,V ' > 1 \ Provana di Collegno — Parere intorno ad un progetto comunicato all Accademia da una Societa Marsiglicse, di nauiralizzare nella Francia meridionale , nella Sardegna e paesi aflini il Lama e 1'Alpaca n IVI Sobrero e Cantc' — Parere su una Memoria manoscritta del Prof. Francesco Selmi, intilolata : Monografia sulla cristallixabilM della soluzione del solfalo di soda » lxii \\.m..u>ro — Parere: nil merito dei perfesionamenti ar- rcotti ilal sig. Ignazio Boccio alia maccbinn del sig. De-Hennin per I'amalgamuione delle terre e delle ceneri aurifere od ar- gentifere PaS- LX"1 Giulio e Botto — Parere intorno ad una dumanda di privilegio per I' introduzionc in questi RR. Stati di un mcccanismo inscrvicntc i igusciare ed imbianobire il riso » lxiv Bnmnrmt (Angclo) e Sodrero — Parere su una domanda di privi- legio per un parlicolarc metodo di convcrtire il litantrace in cook » LXVI i ^vlli e Uosci — Parere su una domanda di privilegio per una nuova loggia di telaio per fabbricare cordclline » ivi Moris e Sobrero — Parere su una domanda di privilegio per pre- parare e Bmerciare un principio estrattivo contenuto net Daphne ihiiilimn , inserriente a tinge re in ncro la seta, ecc. ...» urvn Bunco dei lavori manoscritti inviati all'Accademia pel secondo con- corso ai prcraii fondati dal Conte Pillet-Will » lxviii CexUGNO — Lettera al sig. E. di Beaumont rclativamente alle dif- ficolta , chc potrebbc presentare un Tunnel tra Rardonneche e Modane » lxx E. di Beacmont — Risposta alia lettera suddetta » i.xxi <'.\vai.li e Botto — Parere intorno ad una domanda di privilegio per una nuova loggia di molle od elastici ad uso di mobili . » lxxiii Selmi — Nota intorno ad alcune csperienze dirette a definire la nalura ilclla (ermentazione amigdalica » ivi Mosca e Botto — Parere su una domanda di privilegio per una macchina deslinata a preparare i fuscelli per i zolfanelli volcanici » lxxv Sobrero e Botto — Parere intorno al merito di una domanda di privilegio per un nuovo sistema di illuminazione e di riscalda- inento col gaz idrogeno » lxxvi Onto' — Fa sentire il diritto dipriorita, cbe gli compete, contro il sig. C.iutin , nella scoperta dell'associazione del cloro, del bromo, ■■ deO1 iodio nelle piantc non marine , ecc » lxxvii VII Mknabrea e Mosca — Parere su una domanda di privilegio per una macchina destinata alia fabbricazione di tcssuti in seta operali . pag. lxxviii Calvet — Nota sui risultamenti di varie chimiche esperienze fatte collo scopo di dare al commercio un clorato di tenue prezzo » lxxx Sismonda (Eugenio) e Carena — Parere su una Memoria manoscritta del Prof. Filippo Defilippi, intitolata: Notizia sopra una ntiova specie di Jena » lxxxi Plana, Avogadro, Botto, Giulio, Sobrero e Sismonda (Eugenio) — Pareri sui lavori di Astronomia , di Fisica, di Meccanica, e di (lliimica , inviati all'Accademia pel secondo concorso ai premii PlLLET-WlLL » LXXXII Menabrea e Botto — Parere su una domanda di privilegio per 1'in- troduzione di una macchina atta a nettare e preparare il cotone, la lana, e simili materie filamentose » c Id. Id. — Parere su una domanda di privilegio per l'in- troduzione di una macchina destinata alia fabbricazione dei mat- toni » ivi Sobrero, Cantu' e Sismonda (Angelo) — Parere intorno ad una Memoria manoscritta del Prof. Francesco Selmi, su alcuni nuavi composti di ossigeno , cloro c mercuric- » ci Plana — Comunicazione intorno alia cometa scoperta dal signor Petersen » ivi Sobrero, Avogadro e CanW — Secondo parere sui merito delle modificazioni arrccate dal sig. Boggio al mulino De-Hennin per 1'amalgamazione delle ceneri e delle miniere aurifere ed argen- tifere » cm Dompnier e Vaciiet — Tavola di osservazioni termometriche fatte a Modane e Bardonnechc » ciy Sella — Metodo comparative per determinare gli acidi, gli alcali, i sali ed i corpi semplici nelle loro soluzioni » cvn Sobrero e Selmi — Nota intorno alia reazione dell'acido cloridrico sui biossido di piombo e sui minio » exx Mil I i in, in BTOBIOO ili Luigi Coi.i.a, scriito dal Professore G. B. Dklpohte p»g- ( iNM vihikmi. IMkmoiiu: sur les volumes atomiques. — Determination des \ ultunes atomiques des corps liquides & leur temperature d'ebul- lition ; nombres allinitaires qui s'en de'duisent pour quelcmes-uns ili> corps ilcmentaiies; par le Comtc Ayogadro . . . » 3cj i Km r.\ \/m\i sulla tribu delle Peltigeree; di G. De Notaris . » 1 ?.3 OSSEBVASIONI sul genere Sticta; del medesimo » 1 4 ' Delle i;rossezze di metallo delle bocche a fuoco d'artiglieria ; di G. Cwvi.i.i, Luogotenente Colonnello d'Artiglieria » 161 OsTBOGRAFIA di un Mastodonte angustidente , illustrato dal Prof. Eugenio Sismonda » i "5 No i \ sui terreni dei contorni della Spezia; di Giacinto Provana DI CoLLECNO )) 337 \i.i:osto(,hapiiiae Aegyptiacae fragmenta; curantibus A. Ficari et J. De Notaris )> 245 Sopra un nuovo sale di mercurio, Memoria dei Professori Fran- 1 esco Sei.mi ed Ascanio Sobrero » a63 1.1 iSHPKAZIOfU dei terreni stratificati delle Alpi tra il Monte-Bianco e la contea di Nizza; del Cav. Angelo Sismonda ...'.» 271 ELENGO ACCADEMICI RESIDENT!, NAZIOAALI NON RESIDENT!, E STRAMEHI Al- I. DI MAHZO MDCCCLII. ACCADEMICI NAZIONALI. Presidente Plana, Barone Giovanni, Senatore del Regno, Regio Astrononio, Professore d'Analisi nella Regia Universita, Direttore Generale degli studi nella Regia Accademia Militare , Uno dei XL della Societa Italiana delle Scienze residente in Modena, Com. *, Cav. e Cons. #, Uffiz. della L. 0. di F. , C. della C. F. d'A. di 2.a classe. Vice- Presidente Ferrero della Marmora, Conte Alberto, Luogotenente-Generale, Se- natore del Regno, Ispettore delle Miniere della Sardegna, Membro della Commissionc superiore di Statistica, G. Cord. *, *, Cav. e Cons. onor. ^. Cav. della L. d' O. di F. Tesoriere Peyron, Abate Amedeo, Teologo Collegiato, Senatore del Regno . Professore einerito di lingue orientali, Membro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Accademico corrispondente della Crusca, *, Cav. e Cons. <$, Cav. della L. d'O. di F. Serie II. Tom. XII. » CIASSE 1>I SCIENZ1 FISICB1 E MATEMATICKE Dirrttorc Lvocaom w Quabegha , Conte Amedeo, Mastro Qditore neUa Regia Camera de'Gonti, Professore emerito di Fisica Sublime nella Regia rersita, Dno del XT. deUa Societa ItaKana delta Scienze residente in Mo,!,, ,. Membro Ordinario del Consiglio superiore di pubblica ktru- della Commissione Superiore cli Statistica, Comm, *, #. /I.1IM- Segretario Carena, Giacinlo, Professore di Filosolia, Membro della Reale Acca- demia di kgricoltura di Torino, Accademico corrispondenle della Crusca. 4- Cai e Tons. #, C. di C,r. in oro dell' O. del Salv. di Grecia. Segretario Aggmvio Sisnohda, Eagenio, Doiiore in Mediciaa, Professore Sostituito di M'mcralosia neUa R. Universita degli Studi , Professore di Storia Natu- rale nel Collegio nazionale cli Torino, Membro del Collegia di Scienze fisiche , <• delie Reali tacademie Medico-Chirurgica , e d'Agricollura di Torino , ■*• . \< i;\di:.mk;i hksiiikmi Pi vnv , Giovanni , predetto. Caber a , Giacinlo, predetto. kvooADBO m Oi'arkgna, Amrdco , predetto. Moaia, Dottore Giuseppe Giacinto, Senators del Regno, Professore >li Botanica neUa Regia Dnrrersita, Membro Ordinario del Consiglio su- periore 'li pubbbca [gtnunone . Direttore ilel Rcgio Orio Rotaniro , Membro delle Reali Accadcmie ill Agricoltura e Medico -Chirurgica. della Regia Camera di Agricoltura e ili Coinmercio di Torino, Cohm- gliere della Citta , Uno dei XL dclla Societa Italians delle Seienze residente in Modcua, *, Cav. e Cons. ^. Cantu', Gian Lorenzo, Senatore del Regno, Dotlore Collegiato mi Medicina, Professore di Chi mica generate e Rellore della Regia Uni- versita, Memhro del Consiglio delle Miniere, delle Reali Accademie di Agricoltura e Medico -Ghirurgica di Torino, Consigliere della Cilia , * . I''i:rrep.o dei.i.a Marmora, Conle Alberto , predcUo. Botto, Giuseppe Domenico, Professore di Fisica nella Regia Uni- versita, Memhro della Reale Accadetnia d'Agricoltura di Torino, * . Sismonda, Angelo, Professore di Mineralogia e Direttore del Museo Mineralogico della Regia Universita di Torino , Membro della Reale Aecademia d'Agricoltura e del Consiglio delle Miniere, Uno dei XL della Societa Italiana delle Seienze residente in Modena, *, #. Menabrea, Nobile Luigi Fcderigo, Colonnello nel Corpo Reale del Genio M ili tare , Professore di Costruzione nella R. Universita, Deputalo al Parlainento nazionale , * , Coram, di S. G. di T. , di Carlo III di So. . del M. Civ. di Sass. , di C. di Port , Ulliz. della L. d'O. di F. Giulio , Carlo Ignazio, Senatore del Regno, Consigliere di S. M., Professore di Meccauica nella Regia Universita di Torino, Membro della Reale Aecademia d'Agricoltura , della Commissionc superiore di Slalistica , Professore di Meccanica applicata alle Arli presso le Regie scuole lecniche di Torino , Uno dei XL della Societa Italiana delle Seienze residente in Modena, Consigliere della Citta di Torino, Gomm. *, #. Riberi , Alessandro, Senatore del Reguo, Cliirurgo Primario di S. M. il Re e della Reale Famiglia, Medico-Chirurgo in i.° delle LL. AA. RR. il Duca e la Duchcssa di Geuova, Dottore in Medicina e Chirurgia , Professore di Medicina operativa nella Regia Universita, Presidente del Consiglio superiore militare di Sanila, Consigliere straordinario del Con- siglio delllslruzione e della Sanita pubblica , Chirurgo dello Spedale Maggiore di S. Giovanni Batlista, Membro deU'Amministrazion&dell'Opera della Malernila , Membro della Reale Aecademia Medico-Cliirurgica di Torino, Comm. * c dell' 0. di C. di Port. . Cav. e Cons. -fr . Musr a, Carlo Bernardo, Senatore del Regno, Primo Archiletto di S. M. . Ml Prima Ingegnew Irchitetto dell'Ordine de'Ss. Mauririo e Lazzaro, Ispet- tore
  • , Ufliz. della L. .I(>. di F. Sismokda, Dottore Eugenio , predetto. Sobxbbo, Iscanio, Dottore in Medicina ed in Chirurgia, Professore di Chimica nj >| >lii;» t ;» ;illc Arti, Professore Sostituiio di Chimica ge- nei.de nella Regie Universila degli studi, Membro della Reale Accademia d'Agricoltara di Torino, *• . Cavai.i.i, Giovanni, Luogotenente Colonnello e Professore alia scuola d'applicazione del Corpo Reale d'Artiglieria , Menibro dell' Aecademia delle Scien/.e militari di Stockolma, # , $>, Cav. di S. Wl. di R. di i el, della Sp. di St., dell'A. R. di Pr. di 3.a cl. Berruti, Seeondo Giovanni, Professore di Fisiologia spcritnentale nella R. Universila, Membro del Consiglio Universitario , del Consiglio ' superiore di Sanita, della Giunta provinciate di Stalistica , della R. Aeca- demia Medico-Chirnrgica di Torino , Membro onorario della Soeiela Italiana delle Science residente in Modena, *• . Demic.helis, Fili ppo , Professore d'Anatomia e Direltore del Museo \natomieo della R. Universila, Membro della R. Accademia Medieo- Cliirurgica di Torino, Consigliere ordinario aggiunto nel Consiglio su- ; 1 rime militare di Sanita, *. 1'rovaxa di Coi.i.eono , Cavaliei e (iiaeinto , Luogotenente Generale , Sen;) tore del Regno, Membro del Consiglio delle Miniere, © . ACCADEada xazioxali ivox residenti Boecris, Ginseppc Antonio, Ingegncre Civile, *, Membro delPIslituto Lombardo, Professore Ordinario di Matematica applicata nell Universila di Tavia. Bertoi.om , Antonio, #, Professore di Botanica , a Bologna. Mariamm, Slel'.ino, , lYcsiiicnte della Societa Ilaliana delle Scienze. Professore di Fisiea sperimentale iiell'Universita df Modena. Dl Nota&U, Giuseppe, >fr , Dottore in Medicina, Professore di Bo- tanica nella Regia Dniversita di Ccnova. till Pareto , Marchese Lorenzo, ;i Genova. Spinola , Marchese Massimiliano , Senatore del Regno, a Genova. Bii.i.iet, Monsignor Alessio, Senatore del Regno, G. Cord. *, Ar- civescovo di Sciambcri. Mossotti, Ottaviano Fabrizio, *, C. di S. G. di T., Professore di Fisica e di Meccanica Celeste nell' I. R. University di Pisa. Belli, Dottor Giuseppe, *, Membro dell'Istituto Lombardo, Pro- fessore di Fisica nebVUniversita di Pavia. ACCADEMICI STRANIERI. Arago, Domenieo Francesco Giovanni, Gr. Ufliz. della L. d' 0. di F. , Membro e Segretario dell'Istituto di Francia per le Scienze Fisiche e Matematiche, Membro dell'Uflizio delle Longitudini , a Parigi. Di Humboldt, Barone Alessandro , Com. della L. d' O. di F. , Membro dell'Istituto di Francia e della Reale Accademia delle Scienze di Berlino. Gauss, Consigliere Carlo Federigo, Direttore della Specola Astro- nomica e Professore nell' University di Gottinga. Elie di Beaumoxt , Giambatista Armando Lodovico Leonzio, Inge- gnere in Capo delle Miniere, Membro dell' Istituto, Professore di Sloria Naturale nel Collegio di Francia, UfTiz. della L. d'O. di F. , *, a Parigi. Herschel , Giovanni, Astronomo, Membro della Societa Reale di Londra. Brown, Roberto, Membro della Societa Reale di Londra. Melloni, Macedonio, *, C. della L. d'O. di Fr., Membro della Reale Accademia delle Scienze di Napoli, Corrispondente dell' Istitulo di Francia , Direttore dell' Istituto d'arti e mestieri e dell' Osservatorio meteorologico, a Napoli. PonCELet, Giovanni 'Siltorio, Generale del Genio, Comm. della L. d' O. di F. , Membro dell' Istitulo di Francia , a Parigi. De-Buch , Barone Leopoldo , Membro dell' Accademia Reale delle Scienze di Berlino. Tibdemakb, Cavaliere Federigo, Professore dAnatomia e di Fisiologia comparativa nell' Universita di Heidelberg. CLASSE HI SG1ENZE MOIl.VLl, STOIIICIIE E FILOLOIilCIIE Direttore Saou d'Iuliano, Conic Lodovieo, Senatore del Regno, Consigliere ili Legazioue, Comuiissario Generale de' Confini , Meinbro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Coomb. * , Cav. e Cons. #. Segretario Gazzera, Abate Costanzo, Professore di FilosoGa, Membro della Regia Deputazione sovra gli sludi di Storia patria , Segretario della Giunta Icoadenaco eo*ri4pbndenrte della Cruttfa, Consigliere della Citta di Torino, G. Cord. * , Cav. o Cons. onor. £> . Sai i.i d'I<;liano, Lodovico, prcdclto. Sclopis di Sai.erano, Conte Federigo, Primo Presidente, Senatore del Regno, Mcinhro della Regia Deputazione sovra gli studi di Sloria patria, Consigliere dclla Citta, Socio eorrispondente dell'Isliluto di Franria, Com. *, Cav. e Cons. =£, C. di S. G. di T. e della L. d'O. di F. Bai.bo , Conte Cesare , Memhro della Regia Deputazione sovra gli Studi di Storia patria, Consigliere della Citta, Cav. e Cons. &. Cibrario, Nobilc Giovanni Antonio Luigi, Senatore del Regno, In- tendente Genierale dell'Azienda delfe Gabelle, Consigliere nella Regia Camera de'Conli, Memhro e Segretario della Regia Depntazione sovra gli slndi di Storia patria, Memhro della Giunta di Anlichita e Belle Arli, Consigliere ordinario della R. Universita e dclla Citta, Comm. *, #, Gr. Ufliz. dclla L. d'O. di F., Comm. e Cav. di varii altri Ordini Imp. e Reali. Ferrero della Marmora, Conte Alberto, prcdelto. Baudi di Vesme, Cavalicre Carlo, Senatore del Regno, Membro e Segretario dclla Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, *, ^ . Bertoi.otti, Davide, Consigliere di S. M. , *, # , Cav. dell' O. del Salv. di Grec. , e dell' O. di Leop. del Belg. Prqmis, Domenico Casimiro , Bibliotecario di S. M. , Memhro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, *. Provana del Sabbione, Cavalicre L. G., Senatore del Regno, Membro del Consiglio superiore di pubblica Istruzione , e della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, * e di S. Gio. di Ger. Ricotti, Ercole, Capitano nel Corpo Reale del Genio Militare, Professore di Storia modcrna nella R. Universita, Membro della Regia De|)iitazione sovra gli studi di Storia patria , & . Bon-Compagm, Cavaliere e Presidente Carlo, Membro della Camera dei Deputati, della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, e della Commissione superiore di Statistica, Yiccpresidcnte del Consiglio superiore di Sanita , Consigliere dclla Citta , Comm. * . Promis, Carlo, Professore di Archilettura Civile nella Regia Uni- versita, Regio Archcologo, Ispettore dei Monumenti d'Antichita, Membro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Accademico d'onore dell'Accademia Reale di Belle Arti , * . Go&hesio, Abate Gaspare, Dottore del Collegio di Scienze e Lettere, Professore < 1 1 Lingoe Oriental] eel Assistenle alia Bibliotcca della Regia liuM rsila, *, e della L. 0. di F. IVvri < < hi , Avvocalo Francesco , Professore di Storia antica nella EL UnWersita, Direttore del R. Mttaeo d'Antichita ed Egizio, Membro Ordinario del Consiglio superiore di pubblica Islruzioue , * . ACC.VDEMICI XAZIONAL1 MON HESIDENTI De Maistre, Conte Savcrio, Generale negli Eserciti Imperiali di Russia, Socio onorario della Reale Accademia delle Belle Arti di Torino, G. *, £, a Pielroburgo. Canina , Luigi, Arehitetto, ^, C. della L. d'O. di F., dell'O. del \lci. Civ. di Sass., dell'O. di D. di Danim., Accademico di merito re- sidente della Pontificia Accademia di S. Luca , Socio ordinario della Pontificia Accademia di Archeologia, a Roma. Varese , Carlo , Dottore in Medicina , # , a Voghcra. Coppi , Abate Antonio, Membro della Pontificia Accademia di Ar- cheologia , a Roma. Charva/. , Monsignor Andrea, G. Cord. #, Arcivescovo di Sebaste , .1 Mofttiers. Cioderti, Abate Vincenzo, Dottore Collegiato nella Facolta di Teo- logia della Regia Universita di Torino, Accademico corrispondente della Gmsca , a Parigi. Cali.eri, Giuseppe Maria, *§>, Cav. della L. d'O. di Fr. e dell'O. di Leop. del Belg. , a Parigi. Pii.i.et-Will, Conte Federigo, Com. *, e della L. d'O. di F. , EteggentC del Banco di Francia, a Parigi. Muuim , Awocato Pictro, #, Socio del Collegio di FUosofia, Membro della Regia Dcpulazione sovra gli studi di Storia patria, Presidente della EUbboteca della Regia Universita , a Cagliari. MncAMiA, Leone, Consiglicre nel Magistralo d'Appello , Segretario deU lecademia Realc di Savoia, *, a Sciamberi. ACCADEMICI STRANIERI. Mai, S. Em. il Cardiuale Angelo, Prefetto della Sacra Congrega- gione dell' In dice j a Roma. Brugikre di Barante, Barone Amabilc Guglielmo Prospero, Gr. Uftiz. della L. d' 0. di F. , Gr. Cord, di S. Aless. Newschi di R. , Membro dell' Istituto di Francia , a Parigi. Manzoni , D. Alessandro, Accademico della Crusca, a Milano. Di Savigny , Fedcrigo Carlo, Professore nella Regia Universita e Membro della Reale Accademia delle Scienze di Berlino. Borghesi , Bartolomeo , C. dell' O. del M. di Pr. , Patrizio della Re- pubblica di San Marino. Di Hammer-Purgstai.l , Barone Giuseppe, Presideute dell' I. R. Ac- cademia delle Scienze di Vienna d'Austria. Rosmini-Serbati, Abate Antonio, a Stresa. Thiers, Adolfo, Gr. Uftiz. della L. d' O., Membro dellTstituto di Francia, a Parigi. Bauington Macaulay, Toinaso, Professore nell' Universita di Cambridge ( Gran Bretagna ). Di Boeckh, Cavaliere Augusto, Professore nell' Universita e Membro dell'Accademia Reale delle Scienze di Berlino. Serie II. Tom. \II MUTAZIONI ncciulute net Corpo Accademico dopo la pubblicazione del precedente Volume. MORTI 10 di ajrosto 1851 Saluzzo di Mo>ksk;lio, Conte Alessandro, Grande di Corona, Mi- nistro di Statoj Luogotenente Generale , Senatore del Regno, C. O. S S& \. , G. Cord. * , C. di G. Cr. del Salv. di Gr. , Com. dell'O. I. dL I .I \. , C. O. di S. G. di G. , decorato della Medaglia Mauriziana, \ ice-Presidente della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria. Presidente della Rcale Accadcmia delle Scienze di Torino. 28 di agosto 1851. I.v\i, Filippo, *, Mastro Uditore nella Regia Camera de' Conti , Mcminn del ("onsiglio delle Miniexe, Accademico residente della Classe delle Scienze morali, storiche c filologiche. kleziom; di iffiziau Pla ' Barone Giovanni] eletto il 18 dicembre t85i alia carica di Presidente />rtun dell Iciadcmia. no della Marmora. Conic Alberto, eleiio il medesimo giorno ill i ..in. .. triennale >li Vice-Presidente delt ' Accademia. MX NOMINE Mknabrka, Leone, *, Gonsigliere nel Magislralo d'Appello, Segrelario dellAccademia Reale di Savoia a Sciamberi, nominato il 26 di giu»no i«5i ad Accademico nazionale non residente per la Classe delle Scienze morali, storiche e filologiche. Babington Macaulay, Tomaso, Professore nell'Universita di Cambridge (Graii Bretagna), nominato il 26 di giugno i85i ad Accademico straniero per la Classe delle Scienze morali, storiche e filologiche. Di Boeckii, Cavaliere Augusto, Professore nell'Universita e Membro dell'Accademia Reale delle Scienze di Berlino , nominato pure il 26 di giugno 1 85 1 ad Accademico straniero per la Classe delle Scienze morali, storiche e filologiche. XXI DONI FATTI ALLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO DAL 1." GENNAIO 1851 S1NO * TUTTO FEBBRAIO 1852. illomiine'nta Historiae patriae, edita iussu Regis Caholi Alberti. Scri- plorum lomus III. Augustae Taurinorum , ex Regio Typographeo, 1 848, i vol., fol. Flora Brasiliensis sive emimeratio plantarum in Brasilia hactenus detecta- ruin, quas, cura Musei Caes. Reg. Palat. \ indobonensis, snis aliorumque botanicorum studiis descriptas et methodo naturali digeslas, sub au- spiciis Ferdinandi I. Austriae Imperatoi'is et Ludovici I. Bavariae Regis, edidit Carolus Frid. Phil. De Martius. Fasc. X. Vindobonae, Beck, i85i, fol. fig. Friderico Carolo Dc Savigny J. C. Faustum diem prid. kal. now quo ante X lustra summos in iure honores adeptus est pie gratulatur Gu- slavus Haenel. Lipsiae, Teubneri , i85o. 4>° Du Ricin , considere sous tous ses rapports, et principalement comnte plante textile ; par Matlhieu Bonafous (Extr. des Annates de t Academic R. d 'Agriculture de Turin, Tom. IV). Turin, Chirio e Mina, i85o. 8." Beredcneerde geschiedenis Histoire critique de fart de la peinlure, de la xilographie et de la gravure dans les Pays-Bas. Amsterdam, 1847, i vol. 8." fig. Recherche de la verite par tous pour tous; article du bonheur, 2.*"" ques- tion , et reponse sur la recherche de la ve'rile; publiee par Gaspard Tuyssus. Constantinople, Cayol, i85o. 8." S. M. il Re V1TT0RI0 EH.HDELB 11af.net.. Bonvfous. k. us Lee ll^M • I'll ICI 1> Hi>x«rFsFmM\- Miu 11 but \.,| | r. Grouo ll»RP.I- nrowa MUD lr\iiri Mi' nil < Primo decennio ili osservazioni meteorologichc falle nella specola di Bo- logna; ridotte, esposte ed applicate da Alessandro Palagi. Bologna, i85o, 4-' Rapport sur le Congres scicntifiqiie de Nancy; present* a lAcademie de Nines el a la Soeiete d Vgrieulture de. Montpellier, par leur delegue L.-A.-R. ill loinlno- l'irni;is. Mais , l85o, 8." >unli slomai'lii degli uccelli ; slvuli analoinico-inorfologici del D.r Ralfaele Molin. Vienna, i85o, in-fol. tig. Sur un billet d'indidgcnces dclivre an XIIF siecle par l'abbaye d' Ardennes, a scs bienfaiteurs; par M. A. Charma. Caen, i85o, 8.° Cenni istoriei inlorno alia inoiiela veneziana; di Angelo Zon. Venezia , ■847, \" fi«- Notice historique Bar la vie el les travaux de M. Louis-Francois de Ville- Dewe-Bargemont , Marquis de Trans; par M. Jules Nollet (Fabert); Nancy, i85i, 8." Delia tassa del pane a Torino; relazione compilata, per ordine della Com- missione creata con R. Brevetto del ?-4 dicembre i8/|6, da Carlo Ig. Giulio, e ristampata per ordine del Consiglio delegato della Citta di Torino. Torino, Botta , i85i, 8.° N"/.ioni clemcntari sulla niisura delle forze, sul lavoro e sulla utilita delle macchine ; capitolo aggiunto alia traduzione italiana della meccanica di Lardner da C. I. G. i a." fig. The hieroglyphical Standards of districts, cities and towns in Nubia and Egypt of the domains of the Queens and the names of mines and Quarries out of the Valley of the Nile; collected by A. F. Harris of \le\aiuiria. 1 847, ' v0'" 4-° °k'- Htograf.0 Report to General sir Thomas Makdougall Brisbantc, Bart., on the com- pletion of the publication, in the transactions of the Royal Society of Edinburgh , of the observations made in his Observatory at Maker- Mown: by John Allan Brown. Edinburgh, Neill and Comp. , i85o, 4-° Sul oholerti —orbus nel iS.{8. Teoremi e pensieri di Onofrio Abbate. Cairo. Stamp. Egudana, 18^8, 12.° Notice snr les travaux zoologiques de M. Charles-Lucien Bonaparte. Paris, i85o, 4-" Notice- sur les ouvrages zoologiques du Prince Ch.-L. Bonaparte (Extr. de la Revue ri Magasin de Zoologie). Paris, i85o, 8.° di un palazzo naziooale proposto erigersi in memoria del XXIII Magnanimo Re Carlo Alberto per la Camera dei Deputali e per i Senatori tlel Regno; dell' Ingegncre Ignazio Michela. Torino, i85i , infol. fig. Elogio slorico di Luigi Colla, scritto dal Professore G. B. Delponte (Eslr. dalle Memoric della Eeale Accademia dclle Scienze di Torino Serie II. Tom. XII.). Torino, i85i, /j." De qnelques alterations de la peau (Ichthyose, Mucedi.nee et tiwieiu epiuermiale ) chez les oiseaux; par M. Gluge (Extr. du Tome XVIII, N." i, des Bulletins de V Academic Hoy ale de Belgique). 8.° fig. lahrbuch der Kaiserlich-Koniglichen Geologischcn reichsanstalt. i85o, I-Iahrgang, N.0' 2-4; ,85i, Il-Iahrgang, N." i, a. 3. Wien , 4-° %• l-.pisodes des guerres de Bourgogne, i474 a i476; par M. Frederic de Gingins-la-Sarra. Lausanne, i85o, i vol. 8.° Della tubercolosi in genere e della tisi pohnonare in ispecie; ricerche sto- nche e teorico-pratiche in risposta ai quesiti 10 stati proposti dalla Reale Accademia Medico-Chirurgica di Torino e dalla medesima co- ronati col preinio Garbiglietti ; del Protomedico Luigi Parola. Torino, 1849, ' vo'- 4-° Historia de Portugal, por A. Herculano. Lisboa, 184G-1849, 3 vol. 8." Consideracoes pacificas sobre o opuscido Eu e o Clero, carta ao redactor do periodico A Nacdo; por A. Herculano. Lisboa, i85o, 8." Note but les descendants de Corneille; par M. le Baron de Stassart. Bruxelles, i85i , 8." Note relative a Philippe Cospeau, Kvecpie d'Airc , de Nantes el de Li- sieux an WIP siecle; par M. le Baton de Stassart. Bruvelles i85o, 8-" Notice sur Van Hoobrouck , Baron d'AgfMr, General au service d'Aulriche: par le Baron De Stassart. Bruxelles, i85i , 8.° Polimetria cliimica, ossia metodo comparative per determinare gli acidi, gh alcali, i sali ed i corpi semplici nelle Wo solnzioni; per Venanzio Giuse|>pe Sella. Torino, 1 85 1 , 1 vol. n>.' li-. Studi storici di Luigi Cibrario. Torino, i85i, 1 vol. 12." Istorica relazione di costanli e decisive guarigioni con immedialo sollievo dell'infermo per lapplicazione non mai piu fin qui pralicata dell'ace- tato d'ammoniaca nelle ferite d'armi da fuoco; del Professore Gaetano Albites (Eslr. dal Giornale Arcadico. Tomo CWI). Roma, i85o, 8." DELPONTl!. Gluge De Gingum- la-Sahr» Pa sou. HERCULAflO. De Stassart. .Sella. Cibrario Albite-.. n, iivrdi Storia della letteratura Lraba sotio il Calitl'uto; scritla dal Cav. Fitippo De'Bardi. Fircn/.i', iSj(>, :•. vol. 8.° Snman \ivliaeologisclte Abliandlungen; von G. Scylfarlh. N.0' ng e 3, 8. /riiscluil'i der deulschen morgenliindischen Gesellschafl, hcrausgcgcbrn von den Gcschiiflsfiilirern. Dritter Band, II-IV heft. i8/n). — Vierter Band, I-IV heft. l85o. Leipzig, 6 fasc. 8." \Krimi Revolution franeaisc de fevrier 1848. Details inedits sur la formation du Gomerut'iiu'iii provisoire dans les Bureaux du National, sur la pro- clamation de ce Gouvernemcnt a la Chambre des Deputes, et sur celle ile la Republique a l'Holel de Ville ; par J. Mathicu. Nice , 1 8 jo. iG." v, ,,,, Leltera al ch. sig. Gcnerale Cav. Alberto della Maimora, sopra alcuni I.ari railitari Sardi in bronzo; di C. Giov. Spano. Cagliari , 1 85 1 , s. lig. rmitP. Mi-moires de numismatique grecque ; par Adrien de Longperier. Paris, 1841, 8." Mrdaille d or inedite de Dynamis, Reine de Pont-, par Adrien de Long- perier. Pans, 1843, 8." Remarks on an unedited mouton d'or, struck in Normandy by Henry V of England; by Adrien de Longperier. 8." Nonvelles observations sur nn ornement represente au revers de (pielques mommies gauloises de 1'Armorique. Dissertation sur les Phaleres ; par \. ilr Longperier (Extr. de la Revue Numismatique , 1848). 8." fig. Notice sur one inscription latine inedite; par M. Adrien de Longperier ( Extr. du Wlir Vol. des M&noires de la Socie'te Royale des Anti- i/iuiires de France). 8." fig. Description de quelques monnaies de Pieardie; par M. Adrien de Long- pe'rier. Amiens, 1848, 8.° fig. lunon Anilira. Illustration d'un passage du V livre des Fastes d'Ovide: explication de deux vases peinls, el conjectures sur lorigine des Flo- ra/in; par Adrien de Longperier. Paris, 1849, 8-° ^8" Dissertation Bur deux deniers frappes en Provence pour les Comtes ile Forcalquier ; par Adrien de Longperier. Paris, 1849, 8." Programme don ouvrage intitule: Documents numismatufues pour servir \\v H Vhistoire des Arabes (TEspagiic; par Atlricn de Longperier ( Exli. de la Revue Avcheologique , VIP annee). Paris, i85o, 8." fig. Antiquilt-s Assyriennes; par Adricn de Longperier. Paris, i85o, 8." Notice des monuments exposes dans la salle des antiquites ainericaines ( Mcxiquc et Pcrou), an Musee du Louvre, par Adrien de Longperier. Paris, 1 85 1 , i vol. 8.° Antologia Greca, ad uso degli studenli di grammatica greca nella Regia Universita; per Bartolomeo Bona. Torino, 1 85 1 , i vol. 12." Deux lettres de M.r F. Passot a Monsieur le Ministre de ['Instruction publique et des Cultes. Paris, i85o-5i, infol. litogr. Les Celeslins de Lyon; par Antoine Pericaud. Lyon, 1840, 8." Corrispondenza scientifica in Roma ; Bullettino universale. Roma, N.° 25 — 20 marzo 1 85 1 , i fogl. 4-° De la table manuelle des Rois et des Dynasties d'Egypte, on papyrus Royal de Turin, de ses fragments originaux, de ses copies manuscrites ou impriinees, et de ses interpretations; par M.r J. J. Champollion- Figeac. 8." Des Dynasties Egyptiennes , a l'occasion des ouvrages de MM. Barucchi et Bunsen; par M. Champollion-Figeac (Extr.de la Nouvelle Revue encjclopcdique). Paris, 1847, &° Le Tcheou-li, ou rites des Tcheou; traduit pour la premiere fois du Chinois par feu Edouard Biot. Paris , 3 vol. 8.° fig. Topografia e scavi di Salona ; del Dottore Francesco Carrara. Trieste , i85o, 1 vol. 8.°, con due carte topografiche. Dimostrazione delle formole date dal celebre Gauss per determinate 111 quante somme , ognuna di due quadrali, pu6 spezzarsi un intero, e conseguenze che dalle formole stesse derivano ; nota del Professore Paolo Volpicelli. Roma , 1 85 1 , 4.0 On the velocity of the galvanic current in telegraph wires; by B. A. Gould. New-Haven, i85i, 8." fig. Delia corrcnle lilorale , del costante livello de'mari, della genesi delle rocce granitiche; Memorie tie di D. Paoli. Pesaro, 1849, r vo1- 8-' Das orakel des Trophonios. Programm des archaologischen Instituts in Gottingen zum Winkehnannstage 1848; von Fricdrich \\ ieseler. Got- tingen , 1848, 8." Heidnische Alterthiimer der Gegend von Uelzen im ehemaligen Bardengaue ( Kiinigreich Hannover), von G. O. Carl von EstorfV. Mit einem Serie II. Tom. XII. 4 Bona. Hassot. Pericaud. Scarpellim , Direltore. CflAMPOLLIO^- FlGEAC. J. B. Biot. Carrara Volpicelli. Gould. Paoli. Wieselir. ESTORFF v\\ r LtlaSM von iti Tafeln uml eincr illuminirlen archaologiselien kartr Hannover. lSjii, i \ol. 4-° ol>l. Kiii/.ir abriss der Faroilieogeschichte i, .\." IVnaua Theatergebaude und Denkmaler ilcs I'ulmenwesens bei den Gricchcn und liniiH'rn : \on Friedricb Wieseler. Mil i/\ kupferlafeln. Gultingen , 1 85 1 | l vol. fol. lig. Pom "^Iciiioii-c Sttr les Ircinblemcnls de lerre ressenlis dans la peninsule Turco- llellcniquc el en Syrie ; par Alexis Perrey (Extr. dn Tome XXIII des Mdmoires couronnds el Memoires des Savants etrangers de I Aca- demic Ho) ale de Belgiquc ). 4-" Xole sur les tucmblemenls dc Icrre ressenlis en i84o, suivie dun sup- plement pour 1847 * uSi8 ( Exlr. du Tome XMI, N." 3, des Bul- letiru dc /Academic Roy ale de Belgiquc). 8.° Note SUT on bruit entendu a Dijon ; par Alexis Perrey (Extr. du Tome X\ II, Y" 8, des Bulletins dc V Academic Royale de Belgiquc). 8." Lisle des Ircinblemenls de lerre ressenlis en 1849, avec supplements pour les annces anterieures; par M. Alexis Perrey ( Extr. des Me- moires de V Academic des Sciences , Arts el Belles- Lettres de Dijon. \11ncc i8jo ). 8." Sor ['observation des tremblemenls de tcrre , par M. R. Mallet; traduil par M. A. Perrey (Extr. de V Annuairc me'te'orologiqiie dc la France , annee i85o). 4-° i.iiii,. Monograph of the fossil squalidae of the United Slates; by Robert W. Gibbet, Philadelphia, 1848-1849, /\.° fig. New species of Myliobales from the Kocenc of South Carolina, with Other genera nol heretofore observed in the United Slales ; bv Robert \\ . Gibbes. Philadelphia, 1849, 4." fig. \ .lohn L. Le Conic. 4.' lig. Descriptions of North American Coleoplera , chiefly in the cabinet of J. L. Lc Conte; by S. S. llaldcman. Philadelphia, 1849, 4»° ng- Cryptocepnalinanun Boreali-Amerioae diagnoses cum specibus novis musei Lccontiani. Auclorc S. S. Haldeman. Philadelphiac . 1849, 4° "g- H>iprw»t \\\n licusion of llie North American Tailed-Bali aehia , \\illi descriptions of new genera and species; l>v Spencer F. Bairdt. Philadelphia, 1*849 > Essai sui' les terrains supcrlicicls de la vallee tin Po , aux environs de Turin, compares a ccn\ dn bassin JIcKcliqiie, par MM. Ch. Martins et 1$. (lastaldi. "Sersailles, 1849, \" avec une carte. Description de quelques nouvelles espcces dEchinides; par Hardouin Mi- elielin ( Exlr. de la Ee\'ite et Magasin de Zoologie. Janvier i85i. N.° 3). 8." % Ucune osservazioni analomico-lisiologiche sttgl' insclli in generate, ed in parlicolare sul bombice del gelso ; del Dott. F. De-Filippi ( Estr. dal Vol. V degli Annali della R. Accademia d ' Agricoltuva di Torino). 8.° fig. Lellre de M. Libri a M. Barthelemy Saint-Hilaire. Londres, i85o, 8." (lorrispondenza scientifica in Roma. N.° 26 del a/f aprile i85i, 4-° Application de 1'analyse a la geoinetrie ; par M. G. Monge. 5.e edition, revue, corrigee et annotee par M. Liouville. Paris, Bachelier, i85o, 1 vol. 4-° rlistoire des revolutions de la philosophie en France pendant le moyen age jusqu'au seizieme siecle , precedee d'une introduction sur la phi- losophic de lanliquile et de celle des premiers temps du Christianisme : par le Due de Caraman. Paris, i845-i8/|8, 3 vol. 8.° Eludes critiques de philosophie, de sciences et d'histoire; par le Due de Carainan. Paris, i85i, 1 vol. 12.0 Das Konigreich der Langobarden in Italien ; von Alexander Flegler. Leipzi", 1801 , 8." Le repos du monde. Projet Auguste Fabius , 011 plan pour l'amelioralion da sort des ouvriers en general , fonde sur les principes de l'ordre , du travail et de Peconomie. Lyon , i85i , 8.° Mi inoires sur la Digitaline ; par MM. Homolle et Quevenne. Paris . 1 85 1 , 8." Breve istruzione sul calcolo degl' interessi e sulle relative formole alge- briche , con applicazioni a pratici problemi ed esempi di D. Marianini. Torino, 1 85 1, 8.° Atti della provinciate Accademia delle Belle Arti in Ravenna, di un quin- quennio dal i838 al 1842. Ravenna, 1843 , 1 vol. 8." Tavole analitiche pel corso di storia naturale durante l'anno scolastico B\IRHT. MaBTIIM c ClSTALDI. MlCllEUV De-Filippi. Libri. I.a Direzio>e i.iocyille. De CaRama*. Flegler. Fabils. Homolle el Qceven>t. MtBMMM. «:»rpi. O.iMI >ri \'Mi VUllo ■ imi riwi n i - Ilium ..>> v » miv. »»»r. Mn ..'i >»t »v>| M . II »M\ \\\ III |ft5o .'« i . ml um> ili-;;li .illu-u ilillr rl.i-M Mi|>i'iii1 8 SulU n-i'lii i.'ur .il;;iluii.i ill liiliuir MJWWUOUJ , uolii ml rig P. I'.-iiili y I -.U llftfiil tntUtli i/» ."> -hltClHtttltfu- IumUji, I S.'i I M.uniuli- ill iluinw.i .i|>|>lii.il.i alii' ill 1 1 . ml DoU I ,i> \m.uui> SohfWQ \ i>l I loriini , i 85 i . Kekuioiir uVllu ('otiiiuissionr1 pi-r il inonuinoiilo in uu-inoiw »l«l MaMN iiinu> K, iiuo Vii;imi> isiiiintii eon LiogM *U-IU .u dtcvmlu-f iS>.- Potum . 1 85 1 . B \mvLi. (lie lnili:;iii M-linuVit ili-i 1\iIm-h /inn iislt'u M.ilr III) li ruiultiAti' ^.iliinil ilor Mil. \ .'hvm"Ii I I'KfM'l.'liii;; . lu t .ill-.;;r:;>l>ill \mi V I l ICill lili S|»iop>l I oi|w >- . i 85 i . 8 li.n-.iill.i ililli- QMTQ mitimi, »vti MUlOtMIOIU e ivn l.i :;uiut.i diu^oim-nti uii-ilili. ill UosSMldru Kiluii I'lm-roto , i85l . i m>1. 8k* lij; IV liiilliii'iiiv tin >lr.ilun- SUV 1 Vm'ivuv IN pluMi'iiis |>ivtrvMotis , Mi- nimi-,- ill- M ( li .1. I\ Gutob ilu \ ill.uiU million Stnuhoara, 1848, 8 liitniiliirlion ,'i l.i aooltv^tti ppuicwlc, mi roiiMil, i -,ilimi> Mir ItfS t,it,l;iiut\\ ill- l.i mituiv dan- l.i ivnsUlulimi ilu iv;;m' iiiiiuuil . |'.u II Milne I .Iw.lliU I. |>.ll(l,' (imIhiI. lft5l, i u>l I ■ Of \\ Mill;, III', >'- Olll Vl'lli.l. Ul.l . Vlll.l l,;l , 0 iVl'.llll.l I Mil .1 iLlvMi.l Lisbon, iS|.> i85o, 8 *ol ft.* li:; CftlalogUV ilu Musit- il'ltisloilY1 luilmvlli' ill- la \illi- m I illr 1*001 11 Viiiiii.iuv mxiiiilui - . )>.u .1 M.ui|ii.ul I illc. i85o, i >i-l ■ Sllll'iM ii;ini- ili'llo IIMMllMUUV 6 ili'l \i>l»-.llil, -.Itulti" •.|>< i korini l i'M fossil) ili'l N i"i nil', in. < V'l.i .i;;;;iiii l.i .lili' i .uimiIii cir i.mu Mlllji UttV login Ml. Hi;, r. itii ,i ili-lLi liOiMil* . «l,'l riX>lV*MMi I ai i' .. Vim t tiillM|>|'i' Mriu-^liuii I lll.l. i 1 lM.lll.>;,l .l|i|||(|lll'. IV 1.1 MlVllllllIU- Mlll.llll-. ll lli'M'l l|i|ll>ll lit' )>lll mi in--. l.uniiN u.iiixilli n il,- ivlir MiliM.ii. r , I MM M llii;.u,i I'.niv , li.i|.|..ul Mil nil Mi uuuh' il,- \1 Hi u.l iiililnli- i Hull- I'liNl.iU.i^i.niliiiiit,- IK- l.i vli i>ii(i.inr Mill.iUi-, >ii «lr |i|iiM<-ui> l,>iiur> umiM'llcv iM iviu- Mil.vi.uuv. (.A>iuuiiss«iir$, MM r>.n.l.iui DulVonoy, ropiioitcui nn ( Extr. ties Comptes rendus des seances de I Academic des Sciences de I fristitut dc Frame. Tom. \\\l. Nance du 5 aoilt i85c> ). .{.' Kecherches sur la composition inineralogierue et chimique des roches dans les Alpes du Daupliinc : par M. Loi-y (Extr. du Bulletin de la Socute de Statistique ). Grenoble, i85i , 8. Liste alphabetize des Saints dont les noms figment sur les monnaies et les mereaux du moven age; par M. A. de Longperier. Paris . 1 85 1, i6.° Trasformazione di un prodotto di n fattori : nola del sig. P. Tardy (Estr. dagli Jnnali di Scienze matematkhe e fisiche, pubblicati in Roma). Roma , 1 85 1 , 8." Resume succint des experiences de M. Anatole de Caligny. sur une branchc nouyelJe de lhxdiaulique ( Extr. du Technologiste ). Paris. 8." fig. Communications recues de M. le Cher. De Paravey . sur divers sujets relatifs a 1 histoire des xege'taux; par M. Ch. des Moulins (Extr. des A'.tes de la Socie'ie Linneenne de Bordeaux, Tom. XVII, i.'" livr ) s: fig. Prose artistiche e letterarie del Conte Alessandro Cappi. Parti due. Rimini. i84ii«Mri» Lezioni di gconietria descriltiva, con note contenenti i principii delta geo- metria superiore ossia di derivazionc, e parecchie regole per la mi- sura delle arce e dei volurai; di Giusto Bellavilis. Padova , 1 85 1 , i vol. 8.'' (ig. ittrn Lettre de M. Libri a M. Barthclemy Saint-llilaire. Londrcs, i85o, 8." Lettre de M. Libri a M. le President de 1'Instilul de France. Londres . ■ 85o, 8.° Un nouvel episode de lalfaire Libri, on leltre a M. le Directcur du journal V Athenaeum ; par Achille Jubinal. Paris, i85i , 8." Encore une letlre inedite de Montaigne , accompagnee d'une letlre a M. Jubinal, relative aux livres imprime's et manuscrits , aux auto- graphes et aux divers fragmens precieux qui ont ete soustraits \\ dif- ferentes epoques de la Bibliothwpie nalionale de Paris , et qui se irouvent en Angleterre; par Fr. Lepelle de Bois-Gallais , avec un fac- •.iinile. Londres, i85o, 8.° K,n,r Heuxieme notice sur quelques monnaics de Savoie inediles; par M. Francois Rabut ( Extr. des Mc'moires de I' Academic Rojale de Scwoie, Torn. TT. j.' serie). 8." (ig. k»»s«oi ti. Observations et reflexions sur des vers engendres dans l'interieur de nos tissus; par II. Kidinhollz. Montpellier , 1828, 8.° \ristote et Pline , tableaux peints par M. Bezard. Fragmens pour servir 1 I liistoire de la Faculie de medecine de Montpellier; par H. Kiihnholl/.. Montpellier, i83a , 8." Gg. Cours d'histoire de la medecine et de bibliograpbie medicate , fait , en i836, dans la Facultedc medecine de Montpellier; par II. Kiilmliollz. Montpellier, 1837, 1 vol. 8.° Kloge de Gelse, prononcc le 19 avril i838; par M. H. Kiilinlioltz. Mont- pellier, i838 , 8.° \nalyse du disrours de ML le Docteur C. Broekx , sur l'utilite de l'liis- toire de la medecine; par H. Kiibnhollz. Montpellier, 1841 , 8.° XXXI M.inoius sur la fracture de I apophyse coronoide du cubitus; par H. Kiilinholtz. Montpellier, i84"> , 8." Samuel Boissiere, peintre de Monlpellier , an WIT siecle; par H. Kulin- holtz (Extr. de la Revue du Midi). Montpellier, i845, 8." \nal\sr du Menioire de M. Teissier, sur les etfels de liminobilite long- leinps prolongee des articulations ; par H. Kiihnholtz. Montpellier . i845, 8.° Recherches arche'ologiques sur les Druides cl les Druidesses , consideres piincipalement dans leurs rapports sociaux, chez les Gaulois; par 11. Kiilinholtz. Montpellier, 1847, 4-" IMiilosophie medicate. La medicine est-elle en possession de principes ge- neraux? Non, dit l'Ecolc Organicienne de Paris; Oli , dil lEcole Hippocratique de Monlpellier. Montpellier et Paris n auraient-ils pas egalement raison , au point de vue de leurs me'decines respectiws .' ,- par H. Kiilinholtz ( Extr. de r Echo du Midi). Alontpellier, seplembrr .849, 8.° Note sur les armes des Gladiateurs; par M. Advien de Longperier (Extr. de la Revue Jrcluhlogique , VHP anne'e ). Paris, i85i, 8." fig. Movimento delta navigazione nazionale ed estera nei porti dello Stato, e della navigazione nazionale all'eslero. Torino, 1 85 1 , 1 vol. fol. Traite ihe'orique et pratique de la methode anesthesique applique'e a la chirurgie et aux diiTe'rentes branches de Part de guerir ; par E.-F. Bouisson. Paris , 1 85o , 1 vol. 8.° De la bile , de ses varietes physiologiques , de ses alterations inorbides ; par F. Bouisson. Montpellier, 1843, 1 vol. 8.° fig. Hechcrches et observations sur quckpies varietes rares de luxations; par F. Bouisson. Montpellier, 1843, 8." Mcinoire sur les lesions des arteres Fessiere et Ischiatique , et sur les operations qui leur conviennent : par F. Bouisson (Extr. de la Gazette Medicale de Paris, i845). 8." Memoire sur les tumeurs syphilitiques des muscles et de leurs annexes ; par F. Bouisson (Extr. de la Gazette Medicale de Paris, 1846). 8." De la ligature des arteres relro-pclviennes ; par F. Bouisson. Monlpellier, 184G, 8.° Resume des prin&pam faits observes a la clinique chirurgicale de l'H6- pital Saint-Eloi de Monlpellier ( depuis le 1." mai jusqu'au 20 aoiit 1845, et depuis le 1." novembre i845 jusqu'au 28 fe'vrier i84<3). De Lo.NGrEBiEn ll. MlNISTBO DI MAB1N* , AGBln. E COMM. Bouisson. Pelcros. VOLPICELLI. FlIBI. I i. n,.y* I WT.DOM. \'\'>n\ni>LTt . H«dic\ti •COBITO MiMur WM1 Lecon ile cloture du cours de clinique, prononcee le 28 fevrier i84t>, par F. Bouisson. Moiilpcllicr, i8/|(>, 8." De la LilhotrUic par les voies accidentellcs ; par F. Bouisson (Extr. de la (•dzrtti- Medicate de Paris , annre 1 849 )• ^-" Mrmoire sur les fractures longiludiualcs du corps des os longs; par E.-F. Bouisson (Public* par V Union Medicale). Paris, septembre i85o, 8." De la suture iinplantee, ou recherches sur une nouvelle espece de suture destinee a reunir les plaies des intestins ; par E.-F. Bouisson (Extr. du Bulletin de I' Academic nationalc de Medecine, Tome XVI). Paris, 1 85 1, 8.° Notice sur les altitudes du Mont-Blanc et du Mont-Rose, determinees par des mesures baroinctriques et geodesiques ; par M. le Commandant Delcros (Extr. de X Annnaire Meteorologique de la France). Ver- sailles , 1 85 1 , 8.^ Descrizione della lampada elettro-dinamica del sig. Duboscq-SoleU , e in- dicazioni delle principali sperienze ottiche da eseguirsi colla medesima ; nota del Prof. Paolo Volpicelli ( Eslr. dagli Atti delt Accademia Pon- tijicin de' Nuovi Lined). Boma , i85i , 4-° "g- Lo Stato llomano dall'anno 181 5 alTanno i85o; per Luigi Carlo Farini. Tom. III. Torino, i85i, 12.0 Delle inscrizioni \ eneziane ; raccolte ed illustrate da Emmanuele Antonio Cicogna. Fasc. 20.° Venezia, i85i , 4-° RaggnagUo dell'opera intitolata : Francisci Carcllii nummorum Italiae veteris . tabulae CCII ; di C. Cavedoni ( Estr. dal Tomo XII della serie tei-za delle Memorie di religione , di morale e di letteratura). Modena, i85i , 8." Extrait de la derniere lecon du cours de physiologie fait a la Faculte de medecine de Montpellier ( 1846-47 ), sur la doctrine de Talliance des deux puissances du dynaiuisine liumain ; lecon dont robjel principal B etc la thcorie de I'etherisation ; par le Professeur Lordat. Monl- pellier , 18J7 , 8." Discours de M. l'lntendant General de la Division de Nice prononce a la distribution des prix de lecole de commerce, d'arts ct manufactures it d'agriculture de Nice, le 24 aout 1 85 1 . Nice, i85i 4-° II Severino o sia la melodica e chiara esposizione della medicina Na- poletana ; per aura del Coinmendatore I'asquale Manfrc. Napoli , 1 . 8." XXXIII Traile des maladies de plomb ou saturnines , suivi dc ['indication des inoyens qu'on doit mettre en usage pour se preserver tie I influence deletere des preparations de plomb, et de figures explicalives ; par L. Tanquerel des Planches. Paris, 1839, 2 -vol. 8.° Notice de M. Taiupierel des Planches. Paris, 1801 , 8." Programme des prix proposes par I'Academie des Sciences dc llnslitui de France pour les annees 1841, 1842 et 1 843- Paris, 1 84 1 > 4-" Theorie malhematique des oscillations du barometre, et recherche de la loi de la variation moyenne de la temperature avec la latitude; par M. Emmanuel Liais. Paris , 1 85 1 , 8.° Etudes sur lamendement des lerres; par M. Charles Calloud (Extr. des Me'moires de t Academic R. de Savoie. 2.° serie. Tom. II). Chamber \. i85i, 8.° De la disinfection des engrais el de 1'ulilisation des eaux meres des sa- lines ; par M. Ch. Calloud. Chambery, 1849, 8.° Dell' istruzione secondaria in Piemonte; per A. Peyron. Torino, i85i, 8.° Laws of mechanical notation (for consideration ); by M. Babbage. London, i85i, 4.0 Geognostiche Untersuchungen des Siidbayerischen Alpengebirges ; von Con- servator D.r Schafhautl. Miinchen , i85i , 1 vol. 8.° fig. Esame del cenno storico del Prof. Bartolomeo Bizio in relazione alia Di- spensa prima , che rivela le sue falsita di fatto e le contraddizioni con se stesso scrivendo tlelle espansioni; e alia Dispensa seconda, che espone le prclensioni del Bizio nel luglio 1 85 1 innanzi all'Accademia delle Scienzc dell'Istituto di Francia , contraddittorie a se stesse, e con falsita di date, ecc. ; del Prof. Francesco Zantedeschi. Padova . i85i , 8." Rapporto generate della pubblica esposizione dei prodotli naturali c mdu- striali della Toscana , fatta in Firenze nel novembre i85o nellT. e R. Palazzo della Crocelta. Firenze , 1 85 1 , 1 vol. 8.° Du recrutement de la population dans les petits etats democraticpies, avec esquisse historique et statistique sur I'admission d'etrangers et la na- turalisation clans la Republique de Geneve; Me'moire tpii a remporle le prix du concours ouvert en i85o ]>ar la Societe d'utilite publique du canton de Geneve; par Edouartl Mallet. Geneve, i85i, 1 vol.8.' Du pouvoir que la Maison de Savoie a exerce dans Geneve Premiere periode : Origine. Par Edouard Mallet. 1 vol. 8.° Serie II. Tom. XII. . TaK(ji EB1 1 DCS Pum III S Imitcto tii Francia. I. HI'. Callodd. Pbyboh. BVBBVGF. SCHAt'HAEL'TL. /. \.\TEDrsrlll. lL Go\EBMl Tn.icano. Mm LET ■ue. Etudes rar la formation cretacee des veisaots sud-ouest , nord el nord- oaesl tin plateau central de la Franco; par M. le Vicomte d'Archiac. parlic (Extr, ilu Tome II, a.*™' serie, des Memoircs tie la So- ciete Gdologique d<- France). Paris, 1846, 4-° fig- Deecriptioo des fessiles du gronpe nummuliiiquc recueillis par M. S.-P. Prat) ti M. .1. Deigns aox environs de Bayonne ct dc Dax, par M. \. il Ari-liiac. |." lig. \< p/uutn Note BUT Ic Patriarche Miel, retrouve dans lcs livres sacre's des Indous, el cite sous le nom de Vrihaspati; par M. lc Chev. de Paravey. Paris, i«5i, 8.° MfmrouLLi Les monuments de Carcassonne; par M. Cros-Mayrevieille. Carcassonne, i85o, 1 vol. , 8." La Molliodologie des sciences morales et poliliqucs, appliquee a la science de I'histoire; par Cros-Mayrevieille. Carcassonne, 1848, 1 vol. 8.° Memoircs de la Societc des Arts et des Sciences de Carcassonne. Tom. I." Livr. i-3. Carcassonne, 1849-1851, 8." Semestrinm ad M. Tullium Ciceronem ubri sex; scripsit Frid. Lud. Keller. VoL I. Turici, i85i, 1 vol. 8." , ,ifk.. Qoattro donnc italiane; canti del Prof. D. Luigi Cicchcro nelle nozze dei signori AJessandro ed Angela Piaggio. Cenova, i85i , 8.° \ Girolamo Gobbi-Belcredi, Piacentitno , di fresco elelto a Professore di Blosofia positiva nel nazionalc Collegio di Genova ; queste ritne con- secrate alle laudi d' illuslri suoi concitladini l'amico c collega Luigi Cicchcro offeriva pegno d'altissima stima. Genova, i85i, 8." Vnminrc magucliquc et ineteorologique du Corps des Ingenieurs des mines de Hussie , ou rccueil d'observalions magne'liqucs ct mele'orologiques laites dans I'elendue de ['Empire de Russie, et publiees par ordre de S. M. I'Emperenr Nicolas I, am frsus de la Direction generate des mines ; par A.-T. KuplFer. Anne'e 1846, N.°s i-a. Saint-Petersbourg, 1849, a vol. 4.0 **"vitmi Sopra il lenomeno che si osserva nclle catamite lemporaric di non cessar lotalmente, ne quasi lolalinenle, lallrazione fra la calamila e i!ancora, quando , al cessar dclla corrente nel filo condutlore avvollo alia cala- mila , si conscrva I'ancora ad cssa applicata; Memoria di Pietro Do- Baemco Marianini ( inserta nclla Parte L" del Tomo XXV delle Memorie delta Societh Italiana delle Scienze residence in Modena ). Modena . i85i . 4-" WW A. -I1. De Candolle, sa \ie el ses travaux; |>ar A. tie la Rive. Paris, i85f, I vol. 13." Hainayana , Poema sanscritlo di Valmici. Traduzionc italiana con nole , dal testo della scuola Gaudana; per Gaspare Gorresio. N ol. secondo deBa traduzione1, senium nclla serie dell' opera. Parigi, r85i , i vol. 8." g* Due parole sulla classificazione geologica del combustibile di Gonnesa e di allri luoghi del Sulcis in Sardegna ; del Conte Alberto della Mar- mora. Cagliari , 1 85 1 , 8." Sul progctlo di una nuova, radicale ed unica circoscrizione territoriale dcll'isola di Sardegna; del L. T. Gen. Alberto della Marmora. Ca- gliari, i85i , 4." Sulle surrogazioni ed assicurazioni militari , all' egregio sig. Direttore del foglio della Lomellina // Cittadino ; risposta dell' Aw. Achille Bartolini. Torino , i85o, 8.° Delle surrogazioni ed assicurazioni militari ; nuovi cenni dell' Aw. Achille Bartolini. Torino, i85o, 8.° Sulla proposta del sig. Prof. Antonio Fossati concernente il modo di to- gliere le surrogazioni militari prezzolate ; considerazioni dell'Avvocalo Achdle Bartolini (Estr. dal giornale la Croce di Savoia. N.' 239, 242, 245, 247-249). 8." gr. Nuova specie di assicurazione sulla vita dell'uomo; dell'Avv. Achille Bar- tolini. Torino, i85i, 8.° Breve storia d'Europa e speciahncnte d' Italia; di E. Ricotti. Torino. i85i , 1 vol. 12.0' Giudizio della Camera d'Agricoltura e di Commercio di Torino sulla espo- sizione del i85o , con alcune nolizie sull' industria patria. Torino. 1 85 1 , 1 vol. 8." Cause ed eflelti probabili della liberta d insegnamento nelle nostre Uni- versita ; di P. Caldera. Torino , i85 1 , 8." Cenni intorno alle scoperle falte nel Regno, riguardanli la Paleontologia, nel corso dell'anno; per O.-G. Costa. Napoli , r85i . 8.° Breve cenno sulle produzioni mineral] di Sardegna ; dell Ingegnere delle Miniere C. Baldracco ( Estr. dal Diztwutrio Geogrqfico-Storico-Stati- stico ecc. dei Regit Stati). Torino, 1 85 1 , 8.* Pensieri sulla consistcnza e sulla densita della crosta solida lerrestre e su alcuni fenomeni che vi hanno relazione; del D.r Giuseppe Belli (Estr in 1 \ Him ll UlNUTBO DEG1 1 M PABlIim 1 Kl ll! IIS MutMOB (Alboil.. II M. r< 11 iv KlCOTTI It Camera dAgric e Commercio *//' Torino. CALDEBA. Costa. Baldracco. HlXLI ti GtmiDi Mo, ro> > Ki.tr. ; n I. nm Bi B>>r.i li Ml! • ir. i i" am ii i. I.IBRMIIi). B«m in. WW I dal Ciornale dell' I. R. Istituto Lomhardo. Tom. II della nuova eerie). Milano , 1 85 ■ , i vol. i Monograph of ike fossil sqnafidee of the United Stales; by Robert W. (nhl.es. Philadelphia, 1848, 4.0 fig. New species of Myjiobates from the eocene of South Carolina, with other genera not heretofore observed in the United States; by Robert W. Gibbes (From the Journal of the Acad, of Nat. Sc. of Philadelphia, Vol I. 1849 )• 4° % Litter to the Rev. John Bachman, on the craestion of Hybridily in ani- mals, etc.; by Samuel George Morton. Charleston, i85o, 8." additional observations on Hybridily in animals , and on some collateral subjects ; being a reply lo llie objections of the Rev. John Bachman ; l>\ Samuel George Morton. Charleston, i85o, 8.° additional observations on a new living species of Hippopotamus , of western Africa {Hippopotamus Liberiensis) ; by Samuel George Morton. Philadelphia, 1849, 4-° ng- Report of hon. T. Butler King on California. Washington, i85o, 8.° Report to the Smithsonian Institution , on the history of the discover) of iS'eptune ; by Benjamin Apthorp Gould. Washington City, i85o, 8.° Special anatomy of the Gasteropoda of the United States; by Joseph Leidy. 8.° fig. Essaj on the classification of Nemertes and Planaria? : preceded by some genera] considerations on the primary divisions of the animal kingdom; b\ Charles Girard, 8." Recherches experimentales sue les fonctions du nerf spinal ou accessoire de W illis ; par M. Claude Bernard. Paris, i8ji , 4-° fig- Conmiissionc per il monumenlo in memoria del Magnanimo Re Carlo Alberto. I'rogramina. Torino, 1 85 1 , fol. fig. Stadi storici di Luigi Cibrario. Torino, i85i, 1 vol. 12. " Relazione del \A III Congresso scientifico Francese tenutosi in Orleans ml sellemlue 1 85 1 ; per B. Bertini. Torino, i85i, 8." I>e la reforme academique en France. Caen , 8." Relation dune promenade archrologicpie faite en Bretagne, en septembrc 1849; 1,;"' MM- l'e Caumont, C.10 de Soullrait , el G. Bouet ( Exlr. ■ In Bulletin monumental, publie h Caen, par M. de Caumont). Caen, 1 *.">o , 8." fig. Rapport \nbal sur une excursion archeologique en Lorraine, en Alsace, XXXVII Kopp .1 Fribourg en Brisgaw et dans (ruelcpics localite's de la Champagne, fait a la Societe Francaise pour la conservation des monuments , le a4 decembre 1800 ; par M. dc Caumonl ( Extr. da Bulletin monu- mental, public a Caen, par M. de Caumont). Caen, i85i, 8.° fig. Instructions de la Commission archeologitrue dioce'saine, etablic a Poitiers, adressees par Monseign/ l'Eveque, President, au Clerge de son Diocese, sur la rcstauration , I'entrcticn et la decoration des Eglises; par M. l'Abbe Auber (Extr. du Bulletin monumental, public ii Caen, par M. de Caumonl ). Caen , 1 85 1 , 8.° Xnnuaire dc l'lnstilut des Provinces ct des Congres scientifiques. Caen. 1 85 1, i vol. 1 2.° Geschichte der eidgenossischen Biinde ; von J.-E. Kopp. Leipzig, 1849, 1 vol. 8." Urkundcn gar geschichte der eidgenossischen Biinde. Herausgegeben und erliiutert von J.-E. Kopp. Zvveitcs Bandchen. \\ ien , i85i, 1 vol.8." Storia e stalistica economico-medica dell'ospitale maggiore di Cremona. Libri tre, di Francesco Robolotti. Libro primo - Parte storica. Cre- mona , 1 85 1 , 1 vol. 8.° On the preservation of the health of women, at the critical periods of life; by E.-J. Tilt. London, i85i , 1 vol. 12.0 On diseases of menstruation and ovarian inflammation, in connexion with sterility, pelvic tumours, etc. affections of the womb; by Edward John Tilt. London, i85o, 1 vol. 8." Osteografia di un Mastodonte angustidente , illustrato dal Prof. Cav. Eugenio StsMooBi (Eogemo,. Sismonda (Estr. dalle Mcmorie delta R. Accademia delle Scienze di Torino, Serie II. Tom. XII). Torino, i85i, 4-° fig- Praataario di vocaboli attinenli a parecchie arti, ad alcuni mestieri, e cose domestiche , e allre di uso comune ; per saggio di un vocabolario metodico della lingua italiana; di Giacinto Carena. Parte i»" Voca- bolario domestico. Edizione 2.a riveduta dall'Autore. Torino, i85r. 1 vol. 8." Dodici figure riguardanti il dodecagono regolare inscritlo a priori nel cir- colo, la trisezione grafica dellangolo al centro, e sei diagonali di ret- tangoli corrispondcnlc ad altretlanti lati di polii;oiii inscritti nel circolo; del Barone Silvio Ferrari. Torino, i85i, fol. Bas-reliefs gaulois trouves a Entremont pres d'Aix en Provence; me- moire couronnc par l'Academie des Inscriptions et Belles-Lettres , nOBOLOTII. Tilt. C»bem. FFRRMtl. Hoi »bh Hi ClGAI I > ' ' I't Lot in w..\t "Hi i I < ■ ■« i .-» I VWMII ,i\i, notes diverses, [dandies et facsimile d Inscriptions; par M. liniianl. \ix . 1 85 1 . 8." Generate siatistica dell'isola di Tera; per J. De-Cigalla (in i.Vero mo- derno). Eirmopoli, r85o, 8." Sagfda di mannale ili ettea teologica; coinposto «la J. De-Cigalla per li Cristiani cattolici della Grecia (in Greco moderno). Eirmopoli, i85i,8." Mi ■iimiiv sur les iiemblcmenis de terre aax Ktats-Unis el dans le Ca- nada ; par M. \li\is lYrrcy ( li\lr. des Annates de la Societe a* Emu- lation, Tom. VII. a.' earner, t85o). 8.° knnoaire de l'Observaloire Royal do Bruxelles, par A. Quelclct. Annees 17.' et 18.% i85o-i85i. Bruxelles, 1849- i85o, 2 vol. 16.0 \n1111aire de 1 Lcadeniie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux- Vris de Belgique. Annees i6.c-irj.° Bruxelles, i85o-i85i, 2 vol. 12." N*ou\cllcs tables de inortalile pour la Belgique; par A. Quetelet. Bruxelles. iS',9, .{." Nouvelles tables lie population pour la Belgique; par A. Quetelet. Bruxelles, i85i>, j." Bxpose general de I agriculture Luxembourgeoise, ou dissertation raisonnee sur les meilteurs moyens de fertiliser les landes des Ardennes, etc ; («".- Henri Le Docte. Bruxelles, 1849, l v0'- ^•° Meinoire sur la chimie et la |ihysiologie vegetales et sur l'agriculture, etc. ; par Henri Le Docte (Ouvrage qui a oblenu la medaille de vermeil au concours de 1848). Bruxelles, 1849, ^" I'lancisci Sonnii , S. Theol. Doct. Lov. priini Sylvaeducensium dciiule Vntiit 'rpiensiuui Episcopi , ad Vigliuin Zuickcmum epistolac; ex cod. aulogiaplio bibl. Reg. Brux. edidil et commentario de Sonnii vita et scriptis illuslravit P. F. X. de Kam. Bruxcllis, i85o, 8." Kapport sur la carle geologiquc de la Belgique; par M. Andre Dumonl ( Extr. du Tome XVI f N.° 1 1 des Bulletins de I Academic Roy ale de Belgique). 8." Meinoire sur le pauperisme dans les Flandres , par Ed. Ducpeliaux (Cou- ronne par I' -Icademic Royale des Sc.,Lett. et Beaux-Arts de Belgique). Bruxelles, i85o, 1 vol. 8." IVospetlo cromo-litogralico confrontativo tolto dal vero dei Junghi man- gerecci (<>i junghi velenosi o sospetti i piu comuni ; del Dottore Per- tlinandn Tonini. Como , 1846, 4-" ob\. fig. Nobm iii'lalui.i e classificazioni ckiiniche seguite da un lessico storico e WX1X sinonimico chc comprcnde i nomi antichi , Ic formole , i nomi ino- derni, il noine dell'autore , e la data della scoperta dei principal! prodotti della chimica, di Ferdinaudo Hocfcr; versionc ilal franccse, con molte note cd aggiuntc del Dollorc Ferdinando Tonini. Parte t." Nomenclatura e classificazioni chimiche. Como, 1847, ' v0'- 8.° Islruzione contro il cholera-morbus c sul modo di assislere i relalivi ma- lati, a." cdizione ; del Dottore Ferdinando Tonini. Como, 1849, 8." Mcune brevi considerazioni sopra I'afliiiita chimica; dissertazione inaugu- rale che prcsentava Giuseppe Orsenico onde oltenere la laurea dot- lorale in chimica nell' I. R. Univcrsita di Pavia, nel giorno ig di- cembre i85i , 8." Dell acqua minerale fredda sub-acidulo-salino-marziale-iodurata , detta della Cornasca, in tcrritorio di Regoledo , distretto di Bellano, provincia di Como; Memoria del Dott. Ferdinando Tonini. Pavia, i85i, 8." Tavola sinottica dei generi spettanti alia classe degli insetti Arlroidignati, Spikola. Emiptera, Lnm. Latr. — Rhjngota , Fab. — Rhpwota, Bvum. : Memoria del Marchese Massimiliano Spinola ( Inserita nella Parte I.' del Tomo XXV delle Memorie della Sociela Italiana dcllc Scienze residenie in Modena). Modena, i85o, 4.0 Resume d'une suite d' observations meteorologiqnes faites sur les Pyrenees, Roiet pendant les etcs de 1848 el 1849, sur les montagnes de la Provence, pendant Tele de i85o, et sur les Alpes Franchises , pendant 1'e'te de 1 85 1 ; par M. Rozet (Extr. des Comples rendus des seances de VAca- demie des Sciences de I Institut de France, Tome XXXIII, seance du i5 decembre i85i). 4." I.liinenti di sloria naturale per uso dei Ginnasi e delle scuole tecniche superiori delle provincie Austro-Italiche ; del Dottore Rartaele Molin. Mineralogia. Vienna, i8:")2 , 8." Sulla scheJetro deWAcipenser ruthenus; Monografia del Dott. Rairaele Molin. 8.° Bg. Falsiti dim esperimenio di Matteucci; esperimenti del Dott. EUffaele Molin. 8." Sulla callosita faringea dei Ciprini ; Memoria morfologico-Hsiologica del Dott. Rallaclc Molin (Estr. dalla Puntata II del Giornale ftsico-chimicn Italiano). Yenezia, i85i,8." \niiales de lObservatoire physique central de Russie, publices par ordre de Sa Majeste I'Empereur Nicolas I. sous les auspices de M.r le Comte Mlll.lN. KCPFFRR XI. \\ rontrhcnko, Ministrc des Finances et Chef du Corps des Ingenieurs dfs mints : I'.ir \.-T. Kuplfcr. Anne'e 1848. N.' i-3. S.'-Petersbourg, 1 85 1, 4-° Compte-rendu annuel adi esse a M. le Comte Wrontchenko , Ministre des Finances; par le Directeur de L'Obserrajtpire physique central de Russie A.-T. Kujillii. Annec i85o. Saint-Pc'tersbourg , i85i, 4-° mohl Rapport iiniiuel fait a la Socie'te Asiatique dans la seance generale du 25 juin 1 85 1 ; par M. J. Mohl. Paris, i85i , 8.° Dovtaaoi Mtmoiio sur l'analogie de composition et sur quelques points de l'orga- nisatiou des Echinodermes ; par M. Duvernoy ( Extr. du Tom. XX des Mdmoires de f Academic des Sciences de Vlnstitut national de France). Paris. i,Sj8, 4." fig. D Pawn. Regno animate; per F. De Filippi. Milano, i852, 1 vol. 8." \nnales des Universites de Belgicpie , 011 recueil contenant les Lois, Ar- nics el Reglements relatifs a renseignement superieur, etc. Anne'e i844-i848. Bruxelles, i846-i85o, 4 vol. 8.° Pnui Note sur les tremblements de terre en i85o, avec supplements pour les amices anterieures; par INI. Alexis Perrey (Extr. des Mdmoires de i Academic des Sciences , Arts et Belles- Lettres de Dijon. Annee i85« ). 8.° • ceo Vnnolazioni sulla conferenza sanitaria internazionale convenuta in Pai'igi; del Dott. Cav. Benedetto Trompeo (Estr. dalla Gazzelta medica ita- liana, Anno 3.", N.' 2 e 5 ). Torino, i852 , 16.0 11 wan (ienni intorno ad 11110 stabilimento di bagni e lavatoi per la citta di To- rino. Torino, t85a, 8." i.hiuki. Descnption des monnaies espagnoles et des monnaies etrangeres qui ont eu cours en Espagne, depuis les temps les plus recule's juscpi'a nos joors , composant le cabinet monelaire de Don Jose Garcia de la Torre; par Joseph Gaillard. Madrid, i852, 1 vol. 8.", avec 20 planches. Hht.ii.,m \nlonii Berlolonii Flora ilalica, sislens jilantas in Italia et in insulis cir- cumstantibus sponte nasccntes. Vol. VII. Bononiae, i847-i85o , 1 M.I. 8.° Rrt- Cenuo sulla nomenelalura botanica s) lalina che volgare considei'ala nei suoi rapporti con la lingua italiana; Memoria di Eugenio Reboul 1 Estr. dagli Alti della Ji. Accademia dei Georgq/ili di Firenze. N..1 \WII). 8.° stiulii statistici id economici sulllstria; dcllAbatc Prof. Bernardi. Milano, i85i . 8. XI. I Giornale deile Scienze mediche della Reale Accademia medico-chirurgica di Torino. Anno IV, gennaio-dicembre i85i ; anno \, gennalo e febbraio. i85a. Torino, i85i-i85a, 8." J3ullettino delle Scienze mediche della Sociela medico -chirurgir a di Bo- logna. Anno XXII, Serie III, novembre e dicembre i85o; anno XXIII, Serie III, gcnnalo-novcmbre 1 85 1 . Bologna, i85o-i85i , 8.° « Giornale della Societa d' istruzione e d'educazione. Anno II, N.' a3-a4 ; anno III, N.' 1-24 ; anno IV, N.! 1-2. Torino, i85i-i85a, 8." Comptes rendus hebdomadaires des seances de I'Academie des Sciences; par MM. les Secretaires perpetuels. Tomes XXXII, XXXIII et Tome XXXIV, N." 1-7. Paris, i85i-i85a, 4.0 Memoires de I'Academie des Sciences morales el politiques de l'lnstitut de France. Tomes VI-VII. Paris, i85o, 2 vol. 4.0 Memoires de l'lnstilut national de France. Academie des Inscriptions et Belles-Lettres. Tome i6.% partie i.ire - Tome iq.% partie r.»" Paris i85o-i85i, 2 vol. 4." Mnnoires de I'Academie des Sciences de lTnstitut de France. Tome XXII. Paris , i85o, 1 vol. 4.0 Bulletin des seances de la Socie'te nationale et centrale d'agriculture de la Seine; compte rendu mensuel, re'dige par M. Payen , Secretaire perpetuel. a.« Serie, Tome VI, N.°s 5-8 el 10; Tome VII, N.°s i--> Paris i85i-i852, 8." Vnnales des mines, ou recueil de Memoires sur l'exploitation des mines et sur les sciences et les arts qui s'y rapportent; redigees par les In- gcnieurs des mines, etc. 4/ serie, Livraison 6.% i85o; Livraisons ■ •■-5.% i85i. Paris, i85o-i85i, 8.° Bulletin de la Socie'te de geographic 3.° serie, Tome XIV; 4/ serie, Tome I." Paris, i85o-i85i, 2 vol. 8." Memoires de la Socie'te Ge'ologique de France. 2.'"" Serie, Tom. -.«, i.4" partie. Paris, i85i , 4.0 fig. Bulletin de la Socie'te Geologique de France. 2/ Serie, Tome VII feuilles 3-5i; Tome Mil, feuilles ,-34; Tome IX, feuilles ,-4! Pans, i85o-i852, 8." Proceediugs of the Academy of natural Sciences of Philadelphia. Vol V N- 5-8. Philadelphia, ,85o-i85i, 8." Annales do la Socie'te Ento.nologique de France. Deuxieme Serie. Tomes 5-7. Paris, 1847-1849, 3 vol. 8." fig. Serie II. Tom. XII. 6 Reale Accademia Medico-Chihubgica di Torino. Societa' MEDlCO-CniRCRCICA di Bologna SOCIETA' DISTRlz E D'EDCCAZIONE di Torino. I5TITDT0 di F rancid Payen. Am.minutkazione GEN. DELLE MlNIEIU. di Francia Soc. DI Geografia di Parigi. Soc. Geologica di Francia. Accademia DELLE SciENZF Ml di Filadelfia. Soc. Entomologica di Francia. .t rv' • I Hi. H v di Boh'jMti \. CAB SMI DI Ml- HUM m.lx R I \nir..ir>' 5 T\' \> ri"l ll:l II So. it T\' .(Mini til il' >. ii >;r At Boiogiut. ' RIOM i H, I. Mcmoric della Society Medico-Chirurgica di Bologna. Vol. V, fasc. 2.° Bologna , 1 85o , 4-° P*cc< Estatntos de la Academia Espanola de Arqueologia. Madrid, 1846, Lerione proemiale, delta, all'aprirsi della clinica dclle malatlie mentali il di 10 diccinbre i85o, dal Dottor Collegialo Giovanni Slefano Bo- naeossa. Torino, lS5o, 4-" Proamnma per la scnola di meccanica razionalc e teoria delle macchine, della Regia Universita di Torino, per l'anno scolastico *85o-i85i ; del Prof. Commend. Giulio. Torino, i85o , 4- Programme per la scnola di chimica applicata all'arte del costruttore, della Regia Universita di Torino, per l'anno scolastico i85o-i85i ; del Professore \scanio Sobrero. Torino, i85o, 4-° IVngranima per la scnola di letleratnra latina, della Regia Universita di Torino, per l'anno scolastico i85o-i55i; di Tommaso \ allauri. To- rino , i85o, 4-° The Quarlerly Journal of the Chemical Society of London. Vol. Ill, IV, Y 10-14. Londc i85o-i85i , 8.° ir.T\' / -ndra. Memoircs de la Societe des Antiquaires de Norrnandie. 2.c Serie, 7/ Vol. Caen, 18/(7, ' v0'- 4-° fig- Extrait des statuts constitntifs de la Societe Royale des Antiquaires du Nord, et liste de ses Meinbres fondatenrs. Copenhagne, i85o , 8." Guide to Northern Archaeology , by the Royal Society of Northern Anti- quaires of Copenhagen , edited for the use of english readers, by ihe right honorable the Earl of Ellesmere. Copenhagen, 1848, 1 vol. 8.' Prograrama dcll'Accademia delle Scienze dell Istitnlo di Bologna pel con- cotso al premio Udini sugl incendi, per l'anno i85a. Bologna, i85i, 4- NiiMinun aclornin Acaileiniae Caesareae Leopoldino-Carolinae Naturae Cu- riosormn. \ ol. \\I guppl. ; Vol. XXII pars I. "\ ralislaviae et Bonnae , 18 j(i-i8 \- , 2 vol. 4-" tig- Observations made at the magnetical and meteorological Observatory at llobarlmi. in van Diemen Island, and by the antarctic naval expe- dition. Printed by order of her Majesty's Government , under the Mi|,i imiendence of Lieut. -Colonel Edward Sabine. Vol. I. — Commen- cing with 1841. London, i85o, 1 vol. 4-° fig- Proceedings of the Royal Society, N.°' 73-75. London, 1849, 8." Transactions of the Royal Society of Edinburgh. Vol. XVI. Part. IV. — Vol. XX. Part. I. Edinburgh, i847-i85o, Z,.1 fig. Proceedings of the Royal Society of Edinburg. Vol. II. N.0' 35-3c). Edin- burgh, i84t)-i85o, 8.° Transactions of the Royal Society of Edinburgh. Vol. XVIII , containing the Makerstoun magnetical and meteorological observations for i844- — Vol. XIX. Part. II, containing the general results of the Makerstoun magnetical and meteorological observations, with detailed tables of re- sults for i845 and 1846. Edinburgh, i848-i85o, 2 vol. 4" fig- Una medaglia in bronzo rappresentante l'efligie di Napier di Merchiston, offerta dalla Reale Societa di Edimburgo. Astronomical observations made at the Radcliffe Observatory, Oxford, in the year i845; by Manuel J. Johnson. Vol. VI. Published by order of the Radcliffe Trustees. Oxford, 1847, ' v0'- ^° Rendiconto delle adunanze e de' lavori della Reale Accademia delle Scienze. N.° 5i. Napoli, i85o, 4.0 The Quarterly Journal of the Geological Society. Vol. VII. N.M a5, 27. London, i85i, 8.° fig. Pi-ogramma di premio proposto dalla Pontificia Accademia Roinana di Archeologia. Roma, 1 85 1 , 4-" Estatutos de la Academia Real de Ciencias exaclas , fisicas y naturales , aprobados por S. M. Madrid , 1 848 , 4° Kesumen de las Actas de la Academia Real de Ciencias de Madrid, en el afio academico de 1847-1849. Madrid, 1848-1849, 2 opusc. 4." pice. Programa de la Academia R. de Ciencias de Madrid para la adjudicacion de premios en i85o-i85i. Madrid, i849-i85o, 2 fogl. 4-° Descripcion de los trabajos de escuela pratica y ejercicios generales veri- ficados en el establecimiento central del arma de Ingenieros en Gua- dalajara el ano de 1849. Madrid, i85o, 1 vol. 8." Smithsonian contributions to knowledge. Vol. I, containing: Ancient mo- numents of the Mississippi Valley; comprising the results of extensive original surveys and explorations; by E.G. Squier, and E. H. Da\is City of Washington, 1848, 1 vol. 4" fig- Atti dell'Accademia Pontificia de' nuovi Lincci, coinpilali dal Segretario. Anno IV. Sessione I- VI , i85o-i85i. Roma, 1 85 1 , 4.0 Nova Acta Rcgiae Societatis Scientiarum Upsaliensis. Vol. T\ -XIV. Upsa- liae , 1784-1848, 11 vol. 4" %• H. Society' di Edimburgo . I llllil I iniu DELL'OSSERVATOIUO R. Accademia DELLE Scienzk di Napoli. Societa' Geologic* di Londra. pontificia accad. Rom i> \ DI Abcheologia. Accademia Reale delle Scienze di Madrid. lSTITLilOSL SmTBSOHIARA ii Washington. accad. Pontificia de'ncow Lincei. R.Societa'delleSc di f'psata. M l\ S •libra >rmir M OtrtCOl n n v M II mill v ,' Imperialc !< tOI vl.l»TI H Aci IDEMM I. ' ."HI I BoMomcji Bphemertdes astronomical calculadas pare o meridiano do Observatorio da I nnrisulud de Coimbra , pan uso do inesmo Observatorio , e para o da oavegacao Portugueea. Para o anno de i853. Coimbra, i85o , i foL 4" pice Rapport d'one Commission eomposee par la Societe centralc d'Horticulture dc France BUT les moyens de propager dans les campagnes les notions les plus utiles de ['horticulture, et notamment les bons arbres fruitiers. Paris , i85o , 8." Couipie-rrndu das iravauv de la Societe Medicate de Chambery pendant les amices t848-i85o. Ghambery, i85i , 12." Statuts de la Societe Mediiale de Ghambery. 4.0 U>handlunsen der Koniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin. \us dem Jahren 1848-1849- Berlin, i85o-i85i, 2 vol. 4-" fig- Berichl fiber die zur Bekanntmachung geeigneten Verhandlungen der Konigl. Preuss. Akademie der Wissenschaften zu Berlin. Aus dem Jahren iSji) (Juli-Deccmber), i85o ( Januar-Juni) , i85i (Januar- December). Berlin , 1 849- 1 85 1 , 4 v°k 8." Bulletin de la Societe Imperiale des Naturalistes dc Moscou. Annee 1849, N." II-IV. Annee i85o, N.os I-IV. Annee i85i , N.° I. Moscou, 1849- »85i, 8." fig. Rendiconti delle adunanze della R. Accademia dei Georgofili di Firenze pel 1 85 1 c pel mese di gennaio i852. 8." Alii della Reale Accademia delle Scienze, Sezione della Societa Reale Borbonica di Napoli. Vol. V. Parte II.' Napoli, 1844, 4.0 Rendiconto delle adunanze e de'lavori dell' Accademia delle Scienze, Sezione della Societa Reale Borbonica di Napoli. Anno I-V, N.' 1-26, Anno VI, V 33r3& Amu, \III-IX, N.1 46-5i. Napoli, i842-i85o, 4.0 address of the right honourable the Earl of Rosse , the President, read .it the anniversary meeting of ihe Royal Society , on Friday, November ■ '. 1849. London, i85o, 8." The Royal Society; 3o th November 1849- 4° Oaneeb for the introduction to the reductions of the Greenwich lunar observations. 4-" Catalogue of ai56 stars, formed from the observations made during twelve rears, from 1 836 to 1847, at lne R°ya' Observatory, Greenwich. London, i84g, 1 vol. 4-° Astronomical observations made at the Royal Observatory, Greenwich, in the year 1847. London, 1849, 1 vol. 4-° fig- XI. V Natuurkundige Verhandelingen van de Hollandsche Maatschappij der AN c- tenschappen te Haarlem. Tweede verzameling; 7." deel. Leiden, 1 85 1, 4-° % Novi Commentarii Academiae Scientiarum Instituti Bononiensis. Tom. VI-X. Bononiae , 18/14-1849, 5 vol. 4° fig- Memorie dell' Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna. Tom. I. Bologna, i85o, 1 vol. 4-° fig- Programma di concorso proposto dalla Societa d'incoraggiamento di scienze, lettere ed arti in Milano. Milano, i85i, 4-° Histoire et Memoires de PAcademie Nationale des Sciences, Inscriptions et Belles-Lettrcs de Toulouse. Annees 1839-1 841 • Tome sixieme, 1.'" partie. Toulouse, i843, 1 vol. 8." fig Memoires de PAcademie Nationale des Sciences, Inscriptions et Belles- Lettres de Toulouse. 3.e serie. Tom. I-VI. Toulouse, i844-i85o ; 6 vol. 8." fig. Statuts et Reglements de PAcademie Nationale des Sciences, Inscriptions et Belles-Lettres de Toulouse. Toulouse , 1849, I^-° Annuaire de PAcademie Nationale des Sciences, Inscriptions et Belles- Lettres de Toulouse pour Pannee i85i. Toulouse, i85i, 16.0 Memoires de la Socie'te de Physique et d'Histoire naturelle de Geneve. Tome XII, 2.c partie. Geneve, 1 85 1 , 4° fig- Programma di concorso proposto dalPAccademia Filosofica Italica di Ge- nova. Genova, i85i, 4-" Programmi di premii proposti dalla Reale Accademia Economico-Agraria dei Gcorgofili di Firenze. Firenze, i85r, 8.° Mrnioires presentes par divers Savants a PAcademie des Sciences de Plns- titut national de France et imprimes par son ordre. Sciences mathe- matiques et physiques. Tomes XI et XIIT. Paris, i85i-i852, i vol. 4." fig. Memoriale delle occupazioni e de' lavori de' Socii della Reale Accademia delle Scienze di Napoli dal luglio 1849 a" dicembre i85o; descritti dal Segrctario perpetuo. Napoli, i85i, 4-" Programma pel premio proposto dalla Reale Accademia delle Scienze di Napoli su di un quesito in matematiche. Napoli, i85i , 4-" Philosophical transactions of the Royal Society of London for the year 1849, Part. II. i85o, Part. I-II. London, i849-i85o, 4.0 fig. The Royal Society; 3o th November i85o. 4° Societa1 Olandese DELLE SciENIE di Harlem ISTITDTO di Bolnt/na. SOC. D'lPiCORAGG. ni Sc. Lett, ed Arti in Milano, ACCAD. DELLE Sc. Iscriz e Belle Lett. di Tolosa. Societa' m Fisica ediStoriasati [HIE di Gincvra. Ace. Faos. Italic x di Genova R. Accademia dei Georgofili di Firenze. 1STITUTO NAZIONALF. di Frantin R. ACCAD. DELLI Si di Napn/i. R. Society' di Londra. lnlW R.XO BRITt>M< 0 iti Lottttra. ■ it Londra. VjJrid. Dl -rilRH 'vtciuf. /' 1 ( >I>m nations on days of unusual niagnclic disturbance, made at the British Colonial magnetic observatories, under the departments of the ordnance and Admiralty. Printed by the British Government tinder the Superintendence of Lieut. -Colonel Edward Sabine. Vol.I. Part. 1. ,.s;,,-,Sj, j Part II. 1843-1844. London, i85i , 1 vol. 4." Proceedings of the Linnean Society of London. 1849 , N.° 5i; i85o, V 5a 53. London, 8.° List of the Liiinean Society of London , i85o. 4-° flu- Transactions of the Linnean Society of London. Vol. XX, Part. 3. London , i85l , \." fig. Proceeding of the Zoological Society of London. 1849, ^•°' tgo-soo; i85o, N.'" 30i-ao5, 8." deports of the Council and Auditors of the Zoological Society of London, read at the annual general meeting, April 39 th , t85o. London , 1 850 , 8." Memorias de la Real Academia dc Ciencias de Madrid. 3." Serie. - Ciencias oaturales. - Tomo I. Parte 1." Madrid, i85o, 4-° fig- Kestiinen de las Actas de la Academia Real de Ciencias de Madrid en el ano Acadcmico de 1849 a i85o, leido en la Sesion del dia 11 de octnbre por el Secretario perpetuo Doctor Don Mariano Lorente. Madrid , i85o, 8.° I'rograma de la Real Academia de Ciencias de Madrid para la adjudi- caeion dc premios en l85l. Madrid, i85o, 4-° Estado del Cuerpo de Ingenieros del eje'reito, en primero de enero de 1851. Madrid, i8:m , 8." \ rehires du Museum d'histoire nalurelle , publiees par les Professeurs- Adininistraleurs de cet ctablisscmcnt. Tom. IV, Livraisons 3.e et 4-% i- % Mciimiir.N dc I'Aeademie Imperiale des Sciences de Saint-Petersbourg. \ 1. '"* serie. Premiere partie: Sciences mathematicpies et physicpies; lo„, |\.\ Lwr. 3.c et ',.c, Tom. V.», Livr. 3.e et 4-e — Seconde partie: Sciences naturelles. Tom. VI.", Livr. 4' Saint-Petersbourg, tS4g-i85o . \: fig. Memoir, s presented ;'i I Academic Imperiale des Sciences de S.'-Petersbourg par driers savants et lus dans ses assemblies. Tom. VI.C, Livr. /\.'-6.' S.'-Pet.i-sbourg, t849-l85l , \." fig. Keciu .1 des \i u s des seances publiques de I'Aeademie Imperiale des xi. vii Sciences de S.'-Petersbourg , tenues le 28 decembrc 1847 et ^ 29 decembre 1848. S.'-Petersbourg, 1849, 4" Abhandiungen der philologisch-historischen Classe der Koniglich Siichsischen Gesellschaft der Wissenschaften. Erster Band. Leipzig, i85o, 1 vol. 8.° gr. fig. Bericbte fiber die Verhandlungen der Koniglich Siichsischen Gesellschaft der Wissenschaften zu Leipzig. Jahren i84G-i85o. Leipzig, 1846- i85o , 8." Exlrait du Programme de la Societe Hollandaise des Sciences a Harlem, pour l'annce i85i. \.° Uenkschriften der Koniglichen Akademie der Wissenschaften zu Munchen. Band. VIII-IX. Miinchcn , 1824-1825 , 2 vol. 4.0 fig. Abhandiungen der malhematisch-physikalischen Classe der Koniglich Baye- rischen Akademie der Wissenschaften. IV Band, Abth. II; V Band, Abth. II-III. Miinchen, i845-i85o , 4.0 fig. Abhandiungen der historischen Classe der Koniglichen Bayerischen Aka- demie der Wissenschaften. Ill Band, Abth. II; IV Band, Abth. II; V Band, Abth. I-IIl ; VI Band, Abth. I. Munchen, i842-i85o , %• Abhandiungen der philosophisch-philolog. Classe der Koniglich Bayerischen Akademie der Wissenschaften. II Band, Abth. I; IV Band, Abth. II; V Band, Abth. II-III; VI Band, Abth. I. Munchen, i846-i85o, 4." fig. Mcmoire et Documents publics par la Societe d'histoire de la Suisse Ro- mande. Tome VI. Cartulaire du Chapitre de Notre-Dame de Lausanne: redige par le Prevot Conon dEstavayer ( 1228-1242). Lausanne, i85i, 1 vol. 8.° avec une carte. Coup-d'oeil sur les publications de la Societe d'histoire de la Suisse Ro- mande , du 26 aout 1846 au 20 join 1849. Lausanne, 1849. &•' Relazione delle ricerche fin qui praticate intorno la dominante malattia dell'uva ; del Prof. P. Cuppari , e parole dette dal Presidente Mar- chese C. Ridolfi alia Reale Accademia de'Georgofili nelladunanza del ili 3 agosto i85i. Firenze , 1.85 1 , 8." Comentari dell'Atcneo. di Brescia dall'anno 1848 a tutto il i85o. Brescia, 1 85 1, 1 vol. 8." fig. Bijdragen tot de dicrkunde uitgegeven, door het genootschap Natura Artis magistra te Amsterdam. Afleverings 2-3. Amsterdam, i85i , fol. 6a R. Societa'delle Si di Lipsia. SOCIETA' OLAKDEiF. DELLE SCIEIUF. di Harlem. Accademia Reali delle scienze di Baviera. Societa' di Stobiv DELLA SvlIIEBA ROMAaDl. R. Accademia dk" Gfobgofili di Firenze. ATEISEO di Brescia. L\ COMM. SCJfRT. DEL llllBDISO '£<>< I di Amsterdam. \ ■!' V M Sc. > in mi i di Filadrl/iii. \ UCAIM i ' un i Saami •li Bottom. \ in rti l*A\ VMVM D I " D i-nr. SmrasoifutiA tl'ajhixqttm. AHFU'IMI Jrg-ti Stoli-Cittti \l \ 111 Journal of the Acadcinv of Natural Sciences, of Philadelphia. New Sei-ies. VoL I. Part a.a-4-'; v°h u> Part. I.1 Philadelphia, i848-i85o, fig. Memoirs of the American Academy of Aits and Sciences. New Series. Vol t\ , Part II. Cambridge and Boston, i85o, 4-° fig- Proceedings of the American Association for the Advancement of Sciences, fourth meeting, held at new Haven, Conn, August, i85o. Washington c.ii\ . i85i , i vol. 8." Historical and Statistical information respecting the history, condition and prospects of the Indian Tribes of the United States ; by Henry I!. Schoolcraft Part L Philadelphia, i85i, 4-° fig. Smithsonian contributions lo Knowledge. Vol. II. City of Washington , [85 1 . i. fig. appendix I to relume HI of the Smithsonian contributions to Knowledge ; containing an ephemeris of the Planet Neptune for the year i85a; by Sears C. Walker. \\ ashington, 4-° Smithsonian contributions to Knowledge. Memoir on Neptune; by Scars ('.. Walker. Washington, 1848, 4-° Annual report of the Commissioner of Patents , for the years i84;-i85o. Washington, i848-i85o, 4 vol. 8.° Keporl of the Secretary of war , communicating, in compliance with a ■lotion of the Senate, a map of the valley of Mexico, from surveys b\ Lieutenants Smith and Hardcastle. Washington, 1849, 8.° Report from the Secretary of war, communicating, in compliance with .1 resolution of the Senate, a copy of the official journal of Lieutenant Colonel Philip St. George Cooke, from Santa Fe to San Diego, etc. Washington, 1849, &•" w'm a Map. Report of the Secretary of war, communicating the Report of an explo- ration of the Territory of Minnesota ; by Brevet Captain Pope. Wa- shington, i85o, 8.° with a Map. Report of the Secretary of Stale, communicating the Report of the Rev. R. R. Gurley , who was recently sent out by the Government to obtain information in respect to Liberia. Washington , i85o , 8.° with a Map. Report intended to illustrate a map of the hydrographical basin of the \ pper Mississippi River; made by J. N. Nicollet. Washington, 1 843, 8." Notes of a military reconnoissance ; from fort Leavenworth, in Missouri, ^.in Diego, in California, including parts of the Arkansas, del XI. IX Norte, and Gila rivers; by W. H. Emory. Washington, 1848, 1 vol. 8.° fig. with a Map. Fourth annual report of the Board of Regents of the Smithsonian Insti- tution, for the year 1849. Washington, i85o , 8.° Appendix to the report of the Board of Regents of the Smithsonian In- stitution, containing a report on the public libraries of the United. States of America , i85o ; by Charles C. Jewett. Washington , i85o , 8." Map of Oregon and upper California from the Surveys of John Charles Fremont , drawn by Charles Preuss , under the order of the Senate of the United States. Washington City, 1848 , 1 fogl. Map of that part of the mineral lands adjacent to lake superior, ceded to the United Slates by the treaty of 1842 with the Chippewas. i fogl. General map of part of Fiorida , included Betwen Cedar Keys and S'-Johns river, from Lieut. Blakes. Map. 1846, 1 fogl. Memorie dell'Accademia d'Agricoltura , Commercio ed Arti di Verona. Vol. XXIV -XXVII. Verona, i85o-i85i, 4 vol. 8.° Annali dell'Accademia R. d'Agricoltura di Torino. Vol. IV. Dispensa 4-a Torino, i85i, 8.° Relazione intorno alia malattia delle uve, Commissarii i signori Socii or- dinarii Cav. Cantu, Cav. Abbene, Prof. Delponte, Dottore Giuseppe Lessona , Chimico Borsarelli , Chimico Griseri , e Dottore Bertola , re- latore ( Estr. dal Vol. V degli Annali delta R. Accademia d'Agricol- tura di Torino ). 8.° Verhandelingen der eerste Klasse van het Koninklijk-Nederlandsche In- stiluut van Wetenschappen , Letterkunde en Schoone Kunsten te Amsterdam. Derde Reeks. Deel IV.e Amsterdam, i85i, 4° fig- Tijdschrift voor de wis- en natuurkundige Wetenschappen , uitgegeven door de eerste Klasse van het Koninklijk-Nederlandsche Instituut van Wetenschappen , Letterkunde en Schoone Kunsten. Vierde deel. Afle- vering 2.'-^.' Amsterdam, 1 85 1 , 8.° fig. Journal de l'Ecole Polytcchnique ; publie par le Conseil destruction de cet ctablissement. Tom. XIX-XX. Paris, i85o-i85i , 4° fig- Memoires couronnes el Memoires des Savants-e'trangers, publies par TAca- demie Royale des Sciences, des Lcttres et des Beaux-Arts de Belgique. Tome XXIII. Bruxelles , i85o , 1 vol. j.° Serif. II. To-m. XII. Accademia d'Agric. Comm. ed Arti di t'erona. Accad. R. di Agbic. di Torino. ISTIT. NeEBXAHD. di Sc.,Lett. edAbti di Amsterdam. Il Cow d'Istrdi. DF.LH SCLOLA POL. di Parigi. A- > vn \\ DlSclEJWB, I.VTTERE E B.-ARTI di BruxtUes. \ W Irl er cui V istruzione dovra sei"\ire. i-VH II Professore Ascanio Sobrero condepulato col Cav. Angelo SlSUOROi fa relazione intorno al merilo di una douianda sporta al II.0 Governo cial si». Erastus Marcy, diretla ad ollenero un privilegio d' introduzione in questi Rll. Stali di un nuovo melodo per perfezionare la fabbricazione dcll'acciaio. II melodo a lal fine proposlo dal ricorrente si e l'uso del gaz ossido di carbonio prodollo col mezzo di un forno gazogeno , metodo gia cono- sciuto e di cui e fatta parola nel Technologists anno 1847, Pa8- ' i"' • la ove trovasi la descrizione dei perfezionamenli arrecati dal sig. Heath alia fabbricazione dellacciaio. Quantunque cotesto procedimento propositi dal sig. Erastus Marcy non sia nuovo, osserva la Giunla, che esso peri 11011 e ancora in uso nelle poche ofticine piemoulesi, in cui si lavora I ac- ciaio , quali sarebbero quelle di Gignod in valle d'Aosta , Fourby e la Rochette in Savoia; in taluna delle cmali abbenche siensi slabditi form gazogeni, non si tratta pero ferraccio che possa convertirsi in acciaio. Per tale motivo e per la considerazione inollre che la fabbricazione dellacciaio nel nostro paese abbisogna assai di essere migliorata , al che dee senza dubbio grandemente contribuire l'abbandonare gli antichi me- todi riconosciuli imperfetti sia perche con essi ora ottiensi ferro , ora acciaio, sia perche questo non riesce sempre di buona qualita, i Com- missarii conchiudono con propon-e in favore del ricorrente sig. Eraslus Marcy la concessione del chiesto privilegio. Solo essi opinano che se ne dovrebbe restrignere la durata ad anni dieci , per non vincolare sovti- chiamente i proprietarii delle nostre oflicine d'acciaio, cui potrebbe venir in mente di adottare ancli'essi il gia conosciuto metodo del sig. Marcy . e perche questi alia perfine non ha che il merito di essersi pel primo nel nostro paese lariciato in una via non per anco da altri battuta. 4 fcbhraio. II Segrelario Aggiunto presents alia Classe un libro manoscritto col titolo : Precis e'lementaire dc Physique inviato per concorso ai premii fondali dal Conte Pillet-Will , e giunto alia Segreteria accademica il giorno 3i dicembre 1848. A questa presentazione ossei-va la Classe, che il termine fissato pel concoi"so ai ])rcmii suddttli nel programma pubbli- calo dall'Accademia spirando solamente con lullo il giorno 3i dicembre 1849 , si dee ripetere il sollecito invio del sovraccennato manoscritto Serie II. Tom. XII . s I. MM dall'isnorare I Lutore Standi aucora innanzi un intiero anno di tempo utile ; quindi per qaesta e per allre ragioni la Classe mostrasi unanimementr d'awiso, che si abbia a ricordarc al pubblico, con un apposito articolo mlhi Gazzetta ofliciale , che a norma del Programma il lermine fissato pel i-oncorso in questione e a tutio il giorno 3i dicembre .1849. Leggesi una letters dirrlla all intiero Corpo accademico, in cui la signora Baroncssa di Bkrzei.ius anmuizia la morle di suo marito, il Baronc di Bebzelius, Segretario Perpetuo dell'Accademia delle Scienze di Sto- colma, avvenuta dopo lunga* e dolorosa malattia add! 7 agoslo i8/|H. Qaesta morle , gia prima d'ora conosciula e rimpianta dall'Accademia , privb la medesima di iino de1 suoi piu illustri Membri stranieri. Leggesenc un'altra indirilla a S. E. il Presidente , nella quale il Mi- oistro dell' Intcrno annunzia che S. M. in udienza del giorno a3 s^ennaio p. p. si e degnata di approvare la conferma fatta dall' Accademia del signor Barone Gioanni Plana nella carica triennale di Vice-Presidente. Conseguentemcnle alia leltura di qaesta lcttera il % ice-Presidenle si volge .ilia Classe dirigendole per la suenunciala rielezione yiarole di ringraziamento. Dopo cio si passa alToperazione per la nomina di un Direttore della (Classe, essendo tale carica triennale spirata pel Conte Avogadro, che ne la copriva dal giorno 18 gennaio 1846; la Classe rielegge il Conte Avnr.ADRO a grande maggiorita di voti. A norma del foglio d'ordine si continua negli spcrimcnli di nomina , passando a quelle relative ai Membri rcsidenti, di cui hauvi quallro jiosli racanti. La Classe provvede ad un solo, e vi provvede nella persona del Cav. Prof. Giacinto Provana di Coi.i.ecno, Luogotenentc Generale nella EL* Armala, Senatorc del Begno , ecc. , il quale riporta tutli i voti, e vlene percib dall' Eccell.™0 Presidente proclamato Membro residenle di quest Accademia per la Classe di Scienzc fisiche e matemaliche, salva 1'ap- provazione Sovrana , da invocarsi nelle solite forme. In qucsta stessa adunanza sono nominali per via di altrcttante ballol- tazioni a Membri corrispondenta i signori: Geminiano Grimei.lt, Professore di fisica medica nell' Universila di Modcna; Giuseppe Tramontini, Prof, di inatemaiica nella suddetta Universila: Gratbloop, Doitoie in medietas, Membro delTAceademia dl Scienze , Bellc-Lettere ed Arli di Bordeaux ; Vlessio Piiiiuy , antore di varii scritti sulla fisica del globo ; Gioanni Maria Bancai.ari (dell'ordinc delle Scuole pie) , Professore di fisica nell' Universita di Genova ; Bchseh, di Marburg, Professore di chimica ; Barone Gioanni Guglielmo Lubbock, di Londra ; Edmonds Buissiek, Membro della Sociela fisica e di scienze nalurali di Ginevra ; \nlonio Cima, Dollore in medicina, Prof, di fisica nell I nivcrsita di Cagliari ; Conte Benedetto Da-Campo, Naturalisla, Membro delf Accademia di Agricoltura , Gommercio ed Arti di Verona; C Marignac, Prof, di chimica a Ginevra. Finite le operazioni per le sovra riferile nomine I'Accademico Cav. Gavalli legge una sua Memoria intitolata: Cenno sopra una nuovaarti- glieria di campagna, Memoria che gia trovasi stainpata nel Toino \1 . pag. 319. 25 febbraio. Nello spoglio della corrispondenza si fa particolare lettura di una letters del Ministro dell' Inlerno , nella quale si annunzia che S. M. in udienza del giorno 10 corrente febbraio si e degnala di approvare la nomina del Cav. Prof. Giacmto Protawa di Coli.kgxo a Membro residente della Classe lisico-malemalica di quesla R. Accademia delle Scienze, la quale nomina era slala fatta dalla Classe predetta nella precedente tornata. II novello Accademico, presente a quest' adunanza, indirizza ai Colleghi parole di 1 ingiaziamento , e di desiderio di poler concorrere ai lavori della Classe. Si legge poscia una letlera circolare unila a due stampati , trasmessi al Presidenle dal sig. Bartiiki.emy de i.a Pommaiiaie, di Marsiglia, il quale a nome suo e del sig. I!oeh\ propone all'Accademia nostra di piender parte a una sociela per azioni, la quale intende di trasporlare dall' America del Sud e naturalizzare nella Francia meridionale, nella Sardegna, e pat si allini il Lama e I' Alpaca, animali asserili utili all agricoltura, all' indusli ia e al commercio. II Presidente prega il Collega Generate Alberto dellJ Mabmora, come piii specialmente pratico del suolo della Sardegna , di prouder in esamc lc suddelic staiupe. c dare nella prossima adunanza il mo .i\-\isi> intorno alia proposizione del sig. Bahthblemy, II Barone Flaw eomunica una lcttera scrittagli da Washington il 26 dicembrc p. p. dal sig. Bache, colla quale gli si annunzia una singolare .lniilicazione del telegrafb eleltro-magnelico al pcndolo astronomico e al cannocchiale meridiano o cquatoriale , roediante la quale applicazione I istante di 1111 fenomeno celeste verrcbbe a dcterminarsi con una non piu udita prccisione, in quanlo che al concorso della vista c dell'udito , adoperati nel metodo sin qui usato dagli Astrononai, vien sostituito il concorso della \ista e del tatto, le cpiali due scnsazioni hanno tra loro una conncssione piu intima e piu pronta. Autore di questa curiosa ap- plicazione si e il sig. Walker , uno dcgli Ingegneri che danno opera al levar di pianta le cosle marillime degli Stati Uniti. Dopo tutto questo il Conte Avoc.adro legge : Troisieme Me'moire sur volumes atomiques. Determination des nombres afpnU aires des diffe- rrnts corps ch'incntaires , par la seule consideration de leur volume ato- mique, et de celui de leurs composes. Questa Memoria e stampata nel Tomo XI. pag. a3i. 1 1 marzo. L Vccademico Cav. Giacinto Provana di Collegno , in luogo del Conte Alberto della Maivmora assente da Torino, fa relazione intorno al progetto comiuiicalo all'Accadeinia dalla Societa Marsigliese, rappre- sentata dai signori Barthblemy de la Pommaraie e Eugenio Roehn, quello cioe di naturalizzare nella Francia meridionale , nella Sardegna e paesi cnnsimili il Lama e 1' Alpaca. Nel parcrc si conchiude potersi rispondere alia detta Societa , che i icntativi sin qui fall: in varie parti d'Europa per introdurvi ed alle- >'ini i Lama e gli Alpaca, avendo dalo risultati lusinghieri rispetto alia naiuralizzazione eil alia riproduzione di cotesti ruminanti lanigeri dell'A- merioa equatoriale , »: da desidcrarsi che allri tentativi ben condolti fac- eumo iigualmente conoscere se le altre qualila , incluse quelle relative al peto o lana, non vadano alia lunga soggette a delerioramento, per effelto del dime , delTalimentO, ecc. ; c nel prohabile caso di riuscita soddisfa- ientc potersi benissiroo credere che luoghi opportuni a tali ruminanti si IJI trovino in varie provincie doi Regii Stati , nellc Alpi, ncll'Apennino. e nelfisola di Sardegna. La Classe approva le sovra riferite conclusioni del parere, anzi inforcnala dallo stesso Accademico relalore , che il Ministro dell'Agricoltura e del Commcrcio debbe di gia aver intavolato qualche pralica relativamentc a questa bisogna , e potergli consegucntemenle riuscire gradita la comuni- cazione del predetto parere, di coraune accordo delibera, che gliene sia trasmessa copia. Fl Cav. Mosca, condeputato col Conte Avogadro, legge il parere sul ricorso del macchinista Masserano e socii , i quali , esponendo di aver gia depositalo i modelli di due distinti meccanismi del loro sistema pri- vilegialo di locomozione sulle strade ferrate, chiedono ora di essere dispen- sati dalla deposizionc del modello del terzo meccanismo, la cui costruzione importerebbe troppo grave dispendio di danaro e di tempo, e di potervi supplire col disegno in litografia unito al ricorso ; le conclusioni del parere sono favorevoli ai ricorrenti , ma loro impongono la condizione , che fra un anno al disegno , che ora presentano , ne sostitiiiscano nn altro mi- gliore , cioe piu particolarizzato. Da ultimo l'accademico Cav. FjAVAlli legge: Memo ire sur les canons sr chargeant par la culasse: sur les canons raje's et sur lew applica- tion a la defense des places et des cotes. Questa Memoria non trovasi stampata nei Volumi accademici , stanteche TAutore 1' ha letta a titolo di somplice comunicazione alia Classe. 15 aprile. Leggesi una lettera . in data i5 marzo ultimamente scorso, in cui il Ministro dell'Agricoltura e del Commercio ringrazia il Presidente dell'Ac- eademia per la fattagli comunicazione del rapporto intorno alia proposi- zione della gia nominal a Societa Marsigliese, relativa alia naturalizzazione in questo nostro paese dei Lama e degli Alpaca deH'America ecniatorialr. Fl Prof. Ascanio Sobuero, condeputato col Cav. Cantu', fa relazionr su una Memoria manoscritta presentata all'Accademia dal Prof. Francesco Sf.i.mi , ed inlitolala : Monografia sulfa crislnllizzuhilita della soluzione I. til del solfato di .until. Quesla Monona tende a far vedere quali sono le . -.pii.li/.ioiii , Belle quali la soluzione satura a caldo di solfalo di soda, ri- eon di cirifltelHlMlT malgrado il rall'reddamenlo , e quali sono quelle chr vsJasno ad aiinullaiv sillatte condizioni., cioc a rompere il riposo, e liner/ia della soluzioue , t ad obbUgaria a eristallizzarsi. L'Autore non e il prinao a fare simili indagini; ma con nuovi espe- rmnnti irionM perft a dare ima piu ragionata spiegazione del feuoineno. Per Innao tempo si tenne come cosa provata, che la pressione aluosfe- nca e l'urlo meceanico fossero le condizioni essenziali alia cristallizzazione del solfato di soda; ma i risultanienti di varie esperienze dimostrarono che iie la piessione attnosferica, ne lagilazione, come falli isolali e di- ^tinli , bastano a produne la cristallizzazione del sale. Parlendo da queste nozioni , ina variando gli esperimenli rispetto alle forme , alle condizioni di salurazione , di temperalura, e di pressione almosfericaj il Prof. Selmi unwise a rilevaic i." Che il grado di salurazione della soluzione influisce nolevolmeiile sulla tendenza alia cristallizzazione , cosicche se una soluzione di parti eguali d'acciua e di solfato di soda poo sotto la pressione almosferica or- dinaiia lailicddarsi senza cristallizzare , quando una tale soluzione facciasi piu concentrata , depone dapprima cristalli ad otto equivalent d'acqua , i quali diventano centri, donde il movimento di cristallizzazione si irradia poi a I ul ta la massa. 2° Che quella soluzione, la quale rimane inerte allorche non puo is.iporarsi , posta in conlallo dellaria deposila piccoli cristallini la ove I fvaporazione comincia ad aver luogo , dal qual punto il fenonieno pro- pagasi poscia a tutlo il liquido; dal che pare polersi inferire che se 1 olio ■ Il m ■im-iitina ni'llo spei'nnento di Gay-Lussac impedi la cristallizzazione, la impeili ostando all'evaporazioue del liquido ed alia formazione dei primi cristallini , che doveano scrvir di centro. 3." Che la temperatura esercila anch'essa la sua azione sul fenomeno in discorso , per modo che soluzioni, le quali non crislallizzano a qualche grado sopra lo zero, si rappigliano in cristalli a piu basse temperature. 4-° Che l'urlo meceanico di una punta delcrmina la cristallizzazione la "pm- la ribrazione si fece prima sentire, il movimento crislallino esten- dendosi qnindi, come da dn centro, all' inliera soluzione. urn 6 maggio. Lcggesi una letters della Dirczionc del giornale il Saggiatore , colla quale si annunzia I'invio in dono all'Accadeuiia delic dispense del sud- detto giornale venule in luce fino al giorno 26 aprilc , e si fa facolta all'Accadcmia di far rilirare presso la tipografia Fkrhhio e Franco le dispense, che si stamperanno in seguito. II Segretario Aggiunto, Prof. Eugenio Sismorda, legge la Notizia Storica dei laVQri fatti (/alia Classe fisico-matematica nel corso del- lanno 1847. Fssa e stainpata nel Volume X , pag. li. 20 raaggio. Si leggc la Monografia sulla cristallizzabilita della soluzione di sol- fato di soda, presentata alTAccademia dal Prof. Francesco Sei.mi, ed intorno alia quale una Giunta accademica gia avea fatto favorevole rap- porto nell'adunanza del giorno i5 aprile. Coteslo lavoro e stampato nel Volume XI, pag. 325. Quindi TAccademico Prof. Ascanio Sodrero legge una sua Memoria fatla in sociela col Prof. Sei.mi predetto, avente per titolo: Delfazione del cloro sui cloruri metallici in presenza del cloruri alcalini ; essa tro- vasi inscrila nel Volume XI, pag. 345. Da ultimo il Cav. Cavai.i.i legge : Espcvienze sulla forza di tiiamento del cavalli, e sulla direzione delle tirelle. Anche cpiesto lavoro e gia stam- pato , e lo e nel suddetto Volume XI , pag. 469. 10 giugno. 11 Prof. Ascanio Sobrero , condeputato col Conte Avogadro , riferisce intorno al merilo dei perfezionamenti arrccati dal sig. Ignazio Boc.gjo , gia Saggiatore al marchio di Novara, alia macchina del sig. De He>m\ per l'amalgamazione delle teire e delle cencri aurifere od argentifere. In questa relazione i Commissarii fanno osservare che i perfezionamenti mtroilutlt dul sig. BoGGK) nei inolini di amalgamazione sono fondali sul principio di inoliiplicarc il contatto Cra il inercurio e le terre aurifere od uil'eiT . primipio chc puo benissiino condurre aUolleniniento dello acopo in inira : 111:1 essi si aslengono dal pronunziare 1111 giudizio definilivo sulT importaata ili'i Bovraceennati perfegomuaenti, perche a tal iine uopo larahbe , che per via di csperhnenti comparative venisse prima dimostraio .In meroe gli apparecchi proposti dal sig. Boggio l'ainalgamazione riesce piii pronta e pin compiuta chc non colla inacchina del sig. De Henmh. 1 fiwnnusfiarii pertanto coiuliiudono con propone, chc il Minislero faccia insiiltiiic in qualche minicra aurifera od argentifera , od in qualsiasi allro Inogo . che I Auiore stesso giudichi opportuno, i gia nominati esperimenti comparativi, dal cui lisullaincnto solainente potrassi apprezzare al suo ginsto valore I invenzione in questione. 11 Pro£ Ascanio Sobreuo legge un suo lavoro falto in societa col Prof. Francesco Sll.:.u , intiiolalo : Memoria interna ai prodotti della reciproca decompatizione degli aoidi soljuroso e solfidrico ; e stanipato nel Vol. XI. IS luglio. 11 Counuendatorc G111.n1, condeputalo col Cav. Botto , fa relazione intorno ad una domanda sporia al R.° Governo dal sig. Luigi Emanuele kt di Bruxelles, per un privilegio d" importazione in questi RR. Stati di un uicccanismo inservienle a sgusciare ed imbianchire il rise II Relatore ebbe la ventura di esaminare i modelli di quest' apparecchio neH'autunno dell anno 1847 ne"a circoslanza della generate esposizione dei prodotti dell industria del Bclgio, e di vederc le inacchine slesse in i/innr ih'i inolini a vapore di Moseidwek-S'-Jean-lez-Bvuxelles, oltre ad nn modello operante dclle medesime macchine, ridotto al lerzo del vero, ipii recall nel 18-jS da due agenti dell' inventore sig. Houyet. Appog- giandosi pertanto ai snenunciati documenli, non che alia descrizione dei meccanismi ora presentati dal ricorrente, l'Accadcmico Relatore fa osser- \are alia Classe , che quesli dilhiriscono essenziahnente dalle nosUe pes te da riso, dalle anliclu' />////<• da fiso e da orzo, e dal jrantoi da ccci •' da I ■ ■■ : paasa poscia in rivisla i varii vanlaggi, che risultano dalla bore dispoSsiozM di cotesto uieccanismo , quali sarebbcro qualche • npannw di tempo nell opera/.ione , prodotti di assai piu bella apparenza LXV che non quelli ottenuti cogli antichi molini a pestelli, minori scapiti per riso franto o schiacciato, comoditi nell'uso cli tali nuove raacchine perche occupano un sito di gvan Iunga minore dclle antiche ccc. Quindi senza entrare in discussione sui diritti, che possono conipetcre al sig. Houyet inventore del sistema in questione , e titolare di un brevetto di quindici anni nel Belgio, ne su quelli del sig. Beniamino Roy di Vf.vay, domici- liate a Torino , e costruttore dei meccanismi slessi, limitasi ad affermare che 1' introduzione e la diilusione di questo nuovo sistema di brille non pu6 a meno di tornar utile all'industria ed al commercio del nostro paese, e conchiude dichiarando, che la domanda di privilegio del sig. Roli.et merita di essere favorevoltnente accolta. 18 novembre. Tra i molti libri inviati in dono all'Accademia dai rispettivi Autori , e di cui il Segretario Aggiunto fa la consueta presentazione , la Classe ammira particolarmente la collezione in dodici Volumi di tutte le opere di Washington, e quella in dieci volumi di tutti gli scritti di Beniamino Franklin , l'una e l'altra pubblicate ed annotate dal sig. Jared Sparks di Cambridge nel Massachussets, e dal medesimo generosamente mandate in dono all'Accademia per mezzo del sig. Niles, Incaricato d'affari per gli Stati Uniti d' America presso la Corte di Sardegna. Si leggono molle lettere , tra cui una dell'Arcivescovo di Tai'so, Nunzio Aposlolico a Torino , nella quale questo Prelato ringrazia l'Accademia pel parere emesso sulla domanda del sig. Ministro del Commercio e Belle Arti del Governo Pontificio intorno al piu conveniente modo di collocare conduttori metallici a difesa delle due colonne cocliti Traiana ed Antonina esistenti a Roma. Quindi con parole di grandissimo rammarico il Presidente annunzia alia Classe la morte dell'Accademico nazionale non residente il Prof. Cav. Gio. Battisla Magistrini , awenuta a Bologna il giorno 2 corrente no- vembre. In seguito il Prof. Angelo Sismonda , condeputalo col Prof. Sobrero, riferisce intorno alia domanda presentata al R.° Governo dai sig.' Lorenzo Serie II. Tom. XII. 9 I.XV1 r.iv.u i\, c Dottore Pielro Gatti, onde ottenere un privilegio per un par- lioolare loro niclodo di coinertire il lilantrace in cook. Dalle carle unite al ricorso risullando ai Commissarii , che il Ministro i \-ricollura e Commercio gia interrogo su quest' argomento la Camera ■ il Commercio di Genova, e trovando assennatissuno U parere euiesso dai M.-mliri delta medesima, lo adottarono , e concliiusero quindi potersi ac- conlare ai signori Cinqlin e Gatti il chiesto privdegio, ma colle mede- siiih condizioni proposte dalla delta Camera di Commercio di Genova, che sono le segucnii : i ." Doversi ridurre la durata del privilegio a soli cinque anni , e cio sulla considerazionc che i ricorrenti non sono gli inventori del melodo, e dob hanno a soffrire gravi spese per attivarlo. a.0 Doversi fissare il termine, entro il quale dovra venir eretta lof- Bcina, onde metterc ostacolo al possibile mercimonio dellacquistato diritto ill privilegio. 3.° Doversi infine far osservare ai ricorrenti , che la concessione di coirsio privilegio non deve nuocere all' importazione del cook nei RR. Siiiii , iu: far tacere i diritli , che altri per avventura gia avesse per la medesima industria , od iuipedire che in avvenire si possano stabilire nei KR. Slali olhcine per la fabbricazione del cook, con metodi pero non identici a (piello, tli cui e qui questione. 16 dicembre. II Cav. Cavalli, a nome eziandio del condeputato Cav. .Mosca, rife- risce sulla domanda del sig. Antonio Laneri, diretta ad ottenere un pii- vilegia per fabbricare cordelline ( volgarmcnte ganze) con un telaio di ma mvenzioue. Mentre le cordelline ed i cordoncini , che trovansi in commercio , sono generalmente fatti a passamano, o merce semplici lelai da nastro, quelli del Laneri si fabbricano con una nuova macchina, la quale consiste, si (un) dire, nella rhmione di un gran numero di lelai da nastro, disposti in modo da formare un meccanismo solo, e capace, caricato che sia . ili lavorarc sen/.a che occorra il bisogno della mano dell'uomo. La (iiuiita considerando il grande rispannio di mano d'opera, che procaccia I uso del meccanismo in questione, e conseguenlemente la diminuzione in i prtzzi dei tessuli, che con esso si fabbricano , e considerando inoltre I.WII la bellezza di questi, ed il non comune ingegno dimostralo dal ricorrente nella sua invenzione , propone in favore del medesimo la concessione del- 1' iinplorato privilegio, colla sola riserva che esso non lorni a danno di chi per avventura gia vi avesse anteriormente acquistato dirilto. II Cav. Moris legge pel condepulalo relatore Prof. Sobrero il i;.|>- porto sulla domanda presentata dal sig. Gioanni Battista Bolognari di Catania , abitante a Cagliari , diretta ad otlenere un privilegio per pre- parare e smerciare anche all'estero un principio estrattivo conlenuto nel Daphne Gnidium ( dal ricorrente dello per isbaglio Daphne mezercn/n | inserviente a tingere in nero la seta, la lana , ecc. Quest'estratto attentamente esaminato dai Commissarii , e solloposto anzi ad alcune esperienze , parve loro ben preparato, facile a sciogliersi nell'acqua , ricco di materia conciante, e dotato della proprieta di preci- |)ilare in nero i sali di ferro, onde soddisfa pienamente alle promesse del ricorrente. Ma oltre alle buone qualita tintorie di quest'estratto, altre considera- zioni formano agli ocehi della Giunta un titolo per concedere al signor Bolognari il chiesto privilegio. Tali considerazioni sono , che esso fu il prime a scoprire, che nel Daphne Gnidium risiedeva un principio atto a tingere in nero , usato coi sali di ferro; che non limitandosi ad impiegare pei proprii usi la suddetta pianta , ne separo il principio estrattivo , e diede cosi al commercio un prodotto utilissimo , il quale in piccola mole contenendo quanto di utile si racchiude nella pianta , riesce per tal modo di facile esportazione ; che il Daphne Gnidium essendo una pianta comu- nissima in Sardegna, e di nissun valore, colla sovi'accennata applicaziom- il Bolognari le diede un valore commerciale, che prima non avea , e ciebbe cosi , si pub dire , la ricchezza territorial di quell' isola ; che fi- oalmente merce cotesto trovato l'arte tintoria acquista un buon succedaneo della galla di quercia , del legno di castagno ; e di ben altre materie con- cianti, il cui valore va quolidianamente crescendo. Per le quali considr razioni constando che il Boi.ogsari ha ben meritato dcll'arte tintoria , dell'agricollura , c dell' isola di Sardegna ad un tempo, la Giunta con- chiude proponendo in di lui favore la concessione del chiesto privilegio, colla semplice condizionc che egli entro il termini- prescritto dalla Le«ge stabilisca un'oflicina in Sardegna destinata alia fabbricazione dell'cstratlo in questione , da prepararsi esclusivamente col Daphne Gnidium. uxyiii 6 gcnnaio 1850. II Segretario Aggiunto presenta i lavori manoscritti stati trasmessi con tutto il 3 1 dicenibre p. p. alia Scgreteria dell'Accademia pel concorso ai pram fondati dall'Accademico nazionale non residente il Conte Pillet- \\ 1 1. 1. , il cui terminc, a norma del Programma di prorogazione pubbli- oato dall'Accadeuiia in data 23 gennaio i848, spiro appunto con tutto il giorno 3i dicembre 1849- Questi manoscritti sono in numero di otto , cioe due di Astronomia , uno di Meccanica , tie di Fisica , e due di Ghimica , distinti coi titoli c colle epigrafi seguenli : Astronomia. — Introduzione alio studio delf Astronomia ; coll'epigrafe : Immersa Delia contemplazione dei cieli la mia manic obblia le nmane misene — Histoire de t Astronomie; coll'epigrafe : Gatla. Meccanica. — Pvincipii elcmentari di Meccanica astratta per servire alt introduzione di questa scienza; coll'epigrafe: Mathemalicus dumtaxat est hie conceptus. Fisica. — Precis ele'mentaire de Physique; coll'epigrafe : A Monsieur lo Comte Pillet-Will la Science reconnaissante. — Introduzione alio studio della Fisica; coll'epigrafe: Vie piu che indarno da riva si parte Perclie non torna tal qual ci si muovo <;hi pesca per lo vero e non lia I'arte (Parad. C. XIII ) — Essai de traile ele'mentaire de Physique; coll'epigrafe , sul primo fascicolo : — Omnia disposuil (Dens) in numero , pondero ct mensura , sul quinto Ciscicolo : Paries redde omnes incodi , ct corrige totum ut sit denique opus simplex dnmtaxat et unnm. LXII Chimica. — Introduzione alio studio della Chimica; coll'epigrafe : J'ai cherche a rendrc la lecture de moo livra auasi agreable que le comportait la nature dea objeta sur lesquels il roule. — Trattato elementare di Chimica; coll'epigrafe : Oh quam incundum est naturalia phaenomena scrutari ! Tutti questi lavori sono rimessi , per l'esame , alia Commissione ac- cademica stata a tal fine nominata dall'Eccell.1"0 Presidente nelle persone dei signori : Barone Plana, Presidente; Conte Avogadro; Cav. Botto ; Cav. Giulio ; Cav. Sobrero ; Cav. Eugenio Sismonda, Segretario. Dopo cio il Barone Plana legge : Note sur la Proposition LXXI du premier Livre des Principes de Newton, la quale proposizione e con- cepita nei seguenti termini: Corpusculum extra sphericam superficiem constitutum attrahitur ad centrum spherae vi reciproce proportionali quadrate distantiae suae ab eodem centro. Questa Nota e stampata nel Volume XI, pag. 3gi. 27 gennaio. II Vice-Presidente Barone Plana legge : Note sur les Propositions LXXX et LXXXIV du premier Livre des Principes de Newton, ajant pour but la determination de Valtraction exerce'e par une masse sphe- rujue ou un segment spherique sur un -point materiel exte'rieur , quelle que soit la fonction de la distance, qui exprime la lot de I attraction. A questa lettura lo stesso Barone Plana fa immediatamente succedere quella di un altro suo scritto intitolalo: Memoire sur une nouvelle solu- tion algebrique de (equation a deux termes x" — 1=0 ; n e'tant un nombre premier. Questi due lavori trovansi pubblicati nel Volume XI, quello a pag. 3gg, e questo a pag. 4*3. I.XX II Segretario Aggiunto, Cav. Eugenio Sismonda, legge la Nolizia Sto- rica dei lavori fatti dalla Classe nel corso dell" anno 1848; essa e stam- pata nel suddetto Volume XI, pag. xli. In questa stessa adunanza il sig. L. Ferdinando De Catanei , Proles- sore di chimica nell' Universita di Pavia , e nominato Membro corrispon- dente di questa R. Accadeinia delle Scienze, per la Classe di Scienze fisiche e matematiche. 24 febbraio. L'accademico Cav. Provana m Collegno comunica alia Classe un brano di iuia lettera scrittagli dal distintissimo Geologo Elia di Beaumont in risposta ad una sua , di cui da pure comunicazione alia Classe, rela- tivamente alle diflicolta, che potrebbe presentare un Tunnel tra Bardo- ni'che e Modane , ove per mala ventura si incontrassero sulla linea del iraforo masse dacqua , od altri naturali ostacoli ; la Classe riceve con piacere questa comunicazione , dalla (male chiaro appare lavviso del gig. di Beaumont e di altri rispettabilissimi Geologi Francesi intorno alle diflicolta suenunciate, e dopo udite alcune osservazioni in proposito fatte dal Cav. Angelo Sismonda e dal Barone Plana , delibera che i suddetti brani di lettere sieno stampati nella Notizia Storica del prossimo Volume ■iccademico. Essi sono del tenore seguente: Brano della lettera di G. Collegno al sig. E. di Beaumont. u Je ne connais qu'a ses deux extremites la grande masse metamorphique des alpes Cotiennes, savoir au Gabbier et au Mont-Cenis; \ous savez combien ces deux localite's presentent de masses gypseuses . 111 Mont-Cenis surtout plusieurs de ces masses paraissent avoir disparu )>our donner lieu aujourd'hui a des entonnoirs plus ou moins considerables. Si je juge de la composition du massif interme'diaire par celle de ses ex- tremites il doit etre possible , et peut-etre probable, que le grand tunnel de 12 kilometres rencontre soit des masses de chaux sulfatee , soit des fentcs-chemine'es ayant servi de passage aux gaz qui ont modifie les cal- caircs preexistants. Dans le premier cas la chaux sulfatee sera-t-elle hy- ° ». L' Eccell.'"0 Presidente annunzia alia Classe, che in udienza del giorno LMIII (j corrente febbraio, alia testa di una Deputazione accademica, ebbe 1'onorc di prescntare a S. M. il Re il Tomo X della seconda Scric dellc Memorie dell'Accademia , il quale venne accolto dalla prefata M. S. coi piu mani- fest segni della sua Sovrana soddisfazione. Soggiugne inoltrc 1' iOccell.mu Presidente, che in delta circostanza S. M. si e degnata di decorare della croce deU'ordine militare di S. Maurizio e Lazzaro gli accadcuoici Cav. Luigi Provana del Sadbione , e Prof. Ascanio Sobrero. II Cav. Cavai.i.i, condeputato col Cav. Botto, fa relazione intomo ad una domanda del sig. P. Dupasquier, diretta ad oltenere un prhilegio per una miova foggia di inollc od elastici ad uso di mobili ed altri oggetti. Consiste il trovato del sig. Dupasquier nel piegare il metallo trafilato in una manieia da lui detta a boudin, avvolgendolo a forma d'elice sopra un cilindretto di legno. Le qualila , che piu particolannente paiono rac- comandare quest' invenzione sono: una certa cedevolezza nell'elasticila delle molle, per cui i mobili, in cui si impiegano, come ad esempio le seg- giole, riescono soflici senzache sieno coperte di un grosso strato di crino; grandi aperture nel telaio , che sorregge le molle , per cui quesle si pos- sono facilmente mantenere pulite, e l'aria pub tra esse liberamcnte cir- colare , e soddisfarc cosi ad una non disprezzabile condizione igienica ; leggerezza degli arnesi, in cui entrano questi nuovi elastici, slanteche per essi richiedesi una minore quantita di metallo che per gli elastici ordinarii. In vista di tali vanlaggi la Giunla, ancorche non riconosca una grande novita nel trovato del sig. Dupasquier, conchiude proponendo in favore del medesimo la concessione del chiesto privilegio. Da ultimo il Segretario Aggiunto legge una Nota intorno ad alcune esperienzc dirette a defmire la natura della fermentazione amigdalica . comunicata dal socio corrispondente Prof. Francesco Sei.mi , ad oggetto di prendcr data per un piu esteso lavoro sullo stesso argoinenlo. Gia in altri scritti TAutore avea afl'ermalo conlro fo|)inionc dei mo- ilerni chimici , che vi hanno fermentazioni senzache il principio fermen- tativo abbia uopo di alterarsi per effetto dellossigeno. Per ravvalorare di nuovi argomcnli quella sentenza, cgli lento ora l'azione delle SOStanze antisettichc , ed in ispecial modo di quelle deossidanti , dando la prefe- renza all'acido solforoso; falta percib un' emulsione con soluzionc lunga Serie II. Tom. XII. 10 Lixrv di acido solforoso, osser\o che 1'odore di questo corpo scoinpare, q che t't-lt i :tntlo la soluzione si oltiene . un liquido limpido , appena tinto in gial- loimolo , spumeggiante , il quale si fa inodoroso aiiatto dopo essere stato mi giorno solto campana in presenza dell'acido solforico monidrato, c presenta le segucnli reazioni : i.° Si inostra acidctlo alia carta di tornasole ; i." coll'alcoole si in- torbida, e depone iiocchi bianchi ; 3.° scaldato non si intorbida, e quando entra in cbullizione , sviluppa odore eianico acutissimo ; 4-° co' mezzo ii II acido solfidrico precipila zolfo, e dopo la reazione contiene un acido politionico; 5.° assorbe il iodio , e diventa piu acido; 6.° col mezzo dei iNirbonati alcalini , i del biossido di piombo sviluppa prontamente forte odore eianico; 7.0 lo stesso fenomeno produce, ma piu lentamente , col persolfato di ferro, col bicromato, e col cromato neutro di potassa ; S. coi salt tli barila precipita un solfilo dell'istessa base; 9.0 finalmente col mezzo di un qualche acido forte , sia esso minerale od organico , da odore distintissimo di acido solforoso. Osservo inoltre il Prof. Selhi nella t'ennentazione amigdalica, che l'amigdalina non si combina da sola col- I acido solforoso , l'azione di queslo nvolgendosi pure sulfemulsina, ossia Sttl lermenlo; dai quali fatti esso dedusse per conclusione che: L acido solforoso sospende la fernientazione perche si combina colfemul- sina come farebbe con una base ; Che non appena sia rolta la combinazione , l'emulsina ripiglia tosto la sua azione come fermento , e scomp.are l'amigdalina ; Che la fennentazione amigdalica e istantanea , e succede in modo a non potervi ammettere 1' intcrvento dell'ossigeno ; Che questa fennentazione puo eziandio ottenersi alia temperalura del- I'acqua bollente , cosa straordinaria, e non osservata mai nelle fermenta- lioni dei fermenti di metamorfosi , i quali a quella temperie si coagulano ■ diventano inerti. 17 marzo. Dopo la letlura falta dai Relatori delle rispettive Giuntc di alcuni pa- i'iti a coticlusioni negatixe inlorno a dimande di privilegio, lAccademico Prof. Cav. Sobrero legge due Note , lima sul cromato di chinina, l'altra sullo//o essenziale di J'erbena TRIP/iill /, le quali due Note gia tro- ransi slampate nel Volume XI, la prima a pag. 479' ' a'lra a PaS" 4?^- l.XW 14 aprile. Colle espressioni del piii vivo lammarico il Presidente annunzia alia Classe la grave perdita falla daH'Accadcuii ■ per la morte del Socio resi- dente Conte Ilarione Petitti di Robeto , awenuta il giorno 10 del cor- rente mese di aprile. Quindi si leggono successivamente e coll'ordinc, con cui sono qui in- dicate, tare distinte Memorie dell'Accademico nazionale non residenle , il Cav. Prof. Giuseppe Denotaris, intilolate la prima : Mycvomicetes italici novi vel minus cogniti ( Uecas VI et VII ) ; I altra Osscivazioni sul ge- nera Sticta ; l'ultima Osseivuzioni sulla tribu delle Peltigeree; questt- Memorie gia sono tulte stampalc , la prima nel Tomo XIII , pag. g~> , le .iliic due nel Tomo XII a pag. ia3 e 1 4 l - 12 maggio. II Segretario Aggiiinto, nel fare il consueto spoglio del carteggio , fa particolare leltura di una lettera del Ministro dell' Interno, indiritta al Pre- sidente , nella quale si notifica essere piaciuto a S. M. in udienza del giorno 20 aprile p. p. di accordare all'Accademico Commendatore Carlo Ignazio Giulio la pensione accademica rimasta disponibile per la inorte del benemerito Socio residente Conte Ilarione Petitti di Roreto. II Cav. Mosca , condeputalo col Cav. Botto , fa relazione inlorno ad una domanda sporta al R.° Governo dal sig. Luigi Tabasso e Compagnia, diretta ad ottenere un privilegio per una macchina da esso inventala, ed atta a preparare i fuscelli pei zolfanelli volcanici. Cotesta macchina altrettanto ingegnosa quanto semplice , consiste in una tavola orizzontale, cui e applicato un coltello pure orizzontale desti- nato a dividere in felte l'assicella di legno dolce, che dee servire a (air i fuscelli ; mediante poi alcune piccole lame verticali infisse nella tavola stessa , disposte in diagonale , ed equidislanli di due millimetri , le sud- dette fetle vengono suddivise in allreltante lisle di due lnillinietri di lar- ghezza , a misura che il coltello orizzontale opera , siccome si e detto , la prima divisione dell'assicella , la quale sta collocata normalmente e di costa sopra il piano orizzontale della macchina, movibile con qualsivoglia molore. I Commissarii non assicurano in modo assoluto che il sovra descritto I.W1 I meccanismo sia nuovo affatto , esscndo on laic giudizio diflicilissimo pel grande progresso, che fe quotidianamente l'umana industria; ma oltrecche iion e a loro conoscenza clie allro consimile gia esista , osservano die ouesto ragausne lo scopo , cui e destinato , e che la sua applicazionc dee riesrirc di non dubbia ulilila , sia pel graiule risparmio di tempo e di nutno d' opera, sia per la minora consumazionc di legno, venendo questo di\iso e suddiviso non per via di sega, ma per mezzo di taglienli a guisa di coltelli. In forza di tali considerazioni essi giudicano che la domanda del si«. Luiiii Tabasso c Coinp.5 merit! di cssere favorevolmente accolla. II Cav. Sobrf.ro , condeputato col Cav. Botto, legge il rapporto Bulla domanda di privilegio del Francese sig. Gioanni Crouzet per un nuovo sistema di illnminazione e di riscaldamento mediante il gaz idrogeno. Coll' intendimento di sostituire il gaz idrogeno ai comhustibili , dei quali ordinariamente ci serviamo per avere luce e calorico , tra i varii metodi valevoli a produrre il detto gaz, il ricorrente prcscelse cpiello che gli parve piu pronto e piu economico , e si appiglio per tal fine alia de- lomposizione dell accpia operala mcrce il ferro metallico scaldato a roven- lezza. Sillatla operazione, secondo il sistema del ricorrente, viene eseguita • •lit 10 cilindri di terra refraLtaria scaldati in apposito forno per mezzo di oombnstibili ordinarii. E siccome coleslo procedimento mentre somministra idrogeno , ossida il ferro , e lo rende inetto ad ulteriormente decomporre lacqua , il sig. Crouzkt lo riduce e lo deossida spingendo nelle storte o cilindri, ove havvi il ferro ossidalo, una correntc di gaz ossido di car- lionio , preparato in grande copia con aria introdolla in un forno gazo- i;eno contencnle una grande epiantita di carbone alio slato di incandeseenza. II gaz idrogeno cosi ottenulo viene raccolto entro un gazometro, e quindi condotlo ad abbruciarsi in focolari non guari dissimili dagli usuali, cioe modilicali solo perche si adatlino alio slato gazoso del combustibile. E quando non si abbisogna che di aver luce , si dirige il gaz idrogeno acceso sopra fili di platino , o pezzi di crela, i quali si fanno tosto in- candescenti , ed irradiano luce vivissima. Tanlo poi pel riscaldamento che per 1 illumiiiazionc il gaz idrogeno brucia meseolalo con una conveniente proporzione di aria atmosferica in appareccbi ordinati in modo, che non v' ha pericolo di detonazione, l.i (iiurita aecademica ravvisa il sucsposto procedimento affatto con- iopo ai principii della scienza ; solo i) trova soverchiamente complicato , LXXVlf e quindi pel limore che possano insorgere ostacoli nella pralica applica- zionc , non saprcbbe forse, senza prima conoscere i risultamcnti di alcuni esperimenti in graiule, risolvcrsi a favorevolmente giudicarlo. Senonche questa slcssa industria gi.'i cssendo vantaggiosamente escrcilata con mezzi pressoche idenlici da certo sig. Gij.lard a Passy presso Parigi, siccome appare da una relazione fatta dal sig. Ossian He.nrv all'Ateneo di arti , scienze, lcttere ed industria , inserita nel fascicolo di febbraio i85o del Giornale di farmacia e di chimica, e dalla quale relazione risulta che la luce ottenuta con cpiel tnelodo e viva, e non oscillante, e che il riscal- damento collo stesso gaz idrogcno riesce piu cconomico di quello , che si oltienc coi combustibili oidinarii, cssa Giunta aflidandosi in certo raodo per quel che riguarda la parte pratica all'autorevole giudizio del suddetto Chimico Franccse, si mostra pcrsuasa dell'utilita del metodo di risealda- nacnto c di illuniinazione del sig. Crouzet, e propone conseguentcmente in suo favorc la concessione del chiesto privilegio , facendo pcro notare che esso dee essere risguardato come un privilegio d' introduzione, e non d' invenzione, slanteche il vero Autore del metodo in questione sarebbe il sig. Gillard , e non il sig. Crouzet. A talc proposizione la Giunta e anche mossa dalla considerazione che nel nostro paese i combustibili di ogni genere vanno vieppiu sempre scarseggiando e rincarando , che le sostanze grasse ed oleose , di cui ci serviamo jier procacciarci luce , conservano un prezzo assai elevato, e che la slessa fabbricazione del gaz illuminante per la necessita di dover ri- correre al carbon fossile di Francia ed Inghilterra, non puo fornir luce che a gran costo. Dopo cio TAccademico Cav. Cantc' fa a viva voce osservare alia Classe, che il sig. Cuatin lesse all'Inslitulo di Francia una Memoria, in cui pre- genta come un fallo nuovo c da lui scoperlo l'associazione del cloro, del bromo e dell' iodio in pianle non marine, mentre esso Prof. Cahto* da varii anni addietro ebbe piu volte ad intrattenere la Classe intorno a lavori su queslo stesso argomcnlo , i quali lavori sono pubblicati nelie Memoric dell'Accademia, riprodolli in varii periodici italiani, e dai quaii apparisce che il Prof. Canto' ha riconosciulo e dimostrato pel primo la prcsenza dei suaccennati corpi non solo nelle piante non marine , ma perfmo in molli mincrali e terrcni di giacilura lontana dalle spondc del mare. I KXTCU La Glasse riceve con molta soddisfazione questa comunicazione del Cav. Cantu', e per rivendicare al medesimo il diritto di priorita, che gli compete in (piesta scoperta, stabilisce che se ne abbia a far menzione nell'atto verbale della presente tornata 2 giugno. 11 Cav. Menabrea, a nome anche del condeputato Cav. Mosca, fa re- lazione intorno al merito di una domanda di privilegio del sig. Lorenzo Makchese per una macchina da lui inventata, e destinata alia fabbrica- zione di tessuti in seta operati. Si osserva nella relazione , che i tessuti a disegno vennero finora ese- miili collapparecchio detto di Jacquard, il quale essenzialmente consiste in una serie di cartoni, su cui hanvi lanli buchi variamente distribniti secondo i varii disegni da eseguirsi, e corrispondenti alle leve, che fanno movere i fili costituenti la catena del tessuto. Cotali cartoni, che variano ili nuinero a seconda dei diversi disegni, e che arrivano talvolla fino a 60 mila , non possono servire che ad una sola combinazione , e devonsi percio cangiare ogniqualvolla cangiasi disegno. Ora a questi cartoni avendo ii sig. Marchese sostiluite lastre di oltone tutte eguali, ed uniformeinenle perforate , ma i cui buchi possono otturarsi con viti , o lasciarsi aperti secondo il bisogno , vale a dire secondo i disegni da eseguirsi , egli ha cos'i fatto al sistema Jacquard un'essenziale e vantaggiosissima modifica- zione , la q\iale rende assai piu facile il lavoro , e diminuisce prodigiosa- mente la mano d'opera. Oltre a questo, allri pregi rawiso la Giunla nell organizzazione di cotesto meccanismo: cost Talbero, che porta le lastre rappresentanti i cartoni , invece di star collocato in alto , come nei lelai onliiiarii, trovasi all'altezza del tessuto, che si fabbrica, il che permette ili potcr piu facilmente e piu comodamente invigilare sul processo delle operazioni. Le spole pei fdi della trama piu non abbisognano della mano di un operaio , che sono mosse dal meccanismo medesimo , e regolale nel loro movimento dalle lasti'e anzidette, le quali per la loro disposizione 1 modo di agire presentano di piu il vanlaggio di poler servire per due telai addossati luno all'altro , ed i quali lavorano contemporaneamenle. Lo stesso motore , sia acqua , sia vapore , sia forza animate, per mezzo di idonei congegni puo mettere in azione non solo tutte le parti del sud- descritto meccanismo, ma varii distinli meccanismi ad un tempo, i quali. I.XXIX una volta inontati lavorano scnzache occorrano , per cosi dire, operai molto intelligenti, bastando pochi custodi per invigilare lazione delle macchine. Premesse queste considerazioni la Giunla , lutloche conscia che alcune delle idee del sig. Lorenzo Maiichf.se gia Uovansi niesse in pratica per altri meccanismi , ne accoglie favorevolinente la domanda di privilcgio. L'Accademico Conte Avocadro legge: Quatrieme Memoire sui lei volumes atomiques ; determination des volumes atomiques des corps li- quUies a leur temperature a" ebullition ; nombres affmitaires qui s'en /■/<•'- duisent pour quelques-uns des corps elementaires. Questo lavoro e stampato nel Vol. XII, pag. 39. II Cav. Sobrero comunica una Nota, in cui ricoi'dando sommariamenti' le questioni tratlate in un lavoro da esso presentato airAccademia, a noine anche del Prof. Francesco Sei.mi , nella tornata del 10 giugno 1849, a8" giugne alcuni schiarimenti sullo scopo delle ricerche , che in quel lavoro stanno esposte, e da ragione di alcune conclusion!, alle quali gli Autoi-i erano stati condotti dai proprii esperimenti, conclusioni che furono pin tardi oggetto di osservazioni critiche per parte dei signori Fordos e Gems, in una loro Nota intorno agli acidi lionici, inserita negli Annali di chi- inica e fisica di Parigi , per 1 anno 18 jo. 25 giugno. II Segretario Aggiunto presenta, con molti libri inviati in dono al- I'Accademia dai rispettivi Autori, una Memoria manoscritla dell'Accade- mico nazionale non residente il Marchese Massimiliano Spixola , intitolata: Compte rendu des Hjmenopteres inedits provenants du voyage entomo- logique de M. Giuliani dans le Para en 1846. A questa Memoria \-.\ unita una lettera dell'Autore , nella quale egli offi-e all'Accademia il sud- detto manoscrilto , e la prega a puhhlicarlo in uno dei Volunii accade- mici ; la Classe lo gradisce, e ne propone la lettura in una delle pros- sime adunanze. Lo stesso Segretario Aggiunto legge quindi una Nota manoscritla , trasmessa all'Accademia dai sig. Cai.vet, Pr6fessore dichimica a Manchester, LXXX in cui sono esposti i risultamenti di varie chimiche cspericnze da lui fatte collo scopo di dare al commercio un clorato di tenuc prczzo. Questa Nota c concepita nei termini seguenli: « J'ai l'lionneur de soumettre a l'Academie les resultats d'experiences cpie j'ai faites pour produire un chlorate a un prix peu c'leve , la cherte de ce genre de produit clant la cause du peu d'application qu'il recoit. Les premiers chlorates sur lesquels j'ai opere ont e'te ceux de baryte et de chaux. Je les ai produits facilement en passant un courant de chlore dana les laits de chaux et de baryte portes a ebullition, et non a la temperature naturelle , car dans ce cas on n'obtient , comme il est bien connu, que des hypochlorites. La difliculte de separer les cldorates de baryte et de chaux des chlo- rures de ces metaux m'a fait recourir a leur preparation commerciale. J ai ensuite agi sur le chlorate de potasse el tache de decoirvrir un moyen plus simple de preparer le chlorate de potasse. J'ai ete asscz heu- reux pom- arriver a cc resultat utile an inoyen d'une combinaison chi- mique toute nouvelle, c'est-a-dire en faisant un melange de 5 equivalents de chaux vivc pour un equivalent de potasse causlique , et y passant a chaud un courant de chlore. Dans cctte circonstance il se produit du chlorure de calcium et du chlorate de potasse; ainsi par l'emploi de la chauv on evite 1'enormc perte de potasse, qui dans le procede ordinaire se trouve transformee en chlorure ; ainsi au lieu de produire seulement 43B,3o de chlorate de potasse sur ioo8 de potasse reelle, ai je obtenu une proportion de 23oe, presque le nombre thcoriquc 260s que fournis- sent 100s de potasse reelle transformee en chlorate. Un fait qui demontre d'une maniere remarquablc combien l'aflinite chimicpie du chlore pour l'oxigene est augmcnle'e par la chaleur, c'esl da piu paesi a . A queste parole si debbono contrappoiTe le seguenti . r-he si leggono nelle pagine 5oa e 5o!3 del Toino terzo dell'Asti'onomia di Dei.ambi\k : n Une dilliculte particulierc a la the'orie des Satellites in- " Jupiter est I incertitude des observations. Pour le premier Satellite mane qui entre dans lombre on sen degagc d un inouvement plus rapid*- il nest pas rare de voir deux observations dune meine eclipse dilli-rei « entr'elles d'une demi-minute ; pour le second la difference est plus que « double; pour le 3.'mc elle petit aller juscju'a 3'; elle passe souvent 4' •( pour le quatrieme ; sans parler des eclijises qui arrivent dans les li- « mites ou ce Satellite ne fait que perdre une partie de sa liunitrc . I.XKXVI 0 en sorte que tel observateur ne cesse de I' ape ice voir , landis que ['autre « le voit eclipse pendant 7 , 8 on 1 o' » . II Conte Avocadro, relatore pui lavori spcltanti alia Fisica propria- niente detta , legge collordinc , con cui qui li produciamo , i seguenti tie pareri della Commissione sui tre distinli manoscritti relativi alia suddetta scienza. Ecco le sue parole: « II trattato die porta il titolo di : Precis ele'mentaire de Physique , eollepigrafe : A M. le Comte Pillet-IVill la Science reconnaissante , pare assai inetodico, ed ordinato, sebbene il principio stesso dell'ordine che vi si segue non possa forse essere da tutti approvato. Vi sono com- presi i principali procedimenti e risullali della scienza, ma in modo troppo ristrelto per darne on1 idea sufliciente a chi voglia seriamenle applicarvisi. Ne ci6 poteva essere altrimenti essendovi tulla la Fisica , compresa an- che la Meccanica , ridotta ad un'operelta di piccolissimo volume. Infatti percorrendone i diversi capi si scorge tosto che quesla ristreltezza non ha perniesso airAutore di dare un compiuto sviluppamenlo ai varii punti clic ne forinano Toggelto. Cosi per esempio tra le materie che appartengono piu specialnientc alia Fisica propriamente detta, l'esposizione di cio che riguarda la capil- larita e contenuta in tre sole pagine , di cui una soltanto e consacrata alia teoria. Quindi le imperfezioni e le inesattezze che vi si osservauo. 1 risultati teorici delle sperienze sul calorc specifico dei corpi non occu- pano nemmeno una pagina intiera. Non vi si dice nulla, quanlo al calore specifico dei fluidi acriformi, della distinzione tra il calore specifico a pressione costante, e quello a volume costante. Nell'ottica non si parla afFatto della polarizzazione della luce , e della doppia rifrazione ne' cristalli. Nelle parti riguardanli 1'elettricita ed il magnetismo, alcuni de' punti piu importanli sono appena accennati, e si pub aggiungere che le teorie 1 ill Autore non sono sempre confonni agli ultimi risullamenti sperimen- lali , e non rappresentano cosi lo stalo altuale della scienza. Questo trattato non pare quindi soddisfare in alcun modo alio scopo cui Fondatore del Concorso , non potendo esso condurre ad uno studio accuralo della scienza , ne fame conoscere tulta l'estensione. L opera intilolata : Introduzione alio studio della Fisica , coll'epigrafe : Utxxvn / /(• pin eke indarno da riva si parte Perehh non torna tal i/ual ei si muove Chi pesca per lo vera e non lia tarte ( Parad. C. XIII) e pieceduta da un proeinio, in eni l'Autore da un' idea generale delle Scienze Fisiche , e dello scopo del suo lavoro. Essa e divisa in 6 parti , coi titoli seguenti : Parte i." Leggi dei fenomeni. Sotto questo litolo l'Autore parla delle propriela generali de' corpi tanto ponderabili che imponderabili , e cosi vi presenta in ccrto modo tutta la Fisica in compendio. Parte 2.* Spiegazione dei fenomeni. Vi si parla delle forze in ge- nerate, e vi si Iratta in parlicolare dellelellricita , di cni non si era fatto cenno nella 1 ." parte. Parte 3." Teovia dei fenomeni. Questa parte e piuttosto un tratlato del metodo da seguirsi nello studio della Fisica , che l'esposizione di alcun ramo della Scienza , sc non che l'Autore vi fa entrare come esempi alenni punti particolari della medesima. Parte 4-* Del perfezionamento e degli incrementi della Scienza Fisica. Essa put) considerarsi come una continuazione della parte precedenle re- lativa al metodo da seguirsi nellc ricerche fisiche , con alcuni nuovi esempii. Parte 5.' Delle applicazioni della Scienza Fisica. Vi si parla di alcune di cmeste applicazioni alle arti ecc. , con diverse considerazioni metafisiche a tale riguardo. Parle 6.° Critica fdosojica. Nuove idee metafisiche. L'Autore si proporrebbe di aggiungcre a quest' opera un' appendice di Bibliografia , che non ha pero ancor presentata. Da questa esposizione si scorge che cpiest'opera non e un trattato re- golare e compiuto della Fisica, l'Autore avendone solo disperse per dir cosi lc diverse parti in un complesso di considerazioni metafisiche snl metodo da seguirsi nello studio di questa Scienza. Essa non pare altronde potersi considerare nemmeno come un' Introduzione alia medesima ncl senso inteso dall'Autore del Concorso, e tale che possa aspirate nd olti-- nerne il premio » . « Ultimo lavoro si presenta pel concorso di cui si tralta quello inti- tolato: Essai de trailc elementaire de Physique, coll epigrafe : Omnia disposuk. (Deus) in numero . pondere et mensura. Nell' inlroduzionc l'Autore da una elassiflcazionc dellc Science, e par- ticolarmcnte delle Scienze Fisiche che non pare molto conveniente e razionalc. L'opera slessa e divisa in 1 1 libri di cui i due primi possono ancora considerarsi come introdullorii, il primo intilolato : Nozionijondameiitali. e il seconder. Delle proprieta generali del COrpL Dei 7 libri seguenti sino al g.° inclusivamente , il 3." contiene le Pro- posizioni fomliimentiiH delta Meccanica , cioe i prmcipii generali di quests Sci.nza per quanto L'Autore ha credulo necessario di stabilirli in un trat- tato elementare di Fisica. Gli altri 6 riguardano la Fisica propriainente delta, cioe il 4-°> 5.° e 6.° la Fisica de'eorpi imponderabili (elettricita, magnetismo ed ottica); il 7.°, 8." e 9.° la Fisica de'eorpi ponderabili , l'Autore trallandovi successivamente della gravita , dell'aggregazione e del calorico, in quanto quest ultimo influisce sull' aggregazione. I libri 10.° ed ii.° non sono che complementary ai pi'ecedenti, il io.° trattando del- I'analisi della luce, cioe dei raggi colorati, e di alcune altre proprieta della luce, di cui l'Autore non si era occupato nel libro 6.° consacrato alToltica, e I'll." della elettricita dinamica a compimento del libro 5.° in cui 1 Vutore si era limilato all' elettricita statica. L'ordine indicalo non pare il piu proprio a presentare con chiarezza le diverse parti della Fisica. E singolare infatli che l'Autore si sia occu- pato degli agenti imponderabili prima di trattare dei corpi ponderabili , che si offrono piu immediatamente alle nostre osservazioni. Non pare tie anche da approvarsi che l'Autore abbia separato dalla Meccanica , che forma l'oggetto del libro 3.°, quello che riguarda la gravita, che pur pre- senta l'applicazione piu owia dei principii di epiesta scienza , rimandan- done la trattazione separata al libro rj.° Finahnente non si saprebbe render ragioue di quel rimandare che fece l'Autore a libri complementari in fine dell' opera i trattati dell'otlica , de colori, ed all'elettricita dinamica, in rece di parlarne unitamenle al rimanente dell'ottica, e dell'elettricita sta- tica nei libri deslinati a quesle parti della scienza. Quanto alia maniera con cui le diverse parti dell'opei'a sono traltate, I Aulore \i moslra cognizioni molto estesc , e conformi alio stato attnale della scienza , aslrazion falta da alcune riccrche affatto recenti , e forse in parte pubblicale posteriormenle alia redazione dell'opera , e dal giu- dizio che si voglia liire delle teorie proprie all'Autore sopra alcuni punti disputabili, e di cui gli si dee forse lasciare la risponsabilita. II difetto l.WXIX pero sovra acccnnato dell'ordine adotlato dall Autore non puo a meno di influire sul grado di chiarezza della sua esposizione , e di occasionai-M frequent! ripetizioni c richiami che si sarebbero da lui evitati se avesse tratlato di ciascuna parte della scienza a suo luogo. Si possono inoltrc fare sopra alcune parli speciali di questo lavoro le osservazioni segiienti : i.° Le considcrazioni raetafisiche, e le generality che faiino 1 og- getto dei due primi libri sono poco confacenti alio scope- , e la parte po- sitive che vi si racchiude poteva formolarsi in pochissime pagine, anziche trovarsi sparsa nclle i3o pagine di que' due libri. 2." La Meccanica nel 3." libro e trattata piuttosto come applica- zione di calcolo matematico , che sotlo 1'aspetto sperimentale , come si converrebbe ad un trattato di Fisica. 3." La parte che riguarda la luce e incompleta , poco o nulla di- cendosi , per esempio , intorno alia luce polarizzata. 4-° Lo stesso si pub dire della parte relativa al magnetismo; non dandovisi per esempio la conveniente estensione ai fenomeni dell azione diainagnetica ecc. 5.° Nel trattato del calore non si fa che accennare cib che riguarda la qualila termocroica ecc. 6.° L'elettro-dinamica che forma l'oggetto del libro ii." e troppo ristretta , e quindi incompleta e confusa , seguendovisi altronde piuttosto il inetodo storico che il nietodo didattico. 7.° In generale tutto il lavoro pare fatto in fretta , cosicche si son lasciati in bianco non pochi articoli 0 capitoli nel manoscritto , benche (igurino 11 ell' indice delle materie. Dietro al sin qui esposto sembra ai Commissarii che il lavoro di cui si tratta possa piuttosto considerarsi come un abbozzo , che come un opera profondamenle meditata ; esso avrebbe potuto riuscir tale da meritare mag- giormente l'attenzione della Commissione, se I' Autore, per mancanza di tempo , come egli stesso se ne scusa , non fosse stato costretto a preci- pitarne la composizione ; ma nello stato in cui si trova i Commissarii non sono d'avviso che gli si possa aggiudicare il premio a cui fu aperlo il Concorso ». Dopo il Conte Avooadro, prende a riferire il Comiuendatore G11 1.10. qnal Relatore per la parte della Meccanica. II suo rapporto e tpello che segue: Serik II. Tom. XII. is I VI Coneorso di Meceanica c pcrsenuto all'Accademia an solo mano- scritto con l'epigra&: Mathematicus dumt&tat est hie cpneeptus. Esso ha per titolo: Principii elementari di Meceanica astratta per servire <•/' In- trodtuhne alio studio di questa Scienza , e si sarebbe forsc dovuto inti- tolart- . Teoria unalitica delta liduzione c dell' equilibrio delle forze ap- plicate a' carpi rigidi, poiche trattasi in esso di questa sola parte della Meceanica. I- 'analisi elie slo per fare di questo scritto , dara una giusta idea del- I indole sua, e giuslifichcra, siccoinc spero , le conchiusioni che avro I'onore di pioporre alia fine della inia relazione. Senza prcmellere vcruna considerazione sul rnolo e sulle sue allc/.ioni, e quindi Bulla ley^e d'inerzia, PA. esordisce con questa definizione della tor/a: n Una causa sui generis, che pone in moto un corpo prima quie- scente, pppnre modifier in cpialsiasi nianiera le fasi del preslabililo mo- Minfiito » , alia quale defmizionc dovrebbe aggiungersi per renderla com- piuta : ii od impedisce il movimenlo che altre forze tendono a produrre ». I'^gli soggiunge poi che « per equilibro s' intende 1' immobilila di un corpo cagionata dalla clisionc scambievole di piu forze agenti su di esso » : (piesla definizione lascia pur essa alcana cosa a desiderare poiche non comprende il easo di un corpo die si muove equabilmentc solto lazione di forze che si fanno tra loro equilibrio. a Quel ramo della Meceanica, lice ancon 1A. , che prende a sludiare codesto stato singolarc dei corpi cos'i l>ene distinto dagli allri due delti comunemente di quietc e di moto, riene denominato slatica » : qnasiche un corpo in equilibrio non fosse ne in istato di quiete, ne in istato di inolo , ma in un lerzo stato different*' da entrambi, e ben distinto da essi. EspoBto il modo di concepirc e di riconoscere I'eguaglianza di due forze, e dedotla da esso la nozione di una forza multipla di un'altra, cioe della misura delle forze , I'A. passa iinmedialamente alia considera- zione generalissima di un sistema di quante si vogliano forze comunque .implicate e dirette, ed cnunzia le due proposizioni segucnti, ch' egli eonsidera come evidenti , c prende per base dell' inliero edifizio della Meceanica : i ." Qualunque sia leflello che un sistema di forze tende a produrre, esso non verra alteralo, se a rpiel sistema se ne aggiunga o lolga uno , che si costituisca da se in equilibrio. a." Se un sistema in equilibrio polra risguardarsi come il complesso eie <^uale a quello della risultante del sistema medesimo. Ammesso poi come evidente, che il momenlo di una forza rispetto di un punto, dee dipendere unicamenle dalla intensila della forza, e dalla distanza della sua direzione da quel punto, cioe e funzione di (pieste sole \l II due i|uaniii.t . per dimostrare chc questa funzionc non e altro chc il pro- dotto delle medesime, ricorre alia dimostrazione data da Damet di Foncenex ncl Toino -2." della Miscellanea Taurinensia, e ripresa poi da Fouriulu nel Toino :>.." del Journal plicale ad un sistema rigido da due Proposizioni fondamentali . considerate da lui come assiomi. In questo suo assunto l'A. preoccu- pandosi parlicolannenle di presentar sempre le quistioni sotto I'aspetto loro piu generale , e trascurando affatto la interprelazione geometrica o lisica delle conseguenze cui e condotlo , il loro uso nella spiegazione de' fenomeni naturali , e le applicazioni che se ne sono falle o se ne jiosson fare alle arti , viene alia fine del suo lavoro senza aver pure prol- ferito il nome della gravita , senza aver quindi introdotla 1' idea lanlo oatorale di rappresentare per via di pesi I' inlensita delle forze che si lianno da considerare. Questo soritto presuppone nel lettore, non solamente ana piii che me- diocre conoscenza .0 Le teorie succilale esposte dall Aulore come allrettanti aforismi , mm sono nel corso dell'opera discusse, e ventilate; e non hanno in loro sostegno un corredo di prove che possa indurre ad abbracciarle ; quindi esse si presenlano siccome asserzioni gratuite e prive di fondamento. JH.VII 3." In tutta I'opera, ma specialmente nell'Inlroduzione, trovasi di- fetto di ordinata e logica successione di idee, dal che risulta oscurita la (male e sempre difetto , ma specialmente quando traltisi di libri ele- mentari. 4-° Intento l'Autore a poire la scienza sopra nuove basi, ne mo- dified pure il linguaggio , e rinnovo in molti punti la nomenclatura chi- mica ; il che era pure da evitarsi in un lavoro elementare. 5." La parte descrilliva , quella cioe che riguarda la preparazione dei corpi , e in qucsl'opera troppo concisa , spesso trascurata ed oscura , inetta a servire di guida a chi si accinge ad an lavoro pratico. 6.° Non inancano finalmente nel corso di questo scritto iuiperfezioni ed inesattezze in cose di fatto e di scienza. Per le addotle ragioni la Commissione reputa che il lavoro finora ana- lizzato non sia meritevole del premio proposlo per un' Introduzione alio studio della Chimica dal sig. Conte Pii.let-Wii.l. Manoscrilto inlitolato : Introduzione alio studio della Chimica, coll'epigrafe : J'ai cherchS a rendre la lecture de mon livre aussi agreable que le comportail la nature des objels sur lesquels il route. L'Autore di questo lavoro non si propose di redigere un trattato ele- mentare di chimica , descrittivo e pratico quali sono i libri che servono di testo per 1' insegnamento nei licei e nelle universita. Egli prese per norma il primo Programma di quest Accademia , in cui si invitavano i concorrenti a compilare tal' opera che esponesse il vero oggetto della scienza chimica, che ne facesse conoscere la bellezza, perche molti am- iniiandola ed amandola si ponesscro a coltivarla , in cui si mostrassero le ricchezze di quesla scienza , si additasse la via per cui essa cainmino , tracciando la storia dei suoi progressi e dei suoi deviamenti, indicando le cause e le conseguenze di questi, ecc. Con talc inti'iidiiucnlo 1 \ulorc intese a fare un'opera in cui si com- prendesscro i fatli riguardanli la storia dei singoli corpi , ma ravvicinati e posti a confronto gli nni cogli atari , sicche dalla loro conlemplazione risalisse il pensiero ai principii generali , i quali mentre opportunamentf formolali rappresentano il risultainenlo di cio che finora fu fatto, guidano alia previsionc deH'csito che debbono sortire le sperienze che si venissero a tentare. II qual lavoro non pote andar disgiunto dallindicazione sia Sf.iuk II. Tom. XII. 13 M VIII delle lacune che ancora rimangono nella seienza , sia della miglior via che guiderebbe a eolmarle. Per eompierc pcitanlo it n sii'atlo discgno dovcllc 1'Aulore conosccrc iniii i I'atti sperimentali finora osservati riguardanti la sioria dei carpi nu- merosissiini clie sono doniinio della seienza e dell'arle chiinica, penetrarnc I essenza , scorgerne la causa gcnerati'ice , vedcrne la reciproca relazione ili analogia o di discrepauza , perchc da qucslo esaine apparisse 1 indole ili eiascun corpo o di ciascun gruppo di corpi , e la loro atliludine spe- ciale a comportarsi in qucslo o quell'altro uiodo nellc reazioni con allri corpi, o sollo 1' influenza delle potenze modificatrici dellc chimiche afliniia. L'opcra c divisa in tre parti. Nella prima si discorre in gencrc della materia, delle forze, delle nuiiazioni di forma e di stato alle quali vanno soggelti i corpi ; della af- finita , e delle potenze che ne modificano i risultamenli ecc. La secontla e deslinala a prcsentarc un quadro di quanlo si conosce inlorno alia sioria cliimica dei corpi inorganici scmplici e composli. Percio -lahilita la distinzione Ira i priini ed i secondi, e distinti i corpi non ■ iieial lii-i dai inelallici , 1' Autorc viene a parlire i corpi semplici in gruppi cd a considerare le tendenze di ciascun dessi , e dei corpi che li costituiscano , ed espone eon ordine e naturale transizione dall'uno al- I altio lema il modo con cui si coinporlano i corpi scmplici Ira loro , e coi corpi composli , c qucsli tra loro medesimi. La terza parte poi t* consacrata alia chimica organica. Fedele al suo divisamento L'Autore si lenne in questa parte a cose generali non toccando le particolarita di qualche soslanza organica che afline di rendere piu concrete le idee. Premesse pertanto alcune viste generali inlorno ai corpi organici , ai loro componcnti essenziali cd accidentali , alle trasfoi - ma/.ioni alle quali essi vanno soggelli, egli procede a discorrere della teoria dei radicali ; delle tendenze basiche od acide dei corpi organici ; delle melamorfosi alle quali essi vaano soggetti , ecc. Dopo ci6 l'Aulore discorre parlitamenle delle classi principal! dei corpi organici, percio delle ammoniache, degli amidi e nilrili , degli alcaloidi arlificiali e nalurali , dei sali organici, dei carburi di idrogeno, degli alcooli, degli eteri ecc. terminando il suo scritto col discorso delle matcrie azolale , e della fer- tnentanone. Lncidita di discorso, successione ordinata di idee , sposizione chiara degli sperimenli , discussione ragionata delle teorie, imparzialita di giudicii X( l\ sono qualita chc si incontrano in tutta l'opera. La Commissione non du- bita d'asserire chc quanto penoso dovettc essere il lavoro in discorso , altretlanto esso tornera utile ai suoi lettori, non gia a cpielli chc digiuni
  • ,AimEA, condeputato col Cav. Botto, riferisce intorno al nu'iilo di una domanda sporla al R. Governo dai signori Houyet e Teston, Meo-anici a Verviers nel Belgio, diretta ad ottenere un privilegio per 1' inlroduzione in qucsti RR. Stati di una inacchina destinata a nettare e preparare il cotone , la lana , e simili materie filamentose. La Giunla dichiara, che da quanto si puo rilevare dalla descrizione e dai disegni , quesla macchina sembra ingcgnosa , e capace di soddisfare alio scopo, cui e destinata, ma per mancanza dei necessarii ragguagli essa Giunla non si crede in grado di poter porlare un sicuro giudizio sulla novita e sulla priorita d' inlroduzione di queslo meccanismo. Considerando pcro che 1' importazione di qualsiasi macchina atta a mi- iiliorare ed agevolare la fabbricazione dei lessuli di cotone e di lana e un vero benefizio pel nostro paese , conchiude favorevolmente alia domanda dei signori Houyet e Teston, lasciando pero ai medesimi tulta la rispon- sabilita riguardo ai diritti dei lerzi. Lo stesso Cav. Menabkea, condeputato pure col Cav. Botto, fa poscia relazione su una domanda di privilegio dell' Ingegnere signor Gaetano Bohelli per I inlroduzione di una macchina destinata alia fabbricazione ilei mattoni. E qui i Commissarii, lutloche si mostrino conscii che le macchine ili (juesto genere sono in uso in molti paesi d' Europa , asseverano non essere a loro conoscenza che gia sieno adoperate in questi RR. Slali ; quindi prendendo in consulerazione che la fabbricazione dei mattoni in Piemonte e assai trascurata , e che la solidila delle cosliuzioni richiede che delta fabbricazione venga migliorata, al quale scopo pare loro, che possa benissiino soddisfare la macchina , per cui il sig. Bonelli chiede appunto il privilegio d' imporlazione , propongono in favore del medesimo La roncessione dell' implorala privaliva, colla condizione che non piii tardi della prossima priniavera sia attivala la fabbricazione in questione, e che il privilegio non s1 intenda valido che per quelle sole division! ammini- stralive , in cui il ricorrenle meltera in escrcizio la sua induslria. II Cav. Sobrero, condeputato coi Cavalieri Cantij' e Sismonda Angelo, riferisce sopra una Memoria manoscritla presentala all' Accademia dal sig. Prof. Francesco Selmi , intorno ad alcuni nuovi composti di ossigeno , cloro e mercurio. Codesli composti l'Autore li olleune dalla reazione a caldo di una so- luzione di sublimalo corrosivo con carbonali alcalini diversi; essi sono lutti idratati, ma la quantita d'acqua, che contengono non e guari con- siderevole, e non ascende che da 25 a 35 per 1,000. La presenza dell'acqua in alcuni ossicloruri di mercurio gia era un fatlo riconosciuto dai signori Millon e Roucher, ma essi ritennero questo liquido non come combinato , ma solo meccanicamente interposto. D'av- viso conlrario si moslra il Prof. Selmi, sia perche trovo costante la quan- tita dell'acqua in ciascuno dei sali da lui sludiati , sia perche questa non puo essere scacciata se non sottoponendo U sale ad una elevata tempe- ralura, che valga ad indurre in esso un principio di decomposizione , slauteche a nulla vale un semplice cssiccamento. Stabililo qucslo principio, ed interpretate le formole empiriche fornite dalle analisi , lAulore deduce i composti in discorso dalla combinazionc di ossicloruri idratati con ossicloruri anidri ; fa eccezione per un solo . che ripetc dalla combinazionc di bicloruro di mercurio con un ossicloruro. Egli deriva la moltiplicita di siffatti composti dalla poca differenza nei poteri eletlro-chimici, che dee naturalmente passare Ira gli ossicloruri idratati e gli anidri , e dalla facilita con cui essi possono passare dalluno all'altro per ragioni di lieve momento, e fa a questo proposito osservare che inentre col carbonato di calec naturale si olliene un composto , che ha 85, 4<3 7 di mercurio , col carbonato di calce artificialmente preparato se ne ottiene un altro , che conliene 88, 1 7 °/„ l'e^ istesso metallo. Premesse queste considerazioni la Giunla dichiara che il lavoro del sig. Prof. Sei.mi e meritcvole ch essere letto davanti alia Classe, per essere poscia stampato in uno dei ^olumi accademici. Dopo cio il Barone Plana fa la seguente comunicazione intorno alia •eometa scoperla dal sig. Petersen : (II « La cometa scoperta il i.° di maggio dal Doltore Petersen in vici- naiiza del polo deU'eclitlica proscgue il suo corso verso l'equatore celeste. La sera del di 5 luglio, all'istante in cui l'ora siderea era di i5h, 53', 55", questo nuovo astro avca i .\b, 7', 35" di ascensione retta, e 3()h, 3o', 42" di declinazione boreale. II moto orario in declinazione e uno dei piu ra- pidi , mentre arriva a sei minuti ed un terzo in arco. Ormai questa cometa e visibile ad occhio nudo per chi ha una vista acuta. Ebbi la curiosita di misurarne l' istessa sera , almeno per approssimazione , il dia- nii'lro della nebulosita , clie ne ch'conda il distintissimo nucleo, e lo trovai di 5 ', 46" in arco : cosicche presenta all'occhio un'estensione di circa la quiiita parte del diametro del sole. Dagli elemenli dell'orbita parabolica >i arguisce che dista di circa o, 6 dalla terra , prendendo per unita la dislanza media della terra dal sole. Progredisce verso il suo perielio per raggiugnerlo il 23 di luglio ; sara visibile in Europa oltre la meta di agosto ; il restante dell orbita potra essere osservato in America » . Da ultimo il Segretario Aggiunto legge YElogio storico di Luigi Coll.4 presentato all'Accademia dal sig. Dottore Delponte, Professore sostituito di Botanica nella R. Universita , ed inlorno al quale scritto una Giunta accademica gia avea fatto favorevole rappoi'to in una delle precedent! adunanze. Cotesto lavoro del sig. Dott. Delponte trovasi stampato nel Vol. XII p'ag. i. 17 novembre. II Segretario Aggiunto presenta alcune preparazioni analomiche umane. trasmesse allAccademia dall'Autore sig. Dottore Giuseppe Giovanardi , di Modena , coll' intendimento che, dopo esaminate dal Corpo accademico, venissero depositale nel Museo anatomico della R. Universita. La Classe anmnra queste preparazioni , e ne tribula all'Autore le ben meritate lodi. Lo stesso Segretario Aggiunto fa quindi lo spoglio del lungo carteggio , che ebbe luogo con Scienziati si italiani che esteri nel periodo delle pas- sate ferie , e legge particolarmente una lettera del Socio nazionale non residente il Conte Federico Pu-i.f.t-VVii.l^ in data i^ luglio p. p., nella (male rispondendo al Segretario che lo avea informato inlorno all'esilo del concorso ai quattro premii da lui medesimo stabiliti , e spirato il giorno CHI .5 1 dicembre iS.'jy, esprime il desidcrio che questo Concorso venga pro- rogalo (ino alii 3i dicembre i85a pei Ire prcinii non per anco aggiudicati. La Classe aderisce a questo giuslo c gcncroso desiderio del Conte Pn.i i i Win., e conscguenlemente TEccell.1"" Presidents dichiara nuovamente e definitivanieiile prorogalo fino alii 3i dicembre i852 il Concorso Pii.i.et- Wii.i. pei prcmii di Fisica, di Meccanica e di Astronomia, che sono quelli non ancora stall aggiudicati , ed invila la Commissione , chc si e finora occupata di quest'ailare , a voler stenderc un nuovo Programma , ed a prescnlarlo , toslo preparalo , all'approvazionc della Classe, onde possa al pin presto venir pubblicato e divnlgato. II Cav. Sobrero , a nome anche dei condeputali Conte Avogadro e Cav. Cantu', fa relazione intorno al merito di una nuova foggia di mu- lino invenlato e proposto dal sig. Ignazio Boggio, gia Saggiatorc all'Uf- li/.io ilel Marchio di Novara, destinato alTamalgamazione delle ceneri e delle miniere argenlifere ed aurifere. SifTatta opcrazione , ossei-va la Giunta, si eseguisce sempre diluendo dapprima le ceneri auro-argentifere con una quantita d'acqua sufficiente per ridurlc alia consislenza di una poltiglia piuttosto sciolta, aggiugnen- dovi poscia un po' meno della meta del loro peso di mercurio, ed agi- tandole e mescolandole con questo melallo col mezzo di opportuni con- gegni ; separalo quindi dopo un determinate) tempo il mercurio , che seco trasse i melalli capaci di amalgamarsi, si sottopone ad una Gltrazionc forzata attraverso una pelle di camoscio, e si estraggono finalmente dal- l'araalgama i metalli prcziosi , scacciandone il mercurio merce la distilla- zione. La parte piu essenziale adunque di questo pi'ocedimenlo consist e neU'agitazione delle ceneri col mercurio , al qual fine gia idearonsi e sono in uso varii apparecchi. Sovra lutti questi e d'avviso la Giunta che meriti la preferenza il mulinp proposto dal sig. Ignazio Boggio, il quale e parlicolarmente rac- comandalo dalleconomia si di tempo che di maim d'opera, non che dal notevole risparmio di mercurio, e dai maggiori prodotli, ehe natural- mente tengon dietro ad una piu perfetta amalgamazione. II problcma che il sig. Boggio ha cercalo ed e riescito a risohcrc-. e quello di moltiplicare il piu possibile i punli di contalto tra le ceneri e'l mercurio, e con un continuo ed eguale rimcscolamento agevolare e rendere pronta lamalgamazione. Egli 1' ha risolto merce alcune importanti civ modiucazioni al cosi detto mulino orizzontale del sig. di Hennin , e fa- cenilo cessare un inconveniente lamentato da tutti quelli, che esercitano simile indnstria, quello cioe provenienle dalla grande diilerenza, che passa Ira la densita del mercurio e quella delle ceneri diluite con acqua, per cui tendendo il mercurio a rapidamente raccogliersi nellc parti piu declivi dell' apparecchio, lascia inainalgamata e galleggiante gran parte delle ceneri. A provare l'efiicacia del mulino in discorso , la Giunta institui appositi csporimenti comparativamente con quello del sig. di Hennin , e sopra 3o chilogrammi di ceneri umide per due terzi nuove , e per un terzo gia state amalgamate, col mezzo di i4 cliilogrammi di mercurio in otto ore ottenne ■. Col mulino di Hennin — argento gr. 77,937 oro ... » 1, 5oo ; Col mulino Boc.c.io argento » 92, 3go oro ... » 1 , 858 . Conseguentemente a questi ottimi risultamenti la Giunta conchiude commendando U inulino del sig. Boggio, e dichiarandone I'Autore assai benemerito dell' industria , cui il medesimo dee servire. Da ultimo il Cav. Cantu', collo scopo di prender data, annunzia alia Classe la prossima lettura di un suo lavoro intorno ad alcune ricerche chimiche da lui instituitc, e mediante le quali sarebbe giunto a scoprire la presenza dell' iodio nelle acque distillate per uso medico. 1.° diccmbrc. II Segretario Aggiunto presenta , a nome del sig. Ingegnere Cav. Maus, una tavola di osservazioni termometriche fatte dal 21 settembre a tutto novembre 1849 dal Curato sig. Pietro Dompnier a Modane, nella valle della Moriana , e dal Curato sig. G. M. Vachet a Bardonneche in quella della Dora. La Classe delibera che cotesla tavola ( che e quella che segue ) sia stampata nella Notizia slorica per le medesime ragioni , per cui chiamo la Stamps delle lettere dei signori G. di Coi.legno ed Elia ni Beaumont (\ed. pag. lxx e seg.), vale a dire perche crede conveniente di far cono- scere che cosa si pensa e che cosa si sa di fatlo intorno alle condizioni liMelie delle sovranominale regioni, altraverso le quali v' ha il progetto di costrurre una strada fenata. I \ m 3r> in LU Q_ O o ©> cc a e. a e a fa am *- CO z o •at CO CD o ea jnuinpjy •}> t%itftUOUU»ifX "P t^-^^Q - 5T ^~l « * rih= \ 3 p K- * -*$== dp *3 2 mTT — — — nft — - - ' 0 * 3*£= „_ _, — — — - ; ;- m — — — H O >^ 3 I I Serie II. Tom. XII. I VI Lo stesso Segretario Aggiunto , nnitamente a \arie altre , legge una lettera del Conte Alessandro Spada, indiritta al Prof. Angelo Sismonda , neila quale lo scrivi'iile prega queslo nostro Collega a voler comunicare all'Accftdemia che i Professori Mekeghihi e Paolo Sam scoprirono nume- rose iuipronle di Pecopteris arborescens e di Anularia longifoUa negli schisti ncri antracilici ilclla nuova ininiera di cinabro , che si scava ad \|ano in Toscana. Quesla scopcrta c per se e per l'analogia che Stabi- lise* tra il terreno verrucano e gli schisti antracitici e parhnenti felciferi ili IVlil-Coeur , nclla Taranlasia , e al suo giusto valore apprezzata dalla Classe, la quale percio vota ringraziamenti al Conte Alessandro Spada per la dotla comunicazione , che si compiacque di farle. 11 Cav. Sobrero , condeputato col Cav. Cantu', fa relazione intorno ad un opuscolo manoscritto del sig. V. Giuseppe Sella , intitolato : Me- todo comparativo di determinare gli acidi , gli alcali , i sali ed i carpi Kmplici iicllc loro soluzioni. Per ben comprendcre il soggetto di questo lavoro, convien premeltere an cenno su alcuni reagenti comunemenle usali dai chimici per ricono- scei-e l'acidita , Talcalinita od altro carattere di alcuni corpi. Molli corpi acidi o basici hanno la propriela da lungo tempo cono- seiuta di reagire in modo particolare sopra le cosi dette carte reagenti ; cosi gli acidi solubili arrossano la carta azzurra tinta col tornasole , gli alcali imbruniscono quella colorata colla curcuma ; inoltre molti sali con- servano le propricta o dell'acido o della base , e producono quindi sulle anzidette carle le mutazioni , che svelano gli acidi o gli alcali. Anche tra i corpi semplici havvene taluno capace di indurre su certe sostanze oi- ganiche cangiamenti di colore affatto caratteristici : ad esempio il iodio rende azzurro l'amido , il cloi-o produce lo stesso efTetto sulla soluzione di resina di guaiaco ecc. Ora questc nalurali reazioni son quelle aj)punlo, che servirono di base al lavoro del sig. V. Giuseppe Sella, lavoro piuttosto esteso, e che da a divedere nell'Autore un uomo non solo assai perito nell'arte sua, ma ili^tinlo conoscitore delle cose chimiche. Per asserzione della Giunta i procfdiiueuii pratici suggeriti da lui non superano in esattezza quelli stpii- sitissimi di acidimetria , alealintetria, cloromelria ecc. cotanto illustrali da Gay-Lussac, ma sono capaci di fornirc indicazioni suflicientemente precise da bastare ai bisogni di coloro , che csercitano le arti chimiche , come ad esempio i lintori, i fabbricanli di carta, ecc. ecc. < \ IC La < .iiini.i tributa pertanto al sig. Sella le ben meritate lotli per I'uti- lissima applicazione, che egli seppe fare delle sue cognizioni cliimiclie all'arle che professa con singolare distinzione, e se il lavoro presrn- tato all'Accademia in vece di avere la forma di un trattato o di un istru- zione pratica ad uso dei manufaltori , avesse quella di una Mernoria scientifica, essa ne proporrebbe la stainpa in disteso nei Volumi ac- cademici; per quella ragione pero si liraita a proporre la stainpa di quella parte che tocca piu dawicino la scienza , da inserirsi nella Notizia Storica , siccome appunto si fa pubblicaudo il seguente sunto stato re- datlo dall'Aulore medesiino: UETODO COMPARATIVO per determinare gli acidi, gli alcali, i salt ed i carpi semplici nelle loro soluzioni. i. Principio fondamentale. — I metodi ora seguiti per determinare le pro- porzioni quantitative degli acidi e degli alcali si fondano generalmenk- . come e noto , sull'applicazione di questo principio : cioe , che gli acidi e gli alcali richieggono tutti quantita proporzionali di alcali e di acido per venire neutralizzati. Allorquando gli acidi come gli alcali trovansi in liquidi concentrali si oltiene una molto grande esattezza, ma non cosi, mi pare, se i liquidi sono dilungatissiini, vale a dire, se il corpo a determinare e in piccolis- sima proporzione relativamente al suo dissolvente. Ii) questo ultimo caso sembra che col metodo che esporro , in poche parole , si ottenga una piu grande esattezza , con maggiore facilita ed economia di tempo. Esso riposa sovra di un altro non meno semplice principio, e si estende a tutti i corpi in generale. Per ntrovare la quantita di un corpo nelle sue soluzioni non e ne- cessaiio di investigare tutta la quantita di un altro corpo che esso «■ ca- pace di distruggere ossia di neutralizzare ; per noi basta il conoscere la relaliva azione di un tale corpo sopra di allri in eircostarue cgtuili. I chimici adoperano ordinariamente certe carte colorate, che essi chia- mano carte reagenli , per sco|>rire la presenza degli acidi o degli alcali nelle loro soluzioni. Ora, osservasi che le soluzioni di questi corpi modificano le rispetti\< carte reagenti tanto rnh fortemente, e con tanto maggiore relerita, ejnantp l>ii'i concentrate esse sono. Intersaniente le soluzioni acide <> basiche quanto 1 1 1 Ti dilungale si trovano producono modilica/.ioni tanto piu deboli e tanto |hm lente sidle k>ro carte reagenti. Partendo da <|iu'sio moilo di comportarsi delta carte reagenti colic solnxioni degli acidi e degli alcali piii o meno concentrate, e che molti iino pure avnto occasione di osservare, noi possiamo stabilire per principio: che, aUorquando si pud parttgonarelamodificti&ioneprodotta da un acido oppure da un alcali a tenon determinato con quella che produce lo stesso acido o lo slesso alcali a tenore indetermiuato, e che si possono entrambi portare, dilungandoli con aequo , a produrre la medesima azione sulla carta reagentc, non vi debba piu essere dubbio che /acido o t alcali provato venne in entrambi i casi condotto alio stesso tenore. t. siccome si tenne conlo delta quantita di acqua aggiunta al- tuno ed all allro liquore', sara facile , dalla conoscenza del tenore pri- mitivo di ttno dei liquor i , dalla quantita di acqua che gli venne ag- ■jritntu , e didla quantita di acqua che venne aggiunta al liquido a tenore u-onosciuto , il calcolare questo sconosciuto tenore. Come si puo scorgere , questo principio e universale ; esso e applica- ble non solo alia dclerminazione degli acidi , che fanno volgere al rosso .uia di tornasole , degli alcali che fanno volgere al rosso bruno hi carta di curcuma , ma pur anchc a delerminare la relaliva quantita dei sali e dei corpi semplici nelle loro soluzioni , come quelli che sono capaci di indnrre sulle rispettive carte reagenti modificazioni analoghe a quelle degli acidi e degli alcali. -. Polimetro cliimiro. — Per portare due soluzioni alio stesso tenore , col mezzo di opportune agginnle di acqua, si fa uso di un semplice istru- mento . che mi pare di poter distinguere col nome di polimetro chimfco, percfae esso serve a dcterminare la piu gran parte dei corpi che forffiario lo .•onsidcrarc come mia snliizinne normale ) parti d'acqua. Ma i gradi a5 - 5o ecc. , espressi da numeri multipli di (|iielli segnati nel tubo, si ottengono piii speditaniente : i.° col dilungare una parte del liquore sino al nuinero della parte aliquota ; 1." coll'in- nal/.are nel tubo una parte del liquore, cost dilungato, sino al numero che esprime quante volte la parte aliquota sta nel suo multiplo. h. Errore nel calcolo doi litoli. — Dal ragionainento che qui sopra ab- biamo fatto , si vede che noi applichiamo ai pesi i ragionamenti fatti sui \oluini. Con un tale metodo , quando vi ha contrazione o dilatazione, e quando la densila dei liquidi che si mescolano e diversa , non si ottiene un csatlezza uiatemalica. 1 11 fatti sia V il volume di un liquido ; V' il volume di un secondo liquido che si mescola al primo; D la densita del primo liquido che ha un volume V\ D' la densita del secondo liquido che ha un volume P"' ; si mescolino i due liquidi , se non vi ha contrazione ne dilatazione alcuna ihiainando d la densita del nuovo liquido, avrassi evidentemente dopo il iniscuglio un litpiido che avra un volume V-+- V1 e che avra un peso eguale al peso dei due liquidi riuniti ; e siccome il peso del primo liquido e VD , e quello del secondo e VD' avi'assi seinpre rD+-r'D' = (F+-F')(l (1); se vi fosse contrazione invece di avere dopo il miscuglio il volume V-trV' si avrebbe solo p. e. —(f^-hf^1). Supponiamo che la contrazione sia 1 .... V-+-V - , vale a dire che dopo il miscuglio il volume sia solo , avrassi allora % VD+V'D'=-^— - d (.->.). Qfoetta equazione (2) dimoslra che quando vi e contrazione i rapporti I M che hanno fra ioro i voluini V ; V\ non sono gli slessi dci rapporti ilei pen F D ; V D' ; VD-^-VD'. L'equazione (i) indica che anche quando non vi c contrazionc solo se D=D' ' =/■/ ; i rapporti di V^ ri.} r+F' sono gli stessi dei rapporti FD; V'D1; t'D+VD' Quindi e che solo in tale caso si potrebbero scambiare i rapporti dei pesi e dei volumi ; ma il dilungamento delle soluzioni , su cui operiamo, ne scosta cosi poco la densita da quclla dell'acqua para che l'errorc lii vissimo, che si commette, e immensamentc minore dell'approssimazione dell' islrumento ; cosicche non gioverebbe a nulla il calcolare esattamente i suddetti rapporti. 5. Crado di approssimazione nolle determinazioni. — Quando si viene a de- terminarc il tilolo di una soluzione qualunque e importante il conoscere sino a qual grado di approssimazione si ottiene il titolo stesso. Cio e cmello che si puo sempre ottenei'e col nostro istrumento. Imperocche , siccome una soluzione piu concentrata produce una piu forte azione sulla carta delerminati'ice , ne deriva che, se si ha una prima soluzione indeterminata , la cui azione sia per una parte minore dell'azione di una seconda soluzione determinata , e per 1'altra parte maggiore del- I a/.ione di una terza soluzione egualmente determinata, il titolo della prima soluzione slara fra (pello della seconda e quello della terza. Laonde, quando si applica d nostro istrumento per determinare so- luzioni a tenore incognito , per sapere , nel tempo stesso , Tapprossima- zione che si raggiungc, converra comprendere , col mezzo della carta, il liquido a tenore sconosciuto fra due Uauidi a tenore conosciuto, e che non differ iscano tra loro che di una quantita cost piccola quanto la sen- sibilith della carta ancora comporti. Cio fatto, e chiaro che il liquido a tenore sconosciuto si potra aminetlere come avenle un titolo medio dif- ferenzialc fra quello dci due liquidi a lenore conosciuto ; e lerrore in cui s' incon-e e minore della dillerenza dei tiloli di questi due liquori a tenore conosciuto. \bbiasi una soluzione di un dalo corpo .
