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Mag. e C.imo en > — em roone bensi er at sr da né - uu ha Cal # -— —. thai ani = - dm iI Per da - reni 6. mo \ Pi n= =” » i pr < - è COS i est rv. L - è Tuoi: Ù, Li pat x 1 _- x ed » r_ mar SL Je. - o Co ” do. = “i ” e” Sg - di re ve » ms x i : e SF utrpat srnt rt et “ . ba = « port Pie 3 sa , Nat » si È davent tatti. È ru ta - Pai: Ma oi PI er en bore ia Resco MEMORIA SOPRA IL METODO DI COLTIVARE LE PATATE PER AVERNE UN ABBONDANTE RACCOLTA E MANIERA DI PANIZZARLE DEL SIG. CAV. VERDIANO RIMBOTTI MEMBRO DELL’ IMP. E R. ACCADEMIA DEI GEORGOFILI LEXTA NELLA SUDDETTA ACCADEMIA tr pì S. GCENNASO 1517. FIRENZE PRESSO GUGLIELMO PIATTI MDCCGXVII, » “ix > nada da lt METODO DI COLTIVARE LE PATATE PER AVERNE UN’ ABBONDANTE RACCOLTA E MANIERA DI PANIZZARLE de utilità grande che apporta alla Società la coltivazione delle Patate mi ha fatto risolvere di dare una breve descrizione della maniera con cui si coltiva questa tanto utile, e feconda pianta, la quale produce il suo frutto in tanta abbondanza, quan- do è ben coltivata, che rende fino (4) al trenta, ed il quaranta per uon, e più ancora, come dirò a suo luogo. Ed è appunto per questo che le Nazioni oltramontane 1° hanno adot- tata con tanto buon successo, a ven- do bene sperimentato di quanta uti- lità essa sia, particolarmente nell’an- nate di carestia, come lo hanno anco sperimentato alcuni Possessori della Toscana, i quali hanno nutrito i loro contadini in queste ultime disgra- ziate annate di sole patate, vale a dire, con la metà meno di quello che gli hanno campati gli altri Padroni, essendo il cibo il meno costoso, e dei più nutritivi e sostanziosi che si cono- scano, come anco il più economico che si possa trovare; giacchè tre, o quat- tro libbre al giorno, servono per ali- mentare un’ uomo, come ne è stata fatta la prova da un Fattore del Mu- gello ( fino dell’anno scorso ) che ha (5) campate alcune famiglie di questo solo cibo, il quale è migliore dei cattivi mescoli che si danno da molti pa- droni nelle annate di carestia ai lor Contadini, nel tempo che spendono il doppio, ed il triplo di quello che avrebbero speso nutrendoli di sole Patate. le quali prosperano appun- to nell’annate di carestia ; ed il Gover- no Inglese avendone avuta una nel 1795 per la gran scarsità delle rac- colte. che furono in detto anno, ed avendo consultato la società di A- gricoltura di Londra su i mezzi di sussistenza da prendersi da quel Go- verno per alimentare il Popolo. le rispose non esservi altro alimento più opportuno, è più economico, per sc- stituirsi ai Grani , delle Patate. e fu appunto in quell’ epoca che gli In- glesi cominciarono a coltivarle in grand’ abbondanza ., avendole essi (6) tratte nella sua origine dall’ America dove esse prosperano abbondantemen- te, essendo indigene di tal Paese ed il cibo ordinario di quella Nazione, potendosi dire esser questo, uno dei migliori regali, che abbia fatto 1° A- merica all’ Europa. Molti possessori dicono di colti- vare le Patate nelle lor tenute, ma sempre in piccola quantità, e pochi son quelli che le sanno ben coltiva- re, ed è appunto per questo che di- versi padroni di grosse tenute se ne sono sdegnati, ed hanno tralasciato di coltivarle perchè non avendo ri- trovato quell’ utilità che credevano, ne hanno abbandonata la coltivazio- ne, supponendo che ciò derivasse dal- la cattiva qualità delle terre delle lor tenute, non credendole capaci di produrre un tal frotto , ma ciò deri- vava piuttosto dalla cattiva maniera (7) di coltivarle, ed è anco per questo appunto clie io mi son risoluto a par- larne circostanziatamente , e d’inse- gnar la manieta con cnì si coltiva- no, perchè questa coltivazione s°in- troduca alla nostra Toscana. Poichè la maggior parte dei Fat- tori, o Agenti di campagna ne sono al sommo contrar), o per ignoranza, o per la loro ostinazione, mettendo in ridicolo una tal novità, e come lo sono ancora i Contadini, che aborri- scono generalmente qualunque cosa che porta rinnovamento nella usata coltivazione. e molto più lo sono delle Patate, perchè temono che introdu- cendosi una tal pianta farinacea, e notritiva, debbano i lor padroni ali- mentarli di questo solo cibo, essendo sì grande la loro ignoranza, che vo- gliono piuttosto nutrirsi di cattivi me- seoli., molte volte nocivi alla salute (8) loro, ovvero di Granturco, che al parere di un nostro Accademico è as- sai meno sano delle Patate, ricono- sciute ancora dai Medici per nutriti- ve e salubri, oltre di essere ancora di una grande economia per le famiglie? E se i nostri agricoltori non fossero così ostinati in sì fatto pregiudizio, averebbero ancora la considerabile utilità d° indebitarsi meno con i lor Padroni, non sapendo lor dare altra ragione per non mangiarle, che ci vole molto condimento, come se non sì potesse nutrirsene ancora senza con- dirle mescolandole nel pane, o man- ciandole cotte in forno, o sotto la ce- nere, come si fà nella Svizzera, nella Germania, ed in altri paesi mancanti d’olio, e di condimenti. Per questi motivi adunque non si è introdotta la coltivazione delle Pa- tate, come era da sperarsi, essendo (9) tanti anni che già si conoscevano in Toscana . e con tutto ciò non si eol- tivano con quella industria, ed at- tenzione che si dovrebbero coltivare, ne vi hanno prosperato quanto era da desiderarsi, che anzi si trascnrano, e non si fanno quelle diligenze, che si dovrebbero fare dai coltivatori, se loro premesse che s° introducesse una pianta tanto utile alla società quanto, questa, secondo il sentimento dei più celebri Autori Agrarj. . Frà le buone qualità di questa pianta evvi ancora quella; che ve- nendo delle grandini distruttrici , es- se non le possono mai nocere, per- chè produce il suo frutto sotto terra, e non teme ne le guazze, nè le neb- bie; essa