, ora per lo più asciutto, di una grande corrente d’acqua, nel quale la S. de S. Luis muore a S. O. L’ Alto Pencoso, o delle Cactee, or nominato, parte dalla settentrionale Sierra del Gigante, cui segue verso N. la Sierra de las Qui- jadas, ossia delle mascelle (fossili ?), la quale, in certo modo, congiunge il sistema Centrale coll’ Andino. Que- ste tre montagne costituiscono la parte occidentale del gruppo in questione, la quale, a ponente, ha nella ‘ Essa ebbe questo nome, perclè alla sua estremità australe ‘porge una rupe, le*di cui forme vennero assomigliate a quelle di un uomo gigante:ce. Burm. op. cit. I. pag. 165. = TRRXVIIT= Sierra de las Polomas, o dei colombi, un basso ba- luardo avanzato. In direzione da Nord a Sud, e tracciando il confine ‘ occidentale dell’ Argentinia, corre la gigantesca catena delle Ande. Anche questo sistema di montagne, il quale geologicamente, fa parte del sistema Chiliano del d’Orbigny, presenta, come il precedente, una pendenza rapidissima verso ponente, mentre che, a levante, s'abbassa verso la Pampa lentamente e per gradi suc- cessivi. Il suo aspetto sul versante chilese o del Paci- fico è dunque assai differente da quello che offre sul versante argentino o dell’ Atlantico. — Secondo Pissis, la linea della cresta delle Ande, ossia dei loro monti più alti, non coincide con quella della spartizione delle acque, ma trovasi ad oriente di questa. La punta più alta di quella parte della detta cresta o Cordillera (pron. Cordigliera), la quale limita ad O. l Argentinia meri- dionale, è l' Aconcagua, che tocca quasi i 7000 metri di altezza. Verso Sud l’ altezza del sistema va gradata- mente scemando “, del pari che la larghezza sua, e ciò perchè diminuisce il numero delle sue catene secon- darie, le quali corrono parallelamente alla giogaia prin- cipale. Per l’ opposto in Bolivia, nella zona equinoziale, si suddivide nella massima quantità di catene secon- darie, le quali giungono ad altezze quasi tanto consi- derevoli quanto quelle delle sommità principali. Nella Bolivia e nelle vicine provincie argentine esse concor- rono a formare degli altipiani, alti da 3600 a 4200 me- * La diramazione Patagonica è poco alta, in media da 1500 a 1800 metri. La Terra del Fuoco non è che una porzione stac- cata delle Ande, — XXXVII — tri circa sopra il livello dell’ Atlantico, i quali, per la loro uniformità, rassomigliano alla Pampa, e portano . talora anche un tal nome, come già si avvisava da principio. — Le cime più alte e più importanti della, parte meridionale della Cordillera sono, venendo da ‘ N. @ diretti a S.; 1 coni vulcanici di Aconcagua, Pico Juncal o del Giuncheto, Tupungato, San José 0 S. Giuseppe, Maypù, San Fernando, Cerro Negro, Plan- chon (pron. Plancion) “, Descabezado o decapitato, Flo- rido o fiorito, Piedra lisa o pietra liscia, Antuco. Su molte cime, come quelle dell’ Aconcagua, del Tupun- gato, del Descabezado, nella parte australe dell’ Argen- tinia, conservansi perpetuamente le nevi, poichè la loro altezza oltrepassa la linea di queste. — I passi principali e più frequentati attraverso la giogaia andina meridio- nale sono, procedendo da N. a S., quelli de la Cum- bre de Uspallata (pron. Uspagliata), del Potrero " alto, i due del Portillo (pron. Portiglio), quelli de Cruz de 1: Alcuni ritengono essere questo vulcano quel medesimo deno- minato Peteroa; altri eredono invece essere due distinti vulcani il Planchon ed il Peteroa. Veggasi quanto scrissi in proposito alla pag. 6 (347) del 1.° fascicolo de’ miei Viaggi nell’ Argentinia me- ridionale. DIA !° Potro significa puledro, e potrero steccato per rinchiudere puledri. Ma il senso primitivo di questa voce fu esteso per modo da indicare con essa qualunque recinto per la cusiodia del bestia» me in genere, il quale nell’ area per tal modo chiusa, trova ge- neralmente anche il necessario pascolo. Talora trovansi nelle Ande, nonchè in altre montagne argentine; degli spazii quasi chiusi, sia da precipizii, sia da rupi che da essi s'innalzano a picco, ai quali non si può accedere che per una sola via, che pmnossi facilmente precludere. Si approfitta vantaggiosamente di tali aree per rinchiu» dervi delle mandre, ed esse chiamansi perciò Potreros naturales. REIT Piedra o croce di pietra, de las Damas, del Planchon ", de los Indios, de Maule e de Antuco. — Dei contraforti ossia delle catene secondarie longitudinali del sistema Andino, cioè delle Preande, che spettano all’ Argenti- nia australe, tema del nostro discorso, nomineremo, progredendo ognora da N. a S., la Sierra de Mendoza o de Uspallata o de los Paramillos (pron. Paramiglios), ” col Cerro Pelado a S. e quelli de Plata o d’argento e de Cacheuta (pron. Caceuta) a S. O., la Sierra del Por- tillo orientale, continuazione di quella de Mendoza, la S. del Tunuyan (pron. Tunugian), col Cerro de los Bui- tres, ossia degli avoltoi, a S. E., la Sierra del Dia- mante, quelle de Malalcùe, de Mayan-Mahuida (pron. Magian-Mavida) e de Rosas (pron. Rossas). Le Preande s’ alzano quasi bruscamente dalla pianura, cioè senza essere precedute da colline disposte a gradinata, a guisa di speroni. — Entro la Pampa sorgono, quali baluardi avanzati delle Ande, varii monti e varie ca- tene montuose. Le principali sono, venendo sempre da Nord, la Sierra de Lolunta o Lulunta, la Guaicaria o Guaiqueria (pron. Guaîcheria) o Sierra larga (cioè lunga) del Tunuyan, il Cerro o monte isolato (non la Sierra o montagna) del Diamante, il Cerro Nevado, il Cerro Payen (pron. Pagen), la Sierra Chachaquen " In cima al passo evvi una piccola area, e da questa sembra che il medesimo abbia avuto il nome. Il vocabolo Planchon è l’au- mentativo di plancha (pron. plancia), ossia lastra, e significa quindi lastrone, pavimento, piano, plateau. !'* Paramillo è il diminutivo di Pdramo, parola che indica un altipiano disabitato, deserto, incolto, nudo, freddo, aperto a tutti i venti; nome ben meritato dalla montagna in discorso, anche secondo Burmeister, opera citata I. pagina 269. (pron. Ciaciachen) e la Aucamaquida (pron. Aucama- chida). A metà cammino tra il Rio Colorado e Bahia blanca, ed a N. da una catena di antiche dune, già accennata a suo luogo, correrebbe, secondo Darwin ‘, una serie di COLLINETTE, alte da 30 a 70 metri circa; ma il nomi- nato autore non ne indica, nè la direzione, nè la na- tura. Non sono quindi in grado di emettere alcuna opi- nione sui loro rapporti orografici e geologici, se cioè, siano avanzi dell’ alzato del penultimo scaglione pam- peano, oppure se faccian parte degli speroni della Sierra de la Ventana. Da quanto siam venuti osservando, appare che la straordinaria estensione della pianura, Pampa, e delle dune, Médanos, sì litorali che interne, nonchè la ma- ravigliosa altezza delle Ande sono i tratti più saglienti che caratterizzano l’ orografia dell’ Argentinia meri- dionale. !‘ Opera citata I. pag. 86 I. IDROGRAFIA L’idrografia d’ un paese è la necessaria conse- guenza della sua orografia; però le acque, alla loro volta, esercitano su questa una influenza modificatrice, sia corrodendo il suolo, sia colmandolo. Le montagne dell’ Argentinia meridionale appar- tengono, come vedemmo nel capo precedente, a tre gruppi o sistemi diversi, al centrale o Boliviano, al- l’australe o Pampeano, ed all’ occidentale od Andino o Chiliano. Il gruppo australe, assai meno alto e meno esteso degli altri, non forma bacino e nè meno grandi vallate, e le acque che ne scaturiscono, non corrono che per breve tratto, scaricandosi ben presto, od in uno dei fiumi del sistema centrale, il Rio Salado, o nell’ Oceano atlantico, o perdendosi nella pianura pri- ma di giungere a questo od al Rio predetto, oppure morendo nella Pampa centrale. Esso gruppo orogra- fico s intromette tra gli altri due, inviando le proprie acque, parte, le settentrionali, nel versante centrale, come or ora dissi, e parte, le meridionali, nel versante andino, ed obbligando i fiumi principali d’ entrambi a dirigersi all'Oceano seguendo una medesima direzione generale, da N. O. a S. E., direzione che presentano in oltre gli estuarii del Plata e di Bahia blanca, ed è parallela all’ asse del detto gruppo orografico. —_ XLII — Le acque dell’ Argentinia meridionale si riuniscono dunque in due grandi versanti, il centrale e l’an- dino. Le acque del primo concorrono verso la Bahia de Samborombon, quelle del secondo, che non muojono nella Pampa, mettono foce nell’ Oceano, convergendo verso la Bahia de San Blas. Ognuno di questi versanti può essere suddiviso in tre bacini minori o distretti o sistemi idrografici, come vogliansi denominarli. Il Rio de la Plata, come appare dall’unita: carta geografica, anzi che un fiume, è un poco profondo estuario, o quella parte, in forma di cono tronco, della Bahia de samborombon. che s’ interna nel continente per una estensione di circa 7 mila kilometri quadrati !, e le acque che in quell’ estuario raccolgonsi, dalle foci del Rio Paranà e del Rio Uruguay in giù, spettano al di- stretto della detta Bahia, il quale a Sud si estende sino al capo Corrientes, ove termina bruscamente la Sierra del Tandil, del sistema orografico australe. A questo distretto idrografico darò il nome di Platense; potrebbe anche chiamarsi del Rio Salado, essendo questo il fiu- me maggiore, ed il bacino suo il maggiore avvalla- mento del distretto. Denominerò distretto Paranense il 1 Infatti gli indigeni lo chiamavano Parand (guazi), che vuol dire piccolo mare, e Solis lo nomò Mar dulce (pron. dulsse). Que- sto modo di considerare la grande fiumana è giustificato anche dalla sua larghezza, la quale, in principio, è di 40 kilometri circa (Mart. de Moussy), indi, in uno dei tratti meno larghi, tra Buenos Aires e Colonia, giunge ad una cinquantina di kilometri (Parish e M. de Moussy), ed allo sbocco, ossia alla Bahia de Samborom- bon, tra i capi S. Maria e S. Antonio, al dissotto della linea di passaggio dall’acqua dolce alla salata, arriva a circa 250 kilo- metri. Se si riguardasse il R. de la Plata per un fiume, questa sua sarebbe la più larga foce del mondo, — XLII — bacino del Rio Paranà, di cui il Rio Paraguay ed il Rio Uruguay sono i maggiori tributarii. Soltanto l’ ultimo, breve tratto meridionale di esso fa parte dell’ Argenti- nia australe. Meno naturale riuscirà la distinzione del terzo distretto, che chiamerò interno, avvegnachè al- cuni suoi fiumi, quali i Rii Vermejo, Juramento e Tercero (pron. Terssero), e forse anco il Cuarto (pron. Quarto) *, si versano nel Rio Paranà, or nominato, ed il Rio Quinto (pron. Chinto), dopo .d’ essersi allargato e sparso, formando delle lagune, ne uscirebbe, secondo alcuni, fra i quali il Falkner, come R. Salado del di- stretto Platense, surricordato. Però altri fiumi, anche considerevoli del terzo distretto idrografico in questione, anzi che giungere al Rio Paranà, struggonsi prima nell’ interno del paese, donde la denominazione di que- sto distretto, il quale dal principale suo gruppo di monti, la Sierra de Cordoba, potrebbe anche chiamarsi distretto idrografico Cordovese. I torrenti che dal sistema orografico australe scen- dono verso Sud e scaricano le loro acque direttamente nell’ Atlantico, compongono il distretto Belgranense del versante Andino, così chiamato dal maggiore seno che vi forma il detto Oceano, ossia il Puerto di Belgrano o Bahia blanca. Tutte le acque che si radunano nei Rii Colorado e Negro, compongono il distretto Pata- ? Secondo Martin de Moussy, op. cit. I. p. 154, le acque del R. Cuarto, prima di unirsi al R. Tercero, come è indicato nella nostra carta, si mescolavano per l’addietro con quelle, salate, di scolo, dette il Saladillo, ma ora sarebbero quasi del tutto assorbite dalla irrigazione della campagna, sì che soltanto il Saladillo si congiungerebbe col Rio Tercero, al iuogo chiamato appunto Sa- ladillo. = UD > goniano o della Bahia de San Blas, la quale trovasi tra le foci dei detti due fiumi. Infine, tutti i torrenti e fiu- mi, che hanno le loro scaturigini a settentrione di quelle del Rio Colorado, sino al Vulcano di Copiapò nella Catamarca, ossia dal 35.° al 28.° di latitudine au- strale, non uniscono le loro acque fuorchè, forse, in casi straordinari, eccezionali, e solo temporariamente, a quelle del detto R. Colorado. Formano dessi il Cha- di-Leofù (pron. Ciadileofu) o fiume salato, detto anche Nuevo Rio Salado, il quale ora, nelle piene, si scarica nella laguna Urre-Lauquen (pron. Urrelauchen) o Curra- Lauquen (sec. M. de Moussy), ossia laguna amara, ed ora, nelle magre, prima di giungere a questa si con- sumano nella grande pianura o Pampa; ed il bacino di questi rii costituirà pertanto il distretto perciò chia- mato Pampeano. Come abbiamo veduto, il . Salado, del distretto platense, non è forse che la continuazione del È. Quinto del distretto idrografico interno, il quale scorre nella medesima direzione, e congiungerebbe in uno entrambi questi distretti del versante Centrale. Di più, il R.Salado si porrebbe, in certe circostanze, in comunicazione anche col R. Paranà, per mezzo della settentrionale Laguna Melincue e del I. Tercero, del or nominato distretto interno, quindi riunirebbe in un solo bacino tutti i tre distretti del detto versante. Non basta, come ho pure già accennato, in casì straordinari, cioè negli anni piovosi durante le epoche delle grandi piene ed inondazioni, la laguna Urre-Lauquen, nella quale con- corrono le acque del distretto Pampeano, si troverebbe qualche volta momentaneamente in comunicazione col = NLM distretto Patagoniano, nel quale verserebbe le acque eccedenti. Inoltre, pare che esista del pari una con- giunzione tra il distretto Pampeano ed il Platense, pure per mezzo del R. Salado suddetto, e quindi tra entrambi i grandi versanti. Il solo distretto Belgranense sarebbe affatto segregato dagli altri; e nel distretto Pa- tagoniano il R. Negro, non avendo, da quanto pare, rapporti col R. Colorado, non ne avrebbe neppure co- gli altri distretti. Perciò Martin de Moussy, nell’ opera citata I. pag. 165, mentre comprende il KR. Colorado in un medesimo distretto idrografico coi rii del distretto Pampeano, a motivo della indicata loro concatenazio- ne, benchè non costante, e della reciproca loro dipen- denza, ne separa il R. Negro, e riguarda il suo bacino come un distretto a sè. I fatti sin quì esposti sono il naturale necessario effetto della esistenza di una estesa pianura, poco in- clinata, nel centro dell’ Argentinia meridionale, cioè della Gran Pampa, emersa in epoca relativamente re- cente. I suoi sistemi fluviali trovansi ancora, per così dire, allo stato nascente, e solo coll’andare dei secoli, in seguito agli interrimenti ed alle erosioni, potendosi i terreni bassi, nei quali scorrono ora le acque, tra- sformarsi in veri alvei fluviali, quei sistemi potranno spiccatamente delinearsi e segregarsi, ed allora sol- tanto sì potranno anche nettamente distinguere. Per lo stesso motivo suddetto è, generalmente, impossibile stabilire una differenza rigorosa tra le la- gunas o laghi, le canadas (pron. cagnadas) od avval- lamenti temporaneamente inondati o letti di acque a sponde indecise, e gli arroyos (pron. arrogios) o ru- ie VIE scelli ed i rios o torrenti e fiumi. Questi passaggi dall’ una all’ altra sorta di enti idrografici, o que- ste alternanze d’aspetto, secondo le condizioni del luogo o le epoche dell’anno, le quali si verificano spe- cialmente nel distretto Platense o del R. Salado e nella Pampa, si osservano pure già al piede delle Pre- ande, e tanto nel terreno pampeano quanto in parte del patagoniano; essi passaggi costituiscono dunque un fatto idrografico caratteristico dell’ Argentinia meri- dionale. r Altri fatti trovano pure la naturale loro spiega- zione nelle condizioni orografico-geologiche sopra indi- cate, associate talora alle meteoriche. — Fra questi fatti annoverar devesi il cambiamento non infrequente che avviene nelle sponde, nell'alveo e quindi mel corso dei fiumi. Di varii di essi si conosce il Cauce (pron. Causse) antiguo o letto vecchio ed abbandonato, e sono noti mutamenti recentissimi del medesimo. Quando il fiume non scorre incassato, il cambiamento è dovuto ad un ostacolo, talora apparentemente di poco o nes- sun conto, che si oppone alla corrente, e la fa deviare e formare un gomito, come sarebbero, p. e., dei grossi tronchi d'albero caduti nel letto, intorno ai quali si stabilisce una vegetazione acquatica e si accumulano le materie trasportate dalla corrente. E viceversa, al- tre volte, il rio taglia il gomito per raggiungere il corso suo inferiore per la via più breve. Quando in- vece i torrenti trovansi incassati tra erte sponde o dar- rancas, le quali, essendo argilloso-sabbiose o di terreno poco consistente, vengono facilmente corrose, ne ca- dono delle falde intiere, e queste fanno retrocedere XLVI = le acque e danno luogo alla formazione di svolte bru- sche, di banchi, di lagune laterali, sino a che, per lo stesso processo di erosione *, si cambiano di nuovo tutti questi accidenti. — Le piene del Rio Paranà, co- me indicai già nel capo precedente, fanno spesso cam- © biare di forma e variare di numero le molte sue isole* e le non poche sue foci, e corrodendo le sponde del medesimo ove sono a picco e formano bdarrancas, e fa- cendone cadere dei pezzi, nè allarga il letto. — La for- mazione di dune, specialmente lungo il litorale, è un altra causa che fa, talora solo temporariamente, de- viare i torrenti dal naturale loro corso, e li obbliga a formare dei gomiti ad angolo quasi retto, ed a scor- rere per lungo tratto in questa nuova direzione, fin- chè abbiano trovato un’ apertura attraverso il cordone di dune che li arrestano; oppure queste li trattengono, ed essi forman bacini d’ acqua. Il continuo lavorio erosivo alterno dei fiumi, sopra descritto, fa sì che le carte idrografiche del paese non possano ‘essere giuste, e servire, che per un tempo limitato; ed il cambiamento di letto dei rii nelle sab- bie del litorale, or ora dimostrato, spiega certe diffe- renze nel tracciato del loro corso sulle diverse carte ® L'azione corrosiva attuale delle acque del R. Paranà è quasi nulla, meno ove la favoriscono delle circostanze particolari, come gomiti o promontorii (oppure bar.ancas). Heuss. et CLaR. — Essais etc. pag. 89. — Veggasi la nota (11). * La forma di molte di esse è singolare; i margini ne sono sporgenti, e nel mezzo evvi una laguna, la quale comunica col fiume per mezzo di uno stretto canale. M. pe Moussr, op. cit. I. pag. 93. i S Veggasi inoltre avanti ove parlasi delle spiagge marine, e delle lagune lungo le medesime, alla nota 27. — XLVII — a seconda dell’ epoca dell’anno e dell’ età del loro tracciamento. Per la forza erosiva i corsi d’acqua corrodono, come abbiamo sopra rilevato, le loro sponde, e si sca- vano sempre più profondo il loro letto. Formano pure delle barre e delle rapide e cadute d’acqua. — I canali prodotti per erosione dalle acque correnti presentano differenti aspetti. Molti fiumi si sono più o meno incas- sati nel terreno, scavandosi delle alte pareti o barran- cas; altri invece scorrono per depressioni appena sen- sibili. L’ altezza delle barrancas, in alcuni rii, come per esempio nella maggior parte degli affluenti del Paranà, aumenta gradatamente verso questo, ossia verso la loro foce; in altri, all'opposto, come nei corsi d’acqua che scendono dal pendio N. E. della Sierra del Tandil, e nei fiumi del distretto pampeano, essa diminuisce verso la pianura, e le barrancas scom- paiono affatto in questa, più o meno presto; in altri, infine, come nei Rii Quequen (pron. Chechen) grande e Quequen salaco, che scorrono a Sud della detta Sierra, le barrancas sono assai alte e vicine tra loro, e tali mantengonsi sino quasi al loro sbocco nel mare. Alte più o meno, ma non sempre vicine sono le sponde dei Rii Colorado e Negro. Della forma delle loro vallate e della larghezza delle medesime si parlò già nel capo precedente. Agsiungerò soltanto che le sponde del R. Negro chiamansi cuchillas (pron. Cuciglias), del Norte la sinistra, e del Sur la destra. Altri torrenti, pel contra- rio, quali il Sauce (pron. Ssausse) grande ed il Napostà grande, che hanno le loro scaturigini nella Sierra de la Ventana, si versano nell'Oceano serpeggiando per —e XLDe — valli relativamente larghe, a pendii dolci e coperti di vegetazione. Infine alcuni fiumi, come il R. Sambo- rombon ed il R. Salado platense, bagnano degli avval- lamenti assai larghi ma poco sensibili. L’orizzontalità della Pampa non permette quasi che in essa le acque meteoriche formino dei ruscelli, ma solo dei bacini d’acqua stagnante o d’acqua sot- terranea, oppure dei burroni pluviali, scavati ed ampliati dall’ acqua abbondantemente rovesciata dai temporali, preparando di tal modo il letto ai rii da venire. Perciò i fiumi ed i torrenti che vi scendono dalle Ande, dopo breve distanza da queste, non ricevono quasi più alcun tributo d’acqua. — Per lo stesso motivo sopra accen- nato, e per tale mancanza di affluenti l’acqua de’ fiumi si sperde nelle pianure. Ciò avviene nella bassura verso la Bahia de Samborombon, e nella Pampa, nonchè lungo le dune del litorale, ma più frequentemente ha luogo dei ruscelli scesi dalle Preande, dopo breve corsa pel terreno argilloso-sabbioso della Pampa. Tale di- spersione e scomparsa delle acque succede però an- che nelle Preande stesse, come per esempio nella Sierra de Mendoza, nessun ruscello della quale raggiunge il terreno di dejezione allo sbocco delle sue valli, e molto meno la Pampa, ma dopo breve corso forma una poz- zanghera od una piccola palude nella prima località un po’ piana della sua valle, e muore in quella °. Invece quasi tutti i ruscelli del versante S. O. della Sierra del s Queste pozzanghere e queste paludi formano le oasi nel roc- cioso deserto delle Preande dell’ Argentinia meridionale, senza le "quali sarebbe impossibile percorrerle. StroseL, Mat. per una Malac. Arg. — Introduzione. IV Lia Tandil raggiungono la spiaggia, poichè sino ad essa continua lentamente il declive di questo lato della Sierra, come sappiamo dal Capo precedente. -- Talora le acque si sprofondano e corrono sotterra’, sia per sperdersi del pari, concorrendo a formare lo strato delle acque delle sorgenti e dei pozzi, cioè sotterranee, sia per riapparire più in basso, come ruscelli ancora *, o come acque stagnanti, secondo le condizioni orografiche del sito. Si dice che alcune di queste acque sotterranee siano popolate da piccoli pesci. Già dalla costituzione orografico-geognostica dell’Ar- gentinia meridionale puossi dedurre che le infiltrazioni d’acqua attraverso il suolo e la conseguente forma- zione di bacini o strati dl’ acqua sotterranea, di cui sì fece or ora cenno, siano possibili nelle parti basse della medesima; anzi l’ alternare di strati sabbiosi con strati più o meno argillosi ve la favorisce. Nei paesi piani queste acque difficilmente riescono a formare sorgenti, ma per farle zampillare o per raccoglierle conviene sca- vare dei pozz?, con cui, o si giunge ad un bacino d’ acqua o si forano varii strati d’acqua, lun altro sopraposti. Nelle località sabbiose della Pampa, fra le dune, sì li- 7 Là ove, a N. del Rio Atuel, le Preande muoioao nella Pampa, incontrai un tale ruscelletto sotterraneo. Gli fu dato il nome di Agua caliente o fonte calda, forse perchè nell’inverno, scorrendo sotto terra, l’acqua sua manterrà una temperatura più calda del- l'esterna. Trovasi a due metri di profondità sotto il suolo, e‘ nel 1366, quando lo visitai, vi si avea accesso per due fori. Viaggi nell’ Argentinia ec. I fasc. 1° pag. 77 (411). S Nelle quebradas (pron. Chebradas) o strette valli della Sierra de Mendoza vidi in più luoghi, sgorgando, apparire dei ruscelletti, e poi, dopo breve corsa, sprofondandosi nel terreno, scomparire. ima torali che interne, nei terreni alluvionali, il bacino è quasi superficiale, poichè lo strato argilloso, che trat- tiene l’acqua meteorica infiltratavi, s'incontra poco al dissotto della superficie, sì che lo si raggiunge talora scavando solo con un coltello. Nelle altre località invece conviene sprofondare il foro più o meno nel terreno, talvolta sino alla profondità di 35 metri, ma per lo più soltanto sino a quella di 20 o 10 metri. L'acqua però è non di rado un po’ salata. Nel bacino pampeano in- terno, delle Saline, l’acqua incontrasi a 2 0 3 metri di pro- fondità, ma non è guari potabile. Nei terreni bassi intorno a Bahia blanca l’acqua sotterranea, in alcuni luoghi un po’ salsa, ed in altri dolce, incontrasi ad una profondità media di 2 metri, invece sulla terrazza, verso Nord, non la si rinvenne nè meno a 20, e si dovrà na- turalmente traversare tutta la potenza della terrazza per poterla raggiungere. Nell’ altipiano »atagonico, per quanto suppongono Heusser et Claraz», lo strato di acqua non potrebbe essere incontrato che a notevole profondità, e sarebbe preponderantemente di acqua salata. Nel distretto idrografico platense, partendo da Buenos Aires al Nord, e da Tandil a Sud, per incon- trarsi al A. Salado, il bacino d’acqua sotterranea non segue il piano del bacino idrografico superficiale, ma presenta in generale una disposizione quasi orizzon- tale, sì che, mentre ai sunnominati due punti estremi e più alti conviene sprofondarsi fino a circa 20 metri, presso il R. Salado basta scavare solo sino a 1 12.02 metri. — Sebbene i torrenti della Pampa percorrino, ° Heusser und CLaraz. — Uiber den Patagonischen Kisten- strich ec. pag. 325. = e in generale, un terreno poco favorevole alla formazione di acque sotterranee, pure in certi punti la profondità dei pozzi è in rapporto co torrenti e colle loro fluttua- zioni, e bisogna scavare i pozzi sino al livello del pros- simo corso l’acqua o poco sotto il medesimo. — I ba- cini d’acqua sotterranea hanno talora grandi estensioni. I R. Uruguay, nato nella umida regione litorale dalle piogge copiose, con una foce larga 15 kilometri, è, relativamente alla lunghezza del suo corso, la più voluminosa acqua corrente dell’ Arsentinia meridionale, poichè il R. de la Plata non viene da noi considerato quale un fiume, e qualora lo si volesse anche riguar- dare per tale, esso non ha sorgenti nè corso proprio, ma è il risultato della fusione dei maggiori due fiumi il R. Paranà ed il detto R. Uruguay. La capacità d’ ac- qua dei fiumi va diminuendo in ragione che si procede verso occidente, poichè la quantità d’acqua meteorica an- nuale va gradatamente diminuendo in quella direzione. I fiumi dunque che scendono dalle montagne di Cordova e dalle Ande non ponno competere coi due prenominati per abbondanza, nè meno relativa, d’acqua”. Questi due fiumi non sono soltanto ricchi d’acqua, ma ne conservano inoltre durante tutto l’anno una conside- revole quantità, ciò che dipende dalla circostanza che essendo il loro lungo corso diretto da N. S., essi rice- vono tributarii provenienti da regioni pluviali differenti, poste a paralleli diversi. — Ciò non ostante sono ancor essi, al pari dei rii che nascono nella Pampa, soggetti !° Il sistema orografico australe non dà origine quasi che a dei torrenti. — ae a variazioni periodiche nella loro capacità, hanno delle piene e delle magre secondo la distribuzione delle piogge combinata colla evaporazione. Le piene, cagione di stra- ripamenti e d’inondazioni ", avvengono in tutta l’Argen- tinia meridionale in seguito alle grandi piogge, in pri- mavera ed in autunno. L’estate, da dicembre a marzo, secco e caldo, è la stagione delle magre ”. Durante l’in- verno il livello dei fiumi mantiensi all’ altezza media ”. Un cambiamento passaggero di livello dei fiumi, dalla loro foce sino ad una notevole distanza da essa, può essere prodotto dalle maree e dai vente, isolatamente o con azione combinata, ed in questo caso il cambia- mento sarà più sensibile. Il livello del R. de la Plata dipende però maggiormente dai venti che dalle maree. Ciò non ostante, quando la luna, in novilunio, trovasi “ L’Uruguay ed il Paranà, nelle loro piene, non inondano sola- mente il suolo delle loro isole, ma talvolta l’acqua ne copre tutta la vegetazione, compresi gli alberi più alti. Heuss. et Clar. - Essais etc. page 81. — La piena in questi casi raggiunge gli 8 metri di altezza. Essa attacca il piede delle barrancas e ne fa cadere, scavandole, delle falde intiere. M. de Moussy, Op. cit. I.pag. 100.— Si confronti la nota 3. !* In tale epoca la navigazione anche del R. Uruguay, il quale, come sappiamo , è il più copioso d’ acqua, viene sospesa nel tratto superiore. — Nel gennaio 1864, al Salto grande, ossia due gradi a settentrione dalla foce del detto fiume, si poteva passeggiare sino nel mezzo del suo alveo, seguendo la barra rocciosa che lo traversa in questa località, perciò appunto chiamata el Salto. Heuss. ct Clar. - Esssais etc. page 83. ‘Perciò le carte geografiche le più esatte non sono giuste, dal punto di vista idrografico, che per l'inverno. Per l’ estate bisogne- rebbe sopprimere la maggior parte delle lagune e delle piccole acque correnti, perchè inaridiscono, come lo indica già il nome di arroyo seco dato ad uca quantità di ruscelli, specialmente nella Pampa, e per le stagioni delle pioggie converrebbe aumentarne le dimen- sioni. Heuss. et Clar. - Essais etc. page 43. — MV molto vicina al nostro pianeta, ponno darsi dei casì, in cui una crescente non comune del rio possa dipen- dere unicamente dall’ alta marea, come per esempio quella dell’8 marzo 1864, la quale fu avvertita sino nel R. Paranà. Quanto più dall'equatore si avanza verso il polo australe, tanto più aumenta la differenza tra il flusso e riflusso d'’ ambo gli Oceani, e tanto maggior- mente sentita è la loro influenza sulle correnti dei fiumi. Nel R. Negro le alte maree sono percettibili sino a circa una settantina di kilometri dalla foce, ed a Patagones, a 30 kilometri circa dalla medesima, esse si alzano sino a 3 metri circa. — Quando i venti di S. E. sono assai forti e producono le tempeste suestadas (ossia Sudestate), il livello dell’ estuario platense s'alza assai, e tutte le rive basse, specialmente dal lato S. O., ven- gono inondate. Queste tempeste sono equinoziali “. Il loro effetto si estende naturalmente anche ai R. Paranà * ed Uruguay, non chè ai loro influenti”, ed il livello dei medesimi s'alza del pari, dando luogo alle. crecientes (pron. cressientes) de abajo, o crescenti dal basso, così denominate per distinguerle dalle sopraccennate piene periodiche, dette crecientes de arriba o crescenti dall’alto. All’ opposto il vento d’ occidente, che soffia dalla Pampa, !* Cagionano ogni anno grandi danni. Quelle di primavera verso la fine di agosto, sono le più temute, e si chiamano tempo- rales de Santa Rosa, perchè in quell'epoca, il dì 30 agosto, i Su- damericani festeggiano Santa Rosa da Lima, loro patrona. * Una crescente di due metri circa a Buenos Aires si fa sen- tire per 250 kilometri in sù nel R. Paranà (Darwin). !