  • ." i;rado. 11 lilolo della soluzione hideterminata c dunquc Gn . X- ed -X-- e posso ritenere il suo titolo siccome .") x (i x ' i i 2 .T t>0 JT i I enrore clie commelto e niinore di a \ 5 a: b x / bo a come abbiamn detto. 11 precedents modo di operate e quello che devesi sempre seguirc mile applicazioni particolari. Ma quando vuolsi conoscere semplicenicnte lesatlezza, di cui e suscettibiie la determinazione di un corpo nelle sue \arie soluzioni piu o meno concentrate, basta il cercure le piu piccole. difference di titolo in piii, oppure le piu piccole difference di titolo in meno che la carta e capace di accusare. Imperocche e da presumersi (come realincnle sueccde ) che la stessa esatlezza , la quale si liwa al disopra, si trovi pure al disotto del titolo intermedio. Cercando tali difierenze per ogni corpo nelle sue different! soluzioni, piu o meno con- centrate, si avrebbe il yantaggio di venire a conoscere presso quali titoli conviene ridnrre le soluzioni per ottenere la piu grande approssimazione nel (leterniinare le soluzioni indeterminate di ciascun corpo. Kcco in quale inodo si potrebbero trovare le piii piccole dilferenze di titolo che la carta e capace
  • .. 15 dicembre. In quest'adunanza sono nominati a tre posti vacanti nella categoria degli Accademici stranieri per la Classc di scienze fisiche e matematiche i signori : (ienerale Coinmendatore Gioanni Viitorio Poncei.kt, Membro dell'Istituto di Francia. Barone Leopoldo De-Buch , Membro dell' Aceademia delle Scienze di Berfino. CXI Cavaliere Federico Tiedemakn , Professore di Anatomia comparata nel- l'Universita di Eidelberga. II Segretario Aggiunto legge: Compte rendu des Hymenopteres inedits provcnants du voyage entomologique de M.r GuihlASi dans le Para en 1 846 , lavoro presentato dal Socio nazionale non residenle il Marches? Massimiliano Spinola, e che gia trovasi stampato nel Volume XIII, pag. 19. II Gav. Moris legge : Mycromycetes italici novi vel minus cogniti ( Decas VIII) , lavoro di un altvo Accademico nazionale non residente , il Cav. Prof. Giuseppe De Notaius, ed il quale venne eziandio gia stam- |iali> nel A olume suddetto , pag. g5. Da ultimo il Cav. Sobrero a nome proprio e del Prof. Francesco Sei.mi comiuiica una Nota intorno alia reazione dell acido cloridrico sul biossido di piombo e sul minio ; essa e del tenore seguente : « Come appendice a quanto abbiamo in altra occasione comunicato all Accademia intorno all'azione del cloro sul cloruro di piombo in pre- senza dei cloruri alcalini , riferiamo ora due fatti , i quali si collegano con quelli , che in allora abbiamo allegati : Allorquando si pone biossido di piombo in piccola quantita enlro acido cloridrico modicamente concentrato, non si ha sviluppo sensibile di cloro , il liquido ingiallisce prontamente , e si pu6 separare limpido dopo qualche tempo di reazione col decantarlo e filtrarlo per carta. Questo liquido fu dal sig. Milmjn tenuto come un composto di acido •■loridrico e di cloro , il quale avrebbe una quantita di cloro doj>pia di (|uella che si contiene nell' acido cloridrico , e di cui la formola sa- rcbbe HCl*. Gia il Bf.rzei.ius avea nel 1 844 posto in dubbio I'opi- nione del Mileon : le nostre ricerche vengono a (hmostrarci che di- i'atto il liquido preparato nel modo indicato non contiene bicloruro d1 idrogeno , ma si bicloruro di piombo. Infatti questo liquido lasciato :ill aria perde cloro , e depone protocloruro di piombo ; colla polassa loruisce un abbondante precipitato di biossido di piombo ; in una parola si comporta come la soluzione di bicloruro di piombo preparata col me- todo che abbiamo indicato nella Memoria relativa a questo composto. Un fatlo analogo al precedente si ottiene cjuando a vece del biossido CXXI di piombo si adopera il minio , o piombato d'ossido di piombo. L'azionc dell' ucido cloridrico su quest' ossido e istantanca , essa si riconosce alia formazione di protocloruro di piombo , clie si raccoglie in fondo del li- quido, ed al coloramento intensamente giallo dell'acido sovraslante; questo separato per decantazione si comporta in modo identico a quello , con cui si comporta la soluzione di bicloruro di piombo. Fu un tempo in cui questa reazione , male interpretata , si credette acconcia a fornire una soluzione concentrata di cloro estemporanea , la quale potesse sostituirsi alia soluzione di gaz cloro nell'acqua preparata coi metodi ordinarii. Ognun vede quanto questa sentenza sia erronea : il liquido che si ottiene per tal maniera di procedere contiene bensi una grande proporzione di cloro, ma combinata in un composto instabile di cloro e piombo, che e il bicloruro di cui abbiamo fatto precedentemente lo studio. Non e mestieri di dire che questo liquido non si debba sosti- tuire all'acqua di cloro , specialmente negli usi medici n . §ssi§g*gS»K£' Serif. II. Tom. XII i5^ ELOGIO STORICO LUIttI COLL A UAL PROFESSORE G. B. DELPOXTE Approvals nelV adutuaaa ttelli 7 luglio 1850. J. n tutti i tempi e in tutte le regioni della terra l'uomo ebbe sempre fissa la mente ai corpi della natura, e per tjuanto rozzo egli si fosse, a forza di riccrche e di tentativi suggeriti piu dall' istinto che dalla ragione, giunse a ricavare da questi covpi i materiali che gli erano nccessari per soddisfare ai bisogni ed ai comodi della vita; e tuttavia lc scienze nalnrali, che ne hanno per oggetlo lo studio, furono le ullime ad uscire dalle te- nebrc dell' ignoranza ed a fiorire per mezzo alle Nazioni piu colte ed in- civilite. L' Europa stessa, tanto avida di sapere e tanto piena di lumi, ci mostra ancora piu d'una sua conlrada che da (piesto lalo di dottrine ap- pena pu6 dirsi uscita dal periodo d' infanzia , se pur giunse a tanlo. Un si lungo ritardo non vuolsi altribuirc ad altro che agli oslacoli frapposti al loro incremento, si gravi che gH sforzi di privati ciltadini non bastano a somiontarli ; e per verita i generosi che ne avrcbbero il volere, e per il bene della scienza non esiterebbero a far sacrilicio di tutto perfiso della vita, oi-dinariamente si trovano colle mani legate dalla fortuna: e craelli che lo potrebbero , per le grandi ricchezze avute in retaggio dagfi avi . sovcnte hanno il capo a tutt'allro. Sono i Kappresentanti della Nazione , i Magistrati . i Regnanti che de- vono proteggere le nalnrali discipline e procurarne I a\anzamento coi grand! mezzi che il paese ha posto nelle loro mani, siccome tpielle che ten- dono a convertire i corpi inerti della natura in istromcnli di grandczza Serie II. Tom. MI. k h i (M.m STORICO Dl 1. 1 tGl i 01. 1. A i- ■ mcra\iglia se ncgli Stati piccoli , c prcsso le Nazioni smembratc, i Na- turahsti si riducono sovente a poco piu d'nno, a cpiei due o tre che hanno 1'incarico di custodirc i gabinelli e d'inscgnare la scienza. Quesle considerazioni abbiamo voluto loccare perchc calzano troppo bene al noslro proposito , perche il merito piu insigne del Personaggio, die porge doloroso argomento alle nostre parole, consisl.c appunlo nel- I'avere coi soli mezzi intcllctluali e pecuniarii, chc crano in suo polere, inlrapreso e continualo a frontc d'ogni oslacolo lo studio di uno dei piu % ,i -.ti rami della storia naturalc con tanta perseveranza e buon frulto da giagnere non solamente ad internarsi nella scienza, ma ancora a porlarla olde i conlini in cui gliela trasmettcvauo i suoi predecessori. Luigi Coi.i.a nactpie in Torino il 32 aprile del 1766 di Antonio Marino \\vocalo Collcgiato c di Fortunata Zatkllom. Indirizzato dai genitori alio studio delle lingue e con otlimi insegnamenli all'amore della virtu destava il giovinetto le piu lielc speranze. Giunlo aU'adolcscenza intraprendeva lo studio ilella giurisprudenza e ne conscguiva la laurea dollorale neU'ela di .1 1 1 ni diciotto. ]Sel compiere il corso cgli aveva dalo prove d'ingegno si persptcace chc tre anni dopo venne aggregato al Collcgio ilella l'acolla. N enuto il momento di appigliarsi ad una camera lascio in disparlc la in.tgistralura, e come amante del vivere indipendente scclsc un impicgo in cui I'entrarvi . il rnnanervi, il progredire non dipendevano che da lui SCRITTO i.\i. PROF, G, I!. DELPOHTE .'» miIo , e si diede a patrocinare le cause del fbro. Quanto buona ciuscita egli \i facessc , e quanto credito in poco tempo si procacciasse, lo sanno abbastanza la capitate e le provincie. E poiche il sapere e la perspicacia in lui andavano conginnti a un gran tbndo di onesta, non andu inolu> che le sue fatiche gli fruttarono considerevoli capitali, di cui non poteva egli fare uso piu nubile, piu generoso, conic diremo in appresso. Frattanto un alio e subitaneo caagiamento avveniva nelle condizium politiebe del nostro paese ; atterrito dai clamori repuhhticani venuli da oltremonte Carlo Emamiei.e si rilirava da'suoi Stali e BtabiUvasi tosto nella capitale un governo provvisorio composlo dc' cilladini che piu godevano della confidenza pubblica. II Coi.i.a fu uno del bel nuincro, sieconic lu ancora uno dci lnemhri del comitato di swurezza pubblica che piu si ado- perarono al inanleniinento dcH'ordine. In seguilo , per I incertczza delle sorti piemontesi, per i partiti che ogni di piu si urtavano, e per le prove che egli aveva gia dato di siucera devozione alia patria, fu noniinalo com- missario a raccogliere i voli per L'unione alia Francia ; fu spedito nelle terre delTalto Monferrato in compagnia del Generate Grouchy per cal- maivi gli insorti , ed ebbe ancora a soffrire la prigionia sollo l'invasioiic auslro-russa del 1791). Tomato il paese in calnia , il Gcneralc Berthikk ne scarcerava il Coi.i.a e mandavalo a rappresentanle del Governo nella capitale dclla repubblica Cisalpina ; poco dopo riunile a cpiella repubbUca Le provincie oltre Sesia, il Coli.a tornava in Torino e prendeva posto nella consulla legislaliva , dove non avrebbe egli inaneato di fare un gran bene al paese colla sua perizia in materia di leggi; ma questa consulta poco ebbe di vita, e tosto cangiando di proposito e di inembri Irasformavasi in commissione esecutiva. Fu allora che egli ritirossi a viverc in private . deciso di non piu mischiarsi in faccende pubbliche. In tulle le incumbenze che gli erano stale affidate , segnatamenle in quella di rappresentanle del Governo in Milano, il Coi.la aveva dato prove di senno c politica probila ; ma non valsero a procacciargli il i'avore dei Personaggi che dovevano ricomparire ai loro posli nel cangiare ilella scena politica, e sull'entrare del 181/1 il suo nomc piii non oomparve ae ruoli universilarii. Del resto se ocni buon citladino era in dovere di allionlarc I'urto de^li aweniinenti e di servire la patria qualunque si fosse la condizionc dei tempi il Coi.i.a era troppo sicuro di avere adempiuto eonseiciiziosamenle ;i quest' obbligo per non lasciarsi abbattere dallo sfregio che n'ebbe a noevere '. EL0G10 STOIUCO DI I.UICI COI.l.A E eontumando a segnalarsi nelli'scrci/io di sua professione , consecrava le ore che glifi ne resta\ano agli aincni r Iranquilli stiuli di Flora, i quali u\e\ano col tempo a rendere chiaro il suo nonie piu che le dispute e i dihatlimenli del foro. E per veiita ne assicura egli stesso tli averc sorlilo ilalla nalura assai |>iu d' inelinazionc per le scienze naturali, che per la giurispnidrnzu (i), e se non vi si applico fin dagli anni piu verdi. egli e perche le naturali discipline a quel tempi meno conosciuie fra noi non davano adilo a carriere di sorla , e perclie nella scelta della profes- sione le convenienze di famiglia e le esorlazioni dei parenli ben sovenlr possono piu die gli impulsi del cuore. E tpii ilircnio un accidcntc die 1'u di Stunolo alle disposizioni del suo animo e lo detcrmino ad intra- preodere con impegno lo studio della bolanica. Legato in amicizia col Prof. Balms, a cui ne era affidato il pubblico insegnamenlo, lo richiedeva an giorno di additargli un'opera da cui polesse imparare gli elementi della scienza e la ooknra ili alonne piantc esoliche, le quali si proponeva di mtrodurre nel suo podere ili Ui\oli , come oggetlo di studio e di abbel- limento. Sorrise il Bai.uis a una laic inchicsta , come per dirgli che la coltora delle scienze s'aveva ad incominciare dagli anni pin verdi, e che d'altronde le creseenli occupazioni del foro non gli avrebbero lasciato il tempo di applicaisi con frullo ad una si vasta parte della storia naturale. Mostro il Coi.i.a di prendere in buona parte il consiglio ; ma in verita piu che mai fenno nel suo proposto corse a prowedcrsi della Philosoplna botanica del Lixubeo. Colla scoria di quest'opera in breve tempo giunse a conoscere gli organi dei vegelali cd a rendersi familiare la nomencla- tura, e quindi rivolse le sue cure a! giardino ; lo arricchi di novelle pianle. e ne dispose un buon tralto secondo le classi e gli ordini del sistema sessuale. Quando i fiori comparvero pregb il Baleis di volervisi recare a ■ liporto. Questi , che non sospeltava di nulla , appena entralo nel giardino dimandb chi fosse venuto a stabilirvi quella disposizione. Allora il Colla, sorridendo alia sua volla , gli iice sentire che il botanico, autore di quel- 1 ordinamento scicnliiico, era apptmlo un avvocato suo grande amico. [n quel punto conobbe il Balbls che la domanda fallagli un giorno (1) ii Kino dalla prima adolcsccnza io era tralto dalla nalura ad iiidagarne isecrcli; ma gcUato » nello studio delle leggi pel amorc di famiglia, do\clli abbandonare i mici impulsi cd a qucllu » csclnsivamcnte applicaro n V. Colla, Antol. but., vol. 1. pay. 1, SCIUTTO DAI- PROF. C. B. DEI.PONTE 5 partna ila un fermo proponimrulo , e lieto ollre modo di vederlo cosi bene awiato nella scienza, d'allora in poi co'suoi bind e con tulti i niezzi che crano in suo potere non cesso piu di essergli d' incoraggiamenlo e d'ainlo a raggiungere la mela desiderata (i). Ne poleva piu relrocedere il Coi.i.a dal suo nobile divisamcnto: imper- ciocche |)iii s' inoltrava nella conoscenza delle pianle piu ne sentiva diletto. piu gliene cresceva l'amore, e il gianlino di Kivoli, che n'ebbe per prim<> sagtjio una serie di piante dispostc secondo il metodo sessuale, non tardi) a darne prove piu luniinose. E per verita ilal prima lavoro scientifico del Coi.i.a, cioe dall'Antolegista botanico, risulla die egli \i allevava gia buon numwo di piante esotiche fin dal i8i3. D'allora in poi lo ando sempre niigliorando di anno in anno a segno che nel 182/1 per la copia delle piante peregrine, e dei mezzi richiesti alia loro coltivazione , il giardino i)Oteva dirsi trasformalo in uno stabilimcnto scientifico, come dimostra la descri/.ione che ne diede il Coi.i.a stesso col titolo di Hortus r/pu/ciisi.s di cui parlercnio piu sotto. E poichc ogni anno gli stabilimenti botanic! d' Europa pigliano nuovo incremento dalle scoperte dei viaggiatori , il Coi.i.a s'adoperava incessantementc onde arricchime il proprio, e farlo camrninare per quanlo gli era possibile coi progress? della scicnza. I ineinbri della sezione bolanica che lo visitarono nel iS.'jo, durante il congrcsso dcgli scienziali italiani, applaudirono tanto piu vivamentc all'ardua impress che si era addossato cmanto ]>iu erano in grado tli apprezzarne gli ostacoli. ed ebbero a dirgli di aver fatto cpianto si poleva da un privato per l'avnn- zamenlo della scienza c lonore della patria. ^ enendo alle opcre scientifiche coinmcicrenio dall Anlolcgista botanico. la prima che comparve alia luce e che comprende i principii della scienza e la loro applicazione alia pratica. E noto abbastanza che dalla stratum degli organi si traggono i caratteri per classare metodicamente i vegetabili e per ben distinguere una specie dall allra , siccome dallo studio delle fun- zioni si Iraggono lumi e precetti per allevarli e moltiplicarli. L'Autore si propose ili raggiugnere luno c l'altro sco|>o, e dislribui il suo lavoro in quattro parti: la I." che inlitolo Nomcnclatwa teorica corrisponde all'ana- tomia vrgetale propriainenle delta e all'organografia , e comprende la de- sci-izione degli organi semplici e degli organi composti cos\ della nutnzione (1) V. Colla 1. c. pag. XIV. (> BLOGIO STOHICO Dl i.UIGI COI.LA come dclla riproduzione colle principal! diflerenze di strulltira e di lonna che I'Autore espone con chiarezza di discorso c col corrcdo dcllc dottrine onde erasi ari'icchita la scienza a (pie" lempi. La 2." parte o Sistemografia ( Tassonomia ) ha per oggetto la disposizione sislctnatica delle piante in classi, ordini , specie e varieta. I'reinesse alcune consideration! generali sulla dillcrcnza fra mclodo c sistcma , sul valore relalivo dei caratteri X\ un scsto in quarto col lesto raccorciato per \ia di abbreviature e disposto in guisa ehe in una sola riga si comjjrendono lulti i particolari suddctti ; ma 1 inijiortanza del lavoro sta negli schiarimenti posti a pie SCIUTTO DAI. PROF. C. D. DELPOKTE i| -li pagina sullc specie duhbic, nelle descrizioni di inolte specie nuove nate da semi raccolli da] BERTERO nelle Anlille, nella dovizia dei discgni con Clli le une e Ic allre furnim illustrate. Fra lutle le opere del Colla ella e miesta la piii acconcia a darci un idea della sollcciliidiuc e dello zelo da cui era animato a vantaggio della botanica; quelle pagine, coperte di nole, ce lo dipingono in mezzo alle piante del suo giardino intento a ri- scontrarne i caratteri colic descrizioni degli Aulori, a rilevarne gli sbagli, le inesattezze e le omissioni, ad emendare o migliorare i caratteri ora del genere, ora della specie. Ne contentossi egli di (piesto lavoro per una volta tanto : ma voile ripigliarlo per piu anni di seguilo , correggerlo ed ampliarlo secondo che glie ne porgevano occasione i fiori o i I'm it i delle specie coltivalc , e le nuove che ogni anno aveva cura d' introdurre uel- I'orto. L'opera Lntilolala Plantue cliilenscs ecc. vide la luce in piu voile uegli alii di epicsta Reale Accadcmia delle Scienzc. Le piante clic ne fonnano il soggetto, tranne alcune coltivale dal Coi.i a ncl proprio giardino, fu- rono raccollc dal benemcrilo noslro Bertero nel Chili ed inviale all'Autore senza nome o col nomc inccrlo, clic lo slesso Bertero lc dava nella 1'reiia del raccogliere, o che aveva gia pubblicalo in un giornale di quella con- Irada inlilolato il Mercurio , colla descrizione o senza; sono selle fascicoii eslratti dagli atti suddetti , clic comprendono la descrizione di circa no specie nuove del Coi.la o del Bertero, illustrate da ^5 tavole. L'esaminare e il descrivcre le piante sopra individui collivali o sugii escmplari sccchi degli erbarii , il confronlarne lc descrizioni c i disegni sono per verita esercizi di grandc giovamento al Bolanico che desidera di approfondire la sti-uttivra degli organi , e rappresentarne le dillerenze com sceltezza c propriety di vocaboli. Ma se non esce all'aperta campagna < uon raccoglie di sua maiio le piante che vi crescono spontaneamente: s< non ne studia sul poslo l'abito nalivo e le modificazioni di forma a cm vanno soggettc nel passare da un luogo all'altro , le sue cognizioui non potranno mai essere compiute , e sovenlc correra pericolo ili non piu ra\- visare in natura la pianta che ha perfctlameutc sludialo sui libra, o dcscrillo egli slesso. Laonde per cmanto glielo pcnncllcvano le altre sue occupazioni non tralascio il Colla le passeggiate campestri e le escursioni sui uionti . per mezzo delle "on page il generoso Arnoldo di aver (alio dono delTcrhario, voile ancora clic lulta la collczione delle piante csoticlic viventi del giardino di Rivoli andasse a profillo della pabblica utruzione , c tosto nc invilava il Ministro ondc tarla trasportare nellc serrc di qucsto slcsso Regio Orto bolanico. (1) Open pubblicaU daWAvvocato Collegium Luigi Colla: l.a L'AntolcgisIa Bolanico. Vol. 8 con Uvolo. Torino 1813: dot I tpi di Domenico Pane. SCWTTO DAL PROF. G. B. DELPOUTE I 1 da lui puhlilicate, le quali chiunqtie si faccia ad esaininarc, maravigliera certo chc siano state condoite a compimento da an uomo che lino agli ultimi suoi giorni si inanlennc in credilo di giurisconsullo quant'altri ope- roso c valente , e si trovava gia ollrc il nono luslro quamlo si e posln ad imparare gli clemenli della scienza: tanto e vcro chc an fermo rolere puo trionfare di qualunque oslacolo quando e secondalo da potente intel- letto; ma per provvederc ancora ai disegni, alia stainpa, al aiantenimento ili parecchie migliaia di piante esotichc, ci voleva proprio I impolso di un cuore allamente generoso , e tutto V cnlusiasmo di cui puo essere 2.a Memoria sul gencre Musa c Monogralia del mcdesinio. I'n fascicolo con tavolc. Torino 1820 ncl Tomo XXIV delle Memorie dt'Ua R. AccaJcmia delle Scicnzc di Torino, pag. 333. 3.a Ad Vcrhascum cisalpinum obscrvalioncs. Taurini etc. R. Typograpbia 1823. Moin.Accad.il Sc. T. XVIII. p. 507. 4 .a Illuslralio generis Dysodii addila iconc nomlum cognila specici riuam diraricati nomine designarunt Botanici. 1822 , nel Tomo XXVII della R. Aceadcmia delle Scienzc , pag. 323. 5.a Ilorlus ripulensis seu enumeratio pbnlarum quae Ripulis colunlur , additis sl\rpium ra- riorum vel uondum satis cognitarum aut forte novarum nolis duscriplionibus ct iconibus. AogQStae Taurinorum. 1824. = Idem — Appendix l.a 1824. Mem. Accad. Sc. T. XXXI. p. 111. = Idem — Appendix 2.a 1826. = Idem — Appendix 3.a ct 4.a Mem. Accad. Sc. T. XXXV. pag. 147. 1827-28. 6.* Observations sur lo Liinodorum purpureum dc M. De Lamarck et creation d'un nouveaw genre (Tbiebautia). Paris de l'imprimerie dc Lebel 1824. 7.a Mcmoirc sur le Melanopsidlum nigrum des jardinicrs ct formation d'nn nouvean genre (Vi- viania). Paris de l'imprimerie de Lebcl 1825. 8.a Planlac rariorcs in regionibus Cbilensibus a cl. M. I). Bertero nuper detectae et ab A. Coll.v in I uffin editae. — Sette (i) fascicoli slanipati nolle Memorie della Realc Aceadcmia delle Scienzo di Torino. Tomo XXXVII. pag. 41. Tomo XXXVIII. pag. 1 c pag. 117. Tomo XXXIX pag. 1. 9a Freyliniae genus cum icone Taurini. 1830. 10.a Novi Scilamincarum generis (Cassumunar) de styrpe iam cognila, commenlalio. Taurini ex R. Typograpliia 1830. II.'1 Elogio storico di Glo. Batlista BaLBIS. Torino stampcria Realc 1832. 12. a Horbarium pedemontanum iuxla mellmduni naturalem dispositum additis nonnullis v[u pibus exoticis ad universos eiusdem mellioili ordinos exbibendos Vol. VIII di teslo o 111 fascicoli di tavolo ). Auguslae Taurinorum ex typis Rcgiis 1833-37. 13. a Storia c descrizionc del Cactus senilis con lavola. Torino. Tipogratia Favale 1838 14.a Elogio storico dcH'accadcmico Carlo Bertero- Torino. Tipografia Regia 1840. I5.a lllustrazione della Porlulaca Gillicsii con tavola. Torino. Tipografla Rcgia 1841. (i) Nelle copie a parte non si hanno etie quatlro fascicoli distinli da un inlcrrompimcoto n*"l numtro J--IU , . kvuk ora dircino i Fasc. i.o pag. 3-4;. - Faic. a.o pag. 3-*a. - Fasc. 3.9 pag. 3-a:- - Fasc. 4.0 pag. 3-35. , • I 1 cm. in STORICO DI H.'I(,1 (.01. 1. A capace ono studioso della natura. Non fuwi mai penuria d' aomini pronti ad mtraprendere stndi e carriere che loro frultano ricchezzc oil nnori , ma rarissimi sono quelli che hanno fbrza di rinunziare alle ric- chezze ed ai comodi che giu sono in loropotere, o potrebbero facilmente •raddoppiare, unicamente per il vantaggio delle scienze e il lusiro della patria. Sotto qaesto rispetto il vuoto che lascio il Coi.i.a nel nostra paese rande assai, e lunghi anni probabUmente avranno a trascorrere prima die altxi si faccia ad imitarne l'eseinpio. Del resto egli non s'era mai proposlo che gli studi scelti per inch- nazione e pascolo del suo animo gli avessero a frullarc la menoma cosa in cariche, litoli, o denaro; e per altra parte la buona riuscita ed il guadagno sicuro che vi andava facendo il suo nomc, il solo che gli stesse veramente a cuore, I'urono piii che bastanti a ricompensarlo delle fatiche <• di qualunque danno avessero potuto ritrarne i suoi interessi privali. Di fatlci in poco tempo lanlo si accrebbe la fama del suo sapero che i membri delle piu rinomate Accademie (i) d'Europa aiulavauo a gara ml 16. a Mcmoria sopra una noova specie di Calonyction (C. inacrantliolcucuoi ) ed osservaiioui -nl ^enere eon lavola. Torino. Tipografia Spcirani e comp. 1840. I7.a Sloria e descrizione del Caclus ( Mammillaria ) spiraeformis. Torino. Tipografia Speirani ■ • romp. 18 id. 18. a Osservazioni circa I'Kleplianlusia macrocarpa del Willd. , nel Giornale delle scienze nie- rlicllO. Torino. Fascicolo di ollobre 1812. 111.3 Camclliografia , ossia tentative di una disposizionc nalurale dcllc varietii della Camellia del Giappoue, c loro descrizione. Uo volume con lavolc. Torino presso G. l'omba c comp. 1843 .'ii ' Discorso inaugurale per la sesta riunionc della Sociela Bicllese per l'avanzamculo delle uli ecc. Biella dai lipi Amosso 1843. il.' Observations sur la famillc des Rulacccs, sur le genre Correa ct formation du nouvean ^iiire Antonmarehia avec figures. Turin. Imprirnerie Royale 1843. Mem. Ace. Sc. serie II. T. V. i9.a Aehimeneae = Geaneriacearum iribus nova, addilo earundem novo genere (Sarotiaea). Vugast. Taur. ex lypis Rogiis 1848. Mem. Ace Sc. serie II. T. X. 53. a Ad Gcsncriaceas addiliones cum novi generis Loboplerae deseriplione et icone. Aug* Taur \ Ivpis Regiis 1848. Mem. Ace. Sc. serie II. T. X (I) 1784. Laorealo in ambe-leggi nella H. I'nivcrsila di Torino. 1780. Aggrcgalo al Collcgio di leggi nella slessa I'nivcrsila ! 1810. Socio libcro della Sociela agraria di Torino, c di poi Socio ordinario della It. Accad."' lAgricollura. 1811. Socio ordinario dell'Accadcmia de Jurisprudence ile Turin. 1814. Socio corrispondcnle dcll'ordinc accademioo dcgli Indel'cssi di Alessandria. 18J0. Membro rcsidenlc dcll'Accadcniia Rcale delle Scienze di Torino. 1821. Membro corrispondcnle della SocUli Linneenne ilc Paris. 1823. Membro corrispondente della Sncidle J. H. patrintiaue eeanomiijuc dfl Bohcmc. 1822. Socio corrispondente t>f the Accademy of natural Sciences of Philadelphia. 1825. Membro della Sucietas Naturae curiosonrm Heleeticorum. scritto DAL i'ixof. r;. n. dei-pontk i3 proclamarlo a Socio, c i Personaggi ili prorata antorita nella scicnza da lui coltivata, i Direttori degli Orli consecrati alia pubblica islruzionc, i 13otanici viaggiatori, i Proprietari < I i giardini privaii s'airrcitavano di metterloa parte delle loro collczioni , ili siiingere con lui accomunamcnlo di Imni c di oggetti sciettlifici. Egli e appunto dalle pianle oltcnute in dono cd in cambin . o acqmistate dagli stabilimenti che ne farmo oggetto di vendita dagli esemplari e dai semi clie gli furono Irasmcssi da lontanc regioni c principalmente dal Bertero che Irasse tulla quella messc di piante Don ancora osscrvate da altri o conlroverse, che descrisse ed illustio nelle six- opere. Ancorche la botanica fornias.se il principale oggcllo delle sue cure sapeva fare si huon uso del tempo j che trovo modo di conlinuare nel- 1'esercizio di sua professione per I' inipegno che ne aveva contralto col pubblico , e perche gli forniva i mezzi di reggere alle spese di coltura <• di Stampa. Ne 1'una occupazione riusriva punto d' inciampo all'allra : che anzi , conic egli ebbc a dire piu voile, lainenila degli studi natural] i^,l i era di sollicvo negli ardui e spinosi dibaltimenti del foro; e da questi a quelli passava con tanta agevolczza che fu veduto piu. volte inlerrompeiv hi descrizione di una pianta , dettare un consullo e ripigliare ben toslo la descrizione pronto e fresco di mente come se in allora l'avesse inco- Diinciata. Non dobbiamo taccre che ebbe il Coi.i.a ne' suoi studi botanici aiuli e conforti da ognuno degli indiwdui di sua famiglia in cui aveva sapuio trasfondere il gusto dclla scienza , e sopratutto ci corre obbligo di ricoi- dare in qucstc pagine il nome della genlildonna Tecofila Bi.aciiier sua 182G. Socio oriiinario corrispondcnlc della Socicta agraria cd economica di Cagliah. 1827. Socio corrispondonlc dc la Satiele Lim&tmw tie Lyon. I S-JT . Socio corrispondentc dclla I. H. Accadcmia economico-agraria dei Georgofili di Firen/e. 1828 Socio corrispondcnlc dclla Societas Medico-botauica Londmentu 1830. Mcmbro dclla Itcifia lintanitorum Societas Ralisbonemis. 1830. Socio corrispondcnlc dclla Socicla accadcmica It. B. di Napoli. 1830. Socio ordinario dell' Accadcmia filarmonica di Torino. 1833. Mcmbro corrispondenle ieWAcademia Seimltantm htslituti Hononiensis. ISIl i . Socio corrispondente della Sucie'le des Sciences naturcllcs el antiauiles dt la I 1830. Socio corrispondcnlc dell' I. U. Socielit d' Orticollnra di Vicuna. ISi? Socio corrispondcnlc delPAccademia Valdarncsc. 1812. Mcmbro onorario dclla Socicta Medico-cliirurgica di Torino, 18 i i. Cavalicrc dell' Ordiuc Mauriziano. I*|S Senatore del Regno. I I ELOCIO STORICO DI I.UIGI C0LT.A degna ligliuola 6 delizia di sua vita , non solamente perche piu d'ogni allro ili sua stirpe aiuto il padre ed ebbe con lui una quasi comunanza di ri- cerche e di studi, ma ancora perche fatta valcnte nel disegno raffiguro le speck descritte ed illustrate dal padre con tania grazia c verita chc soddistauo L'occhio dcllo Studioso e deH'artisla. Se nolle copio a stamps non sempre la piclra* o il raine conscrvarono la castigalezza dclle forme impronlale dal pcnnello , i disegni originali (i) clie nc abhiaino ve- duto ci I'onforniano sempre piu nel nostro giudizio. Egli e per render omagsio a' suoi talenti ed alle sue virtu clie il Bertero lc declicava un nuovo genere da lui fondalo sopra una graziosa pianticella scoperta nei paseoli di Valparaiso (Teeopkjrlaea violaefhra) , che il padre fece di pubblica ragione ed illuslro nellc Plantae c/ii/enses } fasc. 4- ]>• 20. T. LV ; il qoal genere ottenne in seguito l'approvazione di tutii i Botanici. E qui vuolsi agcdungere che alia stessa cgregia Tecofila Coi.i.a-Bi.aciiier gia Bn.- 1.0TT1 un allro genere era gia slalo dedicato ilal Coi.ea stesso {P.Billotlia). Laonde per cjnesti litoli e finche i disegni non ccsseranno di essere il piu sicuro mezzo ili perpetuare le scoperte delle scienze naturali e di pre- servarle dalla conhisione e ilagli errori, il noine di Tecofila Blachier non polra piu essere scompagnato da quello del benemerilo suo genitore. Poache il discorso ci ha condolli no" penetrali della vita privata clove I uomo suol essere non di rado ben diverso da quello che si mostra agli occhi del mondo , diremo ancora che il Coi.i.a fu mai sempre eguale a se slesso, in privato ed in pubblico sempre generoso ed onesto. Gli alFelti di consorte e di padre erano si potenti nel suo euore che chiudevano il passo ad ogni bassa passione , ad ogni sentimento che non fosse di pro- bita , ili tenerezza , di conforto , di salularc esempio alia prole ; c frat- tanto la pace domcslica, i modi gentili e cortesi, il sentimento della pieta fiorivano sollo il suo telto, e ne rendevano caro l'accesso al ricco ed al povero ; lanto e vero che lamore di patria non e che un'cspressione piu larga dell'amore di famiglia , e che questo amore e il contrassegno ;iiu sicuro per distinguere chi ama veramente la patria , da chi na- sconde 1'ambizionc , l'cgoismo e il dispotismo nel cuore. Duolci cpii che (1, Sc nc puo \cilcrc un fascicolo riunito all'Appcndicc 3." deH'//or(u.< Ripulonsis nclla biblioleca .li qnrsta P.. t'niversila. >'on solamente nel disegno, ma ancora nrH'intaglio Bulla pieha e sul rame segnalossi la Gentildonna; e di qucsla sua arte, tanto piu degna d'encomio c|uanto nel suo sesso piii rara, cilcrcnio per saggio la tavola annessa al genere Tccoptiylaea. M.IUTTO DAI, PROF. C. B. DELPOXTK 1 5 i limiti che ci siamo preGssi non ci pcrmeltano di enlrare ne -parlicolari di qucsle >irtu che sono come il rivcrbero di quelle clie il Coi.i.a lascib impresse Lungo il sentiero della sua vita politica. Bppero a contenteremo di acccnliare che in fronte al suo prinio lavoro bolanieo non scolpiva egli altro noine che cpiello della compagna che il Cielo au\a dislinato a di- vidcrc seco lui i patiiuenli e le gioie di questa terra. Le parole che cgli le indiiiz/.ava in questa occasione sono si calde ili ailelti, si piene di nobili sentiment] die non possiamo traitencrci dal fame parlecipc il lettorc (i). E ben nicrilava di avcrsi a marilo un tal uomo la gentildonna Forlunala Zapelloni, che alia leggiadria della persona iiniva modi ingemii, fortezza d'animo e svcglialczza d'ingegno, e, coll amor lenerissimo della prole, la santita della lede , la caslila dell affetto confortava il Coi.i.a a prose- guire nelle sue faliche. Notercmo per ultimo che in tulta la sua vita non fu mai vedulo si lieto come quando gli venne recaka la notizia del 11. Viglielto che lo rcstitniva agli stalli dell Univorsila. Qoahmqae lavorr degli uomini o della fortuna non gli avrebbe potulo contraccambiare la consolazione di vedcrsi di nuovo accolto fi-a suoi oolleyhi. Quando ebbe il Coi.la questa consolazione gia s'accostava all'ottantesimo anno dcU'cla sua. II Cielo vcgliando a tulela de1 suoi giorni gli lasciava godere a lungo 1'esercizio di una vita si nobilmente Lmpiegata. Non pote?a egli difatto adoperarsi piu cncrgicaincnle per rendersi utile ai suoi com- paesani , per dar luslro alia patria; e lultavia non si pensava ancora a ELOGIO STOIUCO DT LOUS] COi.I.A alle stampe L'applaudita mcmoria sulle Gesneraccc, L'estrema dclle su< fetiche; cosi la fiamma , ncl inancarc d'alimcnlo, raduna gli spirit! sparsi r gettando ancora un fidgido lampo si spcgne. Luigi Coi.i.a fu di alia, robusta e ben proporzionala corporalura, gaio d'aspetto f di modi franchi; facile cbbc la parola, la dicitura spontanea: all'acume dell' intelletto univa costama cd arte sqoisita nel vincere ogni malagevolezza ; a' suoi uffizii, sebbene molti e varii, sempre adempiva per niodo elie in ogni cosa pareva non avcsse allro a fare. Dai libri della scienza <• dalle occupazioni forensi passava volenlieri alle oneste bligate ; esperto Delia musica, sovente ne pigliava dilctto; pieno di riverenza pe' suoi niaggiori di rango , non inai piego ad alto che sapesse di cortigianeria : la carita della patria , lamor di famiglia sempre mantenne inviolalo e COStante; am6 la scienza per se, non per gli onori die gli poteva pro- cacciare. Piil per gli anni , che per la vita incessanletnenle laboriosa , l'u colto da inorbo, il cui vario e lento procedcre soslenne in picna. cono- scenza di se stcsso , rasscgnato ed invitlo fino allultimo respiro. Mori fra le braccia de'suoi piu cari in mezzo ai conforti della religionc il di 22 dicembre 1848, correndo l'anno oltuagesimotcrzo di eta. La sua spoglia riposa nella cappella di Rivoli accanto al giardino che formo l'oggello prin- cipale de' suoi sludi e la delizia della sua vita. Miiilre (piell anima or gode nelJa bealitudine del Cielo la ricoinpensa delle faliche onorale e diuturnc, e delle virtu che lasciava in serbo alia terra, oh cpianto esullera nel vedere i suoi concilladini a gareggiare in offerte generosc onde innalzare fin d'ora on monumcnlo che ne traniaudi ai posleri la memoria ! 11 De-Candoi.i-k gli dedicb un genere di Leguminose (C'olluca) , il Lindlky di Orchidee, lo SpRE^(;!■:]. di Composle. I generi di Lindlei e dello Sprencel, siccome posteriori, fnrono riferiti il primo alia Pelexia I'oit. , laltro al Clirysanllicllum Rich. A perpetuare anche da questo canto ne libri della scienza la memoria del Coi.la sussisle il genere sia- bilito dal De-Candoi.i.e. SCRITTO DAL PROF. G. B. DELPONTE I 7 Generi e specie nuovc del Colla disposte sccondo gli ordini del metodo naturale. XIAMJE. Sphaerococcus hypnoidcs Herb. Pcd. vol. 6. pag. 345. (Gelidium cor- neum Lmx. var. |3. hypnoides Zanarjj. Syn. Alg. Adr. in Mem. Ace. Tor. Ser. II. Tom. IV. pag. 207). Polysiphonia pilosa 1. c. p. 563. (Ulchinsia pelosa Naccar. Algol, pag. 37. Polysiphonia pilosa Zanard. 1. c. pag. 164 )• EJCHENES. Graphis Valvella 1. c. p. 4a3. (Opegrapha Valvella Ach. Lich. univ. p. 25 1 ). G. notha 1. c. ( Opegrapha notha Ach. Lich. univ. p. 25a ). G. atra 1. c. p. 424. (Opegrapha atra Pers. in Ust. Ann. 7. p. 3o. ). Lecidea proboscidea 1. c. p. 435. (Gyrophora proboscidea Ach. Lich univ. p. 220. ). L. cylindrica 1. c. (Gyrophora cylindrica Ach. Lich. univ. p. 223. ). L. hyperborea 1. c. (Gyrophora hyperborea Ach. Lich. univ. p. 225. ) L. spadocbroa 1. c. p. 436. (Gyrophora spadochroa Ach. Lich. univ p. 236. ). Patcllaria luteola 1. c. p. 460. (Lecidea luteola Ach. Lich. univ. p. 190.) Cladonia baci Maris 1. c. p. 457. (Cenomyce bacillaris Ach. Lich. univ p. 54. )• C. coralloidea 1. c. p. 460. (Cenomyce coralloidea Ach. Lich. univ p. 528. C pyxidata var. (3. coralloidea Ach. Parmelia lunula 1. c. p. 474- ( Cornicularia lanata Ach. Lich. univ p. 61 5.). P. leucophylla 1. c. p. 483. (Imbricaria leucophylla Billet, in lilt, ad Auct. ). Serie II. Tom. XII. c I 8 KI.OGIO ST0R1C0 DI I.UIGI COI.I.A I'. bryophila I. c. p. 499- (Urceolaria bryophila Ach. Lich. univ. p. 34 ' •) I'. Leucopsis 1. c. (Lecanoru Leueopsis Ach. Lich. univ. p. 354. )• I', cincrca 1. c. p. 5oo. (Urceolaria cinerca Ach. Lich. univ. p. 336. ). P. commutata 1. c. (Leonora commutata Ach. Lich. univ. p. 35a. ). P. rubricosa 1. c. p. 5oa. (Lccanora rubricosa Ach. Lich. univ. p. 386.) Peltigera concbylioides 1. c. p. 5o6. (Volvaria conchylioides DC. Fl. Fr. ed. 3. vol. 2. p. 373.). Fl\GI. VgariCUS Cumini 1. c. vol. 7. p. 3o. (A. miniatus Com. Spec. pa". 4- i:i\. 1. fig. 1. ). Tvphula Rhizopus 1. c. p. \!\i. (Clavaria Rhizopus Ukrter. in Ri. \|>l>. II. p. aai. ). Tubl'laria Coi.i.a 1. c. p. 1 87. ( Solenia Pers. Disp. inclh. Fung. p. 36. MLycol. eor. p. 335. tab. 12. fig. 8-9. non Agard nee Sprengei.. Vwii'U'iulo il Coli.a che 1' Agard si era scrvito del vocabolo Solenia per contrassegnare un nuovo genere di Alghe, credette convenienle di so- stiluirvi quello di Tubularia\ del resto , i caratteri che scrvono di fon- damento al genere sono precisamcnle gli stessi. Tubularia fasciculata 1. c. p. 187. (Solenia fasciculata Pers. Mycol. Eur. p. 33."i. ). T. Collac I. c. (Peziza Collae Re Suppl. III. p. 20. ). Sphaeria Cumini 1. c. p. 260. (S. punctata Cum. Spec. p. 47- )• Uidymium ochraccuni 1. c. p. 2i)5. (Didenna ochraceum Hoff. Crypl germ. fig. 5. ). \OTARisiA Coela PI. Chil. in jNIem. Accad. Tor. Tom. 3g. p. 53. tab. 7 5. 1 non Cesati) Plagiochila Nees et Mo.ntagne in Nouv. ann. sc. nat. 5. p. 5?.. Erdlicheb Gen. n.° 473- )• N. lycopodioides Colla 1. c. 1'ianla nativa dell' isola Juan Fernandez inviata dal Bertero al Coi.r.A coll ' indicazionc Genus Lycopodeum Jortasse novum; rpicst' ultimo , avuto principalmente riguardo agli organi della fruttificazione, ne tr,isse il genere snddetto , che intitolb al ch. Prof. De-Notaris , gia d'allora benemerilo della scienza , e principalmente della Muscologia. SCIUTTO DAI. PROF G. I). DELFONTE III riminwn. jNolhochlaenaDoradilla PI. CM. fasc. 7. in Mem. Accad. Tor. Tom. h, p. \6. tab. LXXIII. Polypodium altescandens PL Chil. 1. c. p. 48. P. inaequalifolium PL Ch. 1. c. p. 49- P. conlluons PL Ch. 1. c. p. 5o. P. intermedium PL Ch. Lc. p. 5i. tab. LXXIV. Pteris flavescens PL Ch. 1. c. p. 37. tab. LXVII. Lomaria cycadifolia Pl.Tlh. 1. c. p. 43. tab. LXXI. L. Schottii PL Ch. 1. c. p. 44. tab. LXXII. Asplcnium stcllatum PL Ch. 1. c. p. 4'- tab- LXIX. Aspidium Bcrterianum PL Ch. 1. c. p. 42. tab. L.W A. subincisum Herd. Pcd. vol. 6. p. 216. Davallia Berteriana PL Ch. 1. c. p. 37. tab. LXV. Panicularia Colla PL Ch. 1. c. p. 33. lab. LXIV. ( Thyrsopteris Ki\/. in Linn. 9. p. 507. Endlich. Gen. n. 65o ? ). P. Berteri Coll. 1. c. Felce elegantissima scoperta dal Bertero nelle selve dell' isola Juan Fernandez. II Colla non credette di riferirla ne alia Cyalhea Sm. . m Al'Aneimia Swartz, come semlDrava esscre d'avviso il Berteru, avuto |)i-incipahiiente riguardo al ricetlacolo dello sporangio pedieellalo, alia maii- eanza di vero indusio e alia fornia delle spore. II nomc di queslo genere e tratto dalla disposizione a pannocchia degli organi della i'liilliiica/.iorie. Hymenophyllum fernigincum PL Ch. 1. c. p. 3o. H. semiteres PL Ch. 1. c. p. 32. tab. LXI. H. nigricans PL Ch. 1. c. tab. LXII. Paspalum Fcrnandezianum PL Ch. 1. c. p. 27. tab. 5^. Agrostis umbellata PL Ch. 1. c. pag. a3. tab. 57. Avena Bellardi Herb. Pedem. vol. 6. pag. 34. n. 17. tab. 93. fig. a. Bromus Berterianus PL Chil. in Mem. Ace. Tor. Tom. 3g. | tab. 58. B. Bertolae Herb. Ped. vol. 6. pag. 68 (B. arvensis L. Sp 1 13 ). ao ELOGIO STOIUCO DI LUIGI COLLA CYPERACEAE. C3rpcrus Fernandezianus PL Ch. 1. c. pag. 21. tab. 56. Eriophorum Bcllardi Herb. Pedem. vol. 5. p. 56i. n. 7. lab. g3. fig. 1. EIEIACEAE. Aloe tricliotoma H. Rip. p. 8. tab. i3. (Aloe Saponaria Haw. ?). Allium liliforme Herb. Ped. vol. 5. p. 387. n. 36. tab. 90. fig. 3. (A. jjusillum Roeji. et Sch. Syst. veg. 7. pail, a.'p- io34- )• A. subbiflorum PI. Ch. fasc. 7. in Mem. Accad. R. Tor. Tom. 39. p. i3. ( A. striatum Don. et Gaceae Sp. ). Bottionea Coli.a PI. Ch. fasc. 1. in Mem. Accad. R. Tor. Tom. 37. p. 4 1. tab. 1. ( Trichopetalum Lxnbl. in Bot. Reg. tab. i535. Endlich. Gen. n. 1 1 48. ). Gcnere fondato dal Coi.la sopra una pianta nativa dei colli di Val- paraiso inviatagli dal Bertf.ro coll' indicazione Genus Thjsanotho proxi- mum, sed meo sensu diversion: e di fatto il genere Bottionea secondo il Coli.a difterirebbe dal genere Tisanoto per le logge prowedute di molti semi in ciascuna parimenti diretti , non disperme coll'altro dei semi eretto Taltro pendente, per lo stilo retto non reclinato , le antere tutte eguali fi-a loro. II nome che d Colla gli dicde, ricorda quello di Gio. Bottione e Am. 11. a sua figlia , gia disegnalori delle piante in questo Regio Orto botanico ed autori di un buon numero di tavole dell' Iconographia Tau- rinensis. DIOSCOItEAE. Dioscorea linearis PI. Ch. fasc. VII. in Mem. Ace. Tor. Tom. 39. p. r 1. IRIDEAE. Sisyrincbium leucantbum PI. Chil. fasc. VII. in Mem. Ace. Tor. Tom. 39. p. 18. S. Nuno I c. SCIUTTO DAL PROF. G. D. DELPONTE a I iivi°oxii»i:.u:. Molineria C01.1.A Hort. Rip. App. 2." p. 333. tab. 18. (Curculigo Gaert. i. p. 36. Endlich. Gen. n. ia63. Genere dedicato ad Ignazio Molineri, gia custodc di questo R. Orto botanico, dimostratorc dellc piante ofiicinali solto il Governo francesc e sommamentc benemerilo della Flora Pedemontana per testimonianza del- 1'Allioni e del Balbis. II Coi.i.a lo ha stabdito sopra la Curculigo su- matrana Roxb. che trovo diirerire dalle altre specie dello stesso genere per la corolla 6-lida non G-petala , per lo stimma indiviso e globoso non trifido , la capsola ombelicata non rostrata, e finalmente pei semi man- canti di appendici. ISIiOMI L1A4 B Al . Pourretia magnispatha Hort Rip. App. 2.* p. 334 • laD- 1 9- (Billbergia amoena Liindi.. ). ORCII1DEAE. Tiiiebautia Colla in Ann. Soc. Linn. Paris, et in Hort Rip. p. i3g. (Bletia Ruiz, et Pav. Endlich. Gen. n. i385. II Limodorum purpureum di Lamarck diede occasione al Colla di fondar questo genere da lui pubblicato per la prima volta negli Annali della Societa Linneana di Parigi in onore di Thiebaut de Berneaud che ne era Segretario perpetuo. I caratteri per cui l'autore inducevasi a se- parailo dai Limodori sono tratti principalmente dalla struttura del labello e dell'antera. SC1TAMINEAE. Cassumlaau Colla Nov. Scit. Gen. Taurini i83o. (Zingiber Gaertn. 1. p. 33. Endlich. Gen. n. 1622.). Nome triviale nelT India di una specie di Scitaminca che il Roxbirc; trasse dal genere Amomum per riferirla al Zingiber col nome di Zingiber Cassumunar. II Colla ravvisandovi caralteri dillerenti dai veri Zenzeri , una doppia spata , ed una struttura ahpianlo diversa ncl labbro della co- rolla , ne formo un genere nuovo sotto d nome di Cassumunar. 32 ELOGIO STORICO DI LUIGI COLLA MMHttb Musa acuminata Mem. sul genere Musa p. 56. M. Balbisiana 1. c. M. Berteri 1. c. p. 57. « HENOPODEU . Chcnopodium tenue PI. Ch. fasc. 7. in Mem. Ace. Tor. Tom. 3g. p. y. tab. 5o. (Blitum tenue Moq. ). Atriplex chilense PI. Chil. fasc. 7. in Mem. Ace. Tor. Tom. 3g. p. 7. tab. 49. Moq. in DC. Prod. i3. p. io3. Alternanthera tenella Hort. Rip. App. 3.a p. 19. tab. 9. (Paronychia tenella Desf. ). EEAEAGNEAE. Elaeagntis argentea Hort. Rip. p. 4g- tab. 28. (Elaeagnus acuminata Link. ). E. emar^inala Herb. Ped. vol. 5. p. 92. Plantago callosa Herb. Ped. p. 566. n. 23. tab. 87. f. 3. VAEEIUAHEAE. Valeriana Berterii PI. Ch. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 5. Fedia paniculata Hort. Rip. App. 3. p. 36. (Valerianella olitoria ) Pollich. Palat. 1. p. 3o. ). Fedia Fiscberiana Herb. Ped. vol. 3. p. 1 84- n. i3. tab. 64. f. 2. D1PSACEAE. Asterocepbalus pyrenaicus Herb. Ped. 3. p. 207. (Scabiosa pyre- aaica All. Fl. Ped. 1. p. i4o. ). 8CRITT0 DAI. I'HOF. C. B. DELPONTE 23 COMPOS1TAE. VERNONIACEAE. Albertinia Martii Herb. Peel. vol. 3. p. 291. (A. brasiliensis Sph. Syst. 3. p. 434. ). EUPATOIUACEAE. Eupatorium Balbisianum Hort. Rip. App. 3. p. 18. f. 1. E. Berterianum II. Rip. App. 3. p. 18. DC. Prod. 5. p. 170. E. lucidum Herb. Ped. p. 283. n. i3. tab. 70. fig. 1. non Ort. non DC. E. Salvia PI. Ch. fasc. 4. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 8. DC. Prod. 5. p. 157. n. 1 08. ASTEROIDEAE. Aster erigeronoides Herb. Ped. vol. 3. p. 3go. (A. Novae-Angliac var. j3. hortensis DC. Prod. 5. p. 232. ). Erigeron Eonjeani Herb. Ped. vol. 3. p. 373. n. i5. tab. 71. f. 2. (E. Villarsii Bell. App. ad Fl. Ped. p. 38. tab. 9. ). Erigeron Re 1. c. p. 372. ( E. "Villarsii Bell. 1. c. ). E. fasciculatus PI. Chil. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 27. ( Erigeron Berterianum DC. Prod. 5. pag. 286. n. 20. ). Terranea Coi.la PI. Ch. f. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 1 1. tab. 23. (Erigeron DC. Endlich. Gen. n. 2332. Meisn. Gen. 2. p. 36 1. ). Genere fondalo dal Coi.la sopra una pianta trovata dal Berteho nel- 1'isola Juan Fernandez. L'Autore nello stabilirlo ricordava ai cultori della scienza il noinc di Lorenzo Terraneo che fece dono di molte specie al- I Aulorc della Flora Pedcmontana. Terranea Fernandezia Coll. (Erigeron fruticosum DC. 1. c. ). Conyza Martii Herb. Ped. vol. 3. p. 368. (C. amoena Mart, non Link). Baecliaris confertifolia PI. Chil. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. i5. lab. a5. 6. Baceharis Cliisquilla DC. Prod. 5. p. 419- n. i56. Bacebaris Martiana Herb. Ped. vol. 3. p. 3 1 8. a4 ELOGIO STORICO DI LUIGI COLLA SENECIONIDEAE. Bidens Valparadisiaca PL Ch. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. p. 12. tab. 24- (Bidens chilensis DC. Prod. 5. pag. Go3. n. 66. ). Bidens Martii Herb. Ped. vol. 3. p. 3o6. (B. serrulate Mart, non Desf.). Tagetes Perretii 1. c. p. 4 J 8. Gnaplialium paniculatum PL Ch. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38- p. 17. tab. 26. DC. Prod. p. VI. pag. 223. n. 8. Gnaplialium Spini Herb. Ped. vol. 3. p. 332. (G. Stoechas L. H. Cliff. 401.). ScnecioBertcrianus PI. Ch. fasc. 5. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 32. DC. Prod. 6. p. 41 7- n- 447- S. cinercus PL Chil. fasc. 5. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 33. DC. Prod. 6. p. 4i8.n.453. Senecio linearifolius PL ChU. fasc. 5. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 3i. tab. 29. S. Valparadisiacus PL Chil. fasc. 5. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 32. S. viscosissimus PL Chil. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. pag. 33. DC Prod. VI. pag. 416. n. 445. Danaa Colla PL Chil. fasc. !\. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. lab. 28. (Se- necio DC. Pr. 6. p. 4 1 3. sect. XII. Chilenscs. ). Genere intitolato dal Colla a Pietro Dana che succedetle alTALLiom nelT insegnamento della Botanica. L'Allioni stesso aveva gia tentato di reudergli quest' onore col dedicargli un genere di ombrellifere ( Danaa All. Fl. Pedem. 2. p. 34- ) che non fu adotlato come posteriore ad altro (Physospcrmum Cusson. 1782) che comprendeva la specie elevata dal- 1'Ai.i.ioM al grado di genere. Fece quindi opportmiamente lo Smith ad intitolare al nostro Dana il suo genere Danaea che descrisse licgli Atti di quest' Accademia Vol. V. pag. 120. tab. 9. fig. 11. La pianta a cui appigliavasi il Colla nel ricostruiTe il genere Danaa gli era stata inviata dal Bf.rteuo sotto il nome di Cineraria , genere a cui non credelle di doverla riferire per V invoglio polifillo non moltipartito ; mentre per lo stesso invoglio semplice e non corredato di squame o foglioline alia base, non gli parve avere abbastanza di affintta coi Senecioni per potervi essere compresa. Danaa Yegua Colla I.e. (Senecio lenticulatus DC. Prod. VI. p. 4 16. n. 439. ). SCRITTO DAL PROP. G. D. DELPONTE 25 OY.XAREAE. Centaurca Arnoldi Herb. Pedein. vol. 3. p. 274. n. 85. tab. 69. ( Cen- laurea Scabiosa Linn. sp. 1291. ). C. Bellardi Herb. Pedein. Vol. 3. p. 273. n. 84. tab. 68. fig. 2. MUT1SIACEAE. Cbaetanthera Berteriana PI. Ch. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 21. tab. 27. fig. 1. (C. Berteriana Less. Syn. p. 1 1 1. DC. Prod. 7. p. 29 n. ,.). NASSAEVIACEAE. Dumerilia frutescens Herb. Ped. vol. 3. p. 36i. CICUORACEAE. Tenorea Berterii Hoi't. Rip. p. 137. (Trixis frutescens R. Br. DC. Prod. 7. p. 68. n. 12. ). Bellardia Colla PI. Chil. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 4° tab. 34. non All. nee Schreb. (Microseris Don. E.ndlicher Gen. n. 2g83. ). II Bertero inviava al Colla una pianticella del Chill sotto U nonif di Krigia , che qnesli trovo diflerente dalle Krigie e dagli altri generi aflini per le divisioni dell'antodio disposte in doppia serie , l'esterna piu breve : per le squame del calice terminate da una lunga setola ed altri caratteri ; e pero ne formo un nuovo genere che dedico al celebre suo concittadino Bellardi, onore che gia avevano procurato di rendergli 1'Allioni e lo Schreber ; ma in scguilo gli Autori registrarono la Bel- lardia dell'ALLiONi or fra le Barlsie ed or fra le Trissagini , e riferirono quella di Schreber al genere Coccocjpselum dello Swartz e dello stesso Schreber. Bellardia pusilla 1. c. (Microseris pygmaea Hook et Arn. Comp. 1 p. 3o. DC. Prod. 7. p. 89. n. 1. Hypochaeris Bcrtcri PI. Ch. fasc. 4- in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. \>- i" tab. 33. ( Achyrophorus apargioides DC. Prod. 7. p. 9^. n. i4- )• Serie II. Tom. XII. d ELOGIO STORICO DI LUIGI COLLA (\WIV\Al!.\CIll. I'livtcuma lincarifolium Herb. Peel. 4. p- 34- (Phyleuma Scheuchzeri V.i . Pcd, 1. p. 116. tab. 3g. f. 2. ). Campanula Bertolae Herb. Peil. vol. 4. p- 24. n. 58. tab. 76. fig. 1. (C Scheuchzeri Will. C. linifolia DC. Fl. fr. 3. p. 698. ). C. Re 1. c. p. a5. n. 5g. tab. 76. f. 2. (C. rotundifolia L. var. |3. hirta Km 11. Syn. edit. 2. p. 538. ). Campanula Molincrii Herb. Fed. vol. 4- p- 17- (C. sibirica L. sp. 236.). C. data Herb. Fed. 1. c. p. 26. (C. speciosa Pounn. C. longifoliaLAPEYR.). RUB1ACEAE. \ iviama Colla in Ann. Soc. Linn. Paris. 4- p- a5. tab. 2. (Melanopsi- diiim Cels. Endlich. gen. n. 3328. Billiottia DC Prod. t\. p. 618. non Colla nee R. Br.). Nell' //or/Ms Ripulensis p. 88 il Colla aveva gii fatlo menzione di una Rubiacea ricevuta dall'Orto di Cei.s sotto il nome di Melanopsidium nigrum; allorche venne a Corire ed a fruttificare trovb che ne' particolari del fiore e del fralto molto si accostava ai generi Psjchotria , Palicourea e Cqffea : se non che difleriva dai due primi per l'anello neltarifero onde e coperto l'ovario, per il numero degli stimuli e per la strultura della drupa , e ad un tempo si allontanava dal genere Coffea pel tubo della corolla barbalo inlernamente e per altri caratteri relativi alia conforma- zione del frutto ; cio posto, avvertendo come fosse improprio il nome generico di Melanopsidium vi sostitui cpello di Viviania in onore di Do- menico Viviaki autore dello Specimen Florae Libjcae, e di altri impor- tant lavori. Viviania psychotrioides Colla 1. c. (BUliottia psychotrioides DC. Prod. 4. p. 618. n. 1.). Psycbotria Martii Herb. Ped. vol. 3. p. i4i. Spermacoce Martiana 1. c. p. 146. Bigclovia rubescens 1. c. p. 147- (Spermacoce lenuior L. sp. 1 47-)- SCIUTTO DAI. PROF. G. B. DEI.PONTK 2- %N< I I I'lVIM VI . Gonolobus obliquil'olius PI Chil. fasc. 3. in Mem. Ace. Tor. Tom. :>-r p. 9. tab. 37. G. VoqnidllO PI. Ch. fasc. 3. in Mem. Ace. Tor. Tom. 37. p. 10. tab. 38. GENTIAJWEAE. Gentiana Perretii Herb. Pedem. vol. 4- p. 168. n. 20. tab. 77. f. 2. LilBIATAE. Salvia Molincri Herb. Ped. vol. 4- p. 3g6. (S. oflicinalis L. sp. 34- ). S.capituliflora L c. p. 396. (Salvia nilotica Murr. Comm. Gotling. 1778. p. 88. tab. 2. ). Satureia BcIIardi 1. c. p. 421. (Salureia hyssopifolia Bertol. in Ann. Sc. nat. Bonon. 1829. p. 406. ). Gardoquia salviaefolia PI. Ch. fasc. VII. in Mem. Ace. Tor. Tom. ig p. 2. tab. 48. Nepeta Balbisii Herb. Ped. Vol. 4. p. 44 a. n. 8. tab. 85. fig. 2. (N. Mus- sini Bieb. ). N. Perretii Herb. Ped. Vol. 4- p- 4 4 1 . n. 7- tab. 85. fig. 1. (N. Cataria L. sp. 796. ). Cuminia Colla PI. Chil. fasc. VI. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. j>. 1 3cj. EmnuCH. Gen. num. 3652. Benth. Labiat. in DC. Prod. 12. p. 258. Specie del Bertero raccolta nell'isola Juan Fernandez ed inviata aJ Colla sotlo il nome di Phjtoxis acidissima. Un esame accurato fece co- noscere a quest' ultimo che non poteva essere compresa fi-a le Phjtoxis Moi.in. (Sphacele Benth. ), e pero nc fonno un genere nuovo che ^olle dedicato a Ugo Cumino , il quale rendevasi benemerito della Micologia subalpina raccogliendo ed illuslrando i funghi della valle di Pisio. La pianta in questione dilferisce dalla Fitosside per gli stami inchiusi, pel calice i3-nervio, per la fomia del tidio della corolla peloso internamente ;il dissotlo dell' inseraione degli stami , per l' infiorescenza e Tabito. Cuminia Fernandezia Colla 1. c j>. 14 t. tab. 47- 28 ELOGIO STORICO DI I.UIGI COLLA ASPERIFOLIAE. Holiolropiuni polianthiodorum Herb. Fed. vol. 4- p- 225. H. pusillum 1. c. p. 227. Lilhospcrmum chilense PI. Ch. fasc. 1. in Mem. Ace. Sc. Tor. Tom. 38. tab. 4°- (Lilhospcrmum calycinum Moris in Mem. Ace. Sc.Tor. vol. 37. p. 98. tal). 1.). (Amsinckia angustifolia Lkiim. ). Myosotis alba PL Chil. fasc. 6. in Mem. Ace. Sc. Tor. Tom. 38. p. 128. ;al>. \ 1. (Eritrichium fulvum DC. Prod. 10. p. i32. ). Myosotis linearis PL Chil. fasc. G. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 129. tab. 42- (Eritrichium lincare DC. Prod. 10. p. i3i. ). Myosotis procumbens PL Chil. fasc. 6. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. 1 3o. ( Eritrichium procumbens DC. ). Cynoglossum Berterii PL Chil. fasc. 6. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38 p. 1 32. lab. 43. DC. Pr. io. p. i53. t;oiiv«L\TLjic;i;\i;. Evolvulus Martii Herb. Ped. Vol. 4- p- 207. Convolvulus alsinoides Herb. Ped. Vol. 4- p. 204. n. 17. tab. 78. f. 1. ( C. pentapetaloides L. ). HY»ItOPIIYlXEAE. Nemophila Nuttalii Hort. Rip. App. 1. p. 1 16. tab. 5. (N. phacelioides NtTT. DC. Prod. 9. p. 291. ). Phacelia shnplicifolia Herb. Ped. Vol. 4- p- 217. SOL.ANACEAE. Solanum deltoideum Herb. Ped. Vol. 4- p- 273. (S. scabrum Berteb. non Jacq. nee Vahl nee Lamarck nee R. P. ). Physalis hetevophylla 1. c. p. 279. Ph. glaberrima I. c. SCRITTO DAL PROF. G. D. DBLPOSTE 21) •»< IHHIII I IKIM VI •;. Calceolaria ferruginea Coi.i.a (non Cay.) PI. Chit fuse. VI. in Mem. Ace. Tor. Tom. 38. p. i3^. tab. /\6. ( C. integriiblia Murk. lama. Syst. ). C. Berteri 1. c. p. i38. C. nitida Colla 1. c.p. 139. C. salicil'olia Colla 1. c. non Pers. C. salviael'olia Herb. Peclem. Vol. 4. p- 33 1 . C. aurea L c. Freylima Coi.i.a Freylin. Genus, add icone et in Hort. Rip. p. 56. Benth. in DC. Prod. 10. p. 333. Ekdlioh. Gen. n. 3oao. Gcnere intilolato al Conte Freyi.in calilo amalore delta bolanica, e coltivatore di piante rare in nn giardino suo proprio , che raantenne ricco e fiorente in Butligliera d'Asti. Dubito 1'Emii.icheu che la Freylima Coin non potesse per rispetto del i'rutto associarsi alia FreyUuiu Berth. E ne aveva doppiamentc ragione, imperciocehe i caralteri del Bentham lasciano .drm 1 che a desiderare sovra gli organi pi\k essenziali, e quelli del Coi.i.a. siccome Iratti da frutli non abbastanza sviluppati, rappresentano un tipo d'orgauizzazione che non e qucllo della natura. Laondc crediamo a pro- positi di rifare la descrizione dei principali organi della pianta del Colla sopra un individuo collivato in epiesto R. Orto botanico per la fa- vorevole occasione che ce ne porgono i frutti giunli a maturita. Calyx gamosepalus quinquepartitus , laciniis membrahaceisL rigidutis, abtusiusculis, persistenlibus; pedicellis apice incrassatis, basi Iribracteolatis. Corolla tubuloso-injundibuliformis, Umbo quinquefido, subbi/abiato, la- ciniis suborbicularibus, subconformibus, aeslivatione imbricatis. Stamina quinque, altera breviore ananOicro : anther is duly mis, bilocu- laribus , loculis elliptico-oblongis , apice coalitis. Stylus simplex; stygmate clavato, injlexo, parumper excavato , sta- mina subaequante. Ovarium e carpidiis duobus margine introjlexis biloculare . mttlti ovulation. Capsula subcoriacea, ovato-oblonga , obtusiuscula , stylo marcescente •tpiculata , septicide bivalvit, . ralvi.s bifid is . dissepimentis ab axi placen- tifero demum solutis. 3o f.i.ogio stoiuco di luigi coi.i.a Placentae crassiusculae , medio dissepimento utrinque adnatae. Semina 8-10 in unoquoqiie loculo , rnguloso-areolatove-punctata , //■- reguLiriter Iriqitetro-discoiilea. Embrjo orthotropus in aai albuminis. Stemodia macrotricha Herb. Fed. Vol. 4- p. 327. Linaria (iliformis Herb. Ped. Vol. 4- p- 317. n. 26. tab. 80. f. 1. Linaria scxpartita Herb. Ped. Vol. 4- p- 3i8. (L. genistifolia Mill. Diet. n. 14. ). Pedicularis Bonjeani 1. c. p. 363. n. 4- tab. 83. (P. fasciculata Bell. ined. ap. Wills. Sp. 3. 218. k:\\tiiu;i:\i:. Tbunbergia cordata Colla Hort. Rip. p. 139. tab. 21. Buellia Villanovcnsis Herb. Ped. Vol. 4- p- 507. gesneraceae. Salutiaea Coi.i.a Gesneriacearum tribus nova addilo earumdem novo genere in Mem. Ace. Sc. Tor. Ser. 2. Toin. 10. p. 208. Achimen. Sp. DC. II generc Achimenes nel Prodromo di Dk-Cakdolle comprende nove specie, delle quali la prima e la terza A. coccinea Pers., A. heterophjlla DC. , sono slate riferite al genere Trevirana Willd. dal Colla che disgiunse qucsto genere daW Achimenes Wahl non P. Brown , avuto ri- guardo principalmcnle alia corolla posteriormente gibliosa , ai fdamenli degli stand non appendicolati alia base , cd alle antere coerenti fra loro a guisa di disco. La seconda specie di Achimenes del Prodromo di De- Candolle A. grandijlora , per la mancanza del quinlo slame rudimentale, la forma della corolla ed altri caratteri , parve al Colla di una struttura si parlicolare da non potersi riferire ne all' Achimenes di Vahl, ne alia Trevirana di Willd., e pero ne stabib il genere Saluliaea, cosl chia- malo in onore dell'egregio Pi-esidenle di questa Reale Accademia rEcc.m° ^ignor Conte Alessandro Di Saluzzo; e quindi coi U-e menlovali generi Achimenes , Trevirana e Salutiaea stabiliva fra le Gesneracee la nuova tribu delle Achimeneae. Salutiaea grandiflora Coll. 1. c. (Achimenes grandiflora DC. Prod. 7. p. 536. ). Sf.IUTTO DAT. PROF. C. B. DEI.PONTF. 3 1 Loboptera Coi.i.a Ad Gcsncr. add. in Mem. Ace. Sc. Tor. Ser. 2. Tom. 10. pag. 221. (Coluraneac Spec. Brong. Lemaire). Una specie di Columnea, gia da lungo tempo coltivata nei giardini sotto il nome di Columnea Schiedeana, fu dal Colla presa per tipo tli questo nuovo genere che ha per caratteri il tubo della corolla alquanto ingrossato alia base, ma non gibboso posteriormente come nelle Columnee propriamente delte: il labbro superiore trilobo, non intiero; l'inferiort intiero, non trifido: gli stami in numero di qualtro senza alcuna traccia del quinto abortivo. Loboptera longepedunculata Coi.i.a 1. c. ( Columnea Schiedeana Brong. ). L. subsessilis Coi.i.a I. c. p. 222. (Columnea crassifolia Lemaire ex Brongn. ). MY1IS1IIEAE. Myrsine brasiliensis Herb. Pedem. Vol. 4- p. 95. ( VHtl I l.lll KYI . Bowlesia inultiradiata PI. Ch. fasc. 1. in Mem. Ace. Sc. Tor. Tom. 37. pag. 44. B. uncinata 1. c. p. 43. tab. 19. Sanicula macrorhiza 1. c. p. 46. tab. 20. Myrrhis cicutaria Herb. Ped. Vol. 3. p. 84. (Chaerophyllum Cicutaria Vii.l. Dauph. 2. p. 644- )• \ii\i.iaii\i;. Cussonia triptera Hort. Rip. p. 43. tab. 26. SAXII It %<-! \l . * Escallonia rubricaulis PI. Chil. fasc. 1. in Mem. Ace. Tor. Tom. 37. p. 41. (.iu»^ii.\iiii\i:. llibes llavum Hort. Rip. App. 3. p. 2. tab. 1. (R. aureum Pvrsh. Fl. Am. sept. 1. p. 164. )• 3a F.i.ocro stoiuco di i.uigi coi.i.a iswi aeeeaoai:. Anemone primulaeflora Herb. Ped. Vol. i. p. 22. n. 2d. tab. 9. (A. narcissitlora L. £. villosissima DC. Prod. i.p. 21.22. ). < EC14 II I ICVI . Cheiranthus rostratus Herb. Ped. Vol. 1. p. 190. n. 7. tab. 27. f. 1. (Erysimum cuspidatum DC. Syst. 2. p. 4g3. Prod. 1. p. 197. ). Cardamine Berteriana Herb. Ped. Vol. t. p. 175. n. 5g. tab. 19. fig. 2. (C. pratensis L. var. (3. dentata Koch. Syn. edit. 2. p. 47- )• Erysimum Fischerianum Phescoi.t? Colla? Herb. Ped. Vol. 1. p. 212. n. 17. (E. lanceolatum R. Br. in H. Kew. ed. 2. Vol. 4- p. 1 16. )■ Sisymbrium Nuttalii 1. c. p. 206. (S. Sophia L. Sp. 922. ). VIOEARIEAE. Solea Martii Herb. Pedem. Vol. 1. p. 269. n. 3. tab. 3o. fig. 3. terneraceaje:. Turnera Martii Herb. Ped. Vol. 2. p. 4oi. T. tortuosa I. c. p. 4-r>5. PASSIFL.OREAE. Passiflora sangninea Hort. Rip. App. 3. p. 6. tab. 3. non Smith sec. Steudel. C'ACTE.IE. Cactus Berteri PI. did. fasc. 1. in Mem. Ace. Sc. Tor. Vol. 37. p. 3g. lab. 17. fig. 2. Cactus horridus 1. c. p. 38. tab. 1 7. fig. 1 . C. Lamarckii Hort. Rip. App. 3. p. 1 5. tab. 7. ( Melocaclus communis DC. Prod. 3. p. 460. C.speciosus H. Rip. p. 26. (Cereus speciosissimus DC. Prod. 3. p. 468.) SCIUTTO DAL PROF. 8. IS. IIKI.I'OMI. 3.5 C. flavispinus II. Rip. App. >. p. 3{a. (Cereus flavispinus Su.m-Dyi k Obs. Bot. 1 8a 2. DC. Pr. 3. p. 4(55. ). C. Cliileasis Ilort. Rip. App. a. p. 3^a. (Cereus Cliilensis DC. Protl. 3. ,,. i<;5.). C. Leccliii llorl. Rip. p. a5. et App. l\. p. G. tab. a. (Cereus Lccchii DC. Prod. 3. p. 471?). C. Spini Ilort. Rip. App. 3. p. 21. tab. 11. (Mammillaria discolor Haw. Syn, p. 177. ). C. alattlS llorl. Hip. p. 24. tab. 20. (C. elegans Link. Enum. 2. p. a5. Cereus pliyllanilioides DC. Prod. 3. p. 469. ). C. spiiacl'onnis Stor. c descr. del Cactus ccc. iB«»ain b.\« b \§ . Tali mini diffusum PL Chil. fasc. 1. in Mem. Ace. Sc. Tor. Tom. > p. 3a. lab. iG. fig. 1. T. graeile 1. c. T. Linaria 1. c. T. tiigonum 1. c. p. 33. C;F,AK. Spergula Morisii Herb. Ped. Vol. 1. p. 344. n. 5. tab. ii. fig. 1. (Sper- gula pilifera DC. Prod. 1. p. 3f)'j. ). Arenaria Scopolii Herb. Pedem. Vol. 1. p. 36i. (Arenaria rupestris Scop. Carn. 1. p. 317. t. 18. f. 54o. ). Cerastium Bertoiianum I. c. p. 3G8. (C. arvensc L. Sp. 6a8. ). Stellaria Bcrtolae Herb. Ped. Vol. 1. p. 3jG. n. 3. lid). 44. fig. a. (S. media Vii.i.. Daupli. 3. p. Gi5. ). Dianthus volgcnsis? D. bispanicus? Herb. Pedem. Vol. 1. p. 3o5. n. 45. (D. dcltoidcs L. Sp. 588. ). Diantlius Allionii Herb. Ped. 1. c. p. 2^7. (D. atrorubens All. Ped. 2. p. 75.). Silcne lutcns Herb. Ped. Vol. 1. p. 33o. n. 96. tali. 41. fig- a. S. Tenoreana 1. c. p. 3a8. (Cucubalus Beheh L. Sp. 591. ). Lyebnis capensis Herb. Ped. Vol. 1. p. 33G. n. 16. tab. 43. fig. a. Skrie II. Tom. XII. e .'< j Kl.0r.10 STOBICO DI LUIGI COI.I.A MALVACEAE. Althaea Bertolae Herb. Fed. Vol. i. p. 388. n. 3. tab. /,7. fig. i. (A. Taurinensis DC. Prod. i. p. 436. ). Urena Sieberi Hort. Rip. p. i/p. tab. 3i). (U. Mauritiana Sieb. sec. SlT.l I). ). Pavonia Martii Herb. Ped. Vol. i. p. 397. 1'avonia lanccolata L c. p, 3g8. Hibiscus Jacquinii Hort. Ripul. App. 4- p- 24. tab. 12. (H. pruriens Ja.cq. 11011 Roxb. ). Sida pulcbra H. Rip. p. 129. lab. 34- (Abutilon pulchrum Don. ). Sida capitllliflora Herb. Ped. Vol. 1. p. 417- (Melochia tomentosa L. Sp. 93 a. ). Sida subse-ssilis 1. c. (S. periplocaefolia L. Sp. g6a. ). Helicteres Martiana I.e. p. /\ai. Visenia spicata 1. c. p. 43i. V. scabra 1. c. V. ferruginea L c. p. 43a. Waltlieria Martii 1. c. p. 433. HYPERICINEAE. Hypericum patcntissimum Herb. Ped. Vol. 1. p. 467. n. 34- lab. 49 lin. a. (H. crispum L. Mant. 10G. ). H. spicatum 1. c. p. 466. n. 32. tab. 5o. fig. i.(H. spicatum L.'Sp. 1 106.). MilLP I€JHI ACE AE. Banisteria macropbylla Herb. Ped. Vol. 1. p. 479- )• SAP1HDACEAE. Uodonaea lieteropbylla Hort. Ripul. App. 2. p. 347. Seriana ferruginea Herb. Ped. Vol. 1. p. 489. P1TTOSPOREAE. Pittosponun Billardieri Herb. Ped. Vol. 4- p- a85. n. 5. lab. 33. SCftlTTO DAL PROF. G. B. DEI.PONTE 35 EUPHORBIA! I %l . Jatropha aculeatissima Herb. Ped. Vol. 5. p. 1 12. n. 2. tab. 89. 1'. 2. RIITACME. Antoismarchia Coi.t.a Hort. Ripul. App. 2. p. 345. cum ic. MEisN.Gen. 1. p. 60. 2. p. 44- Corrca Smith. Enim.igher Gen. n. 6012. Diflerisce dal genere Correa per la corolla gamopetala lungamenle lubuloso-cilindracea e pei' gli slaini disuguali in allezza. La Correa rubra di De-Candoli.e, e la C. virens di Smith servirono di tipo al Coli.a nella fondazione di questo genere intitolato al Dottore Antonmarchi , il cpiale seppe rendersi benemerilo della scienza dettando un saggio della flora di Sant' Elena , mentre s'adoperava co' suoi lumi e colic sue cure a vantaggio del Prigioniero che doveva rendere per sempre celebre quella inospite solitudine. Antonmarcbia rubra Colla Observ. Famill. Rutac. p. 20. cum ic. Correa speciosa Andr. DC. Prod. 5. p. 7 19. Correa rubra Smith Exot. Bot. Ruta Fernandezia PI. Chil. fasc. 1. in Mem. Ace. Tor. Tom. 37. p. i4- «ERAi\IACE\E. Geranium Berterianum PI. Chil. fasc. t. in Mem. Ace. Sc. Tor. Tom. 37. p. 7. G. intermedium Herb. Ped. Vol. 1. p. 5o8. n. 3. tab. 53. f. 2. (G. ro- tundifolium L. Sp. 957. ). Pelargonium Burdini Hort. Ripul. App. 3. p. 6. tab. 3. P. Murrayanum 1. c. p. 5. tab. 2. P. Spini Hort. Rip. p. io5. tab. 7. (P. quercifolium Ait. Hort. Kew. 2. p. 4 '■'■"■ ). OXAEWEAE. Oxalis Piottae Hort. Rip. p. 38. fig. 1. M> Kl.Oi.m STOIUCO 1)1 l.l'ic.l COI.I.A COMBltKTACEAE. LagunCllJaria Maitii Herb. Ped. Vol. 2. p. 367. ( L. raccmosa DC. Prod. 3. p. 17. ). 09 \OTBII.I2l II . Jussiaea pedunculata 1. c. p. 385. L,VTIIlC:%fltlB',\9<:. I.\ thrum divarieatum PL Cli. fasc. 4. in Mem. Ace. Sc. Tor. Tom. 38. I». 3. tab. 1 \. fig. 1. Cuptuea Martii Herb. Ped. Vol. 2. p. 401. MYHTAtEAE. BllXOTTlA Coi.t.a Hart. Ripul. App. 2. lab. 23. (Calolhamnus Labii.t.. Sp. Nov, Holl. 2. p. 25. Endi.h.h. pea. n. 6294. )• Gcnere costiluito dal Colla sopra una Mirtacea delta Nuova Olancla, dedicate alia sua diletta figliuola Tecofila Bii.i.otti-Coi.i.a. Queslo genere ha molla aflinila col genere Beauforlia, ma nc dillerisce pel numero cpia- ternario non quinario delle lacinie del calice, dei petali, delle falangi degli stajni, delle logge delTovario, cd altri particolari. Nel Tomo 3 del Prodromo pag. 211 il De-Candolle reslituiva la 15'illottia del Com. a al genere Calolhamnus \ lo stesso De-Ca:ndolle nel Tomo 4 . 26. tab. 12. Mespilus glabra Hort. RipuL p. 90. lab. 36. LECUJMINOSAE. Genista Morisii Herb. Peil. Vol. 2. p. 65. (G. micropliylla Moris Stirp. Sard. El. 1. p. 1 3. non Cav. non DC, ). Modiolus Balbisiana Herb. Ped. vol. 2. p. 3. n. 18. tab. 56. f. 2. (M. alba Derouss. in Lamk. Diet. 4- 63.). Trifolium Molincri Herb. Ped. Vol 2. p. 134. n. 74. tab. 58. fig. 2. (11011 Balk. ) (T. hybriduni Savi Fl. Pis. p. 60. ). Sesbana Martii I. c. p. 160. Pbaca cyanea I. c. Vol. 7. add. p. 4o5. (Oxytropis cyanea Bieb. Supp. 5o2. DC. Prodr. 2. p. 275. ). Vicia Perrettii Herb. Ped. Vol. 2. p. 217. n. 5o. tab. 61. fig. 2. (Ervnm tetraspermum L. var. |3. grande Ser. in DC. Prod. 5. p. 367. ). Lathy rus Bertcriamis PI. Cbil. fasc. 1. in Mem. Ace. Sc. Tor. p. a3. tab. 11. Galactia Broussonclii Herb. Ped. Vol. 2. p. i5o. n. 2. tab. 5g. fig. 2. Erytbrina Martii Lcp. a5o. Cassia Barrenfieldii Hort. RipuLApp. 2. p. 343. tab. n.(C. Fieldii Coi.i.a sec. Steudei. ). ' Oss. Non sappiamo dove il Coi.i.a abbia cangiato il nome di questa specie. Nell'flerA. Ped. , Vol. 2. p. 278, non fa die aggingnere la de- scrizione dei fiori chc non aveva axtcora potuto esaminare quando pub- blicava I'App. 2.' AeWHortus RipuL C Berteri Hort. Rip. p. 3o. tab. 24. NellV/c/Z'. Pedem. |>ag. 279 avrerte il Colla come impropriamente questa specie sia stala riferita da De-Camioi.i.e al C. bicapsularis L. che secondo lui ne difierisce per la Statnra di tutla la pianta , la grandezza, la forma dellc foglie ed altri caratUii. 38 ELOGIO STORICO DI LUIGI COLLA C. graveolens Hort. Ripul. App. a. p. 343. Specie adottata dallo Steudei. che le da per sinonimo la C. emargi- nata Bert, in litt. C. Schultesii Hort. Rip. App. 3. p. si. tab. io. C. cinerea Herb. Ped. Vol. 2. p. 281. n. 38. C. lancifolia 1. c. n. 3g. Acacia dolabriformis H. Rip. p. 1, (A. decipiens R.Br, in H. Kew. edit. a. Vol. 5. p. 465. ). Acacia Visneoides Hort. Rip. App. 2. p. 33g. (A. compressa Schult. in litt. Herb. Ped. vol. 2. p. 265. ). A. capensis Hort. Rip. App. 4- p- 3i. A. plumosa Herb. Ped. Vol. 2. p. 267. n. 75. A. rubiginosa Herb. Ped. Vol. 2. p. 262. n. 76. 39 4feME MEMOIRE SIR LES VOLUMES ATOMIQUES. ■•*«*•*<#»*»» DETERMINATION DES VOLUMES ATOMIQUES DBS CORPS LIQUIDES A LEUR TEMPERATURE D'EBULLITION j NOMBRES AFFIMTAIRES QUI S'EH DEDMSENT POUR QUELQUES-UNS DES CORPS ELEMENT AIRES LE COMTE AVOGADRO l.u dans la stance tin 3 juin i850. INTRODUCTION. Ilans les trois Memoires que j'ai publies sur les volumes atomiques des corps simples et composes (Memoires de l' Academic, des Sciences de Turin, a.' Se'rie , T. VIII el XI) je me suis principalement attache a l'examen des corps solides , sous la densite qui leur appartient dans cet e'tat , a la temperature ordinaire, regardant ces corps comme comparables entre eux jusqu'a un certain point a cet egard : cependant les corps , meme a l'etat solide, doivent presenter, lorsqu'on les prend a une temperature commune , dilFerentes modifications dans leur constitution moleculaire , par suite de leur distance plus ou inoins grande a leur point de fusion , de la loi des dilatations qu'ils subissent par les changements de temperature ^O M1;M0II\E Sl'R LBS VOLUMES ATOMIQUES avant d'arriver a ce" point, de la condensation ou dilatation cpii ya lieu au passage a I'etat liquide etc.; oes modifications tloivenl iu;ce.ssiiireiuent alterer un pea les relations que j'ai cru pouvoir etablir dans les Mcmoires cites entre les volumes atomiques des corps, ct leur qualitc electro-cni- mique ; aussi n'ai-je domic la loi relative a cette connexion quo comme simplement approximative. Mais ces alterations devraient etre naiurelle- ment beaucoup plus considerables pour les corps a lelat liquide prig a la temperature ordinaire, ou a touie autre temperature commune, non seulement dans leur comparaison avec Les corps solides pris a cette meme temperature, mais aussi dans leur comparaison entr'enx; car a cette tem- perature commune les corps liquides doivent presenter des rapports d'ag- gregation tres-difierents selon leur distance au point de leur solidification, et a celui de leur volatilisation sous imc pression donnee, eu egard a la difference dc leur loi de dilatation entre ces deux points. On ne peut done esperer d'obtenir une certaine approximation dans ['application de la loi donl j'ai parlc aux liquides, qu'en les prenant non a une tempe- rature commune , mats k une temperature differente pour chacun d'eux, et ayant une relation donne'e avec les points dc leur changement d'etat, et avec leur loi de dilatation. L'id(;e qui se presente le plus naturcllement a eel egard est de con- siderer les liquides a une temperature , a laquelle la tension de leur va- peur soit la meme pour tons, ou ee qui revient au meme a la temperature, a laquelle leur ebullition a lieu sous une pression donnee. Cette pression, a laquelle on rapporterait leur ebullition, pourrait etre une pression quel- conque ; mais il est convcnablc de prendre pour cela la pression atmos- phcrique ordinaire de om, 76 , sous laquelle seulement nous connaissons experiincnlalcmeiil , pour la plupart des liquides, la temperature dc leur ebullition: on n'a determine* en elVet la niarche des temperatures relati- vemenl aux tensions quelconques de la vapeur, fpic pour un tres-petit nomine de li(pii precises sur la densite des litjiiitles a leur temperature <1 ebullition, et quelqucfois , faute de connaitre celle densite" an point mi'inc de 1'ebul- lition , ils se sont bornes a considercr ces liquides ;V des temperatures egalement eloignees de ce point, supposant implicilement qu'a ces tem- peratures leur tension de vapcur lut encore la meme pour tons, c'csl-a- dire cpie leur volatilisation y repondlt a une pression commune quoique differente de la pression atmosphe'rique , ce qui n'est pas exact, puisqne la loi de la tension de la vapeur des diilerenls liquides par rapport a la temperature , est independante dc celle de leur dilatation. Dernierenient M. Pierre nous a donne une se'ric d'expericnccs tres- soigne'es sur la loi de dilatation el le point d' Ebullition de plusieurs li- quides , dcsqucllcs on peut dcduire les densites precises de ces liquides a cette temperature de leur ebullition; el M. Kopp lui-raeme a public aussi des recherches sur cet objet qui s'accordenl de Ires-pres en general a\ ci- celies de M. Pierre pour les liquides que celui-ci a examines, et qu'il a etendues a cpielques aulres liquides dont M. Pierre ne s'est pas occupe. Les rcsultals de M. Pierre se trouvent consignes dans trois Memoires successivement inseres dans les Annates de Chimie et de Plijsiqne , no- vembre 1 845 et suiv. , fevrier et mai 18/17, et dont il a aussi donne des extraits dans les Comptes rendus de TAcadcmie des Sciences de Paris. II taut y joindre un Me'moirc sur la dilatation de l'acide sulfureux anhydre, et du sulfite d'oxyde d'e'lhyle public dans les memes Annates, novembrc 1847 > et ,,n Me'moire sur la ihermomclrie , et en particulier sur la com- paraison du tliermometre a air avec les thermometres a liquides [Comptes rendus de l'Acad. Tom. 37 ou 2.e seinestre de 1848), dans lequel M. Pierre a donne des rc'sullats relatifs a la dilatation el au point d'e- bullilion de cpielques aulres liquides dont il ne s'e'tait pas occupe dans les Memoires precedents. Les rcsultals de M. Kopp se trouvent dans un Me'moire public dans les Annales dc Poggendorff. 1847, n"° 0 et suiv. J'ai cru devoir profiler dc ces travaux pour appliquer auz liquides pris a la temperature de leur ebullition les prmcipes relatifs a leurs vo- lumes atomiques , dont j'ai fait usage pour les corps solidcs dans mes Memoires precedents sur ce sujet, et en de'duire les nombrcs aflinitaircs des corps elementaires (pii entrcnt dans la composition de ces liquides , a fin de les comparer a ceux trouves par la consideration des corps a Serie II. Tom. XII. f I' MIMOUll'. SIR I.KS VOLUMES ATOMIQUES I'etal solide. II scrait inutile cle rappeler |ci ces principes; je dois les sup- poser connus par mes Memoires precedents. Je dirai seulement que pour deduire ties volumes atomiques des liquides composes pris a leur tempe- rature d'ebullition^les nombres aiEnitaires cle leurs composants, j'ai suivi absolument la liu'me marelie que j'ai employee, pax rapport aux corps solides a la temperature ordinaire, dans mon 3.° Memoire, supposant toujours les aombres affinitaires represented par la racine cubique des vo- Lumes atomiques donnes par ['observation ; et les uombres aiEnitaires des composes dependant de ceux do leurs composanls par unc regie d'alliage. J'ai ecarte d'abord loule consideration relative aux pouvoirs neutralisanls des ineines corps deduits de leurs rapports cliiiniques et j'en ai fait en- suite la comparaison , coinme dans le Memoire cite, avec ces pouvoirs neu- tralisants, d'apres la relation cbimique que j'ai etabUe cntre les nombres aiEnitaires et ces pouvoirs. Lc travail qui fait I'objet du present Memoire consislc done princi- palement a calculer par les experiences de MM. Pjkrrf. et Kopp, lorsqu ils ne font pas fail cuv-memes, la densite dc chaqne licpiide a la temperature de son ebullition, a chercher le systeme de division de l'atome cbimique resultant immediatement de leur formule de composition, pour former la molecule du liquide , apte a satisfaire prochamement aux nombres affmi- l aires de ses composants deja approximalivement connus par la conside- ration des corps solides, et a diviser la masse de la molecule ainsi cons- titute, par la densite, pour avoir le volume molcculaire du licpide pris .1 la temperature de son ebullition. Pour comparer plus facilemenl les re- siiliats a ceux de mes Memoires precedents , j'ai continue a prendre pom' unites des volumes atomiques, et des nombres aiEnitaires qui s'en deduisent respectivement, le volume atomique, el le nombre affmitaire de for, tel qu'on lc deduit de sa consideration a l'elat solide, sauf a avoir egard en- suite a la difference qui doit resulter dc 1'etat particulier dans lequel on considere ici les litjiiiilcs relativement a celui de lor a fetat solide. J'ai consequemment divise encore les volumes atomiques de cbaque liquide , donnes par lc quotient indique , par le nombre o,6/|5 , qui est la valeur de ce quotient pour Tor. En prenant la racine cubiquc dc ce result at j'ai imi le nombre affmitaire du liquide compose en prenant pour unite celui de I'or deduit lie sa consideration a l'elat solide. Le nombre affmitaire de cbacpic liquide compose t'tanl ainsi determine, si les nombres aiEnitaires dc ses composants etaient connus a l'exception PAR I.K COMTE A.VOCADBO /\-J d'un seul , on ponrrait en dtiduire le nombrc aflinilaire de ce dernier composant par tine regie d'all'iage , ainsi que je l'ai expliquc dans mon ■2.° et 3." Memoire; mais Ics experiences de Pierre et de Kopp ne se rapporlent en general ,'i aucnn des corps elcmcnlaires a 1'etal de liquide bouillant ; on ne pent done obtenir aucune determination de ce genre qu'en combinanl entr'elles les Equations fournies par des liqnidcs com- poses contenant im certain nombre de composanls identifies , en difie- rentes proportions, en faisant entire dans chaque combinaison antant tie ces Equations qu'il y a de composants dans ces liqnidcs , de maniere a en obtenir a la fois les valetns de tontes ces inconnties. Ou bien si Ton a mi plus grand nombre de composes dont le nombre aflinilaire ait cle deter- mine, qu'il n'y a de composanls dans ces composes, on pourra Ics com- biner toutcs par la mcthode des moiiulres carres des erreurs, pour avoir une valeur encore plus exacte des nombres aflinitaires de ces composants. J'ai d'abortl cherche' a determiner de cette maniere les nombres afli- nilaires du carbone, de I'liydrogcne ct de l'oxygene, qui sont les compo- sanls tie la plus grande partic des liqnides examines par MM. Pikrre et Kopp; et j'en ai ensuile inlroduit les valeurs dans les equations fournies par d'autres liqnides composes, qui renfermenl queltpies-ims de ces corps simples avec un aulre composant de nombre afiinilah-e encore inconnu, pour determiner ce dernier nombre. J'ai procede de nieme pour les li- qnides composes contenant d'autres composants, en partant loujours des nombres aflinilaircs precedemment elablis pour quelques-uns de ces com- posants , pour en obtenir ceux des autres. Ce sont les resullats ainsi oblenus que j'ai cherche ensuite a comparer soil avec ceux que j'avais deduils dans mes Memoires precedents tie la consideration des corps solides , soil avec les ponvoirs neutralisants de ee.llcs de ces substances, pour lesquelles j'ai determine* ces ponvoirs dans un Memoire hi a l'Academie en i835, ainsi que je l'ai rappele dans mes precedents Memoires sue les volumes alomiques. Cette application nous apprend au reste epie meme pour les liqnides a 1'etat debullition , nos lois de relation entre les volumes alomiques, et les nombres aflinitaires, ne peuvent elre qu'approximatnes, et que les volumes alomiques y sont encore influences, comme pour Ics corps solides a la temperature ordinaire, par des circonstances de leur aggregation e;trangeres a leur qualile eleclro-chimique. En eil'ct on verra que les com- poses isomeres d'oxygene, hydrogene et carbone, e'est-a-dire qui contiennent i j HI MOIRF. SI R IIS VOLUMES ATOMIQIT.S cos trois elements, dans la meme proportion, nc se trouvent pas avoir pre- cisement la meme densite, ni par consequent le meme volume atomique, ipioupu- les dillerences en soienl Irop pcliles pour y ailmetlre un systeme different tie division cle la molecule composee, el les valeurs des nombres affinitaires de ces trois elements qu'on obtiendrait de la combinaison relative a trois ties composes qui les renferment, ne soat pas toui-a-fail les memes d'ime de ces combinaisons a L'autre, en sorle que les valeurs qu'on deduit de loules ces equations rcuuies par la methode des moindrcs carres des erreurs ne salisfont pas toula-l'ail exacleinenl a chacune de ces equations en parliculier. §1. Determination des nombres affinitaires de Voxjgenc , de fhjrdrogene et {In carboue par les volumes alomiques des liquides composes de ces substances, pi is a lew temperature d ebullition. J'etablirai d'abord les equations fournies par les liquides composes d'oxvgcne, d'hydrogene et de carbone , entre les nombres affinitaires de ces trois substances, d'apres la densite de ces liquides a leur temperature d' ebullition ; et le volume atomique el le nombre affinitaire qui s'en de- duisent , scion les experiences de ]\1M. Pierre et Kopp : et je les com- binerai ensuite par la methode des moindres carres des erreurs , pour obtenir les valeurs des nombres affinitaires de leurs composanls. Kau. Selon les experiences de M. Pierre , la dilatation de l'eau de ii a too" ccntigr.j temperature de son ebullition sous la pression o'", 76 est o, o4ao33 , c'esl-a-dire que son volume a I'etat de liquide bouillanl est i,o42o33 en prenant pour unite son volume a o°. M. Kopp a trouve pour cctte meme dilatation 0,042986. La moyenne de ces deux evaluations pen dillcrentes entr'elles scrait 0,042509; mais en nous bornant a trois chill'res , precision suffisante pour notre objet, et sur laquelle scnlement il parait qu'on pent compter , nous prendrons o, o43 ; ainsi le volume de l'eau a 1'ebuUition sera i,o43 en prenant pour unite celui de l'eau a o". La densite de l'eau dans cet etat sera done 71i:= °>9^9 en prenant pour unite sa densite a 0°. Le poids atomique de l'eau repondanl .1 >a l'ormule O IP etanl , comme on sail, 1, ia5 en prenant pour unite PAR LE COHTE AVOGADRO 4^ celui de loxygenc , le quotient de ce poids par la densite , c'est-a-dire le volume atomique de l'eau en ebullition , en ne supposanl point de ,. . . , . , i, ia5 „ , division de cct atonic, scrait en consequence — - — =— =si. 17J, et c est en .,,.,.,.1 efiel la valeur (pie M. Kopp lui allribue; mais pour reduire cette valeur a avoir pour unite le volume atomique de lor a Fetal solide, il faudrait I I H J encore la diviser par 0,645 , et on aurait ainsi ' , ,r = 1, 819. Mais la consideration de l'eau a l'etal solide, et meme de l'eau liquide a la temperature ordinaire dont nous nous sommes occupes dans le 2. et 3. Memoires, nous a appris que le volume atomique de l'eau ne pouvait se concilier il une manicre un peu approchee avec des nombres aflinilaires admissible* pour ses deux composants, qu'en supposanl la division en 8 de L'atome represent^ poursa formule, pour former la molecule; ainsi la molecule de l'eau ne doit el re que \0-+-\H (//etant l'atome simple de I'hvdrogene), et son poids atomique — '—= — ^0,1 4o625. II faudra done aussi diviser par 8 le volume atomique qu'on avail en partant de son atome chi- mique , et le volume, en prenanl pour unite celui de l'or a l'etal solide, j • 1 'jSiq . deviendra ^ =.Q,iin\. o La racine cubique de ce nombre avec trois decimales est 0,610; ce sera selon nos principes la valeur du nombre aflinitaire de l'eau, deduit de son volume a l'etat d'ebullition, en prenant pour imile celui de l'or, deduit de son volume atomique a la temperature ordinaire. La composition de l'eau en poids elant de o, 849 d'oxygene et 0,111 d'hydrogene, si Ion appclle x le nombre aflinitaire inconnu de l'oxygene et y celui de l'hydrogene, on aura, en appliquant ici la regie d'alliage entrc les nombres aflinilaires du compose, et de ses composants, ('equation: o, 889 . x ■+■ o, 1 1 1 .j = o, 6 1 o . Alcool. M. Pir.nnF. a trouve la densite de 1'alcool sur lequel il a expe- rimente o, 8i5i a la temperature o°, en prenanl pour unite celle de l'eau a la meme temperature. Cet alcool avait pour point d'ebullition 78°, 3, et je trouve , par la formule que Pierre a donne pour la dilatation de ce liquide d'apres ses observations , qu a cette temperature son volume serait 1,0929 en prenant pour unite celui qu'il avait a o° : d'ou il suit 4G MEMOIRE SUR LES VOLUMES ATOMIQUES > . , , , » . . o, 8i5i ,_-. que sa densite a la incine lempcralurc serait — = 0,7458 en pre- nant pour unite celle tie lean a o°. Celle densite est un pen plus grande (pie celle fpie Gay-Lvssai: avail attribute a 1'alcool pur a sa temperature d'ebullition, cpii e'tait 0,739, cc tpii pent fairc penser (pie 1'alcool de M. Pierre iiYlail pas tout-a-fail pur; ct je trouve en cifet, d'apres l'ana- lysc cpi'il en a donne'c lui-meme , que eel alcool derail contenir environ 3 inillicincs d 'eau en poids. En rapporlanl It; poids atomique de 1'alcool a la formule la plus simple par latpielle on puisse representor sa compo- sition atomique en nombres entiers, savoir C^H^O , el prenant pour le poids atomique du carbone o,^5, et pour celui de l'hydrogene 0,0625, ce poids atomique de L' alcool serait a , 8 ^ f) . Son volume atomique, en prenant pour la molecule L'atome incine de 1'alcool represenlc par la formule, et en adtneltanl la densite deduile des experiences de M. Pierre, pour 1'alcool 2 8-5 a l'cbullition, serait en consecrucnce — — t-t = 3, 854 • o, 74b M. Kopp, d'apres ses experiences, trouve le volume atomique de 1'al- cool a sa temperature d'ebullition rapporle a la formule C'H^O1, egal i 7.778, ce qui revient a 3, 889 , en reduisant a la formule C*HbO , e'est-a-dire a sa moitie. Ce nombre 3, 889 est un pcu plus grand que 3, 854 donne par les observations de Pierre, et j'observe qu'il est pres- (ju'identique avec celui que Ton a en prenant pour la densite de 1'alcool a son ebullition la valeur indiquce par Gay-Lussac, volume qui serait — — ^—=3,890. Cela me porte a prefe'rer le resultat de Kopp, conime probablement plus exact. Le volume alomique de 1'alcool en ebullition , dans la supposition indicpiee sur sa molecule , serait alors , en prenant pour unite celui de lor a Petal solide, ' , ' =6, 020. Mais il est facile r o,b45 ' ° de voir epic les nombres aflinitaircs de l'oxygene, de l'hydrogene el du car- bone , (pie nous avons trouves dans le 3.° Memoire par la consideration des corps a l'e'tat solide ne pourraient s'accorder avec quelque proximite 36 , ct sa racine cubiquc 0,910 exprimera le nombre af- finitaire de I'alcool, lei qu'on pent lc deduire de son volume aloiiiique a 1'etat de liquidfi bouillant dans 1'unile epie nous avons adoptee. On aura conseqnemmenl , d'apres la composition de l'alcool en poids , en designant par x et y, comme ci-dessus , les nombres afiinilaires de l'oxygene et de I'liydrogene , et par z celui du carbone , 1 equation x. o, 348-+-^'. o, i3o-t-:;.o, 522 = o, 910 . Ether. Gay-Lossac a trouve la densite de Tether au point de son ebullition 0, (><)7 en prenant ponr unite celle de l'eau a son maximum de densite , et par consequent aussi a tres-peu-pres en prenant pour unite la densite a o°. Son pnids alomiquc rapporte a sa formide sous la forme la plus simple C,I1'"0 est 4^625. On aurait done pour le volume ato- mique de I'cther ;\ sa temperature d'ebullition , en ne supposant point de ,4 625 division de eel atonic pour former la molt:cule, — '—^ — =6, 63G , ou en o, 697 prenant pour unite lc volume atomique de l'or ' . /r = 1 o, 288. Mais encore ici on trouve que pour satisfaire de pres au volume atomicpie qui resulterait des nombres aflinitaires des elements deja prochainement connus, il faut admetlre la division de latome en 8 pour former la molecule , ce qui reduit aussi le volume atomicpie 10, 288 a sa huitieme partie 1, 286. La racine cubiquc de ce nombre cpii est 1, 087 representera en consequence sont 0,871 pour lc carbone. 3,oio pour I'liydrogene et 0,307 pour l'oxygene. La composition de I'alcool en poids etant de 0,5317 carlionc , o, i3o5 hydrogonc , cto,3478 oxygene , on aurait pour son nombre aflinitairc calculc 0,871 o, 5a 1 7 ■+- o, i3o5 . 3,oio-»- 0,3478 .0,307 = 0, 455-*- 0,393-1- o, 107 = 0,954 • Le cube 0,868 de ce nombre 0,954 doit rcprcscnler le volume atomique tel qu'il serait pro- chainement a Petal solidc. Or ce nombre 0,954 entrc environ 7 fois dans le nombre 6,039; la puissance de 3 la plus procliaine dc 7 est 8; c'esl done par 8 qu'il faut diviser 1'atiniie chimique de I'alcool pour avoir la molecule a laquclle doit se rapporler son volume atomique. C'esl par des calculs analogues que j'ai determine les systcmes dc division dc l'atomc chimique dc diflerents liquides dont il sera question dans ce Memoire , qu'il faut admettre pour obtcnir Icur molecule, et par la lent volume atomique et leur nombre aQirjilaire. Cet excmple me dispensera d'en donner le detail pour cbacuD de ccs liquides. 48 MEMOIRS SUR I.ES VOLUMES ATOMIQUES le sombre allinitaire de l'elher, en prenant pour unite celui de lor , deduil tie sa consideration a letat soliile. Le volume atoiniquc de 1'ethcr a son ebullition cpii resulterait des experiences de M. Pierre , diflcre pen de celui epic nous venons de de- duirc de ['observation de Gat-Ldssac. II a assignt' a son ether en moyenne la densile 0,7357 a o° de temperature. On trouve, d'apres la for- mule de dilatation de l'elher donnee par M. Pierre, epie sa dilatation de o° a son degre d'ebullition 35°, 5 , est de o, o585 , e'est-a-dire cpie son volume a rcbullilion est i,o585, celui a o° etanl i; sa densite a cette temperature devient done ' ' g— p- = o, 6q5 , et son volume ato- mique, en n'y supposant point de division de Fatome, 6,654 au lieu de 6,636, Mais d'uu autre cole M. Kopp a calculc lui-ineiiie , d'apres ses observations sur la densile , et la loi de dilatation de l'elher, son volume alomiipie a ['ebullition, dans la meme hypothese, de 6, 63^ , nombre presque identiquc avec celui deduit des observations de Gay-Lussac. Nous pou- vons done nous en lenir a ce result at 6,636, et par consequent a io, 288 en prenant pour unite le volume atoiniquc de lor, et 1, 286 en admcttant la division en 8, et prendre pour le nombre aflinitaire de l'elher 1,087. La composition en poids de Tether , d'apres sa formule , elant car- bone 0,649; hydrogene 0,1 35; oxygene 0,216, nous aurons , en don- nant a x, y, z la meme signification que ci-dessus , l'e'quation 0, 2 1 6 . x -+- o, 1 35 .j -+• o, 649 ■ - = 1 , 087 . Esprit de bois. La densite de ce liquide a o° est, selon Pierre , 0,821, et son degre d'ebullition 66°, 3 sous la pression almospherique om, 76. D'apres la loi de dilatation , que Pierre a deduite de ses expe- riences, on trouve qu'un volume 1 de ce liquide a o° devient 1,088 a cette temperature G6, 3. Sa densile a la meme temperature devient done o, 821 „ . , „ . ., , rrr = 0,755 en prenant pour unite celle de lean a o . 1,000 ' ' r Le poids atoiniquc de ce compose , d'apres sa formule sous sa forme la plus simple C'HK0 , est o, 75 -+- o, 25 -+- 1 = 2 ; en ne supposant point de division de l'atomc pour former la molecule , on aurait done pour son volume atomique =^-=2,649 ■ PAH I.E COMTE AVOC.VDRO 49 La temperature d'ebullition 66, 3 , indiquee par Pierre, dilfere no- tablemcnt de celle qui avail etc attribute a cc liquide par M. Domas, qui tiiait seulement Go0. A oette deraiere temperature , d'apres la den- site a o° indiquee par Pierre, et sa loi de dilatation, la densile dc l'csprit de bois scrail o, 76 1 , et le volume alomique — ~—-r- = 2, 628 au lieu de 2,649 cn ne supposant point de division dc l'alome ci-dessus. Mais les observations de Koi»p soul favorables a l'estimation deduite de celles de Pierre; ear Kopp a calculc lui-meine, d'apres ses proprcs observa- tions, 5, ?.i)23 pour le volume alomique de I'csprit de bois rapporte a la formulc C^II'O', ce cpii domic pour celni repondant a CIl^U qui en est la moitie 2, 6'\6 presqu'idenlique avcc 2, 649- Mais nous adoplerons ce re'sullat de Kopp , comme se rapprochant mi pen plus de celui qui serait deduit du point d'ebullilion de Dumas, et en le divisant par o, 645 nous obticndrons 4> 102 pour le volume atomique de L' esprit de bois a 1'ctat d'ebullilion en prenant pour unite cclui dc Tor a l'etat solidc , dans la supposition que sa molecule soil egale a son atome CIP'O. Mais on trouve par uh calcul facile que ce volume ne peut re'pondrc a celui qui serail deduit des nombres aflinitaires de scs composants, tels que nous les avons admis dans le 3.e Me'moire , et qu'on ne peut y satisfairc ap- provimativement qu'cn supposant la division de cet atome en 8 , et en 11 4» I02 1- « x prenant en consequence pour le volume atomique -1— - — =0,0128. La racine cubique en est avec trois de'cimales o, 800 ; ce sera done la son nombre allinilaire en prenant pour unite celui de For. La composition en poids de lesprit de bois, d'apres sa formule, est de 0,3^5 carbone ; o, 125 hydrogene; o, 5oo oxvgene. Nous avons done ['equation o, 5oo.x-f-o, 125.^-4-0, 3^5 .z = o, 800 . Formiate doxyde d'ethyle , 011 etlier formique , et acetate doxyde de mc'thyle. Je reunis ces deux substances parcequ'ellcs sont isomeres, la formule de la premiere elant C'f/'Oi-i-C'fI"'0 , et celle du second C*//"03-t-C2//°0 , qui peuvent etre mises sous la forme commune C*ff'mO*} ou en re'duisant a moitie ClH''Ox. Celle derniere formule donne pour le poids atomique commun des deux substances 4,625, et pour leur composition en poids o, 487 carbone ; 0,081 hydrogene; o, 432 oxygene. Seme II. Tom. XII. g 5o MEMOIRE 80I1 I.KS VOI.l MIS \TOMIQUES Selon les observations cle M. Pierre la densite' du forminle d'oxyde d'e'lhyle a o° est o,93565, et 1 volume de ce liquide a 0° devicnt 1,089 a sa temperature il ebullition qui est 52°, 9: il s'ensuit que sa densite a relic derniere temperature, en prenant pour unite cede de l'eau a o° doit 0, o3565 „_ _ . . . lire — s — - — = 0, c*5g. Un aurail done pour son volume atomique, en ne supposant point de division de latome represente par la formule ci-dessus, j,6aS_e — -^ = 0, 384 • o,85g Les experiences de M. Kopp donnent des rcsullals un pen differents de eeux de M. Pierre pour ce liquide. Le volume atomique calcule par K.OPP inline, sur la densite et la loi de dilatation Irouvees par lui , est a sa temperature d ebullition 10,592 en le rapporlant a la formule 6,6//"0*, et devient 5,296 en le reduisant a la formule C3H60* que nous avons employee, an lieu de 5,384- I 'our I acetate d'oxyde de methyle on ether de bois ace'lique , selon les observations de Pierre, la densite a o° est 0,8668, et le volume a la lempt'iature 59°, 5 de son ebullition est 1 , 0884 en prenant pour unite lc , „ .1 1 . , , ,, „ ,,. . 0, 8668 \olume a o°, ce qui ilonne pour sa densite, a 1 ebullition, — — r-r-, =:o, 707. 11 1, 0884 ' ' Le volume atomique correspondant ., relativcment a la formule C^IPO*, est ainsi — ^5, 8o3. Ce nombre est nolablcment superieur a 5,384 °. 797 clonn(: par les experiences de Pierre pour le formiate d'oxyde d'ethyle , son isomere ; il n'en dilfere cependant pas asscz pour qu'on puisse ad- liietlrc dans les deux substances un systeme different de division cle latome pour former la molecule, puisque le rapport n'en est que d'environ i5 a 1 4- Ces deux substances auraienl done, selon ccs re'sultats de M. Pierre, un volume atomique different , et par consequent un nombre affinitaire different aussi , tandis que si notre loi de de'pendance entre les volumes atouiiques et les nombrcs aflinitaires des corps e'lait rigourcuse , il devrait y avoir cgalite a cet egard entre deux corps isomeres , c'esl-a-dire forme's des memes elements en meme proportion. 1) apres les observations de M. Kopp le volume atomique de l'acetate d ovyde d'ethyle donne par le quotient du poids atomiqiie de ce liquide par sa densite a la temperature dc son ebullition est, selon le calcul que Kopp en donne lui-inemc , 10,484 en le rapportant a l'atome represente PAR LB CO.MTE AVOCADRO 5 1 par la formule H"0'< ou en la re- duisant a sa forme plus simple en atomes entiers C'ff'O; le poids ato- mique ropondant a cette derniere formule est 2,75; on aura done pour le volume atomique, en ne supposant point dc division dc famine, PAH LE COHTE avocadro 53 — ' ' ■ =3,367. ^- Kopp a trouve, d'apres ses experiences, lc volume 0 , 8 I Do atomique de it compose1 rapporlc a la formule C*W'0K egal a i3, 43o, nombrc qui par sa reduction a la formule C'li^O, ilcvieni 3,358, fort peu dille'rent de 3, 367. La moycnne en est 3, 30a. Le volume atomique . . , . , ., 1 3, 362 j, %, . en prenant poor mule celui tie lor csl done — jn\ == °> 2I2 • "ais en oomparant ce aombre aroc celui qui resulterait pour cc compose dcs nomhrcs all'milairos de ses composants considcres a I clal solidc, on Irouve qu'il en laui prendre la 8.c par tie, c'est-a-dire sopposer la division de I'aloiuc en 8 pour former la molecule. Le volume atomique dovionl done *) T I 2 -^ — =0, 65i5, et donne pour le nombrc afliuitaire correspondant V 6,65l5 = 0,867. On aura ainsi , d'apres la composition en poids de ce compose, calcule'e par sa formule, ['equation o, 364 -J? + 0, ogi .j'-f-o, 545 .z= o, 867 . Les experiences de M. Kopp nous font connaitre lc volume alomique a l'etat d'ebullilion do deux liquides isomeres entr'eux et avec 1 ether ace- tique dont nous venons de parlor, savoir X aldehyde, Cl,H%0%, et Yacide butyrique hydrate, '€'*//' '>0'i-\-II,0=CiHl('0'> , fommles qui se reduisent l'uno et I' autre, quant k la composition, a C*HkO. Pour 1' aldehyde , dont il fixo le degre d' ebullition a 200, 8, il a trouve, d'apres ses observations, le volume atomique 7, io83 relativement a la formule Cl//S0*; en en prenant la moitie pour le reduire a la formule C'H^O , on a 3, 544 an lieu de 3, 362 , que nous a donne l'ether ace'tique , et par la 3 544 5 5io — '— —,-~ = 5, 5 1 o , et — '—- — = 0,689, dont la racine cubique est o, 883 au lieu de 0, 867. Pour 1'acide butyrique hydrate lc volume atomique a 1' ebullition, qui a lieu a i5t°, est, scion les observations de Kopp, i3, 342 en le rap- portant a la formidc C'/I'^O1', ct devient 3, 335 pour 1'atome represents par la formule C^FI'O qui en est la quatrieme partie; on en deduit ' ',',. = 5, 171 ; -'—^-=0,646, et Y 0,646 = 0, 865 ; ce dernier nombrc est fort pen different de o, 867 que nous avons adopte pour le nombrc afliuitaire de Tether aceliquc ; a la rigueur il faudrait prendre 5.J MEM01RE SHU LES VOLUMES ATOMIQUES la moyennc des trois nombres o, 867 , o, 883 et o, 8G5 , qui serait o, 872 poor lc nombre afl'mitaire a attribuer en commun a ces trois composes isomcres ; niais conime les deux nombres o, 867 et o, 865 sont trcs-rap- proches entr'eux , et paraissent meriter par la plus de confiance , nous nous en tiendrons au nombre 0,867 donne par Tether ace'tique, et a ['equation que nous en avons deduite, comme s'appliquant c'galcment aux deux aulres composes. Butyrate d'o.rydc Jethjle, 011 ether butyrique; acetone; et valerianate d'o.rydc de methjrle, ou ether de bois vale'rique. Ces trois composes sont isomeres; en effet la formule de Tether butyrique est C''H"'0-+-CsH"'Oz = C,J//llO\ el devient sous sa forme la plus simple en atomes entiers CiHtO , formule qui est aussi cellc de Tace'tone. Celle de Tether de bois valerique est CiII(>0-hC">HlS03=:C"H"'0'' ou encore C%HhO. M. Pierre a trouve la densite de Tether butyrique a o° egale a 0,90193 et son volume a la temperature 1190 qui est celle de son i- 1 m 1 1 1 1 in in 1,1713 en prenant pour unite son volume a o°, ce qui donne -i-2 — ^= 0,770 pour sa densite a Te'lat d1 ebullition. Le poids ato- i, iti3 " r ' mique correspondant a la formule C3H60 est 3,625; on aura done pour 3 625 le volume atomique rapporte a cette formule — ^= 4? 708. M. Kopp trouve par ces observations le volume atomique 18,716 en le rapporlant a la formule C"Z/''iO,, ce qui revient a 4*679 relativement a la formule C'lf'O. En prenant la inoyenne de ces deux resullats peu diffe'renls 4,708 et 4*679 nous aurons l\, 693. Pour les deux autres liquides , dont nous avons parle , nous n'avons que les observations de M. Kopp. II a trouve le volume atomique de Tace'tone a sa temperature d'ebullilion , savoir a 56°, 3 , en le rapportant imme'dialement a la formule C3H60 , egal a 4*835, nombre un peu plus grand que celui que nous venons d'indiquer pour son isomere Tether bu- tyrique. Pour le valerianate d'oxyde de melhyle Kopp a trouve le volume alomique a la temperature de son ebullition 1160, 2, e'gal a 18,698, en le rapporlant a la formule C"H%iO*, ce qui revient a 4*6745 relative- ment a la formule C3H''0, nombre peu different de celui indique pom- Tether butyrique 4>6g3. Nous prendrons ici la moyenne de ces trois nombres 4*693; 4*^35 et 4*693, savoir 4*7^4 comme le volume atomique moyen de ces trois PAH LE COMTE AVOGADRO S3 composes isomeres a leur temperature d'ebullilion , dans la supposition que leur molecule fiil representee par l'atome re'pomlant a la formule 6'3//60; en le divisant par o, 04-5, pour le rapporler au volume alomique de 1'or pris pour unite, on a 7,3/}o. Mais on trouve encore ici que poursatisfaire procliainemcnl am nomhres allinitaires des composants deduits des volumes atomiques des corps solideSj il faut admettre la division ile l'atome en 8 pour former la mole- cule, et prendre ainsi pour le volume atomique commun des trois composes r- 3^o /J „ = o, 917 ; et sa racine cubique avec trois de'cimales 0,972 pour leur nombre aflinitaire. Leur composition commune en poids e'tant o, 276 oxygene , o, 1 o3 hydrogene , et o, 62 1 carbone , nous aurons lequation o, 27G. x-i-o, io3.j--4-o, 621 .c=:o, 972 . Butjrate doxjde de methjle, 011 ether de bois butjrique. M. Pierre a trouve la densite de ce liquide a o° e'gale a i,oag3, et son volume a la temperature de son ebullition ayant lieu a 1020, 1 egal a 1, i47 cn 1 - -l 1, 02n3 . , prenant pour unite son volume a o, ce qui donne — — ^-=0,8974 pour sa densite a l'etat d' ebullition , prenant celle de Teau a 0° pour unite. La composition de ce liquide est exprimee par la formule CxHbO -\-CliH"'Oi=.C'°H1{'0'', ou en re'duisant a la forme plus simple en atomes enticrs C'H"'0*. Le poids atomique re'pondant a cetle derniere fonnule est 6, 37J ; si done on admettait que la molecule fiit representee par cette f* O ff ineme formule on aurait le volume atomique ' ' =7, 107 qui divise par o,645 deviendrait ii,oig. Mais en comparant ce nombre avec celui qui resultcrait des nombres allinitaires des composants de ce liquide, selon sa composition en poids , d'apres les valeurs de ces nombres de'ja pro- chaincment connus par les corps solides , on trouverait epi il faut ici ad- mettre la division cn 16, qui au reste revient a la division en 8 par rapport a l'atome compose qui contiendrait un seul atome d'oxygene, et qui serait en consequence la moitie de celui indique ci-dessus. Le volume atomique serait alors — ' ^ = 0,6887, et donnerait pour le nombre aflinitaire du compose o, 883 , racine cubique de ce nombre. Mais les experiences de INI. Kopp sur le meme licpiide conduisent a un residtal notablement difle'rent. II a trouve pom- son volume atomique , a la 56 M&MOIBB SDR I.ES VOLUMES ATOMIQUES temperature ile son Ebullition, i5, 783, relativement a la fannule C'°ni00\ qui rcvient a 7,891 lorsqu'ou le reduil a la formule ("'//'"O1, d'ou on aurail ' .• . = 1 a, a3.'j , el ■ — — s — - = o, 7040 ayant pour nicinc cu- o, (1 (.> 10 ' J r biquc o.i)i j an lieu de o, 883. La difference entire ces r&ultats de Kopp et de Pierre parait pro- venir principalement tie ce que Kopp a ii-ouve le poids spccilique tie ce liquide a o° Egal a o,ga 1 seulement an lieu tie 1,029; no sachaui tie tpiel cole est 1'errcur, et la difference paraissaut trop grande pour prendre la moyenne, je 111'absliciidrai tie faire usage tie ['equation qui scrail fournie par ce liquide pour scrvir a la determination des nombres affinitaires de ses composants. Benzole on Benzine. Nous avons pour ce liquide les observations de M. Kopp, d'apres lesquelles sa densite a o° est 0,89911, sa temperature d ebullition Su", j, et le volume atomiquc a celle temperature calcule par sa fonmilc de dilatation, et rapporte a sa formule C1//'1 egal a 12, oo5. Ce nombrc rcduit a la formule CH tpii est la plus simple par laquelle on puisse exprimer sa composition en atonies cntiers devient 1,0004, et , 1, 0004 rf. , . donne ■ ^ ^i,55i pour le volume atomiquc en prenant pour unite celui de Tor. Ce volume, dont la racine cubitpie est 1, i58, se trouve procliainement d' accord avec les nouibrcs afllnilaires de ses deux com- posants, deduits de la consideration ties corps solides, et nous aurons en consequence, en relenant y et z pour designer les nombres affinitaires tie fhydrogene et du carbone, et d'apres la composition en poids de ce compose, deduite de sa formule, ['equation 0,077.7 + 0,923.2 = 1, 1 58 . Acide (icctiijue hydrate , et fovmiale d'oxyde de metliylc. Les formulcs de ces deux composes C'ff''03-i-fl*0 et C*Ht,0-*-C1H,03 reviennent rune el l'antre a C etait 7,9308; ce nombre reduit a la formule CII'O, qui en est le quart, devient 1,9827, 011, en prenant pour unite le nombre PAR I.E COMTE AVOOADRO ~i~ atomiquc dc lor , ' • ~J = 3, 074. Mais d'apres It: resultat qu'on aurail in calctllant par les nombres aflinilaires des composanls deja prochaine- incnl connus par les corps solides, ce nombre doit I'Irc recbdt a sa 8.' partie , en supposant ainsi l'atome divise en 8 pour former la mo- lecule. On a alors pour le volume atomiquc du liquide en ebullition ^24=0,384*. l'our le formiate d'oxyde de me'lhylc ou ether de bois formique, le volume atomiquc rapporle a la fonnule C'H'O', ct de'duil par Kopp de scs observations sur la densite du liquide a la temperature dc son ebul- lition , savoir a 33°, 4j est 7*8922, ce qui donnc 1,973 relalivcment a la formule CIPO et ' ;?,,, = 3, o5q. En divisant par 8 on obtient le o, (>45 r volume atomiquc o,38a3, fort peu different de celui de son isomere o, 384a. En en prenant la moyenne on a o, 383a , dont la racinc cu- bkpie avec trois de'cimales est 0,726. C'est la le nombre afiinitaire deduit en moyenne des volumes atomiques des deux composes : on aura done , d'apres leur composition commune en poids deduite de leur formule , l'e'quation o, 533. x -4-o, 067 .y-\-o, 4oo . z = o, 726 . En resume nous aurons ainsi, pour determiner les trois inconnues x , j, z , les 10 equations suivantes : Eau o, 88g..r-t-o, 1 1 1 . j = o, 610 Ether o, 216. .r-t- o, i35 .j"-t- o, O49. z = 1, 087 Alcool o, 348.XH-0, i3o .j-^-o, 522 . z = o, 910 Esprit de bois o, 5oo .x-\- o, 1 25 .j -+- o, 375 . s = o, 800 Ethers composes isomercs . . . o, 432.;r-+-o, 081 .j-^-o, 487 .z = o, 799 Alcool amylique o, 182. .r-t- o, i36.j"-t-o, 682 .;== 1, i4'-! Acetate d'oxyde d'ethyle et ses isomercs o, 364- x -f- o, ogi .^-t-o, 545 ,2so, 867 Butyrate d'oxyde d'ethyle etscs isomeres o, 276. x-^-o, io3 .y-t-o, 621 . ; = o, 972 Benzole ou Benzine o, 077 .y-+- o, 923 .s= 1, i58 Acide acetique hydrate et son isomere o, 533 .x-+- o, 067 .j -4- o, 400 . z = 0, 72G . Serif. II. Tom. XII. h 58 UEM0IRE SUB i.l'.s VOLUMES ATOM1QITES Cos i o Equations combine'es entr'elles irois a irois nous donneraienl nutant de systemes de valeurs difierentes dc x, j el ;■, que Ion pourrail (aire de ces combinaisons, cl ou pourrail prendre pour ehacune de ees inconnues la moyenne de ees difierentes valeurs. Mais pour appliquer ici la methods des moindres (ant's des erreurs, afm d'obienir les resultats les plus probables, il faul multiplier ehacune de ees equations succcssive- inenl par les coefficients qu'y ont respectivement les trois inconnues x, ) el :, el additionncr eelles inulliplic'cs par les coefficients dune mcine inconnue. II en re'sultera irois Equations qui par leur combinaison nous donneront les valeurs cherche'es. Ces trois equations se trouvent etre, savoir: Celle forme'e par la sonnne des equations parliculieres multiplie'es par les coefficients de x i , 1 93 1 . x -+- o, 393 .j -+- 1 , \ -i*] . z = 3, o 1 8 ; celle forme'e par la sonnne des equations multiplie'es par les coefficients dej' 0, 3i")3 ..r-t-o, 1 17 .jr -t-o, 546.1 = 0, 970 ; el celle forme'e par la multiplication des equations par les coefficients de 2. 1, 427 -x •+- o, 546 .j -+- 3, a3 1 . :- = 5, 084 • En combinant ces trois equations on en deduit les valeurs des trois inconnues x = 0,252; j =2, 946 ; ; = 0,964 . Ce sont done la les nombres affinitaires de I'oxygene, de I'hydrogene, el du carbone donnos par les volumes atomiqucs des liquides que nous avons considered a leur temperature d1 ebullition, et en prenant pour unite celui de I or a Petal solide. Ces valeurs sont un peu difierentes de cclles (pie nous avions deduites pour les memes substances par la consideration des corps solides , qui etaient 0,307 pour I'oxygene; 3, 010 pour I'hy- drogene, el 0,871 pour le carbone. Si Ton essaye de substituer les valeurs de x, j , ; que nous -venous de Irouver dans les equations parliculieres fournies par les dificronts li- rpiides que nous avons fait concourir a leur determination , on Irouve qu elles n'y satisfont pas exactement, les ccarts t:tant pour les unes dans un sens , el pour les autres en sens oppose ; c'esl-a-dirc que. les valeurs PAR I.K COMTE WOr.ADUO 5g qui en re'sultent pour le premier membre, qui devrail el re egal au second, se trouvent pour les unes plus grandes, et pour les autres plus petites que ce second membre , comme cela doil ctrc pour que ces eiarls se compensenl dans le result a I du calcul. Le plus grand e'carl est pre'scnte par l'eau pour laquelle le premier membre de liquation devient, par la substitution des valeurs de x et y} egal a o, 55 1 au lieu de 0,610 qui en forme le 2.d membre. Le rap- o 55 i |>orl de ces deux nombres est — ^ — = 0,903, e'est-a-dire que la valeur calculee n'est ([u'environ o, 9 de la valeur observee. On pouvait s'attendre a cet e'eart de l'eau , vu lirregularite de la loi de dilatation qu elle pre- sente relativement ;\ relic des autres liquides. L'alcool et l'espril de bois sont les liquides qui ollrent les deux ecarts les pins considerables en sens opposes a celui de l'eau; pour l'alcool la valeur du premier membre, donnee par la substitution, est o, 974 au lieu de 0,910, et par lii le rapport ' • ' = 1, 070 ; et pour l'esprit de bois o, 855 au lien de 0,800 , dont le rapport est -?-= — =i,o64- Les autres liquides ollrent rl o, 800 ■* des ecarts notablement moindres dans un sens ou dans l'autre , el dis- tribue's assez uniforme'ment entre les deux extremes, en sorte que l'exclu- sion de l'eau meme du calcul n'y est pas clairement indicpie'e. Nous adopterons done les valeurs 0, 252 ; 2, 946 et o, 964 comme celles donnees le plus probablement pour les nombres afiinitaires de I'oxy- gene , de l'hydrogenc et du carbone, par la consideration des dillerents liquides qui en sont composes, a la temperature de leur ebullition , et en prenant pour unite le nombre aflfinitaire de l'or deduit de son vo- lume alomitpie a I'etat solide. §11. Determination des nombres- ajfinitaires de quelques autres substances ele'mentaires , par le volume atomique des liquides oil elles entreat avec toxjgene , Chjdrogene et le carbone. Nous pouvons maintenant introduire les valeurs que nous venons de trouver des nombres afiinitaires de l'oxygene, de l'hydrogene et du carbone 60 Ml MOIRE SIR LES VOLUMES ATOMIOIFS dans Irs equations fbumies par diffi rents liquides dent les observations de MM. Pierre et Kopp nous donnent le volume atomique a (ear tem- perature d ebullition, el qui oatre ces elements contiennenl quelques autres substances simples dans leur composition, pour en deduire aussi le uombre affinitaire de ckacune de cos dernieres. Nous |inurrions combiner entr'elles plusieurs de ces equations, de maniere a determiner a la Eois les Dombres affinitaires de deui on trots de ces substances, comme nous I'avons fail pour I'oiygene, I'hydrogene el le carbone; mais nous nous bornerons ici a la marche la plus simple , qui consiste a considerer chaque substance separemenl , dans les Itquides qui la coniiennent seule, avec L'oxygene , rhydrogene et le carbone. Sou\«. C'arbuvc de sou/he. Ce liquide so presente le premier parmi ceux qui oontiennent le soufre comme un de lours elements. M. Pierre a trouve' la densite de ce liquide a o" egale a 1,293, et son point d' ebullition a \n .(). D'apres sa loi de dilatation observe* aussi par Pierre, el qui, en partant du poinl d'ebulHtion respectif est la meme que celle de I aleool, je trouve (|uo son volume a sa temperature d ebullition doit etre 1,060 on prenanl pour unite le volume a o°; sa densite a cette temperature devient done — — \-=i, aao. L'atome du sulfiu-e de carbone, tel qu'il i,obo ■ est represent^ par sa formule ('$', en prenanl ■?. pour le poids atomique du soufre , est 4> 75. On aura en consequence pour le volume alo- niique du liquide. en supposanl que sa molecule soil cet aloine inenie . — — — = 3,8o3 , ou en prenant celui de Tor solide nour unite . • 1 « o,(> | i = 6, o36. Mais d'apres la composition de ce liquide en poids, qui est o. i58 earbone et 0,842 soufre, on trouve que pour repondre dc pies au nomine affinitaire du soufre dednit dans le 3.' Memoire, de la con- sideration i -t-o, 84*. Ofss 0,910 ; ou o, 1 5a -+- o, 842 .a. =<>, 910 ; d ou on deduil 0,910 — o, i5a o,758 J" = — ■ 5-7 = — ~ -= 0,900 . 0,842 0,84a J Ce nombre est notablement moindre que celui que nous avions adopte dans le 3.' Memoire pour le soufre consider^ a l'«:u»t solide, qui etan 1,029. ^'als °" ne pounait admettre la division de l'atome ci-dessns du compose en \ senkment, sans etre conduit pour le soufre aim nombre affinitaire tout a fait eicessif. J»- rappellerai ici que nous avons sup- pose dans le a." el 3.' Memoires que la molecule du soufre a I 'e'lai solide etail j de L'atome chimique, en sorte <|u<; pour la former il y eul d*abord reunion de 3 atomes en un seul, puis division de ce triple atome en \ ; on pourrail aussi supposer que La tripUcarjoD de L'atome du soufre eul lieu encore dans Le carbure de soufre, et true la molecule an lieu d'etre la 8.' pariie de L'atome indiqui par la fin-male CS' en 1'nt Les I ; on aurait alors pour Le volume atomiqne, en prenant pour unite celui de I or, I —7:. 6, o3G= 1, i32 , dont La racine cubique est 1 , < > /j v> ; on en liierait pour le nombre affinitaire du soufre 'i"-13 — °» l53_M9g 5 0,842 0,842 '>OJ7> Bombre plus rapptocbe' de celui 1,029 fPie nmis avons trouv^ dans le 3.' Memoire par Le eonooan des divers corps sondes donf le soufre fail |>arlie , el surtout dr. celui 1. o5r, qui nous etail donne par le soufre seul ■' ' « - 1 ; • t isole-, dans La meme supposition sur la constitution desa molecule en eel etat. Mais la densiU de La vapeur <\u sulfure de raibone, d'apres laquelle le volume de cette vapeur esl double de celui qui repond I m formule, conmie pour l'acide carbonique, gemble exclure cette supposition d'une triplication dans le Liquide. An reste ce nombre affinitaire 0,900 que nous en avons decLuil pour le soufre, en admettant la division de L'atome compose en 8, se capprocbe an noatrnke de celui qui se demut du soulic solide a li'lal fibre, dans la supposition fpe sa molecule en eel etal soil la inoilie — 200, 48 , elle de- viendra o,Q783. i,49' i^i> 4^87 a la temperature — 8°. La lormule de ce liquidc etant SO1, le poids alomique qui lui repond, en prenanl a pour lc poids alomique du soufre, sera 4 , et on aurait ainsi pour lc volume alo- ini(jue du compose, s'il n'y avail, point de division de falome pour former la molecule, — ^- = 2, 742, 011 en nrenanl pour unite le volume alo- 1,459 mique dc lor solide — /.^ = 4>25i. Mais eu e'gard a sa composition en poids qui est de o, 5 de soufre el o, 5 d'oxygene on pent s'assurer (pie pour satisfaire de pres an nombre aflinilaire du soufre deduil des corps solides 1,029 ct a ce^ui de l'oxygene determine ci-dessus o, 252 il faut prendre pour le volume atoinique du liquide la i6.c partie de f\, 25 1 , e'est-a-dire 0,2657, e^ supposer ainsi que la molecule ne soil que la 16." partie de l'atome represents par la formule. La racine cubique de o, 2657 ctanl o, 643 , ce sera la le nombre allinitaire du liquide , et Ton aura en consequence , pour determiner le nombre aflinitaire X du soufre par ce liquide a rebullition , I'equalion o, j.x-t-o, 252.0, 5 = 0, 5 . x+- o, 1 26 = 0, 643 ; d'ou Ion tire ^ = 0, 643-0, i26 = o^7 = o, 5 o, 5 nombre peu dillerent de celui deduit des composes solides du source 1,029, el notablement plus grand (pie celui donne par le liquide pre- cedent. PAR I.K luMII. WOGADRO 63 Ether sulfureiuc on sulfite croaji/i- dUthyle. Sa formule est SOlJC',II"'0 =.SCi'Il"'Os, el cite dunne pour son poids atomique 8,625. M. Piemu: a trome la densile ile cc liquide a o° cgale a i, io63/|, et le point (It- son ebullition, sons La pression atmospheriqae, tie i6o°, 07; il a calcnle Lui-meme , d'apres la loi de dilatation obser>ee par lui , et la densite qui en resulte a cette temperature, que son volume atomique rapporte a 1'atome exprime par la loiinule ci-dessus serait g, 3i5. Divisant ce nornbre par o,645 on obtienl 14, 44a- ^'a'S la composition en poids de ce liquide, d'apres sa formule, etant soui're o, 23ig; carbone 0,3478; hydrogene o, 07 2 5; oxygene 0,3478, on trouve d'apres les nombres aflinilaires que nous avons admis prece'demment pour le carbone, l'hydrogene et I'oxy- gene, el celui approche que nous pouvons at tribuer an soui're d'apres le Memoire 3.°, epie 1'atome suppose doit etre divise" par 16 pour avoir un volume atomique admissible pour ce compose. Ce volume devient ainsi 0,9026, el le nombre aflinitaire deduit de ce volume qui en est la ra- cine cubique 0,967. On aura d'apres cela , pour determiner le nombre aflinitaire x du soufre , ('equation o, 2319. x -4- o, 3478. o, 964 -Ho, 0723. 2, 946-4-0, 3478 . o, 25 a = 0, 23 19. x-4-0, 3353-4-0, 21 36 -4-0, 0876 = o, 23 19. x -4- o,6365 = 0, 967 , d'oo. 1 on tire 0,067 — 0,6365 o, 33o5 . ~ ■* = ' — 5-^ = -== 1,425 . o, 2019 o, 2019 Cc nombre parait excessif comparalivement a celui deduit de la con- sideration des corps solides dans le 3." Memoire , et a ceux trouves par les deux liquides precedents; mais on aurait au contraire un nombre tout a fait inadmissible par sa petitesse, si on supposait ime division en 2 de plus de 1'atome pour former la molecule, et ainsi en 3a; et il faut remarquer (pie ce liquide ne contenant pas meme un quart de son poids '!«• soui're est pen propre par lui-meme a donner un nombre bien exact pour cette substance, d'apres celui qui appartient au compose. On am ail sans doute >m nombre plus rapproche des aulres, dont je viens de parler, en sunnosant unc constitution de la molecule interme'diaire entre - et - de 11 16 3» G.j MEMOIRE sin i.r.s volumes atomioit.s ['atome eliimique , savoir I : mais celte triplication tie 1'atomc avant sa division no parait avoir aucune probability pour un compost' d'acide sul- I'nrtnix el d ether, liqmdes qui de leur c6te ne la presentent pas. Bisulfure de mdthjrle. Ce litpiidc est compris parmi ceux dont Piehre a fait connaitre les donnecs oecessaires poor en oalculer la densite au point de lour ebullition dans son Memoire stop la thermomeirie cile plus liaut, public dans les Comptes rendus de l' \oademio ties Sciences de Paris, T. 27. La fornnile eliimique de ce liquide esl C'FI'S' ; 1c poids atomique cpii y repond esl ."1,875, et la composition en poids carbone o, 255; bydrogene 11. nlij : soulVe 0,681; le poids specifique de ce liquide a o° a etc trouve par I'ii'hre 1, o5358 ; el sa temperature dYlnillilion 112°, 1 sous la pression t>"\ 7 \ \ , 011 comme on pent levaluer par approximation 1 1 20, 5 sous la pression om, 76. Dim autre cote ce liquide se dilate selon les observations de Pierre de o" a roo° dans le rapport de 1 :\ i,iit)4, el un tliormoraetre forme avcc ce liquide marque 111°, 77 a la tempe- rature no" du thermomelre a air; mais puisque le ihcrmomctrc de ce litpiidc doit aussi marquer ° a la temperature 100°, en dcsignant par x la dilatation qui y a lieu de 0° a 110°, on aura pour determiner cette dilatation la proportion: 100 : 1 1 1, 77 : : o, 1 it)4 :.r = o, 1 3345 ; et comme le coefficient de la dilatation de ce liquide vers son degre d'ebullition est , selon Pierre, 0,001 44, il faudra encore ajouter a cette dilatation pour les a°,5 de temperature de 1 io" a 1 1 2°,5 la quantite 2, 5. o, ooi44 = 0>0°36, ce qui donne o, 1870 pour la dilatation lolale de o° a 11 2°, 5; savoir 1 volume de ce liquide a la temperature o° devienl 1, 137 a celle de son ebullition. II s'en suit que la densite du liquide a cette tlcrnicre tempe- 1, o536 „„ T . . - - 11 rature est ^— = o, 920b. Le volume atomicpie rapporte a 1 atome 1 , 107 represent^ par la fornnile C'/PS* serait d'aprcs cela — - — 4= = 6, 34o4 ; 1 • 1 11 6, 34o4 nn ,, . 011 en prenant pour unite celui de 1 or ' ' = q, 800. IMais en com- 1 r o,645 parant ce nombre avec celui tpii rcsulterait des nombres aflinitaires de ses composants , y compris celui deja prochainement connu du soufre , on trouve qu'il faul atlmcttre la division de cet atome en 8 ( qui revient a celle en 4 , de l'atome qui serait rcpresente par la formule plus simple < 7/'S) et prendre ainsi pour volume atomique 22— — = 1, 2287 ; la racine PAR l.E COMTE AYOOAnilO 65 cubique de cc volume 1,071 sera le noinbre aflinitaire du compose. On en aura , pour determiner le nombre aflinitaire x du soufre , 1'equation o, 68i..r-+-o, 255.o,g64-+-o, 064.2,946 = o,68i.j:h-o, 2458-t-o, 1 885 = 0,68 1. .r-h 0,434=1,071 , ou a.= ',o7I-o,434= 0,637 o,58 1 0,681 'J On pourrail prendre une moyenne entre ces quatre valeurs du nombre aflinitaire du soufre donnees par les 4 composes que nous avons consi- ders. Mais pour laisser a chaque observation ['influence quelle doit avoir dans la determination dont il s'agit , d'apres la proportion par laquelle le soufre entre dans les quatre composes , nous appliquerons ici , ainsi que nous l'avons deja pratique pour les cas analogues dans le 3.e Me- moire , le principe de la methode des moindres caries des erreurs , quoique les equations ne contiennent qu'une seide inconnue, savoir nous multiplierons chaque equation par le coefficient qu'y presente l'inconnue x avant de Ten delivrer par la division, et nous additionnerons les equa- tions resultantes pour avoir 1'equation definitive. Les 4 equations a employer sont ici : Carbure de soufre o, 842 . x = o, 758 Acide sulfureux anhydre . . o, 5oo . x= o, 5 in Ether sulfureux o, 232 . x= o, 33o5 Bisulfure de me'thyle o, 68 1 ..z = o, 637 . En les multipliant respectivement par le coefficient de x dans chacune d'elles, elles deviennent o, 7090.0: = o,6382 o, 25oo . x = o, 2585 o, o538. x = o, 0768 o,4638.x = o,4338 Somme 1,4766.^=1,4073; on tire de la x = M27 = 0j953 pour le nombre aflinitaire du soufre. Seme II. Tom. XII. (ill MKM01RE Sl'R LBS VOLUMES ATOMIQUES Si Ion suhslitue cctte valcur dans les quatrc equations primitives donnees immediateinent par les observations o, i5a3 -+- o, 84a .^ = 0,910 0,136 •+■ o, 5oo .x = o,643 o, 6365 -*- o, 23 1 9.^ = 0, 967 o,434 -+-0,681 ..r=i,07i , on trouve pour les premiers membres des valeurs un peu differenles du second, les unes en plus , les autres en moins, mais dont aucune ne pre- sente tin ecart assez grand relativement aux autres , pour que ['exclusion de l'equation y relative en soit clairement indique'e. Ainsi la grandeur exces- sive r,4aS que L'equation relative a l1 ether sulfureux nous donnait par ellc seule , doit etre en grande partie rejetee sur la petite proportion en poids , pour laquelle le soufre entrc dans ce compose, et dont l'influcnce est corrigee par le principe de la me'lhode des moindres carre's des er- renrs. iNous pouvons done adopter la valeur o, g53 pour le nombre afli- nitaire du soufre donne par les quatre substances dont nous avons fait usage, considerees a leur temperature d' ebullition. CWon. Chlorure d'ethjle. Sa formule sous la forme la plus simple en atomes entiers est C*H5Cl. Dans Texpression du poids atomique repondant a cette formule jc rctiendrai pour le chlore latome de Berzelius 2, 2i3; car qnoicpie on y ait propose recemment quelcnie modification, la valeur de cette correction olfre encore quelques incertitudes , et la difference ne pourrait influer que tres-peu sur les re'sultats dont il s'agit ici. Le poids atomique de ce compose se trouve etre ainsi 1 , 5-(-o, 3 1 25-1-2, 2 1 3 = 4, 025. M. Pierre a trouve la densite de ce liquide a o° egale a 0,921 , et son degre d'e'bullition a ii°; et la formule de dilatation deduile par Pierre de ses experiences , donne , pour son volume a cette temperature, 1,018, en prenant pour unite le volume a 0°. Sa densite a ce point devient done ' • ^o, go5. Ainsi on a pour le volume atomique, rapporle a l'atome indique ci-dessus, sans division, — p=4> 448, ou en prenant pour PAR i.E COHTB AVOGADRO 67 / / ?R unite celui de lor 7./r = 6, 896. La composition de ce liquide en poids d'apres la formule est o, 372 carbone ; o, 078 hydrogene ; o, 55o chlore. En adoptanl pour le carbone et 1'hydrogene les nombrcs aftini- taires etablis ci-dcssus , on trouve que pour faire accorder le volume ato- mique de ce compose a peu pres avec le nombre aflinitaire que nous avons atlribue an chlore dans le 3.e Memoire par la consideration des corps solides dont il fait partie, il faut admettre la division de I'atome ci-dessus en 8, en sorte que ce volume atomique, en prenant pour unite celui de Tor, devient -^--— = 0,862. La racine cubique en est o,g52. En prenant ce nombre pour le nombre aflinitaire du compose , on aura done, pour determiner le nombre aflinitaire x du chlore, l'e'quation o, 372 . 0,964-4-0, 078. 2, g46-t-o, 55o .x = o, 35g-+- o, 23o-+-o, 55o . x=o, 58g -J-o, 55o . x-= o, q52 , d'ou o, o52 — o, 58q o, 363 nr. x = -^-2 ~=-2 2=_L-__==o, 660 . o, 55o o, 55o Liqueur des Hollandais. La formule de ce compose reduite a sa plus simple expression en atomes de Berzelius est CH*Cl; le poids atomique qui y repond est 3, 088, et la composition en poids 0,243 carbone; 0, o4o5 hydrogene; 0,7165 chlore. Selon les observations de M. Pierre la densite de ce liquide a 0° est 1, 28o34, son point d'ebullition 84°, g2 et son volume a celte temperature 1 , 1 o8g en prenant pour unite le vo- lume a o°. Sa densite a la meme temperature est en consequence 1, 28o34 [, io8g ^^ 1, i546, et son volume atomique rapporte a la formule sus- indique'e — ^—=-^=2,674, ou en prenant celui de Tor pour unite *5g-4.4& Mais encore ici fatome represent, par cette formule doit etre divise en 8 pour repondre, eu egard aux nombres aflinitaires deja connus du carbone et de 1'hydrogene, a un nombre admissible pour le chlore. Nous avons ainsi pour le nombre atomique de ce liquide -^ — = 0, 5i8, et pour son nombre aflinitaire \ o, 5 18 = o, 8o3 . On S8 Ml MOIRE SUR I.ES VOLUMES A.TOMIQUES aura ilonc, pour determiner le nombre ailinitaire x du cldore, 1'e'qualion o, a.'i^ . o, i)64 ■+■ °) ° 4° '' ■ 3j 9-K' ■+■ o> 71 65 . x so, a34 -»- o, i ic)-f-o, ^i65 .x = o, 353-f-o, 71 65..r=o, 8o3 , ilou Ion lire 0, 8o3 — o,353 o, 45o „ „ xz=— -~ = !-^ = o, 028 . 0,7100 0,7100 Chloroforme. Ce compose a pour formule, en atonies de Berzelius, ("■//'('/'', el pour poids atornique, d'apres oette formule, 1 4, 90 5; la com- position en poids en est carbone o, ioo5; hydrogene o, oo83; chlore 0,8913. Pierre a trouve la densite de ce liquide a 0° egale a 1,5222, son point d ebullition a 63°, 5, et la variation de son volume de o° a la temperature de son ebullition o, o838. Ainsi 1c volume du liquide a cette temperature serait i,o838, en prenant pour unite le volume a o" ; je prendrai cependant i,o83 avee trois decimales, parccque Pierre a ob- ser\(; la temperature de son ebullition sous la pression om, 772 au lieu de om, 76. La densite du liquide a son ebullition est, d'apres cela , , ;,25 — — ^7= i,4°8j et en n<3 supposant point de division de. l'atome pour former la molecule, on aurait le volume atomique — '; ' = io, 586, ct 10, 586 «/■»«■■ • 1 n- ■ • — . ,_ = io, 41 -■■ Mais on trouve epie pour avoir un nombre amnitairc o, 0^1 o admissible pour le clilore , d'apres ce compose , il faut prendre pour sa molecule la 32c partie de l'atome cliimique indique, ou ce qui revient au meme la i6e partie de l'atome qui serait represenle par la formule plus simple CHCl1 ; le volume atomique devicnt ainsi — 1 = o, 5 129 , on avee trois decimales o, 5i3. La racine cubicpie de ce nombre o, 8oo5 sera en consequence le nombre aifinitaire de ce compose, et 1'on aura, pour determiner celui x du chlore, l'equation o, ioo5 . o, 964-1- o, oo83. 2, 946+0, 8912 .x = o, 0969-^-0, o 245 -t-o, 8912 . x = o, i2i4-t-o, 8912 ..r = 0, 8oo5 , d'oii PAR LB COMTE AVOGAimO 69 o, 8oo5 — 0,1214 0,679 „ X — 5 — „ — - — 0,"JD2 . O, 89 I 2 0jO9I ' Ce nombrc est un pcu plus grand que ceux donne's par les deux com pose's precedents. Chlorure d'ethyle monochlore. La formule de ce compose qui resulte immedialemenl ile la substitution d 'un aloine simple de chlore a un atome d'hydrogenc dans la formule du chlorure d'ethyle ordinaire C'/i'Cl est C*fPCl* ; elle donne le poids atomique 6, 176, et la composition en poids carbone o, 243; hydrogenc o, o4o; chlore 0,717. La densite de ce liquide a o° a etc trouvec par Pierre 1,2407, son point d' ebullition a 64", 8 , et le volume du liquide a ce point 1,089 en prenanl pour unite son volume a o", negligeant les aulres decimales. Sa densite a cette meme 1 2 4 o ^ temperature 64", 8 est en consequence ' ~" ; = 1, i3c> , et son voliune i»i . 1 > 11 1 • • 6, 1 76 atomique , en supposant sa molecule egale a 1 atome cnimique , ^~ 5 A22 1=5,422, ou en prenant pour unite celui de Tor ' ." =8, 4°6. Mais on trouve ici cpie pour avoir un nombre admissible pour le chlore, il faut supposer la division de r atome ci-dessus en 16, qui revient a celle de 1'alome represenle par la formule plus simple CR*Cl en 8. En l'adop- 1 1 - 1 i- • 1 1 • 8, 4o6 _ r tant, le volume atomique du liquide devient -i-^~ — =0,020, et son nombrc aflinitaire o, 807 , qui en est la rac'me cubique. On a done, pour determiner le nombre allinitaire x du chlore , liquation o, 243 .o,g64-Ho, o4o. 2, 946-H0, 7 17. x sbo, 234 -Ho, 1 18-t-o, 7i7..r=o, 3o2-§-o, 7i7.x = o, 807 , et par la _ o, 807 — o,352 o,455 0,717 0,717 Aous pouvons observer ici que la conslitulion de la molecule a laquelle nous avons <:te conduits pour ce compose relativement a l'atome C'ffiCl* qui correspond a celle C'lf'Cl du chlorure d'ethyle par la simple sub- stitution de CI a H , suppose une division de cet atome en 2 au dela ft Q de division de l'atome indique, — £ = 6,837 , ou en prenant pour ro MEMOIRE SITU I.ES VOLUMES ATOMIQUES de celle que nous avons admise pour ce chlorure primitif, en sorte que la molecule tie celui-ci devrait encore se diviser en 2 dans l'acte de sa transformation en chlorure monochlore , et que la molecule de ce der- nier n'appartiendrait pas au meme type que celle du chlorure d'ethyle primitif. Chlorure de'thjle bichlorc. La formule qui resulle immediatement pour ce liquide de la substitution de a atomes de chlore a 2 atomes d'hydrogene dans celle du chlorure d'ethyle ordinaire C'H5Cl est C^WCl*. Le poids atomique relativement a cctte formule est 8, 327 , et la compo- sition en poids carbone 0,1801; hydrogene o, 0225; chlore 0,7974- Le poids specifique de ce liquide a o° est, selon les observations de Pierre, 1, 3465 ,. son degre d'ebullition 74°, 9, et l'accroissement de volume de 0° a cette temperature o, i o58 , en prenant pour unite le volume a o". On aurait done pour sa densite a la temperature de son ebullition — — ^~ = 1, 2177 , et pour son volume atomique, en ne supposant point 8,3; 1, 218 unite celui de lor —^-7-^ = 10.600. Mais e'est encore la division de o, d45 l'atome chimique en 16 qu'on trouve ici devoir etre appliquee pour faire accorder a peu pres le volume atomique du compose avec sa composition, d'apres le nombre alTmitaire du chlore deja prochainement connu. En ,. . . . 10,600 __ r I auoptant on aura pour ce volume atomique ^ — =:o, DU2i>, et pour le nombre aflinitaire correspondant Y o, 66a5 := 0,872. II en resulte , pour determiner le nombre aflinitaire x du chlore , l'equation o, 1 80 1 . o, 964 -4-o, 0225 . 2, 946-+-0, 7974.x = 0, 1736-t-o, o663-»-o, 7974. x=o, 2399-H0, 7974. x=o, 872 . d'ou 0,872 — 0,240 o,632 „ x=- — '- '— !-=— =0,793 . °>797 °>191 D'apres la constitution de molecule que nous venons d'adinettre pour ce compose , la division de l'atome , relativement a celle de l'atome du PAR I.E COMTE AVOGADRO 7 I chlorine d'ethyle primitif , y serait la meme que pour le chlorure mono- chlore, c'est-a-dire qu'il n'y aurait plus tic division ulterieure dans le passage de ce dernier a l'etat bichlore. Bichlorure de carbone. La formule de ce compose rcduite a la plus simple expression en atomes de Berzei.ius est CCl*, et le poids atomique qui y repond g, 6o3. La composition en poids en est carbone 0,0781; chlore 0,0219. Selon les experiences de Pierre la densite de ce liquide a 0° est 1,6298; son point d'ebullition 780, 1 , et sa dilatation de o° a cette temperature o, io44 du volume a 0°. II s'ensuit que sa densite a l'etat d'ebullition est — - — ^-^ = 1 , 47^7 > et son volume atomique rap- porte a l'atome chimique susdit serait "' =6, 5o6 , ou en prenant pour unite celui de Tor -^-^==10,087. Mais en comparant ce nombre avec celui qui resulterait de sa composition d'apres le nombre affini- taire dn carbone etabli dans le § 1." et celui du chlore prochainement connu , on trouve qu'il faut ici admeltre la division de l'atome chimique indique en 3a pour avoir un resultat admissible. Par cette supposition le volume atomique devient — ^ — =°? 3i5a, et le nombre affinitaire qui en est la racine cubique o, 68 1 . On a d'apres cela , pour determiner le nombre affinitaire x du chlore , lequation o, 0781 .0, 964-1-0, 922. x=o, 0753-4-0, 922.0: = 0, 681 , et par la 0,681 — o,on5 0,606 _„ x = — — '—■=.— = o,657 • 0,922 0,922 Chlorure damylc. La formule de ce compose en atomes entiers simples de Berzei.ius est C5//"67, et le poids atomique qui y repond 6, 65o8, ou avec trois decimates 6, 65 1 . Sa composition en poids est carbone o, 563g ; hydrogene o, io33 ; chlore o, 3328. La densite de ce liquide a o° est selon Pierre 0,8958 (Me'moire sur la thermometrie) : il bout a 10 1°, 75 sous la pression 0"', 752, et nous pouvons prendre en nombre rond 102° pour le point de son ebullition sous la pression om, 76. L'accroissemenl de son volume de o° a 100° est selon l'observation de Pierre o, i 357 : Hj KBMOIRB si H LBS VOLUMES ATOMIQUES il faut y ajouter la dilatation par les deux degres de 100° a 102°, qui d'apres le coeflicient de dilatation observe par Pierre aux environs de cette tem- perature est o, ooi363.2=o, 0027 ; ainsi la dilatation totale de o° a 1020 sera o, i357 -4-o, 0027 = 0, 1 384 > savoir le volume 1 a o° devienl i, 1 384 a I ebullition du liquide : on aura en consequence pour sa densite a cette temperature ' ^ ' =0, 7869- Son volume atomique rapporle a la for- mule ci-dessus serail d'apres cela — - — — =8, 45 1 , ou en prenant pour r 0,787 unite celui de Tor L' .... = i3, 102. Mais on Irouve que pour avoir un 0, 045 aombre admissible, d'apres le nombre aflinitaire prochainement connu du chlore, il faut prendre la 8.° parlic de ce nombre qui est i,638, ce qui donne pour lc nombre aflinitaire \ 1,638= 1, 179. On a ainsi, pour determiner le nombre aflinitaire x du chlore , l'e'quation o, 563g. o, g64-t-o, io33 . 2, 94G-+-0, 3328.x = 0, 543t>-r-o, 3o43-+-o, 3328. x=o, 848-4-0, 3328. ,r=i, 179 ; on en tire 3._*,'79- cette formule est done encore 8,327 comme pour ce liquide la, et sa PAR i.i: i 0H1 1: LTOGADRO - i composition en poids la meme. Celle liqueur, selon les observations de M. Pierre, a un poids spe'einque i,/|i23 a o°, et bout a la temperature 1 1 4°, •'■ sons la pressiou atmospherique; nn thermometre forme de ce li- quide marque m", 62 sur son echelle a la temperature no" prise sur le thermometre a air. L'accroisscment de son volume dc o" a roo" est "de 0,1208, ct son coefficient de dilatation pies de son ebullition est o,ooi432. On a d'apres cela, pour determiner l'accroissemenl de volume de o" a la temperature no", la proportion 1 on : 11 1, 6a:: o, 1208 : ,r=o, i348 . Tl taut ajouter la dilatation pour j", -'• , intervalle de no0 a 11 4°, 2, la- quelle doit etre o, 001 432 .4,2 = 0, 0060, ce qui donne pour la dilatation tolale de o° a l'ebullition du liquide o, i348-j-o, 0060 = o, 1408 ; on aura done pour la densite du liquide a son ebullition ' ,~" = 1 , a38. 1, 1 4<»o Le volume atomique rapporle a Tatome ci-dessus, pris pour molecule , 8 3a" serait en consequence ' ' ",( =G, 726, ou en prenant celui de ['or pour 1, 200 G h 2G unite ' ( ,r= I0; 428 , nombre pen different de celui 10, Goo que nous avons trouve ci-dessus , dans la supposition analogue , pour l'isomere de ce liquide, le chlorure d'elhyle bicldore. On doit done y admeltre la meme division de Patonie cpe pour ce liquide la, savoir en 16, pour former la molecule. Le volume atomique devient ainsi — ' Z~ = o, 65 1 8 , ou avec trois de'ciinales o, 652 , et le nombre aflinitaire ^0,652=0,867, Peu different aussi du nombre 0,8^2 que nous avons trouve ci-dessus pour le chlorure d'elhyle biehlore. On voil ainsi que ces deux liquides isomeres presentent un volume atomique, et par la un nombre aflinitaire peu dif- ferent , ainsi que cela doit etre d'apres nos principes , quoique leur densite a o° et leur point d'ebullilion soient tres-differents, ces deux circonstanees se eompensant a pen pres mutuellement , d'apres leurs lois de dilatation. Nous pourrions prendre la moyenne des deux nombres aflinitaires trouve's pour ces liquides , et en deduire une seule equation pour la determination du nombre aflinitaire du chlore , ainsi qxie nous l'avons pratique pour d'autres composes isomeres. Mais pour plus de rigueur du calcul , et eu Seiue II. Tom. XII. k - j Ml \10I1\E SDK I.F.S VOLUMES ATOMIQUES egard a la grande difference des proprie'tes physiques dps deux liquides, nous etablirons ici separ^ment ['equation relative au liquide dont il s'agit, comme nous lavons deja fait ci-dessus pour son isomcre, et nous fcrons concourir U-s deux Equations aver lea autres dans la determination dt'li- iritive du Dombre allinilairc du chlore par la methode des moindres canes des erreurs. L equation fournie par la liqueur des Hollandais monochloree, d'apres sa composition en poids identique avec cclle du chlorure d'ethyle bichlore'j sera o, 240 -j- o, 797 .x = o, 867 , el le nombre allinilairc du chlore qu'on en deduirait, ^= 0,867-0, 34o = ^637 = 8 . ">7!>7 °^797 Fl faul remarquer que la di\ision en if), epic nous avons admise pour ce liquide relativeinenl a la formule Ci]PCli, revient a la division en 8 d'une molecule qui ne contiendrait que C simple, de meme que nous l' avons trouve pour la liqueur des Hollandais qui en forme le type pri- milif, en sorte que le remplaceinenl d'un alome d'hydrogene par un atome dc cldore ne change pas le systeme de division de l'atome de ce compose. Protochlorure de carbone. Sa formule re'duite a la plus grande sim- plicite en atonies de Berzelius est CCl1, et le poids atomique qui lui repond 53 f]S5; la composition en poids en est carbone o, i44o> chlore «>, 855 1. Le poids specifique de ce compose a o° est, selon Pierre, 1,649, et son point d' ebullition i23°, g sous la pression atmospherique. Sa dila- tation de o° a ioo° est de o, 11 60, et son coefficient de dilatation vers la temperature de son ebullition o, 00 r 3. D'iui autre cote un thermometre forme de ce liquide marque sur sa propre echelle 1220, 38 a la tempe- rature 1200. On a d'apres cela, pour determiner sa dilatation de o° a I 20°, la proportion 100 : 122, 38.: o, 1 160: x = 0, 1420 . II faut y ajouler la dilatation pour les 3°, 9 de 1200 ;» 123°, 9, qui doit ■'•lie 3, i).o, ooi3 = o, oo5i , en sorte que la dilatation totale de 0° au point d' ebullition du liquide est o, 1420 + 0, oo5i = o, I471- La densitc son PAR I.E COMTE AVOGADHO ^5 C / de la liqueur a son ebullition sera en consequence — - — ^-=1,438; el i • r i ii • i p , 5. I "765 volume atomique, rapporte a I atomc evprnne par la tormule, -hrs = 3, 600, ou en prenant pour unite celui de Tor -^.7i = 5,58i. Mais 1 r 0,645 on ne pent ici avoir un re'sullat admissible qu'en supposant la molecule la iG.r parlie de cet atome, en sorte qu'on ait le volume atomique -' . — = o, 3/(88 ou avec trois decimates o, 349, et le nombre aflinitaire 0,704, racine cubiquc dc ce volume atomique. On a ainsi , pour deter- miner le nombre aflinitaire x dn chlore , 1' equation o, i45 . 0,964 ■+- o, 855 . ,r=o, i3g8 -+- o,855 . x = o, 704 , d'ou l'on tire 0,704 — 0,140 o,564 ec X = ' n = ^r= 0,660 . o, 8j5 o,855 On observera que la constitution que nous venous d'admettre pour la molecule du protochlornre de carbone offre une division en 2 de moins, relativement a L'atome contenant un seul atome de carbone, que le bi- chlorure de carbone epie nous avons conside're plus haut. II en fesulte que l'atome de carbone, qui en sunissant a 1 atonies ou a 1 equivalent dc chlore se divise en 16 pour former une molecule composee de ~ d'atome de carbone, et \ d'atome simple de chlore, venant a s'unir en- core a un autre equivalent de chlore pour former le bichlorure, e'prouve une nouvelle division en 2 , en sorte que la molecule de ce nouveau compose rcste formee de ~ d'atome de carbone , et encore de g d'atome de chlore. Liqueur des IJollamlais bichlovcc. La formule de ce compose reduite a sa plus simple expression en atomes entiers est Cf/Cl*, et donne pour son poids atomique 5, 23g; la composition en poids en est carbone o, 1 43 1 : hydrogene 0,0119; chlore o, 845o. Le poids specifique de ce licpiide a 0°, selon M. Pierre, est 1,6116, et il bout a la temperature i38",6. Un tlu'rmomelre forme ile ce liquide marque, selon le meine auleur, i4i°, 97 sur son echcllc, a la temperature i35° du thennomrlre a air. Sa dila- tation de o° a ioo° est de 0,1091, et son coeflicient de dilatation dans 7<; Ml MOIRF. St'R I.F.S VOLUMES ATOMIQUES les environs de son ebullition est o,ooi335. On a d'apres' cela, pour de- terminer >a dilatation de o° a i35, la proportion ioo : 1^1,97 •-■. o, log i : x=o, i54g • II Taut ajouter pour la dilatation de 1 35° a i38°, 6, inlcrvalle de 3°, 6 la quantite o, ooi335.3, 6 = o, 00/(8, ce qui donne pour la dilatation totale de o° a la temperature de lYhullilion du liquide o, i549~r- o, on jS = o. iSg^. La densite du liquide a cette temperature devient, d'apres cela, . = 1,389, et le volume atomique rapporle a la formule ci- dessus ' . ' = 3, 771 , ou , en prenant pour unite celui de lor, ' '.', - = •*>. 8 [8. Mais on ne pent avoir une valeur admissible de ce vo- lume atomique d'apres le nombre affinitairc a attribuer prochainement an chlore, qu'en supposant la division de cet atome en 16 pour former la molecule } el prenant ainsi pour ce volume atomique ' , = 0, 3655, donl la racine cubique 0,715 exprimera le nombre aftinitaire corres- pondent On aura ainsi, pour determiner le nombre aflinitaire x du chlore, ('equation o, 1 43 1 . o, 964 + 0, 01 19.2, 946 ■+■ o, 845. X = 0, 1 379 -+- o, o35 1 -+• o, 845 . x = o, 1 73 -+- 0, 845 . x = o, 7 1 5 , (I oil I on tire o,7i5 — o, i7^_">542_ o,845 _ o,845 — °'°4 ' On observers que la division en 16 de Patome CIICl', que nous venous (1 adopter pour la liqueur des Hollandais bichloree, renferme une division en 3 ile plus que celle que nous avons admise pour la liqueur des Hol- landais primitive, et pour celle monochlorce, qui etait settlement en 8 relativement a L'atome contcnant C simple. Ainsi, tandis que la substitution dun atome de chlore a 1 atonic il'liylrogene dans la liqueur primitive n'en change pas la constitution de la molecule ou le type, une division ulterieure en 3 aurait lieu au con- traire dans la substitution d'un second atome de chlore a un second atome d hydrogene pour former la liqueur bichloree. PAR I.F. COMTE AVOGADRO 77 Liqueur des Hollandais trichloree. La formulc la plus simple qu'on puisse assigner a ce compost en atomes enlicrs des coinposanls est CXHCP, et le poids atomique qui y n;pond 1 2, 629. La composition en jioids est carbone o, 1188; hydrogene o, oo5o ; chlore 0,8762. Selon les observations de M. Pierre son poids spe'eiflque a o° est 1,6627, et la liqueur bout a i53°, 8 sous la pression atmosphcrique. Un thermometre qui en est forme marque 1610, 23 sur son echelle lorsque la temperature est tie i5o°; la dilatation du liquidc de 0° a ioo° est o, io4o, et son coefficient de dilatation a sa temperature d' ebullition o, ooi453. D'apres ces donnees on a , pour trouver la dilatation de o° a 1 5o°, la proportion 100 : 161, 23 :: o, 1040 :.r = o, 1677 . II faul y ajouler la dilatation pour les 3°, 8 de i5o° a i53°, 8 qui sera o, ooi453 . 3, 8 = o, oo55 ; la dilatation totale de o° a 1'ebullition du li- quide sera ainsi o, 1677 + 0,0055 = 0, 1732, et la densite a 1'ebullition I 6()^^ — ^-=1,417- Le volume atomique de ce compose rapporte a la for- mulc ci-dessus , sans y supposer de division dans la formation de la mo- II • < I2, 62Q . , „ . , lerule , scrait en consequence — -=8,912, ou dans I unite que nous eniployons ' ' . r =13,817. Mais on trouve ici que pour obtenir un nombre affinitaire admissible pour le chlore, il faut reduire ce volume atomique ;'i sa 3 a' partie , c'esl-a-dire supposer que l'atome chimique sus-indique so divise en 32 parties pour former la molecule. Ce volume atomique O Q devient done — ij — ^-= 0,4317, ou avec trois decimales 0,4^2, et sa raeine cubique 0,756 en sera le. nombre affinitaire. On a ainsi, pour determiner le nombre x du chlore , Inequation o, 1 1 88 . o, 964 ■+■ o, oo5 . 2, g46 -+- o, 876 . x = 0, 1 1 45 -+- o, o 1 47 -t- o, 876 . x = o, 1 29 -+- o, 876 . x = o, 756 , d'ou o,756-o, .39_o,627_ 0,876 — 0,876 '7°- Le nombre 0,756 — 0,129 = 0,627 se trouve ici accidentellement le •"8 MEMOIRS SUll LES VOLUMES ATOMIQUES memc que lc nombrc corrcspondanl o, 867 — o, 340 qui avail lieu pour la liqueur des Ilollandais monocliloree. II faut remarquer que la division en 32 que nous venous d'admettre de 1'atome de ce compose represente par la formulc C^HCl ' qui con- lient deoz atonies de carhone , revicnl a celle en 16 seulement relative- inent a la formule qui conlicndrait un scul atonie C de carbone , de la- quelle nous e'tions partis pour la liqueur des Hollandais bichloree; il n'y a done plus de division de 1'atome en passant de I'ctat bichlore au tri- chlore, tandis qu'une division en a avait lieu, selon le resultat que nous avons adopte, en passant de la liqueur monocliloree a celle bichloree et cpie 1'atome de la liqueur primitive n'avail pas subi de division dans la formation do la liqueur monocliloree. D'apres cela les formules repre- sentant la molecule, 011 atonic reel de ces quatre corps a l'e'tat liquide, seraient les suivantes : 111 Liqueur des Hollandais primitive ... C II* CI 1 J. L Id. monocliloree C* If'Cl"' Id. bichloree... CTbHT'Cl* 1 1 s Id. trichloree . . C^H^Cl1* . Sans chcrcher a prendre la moyenne de ces 1 1 valeurs du nombre affinitaire du chlorc que nous ont donnees les diflerents composes cpie nous avons considered , nous appliquerons tout de suite le principe de la methode des moindres carres des erreurs aux equations qui nous les ont fournies. Ces equations sont : Chlorure d'e'lhyle o, 55o . jc = o, 363 Id. monochlore o, 7 17 . x = o, 455 Id. bicldore o, 797 ..r = 0, 632 Liqueur des Hollandais o, 7i55 ..r=:o, 45o Id. monocliloree o, 797 . x=.o, 627 Id. bichloree o, 845 . x-= o, 5/\2 Id. trichlore'e o, 876 . x = 0, 627 Chlorofonne 0, 89 1 . x = o, 679 Protochlorure de carbone o, 855. a? = 0, 564 Bichlorure dc carbone o, 922 .x = 0,606 Chlorure d'amyle o, 333 . x= o, 33i . PAR LB r.OMTE AVOCADHO 7Q Ces equations, mullipliees respectivement par le coefficient dont x y est affccte , deviennent o, 3o25 . x = o, 199G o, 5i4i .x = o, 3262 o, 6352 . x = o, 5o37 o, 5i34- J?=o, 3224 o, 6352 . jj=o, 4997 o, 714°- x = o, 458o o, rj6']f\.x=o, 5493 o, 7939. x =o, 6o5o o, 7310 . x = o, 4832 o, 85oo. x=o, 5587 o, 1 109 .x-=o, 1 102 Somme 6, 5676 .x = 4, 6i5o , ,, v „ . 4>6i5o „ . . „ . equation clou Ion tire x=' r = 0,703 pour le nombre aflinitane o, 0070 du chlore. En substituant cette valeur dans les equations primitives relatives aux composants particuliers dont nous avons fait usage, on ne trouve Inclu- sion daucunc d'elles indique'e par unc difference assez marquee entre le premier mcmbre et le second , auquel il devrait eti'e egal , et les plus grands ecarts n'arrivent qu'a 7 ou 8 pour cent en plus ou en moins : nous pouvons done adopter le nombre aflinitaire o, 703 comme le plus probablement indique par ces diffe'rents composes. \01\t. lodure d'cthjlc. La formule de ce compose en atomes simples entiers est C'H^I, et le poids atomicpie qui lui repond en prenant 7,9 pour celui de l'iodc est 9,712; la composition en poids en est carbone o, i54 ; hydrogene o, o32; iode 0,81 4- M. Pierre a trouve pour ce liquide la den- site 1,975 a o°, et la temperature d ebullition 700; et d'apres sa loi de dilatation le volume du liquide a ce point i,o885, en prenant pour 80 MKMOIllE SVR LBS VOLUMES ATOMIQUES unite lc volume a 0°. Sa densite a la memc temperature est done • K — ' * y *_ =i,8i45 , et le volume atomiquc rapporte a l'aloinc represents 1 . (>(">;->.> 111 1 par la fornmle serait ainsi -*^q — 7-p = 5, 354 , ou en prenanl pour unite 5 354 celui de l'or ' , /p = 8, 3oi. Mais pour avoir un volume atomiquc ad- missible, d'apres le nonihre allinitaire approche o,85i de 1'iode que nous axons deja par la consideration des corps solides, selon le 3.c Memoire, on trouve qu'il ne faut prendre que la 8.° partie de ce nombrc 8, 3oi qui est i,o38, ce qui revient a supposer la division de l'alome ci-dessus en 8 pour former la molecule, comme nous l'avons admis pour lc clilo- rure d'cthyle analogue de cct iodurc : la racine cubique i,oi3 de ce nombre sera le nombre allinitaire du compose; et Ton aura en conse- quence , pour determiner le nombre allinitaire x de 1'iode , l'e'quation o, 1 54 • o, 964 -+- o, o32 . 2, 946 -+- o, 8 1 4 • x = 0, 1 48-+- 0,094 -4-0,814-^ = 0,242-4-0, 8 i^.x=. i,oi3 , d'ou Ton tire l , o _ 0,814 lodure de mdthjle. La formule de ce compose reduile a sa plus simple expression en atoines enliers est CW1 ', et lc poids atomiquc qui lui repond 8,83^. Sa composition en poids o,o85 carbone; 0,021 hydrogene; 0,894 iode. M. Pierre a trouve sa densite a o° egale a 2, 199, et son point d ebullition a 43°, 8; et d'apres ses observations son volume a o° etant 1, devient i,o58 a son ebullition, d'ou il suit que sa densite a cette tem- 2, iqq T . . ,..,.. perature est ^-=2,078. Le volume atomiquc, sil ny avait point de division de Patome chimique ci-dessus, serait en consequence — ^ ,4, 253 = 4,253, ou en prenant pour anile celui de lor ' ' _ = 6, 594. Mais encore ici il faut admellre la division dc l'alome en 8 pour avoir un vo- 6 5q4 lume atomique admissible, ce qui donnc ' " J =0,824 pour le volume PAR I.E COHTE AVOGADRO 8 1 atoinique, el 0,937 sa racine cubique pour son nombre aflinitaire. II en resulte pour la determination du nombre aflinitaire x de l'iode, V equation o, o85 . o, 9G4 ■+- o, 02 1 . 2, 946 -+- o, 894 • x = o, 082 ■+- o, 062 ■+■ o, 894 • x = o, 1 44 + °> 894 • x = 0, 937 , et par la 0^37 — 0^44 _ o,793 _ 0,894 -0,894-°' *87 • La moyenne des deux valeurs du nombre aflinitaire de l'iode donnees par les deux liquides que nous venons de considerer, 0,947 et 0,887, serait o, 927. Mais appliquant encore ici le principe de la methode des moindres carre's des eireurs aux deux equations qui nous ont fourni ces deux valeurs , qui sont o, 814. x = o, 771 0,894.^=0,793 , savoir , multipliant ces equations par le coefficient de x dans chacune , on obtient o, 6626 . x = o, 6276 o, 7992.x = 0,7089 Somme 1, 4618 .x= 1, 3365 , ecjuation cpi nous donne x= ■' „ ^0,914. Cest la valeur que nous pouvons adopter pour le nombre aflinitaire de l'iode , faute d'un plus grand nombre de composes pour la determiner plus exactement. Au reste ces deux composes sont assez d'accord entr'eux , comme on voit , par les deux valeurs particuliercs peu difle'rentes qu'ils nous ont fournies pour le nombre aflinitaire de l'iode , et par le peu d'e'cart qu'on trouve conse- quemment en substituant la valeur du nombre que nous venons d'en obtenir dans les deux equations primitives relatives a ces composes. Serie II. Tom. XII. S » H&MOIAE SUB lis VOLUMES AT0M1QUES Bromure ttdthyle. Le poids atomique de ce compose rapporte a sa Formule plus simple en atomes entiers C1H''Br, et admettant pour le brome le poids atomique de Berzelius 4> 891 , est 6, 7o35. La compo- sition en poids en esi carbone 0,224; hydrogene o, 046 ; brome 0,730. M. Pierrk a trouve' la densile de ce liquide a o° 1,473. sa temperature d'ebullition a 4°°) 7 5 ol d'apres la loi de dilatation etablie par ses expe- riences on trouve que son volume, a cctle temperature, est i,o58 en prenant pour unite le volume a o° ; par consequent sa densile, a la tempe- 1 4^3 ratine de son ebullition, doit etre — — £==1,392; son volume atomique, 111 supposanl sa molecule egale a l'atome chimique ci-dessus, serait done -i-4 = 4, 81 5, et dans notre unite ,, ._ = 7, 465. Mais d'apres le 1, 3i)i! o, o45 ' r nombre allinitairc du brome o, 825 , deduit de la consideration des corps solides dans le 3." Me'moire , et dont le nombre que nous cherchons ne doit pas s'eloigner beaucoup , on trouve qu'il faut admettre la division de l'atome en 8, comme pour ses analogues le chlorure, et l'iodure d'ethyle; le volume atomique devient par la J' = 0, 933. La racine cubique qui doit representer son nombre allinitaire en est 0,977. ®n a done > pour determiner le nombre affinitaire x du brome, 1'e'quation o, 224. o, 964 -+- o, 04(1 . a, 946-4- o, 730. a? = o, 2 16 -j- o, i36-4- o, 730 . x = o, 352 -4- o, 730 . j? = o, 977 , d 011 x = o,977 -o,352 = 0,625 = 56 o, 700 o, 730 Bromure de meihjle. Le poids atomique de ce compose rapporte a sa formule reduite ;i sa plus simple expression en atomes enliers, CIPBr est 5, 829; sa composition en poids est carbone o, 129; hydrogene o, o32 ; brome o, 83g. M. Pierre a trouve la densite de ce liquide a 0° egale a 1,664, et son point d ebullition a i3° environ ; d'apres la loi de dilatation du liquide observec par Pierre son volume a ce point se PAH I.F. COMTE AVOCADRO 83 trouve etre 1,0192, lc volume a o° e'tant 1. Sa densite a cctte tempe- rature devient par la — ' = 1 , 633 , et Ton aurait le volume ato- 1 ',019 mique , en ne supposant point de division de l'atome ci-dessus , egal a ' ^ ^ 3, 56q, qui divise par o, 6/(5 donne 5,533 en prenant pour i,633 * unite le volume atoinique de Tor. On trouve encore ici que la division de l'alome a adopter, pour avoir un nombre admissible , est celle par 8, comine pour l'iodure de me'tliyle. Le volume atoinique devient ainsi 5 533 V -^— — := 0,692, et le nombre aflinitaire correspondanl \ 0,692=0, 884- On a done, pour determiner le nombre aflinitaire 'x du brome, ['equation o, 129. o, 964-4- o, o32 . 2, 946-4- o, 839.x = 0, 1244-0, og4-<-o, 839. x=o, 2i8-f- o, 83g..r = o, 884 , d'ou 0,884 — o, 218 0,666 = 0,794 . o, 83g o, 839 Liqueur bromique analogue a la liqueur des Hollandais. Sa formule re'duite a sa plus simple expression en atomes entiers est CH1Br , ce qui donne pour son poids atoinique 5, --665. Sa composition en poids est carbone o, i3oi ; hydrogene 0,0216; brome o, 8483. M. Pierre a de- termine la densite de ce liquide a -1- 20°, 79 ne pouvant la prendre a 0°, temperature a laquelle ce compose se trouve a l'e'tat solide ; il l'a trouvee egale a 2, 1639. II a en outre observe la temperature de son ebullition de 1 32°, 6, et le volume du liquide a cette temperature 1, 1258 en prenant pour unite le volume a 200, '-g. II sensuit que la densite de ce liquide a la temperature de son ebullition est — p^= 1,9212. On aura done pour son volume alomique, rapporte a l'atome chimique ci-dessus sans division, — ^ =3, ooi5, ou dans noire unite — — ^-r=r=4, 653. Mais i,g2i2 o,645 on trouve encore ici, comme pour la liqueur des Hollandais ordinaire, que l'atome represente par la formule doit etre divise par 8 pour avoir un volume alomique admissible , et ce volume devient par la -^ — = o, 58 16, dont la racine cubique o, 835 doit representer son §4 MKM01IIE SUR I.F.S VOLUMES AT0MIQUF.S nombre allinilaire. On a d'apres cela, pour determiner le nombre aftini- taire x du brome, Pequation o, i3oi .o, 964-4- o, 0216. 2,9464-0, 8483. x = 0, 1254-4-0, o636-f-o, 8483 .x = o, 189-4-0, 8483. j:=o, 835 , d ou I on tire _ o,835 — o, i8q 0,646 X~ 0,848 " — ^848~°'7 • Brome isole. M. Pierre a aussi determine la densite et la loi de di- latation du brome meme isole a Petal liquide. II a trouve sa densite a o° 3, 18-2; sa temperature d'ebullition a 63°; et le volume a cette tem- perature 1,0736 en prcnant pour unite le volume a o°. La densite du 3 1872 liquide a cette meme temperature est done — ^=2,969. En divisant par cette densite le poids atomique du brome 4? 8915, on aura pour son volume atomique , en supposant que cet alome ne subisse point de 1. . . r , , , 1 4i 8011 5 _ . - division pour tonner la molecule, - — ^ — =1,6473, ou en prenant pour unite celni de Por ' "; • = 2, 554- Mais on trouve que, pour obtenir o, 045 , pour le brome un nombre aflinitaire approchant des precedents , il faut admeltre que Patoine chimique du brome se divise en 4 pour former la molecule du brome liquide , division a laquelle nous avions de'ja e'te con- duits dans le I.** Memoire en considerant le brome liquide a la tempe- rature ordinaire. On a ainsi pour son volume atomique a la temperature 2 554 de son ebullition ' ". = o, 6385 , et pour son nombre aflinitaire la racine cubique de ce nombre, savoir 0,861, valeur peu differenle des prece'dentes. Bromure d'amjle. Ce liquide a ete examine par M. Pierre dans son Memoire sur la thermometrie , Comptes rendus de t Academie , T. 27. Sa formule re'duite en atonies simples entiers est C'H' ' Br , et le poids atomique qui lui repond 9,329; sa composition en poids est carbone 0,4019; hydrogene 0,0737; brome o, 5244- Le bromure d'amyle bout, selon Pierre, a 118°, 7 sous la pression atmospherique ; son poids PAI\ II. COMTE AVOGADRO 85 specifiquc a o° est i, 16576. Un thermometre forme de ce liquitle marque 1 1 8°, 57 sur son echelle a la temperature 1 15°; sa dilatation de o" a ioo° est o, ia33, et son coefficient de dilatation, pies de son ebullition, o, ooi6o3. D'apres cela on a pour trouver sa dilatation de o° a ii5° la proportion inn: 118,57 •.:(>, 1 233 : x = o, 1462. II faut y ajouter la dilatation pour les 3°, 7 de temperature de 11 5° a 11 8°, 7, qui doit etre 0,001603.3,7 = 0, oo5i), en sorlc que la dilatation totale de o" a 11 8°, 7 est de 0,1462-4-0,0059 = 0,1521. La densite du liquide a sa temperature d'ebullition devient en consequence — - — = — = 1,0119, et le volume ato- mique rapporte a la formule ci-dessus , sans division de l'atome, — =9, 218, 011 en prenant pour unite celui de Tor ' ,^= i4> 29!- Mais on peut s'assurer que pour en obtenir pour le brome un nombre affinitaire approchant de ceux donnes par les liquides precedents, il faut admetlre dans ce bromure la division de l'atome compose en 8 ou en 16. La di- vision en 8 donne, pour le brome, un nombre notablement plus grand que les precedents , et la division en 16 un nombre nolablement plus petit , en sorte qu'on pourrait rester douteux sur le choix entre les deux systemes : mais l'analogie avec le chlorure d'amyle qui ne nous a oHert que la division en 8 nous porte a admettre aussi cette division pour le bro- mure d'amyle plutot que celle en 16, sauf a exclure par la suite ce compose du calcul , s'il nous pre'sente un e'cart trop considerable relati- vement au resultat de'finitif. On aura ainsi pour le volume atomique de ce I A 2Q I liquide a sa temperature d'ebullition 2I3 ; d'ou Ion tirerait i,ai3 — o,6o5 0,608 „ •r= k~1T = g ;= ', 160 , o, 524 o, 524 86 MEM0IRE SUR T.ES VOLUMES ATOMIQUES aombre notablement plus grand , ainsi que je l'ai annonce , que les precedents. Sans chercher a prendre la moyenne des cinq valeurs que nous venous (It- trouver pour le nombre affmitaire du brome , nous appliquerons aux cinq equations qui nous les out fournies le principe de la methode des moindres carres. Les cinq equations sont Broinure d'e'thyle o, 780 . x= o, 6a5 Broinure de me'thyle o, 83g . x = o, 666 Liqueur bromique analogue a la liqueur des Hollandais o, 848 . x=o, 646 Brouie isole 1 , 000 . x = o, 86 1 Broinure d'amyle o, 5a4 • .r= o, 608 . En les multipliant chacune par le coefficient dont l'inconnue y est affectee , on obtient : o, 5329 . x = o, 4562 o, 7o3g . x = o, 5588 0, 7 191 . .r = o, 5478 1, 0000. x = 0, 8610 o, 2746 . x = o, 3 1 86 Somme , 3, 23o5. x= 1, 7424 5 d'ou Ton tire 2> 742 Q/ •r=3T2To = °'849- Si Ton substitue cette valeur a x dans les cinq equations primi- tives fournies par les liquides que nous avons considered , telles que o, 352-t-o, 730. .r=o, 977 etc., on ne trouve entre les valeurs du pre- mier ct du second membre que des differences peu considerables et a-peu-pres du meme ordre , exceple pour le bromure d'amyle pour lequel la difference entre les valeurs des deux membrcs est de plus de i3 pour 1 00. L'exclusion de ce compose du calcul est done indiquee, comme affecte peut-etre de quelquc eiTeur notable d'obscnation , ainsi que nous 1 avions deja pre'vu. La somme des quatre autres equations dc'ja PAR I.K COHTE AVOGADRO 87 muliipliccs respectivemenl par le coefficient de x dans chacune d'elles se re'duit alors a 2,9559.^ = 2,4238 , 2 4 2 .1 el nous donne ,r = ■ .'.=0,820. La substitution de cette valeur dans 2,95b les 4 equations , d'ou elle est tire'e, ne conduit plus a aucun e'eart assez considerable pour motiver l'exclusion d'aucune d'elles, et nous adopterons en consequence cette valeur o, 820 pour le norabre affinitaire du brome. Les nombrcs affinitaires des trois halogenes pre'sentent ainsi la serie suivante: clilore o, 703; brome 0,820; iode o, gi4, serie cpii parait assez d' accord avec l'ordre que Ton peut assigner a ces trois substances par rap- port a leur faculte elcctro-chimique. VWijAiort. Trichlorure de phosphore. Sa formule exprime'e en atomes simples de J5er7.fi. 1 is est PCI3, et le poids atomique correspondant, en prenant 1 , g6 1 4 pour celui du phosphore, est 8,601. La composition en poids en est o, 228 phosphore et o, 772 chlore. M. Pierrk a trouve la densite de ce compose liquide 1,61616 a o°, sa temperature d'ebullition a 780, 34 , et son volume a cette temperature 1, 1024 en prenant pour unite le vo- lume a o°. Cela donne pour sa densite a la temperature de son ebullition — t-=i,466. Le volume atomique, en ne supposant point de divi- ■ 11 • / 8,601 ,. ' sion de latome, serait en consequence — ^^=5,867, ou en prenant pour unite1 celui de lor ' i =9,096. Mais d'apres la valeur du nombre affinitaire du chlore determine ci-dessus, on trouve qu'on ne peut satis- faire avec (pielquc proximite 111 nombre affinitaire o, g5 que nous avons deduit dans le 1 ." Memoire de la densite du phosphore a 1 etat solide , qu'en supposant au compose imc molecule 16 fois moindre que latome chimique repondant a la formule ci-dessus. Le volume atomique devient ainsi s2— I — = o, 5685 ; et le nombre affinitaire du compose o, 828 , ra- cine cubique de ce nombre. On en deduit pour determiner le nombre 88 MEM0IRE SL'tl LBS VOLUMES ATOMIQIIES allinilairc x du phosphore, d'apres le noinbrc 0,703, que nous avons adopte ci-dessus pour le cklore, l'equation o, 338 . x-+-o, 772. o, 703 = 0, 228 . x-i-o, 543 = o, 828 , d'ou 0,838 — 0,543 o,385 f. arsss- s—i-= 0 = 1, a5o. O, 338 O, 328 Ce nombre est notablement plus fort que le nombre o, g5 que nous avons attribue dans le 1." Memoire au phosphore par la consideration du phos- phore solide librc : mais on ne pourrait supposer une division ullerieure de l'atome du chlorure en 3 , sans etre conduit a un nombre beaucoup trop petit pour le phosphore , d'apres le rang qu'on peut lui altribuer dans la scrie eleclro-chimique. Tvi-bromure de phosphore. En adoptant pour ce compose la formule P Br', analogue a cellc d'ou nous sommes partis pour le chlorure, son poids alotnique est 16, 636; la composition en poids en est o, 118 phos- phore et o, 882 brome. M. Pierre a trouve la densite de ce compose a 0° e'gale a 2,9349; sa temperature d'ebullition 175,3, et son volume a cette temperature 1, 1024 en prenant pour unite le volume a o°. Cela 2 C)24q donne i>our sa densite a cette meme temperature — — ^=2,6532. On 1 r 1, 1024 auratt done pour son volume atomique , en ne supposant point de division de l'atome pour former la molecule, — ' -» =6, 271 , ou dans notre unite ' ' ' =q, nil. Mais en admettant la division de l'atome en 16 o, 645 ' comme pour le compose precedent son analogue , ce volume atomique devient ^-^—=0,6076, dont la racine cubique, exprimant le nombre affinitaire , est o, 847. L' equation deduite de ce compose pour determiner le nombre aflinitaire x du phosphore, est ainsi, d'apres le nombre 0,820 que nous avons trouve ci-dessus pour le brome, o, 1 18. x -Ho, 882. o, 820 = 0, 1 1 8. x -ho, 733 = 0, 847 , d'ou 1'on tire x=o,847-o)733 = oli24= 5i o, 1 18 o, I 10 PAR I.K COHTE AVOGADHO 89 Ce nombre est un peu nioindre que eclui que nous avons deduit du compose precedent, nniis loujours notablement plus grand (pie o, g5 (pie nous avions trouve pour le phosphore solide. La nioyenne des deux va- leurs i,25o et i,o5i serait i, i5o5 ; inais en multiplianl par le coefli- cient respectif de x les deux equations qui nous les out donnees on a les deux equations o, 228 .x = o, 285 o, 1 18. x = o, 124 o, o52o . x= o, o65o o, 0139. jr:=o, 0146 Somine o, o65g . .r=o, 0796 , d'ou Ton tire o, 0796 X:=-L— 7^r-= I, 208 . o, 0009 Cette valeur satisfaisanl d'assez pres aux deux equations qui nous l'ont fournie par leur reunion , nous pouvons 1' adopter pour le nombre affini- tairc du phosphore de'duit de ses composes liquides a l'etat d'ebullition , jusqu'a ce qu'un plus grand nombre de composes nous permette de la determiner plus exactement. Ce nombre est toujours plus considerable que celui de o, g5 (pie nous avions trouve pour le phosphore , d'apres sa densite a Pe'tat solide 1 , 77, et en supposant une division de latome du phosphore en 2 pour former sa molecule. Je remarquerai ici que, si on n'avait pas suppose cette di- vision , le volume atomique du phosphore solide aurait ete trouve de 1,716, double de o,858, que nous avions adopte, et la racine cubicpie de ce nombre, ou le nombre aflinitaire du phosphore, aurait ete 1, 207, nombre presqu'identique avec celui que nous venous de trouver par les deux li- quides a l'e'bullition que nous avons considered. Cela pom-rait faire penser qu'en effet dans le phosphore a l'etat solide la molecule doit etre prise e'gale a son atome chimique ; je noterai en outre que, d'apres les ob- servations de M. Schrotter [Annates de chimie et de physique , de'eembre 1848), la densite moyennc du phosphore, dans les divers e'tats ou il pent se trouver, paraitrait devoir etre estime'e un peu plus forte (pie 1,77, savoir 1 , 9 environ , ce qui lend a diminuer son volume atoinique . Serie II. Tom. XII. u ,),, UEHOIRI SUB I In VOLUMES LTOMIQUES ci augmente la probability que c'est le volume atomique repondant a I'atome entier que Ton doit adopter pour le phosphore solide . afin o(> (en prenant 7,703 pour celui de 1'elain), et pour sa composition in poids e'tain 0, 4^7 , chlore o, 5463. M. Pierre a trouve la densitc de cc liquide 2,26712 a 0% son degre d'ebullition ii5°, 4, et son vo- lume a cette temperature i, i5/}5 en prenant pour unite le volume a o°. 2 267 1 2 II en resulte pour sa densite a cette meme temperature — — py=- = 1,964. Le volume atomique, en ne supposanl point de division de Palome, serait d'apres cela ■ — ' ", . =8, 252 , ou, en prenant pour unite celui de Tor, ".\Z = I3,7q4- Mais on trouve que, pour avoir un nombre admissible, 0, (>45 d'apres le nombre aflinitaire de 1'elain que nous avions obtenu dans les Memoires precedents par la consideration des corps solides, il faut supposer la division de I'atome en 16 pour former la molecule. Le volume atomique 1 2 "qA ilu liquide a I ebullition devient par la — ' ' = o, 7996 , et le nombre affinitaire correspondant \ 0,7996=0,928. On a en consequence, pour determiner le nombre aflinilaire x de I'etain , l'equation <>. |.k>7 .x -+- o,5463 . o, 703 = 0,4537 . .r-j- o, 384o = 0,928 . et Ion en tire 0,928 — o,384_ o,544 _, in_ 0,4537 —o,/,537— ' " nombre un peu plus fort que celui 1, i5o que nous avions trouve dans le 3/ Mr'moire par les coips solides. Mais il faut remarquer que ce nombre ae nous est donne ici que par un seul compose, et ne peut etre par consequent regarde comme d'une grandc exactitude. PA.R i !. COM! I Wx.UiRO gt \ iVaiM Chlorure ou chloride de titane. lin supposant ce chlorine analogue .in precedent, sa formule est TiCl'' ; c'est celle que Berzelics a attribute in ellel an chloride titanique, analogue aussi, quant aux equivalents , a celle qu'il a admise pour l'acide titanique TiO1, et qui d'apres sa com- position en poids donne pour le poids alomique du titane, selon Berzelii s, 3, o366, et selon les determinations plus recentes de M. Pierre 3, 1 4' '7 (Comptes rendus du t Academie des Sciences de Paris, 8 mars 1 847 )- Dans cette supposition le poids alomique du chloride , en adoplant le re- snllai de M. Pierrb, est 3, 1467 ■+■ 8, 853?-:= II, 9999, ou simplement la, ooo , el la composition en poids 0,2622 titane et 0,7378 chlore. M. PiERAE, dans son travail sur la loi de dilatation des liquides, a iriiuve le poids spe'cifique de ce compose a o" 1,76088, sa temperature d' ebullition i360, et son volume a cette temperature 1, i553, en prenant le volume a 0° pour unite. Sa densite a cette meme temperature devient done — '-*-=jM = 1, 52i2. On a d'apres cela pour le volume atomique 1, i5o3 r ' du compose, relativemcnt a lalome represente par la formule ci-dessus sans division, — - — —=17,873, et '' ' = 13, 206 dans notre unite. 1,5242 ' ' 0,045 Mais si nous supposons mamtenant la division de latome chimique en 16 pour former la molecule, comme nous l' avons admis pour le com- pose precedent de l'etain , auquel nous avons suppose celui-ci analogue . le volume atomique devient — '-^ — = 0,763 dont la racine cubique est 0,914. Ce serait done la le nombre affinitaire du chlorine dont il s'agit, et on aurait, pour determiner celui x du titane, Tequalioii o, 2622 .a-+- 0,7378. 0,703 = 0, 2622. x-+- 0,319 = 0,914 , ce qui donne J = °>9'4-o,5.9=o,395 5q6 0,2622 0,2622 Nous avons trouve dans le 3.e Me'moire pour le nombre affinitaire du titane, par la consideration des corps solides, une valeur beaucoup moindri Qa HEMOIAB SUB IKS VOLUMES ATOMIOl'ES savoir i,o(k> srulcinrnt. IVaillcurs celle valeur i , :">o(i paiail cvideuimcnl trop forte pour ao metal qui ne doit pas differer beaucoup da for, quant a la place qu il occupe clans la seric elcctro-chimique. D'un autre cote si nous atliiii'liions pour Le chlorure de lilane la division de l'atome ci- dessus i'ii 3a au lieu de oelle en 16 settlement, con t re I'analogie sup- posed avec le chlomre detain, on obliendrail pour le lilane un nonibre affinitaire beaucoup trop petit. On pemrrait soupconner que, la supposition generalement adinise par les fliiinisii's , d'apres Bebzeuus, que la eoinposilion alomique de l'acide titanique soit 270*, et celle du chloride dont il sagit TiCl'', et que par la ces deux composes soient respectivement analogues a l'oxide d'etain SnO* et au chlorure detain SnC/\ ne flit pas fondee. La ressemblance du lilane avec le for par ses proprietes paraitrait meme rendre probable que I'acide titanique l'iil au conlraire analogue a l'acide ferrique de Fuemy FeO3, et le chloride de lilane a un chlorure defer correspondant FeClb, C esl-a-dire que la formule de l'acide titanique dtit elre 2703, et celle du chloride de lilane donl il sagit TiCl6, en dcsignanl par 77 l'atome du lilane qui conviendrait a cetle hypolhese , d'apres la composition pon- derale de l'acide titanique , et du chloride de litane , donnee par l'obser- vation. Ce nouvel atonic du litane serait egal a une fois et demie l'atome qui resultail de I'hypothese de Bebzelius, savoir en partant de la modi- licalion y apportee par M. Pierre le lilane aurait pour son poids ato- mique i, 5 . 3, 1467 = 4, 720 ; le poids atomique du chlorure serait aussi augment*! de moitie, et porte ainsi de 12 a 18. Le volume atomique que nous avions en prenanl pour unite celui de lor cpii etait 12, 206, d'apres les observations de M. Pierre, dans I'hypothese de Berzelius, deviendrait alors aussi de la moitie plus grand, savoir 18,309, et si on admettait uiaintenanl que l'atome se divisat en 3a, pour former la molecule, on aurail — ^ — — =0,572, dont la racine cubique est o, 83o. L'equation fournie par ce compose pour la determination du nombre affinilaire x du litane deviendrait ainsi, puisquc la composition en poids resterait la meme, o, 2622 . jr-t-o, 5 19 = o, 83o , it oil obliendrail o, 83o — o, 5 ni o, 3 1 1 0_ X = — jr^ = — —£ — = 1 , 1 86 , O, 2022 O, 2D22 PAH i.l COMTE AYOCADJIO g3 nombre un pcu moindrc. que celui que nous avons tromc pour 1'etain , ainsi que cela poorrait convcnir au tilanc, d'apres ses rapports electro- chimiques et son analogic avec le fer. Mais lisomorpliisme que 1'on a reconnu entre I'oxyde detain nature! , et l'acide lilanique dans lc rulile, parait s'opposer a la supposition dont nous venous de parler sur la com- position alnmique de Tacide lilanique, cl par hi sur celle du chloride correspondant ; ainsi nous laisserons en suspens celte determination du nombre amnitaire du titane par les liquides a Tetat d'ebullition , qui d'ailleurs ne scrait ici donnee true par un seul liquide , et sujelte par lit au\ irregularites accidentellcs qui peuvcnl avoir lieu dans l'application de mis lois. SiYu'ivim. Chlorure de silicium. La formule que M. Pieriu: attribue a ce com- pose revient a Si Cl1, en prenant pour Cl lalome du chlore simple de Bkuzki.ils, ce qui suppose par analogic que la formule de la silice ou acide silicique soit SiO , an lieu que Bkrzf.mus assignait a la silice la formule SiO*, et au chlorure de silicium la formule SiClG. Nous continuerons a suivre ici a eel rgard l'hypolhcse que nous avons cm la plus probable datis lis Mi'inoiri's prt;ci;dents sur les volumes atomiques , savoir que la silice soit SiO1, et le chlorure correspondant SiC/'' (i). Ainsi, au lieu (1) Celle hypolhesc est principalement fondec sur la densile de la vnpeur du ehlorure de sili- cium, qui est telle que dans celle hypolhese I'atome n quivalcnls tic chlore. Hail les observations de M. Kopp n'ont peut elre pas une generality mfflannte a eel egaid pour en tircr cellc conclusion; et il n'est pas prouve d'nilleurs que la substi- tution de cbaque equivalent succcssil doive prodoire la mdme elevation du point d'ebnllilinu que cellc d'un premier equivalent. I'.Ui LB COMT1 LVOGADRO g5 ■ •< mi' la densite du liquide a son ebullition — - — — '_ = i,3q.;>. On aurait 1 * 1,09220 J done pour It- volume atomiquc, en nc supposant point de division de I'atome, 10, 707 ill' ■, 7' 672 — ' _ =7, 072 , on en prenant celui de lor pour unite rtp = 11,895. Mais on trouve (pie pour avoir par le moycn de ce compose 1111 nombre affinitaire admissible pour le silicium, il Caul snpposer la di- ... „ ... 1 1 , 8q5 „ T vision dc eel atoine en 02, el prendre amsi — ^— - — ^0,3717. Le nomine affinitaire en devienl fn, 37 1 7 = 0, 7 19, et on a, pour determiner le nomine aflinilairo x du .silicium, l'ecpiation ", 1728. x-+- o, 8272 . o, 703 = 0, 1728 .x-i- o, 58i5 = o, 719 , d on Ton tire _c = o, 719-0, 58i5_o,i375 = o o, 1728 0, 1728 ' '- Par la consideration des corps a 1'etat solide nous avions obtenu, dans le 3." Mcmoire , pour le silicium, un noinbre un pen plus grand, savoir i,o3i , mais en ne faisant usage pour l'etablir que d'un seul compose. I acide silicicrue ; et on ne pourrait admettre ici la division dc 1 alome du chlorure en 16 seulement , sans avoir un nombre beaucoup trop grand pour le silicium. Bromure de silicium. Nous adoplerons pour ce compose, par analogie .hit le compose precedent , la formule Si Br* an lieu de celle Si Br* admise par M. Pierre , el de celle Si Br6 de Berzf.i.ius. Son poids ato- mique devient ainsi 1, 8487 -f- 19, 566 = 2i, 4i5 , qni est les ) de I'atome 1I1 ce bromure selon Berzemi-s. La composition en poids en est o, o863 de silicium et 0,9137 de bromc. La densite de ce liquide a etc trouvee par M. Pierre de 2,8128 a 0° ; sa temperature d'ebullition 1 53", 26, et son volume ;'i colic temperature 1, 161 5 , en prenant pour unite le volume ;i o°. II en resulte pour la densite du liquide a P ebullition — - — rr— i 1, IDIO = 2,4218, el pour son volume atomiquc , en ne supposant point de di- vision de I'atome, '' ''''=8,843, on dans notre unite ' '^, = i3,-io. 2,4218 o,64d Si nous admettons ici par analogic, commc pour le chlorure, la division q6 MI MOIRE SUR I.ES VOLUMES ATOMIQUES de lalome en 3a pour former la molecule, ce volume atomique devient I '^10=o>4a84 , ct sa racine cubique, ou le nombre affinitaire, o, ^54; 3a lemiation poor la determination du nombre allinilaire x du silieium devient ainsi , en adnictlaiit pour le brome le nombre o, 820 trouve plus haul , o, o863..th-o, 9137. o, 820 = 0, o863..r-t-o, 7 1i) = o, 754 , el elle donne 0,754 — o,749_o,oo5 _ x - o7^863 o, o863 _ °' °79 • Cetle valeur est inadmissible par elle-meme a cause de sa pelitesse. Si Ion admettait pour le bromine dc silieium la division de l'alome en 16 settlement, outre qu'on renoncerait a l'analogie avec le chlorure , on ob- tiendrait an contraire pour le silieium un nombre affinitaire excessif. Mais il faut remarquer que le bromine de silieium est beaucoup moins propre a donner un nombre affinitaire exact pour le silieium , que le chlorure , nc contenant pas meme le dixieme de son poids de cette substance , tandis que le cldorure en conlient pres de deux dixiemes. II paraitrait d'apres cela qu'en admettant la division de l'atome en 32 pour les atomes des deux composes , il faudrait s'en tenir pour le nombre affinitaire du silieium, au resullat deduit du chlorure de silieium, regar- dant la valeur beaucoup plus petite, qui en est donnee par le bromine, comme entierement fautive. Cela est encore confirme par l'applicalion du principe de la methode des moindres caries aux etpiations fournies par les deux composes. Ces equations (pi sont o, 1728.^=0, 1375 o, o863 . x = o, oo5o , midtipliees par le coefficient respectif de x, deviennent o, 0299 . x =0, 0273 o, 0074 -x = o, 0004 Somme o, 0373. x = o, 0277 , PAn I.K COMTE AVOOADRO 97 „ x r ,- 0,0277 fl (I on I on ore x= — ._-'.'• = o, 7 lo . o, 0073 ' M.iis en substiliiant cette valeur dans les deux, equations primitives o, 1728 . x-+-o, 58i5 = o, 719 o, o863 . x- -+■ o, 7490 = o, 754 on Irouve que le premier membre de la premiere de ces equations de\ieul 0,7111 au lieu de 0,719, nombres dont le rapport est — — — =0,987 dillcranl de ['unite* de 0,0 13 en moins ; et que le premier membre de la seconde equation prend la valeur o, 8 1 3 au lieu de 0,754, nombres dont le rapport est — — =-;= 1,078 diderant de lunite en plus de 0,078, ' ' o, 754 difference beaucoup plus grande que la precedente, et qui motive ['exclu- sion du bromure tie silicium du calcid. Nous nous en tiendrons done pour le nombre affinitaire du silicium a la valeur o, 796 de'duite du chlorure de silicium seid , parmi les liquides piis a leur etat d' ebullition , en attendant que d'autres composes puissent elre employes pour rectifier ce re'sultat. Trichlorure on chlo/'ide d arsenic. La lormule de ce compose en atonies simples de Berzei.hs est JsCl1, analogue a celle du trichlorure de phos- phore que nous avons conside're plus haut. Le poids atomique repondant a cette formule est 4» 7004 -+-(3, 6399 =11, 34o3 ; la composition en poids en est arsenic 0, 4' 44; ehlore o, 5856. Selon les observations de M. Pierre la densite de ce compose liquide ;\ 0° est 2, ao5 , et son point d'ebullition i33°, 81. La dilatation de o° ;i 1 do" esl de o, 1094 du volume a o°. Un thermometre forme de ce li- quide marque i35°, 06 lorsque la temperature sur le ihermometre a air est 1 3o" ; et le coefficient de la dilatation du liquide pres de son ebul- lition est 0,00 1 333. On a d'apres cela, pour determiner la dilatation de ce liquide de 0° a 1 3o°, la proportion too: 1 35, 06 : : o, 1 094 : .X= O, 1 j 7 8. II faul y ajouter, pour la dilatation de i3o° a i33°, 81, la quantite 3,8i . o, ooi333 = O, oo5i , en sorte que la dilatation totale de o° ;i Si 1111. II. Tom. XII. h !),S MBH01RE sen LBS \(«.niB atomiom s ['ebullition tin licjiiiile est o, 1478-H0, oo5l = 0, iSag. La dcusite tin li- .,,.,,.„.. . . ., 2, ao5o „ quide a I ebullition devienl par la — —p — = 1,912b, et le volume I , I ^2Q atomique, rapporte a l'atomc chimiqae ei-dessus sans division, serait 1 1, 34o3 _ „ . , ., . , . 