viene in tutti i climi, e quasi in tutte le terre, ed ha ancora la pro- prietà di fare un’ ottima caloria, a differenza dei granturchi., i quali (10) sfruttano molto la terra; ed 1 grani non ci vengono con quella prosperi- tà, che vengono nei campi, dove so no state piantate le Patate, ed è an co stato osservato che esse prospera no molto più nei poggi, e nei luoghi di montagna, che nelle pianure. e particolarmente nell’annate piovose, perchè esse non amano molto 1° umi- do, e perciò nelle montagne dove il terreno non ritiene tanto 1° umidità prodotta dalle pioggie, prosperano as- sai più che nelle pianure. | Le Patate sono di molte qualità, eome ci dice Roszer nel suo celebre Dizionario d° Agricoltara, ma le mi. gliori, e le più stimate ancora in In ghilterra, dove se ne fà grand’ uso sono, le diarco giallastre, che son quelle che si conoscono anco in To- scana, e che son da noi coltivate, le violette , le nere , e le prima- (11) ticcie reali, le quali vengono pre. stissimo, e sono ancora esse molto pro- lifique, e di un miglior sapore delle altre qualità, e possono mangiarsi ancora nell’ Estate, come le mangia- no in Inghilterra, essendo già arri- vate alla lor perfezione. e maturità, motivo per cui si chiamano prima- ticcie, la qual perfezione non succe- de mai delle altre qualità, perchè maturano assai più tardi, e se Je sud- dette Patate primaticcie maturano in Inghilterra al principio dell’ Estate, molto più maturerebbero fra noi che abbiamo un elima tanto migliore, giacchè le altre qualità sopra deserit- te, che noi mangiamo nell’ Estate so- no sempre insipide, e poco buone, perchè sono levate dal terreno troppo presto, e perciò non sono nella loro piena maturità, ma di queste ultime specie, cioè a dire. delle violette , (125) delle nere s'e delle primaticcie reali noi ne manchiamo, ma evvi in que- sta rispettabile Accademia uno dei nostri membri, che le ha dimandate ad un suo corrispondente in Inghil- terra per introdurle ancora nella no- stra patria, onde ben presto le avre- mo ancora in Toscana poichè esse so- no di un sapore tanto buono, che si mangiano a Londra; ed a Parigi al- le Tavole. dei gran Signori , essendo io stato assicurato da diversi viag- giatori, che quelle che noi conoscia- mo in Toscana sono della peggior qualità, che si conosca, e che in Germania, ed in Inghilterra, si da- rebbero ai Bestiami, ond’ è cosa da desiderarsi che s° introduchino quan- to prima anco frà noi queste migliori specie tanto più gustose a cibarsene. Evvi ancora un’altra sorte di pa- tate dette Americane, che sono di (13 ) una grossezza sterminata, avendone pesate fino di venti libbre l'una, ma queste sono molto più insipide. e poco buone a mangiarsi, e generalmente se ne servono per i bestiami, ma anco di questa specie noi ne manchiamo , e sarebbe desiderabile che qualcuno st assumesse il carico di far venire ancora queste . Si cucinano le Patate in diverse maniere, come molti sanno, e che dirò a suo luogo, ma se alcuno vi fosse che gradisse di conoscere le di- verse maniere con cui si cucinano , può vederlo partitamente nell’ opera del Lunario dei Contadini del Ste. Proposto Lastri nel T. INI. Cap. IX. o sivvero nell’Opera del Sig. Amo- retti sulla coltivazione delle Patate. E non è da omettersi che la farina delle Patate è molto utile nellemalattie polmonari, e di consuzione, unendosi (34) molto in diverse Città della Germa- nia, con buon successo, ed 11 cibo delle Patate è tanto vantaggioso, ed utile alla salute,che si è osservato che i po- poli delle montagne della Svizzera , e di una parte della Germania che si ci- bano di sole Patate sono più sani, e robusti di quelli che si cibano di pa- ne, di orzo, di segale, e di fave, e sono di un ottimo alimento per 1 sol- dati , perchè stanno più sani, e sono meno affetti dalle malattie quando si nutriscono di questo solo cibo, anco quando sono in campagna. Questa pianta viene in tutte le terre ma particolarmente rende ab- bondantissimo il suo frutto nelle ter- re galestrose, e tufacee, e general- mente nelle terre sciolte, e molto ri- posate, ma non è per questo che non provino ancora nelle terre argillose, quando sieno coltivate col metodo (15) che descriverò in seguito, e che ho sperimentato io medesimo nelle Mon- tagne del Mugello, perciò è falso quello che dicono alcuni Agricolto- ri, che le Patate non prosperano in tutte le terre, e che non si ripro- ducono nelle terre grosse, ed argil- lose, ed è da desiderarsi che questa cultura si promova, e s°introduca ‘con efficacia nei paesi di poggio, e nelle più alte montagne dove sono per lo più molti terreni incolti, e dove per le vicende delle stagioni si per- dono così spesso i grani, che vi sono sementati ( anco prima della loro ma- turità ). Fisse vengono per eccellenza nelle praterie disfatte, e nelle marronete, non temendo l’uggia delle piante di alto fusto, essendo per lo più i mar- roni nelle terre tufacee, e molto sciol- te, motivo per cui ci provano bene, (16) come succede nelle nostre montagne di Pistoja, che è uno dei territor] della Toscana dove si coltivano in gran quantità, avendo anco il merito di essere quegli abitanti stati i primi a coltivarle, con loro gran vantaggio. E vengono ancora a tutte l° espesizio- ni, e perfino nei luoghi ombrosi , ed uggiati, e fanno per eccellenza nelle terre molto riposate., e dove non sono mai state e sl possono mettere anco- ra nei solchi del Grano di quei campi per altro che devono restare a vanga nell’anno dopo e che non devono se- mentarsi a Grano nell’anno venien- te, non essendovi alcun timore che pregiudichino al Grano, che è nelle porche o maneggie, piantandole a buche, col metodo che descriverò in seguito, e così si ottengono due rac- colte nel medesimo anno senza che luna pregiudichi all’ altra . (17) Fsse fanno ancora un? eccellente