‘° Come per esempio al Rio de Lujan, influente del R. Paranà, sì che si fa avvertire sino all'altezza della villa di Lujan. Heuss. et Clar. - Essais etc. pag. 88. == Mavi = ed'è perciò detto Pampero, fa abbassare le acque del Plata a Buenos Aires ed inalzarle a Montevideo. Tale è l'influenza dei venti sul livello del Plata, che questo, in estate, cambia persino secondo le brezze periodiche giornaliere. Non solamente nell’ estuario platense, ma alla Bahia de Samborombon, ed ancora più verso Sud, le maree sono modificate dai venti; esse non acquistano grande regolarità che là ove si fa notevole la loro al- tezza e quindi la loro forza, cioè verso lo stretto Ma- gellanico, come sopra fu avvertito. — Mentre, come si disse, nell’ estuario platense i venti ponno paralizzare o perturbare almeno l’ effetto della marea, questa può diventare fortissima quando si combina con quelli. Così, quando il vento Sudest soffia durante il flusso, all’ epoca delle piene, o nel novilunio, la marea si fa sentire nel R. Uruguay sino a 200 miglia dalla sua foce nel Plata. Il contrario ha luogo quando l’ azione del Pampero si unisce a quella del riflusso, per modo che allora l’acqua può ritirarsi, alla foce e lungo la riva destra, fino a tre miglia da questa. Abbiamo visto che un fenomeno idrografico carat- teristico ‘della contrada in discorso consiste nel pas- saggio graduato da un fiume ad una canada o ad una laguna, come appare anche dalla carta geografica unita a questo lavoro; sì che una canada può temporanea- mente, od anche stabilmente, trasformarsi in un'acqua corrente, oppure, viceversa, in un’acqua stagnante; è l’ intermedio tra questi due estremi idrografici. Quan- do l’acqua si accumula in un letto di forma allungata a rive indistintamente segnate, s’ ha una sorta di ca- nada. È ora un ruscello o fiume allo stato nascente, — ivi = ossia la scaturigine sua, nella pianura, oppure la fine. di un’ acqua corrente entro un letto vago ed indeter- minato, che può o di nuovo trasformarsi, più in basso, in ruscello o fiume, oppure divenire un lago, una la- guna. Ad un’altra sorta di canadas, che taluno chia- ma banados (pron. Bagnados), spettano quegli avvalla- menti poco sensibili, inondati temporaneamente, cioè all’epoca delle piogge, durante la quale servono di scaricatoi o serbatoi delle acque eccedenti. Alcune sem- brano essere il letto abbandonato di antico mare. Sì le canadas della prima, che quelle della seconda sorta ponno trasformarsi, in date circostanze, sia in acque correnti sia in acque stagnanti, come si asserì da principio. — Le concavità in un piano impermeabile danno luogo alla formazione di lagunas, o laghi, o piut- tosto stagni o pozzanghere, spesso senza affluenti e senza emissarii. Quando il sottosuolo è impermeabile e permeabile il soprasuolo, allora vi si formano dei pan- tanos o delle ciénagas (pron. Ssienagas) ossiano paludi. Quelle del litorale sono, in.certe località, come alla Bahia de Samborombon, a Bahia blanca ed alla Bahia de S. Blas, molto molli, fangose, quasi liquide ed abi- tate da una quantità di granchi, cangrejos, e diconsi perciò cangrejales, granchiaie. Di queste tratterò più estesamente alla fine. — Il clima dell’ Argentinia me- ridionale non è propizio alla formazione di torbiere. La zona loro, nell’ America australe, non oltrepassa, verso l’equatore, la zona umida della terra del fuoco, dello stretto di Magellano, delle Malvine e del Chilì più me- ridionale. Le paludi sono molto sparse anche nelle parti montuose, come già sappiamo, e sono frequenti spe- — LVII — cialmente lungo le rive dei corsi d’ acqua. Lungo il li- torale ed ove le dune formano il margine della costa, occupano grandi estensioni, e non di rado presentansi vasti spazii paludosi dietro il cordone litorale ”. La massima quantità di lagune, ora d’acqua dolce ed ora, e per lo più, d’acqua salata, quì permanenti e colà temporanee, quasi in compenso per la scarsità di acque correnti, rinviensi nella parte piana, orientale o pampeana, a suolo argilloso, ma segnatamente nel distretto idrografico del Plata, e quivi sopra tutto lungo il R. Salado, e nella depressione del terreno tra questo ed il R. Quinto, ossia tra il distretto idrografico anzi detto ed il centrale. Sebbene nel distretto platense s’in- contrino quasi ovunque, specialmente dei piccoli laghi, ossiano delle pozzanghere o degli stagni, pure la mag- giore frequenza od abbondanza di lagune in certe lo- calità e giusta certe direzioni indicherebbe, secondo alcuni“, una certa regolarità nella distribuzione loro, la quale sarebbe dipendente dalla distribuzione delle dune antiche e moderne, ossia'dalla spiaggia antica ed at- tuale. Ed in proposito va ricordato quanto si disse, nel ‘Quando le paludi sono molto fangose, basta che un cavaliere passi sul terreno sodo in giro, per determinare in esse un movi- mento vibratorio; esse tremano (tiemblan), come suol dirsi in paese, e perciò vi si ch'amano tembladeras o tembladerales. In qualche luogo queste si cuoprono di una legger crosta ingannatrice, rico- perta persino da qualche vegetazione. Se uno si avventura su di” essa, e questa si rompe, riesce assai difficile uscire da simili pa- ludi. Heuss. et Clar.- Essais etc. pag. 38. '*Questo suolo è generalmente poco permeabile alle acque plu- viali; esse non riescono a penetrarvi sino a mezzo metro, ma vi si raccolgono nelle concavità le più insignificanti. Heuss. et Clar. 1. c. ‘Quali Hewsser e Claraz - Essais etc. pag. 39. ENI capo precedente, riguardo alle dune disposte ‘in cor- doni circolari racchiudenti delle lagune °° e quanto si espose poco fa intorno alla distribuzione delle paludi, e conviene inoltre osservare che non pochi dei mag- giori laghi presentano dalla parte della loro sponda posta verso il mare, cioè verso Est, una scarpa più o meno alta e ripida, una barranca, l’avanzo delle an- tiche dune, mentre che sulla riva opposta, o dal lato continentale o di occidente, il suolo nella di cui con- cavità trovansi, s'inalza gradatamente ed insensibil- mente. — La superficie dei laghi in discorso è molto variabile, e la loro profondità, in generale, è poco con- siderevole, sì che moltissimi si ponno guadare a ca- vallo. Del resto, essendo, o solamente od in massima. parte, alimentati dall’ acqua atmosferica, il loro livello varia assai secondo le stagioni, sì come quello delle acque correnti. Tra quelli non alimentati unicamente dalle piogge, ve ne sono e di coloro che ricevono acque da sorgenti, manantiales, ed altri che sono nudriti da affluenti sotterranei, virtientes. La parte piana occidentale o patagoniana, a suolo sabbioso, conta pochi laghi e poco discosti dalle Preande, ma questi per converso sono i maggiori dell’ Argentinia meridionale. Sono tre: le lagune riunite de Guanaca- che (pron. Guanacace), il Bebedero e la già nominata e poco conosciuta laguna Urre-Lauquen. Le prime, a N. N. E. di Mendoza anzi che veri laghi, sono piutto- 20 Nel cordone litorale questi circhi spesso rivestonsi, al basso, della vegetazione che l’ umidità della loro laguna favorisce, vege- tazione la quale forma delie gradevoli e sospirate oasi in questo, sabbioso deserto. Heuss. et Clar.- Essais etc. pag. 100. RE sto una serie di stagni salati, assai poco profondi, nu- driti dal R. de San Juan da settentrione, e dal KR. de Mendoza da Sud. Le loro acque si scaricano pel salato Desaguadero, in parte, nel Bebedero, ed in parte, dopo essersi unite a quelle dei Rii Tunuyan (pron. Tunugian); del Diamante ed Atuel, ed avere formato il R. Chadi- Leofù, pure già menzionato, si versano nella laguna Urre-Lauquen ”. Il Bebedero, a Sud di San Luis, è un ampio bacino, quasi cordiforme, le di cui acque sono assai salate, di profondità sconosciuta. Nei tempi or- dinarii non avrebbe scolo, ma nelle grandi piene del Desaguadero si vuoterebbe verso Sud per una serie di bassi fondi poco conosciuti, i quali comunicano essi pure colla or nominata laguna. E questa, come fu av- vertito da principio, espande talora le sue acque sino al R. Colorado. Un altro lago assai interessante e di notevoli dimen- sioni, massime avuto riguardo alle condizioni orogra- fiche della sua posizione, nelle Ande meridionali, è il Nahuelhuapi, dal quale esce il R. Negro. Negli alti- piani e nelle valli delle Ande poste più a settentrione incontransi ancora dei laghi, alcuni dei quali occupano i crateri di vulcani estinti, e diversi emettono dei ru- scelli e dei torrenti, ma sono così piccoli da non me- ritare alcuna menzione speciale. 2! Secondo Heusser e Claraz- Essais etc. pag. 47, tutte le acque del Desaguadero, dopo essersi mescolate con quelle del R. Tunu- yan, si perderebbero nel Bebedero, e da questo uscirebbe il R. Chadi-Leofi, il quale, dopo, riceverebbe le acque dei Rii del Dia- mante ed Atuel. Secondo le carte che ho potuto consultare, tale asserzione sarebbe erronea. Anche nella Sierra del Tandil sonvi dei laghetti; e questi e quelli delle Ande sono essenzialmente di aspetto diverso e più vago di quello delle lagune della Pampa, le quali sono, come già si disse, piuttosto degli stagni o delle pozze. Abbiamo veduto che la capacità d’acqua sì delle lagune che dei rii è molto variabile, e secondo le stagioni e secondo gli anni più o meno piovosi. Le acque che non inaridiscono nella stagione secca, ossia in estate, diconsi permanenti ** e non permanenti le altre. Questa. distinzione è però relativa, perchè acque ritenute permanenti in annate ordinarie, ponno asciu- garsi in anni straordinariamente secchi, e viceversa acque non ritenute permanenti ponno, per fatti me- teorici eccezionali e locali (piogge a zone), conservarsi anche durante una siccità assai prolungata. Quanto ai ruscelli che si seccano, va osservato che quelli che scen- dono dai monti, inaridiscono cominciando dalla parte inferiore del loro corso, conservando dell’acqua alle sorgenti loro, mentre che quelli che scaturiscono dalle canadas della pianura cominciano a disseccarsi verso le medesime; ciò che si spiega naturalmente dal fatto, che i ruscelli del monte nascono da serbatoi perenni, e quelli del piano da fonti che inaridiscono, quali sono 2? L'essere o non essere un'acqua permanente è una questione capitale sì per l'agricoltore che pel pastore; poichè l’ esistenza di acque permanenti in ura data località è naturalmente necessaria perchè vi si possa stabilire l’uomo. Se non al difetto, almeno alla scarsità di acque permanenti egli supplisce, ma solo sino ad un certo punto, mediante lu costruzione di represas (pron. repressas) o stagni artificiali. ea appunto le canadas. Certi fiumi, come p. e. il R. Sa- lado, s' asciugano in certe parti del loro cammino, e con- servono dell’acqua in altre. Infine, altri, come il R. Tercero, si perdono transitoriamente per ricomparire più lontano, come fu già avvertito parlando della di- spersione delle acque nella Pampa. Nell’ altipiano pa- tagoniano, del pari che in tutta la pianura pampeana, non si trovano lagune d’ acqua meteorica permanenti ”, In generale la qualità del terreno pel quale scorre un fiume e la rapidità del suo corso influiscono sul grado di l2mpidezza delle sue acque, e sulla qualità e quantità delle sostanze che queste tengono in solu- zione od in sospensione, e perciò anche sulla tinta di quelle acque. A questa, nonchè al sapore loro, è do- vuta la denominazione di moltissimi fiumi, e siccome tali caratteri si ripettono in molti di essi di località di- sparate, così un medesimo nome fu dato ad una quan- tità di fiumi in ambo i versanti delle Ande ”*. L’acqua del KR. de la Plata è discretamente pura, ma torbida, e questa torbidezza è dovuta alle acque del R. Paranà. Quelle del R. Uruguay, scorrendo per lo più attraverso rocce solide (arenarie quarzose, calcari), sono limpide, al pari di quelle che scendono dalle montagne del si- stema orografico australe, composte da gnesii e da are- °° Heuss. und Clar. - Uiber den Patagonischen etc. p. 325. ?' Talora gli omonimi non si trovano nè meno molto discosti tra loro, sì che questa circostanza serve ad aumentare la .confu- sione nelle ricerche geografiche. Così, p. e., evvi, come abbiamo veduto, un R. Salado nella provincia di Buenos Aires, altro in quella di Mendoza, ed altro in quella di Santa Fé, e così via. Ie narie, e di quelle del R. Negro, il quale attraversa terreni essenzialmente arenosi. È al colore verdognolo cupo di esse che questo fiume deve il suo nome. Pel contrario, l'argilla della Pampa orientale e dei bacini platense e paranense potendo assai facilmente essere stemperata e tenuta in sospensione, la massima parte dei torrenti, cioè tutti quelli a corso lento, che scor- rono per quelle contrade, sono assai torbidi. ’° Lo stesso dicasi del Rio Paranà, il quale per un grande tratto attraversa l’ argilloso terreno pampeano. Anche il R. Colorado pare che debba-il suo nome al colore rossa- stro del limo che incontra sulla sinistra sua riva verso la foce, e trasporta al mare. Le efflorescenze saline, abbastanza sparse nella Pampa (già fondo di estuario o costiera sabbiosa), spe- cialmente là ove il suolo ne è argilloso *, rendono, in estate sopra tutto, salate alquante acque correnti, ma particolarmente molte acque stagnanti, segnatamente quelle non alimentate che dalle acque meteoriche; donde i nomi di salado e di saladillo (pron. saladiglio) dato alle acque quando contengono preponderantemente o soltanto sal comune, ed hanno quindi sapore salato, e di amargo quando gli si associano dei sali amari o le acque non contengono sciolti che questi, e special- 25 Alenni perciò furono distinti dagli Ispano-Americani col no- me di 1rr0yo pantanoso e dagli Indizeni col sinonimo di Chapa- Leofà (pron. ciapa, fango). i 25 Il suolo sabbioso incoerente, quandanco di origine marina, non contiene più materie saline. Le argilie, al contrario, sembrano esercitare un’ attrazione capillare sulle medesime e le trattengono tenacemente, talora ne sono completamente suture. Meuss. et Clar. - Essais etc. pag. 41. == MEX mente il sale amaro o d'Inghilterra od Epsomite, oppure la Glauberite. Però, quando cotali lagune salate, per- ciò dette Salinas, sono piene d’ acqua, la salsedine della maggior parte loro non si avverte quasi, e l’acqua ne è potabile. Invece quando la siccità è prolungata e tutta l’acqua evapora, allora il loro fondo si copre di efflorescenze saline a guisa di brina. Il maggior nu- mero di saline trovasi riunito nella Pampa secca ed argillosa, tra il 36.° ed il 38.° di latitudine australe, ed esse vengono comprese sotto il nome complessivo di Salinas grandes. Sono le maggiori, le più rinomate e le più salate. Alle loro rive crescono piante marine, ed esse non contengono soltanto sal comune, ma anche dei sali di Soda. Il loro territorio è tuttora occupato dagli indiani indipendenti o selvaggi, i quali vi raccol- gono il sale e vi hanno stabilita la loro sede principale; 6 pertanto quel territorio è poco conosciuto. Una. pic- cola salina, perciò chiamata Salina chica (pron. cica) rinviensi nello stesso terreno a 75 kilometri circa ad occidente. di Bahia blanca. Altre due più importanti esistono nel terreno sabbioso a N. E. da Patagones. — Le acque che scendono dalle montagne sono diffi- cilmente salate, ma lo ponno diventare durante il loro tragitto attraverso la pianura. Il solo mare che bagni le coste dell’ Argentinia me- ridionale, formandone l' orientale confine, si è l'oceano Atlantico. L’ estesa sua spiaggia, ove è bassa e sabbiosa o paludosa, ed ove tagliata a picco, come ci è già noto dal Capo precedente. Presenta tre seni principali, di- retti nello stesso senso, da N. O. a S. E., come le ca- tene montuose del sistema orografico australe. Il mag- i SA giore e più settentrionale, detto Bahia de Samborom- bon, continua nell'ampio estuario d’acqua dolce del Plata; la Bahia Blanca è dei tre il seno più piccolo; la Bahia de San Antonio ne è il più meridionale. Pochi sono i porti, e poche le lagune comunicanti. col mare per mezzo di stretti canali, che talvolta, in estate, ina- ridendo, non servono più di intermediarii tra l’ oceano e la laguna. La mar chiquita (pron. cichita) o piccolo mare, ne è un esempio. ”” Incontransi lungo le sponde del mare dei pezzi di terra, quale -p. e. 1’ Isla verde, i quali sono uniti alla sponda o trovansi da essa sepa- rati, a seconda che bassa od alta è la marea, devono perciò chiamarsi ora penisole ed ora isole.’* Poche e piccole sono le isole. La navigazione dell’ estuario pla- tense viene resa difficile da una quantità di banchi, fra i quali quello inglese ed il banco d’ Archimede, a S. S. E. da Montevideo, e quello di Ortiz tra Montevi- deo e Colonia, sono i maggiori, i più conosciuti ed i più temuti. I minori banchi, e più vicini alla spon-. da, impediscono che i bastimenti possano approdare a Buenos Aires; questi devono, secondo la loro portata, ancorare a 5 o 7 kilometri di distanza dalla riva, e le acque sono generalmente presso questa così basse, che i batelli non possono scaricare passaggeri e merci al molo, ma devono caricarli sopra carrette e farveli 7 Questa laguna del litorale non è da confondersi colla omo- nima, attraversata dal R. Salado platense nel superiore suo corso. Veggasi retro, alla nota 5, quale effetto cotali cambiamenti idro- grafici passaggeri possano produrre sul tracciamento delle carte. 28 È questa un’altra circostanza per la quale rendesi difficile il tracciare una carta idrografica esutta del paese in discorso. Mb condurre da esse. Delle darre pericolose che attraver- sano le foci dei Rii Quequen grande, Colorado e Negro, rendono del pari difficile l’ accesso nei medesimi e la loro navigazione; l’entrata in essi non è possibile che tuttalpiù ai piccoli navigli ed anche a questi soltanto ad alta marea. Delle maree dell’ Atlantico e della li- mitata loro influenza sulle oscillazioni periodiche del livello dei fiumi che in esso sboccano, fu già fatta men- zione, parlando di questi. Si accennò già del pari che la loro potenza è minima nell’ estuario platense, men- tre che va aumentando portandosi dalla Bahia de Sam- borombon verso Sud *, come prova il crescere della loro altezza, in questa direzione, da 2 ad una ventina di metri. E pertanto i venti esercitano molta influenza so- pra di esse lungo le coste al disopra, ossia a setten- trione, del capo di San Antonio, e le medesime non acquistano indipendenza dai venti e grande regolarità, fuorchè col crescere della loro potenza verso il Sud. Nell’ estuario del Plata la linea che divide le acque tor- bide e dolci del Rio da quelle verdastre e -salate del mare, non è stabile, ma cambia di posizione. Essa avanza verso il rio pei venti di Sud o di S. E., sì che allora a Montevideo 1’ acqua è completamente salata, ed in- dietreggia per le correnti di Nord o di N. O., ed allora l’acqua vi è dolce. Però al disopra dell’altezza tra Punta de las piedras e Punta de Atalaya (pron. Ata- ?* Perciò nella Bahia de Samborombon, in onta alla quasi oriz- zontalità del terreno, la zona delle maree non è molto larga, mentre che a Patagones si allarga sino ad una settantina di kilo- metri. SrroBeL, Mat. per una Malac. Arg. — Introduzione. V LX lagia) l’acqua è costantemente dolce lungo la sponda destra. «» _°—L’azione delle onde dell’ Atlantico ottiene lungo le sue coste gli stessi effetti che produce / azione cor- rosiva de’ fiumi, modifica cioè le sue rive. Il mare cor- rode Je alte sponde argillose e ne trasporta e deposita i materiali sulle basse spiagge, alzando ed allargando queste e facendo retrocedere quelle, favorito in ciò dal flusso e dalla corrente pelagica costiera, diretta da Sud a Nord. 9 Nel Capo precedente abbiamo appreso come le dune concorrano a modificare le coste e ad aumentare la terraferma. Una modificazione simile delle coste presso alle foci dei fiumi, continua e lenta, è dovuta ai trasporti di questi. Così non evvi dubbio alcuno che il fondo dell’ estuario del Plata vada, lentamente e se- colarmente, poco a poco riempiendosi, ed alzandosi ed allargandosi i banchi suoi, sopra tutto pel limo tra- sportatovi dal R. Paranà; ma ciò avviene in un modo sinora quasi inapprezzabile. Del pari i fiumi Salado e Samborombon hanno indubbiamente contribuito a riempire, in parte, coi loro depositi il golfo, in addietro più esteso, nel quale sboccano, ossia la Bahia de Samborombon. E siccome essi scorrono attraverso ad un terreno a particelle molto fine, cioè all’ argilla pampeana, depositano del fango talmente molle, che uno si sprofonda in esso sino alle ginocchia. Quanto più il fango trovasi vicino alla . spiaggia marina, tanto più è liquido, poichè all’epoca del flusso viene coperto dalle acque del mare. Le varia- zioni nel livello di questo vi si fanno palesi per un == RIXSVIIE = movimento pulsatorio particolare. L’ influenza mista dei fiumi e del mare su questi bassi fondi fa sì che non vi si ponno distinguere i banchi dalla terraferma, tanto più che sono della medesima natura di questa. I ter- reni paludosi in discorso sono quei Cangrejales di cui già feci cenno, discorrendo delle paludi. Essi raggiun- gono la massima loro larghezza verso il mare, e di là si restringono verso l'interno per terminarvi in pun- ta. Sono solcati da vari sistemi di stretti canali. assai ramificati, che s’anastomizzano benanco tra loro, e formano una rete assai complicata. Durante l’ alta marea vengono riempiti dalle acque, e taluni dei mag- giori sono allora navigabili in goletta od in batello; il riflusso invece ne mette a nudo il fondo, per modo liquido, che viene evitato persino dagli uccelli da pa- lude. L’ acqua di questi bassi fondi è ordinariamente salmastra; però all’ epoca delle grandi piogge, l’ acqua dolce di queste essendo specificamente meno densa dell’acqua marina, riesce a sornuotarle, alla punta del cangrejal, ed il bestiame ve la beve. — I can- grejales di Samborombon sono i più estesi dell’ Ar- gentinia. Altri due considerevoli vi esistono, come ci è già noto: la Bahia blanca non è che un enorme can- grejal, che io non saprei meglio paragonare che alla laguna di Venezia ’; il terzo cangrejal è quello della Bahia de San Blas. — Questi cangrejales, come sopra si avvertì, contribuiscono non poco alla formazione ed all’ aumento della terraferma, poichè vi si fissa poco a poco una vegetazione, da prima marina o da terreno salso, ossia di Salicornie, Jumes, poi di Glumacee e di 3° Sarebbe mai l antica foce del Chadi-Leofù? MXN Agave, indi di Graminacee e di piante d’ altre famiglie, ed allora il suolo si fa consistente e fermo; e di questa maniera ogni anno una nuova frazione od un nuovo lembo di banchi della costa è acquistato alla terraferma. Perciò è tanto difficile il segnare i confini tra la ter- raferma ed un cangrejal, quanto lo è lo stabilire, come si disse, quelli fra i banchi e la terraferma. * Nell’in- terno di questa, come per esempio dai cangrejales della Bahia de Samborombon sino a Dolores, si ponno se- guire le tracce di antichi cangrejales, ciò che prova come il suolo di tutto questo tratto sia di formazione relativamente recente. I cangrejales preparano inoltre la rete idrografica futura, poichè elevandosi il terreno, nei loro canali anzi che acqua del mare, andrà a scor- rere l’acqua dolce della terraferma. Il sistema di vari fiumi, come per esempio del R. Salado, presenta ap- punto l’ aspetto di antichi cangrejales ". Riassumendo l esposto, appare come le contrade dell’ Argentinia meridionale irrigate da una quantità maggiore di acque siano le orientali, e specialmente quelle poste a N. E., e come la Pampa sia meno 3! Quindi un’altra difficoltà nel disegnare le carte idrografiche dell’ Argentinia meridionale. 32 Queste notizie relative ai cangrejales sono estratte quasi per intero dai citati Essais ecc. di Hrusser e CLARAZ, i quali li hanno studiati specialmente, e mi sono diffuso nel descriverli avuto ri- guardo alla loro importanza dal punto di vista geologico, ossia della storia della formazione della terraferma, come abbiamo veduto ae bagnata delle parti montuose. Il massimo numero di laghi e di acque stagnanti trovasi nella parte piana e segnatamente nella orientale, ed il minimo nella oc- cidentale, sopra tutto nella montuosa, le lagune più estese però formaronsi nella parte piana occidentale. I fiumi maggiori scorrono ai suoi confini N. E. e S. O. L’idrografia del paese in discorso, come accennai fin da principio, distinguesi per una indecisione e confusione di bacini, dovute alla conformazione del suolo: i sistemi idrografici vi sono tuttora in istato di formazione, na- scente. Perciò delle acque stagnanti, specialmente se canadas, diventano correnti, ora in casi eccezionali, ora periodicamente , ed ora progressivamente, in conse- guenza della erosione; i fiumi cambiano non di rado sponde, letto e corso; molte acque correnti si sperdono e consumano, moltissime acque stagnanti inaridiscono. Per tutti questi fatti rendesi, come ripetutamente fu avvertito, assai difficile il tracciamento di carte idrogra- fiche del paese in questione. Inoltre, la sua idrografia viene caratterizzata, per un verso, da un estuario, golfo o mare, che dir vogliasi, d’acqua dolce, quale è il Rio de la Plata, e per l’ altro invece, dai Cangrejales ad acqua salmastra; dalla distribuzione regolare di certe lagune, in rap- porto colla conformazione delle coste marine e dei cor- doni litorali di dune delle epoche passate e presente ; dalla abbondanza di acque salate, segno questo di non molto antica emersione del suolo. Infine, l’ Argentinia meridionale distinguesi per un carattere negativo, la mancanza cioè, di torbiere. III. IPSOMETRIA. Primo prospetto. CATENE MONTANE. CIME, PASSI. ALTIPIANI ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ ATLANTICO ? U 7? E VALLI ! in in piedi | in piedi indicate misurate procedendo da Nord a Sud. metri | francesi | inglesi” da da “ ANDE o sistema andino * CORDILLERA 0 giogaia CA(CONCA SUA Met O 6796 di 22296 || Black 6834 di di Petermann, C. del Chili. | Pissis. 6894 È I Moussy, I, p. 222. detto 6992 di si detto Fitzroy. P. de la Cumbre de Uspallata. . +. . 3796 Di 12454 || Darwin, II, p. 107. Pentland. 3804 di sa Moneta, Carta manoscr. 3809 w Si Rosetti. 3822 11765 ni Burmeister, Carta. 3857 Di 12656 Black. 3900 di si Moussy, E p. 222. Moussy. 3927 Gi Si Sada, manoscr. Pissis. JUnCAlE e ER Se . 5942 s x Peterm. Carta. detto 5963 18355 di Burm. Carta. 6208 5 20358 Black. Moussy, I, p. 222. detto roi so 6178 (3 di Peterm. Carta. detto 6528 | 20095 53 Burm. Carta. 41 I passi, gli altipiani ed i rii sono indicati in corsivo. 2 Le differenze che si riscontrano tra i diversi calcoli dell’ altezza d’ un medesimo punto, quando quelle non siano rilevanti, nè questi siano sineroni, potrebbero anche non dipendere da errore di calcolo, mu essere reali e conseguenti dalle oscillazioni della crosta terrestre, produtte dai movimenti intestini della medesima, Sopra tutto nelle Ande. Potrebbero anche dipendere dall’esser state le altezze misurate riferite a quella del livello del Pacifico anzi che dell’ Atlantico, come potrebbe essere accaduto da parte degli scienziuti chilesi, ciò che però non mi risulta. 3 Di quei punti dei quali non trovai l'altezza indicata in metri, oppure la trovai calcolata in piedi, francesi od inglesi, ridotti poi a metri, la segno anche in piedi, perchè si possa controllare il relativo calculo di ragguaglio. 4 La mancanza d’indicazione in questa colonna significa, che l'autore citato nella colonna precedente non ha nè nominato chi misurò l'altezza da lui segnata, nè dichiarato averla presa egli stesso. 5 Non gi fa cenno, in questo prospetto, nè dei monti, nè dei passi situati nel versante del Chilî. a 8 pe __r_—__e—— +, ——-——— —-.-i--i;>r*kìîi—@ ——l ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO ——- detto Leyboldt. 4200 * » detto, Carta Pissis. Moussy, I, p. 222. detto 4363 23 14315 Black. | San José . . 5532 È 18150 detto Moussy, I, p. 222. Pissis. 6096 * È Peterm., Carta detto MEV e o 4572 * 15000° || Arrowsmith. Parish ? 5384 ci 17664 Black. Moussy, I, p. 222. Pissis. Peterm., Carta. detto P. de la Cruz de Piedra . . +. .. 3440 S ca Rosetti. 3442 * 5 Moussy, I, p. 222. detto Cruz de Piedra. . .... 5220 * * detto detto P. del Yeso. . 2497 so co Rosetti. 2500 * a Sada. Peîia Lolen . . . 3245 ci E° Moussy, I, p. 222. detto P. del Tinguiîririca . 3200 si 2 Rosetti. 8 Questa lettera significa misura media. 7 Media tra le due misure date da Gillies. 8 Altezza relativa a Valparaiso, ossia riferita al livello del Pacifico. 9 È probabilmente un errore d' incisione, invece di 15000 dovrebbe stare 18000. Eroe ne.re=te=@= ‘cross. > ict tc EEE ---@&T@ce@; CIME, PASSI, ALTIPIANI E VALLI procedendo da Nord a Sud MEX ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO e I _ __meegoen T_________ w__o_y+YyY#=:= Tinguiririca o Morro delAzufre P. de las Damas. P. del Planchon . ( P.antico. . . | P. nuovo . Peteroaf ss lo fn FINA Planchon (Peteroa di molti) . Colorado Meer P. del Indio o de las Cres Ccrucesì. i Descabezado chico. . Campanario . P.delalaguna del Maule P. de Choreo. . . . Polcura. P. de Pichachen. . . P. de Antuco. P. de Nahuelhuapi, o de Pedro Rosales, ? ode Perez Rosales. da Rosetti pel passo nuovo. in in piedi | in piedi indicate misurata metri |francesi | inglesi da da I 4478 È sw Peterm. Carta. Fissis. 3000 A 6 Moussy, I, p. 222. 3100 sa È Sada. 3000 + A Moussy, I, p. 222. 3048 # di detto, Carta. Sada. 2230 5 ca Rosetti. Rosetti. 2597 cs 8225 || Peterm. XIX, p. 234 1° | Crawford. 2688 #5 ss Moussy, I, p. 222. Parish. 3615 Di 5 Rosetti. 3635 È si Peterm.. Carta. Pissis. 3675 È to Rosetti, Carta !! 3954 * di Peterm. Carta. detto 2570 è di Rosetti. 3258 * La Peterm. Carta. . detto 6390 E di Moussy, I, p. 221. 1° Parish. 3756 cs 5 Peterm., Carta. Pissis. 2194 * & detto detto 2000 c. NI di ss Sada. 2782 # E Peterm., Carta. detto 2043 di Di Sada. 2100 3 #, Moussy, I, p. 222. Domeyko. 2203 ca £ Rosetti. 800 di 2a detto 840 # 3 Moussy, I, p. 222. | Fonck e Hers. 1500 * n Sada. 1 | 10 Petermann indica la misura în piedi, senza acceanare, se debba intendersi in piedi francesi od inglesi. Se mai Crawford l’uvesse presa in piedi francesi, l’ ultezza in questione equivarrebbe a circa 2672 metri. Nè l’una, nè l’altra di tali altezze s'approssima nè a quella che gli altri autori assegnano al passo vecchio, nè a quella calcolata 1! Quale delle due cifre sarà errata, quella di 3675 m della carta, v quella di 3615 m. del testo ? 12 Non parmi che possa essere uno sbaglio di calcolo, bensì un errvre di stampa. 13 Questa lettera significa circa, ossia indica che la misura in questione è approssimativa, 14 Probabilmente non è il varco di Nahuelhuapi, ma un altro passo vicino. b-eWwééil.é..iiW.W.Weéhkkkii nz i nea ni ere È ere n = nente i CIME, PASSI, ALTIPIANI oe ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO = ss n° _ ______eeo oce-—€6€_66rTrr6rTt————_m—— ..,..o —= m' E VALLI , in in piedi | in piedi indicate misurate precedendo da Nord a Sud metri |francesi | inglesi da da PREANDE Sierra de los Paramillos. 3000 a 3500 e. > pa Moussy, I, r. 198. Altiprani los Paramil- P 3 los, quello a N. 2860 i to Rosetti. 2862 e ss Mon. Carta mser. ì 2863 * 9395 || Burm., I, p. 501. | Mac Rac. 2864 8797 a detto Burm. 2960 s > Moussy, I, p. 198. Cerro de Plata . 5848 18000 > Burm. Carta. Portillo orientale . 4370 13450 15 detto 4378 ! * 14385 || Darw, II, p. 82. Gillies. Arrowsmith. Parish ? 4427 ci La Moussy, I, p. 222. Gillies. 4430 5 Sa Rosetti. Portillo de la Punilla, | tra la valle de los Cie- | gos e quella de las di x Penasttzo. SÈ 2380 5 Lgs detto, Sezioni. Rosetti. Portillo de las Pemas, tra la valle omonima e quella de las Vallas olBayazi .. +0. 1890 I * detto detto Portillo de las Cargas, trala valle de las Val- las e quella de las VERO OR? 2280 si s detto detto Portillo de las Llare- tas, tra il Valle her- moso e la valle de las ; Leîas amarillas 2350 2) * detto detto APPENDICI 0 baluardi | Nevado . 4935? * * Moussy, I, p. 221. Miers. Payen. 2500? si Ss detto È VALLI I. del Rio de Menduza. Casucha al piede del ; passo de la Cumbre . 3250 si d Moussy, I, p. 201. Punta de las Vacas. 2288 si o detto, p. 170. Moussy. 2290 È u; detto, p. 161. — LXXIV — i ce —— {mem __6_—T——m6—m—m—@6——6——1—tl1€_&«——-—.—11t@@11@@È@@@-r-@ CIME, PASSI, ALTIPIANI ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO E VALLI "peer —7—T Tr in in piedi | in piedi indicate misurate procedendo da Nord a Sud metri |francesi | inglesi da da Uspallata. . , . +. 1520 4666 fa Burm. I, p. 501. Burm. 1830 to Di Moussy, I, 170 e 199. | Moussy. 1935 * 6350 || Burm. I, p. 259. Mac Rae. 1949 6000 Si detto, Carta. 1957 € Di Mon. Carta mser. 1958 cS 6426 || Burm. I, p. 259. detto Valle di Uspallata? . 1828 c. ts 6000 || Darw. II, p. 98. Rio de Mendoza a Sud di Uspallata. . . . 1930 tw Gi Moussy, I, p. 161 *° B. Valli secondarie orientali Tra el Agua dela Zorra ed el Paramillo, . . 2110c.| 7500 si Burm. I, p. 267. Burm.. Villa Vicencio. . . + 1470 4508 (i detto, p. 501. detto 1624 si 5328 detto Darwin. 1675 ta ks Mon. Carta mser. 1694 E 2560 || Burm. I. p. 501. Mat Rae. Los Manantiales . . . 1949c.| 6000c. "i detto, p. 287. Burm. La Lacha?. . . . +. 2125 6549 5 detto, p. 501. detto Casa de Piedra . . . 2083 6412 Di detto, p. 287. detto Challao presso Mendoza 937 2877 si detto, p. 501. detto II. del Rio Tunuyan. Tra i due passi /os Portillos . . . è. + 2280 Si ss Moussy, I, p. 197. Arroyo de los Papa- galtos, guado . è. . 1480 ni È Rosetti, Sezioni. Rosetti. San Carlos . . . . + 1008 di > detto detto III. del Rio del Diamante. Rio,guado ad Ovest del Cerro del Diamante . 1480 O di detto detto IV. del Rio Atuel col It. Salado. Rio Atuel, guado presso la Pampa 1510 * * detto detto Laguna blanca . . + 1530 di * detto detto Hojo colorado, cratere di Vulcano spento. . 