5, o3/| — - - = 3, ipi, ou dans 1 unite que nous emplovons — ~-' = u, 200, 1 , ;)i ao * * '•'o, 645 Mais si nous admettons la division de l'atome en 16 pour former la molecule, comme pour son analogue le chlorure dc phosphorc, nous oblien- drons pour ce volume atomique Jj " = o, 575 , et pour le nomine allinitaire du compose la racine cubique de ce nombre cpii est o, 832; nous aurons ainsi, pour determiner le nombre allinitaire .r de I'arsenic, I'equation o, -j i44 ••r"+" °5 -r>856. o, 703 = 0, 4 1 44 'X+o, 41 17 = °> 83a . el par la o,832 — 0,4117 o, 42o3 x= — i—rr — = ' / // = '>ol4 • °, 4'44 °>4'44 C est un peu moins que 1 , 082 que nous avions trouve pour le nombre allinitaire de I'arsenic , dans le i.or Memoire par la consideration de ce metal isole a l'etat fibre, en supposant sa molecule egale a son atome rliiiniquc ; et que 1,096 cpie nous avions deduil pour ce nombre des composes solides de I'arsenic dans le 3.e Memoire ; mais on ne pourrait admettre une division en 2 de moins pour le chlorure d'arsenic, et ainsi <'ii 8 settlement, sans etre conduit pour le nombre allinitaire de I'arsenic a un nombre beaucoup trop grand. Nous considererons done le nombre 1, in 4 comme celui qu'on peut deduire le plus probablement pour I'ar- senic , de son chlorure a l'etat d'ebullition , sauf la rectification que pourrait y apporter la consideration dun plus grand nombre de composes dans le meine etat. PAP. I.F. COMTE AVOGAMIO < l< i § III. Comparaison des nombres affinitaires des corps simples irouves par les liquides a I'etat d 'ebullition avec ceux de'dui/s des corps solides. En rassemblanl les valeurs que nous avons trouvees dans le § pre- cedent pour les diflerentes substances simples faisanl partie des composes que nous y avons consideres a Telat de liquides en ebullition , et y ineltant a cote celles que nous en avions deduites dans le 3.c Memoire, d'apr&s les volumes atomiques des corps solides , nous en avons le ta- bleau suivant : Par les liquides a I'etat d' ebullition ( i ) Par les corps solides Oxygene o, 252 o, 307 Hydrogene 2, 946 3, o 1 o Carbone o, 964 o, 87 1 Soufre o, g53 1, 029 Chlore o, 703 o, 806 lode °j9i4 o,85 1 Brome o, 820 o, 820 Phosphore 1, 208 o, g5o litain 1, 199 1, i5o Silicium o, 796 i,o3i Arsenic 1 > o 1 4 l, og6 . (1) Pendant I 'impression de ce Mcmoiro j'ai eu connaissance d'un nouveau Memoire public par M. Pierre, sur la densite et la dilatation de quclqucs liquides, dans les Annates de chimie et d, phys. Janvier 1851 , mais les seuls liquides dont il s'y occupe , qui nc fussent pas compris dans ses Memoircs precedents, soDt I'aldehyde et l'acide butyrique hydrate son isomcre , el je trouve que les resultats auxquels il parvient pour ccs liquides se rapprochent de tres-pres de ceux que j'ai adopte's dans ce Memoire, d'apres les observations de M. Kopp sur les monies liquides, en sorte qu'il n'en resullcrait aucun changement sensible dans les valeurs des nombres amnitairei de leurs elements que j'ai deduites de l'cnsemblc des considerations de tous les liquides qui les renferment, et qui sont comprises dans eelte colonne. c inn UEHOIRI SUB i.l.s VOLUMES ATOMIQUES Tons ces QOmbres onl pour leur unite commune le nombre alVmiiaire ilc I'or, id qu'il resulte tie son poids atomique et de sa densite observee j lolat solide. En comparant ceux de la i .'''"' colonne a ceux de la seconde, pour rhaque substance, on observe (pie quelqucs-uns d'entr'eux soul plus grands . ci d autres inoindres (pie ces dcrniers. On se serait attcndu a priori que les nonibres de la i.'re colonne dcduits de la consideration iles liquides ;i lYial d ebullition fussent tons plus grands (pic ceux de la a.*™* dcduits de celle des corps a I'elat solide , puisque les nonibres affinitaires sont les i-acines cubiques des volumes atomi(pies , auxquels les volumes de chaque corps dans les divers etats, en relenanl la meme mo- lecule, sont eux-memes proportionnels, et que les volumes des liquides a IVbullition doivent etre en general plus grands que ceux des memes orps a I'etat solide et a la temperature ordinaire, en raison de la dila- tation des liquides de cette temperature a leur ebullition, et de celle qui a lieu pour la plupart des corps au passage de I'etat solide a I'elat liquide. Mais il faut remarquer (pie les erreurs qui pcuvent aflecter les deter- minations de ce nombre relativement a chaque substance en particulier, i;mi pour les corps pris a I'etat solide, que pour ceux pris a I'etat de liquide bouillant, peuvent renverser cette relation pour quelqnes-uns des corps dont il s'agit, d'autant plus que pour quelques-uns d'entreux cette determination pour le corps dans l'un ou dans l'autre etat n'a ete faite (pie par un seul compose, et quelquefois , comme pour le soufre et le phosphore, a l'aide d hypotheses sur la constitution de leur molecule a I'etat solide, qui, ainsi que nous l'avons vu, peuvent presenter des doules. Ces circonstances nous empechent de nous servir de ces corps meme dans leur ensemble pour determiner en moyenne le rapport qu'il pent y avoir enlre les volumes atomiques, et par la entre les nombres affinitaires (|ui sen deduisent, pour les corps dans les deux etats; et en effet cette movenne se trouverait ici donner les volmnes atomiques des corps a I etat de liquides bouillanls un peu moindi'es que ceux des corps a I'etat solide. Mais nous pourrons chercher a determiner ce rapport moyen dune ma niere plus directe el plus immefhalemcnt liee aux observations, en com- paraut entr'eux, non le petit nombre de corps elementaires dont nous nous SOmmes occupes, mais les liquides composes, d'ou nous avons dednil Irs uombres affinitaires de leurs composants. II faudra pour cela prendre, d un cole, les nonibres affinitaires de chacun de ces liquides a I etat d ebullition. PAR I.I. COMTE A.VOGADRO In I ou tels ([ii ils nous onl ete donnes iiiiincdiatcmcnt par ('observation , ou micux, tels qu'ils rcsultenl par le calcul de iios determinations memes des nombres affinitaires de leurs composants, el de l'autre, les nouibres affinitaires calcules que ces memes composes devraient presenter d'apres ceus etablis dans le 3.* Me'moire pour leurs composants consideres a I etai solide. Nous pouvons ccpendant nous bonier dans cette comparaison aux li- quides formes des trois elements : oxy^enc , hydrogene et carbonc, les nombres affinitaires ties autres corps elementaires ci-dessus n'ayant ete tire's pour la pluparl que dun seul liquide , ou d'un petit nombre de liquides considered a I'etat dCbullition , et quelques-unes des determina- tions relatives I I'e'tat solide ciant sujcttes, commc nous avons deja dit, a des dontes sur la constitution de leur molecule, et quelqnefois tirecs aussi de la consideration d'un seul compose. II faut calculer d'abord, pour notre objel, les nombres affinitaires appar- lenant a chacun des liquides ■', epic nous voulons faire entrer dans cette comparaison , d'apres i-eux que nous avons adople's pour leurs elements. On a , par exemplc , pour l'cau : o, 889 . o, 25a -+- o, 1 1 1 . 2, g46 = o, 55 i , ainsi que nous 1 avons deja mi dans le § I. On troiue dc meme pour I'ether le nombre affinitaire calcule 1,078; pour l'alcool o, 974 j pour I'esprit de bois o, 855 ; pour les deux ethers composes isomeres 0,817; |inin l'alcool amyliquc 1, io4", pour I'ether acetiquc el ses isomeres o,885: pour I'ether butyrkpie et ses isomeres 0,972; pour le benzole 1, 117; pour lacide acetiquc hydrate et son isomere 0,717. II faut calculer de meme les nombres affinitaires des memes composes, en introduisanl dans les equations fournies par leur composition les nombres affinitaires de leurs composants, tels que nous les avons trouves dans le 3.° Me'moire par la consideration des corps solides. On obtient ainsi pour I eau le nombre affinitaire o, 607 ; pour I'ether 1 , 037 ; pour l'alcool o, o54; pour I'esprit de bois o, S5G; pour les deux ethers composes isomeres o, 801 ; pour l'alcool amylique 1 , o5g ; pour I'ether arelique et ses isomeres o, 861 ; pour I'ether butyrique el ses isomeres 0, g36 ; pour le benzole I, o34 ; pour lacide acetiquc hydrate el son isomere 0,710. En divisant les nomhivs dc la premiere i\v ces deux series par ceu\ de la sebonde , on obtient les rapports sui\ants: II ' MB o, 55 1 0; 908 ; Oj 607 — Oj 855 856 °: • 999 i °j 885 ', oa8 ; o, 86 1 MKMOIRE sun LBS VOLUMES ATOMIQUES °> 9?4 _ 1,078 4-= 1,040 ; I, 037 - —1,021 : 0,954 o, 817 1, [O/j 0,801 1,059 ^-^=i,o4i ; -2-54=1,080 : 6,906 ',o34 0,710 II s agil main tenant do prendre la moyenne de ces differents rapports; inais on voit aussitot cpie le rapport o, 908, fourni par l'eau, doit etre exclu tin calcul de la moyenne comme s'ecartant beaucoup de tous les autres; et on peut aussi exclure le rapport 1,080 relatif au benzole, comme presentant un e'cart assez considerable en sens oppose a celui de l'eau , comparativement aux autres qui sont tous compris entre 0,999 et 1,042, et beaucoup plus rapproches entr'eux. La moyenne des huit autres rap- ports se trouve etre 1 , oa5. On peut done considerer ce nombre comme representant en moyenne le rapport des nombres affinitaires deduits de la consideration des substances a l'etat de liquides bouillants avec ceux deduits de celle des memes substances prises a l'etat solide a la tempe- rature ordinaire, ou, ce qui revient au meme, la moyenne des valeurs des premiers nombres affinitaires , en prenant pour leurs unites respec- tivement les seconds. Ce rapport moyen des nombres affinitaires pris dans les deux etats exige que celui des volumes atomiques d'ou ils sont deduits en soit le cube ( 1, 025 )3= 1, 077 ; cela suppose que la dilatation d'un corps so- lide a la temperature ordinaire , en passant a l'etat de liquide en ebul- lition, en y comprenant la dilatation qui a lieu en general dans le passage de l'etat solide a l'etat liquide, est de 0,077 ou environ -4 du volume que le corps avait a l'etat solide , d'apres la moyenne des liquides que nous avons employes pour determiner indirectement le rapport donl il s'agit. Au reste , nous remarquerons que , pour un des corps composes que nous avons pris ci-dessus en consideration, nous pouvons connaitre direc- tement le rapport entre sa densile a l'etat de liquide bonillant , el sa PAR I.K COHTB AVOGADIU) Io3 densite a I etal solide; cc corps est l'eau. Si nous admellons que la den- site de la glace soil environ o, g de celle de l'eau a o°, et que celle de l'eau en ebullition soit o, g5g dans la ineine unite , conformement aux observations de M. 1'ieriu: dont nous avons fail usage ci-dcssus, la densite de l'eau houillante sera . ' •> J de celle de la clace, et le volume de o, 9 l'eau bouillante sera par consequent —^-):—= 0,938 de celui de la glace, nombre moindre que lunite , au lieu d'etre plus grand, comme cela devrait avoir li«;xi d'apres la moyenne de'duite des diilerents liquides que nous avons employes pour celte determination. Cela s'accorde avec le rapport , moindre aussi que I'unile , (pie nous avons trouve pour les nombres aflinitaires de l'eau a Petal de liquide en ebullition , et en etal solide , en les calculanl par ceux de ses elements dans les deux etats ; et qui nous a conduit a cxclure l'eau du calcul dc la moyenne des rapports presentes par les aulres liquides ; ce rapport o, g38 serait aussi celui des volumes atomiques de l'eau dans les deux etats , d'apres ces observations directes des densiles; le rapport des nombres aflinitaires qui sen deduirait pour l'eau dans les deux etats, et qui en serait la racine cu- biquc, savoir 0, 979, est seulement un peu plus fort que celui que nous avait domic le calcul par les composants qui etait o, 908. Au reste ces ecarts presenles par l'eau, dans le rapport des volumes atomiques, et par con- sequent des nombres aflinitaires dans les deux etats, comparativement aux autres licruides, sont, comme on voit, une consequence du cas excep- tionnel que celle substance nous offre , par sa grande dilatation dans l'acte de la congelation, et qui detruit l'efiet de la dilatation de l'eau liquide, tandis que la plupart des liquides se condensent par la congelation, el presentenl par la dans la liquefaction de leurs solides une dilatation qui s'ajoute a celle des liquides par l'echaufleinent jusqu'a l'ebullition. Nous observerons maintenant que, d'apres ce que nous venons de dire sur la superiorile que doivent avoir en general les nombres aflinitaires des substances deduils de leurs volumes atomiques a l'etat de liquides bouillanls sur ceux deduits des volumes atomiques des memes corps a I'e'tal solide , el exprimes les uns et les autres en prenant pour unite celui de Tor a l'etat solide , ces nombres aflinitaires ainsi etablis pour les deux etats ne sont pas comparables entr'eux. Les nombres trouves par les corps a I'c-tal de liquide bouillant doivent bien presenter entr'eux 1(1 I HEMOIRE Ml! LBS VOLUMES Vl'OMiyUES las rapports niiines que presentent eeux deduits des corps a L'etat solide. abstraction I'aite des cneuis d'observalions dans les donnecs cpii leur mim'uI de base, et ties irregularites dans ['application, des loi.s que nous avons admises , mais ne peuvent avoir le meme rapport an nombre alli- nitaire de lor , e'est-a-dire ne sont pas I'cxpressioii juste de ces nombres uflinilaires en prrnaut pour unite celni de lor, puisque eelui de lor est deduil dun volume aloinique qui sc rapport e a mi ctal different du leur, savoir ;'i L'etat solide. Pour rendre ces nombres eornparables a eeux de duits de la consideration des corps a l'etat solide , il faut les reduire on a ce qu'ils seraicnt , si les liquides employes elaient pris eux-memes a l'etat solide , ou , ce qui revient an meme , a ce qu'ils deviendraient en prenaul pour unite le nombre allinilaire qui apparliendrait a lor porte lui-meine de l'etat solide a l'etat de liquide bouillanl. Nous ne pouvons iaire eelle reduction dune maniere exacte , puisque nous ne connaissons pas en general le rapport des volumes des differents corps elementaires dont nous nous sonnnes occupes dans ce Memoire , ni en particulier eelui des volumes de 1 or dans les deux rials. Mais pour avoir au means une approximation a cet egard, nous pouvons partir du rapport moyen que nous venons de trouver pour les differents corps, entre les nombres al- tinilaires relalifs aux deux rials. Ce rapport moyen est i,025. En di- visant done par I, oa5 les nombres aflinilaires trouves pour les corps elementaires considered dans les liquides en ebullition , el qui avaienl pour unite le nombre allinilaire de lor a l'etat. solide, on aura les valeurs auxquelles ces nombres se re'duiraient pour les substances prises elles- memes a l'etat solide, en retenant pour unite le nombre affinitaire de I'or i L'etat solide , ou bien aussi ce que deviennent ces valeurs rapportees toujours aux liquides en ebullition , en leur dormant pour unite eelui qui appartiendrail a I'or suppose lui-meme a l'etat de liquide bouillanl, puisque cr dernier nombre serail lui-meme i,025 dans lunite precedenle. De quelque maniere qu'on envisage la chose, les nombres ainsi trouves seronl relalifs a an meme etat de chaque substance , et de celle qui en fournil L'unite, et cxprhncronl les verilables rapports des nombres aflinilaires, \ compris eelui de I'or meme, tels qu'on peut les deduire par approxima- tion des observations , el enlirremciil eornparables a eeux trouves dans le 3." Memoire pour les corps considered a l'etat solide. Les differences que pre"sentent entr'eux les nombres determines pour chaque 9ubstance par la consideration ties liquides bouiUants et par celle PAR I.K COMTE A\oi:\l)R<> des corps solides ne poarront plus clrc attributes, abstraction failc du degre d'exactiludc du coefficient [,oa5, qu'aux erreurs des observations de I'line et do l'aulre espece, on des hypotheses faitcs sur la constitution de la molecule des differents corps employes a lenr determination, et a I'hnperfection de la regie approximative de relation entre les volumes ato- miques observes el les nombrcs affinitaircs poor chaque corps parliculier. En faisant cette division des nombres affinilaires etablis ci-dessus pour les divers corps elemenlaires que noma avons considercs dans Ic present Memoire d'apres les observations relatives aux liquides bouillanls , par le nouibre i,oa5, on trouvc qu'ils prennent les valeurs suivautes : Oxygene 0,246; hydrogene 2,874; carbone 0,94°; soufre o, y3o : colore 0,686; iode 0,892; brome 0,800; phosphore 1, 179; etain 1, 170; silicium o, 777 ; arsenic o, 989. Si Ton compare maintenant ces nombres ainsi corriges avec ceux que nous avions trouve's dans le 3." Memoire pour les corps solides , nous ferons observer que, pour I' oxygene, la difference des deux determinations est tres-considerable , le rapport etant de o, 246 a o, 307 , ou a peu pres de 5 a 6. II y a plus d'accord entre les nombres deduils des deux con- siderations pour l'hydrogene, 2,874 et 3, 010, ces deux nombres etant entr'eux a peu-pres dans le rapport de 29 a 3o. Pour le carbone les deux nombres sont o, 94 et o, 87 ; le rapport en est d' environ 12 a 11, la difference etant en sens contraire de celles relatives a l'oxygene et a l'hydrogene. Pour le soufre le rapport entre les deux nombres o, g3o et 1,029 est d'environ 12 a i3. Mais en supposant que la determination par les litpiides a 1'ebulfition soil plus exacte epie celle que nous avions deduite de la consideration des corps solides, nous pouvons chercher (ptelle est la constitution de la molecule du soufre isole a l'elat solide , qui \ s.itist'ail de plus pres. Dans la supposition que nous avions admise dans le I." Memoire, savoir que la molecule du soufre isole fut la moitie de son atome ehiniique, nous avions trouve pour son nombre affinitaire 0,919; tnais dans le 1." et le 3.c Memoires j'ai cru plus probable (pie celle um- le'cule fiit les | de l'atome, et dans ce cas , d'apres la densite du soufre isole, son noinbre affinitaire serait i,o5i, ainsi que je l'ai deja rappele plus haul. Or, dans la i.',r h\ pot hose, Ic rapport entre le nombre trouve ici pour les liquides et le nombre deduit du soufre isole, en prenanl le nombre plus cxand pour numeratcur , serait — — — =1,031 ; dans la :>.c Serie II. Tom. \1I. o lofi Ml Mi H K I SUB LBS VOLUMES ATOMIOUES liypothcsc, le ropport entre les deux nombres serail ' „ = i, i3» , rap- porl beiaucoup plus grand. II n'y a done pas dc doute que notre nou ■ velle determination par les liquides ne soit bcaucoup plus favorable ;'i la supposition de la simple division en a dc l'alomc du soufre, pour former la molecule, qu'a celle que cette molecule soil les i de 1'alome. Or si la supposition de la simple division en 2 etait la vraie , il faudrait proba- lilrimiil modifier la eonstitulion que nous avons supposee, dans le troi- sicine Mcmoirc , a la molecule de quelqucs-uns des composes du soufre don! nous nous sommes servis dans ce Me'moire-la pour la determination 79l? celui 1,199 ^e l'etain 4» 7-*>8 ; celui 1,014 de ['arsenic 4> 024- ^e ne 'a's l)as cetlc reduction pour le silicium a cause de ['incertitude qui reste sur sa determination. En faisant \m calcid semblable pour les mernes substances quant aux nombres afliiiiiaires, de'duits de la consideration des corps solides dans le 3." Memoire , savoir en les divisant tons par le nombre o, 307 appar- tenanl a l'oxygcne , on trouve que le nombre 3, 010 qu'on avait pour I'hydrogene devicnt g, 8o5 , et de meme on aura pour le carbone 2, 837 ; pour le chlore 2,625; pour l'iode 2,772; pour le brome 2,687; Pour le phosphore 4,463 (en employant le nombre 1, 170 donne par le phos- phore solide dans la supposition de la molecule egale a I'atome , et de la densite telle qu'elle re'sulte des observations de Schrotter); pour l'e'tain 3, 746 ; pour l'arse'nic 3, 570. Je ne comprends pas dans cette se'rie le silicium par la raison de'ja alleguee , ni le soufre a cause des doutes qu'on peut avoir sur la constitution de la molecule du soufre isole et de quelques-uns de ses composes. Si l'on compare les nombres corres- pondanls de ces deux series , on y trouve beaucoup de disparity, tous les nombres de la premiere etanl nolablemenl plus grands que ceux de la seconde; mais il est facile de voir que la raison en tombe principalement sur la difference des deux nombres qui apparlemiient a l'oxygcne et que Ton a pins respccthemenl pour unites des deux series, 1'oxygene etanl la substance qui nous avail offer! l'ecarl le plus grand dans les deiLX series ou on prenail le nombre aflinilaire de Tor pour unite, apres la correction par le diviseur approche i,025, le rapport en etanl , comme nous avons vu , d'emiron 5 a 6. En eflet , si au lieu de prendre pour unite' le nombre aflinitaire de I'oKygene dans chacune des deux series, on prend celui de I'hydrogene, tlO MEMOIRE SUB LES VOLUMES A'l UMIQtJF.S par ezemple , qui etait 3,946 par Ics liquides a I'cbullilion , et 3, 010 par les corps solides , c'est-a-dire qu'on clivise les nombrcs imme'diate- meiit donnes pour les autres substances, y compris l'oxygene meme, par ces nombres 2,946 et 3, 010 pour les deux series respeclivement , 011 aura les deux series suivantes , que nous meltons ici a cote l'une de 1'autre : Nombres aflinitaires Par les liquides a 1'etat d' ebullition Par Ics corps solides Hydrogene 1, 0000 1, 0000 Oxygene o, o856 0,1 020 Carbone o, 3272 o, 2894 Soufre o, 3a35 Chlore . . . , o, 2386 o, 2678 lode o, 3i02 o, 2827 Brome o, 2784 o, 2740 Phosphore o, 4 1 00 o, 3887 Etain o, 4070 o, 382 1 Arsenic o, 3442 o, 364 ' • II n'y a plus que l'oxygene merae qui presente un e'cart notable d'une seric a 1'autre: les autres nombres ne presenlent plus que des differences de l'ordre de celles que nous avions trouve'es entre les deux series, 011 1 on prenait le nombre aflinitaire de lor pour unite , avec la correction des nombres relalifs aux liquides en ebullition, par le diviseur commun i, 02a, et pour quelques-unes des substances les differences sonl encore inferieures a celles que pre'sentaient ces deux dernieres series. Quant au rapport entre les nombres aflinitaires deduits des liquides en ebullition et des coi'ps solides , exprime's dans une vinite com- mune, telle que le nombre aflinitaire de Tor a l'etat solidc, nous avons vn que ce rapport etait re'ellement different d'une substance a 1'autre . et ce n'est que par une moyenne entre leurs difl'erents comjjoses . que nous en avons tire un coefficient commun approximalif 1,02.1 . que nous avons applique aux substances simples nieiues contenues clau^ I'AH I.I CUM I | AVOGAUIIO ces composes, Dombre qui suppose pour le rapport entre les volumes ato- miijues correspomlants la valeur (i,025),= 1,077. Maisparmi les substances simples, dont nous nous sommes occupes, il y en a deux (outre le brome, que nous avons deja fait concourir a la determination tie cc coefficient moyen ) dont la densite a etc de'tcrminee a 1'e'tat de liquide houillant , hors ile toutc composition, aussi bien qu'a Petal solide. Ces substances sont le soufre el le phosphore. Nous ne nous sommes pas servis imme- diatcinent de celte determination pour obtenir une valeur parliculiere du volume atomique, et par la du nombre affinitaire de chacune de ces substances a fetal d'e'bullilion , parceque la densite de leurs liquides en ebullition nest pas connue avec un degre de precision comparable a eelui que I'on pent atlribuer a celle des liquides composes examines par MM. Pikrre ct Kopp. Mais nous pouvons au moins en faire usage pour cette comparaison des corps liquides bouillants aux corps solides quant au rapport de leurs volumes atomiques, et par la des nombres aflinitaires qu'on en deduirait, dans une meme unite, e'est-a-dire pour voir jusqu a quel point ce rapport pour les deux substances s'accorde avec celui de'duit en moyenne des differents corps que nous avons consideres dans le pre- sent Memoire. Le soufre bout a environ 3oo° cenligr. Nous avons sur la dilatation du soufre fondu des observations de M. Desphetz ( Comptes reridus de V Academic des Sciences de Paris, 2.c semestre de i838), d'apres les- quelles si I'on prend pour unite le volume du soufre liquide a 1 1 o°, son volume a 25o* devient i,o5gg: d'un autre cote a partir de i5o° l'ac- croisscment de volume pour chaque 5o° devient de o, 00 15 environ plus grand, cet accroissement etant de 0,0176 en allant de i5o° a 200°, et de o, oiyi5 en allant de 2000 a a5o0. £n supposanl la meme difference pour l'accroissement de volume de 25o° a 3oo°, cet accroissement sera de 'I, " 191 ■+- o, ooi5^ o, 0206 el le volume a 3oo°, toujours prenant pour unite le volume a no" deviendia 1 , o5i")g-+- o, 0206^ 1, 0800 , on avec deux decimales 1,08. La temperature de no" est a peu pres celle de la liquefaction du soufre, et Osa« a trouve {Annates de PoggendorJJ] i83^, n. 3 ) que la densite du soufre fondu pres du point de sa solidifi- cation esi 1 , ga- , en prenant celle de l'eau pour unite. Le volume a 3oo" etant au volume a no" comme t, 08 a 1 , la densite a 3oo° sera 1 11 ' > Q2T ~ (1i relic :i 110". et par consequent — 2_^ ^ 1,784 en prenani 113 M1M0IHF. SUn I.ES VOI.l'MKS ATOMIQUES poor unite cello tie 1'eau a o". Si 1'on admel que li densite du soufre solide, en prenant pour unite celle de I'eau, soit environ 2, la densite a Petal solide sera a la densite du liquide bouillanl coinme 3 a 1, 784 , et ce sera la aussi le rapport du volume du liquide bouillanl au volume 2 .1 I etat solide; c'esl-a-dire que 1c premier de ces volumes sera - * 1, 70 = 1 , 1 a environ du second ; tel devrait done etre le volume atomicpie du soufre a l'etat de liquide bouillant, en prenant pour unite le volume ato- mique du soufre solide et en supposant que sa molecule reste la meme dans les deux etats. Ce rapport est nolablement plus grand que celui 1 , 077 , on environ 1 , 08 que nous avions deduit du rapport moyen des nombres afiinitaires entre les corps solides et les corps a l'etat de licpiide bouil- lanl , ct suppose le rapport des nombres amnitaires memes , exprime par sa racine cubiquc, (;gal a environ 1, o4 au lieu du rapport moyen 1,0 25 trouve ci-dessus. D'apres ce rapport 1,04 si Ton admet pour le nombre atlinitairc du soufre o, g53 tel epie nous l'avons determine par les liquides a l'etat d' ebullition donl le soufre fait parlie, en prenant pour unite celui de l'or a I'e'tat solide, on oblient -' " , =0,016 pour celui du soufre 1, 04 I a l'etat solide. Ce nombre est notablement moindre que le nombre 1 , o5 1 que le soufre solide nous donne immediatement en supposant sa molecule egale a ^ de l'atome chimique , et presqu'identique avec celui o, 919 qu'il nous donne en supposant sa molecule ^ de l'atome, en sorte que ce calcul est tout-a-fait favorable a cette derniere supposition. Re'ciproquement si Ton part du nombre aflinitaire du soufre tire de sa densite a I'e'tat solide dans les deux suppositions , on aura dans celle de la molecule moilie de l'atome pour le soufre a l'etat de liquide bouillant 0,919.1,04=0,956, et dans celle de la molecule ^ de l'atome 1, o5i . 1, 04= 1, 093. Le pre- mier de ces nombres est encore presqu'identique avec celui trouve par les composes de soufre a l'etat d'ebullition , 0,953. Au reste on obser- vera que ces deux derniers nombres auraient ete trouves directement par le volume atomique du soufre fondu a l'ebullition , dans les deux hypo- theses sur la constitution de sa molecule. En eflet ce volume atomique, d'apres la densite que nous avons trouvee ci-dessus pour le soufre licpiide 2 a l' ebullition et son poids atomique 3, est o = I< I2> ou ' cn prenanl i, 78 If noinbre atomique de Tor pour unite, ■ — ' ,~"= i, 74 •> dans la suppo- PAR I.E COMTE AVOUAI)RO I 1 3 silion (juc la molecule en fut l'alome meme sans division. Si on admel la division en 2,ce volume atomiqiic deviendra ' ' = 0,87, donl la ra- cine cubique est en efl'et o, ()56; si au conlraire on prend poor la molecule ^ de l'alome, le volume atomique devient | . i, 74 = I, 3o5 , dont la racine cubique esl i , og3. On voit done que la densite du soufre liquide a I'ebul- lition , doime'e par les observations , nous conduit a-lres-peu-pres a la valeui* que nous avons trouvec par les composes de cctte substance, d'apres les observations de Pierre , pourvu qu'on admette que la molecule du soufre isole soit la moitie de son atome chimique, ce qui rend tres- probable cette constitution, telle que nous l'avions admise dans le i." Memoire, au lieu de celle que nous avions supposes dans le 2.' et 3.e M(;inoires. Nous pouvons faire un calcul analogue pour le phosphore d'apres la densite au moins approchee que nous pouvons attribuer au phosphore li- quide a l'etat d'ebullition, selon les experiences d'EnMAN (Annates de Poggendovff, 1837 n.° 4, et Annales de Chimie et de Physique, fe'vrier 1829). Scion ces experiences le volume du phosphore liquide est 1,0468 a 3o°, 6 Reaumur ou 38, 25 centigr. , en prenant pour unite le volume du phosphore solide a 0° : il offre ensuite par Te'levation de la temperature des accroissemenls successifs, desquels je de'duis par interpolation qua ia temperature de 232 Reaumur, ou 2go°C, a laqxielle est ge'neralement fixee son ebullition, son volume serait 1, 364 en prenant ton jours pour unite le volume du phosphore a o°. Ce rapport est ici beaucoup plus grand que le rapport moyen que nous avions trouve par la comparaison des diflerents liquides composes examines par MM. Pierre et Kopp i, 077 ou environ 1, 08 , et la racine cubique de ce rapport serait 1, 1 1 environ an lieu de i,025 presente par les nombres affinitaires raemes de ces liquides. D'apres ce rapport 1, 1 1, si on admet que le nombre affimtaire du phosphore a L'etat liquide bouillant soit 1,208 comrne nous l'avons trouve par les composes dont il fait partie, son nombre ailinitaire a l'etat solide sera — — — ss 1,088, I'unite commune etant lc nombre de I or so- 1, n lide. Par 1'observation relative iinmediatement au phosphore solide nous avons trouve son nombre aflinitau'e o, o5 dans cette unite , en supposanl que sa molecule fut la moitie de son atome chimique; mais nous axons deja vu qu'il y a lieu de croire que cette molecule esl representee dans Serie II. Tom. XII. p I I i MEM0IRE SDR I.ES VOLUMES ATOMIQUES le phosphore soliilc par son atomc memc, ct qu'cn ce cas son nombre affinitaire, dcduit de sa densite, serait 1,207 on 1,170, selon qu'on prendrait pour sa densite celle qu'on lui assigne ordinairement 1,77, 011 celle 1,0 deduitc des observations de Schrotter, nombres dont le dernier 1. 170 surtout est beaucoup plus rapproche dc 1,088. Reciproquemenl si on part dc ce nombre 1, 170 pour le phosphore solide on aurait pour le phosphore a l'ctal de liquide bouillant 1, 170. 1, nasi, agg qui est seulemenl on pen plus grand que 1, 208 donne par les composes du phosphore liquides a lebullilion , et ce nombre 1,299 est aussi celui qui serait dcduit directemcnt de la densite du phosphore liquide en ebul- lition. En ettet cetle densite est, d'apres ce que nous avons dit plus haul, — ir-vy de celle du phosphore solide; si on prend pour celle-ci 1,9, on aura — ^-7= 1, 3g3 pour la densite du liquide bouillant, en prenant pour unite celle de l'eau; le poids atomique du phosphore etant i,g^, le volume atomique en sera ' ^ = i,3g5, ou en prenant pour unite celui de Tor ' ^r = 2, 164, en supposant sa molecule egale a l'atome chi- niiquc ; la racine cubique , qui doit representer le nombre affinitaire , est 1,293, qui ne diiFere de 1,299 clue Par 'cs cbifires negliges dans les deux calculs. Mais la determination de la densite du phosphore li- quide que nous avons employee n'est pas fondee sur des observations assez precises pour que nous ayons era pouvoir la faire concourir avec la consideration des liquides composes par lesquels nous avons trouve le nombre aflinitaire du phosphore dans ces liquides egal a 1, 208, en prenant pour unite celui de Tor a l'e'tat solide. II y a encore une autre substance elementaire, dont nous connaissons a-tres-peu-prcs la densite a l'etat liquide en ebullition, a comparer avec la densite de la meme substance solide , et dont nous pouvons en con- sequence chercher le rapport des volumes atomiques , et par la des nombres affinitaires dans les deux etals, en prenant pour unite celui de lor solide: cette substance est le mercure , qui n'est pas compris entre cclles pour lesqneUes nous avons fait usage des liquides examines par MM. Pierre ft Kopp. Le volume du mercure a la temperature 35o°, qui est celle de son ebullition sur le thermomelrc a air, est, selon les experiences connues, PAK I.K COMTE A.VOGA.DHO et pai'liculicremcnt scion les plus reccntes de M. R&GNAULT, 1,066 en prenant pour unite celui du mcrcure a o°, et en se bornant a trois de'ci- males. La densite du mercure a o" pouvant etrc prise egale a 13,598, il s'ensuit que la densite du mercure bouillant sera — ^-^- = 12,756. 1 1 , 0O0 ' Dans inon premier Me'moire j'ai admis pour la densite du mercure solide 1 5, 5; les deux densites sont done entr'elles comine i5, 5 a 12, 7J6 , et ce sera aussi, en le prenant inversement, le rapport des volumes du mer- i5 5 cure dans les deux etats: savoir — — ^-^=1,215 sera le volume du mer- 12, 7DO cure bouillant en prenant pour unite le volume du mercure solide: ce sera encore ['expression du volume atomique du mcrcure bouillant relativement a celui du mercure solide dans une meme unite , et la racine cubique de ce nombre qui est environ 1, 07, representera le rapport des n ombres afiinitaires qu'on en deduirait dans les deux etats. Ces rapports sont, comme on voit, beaucoup plus considerables que les rapports moyens cor- respondants 1, 077 et 1, 0 25 que nous avons deduit des liquides examines par Pierre et Kopp. J'avais trouve dans mon premier Memoire pour le nombre aflinitaire du mercure , considere a l'etat solide , en prenant pour unite celui de 1'or, 1 , 082 ; multipliant ce nombre par 1,07, on aura 1 , 1 58, ou avec deux decimales 1, 16 pour le nombre du mercure a l'etat de li- quide bouillant , dans la meme unite. C'est ce qu'on trouverait directe- ment aussi en parlant de la densite du mercure bouillant 12,76, d'apres le poids atomique du mercure 1 2, 66 ; car on aura par la le volume ato- 12,66 . . , o, QQ2 r__ . micjiie -—o,c)C)2, ou dans notre unite — ^y^=i,5oo, dont la racine cubique avec 2 decimales est encore 1, 16. Mais le volume du mercure a l'etat solide n'est pas connu d'une maniere assez precise pour regarder comme entierement exact le rapport dont nous avons parle, et nous n'avons fait mention de ce re'sultat que pour servir de comparaison avec ceux fournis par les autres liquides dont nous nous sommes ocenpes dans le present Memoire. li(> MiMolKi SCR lis VOLUMES ATOMIQTJES § IV. Comparaison des nombres affinitaires des substances conside'rees dans ce Me'moire avec leurs pouvoirs neutral isants. Nous ponvons mainlenant faire sur les nomhres aflinitaires que nous avons deduits de la consideration dcs liquides en ebullition une recherche analogue a celle que nous avons faile dans la 2." partie du 3.e Memoire pour les nomhres affinitaires des substances considerecs a fetal solide . savoir les comparer avec les pouvoirs neutralisanls de celles de ces subs- lances dont j'avais determine ce pouvoir par de simples considerations chimiqaes dans an Mt;inoire publie en i835 (Me'moires de t Academic de Turin, i.'" serie T. 3g); il faudra pour cela fixer d'abord le nombre afiinitaire repondant an point de la neutralite ; on en deduira les pou- voirs neutralisanls, correspondants aux nombres affinitaires de chaque substance, par la distance de chacune d'elles a ce point, au-dessous et au-dessus de lui , et on Terra jusqu'u quels points ces pouvoirs s'accor- dent avec ceux trouves dans le Me'moire de i835. Nous ponvons dans cette recherche faire usage des nombres affinitaires exprimes dans une unite commune quelconque ; savoir ou en prenant pour unite le nombre afiinitaire de Tor dednil de son volume alomique a l'etat solide , unite dans laquellc nous les avons d'abord exprimes dans le pre- sent Memoire ; ou employant ces memes nombres reduits par approxi- mation a avoir pour unite le nombre afiinitaire de Tor tel qu'on fob- tiendrait en le prenant lui-ineme a l'etat de liquide bouillant , eomme cela doit elre pour exprinier lour veritable nombre afiinitaire relative- ment a celui de Tor , et cela en les divisant par un facteur commun nioyen que nous avons estime a i,025; soit enfin en leur donnant pour unite* le nombre afiinitaire d une de ces substances memes pour lesquelles ces nombres out ele determines a l'etat de liquide bouillant. Seulement la place du point de la neutralite sera exprimee dans ces divers cas par une valeur differente et dans la meme unite, dans laquellc scront exprimes les nombres affinitaires qu'on aura compare's. Mais le plus convenable de ces trois partis parait elre celui de prendre pour unite le nombre afiinitaire d'une des substances memes que l'on PAR LE C0MTE AVOGADRO I I •J compare, consilient' ;i I rl.at tie liquide bouillaut, et nous pom ons choisir pour oclu celui tie l'oxygene , unite a laquelle nous avons deja reduit ci- dessus ces noinbrcs. \insi [e aombre affinitaire de l'oxygene ctani maintenant suppose = i , si I'on designe par x le nombre aflinilaire repondant au point de la neu- trality, dans cette unite, la distance de l'oxygene a ce point dans l'echelle des nombres aflinitaires , et dans celle meme unite, sera x — i , l'oxygene comme done d'un pouvoir ncutralisant negatif devant se trouver au-dessous de ce point dans l'echelle donl il sagit: et le nombre aflinitaire de l'hy- drogene dans la meme unite etanl, comme on a vu , selon notre deter- mination i i, 690 sa distance au meme point sera 1 1,690 — x, l'hydrogene comme corps ncutralisant positif devant avoir son nombre aflinitaire su- perieur a celui du point de la neutralite. Ces deux expressions seront celles du pouvoir negatif de l'oxygene , et du pouvoir positif de l'hydrogene dans la meme unite" , qui est le nombre aflinitaire de l'oxygene; et la seconde de ces quantites divise'e par la premiere cxpvimcra le rapport entre les pouvoirs neutralisants de ces deux substances, savoir le pouvoir neutralisant de l'hydrogene en prenant pour unite le pouvoir ncutralisant negatif de l'oxygene. Or nous avons trouve, dans le Memoire de 1 835, que le pouvoir neutrabsant de l'hydro- gene ainsi exprime avait pour valeur 3, 9 '. nous aurons done , pour de- terminer x, l'equalion 1 1 , 600 — x „ = = 5, 9 , x — 1 v de laquelle on tire gas„ 690-1-3, 9si^s38l . 3>9"*-1 4.9 tn general si Ion appelle a le nombre aflinitaire dune substance en prenant pour unite celui de 1 oxygene , et b son pouvoir neutralisant en prenant pour unite le pouvoir de l'oxygene, on aura, pour determiner le nombre affinitairi x repondant au point de la neutralite, et toujours rap- port e au nombre aflinitaire de l'oxygene comme unite, l'equation a — x , ., ' a-\-b = 0 , et par la x = -. • x — 1 r />■+■ 1 Pour le carbonc nous avons trouve ci-dessus le nombre aflinitaire 3, 8a5 en prenant celui de l'oxygene pour unite , et dun autre cote le I |8 MKM01RK SCR LES VOLUMES ATOMIQUES pouvoir neutralisant tin carbone, determine clans le Memoire de 1 835, est -+■ o, 06. En raettant ces valeurs pour a et b respectivement dans notre expression generate de x , on obtient _ 3, 8a5 -t- o, 06 _ 3, 885_ ^ 1,00 1,00 valeur un peu plus grande que la precedente. Pour le soufre nous avons, toujours dans la meme unite , a = 3, 782 pour le pouvoir neutralisant; et d'apres le Memoire de i835 son pou- voir neutralisant est £ = -j-o, 22; on aura done x = 3,782 + O>22=41002 = 3 I, 22 I, 22 pour troisieme valeur du nombre aflinitaire du point de la neutralite. Enfin par la comparaison du chlore avec loxygene nous avons, comme on a vu ci-dessus, a = 2, 790, et le Memoire de i835 donnait son pou- voir neutralisant b = — o, i5 ; on en deduit x=2L790-0 l5=21^Q= g i — o, id o, 85 Mais nous pouvons encore obtenir d'autres valeurs du nombre afiini- taire repondant au pomt de la neutralite par la comparaison entr'eux , deux a deux, des corps que nous venons de comparer avec l'oxygene. Pour cela nous ferons observer que si Ton appelle a et b le nombre aflinitaire d un des corps elementaires , et son pouvoir neutralisant dans les memes unites que ci-dessus ; et a', b' les quantites correspondantes pour un autre de ces corps , la distance du premier de ces corps a la neutralite sera , en le supposant plus positif que ce point, a — x; et celle du second a' — x ; le rapport des deux distances est done -j . Mais ce rapport est aussi celui des deux pouvoirs neutralisants b et V ; on aura done 1 equation a — x h . ab'—ba' —. =7-, > de laquelle on tire .x = — r, — ; — = -»-o, 06 ; A'=-t-o, 22 ; el la formule nous donne a:=3, 84i- I30 MEMOIRE SHU LBS VOLUMES ATOMIQUES Enfin , par la comparaison du soufre avcc le chlore , en prcnant les lettres simples pom- le chlore, et les accentue'es pour le soufre, nous aurons rt = a, 790 ; ,/'=3, 782 ; l> = — o, 1 5 ; b' = -{-o, 22 ; et nous obtiendrons x = 3, tga. La moyenne des dix valeurs de x que nous venons de trouver par ces differentes comparaisons est 3, 3y6, et l'exclusion daucune des valeurs particulieres qui donnent cctte moyenne ne parait indiquee par aucun ecart trop grand des aulres. Nous pouvons done adopter cette valeur 3, 3q6 pour le nbmbre affinitaire re'pondanl au point de la neutralite . en prenant pour unite cclui de l'oxygene. Nous ferons observer que si on multiplie ce nombre 3, 396 par le nombre affinitaire de l'oxygene, tcl que nous l'avons oblenu par les corps liquides en ebullition, en prenant pour unite celui de l'or a l'e'tat solide, savoir o, 252, on obtienl o, 856 pour le nombre aflinitaire du point de la neu- tralite dans celle incinc unite ; et si on divise encore ce nombre o, 856 par 1,025 pour le reduire par approximation a etre comparable avec les nombres aftiuitaires deduits des corps considere's a l'e'tat solide, il devienl o,835, nombre un peu moindre que celui 0,878 que nous avions admis dans le 3.e Memoire pour le point de la neutralite', d'apres les nombres (pie nous avions trouves pour les diffe'rcnts corps que nous y avions exa- mines : difference qui doit etre altribue'e aux erreurs des observations des deux genres et des approximations employees. En partant maintenant de ce point de la neutralite 3, 3g6 dans la se'rie des nombres aflinitaires dont celui de l'oxygene est l'unite , de'duit par une moyenne de la comparaison des nombres aflinitaires et des pouvoirs neutra- lisants des substances, dont nous avions determine ces pouvoirs dans le Memoire de 1 835, nous pouvons calculer les pouvoirs neulralisanls que de- vraient avoir ces substances, chacune en parliculier, pour repondre a leurs nombres aflinitaires etablis dans le present Memoire par les liquides en ebullition. Nous n'avons qu'i nous servir pour cela de la formule etablie plus haul x=-. , en y mettant pour x le nombre affinitaire du point de la neutralite (pie nous venons de determiner 3,396, et en delivrant /;, ce qui nous donne Z»= ^-^ — , ou a est le nombre 2, 3(j6 PAR LE COMTF. AVOGAORO 121 allinilaire de chaque substance , et b son pouvoir neulralisanl correspon- daiil demande. ... .,, . , « i, 690 — 3, 3o6 , ia Ainsi pour I hydrogen e on aura 6= = — ^— —. — — =3,4b2, 011 avec une seule decimate 3,5 au lieu de 3, 9, Irouve directemenl dans le Me- moirc de i835. Pour le carbone b=— — - — = — r — — =0, 181, ou avec deux chillies 2,39b o, 18 au lieu de 0,06. Pour le soufrc b— ' l " „ ' — — = o, 161 . ou o, 16 au lieu de 0. 22. 2,39b Pour le chlore b= ' '" — = — ^ — ^—=z — o, 253, ou avec deux chillies 2,39b — o, 25 au lieu de — o, i5. Ces valeurs des pouvoirs neutralisanls sont a peu pres aussi prochaine- ment d 'accord avec cellcs trouvees directemenl dans le Memoire de 1 835 , cpie celles que nous avions trouvees par une marche analogue dans le 3. Memoire par les nombres aflinilaires deduils de la consideration des corps solides. La plus grande difference est celle relative au carbone, inais le pouvoir neulralisant de celte substance est trop petit pour qu'on puisse compter sur lexactiludc de sa determination par les considerations chi- miques, et par les nombres aQinilaires du point de la neulralite , ct du carbone meme, dont ce pouvoir nest que la difference. On reinarquera au resle que, d'apres le nombre allinilaire du soufre el du carbone, el les pouvoirs neulralisants qui sen dcduisenl , le carbone serail un peu plus positif que le soufre , au lieu que , scion les valeurs de leurs pouvoirs neutralisanls etablis dans le Memoire de i835, le carbone serail notable- inent moins positif que le soufre. Ce sera par l'cmploi dun plus grand nombre d observations dans les rechcrches des deux genres dont il s'agit, soil pour les substances dont nous venons de parler, soit pour loutes les autres, qu on pourra espe'rer dc faire disparailre ces ecarls cntre leui'S resultals , de maniere a obtenir les deux scries des valeurs des nombres aflinilaires el des pouvoirs neu- lralisants cnlierement d'accord entr'elles, selon l'une el lautre consideration. Au reste nous pourrions des-a-present calculer aussi par la formule ft =: ,.' , les pouvoirs neutralisants qui repondraient aux nombres 2, 09b Serie II. Tom. XII. q Ml MOIRE SUR LES VOLUMES ATOMIQUES allinitaircs ties autres substances simples que nous avons considcrees dans It- present Meinoire comme faisant parlie des liquides a l'ctat d'ebullition, el pour lesquclles nous n'avons encore aucune determination directe de ces pouvoirs par les considerations chimiques ; nombres qu'on pourrait par la suite comparer avec les result ats des recherches de ce dernier genre dont ces substances poorraient deveniv l'objel. Mais il serait premature de le faire , surtout pour celles de ces substances dont le nombre aflinitaire n'a t;lt; deduit epic dun on deux licpiides seulemenl; et nous ne nous sommes occupes ici de celte comparaison pour les substances considerees dans le Memoire de i835, que pour servir de conlrole aux resultats trouve's pour elles dans le present Memoire. Je finirai ici en rappclant la remarque (pie j'ai deja faite dans mon 3.' Memoire sur les volumes atomicpies, que les rapports de ces volumes el des nombres aflinitaires qui s'en de'duisent pour les differents corps soit entr'eux, soil avec celui de Tor que j'ai d'abord pris pour leur unite, ne seraient pas changes; si au lieu de prendre, comme nous Y avons fait, pour le poids atomique de Tor celui admis par Behzelius relativement a loxygene, on en prenait un multiple ou un aliquote quelconque; il en resulterait seulemenl des modifications correspondantes a admettre dans les systemes de division d'atomes auxquels nous avons ete conduits pour etablir ces rapporls , tant pour les substances elementaires , que pour les composes qui en sont forme's- 123 OSSERVAZIONI SULLA TRIBU' DELLE PELTIdEREE G. UE NOTAItlS Apprnvata neWadunanza delli 14 apriU 1850. Ml er le peculiari condizioni del tallo e pel modo onde da esso procedono gli apoteci , le Peltigeree costituiscono un tipo distinto nella serie dei Licheni ginnocarpi e vanno staccale dalle Parmelie e dalle Cetrarie, alle quali o per ischiavitu di sistemi , o per il vezzo di disconoscere la natura aiiche la dove si esprime con minor ritrosia , si trovano paragonate in alcuni dei piu riputati codici di Lichenologia. La Pelligera horizontalis e la venosa , e quest' ultima particolarmente , di cui e detto essere gli apoteci conformi a quelli delle Cetrarie e delle Sticte ( i ) , o sia per la loro configurazione patelliforcne , o pel margine pronunciatissimo di cui sono ricinti ; la Peltigera venosa e per lo appunto la specie, che fornisce, se io non vo errato, le piu solide garanzie a sostenere che, tin i generi or ora citati e le Peltigere, havvi tanta aflinita cpianta ne coiTe, per modo di esempio , bra il frutto di una Cladonia e quello di una Pamielia. Considerando la morfosi della Peltigera venosa , non si richiede molto acuine d ingegno , o squisitezza visiva a riconoscere che i suoi apoteci si (1) Fries, Lichcnogr. curop. p. 18. 1 3 \ OSSERVAZIOM SULLA TIUIU ' DF.L1.E PELTIGEREE sviluppano dallo strato inferiore del tallo. Infatli , lo strato inferiore o midollare in concorso di una o piii delle venature chc si diramano alia sua superficie , nei punli in cui dehbono formarsi gli apotcci , comincia dall'assumere an colore piu carico, indi a inturgidire e via via a Bporgere in direzione orizzontale oltre I'estremo lembo dello strato superiore od epidermicOj lino a chc riesce a presentare distintamenle solto forma ru- dimentare, direi, se mi si passasse la frase , sotlo forma di botloni i fuluii apoteci. Questi bottoni, aeconciamentc sparati, dimoslrano nel loro interno la lamina proligcra ripiegala in se stessa, prcsentano cioe molto bene distinti il lalamio e la parte che gli serve di velo, clie non hanno rapporli di dipendenza collo strato gonimo e corticalc , tranne il punlo in eui il lalamio si innesla , si coordina dirb cosi, normalmcnle alia su- perficie dei lobi del tallo medesimo (i). Seguendone l'cvoluzione o lo spicgamento, si vede il lalamio rompere Delia parte superiore il proprio invoglio , che poi ritratto alia periferia ilclfapotccio perfetto ne Simula l'escipulo. Escipulo di gran lunga diverso da cpiello dclle Parmelie , perche tcssulo di un solo degli elemenli del tallo , perche esaminalo col microscopio si trova intieramcnle costituito di cellule proccdenli dallo stralo inferiore filamentoso, strettamenle coerenti Ira di loro, moilificale nellc loro diinensioni e figura , nella materia che esse conlen^ono , d'ondc il colore fuligginoso , simile alle venature dalle quali fa trallo il nome che sei*ve a distinguere questa specie. In proposito non mi posso esimerc dall'osservare che non sempre il color frdiggineo della inferior parte di un apolccio dinota che il suo esci- pulo e formato dall'assisa infcriorc del tallo, o che nella sua composizione non ha parte lo stralo epidermico , perche fretpienli gli esempi di vera Parmelie, nelle quali l'esterior parte degli apoleci, spiegandosi oi'izzon- talmente, assume o in parte o in tullo una tinta nerastra, quantuncpie I epiilermide, di cui e riveslito , non subisca essenziali modificazioni nella sua strutlura, ne a poco a poco si elida. Richiamo che mi giova a poter asserire , non esscre gli apoteci della Slicta scrobiculata , della pulmo*- nacea e di altre congeneri, in nulla divcrsi , per quanto concerne la -irullura dell'cscipulo, dalle vere Parmelie, ne paragonabili a (jnclli della Peltigera I'cnosa, nella quale gli apoleci perfetti non presentano sottesso I, Tav. 1 lie I a, 6, c. DI C. DE NOTAIUS I 95 il lalainio alcuno strato ili cellule gon'une, ne l'epidermide del tallo si pro- duce ollre il punlo d' inserzione del lalainio , die dal lato opposto non ofFre allra orlalura chc di cellule dello strato inferiore. Nellc congeneri lo sviluppo procede a prcsso a poco nella stessa ma- nicra , se non chc l'escipulo o \clo essendo molto sottile , riesce per cio stesso assai meno palese; ma i passaggi mi scmbrano graduali, e non vi pui) csser dubbio intorno alia significazionc della cintura del talamio nelle singolc specie , 'per quanlo dilferenti e di forme e di aspetto (i). Quindi siccome ho premesso le Peltigere non possono essere paragonatc alle Par- melic , ne forzatc nella stessa divisione , poiche in esse 1'apotecio e fornito di an escipulo perfello alia di cui formazione concorrono tulti gli ele- mrnli del tallo. Conclusion! alcuu poco diverse presenlano Solorine e Nephroma. Nci Nephroma il tallo e veslito di strato epidermoidale nelle due su- perficie, c dalla inferiore di esse si progetlano talvolta delle cellule allun- gale chc ne la rendono piu o meno vellosa : in essi gli apoteci nascono nella pagina inferiore della periferia , o pi£i comunemente dei prolunga- nienti marginali del tallo e simultaneo n' e l'accrescimento, e nel menlre si vanno dilatando, nella specie almeno che io ho avuto l'opportunita di esaminare nella propia sua sede, i prolungamenti stessi, o lobuli, tendono a laddrizzarsi e riescono alia perfine a retroflctlersi , onde il disco del- I'apotecio si presenta in una posizione al rovescio di qxiella cui dovrebbe necessariamenle guardare. Qui il lalainio costituisce lutlo l'apotecio , non ha margine , ne velo paragonabile a quello delle Peltigere, si presenta dapprima sollo la forma di piccolc fossette di color baio , o fosco-diluito , e a grado a grado dila- tandosi assume la figure di una laminelta per lo piu reniforme. - Se vuolsi , si polrebbe supporre che i lembi del tallo da cui nascono gli apoteci suppliscono all' escipulo, pel falto che in alcune delle varieta della Nephroma resupinata., da lutli i punti della pagina superiore del tallo , sporgono dei lobuli soinigliantissimi a quelli che normalmente si progettano da' suoi inargini e ferlili anch'essi: nella quale sii|>posizionc ci si present erebbero in quesla specie dcgli apoleci somiglianti , fuorche nel punlo d'allacco a cpiclli delle Parmeliacee. Ma questa anomalia non vale (1) Tav. 1 fig. V ,i 12(5 a moililirarc nicnmiiaiiH'ntc 1' interprelazione clei rapporti bra il lalamio eil il tallo nel gcneiv .\<-/>hroi>ta , il quale nonostanlc le molte diflerenze che Ira csso si osservano e 1c Peltigere, non puo esscre da loro allon- tanalo , nt; peggio incorporate) alle Pannelie , come fece il chiarissinio Walli\oth. Ancor piu che i Nephroma difleriscono dalle Peltigere le Solorine, le qiiali se non avessero seco comuni la raancanza dell'escipulo e la speciale condizione del loro lalamio aderenle in tutti i punti della sua inferior su- perficie al tallo , potrebbero per alcune individuality costituire un gruppo distinto. In esse gli apoteci , nelle specie europec Gn qui conosciute, non nascono dal margine del tallo o de' suoi lembi , bensi nel suo disco , e sono priniilivanientc velati da nno straterello epidermico che sbrandellato in (range irregolari o simmetriche , accompagna il talamio nel suo svi- luppo , ne lo ricinge maturo e piu o meno evidente persisle. Essendo gli apoteci nella Solorina crocea e saccata prodotti dalla pagina superiore del tallo, al dissollo del talamio si risconlrano i gonidii, ma la loro pre- senza non implica per ci6 rapport o alcuno di affinita colle vere Parme- liacee. Qui mi si permelta di ripetere ancor una volta, essere nelle vere Parcneliacee la presenza o la mancanza dello strato gonimo sotto la lamina proligera un caraltere di scadentissimo valore , giacche in uno slesso ge- nere e pur taholla nei diversi individui di una medesima specie, possono i gonidii esistere o mancare del tutto. Le accennate due specie, del reslo , sia per 1' indole del tallo, che pel modo con cui si diporlano gli apoteci nel loro accrescimento , sia infine per le dilTerenze che ci presentano nella fruttificazione , non hanno guari somiglianza tra di loro. In quanto al tallo la Solorina crocea per alcuni caratteri si awicina alle Peltigere, ma la saccata nolevolmente differisce e dalla crocea e dalle Peltigere per le condizioni del tallo e degli apoteci , e solo per le ragioni che verrb soggiugnendo fcra poco , non ho ardito dividerle , tpiantunque mi vi conforlassero e il prhnitivo concetto dell'^- charius che nel metodo dei Licheni ( i ) le separava in dislinte sezioni , e le parole di Fee, secondo cui la saccata potrebbe costituire un genere a se (a). (1) Melhodus Lichcnum , p. 290. (8) Fee, Method. Lichcoograph. , p. 62. Dl G. DE NOTAMS I 27 Gli apoteci di quest' ultima specie, con quel loro insaccarsi , depri- i in-ii rln la parte del tallo a cui aderiscono, a mano a niano si vanno ampliando , onde proluberano dull' opposto lalo solto forma di pustule emisfcriche , celano una tale autonoma particolarita di struttura , die do- vrebbe bastare a segregarla in an posto distinto nella liibu dellc l'elti- geree. Individuality, della quale non bastano a far ragione i rapporli tra la sottigliezza del tallo e lo spessore della lamina proligera , ne le leggi che valgono allronde a produrre analogbe incurvazioni , e fin quasi alia nausea ricantale da alcuni scrillori per ispiegare ogni sorta di movimenti di cui sono le piante suscetlive, perocche, se cosi fosse, gli apoteci di questa specie dovrebbero, nel variare delle condizioni almosferiche, ese- guire movimenti analoglii a quelli degli apoteci di altri Licheni. A parte le accennale diflerenze , la Solorina saccata si potrebbe ge- nericamente separare dalla crocea per i suoi aschi , i quali , in tulti gli esemplari da me esaminali, non mi hanno mai presentato piu di quattro sporidii , e se in oggi non prendo 1' inizialiva nello stabilire una scpara- zionc comandala da lanle e si rilevanti diflerenze di caratleri e d'aspetlo, egli e perche mc ne tratliene l'autorita del chiarissimo Montaoe, il quale ha enunciato essere , nella sua Solorina Despreauxii, gli, aschi ottospori ( i ). In quanto poi ai generi ISephroma e Pelligera , se si rifiutassero le diflerenze piu sopra annoverale., sulla sola diiferenza degli sporidii , pro- priamente non si potrebbero distinguere. E vero bensi che nella Nephroma papjracea , nella resiipinuta , nell' helvetica , neLT australis , gli sporidii hanno figura ellissoide od ovoidea , menlre nel maggior nuracro delle Pcltigere ricorrono aghiformi; ina gli sporidii della Peltigeva horizonlalis e venosu , benche acuti ad ambi i poli, tengono il mezzo tra la forma ellissoide e raghiforme, ne v' ha tcrmine spiccato a poterle distinguere. S'aggiungc che gli sporidii del jSephroma polaris si rassomigliano perfet- tamenle a quelli della Pelligera horizonlalis e della venosa. Nella Solorina all'opposto, gli sporidii, non conlando le diflerenze di struttura, presen- tano lendocroma di colon; ferruginoso , e il volerle costringere in uno stesso genere colla Pelligera e la Nephroma, in cui i nuclei appariscono pressoche scoloriti , sarebbe lo stesso che rinunciare a tulti i inezzi che l'analisi ci prcsenta per la distinzione dei generi. (1) Cryptogam, canariens. p. 104. lab. VI. fig. 5. 128 OSSERVAZIONI SULLA TRIBu' DELLE PELTIGEREE Non lascero di osservare che gli sporidii aghiformi dclle Pelligere , prima della loro inalurila, conlengono gencralmentc sei sporidioli, c che bene spesso me' sporidii maturi le articolazioni polari od cstreme risultano suddmst- in due parti; ma queslo carattere non mi e parso coslanle, ne oserei muovcre da esso per istaccare in un genere apposito la Peltigera venosa c horizorUalis le quali si ditl'erenziano dalle specie congeneri e per gli apoteci e per alcime prerogative del tallo. Per lo Cn qui delto e pai'ltcolarmenle per la condizionc degli sporidii divisi in due, o in quallro logge per mezzo di Iramezzi orizzontali, chia- ramenle risulla essere le Peltigeree dillerentissime dalle Parmeliacee, ep- per6 dovere costituire un gruppo dislinto nella famiglia dei Licheni. Confrontando infine gli indicati generi nei rapporti della loro morfosi , e in ispecie per riguardo alia posizione dei loro apoleci, e forza il con- fessai-e che i termini delle singole loro dilFevenze non si possono facil- mente definire. Perocche se egli e owio , seguendo lo sviluppo degli apoleci nelle Peltigere e nelle Nephroma , il delerminare i molivi per cui si pre* sentano in posizione diametrabnente opposta , le ipolesi , che potrebbero parere plausibdi per gli indicati due generi , punlo non valgono per le Solorine. E queslo e forse novello argomenlo a vie meglio appoggiarne la dislinzione. I premessi riscontri , comunquc inconcludenli e leggeri , vengono in confenna del primitive) concelto dell' inarrivabde Acharius , e a dimo- strare l'urgente necessita di ricalcarne le orme , malgrado il parere del- I illustre Riformalore della Lichenologia europea, la cui sentenza, nulla sane adest widens ratio hoc subgenus ut altiovis dignitatis considerandi quant Cetraria el alia genera Parmeliacea ( i ) , non ha basi ben salde e fu gia rinegala dal Montagne, dal Rabenhorst e da altri (2). (1) Lichcnogr. europ. p. 42. (S) Montagn. Crjplog. canar. p. 103. 104. — IUbenhobst Deulschl. Lichen, p. 60. 67. 68. — Montack. in Diclionn. univ d'Hisloirc nalurclle , art. Licliens , 1846. DI G. DE N0TARIS I 3C) PELTI6EREAE Montagn. arl. Lichens in Diclionn. univ. d'hist. nalur. i84t>. Apothecia discoidea, oblonga, renijormiave , excipulo destitute, tvta inferiore superficie adnata , nuda , vel veto hypo aut epithalliiio primitiis tecta, eiusque reliquiis persistentibus nonnumquam redimita. — Asci 4* vel 8-spori. — Sporidia longitudine diametrum saltern duplo vel pluries superantia , a • vel ^-locularia. — Thallus foliaceo-Jroru/osus. PELTIGERA Montagn. Cryptog. canar. p. io3. Pf.ltidea Achar. Lichenogr. univers. I. p. 98. tab. X. fig. 6. Peltigerae Spec. Duby, Wali.r., Fries, aliorumque. Apothecia thalli margine vel apice loborum eiusdem adnata, antica, e strato medullars oriunda, ab eo suffulta , primitusque velata , perfecta explanata , in thalli planum porrecta , nuda , tota superficie infer Uni adnata , limbo tenui a velo ipso eJJ'ormato cincta, oblonga, orbiculariave , vel crassiuscule marginata subpatelliformia , disco badia vel fusco-atra . siccitate saepius revoluta. — Lamina proligera ascis octosporis , para- phjsibusque plus minusve coalitis composita , hypothecio tenui subtus agonimo excepla. — Sporidia ellipsoidea , fusiformia, acformiave, septis transversa quadrilocularia seu letramera , vel hexamera, sporidiolis po- laribus minimis , hjalina , limbo tenui , saepius perspiciu) , cincta. Thallus foliaceo-frondosus , supra laevis vel lomentosus, varie sectus, subtus ecorticatus , spongiosus, venosusve , venis pallidis , Juscisve subra- diantibus , reticulatisvc , lobis fertilibus horizon ta I ibus surrectisve. Dalla forma degli sporidii si distingue questo genere in due sezioni . e veramente sorprende il vedere come alia forma degli sporidii siano anclie qui subordinati non pochi caratteri di primaria imporlanza. L«j division! infatli che io ho dovuto seguire per le specie di queslo genere, si trovano gia tracciate nelle opere lichenologiche e rispondono alle frasi di apntcci orizzontali e verticali, ricantate da lutti gli anlori nella distinzioiN Serie II. Tom. XII. R 1 .>*» OSSERYAZIOM SULLA TR1BU ni'.I.LK PELT1CEREF della Peltigera horizontalis e venosa, rimpetto alia specie ctella seconda sezione. Linguaggio piii presto Bgurato clie \ero, dacche gli apoteci si trovano in tutte collocati |>rcsso clie nell'egua] modo relativamente ai lobi del tallo ila cui sono sostenuli. Perdu: tra le Pelligere di Wallroth si irovino la Lecidea biformis e il Thelotrema variolarioides io non armo a eomprendere. Soi^iungo , (enulo conlo dei sinnniini meno inccrti degli aulori ita- liani, il pi'ospello delle specie sidle quail ho condotlo le mie analisi car- pologiche , omessa la Peltigera malacea , di cui non ho che esemplari imperfetti o sospclti. La Peltigera limbata e cichoracea , sidle quali non oso pronunciarmi per la forma degli sporidii, appartengono alia seconda divisione. Sect. i. — mlebu. Apothecih evidentius marginaiis; sporidiis fetrameris ellipsoideo- jusiformibus. Pblebia et Antii.yssaf. Spec. Wallr. Peltigera venosa. Peltigera venosa Dub. Bol. gall. p. 597. Wallr.F1. cryptog. germ. r. p. 556. Si hakr. Spied, p. 1 3 et 264. Lichen, helv. exsicc. n. 26. Fries Lichen, cur. p. 48. Desmaz. Cryptog. de Franc, n. 844- Garovaol. Cat. II. p. 10. Peltidea venosa Achar. Method. Lichen, p. 282. Syn. p. 237. Bale, et Nocc. Fl. ticin. II. p. 284. Poixnc. Fl. veron. III. p. 465. Savi Bol. elr. IV. p. 218. Lichen pulmonarius minimus Mich. Nov. pi. gen. lab. 44- Ord. XII. lig. 3. 5. Nei fageli delTApenniiio ligure sulla nuda terra fretpiente. Sporidii ellissoideo-fusiformi , od ovoideo-allungati, relli o leggermenle curvati , tetrameri, ialini , di lunghezza quallro >ollc maggiore del dia- metro. Tav. 1. fig. I. a, sezione di un apolecio appena abbozzalo di gran- dezza :?o volte maggiore del vero; b , cellule dello slrato midollare dalle quali I apolecio e avviluppato , 100 diam. ; c, porzione delta sezione di DI C. DE N0TARIS l3i an apotecio perfetlo dal lato che corrisponde al marginr del (alio . 20 diam. , d, sporidii, 700 diam. (i). Peltioe&A IIOIUZO.NTAl.ls. I'elligera horizontals Hoffm. — Dun. Bot. gall. p. £97- Wai.i.h. Fl. crypt. germ. I. p. 55g. Sciiaer. Spied, p. 14 et2G4- Lichen, helv. exsicc. n. aj. Fi\iks Lichenogr. eur. p. 47- Garovagl. Cat. II. p. 9. Pellidca horizoiitalis Achar. Method. Lichen, p. 288. Syn. p. 2j8. Bai.b. el Nocc. Fl. ticin. II. p. 286. Poi.i.in. Fl. veron. III. p. 4(56. Sam Bot. etr. IV. p. 2Uj. Moris Stirp. sard. el. III. p. 21. Lichen puhnonarius maximus Mich. Nov. pi. gen. tab. 44. Ord. XII. Gg. 1. (3. ticinensis , minor, vix uncialis; thallo crassiusculo , coriaceo, rigido , rigido supra laevi , glauco-fuscescente , subtus dense tomentoso- venoso , venis confertis obscure reticulantibus , ftbrillisque copiosissimis injerne juscescentibus , lobis omnibus fertilibus lato linearibus, surrectis, upothecio plerumque brevioribus ; apolheciis disco castaneo-fuscis , mar- giite crenulatis ; sporidiis Jiisiformibus , tetrameris , hjalinis , subinde curvatis. Quesla specie ricorre molto frequente nelle selve dei colli dei diiilorni di Genova : cresce sulla terra tra i muschi. La variela [i nei boschi lungo il Ticino presso Pavia. Gli sporidii sono identici nelle due forme da rue esaminate, somiglian- lissimi a quclli della precedente specie, ma di dimensioni sensibilmenU- minori. La variela /3, cos! per la stalura, che per il lallo mollo rigido e in- feriormenle vestito di densissimo tomento, per cui quasi indislinlc no sono le venalure , potrebbe scambiarsi colla Peltigera malacea , uia egregia- mente se ne dislingne per la forma degli apoleci c degli sporidii. Nuovo argomenlo ad impugnarc le asserzioni di alcuni Lichcnologi che negli- gentano lo sludio dclle parti piii essenziali della riproduzione dei licheni, sul troppo facile supposto, essere in essi incoslanli le forme ilrgli s|K>- (1) 1. 111- ran 1I1 men to degli enondii e sempre il medesimo, cioe di "UU diuiueln l3a OSSERVAZIONI SULLA TRIBu' DELLE PELT1GEREE ridii ; jtoii'ln'' intanto ci si presenta una specie in cui clue forme per molti rapporti e per l'aspetto distinlissime , si trovano identiche pei caratteri dei loro sporidii. Tav. i. (ig. II. a. aschi e parafisi 400 diam.; b. sporidii 700 diaui. Fig. III. spaccato di un apolecio secondo il diametro normale al tallo , maggiore 20 volte del vero. Non si sono dati che i due segmenti dello spaccato dell'apolecio , per economia di spazio. Seel. II. — ECPELTIGERA, Apotheciis tenuiter marginatis; sporidiis aciformibiis , tetra-hexameris. Aintilyssae spec. Wallr. Peltigera polydactyla. Peltigera polydactyla Hoffm. — Dub. Bot. gall. p. 5g8. a. Wali.r. Fl. cryptog. germ. II. p. 557. Schaer. Spied, p. i5 et 266. Lichen, helv. exsicc. n. 3o. Fries Lichenogr. eur. p. 46. a. Garovagl. Cat. II. p. 9. Peltidea polydactyla Achar. Syn. Lichen, p. 240. a. Balb. et Nocc. Fl. ticin. II. p. 286. Savi Bot. elr. IV. p. 221 ? Nelle selve e nei pascoli dell'Apennino della provincia di Bobbio. Sporidii aghiformi quadriloculari , di lunghezza 18 in 20 volte mag- giori del diametro, ialini. Tav. 1. fig. VIII. Per questa e per la specie che segue riesconmi un poco incerti i si- nonimi del Botanicon etruscum , in cmanto che le figure del Nova plan- larum genera , lav. 44- Ord. XII. 2. b , ascrilte la prima , cioe il n.° 2 alia Peltigera polydactyla e I'allra n.° 6 alia P. canina crispa , furono ultrimenti interpretate dal chiarissimo autore della Lichenografia europea ( Ved. Fries 1. c. e p. 4^0- Non ho esemplari di questa specie dalla Toscana. Peltigera RCPESCENS- Peltigera rufescens Hoffm. — Dub. Bot. gall. p. 598. Schaer. Spied, p. 267. Fries Lichenogr. europ. p. 46. Garovagl. Cat. II. p. 9. Peltidea rufescens Achar. Method, lichen, p. 285. DI G. DE N0TARIS 1 33 Pellidea canina crispa Achar. Syn. lichen, p. 239. Poi.i.in. Fl. veron. III. p. 468. Sam Bot. etr. IV. p. 220. I'cltidea canma phacorrhiza Wali.r. Fl. cryptog. gemi. I. p. 558. Nelle selve e pascoli piii sterili nci colli e nell Apennino sopra Genova. Spor'ulii fusiformi-aciculari , retti o leggermente curvati , contenenti prima tlella loro pcrfctla maturita sei sporidioli rolondeggianti. La loro lunghezza e di 9 in 10 volte maggiore del diametro. Tav. 1. fig. IV. a. cellule dello strato midollare 4oo diam. ; b. por- zionc dclla lamina proligera 400 diam. ; c. sporidii non ancora maturi. Peltigera canina. Peltigera canina Dub. Bol. gall. p. 5o8. a. Wallr. Fl. cryptog. germ. I. p. 558. a. Scuaer. Spicil. p. 14 et 256. a. Lichen, helv. exsicc. n. 28. Fries Liehenogr. eur. p. 45. a. Desmaz. Cryptog. de Franc, n. 842. Moris et DNtrs Fl. caprar. n. 83. Garovagl. Cat. II. p. 9 ! Peltidea canina Achar. Method. Lichen, p. 284- BALB.etNocc. Fl. ticin.II. p. 285. Poi.lin. Fl. veron. III. p. 467. a. Savi Bot. etr. IV. p. 220. a. Moris Stirp. sard. el. III. p. 21. Ne1 lnoghi muscosi e sulle rupi nelle selve e nei monti dell'Italia su- periore freqnente. Si trova pure in Sardegna e alia Capraia. Sporidii aghiformi , di solilo ]>iu piccoli (.li quelli della P. polydactjla e vufescens , talvolta un po' ottusi ad ambo i poli , retti o leggermente cun'ati , ialiiii ,9m 1 o volte piu lunghi tlel loro tUametro. Tav. 1. fig. V. a. spaccato di un apotecio nascente, secondo il dia- metro normale al tallo, ingrandito di 20 volte piu del vero ; b. sporidii tratti dagli apoteci dell'escmplare n.° 842 di Desmazieres. Fig. VI. sporidii deU'esemplare n.° 28 dello Sciiaerer. Sensibili dillcrenze di diinensioni c di fonne mi hanno presentato gli sporidii delle varieta di epiesta specie da me esaminate , ma in cniesto jiriiuo abbozzo non ho creduto di polere individuare le varieta medesime con propie denominazioni. Peltigera aphthosa. Peltigera aphthosa Hoffm. — Dub. Bot. gall. p. 591-. \\ ai.i.r. Fl. cryptog. germ. I. p. 559. Schaer. Spicil. p. 1 5 et 266. Lichen, helv. exsicc. n. 29. Fries I 3.j OSSF.RVAZIONI SULLA TIUBu' DELLE PELTICEREE Liclienogr. ear. p, 44- DiSMAZ. Cryptog. dc Franc, n. 644- Garovagl. Cat. It. l'-9- Peltidea aphlhosa Acii.vn. Syn. Lichen. p< :>.38. Bai.b. et i\o<:<:. Fl. ticin. II. p. 285. Pollin. Fl. veron. III. p. 466. Nelle selve dcll'Apeiiiiino ligustieo, Dei monli e nei colli del Novarcsc. nelle Alpi dell'Ossola. Sporidii fusiformi-aciculari piu robust] di quelli delle specie precedenti. di lunghezza 10-12 volte maggiore del diametro. Tav. 1. fig. VII. Peltigera TRUCULENTA. P. thallo papjraceo , lobato, supra J'usco-lk'ido, glabro, albo-puncuito, sublus avetiio , tomcnto denso anibitu julvescenlc , intus radiculisque juscis vestito ; /obis amp/is dilatulis, Jlabellatisw , undulatis , margine exteriori inciso-lobulatis ; lobalis plerisque Jertilibus, approximate , surrectis, apo- t/tcciis oblongis atro-J'uscis , plerumc/ue brevioribus ; sporidiis aciformibus, tenuibus hralims. Nei dintorni di Valparaiso. Questa specie, nnitamcnte ad altre Crit- logarae della medesima localila, mi fu comunicala dal Rev. D. Girolamo De Negri. Sporidii uiolte volte piu lunghi del diametro. Ha l'aspetto della Peltigera aphthosa, ma n'e distinta per molti ca- ratteri e specialmente per la condizione della pagina inferiore del tallo e per gli sporidii esattainente aghiformi. Tav. 1. fig. IX. NEPHROMA A(h\r. Liclienogr. univ. I. p. 101. tab. XI. fig. 1. Montagu. Cryptog. canar. p. n>3. I'ki.tigerae Spec. Fee, Duby, Schaer. , Fries, aliorumq. — Parmei.iak Spec. Wallr. Apotbecia postica , peripherica , prope marginem nempe injerioris tlutlli paginae vel loborum eiusdem sita, primitus inula, perfecla expla- nata renijormia , lota superjicie inferiore adnata , excipulo destituta , disco rufescentia vel rujo-fusca. Lamina proligera bypotbecio tenui. sublus Ill M1TARIS ttgonimo Unposita , ascis o'CtospoNs , paraphysibusijtte cohaercntibus com- posita. Sporitlid ellipsoidea , vel ellipsokleo-Jitsiformia , tetramcra , septis nempe traksversis qiuulrilocularia , hralina , episporia lenui donata. ThaUus foliaceo-frondosus, utriiKjue corticulus, subtus avenius, glabcr , vUkuusve j lobis jcrtilibun nmrginalibm plerumque asceiulentibits , retro- Jle.ri.wr. Nephroma resi pinata.. Nephroma resupinata Aciiau. Lichenogr. univ. p. 522. a. Syn. p. 2^1. a. Peltigera resupinata a. lomenlosa Schaer. Spicil. p. 269. Lichen, helv. etsicc. n. a5g. Parmelia tomentosa Wali.r. Fl. ci-yptog. germ. I. p. 5 1 1 . Nellc alpi della Svizzera. Schairer 1. c. Sporidii allungali, spesso leggermente curvati, tetraineri. Tav. 2. fig. XI. Nephroma papyuacea. Nephroma resupinata |5. papyracea Achar. Syn. Lichen, p. 242. Pclligera papyracea a. incomta Wallr. Fl. cryptog. germ. I. p. 5 1 1 . Peltigera resupinata papyracea Fries Lychenogr. eur. p. 42- Peltigera resupinata laevigata Desmaz. Cryptog. de Franc, n. 888. Nei monti e nei colli del Genovesato comunissima , appie degli alberi e sulla terra tra i muschi. Sporidii di figura ovoidea od ellitici , di lunghezza due volte o poco piu maggiore del diamelro , spesso assottigliati ad uno dei loro poli, come se fosscro primilivamenle muniti di un pedicello. Debolmente afl'umicala n't- la tinla. Tav. 2. fig. \. a. spaccato di un apotecio 20 diam. ; b. sporidii. Gli esemplari di questa specie, o se vuolsi di questa varieta, da me raccolti in moltissime localita deirApennino ligure e nei dinlorni di Gcnova, prescnlano non poche variazioni nelle dimensioni del tallo e nei suo co- lore, or livido or fosco, nella grandezza degli apoteci , ma fra tulte e degna di essere licoi'data una forma nella quale da ogni punto della pa- gina superiore del tallo , sorgono lobuli frultiferi simili ai periferici. Forse io espongo questa specie in tei-mini alquanto diversi dagli ac- celtati nelle opere Lichenologiche , in quanto che la Peltigera papyracea .36 tlello Schaerer n.° 5o8 , c in tutto diversa. Pure stanno per il mio modo di vedere l'autorita del chiarissimo Fries, secondo cui la Nephroma pa- rilis e sinonlmo della variela papjvacea , e tra la parilis e la forma di cui parlo , la ditlerenza e assai lieve , ne in altro consiste die nella mon- dezza del lallo. La Peltigera laevigata inoltre, fidando in un esemplaro dell'ottiino sig. Aumer , proveniente dalla collezione di Sommeri ki.t , pei caratteri del tallo pin si avvicina alia papjvacea dello Schaerer, la quale e per il modo di crescere e per la pubescenza della pagina superiore del tallo e per allri momenti , merita a parer mio di essere distinta qual specie. Nephroma Schaereri. Peltigera resupinata papp-acea Sc.haer. Lichen, helv. exsicc. n. 5o8. Sui rami degli abeti scossi al suolo nel Vallese. Schaer. 1. c. Sporidii ovoidei od allungati, ialini, tetrameri, per lo piu leggermente contratti in corrispondenza dei dissepimenli. Tav. 2. fig. XIII. Nephroma helvetica. Nephroma helvetica Achar. Lichenogr. univ. p. 5a3. Syn. p. 242. Peltigera resupinata helvetica Fries Lichenogr. eur. p. 43. Schaer. Spicil. p. 269. Lichen, helv. exsicc. n. 260. Sui ramoscelli degli abeti nella Selva Nera. Schaerer 1. c. Sporidii ovoidei , con lembo molto evidente rimpelto a quelli della specie precedente , tetrameri. Tav. 2. fig. XII. Io non istaro qui a disculere intorno al valore delle accennate due forme, le quali tanlo si allontanano per il modo di crescere, per la con- ligurazionc del tallo , per il colore e forma degli apoteci , non che per qualche caratlere degli sporidii dalla Nephroma resupinata e papjracea. Solo diro , riinanermi tuttavia qualche dubbio intorno alia significazione morfologica delle papille della pagina inferiore del loro tallo , cui il rispet- labile Lichenologo della S^zzera lerrebbc per vere cifelle. II tallo della Vephroitia Schaereri, prcsenla infalti nella sua pagina inferiore delle pa- |iille biauchicce , or sparse, or aggruppate e piu o uieno prominenti e nmnerose : ma in esse io non riesco a rawisare il caraltere delle vere cifelle pei seguenti motivi. Primieramente , perche colesle papille si svi- luppano eziandio sulla patina superiore e nel margine dei segmenti del Dl G. DK NOTARIs 1 3^ tallo ; in sccondo Inogo , perche se ne trovano alcune die prolungale a modo di pennelletti fanno il nicdesimo ufticio delle rizine della pagina inforiore del tallo della Peltigera canina. La particolare tendenza del tallo di questa specie a produrre escrescenze isidiifoi-mi pub d'allronde far ragione di siffatte papille. Nephroma poi.vris. Nephroma polaris Aghar. Syn. Lichen, p. :>..'\i. Hoor. f. Cryptog. antart. p. 218. Nephroma arctica Montagn. Cryptog. in voyag. pol. sud p. 192. Peltigera arctiea Fries Lichenogr. eiir. p. 42- Di queslo superbo lichene ho cseinplari di Svezia , di Lapponia . e dell America seltentrionale. Sporidii fusiformi , rctti o leggermenle curvati, tetrameri, ialini , qual- che volta ottusetli ad ambo le estremitii , epperb quasi allungati-lineari. Tav. 2. fig. XIV. Per quanto e a mia nolizia, questa specie non e mai stata veduta nelle Alpi e molto meno in quelle del Piemonte , quindi non mi sembrano accetlabili i sinonimi di Bei.larih e Poi.i.im ( Bej.lard. App. p. 6. — Poi.i.in. Fl. veron. III. p. 471 )■ Nephroma australis. Nephroma australis Richard. Voyag. de I'Astrolab. p. 3i. tab. IX. fig. a. ex Montacn. Peltigera australis Montacn. Fl. Fernand. in Ann. scienc. natur. ser. a, iv. p. 86. Raccolta la prima volta dal Bertero ncll isola hum Fernandez , se- condo un esemplare favoritomi dal chiariss. AIontagm . Al Chili presso \ alparaiso da esemplare del Rev. D. Cirolamo Dr. Negri. Sporidii ovoideo-allungati, tetrameri con margine assai evidente. Tav. 2. fig. XV. Somiglianlissima alia I\.pouiris, dacui, oltre i caratleri divisati nella Flora Fernandesiana del BfonTAGNE, si distingue eziandio per la forma degli sporidii. Serie II. Tom. XII. s i38 SOLORINA. Achar. Lichenogr. univ. I. p. 27. tab. I. fig. 5. 6. Fee Method. Lichenogr. p. 5 a. tab. II. fig. 18. Montagn. Cryptog. canar. p. io4- Pei.tiof.rae Spec. Wai.i.r. , Duby, Schaf.r. , Frfes, aliorumq. Jpothecia in thalli pagina superiore spai'sa , excipulo thai I ode de- stitute , tenuia , adnata , primilus exigua strato tenui epidermico max steUatim irregulariterve rumpcnte velata , eiusque laciniis saepius pcrsi- stantibus limbata , pcrjecla dilatata , plana, orbicularia , ellipticave , vel depressosaccata , in llialli pagina inferiore pustiilavum ad instar protu- hrrantia , disco saturate jusca. Lamina proligcra ascis tetra-vel octo- sporis paraphjsibusquc Jilijormibus stipalis constituta , hrpothecio tenui viblus gouidiis instrato , excepta. Sporidia dimera , seu bilocularia , nblonga , I'd ad dissepimentum constricta subdidjma , maturitate plus minusve saturate badia , translucida , episporio tenui limbata. Tfiallus Joliaceus umbitu varie sectus, horizontalis , subtus tomentosus, pallidus , awnius , fibrillosus , vel ( in S. crocea ) spongioso^venosus , I'ulchre colore croceo linctus. Nella Solorina Despreauxii, di cui io non ho esemplari , gli apoteci, seconilo il chiariss. Mostagne, sarebbero anche primitivaraente nudi. L' ipotecio o lo stratercllo di apparenza ceracea , oraogenea , su cui poggia la lamina proligera , nella specie di (piesto genere pare decisa- mente costiluito dalPepidemiide del tallo. Pur nelle Pelligere si direbbe essere bene spesso una continuazione dell'epidermide del tallo, essendovi non poche di esse, nelle cpiali non mi e mai riescito di trovare un li- mite spiccato Ira queste parti. Sect. I. — EUSOLORIN.t. Apotheciis depresso-saccatis ; ascis telrasporis. Solorina saccata. Solorina saccata Aciiar. Syn. Lichen, p. 8. Bertol. Fl. alp. apuan. in ainoen. p. 442- Poi.mn. Fl. veron. III. p. 402. Savi Bot. etr. IV. p. 166. 1)1 G. DE NOTARIS I 3g Peltidea saccata Ai.iiar. Method. Lichen. |>. .'.go. Pelligera saccata DC. — Dudy Bot. gall. p. 5gG. Wai.i.r. Fl. cryptog. germ. i. p. 555. Schaer. Spied, p. i3. Lichen, helv. exsicc. n. 25. Fries Lichenogr. eur. p. 49. Desmaz. Cryptog. de Franc, n. 1 83. Garo\agi.. Cat. II. p. 10. Lichen crustaceus Mich. Nov. pi. gen. p. g5. tab. 5a. Ord. XXXI. Sulla terra e sulle rupi muscose nei monli dell' Italia superiore, Sem- pione, Spluga , monli del lago di Como, colline del Novarese, ecc. Aschi contenenti solo qualtro sporidii. Sporidii piu o meno contratti all'altezza del dissepimento. Tav. 2. Cg. XVI. a. porzione di lamina proligera 4oo di. mi. ; b. sporidii. Sect. II. — PLEUROTHEA. Apotheciis plants, ascis octosporis. SoLORINA CROCEA. Solorina crocea Achar. Syn. Lichen, p. 8. Desmaz. Cryptog. de Franc, n. 534- Poixm. Fl. veron. III. p. 402. Peltidea crocea Achar. Method. Lichen, p. 2go. Peltigera crocea Hoffm. — Dub. Bot. gall. p. 597. Wai.i.r. Fl. cryptog. germ. I. p. 555. Schaer. Spied, p. 12. Lichen, helv. exsicc. n. 24. Fries Lichenogr. eur. p. 48. Garovagl. Cat. II. p. t o ! Cresce sulla terra nelle Alpi piu elevate, Sempione , Spluga, monti del lago di Como. Sporidii biloculari , allungati di color baio-pallido , assai trasparenti . la rneta circa meno voluminosi di qnelli delta specie precedente. Tav. 2. fig. XVII. a. segment! dello spaccato di un apolecio 20 diam. ; b. porzione di lamina proligera 4°° diam. ; c. sporidii. Se per ulteriori indagini fosse dimostrato non contenere gli aschi della Solorina Despreauxii di Montagne (Crjptog. canar. p. 104. tab. VI. fig. 5), che quattro sporidii, la crocea potra essere stralciala da questo genere , c vi si potra applicare il nome di Pleurothea , gia proposto nel Methodus Lichenitm dell' immortale Acharils, quale appellativo di sezione nelle Peltidee. &Lcead. «K? iMi Sc.Ji^tuu»6&uM.3i Sc.ffw t l)ILvl '.Cm ..Ml ,-^vy 139 '.W I ** /// •."•^■.> // 17/ 17 /A f> I 17/7 MAo %. ««ffi3C«* • 4' OSMI.W/IOM S l) L GEN ERE STICTA G. DE NOTAKIS Approbate nflV adunanza delli 14 aprilc 1850. 11 el primo numero de'miei Frammenti Lichenografici , inserito ncl secondo volume del Giornale Botanico Italiano del Professor Parlatore, ho pro- posto di slralciare dal genere Sticta la glomulifera e 1' herbacea, poiche in esse si presentano gli sporidii divisi in due logge, mentre nella pul- monacea e nella scrobiculala , o , per essere piu esatto , negli esemplari di queste due specie da me esaminati, risultavanmi di forma notabilmente diversa , divisi in qualtro logge , cinti di un episporio assai consistente , e di figura ovoideo-allungala , anziche cimbifomie. A quell'epoca (i 845-46), Ira le vane Slitte da me possedule , solo le sovra indicate mi presentavano apoleci , ma amcchitomi in seguito di nuovi e piu importanli materiali, e principalmente di alcune inleressan- tissime specie dei dintorni di Valparaiso , delle quali mi professo debitore all'egregio D. Girolamo De IS'egri , e concessimi per isludio dall illustre D. Casarf.tto i Licheni da lui raccolti al Brasile, ho dovulo di bel nuo'vo confessare (i), che sulla sola figura e numero delle concamerazioni degli sporidii, non e possibile di slabilire divisioni naturali e classiche nella famiglia dei Licheni e specialmente nel genere Sticta , perocche in esso le piu disparate per varieta di caratteri si rannodano nella forma degli T) Gioratle Bol Hal i. p. 173. 1 4^ OSSERVAZIOM SUL GENERE STICT.i orgaui riprodiiltori, e di ricambio le piu somigliaiili dill'eriscono lalvolta sensihilmentc sotlo questo rapporto. Ho pur creduto per un momenlo di poter ricostituire i gruppi Lobaria e Stieta nei termini a un di presso nei quali furono sanciti daUiiniiiorlale autore delta Flora Francese (i), ditlerenziandoli principalmcnle dalle Ci- felle , raccogliendo cioe nei genere Lobaria le specie che non ne sono fornite, o nelle quali meglio che constalata ne fu supposta Tesistenza; ma considerate complessivainente le Stitte e confrontatine i singoli rappresen- lanli in tuite le loro parti, sono riescito alia conchiusione, che nell'al- tuale stalo delle noslre cognizioni Lichenologiche le accennate divisioni non si possono sostenere , che non e ammessibile il genere da me pro- gettato per la Stieta glonudifera cd herbacea, e che infine non si possono in oggi variare i limiti onde fu primitivamente circoscritto dal celeberrimo Lchauds, rifuso dal Delise, accetlalo dal Fries, dal Montagne, ed indi da tutti coloro che si dilettano di ripetere ciecamente quanto fu gia delto dagli altri. Debbo pur confessare , poiche non uso transigere col mio amor pro- prio e col mio carattere, che io fui tratto in errore dalla forma lai*vata degli apoteci negli esemplari della Stieta pulmonacea e scrobieulata da me posseduli in allora; errore di cui ho poluto chiarirmi notomizzando non ha molto la fruttificazione della Stieta pulmonacea della raccolta dello Schaerer (2) neUa quale U disco degli apoteci si presenta colle stesse sembianze di quello della glomulifera ed herbacea e di altre congeneri , e gli sporidii come in esse decisaniente biloculari. Bene avea veduto che il Dki.ise nella descrizione della Stieta pulmonacea e scrobieulata (3) , accennava ad una straoi-dinaria condizionc dei loro apoteci, ricusando per altro 1" ipolesi di Floerkf. , il quale soslenne non essere gli apoteci stessi nereggianti e scabrosi nei disco , che una specie di Lecidea o di Lecanora parasitica sul loro tallo , e che il Fries (4), parlando di questa (1) Stimo quasi supcrfluo I'osscrvare che tra 1c Lobarie io non avrei niai comprcso la pertaUt. Iii i|ucsla specie io Ad qui inn ho nvulo la Tenlura di vedere esemplari lYultifcri , raa mi hasla I'asserjione del cliiariss. m^io amico D. Montagne (Crypto^, canar. p. 108) , die ilirlii.ua csscrne gli sporidii simili a quclli della perforata , per soslenerc che la Parmclia pcrlnia non polra mai M«erc (RoBtMllta dalla liliacca c simili, qual siasi il punto di vista da cui si voglia muovere nella ntnnuiose « I ■ quesia ramiglia. (9) Lichen helv. cssicc. num. 384. (3) Monograph. Slict. p. 141. 159. I l.ichenograph. eur. p. 64. DI C. DE NOTARIS 1 43 stessa anomalia sostiluiva on' opinione infinilamente piu probabile , deri- vandola cioe dal parassitismo di on micelc, che allaccali gli apoteci, ne sformerebbe il talamio (i). Ne mi era sfuggilo, com'e a vcdersi ne'rniei Frainmcnli, l'apparenza quasi carbonacca dclla lamina proligera della Sticta pulmonacea, che anzi per le frecpicnli internizioni dello stralo aschigero parvcini potersi paragonare a quella delle Girofore , e trovatine del resto gli apoteci simili in tutto a quclli delle specie congeneri e per il modo d' inserzione , e per le condizioni dell' escipulo e dello strato midollare sottoposto al talamio , non m' entrava il sospetto rispondere appunto le condizioni da me rilevate alle anomalie segnalate dal Dei.ise e dal Fries. Perb, appoggiato alle indicate particolarita e alle difTerenze rilevate negli sporidii delle quattro specie, da cui mossero quelle prime mie osserva- zioni , ho credulo di poter proporre il genere Ricasolia per la Sticta herbacea e glomuli/ei-a. Poste le quali notizie, il genere Ricasolia, fino a che non ci sia possibile di valerci di caratteri di un ordine piu elevato nella classazione dei Licheni , non puo essere altrimenti sostenuto , e io primo dolente di avere proccduto con alacrita maggiore che non conve- nisse, io primo il rifiuto. Da qucsta mia svista , potrebbe forse avere argomento ad impugnare le proposizioni gia da me ventilate , a sostenere tuttavia eh' egli non e possibile lo indurre variazioni nelle massime in oggi generalmente adottate nella classificazione dei Licheni; ma quesle eccezioni non sono capitali , non valgono da loro sole a svenlare il mio piano, e in esse appunto io trovo nuovi dati per arrivare alia giusta eslimazione del valore dei ca- raltcri carpologici, e ne inferisco : che essendo in im genere di Li- cheni identiche o /ncssoche identiche le condizioni del tallo, la struttura e il modo di svilupparsi degli apoteci , simili nella forma gli sporidii , I essere questi dfvisi in due o qua tiro logge , non implica la necessita asso/uta di una separazione delle specie che ne lo rappresenlano. Co- rollaiio clie armonizza coll' altro gia da me additato a proposilo del genere Bilimbia , in cui ho riunito due specie , in una delle quali gli sporidii sono di quattro logge, di sei nell altra (2). E \iceversa, nci generi di Licheni in oggi ammessi , se in alcuno dei loro rappresentanti si (1) Vedi infra l'osscrvazionc alia Sinta pulmonacea. (3) Giornal. Dot. Hal. S. p. 190. 191. 1 j { OSSERVAZIONI SOL GENF.nE STtCT 4 verificano marcate deviasioni daUa forma delV apotecio delle specie che ne costUuiscono il tipo , se le deviazioni medesime sono accompagnate di una notevole differenza nella struttura degli sporidii, come in fatti ge- neralmente succede, le specie aberrant i dovranno csserne stralciate. Cosi il genere Bilimbia , i generi BiatorcUa e Bacidia , i di ctii apoteei c sporidii per molli caratlcri differiscono da quelli delle Biatore alle quali furono incorporati , se non oggi, pin tardi sicuramente saranno acceltati dai Lichenologi , i quali, mel presagisce il cuore, procederanno ben oltre aH'umilc niela che le amaritudini delta mia vita o la pochezza del mio inceeno mi hanno segnata. Rilornando alle Stilte , gli sporidii nella piu parte delle loro specie si presentano di iigura fusiforme piu o meno allungata , e per isfimiati passaggi digradano alia forma cilindracea o lineare ; pero costante e il loro modo di divisione in due o in cpialtro logge e v' ha pure qualche specie in cui si trovarono bi- o quadriloculari in un asco medesimo. Avvertitamente fin qui io ho tralascialo di parlare del loro nucleo , in cui due essenziali modificazioni si ponno distinguere, il colore paglierino e il fuligginco; c quando fosse dimostralo che nelle Stilte, il cui tallo e nella supcrficie inferiore munito di cifelle papillari o citrine , gli sporidii si presentassero invariabilinente di color fuliggineo e paglierini nelle specie che non hanno cifelle, o ne presentano di urceolate e bianchicce, questa particolare condizione del nucleo , a cui sarebbero subordinate le appa- renze esteriori del tallo, da cui gia si tolsero i caralteri a dividere le Stitte in varie sezioni , questa parlicolare condizione del nucleo, io dieo, potrebbe essere la nola , il carattere singolare che invano fin qui s' e cercato per lo smembramento di questo nobilissimo genere. Io non oso per ora su questa particolarita del la condizione del nucleo degli sporidii arrischiare un novcllo tentativo che ulteriori ossenazioni avessero a di- moslrare prematuro ed inutile, perche riinane pur seinpre a definirsi se 1'assenza delle cifelle in alcune specie sia puramente accidentale o nor- male , mi basla di avere segnalato tpicsti nuovi rapporti , che si racco- mandano allronde aHatlciizione dei Lichenologi per il carattere essenzial- rnrnle divcrso che le cifelle urceolari e papillari ci presentano , ove aUentamente siano raffirontale tra di loro. II colore degli sporidii , mi si permetta di ricantarlo ancora una volta , sottintende una speciale condi- zione del loro nucleo, fors'anco una esscnzialc differenza nel suo misto organico ; ma al punto di accommiatarmi da quesli sludii, pei quali di DI G. BE NOTARIS l/jO gionio in giorno mi penuriano i mezzi , io rifuggo dall' inlraprcndere una nuova serie di ricerchc per dar corpo al concelto gia da mc formolato nelle precedenli mie osservazioni sui pirenomiceti. K\ i i ,i i n In qualsiasi discussione sulla nalura , sulle variela , sulla signi- iicazione delle cifelle, perocchc io non ho nulla ad aggiungere a lutto cib die intorno ad esse opinarono gli autori , mi liinitero ad osservare che i caratteri carpologici ondc si dislingiie il gcnere Sticta , se non sono corroborati da quelli die si possono ricavare dalla condizione degli spo- ridii, non mi sembrano sempre di laic e tanla evidenza da polere in ogni caso servire a distinguere questo gcnere dalle Parmelie , e oserei quasi ailermare die v' lia tale specie che sta luttavia intrusa fra le Stitte , piu per analogia di fomie che per identila di organismo. E se, come gia il Delise , si ammellesse che nelle Suite riscontransi apoleci simili per la forma e struttura a quelli delle Parmelie, delle Usnee, delle Lecanore (i), saremmo ridotti a trarre i distintivi del genere dalla sola morfosi del tallo , il (male, quando pure ci6 non ripugnasse ai principii di tassonomia, non ci presenta nelle condizioni di sua struttura un solo carattere che non sia comune .ill una o allallra specie dei generi vicini, poiche nella Sticta , n.° 85 1 bis della collezione del D. Casaretto , e perfettamente glabro nella sua pagina inferiore e non ha cifelle. Forse varrebbe per la distinzionc di questo genere da'suoi amni, il portamento, o come dicesi la sua fisionomia , ma questo e un dato pur troppo di secondaria impor- tanza , ed e molto difficile il tradurne le espressioni con frasi tollerabil- menle spiccale c concise ; e un tutt' insieme che I' occhio eseixitato puo solo concretare , ma a cui non si presla il linguaggio. « La parlicolarit;\ di maggior rilicvo che ci offrono gli apoteci , nel ge- nere in discorso, c il modo onde procedono, nel maggior numcro almeno delle specie, nella loro evoluzionc. II lalamio ci si presenla da prineipio sotto forma di un nucleo, iinmerso nello slrato niidollare del tallo, simile direi quasi ne' suoi primi passi all apotecio di an Endocarpon, e talvolla cosi piofoiKlaiiicnle , che sporge a guisa di una tubcrosila piu o meno COnyessa nella sua pagina inferiore. Sprigionandosi in seguito dallo slrato corlicale da cui e coperto c rivestito inferiormente da esso nel suo pro- gressive) s\iluppo, e piu o meno orizzonlalinente spianalo , riesce in line (I) Delis. Monogr. Slict. p. 39. 40. Serie II. Tom. \II. I jt'. osshUVVZloM SI I. i.i.m.IU. STICTA .1 oosliUiirsi in apolecio pcrfeiio. N« lo spessore della lamina proligeru . nr aliima delle modiftcazioni cli'll cscipulo , uc Ic sue forme possono for- nire carattere inaccessibile pee la distinzione del genere , in quanio che L'escipulo, qualsiassi le forme cui pub rivestire sostaztzaalmenie. , e gia altl'Ove I lio dello , mm panni dillerire da quello delle Acre I'armclic : linn in esse eomposlo di lino strata epidermico eonlinuo eon quelle del lallo, eoin in esse i gonidii frapposli Ira i due strati eorticale e inidollare dell'apoleeio , or maneano all'aUo, oe foemano nun slealeeello pin o ineno completo sollesso il laiamio. (",ci Uimeule se si confronlauo le Suite nella cslerioic apparenza ilei loro apoleei, se si peelendessc tener eonlo delle relazioni tra il loro mai- gine escipulare e ii talamio , della maggiore o minore spessezza della loro parte midollare, del loro inodo d inserzione, si poleebbe scendere a pin niiuu/.iose dislinzioni, ma colcste non avrcbbcro clie im valore sccondario, acconoe tutt'al piu a difierenziare le specie. Mirabilc fecondita della na- Lura, ehe con infinite sfuinalure, cost nelle forme del tallo che nelle parti dcgli apoleei, irride bene spesso ai lenlalivi coi quali ci sforziamo di elassilieare le specie di questa famiglia ; per cui , o sia che il loro vero carattere ci sfiigga , o che realmcnle non vi abbiano termini a differen- ziarnc i lipi , \eggiaino gli studiosi toccare agli opposti estremi, sminuz- zare e confondere, prima di avere esaurili tutli i mezzi che ci sono concessi per arrivare alia scoperla del vein! In quanto alia posizione degli apoleei, sebbene vi abbiano molte specie nelle quali ricorrono marginal! e cenlrali, e forza il confessare che il loro abiluale svduppo dai margini del lallo , aeeenna una modalita lulla pro- pria di questo genere; ma a cui non e dato seguire in tulte le fasi di sua cvoluzione una specie, riesce impossibile il sorprendere in alto il segrelo delle piu o\\\c aberrazioni , e lo sbizzarrire in ipotesi per darne ragione non vanlaggia di nn sol punlo la seienza. I'rcmcsse qneste poclie notizie , e superlluo il dire che i risullamenli a cui e rieseilo il cliiarissimo Fi;k. ( i ) non possono cssere accctlali, poiclic 1 | Lea dent modifications ilo forme dans la structure, des tticijucs: I'uno fournic par les Slicla .1 cjphellei Sticla), I'antre par les Slicla dcpomwies dr cjplicllcs [Lobaria), sfuggono a' roici x'lisi . c mi fanno tulla\ia pcrsislcre nella opinionc che lu leclic od asclie per se stessc non pos- sono quasi mai scr\irc alia distinzione di un gencrc. Vcd Fir Em, Crijping. SuppL p 125, e i miei Framm. Lichenogr. ncl Giortt. Bot. Ital. 2. p. 17G. 1)1 G. DF. NOTAIUS I f\~ liiuiiii separazione parmi ammissibile nelle specie di (pieslo genere, liioi quelle desunte dalla coodizione del nueleo degli sporidii , cioe delle Stitte munite di cifelle sorediifonni e delle specie delle cifelle urceolate o scu- teUifbrmi bianchicce , rilegate per intanto in sezioni prowisorie o di os- servaztone le specie tulle nelle qnali le cifelle non furono ancora osser\ale. Nella oscillazione inline delle opinion! snl valore dei caratteri della fruttificazione di alcune tra le specie di epiesto genere, le stravaganze di colore die si dileltano di condurre la scienza a ritroso non meritano lonore di essere confutate. Fo seguire I'ennjnerazione delle Slitle di cui posseggo od ho veduti esemplari frnlliferi , falta ai Liehenologi , i qnali lianno la Ventura di a\ere a loro disposizione migliori maleriali di studio che ipii non sono , la preghiera di non volermi tacciare di Irascnralaggine, se per avvenlura proponessi come nuove delle specie gia da essi conosciute o descrilte. §TICT1 \i 1 1 a r . Syn. Lichen, p. a3o. Fries Lichenograph. eur. p. 49- Delis. Monogr. Slict. p. 35. Montac.n. Cryptog. canar. p. io5 et Voyag. an pol. snd. p. 1 83. Lobaria et Sticta DC. — Slicta et Ricasolia DNtrs. — Parmeliae Spec. Wallr. !! Parmeliae et Peltigerae Spec. Sc.haer. ! ! Apolhecia plerumque marginalia vel centralia marginaliaque , pri- nutiu nuclei insttcr in strata thalli medullari plus minusve demersa, drin sen'sim sensbnque liberata , explanataque , perfecte scutelliformia , disci- formiave, peltata, excipulo a thallo ejformato corticatoque , thalamium plus minusve excedente marginata , disco badio-rufescentia vel fusco-atra . Lamina proligera ascis octosporis , paraphjrswusque copiosis stipatis co- haerenUbusque composita , hypothetic tenui subtus saepius agonimo suf- fulta. Sporidia elongate, ovoideo-oblonga , fiisiformia , bacu/i/ormiaque . dimera out tetramera , sea 3- vel .\-locularia . episporio tenui limlxita , ruu/eis pollute lutescenlibus vel fuligineis. Thallus foliaceus in planum expanstts, eel frondosus subside stipi- talus , coriaceus , earti/agineusve , supra plerumquc glaber , subtus tomeu- tnsus cypheUis urceolatis vel sorediUbrmibus vel papillaribus , rarius defic ientibus praeditus , rarissime utrinque nudus. I [8 OSSERVAZIOM SUI. GENF.RE STICTJ Sect. I. Cjphellis flavidii vel pallide cUrinis sorediijbrmibus, vertice nempe pli'i-KiiK/nc pulwulcntis : sporidiis dimeris vel tetrameris fuligineo-fusce- sventibus. Sticta hirsuta. Slicta hirsuta Montagn. Fl. Fcrnandes. in Ann. scienc. natur. ser. II. IN. p. 89. ct Cryptog. in Voyag. pol. sud. I. p. 188. tab. XV. fig. 2. evimia ! Sticta obvoluta Aciiar. Syn. Lichen, p. 235. ex Hook. f. Cryptog. anlart. p. 220. Nei dintorni di Valparaiso, da una collezione di Crittogame Chilensi del Rev. D. Girolamo De Negri. Sporidii fusiformi tetrameri di colore olivaceo-fosco , per lo piu dif- formi, cost nei loro contorni che nella configurazione delle loro logge. Tav. 1. fig. I. sporidii ad un ingrandimento di 700 diametri. Rarissimc veggonsi le cifelle nei mio esemplare, conformi nondimeno alia descrizione che di esse ne ha data il Montagne. Forse non e inop- portuno il rifletlere che nella pagina inferiore di alcuni dei lobi del tallo, principahnente se svestiti del tomento di cui sono coperti, si riscontrano delle piccole escoriazioni , che di leggieri si potrebbero scambiare per vere cifelle urceolari. Desse a mio avviso dipendono da erosioni della sostanza corticale e midollare del tallo fatle da qnalche insello, giacche havvene ili molto vaste, sinuose e confluenti. Di cpii forse le discrepanze degli autori sui caralteri tolti dalle cifelle. La tavola di Montagne rappresenta al vivo l'aspetto e i caratteri di cpaesta imporlantissima specie. Sticta orygmaf.a. Slicta oi^gmaea Achar. Method. Lichen, p. 280. Syn. p. 232. Dei.is. Slid. p. 4 1. tab. I. fig. 5. mala. MoWTAGW. Cryptog. in Voyag. pol. sud. I. p. ti)o. lab. XV. fig. i.eximia! Hook. F. Cryptog. antart. p. 85 el 220. Presso Valparaiso , dalla Collezione del Rev. De Negri. Sporidii allungati , inequilateri , dimeri , di color baio-fuliggineo. Gli DI G. DE NOTARIS l4<) asclii Ira paraiisi strettamcnte coerenli Ira loro. Tav. i. fig. IT. a. porzione della lamina proligera 4°° diam.5 b. sporidii 700 diam. (1). La lavola di Montagnf. e veramente espressiva ed esatta, e giacche mc ne se presenta l'occasione , mi sia pennesso di tributarc a quest' ot- linio e benemerito mio amico I'espressione della mia gratitudine per i material] di cui mi c scmpi-e slato cortese e per il dono di tulte le sue importantissime pubblicazioni. Sticta endochrysa. Sticta endochrysa Delis. Sticl. p. 43. tab. I. fig. 1. rudis. Hook. F. Crypt, antart. p. 219. lab. CXCV. fig. 2. optima! Nella collezione di Crittogamc chilensi del Rev. De Negri. Sporidii allungati, cimbifomii o inequilateri, tetrameri. Dalla figura 9 della tavola citata della Critlogamia antartica. Non dissimulero che io non ho potuto vedere gli sporidii di questa specie , essendo che il mio esemplare non reca apoteci perfetti ; pure , quantunque non sia cenno del colore degli sporidii, ne colorita la figura che li rappresenta nell'egregia opera del chiarissimo Hooker , di un esem- plare della quale vo debitore all' illuslre Berkeley , non esito collocarla in questa I.a sezione, perche un carattere, se io ben mi appongo, sottin- tende I'altro. Sticta Aurora. S. (hallo papyraceo tenia in planum cxpanso , varie disseclo , lobis lobulistjuc sinuato-crenatis } repandis, contiguis, margine saepius invicem se tegentibus , sub lente ciliolatis , supra glabra , crebrc punctato-scrobi- culato , dilute glauco-laterilio , facie inferiore subconcolore , tomento crispulo , centra fuscescente , ambitus versus rariore, pallid ioreque obsito ; erpbellis minutis crebcrrimis , verritci/brtnibus , ver/ice excoriatis , pul- verulentis , dilute citrinis; apotheciis papjraceis , plerisque marginalibus, tlailli lobulis interdum productis oblique adnata, iunioribus concavis , inargineque inflexis sub lente extus scabris, hirtellis , ciliatisque, demum (I) L' ingrandimeoto degli sporidii e sempre il medesimo per lultc le figure che accompagnarm qneslo la^oro. l5l> OSSEKVAZIONI SOL CENTRE STICT.4 ampliatis subsinuosis, carrugtdis , glabratisque , disco castaneo-jusco Imvi, margins tenui integro , tandem a ihaleamo secedente , latiusculo , crispa- tttlo instructis , in sicca subconip/icato-cni/nivcntibus rejlexiss'e; sporidiis fiisifbrmibus tetrameris dilute fnligineis. Tav. r. fig. IIT. Nelle selve dei monti das Organs nella prorincia di Rio Ianeiro. — N.° a433 ilclla cbllezione di piante Brasiliane faita dal chiaritistmo D. Casaretto nel i- in G ccnliinelri nel loro maggiore diainetro. Cos'i bizzarre sono le forme del lallo, clie io non ho frasi ad espriuierle conveiiieuleniente; le sue perforazioni , onde in qualche parte si potrebbe rassomigliare alle i'rondi dcWE/uoe/iii/ii clulluatum , nascono dalla confluenza e successi\o prolungamento de" suoi lobi. Le due pagine vedute ad occhio nudo , ap- |)ariscono glabre , nondiuieno l'inferiore e vestila di un lomenlo finissimo e litto tra cui sporgono i soredii che, scortecciali nel loro vertice, assu- moiio la ligura di pustole polverulenli c sulfuree. Gli apoleci si sviluppano dalle eslremila dei lobuli periferici e vi stanno oblicpiamenle allaccati, o, ineglio , eccenlrico e il punlo di loro inserzione, e siccome da principio il loro lato maggiore si trova ripiegato suh" esteriore , cosi prcsenlano in cerlo qual modo I'aspetto degli apoteci della JSephroma. Raggiunlo il loro massimo sviluppo , 5-6 millimelri di diainetro, si spianano orizzontaknenle, >i sliacciano nel loro conlorno , e prevalendo lo SMluppo dell escipulo a tpiello del talamio , o sia che il talamio si slringa in se slesso , il niar- g'uie escipulare risulta molto piu largo che negli apoteci immaturi, e qua e la screzialo di sprazzi giallognoli , dipendenlemente dalle accidental! scallilure o screpolature dello slralo epidermoidale di cui e veslito. Gli apoleci veggonsi spesso collocali nella parte centrale del tallo . ma si puo credere, in vista del modo con cui i di lui lobi procedono nel loro svol- gimento , si puo credere ripelo , essere stati essi pure marginal] nei loro primordii , ne liescire in progresso ccntrali , se non se per la graduata confluenza dei segment] prodotti dal lallo dopo la loro apparizione. Molti rapporti ha questa specie colla Sticta crocata e coll aurata d\ I^mhvm 11.1 1; , ma troppe sono le diflerenzc che ne 1 allontanano per po- lersi decidere a considerarla quale una semplice loro variazione, o quale un anello di congiunzione di qucste due forme. 1 5a osservazioni sul genere sticta Sticta Zeyheri. S. thaUo cartilagineo-rigido , projunde dissecto , segment is subdicho- tome-lbdiellato-laciniatis , laciniis Into linearibus canaliculatis , margins apiceque smuoso-lobulatU } undulatisque , supra umbrino , glabra, lacu- noso, rimulosof/ue , subtus tomento denso, crusso , cenlro saturate fusco, ambitu cinereo obsilo , ititus albido ; cjplwllis immersis, minutis, citrinis, pulverulent is ; apothectit marginalibiis , disciformibus , parvis , disco atro- fuscis , margiiw denticulato angusto cinctis ; sporidiis dimeris oblongis , cymbiformibusque , juligineis. Tav. i . lig. V. Sticta gih'a Zeyher herbor. Da un esemplare del Capo di Buona Speranza , favorilomi dal chia- rissimo Zeyher. I segmenti primarii del tallo hanno 4 centiuoetri di lunghezza, le loro divisioni tutl'al piii mezzo centimetro. GH apoleci uguagliano appena 2 miQimetri nel loro diametro. Dalla Sticta gih'a si distingue agevolmenle per lo strato midollare del tallo di colore biancheggiante e non citrino (Montagn. Cryptog. in Voyag. au pol. siul. I. p. 1 89 ) , per gli apoteci piani col margine denterellato. A nessun' altra dellc specie di questa prima dmsione potrebbe essei-e paragonata , ne alia Sticta crocata a cui fu gia riferita la Sticta gih'a. dal celebre Acharius ed anche recentemente dal chiariss. Hooker iuniore, il quale assevera the var. gih'a is on/j' a varietas, without the pulverulent lines on the upper surface (Cryptog. antart. p. 219). Sect. II. Cjphellis concavis urcealatisve , albidis , pallidisve ; sporidiis dimeris vel tetrameris , pallide kralino lutescenlibus. Sticta caulesceins. .">'. thallo e basi slipiliformi sublignosa, sursum dilatata , subpalmutim Jascic ulatimijite frondoso , frondibus subrosulatis , carlilagineis , rigidis . erecto-patuliSj cuneato-Jlabellatis , obovatisve varus, lobatis , palmatijidis, lacerisve . subinde foraminibus magnis jcncstratis , inferne crassioribus , DI G. DE N0TARIS 1 53 angustalis, canal iculatis, subpetiolatisque, supra latvibus, glaucescenlibus, subtus ochraccis , tomento tenui dense coacto obsitis, venisqite evanescen- fibus subcostatis , lobulls rotundatis , oblongis , obovalis , inlegrts , sinuo- sove-lobatis poljmorphis ; crphellis niinutis concavis , immersis, pallidis , vix ore protuberantibus ; apotheciis sparsis , adpressis , iunioribus disci- Jbrmibus , adultis badio-fiiscis disco convexis , margine tenui subevune- scente instructis; sporidiis elongatis, utrinque obtusis , rectis, curvatisve, dimeris , pallidc lutescentibus. — Tav. i . Gg. VI. Al Chili presso Valparaiso, dalla collezione del Rev. De Negri. II tallo spiegato orizzonlalmente ha 10-12 centimetri di larghezza, gli apoteci adulti 3 millimetri al piu di diametro. Le frondi o segmenti del tallo prese nel loro insierae compongono un cespuglietto o ceslo portalo sur uno slipile di consistenza legnosa, di circa un centimetro e mezzo di lunghezza , come se il tallo risullasse di piu frondi saldate mutuamcnte per formare un torso comune stipiliforme. Svariatissime nelle loro forme, tutte si presentano inegualmente angustate alia base e scanalate, ed ivi maggiore n'e la consistenza, per cui vedute nella loro faccia supina , in grazia appunto della spessezza maggiore e della convessita risultante dall' incurvamento dei loro margini , sembrano percorse da una forte nervatura , che gradatamente svanisce a misura si vanno spianando , ne mai oltrepassa la meta della loro lunghezza. Non regge il confronto di questa specie colla Sticta fdicina; forse merita appena di essere paragonata alia S. Menziesii di Hooker e Tatlor (Cryptog. antart. p. 86), alia latifrons di Richard, e alia fdicina a. di Montague (Fl. Fernand. p. 8g) ; ma nella Menziesii le cifelle sono gialle, gli apoteci adulti concavi; nella latifrons gli apoteci di color pallido giallo- rossiccio ; la fdicina inGne della Flora Fermandesiana per la sua somi- glianza colla damaecomis da cpiesta immensamente si scosta. Sticta Biatora. S. thallo frondoso car/i/nginro, crasso , fragili ; segmenlis caespitosis . ereclis, late Jlabcllato-cucullalis , liberis vel basi coalescentibus , anibitu obtuse irregularitcive sinuato-lobatis , concoloribus , fidvis , supra lae- i'ibus , glabris , subtus a basi fuscescente venosis , venisque cvanescentibus confluenlibusque obiter reticulato-rugosis , tomento tenui , raro , subjur- fitraceo adspersis vel daman calvescentibus ; cjrphellis urceolatis, pallidis. Serie II. Tom. XII. u I "> I 0SSKKV V/.IOM SI I. GENERE STICTA on prominulo; apotheciis periphericis creberrimis, spar sis, contiguisve , adpressis, pateUaribus , fitscis, iunioribus concaviuseulis, terattter mar- ginaUs, aditl/is, disco marginem subexcedente ccnwexiusculis , dvffbrmi- busque; sporidiis hjralino-hUeolis , dimeris , oblongis , rectis, leniterve curvatis. — Tav. i. Jig. MI. Dalle coste del Chili, ilalla eollezionc del Rev. De Negri. Segnienli del lallo mollo robusli e rcsisleuli , procedenti da una base' comune, saldati niiituamenle nella parte Loro inferiore o distinli, foggiaii a ventaglio, irregolarmente frastagliati ncl loro conlorno ed accartocciali. [>a loro lunghezza e di 5 in 6 cenlimelri. Gli apoteci munerosissinii , rawicinati , dapprima regolari, disciformi, leggermenle conca-vi , poi sva- rialissimi, orbicolari , allungali , angolosi, rcniformi , di vaiie dimension i , ma non mai tli diamelro inaggiore di due millimetri. Si direbbero gli apoteci di una Biatora. Uassomiglia qaesta specie per alcuni caralteri alia precedenle , ma ne dillerisce per la forma, la spessezza, il colore, per lc venalure della pa- gina inferiore del lallo , per gli apoteci , per gli sporidii sensibilmente piu picooti. Sticta macrophilla. Sticta maerophylla Dei. is. Slid. p. no. tab. X. lig. 42 '■' Sulle mpi del monte Ga\'i({ presso Rio Janeiro. — Collezione del 1). Casaretto , N.° i332. Sporidii fusil'ormi , letramcri , di colore paglierino. — Tav. i . fig. VIII. Tra le molte forme di Sticta damuecornis raccolte al Brasilc dal cliiariss. D. Casaretto , (puesta sola che parmi potersi riferire alia maero- phylla , valutando piu le fi'asi della descrizione del Dei.ise che non la fignra cli'egli ne ha data, e fornita di apoteci. Ainmetto die non \i e limite sjiiccalo di dislinzionc tra tpiesta e la forma lipica corniculata della damaecornis, poiche spesso in un medesimo esemplare si trovano riuniti i due modi di divisione dei segmenli del lallo , ma non avendo esemplari (ruttiferi di tntte e due le varieta , preierisco prowisoriamente di mantenerle distinle. M 8. HI. MiTARIS S'l I C T A l> I. I M B E A. Sticia plambea Mom.. — ex Delis. Slict. p. iog. tab. IX. fig. 41- Nelle selvc dei monti dns Organs nella provincia di Rio Ianeiro. — Gollezione del D. Casaretto, N.° 2428. Sporidii ovoideo-allungali, od allungalo-fusiforani, dimeri di color pa- glierino. Tav. 1. fig. IX. Oltre i caratteri esposti dal Dr.i.isr, si pub distinguere per gli sporidii, che tanlo nella precedente , quanta nella danutecornis sono quadriloculari ( MontAGN. Cryptog. Canar. p. 107 ). Stic TA Dll.UTA. S. thallo papjraccn in planum expanso , prnjunde diviso, segmentis sinuatn-cnrniculalis , iruneatisve , pulchre sub lente ciliolatis , supra laevi uiiiilulo , plumben-lutescente . in ambitu fumoso , sublus tenuiter aequali- terve tnmenlnsn fuscn-sublulescente ; cjphellis urcenlatis pallidis creber- rimis, margine tenui pmminuln ; apntheciis minutis, spar'sis, marginalibus, dcmum disci/nrmibus , discn saturate fuscn , planiusculn , margine tenui lliiiilo cnncolnrc ruguloso cinctis ; spnridiis dimeris hyalino-lutescentibus. cjmbaefnrmibus. — Tav. 1. fig. X. Sul tronco degli alberi nelle selve presso Rio Ianeiro. — N." 786 della collezione di piante Brasiliane fatta dal chiariss. D. Casaretto. Le divisioni priinaric del tallo hanno 5-6 centimetri di lungliezza . i loro lobi variano nella larghezza tra i 5 e i 10 millimetri, e si possono fino a un certo pun to rassomigliare per la loro figura al N.° 47- R- della leonografia di Delise, che rappresenta la Sticta Jlavescens. II colore della pagina superiore del tallo e pliunbeo giallastro , non senza lucentezza. l56 OSSERVAZIONI SUL GENERE ST1CTA Sect. III. Cjphcllis nullis? vcl rarissimis? A. Sporldiis fuligineis. StICTA GLOMULIFERA. Sticta glomulifera Dei. is. Slict. p. 129. tab. XV. fig. 54- Lobaria glomulifera IIoifm. — DC Fl. Fr. 2. p. 4°4- Parmelia glomulifera Achar. Lichenogr. univ. p. 4^7- Pannelia amplissima Schaer. Spicil. p. 4^0. Ricasolia amplissima DNtrs. Framm. Lichenogr. in Giorn. bot. Ital. a. p. I79. Sporiilii leggermente fuligginei, dimeri allungato-fusiformi , spesso cur- vati. — Tav. 1. (ig. XI. a. porzione della lamina proligera 4oo diam., b. sporidii; fig. XII. a. spaccato di an apotecio nei primi momenti del suo sviluppo : b. poraione di uno spaccato di un apotecio perfetto , di gi'andezza venti volte maggiore del vevo. B. Sporiiiiis hyalino-latesconlibus. Sticta heruacea. Sticta herbacea Achar. Syn. Lichen, p. 34 1. Dei. is. Stict. p i3a. tab. XVI. fig. 56. Lobaria herbacea DC. Fl. Fr. 2. p. 4°3- Ricasolia herbacea DNtrs. Framm. 1. c. p. 180. Tav. 1. fig. XIV. Sporidii. \ eggasi nel Giornalc Bolanico il citato mio Frammenlo lichenogralico per gli allri sinonimi e ]ier la provenienza degli esemplari della mia rac- colta. Di tpieste due specie solo la prima e stata trovata in Italia. In esse lesistcnza delle cifelle e luttora problemalica , rarissime od accidental! iliccmsi dal celcbrc Fries; nulle nella Sticta glomulifera \ rarissime, mi- nute, membranosc , biancheggianti ndl' herbacea dal Dei.ise. Tuttoche io non abbia il vcz/.o d' impugnare le asserzioni di cosi autorcvoli scriltori , non lascero di dire, parermi molto probabile, siano state prese per vere DI G. DE NOTAR1S 1 5 ^ cifelle , in queste due specie , le minute escoriazioni che lalvolla si riscon- trano nella pagiua inferiore del loro tallo. Tali per lo meiio denno essere le macchieltc nude, piintiformi, biancliissime della Sticta glomulifera alle quail allude lo ScBAEHEB. Wei inio niodo di vedere la scoperta di vere cifelle, nell'iina o nell'altra di queste specie , sarebbe un vero acquislo per la giusla estimazione del valore lassonomico di quesla parte del tallo, imperocche se si riesce a slabilire in modo assoluto che vi hanno in questo genere delle specie, ollre la pulmonacea e consimili, che di loro Datura e costanlemenle ne sono sprovvedute, io quasi non avrei difiicolta a riguardare i caratteri desunti dalle cifelle, come equipollenti in valore a quelli delle parti della frutlificazione. Se definitivamente si constatasse che la Sticta glomulifera n' e mancante , potrebbe almeno per quesla specie rivivere il genere liicasolia , e si potrebbe appoggiare di molti ca- ratteri non contando gli sporidii. Ma colesto non puo essere che un de- siderio, e piu in la non mi spingo. Sticta glaberrima. Sticta glaberrima Laur. in Linnaea?? Sul tronco degli alberi nelle sel\e dei monti dos Orgaos nella pro- vincia di Rio Ianeiro. — Casaretto Ei'bario Brasiliano N.° 85 1 bis. Nel primo volume della Flora brasiliensis , p. 2 1 3 , e riporlata dal chiariss. Eschweiler, quale una delle variazioni della Sticta damaecornis, una Sticta glaberrima di Lavrer , e non trovandomi in grado di poter slabilire se l'accennata Sticta glaberrima sia idenlica con questa specie della collezione dellegregio D. Casaretto, come parrebbe potersi dedurre dal nome specifico che ad essa pure conviene, mi accontento indicarne i saratteri, onde evitare possibilmente un inutile scialacquo di nomi ; pi'oleslando una volla per sempre, clie dovunque mi sia accadulo di ca- rican; di un niiovo appellate o specie da allri gia descritte , giainmai lo feci aweitilamente , o se l'ho fallo talvolta a\i'ii credulo di averne le mie buone raaioni. o La Sticta N.° 85 1 si accosta per le forme del tallo agli individui indicati piu sopra col nome di Sticta plundwa , Iranne che i suoi segmenti sono tulli cuiiformi , sinuoso-lobali e sccondariamente crenati , non mai prolungati e frastagliati sul fare di quelli della damaecornis. 11 lallo e coriaceo, levigato, di color glauco aiuimicato nella pagina superiore, 1 58 0SSF.RYAZIOM SL1. i.tMIIK STICTA nell inferiore glabro , bianco aimannuio, keggermente rugoso, sen/a cifclle. (Hi apoteci marginali, disciformi, piani od appena leggcrmente conca>i, di color baio nel disco, cireondati di mi orlo promincnle ed intero, noli proiuberano nella f'accia inferiore del lallo , qualinenle si vede ncll'//c/- bacea ed in altre congener?. Gli sporidii sono fusiformi } dimeri, di color paglierino. — Tav. i . fig. \ \ . Concesso essere questa specie identic* colla glabcrrima di Laurkr , Jion lasciero di osservare , ch' essa differisce dalla datnaecornis c dalla macrophjrUa per gli sporidii biloculari I caratteri tratti dalla forma degli sporidii saranno forse incompetcnti per la distinzione di specie aflini, pure non devono essere del tullo disprezzetti , e se non erro basterebbero a diinostrarlo le tavole delle quali il presente lavoro e accompagnato. Sticta Casari'ttian \. S. thallo papjrraceo in planum expanso varie lobato, lobis lobulisque sinuato crenatis , supra glauco cinerascentc nudo , laevi , vix lacunoso , subtus pallido in ambitu diluliore glabrato , caclerum tomento fuligineo, parte centrali densiore vestito, eoaue dec/duo granulato-aspero ; cjphellis null is } apotheciis plcrisque marginalibus , remotis , rarius approximalis , iunioribus scutellatis, demuni dilatalis, concaviuscu/is, amplis, disco badio- fuscis , sub lente subtiliter rugulosis , subtus subfurfuraceis , margine di- scum insigniter excedente foliaceo , lacero-lobato , crenatoquc-undulato limbatiSj sporidiis baculiformibus tetramcris, hjalino-lutescentibus , polis obtusis. — Tav. i. fig. XIII. Sul tronco degli alberi nelle selve dei monti dos Orgaos nella pro- vincia di Rio Ianeiro. Nella collezione del chiariss. D. Casarktto sollo il N.° 85 1. Tallo di sei in otlo cenliinetri di larghezza ; gli apoteci maluri , il loro larghissimo margine compreso di 6-8 millimetri di diametro. La su- perficie inferiore del lallo , glabra c levigala nel suo conlorno e di color pa Hit lo. e velala di an tomento fuligginco , piutlosto rado, fioccoso, sve- stito,' il epiale si presenla gremito di tubercoletti minulissimi, coslilniti, -c in appongo , dalla base persistenlc dei fiocchetli del tomento medesimo, e per niun conto paragonabili a cifellc. Io non saprei a quale delle specie della Monografia del Delise si po- trebbe jjaragonare la Sticta Casareltiana. DI C. f>E NOTARIS I ;h , Se m volesse sottafizz&re snlla forma degli sporidii, questa specie p<>- trebbe fbrnire il tipo di mi nuovo genere; ma \alulando la soslanza an- ziche le apparenzc , io tro\o 11011 esservi alcana cssenzialc differenza di struttura tra uno spoiidid allungalo <> fusifonne, o baculiforme , quando come ncl caso presents Bona identici il modo di divisione e il colore del iiucleo. Sticta pulmohacea. Sticta |iulmonacea Achab. Lichenogr. univ. p. j \g. S\n. p. 233. a. Delis. Slict. p. 1 3ij. tab. XVII. fig. 60. a. Fries Lichenogr. cur. p. 53. Garovagi.. Cal. II. p. 11. Parmelia pulmonaria Sceaeh. SpiciL p. 480. Lichen, helv. exsicc. N.° 384- Lichen arboreus seu Pulmonaria Mich. Nov. pi. gen. tab. 45. Mancano lullavia ncl mio crbario di Lichcni ilaliani, esemplari iden- tici al tipo di questa specie , simili cioe alia figura della lavola 45 di Mh.hei.i, ed al N.° 384 della Lichenoteca dello Schaerer, da cui ho ri- cavato la figura degli sporfdii di questa specie. La Sticta pulmonacca dei fageli dell'Apennino liguslico, delle colline dei dinlorni di Genova, della Capraia, della Sardegna, corrisponde esaltamenle alia forma rappresentata dal N." 64i delle Critlogame di Francia dellilluslre Desmazieres , dal N.° g del I." fascicolo di Licheni essiccati del Dei.ise : dilferisce dall' el- vet ica per nil fare piu grandioso , e la maggior tenacila e robuslezza del lallo , la cui superficie superiore e di colore olivaceo-fosco anziche ver- deggiantc, con lacune mollo ampie c profonde ; T inferiorc non di rado, ed in ispecie nclle solcature, vestita di tomento fuliggineo ; il contorno diviso in lobi assai larghi , angolosi, bizzarrainente fraslagliati, o lalvolta arrolondati , per cui megtio alia Unite, che alia vera pulmonacea, si di- rebbe appartenere, e per vcro gli indhidui novelli molto malagevolmenle dalla Unite si distinguono. Sporidii allungati od ovoideo-allungati dimeri di colore paglierino. — Tav. 1. fig. XVI. a, sezione di un apotecio 20 diam. , b. sporidii. Fin qui io non ho polulo procacciarmi esemplari fruttiferi e perfetli della Sticta sylvatica , raccolta nelle alpi Apuane dal Prof. Bertoi.om e nei monli del Comasco dal chiariss. Garovac.i.io ; della Sticta Diifoitrii Dei.ise di Corsica; della Sticta scrobiculata della quale ho raccolto piu volte indhidui hcllissimi nellc colline dei dintorni di Genova e partico- lannente nellc selve di Strnppe. l6o OSSERVAZIONI SDL GENERE STICTA DI C. DE NOTARIS Negli esemplari della Sticta pulmonacca dell'Apennino , nella Sticta KToUoukUa N.° 10 del I.0 f'ascicolo di Licheni di Dei.ise , negli esemplari della selva di Bricquebec raccolti dal chiariss. Lenormand sono frequenti gli apoteci , ma sformali nel colore e superficie del disco , dipendente- mente dal parassitismo di on ningillo che ne altacca la lamina proligcra, siccome fu avyertito dal celebre Fries e indicato nelle brevi notizie pre- messe a questa Memoria. II epiale fungillo e per i suoi caratteri e pel modo di crescere , puo essere per intanto classificato tra le Sphaeria e delinito come segue : Sphaeria (concrescens) Stictarum. S. stromate nigrescente, superficie rugoso-scabrUlo , pjreniisque con- crescentibus , subrotundis , contiguis, coiifluentibus innatis , ostiolis minu- tissimis vLx lente perspicuis ; nucleo pallida , ascis clavatis octosporis , paraph) sibusque copiosis filiformibus inextricabilibus composito; sporidiis oblongis qiuidrilocularibus , limbo tenui diaphano cinctis, nucleolis hja- lino-lutescentibus. La Sphaeria epicymatia di Wallroth (Fl. Cryptog. germ. II. p. 775) cresce pure parassitica sul disco degli apoteci di molti Licheni, ma sembra differire da questa pei pirenii prominenti , emisferici , nitidi , papillati. Tav. i . fig. XVII. a. porzione di un apotecio di Sticta pulmonacea la cui lamina proligera e sostituita dal fungillo or ora descritto, 20 diam. ; b. aschi e parafisi, 400 diam. ; c. sporidii, 700 diam. (SUceu) 9V? Deft So.3i (C-.vi.io StaM.di St IK... e OlUl .W 1U Mo... XII ,>o^j. I60. SW I. i6. DELLE GHOSSEZZE DI METALLO DELLE HIM Mil A l-'HK.O if \ It I K.I.I I 1(1 V G. CAVALLI LUOGOTENENTE COLONSELLO D' ARTIGLII I: I \ Approv. mil' adwtaiiza delli 2 febbraio l8S{. Lde grossezze di inetallo furono regolate dai primi fonditori dietro la sola esperienza a un calibro presso il focone , a | di calibro agli orecchioni , a i calibro alia bocca, le cjuali proporzioni potevano variare di g in piu od in meno , a ragione della grandezza delle caliche, motivo per cui ve- nivano le bocche a fuoco chiamate, le une rinforzate , le altre assottigliate. Col successivo progresso dell' arte della guerra si vennero alleggerendo sempre piu le bocche a fuoco delTartiglieria; si diminuirono le lunghezzt e le grossezze di metallo , cio che in Francia fecero Valliere , Belidor e Gribeauval , come risulta dalla tavola seguente : Peso tlello caricbe tli polvcre rifciito a quello delle palle Grosieue tli metallo al focooe in eatibri id. agli orecchioni id id. al principio delta volata Peso della bocca a fuoco in proictli J PIU °. ' variabile dai calibri J .. '. .. ( piu piccoh Prima del Valuers Belidor Gbibeii V i - 176a 1732 1732 1740 d'assedio di ottapum 1 3 i I i l 3 1 1 1 1 0,8 0,875 0,833 0,833 0. 800 0.C2S ■ 0,708 0,708 0, 0873 n urn 223 288 272 ISO Sf.rie II. Tom. XII. 1 63 DEI.LE GROSSEZZE DI METAI.LO DEI.I.E BOCCHE A FUOCO ECC. l/artiglicria di campagna si e quella che subi maggiore alleggerimenlo sotto Gustavo Adolfo, Federico II e Napoleoise; c solto quest' ultimo nel mcntre eke il Marcsciallo Mahmokt prcsiedeva fArtiglieria Francese. DeSSO nella sua opera Esprit des institutions iiii/itaircs , cosi si esprime i pas. 62: « En 1802 ct en i8o3, quand j'etais occupe* a riahlir le nouveau systeme d'artillerie (dcllo ilcH'mino XI) qui a servi pendant tout le temps de 1'Empire , les experiences que j'ai ordonnecs sur le poids du metal ont demonlre que celui cpii salisfait cgalcment aux besoins de la mobilite et de la conservation est le poids de 120 livres par livre du poids du boulet , bicn entendu avec la charge dun tiers du poids du boulet Dans L'eloge que je fais de lartillcrie nouvelle je nexcepte que le ca- libre de 8, qui a ele repris, et le poids cxagcrc ties pieces de campagne, de nouveau fixe a i5o par livre du poids du boulet ». NaPO LEONE, oids ont cte conserves jusqu'aujourd'hui, malgre les essais tentes en fan \1. pour substituer aux canons anciens , des canons plus legers. Ceux-ci fa- tiguaient tenement leurs affuls qvi'd a fallu revenir a ceux que Ton voulaii abandonner ». Bisogna dire che i cambiamenti arrecali al maleriale d'artiglicria In- glese di campagna , allora introdollisi in Francia , siano stati la causa della poca resistenza dei nuovi loro ail'usti. Infalli anche oggidi succede in Francia di rompcre gli alfusti , malgrado il maggior peso delle loro bocche a ftioco , cio che ])iu facilmente succedeva da noi , conservalo es- sendosi alle medesime la leggerezza di tpielle dell'anno XI. Ma lo scrivente, colla scorta di una sua teoria fondata sulla resistenza ma dei corpi, seppe comporrc un atfuslo, cpiello ora detlo del modcllo 1844, leggiero e si forte, che le gia leggiere nostre bocche a fuoco si sarebbero potute assottigliare ancora , se non fosse del rinculo il quale iliverrebbc allora soverchio. Un solo affusto si pote adottare per lulte le bocche a fuoco dcllarliglicria nostra di campagna , sullo slesso incaval- candosi cguahnenlc il cannone da 8 (() Francese) di 38o chilogrammi, il cannnne da 16 ( 12 Francese) di ^50 chilogrammi, e l'obice da 32 DI G. CAVALLI itijj (24 Francese) lungo 10, 1 3 calibri, pesante 5oo chilogrammi. Malgrado la sua lunghczza quest'obice si puo spat-arc sul nuovo aflusto sino coll'ele- vazione di 2.4 e |uu giadi , elevazione maggiore assai di quella clic pote- vasi dare agli obici corli sugli antichi affusti : cosi che con questi nuovi all'usti si puo praticare il tiro in areata anche cogli obici lunghi, maniera di liro moltissimo apprezzala dagli arliglieri Prussiani, i quali per non rinunciarvi preferirono finora conservare i loro obici corti, non credendo possibile fare an affuslo da conseguire lo slesso liro con gli obici lunghi. Da epiesta disamina vedesi come la determinazione del peso delle bocche da fuoco sia strettamente vincolata all'affusto che deve rcggerle nel tiro , soprattutto per quell'arliglieria che esige la massima mobilita ; e vedesi come siano insussistenti le relazioni che una volta si prescrivevano Ira il peso delle bocche a fuoco, e quello dci rispetlivi afllisli: I'impul- sione dello sparo, seguendo l'asse del cannone, passa ad una determinaia distanza dal centro di gravita dell' insieme unito cannone ed alFusto: per legge di meccanica riesce percio doppio il movimento impulso, cpiello di traslazione e cpiello di rotazione allorno al centro di gravita stesso; e cosi doppio ne e il toiTnento: si scema questo tormento accorciando la distanza del centro di gravita comune all'asse del cannone , motivo per cui bisogna dare la maggior parte possibile del peso totale del sistema alia bocca a fuoco , e la minor parte alTaffusto , solo quel tanto indispensabile alia sua resistenza. Ed essendo ora provato che si possono fare affusti leggieri e resistenli, diviene possibile Falleggerire anche le bocche a fuoco, meglio regolandone le grossezze di metallo, e cio che piu iinporta diviene pre- feribile farle in feri-o fuso , anche quelle dell'artiglieria di campagna, po- tendo dar loro tali grossezze di metallo attorno alia carica da essere guarenlile contro ogni eventualila di scoppio, stando sempre quanto al peso totale del cannone ed alfusto nei limili delle artiglierie le piu leggiere. I limiti qui sotlo designali intorno alle grossezze di metallo, ed al peso delle bocche a fuoco in uso, sono per la maggior parte tolti dal Trattato d'Artiglieria del sig. Timerhaus T. II da pag. 10 1 a 227. Questi limili quanlunquc incompleti servono a far vedere quanto sia grande la divergenza che havvi ancora nella pratica su tal materia : ilij nEl.LE GROSSEZZE DI METALI.O DELLE 30CCHE A FUOCO ECC. Limit i delle grossezze in calibri del peso boccbe a fuoco l asscdio ('.aimoui di bronzo prosso il focooc alia volata espresso in proictti 0,896 a 0,981 o,448 a o,5oo a32 a 3io / campagna 0,717 a 0,800 0,298 a 0,472 1 10 a 175 I assedio (iannoiii di ferraccio 1 campagna 1,000 a i,25 o,83 a 0,84 o,333 a o,5oo o,35o a 0,376 i4o a 307 1 19 a 124 Caunoni i assedio » » » ed Obici di bronzo j campagna o,455 a o,5oo o,2o5 a o,25o 80 a 89 Caunoni j assedi0 o,5oo a i,23o o,25o a 0,375 89 a 1 46 I'd Obici di ferraccio ) eampagna 0,660 a o,84o 0,280 a o,4 00 91 a 93 I bronzo / ferraccio 0,416 a o,55o 0,750 0,216 a o,345 0,437 5,3 a 10 10 a 3o Le grossezze inlermedie non sono meno variamenle regolate di quelle ilelle estremita. Perb luso dei rinforzi erasi introdolto appunto per gra- duare queste grossezze, ma nessuna ragione nc giustifica i salli, se non per quello degli orecchioni, l'esperienza avendo dimostralo essere tal parte ordinariamente la pi 11 debole , sia per causa dei battimenti interni dei proietti , sia per i difetti di fondila, che ivi di preferenza si accumulano. Quelli che seguirono il sistema Gribeauval conservano i tre rinforzi, allri li lolscro facendo un sol tronco conico di tutto il cannone, meno nei i-amioni obici, ed in generale per quelli di ferro fuso di piu moderna costruzione ; per i quali meglio essendosi sludiata la distribuzione del me- tallo , si divide il corpo del cannone sul davanti degli orecchioni , in due ironchi conici , dei quali sovente a quello di culatta si fa la parte altorno alia carica cilindrica , e da alcuni la culatta emisferica di egual diametro. Quesle ultiine forme sembrano le piu razionali per il miglior impiego ilcl melallo tutto della bocca a fuoco , a vantaggio della sua resistenza. Si cercb da molti la legge colla quale si dovevano regolare le gros- sezze di metallo da darsi alle bocche da fuoco, e si produssero delle DI O. CAVALLI 1 65 ibrmole, in funzione del calibro e del peso della palla, e della carica , piu o meno empiriche, i cui coefficienti bisognava alfin determinare dietro le grossczze in uso , per cui tanto valeva attenersi semplicemente a quelle. La difticolta sta in prime- luogo nella misura che bisogna fare della po- tenza della polverc infuocala , la cui ricerca diede luogo alia bella teoria della combustione della polvcre del sig. Piobert , all'oggetlo di dedurne la forza che esercita conlro lc bocche a fuoco , ed ogni allro recipiente. Rum fort fu il primo che cerco di determinare la forza assoluta in atmosfere della polverc infuocata , dietro il peso che era appena capace di smuovere , e dielro la resislenza del mortaielto in cui la collocava , chiusa dentro del detto peso. II sig. Piobert seguendone le traccie fondo sugli stessi principii la sua teoria del movimento dei proietti nelle bocche a fuoco, e facendone l'applicazione al cannone di campagna da 12 (16 nostro) , sparato colla carica di j del peso del proietto, trovo che,allorche questo e spostalo di om, o5 , i gaz raggiungono la loro massima dcnsit;'i di o, 38 , quella dell' acqua essendo presa per unita. Con questi valori dalla fonnola di Rumfort deduce per la tensione media dei gaz i5oo atmosfere , e per quella presso del focone 1800: quesle tensioni si de- dussero per la polvere fatta colle piste, ma per quella triturata nelle botti, di piu viva combustione, lo slesso autore incontra la pressione media di 1730 atmosfere, e quella massima presso il focone di 2000. Colla polvere fabbricala nelle macine a ruota trova la tensione media di 1900 atmosfere, e quella massima presso il focone di 2200, e puo anche giungere colla stessa carica di \ ad una tensione media di 2100, e di a5oo atmosfere al focone. Colla carica della ineta del peso del proietto la tensione media che ottiene colla polvere delle piste e di 2100 atmosfere, e la tensione mas- sima presso il focone di 25oo , e colle polveri piu vive questa carica porta la tensione del gaz fino a 34oo atmosfere. Mentre le polveri fabbricate colle botti , e colle macine , a cagione della piu viva loro accensione , sono rovinose per le bocche a fuoco , le palle poco piu acquistano di velocita uiiziali, e colle sue formole deduce il PionERT che un aumento di 100 atmosfere di tensione dei gaz non porta che un aumenlo di 6 a 8 metri su 4^o a 5oo di velocita inizialt- delle palle. Questi ed allri risultati che otlenne il sig. Piobert dalla sua teoria , quantnnque interessanti per la luce che gettano su tante queslioni finora l6G DELLE GROSSEZZE 1)1 METALLO DELLE DOCCHE A FUOCO ECC. oscure , non possono pero essere ricevuti che come approssimazioni, non abbasiauza vcrosimili esscndo i principii sui quali edifice- la leoria stessa; ([iiaiitinujue non parts dalla couibuslione istantanea della carica , come i suoi |ircdcccssori Eui.er , Robins e D'Arcy, parte pero dall' ipolesi che gli ellclti dinamici dei gaz della polvere , che si svolgono in un cannone, siano per prodnrre gli stessi effetti statici dell' acqua compressa nel ci- lindro di un prcssoio idraulico, ove ancora il liquido non sia in movimento. l'oM:r.i.r.T , nclla sua introduzione alia meccanica industriale, N.° 170, stabilises i veri principii della comunicazione del movimento dei gaz, pro- dolli dalla esplosionc della carica di polvere nclle arnii da fuoco, dai quali si j>ossono solo deduiTe le regolc rigorose per la determinazione delli- grossezze di metallo delle bocche a fuoco. II tiro consiste nell'im- piego deU'clasticita dei gaz della polvere per imprimere progressivaniente la velocita al proiettile : questi gaz , dilatandosi per l'azione del calorico, fanno davvcro le funzioni di una molla ; premono la palla con foi'ze che, partcudo da zero, crescono rapidissimamente lino a un tal lermine che si accosta piu o meno all'istantc in cui la polvere e intieramente infiani- mata e combus(a ; poi decrescono cpieste forze per causa del rafiredda- mento dei gaz che perdono il calorico coll accrcscersi del loro contatto colle pareii ilcll'anima , per causa dello sfuggimento dal venlo e dal fo- cone , c per causa infinc dello avanzarsi del proietto nell'anima , accre- scendosi di piu in piu lo spazio in cui si dilalano. < Hiantuncpie non si conoscano le leggi di dette pressioni che incalzano il proietto, ne cpielle dell' infiammazione neccssariamente progressiva della polvere nclle bocche a fuoco, si possono nullameno dedurre piu conseguenze conformi nella loro generalita ai risultati ben conosciuti dell' esperienza , giacche e qui il caso simile a quello della comimicazione del movimento per l'urto dei corpi, ove, senza conoscere nessuna delle leggi che seguono le forze di reazione, si arriva cio non ostante ai principii utili, che non si scostano sensirbilmente dagli effelli natui-ali. Dall' istante in ctd il corj>o, che otlurava il morlaietlo di Rumfout , passsva dallo slato di riposo a cpiello di movimento , si passava da una semplice pressione, eguale in chilogrammi al peso assoluto di quel corpo, ail \u\' im|mlsione che ha per misura il prodotto del peso del corpo per 1 allezza a cui veniva sollcvalo. Quando tale sollevamenlo non aveva luogo, e si poteva pero rilenere il detto peso come appena capace di equilibrarc I impulsione che riceveva dalla polvere accesa nel mortaiello , esso peso DI G. CAVALL1 167 11011 rappresentava altro clie la for/a slatica capace di equilibrare 1 clfetto diuainico prodollo dalla forza viva della polvcre infuocata. Lc parcli del uiorlaielto ricevevano un' impulsione dall'esplosione della polvere, e non gi.i una seniplice prcssione, e la resislcnza del morlaietto non si puo va- I u tare , come ordinariainente si la in chilngraiiuni, ma bisogna misurame la i-esistcnza vi\a esprossa in chilogrammelri. L'csplosionc della carica nel morlaielto, siccome nelle bocchc a fuoco in gencralc, product' nelia massa del eannone I cstensionc nel senso della circonferenza , e la compressione nel verso del raggio , per cui la parete interna soffit) una dilalazione ed una compressione maggiore di quella degli strati succedcnlisi. (Juando i limiti di elasticita della materia del eannone non siano superati, dopo T urto ritornano precisamenle alle di- mensioni di prima ; quando invecc la forza dell' esplosione e bastante a superarc i detti limiti , cio chc avviene successivamente incominciando dagli strati intend clie sollrono maggior eslensione e sposlamenlo, allora le parcti slcsse 11011 ritornano pin a silo precisamenle , e riinane dopo l'esplosione aggrandita 1'ankna , ed inlaccata ad ogni sparo la solidila del eannone. Superato il limile di elaslicita degli strati intend , moltissimi span potra fare ancora un eannone , prima clie sia superato cpiello di rottura ; la epiale naluralmente ha incominciamenlo pur anche dagli strati interni, e si prolcnde successivamente, colla conlinuazione del tiro, nella grossezza del metallo , fino a un punto che , vinla a un tratto la resi- stenza viva dei rimanenti strati esterni , in parte non ancora intaccati nella loro elasticita , e in parte superata questa gia piu o meno prossi- mamente al limite di roltura , avviene lo scoppio della bocca a fuoco. Egli sarebbe adunque imporlantissimo di potcr trovare la quantita di lavoro impulsa alia parete dellaninia della bocca a fuoco dall' esplosione di quelle carichc che , per csserc troppo forli , superano i limiti di ela- sticita , e tanto piu quello di rottura. Questa ricerca fonnera il soggetto di altra Memoria ; ci limitiamo per ora a trovare la legge colla quale si devono rcgolare le successive grossezze di metallo dal fondo dellanima alia bocca dei cannoni , desumendola il piu direltamente che sia possibile daU'espcrienza. Siccome senza conoscere la legge della cspansione dei gaz della carica di polvere infuocata, trovata per esperienza la velocita inizialc del proietto, si puo con essa calcolare la ipiantita di lavoro impulsa sul fondo deU'anima delle bocche a fuoco , cosi ci veniva indicato il mezzo di poter ottenere, 1 68 mm GROSSEZZE DI METAI.LO DELI.E BOCCHE A FUOCO ECC. in modo analogo, la quantita di lavoro impulsa sulle pareti cilindrichc dell'anima. A tale oggetto lo scrivente immagino di fare un foro nel lato del cannone, in direzione normale all' interna parete dell'anima, e di av- vitarvi una corta caiina da spingarda, sicche una seconda anima ne venisse ad avere il cannone da potervi collocare nello sparo una seconda palla , la quale avesse ad essere sparata coll'esplosione della slessa ordinaria carica di polvere , caricando al solito il cannone. Un piccolo pendolo balislico convenienteinente collocato riceveva le piccolc palle nello sparo , e se ne deduccva la loro rispettiva vclocita iniziale. Ripetendo successivamente questo foro alle varic distanze dal fondo dell' anima, ed i tiri analoghi , si viene a conscguire la predetta quantita di lavoro per le successive parti, supposto il cannone diviso da tanti piani normali all'asse. Nel i845, ottenutane la superiore autorizzazione , feci l'esperimento nei fossi della cittadella di Torino con un cannone da 16 di campagna, al lato destro del quale si praticarono successivamente undici fori (un solo perb, quello in esperimento, rcstando aperto), il primo a i5 calibri dal fondo, c sino al 6.°, da 2 in 2 calibri, e di poi ad un sol calibro di distanza, sicche il 5.° capitb nella parte anteriore dell' orecchione destro , l'ottavo rimpctto il dinanzi della palla ( il tiro facendosi colla carica del terzo del peso della palla), il g.° rimpelto al di dietro del proietto, od al principio della carica ( giacche non facevasi uso di tacco , ne di altro corpo tra loro interposto ), il io.° foro corrispondcva al mezzo della carica, e I'u." era tangente al fondo istesso dell'anima ; poi se ne faceva uno anche nel mezzo del fondo istesso dell'anima, dopo di aver tagliato il codone del pezzo. Ognuno dei detti fori laterali aveva om, 027 di diametro all' interno eguale al calibro della canna avvitata , e le palloltole di ferro batluto pesavano 76 grammi , ed avevano il diametro di om, 0264. Le velocila risultarono nel rapporto approssimativamente costante di 2600 volte le oscillazioni ; le medie delle quali , regolarizzate mediante la costruzione grafica di una curva , risultarono quali sono consegnale nella tavola che segue. Le medie delle oscillazioni relative al tiro del cannone colla carica del 3 del peso della palla , furono desunte da piu spari fatti per ognuna delle sopradette distanze dal foro lalerale al fondo dell'anima del cannone stesso; mentre per le altre cariche di * , £ ed | si sono solo fatti gli spari per alcune di dette distanze , tanto che servir polessero alia costru- zione delle cm-ve analoghe, ed alia deduzione delle oscillazioni del pen- dolo per lutte le altre distanze anzidette. 1)1 < ( \\ U.I.I l(i() II foro tansente ad fondo c quello nellassc stesso dell'anima diedero i poco preBSO gli stessi risullati del foro corrispondente alia mela delis oarica. Si deve dunque poter desamere dalla velocita iniziale acquistaia datla pallottola sparata dal faro del fondo. la velocita iniziale della palla del cannone, la quale sara espressa dalla formola * 6 \ 26, 5 J n-j/A'«' ove il fattore algebrico e il rapporto dei rispettivi coefficient di corre- zione dedotli dull 'esp< ricn/.a, seeondo Rochet, per passare dalla quantita di moviinenlo dei proietti a quelle impresse al fondo dell'anima. A- e k' sono il rapporto del volume della carica di polvere con quello maggiore della slessa occupato nelliiiterno della bocca a fuoco, cioe A= I * r I , /.' = / -■■ / j . we n' sono i rispettivi rapporti del peso delle caliche di |iolvere con quello dei proietti. E «' = j ed n si deduce dalla rclazione \'z=c y log( i -t-» ) data dal Piobert (vedi pag. 3ii del Memoriale d'ar- tiglieria, num. V) , ove c'e un coefficient costante da determinarsi per iin caso ; pel , i)o3, e successivauiente per la canna 1 ■+• y k 11 = 2, 67 , 6 |>el cannone 1 -+- y k' n' = 1, 5o , cosicche la velocila iniziale della palla da 16 si trova di 4,9"'> cne '" alcun poco inferiorc a (piella conninc per i cannoni di campagna , per la ragione clie il predetto cannone era usalo, ed era la polvere di quell a avanzata dalle esercilazioni annue. Dala la grossezza di metallo al focone, facilmente si possono dai pre- laii lisullaiiicnii dcdurre lc altrc grossezze successive , colla condizionc die la distribuzione del metallo sia falta in guisa di dare una egual resistenza al cannone, sicclie la velocita d'impulsionc dallo stesso ricevnta nel tiro sia la medesima per ogni sua parte; ci6 chc cquivale a dire, die lc Serie II. Tom. XII. s I TO DELLE GR0SSEZZE DI METALLO DELLE BOCCHE A FUOCO ECC. quantita ili lavoro impresse dallo sparo nel senso normale al suo asse ai >>ingoli anelli , o segmenli componenti il cannone medesimo, supposto divisa da lanti piani normali al detlo asse, stiano tra loro come i proprii voliuni al volume in gencrale , essendo proporzionale la resistenza \iva dei solidi. Infalii chiamando eon h la piccolissima altczza dei segraenti, eon /• il ragcio dell'anima, con mr il rag"io eslerno del cannone in un dato sito, con XT qnello esterno del segmento che si cerca, con p il peso delta pallottola, con n' e eon n i rapporti del peso delle cariche a (niello delle palloltole rispettivainente per i due siti in questione , con e' e con v* le corrispettive velocita iniziali sperimentalmente Irovate, con I ' v con V le velocita impresse ai segmenti gia detti del cannone, in- line con D il peso dell'unita cubica del metallo del cannone stesso , la delta proporzione sara -.— ^ '- P :-.-+ '- V ■:n(x — i)r h:n(m — i)r h , S 2 8 dalla quale appunto risulta V=.V. Ora le quantita di movimento, impresse dal tiro ai singoli segmenti , ado eguali a quelle impresse allc palloltole, ove si chiami con p il raggio della canna che sparo le pallottole , si avranno le equazioni 9t ^P* \\ */i—\ *(&? — i)r2hD Tr. S\inrhJ v ' g dalle quali si deduce X =|/-^io--» La prefata formola varia solo colic velocita iniziali delle pallottole, i rispettivi rapporti del peso delle cariche a quello delle pallottole stesse deducendosi dalle medesime velocita nella maniera suddetta : e siccome l< velocita iniziali dei proietli sparati in bocche a fuoco di diverso calibro , con cariche nello stesso rapporlo col peso dei proietti, sono pressochc egnaH, cosi le relative grossezze di metallo espresse in calibri sarauno Dl G. CAN All. I pure pressoche le stesse; cosicche potranno quelle qui appresso calcolaie servire di norma generale. Con esperienze piu compiute di quelle che fit possibile fare da noi , si potranno col metodo indicate comporre tavole ancor piu esatte ed estese della seguente per servire alia coinposizione delle bocche a fuoco d arliglieria. Carica del cauiioiic Distune in calibri tlal f'ondo deiranima in parti del peso della palla i 2 3 4 5 7 "" 9~" It 13 15 di J Oscillazioni del pendolo in millim. 825 280 247 223 201 166 136 113 97 88 845 728 642 580 523 432 354 296 252 229 Rapporlo del peso della carica ipo- tetica cod (jucllo della pallottola 2,903 1,750 1,195 0,874 0,684 0,426 0,287 0,182 0,129 0,105 Grossezze dl mctallo in calibri . . . 1 0,816 0,695 0,611 0,543 0,437 0,352 0,288 0,242 0,219 di 5 Oscillazioni del pendolo in millim. 289 253 223 196 173 137 114 97 86 80 751 658 580 510 450 356 296 252 224 208 Rapporlo del peso della carica ipo- tetica con quclio della pallottola l,C50 1,282 0,899 0,612 0,471 0,273 0,182 0,129 0,100 0,086 Grossezze di mctallo in calibri . . . 0,790 0,716 0.014 0,527 0,443 0,352 0,288 0,242 0,213 0,197 di I Oscillazioni del pendolo in millim. 250 227 196 169 165 111 92 80 73 09 C06 590 510 439 377 289 239 208 190 179 Uapporto del peso della carica ipo- telica con quclio della pallottola 1,492 0,942 0,642 0,444 0,311 0,173 0,115 0,086 0,071 0,063 Grossezze di mctallo in calibri . . . 0, 743 0,627 0,527 0,437 0, 374 0,282 0,229 0,197 0,179 0,168 di i Oscillazioni del pendolo in millim. 220 184 152 129 110 85 72 05 60 57 588 480 395 335 286 221 187 169 156 148 Rapporto del peso della carica ipo- tetica con quclio della pallottola 0,933 0,578 0, 346 0, 239 0,109 0,098 0,069 0,056 0,047 0,043 Grossezze di mctallo in calibri . . . 0,689 0,491 0,395 0, 329 0, 277 0,211 0,176 0,159 0,146 0,140 Si suppose data la grossezza di raetallo a un calibro di distanza dal fondo dell aniina della bocca a fuoco, a cagion d'esempio di un calibro I -3 DELLE 6R0SSEZZE Dl METAI.l.O DEI.I.E BOCCHE A FUOCO ECC. per la carica di - del peso delta palla, e dalla quale grossezza si dedussero enan.dk> qaelle lutte relative alle cariohe di J, \ e di ; del peso della palla. 1 0,8IC. 0,886 O.GI1 0,513 0, i:i" 0,352 0,288 0,244 Questa e la ligura comparaliva del cannone adoperalo nelle esperienzr avente la forma in uso , con quella corretta e piu convenevole per resi- stere all'esplosione della carica di polvere , dedotta essendo nclla maniera la piu immediata dall'esperienza. \ei prefali calcoli non si Icnue conto delle percussioni clie la parete deU'anima del cannone riceve dalla palla che spara, perche desse sono abbastanza piccole da potersi trascurare quando si sparano palle con pic- colissimo vento, c finche e piccolo e contenuto nei limili delle lolleran/.r in uso T incavo orbicolare , ossia qnel maggior vento che si forma attorno alia palla nel silo deU'anima ove vien collocata nel caricare il cannone. 1 guasti cagionali da dette percussioni , quando si sparano proietti piccoli per cui anclie 1' incavo orbicolare si forma piu presto, sono appunlo quelli che mettono prontamente fuori d'uso sopraltulto i cannoni di bronzo dopo un assai limitato numero di tiri. Nei cannoni di ferro fuso siffatti guasti non succedono ne si prontamente, ne mai in grado tale da far mettere per eio fuori duso il cannone. Qucsto vantaggio proviene dalla maggior durezza del ferro fuso, sopraltutto di qucllo preferibile per fare i cannoni, la cui resislenza viva enlro il liinile di elaslicita sembra sufficiente . tuttavolta che non si sparino con cariche superiori a quella di \ del peso della palla, carica la piu usilala, e suflicienle anche per il tiro in breccia. K invece superata la resistenza viva dei cannoni di bronzo , anche nel tiro colle minori cariche, al dclto limile di elaslicita, mentreche il limile
  • er una bellissima opera, che pubblico in Parigi nel 1 8^3 sotlo il litolo di Histoire militaire dcs Elc- pkants , la quale opera ha non solo il pregio di storicamente narrare le varie spedizioni militari, cui essi prcscro considerevole parte, ma di scerrare con buona critica il vcro dal favoloso , e coll' autorita degli scrittori anliclii d'ogni gcnere, eol sussidio delle mcdaglie, c di allri do- cumenti dimostrare chi sieno stati i primi pojioli che li addestrarono e li usarono in guerra , come quest'uso dalle Indie e dall'Asia sia venuto in Europa»ecc. ecc. Da eroi delle batlaglie gli elefanti passarono, come ho superiormente notato, a Bgurare tra gli ornamcnti e le pompe irionfali dei grand! ca- pitani rincitori, e piu tardi si introdnssero nei giuochi del cireo, al quale ultimo proposito leggiaino in Plinio bellissime descrizioni di combattimenti offerti ai Romani da Cesare c da altri Diltatori. ILMJSTRATO DAL PROF. E. SISMONDA I 77 Ora egli e appunto alia medesima razza, che i nominati elefanti, di cui intralasciamo la storia, perche se utili sono per le cose che ho a dire i suesposti brevissimi cenni , inopporluna lornerebbc una piu cstcsa notizia , che s'apparliene quella specie fossile rinvenulasi, sul finire del mese di settembre del 1 849? neg'i scavi per la strada ferrate tra Dusino e Yilla- franca, e la quale gia venne annunziata al pubblico da varii giornali italiani e stranieri. Prima di entrare nei parlicolari descriltivi di colesta spoglia, alia cui illustrazione e unicamentc destinato questo scritto, e meslieri, parmi, premettere poche parole sull organizzazionc dei pachidermi armati di vere zanne e forniti di proboscide, dei pachidermi, voglio dire, costi- tuenti la famiglia dei proboscidali nei limit] , che le ha assegnato Cuvieh. Se noi pertanto , fatta aslrazione da (panto gia si e detto e scritto da chi ci precedetle nella trattazione di quest argomenlo , senza preoccu- pazione di sorta prendiamo a considerare il tipo d'organizzazione dell'an- /.idctta serie di pachidermi, abbracciando in siilalta considerazione tanto le specie estinte, che quelle tultora in vita, tosto ci awediamo che esse sono foggiate sopra due tipi diversi, e vogliono percio essere separate in due generi distinli. Una tale divisione era troppo consona alia nalura perche potesse sfuggirc alia perspicacia del piu distinto Paleontologo, che sia esislito in principio di questo secolo, voglio dire del Barone Gioi-gio Cuvieh; egli infatti creo il genere Mastodon per tuttc le specie a denti tubercolari, e rilego all'antico genere Elephas di Li.v\eo tutte quelle a denti lainellari. Fra i natui-alisti anteriori al Civier nissuno vi fii, che abbia proposlo simile separazionc in modo veramentc assoluto , e coire- dandola di tutte quelle ragioni anatomichc, che dovevano darle un posto permanenle nella scienza , tuttoche alcuni , come i fratelli Hunter ad esempio , iin dal 1768 gia avessero veduto nell' anirnale deir Ohio un essere assai diverso dall'elefanle. Lo stesso Blumenuach col suo Mammou- theum Ohio/icum non si puo dire che abbia dato a divedere di conoscere tulta la diversila che passa tra il mastodon le e Telefanle, e che abbia con quello voluto stabilire un genere nuovo, sia perche non ne ha indi- cato i veri caratteri , sia perche il nome generico di Mammouth dai na- turalisti d'allora si applicava tanto aU'elcfante di Siberia (vero elefante), come a (niello deli Ohio (vero mastodonte). II genere Cuvieriano lu universahncnte ricevuto lino alia comparsa dell'opera del sig. Ducrotatt di Bi.ainvili.e, intitolata: Ostc'ographie ou description iconograp/iir/ue comparee Jit squelette ct ilu sfsleme dentoin- Serie II. Tom. XII. y I "8 OSTKOGRAFIA HI IN MASTODOTE ANGVSTWENTE des cinq classes danimaux vcrtebre's recenls el fossiles etc. Queslo, per dtra parte distintissimo e benemerito anatomico-naluralista , ritoniando Millie Uaecie di Li.n.mo , di Pesnant, di Buffo.n , c di altri , respinse il genere Mastodon , c ne rium 1c specie sotto il genere E/ephas. A vcro dire perct il parallelo ostcologieo falto dal Bi.ainyili.e Ira gli elefauli la- mcllodonli ed i mastodonti collo scopo di dimostrare non avervi Ira rssi vermin cssenziale dill'trenza per rispelto alle parti piu iinporlanti del si- Stema osseo , comprcso 1' istesso apparato denlario, e non polcrsi percio ultcriormente sostcnere il genere Cirvieriano , non risolse , a mio avvisn. vitloriosamenlc la qucslione. Le differenze addolle dal Cuvier, per chiuu- (pie voglia nsare, ncl valulare i carallcri che dislinguono gli elcfanti dai inaslodonli , la inisura razionale che gcneralmente si segue nel valulare ipielli , su cui si fondarono e si fondano tuttodi generi ed anche piu eslese division) nelle varie classi del regno animate, le dillerenze, dico, addotte dal Cl'mer nel caso in qucslione compariranno di lal natura e di lale importanza da fare del genere Mastodon uno di quelli piu validamenle appoggiati. Tanto e vero che lo slcsso Blaisvii.i.e non l'ha respinto che apparcnlcmenle, slanlcche dividendo , siccomc fece , il gruppo degli i-lefanli in due sczioni , cioe in elefanti lamellodonli ed in elcfanti inaslo- donli, non fece allro, mi pare, che comprendere in una sezionc par- licolarc quel che Cuvier avca riunilo in un genere nalnrale, vale a dire ha lollo la parola gencrica , ma in rcalla ha lascialo sussistere la scpa- razione delle specie. E la cosa dovea procedere cosi e non allrimcnli ; che (juando il Buainviui.e avesse volulo provarc col fallo la non esislenza del genere Mastodon , avrebbc dovulo dimoslrarc che le specie di queslo poU-vano inlcrporsi in una seric naturalc con quelle del genere Elephas, alia quale dimoslrazionc sarebbersi opposli quci principii fdosofici , che deggiono regolare qualsiasi classificazione , la quale sia destinata a rap- |>resenlare non alterato il quadro dclla natura. Le ragioni che mililano in favore del genere gia piu voile menzionalo, <■ che non furono neppur lutle prodolte dallo stesso Cuvier, risguardano in primo grado il sistcma denlario, e secondariamente poi anche il rima- nente dello schelelro. E nolo che i molari del niaslodonle formali caduno di un pezzo solo, c non di varie lamine dislinle, come negli elefauli, non presenlano colline riunite da cruel ceinenlo parlicolare , che ticne legale assieme le lamine clcfanline, il cui numero da 4 Puo cstendersi fino a 27 passando pei numeri inlermedii di 8, 12, i5 e 18, menlrc u.i.ustiuto rut. pnop. e. sismonda i-»j nel mastodonle le colline non sono mai piik di sei , separate a vicenda da un profondo solco tras\ei\sale, e costituite ciascuna da due dislinlissimi lubcrcoli conici assai robusti e sporgenti , forlificati , secondo i casi , da tubcrcoli secondarii e da talloni. Lo smallo che copre cotesti tubercoli forma uno strato assai alio , come le colline cui essi danno origine , presentano lalvolla , a dillercnza delle colline, se pur meritano questo nome , dell'elefante , una tale obliquila , che i tubercoli invece di stare 1'uno piA o meno rimpetto all'altro, veggonsi disposti in guisa che quelli delta serie interna altcrnano con quelli delta serie esterna. II collo nei molari mastodontei mediante un rigonfiamento assai pronunciato dislin- guesi bellamcnle dalla corona, non che dalla radice, la quale a sua volta per essere piu lunga , e piu profondamente divisa, somministra anch'essa mi carattere distintivo di qualche valore. Lo stesso modo di logoramento dei molari si effeltua in una maniera diversa nei inastodonli e negli elefanli: in quelli tutte le colline agiscono. per cosi dire, contemporaneamenlc, sicche nei vecchi individui esse tro- \ausi , ad eccezione dell'ultimo lallone, cgiiahnente rose e consumate; negli elefanli e frequente, per non dire coslante, il caso di incontrare molto logore le otto , dieci o piu lamine anleriori di un quinto o sesto molare, e intatte le successive posteriori, il che indica una posizione di questi denti per rispetto all'alveolo diversa da quella che c propria ai molari del mastodonle. La quale diversa posizione, che non credo perb essere Tunica causa deU'accennato modo di logoramento , e ancora fatta manifesla dalla natura dei piani , che presentano le corone mozzate: cosi nell'elefante la superficie triturante del quinto e del sesto molare superiore, per cilare quelli ove il fenomeno e piCi appariscente , e gibbosa e convessa , ed i corrispondenti molari in— feriori hanno la delta superficie incavata a barca; ora nel mastodonte il logoramento si fa eziandio in senso contrario tra i molari superiori e quel della mandibola , ma giusta un' altra legge , per cui, mentre i superiori a lun^o aiulare fonnano un piano inclinato piu alto all' iudentro che al- 1 infuori , gli inferiori offrono un piano inclinato piu alto all' infuori che all' iudentro. Colesta diversa maniera di logoramento merita , a mio a\- viso , di essere presa in seria considerazione, come quella che pub indi- care un diverso movimento masticatore, che nei mastodonli si polrebbe suppone avvenuto in senso orizzontale, ed in un modo, sto per dire, ondulalorio , da deslra a sinistra, o da sinistra a destra, come osservasi nei ruminanti. I So OSTEOGIUFIA DI UH MASTODONTE ANGUSTIDENTE Insomnia per quanto si vogliano stiracchiare i fatli onde fnrli servire ili appoggio ad una preeoncetta idea sistoniatiea , pare a nie che non sia mai poSSlbile di confondere in uno i duo disliulissiini tipi odontografici , ohe abbiamo q\n messo a confronto. I mastodonli pei loro molari a corona semplice , a colline meno numcrosc, meno elevate, piu spesse, piu grosse , piu presto riunile al collo, mancanli di ceinento intermedio, e pei \arii allii caralleri sucnunciali, non si potranno mai ragionevol- mente riuniie cogli clcfanli in un genere unico. Parecchi di questi ca- ratleri dillerenziali furono accennati dallo stesso Bi aikvii.i.f. ; ma egli , per soslenei'e la riunione dei due generi , ne ha menomata V iinportanza lino al punto di dire, che essa si riduceva tutl'al piu a dare ai masto- donli la faeolla di mangiare soslanze vegetali piu grossolane , come se qoal corollario iisiologico non si dovesse stabilire, che da tale facolta , quand'anche fosse Tunica conseguenza della particolare forma dei dcnti doi maslodonti , ne debbono essere derivate in quesli animali delle con- dizioni aflatlo csclusive sia riguardo allorganismo , clic riguardo alle abi- ludini. Del resto noi dobbiamo andare lanlo \riii guardinghi e circo- spetti nel limilarc 1 influenza della particolare strultura dell apparato masticatore dei maslodonti sulle condizioni della loro vila, quanto piu I diflicile , trattandosi di esseri scomparsi dalla faccia tcrrcslre, di te- nere un sicuro c particolarizzalo ragionamento sulla fisiologia ed ana- tomia loro. Ora, sc ilall'esame dei molari noi passiamo a quello delle zanne , vi troviamo eziandio (malche modificazione di forma merilevole di atlenzione. E cosa gia a\\ertila che cruesti organi nei maslodonti non presentano mai inflessioni cosi pronunciate quali si osservano nelle zanne degli elefanti si fossili che vivenli ; ma a parte questo caraltere , cui non si pub certa- raente attribuire un gran valore, v' ha la diversita di slrutlura organica, In' vuol essere tenuta in qualche conto. E qui alludo a quella fascia di sinallo, che si estende per (ulla la faccia piana superior-interna del dente, composta di fd>re verticaU vclrose , la quale sebbene non sia ammessa in tulte le specie di mastodonli conosciute, lo e nel M. cmgustUlente , e seconds certi Autori , esislc pur anco nclla specie dell' Ohio. Arroge ncgli indrridui maschi, durante 1' eta giovanile, un paio di zanne inferiori o niandibolai'i , delle quali i Zoologi non fanno parola rclativamcnlc agli lirt'uiili. Finalmenlc a queslc dillercnze del sistema denlario devonsi ag- giugnere quelle del rimanente dello scheletro , le quali sc isolalamenle ILLUSTRATO DAL PROF. B. S1SMONDA l8l considerate polrtbbero per avventura sembrare di poca importanza , riu- nile alio prime acquislaiio aneh'csse agli occhi del naturalisla una qualche signilicazione. Siecome queslione non per anco dcfinitivamentc decisa , passo sotto silenzio U rnunero delle vertcbre dorsali , die alcuni Z.oolo<;i eredono essere uel mastodonte minore di una, dal die ne deriverebbe anche la mancanza di un paio di coste , ed una vertebra loinbare di piu; passo egualmentc sotto silenzio il risiillalo di uno scrupoloso paragone fallo per tulte c singole le ossa, onde non eccedere i termini prefissi a queslo lavoro , e ini limito a far osservare ancora in generale, che lo scheletro del mastodonte , a dilferenza di quello dell'elefanle , e assai piu robusto i- massiccio , come quello che risulla formalo di ossa piu grosse, piu corle. piu larghe, le quali indicano animali di una taglia proporzionatamenle iiiciio clcvata , ma piu tozza ( trapitc ) di quella degli elefanti. In forza di siilatle considerazioni , che ho esposle in una maniera piuttOStO particolarizzala appunlo perche dirette a combattere un'autorita rispettabilissima, quale si e quella del sig. Duorotay di Blainvii.le (t). io rilengo il generc Cuvieriano, e lo considcro anzi come uno dei meglio circoscritti. Gia piu dun secolo e trascorso dacehe il mastodonte fu conosciuto in Kuropa, e ove bastasse per prender data il presenlare la forma di un corpo senza indicarnc la nalura , noi sarcssimo lieti di potcr rivendicare ad im Italiano il mcrilo d'aver il primo rivolta la mente alle reliquie fossili di cpiesto gigantc della creazione. Riscontrando infatli i varii denti delineali nella parte intitolata Mtisaeum metallicam dell" opera del Bolo- _;nrse Ulisse Aldrotandi, di leggeri si scopre che quello a quattro colline disegnato a pag. 829 , su cui l'Autore non pronuncio alcun giudizio , si debbe riferirc al mastodonte (2). Ad ogni modo pert) il primo, che fece conoscere agli curopei una certa quantita di ossa e di denti di tal genere, si fu il sig. Longveh. , Officiale Francese , il quale li avea scoperti in (1) (iia erano scritte queste linee allorchc mi giunse la uolizia della morle del sig. Ducbotai di Blainxii.i.e , avvenula in Parigi il giorno 1.° di niaggii) 1850. L'amicizia , di cui quest' uomo insigne e bencmerito mi lia onorato in vila , raddoppio nel mio cuore ricnnosccnle il sentiment" del dolore all'annunzio della gravissima perdita ! (4) Ncllo stesso Musaeum mclullirum a pag. 838 incontransi le figure di due denli che I'ALDBo- vahdi rapporta aU'elcfante , ma che sembranmi \eri molari d' ippopotamo , come quelli delineali a pag. 831 dal sullodato Autore considerati come di un animate marino (cuiusdam bclluac marinac), paionini all' incontro indubilatamcnlo apparlcnerc aU'ekl'anlc. l8a OSTF.OGRAFIA Dl UN MASTODONTE ANGUSTIDKNTK America sidle sponde dell' Ohio, e trasportali a Parigi nel i"j4° > come il primo ad occuparsene seicnlificamente , ed a far conoscerc il maslo- donte sotto l'aspetlo analomico in una maniera pressoche compiula , oil a dcdurne alcuni ragionamenli fisiologici fu scnza dubbio Giorgio Cuvikh (in dall'anno 1806. Vero egli e, chc prima di lui Dauuenton, Bdffok . Coi.i.^son, e pai'licolarineule Camper (padre e figlio), Pemsakt, Biumkmiach, I'n MiniAM)-!' 1'eale, ed allri naluralisli , clie tratlarono sifFatlo argomento nel mezzo sccolo Irascorso prima della pubblicazione della Memoria di C.iMin sul gramle Maniniouth dell' Ohio, gia avevano diradalo alquanlo le tenebre , clie rendevano diflicile la classiiicazione di quest' animale. Gli uni infalti , come Daubekton, Buffon, Com.inson gia avevano dimoslrato che esso era un animale lerrestre, rapprescnlanle una specie eslinla . analoga pei denti molari all' ippopolamo , per le zanne e 'I reslo dello schclelro all'elefante ; gli altri, Ira cui i due Camper e Pf.p..\ant, respin- geadp la prelesa analogia nci denli molari coll' ippopolamo , lo avevano di botlo riunito cogli clcfanli , allribuendogli zanne e proboscide , e fa- cendonc una specie dislinla denominala Elcphas Amerkanus ,• anzi vi l'u pcrtino, come ho altrove nolalo, chi presenli il bisogno di inlrodurre nella scienza un jiuovo apposilo genere, siccome fecc Blumemiacii col dr- iiominarc I'animale in discorso Mammoutheiuu Oliioticum. Ad onla di tutlo epiesto nissuno pero vi avra, io credo, che meco 11011 sia d'accordo nell' allribuire a Giorgio Cuvier , quegli che elevo la Paleonlologia al rango di scienza , e la arricchi di tanli e si preziosi nia- teriali, anche il mcrilo di a\er il primo sludiato e fatto con precisione conoscere I'animale dell' Ohio, dichiarandolo francamente animale lerrestre. scomparso dalla f'accia del globo , simile nelle zanne all'elefaule altuale , fornito in vila come epiesto di proboscide, ma essenzialmcnle diverso per la forma dei denli molari, e per altre parlicolarita schelelriche ; anzi, colla scoria di colesli denli non esito ad annunziare l'esislenza di varie specie di maslodonli , a far vedere le diffcrenze che passano Ira la specie co- mtine nel nuovo contincnte c quella piu frequenlc nell' anlico , non che a por termine alle queslioni allora insorle pel confondersi che facevasi dai naturalist! I'animale dell' Ohio col Mammouth della Siberia , ossia il niastodonte coll'elefanle. Le specie proposle od ammesse ed illustrate da Cuvier sono in mi mero di sei , cioe quella dell' Ohio, cui ho finora piu particolarmente (alio allusione, chiamala Mastodon giganteus , quella piu commie nel IIIISTRATO DAI. PROF. E. SISMONDA 1 83 nosiio continent!- , denominate M. angustidens, una dellc Cordiliere , di- siiula col noine tli M. Indium , un' allra dell' America meridionale de- dicala ad 1 1 imroi.ht sollo il nonic di Mi llumholdlii , la quinla per la picciolezza delle sue foiinc appcllata M. mitmtus , Inlliina per un'analogia nei dcuti col lapiro , delta M. fflapiroides. Ma se alle specie registratc ncH'opera del Civikr noi aggingniamo quelle pnbblicate piu tardi da Cnoi/.KT e .loiiKRT, da Godmakn , da EioirwAi.n , da Clift, da Kauv e ■ la alti'i , ne porleicmo il numero ollre a venti. Giova pero I'osservare • •lit: niolle di esse, fondale su caralleri poco important! o fugaci, nnn reggono ad una sclera aualisi , e lungi dall'essere universalmentc adoltate, a seconda degli autori \eggonsi ora ammesse ora respinle. Cosi Kaup (i), appnggiandosi alle inodificazioni elie suhiseono coll'eta gli clefanti attuali. dopo aver negalo elie la mole dei denti masccllari e dellc altre parti dello scheletni SBrva a dislinguerc le specie, fa un esame eritico delle tre specie di Mastodon e delle tre di Tctracaulorfon di Isacco Hays , e le riduce a ilue soltanlo, cioe al Mastodon giganteus Cuv. ed al Mastodon Col- linsii Mays. Al prinio da per sinonimi il Tetracaulodon Mastodontoideum Godm., il M. Cuvieri Hays, il M. JeJJ'ersonii Hays, ed assegna per ca- rat teri ditlcrenziali : grandi mascelle , e lunghe porzioni sincondrosiche ; process] condiloidei piii depressi; mandibola piu alta al dissotlo dei mo- lari ; incisivi inferiori solo nella giovane e media eta. Al secondo da per sinonimi il Tetracaulodon Mastodontoideum Hays, il T. Godmannii Hays. il T. Collinsii Hays . c per caratleri differenziali : mascelle piu piccole e sollili ; porzioni sincondrosiclie piu brevi ; processi condiloidei piualti: mandibola piu bassa al dissotto dei molari; incisivi inferiori non decidni. ma la parte jinslcriore degli alveoli chiusa neU'eta avanzata. Al Bi.ainvii.lf. , di tutte 1c specie conosciute quando tratto quest' argo- menlo j tre sole parvero veramente ben caralterizzate e da mantenersi ilistinle nei catalogi ; esse , giusla la nomenclatura del sullodato Autore . • lie i srlude , come ho gia dello, il genere Mastodon, sono YElephas Ohio- ticus [Mastodon giganteus Civ. ). V Eleplias angustidens (31. angustidens On \. ) e YElephas llumholdlii (M. Humboldtii Civ. ). Appare da quest a • itazione die il Bi.ainvii.i.e ha riunilo in una sola (/•.'. angustidens) tutte In specie europee . seguendo in qneslo caso un metodo diametralmente ;i) V. EmcBSOlt, Arcliiv. fiir Natnr(;e»ctiichlo , 1813. I. pag. 168 1 84 OSTEOGRAFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE opposlo a qucllo invalso presso molli dei Naluralisli d'oggigiorno, di mol- tiplicaro cioe all' iniinito le divisioni e le suddivisioni del regno animate, e di crcair specie per semplici variazioni individuali , sagrificando ogni pi ineipio filosofico, aumcnlando vicppiu scmprc la confusione, e riducendo la storia naluralo ad una (ilza di nomi Lnsignificanli. Talmcnle io mi sento avverso a colesta speciomania , figlia per lo pin di una puerile va- uila , che sarei tcnlalo di ahhracciarc la riduzione operata dal I-5i.ainvii.ii senza tnodificazione di sorta; senonche deggio confessare, die essa mi semhra sou-rchia, e che pccca per un eccesso opposlo a quello lamentato piu sopra. Una via piu nalurale ha cercato di battere A. Pomel , il quale , nel comunicare nella toniala del giorno 20 marzo 1848 alia Sociela geologica di Francia il sunto di un suo lavoro sidla classificazione dei maminiferi ungulati , a proposito della famiglia dei proboscidati faceva osservare che la riunione stabilita dal Blainville dei M. lougirostris , angustidens <• irvernatsie in una specie unica si allontana dal vero, e proponcva con- seguentemente : i.° Di conservarc il nomc di M. a?igustidens Cuvier per la specie piu comune in Ilalia, slanteche a questa pare che Cuvier particolarmente alludesse nel creare la delta specie, avendo citato in appoggio della me- desiina i disegni pubblicati dal Nesti pel mastodonte di Val d'Arno. 2.0 Di conservarc il nome di M. lougirostris per la specie di Eppelsheim caratlerizzala da quatlro colline ai Ire ultimi molari, e da I la mandibola a sinfisi assai prohmgata^ ed armata di due incisivi. 3." Di ritenere il nome di M. Cuvieri per la specie del gers e del- Yorleanesc , i cui caratteri sono tre sole colline ai ire ultimi molari , <• la mandibola e/.iandio armata di incisivi , e assai prolratla in avanti. 4.° Di conservarc il M. Tapiroides tal quale Tha stabilito Cuvier. 5." Di porrc il nuovo nome di M. BujJ'onis ad un mastodonte di Alvergna e d' Italia , compaguo soventc del /]/. angustidens, ma a denli piu spessi , piu corti , piu grossi, ed a cui si potrebbero riferire i denli trovati in Siberia , rapportati al gran mastodonte. Cotesta classificazione del Pomki. gia dovrebbc snbire alcune variazioni non riguardo al principio, ma rispetto ai nomi, pcrciocche i siguon Cautf.i.ey e Falconer nella loro Fauna Sh'alensis , le cui tavole hanno priorita di data sul lavoro del Pomel, usarono nella distinzione in varie specie dei mastodonti angustidenti dell'Europa occidentale, una nomenclatura 1I.I.USTRAT0 DAL PROF. E. S1SMONDA 1 85 con diverso significato. Kicavo infalti da an parallelo trasmessomi dalla gentilezze dello stesso Pomee, da lui rcdatto sugli origiuali inedesimi del- 1'opera Catjtelbti e Falconer, che essi: i." Conservano d noine di Of. tongirostris Kaup alia specie a sinlisi mandibolare grandemente prolungata, ed a molari con tubercoli semplici, II- • II V SUP.' „ I „ 3 Q o 4 cosliluenli colline giusta I ordine segucnle . - Aj i. — 3. ? — o. , — 4.° J — 5." 1 — 6." r~fi senza contare i talloni, che segnatamente nel sesto molare simulano una collina rudiinenlale. 2.0 Chiamano M. angustidens una specie colla sinfisi mandibolare eziandio aSsai lunga, distinta per molari a tubercoli semplici formanti 1 ■> 3 3 colline colla formola che segue: i.° — 2-° o — ^° ^ — 4-° 3 — •*." „ — 6° 'j , col soprappiu di alcuni talloni. 3." Manlengono il nome di M. Arvernensis Croizet e Jobert per una specie a formola dentaria identica a qnella del M. longivoslris pel iminero dclle colline, ma diversa riguarclo alia disposizione dei tubercoli. che sono , parlicolannente nel sesto molare, alterni invecc di essere op- posti ; cpjesta specie distingnesi inoltre per la sinfisi mandibolare carta. Dal paragonc dclle surriferite diagnosi chiunt[ue si awede che i loro rispetlrvi aulori sono perfeltainente d'accordo quanlo al principio di sc- parare in varie specie il M. angustidens del Bi.ainvili.e, e che vi ha solo discordanza per quel che spetta ai nomi ed al numero delle medesime. Cosl il M. tongirostris e egualmente conservato dal Pomel e da Cautei.ey e Falconer , colla sola difierenza che quello vi assegna semplicemente quattro colline ai Ire ultiini molari , mentre quesli ne ammettono da 5 a (i nel sesto. II M. angustidens Pomei. e pei detti autori il 31. Arver- nensis Croizet e Jobert, ed il M. Cwieri (considcralo anche nei limiti. in cui 1' ha circoscrilto Pomei. ) e per loro il M. angustidens , cui attri- buiscono pero una collina di piil al sesto molare. Ma ora viene il Bronn, il epiale, nella sinonimia del M. angustidens presentala nel suo utilissimo Index paleontologicus, conserva con Blaibville il M. tongirostris , unitamente a varii allri nomi, per taluno dei quali andrebbc d'accordo coi succitati aulori, e per tal altro se ne scosterebbc ilando cosi luogo a nuovi elementi di discussione. Serie II. Tom. XII. z I H6 OSTEOGRAFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE Io ho premcsso queste generali considerazioni onde far vedere me- diaiite un sunlo storico a qua! punlo trovasi oggigiorno la Paleonlologia riguardo ai maslodonti ; or sarchbe pregio delfopera il far eziandio vedcrc mediante an accuralo csame critico quali sieno le specie di qucsto genere xi'iamente fondate su buoni earatteri e da conservarsi nella scienza; non entro peri in quest a spinosa e delicatissima qucslione , perche non ho maicriali sufficienti per gindicarla conscienziosamenlc e con fondamenlo. Soggiugnero scmplicementc che per quanlo elastica si voglia conside- rare la diagnosi data dal Cuvier al suo maslodonte avguslidevte , non si potra Intlavia mai contendere che essa era parlicolannenle deslinala a contrassegnare la specie d' Italia simile alia mandibola pubblicata dal Nesti , come non si potra mai farle comprendcre specie a sinfisi mandi- bolare hmga, opponendovisi le seguenti parole dette dallo stcsso Cuyier (i) a proposito delta suaccennala mandibola: je me crois autorise h concluve que fe mastodonte a dents diroites avail le bee de la mdchoive inferieure dilate en avant el tronqui, comme on le voil dans cctte mdchoive de Florence. Ma passiamo finalmente alia spoglia, la cui descrizione dee oostituire il principalc soggetto di questa Memoria. Essa appartiene al Mastodon angustidens Cuyier, i cui caralleri distintivi essenziali e pin generali consistono nella forma della corona dei denti molari. Cotesta corona e I'atta di tin numcro di punte coniche relative all'eta dell'individuo, e che varia percio da due a dodici, disposte per paia in modo a fonnarc dellc rolline trasversali ; i coni sono proporzionatamenle alia loro lunghezza piu stretti di quelli del gran mastodonte dell' Ohio, e sono inoltre, ossia paiono piu o meno profondamente scanalati in senso verticale ; ora ter- minano in piu punte, ora scorgonsi rinforzati sui lali o negli inteiTalli tra cono e cono da altre punte piu piccole, dalla tpiale disposizione av- viene , che a misura che epiesti denti vengono dalluso logorati , prcsentano dapprima molti piccoli circoli sulla faccia orizzontale della corona , cor- rispondenti alle mozzature delle punte isolate, e piu tardi dclle figure or bilobe or trilobe, risultanti dalla riunione dei circoli suddetti. La nominala spoglia venne disollen-ala presso il villaggio Solbrito lungo il tronco di strada fen-ata tra Dusino e Villafranca, alia profondita (I) Rcclicrchcs sur les ossemens fossilcs , vol. 2. p. 347. IM.USTRATO DAI. PROF. E. SISMOMiA 187 di circa otto metri , in un deposito fluvio-lacuslre , ove con altri avanzi di Pachidermi incontraronsi pure, come diremo a suo tempo, reliquie fossili d'animali invertebrati tcrrcstri. Essa giaceva sopra uno slrato di argilla cpiasi plastica coperto da altri strati di sabbia e di ghiaia , alia quale malaugurala giacilura devesi appuulo il caltivo suo stato di conser- vazione ; l'acqua infalli clie da tanli secoli piovve o per altra via si raguno in quel sito, e che dopo aver attraversato gli strati di sabbia e di ghiaia non pote liberamente farsi strada attraverso quelli d'argilla , mantenne tanta umidita attorno al dello scheletro , che alia perfine le sue parti anche lc piu resistenti, come le zanne, i femori, gli omeri ecc. andarono quasi quasi in isfacelo , locche ne rese difticilissima lestrazione , e ci la di piu lamentare la perdita di alcune delle ossa larghe , di cui ridolte in una specie di polliglia osservai io slesso le traccie incorporate e sciolte, sto per dire , nel terreno medesimo. La sua scoperla e dovuta inlieramente al caso, ossia ai lavori di sca- vazione per la strada ferrata , i quali fortuitamente e per buona ventura del Musco Torinese toccarono il punto , ove esso avea sepollura. Ma se opera del caso e la sua scoperla, opera dilluminato buon volere e quella, che lo porto a salvamento ; e qui mi corre il dolce obbligo di notare , che senza i sollecili ordini emanati dalla Direzione della strada ferrata sia allorche, stabilita la linea che questa strada dovea percorrcre, vcnm rwertita della probability di incontrarvi simili avanzi delle anliche gene- razioni , sia nella particolare circostanza in discorso , questo mastodonte sarebbe con altri fossili eziandio preziosi andato per sempre perduto , owero raccolto da inano inesperla, eppercio malconcio c frantumato piu non avrcbbe potuto divcntare quello che divenne di fatto , ossia il piu bellornamento della collezione paleontologica del nostro Museo. In grazia perb delle savie disposizioni date' dall' Intendenle Generale della strada ferrata, il Cavaliere Bona, la Dbezione del Museo mincralogico inconta- nente istruita della fatta scoperta , fu in grado di poter affidare a persona inlelligenle la scavazionc di si delicata relicpiia, siccome fece prescegliendo a tal fine il sig. Francesco Comba, Preparatore al Museo Zoologico. Al quale proposito mi gode lanimo di poter tribulare a questo ingegnosissimo e distinto Arlisla la dovuta lode per la maniera, con cui seppe sbrigarsi della diificile bisogna. Non rispanniando ne tempo ne fatica , e coll' im- pegno del naturalista appassionato persevero per ben venti giorni nel duro lavoro di scavazione , ed armando con lastre di ferro e d'una camicia |88 OSTF.0G1UIIA ni UN MASTODON IT AM.rsTlliKNTK ih -csx) Ic ossa pin delicate , pin pesanli, e che j>ia lascjavano vedere niille segni di frattura, riesei a trasportare a Torino quanlo vi area di quel macerato carcaine. Ma nella scavazione non fini\a fopera del Comba; che quatlro mcsi di lavoro dovette poscia impiegarc per isolare le rac- coite ossa , nettarle , essiccarle , rini'orzarlc con una soluzione acquoso- aieoolica di ittiocolla , rinieltcre per quantn era possibilc a sno poslo migliaia di franlnmi , e con singolaie niacstria rendere qucsto schelclro nelle slato in cui io lo dcscrivo. Ncii e questa la prima volla, che in L'ieinonlc siensi liovale ossa di mastodonte ; che oltre ai cenni , che ne ha dat.o CuviF.n nella grande sua opera Becherches tier les ossemens fossiles , il benemerilo Prof. Borso iicll anno 1 8 1 8 ne descriveva alcuni denli di quests incdesinia specie. con porzioni del loro osso mandibolare, stali scoperli sullo scorcio del passato seeolo nelle vicinanze di Asti (1), ed altri rinvenuli piii tardi mil islcssa piovineia a CaslelnuoYO , alia Rocchella di Tanaro eec. , ha cm un grosso molare ( quinto inferior deslro) dallo slesso Bonsox illu- straio (a) , apparlcnente secondo Br.Aixvii.i.F. AYElrplias Tapiroides, ele- vato da Hays a nuova specie solto il nome di Mastodon Borsonii, e die Gi \iF.n avea considerato erroneaniente come un denle del Mastodon gi- gante&s, il quale errore lo indusse a dire con Buffon che anclie in Europe csisteva la specie dell' Ohio. Ollre ai summenlovati mollissimi altri fram- meiili \ennero inconlrali in varii punli del Piemonlc , che faro eonosccre in un lavoro generale , che slo preparando, insieme a spoglie d'elefanlc e