caloria, come ci dice Rossier nel suo Dizionario di Agricoltura, ed il Grano ci viene con gran prosperità serven- do esse d’ingrasso al terreno, e fa- cendo una caloria egnale a quella delle fave, e dei lupini? prosperano più abbondantemente nelle annate a p- punto che le altre raccolte sono scar- se, come ci dice Permentier celebre Agromomo, e perciò sono di un gran sollievo nelle annate di carestia perchè vengono appunto in gran quantità nei poggi, e nelle alte montagne, nelle annate frigide, e molto piovose nella primavera, incui le gnazze. le nebbie, e le melatiche prodotte dalle conti- nove pioggie pregiudicano molto ai grani, alle biade, ed agl’alberi da frutto, ed è appunto allora che le Patate fecondano moltissimo, non cu- rando nè le nebbie, nè guazze. per- 2 (18) ehè mantenendosi la terra sempre umida, e morvida per le continove pioggie, hanno luogo d°? ingrossare , e di stendersi con le loro barbe, e con i bulbi o tuberi che vi sono at- taccati e di moltiplicarsi in. propor- zione della loro abbondante vegeta- | zione; e non temono neppure il tur- bini, e le grandini, perchè facendo il loro frutto sotto terra niente loro pregiudica . Ma tralasciamo oramai i motivi per cui non si sono introdotte da per tutto quanto era da desiderarsi nella nostra bella Toscana, e di celebrare le ottime qualità di questa pianta; e passiamo ad indicare il metodo col quale vanno coltivate, e da me pra- ticato con ottimo successo nella Pro- vincia del Mugello, come ho già detto. Primieramente si vanga Ja terra, nell’ Inverno nei mesi di Gennajo, e (19) Febbrajo. ed anche fino alla metà di Marzo molto a fondo. enon mai meno di un piede ovvero di mezzo braccio, e si pulisce bene dalle cattive erbe, per piantarvi le dette patate, osser- vando per altro di non piantarle mai più di due anni di seguito nel mede- simo terreno volendone avere una buo- na raccolta. essendo oramai osserva- zìone già fatta, che non vi è alcuna semenza che continovi a produrre ab- bondantemente il suo frutto più di due amni di seguito nel medesimo ter- reno , e che bisogna cambiare la qua. . lità dei semi, e che sieno di un altro genere volendo che prosperino abbon- dantemente, e con gran profitto, ed infatti anco in Inghilterra dove le patate si coltivano comunemente, ed in gran quantità, non si seminano mal due anni di seguito nella medesima terra, scambiandole sempre col grano, ( 20 ) coni fagioli, e conla vena, e il quarto anno si ripiantano le patate, ma in Toscana dove per molte delle nostre terre è un frutto nuovo si puole sicu- ramente piantarle anco due anni di seguito - sy Dalla metà di Marzo a tutto Aprile se. ne fà la piantazione, e con più presto questa si fà , e meglio rendono, perchè facendola troppo tardi, e com- binandosi che venga il caldo avanti il tempo, e riseccandosi troppo il terre- no, queste, possono poco distendersi con 1 loro bulbi, onde vengono assai più piccole, ed in minor quantità, perciò e sempre bene di anticiparne la piantazione, quando paja agli Agri- coltori che sia terminato l’ Inverno, e che non sieno; per venire dei nuovi diacci che le farebbero perire , badan- do per altro che esse sieno perfetta- mente mature , e ben conservate quan- (21) do si piantano, e non state levate di terra troppo presto, come dirò a suo luogo, e che perciò sieno di un colore giallastro, essendo queste della mi- glior qualità , che noi conosciamo e che non abbino mosso dai loro occhi, per- chè allora sono più snervate, ed han no meno forza di vegetare, perciò si badi di bene conservarle nell’Inverno tenendole in stanze molto asciutte. 0 su degli Assiti ben distese, e non am- montate perchè allora si conservano senza movere anco fino alla fine di Aprile, e si badi ancora che esse non sieno intaccate da certe macchie, o vene nere, le quali sono indizio si- curo di una malattia che nel nuovo prodotto si propaga, si badi ancora nel porle che l’.occhio sia messo dalla parte superiore nel terreno, cioè vol- tato verso l’atmosfera, per quanto è possibile. (22) ss Avanti di piantarle sì spiani bene la terra, e si, ripulisca dalle cattive erbe badando, che la terra non sia troppo fradicia, e perciò si piantino in giornate belle, e serene, e quan- do la terra è asciutta, ed in seguito si faccino delle buche a file parallele . fra loro, le quali devono esser fonde mezzo braccio, o un piede circa, e di- stanti l'una dall’altra due terzi. di. braccio per ogni verso, ovvero più d’un piede, e che sieno ben larghe, e bene in piombo, essendo cosa molto importante che la buca sia larga, per poi riempirla in seguito con terra bene smossa., e soffice, nelle diverse rin- calzature che si fanno acciò le barbe non trovino ostacolo alcuno per disten- dersi, e si badi che la terra, che si, leva dalle buche non ricada nelle me- desime per esser troppo sciolta, doven- do questa restare tra una buca, e l’al- 99 9 (23) tra per poterle poi rincalzare a suo tempo. Ed è da osservarsi per altro che vanno piantate vicino alle case coloniche, essendo soggette facilmente ad esser rubate quando cominciano ad esser grosse, 0 sì vero di fare dei pic- ‘coli capannelli? Quando si piantano ,e molto distanti dalle abitazioni per po- ” 99 tervi stare anco nella notte a guar- darle. . ss Fatte che saranno le dette buche si metta in fondo alle medesime una manciata, o due di governo bene spento consistente in vaccino mesco- lato con pecorino, ovvero della co- lombina , o pollina che allora produ- cono più abbondantemente il loro frutto, avendone io fatta la prova in quest'anno, che con sole sei libbre ne raccolsi libbre quattrocento ottan- ta, in terra anco grossa, e argillosa. ma governata con poca colombina . (24 giacchè non è bene di governarle tan- to, perchè è stato osservato da Ros- sier, che il troppo governo.le rende di cattivo sapore, onde non devono