1810 9 to detto detto 15 L'autore, alla pagina citata, asserisce che il Rio, dalla Punta de las Vacas a 2290 m. d'altezza, sino alla valle di Uspallata, non ha che una pendenza di 360 metri. Esso dunque quivi si troverebbe all'altezza di 1930 m. sopra il mare, quindi più alto che Uspallata stessa, ciò che non può essere. È un errore di stampa o di calcolo ? s—l'LRAV = Ft-—6—_&6@&cec@@@ouuii*i..io-lTT--|-enn=———rr=rrn ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO —-_-. TTT. _—— ___ >=" === = = = FT___m | CIME, PASSI, ALTIPIANI E VALLI in in piedi | in piedi indicate misurate procedendo da Nord a Sud metri | francesi | inglesi da da Cajon de los Molles. . 1200 S i Rosetti, Sezioni, Rosetti. Cajon de las Leîias ama- TIMAsto e nt a 2000 si * detto detto V. del Rio Tordillo. Valle hermoso. 1940 E? po detto detto Ladera de las Vacas 1900 Sì È detto detto VI. del Rio Grande. Valle de los Ciegos, cre- sta o passo . 3 2230 di | o; Rosetti. detto VAN Se 2112 x | 3 Perez !° Perez. Valle del Azufre, al Lio. 2134 È di Rosetti. Rosetti. Cajon de Valenzuela . 2062 Ò > detto detto Valle del Rio Grande, principio . . . +. è 1650 do È detto detto Alla svolta . 1450 E si detto detto Al punto di unione del I. Grande col R. de las Barranca8 . 870 w si detto detto ? Valle de las Peîias . . 1760 Ù ca detto, Sezioni. detto Valle de las Vallas o Bava i a 1780 no Lo detto detto Laguna de Mante , . 2194 È È Rosetti. SISTEMA CENTRALE o Cordovese SIERRA GRANDE Quimbaletes nella valle deal 0 852 2616 ta Burm. II, p.84. , Burm. Cordova, al piede della ciano; i dodo e o 382 1178 o detto, I, p., 500. detto 416 $ np Moussy, I, p. 386. 467 1437 o Burm.,I,p 500. (Alman. nacion Argentino). 475 > 1558 || Burm., I, p. 259. Parish. Rio Cuarto, borgo 414 Si fo Moussy, I, p. 232. Moussy. 430 di s Rosetti, Sezioni. Rosetti. 444 1365 5 Burm., I, p. 500. Burm. 467 * 1532 detto Mac Rae. 16 J. A. PEREZ — Reconocimiento y trazado del camino de lns Andes, empresa de monsieur Carpentier, nell'Anuasrio de Correos de la Republica Arjentina. Buenos Aires, 1866, pag. 112 a 119. — L'autore dichiara che la valle si trova a 5800 piedi, ossia a 1884 metri, sopra Curicò nel Chili. Ora questa città, secondo la carta del Chili di Petermann, sarebbe pusta a 228 m. sopra il livello del Pacifico, e quindi la valle suddetta si troverebbe a 2112 m. sopra il medesimo. CIME, PASSI, ALTIPIANI — LXXVI — ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO TTT == =—.c.._oo»—>»m-E---v-—m>y_r_rTEE_——2z E VALLI in in piedi | in piedi indicate misurate procedendo da Nord a Sud metri |francesi | inglesi da da Barranquita. . . . + 715 di ca Rosetti, Sczioni Rosetti. Achiras, punta della : Suo ol ode 828 2527 es Burm. I, p. 501. Burm 845 # * Moussy, I, p. 282. Moussy. IRE. o 04 0 840 di * Rosetti, Sezioni. Rosetti B. Sierra del Portezuelo. Portezueloal piede della Signo 0h d 00 957 2039 # Burm , I, p. 501. Burm. Cuchilla del Portezuelo 980 | * s Rosetti, Sezioni. Rosetti, 986 È di Moussy, I, p. 282. Moussy. Sierra DE SAN Luis, o sottosistema Puntano. Cerro de la Punta . . 1415 ca G Moussy, I, p. 232. Moussy. Ojo de agua, al suo piede 855 sE dw detto È detto Altopiano de las Pie- dras blancas. 1693 i ci detto detto Valle dela Canada honda 1666 È di Fo detto detto Tomalasta, cima. . . 2117 ci ui 5 detto detto Carolina, al piede da Tomalasta . . . 1720 È | detto detto Altopiano de los Cer- ro blancos 1690 Si di detto detto Cuesta delPalmar, fianco occidentale della Sierra 1470 si di detto detto Cuchilla del Alto Grande 1123 Gi si detto detto 1125 si È Rosetti, Sezioni. Rosetti. B. Sierra del Morro. SanJosé,alla punta della Sierra. di e 973 di 3193 Burm, I, p 501. Mac Rae. 1032 | 8163 # detto Barm. 1035 6) 3 Rosetti, Sezioni Rosetti. 1046 ci di Moussy, I, p. 232. Moussy. C. Alto Pencoso 656 2015 è | Burm, I, p. 501. Burm. 669 ds 59 Moussy. I, p. 232 Moussy. Alto de los Chosmes . 610 do È Rosctti, Sezioni. Rosctti. CIME, PASSI, ALTIPIANI E VALLI procedendo da Nord a Sud == RERANIR= ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO Ser — “sli _____€€m€m _ T—— Pe! _ _rr6r—r—_______6 iii nn” SISTEMA AUSTRALE o Pampeano. SIERRA DE LA VENTANA. Castor de la Ve ‘a Nord). . Culminante Solis . Picco più clevato . Verruga de Solis Diente de Solis Picco principale. . . . . n Nordeste. El Bonete. . Portero de la Ventana . VALLI I. del Rio Sauce Grande. Las Cuadras II. del Rio Suuce Chico o Leo Orqueta Leo in in piedi | in piedi indicate | misurate metri | francesi | inglesi da da I | | | | | | Î 1017 ta ga Pellegrini, Carta. Pellegrini. 1100 su O * Nuevo Mapa ecc 1114 > |_* Pellegr., Carta. detto 11600.) * % Heusser et Claraz, Heusser 1170 GINE | i TISAPARZe e Claraz. 949 | * |» Pellegr., Carta Pellegr 312500 00, | * detto detto 1018 I 3 | 3340 || Caronti, p. 4. | Fitzroy. 1020 * |P Moussy, I, p. 237. detto 1021 pe] 3350 || Mulhall, C, p. 188. detto TO6ZIA ee tal Bravard, Carta. detto TOCE i 3500 Darw, I, p. 124. detto 1025 | * oa Pellegr, Carta. Pellegr. DOS È detto detto | | Rincon de los Duendes 270 ni Li detto detto Arroyo Oriental, bocca 240 # ALP detto, p. 92. | detto Confluenza del Rio col- | l’Arr. Oriental . 22000003 Si detto, Carta, detto 125 * Ss detto, p. 93. | detto Confluenza delos Leones SI E detto, Carta. | detto 259 È È detto | detto Paso de los Chilenos . 193 n Di dette | detto III. del Rio Naposti Grande Molino de Daso . . . 13 Lo) sa Bravard. | Brav. I — LXXVIII — CIME, PASSI, ALTIPIANI ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO ’ ’ -TTTTT —— »_— _e_m_eee — _ _ ___ E VALLI I in in piedi | in piedi indicate misurate procedendo da Nord a Sud metri |francesi| inglesi da da SIERRA DEL TaAnpit. !7 Sierra de Curico o Curaco *8 Picco a Nord . . . . 69 Gs * Moussy, I, p. 237. Garcia. SA CEStre 70 si * detto detto Sierra de la Tinta, Picco de Lima-Huida 3 55 w Di detto detto Tandil, culminante . . . . 340 s È detto Senillosa. AMICO da 450 is E Heuss et Clar.I,p. 4.! | Heuss.et Clar. Sierra del Vulcan, culminante. || 275 * = Moussy, I, p. 237. Senillosa. 17 Secondo Burmeister (Anales ec. II, p. 88) il punto culminante di questa catena non toecherebbe i 1000 piedi parigini, 0325 metri d’altezza. Invece nel Nuevo Mapa vedo segnata per essu un'altezza di 1500, m., probabilmente per errore d’ incisione, invece di 1500 p. p., ossiano 487 metri. 18 Fa parte, probabilmente, della Sierra de Quillalanquen. 19 Trovasi a 250 m. sopra il paese di Tandil, pel quale si ammette un'altezza di 200 m. sopra l'Atlantico. LUOGHI ABITATI, PIANURE. Secondo Prospetto ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO ne red _ o b60 "—T°"_ _rcG ipse TERRAZZE, DUNE E RII! in in piedi | in piedi indicate misurate metri |francesi| inglesi da da PAMPA I. OccIDENTALE Posta di Guanacache presso la laguna del Portezuelo . 630 * È Moussy, I, p. 170. Moussy. Posta di Jocoli, tra San Juan ENMendozar, +. E 680 * si detto detto Mendoza, al piede delle Preande 753 * 2469 || Burm, I, p. 501. Mac Rae. 2470 || Heuss. et Clar. II, p. 14. detto 760 * si Mon. Carta mscr. oe 2354 Ga Burm.. I, p. 500. Burm. 777 î 5? Moussy, I, p 170 Moussy. 792 n 2609 || Burm,I, p. 501. Parish. Rodeo del Medio . . . . . 745 * * Rosetti, Sezioni. Rosetti. Villa San Martin. . . . 720 * * detto detto Retamo. + +. + è + 703 2160 * Burm, I, p. 501. Burm. 710 » 5) Moussy, I, p. 170. Moussy. Danta Rosa . . . +. 684 so si detto detto 702 = * Rosetti, Sezioni. Rosetti. Villa.de la Paz. .. .. 510 cs ca Moussy, I, p. 170. Moussy. 526 1613 1726 Burm, I, p. 501. Mac Rae. 560 * La Rosetti, Sezioni. Rosetti Desaguadero Guado. . 410 * * Moussy, I, p. 170. Moussy. 420 * si Rosetti, Sezioni. Rosetti. Posta: oa 416 1278 * Burm., I, p. 501. Burm. 502 x 1648 detto Mac Rae. 767 25 2517 detto Parish. Lago Bebedero, a Nord . . 400 no * Moussy, I, 171. Moussy, MALGADra:. .. 0. as 570 * E Rosetti, Sezioni. Rosetti. ! Le terrazze ed i rii sono indicati in corsivo. Sie => LUOGHI ABITATI, TERRAZZE, DUNE E RII ALTEZZE SOPRA IL LIVELLO DELL’ATLANTICO TYP 7F#xXxcP_— ———____T—_e=— == 000) II. SETTENTRIONALE San Francisco, al piede della Sierra de San Luis. Canada de Los Valdes la Travesia o Balde Tala, al piede della Sierra de Socoscora (San Luis) . San Luis, al piede della Sierra. Rozariîio . Kio Quinto, guado . Posta . Los Loros. . Los dos Arboles Tambito Totoral. Villa Maria . Villa Nueva. . . Tres Cruces . Frayle muerto . Lobaton. Cruzialta Re eee. III. ORIENTALE. Mercedes, Staz. della Ferrovia IV. AUSTRALE. Tandil . Pampa, intorno alla Sierra de JaVentana ft Rei, Pampa, dietro il Médano blanco indicate da in in piedi | in piedi metri |francesi| inglesi | 838 | * 430 A ER E, 48 | = | * 656 9 | sà 755 Sa |a 758 2328 di ARCA E di IILI di 2548 842 SR 2762 807 2477 I di O pos 770 |a È 709 2176 di 350 RT: 290 Di 240 & # DIO TANN MONTE los uo | a |» 70 È È 65 di si 60 5 È 41 * 200 c. * di 259 c. Si da 8c. Ei È Moussy, I, p. 233. Rosctti, Sezioni. Burm., I, p. 501. Moussy.. I, p. 170. detto, Rosetti, Sezioni. Burm., I, p. 501. Moussy, I, p, 232. Burm., I, p. 501. detto detto Moussy, I, p. 232. Rosetti, Sezioni. % Burm., I, p. 501. Rosetti, Sezioni. detto detto detto Moussy, I, p. 156. detto detto detto detto | Heuss. et Clar. II, p. 16° detti, I, p. 5. Mulhall, C, p. 188. | Heuss. et Clar. II, p.99. I, p. 233. | 193 | misurate da Moussy. Rosetti. Burm. Moussy. detto Rosetti. Burm. Moussy. Mac Rae. Parish. Burm Moussy. Rosetti. Burm. Rosetti. detto ® detto detto Heuss. e Clar. detti 2 L'uno o l’ altro dei due calcoli deve essere errato, il guado trovandosi più basso del rancho della posta. 3 Questo paese trovasi a 38 metri sopra il Rio de la Plata, presso Buenos Aires, ossia a 16 m. sopra il punto più alto di questa città. TI livello del Rio essendovi di 3 m. superivre a quello del vicino Atlantico, ed il detto punto di Buenos Aires toccando l' altezza di 25 m., ne segue per Mercedes l’altezza sopra indicata. PARTE PRIMA ANALITICA ENUMERAZIONE E DESCRIZIONE DELLE SPE- CIE E VARIETÀ, ED INDICAZIONE DELLA LO- RO DIMORA E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA. PARERE RIMA ANALITICA ENUMERAZIONE E DESCRIZIONE DELLE SPE- CIE E VARIETÀ, ED INDICAZIONE DELLA LO- RO DIMORA E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA. I. Classe. — Gasteropoda. I. Sezione. Mollusca terrestra. I. Famiglia. Limacesina. 1. Genere Vaginulus, Férussac. 1-I. V. soLeA, D’Orbigny. Voyage dans 1 Amé- rique méridionale. Vol. des Mollusques, page 220, planche 21. — V. soleiformis d’Orb., Synopsis ter- restrium et fluviatilium molluscorum etc. pag. 2., n. 2. Varietà V. BoxarIensIis Strobel. Alcune note di Malacologia argentina n. II. Animal tentaculis superioribus contractilibus, pallide fuscis, oculis atris prominentibus; inferioribus luteo-albescentibus, apice pal- lide fusco; pallio, superius, cinereo—fusco, Fa | verrucis aeque distantibus, caeteris eminentioribus, ad margines frequentioribus, pallide gilvis; inferius, pallide fusco, punctis pallidioribus consperso; solea albescente aut candore carnoso, rugis subtilissimis RR ATO transverse striata. — Longitudo maxima speciminis majoris 125 millimetra; sed animal, usque ad longi— tudinis dimidium, corpus contrahere potest. Temuro, Ea Mutazioni della varietà: a) col globulo dei tentoni superiori bruno oscuro (comune ); col globulo bruno chiaro — d) col dorso segnato da una macchia fusi- forme più oscura del resto del mantello, circondata da una fascia bruno-violacea, sfumata, la quale è rinchiusa da una linea, composta da punti nerastri (fig.2, comune); col dorso senza questa macchia — €) coi lembi del mantello oscuri (comune); coi lembi bruno-chiari. Contrada: Barracas del Norte presso Buenos Aires (Strobel), da Buenos Aires sino a Corrientes (d’Orbigny). — La varietà, Palermo e Tigre presso Buenos Aires. Dimora sotto i tronchi d’albero stesi a terra ed in putrefazione, nonchè sotto la corteccia e nei buchi de’ medesimi, quando radicati tuttora e ritti nel terreno. Dispersione. Sparso, ma non abbondante — la var. rara, per quanto consta sinora, e non abbondante. Latitudine: 2T.° a 35.° Sud. Altezza: 20—100 metri sopra il livello dell’Atlan- tico. Terreno di trasporto (Alluvium) argilloso-sabbioso — rocce miste, umide, pelogene (fumus). Regione della Mesopotamia argentina e della Pampa litorale. (Dl A Osservazioni. Le figure che il d’Orbigny ha dato di questa specie non sono troppo precise. La superficie del lobo inferiore (fig. 1°.) dei tentoni buccali è in continuo moto vermicolare. Nello stato giovane la var. Bonartensis è più oscura, per modo d’ apparire da lontano di colore bruno-nero uniforme; ma osservata da vicino, scorgonsi sul suo mantello de’ punti più chiari ed una fascia longitudinale più chiara sul dorso. L’esemplare più piccolo da me esaminato, quando era giunto al massimo di stensione, non oltrepassava in lunghezza i 17 millimetri. 2-II. V. Lanasporri Fér. — Martens. Sidbrasili- sche Land-und Sisswasser-Mollusken, N. 1, pag. 173. Contrada: Valli della Sierra de la Ventana. Dimora e dispersione. Vedi le osservazioni. Latitudine: 38°-39°, nell’ Argentinia. Altezza: 700 metri circa. Terreno: Arenarie argillose quaternarie (7'osca) — roccie miste, umide?, pelopsammogene. Regione della collina. Osservazioni. Questa specie si distingue particolar- mente dalla precedente per la suola più stretta, pel mantello superiormente più verrucoso, di colore più scu- ro, ornato di macchie nerastre sparse senza simmetria. L’ unico esemplare che ne ebbi, nel 1867, fu raccolto da un agente del signor Giorgio Claraz, hacendado svizzero nella valle del Napostà grande, presso Bahia blanca, al Sud della detta Sierra. È conservato nel- l’alcoole, e la sua attuale lunghezza può quindi rite- nersi di un buon terzo almeno inferiore alla massima, RR pe che poteva arrivare in vita. Esso è lungo 48 millimetri e largo 10; la suola ha la lunghezza di 41, e la lar- ghezza di soli 4 millimetri. Non mi consta che questa specie, da prima riscon- trata nel Brasile, sia stata raccolta in altre località del- l’Argentinia, nè meno, che siasi rinvenuta nei paesi posti tra il Brasile e la detta Republica. — Vista la grande distanza che passa fra le due stazioni, è da sup- porsi, che gli individui argentini differiscano alcun che dai brasiliani, ma non potrei affermarlo, e perchè non ebbi occasione di esaminare esemplari del Brasile, e perchè, come dissi, non posseggo che un solo individuo argentino. Secondo d’Orbigny gli Indiani confonderebbero i Vaginuli colle sanguisughe. 2. Genere Limax, Linné. 5-I. L. ARGENTINUS, nova species. Animal corpore cinereo-fulvo, elongato, paulum rugoso; tentaculis superioribus cinereo-nigricantibus; clypeo concentrice sulcato; dorso paulum carinato. — Lon- gitudo maxima speciminis majoris 33 millimetra. Limacella calcarea, translucida, subelliptica, margine dextro paulum concavo, sive centrum versus incurvo, et ex isto, posterius, productiore quam margo sinister; superficies superior convexiuscula, striis incrementi intercapedinum distantibus, nitidiuscula, alba paululum flavescens; superficies inferior vix concava, inequalis, nitida, alba. — Longa 4, lata 2 millimetra, in individuo maximo. Contrada. Contorni di San Carlos nella provincia RETI Rete di Mendoza, ed Angostura de la Firca nella Sierra de Mendoza. Dimora lungo le rive delle acque, come, della pa- lude o Ciénaga de Aguanda e di un ramo artificiale o Zanjon del Rio Aguanda, e della sorgente o Manantial de la Pirca. Raccolto nel gennajo 1866. Dispersione. Mancano dati sufficienti per poterla stabilire con certezza; probabilmente è sparso, ma non abbondante. Latitudine: 320-350. Altezza: 900 metri, e forse giù fino a 20 (vedi l’ osservazione seconda). Terreno di trasporto (Alluvium e Diluvium) ar- gilloso-sabbioso, Porfido — rocce miste e siliceo-allumi- nose, umide e secche,? pelogene (Aumus). Regione delle Preande, della Pampa interna, e forse anco della Pampa litorale (veggasi l'osservazione seconda). Osservazioni. Differisce dal Limax andecolus di d’Orbigny, che vive nella Bolivia a 3700 metri di al- tezza, segnatamente per lo scudo, che non è quasi liscio, come in questo, ma invece solcato, con solchi concen- trici, il centro dei quali non trovasi nel centro dello scudo, ma poco lungi dalla cervice. Ne va inoltre di- stinto per le maggiori dimensioni e pel colorito diffe- rente; poichè la massima lunghezza del L. andecolus viene indicata di 20 millimetri soltanto, e la sua tinta è grigia cerulea. Però il L. Argentinus, dopo essere stato conservato per qualche tempo nell’ alcoole, prende una RIEN tinta un poco azzurra, e le rughe del suo scudo quasi scompaiono. Nei contorni di Buenos Aires, sotto a degli arboscelli stesi a terra ed in putrefazione, nonchè sotto la loro corteccia e sulle foglie delle erbe in vicinanza loro, rac- colsi degli esemplari di un Limax, il quale probabil- mente è il L. Argentinus; non posso dirlo con sicurezza, perchè smarrii gli esemplari prima di aver potuto sot- toporli ad un accurato esame. 4-II. L. varIEGATUS, Draparnaud — Strobel l. c. “num. III. Contrada. Buenos Aires. Dimora nei pozzi, nei magazzini ed in altri luoghi umidi delle case della città. Dispersione. Importato ed acclimato; sinora, molto raro, ma abbondante. Latitudine: 34°-35°, nell’ Argentina. Altezza: 20 metri circa. Terreno di trasporto — rocce miste, umide, pe- logene. Regione della Pampa litorale. Osservazioni. Sembra giunto a Buenos Aires da poco tempo, poichè non si è sinora sparso che per poche case. A conferma di questa opinione valgano inoltre i fatti, che d’Orbigny non ne fa cenno, mentre ricorda l’altra specie introdotta in quella città, cioè la Helix lactea — e che la specie non sembra avervi subito mo- dificazione di sorta, giacchè non ho potuto riscontrare alcuna differenza tra gli esemplari di Buenos Aires e quelli d’ Europa, e specialmente dell’ Alta Italia. Lg II. Famiglia Hlelicesina. 1. Genere Hyalina, Gray. Sottogenere Ammonoceras, Pfeiffer. 5-I. H. ARGENTINA, nova species, Tav. I, fig. 1. Testa late umbilicata, orbiculata, lucida, diaphana, albe- scens, fragilis; spira depressa, sutura profunda; anfra- ctus 5 planiusculi, lente crescentes, primus, embrionalis, levis, caeteri tenuiter striati, ultimus aperturam versus paululum descendens; apertura obliqua, lunato-subcir- cularis; peristoma album, subreflexum, subcircinatum, marginibus plus minusve appropinquatis, interdum callo rudimentali junctis; umbilicus omnes anfractus monstrans; diameter max, 6 millimetra. min. 5 mill.; altitudo 2 millimetra. Contrada. Angostura o gola de Villa Vicencio e Casa de Piedra nelle Preande di Mendoza, 1866; valle del Napostà grande, presso Bahia blan:a, nei depositi del torrente, il quale ha le sue sorgenti al piede della Sierra de la Ventana, 1867. Dimora entro le fessure di rocce schistose, ed umide per la vicinanza di sorgenti. Convive con altre tre specie nuove, cioè la Helzx Cuyana edi Bulimulus Mendo- zanus e Cordillero. Dispersione. Sparsa; abbondante. Latitudine: 32°-39°. Altezza. 700-2000 metri. Terreno. Scisti ed arenarie calcaree ed argillose — rocce miste, umide, pelopsammogene. Regione della collina, regione montana e subandina. CS Osservazioni. Distinguesi dalla H. trochilioneides d’ Orb. della Bolivia e del Perù, per maggiori dimen- sioni della conchiglia, per la spira più depressa, a giri più serrati, per l’umbilico più largo e l’apertura obliqua, a peristoma un poco ripiegato, con cercine sottilissimo. Martens, 1. c. p. 182, sospetta che la H. trochilio- neides possa essere uno Streptaxis (senza mascelle); eguale sospetto puossi avere anche per l’ affine MH. Ar- gentina. Per decidere in proposito bisognerebbe esami- narne l’animale, ed io non ebbi la fortuna di rinvenire nè meno un solo individuo vivente della H. Argentina. 2. Genere Helix, auctorum. Sottogenere Patula, Held. 6-I. H. cosreLLATA, D’Orbigny, Voyage, page 252, planche 26, figures 6-9. — Synopsis, num. 17, pag. ©. Animal cinereum, capite, dorso et tentaculis superioribus obscurioribus. Contrada. Campagna di Buenos Aires: Boca. Dimora sotto i rami d’alberi, come p. es. dell’Ombi, caduti a terra, seccati od in putrefazione; sotto le pietre (d’ Orbigny). Dispersione. Molto rara, anche secondo d’Orbigny; non abbondante, sebbene in famiglie. Latitudine: 34°-350. Altezza: sotto i 100 metri. Terreno di trasporto — roccia mista, umida, pe- logena (Rumus). Regione della Pampa litorale. Osservazioni. Insieme colla Hyalina Argentina Istat 2= incontrai nell’ angostura de Villa Vicencio una piccola Helix simile alla nostra H. rupestris Draparnaud. Il tubetto di vetro, che conteneva gli esemplari da me raccolti, sfortunatamente si ruppe, e questi si frantuma- rono prima ancora che avessi potuto determinarli. Pro- babilmente questa Helix non è ancora descritta. Sottogenere Lysinoé, Adams. 7--II. H. CuyAnA, Strobel, Tav. I, fig. 2. Pfeiffer. Novitates conchologicae, fasc. XXVII t. 79 f. 16-18. — Malakologische Blaetter, tomo XIV, 1867, p. 79. — Monographia Heliceorum, vol. V. num. 1616. — .Strobel. Alcune note di Malacologia argentina n. I. Animal corpore brevi et crasso, habita ratione testae; fronte, cervice, dorso et cauda fusco-cinereis, rugosis; ceeteris partibus laevibus; tentaculis brevibus, supe— rioribus cinereis, apicem versus pallidioribus, inferio- ribus coeruleo-nigricantibus; oculis atris; pallio et solea cinereis. Testa mediocriter umbilicata, depressa, subfragilis; spira brevi, conica, sutura profunda; anfractus 4'-5 fere plani, celeriter crescentes, primus, embrionalis, cor- neus, levis, caeteri cinereo-flavi vel albescentes, sub- calcarei, tranverse arcuatim oblique costulati, costis irregularibus, interdum bifidis, basi ultimi anfractus plus minusve undulatis, iste aperturam versus paulum descendens, ad peripheriam carinatus; carina valde transverse oblique rugosa; apertura transverse cordi- formis; peristoma fulvum, simplex, marginibus appro- pinquatis, callo rudimentali junctis, margine basali Si), RE subreflexo; faux, palatum et columella fulva lucidis- sima; umbilicus omnes fere anfractus monstrans; dia- meter max. 16 mill., min. 14 millimetra. Mutationes: a) depressa, alta 7, diam. 16 mill.; elatior, alta 3, diam. 14 mill.; — è) carina paenultimi anfractus supra suturam ultimi prominens; carina ab ultimo anfractu tecta; — c) paenultimo anfractu zona pallida fusca: 100-00, notato; sine fascia. Contrada. Angostura de Villa Vicencio nelle Preande Mendozine, tra il Cajon de Villa Vicencio ed il Cerro dorado, sulla via da Mendoza al passo delle Ande detto di Uspallata; 1866. Dimora entro le fessure di rocce schistose, bagnate da aque sature di carbonato di calce, e da questo quà e là, intonacate. Convive colla Hyalna Argentina, con una Helix affine alla H. rupestris Draparnaud (vedi l’ osservazione al n.° precedente) e coi Bulmmuli Mendozanus e Cordillere. L’H. Cuyana, durante il giorno, tiensi per modo rintanata, che per rinvenirne degli esemplari viventi, dovetti staccare delle lamine dalla roccia. Dispersione. Apparentemente rara, ma abbondante, vivendo in famiglie. Latitudine: 32°-339 Altezza: 1400-1800 metri. Terreno: Arenaria e schisto calcarei — roccia mi- sta, umida, pelo psammogena. Regione montana e subandina. Osservazioni. Le attuali provincie argentine di Mendoza, San Juan e San Luis, sino al 1776, forma- DARRELL) vano una sola provincia, detta di Cuyo e dipendente dalla Capitania generale spagnuola del Chilì. Gli abi- tanti di questo territorio si chiamano tuttodì col nome complessivo di Cuyanos. E perciò denominai la specie in discorso, dalla sua patria, Y. Cuyana. Pfeiffer, nelle opere citate, la indica, erroneamente, come indigena del Perù. Sottogenere Macularia, Albers. 8-HI. H. LacTEA, Miiller. Var. punctata Lossmaess- ler. Iconographie IX. pag. 1. fig. 302, 548. — puncta- tissima Jenisson, Strobel 1. c. num. II. Mutationes. Major, testae diamater 35 mill.; minor, diam. 29 millimetra. Variat fasciis, palato, margine columellari et columella plus minusve fuscis, punctisque albis plusve minusve confertis aut confluentibus. Contrada. Contorni di Buenos Aires. Dimora nei giardini e negli orti, al piede dei muri, nelle siepi, fra le foglie e le radici dell'Agave ameri- cana, delle Yuca, della Medicago sativa, della Cynara cardunculus, del Foeniculum officinale, tutte piante acclimatevi. Dispersione. Rara ma abbondante per modo da rendersi infesta. Latitudine: 349-359. Altezza: sotto i 100 metri (20 m.). Terreno di trasporto — roccia mista. umida, pe- logena (humus). Regione della Pampa litorale. LIM Osservazioni. D Orbigny, il quale percorse il Sud- America negli anni 1826 al 1833, incontrava questa specie acclimata in Montevideo (Voyage p. 238). Vi era stata importata da Tenerifa, ed al principio di questo secolo erasi già disseminata intorno alla città per una lega, circa quattro chilometri, in circuito. È probabile che si sia sparsa per le campagne insieme col carciofo selvatico, Cynara cardunculus L., il quale introdot- tovi del pari, ora copre immense estensioni di terreno, però non troppo discoste dalle abitazioni dell’ uomo. Essa può essere stata trasportata a Buenos Aires, tanto da Montevideo, quanto pure direttamente da Tenerifa. Co- munque però sia, ciò deve essere avvenuto avanti qualche tempo, poichè, come accennai, vi si trova sparsa ed abbondante, e la conchiglia sua vi ha subito diggià una leggiera modificazione, per le mutate condizioni ed in- fluenze esterne, e poichè se ne trovano gli avanzi nei depositi, ad un metro e più di profondità. Il guscio degli individui attualmente viventi è più alto, ed al- quanto più sottile e fragile di quello degli esemplari spagnuoli ed africani. Tale, direi, degenerazione della conchiglia parmi sia, in parte, dovuta al clima ed al terreno di Buenos Aires, posti a confronto con quelli delle coste ispano-africane del Mediterraneo e dell’Atlan- tico: il clima vi è più umido, specialmente in certe sta- gioni, ed il terreno pelogeno, di trasporto, contribuisce a mantenervi l'umidità, mentre vi scarseggia il carbonato di calce. — Conchiglie di questa specie scavaronsi, ad un metro e più di profondità, dagli interrimenti anche alluvionali, sovraposti alla Tosca, od arenaria marnosa, RE a della sponda del Rio de la Plata presso Buenos Aires. Sono desse più piccole delle conchiglie degli individui ora viventi, e più calcaree e robuste. Questo fatto non proverebbe soltanto che la specie, come dissi, fu da tempo importata a Buenos Aires, ma ben anco che da principio il suo guscio assomigliava di più a quello della forma africano-spagnola; forse anche perchè allora nel terreno, su cui viveva, scarseggiava meno il calcare, quello essendo toscoso. Secondo d’ Orbigny gli individui di Montevideo avrebbero conchiglia assai sottile, come quelli di Buenos Aires, e senza fascie. Le conchiglie ivi da me raccolte sono invece assai calcaree, e quelle rinvenutevi dal prof. Hensel (Martens 1. c. pag. 176) sono fasciate. La media delle dimensioni delle conchiglie di Buenos Aires è di qualche poco maggiore di quella delle conchiglie raccolte da Hensel a Montevideo, il diametro delle quali è di soli 28 a 32 millimetri. Se alla colonia, direttamente od indirettamente europea di Z. punctata, stabilitasi in Buenos Aires, non sopraggiungeranno altri immigranti europei, o si- mili ad essi, i caratteri differenziali della conchiglia, sopra accennati, andranno sempre maggiormente espri- mendosi e fissandosi, e per tal modo incomincerà a for- marsi una di quelle sottospecie o varietà, che Porro (1841) chiamava seriali, e Darwin denomina specie incipienti; e col continuare, per un tempo indetermina- bile, l'isolamento di quei colinisti dalla madre patria, essi si costituiranno, finalmente, a nuova specie, a specie indigena. GE pigra Gli Europei, sopratutto i Francesi, si cibano del- I’ Helix in discorso; gli Argentini ne han ribrezzo, sì come de’ gamberi e delle rane, ed in modo di sprezzo chiamano coloro che mangiano rane, comesapos ossia mangiarospi. 8. Genere Bulimus, Scopoli. Sottogenere Odontostomus, Albers. d - 9-I. B. papaLeus (Pupa), Desh. — Pfeiffer. Mo- nographia III. pag. 370, num. 455; VI. pag. '76, n. 660. — Férussac. Histoire II, pag. 217, num. 19, plan. 162, fio. 23, 24. — Kuster. Chemnitz, LVI. num. 269, fig. 11-14. — Hidalgo. Catalogue des coquilles terre- stres de l’ Amérique méridionale, num. 107. Varietas major, testa alta 25, lata 12 millimetra, producta, spira conica acuta, plica et dentibus duobus basalibus in apertura. Contrada. Bajada del Paranà (De Luchi) Cordova (Pfeiffer). — La varietà, al piede della Sierra del Morro presso San Luis (Herrero); 1865. Dimora ignota, non essendo stato raccolto da me. Dispersione. Sparso. Latitudine: 31°-32° — la var. 330-340, | i Altezza: 30-500 m. — la var. 1000 metri circa. Terreno, probabilmente, di trasporto quaternario, argilloso-sabbioso — rocce miste, pelopsammogene. Regione della Mesopotamia e della collina; la va- rietà, regione della Pampa interna. Osservazioni. Sembra che la conchiglia di questa specie vari molto e nel numero e nella suddivisione dei Pg o SD denti e delle pieghe dell’ apertura, sì che, mentre i denti alla base di questa non sono che due in taluni individui, in altri sono tre, sì come in quello figurato da Férussac (fide Hidalgo, l. c.), 0 quattro e sino sei, piccoli ed irre- golari, secondo Hidalgo (1. c.). Questo autore asserisce inoltre che il guscio di taluni esemplari è più allungato ancora di quello rappresentato dal Kiister, opera citata, alla fig. 11., e che rammenta, per la forma generale, la conchiglia del Bulimus dentatus, Wood. Vi sono degli individui appartenenti alla mutazione colla con - chiglia maggiore, alta 25 '/, mill. e larga 13, e ventri- cosa (Kiister, 1. c., fig. 14), i quali hanno gli anfratti della medesima solcati da strie spirali che tagliano le strie longitudinali. Il guscio di questa specie, raccolto presso Paran4 dal sig. Luigi De Luchi, ora in Castelguelfo presso Parma, mentre concorda quasi con quello di San Luis nella dentatura della bocca ('), se ne discosta per molto minori dimensioni (a. 19, 1. 8 mill.), per la spira ovale anzi che conica, e pel margine esterno che forma un angolo all'incontro colla parete del- l’ apertura. 10-II. B. pENTATUS (Melia) Wood. — Helix (Cochlodon) Sowerbiana d’Orbigny, Synopsis, pag. 22, num. 113. — Pupa Sowerbiana d’Orbigny, Voyage, page 321, planche 41 bis, fig. 15, 16. — Bulimus dentatus Hidalgo, op. cit. num. 106. (4) Ne differisce un poco, perchè i due denticini posti sopra la piega del mar- gine esterno si uniscono alla loro base, formando quasi un solo dente bifido mentre che nella conchiglia di San Luis sono alquanto distanti tra loro. STROBEL, Mat. per una Malac. Arg. 2 ALARE Varietas patagonica d’ Orbigny, Voyage, planche 41 bis, fig. 17-18. — Helix (Cochlodon) Patagonica d’ Orbigny, Synopsis, pag. 22, num. 119. — 5. pa- tagonicus Pfeiffer, op. cit., IV. pag. 4388, num. 567; VI. pag. 76, num. 659. Mutationes: a. maxima, a. 24, 1. 12 millimetra; minima, a. 20, 1. 10 mill. — . ventricosa, a. 20, 1. 