  • iula, che per ora si conosca, compreso lo stesso schelelro raccolto dal sig. Lartet a Sansans, dipartimento del Gers nella Guascogna , che si considera per il piu perfelto. \ 1 uiEintA occii'iTALE. — La parte meglio conservata del cranio si e quella dclineala a Tav. I. fig. G (1), la quale rappresenla una grossa |ioiv.ione dell'osso occipito-lemporale destro; su questo pezzo, la cui lun- gluv./.a trasversale e di om, 33 , dall'interno all'esterno scorgesi il condilo occipilale destro, lungo oltre o, 1 1 , largo 0,07, liscio, piano-convesso; al di qua del condilo dopo un profondo solco della largliezza di circa 0,0 15 apresi un foro di un diainetro presso a poco eguale alia larghezza del nominato solco , alquanto obliquo, e che credo essere il foro lacero jiosleriore ; alia dislanza di o, 09 dal condilo incomincia la fossa glenoi- dale, convessa dall'avanti all' indietro , col suo angolo interno assai grosso 1: rolondato , e piegala in un arco nel senso trasversale , la cui corda avrebbe per lunghezza o, i5. Piu in avanti questo pezzo porta annessa I esireinila posleriore dellosso zigomatico; finabnente un solco poco pro- fondo, ampio, trasversale, siluato al di dietro dellarco glenoidale, ed al- eune infossature per 1' inserzione dei muscoli sono le cose che raeritano ;iiicora di essere ricordate nella descrizione della superGcie esterna. La faccia interna assai guasta e corrosa non presenta che quell' aspetlo ca- vernoso , che distingue la massima parte delle ossa del cranio si dei mastodonli , che dcgli elcfanti. (I) Per un' innvvcrlcnza commessa dal Lilografo, questo e molti allri ossi si prescntano Ogorali dal lalo opposto a qucllo iudicato nella rispclliva dcscriiionc ;prcgo percio il Lettore a ramnieolare simile errore lullavnllaclie sotlo laic aspelto trovera discordanza Ira il leslo e Ic figure. Il")0 0STE0GRAF1A DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE Vertebra sfeiso-parietale. ■- Al cranio riferisco pure alcuni fram- menti d'ossa larghe, piultoslo sotlili, nel maggiorc dei quali, della lunghezza di o, 7 1 e delta larghezza di 0,17, non e difficile rawisare una por- zione superiore del parietale destro ; esso e concavo nel mezzo, piano- convcsso verso le estremita, e le sue superficie eslerna ed interna veggonsi solcate da canali e bucate di fori pel corso e passaggio dei vasi. Gli altri pezzi per la loro picciolezza e '1 pessimo stato di conservazione non per- mettono di dire se apparlengano alia vertebra sfeno-parietale od alia sfeno- frontale. Al»i»l,\l»lll « I I W.M BIT. Phi riccamente provveduti noi siamo riguardo agli ossi , che formano le cosi dette appendici cefaliche ; possediamo infatti tulta la parte oriz- zontale della mascella superiore, e tutta intiera la mandibola. Mascella. — La prima, come scorgesi dalla Gg. 2. Tav. I. , con- siste in una grossa piastra palatina, larga anteriormente o, 38 , piu ristretta verso il margine anteriore dei molari, cioe solo di o, 29 , e lunga nel verso dell asse antero-posteriore di o, 52. Essa e di figura iiTegolannente ipiadrilatera-rettangolare, e consta in avanti di un rimaso della porzionc orizzonlale posteriore degli ossi incisivi, nel mezzo delle apofisi orizzontali degli ossi mascellari , e posteriormente di alcuni avanzi degli ossi palatini, il tutto fuso assieme in guisa a non lasciar piu vedere distintamente le Iraccie delle sutui-e. La superficie inferiore 0 palatina di cpiest'osso e con- vesso-concava, e mostra sulla linea mediana una cresta longitudinale piut- tosto sporgente , risultante dalla sutura degli ossi mascellari , la quale cresta si apre verso il margine anteriore della piastra a foggia della iet- tera V, coslituendo cosi una specie di triangolo riempito da piccola por- zionc orizzontale degli inter-mascellari. L' istessa cresta longitudinale ^(^s Un dall' anno i83o proponeva il nuovo genere TetvacaiUodon da eslen- dersi , come suona il iminc, ai mastodonti arinati di quattro zanne, due alia mascella colle dimensioni ordinarie , e due alia mandibola piu: piccole <• piu brevi. I'assiamo sotto silenzio , pcrche qui inopj>ortuna , la lunga sloria di questo nuovo genere , confermalo ed arricchito di specie da Hays. da Hermann, da Kaup, respinlo da Coopf.ii , da Hari.an, da Owbh , da Ui.AiNMi.i.i: , e ci limitiamo ad indicare le circostanze , che riguardano il tiamuicnlo di mandibola in questione come quelle che ci paiono poler concorrere in appoggio della senlenza di quei Naturalisti , che negarono lesistenza del genere Tetracaulodon , ed a fornire un escmpio di piu Serie II. Tom. XII. aa (' I i)j 0STE0OBAF1A DI IN II ASTOnONTK AfMSrUSOTlOENTE per uiuvhw che annhe il mastodonta angusiidenie e prdvmdmto di rnci- vivi inferior] ([iiando si trova in quelle condizioni di eta e di scsso slate ennate per la prima volla dall' Americano Saumele CfOOSl i.. QuestD pe/.zo
  • , fj riunite sotto an angnlo di 86" circa. Ora egli c su qnesU porzioni delle branche orizzonlali, che Irovansi scolpite due Ibsse longitudinali pi 11 largh posteriormente , pin ristrclte in avanli , e le quali per la loro posizimic I'd ampiezza non possono essere altra cosa che la base degli aheoli delle zannc mandibolari. Supcvionnenle ho asserito che quesl'osso apparl.icnc pi-obabilissimamcntc ad an individuo dell'islessa specie di qucllo di Dnsiim. eioe al maslodonte uiiguslidcHtc; simile asscrzione e fondnla sul lallo che in Piemonte la specie piii coinune e. appunlo 1'anzidella, e inoltre che nella localibu . e sto per dire ncl punlo slcsso, in cui \enne disollcrralo il frani- inenlo in qucslione , scoprironsi anchc degli ossi niascellari supcriori eoi risjieltivi inolari , nci quali fu agevolissima cosa il riconosccre la specie ;i deuli slrelli. To 11c debbo la conoscenza alia gentilczza del mio amico A\- vooatO Bartolomco Gastai.di, il quale lo rinvenne nei dintorni di Ferrerc insieme a varii allri pczzi eziandio di mastodonle, tra cui una magnilica zanna della lungliezza di ollre due metri e mezzo. I)e>ti jioi.ari. — Ripigliando linterrolta descrizionc del noslro sehc- lelro, a compimento del sistema masliealore , ci resta a parlare dei denli molari. Merce le dolte Caliche di Ca.mtf.r , Ci', ikh, Kaip, 13i.ain\ ii.i.i ed allri gli studi odonlografici relalivi ai pachidermi pi'oboscidali fuvono spinli si innanzi a non lasciar piu gran cosa a desiderare per la eom- piula isloria di simili organi. La slrutlura loro , il numero , il modo di succedersi c perlin quello di consumarsi nel corso della \ila son noli a segno, che senza tema di andar errato puo il Paleonlologo nella plurality dei casi classificare un dente anche isolato , e posilivamente giudicare il numero che rapprcscnlava nella serie , la mascella su cui era impianialo, il posto ed il lato che occupava sulla medesima, c dedurne pcrfino I'cli'i dellanimale , che lo porlava. Ho dello nella pluralita dei casi, perciocehe 71011 dileltano le eccczioni, massimc per quel che riguarda il numero delle eolline, che dec distinguere cadun molarc , sul che gli Aulori non sono per aneo afiatto d'accordo , e'l denle che pes laluno sarebbe ad esempio 1111 qninlo molare. giusla il sistema di un allro sarebbe un sesto ecc. ; ll.T.USTRATO DAI. PROF. K. S1SMO.NOA 1q5 per tale molivo . e neli^ impossibility in mi mi branny per mancanza di uialcriali, di diradare con un lavoro odontogralico veranienlc critico questi icncbre, io ho pensato tit seguire csclusivainenle in sillalia bisogna le orate del Di.ainmi.i.k. Una rigorosa appBtnwiimff dei principii slabilih da quest' Anion: ni' induce a dirhiarare clie il nostra inaslodonle ha due soila di inolari , potendosi riferire a due penultimi o quiuti quelli die annano la inascella superiore, cd a due ulliini o sesli quelli in- lilti nella inandibola. I mascellari infalti, a corona reltangolare un po rislrella allcstreinita rivolta verso le fauci , della UiBghwza di o, !■;, »'in» I'nruiali di qualtro distintissime colline, coslituite ciascuna da due gross! luhrrcnli marginal! con alcuni lubercolclti inlerinedii Bulla linea mediana. ed un lallone lerniinale posleriore, che vedulo di fianco emula quasi una ovinia collina. 1 mandibolari o molari inferior! , alquanto piu grossi dei suprriori, lunghi <>, nj , irregolarmenle parallelogrammici , piu larghi sul davanli che poslerionnenle, leggennente concavi sul inargine eslerno , e convcssi all' inlerno, prescntano cinque dislinlissime colline, coinposte al solito di una doppia serie di grossi lubercoli , in mezzo ai quali sorgono allri minori, ollre ad un grosso tallone, che serve di conlrafforte all ul- tima o quinla collina. Rapporlando al seslo i suddescritti molari inferiori 90OU) un particolare esempio dello slesso Bi.ainwi.i.e, che nella mede- sima guisa classified 1' ultimo inolare della mandibola a lungo becco , che il Museo di Parigi ebbe dal Seininario di Beauvais , non che altri denli isolali , i quali non avevano piu di cinque colline ed un tallone, tutlochc, per sua senlenza , in gencrale il sesto inferiore consti di sei distinte colline con rudiincnti del lallone lerminale. La corona di tulti quesli dcnli, massimauicnlc dei superiori , e pro- fondamcnle logorata , e Io e in modo che il suo piano non e orizzonlale ma inclinalo , nci mascellari , dal basso all alto , dall' infuori all'indentro, nci mandibolari all' inconlro dall'allo al basso, e dall inlerno alPeslerno. lecehe prova a parer mio, come ho gia allrove nolalo , che il movi- ini'nlo di maslicazione nei maslodonti era un inovimento, direi, ondulatorio. COLONY* VEItTEBRALE. \ khieube CEitviCALi. — Un eonsiderevole numero di vertcbrc di tulte le region! . ecceltuala la sacra e la coccigea , rappresenla la coloima 1i)t> OSTEOGHAFIA DI ON MASTODONTE ANGUSTIDENTE vcrtcbrale (i). Queste vertebra non sono luite in ottimo stato di conserva- /.ionc. ma ad ecre/.ione di un paio, conservano tulte sufncienti caratteri percfate si possano riferire non solo alia serie, cui appartengono, ma eziandio al munoro d'ordine, che loro compete nella rispelliva serie. Fra le cervicali lio riconosciula la ter/.a , la sesta , e la settima od ultima. Delia lerza (Tav. II. fig. 11) rimane gran parte del corpo, le apolisi arlicolari destre anteriore e posleriore, e porzione dell' apolisi trasversa dell istesso lato. II corpo, il cui diainetro trasversale arriva a o, 12, lut- toche dalla fossilizzazionc assai mallratlalo, lascia scorgere che nello stato normale era sottile, caraltere clic osservasi pure nelle susseguenli cervi- cali, ed il quale prova che nel maslodonle il collo era breve come lo e ncgli clefanli atluali. Le apofisi articolari sono piultosto ben pronunciate, ma non s" innalzano guari al dissopra del corpo della vertebra, vale a dire sono soslenule da un peduncolo, se cosi mi c lecilo esprimcnni , comone assai corlo. Quasi idcnliche nella forma, ma dissimili in cslen- sione sono le loro faccitlte articolari, di cui 1' anteriore, che si articola mil asse , mostrasi un po' piu larga ed un po' meno lunga della posleriore, che si articola coll'apofi.si arlicolare anteriore della quarla. L'apolisi tras- versa e formata da una lamina sottile , che disccnde obliquamente dal- 1 alio al basso , ed alia cui base vedesi aperlo il foro pel passaggio del- 1 arteria verlebrale di questo lato, foro del diametro di o, 02. Mancano in questa vertebra le corrispondenti apofisi arlicolari e trasversa del lain sinistro, non che lulta la porzione annulare. La sesta (Tav. II. fig. 12) per rispetto al corpo sarebbe piu perfetta della suddescritla. Essa e assai schiacciata, lo che pero non impedisce di riconoscere che nelle condizioni naturali la sua faccia anteriore craconvessa, la |)osleriore concava. 11 suo diametro verlicale misura o, 14, il trasversale (1) Colla scoria del nurocro dellc verlcbrc e dclle coste (V. Revue el Magasin de Zoologie etc. 1851. N.° 6. png. 299) vennc in qucsti ultiuii tempi inlrodolta nella scienza una nuova specie di ••kl'anle (Elephai Sumalramis Tebim. ) intermedia Ira I'clefanle Indiano c I'Affricano. Quesla nuova specie, il cui originate trovasi nel museo di Leida , e carallerizzala da 14 paia di cosle false, cioe un paio di meno clic ncU'eld'ante AU'ricano, ed un paio di piii che ncll' Indiano ; inollrc ha SO vertebra dorsali invece di 19 come ncll' All'ricano , ovvcro di 21 come ncll' Indiano , mentrr possicde poi 4 verlcbrc sacrati a guisa di quello , c 34 coccigce a guisa di questo. Quando la sorle a\ra tatto scoprirc ai naluralisli uno sclielclro di maslodonle vcramcnle com- piuto , e li avra consogncnlcmenlc posti in grado di delerminarc il numero preciso di \crtcbrc c di coste , che naturalmcnle gli compete , allora si potra conoscero con quale dellc trc specie di elefantc oggidi vivenli il maslodonle abbia sotlo quest'aspcllo maggiorc analogia. iii.isTRATO dai. pnor. E. sismonda ig^ (i, i"). Delle a|)oli.si piu non sopravanza die farticolare antcriore desTra, la quale paruii appoggiata ad on peduncolo ancor piu breve di quello , che acccnnai nella ter/.a. Al dissotio della nominala apofisi \ ha un' in- cavatura semilunare piuttosto profonda , diivlta dall' avazfti all indietro , che considero come la incla in Iriua del foro per l'arleria vertebrate deslra. La sellima ( Taw II. fig. 10), od alincno il frammento di vertebra, che alia settinia qui riferisco , e la peggiore di lulle, ed az/.ardata po- trebbc sembrare colcsta detenninazione ove per buona vcnlura non ap- parissero in queslo frammenlo alcuni dci piu essenziali caratteri , quali sono quella rclaliva sotligliezza del corpo propria a totte le ccrvicali , e pariicolarmcntc una fossa arlicolarc scavata sul lato deslro della parte superiore del corpo della vertebra, sulla faccia , direi , posteriore della base dell apotisi liasversa, fossa che per la sua ampiezza e profondita, e per essere mica da questo lalo, mi persuade che rappresenta la cavil a arlicolarc destinata a dar ricetto al capitello della prima cosla. Del resto, ri|)eto, questa vertebra e fra le cervicali la piu malconcia ; alia meta ap- pena si riduce il suo corpo, e nianca d'ogni sorta di apofisi. VicnTEBBE DOBSALI. — Piu complela e la serie delle vertebre della regione dorsale , ove se ne contano quaUorclici tpiasi intierc, oltre ad apofisi spinose isolate di parecchie altrc. Disposte in ordinc naturale , vi si ravvisano la lerza , la quarla, la quinta, la sesta , la sellima, e tlitte quelle comprese Ira la nona e la decimanona inclusivamente. Dal loro aspctlo massiccio e robnsto si arguisce la robustezza e la gagliardia del- I' individuo , cui appartengono. Considerate complessivamente esse si ras- somigliano grandemente ; merce pero un altento esame di ciascuna in particolarc , rilevansi delle differenze , che merilano 1'atlenzione dcll'ana- lomico. La tcrza dorsale (Tav. II. fig. 5 ) va particolarmente distinta per la straordinaria lunghezza dell'apofisi spinosa, la quale dall'angolo suiieriorc del foro midollarc all'apice arriva a o, ^z , e termina in un grosso tuber- colo Buperiormeate appialtilo, laglialo a piano inclinato dall' indietro al- la\anti, deslinato in concorrenza con quelli delle a|>ofisi spinose delle successive dorsali a dar attacco al legamento cervicale, che in quest' animate dovea essere robuslissiino stante lenorme peso, che avea a sostenere, voglio dire il peso di una testa armata di si grosse zanne quali sono quelle, di cui abhiamo superiormente tenulo discorso. II corpo di questa vertebra, ab- benche per soiferta crosione piu non abbia la primitiva sua spessezza . 1 1)8 OSTEOGHAFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE tnttavia si vede che non era molto massiccio come si vede clic non era molto carenalo inferiorinente. II suo diainctro verlieale e di o, 12, ed il lras\ersal< preso al dissotto delle apofisi trasverse e di 6, 11. II foro midollare raflignia 1111 triangolo pressoche equilatci ale , alio ncl mezzo Oj 06 , largo alia base 0, o63. Gros'se, sporgenti e non inollo incliriale in basso sono le apofisi trasverse; solto alia destra, elie c la mrglio eonscrvala, V ha la facciclla d'arlicolazione per la lerza cosla, faccietta liscia e poco profonda. Menu sporgeati sono le apofisi articolari anterior ij le eni faccielle inclinale dal- l'alto al basso c daH'esterno all'inlcrno paiono gnardarsi a vieenda; delle apofisi arlicolari posteriori si e solo conservata la destra, la quale oecnpa 1111 livello pin alio die non la corrispondente anteriore. La qnarla ( Tav. II. fig. 2) e ridolta ad nn pczzo d'apofisi spinosa della lnngliezza di o, 27 che ne rappresenta la base con porzione della parte annulare; grande e profonda e la scanalalnra , che solca posterior- ntente quest'apofisi. Lo slesso carallcre inconlrasi snlla quinta ( Tav. II. fig. 4 ) di eni posseggo eziandio la sola apofisi spinosa neppnr inliera , cioe nn fraiu- nienlo di o, 20. In pin lodevole slalo trovasi la sesta (Tav. II. fig. 1), come qnella die presenta ancora la niela destra del corpo con porzione dell' apofisi Irasversa di rpiesto lato , e quasi intiera lapofisi spinosa, cioe nn pezzo lungo 0,26 acntamcnlc carenalo snl dinanzi , come nclle precedenti, e profondamenle scanalato posleriormenle. Tra gli allri snoi parlicolari ca- ratteri v' ha la posizione della facciclla articolare coslale , la quale e sea- \ata nella spessezza del corpo al livello quasi della base del foro midollare, mentre nclle verlebre precedenti qnesta faccietta e piu bassa , e nellc susseguenti gradatamenle si eleva , e si porta, si puo dire, ad occupare la base della porzione annulare. L'ascrivere alia setlima, come qui io faccio, un fraumienlo Si iiat- lurato e guasto , cpiale si e cpiello delinealo a Tav. II. fig. i3 potra forse a taluno sembrare soverchia arditezza. Checche ne sia pert) io opino , che esso non possa riferirsi che alia settima , o tult'al piu all' oltava ; la ragione di tale mia opinione sta nella forma dell' apofisi Irasversa , la cpiale per essere breve, poco distinta dallarlicolaie, e lerminata come in una crcsta tondeggiante caratlerizza le cinque o sei verlebre che vengon dopo la sesta , e Ira le quali non resla a scegliere che tra la sellima e lotlava , slanteche, come vedremo tosto , il rimanente della serie esisie. ll.lt VJ 11 VI (I DAI. I'KO! . 1. MSMOMiA l()l) l)i questa vertebra piu nou v' lia chc porzione del corpo, n annessa 1'apofisj trasu-rsa sinistra. Ora col sallo di una, probabilissiiiianicntc dell'ollava, laggiugniaino una scric nou piu interrolta di undici \crlcbrc consecutive (Tav. II. lig. G. 7. 8), lc quali i-rgolarmenlc .si succrdono, a7izi per la inassima parte sono tra loro unite , e costiluiscono un gruppo in cui si noverano tulle quelle comprcsc Ira la nona e la dechnanona inclusivamente. Veduto 1I.1I lato sinistra queslo ironco di colonna vcrlebralc appare quasi per- Icllo; ilal lato deslro pert) cangia la sccna, ed un guaslo gi'ande si scoriae Ira la nona e la deciniaquinla; inancano quivi lutte lc apofisi trasyerse, ed in qnalche luogo 1 erosionc porto via persino la lamina dclla porzione annulare, lasciando cosi scoperlo il canal inidollare. Si put) complcssivamenle nolarc in lutte queste vertebra, che il loro corpo e di (igura quasi cuoriformc , cioe mollo carenato inferionnente , il qual caratlcrc, abbcnche ncl caso noslro possa essere un po'esageralo per lc comprcssioni , cui andii soggctta questa colonna , e di cui hannosi ancora ben allri clFclli , ci pare tultavia un vero carattere della specie. Oscilla il diametro verticale del corpo di quesle vertebrc tra o, 10 e o, 1 1. II lras\crsale , preso sull'ultima, alia quale sola non si e esteso 1'accennato dclcrioramenlo del lato destro, misura un po' meno di 0,10. L'antero- postcriore, che in gcncralc non e gran cosa, aumenla alcun poco pro- grcssivamenlc verso lc ullinic, sicche nientre nella nona non giunge a 11, oG, nclla pcnulliina ollrcpassa o, cj. Ben pronunciatc compaiono le apofisi trasveree ; ilalla nona alia dccimaquarla esse {'ormano colle arli- colari una massa sola aventc la figura di una grossa lamina sporgenle . spessa, piu o meno londeggianle, secondo il numeio , e della larghezza di circa o, 09. Nella decimascsta e nella decimasetlima siffatta lamina co- mincia a dividers! ed a staccarsi da una specie di tubercolo , che e un'apolisi arlicolarc rudinienlale, la quale nelle susseguenti vertebre dor- sali compare poi bcllamente spiecata, e non la cede di molto per grossezza alia tras\ersa. La base comune delle delle apofisi si restrigne o meglio pre- scnta un' inlaccalura sui lali , dalla quale intaccatura traggono origine i fori coniugali ; essi sono grandissimi tra la deciinaquarla e la decimanona. Miit-brc quest ullinie che si fanno particolannenle nolare per le loro apofisi spinose foggiate a becco d' aquila , meno lunghe e piu robuste di quelle delle vertebre preccdenti, non che fornitc alia base di faccictir arlicolari prominenli e distintissime. 3 00 0STE0GRAEIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE I..- cavita per l'articolazione delle coste risullano da due mezze fosselte coniugate dalla nona fino alia. decimaquarta vertebra; le cinque, che sus- seguono , lianno caduna una fossetla inliera , scolpila alia base dclla por- zione annulare con una lendcnza pert) a portarsi al centro dclla lamina, centra die e poi raggiunlo alia decimanona. In tutte quesle vcrtcbre della regione dorsale il foro inidollare conserva una figura triangolare, colla •><>!;< dillcrenza clie il Iriangolo, che nella terza era quasi equilatero , dalla lerza in gin divenla irregolare e sehiacciato. VeHTBBRE i.ombahi. — Nella regione lombare certi Aulori ainnietlono i re vertebre solamente; se cosi e, lo scheleiro del noslro maslodonte pos- siedc inliera questa serie. Osservo in esse una spessezza nel corpo minore che nelle dnrsali, ed all' incontro una inaggiore estensione nel diametro trasversale, il quale infalli nella seconda lombare supera o, i3. Le apofisi spinose sono corte, robuste alia base , c seguitano I'andamento delle ul- lime dorsali, cioe sono anch'esse area I c a becco d'aquila ; le loro facciclle articolari, quasi piane, liscie, nummiformi, slanno allalto rivolle aU'esterno. Triangolare nianliensi la figura del foro inidollare, tulloche divenuto piu largo alia base , eppero piu schiaccialo e basso. La prima (Tav. II. fig. i4) quantunque assai mutilata, ritiene ancora grossa parte del corpo, cd alcuni avanzi delle apofisi del lalo sinisl.ro; I'articolare \i e moli.o sviluppala , quasi orizzontale, e rafligura un lungo processo subconico sotto la cui base , cioe sulla lamina della porzione annulare, v ha una profonda inlaccatura pel foro coniugalo ; l'apofisi trasversa manca del tulto ; della spinosa esiste solo la base, cioe un moncone che non si eslende guari al di la delle facciclle articolari. In migliori condizioni e la seconda ( Tav. II. fig. ij ) ; ha un corpo , come ho detto , della larghezza di ollre o, i3. II foro inidollare e pur anche assai ampio, la base del triangolo schiacciatissimo, che esso forma, misiirando o, 11. Un lungo processo conico-appiallito, un po' rivollo al- l' insu , non inclinato dallavanli all' indielro, ma siluato nell' islesso piano trasversale del corpo della vertebra ne rappresenla l'apofisi trasversa si- nistra ; da queslo lato manca l'apofisi arlicolare , di cui scorgesene una parte dal lalo deslro, ove si c pur anco conservata qualche reliquia della trasversa. L'apofisi spinosa, che qui e quasi inliera, e breve, massiccia alia base, ai cui lati sonvi le faccictte articolari, in questa seconda lom- bare piu rimarchevoli che nelle altre per essere affatto 'piane , liscie , e grandemente rivolte aU'esterno. IM.CSTRATO DAI. PROF. E. SISMONDA 201 Finalmentc credo doversi riconoscere gli avanzi dclla ter/.a lombare in un'apofisi spinosa , cui sla annessa porzione dclla trasversa sinistra ; quel die m' induce in tale credenza si e la fonna delle detle apofisi, la prima delle quali e anch'essa areata a becco d'aquila, e mostra alia sua base, come le lombari precedenli , le facciette articolari liscie , piane, e assai rivolle all'esterno ; l'allra, ossia la trasversa sinistra, ha la caratle- rislica direzione , che ho indicato nclla seconda teste descritla. Qui ter- miiia la serie delle vcrtebrc, a cui compimento mancano conseguente- rnehte tutte le sacre, e tulle le coccigec o caudali. II tronco risullanle dalle suddescritte basta a dimostrare , che la colonna vertebrale del ina- Stodonte angustidenle e forte, cd in rapporto colla robustezza delle allre parti dello scheletro ; che cssa non presenla alcuna curvalura di gran rilievo lungo il tralto dorso-lombare ; che le verlebre delle varie regioni, tut Iodic per via di modificazioni gradate, passino insensibilinente dall'ima allallra , studiate peri) isolatanienle , olFrono caduna alcim che di parli- colare e distinlivo; che tutte le cervicali hanno un corpo proporzionala- mente assai sottile, di figura ineno cuoriforme che nelle dorsali, le quali ilislinguonsi per un corpo assai piu spesso , carenato inferiormente, Leg germente incavalo sui lati , col foro midollare piu regolarmente triangolare, apolisi spinose assai sviluppale , apofisi trasverse assai rilevale ; carattere uuest'ultimo piu pronunciato ancora nelle lombari, di cui 1' ultima ha ['apofisi trasversa con una direzione quasi quasi trasverso-verticale. COSTE. Nissuno cerlamenlc £ara le meraviglie nello scorgere che scarse in mi- mero cd assai— &-antumate sieno le cosle; la gracilita di siflatti ossi con- munla ad una considcrevole lunghezza basta a rendere ragione del loro deterioramento. Provando e riprovando ci pare di essere riescili a richia- marle al loro vero posto, ad cccezione di varii frammenti c capitelli isolati impossibili a classificarsi, e che tralasciammo percio di far disegnare . oome ora tralasciamo di fame particolarizzata menzione. Quelle distintf col probabile rispetlivo numero d'ordine si riducono a ventisei, riferibili parte al lalo deslro , e parte al sinistro. In generate sono gracili , e de- crescono di larghezza dallavanli all indietro , cioe dalle prime alle altime, massime per la ineta inferiore di caduna costa, quantunquc la fossilizza- zione ne eccettui qiialcuna da epiesta condizione, e la faccia coinparire Serie II. Tom. XII. us 202 OSTEOGRAFIA DI OB MASTODOKTE ANGUSTIDF.NTE jiiu larga di quanlo il comporlcrebbe il numero da noi assegnalole nclla sorie. Anche il grado di inflessioiic varia , come la lunghezza , a luogo a luogo; cosi menlrc Ic prime son quasi rette (dalla base del collo in' giu) e carte, le inlcrmedie mostransi le piu piegale e lunghe , e le ullime gia lallcsi di nuovo piu brevi tendono di nuovo a rizzarsi , anzi a dirigere posteriormente la loro estremila libera. Eguali passaggi o modificazioni si notano nello sviluppo del lubercolo clie si arlicola collapofisi Irasvcrsa della corrispondente vertebra, e nclla scanalatura costale. Pronuncialis- simo nclle prime coste , e quasi a livello del capiLcllo arlicolarc il dclto lubercolo insensibilmenle diminuisce di grossczza e si abbassa finche dopo I'ottava lo si trova ridolto ad una semplice faccielta scabrosa. La scana- lalura laleral-longitudinale all' incontro , clie nellc prime coste manca allallo, dalToltava, ove comincia ad essere piulloslo profonda, crcsce di jirofondita ed anche an po' d'ampiczza sulle due faccie anteriorc e posle- riore fino alia duodcchna, dopo la cpiale gradalamenle decresce. Coste del LATO destro. — Con quella pimdcnte riserva volula dalla Datura del giudizio, io ammclto Ira le coste del lato destro la prima, la lerza, la quarta, la epiinta, la sesta, I'ottava, la nona, la decima , I undecima , la duodecima , la decimaterza , la decimaquarta , e la de- ciinacpiiiila. La prima sternale (Tav. IV. fig. i) e Tunica veramente intiera, e che meriti di essere a parte a parte descritla. Lunga o; 5o , larga alia base o, 12, appiatlita, col margine anleriore ottuso , il posteriore acuto, quest a msta all'eslremita vertebrale lermina in un grosso capitello soslenuto da mi collo compresso , alquanlo incurvalo all' indentro ; esternamente ac- canto al nominalo capitello sorge un grosso lubercolo, che si arlicola colTapofisi Irasversa della corrispondente vertebra. L'estremita inferiorc ha la base tulta aspra e bernoccolula per l'altacco della cartilagine costo- stemale, La terza ( Tav. IV. fig. 2 ) schiacciata , e coi margini eguahnente ot- lusi da ambe le parti, e rappresenlata da un pezzo della lunghezza di o, 53 , cui per formare una costa inliera non manca che Tcsti-emita vertebrale. 1'iu deteriorata c la quarla (Tav. IV. fig. 3); di essa ci rimane so- lamenlc la meta inferioi'e lunga o, 3^. Nelle islesse condizioni trovasi la quinta; la parte sternale, che sola ne rimane , misura o, 3 a. ILLUSTIUTO DAL PROF. E. SISMONDA 30J Lo stesso dicasi dclla sesta ( Tav. IV. fig. .\ ) anch'essa rappresenlala da un solo pezzo inferiore Kmgo o, 39. IMcno danneggiata e l'ollava (Tav. IV. fig. 5); vi ha pi£k della meta superiore col suo capitello; lunghezza o, 64- Anche il frammento che riferisco alia nona conserva il suo capitello: esso arriva a o, 27. La decima ( Tav. IV. fig. 6 ) e tra le piu complete ; essa e in I re pezzi , i qnali riuniti formano un arco, la cui corda misura 1, o3. Lundccima ( Tav. IV. fig. 7 ) e pure in un lodevole stato di conser- vazione , mancando solamente dell'estremila inferiore ; non presenta rot- lure di sorta, e forma un sol pezzo di 0,80. Bellissima pur anche si e la duodecima ( Tav. IV. fig. 8 ) cui non manca che un miniino tratto alia parte inferiore; lunghezza 0,92. La decimaterza e in tre pezzi, che ricongiunti misurano 0,72; manca il capitello , e grande e il guasto nella sua parte inferiore. La decimaquarla , ancor essa senza capitello , e un pezzo superior- medio della lunghezza o, 3g. Alia deciniaquinta riferisco un frammento assai schiacciato, lungo o, 2 di larghezza ; avuto riguardo alle accennale dimensioni, la pro- fnudila non si puo dire grande ; infatti sid davanli , cioe sulla parte li- bera sporgente fuori del costalo, non olirepassa o, 06. Per ben descrivere ipiest'osso, chc Iraccia sul piano una figura irregolarmente rellangolare , io lo divido in quattro margini e due superficie. II margine anleriorc per la sua inclinazionc allindielro, come il vomere d'un aratro , da luogo in basso ad iin angolo sporgcnlc ; il posteriore e scabroso e bernoccoluto, il che agevola 1 adesione delle cartilagini inlcrsternebrali ; sul margine su- periore, un po'rialzato c gibboso nel mezzo, dalla meta posteriore in gin scorgonsi due faccicllc ovalari, a superficie scabrosa , Tuna destra, sinistra I'altra, insirvienti allallacco delle cartilagini delta prima costa del rispet- livo lato ; il margine inferiore e il meno ottuso, e mostrasi longitudinal- nl t- convesso. Le due grandi superficie laterali, or piane or concave, sccondo i punli, non offrono alcuna cosa degna di essere parlicolarmenle notata. SECOND* ster:nebra. — Irregolarmente rettangolar-quadrata e la fi- gura della seconda slernebra (Tav. II. fig. 19. 22), le cui dimensioni sono : lunghczza o, 16, largliczza 0,11, spessezza del margine anteriore o, o5. II corpo di qucsla slernebra presenlasi alquanto piu assolligliato nel mezzo, che non quello della prima, come piu carenato c convesso- lulato nc e il margine inferiore; margine superiore concavo cd oltuso; anteriore e posteriore sinuosi, bernoccoluli , e segnati in alto tanto a II.I.l STIUTO DAI. l'ROF. E. SISMONDA 20.'J destra che a sinistra cli faceiette irrrgolari per I inserzionc dellc cartilagini della seconda e teres cosla. Tkh/A STEBNEBBA. — Assai rassomiglianle alia seconda or ora dc- scritta si e la Gonna della terza sternebra ( Tav. II. fig. 20, primo pezzo a sinistra), le cui dillrrcnze principal! consistono semplicemente nell'avere il margine superiore piu ottuso, piu largo, L'inferiore meno carenato, il postcriorc piu dilatalo. Le sue dimension! sono : lunghezza o, 10, lar- ghezza 0, 07 , profondila presa sul margine anteriore o, o5. Qi aiita stick Milt 11 A. — Talinciite malconcia trovasi la quarla (Tav. II. lig. •!(), pezzo di mezzo) clie piu non pennctte di positivamente stabilire quale si fosse la sua nalurale eonfigurazione ; pare tuttavia potersi de- durre dalla distanza che separa in qoesta sternebra il lalo destro dal si- nistro , che il suo margine superiore era piu dilalato, c 1' intiero corpo assai meno compresso sui lati che qucllo delle prcccdenti. Sulla sua su- perficie inconlransi qua e la dei tubercoli o bernoccoli irregolarissimi ; in cssi mi pare di scorgere l'eilello di una stentata ossificazione della carti- lagine primiliva , scppure non deggionsi ripetere dalle cause medesime che hanno indolto le altre alterazioni di quest' osso , voglio dire dalla fossi- lizzuzione. Ultima stkiimuiha. — Eguali diilicolla si incontrano nelP assegnare una forma determinate alia qninta (Tav. II. fig. 20, pezzo ultimo a destra) per essere anch'essa assai mulilala e guasta. La porzione pert) , che cen rimanc , sembra indicare che quest ultima sternebra era ancor piu rigonfia della pemillima , sicche vi avrebbc cio di rimarchevole nella serie, che menlre il corpo della seconda e il piu schiacciato e sottile , quello della terza eomincia a rigonfiarsi, finche nell'ultima tondeggia e si awicina ad una forma irregolarmente cilindrica. MEMBRA VVI I ItlOltl. OmoI'LATA. — l'assando ora a discorrere delle membra anterior!, ve- dremo che anche da questo canto lo scheletro del nostro mastodonte pri- megeia fra i conosciuti. Ter quel che riguarda le omoplate, abbiamo un magnifioo pezzo della destra (Tav. II. fig. io. 16), la cui lunghezza ar- riva a 0, 32 su o, 21 di larghczza presa al dissotlo deH'origine della cresta. I margini posleriore ed articolare di questa porzione inferiore d'omoplata J06 OSTEOGIUFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE sono olliuiamente conservati. La proininenza acroiniale , che sorge molto vicina d margine anteriore, cioe ad an quarto della distanza tra questo e '1 posteriore , vi sorge robusta assai, a giudicarlo dalla sua radice, ossia dalle Uaccie della spina ehe luttavia sussistono , come da quanlo ne so- pravan/.a puossi arguirc che assai sviluppala era l'apofisi coracoide. Grande, poco profunda , e spasa inoslrasi la cavila glenoidalc , il cui diametro antero-postcriore misura circa o, 19, il trasversale 0,10, ed il cui peri- metro, irregolarmente rettangolar-ovale, e piu largo sul dinanzi, che po- sUriormente. La superficie interna di quest' osso scorgcsi come divisa in due parti d' ineguale estensionc, cioe molto piu angusta l'anteriore , tri- plicalainente niaggiore la posteriore, per una specie di costa o rialzo tonde^gianle ed ottuso, diretto un po' diagonalmente dal basso all'alto. il quale rialzo da a questa superficie un aspetlo convesso , mentre la faccia esterna in grazia della grande estensione della fossa sotto-spinosa compa- rirebbe di prcferenza concava. II solo acronsio si e potuto salvare dell' omoplata sinistra ( Tav. II. fig. in). Di ligura pxessoche Iriangolare, col margine superiore convesso, 1' inferiore leggermenle concavo, la superficie esterna convessa, I' interna piano-concava , quesl apofisi misura in lunghezza nientemeno di o, 29 ed in larghezza alia base circa o, i5, dimensioni , che unitamente a cpielle gia rifente rispetto ad allri punti dell'omoplala destra , valgono a far co- noscere la non comunc grandezza cui altingono quesli ossi nel mastodonte. Omeuo. — Eguali straordinarie proporzioni incontriamo negli omeri, i- ipiali \eramenle volevansi per sorreggere un animale di tanta mole, ed in cui, pel grande sviluppo della testa, delle zanne, e del petto, la parte anteriore graiulinieute prepondera sulla posteriore. L'omero destro (Tav. III. fig. 1), che cpii prescelgo per lipo della descrizione , e cosi intatto e fresco che U giudicheresti apparlenenle alio schelctro dun animale della fauna altuale. Esso appare robustissimo e tozzo per non essere lungo proporzionatamente alia sua grossezza ; infatli mentre dalla parte piu elevata della tuberosila esterna al condilo del- listesso lato misura appena o, 80, prescnta per la detta luberosita esterna un' estensione antero-posteriore di o, 24 , ed una larghezza trasversale verso rorigine della cresta condiloidea di o, 26. Pero siflalto aspetto , che I'osso presenta a chi lo guarda di prospetlo, cangia per chi lo osserva di prolilo ; in quest' ultima direzione , per naturali compressioni oblique ed opposte , comparisce non solo piu gracile , ma come conlorto so\ ra se stesso. II. 1.1 STRATO DAI. PROF. E. SISMONDA 207 L'estremita scapolare dell'omero finisce in un capo articolare subemi- sferico, sessile, accanto al quale sorgc la tubcrosila cslerua rapprescnlala da una grossa ed unica cresta diretta obliquamente daH'avanti all'indietro, dall' interno aHYslemo, piu grossa e piu clevata posteriormenle al dissopra del capo articolare di circa n,o'j. Tra la nominata cresta e'l capo apresi anteriormenlc il canal bicipilalc , canale profondo, cbc discendc in basso fin oltre la meta dell'osso, limitato esternamentc dal margine interno del- I' iinpronla deltoidca; questa c triangolare, larghissima , c forma esterna- mentc una specie di spigolo oltusisshno, chc discende obliquamente dal- I'esterno all' interno fin dove termina il canal bicipitale, e piu sotto ancora. L'estremita inferiore si fa particolannenlc ammirare per la cresta con- diloidea, la quale allarga considerevolmente l'osso in questa parte. Cotesta cresta ha un' origine , sto per dire, posteriore, ossia incomincia da epiel rialzo, che costiluiscc il margine esterno della grande cavita triangolare, alia cui parte inferiore corrisponde I'olecrano, c dirigendosi in avanti con una curva piuttosto rapida , quivi si ingrossa , e raggiugne il condilo esterno, piu piccolo e meno largo dell' interno. L'omero sinistro (Tav. III. fig. 2) non si trova in quel raro stato di conservazione , in cui e il destro ; esso manca dell'eslremila inferiore, se ne eccettui un frammento staccato, il quale ne rapprescnta porzione an- teriore del condilo interno. Nella suindicata figura non comparisce eguale al compagno, a dillcrcnza del quale lascia vedere un canal bicipitale assai piu aperto, e'l capo trasversalmcnle piu esteso ; deggio pert) awertire che simili differenze provengono da accidentale schiacciamento dell'osso , di cui veggonsi epia e la altri manifestissimi segni. Cibito. — L'avanbraccio costituisce una massa ossea di circa o, oq piu breve dcU'omcrp , nel che dcesi rawisare una diversity tra il masto- donte e l'elefantc, in cui, giusta Ic ossenazioni del Bi.ainvii.i.e , la lun- ghezza dcllavanbraccio vincerebbe quella dell'omero. Di epiesta parte delle membra anleriori ben poco ci resta a desiderare ; csislono infatti ambidue i cubili in bnonissimo stato, esiste inliero alfatto il radio sinistro, e por- zione del destro. II corpo del cubilo ( Tav. III. fig. 3. 4 ) rafligura come un prisma triangolare coi due spigoli anleriori piu acuti del jiosleriore , e le faccie rese irregolari per solchi e rialzi longitudinali. Nella posizione normale (picsl osso sta disposto in guisa da ofirire rivolla in avanli la faccia li- mitata lateralmentc dai due spigoli piu acuti , a Cui per conseguenza 208 OSTEOGIUFIA DI UN MASTODONTE ANCUSTIDF.NTE corrisponde posleriorrncnte lo spigolo ottuso. Prima di far passo ad una parlicolariz/.ala descrizionc giova notare , che siccome seorgcsi dalle ri- spettive figure, i cubili nel nostro inaslodonte non sono pcrfeltamcnto identici , il destro (fig. 4) eomparendo pin lumido c con faccie piu piaue, per essere stato piu profondamenlc allcralo dalla fossilizzazione ; quindi la deserizione ritrarra di prrl'rrrnza i caratteri del sinistro, tranne per quel che riguarda lYslrcmita inferiore , incglio conservala nell'allro. II corpo del cubito si allarga considercvolincnte nella sua parte supe- riore , ove meritano parlicolare inenzione l'olecrano, la cavita sigmoide , e I processo coronoide. L'olecrano, che si pub considerare come formalo dalFaggrandimento e prolungamento dello spigolo posteriore , e foggiato a guisa di una grossa apofisi, la quale sormonla il processo coronoide, clic le sla innanzi , diretla quasi orizzontalmenle dall'avanti all'indielro, dall' infuori all' indentro , piu larga dal lato interno che eslernamente. Un' ampia superficie incavata , leggermenle convessa nella sua parte inferiore per una tinea prominenle, che corrisponde al solco della (roclea dell'omcro, e la cavita sigmoide. Essa e divisibile in tre lobi, due quasi orizzontali, appcna un po'inclinali in basso, di cui e piu largo 1'interno, ed uno \eiiicalc alquanlo arcalo in avanti , che tcrmina nel processo co- ronoide. Sul margine interno del lobo esterno della detta cavita hawi poi una faccielta liscia , contro cui si appoggia il margine esterno del capo del radio. Tali caratteri son lutli dislintamenlc visibili nel cubito sinistro ( lig. 3 ) ; nel destro manca l'olecrano , e 1 lobo interno della cavita sigmoide. L'estremita inferiore, quasi perfettamenle conservata nel cubito destro, si presenta con una figura Iriedrico-clavifonne , il cui lato piu strcllo guarda in avanti, il inaggiorc, che e ad un tempo il piu appialtito, sla rivolto all' interno, ed e contrassegnalo da una faccietta liscia, ovale, col maggior dianielro di circa o, o5 per l'articolazione col radio. II lato esterno , piu degli allri convesso , distinguesi per una specie di larga ed assai ollusa protuberanza, che dircsli protuberanza malleolarc. Finalnieiitc la superficie per l'articolazione cubito-carpea e concavo-convessa , ed ha un perimetro iiTegolarmente triangolare col maggior lato prospicienlc piu all' interno che posleriormente. Dalla punla dcll'olecrano al margine della superficie arlicolarc inferiore il cubito misura o, 70. RADIO. — Gracile e il radio (Tav. V. fig. i-3 ) proporzionalamenli' al cubito , maggiore quasi del doppio. Di figura triedrica per la metii H.LUSTRATO DAI. PROF. E. SISMONDA 201.) inferiore, tricdrica schiacciata verso la soiinnita , complessivamente si pre- senta pure sotlo forma clavata , in grazia della picciolezza del capo e del progressive aumentar di volume che fa il corpo dall'apice alia base , la quale lermina in una massa non guari minore in grossezza ilell'estre- mita inferiore del cubito, contro cui si applica pel suo lalo piu esleso , sul qual lato percio havvi una faccietta articolare leggerniente concava , ovale, trasversale-, col maggior diamclro di circa o, o5. Forlemente ar- cato dull' interno all'esterno, dall'avanti all' indictro , merce siffatle cur- Nature il radio puo attraversare obliquamente la faccia antcriore del cubilo. ed accollanisi. Esso e piu breve dell'osso or ora nominato, di cui attinge solamente il livello del lobo esterno della cavita sigmoide, che esso stesso concorre ad ampliare perche possa ricevere il condilo esterno dell'omero. La cavita articolare del capo del radio, con cui quest'osso concorre, giova ripeterlo , ad allargai'e la sigmoide , ha una figura ovalare , piu larga dal lato interno , piu ristretla esternamente , e come divisa in due piani di- versamente inclinati. La figura piu rcgolarmente triedrica, che presenta il radio alia sua parte inferiore, da risalto a Ire distinte faccie, di cui la piu estesa si arlicola , come ho delto , col lato interno del cubito , e le altre due mantengonsi libere, e quanlunque piu o meno convesse , aspre e tuberose, difettano di vera prominenza malleolare. La faccia inferiore per l'arlicolazione radio-carpea, e sublriangolare , convesso-con- cava, e corrisponde in ampiezza a poco piu della meta di quella della base del cubito, sicche nell'accennala articolazione il radio non entra che pei due quinti all' incirca. Gli esposti caratleri sono desunti dal radio si- nislro ( Tav. "V. fig. i. 3) lungo 0,62, perfettamente conservato. Del destro ( Tav. V. fig. 3 ) piu non resta che porzione della meta superiore della lunghezza di o, 24. Piu.vmidale. — A pochi si riducono gli ossi del carpo, che non an- darono dislrutti o smarrili ; tra cpelli della prima serie , meritevoli pel grado di conservazione di essere particolarmentc ricordati, annoverasi il piramidale d'ambo i lali. Quello del lato destro ( Tav. IV. fig. 20. 21), come quasi inliero , servira di tipo per la descrizione. Esso e un osso triangolare irregolare colla base del triangolo rivolla all' indentro verso il seinilunare, e l'apice libero diretto all'esterno. Per farlo esattamente co- noscere convien dividerlo in due superficie, tre margini, cd un apice. Superficie superiore, su cui si appoggia il cubito, assai larga, triangolare, concava trasversalmente , in quest' esemplare un po' guasta all' estremita Serie II. Tom. XII. c{ ■in OSTEOGHAFIA DI I'M MASTODONTE ANl.l'STlDENTE esterna , o\e dovrrbhe vedersi la faccielta articolare pel pisifnrme j supcr- licie inferiore , che si articola coll iinciforme, larga assai, eziandio trian- golare , ma piu irregolare, piii acula c prptratta cslernamenlt', comcssa trasyersalmente. Marginc o faccia anleriorc
  • elto uieno atticciato , e cib in grazia particolarmente della gracilita e lunghezza del femore , non che degli ossi della gamba. Questo fatto, siccomc ho altrovc nolato, trova una fisiologica spiegazione ncllo straordinario svi- luppo della testa, delle zanne e del petlo, il cui considerevolissimo peso, dovendo essere specialmente sostenuto dalle membra toracichc, esigeva che c[ueste fossero piu delle allre sode e robuste. Osso INNOIONATO. — La sottigliezza, e conseguentemente la facilita ad allerarsi degli ossi innominati, ci fa lamenlare la mancanza di grossa parte del bacino; tutto , <)/j. La larghezza dell' estremila pelvica presa al livello del collo tra il margine inlerno di questo e 1 limite estcriore del gran trocantere da o, 24 , e quella dell' estremita tibiale presa tra le due tu- berosity da o, ?.3. In complesso costituisce un osso diritto , appiattito ncl mezzo , piu appiattito ancora all'estremita superiore, col margine interno alqaanto concavo , e l'esterno, dell'altro assai piu acuto , reso un po' si- nuoso per un leggero rialzo sporgente al disotto della meta inferiore , rialzo che si pub considerare come un rudimento del terzo trocantere. All'estremita pelvica, che a ragione si puo dire biforcata, dal lato interno osservasi il capo costiluito da un'eminenza emisferica, con super- ficie liscia , mancante d'ogni sorta di forame pel legamento rotondo, sor- retta da un largo collo compresso, sottile, obliquo; dal lato esterno sorge il gran trocantere, ossia una grossissima tuberosity piu bassa del capo . scabrosa alia superficie , particolarmente elevata e sporgente al di dielro, e come divisa in due parti per un solco , che l'altraversa obliquamente dall' interno all'csterno , dall' indietro aJl'avanti. Posteriormente al di sotto di questa tuberosita e quasi nella sua grossezza trovasi scavata una pro- fonda e larga fossa ovalare. L'estremita inferiore del femore , convcssa anteriormente , concava po- steriornicnlc , superiore in volume al corpo dellosso , finisce in due con- dili , 1' interno maggiore , separati in avanti nella loro origine da una superficiale e larga infossatura diretta un po' obliquamente dall' esterno all' interno, ed a margini acuti e divergenti in basso, contro la quale in- fossatura applicasi la porzione superiore della rotella. Anche posteriormente 3 I 4 OSTEOGRAFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTF. i iletti condili sono l'uno dall' altro clivisi , e lo sono merce un pro- fondo e anguslo canalc, che va a perdersi in un' ampia fossa sopra- eondiloidea. Ciascun dei lati poi dell'eslremita tibiale del feinorc prcscnta una tuberosity alquanto scabrosa , collocala al disopra del livello dei con- dili, e di cui 1' interna e assai piu grossa , schiacciala ed oltusa che non Testerim. II femore destro ( Tav. III. fig. 5 ) e ridotto ad un pezzo della lun- ghezza di o, 6o , costituenle, come scorgesi dal rispeltivo disegno, la parte superior-mediana dell'osso qua c la corrosa e frantumala. Tidia. — Nelle spoggia la punta esterna dell' estremita inferiore della tibia ; I allra , quasi verticale , di perimetro trapezoidale , serve all'arlicola/.iom coll'astragalo ; la lerza, che e di tutte la piu bassa , la piu incavata , e u piu estesa , ha una figura ovalare , e si articola col calcagno. La su- ptiiicie opposta od esterna deU'estremita inferiore del perone non offie ILLUS'IRATO DAL PROI'. E. SIs.MONDA 310 clii- alcune cminenze piu o meno S|>orgenli c qua e la irregolarmente sparse , cbe la lv.nclono aspra , rugosa , bernoccoluta , secondo i punti. La \era lunghczza ili qucst'osso la ignore L'esemplare pert), che ho Ira le iiiani, i' cbe difelta appena , come lio detlo , di una piccola porzione deU'estreinita superiore , inisura o, 4/- A.STBA6AL0. — Del tarso ando perduto un osso solo , c questo e 1 ul- timo enneiforme , ossia qucllo del pollice. Tulli questi ossi tarsiani , cui acceiuio , riferisconsi al piede sinislro, come ad esso solaincnle apparten- gono eziandio i mclalarsiani , e le poche falangi , che a suo luogo faro conoscere. La mancanza del piede deslro era cosa a presumersi , e da at- tribuirsi alia nicdesima ignota causa che distrusse compiutamente la gamha di (juesto lato, e ne allero profondainenle il femore. Grosso e robusto c l'aslragalo ( Tav. III. fig. 9. 10 ); il suo perimclro disegaa sul piano una figura irregolarmente quadralo-romboidale , il cui diametro trasversale misura o, i3, rantero-posteriore quasi 0,11. L al- tezza poi di quesl'osso presa dal lato inlerno sorpassa o, 08. La sua su- perficie articolare superiore , o tibio-astragalea, e una superficie larga . piano-convessa , inclinala dalla>anli all'indielro; T inferiore e divisa in ilue facciette ovalari da un solco longitudinale , che la percorre obliqua- menle dall'esterno all' inlerno , dall' indielro all' avanti ; tali facciette , di cui I'esteriore e la ]>iu estesa, mostransi alquan to inclinate verso il solco, che le scpara, e rispondono ad eguali facciette arlicolari del sottoposto calcagno. Ollre alle suaccennale laslragalo presenta ancora un'altra fac- cietla ovale, trasversale, convessa, situala sul margine anteriore, per lar- licolazione collo scafoide, ed una quarla quasi diametralmente opposta a (|iiesla, cioe lateral-posteriore , piu piccola, eziandio convessa, contro cui si arlicola il perone. Sul lalo interno dellastragalo scorgesi finalmente una grossa tuberosita assai sporgente e rotondata, la quale contribuisce alia formazione del malleolo interno. CALCAGNO. — Fra tutli gli ossi del tarso il piu voluminoso e piu ir- regolare ad un tempo e il calcagno (Tav. III. fig. 7. 8). Compresa 1'apo- tisi del tallone esso e lungo o, 19 con circa o, i5 di larghezza nella parte anteriore del corpo. Le due facciette arlicolari superiori , sulle quali si appoggia l'aslragalo, c di cui 1'eslerna e un po' piu larga della compagna, hanno una figura pressoche semilunare , sono piano-concave anterior- menle, leggermenle convesse posteriormente , c divise sul davanti da una grande infossatnra triangolare, obliqua, a superficie aspra e tubercolosa. 3l6 OSTEOGRAFIA DI UN MASTODONTE ANGUST1DENTE La suddetta faccietta articolare esterna si incurva, o meglio si congiunge eon un altra piu esteriore e marginalc, ovale, convessa, contro cui si applica la base del perone. Anche la faccielta astragalea interna si inostra con- tinua in avanti con un'altra piccola faccielta marginale , cioe con quella inserviente a dar appoggio alia base dello scafoide. Sul davanti inoltre e dal lalo esterno il calcagno offre una larga faccia articolare, di perimetro ovale , leggermenle concava , per l'articolazione col cuboide. Due grosse tuberosita dislinguono la superficie inferiore, Tuna collo- rata dircUamenle sotto la faccia per l'articolazione col cuboide, schiacciata, bernoccoluta , scanalata esternamenle , I'altra posteriore, sviluppalissima , obliqua dall'alto al basso , daU'csterno all' inlerno , ed in cui va a finire la cosi detta apolisi del tallone , apofisi schiacciata, ed obliqua nel verso slesso della suddetla tuberosita. Scafoide. — Lo scafoide (Tav. III. fig. n ) e costiluito da una forte piastre ovale, trasversalmenle convessa sulla superficie anteriore , concava sulla posteriore , coll'estremita o margine esterno alquanto piu alto e in- lurgidito dell' interno , e coi seguenti diametri : trasversale o, 1 1 , verli- cale o, 07 , anlero-posteriore o, o3. La superficie posteriore di quest'osso, che dissi essere concava , forma una faccia sola , clie si articola intiera- inente coll'astragalo ; la superficie anteriore invece compare divisa in quallro facciette di varia grandezza irregolarmente ovalari, di cui Pesterna si articola col cuboide , e le altre coi Ire cuneiformi. Un' altra piccola faccielta incontrasi ancora su quest'osso , voglio dire una faccietta oblunga situate sulla parte interna del margine inferiore , mediante la quale esso arlicolasi col calcagno. Cuboide. — Per nissun rispetto il cuboide del maslodonle (Tav. III. fig. 12. 1 3 ) meritasi lal nome ; la sua configurazione e lonlanissima dalla forma cubica ; non ha alcuna faccia quadrata , e appiatl ito , e 1 suo pe- rimetro e quello di un triangolo quasi equilalero ad angoli rolondali, colla base rivolta in avanti e l'apice posteriormente. La dislanza tra i due angoli anteriori , che qui io considcro per la lunghezza dell'osso , e
  • 4<>- Sulla superficie superiore hanvi due facciette articolari, una eslerna pel cal- cagno, di figura ovale, convessa, inclinata all infuori, elevata allindentro ili circa o, 008 sopra U livello dell'altra, ossia della faccielta articolare intern;!. ILLUSTRATO DAL PROF. B. SISMONDA 2 I "J di figura anch'essa ovale , piu piccola , piano-concava , dcstinata all'arli- colazione collo scafoide. In due facciette leggermente convesse scorgesi parimente divisa la superficie infcriore , l'esterna delle quali corrisponde all'ultiuio, 1' interna al penultimo metatarsiano. V'ha infine sul rnargine intcrno del cuboide una faccietta piu piccola delle nominate , merce cui esso articolasi col terzo cuneiforme. Cu.mhformi. — Dei cuneilbrmi non si e rinvenuto che il secondo ( Tav. III. fig. i4) ed il terzo (Tav. III. fig. i5). Questo e U maggiore , e quantunque assai guasto e corroso , ritiene ancora la lungliezza di o, 06 su o, 04 di larghezza , e circa o, o3 di altezza ; l'altro , che pur non e intiero, misura solamente o, o5 in lunghezza, o, o3 in larghezza , e poco piu di 0,02 in altezza. La figura e in ainbidue sublriangolarc irregolare ; iiell'uno e ncll'altro distinguonsi due superficie , di cui la posteriore un po concava articolasi collo scafoide , l'anteriore quasi piana nel terzo . piu concava nel secondo , articolasi col rispettivo metatarsiano. Oltre a cio questi ossi lasciano vedere oscure traccie di una faccietta marginal^ per la reciproca articolazione Ira di loro. 2." 3." e 4° metatarsiano. — Tie sono gli ossi che riferisco al me- tatarso, e considero anzi come rappresentanti i tre metatarsiani intermedii del piede sinistro; riguardo al terzo (Tav. IV. fig. 24) ed al quarlo (Tav. IV. fig. 22) non mi resta alcun dubbio , avendo poluto assicu- rarmi, in grazia del lodevole stato di conservazione , in cui si trovano , dell'esatta corrispondenza delle loro faccie articolari tarsee con quelle del cuneiforme maggiore , e del cuboide ; ma non riposo egualmente tran- quillo sulla classificazione del secondo metatarsiano ( Tav. IV. fig. 26 ) , il quale maltrattato dalla fossiJizzazione ha perdulo i principali caratteii distintivi. Questi ossi , od ahneno il terzo ed il quarto , la cui configura- zione si e mantenuta normale , hanno la forma di 1111 prisma triangolare colla faccia piu larga, piu regolare e quasi piana rivolta anleriormente , e le due laterali tubercolose, e irregolan inclinate sovra uno spigolo po- steriore oltusissimo e assai incavato trasversalmenle. L'estremita loro su- periore o tarsea termina in una faccia triangolare , o base del prisma , la quale nel terzo va ad articolarsi col cuneiforme maggiore , e nel quarto col cuboide ; anzi quesla faccia nel quarto metalarsiano presenta verso il rnargine esterno un legger rialzo corrispondcntc alia scanalalura del cuboide stesso. Inoltre lateralmente all'estremita tarsea di questi ossi si a dflstra che a sinistra hanvi delle facciette pressoche verticali inservienli Serie II. Tom. XII. dd 11 8 OSTEOGRAFIA DI IN MASTODONTF. MGUSTIDENTE .ill artieolazione ilei metatarsiani tra di loro. L'estremita inferiorc o fa- laugca , trasversalmente semicilindrica , sc cosi mi e lecilo chiainarla, volge un po' obliquamcnlc all'esterno nel quarlo ; in tulli alia base della testa articolarc melatarso-falangea scorgonsi due faccictte longiludinali , contigue, parallele, concave trasversalmente, deslinatc all'articolazione coi sesamoidci. La lunghczza si e di nitre o, ot) nel secondo, di circa o, 11 nel terzo , e di o, in nel quarto, sopra o, o/(5, o, o55 e o, o5o di rispet- liva largliczza misurala alia nieta del corpo. I'w.a.vgi. — Come mi e parso di poter rapportare i suddescrilli nic- latarsiani al secondo , al terzo, ed al quarto, parmi poter riferire ai corrispondenti diti del picde sinislro le trc falangi , che vi stanno deli- neate al di sotlo. Forse tpiella che assegno al dito secondo (Tav. IV. 6g- ""J ) potrebbe aver appartenulo ad uno dei dili estremi, cioc al pol- lice od al mignolo , essendo essa assai compressa da un lato ; ma nclla mancanza di piu forti caratteri , bo amato meglio rapporlarla al dito se- condo , di cui panni possedcrc , come bo gia detto, il corrispondentc metatarsiano. Coteste falangi, di cui ciascuna rappresenta la prima del lispotlivo dito , sono in generale piu lungbe che larghe, sono oomnresse dall'avanti all indietro , trasversalmente incavatc sulla faccia superiore o falango-metatarsea , quasi semicilindriche ed un po' incavate in senso ver- ticale sull' inferiore o falango-falangea. Quella del secondo dilo, che sembni pern alquanto altcrala , ha o, 047 si in lunghezza che in larghezza ; quella del dito medio (Tav. IV. fig. a5) ha 0,06 su o, o5, e quella del qu:iric. dito (Tav. IV. fig. 23) presenta o, o58 su o, o5i. Prima di abbandonare il discoiso intorno alle falangi , deggio aggiu- gnere due parole sul coijvo delineato a Tav. V. fig. 1 1 , il tpiale e troppo liialcnncio perche lo si possa positivamente classificare, ma che e proba- bile sia la riunione di una scconda con un'ullima falange di uno dei diti inlcnnedii ; parimente un'ullima falange di dita indeterminabili paiTni di scorgere nei corpi delineati a Tav. V. fig. 17. 18, i quali per la loro larghezza c per la loro forma semilnnare irregolare non sembranmi po- lersi altrimenti consideiare che come falangi unguali piu 0 meno deformate. SESAMOIDEI. Ioidk. — Per coinpierc l'osteografia del maslodonte di Dnsino pin non oi resla che a parlare dei sesamoidei ; il piu prezioso tra qucsti, per ILI.USTRATO DAI. PROF. E. SISMONDA 3IQ uiio schelelro fossile , e chc forsc aneor nou si conosce nel mastodonte si e 1' ioide. La parte da noi rinvcnula e la branca slUoidea destra (Tav. II. lig. :>.3 ) non pero aflalto inlicra , mancandole qualche porzioncella al- I'cstreiuila dfi' suoi rami. Essa moslrasi leggernienle convessa dalla parte esterna, piano-concava internamente, ed in complesso appiallila , e colla forina approssimalivamente di ima fovea a due rebbi. Rotelle. — Le rotelle (Tav. IV. fig. 16-18) nou polrebbero Uo- varsi in uno stato di piu perfelta conservazione. Esse liauno un aspetto ollre ogni dire massiccio in grazia dclla grande loro spessczza, massime sul margine interno, ove arriva a circa 0,08. Di figura irregolarmente iriangolar-ovale col maggior diametro di o, i4 duetto longitudinalmente, t col irasversale di 0,12, quesli ossi prcsenlansi colla superficie esterna convessa , anzi bernoccolula per varie eminenze piu o nieno sporgenti <|iiu e la sparse. Sulla superficie interna o posleriore, die si voglia chia- mare , incontrasi un legger rialzo lougitudinal-obliquo , ottusissimo , per cui la detta superficie appare come divisa in due versanti diversainente iuclinati , piu concavo I'esterno che 1 interno , e corrispondenti conse- guentemente alia forma della fossa o canal femorale anterior-inferiore . < outro cui applicansi le rotelle. Tra loro differenlissuni souo i margini ; 1 interno alto, come dissi, circa 0,08 e tagliato quasi a perpendicolo ; I'esterno al contrario e sottile, e tagliato a piano declive. Lo stesso dicasi delle estremila , essendo la supcriore o femorale assai piu assottigliata di quella inferiore o tibiale. Esaminati comparalivamente questi ossi mostrano una certa disparita di dimensioni e di configurazione ; cosi la rotella si- nistra , a dillcrenza della destra, o piu piccola, piu gracile, piu assotti- gliata sul margine cslerno, eome piu assottigliata e protratta n'e Ufestrenoita che tocca il femore , e diverse, riguardo al volume ed alia direzione, m- sono le protuberanze della superficie esterna. Sesavioidei metaiaupiam E METATARSiAM. — Un fatlo , the ancor de- siilcra spiegazionc e lessersi isolalamente conservali varii sesamoidi menlre amlarono sinarrile o dislrulte le ossa ben piu voluminose e resislenti, con cui articolavansi; checclu- ne sia, di questi sesamoidi se ne rinven- ncro sette , di cui cinque melacarpiani , e due melatarsiani. Le prove da me fatte per riconoscere il loro vero posto, mi hanno accerlalo clio iliu- (Tav. V. fig. i5) appartengono indubitatamente alia testa digitale del quarto metacarpiano destro, e due (Tav. V. fig. 16) al quarto niclalar- -iano sinislro ; gli altri tre (Tav. V. fig. i:>. i3. i.\). avulo riguardo alia ISO OSTEOGRAFIA DI V'N MASTODONTE A1SGUSTIDENTE loro grossez/.a , si possono dichiarare melacarpiani , ma essendo isolati , cioe niaiuando in queslo schcletro i corrispondenli ossi del melacarpo , noii e possibile indo\inare a quale di essi vadano riferiti. Tutti questi M'samoidi lianno una ligura cuneiforme irregolare, piu o uieno allungata, i' sono piano-concavi dal lalo articolare , convessi dal lato opposto , ossia da quello clie poggierebbe sul suolo. CAiaiLAtilM ossificate. — Comprendo linahncnte tra i sesamoidi le ■ >>>a disegpate a Tav. V. fig. 9. 10, ossa irregolarissime , coniformi, spugoose, bernoccolute, avenli alia lor base come delle facciette arlicolari. Cosa sieno coteste ossa e qual posto realuienle loro competa nello sche- letro ben nol saprei ; se pero e lecilo emetlere una conghieltura , io le nleiirei a quella grossa cartilaginc, che in certi sclielelri non fossili di elefanle ho vedulo formare sperone al lalo interno dei qnattro piedi, aU (accandosi, per non dire articolandosi , solto alia lesta superiore del primo inetacarpiano e del primo metalarsiano. Conclnsione. Esausta, con quanto si e superiornienle esposto, la parle osteografica del mastodonte , che diede argomento a questa Memoria, credo opportuno ed utile, a modo di conclusione, di aggiugnere alcune considerazioni sul sesso, sulla statura , sulleta, sulla provenienza, e sulla giacitura geolo- gica del medesimo , non che un cenno sidla natura degli altri corpi fos- sili , che seco lui trovaronsi sepolti. Sesso. — Dalle tante interrogazioni , che mi vennero fatte ( da per- sone perb estranee a qucsli studii ) , e piu ancora dal modo con cui tali interrogazioni mi sono stale dirette , ho potulo persuadermi, che a chi non e versato nell'anatomia pare cosa sommamente diflicUe, se non istrana, che dal semplice scheletro si possa riconoscere il sesso di un animale ; solo per dar risposta a colcstoro , e non gia per isvelare agli scienziati un segreto che meglio di me conoscono, faccio qui considerare, che un carattcre osleologico infallibUe per distinguere i sessi nell' elefante e nel mastodonte abbiamo nelle proporzioni delle zanne, le quali mentre si M.I.l.'STRATO DAI, PROF. E. SISMONDA 22 1 maiilengono coslanlcmenle quasi quasi rudimenlali nelle femmine, atlin- gono nei inaschi dimensioni lalvolta prodigiose. Conseguenteinente a questo principio posso con certezza asserire, che lo schelctro in queslione ap- parlenne ad un individuo maschio, come quello che va fornito di zanne della slraordinaria lunghezza di 2"', 60. Statura. — Colossale dovea pur essere la sua statura, se le varie ossa del tronco armonizzavano in lunghezza , come non v' ha dubbio, con quelle delle estremila. Vana pretensione sarebbe quella di chi volesse colla pre- cisionc matematica emeltere un giudizio a tale proposito; ma senza li-oppo presumere si pub benissimo slabilire un calcolo di grande probability , che poco si scosti dal vero. A tale fine io parlirb dalle osservazioni fatte da Cuvier sovra lo scheletro di un elefanle adulto , non f'ossile, della specie Indiana e della variela detta Komarea , e dopo aver indicate le dimensioni di alcune delle sue ossa principali, comparativamente a quelle delle corrispondenti, che trovansi meglio conservate nel nostro mastodonle, cercherb, mediante una proporzione, di scoprire quale approssimativa- mente sia slala la statura di questo. Raccolgo dalle suddelte osservazioni , registrate nella graude opera di Cuvier , che il citato scheletro di elefante Lndiano , ii quale , misurato dalla pianta dei piedi anteriori al garrese , arrivava all'altezza di otto piedi e sei pollici , ossia a metri 2, ^6 , presentava negli ossi infranomi- nali le seguenti lunghezze : Apofisi spinosa della terza vertebra dorsale .... "'c>" o, 356. # Omero » o, 835. Radio » o, 6^5. Cubito » o, 730. Femore » o, 980. Ora questi medesimi ossi nel nostro mastodonte sono : Apofisi spinosa della terza vertebra dorsale .... » o, 376. Omcro « o, 800. Radio » o, 620. Cubito » o, 700. Femore » o, 940. 223 OSTEOGRAFIA Dl UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE Sicche falte altrettante proporzioni, quante sono le parti messe qui a pa- ra I lelo , si ottiene : Dall'apofisi spinosa "'"" a, 9 1 5. DaLl'oniero » 2, 644- Dal radio » 2, 535. Dal cubit0 » 3'G46- I h\\ lemore » 2, f>4". Addizionate quesle diverse quantila ci danno un totale di iS*", 38\ OSTEOGIUFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE che essi spetlino a specie diverse (i). Posto adunqiie die i mastodonti , perche nntcriori alia creazionc dell'iiomo, non polerono dall'uomo essere stali introdolli nei nostri paesi , ne altrove, resta evidente che essi sono originarii delle regioni rnedesiuic , in cui ne troviamo ora gli avanzi fos- sibzzati , e che nell istessa gnisa clie allualmenle 1'Asia e l'AHrica pos- siedono le proprie specie di clel'anli , (pielle liste di terra che or chiamiauio Europa e America hanno avuto nei tempi geologici i lore- mastodonti. Essi sarebbero slati i precursori degli elcfanli , coi tpiali anzi sarebbero convissuti qualchc tempo prima di estinguersi , siccome lo dimostra il trovaisi talvojjta ossami degli uni e degli altri sepolti assieme nello istesso terreno. Ora dal fatlo certissimo della convivenza deU'elefanle antidilmiano col maslodoiite , e da quest altro assai probabile che quell'elefante non rap- presenti una specie diversa dall Indiano d' oggigiorno , e lecito dedurre la conseguenza che le condizioni fisico-termologiche , sotto le quali svi- lupparonsi quegli animali , non dovevano e non potevano essere guari diverse da quelle, che fanno meslieri alia csistenza degli elcfanli atluali. QoincK Tanalogia ed una ragionala lisiologia ci autorizzano a dire che i mastodonti e gli elclanti dell anlico mondo abitavano , a somiglianza ilei moderni . le grandi valli , lenevansi di prcferenza lungo i laghi, i fiumi , od in prossimita delle spiaggie e dei golfi ove quesli sboccavano ; nutri- vansi degli arboscelli clie in siinili localita svolgonsi in abbondanza , ba- gnavansi nelle accpie poco profonde vicine alia loro dimora, avevano in- soimna tpialita e costumi analogi a quelli , che dislinguono gli clefanli ilcllopoca nosti-a. Da queste considerazioni siamo inoltre naturahnentc |>orlati a dire , che 1 Italia e tutte le regioni , in cui trovansi spoglie (1) Uo detto finclie la scienza non sara ginDta a dimostrare in raodo assoluto clie essi spetlinu a specie diverse, slanteche i naturalisti sn qucslo punto sono tuttora talmenlo discordi, clie inenlrc gli uni ne ammctlono pareccliie antidiluvinne , altri le respingono addiritlura lullo, siccome ad csempio il Blmnyille , il quale soltoposli a severo csame i caralleri distinlivi dali dai varii auton per VEleyhas pnmiijemui di Blcmendacii , \'E. meridionalif di Nesti , VE. froboletu, Vli. eampy- lotes , VS. paiiicus, e VE. pygmacus di FiscHEB , VE. Qdontotyramut di ElcnwALD , VE. dfrkmivs priscus di Goldfdss, VE. maehrorhynchus di Mobben , VE. latidens di Clift , e 'I Cymatolhcrium antipium di KauP , concliiude dicendo clie non c per anco possiliilc di provare , clie I'elefanle fossile , di cui trovansi sulla terra s"i nnmerosi avanzi , dilterisca spccificamenlc dall'elelante Indiano tutlavia vivcnlc. lo non voglio farmi giudicc di si ardua qucstionc ; ma fino a tanlo die non sia risolta , credo di poternc , anzi di dovernc lener conlo in tutte le proposizioni , clie le uannu qualchc altinenza. 1I.I.USTRAT0 DAI- PROF. E. SISMONDA 320 fossili tlcgli animali le tante volte menzionati, giacevano ai tempi, cui il - lallc condizioni non e cosa per me possibile; ma in tesi generale credo poler islabilire elic 1'alluale slrutlura dei conlinenli non e pin qnella che essi avevano toslo dopo ['ultima grande calastrofe toccata al nostro pianeta, e per la quale le acquc del mare plioccnico recaronsi ad occu- paie i letti , die conservano tultora , slanteche abbiamo piu d'un tatto che oi palesa , che nel lasso dei secoli trascorsi dall' epoca pliocenica al giorno d'oggi , il nostro snolo ando ancora soggelto a modificazioni pai- ziali piu o meno estese e piu o meno profonde. Ci6 posto non ripugna alia ragione il credere, tultochc piu non esislano, che su questi conli- nenli nuovainenle crnersi in seguito alia suenunciata convulsione lerracquea, a quella convulsione cioe, la quale, per limitarmi ad escmpi circoscritti alia zona Piemonlese , scacciando le acque plioceniche dalle \ alii del Po. del Tanaro e della Slura, non che quelle adunatesi tra i colli del Casa- lasco e quclli del Valenziano, Ira quei di Torlona e quelli di Vo- ghera ecc. ecc. lasciava a secco le marne e le sabbie subapennine , non ripugna , ripeto, alia ragione il credere che sulle lerre ernerse in forza di quella rivoluzione, sia essa dovuta al sollevamenlo delle Alpi orientali. od a qualsivoglia altra causa, scorressero dei grossi fiumi, e vi rimanes- sero dei laghi, allorno ai cjuali dalla clemenza del clima e daUabbon- danza della vegetazione invitali, siensi raccolli i mastodonti e gli elefanti. Quivi essi sarebbero tranquillamente vissuli fino all' epoca, in cui quel forte abbassauienlo di temperalura , che copn di eslesissimi ghiacciai con- siderevole parte del globo, e di cui se la geologia giiuise a conoscere gli eflelti, la leoria di Poisson a mio avviso meglio d'ogni altra Tale a dare spiegazione della causa, allontano questi e molti altri pachidermi, all'esi- slenza dei quali richiedevasi almeno almeno una tempcratura capace di inantenere lutto l'anno vive quelle pianle , di cui solevano autrirsi. La supposizione di laghi subalpini e subapennini chiusi tra le colline terziarie, originali o dagli ultiini residui di acque plioceniche, la cui sal- sedine fosse diminuila a segno da permcUere la vita ai mollusehi d'acqua dolce, ovvero risultanli dal prodotto di correnli gia dolci di loro nalura, che seomparvero o presero piu tardi una divei sa direzione , non e una -upposizione che debba recar meraviglia. Ognun sa che di quesle graiuli caviU elissoidali ne esistono tuttora non solo ai pieili, ma a varie altc/./.e Sf.rik II. Tom. XII. ee 336 OSTEOGRAFIA DI IN MASTODONTE ANGUSTIDENTE delle catcnc montagnosc; basti per tutte il citare quelle del Mont-Perdu e di Seculcge nci Pirenei, situate su specie di piattc-forme elevate al di- sbpra delle fklde delta catena di i4oo a 1G00 melri, e quelle delle Alpi, che niostransi piu frequenti ancora per la maggiore complicazione dei \arii sistemi di monti , che coslituiscono questa giogaia ; simili cavita , quantunque rostantcmcnle alimentale ilai lorrcnlclli e rigagnoli nati dallo struggersi delle nevi e dei gliiacci, che nc coronano lc sopraslanti velte, varino quolidianamcnlc restrigriendosi pel conliuuo accumularsi nel loro scno dei matoriali che fi'anano dalle velle medesime , e forse verra giorno in cui si vedranno vicolmi nell1 istessa guisa che vediamo riempiti di sabbia, ghiaia c linio argilloso trascinalo dalle antiche corrcnli alluviali plioceniche t bacini pachidermiferi. A questa causa, che farebbe consisterc il disec- i-amenlo dei detti bacini in una soslituzione, se cosi mi e lecito espri- inemii, di materia solida alia lirpiida, forse polrcbbersi aggiugnere le crosioni e le rotture operate (lall'accma lacustre medesima sul punto piu ileclivc o niciio resistente dei fianchi dei bacini slcssi, e fors'anchc par- /.iali movimenti di bascule nel suolo, per cui ne sia venuto un cangia- mento di livedo; ma lo studio solo dei singoli fatti potra additare cpale delle suenunciale cause sia la piu probabile , e se dal concorso di tutte hon s'alibia per awentura a ripetere la produzionc del fenomeno. Giaciti rv ceologica. — La suesposta opinione , che soltrae i depositi pachidermiferi dal novero delle formazioni terziarie marine , e li cosli- tuisce depositi indipendenti d'origine fluvio-lacustre , trova, mi pare, un valido appoggio nella stessa loro giacitura non che nell' indole esclusiva dei corpi organici , che racchiudono ollre ai mastodonli. Essi infatti, per quanto mi risulta dalle mie osservazioni nella valle del Po , giacciono co- s£anlemente al di sopi'a della formazione cosi detta subapennina o plio- cenica , e formano un terreno ordinariamente costituito da grossi banchi di argilla, di sabbia e di ciottoli per lo piu quarzosi , il quale non pre- senta mai una slratificazione molto estesa , ne si regolare come quella dei sottostanti depositi marini terziani superiori. I fossili si vertebrati che invertebrati, i quali incontransi talvolta coi mastodonli sono seuqire specie le.rresti-i o d'acqua dolce , e se, per asserzione di qualchc Autore, deggio ammettere esempi, estranei perb al nostro paese , di corpi marini rinve- nnti assieme alle spoglie in discorso, sono esempi rarissimi, e che si pos- sono agevolmente spiegare senza punto contraddire al preslabililo principio. \d onta perb di tutte queste circoslanze , sillatti depositi fluvio- II.LUSTRATO DAL PROF. E. SMVQHDA 22^ lacustri, che per la natura e modo di formazione loro vanno staccati dalla seric dei veri sediracnti pliocenici marini , cjuanto all'eta ossia al periodo geologico , durante il quale si deposilarono, debbono congiungersi con quclli , e risgnardarsi siccome gli ultimi fenomeni dcll'epoca pliocenica , cui avrebbe posto lermine qnello sconvolgimento caratterizzato da un re- pentino grandissimo abbassamcnlo di temperatura , il quale , come ho gia detto, sarebbe stato la causa dello sparire da queste regioni degli animali in discorso , e l'origine del terreno conosciuto sotto la generate denomi- nazionc di terreno glaciale, costituente appunto qui appiedi delle Alpi piemontesi una serie , che immediatamente succede ai sovranominati de- positi Quvio-lacustri. Testimoni irrefragabili di quello straordinario avvenimento, ossia del- I' immedialo suo elletto , che consisterebbe in un' estensione grandissima presa allora dai ghiacciai alpini , li abbiamo ncllc roccie montone , levi- gate, striate e perfino scanalate , che scorgonsi lungo la via da questi tenuta nel discendere al piano ; li abbiamo nei depositi moresi a ciottoli striati , elevati di piu cenlinaia di metri al disopi'a del fondo delle valli; li abbiamo nel trasporto di smisurati massi eiTatici alia distanza talvolta di forse cento chilometri dal luogo originario ; e li abbiamo in tanti altri fatti , che non trovano altrimenti adeguata spiegazione , e che si possono agevolmente osservare da chi , senza alcuna prevenzione in contrario , prende a studiare , per non citarne altre, le valli d'Aosta e di Susa colle loro adiacenze. I terreni depositatisi alio sbocco di coteste valli nel suaccennato pe- riodo, riuniti ai terziarii preesistenti formano una serie, che quantunque conosciutissima in generale, non lo e perb in tutli i suoi particolari , e che pertanto credo qui opportuno di indicare, onde piu distiutamente apparisca il posto, che realmente occupano i banchi a mammiferi. Questa serie consta di due gruppi , cioe delle formazioni terziarie , e di quelle alluvio-glaciali , disposte, cominciando dalle inferiori per asccndere alle piu superficiali o meno antiche , nel modo seguente: OSTFOC.HAF1A 111 IS MASTOnONTK AM. I STI|il.\ I I (iltliPrO TERZ1AI1I0, 1. Fnrmazionc rorcna iiuroniulitica . . . Calcare di Gassino, macigno c calcare delle viciiianzediPonzone(Hori)iiila) ( i ), marne cil arenarie dellc Carcarc, del Dcgo ecc. 2. Foniiazione miorrna Maine , arenarie serpenlinose e conglo- inerati di Superga, del Monferrato , del Casalasco, delle Langhe, del Tor- tonese , del Vogherese ecc. 3. Formaziour plioccna marina Marne e sabbic dcllAstigiana, di Masse- rano , di Valcnza , Tortona ecc. 1. Banchi pliocfni (llivio-lacustri .... Sabbie , ghiaie e argille di varie localita dell'Asligiana , come Dnsino, Ferine. Sornmarrva del Bosco ecc. fiRl'PPO ALLUVIO-GLACIALE. I. \llmionr iiiilica Copre quasi ovunquc I'alto-piano l'iemon- tese, come si vede lungo le sponde dei finnii. 1. KorniazioilP morose Massi crratici, ciolloli non slriali, lelim dclla collina di Torino e di varii punli del Canavese, more situate all'ap« irtraia delle -\alli di Aosla , di Susa ecc. (a). I ijmvi , rim- nel vallone Verazza Ira Ponzone « Grognardo , il Professorc Aogelo Sismond v , in una sua recente oscursiono , ha inconlralo c raccollo pareccliic specie di corpi organici fossili induhilalamcnlc nummulitici , i quali , coDgiuuli con quelli dellc Carcarc, del Dego ecc., danno all'orizzonte coccnico del Piemonle una lien piu grallde cslcnsione , che non credetlcsi fiuora. Fra quesli fossili di Ponzonc v" lia il Fucoides Tarijionii Broisg. , VOstrca gipanlica Brandt, e varie specie, die non bo pet anco delcrminato , apparlencnli ai geoeri pectcn , lima, eardium , phola- ilomya , con denti di Squalo c molti Nunmmlili. La Fauna delle Carcare c del Dego si prcsenla ancov piu ricca c variata , massimc in Zoolili e Gasleropodi. (8) Dopo scrille questc paginc ricevetli dalla genlilczza del niio amico Awocato Bnrtolomeo GASTM.DI un opuscolo inlltolalo : Essai sur les terrains lUperficieU rlc la vallec du Po, aux envi- rons de Turin , compare's a ceux tie la plaine Suisse , lavoro da lui falto in couipagnia del signor Prof. Carlo Martins di Monlpcllicr Alcunc delle qticstioni da mc qui di volo loccalc trovansi in quel dntlo opuscoln traltalc coll' eslensionc rlic mcrilansi , c con ricco corredo di fa It i e di ragionamenti ; ad esso pertanlo polra utilrncnlc rivolgersi clii bramassc avcrc piu ampii scliiari- mcnli sulla sloria geologica dci noslri lerrcni superficial!. [I.I.I si UATO I > A I . P1UM . E. SIS.MO.MiA 33Q Dall'esposto quadro chiaramente risulta che i sedimenti fluvio-lacustri ron ossa ill pochidernii fanno bensi parte del gruppo lerziario , anzi della lonnazione pliocenica, ma e per la causa che li ha prodotti, coiik- per I'eti, riatura, e giacitura loro .si deggiono separarc dal lerreiio pliocenico o subapennino propriamente deilo , col quale essi non' allernano, ma al quale Stanno indipendcnlementc so\rapposli. E per quest ultima maniera ili esscre i banchi pachidcrmiicri andranno mai semprc distinli da altri c/iaudio d'oiigine (lu\io-lacustre, clie Irovansi in allernanza cogli strati or pliocenici or inioceniei; e qui alludo a quelli conlenenti pezzetli di legno bituminizzato, Mclanopsidi , Ncriline, Melanie, ecc. che incontransi nelle colliue di Care/.zano c di SanlAgala ncl Torlonesc , a quelli pure con Meluiiopsidi c JNeriline dci dinlorni di Narzole, ed a quelli miocenici con traccie di lignite, Plauorbi , Unio ecc. di Nocclo, i quali fornirono al Paretq il soggello dun |>articolarc lavoro comunicato alia sezione di Geologia del Congresso degli scienziali Italiani tenutasi in Torino nel- I'anno iS^o. Secondo lopinione del sullodato Autore , che noi troviamo ragioncvolissinia , 1c circostanze dei luoglii , ove esistono i suaccennati de- posili, non sono tali da far supporre che sia cola avvenulo un mutainenlo compiulo, e che il mare abbia cedulo il poslo per qualche tempo ad una massa d'acqua dolce per quindi riprcndeie l'anlico dominio, come si po- trebbe arguire dalla scmplice considerazione deHallernanza od inlerposi- /.ione dei banchi lUtviali coi scdimenti marini ; ma ben pesale tutlc le circostanze locali seinbra piu verosiniile, che nei punli, ove essi trovansi, \ a\esse 1 ' imboccalura di un (jualchc livolo o fiumicello , il cpiale, scen- dendo da porzione di terra gia emersa nelle vicinanze , scaricassc (juivi le sue accpie insieme ad alcuni degli esseri , che vivevano nel loro seno , coi frammenti di legno, coi ciottoli , e col terriccio che strascinava dai inonti , ove prendeva origine , e donde traeva i materiali delle sue allu- vioni. II Paheto insomma, di cui ho qui riportato le stesse parole, spiega il Irasporlo di quesle spoglic d'acqua dolce nell islessa niaiiicra che si potrebbe spiegare quello delle foglie di Olmo, di Acero, di Carpino, di Betula , di Sauce, di Caslagno c di varii altri generi di piante continen- lali , e proprie ai lerreni asciutli , di cui troviamo le impronte fossili nei gessi o nelle mame adiaccnti ai gessi dell' Astigiana, del Vogherese . di Stradella ecc. Oicliiarando cpipliocenici i- deposili pachidermifen , io non mi tro\o pienamente d'accordo con "li Autori , che mi precedettero ncllo stabilire 23o OSTEOGRAFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE l'ela geologica dei deposit! medesimi , ed i cpiali la estenderebbero dal- l'alluvione antioa fino ai sedimenti tcrziarii mediani inclusivamente. Io spcro , che tale discordanza se non scomparira affatto, sari per Io meno ridolta a poche ecce/.ioni allorche ulleriori sludi slraligrafici avranno messo in pivi cliiara luefc il vero rapporto cronologico dei deposit! pachidermiferi cogli strati marini tcr/.iarii ncllc taste localita di Svizzera, Francia, Belgio, Vllcmagua, Iiighilterra ecc. ecc. ove conosconsi simili formazioni; tut- tftvia restringo il mio giudizio al Picmonlc linche non abbia osservazioni mie proprie pe* cstenderlo ad altre. conlradc , e prevengo inoltre il lettore che quand'anclic I'm d'ora dichiarassi universalmente cpipliocenici i detti deposit] , io non inlenderei con cio di soslenere , che ovunqne essi esi- stono, deggiano materialmenle trovarsi sopra al terreno pliocenico ; che non igiioro avervi molte localita , in cui tale terreno manca , ed ove percio i sedimcnli a pachidenni slanno diretlamcnle addossati a roccie mioce- nichc od anche piu antiche , cosicche l'epiteto cpipliocenici se in certi luo«lii, conic in Picinontc ad cseinpio , puo avcre il doppio significato di yacitura e di eta, in altri intlichera solo il periodo geologico. In Piemonte il terreno a pachidenni occupa una zona limitata dalla sponda destra del Po ; le sabbie cosi dette subapennine snlla sponda si- nistra del nominato liume trovansi o nude, o direllamente copcrte da lelii di cioltoli rotolali , non striati, raccolli dalle accpic provenienti dalla fusione dei ghiacciai alpini , in una parola dal leriieno diluviale alpino non fossilifero. iNATCRA DEI FOSS1LI COMPAGNI DEI MASTODCWTI. — La giacillUa teste asses;nata ai raaslodonti e comune eziandio ad altri animali , che per la natnra loro concorrono con rpielli a provare 1'origine fluvio-lacustre del terreno, in cui essi tutti slanno sepolti. Cosi nel luogo istesso in cui giaceva il mastodonle cpii particolarmcnle illustrato si raccolsero parecchic conchiglie fossili dei generi Unio , Helix , Paludina e Clausilia (i). A poca (1) L' Unio ha non poca analogia coll' Unio pictorum Lam. , ma 1' unico individuo cbo sen' e tro- valo c troppo malconcio perclie si possa con cerlczza detcrminare a quale delle specie congenen Tiventi o fossili vada realmentc rifcrilo ; la Helix se non is tipo , e per Io meno una varietii clill.i Helix lactta Mull. ; la Paludina non differisce spccificamenle dalla Paludina tenia BnANriF.il; la sol i Clautilia semlirami rappresenlare una specie non per anco conosciuta ; quindi alludendo al genere < I i in [nil i di cui e coeva , e compagna , la dislinguo col nome di Clausilia mastodontojila , e la caratterizzo ncl modo seguente : C. testa sinistrorsa , subfusifurmi , posticc vcutricosa , in longiludimm striata, striis rotifertis , rcctis , interstitia subaequanlibus; anfractibus /i , planiusculis , subscalari- formibus ; sulura vanaltculata ; apertura angusta , nt/ato-pyriformi , fere ringenti ; columella triplicate, plica postica obliquc-sinuosa , cetcrisve maiori ; pcristomate continuo , soluto , reflexiusculu , pottict M canalem producto. ILLUSTRATO DAl. PROF. E. SISMONDA a3 1 dislanza tlal medesimo si trovarono denli di Elcfanle, corna di Cervo . una inandibola di Rinoceronle, e, ncgli strati piu superficiali argillo- calcarei , la tesla di una Marmolla. Ancora nell' istesso terrcno , ma piu verso il paese detto Ferrere, con molari ed una rnagnifica zanna di ^Ja- slodonte, che ora adorna la eollezione palconlologica dell'Awocato Bar- tolomeo Gastaldi, scoprironsi denli di [ppopotamo e diTapiro; le quali reliquie di Molluschi; Pachidermi , Ruminanti e Rosicanti rappresentano insieme a niolle altre apparlencnli a quesli e ad allri ord'mi zoologici , e di cui tratteremo in un apposito lavoro , rappresentano, dico, una fauna che non ha niente di comune colic feline marine, c che basta da se sola, giova ripeterlo , a sollrarre i depositi , che con un' appellazione generale dissimo pachidcrmifcri, dai veri sedimenti subapcnnini d' origine marina. Anche in qucsli incontransi, abbenche raramente, avanzi di mammiferi; ma come e naturale il supporlo , sono manimiferi di mare , quali Bale- notleri , Cheirolerii ecc. Nell'opera gia piu voile cilala del Br.Ai.Nvn.LE ho incontrato un passo, ove l'egregio Autore, parlando della giacitura degli elefanli, dice: Rare- nicnl jusquici des fragments dune espece d'une section out etc trouves avec ceux dune espece de t autre, si ce nest dans le val (FArno , oil cela a eu lieu d'une maniere ccrlaine , et peut-etre aussi en Auvergne. Non so come spiegarc quesla limilazione enunciala dal Bi.ainyili.e quando penso che l'associazione di elefanli lamellodonti e mastodon ti gia era un fallo allegato per altre localita, come ad esempio dal Cuvier pei sedi- menti di Eppelsheim nell'Assia renana; ihecche ne sia pero io posso as- sicurare che in Piemonte l'associazione di specie dei due generi e un fatto aweralo e conosciutissimo. Solo convien ritenere , che slando le cose nello stato lor naturale , siflalta associazione non si pub e non si dee estendere fino ad abbracciare quegli elefanti , che sull'autorila di Plinio , di Seneca , di Tito Livio e di altri scrittori antichi , asserii essere stati introdotti in prodigioso niuncro in Europa ai tempi storici, ed i cui sche- letri, luttoche sia cosa ardua dal grado di alterazione ossia di fossilizza- DOne loro dislinguerli dagli antichi, si dcggiono tultavia risguardare come semplicemente subfossili , e non si possono rinvenire che nei teneni su- perficial! moderni o pliostocenici. a3a OSTF.OCRAFIA III UN SIASTODONTE ANGUST1DENTE §PIE61ZI01E III III I ttOl I T A V 0 L A P It I N A. Fig. i. Mascella e mandibola, vedute di profilo dal lato sinistra I i) 2. Mascella, per la superficie inferiore o palatina >rid. a ',-. » 3. Mandibola , di prospetlo e dall'alto al basso ' » 4- Zanna sinistra / , _ „ . \ dal lalo esterno . . . '/.. n 5. Z,anna deslra \ » 6. Parle destra dell'osso occipitale, per la faccia int'erior-esleriia. '/,, ( i ) ft. Frammenlo anterior-inferiore di una mandibola eziandio di ma- slodonte, ma di un altro individuo, su cui scorgesi la base degli alveoli (telle zanne mandibolari . . . 'I. T A VOL A SEC ON DA. K.. i. Apolisi spinosa e porzione del corpo della sesta vertebra dorsale, veduta di profilo dal lato destro » 2. Apofisi spinosa della quarta vertebra dorsale a 3. Apofisi spinosa e porzione del corpo della sesta vertebra dorsale .......> di prospetlo > 'A \. Apofisi spinosa della cpiinta vertebra dorsale it 5. Terza vertebra dorsale n 6. Gruppo di undici vertebre dorsali, dalla nona alia de- cimanona inclusivamente, di profilo dal lato sinistra . . . (1) A scanso di confusione ripelo , clic , per un' inavverlenza cumnicssa dal litogral'u , qtiesln « motti altri ossi si -prcsentaDo discgnati dal lato opposlo a qucllo indicato sia qui , die mil. nspettWa descrizione; e rinnovo quindi la preghiera al Icttore di voler rammentarc queslo sliagli" tutlavollactie rawisera discordanza Ira il leslo e lo figure. 1LLUSTRAT0 DAL PROF. E. S1SM0NDA 233 G. 7. Decimanona vertebra dorsale, di prospetto ^ i) 8. Seconda vertebra lombare, di profilo dal lato sinistro . » 9. La stessa » 10. Corpo della settima vertebra cervicale » 11. Terza vertebra cervicale I 1 12. Sesta vertebra cervicale } di prospetto i' 1 3. Corpo e apofisi trasversa sinistra della settima vertebra dorsale ii 1 4- Prima vertebra lombare " 1 5. Omoplata destra , dal lato esterno | * , . ■ 16. La stessa, in iscorcio per far comparire la cavita glenoidale \ 1 7. Acromio dell'omoplata sinistra , dal lato esterno 'j^ » 1 8. Prima stemebra J » 1 9. Seconda sternebra \ dal lato destro » 30. Terza , quarta e quinla sternebra . . . J ) '/ 31. Trima sternebra j pel margine supenore » 33. Seconda sternebra » s3. Branca stiloidea destra dell' ioide , dal lato esterno '/» di prospetto V TAVOLA TERZA. Fit;. 1. Oraero destro » 3. Omero sinistro i) 3. Cubito sinistro , di profilo dal lato interno » 4- Cubito destro j » 5. Femore destro > di prospetto » 6. Femore sinistro ) » 7. Calcagno sinistro, dall'alto al basso » 8. Lo stesso , di profilo dal lato interno .... » 9. Astragalo sinistro, per la faccia superiore , » 10. Lo stesso, per la faccia- inferiore > '/* » 11. Scafoide sinistro , di prospetto » 12. Cuboide sinistro, per la faccia anleriore •) 1 3. Lo stesso , per la faccia posteriore i) 1 4- Secondo cuneiforme I _ ,_ .„ \ sinistri, per la faccia anleriore ... 'U » id. lerzo cuneuorme ) Seme II. Tom. XII. ff 334 OSTE0GRAFIA DI UN MASTODONTE ANGUSTIDENTE TAVOLA QUART A. Fig. i. Prima costa destra, veduta dal lalo anterior esterno » 2. Tcrza costa » 3. Quarta costa » 4- Scsta costa » 5. Ollava costa \ destre, di prospetto » 6. Dccima costa » • y. Undecima costa a 8. Duodecima costa <). Prima costa sinistra, dal lato anterior esterno io. Quinla costa j f i i. Decima costa I sinistre, di prospetto 12. Undecima costa ] 1 3. Perone sinistro , dal lato interno 1 4- Lo stesso, dal lato esterno 1 5. Tibia sinistra 1 1 6. Rotella destra > di pi-ospetto / i) 17. Rotella sinistra >i 18. La stessa, per la faccia articolare » iq. Piramidale sinislro / .111 marginc antenore » 20. Piramidale destro | » 21. Lo stesso, per la superficie inferiore . » 22. Quarto metalarsiano sinistro .... » 23. Piima falange del quarto dito del piede posteriore sinistro » 24. Terzo metatarsiano sinistro » a5. Prima falange del dito medio del \ superficie superiore piede posteriore sinistro » 26. Secondo metatarsiano sinistro . . . ■ 2n. Prima falange del secondo dito del piede posteriore sinistro » 28. Unciforme sinistro, dal lalo anleriore . . » 29. Scafoide carpeo destro, dal lato interno 'A ILLUSTIUTO DAL PROF. E. SISMOM)\ 15 Fig. 3o. Osso grande sinislro I , . \ per la iaccia antenor-supenore . . » 3i. Osso grande destro j ( 'I* » 3a. Lo stesso , per la faccia interna TAVOLA QUINT A. Fi<;. i. Radio sinislro , veduto per faccia anteriore » a. Lo stesso, per la faccia posleriore i) 3. Radio destro , per la faccia anteriore » 4- Osso innominato destro , dal lato esterno » 5. Secondo metacarpiano destro .... j ii 6. Prima falange dell' indice destro . . ( . > superucie supenore » 7. Quarto metacarpiano destro .... ' i 8. Prima falange dell'annulare destro 9. io. Cartilagini ossificate, dei piedi? , di prospetto » ii. Seconda ed ultima falange di on dito intermedio , inde- terminabile « 12. 1 3. 1 4- Tre diversi sesamoidi metacarpiani , di profilo n 1 5. Sesamoidi del quarto me- tacarpiano destro » 1 6. Sesamoidi del quarto me- tatarsiano sinistro i) 17. 18. Falangi unguali di dita indetcrminabili 'U per la faccia articolare TAVOLA SESTA. Scheletro intiero ricostrutto , veduto di profilo dal lato destro, ridotto ad un decimo circa della naturale sua grandezza ; si dice ad un decimo circa, stanteche per le parti mancanti non si pote dare che una misura presuntiva. Appie della tavola stanno disegnate, senza riduzione, vUnio, la Helix, la Paludina, e la Clausilia, che trovaronsi nell'argilla direttamente sovi'apposta alia sabbia, in cui giaceva il suddetto scheletro. Tav.l. Taw. I. Oc«t3 9W m &, Dx <6mU0, Stou u Sc 3&. { a& S, ;. :•.,„,, cia,, s. S, %* . -li;-.„ /,,//. 0«IM \ll /i<7»r £/ f^BfmeCtlfi /?JS ///. <&ca* W> 3JL & j; ^u«,, 0L» 0, 5c X, , -lli-»t :- .V-.,.- £„, Ml /;, /// /5™. l,, /'"■Ay„,fav, //S, Tsv. //■ «-a ifea s< * **,., eu as fcSl , ^ ^^ xu /5r //• Tanm 1,1 F,u Jlngm e C a°tJ ***» '•■* -— • «~ k *c vu . «rrui.r&.i.s« 7*av. V. XII ■ -1- e c /•*. «p #- Unm/il F" ■/>„„„ r (imp It So. ♦* c £L«t3. W ^ITc Sc x &,»,«>, ee.w. a; & Si < IHoai &«« •' f"". xii /./I 1/ 10 A -,,u^^ £„<* '■' /'"■ !>■■•"" ' C«"P '*>' »'■: 1V0TA SI I I I It It IM III I 4 O VI OH* I 111 1,1, \ SPFZIA GIACINTO PROVANA DI COLLEGNO Approvata nrW adunanza dell: }S febbraio 1851 Aii una nota letla nel 1846 al Congresso di Genova io cercava dimostraiv come la serie intiera de' strati giurassici italiani sia caratterizzata da corpi organici fossili che nell' Europa settenlrionale trovansi pill particolarmente nella parte infeinore di quella formazione, in quella parte cioe conosciuta in Inghilterra e in Francia sotto il nome di lias , te ne conchiudeva che qvielli strati, che paleontologicamenle vorrebbersi inferire tutli al solo lias, rappresentino invece tutta la serie degli strati giurassici del bacino nord- ovest di Europa. Quesla mia opinione era fondata principalmente sui fatti osservati nelle Alpi lombarde ove gli strati che contengono le ammoniti elegans , thouarsensis , talricus, etc. , stanno sopra sette o ottocento metri di strati contenenti essi pure fossili giurassici ben determinati. II lias di Inghilterra ha una grossezza di trenta metri appena, e per cpianto i de- positi che si accumulano in fondo al mare possano prodursi con celeriiii 'li\erse, sarebbe diflicile lo ammettere che mentre ne' mari italiani si de- positavano strati arcnacei alti 800 metri, in quelli piu settentrionali il deposito si riducesse a soli trenta metri. Quando invece si vogliano con- liderare i terreni italiani con fossili liassici , come I'equivalente di iutto il terreno giurassico inglese, si ammetteranno come sincroni due deposili di altezze non troppo disparate. 3 3S NOTA SUI TERRENI De' CONTORM DEI. LA SPEZIA Mi si obbieU;i\;i ml 1846 che alia Spezia le cose stavano diversa- inente alTatto da quanlo vedcvasi in Lombardia ; che il calcare rosso am- inonitifero , il quale presso Como trovasi verso la parte superiore del terreno giurassico, era coperlo ne' uionli di Coregna da piu ccalinaia di ruetri di altri calcari con Posuloniu liassicft ed allri fossili giurassici cal- cari che rappresenlerebbero il lias superiore e gli strati giurassici piu elevati del lias dell'Europa seltenlrionale. Conveniva duiique -per soslcnere il mio assunlo sul sincronismo de' lerreni giurassici al nord e al sud delle Alpi, conveniva dico studiare que'terreni della Spezia che si dicevano presentare fatti conlrarii a quelli osservati nelle Alpi lombarde. A lale scopo nellagosto 1847 *° conveniva col noslro collega Della Marmora al sjolfo della Spezia, e dopo diligenti esplorazioni restavaci dimostrato come gli strati della Spezia sieno quelli medesimi del lago di Como, e come anche presso queslo golfo il calcare rosso ammonitifero trovisi verso la parte piu elcvala della formazione giurassica. I tempi che in questi ullimi anni corsero si poco favorevoli alle ri- cerche scientifiche non mi permisero finora di ridurre a fonna di Memoria circostanziala le osservazioni del 1847; conndo nella indulgenza vostra nel sottoporvi un breve cenno a conferma ih quanlo scrissi gia da pa- recchi anni sulla geologia sedimentai'ia italiana. Chi vuole studiare la serie degli strati giurassici delle vicinanze della Spezia, cominciando dai piu bassi, deve partire dalla foce della Magra , e dirigendosi verso ponenle seguiie le baize litorali della Bianca , e del capo Corvo, sino al porto Telaio, travcrsare quindi il golfo e salire da Yai'mnaiio o dal Feztuio sino alia Castellana , e scenderc poi (torcendo un po' verso il uord ) per Campiglia sino al mare. Ecco la successione degli strati che si osservano in tal caso. La Batteria della Croce alia ma destra della Magra e presso la sua foce e situata sopra una |>uddinga il cui ccmenlo seinicristalhno e composlo in gran parte di mica nera o grigia : i ciottoli sono di quarzite , di micascisto , di scisti silicei rossi : il volume loro varia da qucllo di una nocciuola a quello del |Higno: il colore della roccia varia esso pure secondo quello degli elementi che la couipongono, ma tende generalmente al gi'igio. Gli strati sono diretti iiord-70°-ovest, e pendono di 100 12° verso l'est-7o"-nord ; cioe verso la sorgenle della Magra. Al sud della Batteria vedesi spuntare sotto la puddinga semicrislallina uno scisto talcoso giallognolo , le cui testate sono ridotte dalle azioni atmosferiche in una sostanza argillosa ; codesti scisti DI CIACINTO PROVANA DI OOLLEOSO a3q fonnano la riva della Magra sino alia sua focc, e conlinnano poi sino a una grotta delta la Tana del serpente; alcnni strati di color rosso subor- dinali ai gialli iiiterrnmpono I' unifoniiila del colore della halza ; e di quando in quando massi di puddinga franali dall alio pro\ano che gli strati dolla Batteria della Croce si conlinnano al sud sopra gli scisti tal- cosi. Alia Tana del serpente gli scisti sono orizzonlali : poco dopo pen- dono verso rovest-^on-sud; e segiiendo lc baize si vcdono coperti di bel miovo dalla puddinga srmicrislnllina. In un picciolo seno all'esl della liiatica negli strati superior! a quest a puddinga il volume de'ciottoli di- jninuisce poco a poco, e si passa a una roccia grigiaslra scislosa, lu- cente che pare dovula al solo cemento della puddinga: poi codesti scisti sono ricoperti da altri vcrdaslri , cloritici , con vene di diaspro rosso: tulti questi strati scistosi sono contorti nc'inodi piu bizzarri. Gli scisti cloritici conlengono subordinati alcuni stralei-elli di calcare saccaroide , dolomitico, poi uno stralo dello stesso marmo bianco, grosso 10 o i5 metri, forma la punla piu meridionalc del promontorio che vien detta la Bianca appunto pel colore spiccante della roccia : su questo marmo vedonsi arnioni angolosi di selce biuina del diamctro di due o tre deci- metri , e lalvolla di un metro. Procedendo sempre verso I'enlrata del golfo lungo le baize litlorali vedesi il marmo esser coperto da uno strato di ioo 1 5 metri pure di una breccia, il cui cemento sarebbe un calcare ferruginoso rosso-cupo , e i frammenti angolosi un marmo saccaroide bianchissimo. Sopra la breccia vengono 8 o 10 metri di scisti cloritici verdognoli, poi due metri di scisti rossi venali di bianco, poi allri due ineiri di scisti verdi, e tie o quattro di scisti rossi, ma allonlanandosi dalla riva per vedere dal marc 1' insieme dellc baize, si riconosce che i colori vcrdi c rosso formano quasi dirci delle macchic allungale indipen- denti dalla stralificazionc, prova che lo stato attuale della roccia scislosa e doviito ad azioni posteriori al suo deposito. Sopra gli scisti viene uno Strato di marmo bianco grosso 4 o 5 mclri , poi tre melri di scisti ar- desiaci bigi con nodidi calcarei rossi, due metri degli stcssi scisti con ciolloli qnarzosi della grossc/za di una nocciuola ; poi in dieci metri di altezza vedonsi tre alternative di scisti ardesie , e di puddinga scistosa con ciottoli quarzosi bianchi e rossi, poi 8o o ioo metri di calcare po- roso {cargneule ) con arnioni di selce, e finalmenle un calcare semicri- stallino nero venato di giallo [marmo di Portnvn). che . visto dal mare, si riconosce innalzarsi all'est per formare la cima piu alta del capo Conn. 2 jo NOTA SUI TERRENI DE' CONTORNI DELI. A SPEZIA (-he se invece di seguire la spiaggia si sale direltamente dalla Batteri;i delta Croce al villaggio di Monte Marcello, o dalla sponda della Magra ilia valle e al villaggio di Ameglia, si ritrova la stessa serie generale di strati , coperla poi , sia lungo il mare, sia sulle alture, da un calcare nero piu o mono scistoso, talvolta semicristallino, ma che pure contiene fossili ben delenninahili ( Terebralule al capo Corvo ; Ammoniti al monte Ca- prione; Polipai al porto Telaro, ecc. ecc.). Codesti strati calcarei occupano tutto lo spazio compreso fra il picde del capo Corvo e il porto Telaro , e si possono studiare facilmente sia in riva al mare, sia scendendo a quel jiorto dalle alture vicine a Monte Marcello. L'andamenlo generale loro , quando se ne osserva 1' insieme dal mare, e regolare abbastanza, giacche puo dirsi , die dalla Tana del serpente sino al porto Telaro gli strati arcnacei e calcarei pendono costanlemente verso il sud-sud-ovesl : egli e vero perb che sul senliero che conduce dal porto Telaro a Monte Mar- cello incontransi accidenli locali che paiono complicare la regolarita ge- nerale della stralificazione, e cos\ furono portali vari geologi a credere che la disposizione di quegli strati potesse paragonarsi alia forma d'un ventaglio. Poehi passi al nord del porto Telaro il calcare nero con polipai ra- inosi e ricoperto in stralificazione discordante da strati scistosi verdaslri e rossi , base del terreno etrurio che si stende poi sino alia Spezia ; ma se si traversa il golfo andando dircttamenle all'ovest, si ritrova nelle isole Tinelto , Titio, Pulmaria , e piu parlicolarmente aucora a Porto "Vencrc. il calcare nero di porto Telaro cogli stessi polipai e con molti altri fossili dei generi Lima, Pecten, Pholadomja, Aslarte, Nucula, Cerithium etc.: ma talmenle iinpastati colla roccia , che riesce diflicilissimo , se non im- possibile , il determinarne la specie. Da Porto Venere alia Spezia la riva iinmediala del mare e quasi costantemente coslituila dal calcare nero alle volte cavernoso, e passato quasi alio stato di cargneule ; la direzione media degli strati e verso il N. 25° O. , e la pendenza all' O. 25° S. Ma se da A arignano , dal Fezano , da Marola si sale verso le alture della Caslellana il calcare nero e ricoperto a trenla o quaranta rnetri sopra il mare da un calcare grigio piu o meno cupo, con entrochi abbondanti (all' est di Coregna). II calcare grigio, anch'esso da principio diretto come il nero sul quale posa, pende all'O. 25" S. Ma un po' piu su gli strati si cur* vano per rialzarsi verso Passe del contraforte, onde col salire vedonsi comparire , sotto il calcare con entrochi , strati nerastri separati da scisi i calcarei ne' quali trovansi le ammoniti seoperte per la prima volta dal Dl GIACINTO PIU)\\XA DI (Ol.I.i I . \i I " i ' sig. Guidoni e da lui conmnicale poi a lutti i j >;t leoiilolot^i di Luropa. Nc-li scisli piii bassi il Prof. Goouavd ha trovato una 1'osidonia caratte- ristica del lias di Francis e v>luia- « nieiiic parallelo agli si rati ». Le fossa del forte della Caslellana comineialo da XaI'olko.m: e poi althaudonalo nel 1 8 1 4 sono scavale per inticro uel calcare nero pendente verso l'E. a5° N. ; ma se da quel forlo si scendr iierso il Mcdiit Tram ■<< SI trova ben loslo il calcare brag |H-u.'>" S. , come m la cresla del contraforle fosse delcnninala da una linea anliciinalc con spostainento degli slrali ; procedendo poi verso il mare vcdesi il calcare bigio esser copcrlo da slrali rossi jiicni zcppi di aminonili : ma la roccia esseado quasi crislallma , de'fossili nou si possono discernere che le lormr generali. II calcare ammonilifero liu qui una grossezza di io o i2nielri. ed e poi ricoperto immcdialainenlc da scisli verdastri un po'lalcosi e Iraversati da vene di quar/.o larlalo; scisli, che, un po al nord nella valle di Campiglia, contcngono fucoidi cretarce. Mi sia ora permesso di riepiiogare la serie degli slrali giurassiei del golfo della Spezia e porla a confronto di quella delle Alpi lombarde. I. Arenaria rossa passanrlo da una parte a strati cristullini, c dal- I'allra al calcare ncro 'i. Calcare iiero biluniinoso, talvolta convertito in dolomia, rontc- neute ammoniti , e inolte bi- valvi(Pliolatlon)ic, Nucule, ecc.) •". Calcare grlgio con entrochi 4. Calcare rosso ammouitifero s i> i / 1 i liattcria della Crore 1 j;Q Capo Codvq, monte Ca- priniic, Porto Vcnore, Corcgua , Caslellaua , i IT. Colli orienlali della spou- da occidcntale del goll'o. I ponente della Castel- lana. UN Willi IKIIF. Val rSremb.ma , val Sa. sina , eallerie di Uol- lano , ',cc. Moltrasio, Bellagio, Be- sano. ecc. Valle AiMua , uioiili al nord del lago di Va- rcse , ecc. Ultimc pendici delle Alpi Jul Ticiuo al I Card a. , I ) Cenm geokgivi Mil In I.iguria maritlima . |> . fiC Serie II. Tom. XII. ' J ' NOT.V SUI TERREHI De' COtjTOttM DELI-A SPEZIA Sarebbo difficile trovare luia corrispondcnza piu pcrfclla di quclla si psserva fra quesli due punti distanti fra loro circa 30 mirianieiri. La maiolica manca e vcro alia Spezia , 111a anclic nolle Alpi loinhardo c ve- aete essa c surrogala lalvolla dal calcarc rosso; che se 1' impossibility di determinare specificamente i lbssili del calcare rosso aminonilifero della Castellana potesse far dubitare a laluno dolla sua vera eta , so no con- fronlino i saggi col marato rosso di Verona, prplungamenlo del calcare rosso dolle Alpi lombarde , e si riconoscera ben toslo L'identita di carat- lori paleontologici di codesle due locality Per spiogarc ora come siasi polulo credere da laluni Geologi che il calcare rosso dclla Spezia si troyasse alia parte inferiorc del lias, conviene ricordare qual sia la composizipne del terreno elrurio do coniorni del golfo. Siappiamo dal I'apito (i) clie la parte inferioro di quel lerreno si compone di seisli verdi rossicci aliernanti con banclii di calcare compatto dello slcsso colore q ahjuanlo giallognoli; verso la parle superiore poi gli seisli piu bruni alicrnano, a piu riprese. con macigni clie conlengono, come quelli di Ficsolc , franimenli di una specie di scislo ncro; questo terreno forma al noid di Campiglia Uilla la parte occideniale del pro- montorio dolla Castellana, e \i si trovano non di rado ncl calcarc e negli seisli rossi lc fucoidi carallcrislichc del icrreno etrurio: al nord del porto Telaro il calcare clie altorna cogli scisti rossi contiene quelle iinpronte di nioandiinc ros'i froqucnti in lutta la Ligmia ; prcsso il caslello di Lerici vedonsi cli seisli altornare con un' arenaria a ceniento dolomilico , clie passa poi a quella breccia con cemento di calcare cavei'noso che occupa gran parte della sponda orionlale del golfo; e si deve conchiuderc che codesta breccia lifoiila da laluni al terreno tcrziario, da allri inveee ad epochc anteriori alia ciurassica, altro non sia che un maci&no inodificalo da (melle slesse cause che produssero lc dolomie della Bianca, della Ca- stellana, ecc. \ ponente dclla Castellana il calcare rosso arnnionilifero e ricoperlo conic dissi da seisli yerdastri un po' lalcosi ; conlinuando verso il nord- oyest sul sentiero di Campiglia vedonsi codesli seisli alternate con strati di calcare compatto quasi marnoso ; poi vengono seisli rossi modificati a segno di passare quasi al diaspro; fin qui la direzione degli strati e come 1; r.n;,; gtolfgici ccc. , p. 47. ■ Dl GIACINTO PROVANA DI COLLEGMO -•'['■'< quclla del calcare ammonilifero al N. 35" 0. c pendono verso 10. 35° S. . ma dopo alquanti passi li seisti rossi si curvano in modo da pendere all' E. 35° N. , sono epiindi ricoperti da un calcare biancastro con arnioni e lelti di selce, e verso la CappelTa di S. Caterina di Campiglia dal verb macigno. Un po' al nord della Caslellana verso 1'origine della valle del- I'Acqoasanta il prolunganienio della linea antichnale gia indicaia sulla vetta del conlraforte corrisponde ad un hotro i cui fianclii scoscesi pre- sentano dal lalo di levaulc il calcare nero cogli scisli ammoniliferi pen- denti verso V E. 35° N. , dal lalo di ponentc scisli bruni e rossi colla stessa pendenza sembrano imnidrgersi sdttb il calcare nero; questa localita viene citata dal Prof. Coqcaud per provare che gli scisli rossi (da lui riferiti al calcare ammonilifero rosso) stanno sotlo il calcare nero; ma ogni dubbio sparisce se si esaminano a minulo tali seisti, giacchc vi si trovano sollo Campiglia impronte di Fu'coidi ( F. Fargionii): inoltre nella valle di Biassa vedonsi, nel prohmgamenlo della fessura della Castellana. gli scisli rossi, sul quale sla il villaggio di tal nome, pendere verso l'ovest, mentre dall'altra parte di un bolro , parallclo alia direzione degli strati . il calcare nero scisloso pende verso l'esl. Riassumendo il fin qui detlo vedesi che la disposizione generale degli strati del golfo della Spezia e mollo piu semplicc di quello siasi creduto generalmcnle e die non vi esislono que' rovesciamcnli ai quali si crcdeva dover ricorrcrc per spiegare sovrapposizioni anomale clic neppur esse csi- stono. Solo alia Spezia, come nelle Alpi lombarde li scisli marnosi rossi possono essere scambiali talvolla col calcare rosso ammonilifero: «■ se, come succede al nord della Caslellana , uno sposlamento ha portato il calcare a un livello uguale o superiore a quello degli scisli, possono na- scere confusioni momcnlance che spariranrio ben toslo se invece di limi- larsi ad una sola localita cccczionale . si generalizzano le osservazioni su tutto il perimetro del golfo. E considcrando poi i lerreni della Spezia relalivamcnle alia coslitu- zione gcologica della penisola italiana, si puo dire che il terreno giurassico della Spezia forma come il punto di unione fra quello delle Alpi lombarde e venete, e quello deirApennino toscano, romano e napolilano; il che conduce a conchiudere che il terreno giurassico si distende sotto tutli gli strati sedimentarii d' Italia e ne forma la base generale ; giacche non sono stati riconosciuti finora strati anterior! ai giurassici fuori in alcuni pimti delle Alpi, ed i giurassici in vece sono stati visti poggiare, epiasi ovunquc. su roccc cristalline sieno queste metamorfichc o di trabocco. ■ I vun si I TEIUIENI DKI CO.Vl'OKNI DELLA SIM./IA ECC. P. S. — Montre si stampavano questi ccnni sui tcrreni delta Spezia venne in luce un dottissimo lavoro de' Professori Paolo Savi e Mehighihi intitolato : Considerazioni sulla Geologia strdtigrqfica detta Toscana. I un de' fatli piu important scoperli di recente dai Professori di Pisa si e I'esistenza ml / errucano di Torri pressb Sane di srisii antracitiferi con impronle ben conservate di Pecopteris arborescent, P. cjrathaea, P. acuta, P. Bucklandi, Odoniopteris Schloiheimii , Nevropteris, return- difolia , ecc. ecc. Converra ora riforire il Verrucano di Sano al pcriodo carbonifero , ovvero considcrarlo come cquivalcnle ai deposit] di antracite della Savoia, contenenti essi pure impronte di felci che trovansi nel vera icncno carbonifero in Francia c in Irighilterra? Duolmi j>oi il non poter dividere I'opinione dei Professori Savi e Mekeghiki rclalivamente all'eia del calcare di Torlo Venere che essi vorrebbero riferire al terreno neo- comiano. I caratteri paleontologici di quel calcare non sono gran che dill'erenli da queUi del calcare nero scistoso di Bellagio, il quale e cer- tamente inferiore al calcare grigio con sclce e al calcare rosso ammonilico dei monli che slanno Ira il piano d' Elba e il lago di Como; e pei ca- ratteri geologici la disposizione degli strati dalla foce della Magra a Porto Tclaro mi pare dimostrare che fra il calcare del Capo Corvo e il I er- rucano della Tana del Serpente non v' e spazio pei strati i quali , ml- l' ipotesi de" Professori di Pisa , dovrebbero rappresentare il terreno giu- rassico. Ora non credo possa nascere dubbio fra l'idenlita del calcare del Capo Cnno e di Porto Telaro , e quello di Porto Venere. I l.agli dei monli occidenlali del golfo annessi alle Considerazioni ' sulla geologia to- scana ( fig.c II, III, IV e V) non mi sembrano dimostrare con bastante evidenza che il calcare rosso vi'sia inferiore al calcare nero: quanlo alio spaccato fra Porto Venere ed il forlc Sanla Maria (fig. VI) esso e lal- mente diverso da quanlo credo avere veduto io stesso che mi aslcrro dal portarne giudizio finch' io abbia potulo visitare di nuovo il golfo della Spezia, giacche nellc note del mio viaggio del 1847 non ,rovo inmzio alcuno del calcare rosso indicalo in quella figura a Porto Venere ed alia Punla del Salto. 2ir» AtiROSTOGKAPIHAE AEGATT1ACAE FRA6IIESITA UiRlMU'.i y A. FIGARI et J l)K NOTARIS Exhib. 4 uprilis /SS(. PARS I. Species in rcgionc sinaica ab Equite Figari , acstale 1849, colleclw. ndropogon pubescens Vis. PJ. rar. dalm. p. 3. DNtrs Repert. Fl. lig. \i. 435. — Andropogon liirtum Decaisn. FL sinaic. n. 34- Savi Gatal. piant. egiz. p. 16. 27, et proinde , Grainen Dactylon spica geiniiia Schf.ughz. Agrost. p. 96. — Andropogon sinaicum Dn.n.. Catal. h. monsp. ann. i83(i. In rimis rupium ad Sinai. 2. Tricholaena Teneriflae Pari.at. Fl. ital. 1. p. i3i. — Panicum Tene- riliae R. Br. — Kunth Agrost. 1. 98, 3. p. 75. — Pennisetura Teneriflae Dbcaisn. Fl. sinaic. n. 27. Ad rapes freqnens. Panicula ad ramorum inferiorum ortum, in speciminibus nostris, semper barbata. 3. Pennisetum dichotomum Delil. Fl. acgypt. ill. p. 72. 1 44- taD- 8. fig. 1. Kinth Agrost. 1. p. 161. Decaisn. Fl. sinaic. n. 28. — Panicum dicho- tomum Forsk. Descript. p. 20. In deserto. •\|t> Ai.UOSTOGRAPHlAE AEGYPTIACAE FRAGMENTA 4. Peunisetum cenchroidos Rich. — Pers. Syn. i.p. 72. Kunth Agrost. i. |i. 1 6a. Part. at. PI. nov. p. l\i. In iissuris riipiiiui arenaeearum passim. ;i. Pt'imisctum lemie n. sp. — porennc, sullVuiescens; cnlmis c nodis in- lerioribus , vaginis arescentibus vel squamacformibus tcctis, parcc raniosis, ramis superiori parte e\serlis, striulatis, scabiidis, ad nodos viv puberulis; vajjinis superne ad oras cilialis; tigula fimbriato-pilosa ; foliis lineari- subulatis, gktbm, siccilate margin e utroque involutes; racemi spicaefonnis, cylindraeei, laxiusculi , axi trigono , dcnlato ad angulos hispidulo , pedi- cellis bri'\issimis, unilocustiferis, crcctiusculis, barbalis ; locuslis adprcssis, bifloris, ilosrulo iniVriore niasculo , superiore hermaphrodito ; selis invo- lucranlibus ailprcssis , inferioribus minoribus scabris , rcliquis setulis pa- lenti-ercctis , rigidulis e basi callosa, plumalis, parte nnda scabris, una longiore locuslam triplo snperanle; gluma 2-vahi , mcmbranacca, \alvulis ovatis , concaiis , iniVriore niinore uninervi , apicc obtusa, emarginalave sul) vitro denliculata , superiore maiore , locusta paullo breviore, tenuiter 3-nervi , ex apice acutalo, nervo medio excurrcntc cuspidala , palea flo- scidi masculi infcriore late ovata, convoluta , flosculnm superiorem am- plectente , 5-nervi , nervo excurrenlc cuspidala , breviterve setigera; supe- riore membranacea, 2-uervi ad nervos extus scabridos inflexa , apice emarginalo-bifida ; paleis flosculi berniaphroditi cliartaccis, ovatis, convo- lutis, iniVriore 5-nervi, ei apice anguslato , nervo medio cxcurrcnle cuspi- dala , supeviore angusliore, 2-nervi, sursum attenuala, apice oblusiuscula; stylis 3 , stiginatibus phimosis. Ad rupes arenaceas rubras. Spithameum vel pedale, rigidulum. Rami erecliusculi vel adscendentes. Folia glaucescenlia , remota, breviuscula. Racemus ^-6 centimetra lon- ^itudine aequans, ex palearum colore violaceo-variegatus. Cum Penniseto cenchroide vix comparanduni ; ab insequentibus (Pen- nisetum fasciculatum el decipiens) epiibus propius acccdit, p.edicellis vcro brevissimis, uniloculiferis, setis involucrorum adpressis, valvula inferiors uninervi, satis diilerre videtur. B. PeiiBtsetum fasciculatum Trin. — Penniselum sinaicom Decais?,. Fl. siaaio. n. 3o ex clariss. a Schi.eciitendal et Klnze observat. In rupium arenacearam fissuris. X II KAVrilirS A. FIGAJU IT J. DE N0TA1US 247 Cum in description! liuiusee specici a clariss. Decaisne 1. c. prolala. phrases nonniillac invenianlur, cam nostris sprcimiiiibus omnino non con- grucnics, quae nobis obsirvassc ooniigit, liic breviier cxponcnda esse censemus. Perenne, suflrutescens , bipedale. Gulrni e nodis infcrioribus , vaginis arescentibua , squunatia , alierne ramosi. Kami elongaii , stricti , rigpdi . parte superiore cxserta scabridi , vix canescentes , ad notlos superiores , pilis lmigiuseulis annulalim barbati. A aginae ad oras pilosac. Ligula pilis consita. Folia lineari-subulata , glabra, facie scabriuscula , supcriora iuncea , convoluta , glaucescentia. Panicula raremilbrmis, lava, circiter iripollicaris. Avis dentatus, subtlexuo.sus , patenter liiilus. Hanii cum avi arliculali . alterni , subacquidislantes , brcvissimi, varie llexi , secundive , pleriqne 3-locusliferi , vel subinde inlimi 4-5-Iocusliferi, terminates siinplices, omnes infra involucrum villoso-barbati. Locuslae latcralcs breviier pedicellalae , altcrnae , crectiusculae. Selae involucruin sislentes, ab inflmis remotiu- sculis , allernis sensim longiores , inferiores breviores nudae, scabrae , superiores , quaruni una longior locustam terminalem longitudine triple evccdcns, ad medium usque pilis e basi callosa patentibus lanato-plumosae, parte nuda scabrae, violaceae. Locuslae ex stramineo-violaceoque varie- gatae , laterales ncutrae, pleraeque biflorae, vcl in ramis paniculae inle- rioribus pluri-locusliferis, uniflorae, tabescentos, tenninalcs omnes biflorae. flosculorum inferiore neutro , superiore hermaphrodito. Gluina 2-valvis : \alvulac iiH-mbranaceae , ovalae , roncavae, apice , sub vilro aculiore. minute denticulatae ; inferior minor onervis , obtusiuscula , superior te- nuiter uniucrvis, aeutala, flosculo ei proximo minor. Paleae flosculorum neulrorum membranaceae , inferior ovato-convoluta , tenuiter 5-nervis - nervo medio excuiTcnte mucronala, vel brevissime setigera ; superior 2- nervis , ad nervos cxlus scabridos, utroque latere inileva, apice subemar- ginata, obsolete denticulata. Palea inferior flosculi hermaphroditi chartacea. late ovala, convoluta, 5-ncr\ia, nervo medio, ut in palea flosculorum neutrorum , excurrcnle cuspidata ; superior 2-nervis, brevissime 2-euspi- data. Styli duo. Stigmata pluuiosa. Scqucnti peranine, dillert tamen panicula quidquam laxiore ; invo- lucris minus densis; locustis lateralibus, quarom nonnullae in ramis pa- niculae infcrioribus subinde unitlorae. , labesci'nles , tlosruloque inferiore locuslae termiiialis , neulris , nil aliud praeter valvulas paleasqiie profe- rentibus , glumae valvula superiore, baud c nispidato-setigera. • jS AGROSTOURAPUIAK AKCYPTIACAK FRACMKNTA 7. Peiinisi'tum variabilc n. sp. — Oulmis caespitosis, inferior') parte suf- frulescenlibus , vacuus foliorum aresccnlibns leclis, e noilis ramosis ; ramis ail nodes aimlaliiu barbalis, supenie cancseentibus; lbliis lincari-snbulalis , margine faeicquc scabris; vaginis ad oras pilosis ; ligula pilosa; paniculae racemifonnis , laxae, Vtx exserlac , axi flexuoso-denlalo , hirlo-canescentc . ramis arliculalis , bre\issimis , snbaequilongis , allcrnis , milanlibiis , se- cundalisve , plerisque 3-locusliferis, infra divisionem longiuscule barbatis; locustis brcvissime pedicellatis , allcrnis, selis sensim longioribus, Basque SUperantiboS involncratis; selanini inferioribns nudis , scabris, superioribns a basi ad medium pilis palcnlibns e basi callosa lanalo-plumosis, parte nuda scabris, una longiore locnslam tcriiiinalcni Iriplo snpcranlc; locustis 2-floris , lateralmm flosculo ulroque mascnlo , lenninalis inferiorc niascido , superiore lienuaphrodito ; gluina a-valvi , membranacea, valvulis ovalis, concavis ; inferior* minorc enervi, oblusiuscula apice fnnbriolata , supe- riore uninervi, locusta breviore ex apice acutato brcviler cuspidalo-setigera; palca inferiorc o\alo-con\olula , plus ininusve aculata , lemiilcr 5-neivi , nervo medio excurrentc brcviler cuspidalo-setigera; flosculorum inferiorum membranacea floscnlum supcriorein amplcclenle , superiorum angustiore membranaceo-cliarlacca; palca superiore membranacea , a-nervi; styli ra- mis libevis , stigmatibns plumosis. mains, bipedale, cubni inlcrnodiis inferioribns elongatis , ramis flac- cidis, locustis pallesceiilibus. f* minus; palmare, cubni inlcrnodiis inferioribns abbrevialis, era.-- sioribusque , locustis violaceis. Varietas maior in fissuris rupium arcnaccarum ; minor ad rupes por- phyricas montis lloreb el ad Gebel Ferran. Folia glauca, siccilale varie plicata ; panicnla circiter bi-pollicaris , rariflora , demum exscrta; locuslae ul plurimum teniae in unoquoquc paniculae ramo. 8. I'cniiisctuiu spectabile a. sp. — Perenne, sulfrulescens ; culmo e basi asceudente , erccto , inferiori parte vaginis spalhaeformibus cartilagineis, nitidis, disliclic imbricanlibus, sccundalisve squamatis, apice exscrlo scabro, e nodis inferioribns approximalis dcimun ramoso; ramis allcrnis, contiguis, dislicbis, secundisve ; foliis dislichis ereclo-patenlibns , lincari-subulalis , < omplicalo-canaliculatis , facie niargineqne scabris, ad coslain crassiusculis: raginis supenie ad oras barbalis; ligula pilis densis consita ; paniculae I i i;\NTIBUS A. FKIAIU ET J. Dli .NO'IAWS •.>. ji| raeemiibrmis, laxiusculae, cylindraccae , axi denlato patenter piloso, rauiis l)ic\ issimis , articulalis , atl orliuii barbatis , alternis , i-2-3-locustilei is . locustis tateralibus brevissime pediccllalis, tabcscculibus ; involucro sctis miinerosis rigidulis conslante , inlimis loi-usl is bn \ioi ihus nudis , scabiis. reliquis ad medium USque p'dis e basi callosa palcntibus, plumalis, parti inula scabiis , una longiore locustaui tcrniinalcm duplo salleia supcranlc locustis inferioribus ncutris 1-2-floris, terminali 2-flora, flosculo inferioie nculro , superiore hcrniaplirodilo; gluma 2-\al\i, valvulis incmbranaccis, concavis , inl'eriore locustaruin laleralimn minore ovalo-oblusa, emargina- la\t-, enervi, locustae tenninalis minutissiuia , superiore maiore ovalo- oblonga, unineiu, ex apice acululo ncr\o excuri cute cuspidulala: paleis flosculorum aeutrorum inf< ■rioribus, uiciubrauacco-chai'laceis, ovalo-con- volutis , amplccleulibus, 5-nerviis, ex apice atlenualo ner\o medio cuspi- dalis; supcrioribus nicinbranaecis, 2-n.. p. 38ij. tab. 255. \d pedes monlium. Occurrit in iisdem locis , glutnis , paleisquc pallidis vel coloratis. va- cinarum oris clabris. r> 13. PoIjjwgonmonspdiensisDESF.Fl.au. i.p.67. Kunth Agrost. i.p. a3a. Sim Catal. |>. 1 5. In fossis , locisvc interdum inundalis. II. Poljpogon maritimtis Wn.i.n. — Kvntii Agrost. 1. p. y.33. Sa\i Catal. p. 1 5. Decaisn. Fl. sinaic. n. 5o. In locis depressis humidis. \'.t. Sporoboius spiralns Krvn-i Agrost. 1. p. 310. — Agrostis spicata Vaih.. — Di 1.11.. Fl. aegvpt. ill. p. 73. 177. tab. 10. fig. 1. Savi Catal. p. [6. In era marilima , locisque salsis. 16. I'iptallimini coeriilosccns Pal. Beau v. — Kunth Agrost. 1. p. 176. Schehk PI. sp. p. 5. — Milium cocrulcsccns Schousts. — Savi Catal. p. 16. In convallibus ad Gebel Horeb. 17. Piplallicruni niulliflorum Pat.. Bf.auv. — Kunth Agrost. 1. p. 177. Decaisn.FI. sinaic. n. \S. — Milium niulliflorum Cavan. — Savi Catal. p. iG. Iisdem in locis ac praccetlcns. 18. Stipa gigajttca Lacasc. — Kuvm Agrost. 1. p. 180. Ad pedes montis Sinai. 19. Slipa pcniialiloiliiis n. sp, — radice fibrosa, valida ; culmis dense caespit'osis , scabridis ; foliis comolulis, in feme, scabridis; ligula lineari- elongala ; panicnlae secundae pauciflorac, basi folii superioris vagina c\- ceptae , pedicellis semilerelibus, ad angulos arre.cle bispidulis ; glumae val- vulis in acumen subulalofiliforme., membranaceum sensim atlenualis , glabris , inferiore maiore 3-ncrvi . nervis lateralibus brevissimis , paleam 3-plo supciante, superiore 5-ncrvi; llosculo brevissime. slipilalo, slipilulo dense barbato; palea inferiore coinolula, a basi ultra medium adpresse pilosa; arista lorlili, inferiore parte scabriuscula, dein ad flexuram usque pilosula, reliqua parte pilis bre\iusculis plumosa, gluma 4-plo longiore; CLTUNTIBUS A. FIHAIU F.T J. I)E NOTARIS afil palea superiore, glabra , convohila , obscure binervi ; anlhcris linear i- elongatis , nudis. In regione //'■> . Character , ni fallimur, maioris momenti ac ille quo Stipagrostides a reliquis Aristidis discriminantur. 23. Arisiida liirfijdismis Stevd. — culmo geniculato-asccndenle, foliisque siccitate plicalis glabris ; Tasinis laxiusculis, glabris , ad oras barbatis , superiprnm barba brevissima: panicnla mediocri , vagina folii superioris basi excepta , sub anthesi contracla, subsecunda, demum subpatula, ramis semiverticiUatis, pedicellisquc scabriusculis ; glumae valvuiis membranaceis pubescentibus , 3-nerviis ; inferiore ruinore flpsculum breviter stipitalum triplo superante, apice oblusa, bifida; superiore paullo longiorc , sensim angustata, apice lacinulata; stipitulo, flosculoque basi ]>ilis sericeis invo- lii'iiitis; palea inferiore incmbranacea, dorso sub lente eximie papuloso- gkmdulosa, obsolete 3-nerti; arista longissima ad sextans eiusdem partem inferne 3 -partita, sub divisione plumulosa , laeiniis laleralibus tcnuissimis, scabriusculis aristae ipsius basiin acquantibus , media a basi fere plumosa CURANTIBUS A. FIGARI ET J. DE NOTARIS i53 quadruplo brerioribos ; palea interiore brevissima , ovario vix longiore, rrijivoliita , obtusa, membranacea , encr\i. Arislida ciliata Uw. itiner. n. i65. In arenosis ad Sinai. Pcrennis. Cnlini plus cpiain duo decimetra longi. Panicula di-Qorala j decimetra longit. aequat. ±{. Arislida plumosa Tai'sch Aristid. p. 127. Vahi. Symb. I. tab. 3. — Arislida lanala Fo&SX ox parle sccund. Talsch. In desertis sinaicis. Vaginis inl't -rioribus lanatis, aristae ram is latcralibus parte mida rami inedii breviorilms , 4b allinibus et insecpiente facile dignoscitur. 21i. Arislida Forskalii Taisch. — radice fibrosa, valida, caespitosa : culiuis basi villosulis , caeterum foliisque eomolutis glabris , vaginis infe- rioribus ad oras longe barbalis , superiorum pilis brevissimis ; panicula pauciflora stricla ; gluma bivalvi , valvulis chartaceis glabris , 3-nerviis ; inferiore superiorem in apicem snbulato-filifonnem minute denticulatum desincnte , paullo longiore , lanceolalo-attenuata , apice denticulata , laci- nulalave , flosculo breviler stipitato triplo longiore ; stipitulo dense bar- bato ; palea inferiore glabra, cliartacca, obsolete 3-nervi, apice aristata: arista longissiina, inferne ad sextam eiusdem longitudinis partem , 3-par- lita , infra divisionem glabra, laciniis lateralibus tenuissimis , scabridis . media a basi fere plumosa plus triplo brevioribus ; palea superiore mem- branacea , brevissima , enervi , rotundata. Arislida Forskalii Tausch 1. c. — Aristida tomentosa Forsk. ex parte secund. Tausch. In desertis. 26. Aristida ptingens Desf. Fl. all. 1. p. 109. tab. 35. Kinth Agrost. 1. p. ic)4. Sam Catal. p. 16- 36. Decaisn. Fl. sinaic n. 5a. In desertis. • 27. Cliaolaria Adscpnsionis Pal. Beauv. Agrost. p. 3o. — Aristida coerule- scens Desk. Fl. all. 1. p. 109. tab. 21. fig. 2. Decaisn. Fl. sinaic. n. 5i. — Ari- slida Adscensionis L. sp. p. 121. Sam Catal. p. 16. 26. In rupium fissuris montium sinaicorum abunde. 254 AGHOSTO(;ilAPHlAF. AEGYPTtACAIC KRAGMKVIA Celebcrr. Caielanus Sam, 1. c. , Aristidam canarienscm el A. Adscen- sHniis imam eandcmque constiluere speciem, optimis argumeiilis innixus, plures ante annos nos docuil. 28. Pappophoriiin Figariaimni n. sp. — radice fibrosa ; culmis caespitosis ad nodos barbatis , superne srabridis ; foliis facie scabridis, deinuin con- xolnlis, vaginisque dorso pubesccnlibus ; ligula dense pilosa ; 'paniculae simpliciusculac axi , ramistpie plerisque solilariis racemosis , subinde se- cundalis , pubescentibus ; locustis 3-floris subnulantibus, flosculo iaferiore hermaphrodite , medio minore masculo , ultimo abortivo ; glumae valvulis inaequalibus , membranaccis, ^-nerviis, adnervosevancscent.es dorso pu- besccnlibus ; inferiore minore, superiore Longiore flosculos subaequanlc ; palea inferiore concava , brevi , dorso affalim pilosa, g-nervi, es apice truncate in aristas novcm , palea ipsa cpiadruplo longiores ad medium usque plumosas producta; superiore ovalo-acula , nicmbranacca, 2-nervi, •■.-earinata , apice acuta, bifida , margine eiliata ; caryopside obovala, laevi J sligmalibus sii|)erne phimosis; flosculo supremo abortivo, pappiformi, ra- diatiin 6-8-aristato , aristis inaecpialibus. In fissuris rupium porphyricarum ad Gebcl Zjrban. Spitliamcum , caespilulosuin , perenne. Culmns et folia glaucescenlia. \al\ulae scariosae, nitenles, nervis purpurascenlibus. 29. Pappopboiuni bulbosiim n. sp. — radice fibrosa ; culmis fasciculalis , geaiculalo- ascendeiitibus , molliter pubescentibus, ad nodos barbatis, sacniusque rauiosis, superiori parte tetragonis, basi foliis squamacformibus stipatis , subbulbosis ; foliis planis , vaginisque pubescenlibus ; ligula pi- losa ; panicula spicaeformi oblonga, longe cvserta, subinde basi interrupta ; gluma 2-valvi, 3-flora, flosculo inferiore lierinaplirodilo, superioribus la- bescentibus ; valvulis membranaceis , oblnsis , emarginatis , breviterve bi- lidis , dorso obiter pilosis, inferiore ovata 5-6-nervi, nervis evanescenlibus. superiore angusliore sed longiore 3-5-nervi, flosculis paullo breviore ; flosculi hermapliroditi palea inferiore concava, dorso longiuscule hispida , i)-ncr\i , g-aristala , aristis palea dnplo longioribus , patulis , ad medium M'lulis brevibus decrescentibus plumalis ; palea -superiore ovali , 2-nervi, ad llexuras ciliolata , aj>ice bifida : flosculo medio slerili inferiore duplo minore ; summo lniiiulissiino , pennicillifomii , triseloso. \<1 rapes in montc Sinai. . mum mis A. KH.ARI KT J. DE notaris 255 I'ereimc , decimclrum cum diinidio vix supcrans, vel minus, Panicula intciis. \er\i \al\ulanun plcruuiquc vix fuseescentes. Caryopsis obverse pyriformis , laevis, nitidula. Accedit ad Pappophorum phlcoidem. 30. Boissieria bromoides Hqchst, et Sn.in. PI. arab. sice. n. \o2. Ad rapes porphyrias et in dcuiissis couvallium sinaicarum abundt ■. Statura a 2 pollicibus ad Spilhamam, aristis 7, vel 9, purpurascen- libus vel palcae concoloribus , llosculis perfeclis 2, 4 jfl unaquaque locusta quammaxime variat. 31. Diintlioiiiii Forskalii Trin. — Kunth Agrost 1. p. 3i2. Decaisr. Fl. sinaic. n. 45. — Avena Forskalii Yahi.. — Dei.ii.. Fl. aegypt. ill. tab. 12. Sm Galal. p. 16. 2S. Sciieivk. PI. spec. p. 6. In descrlis. 32. Scbismus marginalus Pal. 13iai\. — Kunth Agrost. 1. p. 385. Sam Catal. p. 17. Decaisn. Fl. sinaic. n. 46. Sciienk PI. spec. p. 6. In convallibus humilioribus frequens. 33. Scbismus spoctabilis n. sp. — radice fibrosa ; culmis fasciculatis . erectiusculis ; vaginis fauce barbatis, foliis planis, remote longiusculccpir ciliatis ; ligula pilosa; panicula conferta, spicaeformi, ovala, ramis, pedi- cellisque hispidulis; locuslis 7-8-floris; gluma 2-vaki flosculos acquanie . valvulis canaliculars, late membranaceo-marginalis, dorso ad nervos sub vitro scabridis, inferiore oblongo-ovnta, acuta 7-nervi ! superiore paiilln angustiore , 5-nervi ! ; palea inferiore subelliplica , canaliculata , membra - nacea, ad medium usque bifida, sinu sulmide lacinula minutissima , ri- liolala, aucto, segmentis ovato-acnlis hyalinis, 9-nervi, ner\is ad medinm desinenlibus, dorso pilis longiuscuhs adpressis , paleam non superantibus. sericeo-villosa ; palea superiore e basi angusta , spalhulata , acuta, brevitrr i-nervi, e\lus basi villosa , ad nervos inllexa. Cum praeccdente. A Schismo inarginato locuslis duplo maioribus, babitu robusliore, pa- h-is dorso longe serieeo-villosis , lolo coclo dill'ert. Schismo minuto ailinio'-. sed in hoc ex celeberr. Kumiiii descriptione (Agrost. 2. p. 3 19) glim a inferior |-nervia, superior 3-nervia; palea interior --nervia, superior glabra: segmenta palearum inferiorum acuminata. a5<5 AGROSTOO.RAl'HIAF. AEGYPTIACAE FRAGMENTA 31. Ulrlira sinaica n. sp. — radice fibrosa , culmis caespilosis , simpli- cihiis; foliis jialentibus, planis, facie pilis dellexis cancscentibus , dorso vaginisirae scabris ; ligula membrauacea , obtusa , lacerave ; paniculae sub- secundae, paucillorac ramis raccmosis , scabris, pedicellis sub locustis nu- laniibus, patenter hirtellis; gluina a-valvi, /(-flora, flosculo infimo pcrfeclo; valvule inferiore ovata , acuta', concava , 5-nervi, supcriore fere triplo minore, nervk laicralibits brcvissimis, medio subexcurrente ad dorsum scabrido; valvula supcriore ovalo-lanceolala, marginibus superne conniven- libus, dorso sub vitro punctata, scabridaquc, 5-nervi; (losculi inferioris liermaphrodili , palca inferiore valvulam duplo superanle 7-nervi , ovato- aculala , concava, dorso sericeo-baibata, luberculatacpie ; superiore mi- nore, oblonga, bincrvi, apice obtusiuscula, ad flexuras ciliolata; cai-yopside oblonga, compressa, glabra; flosculis aborlivis pediccllalis, dccrescenlibus, glabris , inferiore truncato, convolulo subturbinalo supcriores involvente , ultimo obovoideo , obtnso , coriaceo. Ad rapes porphyricas. I'erennis , laxiuscula, caespilosa, 4 decimetra altitudine altingens , vel subinde multo minor. Ilerba glaucescens, flaccida , folia vaginaecpie infe- riorcs , panicula ilorente, aresccntcs. Locuslae nilidulac, pallide violaceae. l'lura Melicae persicae ( Kuntu Agrost. i. p. 375) profert et verosi- militcr eius tantiuu forma , proposito nomine dislinguenda ; differt prae- ceteris locuslis 4_fl°1-is. 35. Poa puniila Host Gramin. 2. tab. gi. Koch. Syn. ed. 2. p. 296. Ad rupes porphyricas. AELUROPUS Thin. Paiu.at. Fl. ital. 1. p. 460. Locustae 4-multiflorae , in ramis axeos continui abbreviates, altemis , simplicibuS) subaequilongis , discretis, vel plus minusve confer lis, spicatae, conliguae , plerumcpie eximic distichae , spicam compositam , elongatam , inti 'iTuptatu , vel capiluliformem sistentes. Gluma 2-valvis; valvulae inae- ([ualcs locusta breviores , concavae, vix carinatae, subcoriaceae , margine membranaccac ; inferior 3-5-nervis, superior paullo maior 5-9-nervis. L'alea inferior subcoriacea, mcmbranaceo-marginala , subovata , concava, sub apice plus minusve acutato, mucronato, vix carinala, cymbaeformis. CURANT1BUS A. FIGAIU ET J. DE NOTARIS ■•'>- tvii-nervis, dorso striata, glabra, vel dorso el infra margincm plus mi- nusvc villosa. Palea superior inferiorem acquans, 2-nervis, ad nervos aim scabridos , inilexa , apice truncalo-emarginata. — Reliqua ut in Pari.vi Fl. ital. 1. c. 3fi. Acluropus siuaicus n. sp. — stolonibus elongatis, vaginis squamue- I'oimibus , saepius lernis vestilis, ad nodos piacsertim supcriorcs geniuii- feris ; ramis solitaries, geminis, pluribusvc fasciculatis , assurgcntibus . foliiferis, floriferisque ; foliis distichis, rigidis, patenlissimis, iunioribus in sicco convolutis, ramoruui tlorculium planiusculis, lineari-attenuatis, apice calloso-mucronatis , ulrinque scabris ; vaginis slriatis glaberriinis ; ligula pilosa ; spicae compositae elongalae , ramis ovatis, compressis , altcrui*. subimbricanlibus ; locuslis distichis, arcle approximalis, pateiilibus, ovato- acutis , glabris , 12-floris, flosculis arete contiguis ; glmnae valvulis inae- qualibus , inargine late membranaccis , concavis, vix carinatis , ad costain Kcabridis ; inferiore minore ovato-obtusa sub 5-nervi, superiore flosculo ei proximo breviore sub g-nervi, apice mucronulata; palea inferiore obo- vato-concava , vix carinata, g-nervi, striulata, ambilu angustc membra- naceo-marginata, dorso ad nervos superne scabrida , ex apice conlracto- acutata , valide mucronata; superiore inferiorem aequanle, membranacea, apice truncato-emarginata , 2-nervi , ad nervos utrinque plicata, margine ciliolata. In salsuginosis ad Wadi-Gorandel. Stolonum rami validi, praelongi, usque bipedales ; rami longitudine varii , palmares, spithamei. Herba pcrennis, tota glauca. Aeluropo lacvi Tiiimi ( Host Gramin. austr. [\. tab. 28 ) maxime af- linis, sed collatus cum spec'uninibus huiusee speciei turn ex Algeria, cum e Sicilia a clariss. Dlrieu et Toiuro missis, planta sinaica differt habitu longe robustiore , flosculis arctius imbricalis , minus evidenter striatis , palea inferiore angusliore ex apice angustalo , acuto, valide mucronala : valvula inferiore concava , nee sub apice complicato-carinata. 37. Aelliropns couriuuus n. sp. — rhizomate repente, vaginis squamae- formibus tccto ad nodos rainoso, ramis alternis , fasciculatisve, floriferis, foliiferisque ; foliis patcntissimis , subdistiehis e basi contracta lineari-su- bulatis , canaliculatis , apice triquetris , margine facie , snperneque ad costam scabridis , vaginisque glaberriinis , striulalis ; ligula pilis ad oras Serie II. Tom. \ll. n 5 < AGROSTOCRAriUAE AEGYPTIVCAE FIUGMENTA longtoribitS consila ; spicae compositac elongatae, rands lineari-oblongis i-oinpivssis , adprcssisve , allcrnis , axeos prhnarii intcrnoilia acquanlibiis cu-edentibusve j locustis dislichis approximates, palenti-crcclis, 6-7-floris, ellipticis , glabris ; glumae valvulis, ovatis , concavis , slriatis , vix caii- naiis; inferior* minore, inaequilateri, obtusiuscula, margine lncmbranacea sul) 6-nervi ; saperiore maiore paleam flosculi mferioris subacquanle, sub i)-iiervi. apice an^uslr mrmbranacea, mucroimlata; palca inferiorc ovalo- aeulata. concava . vix carinala, ambilu mcinbranaceo-denticulata, ex apice coutrai'to mucronata, g-nervi, striata, dorso scabriuscula ; superiors mem- branacea, inferiorcin subacquanle, a-nervi, margine subtilitcr denticulate, apice trunratn , emarginatave. In arenosis salsugineis ad J'Vadi-Dahab. Praecedcnte omnibus partibus tenuior, faciem fere Brachypodii caespi- Wsi rel'erens. Hcrba perennis, glauca. Rami subinde longo tractu, inferiori pane in arena demersi , vaginis abbreviatis , squamaeformibus , dislichc imbrieatis tecli. Culmi florentcs palmares vel spithamei. Spica elongata usipie pollicaris. 38. AclnropilS villosiIS Trin. — Steud. Nomencl. i.p. 3o. — Dactylis ri- pens Desf. Fl. all. 1. p. 79. tab. i5. Bertol. Fl. ital. I. p. 573. — Calolheca repens Sprenc. Syst. 1. p. 3/f7- — P°a bloralis Fonlanesii Decaisn. Fl. sinaic. n. 44- In salsugineis ad Gebel-Tor. 39. Aeluropus bonibycinus n. sp. — stolonibus ad nodos ramosis , nanus florifcris superior! parte exserlis, sub vilro canesccntibus , fasciculatis , simpliribus, ramosisve , foliis spalhaeformihus basi slipatis ; foliis distichis. patenlissimis , ab infimis sensim longioribus reinolioribusque , lineari- attenualis, canaliculars, apice complicates, mucronalis , vaginisque ad oras membranaceis \ix ciliatis, striulatis , glabris; ligula pilosa ; locustis ovatis, ovatove-oblongis, ultra 20-lloris, incurvis, latere cxterno sulco di- riniiis, faseieulalo-capitalis ; capitulo denso , subrotundo ovatove, lomen- toso; flosculis arete imbrieatis, disticho-secundis ; gluma 2-valvi, valvulis longiludine stibaequalibus , concavis, infra margincm membranaceum , dcnliculatum , dorsoque villoso-barbalis; inferiore angustiore , lanceolata , 3-.'(-nervi, supcriorc ovalo-acuta 5-nervi, flosculum ei proxiinum aequanle; palca inferiore e basi contracla , ovala , concava , vix sub apice sensim CL'RANTIBUS A. FKiARI ET J. DE iNOTAKIS 2.r>C) nculalo, forlitcrque mucronalo carinala , infra liiargincm niembranaceiiin. dorsoque inferne villoso-barbala , caeterum glabra, striata , 9-1 i-iii>\i: supcriorc inetnbranacea , infcriorem aequantc, c basi anguslata, oblonga. truncata, emarginatavc, obsolete 2-nervi, acl ncrvos ulrin<|ue plicata, in- ferncque villosa. In arcnosis ad Gebel-Tor. Perennis , glaucesccns. Rami floriieri decimelro vi.v vel paullo longion-.-. Ca|)itula nucis Avellaneae circiler magnitudinis. Stamina 3. Anllierae ob- longae; filauicnta ovarii stipitulo adnata. Ovarium glabrum obovalum : stigmata plumulosa , tenuia. Fesluca pungens Vahi.ii (Symbol, bot. 1. |>. 10. tab. 11 ), quae in hor genere verosimiliter cadit, a nostra planta praesertim diilerre videlur spi- culis leretibus, capitalis, G-8-floris, gluma glabra. Verum in Festucac mucronatae Forskalii , quae ad F. pungentem spectat, descriptione (Forsk. cent. I. p. 22) locustae oblongae , lanceolatae dicuntur. "Veremur itaque plantam nostram sinaicam unam eandemque cum planta Forskalii sislere speciem. Quomodocumque sit , ad nodum hunc enucleandum, impares , planta nostra Uralepidum characteres non praebet ; Festuca pungens enim a celeb. Kunth (Agrost. 1. p. 3rg) Uralepidis pungentis nomine salutatur. 40. Festuca ptirvula Kunth Agrost. 1. p. 392 ! — Poa parvula R, et S. Syst. 2. p. 5^1 ? In demissis convallium. Locustis quadrifloris a F. parvula recedit ; reliquis cum ilia ad un- guem congruit. 41. Brouuis Tcelorum L. Sp. p. 1 14. Ku»nth Agrost. 1. p. 4'9- De< usx- r ' sinaic. n. 44- Schenk PI. spec. p. 7. Ad Wadi-Ferran , copiose. 42. Ilroiims matritensis L. Sp. p, 1 14. Decaisn. Fl. sinaic. n. 4a. Ad montium pedes ad Gebel-Zyrban. 43. Bromus rubens L. Sp. p. w\. Yanam Agrost. 1. p. 42°- Demi.. Fl. aegypt. ill. tab. 1 1. fig. 2. Ad rupes porphyricas. AGROSTOCRAPIIIAE AEGYPTIACAE F RAGMENTA 44. Bromus pulelicllus n. sp. — radice librosa ; culmis fasciculalis , su- perior! parte cvsrrlis , strialis, glabcrriinis; foliis pilosis; ligula membra- aftcea , mediocri , laccro-limbriata ; vuginis inferioribus reirorsum pube- stviiiibus , superioribus glabria; paniculae simpliciusculae, subsccundae , i-amis pedicellisque apice imrassaiis, patenter bispidulis; locusiis oblongis, oompressis , 6-9-floris , flosculis erecliusculis , laxiusculis ; valvulis floscnlis brrvioribus carinato-caiialiculalis , denium exquisite nervosis , paleisque margine late mciubranaecis dorso adpresse birtis ; valvularum inferiore .'i-iii-rvi , superiore 7-nervi dimidio fere ininore ; palea inferiore obverse oblonga , apice sensim acutala, bifida, segmcnlis menibranaceis, triangulo- subulatis, supra medium arislata , arista palea longiore scabrida, demum uitorta, palenli-arcnala; palea superiore obverse lineai'i-oblonga, oblusa, inferiore breviore , 2-nervi , punctulata, dorso pubescente , margine se- lulis, minoribus maioribusque allcrnanlibus, peclinatim ciliata; caryopside ob\<'rse liueari-oblonga , apice villosa , plano-canaliculala , paleis arete conglutinata. In convallibus. Annuus. Palmaris vel minor. Gulmi e nodis inferioribus saepe ramosi. Locustae innii|)tae pailescenles, erectae vel nulantes. Rachis flosculorum articulata, arliculis elavulalis bispidulis. Stamina 3. Facie ad Bromum intermedium ob aristas patenti-arcuatas quadantemis aecedit , sed locusiis elongatis, paleis margine anguluin oblusum hand exhibentibuft, eoruiuleinque scgmenlis triaugulo-subulatis abunde distinctus. 45. BracuY|)odinni distachyum R. et S. Syst. 2. p. 741. — Triticum ciliatum DC. — Kimii Agrosl. 1. p. 4 17- Sam Catal. p. 16. DecAISN. Fl. Sinaic. 11. 3g. In locis depressis ad Sinai. i6. Aoxonyruin inibricatnm R. et S. Syst. 2. p. 757. — Triticum imbricalum Stev. — Kumii Agrost. 1. p. 442- In moulibus ad Gebcl-Zjrban. 57. Asropyrum bifonue 11. sp. — radice fibrosa; culmis fasciculalis, erectis; foliis planis, facie ad nervos bispidulis, vaginisquc dorso minutissime pu- bescenlibus; ligula mcmbranacea truncalo-lacera ; spica ovala disliclia , locusiis conliguis , sessilibus, arete racbeos denlibus adnatis, 4"^"u01''sj llosculo supremo tabescenle ; glumis paleisque inferioribus coriaceis , CURANTinuS A. F1GARI IT J. DE NOTARIS 2D I lanceolatis , carinatis , conspicuc lnoinhraiiareo-iiiarginalis, ad coslain va- litle eztantem , utrinque sulco exaratis, sub viiro niinute pum-lalo-glari- dulosis ; valvulis subaequalibus, acutis, muticift, dorso aculcolato-scabris, inaequilateris , dcnuun a basi arcuata dixergcniibus 3 paleis inferioribus 5-ncrviis , dorso, margineque scabris; palea fioscuii inferioris valvula in- feriorc duplo fere longiore , acuta vix lntuTonulala ; reliquis ex apice at- lenuato-scligcris ; seta flosculi lei'lii palcae propriae longitudinein dimidiain aequanU: , caeteria longiore; flosculo suramo , ininuto, imperfecto; palea superiore Lanceolate, bidentala, 2-nervi, ad nervos scabra, inferiore bre- viore ; anlheris oblongis ; caryopsidc oblonga , glabra. In coiivallibus sinaicis vulgare. o Annunm. Slalura ad Spitbamam usque evchitur. Folia inferiora angii- stiora , planta florentc arescentia , filiforini-plicata. Vaginae striatae. Pu- bescentia eulinorum vaginarum, foliormuqiic rellexa. "N agina folii superioris laxiuscula subinflata. Locustae inferiores snbopposilae. Racheos arliculi utrinque planiusculi, brevissimi, vix cuneati, hispiduli , fructu maturo facile soluti el cum locustis decidui. Flosculi praeter tenninalem labe- scentcm hermaphroditi , ab infimo niagniiiidine sensim decrescentes. Val- vularum lalus rachidein sprclans angustius, alteram nei'vtilis binis, obsoletis sub lente tantum conspicuis notatum. Sulci ad latus valvulaiiim palea- rumtpic infcriorinn impressi fascia pallide viiidi nolali; caelenim paleae , valvulaeque pallidae, superne sctaeque vix pm-purascentes. Paleolae duae, membranaceae , ovatae , oblongaeve , ovario obovato puberulo breviores. Stigmata pluuiulosa. A Tritico cristato, imbricate-, prostralo, orienlali, glumae valvulis non aristalis, reliquis omissis, diili it. Ad Trilicuni squarrostim potissimum ac- cedil, scd ab hoc quoque dilfert prout patet ex collaln nostra cum phrasi diagnoslica T. squarrosi a celrhcrr. viris \\ ii.i.hknow, Roemek et Schttltes, Ki mii exhibita, quam hie transcribere placet. Trilicuni squarrosum (ex Auct. citat.) « spica disticha; spiculis 4-f'°ris , muticis, approximatis: « flosculis binis intermediis sterilibus , I'crlilibus cuspidatis; calycinis val- « vulis lineari-lanceolatis, marginc cartilagineo-incrassalis } cidmo adscen- « dente , radice fibrosa » . 48. Elvmiis criniliis siimicus — l'alea inferiore dorso sub vilro punctata, arista compressa utrincpie infra margines sulco excuiTenle exarata; palea superiore inferiorem aequantc, lineari-lanceolata, apice emarginata; foliis linearibus planis. .(v.! AGR0ST0GRAP1UAE AEGYPTIACAE FRAGMENTA Elyimis crinilus Decaisn. Fl. sinaic. n. 37. In liumiilis convallium ail Sinai. Paleae et arislae quam in Elymo crinito nostrate paullo longiores : paleae dorso setulis aculeoliforuiibns haud praeditae. 49. Uordemu murinum L. Sp. p. 12G. Kuntji Agrost. 1. p. 456. In convallibus lnunilioribus passim. ■»0. Uordeum disliebum L. Sp. p. ia5. Kunth Agrost. 1. p. 435. 2. p. 36y. In convallibus frequens. '61. Acgylops geuiculata n. sp. — radice fibrosa ; culmo geniculato , fo- liistjiie glabris , lacvibus ; vaginis ad oras pilosis ; ligula incmbraiiacea , truncata, brevissima; spica cylindracea, 5-6-locustifera, locuslis adpressis, infimis 2-3-nulimcntariis , minutis, \ix racheos articulos inferiores abbre- viates superanlibus ; racheos articulis cuneatis, facie concaviusculis , mar- gine secantibus , caeterum glabris ; locuslis fcrtilibus plerisque 3-floris , flosculo terminali minore tabescente , longiuscule slipilato , subinde rudi- mento quarli flosculi imipalcaceo basi auclo ; gluma 2-valvi , valvidis glabris, 7-ncrviis, ad nervos prominulos sub vitro aculeolato-scabris, lo- custa paullo brevioribus , ex apice truncal 0 3-aristatis , arislis subulatis , scabris, rectis, valvula duplo saltern longioribus, media valvulae unius vel utriusque breviore vel dentiformi ; palea inferiore flosculorum fertilium oblonga , carlilaginea , 5-nervi, glabra, 3 -aristala, aristis reclis, aristarum lateralium singula, binisve abbreviatis vel dentiformibus, 2-vel i-arislata; palea superiore oblonga 2-nervi, ad nervos extus ciliolatos intlexa , apice breviler bifida ; flosculi superioris minoris palea inferiore 5-nervi ex apice iniargiuato breviler mucronata , aristulatave. In depressis lmmidis convallium. Culmi vix spithamam longitudine superant. Spica vix ultra pollicaris vel brevior. Cnlmus demum longiuscule exsertus. Arislae omnes rectae, vix divergentes. Herba glaucescens. Annua. :j2. Coeloraehis birsula Bi\ongn. ex Dtc.usN. Fl. sinaic. n. 38. — Rott- boellia hirsuta Vvm.. — Kunth Agrosl. 1. p. 4^7- Dei.il. Fl. aegypt. ill. p. 75. i55. lab. if\. fig- '• In deserlis. 263 SOPH \ l\ HVOVO 8AUE DI MEncvnio MEMOKIA 1)1 I PROFESSORI FRANCESCO SELMI ed ASCANIO SOBRERO i Leila nMadunanza dclli 8 giugno iS5t. \j analogia di composizione che lcga Ira loro l'alcool ordinario C'H^O' e l'alcool metilico o spirilo di legno C*HkO% condusse da lungo tempo i cliimici a cercare d'oltenere col mezzo del secondo tali prodotti, i quali rappresentassero nella loro forma i composli che in analoghe circostanzc si ottengono dal primo. Non e mestieri che qui esponiamo i risultamenti imporlanli ai quali condussero tah ricerche, poiche essi son troppo noti ai cultori della scienza chimica. II parallclismo acccnnato tra i derivati metilici e gli etilici , ci indnsse a cercare se facendo reagire il nitrato acido di biossido di mercurio sul- lalcool metilico , fosse possibile ottenere una reazione somigliante a quella che, come ad ognuno e noto, genera il fulminato di mercurio, o mercurio I'ulniinanle di Howard. L'esperienza , per quanto ci consta, non ancora lenlala, si prescntava con qualche grado di probability di buona riuscita. sia per V isomeria dei due carburi d' idrogeno che stanno come a fonda- mento o radicale dei due alcooli (C4//* — C"//1) , sia per l'omologia al- Iresi dell'alcoole ordinario CiHtO' coll'alcool metilico, il quale si rapprc- senta da C'H"0'. Mossi da quesle ragioni ci ponemmo all'opera , e fatta dissoluzione fli mercurio in acido nitrico a 35° A. la facemmo reagire con alcool metilico ■x6.\ SOPRA UN NUOVO SALE DI MERC.UIU0 rellificalo, teneiulo dapprima proporzioni di materia reagenti analoghe a quelle che si impiegano nella prrparazione del fulminato di mcrcurio , e variandole i[uindi in divers*: guise, e modilieando piii voile il modo di procedere. Non islareino qui ad csporre questi diversi tenlalivi , poiche, dobbiam dirlo, per questo lalo la nostra falica ando inlerainenlc perduta. Ma come spcsso awicue nelle chimichc indagini , la nalura pazienle- ineiue iulcrrogala non ei fu allatlo avara di compenso ; essendo che ci pose bra le mani uu nuovo prodotto, il quale per la sua singolare natura ci pacfe degno di speeialc attenziono , e di cui ora intendiamo Iraltenere 1 Accadcmia. II procedimenlo che piu ci lorno opportuno per oltencre il nuovo coinposto consisLe nelle seguenti operazioni : Si diseiolgono 7 parli di mercurio dislillalo entro 83 parti d'acido nitrico puro a 35° A. In una storta tubulate si introducono 90 parli di aleool melilico puro. Al collo della storla si adalla un'allunga ed un pal- lone Uibulalo alia cui lubulalura si adalta una lunga e sottile cannuccia di velro deslinala all'uscita dei prodolli gasosi. Collocala la storta su di un piccol fornello , circondato il pallone con ghiaccio peslo, afline di con- dcnsare i prodolli volatili, si versa la soluzione del nilrato acido di mer- curio enlro l'aleool melilico, e \i si niesce con blanda agitazionc. Cliiusa con turacciolo la lubulalura della storta, si scalda il liquido in essa con- tenuto con lento fuoco, flnche enlri in bollizione. Quesla, in sul prin- cipio, non e accompagnata da reazione sensibile: ma dopo breve intervallo di leinpo incominciano a sprigionarsi dal setio del liquido numerose gal- lozzole gasose , indizio di cominciala azione chimica delle matcrie mesco- lale. A questo punto e d'uopo scemarc I'azione del fuoco , e ridurla a fpianlo si richiede , pcrchc la reazione non si sospenda , e si mantenga regolare. Egli c a questo periodo che il liquido comincia ad inlorbidarsi per deposizione di materia insolubilo, cioe del nuovo prodotto di cui in- tendiamo discorrcre , il quale prontamente si riunisce in fondo della storta, laccndovi una posatura. Durante la formazione del precipilato distilla net pallone ten liquido, il quale, siccome dircino, contiene una parte dell'al- cool metilico adopcralo. Egli e a quesla eliininazione di materia rcagente che debbesi atlrihuire la cessazione della precipilazione che. si osserva dopo qnalche tempo: egli giova allora vuolnrc la storta per estrarne il prodotto ottenuto , riversare il liquido aeido entro di essa, aggiungervi il dislillalo, e ricominciare una scconda operazione . la quale fomisce MF.M0R1A DEI PROF. F. SEI.MI ED A. SOBRERO '(if) uuovo prodotto identico al primo ; una terza operazione ne fornisce an- cora, bcnche meno tlclla seconda. II prodotlo insolubile cosi preparato si lava una volta o due con al- quanto alcool , quindi si compriine tra carta da fillro , e si pone a secran- nel vuolo della macchina ])ncumatica accanto ad acido solforico. La reazione descritta non e tumultuosa ma tranquilla; non e accotn- pagnata da svolgimento di vapori rutilanti , ma solo da sprigionamento di alquanto azolo, misto con abbondanlc etcre metilico. II liquido die si condensa nel pallone contiene alcool melilico in quantita ragguardevole ; csso e acido per acido nitrico insieme stillalo ; ha odore penetrartte ed incbbriante d'clere metilico, il quale vi sla sciolto in gran copia , sicche quando al detto liquido si aggiunge acqua, o soluzione concenlrala di cloruro di calcio , vi si delermina viva effervescenza per etere metilico che se ne svolge. II liquido in seno a cui si depone il composto mercuriale insolubile contiene una parte del nitrato di mercurio impiegato, acido ossalico , ammoniaca: quest'ultima in quantita ragguardevole. Tanto queslo liquido. (jiianlo il prodotto distillato contengono acido cianidrico. II composto mercuriale insolubile e di colore giallo pallido; e inodoro, insolubile ncll'acqua e nell'alcool ; ha forma granosa seini-cristallina. Scal- dato su lamina di plalino si decompone con deflagrazione ed interainente si dilegua. Dccomposto pel calore entro una campanella di vetro fornisce, con deflagrazione pronta , mercurio metallico , un rcsiduo carbonoso leg- gcro che colla conlinuazione del riscaldamenlo si consuma , e prodotti gasosi tra i quali si riconosce l'odore del cianogeno. Posto a reagire con acido cloridrico , questo corpo sprigiona oiloi'c dacido cianidrico molto forte , si discioglie in parte , e produce proto- cloruro di mercurio, a cui rimane mescolato lutlavia un composto orga- nico , il quale fa si che quando si tenia di sublimarlo esso si anneiisct- e lascia un legger residuo carbonoso. Coll'acqua regia il composto di cui discorriamo si risolve in deulo- cloruro di mercurio; Cjuesta mutazione procede lenta e diilicile, ed e accompagnata da eflervescenza. L'acido solforico concentrato , l-eagisce sul composto mercuriale de- componendolo , e producendo ossido di carbonio ed acido carbonico. Diluilo con acqua e sottoposto a corrente d' acido solfick'ico questo composto fornisce solfuro di mercurio: il licpiido tramanda odore dacido Serie II. Tdm. XII. KK -•(it > SOPHA UN MJOVO SALE DI MERCURIO rianidrico ; salurato con carbonato di calce genera ossalato di calce che si rinviene insienic al carbonato adoperato in eccedenza, ed un sale so- hihilc di calce. Questo, decomposto con acido solforico, tramanda vivissimo odore di acido formico : sciolto nell'acqua ed aggiunto a soluzioni di ni- trato di protossido di mercurio, di nitralo d'argcnlo, di cloruro d'oro , ne precipila , prontamentc ridotli , il mercurio , l'argento e 1'oro , que- st ultimo dotalo di splendore metallico ed incrostante le pareti del vaso iu cui si opera. Traltando il composto mercuriale con acido cloridrico si ottiene come dicemmo una inconi|iiuta dissoluzione. II liquido separato dal prolocloruro di mercurio fornisce solfuro di mercurio coll' idrogeno solforalo : filtrato (jiiiudi ed evaporato alquanlo, perche se ne estrichi l'acido solGdrico ec- cedente , preedpita abbondantemente con l'acqua di calce ; il prccipitato e di ossalato di calce. Una parte del liquido evaporata a conveniente concentrazione abbandona per rallreddamento crislalli bianchi prismatici, i quali, oltre al precipitare la calce, si decompongono sotto l'azione del- f acido solforico concentrato, e forniscono ossido di cai'bonio ed acido carbonico senza annerimenlo. Questi fatti ci fanno argomentare che nel nuovo composto il mercurio si trova in parte alio stalo di protossido, e combinato cogli acidi ossalico e formico, in parte alio stalo di bicianuro. Afline di stabilire t rapporti dei componenti nel corpo descritto, pro- ii'ilcmmo ai seguenti saggi analitici : i.° Determinazione del mercurio. Abbiamo dclerminala la (raanlila di questo metallo decomponendo il sale con calce sodata cntro lubo di velro , nel cui fondo ponevamo al- quanto idralo di calce , ed il cui estremo aperto ed affdato in punta ricui-vala in giii si immergeva in una campanella di vetro pieno a mela d'acqua. • i." Gr. o, 5o8o di sale diedero o, 4io5 di mercurio =80,807 % • ■>..* Gr. i,3825 di sale diedero 1, 1 15 di mercurio =80,397 "/«(')• JI) In oltre molle dclerminaiioni di mercurio per via secca oltenemmo numeri alquanto inferior! agli iddotti: 70,28 — 70,50 — 79, Oi. Abbiamo pero rlconosolato che avea avuto luogo un po' di pcrdita di mercurio , la quale noil si puo evilare cho con graudissima dilBcolta. MEMORIA DEI PROF. F. SELMI ED A. SODRERO 267 Abbiamo pure determinalo il merciirio per via umida facendo reagire un peso di sale con acido cloridrico per lungo tempo fino ad averne con- vertito una parte del mercurio in protocloruro , raccogliendo questo e pesandolo , e precipitando cpiindi il rucrcurio disciolto , alio stato di bi- solfuro , raccogliendo questo e pesandolo: 1.' Gr. 1, n5 di sale hanno dato o, g535 di protocloruro di mercurio , e o, 0970 di bisolfuro di mercurio. a.* Gr. i, 04 1 di sale hanno dato o, 8855 di protocloruro di mercurio , e 0,0930 di bisolfuro; d'onde si deduce pel mercurio in ioo parti di sale i." 80,179 ; 2.' 80,000 . Le determinazioni di mercurio accennate danno adunque per media di questo componente 80, 346 % • 2.° Determinazione dell' idrogeno e del carbonio. Si brucio il sale entro tubo di vetro con ossido di rame, raccogliendo acqua ed acido carbonico col metodo di Liedic : una colonna di rame metallico occupava la parte anteriore del tubo a combustione. Si cerco di evitare per quanto era possibile che si condensasse mercurio entro il tubo a cloruro di calcio : 1.* 0,739 di sale diedero o, i33 d'acido carbonico; 2." 1,242 di sale diedero 0,020 d'acqua e 0,228 d'acido carbonico; 3.' 0,7775 di sale diedero 0,01 55 d'acqua e o, 1285 d'acido carbonico; d'onde si deducono i seguenti numeri pel cai'bonio e per 1' idrogeno in 1 00 di sale : 1.* 2.* 3.' Carbonio 4> 9 ' •>, 09 4> ^o Idrogeno » o, 20 o, 20 . §8 miiiu ur; isuovo sale di mercurio 3.° Determinazione tlelf azoto. Questo elemento si determine- a volume seguendo il metoclo di Dumas; gr. i , 2345 di sale diedero azoto 9, 5 c. c. Temp. -|- 1 5. Press, atmosf. 0,7/1 1 , (I onde si deduce azoto c. c. 8, 7 a 0° c o, 760 ili pressione. Ossia azolo gr. o.oii , ovvero 0,89 % . 4-0 Determinazione tleU'acido ossalico. Trattato an peso delerminato di sale con acido cloridrico mediocrc- mente concenlialo , si separo il protocloruro prodotto colla fillrazione ; nel liquido filtrato si precipitb il mercurio con acido solfidrico. Al liquido separate colla filtrazione dal bisolfuro di mercurio e da cui si era scac- ciatO Peccedente acido solfidrico, si aggiunse soluzione di cloruro di calcio c (juindi, a gocce, ammoniaca caustica, finche non si pi'odusse precipitalo. Questo raccolto su filtro si converti in carbonato colla calcinazione e si peso: qnindi si converti in solfato , e si pesb nuovamente. La seconda pesata serviva cosi di conlrollo alia prima. i." 1, 1 1 5 di sale hanno dato o, 182 di carbonato di calce, ossia o, 2585 di solfato, corrispondenti ad acido ossalico o, 137. ■3." 1, 041 di sale lianuo dato o, 175 di carbonato di calce, ossia o, 2385 di solfato , corrispondenti ad acido ossalico o, 1 26. D'onde si deduce, acido ossalico in 100 di sale ... 12, 28- 12, 10. Riassumendo le addotte cifre corrispondenti alle quantita degli de- menti che si rinvennero in 100 di sale si hanno i seguenli dati : 1. 3. 3. 4- media Carbonio 4,910 5,090 4, 5oo » 4,833 TJ Idrogeno » o, 2011 o, 200 » o, 200 Azolo » » »> o, 890 o, 890 .Mercurio 80,807 80,397 «o, 179 80,000 80, 336 Ossigeno « >i » » i3, 74 x 100, 000 MF.MoniA i>Er phof. f. sei.mi ed a. soniiF.no 269 Quesla composizione tradotta in cquivalcnti ci conduce alia fomiola greggia C'-WO* AzHg'1 (1). Infalli calcolata Irovata 4,833 o, 200 i3, 741 0,890 80, 336 C" = io5o, 0 5, 22 7 IP = 37,5 = °> '9 O16 = 2600, 0 = 12,92 Az = 175,0 = 0, 82 Hg» = i625o, 0 = 80,79 20 1 1 2,. 5 99>94 100,000 . Per salirc da questa fonnola greggia ad,una formola razionale ammel- liaino : i.° che l'azoto si trovi tullo alio stalo di cianogeno e combinato col mercurio alio stato di biciaiiuro di mercurio. 2.° Che il rimanenU'- mercurio sia nel sale alio slato di protossido combinato con gli acidi os- salico e formico , clie vi si rinvennero. 3." Che per 1 equivalente di cianogeno il sale conlenga 5 equiv. d'acido ossalico, la qual cosa risulta dalle quanlita d'azoto e d'acido ossalico rinvenute nelle • analisi addotte ( az. 0,89; acido ossalico 12, 10 — 12,28 °j ). Partendo da queste basi ci troviamo condotti alia seguente formola . C*AzHg + 5{Hg'0, C'03)+Hg*0, C'HO^aHO, ossia 1 equiv. di bicianuro di mercurio ; 5 equiv. di ossalalo di protossido; 1 equiv. di formiato di protossido , 2 equiv. dacqua. La fonnazione di queslo sale , la cui composizione e verament& sin- golare (2) si spiega facilmente quando si ricordi I'azione che esercita l'acido nilrico sopra l'alcool metilico. Infatli si producono da questi due corpi (1) Prendiamo pel mercurio I'eqniv. 1250 ammesso da MaRioac , Pelovie ed altri. (9) L'agglomcrazionc di 3 divcrsi sali di una base sola in un gruppo salino solo, avrcgnaclie non paia troppo straua per la nola tendenza degli ossidi di mercurio a lormare composti ridoppi, ci condusso lullavia nel peusiero di inslituire nuuve indagini intorno al sale di cui qui si (ratla . affine di confermarne la composizione e la constituzione. 2"]0 SOPRA UN NUOVO SALE DI MERCURIO ECC. reagenti etere metilico , acido fonnico ed acido ossalico ; un eccesso d'a- cido nitrico concentrato trasforuia interamente l'alcool metilico in acqua ed acido ossalico. La formazione del cianogeno non e neppiire difficile a comprendersi, essendo cianogeno ed ammoniaca prodotti costanti dcllazione dell' acido nitrico sui corpi composti di idrogeno e carbonio, e di idrogeno carbonio ed ossigeno, siccoine il diniostrarono le ricerche di uno di noi (Sobrero), e cpielle di Cbatin. L'ammoniaca fii rinvenuta da noi nei prodotti liquidi, in seno ai quali si depose il sale di mcrcurio di cui abbiamo tessuta la storia. Come la reazione del nitralo acido di mercurio proceda lenta e trancpiilla e senza prodnzione di vapori rutilanti, si concepisce facilmenle quando si consi- deri , che la formazione dell'ammoniaca inchiude in se la deossidazione dell'azoto , e percio la decomposizione de' suoi prodotti ossigenali : questa ' decomposizione si opera certamente dall' idrogeno dell' acido formico nel- Tatto in cui questo C*II03 si converte in acido ossalico CO3. Diremo, chiudendo qnesta nostra Memoria , che da cpialche tempo ci occupiamo dello studio dell'azione del nitrato di mercui'io sugli alcooli e sugli eteri , e che speriamo tra poco poterne presentare all'Accademia alcuni risultamenti. CLASSIFICAZIONE DEI TERRENI STRATIFICATI DELLE ALPI TRA IL MONTE BIANCO E LA CONTEA DI NIZZA CAVALIERE ANGELO SIS1I0NDA PROFES80RE 01 If IKEB ALOGU KEllA R. CMYER8ITA DI TORINO Approvata mil' adunanza delli IS maggio 1851. M. giudizii dei Geologi sull'eta dei ten'eni sono fondati sulla natura delle roccie , sul loro giaciraento e sui fossili in esse racchiusi: ma se l'origi- nale composizione di quelle e cambiata , se l'ordine di soprapposizione e sconvoKo , se inline i fossili scomparvero , ovvero non vi esistettero mai, in tali casi i giudizii si regolano sulle analogie, che il terreno ritiene con altri ben noli. Seguendo questo nielotio il sig. H£ricart de Thcry, e (|uindi il sig. Buochakt riferirono al periodo secondario varie maniere di roccie detiito-cristalline con anlracite della catena principale delle Alpi; la qual cosa produsse gran meraviglia tra i loro contemporanei seguaci dell'antica scuola , dove s' insegnava essere quelle giogaie coraposte di roccie primitive. Venne di poi il Beaumont, il quale mosso da altre con- riderazioni, e particolarmente dalla presenza delle Helemniti in certune di (juelle roccie, le collocb nel liasse. Nncqiie allora una discussione tra i Geologi, che non fu punto inutile al progresso della scienza , perchc oontribui a far vie meglio studiare la catena alpina. La gran contesa partiva dal Irovarsi gli scisti belemnitici in alternanza con altri distinti 373 CLASSIFICAZIONE DEI TEIUIEM STRAT1FICATI ECC. per nnpronlc di vegetali del pcriodo del lilantracc. Una cosl singolare unione arrivava nuovissima ai Geologi. Molli dubitarono sull'esallezza delle osservazioni, e taluui prctesero, che l'apparentc allernanza proveuisse da un sistema di curvature ondulatc di quegli strati recise, o consumate nella parte curvata supcriore, mentre le inferior! si nascondono nella pro- fondila lerrestrc. ]Noi fumuio tra i priini a difenderc l'allcrnanza ti'a quelle due sorla di roccie, c confulare il supposlo sistema di curve ( 1 ). Avemino conscntanei quanli la novila del fatlo decisc a visitare i monli della Ta- ranlasia. Tra questi il Murchison, che per propria confessione sappiamo, che prima di conoscere quelle regioni inelinava ai'rcndersi a chi professava l'opinione contraria alia nostra (2). Noi 11011 crediamo esservi in oggi tra i Geologi conoscitori di quelle contrade chi nicghi rallernanza tra le due qualita di roccie fossilifcre, ne chi sostcnga non spetlare esse al liasse. Accertata l'esistcnza del liasse nelle Alpi restava a limilarsi la sua spessezza , cioe a dire restava a decidere se a questo lerreno, ovvero ad altro piu rcceute spetlano le roccie accumulate su esso. A prima giunta il quesilo pare di facile soluzione, mentre in vece e uno tra i piu spinosi cui possa proporsi un Geologo , perche rifletle una contrada , dove le roccie di sedimento sono cristalline alia maniera delle primitive , e dove su qualche punto solamenle si conoscono fossili , che a maggior nostra eonfusione non escono dalla zona liassica. Tuttavia noi ci sianio accinli all'opera , ed abbiamo dato una classi- ficazione dei terreni dell'Alta Savoia , dove le roccie sono ripartite in tie gruppi (3) corrispondenti a tre teireni della formazione giurassica. In allora si sarebbe potuto credere , che avessimo proceduto mollo precipi- tosamente ; ma la scoperta di fossili fatta in seguito al code {perron ) des Encombres nella giogaia tra la Moriana c la Tarantasia, e precisamente (1) V. Osservazioni mioeralogiebe c gcologiche per servire alia formnzione della carla freologica del Piemonte, del Prof. Angelo Sismonda. Memoric della B. Aceadcmia delle Scicnze di Torino , Serie II. Tom. II., c la Mcmoria sni terreni slralificali dello Alpi, del mcdcsiiuo , inserla nel Tom. III. della snddetla raccolla accadcmica. (2) V. RozET , Note snr tjuelques parties des Alpes daupliinoises. Bulletin dc la Societc ge'olo- gique de France, deuxiemc Serie , Tome premier , page 631 . — V. Scipion Gbas , Ingenienr des mines : Introduction a un cssai sur la constitution geolo- giquc des Alpes. Bulletin dc la Socictii gc'ologique -\ CLASS1FK AZIONE DEI TERREN] STRAT1FICATI ECC. Yi sono roccie comuni a lutli eodcsli terrcni, ma ciascuno ne ha poi delle prbprick Conoscendo le line ■ le allre puossi sovente con questo solo iui7j.il aoprezaare il terrcno, che rapprescntano. E pera mio debilo di awcrlire , die le roccie variano essenzialmenlc dall'una alTaltra parte dcllc Idpi. Nd csporremo la nostra opinioue sulforigine di tali dilferenze dopo di avcre discorso dei teireni in particolare, astenendoci d'entrare in troppo ininuli particolari per non ripetere do die da noi fu detto in allre Meinorie. TERRENO CR1STALLK0. Chi peroorre le Alpi nel verso dei due assi longitudinale e trasversale scorgc vaarie sorts di roccie: le une massiccio-cristalline (pluloniche) ., le allre stratilicalc. Scorgc le prime acconciate tra le seconde rotte, squar- eiale e piu o mcno su queste inclinale come fossero da esse sorrelte. Sludiando a parte a parte 1c due categoric di roccie rileva essenziali dif- ferenzc di coinposizione da potcrle soltodividere in grnppi minori, e per non citare ora , che le roccie massiccio-cristalline , trova , che si ranno- dano a due roccie principali , le quali si possono avere come tipi , e sono queste la serpentina , ed il granito. I varii gruppi di roccie plutoniche sono in file con direzione tlelcnninata. Molte di esse file sono parallele , r queste sono formate delle roccie del medesimo gcnere, le quali fanno colic file delle roccie di genere diverso , medesimamente tra esse loro parallele , angoli piu o mono aperli. Le roccie slralificate corrono paral lelainente a codesle file, dimodoche gli strati, coin'cssc file, sono gli uni per rispello agli allri parallel*, od obliqui. \olendo riunire in terreni le roccie mancanli o scarseggianli di fossili come quelle delle Alpi central! , la sola pratica, che possa condurre a risullamenli meritevoli di confidenza, si e la giacilnra delle roccie slralificate. Noi abbiamo seguito qucslo me- todo , che emerge iialuralmenle dalla teoria del Beaumont, la quale sta- tuisce , che le roccie plutoniche non ai rivarono in una sol volla alia supcrficic terrestre , ma che vi furono sospinle ripartilamenle ad intervalli grandissimi , at compiersi cioe dei calaclismi , die distruggendo un online di cose invecchiato ne prepatfavazto un nuovo a cui era decrclato il me- desimo Gne. L'origine delle roccie crislallino-stratificale e uno di que' tali argomenti DEL CAV. PROF. A. S1SM0NDA 3^5 su cui si esercilarono i piu dislinli Geologi dell'eta presente. Df. Saussikk nella classica sua opera sullc Alpi non eonsacro ua capitnlu a parlare dcll'origine delle roccie, ne giudicii la loro eta relativa, come I'intciuliamo noi presentcmente, ma qua e la si palesa tutt'altro die partigiano cieco, e fscliisivo dci principii della scuola YVerneriana in alloia dominanti. Anche chi e di diflicile contentatura vi scorge come qnell'Autore fosse pcrsuaso, che nella formazione di certe roccie cristallino-stratilicate, e sto per dire degli stcssi conglomerati, l'acqua fosse stala sussidiata da un altro agente. Cio che per quel celebre Geologo e stato, e non poteva essere altro, che un presentimento , divenne una vcrita dimoslrata coif acquisizione fatta dalla scienza della teoria del meiainorlismo. Pochi , io credo , sono i paesi ove meglio che nelle Alpi si possano seguire i suoi efFelli. Perche non facessero velo a' miei giudizii, e perche le mie esposizioni meritBSSero 1' intiera fiducia altrui , tlopo d' avere indagato la natura , e lo stats dellc roccie attorno attorno il monte llianco , ne seguii gli slrati con quanta diligenza permette la selvalichezza de' monti da un lato Gno al Monterosa, e di la mollo innanzi nella Svizzera , da 11 altro fino al di- partimento franccse delle basse Alpi , ove 1 alterazionc delle roccie non e tale da far credere, che sieno molto canibialc dallo stato originate. Nel corso di quelle esplorazioni osservai la medesima roccia mutare a luogo a luogo di struttura , o di composizione : vidi arenarie compatte , e psammili convcrlirsi in bellissimi quarziti : vidi gli scisli argillosi teneri passare alle ardesie fissili , e agli scisti lucenti : vidi le poddin^he argil- lose , o ardesiache, divenire anageniti talcose, e cosi audiamo via discor- rendo di altre roccie. La massima alterazione si rawisa presso lc roccie plutoniche , di dove si estende con decrescente graduata intensita in ina- niera da finire per essere appena apprezzabile , locche suggeri al Uealmom di paragonare le roccie dellc Alpi ad un tizzone , dove la fibra e meiio alterata a mano a mano che s'allonlana dal punto, o capo arso. Un fatto non meno interessante e em'ioso del precedente mi awenne di rilevare sludiando le. Alpi; consisie qocstfl nella relazione, che sla tra la composizione delle roccie cristallino-stralifieate, e le plutoniche, o meglio ti a le roccie sedimentose inetamorfosale , e le plutoniche metamorfosanii; cosi nelle contradc graniliche le roccie straiilirate soprabbondaBto d'ordi- nario di felspato ; in vicinanza del gesso lo scislo ardesia-bruuo divieiu- rossiccio con grandi macchie verdi ; i conglomerati vi assumono tinte ana- loghe , e sono piu talcosi ch altrove. Ma dove il fatto si rende pin exidcnti'. ^7,; ' IASS1FICAZI0NE DEI TERREM STIUTIFICATI ECC. si e presso la serpentina, in quanto che di essa sono invasi i sopraslanli strati di qualunquc natura cssi sicno. Se vi stava lo gneis, vi Irovi lo sieaseisto poriiroide , cioe a dire una roccia talco-qnarzosa con felspalo in crislallini iigymipymi a loggia di globicini : so vi stava il qnarzite , vi rinvieni una roccia di tinla vcrde piu o meno intensa , e al tallo piu o miiiio dolce , secondo la quantita di materia scrpenlinosa in essa sciolta ( seisto vcrde, Stider); vi trovi poi varie maniere di steascisti , gli uni amlibolici, gli altri amlibolo-granatici, clie sono forse degencrazioni o mela- morlbsi di scisli argillosi; sc vi stava calcare, vi trovi la dolomile, o Toficalce: lalvolta vi trovi tutte codestc roccie Tuna sopra I'altra senza che la serpentina saiga altraverso di esse. Ora, domando io , se si put) dare prove maggioiv di qucsla della suhlimazione attraverso le roccie , delle sostanze emanate dalle profondita terrcslri ,' Si vorra forse dire, che le roccie sedimentose contenessero i principii necessari , perche sotto 1' influenza della serpentina provassrro (jnelle inelamorlosi .' In tal caso codesto stato era un accidente luU'aH'atlo locale, imperocche quelle roccie scostandosi dalla serpentina liiengono una metamorfosi di un'altra natura, sono semplici gneis, quarziti, scisli micacci, scisli lucenti , calcare cristallino , ecc. , e ritornano dolo- mili , olicalci , steascisti, scisti verdi, steascisto porfiroide , ecc, ad un nuovo conlatlo colla serpentina. Con tali fatti solt'occhio non e possihile non ammellere V infiltrazione pegli strati di sostanze , che persislono a rimaner fisse coi piii potenti mezzi di suhlimazione, che per noi si posse disporre. E come io deciderebbero per sicuro coloro, i quali si recassero a sludiare le rcgioni serpentinose nelle valli d'Aosta, di Susa, di Lanzo, ili A iu , al Monteviso , negli Apennini ligmi ecc. Mentre i vapori delle roccie plutoniche rtheravano nella suindicata maniera , esse non si rimanc- vano passive, imperocche irradiando calorico in gran copia favorivano, dove non giunsero i vapori, la cristallizzazione, e spesso la genesi di nuove roccie, acconciando i principii mescolati alia eombiuazione. E tutlo cio, da qnanlo pare , senza proniuoverc la fusione, avendo gli strali tra le altre cose una urossezza unilbnne in tutti i versi , sebbene facenti coll'onzzonte angoli di raggnardevolc grandczza. Del resto la liquefazione non e una condizione ncerssaria al inclamorfismo ; ditlatti noi siarno lesliinonii del cainbiamenlo di slriitlura j clie avviene al ferro fibroso, mediante rcpentine vibrazioni: al calcare, nicdiautc 1 ;n vierndarsi del caldo e del fredilo ; all' acciaio . mcdianlc la tempera ; sianio pun- testiiuonii di combinazioni chiinirlic senza che segua tra le sostanze un cainbiamenlo di stato; cost succedc DKL CAN. PROF. A. S1SM0NDA 277 (iincntando ad una rlc\ata lempcraliira fcrro dolcc e carbonc polverizzato, cost snccede alia porcellana (into nella prima sua cotlura ( dcgourdi ) , oiulc abililarla a riesvera la vcrnice , o coperlura. Dobbiamo poi aver presente che siamo lontani dal conoscere tulti i un/./.i , di cui si servi la natura per raggiungcre i suoi fini , ne quelli noti dicdero sempre nelle DOStre mani risullamcnti identici agli antichi. Cos! invano tenteres- simo la sublimazione di parccchie delle sostanze, ch' cntrano a formare i (iloni , quantunque secondo le ricerche dei Beaumont , Fournet , Barai, , ecc. ccc. quella sia la via per cui arrivarono al poslo ove si tro- vano. Per cert une ve ne concorsero forse di quelle naturahnente gazose , come l'acido fluorico; noi siamo dispostissimi ad ammetlere nel metaunor- lismo come sussidio al calorico ed aU'elettricilii fluidi gazosi , e abbiamo piena fiducia di otlencre il sullragio di chiunque inlraprenda a sludiarc le roccie nelle Alpi. Posto dunque , che vi furono casi in cui le roccie di sedimento acqui- starono mediante il metamorfismo i caralteri, composizione e strultura. che mrono per huigo tempo risguardati prerogaliva delle roccie primitive, si prescnta naturale il chiedcre a cpiale terreno spettino cpielle, che nelle Alpi sono a questa guisa composle. II quesito non e al certo di quelli facili a risolversi ; non pertanto diremo, che gli studii intrapresi su esse ci portano a dividerle nei tre seguenti gru])]>i , fondati sulla genesi della roccia medesima. 1." Gneis plutonico. 2." Gneis, micascisto , ecc. prunitivi. 3.° Gneis metamorfosato. Gneis plutonico. Chiamiamo gneis plutonico quello , che secondo noi arrivo alia supcrficic tei-resU-e alia maniei-a del granilo , della serpen- tina, ccc. Tuttavia alcune volte e stratilicato , ma piu soveute le fessurc da cui e diviso sono commetiiture di clivaggio , come awerte il passare che fanno in qualche punto pei cristalli di felspato , i quali reslano di\ isi in due parti combacianli insieme. I suoi componenti sono talvolta rime- scolati , ciocche forse indusse molti Geologi a chiamare questa roccia gra- nilo s/rutijicato. A qucsto gruppo apparticne la maggior parte dello gneis nei monli sopra Varallo nella valle della Sesia ; sopra Cuorgne nella valle dell' Oreo; nella giogaia, che, dal luogo dctlo le Scale, iu questa mede- sima valle si estende in quella. della Stura passanilo pelle vcttc ove haw i il lago di Aiasse , ecc. 3^8 CLASSIFICAZIONE DEI TERHEM ST1\ATIFICATI ECC. La slralificazione vera o apparente , e la struttura sono lc ragioni , che ci fuuno classilicare quesla roccia collo gneis , mentre sarebbe piCi nalurale mcllcrla col granito, avcndo con esso comune l'originc, e l'azione sulle roccie straiilicate. Gneis, micasctsto ccc. primitwi. Fra lo gneis plutonico ed il primitivo esistono ilillcrcn/.e abbastanza sensibili, perche la divisione non abbia da parere arbitral ia , ne una di quelle solligliezze meramenle scolastiche. I caratteri slanno nella giacilura , e nella struttura. La giaeitura offre a qucsto riguardo grandi lutui ogni qual volta si conoscc ne' piu minuti particolari la goologia del paese , e specialmcnte la parte, die riflclte la struttura delle calene nionlagnose. Ma spesso la slruUura della roccia e un mezzo piu Spedito e facile per apprczzare la sua origine : cosi lo gneis primitive e sempre scistoso: i suoi component! sono di mediocre gran- dezza , il solo felspato \i e talvolla in grossi cristalli : gli strati sono pel soldo di mezzana grossezza. Ma la parlicolarila sla in cib, che le commet- lilure non passano mai pci cristalli di felspato come abbiamo avvertito parlando dello gneis plutonico. Cosifatto gneis nelle Alpi non abbonda come per avventura taluni sarebbero porlali a credere, anzi a dir vero, io penso, che pochissimo lerreuo primitivo si trovi alia superficie lerrestre. Molle roccie slate indicate per tali si riconobbcro in seguito sedimenti metamorfosati ; a misura che si progredira nello studio della corteccia lerrestre vedremo accrescersi la categoria delle l-occie metamorfosate a spese di quella del terreno primitivo. Nelle Alpi simile correzione si com- piera su amplissima scala. Noi ne abbiamo dato Tesempio, e prevediamo, che molte altre mende di epiesto genere attendono le noslre memorie su questa catena. M^a non credo di venire indolto da nuove osservazioni a togliere dal terreno primitivo lo gneis a grossi cristalli di felspato (por- fircule ) ch'esce di sotto la gran massa di gneis granoso , di cui sono per la massima parte costituiti i monti sopra Pinerolo, di Cumiana, ecc. (i). Lc due roccie giacciono l'una sopra l'altra discordemente : la supcriore e con struttura scisto-granosa : i grani sono minuti e filti: le faldelline sotlili e serrate. Tutte queste circostanze unite sono (pielle , che ci persuasero a classificare nella maniera da noi tenuta le due specie di gneis , e ora ci consmliano a mantenerla senza variazioni. (1) V. Nolizie e scliiarimCDli sulla coslitnziono delle Alpi piemonlcsi,(lcl Cav. Angclo SlsMONDA, Prof, di .Mioeralogia. Memorie della R Accademia delle Scicnze , Scrie II. Tom. IX. DKL CAV. PROF. A. SISMOKDA 279 Lo gneis primilivo e sovente associato a micascislo , i hawi gneis metamorfosato in quasi tutti i terreni. Qucllo di cui inlendiaino parlai-e in questo capilolo giace sotto l'intieia scric ilelle roccie stratificale mctainorfosate, motivo per cui si potrebbe senza le delate avvcrtenze scambiare collo gneis primitive Quest'ultimo, come dissi , e scarsissiino; se avviene che sia congiuuto col inetamoilbsato , le due roccie , per quant o mi risulta dalle osservazioni mie propria, risicdono l'una sull'altra sconcordemenle: ma poi si distingue lo gneis metamorfosato pella slrullura finaincnte granosa del quarzo , e del fclspalo. Ad ogni passo nelle Upi si ha sott' occhio gneis di epiesta natura. Noi veniamo di eitarlo nei monti di l'incrolo e di Cumiana. Mol- tissime altre regioni potrcssimo indieare, ove esiste questo medesimo gneis, parimente scevro di ealeare , di scisti , insomnia di quelle roccie, le quali possonsi dire compagne indivisibili dello gneis meno anlico di quello , di cui oca ragioniamo. Ma tralasciamo quest i particolari perche sono conse- gnati qua e la nelle Memoric, che abbiamo pubblicate su epiesta catena. Poiehe forma un orizzonle geologico indipendente , cioe a dire , non e legato colic roccie che vi stanno sopra , ne con quelle che vi sono sotto , rappreeenta dunquc un terrene parlicolare. Sarebbc di grande im- portanza pella scienza il eonoscere a quale periodo geologico spelti! Per ora nulla ili preciso si puo asserire: inlanto aspcllando da ultcriori studi nuo^a luee interna alia queslione , noi ci facciamo ad esporre 1'opinione. che abbiamo concepita in seguito alle nostre indagini. Codesto gneis metamorfosato nei monti di qua come di la delle Alpi. dal Sempione al mare, e per tutla la larghezza a cui s'estendono gli Stati Sardi giace su roccie , che tutto porta a credere primitive : sopra poi vi sta il terreno liassico, o roccie detriliche da 8S60 lerreno probabilmentc dijicndenti ; laondc in definitiva la grossa rnassa di gneis metamorfosato (1) Sasssctle , Voytge dans les Alpcs , paxagr. 096: Od voit encore dans eclte monlagne (Col tie Balme ) un bel excmple dps gradalions par lcsquelles la nature a passe de la formation dn grauit en inasse , a ccllc du granit vcinc , et do celui-ci a la roclic feuillelec quarlzeuse. 280 CLASSIFICAZIONE DEI TERRENI STRATIFICATI ECC. e racchiusa tra il Icrreno primitivo ed il liasse, e si deve perlanlo riferire ad uno , od a pivk periodi geologici trascorsi tra i due nominati lerreni. Questo e quanto si puo assicurare inlonio alia sua eta; nessuno vi sara per certo , che non apprezzi grandemcnte qiieslo dalo siccome il primo passo verso piu particolarizzata scopcrla. lo poi porto opinione che la sua formazione abbia prccedulo il periodo carbonifero, dimodoehe corrisponde- rebbe a quello spazio di tempo trascorso tra la formazione di questo terreno , ed il cambriauo inclusivamenle. II perche poi inanchi nelle Alpi il terreno carbonifero ci e svelato dalla direzione di eerie tlislocazioni , le quali ci dicono che a quel tempo quivi emergeva Jail' Occano una lunga isola , che le accpie lavavano di continue A sbrogliare codesta in- tricatissima questione bisogncrebbe studiare accuralamenle le dislocazioni dei teiTcni anlichi , la qual cosa non e di facile esecuzione, e forse non darebbe risullamenti decisivi , non essendo sperabile , per causa degli sconvolgimcnli dei monti, che loperazione si compia come richiedono le esigenze a cui si vorrebbe con essa soddisfare. Ho annunzialo nelle Alpi roccie sedimentose divenute col metamor- fismo analoghe alle primitive. Spero , che le ragioni da me riferite avranno giustificato il fatto ; ma se non e cosi , se m'inganno, avr6 presto da narrate altri fatti , che porto fiducia faranno meco convenire anche co- loro , i quali fin qui si inostrarono meno propensi alia teoria del meta- morfismo. Passo ora a parlare delle roccie sedimentose similmente metamorfosate soprapposte alia gran massa di gneis. Meno imbarazzati ci troveremo a giudicarne l'eta , imperocche oltre i dati forniti dalla loro natura, e dalla stratificazione avremo la fortuna di essere illuminati da' fossili. Alia verita non vi sono comuni , ne in gran numero, ma vedremo i pochi fin qui irovati confeimare la classificazione di cui ci siamo fatti difensori. ROCCIE IKFRA11ASSIC11E. Sulle roccie cristalline primitive, o metamorfosate, risiedono poddinghe scistose , quarziti ed altrc consimili roccie , come fu gia notato dai due grandi indagatori delle Alpi De Saussure e De Beaumom- , nci monti DEI. PROF. CAV. A. SISMONDA 38 1 della Savoia ( i ). Vi stanno soj>ra scisti urgillosi (ardesia) , e calcare sci- stoso cristallino con Belemniti , ed allri fossili. Le due categoric di roccie discordano nclla slralificazione, pertanto non osammo unirlc nel mede- simo terreno ; ne volcndo con questo solo dalo arbitrarci di elevarle a terreni indipendenti segnalammo nelle nostre Memorie sulle Al|>i il fatto all'atlenzione dei Geologi, chiamando la serie delle roccie detritiche, su cui regna 1' inccrtezza, coiiglotnrrati infvaliassici (2). II Foub>f.t pro- cedette meno dubbioso di noi , e la divise in due gruppi i assimilo l'uno al terreno triassico , 1'altro al leireno carbonifero (3). Cosi egli unisce per questa parte le Alpi alle catene montagnose vicinc , dove codesti due terreni, come ognun sa , sono svilnppatissiini. Non inlendo di contraddire aU'opinione del mio distintissiino amico, ne pero vi accedo, volendo prima fornirmi, con un viaggio in quelle conlrade, dellc cogni- zioni, ch'ora mi mancano per premiere una decisione in cosa di cosi grande rilievo pella scienza. Ma qualnnque sia il partito a cui m'appi- glierb, fin d'ora io scorgo, che non influira snlla classificazione di que' terreni da me pubblicata, ed adottata dal Fournet, imperocche colla (1) V. SaUSSURE , Voyages dans les Alpes , paragr. 594: C'esi un fait bien important, a ee que je crois , pour la theorie tie la terre , et gut pourtant n\ivait point encore etc observe; que presque toujours entre tes dcrnieres couches secoudaires et les premieres primitives , on trouvc tics bancs de gres «u de poudingues. Pitraqr. 696. On y voit aussi , comme je Pai de"ja observe ailleurs , des powlirrgucs interposes entre Us primitives et les secundaires. On y observe encore des gradations entre ccs deux nrdrcs de mon- tagnes ; on voit les plus oncienues de iordre des seconilnircs cvntenir guclqucs elemens des primitive les pierres calcaires par exemple , renfermer des feuillets de mica. V. Beaumont , Annates des Sciences naturelles , Tom. XV. pay. 354 . Dans la plus granite partie du contour de la vaste Boulonniere , qui laisse paraitrr au jour la chaine primitive dont fai parte i i-ilm CLASS1FICAZI0W1 DEI TERREN1 s 111 VI 'IF1CAT1 ECC. conferma, i-hr gli accennati congloroerati appartengono parte al terrene triassico, e parte al carbonuero3 resteri yiemmaggiormente plausibile, che i sovrapposti scisti belemnitici appartengano al liasse, e per quests stessa ragionc cesscra ilal reran1 maraviglia la presenza in essi d' impronte di piante del periodo carbonifero. La conferma insomnia delle opinioni del I'luiiMi Sara, a inio awiso, un nuovo trionfo pelle idee del Br.Ai movi alia rni ampliazione e dimostrazione tendono le mie Memorie snllc \lpi. La poddinga e composta di ciottoTi della inedesima nature delle roccie cristalline su cui e adagiata. Non le cireonda compiutamente ; dove manca, stanno le roccie di uno dei terreni superiori. Non e piu la medesima cosa nelle Alpi acquapendenti nclla vallata del Po; quivi a nostra conoscenza non esiste poddinga di questo periodo, ma ne occupa il posio un quarzite i grana piu o meno grossa, dove puro, dove micaceo e dove felspalico. E sviluppatissimo aei monti a mezzogiorno di I'inerolo, e soprattutto al moiile Bracco nellr vicinanze di Barge, ove contiene mica, ed in alcuni straticelli tin pochettino di felspalo. Di la si estende aei primi conlraflbrti delle Alpi marillimc , ove trattb trallo vien fuori da solto scisti, c caleare scistoso cristallino su rui ve ne sta del brecciato, e dell'omogeneo in giossi banchi. Accenno queste particolarita perche eoianio servono all 'uopo nostra, die si e di dimostrare I'esistenza dei medesimi terreni nelle due parti delle Alpi. Qnesta non e un' idea vcnulaci or ora in mente, giacche 1 'abbiamo sovente manifestata nelle noslre Memorie stampate nei piece denli Tomi accaderoici. E siccome non potevamo citare fossili in sno fa- \orc, non essendosene giaininai rimenuli in quelle parti clic piu importava pello scopo noslro, ccrcainnio di supplirvi con una particolarizzata descri- zione delle roccie , onde ognuno si persuadessc, che sc (pieile di una contrada non somigliano a quelle dell'alira, non si deve tuttavia arguire, rhe spettino a terreni di eta diversa , provenendo lal cosa da cause lull af- fatto locali. Insomnia ci adopcrammo ad elevai'e al rango di vcrila il pronoslico pronuu/.ialo dal Bi ..umiom ', ove parlando dei lerreni della Sa- voia cosi si esprime: fespere parvenbr aprouver, dans un autre travail ( die si altende sempre), que c'csl pre'cisemenl le prolongemeni ft<> <:i.ASSIFir.AZlo\K DSI TK.nnr.NI 8 lit V'I'IFK A I I ECC. le quali t'mora non s' im-outrarono mftriormente al basse. Golloo&ndd donqae in ljuesto tcrrena gli sristi di IVtii-Cucur, e assegnar loro quells magginrc antieliila, clic acconscnla una ragionala criliea sccondo I'altualr slato dclla scirn/.a. La catena, elic serve ili baluardo all' Italia, porta sill sun dorso prospi- ciente poriente, calcare crislallino scisioso in olter-nanza con utio seisto nero , lucent e, dolcissimo al (alio, ncl quale non liawi persona mi DOCO esercitata a traitare le roecie, che non riconosoa 1'ardesia alterata pin dell ordinario. Le dtic roecie non sono visibili toll al Inngo della catena, Dome taluno pnlrcbbe per avvc.ntiira credere. Dove esistono e facile rico- noscere , che giacciono sotto la gran massa calcare alpina. Non siamo sicuri d'avcre vedulo sotto di esse le roecie infraliassielie; la mancanza di queste. non sarebbe , al credflce nostro, una ragione per slabilire, che cpiclle non sono il prolimganieuln deile roecie congeneri , che a Pelit- Cceur , e altrove Bulla catena di granito-proiogiua contengono impronte di piantc, di Belenmili, ece. Ainineltendo il caso, che le roecie infraliassielie non arriviuo a fior di terra, non proverebbe lutlavia, die non si csten- dano fino a cola, perche. polrebbero essere masclierale dalle roecie scislose in qucstione , o da quelle altre che le succedono. Del resto debbo far notare, die vi abbondano le roecie cristalline melamorfosate, alia cui parte superiore predomina una specie di quarzite felspalico; e polrebbe essere. che qucsto rappresenti la serie infraliassica , come suecede a Naves presso Pelit-Coeur nella Taranlasia. CALCARE CON F0SSIL1 DEL L1ASSE SUPERIORS. Intraprendiamo ora a discorrere delle roecie formanli il gruppo da noi chiamalo liusse superiore, divisione che non e panto arbitraria , es- sendo fondata , come diremo in scguilo, su fossili. Alia verita essi Irovansi negli strati alquanlo superiori a quelli, ove noi facciamo cominciare la nostra divisione, c cio si e per non disgiungerc roecie, Ira le quali esiste analogia grandissima di nalura , e di struttura. Seguendo questa regola. il basse inferiore abb'raecia le varie maniere di scisli argillosi metamor- fosati in altei nan/a con calcare crislallino scisioso contenenti Anlrochi DEI. PROF. ( AV . \. MSM0BDA e altri fossili e qualche poeo di aniraeiic: mentre eha ml liasse supe- riorc predominano le roceie detriiiche eeafc pnddinga, e breccia, che oomprovano un periodo agitata c burrascoso. Wen bisogna pari) credere. i he i due grnppi sumo Beparati in maniera oetta e precisa, che anai al- oune tra le roceie del gruppo inferior* licorapariscono ncl superione. II le- game viene principalmente fatio dallo scisto lisiuio dcito della .Maddulcna . che <■ un'ardcsia fibrosa siiprrficialmcnlc con \cne di calcare spatico per- pendicolari alle sue fibre , la epial cosa e stata con molta aoeortezza awerlita da] Brochant, il quale se nc vaLse come lalto aulorevole a comprovare la sua opinione, clie tulle quelle roceie appartfingano al me (lisiuio terreno, che designava per i! cosi dello in altera terrene inler- mediario ( i ). II passaggio tra i due gruppi e osscrvabile su numerosi punti della aalena principale delle Alpi. Noi cpii ciliamo di preferenza i monti presso Moulicrs oella Taranlasia, perdue in quelle localila e dove il fallo puossi \erificarc con inaggiore coinodita. Ivi I'allernanza degli scisti col calcare fossilifcro s'uiiiscc per mezzo dello scislo lislato alia breccia calcare, e quesla al conglomerate quarzoso (2), i cui pochi strati sono separali me- dianle I' inlerposizionc awicendala di quarzile, di scislo lucenle, di calcare ciislallino oniogeneo, e di breccia calcare, dove pasta c pczzi 0 frantumi sono crislallini. La giacilura c paiallcla a quclla degli scisti del gruppo inferiore, che inclinano all'E. 20" S. (3). Rilengo di qnesta zona, od oriz- /.onte geologico, i conglomerali scistosi, cd i quarziti del C/utpiu; quelli clie si prolcndono in mezzo alia breccia calcare dalla parte del colle della Seigne , e clie proseguono mollo innanzi Delia \alle de\V Alice Blanche (.j)- Credo vi si debba unirc il conglomerate des trots aiguillons d Ar\c. 1 V. Buoc.hant , Observations ae'ulogiaues sur di.< terrains di transition rjut ..t reneon trout dun.* la Tarantuise , etc. Journal des mines. Tom. 23. pay. 32f. Mai 1808. (8) Sai'SSLuE parlando di qucsli conglomerati '^\\ chiama collcltivamente breccic: Brocium invece gli chiama poddinghe. >"oi ci serviauio or dell'uno, c or dcH'alho leinnne , secondoclic la roccia die voglmmo designarc a fatla di ciolloli, a di frantami (3) BROCflANT, Journal des mines, Tom. 23. pag. 332. 1808. BBBCgnaaUe roceie della Taranlasia la direzionc N. E. S. O. , ncl che si Irova d'accordo con SaussURB. Considerandola in gencralc , tjuesli due valenli Naluralisti lianuo picnamentc ragionc, ma sc si esamina paiiilamcnle, ai lro\ano variazioni nolevoli ; cosi nci conlorni di Moulicrs. in un circolo di mezzo miglia circa di raggio. Dpi nolammo Ic roceie rilencro or luna. e or 1'allia delle srgiicnli dircziini : N 35' T S. 35 0 — N. 10" E. S. 10" O. — N. 15° E. S. 15" O. — E. 15" N. O. 15' S. ? (4) V. Sum be . Voyaget don.s les Alpes , paraijr. 841 . 848 , 8i0. 38S C.I.ASS1FICAZI0NE dei terrf.m stratificati ecc. II Beaumont lo considera 1111 massiccio particolare slegato dalle roccie fra cui giace, ove sccondo lui forma un isololto indipendente di figura elis- soidale alia maniera delle roccie eiellate. A noi in vece e parso , che segua la stratilicazione