governarsi eccedentemente, ma con la regola da me prescritta. Dopo messo il detto governo nelle buche, si metta. sopra il medesimo un pezzo di pataia di due, o tre occhi per pezzo, levato. da grosse patate, e tagliate a pezzetti con molta polpa, enon a fette, o si vero visi metta una piccola patata in- ‘tiera, e grossa poco più di una noc- ciola, 0 d’una noce , e quando la terra sia molto grassa , e feconda, e che si, piantino a pezzi, se ne può mettere ancora due, o tre per buca, di due occhi l’ uno, messi a triangolo in modo che le barbe dell’ uno non danneggino le barbe dell’aitro, e questo e il me- todo il più comune ad nsarsi, e ren- dono il loro frutto abbondante pro- (25 ) » sperando però in proporzione della s” qualità. e fecondità della terra dove 99 99 9 s si piantano, e non è da omettersi che alcuni costumano di mettere prima il pezzo della patata , e poi dopo un pugnello , o due di governo sopra la medesima, e chi non potesse avere il governo bene spento o smaltito deve ricoprirle con due dita di terra, e poi mettervi il detto governo anco non ‘spento, essendo allora sicuri che non ri- bollano, e non le danneggia, ma è sempre meglio il darlo a loro bene spento quando ciò si possa fare, ma si avverta per altro che nelle terre ste- rili,e poco governate ne và messo un solo pezzo per buca, non producendo allora tante barbe da fecondare i bulbi o tuberi che esse fanno, altrimenti vengono troppo piccole, ed in poca quantità; vi sono anco alcuni che prendono la scorza, o buccia della (26) patata, dove vi sia un occhio, o due. al più, piantandola nelle dette buche, dopo averne levato l’interno, 0 polpa della medesina per mangiarla , ed an- cora questi raccolgono un abbondante frutto, e quasi quanto quelli che le hanno piantate a pezzi ‘uniti alla loro polpa, perchè pare che quelloche fe- conda le barbe, ed i bulbi; sia il solo occhio o germe, e posso ciò asserire ancora io, avendone fatta la prova. nello scorso anno, ad instigazione di un Pievano del Mugello contiguo alla, mia Villa, il quale me ne fece pian- tare aleunecon questo metodo, facen- domi vedere nel medesimo tempo, che con sole libbre quaranta a seme, pian- tate da lui, in una prateria disfatta , ne raccolse libbre tremila dugento\di una grossezza straordinaria; e fino di tre libbre l’una, quantunque ne fa- cesse la raccolta un mese prima. del 29 bb) (27) tempo che doveva farsi, perchè gliene rubavano, onde, non erano ingrossate quanto dovevano. Ma tutti gli Autori convengono che piantandole intiere. sono più prolifiche, perchè gettando le radiche più grosse, anco il frutto viene più vigoroso, e perchè quando sono tagliate a pezzi è più facile che si perdano quando dopo piantate ven- gono delle continue pioggie. le quali fanno marcire alcuni di quei pezzi dentro alle buche, avanti che comin- cino a vegetare, e Permentier in una sua Operetta su//” ecoromia rurale . e domestica ci dice, che è meglio pian- tare una piccola patata intiera, che il più grosso pezzo tagliato con due, o tre occhi; Le patate si propagano ancora per via di seme, e questo è il vero metodo che si deve tenere quando imbastardiseono , conservando le bacche, o coccole che esse fanno (28) prendendo quelle più mature, e se- minandone i semi che vi sono rin- chiusi, nel mese di Marzo . in un ter- reno ben grasso, e preparato con del governo , sarchiandole, e rincalzan- dole a suo tempo; e continovando a ripiantarle per due anni di seguito, esse diventono capaci di piantarsi nei Campi dove se ne fà la coltivazione, essendo sicuri che allora esse vengono di una miglior qualità , e di un mi- glior sapore. », Dopo piantate adunque le dette patate o intiere, o a pezzi, o la sola buccia con gli occhi, si ricuoprino con terriccio, o con terra della più ricotta fino all’ altezza di tre dita, e non più, perchè ricoprendole molto di terra, nascono più tardi, e fanno. dei grossi steli, o fusti, ma poche patate, e si lasci il resto della buca vota per poterla poi riempire nelle (29) diverse rincalzature che si devono fare in seguito, e si lascino stare fino che nonsonnnate.e che sonoall’altezza di un terzo di braccio , ovvero un mezzo piede circa e che arrivano quasial pari del terreno con i loro piccoli fusti , e quando fino alla detta altezza si fà la prima rincalzatura , con levarle alcune delle piccole messe fatte. non lascian- done, che, tre, o quattrodelle più vigo- rose, che si rincalzano co] metterle loro intorno una parte di quella terra la- sciata fuori nel fare le buche, badando per altro di non riempire tutta la bu- ca, e riserbandosi, a far questo nella seconda rincalzatura , e nel medesimo tempo , si sarchiano e si ripuliscano da tutte 1° erbe che son nate intorno alla pianta, e intorno la buca, come suol costumarsi nel sarchiare i fagioli , ed il granturco, ed alzate che sa- 32 (580) ranno altre quattro, o sei dita sopra i] pari del terreno, gli si farà la so- conda rincalzatura , e si levanole fem- minelle gettate fra foglia, e foglia, come ancora i fusti rimessi di nuovo, lasciandole solamente quei tre , 0 quat- tro stati lasciati nella prima rincalza- tura, e che sono 1 più vigorosi, ed in questa seconda rincalzatura si riem- pie la buca, e si riduce la terra, al pari del campo mettendole intorno quella più ricotta , e volendo, si pos- sono ancora governare di nuovo con governo bene spento nel tempo che si rincalzano , quando se ne abbia da dare loro (giacchè in questa stagione sono pochi i Contadini che ne abbiano per averlo dato alle biade che essi hanno seminate ) e questo produrrà una raccolta ancora più abbondante. » Quando poi sono alzate un’altro palmo, e più, sopra il terreno, 0 ” (31) che sono in boceie. e prossime a fio- rire si fà loro la terza. ed ‘ultima rincalzatura, la quale perchè sia ben fatta deve farsi con la vanga . metten- dole un gran