12 mill.; ‘elata, a. 22, L. 10 millim. — (eRdenibno 1. aut 2 basalibus; margine externo eduntulo aut dentibus 1 aut 2; pariete apertura edentula aut den- te 1 inter angulum et plicam (parietalem) — d. mar- gine externo superius angulato aut non angulato. Contrada. San Feliciano in Entrerios (d’Orbigny), Concordia (Hidalgo), Punilla (Burm.). — La var. a Bahia blanca è nella vicina valle del Napost4 grande. Dimora sulle colline e nei giardini (D’Orbigny). — La varietà non fu trovata che morta, talvolta insieme col Bulimus nucleus, tanto da Parchappe che da me; la rinvenni fra le sabbie delle dune a Sud del paese ed alle radici degli arboscelli, specialmente del Man- cacaballo, nella valle del Napostà. Dispersione. Sparso, probabilmente abbondante. — la var. apparentemente molto rara, ma abbondante. Latitudine: 28-32, la var, 38-39. Altezza: 30-500 metri; la var. 5-30 metri. Terreno diluviale ed arenarie argillosa e calca- rea — rocce miste, secche, pelo-psammogene. Regione centrale e della Mesopotamia argentina — la var. della Pampa litorale. Osservazioni. D’Orbigny osservò che le conchi- o glie della varietà patagonica raccolte da Parchappe non hanno per lo più che tre denti, cioè le tre la- mine o pieghe principali, all’apertura; nessuna invece delle conchiglie trovate da me è priva d’uno o d’altro dei denticini, che, negli esemplari completi, presen- tansi solitamente tra l’una e l’altra delle dette lamine. Tali denticini però veggonsi sempre nel posto, ove li ha la forma tipica, B. dentatus. Il guscio di questa è sempre più allungato e maggiore di quello della detta varietà, secondo d’ Orbigny e secondo Hidalgo. Questi fa rimarcare, come i caratteri della bocca e la forma della conchiglia del B. dentatus siano assai costanti. Lo stesso non si potrebbe dire della varietà, come appare già dalla enumerazione delle sue mutazioni. Pfeiffer ritiene il B. patagonicus specificamente distinto dal B. dentatus, sì come opinava d’Orbigny nel 1835, quando pubblicò la Syropsis. Di poi, nella citata opera: Voyage ec., stampata nel 1837 al 1847, egli lo unì come semplice varietà al B. dentatus, ossia alla sua Pupa Sowerbiana. Ed io a lui mi associo, poichè non so riguardare in quella forma di Bahia blanca fuorchè una varietà geografica, o seriale (di Porro) del B. dentatus, è tuttalpiù una specie incipiente (di Darwin), dal medesimo derivata per di lui migrazione verso il polo australe. Il nome di B. patagonicus dato da d’Orbigny alla varietà in discorso è, rigorosamente, improprio, poichè sinora, per quanto mi consta, non fu riscontrata nella Patagonia, ossia nel paese abitato dagli Indiani 7e- huelches o Patagoni, ma solamente a Bahia blanca, Laga za pueblo della estesissima provincia di Buenos Aires, il quale dista ancora due gradi circa dal meridionale Rio Negro, e quindi dalla vera Patagonia, posta al Sud del medesimo. Ma d’Orbigny vi univa pure il paese, che da quel Rio si estende, oltre Bahia blanca, sino alla settentrionale Sierra de la Ventana; e per- ciò, non solo diede il nome di patagonica alla detta varietà del B. dentatus, ma la indicò come indigena della Patagonia; ciò che fece inoltre nell’ accennare la patria di varii altri molluschi non solo, ma pur anche di diversi Coleotteri di Bahia blanca, inducendo per tal modo in errore gli autori che lo citarono, come fra altri anche il dottore Pfeiffer. Sottogenere Borus, Albers. 11-III. B. nucLEus, D’Orbigny. Voyage, page 305. — Helix (Cochlogena) nucleus Sow., D’Orbi- gny,. Synopsis, pag. 14. n.° 30. Mutationes: a. maxima, a. 39, l. 23 millimetra; minima, a 80, l. 20 mill. — è. margine dextro pe- ristomatis extra late incrassato; paulum labiato. Contrada: Bahia blanca, 1867; nè al Rio Negro, nè a San Blas, nè alle rive de la Plata (D’Orbigny, Voyage). Dimora. Nè Parchappe nè io, abbiam potuto tro- vare l’animale vivente; le conchiglie raccolgonsi, ta- lora insieme con quelle del B. patagonicus, come dissi, sulla Tosca od arenaria, e specialmente fra la sabbia dei JMédanos o dune interposte tra il paese ed il porto. LEAG e Dispersione. Da quanto sembra molto raro, ma abbondante. Latitudine: 38°-39°. Altezza: sotto i 100 metri (3-30). Terreno diluviale ed arenaria calcarea ed argil- losa — roccie miste, secche, pelo-psammogene. Regione della Pampa litorale. Osservazioni. L’ affine B. pachychilus L. Pfeiff. ne va distinto per la forma più oblunga, pel peristoma continuo e per la sutura crenulata della sua conchiglia. Non lo si confonda, come accadde a D’Orbigny, col B. nucleus di Sowerby, simile al B. lutescens King. Sebbene d’Orbigny asserisca esplicitamente, come accennai, che questa specie non fu riscontrata, al Sud di Bahia blanca, cioè nè a San Blas, nè al Rio Negro, al di là del quale stendesi, verso lo stretto Magella- nico, la vera Patagonia, pure dice che abita la Pa- tagonia. Questo fatto prova ad evidenza quanto dissi intorno al valore del nome di patagonica dato da D’Orbigny alla varietà di Bahia blanca della specie precedente, che cioè il D’Orbigny comprende nella Patagonia anche Bahia blanca, nonchè il resto del paese posto tra la Sierra della Ventana ed il Rio Negro. Ciò valga a porre su l'avviso chi s’ occupi di geografia malacologica. Conchiglie fossili di questa specie, sì come del B. patagonicus, sono ovvie nel diluvio quaternario d’acqua dolce intorno a Bahia blanca. BIRSRO DA 4. Genere Bulimulus, Leach. Sottogenere Mesembrinus, Albers. 12-I. B. CORDILLERAE, nova species, Tav. I, fig. 3. Testa obtecte perforata, oblongo-turrita, tenuiuscula; spira turrita, apice obtusiusculo, sutura impressa; anfra- etus 6, modice convexi, primi leeves, nitidi, violacei, fusci aut fulvi, ceeteri striis incrementi tenuibus sculpti, subnitiduli, albescentes radiis longitudinalibus corneis, ultimus non descendens, testee longitudinis tertium su- perans; apertura vix obliqua, ovalis; peristoma simplex, acutum, marginibus sejunctis, exteriore recto, colu- mellari reflexo, perforationem fere omnino occultante; paries aperture nitidissima; faux fusca unicolor vel radiata, sicut superficies exterior anfractuum; longt- tudo teste, maxima 15, minima 14 millimetra; aper- ture, max. 7, min. 6 mill.; latitudo teste, maxima 7, minima 6 mill.; aperture max. 5, min. 4 millimetra. Mutationes: testa radiis plus minusve approximatis; plus minusve latis. Contrada. Gola di Villa Vicencio e Casa de Piedra nelle Preande Mendozine; 1866. Dimora, insieme colla Hyalina Argentina, e con altre due specie nuove, entro le fessure di rocce schi- stose ed umide. Dispersione. Disseminato ed abbondante; vive in famiglie. Latitudine: 32°-33°. Terreno: Arenaria calcarea argillosa, — rocce miste, umide, pelo-psammogene. Regione montana e subandina. El gg Osservazioni. Più larghi e numerosi sono i raggi cornei longitudinali del guscio, meno consistente esso è. Differisce dalla conchiglia dell’ affine B. devians Dohrn, delle regioni vicine al fiume delle Amazzoni, pel numero maggiore di anfratti e per la loro colo- razione. Raccolsi alcuni individui viventi di questa specie, ma gli animali mi si seccarono prima che potessi de- scriverli. Sottogenere Eudioptus, Albers (*). 13-II. B. MenpozaNUS, nova species, Tav. I, fig. 4. Testa obtecte perforata, oblonga, tenuis; spira elongata, apice obtuso, sutura impressa; anfractus 4 4,-5, subconvexi, celeriter accrescentes, primi tenuissime longitudinaliter striati, nitidi, roseo-luteoli, ceeteri longitudinaliter subrugosi, subnitiduli, lutei radiis longitudinalibus corneis, ultimus non descendens, testa longitudinis dimidium paulo superans; apertura obli- qua, ovalis; peristoma simplex, acutum, marginibus in pariete aperturze callo tenuissimo junctis, exteriore recto, columellari subtili, superius paululum expanso, perforationem semi-occultante; faux albo-rosea; longi- tudo teste, maxima 24, minima 20 millimetra; aper- ture, max. 13, min. 11mill.; latitudo testa, max. 12, min. 10 mill.; apertura, max. 8, min. 7 millimetra. Contrada. Gola di Villa Vicencio, nelle Preande o Sierra de Mendoza; 1866. “ Le specie di questo gruppo spettano forse al genere Bulimus anzi che al genere Bulimulus. Lo studio della mandibula deciderà. MartENS, in lettera. SILA AMIR Dimora, entro le fessure di rocce schistose umide in compagnia della Hyalina Argentina, della Helix Cuyana e della specie precedentemente descritta. Dispersione. Verosimilmente raro, ma abbondante. Latitudine: 32°-39°. Altezza: 1500-1800 metri. Terreno: Arenaria calcarea — roccie miste, umide, pelo-psammogene. Regione montana e subandina. Osservazioni. Ditferisce dall’affine B. pseudo- succinea Mor., di Bahia nel Brasile, per la perfo- razione della conchiglia, per gli anfratti della medesima più ventricosi ed in minor numero, per l'apice della spira ottuso. Sebbene, anche di questa specie, raccogliessi alcuni individui, assai giovani, viventi, pure, essendomi ac- caduto anco di loro quanto m’ avvenne degli animali della precedente specie, non posso darne la descrizione. Sottogenere Thaumastus, Albers. 14-II. B. sporapicus, d’Orbigny. — Voyage page 271, planche 32, fig. 12-14. Helix (Cochlogena) sporadica, D’ Orbigny, Synopsis, pag. 12, num. 69. Varietà BONARIENSIS. Testa ventricosior, tenuior, pallidior, unicolor cinereo— flava; longa 25, lata 14 millimetra. Animal tentaculis pallide cinereis, superioribus axe et oculis atris; dorso et cauda rugosis, atque pallio roseo- aurantiacis, fronte et cervice cinereis; solea pallide cinerea. SNIBE i Contrada: Ensenada de Ros in Patagonia, pro- vincia di Santa Fé, Entrerios e Corrientes (d’Orbigny). La varietà a Buenos Aires. Dimora nei luoghi boschivi (D’Orbigny). — La varietà negli orti e nei campi, al piede dei muri fra l’alfalfa o Medicago sativa, e sotto la corteccia dei tronchi d’ albero in putefrazione. Dispersione. Molto sparsa (la plus répandue dans lAmérique méridionale, D’Orbigny). La vartetà sparsa ma non abbondante. Latitudine: 27.°-42.° nell’ Argentinia; inoltre 15.°- 27.0 al nord dell’Argentinia (D’Orbigny). La varietà S4°-35°. Altezza: al disotto di 100 metri. Terreno diluviale, argilloso sabbioso, ed arenarie — roccie miste, pelogene e psammogene. La vardetd, terreno alluvionale, roccia mista, umida, pelogena. Regione della Mesopotamia argentina e della Pampa litorale (Plaines D’Orbigny). Osservazioni. Già d’ Orbigny ebbe ad osservare che a Buenos Aires la conchiglia di questa specie è sempre d’un fauve uniforme. Anche il colorito del- l’animale vi sembra essere meno vivo che altrove, poichè D’Orbigny dice, che esso è giallognolo, ante- riormente nerastro, mentre che gli individui di Buenos Aires sono anteriormente cenerognoli. È specie che ha qualche affinità col B. (Lepto- merus) zdenuissimus Fér. e col B. (Mesembrinus) oreades D° Orbigny. Martens (op. cit. pag. 179 num. 17), è d’avviso Calo gia che il B. heloecus D’Orbigny non sia fuorchè una varietà del B. sporadicus. Sottogenere Mormus, Albers. 15.-IV. B. APopemeTEs, D’'Orbigny. Voyage page 276, planche 30 fig. 5-8. — Melia (Cochlogena) apodemetes D’ Orbigny, Synopsis pag. 10. num. 56. Testa longa 24, lata 16 millimetra. Mutationes: a. Umbilicata; perforata. — bd. Pal- lide fusco maculata et longitudinaliter laxe radiata; fasciis longitudinalibus fuscis distinctissimis (D’Orb.). Contrada. Tra il Desaguadero e las Cabras, tra San Luis e la Sierra de San Luis, 1866; Cordova (Hidalgo); San Lorenzo nella Prov. di Santa Fé, e S. Feliciano presso Paranà nell’Entrerios (D’Orbigny). Dimora fra le Cactee nelle pianure, nei luoghi sassosi, sulle erte sponde o barrancas, sulle colline (D’ Orbigny); io ne raccolsi le conchiglie entro il legno fracido e sotto un cranio di mulo, insieme con una cimice della famiglia dei Reduvius. Dispersione. Molto sparso (une des espèces plus rependus, D’Orbigny), ma quasi isolato. Latitudine: 31°-34°, nell’ Argentinia. Altezza: 30—800 metri (ultimi contraforti delle Ande orientali nella Bolivia, D’Orbigny). Terreno argilloso sabbioso diluviale ed arenarie, rocce miste, secche, pelogene e psammogene. Regione centrale della Mesopotamia argentina, e della Pampa. POM SE Osservazioni. Mentre a D’Orbigny accadde d’in- contrare la mutazione colla conchiglia ombilicata in un luogo, Paran4, e quella colla conchiglia perforata in un altro, Chiquitos in Bolivia, io raccolsi entrambe in una medesima località; e parmi che non si tratti già di individui appartenenti a diverse mutazioni, ma piuttosto d’ individui di età differente: i giovani avreb- bero il guscio solamente perforato, ed ombilicato gli adulti. — Quanto alla colorazione osserverò, che le conchiglie da me raccolte, le quali aveano apparte nuto ad individui morti, spettano tutte alla mutazione col guscio macchiato o raggiato, che D’ Orbigny in- contrò nel Paran4, mentre trovò l’altra a Chiquitos. L’ altezza della maggiore delle conchiglie da me trovate è la media delle altezze di quelle rinvenute da D’Or- bigny; le prime però sono più ventricose di queste, come appare anche dalle sopraindicate dimensioni della maggiore di esse. Il guscio degli esemplari giovani difficilmente di- stinguesi da quello del B. (Mormus) montevidensis Pfeiffer, il quale però pervenuto allo stato ‘adulto ne differisce segnatamente pel maggior numero degli an- fratti, l'ultimo de’ quali è più breve della spira, e per l'apertura obliqua. 5. Genere Stenogyra, Shuttlewo-Eth. 16-I. St. MARTENSI, nova species. Tav. I. HS. 0. OR Animal pallide luteum, tentaculis crassis, sub apice luteo cinereo constrictis, oculis atris, hepate roseo per testam translucente. Testa subperforata turrita, tenuis, hyalina, nitida, vire- scenti albido-lutea; spira regulariter attenuata, apice obtuso, sutura profunda; anfractus 7-8 convexiusculi, primus levis, ceeteri tenuissime striati, ultimus testee longitudinis tertium vix eequans, basi rotundatus; apertura subrhombeo-ovalis, non obliqua; peristoma simplex, marginibus callo tenuissimo junctis, margine columellari stricte reflexiusculo, margine basali sub- circinato; columella recta, in speciminibus juvenibus subtorta; longitudo maxima 20, minima 9 millimetra. Contrada. Contorni di Buenos Aires: Palermo. Dinora nel legno fracido di tronchi d’ alberi ab- battuti, alle loro radici, sotto terra; vicino alle acque stagnanti. Dispersione. Apparentemente molto rara, quasi isolata. Latitudine: 4°-35°. Altezza: sotto i 100 metri (20 circa). Terreno di trasporto, alluvione — roccia mista, umida, pelogena (Aumus). Regione della Pampa litorale. Osservazioni. È affine alle Stenogyra (Opeas) Goodalii (Helix) Miller (*) e Sf. (Opeas) regularis Pfeiffer. Ditferisce dalla prima, delle Indie occidentali, per la maggiore trasparenza della conchiglia, pel suo colorito, per la convessità maggiore de’ giri della " Helix clavulus Quoy et Gaim., Bulimus clavulinus Potiez et Michaul, SARE PASS spira, che sono meno striati, e l’ultimo dei quali non tocca in altezza il terzo della lunghezza del guscio, per la columella retta, ed infine, per la molto mag- giore lunghezza della conchiglia, il di cui esemplare minore, alto 9 mill., sorpassa il maggiore della Sf. Goodali, alto soli 8 millimetri (Pot. et Mich.). Si distingue dalla St. regularis del Brasile per la co- lorazione diversa del guscio, per gli anfratti un poco convessi, per l’apertura non obliqua, per la molto maggiore lunghezza, la quale nella St. regularis non arriva che a 6 millimetri. La conchiglia della St. (Columna) dacterionides d’ Orbigny, della Bo- livia e del Brasile, ha 9 giri di spira biancastri, piani e liscii, e la Sf. (Columna) micra d’Orbigny, di quei medesimi paesi, ha guscio minore (6'/, m.). di quello della St. Martensi con giri di spira serrati, biancastri, striatissimi. Degli animali della St. Martensi, tenuti per 48 ore entro vaso chiuso ripieno d’acqua, si man- tennero tuttavia in vita. 6. Genere Succinea, Draparnaud. 17-1. S. MERIDIONALIS D’Orbigny. Voyage, page 711. — S. oblonga Drap., D’Orbigny. op. cit. page 231. — Helix (Cochlohydra) elongata Fér., D’ Or- bigny, Synopsis, page 2, num. 4. Animal subalbicans, cervice fulvescente, tentaculis cine- reis, oculis atris. Contrada. Bahia de San Blas, foce del Rio de a la Plata, Buenos Aires, rive del Paranà (D’Orbigny); sponda dell’Arr0y0, o torrente, Aguanda presso San Carlos; 1866. Dimore, per condizioni fisiche, assai diverse (D’ Orbigny); alle rive delle acque, col Lima Ar- gentinus. Dispersione. Molto sparsa, per tutta quasi l’Ame- rica Meridionale secondo d’Orbigny; ma, da quanto sembra, isolata. Latitudine 27°-4l°. nell’ Argentinia. Altezza: 1-800 metri. Terreno alluvionale e diluviale, argilloso e sab- bioso — rocce miste, umide, pelo-psammogene ( nel- l’Argentinia). Regione della Mesopotamia argentina e della Pampa, sì litorale che interna. Osservazione. L’ esemplare da me raccolto non era forse ancora adulto, poichè mentre D’Orbigny asse- risce che l’altezza della conchiglia di questa specie giunge a 7 millimetri, quella del detto individuo non oltrepassa in lunghezza i 6 millimetri. 18-II. S. LurroLA, Gould — Pfeiffer, Monogra- phia, II, pag. 526 num. 46, III. pag. 16 num. 69. Contrada. Bahia blanca; 1867. Dimora sulle piante in riva al ramo orientale del Napostà grande. Dispersione. Molto rara nell’Argentinia, e, da quanto pare, isolata. Latitudine: 38°-39.° nell’ Argentinia. MR gia Altezza: sotto i 100 metri (2-10). Terreno di trasporto, diluvio d’ acqua dolce, ar- gilloso sabbioso — roccie miste, umide, pelogene. Regione della Pampa litorale. Osservazione. Non ho rinvenuto che un solo esem- plare, e morto, di questa specie. La lunghezza del- l’ apertura del suo guscio, la quale è di 8 millimetri, supera di 1 1/, mill. la metà dell'altezza totale di questo; ed in ciò differisce un poco dalla conchiglia della stessa specie descritta da Pfeiffer, la bocca della quale è meno lunga: « partem dimidiam longitudinis vix SuUperans ».. 19-NHI. S. asquinoctiatis D’Orbigny, Voyage, page 231. — Helix (Cochlohydra) putris Lin., D’ Orbigny, Synopsis, pag. 2, num. 3. Animal corpore pallide roseo-luteo; fronte et cervice valde obscure punctatis, linea obscura longitudinali, tentaculis superioribus, cinereis, interposita, tentaculis inferioribus pallidis, apice cinereo; dorso obscure ma- culato, fasciis duabus obscuris a tentaculis superioribus adlimbum anteriorem pallii; lateribus obscure pun- ctatis; pallio punctis, maculis et venis nigris, fascia alba obliqua nigrolimbata; hepate colore hepatico ad cinereo-nigrum, fasciis duabus pallidis transversis, a sutura anfractus divergentibus; solea unicolore. Contrada. Carmen de los Patagones, a Sud del Rio Negro; 1867. Dimora alle rive dei fossati e delle pozzanghere, sulla terra melmosa. Dispersione. Molto rara, nell’ Argentinia (una sola località), ma molto abbondante. SE agio Latitudine: 400-41°, nell’Argentinia. Altezza: sotto i 100 metri. Terreno di alluvione — roccia mista, umida, pe- logena. È Regione della Pampa. Osservazioni. Distinguesi dalla affine S. putris Lin. per avere una conchiglia più ventricosa, colla spira meno allungata ed a sutura meno profonda, e coll’ apertura meno obliqua e meno trasversa. Le mag- giori delle conchiglie raccolte da D’Orbigny e da me sono lunghe 12, e larghe 7 millimetri; l’apertura loro è alta 8 e larga © millimetri. È pure affine alla Suc. Magellanica Gould, della Terra del fuoco, e forse entrambe non sono che va- rietà d’una sola specie. Stando alla descrizione che Pfeiffer (Monographia, II, pag. 528 n.° 51) dà della S. Magellanica, non saprei distinguerla dalla S. cequinoctialis che per le minori dimensioni (alta 9 e larga 6 mill.) e pel colorito: «intense virens ». Anche la S. Donneti Pfeiffer (Monographia, II, pag. 19 n.° 81) di Coquimbo nel Chili spetta a que- sto gruppo; ma la sua conchiglia è più allungata e la sua spira, in alcuni esemplari, componesi di più di 3 giri, sino a 4 (Hidalgo 1. e. n.° 4.). Il Prof. Hensel raccolse in Rio Janeiro e nelle selve vergini del Brasile una Succinea, la quale, se- condo Martens (op. cit. pag. 183 n.° 21) è pure alquanto simile alla .S. putris, e sembrerebbe essere diversa dalla S. oblonga di D’Orbigny olim, meri dionalis postea. Martens però non l’ha determinata. I o At II. Sezione. Mollusca gasteropoda aquatilia extramarina. I. Famiglia. Pulmonata. 1. Genere Planorbis, Miller. Sottogenere Planorbis, Agassiz (Charpentier). 1-1. P. xeRmaTOIDEs, D’Orb. Voyage, page 350. — planche 45, fig. 1-4. — Synopsis, page 27, num. 7. Var. Bonariensis, testa minore, diametro maximo S mill., compressiore, anfr. 6, inferius fere planis. uen2. fio. ]. Animal albidum, lobis buccalibus, tentaculis, fasciis duabus longitudinalibus dorsi, limbo pallii, et limbo interiore soleze, nigropunctatis; oculis, ad basem in- teriorem tentaculorum, atris. Mutat. a. Testa depressiore, carinata, anfractibus supe- rius magis concavis, minus lente crescentibus; bd. testa minus depressa, tantum marginata , anfractibus supe- rius minus concavis, magis lente crescentibus. Contrada. Palermo e Belgrano, vicino a Buenos Aires. ‘Dimora. nelle acque stagnanti. Dispersione. Disseminata, abbondante. Latitudine. 34° a 35°. Altezza. 20 metri circa. Regione. della Pampa litorale. Osservazioni. Il tipo d’Orbignyano delle lagune inondate dal Rimac, a Callao presso Lima nel Perù, differisce dalla forma di Buenos Aires, e pel colorito STROBEL, Mat. per una Malac. Arg. 3 BEE gO n e diverso dell’ animale il quale è azzurro: nerastro, e per le maggiori dimensioni della conchiglia, del dia- metro di 13 millimetri su 1, 75 di altezza, e pel con- seguénte maggior numero di giri di spira, cioè 7, i quali, inoltre, sono meno compressi ed inferiormente un poco concavi. Queste differenze tra le due forme, e la circostanza che la stazione dell’una di esse trovasi circa venti gradi di latitudine ed altrettanti di longi- tudine distante da quella dell’altra, e sul versante opposto delle Ande, mi farebbe propendere a ritenerle come due così dette buone specie. Ma, per ora, pre- ferisco considerarle per due varietà (geografiche) d’uno stesso tipo, pago di averle distinte, ciò che, nello stato attuale della scienza, è quanto realmente im- porta. Anche la circostanza che non conosco la forma peruviana fuorchè dalla descrizione e dalle figure che: ne da d’Orbigny, non già da esemplari raccolti nel Perù, mi consiglia a procedere cauto nella introdu- zione di nuovi nomi nella nomenclatura malacologica, già abbastanza imbrogliata. Non posso fare a meno di avvertire il fatto, che D’Orbigny non raccolse il PI. kermatoides nei din- torni di Buenos Aires, ove è abbondante, mentre lo scoprì presso Callao, ove, secondo quell’autore, è assai raro. Questo Planorbis rappresenta nell'America meri- dionale il PI. vortex, Miill., dell’ Europa. Osservai come l’animale della forma bonariense strisci con straordinaria sveltezza, e colla bocca in continuo movimento. OCA ALE 2-II. PL. HELOICUS, D’Orbigny, Synopsis, page 27 num. 9. — Voyage, page 349, planche 45, fig. 9-12. Contrada. 'l'igre e Belgrano presso Buenos Aires. Dimora. nelle acque stagnanti. Dispersione. Disseminato, quasi isolato. Latitudine. 34°-35°. Altezza. 20 metri circa. Regione. della Pampa litorale. Osservazione. D’ Orbigny raccolse questa specie nei burroni (r4vrs) delle pianure intorno al Cerro de Montevideo, ove è assai rara. La conchiglia degli esemplari più grandi di questa località è alcun poco maggiore di quella degli esemplari più grandi di Buenos Aires, poichè il diametro della conchiglia de’ primi raggiunge gli 3 millimetri, mentre il dia- metro del guscio de’ secondi non oltrepassa i 6 mil- limetri. Il P/. heloicus è, nell'America meridionale tem- perata, il rappresentante del P/. leucostoma, Mich., dell’ Europa. Sottogenere Gyraulus, Hartmann (Charpentier). S-III. PL. PEREGRINUS, D’Orbigny, Synopsis, pa- ge 26, num. 6. — Voyage, page 348, planche 44, fig. 13-16. Animal colore aurantii, plus minusve fusco, fulvo, fu- sco-subviridi aut fusco-cinereo, punctis luteis; solea colore clariore, punctis minus distinetis; pallio nigri- cante; oculis, ad tentaculorum filiformium basin inte- riorem, colore clariore distinctam, atris, minimis, — 36 — que in adultis vix, in juvenibus magis distingui pos- sunt. — Succum purpureum secernit. Mutationes. a. Testa discoidea, compressa: alt. max. 6. min. 4. mill., diam. max. 19, min. 11, 5 mill., superne plana, subtus concava, infundibuliformi, anfractibus 5 celeriter crescentibus (probabilmente la var. £ plus déprimée di D’ Orbigny); — testa involutiore, globoso- discoidea: alt. 5,5 mill., diam. 11, 5, supra subtusque concava, anfractibus 4! rapidius crescentibus (pro— babilmente la var. à ombilie très-profond di D’Orbi- gny). — db. Testa supra subtusque subcarinata. — c. Testa albide-lutea; testa rufescente; testa fuscescente. Anomalia. a. Testa albina. — d. Anfractu ultimo di- storto. — c. Anfractu ultimo, post laesionem, superne subcarinato. Contrada. Patagones, Bahia blanca; Retiro, Pa- lermo, Belgrano e Tigre presso Buenos Aires; Desa- guadero nella provincia di San Luis; Uspallata nella Sierra di Mendoza; Bajada (De Luchi) e Concordia (Gallardo) in Entrerios; Salta (Mantegazza). — Pampa di Buenos Aires, Rio Salado, imboccatura del Rio de la Plata, Cérdoba, Entrerios, parte meridionale della provincia di Corrientes, (D’ Orbigny). Dimora sulle erbe acquatiche e nel limo delle acque stagnanti e dei fossi (z41jas) lungo le sponde dei fiumi: Uruguay, Tigre, Plata, Rio Negro, alcuni dei quali fossi non sì riempiono d’acqua che durante l’alta marea, come p. es. lungo il Rio Negro, dalla sua foce sino a 13 leghe circa verso le sue sorgenti; — nelle acque correnti del Napostà grande presso Bahia blanca, del Desaguadero; e nei Rios delle provincie di Cordoba e di Salta (D’'Orbigny). DE i RE Dispersione. Molto sparso ed abbondante. Latitudine. 24°-41° nell’ Argentinia, ed in altri . paesi dell’ America meridionale dalla linea al 35° (D’Or- bigny). Altezza. 1-1900 metri. Regione della Mesopotamia platense, della Pampa, della collina, delle Preande e delle Ande (?). Osservazioni. Gli esemplari raccolti da D’ Orbigny non arrivano alla grandezza dei massimi da me rinve- nuti a Buenos Aires, Bahia blanca e Patagones, poichè il diametro della loro conchiglia non oltrepassa i 13 mill. su 4 di altezza. D’Orbigny incontrò la mutazione ad ombilico assai profondo verso il Sud dell'America meridionale, e la mutazione più depressa a Guayaquil nella Columbia. Io non ho trovato la prima, meno compressa, che a Buenos Aires, la seconda però vi è assai più frequente. Vive su ambi i versanti delle Ande nell’America meridionale, ove rappresenta il nostro PI. purpura Miill., e, analogamente a quanto osservasi nella conchi- glia degli animali di questa specie, il guscio degli uni è assai compresso e corrisponderebbe a quello della var. PI. transylvanicus, Stentz, etruscus, Ziegler e Ros- smeessler (Zconographie, Il. p. 15) del PI. purpura, mentre quello degli altri lo è meno e troverebbe riscontro nella conchiglia dell’ altra varietà del detto P/. pur- pura, la quale da Charpentier e Villa (Disposilio etc. p. 33.) s' ebbe il nome di P/. etruscus. Rapporti simili notò de Martens (1. c., p. 186) tra il guscio del P/. /e- nagophilus D’Orbigny, della provincia di Corrientes, della Bolivia e del Brasile, l'analogo del P/. etruscus varate Charp. nec Ziegl., ed il guscio del PI. lugubris, Wa- gner del Brasile, l’analogo del PI. transylvanicus. Dal paragone.dì queste forme di Planorbis dell'Europa e dell'America meridionale tra di loro, nonchè con quelle analoghe dell’ America settentrionale, cioè coi PI. trivolvis e PI. lentus, il detto autore deduce, che i due membri di cadauna di queste tre coppie di forme non sono da ritenersi specificamente distinta 1’ una dal- l’altra, poichè in cadauna coppia, in cadauna delle tre distinte loro stazioni, si ripete lo stesso modo di variare della conchiglia. Egli poi spiega cotali variazioni col- l’ammettere un opposto e compensativo modo di svilup- parsi della spira, pel quale, negli uni, quanto viene guadagnato in altezze dei giri della spira, va perduto nel numero loro, e quindi nel diametro della conchiglia, e viceversa negli altri. E nello stesso modo sì potrebbe pure spiegare la genesi delle analoghe due mutazioni del PI. peregrinus, dianzi accennate. La mutazione d., leggermente carenata, tanto di sopra quanto di sotto, recatami da Concordia, fa pas- saggio al PI. tenagophilus della attigua settentrionale . - provincia di Corrientes. Le acque del Desaguadero, presso l’estancia omo- nima, sono salate. Del P/. peregrinus non vi ho rac- colto che una spoglia, e quindi non azzarderei di as- serire che questa specie viva anche nelle acque salate; poichè quella conchiglia potrebbe, dalle acque dolci, essere stata trasportata nelle salate del Desaguadero; anzi, esser da quella conchiglia spoglia dell’ epidermide e scolorata, non si potrebbe nè meno, con certezza, de- cidere se il suo animale abbia vissuto nell’epoca attuale gel ovvero nella quaternaria, ai depositi della quale sarebbe stata tolta, e deposta nel letto del Desaguadero. 4-IV. PL. PrFEIFFERI, n. sp. Tav. 2 fig. 2. Animal cinerei coloris, nigropunctatum; fronte et dorso obscurioribus; fronte linea mediana longitudinali lute- scente; oculis nigris ad basin interiorem tentaculorum, minus gracilium quam in plerisque generis speciebus. Testa orbicularis, supra planiuscula, subtus concava late umbilicata, fragilis, pellucida, nitidula, flavo-fusca uni- color; spira depressa, sutura profunda; anfractus 3 convexiusculi, celeriter crescentes, transverse obsolete striati, ultimi diameter plus quam tertiam partem dia- metri teste equans; apertura obliqua, subovata; pe- ristoma rectum, simplex, marginibus in pariete aper- turse callo obsoleto junctis, margine supero producto; umbilicus omnes fere anfractus monstrans. — Diam. 3. alt. % millimetri. Var. Mendozanus, Tav. 2, fig. 3. Testa minore: diam. 2. alt. 4, mill., compressiore, an- fractibus 2 ‘4 minus convexis, celerius crescentibus, ultimo propterea majore quam in forma typica, diametro mediam fere partem diametri testae sequante. Contrada. Belgrano e Tigre presso Buenos Aires; la var. San Carlos e Manantial de la Pirca nella Sierra de Mendoza. Dimora nei fossi, lungo le rive del Rio de la Plata; la var. in un fosso artificiale, zarojn, dell’ Arroyo Aguanda, e nelle acque della sorgente della Pirca. Dispersione. Disseminato, quasi isolato; la var. non abbondante. Latitudine. 34°-35°; la var. 32°-34°. Altezza. 20 metri circa; la var. 800-1000 metri. LO A e Regione della Pampa litorale; la var. della Pampa alta e delle Preande. Osservazioni. La conchiglia di questa specie pre- senta delle somiglianze con quella delle piccole Val- vate depresse, ma l’animale che la secerne è un vero Planorbis, il quale, nell’Argentinia, rappresenta il nostro PI. albus Miller. Allo stesso gruppo appartiene il PI. helophilus D’Orbigny, della provincia peruviana di Lima e di quella brasiliana di Rio Grande do Sul, nonchè il Pf. purus, Mart., di quest’ultima. 2. Genere Limnaeus, Draparnaud. Sottogenere Stagnicola, Leach. 5-I. L. viator, D’Orbigny. Synopsis, page 24, n.° 1. — Voyage, page 340, planche 49, fig. 1-3. Animal dorso fusco subviridi cinereo unicolore; tenta- culis luteis; oculis atris ad istorum basem anteriorem; pallio carneo albescente aut flavescente maculis fuscis; solea cinerea. i Mutationes: a. Testa nitidissima; — testa subnitida. — b. Testa elongata: altitudo max. 11, min. 6% mill., latitudo max. 6, min. 3 ‘ mill.; — testa subovata: alt. max. 7, min. 5 ‘ mill., lat. max. 44, min. 3%, mill. — c. Testa turrita, scalariformi, anfractibus convexis, ultimo valde ventricoso, umbilicato, maxima: alta 12, lata 8 millimetra. Contrada. Patagones; Ritiro e Palermo presso Buenos Aires; Estacada, San Carlos, Mendoza, Ciénaga de las Cerrajas ed Uspallata nella provincia di Men- doza. — Rive del Rio Negro a 7-8 leghe al di sopra della foce (D’Orbigny). Dr, e Dimora, nelle acque delle sorgenti (Estacada), nelle acque correnti (Arroyo Aguanda, Rio Negro), nei fossi, nei serbatoi d’acqua artificiali, represas, nelle acque stagnanti, nelle paludi, c:énagas. Dispersione. Molto sparso ed abbondante. Latitudine: 32%-41°. . Altezza: 20-1900 metri. Regione della Pampa litorale ed interna, della col- lina, delle Preande e delle Ande (?). Osservazioni. È l’unico rappresentante di questo genere nell’ America meridionale, e la sua mutazione colla conchiglia allungata corrisponderebbe al nostro L. trancatulus, Gmelin, mentre che la mutazione a conchiglia ovata s’avvicinerebbe alquanto al nostro L. pereger Gmelin. Non ho rinvenuto che un solo esemplare a guscio scalariforme, presso Patagones, per cui non potrei deci- dere, se tale forma sia una mutazione (mut. c) piuttosto che un’anomalia; quella conchiglia è la maggiore tra quante della specie in discorso abbia potuto osservare. Apparterrebbe mai alla var. ventricosa, raccolta da D’ Orbigny ((Synopsis) nella stessa località? Ma questo autore ( Voyage) le assegna « tours inoîns converes » mentre che il mio esemplare ha giri di spira più con- vessi che non li abbia la maggior parte degli altri in- dividui da me raccolti. La mutazione a guscio assai lucente vive nella pro- vincia di Mendoza; le conchiglie trovate nelle altre contrade sono meno lucenti e coperte da una crosta di sostanza ora minerale ed ora vegetale. ASD 1: pe Burmeister (Op. cit., I. pag. 321) accenna di avere incontrato in un ruscello presso Challao, vicino a Men- doza, un piccolo Limnaeus; questo non può appartenere ad altra specie, fuorchè a quella in discorso. 8. Genere Chilina, Gray. 6-I. C. ParcHaPPII, D’Orbigny. Voyage, page 338, planche 43, fig. 4. 