  • - lacea sporca , la quale e rioercata pegli usi architettonici , e per farne guemilure da mobilL Con qnella scavazione si sen! alia gcienza, inquan- loelie si capita a un l>anco ricco di Beleinnili. Purono le prime spoglie animali scoperte in que'monti, e sebbene mancanli delle parti atte ■> Panic conoscere la specie, nullameno porlano con se un grande interesse, posciachc accerlano , cbe quegli strati non ascenilono ad on antichita maggiore di quclla del basse. Nel Musco torinese conservasi una tnostra di quella breccia porlante I' impronta di on Mollusco, ma cosi imper- fetta da non potervi neanche raccapezzare di quale femiglia ili codesti es- seri essa sia. La scopcrta di Possili, che avevano da conferinare I opinione emessa intorno all'epoca di sillallo terreno , si fece solamente alcuni anni ad- dielro. Nel i845, volendo studiare dal lalo geologico la contea di Nizza, mi \i recai pella valle dclla Stara. Percorrendo i inonti allorno al colle della Maddalcna, rinvenni nella gran inassa calcare sopra I'Argenlera mollc ^|niolie organiche, come Ammoniti , Belemniti, Terebratule , ecc. Queste ullinie Purono le sole, di cui si sia polulo conoscere la specie. Nc diamo la lisla a maggiore conPerma del poslo assegnato alia gran massa calcare delle Alpi, a cui non v' ha dubbio s attacca il calcare dell'Argentera. Lisla delle Terebratule trovale nel calcare del collv dclla Maddalcna sopra VArgentera. Terebratula tetraedrica; De Buch. concinna; Sow. perovalis; Sow. globata; Sow. biplicata; Sow. biplicata; var. inflate. De Buch. Era nola lesistenza di Possdi giurassici nelle roccie del dipartimento delle Basse-Alpi; non Pu dunque per me grande sorpresa il rinvenirne al colle dclla Maddalena sopra I'Argenlera. Ma il mio desiderio era «li sco- prirne ncgli scisti colle impronte di piante atlorno il Monte-Bianco, Seme II. Tom. XII. n igO I i VSS1FICAZI0NE DEI TERREN1 STRAT1FICATI ECC. o aelle nitre roccie di quelle con trade , la cui unione cogli scisti anzidetti linn fosse argomento di dlscussione. Mi accinsi alia ricerca , sceglicndo l>en inleso le localita ove ne rimanevano traccie. II giacimento dei fossili al colle della Maddalena suddello mi suggeriva di coininciare le indagini nella gran massa calcare, e non fui ingannato, iniperocche nella giogaia Ira la Moriana e la Taranlasia, ove eransi gia rinvenuli avanzi organic! (alludo agli Ammomli del colle della Maddalena (i) prospicienle Petil-Coeur, Stati riconosciuli dal De Bi CH proprii al terreno liassico inferiore) , trovai, al "•olle (perron) des Encombres, per cui si passa andando da S. Michele nella Moriana, a Mouliers nella Tai'anlasia, trovai, dico, dopo un'ora di discesa verso quest a cilia, un masso calcare di straordinaria mole staccato dai monti alia sinistra del viaggialore, che caminina nella suin- dicata direzioue, pieno zeppo di fossili (2). Malgrado una dirotla pioggia con lampi, tuoni e venlo, non mi allonlanai da quel masso, se non dopo avervi fallo una ricca prowista di fossili, dei quali do qui la lista; cosi llo, clic si traversa ila Aigue-Blanche nella Taranlasia, alia Cliambrc nella .Moriana. (2) >'ell'aulunno scorso (1850) raenlrc altendcva a cstrurn- lossili da quel masso insicmc collo SttJDER, e col sif>. Villakova , spagnuolo , un conladino ni'assicurii, che verso la vetla della moDtagna, di dove pare esso masso disccso , quelle reliquic sono abliondanlissimo , anzi promise di racco^lierne neiranno vcnlurn , quando sarelthe cola asceso per tagliarc il ficnn. '3) I fossili componcnli la progenia Lista lurouo shidiali dai aignori Proiessori Eu^enio Sismonua, a Loigi Hi j.i. Mini ; una parte di essi e stala presenlata al Bkmjmokt, e da quesli al sig. Bavle , il quale confcrmo il giudizio dei sunnominati I'aleontologi. V. Bulhtin civ la Soc. GYo/. tie France, Detutcmc itrit. Tom. 5. pag. 4i0. DEI. PROF. CAV. A. SISMONDA 29 1 Ammonites Tliouarsensis; var. margaritatus; D'Orb. cornucopiae?; Young. annulatus?; Sow. Becbei; Sow. jurensis ? ; Zieten. Pholadomia liasina ; Sow. Avicula inacquivalvis*, Sow. costata; Sow. Lima decorata; Minster. inaequistriata; Munst. ? punctata? Desh. Sp. n. Sp. n. Cardinia concinna; Agas. an cytli. latiplexa ; Munst. ? Terebratula inaequivalvis; Sow. variabilis; Schlot. Area Pecten (individui liscii, indelenninabilij. (individui striati, indelerminabili). Belemnites Nautilus Melania Trocbus Pleurotomaria Nerei? Munst. Turbo callosus ; Desh. Spirifer Inoceramus aff. alV Inoc. pernoides; Goedk. Lucina Astarte Sp. n. ? Mvoconcha CLASSIFICATION! mi Tl.niU'.M nTIU1I![i\TI ECC. Hawi nelle \lpi moltissimo gesso siaio otedulo per tnbitq tempo parte del terreno primitive Bhochas(i concept a tad riguaido grim dubbi, flu- palesa Delia sua inleressanlissima "Nlemoria sulla Taranlasiu: ma nun prese su se il decidere la questioner chc per altro sarebbe siaia lacil- inente risolta, qualore si fosse posto menie nine il gesso sii collsgalo al calcare : s insiima in csso, oppurc ti e coniro appboato a guisa di Mcrminali piaslroni scislosi. DoV'ci inlcrcalalo nel calcare, la slraliliea- zione di questo e alquanto disnrdinaia come \i si fosse sninio per eatro a viva Eorza , l<> cbe da motwo a credere, cbe wn simile dissesto sia la conseguenza di una lenta e progressiva idratazionc dcllaiiidriie, al cui stato In per certo rccalo il calcare ilai vapori soUorici enoanati dalle tnscere ter- ri'slii; e difalti ogni (jual Milla si disccnde a discrel.a piofmidita si tro\a I anidrile, c non il gesso; COSI avvienc alia minicra di Pcscy nclla Taran- tasia; a quelle di salmare a Bex in Isvizzera; al Monte-Cenisio, ecc. ecc. II gesso e bianco di neve con slruUura rrislallina; laholla perci c bigio, ml anelie giallo di riiggine. A luogo a luogo rinscrra slralieelli ncricci , in cui e facile il rieonoscere la sostanza alterala degli scisti frammisli al calcare j di cui il gesso e parte inlegranle. Raceliiude crislallini di quarzo. e arnioni di calcare saccaroidc , quelli pel solilo in prossimita dclla so- slan/.a nericeia , questi nelle parti piii recondite dclla massa. Ora non saprei non vedere in questi fatti isolali una prova parlanle deU'origine assegnata al gesso alpino. Dopo quanto >eniaino di narrare nessnno vi sara, il quale dubili sul- I'epoca asscgnala alle roccie scislose, cd alia gran inassa calcare soprap- jiosle ai conglomcrali rcsidcnli nelle noslrc Alpi sidle roccie cristalline. Mi si osservera, che non pongo nel terrenp oolitico inferiore , conic feci altra volta (i), il calcare di "S illel nella Tarantasia, e quello collocalo ;d medesiino orizzonle gcologico lanloalN. , come al S. di qucsla localita. Ma dopo la scoperta dei fossili falta al colle ties Encombres , convengo audi' io 'col Fournet (a) non potcrsi conservare cpiella diwsionc. Che cio potesse aceadere , noi non eiavaino lontani dal crederlo , come puossi fa- eilinenle rilcvare dalla natura dclle ra"ioni a cui ci era\amo atlenuli (1) V. Memoric clella R. Accadomia dellc Scicnzc di Torino. Seric 2a Tom. Ml. Mcmoria mn tcircni slralificali delle Alpi , del Prof. Anpclo Sismonda. (i) V. Foienf.t , Suite des eludes sur la Geologic de la panic des Alpct comprise cnlre le Valais el I'Oisans , dans les Annates des Sciences pltys. el nal. de la Socir'te nutionah d' Agriculture , etc. de lym, 4849. DEI. rROF. CAT. *• SlsMONDA 2C)3 nel proporla, e cho producemmo a bella porta afliuchc ognuno loro pr6 gtadse quel grado di fede , che awchhr eredtito polcsscro nierilare. Stando iIiiikiiic ai document] oca posseduti il terreno oolitico inferiore deve scom- parire dal nmmi di quelli, ch/eatrano a eomporrei monti oelle regiani in (lisciiiso. Ma menlre cede all' evidenza, non posso astenermi dal di- chiarare , che ne attemlo il nistabuimento da ulteriori rieerche. E qucsta speranza mi e data dalla presenza di fossili oolitici negli strati liassici superiori del colic des Eneombress, di quello delta !\Iaddalena nclla valle dclla Si ma, alia Spezia , ecc. ecc Se col tempo si coufciineru il nostra primo concetto, la drvisione si fissera poco pin in alto di quel che ab- l)iamo praliealo noi, cioe a dire si cominciera a classifieare nel terreno oolitico inferiore, il calcare superiore agli strati fossiliferi des Encombres, il quale del rcsto ha uii' apparen/.a lulta sua propria. E in grossi ban- chi, bianco sporco; non \i sono Ira i suoi strati scisti, cd in cerli punli mi parve discordanle dalla breccia calcare, che \i sta sotto. Con simile dislacco si diminuisce la grossezza del terreno liassieo , la quale , convien dire, ha nelle Alpi una mole seonosciula nelle altre contrade. A cio de- vono rilletterc i Geologi, non essendo cosa da trascurarsi nel fonnolare il giudizio inlorno all'ela dei terreni, e sovratlutto nel caso tull'ailatln speciale , in cui si trova quello in questione. TERRENO ANTRACITOSO SUPERIORE i: iri'in si \ rjAii-: i.n ,niati.i.E osioratiAM-: isferiom). \nche volcndo non si potriebbe confomlcrc il terreno antracitoso su- periore1 collaiitracitoso inferiore, e tanto meno colla gran massa calcare. Si distingue pella nalura delle sue roccie, e pella sua costante soprap- posizione alia massa calcare (1). Le roccie sono di due sorla : le nne ih'trilichc , le altre omogenec. Colle prime annovero le poddinghe, ed i qtiarziti, colle seconde il calcare scistoso, e gli scisti. Le roccie detriticlic (1) BaoriiAST, nella sua inlcrcssanlisslma Momotia sulla Taranlasia, Journal des mines. Tom. S3 1808 , cos'i parla alia pag. 359: Le terrain d'anthracite est ordinairement superpose au terrain eal- eaire; il est dour au mains certain f/u'il s'en est forme' beaucoup afrit les depots ealcaires ; ntais Irs observations suivantes prouvent au'il s'at est depose eaalcment pendant la fonnation des ealcaires. tt en alternative avtc eux Qui cita poi I'notracite prcsso Mouticrs, die crcde frappnsta alia massa calcare. >'oi u.sscrvammo , clie giace in mezzo a roccio idenliche a qncltc del terreno an- tracitoso superiore , c siccome non sono intercalate nel calcare . ma semplicemente apptirale contr'esao , cos'i noi pensiamo, che siano porzioni di quel terreno nel loro posto naturale 2q.\ CI.ASSIFICAZIONE DEI TERRF.M STRATIFICATI ECC. in generale risiedono immcdialamente sul calcare , o snl gesso , cioe a dire costituiscono la parle infcriore del terreno; gli scisti, divisibili in inlesie, e psammili , col calcare ne formano la parte superiore. Molti strati di quarzite sono alquanto lalcosi : dove poi il lalco , od una so- Stanza a lui mollo alline abbonda piultosto, si e nella poddinga, e di prefercnza in cpiella con ciotloli di quarzo rossiccio a conlatlo del gesso. Gli scisti uniti, o sempliceiucnle in contatlo a cosiffatli conglomerali sono rossicci , o rossicci macchiati di verde. Essi gradatamentc diventano neri , od ardesia ordinaria, fra cui compariscc la psanimite di natura, e di aspetto svariati, insieme con calcare scistoso cristallino , e ban- chi di poddinga e di quarzite , ma Tuna , e l'allro dal lato della compo- sizione , e sopratliitlo dcll'aspetto sono alquanto diversi dalle roccie con- generi situate alia parle inferiore del terreno. Da tutto cio apparisce cliiaro , che le roccie di questo gruppo non sono tutte alterale nella stessa guisa. Ora n' e causa la natura loro originate , oppure dipende da che 1'azione metamorfosante non sia stata ugualmente inlensa, e attiva sull'in- liera massa delle roccie? Senza pretendcre di sciogliere il quesito faro osservare , che siccome l' allerazione va ad evidenza decrescendo , od al- meno canibia dal basso in alto, non sarebbe pertanto tra le cose impos- sibili , che nella stessa maniera siasi modificata 1' azione degli agenti metamorfosanti, qualunque essi sieno stati. Attribuendo una tale virtu alle roccie pluloniche , e ai fluid i einanati con esse, o per esse, e nalu- rale , che le cose stiano come abbiamo narrato , e cio si comprendera riflettendo sia alle qualita fisiche delle roccie, voglio dire, alia tenue loro capacita a condurre il calorico, e l'elettrico, sia al ristretto spazio a cui dovelte limitarsi 1'azione dei vapori acidi , fossero ben anche di un acido potenle come il solforico. II terreno antracitoso inferiore , siccome fu gia da noi notato , con- tiene dell'antracite , ma essa non vi e ne comune, ne in abbondanza. Dove veramenle forma depositi di considerevole inccliezza, si e nel teiTeno di cui ora discorriamo. Si pretese , che vi giaccia a guisa di filoni , e di vene ; ne l'una , ne I'altra di queste due maniere di giacimento e la sua propria. L'antracite e in istrati di varia grossezza, i cpiali seguitano minutamenle randamento delle roccie, fra cui sono racchiusi. Risiede di preferenza tra le roccie apparentemente meno alterale , le quali , come abbiamo teste indicato, formano la parte superiore del terreno, e di essa parte occupa la porzione, che potrebbesi, entro cerli limiti, dire mediana. DEL PROF. CAV. A. SISMONDA 2C)5 Sono sempre in parccchi gli strati di animate, c Ira I'uno e l'allro si rawisano in aliernanza 1' ardesia , la psammite ed il calcare; talvolta poi, o meglio a un certo punto della serie, B'aggiungano arenaria e pod- dinga, diverse pero dalle roccie di consimiks Datura posle alia base del ten'eno. Pin cjui nun \i si ruxvennero spoglie animali, ma invece abbon- daiio negli scisli argillosi, e psatmnilici seco lei associate i resti di piante, tra i quali ne furono notali degli idcnlici a quelli degli scisli di Petit- Coeur; perb la inaggior parte ssno di specie proprie a questo terrcno, coiiic dice il Drum. mart Delia nota aggiiinta alia Memosia del Jjlai mum sul colic del Chardonnet (i). Dopo d allora non mi risulta essersi fatte scoperlc ne in Taranlasia, ne in Moriana, ne allrovc nelle Alpi contrarie a ((iiesta dicliiarazione. Non e poi ugualmenle vero , che gli strati di Pelit-Coeur, e i suoi corrispondenti in allre regioni soprabbondano d im- pronte di foglie per rispetto al lerreno antraeitoso supcriore , dove all in- contro si dice, che prcdominano i fusti, poiche anche in queslo lerreno si scopersero di poi slrati ricchissiuii d' impronte di foglie; e tra gli altri luoghi, cio avvenne Dell' ardesia , che sincontra un'ora sotlo il colle della Croce, salendo da S. Michele nella Moriana al colle des Encombres. Ivi .si) I !i 1 1 a ardesia , in certa qual inaniera , Iega gli scisti rossicci , e la poddinga (2) giacenti sulla raassa calcare gessosa , ai de[>ositi arenacei (1) V. Annalcs des ScieDccs naturellcs , Tom. 15. pag. 353. (3) Stcder slampo nel Giornale Ncues lahrbuch fur Mimralogk , Geologic und Petrefakienkumt run firouri und Lioiihard , una leltera nella quale da il ragguaglio della cscursionb t'atta di con- serva Ira noi due ncll'autunno 1850 pci monti della valle d'Aosia, e della Savoia coll' intendi- mento di studiarvi i Icrrcni antracitosi. Con grande mia soddisfazione vi leggo esserc questo « I ■ — slintissimo Geologo pcrl'cltamcnte d'accordo con me su lull., tab die risguarda Pordinamcnto delle roccie, ma sul punto rillct tenle la loro eta. egli mi pare inclinarc a far discendcre Ic Beleimiili uel lerreno carbonifero , mentre io faccio risalirc le impronle de"vegetali del pcriodo carboniJ'ero al liasse. In quanto alia coesistenza nel medesimo slralo di Belcinnili. e impronte di Fudii , os- servala da me , e dai signori Professori Canonico Ciiamocssf.t e Vai.et , nei monti presso Borgo d'Oisans nel Dcltinalo, egli non giudica il fa I to di natura a risolvero la questinne solievala a proposito degli scisli di Pelil-Co?ur, sulla contemporaneity dei fossili vogelali e animali , e cio perclie nella Taranlasia sono impronte di piante tcrrcstri ; nel Deltinato invece trattasi di piante marine. A questo riguardo ci corre debilo di far osscnare, die a Pelil-Cceur esislono pur aucbe impronte di Fuchi. Ora noi non pretendiamo die sieno le raedesime specie del Deltinato , ma per quanto permelte di conoscere il loro mediocre slato di conservaziono. a noi pare die se non sono ■JMSH idenlicbe, sono almeno tra loro molto allini. Nella slcssa leltera Io StoDEH cliiama Verrucano la poddinga soprapposta alia gran massa cal- care-gessosa del liasse supcriore. Ora il noinc di Verrncano e stato introdotto nella noinenclalur;i delle roccie dal Saw per designare il conglomeralo quarzoso della montagna , la Verruca, com- prcsa nella catena delle alpi Apuane. Come nome di roccia non so vedere il motive, per cui si >>|t> CI.ASSIFICAZIONE DEI TBRRENI S TIUTII IcATI ECO. psammitiei con grossi strati d'antracile, che completano il terreno an- tracitoso superiore della contrada. II terreno antracitoso superiore e sviluppatissimo nclla Savoia. letien- dosi pero costantemente alia parte orientate della catena protogino-pii- mitiva ; si estende nel Vallese , e nella Franeia, ove tnsieme col calcare e cogli scisti liassici veste una porzione del inassiccio plutonico-primitivo del Delfinalo ( i ). Noi lo consideriamo come il corrispondente dell'argilla osfordiana. Ci siamo appresi a questa determinazione stante la natura particolare delle sue roccie , e la sua giacitura in discordanza col calcare su cui poggia diret- lamente; calcare, clic per essere soprapposto agli strati con fossili liassici superior! ; units a qualeuno del terreno oolitico, ci venue il dubbio, come di- cennno ])oco sopra, che possa appartenere a quest ultimo terreno. II terreno oolitico inferiore, come pure le marnc osfordiane scarseggiano dalla parte occidcnlale della catena plulonico-priinitiva, nia ivi doinina il calcare osl'or- iliano superiore (2), il quale manca su gran parte del pendio orientate di essa catena. Una tal cosa e chiarita dalla rollura ivi esistenle nel verso di abbia a prel'erirc a conglomerate , o poddinga , noini anlichi, di signilicato precise, cd uuivcr- salmcnte adoltati : so poi con csso s' inlese significare un terreno particolaro, e dagli allri distinto. come io ritcngo sia slato il divisamcnlo del Swi, in qucsto caso non con\iene Bpplioario al con- glomerate del colle des Encombres , il quale occupa un orizzoute geologico superiore a (|uello, ove e poslo il conglomerate della Verruca. E bensi \cro che il norae di verrucano I'u adoperato da alcuni Geologi italiani per indicarc roccie dctriliclie altcralc , senza dislinzione del lerreuo di cui fanno parte, dimodoche puo dirsi abhia qoeslo nome pcrduto il primicro suo senso , cd indicbi semplicemcntc una roocia detritica allerata ; ma ailora ritorno alia mia prima osservazione , clic non occorrc crearc un nome per una roccia di gia nominala. Qnesle mie rillessioni liauno inline per iscopo di avveiiire che nel caso prcsente il verrucano dcllo Stlder , non e il verrucano del Sam , il quale , da quanto dice il dollo Autore alle pag. 40 c 70 della prima parlo dell'intcrcs- santissima sua Memoria , su i torrent stratijicuti dipendenti o altruist allc masse serpentnmsc deUa Toscana , Pisa 1837, e alia pag. 12 dcgli studii gcologici sulla Toscana , Pisa 1833 ; c inferiore al liasse appenninico , ed in conseguenza corrispondercbhc ai conglomerali alpini , da noi cbiamali inlraliassici. (1) V. DuFBBROY e Beaumont Memoircs pour scrvir a une description geologiguc de la /■Vance, Turn, i. pag. 339, c la Memoria di qucst'ullimo sul colle du ChnrthmnH , Annates des Sciences naturelies , Tom. /5 , ove alia pagina 373 dice: « Le grcs du col du Chardonnet appartienl ainsi « que les anthracites des environs de Briancon a la parlie supe'rieure du grand svslcmc de schisles « argilo-calcaires, el de gres a anthracite, dont les couches que j'ai decrilcs a I'clit-Ccrur formenl • les premieres assises: aussi remarque-t-on une difference notable entrc les empreinles ve'gelal»'« « obsersccs dans ces deux positions, etc. etc. ». (J) V. Bulletin de la Sociele Geologique de Promt' dtuxiime Se'rie, Tom. I. Reunion extraordinaire a Chambiry , e la Tav. XI dcllo stcsso Tomo. DEI. PROF. CAV. A. SI.SMONDA 2Q7 essa catena con spostamcnto ineguale degli strati dalle due sue bande (faille ). Speriamo vcdere la nostra classificazione dei terreni alpini approvala dal Beaumont, come fu dal Fournet colle licvi modificazioni da noi av- vertile (1), le miali s'aggirano soprattutto sulle roccie da noi chiainate injraliassiche , e come fu recenlemenle dal Murchison, dopo avere fatlo un viaggio nelle Alpi (2). TERRENI NELLE ALPI ACQl'APENDENTI NELLA VALLATA DEL PO. Se diflicile cosa e il distiuguere i lerreni nel pendlo occidenlale delle Alpi, diflicilissima diviene nel pendio opposto, ove le roccie sono profonda- mente melainorfosate , e la slratificazione piuttosto disordinata. Per buona fortuna del Geologo vi sono poddinghe , e breccie, le cjuali fissano alcuni orizzonti geologici , che servono come d'addentellato per unire insieme i terreni delle due parti della catena , supplendo cos'i ai mezzi , che forni- scono i fossili per arrivare a una tale conoscenza. Qualora con ulteriori ricerche se ne scoprisse, io ho piena fiducia, che anziche smentire, san- zionerebbero i risultamenti oltenuli col semplice studio comparativo delle roccie , fatta la debita parte al loro stato di metamorfismo ; si rinnove- rebbe insomma cio , che avvenne colla scoperta dei fossili al colle des Encombres , i cmali comprovarono la classificazione, che si era fatta di quel calcare parecchi anni prima, prendeudo consiglio dalla sua giacitura tanto assoluta, che relativa. Posta la proposizione a questa maniera, as- sume il carattere di un problenia tutt' afFatto pratico contro cui non credo valevoli le obbiezioni fondatc meramenle su considerazioni teoriche. Quindi io prego i Geologi ad esaminare accuratamente i monli a cui (1) V. Foubnet Suite des eludes sur la Geologic de la parlie des Alpcs comprises enlre le t'alais tt I'Oisans. Memoire lu a la Socie'te naliondle d' Agriculture , a"Histoirc naturellc, etc. dans la seance du 9 mars 4S49. E la nota del medesimo, clie ha per tilolo : Note sur quelques risullals ifune excursion dans les Alpes faitc en aolit el septembre 1S49 , lue a la Societe susdite dans la seance du 19 anil /850. (S) V. Murchison On the Geological structure of the Alps Apennines and Carpathians. The Quarterly Journal of the Geological Society of London. Proceedings of, etc. december 1848. Serie II. Tom. XII. oo I{)8 CLASSIFICAZIOKE DEI TERBXKI STRATIFICATI ECC. acceono, prima di condannarc Ic mie conclusioni, percke ko speianza
  • r inicaceo , ed ora felspatico. Ma dove sorge la serpentina dillicilincnlc s'inconlra una qualunque delle nominate roccie , le quali sono sosli- luite da una seine di roccie talcose , le une ricchc di felspato , le altre invece di quarzo granoso. Queste ultime io lc ritengo quarziti modjficati in maniera particolare per via della prossimita delta serpentina, mentre le prime credo doverle ascrivcre alia categoria dello gneis , scnza poter dichiarare se nascano dallo gneis primitive , owero dal metainorfosato. Siccome il quarzite lalcoso non alterna col calcare , il quale comincia a Ottnparire mollo piu superiormonte nella serie delle roccie alpine, credo pertanto di appigliarmi al-buon partito considerandolo alio stesso orizzontr geologico delle roccie detritiche infraliassiche, dove non e a mia conoscenza die si trovi il calcare. Di questo quarzite ne esiste nella valle della Slura di Lanzo in conlatto della serpentina; ne esiste in quella della Dora Riparia separato dalla serpentina, mediante lo sleascisto porfiroide, die deve essere gneis alterato (V. Tav. 2." Fig. i."); ne esiste del micaceo semplicemenle sullo gneis primitivo presso Barge, ove forma il monle Bracco, e ne esisle alia base delle Alpi maritlimc, sul quale sono accumulali terreni della for- mazione giurassica , come diremo in seguito. IVoi citiamo solamente le principali localita ove havvi quarzite di questo periodo , peiThe il noslro scopo e di dimoslrare die i medesimi ten-eni esislono sui due opposti pendii delle Alpi , argomento .abbastanza ricco d' inlcresse perclie sia debilo di chi lo tralta di escludere ogni digres- sione, che non sia a lui inlimamenlc legata. TERRENO AMRACITOSO INFERIORE ( LIASSB). S' ingannerebbe grandemenle chi dopo avere percorsa I' Aha Savoia [i) passasse in Piemonte colla Cducia di trovarvi le medesime roccie ; da (t) Inim. lo per Alia Savoia la parte
  • arle vi arrivi , il disinganno avni luogo 11011 appena tocchera il liniile del suolo, le cui acqne colano nel Po, perche lungo quella linea all1 incirea , le roccie assumono un nuovo aspetto , e inolte cainbiano di iniliua. II Geologo tiene conlo di queslc mutazioni, non per discernere i tcrroni, che anzi in tal caso le trascura , ma come eiFelli svariali della metamorfbsi. Duiujue a malgrado delle nuove roccie, die si avra sott'occhio , si deve rimaner persaaso , che si caminina di continuo sui inedesimi Icrrcni lasciati poco prima. Di cib se ne ricevera pronla con- \inzione, purche si voglia procedere nclle osservazioni con inetodo ana- litico , che si voglia sindacare lorizzonte geologico delle nuove roccie , i' confrontarlo con quello delle roccie rimaste indielro , e passare poi da qucslo genere di osservazioni a indagare se col melamorfismo le roccie della Savoia polrebbero divenire idenliche a quelle del Piemonte. Pochi sono i casi in cui non si riesca a conchiudere- per il si, e le eccezioni entrano anch'esse nclla via delle cose ordinarie , da che si ammctte la probabilita , che lc roccie plutoniche abbiano in alenni casi eeduto alcuni (lei loro principii alle slralificalc fra cui uscirono. Sopra i quarziti seinplici, o clerogenei per aggiunta di talco, di fel- >|ialo , di mica , ecc. , sopra insomnia i quarzili risguardati coevi alle roccie delriliehe infraliassiche della Savoia, non e raro il caso di Irovarvi imo scisto argilloso piii o raeno dolec al latto ; di colore Ira il nero, e il bruno; di lucentezza piu o meno brillante , e lalvolta anche bruno-ap- pannato. Tale scisto e in sotlili strati intercalati nel quarzite in alter- nanza con calcare cristallino scistoso. Spesso vi si aggiunge la grafile in slraticelli di grossezza variabile. Cos! succede al inonle Ollen, ed in tpielli presso i segucnti paesi: Antrona; Crevacuore; Coggiola (Biella); Verrayes (Aosta); Giaveno; Pinerolo; Feneslrcllc; Cavour; Verzuolo; Villar S. Co- stanzo (Dronero); ^inadio; ecc. ecc. Riflcltendo alia natura della grafile si comprende quanta luce apporli la sua presenza intorno all'epoca di quelle roccie , imperocche diflerendo essa dall'anlracite nella sola slrultura, non pub a meno che ammettersi come solcnne alteslazione in favorc deUassimilazione , che noi facciamo di • pieste roccie colle anliacilose della Savoia. Fin qui non ci consla, che siansi con cssa rinvenuli di que' fossili che sono associati all'antracite nella Savoia , ne altri ; ma cib non c' induce a mutare d'avviso , perche ac- i-onsenliaino , che sotto la potenza dell'agente, che produsse cosi profondi cambiamenti nelle l-occie, che ridusse le pianle alio slato di grafile, avesse per nccessita da scomparire ogni Iraccia di organizzazione. DEL PB0F. CAV. A. S1SMONDA 3oi La classificazione di queste roccie nel terreno antracitoso inferiore e lontana dall'essere giustilicata come noi vorreuimo. Si scorge peri) , che esiste una grande analogia con quelle di lal periodo della Savoia. La mi- gliore ragione sta nella loro giacitura , e questa si apprendera vie meglio con quanto narreremo nei seguenti capitoli. CALCARE C LI ASSE SUPERIORE). Sulle roccie, di cui si e parlato nel precedenle capitolo, e accumulata una potenle massa di calcare cristallino in istrati di mediocre grossezza verso la base , e in banchi di mole ragguardevole alia parte superiore : a luogo a luogo racchiude breccia della stessa natura , e scisli quarzo- talcosi di vario genere, come si osserva nella Tarantasia, e altrove nelle Alpi della Savoia, dove l'orizzonte geologico di codeste roccie e fissato in maniera a non lasciare piu dubbi. Rammento il fatto , perche mette in evidenza 1' identila da noi sostenuta tra le roccie dellc due contrade. II calcare si estende tutt'al lungo della catena con dilTerenti inclina- zioni , e talvolta anche verticale. Su piu punti e trasmutato in gesso , od in dolomite. Anche per questo rispetlo rassomiglia a quello della Savoia, colla dillerenza forse , che qui predomina la dolomite , mentre cola si e il gesso. Ognuna di queste roccie ha la sua regione in codesli monti : puossi in generate asserire, che il gesso si tiene verso l'origine delle valli , mentre la dolomite risiede di preferenza ne' monti prossimi alio sbocco delle medesime , cioe a dire nelle regioni , che per la natura della roccia plutonica che vi signoreggia, chiameremo serpenlinose. Difalto il gesso nelle Alpi meridionali e confinato ne' monti dei contorni di Cormajeur : di Cognc; di Oulx (Dora Riparia); di Bardoneche ; deH'Argentera : di Acceglio ; ecc. ecc. Poiche la dolomite e il gesso entrano per cosi gran parte a costituire le Alpi nostre , trovo molto a proposilo il dire una parola sulla loro origine. Distinguo in esse due sorta di dolomite. Una, a mio avviso, e an cal- care dolomizzato mediante la fissazione dei vapori magnesiaci ascesi , come pensa il Deblch, dalle viscere terrestri. Di tpiesta natura e quella 3o3 CI.ASSIFICAZJONE DF.I TERnK.M STIUTIFIC.AT1 F.C.C. in masse con fissure scorrenti senza indizio cli regolarila ; in a quando e a strati rcgolari alternanti con calcare puro, o con roccie di allra natura, nel qua] caso diflicilmcnte i due carbonati sono nelle debite quanlita per co- Stituire un doppio sale a proporzioni fisse, allora ritengo, che sia un calcare magncsiaco sediinentoso , cristallizzalo in forza dcgli agenli ine- lainorfosanli. Ho emesso , e sviluppato cpicsl' opinione in parecchie niie Memorie; l'ho difesa alia Sezionc di Gcologia del Congresso scicnlifico tcnutosi in Torino nel i84o (i). In seguito conlinuai ad occtiparmi di questo inlercssanle argomento , cd ebbi sempre pin a convincenni , che senza le due opinioni male si serve ai falti , che si presentano nelle nostre Alpi, cd anche negli Apennini. Riguardo al gesso rimango semprr nell'idea, che sia calcare trasmtitalo dai vapori solforici e solforosi crna- nali insieme colle roccie pluloniche, come gia dissi piu sopra Ora hawi mi allra questione, ed e cpiclla che si aggira intorno al tempo in cui si compirono qucsti grandi avvenimenti. Dkuuch assegna pella dolomite I'epoca dcll'apparizione del melafire (2). La cosa sia be- nissimo pella conlrada , ove tpiesto grande Geologo osservo i falli da cui tolsc cpiclla sua opinione. Ma nelle Alpi nostre, mentre siamo pronti a conccdere , che vi sia ilolomite di quel tempo , crediamo poi anclie, che ye ne sia della piu anlica , crediamo , che vi esisla dolomite , e calcare magnesifero sediinentoso riferibili al sollevamenlo della serpentina , che fu pure 1' epoca la piu propizia alia formazione del gesso , le quali cose deduco dall' essere le suaccennate roccie nelle Alpi compagne indi- visibili della serpentina. Secondo cerli Geologi il fenomeno sarebbesi compito alia fine del periodo inioceno; cio suppone , che la serpentina sia a quel giro solamente comparsa alia superficic terreslre, la qual cosa e erronea, slaulcche i sedimenli di quel tempo, anzi quelli del periodo nummulitico tanlo nella collina di Torino , come in quelle della valle (1) V. Alii della seeonda riunionc dcgli Scicnziati ilaliani tcnuta in Torino nol 18i0, peg. 8?. (8) Fodrnet non segne I' idea del Debiicii sulla genesi della dolomile. Secondo lui sarebbe un calcare sediinentoso magnesifero mclamoiTosato. ISui abbiamo emesso, c professiamo tuttora quails opinione, senza pcro ncgare credenza a quella del Geologo Prussiano , percbe riconobbi casi in cui essa tncglio d'ogni altra si adatta ai falli, e nc da la ragione Lo slcsso distinlissimo Geologo pretende cbc vi esisla melafire melamorfn. rs'oi non siamo in islalo di prendcre parte a qucsta in- leressanle questionc; farcmo solamente osservare, cbe il melafire di Grnglia, del Favero nel Biellesc, e di ajtrovc nel nostro paese apparliene alia calegoria dclle roccie Hi eieziune. nella quale del reslo 1. 1 stoflsfl Km r.MT prosegue a lascirrc cerli oiel.-ifin DEI. PROF. CAV. A. SISMONDA 3o3 dclla Bonilida ae contengono tra i loro component sotto forma di massi. eiotloli e ghiaia (i). Non e solo da oggi, ch'io professi lopiuione, che sui due pendii al- piui csislauo i niedcsiuii lerreni slratilicali. Cio ripclei in lulte le inic Miniorie, ora predicando 1' idenlita di giacitura dellc roccie nclle due contrade, ora insistendo sull ' identilu , od aiialogia grandissima clie w ha nella loro coinposizionu. Ma perche il inio concelto divenisse un fatto di- mo.stralo, richiedevansi fossili. Ora quesli si hanno nelle Terebraluh- seoperle al colle tlella Maddalena sopia l'Argentera regislrate alia pa- gina 281) dclla presenle Memoria, e in qucili trovali al colle ties Encumbres, di cui si diede la lisla alle pagine 290 e 291. Essi sanzionano 1'unione delle masse calcarec che gli contengono, e di piu provano essere il posto ad esse assegnato nella classificazione veramcnle quello , che loro compete. TERKBNO ANTRACITOSO Sl'PERIORE ( ARGILLE O.SFORD1AME INFERIOR! J. L'ordinc seguito in questa Memoria mi povla ora a parlare del teneno antracitoso superiore, il quale, come ho gia dichiaralo, e da me creduto la parte inferiore del terreno osfordiano. Abbiamo avverlilo le dimcolta per dlstinguere nci monli della Savoia taluni dei conglomerali di queslo periodo, da allri niaggiormentc antichi; ma esse sono piu grandi ancora nelle Alpi abbassale nella vallata del Po. Prima di esporre il risulta- incnlo delle mie indagini, giudico conveiiienle avvertire, che nella mia Memoria portante per tilolo Notizie e schiarimenti su/la costituzione delle Alpi Piemontesi (2), parlo a lungo delle roccie detritiche
  • 4 CLASSIFICAZIONE DEr TERREM STRATIFICATI ECC. tempo, c correggo un errore occorso sulla loro classificazione nella Me- nii'i i.i anleriore sulle Alpi marittime e sugli Apennini Liguri ( i ) , dove dico , che i conglomerati , e le altre roccie detritiche della valle della Roja, a inalgrailo la loro giacilura sotlo il calcare , vogliono tultavia £s- sere collocate coi conglomerati osfordiani , ripetendo quella giacitura da una parlicolare incurvalura degli strati. L'errore sla nell'aver supposto quella curratum-, a cui fui forzalo ricorrere , onde render ragione del come un calcare , che credeva dell'oolite inferiore, soprassedesse ai con- glomerati dichiarali Ae\M Oxfonl-Clajr. Corressi U trascorso errore , pale- sando come con nuove osservazioni mi fossi accertalo , che l'ordine originate di soprapposizione delle due sorla di roccie fosse quel medesimo, che si vedeva. Mentre avvcrtiva lo sbaglio, cadeva in un allro. Univa quel calcare, insieme con quello con fossdi liassici (2) delle valli della Vesubia, della Tinea, del Yaro, ecc. Pertanto le roccie detritiche, che vi soggiac- ciono pel fatto di quesla unione venivano parificate alle roccie congeneri infraliassiche della Savoia, c delle vicine sumuientovate valli. Quando in- vece i conglomerati sono alio slesso orizzonte geologico di quelli chiamati nelle Alpi a rappresenlarc il lerreno &assano in quella della Maira: che ricompariscono verso lo sbocco della valle della Stura, e che da qui entrano, e si estendono, acquistando sempre inaggioi-e potenza 0 grossezza , nei monti delle valli di Pesio , (1) v. Mcmorie delta R. Accademia (telle Scienze di Torino, Seric II. Tom. IV. (J) V. Memorie della R. Accademia delle Scieme di Torino , Seric II. Tom. IX. pag. 103 , 104 , 105 , ecc. DEL PHOF. CAV. A. SISMON'DA 3o5 dell' Ellero , del Tanaro , ecc. ecc. ( i ). Riposano sul calcare cristallino , il quale , unito alia breccia della medcsinia natura , a scisti e al quarzitt- lalcoso faeilmentc scomponibile, costituisce una Bras parte dci priori pic- coli inonli , che a guisa di contrafforte corrono lungo la catena alpina che altornia la pianura del i'iemonte. Non rinvenni mai in esso vestigie orga- niclie , lo che non mi traltiene dal dire , che faccia parte del liasse, perche vi riconobbi la stessa giacitura della gran inassa calcare di questo tempo, i-il inoltre riliene moltissima analogia col calcare liassico del colle della Maddalcna sopra I'Argentera. I conglomerati coperli spesso di calcare meno antico passano in Francia, e vanno raggiungerc quelli della valle dcll'Ubay, i quali si uniseono poi ai congloineraii, c alle altre roccie dctritiche meno allerale del Briansonese; e qucsti infinesono congiunti a quelli della Savoia. la cui positura sopra il calcare con fossili del liasse non e piii in oggi conteslata da aleun Geologo. II Paheto nella interessante sua descrizione della Liguria (a) colloca i conglomerati delle Alpi marittime al livello di quelli del \ aro , ecc. . che con ragione pone sotto il liasse. II lavoro di cosi distinlo Geologo ci diede occasione a fare nuove indagini , le quali non ci consigliarono ad abbandonare la nostra opinione. Io credo di dover attribuire il disac- cordo, che vi ha tra il Paheto c ine, alia dilierenza del noslro giudizio su una parte delle roccie. delle Alpi marittime, pretendendole egli primi- tive , ed io in cambio sedimenti metainorfosati dello stesso periodo dei conglomerati. E bensi vero, che ritengono molta analogia collo gneis, ma in definitiva ne dill'criscono , perche in luogo della mica havvi una so- siatixa consimile al talco , fibrosa, comime a pressoche tutti i sedimenti metainorfosati di quelle contrade: il quarzo e granoso, e per mezzo i grani vi sono ciottolini vetrosi con debole tinta rosea sul fare di quella del quarzo, di certe variela della poddinga ; ma molto piu significante di tutto cio si e la residenza fra questa specie di gneis di banchi del conglomerato quarzoso. Simile associazione losservai dajipertutto , dove le roccie di questo periodo sono profondamente metamorfosate: cosi 1 incontrai nella valle dell' Uba] in Francia , a Bellino nella valle della Vraita , a Unies (I) V. Mcmoric della R. Accatlcmia dolle Scienzc di Torino , Seric II. Tom. IX. (4) V. Descriiione di Gonova e del Gcnovcsato, dislribuita ai Memliri del Congresso jcienlifiro lonntosi id Gcnova nel 1840. Sf.rie II. Tom. \II. pp Jo6 I I ASS1FICA.ZIONE OKI TEAR CM STRATIFICATl BCC. 111 quella della Maira , uellr Alpi niaritl'unc, occ. ecc. Dopo cie nn pun jiiii sosti'iuTsi I opinionc , che qiullo gneis a]i|iarlcnga al lieitoMH prhniliv> . cil in conscguenza nennneno lu classilica/.imir , die la il 1'inKTO >li i|ucllc roccie. \ iaggiando per quelle contrade non bisogna atlendersi tli vadeas ob ^laniciuculc urriti il ealcare, e i conglomerali , ne di uderc soiipbe qucsli snprassrdere a qucllo , perche vi sono Iratli di considerevole estensiour , • low luna , 0 I altra sohunenlc delle due roccie c \i.sibile, come vi sono tralli, dove il ealcare sovrasta a' conglomerali di queslo pcriodo. Noi ab- biamo avvertili quest t giacimenti nclla nostra Memoria sulla costituzione delle Alpi (i), cd abbiamo a queH'occasione asserito , che considera\anio \\ ealcare superiore ai conglomerali sinerono ai sedimenti posteriori al- loolite osfordiano , che chiudono lepoca giurassica. Mentre insislo perche si mantengano nel lerreno anlraritoso superiore i rnnglomcrali della parte centrale delle Alpi maritliinc , non intendo esrludere dalla loro composizione roccie delritiche di lempi mugginrmente remoli , perche, a mio avviso, il quarzite micaceo, di cui e costituila gran parte del monte liracco presso Barge, e quello, che unito al ealcare forma le falde delle. Alpi marittime, sarebbero eoevi, conic dissi alia pag. 3pi) • ai conglomcrati infraliassici di oltre Alpi; questa elassilicazione uianca dell appoggio cssenziale, manca di quella scvera eonfenna , che sola gli pun venire dalle spoglie organiche; dubitiaino grandemenle , che sia per riceverla mai | perche qualora abbiano esislito, lo stato delle rooepe non lascta sperare . one se ne siano conservate le traccie. Ma so mail eonlro ooiii nostra aspettazione sc ne scoprissero, abbiamo fulucia, che si verifi- chnra di nuovo i escmpio del colle des Encomlwes, dove a fossili ifemzio- iiarono le oongellurc nate osam'mando solamcnte la nalura, e langlaohura delle roccie. II terreno anlraritoso superiore nelle Alpi guardanti la valiata del Po r cnnlinalo verso la crestii discendente immcdiatameruo'Hdlln Sa\oia. j\mi intendo, che si abbia a tenere rigorosa la presente limitazione, perche qua e la mora di quella linen vi sono Iratli ronsiderevoli . con roccie colle da profonda melanmi I'om , le qunli , pel posto clu: ocenpano, o per la nalura di quelle a cui sono aSSOciale, vogliono essoin tpnule ilel periodo I Memoria rtVlla li A •railcmi.i di'lle Scifnze ill Torino, Sfrie II Tom. IX. liKI. PROF. CAV. A. S1SMONDA JO'J in discorso. Abbiamo avvertito come sia ainpiamcnle svollo nolle AJpi lnarittiinc , e come cli la s ' inultri in quelle piu pivsso al Montecenisio. Prosegiie nella giogaia all\. tli esso niontc, ove pare si scosti davantaggio dali'cslrcino ciglione della catena principale. Cos! nella valle d'Aosla inentre loioiia he \iltc alloruo la Thuile, c parecchie di quelle della catena alia dirilla della valle dellV///e7' Jilaiiclw , si ritrova poi alia cima del monte di'lio Jli-c (/<> nana posto al S. della cilia d Aosla , ove e rapprcscntatn da parecchie variola di quarzilc. Le riferisco a queslo terreno, e non ad altro pferchd giace cvidenlemeiite sul calcare cristallino , secondo me, rafligu- ranle il liassc suParijM'd 'j come si accerta salendo dalla citta d'Aosta alia sunnnminata montagna. Alia punta di essa il quarzilc e puro , ma telle rogioni int'rriuri cambia Iralto Iralto di natura per I unione di so- stanze cterogenee , quindi ora e micaceo, ora felspatico, e ora granatico. Presso il lago sopra il vallouc dctlo ili Coml/oe spunla a fior di terra una roccia ricehissima di andibolo ultinolo: essa s insinua tra i quarziti in tnodo tale da far credere che sia causa del disseslo dei loro strati. Le quali cose ritengono grandissima analogia con quello , che osservo il Bevtviomt al colic tin i'hardonc.t (t). Un fatto della slessa natura attira I atl.enz.ione di chi discende dal |)iccolo S. Bernardo alia Thuilc, cssendo a un rerto punto di quella via il quar/.ile cambiato in una roccia talco- amlihnlica. I\i rinvrimi pczzi angolati di serpentina che vdglionq iimtv qual prova drll'csislenza di questa roccia in quci contorni , ciocche si devc. pure ar.gOinentu.re dalla natura delle altorazioni del quarzite. Nella catena al N. di quella ove si alza la punta delta Bee de nana, il quarzite varia d"as|>etto da uno strato all' altro , e secondo le roccie. che gli sono in prossimita. Dalla valle del Butticr . passando in quella di S. Barthi.'leinv pel colle MonUtgnuia , nel tragitto si ha occasione di vedere avverarsi quanlo veniamo di dire , iinperocche entrando nella prima di esse valli siticonti-a il calcare dolomizzato, che va nascondersi sotto il quarzite felspatico piegato a guisa di mezza-luna presso \ alpellina. Oltre- passato il villaggio si raggiunge un nuovo sislema di roccie, I monti soik. composti di sieniie Mi ■alitieala traUO' tralto attraversat* do grossisslmi filoni di granito , a dicitta e a nianca dei quali ne porlauo di quelli uieno gross i . e da questi si staccano vene, in guisa che risaleodo quella valle * I) V .Innalet iltt seicilirt nulttrtltcs , Ton. iS. paij. .(*'# « MtviMMft classikicazione dei tehrim stuatificati bcc. oia si ha >oll'occhio il gianilo, ora la sienite , e poi di nuovo il granilo, e pt'i ancora la sienite, la quale talxolla conliene mica, ed arriva , che la roccia per l'abbondan/a di qucslu soslanza, e la S|tari/.ioni' del fel- spato si liova convcrtita in niicascisto ainlibolico. Avverto qucsti parti- eolari perohe meglio cinerga, che si traMa di sienite metamorfosata inferiore alia gran massa raleare, posciache in quclla stessa vallc, sotto e sopra Biona vi sono lunghi c grossi niassi ellittici di cotesla soslanza crislallina ap- plicati conlro la roccia sienitica. Salcndo al colle di Moniagnaia il calcare si moslra su piu ampia estensione , ed lia su di se il quarzite ora in grossi banclii , ed ora scisloso ricco di talco. Presso S. Barthclemy il quanta k canibialo nello sleaseislo (scisto xerde di Studer), ed il sot- lostante calcare di\u-iic niagnesiaco , ma la vicino sorge in grande eopia la serpentina a rendcrc ragione di questa aorta di metamorfismo. Alia nianicra con rui ho parlato del lerreno antraciloso supcriore si potreobe credere, che sia unicamente costituito ili roccie detriliche, pod- 'linghe e quarzile ; come dalla descrizione che feci delta gran massa calcare , si |)otrebbe shnilutcntc credere , che non raechiuda in se roccia elerogenca. Duvcva allcncrini a citare le roccie principali di ciascun gruppo, r eosi feci, ma il falto e, che con esse ne slanno eongiunte delle altre. Col quarzile e colla pnddinga si trova calcare scisloso, e scisli mrtamor- losati ; e col calcare scisli di varia specie, insomma a parte lo slalo di lmlamorfismo, allviuicnli le cose da questa parte delle Alpi per quelle- die risguarda i scdiinenti giurassiei stanno generalmente come nella Savoia. CALCARE DEGLl ILTIMI TEMPI DEIL' EP0€A GIIRASSICA ini>pretenlante gti strati del calcare di Portland, le aryille di Kimmeriijde, ecc). Avvertimtno , che i conglomerali osfordiani neilAlla Sax oia, ossia nel tratlo tra la catena primitiva ehe atlra\ersa quel paese , e quclla , che lo separa hmnediatainrnte dal Picmonte , avvertimino , dico , ehe sono scoperti dei sedimenti ullcrioniicntc formalisi in (piella niedesiina e|>oea giurassica, saho qualehe ristrettissiina rcgionc posla in prossimila del- I'estremo ciglione della seconda delle due sovra nominate calcnc. DKI. PROF. I AV. A. SISMOIKDA JO|| Non e la stessa cosa mile Alpi acquapendeuti verso la pianura del Picmoiite , prrche quivi soventc sui sedimenti rappresentanti il periodo osibrdiano giace una grossa massa calcare associala a scisti. Dove il t'atto si moslra su ampia scala e dislinto, si e nelle Alpi Cozie , nelle Alpi niaritlmic <■ oegli Apcnnini. Nelle Alpi inarittime le roccie di questo tempo si trallengono gtof Tulmcnlc verso la vetta de' uionti posti all'ori- gine delle valli , da cui la notninata oaten e profondarncnte solcata. La principalu roccia e il calcare , il quale carabia da un luogo all'altro di strutlura, di colore, e di purezza : dove e laminare , dove granoso, e dove con frattura ceroide ; dove e bruno, dove bigio-scuro, e dove bianco sporco ; dove e ouiogeneo, e dove con corpi estranci spesso con appa- renza di essere rcsli organici. La massa calcare in qiiestionc , che corona i monli allorno il colic della lib , il uionte Tabor ed allri monti similmente attcnenti alia gio- gaia ove nasce la Dora Riparia , pub dividersi in tre variety. Al colle della lib domiua il calcare crislallino bigio sporco, i cui strati sono gra- dalamente assottigliati nel verso del basso in alto. I meno spessi , ossia (juelli verso la superlicic conlcngotio arnioni allungati diselce, consimile al selec pinunaco. Al monle Tabor dilferisce mineralogicamente da questo per essere bruno-scuro, venalo di giallo, e per contenere corpi cilindrici. lunglii , torti , e simihucntc calcari , i quali somigliano modelli di corpi organici. Tulle e due le variela di calcare descriltc , sono congiunlc nei inouli all'origine delle valli della \ raita , e della Macra. La varieta nera soggiacc alia bigia , la quale quivi non contiene gli arnioni selciosi. I monti a settentrione di Sambuco nclla valle della Si. lira hanno la vctla, e parte del dorso fatto di calcare cristallino , ncro venato di giallo , con corpi ci- lindrici , come quello del monte Tabor. Alia Baricate, in quella medesima valle, hav\i il calcare bigio cogli arnioni selciosi. Si ritrova al colle della Mula aperlo nc' monti che valica chi , da S. Dalmazzo il Salvatico nclla valle della Tinea, si rcca alYslrcfie in quella di Barcellonetta; quivi peril e granoso, bigio-cenerino, e rinserra un' infinita di cilindrctti, e di squa- nieUe con piccolissimo foro centrale , che gli addita avanzi di corpi or- ganici. II gruppo di inonti , ove nascono le valli della Vermanagna, del I'i'sio . dell Kllcro , del Tauaro, della Roia, ecc. , e forse il luogo, dove il calcare di questo tempo e inaggionnenle sviluppalo. Un accurato studio delle prinripali varieta della roccia, del loro ordinamenlo, come anchc della loro giacitura puossi facihnente fare percorrendo la valle del Pesio, e di li i o CLASS1FICA.JUMJB dei jiinnr.M stiutikicvti ecc. I.i valicando a Lhnone in quella ili Yermanagna pel colic dello dclla 1'ianii. Tra S. Bartolomeo e la Cerlosa , ma piu \ieino a qucslo anlico comento (lie noil a quel villaggio , chi risalc la \allc seguilando la grande slrada. Lrova a sua deslra una cascina , e la presso giacc un calcare scisloso . bruno-scuro con frallura cerosa, chc si direbbe caduto ilall' cstrcnio ci- glionc dellr catcne latcrali , lanlo egli giunge inawerlilo, cd inaspctlato. Da cio chc stiaino per dire si coniprcudcra , che quesla varirta ili eal- rarc deve spcllarc alia parte supcriore. dclla massa cui giudichiaino abbia da appaxtenere. Seguilando la via per fare il passaggio sopra indicalo si giunge alia regione della Vavcarino , ove il calcare premie davvero un eonsiderevole sviluppo , e dove la sua soprapposizione allc roccie < let li - lielie si presenla cosi nella e cliiara , clie nessuno puo rivoearla in dubbio. Gli slrali inunedialanienlc posli sulle suddelle roccie sono crislal- lini, e di una piulloslo ragguardevole grossezza. ffi sla sopra la varieta una con rare vene gialle , couLcnenle i gia uienzionati corpi cilindrici lunghi su se ripicgali; la copre una variela di calcare crislallino nero con arnioni calcare-selciosi ; su queslo sla un calcare bianco sporco con li altura ceroide , abbenche di slrullura cristallina come svela la lenle ; cliiude la serie un calcare scisloso idenlico a quello cilalo in fondo dclla valle presso la Cerlosa. Tulle queslc va'.iela di calcare ai ri\ano nil vallone di Armellino , che dal cilalo colic riesce a Liuione, rilenendo dove non e curvalo a guisa di grande arco , I inclinazionc S. in" O. ,. esseildo lal- \olla gli slrali curvali a guisa di volla. QuesLo accidente mi parve alli'tlare solamcntc gli slrali piu supcrficiali, quclli cioe superiori alia \ariet;i con arnioni calcare-selciosi. ic. qui debbo ossein are, clie gli slrali di calcare non sono tulti ogualmcnle rieehi di arnioni di codesta nalura, la quul cosa e stata da rue riconosciuta utile Alpi dappcrlutto, ove esisle sillalto calcare. Discendendo a Limone si risconlrano ancora It. roccie detritiohe coi loro scisli. Siccome prima , e dopo di esse in c il calcare , perlanlo quelle si direbbero intercalate a questo; nienlee in realta sono le stcsse .roccie , che sul pend'io opposto si vedono sollo.il calcare: Quesla anormale po- sizione proviene dall'essersi cola opcrala luia profonda rottuin con sposla- meiilo verlicale delle roccie, come si scopre consullando la giacitura del calcare , il quale , da una parte della frallura, la piu alta, copre le roccie delritiche, e dall'allra , la bassa, pare innollraisi sotto, ma in realta cessa conlro di esse. Le roccie detrilichc, ed il calcare Ibrmajio la inaggior parte dci monli DEI. PnCU. (A\. A. SISMONDA 3 1 I ilolla \ arnoanacoa. Quelli tea Limonc e il oolle di Tcnda sono da ambe le parti ilrlla \allc copcrii fin presso I'estremo ciglione di sedimenti del- I epoca niiniiuulilicu , i qaali senza i iitimuuiliti cnnti iiuti ill nnmcro gran- dissimo in -gli strati piu inferiori , si confondi rebbero pW ccrto con quelli Wttoafcanti di inaggiorc anlicliila slanle il grado avanzalo di altcrazione in cui sono. II grnppo nammulilico e separato dalle roecic di eta pia ii'inota da an congloini ralo quarzoso parlirolare. Su questo viene il calcarr argilloso coi nnmmalili ; e poi via via succedono con online alternantc scisti argillosi, psaimnili , inacigno e calcare argilloso. Conic abbiamo accennalo la inassa calcare inframiminnlilica , sccondo i KUOi carattcri mincralogici e di\isibile in parccchic variela. Ora trallasi di dccidcrc se ra|ipresentano un anico periodo geologico. Sono stato di questo sentinienlo per mollo tempo, come risalta nelle mie anteriori Me- inoiie, poiche dove parlo di esse, ed in generate delle allre roccie giacenti Ira i conglomerate osfordiani ed i sedimenti nammalitici, le dico semprc degli altimi tempi dell' epoca giarassica , ed in consegaenza lc metto in oompleaso Ira i rappvesenlanti i sedimenti di Kemmerigde , e di Portland '. Ulleriori ricerche mi fecero concepire dabbii sa qnella mia classificazionc. e lienor in pension) , die le variela di calcare, di cai ho fin' ora tenutn discorso inclasiiamente a qnella contcnenle gli arnioni calcare-selciosi , o mcramenle selciosi, spellino realmenlc all' epoca , ed al periodo, a cni da molto tempo credctii doverli riferire ; ma rispctto alle due variela Mpra arccniiale, il calcare bianco, e il bigio scistoso con fratlura ceroide, in inclino crederle deirepoca ei-elacea. Cio assciisco conic una sempliec opinionc vcnnluini in mcnlc dal vederc come [>er inolte particolarita mi- ncralogichc , qucsli calcari din'rrisenno dalle variela soltoslanli, mentrc si awiciuauo ai sedimenti nummnlilici delle monlagne di Tanarello , e di Tcnda. l'rescindo dal dire di piu , riconoscendo csserc ora immalarn ogni qualsiasi. giudizio a cjacslo [iroposito, il quale deve essere precedalo da an parlieolari/.zato e ininnto studio di quelle conlradc; e forse la qae- stione mm si potra lutla\ia risoUere, qaaloia la sortc non eondncesse a scoprirvi iossili. sbiioloiq eon eJi Inclinai sempre a credere, elie i terreni delle Al|)i e degli Apennini Liguri si estendcsscrri nella \ic'ma Toscana. Ad erigerc qaesto mio pen- samento in verita, bisognnva trovare nei terreni anticlii di qucsla provincia ilaliana fossili come nelle Alpi. Non disperai mai die si farebbe ana si- mile seopiTta tanlo piu. die lc riccirlie inlraprese dal (JriDOM nei monli 3ia CI.ASSIFICAZIONE DEI TERREJJI STRATIFICATI ECC. al golfo della Spezia avevano avuto un csito felicissimo. E difatti non sperai invano perche non inolto dopo il successo favorevolc , ch'ebbero le inic indagini nei inonli della Savoia, e in quelli della valle della Stura il distintissimo Prof. Cavaliere Paolo Savi, ed il cliiar.'"" Prof. Meheghirj annunziavano la scopcrla da essi falta, di fossili nei monti della Toscana. Ora tutle queste scoperLe colliinano al medcsimo fine , a dire cioe che Dei due paesi esistono i mcdcsinii terreni anlichi , conic si conghiet- turava prima della scoperta dei fossili per causa della natura delle roccie, e della loro slratificazione (i). SIL METAMORFISMO DELLE ROCCIE. Noi avvertimmo una graude differenza tra le roccie delle due parti delle Alpi. Negli anni addietro non se ne sarebbe potuto dare una sod- disfacente spiegazione. Ora che si conoscc meglio la costituzione del globo, che la medesima roccia si segui su spazio estesissimo, che si notarono le sue graduate mulazioni, com' esse procedono, e lc circostanze che le ac- compagnano , ora quella differenza con ragione s' attribuisce alle roccie plutoniche, e ai filoni sieno, o no metallici. L'agenle principale e indu- bitatamente stato il calorico irradiato da quelle masse; ma secondo noi esso non fxi solo , fu coadiuvalo daU'eleltricita , in quel rinnovarsi di scon- volgimenti terrestri falta piu copiosa del solito per causa delle reazioni chimiche che necessariamente nacquero tra le roccie plutoniche, e le se- dimentose. Non mi farebbe maraviglia , che taluno a tutta prima credesse. eh'io risguardi l'elettricita effetto e causa del melamorfismo. Credo necessario (1) I! distintissimo Cavaliere Trofcssorc Paolo Sam aggiunsc alia traduzione fatta da lui , e dal chiarissimo Professorc Menegiiim, della Memoria del MurtCHisON sulle Alpi, sugli Apcnnini o sui Carpazi , a^giunse dico un' appeadice dove riassume con conci&mne , oi'dine e chiarezza il conle- nuto nolle varie sue Memorie sulla composizione, e sull'eta del suolo Toscano. Conlronlando cid -In' narra sulla parte antica di esso suolo, con quanto nei corso di parccchi anni siamo venuli tratto (ratio dicendo sulle Alpi, e sugli Apennini 1'iemonlrsi, sara inipossibilu non riconoscere che nei due paesi esistono i medesiini Icrreni, c nei mcde^inio stato, od a un diprcsso. Mentrc mi trovo pienamentc d'accordo col Geologo Toscano pei falti generali , nei particolari esistono tra noi -lue alcune disrrepanze, le quali non sono pero di nnturn tale da esercitare una essenzialc influenza sullo nostre concliuioni. DF.I. PROF. CAY". A. SISMONDA J I .i dare al mio concetto maggiorc schiarhnento, onde evitarmi la Kaccia d'aulore di paradossi , o di qualclic cosa che gli somigli. Rcsla provalo daH'csperieir/.a , che si svolge elcllricila col conlatto di due soslanzc etcrogence atle ad agire Puna sull' alti-a , o che diventano tali coll'aggiimta di un lerzo corpo. La terra composta come di strati di ualiira diversa , soprapposti gli uni agli altri , fra cui circolano fluidi capaci di suscitare, e mantenere viva una reazione chiniica , vuole es- m'iv coiisiilcrata come una pila vollaica , e sorgente perenne di elet- tririta. Ma questa sua facolta di emetteri lluido elettrico si sara accre- sciuta di molto nell' occasionc dei sollevaincnti per causa della pronta . <■ viva reazione tra le sostan/.e , che arrivavano alia superficie terrrstn- . v quelle, che questa superficie eostituivano. ^ oglio supporrc, che l'elel- tricita fosse passive al luogo ove scaturiva , ma certo non si puo fan- Uguale supposizione , dopo che avesse corso un piccolo tragi tto ; doveva i'unzionarc siccome richiede la sua natui-a ; separare cioe sostanze unite . e riunirnc lc separate; promuovere volatilizzazioni , e riduzioni; dove\a divenirc un principio attivo ; doveva Lnsomma essere causa di .un meta- morfismo paiiicolare , scmpliccmcntc afline con quello , che riconosce la sua origine dal calorico irradiato dalle roccie plutoniche. Cio posto il rue- lainorfisino e uno di q\iei fenouieni conlinui. Noi lo crediamo tale ; ma crediamo altresl. che vi sieno stali periodi in cui procedette con grandt- attivita , ed altri in canibio durante i quali operossi lentamenle. Ora sarebbe in quest ultima condizione. Le roccie alio stato che suole giudicarsi essere il piu alto grado di lnetamorfisino cui possono raggiungere, dovrebbero , in conseguenza id <|uanto veniamo di dire, unicamentc incontrarsi dove 1" azione chimica t stata piu viva, cioe presso le roccie plutoniche. E difatto attorno le roccie di questa origine , ove il fenomeno si presenta in tutta la sua grandezza. Nelle Alpi , dove io lo sludiai , avviene pero anche di rinvenire roccie fortemcnle melamorfosate , senza che sia dato di scorgere nelle vicinanzi quelle di eruzione. In questi casi pero io notai sempre il suolo con gib- bosita ed altri disordini meccanici, che per me sono indizii di un solle- vameoto senza eruzione, o rottura, eioe di una forte tuinefazione interna lUlla roccia plntonica, per cui essa arrivo ad essere cosi vicina alia su- perficie terrestre da agirvi sopra , e cambiarne la natura. Noi parlammo fin qui del metamorfismo come fosse opera esclnsi\a del calorico, e deH'clettrico. Ora dobbiamo aggiungere, che vi sono molu Serie II. Tom. XII. w >I J CLASSIFICAZ10NE DEI TERRENI STRATIFICATI ECC. roccic, le quali clevono qucsto loro stato all'essersi combinale con sostanze emanate dalle viscere terrestri in un colic roccic plutoniche. La qual cosa, per i molti studi die si faiino sullc roccic, c per quelli che si proseguono con altivila sui filoni, viene ogni giorno ad essere posla in maggiore I'vidcnza. Noi non conosciamo , ne possiamo farci un: idea nctla c precisa di quelle reazioni, pcrche ignoriamo le circoslanze in cui si compirono. Ma dobbiamo persuaderci che furono regolate da quelle mcdesime leggi, che governano le operazioni di simile Datura, che ellelluiaino nei nostri la- boratorii. Pertanto cib, che al mio giudizio, esercitb un' influenza gran- dissiuia sid risultamento finale di esse, e stata la Datura di iluidita posscduta dalle sostauze insieme reagenti. Del che resteremo convinti, se consideriamo come agirebbe la silice unita al fluorio su un mescuglio composto di varic sostanze ten'ose , e come vi agirebbe sotto l'azione di un' elevata temperatura sciolta nel vapore acquoso mediante un alcali , come sta nelle accpie zampillanti del Geyser : consideriamo quali prodotti somministrerebbe la magnesia sciolta nel calorico, e quali altri invece da- rebbe in parila di circostanze, sciolta, oppure semplicemente divisa in un fluido , che non sia il calorico. Insomnia concludiamo, che un corpo, il quale abbia la fluidita simile a quella dci gassi produrra, combinandosi con determinate sostanze, composti ditTerenti da quelli, che formerebbe qualora la sua fluidita fosse identica con quella del vapore, oppure fosse semplicemente alio stato di divisione grandissima in un fluido. Le sostanze emanate avranno funzionato nellc combinazioni ora conic acido, e ora come base, e pub anche essere, che sieno state divise in maniera da rappresentare tutti e due questi elementi delTazione chimica. Ma comunque sia avvenuto il fatto, sara pur sempre vero, che nel caso in cui sia loro toccato rappresentare mi acido, venendo esso a soprabbondare per rispetto alia capacita neutralizzante delle basi , ne sara allora risultato una roccia acida ; questa poi sara riuscita basica , o neutra, allorquando il principio salificante sara stato deficiente, oppure nella giusta propor- /.ione per saturare il potere sahficabile rappresentato nei sedimenli. Sara iiccaduto precisamente Topposto di cib , che qui supponiamo, se le so- stanze volalilizzate , invece di avere le qualita proprie agli acidi, rile- nessero quelle , che carattcrizzano le basi. Oltre a (picsti casi ve ne suoccsse un allro , che e stato quello, in cui la materia sublimata ecce- dette la (piantila voluta a formarc le accennate specie di roccie ; allora DEL PROF. CAV. A. SIsMONDA jl'i la parte soprabbondante cristallizzo isolata nella roccia medesima , o si conccntro ncgli sgonfi, o cavita esistenli per essa. Cos'i sovente si rinvengono nella dolomite cristalli di carbonato di magnesia puro. Parimcnte attomo il ferro ossidolato eruttivo le roccie melamorfosate sogliono per l'ordinario racchiudere numcrosissimi cristallini ottacdriri di questo mincrale. So be- nissimo, che taluno vedrebbe in essi la concentrazione del ferro contenuto nella roccia prima della sua metamorfosi. Ma quando il fatto avviene dove la stessa sostanza irrupppe in copia grandissima, come per l'appunto ac- eadde nei monti di Cogne , di Traversella , di Urozzo , ccc. , pare a me, che il ragionare in simile guisa, sia un volerc andare in cerca di pretesti. onde negare , che colic cruzioni delle roccie plutoniche , e dei fdoni vi sieno state emanazioni di sostanze fluide. Ricusando di ammettcre emana- zioni di codesta sorta , in quale stato , domando io , sorsero le diverse sostanze cristallizzate negli sgonfi delle roccie plutoniche: alio stato liquido forse ! Ci dice I'opposto la somma loro fusibilita, anzi la facilila a vola- tilizzarsi , per cui molte di quelle sostanze doveltero possedere quest' ul- timo stato ad una temperatura , che non bastava a far raramollire i fdoni ove sono imprigionati , i quali al momento dell' eruzione avevano per Io meno la consistenza vischiosa , altrimcnti non sarebbero penetrati nei piii niinuli meati , e nelle piu sottili fessure delle roccie. Similmente l'ipotesi che vorrebbe quelle sostanze in origine seinplicemenle liquide , meltercbbc in un grave imbarazzo per comprendere come abbiano potuto nascere gli aggruppamenti bizzarri di essi cristalli, che si compenetrano l'uno l'altro, e dove bene spesso si vedono quelli per loro natura apiri , ossia diffici- lissiini a liquefarsi , fasciarnc ed avvolgcrne di quelli fusibilissimi. Nelle masse di ferro eruttivo dei monti di Traversella , di Brozzo , ecc. , dove le riunioni de' cristalli di questa sorta sono comuni, e svariate, se ne rin- vengono di quelle con altre particolarita , per cui divengono non meno delle accennate accomodanti al caso nostro. E qui intendiamo di parlare dei cristalli di dolomite, e di quarzo, nei quali vi sono suoli di cristallini di ferro oligisto , di pirite, di siderite, ecc. Non possiamo concepire una simile riunione altrimenti, che ammettendo , che tutte le sostanze si tro- varono siinultaneamente alio stato vaporoso. Se poi riflelliamo alia loro distribuzione , ordinala per suoli, ed alia maniera con cui si avvicend:mi' i cristallini della stessa natura , bisogna conchiudere, che Parrivo, od ema- nazione di quel vapori succedctte con intcrmittenza irrcgolare. Tutte queste cose ricevono poi una solenne sanzione da cio , che capita nelle eruzioni 3l6 CLASS1FICAZI0BB DEI TER&BHI STRATIFICATI ECC. rulcaniche , perche in quelle occasion! vengono fuori oello stosso mentir sostanze vischiose , gassi tli varia natura, vapore acquoso e di alUre so- stanze tcnenti in soluzione matcric saline, e in fine queste diverse manicre ili sostanze fluide servono tli veieolo ail altre sojide in uno stato di tli \ i - sione grandissima, insomnia i vulcani ci forniscono falti, olio giuslificano pienamente i oostri ragionamenti. e clic coinprovano le nostrc deduzioni colle quali per ultimo si viene a dichiarare clie nolle profondila tcrreslri esiste mi laboratorio dove si coinpiono i pin curiosi, e i pin inlercssanli fenoineni eliimici. Per toccare tutti i punti deUargomento di cui osammo dare on breve eenno, bisognerebbe indicare la parte, ehe puossi ragioncvolmcnle sujv- porre abbia avuta oiascuna sostanza in particolare nel metainorfismo. Cio nscirebbe dai Ihniti , chc ci sono impost] dallo scopo della pcesente Me- moria , seppure non gli abbiamo gia ollrepassati con quel tanlo , clie credemma di dovrr dire, onde dimostrare clie il inelamorfismo riconosce piu di una originc (i). Cerchiamo ora di penetxare la causa dclle diilerenze mineralogiche Ira le roccie sedimentose dellc due parti delle Alpi. Poiche , come abbiamo detto, le unc e le altre sono conlemporanee cd insieme confinanti , egli e probabile clie siansi formate nellc medesime condizioni, e sollo le nie- desime influenze. Laonde quelle loro diilerenze da altro non possono pro- cedere, se non dalle cause metamorfosanti, che agirono in diversa maniera nellc due con trade , oppure in una di esse, quella dove il metainorfismo m direbbe giunto a piii alto grado , cpiello cause fnrono piu vive , piu sovente rinnovalc , e piu durevoli. Questa c la nostra maniera di pensare, la quale Irova un Forte appoggip nella guisa con cui si sviluppa il inr- tamorfismo , e nella sproporzionata relazione tra le roccie pluloniclie d'ogni maniera nellc due parti della catena alpina. Difalli nella Savoia havvi la catena granilica , clie parte dal Monte-Bianco , e va in Francia passando pella Tarantasia, e pella Moriaua: havvi la Serpentina confinata ne' monli che scparano I Originc dclle due valli , quella dcH'Iscra e quella dell'Arc: havvi inollo gesso, e pooa dolomite; hannovi fdoni di galena, di ferro , ccc. Facendo la medesima generale rassegna nri nionti acqua- (I) V. Bealmokt, IVolc tur les emanations vplcaniquu, ct metallifires. liulltlm o d' Aorta , da dove si proteinic nella vallc della Sesia, e da qui in quella della Sesscra ; stanlcchc dappcrlullo dove le due roccie sono in contatlo ritengono ambedue rssenziali allerazioni di composizione, e di strullnra, e ne risullo un composto , il quale partecipa delle due roccie, che si sono iiisieme confuse. L'uliima delle due roccie ciettala e quella che promosse indnhilataincntc la reazione, e questa, da quanto appare, e stato il porfido, essendo csso in piu luoghi in filoni, che penetrano, e corrono pel granilo. Non mancano , ne sono scarsi nelle Alpi gli esempi di roccie plutoniche state moditieatc in questa guisa. Ne abbiamo tra gli altri luoghi ne' monli presso Biella, e precisamente a Graglia, cd al Favero. Tvi il melafire, roccia (1) V. Mcmorie dells R. Accadcmia dellc Scienzc di Torino, Serie II. Tom. IX. Noliiie e schia- rimcnli sulla coslituzionr delle Alpi l'iemonlesi 3 1 8 CI.ASSIFICAZIOXE DEI TERREM STRATIFICATI EC. reccntissima , attraversa la serpentina assai autica ridotla in uno stato particolare , essendo sensibilniente diminuita la sua dolcezza al tatto : ac(juist6 una tinta bruno-scura , e divenne fragile. Dal lato delle altera- tion! nierainente incccaniche faremo osservare , clie si opero un sistema di fessure, per cui su certi punti in luogo di conservare fapparenza di una inassa oniogenea, sembra una disordinata riunione di massi di ster- minala mole. Accadde per i liloni melallici e non mctallici, cio che awenne pelle roccie plutoniche : non sono tulti contemporanei , siccomc avverlono le loro direzioni , ne vanno tutti d'accordo coi principali sollevamenti del pacse ; quelli che se ne scostano , si collegano con uno , o con un altro dei grandi sollevamenti scoppiati in piu o meno lontane regioni. Questi rapidi e succinti cenni sulle roccie eruttive non hanno per line di far conoscere le singole specie, e varieta di esse esistenti nelle due contrade. II loro scopo e ristretto a dimostrare, che sono in maggior numero , e su piii ampio spazio nelle Alpi acquapendenti nella vallate del Po , che non in quelle della parte opposta. E siccome ammetliamo che abbiano avuta una parte molto attiva nel melamorfismo delle roccie sedimentose, cosi non deve recar meraviglia , se il fenomeno nella con- irada dove signoreggiano , si estende a piu vasta superficie, e sia in uno stato particolare, o come alcimi sogliono dire, piu profondo. L ordiue della Memoria ci porta a parlare dello stato e della tem- peratura originale delle roccie plutoniche. Noi non c' inoltreremo in cpiesta spinosa queslione, stata, del resto, trattata con molta dottrina dai signori Fournet , Di'rocher, Scheerer di Cristiania (i) ecc. Noi ci limitiamo a un semplice cenjio sul quesito, che ad ogni momento per la nalura dei fatti si presenta al viaggialore in certe regioni del nostro paese, ed e, se le roccie plutoniche possedettero sempre al loro arrivo alia superficie lerrestre una temperatura abbastanza elcvala da agire sensibilmente sui sedimenti nettuniaiii. Noi crediamo che si malgrado i fatti, che sembrano altestare il contrario. Tra questi citiamo la serpentina nella valle della Bormida , la quale e attorniata da sedunenli nummulitici, che faimo un angolo ragguardevole coll' orizzonte , senza essere menomamente alterati nella loro coslituzione. Accagionando la serpentina dello slogamento del (1) V. cosa riferisce il BeaCMONT ntl Bulletin da la Sociiti Giolvqiqut ile Frumr, deuxicme Urit, Tom. 4. pag. 468 el 1310 DEL 1'ROF. CAV. A. SISMOKDA 3lc) terreno nummulitico, dobbiamo , in ordinc ai principii fin qui predicati , convenire clic sbuccio ili terra con una temperatura ugualc, o poco su- periore a quella delfambienle atinosferico, con una temperatura insomma insuiUcicnle a promuovere una reazione tra i component dei scdiinenli da cui e coperta. II fatto e, die la serpentina preesisteva a quella forma- zione, come lo fanno chiaro i suoi ciottoli e franlumi in quei sedimenti, laonde non fu essa causa efliciente del loro sollevamenlo, ma parteoipo essa stessa della spinta per cui i sedimenti furono recati fuora dell'Oceano, ove si sono deposli ; da cosa cio sia awenuto non hassi a cercare cola , perclie non havvi aJtra traccia del fenomeno , che il dissesto meccanico degli strati. Noi abbiamo parlalo del metamorfismo sotto l'aspetto di fenomeno chimico. '\ i sono casi in cui l'azione chimica pare non vi abbia avuto parte , sebbene gli agenti promotori del fenomeno sieno stali il calorico e I'elctti'ico. E questi sono i casi di cristallizzazione delle roccie senza preventrva fusione, ne rammollimento, e senza nessuna sorta di cambia- mento allencnte alia loro composizione, casi per molti rispetti paragonabili all'altcrazione, che succede nella slruttura del ferro dolce mediante forli scosse, o celeri vibrazioni, o prolungate rapide variazioni di temperatura : e allc argille di ogni maniera coll'esposizione ad una temperatura non elevata al punto da delerminarne la fusione, ne il rammollimento. Ab- biamo nelle Alpi, e negli Apennini quarzite , macigno , calcare e scisii argillosi con strullura cristallina, o metamorfosati in seguito al procedi- menlo che veniamo di accennare , imperocchc riteiigono una compage , che si rilcva essere l'originale, e contengono fossili divenuti essi pure cri- slailini senza perdcrc la configuiazione propria, ne nessuna di quelle de- licate parti che aiutano il Paleontologo a riconoscerne la specie. Qual paite ciascuno dei due succitali agenti abbia avuto al fenomeno, non si puo indovinare. II piu verosiinile si e che tutli e due abbiano concorso ;il suo compimento. Indicammo allrove l'eletlricita come causa precipua di fenomeni chimici. Ora la ricerchiamo per altri meramentc fisici. Potrebbe credeisi che noi riconosciamo a qucsto fluido ora un potere , ed ora un altro , secondo richiedc il bisogno, ed esige il fatto che si vuole risobere, mentre inpiuDO munutabili le qualitu dei corpi. Noi non sconosciamo questo principio , e crediamo di confermarlo col far concorrere relettricita alle due sorta di fenomeni , imperocche gli riteniamo come grado divei-so di un efibtte , 'JO CI.ASSIFICAZIONF. DF.l TK.RRENI STKATtFlCATI ECC. che muove dalla medeshna causa. Suppongasi nn quarzilc, ocl un calcaie sottoposto ad una correntc eletlrica. Due aono i risultameiili, chle mm puo attendere. Se I* correnle c forte abbas tunza da produrne la scoinposi/.ionc. una roccia si risolveia nc'suoi element! , e I' allra ne' suoi ooiii|n>iui ii I supponendole pure j se poi contengono sostanze eterogenec, allora si for - ineranno compost] di nuovo genere; ma se la correnle e debole, in quest n caso le due roccie acquisteranno la slruttura ciislallina , siccoine insegnano le cspcrienze instiluite dal sig. I'ncoi inr.i.. Nella galvano-plastira si !ia un bellissimo eserapio dei due fenomeni detenninali dall'elettricita per eui si scompone il solfato di ramc , e cristallizza il rame ridotto. Non ci eslcndiamo davantaggio sidle cause del inetaTnorfismo. Nel lasciare questo interessante argomento ricordiamo di nuovo , che lo stato [larticolare delle roccie nella parte meridionale delta catena alpina, dipende da che quivi e dove irruppero di preferenza le roccie plutoniche. GIACITIRA DELLE ROCCIE STRATIFICATE NELLA CATENA ALPINA. Le cose da noi narrate col proposito di dimostrare la contemporaneita delle roccie nelle due parti delle AApi , se mai non avessero soddisfatto, confidiamo, die saranno per coirvincere i fatti , che riferii'cau© ne| pmtbto capitolo. in) m e Dal Monte-Bianco si distacca una catena di gTanilojprologinH ehe at- traversa la T arankasia , la Moriana, e mette capo iu Francia, tenendo nel suo corso a un diprcsso la direzione ]N. 34° Ii. S. 34° O. Ii vestiitn dalle due parti di gneis, di micascislo , e di una specie di scislo felspalo-am- libolico , ch io ritengo essere un sedinienlo metamorfosato. (iiace'tjnefet' ul- timo sopra le due citate roccie, ed ha su di sc seisti argillosi , ardesie , del ten-eno antracitoso inferiore piu. alterato dell'ordinario, come cliiunque puo accerlarsene , visilando il monte solto S. Giovanni di Moriana, ove nei tempi addietro si scavava ivn hi one di galena argentifera, stato1 poscia abbandonalo per causa della sua poverta. I terreni antraeitosi attorniano il Monte-Bianco. Sotto Beaufort, e piu. precisamentc in prossimita di Alberl-\ die , coprono il solo dorso della catena primitiva prospiciente a levanle, e continuano ad essere cost su tutto il territorio della Savoia. L'inclinazione si mantiene costanle all'E. 34 S. Alia distan/.a di i5 chilom.' DEL PROF. CAV. A. SISMOXDA 3a I i irca (lul lalo di levante si volge tutto ad un tratto in verso opposto , cosicche le roccie sono piegatc a guisa di una grand* U colle due. branelie volte in alio, di cui una poggia sulla catena grauito-prologinica , die ha la radice nel colosso del Monte-Bianco; I'allra farina il dorso delle giogaic su cui si dividono le aequo, che eolano da una parte in Pienionte, e dal- I'allra nclla Savoia ( I ). V. Tav. 3. lig. I. Con tmo studio coniparalivo delle roccie stralifieale nelle due catene. cioe di quella , che dal Monte-Bianco si estende in Franeia eolla direzione sopracoennala , e dcll'altra, che passa a levante del Monte-Bianco, e pro- segue pel piccolo S. Bernardo, pelf Iserano, pel Monte-Cenisio , pel Montc- (i'mevra, e continua ollre il Monle-Yiso, uno si persuade, facendo ben iiilcso la debila parte al cliverso grado di melamorfosi in cui si trovano. che nascono dai inedesimi sediinenli. Sulla prima delle due catene succe- dono alle roccie eristalline le ardesie, i quarziti, e poi continnando a risalire vengono il calcare crislallino in grossi banehi , il gesso, infine vengono i conglomerati, nuovi quarziti , psammili e ardesia. Sulla se- eonda vi sono ancora le medesime roccie, distribuite col inedesimo 01- dine, le quali, da quelle cime, si distendono ai monti della vallala del Po , ma generalinentc quivi sono in un allro stato , e come suol dirsi , sono maggiormente alterate; cosi iu luogo d'ardesie, vi sono scisti lucenli, che su cerli punti diventano scisti micacei : il calcare e saccaroide o la- mellare spesso inutato in dolomite, od in gesso: i conglomerati hanno il cemento taleoso, o quarzoso , ma in tul.ti e due i casi la struttura e maggiornienle cristallina di quella delle medesime roccie sulla catena, che gli sla in t'necia : i quarziti sembrano non di rado al quarzo in massa ; le psauuiiili sono trasinutate nello gneis partioolare , di cui fu questione nei preoedenli capiloli. Ouesii cauibiaraenli si compiono gradatamente, ed i diversi stati per cui ciascuna roccia passa prima di giungere alia maggiore sua alterazione. sono di grandissimo soccorso a scopvire le verita , che con siniili sludi HBO intende rinlrncciarc. Sul dorso occidenlale della catena granito-prologinica vi slanno roccie di tullaltia epoca. Sono grossi banclii tU calcare crislallino solto cui . [1) .N.m leniamo conlo ,dei parziall cambiamenti A' inclinaziune delle roccie, nou richiedeodolo la queslionc , che qui Iralliamo. Essi sono iodicnli nelle preccdenti imslre Mcnmric snlle Alpi , il eui scopn era pur am be di Car conoscere il coinpticalo loro dlSordilM Serie II. Tom. XII. rr 3aa ci.assificazione df.i tehrem stratificati ecc. in qualche regione , appariscono strati di argille piu o meno indurite. Queste roccic contcngono fossili non ptii anliclii del lerrcno osfordiano superiore , e raramente avviene di trovarnc del terreno oolilico superiore. Gome sia. the mane hi da un lalo della catena la parte superiore del ter- reno osfordiano , e die dall'altra non si veda la parte inferiore di esso terreno, io non saprci dirlo: forse che passava per cola una corrente sottomarina, la quale anziche perniettere nuovi sedimenti rodeva, e con- sumava i preesistenti ; forse che la gia citata rottura nel verso della catena con ineguale sposlamcnto delle roccie dalle due bande di essa (faille ) , capito subilo dopo il sediment o del terreno antracitoso superiore, per cui gran parte di qucsto emergeva, mentre attorno attorno si deponeva il complemcnlo di esso terreno. Se volessi continuare a fare delle supposi- zioni non la finirei cosi presto , ma non avanzerebbe per queslo la que- slione. Noi abbiamo narrato il fatto tal quale e ; la soluzione verfa quando si conosca nieglio la corleccia terrestre , e le vicende a cui ando soggetta. Se si aecettano le divisioni del terreno antracitoso da noi proposte, se parimenle si accetta l'opinione cmessa sull'eta loro, nessuno vi sara, il quale non convenga con noi in quest'altra sentenza, che le roccie an- tracitosc superiori corrispondino ai primi tempi del periodo osfordiano in cui a preferenza di altre roccic si deposero generalmente argille, e roc- cie argillose di vario genere. iTI MA. v;l CONS1DERAZIONI SUL SOLLEVAMENTO DEIXA SERPENTINA , E SUL TERRENO OILUVIALE. Da quanlo siamo venuti aceennando si scorgc , che il sollevamcnlo della serpentina e anleriorc ai sedimenti della formazione tcrziaria. Ora a»»iunsiamo , che all'epoca della sua eruzionc le roccie sliatilicalc nellc or? r i \li>i crano prccisamentc alio stalo metamorfosato , in cui noi le vediamo, essendo appunto in siffatla condizione, che qui da noi esistono i loro ciottoli nei terreni mumnulilico (i), c mioccno.. Non voglio togliere alia (I) Lc collinc tra la vallc del Tanaro c gli Apcnnini furono Cn rjui indislinlamcnle coosiderjl* DEI. PROF. CAV. A. SISMONDA 3a3 serpentina ogni influenza nel sollcvamcnto delle Alpi occidentali, negando. che ne sia arrivata in qucH'occasione alia supcriicic tcrrestre , voglio piui- toslo difendere cio, che dissi altrove, che vi fu uu'criizionc di serpentina prima deiravvenimento a cui e dovuta leinersione del piu antico dei no- sti'i terreni terziarii. del periodo mioceno copcrto qua e la di scdimenti plioceni. Noi soguiuimo qucsta classificazione Ma alcuni fossili di quelle regioni porvcDutici sott'occhio, svegliarono in noi dei dubbi , per cui divisammo far\i nuovo ricerchc. Per illuminarci dotnandavaiuo a lutte le persone islrulle , le quali per ragionc delle loro occupazioni avessero a faro frequenli corse per esse , se roai cono- sccssero localilii, ovc s' incontrasscro reliquie di corpi organic!. II reverendo D. Giovanni Domenico Soaye, Parroco aGrognardo, fu uno di quelli ch'cbbi l"onorc d' interpellare. Da lui seppi , che esistevano a poca distanza di la alcune colline composlc quasi esclusivameute di corpicciuoli circolari, die ehiamo lenticchie. Penelrai cosa polessero essere codesle Unlicchic j pertanlo lo pregai a volormi condurre sul poslo. Con molta cortesia , e gentilezza si arrese alia mia pregbicra , per cui qui glie ne rendo infinite grazie, come pure al Cavaliore Be- nedetto Inch*, il quale m'accompagno in quclla cscursionc col fine di facilitarmi le riccrcbe , ed indicarmi il luogo preciso, ovo lui slesso ha preso alcuni fossili, che furono quclli , che m'ave- vano svegliala 1'idca, che que' sedimenti posseggono uu'eta maggiorc di quclla assegnatagli per lo passalo. In breve tempo arrivammo alia regiono delta l-'erazza, e quivi rimasi meravigliato di Irovare un macigno piu ricco forse di Nuiumuliti, che di grani di arena. Ecco com' c il giaei- mento delle roccio , progrcdendo da basso in alto. 1.° Coprc immcdialamentc la serpentina, oppurc roccie stratificate metamorfosale, un conglo- meralo composto di grossi ciottoli , c di massi tra qoali soprabbondano quelli di serpentina. Su qucsto sta una poddinga delta medesima natura frammista a strati di argilla sabbiosa e ghiaiosa , nei quali a Grognardo, a Ponzonc , a Cadibona, ecc. , giace il lignite peciforme, in cui si rinven- gono avanzi di Antracoterio. 2." Coprc la precedente seric di roccie il macigno con Nummnliti , e con Pcltini. Ora quesli fossili enratterizzano essi il vcro lerreno nummulitico preteso da alcuni coceno, o da altri degli ultimi tempi del periodo crctaceo? Senza prctcsa di ontrare nella qucstione notlamo, che se- condo quaiito c i snggcriscono i fossili , esso c coevo al terrcno di qnesta natnra del contado di Nizza. 3." Fliposano sul macigno nuiumulilico nnmerosissimi strati di argilla alquanto Sabbiosa . o como alcuni la chiamcrebbero di molassa. Contienc alcuni fossili, e questi del periodo num- mulitico. 4." Sulla molassa sta un macigno assai solido, qua e la scavato coma pielra da costruzione. Abbondano in esso pcttini , c ciilndri ramificati, in cui si scorge il modcllo di un vegetalc. 5.° Presso le Icrme d'Acqui , cd a Ponzone risiede tra il macigno un calcare grossolano , bianco sporco con pcttini , ed alcuni degli altri fossili che si trovano medesimamente nellc roccie sotlo, e sopra lui. Perche la narrazionc abbia la magpiore possibile precisionc , convicne avverlire , che il ma- cigno , c la molassa non sono semprc dislinli 1' uno dall'altra come per avvenlura si potrebbe credere , essendoche nei punti di conlatto si fondono , e si mescolano insieme, e non <• che dopo parecihi strati falti a qucsta maniora , che la roccia prende un carattcre preciso e de- lermiiuilit Questc roccie nei contorni del Dcgo e delle Carcherc sono doviziose di fossili. II primo a ricer- carli e slato il benemerilo Profossorc Padre lcuiM , delle Scuolc pie. Egli obbe la compiacenz.i I.] CLASSI1 liA/.IO.vr. l>KI TEMHEV1 STRATIFICATI KCC. I'inisco (|iicsUi mia Mcinoriu con csporrc il inio awiso inlonio al Irricno alluviale , su mi rsrivilossi in qucsli ullimi tempi lo spirilo (Ir.'piu. dislinli ■ • „ Lyrena lirongmarti , Bast. • Pucoidcs Targwnii, Ad. Bnoi\r. ' Cardita Arduini , Al. Bromciv * Crassatclla Scutellaria , De.sh. ZoOfilL * ^e"us proserpinn , Al. Brongiv sulcata, .Nyst, Madrepora glabra , Goldf. Cythcrea Enjcinoidcs /' I.AM. • Mcandrina profunda , MicnELiK. " PI>«ladomya Puschii , Goldf. " AttTta astroites, Blainv. * Teredo Tfwuniali? Levm. • lobalo-rotundala , Mir.nELIN. Antophyllum dclrilum GaStOI'0|M)di. Cenwiipora cyathifonnis , Blainv • Lobojyhyllia coiiiortn, Mjcheun. * Dcntalium grand?, Desu. 1 Ftabcllum castatum , Bf.ll. " Ccrit/tium corriuvdpFae , Sow Turbiuolia praelonga , MrcH. * plicatum , Lam. ' exarata, Michelin margaritacvum , Btuier. * Cassidaria striata ? Sow. El'llillilli. " Cassis Calanlioaf Desii. Pleurolmna laiuphracta , Dm.*.' • KehtHolampat LauriUaidi, , Ai. ilommiTr — — ramosa, Bast. * —• — labiata , DEtin- cltab alia-/ a Ai'i'l.'ili. hums reticutatus, Bell, el Mum * Valuta harpula i I.\M. Oslrea gigantica , llinMur tewp i(I raiJifMBB a/I'ms , Bboti;. Is'Arcbiaci , Bell. \ — — dcpnupcrvla. Sow. t-iibtgv orbicularis. Sow. ■ I'lcroeeras radix , Al. BfeOKfg Spaudylui aspcrulus , MllMST t Aruillaria in/lala . Df.Mi rarispina f Desd. obtoltia, Bnor.r. Ptcteu Thorenli, 11 An. n * Cypraea inflata , LAMumun 01 lacvigatus , Gol.nF. I — anoijstoina^ DEMI. BurdigaUnsis f. Lam. Solatium snnplvj I HKoro Cliama subslriataf 1)1 Mi. * Aalica crassatina , De^b Pectunculus angustiinslatu* . l.v\i ' sigarctma , Lam. ' .lira hyanlula, I)Esn ' — — sptrata , 1)ESB. iii i. cra>f. <.w. \. msmonua 3a5 aliri in cainliio. osscrvando , che queslo leiTcno nelle \alli , ed al loro sbocco i n- 1 1 1 • pianurc e in cumuli con forme analogic a quelle (Idle Mo- riccic , dbe si cnsliluiscniio naluralmciitc ai lati e in fondo del ghiacciai , vogliono the sia un'a/.iom' idcntica, die lo abbia ingencrato. Adoltando 1'opinione, rhe i cumuli di terreiio diluviale sieno opera di ghiacciai, non s isfugge dal dover ammeUerc , che vi fu un'cpoca in rui tutla la SHJperficie terri-slre e stata copcrla da ghiaccio , od in aliri termini. One \i l'u un' cpoca ghiacciale, slanteche que cumuli non sono solamenlc coniinati nelle parti piii alio, e pin remote delle valli , ma discendono al loro .sbocco, arrivano mollo innanzi nelle pianurc, anzi coprono queslc ultimc , lo che e facile ad accerlare col confronlo delle roccie , che com- pongono codesti sedimenti ; se abbisognasse un'allra prova, faccio os- servare, che i massi sperperati di roccie diverse, erratici , che indistinta- * Scalana crispa, L\M. ., IN'Sfj " — dccussata? • TurritiHa iml„i,ataria . 0xyrhi„a Desr,rii Ac 1 q'^riplkat,, , Bast. Carcharodon megalodon * fncisa, Al. Bnosc.M " Mrlania costttfata , I.\M - — polygyus A'. B. — I.c specie sepnatc rl i aslcrisco sono „ • . ,. eoccniclie ; le allre spellano al pe- LllalOnvQI. rimlo miocenico: Ira le prime hav veno taluaa peril propria ai due * *<"<"'<" gtSffai *"«■ Perioui- Kcllc collino lungo la nu drslra rl.-l To, sorgono qua e la allraversa congloruerati, e molasse di vario geMUe, testate ill calcure dore nmogeneo , e do\c breccialo. Quello conlienc nnmerose im- pronlc di fuchi , e ipiesto in camhio dei IN'ummulili. Giudicando dappresso quanto ho osservaln nella valle della Bormida , io ioclirto a credere , che a queslo mcdeslmo lerreno nummulilico ■j rifcritca la maggior parte dei corqjrloriicrali di essa collina, c la molassa che pi ti approssima i so- [iranominati calcairi , nclln qualit ni trovann pur anche denti di Squalo dci generi qui sopra ci- tati , c Nautili induhitaramentc. nummulitici. Di quosti ne riusenni eaiandio nell'arcnaria a grana 6na , verdiccia , usenciata al calcare presso le terme d'Acqui. Cio posto il lerreno mioreno dimi- nuiscc mollo doll* sua grossezTa; inferiormente ciimincicrcbbc poco supra J?" strati coi fossili nurumulilici Irovali nella vnllc del Tiuaro . e finirehbc superiorrnente presfto i cnnglomcrali . che rivestuno il gesso II lerreno nummulilico nol haeinn del I'o passa al lerreno miocenico, c qnesto a quello po- sleriore , il pliocene, in nianiera graduata, e con transizioui cosi poco sensibili , che riesce diffi- cilissiroo il scgnare il limilc prociso a ciascun di cssi , anzi lo studio accurato delle loro roccie , «■ dei loro fossili lende a far conchiuderc , che lutli qucsli lerreni si formarono in mezzo a condi- lioni Gsichc sollopostc a un lento e pmgressivo camhiamcnlo . cioccbe spicga la confusa mesco- lanza dei fossili, che reuna in quesli ire lerreni principalmenle negli slrali che confinano insicme. 3aG CLASSIFICATIONS DEI TEHREM STRATIFICATI ECO. mente s' incoutrano sul ilorso dei monti, sul fondo delle valli, alia superiicie dellc moriecie , s' inconlrano pure nel terreno diluviale delle piauure. I partigiani dell epoca ghiacciale invocano a favore della loro opinione la forma dei cumuli diluviali, lassenza in cssi di spoglie organiclie, e lo stato della superucie dei ciotloli, che al loro dire e finanienle rigata in direzioni determinate, come e il dorso delle montagne in aleune parlicolari localila. Malgrado cpianlo ne hanno detlo nomini, verso cui professiamo grandissima slima pell'alto loro sapere , noi non sappiamo deciderci ad abbracciare altra opinione, che non sia quella, che risguarda questo ter- reno opera di sterminate correnti, o Humane , nate pella quasi istantanea liquefazione di antichi ghiacciai , e dalla rotlura degli argini dei laghi, che in quei lonlanissimi tempi esislevano , come adesso , nei convalloni delle monlagne. Che le acque possano lasciare depositi simili alle pretese moriecie an- ■ tiche non se ne pub dnbitare , avendone le prove nelle dune , scanni , banchi , che a poco a poco si formano alio sbocco de' grandi fiumi nel mare ( i ). Un' altra ragione ancora piii stringente per altribuire il terreno diluviale a humane , e non a uno slerminato ghiacciaio , sta nella distri- buzione dei cioltoli; imperocche se codeste rovine fossero state tolte al loro posto , e parte spinta altrove dalla pressione di scorrenti ghiacciai, e parte arrivalavi sdrucciolando sulla loro superiicie, noi ora ne trove- remmo l'imescolate di tutte le specie, e di tutte le grandezze tanto alio sbocco delle valli, come nel mezzo delle piauure. Ma la bisogna si passa in maniera molto diversa: per cio che risguarda la mole noi abbiamo altrove awertito , che i massi risiedono di preferenza sul dorso dei monti , e sul fondo delle valli, ma considerando lo sperperamento di quelle rovine in una maniera generale, esse impiccioliscono a mano a mano, che, dalla catena di cui furono parte, avanzano nelle sollostanli pianm*e ; e se quivi se ne trovano tuttavia di uua grandezza maggiore a quella , che il dcclivc del suolo , e la profondita delle circostanti valli per- mettono ragionevolnienle di • calcolare , che possano esservi slate condolte da correnti scmplici , bisogna aver presente lo stalo vischioso o melmoso di quelle acque, per cui, indipendenlemenle dalla massa e eclerila, n'era acciesciuta la forza (hiitanle; iuollre t: niollo probaljilc che iu quell'ullizio (I) V BeWMODT, Lemons dc Giulogk pratiyuvj c De-la-Becue , Manuel dc GMogit, DEI. PROF. CAV. A. S1SMONDA 32 - di veicolo abbiano avulo a coadiutori i massi di ghiaccio, che discende- vano dalla eresta dei monti insieme colle fiumane. Un tale ordine nella distribuzione dei ciottoli supponc una diminuzione nella forza delle fiumane a misura che si scoslavauo dal luogo di partenza. Quando si ronsiileri allentamente ogni cosa, si convicnc, che non poteva essere d'nersainenlc, stanteche avanzando raggiungevano un suolo meno inrlinalo ; giunti poi alio sbocco delle villi si allargavano sn considerevole spazio , ed oltre a cib incontravano un oslacolo nel mare plioceno, rlie bagnava in allora Ic falde delle Alpi, come fanno testimonianza gli abbondanli depositi con- chigliferi ivi rimasli. E poi legge di natura immutabile , che quando due o piu correnti s' incontrano , la rapidila ne resta roodificata , ed il l-imescolamento non accade , se non dopo che hanno corso di conserva un buon tratto. Ora come e fatto lo sperperamento, e il rimescolamenlo dei ciottoli di- luviali corrisponde appuntino alle enunciate proprieta delle correnti. Hassi infatti alio sbocco delle valli i maggiori cumuli composti esclu- sivamente delle roccie dei monti lunghesso la valle medesima; alquanto piu sotto i loro ciottoli sono distesi in letti, e cominciano a vedersi uniti a cpielli delle roccie delle valli laterali; allontanandosi maggior- mente si allargano le lisle di ciottoli rimescolati , infine a distanza piu grande aneora il mescuglio diviene compiuto e perfetto, non solo tra i ciottoli delle virine valli , ma tra cpielli della generality delle roccie di cui c composta la catena circoslante alia piannra, ove ver- sarono le antiche fiumane. Di cio porge convincentissimo esempio la pianura del Piemonte, e cpiella della Lombardia, come ci fa consapevoli il Brf.isi.ak nella sua Descriiione geologica della provincia di Milann. Ncgare come fanno certuni alle correnti antiche la forza di traslocare ciottoli e massi, non mi pare parti I o ragionevole, ne conforme a epianto avviene tultodi. Nessuno ignora le cataslrofi che di quando in quando si hanno a lamrntare nelle Alpi per inondazioni ciottolose e naelmose . in seguito a improvvise rot lure di argini di laghi, ere. (i). lo mrdesimo fui lestimonio insieme con Ijiaivont e Cuarpentikr della forza fluitante delle fiumane melmose , trovandomi appunto sulla slrada tra Marligny e S. Mo- rizio nel \alkse al inomento dell' allagamento di ima parte di essa per (I) V. CliARrEKTIER , Essai sur It* glaciers el sur le terrain erratiave du bastin du Rht'me. Lau- sanne 1841. 3a8 CLASSIFlCAlIDttE nil II'.IIRIM STHATIFIi:\Tl ECC. non so quale roltura capitata verso la sommita de la dent mV . Tow. t, pag SSI IjIII. MIOF, f.AV. A. S1SMO.M1A. -)HC) iiKiiLc jiriclic'- liinio di qua, come di la delle Alpi clavenncrsi neglj strati coiiliuanli ooi pliocrni inaiini resti di Trionici , e di allri animali, i ijuali lianno lali ahitudini, die non lro\a\ano a soddisfare , se non Inngo grossi liuini. Hegolaudo il uoslro giudizio circa la conligurazionc della catena alpina durante il pcriodo |>lioceuo, dalla dislribuzionc dei scdimcnli di lal epoca Iroviamo che dovc\a rafligurarc un'isola assai piu lunga, che larga, tulla liastagliata da golli c seni, dove niellevano foce lorrenti c fiuini. Colic scorn olgiuicnlo ingenerato dal melafire le acque al primo impcto useirono dai proprii alvei , c congiunte a quelle risultanti dalla liquefazionc dei ghiacciai, che coronavano i piu alii monli , scesero al mare rccandoxi lutto cio, che loro si parava innanzi , come animali, pianlc, sabbia. gliiaia, ciolloli, massi, ccc. Se j)oi ricerehiamo come sia fatta la dislri- buzione di qucsti materiali , noi siaino quasi mai'avigliati , che le argillc. le sabbie, gli animali, 1c pianlc ccc, insomma le roccie composte di parli soltili, e i corpi piu Icggicri soggiacciono, come gia si disse, ai depositi ciollolosi, nientrc pare, che dovrebbe essere precisamente il contrario. Anche qucsto fatto mi pare consentaneo alia maniera con cui deve cssersi passalo il fenonieno. Iinperocche , secondo c' insegna la fisica, la fondila dei ghiacciai non pole essere istantanea, motivo per cui le fiumane al inonienlo del sollevamcnto non ebbero la forza fluilante, che acqnislarono di jioi, dopo cioe un ccrlo spazio di tempo. FraltanLo le prime acquc diluviali somminislrale dai fiumi, e dalla rollura dei laghi scoparono la terra dei corpi organic*!, e delle parli sottili , le quali, mcnlre si depo- m-vann, furono per la sopravvennta liquefazionc dei ghiacciai strasci- uati al basso ciottoli e massi, i quali gli si deposero sopra; a quesla maniera stanno le roccie o material*! del tcrreno diluviale : ora io do- mando , se si potrebbe colla tcoria dei ghiacciai renderne uguahijetitc ragione . lies la a discorrerc delle roccie rigale e brunilc. Per lalnni qucsto fatto c incoiuiliabtle colla Icorica delle humane, mentre secondo loro \a a segno con quella dei ghiacciai, imperocche il incdesimo fatto av\icne tuttodi allc roccie coperte 3a ghiacciai. Cotestoro senza averc torlo, nanno pero hem- nieno lulta la ragione , chc prclcndono, stantcche , siccome dimostro il Hi ai mom', le correnti niehnose (rasportando ciolloli e massi sono at- lissime a rigare , e brunire le roccie su cui passaiio. Non riferisco le ragioni date a queslo proposito dal sorarao Geologo Francese , pbtendo Seme II. Tom. XII. 1 In CLASSIFICATIONS DKI TF.RREM STRATIFICATI F.CC. ognuno lcggerle nel Bulletin de la Societe Gcologique de Fiance (1). Mentre sodo latto persuaso delle idee del Beaumont per avere avuto oc- easione Le molte volte di osservare nolle Alpi nostre i medesimi falli da !ui invucali , mi credo in debito di qui ricordare ci6, clie dissi in altre mil- Memoric, e che apparisce eziandio dal contesto della presente di- gressionceOa, ed e l'csistenza di grossi ghiacciai durante il periodo plio- ceno, i quali, come quelli de' tempi noslri, subirono movimenti per l'avvi- cendarsi delle stagioni, e da cio nacqucro le righe, c il pulimento di certe roccie. Conviene pertanto distinguere due sorta di righe, e di pulimenlo: quelle che sono fattui-a dei ghiacciai anlichi, e quelle che provengono mo |ioslcriori al pcriodo, in cui i Pachidermi diluviali ahitavano la \alle del To, anzi ripelc la loro senmparsa dalla causa medesima, che diede pni ai ghiacciai lutta quclla slraordinaria eslen- sione, che li fece capaci di prodnrre quei grandiosi fenomeni, i <|uali caraltcrizznno IVpnca ghiac- . ialc rosi delta. DEI. I'llOI. .' Che nel pendio orientate le roccic plutoniche sono piu abbondanti, e piu iiuiurrosc , che non sul pendio occidcnlale. /(." Che nllabbondan/.a delle roccie plutoniche, ed alia loro distribu- r.ioiu- puos.si ragioncvolmente accagionare il ripido decli\e della catena alpina dalla parle della vallala del Po , per rispetlo a cpicllo della parte opposla, dove i monli sono principalmente formali da roccie stratificale. 5." Che vi sono due sorla di roccie cristallinc: le primitive.1 e le me- lamorfosale. Tutlo porta a credere che quest' ullime sieno di un' epoca anteriore alia liassica. 6." Che le roccie scdimentose, comprese nella cerchia in cui s'aggira la nostra descrizione , sccondo la raaniera nostra di vedere , spettano al- runo, o allallro dci seguenti terreni della formazione giurassica : Liassico; Oolitieo iuferiore I ; Osfordiajio iuferiore ; Kimrncridiano, portlandiano , ecc. (i). 7." Le roccie di codesli terreni sono anch' esse metamorfosale, ma raramenle alia maniera di quelle piu antiche, le quali sono sotto molli rispetli consimili alle primitive. 8." Le roccie dei due opposli pendii alpini apparlengono ai medesimi leiTeni. Le loro dilleren/.e mineralogiche sono conseguenze del diverse grado, o stalo di metamorfosi. 9.0 II lerreno sciolto di cui e vestito il dorso di molti monti, come pure quello, che copre il fondo delle valli e opera dove dei ghiacciai plioceni , e dove e stato lasciato dalle sterminate fiumane , che corsero la snperficie terrestre tra il fuiire di codesta epoca, cd il cominciare della presente. Non e solamenle oggi , eh' io dichiari contemporanee le roccie strati- licate dei due pendii delle Alpi. Cio appare piu o meno chiaro, anzi tal- volta e detto con insistenza nelle diverse mie Memorie su codesta catena. Ma avrei torto a pretendere di essere stato il primo a parlare in questo senso, giacche il Brochant, e poi il Beaumont l'hanno presentito, cosi esprimendosi il primo nelle conclusioni della sua Memoria sulla Taran- __ (I) V. la cola putt* uella colonna delle Ottmaziom del quadro scgucole , dove si acceona il calcare rappresenlonte quesli terreni 334 CI.ASS1FICAZI0NE DEI TERRENI STRATIFICATI ECC. tasia 2." les terrains de transition out beaucoup de rap- ports avec les terrains primitifs qui se troiwcnt Jans cetle partie des Aloes, depuis le Mont-Ce'nis jusquau S'-Gothard, puisqu'ils renferment beaucoup de rocJies semblables , telles que le calcaire grenu micace ou talqueux , le quartz en masse, le schiste micace , qui dominent souvent dans I'un et I autre terrain. II secondo , nella Memoria sul colle du Chardonet , dice par un hasard heweux pour les Ge'ologues , il se trouve la un espace assez considerable dans lequel les couches ont e'te simplement incline'es , sans subir de grandes contorsions, ni d alterations considerables; mais , a mesure quon s'eloigne de cette petite region qui semble avoir ete pro- tegee dune maniere particuliere et quon s approche de la suite continue des masses primitives qui se divise du Mont-Rose vers les montagnes situees h Vovest de Coni, on voit les couches secondaircs perdre de plus in plus les caracteres inherents a leur mode de depot, etc. etc. A noi s'appartiene lo svylgirnento di questo concetto, a\endo prodotlo a sua dimostrazione un gran numero di fatti per lo innanzi ignorati. DEI. PROF. CAV. A. SISMOM>,\ 33" QllADRO DEI TERREM nella catena dclle Alpi tra il monte Bianco, e la Contca di Nizza 0) ii r.iiiM IIOCCIE MUNC1PAL1 LOCALITA PKIXC1PALI OSSERYAZIOM Terreno giurassico supe- riore. rappresentante I' argil la di Kimme- ridgc; Poolitc di Port- land; I'argilla terrosa con zooflti ( Coral- rag). Calcare ove eristallino , c ove coinpatto, bigio piu o mono scuro con • ii 11 sulciosi , zoo- Uli , ed allri corpi or- ganic! Terreno antracitoso su- periore rappresonlan- tc le argille, e Ic mar- ne ostordianc mfe- riori. I mono intraciloso infe- riorc (parte superiore). "- superiore Liassr Psammite, arenana; cal- care scistoso; conglo- merate antracilc piul- tosto in abhondanza. 1 '" re eristallino, bigio- chiaro in grossi ban- chi j calcare scistoso io-scuro con fos- sili ; breccia calcare crislallioa ; poddinga quarzosa ; quarzfle : scisti , ecc. ecc. Altorno i) monte Amhin al S. O. del Montccenisio ; al Colic dclla R6 ; al monte Tabor; contorni di Briantjon; al Colic del Lauzanier (Pouriac); al Colic Des-Monges; nella par- te superiore delle valli di Pesio, di Vennagiana, della Stura, ecc. ecc. (2). Yillct Delia Taranlasia, Colledes Encombres (5) ; Hon tiers ; Colic /. _&cgj, ftfr Aflli ;fcli, ^ iVm. XII. Ml. Tar. II. e di 1. per 125,ooo in allezza * 1 A M 4 1 A J *5S 1 « • 4 1< QUau). %<■ .\lTc SMiWwo . £? iftu* Vow . Ml . Spaccalo secomto la llnea B. |). ! 1 1 1 *$ ^ ^ 4 i b i ■1 i J i § s ^ Jis> J m (3 <5 M 3 ss sulla scala di I. per 25o,ooo in lunshez/.a Kg. « . e di |. per 125,000 in altezza. J * 6 s I £ | =f 8« S 1 -j ? 'u ^ J >* & ^2 ^ H 1 Sj s 3f ^ 1 f i j Ii is {] ii §s"«s s^ ^•8 1 1 Tav.lt. it\ l^kiatii yttuitui. C-4 / SSSSS' /5Y/ivv vv?v*£~ JiiOia Pe'i ilhixeiil i. "■ PiS. 2 « oteA»&>»^; feodum 0Ut6ye* .^xyi &£** ..-r- (£o«u,>r.ui«.i;.u't''*lt);ff« oA'B^n-S^.) (/AsS/r &&&£&? .lSs/>S /SS/s /ft/fs'.j/s^fs.jrs.j/s- /,,•//,.<■,<■/, r /,//,/,■;/**/£<",*, serfs' sw^'*"''"/'' ( friUVt alpim* i m f* i "*i c ?) a\iMc '0>mu\i at' %>u\t dut LScAo yoce Aajna (a £ fttuMx . 1 1 0 1 $ 1 .5 s * 1 * X % s i < | 14 S l-l ' 1 >3 ; 1 5 | \ n 31 4 '■ . ,,, f i 3. Jhf/rJrf/aJlaia^. J, 7mU tlimnr^- 5 SCIBNZE MORALL STORICHE E FILOLOGICHE MEMORIE DELI. A REA LE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO SEME II. - TOM. XII. SCIENZE Mm: All STOK1CHE E FILOLOGlCUt TORINO S T A MPERI A R E A I. K MDCCCLll. mn i DEGLI STATI GENERALI E IV ALTRE ISTITUZIONI POLITICHE DEL PIEMONTE E DELIA SAVOIA SAGGIO STORICO corrcdalo ili documenti 1)1 FEDEK1GO SCLOPIS lui.i invenla mclu iniuili (aUtrc Hi Tempora si faslosqiu- velis efOlvere nmndi. Hojut. Satyr, lib. I, 3. Approvato nrlTadunanza del 27 giugno 1850, Avvertiinento. Ho divisato di esporrc i caratteri principal! della istituziont politica che si ebbe per piii secoli in Piemonte ed in Savoia sotto il nome di Congregazione degli Stati del paese. Mi parve indagine curiosa e non alfatto disutile il rintracciare quegli ordini anticlii tan to dissimili da qnelli cbe abbiamo oggidi, qnanto diverse erano le condizioni sociali d'allora dalle attuali , ma pure contenenti il germe di un sindacato dei governanti ed il sentimento di una libcrta necessaria , e connaturale al popolo. Seiue II. Tom. XII. i Bfolti document! di ([uclla istituzione, e di fatti alia medesima analoghi giaccvano aegli archivi dello Stato ed in quell i dci comuni , ma alia loro pubblicazione noi tempi addictro poneva ostacolo il ritcgno del govcrno assoluto cui per molli si credeva di nuocere ove si rinnovasse la memoria
  • ressi ed infiaccliili , perche se la perdita della giusta liberta e stata talvolta la conscguenza ili una forza prepotenle, irresislibile, piu Grequentemente essa e stata il frutto della dcbolczza o dell'av-silimento •lei popoli, i quali o non seppero schermirsi dall'abuso della liberta, o non vollero difenderne I'uso. EUcorrete alle istorie ed esse ampiamcntc vi di- inoslreranno come la liberta vera si perda quando la licenza s introduce, i" come le nazioni che non sanno governarsi colla ragione d" uopo e che cadano in balia della forza. Per mantenersi in liberta vera eil utile un popolo abbisogna di un governo franco e vigoroso, e per ottenerlo conviene che se ne temperino gli ordini in modo che la leggc sia cuslodita ed osservata . e chc il bene dell' uni- versale sia promosso e protetto. (.) DEGLI STATI GEN'EIULl Quindi si penso a congiungcre insieme clemenli di potere diversi ma cospiranli ad un sol fine, che, come si usa nei metalli a ccrte macchine deslinati, per la diversa loro natura reciprocamente si compensassero, ed impedissero le fiineste conseguenze dei rispellivi eccessi, o difelti. Questa combinazione di autorita varie e congiunte insieme per un legame di comune salvezza fii riputata da' piu eletti ingegni della classica antirhita ordinamenlo mirabile e da preferirsi ad ogni allra forma di pubblico reiimmento. Do Cicerone lo dichiarava altamcnte nella sua repubblica ( i ) , e le teoriche dei Greci non vi dissenlivano neppure. Tacito ne parlava come di cosa desidcrabilissima, ma che piu facile era il lodare che '1 conservare (2). L'antica Germania ne aveva sentita piu che discussa 1'eccellenza , ed in tpiella robusta semplieila del suo governo mezzo patriarcale mezzo re- pubblicano vi si atteneva meglio che non facessero i giureconsulli ed i pre- toriani di Roma. Cos! certe idee di liberta o se voglia chiamarsi altrimenti di liinitazione di poteri, vennero a radicarsi nelle contrade occidentali e meridionali d' Europa tra il fragore dell' armi delle invasioni barbariche. Cos! , anziche alia civilta greca e lalina divenuta corrotta e corruttrice , possiamo riferire Torigine per noi piu prossima dei governi rappresentativi alle rozze ma schiette consuetudini dei settenlrionali , e dire col Montesquieu che quel mirabile sislema fu trovato frammezzo alle selve. Ma nel mondo non durano se non quelle istituzioni che riscontrano colle abitudini d'un popolo, e divengono con esso connaturate. Studiate i costumi, interrogate la storia, e v'accorgerete che vi ha incompatibilita tra la liberta , e l'indole asiatica od africana. Esaminate 1' Europa , tenete dietro al movimento delle idee che si sono svolte e si svolgono seguendo i giri di una vasta spirale , e vi farete capaci che la esistenza di un governo assoluto non si pub tenere come stato normale di una societa incivilila , ed awiata ad ulteriori progressi. (1) .. Placet enim esse quiddam in re publica praestans et regale; esse aliut aacloritate principum .■ partum ac Iributum; esse quasdam res servalas iudicio voluntatiquo multitudinis. » Dc re publica lib. I , *lv Ed. Mai. (8) « Nam cunclas naliones et urbes populus , aut primores, aul singuM regunt : delecta ex his ■ et coosociata reipublicae forma, laudari facilius quam evenire , ye\ , si evenit , baud diuturna >. esse potest. ■ Annal. lib lv, 33. Ed. Oberlin. SAGG10 STOIIICG DI F. SCI.OP1S <• Fu avverlilo , ed a ragione , che le costituzioni dei popoli non si sta- biliscono per cosi dire a priori , ma sono il prodotto del loro temperamento fisico e morale, il resultato del loro inciviliinento, e della loro posizione rispetto alle altre nazioni. Fu derisa, ed a buon diritto, l'arroganza di epie' legislatori che credevano riformalo il paese quando erasi scrilto il codice delle riforme sopra i fogli che il sodio delle passioni politiche loro poneva dinanzi e con eguale facilita disperdeva. Egli e vero che le coslituzioni non si dettano a priori , ma egli e ugual- menle indubitato che le mutate condizioni di un popolo, i progressi del- 1' inciviliinento, cpiclla forza operosa che agita e spinge Tumanita verso un fine che sta riposto nei segreti della Provvidenza d'Iddio, tulte queste cause congiunte insieme pongono c risolvono certi problemi cui e forza che i governi tutti si sottopongano a pena di essere sconvolti e distrutti. Quindi le coslituzioni sono prima create che scritte : esse si riducono a pochi principii, di cui il popolo prova 1' influenza in che gli seinbra di riposare come in oltenuta soddisfazione di legittimo e reale bisogno. II governo ha il carico di elaborare l'applicazione di que' principii ren- dendola piu feconda da un lato, ineno pericolosa dall'altro. Cosi abitudini di popolo, tradizioni , usi e costumi si riflettono sulle leggi e sulla qualita del Governo. Nel medio evo condizioni meno svariate , relazioni meno complicate, minori desiderii comportavano im ordine di cose che la civilta nostra , i nostri bisogni , le nostre diflidenze hanno per difetloso ed insuflicicnte. .Ma prima d'innoltrai'ci nell'assunlo tema non sara inutile che pogniamo una distinzione bra la liberta e l'associazione nel potere governante. Cio diverra piu chiaro distinguendo tie specie di liberta: la liberta civile, che consisle nel diritto di fare tulto quello che non e dalla legge vielato. ed in cpiesla definizione si comprende la sicurezza delle persone e delle sostanze ; la liberta personale, la quale lascia all' uomo l'csercizio delle facolta che ritienc come essere dotato di ragione e di libero arbitrio, ed in questo novcro e la manifestazione del pensiero sempreche non se ne abusi ad ingiusto danno altrui ; la liberta politica , sotto il cui nome s intende un diritto Legalmente riconosciuto e competcnte al popolo di sindacare gli atti del governo o di associarvisi. E facile il discernere che quest' idtima specie di liberta e cpiella che manliene e difendc tutle le altre, poiche appena si sente il vantaggio ed 8 liFCI.I STATI GENERAL! il prcgio delta liberta personate e civile (juando l'averla o lo smetterla dipende dal beneplacito altrui. Ma siccome nelle grantli mulazioni sociali si procede pei- gradi , cosi lo sviluppo del sentiincnto delta liberta non si opera ad un I ratio. Dopo loppressione barbarica i ])opoli dell Europa occidentale si riscossero bensi con gagliardia d'animo , con devozione ad anliche memorie, con spcranze «li niiglior awenire, come tocchereino in appresso, ma non mutarono ad un tratto di condizione. Si stclte lungamente sidle idee elemenlari di diritlo e di dovere, ma non se ne svolsero parlitamcnte le applicazioni c tanto meno se ne provocarono lc guarentigie. Chi studia il medio evo dee continnamente star in guardia contro i pericoli di giudicarc col criterio del tempo prescnte gli uomini e le cose di cpiella epoca remota. « Cio die in tutti i tempi ed m tutti i paesi [ scrive un valente critico ( i ) ] » nuoce maggiormente alia verita storica si e limpressione che fanno » sulla fantasia di chi dcscrivc i tempi andati, la vista delle cose presenti, » e la forza delle opinioni contemporance. Sieno pure tali opinioni vere » o false, abbiette o generose, la mutazione ch'esse imprimono ai falli , » e spesso senza che lo scrittore se ne avveda, produce sempre il medesimo » effetto quale e di trasformare listoria in favola; favola dindole lnonar- » chica in un secolo, dindole repubblicana in un altro. » Molti esempi addmre si potrebbero di cpieste trasformazioni. Quanti usi del medio evo passando per la penna d'ingegnosi ma pregiudicali scrittori |>igliarono una maschera assai diversa dall'aspelto vero e primitivo. \alga per tutte una citazione. A chi non e nota quella terribile formola condizionale , e quel solenne giuramento , con cui si disse e si ripete lanle volte s' inaugurassero i nuovi re d'Aragona dal Gran Giustiziere di quel reame? Essa fu. come Timpresa obbligata che si stampava su tutte le bandiere dei piu liberali comenlatori del dirilto cosliluzionale. Ebbeae un serio e dotto esame della sloria costituzionale dell Aragona ha dimostrato che mai non esistettero ne la formola ne luso di adoperarla, e che essa venne inventata, o predicata pel primo da un illustre giureconsulto francese del xvi secolo, Francesco Otomanno, il quale stando co'novatori di (piellcpoca (I) Revue Franraise. n. in mai /J2g,giudizio del libro del prcsidente Ucnrion de Pansey iutitolato dts assemblies nationaks en France depuis I'etablissamnt de la monarchic justju^cn 4614. SAGGIO STOMCO 1)1 F. SCLOPIS C) propeosi alle idee repubblicane non si fece scrupolo di alterare la verity ■ maggior gloria della politica da lui professata (i). Preadiamo dunque i fatti nella naiiva loro semplicila, quaml anche ri- pugnino uii po' alle conscguenze le piu dirette clie nc piaeerebbe di de- ckuiic. E se dcsidci'iamu di inelleili in maggior luce , licaviaino quesla dalle analogic prossiine di paese e d'isliluzioni. Desso e il miglior mezzo di non smarrirsi pec via. Di supra abbiaino dislinto la liberta dall'a.ssociazione nel potere. Ora convienc clie ilistinguianio il concorso di molli consiglieri autorcvoli, rivcsliti di tale influenza clie di leggieri paragonar si polrebbe ad una aulorila iiidcpcndenle, dallo stabilinienlo parlicolare di Slati od ordini di persone aventi certi ofici, soggetli a eerie risponsabilila. La confnsione di questc due specie di Congregazioni ba prodotto non lievi confusioni nella qualifica- zione dei punli piu important] di questa parte del noslro diritto pubblico. II concorso di uoniini di gran legnaggio, o dallo alVare, o di speccbiala dottriua presso i principi negli atti i piu rilevanti del govcrno dello Stato, e usanza antichissiraa, la quale venne via via componendosi in forma piu regolare nel secolo xiv. Queslo fece si clie gli scrillori posteriori impi-essionali dab" idea delle adunanze degli Slati introdottesi piu recenlemente, scainbia^-ono spesso quelli con questi, e vcramente la sostanza era a un dipresso simile fuoricbe nelle deliberazioni per la concessione dei sussidii clie divennc allributo specialc e reaolalo dcali Stati. Una considcrazione storica non vuol essere pretermessa , ed e che la reci|)rocila dei dirilti e dei doveri Ira principe e popolo, la natuia delle relazioni Ira governanli e governati non venne guari deCnita con precision*- ed in forma di ricognizione o stipulazione direm quasi giuridica se non in tempo di crisi, alio spuntare od al dileguarsi di pericoli della podesta reale. Cosi troviamo scorrendo la sloria d' Inghillerra , unico paese dove l'istinto cosliluzionale si inantenne durevole a fronte de' piu aspri cimenli ; parve esso talvolta sospeso od inerlc, talvolta oppresso, ma tuttavia serpeggio sempre nelle vene della nazione. La Sicilia ed il regno di Napoli potrebbero addursi ad esempio di felice inlroduzionc e di non lenti progress] del governo coslituzionalc nel risorgere (1) Discursos potitico4 sobrc la legislation y la historia del anliguo feitio lie Aragon por D. Javier dc Quiiito de la academia de la hiiloria — del juramento politico de /os anliguo* rcyes de Avagon. Madrid diciembre IS4S , I vol. in S. Seme II. Tom. \II. i I 0 in .t.i.i STAT1 (•! mh.u.i della civilta i . Ma o sia die lo spirito Gostituzionale non fosse intima- mente connaturato coll indole di que' popoli , o sia per qualunque altra ragiene, s'ebbe inline a vedere che se non inancarono cola le crisi politiche, ad ess;' difettarono nondiiurnn i rimedii energici c dnrevoli. Ore poi si dimandasse se (>i con cui il duca Emiuanuele Filiherlo aboliva ogni avanzo di servitu per- sonale in quest i termini: « Poscia che piacque a Dio di restituire l'umana » Datura nella primiera sua liberta, e sebbene i principi cristiani abbiano 11 da assai tempo aboKto nei loro domihii il nome odioso di servitu in- n trodotto dai pagani , onde anche per questo noi tanto ci diseostiamo 1) da loro, noi lutlavia dopo il felicc nostro ritorno in queste contrade » abbiamo trovato ancora sussistenlc certa specie di servitu chiainata tagliu n o mono morta , per cui gli uomini sono dctti tagliablll e stanno ag- i) gravati da insopportabili earichi, cui si da il nome di angaria epenangarie 11 ricusandosi loro la facolla di testare , e di conlrarre liberainente. Gli a uni ove muoiano senza prole maschile lasciano le loro figliuole prive 1) d1 ogni eredita ; gli altri se non lianno discendenza di sorta non tras- » mellono i beni se non al loro signore; una lerza specie di persone n clic diconsi //£■/<", iiiilorlic. di condizione pienamente libera, non hanno » intiera podesla di testare. Sentendo percio nell'animo i lamenti di questi 11 infelici che pur desiderano di useire da tanta miseria, e di spogliarsi » da lal radice di servitu, siamo cnlrati in deliberazione di apprestar loro ■1 il riinedio , e prcponendo il sollievo e risloro di que' nostri sudditi ad » ogni speranza di noslro lucro parlicolare, vogliamo adoperare come si » conviene a buon principe, con ogni clemenza, bcnignila. e magnificenza >i a pro del suo popolo; eppero inlendiamo di trarre i nostri sudditi insiemt: d coi loro beni da ogni condizione servile, e dichiararli libcri e franchi » per sempre (1). » I) Sloria dpll'anlira legishziane Jol Piemonte, pag. 299-300 I I DF.C.LI STATI GENERAI.I Ebbene nicotic di questa liberta godcvano i Piemontesi sin da quel- l' epoca , in Francia si tarda a compter* I' af&ancamento personalc dei suddili inlino al tempo dclla Convocazione degli Stati general] sullo scorcio del secolo win, e, cosa che dec eccitare un doloroso stupore, al 4 agosto 1789 rimanevano ancora in quel regno un milione cincpiecento mila persone vincolate da servrtn personale (1)! L'ardore dei desiderii e la veemenza nell'esprimerli non mancarono nei nostri compatriot!, non manco il Piemonte di mellersi alle piu ardue prove per attuarli ; manco bensi la fortuna. Immaginevolmente scrisse Platone, ncl iv libro delle leggi, die Iddio e padrone d'ogni cosa, c che con lui la fortuna e l'occasione goyernano tutti gli affari del mondo, ma dovervisi pure agginngere l'arlc (a). Supplichiamo lddio die gnardi pieloso alle condizioni del la patria nostra, I' che faecia a noi sorridcre la fortuna propizia e prowida 1' occasione. Ala non dinienlichiamo di valerci dell'arle che e pure dono d'Iddio, e questa arte ci e insegnata dallcspcrienza e dalla meditazione dei casi passati. ]Non ci ripuliaino di natura divcrsa dalle generazioni che ci preccdettero, ma aiinnacslrali dagli errori c dalle virlu dei padri nostri, facciamo che la legge del progresso, che si rivcla nel corso della umanila, non si scambi da noi con un torbido istinto di arroganza che ci spinga a dislruggere anziche ad edificare. I nostri maggiorl diedero illustri segni di amare la liberla, la usarono splendidamente talvolta, acerbamente tal altra; la resero sorgente di opere magnifiche ed utiii; ma si mostrarono male esperti nel conservarla. Cer- chiamo di emendare colesto difelto, ed, operando con moderazione, saggezza e persevcranza , assicuriamole piu lunga vita , e migliorc fortuna. Dopo avere svolli gli atti ed i documenti che ne rimangono delle Con- gregazioni degli Stati. chiederanno pure luttavia i letlori: ma dov'era a quei tempi la liberla, giacche gli Stati ci rappresentano associazione di |>olere e guarentigia di diritti senza perb consacrare le dichiarazioni di liberta t'ondamentale dei suddili ? E noi risponderemo : la liberla era allora nei privilegi particolari delle varie classi di persone, nelle franchigie dei co- mnni. nei patli deditizi , nelle accoinandigie, nelle salvaguardie. Era uno I, Bailly ttimmru cd. de 1822, lom. 2, pag. 21 i. 3 6sfc pky -y.Ku , xol jilxU &£&0 tj^v; vA /xtf.c; Ti«pdi7Hva ?uutuj9sj9y£« ijaxxvzx. YifapAztpC -'>'/•/:■>'■*'''' Tsvrocs l-r.izzyi Z-.it •tbypftt. Ap. Slobocura , Sltiuo vm. ii /,-:/ SAGGIO STonico di f. sclopis i3 svariato mosaico di liberta speciali che fonnavano come un complesso di dirillo pubblico. Dall'un dei lati si rispcttava una autorila norainalmenle assoluta , dall'altro si costrutva una serie tli privilegi dislinti all infinito , ma tutli rivolti a limilare il potcre dispolico. Era una modificazione progressiva c legale anziche un antagonisino preciso ed urtante. Nclle province ilaliane viveva una Irailizione solenne , quclla clella liberta romana , clie mai non repulossi cslinla , e sorse con piu o meno di forza , a proumovere od a rinvigorire lutte le protesle che si facevano contro le esorbilanze de' principi, tutti i passi che si movevano verso le larghe islituzioni , e le popolari franchigie. La liberta romana infonno il inunicipio, elemento primo del viver libero in Italia, ispiro le grand! associazioni che sono conosciutc nelle nostre slorie col nome di Motta , forni il pensiero vivificatore della pace di Costanza. Ma era destino d'ltalia 1'aHerrare i grandi propositi, l'ornarli di splendidi colori, il consacrarli con generosi sacrifizi, e poi lo smarrirli dopo averli spinti a riprovevoli eccessi, o guasti per difetlo di giusta previsione e di iranquilla prudenza. I. Per avere una giusta idea della qnalita e dcll'iiflicio delle Congregazioni de' tre Stali conviene osservare la condizione dei tempi in che 1" uso ne venne inlrodolto. Al rinascere dell' ordine pubblico in Europa si vidcro cangiate le forme del reggimento civile, furono chiariti ed assicurati i diritti delle persone , ma non scomparvero le divisioni principali che durante il sistema l'eiulale si erano nel governo dei popoli slabilite Rimasero pertanto in vigore le prerogative degli ecclesiaslici e dei signori di feudi nobili, ed i comuni provvedulisi di leggi municipali non tardarono a scorgere nella prolezione dei principi maggiori una valida difesa contro alle insidie ed alle violenze de' baroni. Questi aU'incontro male sollrivano di trovarsi inferiori in potenza a quegli assembramenli di popolani, cui erasi anche accostata buona parte di nobili di una classe inferiore. Quindi i principi. che vedevano nei loro dominii tanta variela di prerogative e d' interessi gli uni opposti agli altri, si giovarono di tali contrasti per ridurre a piu t i DEGLI STATI GENERAL] t-quabilc misura le prelensioiii d'ognuna di queste classi, c senza troppo scostarsi dai particolari diritti ad esse atbribuiti, condussero le cose al ter- mine che meglio unite fosscro le parti del regno, e piu scmplice e piu spedita lautorita ilel regnantc. II re di Francia era venulo pianamente in cjnesto inlento sul principio del secolo xiv, ed i eonli di Savoia posli al confine di quel reame non lardarono a Irovarsi nella medesima cou- dizione seguendo le aorme islesse nel reggimenlo politico dei loro dominii. Ira i modi con cui si opero silliilta mulazioue nel govcrno civile vuolsi singolarmente notare I'uso di raccogliere i ire Stati ovvero i deputati delle in- classi in die si distinguevano i suddili , vale a dire gli ecclesiastiei , i Dobili, ed i coinuni clie rafliguravano tutli i popolani slaluali , cioe quclli die godcvano il benelicio della cilia , secondo le diverse franchigie che litcnevaiio le terre imiiiediatamcnle soggelte al sovrano. Egli e nolo a chiunquc abbia alcim poco sludiato la sloria del medio evo , quale e quanta fosse lautorita di ccrte adunanze rcgolale dalle con- sueludini l'eudali, in cui convenivano i vassalli, e come vassalli anclie i pre- lati, le qiiali prendevano nome di placiti, o di malli, o di curie, secondo le diverse occorrenze in die si tenevano. E si sa ugualmentc come in aleuni tempi e prcsso certc nazioni, per lacer d'altri, sotto i Visigoti in Ispagna , nei concilii dei vescovi si fosscro stabilite leggi lneramentc poli- tiche e di temporale dominio. Ma , senza allonlanarci dalle contrade a noi piu vicine, basta che si ponga mente a quelle usanze del regno di Bor- gogaa , le quali , sebbene tutlora rawolte in grande oscurita , lasciano nondimeno Irasparire 1' ingerenza , od il concorso de' niaggiorenli della nazione negli alfari di maggior momcnlo: valga per lulti il citare le adu- uanze tenutesi in Payerne ed in Ginevra per l'elezione di Corrado il Salieo. Caddero in disuso cotali adunanze , ma si credette spcdiente di non abolirne in seguilo ogni vestigio : anzi quello si voile manlenerc espres- samente l'accndo adunare i vassalli ed i prelati, e convcnir con loro i de- pulati delle terre immediate in virtu delle franchigie da esse acquistale. Queste franchigie erano di vecchia origine: in Italia, come s'e delio, si awaloravano del nome di liberla romana, ed in elfetto risalivano ad epoche anteriori alia lotta che termino colla pace di Coslanza. ]Non e qui il luogo di poire a disamina la quistione sopra l'anlica origine de'municipi italiani . oe ili vcderc se si debba acconsentirc piutlosto a quelli die pensano esserc durata anche sotto il governo dr Longobardi e de1 Franchi un ombra dell' ainminislrazionc primiliva de' inunicipii romani , owero SAGGIO STORICO Dl I. SCLOPIS 10 aderire a chi sosliene che il reggimento proprio , e quindi I' aulonomia de'comuni italiani discendono dalle immunita concedule daglimperatori Sassoni ai vcscovi in favor della rhicsa. liasta al nostro assunto presente il muovere da un'epora , (juale e quella delta pace tli Coslanza, vero tilolo dclle franchigie ordinarie de' comma Lombardi. Nolle regioni sottoposle alle costumanze francesi si traevano da liiolo tli antico possesso o da con- cessione reale. Esse poi si reggevano su due perni principalis il diritto di eleggcre gli ulliziali del commie, e quello di non pagare tribuli se non vi avesse acconsentito lo stesso commie. L'unione di questi ire ordini si appresenta per la prima volta in Francia, regnando Filippo il bello uelTanno i3o3. Ma per ischivare il pcricolo di confondere cose ed isliluli tra loro allatto divcrsi , pericolo troppo frequenle quando listoria, come accadde in que' tempi , ci e iramantlata da cronisli poco sollecili di certe linilezze di precisione, e di certe diligeiizr d'esame, e necessario lo avvertire quale fosse allora il coslmne delle corti de' principi. Era l'uso di quelle eta che il sovrano spesso viaggiando per i suoi Stall venisse accompagnalo dai piu ragguardevoli tra i sudditi non per ragione tli particolare ufficio, ma a modo di onoranza e di corteggio: soggiornaiitlo egli poi ora in una cilia, ora in una villa, ora in un chiostro. a lui venivano tutti i maggiori citladini della conlrada, e gli chiedevano gra/.ie, gli rassegnavano doglicnze, gli ricordavano negozi d'ogni maniera. Un cerlo umor compagnevolc , frutto della semplicila dei costumi , che lanlo piu si spiegava quanto meno facili erano allora le comunicazioni . una grande speditezza nelloperare, una confusione di memorie e di litoli generate dalliguoraiiza de' tempi, faccvano si che nella deliberazione sopra gli ailari dello Stalo inlervenisse spesso un numero di persone assai niaggiore di quelle che coniponevano l'ordinario Consiglio del principe. o che si ricercavano a far fede dcUalto. Si rinveniva in qucsta afHuenza di personaggi piu o meno ragguardevoli , piu o ineno gravi , t juel concorso di che facemmo cenno di sopra. Cos! in apparenza alineno, se non in sostanza, si manlencva quell' ordinamento fontlainentale, secondo le usanze dei Franchi, espresso nella formola dcllEditto l'isleiise dell' 8G4 (art. 6) : l^ex fit constitutione regis, et consensu populi (i). E tutti i document! (1) Lo spirilo di quesla massima >icnc ensi spiegalo dalla celctire dami^rlla di I.eiardierc nella sua Theoric des his polititjucs de la monarchic francaisc , par. 1 , liw 5 , chap. 53. La maxinit qui fixe le plus pre'eiscment la ne'eessite du consentement du peuple a la /oi, e'tablit la ne'eessite absolue I(j DKGI.I STATl GENERAL! piu solenni di que' tempi eontengono i noini tli moltissimi leslimoni , di paiecchi consiglieri, tli chi prega, di chi confenna e di chi assiste. Ma chi credesse di quindi dedurre un sislenia uniforinc d' amminislrazione , una divisione di poteri , una limilazionc sisleinatica dei diritti della sovranila , andrebbe grandementc crrato, e surroghcrebbe alia verita anlica una in- terpretazionc modcrua. Troppo, a mio awiso, si dubila della sincerita de'vecchi cronisli o degli storici che di la atlinsero le loro narrazioni, e forse ingiuslamenle si crede ch'cglino occultassero eerie verita politiche sotto an velaine di tergivcrsa- zioni servili ; si teme ch'essi non abhiano detto lutto qucllo clie avrebbcro potuto per timore di nuocere o dispiacere altrui ; si argoinenta da quello che nc dichiararono per indovmare cio che si crede taciuto ; ne si pon mente che appunto dall'aver essi, quando 1' occasione porlava , parlato senza rilegno, non si puo inferirnc che in occasioni atlalto consimili si rav- volgessero in una oscurita che per loro sarebbe stata senza causa c senza scopo. Convicnc studiare le istituzioni, come i costumi dei tempi, negli scrittori e negli alii di epoca che loro sia la piu vicina. Conviene mono attenersi alia rigida valulazione delle forme del dire (che in quelle eta piu remote difettavano di precisione, ed affeltavano certi modi pomposi), che non alia sostanza dei fatti ed alia conformita delle relazioni provenienti da fonli diverse. Cos! , interrogando il medio evo , senza opinioni preconccpite , se ne viene a discernere l'aspetto schietto e reale. Eppero a chiunque cerchi di avere un giudizio imparziale delle usanze del finire del medio evo , io raccomanderei sopraltutlo di sviarsi aflatto dallo spettacolo de' tempi che corrono. Si attenda con diligenza ai do- ciunenti che ne riraangono di quelle eta, si espongano tutte le conseguenze che da essi derivano , ma non si trascorra dal certo all' incerlo per solo desiderio deU'animo di chi scrive , e principalmente non si confondano i signiGcati delle parole legali , le quali uniche allora serbavansi con maggior rispetto che per lo piu non si crede. Varroinmi io adunque sollanto dell' aulorita di storici , le cui opinioni non si possono riputar pregiudicate se si confrontino co' documenti particolari che ancor si con- servano di quelle istituzioni , ed alleghero e pubblichcro testualmentc tie la constitution du roi. On nc vtril pas un projit ;irlieolari di che ciaseuno di essi poleva cssere fornito o per anlichissimo |iossesso , od in vigore di capitoli speciali di concessione del principe, od in virtu di patti accordati quando erano entrali a far parte della monarehia. Non e qucsto il luogo di descrivere minutamenle cotali sin- golari statuti, ma e facile il procacciarscne notizie per poco che si leggano le storie particolari della pallia nostra, ed i moltissimi eodici nmnieipali che si cODOSCOno slampati. Non e per altro men vero che quando si rcsero piu ordinate e piu trequenti le adonanze degli Stati, s' appresenlarono esse come gli prgani SAGGIO STORICO 1)1 P. sci.opis ig natural] anche delle prerogative clei varii ordini, ed i loro atli divennero guarentigia comunc di tutte le franchigie rimpetto alia corona. Si credette da aleuni SCrittori che le adunanze degli Slali della Savoia avessero origlae piu anlica che non la stessa istituzione in Francia, e si conchietturo clic quell' aso ci fosse vcnuto dall'Inghilterra pel lungo sog- giorno failo in quell'isola dal conle 1'ietro ili Savoia. Ma sia che guardisi alia eronologia, owero si consideri la forma dei tre Slali di Savoia, uon sembra che se ne dcbba cercare oltre il mare la prima idea. NeBsun docamento, aessuno storico, nessuu cronista fa menzione di Siati in Savoia se non dopo il prineipio del secolo mv ; cosi pure in Piemonte . dove io non credo siavi memoria di simili raunate anteriore al regno di Filippo di Savoia principe d'Acaia nella prima meta delTanzidetto secolo. Per isventura di casi o per invidia di tempi non ci rimane verun docu- mcnlo delle deliberazioni prese in quelle adunanze, durante tutto il do- minio dei principi d'Acaia (i). Appunt.o sul primo sorgere di quel secolo nacque in Francia il pensiere ili radunare tali adunanze. I membri che le coinponevano non erano distinti tra loro allrimenli che. in Francia, cioe di ecclesiastici, di vassalli o nobili . e di sindaci o depulati de' popolani o borghesi. Ne inai si trova negli atli .86. In queslo Lodovico di Savoia annunzia ai Piemontesi che in virtu dclla cessione per esso fatla al fralel suo Amedeo, conic di Savoia , a lui unicamente dovessero dar fede ed omaggio, e Gruida di Borgogna, vedova di Tommaso di Savoia, rimctle, anche in nome de'suoi ligliuoli, alio stesso conte il gnverno di quella parte del Piemonte che loro ap- parteneva, dandogli facolta di reggerla in loro nome, di stabilire vicari e caslellani , c di ritrarne i provenli utili fino a che ad cssi non fosse piacinto di rivocare il mandate. L'adunanza si tenne ne' prati sullc rive del torrcnlc Sangone nel lerritorio di Giaveno , una terra appie dell'Alpi (I) nitlmre di la Suisse, turn. 3, lit-. I, chap. 16. Di quest' opiniouc del Muller tooclieremo llllerioi inriile Delia second.! parle del nuslro saggio. SA(.0IO STORICO DI F. SCLOPIS 2 I tra Susa e Pinerolo. Convennero cola chiamati da Ahnone di Bozosello, vicario generale del conic in Piemontc , i caslcllani , i nobili , gli am- basciadori di tutte le terre del Piemonte, del '\ al di Susa, di Torino e di Moncalicri . cd udita la lcllura dcllc due lettere de' loro principi , promisero di osservarne il tenore, e senza pin si ritirarono , dopo che per Broco, notaio, nc fu disteso 1'opportuno islroincnlo. Ove si ralfronli quest alto con qnelli dcllc regolari adnnanze de1 tre Slati raccollesi dappoi , si dira die I'uno non csprimc piu di una promulgazione in forma solcnne. ineutre gli allri coinprendono precise deliberazioni sopra inalerie deter- minate, e per ordini di persone Ira loro dislinli. Diversa pure fu la raunala dei tre Slati dalle generali Assise che si tene- vano dai principi ad imitazione dei placiti per prowedere singolarmente all'amministrazione dclla giustizia; alle cjuali Assise, andate in disuso, i duchi di Savoia surrogarono la speciale isliluzione del tribunale della suprema generale udienza, che si radunava ogni anno nel mese di maggio, come riene testaalmente prescritto dal capo 167 degli Statuli d'Amedeo vm. e non si confuse co' tre Slati dclla nazione. Non c a dir tnttavia che, anche prima che si costituissero di nome e. d'olicio le Congregazioni degli Slali, non si associasscro i piu ragguar- devoli tra i sudditi negli alii dei principi 11011 per dividerne la sovranita . ma per awalorarne o modcrarne lescrcizio. Sino dai priini tempi della monarchia di Savoia i principi di quella casa adoperavano per loro con- siglio, come scrive feruditissimo Cibrario nel capo ^ , lib. 3 della Storia della Monarchia ili Savoia, la Court tie ses barons i< formata de piu po- » tenti tra cpielli , il cui assenso era una malleveria circa 1 esecuzione 11 delle cose deliberate. Quando si trattava di far leggi o regolamenti » generali, siccome ciascuno, c nobile e non nobile, e libero e lagliabile, n reggevasi a norma del suo privato contratto , doveva naturalmente il » principe chiederne il consenlimenlo, ma si chiedeva e si dava, a quel » che pare , luogo per luogo, e non per assemblce generali. » Ora non e dubbio che le Congregazioni |)olilichc assumono grande autorila quando si fonnano in associazione generale c regolala . c non e se non da quel panto che esse prendono carattere di vcre istituzioni na/.ionali. Egli e per questo che noi non assegniamo al di la del .\i\ secolo f origine Sjieciale degli Slati , ma non crediamo pero che fossero meno importanti quelle adnnanze prima che venisscro ordinate nel modo in cui le vediatno nel secolo xv. li probabile e naturale che nelle prime 33 DEGLI STATI GENERAL! I'onvoca/.ioni vi fosse uiaggior confusione d'ordini e di deliberazioni. Cosi accadde pure in Inghillerra , quantunque cola i limiti delle sovranita , ed i diritti del popolo fossero assai meglio descritti che in qualsivoglia altro paese. L'ordine che ci siamo prefisso nel condurre il noslro lavoro ci portera ad csporre, secondo la gradazione dei tempi, la serie delle nolizie o dei docuinenti che ci pervennero inlorno alle adunanze degli Stati , comin- ciando dal secolo xiv, e scendendo (in verso il fine del sccolo xvi che fu il tennine di quelle raunatc. Ma perche il lettore, prima di discorrere lanzidetta serie, abbia quasi un' idea generale delle forme di tali Con- gregazioni e dell' autorita per esse esercitala , faremo precedere alcune considerazioni storiche, quasi programma di quella istituzione. II. Per quan to le storie ci narrano e i documenti ci additano, 11011 furono inai determinati in modo stabile cd uniforme i tempi ed i luoghi in cui si raccogliessero gli Stati della Savoia e del Piemonte. Essi erano con- vocati dal sovrano per lettere scritte da lui , o dal suo Consiglio , come espressamente si dichiara nelle lettere d' approvazione che si spedivano dopo che le deliberazioni erano terminate, ed il principe aveva risposto a ciascuno de' capitoli che gli si rassegnavano dall'adunanza. Se stiamo alia fede dei vecchi cronisli, si raccolsero una volta gli Stati da se allunico line di mantenere illesa da o«ni insullo nemico la lcifittima successione alia corona , siccome vedremo piu solto. Non era prefisso il numero de; giorni che dovesse durare la consulta : le adunanze lalora erano pubbliche , talor segrete ; ma appare tultavia che 1'inlenzione degli Stati si spiegava per Torgano di un solo deputato, e gli atli i piu solemn si dicevano talvolta celebrati in presenza di alcuni sollanto Ira i membri che componevano la raunata (i). (I) L'invilo indirillo ai connuu nt'i tempi piu antichi era in fonna assai scnipl'ne. Gosi scriveva Pilippo, principe d'Acaia , al couiunc tli Torino a' 22 di novemure 1328: Celebraluri cohquium die dominica verttura npud otpilale ScdUngarum snjn-r alinuibus tamnciUibut bono stutua, mandamus quatenut duos ambaxatores per vos cligaido.1 tul idem rwbi* millere jiioeuretis etc. Datla , I. c. vol. 2, pag. 119^. BAGGIO 8TOHICO 1)1 F. SCLOPIS 2.1 Certe conlrade , chc un tempo faccvano parte dei dominii dc' principi di Savoia , avevano usi speciali di convocazioni periodichc di adunanze ili Stati. Cosi, sccondo chc nana H Midler (i), gli Stali del paese di Vaud si radunavano tutti gli aimi a Moudon presso il governatore , e quando per mezzo del sindaco facevano ad esso domandare una sessione slraor- dinaria, il governalore non poteva dillerire piii di tee giorni ad aderirvi. Quesli Stati erano peraltro rislrelli al paese di Naud, il quale mandava poi i suoi deputati agli Stati gcnerali, od ai parlicolari di liilla la Savoia: eppeitt non si polrcbbc da tale special consueludine iid'erirne argomento per Utabilire periodicita di tornate per le convocazioni piu estese. Tra le dlmandc lalle dai Ire Stati di Piemonte c di Savoia congiunta- mente a Biases di Monferrato, tatrice di Carlo Giovanni \medeo, nel i .j'j"- si osserva quella cosi concepila : « pregavano chc la duchessa insieme » coll arci\csii)\o d' \iich per I ratio di singolare all'etto ed a consolazionc » de' metnbri de' ire Stati si degnassero loro concedere per Lellere Palenti, « e scnz'altra necessila di convocazione speciale , la facolla di radunarsi » durante l'cla pupillare del duca di due in due anni, la terza domenica u dopo Pasqua , nel luogo dove visiedessero la duchessa e l'arcivescovo, » e cio al iloppio fine di poter loro esporre le doglienze de' danni e de « gravami che si fosscro ai sudditi recati , e di certilicare i principi » di lulte cpielle cose che ravviserebbero concernenti all'onore ed all'utile » dello Slalo e del sovrano. » Ma la duchessa col principe assistente rispo- gere dover rimanere libera ad essi di convocare a loro bcneplacito gli Stati: (rattanto presentandosi chi si credesse gi-avalo , gli si renderebbe buona gtustizia. Ne miglior esilo ebbern nuove islanze fatle sopra lo slesso oggelto . durante I'occupazione dei Francesi, a mezzo il secolo xvi. La Congrega- zionc dei Ire Stali di Piemonte ebbe ricorso allora al luogotenenle generate del re , e prcgollo fosse di bon piacer suo pennettere jacultade al delta paese di congregar li Ire Stati atmeno una volta ogni anno, e qnesto appresso le festc di Pasqua con possanza di anticipare e differire secondo parera alii commissi e deputati del paese, e secondo le occorrcuzie dei tempi, e negozi, e di tal permissione ottenev con/ifmazione da sua maesth. Ha la risposla del luogotenenle generate non fu meno asciulta c disinvolla di quella della duchessa e dell' arcivescovo , dicendosi : Sua eccellenzn (1) Histoirc de la Suisse, torn. J, chap. f6 I F. SCLOPIS j5 III. Sarebbe troppo imperfetlo il nostro lavoro se, iliscorrendo della rap- presenlanza nazionale, non loccassimo alquanlo partitamente degli dementi che la componevano , il clero , la nobilta ed i comuni. Clero e nobilta nvevano francheggiati da immunita e privilegi. Ai primi appartenevano le immunita ecclesiastiche, Icnule allora in grande ampiezza ed in maggior riverenza. Larghi protettori delle chiese e degli ccclesiastici furono i prin- cipi di Savoia, ed un grande cpisodio della storia ecclesiaslica del medio evo venne ad intralciarsi nella storia della loro dinaslia. L'assunzione al pontificate di Amedeo vm fatla ncl concilio di Basilea , gli atli da lui operali nella sua obbedienza , il modo cauto, politico e religioso con cui egli rinunzio al triregno, sono cose assai note, ma forse non ancora ab- bastanza meditate. Basli per noi lavverlii-e che epiindi ne venne durevole vanlaggio al dominio de' nostri principi , ed esempio autorevole di savie inassime di concordia Ira il sacerdozio e 1 impcro (i). I nobili in Savoia ed m Piemonte non crano cosi potenli da intUBjOrire il principe, o da incagliare il governo dello Stalo, ove si ecceltuino il duca di Borbone, ed i marchesi di Monferrato, e di Saluzzo, di Ponzone , di Savona e di Finale, che tencvano alcune terrc a titolo di feudo dai principi di Savoia; ina quelli non dimorando sul territorio dello Stalo, erano da considerarsi principalmente coine principi csteri anziche come vassalli. Si e gia veduto come si distinguessero intrinsecaraente baroni e ban- deresi; ora convien riferire qoali fossero i privilegi della nobilta piemontese nel secolo xiv, che ci sembrano definire la condizione legale di essa per tutto il tratto di tempo di che parliamo. D 12 daprile i3l>o, stando il conte Amedeo vi nel castello di Rivoli, si presentarono a lui Guido e Iacopo Provana militi, Iacopo diLucerna, Iacopo Piossasco dei signori di None e Iacopo Provana di Piossasco , i quali, a noine di tulli i gentiluomini e banderesi del Piemonte, lo richiesero di rinnovare, a pro della nobilta Piemontese, i privilegi e le immunita che le erano state concedute dai diversi principi di Savoia , del ramo d'Acaia. (1) Storia doll'antica lcgislazione del Picmonlc, capo Mil. Seiui: II. Tom. XII. l6 DECLI STATI GENERALI bnedeo aderi alia loro richiesta, e conccdette ad essi cd a que che per loro si rappresentavano le scgucnti franchigie: i° Di date asilo nclle loro lerre ai handiti dal territorio del principe, (ra nne ibssero Iraditori, o ladri, e sotto la special condizione che i Pro- \ancsi nou potessero ricevere i nemici del comune di Carignano, e gli ahilanli di Carignano non desscro ricetto ai nemici dei Provancsi ; a" D aver libera facollii di giovarsi Tun l'allro contro ai propri ne- mici, e di collcgarsi insiemc, purche non fosse a danno delConte, o di que' del suo legnaggio, all'uso dei nohili Savoiardi ; 3° Di rilenere esercizio ampissimo d' ogni maniera di giurisdizione civile c criniinale, quale appunto essi gcnliluomini scrbavano nelle loro I one , dove non era lecito agli ufiziali del Conle il penetrare , fiiori del caso di negata giustizia; 4" Di ricevere il soldo dal principe , cd il risarcimento d'ogni danno, quando cavalcassero con lui, o per lui; 5° Di possedere scmpre le caslella e le fortezze di loro doininio senza pcricolo di venirne spogliati, se non in caso di confisca, nel quale, non aluimcnti che in ogni altra inquisizione di crimini commessi da gentil- uomini, si doveva procedere a termini di ragione (i); 6" Di cssere giudicati per ogni specie di liti tanto civili, die crimi- nali levatesi solamente tra nobili, oppure tra nobili ed altri sudditi del Conte, da Iribunali costituiti nella terra del Conte, al di qua deirAlpi; 7° Se occorresse il caso della confisca d'un feudo per causa di delitto del vassallo investito, il Conte dovesse rilasciare il feudo ai consorti, me- diante il correspetlivo del giusto prezzo di quello , senzache per nessun altro titolo lo polessc ritcnere , se non concorreva il conscnso dei consorti ; 8° Che il Conte dovesse conoscere in via sommaria sopra gli spogli dei feudi ingiustamente da' vassalli patiti ; 9° Che sarebbesi tolto ed abolito in perpetuo il malaugurato dazio di transito, origine della guerra pocanzi avvenuta; io" Non riceverebbe il Conte tra i borghesi dellc sue terre gli uomini de' feudi dei nobili, se non fossero trascorsi un anno ed un giorno dacche quelli erano usciti dal feudo, ed il vassallo non avessegli richiamati; ii° INon potrebbonsi acquistarc dal Conle i feudi dei gentiluomini senza il consenso dei loro consorti , dcgli agnati , c dei cognati ; (I) Secundum suascril ordu iuris. SAGCIO STORICO HI F. SCLOPIS ' / ] 2" I nobili Piemonlesi rimarrebbero in perpeluo vassalli del Conte ili Savoia , ma ove l'occasionc portasse , ch'cssi ritornassero sotto il do- ininio dei principi d'Acaia, s'intcndcrebbero sciolti dalla fedella dala al Conte; 1 3° bnpedirebbe il Conte ogni acquisto di ragione sopra i feudi dei noliili Piemontesi in favore di Tacopo, o de' successori di lui; 1 4° Che i nobili non sarebbero obbligali a far parte dell'oste del signore , tranne in occorren/.a di guerra , secondo le vecchie consueludini . e nella guisa ch'essi servivano a Filippo 1, principe d'Acaia. Giur6 Amedeo di osscrvare questi patli , dei qnali si diede copia a coloro ehe vi polevano avere inleresse. I i-i in in iii maggiori e quelli che non erano lenuli in feudo gode\ano lutti di larghe franchigic, poiche e d" uopo il non inai dimenticare che, nel tempo di cui parliamo, la liberta non si armonizzava su lulto lo Slato per via di principii generali , ma entrava quasi per virtu di contrast! di forme. A que' che fossero vaghi di riandare piu minulamente le con- dizioni di liberta municipale che s' inlrodussero e vennero via via rallar- gandosi tra noi , io mi farei lecito di ricordare quello che ne abbiamo scritto in altra opera pubblicala or sono gii molti anni ((). Col pro- gredire dei tempi, innoltrandosi la civilta, si andavano facendo le riformc ( vejovmationes ) negli statuti e nelle franchigie comunali per mettere d ac- cordo costumi , bisogni , e leggi. I principi estendendo i loro provvedimenti eon ispirito di equila e con intelligenza di tempi, si procacciavano aderenza e simpatia nel popolo. Favoreggiavano essi, piu che la liberta, rincirili- menlo; cosi vineevasi l'arislocrazia che slava sul lirato, come accade dei deboli che hanno paura di perdere. Quando questa cesso dall'aver forze proprie, principe e popolo si trovarono a fronte l'uno dellaltro, ma ilprimo con autorita meno vessatoria e piu rinvogorita , il secondo col desiderio di confortarsi dellinsolito stato di quiete di che godeva. Svoltesi poscia nel popolo le forze ingenite , a sua volla egli aspiro a partecipare nel pubblico reggimento , tenlo molle prove , tocco molte ripulse , e final- mente entro in cpiel periodo di propria vita politica in cui lo vediamo aggirarsi. Lo spirito d'associazione pero, che e tra i piu potenti mezzi d'ogni gran inovimenlo sociale , si dilfondeva svariato di modi in que' tempi. Le fazioni se ne valevano ognuna a loro pro: nei comuni, che si reggevano a popolo. (I) Storia Hcll'antica Icgislazione del Piemonte, cap. 3. |8 DEGLI ST ATI GENERAI.I erano compagnie diverse o society, che a vicenda si aiuiavanc o si com- battevano. Citeremo quella tli S. Giorgio nclla repubblica di Citieri; quelle dei militi e lallra del popolo Delia repubblica d'Asli; allre siinili nei co- inuni ili Torino, d'Alba, c diCunco; e la sociela tutta inililarc cbe si cbiamo del Fiore, istituita tra [acopo d \caia, i marchesi tli Saluzzo, ed i capi iK' Catalani ed ^.ragonesi che si trovavano in Alba, Gherasco, Alessandria id all ri luoglii , al servi/.io di Roberto re di Napoli. La cOmpagnia del Fiore fu come niodcllo , condollo pero su proporzioni pin grandi c con idee alquanto piu generose , dellc compagnie di ventura che poco stante funestarono ITtalia divczzaiulo i cittadini dal compir fobbligo di difendere In patria. Non faiTino che uii breve cenno di certe distinzioni di qualita di |>er- >i>no, che erano in USO in eerie parti del dominio dei principi di Savoia, perche tale notizia punto non conl'erisce a chiarire direltamente il soggctto die ci siamo proposto di Irallare. Nel ducatio d'Aosta convenivano nelle assise, ovvero udienze generali , nclle (piali si decidevano le lili di maggior riguardo c si promnlgavano gli ordinamenti per I'esecnzione delle leggi , insieme col principe, col can- I'cllierc, e col Consiglio residenle col sovrano, i pari, i non pari, ed i con- suetudinarii del ducato. I pari erano i nobili, banderesi od anelie semplici gentiluoinini xiscili dalle famiglie piu illuslri del ducato, che ritcnevano la qualita di pari , come feudo maschile , ed erano veri pari della curia all1 antico uso feudalc. Godevano di certi privilegi, come di non andar soggetti a pene pecuniarie, e di non palire prigionia di persona, o con- fisca di loro beni feudal! , se non fossero rei convinti di tradimenlo , di ribellione, di grassazione, o d'incendio. La classe dei non pari conipren- deva gentiluomini, o doltori, o licenziali in legge, fregiati di lal privilegio, ma solo durante loro vita. La classe dei consuetudinarii si componeva di castellani , procurator!, ed altri simili uomini probi ed esperti nelle pratiche forensi c nelle consuetudini del paese. Nei principal! eoinuni che si reggevano a forma di repubblica v'erano ospizi, od alberglii dei nobili, sotto il cui nome s'intendevano aggregazioni di varie famiglie diramate da un ceppo comune, o riunite per accordo , che , raccogliendo lc loro forze insieme , meglio si assicuravano contro i pericoli comuni. SAGGIO STORICO DI F. SCLOPIS 2C) IV. Mai si potrebbe in moclo aflTatto esplicito e preciso dcterminare in che forma, e sino a qual punto gli ordini dei nobili e dei borghesi, non che quello degli eoclesiastici inlcrvenissero negli atti legislativi i piu solenni che emanavano dal principe. Se si guarda tutlavia all1 assistenza e con- corso dei maggiorenli di che si fece cenno dapprima, e se si ritengono alcune forinole ilei tempi piu remoti, si puo credere che quelli non fossero eslranei a simili atti. Cosi, per esempio, negli Statuti generali promul^ati dal conte Pietro di Savoia, a mezzo il secolo xni, si leggono qaeste parole: de voluntate et consensu nobilium, innobiliuiu comitatus Sabaudiae ct Burgundiae [cioe il paese di Vaud ] (i). E questa formola non lascia luogo a dubitare del lalto, il quale, in materia cosi imporlante, presup- pone un d'uilto pacificainenlc riconosciuto. Nelle posteriori promulgazioni di statuti o decreti generali dei principi di Savoia non si rinvienc, per quanto mi e nolo, ripctizione di quelle tbrmole con cui s'inaugurarono gli Statuti del conte Pietro. Ed a guardare I andamcnlo delle cose pubbliche nei tempi successivi ed il lenore istesso delle formole , eolle quali gli Stati esponevano i loro desiderii e le loro doglienze, ed il sovrano vi rispondeva, si avra la prova che esplicita autorila legislaliva non si riconobbe di diritto nelle Congregazioni degli Slali. Lo stesso aweniva negli Slali generali di Francia, sebbene fossero islituzione assai piu svolta e probata che non la nostra (3). INell'anno i/p«, a' i-j di giugno, Amedeo vm, primo duca di Savoia, principe, di cui non so se piu si debba lodare lawedulezza , od aminirar la fortuna, promulgo i suoi generali Statuti. Quest'opera condotta da al- cuni commessari ecclesiastici c laici deputali dal duca per rivedere gli antichi Statuti che sovra inatcrie dislinte eransi fatti dai conti di Savoia, e comporli insieiiic a guisa di legge generale, contiene molli prowedimenli (1) Cifanrio, Sloria dclla Monarchia cli Sayoia libro 3, capo " (i) V. Uathcry , llislnire da Etals generaux dt Frpnce, fag. 374 el mt». 3o DECLI STATI GENE1UI.I nuovi ordinali da Amedeo vm, il quale saviatnenle riputava die le leggi intenlc a governare gli umani negozi debbono uiutarsi opporlunamente sccondo la varieta de' tempi e delle occorrenze (i). In fine di que' decreli , di cui lengo sotl'occhio e cito l'edizione fatta in Torino del 1 4 7 7 > s> leS8e 'a clausula finale d'aulorita e di pubbliea- zione, nella quale il duca, avuto il parerc del suo consiglio, e per organo del suo cancelliere, approva il tcnorc de' decreti inedesimi, e li promulga esponeado il registro in cui essi erano scritti. Questa solennila segui nel caslello di Sciamberi a porte aperte ed alia presenza di inolti lestirnoni, ma senza veruna menzione dci tre Stali. Due costiluzioni si hanno di Giolanda di Francia in qualita di tutrice del duca Filiberto ; l'una data in Moncalieri a' 3 di luglio 1^5 sopra I alienazione de' feudi ; 1'altra ragguardanle alia spedizione de' processi , pnbblicata in Sciamberi nel febbraio del i477 j ma in amendue non si accenna mai altro intervento se non quello de' consiglieri , degli ufliziali del duca e dei testimoni assislenli. Ne diverse furono pure le fonne della promulgazione degli altri Statuti generali ordinati dai duchi successivi , come di Filiberto, per prescrivere nuove regole intorno al procedimento delle liti , dati in Sciamberi a' i n di agosto 1 48o, di Carlo 1 , che con lettere patenti date in Torino il i/\ di gennaio i4$4 confermava la legge di Giolanda sopra l'alienazione dei feudi , e con altre spedite nella stessa citta a' 1 o di giugno del 1 48?) determinava il valore di certe clausule legali. Cos! Bianca di MonfeiTato, lutrice di Carlo Giovanni Amedeo, con uno statuto del 26 di ollobre i4qi provvide sopra l'alienazione de' feudi, e poscia con altro del 17 di marzo i49^ dichiaro che la legge Si quis maior , Cod. de Transactionibus , non sa- rebbe in vigorc negli Stali ducali. Cosl Filippo 11 diede nuovi regolamenti per accrescere celerita nel corso delle liti, da Torino il 3o di giugno 1 4^7 i e cosi Filiberto 11 nelle sue costituzioni sopra varie materie, promulgate in Torino a' 24 di gennaio e i" di dicembre i5o3, nell'ultima delle quali occorrono da osservarsi le piu ampie indicazioni del modo di promulgazionc ed esecuzione della legge, senza che v'intervenga menzione degli Slati. Ne per nulla s'immuto quell'ordine negli statuti fatli da Carlo in a' 10 di ottobre i5i3 per procurare, come ivi espressamenle si dice, una piu pronta spedizione delle cause, e prornuovcre il bene dei suddili , allinche . I'ro vanelatc tetuporum ct causarum uppurluaa. n SACCIO STORICO Dl F. SCLOPIS 3 avulo nguardo alle varieta che s'introducono nelle cose e nei tempi. il pubblico govcrno sempre si disponesse e si mantenesse sotto 1' online relto dclla giustizia (i). Ollrc queste , che sono le principali leggi generali ordinate da' nostri sovrani che prccedettero Emanuele Filiberto , ne giova addurre ancora l'esempio di una legge speciale, ma di efFetlo gravissimo, quale si e quella della inalienabilita del demanio , legge considerata sempre come fonda- mentale delta corona di Savoia (a). Nell'editto promulgato a lal fine da I dace Lodovico a' 22 di aprile i44^, nel chiostro de'frati predicatori fuori delle mura di Ginevra, il principc promette per se e pe' suoi successori di non mai alienare \eruna parte del patrimonio dello Slato, e la pro- inessa si accetta dal segrelario Pelleterat, siccome persona rivestita d'uf- (icio pubblico, a nome de' sudditi presenli c futuri del duca e de' succes- sori di lui, non meno che di qualunque altra persona che in qualsivoglia modo vi potesse avere interesse. Se mai vi fii legge che sembrassc richiederc necessita dellintcrvento esplicito degli Stati, questa sarebbe stata che aveva relazionc diretta colla conservazione del pubblico rcggimento, eppero coi diiitli di tulti gli ordini e di tutle le classi delle persone. Ma l'avervi adoperala la clausula d'acceltazione per parte del segrelario, a foggia di notaio, dimostra cvidentemente che la giurisdizione degli Stati non si con- siderava come autorita , sebbene si stipidasse co' sudditi , indeclinabile. Vero e che nei tempi successivi essendosi in parte violate le disposizioni di (rucll' cditto , e volendo i duchi recarvi pronto rimedio, rinnovarono il precello di Lodovico, ed annullarono le alienazioni che erano seguite in frodc di qucllo , aggiungendo che cio si faceva a richiesla dei tre Stati . dai quali si erano denunciati al principe siffatti abusi. Tale e il concetto degli edilti di Amedeo rx del 10 di settembre 1470, di Carlo 1 del i?> di marzo 1 4^4 > &\ Bianca di Monferrato dell' 8 di marzo i4<)°) di Filippo 11, di Filiberto n e di Carlo in, tutti registrati nella collezione del Borelli. Cosi pure non e da tacere che quando il duca Lodovico neHatto inli- lolalo Franchisiae concessae toti patriae cismontanae contra iisurarios pidlicos et contrafacientcs contractus simulates et gabantias panni , ferri . (I) n Ul inspocla rerun) tempnrumque dissimilitudine sub redo iueliciae ordinc rcspublica scmjiri » regatur cl preservctur. ■ (9) Regie Cosliluzioni del re di Sardegna, lib. 6. 3 a DEGLI STATI GENERALI villi cl aliarum quarumcwtu/w reran, il 3 di febbraio 1437 (1), si aggiunge: particifHitoque consilio pvclatoriiiii , baronum, procevum , ct pcrilorum ac ceteronan cirewnspectione trium Statuum ditkmis ipsius domini mei (il duca procedeva in qnalita di luogolencnte generate di suo padre) qiioa merito in arduis instituciulis evocavimus. Non vi ha duhbio clie le adunanze degli Slati rignardavano come nllicio proprio il far conoscere al sovrano gli abusi trascorsi in ogni maniera di servizio puhblico: tutta i capitoK di quelle adunanze che ci riraangono ne fanno fede. Ma non si pub dire che essi fossero direttamente partecipi nclla formazione della lease, ne che il loro concorso si ravvisasse necessario per obbligare i sudditi ad obbedirvi; bensi si dee riconoscere che da' tic Stati crano per lo piu provocate le riforme della legislazione. La ragionc della dilferenza che si scorge tra le promulgazioni di leggi fatte piu anticamente , e cpiclle che avvennero in tempi meno remoli, nasce da cio die cptanlo piu si railbrzava il governo del principe, lanto meno si permetteva alia nazionc di parteciparvi nei casi ordinari. Si radunavano gli Stati nolle occorrenze straordinarie , ma si era venuto al punlo di averli . anziehu veri legislatoi'i , consiglieri principal] del principe ed avvocati dei comuni, come per noi si disse altra volla. Cio non toglie tuttavia che appunto perche nei casi di maggior impor- tanza non si poteva prescindere dal ricorrere alia rapprcsentanza nazio- nale , epiesta serbasse potere e credito tale che fini per ingelosire il so- vrano, il tmale, usando la l-agione del piu forte, ne aboli l'uso legittinm ed antico. (1) Nella raccolta degli Slatoti Torincsi. SAGOIO 8TOBICO DI P. SCLOPIS 33 Dell'autorita speciale degli Stati sopra la milizia non si ha, a inia credere, positivo indizio nella storia patria , anzi vi ripugnerebbe l'intiero sistema deU'ordine politico di quelle eta. La milizia feudale, tutta composta duo- mini d'arine e de'loro seguaci, avcva trovato una possente rivale nell "oste dei comuni, i cui numerosi f'anti avevano superato il valore dei cavalieri nemici. La prima , seguendo 1' anlica sua origine , si reggeva secondo le regole de'feudi, che obbligavano baroni e banderesi a portarsi colla loro bandiera o compagnia di militi a servire in guerra al sovi'ano, cui davano omaggio. II modo ed il tempo del servizio erano determinati dalle qualila dei feudi che richiedevano maggior o minor nuinero d'armati, e dalle fran- chigie particolari ai nobUi de' diversi paesi. I comuni in non dissimile guisa avevano norme certe del loro servizio militare a pro del principe, cui erano soggetti. Queste norme si erano stabilite o per gius di consuetudine awalorato dalTassenso del principe , o per convenzione espressa stipulata nell' atto di loro dedizione. Cos! , per esempio, negli statuti di Pinerolo del 1299 si era ordinato, gli uomini della terra militassero pel conte di Savoia per giorni quaranta non sola- mente nel territorio della contea , ma anche sino a venticincrae miglia al di la dei confini di quella. II comune di Mondovi non era tenuto a piu di trenta giorni di servizio, c senza oltrcpassare lo spazio di trenta miglia dalla loro citta. Quello di Fossano non aveva obbligo di mandare la sua milizia a piu di cinquanta miglia , ne per un tempo maggiore di giorni quaranta (1). La citta di VerceUi ottenne il 18 decembre 1488 lettere patenti del duca Carlo 1 , in virtu delle quali , mediante la somma di 1047 1 fiorini. si concedette tanto per grazia che per privilcgio pcrpetuo che la citta stessa non avesse a servire negli eserciti generali sc non lo spazio di 24 giorni in cadun anno, e che il riparlo di detto esercito non si farebbe che sopra due parti dei tre fuochi e famiglie di detta citta e suo distretto (2). (1) Saluccs , flistoire militaire ilu Piemont , torn. I, cliap. iv. (i) Illustraiionc dellc pergauionc c de'codici aatichi esislcnli ncll'archivio civico di Vcrcclli , p. 123. Seme II. Tom. XII. 5 3'| DEGLI STATI GENEHAL1 Eppero, senza sviarci in digressioni troppo estranec al noslro soggetlo niiiliuli-rciiio chc il servizio mililare cm precipuamenle regolato dagli usi Eeudali, e dalle convenzioni particolari di ciascun comune. Dal che sempre |)iu si la evidente come il veto lipo dclle liberta pubbliche sul linire del medio cvo consislesse nelle franchigie appartenenti a ciascun online di penone prhilcgiale , a ciascun comune o pacse distinlo da special terri- torio, da usi risUelli , da convenzioni parziali. \crade\a talvolta che gli Stati raccomandassero al principe di lener una forza armala sulVicicnlc per cerli bisogni. Cosi, per esempio, ncll adunanza del febbraio i5?.8, i tre Stati di Savoia chiedevano al duca Carlo m che ivesse in pronto milizia bastevolc a reprimere i tentativi degli adercnli i!l eresia luterana che si lemeva volesse spandersi in queste contrade. \ uolsi qui ancora awertirc che in alcimi capitoli dei tre Stati si parla talvolta, come in cjuelli ragunati sotlo Carlo i, in Torino, nel maggio ■M i '|8- , dell esercito generate , ma la parola exercitus si assume in quel luogo a dinotare on tributo da pagarsi in occasione delta guerra , '■iinc appariscc dal contesto di que' capitoli , che si leggcranno nella se- i-onda parte di (piesto saggio. VI. Tin qui siamo venuti ragionando di quelle parti di pubblico governo, uelle quali i tre Stati non pigliavano ingerenza assoluta e diretla. Ora dobbiamo parlare di un eflicacissimo e permanente loro ufiicio, che con- sislcva nel concedere i sussidii straordinarii al principe, onde con quelli soddisfacesse alle piu gravi necessita della patria. E questa a trattarsi distesamente, e con puro lume di critica, sarebbe materia mollo ampia, siccome quella che racchiude la vera storia di queste adunanze. L crario pubblico nei secoli xiv e xv non si alimenlava se non col pro- lotto delle terre, e dei diritli demaniali, che nel terrilorio ile' nostri principi erano assai ragguardevoli , e colle riscossioni delle gabelle sopra lc derrate, ■I lc merci, che si vendevano, o passavano per lo Slalo. l'ressoche a nulla riducovasi il tributo prediale, perchi: la massima parte dei terreni frano SAGGIO STORICO in I. si.i.opis S~> iimnuiii dalle gravezze pubbliche per tilolo di posscsso ecclesiaslico, o di prerogative fcudale. I fondi urbani non erano per lo piu collellahili, attese le franchigie pariicolari de' piu grossi comuni; il difeiio di qualunque base di ceusimcnlo, e le diflicolla eslreine che s' incontravano nelle riscossioni diminuivano ancora quella minima porzione di tribulo che sarebbesi potuta sperare (i). In ccrli casi parlicolari, secondo gli usi anlichi, si stabilivano imposte slraordinaric, come per avveniincnlo al Irono di principi, nozze del me- desimo, o marilaggi dcllc di lui (igliuolc , ordine di cavalleria conferito all'ercde del trono, riscalto del sovrano cadulo in cattivita, occorrenze