monte di terra aecosto ai fusti stati lasciati nelle altre due rincalzature, non tralasciaddo di le- varle le femminelle., e i nuovi fusti. che sono rimessi, e lasciandole sem- pre quei tre, 0 quattro principali, e più vigorosi degli altri, che sono per lo più quelli lasciati in principio, € lasciandole fuori le sole punte, ed in questa occasione sì costuma dai bra- vi, ed attenti coltivatori di propag- ginare qualcuno dei fusti rimessi, e più vigorosi con sotterrarli, ed alzarvi sopra un monticello di terra, perchè ancora. questi gettano delle patate attaccatealle loro barbe in gran quan- tità, ma di una minor grossezza , € si badi ancora in questa terza rinca|- 9) 29 (32) zatura di pulirle dalle cattive erbe, che”vi sono d° intorno. s, E fatta questa terza, ed ultima rincalzatura si lascino stare fino che non sono da levarsi, e che se ne fà la raccolta badando bene di non ta- cliarle i fusti quando sono grandi, ed anco dopo sfioriti perchè questo è un errore assai grande di alcuni col- tivatori per cui ne hanno ‘una minor raccolta, giacchè 1 fusti son quelli che alimentano la pianta, e che fanno ingrossare i bulbi o tuberi che sono attaccati alle loro barbe, e perciò conviene di non tagliarli, e di la- sciarli stare fino, che non sono arri- vati alla loro massima estensione, e che le foglie cominciano ad ingialli- re, ed a seccarsi ed a cascare in terra i detti fusti per la loro gravità, che ciò suol essere nelle pianure, dentro il Mese di Agosto, e nelle Montagne ( 33 ) ss dentro il Mese di Settembre, e nei s luoghi più freddi, anco ai primi di » Ottobre, ma non bisogna attaccarsi » 2 delle epoche fisse per la raccolta delle patate, perchè Ja sola stagione » è quella che deve determinarlo, ed allora si tagliano i fusti fino all’al- tezza di tre dita da terra, dandoli s, a mangiare alle bestie , o seccandoli per l’Inverno, ed alcuni si servono delle Punte che sono ancora verdi per mangiarle lessandole, e cocendole nel tegame, come i broccoli di rapa; e si levano in seguito le patate dal terreno dopo quindici o più giorni, perchè egliè ora mai provato da tutti gl’ autori che quanto più stanno sotto terra sempre più ingrossano, e si ma- turano, e vengono di miglior sapore a mangiarsi, e più gustose, perciò è sempre bene di levarle alla fine di Ottobre. o dentro il mese di Novem. 3 bb) 39 99 39 99 b ) bb) 33 bb) 29 9) bb) 2) bb) 99 99 39 LA 9 b>) 99 29 (34 ) bre, come si costuma anco in Inghil- terra, basta che esse sieno levate avanti che venghino i diacci perchè allora sarebbero sottoposte a diacciare, e non sarebbero più servibili a nessuno uso, osservando , che esse non ricomincino a vegetare sotto terra, come succede nelle annate molto piovose, nell’ Au- tunno, perchè allora ricominciano a muovere di nuovo, essendo cessato l’accrescimento delle radiche loro, per essersi seccati i fusti, ed essere a quel grado di maturità, e. perfe- zione prescritto dalla natura, ed al- lora i tuberi o bulbi restando ab- bandonati sotto terra dalle barbe della pianta e tornando nella loro di- sposizione naturale, germogliano di nuovo i tuberi, o bulbi ehe sono in stato di nuova vegetazione, e contrag- gono allora delle cattive qualità, ed un sapore di erba tanto disgustoso , ( 35 ) da non potersi mangiare, ed in que- sto caso conviene di levarle subito dal terreno, badando per altro di levar- le, per quanto è possibile, in gior- nate asciutte, e serene, e quando la terra non è fradicia , perchè altrimenti restano troppo terrose , ed umide , e con difficoltà si rasciugano ? e si leva- no di terra con la vanga, badando di stare lontani dalla buca ove sono piantate per non tagliarle, e levarle intiere, o col bidente per esser più sicuri di non tagliarle nel levarle di sotto terra; e se ne trovano fino a quaranta, e cinquanta per pianta di più, e diverse grossezze dalle due, e tre oncie, e fino a due, etre libbre l’ una, e particolarmente quando sono state piantate in disfaticci o in terre molto riposate, e che sono state gover- nate due volte, come ho già detto, essendo di più, e diverse figure tutte (36 ) s, attaccate alle radiche della pianta, 6 ss molto unite frà loro. ,, Quando esse sono state levate dal terreno si mettono subito al sole so- pra di un lastrico, o nell’aja dei re- spettivi contadini, per cinque, o sel, giorni ben distese, perchè si prosciu- ghino, e lascino quella soverchia umi- dità, che esse hanno , essendo questa una cosa necessarissima per ben con- servarle nell’ Inverno, perchè non va- dino a male, e perchè non movino tanto presto , giacchè allora non sono più buone a piantarsi, e prendono un cat- tivo sapere volendosene cibare, ed è appunto per questo che vanno tenute anco nell’ Inverno in luoghi asciutti, ben distese, e non ammontate più di un terzo di braccio di altezza, so- pra degli ammattonati, o degli assiti, e lontane dalle muraglie , e rivoltate spesso con pala di legno, che allora sì conservano anco fino a Magg'o, senza muovere. badando peraltro che non stieno in stanze troppo fredde , perchè non diaccino nell’ Inverno, giacchè allora marciscono, e non son più buone ad alcun uso, Ma parlando poi della maniera di conservarle con più cautela, e sicurez- za, vi sono più, e diversi metodi frà ì quali quello di tenerle dentro alla rena prosciugata in forno, ed il Sig. Amoretti nella sua Opera sulle patate trà i diversi metodi, che egli ci dà per conservarle, ci dà quello di pro- sciugarle bene al sole , e dopo messe in stanze asciutte , e coperte con molta paglia, acciò non vi passi l’aria; come anco quello di scottarle nell’ acqua bollente tenendovele quattro soli mi- nuti secondi, rinvolte in una rete di fune o in una cesta di giunchi per poterle levare spirato il detto termi- Muri (38 ) ne, e metterle in luogo asciutto, ed arioso distese sopra un pavimento, e rivoltandole spesso