f^ >> fh lW'2l^'^i *^^' H-V,. w^ r *jSk "U l%* V A MONSIEVR FAUJAS-DE-SAINT-FOND PROFESSORE AL MUSÉUM DI STORIA NATURALE DI FRANCIA MEMORIA EPISTOLARE PER SERVIRE DI SCHIARIMENTO ALLA DESCRIZIONE DI UN PESCE PETRIFICATO SCAVATO IN ALTISSIMO NELLE VICINANZE DI BOLCA . I S07 IN PADOVA KEL SEMINARIO . Hoc opus , hoc stuA'ium parvi prcpeyemus y ^ ampli ^ Si patria VilumilS j si mbis vìvere tari . Horat. Epist. IIIi Lifa. I. P. EB. maggior Intelligenza di qucfta memoria cre- diamo neceffario di far conofcere due altri opufcoletti volanti , che ufcirono alla luce intorno 1' ittiolito di cui qui lì tratta, e delli quali non venne fatto parola nel noftro giornale . Il primo e una lettera del fig, dott. Francefco Orazio Scortigagna all'or- natiff. co: Arnaldo Tornicri : quefta lettera fcritta nelle due lingue italiana e latina prefenta una fuc- cinta floria della fcopcna di quello bel petrefato ;," ed è divifa in cinque paragrafi . Nel primo paragrafo l'Aut. riflettendo a qucfto ittiolito lo confiderà degno d'ogni nobile gabinet- to, non che lo caratterizza argomento ben degno d' effere defcritto dai dotti ed illuminati ittiologi- fìi , il che non effendo flato per anche efeguito ha egli creduto ben fatto il teffernc la defcrizione nel miglior modo che per lui fi poteffe . Nel fecondo avverte di averne fatto il difegno^ Ai di 4 di cui ne ha pollo la tavola in fine del libro ,' che rapprcfenta l'ittiolito in grandezza della duo- decima parte dell'originale ► Nel terzo egli indica la pietra in cui racchiu- defi , cioè in una pietra calcare-argiilofa-fchiflo- fa , di cui porge i caratteri , e prende in efame le parti più oflfervabili e le principali note carat- terifticlie dell' ittiolito, e fono il fuo colorito, la fua tcfta e denti , le due macchie circolari alla fuperiore fezione della tefla,le vertebre, la coda colle fue accidentalità , la fua giacitura , una fola pinna dorfalc, la pinna, odia appendìcetta caudale, due pinne pettorali , la diftanza dell' apice della coda , r clìrtmiti del fuo mufo , finalmente la fua totale eftenlìone ; dalle quali rifleffioni , Nel quarto flabilifce il genere dell' ittiolito ef- fcre quello del cane marino , fqnalHs Linns.i per tale qualificato anche da alcuni pefcatori di mare, che ritrovandoli cafualmcntc colà , furono eflì per il naturai genio portati a vederlo o Neil' ultimo paragrafo flabilifce dubitativamente la fpezie elTere cane renardo dì mare , ciò dcdu- ccndo dalla mancanza delle pinne addominah, dalla pinna dorfale , dalla quaHtà della fua pelle piut- tofto lifcia e zigrinata , e finalmente dalla forma della tefta dilatata , e conchiudc con tutta mode- fìia non potcrfi chiamare errore il crederlo profll- mamente limile alla fopraddctta fpezie delli renardi ma- r marini ; e ciò fino a tanto che mlglioii lumi ac- quillar fi poflTano fo^ra tale argomento , concludendo di aver ardito dirne più di quello egli poteva , come mancante di mezzi e di cognizioni atte a qualificare fcnza equivoco 1' indicata fpczie . L' altro -fcritto è una lettera dei conte Gazola ufcita in Verona l'anno i So y. dalla tipografia To- mafi diretta al fuddetto Cvx. dott. Francelco Orazio Scortigagna di Lonigo , la quale (i può confiderarc divifa in due parti . Nella prima i\ tratta della ftoria, della fcoperta e delle inforte queftioni pel diritto di proprietà ; ma ficcome