5. — Lymnaeus Parchappti, D’Or- bigny. Synopsis, page 25, num. 4. — Mutationes: a. Testa elongata: alta 26, lata 13 mill, anfractu ultimo, ad peripheriam, subconcavo; — testa ovata: alta 24, lata 14 mill, anfractu ultimo ventri- coso. — bd. Testa longitudinaliter striata;-— testa an- fractu ultimo malleato. — e. Testa tenuissima; — testa anfractu ultimo crassiusculo. — d. Testa anfractu ul- timo unicolore; — testa omnino fasciata. — e. Testa fasciis 6 distinctis; — testa fasciis 4 (0, 2, 3, 4,5, 0) distinctis. — f. Testa fasciis, interruptis, distinctis, di- stantibus; — testa fasciis confluentibus, radios (longi- tudinales) fulminatos simulantibus. . Contrada. Bahia blanca; — Sierra de la Ventana (D’Orbigny, Voyage); Pampa (D’Orbigny, Synopsis). Dimora sulle piante acquatiche dei ruscelli: Napostà grande; Arroyo de las Achiras ed Arroyo Salado (D’Orbigny). Dispersione. Disseminata ed abbondante. Latitudine: 389-400. Altezza: 5-500 metri circa. Regione della Pampa litorale e della interna. Osservazioni. Gli esemplari da me raccolti nelle ac- que del Napost4 Grande non raggiungono le dimensioni ast Al di quelli rinvenuti da D’Orbigny, le conchiglie dei quali eran lunghe 33 e larghe 16 millimetri. Si potrebbe quindi cogli individui viventi nel Napostà creare forse una var. minor della specie in discorso. Sei sono di solito le fasce che adornano la conchiglia della medesima, e se D’Orbigny non ne indicò che quattro, si fu, perchè gli sfuggirono le due esternamente poco appariscenti, alla sutura l'una, ed al periomfalo l’altra, le quali invece veggonsi distintamente nell’in- terno, come nella bocca e nel palato. Nell’Arroyo de las Achiras D’Orbigny incontrò la var. umicolore, très-mince, sans pli columellair, e nell’Arr. Salado la var. è bandes, plus épaisse, avec pl. Le conchiglie da me raccolte sono tutte unipli- catae, in alcune però la piega è poco sviluppata. — In nessuna delle carte geografiche che ho potuto consultare, e nè meno nel Registro grafico de la Pro- vincia de Buenos Aires sono segnati i ruscelli, 4r- royos, or ora accennati, i quali secondo D’Orbigny scenderebbero dalla catena de’ monti, o Sierra, de la Ventana. Quanto all’Arr. Salado converrà avvertire, che di ruscelli e torrenti, o Rios, che s’ ebbero il nome di Salados, avvene un’ abbondanza straordinaria nel- l’America spagnuola. 7-II. CH. TEHUELCHA, D’Orbigny, Voyage pa- ge 336, planche 43, fig. 6. 7. — Lymnoeus Dombeya- nus Lam., D’Orbigny Synopsis page 25, num. 32? Var. Mendozana, testa minore: altitudo max. 18 millimetra, 6 — fasciata. Tav. 2. fig. 4. Mutationes: a. Testa maxima: alta 18 mill.; — Testa mi- nima: alta 14 mill. — bd. Testa elongata: alta 17, la- Lire gi ta 10 mill; — testa ovata: alta 14 ‘/, lata 10 mill. — c. Testa corrosa; — testa apice demum corroso; — testa omnino intacta. — d. Columella uniplicata; — columella subbiplicata; — plica columellari obsoleta; — e. anfractu ultimo valde crasso, albescente, fasciis obsoletis; — anfractu ultimo subtenui, lutescente aut oleze coloris, fasciis distinctis. Contrada. Patagonia: San Javier (D’Orbigny), la var. Provincia di Mendoza: San Carlos. Dimora nelle acque profonde dei fossi formati dal Rio Negro tra boscose isole a 13 leghe dalla foce (D’Orbigny); la var. sulle piante acquatiche e nel limo della ciénaga, o palude, formata dal Rio Aguanda, e dell’Arroyo del Rosario (Yauche?). Dispersione. Disseminata; rara (D’Orbigny), cioè non abbondante; la var. abbondante. Latitudine: 40°-41°, la var. 33°-350. Altezza. Sotto 100 metri; la var. 800 metri circa. Regione della bassa Pampa interna; la var. della Pampa alta. Osservazioni. I gusci maggiori della Chilna in di- scorso, da D’Orbigny raccolti nella Patagonia, alti 35, larghi 25 mill., raggiungono quasi l'altezza doppia di quelli della provincia di Mendoza, alti 18, larghi 10 millimetri. Le conchiglie della Patagonia sono di colore bruno verdastro, senza fascie, mentre che le mendozane sono fasciate. Tra le ultime, quelle incontrate nella palude di Aguanda hanno tinta olivastra e non sono molto ro- buste; le conchiglie degli individui giovani hanno già corroso il vertice, e quelle degli adulti sono inoltre pro- fondamente corrose anche sugli ultimi anfratti. Invece igusci raccolti nell’Arroyo del Rosario sono di tinta più chiara ed assai robusti, e quasi tutti hanno intatti anche ì primi giri di spira. S-II. Ca. PueLcHAa, D’Orbigny, Voyage, pa- ge 336, planche 43, fig. 8-12. Animal sub viride-cinereum; lateribus maculis luteis; tentaculis planis apice rotundato, rare luteo maculatis; dorso obscuriore, striis luteis transversis; pallio luteo— punctato. Mutationes: a. Testa elongata: a. 22, I. 12 ‘4, mill., an- fractu ultimo, ad peripheriam, subplano; — testa ovata: a. 19, 1. 13 mill., anfractu ultimo ventricoso. — bd. An- fractu ultimo peripheriam versus angulato; — anfractu ultimo rotundato. — ec. Testa crebre et valde corrosa; — testa fere levi. — d. Testa tenui; — testa crassissima. — e. Labro, sive margine externo simplici; — labro in- crassato. — f. Columella distincte uniplicata; — aper- tura plicis tribus, supera, in pariete, et infera, in co- lumella, obsoletis. — 9g. Anfractu ultimo unicolore; — anfractu ultimo fasciato. — 4. Fasciis 5 distinctis; — fascia 4. evanescente. — 7. Fasciis, in ultimo an- fractu, distinctis; — fasciis, interruptis, confluentibus, radios (longitudinales ) fulminatos simulantibus.. — k. Palato albo unicolore; — palato fasciis interruptis violaceo-rufis; — palato radio (longitudinali) rufo. Contrada. Patagones. Dimora tra le fessure della fosca, od Arenaria, della riva sinistra o settentrionale del Rio Negro, e nel limo dei fossi vicini alla sua sponda destra, quivi meno comune. Nella stagione estiva rimane spesso a secco per più giorni, se il flusso del mare non risospinge l’acqua del fiume sino alla sua dimora. D’Orbigny la SE trovò nella medesima località, ed asserisce che tiensi costantemente a 6 o 7 leghe dalla foce del fiume (*) . . Dispersione. Molto rara, non essendone nota che una sola stazione, ma molto abbondante. Latitudine: 40°-41°. Altezza. Sotto i 100 metri. Regione della bassa Pampa. Osservazioni. Le conchiglie da me raccolte supe- rano in altezza quelle rinvenute da D’Orbigny, e ne sono più allungate; poichè quell’autore non assegna ai massimi suoi esemplari che 20 mill. di altezza, mentre la loro larghezza è di 15 millimetri. Se, come ho ammesso, la Ch. Mendozana è sol- tanto una varietà della Ch. Tehuelcha, il carattere della grandezza maggiore della conchiglia adottato, fra altri, dal D’Orbigny per distinguere questa dalla Chilina in discorso, ossia dalla CA. Puelcha, più non regge- rebbe; poichè le maggiori conchiglie della Ch. Mendo- zana non solo non superano in grandezza le maggiori della CA. Puelcha, ma non le raggiungono nè meno. Non soltanto per la forma e per la robustezza del guscio la specie or ora nominata differisce dalla CA. Parchappi:, ma henanco pel numero delle fascie, poichè queste non sono che 5 nella CA. Puelcha, man- cando quella al periomfalo. La 4.* fascia spesso svani- sce sull’ ultimo anfratto. — Sui primi giri della spira (*) In proposito amo però far notare, ad ogni buon fine, che la marea non esercita la sua influenza sulla corrente del Rio Negro, soltanto sino a tale distanza dalla sua foce, ma per altre 6 0 7 leghe di più verso le sue sorgenti, ossia per circa 13 leghe dalla foce. SURE e sopra tutto, ed in talun esemplare anche sui giri sus- ‘ seguenti, le macchie, delle quali è composta cadauna fascia, confluiscono con quelle delle fasce attigue, e per tal modo la conchiglia anzi che (trasversalmente) fa- sciata, appare (longitudinalmente) raggiata .a zig-zag od a saetta. — Per la tinta del guscio e per la costitu- zione ed i rapporti delle fascie questa specie offre delle analogie coll’ Helix aspersa Miller. — Nella massima parte delle conchiglie di questa Chilna, anco di quelle appartenenti ad individui giovani, l’apice è più o meno COrroso. 9-IV. CH. rLUMINFA ( Voluta) Maton D’Orb. pag. 330. Voyage, page 337, planche 43, fig. 19, 20. — Lym- noeus flumineus, D’ Orb. Synopsis, page 25, num. 5. Animal cinereò-sub viride; maculis luteis, sulphuris usque ad aurantii coloris, in partibus supero—anterio- ribus, ad latera crebrioribus atque majoribus, rostro bilobato; tentaculis triangularibus, oculis ad eorum basem postero—exteriorem; pede ovato-triangulari, po— sterius angulo acuto; solea lutea sicut macule, fere semper cinereo limbata. Mutationes: a. Testa majore, spira elatiore: alta 16, la— ta 94, mill. (V. fluviatilis Mat. fig. 13); — testa mino- re, spira minus elata: a. 11, 1. 7 mill. — 5. Testa apice eroso; — apice tantummodo corroso; — apice intacto. — c. Testa fasciis 6; — fasciis 2: 103000 (rara). — d. Te- sta fasciis in ultimo anfractu evanescentibus; — fa- sciis confluentibus, radios longitudinales sagittiformes simulantibus (rara); — fasciis distinctis. — e. Testa fasciis e maculis fuscis et albis alternis; — fasciis e maculis fuscis; — fasciis e punctis fuscis. | Anomalia. Testa lithoglyphi-formis, valde corrosa, spira erosa, exinde decollata, plana; alta 9, lata 7 ‘4 milli- metra. — An CA. globosa Frauenfeld? Ii Contrada. Palermo ed Olivos presso Buenos Aires. Foci del Rio de la Plata (Maton). Dimora nel limo sabbioso e nelle fessure dell’arena- ria, Tosca, delle sponde del Rio de la Plata, sino oltre una ventina di leghe al disopra della sua foce, infossata nel limo o da esso coperta. Dispersione. Disseminata, non abbondante. Latitudine: 34°-35°. Altezza: 20 metri circa. Regione della Pampa litorale. Osservazioni. La maggior parte delle conchiglie . della specie in discorso ha l’apice corroso e fascie distinte. D'Orbigny, nella Synopsis, indicando i caratteri della conchiglia della medesima, asserisce che ha sole cinque fasce, e che la sua columella è armata di tre pieghe. Riguardo alle fasce ripeto quanto dissi parlando delle fascie della Ch. Parchappi; al nominato autore è sfug- gita anche nella Ch. fluminea la fascia al perionfalo, in essa pure non visibile palesemente che nel palato, sì come nella detta CA. Parchapu. Quanto alle pieghe m'occorre di osservare, che negli esemplari da me rac- colti non ne posso distinguere che due, una, superiore, alla parete dell’ apertura, e l’altra sulla columella. Negli individui di Porto Alegre nel Brasile, secondo Martens l. c. pag. 184, num. 24., la piega superiore non è sporgente, ma nascosta nella bocca. — Le con- chiglie maggiori di questa specie, rinvenute da D’ Or- bigny a Buenos Aires, sono alte 23, larghe 14 mill., quindi più grandi delle maggiori ivi da me trovate. Si come, in Europa, le specie del genere Limnaeus presentano molte varietà nei loro gusci, così nel Suda- sit I prat merica, quelle del genere affine Chilina offrono molte va- rietà analoghe. E se per queste si volesse seguire l’esem- pio dato, pei Limneus, da alquanti malacologi nostri, converrebbe creare diverse specie nuove di Chilina, esempio che non ho voluto seguire per non aumentare il Caos che regna già nella nomenclatura malacologica. Tra le enumerate quattro specie parmi di riscontrare delle differenze caratteristiche nelle pieghe dell’ aper- tura e nel sistema di fascie, e nel seguente specchio pon- go quelle differenze tra loro a confronto in modo grafico, per rendere più facile la distinzione delle dette specie. Nome Pieghe F'ascie ("). della specie nell’ apertura Una, alla columella, ! Sez, talora 4: 0. 2. 3. 4. 5. 0., talvolta poco svi- composte da macchie frec- luppata. ciformi, rarissimo quadri- latere; spesso confluenti, formando disegni longitu- dinali a zigzag. CHILINA 1. Parchappi. 2. Tehuelcha Sei, composte da macchie Una, alla columella, var. Mendozana. 9. Puelcha. 4. fluminea. talora poco svilup- pata; spesso la co- lumella è talmente torta da simulare una seconda piega. Una, alla columella, talvolta una secon- da alla parete del- l’apertura, e talal- tra la columella, torcendosi, ne im- mita una terza. Due, la superiore alla parete dell’apertu- ra, l’inferiore alla columella. frecciformi, talvolta qua- drilatere; spesso confluenti come nella specie prece- dente. Cinque, talora la 4.* scom- pare; compongonsi di mac- chie frecciformi, mai qua- drilatere; spesso confluenti come sopra. Sei, rarissime volte 2: 1.0. 3.0. 0. 0., composte da macchie quadrate brune, spesso alternanti con bian- che, oppure da punti bru- ni, raramente da macchie brune frecciformi; rarissd- mo confluenti come sopra. (*) Si è nel palato che si può meglio distinguere il numero delle fascie. StroBEL, Mat. per una Malao. Arg. See La Ch. Parchappti ha il guscio più allungato che non le altre tre specie, e per la forma del medesimo, e particolarmente per la conformazione della columella, più s’accosta ai Limnous, segnatamente al L. pereger Gmelin. La conchiglia della Ch. Puelcha invece è quasi biconica, ossia ha quasi la forma di due coni tra loro uniti alla base, dei quali il più breve sarebbe for- mato dalla spira, ed il maggiore dall’ ultimo anfratto. E perciò la forma sua si avvicina a quelia della con- chiglia del genere Conovulus Lamarck. Per tal modo, concologicamente parlando, il genere Chilina farebbe passaggio dall’uno all’altro dei nominati due generi, e quindi anche dalla famiglia delle Auricule a quella dei Limnei, nel genere dei quali il D’Orbigny avea poste le Chilinae nella sua Synopsts. Tehuelches (pron. Teuelces) chiamansi i Patagoni, e col nome di Puelches (Pron. Puelces) distinguesi una tribù degli Indiani Pampas ossia della gran Pampa. Ciò detto, ognuno saprà il significato che hanno i nomi dati da D’Orbigny a due delle quattro specie argentine del genere in discorso. Entrambe vivono nella Patago- nia, ossia nel paese dei Tehuelches, e quindi la deno- — minazione di Ch. Puelcha data ad una di esse, sarebbe male applicata. 4. Genere Ancylus, Miller. 10-I. A. concentRIcUS, D’Orbigny — Synopsis, page 24, num. 3. — Voyage, page 354, planche 42, fig. 18-21. BOIA] PO Var. A. Bonariensis. Testa minore, levi, id est, striis radiatis carente. Tav. 2 fig. 4. Animal albescens, candore carnoso in speciminibus juve- nibus, cinereum in adultis; buccee, transverse, mar- ginibus et soleee parte anteriore carnis colore; pallio colore inter aurantii et carnis colorem. Mutationes: a. Testa majore, alta 4 mill., ovata, apertura longa 10, lata 5 ‘4 mill., fig. 4.*; testa minore, al- ta 2 4/, mill., lateribus compressis, apertura longa 9 ‘4 mill., lata 4/4, fig. 4 — bd. Testa tenui, hyalina aut succinea; testa solidiuscula, alba. — ce. Testa valde corrosa; testa apice tantum corroso. — d. Testa aper- tura alba; t. apertura opalina; t. apertura lutea. Contrada. La var. a Boca del Riachuelo, Pa- lermo e Belgrano presso Buenos Aires. Dimora nelle acque stagnanti, sulle piante acqua- tiche, sui pezzi di legno, sulle conchiglie (la varietà). Dispersione. La var., da quanto sembra, è rara ma abbondante. Latitudine: La var. 342-350. Altezza. La var. sotto i 20 metri. Regione della Pampa litorale (la varietà). Osservazioni. Le conchiglie di questa specie, da me raccolte presso Buenos Aires, mancano delle strie raggiate (anteriori) proprie delle conchiglie del tipo D’Orbignyano. Stetti quindi in dubbio se dovessi repu- tare gli animali che le secernono come appartenenti alla specie in discorso, oppure come pertinenti all’A. Moricandi dello stesso autore (Voyage, p.ge 355), A. Bahiensis Moricand, ovvero se dovessi costituirne una nuova specie. Prevalse l’ idea di considerarli come Riso Ai, rio una varietà dell’A. concentricus, per motivi e di mor- fologia e di geografia fisica. Sebbene A. Bonarsensis, per la mancanza delle strie raggiate sul guscio, dif- ferisca, come si disse, dall’ A. concentricus, pure per la forma del medesimo gli sta più vicino che non al- VA. Moricandi, poichè questo ha conchiglia depressis- sima (*). L’A. Moricandi vive presso il settentrionale Corrientes e nel tropicale Brasile, lA. concentricus invece nella Republica orientale attigua alla provincia bonariense. Quindi anche secondo le leggi di distri- buzione geografica delle specie, è più probabile che VA. Bonariensis sia una varietà dell’A. concentricus che non dell’A. Moricandi, se non è forse una forma intermedia tra entrambi, la quale li unisca in una sola specie. — L'A Bonariensis non raggiunge le dimen- sioni del suo tipo, di cui la conchiglia maggiore, se- condo D’Orbigny (Synopsis), è lunga 12, larga 7, ed alta 4 millimetri. II. Famiglia. Pneumopoma. 5. Genere Ampullaria, Lamarck. 11-1. A. canaLIcULATA, Lam. — A. canalicu- lata, insularum et australis D’ Orbigny — Synopsis (*) Secondo D’ Orbigny la conchiglia dell'A. Moricandi si distinguerebbe inoltre da quella dell'A. concentricus, per essere liscia, mentre questa è segnata da strie raggiate non solo, ma benanco da strie concentriche o di accrescimento. Secondo Martensinvece, l. c. pag. 191., queste ultime esisterebbero, più o meno visibili, anche nel guscio dell'A. Moricandi del Brasile; e pertanto il carattere delle strie concentriche della conchiglia non vale a distinguere le due specie, e quindi nè meno VA. Bonariensis dall'A. Moricandi. RIA tto page 31, num. 5, page 32 num. 6. 7. —- Voyage, page 371, planche 50 fig. 4-6; p. 374, pl. ol f. 1. 2; p. 370, pl. dl f. 3. 4.— Martens 1. c. pag. 191 n.° 33. Mutationes: a. Testa majore: alta 70 mill. (A. gigas Spix et insularum); testa minore: alta 40 mill. (A. austra- lis). — b, Testa ventricosa (A. gigas et insularum); testa oblonga, subscalari (A. australis). — e. Testa crassiuscula (A. insularum); testa subtenui (A. au- stralis). — d. Testa anfractibus reticulato-malleatis (A. insularum); t. anfractibus longitudinaliter striatis (A. australis). — e. Testa anfractibus erosione perfo- ratis (vivente animali); t. anfractibus plus minusve corrosis; t. anfractibus fere intactis. — . Testa uni- colore, fulva, viridi aut fusca; testa fasciata: fasciis viridibus (A. gigas) aut fuscis (A. australis). — g. Te- sta umbilicata (A. insularum); testa tantummodo per- forata (A. australis). — h. Testa spira elata (A. gigas et australis); t. spira brevi, fere plana (A. Ordignyana Philippi, canaliculata D’Orb. var. B., sive notione angustiore). — 7. Testa apice subacuto, intacto (A. australis); t. apice subobtuso (A. insularum); t. apice obtuso, eroso, exinde decollato. — /. Testa anfractibus sutura canaliculata, circa eam carinatis (A. Orbi- gnyana); +. anfractibus sutura profunda, prope istam subplanis (A. insularum?); t. anfractibus sutura pro- funda, circa eam convexis (A. australis). — m. Testa peristomate continuo; t. peristomate subcontinuo (A. australis?). — n. Testa peristomate et palato albican- tibus (A. australis); t. peristomate et palato aurantii coloris (A. insu/arum). — 0. Testa palato unicolore; testa palato fasciato. Come si può dedurre dal precedente quadro delle mutazioni, la conchiglia di questa specie varia assai nelle dimensioni, nelle forme, nella colorazione. Questo a fatto porse motivo alla creazione di diverse specie e varietà. Sì come in molte altre specie, così anche nell’A. canaliculata, avviene che in certe località quasi tutti gli individui secernono conchiglie, le quali presentano un dato complesso di caratteri, mentre in altre località le loro conchiglie offrono un complesso di caratteri diversi od opposti. Ed in tali forme estreme si credette di riconoscere specie distinte. Ma fra queste trovansi, ora negli stessi luoghi, ora in luoghi inter- medii, numerosi passaggi; per cui tali forme estreme, e quasi costanti in una determinata località, non: ponno riguardarsi che, tuttalpiù, come varietà d’una sola specie, non mai come tante specie distinte. D’Orbigny, come abbiamo veduto, ne fece tre specie distinte ed una varietà, cioè: 1. A. australis, D’Orb. — Voy. pl. 51, f. 3, 4. 2. A. canaliculata, Lam. — D’Orb. Voy. pl. 50, f.4.— A. Orbignyana Phil. var. À. A. gigas Spix. 3. A. insularum, D’Orb. — Voy. pl. 51, f. 1. 2. Di queste, A. australis ha la conchiglia più al- lungata, e le A. insularum e gigas la più ventri- cosa; VA. insularum ha il guscio maggiore, alto 113 mill., e DA. australis il minore, alto soli 72 milli- metri. Riassumendo quanto si disse dei caratteri distintivi delle varie forme dell’ Ampullaria in discorso, sì può dare le seguenti diagnosi succinte dei gusci delle due forme, che D’Orbigny distinse specificamente dall’A. canaliculata. LL Bo a Ampullaria australis. Testa oblonga, subtenuis, longitu- dinaliter striata, fusco fasciata, perforata; spira elata, apice subacuto, intacto; sutura profunda, anfractibus prope eam convexis; peristomate et palato albicantibus. Altitudo 72, latitudo 54 mill. (D’Orb.). Ampullaria insularum. Testa ventricosa, crassiuscula, reticulato-malleata, umbilicata; spira apice subobtuso; peristomate et palato aurantii coloris. Altitudo 113, la- titudo 92 mill. (D’Orb.). Delle conchiglie da me raccolte presso Buenos Aires, le une, e per la forma e pel colorito, s’ accostano a quelle dell'A. australis, altre a quelle dellA. insu- larum, altre infine, a qualche carattere dell’ una ac- coppiano caratteri dell’altra; sì che, se si volesse adottare l’ indicata divisione in specie distinte del D’Orbigny, si verrebbe, volendo pure essere logici, condotti al partito di dover creare colle dette forme intermedie altrettante nuove specie, di certo artificia- lissime. — L'ingegnere Pompeo Moneta mi portò due conchiglie di questa specie dai contorni di Santiago del Estero, delle quali l’una presenta tutti i caratteri dell'A. australis, mentre che l’altra ha quelli del- VA. canaliculata var. gigas. Anche questo fatto viene in conferma della mia opinione, e prova, che due forme, alquanto differenti, le quali in certi paesi, come ve- dremo in seguito, vivono in località tra loro distanti, in altri convivono vicine. Contrada. A. Orbignyana. Palermo, Belgrano e Tigre; Santa Fé (Dè Luchi); Corrientes (D’Ord.). — A. gigas. Buenos Aires; parte meridionale della pro- vincia di Corrientes (D’Orb.): Santiago del Estero ARRE. (Moneta). — A. insularum. Boca del Riachuelo, Palermo e Tigre presso Buenos Aires; Rosario e Santa Fé (Burm.); Concordia (Gallardo) nella provincia di Entrerios; da Corrientes sino nelle Missioni (D’Ord.). — A. australis. Tandil (D’'Orb.) e Rio Salado, al Paso de Ponce? (Ramorino) nella Pampa australe di Buenos Aires; Santiago del Estero (Mon.). Dimora. A. Orbignyana et gigas. Nelle acque stagnanti lungo le rive dei Rii de la Plata, del. Paran& (De Luc.), Batel (D’Orb.), e Dulce (Mon. ), su le can- ne ed altre piante acquatiche; viene e trovasi spesso alla | superficie e fuori delle acque. — A. ensularum. Nelle acque stagnanti delle sponde del Rio de la Plata; nelle paludi delle rive del Rio Uruguay nei laghetti e ru- scelli delle isole del Rio Parana, dalla foce alle Mis- sioni (D’'Orb.). — A. australis. Nella laguna del Cacique Negro (D’ Orb.), nell'acqua (salmastra?) del Rio Salado (Ramorino). Dispersione. Molto sparsa e molto abbondante. Latitudine: 279-580. Altezza. 10-200 metri circa. Regione della Mesopotamia platense, della Pampa litorale e della bassa Pampa interna. Osservazioni. L'A. australis s° ebbe questo nome, perchè è la forma più australe della specie, diffon- dendosi essa sino al 38° di latitudine Sud, mentre le altre s' arrestano al 35.9; e l'A. insularum fu così denominata, perchè abbonda nelle isole della Meso- potamia platense. I gusci degli esemplari da me raccolti non giun- WR; IAS gono alla grandezza di quelli rinvenuti da D’Orbigny, il quale trovò delle conchiglie dell’ A. canaliculata alte 80 e larghe 60 millimetri, e di quelle dell'A. 7n- sularum alte sino 113 e larghe 92 millimetri. Secondo D’Orbigny, nei terreni sabbiosi le Ampul- larice rimangon piccole e non secernono che un guscio sottile, nei melmosi raggiungono le massime dimensioni. D’Orbigny trova tra lA. canaliculata e VA. in- sularum, non solo una differenza morfologica, ma ben anche una differenza fisiologica. Secondo il medesimo lA. canaliculata deporrebbe le uova in novembre, 0s- sia alla fine della primavera, mentre che l'A. insu- larum le deporrebbe nel mese di marzo, cioè alla fine dell'estate. Burmeister invece (Opera cit. I, pag. 494) asserisce d’avere trovato le uova di questa sul principio: dell’estate, anzi che sulla fine, e di averne avuti i piccoli ai primi di gennaio, ossia nel cuore dell’estate. Da ciò deduco, che la durata dell’epoca della deposi- zione delle uova non è breve, e che il principio e la. fine della medesima variano, come è naturale, secondo le latitudini e le altezze delle stazioni; e che quindi la indicata differenza tra le nominate due forme, sup- posta da D’Orbigny, non sussiste. — Sullo sviluppo delle uova dell’ Ampullaria in discorso leggasi quanto ne scrissero D’Orbigny e Burmeister Il. cc. Sottogenere Asolene, D’Orbigny. 12-II. A. PLatAE (Helix) Maton fig. 16, 17. — D’Orbigny, Voyage, page 379, planche 49. fig. 3-6. — A. naticoides, D’Orb., Syn. page 33, num. 12. — 58 — Contrada. Alle sponde del Rio de la Plata, sopra tutto presso l’ Ensenada e la Punta Lara (D’ Ord.), os- sia alle sue foci (Maton) Paranà e Santa Fé (Burm.). Dimora lungo le rive del Rio suddetto, nelle pic- cole fosse d’acqua salmastra delle spiagge, al piede delle piante acquatiche, ma specialmente alle sponde sabbiose del detto piccolo seno od Ensenada; alle rive sabbiose del Lago del Rio Salado, a S. 0. di Santa Fé (Burm.). . Dispersione. Rara ed isolata; — disseminata, non abbondante, secondo Burmeister. Latitudine: 34°-35°%; — 31°-32°. (Burm.). Altezza Livello del mare; — sino a 30 metri circa (Burm.). Regione della Pampa litorale; — della Mesopota- mia platense (Burm.). Osservazioni. Varia alquanto nel numero e nel- l estensione delle fascie della conchiglia. Nessuna delle figure di D’Orbigny corrisponde all’ unico guscio di questa specie da me posseduto e regalatomi dal- l'ingegnere Luis Huergo, fu mio discepolo in Buenos Aires. La conchiglia rappresentata dalla fig. 6. del D’'Orbigny, è quella che più gli si accosta tra le fi- gurate da quell’autore, ma dessa è bifasciata: fasciis 0.2.0.4.0., anzi che trifasciata: fasciis 0.2.0.4.5., come la mia. Questa è alta 19 e larga 16 mill.; la maggiore raccolta da D’Orbigny ha l’altezza di 22 e la larghezza di 21 millimetri. Confesso che stento a persuadermi come la specie in discorso, ritenuta d’acqua salmastra, possa vivere pei: IC nelle acque dolci del Paranà, a tre gradi di distanza dal mare, come asserisce Burmeister. Se il lago che, presso Santa Fé, vien formato dal Rio Salado, è, co- me farebbe supporre questo nome, d’ acqua salata, è una laguna, quali se ne trovano molte nelle pianure argentine, il fatto che l'A. Platae vive in quel lago, potrebbe naturalmente spiegarsi. Sebbene Burmeister fra le conchiglie da lui osservate alle sponde del detto lago non abbia, veramente, enumerate quelle dell’ Ampullaria Platae, ma bensì le conchiglie d’una Paludina Platae, pure devesi ritenere ch’egli vi abbia voluto indicare l’or nominata Ampullaria, e non una vera Paludina, in quanto che nomina quale autore della specie il D’Orbigny, e ne cita le figure dell Amp. Platae, sopra indicare. Fa specie come Burmeister, nel tomo I. p. 494, della citata sua opera, ne faccia un’ Ampullaria, e nel II. pag. 16, una Pa- ludina, e come in questo asserisca di non averla mai trovata prima che a Santa Fé, mentre che nel tomo I. la enumera già fra le specie del Paranà. II. Famiglia. Ctenobranchia. 6. Genere Hydrobia, Hartmann. 13-I. H. LaPIDUM (Paludina) D’Orb. — Synopsis page 29, num. 2. — Paludestrina lapidum D’Orb. Voyage, page 382, planche 47, fig. 4-9. Varietas Dunkeri, Tav. 2 fig. 5. Testa globosa, lithoglyphi-formis, alta 4 lata 3 4, mill., perforata, crassa, epidermate viridi-fusco; anfractus 4 LA e convexi, rapide crescentes, ultimus %/, altitudinis testa superans; apertura transverse subrotunda, alta 3 la- ta 2 mill., plano obliquo; peristoma continuum, sub- circinatum, nigricans. Contrada. Il corso del Rio Paran4, alquanto al di sopra di Corrientes sino alla sua foce nel Rio de la Plata ed il corso di questo fiume sino a Buenos Aires (D'Orb.); la var. Rio de la Plata ad Olivos presso Buenos Aires. Dimora sotto le pietre, attaccata alla loro superfi- cie inferiore, al livello delle acque più basse (D’Ord.); la var. fu trovata morta alla riva del fiume. Dispersione. Sparsa ed abbondante (D’Orb.); la var. in un solo esemplare. Latitudine 27°-34° (D’Orb.); la var. 34°-35°. Altezza 20 a 100 metri circa (*); la var. 20 me- tri circa. Regione della Mesopotamia platense e della Pampa litorale; la var. Pampa litorale. Osservazioni. L'unica spoglia che trovai di questa Hydrobia differisce per alcuni caratteri dalle conchiglie della stessa, raccolte da D'Orbigny nell’ Argentinia e da Hensel nel Brasile (Mart. l. c. 192. n. 34.). Ho dunque creduto bene di distinguerne il mollusco con un nome proprio; ma siccome non ne ho rinvenuto che un solo esemplare, parmi prudente unirlo, almeno per ora, quale varietà alla specie D’ Orbignyana, anzichè crearne una specie a sè. (*) All'altezza di 3-4000 piedi nel Brasile (Hensel). aperta Il guscio da me rivenuto differisce da quelli rac- colti dai citati naturalisti segnatamente pei seguenti caratteri: Spira ottusa, soli 4 anfratti, l’ultimo de’ quali convesso, sutura. non profonda, margine columellare non dilatato, altezza di soli 4 millimetri. Gli esemplari D’Orbignyani hanno il peristoma in- crassato, quelli di Hensel 1’ hanno semplice e quasi acuto (Martens l. c.). —_L’animale striscia speditamente (D’Ord.). 14-II. H. Kisreri n. sp. Tav. 2 fig. 6. Testa oblonga, subperforata, tenuis, translucida, leviu- scula, subnitens, luteo-fusca; spira subacuta, conica; anfractus 5, mediocriter convexi, lente crescentes, ul- timus testae altitudinis dimidium vix eequans; apertura ovalis, plano paulum obliquo; peristoma continuum, subincrassatum, nitidum; faur, palatum et columella nitentia. Operculum, animale contracto, profundum, subtestaceum, translucidum, nitidiusculum, albescens, subgranatum, subplanum, paucispirum, ‘sulco spirali eccentro, columellee partem inferiorem versus, ‘anfra- ctum flavum describente. Mutationes. Major: testa alta 4, lata 2 4/ mill., — minor: testa alta 3 4, lata 2-2 4/, millimetra. Varietas Cordillerae. Tav. 2 fig. 7. Testa minore, fiava, spira obtusiuscula, anfractibus 4 convexioribus, peristomate magis incrassato. Mutationes. Major: testa alta 3, lata 1‘ mill.; — minor: testa alta 2 ‘/, lata 1‘ millimetra. Contrada. San Carlos ed Aguanda nella provincia di Mendoza; la var. Angostura, o gola, de la Pirca e las Cerrajas nella Sierra de Mendoza. NE Za Dimora. sui vegetali e tra il limo delle acque stagnanti (Ciénaga de Aguanda), e delle acque len- tamente correnti (Zanjon o fosso del Rio Aguanda); la var. dimora nelle acque delle sorgenti (Manantial de la Pirca) e delle piccole paludi da esse formate (Ciénaga de las Cerrajas). Dispersione. Disseminata, ed abbondante. Latitudine: 32°-33°; la var. 33°-34°. Altezza. 800 metri circa; la var. 1000-1500 metri circa. Regione dell’alta Pampa interna; la var. Re- gione delle Preande. i Osservazioni. È specie affine alla Hydrobia (Pa- ludestrina) Auberiana D’Orbigny (*) delle coste ma - ritime di Cuba e della Guadalupa. Questa se ne distingue per la conchiglia più allungata: alta 4 e larga soli 2 millimetri, bianca, colla sutura degli an- fratti scavata e col labbro sottile. 15-HI. H. piscium (Paludina) D’Orbigny — Sy- nopsis, page 50, num. 5. — Paludestrina piscium D’Orb. Voyage, page 3853, planche 47, fig. 17-21 — Lithoglyphus pisc. p. 6. — Tav. 2 fig. 8. , Animal agile, cinereum, interdum unicolor, sed plerum- que: tentaculis, filiformibus (**), nigropunctatis; late- ribus punctis nigris crebrioribus; fronte et proboscide, sub-bi-lobata, superius punctis nigris multo etiam cre- (*) In Ramon de la Sagra, Historia fisica, politica y natural de la isla de Cuba, Parte II. Vol. V, Moluscos, pagina 152, lamina X. figuras 6 y 7. (**) Secondo d’ Orbigny l’animale di questa specie avrebbe tentoni ottusi anzi che filiformi, mentre li avrebbe filiformi l’affine H. australis D'Orbigny. ni brioribus, ita ut unicolores nigricantes videantur; oculis atris in tuberculo ad basin externam tentaculorum; solea triangulari, anterius truncata. Mutationes: a. Testa majore: alta 6, lata 3 mill.; testa minore: alta 3, lata 2 millimetra. — d. Testa elatiore, scalari (teste H7. australis simili), alta 5, lata 2 4/4, mil- ‘limetra; testa oblonga, alta 5, lata 4 millimetra. Contrada. Boca (D’'Orb.), Palermo, Olivos e Conchas presso Buenos Aires. Dimora nelle piccole pozze lungo le rive del Rio de la Plata (D’Orb.); sotto le pietre e nel limo dei fossi e delle acque stagnanti lungo le sponde del Rio anzidetto e del Tigre. i Dispersione. Rara ma molto abbondante: così co- mune da formare colle sue spoglie dei potenti banchi sopra le sabbie della riva del Rio de la Plata presso la Boca (D’Orbd.). Latitudine. 