con pala di legno, e cangiandole di posto, e non tenen- dole mai ammontate, potendosi fare questa operazione anco nei Mesi di Gennajo, e Febbrajo, avanti per altro che comincino a muovere , e con que- sto metodo si puole avere delle patate per gli Uomini, e perle Bestie, che durino anco fino alla nuova raccolta, ma queste per altro non sono mai buo- ne a piantarsi. Ma nella Germania, ed in varie Provincie della Francia dove si rac- colgono in gran quantità da non aver posto dove metterle , si fanno delle buche profonde almeno tre braccia, nei terreni più asciutti, e più alti, e vicino alle Case, e di una larghezza proporzionata alla quantità delle pa- tate che vi si voglion mettere, e che (39 ) si desidera di conservare , mettendovi nel fondo didette buche della paglia ben lunga, e cirecondandone tutte le pareti della buca e fermandola, con delle pertiche internate nel terreno, e ad ogni suolo di patate di un terzo di braccio di altezza; vi si mette un’al- tro letto di paglia ben lunga, e poi un'altro suolo di patate, continovando così fino al pari del terreno; e che non è ripiena la buca, indi si ricuoprano con molta paglia, ricuoprendola poi con quella terra levata dalla medesi- ma buca, facendovi un monte ben grande di detta terra, a guisa di co- no,acciò possa scolar l’acqua da tutte le parti, e badando di fare la buca, o fossa meno profonda dalla parte che si voglion levare per servirsene per la consumazione , 0 per la vendita, badan- do di riserrare bene la buca di dove si levano ogni volta che si prendono, (40 ) acciò non vi passi l’ aria; e l’umid- tà, che le farebbe subito andare a male. 3) Dopo aver parlato della coltiva- zione delle patate fatta a buche par- mi necessario di parlare ancora dell’al- tra che si fà a solchi, la quale è as- sai più sbrigativa peri coltivatori, ma non per altro di tanta utilità, ed essa si fà con l’aratro badando bene che la terra sia vangata, e preparata nella medesima maniera , che si prepara ‘quando sì piantano a buche, e che i solchi, che si fanno sieno fondi alme- no un mezzo braccio, e larghi in pro- porzione, e perciò bisogna avere un aratro assai grosso, e che abbia gli orecchi molto larghi, e che s’interni molto nel terreno, e con un buon vo- mere, come sono per lo più quelli dei Contadini di piano, i quali fendino bene il terreno stato già vangato, e fatto ciò; si fanno i solchi ben diritti, bb) n 29 99) 2) » (41) e distanti l’uno dall’altro due terzi di braccio o circa un piede, e se la terra ricasca nel solco, come succede nelle terre molto sciolte, questo si ri- vuota con la pala, e dopo che il sol- co è ben rivuotato, vi si metta ad ogni mezzo braccio un pugnello di gover- no bene spento nel posto dove devo- no andare le patate, indi vi si metta un pezzo di patata con due o tre 0c- chi con molta polpa, ovvero una pa- tata intiera grossa quanto una noce, come si è già detto di fare nella col- tivazione delle patate piantate a bu- che, e fatto questo si ricoprino con terra della più ricotta, fino all’altezza di tre, o quattro dita lasciando il resto del solco vuoto, per poterle poi rin- calzare a suo tempo, colla terra delle lembe, ed in seguito quando sono na- te, e che sono quattro dita fuori del terreno si fà la prima rincalzatura (42) seguendo il medesimo metodo che si è teuuto nelle patate coltivate a bu- che, rincalzandole ancora queste fino in tre volte, e sarchiandole, e levan- do le cattive erbe, che loro son nate intorno, e coltivandole colle medesi- me regole già descritte nell’ altro me- todo di quelle fatte a buche; e facen- done la raccolta a suo tempo, quan- do i fusti sono quasi secchi, e le fo- glie diventate gialle, e tenendo il me- desimo metodo dopo che si sono leva- te, di quello già descritto nell’ altra coltivazione . sr Questa coltivazione per altro fatta a solga è molto più speditiva per i Coltivatori, e la più usata da quelli che ne fanno grandissme piantazioni, ma non è però di tanto profitto quan- to quella fatta a buche, non essendo così facile, che i Contadini stieno at- taccati alle regole indicate, mancan- (43 ) »» do per lo più di attenzione nel fare ss i solchi profondi, e larghi quanto si », deve, ed avendo gli aratri troppo pie- » coli, particolarmente nei luoghi di » poggio, e montuosi, e perciò s° inter- » nano poco nel terreno; motivo per cui »» le barbe delle patate non trovando la ss terra bene smossa, non hanno forza », di distendersi, nè d’ingrossare i bul- ss bi o tuberi che vi sono attaccati, ,, molto più nelle terre grosse, che si ss serrano intorno alle radici delle pa- » tate. ss Perciò crederei ben fatto che i Pos- s, sessori della Toscana che non fanno y» ‘delle piantate in grande, le piantas- » sero sempre a buche , col metodo da me ss descritto , sicuri di averne una raccolta », molto più abbondante, come ho avuto ,, io fino al presente, avendole sempre » trovate molto grosse; ed in gran quan- » tità, ed alcune del peso di due, e tre (44 ) ss libbre l’una, cosa che non mi è mai », succeduta di quelle che avevo pian- » tate a solchi ,,. | Le dette patate si cucinano; e si mangiano in più, e diverse maniere, ma la più facile è quella di mangiarle in natura, cocendole in forno, o sotto la cenere, ovvero di lessarle , e dopo sbucciate condirle con olio, sale, e pe- pe, come è l’uso comune della povera gente , tanto nella nostra Toscana, che nei Paesi oltramontani; si man- giano ancora lessate senza alcun con- dimento, come pur troppo noi lo veg- giamo nella nostra Città di Firenze fino dà qualche mese , e si possono anco intriderle, o mescolarle cotte, colla farina di granturco, quando si fanno le Pulende dai Contadini, mescolan- doci la metà di polpa di patate, e viene un’ ottima Pulenda, e di cui al- cuni Montagnoli del Mugello hanno (45 ) di già cominciato a cibarsene molto volentieri; e non