quefte piccole bri- ghe fono argomento quanto importante per il par- ticolare altrettanto indifferente per 1* univcrfale , e di niun profitto per la fcienza > così bafti averne qui fatto cenno o La feconda parte poi contiene una dcfcrizione e determinazione del pcfce differente da quella pubblicata dallo Scortigagna nella lettera al co: Tornieri fopra indicata . Ora in qucfta dcfcri- zione del Gazola i\ dice , che il pefce non è nuovo alle cave bolcane , ed alcuni cfemplari in quelle cfcavati fi confervano nel mufco di Nimes (io) di Parigi e nel gabinetto del detto co: Gazola, e puoffcne vedere la defcrizione (ii) nell' Ittiolitologia vero- (lo) La Cepède hist. de poiss. T. L p. 202. (il) Ittiolitologia veronese P. IL n. i. G vcroncfe già da qualche anno incominciata a fortire dai celebri torchi giuliariani . La forma del cor- po, la pofizione delle pinne, la figura della coda e dei denti lo annunziano fcnza dubbietà per lo fqualo cane carcaria di Linneo (i i) , Bcllonio (13), Gefner (14), Aldrovandi (i )) , Jonfton (kJ), c dell'Enciclopedia. In quetìa li trova definito il cane carcaria S. carcbarias dorfo plano , dentibus ferratls . L'ampiezza del dorfo è ben facile a fupporll dalla figura anneffa alla dcfcrizione del fig. Scortigagna* febbene non fi polTa, actefo il dilTcccamento e la compreffione del pefce, riconofcerc la fupcrficie lar- ga e piana . Non corrifpondono ad una tale dcfcri- zione i denti , che non fono addentellati a modo di fega , ma ciò nulla ofta al coftituirlo nella fpezle anzidetta , qualora vogliafi prcftar fede al fcmpre celebre Linneo , che lo fqualo carcaria è (17) fex {JHnÌDri pauciorlhus) dentiam , frequenter fojfilittm , triangulariam , ( juniori nondum ferra- tornm ) ordJnibus horrens . Gronovio (18) aggiunge agli altri caratteri anco quello (12) Loco cit. p. 1494. n. 12. (13) Aq. p. 58. (14) Aq. p. 173. (15) Pise. p. 381. 3S2. 387. (16) Pise. p. 24. t. 6. f. 6. (17) Loco citato . (18) Mus. I. 138, zooph. 143» r quello delle pinne pettoi'all grandiiTìmc: />/««/j pe~ Horalibas maximis , e tali certamente fono quelle che il fig. Scortigagna ha mofti'ate nella fiia ta- vola. La pinna dorfalc rotondata qua(ì a perpen- dicolo della pinna dell'ano, è rifcontrata dal detto fig. Francefco Orazio Scortigagna , e forma deffa ugualmente un carattere del carcaria . Le ventrali fono diftruttc , forfè perchè efili , effendo d' affai tenue fibratura : ma accennano certamente ( non dubitando dell' cfattezza del difcgno già indicato) i rudimenti nel luogo donde fortivano . Dal fin qui detto rifulia certamente , che più affai che fra' renardi , o volpi marine abbia ad annoverarfi qucfto ittiolito fra i cani carcaria . Oltre di che per reftare perfuafi delle cofe dette non farà fuori di propolito il fentirc 1' opinione del più celebre fra gl'ittiologhi viventi il fig. La- cépede (21). Egli nella fuperba e ricca opera, che gli meritò il titolo di emulo dell' immortale M. di Buffon,, e che (\ conferva dal fig. co: Ga- zola a monumento preziofo dell'amicizia di cui è onorato , ci dà la più efatta defcrizione dei cani carcaria fra quante n' abbia avute fin qui la fl:o- ria ittiologica . 1 „ Le corps du requin cft très-alongé , \c la „ peau (zi) Loco cit. e. 174. 