  • oscia , quel re aggiungere altri balzelli sulle deiTate , ma non pole con- seguirc l'intento. Allora segnendo il parere di Engherrando di Marigny , sovrinlendente maggiore delle sue fmanze , si rivolse ad un parlilo piu mite. Fcce egli bandire dal sovrintendente nclla cilta di Parigi le necessii;i da cui trovavasi slretto, e richiese i sindaci de' Ire Stati che sovvenissero d'aiulo opportuno la causa comune del re e di tutto il regno. Tosto gli furono olferti le persone ed i beni de' sudditi , e si pago senza indugio un tribulo larghissimo. II buon successo di quesla prova divenne dopo (1) A prova dcll'antichila dcllo stabilimcnto dello lasso dei principi di Savoia vcggansi le letterc di dichiarazionc del conic Tommaso di Savoia, I' anno dall' incarnazione 1191 , in cui si liberan" alcuni uomini del ducalo d'Aosla a talliii meis et succcssorum mcorum aJiutoriii et exaclionibus, presso il Capri, Traitc de la Chambrt dei Comptes, par. 2, chap. i2. (i) V. il codicc dcllc dccisioni di Antonio Fabro, lib. IV, til. 43, def. 6. P) Btchtrchei sur Vhistoire tic France, pag. 67-68. — Du rcstc , dice il Uatbcry, I.e. p. 40, auoiauvn ne post'ede pas de monument auttienliauc d'usscmbtce des troit Flats antcrieure a 1302 , i/ est possible que cc fait sc fit produit plus (Tunc fnis auparacant , mais , darts tous let tas, les deputes des titles n'y auraietit pas eu encore roix deliberative. DEGLI STATI GENEIULI una l'n(|iuiite consueludinc , osservata non solamcntc solto i successori piu prossimi di quel re , ma eziandio da tulti i sovrani della slirpe di Valois (i). Qucsl'uso di ragunare gli Stati per cavarne danari fece si che mal vo- ientieri i popotani s aecomodassero a mandarvi i loro deputali, e gli an- (iehi doenmenti ei attestano che dill'atti essi non ci venivano se non per espresso e severo comando del sovrano, poiche il tempo di tali adunanze si riputava dal popolo tempo di tasse straordinaric e di male tolte ec- • ■rssive. Le nostre antichc memorie consenlono slretlamente collo stesso ordine di mulazione clie si osservo nella Francia. Le notizie che ancor si hanno ilelle riscossioni dei trihuti nel sccolo \m non fanno cenno veruno d' inter- M'nto de lie Slati, come si scorge dai due primi brevi del balio di Savoia, rilerili dal Capre (a). Ma i conti di finanze compilali dopo il principio del sccolo successivo, se non contengono menzione di adunanze collettive di Stati, accennano tullavia all'annuenza dei tre ordini. Nel i35G s'in- titola uiio di essi: « In computo Humberli Bastardi de Sabaudia Domini Vlu "\ ilarii et Molelarum Caslelani Tharenlasiae de exitu subsidiorum ■ concessis (o concessorum) per l-eligiosos, nobiles, banneretos, et com- • niunilales tolius comitalus per tres annos incoeplos in festo Paschae i356 » super (piolibet foco epiatuor denarios grossos Turonenses cpiolibet anno. » E nel i35c) se ne ha ivn altro intitolato : « In compulo Aymoneti Pro- » vanae Castellani Maurianae pro subsidio concesso Domino de gratia speciali per religiosos , banneretos , et caeteros homines nobiles ipsius Castellaniae ac per homines Domini eiusdem Castellaniae , pro acqui- rimento facto per Dominnm de terra Vaudi ad rationem unius floreni (1) Qncsta usanza era generate in prcssochc tulla l'Europa occidcntalc. Cosi, per csempio, avveniva Mgii Slati gencrali di Fiandra. « L'uso invclerato (cosi scrive il cardinal Bentivoglio, Delia qucrra ■■' di Fiandra , parte I , libro v ) era di chiedersi dal principe no1 suoi bisogui ai popoli quelle sov- » venzioni die paressero convenevoli. E l'essere bene spesso negate mostrava la liberta dcll'essere •• conccdulc. Prcsa la risoluzionc del concederle , imponcva pni ciasenna provincia a se slessa i ijuol peso che era necessario per tal cffcllo. Domandavansi perb seropre qucslc conlribuzioni a ■' tempo dal principe, e venivano a tempo conscntite ancora dai popoli: c quante volte il bisogno " slringeva quello a far nuove islanzc, era di mestieri che altreltanle da qucsti se ne avesse miova- d menle il consensn. » K Filippo di Coinraincs srriveva ncllc sue memorie : Nut prince ne pcut aulremait lever i/uc par octroi , si ce ft'wl par tyrannic . et au' il soil cjcummunie. Mais it en est bien d'assez bt'tcs pour ne savoir ce qu'its pcuvent [aire ou laiseer en eel endrait. Liv. v , chap. fS. 2 Traite hitloriqut de la C/tambre des Comptes de Savuie, part. 2, chap. 4. sagcio sTonico di f. sci.opis 37 1) boni ponderis pro quolibet foco, de mense septembri i359, et in eodeni » computo fuit particulariter compulalum dc focis hominum Domini » episcopi Maurianensis. » Usavasi ancora frequentemente nella prima meta del secolo \v di chiedersi dal principe sussidii a ciascun comune separatamcnte. II testamento di Amedeo vm primo duca di Savoia , del (.) di de- cembre i^i\), fa pure mcnzione di carichi che s'imponcvano, e di sus- sidii che si concedevano tarn ab homt'nibus et siibditis immediati.s f/uam ab hominibus et subditis ecclesiasticovum et nobilium etc. La storia pertanto delle raunate degli Stati saccoppia col racconto di lulii i casi che ricercavano soccorsi onde rispondere alle necossita dei tempi (1). Ristrigncndoci ad una parte del secolo xv, che fu agitata da vicende diverse, noi troviamo molte congregazioni di Stati che ci porgono esempi del modo con cui si chiedevano e si stabilivano i sussidii , ed il lenore delle leltere date dal sovrano a conferma delle franchigie impetrate ci rappresenta il quadro della vertenza. Nel i/|5i Lodovico, duca di Savoia. doveva costituire la dote ad una sua iigliuola, sposa del Delfino di "Sienna, ed ebbe ricorso alio straordinario sussidio acconsenlito dagli Stati. Lo stesso principe nel 1 4 5r> videsi di nuovo gravato da soverchie spese, cosi per aver tenlato di liberare il Piemonte da masnadieri che lo infestavano, come per fornire l'occorrente a suo figliuolo Lodovico, che stava in sul partire alia volta di Cipro, dove in fatti si reco a ricevere la corona di quel regno e di Gcmsalemme e d' Armenia. Egli quindi si rivolse di bel nuovo a' suoi sudditi, i quali, non ostante che il paese fosse stato impoverito d'assai per le guerre solFerte, e per Tinclemenza del cielo che gli aveva negato le con- suete ricolte, gli oficnvano un donalivo di diciassette mila dugento fiorini. Nelle lettere d'approvazione datesi a tale occasionc si debbe notare come sia stato rettificato I'errore, per cui in cpielle deiranno 1 45 1 si era om- messo di comprendcre espressamente gli uomini dell'antico territorio, i quali tuttavia avcvano contribuito nel primo donativo , e furono percio ricono- sciuti e fatli partecipi delle franchigie allor concedute. L'erario pubblico continuava a difettar di danaro , onde nel i/j()o i due Stati de' nobili e de' comuni piemontesi corrisposero alle dimande dello stesso principe . ollerendo settemila fiorini , e ricevendo in contraccambio alcuni capiloli di |)rivilegio. (1) Quindi I'adagio franccse Plaintts ct subsides se tiennent 38 DKGLl STATU (JEXEIIALI Dopo la morte del duca Amedeo ix , il beato , Giolauda di Francia . \t'ilova di lui e reggentc lo Stato in name di suo ligliuolo il duca Filiberto, pupillo, Irovossi ravvolla frammezzo a mille diflicolta , sopratlullo per la guerre civile che ardeva tra essa ed i principi agnati esclusi indcbitamenle dal concorso nella reggenza. Senza troppo curare l'autorita degli esempi antichi, ella ordino si levasse sopra i sudditi un sussidio di cinquanla mila liorini. Ma gli oratori dei sudditi piemonlesi , pigliando occasione dal lio- varsi adunali in \ercclli pe funerali dei duchi Lodovico ed Amedeo nel- L'aprile del 1 4 7 3 , supplicarono che si rimeltesse l'uso primiero. I docu- uienti raggnardanti a questa dimanda , che gii si leggono slauipati (i), dimoslrano ampiamenle quale fosse l'ingerenza degli Slati nelle cose del governo |)ubblico quando si trattava del donalivo sUaordinario. Narrano essi ncl meinoriale indirilto alia duchessa , essere usanza anlichissinia t- non mai abolila che i doni e sussidii , soliti concedersi dal Piemonte , si porgessero da' tre Stali di questa contrada , e da essi se ne dividesse il ca- l'ico Ira i luoghi diversi , e si deputasse un colleltore, Piemontese di palria, per riscuolerne le varie porzioni. Pronti si dicono a contribuire nella soinma desiderata per sostenere il governo, ma bramano che se ne accetti il dono dalla Congregazione degli Stati , e si faccia ripartizione de' pesi nelle forme c secondo le lasse adoperate per lo passato. La risposla e in- lieramente conforme ai voti spiegali, accettandosi il dono secondo I' usanza e senza pregiudizio del sovrano e dei sudditi. Un nuovo sussidio di sessanta mila fiorini ritrasse questa principessa dagli Stali raccolti in Rivoli nell'ottobre del 1 477 Per s°ddisfarc alle spese occorrenti alia difesa della palria minacciata da' Borgognoni o Tedeschi. II duca Carlo 1 dalla Congregazione dei tre Stati , raccolti in Torino nel 1482, nel i485 , e nel 1487, ritrasse sussidii straordinavii per far fronte alle spese di governo e di guerra che occorrevano in que' pericolosi frangenli. Un altro esempio meinorabile si ricava dagli atti di un'allra duchessa icggente, cioe di Bianca di Monferrato, luti-ice di Carlo Giovanni Amedeo. Dicesi in quelli, che essendosi nell'agoslo del 1492 congregati in Torino i tre Stati del Piemonte per ordine e per lettere del sovrano, vennero ad essi esposti, da parte della duchessa tntrice, grimmcnsi travagli e le lj Degregory , Istnria della Vcrcellcsc Ictteratura cd arli. Document! della parte I*, [iau e >ecuenli, dopo la parte IV. 3AC6I6 STOnii.O UI 1. SCLOPIS 3() varie spcse da lei sopporlale dopo la morte del duca Carlo i, suo inarilo. ondc attcnderc alia cura e conservazione del dominio del principe pupillo, alia difesa del pubblico governo, ed alle occoiTenze della guerra; che ogni cosa civ riuscila a buon line, merce dell'assistenza del principe arcivescovo. de' grandi e dei consiglieri , e che per soddisfare alle spesc originate da silialte cause , ella , in qualita di tutrice , aveva chieslo dalla patria cis- inonlaua an sussidio di dugcntomila fiorini. Alia tpiale dimanda , dopo slcune discussioni, i Ire Stati avevano risposlo, oifercndo, a litolo di sem- plioe donalivo , ollanlamila fiorini piccoli della inoneta di Savoia , sott<> condizione che cio non dovesse per nulla derogare ai privilegi ed alle im- munita del paese , nc si potcsse mat trarre a conseguenza futura. Nell alio clii' poi-gevasi il donativo, furono pure dai Ire Stall rassegnati capitoli in Dumero di tredici, i quali supplicarono concedersi loro in forza di Lease e di privilegio perpetuo. A tali supplicazioni vcnne per la duchessa aderito coll'irilcnzione di far cosa grata al Picmontc; e dopo udita la leltura di que capitoli , coll'assistenza del signore di Bressa, zio del principe, e di molli aliri grandi c consiglieri cola presenli , fu a ciascuno d' essi dato analoga favorevole risposta. Durante il regno di Carlo in frequenti furono pure le adunanze degli Stati , ed invano per essi si cerco di fare argine alia piena delle sventure che rovinarono in quegli anni sulla monarchia di Savoia. Quell infelicc principe si volto con fiducia a' suoi suddili , ed i suddili non mancarono al principe ; ma forza non v'era che rcggesse all impeto col cpiale Francia i' Spagna porlavano frammezzo a noi i disaslri d'una guerra senza onore , e senza speranze pe' Piemontesi. NIolli documenti rimangono delle deli- berazioni degli Stati al di qua e al di la dell Alpi, di che si leggeranno vari documenti in appresso. Ora basta che si accenni il sussidio di centot- tantaraila fiorini conceduti dagli Stati di Piemonte nel mai-zo dell anno i Sog. Si e delto che, oltre la quantita del sussidio, si determinava pure nei capitoli, che si concedevano agli Stati, la maniera di ripartirlo e di riscuo- teiio. Si prefiggevano i tempi de pagamenti dividendo la total somma in allrettante poiv.ioni; la cpiota dei tributi da riscuotersi dai suddili si asscgnava ordinariamente per ogni capo di famiglia , owero fuoco, come allora si chiaraava ; owero imponevasi secondo la proporzione dei beni gravati ; e prevedendosi il pericolo, allora frequente, di mutazioni nelle tarilfc delle monetc, si stabiliva per lo piu che non se ne sarebbe variato 4o DEGLI STATI UENERAI.I il valore durante tutto il tempo entro cui si ammetlevano indugi al pa- •jamento ; allre volte si specificava che si sarebbe pagalo secondo il valore delle monele coiTente al tempo della riscossione : prescrivevasi che i quie- tamenti si sai'ebbero spediti dai tcsorieri senza costo di spesa; fmalnientc teutavasi di torre via tutte le immunita personali con cui altri volesse schermirsi dal contribuire in queste gravezze , o si riceveva dal sovrano la promcssa che finche durasse il tempo del sussidio straordinario non si sarebbero imposti altri tributi; e finalmente ponevasi cura afiinche non si adoperasse la forza per la riscossione del sussidio. A chi paragona il modo afFatto regolare di riscossione di questi sussidii, e della riparlizione che se ne faceva, colla confusione che sempre s'inconlrava negli usi feu- dali , dove il vassallo toglieva a suo piacere enormi balzelli dagli uomini del feudo, e facile il persuadersi che i popoli dovevano trovare assai meno moleste queste tasse straordinarie , che non le gravezze ordinarie che per mano dei vassalb fossero state da loro ritratte , e poscia rimesse al prin- cipe. E forse la prima sorgente del benefizio di una aggiustata e pro- porzionale dislribuzione di tributi , non che il primo desiderio di una plausibilc universale perequazione sono da rifeiirsi a queste adunanze, che formarono anche il primo grado per cui i comuni ascesero ad aver sede nellassociazione politica di tutto lo Stato (i). VII. Abbiaino discorsa la parte speciale, per cosi dire, dell'olicio delle Con- gregazioni degli Stati. Ora dobbiamo considerarne l'azione meno definita ma piu generale sugl'interessi principalissimi e vitali della nazione. Gli Stati si appresentano talvolta come custodi e moderatori deU'aufmstil >o\ rana. Se vogliam credere ai cronisti di Savoia , gli Stati mantennero in una solenne occasione la regola di successione al trono, quale erasi stabilita da Amedeo v. Questi stando nel suo castello di Gentilly presso Parigi , e vedendo come Edoardo suo figliuolo dopo molti anni di matriinonio non (1) V. Loyscl , Institutes coutumiircs, liv. prelim. Mil, 14 SAGG10 STORICO DI F. SCLOPIS \ I aveva che una figlia , crasi intlotlo a stabilire , chc , ove non rimanesse d' Edoardo prole maschile , la corona passasse ad Airaonc suo secondo- genilo, con csclusione pcrpetua delle femmine, a cui si riservava soltanto la ragione di una dote in danaro e non in terre. Assentirono in marzo del t3'24 i due fratelli alio statuto paterno, <■ (jiiindi ne sorgeva quell' ordine d'esclusione di femmine dal trono di Sa- voia chc, rinnovato poscia da Amedeo vi, divenne lcgge fondamentale dclla monarchia. Ma I'accordo dei principi non persuasc la figlia di Edoardo , Marghe- rita , sposata al duca di Bretagna , a disinettere il pensiero di quella si- gnoria. Vennero ambasciadori ad csporne i pretest dirilti, ed a sollecilamc la ricognizione. Secondo la narrazione dei cronisti , gli Stati raccolti in Ciamben avreb- bero mantcnuto 1' ordine di successione predetto , respingendo le istanze della duchessa di Bretagna. Una cronaca di Savoia, che si ha ragione di credere delle piu antiche (i), riferisce: Ajrmo XI n comes Sabaiidiae , deficncto Edoardo eius jratre sine liberis masculis, in comitatu successit. Et quern duo episcopi , barones (juatuor apud Avinkmem existentem ad locum Chamberiaci adduxerunt . ubi a Statibus patriae multum notabiliter receptus fuit. Le circostanze dell' awenimento d' Aimone sono piu distesamente de- scritte dal cronista Sinforiano Champier, il quale, accennate le pretensioni della duchessa di Bretagna, cosi prosegue il suo racconto: a Giunti gli ambasciadori a Sciamberl, dove stavano allora adunati i tre » Stati di Savoia onde cohsigliarsi sul governo del paese , dichiararono » il loro messaggio; ma il Consesso recise senza indugio il corso a ogni » pratica , dichiarando loro per organo dell' arcivescovo di Tarantasia . » Non essere usanza che la contea di Savoia cadesse in conocchia, fincln- n si trovasse un maschio nato di legittime nozze, che di nome e d'arme » discendesse dalla famiglia sovTana di quella patria. Rimanervi ancora » della stirpe Aimone , fratello di Edoardo , a cui spetlava di ragione » la contea (2); e dopo lui passarne il diritto a Filippo, conte della Mo- " rea ; ed , ove questi mancasse , a Luigi di Savoia signore di Vaud : (I) Di carallero del sccolo XV. (i) Auqutl appartiati it raison la comlee. Champier. Col racconto del Champier s'accordano le Tecchie Chroniautt it Satoic V. afonumtHla hutorian patriae. Scriptor. lorn. I. Semb II. Tom. MI 6 j ' DEGLI STAT] GENERAL] che se lutti questi principi fessero morti senza legitlima discendenza maschile, avrebbero i Savoiardi riconosciuto, a preferenza d'ogni altro, hi duchessa di Bretagna per loro sovrana. » Partiti gli ambasciadori, sorse a parlare Gallese dclla Balma, e disse ^•i^iiori , noi siaino di presenle sen/.a Conic, e senza Governalore die ra sostenga e ei dil'enda ; epperb io loderci moltissimo che noi man- dassimo a cercare Messer \imone di Savoia per cssere noslro ca|>o e « signore, poiche egli e savio, virtuoso, prode e ripieno di belle ed ottime cpialita. 11 Tutti aderh'ono allc sue parole , e mandarbno due vescovi , '• quattro baroni a Irovare Aimone, che stavasi in Avignonc, pregandoJo venisse a risiedere in Savoia per esscrne egli il conte , c loro nalurale signore, e vero erede della terra. Ricuso sullc prime Aiinone di arren- dersi al desiderio de'suoi suddili, ma poi vinto dalle islanze degli atn- basciadori, venne in Sciamberi, dove furono ad incontrarlo tutti i prelati, i baroni, i cavalicri cd i gentiluomini del paesc unitamente ai comuni, e Io accolsero con ogni significazione d'onore, supplicandolo volcssc pren- dere la signoria della contea di Savoia, siccomc glienc apparteneva la suc- cessione di diritto. Ul'indomani si tenne L'adunanza de' tre Siati della contea nella gran sala del castello, e si delibcro di dare al nuovo sovrano lancllo di S. Maurizio, simbolo di suprema inaugurazione. Quindi il conte ricevette I omaggio de' baroni e nobili , e lobbedicnza dei comuni, delle cilta , ville e caste! la. Non tutti preslano fede a questc narrazioni di cronisti, cd un gra\is- simo slorico vi contraddice ; noi perb non potremmo indurci a tenere assolutainentc per falsa almeno la sostanza di lal relazione , perche nun si banno prove direttamenlc contrarie a cib che per se almeno ha pre- sunzione di verita. L ingcrenza della rappresenlanza nazionale in simili chiamalc di prin- cipi non era cosa insolita in quelle eta nelle noslre conlrade. Poco dopo I iminatura morte di Giovanni marchese di Monferrato, awenuta nel gen- naio del i3o5, eransi raccolli a Trino i nobili ed i depulati dei comuni, e fedeli all' ultima volonta dell'eslinto signore, mandavano ambasciadori a Giolanda sorella di lui , chiamata dai Greci Irene, inoglie d'Andronico il vecchio imperalore d'Oriente, per domandarle un suo figliuolo in so- \r.iim (i). (I) Cibrario, Storia delta Monorchia di Savoia , Lib. 4, cap i SAGGIO STORJCO 1)1 I. si.l.npis |> Se in una materia, sovra cui molti hanno scritto facendo in termini espressi menzione degli Stati , dovcssimo accomodarci all'opinione d'un solo siorico , e neppur de' piu antichi , sarcbhc mestieri lo spiegare quel passo delle islorie del Piemonte ili Lodovico dclla Cliiesa , il quale asse- risce « Che a Filippo i successc nella conlea di Savoia per volonta degli Stati, i quali anteponevano il loro servizio e la virtu al rigor delie leggi, \medeo, sno nipotc, tutore del marchese di Susa, quanlunqiic per I = • primogeniture la successionc al pupillo pertenesse. » Ma (jucsta aulorila di un solo tra i varii cronisti e storici delle cose della Savoia, non mi pare da tanlo da doversi preferirc airargomento negativo che sorge per lo silenzio che gli altri hanno scrbato, quanlunque essi siensi mostrati in ogni altra occorrenza sollecili di ricordare l'ingerenza che i in Stati pigliavano nel governo pubblico. Siffalta deliberazione degli Slali
  • o I i , erasi abbandonato i piu colpcvoli cccessi. Ardeva di scte di sangue, c la faceva da carne- lice; senza causa, o per cosa minima uccideva di sua mano uomini, donne e fanciullL Ritrattosi dall' amicizia e dai consigli del savio suo tutore, si era fatio arnica a Gian Galeazzo N isconti, conte di \'irtu, dcgno com- pagno alle sue crudelta ed a' suoi vizi. Gian Galeazzo sccondando i fiirori ili SecondottOj ne faceva suo pro, e quando da lui chiamalo a soccorrerlo per ridurre all'obbedienza la cilia d'Asli, che giuslamente irritata de' di lui tirannici porlauicnli non voleva piu riceverlo nelle sue uiura, venne, tianquillo il popolo, e lo persuase di riconoscere se, e non piu Secondotto per proprio signore. Non tardo Secondotto a pagare il fio de' suoi delitli, perocchc nel decembre di quell' anno medesimo 13^8 , essendo in Lan- girano, nel distretto di Parma, voile di sua mano strozzare un ragazzo ilel suo seguito, e fu da un compagno di qucllo ferito di spada nel capo in guisa, che in pochi giorni , cioe il iG dello stesso mese, lnon. Si grave caso e si terribile esempio scossero del pari il duca di Brunsvic ed i suililili del marchese. Quegli torno da Napoli per assumcre la tutela ilel fralello e successore di Secondotto, Giovanni in, ancor minorenne, questi si concertarono per assistere il governo del tutore , e per avvalorarsi ili qualche precauzione conlro il ritorno possibile di una dominazione Urannica. II 3 di gennaio pertanto dell' anno 13^9, Otlone duca di Brunsvic ronvoct) un pieno e generate parlamento del Monferrato nel castello di Moncalvo alia presenza di parecchi giurisperiti ed altri speltabili lestimonii. L assemblea era composta di molli nobili , e di moltissiini popolani , ed ambasciadori dei varii luoghi del marchesato. 11 duca , in qualila di curatore e governalore del marchese Giovanni , richiese in nome di lui lutti quclli che si trovavano in quel parlamento lo consigliassero sovra i tre punti seguenti: Primieramente sulla domanda che Ainedeo vi conte di Savoia faceva per la consegna del luogo di Chivasso, dell'intiero Canavese , di Poirino i- di Moncucco, le quali terre, quel conte diceva esserc notorio alia mag- gioianza dei membri di quel parlamento come verso di lui fossero state impegnate dal defunlo marchese. In secornlo luogo soj)ra il SUSSidio da darsi ad esso curatore, ed al re- gnante marchese per le spese della gucrra da muoversi contro al conte SAGG10 ST0R1CO 1)1 F. SCLOPIS 4" di Virtu, onde coslringerlo a rcslituirgli la citta d'Asti proditoriamenli- occupata, e la terra di S. Salvatore presa per violenza. Finalmenle per l'atto di prestazione di fedella da farsi dai nobili, vas- salli, popolani e terre del dominio del marchesato di Monferralo al novello sovrano, successore del marchcse Secondotlo, di cui si accenna la morte , ma non se ne indica il inodo. Udita la triplice proposta , sorse a parlare Albertone di Prato , il de- patato ili Monealvo, e disse doversi giurare la fedclta, e riconoscere il nuovo sovrano da tutti e singoli i vassalli, e nobili, c popolani del marchesato. secando I'uso lino allora praticalo, ma apponendovi tullavia una comlizione. che, per la sua importanza, riferiremo nclle parole dcU'aUo originale. « Sub hac tamen conditione, cpiod in casu quo conlingat in futurum, » quod absil, ipsum dominum inarchionem interficerc, vel vulnerare ali- » quem de subdilis et lidelibus suis, seu alicui de suis subdilis quanlum- i) cumque minimo iniuriam , vel violentiam facere realem vel personalem . )) vel in eorum aut alicuius corum mulieribus , quod stalim , ipso facto . » et nunc prout et time omnis fidelitas, recognitio, et obedientia fienda el praestanda dicto Domino Ioanni Marchioni j\lontisferrati cassa sit » et vana , et nullum valorem prorsus habcat. Nam postquam fldeles » et subdili Marcliionatus sponte faciunt , et praestant fidem et Gdelila- » tern dicto eorum Domino, qua nihil excellentius praestare possunt, ita i) versa vice dignum et iustum est quod ipsi habeant per clTectum Cdem » dicti Domini Marchionis circa bonam prolectionem , custodiam et de- » fensionem personarum , rerum et iurium suorum , et contra debitum » iustiliae per ipsum nullalenus opprimanlur, quoniam per illuslrem cpaon- >i dam Dominum Secundum Olthonem Marchionem Montisfcrrati, fralrem , » et praedecessorem dicti Domini Marchionis loannis nimis acriler et enor- i miter in personis et rebus eorum et niulieribus, et aliis attriti et passi » sunt innumcrabiles iacturas , vituperia , dispendia , exilia , et pessima> i) laesiones (i). » Lo stcsso Alliertone di Prato propose che, per quanto concerneva alle dimande del conte di Savoia , il duca insieme co' congregali eleggesse sei od otto de' suoi fedeli del marchesato in quel parlamento « qui super (I) Qucslo inipnrtantissimo documento si lepge a pag. 3C8 del primo volume dclla collcziono mtilolata Moitumenta dqvensia di Giovamlialisla Sloriondo, stampato in Torino nclla Itegia Tipografia I'aono 1789 ; il documento e autenticato dal prefello dell' arctiivio se^relo del duca di M.ml'^ i con diohianaoaa S9 aprilc IC69 .\0 II i.l.l STATI GENEKAL1 omnibus el singulis pelitionibus praedictis el aliis tangentibus facta dicti Domini Comitis plenariam habeanl potestalein clicli Domini Marchionis » et totius Marcbionatus. » Rispetto alle occorrenze ili guerra il mcclesimo suggeri cbe vi si prov- vedesse, preferibilmente somministrando danari per non esservi comodita di (emir cavalli, ed i pagamenti si faccssero in Ire o quatlro termini a scelta del duca e del suo consiglio. Si alzb dopo a parlare Stefano dei signori di Cerreto , giureconsulto , ril approve le proposle dell'Alberlone, se non die aggiunse che la fedelta da giurarsi al sovrano non si estendesse al di la del vcntesimoquinlo anno eompiuto della di lui eta, ut videant (i sudditi) qiialitcv se habebit, ed inlanlo si osservasse il teslamcnlo del padre di delto marchese, col quale ogni autorita di governo era slata, fino al tempo sovr' indicalo, riservata a] duca di Brunsvic. iNicolelto di Tilio convenne nella slessa opinione, cosi pure Lodovico Turco, il quale peri* aggiunse che si provvedesse per la guerra lanlo per via di milizie , come d' allro sussidio , a piacimento del duca e del sno consiglio. Ottolino de Gliiselperli vicario , Facio di Villa di Chivasso , Oddino di Miroglio parlarono nello stesso senso , ma si opposero a che la terra di Chivasso si consegnasse al conte di Savoia, non riputandola per nulla impegnata al medesimo. La deliberazione si compi in quesli espressi termini: « In reformatione i) eiusdem Consilii et Parlamento, facto parlito de sedendo ad levanclum • per dictum Dominum Ottolinum Yicarium obtenlum fuit et placuit i) omnibus de Parlamento praediclo , nemine discrepante , quod detur potestas et bayTia tain de iure quam de composilione et bona con- i cordia , praedictis eligendis super praedictis factis tangentibus dictum Dominum Comitem Sabaudiae , et quod detur auxilium et subsidium dictis Dominis per subditos suos super dicta guerra tarn de debito quam de gratia, el quod fidelitates fiant dicto Domino Duci vice et nomine dicti Domini Marchionis et fratrum , et Marchionatus , quousquc atti- gerit aetatem annorum x\v pro quolibet, et per modum, suli formis, inodis et conditionibus, qui et quae arrcngati et consulti et arrengata ■ et consulla fucrunt per Consiliarios pracdictos. » Si elessero nello stesso parlamento otto deputati a trallare sulle domande ■ l conte di Savoia, ed in fine si nolarono i nomi dei principal! membri SAGGIO STORICO DI I. 8CI.OPIS 47 ili qucllassemblea, omeltendone tultavia parecchi: nam ibi aderant de no- bilibus et subdUis died Marchionatus maxima multitudo. I segnali som- mano a sctlanlacinque, oltre a Giovanni baslardo di Monferrato, che sta a capo di lista ; vi sono rapprescntati , ciascuno da due depulati, i comuni di Moncalvo, Lu , Pontestura, Montcbello, Yignale , Kosignano, Ozano, Torricella, Livorno, Blanzate (Bianze), la citta tl Alba, Chivasso, Casta- gnole, Fontanctto, Viarisio, c Calliano. Da 1 1 1 1 11 u< j si ordino al cancellicre Boggeri che rogava I'atto di eslen- derne inolli esemplari in pubblico islromento. Mi sono dilungato forse oltre il dovere nel render conlo di questa solemn- deliberazione, perchc poche credo vc ne abbiano di quel secolo, che porgano non solo documento dell autorita che si atlribuiva alia rap- presentanza nazionale, ma anchc noiizia del inodo, col quale si deliberava allora in quelle adunanze. Ora, siccome e singolar vanto della casa di Savoia il non mai aver prodolto an liranno, cosi non e meraviglia che, non avendosi i pericoli dei Secondotti e dei Giangaleazzi, gli Stati del paese non siensi mai occupati di stabilire quelle riservc che si ordinavano dal Parlamento del Monferrato. Ma sc la diilidenza dei suddili non aveva appiglio , le circoslanze dei tempi talvolla richiesero che la rappresentanza degli Stati entrasse nel cerchio degli affari governativi. Cosi appena trascorsa la mela del secolo \\. durante il regno lorbido ed assai scomposlo del duca Lodovico, queslo principe avendo falto una lega con Carlo vn, re di Francia, per dare maggiore stabiUta all' accordo , voile che fosse ratificalo dell' assembles degli Stati generali, i quali vi acconsenlirono. Ma , secondo che accade lalvolta, L'opinione pubblica non fu cosi docile come la rappresentanza nazionale, e si spargevano voci quasiche si fosse de- tratlo alquanlo alle franchigic del paese, ed i sussurroni, quali li chiama il duca, se nc valevano per inquietare gli animi , onde il duca dovette chiarire il falto, c con sue letlere patenli asserirc che di la non verrehbe ne diminuzione di liberta alia patria, ne aggravio di carichi ai suddili. I tempi dellc reggenze , sojirattutlo quando sono agitati da discordit- civili e da discordie di principi , aprirono spesso occasioni alia rappresen- tanza nazionale di eslcndere la propria autorita. Cosi avvenne nel i4/7 sotlo la reggenza di Giolanda di Francia , allorche nella Congi-egazione degli Stati, raccollisi neU'ottobre , si stabili che a conscrvazionc e sostcgno delle franehigie e liberta del paese i cittadini ed abitanti avessero facolta \ j8 DEGLl STAT1 GENF.HAI.I ili costiluire e di presentare al sovrano uno o piu difensori, la cui elezione dal sovrano istesso si confermasse. L'oficio dei difensori era di comparire in giudizio a difendere le franchigie e liberta del paese, chiederne e promuoverne l'osservanza, e generalmente fare tntto che credessero utile pel mantenimento ed osservanza di tali iliriiti. Non pare che cpicsta creazione d' oficio sia stala di lunga durata , od abhia avnto grande eflicacia; tuttavia la si vnol ricordare come argona-nio della giusta iniporlanza che si atlribuiva alle libere istituzioni. Sotto il duca Filiberto i, trovandosi le cose pubbliche in gran disordine per lc discordie civili snscilate dai grandi della Savoia verso il i^ti, fecesi an altro prowcdirnento slraordinario , di cui daremo conlezza, valendoci, secondo il consueto, delle parole istesse di uno scrittore conteinporaneo(i). n de mense novembris convocati fuerunt tres Status generales, videlicet Pede- » montanorum et Sabaudiensium in loco Monliscalerii coram pi-aefato Ill.m0 » D.°° Noslro Duce Philiberto pupillo, tunc et secum semper existente praefato » domino De Luys gubernatore suae personae Et in quibus » tribus Stalibus interfuerunt magnates Pedemontii et magnates Sabau- >• diae et inter alios interfuerunt niagnifici dominus Antelmus dominus Miolani, el Ludovicus comes Camere qui non erant boni amici quod » habuerant longo tempore guerram simul. Et in dictis tribus Statibus i) tractatum fuit de gubernatoribus ponendis circa patrias Sabaudiae el 0 Pedemontis , et circa Statum IU.mi D.D1 N.rl praefati donee ille esset i) tenerae aetatis , et tandem fuit conclusum quod eligantur sex Pedemontani » et sex Sabaudienses pro gubernatoribus dicti Status. » LTesempio di queste deputazioni di inlervenienli nel governo da scegliersi tra i membri degli Slati generali non passo inosservato, poiche in una grande assemblea degli Stati generali dell' intiero paese tenulasi in Mon- calieri verso T anno i479> si chiese , e si ottenne dal principe che dalTasscinblea medesima si scegliessero alcuni invigilatori , od ispettori, che dir si vogliono , coH'incarico di prowedere a certe riforme negli ordini governativi che si crcdevano necessarie (2). In (juelladunanza, che e particolarmente notabile, si raccomando cal- ilamente al principe di altenersi ai consigli di suo zio Lodovico xi , re I Chronica /uecnalis tie Aijuirm ah anno 1475 usque ad annum 1515 Monumenta historiae patriae. Scriptorum torn. /. i N , di Francia, la cui astuta poliLica aveva tratlo nelle sue spire il dominio dei duchi di Savoia. Pochi anni dopo, cioe nel i49°> inenlre reggeva lo Stalo, in qualit.i di lutricc del figlio , la ducliessa Bianca con assistenza di Francesco di Savoia arcivescovo di Auch, raccollisi gli Stali generali di tulto il paese. dimandarono a que' principi che si eleggessero sei deputati , due per lo Stalo ecclesiastico , due de' nobili , e due dellc comunita , e fra essi due uno che fosse Savoiardo e 1' allro Piemontese, i cjuali avessero entrata nel consiglio ordinario del duca ; aggiungendo che terrebbero a grande onore che lelezione si facessc dairasseinblea. Ma in questa congiuntura non si largheggio di fiducia come nella pre- cedente , ed i principi essendo piu fermi nel loro polere , si limitarono a rispondere che lelezione si farebbe dalla ducliessa e dal prelato assi- stenle , i quali avrebbero cura di chiamare persone idonee a tal carica. Altri casi , e piu antichi di varia ingerenza in materia di Stato possiamo credere siensi dati, di cui non fu probabdmente rogato, o non ci fu con- servato l'atto solcnnc. Troviamo diilatti in una compilazione di document i del paese di Vaud (i) ragguagli di spese portale nei conli di Nyon che hamio tratto a simili occorrenze. Apparirebbe da quelli, essersi nel 1 3t)i mandati deputati a Moudon , dove i comuni del paese di Vaud erausi convocali onde sapere in qual modo siffatti comuni dovevano essere yc>- vernati dopo la morte di Amedeo vn; nel i3t)3 essersi raccolti i comuni del paese di Vaud in Moudon per deliberare se Otlone di Grandson dovesse essere condannato ; si mandarono deputati dei comuni di ^ aud a Chambery per conoscere lo stalo della casa del conte , e sapere se la contessa di Savoia era o non stala tratta in inganno nel corso delle agi- lazioni civili di quel tempo ; si adunarono lutti i comuni del paese di Vaud a Chambery per deliberare sul matrimonio del conte che non fu [1 ) Documcns historiques du pays de Vaud puhblicati dal sig. Teodoro Grenus di Gincvra , pag. 29 c m' ■ uimii i Vcr avore una idea compiuta dclle varie circostanze storiette, a cai allndono i fatli in- dicati e desunti dal libro anzidetto, non potendo noi difioudorci in una ripetizione di qoanlo si Ifl^e in tulli gti storici della casa di Savoia, rimandiamo il Icltorc ad un'opera , gia da noi cilala , che no tratlo distcsamente. E ipiesta VEtsni sur les ancienncs assemblies de la Savoie, du Pie'mont etc . par It Comic Ferdinand Dal Pnzzo, Paris et Geneve 1829. Fu scrilto, mentre in Piemontc si teneva por segreto di Stato cio die si riferiva a quelle assembtee. L'autoro non aveva se non pocbissimi documenti, ne trassc pero una divinazione inolto ingegnosa. Interprcto spesso gli storici antichi della casa di Savoia con una prevenzione , cho lo rclicenzc govcrnative dovevano natnralincntr ispirarc. A noi che poniamo sott^occhio al lellore tutlo quanto conosciarao d'inedito, rispettc m-li Mali , rlusclrebbcro inutili lo sottili investigazioni. Parlianio schietln c basla Serib II. Tom. XII. 7 DEGLI STATI GENERAL! approvoto dall'assemblea , <• Lattavia dopo venue conchiueo. Alira riunione (lei coinuni ili quel paese ebbe luogo aell' anzidetta eitta per consigliare il conic sul panto sc la contessa dovesse o aon essere reggente della Contea. Si lijiclc talc unione ncl i3q4 , quando fu mcssa in arreslo la contessa Bona ili Borbone, \lirc convocazioni dei comuni di \ and hi si accenuano tenute ncl i3q6 a Moudon cd a Hue per determinare il contributo di quanlo ciascuna cilia soccorrebbe Girardo d Bstavayer aella causa da loro sol- lecitata contra Ottonc di Grandson. Non si pub negarc chc questi documenti abbiano tratto a fatti storici piu o nicno noli ncllc viccndc della Sa\oia, ma pub far maraviglia (lie iion sicno rimaste maggiori aotizie di quelle assemblee, se non si vuol dire chc le loro delibei'azioni siensi avuic di cosi poca importanza da nun scolpirsi nclla incmoria sciitia o iradi/.ionale degli aTvenimenti diquella eta. Ma piu e da stnpire ancora chc di gravissime delibei'azioni degli Slali tatte nclle piu solenni occasion! appena rimangano scarsi ricordi allinli a sincere si ma oscure sorgenti. Pale e il l'allo del consiglio chiesto agli Slali raceolli prima a Thonon , poi a Gincvra ncl i/|3i), sopra I'ac- cettazione del pontificalo ollerlo dal Concilia di I5asilca ad Amedeo viu; consiguo chc portava con se la conseguenza < 1 i un sussidio da smnmi- nistrarsi per quelle occorrenze (i). Come i principi di Savoia si awalorasscro dell autorita degli Slali, (piando in vertenze di guerra volevano cattivarsi 1 opinione pubblica, lo ricaveretno da un passo della gia cilala cronaca di Giovenalc d' Aquino, chc ritrae i pcnncllo I aspctlo di simili eonsulle. (I) Ecco il curioso cd iniportante dncutuenlo chc si Ircna ncl minutario di Divone comprcndciilo alii dal 1440 al 1447: = « Litem subsidii bominum et mandamenli Crusillie = Ludovicus Dux d Sabaudiac clc. I'lmersis scrie pracscnlium (ial manifestum quod cum ex parte Sacri Basilieusis n Concilii nupcr delata electione Sunmii Ponlificis Sanctissimo Domino ^enilori moo convocatis • in civilalc Gcbcnnaruiu ad consilium super acccplalione eiusdem electionis postulandum Iribus Slalibus suae dicionis post impensum circa liaec eorum laudc dignuro consilium ipsi ingeocia <• onera iniciis tantae rei incamfaentia anin)adTertenlcs ex eorum mcra liberalilale proprioi|uc nmlu ■ concesserunt subvenlionem gralDit&m, videlicel super bominibus et iuridiciariis nostris ac cce'e- » siasticorum ut esl morifl nniim I'ranclium sen scxdci-im denarios grossorum pro loco. Barones vem • el banncrcli super suis bominibus el iuridiciariis medietatcm tantnm. Deeima tamen parte ipsins d subvcDcionis pro uiiserabilibus exclusa est. n II coniunc di Crusillie di 2t»0 fuocbi rappreseula la slcrilita dei trc anni passali , cd il oaorbo pestilcnzialc da cui e Irovagliato, ed offre cencinquaola traiicbi ebc vengono accellali. No' rerenlissiuii Studii Storici del oav. Cibrarin, a faerc 101-5, si trovano importantissimi cenni di raunale di Slali leniilcsi iu SaToia il 21 I'ebbraio 1393, cd il 25 di maggio 1410, cd allrc nolizic inieressanli . ma aon \i ha lealo di alii di coogregaziono di quclli. SAGCIO STORK 0 Dl I . si LOPIS 5l Vila scelia del primo tra i servitori del principe, principale dignita dello Slnlo , intervenne lalvolta la i-apprcsenlanza nazionale. Tale carica era queUa del caneelliere; e nolo come in que' tempi il rero agenie e rap- presentante del principe per i negozi civili e politici fosse il caneelliere. sotto la cui direzione stavano i segretari. Collandar degli anni awennc die, o per inaufficienza del caneelliere, o perche la Qducia del principe si dividesse, i segretari ebbero una |>arie piii diretta nel maneggio degli allari |)Lil)l)lici , auleulicarono la lirma del sovranri , e questa fu I'origine dei ministri, o segretari di Sta to, men tre la ingerenza del caneelliere ando via via restringendosi nei soli atlari di giuslizia, e conserve- sollanlo le onori- ficenze di prima carica dello Stato. Parecchie delle lettere patenti , colle qoaii si costituivano i cancellieri di Savoia, contengono inenzione generica delta dcliberazione dei consiglieri del principe sidla scelta da farsi. Cosi avvenne per Giacomo della Torre nel i4-m> , per Sibuelo di Loriol nel i/j^i , per Pietro di S. Michele nel 147-i (')• Piu signifieanli , e da notarsi singolarmente sono le parole delle patenti . con cui nel i4<>4 il duca Lodovico elesse a caneelliere Guglielmo di San- digliano gia presidente delle Udienze. Quel principe trovandosi a jNogent-le-Roi , in Francia , cosi si rrrolge nel suo diploma al nuovo elello : « Vos ununi prae caeteris praeinissorum benemeritornm intuitu , perscrutatis tamen prius voluniatibus anbditorum 1) noslrorum , ac participate consilio cum Serenissimo et Chrislianissimo •1 Domino nostro Francorum Rege, ac Domino et filio nostro honorando ■ Domino Ludovico liege Chypri, ac cum aliis illustribus liberis nostris, 11 necnon cum caeteris illustribus proceribus , consanguineis et spectabi- 11 libus ac nolabilibus dominis bannerelis, qui essentialiter nobis assisluni n in partibus Franciac, dcliberavimus ad ipsum oflicium Suinmi Cancel- 1) lariatus promovere (3). » Cerlo sarebbe dillicile non che il desiderate I immaginare 1111 maggior concorso di adesioni per la collazione di una carica die in soslanza dipendeva dal principe. iNel caso die abbiamo riferito vedesi implicitamente enunoialo il con- sentimento della pubblica rapprescnlanza ; in un allro, cioe nella elezione .1 caneelliere di Giovanni Michaelis, il duca si esprime piu chiaramente: (1) V. Galli, Caiichc del Picmonle, torn. 1. 2 Caliche del Piemonle , lom. 3 Iii'ticc generals p "i DEGH STATI GENERAI.I df consensu Ulustrissimae consortis nosinw triumepte Statuum nostrorum mvioem convocatorum (i). E simile usanza non fa ilismcssa come im- pariaino dalla cronaca di Giovenale d7 Aquino, dove racconta l'elezione ili Antonio di Campione a cancelliere del duca Carlo i. « Consullum i) fait (egli dice' (|uis deberet esse canccllarius, quia erant concurrcntcs ii in dicto oficio dictus D. Enrichinus Championis Pracsidens Consilii i Taurini , D. Eldradus Canavoxii Collateralis Consilii Ducalis secum re- n sidcntis, et complures alii; tamen ivit ad voces diccndo : cpii habebit i p lures voces in tribus Stalibus reportabit dictum oficium, et sic dictus » Championis habuit plures voces et reportavit oficium Cancellarii. » E di questa particolare solennita d'elezione si fa pur cenno nelle patenli iii esso spedite (2). Abbiamo accennato di sopra, essersi gli Stati adiuiali per consultant sul inatriinoiiio che intendevasi conchiudere dal conte, e conviene che non si abbandoni da noi epiesta materia senza aggiungervi ancora qualche considerazione. I vecchi document! ci addilano, come dicemmo, che nel i3q3 gli Stali di Savoia si unirono in Sciamberi per dar consiglio sulla opportunity del niatrimonio di Amedeo vm con "Maria di Borgogna, e che il loro parerc t'u negativo: cio tuttavia non tolse che il matrimonio poscia si effeltuasse , come s' impara dalla vita di quel principe. Non si pub dunque credent che gli Stali avessero verun dirilto di vietare cotali alleanze, divielo che avrebbe urtato anche contro i principii della liberta naturale. In parecchie occasion! si trova avere gli Stati sollecitato il principe ad ammogliarsi, onde non mancassero gli eredi alia corona. Alcune di tali raccomandazioni sono cosi ripiene d'alfetto, e di riverenza , che nessun inonumento piu elocpiente di quello aver si potrebbe dell' amorevolezza del popolo verso il sovrano. Cos! nelladunanza tenuta nell'agosto del 1 5o8 in Sciamberi si supplicb il principe che volesse ammogliarsi, perche nessuna (1) Carichc del Piemonle, torn. 1, pag. 30. (i) Carichc del Picroonte , torn. 1 , pag. 38. Simile usanza di accompagnar l'elezione del cancelliere con ana richicsla di molli pareri, si aveva luticamentc in Francia. Leggesi in uno degli exlraits des rcgistrei manuscrits du Parltmenl sous Charles x et Charles vi , tire's du rcrucil jna/iuscrit de Conrast , qui appartient a la bibliotheque de I Arsenal ( lUvue retrospective ou Itiblioth'enue h'tstoriquc n. //, novembre 4833). 1374 If 90 di' ni'Vi'mlirc. I.c Roy lint son Cnnseil general des Princes el Barons et autres » nobles, des dilz .Seigneurs du Parlcment, des requesles dc I'hostel, des coroples el aulrcs, jusquesau ■ re dc six vingt dix . pour elirc un Chancclier dc France otc. j> s V ( . < ; I O STORICO DI F. SCLOPIS 53 cosa poteva dare consolazione maggiore agli Slati che 1' accrescimento della stirpe ducale, inerce di cui sarebbesi accresciuta la potenza del suo govurno, c diminuito il timore d'ogni sforzo nemico. Ne meno calde furono le istanze che pochi anni dopo in unadunanza del terzo Stato si fecero alio stesso Carlo in , perche non tardasse piu oltre a scegliersi una sposa. « Monsignore ( dicevano quegli alTezionati » oratori del popolo) non v'ha cosa al mondo che tanto ci stia a cuorc 11 quanto il vedere che ne voi ne il signor vostro fratello non vi siate peranco >i ainmogliati. I vostri sudditi desiderano di vedere prole da voi uscita. i) Somigliano cssi al Santo Simeone che tanto si struggeva del desiderio ii di tenere l'ra le sue braccia il Messia , e tanti ringraziamenti e tantr ii lodi rendette a Dio quando ne ottennc la grazia. Noi conosciamo la vostra >i bonta , la vostra saviezza , e non avremo raai piu ne riposo ne pace n se non vi scorgiamo padre di bella e felice prole. Questa noi la ve- >> dremo , i aostri figli le obbediranno, e troveranno ne' Principi da voi » discesi epiel pacifico e sicuro governo con che voi di presente ci reggetc. » Piacciavi adunque per l'onore d'Iddio di dare ascolto quanto piu presto » potrete a queste nostre fervorose preghiere. » Rispose il duca, che in questo atfare, come in ogni altro, sempre sarebbesi guidato col parere de' suoi congiunli e col consiglio de'buoni suoi sudditi. Conviene che ora si esamini lingerenza che le adunanze degli Stati pigliavano nelle tutele dei principi. Le epoche delle tutele sono per lo pin ripiene di diflicolta, d'incertezze , e talvolta di tempeste politiche; le parli si destano piu ardite , i mezzi di frenarle diventan piu deboli nelle mani del governo; agli accidcnli straordinarii si provvede con inezzi straordi- narii , e si ha ricorso a certi spedienti di popolarita che si trascurerebbero nei tempi normali. Due documenti abbiamo che ragguardano direttamente a questa materia . eppero cavando da essi tutte le notizie, che vi si racchiudono, ne verra una serie di fatti assai piu concludenti di qualsiasi ragionamento. Essendo morto il duca Amedeo i\, il Bealo, Giolanda di Francia, che gia reggeva lo Stato, vivente ancora il marito , per la licenza che erasele data , e per 1' accordo seguito co' principi agnati , ne prese le redini in ((iiaiita di tutrice , e colle solennila che stiamo per nan-are. Agli undici d' apr'de del i472? nel castello di Vercelli, la duchessa vedova in abito di corruccio s' appresenta davanti Urbano Bonnivardo. vescovo di Vercelli, ai consiglieri del duca, ed ai deputati agli Stati cohi 5 j DEGLI STATI OENERALI raccolti , e dichiara die da tre giorni coniiuui nella pubblica sessione de<;li Stati era ella slata richiesla e supplicata i danno da lei venl'ollo mallcvadori , sei prelali , fra' quali lo slesso vescovo di \ ercelli , e venlidue laici che tenevano le principal! cariche dello Slato. i (juali tulli assumono le piu strelte obbligazioni di fideiussori , corrobo- randole coll espressa ipoleca dci loro beni e colla sanlila del giuramento. Finahnente il vescovo di \ ercelli, la cui giurisdizione si riconosce nuo- vamente dalla duchessa e dal suo consiglio, inlerpone nell'istromenlo la sua aulorita in presenza dei leslimoiii , c col rogito di due notai. La sposizione di questo atto di collazione di tutela basla a provare che a richiesla bensi de"li Stati diretlamenle , ma dall' aulorita della !en possiamo enlrare nei particolari del giudizio degli Slali, al quale poscia si riniise Giolanda litigando co'suoi cognati, perche non si e peranoo rinvenuto latin del compromesso; ma tnttavia qm-llo non darrbhc asgo mento maggiore di un semplice giudizio darbiiri. il quale trae ooni sua forza non dalla qualila delle pcrsone ehiamale a decidere , ma dalla adesione di quelli die si assoggettano volontariamente alia loro sentenza, II secondo dei docuinenli che ho citato e quello della tutela di Carlo Giovanni \uiedeo, assunta da liianca ili .Monferrato , vedova del duca Carlo i. Pochi giorni dopo la inorle di questo , stando la duchessa nel castello di Pinerolo, a 20 di inar/.o del i4*)<> si consigliarono varii pre lati , consiglieri , gentiluomini e fcdeli che per la fclicita c la sicurezza dei popoli della Savoia e del Piemonte fosse d uopo che il duca pupillo venisse senza iudugio proweduto dun lutore; e falla considerazione della saviezza, bellezza , pudicizia , e soavi coslunii di liianca, la supplicarono volesse assumere la tutela ilel papilla suo figliuolo , raentre la legge or- dinava che la madre volenle dovessc essere p refer ita ad ogni altra per- sona. Bianca aderi toslo a quelle richiesle, e venula davanti al consiglio del duca, cd in presenza specialmentc di quell1 Urbano Bonnivardo, che di sopra s appresentava come vescovo di Vercelli, e superiore eletto dalla duchessa Giolanda, e che qui parimenti interveniva quale superiore ec- elesiastico siccomc abale coinmendalario del inonislero di santa Maria di Pinerolo, diede il giuramento di bene, e fedelmente sostenere il carico della tutela, e pronuncio le consuele rinuncie delle tutrici. In questo atto tutto fu coinpito con minore solennila che non nel pre- cedente, non essendovi falla menzione ne di Stati, che assistessero , ne ili ambasciadori stranieri che pregassero , ne di mallevadori che dessero gienrta de loro beni e persone. Ma convien dire che gli Slali. lulloche non espressamente noniinali . erano pure cola radunati, o che non tardarono ad esserlo, poiche agli otto d'aprile dell' anno medesimo i4;)o, P nclla citla slessa di Pinerolo troviamo essersi dalla tutrice rinnovata, al cospetto del suo consiglio, e de'tre Stati, la proinessa di non alienage veruna parte del demanio ducale , ne di lasciare che nulla si detraesse ai dirilli ilella corona. In tempi pin recenti, cioe nel serolo xvii, si apri un caso di tutela, che pose in grande agitazione il Piemonte. Si snscitarono discordie nella casa del principe, che non tardarono a converlirsi in aperla guerra civile. Soiio il manlo delle controversie di madama Cristina figlia di Enrico i\ 56 DEGLI STATI GENEIUI.I co' principi suoi cognati , si annidavano le vecchie contese di Francia e di Spagna , per dominare in Piemonte. Mentre ardent la guerra civile si discutevano dai giudici le ragioni legali d'ambe le parli. E fra que' dissitlii qualche voce s'udiva per dcsiderare la convocazione degli Slati generali , qual tribunale supremo di re e di popoli, andato in disuso, ma non ancora in dimenticanza. E non e senza iinportanza il ricordare, che poco prima in Francia si soste- neva, che il deputar le reggenti non ispeltava al parlamenlo , ma bensi agli Slati generali del regno (i). Noteremo ancora una volta che ('indole vera delle franchigie piemontesi non Sara mai bene conosciuta se non si ricorre alia primiliva forma d am- ministrazione de' nostri comuni , i quali per le particolari loro bisogne ricorrevano al principe, chiedendo rimcdio agli abusi, od accrescimento .1 jirivilegi municipali, ed offerivano in correspettivo un dono o sussidio straordinario non altrimenti di quello che si faceva dalla Congregazione degli Stati per tutta la patria. Si e accennato di sopra che gli esempi tralti dalle adunanze degli Stati del paese di Vaud e del ducato d' Aosta non possono addursi a dichia- razione degli Stati proprii del Piemonte e della Savoia. Cos! l'una come I allra di queste contrade sino dai piu remoti tempi, in che vennero sotto la corona di Savoia, godevano di particolari franchigie , e non s'accomu- navano alia condizione degli altri Stati di que' principi tanto al di qua che al di la delle Alpi; onde in tutti gli ordini generali che si pubbbcavano dai sovrani sempre si trova fatta speciale eccezione delle consuetudini par- ticolari di tali province: cosi nel proemio agli Slatuti d'Amedeo vm , quel duca promidgando le nuove sue leggi, dichiara ch'esse debbano osservarsi salvis bonis et laudabilibus consuetiulinibus nostrorum Ducatus Augustae et patriae Vaudi, qui non iure scripto sed consuetudine reguntur. (I) « Agrippe D\\ubi|$ne avait vivement soutcuu Jans sa province que 1'clcction de la Regente (Marie de Medicis) n'appartenait pas au Parlement de Paris, uiais aux Etats geno'raux du Hoyaume. » ftuloire de madame de Mainlenon, par monsieur le due de IVoailles, torn. /, chap. S. SAGtilO STORH.O 1)1 F. SIXOP1S VIII. Per ben giudicare dell'effello morale della grande istituzione della Con- gregazione degli Stali , e d'uopo dall'un canto riandare accuratamente le inemorie che ne rimangono dei loro atti, dall'allro la qualita del popolo elie ne porta va le conseguenze, e le circoslanze del tempo, in cui quest e cose operavansi. Da quanto si e detlo nel corso di quesla prima parte del nostro saggio il leltore puo di gii essersi fatta una idea adeguata della condizione, e dell'oiicio principale di tali adunanze; una rappresentanza nazionale ener- gica e schietta nel suo principio sostanziale , irregolare e mal disposta nella forma, non altrimenti che quasi tutle le istituzioni del medio evo sorte da un sentimento profondo di liberta e di giuslizia , e combinate a stento con un apparato di dipendenza dall'autorita sovran; un difetto soprattutto di guarentigie eflicaci congiunlo ad un vocabolario di parole prpmettitrici di fede; esigenze di pi-incipe, e condiscendenze di popolo. Scorrete la massima parte delle vecchie istituzioni politiche d' Europa . e troverete dapertutto impresso lo stesso carattere. La vita pubblica, come oggi si dice, era allora pochissimo estesa: distinte ed assolutamente disgiunte le classi delle pei'sone, ristretta la mutaziom di proprieta negli stabili , limitatissimo lo scambio delle idee ; rattenuti in brevi confini i desiderii del popolo , fermo il clero nella sua possente influenza , audaci talvolta i propositi dei principal] tra i nobili. La mala seinenza delle fazioni s'era anche propagata tra noi, e nei coinuni che piu o meno avevano conservato forme di popolare reggimento ; le ire cittadine ardevano pure , e trascendevano talvolta ad aspre vendelte. In fine la ser- vitu personalc colla sua sequela d'ignoranza di mente, e di sterilita d'opere rimaneva , e , come s' e detto, non fu tolta che sotto il regno di Emmanuele Filiberto. Con tutto cio la buona tempra del nostro popolo seppe rcggere a du- rissime prove senza scomporsi , si tenne afTezionala al principe , perche il principe mostravasi alfezionato agl' interessi del paese ; la famiglia dei nostri sovrani, lo ripelo, non si brutto mai ne di quella ferocia, ne di quelle turpitudini, che rendettei-o aborrite e spregevoli altrc dinastie; il popolo upprezzo ed amo le virtu del sovrano. Skiuf. II. Tom. XII. 8 DEGLI STAT) f.F.NEltAI.l Le relaxioni che si hnnno dellT indole del popolo piemontese uel w i wi srcolo ce In raffigurano temperate, non avido , accorio anziche imraagmoso, fcdele, coslante, e sopraltutto ne timido, ne tumultuante, dm qualita ch'egli ritiene, e che valgono c varranno asuo salvamonto c a sua gloria . L'cssersi avvezzalo al mcstierc dell'armi, c l'avcr posto fede nci principi clic lo reggcvario , furono i due grandi vantaggi che si ebhc il popolo 1 'innonlcso a preferenza di tulti gli allri d'llalia. In lenla e contra stata fortune i destitri di lui si maturarono , e con mezzi inferiori d'assai a quelli che avevano gli allri Stall italiani egli seppe cansare pericoli, e preparers] mi iniglior avvenire. Le nostrc conlrade furono leatro c scuola di guerra , I'd i Picmoniesi non mai si disgustarono dal prendcrvi parte, e quando era opportunity di recarsi a guerreggiare all'estero, essi pure se ne gio- vavano. L invasionc straniera occupo, a mezzo il secoloxvi, per, lunghi anni le nostrc terre, cd i Picmoniesi non polcndo di per sc soli resistere alio straniero, piegarono le fronli, non gli auimi; rimasero gagliardi nei loro petli il desiderio e la fede di un ritorno di prtneipato indipendente. Ne andarono fallili i loro voti. Un principe savio c valoroso vincendo ad altrui pro , recuperossi lo Slato ; si riforni d'anni , si avvanlaggio A' ogni opportunity di dominio, ed inauguro una polilica ]>ropria della sua casa , e del suo paese. Cosi parlffva di Einmanuele Filibcrto, tornando dalla sua Legazione presso tpiel principe, L'ambasciator Veneto Gerolaino Lippomano nella sua orazione recitata in Senalo il 10 d'agosto 15^3: « Dalla maggior > parte delle nazioni e stimato il Duca confidenle, perche con la Ger- » mania e stimato Tedesco, essendo della Casa di Savoia ; con Portoghesi i I'ortoghese, per esscre stata sna madre de' Re di Portogallo, sorella della •i madre del Re Filippo; e per essere stato lanlo tempo in Ispagna, e per ■i cssergli stali dati tanti carichi, dclti in parte di sopra, dalla felice me- >i moria di Carlo \ , si puo dire Spagnuolo ; i Francesi poi si crcdono » il medesiino, si per i parentadi vecchi, come per li nuovi; per la moglie che » ha, e poi ancora per la restituzione clie gli fecero dcllo Stato col mezzo » della |>acc e del matrimonii) di loro Allezze. Ma tutti alfermo singannano, >) perclie egli e nato italiano, padrone d'uno Stato, la maggiore c miglior » parte d Italia, e per Italiano vuole la ragione e vuol lui che sia lenulo. n Dal regno d'Kmmanuele Filibcrto s inauguro la polilica italiana della casa di Savoia. Ma da queslo regno si smesse 1'uso della ra[>presentanza nazio- nale, si concentro nel prmcipato ogni autorita polilica, civile, economica. Vppena si lascio intendere che in nn consiglio di Stato tutlo roinposto 8A.GGI0 ST0IUC0 Dl I'. SCLOPIS JC) ill eletti dal priacipe, si avrebbe una consulia per gli allari di maggipi memento, consulta sempre subordinala allarbilrio del principe, e si al- iiiliui ai magistrati giudiziarii un diritio di verilicare, ed interinai'e 1c leggi: diritto die dava facoltu di consiglio e di rappresenlauza, non mai potere di sospensione; dirillo die puo credersi inlrodotlo fra noi anche ad imi- tazione ili qucllo che pralicavasi in Fraucia dai parlamentL Come in (|iiel reame, cos\ presso di noi si continuo l' uso delle verificazioni nelle corti di giustizia, piu largo in Fraucia, sopraltutto presso il parlamento di I'arigi, in cui sedevano i pari, piu rislretto presso di noi, pcrchc privi i magistrati d'ogni politico elemento nella loro composizione. Se si cerca qual fosse il molivo che ritrasse Emmanuele Filiberlo dal convocare gli Slali generali, si potra rispondere, come si legge in unallia relazione di ambascialore Veneto aver delto quel principe, che gli Slati pretendevano di piu di quel che volessero dare (i). E veramenle se si rammenta che, ricuperaLo 1' avilo dominio , Emmanuele Filiberlo \ollt ricomporre il suo governo sovra basi diverse da quel di prima, c circondarsi sopraltutto di buone truppe, non fara maraviglia che, inentre secondocht avverli un tcrzo ambasciadore Veneto (2), gli antecessori di lui non coglievano da tutlo lo Stalo piu di 100 mila scudi all'anno, egli ne cavasse 800 mila senza Ginevra, Losanna, e le terra possedute nei cantoni di Berna e di Fri- borgo. Cosi la cessazione degli Stati dee prmcipalmente attribuirsi ad una riforma di sistema finanziere , e ad un desiderio di impinguare I'erario (3) (I) la una relazione dell' ambasciador Veneto alia corlc di Savoia , M.r Giovanni Corn 1 del 1573, di cui eblti sott'occhio due copie manoscriltc, una nella bibliotcca di S. Marco di Vcnczia - seguata col n. ccr.LXXVi (del Consiglio dc'Dicci), 1' altra nella biblioleca della rcgia aniversili di Toriuo , scgnata 29 , vi , L , 26 , si leggono le seguenli parole : ■ E molle voile occorrc che » Sua Kcccllenza ( Emmanuele Filiberlo) non va in consiglio, o se vi si trova non si obbliga roolto ■ dire assolulamento cbe delle cose che S. E. intende o vuolc no delibcra a au ii voglia. >i F.t per dirnostrationc di questa sua putt-slit che intende sia assolula dico che non ha voiulo » lenere li tre Stati del suo paesc come Vobbligano le convenzioni antiche delltt casa di Savoia con li rw - ' • uifcderaliy osservate sottn ciascun altro principe passato. E di questo ne intesi io da S. E. che la causa ■ tra per cio che sempre vogliono aver quelli piu dal Principe di che gli diano. a (i) Relatione di Francesco Molini, ainhascialor Vcnolo, rccitala in Senato sul Onirc del 1574 Ira le stampate per cura del sig. cav. Cibrario. (3) >e avvenne una mulazionc ncl sislema finanziario dello Stalo; quale fosse quesla mnUzionr 1'espone il Capri , Traiti hislorique de la Chatnbre des Comptes de Savotc , par. S , chap. 10. I iii DEGU 8TAT1 GENERAL] Conviene pore notare che, siccome non si ha memoria di litolo o do- cumeato-, die portasse la creazione dell'uso delle convocazioni di quelle assemblee, cosi non vi fu alio espressamenle abolilivo delle mcdesiun . Si lascib cadere L'istituzione in desuctiulinc, sebbene anche sollo il reono dello stesso Emmanuele Filiberto siensi fallc, col di lui assenso, raunate degli Stali , ed all avvcniinento al trono del figlio di lui Carlo Emmanuele i, i I iv Stali gli abbiano giurata fedelta, come anche la giurarono a Carlo Emmanuele n ncl i638. Si voile mantenere una specie di rappresentanza d'interessi dc' coinuni creando oratori per le province, e chiainando de- putatj per certi casi speciali. Ma la pianta, come vedremo in appresso, non aveva radicc , e presto inaridi. K qui alcuni saranno sorpresi che il paese siasi lasciato togliere quelle forme rappresenlalivc senza muovere resistenza, o fame almeno doglianza. Ma costoro a me paiono poco esperti dell'andamento delle cose politiche , e delle variazioni del genio deipopoii; non rammentano essi cpianto sieno nelle slorie frecpienti cpiesli abbandoni di liberta. Pur Iroppo la liberta i- piu facile a perderc che ad acquislare. Dopo lunghe agilazioni, tniando il popolo si trova gravato da molli pesi, quando per il cozzo delle opinioni . e 1'ondeggiare della fortuna s'inlroducono nelle menli Tesclusivita da una parte, lo scctticismo dull altra , raro e che la liberta non abbia la peggio. Lna lunga guerra civile, avverli egregiamente un illustre statista inglese (1), induce tin popolo a cedeve la liberta per la pace, come una lunga pace lo induce ad imprendere una guerra civile per la liberta. Ed i travagli lungamente sostenuli dalle nostre popolazioni per le molte guerre combattule sul nostro suolo nel secolo \vi, e le mutazioni di dominii, e le prepotenze patite avevano quelle disposle ad accettare, senza contraslo, le condizioni di un vivere piu tranquillo. Emmanuele Filiberto era piu lemuto che amalo da' suoi suddili ; usava ampiamente I'autorita che gli conferivano le aderenze dei principi maggiori, e la grande riputazione che sera acquistato nelle ulliine guerre; usava Tascendente prodotlo da una volonta energica e perseveranle , ed i sudditi lo riineritavano chiamandolo testa di Jerro. II successore di lui , Carlo Emmanuele i , fecondo nei progelti , ardi - meiitoso nei parlili forse anche al di la del doverc, dotato d'ingegno poetico 1 J. Ranell . Bung dc, pag. 24 SAGGIO STOniCO DI F. 8CLOP1S 6 1 ed avvenluroso, mise se ed il suo popolo in tali cimenti, che impossibili riusci sotto il suo regno il pensare ad altro che ad aHVontare od a cessart' pericoli. II gran pensierc di f'arsi campione degl'interessi italiani traluce\a nelle guerre da lui intraprese , nci negoziati da lui direlti, ne' versi da lui eomposti. II popolo acconioilalo all umore del principe, si niostro a lui devotissimo ne' dolori e nelle spcranze (i). Non e a dire perallro che nel rivolgimento di casi e di pensieri, in cut tiirono tratti durante quel regno i nostri popoli, si fosse pcrduta la me- moria, c per laluni il desiderio degli Stati generali. Anzi ne abbiamo una prova contraria in uno dei patti stipulati dalla citta di Chambi;r\ uella capitolazione conchiusa con Lodovico xiii re di Francia , allorchc s'arrese alle armi di lui, 1'anno della morle di Carlo Eminanuele i , i(i3o. il i.j di inaggio. L'articolo 12 di quella capitolazione stava cosi concepito: Let Etats generaux rfe Savoie seront convoqucs ct se tieiulront comme r ('■tall image unciennement. Cost nelle guerre civil] sorle poco dopo in Piemonte per le discordir levatesi tra Cristina di Francia vedova di A itlorio Araedeo i , ed i principi di Savoia, Tonnnaso e Maurizio suoi cognati, intorno alia tutela del duca pupillo, non inanco chi lasciasse intravedere come anziche continuare una eontesa sanguinosa meglio fosse il deferirla alia decisione degli Stati generali. che, rappresenlando il paese inliero , avrebbero pronunziato a maggiorc soddisfazione dell universale e con minor dispendio delle forze pubbliche. Ma questi propositi che implicitamenle detraevano allautorita assolula del principalo, cui niuno dei contendenti voleva offendere , non ebbero etfetto. La quistione divenne ardente; si combatte colle armi, si combatle eogf intrighi , si combatte con decreti senatorii e con diplomi imperiali. Gli spiriti erano accesi, ma un sentimento di vero patriotisino seppe alline comprimere le passioni, e svento i funesti disegni di Francia e di Spagna a danno del Piemonte. Tuttavia nellagitazione di que' tempi non si mostro il popolo desideroso di riavere la pubblica rappresentanza. Vi pensarono in vece gli uomiui piu assetmati e gravi, e singolarmente que' che tencvano per la causa dei principi. Fra questi un fidatissimo loro consigliere, uno scriltore, all'uso di quella eta sovra ogni altro Piemontese elocpiente, lascio lnemoria molli anni dopo della impressione allor rice>"uta. E questi Em- inanuele Tesauro, il quale discorrendo le origini di quelle guerre c\\\\\ ,1) V Bolla, Sloria d'llalia conlinuata da quella del Guicciardini , lib. Vn. C>3 DEGLl STAT] GE.NKRAI.I cosi scriveva : » II vero e non perlanto , die nei tempi andati , quando i Sovrani di Savoia erano mcno polenti, ed i popoli erano piu liberi , sentendo ancora qualche odor di repubblica, signoreggiava nella Savoia i nel Piemonte an polentissimo ed ai suoi rnonarchi forniidabilissimo tribunale chiamato la unione delli lie Slati , ecctesiaslico, nohile e po- polare, il quale usurpando una suprema ed illiinilala autorila, chiama\a » se stesso padre e tutore del principe , anzi principe uato a distinziom- del succeduto. Quesli , allora che moriva il Sovrano , traeva a se ine- (iL'simo lulla la sovrana potesta, ordinava la repubblica, giudicava delle tutele e delle successioni contenziose tra dimeslici o slranieri prelensori » del principalo, e ducalo, come a suo luogo diremo. Auzi facetulo il peda- gogo sopra il principe adullo, censurava le sue azioni, esaminava le ri- soluzioni della guerra e della pace , rifiutava o liuiilava le dimande ilelle contribuzioni , ojiponeva ragioni alle ragioni, e lalvolla forza alia )> forza, non avendo allora il principe altro erario che la libera volonla » degli Stati , nu altre armi che le arnii loro. Onde non e inaraviglia se i) in alcuni regni la baldanza degli Ire Slati sia giunta a segno di inet- » tere le mani sopra il suo re. Ma cjueslo Tribunale dopo che i principi di Savoia son divenuti piu forti e |)ercio piu liberi, allretlanlo ha per- » duto di forza e di liberta , ed a poco a poco abbassato, finahnente i'u » estinto. E siccome il re Ludovico undecimo, dopo aver minuila laulorila degli tre Stati nel suo regno, solea gloriarsi di essere uscilo di paggio, I islessa gloria si atlribui quel savio duca Emmanuele Filiberto , e chi volesse parlare oggidi di rinnovare il tribunale degli tre Stati sarebbe riputato reo di inaesta. Parlo degli Ire Stati formali, e non material!, » uniti in un corpo con piena e libera autorila giudiciale, e non partita- i inente richiesti dei loro voti , che sogliono darsi a genio del piu forte (i). » La descrizione che questo aulore ne fa dell'autorila degli Stati parra alquanto esagerata se si raffronla co' docunienli che ne riinangono di quelle assemblee, e colle notizie che ne ha tramandate la storia. Vedesi che egli si lascib dominare dall'idea generale anziche dalle considerazioni particohu-i del nostro paese , e che tratlando de' Ire Stati Piemontesi, alludeva agli eifetti che istituzioni analoghe avevano prodolto in Inghillerra ed in Francia. '1) Origioe dcllc yucrrc civili ilel Piemonte in seguilo dei caiiipc^Hiameuli del principe Tomaso di Savoia descritti dal conic e cavalier fjran crocc D. Emanuclc Tcsauro che serve per apologia contra Henrico Spondano. In Colonia mdclxxim, apprcsso Giacomo l'indo, pagg 12-13. SAf.f.lO 8TORI00 Dl r. BCXOPIS 63 !N di ritrai'rc certe cause dal corso ordinario della giustizia per affidarle a giudici speciab o commessarii. Contro sillallo uso ri|>ro\cvole non ccs- savano di muovere epierele i deputati agli Stati , ed il desiderio di non dipartirsi dalla giuiisdizione ordinaria che stcsse, (juanto piu fosse possibile . dappresso ai litiganti, era al cerlo non indiscreta pretensione, ma pur troppo non sempre col fatto csaudita , poiche la ripetizione della dogliauza n e argomento della riprodiuione dell abuso. (.) HI (.LI STATI &BNBRAU La giuslizia c cosa limpida e netta , eppero conviene che si amministri in palese, ne' luoghi ordinarii, e coile forme consuele, a scanso non solo di frodi , ma pur anche di sospetli. Avveniva tutlavia non di ratio che si facessero trasposizioni di curie, ed i deputati a buon diritlo se ne adorn - bravano, e chiedevano che si rendesse ragione in luogo pubblico, e col rito oi'dinario. Si statuiva in termini precisi : Quod nullus civis cogatur com- parere in castro, sed reddatur ius in palatio. Mentre gli Stati cercavano una retta amminislrazione della giuslizia, non irascuravano di mantenersi nella dipendenza del loro sovrano, ed in tempi agilati da guerre civili, nelle cjuali anche i principi prendevano parte, essi si studiavano di prcmunirsi contro ai pericoli. Cos! , per esempio , sotto la reggenza della duchessa Giolanda in una rannata del 1 473 si spiegarono essi in cotesta schiettezza di termini : « Poiche il paese inlende di non severe che an solo principe e signore , la nostra sovrana tenga modo >> che ncssun altro fuori di lei abbia particolare o generale dominio nel 11 paese, siccome ella promise e giuro sulla richiesta che il suo paese le » ne aveva fallo; ne debba veruna citta , borgo , o castello ricettare chic- •i chessia che venga accompagnato da numerosi seguaci, e dia occasione i) di tumulto a cui non si possa rimediarc , tranne a tenore dei patti , i delle convenzioni e delle buone consuetudini dei nobili , dei comuni , » e delle singole persone. » Come e facile il prevedere, la risposla della duchessa fu in ogni pimto conforme ai voti degli Slati. Solleciti erano pure gli Stati di mantenere , per quanto era possibile , secondo la condizione dei tempi d'allora, leguaglianza nel riparto dei carichi pnbJblici, d' impedire gli accrescimenti dei privilegi, e di ottenere, come si esprimevano : quod homines patriae sint communati in officiis. Un sentimento di equita cosi verso il popolo , come verso il governo spira da tutte quelle considerazioni che gli Stati mettevano dinanzi al prin- cipe, e ne traluce ad ogni tratto l'interesse reciproco che avevano di non disgiungersi. Religiosi d' animo , e saldi nella fede cattolica erano i popoli soggetli al dominio dei principi di Savoia cosi al di qua come al di la delle Alpi. Appena si vide serpeggiare l'eresia di Lutero, gli Stati fecero opera perche le nostie contrade non ne venissero infelte. I mezzi suggeriti a queslo fine erano conformi all' indole dei tempi ; non e pero da tacersi essersi talvolta fatle particolari avvertenze, perche non si lasciasse trascenden loficio degli inquisitori apostolici. SAGGIO STOIUCO 1)1 P. SCLOPIS 65 Ma quanto erano perseveranti i noslri nella purila della fede dei loro maggiori, allrettanlo erano allenli a non lasciarc chc sotto colore di de- ferenza alle usanze dei chierici si pregiudicasse ai dirilli di citladini. Cliie- devano gli Stati che per le cause meraraenle profane, o di leggiero valore, non si andasse a litigare in cortc di Roma ; chiedevano s' impedisse ai prelati di far citare davanli ai proprii oficiali i proprii dcbitori, ed in vece si ricorresse alia giustizia ordinaria del principe ; chiedevano finalmente si awertisse a non lasciar godere dei privilegi chericali que' molti che senza avervi rigorosaniente tilolo, pure gl' invocavano , d' onde nascevano torbidi , ed oppressions Lo zelo dcgli Slati si dimoslrava pure nelle dimande che esponevano, perche i beni della chicsa non andassero in rovina per mal ^overno, o troppa cupidigia di chi li possedeva, ed il loro discernimento si inanifestava quando inslavano afiinche i beni lenuti dagli ecclesiastici andassero al paro degli altri soggetti al pagamento dei tribuli, dei sussidii, ed altri carichi. II sussidio o donativo, che si consentiva sulla richiesta del principe, veniva sempre conceduto in termini che accerlassero essere quello liberalita che si usava , non dovere che si compiesse. Quindi non mancavano mai le qualificazioni di grazia specialc , di oflferta gratuita , ed altre simili , non menu che la riserva che il fatto non dovesse trarsi a conseguenza, o pre- giudicare alle liberta e franchigie del paese. Molti capi poi s'aggiungevano per assicurare la equalita del riparto, cosi in proporzione del numero dei contribuenti, come in conferma di parita di trattamento. Si voleva ad un tempo che la riscossione di un donativo non andasse accompagnata da atti odiosi. Cosi e notevole una disposizione . in virtu della quale si stabiliva che non si potessero porre in arreslo , od a confisca persone , ne sequestrare beni per causa di sussidii , fuoriche i debitori fossero stati monili piu d'una volta al pagamento, e non avessero obbedito, o si trattasse di pubblici uliziali caduti in colpa. Ne vuolsi preter- mettere la massima che s'introduceva talvolta, che i ricchi dovessero supplire per i poveri (i). (I) Quosta massima vuol essere intesa secondo l'adagio francese : Us tattles sont pernmnelles tl s'imposent au lieu, tlu domicile , le fort portanl le foible : quale adagio cost si spiega da Loysel nelle suo Institutes coutumieres, bV. vi , tit. VI , // : ceci est pris de Masutr, ancien praticicn francais, ('(.xxxix, nomb.i. a Talliae, Jit cet auteur, imponuntur per parocliias, ila quod quaclibet parocbia » liabol porlioucm suam taxatam per illos qui sunt ad line deputatl ; et dcmuui aliqui dc parocbia » vel commissi dividunt eas super singulos de parocbia, secundum cuiusque facullatos, le fort pnrtant » le foible, idest pro solido ct libra. » Seiue II. Tom. XII. 9 66 DEGH STATI GENSBAL1 \d alleggcrire il peso del sussidio si permcllcva lalora ai comuni di impicgare in pagamento del medesimo le loro gabellc ed altre entrale, purche mai non se ne detraesse quella parte, che servir doveva alle forli- ficazioni delle teiTe , a norma degli obblighi che loro ne correvano. In line si badava a clie non s'accrcscesse la gravezza con spese liscali. La materia dei dazi e delle dogane preoccupava, come sempre, lo spirito del popolo, e principalmente la gabella del sale. Frequentissime sono le doglianze che si portavano al principe per i soprusi e gl' incomodi che >i addncevano nella vendita di tale indispensabile derrata. S1 invocavano lalvolta antiche usanze di poler comprarc liberamente il sale dove si vo- lesse , tal allra s' instava per ridnzione di prezzo , o per miglioramenlo ili qnalita. Qualche idea di liberla di commercio, ristretta perb secondo le abitu- dini di quella eta, pur traluceva, massime quando trattavasi della fiera di Lione frequentalissima dai nostri mercanti. Durante il dominio francese, a mezzo il secolo xvi, si mossero lagnanze coatro i nuovi dazi introdotti, ed in particolare contro l'appalto datosi a cerlo abate Melchior Borgarello, se ne fece oggetto di particolare richiamo; jl Borgarello si mostro pronto a rinunziare, ma altri gabellieri appai"vero rcstii, e, con tergiversazioni e riserve, non pare siasi dato al popolo altro che buone parole. I carichi straordinari che si imponevano agli abitanti per nudrire ed alloggiare le truppe cagionavano spessi lamenli, soprattulto cpando i Fran- cesi signoreggiavano. Conforine il costume dei deboli credevano essi di sinuovere Tanimo del luogotenentc generate del re dai duri propositi fa- cendogU intendere, che si sarebbero inviati deputati alia maesla sua per informarla della vera condizione delle miserie del paese , e conforme il co- stume dei posscnti, il luogotenente rispondeva: Les suppliants se pourroiil retirer au Roy pour lay remontrer ce que bon lew semblera pour par luy lew estre pouiveu comme sera son bon plaisir, e frattanto, termine di ventiquattr'ore, obbedissero ai cenni d'esso luogotenente. Si considerino i varii capi di memoriali , in cui il popolo chiede sia rispettata la liberla dei matrimonii (i), e si mantengano le leggi di suc- cessione, assicm-ando ai sudditi la facolta di dare e ricevcre per testamenlo, e quella di succedere ab inlestato. ,li V. Storia dellaotica legislazionc del Picmaatc, pag. 303. SAGCIO STORICO 01 F. SCI.OPIS l>~ Coloro, i quali anelano nei noslri tempi alia riforma radicale degli ordini sociali, che vorrebbero, come essi dicono, ridurre tutti i cittadini di uno Stato a comporre una sola famiglia , che per togliere le diversita delle for- tune vorrebbono concentrarne la disponibilila nell'ente morale della na- /.ione che socializzerebbe il capitale, ed organizzerebbe il lavoro, se i loro sogni non andasscro fallili , ci ricondurrebbero in pieno e filto medio evo. Mlora il signorc, nella cui persona si rappresentava lo Stato, teneva fa- colta di tutto, ed i sudditi ne ricevevano a spizzico privilegi e favori che li ravvicinavano del diritto comune. Negli statuti di Susa, che sono de phi antichi del Piemonte (del secolo xn), si stabilisce che que' cittadini pos- sano dare per testamento i loro beni a chi vogliano, e nelle succession i intestate succedano fino al quarto grado inclusivamente. Simili reslrizioni de' diritli , e simili riabilitazioni s'incontrano in una inilnita di luoghi , e ne segnano il processo della grande riforma civile . che si e compiuta sotto gli auspicii della monarchia in Europa. Dopo le ristaurazioni parziali de' principii di equita operatesi nelle re- lazioni tra il principe ed i comuni , aprironsi le rie di restaurazioni ge- nerali di principii d'ordine pubblico nelle relazioni tra il paese rappre- sentato collettivamente ed il sovrano. Si riabilitarono gl'individui neli'eser- cizio di que' diritti che costituiscono la persona civile , si riabilitarono le masse riunite in forma d' ordini, o di comuni nell' uso delle ragioni che costituiscono la persona politica. In compagnia pert) di questa doppia riabilitazione veniva via via ac- crescendosi l'autorita del principato, autorita considerata come protettrice. e come dotata della forza occorrente per far rispettare le leggi a fronle degl' incomposti desiderii e delle torbide mire delle moltitudini agitate. Aweitiva saviamentc Paolo Paruta (i) c/ie ove comandano i decreti del popolo, non le leggi, e quello Stato tanto corrotto che ne pur inerita name di repubblica , non polendosegli assegnare alcuna certa forma di governo. Ed appunto quale rimedio al disordine fu riputata , e commendala la mo- narchia, la quale poi alia sua volta degenerando, e ritraendosi dall idea legale a quella d'arbitrio, produsse nuovi scandali, a cui si cerco di pone nuovi e piu saldi ripari. Ma ritornando oramai sulla narrazione degli atti delle Congregazioni degli Stali , notercmo come per loro si studiasse di far osservare diligenle- i lii«c-,,rs\ politic! lib. I , p»g. 13 Vcoeiia 1599. 68 DEGLI STATI GENERAL] menle i privilegi dei comuni, c di reprimere gli abusi clic si fossero inlro- dolli in lavorc parlicolarmcnle dei nobili, ed a danno della equalita dei carichi, clie si dovcva mantenerc nell'erogazione dei sussidi. Non si tcncvano cstranei gli Stali alia vigilanza di polizia. Cosi , per esetnpio , sollecitavano 1' cspulsione de' zingari , da loro sccondo l'uso del tempo ehiainati Kgi/.iani o Saraceni, accusandoli colpevoli di molli reati, ed il principe vi aderiva , eonceduto soltanto un congruo lei-mine prima della cacciata. Cos) in alcana occasione di grande afiluenza di popolo in un delermi- nato luogo per qualche solennita slraordinaria pensavftno gli Stali ad eleg- gere deputati che vegliassero sulla abbondanza e sul discreto prezzo delle grasce. In sillalta guisa si prowide nelloccorrcnza del soggiorno fatto dal papa in Losanna. Finalmcnle per non estendere piu oltre questo prospetto, ricorderemo che di ncssnna cosa piu desiderose e sollecite si mostravano le raunatc •legli Stali che della conservazione in genere delle liberta , privilegi , fran- chigie , buoni usi , e regolari consuetudini del paese. E ad ogni tratto rinnovavano le istanze a tal fine , e cpiello era sempre il primo o l'ultimo dei capitoli da loro rassegnati al principe, che mai non mancava di farvi in termini generali adequata e soddisfacente risposta. Del modo, col cpiale si componeva la rappresentanza degli Stati, di gia s' e toccato alcpianto di sopra ; resta che ne aggiungiamo ancora alcune notizie, che ne compiscono il quadro. Invano si cercherebbe in cpie' tempi pieni di confusione, e per nulla disposti alle norme di rcgolarila e di distribuzione, che tanto si apprezzano oggidi, la precisionc nelle forme di elezione dei deputali, e le guarentigie delle maggiorila. Un fatto importante da ritenere e, che non si ha traccia di rappresen- tanza disgiunta dei diversi ordini , quando gli Stati erano convocati. Sia che fossero convocati tutti e tre, sia che, come per lo piu accadeva, non fossero chiamali che il baronale ed il popolare, la sposizione delle domande non si faceva separatamente , ed un solo atto emanava dal principe , ri- fei-ibile alle varie classi di rappresenlanli. Non mi e giunto documento , che appalesi una deliberazione preventiva d'ordini separati, se non trattavasi di concessione . o di ricognizione di privilegi speciali d' un ordine , come quando trattossi della coid'enna dei privilegi della nobilla piemonlese, di cui -^i e
  • i ed i doni i cpiali si largiscono dal paese al di qua delle Alpi si con- » cedano dai tre Stati d' esso paese , e proporzionatamente si dividano » tra i varii luoghi, ed e uso che si elegga il ricevitore il quale sia del I iaese istesso ; e siccome poc' anzi per parte della illustrissima nostra » signora ne vennero legati per chiedere assai cose separatamente dal detto 1 |>aese, e per cercare certa quantita sotto nome di sussidio, o di dono 11 di cinquanla mila fiorini contro il costume solito , essi ( Stati ) cosi » radunati desidcrando che si mantenga 1 antica consuetudine del paese 11 s'accontentano di concedere Tanzidetto dono gratuito, con che pero la » illustrissima nostra signora dichiari che tale concessione nel modo in ii cui fu fatta era ed e nulla , e tale largizione accelti come fatta ora » dalla stessa Congregazione (degli Stati), da dividersi e da tassarsi dalle i> persone da depularsi dal paese anzidetto . . . Nel qual dono gratuito 11 di cinquanta mila fiorini s'avranno da comprendere anche tutti coloro che pretendono essere esenti, e cotesti esenti la medesima signora nostra 11 ohblighi a contribuire per i beni da loro tenuti. E promctta (la stessa n duchessa) che all'awenire in siffatti casi ed atari simili, massimamente » nella concessione di sussidii e doni , nulla fara o tentera se non me- 11 diante e precedente convocazione de' tre Stati di detto paese da con- " gregarsi insieme secondo il costume e la consuetudine. Ed il pagamenlo » si farii nei modi e nei termini infrascritli, con che, cioe, nessuno sia 11 astretto ad obbligarsi di pagare tale dono in mani di qualche banchiere, 11 mercante , od altra qualuntpie persona, ma liasti il pagare a mani del » suddetto ricevitore ... ed il pagamento si faccia secondo il corso del 'i valore del ducato e delle monete correnti nei rispeltivi luoghi con ehe » tuttavia non possa (nell intorvallo) ne accrescersi ne diminnirsi il coi-so » dei detti ducati e monele ; ed il ricevitore spedisca gratuitamentc lr » relative (piietanze. n A coteste concessioni c dichiarazioni rispondera ■Jo DEGL1 STATI GKNERAT.l la duchessa che si accetlava nel modo consueto e senza pregiudizio del sovrano e del paese, e che si darebbero lellerc onde il fatto non s'avesse a trarre a conseguenza , e s'inlendesse il donativo conccdnlo liberamente e non per dovere. Non abbiamo argomenlo dislinto del modo con die siinponesse la »ru- vezza al clero ; e piu chiara ne appare dai documenli , che stiamo per pubblicare , la distribuzione dei cariehi sui nobili e sui comuni immediata- mente soggetti al principe. Una parte di questi cariehi aveva nome ed oggelto speciale, ed era cpiello delle lance spezzate , o piu chiaramenle delle spese per que' soldali di lancia , che si prendevano a particolare stipendio. \weniva talvolta che, per eerie concessioni particolari , il paese si tassasse diversamente secondo la diversity dei lnoghi. Cosi trovo in an foglio di ricordi slampato in calce d'un Summarium Jecretorum Subaudiae com- pilato per Giovanni Nevizano, e pubblicato nel secolo xvi , la seguenle nota : « Die xv marcii 1-459 exbursatae fuerunt pecuniae pro obtinendo jirivilegio praefecti praetorio, et 1460 die xxvin ianuar. Cherii 111. D. D. Ludovicus Dux Sabaudiae concessit Consilio et patriae cismonlanae pri- vilegium praefecti praetorio. In quo non comprehenduntur Aviliana , » Ripole , Lancei et tota terra vetus quae noluit contribuere in dictis » pecuniis, exceptis aliquibus terris de lanceis spezatis. » Ed il beneficio di aver il supremo grado di giurisdizione nel primo tribunale del paese. quale era il Consiglio residenle a Torino, si perdeva per quelle terre che non Tavevano stimato da tanto da doverlo comprare. Non si hanno documenti che dimostrino una forma prestabilita di discus- sione nel seno della Congregazione degli Stali. Sappiamo che le proposle si discutevano tra i commessari del sovrano ed i deputali alia rappresentanza, ma non ci e abbastanza noto come si eleggesse la deputazione della nobilta e del clero. Forse alcuni membri delle piu antiche e possenli famiglie , che gia accennammo, lenevano carico di rappresentare tutto 1'ordine, ed il clero veniva rappresenlato dai prelali piu distinti. L'indole di quella eta comportava queste abitudini, se non che di tratto m tratto s'appresenlano atti piu pvecisi e meglio definiti. I documenti , che ci rimangono , ne forniscono di piu parlicolareggiate notizie intorno al modo, con che i comuni eleggevano i loro depulati . od ambasciadori , come allora si chiamavano, agli Stati. Le lettere di convocazione o di mandamento del sovrano si presentavano SACGIO STORK.O Di B. BCLOPIS "J I ai sindaci del coinunc, i quali, raccollo il consiglio o credeuza , facevano procederc alia dcliberazionc. Si metteva il partito a lavole bianche e nere. I chiavarii eleggevano alcuni consiglieri, i quali proponessero e discules- sero preliminarmente i punli da inserirsi net menioriale, ossia petizione, che il coinunc faceva prcsenlare al sovrano nella Congregazione degli Slati. Gli elctli congiuntamente ai chiavarii cercavano c deslinavano alia loro volta gli ambasciadori da inandarsi, slabilivano laccompagnaincnto che dovevano questi lenere, e convenivano con essi inlorno al salario da darsi loro ed alle spese che dovevano fare. Agli elelti cd ai chiavarii spellava pure il procurare il danai-o occorrente sull avere del comune ; ed il man- dato, che davasi loro per tutte queste bisogne, era valido ed esteso come se 1'alfare si fosse compito dalla intera credenza. Talvolla negli alTari piu gravi il mandalo era espressamente iinperativo ; tal altra si ricercava il parere degli avvocati e dei dottori. Gli ambasciadori, al rilorno , riferivano al consiglio l'esito dclla loro ambasceria. Da quanto si puo scorgere , lungi dall' essere ambite e procacciate per broglio , siffatte missioni non erano per lo piu accettate senza qualche diflicolta. Spesso le deputazioni si mandavano da poche citta , o grossi borghi , quali erano, per esempio, in Piemontc, Torino, Pinerolo, Moncalieri, Ca- rignano, Barge, Savigliano, Fossano, ed Avigliana, che rappresentava per lo piu tutlo quel distretto che aveva nome di terra antica {terra vetus). Non mancarono talora quistioni inlorno alia precedenza Ira i diversi comuni, in occasione di riunione degli Stall. Quando gia si smetteva 1 usanza delle raunate di tali Stati , rimase ancora la consuetudine di chiedere , ed accettare offerte di danaro dalle singole comunita , e di far loro in simili occorrenze , concessioni desiderate. Nel 1619 si slabilirono da Carlo Emmanucle 1 oratori per trattare in Torino gli atfari delle comunita di ciascuna provincia di qua da'monti . a' quali oratori si assegnarono provvisioni da pagarsi dalle comunita istesse, a cui si fece ad un tempo divieto di mandar depulati , come solevano prima, per carichi , o sollecitazioni speciali. Questi oratori erano in nu- mero uguale a quello delle province , ciascuna avendo il suo proprio. Negli anni successivi si nominarono due capi degli oratori, che sopran- tendessero alle incumbenze dei medesiini, e lenessero in casa loro raunato periodiche di detti oratori. 73 DEGLI STAT1 GENERAL! Questa istituzionc che a prima giunta pare d'indole libcrale, e si poteva supporre rivolta a supplire in parte l'oficio delle Congregazioni degli Stati , non fu in sostanza che un'operazione iiscale; le comunita furono mal soddis- fatte di dover pagare con stipendio fisso chi loro non gradiva , e non passarono cinque anni che lo stabilimento degli oratori delle comunita I'u rivocalo a petizione di quelle istesse province , a cui pro sembrava unicamente destinato (i). Abbiamo tratteggiato in breve spazio alcuni caratteri di quelle istituzioni , allinche il leltore non enlrasse nella disamina dei docuraenli, che stiamo per sottoporgli, atFalto digiuno della loro qualita. Ma lo studio dei document! varra meglio dogni nostra parola ad istruirlo delle opinioni e dei bisogni di que' secoli, in cui lentamente si elaboravano gli elementi di un vivere civile piu vigoroso e piu largo, quale appunto dall'eta nostra si richiede. Piu che a dichiarazioni di principii astratti erano gli uomini di que' tempi solleciti a procurarsi giustizia , perocche maggiori erano i pericoli di ag- gravi indebiti c di abusi enormi fra cui versavano. L'idea della giustizia e quel I a che apre ladito all'acquisto della liberta onesta e feconda, poiche il diritto consiste nel complesso di quelle condizioni , merce delle quali il nostro coll'altrui arbitrio puo conciliarsi secondo la legge della universal liberta. (1) V. Duboin, Raccolta per ordine di malerie delle leggi , edilti , manifest!, ecc tomo lx, vo- lume xi, pag.355 e seguenti FINE DELLA PRIMA PARTE. PARTE SECOi\DA JNella prima parte di queslo saggio abbiamo veduto quali sieno lc piu antiche memoi'ic che ne rimangono delle nostre assemblee rappresenlat'm in genere , c dclle Congregazioni degli Stati in specie. Ma per quanta siensi potute estendere le nostre ricerche intorno agli atti di tali rap- presentanze , ridotti in fonnole regolari ed in istile cancelleresco , non ci e venuto falto di rinvenirne che sieno anteriori al secolo xv. Dobbiamo quindi far capo da questo tempo, vale a dire, dal regno di Lodovico, nella seric di siflatti documenti che per la prima volta noi pubblichiamo. Questi atti si componevano per lo piu di due parti, l'una era la sposizione delle con cui Lodovico dichiaro il dcmanio ili Savoia inalienabile ad esempio di cpiello di Francia. Questo edilto esposto in forma insolita , vale a dire come istromento pubblico, e ricevuto dal si-gretario del duca ut persona publica ex officio publico rccipiente no- mine et vice quorumcunque subditorum nobis et successoribus nostris praesentium et futurorum etc. , accenna se non 1' intervento diretlo almcno linfluenza prossima della rappresentanza nazionale. Nel mcdesimo anno 1 44-^ s^ deputarono dal duca tre riformatori generali dello Stato per rimcdiare alle violenze jiatile dai sudditi, correggere gli abusi, e punirc i soprusi e le ruberie degli ufficiali del principe: coteste riforme svelano sempre debolezza di governo e prevalenza di timori. Si crano costituili I; Ilallam, Constitutional history of England (5 cdiz.) lom. 2, pog. 31!. (3) Vcdansi alcunc sa\ic avvertenzc intnrno a colcstc alieDazioni nella tavola * sulla famiglia dei ■ t i , sod etiam alii boni, graves, el orlbodoxae fulei cultores sine labe usurae viyere cupientes, verentur buiusmodi causa praemissos contractus in ipsa ditione inire, mercimonia excrccre , iustumque intercssc cum sortis pcriculo intcrdum recipere , et consecutive ipsos in publicum cxbibcre. Exindc superest , quod pecuniae ipsius ditionis marsupiis abdicatae , aut absque exercitio inulilitcr con- ^li|>;it;ie scrvantur, seu ad provincias exteras deferunlur, altenuanlur ex boc li- cita rerun) commercia, et novae velitac, el pcrdampnosae patriae gabantiarum , cambiorum simulataeque aeris, grani, licoris, specicrum, pannorum,et aliorum, ((iiac numero, pondere, ct mensura complcctunlur venditiones sine sortis pcriculo prodeuntes, Irimeslraeque relorculaliones (1) dc usura usuram palicntes, etiam Bctitiae confessiones sortcm mutui excedentes suscilantur, et totalitcr cxtollun- tur. Quod ipsa ditio, quam eidem domino meo, nobisque et reipublicae expedit habere opulenlam, ex liiis discriminibus exbausta redditur per advenas, et exleros gabancialores, qui tamen ciusdem ditionis nostrae onera minime supportant , ct pia carilatis opera, uipote ponlium, hospitalium, et basilicarum non substcntant. quae etiam basilicae , et hospilalia in suarum expositione pecuniarum iniustum inlcresse percipere non formidant. Nos igilur tantis ditionis ipsius domini mei detriments , quae enixa mente referimus , animo lacessiti , illisque , prout a supremo bonorum omnium collatore nostri pracsidii humera bonusta sunt , op- portune providere , licila permittendo illicita vero repellendo , accurate deside- rantes; pracmissa , tam Consiliorum citra, quam ultra montes rcsidentium, al- mac(|ue universitatis studii Thaurincnsis, complurium aliorum sacrorum , et ci- vilium sanclionum expertorum, fecimus solerti , et congrua dclibcratione inscru- tari , et gradatim illorum delibcralionem imitantes, participatoque consilio prae- lalorum, baronum, proccrum, et peritorum , ac caeterorum circumspectione trium staluum ditionis ipsius domini mei , quos merito in arduis instituendis evocavi- nms, deque iussu, consilio, et assensu memorati domini mei, ad laudem Dei oiimipotenlis, cuius in illis, et aliis presagium supplicilcr invocamus, ortbodoxae- que Adei, a cuius iussibus nequaquam deviare intendimus , exaltationem, laci- iioium jiropulsionem , bonorum conscrvationcm, reiquc publicae augmentum pro ipso domino mco, nobisque, ct noslris bacrcdibus, et successoribus univcrsis, in vim generalis, perpetui , et irrevocabilis edict! , accersitis eliam labellionibus (I) Kccalcnlalionei. SAGGIO STORICO 1)1 F. SCLOPIS 77 publicis sccrclariis nostris 8ul)Scriptis , more publicarum pcrsonarum , ad opus. <|uorum interest , et in fiitiirum intcresse polcrit recipicntibus, ct solcmpniler slipulantibus per cxpressa, el intollerabilia ipsius ditionis delrimenta , prout se- riatim duximus providen invcnlarizari . vel alias quomodolibct impediri. ^8 DBOLl STATI GKNEIULI In cactcris capilulis suprascriptis , in singulis tanlum causis, quibus supra le- giptime probati excessus, iubcmus istam consucludincm scrvari, sed nibiloininus absque calumpnia, ct morosa dilationc non cxcedissc post poncnlcm, el probare volentcm ad haec iutlice cxaudiri. De licitis mercatoribus. Item, hac cadem edicti sanclione tueri volumus, el gaudere ipsos dilionis dicli domini mei subditos, el alios quoslibct incolas, qui pecunias suas ad usus mer- cimoniorum, aut aliorum licitorum conlracluum cum sortis pcriculo tradiderint, ct eorura, iusto inlcrcssc, secundum corum couscicntiam, provenientia lucra per- ceperint, aul in illorum pcrceptione pro concurrent* rata consortes fucriut. Item, ut falcem nostram in messem alienam apponere non videamur, hoc eo- dem edicto prolitemur pracdictae consuctudinis horlacioni non subcsse huiusmodi • lilionis ipsius domini mei subditos, habitatores , et incolas, pro conlractibus i.iim'ii ultra extra (1) ipsam ditionem initis, et in fuluro quomodocumque ineundis. Item, prout congruil ralioni, huiusmodi edicti serie prohibemus quoscumque ipsius ditionis incolas , per nos cdita non excedentes , aliqua inlamiae iwja no- lari , seu etiam aliquo quovis examine, praetexlu associations alicuius, ccnsura vexari. Quod in talibus contractibus illicitis non poxsit allegari consuetudo. Item, quoil praetexlu alicuius actus, contractus unius, aut plurium, factorum, vel fiendorum impostcrum quandoeumque , non possit allegari , vel praelcndi consuetudo , aut derogatio ulla ad hunc nostrum edictum, ncc aliquam partem eiusdem. Haec enim statulis gencralis Sabaudiae reformationis adiungenda censemus, et illis circa ca dcrogamus, promittiinusquc, et committimus, bona fide nostra, sti- pulantibus quibus supra , huiusmodi nostrum edictum in omnibus , et singulis partibus observare volumus, et mandamus per quoscumque officiarios fidcles, et subditos ipsius domini mei , et nostros modernos, et posteros media tos, et im- mediatos in omnibus, et per omnia teneri, attendi, et inconcusse observari, non obstantibus quibusvis consuetudinibus , usibus, privilegiis, et aliis quibuscumque in contrarium facicntibus, quibus omnibus derogamus, et derogatum esse volu- mus per praesentcs. Decernentes ex nunc, prout ex tunc irritum, et inane, quod secus atlemptari contigerit sub harum testimonio literarum. Datum Thononi , die decima lertia februarii , anno domini millesimo quaterccntesimo trigesimo septimo. Per dominum principem , praesentibus dominis Io. domino Bclliforlis, cancellario H. Bastardo de Sabaudia H. Bastardo Achayae, marescalo Sabaudiae R. domino Codreae Guigonc de Ravorea Urbano Cereserii Anthonio de Draconibus Guliermo Bolomerii, et Bartholomeo Chabodi, thesaurario Sabaudiae. (1) Tarn ultra qoam extra. R ii SAGGIO STOIUCO DI F. SCLOPIS 71) iiio Revocatio commissariorum lotius patriae concessit per illustrissimum dominum dominion Ludovicum ducem etc. Sabandiae de anno Domini MCCCCXL , die decima martii (i). Ludovicus dux Sabaudiae, Cbablaysii, Augustae, sacri Romani imperii princeps, vicariusque perpetuus, marchio in Ytalia , comes Pedemonlium, Baugiaci, \a- lentincnsisquc, el Dicnsis. Universis serie praescntium fiat manifestum, quod di- Iccti fideles, nobilcs, et Communilates nostrae patriae ultramonlanae ad nostrani advenienles praescntiam nobis , querulosis intervenicntibus supplicationibus cx- posuerunt, quod commissarii tam generales, quam speciales, et particulares per nos in eisdem parlibus bactcnus constitute , sub corumdem coloribus commissio- num , qu.iniplurima gravia detrimenta subditis eiusdem patriae intulcrunt, inqui- sitioncs saepisper indiscreta meute per varios aeniulos sciscitatas admittendo , et vindictam eorum inveleralae inimicitiac adversus inquisitos plerumque, sicut ap- >arere poteral, licet iustam , causam inquirendi non haberent rememorando . icet pars denuntians non appareret; quodque quamplures importunitale ducti , ipsum commissionis ofTicium impetrare verili non sunt, non ut facinora patriae in ilia pullulantia reprimcrent , sed ut undique adinventis occasionibus, lactura aliena loeuplcliores ellicerentur. Supplieantes boc ideo, ut super iis taliter providere dignareniur, quod, ipsorum commissariorum importunitatibus dcpulsis , patria ipsa iam multimode facultatibus propter haec exbausta, deinceps conquiescat. el in pristinam pacificalionem redigatur. Ecce quod nos affeclantes, illustrium prae- decessorum noslrorum vestigia imitando , eosdem subditos nostros ultramontanos a quibuscumque illicitis oppressionibus praeservarc , ut quanto nostrae munifi- ccnliae praesidio sc noverint sincerius pertractatos, tanto lidelitatis obsequiis erga nos, et nostros iugiter se cxbibeant prompliores , malura deliberatione praeba- bita, ex nostra ccrta scientia, pro nobis, et nostris, etiam intcrveniente iussu . et beneplacito sanetissimi genitoris domini nostri (2) de, et super praemissis du- ximus salubriter prov'ulendum proul infra. Nos enim omnes , et singulos com- missarios nostros generales in parlibus nostris ullramontanis ubilibet constitutos. et licet iam vigore certarum lilerarum nostrarum in novissime lapso mense fe- bruarii concessarum rcvocati extiterint , adbuc ex abundanti serie praesentium duximus rcvocandos, quibus cxpresse inhibemus, ne ex nunc in antea ipsas com- missiones suas generales ullomodo cxcrccrc audeant, vel presumant; ncc illarum occasionc quemquam in communi , vel particulari inquiclari. Quantum autem conspicil commissioncs particulares , imitando formam statulorum generalis re- formationis nostrae dilionis (o) volumus ex nunc in antea per tales particulares commissiones modum servari, qui sequitur : videlicet, quod, antcquam vigore talium commissionum ad intitulationem, confinationem, dctcntioncm personarum. (1) Dal lilnn citato Slatula et privitcgia civitatis Taurincnsis. (3) Amrdei MM, tunc tomporis summi PontiGcis dignitatc pracfulgODtis. (3) Dccrcta scilicet SabauJiac odita ab Amcdeo vui , anno 1430. So UEGLI STATI GENE1ULI aut bonorura sequcstrationem proccilant , vcridicas , sumiuarias, et sccreias in- rormationes sumant, quas hide cxbibcant alteri Consiliorum nostrorum citra, vcl ultra monies residentium , aut illi a qUb emanaverit commissio, ul , illis visis , exinde prosequanlur , el procedant prout per alteram ipsorum Consiliorum no- Stroruni citra, vel ultra monies eisdem fucrit ordinatum ; nisi lamen in casibus notoriis , in quibus superessel pars denuncians , sufficiens , aut de refundendis InterBase, et expensis legiptime cavens, aut nisi de ipsorum verisimili fuga du- bitaretur ; quo casu possint talcm inquisitum ipsi commissarii parliculares secun- ilum pej-sonarum qualitatem , et casuura exigcnliam detinerc, donee ipsi intitu- landi de se pcrsonalilcr repracsentando ydoncam praestiterint caulionem. l\on intendentes tamen pracmissa ipsorum hdelium nostrorum supplicantium aliis privilegiis, libertatibus, et immunitalibus quoraodolibet dcrogare. Mandantes boc ideo dielo Consilio ultra monies residenti , universisque , et singulis guberna- toribus , capilancis , vicariis , potestalibus , baylivis , iudicibus, procuratori- bus, commissariis, castcllanis, ac caeteris officiariis noslris pracsenlibus, et fu- turis ubilibet ultra montcs constitutis , ipsorumquc locatenentibus , et euilibet eorumdem, quatenus buiusmodi revooationem , bmilationem , et litcras nostras amodo in antca protinus observent, ac per dictos commissarios generales , spe- eiales, et parliculares, et alios quos concernere poterit, amodo in antea incon- cusse observari faciant , et in nullo contrafaciant quomodolibct , vel opponant ; quin ymo illas ubilibet proclamari, et publicari faciant, ne practextu ignoran- tiae quisquam subditorum nostrorum per eosdem commissarios aliquibus inde- bitis occasionibus graventur. Datum Thononi , die decima martii anno Domini mcccc quadragesimo. Per dominum, pracsentibus illustri eius fratre Philippo de Sabaudia comile Gebennensi, necnon dominis Ludovico episcopo Lausanensi Ogerio episcopo Maurianensi Percivalo episcopo Bcllicensi Georgio episcopo Augustensi Emerico episcopo Montisregalis iohanne abbate de Alpibus lobannc domino Bariaci, mareschallo Petro Marcbiandi, in cancellaria locumtenente Iobanne domino Chautagne Rodulpbo domino Codree Franciscbo de Tomalis — Bartholomeo Cbabodi. praesidibus Antbonio de Draconibus Gulliermo Bolomerii, magistro requestarum lacobo Roffeti , iudicc Cbablaysii Franciscbo Ravajsii , magistro bospicii. SAOGIO STOIUCO DI F. SCI.OIMS 8 1 lilf Literae Uhutris domini domini Ludovici duels Sabaudiac , quod Iiulaci non possint capere pro usuris, nisi unum denarium vian- nensem pro quolibet jtoreno, el pro qualibet ebdomada, nee pos- sint computure nisi sernel in anno , et non possint facere usuras de usuris (i). Ludovicus dux Sabaudiae, Chablaysii, et Augustac, sacri Romani imperii prin- ceps, vicariusque perpetuus, marchio in Ytalia, comes Pedemontium, et Baugiaci. Valenlincnsisquc, el Uicnsis, ac Niciae, et Vercellarum dominus. Universis Serie praescntium fiat manifestum, quod cum pro |>arte dilectorum fidelium noslro- riim, tam nobilium , quam Communitalum, populorumque, et incolarum loliu> patriae nostrae ullramontanae contra iudaeos sub ditione nostra ultramontane commorantes variae insurrexcrunt querelae super eo, quod ipsi ludaei ultra so- lilum usurariam pravitatem exercentes, ne dum usuras exigunt immoderatas, sed. et saepisper usurarios contractus de usuris facere non verentur, ac sub vela- mine mercantiae grani, bladi , et aliarura rerum fraudes fraudibus adiicere di- gnoscuntur. Ex quibus tam nefandis delictis quamplures ex subditis nostris , et pauperiem vehementem incurrunt , intollerabiliaque detrimenta passi sunt , et diclim oculate patiunlur. Et propterea ad nostri conspectum suos solempnes dcsli- naverunt ambasiatores, qui ipsorum nobilium, Communitatum, et incolarum park- nobis bumiliter supplicarunt, ut super praemissis, pro militate ipsius patriae, el subditorum eiusdem opportune providere , dictosque Iudaeos circa praedictas usuras ad debitam moderationem reducere dignaremur. Quorum supplicationi . vcluli rationi consonae, favore benivolo inclinati , affectantes itaque ipsos nobi- les, Communitatesque, et subditos patriae nostrae, quos in servitiis nostris inci- ter novimus obsequiosos , a talibus extorsionibus indebitis praeservare , et eos assidue, sicut decct, conservare, recordantes ipsos Iudaeos cliam de, et super praemissis inordinalis usuris, et extorsionibus maxima cum deliberatione Consilii nostri nobiscum residentis ad debitam moderationem reduxisse, prout in capitulo ex Uteris nostris, Iudaeis super boc concessis, datis Lausanae die xxviu nunsi- aprilis, anno Domini millesimo quatercentesimo quadragesimo, et per dilectum fidelcm sccretarium nostrum Vincentium de Ruppe signatis, cxtracto latius con- tinetur , et cuius quidem capituli tenor de verbo ad verbum sequitur , et esl talis. » Veruratamen nos dampnosa dispendia eorumdem subditorum noslrorum exlir- » pare quaerentes, lucraque ipsorum Iudaeorum ideo rite limitare disponentes . » quod cisdem Iudaeis competens utilitas, ct subditis nostris fructuosa indempni- » tas cvenire poterit, certisquc aliis laudabilibus moti considerationibus de , et n super praemissis, prout infra, duximus providendum ; videlicet quod ipso* » Iudaeos utriusque sexus modo nullo liceat aliquibus personis amodo in ante! » suas pecunias mutuo concedere, seu pro illis cxigere ultra rationem lurri uniu- » denarii viannensis in qualibet ebdomada pro singulo Iloreno , et non alias . » neque ultra, nee suos debitores ex nunc fiendos artare ad computandum , nisi » dumtaxat semel in anno, aut infra pro rata si debitor citius persolvere velit : » cavendo tamen , quod nutlatenus de usuris, et lucro buiusmodi alias usuras. (I) Dal libro citato Statuta et privilegia civitatis Tauriiictisif . SF.niF. II. Tom. XII. ' i B ' nEGI.I STATI GENERAL! rel unquam respeclu dicli debiti facere dcbcant, aut pracsumant, ncc conces- » stones iraudulenlas unus alteri quomodolibet agere ; quodquc officiarii nostri » ipsos IudaeOS buiusmodi limitalioncm nostram non transgrcdicnles , illorum- ■ que haeredes ratione usurariorum coniractuum aliqualiter tam in vita, quam ■ in morte niolcslare non possint. » Eccc quod nos buiusmodi capitals eisdem siipplicantibus inconcussc observari rolentes, harum serie committimus, et mandamus Consilio ultramontes resident), necnon gabellatoribus, vicariis, potcslalibus, iudicibus, castellanis, commtssariis, ac cactcris officiariis nostris ubilibet ultra montcs constitutis, praesentibusque , el luturis, ipsoflimque locatenentibus, et coilibet ipsorum, quatenus praedictum eapitulum superius insertum, ac conlenla in eodem, in omnibus, et per omnia per ipsos ludaeos utriusque sexua tam praescntes, quam futuros ubilibet sub di- tione nostra ullramontana commorantes teneri, altcndi , cl inconcussc observari t'aciant; ipsum eapitulum locis , et modis lalia fieri solitis publicando , ne quis praetextu ignoranbae so valeat excusare , eisdcmque hidaeis publico inbibendo , quibus tcnorc praesentium inhibemus, sub poena quinquaginta librarum fortium per qucmlibrt ipsorum, quotiens contrafeeerit, committenda, irrcmissibiliter ap- plicanda, ne ipsius capituli formam, et limilationem excedere audeanl quomodo- libet, vel praesumant, sed eapitulum ipsum inconcussc observent, observareq'ue teneantar, et dcbcant, nullo alio a nobis expcclato mandato. Datum Gebennac, die nona mensis Augusli , anno Domini mcccc quadragesimo primo. Per dominuni, praesentibus P. cpiscopo Belicensi P. IVlarcbiandi, cancellario Io. domino Chautagne Amcdco de Cbalando Francisco de Thomatis Barlholomeo Chabodi , praesidenle Guliermo Bolomerii, magistro requestarum Antbonio de Draconibus, praesidente Gebenncnsi Guigonc Gerbaysii lohanne de Coslis Mermeto Arnaudi Iacobo Rosscti, iudicc Chablaygii Anthonio Bolomerii, et Hugoneto Vcsperis, tbesaurario Sabaudiae. Vila slessa ilala di olissimum ut veneranda respublica populusque , quem divinac dispensationis arbitrium nostrae raunifieentiac eontulil Dominus nostris quotidianis suliK ytntur auxiliis lit quanto largitionibus nostris fecundius tractabuntur, tanto perepicacioris provisionis suffragio inconcusse servari valeant , et iugiler propa- gari. Occurrit autem quod dilecti fidelcs nostri Georgius de Solario condominus Cadralu et Moretae scutifer, Gabriel Burgensis civis Thaurinensis, Antonius de Caponibus burgensis Pynerolii, Octavius de Soleriis condominus Soleriarum , do- minus Marcnchus burgensis Fossani velut anibaxalorcs, ct nuncii generales et spc- cialcs bonae, ct semper fidclis patriae principalus nostri l'edemontium , qui ne- duin claro Consilio, sed ctiam operibus et sudoribus continuis rempublicam sibi I'ouimissam ct adiaccntcm pracscrvarunt ; quo fit ut patria ipsa, Deo laudes , oputenta , et subdilis fidclibus non mediocris commendationis populata exislit. Animadvertentcs insupcr fore utile pro ipsius patriae ct principalus regimine, ct boni communis augmcnlacione aliqua capitula , staluta , ct ordinamenta de novo introducere et slabilirc ; et venientes ad effectum suae intencionis capitula, sta- luta, et ordinamenta, in rotulo iis annexo particulariter descripta, sindici, con- soles, credendarii, bomines , et Communitates patriae ct principalus praedicto- rum de consensu, el voluntate universalis patriae, ct principalus nostri praedicli . ul advissavcrunl, assenlaverunt, inierunl, stalueruntquc, et ordinaverunt, condi- derunt, atque firmaverunl quemadmodum in ipsorum quolibet conlinelur capi- tulo. Et deinde predicti ambaxiatores ct nuncii nomine et dc consensu tocius patriae, et principalus praedictorum noslram advenerunt praesenciam , potesta- tem ad boc se habere dicentes, nobis humiliter supplicarunt exhibendo capitula ipsa ut, nostro more solito, inspecto quod ilia ut supra ad bonum finem inierunl, eadem omnia, et singula ipsis subditis nostris dicti principalus, suaeque poste- ntati benigniter conlirmare , et validare, illisque decretum nostrum intcrponcre, ac cosdem in li iis favoribus pertractare graliosis dignaremur, parati se ofl'erentes in hiis , ct aliis beneplacitis nostris semper prompti existcre. Quorum requisi- si patriae nostrac , sive universaliter, sive nobilibus, sive Commu- nitatibus , sive alicui , vel aliquibus eorum vel earum concessas per recolendac memoriae illustres dominos Principes dominos in ilia patria, sive alios illustrcs , -.ive illustrissimos dominos artes ad solutionem niemoriaiium subsequenlium pro scriptura, et sigillo. Decernentes tamen valere huiusmodi sententias, et in- trrloqiiiitorias ctiamsi post buiusmodi terminos easdem proferri contingeret. Avonay. Quod tltesaurarii, sive receptores non teneantur illiquid accipere de apodiciis, sive quittanciis ratione subsidii fiendii. Item, quod tbesaurarii , sive receptores, vel alii quicumque nostri subsidioimn exaclores praesentes , et futuri numquam possint accipere aliquam solutionem a Communitalibus , vel ab aliis ipsius patriae nostrae , vel earum , vel ipsorum nunciis in gcnerali, nee in speciali de quilantiis, libris, rcgistris, sive apodixiis eisdem fiendis de dictis subsidiis , vel ipsorum occasione , sed polius teneantur quitanlias, libros, registra, et apodixias eis facere gratis sine aliqua solutione. Avonay. Quod receptores et exactores subsidiorum teneantur exigere monetae secundum cursum ipsius patriae, el illius temporis. Item , quod predict! tbesaurarii receptores , sive exactores nostri teneantur, et debeant recipcre monctas tarn auri , quam argenti secundum cursum ipsius pa- triae tempore, quo ilia subsidia exigent , vel recuperabunt , dum tamen solvere debcnles nondum esscnt in mora. Avonay. Quod exactores non possint exigere subsidia ante (erminoj convenlvs. Item , quod praedicti tbesaurarii receptores . ct exactores nostri non possint 8 8 DEGLI STATI GENERAI.I ncc debeant exigere, vel exigi faccre ante tcrminos conventos subsidia nobis cou- cessa, aut in posterum nobis seu nostris coucedenda. Et si forte literae compul- soriae penales, aut sine penis in contrarium fuerint decretae , ipsae literae, et quaccumque compulsoriae , illacque pacnae sint ipso facto , et ipso hire nullae , nee aliqua persona teneatur eis ooedirc , imo quidquid exinde, vel ob id contra subditos nostros quoscumque fuerit subscquutum sit etiam ipso iure , ct ipso facto nullum , nulliusque valoris , ct momenti. Avonay. De monelis non mutandis tempore subsidii. Item , quod durante tempore solutionis alicuius subsidii , quod illuslrissimus dominus nostcr non possit nee debeat mutare , sive nuitari facere monetas, sive aureas, sive argentcas , sed remancant ipse monetae secundum cursum temporis concessi subsidii , sive doni , et boc quoad solutionem , et pro solutione ipsius subsidii. Avonay. De ambasiatoribus non arrcslandis, vel detinendis tempore ipsorum ambasiaturae. Item, volumus, et ordinamus, quod ambaxiatores , nuncii , sive legati dictae patriae nostrae , sive pro tota patria , sive pro quavis Communitatum dictae pa- triae, sive pro quovis nobilium nostrorum illius patriae accedentes, vel reverten- tcs , sive unique existentes non possint, nee valeant quavis ex causa , vel colore tangente vos, vel ipsum ambaxiatorem, nuncium, sive legatum, sive alium quem- vis, cuiuscumque status, conditionis , et gradus existat , durante tempore illius nmbaxiaturae alicubi citra , vel ultra montes arrestari , detineri , vel aliqualiter impeiliri personaliter, vel realitcr sub pena centum librarum fortium pro quolibet oontrafaciente, et qualibet vice, et satisfaciendi illi ambaxiatori , nuncio, sive le- gato, ac eum raittenti de omnibus, et singulis eius dampnis, expensis , et inte- resse. Et nicliilominus ille sic detentus , arrestatus , vel impeditus obedirc non teneatur, sed inde possit impune sine licentia, et propria auctoritatc inde rece- ilere, et abire. Quae tamen locum non habcant si detineretur occasione delicti . vel contractus per eum tempore dictae legationis commissi , vel initi. Avonay. 1 io2 Literae cotistitutionis exactoris residici subsidii per communilates principatiis Pedemontitim concessi , pro dotalicio illustrissimae dominae Dalphinae , Cliarlotae de Sabaudia ( i ). I.udovicus Dux Sabaudiae dileclo fidcli consiliario Stepliano Kosscti ex magislris computorum nostrorum salutem : cum aliis litteris nosli-is te deputavcrimus aauipl\amy factis , comperlum sit ipsum tbesaurarium plus recepisse de dicto subsidio, quam eidem Petro de CampRamy, libraverit summani quatuordecim millium florcnorum parvi ponderis et ultra, quam tamen summam eidem Petro solvere differt , et dilatat in nostram vehementem displicenliam ; proplcrea eidem Humberto inbibcimis ne ultcrius quidquid de dicto subsidio exigcret, quinymo per te dictum Stcplianuni omnes restas priuii termini dicti subsidii recipi ordinavcrimus , et insupcr pri- mevas litteras nostras tibi dicto Stcpbano facias de subsidio praedicto cxigendo , motu noslro proprio volucrimus in sui roboris firmitate permanere, sic per pre- sentes volumus, teque dictum Stephanum , de quo ab experto confidimus, et dc novo constituimus harum nostrarum lilterarum tenore reccplorem dicti subsidii tam ultra , quam citra monies nobis pro secundo termino debiti , cum plenaria potcstate ipsum subsidium per te, aut a te deputandos exigendi , et recipiendi . indeque quittantias dandi, el litteras allocandi, opportunas faciendi, debentesque huiusmodi subsidium compellendi more debitorum nostrorum fiscalium , et eos ai'restandi , sive arrestari, et detincri faciendi, penas eis imponendi, ct alia circa hacc necessaria faciendi , non obstantibus quibuscunqiie litteris in contrarium factis, sive fiendis, quibus serie praescntium derogamus , inbibentes propterea omnibus fidelibus , et subditis nostris aliquid dc dicto subsidio dcbeiilibus pro praedicto secundo termino, ctiam restas primi termini , vel qui illud in tempore solutionis debebunt , sub poena indignationis nostrae , ac itcratae solutionis , ne de pecuniis subsidii praedicti debitis , sive debendis quicquam solvatur, aut sol- vere presumatur, etiam poslquam mandatum speciale baberent , nisi in manibus dicti Stephani , etiam absque cuiusvis alterius expectatione mandati , in quantum dicta poena se formidant afQigi. Datum Gebennis die vicesima prima augusti anno Domini millesimo quatcrcentesimo quinquagesimo secundo. Loys. Per dominum praesentibus dominis Jacobo do Turre canccllario Jacobo comite Montis-Majoris Joanne de Saxo domino de Bannens Jacobo Meynerii generali , et Humberto Fabri tbesaurario. Fabri. Serie II. Tom. XII. i ^ 9° UFA. 1.1 ST.VTI GENERAL] ( \tfuiula novissime concessa per praelibatum dominum nostrum patriae principatus , ct terrae vetcris simul ad coram suppUca- tioncm in moil am , qui sequitur (i). llliistrissiine Princeps! Ambasiatorcs vestrorum fidclium vasallorum , et subdi- Lorum locorum, ct ten-arum principatus Pcdemontium , et terrae veteris sn iipli- • • i : .: :_ ...i.i •: :...:..„ ■..:_ Pciiiio , quod tonftrmentur omnia prvnfegkt , et imlnlia concessa per Mushes bonae memoriae priucipes Sabaudiae. lit primo supplicant, quod placeat confirmare omnia indulta, privilegia , pacta, el capitula tarn in tassationc gahellae salis foranci, et tempore concessions sub- siilii per patriam cismontanam oblati pro dotalicio serenissimae dominae Dalphi- nae Viennensis (iliac vcslrac, quam alia quaecumque, et qualiacumque sint post mortem illustris quondam doniini Ludovici principis Acbayae, cidem patriae prin- cipatus, et terrae veteris, singulisque vassallis , ct Communitatibus , el singula- libus pcrsonis ipsius in communi , vel particular! concessa, et conventa, et ea observari lain per vestram dominationcm, et successorcs veslros, quam per quos- I'uniquc ofliciarios , commissarios , et subditos vestros mediatos , et immediatos , pracscntes, ct futuros. Insupcr quia pracdictis de principatu, die vicesima prima augusli, millcsimo quatcrccntesimo quinquagesimo primo, per ipsam vestram do- minationcm concessa fuerunt certa capitula, in quibus veslri fideles vassalli , el Communitates, Principatus, et terrae veteris includi , ct nominari non videntur, licet in dono tunc facto conlribuissent ; supplicant ipsi aiubasiadores terrae ve- teris ipsa capitula, ct singula eorum sibi concedi, largiri, et donari, ila ct tali- tcr, quod ipsis omnibus indultis, privilcgiis , paclis, ct capitulis , ut supra con- ccssis ipsi vassalli vestri, et Communitates principatus, et terrae vetcris, ac sin- gulares personae corumdem uti, frui, ct gaudere possint ad plenam. roboris ob- servantiam, et firmitatem. Rcsponsio super proxime praeccdenti capilulo. Super praemisso capilulo, ct eius prima parte respondetur, quod illuslrissimus dominus nostcr Dux conlentus est, vult, mandat, staluit, et ordinat, quod ca- pitula , conventiones , et francbisiae concessae in taxatione dictae gabellac , ac etiam concessae per cum tempore concessionis subsidii dotalitii illustrissimae do- minae nostrae Karlotae filiae suae, el Dalpbinae Viennensis, ac etiam aliae fran- cbisiae lam per clemenlissimum dominum quondam genilorem suum , quam per ipsum concessae, seu specialitcr confirmalae dictis nobilibus, ct Communilatibus dicti principatus, scu terrae vetcris, eisdem tam in universo, quam in parlicu- lari observentur, et observari debeant inconcusse, prout concessae, et confirmalae repcricntur, et secundum concessionum , ct confirmationum formam , et verum tenorem. 1) Dai libro citato Statuta et privilegia civilatis Ttiurincrtsis. SAGCIO STORICO Dl F. SCI.OPIS ()l Quantum ad gectindam partem dicti capituli illuslrissimus dominus nosier con- tentus est, annuitquc, et coneedit, quod nobiles, et Communitatcs terrac veteris gaudeant , ct gaadere possint capitulis, et franchisiis per praefaium dominum nostrum concessis nobilibus, el (iommunitalibus principatus anno Domini mille- simo quatercentesimo quadragesimo primo , et de mensc augusti (causa) con- ccssionis subsidii, de quo ibi fit mentio, ac si tunc in dicta concessions fuisscnt nominati. Qiiwl nulltts ofliciarius possit procedere in alii/na causa , exceptis ordimtrits. Item, quod aliqua persona, aliquisquc commissarius, aul alius ofliciarius veslrae dominalionis cuiuscum(|ue gradus , et conditionis cxistat , ab inde in antea non possit, neque valeat aliquam iurisdictionem in ipsa patria principatus, et lei in veteris exerccre pro aliqua causa civili, vel criminali . sive mixta, vigore alicuius commissionis vestrae specialis, vel generalis contra aliquem vassallum, Communi- talcm, vel singularem personam, sive plures patriae eiusdem , cuiuscumque gra- dus, et conditionis exislant ; sed processus cuiuslibet causae sive civilis , sivc Crimiualis, sive mixtae, coram ofliciariis ordinariis, vel vices gerenlibus corum- dem initietur, medietur, et finiatur, ct per cum sententia feratur, el exequutioni dehnandetur, si rcclamalum, atit de nullilate opposilum non fuerit. Rcsponsio super proxime praccedcnli capitulo. Super hoc secundo capitulo respondetur , quod placuit , et placet illustrissimo domino noslro, quod omnia, et singula indulta per prefalum quondam clemeu- lissimum dominum genitorem suum , sive per ipsum dominum nostrum Ducem oirca exercitium iurisdictionis civilis, vel crimiualis, tarn in generali patriae prin- cipatus , el tcrrae veteris , quam in spcciali concessa aliquibus terris , vel Com- munitatibus eorumdem, observentur, et observari debeant iuxta formam concis- sionum praedictarum ; quodque etiam dictam formam concessionum non debeant ailiqui commissarii in exercitio dictarum iurisdictionum excedere. tie officiariis non ponemlis , nisi prius remotis praecedcnlibus , et maximc commissariis Item, quod non possit vestra dominatio aliquem commissarium, seu aliam per- sonam constituere ordinarium officiarium alicuius loci patriae praedictae , nisi prius revocato, et rcmoto alio officiario per prius regente , et eius finito regi- mine, qui prius rcmotus non possit reverti, nee ofliciarius effici ipsius loci infra annum a die revocations eiusdem inchoandum , et ultra , prout ipsorum loco- rum dictant franchisiae , quibus per hoc nulla fiet derogatio, seu praciudicium aliquod inferatur. Responsio super praccedcnli capitulo. Super hoc praecedenti capitulo respondetur, quod placet praefato domino noslro. quod contra formam dictarum concessionum , de quibus in ipso capitulo . dari non debeat aliquis commissarius , ofliciarius talis loci , ut sub tali colore possit commissionem contra formam praedictam cxercere, non cassato , et rcmoto pri- mario ofliciali ordinario, quia per indirectum fieri non debet, quod direcle licit** fieri non debet. De remissionc poenarum, bannorum , et mulctarum Item, quod omnes pocnac, bampna, el mulctac, occasionc gabellaruni , et pro- ga DEGLI STATI GENEIULI eessuum ea ex causa formatorum contra Comnuinitates ipsius patriae Pedemon- tiuni , et terrae veteris, ac agentes in eisdem pro Communi, vel particulari, sin- galaresque personal ciusdem occasione praemissa dcclaratae, vel commissae usque in diem praesentem , sint nullae , abolitaeque , canzellatae , et remissac intclli- eantur per huiua oapitul! seriem, et tenorem, quas dominationi vestrae libera- liter remittere, el quitare placeat , praemissis attentis. Reaponsio super praedicto capitulo. Super praedicto capitulo rcspondetur, quod placet illustrissimo domino nostro, quoil poenac dcclaratae tarn contra (iommunitates, quam singulares personas oc- casione gabellarum propter contumaciam , vel inobedienliam in non paiendo com- missariis, remittantur, ac pro remissis , et cassis habeantur. Quo autem ad ipsas gabellas cum dependentibus sint in lermino iuris, ct iustiliac summariae roi- nistrandae. De infeudatione commissariorum causarum criminalhim facia Francisco de Langino, revocata. Item , quia per dominum nostrum , de anno praedicto millesimo quatercente- simo quinquagesimo primo, sub die vigesima prima niensis augusti , concessa fuerunt certa capitula patriae predictae principalus, in quibus inter caetera est tercium capitulum disponens circa commissarios causarum civilium ; ct proinde , ut dicilur, per vestram dominationcm facta fuit quacdam infeudalio commissio- num criminalium nobili Francisco de Langino domino Vergiaci , quae ipsi ca- pitulo conlradicere , et derogare videtur ; et si non derogaret censetur contra l>onos mores , et libertatem , ac utilitatem publicam concessa , supplicant ideo praememorali ambasiatores principatus , et terrae veteris infeudationem ipsam, quoad ipsam patriam cismontanam, revocari, et annullari , et se in sua libertate ilimilti, et rclaxari , prout crant ante ipsam infeudationem; et omnia examina a medio tempore facia per commissarios in partibus cismontanis deputatos tam per vestram dominationem, quam per Consilia vestra Tbaurini , et vobiscum residen- tia , ac in audientiis , et causarum remissionibus delegatos , et decretos valere tenere decernere velitis, prout si ipsa infeudatio facta non fuisset. Rcsponsio super praeccdenli capitulo. Super praemisso capitulo respondelur, quod placet illustrissimo domino nostro revocare. et annullare dictam infeudationem lam ex causis in capitulo descriplis, quam eliam certis aliis bonis, el iustis respectibus, illamque revocat, et annullat per praesentes, reducendo totam partem cismontanam in pristinum statum , so- litamque libertatem, et consuetos mores, ac slilum usitalum, quoad commissa- rios pracdiclos ; raandando idem illuslrissimus dominus noster Consiliis, et com- missariis suis causarum, ut dictam infeudationem non observent , sed provideant de ydoneis, et probis commissariis causarum, prout eisdem videbitur aeque, et rationabilitcr faciendum. De solulione subsidii , et cursu monetarum. Item , quod citra praeiudicium capiluli praedicto principatui , sub die in prae- cedenti capitulo deacripta concessi de solutionibus monetarum, disponentis, quod exactores dominationis vestrae deputati , vel deputandi ad recuperationem sub- sidii bodie vobis per praedictam patriam principalus , ct terrae veteris oblali , leneantur, et debeant recipere a solventibus pro dicta pallia, modo infrascripto, videlicet in primo termino aurum , et monelam ad valorem, ct cursum modcr- SAGGIO STORICO DI F. SC.LOPIS g3 num, pro alia secunda solutione secundum valorem , et cm sum , quo valebit in rum, et moneta tempore illius solutionis. Rcspomio. Super quo quidem capitulo praefatus dominus noster rcspondit, quod sibi placet concedere , et annuere, ac conccdit, et annuit, prout in codem capitulo conti- netur. Dp. rcceptoribus subsidii , qui non possint obliqari faccre Communitates ad cambium nee ad retrocambium , aul inleresse. Item, quod tales exactorcs non possint, nee debeant aliqua via exigerc , seu obligari facere ipsas Communitates , vcl singulares personas dictae patriae pro solutione huiusmodi subsidii ad aliquod interesse , cnnibiumque, nee retrocam- bium non valeat, ncc teneat, nee ad id compclli possint quoniodolibcl : quod si fieri contingat , sit ipso iure nullum , et pro non facto babealur , et obligatio huiusmodi quoad inleresse, ad cambium, ct retrocambium, nee huic capitulo renunliari possit , sed renunliatio pro infecla habeatur. Et quod tales obligati . nomine ipsarum Communitalum praedictae patriae , non possint in castris causa retardatarum solutionum delrudi, vel detineri, nisi decendio slarent arrestati in villis, nee curarent satisfaccre; quo termino decern dierum lapso, tunc in castro possint reduci , et detineri usque ad integram solutionem debilorum huiusmodi subsidii, et, ipsa detentione non obstante, elapso dicto decendio, possit fieri exequulio in bonis ipsorum obligalorura ; omnia praetCr formam liuius capiluli attentanda revocando. Rcsponsio. Super praesenti capitulo , respondetur , quod placet praelibalo domino nostro Duci concedere, et annuere, ac concedit, et annuit, ut in ipso capitulo conti- netur. De solutione non (ienda pro huiusmodi subsidio de Uteris . sigillo, et regislro. Item, quod, attcntis praemissis ab ipsa patria principatus, et terrae veteris pro registro , vel sigillo huiusmodi immunitatis, largitionis, et concessions vestrae . vel transumpti fiendorum de eisdem , vestri clavarii praesenles , vel futuri nil exigant, vel recipiant , sed a praemissis ipsa patria sit, et rcmaneat exerapta, et libera ta. Responsio. Super ipso capitulo respondetur, quod placet illustrissimo domino nostro prae- fato, quod nichil exigatur a pracdicta patria occasione in capitulo contentorum. 9) DEGLI STATI CKNF.RA1.I 1 186 Eransi alzate grantli discordie in Savoia, sollo il regno del duca Lo- dovico. Due fazioni sopratutto ne dividcvano la corle : capo dell' una era Giovanni di Compey , signore di Thorens , favorilo del duca , avverso ai grand] : capo dell' altra era Giovanni di Seyssel , inaresciallo di Savoia , die , strettosi in lega formale co' primarii baroni , muoveva aperte do- gliense conlro il Compey, e chiedeva che il duca lo allonlanasse. Le sue istanze non furono accolte, onde egli scambiando la coinune querela in personate risenlimenlo fece in pubblico villania al suo avversario. Quindi una lunga serie d' ire e di vendette che l'intervento dello stesso Amedeo \ni padre del duca pote sospendere , ma non eslinguere. Si apri posoia giudizio contro i baroni, i quali riliralisi in Dellinato ricorsero alia pro- tezione di Carlo vn re di Francia , ma cosi facendo non vollero avere aspetto di supplicanli , e si scusarono in certo modo , dicendo : non obstunt (jail nest point accoutume que genlilshomines outrages daignent se plaindre, Us font foil par rewrence pour M. de Savoie. Carlo vn si arrese tanto pin sollecito alle preghiere dei baroni , in quanlo die gli premeva da un lato di riacquistare la perduta autorita nel marchesato di Saluzzo , e dall' allro teneva ruggine col duca , il quale aveva fallo spo- sare al Delfino , dipoi Lodovico xi , la propria figlia senza consenso del re. Compey era come principal ministro di quest' intrigo malissimo ac- cetto al re, il quale valendosi della congiuntura trasformo una vertenza interna d'uno stato estero in quistione pubblica di suo interesse, ed usando I occasione propizia d'umiliare il duca , mando suoi commissarii a pren- dere infonnazioni sulle terre ducali quasi fosse suo lerritorio , ultimo al duca di evacuare le caslella del marchesato di Saluzzo occupate dai nostri durante i lorbidi di quel rearne , qnalificandole movenzc del suo deina- nio, ed in fine si avanzo sul Dellinato alia tesla di un esercilo. Lodouco inabile a resistere s'aH'relto a conchiudere la pace ad ogni coslo, evacuo le castella, pago le spese tlella mossa d'armi , richiamo e reintegro nelle loro diimita "li sbanditi. SAGGIO STORICO HI F. SCLOPIS C)5 Oh re al traltalo seguilo in lale occasione Ira questi due principi il 27 otlobrc i45a , se ne fece un all.ro tra i inedesimi , in virlu del quale il duca obbllgavasi d'assistere e servire il re ed i di lui sudditi contro lutti . tranne il papa e 1' itnperatorc, con quattrocento lance, clie il re sarebbc tennto di assoldare, e sotlo la i'edc iinpcgnata delle cilia piu cospicue del suo Slato, c di duecento de' piu ragguardevoli genliluomini della Savoia. Fra le cilia di cui richiedevasi la cauzione erano quelle di Borgo in Bressa , di Chambery c di Torino, che mando due suoi deputati a Borgo in Bressa per conferniare la lega (1); la quale adesione pure vi avevano prostata i comuni del Vercellcse, del Canavese e dTvrea. La cauzione delle cilia era la conseguenza dei primi atti di Carlo vn, il quale fin da quautlo erasi mosso per intervenire in questi aflari del duca di Savoia aveva in- diii/./.alo lettere ai siudaci e borghesi della cilta di Borgo ed altre dei baliaggi di- Bressa e di Bugey, nclle quali dopo aver esposto le cause e I oggetlo del suo intervento, diceva: Avons delibere d' envoy er nos ambus- sadeurs par-devant notre dit cousin pour hu dire et rcmontrer les chases dessus diies , en la presence de vous autres gens de bonnes villes , et trois Etats dudil pays , afin que sur ce , par le bon advis de vous , et autres gens desdits trois Etats , soit mise et donne'e la provision , telle qu'il apparticnt et qu'il est bien necessaire (2). Ma couipiuto 1' alio solenne coll' adesione dei comuni, non mancarono i sussurroni ed i dctrattori chc si studiavano d'insinuare nel popolo idee conlrarie all'onore della nazionc e del sovrano, quasiche si fosse con quel trail alo pregiudicato ai dirilli dei sudditi ed alle liberta del paese. A togliere quesli dubbi ed a far tacere questi rurnori si diede dal duca spicgazione fonnale (3). (t) Pingou, Augusta Taurinorum. — Ferrero di Lavriano, Ittoria di Turiuo. (i) Guichenon , f/utoirc de Bresse. (3) La cronaca di Savoia scritta da un contemporaneo, che abbiamo citato di sopra , allude alio verlenze di cui si c ragionato, riferendo che nell'aano 1156 in Chamberiaco fuit facia pax nobitium Sabaudiae , pracscntibus duce tt ducisja ac slatibus patriot. 1)6 DEGI.I STATI GENERALI lioG Littcrae declarationis privilegiorum (i). Ludovicus dux Sabaudiae, Cbablaysii, et Augustac, sacri Romani imperii prin- ceps, vicariusque perpetuus, marcbio in Ytalia, priuceps Pedemontium , Geben- ncnsis, et Baugiaei comes, l>aro Vaudi et Focigniaci , Niciaeque, Vercellarum, et Friburgi etc. dominus. Cum superioribus iliebus intellexerimus nonnullos poteutes, vicinatesque, pr'mcipes turn pro sua ambitione dominandi , turn etiam pro sua in nostram. It patriae oplimam , et diuturnam , laus Deo, pacem , et quietem , cum maxima se ge, et alios multos varus guerrarura erumpuis, et discriminibus lacessitos concernerent , invidenlia quadam ad ipsius status noslri laesioncm , nostraeque reipublicae oppressioncm mullifariam eniti, nos nostrac, patriaeque el subditoi'um saluli providere eupienles, ipsaque credita nobis ab omnipotente Deo tcrritoria, et dominia sub solita pacts et quielis tranquillitate confovere, et tueri semper. Tandem mentis nostrae oculos direximus ad serenissimum ilium , cbrislianissiinumque principem , Franeorum regem, quem praecaeteris nobis in auxilium. ac refugium singular! merito elegimus. Consideravimus enim tanti regis excellentiam , potentiamquc mirabilem, ac rerum gestarum gloriam, qui pro sua virlule summa tanlam ab ipso clemenlissimo Deo nostro meruit graliam, ut multa, et non parva regni sui membra, et dominia, multis utique superioribus annis alicno iugo subacti, et occupata recuperaverit , ipsumque excellentissimum , et glorio- sissimum Franciae regnum integrum, et pacalum , ipsis etiam boslibus dcpulsis, oblinuerit diebus suis. Consideravimus insuper laudabiles confoederationes, ami- citias, et couventiones cum ipsa regia domo per maiores noslros multis ab annis contractas, nee minus inspeximus sanguinis nexum, afiinitatesque proximas inter ipsum serenissimum moilernum regem et nos vigenles, participata ilaquc super bis matura Consilii deliberatione , ad praesentiam ipsius regiae maiestatis accessimus, et cum ilia non solum antiquas confirmavimus, verum etiam pro nostra , et pa- triae evidentissima tuitione, et salute novas, et saluberrimas confoederationes, et ligas contraximus, el (irmavimus. Cum autem inter caetera convenissemus ipsi regiae maiestati liuiusmodi conlbederationes, et ligas ratificari , et approbari fa- cere per tres Status, ac etiam nobiles, et Communitates ipsius nostrae citra , et ultramontanae ditionis, nos ob earn causam ipsos tres status in villa nostra Burgi evocavimus , illisque in paesentia nostra constitulis , praesentibus etiam ipsius regiae maiestatis oraloribus, praetmssa omnia ex ordine nanari , et explicari fe- cimus organo cancellarii nostri, eisque etiam ore proprio praecipimus et manda- vimus, ul eas confoederationes, et ligas, per nos, ut supra, cum ipsa regia raa- iestate contractas, ralificarent, et approbarent, assignantes insuper eisdem tribus Stalibus noslrae ditionis diem primam novissime lluxi mensis iulii ad coram no- bis rursus comparendum, ipsasijuc confoederalionum et ligarum ratilicaliones tarn suis, quam etiam aliaium (vomnmnitatuni , et consortum suorum nominibus red- dendum, ut mavime conventis, et promissis per nos ipsi regiae maiestati satisfa- eere possemus. Quamobrem dilectj (ideles nostri homines, ac etiam Communitas civitalis nostrae Thaurini, et districtus eiusdem tamquam veri , et obedienles vas- ^1) l.). ill'. iii-in. iU-. Hi- ;.-. !■ i arcliivio di corte. UGG10 STORICO Dl F. SCLOF1S salli, ct fuleles, ipsiusquc Status noslri, ac lolius patriae noslrac salutis, ct boni publtci selatores suos oertos ambaxiatores, et procuratores speciales, et cum mamlatu sufficient] ad huiusmodi ralifioationes faciendas ad nos in praesentiarum destina- vcrunt, qui etiam ipsas confedcrationes, cl ligas libera, et solempuiler sub pro testationibus , conditionibus , et raservationibus inferius particiilaritcr etiam in inslrumcnlo mandati inferius designato adnolalis, ralificaveiunl, et approbaverunl, constante de mandalo, sive procuratorio super hoc facto inslrumento per Olive- rium de Corvexio , civem Tliaurini , notarium , die secunda pracsentis mensis augusli reoepto , et BlgnatO. Hinc est, quod nos volentes ipsorum (idelium no- strorum obcdicnliac , ac verae, et inlegrae dilectioni in nos suae correspondent Ut praesertim illis noslram in cos, cl patriam declaremus , multaque, et varia noiinullorum sussurronum vana, ct dolosa obloquia conl'undamus , qui pro sua vel temeritate , vel ignorantia , aul etiam affectione nassionata , dicere, et suis dolis asserere , ac etiam suggerere in populo non erubuerunt ipsas confoedera- tiones, et ligas cum ipsa sercnissima Francborum rcgia maiestate per nos ut supra inilas ccdere, et redundare in nostrum , totiusque patriae , et subditorum detri- mentum , ita ut quamplures ex ipsis Communilatibus ipsius nostrae cilra , et ul- tramontanae dilionis propter eas, maxime ipsorum sussuronum obloqutiones in- sanas , ac rcrum sancle gestarum subdolas inlerprelationes , huiusmodi patifica- tiones faccrc, et nobis transmittcrc bucusque retardarunt, ex nostra certa scien- tia, ac motu proprio, pro nobisque , et nostris atteslamur per praesentes inten- tionem nostram, numquam fuisse, nee esse per supradictas confoederaliones , el ligas, ac etiam per huiusmodi ratificationes, per ipsos homines, et Communitateni, ut praemittitur, facias, vel etiam faciendas, ipsorum libertatibus, franchisiis, pi i- vilegiis, capitulis, eonventionibus, imnmnitatibus, usibus, consueludinibus, aliisve iuribus quibuscumque ullum praeiudicium, vel detrimentum quodcumipic inferri , aut alias quomodolibet generari etiam, nee ad aliquod vinculum (idelitatis dictae regiae maiestati, vel alleri domino quovis modo obligari, vel astringi, aut subiici, ymo semper in eadem fidelitate praestita et bucusque consueta nobis, et nostris antecessoribus tantum permancre, nee etiam ipsos homines, et Communitateni. vel singulares personas eiusdem ad quaevis armigeriorum allogiamcnla , solutio- nemipie quorumlibet stipendiorum, aliarumve expensarum, vel onerum quorum- cumque supportationem , vel etiam equorum receptionem , et praeparalionem proplerea astringi, vel alias quovis modo obligari. Declarantes itaque barum serie ipsos homines, et Communilatem in ca libertatc esse de praesenti, ct pro future eos, ct suam posleritatem tenere promittimus , et convenimus bona fide , et in verbo principis, in qua erant, et esse debebant ante huiusmodi confoederalio- num, et ligarum ratificationes per cos ut supra factas, vel etiam faciendas, absque eo, quod ad aliqua allogiamenta sumptus, vel onera teneantur , nisi prout , et qucmadmodum ante ipsarum confoederationum conlractum tencbantur, et non abler , neque ultra. Has literas nostras in testimonium concedentes. Datas Ge- bennis , die vigesima augusti , anno Domini mccccl sexto. Per dominum , praesentibus dominis lacobo ex comitibus Vallispergiae, cancellario Sabaudiae lobanne de Seysello, domino Bariacli, mareschallo Aymone , comite Camerae, et vicecomite Mauriannae lacobo dc Chaland , domino Aymcvillae Nicodo dc Mentone, domino Monlistroctcrii Michaele ex comitibus Vallispergiae, magislro hospilii Stephano Scalia Aymone Aymonodi , advocato fiscali. Seiue II. Tom. XII. ()S DEGLI STATI GECtKHAI.I \ cuiarirc i modi ilelle deliberation! nei consigli ilci coimuii in quelle eta, iion die ;i dimostrare la gravita dell' afiare a cui si riferiva il trat- lalo con Francia, aggiungonsi i seguenti (locuincnti dcll'archivio conmnalc (ii Torino. Die veneris xvi aprilis mcccclvi. Et primo super providendo de eligendo duos notabiles Tiros ambaxiatores pro niilliiiilo Sabaudiam super lilcris mandamenti illustrissimi domini noslri ducis Sabaudiae pro oongregalione trium statuum exbibitis , el pracsenUitis syndicis dictae Gommunitatis. In cuius reformalione consilii , facto partito ad tabulas albas, et nigra*, plaouit ipsis credendariia proul infra : el primo super prima proposta , quod per clava- rios eliganlur quatuor do praesentl consilio ydonci , qui habeanl polestalem fa- ciciuli memoriale l P. SCLOPIS i ,i I rum, cl spcctabilium doetorum , ct aliarum personarum, quibus videbitur expe- ilire super franchisiis , stalulis cl libcrlatibus civitalis Tbaurini ct civibus ipuiu civitalis conccssis, ncc nou super capilulis appontuatis per ipsum Domiiiicum Scaravelli , et participate), cl liabilo saviori consilio, quod ipsi trcs cum tpecifico inamlalo comparcrc dcbeanl in iurnata dcputala in praediclo loco Montiscaierii. el responsionem in ipso inamlalo specifico ordinandam, et inserendam dare, ct exbi- bcre debeant ; ita ut augere, ac rainuere non poasint, nisi sic, et prout in ipso oi.sl i-i i iii < - ■ 1 1 1 ■ mandati continebilur , boc addilo , ipioil ante ipsorum rcccssuin de- beant, ct teneanlur ipsi Ires consilium per cos interim recipiendum (loramuni- laii Thaurini refcrre. Die xix iulii MCCCCLVI. Et primo super providendo super relatione , quam fecerunt ambaxiatores pa- triae super requisitione dominicali, qui asscrucrunt, et rcliilerunt, praefalum il- luslrissimum dominum nostrum omnino velle ratificationcni paclionum cum sr- rcnissimo Rcge Francoruni, quae (lommunitales patriae Vercellcnsis, Yporegiae- que, ct Cauapitii confirmavcrunt , ut patet ex Uteris dominicalibus. lit super prae- inissis eligendo uiiiiiu, vel duos ambaxiatores, qui vadant Pinerolium die vigc- sima quarla buius , ubi sunt vocali caeteri ambaxiatores commiinitatis patriae pro eligendo ambaxiatores qui vadant Sabaudiam ad dominum pro dando respon- sum , et providendo de pecuniis solvcndis ambaxiatoribus patriae, qui iverunt Sabaudiam. In reformations cuius consilii, etc. Et primo super prima, quod per clavarios eliganlur quatuor dc praesenti consilio, qui babeant omnimodam potestalem ipsius consilii, seu crcdentiae dictae civitalis consulendi , providendi, et advidendi de modis tenendis, et dando responsum praelibato illustrissimo domino nostro Duel Sabaudiae, prout decrevcrunt, cl eis visum fueril, eliam parlicipando consilium, (piatenus opus sit, cum sprclabilibus doininis advocatis dictae civilatis, ac caeleris doetoribus, si eis videbitur; babeantque potestalem eligendi unum, vel duos am- baxiatores, qui vadant Pinerolium cum caeleris ambaxiatoribus patriae pro concor- dando de dicta responsionc danda,si possibile fueril; coniplaecndo voto praelibali illustiissimi domini nostri alias, quod dicta Communitas abler provideat, prout ei . vel dictis quatuor videbitur fore faciendum, et ordinandum. El super praeniissis servctur bonor Commiinitatis dictae civitalis in clectione ambaxiatoruin fiemla per palriam, quatenus ydoneus de dicta civitate reperiri valeat , qui dictum onus ambaxiatac velit acceptare ; habeantque poteslatem praedicti quatuor providendi de pecuniis opportunis tarn pro ambaxtala iam facta , quam ambaxialis fiendis lam in Pinerolio, quam in Sabaudia , de aere rcditibus , ct proventibus dictae Communilalis, si reperienlur alias mutuo sub quovis interesse capiendis, ut sup- pleatur praemissis, el non deficient. Et quicquid fecerinl in praemissis, ct circa eoruinque dependenciis valeat , et teneat perinde ac si per totam credenliaiu factum foret. Et si contingat ambaxiatorcm de civitate mini Sabaudiam , quod sibi detur onus super reliquis agendis pro Communitate, tarn super aliis propo- stis sequentibus, quam caeleris quibuscumque aliis occurrentibus dictae Commu- nitati, et super ipsis omnibus teneanlur sibi faccre memoriale, prout. el quem- admodum eis videbitur, ut supra (1). (I) Abbianio avverlito ncl corso di queslo Saggio di quanta importanza si lenessc pel popolo In in.- il sale in abbondanza , di buona qualila, ed a prezzo modico. Ogni facilitii che avvenga nclla vcndila di qucsta indispensabile dcrrala c sempre a pubblico benclizio. Cosi i Picniuulcsi ricordano con riconosccnlc alVelto die alia coucessione del sistema cosliluzionale re l^irlo Alberto BOCoppiava una DOtevole riduzionc del prezzo del sale ncl famoso proclaim delli 8 febbraio 1848 100 HKl.1.1 SI ATI GENF.IUI.I Die 11 mtnsis augusti hcccclvl Kt primo super providendo dc habeodo pecunias pretextu solvcndi ambaxiato- ribus <|iii acccsserunl Sabaudiam el qui tie proximo reversuri sunt pro danda responsione illustrissimo domino nostro Duci Sabaudiae super peiiiione per cum Facta tarn ligae oontractae cum regia magestate vel aliis concementibus. In cuius quidem reformacione consilii faclo parti to per suprascriptos dominos »IC8 vicarium et iudicem ad lalmlas albas el nigras pro ut moris est oblenlum et refformatum fuit pro ut et quemadmodum continelur in quodam insirumento facto recepto per me Oliverium < > 1 • i I i s \\nio Borgexij et Philipinus Becuti sindici Dominus lolianinus Bcrtonus lcgum doctor l.udovicus Becuti [03 UEGI.I STATI GBMERAU Antonictus tie Cavaglata Secondinus Beculi Gcorgius Carcagni quondam Ioliannis Michael Aynardi Solulor Borgexij lohanncs Gaslaudi Bartliolomcus dc Corvexio Bartholomcus Nechi Nicolaus Becuti Goffredus dc Bellacomba lohanncs Philipus de Broxulo Michclclus Daijcri Dominicus Ferrerii Michael de Molarijs Anlhonius de Bippairolio Dominicus Scaravelli Nicolaus Diana lohaninus Cornaglia Tliomas Gaslaudi lohanncs Tinctor Scliastianus dc Colleto Theodorus Tinctor Anthonietus Banoti lacobus Marescalchi Pctrus Banoti Catelaaua dc Veriffo Dominicus Castolerij Michael Fornasserij Millanus dc lordcria Claudius Probi Thomas Becuti Anlhonius de Bargis lullianus de Romagnano Et me Oliverio de Corvexio cciam consiliario notario inl'rascripto. Acta fuerunt haec super solario domus comunis praedicto. — Praesentibus Nobili Humberto Goijnc militc civitalis Taurini Petro Manzai dc Publiciis et Christoforo Rossa de Taurino testibus ad haec vocalis et rogatis, De quibus omnibus et singulis praeceplum fuit michi notario infrascripto fieri unum et plura publicum instrumentum et instrumenta dictamine sapientis. Et ego Oliverius de Corvexio civis Taurini publicus Impcriali auctoritalc no- larius praemissis omnibus et singulis praesens fui vocatus et banc cart am fieri rogatus scripsi in testimonium praemissorum. Die mercwii xxv augusti mccoclvi. I.i primo ad providendum ct procurandum solcrter dc dando responsionem salubrMrem ct consultissimam spectabili ct cgregio domino lobanni de Coslis ducali consiliario et laudabili Antonio Toppelli secrelario super icquisicioncui per cos factam ratifficacionis et confocderacionis faclarum per illustrissimum do- minum nostrum Ducem Sabaudiac cum scrcnissimo Francliuruni rege concer- ncntibus ct prout in Uteris ipsius domini nostri Ducis inferius iuscrlis plenius i ontinelur. SAG6I0 STOUK.O in I. BCE.OFIE lo3 Tenor litterarum. Dux Sabaudiae 11 Pidelea dileoti salute pracmissa ad vos mittimus dilcctos fideles domiiium lohannem dc Coslis consiliarium ct Anthonium de Toppellis secrclarium noslro* 11 ut raliflicctis confirmclisquc confoederaciones amicilias ct conventiones initas 11 cum scrcuissimo domino nostro Franchorum rege qucmadmodum novissimc cum 11 in villa nostra Burgi adesscmus tribus stalilius ibidem convocatis fuit exprcssum » vobis quantum cxprcssius possimus. Mandantes quatcnus visis praesentibus, ra- il tillicaciones conrcrmacioncsque liuiuscemodi facialis modo ct forma , per prac- » diclos dominuin lolianncra et Anllionium vobis exbibendis, quibus insupcr » commissioncm spccialcm dedimus ct nonnulla comissimus banc materiam » concerncncia vobis nostri parte rellerenda rclactibus quorum credalis fiducia- ii liter velul nobis. Et quae reffcrrent eeleri et votivo cflectui demandatis (de- •i putatis) i ice defliciatis in quantum rem gratam nobis cfliccre curatis displi- ii cereque formidatis. Et valcte. Scriptum in Sancto Raimbcrto die vigesima ii nonn iullij millcsimo quatercentesimo quinquagesimo sexto. Lojs. De Clauso. (A lergoj » Dilectis lidelibus nostris sindicis eonsulibus procuralorilnts ct civi- Ims civitatis nostrac Taurini. In cuius reformacione obtentum cxlitit quod viri laudabiles et egregij Boniffa- cius dc Kuorc Pbilipinus Becuti Aijmo Borgcxij et Dominicus Ferrerij accederc debeant nomine Oommunilatis Taurini ad suprascriptos egregios ct spectabilem dominuin lohannem de Coslis et Anthonium Toppclli comissarios et legatos du- calcs qui praticarc debeant cum eisdem dominis commissariis habendi copiani potcslatis corum cl modum et I'ormam annuendi ct conferendi cum eisdem prout melius cis videbitur expedirc ncc non dillacioncm bonam babendi ad causam de t I i OECLI STATI GENEIULr 11(52 — \\i octobris Deliberatio Consilii communis Thaurini super praedictis Uteris ducalibus. Rcii'oriiintuni fuit quod clavari cliganl ambassiatorcs miltcnclos in Sabaudia in ronvocalionc trium staluum pro ut ordinabitur die xvm (1) huius mensis assi- gnata toti patriae. Videlicet si contingat quascumquc communitales mitlcre duos amhassiatores quod duo eliganlur quorum unus sit not alii I is doctor si fieri potent sin aulem duo alii. Si vero ordinelur mittcre cerlos ambassiatorcs quod tunc babeant potcstalem eligendi quem volucrint. hkisameiita electorum per Ires status super politia Lausannae pro adventu domini nostri Pupae (2). Pants, I'rimo - Rcformcnlur bolengeriae et ordinelur quod fiat panis bonus et bene pistatus sit, quod pistrices facia nt panes ad precium septcm solidorum pro cupa et non ultra quamdiu Papa erit bic ; et frumentum erit in simili precio quo est pracscntialiter. Vinum. Item de vino non fit alia menlio quia multum vinura est venale hie et pro bono precio, excepto quod de vinis forensibus vendendis ; vendantur precio competenti arbitrio taxatorum sub banno trium solidorum pro qualibet vice et stetur eoruni iuramento si dubitetur. De carnibus. Item ordinelur quod vendantur bonac carries et pingues, ct quod carnifices non cmant carnes de locis morbosis quando animalia sunt in aliquibus locis mor- bosa sub commissione talium animalium. M) Questa data si credc falsa c devc cssere xxv. ■2 Ilocumcnto d' incerta data, ma da rifcrirsi cod ogni probability al regno di Lodovico. L1 crudilo non meno che diligente c cortesc signor avvocato Cotnbclti mi fa avvcrlilo conic <|iiest'atto sembra allnda allc provvidenze cmanalo da' lie Stall per l'arrivo c soggiorno di Felice V iiclla cilta di Losanne ; c come , sc la cosa c cosi , quest' alto dovrebbe rifcrirsi all anno 1442 Poichfl egli e cerlo , cbe Felice V in quest1 anno ai Hi di novembre si trovava ancora a Basiled ai 18 a I.icslal , ai 10 a Balicslact cd ai 28 di dcllo mese gia era giunlo a Losanne. SAGGIO STOBICO Dl F. SCLOPI8 I I :J Item ordinetur quod sint aliqui commissarii ad visilamlum animalia antuquani vendantur in macello, et vidcndum iutcriora in loco qui dicitur Lescorchious , et tamper ordinetur quod non suillenlur animalia quaecumquc, videlicet quod non inllculur vento ul continelur in placito general!. Item quo I non vendantur oves loco caslronum. Item visitenlur sacpe pondera cum quibus venduntur carnes ad evitanduni iraudea quae fieri possunt. Pisces. Item quod vendantur boni et recentes pisces sub poena perdicionis piscium. Item quod nullus cmat pisces nisi in loco fori solito. Item quod nullus emat extra villam infra rcsortum. Item quod si vendentes pisces excedant modum in precio recurratur ad de- putatos scu deputandos , et ad quemlibel eorum pro moderamine precii. Item quod nulli non recipiant pisces venales a piscatoribus scu ( cossonibus ) dum eis lalenter portabuntur ad domus suas sub banno decern soliilorum, el de veritate stelur corum iuramento. De volatilibus et venationibus. Item quoil nullus emat extra villam aut infra volatilia et venationes nisi palam et publice, et die sub banno trium solidorum et super hoc stetur iuramento con- trafacientium, servato semper moderamine super precio alterius deputatorum aut deputandorum . De fruntento el avena. Fiat similis ordinatio sicut de volatilibus et venationibus. Item quod nullus in foro aut alibi infra resortum emat frumentum et avenam nisi quantum sibi sufliciet pro una ebdomada et non amplius secundum statu m suum sub banno sexaginta solidorum et stetur iuramento prout supra. De foeno, lignis, el paleis. ( Manca la continuazione ) til) DEGI.I STATI GENE1ULI AMEDEO IX. ( ii principe cli sanlissima vita, ma infermo di corpo c caduto in in- feKcissima condizione di tempi , fu il duca Amedeo ix. Ritrattosi dalla forte del padre, il duca Lodovico, di cui non poteva sopportare la vista perche deturpata da costumi pravi e da corrotli maneggi , egli dovette |)Oscia cingere una corona della quale non ebbe a provare altro che i dis- gusti. VI principe pio e trainpiillo stava a fianco una moglie ardimen- losa, e Uitta inlenla ai negozi politici. La casa d' Amedeo edit dominio di lui furono cguahnente straziati da discordie intestine c da guerre ci- \ili. S awide il religioso sovrano della propria insufficienza nel dii'igere i;li affari temporal] dello Stato e voile esonerarsene rimettendone il ca- rico talvolta alia moglie, lal altra al fratello, fluttuando cosi tra i venti opposti delle fazioni che agilavano il paese. Gli atti che stiamo per ri- ferire si risentono di tale infausta vicenda. Slando alia fede del Guichenon e delle cronache onde cniegli attinse le sue notizie, Amedeo ix appena salito al trono nel 1 465 avrebbe con- vocato il 2:") marzo in Sciambei'i gli Stali generali per averne consiglio sulla alleanza sollecilata da Lodovico xi re di Francia, per entrar in guerra col duca di Borbone , capo della Lega detta del ben pubblico. Pare che cotesta alleanza poco andasse a genio della rappresentanza del popolo piu inclinato verso il Borbone ; tuttavia la corte aderi alle richieste di Francia. Per lctlcre date in Pinerolo 18 di ollobre 1/J66 il duca Amedeo con- fermo e rinnovu ai nobili , uoinini , comunila e particolari del Piemonte le liberta , i patti , le franchigie , le immunita cd i privilegi di che ave- vano goduto sotlo i suoi predecessori. Per varii atti aflido , come si e detto, in tempi diversi a pcrsone diverse cpiel potere cui egli non reg- geva. SilTatte delegazioni si compivano alia presenza, e talvolta sotto l'in- llucnza dei rappresentanti degli Stati. Ne abbiamo traccia in uno dei documenti che pubblichiamo. ^\c<;io stoiuco di r. sci.opis n^ L'enulito signor Pompeo Litla nclle sue tavole descrittive della storia della casa ili Savoia scrive chc Amedeo ix erode caso di coscienza il rilirarsi dagli afjiiri , e che adunati ncl i/\6c) g/i Stati generali fit insti- tulta una reggenza presieduta dalla moglie. Non ci pare improbabile che la reggenza di Giolanda siasi inaugurate colle istanze e coll approvazione dei piu abili e piu dislinti consiglieri del duca, ma non ci e venuto fatto di scoprire il documento a cui allude il signor Litla. II Guichenon dice che in tale occasione les peuples, lous les magistrals , et les principaux de la noblesse Jure/it davit den donner la regence it la ditchesse Yolande etc: Queste espressioni anfibologiche non detenni- nano una vera adunanza degli Stati generali. 1400 Confirmatio capitulorum , ci Jranchisiarum principatus , et terras veteris , tain in generali, f/iuim in particular! eoncessa, et facta per illuslrissimiim dominant dominum Jmedeum ducem Sa- baudiae , de anno Domini tacccc sexagesimo sexto , die octa\'a octobris etc. (i) Amedeus dux Sabaudiae , Cbablaysii , ct Augustac, sacri Romani imperii priii- ceps , vicariusquc perpetuus , marchio in Ytalia , princeps Pedemontiuni, Niciae- que, Vercellarnm, et Friburgi dominua. (Jniverais aerie praesentium fieri vohimus manifestum, quod nos supplicationi pro parte nobilium, liominumque, et Commu- nitatum, ac singulorum totius patriae nostrae principatus Pedemontium, et ter- rae veteria super infrascriptis per eorum ambassialores ad nos propterea desti- natos nobis lactac, laude dignis respectibus benigniter inclinati, cupientea merito ipsos fideles, et subditos nostros favoribus iugiter prosequi gratiosis, et nostrae munificcntiae paries erga cos lacta mentc cxbiberc, quo sincerilatcm , she fide- litatem erga nos atudeant in dies avidius comprobarc. Habita igitur super bis Conailii nostri deliberatione matura, untVeraa, el singula privilegia, conventionea, francbisias, liberlates , atque inimunitates tarn per recolendae memoriae illustiis- simos dominos genitorem, et avum, quam caetcros principea Pedemontium, et alios progenitorcs nostros eisdem patriae principatus, el lerrae veteris, nobilibusque. Iiominibus, dnnitnunitalibus, ac singularilius bactcnus eoncessa lam in communi. qua in in particulari, serie praesentium conlirmamus, mtilicamus. et approbamus. mandantes eapropter, et disiricte praecipientea Consiliis nobiscum ct citra monies (I) Dal liljro citato Statuta et privilegia civitatis Taurintwis. 1 1 8 DEGLI STA.TI CENERALl rcsideiiiibus, iu-m non universis, et singulis officiariis fidelibus, ac subdilis noslris, mediatis, et immediatis moileruisque, el fuiuris ad quos speciaverit, et praesentes peryenerint , ipsommque oiliciariorum locatenenlibus , et cuilibet eorunidcm , quatenus liuiusmoili eonfirinalionem , et praedielas libertalcs, convenlioiies , Iran- cliisias, imraunitales , ac privilcgia iuxla corum , ac praescnlium literarum for- iii. mi mcmoratis nobilibus, bominibus, communitatibus , cl singularibus tcnuant. attendant, et inviolabililer observent, tenerique, altendi, et pro quorum inlere- rit I'.ici.inl inleinerate obscrvari, et in nullo contravcniaut quomoilolibet , vel op- ,-"n mi Verum eos liuiusmoili privileges, convcntionibus, franchisiis, libertatibus. et immunitalibus. sic ut supra confirmatis, plenc 1'rui et gaudurc faciant, et per- inittant, in conlrarium obiiciendis, el facientibus non obstanlibus quibuscumque. Has literas nostras in prac;missorum testimonium conccdentes. Datum Pinerolii . ersonas. res el bona 134 DECI.I STATI GENEIUI.I ill commodum el ulililalem bona fide custodire et servarc; et inventarium debitum ■ Ir bonis ipsorum facere; et adniinislrationis suae ralionem tempore dcbilo red- dere cum Integra residuorum resignacione et rcstituiione, ita tamen quod semper uti valeat veritate. Renunoians praelibata illustrissima et sercnissima domina du- i iss;i mater el tutrix praefata Vclleyano seuatusconsulto, secundis el aliis nupliis el omni alii leguin et iuris auxilio; eertificata in praesentia quorum supra de disposicione dioti senatusconsulli et iurium praedictorum. Et promiltens et re- nunoians ut supra suli bvpotlieca et obligalione omnium et singulorum bonorum suorum (piorumcumque de ipsis iuribus pracdictis et bcneficiis plene cerlilicata ut supra. Et mandato BC rcquisilionibus praelibalae dominac nostrae ducissae tutiicis, ac pro ea exiilrrunt lidciussores et promiserunl sub ea conditione , de qua supra, videlieet, quod ipsa illustrissima domina ducissa buiusmodi tulelam, adniinislrationem , regimen et gubernium nulli alii dimittet, committet, vel re- linquet, reverend! in Christo Patres, domini : Johannes de Parella Yporcgiensis, lohannes de Gontpesio Thaurinensis , Urbanus Bonivardi Vcrcellensis episcopi , laeobus de Advocatis minister Sancti Andrcae Vercellensis, lohannes de Lignana praepositus Sancti Christofori Vercellensis , et Anlonius Lamberti decanus Sa- baudiae. Necnon illustres magnificique, spectabiles et egregii domini : Franciscus comes Grueriac marcscallus Sabaudiae, lohannes de Levys comes de Villars, Antelmus doraktua Miolani, Richardus comes Crescentini , Amedcus dominus Viriaci, Hugo- n'mus dominus Cardeti , Antonius de Orliaco gubernator Niciae , Bonifacius de Caslignoliis arnrorum capilaneus , Glaudius de Challes j>raesidens camerae com- putorum . Dominicus ex comilibus Plozaschi condominus Ayraschae , Maltheus de Confaloneriis capilaneus Sanctae Agathae , Georgius de Solerio condominus Villaenovae , Dominus Ambroxius de Vignate utriusque iuris doctor , Golofredus i'x comilibus Sancti Martini ex dominis Strambini , laeobus dominus Dynone magister hospicii , Dominicus de Provanis , Michael ex dominis Ripaltae , Ludo- vieus dominus Avanchiaci , laeobus de Provanis ex dominis Lajnici , Oarolus de Caqueranis dominus Rochae , Georgius Trucheti iuris utriusque doctor et miles, Rulhims de Munis financiarum generalis , et lohannes Locterii thesaurarius Sa- baudiae generalis. Et ipsorum quilibel principaliter et in soli lum bona ipsorum quaecumque et cuiuslibet ipsorum praesentia et futura propterea specialiter et expresse obli- gando et hypothecando. Renuntiantes et quilibet ipsorum renuncians legi dicenti principalem prius fore conveniendum quani fideiussorem , epislolae divi Adriani cod. de hdeiussoribus , cedendarnmque et dividendarum actionum beneficio, ct omnibus aliis iuribus canonicis et civilibus, capitulis, slalutis, indullis, privile- giis, patriacque et locorum consuetudinibus ac aliis omnibus, quibus contra prae- missa vel ipsorum aliqua se iuvare possent, quomodolibet vel tueri, maxime iuri dicenti, generalem rcnuntiationem non valerc nisi praecesserit specialis, firmantes eorum huiusmodi promissionem , obligationes , ypothecas et renunciationes per iuramenla sua ad sancla Dei evangelia corporaliter , tactis scripluris , praeslita. Saepefata vero illustrissima domina nostra ducissa praenominalos cius fidciussores et ipsorum quemlibel indempnes propterea servare promisit pariter et illaesos, sub vinculo iuramenli, obligationibusque el renuntiationibus superius primo praestitis. Demum huic actui legitimo suam interposuit auctoritatem ct decrelum praefatus reverendus dominus Urbanus episcopus Vercellensis , cuius iurisdictioni quoad Ininc aclum se submisit praefata illustrissima domina ducissa et praefatum ma- gnificum ducale consilium residens separatim et divisim : prout melius, validius et efTicacius fieri potest , singula singulis debite referendo. Acta fuerunt haec in castro civitatis Vercellarum , in aula inferiorc ipsius castri et in publica concionc dictorum trium slaluum patriae cismontanac, praesentibus revcrendo et magnificis spcctabilibusque et egregiis viris Branda de Castigliono episcopo Cumano , Scgremoro de Vicecomitibus milite , Laurentio de Pessauro SXGGIO STORICO DI F. SCI.OPIS I a5 iloctore et militc praenominalis, ct Antonio dc Apiano arobassiatoribus praelibati illustrissimi domini duci Mediolani , lohannc Chabodi domino Excherenae , Vau- tcrio dc Chignino scutifero scutiferiac, lofrcdo de Riparolio ex comitibns sancti Martini, Antonio de Foresta, lacobo de Vcrbosio, Dominico de Provanis condo- mino Laynici , et plurihus aliis testibus ad praemissa vocalis et astantihus. De qui bus iussum et pro forma rogatum extitit per nos notaries et secrelarios in- frascriptos fieri publicum instrumentum , ct tot quot fucrint opportuna ciusdem tenoris et dictamine sapientis. Et ego Antonius lacobus de Puteo civis Thaurini publicus imperial! auctoritate notarius el praclibatae ducalis exccllenciae Sabaudiae sccrctarius praemissis omni- bus et singulis dum sic, ut praemittitur, agcrentur, ct (ierent una cum praeno- iii i ii 1 1 is testibus pracsens fui vocatus, et rogatus pro forma hoc publicum instru- mentum rccepi cum egrcgio collega meo subsignato, indequc manu propria me mbscripsi et signavi in testimonium veritatis ac omnium et singulorum praemis- sorum. De Puteo. Ego etiam lacobus Lamberti dc Cliamberiaco praelibatae ducalis Sabaudiae celsiludinis sccrctarius ac imperiali auctoritate notarius praemissis omnibus cum testibus supranominalis affui . bocque publicum instrumentum cum egrcgio col- lega meo praesignato rogatus rccepi, subscripsi, signoque meo solito signavi in ii'siiiiifiiiiiitn ventatis. Lamberti. 1473 Vebcellis — 5 apritis. Acta congrcgationis statuum patriae cismontanae (i). Hie inferius continentur ca que congregati Vcrcellis pro palria ducali cismontana supj>licant sibi conlirmari el in quantum expediat dc novo concedi per illustris- siniani dominam nostram ducissam Sabaudiae matrem tutricem et tutorio nomine illustrissimi principis domini nostri domini Philibcrti Sabaudiae ducis. Et primo quia de antiquissimo more et consuetudinc semper fuil et est quod subsidia et dona quae consueverunt largiri per patriam cismontanam consucverint per tres status ipsius patriae concedi et largiri ac inter sc dividi pro rata cuius- I'umque loci et eligi consucfit receptor qui sit dc patria cismontana. Et nupcr praedictae illustrissimac dominac noslrac ipsius legati accesserunt ad scqucntia plum loca dictae patriae scparalim petentes ct rcquirentcs certam quantitatem sub no- mine stibsidii scu doni florcnorum (|uinquaginta millium contra morem solitum. ipsi sic congregati optantes veterem patriae consuctudincm obsenrari de comnni I Dall'ircbrvio Jelln cilia ili Moncnlicri 126 DEC.LI STATI GENERAL! consensu omnium contend sunt dictum donum gratuitum largiri. Ita lameii quoil praefata illustrissima domina nostra declarel ipsam talcm concessioneni iiiiiiln quo facta full fuisse ct esse null. mi , el hanc largitioncm huius congrega- tionis acceptct tanquam nunc lactam ab eadem congrcgatione dividendam et laxandam per dcputaiulos a dicta patria iuxta taxam doni dati clemcnlissimu do- mino nostro Legato (1) anno miltcsimo quadragesimo nono, et iuxta taxain novain. In quo gratioso dono ilorctiorum quinquaginla millium ineludantur omnes etiam praetendentes se fore exemptos el ipsos sic exemplos praefata illustrissima domina nostra acceptet pro bonis , el conveniat ac promiltal deinceps in liuiusmodi ca- sibus et similibus maxime in subsidiis et donis concedendis nichil facere vel altemptare nisi mediante et praecedenle convocatione trium slaluum diclae patriae simul congregandoruin prout moris et consucliidinis est solvendo modis et formis ac tenninis infrascriptis, videlicet quod nullus compellalur vel aslringatur ad sc obliganduoi pro solulione dicti doni in manibus alicuius campsoris, mcrea- toris vel aflerius cuiusvis personae, sed sufficial solvere in manibus dicti receplo- ris et solulio dicti doni fiat ad rationem grossorum viginti septem cum dimidio pro singulo ducato ac tantum valeat ducalus et de moneta current! in patria secundum cursuin valoris ducati el monctarum currcnlium in locis ( in quibus ) solvere debentnr. Ita tamen quod cursus dictorum ducalorum et monelaruni non possit augeri vel minui, quodque diclus receptor teneatur et debeat quicta- tiones et confessiones facere opporlunas sine conslu. Et quia ante hodiernum diem ut saepe diclum est aliquae communitates annuerunt et largitae sunt dictum donum et fuerunt bis quae largilae sunt factae aliquae conventiones et pacta non intelligatur per praesenlem largitioncm ct concessioncm quantum ad conventiones particula res eis factas ipsis conventionibus particularibus dcroga- tum et ipsae sint salvae. Ilcsponsio. A.cceptatur more consueto et citra praeiudicium donum, et particu- lares fiant literae ne trahatur in consequentiam et quod ex liberalitate con- cessum est et non ex debito. Et generales lilleras restituendi particularitcr con- cessas (2). Et solvatur donum in lerminis pascbae et nativitatis Domini Nostri lesu Chrisli proximae venlura. Porlonerii. Secundo. Quod praefata illustrissima domina nostra aboleat et remittat quas- cumquc poenas et mulctas per nobiles, communitates, homines et singulares ea- rundem usque in hodiernum incursas occasione forlalieiorum et subsidiorum ac donorum. Responsio. Placet illuslrissimae dominae gratificari patriae ct abolere ac remit- terc poenas de quibus in hoc secundo capitulo, quas abolet ct remittit. Porlonerii. Tercio. Quia per commissarios ab illustrissima ducali Sabaudia dominatione el eius magnificis consiliis deputalos multa innovantur dietim , attendenles congre- gati in dicta congregatione quod de iure communi et ex forma convenlionum , et franquixiarum patriae cismonlanae abolela est observanlia commissariorum, et ordinatum est quod omnes causae tarn criminales quam civiles saltern in prima instancia debeant tractari coram ordinariis. Supplicant quod praelibata illustris- sima domina nostra observari faciat franquixias et libcrtates super praemissis (1) Qui si allude ad Amcdco vm, qualificato Legaln dopn la sua rinuncia al ponlificalu, perclii' alia ili^uila conferlapli di cardinal decano , p vescovo di Sahina Bggioilgeva V oficio di Lci^alu a latere nei paesi del sun avito dumiuio dipoi passati alia sua oblicdienza. (2) II testo e scorretto; probaliiluicule s' intendc per el generates litterae restitmmtur particular riOus concasat. SACGIO STORICO M F. Sf I.OP1S 12" coucessas toli patriae ac ctiam singularibus , nobilibus cl comunitatibus iuxta ipsarum formam. Ilespoiisio. Placet illusti issimae duminac nostrae quod franquixiac ct liberlatcs observari maiulenlur et observentur. Porlonerii. Quarto. Quod ubi ct quandocunque contiugct casus cxaminum (iendorum in eausis vcrtcntibus coram diclis magnificis consiliis ducalibus yel sumptionibus aiiquarum ini'ormationum civiliter criminaliter aut mixtim quod in commissio- nibus qiiibuscuinquc nomincnlur et describantur commissarii ultraniontani el oitramontani ad pelictonem ezaminari facere volcntium. Et paritcr intelligatur de adiunctis. Qui commissarii ct adiuncti ad cxtensum dicta testium ponerc et scribere debeanl coram lestibua dam deponent et attestationes conipletas sub- scribcre, signare et sigillare ante ccrum iccessnm ab examine sen loco examiniv Ei (jiiocl pro pensione et salario ipeorum exigere possint dumtaxat ipsi com- missarii secundum niorem, stillum et mctam usitatos in patria ducali cismontana et pro copiis solvendis causarum civilium el criminalium secundum laxam de- crctorum ducalium et non aliarum nee ultra. Quodque sine diflicullatc cxpe- diantur acta et literae commissionis liligantibus in secretaria sigillo et contra ro- tulo pro ipsis eommissionibus exequendis. Hespnusio. lllustrissima domina vult ct concedit quod fiat lit petitur. Porlonerii. Quinlo. Quia in non modicum rei publicac ct personarum litigaiilium cedil detrimculuni unio sccrctariorum illustrissimi domini domini noslri ducis et eius magnifici consilii rcsidenlis requirilur quod ipsa unio penilns revocclur el an- nullclur. Quodque praclibali domini noslri secretarii non restringantur sed ha- bcantur ipsi secretarii tarn de patria cismontana quam idtramontana in numero sufficienti el aequali prout illustrissima domina nostra praclibata anno proximc fluxo de mense aprilis ad requisitioncm ipsorum trium statuum annuil et con- sensu ipsis tribus statibus, nee astringanlur ad contribuendum in bursa communi scd omnibus sit libera facultas exercendi oflicium ct acta ac littcras cxpediendi dummodo Bint boni liomincs litterati cl cxperti secundum dispositionem statuto- rum ducalium. lii-sponsio. Illustrissima domina nostra vult quod fiat ut pctilur. Addito quod de- putabit sex secretaries qui se immisceant de palrimonialibus ct fiscalibus. Alii vcro minirac. Ncc intendit illustrissima domina nostra augere uumerum sccrc- tariorum ultra duodecim. Porlonerii. Sexto. Quia tola patria baec cismontana novitcr coepit multas vexationes babcrc. undique propter satellites et assassinos in ea pullulantes fiunt scandala in occi- sionibus bominum raptibusqne niidicrnm, depraedationibusdomorum, Curtis diurnis ct nocturnis, sit ct iam devcnlum ut quilibet ctiam lenis bomo sibi vindicct ius magislralus, imo quodam modo ius principatus usurpet. Dignelur ipsa illustrissima domina providere <|uod nullus qui non sit nobilis bonae conditionis et famae aut bomo probatae vitac audcat arma portare, quodque omncs satellites el assassini ac scandalizosi bomincs cxpcllantur per oflitiales, nobiles et communitates de patria bac cismontana . et slatualur cis terminus recedendi . quo lapso possinl impune capi ut iustitia fiat de eis, quodque eliam (quilibel) raptorcs virginum, viduarum et aliarum mulicrum nocturnos et diurnos principalilcr apud quern excessus talis commiltil impune possit occidcre si ct casu quo comode capi non possent et ad defensionem se ponant. Et pro talium scandalorum executione fienda liciluro sit lam diurno quam nocturno tempore campanas pulsarc facere ct vicinorum con- I 38 DEGLI STATI GENEHALI gregationes ad ipsorum scelerum , thuitionem ad singularum personarum dcfen- sioneru et preservalionem. Responsio. Fiat ut pctitur in casibus dc quibus ibi nisi dolose procedcrct oc- cisio; ct officiates locorum sub paeiia indignationis ducalis et viginti quinque libra- rum fortium leneanlur obsorvare et exequi praesens capitulum cum citius fuc- rint rcquisili vcl casus accidat ct (i ml litcrac univcrsis oflitiariis mediatis ct im- niediatis ac nobilibus quod lenones , rebaldos ct tales facinorosos bomincs malac conditionis et famae repellanl infra tres dies post praesenlalionem ; post quos si rcperiant eos capiant, incarcerent et punianl et fiant litcrae rcvocationis sal- vorura conductuum et aliarum si quae sint concessae talibus facinorosis ut ex nunc revocantur. Portonerii. Septimo. Quia patria non intendit se habere nisi unum principcm et dominum, illustrissima domina nostra adbibcat modum quod alius quam ipsa nullalbcnus in patria singulariter vel universaliter dominetur prout ipsa domina nostra pa- triae suae poslulanti promisit ct iuravit quod non debeat aliqua civilas oppidum vel caslrum reccplarc aliquem cum numcro gentium, quibus advenienle tumultu aliquo facile obviari non possit, nisi secundum pacta et conventiones ac bonas consuetudines nobilium, commuuitatum ac singularum personarum. Responsio. Vult et praecipit illuslrissima domina nostra quod nulla civitas caslrum vel oppidum debeat rcceptare quemvis cuiuscunque gradus status aut praeheminentiae cxistat cum armis sine Uteris mandato cxprcsso ipsius illustris- simae dominac nostrae. Et ne fiat sub poena rebellionis inbibelur ct probibet ne alicui obedicnlia praestetnr nisi ipsi et deputalis offieialibus et cum litcris ab eadem sub eadem poena fiant proclamata de praediclis et litcrac opporlunae. Portonerii. Octavo. Quod nullus commissarius possit vexare sub colore praetensae usurae aliquem ct nobilem, burgensem, villicum vel mercatorem aut allerius conditionis bominem nisi sit notorius et manifestus usurarius. Responsio. Contentatur illustrissima domina nostra ut in capitulo; addito quod si procedalur contra aliquem de usura diffamatum vult secrela fiat informatio antequam contra diffamatum publice procedalur supra voce et fama per non suspeclos. Et quod antequam ordinarii vel commissarii procedanl ad alios actus inventarii seu reductionis bonorum ad manus ducales aut alios actus executivos deferantur prius informationes consiliis ducalibus seu alteri ipsorum citramon- lanorum et debite visilcnlur ut inde possit honeste provideri. Portonerii. Nono. In genere petunlur observari franquixiae, libcrtates , conventiones , im- munitales, slaluta et antiquae consuetudines concessae nobilibus et communitati- bus dictac patriae tarn in generali quam in particulari. Responsio. Observentur iuxta earum formam. Portonerii. Decimo. Quod pro pracmissis omnibus fiant litcrae in genere, et in speciali sine constu aliquo lilerarum ct sigilli , excepto unico. Responsio. Fiat de sigillo et Uteris sine constu. Portonerii. SAGGIO STOKICO 1)1 F. SCLOPIS 1 2i) Vnl.nii primogenita et soror clnisiianissimorum regum Franciae , ducisaa Sa- baudiae, tuliix et lutorio nomine illuslrissimi principis lilii noslii carissimi l'lii- Liberti ilucis Sabaudiae , Chablaysii et Augustae , Saori Rom. mi imperii principu vicariique pcrpetui, marchionis in Italia, principis Pedemontis, Niciaeque, Vercel- larum ac Frilnugi domini. Universis modernis el posteris gerie praesentium fiat manil'csium. Quod cum in Wis exequiis aotibtu el cerimoniis lugubribus in liac civitate Vercellarum nuperrime factis ob memoriam el salutem animarum iUustris- aimorum i{uomlain bonae et feliois reoordationis dominorum Ludovici ducis ct Annac duoisaae Sabaudiae coniugura ac etiara domini Amedei ducis Sabaudiae domini ft consortia nostri praecordialissimi animae quorum requiescanl multi nobiles et alii notabiles patriae buius cismontanae conTenerintetassueTerint condolentes nobiscum et cum eorum oblationibus amplisstmis decorantes exequias cerimonias et alios actus sic nt praefertur factos tribus diebus continuis sic ostendentes amorem immensum quern el gesserunt et semper babent erga eorum dominoa et prin- oipea retroactoa nosc[ue ac illustrissinnim filium nostrum amanUssimum Pbili- bertum ducem Sabaudiae praelibatum cuius tutelam et administrationem ut prae- mittitur gerimua. His vero sic peractis pro quibus maximas gratiaa agimus omni- potent! lieo et ipsis fidelibus subditis, nobis fuerit humiliter supplicalum parte congregalionis cismontanoruin praediclorum ut licentiam eisdetn impartiri ct con- cedere dignaremur sc se congregandi ad invicem pro certia negotiis tractan- dis bonorem et utilitatem noslros ac praefati lilii noslii dictaeque patriae cis- montanae veliementer concernentibus. [mpartita autem per nos buiusinodi licentia post multos sermoncs inter sc se babitos tandem de communi et unanimi con- sensu ac deliberatione praenominatorum sic congregatorum repraesentantium ma- iorem partem tarn nobilium quam communitalum tolius patriae praedictae cismon- tanae, oblata et exhibits fuerunt nobis capilula decern numero quorum tenor de verbo ad verbum praesentibus est subiunctus. Supplicando huiusmodi capilula per nos concedi dura'tura et obscrvalura in vim legis el privilegii. Eccc quod nos agnoscentes et plurimum caripendentea studium liberalitatem devotionemque obsequendi diclae patriae cismonlanae in bis omnibus quae sunt bonoris laudis alignment! el conscrvalionia status praefati lilii nostri et auclorilalis qua fungi- mur, nicbil magis cupienles quam gratificari et morem gerere iu>.lis ac boncstis rcquisitionibus diclae patriae cismonlanae, capitula praetacta de verbo ad verbum coram nobis legi ct vulgarizari fecimua praesentibus et astantibua magnatibus ct consiliariis noslris inferius nominalis ac aliis pluribus ciiiu quibua re diacuasa , el mature iniellecta ac deliberate consilio praecedenti, decrevimus et dignum pu- lavimus praelaclae congregalionis suppiicationi factae parte nobilium el communi- t.i 1 1 1 m ac singularum pcrsonarum patriae cismonlanae benigne et graliose annuere. Ex nostra igilur ccrta scientia etsufficienti, ut praefertur, deliberatione praehabita, l iiiui io nomine praefali lilii nostri ac pro codcin lilio noslro duce suisquc baere- dibua ct succcssoribus quibuscumque acceptamus , COncedimus, indulgemus, de- claramus, remiltimus, annullamus, et observari, cridari ac fieri iubemus cl man- damus imperpeluum, singula singulis rcferendo, proul et quemadmodum in line cuiuslibet diclorum capitulorum rcsponsum est el scriptum legilur. Addu- cenles poenam centum librarum I'm lium a quolibet contrafaciente et seu non obtemperantc auferenda cl liscali aerario irrcniissibililer applicanda. El nicbilomi- nus irritum et inane decernimus quicquid in conliariiim fieri vel attemptari contigerit direclc vel per indirectum tacite vel expresse. Promittimus insuper in verbo rcctae principis bona fide nostra ac pro nobis dictoque lilio nostra et suis baercdibus ac succcssoribus universis concessioncs , declarationes , inliibilioncs . ordinationcs, annullationes, poenarum remissioncs ac alia omnia ct singula conten- ts! ct declaratas , contcnla et declarata ac deseripla in pede cuiuslibet dictorum capitulorum ac ctiam in ipsis capilulis iuxta inenlcm iliclarum rcsponsionum ba- bere ct tcnere ratas ct grata. Et per quosvis oificiarioa , commissarios ct alios quorum intcrerit observari faccre ad ungucm sine oppositione aut diflicultate Seiue II. Tom. XII. 17 I .)(> DEGLI STATI GENERAL! \ill.i; etiam nen obstantibus quibuscumque Uteris et mandatis in coDlrarium forte concessis et inadvertenter concedendis , quibus pcnitus et omnino dcrogamus et Herogatuni esse voluiiius. Praccipientes diltcto fuleli sccrctario nostro Anlhonio lacobo do Puteo subscriplo quod lias et alias lileras super bis opportunas et ex diclis responsionibus factis ad praenientionala canitula ucpendentes ad opus no- bilium, communilalum et singularuni pcrsonaruni dictae patriae cismontanae tradat et cxpediat inde sigillandas jier caneellariuni Sabaudiae subnominatum indiilicul- ter et sine conslu quocumque. In quorum omnium testimonium easdcm praesen- les litteras duxiraus conccdendas. Datas Vercellis die quinta mensis aprilis anno (loin mi millcsimo quatereenlesinio septuagcsimo tcrtio. Per dominum pracscntibus dominis Humberto C.heurerii cancellario Sabaudiae Claudio dc Seyscllo marescallo sabaudiae Iobanne de Levis comite de Villars lacobo comite Montis Maioris Iobanne domino Tborentii Antelmo domino Miolani Petro baslardo dc Aquis magno magistro hospilii Glaudio de Cballes praesidcnle computorum Petro de Sancto Micbaele pracsidente Ludovico dc Avanchiaco Magistro hospilii Dominico condominus de Avrascba Matbaeo condomino Badaloqui Micbaele dc Ripalla Gcorgio de Soterio Dominico de Provanis Michaelc de f.analibus Marco de Vaslamiliis Oldrado t^anavoxii advocato fiscali Rullino de Muris gcnerali lohanne Locterii tliesaurario. Petro de Puteo. Portonerii- Expeditac ad opus communitatis Montiscalcrii. SAG6I0 STOIUCO Dl F. SCI.OP1S [3l 1175 Tai'm.ni et Montiscalerii — I martii. Acta Irium statuum patriae cismontanae (i). Yolant primogenita ct soror cbrislianissimorum Franciae regum ducissa Sa- baudiae tutrixque et lulorio nomine illuslrissimi principis Pilii nostri carissimi Pbiliberli Sabaudiae ducis Qiablavsiique et Attgustae, Sacri Romani Imperii prin- cipis, vicariique perpelui, murehionis in Italia, principis Pedemontium, Niciaeque Vercellarum ac Friburgi cte. domiui. Lacessita nuper a Bernensibus et eoruni scquacibus qui nulla praecedenle diffideacia nullis provocati iniuriis hostililer et de facto palriam Vaudi excurrere attemptarunt ; et castrum Birlenis feudi et superioritatcm dicti Ijlii nostri interccperunl , conlinuas et atroces minas infe- rendo (2), fecimus congrcgari tres status huius patriae cismontanae a quibus tarn in civilate Taurini quam novissime in boc loco Montiscalerii congregatis et prae- inissis eisdem exposilis exercilum generalem petiimus. Aut loco eiusdem decern inillia peditum slipendiatorum et satisfaclorum pro duobus saltim mensibus ad deffensionem status et patriae dicti filii nostri. Ipsi autem tres status dixcrunt et aliegarunt sese ad praemissa miuime teneri stantibus convenlionibus, libertatibtis, francbisiis et consuetudinibus diclae patriae cismontanae. Et tandem exposilis pe- nuriis et aliis oneribus quibus dicta palria gravata est nobis obtulerunt triginla millia florenorum solvendorum videlicet medietalem in proximo feslo beati Mar- tini yemalis. Residuum illinc ad iiiiiini annum immediate sequuturum. Quibus mediantibus eisdem concedere dignaremur capitula in fori us descripta cum de- claracionc quod buiusmodi donum graciosum non possit ad aliquam train con- sequenciam indebitam et factum intelligatur liberalilcr et ex mera libcralitate citraquc praeiudicium et derrogationem convenlionum, privilegiorum, franchisia- rum, concessionum et immunitalum diclae patriae cismontanae. Nos igitur optimum animum et sinccram voluntatem , etiam oncra et sarcinas diclae patriae palam eognoscentes dictum donum triginta in i Ilium llorenorura generaliler super tola pallia cismonlana nemine excluso solvendum et in tcrminis suprascriptis et ultra hoc duo millia florenorum quod ultra dictos triginta millia donaverunt illustris- simis liberis noslris Pbiliberlo duci et Carolo fralribus solvenda in diclo primo termino beati Martini yemalis citra praeiudicium tamen francbisiarum, libertatum. (1) Dall'archivio delta cilia di Moncalieri. (3) Anno 1475 Carolus dux Burgundiae , capta palria dicti ducis dc Lorrcua , quia Teutonic! , Bcrnenses, et Friburgcnscs feccrant i]uoddam oltragioiD illustri domino Iacobo de Sabaudia domino Rolundi Montis , et patriae Vaudi qui cum eodem duce Burgundiac erat , liabendo dictus dux Burgundiac magnam armatam ultra octua^inta millia lam cquitnrum quara peditum , cum quo duce semper erat in armis ilictus illustris lacobus de Sabaudia mandavit contra dictos Teulonicos ipsos diltidari , qui sic dillidati cucurrcrunl tolam iltam palriam Vaudi , et acceperunt ac assacba- manarunt, ct ignc combusla (oil Iuvenal. de Aquino : chronica =. inter monnmenta bistoriac patriae torn 3. 