34°-350. Altezza: 10 a 20 metri circa. Regione. della Mesopotamia platense e della Pampa litorale. Osservazioni. Talun valente malacologo alemanno sostiene che la descrizione e le figure che D’Orbigny dà della sua 77. piscium non s’attaglino alle conchiglie da me raccolte e ritenute di tale specie, ed è di avviso che desse spettino ad una specie non ancora illustrata. In onta a tale autorevole parere non so determinarmi a mutare consiglio, ma persisto nella mia opinione, , pel motivo, che trovai quella Hydrobia nelle stesse loca- lità nelle quali D’Orbigny raccolse la sua 7. piscium, e nella stessa abbondanza, e che ivi non ho potuto Lage rinvenire altra specie del genere in discorso, la quale, pel guscio, si accostasse maggiormente alla detta specie D’Orbignyana. Inoltre temo che la descrizione e le figure del D’Orbigny non siano troppo esatte. Così, p. es. ri- tengo ch'egli sia caduto in errore nell’indicare il colore della conchiglia, prendendo, cioè, la tinta verdognola dell’intonaco vegetale che la copre, pel colorito della sua superfice, la quale, invece, è giallo-bruna. Se la descrizione dell'animale della MH. piscium portaci da D’Orbigny è esatta, troverei una differenza di qualche entità, tra il mollusco da lui descritto e quello da me osservato, nella forma dei tentoni, ottusi nel primo e filiformi nel secondo, differenza già sopra notata. — Di poca importanza è la differenza nelle dimensioni delle conchiglie; poichè, se ne trovai delle maggiori di quelle raccolte da D’Orbigny, incontrai però anche delle conchiglie della medesima grandezza, cioè dell’altezza di soli 3 millimetri (Mut. testa minore). Viste le discrepanze di pareri intorno alla deter- : minazione del mollusco in discorso, ho creduto bene di farne raffigurare la conchiglia, affinchè serva ad altri di criterio in proposito. Secondo D’Orbigny il mollusco serve di pasto ai pesci Armados, della famiglia dei Siluroide. A Palermo e Conchas raccolsi delle conchiglie col- | l’apice corroso, decollate. 16-IV. H. parcHapPIi (Paludina) D'Orb. — Sy- nopsis page 30 num. 6. — Paludestrina Parchappw D’Orb., Voyage page 383, planche 48, fig. 1-3. Mutationes: a. Testa spira elatiore: alta 6, lata 2 4 mill. Re (Rio Salado); testa spira minus elata: alta 6, lata 3 mil- limetra. — db. Testa flavo-fusca (Tigre); testa albida. Contrada. Tigre presso Buenos Aires; Paso de Ponce nella Pampa a Sud di Buenos Aires (Ramo- rino); Bahia blanca. Dimora nelle acque stagnanti del Tigre, nelle cor- renti salmastre del Rio Salado (Ramor. ), e nelle acque correnti dolci del Rio Napostà grande presso Bahia blanca; nei fiumi e ruscelli ( Arroyo Salado ) della Pampa bonariense meridionale (D’ Orb.). Dispersione. Sparsa ed abbondante. Latitudine: 34°-39. Altezza: 10-30 metri circa. Regione della Pampa litorale. 17-V. H. ausrRALIS ( Paludina) D’Orb. Synopsis, page 30. num. 7. — Paludestrina australis, D’Orb. Voyage, page 384, planche 48, fig. 4-6. Contrada. Bahia blanca; Bahia de San Blas (D’Orb.). Dimora sulle erbe marittime e nella melma che viene coperta dall'alta marea; nei golfi profondi e tranquilli. Dispersione. Disseminata, abbondante (D’Orbd.). Latitudine. 39-41°. Altezza. Livello dell’alta marea ordinaria (D’Ord.). Regione della Pampa litorale. Osservazioni. Ne trovai le conchiglie fossili nelle sabbie diluviali presso Bahia blanca. Nutro qualche dubbio che la ZMydrobia raccolta da Hensel nell'acqua dolce presso Porto Alegre nel StroBEL, Mat. per una Malao. Arg. 5 LIE ode Brasile, appartenga a questa specie, sì come ritiene Martens, 1. c., pag. 192, num. 35 b. e 202 num. 45.; ma supporrei che si debba piuttosto riferire all’ affine H. Parchappù, della quale non rinvengonsi soltanto individui colla conchiglia biancastra, quali li raccolse D’Orbigny, ma benanco esemplari colla conchiglia bru- niccia, come se la costruisce la detta Hydrobia di Porto Alegre. Più probabilmente però è specie nuova. Ii, Classe. — Mollusca A cephala. II. Famiglia. Najadea. 1. Genere Anodonta, Bruguiere. 1-I. A. ExoTIcA, Lam. — D’Orb. Syn. page 39, n.° 1. — Voyage, page 621. Var. ExoTIca, Lam. — Mart. pag. 197 n.° 40. Mut. Testa luteo-viridix radiis viridibus, longa 95 millim. alta 60 mill., lata 36 millimetra. An Anodon radiatum Spix? An A. exotica var. C. subtrigona D’Orb. Syn. l. c.? An specimen juvene? Dunker in literis. Var. GIGANTEA, Spix. — Mart. pag. 196 n.° 39. Mut. a. Major, testa longa 165 mill., alta 97 mill., la- ta 67 mill.; minor, testa longa 153 mill. alta 83 mill,, lata 56 millimetra — d. Testa infilata, margine poste- riore obtuso, longa 120, alta 67, lata 60 millimetra. — c. Testa intus pallide rosea; testa intus roseo-auran- tiaca. Contrada. Da Buenos Aires sino a Nord di Cor- rientes (D’Orb.). usi Ge Dimora nel Rio de la Plata — nel Rio Paranà e nei laghi, entro la sabbia fina ove le acque sono tranquille (D’Orb.). Dispersione. Molto sparsa ed abbondante. Latitudine: 27° a 35°. Altezza: 10-100 metri circa. Regione della Mesopotamia platense ed anche della Pampa litorale. Osservazione. D’Orbigny asserisce che gli Indiani si servono delle valve di questa Anodonta come di cucchiai, ciò che avverrà anche probabilmente delle valve delle altre specie maggiori di questo genere. 2-II. A. LATOMARGINATA, Lea. — D’Orb. Syn. page 39, n.° 2. — A. membranacea, D’Orb. Voyage, p. 616, pl. 79, fig. 11. Mytilus m. Maton. Mut. a. Testa ovata, longa 88, alta 55, lata 42 mill.; testa suborbiculata, longa 84, alta 63, lata 38 millimetra. — b. Testa compressa, longa 92, alta 62, lata 38 mil- limetra. Contrada. Palermo ed Olivos; Paranà (De Luchi), sino a 60 leghe al Nord di Corrientes (D’Orb.). Dimora nel Rio de la Plata — nel Rio Paran4 ed in altri fiumi, nonchè nei laghi (D’Orb.). Dispersione. Molto sparsa ed abbondante. Latitudine: 25°-359°. Altezza: 10-100 metri circa. Regione della Mesopotamia platense ed anche della Pampa litorale. S-III. A. PueLcHANA, D’'Orb. — Syn. page 40, n.° 10. — Voyage, page 620, pl. 79, fig. 7-9. — A. strionos, D'Orb. var. Dunker in literis. #0gg si Contrada. Carmen de los Patagones — San Javier (D Orb.). Dimora in un laghetto, lagurita del Molino, posto a Sud di Patagones e discosto poche leghe da quel quartiere ch’ è fabbricato sulla riva australe del Rio Negro — nelle acque-*stagnanti, a 6 leghe verso po- nente dal detto abitato, immersa nel limo sabbioso, (D’Orb. Voy.) e nel fiume anzi detto (D’Orb. Syn.). Dispersione. Da quanto pare, molto rara e quasi isolata: frès rare la dice D’Orbigny. Io non trovai che un solo esemplare (testa longa 90, alta 52, lata 30 millimetra); invece il sig. Giorgio Claraz, dimorando per molto tempo nella campagna vicina a Patagones, ne potè raccogliere parecchi. Latitudine: 40°-41°. Altezza: quasi a livello del mare. Regione della Pampa bassa e litorale. Osservazione. Gli esemplari raccolti da D’Orbigny non sembrano essere adulti, poichè la lunghezza delle loro valve non raggiunge che 60 millimetri, ossia. due terzi soltanto di quella della conchiglia da me rinvenuta. Si distingue dallA. gigantea per avere il guscio più compresso e la sua epidermide più liscia (D’Orb.). Mentre dessa è specie assai rara, come vedemmo, DA. sirtonos D’Orb., che le è affine (Mart. 1. c. p. 200), sì mostra invece molto sparsa. 4-IV. A. TENEBRIcosA, Lea. — D’Orb. Syn. pa- ge 59, n.° 4. — Voyage, page 616, — Mart. O. c. pagina 200, n.° 42. LL Ri Contrada. Palermo ed Olivos presso Buenos Aires — Parana (Mart.). Dimora nel Rio de la Plata, immersa nell’arena, sotto le pietre — nei banchi sassosi, nascosta tra le pietre, i ciottoli e la sabbia (D’Orb.) — nel Rio Paranà (Mart.). Dispersione. Molto sparsa ed abbondante: assez commune secondo D'Orbigny. Latitudine: 31°?-350. Altezza: 10-30 metri circa. Regione della Pampa litorale nonchè della Meso- potamia platense (Mart.). Osservazione. La conchiglia degli individui mag- giori raccolti da D’ Orbigny ha la lunghezza di 95 mil- limetri, e quella del solo esemplare pescato da Hensel presso Porto Alegre nel Brasile non è lungo, invece, che soli 47 mill. ossia meno della metà della prima; le valve dell’individuo maggiore da me rinvenuto sono lunghe 53, alte 28 e larghe, insieme, 19 millimetri. Al dire di D’Orbigny, l’animale non cambia posto, ciò che spiegerebbe l’irregolarità di alcune conchiglie di questa specie, poichè sono costrette, in tale caso, a rice- vere, crescendo, l’ impronta dei corpi che le circondano. 2. Genere Unio, Bruguiere. 5-I. U. varIABILIS (Iya) Maton fig. 4-7. — Mart: pae «QI 12: Mut. a. Testa suborbiculata, retro-truncata, longa 58, alta 51, lata 28 millimetra. U. variabilis Wood, D’Orb. Voyage, page 604, a ge pl. 71, fig. 1-3. — Museum Berolinense in speci- minibus e Rio de la Plata. b. Testa ovato-circulari, longa 55, alta 42, lata 25 mil- limetra. Unio Solisiana, D’ Orb. Syn. page 36, n.0 12. — Voyage, page 604, pl. 69, fig. 1-3. — U. Solisianus, D’Orb. var. Dunker in literis. Contrada. La mut. a. Olivos presso Buenos Aires; la mut. b. Palermo ed Olivos presso Buenos Aires. Dimora nelle acque stagnanti lungo il Rio de la Plata, da lui coperte nelle piene. La mut. a. nelle parti profonde del detto Rio, al disotto del livello delle acque più basse. La mt. d. nella sabbia di tutte le rive del nominato fiume (D’Orb.). Dispersione. Disseminato. La mut. a. non ab- bondante; la muz. 5. molto abbondante, sopra tutto allo sbocco dei piccoli ruscelli (D’Orb.). Latitudine: 34°-39°. Altezza. Incirca al livello del mare. Regione della Pampa litorale. Osservazione. Gli esemplari maggiori di ambe le mutazioni, raccolti da D’Orbigny, sono alcun poco più grandi di quelli da me pescati, poichè la loro conchi- glia raggiunge la lunghezza di 60 millimetri. Il mollusco serve di pasto agli Armados, della fa- miglia dei .Stluroid:i, e D’ Orbigny ne raccolse degli individui nello stomaco di questi pesci. È specie affine allU. paranensis, a conchiglia meno compressa che non l’ abbia questo, e forse non sono entrambe queste forme di Unio altro che va- SLM rietà d’una sola specie. Nel Museo zoologico della Università di Berlino si conservano delle conchiglie dell’ U. variabilis, provenienti dal Paraguay, le quali sono molto più tumide che non quelle del Rio de la Plata, ed appartengono ad una varietà, le cui dimen- sioni relative corrisponderebbero a quelle che D’Orb. (Synopsis p. 35 n. 8) assegna alla conchiglia della sua UV. Matoniana, lunga 60, e larga o crassa 40 millimetri. 6-II. U. wHEATLEYvANUS, Lea. — Museum Bero- linense in speciminibus e Buenos Aires. — U. delodon Kiister? Mart. l. c. p. 194. Testa longa 57, alta 40, lata 27 millimetra. Contrada. Olivos presso Buenos Aires, colla specie precedente. Dimora nelle acque stagnanti lungo le rive del Rio de la Plata, da lui coperte nelle piene sì straor- dinarie che ordinarie. Dispersione. Raro, non abbondante ? + Latitudine: 34°-35°. Altezza. Incirca al livello del mare. Regione della Pampa litorale. Osservazioni. Differisce dalla specie precedente per avere i denti cardinali della conchiglia meno robusti ed il limite del corsaletto (nel senso di Blain- ville) guarnito di rughe ondeggianti oblique dirette dall’alto al basso; forse non è che una varietà di quella specie. 7-III. U. neLopon, Lam. — Mart. pag. 193, n.° 36. — U. peLODONTA, Lam. — D'Orb. Voyage page 605. Sg Var.? Testa majore, suborbiculata, longa 97, alta 77, lata 42 millimetra, solidissima, dente cardinali vali- dissimo, sulcato, bilobato, lobo posteriore septem-par- tito; intus lactea maculis abdominalibus latis roseis. An transitus ad UV. psammoicam D'Orbigny? Contrada. Buenos Aires, Corrientes e contrade po- ste a Sud di questa città (D’Orb.). La var. Buenos Aires. Dimora nel Rio de la Plata e nel Rio Batel, im- merso nella sabbia e nel limo là ove le acque sono profonde (D’Orb.). — La var. nel Rio de la Plata. Dispersione. Molto sparso. La var. apparente- mente, assai rara e quasi isolata. Latitudine: 279-350. Altezza. 10-100 metri circa. Regione della Mesopotamia platense e della Pampa litorale. La var. nella regione della Pampa litorale. Osservazioni. Le valve dei maggiori individui raccolti da D’Orbigny nella repubblica Argentina non raggiungono che la lunghezza di 85 millimetri, e le conchiglie di quelli rinvenuti da Hensel a Porto Ale- gre nel Brasile (Mart. l. c.) rimangono ancora più piccole, poichè sono lunghe soli 69 millimetri. Si distinguono le une e le altre dalla conchiglia della descritta varietà, oltre che per le minori dimensioni, anche per la minore robustezza, per la forma ovata anzi che orbicolare, pei denti cardinali distintamente trilobati e per la madreperla appannata, rosea nella parte addominale. 8-IV. U. patAGoNIcUS, D’ Orb. — Syn. page 37, n.° 17. — Voyage, page G10, pl. 70, fig. 1-4. Zi cranio Mut. a. Testa maxima, longa 69 millimetra. — d. Testa brevi, longa 63, alta 37 mill.; testa producta, longa 69, alta 35 millimetra. — ec. Testa compressa, longa 63, lata 20 millim. (numerus major); testa inflata, longa 64, lata 25 millimetra. — d. Testa lateribus posticis plus minusve deflexis (in plurimis); lateribus rectis, diame- tro maximo longitudinis per medium altitudinis (D’Ord. fig. cit... — e. Testa margine infero introrsum sinuato (in adult.); margine recto; margine extrorsum curvato.— f.*Epidermide testa fusca (in adult.); epidermide lutea aut viridi-lutea (in juvenibus). — g. Testa integra, apice tantum corrosa (vix in adultis); testa fere omnino cor- rosa, partibus antico-inferis tantummodo integris (in adultis). — . Testa umbonibus radiato-rugosis (in Juv.); umbonibus corrosis (in adultis); umbonibus cor- rosis, superficie erosa, levi, unionis splendore, lutea. — t. Testa intus unionis splendore, iricolore, maculis oleagineis, lactea, vel albido-violacea, vel violaceo-ro- sea (in plurimis). — /. Testa intus impressione, aut linea, pallii superius sulcata, sulcis obliquis (in adul- tis); imperssione sublevi (in juv.). — mm. Testa intus impressione musculi posterioris obsoleta, subleevi (in Juv.); imperssione profunda, valde granosa. — n. Testa dentibus cardinalibus prominentibus, subcompressis, sulcatis 2 in valva dextera, 1 in sinistra (in adultis); dentibus parum longis, parum compressis, sulcatis, subgranosis, 2 in valva dextera, antico multo minore, 1 in valva sipistra (in juv. et in ad.); dentibus breviu- sculis, crassis, sulcatis, granosis, 2 in valva dextera, antico atropho, 2 in valva sinistra, postico superiore minimo, simplici (in juv.) aut bifido (in adultis). Contrada. Carmen de los Patagones. — Da 10 a 12 leghe al di sopra della foce del Rio Negro (D’Or- bigny). Leggi LI Dimora, nascosto nelle fessure della fosca od Are- naria patagoniana e nella sabbia del terreno alluvio- nale, entro le quali il Rio Negro ha scavato il suo alveo; al disotto del livello della bassa marea; — immerso nella sabbia fangosa del detto Rio (D’Orb.). Dispersione, apparentemente, assai limitata ossia. la specie sembra essere molto rara, ma è abbondante. Latitudine: 40°-41°. : Altezza. Incirca al livello del mare. Regione della Pampa litorale. Osservazioni. Gli esemplari da me pescati non raggiungono la grandezza, e probabilmente nè meno l’età, di quelli raccolti da D’Orbigny, poichè le valve di questi han la lunghezza di 85 mill., ossia sono di 16 mill. più lunghe della conchiglia maggiore da me rinvenuta. La conchiglia degli individui giovani, come ap- pare dal quadro delle mutazioni, differisce da quella degli adulti: per la minore lunghezza, per avere il margine inferiore retto o curvato infuori, ma non mai sinuoso, pel colore men scuro dell’ epidermide, per la minore corrosione e robustezza, per essere poco pro- fonda l’impressione muscolare posteriore, e non gra- nulosa, e la linea del mantello poco pronunciata e senza solchi oppure con solchi appena segnati, infine perchè la sua madreperla è meno colorata e, per lo più, meno macchiata. i Non sempre l'estensione e l'ampiezza della corro- sione è uguale in ambe le valve. La loro parte an- tero-inferiore, ossia quella che resta immersa nel letto SI RINO del fiume, è sempre illesa, mentre che la parte su- pero-posteriore, che resta esposta all’ acqua, è corrosa; dal che si deduce di leggeri che la causa roditrice deve trovarsi nell’acqua. Gli indigeni chiamano questi molluschi Meyones de aqua dulce, e li raccolgono, a marea bassa, per mangiarli. Sono specialmente i Negri, i Mulatti, i Zambos, i Chinos (pron. Ciros) e gli Indiani, ossiano gli uomini di colore, appartenenti, pur troppo, di solito all’infimo ceto sociale, che se ne cibano; ma nè meno i Gauchos (pron. Gaucios) o pastori di stirpe europea, sdegnano del tutto tale cibo. Gli Indiani però sem- brano averne avuto maggiore predilezione nei tempi passati. E perciò abbondanti rinvengonsi le valve di questo mollusco, insieme colle ossa calcinate di Guana- co, Auchenia Guanaco auct., e coi frammenti di gusci d’uova dello Struzzo americano, Rhea americana auct., fra gli avanzi dei loro pasti, e fra le ceneri ed i car- boni, residui del combustibile che servì a cuocerli. Questi avanzi, insieme colle armi e cogli. utensili di pietra e coi cocci delle stoviglie, che si trovano con essi, segnano i luoghi delle temporarie stazioni di quei popoli selvaggi e nomadi lungo le sponde del Rio Negro e di altri fiumi della Patagonia e dell’ Argen- tinia. Tali stazioni s’ ebbero dagli Ispano-Americani il nome di Paraderos (Vedi Strobel — Paraderos preisto- rici in Patagonia, Milano 1867). 3. Genere Castalia, Lamarck. 9-I. C. corpATA, Humphrey. — Mus. Berolinense. (RETI Mut. a. Testa majore, trigona, pubis marginibus sub-un- dulato-rugosis; longa 55, lata 36, alta 43 millimetra. C. ambigua, Lam. — D’Orb. Syn. page 42, n.° 2. — Voyage, page 598? b. Testa minore, sub-tetragona, pubis marginibus valde et crebre undulato-rugosis; longa 47, lata 33, alta 41 mil- limetra. C. inflata, D’Orb. Syn. page 43, n.° 3.— Voyage, pase99S ilo 2 o 010. Contrada. Presso Buenos Aires (Tatti). — Pro- vincia di Corrientes (D’Orb.) Dimora nel Rio de la Plata (Tatti). — nel Rio Paranà e nelle acque correnti e stagnanti lungo le sue rive (DD Orb.). Latitudine: 269-350. Altezza. Poco sopra il livello del mare, e sino a. 50 metri circa. Regione della Mesopotamia platense. Osservazioni. Io stesso non ho raccolto alcun esem- plare di questa specie. Le due sole conchiglie che pos- seggo, e delle quali indicai le differenze, mi furono donate dall’ingegnere Alfredo Tatti, ed erano state pescate, coll’animale vivo, nel Rio de la Plata. II. Famiglia. Cycladea. 1. Genere Cyrena, Lamarck. Sottogenere Corbicula, Megerle. 10-I. C. Limosa (Tellina) Maton fig. 8-10. — Mus. Berol. — Cyrena variegata D’Orb., Syn. page 44 n.° 2. — Cyclas variegata, D’Orb., Voyage, page 967, pl. 92, dis: 15 et «l6 need: Ep (II Mut. a. Testa maxima, longa 25, alta 23, lata 16 mill., suborbiculata, subtrigona, subinse quilatera, Pisidit- formi. Contrada. Palermo ed Olivos presso Buenos Aires. — Da Buenos Aires sino alle Missioni (D’Orb. Sym.) e sino a Corrientes (D’Orb. Voyage). Dimora nel Rio de la Plata, alle foci (Maton), — nel Paranà, immersa nella sabbia (D’Orb.). Dispersione. Molto sparsa e molto. abbondante: en quantité innombrable, D'Orbigny. Latitudine: 25°-39°. Altezza. 10-100 metri circa. Regione della Mesopotamia platense, della Pampa litorale. Osservazioni. Le tre conchiglie di questa specie che posseggo da Porto Alegre nel Brasile, raccoltevi da Hensel, sono assai piccole a confronto della mas- sima da me rinvenuta a Buenos Aires; poichè la grandezza della maggiore di esse (lunga 13, alta 12, larga 9 millim.) di poco sorpassa la metà della gran- dezza della detta conchiglia bonariense. Se la specie non raggiunge in Porto Alegre maggiori dimensioni, converrà dire che le condizioni non vi sono molto fa- vorevoli al suo sviluppo. 2. Genere Sphaerium, Scopoli. 11-I SH: ARGENTINUM (Cycelas) D’Orb.. Syn. pa- ge 44 n.° 3. — Voyage, pl. 33, fig. 7-9. Contrada. San Carlos nella provincia di Mendoza, Sion Bahia blanca nella provincia di Buenos Aires; Carmen. de los Patagones (spec. adultum). Dimora nelle acque correnti di un ramo dell’ Ar- royo Aguanda, ed in quelle del Napostà Grande, e nelle acque stagnanti e nei fossati lungo la riva me- ridionale o destra del Rio Negro; immerso nel limo, nascosto fra le erbe acquatiche (D’Orb.). Dispersione. Molto sparso, quasi isolato? Latitudine: 33°-41°., Altezza. Quasi dal livello del mare sino ad 800 metri circa. Regione della Pampa litorale e della interna’ su- periore, dall’Atlantico alle Ande. Osservazioni. L'unico esemplare adulto fu da me raccolto a Patagones. La sua conchiglia è lunga 9, alta 7‘ e larga 6 millim., ed esternamente è cene- rognola colle natiche (Umbones) rosseggianti e con una larga fascia giallognola al margine, nonchè con due sottili fascie concentriche nerastre, che segnano le so- spensioni d’accrescimento, l’una delle quali trovasi ad un terzo dell’altezza, partendo dalle natiche, e l’altra sopra la detta fascia marginale. III. Famiglia. Corbulacea: 1. Genere Corbula, Bruguiere. Sottogenere Potamomya, Sowerby. 12-I. C. LABIATA. (Mya) Mat. f. 1-3. — Azara labiata D’Orb. Voyage, page 573, pl. 82, fio. 22-23. Mut. Testa epidermide unicolore, cinerea vel fulvo-fusca. Ra pd Contrada. Palermo ed Olivos presso Buenos Aires. Dimora nelle acque dolci del Rio de la Plata — e nelle acque salmastre dei laghi lungo il litorale, di Maldorado nella vicina Republica Orientale (D’Orb.). Dispersione. Sparsa, non abbondante? Latitudine. 34°-35°. Altezza. Sotto il livello del mare sino a pochi metri sopra il medesimo. Regione della Pampa litorale. Osservazioni. Le valve dell’esemplare massimo raccolto da D’'Orbigny sono lunghe 89 mill.j; invece . la maggiore conchiglia da me rinvenuta non è lunga più di 30 mill., sopra 21 di altezza e 16 di larghezza. D’ Orbigny asserice che questo mollusco vive anche nel Brasile; ma in proposito osserverò, che fra i mol- luschi raccolti da Hensel nel Brasile meridionale ed illustrati da Martens l. c. esso non figura. Rinviensi fossile nel Diluvium pampeano. I. APPENDICE Enumerazione delle specie, che gli autori indicano come viventi nell’ Argentinia, ma che io stesso non vi ho osservate. : | | Specie | Autori |: Località GASTEROPODI TERRESTRI. Gen. 7, Spec. 17. Vaginulus Paranensis. Burmeister. | Entrerios: Parana o Bajada; Tucuman: Manantial de Marlopa. Hyalina Besckei Dunker (*). | Martens lit. | Buenos Aires ( Wessel). Helix monographa. Burm. Punilla de Cordoba. Trenquelleonis. Grat. Hidalgo. Corrientes: San Roque (fide Paz). Bulimus Alvarezii. D’Orbigny. | Entrerios: rive del Rio Paranà pres- l so Feliciano. a Charpentieri Pfeif. Hid. Cordoba de Tucuman (fide Paz). 4 Guarani. D’Orb. Corrientes: rive del R. Paranà (tra- | d sportato); Missioni. i lutescens King. Moerch. Buenos Aires; Paranà (De Luchi). È oblongus Muill. D’Orb. Syn. | Corrientes. i Strobel. Salta (file Mantegazza). È Davila. Rio de la Plata. È. striatus Spix. | 4 var. major. D'Orb. Corrientes. 4 Bulimulus Fourmiersii. D’Orb. Corrientes: San Roque, nei boschi È del Rio de Santa Lucia. ; ?Burm. Entrerios: Paranà; Santa Fé. D Montevidensis Pfr. Hid. Santa Fé: Rosario; Entrerios: Con- hi cordia (Paz), Paranîi (De Luchi). ri montivagus. D'Orb. Entrerios: Caballu cuatia, rive del d R. Parani. i x oreades. D’Orb. Corrientes: San Roque, nei boschi ». del R. de Santa Lucia. i papyraceus Mawe. D’Orb. Corrientes: nei boschi del R. Pa- % var. major, brevis. rani, del Rio Bate] e del R. de 4 và Santa Lucia; Missioni. Streptaxis? hylephilus. È var. minor. D’Orb. Entrerios: nei boschi lungo le rive ‘TR del R. Paranà presso Feliciano. ‘f var. Zochthephilus. D’'Orb. Missioni: rive del R. Paranî. Succinea unguis Fér. D'Orb. Corrientes: rive inondate dal R. pie: Parani (trasportata ?). 3% Doering. Santa Fé: Rosario. (") Sebbene dimorato avessi oltre un anno a Buenos Aires e vi avessi \ percorsa più volte la vicina campagna in cerca di molluschi, pure non vi ho | potuto rinvenire questa specie, mentre che l’ebbi a raccogliere a Rio Janeiro, ove non feci che una sola escursione malacologica, al montè Corcovado. SrroBEL, Mat. per una Malac. Arg. e 0 Le Meg RE si u | | Re Specie | Autori I Località ì _——r— _—r—_————-—-- ++... .-._._. GasmrRoPoDI Aquamor. | Gen. 5, Spec. 13. Planorbis anatinus. D’Orb. Entrerios: Bajada o Paranà, nei laghi centrali delle.isole del R. Paranà. tenagophilus. D’Orb. Corrientes: non più a Sud del 29° Physa rivalis Sow. D’'Orb. Corrientes, vicino al R. Batel; Pata- gonia, poco lungi dal Rio Negro. Strob. Entrerios: Paranà | De Luchi). Ancylus Moricandi. D’Orb. Al nord di Corrientes, negli af- fluenti al R. Parana. ». Ampullaria cornu arietis L. D'Orb. Entrerios; Corrientes. Burm. Entrerios: R. Paranà. Strob. Laguna de Santa Fé (De Luchi). neritoides. D’'Orb. Syn. | Rio Uruguay. pulchella Anton. Mart. Territorio del basso Parana, (Me- sopotamia platense), Roissyi. D’Orb. Rio Parana, da Corrientes sino alle foci, sopra tutto alla Bajada. Strob. Laguna de Santa Fé (De Luchi). scalaris. D’Orb. Rio Parani, da Corrientes a San Burm. Pedro, sopra tutto di contro ad ai Entrerios. Spixii. D’Orb. Entrerios, nel R. Parana, sopra tutto alla Bajada; Missioni. Li D’Orb. Syn. | Corrientes, nel R. Paranà e nei laghi. Hydrobia conica. Brot. Entrerios: Rio Uruguay. peristomata. D’Orb. Corrientes: Itaty ed Iribucua, nel R. Parani. TA Buschii. Frauenf. | Foce del R. Juan nel R. de la Plata. Petitiana. D’Orb. Buenos Aires: San Pedro, nel R. Parani. Mart. Entrerios. tricostata. Brot. Entrerios: R. Uruguay + ACRFALI. Gen. 8, Spec. 25, Varietà 4. Anodonta latomarginata L. var. ? Patagonica Mart. La Plata. Lam. limnoeca. D’Orb. Corrientes: nelle lagune dell’in- terno. Mortoniana Lea. : Mart. Territorio del R. Parané inferiore. porcifera Gray. Mart. Territorio del basso R. Parana. Re: sirionos. D’Orb. Corrientes: Itaty, nel R. Parans. È var. 2 Ferrarisii D’Orb. Burm. Entrerios: R. Parans. $ var. Wymani Lea. Mart. R. Uruguay. ci soleniformis. D’'Orb. Corrientes: Iribucua, nel Rio Parané | e nel Rio Batel. trapezia Spix. D'Orb. Corrientes: nel Rio Paranà. x trapezialis Lam. Mart. Buenos Aires (fide Hupé). 06 DI o RISI: pai Specie | Autori Località trigona Spix. D’Orb. Corrientes: nel R. Batel. Corrientes; S. Fé, nel R. Paranà (De Luchi). Mycetopus siliguosus Spix. | D’Orb. Syn. nta Paranensis Mart. Territorio del R. Parana inferiore. 'Orb. Leila Castelnaudii Hupé. Mart. Territorio del basso R. Parana. Georgina Gray. Mart. Territorio del R. Paranà inferiore. trapezialis. D’'Orb. Syn. | Corrientes. Monocondylea Corriente- siana. D’Orb. Syn. | Corrientes: nel Rio Corrientes. fossiculifera. D'Orb. Syn. | Corrientes: nel R. Parani. Paraguayana. D’Orb. Syn. | Corrientes: nel R. Paranà e nel R. Batel; Bajada (De Luchi). Parchappii. D’Orb. Syn. | Corrientes: nel R. Paranà. Unio Burroughianus Lea. D’Orb. Rio Parani, dalle foci sino al Nord di Corrientes, nelle paludi. delodon Lam. var.? lacteolus Lea. D'Orb. Syn. | Buenos Aires; Entrerios, nel R. Uru- guay; Corrientes: nel R. Uruguay e nel R. Batel. Guaranianus. D’Orb. Corrientes: Itaty, nel R. Paranà. parallelepipedon Lea. Moerch. Rio de Ja Plata. D’Orb. Rio Parani dalle foci sino a Nord di Corrientes. Paranensis Lea. Moerch. Rio de la Plata. D'Orb. Rio Parani sino a Nord di Cor- rientes; Rio Uruguay. psammoecus. D'Orb. Corrientes: Itaty, nel R. Paranà rudis Lea. Mart. Territorio del basso R. Paranà Cyrena Paranensis. D’Orb. Rio Parana, dalle foci sino al Pa- raguay. Solecurtus Platensis. D’Orb. Patagonia: Bahia de San Blas, nelle acque appena salate; e verso Nord sino al Tropico. Somma: Generi 20 dei quali 7 da me non osservati nell’Argentinia meridionale (4). » Specie 55. » Varietà 4. (4) Di questi generi, 5 sono acefali e 2 gasteropodi; l’uno di questi è acquatico, la Physa, e l’altro terrestre, lo Streptaxis. Rispetto a quest’ultimo debbo però osservare, come una delle specie da me raccolte, e da me nominata | Hyalina Argentina, appartenga forse al detto genere Streptazis anzi che al gen. Hyalina. — La preponderanza di generi e di specie d’acqua (più di 2/3) e sopra tutto di acefali (quasi 4/) fra quelli da aggiungersi ai molluschi che raccolsi io stesso nell’Argentinia meridionale, spiegasi facilmente quando si rifletta, che le contrade poste a N. E. son quelle che ne danno il massimo con- tingente, che queste sono le più ricche di acque e quindi anche di molluschi acquatici, e che desse appunto non furono quasi da me visitate. Nell'articolo di Doering, citato nella prefazione, e pubblicato dopo che il mio lavoro era stato consegnato per la stampa, vengono indicati 2 generi e 4 specie dell'Argentinia, ch'i io “non incontrai in qu sto paese. rinvenuti al Recenio; chiamansi Pupa | e Melania, e le Spec ‘ ,S. porrecta trovata da Stelzner nella Sierra I Tucuman, in Do fi a 1020 metri di altezza. La Pupa, non ancora classificata da Doering dì terebbe, secondo lui, al gruppo della P. (Vertigo) minutissima, e ritengo essere la P. oblonga Pfeiffer, che fu già scoperta da Hidalgo nel. vici) guay. Non ancora determinata è pure la specie del gen. Melania, sì «i i quelle, 19, di altri 10 generi, raccolte al Rosario. Si può però ritenere, che, î esse, la Plysa sia la Ph. rivalis, ed il Mycetopus il M. siliquosus. per specie nuova la Succinea Burmeisteri di Doering, ma credo che non a S non la ,S. meridionalis. L' Helix lactea, da Montevideo e Buenos Aires, ove la riuvenni ancor io, si è quoto verso Nord, secondo il (SEO Hu: sin a rebbe a 9 uan 29, e Rc delle specie a 61 SOpra 109. er ATO VORO IO ON TITO a n TA Je II. APPENDICE Elenco delle specie argentine, che vivono anche nelle limitrofe contrade orientali e settentrionali. Specie | Autori GASTEROPODI TERRESTRI. Gen. 7, Spec. 19. Vaginulus Langsdorfi Fér. Martens Hyalina Besckei Dunker. Mart. lit. Strobel. Helix costellata. D'Orbigny Hidalgo lactea Muill. Strobel Bulimus daedaleus Desh. Hid. dentatus Wood. Hid. D’Orb. Mart. Guarani. D'Orb. Mart. lit. lutescens King. Hid. oblongus Muill. D'Orb. Syn. Mart. striatus Spix. var. minor. D’Orb. Syn. Bulimulus apodemetes. D’Orb. Syn. Montevidensis Pfr. Hid. Mart. montivagus. D’Orb. papyraceus Mawe. Mart. var. major, brevis. | D'Orb. Syn. sporadicus. D’Orb. Mart. | Località Brasile: Rio Grande (do Sul), a Porto Alegre e nella selva ver- gine della vicina Serra (fide Hensel); Rio Janeiro. Brasile: Rio Janeiro, Neu Freiburg. d.