8 „ pcau qui le rccouvrc cft garnle de petits tu- „ bercili es très-fcrrés Ics uns contrc Ics autres „ . Ecco il corpo allungato qual vedcfì nella figura della dcfcrizione e la pelle zigrinata > che dal fig. Scortigagna ad evidenti riprove fu rifcontrata nel fuo renardo -. „ La tétc eft aplatic, continua il dotto la Ce- >, pède , & tcrmince par un mufeau un pcu ar- „ rondi „ . Schiacciata è la tcfta del pcfce dife- gnato nella detta tavola del (ìg. Francefco e ro- tondata ; ma ciò mal confronta coi caratteri del prctcfo re n ardo , che lo fi vuole dall'Enciclopedia di una téte d'une forme coni(jHe , e da Linneo capite conico , brevi , mentre aflai bene confronta col cane carcaria . La compreflìone cagionata dalle fovrincombenti materie nel tempo dell' accaduta pc- trificazione., come fi accenna a e. 1 8 delia detta lettera, milita più a provare che il poco rotondo iìa divenuto molto , piuttofto che fiafi il conico rotondato - „ La forme de la bouchc eft cn forme de „ demi-ccrcle, & placée tranfverfalemcnt au def- fous de la tète & derriere le narins ;, . Quello carattere conviene a perfezione . Elle eft très-grande , & l'on pourra juger facilement de ccs dimenfions , cn fachant, que „ nous avons reconnue d'aprts piufieurs comparai- „ fons,que le contour d'un coté de la machoire fupc- 7> >■> 5 ;; fitpérieure; mefurc depuis l'angle de dcux ma- ,y choircs ; jufqu'au fommet de la machoirc d'en- ,j haute, égalc à pcii-prcs le onzicme de la lon- „ gueur totale de l'animai „ . Prefa dalla detta figura la mifiira defcritta , il più clattanitnte pof- lìbilc , fi trova con precifionc conifponderc la lun- ghezza totale del corpo del pefce già defcritto dal fig^ Scortigagna alle undici diiricnfioni accennate . Qual prova maggiore piiollì mai dcfìdcrare della prefcnte , e come unita all' altre non fi flabilirà nella fpczic de' cani carcaria il pefcc dal fig. Fran- ccfco riportato ? Riman folo a provarfi , eh' effo folle ancor fan- ciullo per togliere anco l' obbiezione de' denti non dentellati a foggia di fcga . Ma ciò è tofto fatto qualor fi fappia che fiflfatta fpezie giunge lino alla lunghezza di 2 y e 3 o piedi parigini. Ne ciò deve forprendcre , fc preftifi fede a Gunner (21), che racconta efferfi trovato un vitello marino della grof- fczza di un bue nel ventre d'uno di quefti pefci; a Muler (12), che afferifcc che un cavallo intero, ch'era flato gettato da un baftiracnto, Ì\iS\ rinve- nuto negl'interiori di un carcaria pefcato nell'ifola di S. Margherita, il di cui pefo era lib. ijoo; a B Bru- cai) Front. Schiften Tom. II. pag. 301. \zz) Tom. III. p. 267- 10 Briuiiche (23) teftimonio della fezionc d'un altro di fiffatta fpczie a Marlìglia, nei cui vifceri rinvc- nironfi due groflì tonni ed un uomo tutto vcftito; come del pari afferifce il Rondelezio (2 4), e col racconto di fatti analoghi confermano Getti (25), Fcrmin (z6),ì\ Padre Fevillc (27), e l' immortai Bloch (2) colle cui cartilagini non molto % intreccia ^ e termina con acuta cftre- mità . §. Vili. La pinna dorCilc poftcriorc in luogo di efferc confiderabilmentc piccola, come nel ca,r- CKrìa , moftra invece notabile lunghezza , fé però dir non vogliafi che quefta pinna in pria frattu- rata, e quivi (:o) inneftata, fituariì invece avelie dovuto in m della citata figura I. dove ultima- mente fcoprifll il rudimento di altra pinna . §. IX. Le due pinne dell' ano , e le due ven- trali fono deficienti nell' ittiolito, delle quali nem- meno