1 3a DKGLl STATI GENF.RA1.I concessionum, oonventionum el prWilegiorum dictae patriae! Ac etiam iurium dicti fill! nostri graoiose modo oblato acceptavimus et acceptamus et dicta capitula prout in eisdem el responsionibus in fine cuiuslibet ipsorum dcscriplis dictae patriae oismontanae et posteritati eiusdem tutorio nomine dicti (ilii nostri ac pro i|)so lilio nostra duce Buisque heredibus et sucecssoribus quibusoumque damue et eoneedinius per praesentcs. Tenor capiiulcrtm et responsionum. Primo. Quia tam per niaguilicus dominos marescallos quam (|uosdam alios com- missarios et dictae patriae locorum officiarios ordinarios tuerunt moniti nobiles et coramunitateE ac singulares personae dictae patriae sub formidabilibiis poenis ad fortificandum loca castra passus et villas dictae patriae monstrasque faciendum tnodis, formis, ordina mentis et temporibus limitatis per ipsos diversimodc. Et etiam I'lierunt factae iniunctiones nt ipsi nobiles, eominunilales el bomines sibi provi- derent de armaturis artigleriis et municionibus terminis et temporibus statutis quod factum non fuit scquulis inl'orluniis. leni|ieslatibus et aliis oneribus in dicta patria etiam quia subsidiis subvenerunt illustrissimis dominis principibus deflunctis et excellentiae vesicae sic quod baotenus non potuerunt nee praesencialiter possnnt ideo supplicant doniinacioucni vcslram qualcnus ipsis nobillbus , comniunitatibus et singulariluis personis tam coniunctim quam divisim omnes poenas forte occa- sione praemissorum commissas quomodolibet et quovismodo etiam diclorum sub- siiliorum in tempore non solulorum. Et eis terminum congruum et possibilem dare ail proridertdum in praemissis cum I'acnllas et liabilitas adcrit eis lollendo ipsis nobdibus , communitatibus et patriae expensas; lla quod ullerius non fali- gentur laboribus commissariorum. Responsio. Illustrissima domina nostra reraittit eis poenas hactenus commissas its epiod in futurum observent ordinamenta et exequanlur imposita et comniissa infra Ires annos proximos ita tamen quod ordinamenta facta circa provisionem armorum infra annum exequanlur. Secundo. Quia a certo tempore citra ccrti commissarii dcpulati ad recipien- dum recogniciones nobilium et communilalum dictae patriae molestant ipsos no- biles et coinniunilales ad exhibendum infeudationes privilegia et pacta primo loco cum illustrissimis progenitoribus, comitibus, principibus etducibus Sabaudiae laclas. Nee non ad recognoscendum specifice et distincte quod insolilum patriae videtur el potius ad implendum bursas commissariorum quam prineipis supplicant praelibatae illustrissimae dnminacioni vestrae ut dignetur mandare ipsos nobiles, communitates ct patriam se esse velle el manere ut fuerunt et sunt quaccumque in eorum praciudicium per dictos commissarios allcntata revocando et quia ipsi novi commissarii artare videntur eas patrias sive nobiles et communitates quae de proximo in aliis eommissariorum manibus ipsas recogniciones fecerunt man- dare cos in pace dimilli. Responsio. Illustrissima domina nostra mandat nobiles et communitates quae de proximo recogniciones fecerunt ullerius contra formam statulortim non molcslari. Ab aliis veto recogniciones recipi iuxta formam iuris et statutorum ac I'rancbisia- rum iubet. Quod censetur non denegandum <|uia ncmini iniuriam facit. Tercio. Quia nonnulli commissarii ac multae ac diversac personae diversimodc per patriam ducalcm accedcnles iniungunt nobilibus, conimunitalibus cl singula- riluis personis suli formidaliilibus poenis polissime indignacionis duealis muletarum poenalium el eonfiseaeionis bonorum ill aeccdant ad carragia victualia cuiusvis generis et alia oncra quae eis imponuntur diversimodc quod cedil in praciudicium dictae patriae et quod est contra stilum et morem solitum in similibus. Et cum nostra patria semper fuerit paratissima servire illuslrissimae dominacioni praedietae in eidem patriae possibilibus. Supplicant in praemissis inhiberi quibuscumque SAGGIO STORICO 1)1 I\ SCI.OP1S 1 33 faccrc (alia atlcntantihus in praesentianim nc in fulurum ad tales iniunclioncs proccdanl cassando cl annullamlo quascumquc pocnas imposilas. Uespoimiu. Caasantur poenae quaecumque et abolentur ct inhibetur pro futuro univcrsis conimissariis. Quarto. Supplicant praelibatae illnstrissimac dominationi nostrae ut dignetur tollere ft annuflare quascumquc pocnas imposilas el dcclaratas contra quoscum- que de pallia antedicta qui OODtra formam proclamalionum processerunt ad renationea cum sint contra libertates patriae. Respontio. Fial dummodo pro futuro abstineant contra forraam convcntionum, ordinationum et franchisiarum. QuintO. Klsi ex forma convcntionum, libcrtatum, privilegiorum et slatutorum patriae lam in universal! quam pai ticulari concessoruni, etiam iurc communi ca- veatur ne contra aliquos possil inquiri nisi praecedente denuncia , accusa vel quaerolla ; cciam cogniciones causarum civilium et criminalium perlineanl ofli- ciariis ordinariis locorum: tamen per patriam saepc discurrunt oommissarii qui invitis ordinari variia morlis niolesiant mfaditos absque eo quod lint sevrata quae ex prarinissis icipiiiimtur. Supplicant ad cilisci vationcm concessoruni ul sujira inblberi buiusmodi conimissariis ne audeant commissiooes txercere civilitcr vel oriminaliter aut niixtiin contra aliquos nobiles, communitales et singularcs per- sonas babentes ordinarium iudicem praeter el contra formam privilegiorum, li- bertatum et rranchisiarum et antiquarum consueiudinuni dictae patriae. Bespotuio. Domina concedit iuxta formam conventionum ct franchisiarum. Sexto. Supplicant dicti tres status patriae antcdictac illuslrissimae dominationi vesirae ut dignetur animadvertere penuriis gravissiniis oncribus occursis in patria. Et imitando vestigia illustrissimornm dominorum progenilorum et sua bactcnus in patria monstrata dementia acceptare et contenta esse possibilitafis patriae cis- montanae praediclac (piae pro Substinendis oncribus expiicalis in congrcgatione trium statuum et aliis oncribus occurrcnlibus et quae occurrere possent anno praesente durante oflerl Iriginta millia llorenorum parvi pouderis quos bono et libero animo patria tola praedicta eompreliensa ct ncmine cxcluso a conlributione donat suae cxcelUnliae ita tamen quod buiusmodi donacio ad conscqucnciam non trabatur, scd iiutius confirmentur et observari mandentur statula. privilegia , li- bertates, convenciones ct consuetudines dictae patriae ac tollantur el cassentur pocnae el observari mandentur. Et concedantur quae supra requirunlur. Solvendo terminis infrascriptis videlicet in festo saneti Martini praescniis medietatem, el pro alia medietate in eodem fesio Sancli Martini anni proximi millesimi qua- tercentesimi septuagesimi sexti ct in moncia temporibus solucionum liendarum in patria currcnle declarato quod reformatio dcbeal fieri si et quatenuS fieret dictarum monetarum per quatuor menses ante soluciones et quamlibet earum quae per totam patriam aequaliter ct eodem modo servclur. Alias quod solvani secundum cursum monetarum quae currenl in locis ad praemissa contribuentibus. Sisponsio. Domina accciitat donum proul in capitulo. Item. Quod ultra dicta triginta millia llorenorum dicti tres status pro dicta patria fuerunt el sunt content! dare puro tlono, et ex nunc dant duo millia flo- renorum illuslrissimis nalis vestris videlicet pracl'alo duci et Carolo solvenda infra tcrminum primum dictorum duorum tcrminorum. Respomin. Domina acccplal ul supra. Item. Quod sigillentur praesentes litcrae gratis et amore sine constu cuicum- quc nobili el communitali habere volenti. Responsio. Domina vult quod ita fiat. Mandantes hoc ideo et praccipienles eonsiliis nobiscum et citramontes Thaurini rcsidentibus univcrsisquc ct singulis gubernatoribus, capitaneis, vicariis, bailivis. castcllanis, iudicibns, clavariis et cacleris univcrsis ct singulis ofliciariis et com- missariis dicti filii nostri niediatis el immedialis , praescntibus el futuris ipso- rumquc offlciariorum locatenentibus et euilibet eorundem sub poena ducentum |3-J DEGLI STATI GENERAI.I librarum forcium a quolibct contrafacientc infcriorc ilictis consiliis vice qualibct aufcrcnda et fiscali aerario irrcmissibiliter applicanda. Quatenus buiusmodi con- ccssioncm ct lileras nostras teneant ct inviulabililer observenl. Nee in ullo con- trafacianl quomodoUbct vcl opponant aut contra fieri perraillant dirccle vel per inilircctnm quovis quacsito colore oppositionibus, exceptionibus, literisque man- datis et aliis contrarianlibus, reicclis ct non obslanlibtis. Has literas nostras omni aevo clnraturas in testimonium concedentcs. Dalas in Monlecalerio die prima mensis marcii anno domini millcsimo qualcrccntcsimo septuagesimo quinto. Per dominant pracsentibus dominis Urbano Bonivardi episcopo Vcrcellarnm Pctro de S. Micbaele canccllario Sabaudiae Gabriele domino de Aqnis Anlhonio Lamberli decano Sabaudiae Anlbonio de Plozascbo praesidente Ludovico domino Avancbiaci magistro hospicii Dominico ex comilibus Plozascbi condomino Ayraschae Mathaeo ex dominis Ripallac Micbaele de Confalonenis Dominico de Provanis Micbaele de Canalibus Lanfranco de Advocatis Oldrado Canavoxii Pbilippo Chevreiii advocato Ruflino dc Murris generali Alexandro Richardonis thesaurario. Reddantur literae portitori. 1476 Litter ae ad congregandos tres status (i). Consilium ducale Sabaudiae cilramontes Thaurini resideiis. Dilecti nostri pro biis quae iam fuerunt semel conclusa hiis proximis superio- ribus diebus in publica conctione patriae pro aliis bonorem ct comodum illustris- simae dominae nostrae et illustrissimi domini nostri ducis eius lilii et ipsius pa- triae debitum et praeservalionem concernentibus iterum tres status congregari instituimus. Quare non deficiatis more solito in ipsis tribus statibus mittere parte vestra die duodecima mensis huius augusti. Ex Thaurino die socunda augusti millesimo quatercentesimo septuagesimo sexto. (A lergo ) Dilectis noslris sindicis, bominibus et communitali Monliscalerii. (1) Dall'archivio della cilia di Moncalieri. SAGGIO STORK.'O DI F. SCLOPIS 1 35 1177 Apid S. Iouannem in Maubianna — 1 i iunii. Litterae constilutionls receplorte et exactoris subsidii (i). Non abbianio il documenlo della concessionc del sussidio della cui riscossione qui si ragiona. Sembra peraltro clie la concessione anzidetta abbia dovuto di pochissimo precedere questo stabilimcnto di csattore , leggendosi ivi che erasi fatto novissime. Ne il Guichenon , ne il contem- poraneo Giovenale d' Acquino non ci soinniinistrano notizia di raunata degli Stati gcnerali in quel torno. Forse saranno quclli stati tenuti in forma sommaria. Accenna bensi il [)rimo dei due citati scrittori al rac- conlo di uno storico svizzero il quale dice che i Friburghesi avendo avuto quistione nel 1 477 con Giolanda pel pagamento di somme consi- derevoli che ie avevano imprestate onde fornu-le i mezzi di soccorrere con genti d'arme il duca di Borgogna e di soddisfare ad altre emer- genze dello Stato , ottennero da cssa , in vece del pagamento richiesto , la facolti di sottrarsi dalla sovranita del duca. — Soggiunge poi lo stesso Guichenon : Ce qui Jul cause quite sallierent aux autres cantons de Suisse, mate la re'gente ne pouvait pas faire celte alienation sans le con- sentement des Etats gendraux. Yolant primogenita ct soror cliristianissimorum Franciae regura, ducissa tutrix et tutorio nomine itlust i issimi (ilii nostri carissimi Philibcrti ducis Sabaudiae. Universis seric praesenliuro fiat manifestum , qtiod, cum pro subveniendo ccrtis iraportantiae agil)ilibus nostris tuitionem ct praeservalionem totius ducalis pa- triae non mediocriter concernentibus, ct pracsertim pro solutione ccrtae magnae quantiUilis pecuniarum per nos dominis ligarum Alamagniac solvere promissa , (I) I'nll' arclimo di corle. 1 36 DEGLI STATI GENERALI ilum pacem , ligas ct confocderationcs novissimc cum eis contraximus et confir- mavimus per patriam cilra et ultramontanam fuerit novissimc nobis concessum donum ct subsidium ail rationem triuni llorenonim cum dimidio parvi ponderis pro singulo foco praedictae patriae : cccc quod nos cupientes huiusmodi doimm oeleriter prout decet exigi conlisae de deligentia, probilate et experientia (idelis secretarii nostri dileoti Pniiippi AUegreti, ex receptoribus camerae computorum due. ilium cumdem Pbdippum ad liaec bumililcr supplicantem el acccptantem in receptorem et exactorem totius praedicti subsidii videlicet penes patriam citra monies tantum bariim serie facimus , constituimus el relinemus sub stipendiis quingentum llorenorum parvi pondcris, caetcrisque commodilalibus , bonoribus et oneribus diclo reccptoriae officio incombentibus et per fulcles subsidiorum reeeptores percipi el supportari consuctis , eidem Pbilippo omnimodam confe- renles poleslatem huiusmodi subsidium ad ratiouem pracdiclam a quibusvis per- sonis dictac citramontanac patriae locum facienlibus exigendi , recuperandl et recipiendi easque et earum quamlibet proinde cogendi et virilitcr prout in sinii- libus et denaiiis (iscalibus fieri assuevit praecise compellcudi etiam quittaliones opportUBas nomine noslro , iiule tradendi et cxpediendi ct generaliter quaeque alia in bac parte faciendi |>raedicto receptoriae officio incombentia semolo quo- libet inboncsto. Ipse vero l'bilippus nobis promisit et iuravit, evangcliis Dei tactis et sub suorum omnium ct singulorum expressa obligalionc bonorum, buiusmodi reccptoriae officium probiter el diligenter excrcere, neminemque illius praetextu indebitc oppiimere vel gravare. Quinimo, dc et per cum recipiendis ad causam subsidii eiusdem, bonuin computum et legiiimam ralionem nobis in camera com- putorum ducalium redderc cum reliquorum reslitutionc plenaria, quo circa con- siliis nobiscum et Cbambcriaci residentibus , nccnon universis et singulis duca- libus officiariis fideubus ct subdilis dictac ducalis patriae citramontanae mediatis aut immediatis , ipsorumque officiariorum locatcnentibus ct cuilibct eorumdem mandamus, quatbenus buiusmodi subsidium ad rationem praedictam supranomi- nato Pbilippo receptori solvant et indilate sine dilalionc ct contradiclione expe- diant, ac ipsi officiarii cxpediri faciant et iussibus memorati rcccptoris in et contra praemissa fiendis pareant et intendant velut receptori praedicto per nos , ut praemitlilur , stabilko nccnon praesidentes et magistri camerae computorum ducalium praedicta quingenlorum florenorum parvi pondcris stipendia in suo dicti Plulippi receptoris ad causam dictae receploriae reddendo computo intrent ac in librata indilTerenter alloccnt, quibuscumque excusationibus , execptionibus et mandatis ct aliis in adversum adducendis et facienlibus non obstantibus. Datum apud sanctum loannem in Maurianna die undecima iulii anno Domini millesimo septuagesimo septimo. SAGGIO STOIUCO 1)1 1. BCLOPIS 1 3' 1177 Ripi'ulis — 22 oelobris. Litterae qiuic conjirinant libertates ct inslituunt ilefensores patriae ( i ). Yolanl priraogenila ct soro/ clirislianissimorum return Franciae, ducissa, Uilrix cl nomine tuiorio illustrissimi principis lilii nostri carissimi Philiberti Sabaudiae .In. -is Chablaysii ct Augustae, Sacri Romani Imperii principis, vioariique perpetui, marcbionis in Italia, principis l'cdeinontium, Niciaeque, Vercellarnni el Frilling! etc. domini. Universis serie praesentium fa ci m us manifestum , quoil COgitantibus nobis quoil liberalem succursuin nostris agibilibus, arduis cl status noslri el prae- fati lilii noslri praeservalioni cl del'ensioni Ires stalus patriae cismonlanae, turn eorum sanis consiliis, turn beneliciis ainplissiinis , turn ct tandem pecunia et fa- cullatibus poslposita omnium temporum varietale continue allulerunt , allicimur illis mi in in in moduin (|uodam gratificandi desiderio, et eo maxime quod nuper bic congregati etai variis ct Cere insupportabilibua oneribua depreasi sunt pro pro- pulsandis inimicis patria rcdimcn.la recuperanda(|ue a tbcolonicis ct finali pace concludenda quadam incredibili liberalilale dono seu subsidio infrascriplo etiam ul ipsorum supplicacioni subscriplac annueremus unanimitcr nos donaverc. [gttur supplicacioni corum parte nobis factae merilo inclinatae non lam gralias cl liber- tales hactenus eis elargitas eonlirmare vcrum amplioribus eos muniri instiluimus quo inde sentiant expericntia muniliceuliam noslram el nos tantorum benelicio- rum miniine ingratas proptcrca malura consilii ducalis nobiscum residentis el proccrum assistenlium eliam ct advocati procuratorisquc liscidium Sabaudiae gencraliuin dclibcralione niotu proprio et ex nostra cerla scicntia polcstalisque plenitiidine tuiorio nomine praediclo pro nobis ct praefato filio nostro suisquc successoribus eidem patriae cismontan ic tarn mediate quam immediate suis(|ue incolis et babil.iloribus universis et corum posteritati emologamus , confirmamu^ et approbamus omnes el singulas franohistaa, libertates, immunitates, privilegia, pacta, atatuta , capilula et conventioncs cisdem incolis ct habitatoribus tain gc- neralilcr quam particulariler alias per nos et praedecessores praefali lilii noslri concessas et confirmalas, seu concessa et conlirmata , ct insuper cilia praeiudi- ciuin et aliqualcm derogalionem quarumcumque francbisiarum, liberlatum , im- iniiiiilaliiiii . privilegioi'iim , pactorum, slatutorum , capilulorum et convencioniini praedictarum in vim pacti el privilcgii perpetuo duraluri ct convcnlionis exprcsse eidem patriae suisquc diclis incolis babilaloribus et eorum posteritati conccdi- inus , conferimus , largimur el barum scrie douamus francbisias et libertates infrascriptiis. PrimO. Ouod nulli commissarii, vicarii, servicnlcs, geaeralefl seu alii quivis miIp quovis vocabulo per nos aut consilia ducalia nobiscum et Tbaurini rcsidcnli.i sen alterius ipsorum vcl <|iiorumvis aliorum olnciariorum duraliuin dcpulali aul ullo unquam tempore dcpulandi possinl nee debcant exerccie commissioncs aliquas (I) Dall'archivio della cilia di Moncalicri. Seme II. Tom. XII. 18 (38 nv.ci.l STATI GENERAL! si\i' civile* sive crirainales in tola patria cismontana scu quovis loco ciusdem i. mi mediato quam immediato nisi priua illas intirnaverint scu insinuaverint plc- nissimc officiariis ordinariis civitatum locorum sou villarum ad quod tales com- missionea dirigi contingel quibus ordinariis, receptis rcvcrentcr comroissionibus huiusmodi el accurate inspectis, si constitcrit cis commissiones ipsaa couccrncrc et in sc comprehendere quoquomodo scu attingere casus aliquos , quorum ex disposicione dictaruru francbisiarum , libertatum , iiiiniiinitatum , privilegiorum , pactorum, statutorum, capituloruni et conventionum scu unius ipsarum eisdem ordinariis COgnilio |)crlincal scu rcscrvala sit volumus et statuimus impune licere cxercitium lalium commissionum eisdem commissariis per dictos oiliciarios or- dinarios pcnilus proliibcre gratiosc lamcn propter iioslrani aut alterius dclegantis auctoritalcm, si vcro conmiissarii ipsi ad exercilium dictarum suarum commissio- ■ i ii m ipsa prohibicione non obstante omnino procedere voluerint co casu ipsos nllniarios ordinarios et ipioscunique aubditOS iiostros ab omni obedienlia eisdem commissariis ipsarum commissionum vigore praestanda eximimus et exemptos esse omniaque per cos attemptanda quovis modo et fienda nulla et irrita nulliuaque valoris declaramus el decernimus. Praeterea ut francbisiarum suarum, libertatum , immunitatum, privilcgiorum . Statutorum , Capitulorum . pactorum et conventionum pracdictarum observations; comodius gaudere possint eisdem patriae incolis et habitatoribus eorumque poste- rilali licentiani et auctoritatem eoncedimus per praescntes constituendi et prac- sentandi nobis unum sen plures defensores per nos conlirmandos et per cos ad libitum mutandos semper lamen subscquente confirmations nostra quibus cl ipso- rum cuilibel in solidum potestatem conferimvis comparendi pro eisdem in quo- cumque tribunali ducali franchisiasque ipsas libertates, immunitates, privilegia , statute . capitula . pacta et convenciones buiusmodi defensandi iilarum observa- tionc petendi . procurandi et sollicitandi et gencraliter omnia faciendi quae pro observationem ipsarum defensores ipsi eensuerinl opportuna (1). Decernimus in- super et Statuimus quod si ex probibicionc cxercitii dictarum commissionum oriri contigerit controversia sen aliqua dari quaerela coram nobis aut Ids a quibus tales commissiones emanalae fiierint super lali controversia scu quaerela non possit per nos sen alios quosvis ordinari aut alias quovis modo provideri contra ordinarios ofliciarios cxcquulione lalium commissionum probibenles seu eos quos commis- siones ipsae COncernent aut alios quosvis nisi prins per nos cl dictos delegantes vocalo et audito altcro dictorum defensorum qui liberc dare possit rationes suas ct opposieiones adduccre |>ro observations dictarum francbisiarum , libertatum , immunitatum, privilegiorum , capitulorum, statutorum, pactorum et conventio- num. El si forte buiusmodi SUIS opposilionibus non obslantibus nos aut dicti (1) Qucsla instiluzionc di difensori pare a prima gianta dover esserc slala di gran I'rulto, c quasi nc pnrge un anticipate ooncallo di quclla pohstit tnbunieia clie Carlo Bolta proponcva a guaren- ligia delta liberla popolaie nella ennelusionc della sua Sloria d'ltalia continuala dal Guicciardini , nwcro di ijuel Protettarata che Giaiidomenico Romagnosi ideava nella sua Teoria costituzinnale. Ma sc c ollremodo prolilematica l'opporluna applicahilila di que' due sistemt elio finoro non uscirono dal ciroolo dellc astrazioni , c tnltavia irrccusabile il fallo dell' esperienza clio dimostro 1' iusuQi- cienza dell7 istituzione de* difensori. >i> allrimenli avveniva in Francia rispclln all'osservanza delle Heliberazioni degli Stati gcnerali. Cosi Anlonio Lnjsel , quel si dolln , ingenuo e franco sposilore dellc institutes coutumieres in occasinne dcll'adunanza degli Stali di Blois , e di que' di rarigi nel 1CI4 dircva — que e'etuit en vain qu'on assemblail les Etats pour donner au roi des vwytns de pourvoir aux abus de son roynuwr. si ce qui y etait avise nitait point observe , et qu'il serail a souhaiter que sa majeste etablit une i humbrc pour juger en dernier ressort des contraventions aux e'dits et ordonnanees , qui y auraient ele fails. Abrcgc dc la vie dc M. Lnysel par E. de Lauricre. SAOGIO STORICO 1)1 V. SCLOPIS 1 3y delcgantes scu unus nostrum ordinaremus ])rovisionem seu literal concederemus iudicio dictt defensoris in praeiudioium dictarum [ranchiaiarum et aliarum liber- taium praenriiaaruni quibus si ipse defensor appellaverit aut dixerit so gravatum. Tunc et eo oasu ipsi qui lalem ordinaoionera tulerint sou providerint aut literas concesscrinl illas ordiuacioncm provisiunem scu literal vocatis et assistcnlibus duobus in i-is peritis neutri partium auipectb qui per prius non interTuerint el ipso defemore laiius audita summarie sine lite et procenu incontinent! revidere et si de iure reparanda sint reparare debeant et teneantur. Quo interim et hu- iusmodi dlSOeptalione pendente, ab execulione dictarum commissionum superse- deri voiumus. Caeterum ne illo minis rigoroso ediclo quo tola clanial palria per illuslrissimum bonae memoriae duoem Ludovicum praefati (ilii nostri avum iaui- dudum et sub anno domini millesimo quadringentesimo sexagesimo die tertia de- ceiubris Cargnani conl'ecto el per Peclel (1) ducalcm secrelarium signato tie ce- tero quoquomodo uti possit , dlud et conlenla in eodem revocamus et annulla- mu< nulllUique roboril et etneaciae esse praescntibus deccriiimus poenasque tarn generaliter quam partioulariter commiasas et tam declaratai quam declarandas rationc subsidiorum bactenus concessorum, eliam ratione quarumcumque iniun- ctionum ad causam Ibrtaliciorum , municiouum , arlilleriariim repaiationum lo- eorum ac monstrarum fiendarum remiltimus et cassamus. Illos per quos inte- reril sine conslu cassari et annullari iubenles. Successive declaramus et statuimus nobis seu pracfato lilio noslro non licere dare in solutionem seu recompensam , stipendiorum, mercedem, donum vcl poenas aliquas declaralas seu declaraudas quae in rem non transiverint indicatam composicionesve conliscaciones emendas vel excheytas nisi prius informalae I'uerimus dc eorum vero valore , singula singulis referendo, ct tunc dare possimus in recompensam servicii seu satisfactionem. Ita tamen quod donaciones sic fiendae manus atlingant tbesaurarii Sabaudiae gene- ralis cum stillo et clausulis in lalibus assuelis. Voiumus eliam et statuimus licere eiadem patriae incolis et babitatoribus, communitatibusque, locorum civitatum el villarum et cuilibet eorundem emolumenlis et cxitibus gabellarum et pedagio- rum pro quibus tamen ad fortificaciones et alia onera aflici et impeli posse cen- sentur pro solucionibus (iendis subsidiorum haclcnus concessorum el diclo sub concedenda, impune uti et disponere. Quibus medianlibus eliam et ad relevalio- ncm onerum praediclorum quibus nunc variis modis aflicimur ipsi Ires slalus . inclusis exemptis el non exemptis , nobis non ex debito scd eorum pura ct mera liberalitate, quam in consequenliam ullo pacto trahi , nee eorum franchises, li- bertatibus, immunilatibus, privileges, statutis, paclis, capilulis et convoncionibus pracdictis praeiudicium aliquod generari voiumus, donaverunt in donum seu 8UD- sidium sexaginta millia (lorenos parviponderis Sabaudiae solvendos infra duos an- nus proximos ineboandos die festi Saneli Martini proximo venturi , videlicet tri- ginta millia (lorenos illinc ad alterum feslum eiusdem Sancti immediate futurum. Reliquam vero medielatem ad aliud festum praedicli Sancti Martini inde subse- quuturum , et in palria cismonlana ct non alibi , el in moneta nunc in palria ipsa currente. Ita et taliter quod pro dicta summa non possint nee debeanl astringi, ad se obligandum ad aliquod interesse seu cambium vel retrocambium. (.1) Lc diligenli riccrclie clio a rata pregliicra islituirono I'erudilo signur avvocato C. Combclli ne-U'archivio di corte, c Pegregio signor V. Baralis nell'arcliivio camerale, riuscirono vane: nesstin docamenlo si rinvenne dl qucsta data , 3 dicembrc 1460, cho possa con certezza tenersi per quello qui indicato. Si trova per allro una minula di patcnto , senza .lata, iscritla iu un protocollo di quell'anno, la quale invesli il Consiglio residente a Torino dell'aulorita e dei privilegi del Prefello Pretorio, come gia nc godeva il Consiglio di Sciambcri, ma con tali esigeuze di onerosi corrispct- livi, e con tanta severila nci modi di esecuzione, da reuderoe non die gradila, odiosa ai popoli la conocssione. I |d rtF.GLl STATt GKNF.HU. I ii receptor talis subsidii quitaoiones solucionum fiendarnm faccrc dcbcai sine constu durantibusque dictis terminis solutionum a dicta patria , ratioae marita- giorum, vel aliqua alia quavis causa onus vel aliud subsidium sen donum aliud requirere quovis niodo non possinius, promiltcntcs propterca bona fide nostra el in verbo principissae, el sub nostrorum praefatique lilii nostri oblisaoione bono- rum praemissa omnia attendere el inviolabiliter observare, ncc unquam contrafa- cere uicere vel venire scu contrafacere vel venire volenti assent ire ; mandantcs boc ideo consiliis praedictis nobiacum et Tkaurini resideniibus ac univerait ct singulis ducalibus officiariis fidelibus ct Biibditis praescntibus et fuluris, media- lis et immediatis commissariisque ad quos spectavcrit et praesentcs pervenerint scu ipsorum officiariorum loca tenentibus et ouilibet corundem sub poena cen- lum librarum I'oiiium pro quolibet dictis consiliis inferiore commitlenda, et nobis irrcniissibilitcr applicanda , quatemis liuiusniodi confirmationeni fraiichisiamni concessionemqne et litems nostras praedictia patriae incolis et habitatoribus eius- dem ac eoruni posteritati iuxta earum ibrmam , nicnlcm et tenoreni de punclo- que ad punctilio teneant, attendant et inviolabiliter observent tenerique et ob- scrvari f'aciant per qnosciiniquc illibatas, opposicionibua , stillis , exceptionibus, stalutis, cdictis, indultis, cridis, probibicionibus, Uteris et aliis quibusvis in con- trariuni adducendis ct facicntilms, quibus praescntibus ex dicta certa scientia de- rogamus et derogatum esse volumus non obstanlibus , bas dc praemissis conce- dentes, quas et plures eiusdem tenons sine constu sigillari iubemus. Datas Rip- polis die vigesima secunda octobris anno domini millcsimo quadringentesimo scpluagcsimo septimo. De Caburreto. Per dominant praescntibus dominis Ioanne de Compesio cpiscopo Tbaurinensi Urbano Bonivardi episcopo Vercellarum Gabriele dc Sejsello domino dc Aquis G. de Chalant domino Vareti Antbonio de Plozasco praesidentc Ioffredo dc Ripparolio magistro bospicii Micbacle de Canalibus Lanfranco de Advocalis Oldrado Canavoxii Pbilippo Chevrerii advocato Ruffino de Murris gcncrali Aymone de Grayeres Magistro requestarum. Rcddantur literae portitori. •^i.i.io storico di r. sni.opis 1 4 ■ li78 Cos'i il D 'Aquino come il Guichenon ricortlano die ncl novcmbre del 1478, CioJ [ioco tempo dopo la morte della duchessa Giolanda, trattossi di provvedere di lutore il duca Filiberlo die non oltrepassava ancora Tela di dodici anni, e che cio si csegui per delibcrazione degli Stati generali. Se non che il primo, die vivcva a que di, dice, che tale adu- nanza si tenne in Moncalieri : Convocate fucrunt ires status videlicet Pedcmonlanorum et Sabaudiensium in loco Monliscalerii coram praefato illustrissimo domino nostro duce P/ii/i be/to pupillo , tamen et sccum semper existente praefato domino de Luys guberitulore suae personac et in quibns tribns stalibns interfnerunt magnates Pedemontii et magnates Sabaudiae , et inter alios interjuerunt magnijici dominus Antelnuis do- minus Mjolani et Ludovicus comes Camerae, qui non erant boni amici quod habuerunt longo tempore guerram simul. Et in dictis tribus statibus tractatum juit de gubernatoribus ponendis circa patriam Sabaudiae et Pedemontii, el circa stalum illuslrissimi do- mini nostri pracfati donee ipse esset legilimae aetatis , et tandem fait conclusum quod eligerenlur sex Pedemontani et sex Sabaudicnses pro gubernatoribus dicti status donee et interim semper dictus dominus de Elius esset gubei'nator personae ducalis etc. II Guichenon poi narra che dopo la morte di Giolanda temevasi che, attesa la lenera eta del duca , i principi della casa volessero assumere autorita maggiore, e fosse per nascerne guerra civile. Jl Jut done resolu, egli dice , de convoquer les principaux et les notables de Celat a Bu- millj en Albanais pour voir a qui la re'gence apparliendroit : cctte as- semblee se fit an mois de novembre de I an 1/178, oil se trouvaient les eomtes de Geneve et de Bresse , le comtc de la Chambre , Miolans et autres seigneurs et gcntilsliommes plus qualifies. Il y fut conclu que Ion envojeroit au roi pour en avoir son advis. Cependant on elut douze personnes , six de Savoie et six de Piemont , pour e/re les conseils en 1 4a DEGLI STATI GENF.IUI.I loulcs les affaires qui suiviendroient etc. Guichcnon cita quali f'onti a cui attinse la sua narrazione il mcntovato Giovcnale e la cronaca latiim tli Savoia, la quale riferisce che toslo dopo la morte tli Giolanila maio- ribus totius ducatus Sabaudiac in unum congregatis apiul Rumiliacum in Albanesio , inter quos fuerunt. Liulovicus de Sabaudia comes Geben- nensis , ct Philippus dc Sabaudia comes Baugiaci , super gubernio du- catus Sabaiuliae el liberorum , el tandem una /hit omnium concors sen- tentia , regimen , tutelani el administrationem ducatus ct liberorum ar- bitrio domini Liuiovici Franchorum regis committere, el eum in guber- natorem recipere quern regia maiestas ad hoc duceret eligendum, cuius gratia dominus Philippus de Sabaiulia in propria nee non maiores do- minorum Sabaudiae citra et ultra montes ad regem se transtulerunt. Attencndoci alia precisione delle parole con che si spiegarono gli autori cilati, scorgeremo facilunente che di due adunanze dislinte da loro si ra- giona; la prima composta di soli grandi che si tenne in Rumilly, e dove si deliberb di ricorrere al re di Francia, e di porre la i'amiglia ducale e 1' intiero paese alia devozione di lui ; partito che poteva parere rassicu- rante pe' grandi , ma certo non 1' era per il sovrano ne per i popoli ; la seconda , cui allude Giovenale , costituita in vera Gongregazione dei tre Stati, di tutto il dominio del duca, che per necessita si piegava alia deliberazione dei grandi , e gia esprimeva 1' infausta autorita acquistala da Lodovico xi sul governo del paese. Degli atti della prima raunata non conosco il tenore ; forse non fu- rono che verbali intelligenze quali si usano nei parliti piu arrischiati e uaeno onorevoli. Seguono gli atti della seconda. SAGOIO STORICO Dl F. Sfll.OPIS 1 4^ 1478 — 79 MONTECALERII Acta trium statuum universalis patriae (i). Ouoniam ex praecepto illustrissimi principis nostri ct domini domini Philiberti Sabaudiac elc. dueis ac ex consilio Ludovici chrislianissimi Francoruni regis eius auunculi colendissimi ties status vniuersalis patriae suae hoc in loco Montiscalierii in Spiritu Sanclo vt videtur sunt in praeseneiarum conuocati vt honor et como- dum praelibati principis nostri ac vniversalis patriae ducalis ad laudem et gloriam omnipolenlis inimon-lisque Dei nee non ad decus et honorem atque pracserua- oionem et augmenlum status praelibati domini nostri et pro bono vniuersalis rei- publieae et subditorum t!:cit , considit et aduisat prout infra vllra tamen alia responsa iam data praepo&'tis parte praefati illustrissimi domini nostri maxime super facto Alamanorum. Placet illustrissimo domino i ->stro sub ratifficacionibus et formis in fine cuius- libet ipsorum descriptis. In primis rogandus et exorlandus est illustrissimus princeps ct dominus noster Pliilibertus Sabaudiae etc. dux praelibalus, quod Deum ante omnia timeat mandata eius obseruet et suos imitando illustrissimos progenitores virtutes colat diuinum offieium , cultum et dona ac hclcmosinas consuetas iuxta ritum maiorum suo- rum obseruet babito semper modcramine aetatis reddituumque suorum et hiis enim diuinis ofticiis et belemosinis piissimus Deus ipsum principem nostrum et eius slatum deffensabit. Exorandus quoque el rogandus vt consilio christianissimi Francorum regis eius auunculi colendissimi semper vtatur et viuat. Illud dignum et sanctum dicimus et non tantum vti illustrissimi progenitores nostri facere, sed feruencius diuino cullui et seruicio pro posse insudare insti- tuinuis el omni in re nostra vt praemissum est consilio ipsius domini regis semper vti. Item videtur ipsi consilio trium statuum quod sint eligendi aliqui viri sapien- tes et graues tam ex dominis praclatis ecclesiarum , quam nobilibus et vaxallis castellorum ac eciam de ipsis communitatibus ex omni patria ducali eciam Niciensi qui habeant aspicere et animaduerlere circa rcformacionem status ipsius illustris- simi domini nostri ac suae reipublicae et subditorum in hunc qui sequitur modura. Et primo animaducrtant et prouideanl ipsi eligendi quod illustrissimus dominus nosier praelibatus habeat secum duo consilia vnum et primum consilium secretum scu status quod representel ipsum principem et habeat omnimodam jiotcstatem. Aliud vero iusticiae ordinarium prout infra. Item animaduertant ct prouideanl dicti eligendi quod in praedicto consilio et slalu illustrissimi domini nostri nee non in consiliis iusticiae tam secum quam tlhamberiaci ct Thaurini residentibus ac eciam super redditibus, financiis ct ob- uencionibus ipsius illustrissimi domini nostri sint homines probi et digni in nu- (II Dall'arrlimo di eorlc. I.jj IIKCM STATI GKNtiUALI moo lantummodo neccssario ct sufficienti et non supcrfluo lam de palria ultra- montana ao e contra ao eciam Niciae, ct «|tii suit homines digui et calilTicati se- cundum oonuenienciam auoruni othciorum et iuzta formam decretorum ducalium. Ei iia quod in omnibus offioiis et admmlstracionibus servetur aequalitas idest quod toi Bint dc patria ultramontana quam citramontana et c contra iuxta men- tem regiae magestatis. lluic quarto et duobus proxime praecedentibus placet, quod deputentur homi- nes probi qui aduisent circa Btatum nostrum et iusticiam et dent eorum aduisa- menta offerentes nos semper paratos illos benigne audire et prouidere iuxta for- inaiu iuris et statutoruin noslrorum salva semper nostra auclorilale ct uostri no- biscum residentis consilii. Item quantum concernit camlicllanos vidclur aequalitas scruanda ut tot numero sint de patria eismontana quam ultramontana quantum vero ad caeleros scruitorcs domus illustrissimi domini nOStri rcmicluntur disereclioni domini des Luys cui cura illustrissimi domini nostri est commissa. Dabilur ordo talis quod mcrilo omnes citra et ultramontani debebunt con- lenlari. Item vidclur aduisandum per dictum dominum dee LuyS quod quilibet ofJicia- rius domus lencatur habere penes se formam decrcli ducalis concerncnlis suum ofticium et secundum formam illius sc gerat el quilibet leneatur exereere .suum officium nee se iinpcdire de ollicio allerius ne olliciariorurn conculcacio fiat. Item quod peusiones moderentur et rcgulenlur arbilrio consilii illustrissimi domini noslri prouidendo ul ipii habebunt peusiones non habcant parccllas. Item quod oflicia ct caslellaniae conccdantur pcrsonis aptis et jdoncis ad ilia excrcenda et qui per se ipsos ilia regant ct excrceant et non per substilutos actento maxime quod per talcs substitutos in olliciis muliac et incredibiles hunt exlorcioncs et pallia supra modum depauperalur nisi in scruiciis ducalibus essent occupali ipjo casu cciam substituti tencantur seruare decrcta dominicalia tam circa inlroitum el expensas carccrum , quam circa composiciones (iendas , nee capiant secundum formam decreloruin ac eciam singulis annis teneant sindicatum consuctudinc in contrarium alleganda non obstante. Huic octauo et duobus immediate praecedentibus dicimus omnia rccilata in ipsis capitulis comprehensa fore in slatulis generalis reformacionis Sabaudiae (1) quae ut digna et sancta obseruare intendimus el hoc non laesa auclorilale nostra quam semper (irmum locum volumus oblinere. Item quod exercentes el adminisliantes iusticiam, necnon quicumquc alii olfi- ciarii teneantur ydonee cauere de tenendo sindacatum el iuii parendo coram deputalis et cligendis qui deputandi el eligendi aucloritatem habcant quaerelas (|uascuuiquc audire et de ipsis iusticiam ministrare semel in anno nee eorum ofticia debeant quoquomodo impedire, ct sint tales eligendi viri probi et de omni statu in palria ducali. Placet et volumus quod franchisiac et staluta praedicta quae rem banc in se continent obseruenlur. Et conccdimus eciam locis et cominunilalibus qui non ha be nt: policcniur ulleri'is ct volumus quod non semel in anno sed omni die omni bora possinl contra iusticiarios ct olliciarios dari ipiaerelae el nos de ipsis suiiiiiiariaiii faciemus ministrare iusticiam non facta acceptione personaruin. Item quod videanlur raciones subsidioiuiu , donorum et composicionum ac iiluiciicioiiniii et rcddiluum ducalium inaxinie a duobus annis proxime praeleritis cilia et qualiler et in quos usus supradicla omnia conuersa fuerunl ct codem niodo de iocalibus et aliis bonis mobilibus ducalibus. (I) Nei cinipic libri degli Siatiuj *li A.onedeo vm si riovengoao boUo diverse robricfao 1c allri- tiuziooi precise dei varii oticiali dello stalo e delta cortc ; si vedra ivi per escmpio come I'oficio dci ciambcllani fosse nsilandi gardam robam wutram d omnia quae ibidem reponuntur etc. SACGIO STOIUCO DI r. SCI.OPIS i p Non solum volumus Bed rogamua quod videantur raciones in eo cxprcssae et quae bona mobilia habcmus el per quos et apod quos rctracta sunt. Iiem (|uoil iranohisiae, libcrtaics, priuileeia, capitula, statuta, bonae consuetu- dinos, conucnciones pacta patriae, cl singulorum locoriUD seruenlur, quibus per supra et infrasoripla non derogelur el quod nulla composicio cuiuMiinquc quan- litatis sit aut ex quauis causa fieri possit in curia illuslrissimi domini nostri aut altero consilioruui ducalium nisi Iranscat per uniuersalc consilium iusliciae et praesente toto consilio sit facta el liclerae dictae composicionis sigillo cancellariae aut allerius sigilli ilucalis ubi fuerit factae sigillalac. Item quod illustrissimus dominus nosier inlerteneat omnes liguas et confoede- raciones suas cum amicis et heniuolis et cum bono consilio semper regiae ma- gestalis specialiler antiquam tiguam dominorum Bernensium et Friburgensiuin. Item quod omnia iocalia et bona praeciosa illuslrissimi domini nuslri debite in— venlarizenlur et in tuto reponanlur , ne aliquid dislrabatur et in fului urn racio reddi possit el inuenlaria mictanlur in camera computorum. Placent isle decimus lereius et duo pracccdciilcs undecimus videlicet ct duo- decimus prout iaccnt et signanler ([uod composicioncs et alia quae agcnlur in curia nostra sigillenlur sigillo cancellariae lantummodo iuxla formuni diclorum statutorum , et non alitor. Item videantur inuentaria ducum Ludouici el Amedei et aduisetur quid de iocalibus desit. Placet ut supra in decimo capitulo. Item prouidealur quod sub umbra curiarum ecclesiasticarum et maxime dele- gatorum iurisdietio illuslrissimi domini nostri non laedatur el subditi ducales per indirectas vias ad alienas curias non trabantur el maxime cessiones ut dictim contigit seiuata tamen libertate ecclesiastica ; el cciam ne sub vmbra et vela- mine priuilegii clericalis dclicla remaneant inpunita et circa baec cum praelatis in statibus exislentibus appuncluelur et breuc apposlolicum super materia cleri- corum publicctur et exequatur. Volumus in hiis obseruari formam dictorum statutoi-um, ct breuis aposlolici super hoc nouissime oblenti quod eciam publicari iubemus (1). Item quod nullomodo procedatur contra haeredes et bona aliquorum deffuncto- rum praelexlu usurarum vel contractuum simulatorum nisi per informaciones le- gilimas comperianlur fuisse et esse usurarii manifesti in patria ducali. Volumus Iranchisias super hoc obtentas el concessas ad unguem observari. Item quod nullomodo debeat fieri seu possil aliqua composicio cum homicidis volunlariis el cum falsariis fabricatoribus vel expendentibus dolose monelam fal- sain et instrumentorum et assacinis scd de talibus fiat debita iusticia sine aliqua remissione. Placel et volumus accuratissime obseruari. Item et quod officiates habeant eorum salaria , quia sub umbra quod salaria non soluunlur fiunt multa inhonesta. Placet et volumus ut supra. Item quod redditus, census et obvenciones eiuitatum villarum el opidorum il- luslrissimi domini nostri non accensentur vel dentur ad firmam scd leneantur cum onsre reddendi computum in camera computorum actenlo quod fiunt multac et variae extorsiones sub pretextu istarum censarum el hoc capitulum non habeal locum in hiis quae nunc accensantur pro solucionc fienda alamanis. Volumus ct conccdimus salua tamen semper auctoritate nostra. (1) Assai nolcvolo c il Icslo di quesla domanda c di qucsla risposta. Si avycrla pure die con kollo del giorno nono dalle calcndc di mano ( 21 febbraio ) 1474 Sislo iv proib'i conferri in pa- tonas alicnigenas benejicia exislentia in dilionibus scrcnissimorum ducum Sabaudiac , e cio ad islaDZa della duclicssa (jiolauda. Sehie II. Tom. XII. to I [6 DEGl I STAT] GENERAL! 1 icm quod clausula decreti seneralis super recognicionibus leudoruni prin- cipis edita ubique in dioione Sabaudiae seruelur el eodem modo deoollacionibus prothooollorurn nisi consuetudine vcl priuilegio alitor esset obseruatum. Volumus et concedimus. Item quod probibeatur delaoio Brmorum in civitatibus el villis sub maximis paenis. Placet el concedimus except is priuilegiatis. item prouideatur quod inquisitores baeretieae prauitatis non procedant ultra formam luris iia et taliter quod officiarii ducales aduertant no sub praetextu diciae inquisioiohis ducales subditi indebite opprimantur. Conoedimus quod non procedant inquisitores ultra formam iuris et dictorum statu torum. Item quod prouideatur quod nullus forensis per gracias expeetatiuas eleotiones vcl alias collaciones obtineat beneficia ecelesiastica in patria ducali. Quin ymo obseruetur priuilegium nuper per sanctissimum dominum nostrum concessum. \ olumus et concedimus. Item propter inuolucionem causarum ventillancium in consilio residenle cum Domino causae fiunl pene immortales, videtur aduertendum ne tanta causarum coadunacio fial sed remictantur causae ad ordinarios locorum exeeptis oausis ez forma ducalis decreti reseruatis. Seruetur forma statutorum nostrorum. Item quod in consilio illustrissimi domini nostri pro abreuiacione causarum curral lusticia ut in aliis consiliis detractis tamen temporibus quibus contigeret curiam transmutari de loco ad locum quo casu dentur feriae quibus durantibus non ourrat iusticia. Ut supra proximo. Item quod causae appellacionum gradalim procedant nisi de ambarum parcium processerit volunlale. Ut supra proximo. Item quod in oausis criminalibus commissarii non miltanlur per palriam sod puniantur dclicla per ordinarios nisi forte causae sint quorum cognilio pcrlineat ad consilium illustrissimi domini nostri pro quibus casus dcpulentur commis- sarii viri piobi el BCientiffici qui cum ordinario procedant et non alitor; et pro ooium laboro et scripturis non cxiganl ultra formam statuti corruptela allegata pro consuetudine non obstante. Seruetur forma decreloruni ducalium ut supra. Item similiter per castellanos, scribas curiarum et alios circa cxaetioncm scriplu- rarum seruetur forma decreti ducalis consuetudine in contrarium non obstante. Placet et volumus inconcusse obseruari. Item quod per oommissarios exlentarum non exigantur a subditis nisi secun- dum formam ducalis statuti. Ut supra proxime. Item quod castellani et omnes officiarii lencantur debita occasione ofticiorum suorum exigere infra trionnium aut debitam diligentiam de cxigendo faooro alioquin currat eis pracscriptio Iriennalis. Placet et volumus ut supra. Pbilibertus dux Sabaudiae, Cbablaysii el Auguslae, Sacri Romani imperii princeps vicariusque perpetuus, marcliio in Ytalia, princeps Pedemontium Nyciaeque, Vcr- oollaium ac Friburgi etc. dominus. Dileclis consiliis nobiscum Lbamberiaei el Thaurini residentibus praesidentique et magistris camerae computorum Sabaudiae SAGGIO STORICO 1)1 F. SCI. OP] S I 47 nee non univcrsis el singulis gubernatoribus, bailliuis, rudicibua, vicariia, potesia- libus , oapitaneis, casteltanU, proouratoribus, clavariia, commiaaariia ac caeteria officiariis' nostria mediatis el immediatia, praeaentibua et futuria aeu ipsorum loca- tenentibua , miatralibua, servientibuaque generalibua aalntem. Per ires siaius isto in loco Montiacallerii invicem oongregatos aobia fuerunt exhibita capitula pre- aentibus annexa super quibus factae extjterunt reaponaionea in fine cuiualibet ipsorum deacriptae quorumquidem capitulorum el reaponaionum dilecti nostri sin- ifici , homines el communitas Kiimilliaci obseruanciain huiuillime suppliearunl <|iioriim supplicaeioni anuuenles el eisdem uedum in bis vmo el longe maioribus suis non solum apud nos jmo et bonae memoriae illuslrissimns pracdeccsaorcs noslros exigenlibus seruiciis el benemerilis favoribus benignis prosequi aflectan- les — Ex nostra certa seiencia, ceiam malura consilii nobiscuiu residenlis deli- beraoione praebabita, praedicta capitula et reaponaionea proui iaceni ipsae reapon- aionea pracfalis liominibus el coiiiiuuiiilali ad opus ipsorum el suoruin stipulan- lium et recipienlium eonlirmamus, ratificamus el approbamus ac roboris firmi- tatem oblinere volumus. Vobis propterea et veslrum cuilibet in solidum diatricte COmmictimua et mandamus sub poena vestrorum privacionis oftieiorum et ullerius centum marcbarum argenli pro quolibel dictia consiliis et de camera inferiore qualhinus capitula el reaponaionea ipsas iuxla eorum formam , mentem , conli- neuciam et tenorem praefatis liominibus et communilati ac suis praedictis teneatia actendatis et inuiolabiliter obseruetis tenerique actendi et per quosvis facialis in- concusse obseruari el in nullo contraveniatis quomodolibel vel opponalis in con- Irariuiu adducendis et facientibus repulsis et non obstanlibus quibusuis eciam absque alterius expectationem mandali. Datum in Montecallerio die viccsima fe- bruarii millesimo quatercenlesimo septuagesimo nono. Per dominant praesenlibus dominis R. Vrbano Boniuardi episcopo Vercellarum Petro de Sancto Michaele canccllario Ludouico comite Camerae et vicecomite Maurianae Gabriele de Seyssello domino de Aquis Anthonio Lamberli decano Sabaudiae Antbonio de Plozasco praesidente Ioffredo de Ripparolio magislro hospicii Micbaelc de Canalibus Lanfranco de Aduocatis Oldrado Canauoxii Philippo Cheurerii aduocalo et Alexandro Richardonis thesaurario. Beczon. Reddantur literae portitori. Extracta est praesens copia a proprio original! de mandato domini praesi- dentis , et magistrorum computorum ducalium per me nolarium subsignatum. Dyonisii. 1 [8 DF.C.I.I ST ATI GENERAL! 1478 Se sliamo alia fcde del loilato Giovcnale d'Aquino scritlore , come si awerti, contemporaneo e diligenlc, ncl 1/^8, dopo lenuti gli Stati gc- nerali clic seguirono la morle di Giolanda, cssendosi vieppiu inasprite le parti dc' corligiani inlorno al duca ancoi'a minore, i magnati dclla Sa- voia, Ira i quali principalincnte il contc de la Chambre, coi signori d'\ix e di Challanl , non csitarono a cacciare di viva forza il signor de Luys i Filibcrto de Grolee) governatore del duca, traendolo dalla camera ove egli dormiva accanto al principe , e mcnandolo prigione nelle castclla dei signori de la Chambre. Cos'i il La Chambre si vendicava del Luys, perche da queslo era stalo private del governo dcllo ' Stato del duca , conferito in vece al vcscovo di Gincvra. Accordatisi poi con Giano di Savoia conte del Gencvese , zio del duca, cpie' corligiani menarono seco Filiberto — Quibus omni- bus ila gcstis , prosegue Giovenale d'Aquino , tenuerunt tves status sum- marios in dido loco Annixiaci, in quibus tribus stalibus, breviter con- chulendo , jidt conclusion quod praefatus dominus dux cum diclo do- mino gubevnatorc comite Camere , et aliis subditis ducalibus in arm is , transire dcbcrent monies ante festa Natalia , et expellere dictum reve- rendum episcopum novum gubernatorem a dicio gubernio et a patria pedemontana , et sic mandalum fuit ad omnes subditos ducales in pa- tria Sabaudiae etc. Impresa cpiesta che poi torno a danno dcllo stesso La Chambre, come si pu6 vedere nel racconlo succcssivo del cronista. SAGG10 STORICO DI F. SCLOPIS 1 49 CARLO I. Questo principe salilo al trono cpiando appena contava quattordici anni , mori ncl ventuncsiino. In eta cosi giovanile altro non si poteva aspettare da lui fuori chc dando prove d'ardimento guerresco dimostrasse non es- sere culi deeenere da' suoi ma&eiori. Cos! avvennc; ed a chiarire cotesta valorosa disposizionc delTanimo sno servirono i contrast! e le guerre che egli ebbe a sostencre conlro i marches! di Saluzzo sui qnali egli voleva rivendicare la superiority feudale usurpatagli dai re di Francia. In ge- nere affalto opposto egli ebbe pure a dar prova di risolutezza danimo: riferiro in proposilo la verlenza epiale vien riferita nelle annotazioni alia Isloria di Torino dell'abate Ferrero di Lavriano — » Giovanni Lodovico » di Savoia vescovo di Geneva parti da epiesta vita li 1 1 di giugno » dell'anno 1482. II duea dovendo provvedere traesta chiesa d'nn nuovo » pastore nomino Francesco di Savoia , sno zio , arcivescovo d' Auch , » abate di StalFarda e d'Aulps. II capitolo elesse uno del corpo e fu » Urbano della Villetta di Civrone : Sislo iv che mirava a far vescovo » di Torino il cardinale di S. Cleincnle , Domenico della Rovere , ne » spedi le bolle a favore di Giovanni Compesio nostro vescovo ( di » Torino ) ordinandogli di prendcrnc il possesso , e fulminando censure i) contro chiiuicpie avesse osato d'opporsi. II duca Carlo, che non voleva » fosse recato pregiudicio a' suoi antichi diritti di nomina , comuuico » Timporlanza dell'afiare a Filippo di Savoia , conte di Bressa , il quale » andato a Geneva ne fece uscire Giovanni Compesio , guerni il vesco- » vado di genlc d'armi, si rese padrone della cilta, e colloco in su la » sedia vescovile Francesco di Savoia , nonvinato dal duca suo nipote. (I) Lib. 4 della scconda parte n. 50. I0O DEGI.I STATI GF.NERAM » Porto le sue querele Giovanni Compesio a Roma , e chicse al pon- tefice di tenure al suo vescovado di Torino. Frcmcndo d' ira e di « sdegno Sisto pretesc di scomunicare il consiglio ducalc; ruinaccio din- » terdetto la chiesa di Geneva ; ma quando gli l'urono conte lc ragioni » ed i diritti del nostro sovrano approve la nomina dal, medesimo l'alla >i nella persona di Francesco di Savoia , e diede 1' arcivescovado di Ta- raulasia a Giovanni Compesio. » Si adopcro poscia , ma invano , il duca Carlo , a rendcre in qualche parte eflieace il dono del regno di Cipro faltogli da Carlotta sua zia , ultima della stirpe legittima dei Lusignani ; quella Carlotta di cui nella di lei giovinezza, con tanta arguzia di stile fece il ritratto Enea Silvio Piccolomini divenuto poi papa col nome di Pio n , scrivendo : mulier quatuor ct viginti annos nata videbatuv, stattira mediocrl, laetis oculis, faciem inter fiiscam et pallidum , sermone blando et graecorum more torrcnii simili, vestitu gallico, moribus qui regio sanguini convenirent. La prematura morte di Carlo apri 1' adito a nuove tutele cd a nuove convocazioni di nazionale rappresenlanza. 1182 — 83 Quando inori il duca Filiberto , il l'ratello di lui chiamato al trono trovavasi in Francia dove l'insidiosa politica di Lodovico xi lo tralteneva. Ma i popoli a lui pensavano e non si rimanevano dal provvcderlo di ne- cessarii sussidii onde potesse soddisfare alle occorrenze del suo governo. La deliberazione dei tre Stati di Piemonte che stiamo per riferire e degna di particolare attenzione per questo rispetlo , ed anche perche ad essa succedono le lettere di conferma del principe al primo giungere ch'ei faceva sull'estremo lembo de' suoi Stati , al ponte di Belvicino, ed il do- cumento della ripartizione e dell' esazione dei carichi , oggetlo di gran rilievo agli occhi dei contribuenli. SAG G 10 STOIUC0 DI F. SOI.OPIS [5 I Capitula leeta in statibus patriae cismontanae in Thaurino in re- fectorio Sancti Francisci die vigesima secunda octobris anno Domini millesimo quatercentesimo ocluagcsimo sccundo (i). Ouoniam ut omnibus notorium est quod illustrissimus dominus ilominus nosier dux eflectus est per mortem quondam illustrissimi nunquam delendae memoriae domini Filiberti Sabaudiae etc. duoia praedeoessoris excellcnciae suae qui extra patriam give dominacionem est, afTectans taincn patriam cidem suae dominacioni subiectam intrare possessionemque pedalcm ipsius adipisci uec non subditos uni- versaliter suis oculis corporations visitarc ac alia face re pertinencia ducali cel- situdini , uiente agitans laincu quod |>racmissa ad optatum fieri non valent nisi previis manibus adiutricibus lociua patriae, consideralis muilis quae excellcnciae suae accidere possent , ideoquc imploravit praefata exccllencia auxiliuni et sub- sidiuin per praefalam patriam celsitudini su;ic impartiri , quibus annucrc volens ipsa palria quamquam variis tribulacionibus ac indigenous onusta sit atlco quod vix in vita supplere possit , donavil et donat florcnos quinquaginta inilia parvi ponderis Sabaudiae per ipsam totam patriam cismontanam solvendos, nomine cx- cluso vel exempto , exorans , suplicans el obtestans praefata patria praefatam excelenciam ul ipsum donum laeto animo illarique vuliu acceptare dignetur sub Omen pactis, convencionibus et capilulia infrascriptis. El primo quod tiiginla duo milia lloieui ipsius subsidii sen doni quinquaginta milia Qorenorum non possint exigi nee recuperari nisi adveniente festo Sancti Martini anni millesimi quatercentesimi ocluagesifni terci et ressiduum dicti doni quinquaginta milium ilorenurum quod est floreni decern oclo milia exigi non possit nec recuperari ante carnis privium anni millesimi octuagesimi quarti et monetae nunc Current is in patria cismonlana ita et taliter quod istae exacliones non trabantur in consequenciam et fieri non possint nisi illustrissimo domino domino nostro primo adveniente in patriam suam et si contigerit ipsis terminis pendentibus pracfatum illuslrissinvum dominum dominum nostrum in patriam suam non venire ipsum donum babeatur pro non dato. Item quod praefalus illustrissimus dominus nosier dignetur contentari de prae- misso dono ila et taliter quod ipsa pallia exeusala et exonerata sit ab aliis quae peti possint etiam pro lelici advenlu praelibatae eiusdom domiuacionis et introjtu. llein quod praelibalns illustrissimus dominus noster dignetur mcdiaiilibus prac- missis hoc etiam acto, francbisias, capitula, liberlates, statuta, consuctudincs, pacta et conveneiones tarn in genere quam in specie concessas el per illuslrissimos prae- decessores suos el per illustrissimam quondam bonae memoriae dominam domi- nam lolant genitricem et tutorio nomine eiusdem quondam praedecessoris il- lustrissimi domini domini noslri sine conslu sigilli confirmarc . mandando etiam cassari et anullari quascumque multas et poenas iinpositas patriae Pcdemoncium in genere sive in specie per magnilicos dominos marcscallns sive alios ad boc deputatos praetextu forlaliciorum . cxcrciluum sive armorum et municionum. Item dignetur praelibalus illustrissimus dominus dominus noster revocarc quos- cumquc commisarios extentarum et quatenus praclibatus illustrissimus dominus dominus noster reeogniciones fieri intendat ille, tales recogniciones fiant in ma- nibus ordinariorum locorum, quo autem ad nobiles non compellantur recognoscere nisi pro quotla. Item quod exacts buiusmodi doni sen subsidii ipsum exigerc non possit nisi dum taxat super quarneto dando et faciendo per deputatos per patriam ct ipse receptor teneatur facerc confessiones sine constu. 1) Da copia presso il signer cay. Cibrario. [S3 DEGLI STATI CENERALI Et quia egregius secretarius Iobannes Viglodi continue ct graciose gessit in servicium patriae et promptum redidit suplioat ipsa patria dignclur dominacio antclata confirmaciones franchixiarum et aliorum de quibus supra expediri man- dari per eundem sccrclarium. Item etiam eundem secrelarium adopcrarc dignetur in homagiis el recogni- eionibus ae fidclitalibus recipiendis tain nobilium quatD eoniunilaluni. Item, illuslrissime princeps, quia patria cismonlana porlavil iain dill et gerit praesencialiter onera fere cidein insupnrlabilia Siiplicat lam nobiles quam homi- nes ciusdem baberi recomissos tarn in bcncliciis quam in olliciis ad linem ut in servicium dominacionis praelibatae diclim sc habcanl reddere promptiores. Super scripta capilula per eongregacionem Irium slatuum patriae Pedemoncium edita in ipsa congregacione tenia sub die vigesima secunda octobris millesimi quaterccntesimi oetuagesimi secundi in Thaurino in refectorio Sancli Francisci iussu et mandato dominorum el alioruui in ipsis slatibus congregatorum expedivi ego Iobannes Dominicus Rota nolarius subsignatus. Sottoscrillo De Rotis. Per infrascriptos Dominos clectos ad suprascriptam distribucionem faciendam et etiam per quos interfuerunl in ipsa distribucione dalus I'uil liber et quintcr- netus taxae pracdictae ad exigendum ab omnibus el singulis nobilibus el corau- nitalibus in dicto quarnelo descriplis et a qualibet seu quolibet ipsorum prout in pede euiuslibcl continclur et in terminis superius denotalis el descriplis tarn in probemio quam capitulis suprascriplis et designalis nobili Chalelino Maleti receptori Pedemoncium et locumlenenti pro spectabili domino Alexandro Ri- ehardonis ducali Sabaudiae consiliario et thesaurario gencralis ibidem praesenti et acccptanli ac ipsum quinteriKlum habuisse confitenti sub modis et condicio- nibus ac prout et qucniadmodiim superius est descriplum, bcncplacito illuslrissimi domini noslri quo ad constitucionem receplorum buiusmodi subsidii in pracmissis semper reservato. Datum el actum Thaurini in bospicio signi Angeli die septima decembris anno Domini millesinio qualercenlesimo ocluagesiiuo secundo. Nomina electorum et etiam qui in dicta taxa inlerfuerunt ct dislribucione sunt baec: spectabiles domini nobilesque Iacobus Arcbatoris, Gaspardus Provana, Ber- bonus de Strata , Ubertus dc Pectenalis civis Vercellarmn , Baldessaris Perachii burgensis Avillianiac, Micbael Cozolij de Carignano, Iohannes Dominicus de Rotis de Sancla Agata , Matbaeus Mescbialis de Bugella et Pelrinus Barberis dc Ray- conixio. Suprascriplis capitulis et distribucionibus inlerfui ct aliis superius agilatis ut supra continetur cum aliis electis superius nominalis , ego Iobannes Dominicus Rota nolarius publicus de Sancla Agala et uuus ex laxaloribus ad boc electis et in testimonium praemissorum suprascriptum quarnetum et suprascripta capitula scripsi ct signavi. Sollo&critta manualmente De Rotis. Seguono le sottoscrizioni originali lta atestor fuise facto Gaspardus Provana propria manu. Et ila atestor ego Berbonus de Strata supraseriptua propria manu. Et ila alestor ego Uberlus de Pectenatis aubscripsi. Et ita atestor ego Baldesar Perachii de Avilliana subsoripsi. Et ita atestor ego Michael Cozoli suprascriplus manu propria. Et ita atestor ego Matbaeus de Mesi.biatis de Bugella suprascriplus manu propria. Et ita atestor ego Petrinus dc Barberis suprascriptus manu propria. El ita atestor ego Iacobus de Archatoribus suprascriptus manu propria. i :>:■> SAGC10 STOMCO DI F. SfXOI'IS Taxa subsidil quinquaginta millium florenorum cuius receptor fuit Catherinus Maleti. Kacoliu dux Sabaudiae etc. Universis et singulis fieri volumus manifestum quod cum Ires status invicem ultimate nostra in palria ultramontana congregali gubsidium sen donum ad subveniendum nobis occurrentibus quinquaginta millium florenorum concesserunt circa cuius ezaolionem probum fidelem et ipai patriae gratum deputare volentes quemadmodum benedilectum fidelem secretarium no- strum Catherinum Maleti receptorem dictae patriae quia alia subsidia bonac me- moriae illustrissimis pruedecessoribus noslris conccssa exegil et recuperavit tali- tcrque se babuil quod nulla m de ipso ea Ac re suscepimus querellam de prac- diclis novimus comprobatiim; ex nostra igilur certa sciencia, elaini matura pro- cerum fidelium consdiariorum nostrorum super bis deliberacione praehabita, ipsum Catherinum Maleti praesentem et acceptantem racimua et constituimua per prac- scntes ipsius subsidii seu doni quinquaginta millium florenorum receptorem ei- demque plenum conferimus potestatem bailliam ct aucloritalem ipsum gubsidium seu donum a debenlibus illud exigendum el recuperaniluni talesque si solvere recuscnt ratas ipsis contingentes poenarum imposicione , deelaracione , miti- gacione bonorumque suorum quorumcumque captione , levatione , vendicione , subbistationc , expedicione et ad manus nostras rcductione personarumque suaruin arrestacionc , detencione et incarceracione ac aliis viis omnibus quibus fieri polerit forcioribus et proul in denariis nostris fiscalibus fieri debet et con- suevit ad easdem solvendum cogendi et compellendi, de ipsisquc quietancias va- lidas facieudi cl expediendi et alia agendi in pracmissis necessaria pariler et op- portuna et quae per consimiles rcceptores fieri sunt assueta sub tamen Stipendlis per nos cidem ordinandis et stabiliendis, ipse enim Catherinus Maleti nobis de- I >i i ii in et opportunum in talibus consuelum praestilit iuramentum; quo circa man- damus universis et singulis ofliciariis fidelibus el subdiclis noslris mediatis el im- mediatis ipsorumquc olliciariorum locatenenlibus et cuilibet eorundem sub poena centum libraium lorcium pro quolibel, qualhenus eundem Catherinum el cxactio- neiu dicti subsidii seu doni fortem facianl sibiquc el mandatis suis circa prae- missa et ex eis dependencia fienda pareant , obediant , solvant , respondeant el assistant vel ul reeeptori eiusdem per nos el praemittitur constiluto. Et insuper praesidenti et magistris camerae computorum noslrorum quod receptas et libralas per ipsum de et super dido subsidio fiendo cum stipendiis per nos eidem ut praemittitur statuendis suis in computis ad causam dicti doni sive subsidii intrent et allocent. Quibuscumque in coulrarium facientibus adducendisque facientibus repulsis et non obslanlibus. Datum in Pontc Bellivicini die prima februarii anno Domini millesimo qua- terccntcsimo octuagesimo tcrcio. Per dominum praescntibus dominis Petro dc Sancto Micbacle cancellario Sabaudiae Anlhonio domino M^olaui inarescallo Sabaudiae Georgio dc Menthonc barone C.ollogniaci novi Oldrado Canavoxii Guillielmo de Forax magistro bospicii et Petro Iacquemonis advocato pauperum. Reddantur litcrae porlitori. Manttalmt'ntc solloscritlo Beczon. ( L. S. ) Skrik II. Tom. XII. 20 1 .. ., DEC. I.I STATI ni'.NF.nALl Sequitur taxa el quinlcrnetus distribucioaia quinquaginta milia florcnorum parvi ponderia Sabaudiae per patriam uismontanam de anno praesenti millesimo iiualercentesimo ocluagesimo secundo et die vigesima seeunda mensis ociobris illuslrissimo et excellenlissimo domino domino nostra Carolo Sabaudiae etc. duci m congregacione triuin atatuum eiuadem patriae ducali ex mandate in Tbaurino et in refectorio Sancti Francisci congregatorum liberaliter ct gracioae largitorum el dalorum per eandem congregacionem ad causam ut ipse illustrissimus domi- iuis nosier qui presencialilcr a patria sua absens est in eandem oito babcat ef- rectualiter introcedere etiam ct pro felici eiusdem dominacionis adventu et in- iroylu. Item et aliorum mille Qorenorum parri ponderia Sabaudiae per eandem congregacionem graciose donatorum speotabiii domino Anlbonio de la Foree qui praelibato illuslrissimo domino nostra bene serrivit in morigeracionem donacionia eiusdem ad finem ul in niturum promptius el fidclius babcat circha personam eiusdem domini nostri frequentare. Oui quidem floreni quinquaginta milia per congregacionem praedictam dati fucrunt et sunt pariter ct praedicti mille ut supra sub mo 649 4 5 Uuscha liorenos qualuor centum quinquc grossum unum sive » 405 1 » S:ivili. iiiiiin liorenos mille septem centum decern oclo grossos duos quartum medium sive » 1718 2 1|2 Chabalarius maior liorenos quatuor centum et quinque gros- sum unum sive » 405 1 » Carignanum florenos quinque centum quinquaginta unum grossos quatuor quartos duos sive » 551 4 2 Monscalerius llorcnos mille tricentum sexaginta quinque gros- sum unum quartos tres cum dimidio sive » 1565 1 3 l|"i Terrae nobilium lirincipatus. Plozaschum florenos quinque centum decern novem quartos tres cum dimidio grossi sive » Oombeviana liorenos centum quinquaginta quinque grossos duos quartos tres sive » Baldiserium florenos quadraginta grossos quinquc quartum unum cum dimidio sive » Frucaschum florenos tricentum quinquaginta sex grossos de- cern quartos duos cum dimidio sive » Osaschum florenos septuaginta tres grossos quatuor quartos duos cum dimidio sive » Rricharasium liorenos ducentum septuaginta sex grossos duos sive » Lucerna cum valle liorenos sexcentum septuaginta septem grossos quinque quartum unum cum dimidio sive ...» Maceuam llorcnos aonagiata novem grossos sex quartum unum Cum dimidio sive ■ Buriaschum florenos quinquaginta sex grossos sex quartos tres sive » Villanova florenos oetuaginta unum grossos duos quartos duos sive » Morela florenos centum quinquaginta tres grossos qualuor sive » 519 » 3 l\-2 155 2 5 40 • > 1 1|2 556 10 2 l|2 73 4 2 1|5> 276 2 U 677 5 1 L|9 99 (i l|2 56 6 5 81 ■> 2 153 4 » ~g DE6L1 STATI GENF.HALI Fiorioi Grossi Qu«m Ruffia .florenos triginta dims grossos septem quartos duos ^ y ? FabuSe florenos"'^ ^ g 2 (;,s,K'V(i.;1ssum'(io,'enos'quin.,uaSin.a' sex grosses septem ^ ? g V;ri;^i:.!-or^nlun;et^nn;u/Sros;oS'qujn^uc-quarlum ^ g ^ Solr'Sllliomlosccnlumo^uagin'ta'sex quarlum unum cum ^ ^ ^ ^ Scro^bu^'Cr^ntumcl^um-gros^sqUemquar- ^ ? ^ vij:;::;n::;;;!!^:;i;uaq;utuorg;ossoS-novcm;quani:m 64 9 1 NonuTltoreVms'ce"^ m 7 ip ,;;ls4;;i;,ln,Snos'o;iuaSi;ua-;o;em'quarU.;n unum cum ^ ^ ^ YiJtov^ florenos centum ^punquegrossos'septem quar- ^ ? „ ^ Kac^Ha^Cn^^tn^-oMwm^csduosquar- ^ | ^ Sumr^,:;::'!;:1^- hordes cenvum^uagmtaoctogros- ^ fi f sos sex (|uarlum unum sive '111m sWe » 40 9 » Sanatorium florenos quadraginta gros sos novcm : «*• —^ Villa FaUetorum florenos centum octuaginta unum grossum ^ ^ g G1^::ianV!";;5.rauos- -g^ssos- .v^;^ 52 6 2 LaynScW 'florenos centum a ' qulnque "grossos septem ^ ? g ^ quartos Ires cum dimidio sive „* ' VPm ' n.'nrlum Scarnalixium florenos nonaginla sex grossos novem quarlum ^ g ^ vJSSS^^'^'^''^''**""! 129 6 2 1|2 auartos duos cum dimidio sive ■ • • • • ■ . (;l,ab'uariuS Leo florenos sexaginta quatuor grossos undec.n. ^ ^ . liumbriaschum florenos s^pluagnUa 'tres gVossos quatuor quar- ^ ^ ^^ tn<; iluo cum dimidio sive _,,«- ChaburreC florenos viginti quatuor grossum unum quar- ^ j ^ turn medium sive ••yM •.* 75 U ,, KSi»r;r^::r^ 24 , 112 pUnEiaffloretTs cemum quadriginU sex grossi duo quartos ^ g s Colleg^nfflorenos' centum octuaginta ' sex" quarlum unum ^ ^ f ^ ^bU^g^ 1W , „ que sive saggio sTonico di r. sci.opis 1 57 Lanzae spmalae principatus. Polunglieria florenos octuaginla qualuor grossos octo quarlum unum sivc fl. Pancalcriiiiu llorcnos centum sexaginla octo grossos octo quartos tics sive » Rippa prope Qberium florenos centum nonaginta qualuor grossos sipuni quartos tres sive » Poverinum llorcnos tricentum sex grossos quatuor sivc ...» Caramania florenos ducenlum et octo grossos undecim quar- tum unum sive » Cerreriae florenos sexaginta quatuor grossos undecim quar- liini unum sive » Bene florenos tricentum et sex grossos Ires quartum medium sive » CbarruchutD florenos centum triginla novem grossos octo sive Trinitas llorcnos triginla scptem grossos duos quartos duos sive ii Sanclus Allmmis florenos centum el tres grossos novem quar- tos duos cum dimidio sive » Carruesana florenos quadraginta oclo grossos sex sive . . . . » Bovisium florenos centum nonaginta quinque grossos novem sive a Piperanium florenos qualuor centum octnaginla seplem sive » Benetae llorcnos octuaginla tres quartum unum cum dimidio sivc » Clusa florenos nonaginta grossos decern quartum unum sive » Quadialium florenos ducenlum triginta grossos octo sive . . » \ autignasclium florenos viginti octo grossos undecim sive » Terrae veieris. Avilliania florenos duo milia sexcenlum sexaginta sex grossos duos sivc » 2660 Secusia florenos millc tricentum triginla tres grossum unum sive » 1533 Rippollc florenos octocentum octuaginla octo grossos scptem quartos Ires cum dimidio sive » 888 Lanceum cum mandamento florenos octo centum octuaginla octo grossos scptem quartos Ires cum dimidio sive ...» 888 Ciriachum cum castellis florenos oclo centum octuaginla octo grossos scplcm quartos tres cum dimidio sive » 888 Lanzae spczzatae terrae. veteris. Burgarum florenos sexaginta sex gpossos sex quartum me- dium sive » 66 6 1|2 Laynycum florenos ducenlum sexaginta quinque grossos scptem quartos tres sive » Balangerium cum castcllata florenos ducenlum et undecim grossos decern quarlum unum cum dimidio sive » 211 10 1 1|2 Fiorini Groui Quirli 84 8 1 168 8 3 194 306 7 4 o » 208 11 1 64 11 1 306 159 5 8 1|2 » 37 2 2 103 48 9 6 2 1|2 » 195 487 9 n » » So 90 250 28 >) 10 8 11 1 1|2 1 ■ 2 » 1 » 7 3 1|2 7 3 1|2 7 3 1|2 66 6 265 7 211 10 ,53 DECI.l STATI GENERAL! Florinl Crossl Quatli Fianura (lorcnos septuaginta scptcm grossos undecim quartos duos cum dimidio sive ■ "• '' « * *\* Baratonia llorenos septuaginta septcm grossos undecim quar- tos duos cum dimidio sive » ' ' M * 1|^ t icta florenos triginla sex grossos undecim quartos duos cum dimidio sive » 36 1! 21l2 Sanclus Kgidius florenos trigiuta sex grossos undecim quartos duos cum dimidio sive » 36 1 • * *P» Yicus cum vallc llorenos sexaginta ducentum triginla quatuor grossos tres quartos duos sive » 234 o 2 lovalletum llorenos sexaginta sex grossos seplein quartum medium sive » 60 7 'I* Collum Sancli lohannis florenos septuaginta tres grossos no- ..;. vcm quartos duos sive »» 7o 9 * Vallis Tunis florenos quinquaginta oclo grossos seplem quar- turn unum cum dimidio sive » °8 ' * *r laglonum florenos quadraginta unum grossos decern quartum unum cum dimidio sive » 41 lu * 1r Alpi-nanum llorenos octuaginta octo grossos Ires quartos Ires _ r Dsive » 88 ° * Druentum florenos centum et triginla grossos quatuor sive » 150 4 n Rubiancla florenos viginli septcm grossos duos sive » 27 I » Mtesanum superius florenos viginli seplem grossos septem quartan) unum sive " ■" Rippalta florenos centum nonaginla quinque grossos octo ' sive • » 19° 8 " Ripparolium cum Ozcgna ct Oglano florenos quatuor centum _ decern seplem grossos duos quartos tres cum dimidiosivo. 417 I o i\i Barbania florenos viginli octo grossos novem quartum me- dium sive " 28 9 112 Tcrrac ultra Duriam. (lavaxium florenos qualuor centum quadraginta duos grossos decern sive » ^2 10 " Verucha florenos octuaginta octo grossum unum quartos Ires sive » 88 ' ° Crescentinum florenos ducentum septuaginta quinque grossos sex quartum unum cum dimidio sive » 2/o b 1 1|^ Monscaprellus florenos centum nonaginta sex grossos quinque quartos duos sive 196 5 I Sancta Agata cum capitaneatu vel mandamento ac suis solitis locis Uavariae florenos mille centum septuaginta qua- tuor grossos tres quartos tres sive • • » H' * 3 ° Civitas Vercellarum cum districtu sub quo comprehenditur locus Rovaxini florenos duo milia centum quinquaginta tres grossos octo sive • » 215o 8 » (ihatinaria florenos cenlum quinquaginta duos grossos undc- cim quartum medium valcnt " *«* ' ' 'I- Cosalum florenos cenlum triginta duos grossos duos quartos tres cum dimidio sive » *jM j s -M* Rovasenda florenos triginta et grossos quatuor sue » oO 4 « sai;gio stoiuco di f. sclopis i5c) Fiorinl Groin Quarlt Lozolum florenos decern grossos decern quartos trcs cum di- midio sive fl. 10 10 3 1|2 Colobianum Borenos triginta septem grossos undecim sive . » 57 11 » Valdengum cum Aviliano Ilorenos centum et decern grossos m \ quarlum medium sive ... » 110 6 1|2 Gliaglanicum llorcnos centum el decern oeto grossum unum ei quartum unum sive » 118 1 1 Sandiglanum llorenos centum et viginli grossos scplem quartos Ires sive » 120 7 3 Bugella cum mandamento ilorenos duo milia tricentum et quindceim grossos oeto quartum medium » 2315 8 1|2 Vivcronum ilorenos quinquaginta novem grossos oeto quartos ties sive » 59 8 3 Sehizolia florenos centum scptuaginta oeto grossos undecim quartum medium sive » 178 11 1|2 Chabaliacha Ilorenos centum sepluaginla grossos tres quartos trcs sive » 170 5 5 Torracium Ilorenos viginti grossos duo quartos tres sive . . » 20 2 3 Tollegnum cum Miaglano (lorenos quadraginta quinque grossos septem sive » 45 7 » ( Ultra crrorem quia debent contribuere ad racionera Sandiglani el sit in laxa error de 75 flor. 5 quart. ) Monsaltus Ilorenos octuaginta duos grossos novem quartos duos sive » 82 9 2 lporcgia florenos mille qualuor centum sexaginta oclo grossos Ires quartos tres cum dimidio sive 8 1468 3 3 112 Lanzae spezzatae principalis ultra iam posilas. Bayuasehum florenos scpluaginta septem grossum unum quar- lum unum sive » Gardelum florenos centum et qualuor grossum unum cum dimidio sive » Turris Sancli Georgy florenos decern septem grossos novem quartum unum sive » Publiciae florenos ducenlum triginta grossos tres quartum unum sive » C.andiolum florenos triginta Ires grossos sex sive a Ghasinum florenos ducenlum qualuor et grossos novem sive » Rivalba florenos quinquaginta duos grossos tres quartos duos cum dimidio sive » Monsaltus el Pavarolium florenos triginta sex grossos decern quartos tres sive » Bardazanum florenos quadraginta quinque grossos sex sive » Lovcncilum florenos triginta quartum unum gross't sive ...» Glierium cum dislriclu florenos duo milia sex centum et quin- que grossum unum quartum unum cum dimidio sive . » I'lo/iiiin florenos quadraginta quinque grossos qualuor quar- tum unum sive » Terrae abbaciae Pinerolii florenos cenlum quadraginta quin- que grossum unum quartum unum » 77 1 1 104 1 1 1|2 17 9 1 230 33 204 3 6 9 1 » )) 52 3 2 1|2 56 45 30 10 6 » 3 B 1 2605 1 1 lp 45 4 1 145 1 I 10 8 » •2 10 1 9 1 /. DEGI.I STATI GENERAI.l I DO Fioriul Cros»i Quarh Mons RepKs cum mandamcnto florenos iri. milia centum Cuncum cum mandamenlo llorenos ^ m6 «.-iini»int> sex srossos decern sive > • • • ; _„ OCtuaginra ■» g£ quartos duos sive » 29 Es&zssrzs&S^ *i r:um ::nu : 70 Rcvighschum llonnos'quinquaginlaoc'to grossos «m» quar- ^ turn unura sive Alku tarrae ultra Duriam. Septimum Thaurinense florenos centum ct sedecim grossos ^ ^ ^ BranuSm^^o^vigmtimmm grossos septem quartos tres ^ y „ Wlium IWcnosse'pluagint; septem' grossos' sex quartos tres y. g „ ^ Quarema cum' V.erVelo" florenos viginti novcm grossos qua- ^ , g Bui qKoJrMuinq;.aBinU duos' grogs' octo quartum ^ g f ^ quartos Ires cum dimidio sive Litnmc sp««i«M torroe »««$ utovl iato pontes. Lemie enm valle florenos viginti sex grossos tres quartos tres ^ g g Terrai^ior,lus'No;alici'floreno;'quaa;a'sinta'quinquequar- ^ ^ |[ ^ turn unum cum dimidio grossi sive ^ 8 B B tum uiium cum dimidio ....-■•• ^ g cum dimidio sive Terra iwbilium Canapici. Comitatus Sancti Martini florenos duo milia viginti tres grossos . & g quinque quartos tres cum dimidio sivt 6 1 1|2 11 1 1|2 2 )) SAGGIO STORICO DI F. SCI.OPIS l()I Fioriui Grosti Quarti ComitatUS Valpergie llorcnos mille octo centum et sex grossos sex quartos duos cum dimidio 6ive fl. 1806 G 2 \\i ComitatlU Castri Montis llorenos quinque centum quinqua- ginta septem grossos quatuor quartos duos aire » 557 4 2 Comitalus Maxini llorenos trieentum quadraginla oclo grossos sex quartum unum sive ■ 548 6 1 Terra iiohilium Cerridonii llorenos ducentum scptuaginla ■ |ii ■ in I ■ ■■ ■ grossos sex quartum unum cum dimieio ....» 275 6 1 1|2 Terra episcopatus Iporegiensis llorenos trieentum nonaginta unum grossos novem quartos tres grossi sive » 591 9 3 £ da ritenersi che in quell' anno i483 appunto sul prirao entrar nei suoi Stali , Carlo i , sccontlo nc riferisce il d' Aquino , cirai mensem Je- bruarii applicuit in Chambcriaco ubi convocari fecit tres status gene- rates, videlicet ultramontanos et cismontanos , et quod tunc decessit do- minus Pelrus de Sanclo Michaele canzellarius et sic voluit habere Ires status pro creaiulo unum canzellarium : ed il nuovo cancelliere fu An- tonio Champion vescovo di Mondovi, che prima copriva la carica di Pre- sidente del Consiglio. 1483 Montecalerio — 9 fcbruarii Acta congregationis trium statuum patriae cismontanae (i). Karolus dux Sabaudiae, Cliablaysii et Augustae, Sacri Romani Imperii princeps yicariusque perpetuus, marchio in Italia, princeps Pedemontium, baro Vaudi, comes de Villariis, Niciaeque, Vercellarum, ac Friburgi etc. dominus. Cum ita sit quod de mandato, et per litteras nostras tres status hums fidelissimac patriae nostrae cis- montanae, in hoc oppido nostro Montiscalerii, ubi petercmus centum millia llo- renos Sabaudiae , pro solvendis dolibus illustrissimarum sororum nostrarum ca- (I) Dall'arcluvio dclla cilta d' Ivrea, categoria 1, mazzo 4, n. 136. Seiue II. Tom. XII. !(>' DEGLI STAT1 GENERAL1 rissiiiiaruni , post inullas et varias allercaliones cl dispulaliones ibidem facias; tandem nobis lilnraliier obtulerunt septuaginta millia Qorenoa Sabaudiae , cum proteslationibus tamen reseruationibus declarftionibus el aliis olausulis in capitulis subannexis, lam pro parte nostri quam ipsorum Irium statuum latins descriptis, Dobisquc exbibuemnl capitula nnmero undecim , quorum tenor de verbo ad verbum hie est subiunctus, supplicando huiusmodi capitula per nos concedi du- ratura et obserttatura in vim legis et priuilegii. Ecce quod nos agnoscentcs, et plurimum caripendentes sludiuni, libcralilalem, dcuocioncmquc obsequendi prom- ptttudinem dietae patriae nostrae cismontanae in iis omnibus, quae nobis occur- iiiiii el contingunt , nichil magis cupientes quam gratifioart et morcm gerere iustis et bonestis requisicionibus dietae patriae cismontanae ; capitula praedicta de verbo ad verbum coram nobis legi fecimus praesentibus et astantibus illustri et reverendissimo domino Auxitanensi, avunculo, et lacobo Ludouico marchione Gaii (Gex) fratre noslris carissimis , et aliis quam pluribus consiliariis nostril inferius noiuinalis. Cum quibus re discussa et intellecla , ac deliberato consilio praecedente, decrevimus et dignum putavimiis praefactae congregationia suppli- ealioni benigne et gratiose annuere. Ex nostra igitur certa scienlia, et sufiicienti ui praeferlur deliberalione prachabiia, per nos haeredesque et successores nostros quoscumque concedimus, indulgcmus , declaramus, remittimus , annullamus , et observari, et fieri iubemus, et mandamus in perpetuum, singula singulis reffe- rendo. prout, el qucmadmodtim in fine cuiuslibel praemenlionatorum capilulo- rum responsum extilit, et scriptum legitur, addicientes poenam centum libra- rum forlium a quolihel contrafaciente commictendam , proniittcntes insuper in verbo principis bona fide nostra pro nobis et nostris praediclis concessiones . declarationes , inbibitiones, ordinationes , poenarum remissioncs , ct omnia alia, ct singula COn tenia, et descripta , ac declarata in pedc cuiuslibel diclorum capi- tulorum, ac etiam in dictis capitulis iuxla mentem dictarum responsionum ha- bere, et tenere ratas gratas, ct per quosvis officiarios , commissarios , ac alios quorum intererit observari facere ad ungucm sine opposilione quaeumque, etiam uon obslanlihus quibuseumquc licleris el mandalis in contrarium forte con- ceals, el inadvertenler concedendis, quibus penitus deroganms, et derogatum esse volumus per praesentes. Praeeipientes super hiis fieri lilteras per Micbaclem de Ruscacys secretarium nostrum, et sigillari sine conslu. Dalas in Montecalerio die nona mensis februarii millesimo quatercentesimo octuagesimo quinto. Per dominuni praesentibus illustri et reverendissimo domino Francisco archiepiscopo Auxitanensi. Necnon reverendo Anthonio Championis episcopo Montisregalis cancellario Sabaudiae Antermo barone Miolani marescallo Sabaudiae Gabriele de Seysello domino de Aquis Georgio Trucheti consilii pracsidente Ucnriquino de Valpergia magislro hospicii Micbaele de Canalibus l.anfranco dc Aduocatis Defendcnle Pectenati aduocato fiscali. Rcddaiilur lillerae portitori. Expedila ad opus comunitatis Ypporegiae. Maiwaliter Dc Ruscacys. SAOCIO STOIUCO 1)1 I'. SCI.OPIS .63 Sequuntur capilula , quae humiliter .supplicant concedi Ires status patriae cis- montanae in oppido Moiiliscallerii oongregati do mandate illusi rissiiu i et oxcel- lentissimi principis domini nostri duuiini Karoli Sabaudiae etc. ducis, ad causani dotium illuslrium sororum domiualionis suae, per ipsam patriam solvi pclilarum, super quihus exorat ipsa tola patria per exeellenliam suain aducrli , ut iura eiusdem illaesa rcmaneaiil , pro utililalc eiusdem dominationis , ac locius rei- publieae auguniento. Priino. Igilur supplicant dignetur dominalio praelibala, ab ipsa Iota patria ne- mine excluso , vel exempto praesens donum, vel subsidium florenoium seplua- g'mta mil I i u id parviponderis Sabaudiae gratiose acceptare, altentia maximis one- ribus per eandem supportatis, et quae dieliin supportat. Hac lamen lege, el pro- teslatioiie intellects , quod ullo unquaiu tempore non Irahatur, seu trabi possit in consequeiiciani aliqualem seu dielae patriae praeiudicium. Nee diei valeal propter liuiusmodi solutionem, seu concessionem, ipsam patriam, ad aliquas dotes fuiSSe. ncc fore obligatam, nisi ad id obligala rcpcrialur, quo eisu etiam intelligatur prae- sens donum, sen subsidium processisse , pro inlcgra solutionc, et Salisfatione quaiumvis dotium piacleritarum propter quas ipsa patria posset quovis modo mo- lestari, taliter quod patria ipsa iinmuiiis, exeinpta , quilta, it Libera, ab cisdem omnibus, et singulis praeteritis dotibus esse intelligatur penitus , et exclusa. Nee per praelibatum illustrissimum dominum dominum nostrum, seu eius successores quovis modo pro dotibus quibusvis praeteritis inl'eni valeal, directe, vel indirecte molestia aliqualis. fiatponmo. Contentalur illustrissimus dominus noster quod donum, sivc subsi- dium praesens intelligatur citra praeiudicium iurium ipsius illustiissimi domini noslri , et subditorum suorum , et quatenus non sint obligali ex debito, sed ex dono. Quatenus vero essent obligati ex debito, dictum donum dicatur, el intelli- gatur factum pro salisl'aclione debiti , quarumcumque dotium praeteritarum , el sic neulri pailium possit praeiudicare. Secundo. Quod ipsi lloreni septuaginla millia persolvanlur in duobus terminis, videlicet medietas bine ad festum pascbae resurrectionis anni millesimi quater • eenlesimi ocluagcsimi sexti sequentis ; et alia medietas in alio festo paschae alterius anni millesimi quatercenlesimi octuagesimi seplimi , et in monela lunc currente generaliter per ipsam patriam, etiam super ipsa moneta animadvcrlendum est ul secundum valorem eiusdem , el misam in tota patria , citra et ultramon- tana unico cursu exponatur, et non alitor; ncc decridari valeal tempore solutio- nis liuiusmodi iloni, seu subsidii, seil perniittalur continue expendi, ut per antca, taiiterque prout videbilur providere, adeo in hoc, ne patria gravetur. ■ El etiam exactor doni, seu subsidii huiusmodi de cxigendis occasionc eiusdem, teneatur ct debeat quillationes facerc sine constu. Responsio, Illustrissimus dominus noster vull, et iubel, quod fiat ut pelitur, non intendens lamen , quin possit dare ordinem monetis , prout breviter facere in- tendit pro ulililalc patriae. Tercio. Humiliter suplieal dignetur praelibatus illustrissimus dominus noster quaseumque francbixias , iura , convenciones, pacta, immunitatcs, concessiones , consuctudincs , staluta ct priuilegia dictae patriae conlirmare , ac observari fa- cere, el ila mandare. Responsio. Praelibatus illustrissimus dominus nosier contentalur quod observen- tur francbixiae et pacta, ac privillegia, alias confirmata in genere, sen in specie. Quarto. Quia super gabella salis gravissimum patriae per gabellalorem, et alios inferiur dampnum , supplicant ipsi status dignetur dominalio sua providere, quod gabellator praesens et futuri bonum , et sufliciens sal rubeum mantcneanl . ct etiam de alio bono sale, in suflicienlia , et in iusta mensura , saltern in locis Cunei, Casallisgrassi, et Clavaxii , et unieuique emere volenti condigna solutionc , me- diante expedianl praecio solito, anno proximc (luxo: saltern in Casalligrasso, pro florenis viginli duobus pro singula carrata , quae contineat bullios viginti qua- i l(>j DEOI.I STATI C.F.NE1\ALI luor: in ClavaxtO pro Horenis viginti quatuor pro singula carrata: ct in Cuneo etiam praetio tempore dicto consueto , el similiter de alio sale habito respectu ad ralorem et praetium iuxta Bolitum , singula singulis refierendo. Obseruetque nbellator universis et singulis priuilegia , consuctudines et pacta secundum de- lituni ei usum antiquitua usitatum , chra tamen praeiudieium domini , ct vcre apperiendi sunt occuli per dominationem suara, quae in hoc ab eoilcm gabellatorc parum percipit etiam in monetis. Besponsio. Contentatur el vult praelibatus illustrissimus dominus nosier, quod vocentur gabellatores et alii per patriam electi , videanturque , ct inteliigantur omnia; el providebilur laliler quod patria merito conlentabitur , et privillegia super liiis eoncessa servabuntur. Quinto. Snpplicant provideri, ne subditi ducalcs per conserva tores, et alios indices ecclesiasticos trabantur extra forum ordinarium directe , aut per indi- rectum, nee etiam per aliquas fraudulcntas cessiones. Besponsio. Illustrissimus dominus noster contentatur, quod fiat prout de iure fieri potest. Sexto. Quia impositae, commissac, scu declaratae, dicuntur, nonnullae poenac per divcisos eommissarios , otliciarios, sen alios, contra loca, et communitates etiam particulates aliquales, tam occaxione forlaliciorum armorum, quam etiam subsidiorum non tempore debito solulorum, ac exercitus gencralis. Dignetur an- telata dominatio, tabs poenas quovismodo impositas, iucursas, seu declaratas re- mictere, el quiltare; ita quod pro cisdem de caetero non molestentur aliqualiler. Itesponsio. Praelibatua illustrissimus dominus noster remictit, et quictat quas- cumque poenas impositas, incursas, et declaratas ratione praemissorum. Septimo. Quod imlli commissarii admictantur , ad aliquarum commissionum exercicium, contra lormam privillegiorum et francbixiarum dictae patriae, et casu quo secus fiat possint impune subdili non parerc eorum iniunctionibus scu mandatis, etiam in commissionibus viarum. Besponsio. \\i\i illustrissimus dominus noster, quod serventur privillegia super boe alias eoncessa. Octavo. Quia iuris est, quod qui sentit commodum, sentire debet et incom- modum , et e contra, supplicat instantissime ipsa patria dignetur dominatio prae- libata eandem suscipere commendatam , taliler quod ipsi de patria in ofliciis et beneficiis ac aliis commoditatibus et bonoribus sint parlicipes, et servelur eaqua- litas, etiam in seerctariis iuxta privillegia alias eoncessa per quondam praedeces- sores illustrissimae dominationis suae, et quod non paciatur unionem fieri , quia procedcrel in patriae praeiudieium, et super hoc supplicat iterum bumililer ad- vcrti (1). Itesponsio. Vult praelibatus illustrissimus dominus noster, quoad oflicia, et bene- ficia , quod fiat ; quo vero ad secretarios servetur privillegium super hoc alias concessum. Nono. Supplicant dignetur dominatio antelata advertere, nt circha iusticiam moilus, et ordo imponantur, taliter quod puniantur perversi , et boni aliqualiler non graveiltur iusque unicuique quanto celerius fieri polerit tribuatur , ct alias in hoc provideri, cum consilii sublimis cclsiludinis praelibatae deliberatione, ct matiua consultatione , prout sperat ipsa tota patria eclsitudinem eandem melius facturam ; quia sic faciendo status augebitur , ct patria locupletabitur, et in hoc iterum exorat adverti. Besponsio. Vult illustrissimus dominus quod fiat bona iusticia , ct brcviler pro- vidcliil ut intelligit. (Ij Qnrsta unionc d'ulTizi riesciva a scapito ilci Picmonlcsi , i qnali allora , come in allri Icropi , i .11. 1,1 >. in., oltrc il dovcre, per amorc del principc. SAOGIO STOIUCO DI F. 8CLOPIS 1 65 Dccimo. Quia clerici , el scribac curiarum sacpe , et pro maiori parte super- Buas, indebitas, et inutiles scriptures conficiunt, ut extorqueant prout extorquent quam piurimi pecuniaa indebitas, quod non liceat alicui scribae, clavario , siue clerico quarumvis cwiarum, ordinanorum, delegatarum , aui quovis nomine nun- cupentur aliquas scripturas conficere et intitulaliones facere , nisi iuxta formam statulorum et iurium municipalium locorum, in quihus contingcl officium cxer- ccrc, et illis deficientibus iuxta formam siatniornm dominicaliura , et si quis scripturas, et intitulaliones superfluas, ac inutiles fecerint, bii contra quos fieni, ad iliarum solutioncni non U-ncanlur. Yerum si quid ipsi scribae contra formam dictorum statulorum, singula singulis refl'ercndo, cxegerint, cxlorserint, vcl acce- pciiut , teneantur in duplum restituere illi vcl illis a quibus exegerinl pro di- midia, cl pro alia illusliissimo domino nostro, rcmotis penitus el rcicclis quibus- cumquc abusibus et corruplcllis, quae et quas assumere volunl, et stillis, et con- suetudine , et partter inbrbeant aliis officiariis ipsorum locorum. Responsio. Yult illuslrissimus dominus nosier , quod in praemissis observentur slaluta locorum , et illis deficientibus servcntur statuta dominicalia et poenae appliccntur sibi. Undccimo. Dignetur praelibata dominatio de praemissis omnibus concedcre lit- teras oppor tunas, ad opus dictae patriae cxpediendas sine constu sigilli. Responsio. lllustrissimus dominus nosier sic fieri iubet. 1180 Bourc en Bresse — 6 aprilis Acta trium statuum provinciae Brejssiae (i). La deliberazione che segue e degli Stati della provincia di Bresse, ed il documento e un alto di Filippo di Savoia prima che ascendesse il trono ducale. Sono nole le peripezie di rrueslo principe che seppe destreggiarsi in difticili cimenti e non ricuso piit d'tuia volta la parte di capo di una opposizione armata che mise a fieri pericoli il dominio de' suoi nipoti. Egli ebhe la tristc sorle di andar coinpagno a Carlo vni nella spedizione di Napoli. Fu la vita di hii un lessulo di mille svariate av\enture e ne segui il corso bizzarro, con aspetto anche bizzarro , poiche, secondo che nana Giovenale d'Acruino, al suo ritorno videbatur esse unus alter fio- fandus sive Hector Troianus cum barba sua longa et una cimeteria teucresca a latere suo. (I) Dall'arcliivio di cortc. I 66 DEGLt STATI GENERALI II documento raccbiude particolari sul modo di riparlizionc e ilisti-i buzione del sussidio die inentano di essere osservali. Philippus ilc S.il>;iu.li;i comes Baugiaci ac provinciarum Breyssiac etc. dominus. Universis aerie pracsentium fieri volumus mauifcslum quod cum aliis litleris nostris datis Parisiis die ultima mensis tebruarii proximo decursi, tres status pro- vinciae nostras in villa nostra Burgi coram Consilio noslro ibidem resident! in nostra praesentia die ti mensis aprilis anno subseripto evocari mandaverimus , et inibi die praedicla comparenlibus eisdem per ipsum Consilium cxponi fecerimus gravia et ingentia onera per nos baclcnus multiplieiter subslenta annis superio- ribus variisque ex causis pro noslri status , patriaeque nostrae conservalione et praesentialiler pro nuptu illustrissimae liliac nostrae carissimae Philibertae de Sabaudia, et adnuo dielim nobis oceurrentia, praedictis stalibus nostris satis no- toria. Cumque praemissis ex causis eosdem Ires status requisivcrimus ut circa praemissa nobis consilium praebere , nee non aliquod bonum subsidium conce- dcrc vellent ; bine fuit et est quod , praemissis audilis , dilecli fidcles nostri barones, bannereti, et caeteri nobilcs iiu-isdiclionem omnimodam babenles nobis sponte conccsserunt duos florenos pro quolibet foeo suorum bominum iudicia- riorum; nccnon sindici el communitates villarum noslrarum Breyssiae suo bono more solito ctiam nobis gratiose concesscrunl qualuor Morenos exigendos et rc- cuperandos in duobus annis el terminis sequentibus, videlicet unum florenum in festo Sancti Martini livemalis proximo venluro , unum ilorenum in feslo Pascliae inde sequenti, et successivo anno sequenli alios duos llorenos , terminis praedictis ; et boc tarn all bom'mibus nostris immedialis , quam hominibus ec- clesiasticorum , et nobilium omnimodam iurisdiclionem non habentium , dempto t.imeii paupere adiuvante, et decima parte pro miserabilibus exclusa. Attestantcs nihilominus hanc concessionem non ex debito , sed ipsorum libera voluntate processisse , quam nolumus ad consequentiam indebitam trabi , ncque eorum privileges, libertatibus et francbisiis aliquod praeiudicium gencrari ; has nostras litteras in praemissorum testimonium concedentes. Dalas Burgi, nobis absentibus quia sic fieri iussimus , nostra absentia non obstante , die 6 mensis aprilis anno Domini millesimo quatcrcentesimo octuagesimo sexto. L. S. Per dominum, relatione dominorum, Antonii dc Palude domini Sancti Iullini locumtenentis generalis et baillivi Breyssiae , lobannis Cloppeti canccllarii Sa- baudiae et praesidentis Breyssiae , Petri Guilliodi locumtenentis , lobannis Fer- randi advocati fiscalis , Petri Lyobardi magistri computorum , et Petri Burigie tliesaui.ii ii. Royssiaz. De»nissima di considerazione e la disposizione contcnuta in cptesto do- cuincnlo , per ctii i coinuni si assmnono di pagare il sussidio anclie per i;li uomiiii dij)CiHlenti dagli ecclesiastici c dai nobili non aveuli compiuta giurisdizionc. Convien dire che il elero rappresentalo in tptcsla Congre- gazione di Stati si fosse litnitalo a dare consigli , senza aderire alia ri- chiesta di ilanari. s m.i. 10 storico ni f. sci.opis 167 1487 Tahrim — 36 maii Acta congregationis Irium Staluum patriae cismontanae (1). Carolus dux Sabaudiae, Cfaablaysii et Augustac, Sacri Romani Imperii pr'mceps, vicariusque perpetuus, marehio in Italia, l'edemoncium prineeps , baro Yaudi . comes ile Villains, Niciaeque , Vercellarum ac Friburgi etc. doniinus. Universis serie praesentium fiat manifestum quod cum in congregatione trium statuum ista in civilate Thaurini facta per ambaxiatores civitatum villarum et locorum patriae noslrae cismontanae ad nos destinatos fucriul nobis exhibita et pracsentata capi- tula quae ipsi ambaxiatores supplicarunt diclae patriae nostrae cismontanae in vim pact! et privilegii perpetuo duraturi concedere , quorum supplicacioni an- nuentes et eanidem patriam nedum in iis imo et longe maioribus eo potissimum quod sc crga nos in guerra nobis mota per marcbionem Salutiarum et eius com- plices exibuil obseuuiosa favoribus beni"nis prosequi aflectantes , ex nostra certa r.. ^ . ~ *.,..*,. ... ... scienlia moluque proprio eeiam niatura consilu nobiscum rcsidentis super hns deliberalione praebabita , ipsa capitula eidem patriae noslrae cismontanae me- diate et immediate ad opus ipsius patriae incolarumque eiusdem et eorum posteritatibus in vim pacti el privilegii perpetuo duraturi concedimus , laigimur et conferimus per praesentes quae capitida sunt tenoris infrascripli. Et primo quod concessio seu donum per ipsam patriam nobis in praesencia- rum faclum inferius descriptum exigatur el exigi debeat per ibesaurarium et receptorem ad boc depulandum genera liter super tola ipsa patria nostra cismon- tana , ncmine cxcluso vel exemplo ab ipsa solutione, et in monela currenti gc- neraliter per ipsam patriam tempore solutionum de ipso dono fiendarum et in tcrminis inferius descriptis quodquc tbesaurarius tencatur facere confessiones sine constu. Item eisdem concedimus ut supra quod pendente termino quatuor annorum proxitne futurorum incboandorum a die datac praesencium non debeanl nee va- ieant imponi alia onera tarn realia quam partic\daria quovis modo seu quavis ex causa per nos seu pro nobis agentes ipsi patriae nisi tempore evidentis neces- sitatis guerrae. Item eisdem concedimus ut supra quod mediante dicta largitione seu dono quod communitales et homines ipsius patriae quicti, liberi el immunes exislant ab exercitu generali per nos ipsis petilo ad causam guerrae nobis motae per marchioneni Salucianrm et eius complices ut supra et a quacumque peticione quam eisdem facere possemus dicta ex causa etiam occasione cuiuseumque col- lectac, exceptis iis de quibus in capitula suprasrripto et tribus taxis dc ipso exer- citu factis quae solvanlur per taxatos qui cas non solvirunt. Item quia nmlti notabiles viri mcrcalorcs el alii de ipsa patria saepe contra Deuni et iusticiam de usuraria pravitate diffamantur et ea de re sunt multi qui [1) Dall'archivio della cilta di Moncalicri c da qucllo della cilia di Chivasco. l68 DEGtl ST ATI GENERALI non sunt ausi se in mercanciis exercere , eisdem ul supra concedimus quod do caetero non possit nee debeat procedi contra haeredes et bona alicuius qui mi- grare ab hoc saeculo continget in et de ipsa palria ad causam usurarum seu contractuum simulatorum nisi talis defluncius esset difiamatus de usuris et con- tractions iilicitis aut tenuerit altare paratum (1), in quibua casibus possit pro- cedi ad informaciones suniendas quae apportenlur consilio nobiscum resident] si oommissio a nobis emanaveril , ct si a consilio noslro Thaurini resident! eidem consilio antequam ad alia proccdatur, ut illis visis ipsa consilia tucius et ubcrius deliberare possinl ut suadebil iuslicia. Item quia aliquae ex communitatibus praedictac patriae fucrunt in dictis tri- bus taxis, factis ad causam dicti nostri cxereilus contra niarchioncni Saluciarum et eius complices primum taxatae nee fuit servatus ordo solitus et usi talus in consimilibus taxis, praescnlibus declaramus ipsas taxas nullum ipsis afferre prac- iudicium nee posse pro consimilibus taxis ad consequenciam Irani. Item eisdem concedimus ul supra quod oiuiics cl singulae poenae declaralae condempnalae contra communilales cl homines diclae patriae per ipsosque com- miasae cl incursae quomodooumque et qualitercumque in general! vcl particulari ad causam cxercitus gcneialis subsidiorum , donorum , fortaliciorum , ordinacio- num , municionum , arlillieiiarum , ct genoium armorum lam per consilia no- biscum et Thaurini residencia oll'iciariosque et comuiissarios quam alias quasvis personas sinl nullae, easdemque poen.is ipsis praescnlibus remittimus et quicta- mus el per quos spectat canccllari et aboleii mandamus absque alia molestia ipsis inferenda. Item eisdem concedimus ut supra quod hide non debeamus dare in solutum re- compensam, donum vel satisfaclioncm stipendiorum tcuqiorarias aliquas pocnas declaratas vel declarandas quae in rem non transiverinl iudicalam, aut composi- cionrs, confiscaliones seu emendas, vel bona alicuius intitulati seu inlilulandi pro ali<|iiibus delictis publicis seu privatis nisi super hiis prius I'vicril iudicalum vcl expresse concordatum, aut tales intitulati aul inlilulandi commiserint crimen laesae magestatis, et quae in contrarium licnl sint ipso iure nulla. Item eisdem concedimus ul supra quod non possinl ariestari vel confinari ali- 3uae personae locorum praedictae patriae vel eorum bona pro subsidiis et donis atis vel dandis nisi dumtaxat sindici et collectores eorumdem ac administrato- res bonorum communitalum videlicet quilibet ipsorum in locis eorum et non alibi nisi sit in contumaciam secundi iussus eisdem pro solucione subsidiorum et donorum praedictorum (ienda. Item eisdem concedimus ut supra quod omnes et singulae communitates pa- triae praedictae ct quaelibet earum possinl cl valcanl impune decorum gabellis, pedagiis et aliis redditibus implicare in solucionibus fiendis pro subsidiis , donis et concessionibus fiendis eciain el aliis oncribus supporlandis dummodo liant for- tificacioncs villarum cl locorum secundum formam pactorum, francbisiarum el ordinamentorum suorum. Item eisdem concedimus ut supra quod si conlingat logiarc gentes armigeras in ipsa patiia nostra cisniontana quod tales gentes teneanlur et debeanl solvere oinues et singulas expensas fiendas in eorum logiamenlis pro rebus ct victualibus Irilii'ndis , et si quidquam aelenlctur ct coiiccdatur in contrarium erit ipso iure et facto nullum. Item volumus homines et incolas dictac patriae suscipere commendatos in oul- ciis, beneliciis ita ipsorum apnd nos exigentibus scrviciis ct benemerilis. Ilciu eisdem concedimus ul supra quod huiusmodi subsidium sen donum in- ferius dcscriplum non liahalur vel trahi valcat nunc vel in fulurum in conse- (1) Cioi; commercio pubblico ed abitualc
  • <) quenciam Rliqualem , ncc propter hanc concessioners scu alia suprascripta non praeiudicctur aliqualiter capitulia, libertatibus, pactis, convencionibus , franchc- siis tain in general! quam in particular! concessis lam per nos quam per lionae memoriae illusirissimos praedeceBsoras nostros aut antiquia consuetudinibus pa- triae praedictae quia ymo per praesentes sint conlirmalae cl quas eisdem nostra certa seienlia el motu proprio coufirmamus praesencium tenore ratifficamus ct approbamus lit illis usi fucrc. Item eisdem damns sigillum liarum gratis et sine constn qunciiiuquc. Item volenles ipsi de Iribus statibus more suo solilo inliacrcndoquc vestigiis suo- rum praedecessorum qui semper in omnibus suecurrenint necessitatibua noslris et illustrissimorum pracdeccssoruin noslrorum considerantes evidenlissimam ncecssita- tem quam liabemus propter guerram praediolam el alia nobis oecursa, libera liben- terque et taetissimo eorde eoncesserunt el donavcrunt summam ducenlum mtllhim florenorum parviponderis solvcndorum infra Ires annos proximos bodie inchoandos, videlieet quolibet anno terciam partem dictac quautitaiis et ipsaui tereiam partem de Iribus mensibus in tiibus mensibus dicta pendente lermino usque ad plenam satisfactioncm dictae quantitatis in dieti thesaurarii et receptoris mambus quide eis nobis legitime tenebilur computare nemine excluso vel exempto. Mandanles ea propter diclis consiliis nobiscuin el Tliaurini residenlilms, mareselialo Sabatidiae nee non gubernatoribus, baillivis, vieaiiis, poteslatibus, capitaueis, caslellauis, iudieibus, armorum capitaneis, conneslabilibns armigeris ac caeleris universis ac singulis offi- ciariis noslris medialis et immedialis ad quos praesentes pervenerinl scu ipsorum ofticiariorum localcnentibus, eudibet eorundem sub poena eenlum librarum for- cium pro quolibet diclis consiliis inferiore, qualenus pracdicla capilula prout iaccnt praedictae patriae et suae posteritati teneaut actendant et observent, tene- rique actendi et per quosvis facianl inconcusse observari ct in nullo conlra- veniant quomodolibet vel opponant; verum ipsam patriam de in eisdem contentis plene frui ct gaudere patiantur et permictant absque impedimenlo inferendo quoniam sic fieri volumus quibuscumque exceplionibus, excusacionibus , lilcris , mandatis et aliis in contrarium adducendis coneessisquc et facientibus repulsis et non obslantibus quibus omnibus quoad baec ex dicta nostra certa seienlia derogamus et derogatum esse volumus per praesentes. Datas Tliaurini die vige- sima sexta maii anno Domini millesimo quatereenlcsirao octogesimo septimo. Per dominum pracscnlibus dominis Revercndo Anlbonio Cbampionis episcopo Montisrcgalis Sabaudiae cancellario Ludovico comite Grucriae Georgio Trucbeti praeside Mattbaeo de Confaloneriis capilanco Sanctae Agalbae Ludovico de Talliandis armorum capitaneo Petro de Agaciis Pctro Cara Dcflcndente de Pectenatis advocalo fiscal! Ruffino de Maria linanciarum generali ibcsaurario. Sigillalae et subscriptae mamtalitir Bezon. Sf.rie II. Tom. XII. a a DKC.I.I STATI GENERAL! 1487 C.AnMAGNOLA. Ricordiamo qui alcuni particolari che ne lascio scrilti Giovcnale d' Aquino : » Nola quod . Et tunc dicti subditi ducales qui erant in dictis tribus statibus consulucrunl n quod fieret trcuga, quod abler illustrissimus dominus dux non erat potens ad » resistendum contra regem Francorum ; atlamen quod praefalus dominus dux " durante dicta treuga inlerleneret dictam suam armalam tarn armigerorum » quam peditum etc. » Nolle note alia Isloria di Torino dell'abatc Fcrrcro di Lavriano, part, n , lib. 4> nola 64j parlandosi della tregua rotta dal marchesc Lodovico di Saluzzo a danno del dnca Carlo si narra che quel duca convoco i Ire Ordini in qnesta cilia (di Torino) riccrcandoli d aiulo per soslenere una guerra come qiiesta giuslamentc impresa , alia quale il nostro Comune vi conlribul nclt anno millesimo qualtroccntesimo ollantesimo settimo duecento mila fiorini. E poscia si corrobora il detto col seguente passo di Filiberto di Pingon : Anno Chrisli 1487 12 oclobris Taurini convo- catio fuit trium statuum qui Carolo duel ducentum mil/ia Jlorenorum ronfcrunl etc. Notizia che il Pingon allega desunta dall' archivio della citta istessa. Noi non abbiamo trovato alia data di quesl'anno e di quel mese con- voca/.ione di Stati , e ci morde il sospetto che il Pingon ed il Ferrcro abbiano confusa la data , e sbagliate le epochc. Ed 11 nostro sospetto si SAGGIO STOIUCO DI F. SCLOPIS 1 7 I conferma tanto piu non trovando ne in Ferrero ne in Pingon menzione di questa convoca/.ione posleriore di Stati, la cui data e certissima, come si puo scorgere dull1 indicazione che s'e apposta della fonte da cui venne tratto il documento clic pubblichereino assegnato appunlo al i 2 d'ottobrc, ma dellanno i^So. Si aggiunga ancora che nelledizione AcW Augusta Taurinoruni del Pingon, laiiasi dal Derossi nel 1777 su cjuella del Bevilaqua del ^77, trovasi espressa allra data, cioe quella del 25 maggio (octavo kal. iunias), la quale riferendosi ivi pure al 1487, si applicherebbe appunto al documento che immedialamenle precede. M87 SciamberI e Carignano — 7 settembre Deliberations des Etats de Savoje, et Lettres Paten tes de confirmation d'icelles (1). Extrait des regi.itrcs des archives du senal de Savoye. Carolus dux Sabaudiae , Chablaysii , et Auguslae , Sacri Ilomani Imperii prin- ceps, vicariusque perpetuus, marchio in Italia, Pedemontium princeps, comes - DEGL1 STATI GENERALI super his deliberation* praebafcita pro nobisque et noslris ipsa capitula prout jacenl babendo respectum ad responsionea super ipsis facias in speciale privile- gium perpeluo duraturum, toti patriae nostrae ultramontanae mediate, et imme- diate damns, et in perpetnum per praeaentes, mandantcs ea propter consiliis do* biscum, et Camberiaci residentibus, praesidenti , et magistris pamerae compuio- rum nosirorum, nee Don universis baillivis, iudicibus, castellanis, et caeteris ofli- ciariis, fidelibus, et subdiclis noslris oiediatis et immediatis, praesentibus, et fu- turis inaorumque officiariorum locatenentium et cuilibet eorumdeiq sub poena centum librarum forlium pro quolibet dictis consiliis, et tie camera inferior* qua- leiius praedtota capitula et responsionea iuxta earum fonnam et tenorem toti patriae praediotae teneant, attendant, et obscrvent , tenerique , attendi , et per quosris lactam inconcusse observari, et in nullo contraveniant quomodolibet , vel opponaut, \eruni eadem capitula, ct responsiones locis, et moribus talia fieri solit is voce praeconia proclamari faciant, ne quis ignorantiae causam de cis prae- tendal quoniam sic fieri volumus qnibuscumque oppositibnibus , excusationibus , litteris, et aliis in contrarium adducentibus , conccssisque , ct facientibus non obstantibus, Datum Carigniani die scptima mensis septembns, anno Domini mil- lesimo quatercentesimo octuagesimo septimo. Per dominum praesentibus dominis Reverendo Antonio Championis cpiscopo Montis Regalis cancellario Sabaudiae Auguslino de Lignana abbntc Casaenovae Guillermo de Voraxio magistro bospicii Pel ro Cara Antonio de Monteolo collaterali consilii Taurinensis Rullino de Muris tbesaurario Sabaudiae gencrali. Rezon. Extrait des regislrns des archives du senat de Sai 1 1 1 1 1 1 ordre que li's ofliciers ordinaires dnivent avoir la connoissanoe premiere des causes sans ce que autre superieur se pulsse entremettre de con- noiire, ei d'empecher la connoissanee premiere Item a eld avise* de devoir supplier a notre dit Ires redouliS seigneur que par nioveu do I'avde , la quelle liiy lout scs tres humbles sujets, il soit de son bon plaisir leurs observer leurs liberies, et franchises, et que le sceau des ditcs con- firmations rien ne leurs coustc. M lit seigneur veut et commande ainsy se faire, quant aux franchises aulrrs fois confirmees. Item a etc1 avise que le stalut se doivc observer sur les habillemcns; la super- lluile des dils babillemens est cause de mettrc un grand argent bors de pays . el supplient les dils Etats que se lasscnt cries , et qui fcra du contraire en- coure les peines (1). Mondil seigneur vcut , et commande observer les slatuts sur la peine con- tenue en iceux. Item a etc" avise7 de supplier a notre dit tres redoute* seigneur de donncr pro- vision que point d'autre oflicicr ne doive venir cxcculer nulles lettres en la ju- risdiction des nobles, si cc n'csl par defaut de leurs officiers. Mondil seigneur veut en cela les statuts et droits soienl observes. Item a etc' avise* de donncr ordre contrc les clavaircs, el leurs clercs des exlorsions qu'ils font toucliant I'exaction des peines ; sur quoy supplient tres bumblemcnt a noire Ires rcdoute* seigneur, qu'il luv plaise faire prendre sur ce informalions du pass*?, et qu'ils soienl punis selon que le cas le requiert et pour 1'avenir supplier a leurs devoir etre conceddes lettres par les quelles I'on leurs mandat sur grosses peines qu'ils ne doivenl faire nulles extorsions, et s'ils font au contraire qu'ils soient punis selon la peine la quelle se pourra mcltre cs diles lettres. Mondil seigneur veut et commande les dils slaluts sur le dit cbapitre etre observes. Item a cte* avise de pourvoir sur les commissaires des cxtcntes touchanl les grandes extorsions qu'ils font a cause des protestations , et insertions qu'ils font sans le vouloir des parties, pour quoy supplient a notre dit tres redoule seigneur que si les parties ne demandent les protestations et insertions , quelles ne se doivent point faire. Mondit seigneur vcut et commande ainsy le faire , et qui fera au contraire commelte la peine de vingt cinq livres de fors appliqudcs a mondit seigneur. Item a etc7 avise* que Ton supplie a notre dit seigneur , que son plaisir soit non point vouloir , ne permeltre que ses sujets ny ceux des nobles soient con- tracts ny compellis a payer le subside, en nombrant les feux particulierment: si non comment est accoulume* anciennement. Mondit seigneur veut, et commande le dit cbapitre etre observe. Item a ete" avise de supplier a noire dit seigneur qu'es egances que se doivent faire toucliant les subsides presens , ct avenirs , que les ricbes suppleenl les pauvrcs. Mondit seigneur veut, et commande ainsy le faire. Item semblablement que point d'officiers de notre dit tres redouts seigneur . les quels ont a connoitre des appellations interposccs sur les sentences baillie'es (I) Questo si rifcriscc alio leggi sonluaric contcnote pnrticnlarmenle nrl quinto libro dpgli Sl.i- tali di Anicdeo Mil. 1*6 DEGI.l STATI GKNF.IUI.I par les juges ordinaircs , tanl mcdiaux , qu'immediaux ne doivcnl point tenir .1 office ilcs seigneurs Banderets , si supplient a notre dit tres redoute" seigneur d'j vouloir pourvoir. Mondit seigneur vent et commande le dit cliapilrc elre observe. Item supplient les dits ties Etals que Ton fasse cries, et defenses pcnales que mil i - 1 1 1 : ■ iii iuris 61 lilu rliitum ac nmncm acquitatcm. Illiistrissimus domimis nosier Awx vidl et iobet observari per offloiarioi suae iloinus, eliain per quosvis alios patriae suae piacdictae slalula sua super victua- libus el aliis pracdiclis ilisponentia soli poena viginli quinqne libraruin forcium pro quoliliel el vice qualibet contrario casu commiclcnda et nobis irrcmissibili- ter appiioanda, Item supplicant dicli tres status praelibato illustrissimo domino nostro duci lit dignetur ipsia de patiia conccdere quod possint et valcant itnponcre gabcllas super rebus el bonis suis ut faciliiis solvere possint subsidium praedictum , et subvenire aliis eisdem oeeurrentibiis libere et impunr. Illiistrissimus dominus nosier dux prael'atus ipsis de patiia cismontana con- cedit contenta in dielo capitulo per trienniuiu citra praciudicium iani babentium ipsum privitegium. Item supplicant quod commissarii alias deputati qui usurpasse dicunlur in bona sniiiiiii diclae patriae sub umbra unius commissionis aliam cxercenlibus non commissam, et si petitur copia tradere recusant, supplicant ipsi tres status ut dignetur dominatio anlelala mandare ordinariis locorum etiam voce cridae si opus fuerit, ut de similibus cxlorsicnibus Veritas eruatur, et compelli ipsos cotn- missarios ad resliluendum illis a quibus lalia extorquerunt , ac provider! ut co- piam commissionis tradant commissarii poslulanlilius anlequam ad exercicium ipsarum commissionum procedant, alias lieeat ipsis impunc non parere. Illiistrissimus dominus noster dux vult et concedit quod oflieiarii ordinarii informacioncs sumerc debeant contra commissarios pracdictos qui talia |iatrarunt, et dc bine mictant suo consilio, quod de ipsis iusticiam ministrarc habeat quod- que commissarii destinandi ad exercendam aliquam commissionem , anlequam illam exerceant pi-aesentent illam officiario loci et copiam parti illam pelenti alias concedenda per ipsum sint nulla. Item supplicant dicti Ires status praelibato domino nostro ut dignetur circa factum iusliciae talem moduni adbiberc quod causae accelerentur et nullus in- debitc fruslralorie deducalur , liclerasque de praemissis conccdere sine conslu sigilli quibuscumque ipsas babere volcnlibus. Illiistrissimus dominus nosier dux praefatus quoad factum iusliciae talem dabit ordinem quod causae praedictae accelerabunlur et subditi sui indebite non frustrabuntur, quo vero ad sigillum praedictum ipsas sigillari vult gratis Karolus dux Sabaudiae etc. Univei-sis scrie praesencium fiat manifestum (piod cum in generali congregacione trium statuum novitcr facia ista in civitate nostra Tliaurini nostri mandalo per ipsos tres status ad subveniendum nobis oeeurren- tibiis fucril concessum doniim scu subsidium duccnlum millium florenorum parvi pondcris praetextu et ad causam gucrrae in nos molac per marcbionem Salu- i'i.i i u in et expensaruni per nos supportatarum pro acccssu nostro facto ad sere- nissimum doininuni el consanguinciim noslrum boiioiaiidum Krancorum regem pro levanda et sedanda dicta gucrra, solvendoriim terminis in subannexis capitulis descriplis, per ipsosqiie tres slatus nobis fucrint praesenlala et exhibita capilula pracdicla quae in vim pacti el piivilcgii perpeluo duraluri toti patriae nostrae eismontanae concedi buuiillime supplicarunt, quorum supplicationi annuentes. el t$2 DKOLI STATI GENERAI.I quia ipsi tres status fuere erga nos in dicli subsidii concessione obscquiosi ipsam- quo palriam semper nostris noverimus ac nunquam delendae memoriae illustris- simi praedecessores noslri in eorum agendis noverint fidclissimam ct obsequen- tissimam, ob quod nedum in bis ymo et longe maioribus apud nos veniunt com- mendandi, ex nostra igitur eerta scienlia motuque proprio ctiam mature proce- rum et consiliariorum noslrorum super bis deliberacione prachabila, pro nobisque et nostris baeredibus et successoribus universis ipsi toti patriae noslrae cismon- tanae in vim pacti ct privilegii perpetuo duraturi capitula ipsa subannexa omnia et singula prout iacent el super ipsis fecimus rcsponsioncs, concedimus, damns, declaramus et remictimus ipsaque suum sortiri deberc effeclum praesentibus de- cernimus et volumus. Mandanles ca propter consiliis nobiscum ct Thaurini residcntibus ncc non uni- versis ct singulis gubcrnatoribus , baillivis , vicariis , potcslatibus , capitaneis , iudicibus , castellanis , clavariis et caeteris odiciariis nostris mediatis et imme- diatis , praesentibus et I'uturis ad quos pracsentes pervenerint et seu ipsorum ofliciariorum locatcncntibus, et cuilibel eorumdem sub poena centum marcbarum argenti pro quolibet , dictisquc consiliis inferiore qualcnus praedicta capitula omnia et singula prout iacent eidem patriae nostrae cismonlanae et suae poste- ritali lencant , actendant ct obscrvent tencrique actendi ac per quosvis faciant inconcusse observari et in nullo contraveniant quomodolibet vel opponant, verum de ipsis capitulis in quibuscumque civitatibus , villis , locis , terris et oppidis dictae patriae noslrae cismontanae absque impedimento , contravencione , turba- eione vel inquietacione inferendis ab inde et imperpetuum plene frui ct gau- dere paciantur et permictent, quoniam sic fieri volumus, quibuscumque licleris, mandatis, exceptionibus , excusationibus ac aliis sub quacumque verborum forma in contrarium concessis adducendisque ct faciendis repulsis ct non obstanlibus , quibus omnibus quoad haec ex eadem nostra cerla scientia motuque proprio et de nostrae potestatis plenitudine derogamus et derogatum esse volumus per easdem praesentes. Datas Thaurini die duodecima mensis octobris millcsimo quatercentcsimo octua- gesimo nono. Per dominum praesentibus dominis Illuslri et reverendissimo domino Francisco de Sabaudia arcbiepiseopo Auxitanensi Nee non dominis Reverendo Anthonio Championis episcopo Montisregalis cancellario Sabaudiae Anlermo barone Myolani marescallo Sabaudiae Augustino de Lignana abbate (^asaenovae Mattbaeo de Confaloneriis capitaneo Sanclac Agatbae Anthonio de Gingino domino Dyvone Petro de Agaliis Petro Cara Deffcndente de Pectenatis advocato fiscali RufiDno de Murris thesaurario Sebasliano Ferrerii domino Gallianici , et Benedicto Tortellet magistro requeslarum. SACGIO STORICO DI F. SC1.0P1S 1 83 CARLO GIOVANNI AMEDEO Mori Carlo i lasciando il trono al suo figliuolo infante Carlo Giovanni Ameileo. La lulcla del principe e la reggenza dello Stato si tennero dalla madrc, Bianca di Monferralo, coll'assistenza di Francesco di Savoia , ar- civescovo d'Auch , prozio del duca ; ne cio avvenne senza contrast! , es- sendosi in tale occasionc ridestate le vecchie cnierele de' principi agnati. S' aggiunsero alle contcse dei principi le gare dei grandi accresciute per rivalila tra i popoli. Baroni Piemontesi e baroni Savoiardi aspiravano a pre- valcre nel Governo; ne sorgeva una fazione Piemontesc ed una Savoiarda: slavano a capo di cpiella i signori di Racconigi , di Carde , di Valperga e dclla Novalesa ; a capo di quesla il Miolans ed altri magnati. Se cre- diaino al Costa (i), sarebbevi stato grande dissidio sul luogo in cui avreb- besi ad educare il principe, gli uni volendo die fosse in Savoia, gli altj-i in Piemonte. Ccrto c che fuvvi sedizione e sangue sparso a Torino , e che il Miolans, piu d'ogni altro odiato , pote a stento salvarsi nascon- dendosi in una madia merce del soccorso di una buona donna e di un prowido ciltadino. Negli anni di questo principe, Carlo vm re di Francia venne a Torino awiandosi all' impresa di Napoli, funesto augurio d' interminale sventure all' Italia. Nelle condizioni in cui erano la Savoia ed il Piemonte a que tempi , con a fianco l'alleanza Lombarda contratta da Carlo , nessuno sara che rimproveri a' nostri maggiori l'aver fatto accoglicnza benevola a tpiel re rallegrandolo colla rappresentazione delle geste di Carlo Magno disposte su i capi delle vie di Torino. (t) Meraoires lustornjucs sur la Maieon royate de Savoie. torn 1. pag. 353. 1 84 DEGLI STATI GENERALI II limore poteva piCi che la fiducia, onde fu forza alia cluchcssa il soc- correrc ilclle sue robe il re, che, difeltando ill danaro fin dall'esordio tlclla impress, mettevale in pegno. Cos\ schiettamente racconta il Coinmines : di Susa alia le roY a Turin ct r emprunta les l/agues de madame de Savoye Jille du feu marquis le seigneur Guillaume de Monfcrrat ct ve/'ue du due Charles de Savoje , et les mil en gage pour douze mille du- cats (i). E quando tornando di Napoli , e sperimentalo il frutto dell' alleanza Lombards voltasi in tradimento per Lodovico il Moro, Carlo dovette scen- dere aqli accordi col Iradilore, egli si valse molto opporlunainente della lealta pieinontese; e la traltazione della pace, secondo che narra lo stesso Coinmines (2) spettatore ed attore in quelle pratiche,fu agevolata prin- cipalmente dalla duchessa di Savoia , che cosi vennc a liberarsi dalla presenza di quel re che alia fine di ottobre dell'anno 1 4i)^J si ritornb di la dai monti simile piuttosto (per valermi delle parole del Guicciardini ) non ostarite le vittorie ottenule, a vinto che a vincitore. Ristringendoci piu dappresso al tema dei nostri studi, riferiremo le pa- role di Giovenale d'Aquino che riputiaino fedele ed ingenuo spositore delle cose Pieinontesi in que' tempi. Egli dopo aver accennato la morte del dnca Carlo 1, prosegue: Karolus Iohannes Amedeus pupillus et dux successit sibi in ducalu et ipsa domina Blancha curatrix tutrixque de- creta in tribus stalibus tunc lentis in dido loco Pjnerolii. Et in quibus tribus statibus in aula magna dicti castri interfuerunt ambasiatorcs regis Francorum et ambasiatorcs duels Mediolani ad condolenduin de morte, et oj/erendo personas et bona diclorum regis et ducis Mediolani , et mirabilia dicentes et ojferentes , sed in conlrarium J'uit Veritas pVout infra videbitur. Riferiamo qui appresso il documento di collazione di tulcla , il quale non accenna specilicamente a congregazioni di Stali, e non concorre per data cogli atti della succcssiva adunanza, ina si pub credere, come gia dicemmo e come piu spccificamenle accenna la cronaca del d'Aquino , che 1' influenza degli Stati siavi stata, se non di nome, almeno d'effetto. (1) Mcmoircs do messire Philippe do Cominincs, liv. 7, cliap. 5. (2) Liv. 8, cbap. 8. SAGGIO STORICO DI F. 8CLOPIS 1 85 1190 Pinerolii — 20 martii Acceptio tutelae (i). In nomine Domini Nostri Iesu Cliristi amen. Hui\is publici instrument! tenore cunctis fiat manil'esluiu , cum ita sit qnoil Buperioribus diebus , proh dolor! de- cesserit ah liumanis illustrissimus prinoeps quondam bonae memoriae dominus noster metuendissimus dominus Carolus Sabaudiae elc. dux intestatus relicto post se illustrissimo principe et domino nostra metuendissimo domino Carolo lohanne Amedeo duce Sabaudiae, Chablaysii et Augustae, Sacri Roman! Imperii principe, vicarioqui: pcrpctuo , marcliione in Italia, principe Pedcmontium , comile de Villariis, Vaudi, Niciae et Vercellarum etc. domino, in infantili aetate constitulo superstite eliam illustrissima et pudicissima domina nostra meltiendis- sima domina Blancha ducissa consorle praelibali bonae memoriae illustrissimi ilomini nostri domini Caroli vita functi et matre antedicti illustrissimi principis et domini nostri domini Caroli lohannis Amedei moderni ducis Sabaudiae infan- tis, cui illuslrissimae matri a Hire deffertur tutela dicti filii sui illustrissimi adco quod volens praeferlur omnibus legitimis lutoribus. Hinc igitur fuit et est quod anno a nativitate eiusdem ilomini sumpto currenle millesimo quatercentesimo nonagesimo, indictione octava, et die vigesima mensis martii consliluti in prae- scnlia et conspeclu praelibatac illuslrissimae dominae nostrae ducissae revcrendus in Christo Pater dominus Uibanus Bonivardi episcopus Vercellensis abbasque ut commendatarius incliti monasterii Beatae Mariae cle Pinerolio ad Komanam Se- dem immediate pertinenlis , et reTCrenduS in Christo Pater dominus Slephanus Morclli episcopus Mauriannensis , ac nonnulli alii praelati et quamplurimi alii consiliarii, proccres, et nobiles, ducales vassalli et fidelcs luiius patriae Sabaudiae tain citra quam ultramontanac alTeclantes statum illustrissimae dominationis Sa- baudiae bene gnbernari el animadvertcntes periculum imminere multaque oc- eurrere posse propter quae status ipse posset perturbari , ac multa ac inlolera- bilia dampna pati , attendentesque ad probitatem, venustatcin (2), pudicitiam ac laudabiles mores praelibalae illustrissimae dominae nostrae dominae Blancbac du- cissae Sabaudiae matris praelibali illustrissimi domini nostri ducis, considerantes practerea redo ct pensato iudicio nulli alii personae melius tucius ac fiducius munus ipsum tutelae commitli sen demandari posse, eidem illuslrissimae dominae nostrae ducissae hninililer supplicarunt ut tulelam praelati illustrissimi domini nostri ducis filii sui acceptare diguaretur. Ideoque ipsa illustrissima domina nostra domina Blancha ducissa Sabaudiae constitute ante praesentiam maenifici ducalis consilii secum rcsidenlis , quo praeerant revcrendus in Christo Pater dominus (1) DaH'originalo csistcnlc nell'arcliivio di cortc. (S) Parra slrano a molti die in a flare tanlo grave siasi tcnulo conlo ancho dolla scduccnlc qua- lila di bclla o di aggraziala ; ma o sia ingenuita di costumi , o piacenlcria di cortigiani , o leg- gercua di uotaio , la parola sta cost ucU'urigiDatc. Skiue II. Tom. XII. 3 \ |86 I U.I.I STATI (.KNKRAI.I Anioniiis Championis episcopus Moniisrcgnlis cancellarius Sabauiliae , Ludovicus (U- Miolano dominus Seme el Cardeti, Ludovicus dominus Luyriaci, llonoratus ei baronibus Boleii, Anioniiis de Rossiglione miles dominus Belliretorti , Ame- deus ex comilibus Vallispergiae, Anionius de Gingino dominus Divonae , llura- bertua dominus Lucingii, Anionius de Submonle dominus Bardassani gubcr- naior Niciae, dominus Georgius Trucheti praesidens, dominus Philippua Vagnoni inilos dominus CaslrWeteris , Vaxinus de Sollerio condom inus Moretae , Petrus de Agaciis, Petrus Cara colaterales, Deffendens de Pectenatis advocatus liscalis, Ruffinus de Munis thesaurarius Sabaudiae el Sebastianus Ferrerii dominus Gal- lianiei, ouines de ipso consilio. Cuius indicium parere , actcndcrc el sequi vo- Icns eadem illustrissima domina nostra ducissa, nee non in praesenlia memoraii reverend! in Christo Patris domini Urbani Bonivardi commcndaiarii suprascripti ordinarii actenta Bupplicacione ct rcqiiisicione sibi ul supra facia , declaravil el protestala fuii quod vult el intendit esse tutrix praeUbati illustrissimi domini nostri domini Caroli iobannis Amedci ducis Sabaudiae eius filii inlantis. Qua quidem declaraoione facta memoratum magnificum duoale consilium residens, ac praefatus revcrendus in Cbristo Pater dominus Urbanus Bonivardi diclae abbaciae I'ineiolii commcndalarius lamquam ordinarius actendentes el consiileranles ad praelibatae illustrissimae dominae nostrae ducissac sensum, el inter caeteras animi dotes singularem bonilatcm quae etiam iusticiam non postposita clemencia sem- per summopere coluit et vivente praelibato quondam illustrissimo domino nostro eius coniuge observari ulique procuravil , taotaque virlule praedita esl ac sin- gulari inilustria et prudencia queniadmodum si aelalem quadraginta annoruni acligisset, pracmissa ac praebabita diligenti inquisicione per temporis intervaUum prout et queniadmodum in similibus fieri convenit et consucvil . liabiloque et participato ad invicem saepe et saepius colloquio, et maturo consilio, compcrie- runt praefatam illustrissimam dominam nostram melucndissimam dominant Blan- cbam ducissam Sabaudiae ad praedictam tutelam esse magis ydoneam el sufli- cicntem ac confulenciorcm. ldcirco ei) atquc revocalas, aholilas, irritas, anullatas ct penitus canccllatas esse per easclem praesentes decerninrus eliam miIj et cum aliis promissionibus iurisque et facti renunciacionibiis ac aliis clausulis in talilms opportunis pariter et nccessariis. Mandanlcs caproptcr ronsiliis noliiscum pracdicto Cliamhcriaci et Thaurini residen- tibus pracsidenti el magislris camerae computorum nee hod universia ci singulis gubcrnatoribua, baillivis, vicariis, potestatibus , hidicibus, castellanis, capitaneis, procure toribus, clavariis, uxtentarum commissariis ac cactcris praefati filii nostri offioiariis Bdelibugque et subditis mediatia et immediatis , praeseniibus et futuris ipsorumque ofiBciariorum locatenenlibus ct cuilibet coiunulcni sub poena ducalis perpetuae indignacionis configcacionisque omnium bonorum suorum pro singulo diclis consiliis et de camera iuleiioie, qualcnus huiusmodi promissionem et Uteres nostras iuxta ipsarum loiinam, mentcm, coiilinenciam etlenoieni teneant, actendant el observent, tenerique actendi ac per quosvis faciant inconcusse observari et in nullo contraveniant quomodolibet vel opponant ; vcrum dicli praesidens et ma- gistri camerae praeniissa omnia quae ab inde praelato f i Ho nostro quavis racionc. titulo, sive causa evenirc. speclareque et perlinere continget ut praemictitur ilia in demanio ducali quani ci I ins fieri polerinl, registrent, iucorporcnl , et uniant, nee ca praetestu abcuius mandati verbo vel in scriptis fiendi idlo unquam tem- pore delrabant, quoniam sic fieri volumus quibtUCumqae opposicionibus, excusa- cionibus, exceptionibua, Uteris, mandatis ac aliis quibusvis in conlrarium concessis ct ab inde sub quacuni(|ue verborum forma concedendis adducendisque et facien- tibus rcpulsis et non obstanttbua. Quibus omnibus quoad liaec ex diclis nostra certa sciencia, motu(|iie proprio derogamus et derogatum esse volumus per pree- senles quas manu nostra propria signaviinus ac per secretarium nostrum sub- scriplum signal i sigilloque cancellariae Sabaudiae muniri iussimus in pracmisso- rum omnium testimonium duximus concedendas. Datas Pinerolii die octava mensis aprilis anno Domini millesimo quatercente- simo nonagesimo. Blanche Per dominam pracsentibus llluslri et reverendissimo domino Francisco de Sahaudia arcbiepiscopo Auxitanensi, gubernatore et locumtenente generali Nee non dominis Rcverendo Iohannc l un Uflo pm presents. (3) Qucstc dimandc cbo ripetulo s' incontrano nogli atli degli Slati accennano ad abusi cbr pure si rinnovavano. Si lemevano i soprusi e gli aumenli di prezzo nclle grasce, ed in particolare nel pollame. Negli staluli di Savoia pmmulgati dal duca Amedco vm s'cra accuratamcnlc pmvvc- duto allincbc in qucsta parte di scrvizio dclla casa del principe tutlo proccdessc cou onesla e coi dovuti riguardi. V. lo Uubriche, al lib. 2 , De provisoribus victualium ad usuni et expensam hospicii tlomini = Qualuer in emendo vktualia provisores se detent gerere. Seiue II. Tom. XII. 28 318 DEGLl STATI GENERALI I nivorsis sit manifcslum quod cum nupcrrimc in hoc novo ducali adventu noslro in palria cismonlana congregati Ires status eiusdem patriae noslrac in liac civitate Tbaurini pro sincere fidelitaic et devotione crga nos et domum nostram post obscqucntissimum (idclitatis el reverentiae ofticium quod ardenlissimo omni .niiiiH) praestilerunt poslque infinitaa et inenarrabiles oblalioncs quas sludiosis- sinie exliibuerunl nobis puro dono gralioso donaverunl llorenos ccnlum et vi- ginti mille ad subveniendum et succurrenduni gravibus impensis et oncribus nostra nosque non minus acccpcrimus quam gratissimum scd praecipue nobis iucundum I'uerit omnium ipsorum trium staluum conslantissimam in nos (idem caritatem et rererenttam aperte conspicere , mcrito eisdem gratias faabendas du- ximus nosque crga eos munificum obtulimus et iuslum atque sludiosum omnium suliditorum pi acscrvatorcm et ca quae a nobis poslulaverint decern octo capi- lul.t retro descripla eis benigniter concedi. — Hinc est quod nos cupientes im- 1'iimis ea omnia semper agere el consulere quae ad eorum commodum et sa- lubrem conservalioncm succedere possint , volentes quoque optimis coruni crga nos meritilms gratiiicari ex nostra cerla sciencia et de nostrae potestatis pleni- tudine omnia et singula capitula retroscripta cisdem tribus stalibus videlicet sub- dilis liuius patriae cismontanae damns et concedimus proul et qucmadmodum in line cuiuslibel eorum per nos responsum apparet volentes tenore praesentium cadem capitula omnia et singula perpetuo observari debere in vim privilcgii seu Irancliixiarum numquam delendarum uiandantes propterea consiliis nobiscum et Tbaurini residentibus universisque ct singulis omciariis mediatis et immediatis ad quos spcelaverint et praesenles pervenerint sub poena centum marcharum argenti pro quolibet dictis consiliis inferiore quathenus bas nostras concessionis literaa el capitula dictis subditis liuius patriae cismontanae teneant cl attendant el inviolabiliter observent. Datas Tbaurini die vigesima octava mensis iulii millcsimo quaterccnlcsimo nouagesimo sexto. Per dominum pracsentibus dominis R. lohanne dc Varax episcopo Bellicensi R. Andrea de Monlefalcone episcopo Lausanensi R. Amedeo de Romagnano abbate Sangani cancellario Sabaudiae Ugone de Varax marescallo Sabaudiae Antbonio de Gingino praeside Petro Agacia * Petro de Cara Ludovico de Vignate Deffendente de Pectenatis , lohanne Ferrandi advocatis fiscalibus Sebastiano Ferreri tbesaurario. Vinea. SAGCIO STOHICO 1)1 F. SCI.OPIS 2iq FILIBERTO II. Ecco uu allro regno di principe salito giovanissimo al trono, e morlo quando appena contava 1'anno venliquattresimo. Fu un tempo di speranze nou adempiute clic gli aveva fallo conccpire Lodovico xn, re di Francia, e che pareva aprirgli il matrimonio , da esso duca contratto , con Mar- gherila d' Austria , Gglia di Massimiliano. Fu an tempo di giostre e di pancgirici. Chi e vago d1 informarsi dei parlicolari di quelle , ricorra al Guichenon che consegno , tra i documenti della sua storia genealogica della real casa di Savoia , la descrizione del torneo fatto a Garignano , sul finire del carncvale i5o4, condotta con tutta la gioiosa e bizzarra di- ligenza che allora vi si richiedeva: chi e curioso di conoscere questi, legga 1' orazione detta da Pietro Cara il 2 dicembre 1498 nell' assemblea dei tre Stati , la quale raunata , secondo ne pare , fu quella che ]>oi diede luogo agli atli che seguono sotto le date del 18 e del 20 di gennaio '499- E qui non mi si apponga a colpa se mi fo ad introdurre alcune pa- role intorno a questo oratore ; ci6 servira non di dislrazione, ma di ag- giunta al mio tema, ponendo sotto gli occhi ai letlori I indole dei tempi. Pietro Cara, che ci appresenta nelle sue opere (i) quale fosse la let- leratura a que' tempi, venne dal Denina (2) lodalo, dove, parlando della condizione degli studi in Italia nel secolo xv, scrive: » E certo altresi che (1) II titolo ampolloso prcmesso all' cJizione de^li scritli del Cara fatta in Torioo nel 15S0 coi lipi di 1'. P. Porro, e il seguenle ( 1 vol. in 8."): « Virtuli et aetcrnitati consecraluui — Aureae » luculentissimaequo Petri Garae comitis e<|uilisquc sptendidi ncenon iureconsulti gravissimi , et » oratoris clarissimi orationes. In quibus quicquid dcmonstrativo in gcncre iisjm.hii reperiri potest. * cum recondita eruditionc hahes lector; addilis eiusdem ad claros viros simul et a doclis ad » ipsum Caram et de eo epistolis; quia etiani tam soluta oratione quam carmine ad Scipionem ■ liliiini iureconsultum patcrnae facundiae sectatorem et assectatorem pteraque scita, legique dignA. d Legal quaeso quisquis iu has incident nou male collocaturus bouas borai. ■ (2) Ritoluzioni d'ltalia, lib. 18, cap. 4. ' !i> HKCI.l STATI r.KNKRAl.I lino iii Piemonte si cstese allora la coltura dello lellcre , dove Pielro Cara, poeta, oratore e giureconsulto 3 scriveva c latinamente e dotta- » uienle non meno die si facesse in Toscana, in Romagna ed in all re n parti di Lombardia. « Pietro Cara j nalo in S. Germano, Hon nella seconda mcla del w se- colo e in' piimi anni del \m , In lettore in giurisprudenza d'insigne fama, i" con grande alllucnza di udilori venuti anchc dalle rcgioni slranicre, fu membro del Consiglio superiore di giustizia, fu onoralo di varie legazioni ai principi per parte del suo sovrano ; c de' scritli di lni e fatta degna nu'ii/.ioiie da chi era degno di giudicarli (i). Sposo un'Anlonina Pios- sasco, dei signori
  • i:c lario Do Ruscaciis. H33 DEOLl STATI GENF.RAI.I Item supplicant adverli circa factum gabellae salis qua ipsa pallia gravalur valde cum gabellator defficiat in manulcncudo bonum sal et sufficiens etiam in ■ 1 1 i.i ii t it .it t- renuatque poslulantibus vendere precio convcnto nee bonum sal ma- nuteneat iuxla conventa et in praemissis taliler proviileri postulant quod ipsius patriae indempnitali sit provisum nee emere volcntibus venaerc recusct sed iuxla conventa et solita expediat ac observe! et damns passis ob id satisfaciat. lllustrissimus dorainus nosier mandabil observari ca ad quae tenenlur ga- bcllatores. Vines. Item quia factae dieuntur nonnullae inbibitiones ne quis de ducali ditione accederc praesumat ad Lugduni nundinas, supplicant adverti quia si bene inspi- cistur patriae alienae ex praemissis locuplclanlur, et ipsa patria cismontana de- pauperarelur eo permaxime quia mercancias alibi et in aliis locis perquirunl et ab ipsismet qui eas conduxerunt a Lugduni) emunt maiori pretio quam facerent. Et sic alienae bursae locuplctantur. lllustrissimus dominus noster dux providebit cum maluro consilio. Vines. Item quod primac cognitiones causarum civilium et criminalium cognoscantur et determinenlur per ordinarios cuiuslibet locorum singula singulis debite reffe- rendo quocumque decreto et aliis in conlrarium facientibus seu addueendis non obslantibus. El si sccus fiat sit irritum et inane. lllustrissimus dominus noster ita vult et concedit praeterquam in casibus a iure el decreto dominicali pcrmissis seu reservatis. Vinea. Item quod non fiant cessiones, donaciones et dationes in solutum per quas inu- lelur iurisdictio vel forum pro similibus cessionibus, donationibus, remissionibus aul in solutum dationibus cxigendis. Et si fiant ipso iure sint nullae nisi earum vigore agatur coram ordinario eius contra quern talis cessio seu remissio fieri con- tingal. lllustrissimus dominus nosier concedit et non fiant nisi de patre in filium , fratre ad fratrem, patruo ad ncpolem, vel de eo qui subslinet onera eius per quern fit cessio. Vinea. Item quod ius reddatur per quemlibet ordinarium cuiuslibet loci patriae in loco libero solito cuiuslibet loci ubi reddi solet el non alibi. lllustrissimus dominus noster ita vult et raandat nisi in casibus gravibus poenam sanguinis exigentibus. Vinea. Item quod ofliciarii non possint cxigere bampna et seu debila criminalia eu- iusvis manerici sint nisi sint decretata concordata et seu condempnata per or- dinarios ad quos spectat neque ipsorura debitorum exactio fiat transacto biennio a die finili officii ipsorum officiariorum. El si quid in conlrarium fieri contingal sit irritum et inane. lllustrissimus dominus noster vult et concedit quod non exigantur ante dc- crelaliones aut concordias seu compositiones. El quod non exigantur post bien- nium nisi fuerit iusta causa. Vinea. Item supplicant dignetur praefatus 'lllustrissimus dominus noster dux confirniare sac<;io STORK. O 1)1 F. SCI.OPIS 22 3 quascumquc frauchixias , liberlalcs , staluta , immunilates , privilcgia, decrela , honasquc ct anliquas consuctudincs ipsi patriae in genere cl specie concessas ac cuivis ipsorum locoi Mm ct quatenus expediat dc novo conccderc niandando qui- buscumque officiariis, commissariis ct aliis quihus expedient quatenus ipsas con- cessioncs dc vcrbo ad vcrbum ul iarcnl ad iingueni obscrvcnt et obscrvari fa- ciant ac si csscnt in viridi observaneia et super praemissis litcras opporlunas concc
  • 1 i .1.1 STATI GENERALI Item supplicant quod matrimonia quarumcumque filiarum ct pcrsonaruni sint libera et non OMOta et non fiant nisi de consensu proximiorum Uteris forte eoncedendis in contrarium non obstantibus quibus derogalum esse inlelligatur per praesenles. lllustrissimus dominus noster ita vult et conccdit. Vinea. Philiberlus dux Sabaudiae, Cliablaysii ct Augustac, Sacri Romani Imperii piin- ceps ricartusque perpetuus, marchio in Italia , princeps Pedemontium, comes Gebennesii et Baugiaei, baro Vaudi, Fauciniaci, Niciaeque , Breissiae ac Ver- ceUarum dominus. — Universis sit manifestum quod nos visis capitulis sub- annexis quae per congregationem trium slatuuin buius patriae cismontanae ante conspcclum nostrum nupcrrimc lactam a nobis concedi postulata fuerunt , oonsiderantes sinceram fidem qua nos prosequuntur et propensum atque obse- quentissimum animum quem nobis continuo fervenler exbibcnt alque offerunt ex nostra certa scienlia el malura consiliariorum nostrorum subnominatorum deliberacione praebabita, capitula ipsa atque omnia et singula in eis contcnta et descripta iuxta forinam et tenorem responsionum noslrarum in pede cuiuslibet ipsorum capitulorum descriptarutn in vim privilcgii et francbixiarum validissima- rum damns et eouccdimus, mandantes boc ideo consiliis nobiscum et Tbaurini residentibus univcrsisque el singulis gubernatoribus, baylivis , vicariis, poteslati- bus, caslellanis ac caeteris universis offieiariis noslris mediatis et immediatis, com- missariis quoque ad quos spectaverit et praescntes pervenerint sub poena centum marcharum argenti pro quolibet dietis consiliis iuferiore quatenus lias nostras et capilula praedicla populis et subditis diclae patriae noslrae teneant et obser- vent Deque in ullo conlravenianl aliqualiler vel opponant in quantum dictain poenam incurrere Ibrmidant, quibuscumque opposilionibus Uteris et aliis in con- trarium forte facientibus et adducendis repulsis penitus et non obstantibus in quorum testimonium bas duximus concedcndas. — Dat. Thaurini die decima octava ianuarii M 111IC LXXXXIX (1). Per dominum praesentibus dominis Illustri Henato naturali de Sabaudia comite de Villariis locumtenente Sabaudiae generali R. Amedco ex marcbionibus Romagnani episcopo Montis Regalis Sa- baudiae cancellario Gabriele de Seyssello barone de Aquis lobanne domino de Chales magno magistro hospitii Angellino dc Provanis praeside patrimoniali Petro de Agaciis Petro de Cara Ludovico de Vignate Antbouio Cacia Auguslino de Azelio Francisco Provana Deffendente Pectenati advocato fiscali Scbastiano Ferrerii domino Galianici thesaurario Vinea. (1) In allre copic v' ha la data del 20 in vccc del 18 di gcnnaio. SAGGIO STonico di r. srxopis 22.1 Suprascriplam copiam seu transuraplum a proprio originali extraxi ego Iohanncs Michael Muratoris nolarius puhlicus de Trinitalc. Et quia facia debits collacionc cum proprio originali cum notariis infrascriplis ulruinquc concoidai <■ iiivcni, ideo hie me propria mauu suhseripsi cum apposilionc mei soliti signi mauualis in li- dem praemissorum. Manwilmmle soltoscritto Iohanncs Michael Murator. 1199 Geneve — 5 et 9 aoiii Assemblee des trots £tats du pajs de Savoie (1). S'ensuivent les doleances et les avis sur les quels Ires humbles et loyaux sujels de noire tres redoutiS seigneur et prince le tluc de Savove demandent et re- quicreut tres humblement au dit leur Ires redoutiS sieur leurs pourvoir et avoir advertance. Premieremnnt. Que soit du bon plaisir de mon dit seigneur de (aire tenir ses audiances ainsy que , bonne memoire , ses predecesseurs avoint accoulumd de faire en ensuivant la forme des staluts sur ce fails par messegnieurs ses prede- cesseurs, que redondera et sera a l'honneur du dit noire tres redoute sicur et au proflil et grande consolation de ses dits sujels. Mon dit seigneur le due veut et commande le dit chapitre etre observed Secondement. Tres humblement supplient qu'en observation de la requesu- dessus ditte toules commissions doresenavant cessent par concession parliculierc que se fasse comm'aux audiances pour les abbus pratiques et grandes charges . et sporlules, que les dits sujels supportent quand telles commissions sont faites tanl a cause des sportules qu'aulres griefs des quels Ton nc fail point d'expresse mention. Mon dit seigneur le due veut et commande que le dit chapitre soil observe. Tierccment. Supplient que toules provisions et lettres contraires ne se contre- disent commc tous les jours se fait, mais supplient que les provisions qui se fe- ronl doresenavant se fasscnt par si bon conscil et pleine deliberation qu'elles demeurent en leur eslre, el que Ton n'ail occasion d'en faire d aulres contraires. Mon dit seigneur le due veut el commande le dit chapitre etre observed (1) Dall* arcbivio di corlc , pacco I , n. 13 Duchi de Savoie, e da' registri dell' aalico senato di Savoia. Serie II. Tom. XII. 39 aa6 DEGLI STATI GENF.nAI.I Ouatriememont. Supplient quo lcs mandcmens que le dit noire trcs redoute seigneur fen et concedera soinl observes par ses oflieiers el ceux a qui les man- demena se dirigeront ct que soit mise peine a ceux qui n'obeiront, et que Ton no EttM production que soit au conlraire. Mon dil seigneur veut et eonimande que le dit chapitrc soil observe" sur la peine que sera conlonue aux mandemens. C.inquiemement. Que plaise a mon dit seigneur de tie donner point d'amende on composition sur quetquc querelle ou deslict que la cognoissanee ne soit faitc el celui que Ion accuse ne soit ouy en ses defenses. Mon (lit seigneur veut et commando le dit cbapitre etre observed Item supplient tres buniblemout quo tous commissaires parliculiers d'oresen- avanl cessent d'aller prendre informations par le pays, et contre et sur les sujets de notre dit seigneur et prince , mais quand quelquo querelle ou plaintc sur- viendra en quolque earlier do ses pays , que Ton mande lcs oflieiers ordinaires do lieu qui prennont les informations deiies pour informer el envoyer au dit notre ties redoute seigneur ot prince , et ce a cause des grands abus, fautos et grandes exiorsions que se fonl sur les sujets de notre dit seigneur ct prince, qui ne redondent point a son proftil, mais a grande faute de ses dits sujets, et que tous commissaires deputes par le passe de cetle heure soient revoqulSs. Mon dit seigneur veut et commande que la forme du statut dominical soit observe sur le content! du dit cbapitre. Item supplient Ires liumblement d'avoir avertance sur les inquisiteurs de la Sainte Fov , deputes auclorilalc apostolica , ainsi qu'ils disent , car de grands abus el de grandes oppressions suos I'aspecl de la dite inquisition se font sur les Sujets de notre dit tres redoute prince ainsy que cliacun scail. Mon dit seigneur appelera ceux do son conseil , cl autres quo lui somblera pour sur le content! du dit cbapitre pourvoir ainsy que sera plus expedient an profit et contenlement de ses dits sujets. Item supplient que soil donnel ordre que les sujets de notre dit sieur ct prince ne soint point ainsy foules par les conserveurs des prelats el aulres gens d'eglise a cause de ce qu'ils les admonestent , font citer et evoqucr en leurs instances par quelques petits servis, ou rente et autres dettes qui leur est doii la ou ils pourroint demander leurs raisons par devant les oflieiers de notre dit sieur et prince auqucl ils sont sujets au devant les ofticiaux des prelats ordinaires, car pour la moiudre contumace il leur coute un marc d'argenl qui est tine grande foule es dils pauvrcs sujets. Mon dit sieur veut et commande que la forme du slalut dominical et aussy ct 11 droit commun soit observe1 sur le contenu du dit chapitre. Item qu'il soit du bon plaisir de mon dit sieur d'avoir advertance et donner provision sur tant de ses sujets qui s'appellent et renomment pour clercs sur lcs quels privileges de clergi5 et confiance se font tous les jours des troubles, oppres- sions, oeuvres de fail et autres injures es sujets du dit notre sieur cl prince se confians de leurs privileges. Mon dit sieur apres avoir appclle" ceux de son conseil et autres que bon luy scmblera de ses pays et communique* avec eux sur le contenu du dit cbapitre fera les provisions necessaires. Item supplienl que le subside dessus dit ne soil point rccouvrc, ny exige, outre les coutumes, francbises, privileges et nombre de foux qui furent observe" tant en Savove qu'en Aosto qu'en Bresse et autres parts de ca lcs monts devant les con- SACOIO STOIUCO 1)1 F. SCI.OPIS 2 2^ cessions des subsides faitcs depuis feu bonne memoire dame Yoland de France ducbessc et monscigneur le due Charles, que Uieu absolve. Monsieur veut et entend que ses dils sujets soinl trailes comm'ils I'onl etc |>ar le icms de messieurs ses predecesseurs. Item qu'en la taxation et aux cgauccs qui se feront a cause du dit subside que les pauvres et miserables soint exelus et qui ne soint point en nombre ny enlre leurs voisins charges pour eux. Mon dit seigneur veut et commando le dit chapilro ctre observe^ et en outre que les riches aident et supportent les faibles. Item que les olliciers qui auront charge de recouvrer le dil subside ne prcn- iicnt point ny exigent point de gros ny point do quarts si non cela a quoy se- ront les sujets taxes el egales. Mon dit seigneur veut et commande que la forme du slatut dominical soil observdo sur le contenu du dit ehapitre. Item supplient de donner provisions que quand aucun prctendroit etre taxe plus que la raison ne porteroit par eeux qui avoint el<5 commis a taxer que les sindics du lieu sans autre provision de justice ayenl puissance de sommairement connoitre sur la querclle de ccluy qui se plaindroil et que ce qui seroit connu par les dits sindics se doive tenir sans autre appellation. Mon dit seigneur avisera de pourvoir sur le contenu du dil ehapitre ainsy qu'il sera de raison veii qu'il touche son autoriu5. Item supplient pour le grand profit et ulililtS du dil notre tres redout^ seigneur ct de tous ses sujets et pour supporter les charges qu'ils ont a supporter et se- courir a leurs ncccssitds que les dits sujets soinl en liberty d'aller et venir aux foires et marches dehors du pays de Savoye ainsy que tie tous terns mais ils l'auroienl accoutume" d'avoir; car autrement ne leur serait possible de vivre au dit pays, ne supporter les charges qu'ils onl a supporter. Mon dit seigneur semblablement avisera de pourvoir sur le contenu du dit ehapitre selon que semblera par le mieux en ensuivanl la provision sur ce faite par notre St-Pere. Item que les libertes et franchises, coutumes et usances concedecs et observers ancicnuement et par feu messeigneurs les predecesseurs du dit notre sicur leurs soint confirmees el observers et mise peine a eeux qui feront au contraire devoir etre appliquec et raise a la fortification du lieu et de 1'ulilile publique ou la con- tradiction se feroit. Mon sieur veut et commande que les libertes, franchises, privileges et bon- nes coutumes du pays soint observees ainsy qu'elles ont eAtS concedecs ct observers par le passed Item supplient que les statuts du dit notre seigneur se doivent observer par uu i'Ii. K iih en sa quality ct qui fera au contraire qu'il encoure la peine a devoir staluer et ordonner par le dit notre sieur la quelle se doive exigcr par le chaste- lain du lieu el le quel chaslelain en doive compter, et etre charge1 en la chambre des comptes ct si par avanture le chaslelain offense en non observant les statuts que les sindics du lieu soint tenus quand il viendra a leur notice le notifier et reveler au procureur de notre dil seigneur, ou en sa chambre pour luy faire payer et compter de la peine qu'il a encouru. Mon dit sieur veut et commande que les dils statuts dominicaux soint en- tierement observed et en outre que 1c contenu du dit chapilre Ton ensuive ct observe la forme des dits statuts. 3 28 DEGLI STATI GF.NF.nALI Item qu'aux foires publiques qui se licndront d'ioy en avanl au pays de notrc ilil seigneur Ions marcliands el avilres manieres de gens qui vicndront ou con- hiiiont niareliandises pour achepter ou vendre aux diles foires ne doivent ctre aucuncnient uiolcslcs ni compcllis i hi rani le terns et le tcrme dcs diles foires en leurs personnes nv en leurs merchandises pour quelquc chose que sc soil, exceple' en eas de crime. Mon dil seigneur veut et coinmande , que les franchises, privileges, et li- beries conccdees en faveur dcs dites foires soint observers. Item que les servis dens a noire (lit seigneur, aux eglises el autres, ne se doi- vent exiger si non a la mesure dette et accoutume'e. Momlit sieur veut et commande le dil cliapitre ctre observe. Ilem que les offioiers et rcceveurs des servis du prince ne puissent compellir les dehitcurs a les achepter deux, mais en payanl les dits servis ne soint qui He's. Mo .1 lit sieur veut et commande le (lit chapitre ctre observe. Item que le seel des dessus escrits chapitres, et des confirmations dcs fran- chises du pays ne soil point paye , ainsi que les dits chapitres et confirmations soint selees gratis. iMondit seigneur veul et commande que le dit chapitre soit observe\ Patenlcs pour ^observation des dits articles. I'liilihertus dux Sabaudiae, Chablasii et A.ugustac, Sacri Romani imperii prin- oeps vicariusque perpetuus, marehio in Italia , princeps Pedemontium , comes Gebennesii ac Baugiaci, baro Vuaudi ct Fauciniaci, Nyciaeque , Brcyssiae, Ver- eellarum ac Friburgi dominus. Universis serie praesentium fieri volumus mani- festum quod nos visis et per nobiscum residens consilium solemniter visitatis ca- pitulis parte dilectorum nostrorum sindicoruni hominum et eonimunitalum Sancti loannis Alpium ac aliorum sindicorum hominum et coramunilatum totius patriae nostrae cismontanac (1) inibi mentionatorum in congregalione trium slaluum patriae praedictae nostrae cismontanac die quinta huius mensis augusti in hac civitale Gebennensi nostri mandato facta nobis exibitis responsionibus(|ue super eisdem capitulis, factis, praesentibus, annexis et consideratis in cis contentis. Suppliealioni itaque sindicorum , hominum et eonimunitalum patriae nostrae cismontanae super his nobis factae annuentes ex nostra certa scientia eliam malura dicti consilii super his deliberalione prachabita pro nobis et nostris haercdibus et succcssoribus universis praedicta capilula et responsiones prout iacent praefatis sindicis nominibus praemissis damus et concedimus per pracsentes , mandantcs proptcrea consiliis nobiscum ct Cambcriaci residentibus pracsidentibus, et ma- gislris camcrac computorum nostrorum nee non universis et singulis gubernalo- ribus, baillivis, iudicibus, castcllanis, piaepositis, mistralibus et caeteris ofliciariis nostris mediatis ct immediatis quibus praesenles pcrvenerint sen ipsorum locate- nentibus, et cudibet eorumdem sub poena centum librarum forlium pro quolibct dictis consiliis et de camera inferiore qui non paruerit cominitlenda et nobis irremissibilitcr applicanda, quatenus praedicta capitula et responsiones prout iacent I) La qualificazione cistmmtana rispelto alia Savoia si spiepa da clic il duca trovavnsi allora cola, od csprimeva il suo concetto rclativamcotc al nto in cui era. SACGIO STORK.'O DI F. SCLOPIS 221) pracfatis hominibus el eorum successoribus tcncant , attendant ct observent ac per quosvis f.iciant inconcus.se observare et in nullo conlraveniant quomodolibet vel opponanl, veruin ipsa cluin et quoties parte ipsorum supplicaniium fuerinl re- quisiti voce prucconia locis et BOribuj tafia fieri solitis publican el pi acconizari faciant, quia sic fieri volumus oppositionibus excusationibus et aliis conlrarium facicntibus (piibuscumque nun obstantibus. Datas Gebcnnis die nona augiisli anno Domini millcsimo quatercenlesirao no- nagesiiuo iiciiiii Per • idiii i 11 11 in pracsenlibus dominis Illuslri Rejnerio Bastardo Sabaudiac coinile de Villariis locumtenenle Sabaudiae gcnerali , nee noil Revcrendo Aymoiie de Monlclalcono episcopo Lauzannae Ludovico coinite Camerae Gabriele de Seysello barone de Aquis Antonio del Gingino domino Dyvone, praeside lobamie domino de Cballcs Autlionio Caceia Francisco Provana Defendeiitc De IVctenalis advocalo liscali Sebastiano Ferreri domino Gallianici tbesaurario Sabaudiae generali Benedicto Torlelleti magistro requcslarum. liedilanlur litcrae porlitori. Ricbardi. Autres pulentrs. Philiberlus dux Sabaudiae, Cbablasii et Augustae, Sacri Romani imperii prin- eeps, vicariusque perpetuus, marchio in Italia, princeps Pedcmoncium , comes (iebennesii et Raugiaci , baro Vuaudi ct Fauciniaci, Niciacquc , Rressiae , Ver- ccllarum ac Friburgi etc. dominus. Exposuerunl nobis dilecti nostri vallis et iurisdictionis alpium bomines et incolac quod per tempora illustrissimorum bonae memoriae dominorum pracdeeessorum nostrorum Sabaudiae quondam ducum et per lanti temporis spaeium quod bominum memoria non cxtat de contrario. dum contingit subsidia et alia dona in palria nostra cismoutana fieri solili fue- runt componere cum exactore sen receptore ipsorum subsidiorum qui pro tem- pore erat in uuiverso pro tola ipsa valle ad raliouem ducentum et quiuquaginta ibcorum ex quibus detrahebantur viginti quinque foci pro misiralibus dempto a sex vel seplcm annis elapsis ant circa qui compulsi fuerunt compntare et se componere pro longe maiori numero focorum quam forent soliti , ac de praesenti compellunlur ultra facilitates ipsorum et suorum bonorum sic quod pluros es ipsis prope diem, nisi aliter retraclentur, patriam nostram cogentur absentare, luimil- iimc supplicando ut in bonis usilnis quibus de tempore praclibalorum pracdeees- sorum nostrorum potissimc illustrissimorum numquam delendac memoriae domi- norum Volant, Amedei et Caroli consanguiucorum noslroriini crant coniponcndi, pro ipsis subsidiis eos dimittere aut alias cum cis mile agere dignaremur, quorum supplicalioni tamquam rationi consonae consideralis praemissis ac ipsius loci vallis alpium stcrilitatc benivole inclinati, ex nostra ccrta srienlia, nostroque molu proprio et potcstatis plenitudine quia etiam sic nobis fieri placet pro nobis el noslris hae- redibus ct suecessoribus univcrsis procerum et consiliariorum nostrorum subscri- ptorum praebabita delibcratione bomines ipsos supplirantes ct eorum pcrpetuam 23o DEGI.I STATI GENERALI posteritatem ad nobiscum componendum ct concordandum admittimus in universo pro hominibus infra pracdiclas iurisdictiones, et limites vallis alpium existcntibus pro subsidio sive dono ultimate per patriam nostra m cismontanam in tribus stations ultimate in liac civitate Gebenncnsi, scilicet ad rationem qualuor florenorum cum diraidio pro singula foco nobis concesso , et pro aliis nobis et nostris pracdictis in luturum concedendis ad numcium scilicet tercenlum focorum dumlaxat, et non ultra, inclusis dictis mistralibus eiusdem vallis dctrabi solitis, reducimus et restrin- gimus per pracsenles ita quod receptori noslro praedicli subsidii ultimate nobis concessi praesenti et aliis qui pro tempore fuerint amodo in antea cosdem sub- ditos noslros supplieantes ad componendum et solvendum nullimode ultra nu- inerum praedictum tercenlum focorum inclusis ut supra pracdictis mistralibus compellere seu alitor quovismodo arctare liceat, mandantes propterea consiliis no- biscum et Chamberiaci residentibus praesidentibus, et magislris camerac compu- torura noslrorum dictisque receptoribus subsidiorum praescntibus et qui pro tem- pore fuerint ballivo, iudici, et procurator'! Chablasii, castellano, et clerico curiae Thononii ac caeteris \miversis et singulis officiariis nostris mediatis ct immediatis, praescntibus et fuluris scu ipsorum officiariorum loca lenentibus et cuilibet eo- rumdem sub poena centum librarum forlium pro quolibet dictis consiliis et de camera inferior! quatenus buiusmodi literas nostras praefatis supplicantibus et suis praedictis iuxta earum formam et teuorem teneant , attendant et observent tenerique attendi et per quorum intererit illaesas observari faciant et in nullo contraveniant quomodolibet vel opponant, quibuscumque praemissis contrariantibus non obstanlibus in has praemissorum testimonium concedentes. Datas Gebcnnis die vigesima mensis iulii millesimo quingentesimo. Per dominum praescntibus dominis lllustri Reinerio Bastardo , gubernatore et locumtenente Sabaudiae generali, comite de Villariis, nee non Domino lohanne de Challes, gubernatore Breyssiae Anthonio de Gingino domino Divonae, praeside Angelino Provana condomino Fabularum , praeside patrimoniali Amedeo de Challes domino Montis Ternimodi , magno magistro hospicii Angelino de Azellio Francisco Provana Defendenle Pectenati, advocato fiscali lohanne Noyelli thesaurario et financiarum Sabaudiae, generali Richardi. SACG10 STORICO DI F. SCLOPIS 23 1 1503 Taurini — 17 februarii Acta congregationis trium Statuuni patriae cismontanae (i). Sequuntur capitula quae tres status fldelissimac patriae ducalis cismontanae convocali in civitate Taurini ex ducali mandato ad causam doni illustrissimo do- mino nostro domino Phiiiberto duci Sabaudiae lam ad causam guerrarum et expensarum per cum snpportatarum , et pro praeservalione ac militate patriae quam eliani illustrissimae et cxcellenlissimae dominae noslrae ducissae dominae Hargaritae pro eius felici adventu concessi anno Domini 1505 die 17 mensis fe- bruarii per ipsam patriam, nemine exemplo, nee excluso, bumiliter supplicant do- mination! praclibatae dignetur eidem patriae in vim pacti concedere , et largiri capitula , francliixias et privilegia infrascripta, attcntis maxime subventionibus et pecuniis infrascriptis. Et primo dicti tres status donant praefato illustrissimo domino nostro Morenos centum et nonaginla millia , praclibatae vero illustrissimae dominae nostrae ob eius fclicem novumque adventum Morenos quinquaginta millia , et illustrissimo domino Carolo fratri praelibati illustrissimi domini nostri florenos decern millia. ea tamcn lege quod nullo unquam tempore in praeiudicium cedal diclae patriae ncc trabatur seu trahi valeat in consequenliam quovis modo ncc ob id dici possil ipsa patria in posterum obligata. Qui quidem duccntum quinquaginta millia flo- reni solvantur in tribus terminis, videlicet tercia pars bine ad festum S. Martini M'nialis proxime venturi. Alia tercia pars a festo Nativitatis Domini Nostri Iesu Christi anni praesentis illinc ad unum annum. Et residuum a dicto festo IS'ati- vilatis ad unum alium annum tunc proxime sequluruni , et ante praedictos ter- minos quia non possit , neque debeat cogi nee molestari ad solvendum non ob- stante lege disponente debitorem fisci ante lempus posse conveniri, et aliis iuri- bus in contrarium disponenlibus non obstantibus, (piibus per praescntes intelli- galur renuncialum et derogalum per ipsuin illustrissimum dominum nostrum ; et iiat solutio ipsa de moneta nunc gencraliter currenle per patriam cismontanam. el spectabilis dominus generalis seu receptor qui pro nunc est , et qui in futu- rum fuerit et quisquis exactor constiluatur non valeat ncc possil aliquos quartos ab cis exigerc, et teneatur quiltationes facere et expedire sine constu. Placet illustrissimo domino nostro ut supra petitur. De Ruscatiis. (1) Dall archivio ili corte. — Di qnesta adunanza fa anrlie mcDzione il Pingon nclla sua Auguslu Taurinorum , acceonando pero al donatiro di soli cinque mila fiorioi falto particolarmcnte alia no- Telia sposa ; convien dire clie il teslo stampato del Pingon sia scorretto , poichc il donalivo fu dt 50 mila fiorini. •j33 DKCI.I STATI GENERAL! Item quod pecuniae mutuatac per communilates et alios particulares illustris- simo domino domino noslro sive vicegereuli pro ipso intrentur iuxta forma ni eonfessionum el promissionum de eis faelarum , ct pariter intrentur parcellae granorum, viaorum, avenarum, et aliorum liuiusmodi viclualium. Placet illustrissimo domino nostro duci, quod diclac pecuniae nmliialae in- trentur, el pariter parcellae praedic.tac tempore modcrni domini thesaurarii ge- neralis factae. De Ruscaliis. Item quod exaclores fogagiorum non possint compellere aliquem ad solutioncm diotorum fogagiorum , nisi ad rationem, et iuxta valorem monetae currentis in dicta patria. Placet illustrissimo domino nostro ut pelitur. De Ruscatiis. Item quod confirmentur, et etiam de novo in vim pacti concedantur et obser- ventur omnes et singulae francbixiae, concessioncs, convcntioncs, consueludines, libertates, decrela dominicalia , slaluta, capilula patriae et locorum ac caslrorum ad unguem et quemadmodum ad literam leguntur alias concessa et concessac per illustrissimos dominos praedecessores praelibati illustrissimi domini nostri ac si bic expressa mencio facta fuissct specialiter et nominalim quae hie pro ex- pressis et specificatis babeanlur eliamsi per aliquod tempus fuisset illis deroga- luni seu contraventum propter non usum vel contrarium usum; et quod matri- monia sint libera nee quis cogatur in contrarium directe vel per indireclum prout alias concessum fuit. Placet illustrissimo domino nostro quod francbixiae et reliqua praedicta con- firmentur et quas et quae confirmamus prout haelenus confirmalae et confirmata fuerunt per nos ct illustrissimos praedecessores noslros, et ita observari debcant. Quo vero ad matrimonia quod sint libera el fiat ut petitur. De Ruscaliis. Item quod omnes et quaecumque poenae impositae, commissae seu declaratae per quosvis commissarios et offieiarios contra communilates et quascumque per- sonas tam occasione fortaliciorum armorum viarumque et subsidiorum ac pro cmiducta salis et roydarum et aliorum onerum non debito tempore factorum et solutorum, et racione expositionis monetarum marchionalium remittantur, et quod de ipsis quis de caetero per quempiam quovis modo non possit molestari. Placet illustrissimo domino nostro ut petitur usque in diem pracsentem. De Ruscaliis. Item quod nullus possit arrcstari nee detineri ncc ad solulionem cogi per ali- quem eastellanum, vicarium, baylivum, poteslatem seu alium ofticiarium nee per eorum substitutos pro bainpnis in castro neque in domibus eorum , sed possint arrestari in loco iuris communis sive palatio ad evitandum expensas introitus et cxitus et alias quae faciliter excedere possunl principale. Placet illustrissimo domino nostro usque ad summam decern florcnorum. De Ruscatiis. Item quod patria et omnes bomincs subditi remaneant in sua libertate et fa- cilitate emendi sal ubi eis placuerit tam in patria ducali quam extra ad eorum bcneplacilum iuxta formam conventionum, ct quod gabellatorcs seu pro eis agentes qui sunt et pro tempore fuerint teneantur quando vendunt sal lenere mensuras SAGGIO STORICO DI F. SCLOP1S a33 iustas, planas ct plenas, ct debcant tcncrc bonum sal nitidum, et capcre aurum et monclam secundum communem cursuni locorum ubi venditur sub poena. Placet proul in privileges dummodo fraus neque dolus inlerveniat. De Ruscatiis. Hem quod illuslrissimus dominus nosier provideal ne dc caetero praepositi marescallorum nee alii eommissarii seu omciarii possint nee debcant inlrare de- facto in domibus partieularium personarum seu bona cxportare vel describerc ante iuris cognitionem factam seu fiendam per ordinarios sen superiores eorum, quin yrao indchitc extorta illico restituantur, nee etiam aliquos personalitcr ca- pcre sen abducere vel extrahere de loco ad locum contra formam privilegiorum et francliixiarum civilalum et locorum ; nee etiam adduci neque assignari ultra monies personalitcr pro aliqua re civili vel criminali , execptis in casibus cri- minis laesae maicstatis seu proditionis vel pro compulis reddendis in camera com- putorum. Placet illustrissimo domino nostra quod praeposilus marescallorum nee alii eommissarii possint inlrarc dc facto nee bona exportare. inventarizarc autem se- cundum exigcnliam casuum de mandato nostra seu consiliariorum nostrorum possint , extorta indebite restituantur , nee quis capiatur neque abduoatur nisi subsislente iusla c:iusa et in casibus a iure el decrelis ducalibus express is. De [Uiscatiis. Item supplicant ut provideatur ne quis commissarius nee oBicialis incidcre fa- ciat seu abducere nemus communitatum seu partieularium personarum , neque vinutn, granum , foenum, et alia vielualia sine licentia personarum quarum in- ■ tererit, et nisi prius facta debita visitatione et aestimatione dictorum bonorum per personas ad boc communiler eligendas, ct nisi prius facta debita satisfatione eadem bona non possint amoveri. Placet illustrissimo domino nostro ut petitur et vult quod satisfial vel par- cella delur babitis victualibus. De Ruscatiis. Item quia multi in pluribus locis huius patriae compelluntur per colleclores pedagiorum , leydarum , gabellarum et aliarum collectarum ad solvendum quod non sint soliti solvere, sic nova vectigalia exigenles et plus quam sit taxatum in rotulis camcrac computorura vel in statutis sen privileges locorum, ct in exactione leydarum capiunt res in commissural, supplicant inhiberi ipsis leyderiis poenaliter ac gabellatoribns et pedigiariis eorumque cxactoribus ne aliquis faciat novas cxactiones nee ultra taxas ut supra dictum est et quod ratione leydae non solutae non capiant in commissum, se I dumlaxat poenaliter ad solvendum compcllanlur. et quod ipsi evactores tenere debeant in loco eminenli rotulum ut dc ipsis pos- sint omnes informari. Placet illustrissimo domino nostro ut inhibcatur quod non compellantur ultra debitum ct Bolitum ct quoad leydas non capiantur in commissum , ct quod te- neatur rolulus in eminenli loco prout pelitur. De Ruscatiis. Item quod si contingct mittere aliquera commissarium a 1 aliqua loca patriae in casibus permissis ((no I non possint capere ipsi eommissarii nisi iinum florc- num pr.i singula die una eum expensis, el nihil aliud capiant pro scripturis. Placet de commissariis ordinariis ut petitur. De Ruscatiis. Serie II. Tom. XII. 3o j.\\ DBG LI STATI GENERAL! Item quod pracmissa capilula, privilcgia , statuta, (Yanchixiac ct libertates tani per ipsum illustrissinium doiuinum dominum nostrum quam per illustrcs prac- decessorcs suos conccssac ct concessa obscrventur per ipsum illustrissimum do- minum nostrum, ct observari faciat per canccllarium consiliaque sua, magistros bospitii . ct alios eius consiliarios ctiam circa reccptionem sportularum ultra ct praetor formam slalutorum dominicalium, et fraiubixiarum alias conccssaruin sub poena periiirii el alia grata praelibato illustrissimo domino nostro, ut libcri sinl aninio ad iudieandum et expediendum. l'lacet illustrissimo domino nostro, el obscrventur ut petilur. De Ruscatiis. Ilcm quod poglaglcrii de cactero non audeant ad unum ct cumdem locum pro capiendis poglaliis et aliis victualibus accederc nisi bis in anno, et quod satis- Eaciant boneslo prccio per sindicos seu consules locorum vel exlimatores ordi- nando , et quod diebus fori et morcali locorum non debeant accedere ad ipsa loca super finibus eorumdem. Ultcrius dignetur illustrissimus dominus noster providere quod primo eapiantur de granis el viclualibus suis quae percipiuntur ex eius redditibus et castris , et pro usu bospicii sui, antequam pcrveniatur ad eapiendum res privatorum. Placet illustrissimo domino noslro quod poglaglcrii non accedant ad unum locum idtra semel nisi facto discursu in aliis locis, el quod per cos satisfiat iuxta formam taxae magistri bospitii. De Ruscatiis. Item quod subditi ducales pro re mere prophana et eliam pro re minima non trabanlur ad curias ecclcsiasticas. Placet illustrissimo domino nostro ad formam statutorum dominicalium. De Ruscatiis. Item quia plures personac quae de iure vel ex conventione non sunt exemptae a solutione talearum, gabellarum , pedagiorum et aliorum onerum et tamen exi- munlur per litteras illustrissimi domini nostri ideo supplicatur super bis oppor- lune provideri , et declarare mentem excellentiae ducalis non fuisse nee esse voluisse nee velle per tales litteras concessas seu concedendas derogare francbixiis, slatutis ct iuribus communitalum vel locorum dictae patriae sed compellantur lale» debitores ad solvendum non obstantibus ipsis Uteris. Placet illustrissimo domino nostro ut petitur. Dc Ruscatiis. Item quia plures nobiles et domini castrorum et villarum buius patriae acqui- siverunt et acquirunt bona immobilia, allodialia et rusticalia, et in futurum acqui- init tarn in suis quam alienis iurisdictionibus quod teneantur ad ilia regislran- dum in registris communitatum et ad solvendum taleas et alia onera prout eranl et sunt affecla. Placet illustrissimo domino nostro ut pelitur, exceptis convencionatis ct aliis de iure vel consuetudine cxemptis. Dc Ruscatiis. Item quoad commissaries viarum cl slralarum cum rcparatio buiusmodi ex forma dccrclorum nostrorum pertineat ad ordinarios locorum prohibcatur eis nc com- pliant aliquas communitates volentibus ordinariis providere. Fiat ut petitur et inbibcatur. De Ruscatiis. SAGGIO STOMCO DI F. SCI.OP1S Hj.> Item quod non concedantur aliquac litterac quae habcant praemissis , nee in aliquo pracmissorum derogarc , et si in conlrarium ibrsitan aiiquac concedantur quod inadvertenter inlclligautur concessac nee habcant praemissis praeiudicare el bceat eis impunc non parere. Placet illustrissimo domino nostro ut petilur. De Ruscatiis. Item placcat illustrissimo domino nostro subditos suos citraraontanos in officii! et benenciis acquc ut ultramonlanos susciperc commendatos. Placet illustrissimo domino nostro el babebit commendatos ut pctitur. De Ruscatiis. Item quod sigillcntur franchixiae liberaliter gratis. Fiat. De Ruscatiis. Philihcrlus dux Sabaudiac, Cbablaysii et \ugustae, Sacri Romani Imperii prin- ceps, vicariusquc perpetuus, marchio in Italia, princeps Pedemontium , comes Gebennesii et de Villariis, baro Vuaudi, Gay et Faucigniaci, Niciaeque, Verccl- l.ii-iini, Breyssiae el Friburgi etc. dominus. Universis sit manifestum quod cum in generali congrcgalione trium staluum in hac civitale de nostri raandato noviter facia subsidium seu donum ducentum et quinquaginta mi Ilium llorenorum Sa- baudiae parvi ponderis praccipua quoque consideralione et iocunditate novi ad- ventus illuslrissimae consortis nostrae amantissimae nobis hodie oblatum conces- sumque fuerit ad subveniendum et succurrendum gravibus impensis et oneribus noslris eliam aliis de proximo nobis necessario incumbenlibus solvendorum ter- minis et modis in subannexis capilulis descriptis : quae quidem capitula nobis praesentarunt, ct in vim pacti et privilegii perpetuo duraturi toli patriae nostrae cismontanae concedi liumiliter supplicarunt. Nos itaque qui cognovimus ct experli sumus eorum sinceram crga nos et illustrissimos praedecessores nostros fidelita- tcm et immensam obsequiosissimamque liberalilalem ita ut ne dum in bis sed longe maioribus apud nos sint commendandi capitula ipsa quae visitari feci- mus et ad plenum intelleximus , ac omnia et singula in eisdem contenta ex nostra certa scientia et de nostrae poteslatis plenitudine maturaque procerum el consiliariorum nostrorum super bis deliberalione prachabita per nos baeredes et successores nostros ips'. toti patriae nostrae cismontanae in vim pacti et pri- vilegii perpetuo duraturi damus el conceJimus per praesentes prout et quemad- m. uliim in fine cuiuslibet eorum per nos responsum apparet, volcntes ea omnia et singula plene observari , et perpetuo observari debere in vim privilegii spe- cialis , quapropler praecipimus et ramdarau-i cousiliis nobiscum et Taurini resi- dentibus necnon universis et singulis gubernatoribus , baillivis, vicariis, capitancis . potestatibus , iu licibus , ostellanis, clavariis, et caeteris oflficiariis noslris mc- diatis et immedialis praesentibus el- Cnluris ad quos praesentes pervenerint seu ipsorum locatencntibus ct cuilibet eorum lem sub poena centum librarum fortium pro quolibel dictis cousiliis inferiore qualenus praedicla capitula omnia et singula prout iacent et responsum est eideai patriae nistrac cismontanae, ct suae poste- rilati teneant , attendant et observent , lenerique attendi per quosvis faciant in- concusse observari, et in nullo oontraveniant i|iiomodolibel vel opponant, verum ipsis capitulis in quibuscumque Otvitatibus, villis , locis, terris ct oppidis dictae patriae nostrae cismontanie ab>quc impcdiincnlo, contraventione, turbationc vel _i3t> DEGLI STATI GENEHAL1 inquietalione inferendis ab inde ct in pcrpctuum plcnc frui ct gauderc pa- lianliir el permiltant, quoniam sic fieri volumus qudmscumquc cxccplionibus, excusationibus, lileris, mandalis ac aliis sub quacumque vcrboruiu forma in con- trarium concessis ot ooncedendis , adducendisque et facientibus rcpulsis ct non obstantibus, quibus omnibus quo ad haec ex eadem nostra certa scientia motuque proprio ct dc uoslrae potestalis plcnitudinc dcrogamus cl dcrogalum esse volu- mus per easilem praesenUs. Dalas Taurini die decima scptima mensis februarii , anno Domini millesimo quingentesimo tertio. Per dominum praesentibus dominis Ulustri Francisco de Lucemburgo vicecomitc Martucy Reverendo Amcdeo ex marcbionibus Romagnani, cpiscopo Montisrcgalis, cancellario Sabaudiae Hugonc de Pallude comite dc Varax, marescallo Sabaudiae Gabriele dc Seysello barone de Aquis Anllionio de Gingino domino Divone , praesidc Bernardino Parpalea cismontano pracsidente Angelino de Provanis, praesidente patrimoniali Antbonio dc Romagnano, apostolico prothonotario Petro de Agaciis Lodovico dc Vignate Augustino de Azellio Francisco Provana Bernardino tie Alladio Francisco Scaravello Defendenle de Pectcnatis, Lodovico Vassalli , advocatis fiscalibus lohannc Noyelli , thesaurario Sabaudiae generali Subscriptum 1. Philibertus De Ruscaciis + signum tabellioni*. E.rpedita ad opus communitalis Gruglaschi Locus •}• sigilli SAGGIO STORICO DI F. SCLOPIS a3^ CARLO III. Per quasi mezzo secolo questo principe virtuoso ed infelice occupa il trono, e vede andar via via scomponcndosi il suo slato, onde appena gli restano alcune citta , disgiunte da grandi distanze , ove fermare la sua diinora. Zio di Francesco i re di Francia , cognato di Carlo v impera- tore , a lui poco o nulla valsero cotcsli parentadi , che le gelosie perso- nali e gl' interessi politici polevano in que' suoi congiunli assai piu che la voce del sangue ed i riguardi di famiglia. Peritoso ed incerto, egli mai non seppe alien-are il destro dell' occasione. Avrebbe egli desiderato di conciliare Francesco e Carlo , e non si rimase dall' adoprarvisi a tutto potere , ma fu opera vana : anzi con quel suo aflaccendarsi in negoziali , e con quel suo conlinuo profTerirsi a mediatore , scapito nell' interesse suo proprio , c non che cattivarsi, alieno da se gli animi di que' potenti. Toccheremo in scguito partilamente di alcune grandi calamita che aillisscro queste contrade sotto il regno di lui: ora non abbiamo a dire altro se non che col moltiplicarsi delle dillicolta dci tempi si moltiplica- rono le raunate degli Stati , fimlie giunto al colmo delle srenture egli fece coniarc una mcdaglia col motto spoliatis arma supcrsunt (i). E qurtte aiini i'urono brandilc con alto valore e con degna fortuna dal ligliuolo di lui , Emmanuelc Filibcrlo . che Ira le battaglic di Fiandra s' apri la via a ricuperare il trono di Savoia e di Piemonte. (t) Seguo l'opinionc del Guiclienon clie attribuiscc 3 Carlo in la scclta di qucslo motto: allri li.i i quali il Lilta , dicono qucsta mcdaglia propria di Emmaoaelc Kiliberto. 