voglio qui tralasciare alcune poche regole dateci dal Sig A- moretti sulla maniera di cuocerle, 0 di lessarle, e sono primieramente di ben lavarle nell'acqua; di separare le grosse dalle piccole, o come si suol dire di accaparle, e ciò và fatto quan- do si raccolgono, perchè cocendole pro- miscuamente, le piccole si disfanno nel cocersi, e perdono ogni gusto , e le grosse non si cuociono nell’inter- no, si devono anco levare dal fuoco subito, che cedono alla compressone delle dita, perchè non si disfaccino , e perdino il loro sapore; quando si cuo- cono le grosse patate, perchè non sie- no troppo cotte al di fuori, e crude nell’interno bisogna gettarvi di tem- po in tempo dell’acqua fresca, quan- do bollono nella pentola, o caldaja ; e si badi anco che le patate che si vo- (46 ) glion cuocere siano state soleggiate, e stagionate., perchè sieno asciutte, altrimenti si sfarinano nel cuocersi, e si metta nella pentola tant’ acqua che le copra appena, perchè mandando fuori dalla propria sostanza dell’ umo- re aqueo, questo serve per ricoprirle; st devono mettere al fuoco quando l’acqua già bolle, e che la pentola sia ben chiusa, perchè così si cuocono più presto ; ed in ultimo luogo quando sono cotte si devono levar subito dal- l’acqua in cui hanno bollito, perchè l’acqua estrae da esse una parte della loro sostanza, e del loro sapore, per cui divengouo insipide, e sciocche, te. nendole nella dett’acqua, dopo che son cotte. Quello per altro che porterebbe un gran vantaggio alla società sareb- be di panizzarle, essendo ciò di un gran risparmio per la classe indigen- (47) te, e molto più per le famiglie dei Contadini, essendo il pane molto nu- tritivo, e di un gran risparmio, e fa- cendolo col metodo che discriverò in seguito, viene un ottimo pane, e molto piacevole a mangiarsi, E per far questo, bisogna primie- ramente prendere la metà del peso di farina di grano, o di biade, come fa- ve, segale, orzo ec., 0 di qualunque altro mescolo, ed una metà di patate, le quali si lessano, e dopo si sbuccia- no, € poi si tritano, e si schiacciano per bene, formandone una pasta ben tritata in maniera che non vi resti al- cun pezzo di patata, e questo può far- si,0 con una gramola piatta, quale s1 costuma nella Romagna, o piuttosto in un vaso di legno di figura conica, il quale abbia nel mezzo una lastra di rame ben grossa a guisa di grattu- gia bucherellata con fori piccolissimi, (48) e con un pestello si pigiano nel detto vaso in maniera che i replicati colpi faccian passare la pasta di sotto alla grattugia, nel fondo di detto vaso di legno, e così non resta parte di esse che non sia ben triturata, e volendo- ne fare il pane si cominci dal fare il solito formento, o lievito nella sera avanti, stemperandolo nell’acqua, im- pastando insieme metà della polpa di patate, e metà di farina di grano, 0 biade, e fatto questo, si deve tenere il detto impasto. per l’intiera notte ben coperto , ed in luogo caldo, aneo più del solito, e si troverà la mattina dopo quest’ impasto, o fermento gon- fiato, e screpolato, ed esalante un odo- re acidetto come suole essere il fermen- to di sola farina di grano, ed allora si raddoppia tanto la farina di grano © biade, che la polpa delle patate, l. quale deve esser calda per produrre (49) Veffetto, e s' impasta tutto insieme mettendovi | acqua necessaria , la quale non deve essere tanto bollen- te. perchè allora accresce la visco- sità alla pasta di patate, essendo cosa particolare, che nel tempo, che alla pasta di farina di grano |’ acqua bol- lente le toglie la viscosità, questa l’aumenta alla pasta di patate, fatto questo si lavora, e sì dimena la pasta mescolata con molta forza non serven- do di ficcarvi dentro le pugna, e stri- gnerla insieme come si suo] costumare ma deve esser ben rimescolata, e ri- voltata. ed è per questo che vi vuol più fatica nel fare questo pane me- scolato con le patate; e fatto che sarà quest’impasto vi si mescoli ancora un poco di sale a ragione di un oncia ogni venti libbre di farina, perchè le pata- te essendo un poco insipide, si rende necessario un poco di sale per rendere ‘il pane più gustoso, 4 ( So ) Si avverta per altro che nel rime- scolare la detta pasta, non vi si met- ta tant’acqua, quanta se ne mette nel fare il pane di sola farina di grano, perchè la pasta delle patate essendo molto umida comunica la sua umidi- tà, alla farina di grano, o biade, e viene allora il pane troppo umido, e non rasciuga; fatto che sarà il pane nella maniera indicata, e lievitato, si mettain forno, avvertendo che non sia tanto bollente, dovendo essere scaldato più lentamente, non dovendosi impie- gare meno di due ore per scaldarlo, ac- ciò non resti troppo presto indurita la crosta del pane che vi si mette senza che questo, sia cotto abbastanza nel- l'interno, e perciò si lasci stare il pa- ne più lungamente in forno, e non me- no di due ore, perchè questo possa bene asciugarsi in ogni sua parte, e sl troverà questo pane eccellente, e molto più gustoso del pane fatto di (81) solo grano, ovvero di altri mescoli, e molto bianco; e nei reiterati espe- rimenti, e prove state fatte da diver- sì Membri della Società di Agricoltura di Parma si è trovato che dà, più del peso totale della farina e patate im- piegatevi nel farlo; il detto pane ha ancora la proprietà di conservarsi per lungo tempo senza indurire, potendolo conservare anco fino in quindici gior- ni; ma volendo vedere più estesamente la maniera di panizzare le patate, e di farne farina per fare il pane di tutte patate si può vedere nelle Opere di Parmentier, il quale ci dice che per farlo bisogna servirsi di metà di farina di patate, e una metà di pa- sta di patate unita insieme ad una pic- cola porzione di sale, avvertendo però che la pasta delle patate sia addopra- ta molto calda, altrimenti perde mol- to