fcorgonfi li rudimenti . §. X. Le due pettorali efiftono , ma una di qucftc , come ho (il) altra volta rimarcato, in- neftata dall'artefice nel fito, in cui mirafi in N. fig. I., potrebb' effcre mal collocata, e forfè avreb- be (9) VeJ. fig. I. La lettera Q. serve a marcare quel sito della schiena nell' ittiolito , che può corrispondere alla fossetta triangolare accennata da M. de la Cepède opera ci . pag, 268. parlando dello squale renard , {io) Ved. fig. I. lettera I. \ii) Ved. la citata mia descrizione pag. 14. nota (?) . ir bc potuto appartenere ad altro individuo . Dalla forma peraltro , e dal iìto delia pinna pettorale i. fig. I. , fu cui non cade alcun dubbio, puoffi con- chiudcrc della forma e fituazione dell' analoga . Ac- cordatagli pertanto un'altra pinna limile a quella inarcata 2.,nfuItano le dette pinne cffcrc più acu- minate nel loro finimento, e più anteriormente fi- tuatc di quelle dello fqualo carcaria , che vcdcli ncir opera citata di M. de la Cepcde . §. XI. La pelle eminentemente zigrinata , oflìa per valermi deli' cfpreffione di M. de la Cepède (che riverentemente nnni-r» e nomino) la pelle for- nita di piccoli tubercoli flrettamentc legati gli uni contro gli altri , forma uno dei caratteri delli cav caria . Qucfto carattere non è efdufivo ad altre fpezie , e però è inconcludente farne per ora il foggetto dell'argomento, rifcrvato clpreiTamente alla feconda parte di qucfta memoria. Dall'altro canto e baftantcmcntc noto attribuirli il nome di zigrino ad alcune altre pelli di fquali. Io non mi eften- derò nella teoria di quefto utiliflìmo oggetto di commercio non fervendo al prcfiffo mio fcopo . §. XII. Eccomi giunto fenza av vedermene alla parte la più enigmatica del noftro ittiolico, voglio dire la tcfla . Il contorno di qucfta fcmbra avere qualche analogia col capo di quello fqualo , che nominafi ii b^rlnto , ma difFerifce dal medefimo per gli altri caratteri . Non avendo però con il e capo i8 capo degli altri fquali raflbmiglianza , potrebbefi i fatto riflcflb alla fua equivocità , un tale articolo trafandarc , ma mi rifervo a parlarne di propofito nella feconda parte che verrà in fcguito . §. XUI. La privazione dei laterali fori bran- chiofleghi nell'ittiolito militerebbe piuttoflo contro che in favore della fpczie delli carcaria . Potreb- bero non pertanto efli fori aver cliftito nel pefcc vivente , ed efferlì nella fua pctrificazionc obbli- terati . Ma io baftantemente notai , che qucfto porta tilla fuferiore fedone della tejìa due macchie cir- colari (12). (E non è il prefente ittiolito fé non che la metà dell' intiero , effendolì dai minatori infranto l' incontro fuo , e pofcia fmarrito ; le fole vertebre aderenti quali onninamente rimafero a que- flo ben confervato cfemplarc ) . Ora qucftc due macchie , od impronte che s' accoflano alla figura circolare, ma che non lo fono perfettamente par- tecipando dell' ellittica , non parlano effe eloqucn- tiffimamcnte ? A me fembra che sì ; poiché fc r anteriore rapprefenta la membrana ammicantc ( clignotante dei Francefi ) combina la mcdefima a marcare uno degli occhj j e fé l' altra corrifponde ad uno (15) dei fori fpirali , e fé tale fi folfc fiata (12) Ved. descrizione citata pag. 12. (13) Nel decorso di questa memoria, cioè nella seconda parte , sarà meglio discussa la verisimiglianza di tali ca- ratteri > IP fiata nello fqualo vivente or pctrificato , chi non vede che qiicflo ittiolito non può in alcuna ma- niera riferirli alla fpczic delli canaria i ma che rintracciarli deve la fpczie fua in quella fuddivi- iìonc di fquali , che d* apprcffo gli altri comuni caratteri hanno quello di poffedcre uno fpiraglio (14) per parte dietro degli occhj > alla veduta di cui il Tempre inclito M. de la Cepède collocò lo fkjua- Io (i j) ruffctto . §. XIV. Qucfto chiariffimo prorcfforc rilevò cfi- e 2 fiere (14) Ved. M. de la Cepède op. cit. Tom. I. pag. 2ii, (15) Nome comune al maschio ed alla femmina. Ved. M. de la Cepède opera cit. loco e. Incontrasi in Ronde- Jezio ( Lib. XIII. de piscibus cap. VII. pag. 380. Lugdun. I5J4) dato il nome di c.ibìcula Aristote/ìs , e nel verna- colo di Montpellier quello di chatz allo squalo rassetto , ed al cap. Vili, alla pag. 383. del libro citato vedasi dato il nome di cabìcula saxatHis , in lingua di Montpellier quello di catto rochìero ad altro squalo che non è diverso dal suddetto , se non che nella grandezza : grandezza che costituisce soltanto la diversità di sesso di una identica spezie . Aldrovandi per l' opposto della suddetta spezie ■forma un genere, che poi suddivide e distingue col nome di catulus major Salvi ani , e di catti !us minor ejusdem . ( Ved. Ulissis Aldrovandi de piscibus Lib. V. Bononiat 163 S. Lib. III. cap. XXXIV. pag. 390. e 391.) Ora qual confusione non incontrasi nel rettificare li sinonimi dei pesci , che si disparati nomi si meritarono ! Egli fu dunque per non aumentare la confusione eh' io usai nella nostra italica favella il nome di russetto dedotto dalla voce francese roussftte , nominato nel veneto dia- letto pesce gatta . In quanto poi all' aver io usato il no- me di renardo invece di volpe , essendo questa estrinseca cosa, e non importante all'argomento, non ne farò alcuna parola . \ IO fterc una intere ffantifli ma proporzione fra la totale lunghezza di quaUìaiì carcaria (i e folo qualche volta dei leggieri den- telli,,. Egli dunque parla dei carcAria giovanifll- mi, cioè di quelli (interpreterei) che da qualche pollice di lunghezza , o dalli due decimetri (24) non eccedono li tre piedi, od al più un metro (2 j). D Egli C25) Ved. M. de la Cepède J. e. pag. 177. (14) Dopo aver parlato del cercaria giovanissimo M. de la Cepèdc, così si esprime,, mais à mesure qu'il se dévc- Joppe, il en presente un plus grand nombre de rangées ,, , ]i quali in conseguenza delle cose dette di sopra sono denti addentellati . Inoltre il carcaria che il medesimo Autore rammentò , e disse avere in lunghezza looo mil- limetri (37 pollici) facilmente fornito di denti serrati, non i'ha egli detto giovanissimo, ma soltanto giovane lo nominò . Dal che , se non erro , puossi dedurre , che li carcaria per dirsi giovanissimi debbono stare al di sotto , ed io credo di molto , alli tre piedi di lunghezza . Di fatto il carcaria pervenutomi ultimamente dall'Adriatico lungo II decimetri ed i centimetro , vedesi ormai do- tato di cinque ordini di denti serrati . (25) Nell'ittiologia veronese Parte II. pag. io. tav. III. fig. I. viene rappresentato , e descritto un pesce lamia ( sq. carcharias Linn. ) Il benemerito Autore crede , o mostra credere , che esso squalo esser dovesse dotato di denti serrati , e ciò soltanto in supposizione , giacché neppure un solo