° M. Corcovado. Uruguay orientale: pianura vicina al Cerro de Montevideo. Uruguay: Montevideo e Santa Lucia (fide Paz et Martinez). Uruguay: Montevideo. Uruguay: Salto oriental (file Paz). Uruguay: Montevideo (fide Martin.), Mercedes (Paz). Uruguay: San José. Brasile meridionale? (Mawe). Bolivia ? Missioni del Brasile? Paraguay ( Wessel). Uruguay: Montevideo (fide.Pazet Martinez). Paraguay; Bolivia: provincie di Yun- gas, Santa Cruz de la Sierra e Chiquitos. Brasile: Rio Grande, Porto Alegre e Sao Leopoldo, nella selva ver- gine presso la colonia tedesca di Roedersberg. (Isola Trini- dad). Bolivia: Chiquitos. Bolivia. Uruguay: Montevideo (Paz). Brasile; Bolivia? Bolivia: prov. de la Laguna. Uruguay; Brasile: Rio Janeiro. Brasile: Missioni, Rio Janeiro. Uruguay orientale; Bolivia: Chi- quitos. Brasile: Rio Grande, a Porto Ale- gre e Sao Leopoldo, nella sel- va vergine presso Roedersherg (Hens.), Le | | Specie | Autori Località MR e a sporadicus. Mart. lit. | Paraguay (Wesse)). Streptaxis? hylephilus. D'Orb. Uruguay orientale; Bolivia: nella selva tra Santa Cruz de la Sierra e Chiquitos. Mart. Brasile. var.? ochthephilus. D’Orb. Missioni del Brasile?, rive del Rio Parana. Succinea aequinoctialis (4). | D’Orb. Syn. | (Colombia: Guayaquil). meridionalis. D'Orb. Uruguay: Montevideo; Brasile: Rio Janeiro (Perù: Lima e San Lo- renzo; Chilì). unguis Fér. D’Orb. Syn. | Paraguay; Bolivia. GASTEROPODI AQUATICI. Gen. 7, Spec. 21. Planorbis heloicus. D’Orb. Syn. | Uruguay: Montevideo: Cerro. kermatoides. D’Orb. (Perù: Lima). peregrinus. D’'Orb. Uruguay: Montevideo; Bolivia: Rio” Grande, (Colombia: Guayaquil). tenagophilus (?). D’Orb. Bolivia: Santa Cruz, Chiquitos. Mart. Brasile: Rio Grande, a Porto Ale- gre (Hens). Physa rivalis Sow. D’Orb. Syn. | Uruguay: Montevideo (Chilì: Val- paraiso; Perù: Lima). Mart. Brasile: Rio Grande a Porto Alegre e Sao Leopoldo, nella selva ver- gine presso Roedersherg (Hens.); Rio Janeiro; Bolivia (Indie oc- cidentali). Limnaeus viator D’Orb. D’Orb. Syn. | (Perù: Lima). di var. elongatus. Strobel (Chilì: Valparaiso a Vina del Mar). Chilina fiuminea Mat. Mart. Uruguay; Brasile: Rio Grande, nel lago Guahyba presso Porto Ale- gre (Hens). I D’Orb. Voy. Iymnoeus Dombeyanus. | D’Orb. Syn.? | (Chilì). Ancylus concentricus. D’Orb. Uruguay: Montevideo. Moricandi (5). D’Orb. Paraguay, negli affluential Rio Para. nà; Brasile: Bahia nel lago Baril- (1) Murtens, al numero 21 della pagina 188, enumera una specie inde- terminata di Succinea, la conchiglia della quale rassomiglierebbe molto a quella della S. putris Lin., e sembrerebbe diversa dalla conchiglia della S. meridio- nalis D'Orb., H. elongata D’Orb. Syn., S. oblonga D’Orb. Voyage, antea. Venne raccolta a Rio Janeiro e nella selva vergine della Serra presso Porto Alegre (Hens). Sarebbe mai la S. aeguinoctialis D’Orb., S. putris dello stesso autore olim ? (2) Secondo Martens, pag. 186, i Planorbis tenagophilus D'Orb. e lugu- bris Wagn. non sono che le forme estreme d’ una stessa specie. Il PI. lugubris vive nel Brasile tropicale, come a Rio Janeiro, a Bahia. (3) Identico coll’A. Bahiensis Moricand, secondo D’Orbigny stesso. _ 87 — Specie | Autori Località Moricandi. Mart. Brasile: Rio Grande a Porto Alegre (Hens). Bolivia; Chiquitos. Ampullaria cornu arietisLin.| D’Orb. Syn. Mart. Brasile. canaliculata Lam. Strobel Paraguay (Mantegazza). var. gigas Spix. D’Orb. Uruguay: Montevideo, Maldonado; Mart. Bolivia: Santa Cruz de la Sierra. var. insularum Brasile settentrionale. D’Orb. Mart. Uruguay. var. Orbignyana il. D’Orb. Uruguay orientale. Mart. Brasile: Rio Grande, a Porto Ale- gre e Costa da Serra? (ZHens). neritoides. D’Orb. Syn. | Rio Uruguay. pulchella Ant. Mart. lit. | Paraguay (Wessel). scalaris. D’Orb. Syn. | Bolivia: Guarayos e Santa Cruz de ì la Sierra. Mart. Brasile. Spixii. D'Orb. Missioni del Brasile? Hydrobia australis. D'Orb. Uruguay: Montevideo, nelle acque salmastre. Mart. Brasile: Rio Grande, nel lago Gua- hyba presso Porto Alegre (!), San Pedro nelle acque salmastre (A. Charruana D’Orb.?); Rio Janeiro nella Laguna de Rodriguez (H.. Isabelleana D'Orb.?) -fide Hensel conica. Brot. Rio Uruguay. lapidum D’Orb. Mart. Brasile: Rio Grande, a Porto Alegre nel lago Guahyba, a Sao Leopoldo presso Roedersberg e sulla Cima da Serra (ZHens.). piscium D’Orb. Mart. Uruguay; Brasile: Rio Grand e,nella selva vergine presso Roedersherg (Hens.). tricostata. Brot. Rio Uruguay. ACEFALI. Gen..10, Spec. 21. Anodonta exotica Lam. Mart. Brasile: Rio Grande, nel Rio Jacuhy (Hens.). Villa Uruguay: Montevideo. var. gigantea Spix. | Museum Be- sii : rolinense. PETAGLAR Mart. Brasile: Rio Grande, nel Rio Jacuhy (Hens.). latomarginata Lea. Mart. Paraguay. var.? Patagonica Lam. Mart. La Plata. porcifera Gray. Mart. Paraguay. sirionos D’Orb. Mart. Brasile nel Rio Anapychico. Mart. in lit. | Uruguay: Montevideo. Dunkerinlit, | Ancora più verso Sud. var. Ferraristi. D’Orb. Uruguay orientale. var. major. D’Orb. Bolivia: Chiquitos. var. Wymani Lea. Mart. Rio Uruguay. (') Forse è specie nuova; veggasi la Enumerazione delle specie. i | Specie Autori | Località tenebricosa Lea. D'Orb. Uruguay orientale. Mart. Brasile: Rio Grande, nel lago Guahy- ba presso Porto Alegre (Hens.). trapezialis Lam. Mart. Paraguay; Brasile. trigona Spix. D’Orb. Syn. | Bolivia: Chiquitos. Mycetopus siliquosus Spix. | D’Orb. Syn. | Bolivia: Santa Cruz de la Sierra. Leila Castelnaudii Hupé. Mart. Brasile: Rio Grande nel Rio Jacuhy Monocondylea Paraguayana. D'Orb. Syn. (Hens.). Paraguay? nel Rio Paran4. Unio Burroughianus Lea. D’Orb. Paraguay? nel Rio Parani a Nord di Corrientes. delodon Lam. D’Orb. Uruguay orientale. Mart. Brasile: Rio Grande, nel Rio Jacuhy ( Hens.). . var. lacteolus Lea. | D’Orb. Syn. | Uruguay: Montevideo, Rio Uruguay. parallelepipedon Lea. Moerch. Rio de la Plata. È D’Orb. Paraguay? nel Rio Paranà a Nord di Corrientes. Paranensis Lea. Moerch. Rio de la Plata. Corrientes. variabilis Mat. Villa Paraguay. var. inflata. Museum Be- vo Matoniana rolinense Paraguay. D’Orb. Syn. Castalia inflata. var. elongata. D'Orb. Syn. | Bolivia; Chiquitos. Cyrena limosa Mat. D’Orb. Uruguay orientale. vo Mart. Brasile: Rio grande, nel lago Gua- - hyba presso Porto Alegre (Mens). Paranensis. D’Orb. Paraguay, nel Rio pina ) Sphaerium Argentinum. D'Orb. Uruguay: Montevideo, al piede del Cerro. Corbula labiata Mat. D’Orb. Uruguay: Montevideo nelle acque salmastre, Maldonado nelle la= gune litorali; Brasile (4). Solecurtus Platensis. D’Orb. Uruguay: Montevideo, nelle acque D'Orb. Syn. Uruguay nel Rio Uruguay; Para- guay ? nel R. Parana a Nord di appena salate; Brasile sino al Tropico. Somma: Generi 24 sopra 27 generi dell’Argentinia. » Specie 61 sopra 103 specie argentine (2). (4) Anche secondo Moerch questa specie avrebbe stanza al. Brasile, Però nè egli nè D’Orbigny indicano una qualche località di quella contrada, ove sarebbe stata osservata, e, d’altra parte, Martens mi assicura, Ghe non potè mai averla di là, ma solo dai paesi de la Plata. (2) Tenendo calcolo dei molluschi enumerati dal Doering, il rumero dei generi dell’Argentinia meridionale, come abbiamo veduto in calce alla I Appen- dice, ascenderebbe a 29, e quello delle specie a 109. Poche sono, relativamente, le specie acefale, che dall’Argentinia si al ; dei Do he” sono diffuse ai limitrofi paesi orientali e settentrionali, perchè questi, più montuosi, non sono percorsi da grandi fiumi, nè bagnati da acque stagnanti come le piane contrade N. E. dell’Argentinia, patria di quasi tutte le Rie cefale di questo paese. III. APPENDICE. Enumerazione delle specie e delle varietà, le quali, per quanto mi consta, non sono state raccolte nell’Argentinia, ma che vivono nelle limitrofe con- trade orientali. Specie | Autori Località GASTEROPODI TERRESTRI Gen. 12, Spec. 20. Limax, due specie indeter- minate. Vaginulus tuberculosus. Hyalina ammoniformis. semen lini Mor. Helix (Paraguayana Pfr. f elevata. semiciausa. Bulimus Kuehnholtzianus. lacunosus. multicolor Rang. pudicus Muill. tudiculatus. Bulimulus Henselii. papyraceus Mawe. var. major, elongatus. var. ventrosior. Stenogyra Goodalli Mill. Sellowii King. Pupa ( Vertigo) oblonga Pfeif. Martens. Mart. D’Orbigny. Mart. Mart. D’Orb, Mart. Crosse Jour. D’Orb. 2, Mart. Mart. Mart. Mart. Mart. Mart. Mart. Mart. Mart. Hidalgo. (') Veggasi alla pag. 84. Brasile: Rio Grande, nella selva ver- gine della Costa da Serra (fide Hensel ). Brasile: Rio Grande, nella selva ver- gine presso Picada do Café (Hens.). Bolivia: provincia Yungas. Brasile meridionale: Rio Grande, a Porto Alegre (Zens.); (Brasile tropicale). Brasile meridionale: Rio grande, a Porto Alegre (ZHens.); (Brasile tropicale; Bolivia). Uruguay: Montevideo. Brasile: Rio Grande, a Sao Leopoldo nella selva vergine presso Roe- dersherg (Hens.). La Plata. Montevideo. (Bolivia: Cochabamba). Brasile: Rio Grande, a Sao Leopol- do nella selva vergine presso Roedersberg (Hens.) Brasile: Sao Paulo; (Rio Janeiro). Brasile: Rio Grande, a Sao Leopol- do, presso Roedersberg (Hens.). Brasile: Rio Grande, a Sao Leopol- d0, presso Roedersberg (ZHens.). Brasile: Rio Grande, Costa da Serra presso Porto Alegre (Hens.). Brasile; Rio Grande. Costa da Ser- ra (fide Hens.) Brasile: Rio Grande, a Porto Ale- gre (Hens.). Uruguay. Brasile: Santa Catarina. Uruguay: Santa Lucia (Paz.). (!). ig pa Specie Streptaxis apertus. Simpulopsis sulculosa Fér. Succinea sp.? (4). convexa. Helicina carinata. GASTEROPODI AQUATICI. Gen. 4, Spec. 5, Var. I. Planorbis helophilus. purus. Chilina parva. Ampullaria canaliculata, Lam. var. vermiformis. Reeve. Hydrobia Charruana. D'Orb. (1). Isabelleana D’Orb. (2). ACEPALI. Gen. 7, Spec. 21, Var. 8. Anodonta exotica Lam. var penicillata Gray var. elongata. Forbesiana Lea. latomarginata Lea. var. inflata. Var. YO8ed. | Autori Mart. Mart. Mart. Mart. D’Orh. Mart. D’Orb. Mart. Mart. Mart. Mart. Museum Be- rolinense. Mart. Mart. Mart. D’Orb. Syn Mart. Mart. D’Orb. Località Brasile; Rio grande, a Sao Leopoldo nella selva vergine presso Roe- dersberg, Costa e Cima da Serra (Hens.). Brasile; Rio grande, nella selva vergine di Sao Leopoldo (Hens.). Brasile: Rio grande, nella selva vergine di Sao Leopoldo (Hens.). — (Rio Janeiro). Brasile: Rio grande, presso Porto Alegre (Hens.). (Bolivia: Yungas). Brasile meridionale: Rio grande: a Santa Cruz e Porto Alegre (Hens.). — (Brasile tropicale). (Perù: Lima). Brasile meridionale: Rio grande, a Sao Leopoldo presso Roedersherg (Hens.).. — (Brasile tropicale; Bolivia). Brasile: Rio Grande, a Sao Leopoldo presso Roedersberg (ZHens.). Brasile: Rio grande, nella selva vergine di Roedersberg presso Sao Leopoldo (ZHens.). Uruguay. Paraguay. Uruguay: a Nord di Montevideo, nelle acque salmastre alle foci dei fiumicelli. Uruguay: Montevideo, nelle acque salmastre. Paraguay. Uruguay: Montevideo. Uruguay. Brasile: Rio grande, nel R. Jacuhy (Hens.). ; d Uruguay orientale. (') Forse è la S. aequinoctialis D’Orb.; veggasi la II. Appendice nota 1. (2) Queste due Zydrobiae non sono forse che varietà della H. australia D’Orbigny; veggasi la II. Appendice. he +à " n VA I I sla diet An e i sele UA E Specie Autori Località lucida. D’Orb. Uruguay orientale. porcifera Gray. var. Uruguayensis Lea. | Mart.in lit. | Uruguay; Paraguay (Wessel). rubicunda Lea. Mart. in lit. | Uruguay. Monocondylea Minuana. D’Orb. Syn. | Uruguay orientale. Unio aethiops Lea. Mart. Uruguay. Charruanus. D’Orb. Syn. | Uruguay orientale. faba. D’Orb. Uruguay orientale. Fontainianus D’Orb. Syn. | Brasile: Rio Parahiba. funebralis Lea. Mart. Uruguay. gratus Lea. Mart. Uruguay. multistriatus Lea. Mart. Brasile: Rio Cadéa ( ZMens.). . nocturnus Lea. peraeformis Lea. piceus Lea. piger Lea. rhyacoecus. var. rotondus Wagn. i Diplodon rot. Spix. Uruguayensis Lea. variabilis Mat. var. inflata. U. Matoniana D’Orb. Syn. ? Castalia ambigua Lam. var. quadrilatera D’Orb. var. retusa Hupé. Cyrefia obsoleta Desh. Pisidium pulchellum. var. minor. a var. major. Mytilus exustus L. D’Orb. Syn. Mart. in lit. Mart. Mart. Mart. D'Orb. Mart. Villa Reeve. Mart. Museum Be- rolinense. Museum Parmense. D’Orb. Syn. Mart.in Lit. Mart D’Orb. Mart. Rio Parahiba. Uruguay; Paraguay (Wessel). Uruguay. Uruguay. Uruguay. Uruguay orientale. Brasile: Rio grande, nel lago Gua- hyba presso Porto Alegre (Hens.). Paraguay. Brasile. Uruguay. Paraguay. Paraguay. Bolivia: prov. Mozos. Paraguay (Wessel). Uruguay. Uruguay: nei laghi presso Maldonado. (Chilì: Concepcion). Uruguay: Montevideo, nelle acque salmastre (Mens,). Brasile: Rio Janeiro? Somma: Generi 23, dei quali 4 non furono sinora osservati nell’Argentinia. >» Specie 46. >» Varietà 9. Nota Dopo la composizione di queste appendici ebbi dalla Società zoologica argentina in Buenos Aires il Periddico zoolggico, organo della medesima, fon- dato nel 1874, nonchè il Boletin de la Academia Nacional de ciencias exactas, che sì cominciò a pubblicare nel 1874. In questi periodici sono inserite varie memorie del D. A. Doering, le quali contengono numerose aggiunte alla fauna malacologica argentina. Me ne varrò per la parte sintetica, non potendolo più per l’analitica. IV. APPENDICE Aggiunte alla Enumerazione delle specie. ; Alle pagine: ; 8.— Fischer, nella sua ARévision des espèces du È genre Vaginula (nelle Archives du Museum d’histoire naturelle de Paris, tome VII, page 147), i riporta quanto io avea già pubblicato intorno alla 3 varietà Bonariensis del Vaginulus solea D’Or- ] bigny. i 4.— Il Vaginulus Bonariensis non fu raccolto al dl disopra dei 20 metri di altezza. | 11. — La Melicesina, Ia conchiglia della quale somiglia a quella della Mela rupestris, è la Hyalina semen lini Moricand (Doering). 13. — Il dottore A. Doering trovò a Rosario, nella provincia di Santa Fé, una specie europea di Helix, appartenente al sottogenere Macularia. È da ritenersi essere dessa la Z. /actea Miill., la quale da Buenos Aires, ove da buona pezza è acclimata, si sarebbe poco a poco diffusa sino in quella contrada, e, col tempo, si spargerà proba- 2: 29. 36. 43. Pura PAL bilmente ancora di più pel paese argentino e per le terre limitrofe. Per conseguenza il campo di diffusione della specie nell’Argentinia meridionale estendesi verso Nord sino al 33° di /attudine meridionale, e sino nella regione della Mesopotamia platense, ed a 40 metri circa va calcolata 1’ 4/- tezza sopra il livello dell'Atlantico, cui giunse sinora la specie in discorso. — Le stazioni conosciute del Bulimulus Cordil- lerae trovansi all’altezza di 1500 sino a 2000 metri. — Se, come sospetto, la Succinea Burmeisteri di Doering è la S. meridionalis di D’ Orbigny, questa specie sarebbe stata raccolta inoltre, dal primo dei predetti autori, a Rosario nella provin- cia di Santa Fé, e da Stelzner, nel campo tra il Rio Salado e Loreto, nella provincia di San Luis. — Il Planorbis peregrinus fa raccolto da d’Or- bigny anche nella Laguna de la Cruz de Guerra, a S. 0. dalla Cerrillada de Médanos, nella Pampa. — L’ Arroyo Salado di d° Orbigny è il 0 Quequen salado della nostra carta, e l Arr. Achiras dello stesso autore porta anche il nome di Arr. Pilla Huinco, e scorre a settentrione della omonima Sierra. i DAL gr E 45. — Nella Parte Malacologica della Zoologia del 58. 59. viaggio intorno al globo della R. Fregata Ma- genta, pubblicata dalla R. Academia delle scienze in Torino, 1874, il dottore C. T'APPARONE CANE- FRI enumera la Chilina Puelcha d’Orb. quale specie raccolta ad Halt Bay nella Patagonia. Questa seconda delle stazioni a me note della specie in discorso, troverebbesi più a Sud dell'altra, presso Patagones, e, forse, nella regione della Pampa litorale. Nelle carte geografiche che ho potuto consultare, non ho trovato indicata la località in questione. — Nè meno le due figure che Maton dà della sua Ampullaria Platae corrispondono al mio esem- plare. — FrauENnFELD, alla pag. 4 (196) della memoria citata nella nota aggiunta alla prefazione, com- prende la Paludina lapidum d’Orb. nel genere Lithoglyphus anzi che nel genere Hydrobia. .— La Hydrobia Parchappi d’Orb. fu raccolta dall’or ora defunto De Luchi alla Bajada del Pa- ranà, nell’ Entrerios, tra il 31.0 e 32.° di latitudine Sud, nella regione della Mesopotamia argentina. 66. — Avendo ricevuto, per gentilezza del dottore E. de Martens, alcuni esemplari della Hydrobia di 67. 76. ol Lera pa Porto Alegre, in questione, mi sono convinto che è specie nuova, cui dovrassi pertanto imporre un nome. — Non soltanto gli Indiani, al dire di d’Orbigny si servono delle valve delle maggiori Najadee per cucchiai, ma anche i Gauchos se ne valgono allo stesso uso. Questi, secondo Martin de Moussy, op. cit. II. pag. 51, talvolta le montano sopra manichi d’ argento. — De Luchi raccolse ambe le varietà della Ca- stalia cordata Humph. alla Bajada del Parana. Sembra quindi che la specie sia abbastanza sparsa pel paese, ma nulla azzarderei di asserire circa alla sua abbondanza. Maton ammette che la sua Cordula (Mya) labiata sia specie fluviale, e d’Orbigny, che viva tanto nelle acque dolci quanto nelle salmastre. Burmeister in- vece, negli Anales del Museo publico de Buenos Aires, III. pag. XI, sostiene che non vive oggi- giorno fuorchè alle foci del Rio de la Plata, là ove l’acqua del fiume trovasi mescolata con quella del mare, e che nel fiume ove le acque sono dolci non se ne incontrano che le spoglie, ossiano le valve prive dell’animale. Io non vi ho raccolte che queste, alcune di esse però erano ben conservate per modo, che sembrava racchiudessero ancora l’animale. Santilario, ottobre 1874. INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE ('). ARIORAGOrAS, VPTGIer. Sl ee TL RARI Ampullaria, Lamarck. . ... RR N DASTEOIS AO RR GNALICUrATA Ramos e eo ASTE dia o MISERI EARO Tu OO ROBCRGESSTONI RR Oroigauora Phil ict PRASLIN IGO ed aggiunte. nas Miller LE e I » 50 ORMEA MORTI SA I Bonariensis Str. .......°. SIAE Tav. II. fig. 4. CONCENTRICUS OO Ord in 0 Morncandi:dOrbis i ie Hinodonrmadvatum SPIE ra AMO (4) I nomi delle famiglie e dei generi sono indicati con carattere normanno grande, quelli dei sottogeneri in normanno piccolo, quelli delle specie illustrate in carattere maiuscolo, ed i nomi delle varietà, delle sinonimie, nonchè delle specie e dei generi accennati per incidenza in carattere corsivo. SrroBEL, Mat. per una Malac. Arg. IT Anodonta, Bruguière. di IE EROTICA Jam. i a gigantea Spix. . . LATOMARGINATA Lea. membranacea d’Orb. PUELCHANA d’Orb. sirionos Dunker. TENEBRICOSA Lea. Asolene, d'Orbigny SERE CACIEZINE Azara labiata d'Orb, . .-. 0... Borus, Albers. . . .. Bulimulus, Leach. APODEMETES d’Orb. Bonariensis Str. CORDILLERAR Str. devians Dohrn. . heloecus d’Orb. . | MENDOZANUS Str. _Montevidensis Pfeiff. oreades d’Orb. . . . pseudosuccinea Mor. sporapIcus d’Orb.. . fenuissimus Fér. . . Bulimus, Scopoli . ...... (ati clavulinus Pot. et Mich. $ DAEDALEUS Pfeiff.. DENTATUS Wall i % ca “SR (Ulescei RO » NUCLEUSE@OEb7 9 ere ta » IMMCNCUS SOWIE » pachyehiluss Diet. Sona » Poatagonicus-Piefi i on » ali Lamar RI » AMDIGUA LAB o III PE » ed aggiunte CORDATA EMI e e IN » ed aggiunte VE NAPO RT RANE! SR » ed aggiunte CO ate TI » CINE Mai TI » MIO DOSA O BIranent, fini ST » WMENDOZONG EST RI » Tav. II. fig. 9. PARGHAPPIR GIOR » ed aggiunte TIE AO AVI OR RS A RARO E > ed aggiunte TRE TELERN MOL ». Cochlodon Patagonicum d’Orb. . . ... . » Serra ROL n Cochlogena apodemetes d’Orb.. . . . . . . » Clase a rap e SPOVAAICH MO TAI » Cochlohydra elongata d’Orb... . . .... » Desio rai voto 9, » Columna bacterionides dor... 3 micra d’ Orb. Conovulus Lamarck. . | Corbicula, Megerle ........... Corbula, Bruguière . ......... LABIATA Mat. Corbulaeca; 0. Ctenobranchia, ....... | Cycladea, ...... Cyclas Argentina Ord. variegata d’Orb. . Cyrena, Lamarck. LIMOSA Mares variegata d'Orb. Eudioptus, Aerei Gyraulus, Hartmann. . Helicesina,. ...... Helix, auctorum . . ... apodemetes dOrb. Ce RO aspersa Muller: 00 0 clavulus Quoy et Gaim. . | COSTELLATA d’Orb. . Cuvana Strob. . . Y dentata Wood. elongata Fér.. Goodalii Mill. CLACIEA Mill. . — 101 — NLG ICUS DOM NT ITAL SEI Pag. PArAaGInCA ndr o, » Piatae Maple e) » punciata: SROSSIaLi; 82 Rita » punctatissima Jen. $i, (410) bee » Mis Lie LOI a » LUTOSLFAS IAP RA » Sowerbana = VOr: 5.33 SENO Ao » PORRO E o IEE » LIE A RAT OE dI AA RE ORNTIVASSENI Lr IL » Tav. I. fig. 1 SAVENTRINE More: 0 ee, » machohandidesta®0Orhi tt 00 o » Hydrobia, Hartmann... ........ RPIE RON LeabermanatdiOrha. 0, ge RI” HISTRARISIO Orani t eanna SIA Beira Sie n delle ia » DERISO VI » ; Tay. JI. fig. .5 DSTERISSI RO e ee) oa ia » Tav. II. fig. 6 PARTONO EI » PARCOARPIER ROL te » PISCIUMEd Ori e LE » Tav. II. fig. 8. — 102 — Leptomerus tenuissimus Fér. Pasca Limacesima, #00 e e ea > Limax, Linné AR ae andecolus d’Orb.. . IT ARGENTINUS Str. . LE Tav. I. fig. A VARIEGATUS Drap. . . ; » 8 Limnaeus, Draparnaud. . ......... > 40 pereger Gmel. » 41008 truncatulus Gmel. > A viamor d'Orba oe >» 40 Lithoglyphus lapidum Frauenf. . » 59 ed aggiunte. piscium Frauenf. SO OC Lymmnoeus Dombeyanus Lm. . . 43 flunineus d’Orb. . . SOS 40 8 Parchappi Vr. ii Lysin0e, Adams, e yi i Macularia; Albers.\. Li 004, n Dado Mesembrinus, AIRES STI o Die MOLINUS, CA PENSA e NA » | 26 Mya labiata Mat. . >: (6000 variabilis Mat... » 6900 Mytilus membranaceus Mat... . .. 2. » 67 # Najadea; ne ie a 08,0 E 660 Odontostomus, Albers. . <...LL fe È Opeas Goodalti Mil. 28008 regularis Pfeiff. . . . è CREA È È — 103 — Paludestrina Auberiana dOrb. . . .... Pag. ausralis i @Orbi ti lori » PIO RT » Parchapp® DOSE Ra piscine OLIO i nt » Paludina australis d’Orb.-. i. i... » landumne VOLI ea » Parchappi d'Orba » fiatae? Buri) CR AO » piscine: LO. xo IMITA » e a » Aris Nasi It I » fnorbis; Muller pt i na e e » alal: ea LE TIA) » DONARE SU EI » Tav Eh iS PiopUsouss@harpo lc tie » » Rosta a » » E e le di » » ASCA PIRO RE PRES MA IE » HEsgcos ODE na » helophilus d’Orb. . . ....... » RERMAFOIDES/A@ Or. #40 n » COST AI NE I gie » leucostoma Mich. . ........ » lugubris Wagn. .... +... » Mendozanus Strob.. .-. + +... » Tav. II fig. 3 PEREGRINUS d’Orb. . ... +. +. » ed aggiunte, — 104 — PREIBFERI STOP Pag. Tav. Il. fis. 2. PERCOMIIe > Purus Mo nens te » ina gpl » Transyloanicus Stentz.. . .. . » (CIS SIE NI » corte Mall ci. a ao » Eneumopoma,; iii > ._ Potamomya, SOWerbI i e » Pulmonata (aquatilia), |... » PrpoXdocdi0 Pe » ParagonicaWOr eee DUE » SOWEKIARA RO Dai Sphaerimm; Scopoli.. 0. lea e » ARGENTINDM GO » Stagnicola, Leach. .......----...0- » Stenogyra, Shuttleworth. . ............ » bacterionides d’Orb. ...... » GdM 15 NE SRIENSISSIFOp. e » Tav. I. fig. 5. nero CO » COURS TI » STEPS CONO » Succinea, Draparnaud. . . ....6...... » AEQUINOCTIALIS dOrp. i » Tav. II, fig. 10. Burmeisteri Doer.. . .... » Dane PIA » (ssd ri n SU NERI e Pa w — 105 — LUTEOLA GOMd iti SALO Pag. Magellanica: Goldin » MERDIONALISE 0 Orbi eee » Tav. II fig. 1. ed aggiunte. dvd Oa RO Molhno limosa Mati ii na » iPhampastus; ALDEnso "nari i RSA » LITTLE TAr ORE Cl MPA » delodone Sti Lv i tata e » PRINT STA) TIC CRISPI INGRASSIA » DELODONTASMO ND Va Ho. Matoniana d’Orb. . ....... 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Il mantello è convesso e molto colorato supe- riormente, forma ai lati e tutt'intorno al corpo una forte carena, poi si dirige obliquamente verso il piede. Alla parte inferiore esso è poco colorato e soltanto verso la periferia; inoltre gli orifici delle ghiandole mucose epi- dermoidali sono disotto assai più minuti e poco visibili anche colla lente. Il piede è largo 5 mill. verso la metà del corpo, tutto minutamente e regolarmente striato per traverso e separato dal mantello per mezzo di un profondo solco. Il mantello alla sua parte inferiore destra e precisa- . — 108 — mente a metà della sua lunghezza e vicino al piede, offre una strettissima fessura trasversale larga circa mezzo millimetro, che è I’ orificio esterno dell'apparato riproduttore femmineo. Al lato destro della testa ed alla base del tentacolo inferiore apresi l’ orificio del- l'apparato riproduttore maschile. Infine un terzo orificio si apre alla parte inferiore e posteriore del man- tello, là dove è coperto dalla porzione posteriore, libera e più ristretta, del piede; codesto orificio è l’ ano, il quale si apre dietro una piccola valvola o papilla squa- miforme, ottusa, posta un poco verso la destra. Avver- tasi però che esso differisce dall’apertura anale dei polmonati terrestri, in ciò che non serve solo alla defe- cazione ma ben anche all’eliminazione dei prodotti della secrezione urinaria; nonchè a trasmettere l’aria al canale della respirazione come verrà a suo luogo ac- cennato. Due sono le cavità del corpo: una grandissima, che occupa quasi tutto il mollusco e contiene i maggiori apparati organici, quelli, cioè, della digestione e della riproduzione, nonchè la porzione più centrale e notevole del sistema nervoso. L’altra cavità è assai piccola in confronto e contiene il cuore, il rene ed il polmone, ed è collocata verso il dorso, al disopra della maggiore ca- vità viscerale, da cui n° è separata soltanto per mezzo d’ un esile diaframma. Ogni singolo organo è avviluppato in un’ esile e trasparente membra nella, formata da zessuto cellulare connettivo, sulla quale si diramano i nervi ed i princi- pali tronchi vascolari. Un inviluppo più considerevole — 109 — avvolge tutta la massa viscerale e tappezza altresì l’in- terno del corpo; è tra questo inviluppo e la massa mu- scolare del piede che sì vedono poi a decorrere i nervi della locomozione, nonchè l'arteria che presiede alla nutrizione del piede. Appena dietro alle labbra molli sta il bulbo musco- lare della bocca, grosso e breve, come troncato poste- riormente, ma la cui forma poco differisce nel resto da quella che vedesi nei limaci nostrali. All'ingresso della cavità buccale scorgesi facilmente la mascella, d’ un bruno-rossastro cupo, arcuata, poco alta, larga milli- metri 2, 5, sulla quale contai 18 denti, costituiti da coste piatte, rettilinee, parallele, divise da profondi sol- chi; terminate lungo il margine libero della mascella da una troncatura tagliente orizzontale e finienti alla parte superiore, dove aderiscono i muscoli, con un mar- gine assottigliato. Il grosso ammasso muscolare costi- tuente la lngua, è coperto da una radula piuttosto grande, lunga circa 5 mill. e larga 3, arrotondata in avanti, troncata alla parte posteriore (supposta la ra- dula entro la bocca e relativamente all’ animale), for- mata da almeno 108 serie trasversali di denti. Cia- scuna serie trasversale comprende poi (s’ è di quelle più sviluppate), non meno di 111 denti (55 + 1 + 55, ossia . un dente centrale e 55 a destra ed a sinistra) disposti su di una linea leggermente ricurva, colia curva rivolta verso la bocca deil’animale. — Il dente centrale è pic- colo, a paragone degli altri, fatto a ferro di lancia, colla punta libera, rivolta all’ indietro e più breve che non la porzione anteriore, aderente ad una lamina esa- Se gona, larga, e formante come la base del dente. La base degli altri denti, ossia dei laterali, è larga ed assai lunga, pressochè rettangolare, ad angoli smussati e costituisce propriamente il pavimento o strato continuo della radula chitinosa. Su di una tal base sta un rialzo, più breve ma un po’ più largo e coprente, per conse- guenza, una piccola porzione della base del dente vicino; dal rialzo poi parte la cuspide o porzione libera del dente, lunga, reflessa, triangolare, assai acuminata. Alla parte posteriore del bulbo buccale si trovano addossate le g/randole salivali, una a destra, l’altra a sinistra, 'approssimate, ma non confluenti verso la nuca. Isolate e distese in piano, hanno una figura irre- golarmente ovale, troncata dal lato che corrisponde alla linea mediana del corpo, acuminata all’ opposta estre- mità libera, la quale di preferenza si piega in basso ad abbracciare l’esofago e la base dei bulbo della bocca. Gli acini di cui si compongono tali ghiandole sono distinti fra loro, di varia forma e grandezza, ora appiat- titi, ora conici, quasi mai ovali. Da codesti acini par- tono i condotti salivali, formanti dapprima vari rami, i quali di mano in mano fondendosi sì riducono a tre 0 quattro vicino al bulbo buccale, dove confluiscono in un sol tronco assai breve (a stento misura nn millimetro) che mette foce vicino all’inserzione dell’esofago. È as- sai probabile che tali ghiandole abbiano in vita un co- lore bianco o bianco-azzurrino; io le vidi di colore bian- co-giallastro, colore dovuto, senza dubbio, all’azione prolungata dell’ alcool. «Appena uscito dal bulbo buccale, l’esofago ha un — lll — piccolo diametro che conserva solo per breve tratto e cioè nell’ attraversare lo stretto lume del cingolo gan- gliare centrale o collare midollare; ma non appena ha sorpassato quell’ angusta apertura ed ha raggiunto il lembo posteriore delle ghiandole salivali, si dilata d’ un subito e quivi adempie all’ufficio di 2gluvie 0 primo serbatojo degli alimenti. Codesta porzione del canale deferente riesce pertanto assai dilatabile e la sua figura deve, per necessaria conseguenza, modificarsi secondo la copia del cibo introdotto e lo stato più o meno inol- trato della digestione. Essa è formata da una mem- brana poco consistente, assai pieghevole, con iscarse strie o fibre muscolari. Non così la porzione che vien dopo, conformata a fondo cieco, ovale, ampia, a pareti grosse, resistenti, tutta attraversata da robuste e nume- rosissime fibre muscolari parallele, che danno alla parte un aspetto madreperlaceo suo proprio. È questo il tratto di canale della digestione che adempie veramente al- l’ ufficio di stomaco, collo spappolare i cibi e col mesco- tarli intimamente coi succhi forniti da quella ghiandola massima che è il fegato e che nei molluschi raggiunge talvolta proporzioni veramente enormi. Nel Vaginulus di Buenos Aires il fegato occupa un po’ più che mezza la cavità viscerale del mollusco. È distinto in sette lobi principali, ineguali, dei quali uno, che si potrebbe chiamare caudale, corrisponde alla porzione estrema posteriore del corpo, ha forma presso che conica a base assai obliqua e mette foce coi suoi canali biliari precisamente sul fondo cieco dello stomaco. Gli altri sei lobi occupano i vani lasciati dalle — 112 — anse intestinali, hanno svariata forma e sono tutti col- legati fra loro o per mezzo di istmi del fegato stesso ovvero per mezzo dei canali biliari, i quali venendo a confluire in quattro o cinque rami maggiori mettono foce nel pufito dove la parte dilatata dell’ esofago sbocca nello stomaco muscolare; là pure è il punto dove si di- parte l’intestino tenue, il quale riceve anch’ esso dopo brevissimo tratto un piccol fascio di canali provenienti dal lobo mediano del fegato. | L’intestino tenue ‘sì porta dapprincipio verso la parte anteriore del corpo sino quasi all'altezza della porzione ristretta dell’esofago, poi piegasi con forte ansa a destra ed all’indietro seguendo una linea sinuosa tra i lobi ‘del fegato, indi forma un’ altra ansa, si porta un poco in avanti ed in basso quindi sì ripiega di nuovo indietro, strisciando per brevissimo tratto lungo la pa- rete interna del piede; finchè (verso la metà del corpo, tal quale si trova nel mollusco contratto alquanto) pe- netra nello spessore del tessuto muscolare che costituisce buona parte dei tegumenti dell’ animale, dal lato destro ed inferiore, per continuare poi in linea retta sino al- Vano. Il quale si trova all’ estremità posteriore del corpo, alquanto a destra, fra il mantello ed una larga papilla, a forma di squama troncata, posta fra il piede ed il mantello ed aderente al mantello medesimo . Quest’ ultimo tratto dell’ intestino, ossia il retto, diffe- risce essenzialmente dalla parte analoga che si osserva nei Gasteropodi nostrali, non solo perchè percorre uno spazio notevole racchiuso ne’ tegumenti stessi del corpo, ma ben anche per la sua struttura, a pieghe longitudi- 4 w ì ta — 113 — nali, profonde, più numerose verso l’orificio esterno, pieghe che accennano ad un tessuto assai dilatabile a volontà dell’ animale. Poco prima del suo termine, il retto riceve poi a destra un canale che vedremo desti- nato a tradurre l’aria esterna al polmone. L’organo della secrezione urinaria, ossia il rene, osservasi quasi per intero compreso in quella cavità che abbiam veduto essere più piccola e contenere altresì il cuore ed il polmone. Se si spara l’animale lungo il dorso e se ne allontanano i margini, il rene viene a tro- varsi collocato a destra e coperto in parte dal cuore e dal polmone anche dopo che fu asportato il sottile diaframma che separa la piccola dalla grande cavità viscerale. Esso è compresso ed ha la forma di un trian- golo scaleno con la porzione più ristretta rivolta in avanti e la più dilatata diretta verso la parte posteriore del corpo. Il suo canale escretore mette foce nell’ intestino retto dopo avere percorso, a quanto sembra, un certo tratto fra il retto medesimo ed il condotto respiratorio: Nella piccola cavità, situata verso il dorso e già più volte menzionata, trovasi il polmone, diretto nel senso della lunghezza del corpo. Esso è quasi fusiforme ed alquanto flessuoso; ha una porzione più dilatata ch’ è la cavità polmonare, propriamente detta, percorsa dalla rete vascolare venosa, in cui il sangue dopo aver ri- sentita l’azione ossigenante dell’aria passa nella rete arteriosa, al cuore, indi alle arterie. Anteriormente il polmone si restringe e si prolunga alquanto al di là del cuore dove finisce quasi in punta. Alla parte posteriore esso si assottiglia a guisa di stretto canale, attraversa to) — 114 —- il diaframma poi si protende in un lungo condotto che va a finire nell'intestino retto poco prima della