della sua attività. onde conviene (92 ) stritolarla con sollecitudine, e avanti che si freddi impastarla subito con la farina; questo è quanto mi credo in dovere di dire per fare il pane di pa- tate, quale facendolo col metodo da me descritto riesce eccellente, ed è molto nutritivo, ed economico come ho di già detto, e particolarmente pe la classe indigente. Nallbaibte poi abbondanti di altri ‘generi, e che i Contadini non volessero nutrirsene, o che dette patate fossero a basso prezzo, ed in grand’ abbon- danza , possono queste servire per vitto dei Bestiami, essendo queste eccel- lenti per ingrassarli, e non mi si dica che alcune bestie non vogliono man- giarne, perchè facendo loro soffrire un poco la fame, esse si adattano a mangiarle facilmente, e ne divengo- no ingorde, tante delle patate, che del loro strame; ma perchè le dette (53) patate le sieno più utili si diano loro cotte, ed intrise col segato di paglia, o fieno, e particolarmente alle muc- - che. o vacche che allattano i loro al- lievi, come anco alle pecore, produ- cendo quest’ impasto moltissimo latte alle medesime per esser tanto sostan- ziose, e farinacee, e sono ancora ec- cellenti per i majali, che le mangia- noanco crude; ma molto meglio quan- do sono cotte. e mescolate con i so- liti beveroni di erusca , 0 di tritello, essendole di una grande utilità. par- ticolarmente nelle annate in cui man- cano le ghiande, o la così detta pa- sciona, perchè vengono adiposi tal- mente. da poterli vender per grasso, e non ripassarli all'anno doppo, co- me succede negli anni in cui manca la detta pasciona, con grave danno, e pregiudizio dei respettivi Padroni; ma volendo poi nutrire continvameate (54 ) il bestiame sarebbe bene, che. qual: cuno dei nostri Accademici si assu» messe l’incarico di far venire le pa- tate dette Americane , le quali sono di una fecondità così grande, che in America, ed in Inghilterra se ne ser- vono per i bestiami, per essere come ho detto, molto insipide, e perciò non capaci per il vitto degli. Uo- mini. E° adunque certo, sicuro, e pro- vato da tutti gli Scrittori d’ Agricol- tura che non vi'è pianta che renda un frutto: tanto abbondante quanto questa, quando è ben coltivata; e ehe occupi così poca estensione di ter- reno in paragone delle altre semenze, poichè in sole tre stiora, di terra a seme a misura vecchia toscana, visi puol seminare libbre dugento di pa- tate, vale a dire quattro staja, le quali rendendo comunemente il tren- (55 ) ta per stajo, se ne possono raccorre staja centoventi, ovvero libbre seimi- la, e quando sono coltivate col de- scritto metodo, rendono ancora il qua- ranta, ed il cinquanta per uno, co- me ho già detto altrove avendone io fatta la prova in questo medesimo anno in un piccol quadro di terra prossimo alla mia Villa del Mugel- lo, che con sole sei libbre a seme dì patate intere; grosse poco più di una nocciola , ne raccolsi libbre quattro- eento ottanta, vale a dire che hanno reso ottanta libbre per libbra, e ad una mia Cascina di Poggio . dove i grani molte volte periscono nell’ In- verno , con sole libbre cento ottanta , ne ho raccolte libbre settemila quat- trocento forse anco non coltivate con quell’industria , e col metodo da me descritto per non aver potuto assiste- re alla coltivazione delle medesime (56 ) stante la situazione alpestré, e lontana dalla mia abitazione, vale a dire che hanno reso libbre quarantuna, per libbra. Queste prove adunque fanno chia- ramente vedere, quello che si è det» to di sopra, che non vi è semenza al- cuna che renda tanto abbondante- mente il suo frutto, e che ricompensi tanto bene l’Agricoltore quanto questa. Ciò è quanto mi credo in dovere di dire per l impegno da me preso d’insegnare il metodo di bene colti- vare le patate , e di panizzarle , non per altro motivo, che per l'utile gran- de, che ne risentiranno i Possessori di terre, per alimentare i lor Con- tadini, e per saziare la fame del Po- polo indigente, nelle annate sterili, e di carestia, come pur troppo l’ ab- biam provato, in questi ultimi anni, e come lo proviamo tuttora, essendo (57) da desiderarsi che i Possessori della Toscana propaghino, per quanto è in loro potere, la coltivazione di que- sta pianta riconosciuta utile ai Po- poli, quasi da tutte le Nazioni, che l’hanno adottata con tanto buon suc- cesso, non essendovi altro mezzo per saziare il Popolo indigente. nelle an- nate di gran scarsità di raccolte, che il cibarsi di patate, ed è appunto per questo, che io mi faccio lecito di pro- porre a questa nostra rispettabile Ac- cademia di nominare e laudare ne suoi Atti quello, che ne avesse fatta una maggior piantazione, per incoraggire i Possessori della Toscana a viepiù au- mentare la detta piantazione ricono- sciuta da tutte le Nazioni dell’ Europa utile, e vantaggiosa ai loro Popoli, FINE. De sost sIgi gi Vi pe 2 TR, F de il Dr, Dal | 18 grandissme 44 16 e si possono CORR IGE Correzioni . Rosier Parmentier Agronomo deve essere virgolato fino alla pagina 20 dove comincia l’altro periodo . Dalla metà di Marzo Rosier Parmentier quando sono tralasciando sapore A Questa coltivazione fatta — lia grandissime e si pole l AR Hi vu Pifpigi i np vircci84 grin latte, ti, TA (nti ito mi i iui re di # de NA Mi si ) À ro Lg? 2° Ul ja ARI É n 4 ea ini ) 21 î, A \ ey 3 FIFCII toda 010). 107 Ani RIN ata s MIRI dai ni iù: HAR ALARE ti MENIDI ri MRBAIIPRI Td ae Ut, se MURI & tit i IPA REMI Ati totinviczitàt Salto ife ‘9 pinta: Bat, "di ilo dv î 4 sì Hit 3 pron Be ; Ponso vendi ti Funi, i mfrina AP Ante pane eni antonio. ae SRI IR tati Pesco 7 Sur edi Te prada etrhazdi rear x _ TRAI i Cei ata E e ratee-Qerar ag “ie eb i SB Rimbotti, Verdiano 211 Memoria sopra il metodo P8R5 di coltivare Biological & Medical PLEASE DO NOT REMOVE CARDS OR SLIPS FROM THIS POCKET UNIVERSITY OF TORONTO LIBRARY