dente possedè quello squalo. Di più die- tro ia citazione della fig. II. tav. I. , ove si contempla deli- x6 Egli e in quelli canaria aventi un fol ordine dì denti , fc mal non mi appongo , che vedcfi a ma- la pena, e qualche volta foltanto dei denti leggier- mente addentellati . Il rinomatiilìmo Autore non foggiungc di qual lunghezza di corpo toflfcro li carcaria da efìfo veduti coi denti come fopra : ma dal contcfto dell' opera fua baftantcmentc rifulta , ch'effcr dovcflcro {tres-jcunes) , cioè giovanifllmi (2 a'""" "O" coftituifcono che delle (f4) gradazioni dall'una all'altra. F §. XLIII. (ji) Ved. Encyclop. method. &c. Tom. III. pag. aoi. Padoue 1787. dove rilevasi, che il volpino preso l'anno 1601. neir Oceano settentrionale era fornito di un sola foro da ciascheduna parte posteriormente agli occhi ; era peraltro esso foro molto largo , e serviva ad uso di bran- chie ; per questo foro guardando scorgeasi esistere inte- riormente quattro divisioni branchiali. Mancava egli dun- que dei laterali , ^ed inferiori cinque pertugj branchiali attribuiti dagli Autori comunemente alle volpi di mare . (51) Ved. M. di Buffon Histoire naturelle ge'ne'rale & particulière , avec la dcscription du cabinet du Eoy . Se- cond e'dition à Paris. De l'imprime'ric royal 17J0. T. II, àes animaux Chap. I. pag. 3. & io. (53) Chiamasi mostro ogni produzione organica , della quale o la conformazione , od il collocamento , ovvero il numero di alcune delle sue parti le ordinarie leggi non segue. Ved. Bonnet oeuvres d'Histoire naturelle, & de philosophie à Neuchatel 1779. Tom. V. Conside'rations sur ics corps organiq. §. XXX. Des monstres pag. loi. (ji.) Ved. H. de la Cepède op. cit. T. II. pag. XXXV. loc. cit. 4i §. XLIII. E per vero dire quanto non è pia da filofolo lo ammettere la -ordinata fuccefllone di quello che il paffagg^io dall'una all'altra fpezie difparatamcnte diverfa ? Efiflc in natura una non interrotta continuazione di anelli che negar non fi può, dacché il padre di qucft' augufta continuità, voglio dire il Bonnct,ai fi(ici ne diede moltiplicate e così grandi riprove . Sembra dunque ragionevole il credere , che o una gradazione , o che più di una fpezie diafì di fquali volpini . §. XLIV. Ma in quanto allo fqualo petrlficato formerà egli una fpezie fua propria ? Tale quc- flione effere non fcmbra adcquatamente folubile a cagione degli addotti argomenti , che militano in favore per una parte , e militano contro per l' al- tra. Certamente la dubbiezza prenderà forza mag- giore ogni fiata che riflettere vogliali alla defor- mità della fua tefta , alla lacerazione del corpo ,; nonché alla mancanza e frattura di alcune fuc pinne, finalmente all'ambiguità di fua coda, come difopra evidentemente fi è dimoftrato . §. XLV. Che fé neppure all' anzidette potcffe appartenere , altro non rcfterebbe che confidcrarlo come una fpezie novella, o riporlo in alcuna di quelle che fimilmcnte all'accaduto (jf) ad altri petrlficatl fi (55) Ved. M. de Ja Cepède op. cit. 1. e. pag. LVII. 45 fi rifcontran perdute. Che fc ciò fofìfc, cofa quindi ne fcguircbbe? Non d' avvantaggio ccrtidlmainciitc, fé non che alla nuova Ipezie darli dovrebbe una denominazione novella . Ma il nuovo nome dero- gherebbe agi' innegabili rapporti dei Tuoi caratteri con quelli del vero marino renardo o pefce volpe? ed alla proflìmità di lua