sua terminazione nell’ ano. Questo canale è singolare perchè le sue pareti sono percorse da una rete di sottili rilievi trasversali che ne aumentano in modo assai sensibile la superficie. Una tale disposizione lascia supporre che tale cavità possa servire in alcune circostanze come serbatojo d’aria o fors’ anco come polmone supple- mentare. Adagiato sul fianco destro del polmone (*) osservasi il cuore il quale ha forma quasi triangolare, con una piccola orecchietta posta anteriormente ed un grande ventricolo, un poco bilobo e rivolto posteriormente. Da questo ventricolo parte il principale tronco arterioso, paragonabile intieramente all’ aorza degli animali supe- riori, poichè come questo è destinato a tradurre alle varie parti del corpo il sangue ossigenato; l’ aorta è anche qui unica, ma non appena ha attraversato il diaframma, che trovasi poco dopo la sua origine, si divide in due rami principali ed in parecchi di secondo ordine, che ora andrò partitamente indicando. Il più grosso ramo dell’aorta si diparte in direzione trasversale al corpo sino a raggiungere la linea mediana del piede; ma già prima aveva dato un ramo seconda- rio, breve, diretto all’ esofago e specialmente alla por- zione dilatata anteriore di esso, nonchè un’ altro più lungo e sottile, diretto all’ indietro, destinato a nutrire (') Nella figura vedesi a sinistra, perchè il complesso degli apparati circolatorio, respiratorio e secretore dell’orina fu rovesciato a destra nella preparazione e quindi presentasi dal lato inferiore anzichè dal superiore, sup- posto l’animale nella sua naturale posizione, col piede poggiato al suolo. — 115 — dapprima la porzione mediana dell’ esofago, quella che serve d’ingluvie, poi quella porzione dell’ apparato ri- produttore che sta addossata all’ orificio femmineo. Giunto poi sulla linea mediana del piede, dopo essere passato sopra l’ansa intestinale anteriore, tenendola soggetta in posto, lo stesso ramo aortico dividesi in due bruscamente e mentre una delle ramificazioni dirigesi in avanti e dopo breve tratto si porta direttamente al cingolo o collare midollare e nutrisce non solo questo ma ben anche i muscoli retrattori ed il bulbo muscolare della bocca, l’altro tronco percorre la linea mediana del piede e serve ad irrigare i nervi della locomozione non solo ma anche tutta la muscolatura del piede. Il secondo dei due gran rami dell’aorta ossia l’aorta viscerale epatica, appena staccatasi dal primo ramo, maggiore, precedentemente descritto, dà un esilissimo tributo al lobo del fegato che sta in corrispondenza coll’ansa anteriore dell’intestino; poco dopo manda un ramo alla porzione discendente dell’ansa anteriore del- l'intestino, indi un’ altro ai lobi mediani del fegato entro i quali si distribuisce con molte diramazioni ; più oltre manda un ramo al lobo sinistro del fegato, indi un considerevol tronco alla parte destra del lobo terminale conico o caudale del fegato stesso, poi passa ad irro- rare la ghiandola ermafrodita e l’epididimo e finalmente termina il suo corso nella parte estrema del lobo cauda- le del fegato. Nella figura 7 sono indicati i rapporti tra l’ultimo tratto dell’arteria viscerale epatica e gli organi circostanti; in essa si vede come il tronco arterioso costeggia l'intestino, passa fra l’origine di questo e la — 116 — porzione dilatabile dello stomaco, striscia lungo la pa- rete superiore dello stomaco fibro-muscolare e va quindi al lobo caudale epatico ed alla ghiandola ermafrodita. Alquanto diverso da quello che si osserva nei gaste- ropodi nudi del nostro paese (Lunax, Artîon, ecc.) è il sistema nervoso del Vaginulus. In generale si nota una maggiore centralizzazione, segnatamente nei nervi che presiedono ai movimenti del piede i quali non sono iso- lati e distribuiti quasi a ventaglio lungo la parete interna del corpo, ma stanno riuniti in uno stretto fascio, percorso alla parte superiore dal tronco arterioso ven- trale o meglio pedale. Ai due lati del detto fascio nervoso sì osservano delle propagini che dopo avere percorso un breve tratto trasversale della superficie dei | tegumenti si addentrano in quelli e vanno ad animare i muscoli motori del piede e quelli che contribuiscono ai movimenti generali del corpo. L'aspetto di questa parte del sistema nervoso è simile alla spina dorsale dei pesci, salvo che è meno regolare, e richiama in certo qual modo una disposizione analoga dei nervi che si dipartono dal midollo spinale dei vertebrati. Appena al disotto dell’origine deil’esofago si vedono aderenti alla parte posteriore del bulbo muscolare della bocca, due piccoli gangli d’onde si dipartono vari esi- lissimi filamenti nervosi che vanno evidentemente ad animare i vari muscoli della bocca; quei due gangli sono riuniti fra loro per mezzo di un istmo nervoso e ciascuno poi sta in rapporto col collare midollare o cen- tro principale nervoso per mezzo di briglie sottili, collo- cate una a destra, l’altra a sinistra dell’esofago. — 117 — Il collare midollare è costituito da un ammasso di gangli nervosi fusi assieme per modo che riesce assai difficile distinguerli fra loro. I più grossi gangli sono quelli situati ai lati e superiormente, ì quali sono riuniti fra loro mediante una saldatura meno estesa che non sia quella per cui stanno uniti gli altri. Ed è da essi che diramano i minori nervi che vanno ai muscoli retrattori ed agli apparati digerente, riproduttore e circolatorio. Dall’esame attento dell’apparato riproduttore ri- sulta che il Vaginulus è androgino come la maggior parte dei Gasteropodi polmonati e ad orzfici sessuali distinti come nei generi Limnaea, Planorbis, ecc. La ghiandola ermafrodita è grossa nell’esemplare da me sezionato, quasi emisferica, formata da numero- sissimi acini globulosi, distinti, regolari assai di forma, presso che uguali fra loro in grandezza (del diametro di mill. 0, 4). Dal lato della compressione, e verso il mar- gine che ne risulta, parte l’ epididimo, il quale è ingrossato assai e piegato in numerose anse strettamente addossate fra loro per essere 1’ animale stato preso al- l’epoca del maggiore sviluppo dei corpuscoli seminali. Esso è lungo assai, se vuolsi tener conto di tutte le sue circonvoluzioni, le quali si fanno sempre più strette ed intrecciate quanto più si scostano dalla ghiandola erma- frodita; in pari tempo il calibro di tal canale si fa mi- nore e si assottiglia affatto allorchè raggiunge la parte mediana della ghiandola del glutine, entro la quale pe- netra per brevissimo tratto. Ne esce subito dopo e con- servando uno stretto diametro, tiene un andamento flessuoso finchè giunge alla base di una vescicola glo- — 118 — bulosa situata presso l’orificio genitale femmineo. Ivi si bifurca e mentre un ramo penetra entro la vescica stessa, ignoro a quale scopo, l’ altro si approfonda nel tessuto del piede dell’animale, si porta alla parte ante- riore del corpo, presso al capo e ne esce in forma di un lungo e stretto canale, più volte ed irregolarmente ri- piegato su sè stesso, che corrisponde al canale defe- rente inferiore degli altri Gasteropodi, e penetra nel- l’organo copulatore o vagina della verga, presso alla sua base, la quale è tenuta in posto da un brevissimo muscolo piatto inserito al lato destro del corpo, di fianco al collare midollare. L'organo copulatore od almeno la sua guaina ester- na è ripiegato in due e nel punto della ripiegatura pre- senta un’ uscita che mediante un breve e largo canale comunica coll’ esterno del corpo, al lato destro della testa, vicino alla base del tentacolo inferiore. Al punto dove codesto canale incomincia vedonsi alcune fibre mu- scolari e dal lato opposto ed aderente alla guaina della verga osservasi inoltre un piccolo ganglio nervoso che sta in rapporto col ganglio superiore destro del collare midollare, mediante un tenue filamento nervoso e senza dubbio ha i’ incarico speciale di presiedere ai fenomeni che avvengono in codesta parte, che è una delle più at- tive dell’ apparato riproduttore. All’ altra estremità della guaina della verga si tro- vano riunite in un enorme fascio lunghissime gAhiandole o vescicole mucose aventi, a mio credere, lo stesso ufficio che hanno le vescicole mucose delle Elici e gli organi affini di altri gasteropodi terrestri. Sono lunghe — 119 — da 30 a 383 mill. e del diametro esterno di mill. 0,3 cir- ca, alcune sono anche più brevi e queste non vanno fino all’estremità del fascio. Tutte poi sono strettamente aderenti tra loro, nè è sì facile l’isolarle senza spez- farne parecchie. La porzione dell’apparato riproduttore spettante al sesso femminile ha in comune coll’altro sesso: 1.° la ghiandola ermafrodita dove a suo tempo si svilup- pano e i germi che diventano più tardi uova coll’assu- ‘mere alcune parti accessorie dapprima mancanti, e cellule speciali in seno alle quali vengono generati gli spermatozoi; 2.° L’ Epididimo o canale deferente su- periore, che abbiamo visto penetrare per poco nella ghiandola del glutine, Questa è composta quasi di due parti distinte: una allungata, compressa da un lato, linguiforme, molle, di tessitura pressochè omogenea ed è quella d’onde esce poi il canale deferente inferiore che conduce gli sper- matozoi all’organo copulatore maschile. L’ altra por- zione è anch'essa allungata, ma composta quasi di tanti acini o lobi stretti, lineari, avvicinati fra loro, poco di- scernibili nella ghiandola in posto, ma che tosto lo di- ventano se dessa viene un poco stirata dai due capi. È da questa seconda porzione che esce la matrice, lunga assai, piegata in due su di sè stessa e pol rav- volta ancora a spira in guisa da formare, veduta in posto, un corpo conico-ottuso, rappresentante più che altro una ramificazione o dipendenza della ghiandola del glutine. L'ultima porzione della matrice ossia l’ovi- dotto, prima di giungere all’ apertura genitale femminea — 120 — che abbiam vista esistere verso la metà del corpo, a destra e vicino al piede, confluisce in una vescicola glo- bulosa che è la borsa copulatrice, destinata a ricettare lo sperma ed a perfezionarlo prima di cederlo alle uova, durante il loro passaggio, il quale si effettua da questo punto sino all’ orificio esterno attraverso un breve con- dotto a parete raggrinzata e suscettibile quindi di note- vole dilatazione. È All’infuori della massa muscolare che costituisce il più interno ed il più grosso degli strati tegumentari del mollusco, e mediante la quale egli può eseguire tutti i movimenti di estensione, di contrazione e di tra- slazione, lo sviluppo dei muscoli è assai limitato. Si osservano però due piccoli muscoli paralieli depressi a guisa di nastri, lunghi circa 6 mili. larghi 1; se ne trova uno a ciascun lato della testa e cominciano alla parte inferiore di questa là dove hanno origine i tenta- coli inferiori e vanno ad aderire alla parete interna del corpo poco oltre il collare midollare, dove si fon- dono poi colla tunica muscolare generale. Alla parte superiore ricevono entrambi numerosissimi nervi prove- nienti dai gangli superiori del collare midollare. Essi costituiscono, si può dire, tutto l’apparato retrattore della testa. Un terzo ed ultimo muscolo è quello, già | citato, che tiene in posto la vagina della verga. | SPIEGAZIONE DELLE FIGURE. — T ——___ 1. L'animale, in grandezza naturale, veduto infe- riormente. — d bocca coperta dalle labbra molli rugose. fs tentacoli superiori oculiferi. fi tentacoli inferiori bi- lobi. p piede. m mantello. ag/ apertura genitale fem- minea. «a ano ed apertura respiratoria coperta dalla papilla anale. 2. Apparato digerente, veduto di sopra ed ingran- dito il doppio del vero. — /s labbro superiore della bocca. ti, ti tentacoli inferiori. #s, fs tentacoli superiori ocu- liferi raggrinzati. ep epidermide della testa tagliata po- steriormente. db bulbo muscolare della bocca. gs ghiandole salivali in posto, circondanti la base del bulbo buccale ed il collare gangliare. es esofago. sf stomaco membranoso od ingluvie. s?' stomaco muscolare o stomaco vero. /,f,/,f lobi del fegato. cep, cep,' cep" canali biliari che mettono foce nello stomaco in tre punti diversi. 27, intestino tenue. /int fine dell’intestino tenue là dove penetra entro i tegumenti della pelle muscolare e si apre nel retto. r intestino retto, il quale decorre tra lo spessore dei tegumenti del corpo; è aperto onde mo- strare le sue pieghe longitudinali. cresp canale della respirazione che mette nel retto, a poca distanza dal- l'apertura anale. 72,22 lembi del mantello tagliato pel — 122 — lungo ed allontanati onde mostrare la papilla o squama anale pan. p, piede. 5. Ghiandola salivale destra, ingrandita tre volte, veduta superiormente e nella sua totale estensione. — cs condotto salivale. 4. Mascella veduta anteriormente. — a in gran- dezza naturale. d ingrandita. 5. Alcuni denti della radula, assai ingranditi (circa 500,). — ede cuspide del dente centrale, bdc base dello stesso. cdl cuspide acuminata e rialzata del dente late- rale sinistro. rd! rialzo da cui parte la cuspide del dente laterale. 547 base che sopporta il rialzo 74/ e con esso la cuspide del dente e costituisce il pavimento proprio della radula. 6. Apparato circolatorio e respiratorio; ingrandi- ‘mento al doppio del vero — c cuore. a principio del- l’aorta. ave ramo maggiore dell’aorta, ossia arteria ven- trale; questa arteria dà tra gli altri i seguenti rami: ge arteria che va alla parte anteriore dell’esofago dilatato. ar arteria che va all’ apparato riproduttore femmineo. ac arteria cefalica, che dal ramo maggiore dell’aorta si stacca verso la linea mediana del corpo e va ai gangli del collare midollare ed alle differenti parti del bulbo della bocca. ap arteria pedale, che accompagna i nervi della linea mediana del piede. Il secondo gran ramo dall’aorta ossia l’arteria viscerale av, av appena spic- catosi dal primo ramo dà un’ arteriuzza af che va al lobo del fegato corrispondente all’ansa anteriore dell’in- testino. ai ramo che va alla porzione discendente del- l’ansa intestinale anteriore. afm ramo che va ai lobi — 123 — mediani del fegato. afs ramo che va al lobo sinistro del fegato. afc, afc' rami che vanno al lobo caudale del fegato. age arteria che nutre la ghiandola erma- frodita. cm collare midollare. ar porzione dell’ appa- rato riproduttore femmineo. ## ansa intestinale anteriore. d diaframma. re rene. p polmone. cr canale della respirazione aperto nei tegumenti del lato destro ed in- feriore del corpo. x porzione ultima del retto. an ano. 7. Andamento dell’ ultima porzione dell’ arteria vi- | scerale. sf stomaco. int principio dell'intestino. /c lobo caudale del fegato. ge ghiandola ermafrodita. ep epi- didimo. Per le altre lettere vedi la figura precedente. 8. Sistema centrale nervoso, ingrandito poco più del doppio. gm gangli costituenti il collare midollare. np nervi che presiedono ai movimenti del piede. gd pic- coli gangli che stanno alla parte posteriore del bulbo buccale. e sezione dell’esofago alla sua origine. La linea retta indica il passaggio dell’ esofago attraverso l'apertura del collare midollare. 9. Apparato riproduttore, ingrandito il doppio del vero. — ge ghiandola ermafrodita. ep epididimo o ca- nale deferente superiore. 99 ghiandola del glutine. cdi canale deferente inferiore. gv guaina della verga. m muscolo retrattore della guaina della verga. 9» gan- glio nervoso che presiede all'apparato copulatore ma- schile. vm vescicole mucose. 09m orificio genitale ma- schile. 72 matrice. ov porzione inferiore della matrice ossia l’ovidotto. dc borsa copulatrice. 097 orificio geni- tale femmineo. Sa I LIO SEE LIA EZIO A ri i» SQ LUO] » n semjsohi po olod È UPNEXTETCNI ( |aupipur ENUS d È PIÙ | | \ x | VIT RIALZA] ME z Di 07/09/01); 20 407771277, 24101) UT iS ro O — Ca 214097] 18) TINIA ARGEN DELL 97913 p 196° 819) dUnbLT CA 10 e (3222/72 LI}1L E] EA —_ 310), SV] Ip | 3 hi c 89) Son ki IALOA D al Pa —— — LO QUIOTO QU ae i COLUI AGI AALIZITIIE A D dio) SD LUI, \V ng Ori \ | Pera. i È SN 22,\ GEO S0720a0111f* SO, IL SA) yy ig Di LI opsonopaneti ) iù = \arw Gre Ul Ji _pedurp È CETTITO QI) EEA 2, ting op EL09 pounp CARTA FISICO Ea pet 7213714; II) 111) Dagli usda VdyzoIg IP VID, | Li La endeo 192729 7 97? —_986-4f; TX di y Soria) @vpR/nd 2 ZNE ong vip DOS #1 d' “A nea 7 no oag DIR © i} = [civ to ite) n TINO STROBEL NEGLI ANNI 1865 AL 1867 mau mn npom (CZIZIZIZZ 4 2277 | “uo iP Viano vibrpuori DAY TS va? ‘apuiato) “ FUy oy 3A y ‘ossodospg T * ossvd os T VUDP (2771014 -y ‘oubrys 1777, “punto VESTA ‘vavipurig “prlasbuo) — Qpipoo1 apuotu Ville 40} — 7 y, UL “Quosto) oporsad 0101 g —F GIMIEIABIGGYOO — 2 I PIZZA DY 0MVININI 072UNNI > na M; y* i } 1 VVIMNN Di VI p]aX10) Vjpp Pypag PLY vray fpiivrostag “= PEEOLLDI UL PSLOLOUT Vi 0710038 Oppo opuownpontrt y ofong (uo pens) . Y, z) n dl /, ” 0}? ubry OUPdIT ‘Vagjps 7 VIVIYG St ‘Punp OMIPIYT 10] ALP PP Mapa) *PSI?S078 DALL" VAL, ILE + e A ni “tubas I9p auo 1zefards “vduvy 2 opp ve ld] Piagpnad v pop? Gpuay Dypap vang == = |Uxbca Lv UCEZIENLITÀ TAVOLA PRIMA Tio A Limax ArcenTINUS Strobel, pag. 6. Limacella ingran lita vista di fianco. Detta vista di sopra. Detta vista di sotto. Lunghezza naturale della medesima. HyaLins ARGENTINA Strobel, pag. 9. Conchiglia ingrandita vista davanti. Detta vista di sopra. Detta vista di sotto. Diametro naturale della stessa. Helix Curana Strobel, pag. 11. Conchiglia vista davanti, grandezza naturale. Detta vista di sotto. Detta vista di sopra. Burimurus CorpiLserar Strobel, pag. 22. Conchiglia ingrandita vista di fianco. Detta vista di fronte. Detta, grandezza naturale. Varietà allungata, multifasciata. Conchiglia vista di fronte. Detta, grandezza naturale. BurimuLus MenpozanUS Strodel, pag. 25. Conchiglia vista di fronte, grandezza naturale Detta vista di fianco. Srenocrra MartENSI Strobel, pag. 27. Conchiglia ingrandita, vista di fronte. Lunghezza naturale della medesima, 7 nam A E Oristofani dis: \ i Stab: Gozani Pisa. Strobel — Mat per una Malac. A g n i TavIl ant dîs 3 Stab: (tozani Pisa. 38. 139. 40. 40. 442. 43. 44. 45. 446. 41. 48. 449. — 129 — signata Lischke Mal. BI. WE. po 161 Japan. pardalis Adams et Angas Proc. 1872 37, 3. Marr. 427. Wk. 38, 11. Port Jackson — Neuholland. triticea Ducl. 1, 5. 6. Rv. 82 a.b. Marr. 439. Wk. 37, 4.-2::18. 19: Neu-Guinea. 3. Gruppe: Olivina. puelchana D’Orb. 49, 15—19. Duel. 5, 7—14. (0. tehuelcha) Marr. 454, 464. 465. Wk. 36, 1—3. var. = 0. cyanea Rv. 70a.b. Marr. 415. Patagonien. capensis Sowerby Thes, 469. Wk. 39, 14. Cap der guten Hoffnung. tehuelchana D'Orb. 49, 7T—12. Ducl. 5, 4—6. (0. fidi) Marr. 457. Wk. 37, 15. 14. = 0. pura Rv. 97a, b. Marr. 431. Patagonien. bullula Rv. 96 a.b. Marr. 433. 434. Wk. 37, 15. 16. Antillen. miriadina Ducl. 6, 1. 2. Rv.94. Marr. 440. WK. 39,9. 10. var. = 0. miliacea Marr. 441. Antillen, Stidcarolina. plana Marr. 463. Stidcarolina. an var. praecedentis? nympha Ad. et Ang. Proc. 1862 p. 422. Marr. 426, Wk. 39, 10. Port Stephens — Ostneuholland. simplex Pease Am. Journ. 1868 23, 24. Wk. p. 162. Paumotu, Tahiti. lactea Marr. 376. Edgemont Bai ubi? Jahrb. V. 9 — 130 — 50. nitens Dunker Marr. 388. 389. Wk. 39, 8.9. Upolu. - 51. rosalina Ducl, 1, 1. 2. Ch. 1, 1. 2. Rv. 99. Marr. 437. Wk. 38, 3. var. = 0. Sowerbyi Ducr. 103 a. b. n = 0. volutelloides Marr. 436. Antillen. Verzeichniss der im Laplatagebiet lebenden Binnenmollusken. (Nach den Angaben von A. Dòring im Boletin de la Academie nationa de Ciencias exactas de Cérdoba). A. Gastropoda. i 1. Vaginulus d’Orb. 1. solea d’Orb. Voy. t. 21 fig. 1-4. Buenos Aires. 2. paranensis Burm. Reise I. p. 494. II p. 21. — Dòring Bol. I. p. 51. 52. Parang, Santa Fé. 3. bonnaerensis Strobel Atti Soc. ital. IX. entr. 3. Nr. 2. Buenos Aires. 2. Limax. 4. variegatus Drp. — Strobel Atti Soc it. IX. 3. Nr. 3. Buenos Aires, 5. argentinus Strobel (Agriolimax) Mater. Mal. Arg. L p. 6. (meridionalis Dòring Period. zool. I. p. 131. t. 2 fig. 1-6.) Sierra de Mendoza. 3. Succinea Drp. a. Omalonyx d’Orb. 6. unguis Fér. i Venezuela bis Santa Fé in Argentinien. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. — 131 — . patera Dòring Mal. BI. XXI. p. 58. t. 2 fig. 10—14. Cérdoba. . convexa von Martens Mal. BI. XV. p. 183. (unguis Doering Mal. BI. XXI. t. 2 fig.1—9, nec. Fér.). Stidbrasilien, Argentinien, b. Succinea s. str. . aequinoctialis d’Orb. Voy. p. 231. — Strobel Mat. p. 31. 10. magellanica Gould Exp. Shells p. 29. Feuerland, — Riv. St. Cruz, Patagonien. . meridionalis d’Orb. Voy. p. 232. (Burmeisteri Doering Mal. BI. XXI. p. 59. t. 2 fig. 15—19.) var. cornea Doering ibid. t. 3 fig. 24. Corrientes, Entrerios, Rosario. rosariensis Dòring Mal. BI. XXI p. 63. t. 3 fig. 20—22. Rosario, S. Carlos. porrecta Dòring Mal. BI. XXI. p. 66. t. 3 fig. 25 Valle de Juntas, Tucuman. 4. Simpulopsis Beck. rufovirens Moricand Mém. 30. suppl. p. 53 t. 5 fig. 4. Pfeiffer Mon. II p. 511. Buenos Aires. 5. Streptaxis Gray. a. Scolodonta Dòring. argentinus (Hyalina) Strobel Mat. p. 9. Mendoza, Bahia Blanca. Semperi Dòring Bol. I. p. 430. Cordoba. S b. Ammonoceras Pfr. ammoniformis d’Orb. Voy. II. p. 248 t. 26 fig. 10—13. S. de Tucuman. — Siidbrasilien. c: Artemon Beck. hylephilus d’Orb. Voy. IL p. 253 t. 28 fig. 13.—16, Entre Rios, Corrientes. di: 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. — 132 — 6. Helix L. a. Patula Held. costellata d’Orb. Voy. p. 252 t. 26 fig. 6-9. Montevideo, Buenos Aires. paraguayana Pfr. Monogr. I. p. 85. (elevata d’Orb. Voy. p. 254 t. 28 fig. D—8. Paraguay. Strobeliana Dòring Apuntes III p. 13. Sierra de Achala. Stelzneriana Dòring Apuntes III p. 14. Sierra de Achala. b. Dorcasia Gray. similaris Fér. Buenos Aires. c. Solaro psis Beck. heliaca d’Orb. Voy. 244 t. 26 fig. 15. Corrientes. d. Aglaja Alb. estella d’Orb. Voy. p. 241 t. 25 fig. D—8. var. tucumanensis Déring Apuntes IL p. 445. S. de Tucuman. Yocotulana Dòring Apuntes II. p. 446. Yocotula, Sierra de Belen. e. Epiphragmophora Dòring. Hieronymi Déring Apuntes II p. 447. S. de Catamarca. Cuyana Strobel, Pfr. Novit. IIL t. 79 fig. 16—18. S. de Mendoza. f. Eurycampta v. Mart. Trenquelleonis Grat., Pfr. Mon. Hel. II. p. 234. Sierra Central de Achala. Hidalgonis Dòring Apunt. IIL p. (16). S. de Cordoba. 31. 32. 33. 34, 39. 36. 31. 38. 39, 40. 41. 42. — 133 — monographa Burm. Bol. I. p. 53. S. de Catamarca, g. Macularia Alb. punctata Miiller, Rossm. Icon. 548. Buenos Aires, Montevideo, Rosario. 7. Bulimus aut. a. Plagiodontes Déring. dentatus Wood Suppl. t. 8 fig. 71. Banda oriental, La Plata. multiplicatus Dòring Apuntes TI. p. 452. Prov. la Rioja. daedaleus. Desh. (Pupa) Fér. II t. 162 fig. 23. 24. S. de Cérdoba. var. Strobelii Dòring Apuntes III p. 21. S. de Aconjigasta, var. salinicola Dòring ibid. p. 22. Laguna de Pocho. patagonicus d’Orb. Voy. t. 41b. fig. 17. 18. (spec. dub.) Patagonien. Brackebuschii Dòring, Apuntes III p. 22. S. de San Luis. Weyemberghii Dòring ibid. p. 23. S. de Aconjigasta. b. Odontostomus Beck, Alvarezii d’Orb. Voy. p. 319. Entrerios, S. de Cérdoba. subsexdentatus Dòring Apuntes II p. 454. Cordova. Olainensis Déòring ibid, p. 454. Pampa de Olain, Cordoba. Riojanus Dòring ibid. p. 454, S. de la Rioja. 43. 44 — 134 — Martensit Dòring ibid. p. 455. Totoral, prov. Cordoba. Charpentieri Grat. Pfr. Mon. III p. 369. Cérdoba. . maculosus Déring Apuntes II p. 455. S. d. Cérdoba. . profundidens Dòring ibid. p. 455. . S. de Achala, Cérdoba. . tumulorum Déring ibid. p. 456. S. de Cordoba. . pucuranus Doering ibid. p. 456. Cordoba. . striatus Spix test. bras. t. 14 fig. 2. Corrientes. . Kiihnholtzianus Crosse Journ. Conch. XIX. t. 2 fig. 3. Montevideo. . Achalanus Déring Apunt. IL p. 324, (25) , S. de Achala. . Popanus Dòring ibid. p. 325. (26) S. de Pocho. . Aconjigastanus Déòring ibid. p. 326. (27) Aconjigasta. . multispiratus Déring ibid. p. 326 (27). S. de Aconjigasta. . Bergii Dòring ibid. p. 327 (28). Siidargentinien, . salinicola Doring ibid. p. 328 (29). S. de Aconjigasta., . Chancaninus Déring ibid. p. 329 (30). S. de Aconjigasta. . Champaquianus Doring ibid. p. 330 (31). S. de Achala. . reticulatus Déòring ibid. p. 331 (32). S. de Aconjigasta. 60. 61. 62. 63. 64. 69. 66. 67. 68. " 69. 70. TL: — 135 — Doeringii m. (Philippii Dòring Apunt. IL p. 456, nec Pfr.) Cordoba. c. Macrodontes Swains. Cordovanus Pfr. Novit. I, t. 20 fig. 1. 2. var. Stelzneri Dòring Apunt. DI. p. (33). S. de Aconjigasta. d. Borus Albers. oblongus Miill. var. crassa d’Orb. Entrerios. lutescens King Rv. sp. 90. var. Cordillerae Dòring Apunt. a p. (36). Patagonien, Cordova. d’Orbignyi Doring Apunt. II. p. 336 (37). (nucleus d’Orb., neè Sow.). Patagonien, Bahia Blanca, S. Blas. Lorenzianus Dòring Apunt. INIL p. 336 (37). S. de Tucuman. e. Orphnus Albers. Tupacii d’Orb. Voy. p. 292 t. 38 fig. 1—5. S. de Tucuman, S. de Salta. 8. Bulimulus Mart. Stelzneri Dohrn Mal. BI. XXII. p. 202. (Scutalus). x S. de la Rioja. sporadicus d’Orb. Voy. p. 271 t. 32 fig. 12—15. (Thaumastus). Buenos Aires; Corrientes, apodemetes d’Orb. Voy. p. 27 (Mormus). San Lorenzo, Cérdoba. Catamarca. montevidensis Pfr. Proc. zool. Soc. 1846 p. 33 (Mormus) Buenos Aires (Montevideo??). papyraceus Mawe (Mormus). Corrientes, Rio Janeiro. 72. 13. T4. T5. 76. 17. 78. 192 80. 81. 82. 89. 84. 85. 86. dee Fourmiersi d’Orb. Voy. p. 273 t. 30 fig. 12—14. Corrientes, Parana, Sta. Fé. (Ecuador?). montivagus d’Orb. Voy. p. 275 t.34 fig.1—3 (Peronaeus). Entrerios. Guarani d’Orb. Voy. p. 318 t. 41b. fig. L Corrientes. ereades d’Orb. Voy. p. 270 t. 32 fig. 11 (Mesembrinus). Corrientes. Mendozanus Strobel Mat. p. 23 t. 1 fig. 4 (Eudioptes). S. de Mendoza. Cordillerae Strobel Mat. p. 22 t. 1 fig. 3 (Mesembrinus). S. de Mendoza. 9. Stenogyra Shuttl, Goodalli Millet Ann. Phil. VII 1822 p. 381. Uruguay. Martensi Strobel Mat. p. 27 t. 1 fig. D. Buenos Aires. 10. Limnaea Lam, viator d’Orb. Voy. p. 340 t. 43 fig. 1-3. Patagonien. 11. Chalina d’Orb. tehuelcha d’Orb. Voy. p. 336 t. 43 fig. 6. 7. Rio Negro, Patagonien. puelcha d’Orb. Voy. p. 336 t. 43 fig. 8-12. Rio Negro. - Parchappi d’Orb. Voy. p. 338 t. 43 fig. 3. 4. Patagonien. fluminea d’Orb. Voy. p. 337 t. 43 fig. 19. 20. La Plata. globosa Frauenfeld, Buenos Aires. 12. Physa d’Orb. rivalis Sow. d’Orb. p. 341. Montevideo, Corrientes, Patagonien. 87. 88. 89. 90. dl 92. 93. 94, 95. 96. 97. 98. 99. — 137 — 13. Aneylus Guétt. Moricandi d’Orb. Voy. p. 355. Corrientes. concentricus d’Orb. Voy. p. 354 t. 42 fig. 18—21. Montevideo, Buenos Aires, Corrientes. 14. Planorbis Brug. peregrinus d’Orb. Voy. p. 348 t. 44 fig. 13-16. Buenos Aires, Corrientes, Entrerios, Pata- gonien. heloicus d’Orb. Voy. p. 349 t. 40 fig. 9—12. Buenos Aires. anatinus d'Orb. Voy. p. 351 t. 45 fig. 17—20. Entrerios. tenagophilus d’Orb. Voy. p. 347 t. 44 fig. 9-12. Corrientes, Kermatoides d’Orb. — Strob. Mat. B; 33. Buenos Aires. Pfeifferi Strobel Mat. p. 39 t. 2 fig. 2. Paranà, S. de Mendoza. 15. Ceratodes Guildg. cornu arietis Linné. d’Orb. Voy. p. 368 t. 48 fig. T—-9, Corrientes, Parana, Rosario. 16. Ampullaria Lam. neritoides d’Orb. Voy. p. 368 t. 49 fig. 1. 2. Uruguay. scalaris d’Orb. Voy. p. 369 t. 50 fig. 1. 2. Paran, Rosario, Corrientes canaliculata d’Orb. Voy. p. 371 t. 50 fig. 1. 2. Buenos Aires, Rosario, Paranà, Corrientes, Entrerios. insularum d’Orb. Voy. p. 3744 ‘big 12. Rio Parana. 114, 115, — 138 — . australis d’Orb. Voy. p. 375 È. DI fig. 3. 4. Buenos Aires. . Spixii d’Orb. Voy. p. 376 t. 52 fig. 7. 8. Corrientes, Entrerios, . Roissyi d’Orb. Voy. p. 377 t. 52 fig. 1-3. Rio Paranà. . pulchella Anton, Dòring Nr. 102. Rio Parand. . Platae d’Orb. Voy. p. 379 t, 49 fis. 3—6. La Plata, Rio Salado. 17. Paludestrina d’Orb. ., peristomata d’Orb. Voy. p. 382 t. 47 fig. 1-3. Corrientes, . lapidum d’Orb. Voy. p. 332 t. 47 fig. 4-8. Buenos Aires, Corrientes. . piscium d’Orb. Voy. p. 385 t. 47 fig. 17—21. Buenos Aires, . Parchappi d’Orb. Voy. p. 385 t. 48. fig. 1-3. Buenos Aires, Rio Salado, . australis d'Orb. Voy. p. 384 t. 43 fig. 4—6. Patagonien, Bahia blanca. ., charruana d’Orb. Voy. p. 384 t. 75 fig. L 2. Montevideo, Buenos Aires. (?) . isabellana d’Orb. Voy. p. 385 t. 75 fig. 4—6. Buenos Aires, . Petitiana d’Orb. Voy. p. 387 t. 75 fig. 19—21 Rio Paranà, San Pedro, . tricostata Brot, Dòring Nr. 103. Buenos Aires. conica Brot, Dòring Nr. 104. Buenos Aires. Kiisteri Strobel Mat. p. 61 t. 2 feud 6. S. de Mendoza. — 139 — B. Lamellibranchia. 18. Cyclas Brug. 116. paranensis d’Orb. Voy. p. 567 t. 83 fig. 2D—27. Buenos Aires. 117. variegata d'Orb. Voy. p. 567 t. 82 fig. 14—16. , Buenos Aires. 118. argentina d’Orb. Voy. p. 568 t. 83 fig. 7. Montevideo, Buenos Aires, 119. pulchella d’Orb. Voy. p. 568 t. 83 fig. 8—10. Buenos Aires, 120. obsoleta Desh. Dòring Nr. 128. Uruguay. 121. limosa Mat. Trans. Lond. X. p. 328 t. 24 fig. 8—10. Buenos Aires. 19. Azara d’Orb. 122. labiata d’Orb. Voy. p. 573 t. 82 fig. 22. 23. Buenos Aires, Belgrano, Puerte Chico. 20. Leila Gray. 123. Castelnandi Hupé in Casteln. Voy. t. 19 fig. 1. 2. Rio Parana. 124. Georgina Gray Proc. zool. Soc. 1834. Rio Paranà. 125. trapezoidalis d’Orb. Voy. p. 596- Paranà, Corrientes. 21. Castalia Lam. 126. ambigua Lam. d’Orb. Voy. p. 598 t. 72 fig. 4—10. Uruguay, Corrientes, Entrerios. 22. Mycetopus Spix. 127. siliquosus Spix, d’Orb. Voy. p. 601 t. 67. Corrientes. 23. Unio Retz. 128. paranensis Lea, d’Orb. Voy. p. 602. Parang, Corrientes, — 140 — 129. Solisianus d’Orb. Voy. p. 604. t. 69 fio, 1— 3 Buenos Aires, 130. variabilis Maton Trans. Lond. X. t. 24 fig. 4-7. (Matonianus et bulloides Lea). | Buenos Aires, 131. delodontes Lam., d’Orb. Voy. p. 605. . Buenos Aires, Paranà, Corrientes. 132. charruanus d’Orb. Voy. p. 606 t. 71 fig. 8—14, Uruguay. 133. rhuacoicus d’Orb. Voy. p. 606 1.69 fig. 10—12. Rio Canelon Grande, 134. Guaranianus d’Orb. Voy. p. 608 t. 69 hg; 10-12. Corrientes, 135. psammoicus d’Orb. Voy. p. 608 t. 71 fig. 4—7. Corrientes, Parang, Santafé. 136. Burroughianus Lea, d’Orb. Voy. p. 609. 7 Buenos Aires, Paran4, Corrientes, 137. parallelepipedon Lea, d’Orb. Voy. p. 609. Buenos Aires, Parand, Corrientes, Uruguay. 133. patagonicus d’Orb. Voy. p. 610 t. 70 fig. 4. 1 Rio negro. 139. Wymanni Lea, Proc. Phil. 1860 p. 90. Uruguay. 140. funebralis Lea ibid, p. 91. Uruguay. 141. nocturnis Lea ibid. p. 91. Uruguay. 142. goatus Lea ibid. p. 91, . Uruguay. 143. peraeformis Lea ibid. p. 90, Uruguay. 144, rudis Lea Proc. Phil. 1859 p. 187. Rio de la Plata. 145. piceus Lea Proc. Phil, 1860 p. 91. Uruguay. — dl — 146 piger Lea ibid. p. 90. Uruguay. 147. uruguayensis Lea ibid. p. 90. Uruguay. 148. trifidus Lea ibid. p. 89. Buenos Aires. 149. aethiops Lea ibid. p. 91. Uruguay. 150. disculus Lea ibid. p. 91. Buenos Aires. 151, Wheatleyanus Lea ibid. p. 90. — Strob. Mat. p. 71. Buenos Aires. 152. lepidus Lea ibid. p. 91. Uruguay. 24. Monocondylaea d’Orb. 153. paraguayana d’Orb. Voy. p. 612 t. 70 fig. 8—10. Parang, Italy, Corrientes, 154. minuana d’Orb. Voy. p. 612 t. 69 fig. 8—10. Rio Canelon Grande. 155. Parchappi d’Orb. Voy. p. 613 t. 65 fig. 1-3. Parana, Itaty, Corrientes. 156. corrientina d’Orb. Voy. p. 613 t. 68 fig. 8—10. Corrientes. 157. fossiculifera d’Orb. Voy. p. 615 t. 50 fig. D—7. Corrientes, Iribucua. 25. Anodonta. 158. sirionos d’Orb. Voy. p. 615 t. 74 fig. 4/6. var. Ferrarisi d’Orb. Voy. t. 80 fig. 14. Ganzes Platagebiet. 159. tenebricosa Lea, d’Orb. Voy.. 616. Buenos Aires. 160. membranacea Maton, d’Orb. Voy. 616 t. 70 fig. 11. Buenos Aires. SO] ife 161. soleniformis d’Orb. Voy. 617 t. 74 fig. 1-3. Corrientes. 162. trigona Spix, d’Orb. Voy. p. 618. Corrientes. 163. trapeziana Spix, d’Orb. Voy. p. 619. Corrientes. 164. limosa d’Orb. Voy. p. 619 t. 79 fig. 1-3. Corrientes, 165. lucida d’Orb. Voy. p. 620 t. 79 fig. 4—6. Corrientes. 166. puelchana d’Orb. Voy. p. 620 t. 79 fig. 7-9. Rio Salado, Patagonia, Rio Negro. 167. exotica Lam., d’Orb. Voy. p. 621. (radiata, anserina et gigantea Spix). Entrerios, Corrientes. 168. trapezialis Lam. Enc. pl. 205. Parang. Rio de la Plata. 169. Mortoniana Lea, Mart. Mal. BL XV. p. 210. Parana. 170. Wymanni Lea Proc. Phil, 1860 p. 92. Naj. X. t. 44. fio, 294. Uruguay. 171. porcifera Gray Proc. zool. so 1834 p. 53. Parana. 172. uruguayensis Lea Proc. Phil. 1860 p. 92. Uruguay. 173 rubicunda Lea Proc. Phil. 1860 p. 92. Naj. IX. fig. 299. Uruguay. Laplata. 174. Forbesiana Lea Proc. 1860 p. 92. Uruguay. Vota 19 DEA VA se PLL I vis oa a N Sua SMITHSONIAN INSTITUTION LIB LI LULU LULÙ i f ; ire ll,