fpezic , che collocargli farebbe nieftieri fubitamcnte vicina? In forza dun- que di portentofe accidentalità fembra che non (ìeno precifì e riconofcibili i caratteri , onde con iìcu- rezra determinare la fpezie di quefto fqualo . §• XLVI. In quanto poi alia lua patria , con- venendo eh' egli lìa una delle Ipczie mentovate e cognite , particolarmente le Jia Jo Iqualo volpe che troviam pure nell'Adriatico, fono cognite alcune delle località dove quefte abitano , ed abiteranno torfe in tali altre località , che finora non fono a co- gnizione . Se poi è quefta una fpezie nuova j chi può indovinare qual lia la patria fua ? non fa- rebbe che un azzardare immaginofamente il pro- nunziare fopra il filo loco nativo . §. XLVII. Mi rendo follecito troncar il tedio di quefta mia narrazione, il cui fcopo fi rifl:rinfc a far conofcere i°. la impoflìbilità che quefto it- tiolito fia uno fqualo carcaria , o pefce lamia . z°. La pofllbiliti che fia uno fqualo renarJ.o , o pefce volpe, non efclufa la polfibilità di apparte- nere ad altra diftinta fpezie di volpini , oppure ad F 2 una 44 una nuova fpezie di fqiiali , fpczic peraltro che per la confcntaneità dclli caratteri fituarc dovreb- bero li più moderni metodifti pro(fimamcnte vicina a quella delle volpi marine , ficcome nella com- pendiofa mia defcrizionc fino d' allora ho creduto poter avanzare . Se voi , dotti flìmo amico, che nel centro v'aggi- rate delle fcienze tutte florididlmamentc coltivate ì fé nei flupcndi gabinetti che in codcfta metropoli fervono d'illruzione agli amatori delle naturali cu- riofità , trovate oggetti dai quali irrefragabili lumi, ritrarre fi poffano nel prcfente argomento, allìcu- ratevi , celebre (ìg. profefforey.che ncircflernc pofto ' a parte mi riufcirannu graditiffimi . Ripoferò in feno al riputatifllmo voftro giudizio, fé pronunziare vi piaccia con maggiore precisone di quel chi io non feci ^ la vera fpezic del cane marino petrifi- cato , che fu il foggctto di qucfto mio abbozzo ; (opra il quale io mi propongo di nulla più ag- giungere , occupato ritrovandomi in altre ferie ap- plicazioni . Che fé nel propofìto io mi f'oflì acco- llato ai luminofi pcnfamenti voftri, qucfta combi- nazione formerebbe per me il più grato compenfo. Frattanto paflb all'onore di afficurarvi della veri iTìia ftima e perfetta confidcrazione ^ Lonigo li zo. Gennaro 1807. Francefco Orazio Scortìgagna . 45 Quadro delle (*) oiMENSiour dell' ittiolito. met. dee. cent. mill. Lunghezza prefa dall'una all'altra cftreinità Icgucndo la vilìbilc inflcf- fionc della fiia fpina . . . . i. j. i. Maggiore larghezza diametrale della tefta 2. Lunghezza diametrale della tefta. 2- 4' J' Lunghezza del dorfo prefa feguendo la infleflìone fpinale 7» S» Lunghezza della coda prefa dal (ito dell'apparente fuo incominciamento lino al fuo apice feguendo la fuperfiziale vilìbile fila infleflìone 4- 8» 7^^^ Suo maggior diametro dalla fom- mità della fchicna all'apparente lembo dell'addome |. fi Larghezza della coda nel tìto dell' apparente fua origine i. Sj Lato maggiore dell'appendicetta cau- dale lungo ^ . . 2. r» Lobo (*) Spiegazione delle suddette misure. Il metro equivale in lunghezza a trentasette pollici del piede reale di Parigi . Il decimetro è la decima parte del metro . Il centimetro è la centesima parte del metro » Il millimetro è la millesima parte del metro t 4$ ^ _ _ raet. dee. cent, miiu Lobo inferiore caudale mifurato dal fito della fua più alta infeizione fino al filo apice i. 4. p. Pinna pettorale efiftentc in fito , lunga I. 3. 7. Altra pinna pettorale inueftata dall' artefice : cfifteva pctrificata lungi dal capo dell' ittiolito per altrettanto in- tervallo di quello è lunga effa mede- lima , cioè. ........ I. rj. 7. Pinna dorfale pofteriore apparifce lunga 8. 6"o Diftanza della fiiddetta dalle ap- parenti traccie dell' anteriore pinna (iorfalc . 2, Lunghezza della macchia, od im- pronta anteriore pofta quafi all'cftre- mhX del mufo dell' ittiolito ... 3» 5- Larghezza della fuddetta . ... i. Lunghezza della macchia, od im- pronta fuperiorc e pofteriore del capo ilcflb .......... 2. r. Larghezza della fuddetta ... i. ?. II fiio apice acuto che dà origine alla fpina bilaterale ? £. ^ y ^ in ^ tj. Il lato maggiore della porzione albeggiante e lifcia di detto dente in ylfìt. La bafe o radice di detto dente di co- lore caftagn' ofcuro qualche poco afpra e ftriata . La II*, figura rapprcienta il dente medefimo al doppio circa ingrandito con lenti . Le figure III. e IV. indicano altri maggiori denti dell' ittiolito fltlTo; avendo cfprclTamente vo- luto far rimarcare nella figura IV. li due denti , l'uno itlI'aUi-n foDfaDP"^'^ mnip fi rtflTfi-va ncU' it- tiolito . Le figure III*, e IV*. moftrano li denti predetti ingranditi all' incirca del doppio con lenti . La figura V. cfprime il difegno dell' ittiolito nella fiippolìzione eh' cffo fia uno fqualo renardo ; eflìa volpino ; intorno il quale cade in acconcio notarfi che li contorni delle varie fue parti furono tradotti , ed hanno relazione tanto per la forma , quanto per la grandezza con quelli della fig. I. , e che li contorni tracciati con ferie di punti fer- vono a moftrarc le parti giudicate perdute ed ap- partenenti al pefce medeiìmo. Si ommifcro in que- fta figura le lettere fupcrflue,e Ì\ ritennero quelle per il cui mezzo rilevare fi può a colpo d' occhio il loro lignificato, poiché alle parti fimili fi fono appofte le identiche lettere della fig. I. G Refìa 5** Refta folo a notare ; che 0 p. Indica un breve tratto dì dorfo lacerato neir ittiolico . r s t. Fa conofccre la ' fituazlone , in cui fi mi-* rano traccio della interrotta continuità dell' addome ^ a cui fi fegnò con ferie di punti il fuo limite giudicato il più convenevole a detta fpezie . uv. Intervallo addominale in qucfta figura al* lungato quali due volte più che nella figura I. >; il che neccffariamente dovette feguire avendo vO" ' luto dare alla figura flefl"a orizzontale pofizione . Q. Difccfa del dorfo dell' ittioUto . la aualc dà origine al tronco della fua coda , le cui vertebre cominciano in e. terminano in /. Fg. E G. Porzione aggiunta di coda , in cui rimarcafi una graduata decrefcente ferie di verte» bre giudicata la più conveniente al noftro arche^ tipo , ridurlo volendo all' integriti dell' indicata fpezie . Ggf. Porzione di coda fiaccata dal luogo di fua accidentale e preternaturale pofizione"* trasferita ad una congrua diftanza , la quale coli' appendi- cetta fua h. comparifce rivoltata all' ingiù come negli originali della furriferita fpezie . FINE, Ttf. I . ..>^ S'' j^ ■■■■' ^^"'...>--.^Ì, ^.lU. h^N. 4^ ^ V. i^a^ tì^ i^ 2)ccfme^y 4i s>- ' V &'"• ■•^■^■^ <,-J \ 'r ■A •\. ; •> '^>.* / m /Ty.