3 38 DECLI STATI CF.XERAI.r 1505 Tai him — 17 decembrit Autiienticiun franchixiarum patriae Pedemontanae coii/irmatarum per illustrissimum dominant dominant Carolum dacem Sabaudiae (i). Sequuntur capitula quae tres status fidelissimae patriae ducalis cismontanae convocati in hac civitate Taurini ex ducali mandate ad causam doni illustrissimo principi domino nostro domino Carolo Sabaudiae etc. duci pro felici suo adventu neiniue excepto vel exemplo concessi humiliter supplicant dignetur eius exce- lencia eidem patriae in vim pacti concedere et elargiri. Et primo quod dignetur praelibatus illustrissimus dominus noster dux donum gratuitum centum et septuaginta millium ttorenorura Sabaudiae parvi ponderis ab eadem eius patria acceptare ea tamen lege et protestacione quod nullo un- quam tempore in praeiudicium cedat dictae patriae nee trahatur seu train valeat in consequcntiam quovismodo ncc ob id ipsa patria dici possit obligala in po- sterum. Qui quidem centum et septuaginta mille floreni solvantur in terminis tribus et in tribus annis proxime Venturis videlicet tercia pars et pro primo ter- mino in festo Sancti Martini proxime venturi anni millesimi quingentesimi sexti , et illinc ad unum annum alia tercia pars illinc ad alium annum inde immediate sequuturum in fine cuiusltbet anni ita, quod ante praedictos terminos quis non possit ncc debeat cogi neque molestari ad solvendum, non obstante lege dispo- nente debitorem fisci ante tempus posse conveniri et aliis iuribus in contrarium disponentibus non obstantibus ; quibus per praesentes intelligatur renunciatum et derogatum per ipsum illustrissimum dominum nostrum. Ita etiam quod so- lucio praedicti doni fiat de moneta nunc currenti per patriam hanc cismontanam el spectabilis dominus generalis seu receptor qui nunc est et pro tempore fuerit et quisvis exactor constituatur non possit neque valeat aliquos quartos ab eis exigere sed teneatur quictaciones debitas facere et expedire sine constu. Et hu- iusmodi exactio fieri non possit per aliquos comraissartos nisi per ordinarios locorum. Responsio. Placet illustrissimo domino nostro ut petitur. Vulliet. Item quo'd pecuniae mutuatae per comunitates et alios particulares illustris- simo quondam bonae memoriae domino duci Sabaudiae Philiberto seu pro eo agenlibus intrentur in solucionibus in ultimo termino subsidii praelibato illustris- simo quondam duci Philiberto postremo concessi in proximo festo natali caden- libus hiis videlicet qui ipsum subsidium nondum integralitcr pcrsolverunt aliis vero qui mutuarunt et subsidium ipsum iam soluerunt intraii debeant in primo lermino praesentis subsidii illustrissimo domino Carolo praelibato moderno duci concessi. (I) Dall'archivio della cilta Ji Moocalieri >A(.GIO STORHiO DI f. SCLOPIS 3$$ Iiesponsio. Placet illustrissimo domino nostro quod non raolcslcntur qui nou solverunt ct mutuarunt scd intrentur per cos soluta et muluata in ultimo ler- mino dicti subsidii in dicto festo Natalis pendente ct de solutis habebilur ratio et intrabuntur dictae pecuniae mutuatae super primo termino dicti doni nupcr conccssi ct in. iml.il/ii dominus domino generali receptori dicti doni quod assignet mutuala per communitalcs assignalis pro summa pro qua assignaliones factae fucrunt. Vulliet. Item quod confirmentur ct de novo etiam in vim pacti concedanlur ct obser- ventur ct quod placeat confirmare omncs ct singulas f'ranchixias , conccssiones . convenciones, bonas consuetudines, statuta, privilegia, capitida patriae, locorum. castrorum, et nobilium alias concessas et concessa per illustrissimos dominos praedecessores praefati illustrissimi domini nostri quae hie pro expressis et spe- cificatis babeantur ac si de verbo ad verbum fuissent specificalae ct specificata, etiam si per aliquod lempus fuisset illis dcrogatum seu contraventum propter non ii~.ii in vel contrarium usum ct quod non concedantur aliquae literae quae ha- beant praemissis nee in aliquo praemissorum derogare nee suspendere et si in contrarium forsan aliquae concedantur quod intelliganlur inadverlenter eoncessae et ulterius quod conimunilates vel alii compelli non possint ad obtinendam con- firmacionem eorum franchixiarum nisi sit de ipsorum voluntatc. Iiesponsio. Placet illustrissimo domino noslro conlirmare quae per eius praede- cessores fuerunt confirmata et ex nunc confirmanlur, nee compellanlur ut supra. Vulliet. Item quod aequalitas perpetuo servetur subditis ducalibus tarn citramonlanis quani ultramontanis in officiis , beneficiis , ct prachcmincnciis ct quod numerus secretariorum praclibali illustrissimi domini nostri sit par tain citramontanorum quam ullramontanorum qui officio indifferenter ]iotiant\ir ct quod patria et qui- libct nobilis sive communitas vel alius possit adire sccretariuni quem maluerit pro inveslituris, confirmacionibus, indulgences et aliis recipiendis et conlicicndis ad officium secrelariatus pertinentibus , et nullomodo fiat nee fieri possil unio secretariorum. Iiesponsio. Placet illustrissimo domino nostro , salvis tamen investiluris, frau- cbixiis et confirmacionibus per advenlum ipsius illustrissimi domini nostri fieri solilis sccretariis suis camerac videlicet Trolliel ct Vulliet per cum donalis qui illas adbuc recipiant per unum proximum contiguum et integrum dumtaxat , ita quod protocollum praedictarum investiturarum , francbixiarum et confirmacionum etiam ct aliarum expedicionum patriam et subditos cismontanos conccrnencium quas ipsi sccretarii receperint remanere debeant penes lobannem Mariam de Sa- vinis sccretariuni per illustrissimum dominum nostrum ducem ad electionem el requisicioncm ipsius patriae nominatum el assumplum seu in eius absentia apud alium cismonlanum deputandum. Vulliet. Item quod gabellatores salis Niciae ct aliorum locorum teneanlur expedire sal bonum ct tenere mensuras bonas, planas et plcnas, tencanturque pro eodem sale capere solucionem secundum monetam currentcm in locis ubi venditur dictum sal per diclos gabellatores et bovcriis euntibus ad conductam solvatur de bono sale ct babeatur respeclus nc coslringanlur ad conducendum de dicto sale tem- pore seminum el vindimiarum nee precium ipsius salis augeri possit. Iiesponsio. Placet illustrissimo domino noslro duci ut supra. Vulliet a4o DEGLI STATI GENEtUI.I Item quod forrerii el pollaglerii (1) de caetero noa audcanl acccdere ad unum et eumdom locum ad eapienduin pollaglas, granum, vinum, carnes vel alia victualia nisi bis in anno, nee capianlur nisi ab liiis qui babent ultra eoriln usuin ct quod satisfaciant lionesto precio par simlicos seu consules vel cxtimatores locorum ordinando. Et quod diebus fori sen mcrcali non debeant acccdere ad ipsa loca neque super (inibus eorumdem, et quod non compellant bubulcos nee alios ad roidas nisi de et pro rebus quae in ipso loco capientur salisfaciendo, ad formani francbixiarum super hiis disponent ium. Respoiisio. Placet illustrissimo domino nostro ut supra. Vullict. Item quod omnes et quaecumque poenae impositae et commissae seu dccla- ratae per quosvis commissirios sive oilieiarios aut clavarios locorum contra cora- munitates et quascumque personas tarn occaxione fortaliciorum , monslrarum ar- morum , fogagiorum , subsidiorum viarum conductae salis et roydarum ducalium libere remittantur usque in praesenlem diem et pro ipsis quis de caelcro per quempiam non possit quovismodo molestari. Respoiisio. Placet illustrissimo domino nostro ut supra. Vulliet. Item quia quamplures nobiles et communilates huius patriae conqueruntur de excessiva exaclione earum investilurarum hoc ideo supplicunt praefato illustrissimo domino nostro super liiis opportune provider! et taxam seu merccdem declarare ne plus debito graventur lam pro praesenli quam futuris temporibus. Refpoimo. Providebit Djminus et placet domino quod non solvant ultra debitum et in casum contradictionis stctur ordination! domini canzellarii. Vulliet. Item quod literae confirmacionis et concessionis praesenlium capitulorum si- gillari debeant libcraliter el gratis ; ct secretarius pro eis et capitulis non capiat nisi unum llorenum dctraclo dumlaxat ita cliam quod non cxigal nisi a volen- tibus et pelenlibus liuiusinodi Iileras ct capilula. Respoiisio. Placet illustrissimo domino nostro ut petitur. Vulliet. Item quod ipsae literae recipianlur et expediantur per egregios Ruscacium, Vineam, Ronsicho seu Rovaxendam aut unum ipsorum vel aliuin si eligeril ipsa patria et in hoc placeat illustrissimo domino nostro gralificari ipsi patriae suae. Responsio. Placet illustrissimo domino nostro duci ut petitur. Vulliet. Item quod causae citramontanorum tam civiles quam criminales motae vel mo- vendae trahi non possint ultra montes nee etiam aliquis citramonlanus possit citari nee trahi a patria cismontana ultra monies. Respoiisio. Placet illustrissimo domino nostro quod serventur francbixiac, privi- legia et convenciones prout supra confirmatae. Vulliet. (1) S' intrude .In provveditori della cortc del principc. SAGGIO STOItir.O m F. SCI.OPIS 1 I I Copia litrranim. Karolus dux Sabaudiae , Chablaysii et Augustae , Sacri Romani imperii prin- ceps vicariusque perpetuus, marchio in Italia, princeps Pedemontium, comes Ge- beneiesii, Raugiaci et Rolundi Mantis, biro Vuaudi , Gay et Faucigniaci ac pa- triarum Rrcyssiae, Niciaequc, Vercellarum etc. dominus. Universis facimus ma- nifestum quod cum in general! trium staluum patriae nostrae cismontanae in hac oivitate de nostri mandalo nuperrime facta congregacione graluilum et spontaneuni donum centum et septuaginta mill'ium florenorum Sabaudiae parvi ponderis per earadem patriam seu diclos trcs status nobis oblatum conccssumquc fueril, videlicel ad gravibus impensis et oneribus nobis in bnnc usque diem multipliciter occursN Mill-in nullum et subveniendum , solvendorum quidem terminis et modis in sub- annexis capitulis descriptis. Quae quilus qu'euls nc I) DaM'arcliivio di cotlc SAf.GIO STORICO DI F. SCLOPIS J\'> doyvcnt de leurs prisonnicrs souhs colour de leur haillcr gardes ct autrcment el en cc qu'ils procedent a la caption et moleste des pouvres gens sans accusa- leur ny denuncent, informations ny minilcmcnt de juge le tout oultrc le devoir dc raison ct la forme des dits staluts parquoy playra a iinm dit seigneur iceulx en cestc partye faire observer. Et de sorte que eeulx des dits chastcllains qui con- treviendront soyent punys a la forme des dits staluts et en oullre soyent tenus a I'inlercst de ccuk qui se Irouveront par eulx oppresses ct a la peine de douze livrcs qui soyent appliques et apparlienncnl au fisque pour ung chacun et cha- cunc foys que sera fait au conlraire. Monseigneur le veult et eommande et ordonne que les bailiffs, chastellains et offlciers ne doivent faire aucunes compositions si non a la forme du statut selon que par icelluy leur est permys ne doivent aussy proceder a la caption et molcste dc personne sans accusilcur denuncent, informacions ou mandement de juge iouxte la forme de droit. Et que en ce et tout le remanant les staluts soyent observes. Et s'il se Irouve fait au contraire que les contrevenleurs et transgres- seurs soyent punys a la forme d'icculx. Et en oultrc soyent tenus a 1'inlcrest dc ceulx qui si trouvcront oppresses el a la peyne de douze livres de fors qui seront appliquees au lisque pour chacune foys et pour ung chacun qui fcra au contraire. Item que de mesmes soyt fait touchant les curiaulx, saullicrs et mestraulx et autres officicrs a cc que dorescnavanl ung chacun en son endroit ct en la charge de son office ait a ensuyvre et observer les dits statuts et que les trangresseurs soyent punys comme dessus. Monseigneur le veult en la maniere et sur la mesme peyne que dessus. Plus a I'occasion de ce que les chastcllains et curiaulx en tant qu'il concerne t'offioe d'ung chacun par fiveur desordonndc font reffus de justice cs pouvres contrc les gros soit en non vueillant exequuter lettres ou autrcment , playse a mon dit seigneur que doresenavant ils soyent tenus de tcnir esgallement tant au pouvre que au riche tons termes deheus en la charge de leur office ct ce soubs la peyne de vingt cinq livres de fors pour ung chacun qui contreviendra et quanteffois ils auront fait au contraire. Monseigneur le veult, cntend, eommande estre obscrvd. Plus aussy pour ce que les chastellains, exacteurs et offioiers par... cautelle et malice ou temps de quelque bonne saison laissent de rccouvrer les rcvenus et emoluments deheus a leur office pour celle annde actendant dc cc faire en quel- que aultre temps plus chier affin de mieulx en faire leur besougncs ou grant in- terest des pouvres gens. Playse a mon lit seigneur que les dits chastellains , exacteurs et offioiers soyent tenus de faire leur exaction et recouvres la mesme annde que les dits revenus et emoluments seront deheus et en cas de faulte que passe- I'annde ils ne puissent en nul aultre temps les rccouvrer ny en molester les debiteurs mais que au taulx et en It forme et maniere qu'ils heussent pen faire la mesme annde en la quelle tels revenus se trouvent estre deheus, sinon 3ue tels chastcllains, exacteurs el officiers fassent deheumenl apparoir d'avoir fail iligence pendant la dite annde den avoir leur paiement et que la faulte par leur negligence ne leur soit a imputer. Monseigneur le veult, enlend , or.l >nne el commando estre observd ct oultre plus veult et ordonne mon dit seigneur que les chastellains ne puissent point faire de recovres , si non sur livre et papier signds ct scellds en la chambre des comples les quels ils doisent avoir toutcs les anndes et sur aultre papier ne puissc nul c ontre'm Ire a payer sous peine de vingt livres pour ung chacun et ch icune foys que sera faict au contraire qui sera appliqud corarae dessus. Plus aussy pour les grans miulx, pillieries et cxtorsions que font les bochicrs. DBGL1 STATi C.ENEI\AI.I pollalliers . forriurs et tons pourvoycurs tant de grain dc vin que aultrcs de hostel de mon dit seigneur en lcv;int plus qu'ils ne doivent el arransonnanl les pouvres gens en tant et si diverses sorles qu'il ne se pourroit escryre. IMaise a moil dit seigneur que point d'culx ne soil ose allcr ricn lever sur les champs ny ailleurs sans tellies et niandeineul du maistrc d'hostel servant adressant aux tills - ■ ills siudiques ou procurciirs des lieux ou ils iront csquels sc doisent presenter qui siionl tenus de pourveoir a lels bochiers, fourriers el pollalliers et a chacun dculx selon que le cas excheira de ce que par le dit maistre d'hostel sera mande • l ce a [iris raisonnable et en payant et que ceidx qui contreviendront soyenl aigrement punys et prives de lours offices, et a tous ceulx qui so vouldront in- gerer des dites levacions de vivres ne soyent tenus les subgocts d'obeyr sinon qu'ils portent les dites lettres et mandement du dit maistre d'hostel. Et pour cc que les susdils mesniement les fourriers et pourvoycurs ne propallcnt ny des- elairent au bureau devant le dit maistrc d'hostel les levations de vivres ny les iioms de ceulx csquels les ont laicles a cclle lin dc faire lever la parcelle sur eulx dont aprcs s'cnsuyl qu'ils contentent les pouvres gens a leur appetit. Plaisc a mon dit seigneur que de tout ce qu'ils leveront soyent tenus d'en compter et que les dites parodies soyent faites sur ceulx el en favcur de ceulx esquels les ilictcs levations auront cste faictes. Monseigneur le veult , commande et ordonne estre observe- de point en point sur la peine de vingt cinq livres et de l'interest de partie et de privation de leurs offices pour ung chacun qui contreviendra. Plus a cause des grans pillieries et cxlorsions qui se font par aucuns qui sc disent exacleurs des peines a I'occasion des quelles ils procedent aygrement soy faisanl bien souvenl payer deux ou trois fois el pour plus que les pouvres gens ne doivent qu'est ung grant fais pour le peuple encoures qu'il ne reviennc au prouffit de mon dil seigneur lui plaise que lelz exacteurs ne puissent doresenavant proceder a telle exaction sinon qu'ils ayent leur registre signc* ceulx des conseils resident de Chambery et de Turin par les presidens et ceulx des jugeries par les juges ordinaires et ce soubs la peine de restitution et de l'interest de ceulx au prejudice des quels se trouvera autrement estre fait et de cinquante livres pour L'interest fiscal. Monseigneur le vcult, commande et ordonne estre observed Plus aussi sur le fait des procureurs et leurs deputes et substituys dont le nomine est confus et rempli de plusieurs non idon^es qui entretiennent plaids et differends et exigissent pour leur peine plus qu'ils ne doivent plaise a mon dit seigneur y pourveoir d« gens de bien qui cs exactions ne doisent transgreder le taulx du stalut sur la peine de restitution par qui et de quoy se trouvera estre fait au contraire. Monseigneur pourvoycra sur la rcfrenation du nombre et ou remanent ne soit loysible d'exiger pour leur peine des journt'es qu'ils tiennent de leur prin- cipaulx et clientules oultre le taulx et forme du statut. Et do mesmes touehant les secretaires monseigneur le veult comme dessus. Plus aussi plaise a mon dit seigneur pourveoir sur le desordonnc" taulx qui est observe- par les logis si que iccluy soit reduyl ou tcrme qui doit en consideranl la saison que la mercy Dieu est fertile et habondante. Monseigneur y pourvoycra de sorte que le lout sera regie au devoir. Plus ii cause dc cc que a linstigation de plusieurs plaidoycurs qui cherchent indhi'iienient travailler leur partie le procurcur fiscal bien souvenl enlrevient es cause-, et proces vcnlillants plaise a mon dil seigneur que tels proces dcz cc que le fisquc y sera cntrevenu se doivent summaircment vuydcr. sAccio sTonico di f. sci.opis a45 Monseigneur le veult et commande estre observe et ordonne que le procu- reur ne doive point cntrevcnir s'il n'esl ordonne par le conscil et si aulreroent il cntrevient il soit repelly. Plus que en ensuyvant ia forme du statut mil ne soit lire' ny convenu pour la premiere cognoissancc ailleurs que dcvanl son juge ordinaire. Monseigneur veult et ordonne le statut sur ce estre observd. Plus pour ce qu'il se font bicn souvent plusieurs lettres contraires mesraement en fait a offices pour I'adviditti dc ceulx qui les pourchassent el desirent avoir plaise a mon dit seigneur que toutes lettres de constitution que doresenavant seront octroyed soyent irrevocablcment observers durant et pour le temps comprins en icelles. Sinon que ceulx es quels auront esle conccdees se meffacent. Monseigneur le veult et ne se fera point au conlraire. Pareillement que doresenavant tant de lettres et provisions contraires ne se fasscnt sur le fait dc la justice qu'est ung grant mal pour le pouvre peuple. Monseigneur le veult et y donnera si bon ordre que le tout sera regie- et reduit a la raison. Et pour obvier aux alms qui pourroyent estre observers sur le fait des lettres missives de requester qui se font de la part de mon dit seigneur lui plaise que tels lettres soyent doresenavant rcgistre's ct que de ce dont aura este une fois escript pour ung ne sc fasse jamais rien au contraire en faveur d'autre. Monseigneur le veult ct commande 'a ses secretaires ainsi estre fait et ob- serve. Pareillement que en quelconques lettres ce soit ne soyent mis en relation si non ceulx qui seront presents a l'ordonnance et commandement d'icelles. Monseigneur le veidt et prohibet estre fait au contraire si non en lettres juridiques et ordinaircs. Et pour les maulvais traictements qui se font es pouvres subgets par la voie ccclesiastique par la quelle ils sont aigrement pouisuyts par ung tas de clers et pratiqueurs ou dommaige et damnation non settlement de leurs biens et facultls mais de leurs ame et conscience plaise a mon dit seigneur y pourveoir. Monseigneur veult, ordonne ct commande les statuts estre observes. Semblablement pour obvier aux abus et grants faultes qui journellement se commettent par gens ignorants et ydiottes qui s'ingerissent de Part de notaire encoures qu'ils en soyent indignes. Plaise a mon dit seigneur leur probiber l'office. Pareillement a tous prestres qu'ils ne soyent oses ni si hardys de recevoir con- tract fors en cas d'extreme necessite pour leslament et non autrpment. Et de mesmes a tous subgets de non leur faire recevoir contracts quelconques ny eulx adrcsser pour faire a autres que notaires idone"es, experts et sufiisants. Monseigneur pourvoyera sur le fail des dits notaires et ne veult aucuns In- struments estre recus par prestrcs fors en cas que dessus et que les subgects ne doivent avoir recours tors a notaires idondes. Plus que mils commissaires pareillement puissent eonstraindrc ny compellir ccux qui auront rccougneu entrc leurs mains a paier les prolestes si non a la requeste du veu et conscntement de ceulx qui le demanderont sinon qu'il se consle de la requisition faicte par assertion ct tesmoigna^c d'autre que desdiu commissaires sur peine de vingt cinq livres pour ung cbaeun qui contreviendra Monseigneur le veult ct ordonne estre observe. 2^6 DEOtI STATI GENF.n.M.I Plus que ensuyvanl 1 1 forme du statut et la coustumc anciennement observer mils officiers tie mou ilit tres redouble seigneur ne doivent proceder a aucunc exequlion riere les jurisdictions et mandements des dits ecclesiastiques et nobles fors es cas appartenants a la cognaissanee de raon dit seigneur sans evocquer leurs officiers s'ils v vucillent assister et s'ils ne vueillent que les dits officiers ducaulx ne laissent pour ce de proceder et le lout s'entende jouxte la siatutaire dispo- sition que soil observed Monseigneur veult le statul et la coustumc observee estre tenus et ob- serves. Plus que ceulx qui doresenavant seront prins pour deble et avant l'enlree dc prison presenteront prompt paiemenl on autre pour eulx en ce cas ils ne soyent point emprisonnes ny aucunement tenus ny obliges de payer aux cbastellains en- tree ny issue Tors seulement 1'exeqution selon la forme des dits statute. Monseigneur le veult et ordonne eslrc observe comme dessus. Plus aussi en considerant les grans pillierics que par abus inveterd et faulte de correption et punition lous cbastellains et curiaufx font et pour a iceulx ob- vyer et osier toute l'occasion que par l'advenir heust peu de trop grande conti- nuation empirer et accroytre plaise a man dit seigneur que tous ceulx qui do- resenavant auront la charge et administration des chaslellanies el clergies soyent sindiques de troys ana en troys ans respeclivement puissent lors estre arrested et destenus jusques le sindacat soit vuyde et par eulx soit satisfait a ceulx dont ils se trouveront avoir tort, et que ce leur soil bailltS par especial privilege qui soit irrevocable non obslant toutes choses qui se pourroyent alleguer au con- trairc. Monseigneur pourvoyera conlre eulx de sorte que de ceulx qui se trouve- ront avoir fail chose indeheue en leur office sera faite telle justice qu'il en sera exemple aux autrcs. Et pour ce que ce sera cause de les faire marcher droit ou grant prouffit bon traictement et commodite du peuple et affin qu'ils ayent moins d'occasion de faire ny attempter ou contraire, plaise a mon dit seigneur donner ordre que les dits cbastellains soyent despeches en la chambre des comptes dans quinze jours et s'ils sont entrelenus plus avant que dez lors et les dits quinze jours passes ils soyent aux depens d'iceluy recepveur ou autre qui aura charge du compte a la coulpe du quel se trouvera le deslay estre fait , si non qu'il tienne a telz chastellains pour non avoir promptemenl leurs titres a ce requis ou aulrcment. Monseigneur le veult et ordonne estre observe comme dessus. Semblablemenl que pour obvyer es grans maulx et pillieries dont le pouvre peuple est gravd a cause du nombre confus et trop excessif des sergents qui sont par le pays plaise a mon dit seigneur refrener le nombre a deux pour ung chacun mandemenl et que tous les autres soyent revoquds avecque interdiction de l'exer- cice de l'office sur peine de bampnissement pour qui se trouvera estre fait ou contraire. Monseigneur le veult et ordonne que en ung chacun mandement n'ait que deux scrgens en revocquant tous les autres es quels il deffendc l'office sous peine de bampnissement pour ung chacun d'eulx qui contrcviendra. El considerant les dits estals que le bon plaisir et vouloir dc mon dit tres redouble' seigneur a toujours cstass<5 pour y donner l'ordre ad ce requis votre bon plaisir sera y avoir bon advis. Notre dit seigneur y entends d'y pourvoir ct de sorte que s'il y a quclqu'un que entend plaintif du plus grant des deputes en sa justice jusqu'au moindrc il les oira et y donnra tteulle provision qu'il auront cause soy contenter. 1513 CiamberI — 9 dicembre (1) Lettera di quitanza spedita dal duca in favore di Pietro e Claudio fra- tclli di Glialland, per pagamenti dei sussidii conceduti dall'assemblea degli Stati tenuta in Annecy nel i5o8. In questa lettera si fa menzione di ua aumento fatto al precedente sussidio dai tre Stati raccolti in Chambery nel 1 5 1 1 . Non ci e venuto finora alle mani documento che si riferisca a tale congregazione ; ne se ne fa cenno dagli storici . Non abbiamo suflicienti congetture per attribuire la citazione che s in- contra in questo documento alia raunata a cui appartengono quelli che r'iferiremo dopo l'adunanza del 1 5 1 4 • Karolus dux Sabaudiac etc. Universis serie praesentium volumus uianil'estum . quod, cum per tres status ditionis nostrae Sabaudiae cismonlanae in loco \n- nessiaci dc anno Domini millesimo ((uingentcsimo octavo tenlos ad subveniendum tunc occurrentibus, nobis fuerit concessum subsidium , sivc donum gratuitum ad rationem octo (lorcnorum parvi ponderis pro quolibet loco hominutn nostrorum (I) Da copia ncll'archivio di corte. Sf.rif. II. Tom. XII. 33 258 DEGI.I STATI c.ENEBAI.I immcdialorum , el t nUsiasticarum pcrsonarum , ut nioris est, baronum vcro . banncrctorum , et alioruni nobilium in et super homines suos merum , mixtum imperiuiu et iurisdiclionem omnimodam cum ultimo supplicio babentium quaiuor florenorum solvendoruni octo tcrminis, sen infra oclo annos, videlicet in quo- libet anno in feslo omnium Sanctorum unum (lorenum ct dictorum baronum et banneretornm sc\ grossos de anno Domini millesimo quingentesimo undecimo in tribus slalibus in banc villam Chambcriaci tentis fuerit augmenlatum dictum subsidium dc uno iloreno pro quolibet foco et anno quinque annorum rcstan- l nun ad solvendum dictum subsidium pro dictis hominibus noslris immcdialis , «-l ccelesiaslicarum pcrsouarum, et sex grossis bominum dictorum baronum, el banneretornm , ac alioruni nobilium omnimodam iurisdiclionem cum ultimo sup- plieio ut supra babentium propter onera nobis, ut unicuique notorium est, oc- currentia ; bine est quod speclabiles bencdilocti fidelcs nostri Petrus et Claudius de (Thailand domini Varcli pro eorum hominibus et iurisdiciariis dicti loci Vareli, super quibus habere asserunt merum, mixtuni imperium et iurisdiclionem om- nimodam cum ultimo supplicio nobis graciose concesserunl , et donaverunt pro tertio lermino seu anno dictorum quinque annorum augment! eiusdem subsidii extra lamen iurium noslrorum praeiudicium videlicet centum et duos florenos parvi ponderis solvenclos in manibus benedilecti fidelis nostri lobannis Lamberti huiusmodi subsidii receptoris , qui de illis nobis legitime tenebilur computare. Mandantes proplerea castellanis Sancti Germani el Pontis Indy receptorique Pon- cini el Cordon is ac caeleris ad quos spectal ofliciariis nostris quod ipsos nomines el iurisdiciarios ad solutionem dicti tertii termini augmenti eiusdem subsidii nullathcnus inquielent vel molestent , praesidentibusquc et magislris camerae compulorum noslrorum quod ipsos ofliciarios ad quicquid pro praemissis nobis eoniputandum non compcllant, sed dumtaxat dictum receptorem de dicta summa habita. Datum Chamberiaci nobis absentibus , quia sic fieri iussimus, nostri ab- sentia non obstante die nona decembris millesimo quingentesimo decimo tertio. 1514 Tauhini — 8 et 15 decembris (1) Acta congregationis trium statuum patriae cisniontanae. Sequuntur capilula per tres status fidelissimae patriae ducalis cismonlanae con- gregatos in hac civitale Thaurini ex ducali mandato ad causam doni illuslrissimo domino noslro domino Karolo Sabaudiae etc. duci graciose concessi ad causam onerum per memoratum illuslrissimum dominum nostrum dominmn hactenus sup- portatorum per ipsam totam patriam nemine excluso sive exempto. Videlicet anno millesimo quingenlesimo decimo quarto die octava decembris humiliter suppli- cant praelibatae illustrissimac dominalioni dignctur cidem patriae in vim privi- legii conccdere et elargiri capilula, franchixias et privilcgia infrascripta. () Dall'aTcfarrio Hi corlc c (la copia prcsso il signnr cav. Cibrano SAGCIO STOIUCO DJ F. SCl.OPIS a5g lit primo tiicii trcs status donant preelibato illustrissimo domino noslro llorcnos ducentum millia Sabaudiae parvi ponderis. fta tamen lege pacto et convenctione qiidd solvanlur generaliter per ips.nn patriam cismonlanam ncminc excluso Tel cxeepto ct quod ullo unquam tempore dictae patriae non ccdal in praciudicium sen Ir.ihatur vel tralii valeat in consequential!] quovis moiio sive dici possit oh id ipsa pallia sit in postern m obligate. Quodque ipsi iloreni duccnlura millia per- solvanlur in tribus annis et trihus terminis, videlicet lertia pars bine ad Cesium Sancti Martini proxime venluri, alia lercia pars illinc ad aliud Cesium Saudi Mar- tini suhscquturi el residuum illinc ad aliud feslum Sancti Martini inde venluri, et ante praedictos terminos cxactio ipsius doni nullatenus fieri possit, nee quis possit nee debeat compelli nee molestari ad solvendum non obstante lege dispo- neute debitorem lisci ante tempos posse conveniri et aliis iuribus in conlrarium disponenlibus non ohstantibus quihus per praesentes intelligalur reuuntialum et derogatum per illustrissimum ilominum nostrum, et fiat ipsa solutio do moneta eurrente generaliter nunc per patriam cismonlanam el durante tempore solutionis buiusmodi non possit minui ipsa moneta- Et speclabilis dominus generalis exactor seu receptor huiusmoili iloni non valeat nee possit aliquos quartos ab eis exigcre imo teneatur quitlationes recipiendorum ex buiusatodi dono dare el conficere et expedire sine conslu quibusi'umque in contrarium disponenlibus non obstanlibus. Placet illustrissimo domino nostro. Item quod confirmentur et de novo cliam in vim privillcgii concedantur et observenlur et quas placeat confirmare et de novo concedere omnes el singulas francbixias, concessiones, convenlioncs, privillegia, bonas consuetudines , liberta- tes, Btatuta el capitula patriae, locorum, castrorum el nobilium alias concessas et concessa tarn in specie quam in genere et lam per illustrissimos dominos prae- decessores praefati illustrissimi domini nostri quam per ipsum quae hie pro ex- presses el specifficalis haheantur ac si de verbo ad verhum fuissent Bpecifficatae et specifficata, etiamsi per aliquod tempus fuisset illis derogatum seu conlraven- tum propter non usum seu contrarium usum. Placet illustrissimo domino nostro , actentis bonis verbis sibi proposilis per dictos tres status fidcles suos qui excellentiae suae et eius officiariis el iusticiac semper obsequiosi et obe lientes esse volunt ut tenentur, confirmare diclas fran- chisias, libertates et privillegia per cum lem illustrissimum dominum nostrum et eius illustrissimos praedecessores concessas, crmfirmatas, concessaque confirmata et confirmantur ut supra , salvis franchixiis Montisregalis quas exeetlentia sua bonis respectibus reservat usque ad proximum adventum suum ad Miriam civi- tatem. Item quod dignetur praelibatus illustrissimus dominus dux compelli facere no- bilem Gregorium ex dominis Burontii receptorem et exactorem taxi sive doni per patriam cismonlanam ultimo facti seu coucessi ad causam Helveciorum seu Adlamanorum (1) ad computin.lum el rationcm reddendum nee non ad satisfa- ciendum integraliter omnibus pcrsonis in quinterneto per taxatorcs praedictae patriae eidem seu magnifico domino Bordeaci (2) tunc gubernatori generali cis- montano cxhibito videlicet pecuniarum summas in fine nominis cuiuslibet ipsarum descriplas singula singulis refferendo. Item et ad restituendum nonnullis comu- nitalibus pecunias per dictum exactorem de pluri exactas seu rautuo capias quam contineatur in diclo quinterneto. Placet illustrissimo domino nostro quod ipse dominus Gregorius prooedat (l) Probabilmente si Iratla ancora dellc conscgucnic dell'afTarc Dufour (9; Giovanni di Seisscl , signor di Bordeaux, St-Cassin ct de la Serra • {in DEC LI STATI GEKERALI ad computandum cxaeliones el dcinum corapellatur reddere rationcm per cum exactorum in praesentia taxalorum qui taxae interfuere vocatis clectis per patriam. Item quod nulla persona cuiusvis status et condielionis cxistat possit ncc va- leat de caelero proccdere ad aliqualcm exactionem ad causam subsidiorum dono- ruin sen aliorum onerum per patriam praedictam imponendorum practcr et ultra formam quinternclorum exliibendorum per dominos taxalorcs praedictae patriae ae subscribendoruin per praefatos laxatores et secretaries ad premissa eleclos cl eligendos. Placet illuslrissimo domino nostro quod exactiones dictorum donorum sub- sidiorum scu onerum fiant iuxla formam dictorum quinlernelorum prout solitum et usitatum fuit in cacteris donis et subsidiis faelis ct concessis cxcellentissimo domino ante ultimum taxum factum ad causam Helveciorum. Item dignetur praclibatus illustrissimus dominus noster redducere solulionem sigilli ducalis el consiliorum suorum ac processuum actorum lilerarum et alia- rum scripturarum Luxta stilum antiquum el quod nemo invitus cogi possit ad si- gillari faciendum acta ncc pro sigillo ipsorum actorum seu scripturarum quic- i|uain solvere quibuscumque Uteris et aliis contrariantibus non obslantibus. Placet illuslrissimo domino nostro quod non compellantur ad sigillandum inviti. Item quod pretium salis non augumenletur sed solvatur gabellaloribus dicti salis pro ipso sale iuxta cursum monetarum locorum ubi dictum sal vendetur et leneantur tenere gabellas bene fultas et munitas dicto sale et unicuique emere volenti leneantur vendere precio consueto et quod patria sit in libertale craendi et capiendi sal ubi voluerit iuxla solitum el conducendi ad loca patriae ac pe- eu alius quosvis commissaries aut alitcr alicui de patria capianlur sen levenlur grana . vina, Poena, nemora, bestiae aut alia quaevis vielualia sive bona nisi mediaute et previa condigna satisfaclionc et precio taxando per sindieos locorum el probos viros et quod non inolestcntur nee artcnlur ad earriagia sen roydas quasvis nisi ex locis ubi ipsa victualia accipientur execptis convencionalis. Placet illustrissimo domino nostro quod serventur decrela super hoc edita. Item quod omnes et quaccumque pocnae ac mullae impositae conmiissac de- claratae per quemvis commissarium et oflieiaiios conlia comnitinilales el quas- OUmque personas tarn occaxione forlaliciorum armorum viarum el subsidiorum ac pro conducta salis et roydaium el aliorum onernm non ilebilo tempore (actO- rum et solutorum et ratione ezpositionis moneiarum extranearum et ultra me- tam cxpnsilaruiii rcinillantur et annullentur it quod pro ipsis quis ile caelero per quempiam quovis modo non possit molestari occaxione praemissorum. Placet illustrissimo domino nostro remiltere diotas poenas exoeptis per oom- munitatem Montisregalis aut particularea illius commissis quas bonis respectibut reservat ad suum adventum proximnm ad diotam erritatem. Item BUpplicant quod praet xlu doni prcsentialitcr conccssi illnslrissinio domino nostro duci praelibalo non eompellantur ipsi de patria ad soluliimem per alicpios oommissarios sod per ordinarios locorum durataxal mc tliter artentur qwin imo • <>■• HI (.1.1 STATI GKNERAL1 si aliqui commissarii venirent liceat impunc non parcre Uteris commissionum fiendarum non obstanlibus el ullcrius casu quo casus evenirct quod aliqua com- munitas non salisfecisset in tempore debito quod nichilominus non possint ar- restari per diclos ordinarios nisi sindici seu consules locorum et non lota crc- denlia nee particulares. Placet illustrissimo domino nostro quo ad exactionem dicti subsidii civiliter procedatur. Item quia quamplures nobilcs et communitates huius patriae conqueruntur de excessiva exactione eorum invesliturarum boc ideo supplicant praefato illustris- simo domino nostro super biis opportune provideri et taxam seu mercedem de- clarari. Placet illustrissimo domino nostro quod non compellantur pro raercede ultra debitam taxam et praeter formam slatutorum. Item quod praesentes litterae sigillenlur liberalilcr et gratis et quod secrela- rius pro cis et capitulis non capiat nisi unum florenum Alamaniae dumtaxat pro qualibet communitate et quod non exigat praedicta nisi a volentibus. Placet quod sigillenlur gratis et quod expediantur pro nno floreno Alamaniae ut supra. Item quod non coneedantur aliquae literae quae habeant praemissis nee in ali- quo praemissorum derogare et si in conlrarium forsan aliquae concederentur quod inadvertenter intelligantur concessae nee habeant praemissis in aliquo prae- iudicare. Placet illustrissimo domino nostro quod non coneedantur aliquae literae re- vocaloriae et si coneedantur habeanlur pro non concessis nee in aliquo praeiu- dicare habeant. Item quod pracposili marcschallorum procuratores et vice procuralores fiscates ac alii commissarii qui conducunt detentos seu incarcerates praetcxtu eorum delictorum de uno loco ad alium usque ad civitatem Thaurini quod tales haben- tes onus ad conducendum non possint nee debeant artare et cogere communi- tates ad ipsis praestandum nee providendum de peditibus et comitiva nee ad sol- vendum victuriam besliarum. Placet illustrissimo domino nostro quod non compellantur communitates ad dictam praestationem nisi in casu necessitatis et quod non possint compelli nee teneanlur ad praestandum victum diclis praepositis procuratoribus commissarii* et conductoribus dictorum incarceratorum et detentorum. Item quod aquae seu bealeriae labentes seu scaturientes per loca seu fines lo- corum remaneant in eisdera locis et finibus nee ad alia loca sivc fines divertan- tur quovis modo. Placet illustrissimo domino nostro quod nihil innovetur in praeiudicium con- eessionum faclarum et consuetudinum patriae et particularium. Item supplicant quod dignetur praelibatus illustrissimus dominus noster dux declararc decretum factum contra falsarios non habere praeiudicare iuribus vas- sallorum praefatae illustrissimae dominations quia per ipsum est imposita poena sanguinis quae vidctur sublevare poenam pecuniariam quae debetur ipsis fcuda- tariis seu vassallis de iure communi quod non obstante ipsa poena sanguinis exi- gatur per ipsos vassallos poena pecuniaria. Placet illustrissimo domino nostro quod dictum decretum observetur non intendendo tamen per illud slalutuiii derogare iuribus nobilium et vassallorum suorum nee cuiuspiam alterius. SACG10 STOmc.O DI F. SCLOPI8 2ropter praecipimus et mandamus consiliis nobiscum et Thaurini residentibus ncc non universis cl singulis gubcrnatoribus, baillivis, vicariis, capilaneis, potestalibus. iudicibus, castellanis, clavariis et caeteris ofliciariis nostris mediatis et immediatis Eraesenlibus et fuluris ad quos praesentes pervenerint sen ipsorum locatenenti- us ct cuilibet eorumdem sub poena centum librarum forlium pro quolibct dictis consiliis inferiore quatbenus praedicta capitula ac omnia ct singula in eisdem contenta prout iaccnt ct responsum est eidem patriae nostrae cismontanae et suae postcritali tencant actendant et observenl tencrique attendi cl per quosvis fa- cianl inconcusse observari ct in nullo conlravcniant quomodoliliet vel opponant: verum ipsis capitulis in quibuscumque civitatibus villis, locis , terris, oppidis dictae patriae cismontanae absque impedimento ct conlradicione quacumijuc ab- inde in perpetuum plene frui et gauderc patiantur et permittant. Quoniam sic fieri volumus quibuscumque oppositionibus, excusalionibus, litteris, mandatis et aliis in conlrarium adducendis concessisque et faciendis non obstantibus. Quibus omnibus quoad bacc ex eadem nostra certa scienlia derogamus per praesentes. Datas Thaurini die decima quinta decembris anno millesimo quingentesimo decimo quarto. Per dominum praesentibus dominis llluslri Philippo de Sabaudia comite Gebennesii Reverendo Iobanne de Sabaudia cpiscopo Gebennarum Ludovico comite Camerae vicccomite Mauriannae Thoma comite Maxini Francisco Marescalci barone Maxiraiaci Bernardino Parpalia praesidc Pedcmontis Angcllino de Provanis praesidc patrimoniali Berlrando domino Lucingii lobannc Marco de Solario Pbiliberto domino Podivarini Francisco dc Provanis Iobanne de Lucerna Icberonimo Agacia laffredo Paseri advocalo (iscali Petro de Gallcrata tbesaurario generali. 264 DEGI.I STATI GENERALI 1517 Chambehy — 17 deccmbre (1) S'ensuyvent les chappitres que les troys estas du pays de Savoye dessa les monls tres-humbles et Ires-obeissans subgetz el servitcurs de nostre tres-redoubte seigneur monseigneur le due de Savoye congreguez et cloz en ceste ville de (ihambery a cause du don et subside par eulx concede et octroye le dix scpliesme de decembre mil cinq cens dix sept tres-humblement luy supplient leur estre concedez et observes. Premierement qu'il plaise a nostre diet tres-redoubte seigneur benignement accepter et recepvoir le bon voulloir de ses diets subgetz les quelz cognoissent evidentcment la grant poyne diligence et soussi que son excellence a prinse et prens journcllement a bien gouverner son peuple I'entretenir en paix et trans- quilite et le protcger des guerres persequtions miseres et inconvenienlz survenuz es annecs passees de plusieurs pays et seigneuries circumvoysines dont ils se sentent merveilleusement tenuz a nostre Seigneur et en apres a son excellence qui n'y a taut seulement employe sa personne sans regarder a nulz travaulx et dangiers mais aussi en a supporte et supporte journellement gros frais charges et despenses et mesmes encoures de frais au voyage qu'il a fait en Allemagne par devers messieurs des Ligues ses bons alliez a son grant honneur et pour la preservation et transquilite de son tres-noble estat, liberalement et de franc voul- loir donnent et octroient a mon diet seigneur huyt florins pour feu qui se pa- ieront sept ans e'est a savoir a sept payes en commencant la premiere et le premier terme a la feste sainct Michiel prochainement venant que sera de deux florins pour feu et les aulres six florins en six ans ensuyvantz e'est ascavoir ung florin pour feu pour chascun pays au mesme terme et soub les mesmes libertez et franchises qu'ils ont acoustume de donner. Suppliant ;\ son excellence les leur voulloir observer et au surplus avoir souvenance en ce don et subside de raon- seigneur monsieur le comte son frere el de madame maJame de Nemours sa seur. Monseigneur accepte et leur mercye leur bon voulloir et veult le diet chap- pitre estre observe. Plus pour satisfere a la chose qu'ilz ont plus a cueur en ce mondc et pour le plus grant bien qu'il leur pourroit jamais fere son plaisir soit de prendre party en mariage pour avoir quelque belle lignee au moyen de la quelle ilz puissent eslre consoullez et entretenuz protege et garde de la sorte que son excellence par sa bonne prudence el diligence a fait a son advenement au duche car sans ce ilz ne seront jamais a leur ayse ny en repos de leurs cueurs. Luy suppliant de rechief y voulloir entendre. (I) Dall'arcbivio Hi corlc. SA.GGIO STORICO DI F. SCI.OPIS 265 Monseigncur en cc et autres afferes d'importanee usera laise y avoir advys encoures qu'ilz ne veul- lent dire autre chose fors que veu les bons el gros gaiges que son excellence domic aux adminislratcurs d'icellc, que luy est grosse charge, qu'ils fassent bonne et briefve justice car les diclz estatz entendent bicn que ('intention de noslrr diet ties-redouble seigneur csl telle et qu'il n'a pas esle jusques cy sans fere pntndre garde comme le tout passe pour y donner l'ordre a ce requvs et ne- cessairc. Mouseigneur y a pourveu et pourvoiera de sorte que ceulx qui se rendronl plaiuclifz des comrays et despulez a ['administration de la ditte justice du plus grant jusques au moindrc seront ouys et rcporteronl telle provision qu'ilz auront cause culx contenter. Plus son bon playsir soit de voulloir reconfermer les franchises des pays qui sont a honneur de son auclorile et pour le bien de ses pays el subgetz. Monseigncur conferme el veult estre confermees les franchises qui ont esle confeiinees et observees par luy et messeigneurs ses predecesseurs ainsi qu'il esl accoustume d'en user. Plus sur labus qui est au fait des monnoyes et pour ce fere donner charge a messieurs de sa chanibre des comptes que assemblent tons les maistrcs gene- raulx et particuliers des dicles monnoyes et autres qu'ils cognoistront estre en- lendus en tel cas ils y donnent ordre pour le prouHit de son excellence et de ses pays et subgetz. Monseigncur y pourvoyra et donnera l'ordre en brief tel qui sera requvs pour 1'indempnite de ses pays et subgetz. Plus qu'il luy plaise lever et ordonner une somme de deniers du present don et subside et commcctre a queleun de ses officiers et subgelz hommc de paroutle pour raindre et desgaiger certaines places qui sont de son patrimoyne comme son bon plaisir a cste nous fere dire que sa voulente estoit telle. Car a ses sub- getz griefve bien que aultres que luy les possedent ct que le revenu de son excellence amoindrisse. Sy luy supplient de rcchief si tres-humblement que peu- vent a ce voulloir entendre. Monscigneur veult et cntend le diet chappitrc estre observe. Plus que son bon plaisir sera estre content que le subside se cxige et recouvre par les sincliques ou particuliers des parroisses affin qu'ilz tiennent compte avec- ques bon sennent de lous les feuz et qui auront a mitiguer les pouvres avec les riches, ct ainsi les subgetz n'auronl point cause de soy quereller de ses chastel- lains ct officiers qu'on dit en avoir autant que luy. Mouseigneur veult le did chappitrc estre observe sellon la coustume jusques cy cnlretenue et obscrvee au moindre dommaige et charge que fere se pourra pour les bonnes gens. Et pour ce que ilc la part du peuple a est,'- bailie particulicrement ung article du tencur qui s'ensuyt — Monseigneur puys qu'il est necessaire el de besoing que les subgetz de vos diclz pays deca les monts TOUS fassenl Bubvencion et don pour fournir a voz afferes et charges semble que le don et subvencion que voz diclz pays fera qu'clle reviegne entierement a vostre prouffit sans que names du monde sur voz subgelz mediaulx et immediaulx preignenl runs affin puissies |e« diets afferes mectre et dresser en sorte que iceulx ne vous tiennent point a iu- Sf.rik IT. Tom. XII. ^-i >(i(i m i.i.i STATl GI M.nM.l ■licence, ol <|ue puissics entretenir vosirc cstat tout ainsi commc tel prince que vous csles doit avoir. El s'il esloit (lit que faisant ung don et subside el les comtea , barons et bannereU la ou ilz ont millc leux a comparacion de dire et ilz coinposenl pour deux cens ilz ne payent que la moilie, ce seroit destruire les povrres pour ainipler les lionises des gros que seroit mal advise. Car ce don el subside se conecdera pour raectre voslre dictc excellence hors des charges el affercs qu'elle ha a pourler journcllcmcnt qu'csl aulant pour gardcr el entretenir les dictz comics, barons, ct banneretz que nous le menu peuplc demande rien a euli de Irurs homines pour cc coup qu'ilz pajent enlieremenl commc raisou \ cult. Car commc dessus les dictz a Acres et charges sont mieulx pour eulx epic pour nous. Monseigneur a requys les dicta comics, barons, banncrelz et gcnlilhommcs eulx voulloir depourter pour ceste foys de rien prendre dc leurs subgctz de la moylie sans aucunement prejudicier a leurs droielz prchcminenccs ct privileges. A quoy pour I'amour de mon dit seigneur se sont accorde pour cestc foys avec- que proteste que cella ne leur pourroit tourncr a aucune consequence dont mon diil seigneur leur a octroye lettres testimonials de declaration neeessaire. Karolus dux Sabaudiae etc. Universis facimus manifeslum quod nos visis el per nohiscum residens consilium visilalis capilulis parte benedilectorum vaxallorum el subdilorum nostrorum tocius patriae noslrae cismontanae inibi mencionalae in eongregatione Ilium staluum patriae noslrae praedictae die decima septima huius decembris hoc in oppido nostro Chamberiaci de noslri mandato facta nobis ex- hibits responsionibusque super eisdem capilulis dalis pracsentibus anncxis et eonsideratis in eisdem contcntis; supplicationi ilaque praefatorum vaxallorum et suhdictorum noslrorum super bis notis factae benivole annucntcs ex noslra ccrta scientia , matura dicli consilii super his dcliberalione praehabita , pro nobis et nostris successoribus universis praedicla capitula praefatis vaxallis et subdictis noslris juxta formam dictarum responsionum damus et conccdimus per praesen- les. Mandantcs propterea consiliis nobiscum et Chamberiaci residentibus praesidi el magistris camerae compulorum nostromm nee non universis et singulis gu- bernaloribus, baillivis, judicibus, caslellanis, commissariis, praeposilis, mistralibus caeterisque universis el singulis officiariis noslris mediatis et immediatis ad quos spectabit et praesentes pervenerint seu ipsorum localcnenlibus et cuilibet eo- rumdem sub poena cenlum librarum forlium pro quolibet dictis consiliis et dc camera inferiori quathenus praedicla capitula juxla formam dictarum responsio- iiiiiii praefatis sindicis bominibus et communilatibus teneant, attendant ct obser- vent ac per quorum inlereril observari faciant, ct in nullo conlraveniant quomo- dolibet vel opponant. Verum ipsi cum et quociens parte ipsorum supplicantium liuiint requisiti voce praeconia locis et moribus taliaquc fieri solitis proclamari et praeconizari faciant. Quoniam sic fieri volumus, quibuscumquc oppositionibus exceplionibus litteris mandalis et aliis conlrariantibus non obstantibus. Datas Chamberiaci die decima nona mensis decembris millesimo quingenlcsimo decinio seplimo. • v..'.io STORK ii in I . BCLOPIS 2G7 1518 Taurini — 28 februarii , 15 .i * ..ill ■:■ 1 1 1 1 ■ ii » 4 5 » Rosana » » 5 2 Vaulignasclium » » 6 » Murellum » 1 4 2 Reviglaschum » 1 » » Lanceae spezzalae terrae vc.teris super tola summa quae cnneedilur per palriam cismontanam pro quvlibet miliari. Burgarum » - 1 5 • Laynicum » 5 » » Balaiigerium et Castellnta » A » » 2 Fianum » t 6 » Baratonia » 1 6 » Cacia » .. 9 2 Sanclus Egitlius » » 8 2 Vicum cum valle » 4 6 » lovaletum » 1 3 1 Lcniiac » 1 6 » (Mollis Sancti Iohannis cum parrochia ...» 1 4 3 Vallis Turris » 1 1 2 Terrae prioratus Novalicii pro miliari ...» 1 » » laglonum ) » 9 2 Alpignanum » 1 9 » Druentum » 2 6 » Bubianeta » » (i 1 1 Allcsanum superius » » 7 2 Altcsanum iufcrius » » 1 3 2 Vilnius Maurus » » 1 1 Bipalta » 3 9 » Orbazanum » » 9 2 Biparoliuro, Ozenia et Oglanicum » 8 » "» Barbania » » 6 2 Drossium » » 2 2 Robassomerium » » 3 » Lanrrac spezzatac terrae veteris ultra Duriam versus Canapitium ad ratmnim pro quolibet miliari quanito conceditur super tola patria. Verrucba » 3 1 3 Brandisium » » 6 1 2 Septimum Tbaurinense » 2 7 2 Uavaxium » 10 6 1 2 lporegia I 31 6 a 6 Bugella • 47 4 3 S. Vgata cum Capilancalu et S. Germano . » 42 . 1 1 Septimum Vitonum » 5 5 » 5 >- ' DECI.I STAT1 GKNKR.VL1 Fiorini Grosii Quarti Dcnari Cabaliaca fl. 6 7 » Saiulilianum » 2 7 2 2 Viveronum » 2 1 1 Cossatum » 5 5 » 5 Ales » 1 » 2 Rovaxenda » 1 » 2 Gatinaria » 5 5 » 5 Nota. Quod quando datur vol conceditur subsidium vol donum illuslrissimo do- mino domino nostro duci per palriam totaru cismontanam, nomine excepto, quod tune de lali dono vel subsidio terrae Prineipatus cum suis Nobilibus el terrae veteres liabent et debent solvere ad rationem de flor. 439 , gr. 2 , quart, 3 pro quolibet miliari et facta ista summa terra vetus babet et debet solvere ad ratio- nem de florenis 289, gross. 6, quart, 3 pro quolibet miliari. Nota. Quod dc quolibet miliari quod datur vel conceditur illuslrissimo do- mino domino nostro duci pertinent patriae Prineipatus cum suis Nobilibus in tota patria flor. 311, gr. 7, quart. 1. Et pro quolibet centenario flor. 31, gr. 1, quart. 2 , den. 6. Nota. Quod de quolibet miliari tangente seu pertinente terrae Prineipatus cum suis Nobilibus et terrae veteri quod terra vetus debet fl.290, gr. 6, quart. 3. Item pro quolibet centenario flor. 29, gr. 0, quart. 3, den. 6, et pro quolibet decena flor. 2, gr. 10, quart. 3, et pro quolibet (loreno flor. 0, gr. 3, quart. 2. Nota. Quod terrae inferiores ultra Duriam sunt solitae capere et solvere de quolibet miliari tangente toti patriae cismonlanae flor. 280. Dislribulio facta per electOS de dono subsidio flor. 40 miltia donalo vel voncesso i-liiiwnlissimo domino domino nostra legato pro pace liabendn. Fiorini Grossi guard Primo. Communitas Vercellarum, Iporegia, S. Agatba, Clavaxium cum eorum lanciis spczzatis terra - rum Nobilium ultra Duriam fl. 12000 in summa Cherium cum districtu » 1800 Monsregalis cum districtu » 2400 Cuneum cum districtu » 1500 Terrae Prineipatus cum suis Nobilibus » 12464 Terra vetus » 5105 Lanceae spezzatae terrae veleris » 1778 3 Terra Nobilium Vallispergie, S. Martini de Cer- ridono et illorum qui dicunt se exemptos » 2852 9 Summa summarum ...» 40000 » Distributio et taxa facta per elector de florenis 16200 gratuite donatis illuslrissimo domino nostro duci. Primo. Communitas Vercellarum , Iporegia cum Bu- gella, Sancta Agatha, Clavaxium cum eorum lanceis spczzatis et terris Nobilium fl. 4860 6 Terrae Prineipatus cum terris Nobilium . . . . » 5048 6 Terra vetus » 2067 Lanceae spezzatae terrae veteris » 720 9 2 Lanceae spezzatae Pedemontium cum Monleregali Cherio et Cuneo et eorum pertinenciis est » 3503 2 2 Summa summarum ...» 16200 » » SAGCIO STORICO DI F. SCI.OPIS 3^3 Dc quibus florenis 5503. gr. 2, quart. 2 pcrtinenlibus Lanccis spczzatis Pede- inontium, Montcrcgalis, Cherio et Cunco lit di.slribucio ut infra: Fiorini Grolii Quarli Monsregalis cum districtu 11. 972 Cherium cum districtu » 729 Cunenm cum districtu » C07 6 Abac lanceac spezzalac minutac » 1094 8 2 Et sic est in summa ...» 3500 3 2 Nola. Quod terrae ultra Duriam de subsidio flor. 40000 donato clementissimo domino domino nostro legato pro pace habenda soluerunt pro quolibet milliari fl. 300 Monsregalis cum districtu soluit ad rationcm pro quolibet milliari tocius patriae cis- montanae » GO Cuneum pro quolibet milliari conccsso per totam patriam cismontanam ■ 37 6 Cherium cum districtu pro quolibet milliari » 45 1514. Die vin decembris. Quinternetus doni seu subsidii irapositi seu* conccssi per patriam Pedemonta- nam illustrissimo domino nostro duci domino Cbarolo Sabaudiae etc. etc. de florenis 235,210, gr. 2, quart. 2 inclusis ad partem expositis. Communitas Savilliani debet pro dicto subsidio solvere il. Prima solucio in festo S. Martini 1515 . . . . » Secunda solucio in alio festo S. Martini 1516 » Tercia solucio in alio festo S. Martini 1517 » Terrae Principalus numero 17. Thaurinum 11. 7466 Pinerolium » 5214 Perusia cum valle » 1933 Vallis Sancti Martini i 859 Sanctus Secundus » 744 Bagnolium » 654 Bargiae » 2605 Envlac » 291 Caburrum » 1597 Vigonum » 2355 Villafranca » 2353 Fossanum » 2906 Busca » 1809 Savillianum » 7679 Cabalarius Maior ■ • » 1810 Cargnanum » 2464 Monscalcrius » 6100 Serif. II. Tom. XII. 7679 11 I 5413 0 2 2155 0 o 2155 3 2 6 ■2 4 3 3 1 7 >! 7 » 3 5 10 2 1 1 9 5 * 2 » 2 1 » 5 2 11 1 4 ■ 6 3 1 5 3^4 lit.Cl.l STAT1 GENEUAI.l Summit Nobilittm I'riuctptilus MMMTO 37. Fioriiii Grosii Quorti riozaschum fl. 2320 9 1 Combaviana ■ 694 5 » Balilisserium » 181 » 2 Frusascum » 1 595 1 1 3 Ozasclium 327 11 2 Bricayraxium » 1234 8 5 Luccma cum valle » 3032 7 1 Macellum » 445 » » Buriascum ■ 253 3 3 Villanova » 363 2 2 Moreta » 686 1 1 Ruftia » 146 » 1 Fabulae » 182 1 1 Casalc grassum » 253 5 3 Virle » 453 10 » Cercenascum » 454 1 2 Scalengiae » 832 5 3 Ayrasca » 289 8 2 Nonum h 454 1 2 Castagnoliae » 398 7 1 Vicus Novns » 473 5 2 Racconixium » 1382 9 » Summa Ripa ile Bosco » 798 2 3 S:i I in. 1 1 oi-i ii in b 1 82 8 » Villa Faletorum » 810 3 2 Genola » 446 » » Laignascum » 472 7 3 Scarnafisium .... ■ > 432 6 1 Monasterolium » 579 10 1 Cabalarius Leo » 290 4 1 Lombriascum » 328 » 1 Caburretum » 107 9 » Trana » 330 8 1 Rruinum » 107 9 » Planeciae „ » 653 11 3 Collegium » 832 7 » Nobiles Bagnolii 654 10 2 Flor. 23183 11 1~ Lanceae spezzatae Principatus numero 17. Polungueria fl. 378 1'ancallerium » 755 Ripa prope Chcrium » 873 I'oriivarinum » 1374 Oaramania » 935 Oerveriae » 291 Hcnnae » 1371 (iarrucum » 627 Trinitas « 187 11 2 1 )> 10 2 1 3 5 3 4 3 )) 2 4 2 3 5 SAGGIO STORICO DI F. SCI.OP1S FioriDi Sanctus Albanus Jl. Cravcxana » linv isilllll » Piperagnum » Beinctac » Cluxa » < ii li ,i II in 11 ) Vautignaschum » Flor. 12461 '7 5 (.luarti 165 2 1 217 7 I 879 9 1 2179 8 3 372 10 i 408 4 2 1033 5 i. 129 8 ■1 Villae terrae Veteris numero 5. Vvilliana fl. 11896 Secusia » 5948 Rippolae » 3965 Lanccum cum mandamento ■■ 3965 Ciriacum cum castellata et C.aselle » 3965 Flor. 29741 1 n 9 1 9 1 9 1 B Lanceae speziatae terrae Veteris numero 19. Burgarum fl. 298 1 Balangerium cum castellata » 948 5 Laynicum » 1188 5 Fianum » 349 9 Baratonia » 349 9 Cacia » 165 8 Sanctus Egidius » 165 8 Vicus cum valle » 1048 9 Gevoletum » 296 10 Collis Sancti Iohannis cum valle » 330 9 Vallis Turris » 262 2 l.i llii miim » 187 7 Alpignanura » 394 8 Druentum » 582 10 Rubianeta » 121 6 Altessanum superius » 124 7 Rippalta » 875 5 Ripparolium J Ozenia > » 1864 7 Oglanicum ) Barbania » 128 10 Flor. 9565 I 1 2 3 B 1 1 B 1 Terrae inferiores ultra Duriam numero 24. Clavaxium fl 1978 11 Verruca • "^9" ° Oescentinum " 1 188 Mons Caprellus » 879 Sancta Agatha » 5244 8 2f6 DEGI.I STATI GENERAI-I Fiorini Grossi Quartt \ en. II. if cum mandamento ct Rovasino . 11. 9624 1 2 Gaiiinaria » 684 8 2 Cossatum » 593 10 5 Rovaxenda » 156 1 2 Maglonum » 175 6 1 Lozulum » 48 10 » Collobianum » 169 7 2 Casanova » 158 2 » Valdcngum cum Viliano » 494 6 1 Galliamcum » 220 9 Sandillianum » 694 6 » Rugclla cum mandamento » 10548 » 2 Viveronum » 267 7 2 Caballiaca » 762 1 1 Torralium » 90 8 2 Saluzolia » 770 9 2 Tolegnum cum Maglono » 204 1 5 Monsaltus » 575 6 1 lpporcgia » 6561 7 1 Flor. 42045 i 3~~ Lanceae spczzalae principatus numero 12. BavnaSCUm 11. Cardctum » Tunis Sancti Gcorgii » Publiciae » Candiolum » Gassinura » Rivalba » Monsaltus ct Pavayrolium » Bardazanum » Lovencilum » Cherium cum mandamento » Plocium » Terrae Abatiae Pinerolii » Monsrcgalis cum mandamento » Cuneum cum mandamento » Rossana » Murellum » Revilllascum » Flor. 5 544 7 2 465 11 2 78 » 5 1029 6 » 149 11 1 916 » 1 244 4 1 165 » 5 205 5 » 125 1 )) 11642 11 2 202 2 » 649 2 2 14092 6 2 8885 9 5 152 10 » 517 ja 1 262 li 1 Aliar terrae ultra Duriam numero 15. Septimum Thaurinense fl. Branditium » Azcllium » Sanctus Damianus » Roppolum » Ales » •Ktarenia cum Ccrrcto » 526 5 5 126 9 o 544 2 3 98 7 1 310 4 2 157 4 2 151 7 5 SAGGIO STORICO DI F. SOLOPIS Monsastrutus fl. Septimum Vitonum » Dorzanum i Burolium » Carema prope Septimum » Nomalium » Flor. ' , - Fiortni Groiil Qiurli 77 6 3 169 8 3 117 3 2 190 10 1 58 9 1 33 i 0 2G22 Lanceae spezzatae lerrae Yeteris numero 7. Lcmie cum vallc fl. Terrae prioratus Novalicii » Altessanum inl'erius » Sanctus Maurus » ( III i.i/;i ii inn » Drosium » Robassomerium » Flor. 118 1 | 201 3 n 36 11 » 24 10 2 188 4 ■ 41 3 4 48 8 1 11 Terrae Nobilium Canapilii numero 6. Comitatus Sancti Martini fl. Comitatus Valpergiae » Comitatus Castrimontis » Terrae Nobilium Cerridoni » Terrae Episcopatus Ipporegiae » Comitatus Maxini » Flor. Summa summarum ...» 9043 4 5 8075 8 2 2489 9 » 1232 10 2 1753 » 2 1558 11 ' 24153 8 1 255503 10 -2 Die 11 decembris 1514. Computus. Exactio facta per speclabilem dominum Georgium de Burontio de pluri quam fucrunt lactac taxae terrarum infra scriptaruni ultra taxam factam per patriam. Tbaurinum fl. 1058 8 Pinerolium » 193 4 3 Perusia cum valle » 66 10 Vallis Sancti Martini » 1 85 3 Sanctus Seeundus » 257 5 2 Bagnolium • 373 5 5 Bargiae >> 596 10 » Enviac » 43 9 I Caburrum » 291 6 2 Vigonum » 345 9 » Villa franca • » 638 11 2 Fossanum » 60 10 » Busca • 50 10 Savillianum » 517 6 ■ Cabalarius Maior >' 250 6 Cargnanum » 524 2 3 Summa est flor. . . » 5538 2 I '7s DEGLI STATI GENERALl Fiorini Grojsi Quarli Plozaschum fl 0^ Combaviana ' tr. . ... ■ _ ...» 4i> BaUlissenum „<., Frusaschum ..g Ozaschum .«■ Bricheraxium ... Lucema cum valle " . . Macellum " . Buriascbum aan Villanova 17C) Moreta gj Roffia " 24 Fabulae ^ Casale Grassum " ^12 Y',r\c--: '.'.'.'.» 139 ^calengiae g12 Cercenaschum Suraraa flor. ...» Scarnafixium Ayrascha B Nonum ' " " Castagnole Vicus Novus Bacconixium Summaripa Salraatorium Villa Faletorum " Genolia n Lvanaschum ^onesteyrolium Caballanus Leo Lombriaschum Caburretum n Bruinum ' Planeciae Collegnum () Polungheria Panchalerium Bippa prope Quciium ' Podivarinum Caramania Summa est flor. ...» 2828 . . » 135 Bennae M 128 Carrucum „ 27 JrinitM • ;„ 60 Sanctus Albanus ( 5g Cravexana n 330 Bernecium § 479 Piperagnum n 12g Beynelae n 120 Cluxia 300 Quadralium 10 11 » 10 9 6 S D 10 0 9 2 2 T 5 2 3 5 2 2 2 3 2552 2 » 216 4 2 4 3 ■1 62 5 2 75 » 5 308 7 1 433 » 5 145 10 ■1 14 9 0 243 7 >» 1 10 1 208 9 » 188 )) » 4 )) » 36 8 » 19 2 2 19 2 5 73 8 0 189 3 1 176 10 )> 54 2 3 151 5 0 134 8 2 119 4 1 7 4 10 8 2 2 2 1 5 2 1 1 1 2 2 3 SAGGIO STOIUCO D! F. SCI.OPIS :>.~ij Vautignasclium 11. Ri|>|>ollac » Lanccum » « .1 1 i.K-iiiu cum castellata » Burgarum » Balangerium » Fianum » Baratonia » Cacia » Sanctus Egidius » laglonum » Alpignanum » Rubianeta » Altcssanum » Ripalla » < l;i v.iMinii )) Verruca » Crescentinum » Mons Caprellus » Gatinaria » Cossatum ...» Rovaxenda » Lozolum » Collobianum » Valdengum » Galianicum » Sandillianum » Bugella cum mandamento » Viveronum » Cabaliacha » Torratium » Saluzolia » Tollegnum cum Maglano » Mons Altus > BeynascLum » Gardetum » Turris Sancti Gcorgii » l .asanova » Publiciae » ( '.I Mil i( lllllll " Gassinum » Rivalba » Mons Altus et Pavaroliuro » Bardazanum " Cervcriac " Plocium » < Mill 1] 111 i Rossana t " Mmellum " Brandixium * Azcllium * Sanclus Damianus " Rojiolum " Ales » ioriui '.!•■. Qui 14 11 1 i54 6 ■ 254 6 ■ 254 6 1. 42 5 2 16 10 1 52 5 2 12 5 2 18 ■ 1 18 t) 1 25 10 >> 23 9 a 16 6 1 6 2 ■ 151 ■ ■ 217 10 2 25 7 3 170 7 » 50 o ■ 67 9 2 85 4 1 23 7 0 10 7 ii 27 0 3 54 6 2 7 3 4 65 11 1 402 4 2 48 4 » 52 10 0 2 5 2 151 2 2 20 7 1 27 10 2 25 6 8 60 » 2 8 11 1 23 0 o 101 2 3 21 1 1 125 2 2 54 8 s 18 1 .-> 10 9 3 152 4 2 20 10 » 285 ■ ■ 24 4 a 38 9 2 25 6 1 55 6 a 10 11 ■2 20 1 I 23 5 > a8o DEGL1 STATI GENERA.LI Fiorioi Groiii Quarti (Juarcnia cum Ccrreto II. 24 7 » Mons Astructus » 10 » 3 Soptimum Victonum » 59 4 „ Dorzanuni » 17 4 i Burolium » 25 4 3 Carema » 13 6 2 \(MM.ll I Mill )) 3 8 » Lemie cum valle a 2 2 » Sanctus Maurus » 5 2 » Orbazanum » 23 6 2 Drossum » 1 \ \ 3 Robassomcrium » » 7 „ Terrac nobilium Cerridoni » 162 ■ » Terrac episcopatus Iporegiae » 41 7 2 Terrae quae minus solvcrunt qmm fueril laxalum per patriam. Monscalerius fl. 177 7 Tirana » 13 9 3 Bagnolium ■ » 76 5 1 Cerveriae » 6 3 » Avilliana » 1296 6 » Secusia » 648 3 » Laynicura n 29 5 1 Vicus cum valle » 7 5 2 lavoletum » 13 6 » Collis Sancti Iokannis » » 7 3 Vallis Turris » Druentum » 12 6 1 Riparolium / „. Barbania | ' 60 " Sancta Agatha cum capitanealu et locis S. Gerraani ct Trunzani » 212 6 » Civilas Vercellarum 1 357 10 3 Maglonum » 3 6 » Iporegia » 6 8 » Lanceum » 1 1 » Terrae abatiae Pinerolii > 25 4 1 Monsregalis cum resorto » 720 6 1 Septimum Thaurinense » 1 7 1 Comitatus Sancti Martini 1 Comitatus Valpergiae Comitatus Maxini ( " 2M1 4 Comitatus Castrimontis ) Revigliaschum » 50 9 ■> Terrae prioratus Novalicii » 396 » » Altessanum inferius » 76 » » Barbania » 24 11 5 Strambinum « » » » 3235 7 In calce dclla designazione delle suddcttc terre sta scritto — Taxa tocius patriae pro composicione facta . cum Heheciis in civitate Ast existenlilius. SAGG10 STOIUCO DI F. SCLOPIS 28 1 Terrae Principatus mimero 17. Fioriot Gfoui Quarti Thaurinum fl. 7855 5 Pineyrolium » 5485 11 3 Perusia cum vallc » 2033 11 2 Vallis Sancti Martini » 904 3 3 S. mollis Secundus » 783 4 2 Bagnolium » 688 4 2 Bargiae » 2741 7 1 Enviae » 306 3 1 Caburrum » 1680 » 2 Vigonum » 2475 7 1 Villafrancha n 2475 7 1 Fossanum » 3057 5 1 Buscha » 1903 8 2 Savillianum » 8079 11 1 Caballarium Mayus » 1904 7 2 Monscalerium » 6417 10 2 Cargnanum 2592 11 Terrae Nobilium Principatus numero 37. Plozaschum fl. 2441 Combaviana » 730 Baldisserium » 190 Feruzascbum » 1679 Ozascbum » 345 Bricaraxiura » 1 299 Lucerna cum valle ...» 3190 Macellum » 578 Buriascbum » 266 Villanova » 382 Moreta » 721 Ruffia » 153 Fabulae » 191 Casale Grassum » 267 Virle » 476 Scalengiae » 875 Cercenaschum « 477 Ayrascha » 304 Nonum » 477 Castagnole » 419 Vicus Novus » 498 Bacconixium » 1454 Siiiiiih.i ripa de Boscbo » 839 Salmatorium » 192 Villa Falletorum » 852 Genolia » 153 Lagnaschum ■ 497 Si-.ii [i.i lixin 111 » 455 Monastcrolium • 610 Caballarius Leo » 305 Seme II. Tom. XII. 36 7 „ 5 2 1 1 » 2 » 2 6 2 2 M » » 1 1 10 I 6 2 7 I 8 1 3 .. 8 a 9 1 9 3 9 1 4 1 1 2 9 1 9 2 2 11 6 » 7 1 3 ■ » 2 ■ 3 5 3 |8a IiF.GI.l STATI GKNEHAI.I Fioriiii Lombriaschum fl. 345 Caburrctum » 153 Trana » 547 Bruvnum » 115 Plaiielie » 658 Collegnum » 875 Nobiles Bagnolii » 688 Lanceae spezzalae numero 17. Polungheria fl. 598 Panchalerium » 794 Rippa prope Ouerium » 919 Podivarinum » 1445 i .ii .i in. nil. i » 984 Cerveriae » 506 Bennae » 1442 Carrucum » 660 Trinitas » 176 Sanctus Albanus » 489 Cravexana » 228 Bovixium » 925 Piperagnum » 2095 Bennetae 392 Cluxia « 429 Cadralium » 1087 Vautignascbum » 156 Villae terrae Vcteris numero 5. Avilliana fl. 12515 11 Secuxia » 6257 10 Ripollae » 4172 4 Lanceum cum mandamento » 4172 4 Ciriacbum cum castellata » 4172 4 Lanceae spezzalae terrae Veteris numero 19. Burgarum il. 515 Laynicum » 1250 Ballangerium » 997 Fianum » 568 Baratonia » 568 Cacia » 174 Sanctus Egidius « 174 Vicus cum valle » 1105 lavoletum » 512 C.ollis Sancti Iobannis cum valle » 548 Vallis Turris » 275 Iaglonum » 197 Alpignanum » 415 Grosii Quarli l 1 4 1 11 „ 4 2 » 2 11 1 11 5 8 2 5 » 4 2 8 2 2 2 6 3 6 2 » 1 a 1 5 » 1 2 7 a 5 » 4 » 7 5 3 ., 3 2 7 1 4 2 10 2 a 1 ,, 1 5 2 4 5 5 5 » 1 a 1 10 5 5 )> 3 » SAIJGIO ST01UCO ill I'. SCLOPIS ,83 florin! Dniciilum fl. 613 Rubiancta » 1 27 Allcssanum » 151 Ripalta , 921 Riparolium , Ozenia et Oglianicum » 1961 Rarbania » 135 rot si 2 2 10 3 1 • ■ 8 -" 6 5 Terras ultra Duriam numero 24. < lavaxium fl. 2082 Verucha » 416 Oescentinum » 1 250 Mons Caprcllus » 925 Sancta Agatha » 5517 Civitas Vercellarum cum raandamcnto incluso Rovaxino « 10125 Gattinara » 720 Cossatum » 724 Rovaxcnda » 143 Maglonum 182 Lezolum » 51 Collobianum » 178 Casanova > 145 Valdengum cum Viliano » 520 Gaglianicum » 232 Sandillianum » 730 Rugella cum mandamento ■> 10887 Viveronum » 281 Caballiaca ■ 801 Torratium '. » 95 Saluzolia » 810 Tolegnum cum Maglano » 214 Mons Alius ...» 392 Iporegia » 6903 2 ■1 2 1 8 B 6 ■ 10 1 4 2 4 2 9 3 2 2 6 3 4 2 5 2 4 1 3 1 o » 8 • 6 9 9 2 5 1 11 1 9 1 11 3 4 I Lanceae spezzatae Principatus numero 18. Baynaschum fl. 362 Cardetum » 490 Terrae Sancti Georgii •> 82 Publiciac » 1083 Candiolum » 157 Gaxinum » 963 Rivalba » 246 Mons Altus ct Pavarolium » 174 Bardazanum » 214 Lovcncitum » 142 Querium cum mandamento • 12249 Plotium » 213 Terrae abbatiae Pineyrolii » 683 Monsrcgalis cum mandamento » 14826 Cuneum cum mandamento . . » 9316 6 3 2 3 1 2 1 2 9 )> 7 3 6 5 8 » >i » 1 1 4 1 4 3 ■ 1 6 1 6 . 284 DEGLI STAT1 CENERALI Fioriui Grosal Rossana » 155 9 Murcllum » 555 6 llevigliaschum » 276 7 Terrae ultra Duriam numero 15. Septimum Thaurinense 11. 655 8 Brandicium » 155 5 Azellium » 562 1 Sanctus Damianus » 105 8 Boppolum » 526 6 Ales » 144 6 Quarcnia cum Cerreto » 158 6 Mons Astructus » 81 7 Septimum Victonum » 494 2 Dorzanum » 125 4 Burolium » 200 9 Carema prope Septimum » 61 10 Nomalium » 54 9 Lanceae spezzatae terrae Veleris ultra positas numero 7. Lemie cum valle 11. 124 2 Terrae prioratus Novalicii » 212 5 Aitessanum inferius » 58 1 Sanctus Maurus » 26 » Orbazanum '. . . » 198 9 Drossium » 45 5 Robassomerium » 51 2 Terrae Nobilium Canapilii numero 6. Comitatus Sancti Martini fl. 9514 4 Comitatus Valpergiae » 8496 5 Comitatus Castrimontis » 2619 5 Comitatus Maxini » 1641 » Terrae nobilium Ceridoni » 1296 » Terrae episcopatus Iporegiae » 1844 4 Spectabilis dominus iudex Thaurini . . . . 11. 100 » Ambasiatores Tbaurini » 500 » Capitanei Sanctae Agathae » 210 » Ambasiatores Sanctae Agathae » 80 » Dominus lohannes Cambiani » 200 » Ambasiatores Savilliani » 150 » Dominus Remigius » 160 » Ambasiatores Cargnani » 80 » Ambasiatores Bugellae » 415 » Ambasiatores Verccllarum » 400 » Ambasiatores Iporegiae » 500 » Ambasiatores Vigoni •> 120 » Ambasiatores Avillianae » 455 » Quarti 2 2 a S -2 2 9 1 1 7> 2 1 9 3 1 -2 2 o 6 5 n 1 » 2 SAGCIO STORICO DI F. SCLOPIS Fiorini Ambasiatorcs Pinerolii fl. 200 Ambasiatores Moniiscalcrii » 200 Ambasiatorcs » 80 Ambasiatores Secuxiae » 160 Dominus lohanncs Marcus clc Solario . . . . » 250 Dominus lobancllus Provana » 200 Dominus lohannes Franciscus cle Azellio . ■ 150 Centoris » 100 Portonerii » 150 Raspis » 150 illuslrissimo domino domino » 200000 Illustrissimo domino Comiti » 25000 Illustrissimac dominae de Nemours » 5000 lllustrissimac dominae Ulanchae » 4000 Revercndissimo domino arcbiepiscopo . . . . » 1000 Illustrissimo domino Racconixii » 1000 Revercndissimo domino Valenciae » 500 Magnifico domino Maximiaci » 500 Magnifico domino Ralleysonis » 400 Magnifico domino praesidi Parpaliae » 400 Magnifico domino praesidi patrimonial! ...» 500 Magnifico domino Reani » 500 Magnifico domino generali » 1000 Magnifico domino Galianici » 400 Magnifico domino secretario Vulliet » 200 Reverendo domino prothonotario Vische . » 200 Domino Iacobo Anglexio » 100 Domino Nicolao receptori » 200 Convenlui Sancti Francisci » 50 Conventui Sancti Dominici » 10 Hostiario » 10 Flor. 240550 Charolus dux Sabaudiac, Chablasii ct Augustae, Sacri Romani Imperii princeps , vicariusque perpetuus, marcbio in Italia, princeps Pedemontium, comes Geben- nesii , Baugiaci et Rotundi Montis baro , Vuaudi , Gay et Fauciniaci , Niciaeque, Breissiae ac Vercellarum etc. dominus. Universis facimus manifestum quod cum in general! congregationc trium sta- tuum nupcr in hac civitate nostra Tbaurini facta nobis per patriam cismontanam concessum fuerit subsidium seu donum gratuitum ducentura niillium iloruiiorum parvi ponderis pro gravibus oneribus nobis antea occursis solvendorum modis et i ii in i n is inferius expressis hinc est quod optimam diclae patriae erga nos fidem et devotioncm propterea merito expert! subsidium et donum ipsum libenter ct graciose ex nostra ccrta scientia sic acceptavimus et acceptamus ut nullo tem- pore cedat praeiudicio dictac patriae vul trabatur aul tr.ilii valeat in consequen- tiam volentes propterea et declaranles quod ipsum donum seu subsidium pcrsol- vatur et pcrsolvi debeat nemine cxccplo vel exempto in tribus terminis ndelicel tercia pars ad el per totum mensem novembris proxime venturum el iliac duae terciae partes in duobus annis sequentibus in consimilibus terminis et boc de moneta citra montcs currcnti computato quolibet scuto auri dc sole cugnorum .. Sli DEG1.1 ST\TI GENERAL! regis el Sabaudiae a I rationem quinquaginta duorum grossonim sive augeatur sive miauatur cursus monetarum et non abler ncc alio modo nolentes insuper quod i|>si termini anlicipari valeanl nee quis ante ipsorum eventum ad solulio- aem ipsius ooarctari valeat rerum quod quittanciae recipiendorum ex ipso sub- sidio per receplorein illius gratis et libere iuxta solitum fieri debcant. Et in- super volenles subditos noslros dictae patriae gratia perlraclari uberiori eisdem liberaliler romillimus el quillamus quascumque poenas et muletas eisdem impositas per ipsos commissafi el incursas ac in cos deelaratas quomodocumque lam occaxione fortalieiorum viarum subsidiorum ac pro condncta salis et roydarum causa eliam ixnositionis monetarum extranearum vel ultra mctam cxpositarum quam aliorum onerum non debito tempore faclorum el solulorum concedentes insuper eidem patriae bumiliter acceplanti et deposcenti in primis quod exactor dicti subsidii lenealur el debeat omnes pecuniarum quantilates per communitates ipsius patriae eibursalas ad causam mutui illustri fralri noslro sincere dileeto comili Geben- ncsii Cacti dc quibus conslabil per confessiones et quitlancias ipsius illustris fratris nostri vel exactoris ipsius mutui inlrare super viginti quinque millibus florenis eidem super dicto subsidio donatis. Item quod conlrarollator sigilli cancellariae nostrae pro registris lilterarum indulgentiarum nihil capcrc debeat. Emolumen- tator vcro circa exactionem regislri sui slaluta nostra observare tencatur. Item quod secrelarii consilii nostri Thaurioi residenlis non possint peterc nee exigere pro qualibet iaterinatiooe graciarum per nos concedendarum subditis nostris dictae patriae nisi unum Horenum etiam si essent plures personae in eadem nominatae. Item quod daciarii civitalis nostrae Vercellarum clavaxii et aliorum locorum non possint nee debeant pro pedagiis aliquid innovare nee exigere ultra et praeler solitum quarumcumque mcrcanciarum praclexlu. Item quod observentur observa- riquc debcant decrela nostra circa commissarios cxlentarum disponentia quodque non compellantur ipsi de patria per ipsos commissarios ad consignandum nisi de viginti annis in viginti annos verum si contingat aliquas differentias inler ipsos commissarios qui pro tempore fuerint et consignari debenles oriri quod diffe- rentiae buiusmodi decidanlur coram consilio nostro Tbaurini rcsidenti. Item quod castellani et alii officiates nostri non capianl nee capere debeant pro expensis sen mengealiis incarceratorum et detcnlorum nisi grossos quatuor pro qualibet die mandantes propterea consiliis nobiscum et Thaurini residentibus praesidi et ma- gistris camerae compulorum , gubernatoribus , baylivis , vicariis , potestatibus , iudicibus, castellanis ac cacteris ofliciariis , commissariis et subditis nostris me- diatis et immediatis a 1 quos spectaverit et praesenles pervenerint seu ipsorum locatenentibus et cuilibet quantum unicuique spectabit et suo suberit officio sub poena centum librarum fortiuin pro quolibet dictis consiliis et de camera infe- riori qualhenus buius:noili declaralionis et concessions literas nostras eidem pa- triae et eius posteritati iuxla ipsarum tenorem teneant , attendant et observent observarique faciant illaesas el in nullo contravenianl quomodolibet opponant ir- rilum et inane quidquid secus fieri contingat ex eadem nostra certa scientia de- eernentes quibuscumque oppositionibus, excusationibus, exceptionibus et aliis in contrarium allegandis non obstantibus quibus quoad baec derogamus et deroga- tum esse volumus per praesentes. Datas Tbaurini die vigesima quarta martii millesimo quingentesimo decimo octavo . Per dominum pracscntibus dominis Illustri Philippo de Sabaudia comite Gcbennesii R. Claudio de Seyssello archiepiscopo Tbaurincnsi Bernardino Parpalia cismontano praeside fdaudio domino Balleysonis baronc Sancti Germani Gabriele de Laude praeside patrimoniali Francisco Provana sai.cio storic:o 01 r. sci.opis 387 lohannc dc Lucerna li milium Acacia Franciscbo dc Boscbo domino Pressiali HUgistrO lio.s|)icii Ludovico Gorrati magistro requcstarum Vulliet Karolus dux Sabaudiac, Chablasii et Augustae, Sacri Romani Imperii princeps, vicariusque perpetuus, marchio in Italia, princeps I'edemonliuni , conies Gebiu nesii , Baugiaci ct Hotundi Montis, baro Vaudi, Gai et Fauciniaci , Niciaequc , Brcyssiae ac Vercellarum etc. dominus. Universis facimus manileslum quod cum pro parte benedilcctorum fidclium nostrorum patriae nostrae cismontanae nobis buniilitcr supplicatum extilerit ut omncs et singulas eorum francliixias, coneessiones , convcnliones, privilegia, bonas consueludines, libertates, statula et capitula patriae locorum castrorum et nobi- lium ipsius patriae alias concessas et conccssa tarn in specie quam in gencrc per illustrissimos praedecessores noslros et nos confirmare et de novo concedere obser- variqne mandare dignaremur bine est quod nos supplication! eorum super iis nobis factae benivole annucntes pro nostra in cos libcralitatc et benivolenlia quos fi- delissimos et obscquiosos semper erga nos deprebendimus volentcs siquidem graciam et benemcentiam nostram in cos extendere ex nostra eerta scientia po- tcstatisque plcnitudine ac consilii noslri super biis deliberationc pracbabita pro nobis et nostris ipsas francbisias, coneessiones, conventiones, bonas consuetudi- nes, lilierlates , statula et capitula eidem patriae nostrae cismontanae et suae posteritali prout per illustrissimos praedecessores noslros ct nos concessae el con- lirmatae , concessaque et confirmata fuerunt harum serie confirmamus ct appro- bamus ac roboris nrmitatcm obtinere volumus ctiamsi per conlrarios actus essel illis derogatum et conlravenlum mandantcs propterea consiliis nobiscum et Thau- rini residentibus praesidi et magistris camerae eomputorum nostrorum guberna- toribus, baillivis, vicariis, potestatibus , iudicibus, castcllanis ac caeteris oflicia- riis, commissariis el subditis noslris mediatis et iramedialis ad quos spectabit et praesentes pcrvenerint sen ipsorum localenenlibus servientibusque generalibus et euilibet ipsorum quantum unicuique speclabit et suo suberil oflicio sub poena centum librarum fortium pro quolibet diclis consiliis et dc camera inferiore quatenus buiusmodi confirmationis literas nostras eidem patriae et eius posteri- tali iuxta ipsarum tenorem teneanl , attendant et observenl observaiique facianl illaesas cl in nullo conlraveniant quomodolibet vel opponant irrituni et inane quicquid sccus fieri conlingat ex eadem nostra eerta scientia decernentes qui- buscumque in contrarium allegandis non obstantibus quibus quoad bacc deroga- mus et derogatum esse volumus per praesentes. Datas Tbaurini die vigesima quarta 111:11-1 ii millcsirao quingentesimo deeimo octavo. Per dominum praesentibus dominis llluslri l'bilippo de Sabaudia comite Gebennesii R. Claudio de Sevscllo archiepiscopo Tbaurinensi Bernardino Parpalia praeside cismonlano Claudio de Ballejsonis barone Sancti Geriuani Gabricle de Laudc praeside patrimoniali Francisco Provana lobanne de Lucerna Ieronimo de Agaciis Franciscbo de Bosco domino Prevssiaci magislro hospitii Ludovico Gorrati magislro requcstarum. Vulliet. 388 DEGLI STATI GENERALI Extraclum fuit a proprio originati debite sigillalo et subsignato per supra- scriptum dominum secretarium Vulliet et per me Iobannem lacobura Garritam nolarium subsignatum et meum solitum manuale signum apposui in testimonium omnium praemissorum. Mamialmentc sottoscritto — Iobannes Iacobus Garrita. 4 3 7 1 2 » 11 1 8 2 3 1 2 ■ 2 2 5 2 3 0 3 B B n 2 B 6 » 6 » 9 1 7 2 Terrac Principatus numero 17. Fiorini Grossi Quart i Thaurinum fl. 1441 Pinerolium » 1006 Secuxia cum valle » 373 Vallis Sancti Martini » 165 Sanctus Secundus , » 143 Bagnolium » 126 Barbae » 503 Enviae » 56 Caburrum » 308 Vigonum • » 454 Villafrancba » 454 Fossanum » 561 Buscha » 349 Savillianum » 1482 Caballarium Mains » 349 Carignanum » 475 Monscalerius » 1177 Terrae nobilium Principatus numero 37. Plozaschum fl. Cumbaviana » Baldisserium » Frusaschum » Osaschum » Brichayrasium » Lucerna cum valle » Mail Hum » Buriaschum » Villanova » Moreta » li nllia » Fabulae » Casale Grassum » Virle » Scalengiae » Cercenaschum » Ayraschara » Nonum » Castagnolae » 448 » 2 134 n 2 34 n 2 308 l 1 63 3 » 238 2 3 585 5 1 85 1 » 48 11 1 70 1 2 132 6 2 28 2 2 35 2 1 49 » » 87 7 2 160 8 B 87 7 3 55 11 1 87 8 2 76 11 1 SA6CI0 STOR1CO DI F. BCLOPI8 Fioriui Grotti Outrli Vicus Novus U. 91 4 3 Racconixium » 266 1 1 1 Si i in in. ii ip i ilc Boscho » 1 ~>i 1 2 Salmatorium » 35 3 » Villa Falletorum » 156 5 » Genola » -M I " Lagnaschum » 91 3 » Scarnafixium n 83 7 2 Monasterolium » 1 12 » CabaUanus Leo » 5C » Lumbriascbum » 63 4 Caburretum » 20 9 Trana » 63 9 3 Bruinum » 20 9 1 IManeciae » 126 3 I Oollegnum » 160 8 3 Nobiles Bagnolii » 126 5 1 Lanceae spczzalae Principatus numero 17. 1'olungheria fl. 73 2 I ' .« 1 1 . - 1 1 .i I , ■ i nun » 145 9 1 Ripa prope Clierium » 168 8 I Poilivarinum » 265 3 2 Caramania » 180 7 9 Cerveriae >> 56 3 Bennac » 264 8 Carruchum » 121 1 I Trinitas » 32 3 3 Sanctus Albanus » 89 9 3 Cravexana ■> 42 » Bovisium » 169 9 3 Piperagnum » 420 9 2 Bennettae » 72 » Clusa » 78 10 2 Cadralium » 199 6 1 Vautignascbum » 25 3 Villae terrae Vetcris. Avilliana II. 2296 6 Secusia » 1 1 i'8 3 Rippolae » 765 6 Lanceum cum mandamento , » 765 6 Ciriacbum » 765 6 >j Lanceae. spezzatae terrae Veteris. Burgarum fl. 57 6 2 Lavnicum » 229 5 1^ Balangcrium cum castellata » 183 1 3 ,Serie II. Tom. XII. ^7 ipi) DEGLI STAT1 GENERAL! Fiorini Fianum fl. 67 Raratonia » 67 Gacia 11 31 Sanclus Kgidius 31 Vicus cum vallc a 202 lovak-lum » 57 (iillis Sancli loliannis cum valle » 63 Vallis Tun-is » 50 lallionum » 56 Alpignanum > 76 Drui'iilum 112 Rubianeta » 23 Altessanum supcrius » 23 Ripalta a 1 69 Riparolium cum Ozcnia et Oglanico » 360 Barbania » 24 C.rescentinum » 229 Mons Capi-ellus » 169 Sancta Agatha » 1012 Communitas Vcrcellarum cum mandamento sub quo includitur Rovaxinum » 1857 Gattinara > 132 Cossatum a 114 Rovaxenda » 26 Maglonum » 33 Lozolurn , » 9 Collobianum » 52 Casanova » 26 Valdengum cum Viliano » 95 Galliamcum » 42 Sandilianum » 154 Bugclla cum mandamento » 1997 Viveronum , » 51 Cabaliacha » 147 Torratium ■ 17 Saluzolia » 1 48 Tollegnum cum Maglano » 59 Monsaltus » 72 lpporegia » 1266 Lanceae spesaatae terras Principalus numero 16. liaynaschum fl. 66 < lardetum » 89 Turris Sancti Georgii a 15 Pubbliciae » 198 Gandiolium » 28 Gassinum » 176 Rivalba » 45 Monsaltus et Pavarolium >> 51 Uardazanum » 59 l.ovencitum » 26 Cberiura cum district!! « 2247 Oiosii Qtidrti 6 2 6 2 11 S 11 5 5 2 6 2 10 „ 7 • » 2 >i 2 1 6 5 5 5 10 .. 1) i) )! n 10 5 5 a 9 „ 5 " 10 5 2 2 7 5 9 1 6 » 5 a 9 a 8 1 5 2 7 3 » 5 7 2 8 a 1 1 6 2 9 2 4 5 1 2 8 a 5 1 11 2 )) 3 9 1 10 5 9 2 5 1 10 1 2 1 1 ,, 7 ^> SA6G10 STORK. o 1)1 I. SCLOPIS •.,] Fioriui Croui QtNftl Plocium 11. 39 2 Terrae abbatiae Pinerolii » 125 4 I Mons Rogalis cum mandamcnlo » 2720 0 I Cuneum cum mandamcnto » 1715 » Rossana » 25 8 « Murcllum » 61 2 Reviglaschum » 50 9 Terra? ultra Duriam numeni 15. Septimum Tbaurinense II. 101 7 1 Brandicium » 24 5 5 Azcllium i 66 ■> I S.iiicius Damianus » 19 » 2 Ropolum 0 59 11 Ales . 26 6 1 Quarenia cum Cerreto » 25 5 Mons Astrutus ■ 15 11 1 Septimum Vitonum » 90 8 Dorzanum » 22 7 Burolium » 36 7 Carema prope Septimum • 11 5 Nomalium » 6 4 Lanceae spezsatae terrae Veleris ultra iam positas numero 7. Lemie cum valle 11. 22 10 Terrae prioratus Novalicii » 38 11 2 Utessanum inferius » 6 11 ■ Sanclus Maurus » 4 10 Orbazanum » 36 5 2 Drossum » 8 » 1 Robassomerium » 9 5 Terrae Nobilium Canapilii numero 7. Communitas Santi Martini fl. 1745 8 2 Coramunitas Vallispergiae « 1559 Communitas Castromonlis » 480 8 Communitas Maxini » 300 1 1 2 Terrae nobilium Cerridoni » 238 » Terrae episcopatus Iporegiae » 338 4 3 1 2 2 >() ■ II c.l.l STATI GENERAL! Taxa locorum pro subsidio Tetrae Principatus numero 17. Fiorim Grossi Quarti Thaurlnum fl. 8857 4 1 PinayroKam » 6171 8 5 Perusia cum valle » 2288 5 >> Vallis Sancti Martini » 1017 4 1 SanctuB Sccundus » 881 5 1 Bagnolitnn » 774 5 » Batgiae 5084 5 5 Enviac » 544 6 5 Caburrun i 1891 2 » Vigonum » 2785 » 5 Villafrancba » 2785 5 Fossanura » 3439 7 2 Buscha » 2141 8 a Savillianum » 9089 1 1 Caballarius Maior a 2142 8 2 C.arignanum » 2917 » 2 Monscalerius » 7220 1 1 Flor. 57811 7 Tetrae Nobilium l'rincipatus numero 37. Plozaschum 11. 2746 Combaviana , » 821 Baldisserium > 214 Frusaschuni » 1889 Osascbum » 388 Bricbaraxiura » 1461 Lucerna cum valle » 5589 Macellum » 526 Buriaschum » 299 Villanora , » 429 Morclta » 812 » Ruflia » 172 10 Fabulae 215 » Casalae Grassum » 300 Virle » 557 Scalcngie » 985 i lercenaschum » 557 Ajrascba » 542 Nonum » 557 • !astagnolae '. » 471 \ ii us Novus » 560 10 1 11 ■ 5 2 H » 2 ii 5 a 4 1 8 1 9 5 10 5 0 H 1 2 5 5 1 » 5 5 9 1 4 5 SAGGIO STORICO 1)1 P. 8CLOPI8 Fuirim Groui Quart i Racconixiiim fl. 1636 7 2 Summaripa dc Boscho » 944 9 1 Salmatonum » 216 2 1 Villa Falettorum » 959 » 5 Genola » 172 9 3 Laygnaschum » 559 5 » Scarnafixium » 511 11 Monasterolium » 686 3 5 Caballarius Leo » 343 8 » Lombriasclium » 388 3 » Caburretum » 127 6 1 Trana » 391 5 » Bruinum » 127 6 1 Planiciae » 774 2 Collegnum > 985 5 1 Nobiles Bagnolii » 775 1 1 Flor. 27440 4 296 Lnnccae spezzatae Principalus nwncro 17. Polungheria fl. Panchalerium » Ripa prope Cherium » Podivarinum » Caramania » (>erveriae » Benae » Carruchum » Triuitas ; » Sanctus Albanus » Cravexana » Bovisium » Piperagnum » Benetae » t-lusa " Cadralium » Vautignascbum » Flor. 1 448 6 2 893 8 a 1034 5 2 1626 o i 1107 2 3 344 10 o 1622 9 1 742 6 2 198 6 1 550 7 1 257 7 .. 1041 0 1 2579 11 » 441 4 2 483 4 1 1223 2 » 153 6 1 Villae terrae Yeteris numrro 5. Vvilliana 0. 14080 Secuxia ■ 7040 Uippolae * 4695 Lanccum cum nianilamcnlo > 4(>95 C.iriacbum cum castcllata et Casullis » 4693 Flor. 35202 5 1 1 10 2 10 2 10 2 ■'.'I DEGL1 STATI GENERAL! Lanceae speziatae terrae Velerin numeru 19. Fiorini CfoHl Burgarum fl. 552 9 Lavnicum a 1406 8 Balangcrium ■ 1 122 7 1 1 in ii in i) 414 „ Baratonla » 414 » Cacia >> 196 1 Sanclus Egidius » 196 1 Vicus cum valle » 1241 4 Gevoletum » 351 4 Collis Sancti Iohannis cum valle » 591 6 Vallis Turris » 310 4 Ialjionum » 222 1 Alpignanum » 467 2 Druentum i 689 10 Rubiaucta » 145 10 Allessanum superioris » 147 5 Ripalta r, 1056 1 Riparolium cum Ozenia et Oglianico » 2206 11 Barbania » 152 6 Flor. 11462 10 ViiJih 1 2 3 2 Terrae inferiores ultra Duriam numero 24. Clavaxium fl. 2542 Verrucha » 468 Crescentinura » 1407 Mons Caprellus » 1041 S.a Agatha cum S. Gcrmano et capitaneatu » 6207 Civitas Vercellarum cum districtu et loco Ro- vaxini „ H 591 Gattinaria a 810 Cossatum « 702 Rovaxenda » 161 Maglonum » 205 Lozolum » 57 Collobianum n 200 Casanova » 165 Valden^um cum Viliano » 585 Galliamcum » 261 Sandillianum » 822 Bugella cum districtu > 12247 Viveronum » 516 Cabaliacha » 902 Torratiura » 107 Saluzolia » 912 Tollcgnum cum Magliano » 241 Monsaltus » 442 ("ivitas Iporegiae » 7766 Flor. 49764 5 A 2 2 » n 5 ii 7 )> I 2 5 i, 11 „ 1 1 4 3 9 2 9 1 6 1 5 3 5 2 n ») 10 2 9 ,i )) 1 4 2 5 5 7 2 1 1 5 )> sagcio sTonico di i. bclopis ig Lanceae spczzatae numero 18. noffiol Groui Bagnaschum II. 407 10 Cardetum » 551 6 Turris Sancti Georgii » 92 4 Publiciae » 1218 6 ( .mil iiiIiiim 177 5 Gassinura » 1084 2 Rivalba » 277 4 Monsallus et Pavarolium » 195 4 Bardazanum » 240 9 Lovencitum » 159 10 Clierium cum dislrictu » 13780 6 Plolium ■ 240 » Terrae abbatiae Pinerolii » 768 4 Monsrcgalis cum mandamento » 16679 10 Cuneum cum mandamento » 10514 9 Rossana 157 2 Murellum » 575 2 Rpvigliasclmm » oil 2 Flor. 4723:! 7 Quart i 2 » 3 1 3 1 2 o 1 3 3 3 2 3 2 AUae tcrrae ultra Duriam nutnero 15. Septimum Tba\irinense fl. Brandilium » Azellium » Sanclus Daraianus » Roppolum » Ales » Quarenia cum Cerreto » Moiis Astructus » Septimum Vilonum » Horzanum » Burolium » Carema propc Septimum Vitonum » Nomalium » Flor. 622 11 1 150 1 1 407 5 ■ 116 8 1 367 i 1 162 7 1 155 9 5 92 9 B 555 11 2 138 9 5 225 10 2 69 7 » 39 1 o Lanccae spezsalac lerrae Veteris nttmero 7 Lemic cum valle B. Terrae prioratus Novalicii • Altcssanum inferius » Sanctus Maurus D Orbazanum » Drosium ■ Robassomrriiim Flor. 7SI 139 9 ■ 238 9 8 42 10 •"> 29 5 1 223 7 l 48 11 * 57 7 2 ag6 DEGI.I ST.VTI C.KNEHAI.I Terrae Coniitaltts Canapilii numero 6. Fioriui liomitatus Sancti Martini fl. 10705 Comitalus Valpergiac > 9558 Comitalus Castrimontis > 2946 Comitatus Maxini » 1845 Terrae nobilium Ceridoni » 1459 Terrae episcopatus Iporegiae » 2074 Flor. 28588 rossi Qua 8 1 4 1 10 l 1 2 2 5 10 3 Subsidia conccssa per patriam taxatis. 1503 fl. 259160 Non habuit effectum 1505 » 194000 1505 » 196898 1509 » 215357 1511 » 107679 1513 » 45057 1514 » 234503 1518 » 245454 1522 » 276136 1526 » 50598 1528 » 24486 Non habuit effectum 1530 » 196896 1530 » 201115 Non habuit effectum 1553 » 295549 1553 » 545628 Summa 2888062 Deducuntur ...» 686248 Restant ...» 2201814 6 5 1 » 8 5 6 2 7 2 6 2 5 2 6 2 4 5 2 2 9 a 4 5 2 1 2. 1 SAGCIO STOA1C0 m I. 3CL0PIS _ii|- to'22 Vigoni — 25 et 30 ianuarii tela congregation is triuin statuum patriae cismontanae (i). b Sequuntur capilula per Ires status fidelissimac patriae ilucalis cismontanae con- , gatos in hoc loco Vigoni ex ducali mandato ad caitsam doni illustrissimo do- mino domino nostro Carolo Sabaudiac etc. duci gratiose eonccssi , el facta pro oneribus per memoratum illuslrissiinuin dominum nostrum dominum dueem hactenus supportalis, ac etiam pro felici el primo adventu illustrissimae el ex- cellentissimae domiuac noslrac Bealricis ducissae Sabaudiac, solvendi per totam patriam ipsam, neraine excluso, sive exempto, videlicet anno Domini millcsimo quingentesimo vigesimo secundo, die vigesima quinta mcnsis ianuarii. liumiliter supplicantcs ipsi Ires status praelibalo illustrissimo domino domino noslro, dignetur eidem patriae in vim pacli concedere, et largiri capilula, fran- cbixias, sliiluta, et privilegia infrascriptas, et infraseripta. Marruchi Et primo: ipsi Ires status donant praelibato illustrissimo domino domino noslro florenos ducenlum mille, praelibataeque illustrissimae dominae dominae nostrae ob eius felicem novumque adventum florenos quinquaginta mille, et illuslri do- mino I'bilippo comili Gebennesii eius fratri florenos sexdccim mille : item et il- lustrissimae dominae dominae ducissae de Nemors eius sorori llorenos quinque mille ex causis in dislribulione nominatis : ea lamen lege, et pacto, ac conven- tione, quod solvantur generaliler per totam ipsam patriam cismontanam, neminc excluso, sive exempto, el ullo unquam tempore dictae patriae non cedal in prae- iudicium , nee trahatur, vel trabi valeal in consequentiam quovis modo, sive dici possil ob id ipsa patria in posterum obligala ; quodque ipsi floreni ducentum mille persolvantur in tribus annis , el tribus lerminis; videlicet terlia pais bine ad festum Nativitalis Domini Noslri lesu Cbrisli proximo ventiirum , alia tcrii.i pars illinc ad aliud festum Nativitalis proximo se(|uuturum auni scilicet millcsimi quingentesimi vigesimi terlii; el residuum illine ad aliud feslum Nativitalis pro- ximo sequulurum. Quodque ante ipsos terminos exactio ipsius doni fieri non possit , nee quis arctari , sen molcstari ad solvendum debeat, non obstante lege disponente, debilorem fisci ante lenipus posse conveniri, et aliis iuribus in con- trarium disponentibus non obslanlibus, quibus per pracscnlcs intelligatur renun- tiatum el derog.ilum per praelibatum illustrissimum dominum dominum nostrum, el fiat ipsa solucio do monela eurrenle generaliter per patriam tempore solucio- num fiendarum, ct durante tempore solucionum huiusinodi liendarum non possil minui ipsa moneta ; ct magnificus dominus genernlis . seu exactor ipsius RUbsidii, sen doni non valeal , nee possit aliqUOS quartos exigeie. iino teneatur quitacio- (I) Dall'archivio
  • i )i"i in (.1.1 STA.T1 GENEBAL1 nes pro huiusmodi dono dare, ct conficere , ac expedirc gratis, et sine cousin, quibuscumi|uc in conlrarium disponentibus nun obslantibus. Ilespmisio. Acceplal illustrissimus dux bono corde, et non inlendit , quod tra- hatur in consequentiam , et contentattir de lerminis, ita quod moneta non pos- sit augeri , nee lninui, nee valor sculi exeedcre possit in solueionc dicli subsidii lienda suinniani scxaginla unius grossi , mandans generali , ul obsorvel , et non exigat aliquos quartos. Marruchi. Item: ipiod confinnonlur, ct dc novo dentur, ac in vim pacti concedantur, el observeiilur, ct quas placeat confirmare , et de novo concedere omnes, el sin- gulas IV.uichixias , concessiones, pacta, privilegia , bonas consueludincs, liberta- tes, slatuta, capitula patriae, locorum, castrorum , et nobilium alias concessas, et concessa tani in specie, quam in gencre, et lam per illuslrissimos dominos praedecessores praclibati illuslrissinii domini domini nostri, quam per ipsum, quae bic pro expressis et specificatis babeanlur, ac si de vcrbo ad verbum fuis- senl spt-cilicatae el specificata , etiamsi per aliquod tempus fuisset il lis deroga- tuin, seu contravenlum per non usum, seu contrarium usum. Besponsio. Illustrissimus dominus confirmat et approbat franchixias , concessio- nes, conventiones, bonas consuetudines , libertates, slatuta ct capitula, prout per suos illustrissimos praedecessores et suam excellentiam concessae et con- nrmatae , concessaque et confirmala fuerunt , vultque ea omnia roboris lirmita- lem oblineri, etiamsi per actus contrarios esset illis derogatum , aut contraven- lum : non lanieii intendens bic includi concessiones concernentes focagia Cuney, ot mandamenti, pro quibus lis pendet coram suo consilio. Marruchi. Item: quod omnes, et quaecumque poenae impositae, seu declaratae per quos- vis commissarios et ofneiarios contra communitates, et quascumque personas particulares tarn occaxione fortaliciorum , viarumque , et subsidiorum , ac pro conducta salis, et roydaruni, aliorumque onerum non debito tempore factorum , et solutorum , necnon racione expositions monetarum , extranearum ac ultra- melam expositarum remillantur , et annullentur; et quod pro ipsis quis de cae- lero per quempiam non possit quovis modo praeraissorum occaxione molestari. Rcspunsio. Placet illustrissimo domino. Marruchi. Item : quod praetextu doni praesentialiter concessi illustrissimo domino do- mino noslro duci praelibato non compellantur ipsi de patria ad solucionem per aliquos commissarios, sed per ordinarios locorum dumtaxat, nee aliter arctentnr, ReapoHsio. Placet illustrissimo domino, quod fiat exaclio iuxta solitum , et con- suelum, vocalo ordinario , ita quod non fiant aliqui abusus, nee destinetur nisi nnus commissarios pro qualibet vice, et quolibet loco, nee mandetur ante tem- pus, sive terminos solucionum fiendarum. Marruchi. Item: licet in decretis dominicalibus processum fuerit circa forrcrios , et pro- visoes victualium domus excellenliae veslrae, quia lamen non observanlur, sup- plicat ipsa patria de novo eidem concedi, quod per forrerios, et provisores ipsos observentur ipsa deereta dominicalia maxime posita in libro sccundo decrelo- rum sub rubrics provisores viclualium , et aliud subsequens sub rubi-ica qualiter i» emencto virlualia etc. , nee non aliud in decretis illustrissimi domini domini nostri ducis Philiberli ullimale defuncti sub rubrica tie provisoribus conlirniata per celsitudinem vestram sub anno millesimo quingentesimo deeimo quarto, et quod si conlingal ipsos provisores excedere formam dielorum decretorum domi- 5AGGI0 STORICO 1)1 t. SCI.OPIS jyy nioalium, franchixiarumque, et pactorum alias concessarum, etiobitorum lioitum sit, et tieeat ips'n hominibua, et patriae locorum non parere raqniaitionibiu, el mandatia dictorum provisorum , et forreriorum , non obstantibua Uteris con- cessis (1) H»petwio. Placet illuslrissimo domino noslro, quod statula a sc OOnfirmata ob- serventur, el pariter franchixiae , et pacta a se conccssae, et inliita prout in eis coniperietur (I) mandat, et pro eorum obscrvantia , et ul Collator omnis oceaxio malignandi decernil lileras ex nunc, quibus vult nou pareri im- pune ipsis forrariis, et provisoribus, nisi presentcnt lileras domini magislri hospi- cii, qui pro tempore serviet debile gigtiatas, quibus pareri vult, ct dchitam re- troscriptionem fieri de provisione facta, adeo ut decreta super liiis disponencia observentur. Marrucbi. Hem : quod non cogantur tubditi , el communilalcs ad conducendum , seu conduci faciendum captivos, et minus ad associandum aliquos commissarios pro aliquihus actis (iendis, ncc non ail eondiiuenduiii vina, et alia victualia de uuu loco ad aliud , nisi saltern mediaute iuxla merccde taxanda per ordinarios , seu sindicos, vel consules locorum ad I'ormam decrcti vel francbixiarum , seu pacto- rum super hoc disponents, seu disponencium. Responsio. Placet illuslrissimo domino domino nostra quoad primum caput de conductione et associalionc captivorum , el commissariorum nisi mandatum de biis specialem menlionem faciens emanarel a se vel altera consiliorum suorum residentis, aut cismontani, vel nisi fieret praeceptum conducendi , aut associandi imminenti necessitate , ita ut periculum esset in mora recurrendi ad suam ex- cellentiam, vel allerum duorum consiliorum suorum, non intendens, quod com- munitates astringanlur abinde ad conducliones el associaliones huiusmodi extra ilistrictus et lerritoria sua, nisi usque ad locum propinquiorem , ubi comluctos it-iii l 1 1 ;i 11 1 officialibus et sindicis eiusdem loci tute per eos adducendos per eo- rum territoria, et sic successive usque ad locum destinatum observentur. C.ircha secundum caput de conductione vinorum et aliorum rictualium vult observari franchixias super hoc disponentes, si, et prout in eis conlineri, et a sua excel- lentia confirmalas esse comperictur. Mandans magistro hospicii pro tempore ser- vienti, ut per suas literas super hiis opportune provideat , quihus vult rescribi . ut in praecedenti capilulo dc victualibus dictum est. Marrucbi. Item: quod commissarii , procuratores, fiscales, et praepositi marescalorum, ac caetcri qui mandantur ad capiendum captivos, et pro cxequutionibas contra de- lin<{uentcs fiendis non possint, ncc debeant bona talium captivorum, seu intitu- 1. 1 1 hi inn capere, vel exportare, seu cxportari facere, sed bona ipsa si circa illo- riim levacionem se extendat commissio capiantur , et inventarizentur per ordi- narios locorum, et ponantur penes tercium custodienda, donee aliter per excel- lenliam vestrani provisum sit, et hoc citra derogacionem francbixiarum in specie communitatibus concessarum in contraiium disponencium. Respmrio. Placet illuslrissimo domino , domino noslro dummodo non fiat in executionem iudicati, et spcciali ad hoc mandato ipsius illustrissirai domini, vel consiliorum suorum. Marrucbi. Item : quia dicuntur dc mandato veslrac excellentiae faclae nonnullae prolii- (1) La prima lacuna si puo ricrapioro con probabile supplemonlo scrivendo vel conctdn. lonlmriuni etc , e la soconda col vcrlio observari ;,h> DEGL1 STAT] GENERAL! hiiioucs lam generates , quam particulates eircha cmplorcs sails extra patriam idco Eupplioal ipsa patria oignetur eadem excelleniia vestra deolarare mentis suae non fuisse, nee esse per quascumque prohibitionea lam generates, quam specia- les hactenus facias voluisse, nee velle derogare convention ibus, sen facultatibua concessis ipsi patriae per quondam illuslrissimos praedecessorcs vestros eircha liberlalem emendi, el eouilueemli , ac vendendi sal tam in pallia, quam extra patriam, into velle ipsas convenliones , et facultates cum privileges eircha hoc concessis oliservari . quibuscuinquc forte in contrarium haclcnus faetis non ob- stanlilius, el circa bonitalcm , ct ineitsuraiii Salis, et. preeium eiusdem observeu- t in- privilegia, et concessiones conccssa, et concessae ipsi patriae lain per excel- lenliam vestram, quam per illuslrissiniuni dominum dominura Ludovicum du- <-i-in . el illuslrissimam dominam dominant Yolant ducissam , et alios omncs prac- decessores illusli issiinae doniinationis vestrac, tencaturque . ct debcal gabcllalor in mensuratione salis teneri facere mensuram planam et plenam iuxta formam aliorum privilegioruni , quodqne pro pedagiis Verccllarum ct Clavaxii non ca- piaotur, nee capi debeant per dominum gabellaiorem ultra grossos decern octo Sabaudiae pro qualibet carrata salis monetae currentis tempore solucionum fien- darum undecumque , et ad quenicumque locum conducatur, prout antiquitus con- Mietinii erat. Responsio. Declarat illustrissimus dominus mentis suae non fuisse, nee esse de- rogare pristinae et solitae libertati patriae suae circlia emptiones, et vendicioncs, ac abductiones salis, et quod circlia eius qualitalem , preeium, mensuram, et mensurandi modum , nee non exaetionem pedagiorum Vercellarum et Clavaxii (iat secundum quod fuit per praedeccssores suos, eiusque excellentiam super hoc provisum, volens omnes vendentes sal eircha mensuram idem observare. Marruchi. Item: quia per excellentiam vestram fuit ab aliquibus annis citra augmenlata laxa sigilli, quod in grave dampnum patriae ccdit, ideo supplicat ipsa (lalria, ta- \am ipsam sigilli ad pristinum slatum reduci, nee pati quod liaec patria sit de- terioris condicionis, quam patria ullramonlana, in qua nihil fuit innovatum, quo- niani cisi patriae sinl divei-sarum linguarum , animo tamen , et fidelitatc pares sunt, eosdemque et modis ct formis tractari debent. Responsio. Quia monetae frequentius variantur in extrinscca , et inlrinseca bo- ni talc in hac patria , quam in ultramontana , et habita relacione ad tempora praelerita tnxa sigilli literarum liodie potius sit diminuta , quam aucta, con- siderate antiquo valore monetae, et ex liuiusmodi pecuniis iudicanlium stipendia persolvuntur, interdicla sportularum rcceplione ad patriae ulilitatem , idco non pulat recedendum a taxa quae observatur saltern donee super monetis provisum fueril. Marruchi Item : quia ipsa patria inlellexit fuisse factam cerlam retractioncm secrctario- rum et unioncm scribaniae magnifici consilii residentis cum excellentia vesti:i . quod non cedit in utilitatem illustrissimac dominationis vestrae, sed in grave daiupnum patriae et subdiloruni pluribus ex causis, et specialitcr quia ipsi sub- ilili pro cxpeditione literarum et scripturarum si ipsi secretarii sint in pauco nuniero, et in una et eadem scribania cogantur pro consequenda expedicione plus solvere , coganturquG facere maiores cxpensas super hospiciis ultra pcrdi- cionem temporis, quam si secretarii sint in numcro libero, el scribaniae sepa- ratae, el nil -.ins per aliquos subditos poncntur filii eoruni ail doctrinam , sen practicam , qui illas sequcntes fient homines docti, ct practici, promptioresque ad praestandam servitutem iUusUrissimae dominationi vesirae, ae ad rclevandotn ]iarcntcs, ct afftnes. lolamquc patriam. Ideo humililcr supplicat ipsa patria. di- SAGG10 STORICO Dl I . BCT-l 3o i gnctur exccllentia veslra rciutegrare srcrctarios , el secretarial , pront solitum erat, ft alias conlirmarc conccssionem lactam ipsi patriae per illustrissimam do- minant dominant Volant sul) anno millesimo quadringcnlcsimo septingcutcsimo tcrtio die scxta aprilis capitulo quintn. Responsio. Placet illuslrissimo 4 DEGLl ST.VTI CKNK U.W.I Karolus dux Sabaudiae, Ghablaysii , et Augustae, Saeri Roman! Imperii pi-in— ccps, vieariusquc perpetuus, inarchio in Ylalia , princups Pedemontium , comes Gebeonesii, Baugiaci, et Rotondimontis , baro Vuaudi , Gay, el Faucigniaoi , Meiaeipie, Breyssiae, ac Vercellarum elc. dominus. Universis sit manifestum , quod cum per trcs status patriae nostrae oismou- tanae hoc in oppido nostra novissimc congregates fuerint nobis praesentata ea- pitula mibennexa, aupplioantes ilia sibi in vim privUegiorum concedi. Quorum supplicationi annucntes, considerala praesertim eorum sincera erga nos fide , ex nostra certa scienlia, et potestalis plenitudine, matura consiliariorum nostrorum deliberationc praehabita , eapitula praedicta cidem patriae noslrae cismontanae in vim privilegii perpelui , ul praemillitur, damus, el concedimus, iuxla tamen i'ormam responsionum per nos in fine cuiuslibet ipsorum capitulorum, ul appa- rel, faelarum. Quaproptcr expresse commillimus, et mandamus consiliis nobis- cum , et Taurini residentibus , necnon iniiversis , el singulis gubernatoribus , bavllivis , capitaneis, poleslalibus , vicariis, iudicibus, caslellanis, clavariis , et caeteris officiariia Udelibus el subdttis nostris mediatis el immeilialis , quibus spectabit, el praesentes pervenerint , seu ipsorum localenentibus , et cuilibet in solidum, sub poena centum librarum forcium pro quolibct dictis consiliis inl'e- riore , quathenus praedicta eapitula , et singula in eis conlenta, prout in dictis responsionibus suis conlinelur , eidein patriae nostrae cismontanae teneant , et observent, ac per quorum intererit observari faciant, ipsosque eisdem capitulis ab inde imperpetuum frui el gaudere faciant, patiantur , et permitlant, et in nullo conlravenianl quomodolibet , vel opponanl , quibuscumque opposilionibus , execptionibus , Uteris, mandatis, et aliis in contrarium adducendis non obstanti- bus, quibus omnibus, quoad baec ex dicta nostra certa scienlia derogamus per praesenlcs, quas in testimonium duximus concedendas. Dalas Vigoni , die vige- simaquinta ianuarii millesimo quingentesimo vigesimo secundo. Mariucbi. Per dominum praesentibus dominis Gabriclc de Laudc cancellario Sabaudiae Iobannc comile Camerae vicecomite Mauriannae Bernardino de Sabaudia domino Raconixii Francisco Marescalci baronc Maximiaci Ludovico de Castillione domino de Musinens maguo scutifero scutil'eriae R. fratre Philippo de Provanis priore Messinae commendatario Rodanense Ieronimo de Agaciis IolTieilo Passerii Acbille de AUionibus collateralibus Iobannc Philippo Cambiani advocato fiscali Francisco Reginaldi magistro requestarum Francisco de Gromis ibesaurario generali ( L. S. ) Reddanlur littcrae portitori. Expedilae ad opus communilalis et hominum Rippolaium. SARG10 STORICO DI P. SCLOPIS 1528 Chamber y — 19 fevrier L'eresia luterana era sorta, e si spandeva largamente di paese in paese; ne secondavano i progressi dall'im de' lati la considerazione di inolti scan- dali ed abusi, dall'allro il desiderio di spingersi nella via del libera esame di inolte quistioni cbe agitavano gli spirit!. I popoli della Savoia , saldi nelle dottrine della chiesa ortodossa, non si risletlero all' avvicinarsi del pericolo , ma pensarano ad opporvi re- sistenze e rimedii, secondo gli usi di que' tempi, energici, e talvolta vio- lent!. In tal guisa essi perfettamente corrispondevano ai desiderii del duca, il cpiale come cattolico e come principe, era interessato a comprimero i moli dei novatori (i). II presidents Lambert nelle sue memorie dei tempi di Carlo in parla in disteso de' gravi limori che si erano concepiti in Savoia per i pro- gressi fatti dall' eresia , e nota che , en particulier tons messieurs les prelats et autres ecclesiastiques du pays furent convoque's en presents de feu monsieur le cardinal de Maurienne pour leur demonstrer le dan- gler que prevojoit, leur requerant conseil et aide; its peulvent savoii' si les responces quits Jirent estoient honestes et rajsonnables , et je pens* que les inconvenients survenus , ou la plus part diceulx prockdeni par leur deffaults , et pour rien avoir considere les bons propos que leur tenoit mon dit seigneur ; fespere ceneaulmoins que la clemence divine redressera le tout (2). (1) Cosi parlando di un altro principe poslo in simili circostame si esprimc un rcccnlc scriltore il 1'etail au premier litre , puisquc la rcformc avail entierement rejelo I'autorito' du rii Rome , puisqu'ellc etait uno veritable insurrection de la pensce et qu'ellc prctendait iti n t-^li 1 I'esprit humaiu , corame I'a dit un des ecrivaius les plus celebrcs do notre epoquc (M. Guizot) . du droit de ju^er litircment , pour son comptc , avec scs seules forces , des fails ou des idees (jue jusquc-la I'Europc recevait ou etait tenue de recevoir des mains de I'aulorite. M. Rorgnet = Philippe 11 et la Belgique = Rcsumi politique iU I'ltisloire tie la resolution Btlge. » (2) Monumeota historiae patriae torn. 3, pag. 807. Serif. II. Tom. XII. Jo6 DEGLl STATI Ol'.NF.RAI.I K cosi avvenne ili falto , poichc i progrcssi dell'eresia furono lenli in Savoia , e poi vennero distrutti per lc cure principalinente di S. Fran- rcsco di Sales, uouio per ingegno e per opere veramente miracoloso. In Piemont.e le novita religiose si tenlarono piu tardi, cioe , cpianilo colla dominaziOD Francese s' inlrodusscro Ugonotti nel paese , sccondati da Valdesi abitanti i distretti delle alpi che conGiiano col Delfmaio. II Consi&lio generale della citta di Torino indirizzo al re di Francia , cui ancora essa citta obbediva , il ta di gennaio i56a , un raemoriale, col (male pregava si facessero allontanare dalla medesima i ministri Ugonotti; e la preghiera fu accolla dal re, che diede ordini conformi al signor di Bordiglione suo luogolenente gcnerale in Piemonte. Non e a dire peraltro che qui terminassero le pratiche in questa iria- teria, che anzi dove eransi falte maggiori le aderenzc francesi, la parte, come allora si chiamava, degli Ugonotti, cercava prendere ingerenza ed autorita. Cosi il coinune 3i Centallo, antico e forte marchesato de' Bolleri , fau- tori de' Francesi , in un memoriale indiritto all' infanta donna Catalina , il 38 oltobrc 1589 (1) , inentre cpicsta era reggente lo Stato , chiedeva si conscrvassero anco gli habitatori di detto luogo sotlo la liberth della Chiesa Gallicana , non permettendo inquisitori , o visitatori apostolici , lasciando quelli della religione pretenduta riformata, che sono del luogo in liberth di coscienza , mentre che vk'ono quietamente senza scandalo ed esercitio di delta religione in publico , ne in privato , restaurando a li delti della religione suoi beni c frutti tolti et occupali et denari per tal causa pagati dopo la presa di Cental (2), et particolarmentc a quelli che si sono catholizati dopo la presa di detto luogo. L infanta in risposta dichiaro essere sua menle che vivino sotto lubi- i/ienza de' suoi prelati, et quanlo al resto si rimette alia venuta del se- renissimo signor duca. Messieurs qui cstes icy assembles de la pari des estats vous cstes bien recors de ce que noire Ires redoubte' seigneur vous feist dire et expouser dernicrement qui fut en troys poinds Tun pour vous persuader et enborter de vivre en toutc I; Leggeai slampato in ippeodioc agli slaluti di Cenlallo 1 n forteiza >li Oniallo fu eqragnata nol 1588. SACGIO STOIUCO DI F. 8CLOPU JO'J Constance cl fernictd de notrc saiuctc foy sans adherer nv preslcr loreille a uug tas de sectes crreurs et heresies qui onl esle puis nagucrcs controvees, en vous remonstrant les malheurs inconvenients et miscres qui sonl survcuus et rur vyenncnt journelleinent aux prevariqeurs. L'autre point, pour vous persuader et enhorlcr de vivre en paix et union en rendant dehvoir ung chacun scllon sa vocation; assavoir les ecelesiastiqucs a prier Dieu maintenir ct prescher la foy vivre hien et vertueuseraent monstrant bon exemplc aux laics: les nobles a virilement deffendre noire saincle foy, porter l'hon- neur el le bien du prince el du pays suyvant leur bonne couslumc et estre prests a toules heures pour ce faire el comporter ail surplus le peuple et le bien trecter faisanl iustice a ung chacun suns user d 'aulcunc voulente ny violence en- vers narme. Et le peuplo a rendre le dehvoir accoustumd envers le prince a faire et porter I'honneur obeissancc el reverence aux ecclesiastiques et a la noblesse, payer disnies el revenus, legals el aulres droicls dheus a I'eglise, ainsi que eull et leurs predecesseurs out fail par le passed sans prester oreillc a nou- velles secies crreurs et heresies: au moyen de quoy le pays et subyects se uni- royent et reconcilieroyenl envers noire seigneur et se feroyent tellemenl capahles de si grace et protection qu'ils pourroyent cschapper fortune entrc lanl de mauls persecutions et divisions dont lanl d'autres pays circomvoisins sont affliges et lr.l\. lilies L'autre point esloil pour vous remonstrer le bon vouloir que monseignein a de s'y aider et s'en aquiler de son cousle mesme pour vous fere et enlrelcnir justice avecque droitc et singulicre inlenlion de vous fere observer les slaluts iloniinicaulx suyvant la requete par avant a luy faile de voire part; et les amplier par voire advis en ce que seroit requis mesmes pour abbreger la justice. Et vous ful remonslre aussi que a ce fere mon dit seigneur estoit appres de fere trans- later lesdits slatuls en francoys et seroyent mys a point entre cy el pasques allin qu'ils puissent estre mieulx entendus incorporez et observed et du prir.ee el des subjects. Cesl ce en substance qui vous fust principaleraent dist et remonslre en la dicte assemblee des estats dernierement faile. El combien que lors fussent faicts ung tas de bons et honestes chappitres et que mon dit seigneur ne vous ait point cougneu en voulente d'allcr au continue mais cntierement disposez de les observer de quoi il vous scet bon gre\ ce ncaut- inoius voyant que les troubles et ruynes journcllemenl multiplicnt eu la crestien- uet«5; que faict assez entendant que notre seigneur y n'est point content ct qne pour placquer sa divine bonlii et soy reconcillier avecques luy est toutellemcnl requis soy justiffier et disposer tellemcnt envers sa divine majesle qu'il ait cause par sa elemencc accoustumc'c de conserver proleger et augmenler ce estat et vous entrelenir et maintenir en toute paix et tranquillite, il a advise vous fere de rechiels assembler lanl pour vous replicquer el reilerer les choses susdicles comme aussi pour parfaire dresser et accomplir par voire advis aide et conseil lout ce que sera expedient et requis lanl pour maintenir noire saincte foy ainsi que bons ehrestiens doibvenl fere que pour cnlrelenir justice plus aussi et pour redresscr et reparer les abbus que I'on vcoit regner tant au faict des pompes immodcrees comme aussi d'aultrcs cas qui ne scrvent que de grever cl appouvrir le bien publicquc. El pour vous fere eognoistrc la bonne voulente' que mon dit seigneur y a el qu il n'a rien ootid de son coustt5 il vous veult bien adverlir comme il a faict despujl translatcr les diets staluls dominie mix de latin en francoys Resle que pour COU- cher ct expliquer lordre des pompes gellon la moderne qui est loule dilVereiile a celle du p.isse de li sorte quelle eSl C ineliee par les diets staluts couinie I'on peull veoir a I'oueil, pour au surplus y insere, et oouober tout ce que pcull servir a I'honneur du prince bien et repos du pays scllon limporlance du temps qui e.ji.i. qualite* el indispasition les ifferes, il a bien nralsu dtffisrer les fere >uS DEGI.I STATI GENERAL! imprimer jusqucs a tant que par votre advis ct conseil il ail advise et ordonnd par le menu ce que peult estre tl'aulcune jusle et honcsle consideration et ne- cossitc. A quoy fere il vous prie et enhorlc de vouloir premieremenl adviser dire et fere entendre a son excellence les abbus qui cougnoislres avoir raesticr de reparation en tons eslats, soit gens d'esglise, nobles, ou populairc et aussi au faicl ilc la justice ct de la polliticquc. Plus aussi luy dire et faire entendre tout ce que bon vous semblera pour garder ct conservcr son estat , cntretenir et maintenir ses bons subjects en la constanee et fermete de notre saincte foy et en Unite bonne paix, union, Concorde el tranquillite qui est la chose que plus il desire en ce monde et pour obvier a ceulx qui les vouldroyent constraindre troubler et inquieter au conlrairc ct que .1 scellees, et qui sont fori viculx, ct pour ce ordonncr que les diets actcs proces et cscriplures nc soyent point payees sans cstrc signet's cl scellees, et aussi que ccs diets rccouvrcurs ne les rccouvrent passe lro\s BUS el pareillement qui ne gai- gent ny compellissent personnc a cause dc ce que premier les lellrcs ne soyent presentees au chasteUain du lieu. Response. Monseigneur vcult qui en soit faicl et obscrviS jouxte la forme du statut Plus qu'il plaise a mon dit seigneur donner ordrc sur les censiers et rccouvrcurs affin qu lis soyent tenus recouvrer les blcs a eulx dimes dans le lerme d'un an, s 'Us nc le font qu'ils ne puissent tauxer et complir le dicte bl<5 que au pris qu'il vauldra au temps que la recouvre se debvra l'airc. Response. Monseigneur veult qu'il s'en face jouxte la forme du slalut dispo- sant sur ce el que le diet slalut soit observtS. Plus que quant les officiers temporels prennent les gens d'esglise, que Ton les remellc a leurs prelals aux depens du prelat auquel tel ecclcsiastique sera remys ou du delinquant, reserve pour la secte lutberienne qu'ils ne seront point remvs. Response. Monseigneur .veult que les ecctesiasliques soyent remis a leurs prelals en payanl les depens raisonnables conime dist est. Plus messieurs les prelals et gens d'esglise supplient a mon dit seigneur leur ob- server leurs jurisdictions, prerogatives, prebeminences, liberties, fraueliises et aultres pacts , transactions et costumes faicles et observces par messieurs ses predebes- seurs et aussi font messieurs les nobles ct eomniunaul^s. Response. Monseigneur le veult. CarohlS dux Sabaudiae etc. Univcrsis facinius nianifeslum quod nos visis capi- tulis subanuexis nobis per bencdilectos lidcles nostros tres stalus patriae noslrae cismonlanae cxhibitis <|ui nobis bumilitcr et inslantissime supplicarunl ut eadem sibi liberaliter concedere dignaremur lum pro eommuni nostra in omnes sub- ditos nostros benivolenlia, turn pro debita calbolicac fidei nostrac consirvalione justas juiiiini sancliones saneta quoque instilula insequentes quae vetant omnino ne quis de fide nostra disputare praesumat sed qiunl liimuin de ilia atque cerlissi- mum est procul dubio omniipie cessanle scrupulo secundum sanetac maliis eccleaiae ordinem et maudala firmissime tencri ct observari ilebeat. t^iim divina quisquc per naluralem eognitionem nee scire nee depreheadere valeat nisi salubri Dei Oplimi Maximi gratia inlervcniente, liiis igitur atque aliis iuslis moti respectibus diclac suppliealioni benivolc annuentes ci ictuui principein deceal iusla |>r- tcntibus liberaliter impartiri. Ex nostra certa scicntia capitula ipsa eisdem (idc- libus noslris liariim serie concedimus et confirmamus iuxla formam responsio- 3 I 3 DECJ.I STATI CI'.MKUAl.I inim ill pede cuiuslibct dictoruni capilulorum respective per nos factarum , inan- dantes boc ideo consiliis nobiseum el Chambcriaci residenlibus , pracsidi et ma- gistris caraerae compulorum noslrorum , gubernatoribus , baillivis , iudicibus , castellanis et caetcris ofiiciariis nee non subdilis noslris medialis el immediatis ad quos speclabit et praesentes pervenerint, sen ipsorum officiariorum loeatenenlibus el cuilibet corumdeiu sub poenis iuris el aliis in diclis capitulis adieetis respective quatbenus capitula ipsa iuxla dictarum responsionuin mentem easque nostras invio- labiliter observent observarique facianl illaesa per quoscumque et in nullo contra- veniant quomodolibet vel opponant. Verum capitula ipsa signanter priinis locis descripta secUie tuthcrianac et sequacium probibiliva cum dependcnlibus locis mo- ribus talia fieri solilis voce cridae publicae proclament et nolifficent publicarique et notittieari facianl ne quia ignoranliam valeat allegare et adversus quoscumque transgressores ad poenaruin ibidem adieclarum exequulionem viriliter proccdant quoniam sic fieri voluraus quibuscumque in contrarium allegandis non obstan- libus. Datum Cbambcriaci die vigesima februarii millesirao quingentesimo vige- simo octavo Per dominum praesenlibus dominis Illuslri Philippo de Sabaudiae comite Gebennesii Illustri Francisco de Lucemburgo vicecomite Marticii Reverendo Glaudio de Staviaco episcopo Bellicensi , cancellario ordinis Reverendo Sebastiano de Montefalcone episcopo Lausanensi Bernardino de Monlebello comite Fruczaschi, magno magistro hospicii , ex mililibus ordinis lberonimo de Agaciis consilii residentis praeside Claudio dc Balleysone barone Sancti Germani Chaberto ex dominis Scallengiarum ex comitibus Plozaschi Pelro domino Longaecombae Ludovico de Malingris ex dominis Bagnolii magistro hospicii Le due de Savoye. Tres cher bien aim<5 et feal conseiller par les cbapitres qui nous ont est^ pre- sentes de la part de trois estats icy presentement assembles et par les letlres tlessus attachees vous entendres I'ordre qui a estd donne au grant pourchas et in- stance des diets estats pour obvyer aux erreurs el heresies qui courrcnl, si vous mandons el commandons tresacertes les observer et faire observer el publier par tout voire baillage en sorte que noire saincte foy calholicque soit mainlcnue et gard(5e commc la raison veult , et que par votre faultc inconvenient n'en sur- vienne, car aultrement nc nous scaurions contenter de vous si en y faictes faulte en tant que desircz nous obeir et complaire, tres cher bien am»5 et feal conseil- ler. Notre Seigneur vons ait en sa garde. De Chambcry le xxi jour de fevrier. Et n'oublies au surplus de faire tenir prests nos subjects en amies tant nobles que aultrcs riere voire baillivage a la forme du vn chapitre. Et nous mandez par rolle le nombrc et les noms d'iceulx dont I'on se pourroit aider le tout au moindre bruyt que faire sc pourra. Similes baillivo vallis Augustae. Similes baillivo Breissiae. Similes baillivo Beugesii. Similes baillivo Faucigniaci. Similes baillivo Gebennesii. Similes baillivo Sabaudiae. Similes cancellario Gav SAGCIO STOIllCO DI P. SCLOPI8 $'l3 vm Taurini — 12 februarii Acta congregationis triurn Statuum patriae cismontanae (i). Causa principale di qucsta convocazione di Stall in landata del duca a Bologna per assistere all'incoronazioiie di Carlo v. I popoli dovettero soccorrere di danaro il Sovrano perche facesse buona figura in quella solennita, dove egli tenne il primo luogo bra i principi assistenti , e vi si raostro con tanta magniGcenza , che , al dire del presidente Lambert . intiino di lui consigliere , l'abito ch'egli portava stimavasi da trecento mila scudi (a). Sperava il duca con quell' andata e con quello sfoggio di ami- carsi il papa e l'imperatore, e di procurare accordo tra questo ed il re di Francia, cosicche cessassero le discordie clie raettevano in tanto peri- colo il suo Stato. Ma fu vana speranza, danaro sprecato, e pena perduta. Questi atti dei tie Stati sono ricchi di fatti meritevoli di considcrazione. Sequuntur capitula per Ires status fidelissiraae patriae cismontanae ducalis con- gregatos in hac civitate Taurini ex ducali mandato ad causam doni illustrissimo domino nostro Carolo Sabaudiae etc. duci gratiose concessi pro augumento Gdei aliisque oneribus celsitudini suae occursis el occurrentibus, ac pro felicissimo suo accessu ad maieslatcm caesai-eam solvendi per tolam ipsara patriam neinine cv- cluso, sive exempto, videlicet de anno Domini millesimo quingentcsimo trigesimo die oclava mensis Februarii bumillime supplicant ipsi tres status praelibato do- mino nostro dignetur cidem patriae in vim pacti concedere el clargiri capitlda . franohisias, staluta, et privilegia infrascriptas el infrascripta. Et primo dicti tres status donant illustrissimo domino domino noslro duci llorenos ecnlum et sexaginta mille Sabaudiae parvi ponderis. Ea tamen lege , paclo el conventione quod solvanlur generaliler per ipsam patriam cisniontanam nemine excluso vel exempto, et quod ullo unquam tempore non eedat in praeiudicium ^1) Dili .in luMi, dcll.i cilia ili Moacalicri. (3) Monumcnta liistori.ic patriae, torn. It, pag. 8G1. Serif. II. Tom. XII. i" > i \ DEGL1 STATI r.Exrn.w.r nee suprascripta traliantur vol trahi valeanl in consequential!) quovismodo minus quod diei possit ob id pallia ipsa in posterum obligata quodque ipsi floreni cen- tum sexaginta mille persoWantur tenninis infrascriptis, videlicet tertia pars infra festinn Sancti Martini proximo vonluruni, alia vcro tertia pars infra aliud Cesium Sancti Martini tunc proximo scqiuiturum. Et residuum illinc ad fostum dominicao Nativiialis quod orit de anno 1553. El ante praedictos terminos singula singulis debite refferendo exactio ipsius doni nullathenus fieri possit , nee quis possit aut debcat compelli vol moloslari ad solvendnni non obstante lege disponente debito- rom fisei ante tempns posse oonveniri aliisqne iuribus in contrarium disponentibus minimc refragantibus, quibus per praesentes intelligatur renuntiatum et derogatum per illusli issimnm dominum nostrum. Et fiat ipsa solutio de monola currcnlc tempore soludonum Gendaruio general! ter per ipsam patriam cismontanam , quae quidem moneta interea durantibus dielis temporibus sohitionum (iendarum mu- tari sou alterari non possit. Et spectabilis dominus genoralis seu receptores huius- modi doni non valeant nee possint aliqnos quartos ab ois cxigere, ymo lenoanlur quitlationes buiusmodi doni dare et expedire gratis sineque constu, quibuscum- que in contrarium disponentibus non obstantibus, ct dignetur mandare praemissa omnia et singula ae informs descripta pro ut littera iacet inconcusse obsorvari otiamsi per non usum vel contrarium usura alitor observatum foret. Item ipiod oonlirmonlur, el do novo quatcnus oxpediat in vim privilegii et pacli perpetuo duraturi media et aelenta pecunia ut supra gratuite oblata concedantur et obser- venlur. el quas ex certa scientia et de plenitudine poleslatis placoal confirmare et de novo concedere omnes et singulas franchisias, concessiones, convenliones, bonas consueludines, libertates, pacta, staluta , capitula el privilcgia loti pa- triae looorum, caslrorum et nobilium alias conccssas et concessa tarn in specie quam in genero , et tarn per illuslrissimos dominos praedocessores praefati il- lustrissimi domini nostri quam per ipsum illustrissimum dominum nostrum quae hie pro exprcssis et specifticatis babeantur ac si de verbo ad verbum fuissenl liic spccillicala ot spccifficalae etiamsi per aliquod tempus fuisset illis derogatum seu contraventum propter non usum vel contrarium usum. Respnnsio. Placet illustrissirao domino domino nostro quod observcnlur, ol fiat ut politur. Item quod non procedatur contra aliquein ex officio ex qiiocumque delicto in- titulatum nisi praccedentibus debitis inl'ormationibus , et per aliquem ex niagni- ficis dominis do consilio debito modo visitatis, et ex special! commissione ct seu ex speciali commissione ordinariorum locorum , et ulterius ac latius prout in franobixia toli patriae Podomontis per illustrissimum quondam bonae memoriae dominum Ludovicum ducem concessa, data Tbononi decima marlii 1440, per Kabri signata. Retpmsio. Illustrissimus dominus noster intendit quod procedatur contra delin- quents ad formam decretorum praecedentibusquc debitis informationibus. Item quod in examinibus dolinquentium ac leslium qui pro parte fisei exami- nabuntur inlerveniat aliquis adiunclus neutri partium suspeetus, et non possinl nee deboant procuratores fiscales de aliquibus examinibus in forma iudicil so so impedire cum sinl pars formalis sed ipsa examina fiant per commissarium non suspeclum cum adiunolo. Et pariter si (iant examina pro intiliilatis, ilia lieri de- beant per commissarios non SUSpectOS eligendos pro parte intilulalorum proce- daturque ct procedi debeat contra ipsos inlitulatos iuridice et servatis debitis terminis iuiis. Retporuio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod obsorventur staluta sua . ot praesertim Btatutum descriptum in secundo libro sub rubrica quod pro- atralorei non fhciani partem. Et per consequens epiod tales procuratores non so impodiant de examinibus fiendis in forma iudicii verum quod provideatur de com- SAGGIO STORICO III I. SCI.OP1S »i . missariis idoneis cl non suspcclis ad formani ipsius slatuti cliamsi per conlra- r'nim ii-.ii m esset ei derogatum. hem quod ordiuarii locorum respective babeant primas coguiliones , el sl.ilim pelita remissione remiltanlur indifiicullcr eorain ipsis urdiuariis. Et sic pro se- cunda e( tertia oognilionibus illas babentibua lam respectn causarum civilium ipjam criminalium exeeptis oauaia privilegiatis. Ei quod non ooncedanlnr litierae citatoriae per excellentiam ducalem sen per cius magnifica consilia , per quas citentur subdili DEGL] ST ATI C.ENKIUI.I ante solebat vendi illustrissiimis dominus vult quod ad pristinum pretium redu- catur ot vendatur. Et pariter fiat in banchis Clavaxii et Yporcgiac habita ratione recturarum ■ loco Casalisgrassi ad dicta loca et si ad tantum non posset diminni ipsa siiinnia quod dimiiniatur ad ralam pro rata habita ratione temporum quo- tH'Munique palria hoc constare faciei , el praemissa dietus gabellator teneatur observare ad pocnain arbitrio illuslrissinii domini et doinini conscrvatoris impo- nendam. In rcliquis vero in dicto capitulo requisitioois contenlis illiislrissimus dominus vult et intendit quod privilcgia et franehixiae toti patriae concessae in- concusse observentur. Item quia niulli patriotae qui sunt homines probi ct ofticiales boni recusant capere el acrensarc offioia ab illustrissimo domino domino nostro dubilanles ire ad reddendam rationem pro ipsis ofliciis in loco Qiambcriaci et in camera computo- 1'iini praelibati illustrissimi domini nostri ubi cxpcndunl plus qnam possint in ipsis ofliciis subluerari, nee expediuntur per dominos magislros camerae compiitoruin , quod cedit in praehldicium ipsius illustrissimi domini nostri qui longc plus per- Ciperet de ofliciis ct redditibus accensari vel etiam ad compnlum dare solitis quam percipiat . el pariter lolius patriae ex quo oflicia dantur aliquando ignoranlibus et incxpcrlis introitu seu exitu ca- merae principis nisi pro investitnria sciitum unum pro qualibel investitura, ct si in. iii pauper nobilis vel pro modico feudo unum dimidium scutum. Besponsio. Placet illustrissimo domino ilomiuo nostro salvis investiluris dignita- tum nee iinquam fuil intentionu suae quod pro talibua Beret exactio a subditis nisi gratuita ct voluntaria. Item quod grana, rial, et alia victualia cuiuscumque maneriei sint libera, et in facilitate vendendi et extrabendi per quoscumque subditos ducalea et extra- neos quibuacumque person is tarn de domiuio ducali quam exteria abaque incur- sionc alicuiua poenae nisi aliter per siudicos el credendarios locorum immediate illuatrissimo domino domino nostro subiectorum, aliqua causantc penuria, fuerit ordinalum in ipsis locis respective ubi talis casus necessitatis vigebit , ct aliter vendcnlcs ct extrahentes non possinl per ordinarioa locorum seu alios quosvis oflicialcs ct commissarios aliqua pena plecli ordinaria sive extraordinaria, digne- turque excellentia sua revocare quascumque inhibitiones et edicta praemissorum practextu edita el facta in contrarium. hesjHnisio. lllnst rissimus dominus nostcr fecit saramenta pro indempnitate pa- triae mclu alicuius penuriac futurae, sed audita buiusmodi supplicalione placet quod possint vendi ct cxlrahi ipsa grana et victualia salvis vilulis lactantibus. Item quod quoad commissarios tarn ad examina quam ad executiones seu ali- quo alio modo deputatos serventur decrela dominicalia excepto quod possinl ha- bere scribam cui satisliat ad rationera dc grossis sex pro qualibel die ultra ex- pensas, et quod si feralur snilentia cum condcmnalione expensarum , expensae ac patrocinium dictorum scribarum laxare debeanl non obstantibus aliis decretia in contrarium disponcnlibus. El si quid de pluri extorqucatur a subditis duealibus quod tales commissarii ct scribae puniri possint per ordinaries locorum, sola facli veritatc inspecta, ct omni remoto proeessu et ex simplici narratione parlium, et ultcrius ctiam puniantur arbilrio magnificorum dominorum de consilio. et culpa- biles reperlt non admillanlur ulterius ad aliquas commissiones ct sint perpctuis temporibus infames. Ilesponsio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod servetur slatutum ct quoad clcricum scu scribam quod possit capere sex grossos pro qualibel die ultra expensas. Quod patrocinium et expensae taxentur et si plus exigant ipsi com- missarii vel scribae teneantur ad rcstilulionem arbitrio committentium. Ilem quod oflicialcs, pracserlim oflicialcs hospitii illustrissimi domini domini nostri non possint COmpellere subditos ducales ad aliquas conductas vel rovdas nee aliqua victualia sequeslrare seu sequestrari faccre , seu alio quovis modo victualia ipsa a subditis ipsis habere vel alio quovis quaesito colore, nisi mediante mcrccde con- digna et prelio digne soluto , el contral'acicnlibus impune non pareatur. Quod- que pollaglerii et f'orrerii non (ossinl accedcre nisi bis in anno ad unum locum et latius prout in franchixia concessa per illustrissimum dominum nostrum de anno mdv et die xvn decembris et si sccus faciant eis impune non pareatur. Reaponsio. Placet illustrissimo domino nostro quod observentur decreta el fran- chixiae patriae, et pracsei lim obtentae in bco \ i^nni de anno millrsimo quiu- gentcsimo vigesimo sccundo. acicnte mandantes magistris hospicii quod ipaa ala- luta prrrilegia inconcusse observenl et observari faciant, decernentea subditos du- cales praeceptis aliter iiendis impune non parere posse, irritumqne et inane quic- quid in contrarium fieri conlingcl. Ilem quod pracposili marescalloium, seu alii commissarii sub quavis gencrali seu speciali commissione non possint compcllere subditos ducales ad associandum • iS Dl'.ci.l STAT] GENERAL! r.iptivos seu prcsonerios captos sive ilclcnlos pro aliquo ((uovis delicto videlicet de loco ad locum etiam quod condiieerenlur ex cerla scienlia principis seu sub ea specie vel colore nisi raedianle mercede condigna. Respotuia. Placet illuslrissimo domino nostra quod non molestentur per prae- posilos et commissarios ad associandum captivos nisi habeant expressam com- missionem, el sit pro iusla et ralionabili causa. Item quod cmolumcntum sigilli lam cancellariae quara magnifici consilii Tau- rine non excedal antiquum solitum sed solum pro emolumenlis lam literarum et quarumcumquc aliarum scriplurarumque rranehixiaruni, privilegiorum et gratia- rum capialur iuxta antiquum solitum reducanlurque ipsa cmolumenta ad anlu|uum et solitum ante dccreta condita de anno mdxmi el die x mcnsis octobris in An- ncssiaco et reducta ad ipsum antiquum solitum intelliganlur ; aboliendo ilium tcrcium denarium ab inde citra augmcnlalum maxime cum ultra montes niliil additum I'ueril. Respoiuio. lllustrissimus dominus providebit reductis monetis. Item quod magnificus dominus generalis qui nunc est et pro tempore fucrit seu alius quivis thesaurarius vel receptor deputatus sive depulandus ad recipiendas pecunias pro Uteris indulgenliarum quae hunt et ad imponendum rjuos super li- teris cuiuscumque maneriei exislant et pro laudemiis et aliis quibuscumque non possint minusque debeant exigere a dare debenlibus nisi unum quartum grossi pro quolibet (loreno non obstantibus quibuscumque pactis et aliis contrariantibus. Rusponsio. Placet illustrissimo domino nostro. Item quod aboleantur omncs poenac ac mulclae declaratae contra communita- tes sive particulares personas locorum patriae ratione solulionum , focagiorum , stipendiorum armigerorum, talcarum et subsidiorum impositarum et impositorum non solulorum sive solutarum tarn per excellentiam suam et per eius magnifica consilia quam per ordinarios locorum el alios quoscumque commissarios qua- rum solutione ipsae communitates et singulares personae praemissorum prae- textu sint liberae, quictae et absolulae. Hcsponsio. lllustrissimus dominus noster remittit poenas declaratas ratione sub- sidiorum et contributionum armigerorum roydarumque et conductae salis. Item quod provideatur quod moneta taxala in capitulis noviter editis non augeatur et de novo quatenus expediat ad valorem in ipsis capitulis conlenlum reducatur et in posterum sub ea lege remaneat ita tamen quod illustrissimus dominus noster provideat quod domini magistri monetarum teneantur facere monetam aequiva- Icntem scuto solis cum asseralur monetas quas nunc faciunt non esse illius bo- nitatis cuius esse debent et propterea exponi non possunt extra patriam et quod ulterius non cudantur aliqui cornuli novi sed testoni, medii lestoni , cavaloti, palpae, quarli et patachii , et quia monetae non sunt illius bonitatis et valoris ut supra (I) , quod ipse magister monetarum ipsas monetas recipere teneatur pro (1) In appeadice al Summarium deaxtorum Sabaudiae ordinem iudiciarium conccrHcntium per ela- rittimua iurisconsultum D. lohannem Nevizanum civem AsUnsem mcccccxxii commorantcm Clavaxii ob pesUin Thaurmcnsem cxtraclum ab ultima impressionc Francisci de Silra occ. si lej,rgono varic curiosc nolizic sul valorc dello moni>le Piemontesi doll' anno 1100 al 1522. — Troviamo ivi chc in ijuest'aUiino anno=A*o/n quod ubique duodceim denarii faciunt unum solidum et viginti solidi fariu/it unam libram , sed variatio contigit quod in uno loco plus valet unus denarius quam in alio , vel unus denarius quam alius — denarius fortis valet unum patachum parvi pondcris , et sic solidus foitis valet gr I, qr u et sic libra fortis valet florenos duos gr VI parvi pondcris ccc. SAGGIO BTOEICO Dl I. BCLOPIS ,ilij eodem pretid quo illiis expendil et demum retnhera in hi^tonos et bonas monetas ad equivalentiam scuii. Besponsio. lllustrissiniiis dominus nostcr providi'bit quoil monetae reducantur .ill valorem scuti cuius valorem non palietur augeri. Item quod dignetur confirmare el quatenus expedial eiiam in vim pacti con- cedere de novo omnia et singula privilegia omnesque et sin^ulas (ranchixias pacta, convcntioncs, immunilates, statuta ac lilierlatcs lot i patriae cismonlanac lam in communi (plain in particular! conccssa et conccssas et lam per illuslris- simos praedeceSSOrefl suos quam per ipsum illustrissimum dominum domiuum nostrum et praecipue franchixiam concessam de anno kdztiii et die x\i\ maii qua cavetur quod emolumentatores gratiarum et aliarum literarum non possint etiani si gratiae ipsae fierent et fient uni vel pluribus eommunitatibus aire particulari- bus capere pro eorum registTO ultra grossos sex; contrarolator VCTt) el scriba sive thesaurarius magister ilomini gcneralis et sen illius qui punit quia super ipsis Uteris indulgenliarum vel aliarum quarumcumque nicbil pro eorum rcgistris ca- pere possint seu debeant, et contrafacientes puniantur poena per eicellentiam suam statucnda. El dignetur mandare praemissa omnia et singula ac inferius descripta prout liltera iacet inconcusse obscivari etiamsi per non usum vel contrarium usum aliter observalum fuisset. Rcspmisin. Placet illustrissimo domino domino nostro quod generalia sive the- saurarius non capiat pro i/iivs nisi ununi quarlum pro quolihcl Uoreno prout anliquitus fieri solebat, et contrarolator sigilli nicbil capiat nisi a sponte oflercn- tibus. Et emolumenlator non capiat pro registro nisi sex grossos etiamsi plures eomprebcndantur in gratia. Item quia anliquitus consuetum fuerat quod existcnle ipso illustrissimo domino domino ullramontes si contingebat dominos et vaxallos buius patriae petere pro- rogationem ad oblinendam investiluram et praeslanilam lidelilalcra ralione suc- ccssionis aliquorum bonorum feudalium, illas solebat conccdcrc et concedebanlur usque ad advenlum ipsius illustrissimi domini domini nostri in banc patriam et per unum mensem post indistinclc. Nunc aulem a quibusdam annis citra illuslris- simus dominus cancellarius seu i 11 m qui tenent sigillum recusant facere ipsas pro- rogationes nisi de tribus mensibus in tres menses, supplicant ut dignetur excel- lentia sua declarare et mandare quod fieri debeant ipsae prorogaliones usque ad eius adventum in banc patriam et per unum mensem post prout antea consue- tum erat. Respoimio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod fiant prorogaliones per annum ultra tcrminum a iure sancilum. Item supplical cadem palria ut dignetur exccllenlia sua concedere et mandare quod non possint arrestari vel confinari aliquae personae locorum diclae patriae vel eorum bona pro subsidiis dalis vel dandis, nisi dumtaxat sindici et collcctores ac administrators bonorum communitatum videlicet quilibet eorum in locis ipso- rum et non alibi el per ordinarios locorum et non per alios commissarios. Quod- que domini thesaurarius et receplores seu exactores dictorum subsidiomm non possint nee debeant exigere vel exij;i facere ante terminos conventos ipsa subsidia celsitudini suae concessa aut inpOSlerum concedemla , et si forte literae comptil- soriae poenales aul sub poems in eontrarium fuerint deoretae, ipsae literae el quae- eumque eompulsoriae illaeque poenae sint ipso iure et facto iiullae nee aliqua per- sona teneatur obedire \mn quioquid exinde vel id contra subditos - menli. Responsio lllustrissimus dominus intendil quod exaotio fiat per ordinarium a sindicis el aliis onus hnbcnlibus reipublicae . rt quod fiat solutio infra mensem 3aO DEGLI STATI GENKRALI nec eompellanlur per alios quam per ordinarios durante dicto mense, et quod, mouse elapso . sindici decuriones et onus reipublicae babentes exigantur et non alii. Item quod sententiae proferendae per sindicatores locorum patriae contra offi- ciales vel pro ipsis oHicialibus babeant execulionom paratam mediante tamen cautione per vincenteo praeBtanda iuxta formam aucteaticae quae, supplicatio , et non obstanlibua quibuscumqne appellationibus ab eis interponendis. Rsmnuio. Placet illustrissimo domino domino noslro quod (iant in quantum de iuro fieri potest et ex forma statutorum. Item quod illustrissimus dominus nosier dignetur non concedere aliquod bc- neplaeilum aliquibus fratribus cuiusvis ordinis sive monasterii construendi seu construi faciendi aliqua nova monasteria in aliqua civitate vel oppido dictae pa- triae nisi accedente consensu communitatis et hominum eiusdem civilatis vel op- pidi in qua seu quo buiusmodi monaslerium fieri debcat , et si quod concessum fuit dignetur illud revocare. Rcspunsio. Illustrissimus dominus noster providebit secundum iuris disposilionem. Item quod dignetur pro exactione talearum impositarum pro oneribus suppor- tatis ad causam armigerorum ulriusque cxercilus concedere literas precisas etiam contra privilegiatos seu contra eorum colonos et bona ut kabeant contribuere pro eorum ralis quovis privilegio utanlur non obstante. Rt'spnnsio. Illustrissimus dominus noster pracslabit favores opportunos circa ex- actionem buiusmodi talearum. Item quod dignetur excellentia sua quoad abiliamenta et vestes tarn bominum quam mulierum providere quod decreta dominicalia observentur. Besponsio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod observentur ex nunc decreta et lianl proclamata uberiusque providebit in regressu suo. Item quod dignetur declarare mentem excellentiac suae non fuisse seu esse subditos suos etiam extra palriam habitantes tenere seu cogi posse ad aliquod pedagiura seu novum vectigal impositum tarn in loco Secuxiae quam in aliis locis solvemlum pro mercantiis et bonis quas el quae conduci facient ultra vel citra montes praeter antiquitus solitum et consuetum. Respoiisio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod magnificus dominus cancellarius expediat litteras opporlunas subdilis declarando tamen quod si mcr- ces adducantur ab extera patria Iransferendae per banc in alienam palriam eo casu pro eis solvalur. Si vero ab extera in hanc patriam adducantur bine con- summendae el pariter in hac patria excretae et alio Iransferendae a solutione dicti novi vectigalis exemptae sint ila lamen quod fraus non commiltatur. Item quod illustrissimus dominus noster dignetur providere super commissariis cxtentarum videlicet quod non possint minusque debeant capere aliquid pro im- breviaturis sed si quid acceperiut illud debeant intiare in exactione eorum pa- trocinii, nec possint arctari consignantes seu recognoseentes ad aliquid solvendum nisi completis et levatis ipsis recognitionibus et approbatis per dominos magistros camerae computorum depulatos sive deputandos. Ouodque non possinl minusque debeanl ofTiriarii cxtentarum aliquid cxigere pro arreragiis aliis ollieiariis debilis et ad eos non perlinentibus. Et quia sunt multi qui propter strepilus armigerorum et invasiones terrarum amiserunt quittationes et scripturas quas babebant ab ipsis officiariis, quod amodo in antea non possinl subdili ad solvendum pro annis prae- liritis compelli sed stetur super solulionibus per eos factis et super amissionc scriplurarum iuraniento ipsorum dare debenlium. SAGC10 STOHICO 1)1 I. si i.opis i'l Responsio. Illustrissimus dominus dominus nosier inteadil quod statuta super hoc edita observentur nee commissarii possint aliquas remanencias exigere ultra formam commissionum suarum. Item quod pro honore el utililatc celsitudinis ducalis ct lotius patriae dignetur exeellenlia sua sludium Taurincnse niatiiilenrre BUgereque et augiinienlare etiani de optimis lecloribus providerc qui vacare hahcaiil in ipso studio, reieclis tot ct tantis vacationibus quae nunc fiunt , et fieri Solent , el quod stipemli.i ipsorum lectorum debite persolvantur lain pro praeterito tempore quain pro fuluro iuxta taxam factani et fiendam per magnificos dominos rcfbrma tores ciusdem sludii per praedictam exeellentiam suam deputatos sivc deputandos ac eligendoa (1). Raspomio. Placet illustrissimo domino nosiro manutenere stadium TaurinenK . et (|uod lectores incumbanl lecturis. Reiectis vacationibus supcrfluis quibus op- portune salislieri mandabit de suis stipendiis. Item quod dignetur illustrissimus dominus dominus nosier inlrare seu intrari raoere in praesenti dono, sive subsidio fiemlo et in primis terminis soluiionum ficndarum omnes pccunias mutualas per communitates loeoruin illustrissimac do- minaliouis suae seu pro ea agenlibus singula singulis debite referendo el pro in- tratis babeantur ac baberi debeant pro rata uniuscuiusquc loci proul muluasse compcrietur. Respomio. Placet illustrissimo domino nostro expresso prius quid et quantum particutariter debeatur quod super secundo aut tertio termino solutionis subsidii inlrabilur. Item quod causae a decern (lorenis infra decidantur et decidi debeant per or- dinarios loeorum summarie el a sentenliis ipsorum ordinariorum non possit eliam appellari nee dici de nullitate nee quaerela nee recurri quovismodo prout etiam decidunlur nee appellari possit a sentenliis latis per roagnifica consilia in simili- bus causis. Responsio. Placet illustrissimo domino nostro quod servetur statutum super hoe dispouens et quoad ordinarios loeorum procedatur quam summarie fieri poteril. Item quod ad solutionem huiusmodi doni fiendam et cuiuscumque alterius oncris occurrentis seu per communitates immediate illustrissimo domino domino subieetas imponendi teneanlur omnes antedicti subdili immediate domino nostro subieeti possidentes bona in bae patria Pedemontana. El hoc non obstante quibuscumque privileges sive Uteris forle per exeellentiam suam aliquibus personis particularibus in contrarium concessis quibus omnibus placeat derogare. Responsio. Placet illustrissimo domino nosiro, nee conccdet aliquas literas ex- emptionis nee impedientes exactionem. Item supplicat eadem patria fidelissima ul dignetur illustrissima dominatio veslia praecipere et mandare magnificis dominis utriusque consilii quod procedendo in causis et illas deliniendo debeant et leneantur servare decrela doininiralia tarn per excellenliam suam quam per eius praedeeessores edita el facta. El postqnam causae fuerint dietim assignatae et acta delata debeant illas expedire infra unum mensem tunc proximum sub poena per exeellentiam suam imponenda. Bl quia (1) Lo studio Torincsi1 era in fioro anchc al tempo in cui fu fatta qucsla dimanda , slando all.i fade dollo storico di quelle universita il si^'nor cav. Tommaso Vallauri. — In un rnlolus laurtato- rum di delta universita si leggc : /{. /'. Erasmus Rotcroiamus ord. S. Augusiini monaslerii ivlgo rfi'cli De Steycn in dime. Traieclcns in llnllundia in sacra thcologia 4 scptembris IS06. Seiue II. Tom. XII. ii 333 DEGL1 STATI GENERAL 1 asscritur per procuratorrs hums civitatis levatus stilus quod producla per paries ab una hora causarum ad aliam admiltantur etiam si pronuntiarentur feriae \rl capiantur decern vel vdtra dies feriali , quod cedit in grave detrimcnlum litigan- tium quia ipsa die delierent habere provisiones paratas conlrarias; Supplical etiam mandare pracfatis uiagnilieis consiliis quod non admitlant producla ipsa posl lapsum duorum dierum fcriatorum seu post diem pronuntiationis feriarum. Responsio. Placet illustrissinio domino domino noslro quod observenlur decrela et quoad delalionem productionis admittatur si (iat intra diem naturalem el non ultra. Item quod per buiusmodi conccssionem et approbationem suprascriptorum ca- pitulorum non intclligatur quovismodo derogatum aliquibus privilegiis , stalulis , capitvilis, paclis, conventionibus sive francbixiis aliquibus communitatibus ipsim patriae paiticulariter concessis. Responsio. Placet illustrissinio domino nostro. Item quod dominus secretarius pro pracsentibus capitulis et Uteris desuper liendis non possit minusque debeat a communitatibus quae ilia rediment capere pro cius mercede nisi testonos tres Sabaudiae pro qualibel communitate ultra unum pro scriplura et quod ipsae litlerae sigillenlur gratis et sine conslu unicui- quc cas habere volenti. Responsio. Placet illustrissinio domino nostro. Item quia in reformatione monetarum noviter facta per excellenliam suam vi- ilctur proclamatus ducatus ad florenos quinque cum dimidio et scutum solis ad florenos quinque et grossos duos et sic fit differentia dc scuto ad ducatum de grossis quatuor ubi antea fiebat solum de grossis duobus, supplicat eadem pa- Iria quod dignelur eadem excellentia declarare et mandare non fieri differenliam de scuto bono solis ad ducatum nisi dc grossis duobus ut antea solitum erat aut saltern tribus. Et quod magnificus dominus generalis sive thesaurarius mo- dernus et qui pro tempore fuerit sive quivis alius qui habebit exigere focagia vel alios reddilus excellentiae suae teneantur ct debeant capere scutum solis cum duo- bus aut saltern tribus grossis pro quolibet bono ducato et eis mediantc debilas quittationes facere. Responsio. lllustrissimus dominus noster non providet pro hoc anno et consullo cum expertis pro fuluro providebit. Carolus dux Sabaudiae, Chablaysii, Auguslac , Sacri Romani Imperii princeps vicariusque perpetuus, marchio in llalia, princeps Pedemontium, comes Geben- nesii, Baugiaci, Rotundimontis , baro Vuaudi, Faucigniaci et Gay, Nyciaeque , Breyssiae ac Vercellarum dominus. Universis sit manifeslum quod cum per ties status patriae noslrac cismontanae in hac civitate novissime congregatos fuerinl nobis praesentata capitula suprascripta, supplicando ilia sibi in vim privilegii pcr- peluo duraluri concedi , quorum supplicationi annuentes considerata praesertim eorum sincera erga nos fide , ex nostra cerla scienlia et potestatis plenitudine , matura consiliariorum noslrorum deliberatione praehabita, capitula praedicta eidem patriae nostrae cismontanae in vim privilegii perpetuo duraluri ut pracmiltitur. ilamus et concedimus iuxta tamen formam responsionum per nos in fine euius- libet ipsorum capitulorum ut apparel faclarum. Quapropter cxpresse committimus et mandamus consiliis nobiscum et Thaurini residentibus necnon universis et sin- gulis gubernatoribus. baillivis, capitaneis, potestatibus, vicariis, iudicibus. caslel- svc. i. ID MlillICO DI F. M l.ol'ls lauis, clavariis et caeteris officiariia fidelibus ut subditis nostris mediatia et niiiiH- dialis quiblU Bpeotabit et pracsentes pervcncrint scu ipsorum locatcnentihus el cuilibet eorumdem sub poena centum lihrarum forlium pro quolibet dictis consiliis inferiore, qualcnus pracdicta capitula et singula in cis conlenta prout in dictis responsiouibus suis conlinetur, etdem patriae nostrac cismoiilanac leneant et ob- servent ac per quorum intererit observari lacianl ipsamque eisdem capitulis ab inde in perpetiiuin frui et gaudere facianl patiantur et promillant el in nullo contraveniant quomodolibet vel opponanl. Quiiiuscumquc oppositionibus, excusa- tionibus, Uteris, maudatis el aliis in conlrarium facientibus non obstanlibus . quibus quoad baec ex cadem nostra certa scienlia dcrogamus per praesentes. Dalas Tuurini die duodecima mensis februarii millesimo quingenlesimo trigesimo. Per dominum praescntibus dominis Hicronimo Agacia Sabaudiae cancellario Augustino Ferrerii episcopo Vercellensi Bernardino de Montebello comile Frusascbi magno magistro hospitii Ludovico de Sabaudia domino Raconixii Ludovico de Castellionc domino de Musiuens magno scutifero lobanne Francisco Purpurati praeside patrimonial! '.haberlo condomino Scallengi Aymone de Puteo Stepbano Scallia Vincentio Inviciato Iohanne Antbonio Rubeo Ludovico de Bagnolio magistro hospitii Iohanne Petro Cambiani advocato fiscali Marruchi. 1533 Taurini — 5 octobris - 13 decembns Acta cotigregalionis trium statuum patriae cismonUuiae (i). Sequuntur capitula per tres status fidelissimae patriae cismontanae congregalo.« in hac civilate Thaurini ex ducali mandato ad causam doni illustrissimo domino domino nostro Carolo Sabaudiae etc. duci gratiose concessi praetextu onerum per praelibatum illustrissimum dominum dominum nostrum supportatorum per totani patriam praediclam cisraontanara nemine excluso sive exempto solvendi videlicet de anno Domini millesimo quingenlesimo trigesimo tercio , et die quinta mensis (.1) Da copia cootemporanca ed autentica fatla per ujo del comune di MoncaHtn e dagli archivh comuoali di Pinerolo e di Castagaole UEGLI STATI GENF.RALI oclobris confccta quae ut cxccllentia sua dignetur cidcm patriae in vim pacti me- (liante ipso dono concedcrc et clargiri ipsa fidclissima patria humiliu r supplical. Et primo ipsa patria donat praclibato illustrissimo domino domino nostro Mo- renos tricentom mille , ilhistnssimae vero dominae dominae ducissae suae con- thorali florenos viginli quinque mille, ac illustrissimo domino domino principi I'otutn primngenilo florenos sex mille, illustrissimo aulem domino Nemorsii comiti Gebennesii florenos tres mille, ea tamen lege, pacto el conventione quod solvan- lur per tot.nn patriam cismontanam generaliter nemine excluso vel exempto , I'tiam privilegiato per suam execllcntiam , nisi a iure sit privilcgialus, et quod ullo unqiiam tempore dietae patriae non cedat in praeiudieium nee trahalur seu IrabJ vafeat in conscquenliam quovismodo sive diei possit ob id ipsa pallia in posterum obligata, quodque praemissa summa pecuniarum persolvatur in tribus annis et tribus terminis videlicet lercia pars bine ad festum Sancti Martini anni Domini Noslri lesu Cbrisli proxime venluri millesimi quingentesimi trigesiini quarti . alia tercia pars illinc ad aliud festum Sancti Martini proxime sequuturi anni millesimi quingentesimi trigesimi quinli, et residuum illinc ad aliud festum Sancti Martini proxime sequuturi anni millesimi quingentesimi trigesimi sexti; quod- que ante ipsos tcrminos singula singulis debite referendo exactio ipsius doni fieri non possit nee aliquis arreslari seu molcstari ad solvendum debeal, non obstante lege disponcntc debitorem fisci ante tempus posse conveniri et aliis iuribus in eontrarium disponentibus non obstantibus, quibus per praesentcs intclligalur dero- gatum et renunlialum per praelibatum illustrissimum dominum dominurn nostrum, et fiat ipsa solulio de moneta currente generaliter per palriam tempore solutionis tiendae, el non possil ipsa moneta minui duranlibus ipsis tribus annis, sed so- lutio Gat ile moneta usuali currente tempore solulionum fiendarum sine incre- mento, et dominus receptor sive exactor ipsius subsidii seu doni non valeat nee possit aliquos quartos exigere imo tcneatur quitaciones pro huiusmodi dono dare, eonficcre, et expedire gratis et sine constu, quibuscumque in eontrarium dispo- nentibus non obstantibus. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro el acceplat bono corde el non intendit quod Irahatur in consequcntiam , ct conlentatur dc terminis ila quod moneta non possit augeri nee minui, nee valor scuti excedere in solutione (licti subsidii fienda summam ocluaginla unius grossorum , mandantes receplori subsidii ut observet et non cxigat aliquos quartos. Vulliet. Item quod dignetur in vim pacti pcrpetuo duraturi mediante diclo dono ct attenta pecunia praemissa ex sui certa scientia ac de potcstalis pleniludine sua excellentia pro se el successoribus suis quibuscumque dc novo confirmare et con- cedere quaccumque pacta , capilula, privilcgia, statuta ac quascumque conven- tiones, Irancbixias, liberlales prout iacent patriaeque cuiuslibel consuetudines ct immunitales lam in specie quam in genere ct tarn nobilibus et castris quam hominibus el communitatibus ac eliam quaevis aliis quibuscumque subditis perti- nentes et pcrlinentia concessasque et conlirmatas ae concessa et contirmata lam per illuslrissiinos praedecessores suos quam per suam excellenliam illas et ilia pro expressis lialiendo ac si de verbo ad verbum csset facta mentio. Et cquidem di- gnettir mandare illas et ilia ct maxime infrascripta observari pro quibus libeal deccrnere et concedcrc lilteras opportunas ctiamsi per desucludincm vvl eon- trarium usum seu diversum csset sublata virtus. El contrariae literae non eon- cedantur, et si concedantur, censcantur inadveilenter concessae. flwpoiwio, Placet illustrissimo domino domino nostro, el fiat ul pctilur. Vulliet. Item quod pro dictarum francbixiarum obscrvantia praceipue dignetur conce- SAGGIO STORICO 1)1 P. SCLOFIS 3a.r> dcre ctiiiiii alias lilcras contra thcsaiirarium nc cxigat pro quitacionibus sive quo* supra ultra iinum quartum grossi usualem tempore solutionum pro quolihct flo- icno el nichil capiat pro registro sub poena dupli pro vice qualibet applicanda et expensarum parti lacsac snlvcndarum. Itesponsio. Placet illustrissimo domino domino nostro ipjud non capiat nisi unum quartum pro quolihct floreno ct grossos sex pro registro. Vulliet. Item lidum quani pro aliqua parte, ubi ct quotiens cxpediat, con- 3a(j iik.i.I STATI GEBBRALI cedantur literac cuilibet petonti contra gabcllatores et pedagiatores ac ncgotia- lores transgressores. Ilispoiisio. Illnstrissimus dominus vult quod gabellator tencat banchos Cunci , Casalisgrassi , (llavasii et Iporegiae bene fullos sufficient! sale mato aut rubeo, et unicuique subdilo emere volenti teneatur vendere slalulo pretio el eonvento et in quantitalc in ipsis capitulis conventa eliain ad minutum ila tamcu quod non excedat unani seu duas somalas salis , teneatuniue in mensuratione salis tenere sou teneri faiere inensuras plenas et planas ad formam franchixiarum patriae. fit quia pretium auctum est de uno scuto pro singula carrata contincnte viginti quatuor bollios propter volita (I) maris et vecluras terrae aucla ct auctas nee non et pretium salis auctum vult illnstrissimus dominus quod sit in facultate patriae habere rationem illius augumenti. Qua ratione habita tenebitur gabellator illud plus quod venditur ultra scutum cum dimidio pro qualibet carrata defaleare , vel cessante malignitate temporis si conducta tam maris quam terrae , et pretium salis diminualur et reduci possit ad pretium octo scutorum cum dimidio prout ante solebat vendi. Responsio. Illnstrissimus dominus vult quod ad pristinum pretium reducatur et vendalur; et pariter fiat in banchis Clavasii et Iporegiae, babila ratione victurarum a loco Casalisgrassi ad dicta loca. Et si ad tanlum non posset diminui ipsa summa , quod diminualur ad ratam pro rata habita ratione temporum quotiescumque patria hoc constare fecerit et praemissa dictus gabellator teneatur observarc ad poenam arbitrio illustrissimi domini et domini conservatoris imponendam. — In reliquis vero in diclo capitulo contentis illustrissimus dominus vult quod privile- gia ct franchixiae toti patriae concessa inconcusse observentur. Vulliet. Item quod omnia pedagia solvautur secundum anliquam taxam sine aliquo augumento monetae sed de moneta usuali currente tempore solutionum fienda- rum cuiuslibel anni in futurum, et idem intelligatur de scripturis el patrociniis procuratorum. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro quoad pedagia et scribal suos; quo vero ad patrocinia procuratorum dominus providebit pro utilitate pa- triae. Vulliet. Item quod subditi non teneantur ad solulionem novae gabellae sive pedagii impositae sive impositi Secuxiae aut in aliis locis patriae sive aliorum pedagiorum forsan imponendorum etiam pro mercibus extrahendis extra patriam quae sint ipsorum subditorum propriae. Responsio. Illustrissimus dominus dominus nosier providebit pro indempnitate patriae. Vulliet. Item quia sunt plures notarii sive aliae personae quae non potuerunt, attentis penuriis ac bellorum anfraclibus hiis annis praeteritis occursis, levare, minusque levata exigere instrumenta per eos sive eorum pracdecessores et eos a quibus causam habent recepta nee ilia stante forma franchixiae patriae ipsi de anno mil- lesimo quingentesimo vigesimo secundo concessae exigere possunt, ob quod pro- tocols plurimorum notariorum fuerunt reperta laccrata et abiecta , quod cedit in grande praeiudicium patriae et hoc ideo parte notariorum fuerit porrecta sup- plicatio, quae de novo porrigitur ut dignetur excellentia sua ipsos notarios et (I) Cosi Del leslo Ji una copia sincrona ; meglio e piii correttamenle nolita (noleggio). 8AGGI0 8T0RIC0 l>l i si i.npis ^2" baerrdcs notariorum restituerc ad tcmpus ilia exigcndi saltern [>er quatuor annns, remanente tamen ipsa franchisia lapsis ipsis quaiuor annis in suo robore, ita quod non incliidanlur in hac prorogatione instrumcnta pro quibus lites pendent inter nliquos, ita quod non concedanlur clapsis ipsis quatuor annis. litcrac proro- gatoriae ipsis nolartis et boc etiam cilra derogationem el piaeiudicium slatuio- runi particularium cuiualibet loci eiusdem patriae. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro, et etiam quod trabalur ad causas nendentes ut litcs extinguantur. salvis lamcn expensis litis si el proul de hire dencutur. Vullicl. Item dignulur sua cxcellcntia in solutionibus flendis de ipso dono declararc el conccdcrc quod includantur omnes pecuniae conccssac suae excellentiac el il- lustrissimac dominac dominae ducissae , sive suis nominibus aut de ipsorum el cuiualibet corum mandate solutac quibuscumquc personis , et omnes parcellae quarumcumque rerum ad opus corumdcni illustrissimi et illustrissimac dictaruni per quascumque commuuilates et loca sive oppida dictae suae patriae usque in diem pracsentcm, videlicet in quolibet tcrmino pro tercia parte et quas ex nunc includit ut pro inclusis et solutis babcri voluil , et vult mandando cxacloribus quibusciimque ut quoscumque qui satisfecisse comperienlur ut supra pro quittis et absolutis babeant et teneant inbibendo illos praemissorum et dependentium ratione ex nunc prout ex tunc ex certa scicntia molestari decernendo irrilum et inane quicquid secus fieri continget. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod inlrentur in duobus ultimis terminis pecuniae exactae sive concessae . necnon et parcellae quarum- cumque rerum ad sui opus tantuni datarum. Vnllict. Item quod non liant aliquae assignationes super aliquibus loco seu locis dictae patriae alicui pcrsonae nisi de pecunia quam deberi constitcrit ultra pecunias et parccllas debitas ipsi coramunitati seu oppido ct si fiant non teneantur ad solu- tionem nisi ultra dictas tam pecunias seu parccllas iam expositas tain ad opus praclibati illustrissimi quam illustrissimae, quae pecuniae ct parcellae iam sic ex- positor inclusae prius inlelligantur ad ratam pro rata ut supra. Responsio. Placet domino domino nostro. Vullict Item quod non possint arctari aliqui praemissorum ratione diebus praecipuc nundinarum venientes ad civitates et loca insignia ubi nundinac fieri solent, nee per itinera nee etiam alibi possint arrestari aliquae personae singulares aliquo- rum locorum , sed solum consules sive sindici aut alii babentes dictorum locorum administrationem sive bonorum ipsorum. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod tempore nundinarum aliquis non possit compelli ncc alio tempore particulars nisi sindici consulct credendarii et agenles pro republica. Vullicl. Item et ncc inviti compellantur ipsi dc palria in comuni sive in pai ticulari ad muliiandum pecunias. Respondet illuslrissimus doininus dominus noster quod superflua est petilio cum id non consueverit facere. \ uillet. Item quod durante tempore dictorum trium annorum sua excellcntia nullum 3a8 DEC.I.I STATI GENERAL] .iliuil onus imponat dictae suae patriae ncc aliquibus locis eiusdem rainusque ab aliquo exigat seu exigcre facial. Responsio. Placet illustrissimo ilomino domino nostro ncc intendit durante dicto tempore imponere nee exigcre aliud onus sive subsidium. Vulliet. Item quod dominus secretarius pro praescntibus capitulis et Uteris de super Hendis nun possil nee debeat a communitalibus et dominis capere nee exigere pro sua mercede ultra tres tcstonos Sabaudiac pro qualibct communitate sive castro ipsa capitula et literas reportare volenlcs, et boc ultra unum scriptoris qui non capiat ultra duos tcslonos quae literae sigillentur gratis et sine constu uni- cuique illas habere volenti. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro. Vulliet. Item quod in cxaminibus fiendis ex forma iudicii in causis criminalibus ad magnifica consilia seu alterum ipsorum legitime devolutis ac spectantibus per aliquem ex inagnificis dominis dc consilio aut per dominum iudicem criminalium non debeat interesse aliquis advocatus sive procurator fiscalis sive aliquis pro fisco vices gcrens, sed tantum assistat ipse dominus iudex vel consiliarius cum uno scriba non suspecto. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro. Vulliet. Quodque pro examinibus super arliculis defensionalibus favore inquisitorum constitualur unus ex commissariis ordinariis , qui procedat cum adiuncto et in- tcrrogatoriis resecatis similiter. Responsio. Placet illustrissimo domino domino nostro quod fiat arbitrio consilii vel iudicis. Vulliet. Quodque in testium repetitione sive examine in forma iudicii fiendo in prae- dictis et aliis causis criminalibus admitlatur adiunctus cum interrogatoriis , ubi per iudicem criminalium aut aliquem ex magnificis senatoribus non repetantur nee examinentur testes post litis contestationem. Rrsponsio. Placet illustrissimo domino quod fiat ut supra proxime. Vulliet. Et quod coram ordinariis locorum admittatur indistincte adiunctus cum inter- rogatoriis quoad immediate subicclos illustrissimo domino domino nostro ct etiam quoad mediate subiectos. Responsio. Placet illustrissimo quod fiat ut supra proxime ubi ipse iudex ordi- narius non examinaret. Vulliet. Item quod illustrissimus dominus dominus noster dignetur providere super com- missariis extentarum (I) videlicet quod non possint minusque debeant capere aliquid pro imbrcviaturis sed si quid accepcrinl illud debeant intrare in exactione (t) E nolo clio Ic exlenlac crano lo ricognizioni doi dirilli fiscali , dogl'i oraaggi , di fcudi nobili ed ignobili , dcllo cnGtensi , dci dominit dirclli , dcllc laglie , dci censi , scrvizi, tributi cd altrc ragioni utili laato rcali die pcrsonali del Sovrano. SAGGIO stohk.k 1>I F. SCI.OPIS 3ai| eorum palroeinii nee possint arctari iinisignantes seu recognoscentcs ad aliquid solvcudum nisi completis el levalis ipsis rccognilionibus cl approbalis per domi- nos magislros eamerac computorum dcputatns sive dcpulandos ; i|uod«|iie non possint minusque debeant olliciarii extcntarum aliquid exigere pro erragiil aliis officiariia debitis et ail cos nun pcrlincutibus el quia sunt inulli qui propter (Cre- pitus armigcroruni ct urvaaionea tevraruin amisserunl quitattonw el scriptural quaa habebaul ab ipsis officiariia iamo dolerci clio questa pctizinnc c queslo decrcto non sieno stall osservali ; probabil- menle Ic viceude successive dci tempi impedirono I'nllimo divisamento che accennava ^i» ad una diflmioaa di lumi ; si ponga mcnlc alle caulcle con clic viene accompaRnalo il decrelo, c che sic- lano qualclic dilTidenza ilal lalo del Govcrno. SAC610 8TOR1C0 in 1. BCLOPIS Tliauriui rcsidcnlibus nccnon univcrsis cl singulis guberuatoribus , ba\livis , ca- pilancis, potestatibus, vicariis, iudicibus, caslellania, clavariis et ceteris officiariis iidelibus et subdilis noslris mcdialis et immcdialis quibus spectabil et praesenli-^ pervenertnt sen ipsorum looatenentibui ei cuilibet eorumdem sub poena centum librarum I'orlium pro (piolibel dictis consiliis inferiore quatenus praedicta capi- lula et singula in cis coutenta prout in dictis responsionibus continetur eidem patriae noslrae cismontanac leneanl et observent ac per quorum intererit ob- servari iaciant, ipsamquc eisdem capilulis abiude in perpetuum frui et gaudere patiantur et permittant et in nullo contraveniant quomodolibet vel opponant qui- buscumque opposilionibus, excusationibus. Uteris, roandatis et aliis in contrarium lacientibus non obslantibus quibus (juoad hacc ex eadem nostra ccrta scientia dcrogamus per pracsenles. Datas Tbaurini die deeima tertia mensis decerning millesimo quingentesimo trigesimo tercio. Per dominum pracscnlibus dominis llieronimo de Agaciis Sabaudiae canzellario Rcvcrendo Iobanne de Foresta praeposilo Montisjovis Aynionc de Pubblicis praeside Sabaudiae Iobanne Francisco Purpuralo praeside Pedemonlium Ludovico domino de Musinens magno scutifero Nicolao Ralbo praeside patrimonial! Cbabcrto de Scalengis M. condominus Villaefaletorum Vincentio Inviciato Carolo Barratalo lohanne Georgio Malopera Petro Anthonio Bergiocbo Ibleto de Caslromonte Iobanne Michaele Cacherani Cassiano de Puteo advocatis fiscalibus Vulliet 1330 MONCALIERI E ClIIERI 25 tltqlio e 4 (1//0S/0 Capiloli delta patria diicale (i). La sventura del prineipe e del paese sono al colmo . la Savoia ed il Fiemonle invasi dai Francesi ; il duca costretto a lasciare di nottetempo la sua residenza di Torino. Quesla citta circondata dalle truppe francesi . (I) Dall'archivio della citta di Moncalicri i 3 I DBGLl 6TATJ (;r.NKIUI.I seaza mc/./.i da poter resistere, spiega, in difelto di resislenza materiale. una energia morale degnissima d'essere semprc ricordala. 11 Consiglio ge- ncralc di Torino prima di cedcrc, il 3 daprile i53(>, fa rogare atto no- tariale c solennc in cni i consiglieri espongono l'impossibilila della difesa, <■ protestano in presenza degli araldi di Francia venuli ad intimar la resa quod per quoscumque gerenda circa contenla in ipso pracccplo non in- tendebarU quod aliquatiter derogarelur alicui iuri , auctoritati et iuris- (liclioni illtislrissiini domini domini Caroli Sabaiuliac, etc. ducis , prin- ciple , ct domini eorum, ct successorum suortim, statutis, privUegiis, im- munitatibus , franchisiis , consnetudinibus , libertatibus et a/iis quibus- cumaue iuribus i/>sius communUatis cuiuscumr/ue qualitatis et tenoris existant , quae omnia sin/ sah'a et observejitur , et quod id quod facie- bant coacti et melu poenarum et tumultu armigerorum existentiuni in dicta civitate ct non aliter nee alio modo. E dopo aver addotte le ra- gioni per cui la difesa si rendeva inutile , agginngevano : volentes hone protestationem intelligi rcpetitam in quolibet actu iterum jaciendo . et quod potius actus quant protestatio vilietur. A qnesto alio cosi franco e generoso risposero i Francesi colla prepolcnza delf armi ; fermata la scrittura essi enlrarono nclla cilta , che venne manomessa e saccheggiata come se favessero espngnata con larmi : fuggono i citladini sidl adiacente i-nllina e nelle vicine castella, ma vi sono inseguiti ; a chi non rilorna e iinposta la pena di ribelle ; i sospetti s' aggravano , ne si risparmiano i snpplizii. "Ma anche in questi esti'emi frangenti il Consiglio , o Senato ducale , suprema autorila ginridica e polilica, in assenza del principe, dalla cilia di Moncalieri ovc risiedeva, convoca i ire Stali nella citta di Chieri, ondc provvedere a" mezzi di sostenere la guerra. f capitoli die si sono conservati non esprimono che ladesione dei Co- muni, ed anzi accusano la deficienza degli ecclesiaslici : a principe leale non manca la lealta del popolo. Questi capitoli estesi in catlivo italiano e scritti coif in allora comune 'lil'iUlo dortogralia, accermaQO alia prescia ed al pcricolo degli incalzanli awenimenli , ma svelano I' indole dei lempi e degli uomini. sacgio sToniro i)i r. sclofis 333 Scnaius ducalii nunc Hontiseohrii resident. Bencdilccti nostri cssendo pin cbe ncccssario di ben prowedere rlic li Fran- ces! quali sono in Tnrino piu non eusiatano si per conservation del siaio del fe- licissimo principe nostra qnanto de le pcrsone et beni nostri, soa excellena lia concluso inanli al BUO partir che si dc|>uti ciento cavalli ligjeri it doi niillo huo- niiiii da piedi sotto la conduta dc li capitani deputati per son ezcellenza per tencrsi ct soccorcr dove cl quando sera bisogno. El non essendoli il modo di pm- veder a tal carigno senaa I'agiuto de li trei Stall , percid non mancate di man- dare ost pranutum de mandate oum in assiatentia domini iudicia eiusque consensu et aucto- rilalo super praeinissis occurrentibiis (1). Et primo quia praeinissis ex causis lit eonvocacio trium slaluuin locius patriae cismontanae ad diem octavam liuius mensis in hao civilate Ut mandalur per li- teras dataa die ixvui mensis septembris proxime lluxi, ordioatum fuil quod per clavarios eligantur aliqui probi et notabifes viri de praesenii Conailio qui inter- sint aaltem duo ex ipsis si mimes inleresse non possinl in dicta conrocalionc pro praesenti roiiiiiiunitale. Qui clavarii eligerunt infraseriplos quorum nomina sunt haec I'liilippinus de Becutis vel loco sui Gcorgius Beculi Thomas de Gorzano et Pelrus de Broxulo Die xi mensis nclobris 1468. Congregato C.onsilio etc. Et primo super providendo super relacione fienda per nobilem Pctrum de Broxulo <[ui inlerfuit cum aliis nobilibus et communitalibus patriae in congre- gatione trium statuum super peticionibus ct requisicionibus ac verbis propositis el expositis per magnificum dominum marescallum et magnificos dominos le Consilio cismontano. In cuius Consilii reformacione etc. Et primo super prima. Audita relacione suprascripti Petri de Broxulo in pro- posla nominati qui retulil <|uod in congregacione diclorum trium statuum in palacio episcopal! congrcgatorum. Tota patria principalis el terrae vetcris ad pelicionem praediclorum magnificorum dominorum marescalli et Consilii cis- montani oblulit millc pedites seu clienles pro uno mense ad succursuin patriae Vercellcnsis sive quatuor millc florenos secundum clectiones cuiuslibet loci vi- delicet vel pecuniam vel clienles secundum ratam et quottam cis pertinentem. Et si invactio ut recilatum fuil facta per ducem Mediolani in ipsa terra Vcrcel- Icnii eitra Cicidam ullerius durabit lunc Gnito mense. Quod patria praedicta sibi teneatur de totidem peditibus vel pecuniis si vero desistal el ullerius non per- severet dictus dominus dux Mediolani. Quod ipsa patria non teneatur nisi pro qnotla el rata dicli temporis. Et sic facta dicta conclusionc in dictis tribua Bta- tibus ordinatum fuit per dictam oredeueiam ct conclusum quod dictae pecuniae usque ad ratam ct quottam pertinentem dictae communitati parentur ct solvan- i u r si el ubi et la nl inn quantum casus et tempus exigal. El aliter non ne pro solucione ratae smi l P. 8CLOPU » j '» Die ycnultima mensis noiembris 1470. Congregato Consilio etc. Et primo ad providcndum de aligniblU probis ct cxpcrlis viris de praesenti Consilio qui intersint in tribus statibus de proximo eelebrandis in praescnti ci- vitatc et die mi proximi mensis deccnibris iuxta mandala magnifici Consilii. Item etc. Item etc. Ilem etc. In cuius Consilii rcformalione elc. Prirno super prima faciente mentionrm de cligendo aliquos qui intersint in tribus statibus etc. omnibus consenticntibus ct nemine discrepante fuerunt electi infrascripli. Ad tres status — Spectabilis dominus Iacobinus de Sancto Georgio Nobilis Tbomas de Gorzano. Die prima februarii 1471. Congregato Consilio maioris credentiae civitatis Taurini etc. Primo ad providendum de aliquo prudenli viro dc praesenti Consilio qui in- tersit nomine communitatis Taurini in tribus statibus in hac civitate de proximo eelebrandis qui habeat omnimodam potestatem nomine communitatis concludendi cum aliis ambaxialoribus patriae super disputatis ct dispulandis inter cos super his dc quibus nobilis Thomas de Gorzano suam fecit relationem in praesenti cre- dentia qua fuit alias ad praefatos Ires status nomine communitatis missus. Item etc. Item etc. Item etc. In cuius Consilii reformatione etc. Primo super prima faciente mentionem de eligendo virum qui intcrsit in tribus statibus etc. victo partito ad tabulas albas et nigras ut moris est fuit conclusurn quod nobilis Thomas de Gorzano de cuius virlute el prudentia tota credenlia Ecr multa argumenta est informata et de cuius legalitate confidit, intcrsit in tri- us statibus et faciat ct concludat prout et quemadmodum sibi videbitur partici- pate Consilio spectabilium dominorum Christofori de Nigcllis et Iacobini de Sancto Georgio. Die xxv iunii 1471. Congregato etc. de mandalo domini vicarii etc. Primo dc providendo de aliquibus notabilibus viris Camberiaci qui intersint in tribus statibus eelebrandis in loco Chamberiaci die in proximi mensis iulii iuxta formam lilterarum illustrissimi domini domini nostri quarum OOpia infra devo- catur. Hem etc. In cuius quidem etc. Primo super prima fuit reformatum et obtentum victo partilo ad tabulas albas et nigras quod nobilis Thomas de Gorzano vadat nomine diclac communitatis ad audiendum ea quae fuerint proponenda in dictis tribus statibus Chamberiaci ee- lebrandis die de qua supra et ad alia peragenda quae natura rei expostulat in quibus tribus statibus compariturus ut supra fuit superadditUB et efectUS cum praefatO nobili Thoma dc Gorzano spectabilis dominus magnificus Panthalco qui ;i.j j iiKi ; i.i s i \vi i cr.NEHAi.l contentatur ire pro florenis viginti el quinque sibi solvendis semel tnnluro pro omnibus suis laboribus el cxpensis pro hac ambassiata, qaos (lorenos viginli et quinque eadem Credentia omnibus consenlientibus ct nemine discrcpante ordi- navil sibi dari debcre per massarium eommunitatis. Die in iidii 1471. Congregato Consilio etc. dc mandalo dom'mi vicarii etc. Primo etc. Item super eligendo aliquos probos viros de praesenti Consilio qui intersint cum magnifico Consilio ad deliberandum super occurrentibus et similiter in tribus statibus de proximo celcbrandis. Item etc. In cuius Consilii etc. fuit reformatum etc. Primo etc. Super secunda faciente mentionem de eligendo aliquos etc. Clavarii ex suo officio cligerunt infrascriptos. Ad tres status — Nobilis Brunetus de Ruorc Nobilis Iohannes Filipus de Brosulo. 1536 Dominazione dei Francesi- Crescendo, come narrano gli storici del Piemonte, gli odii del re Fran- cesco i contro il duca di Savoia , desiderava cpiegli d'avere apparente occasione di muovergli guerra si per il dono clie il duca aveva accettato dall'imperatore della citta d'Asti, il \hbiamo fatlo cenno dell'indolc del duca Carlo in, ed abhiam \edulo come e«Ii a fbrza di volcrsi destreggiare, evitando partiti risolmi, e d'in- tromettersi, anche non Beritato, a farla da conciliatore, accrcscesse anzi- cli(~' diminuire le difficolta delta sua eondizione. Non manco lultavia a quanta) gl'imponeva il debito del principato , e seppe rispondere con dignita e fraiichczzu allc ingiusle prctcse del re : neg6 che a madaina Luisa fosse dovuto alcun ehe dalla casa paterna . poiche avendo essa avuta la sua dote in danaro aon poteva pretender altro, essendo le donne nella casa di Savoia sempre slate cscluse da ogni successione. Quanto alle cose di Provenza c di Saluzzo oppose non avere il re piu giusli litoli e ragioni Bopra ili quelle di rib che ne avesse il duca, ed invoco T indubilato elletlo della lunga prescrizione di tempo. Ma tutte cpieste discussioni , che inctteva in campo Francesco i , non erano se non mere apparcnze di queslioni legali; era come un manto d'ipo- crisia che si voleva gettare sulla piii esosa usurpazione. A nulla riuscirono pertanto le conferenze aperlesi tra il presidente Poyet per la Francia, ed il presidente Porporato per il Piemonle. Re Francesco voleva in BOStattza impadronirsi del Piemonte per meglio conlrastare a Carlo v il dominio cui aspirava in Italia ; ci andavano di mezzo le ragioni e gl interessi di on terzo piu debole ; il sagrificato era il duca di Savoia , zio all una . cognato all'altra delle parti contendcnti. Quindi fu il Piemonte occupato dai Francesi , non polendo Carlo in fare valida difesa , e cosi rimase per un quarto di secolo ; sventura al certo non piccola, danno non lievc. Pure se si pon mente a certi altri pericoli che sovrastavano a quests contrada , si potra dire che in tania Iristizia di tempi fu questo il meno peggio che gli potesse accadere. \\\- cordisi che appunto in quegli anni Ferrante Gonzaga , governatore di Lombardia, continuamenle slimolava l'impcratore perche facessc del Pie- monte un deserto , per levare, com'egli diceva , ai Francesi la comodita di venire a fermarsi in Italia (i), jtroposta di stupida fcrocia , e di sel- vaggia polilica. La prcsenza dei Francesi imped) che non ri liuiicssero ad effetto gli ell'ei-ali disegni degl' imperiali. Notisi lultavia che non lullo il terrilorio Piemontcse era in potere di Francia. Era questo paese variamentc occupato dalle foiv.e aemicne, tra- (1) Ludovico ili'Ma Chiesa DelV historia del Piemonle, libri trc, cdiiion* del 1G08, p»g. M4 Serif. II. Tom. XII. M .'> j(i DEGL1 STAT] 6ENBAALI inescolati Ira loro gli alloggiamenti de' Francesi c tie Cesariani. I primi tcncvano Torino, Chivasso, Caselle, Moncalieri , Chieri, Moncucco , Ca- rignano , \ illataletto , Cannagnola, Gassino , Sellimo, S. Maurizio , Ri- varolo, S. Giorgio, Pavonc , Barge, Saluzzo , Vcrzuolo , Revello , Dfo- nero, la Chinsa, Castiglione, Pinerolo, Susa con lulta la valle , lvrea , Momiovi, Bene, Cenlallo, Savigliano, la Morra, Vcrduno, Borghi, "V ilia - nuova . la Cisterna , S. Damiano , Soinmariva. I scconcli avevano Asti , Lanzo, ^ iii. Yolpiano , S. Benigno , Favria, Alba, Fossano , Passerano , Chiusano , \ ercelli , Sanlhia con quasi 1' intiero \ ercellese , Ceva , Che- rasoo , Cardetto , \ errua , Cresceniino , Trino , S. Gennano , Casaie , \ alenza , Alessandria e inolte altre lerre. Ma sebbene nel piii di queste terre rimanessero ancora le insegne esteriori dell' aulorila ducale: in so- slanza a Carlo in non restava che il nome di Sovrano, ed il ricetto sotlo la protezione di Cesare. Appena in alcuni luoghi la sovranila del duca rimaneva ancora inlatla, come nel ducato d'Aosta, di cui si lennero gli Stati che riferiremo in appresso. Non trascurava il re di Francia dal fare il possibile per conciliare a se gli aninii di questi novelli suddili. Egli pareggiava i Piemonlesi a tut ti gli allri suddili delta sua corona , ed isliluiva in Torino il Parla- mento all usanza Francese. Pensarono alcuni scrittori , e fra cjuesti il Denina ( i ) , che men Irisle fosse la condizione di quel tratlo di Piemonte occupato dai Francesi in- tenli a fame una provincia del loro reame , che non la parte lenuta dagti imperiali, i quali in aspetto d'ospili o d'ausiliarii del legittimo principe , non si curavano d'altro che di spolpare allrui per impinguare se stessi. A noi tutlavia che teniamo per principalissimo bene d'un popolo l'avere propria indipendenza polilica, non arride il vantaggio dell' occupazione strauicra, e solo pare mirabile che, dopo tante sventure in tale contlitto di prepolenti vicini, abbia il Piemonte potulo serbarsi a' migliori destiui del principato della casa di Savoia. II paese in questi venlicinrpic anni che corsero dallinvasione Francese nel 1 536 alia reslituzione di Torino fatlasi al duca Emmanuelc Filiberto entro l'anno iSGa, fu aspramente tratlalo. Ricorda il Denina (2), sulla (I) Storm dell'IUlia Occidenlale, )> t> 9, cap 10 (J) L. c SAG G 10 STORH.O HI I . SCLOPIS J \' fedu «i mi conteraporaneo , come i popob' in mille guise vessati anziche attendere ai lavori campestri , trade si atimentassero i rieraici . piiUtosto s; eleggewmo di lasciar il grano e I'altre r<>\r in eampagna al nemico e ai tempo , e se siessi dare in preda alia fame. Rimangono memorie di molte doglienze fattc da' comuni in quegli aani per gravami patiti , e se non fosse che la langhezza cni >■ di l;'u ginnta la nostra compilazione ci vieta d' ingrossaiia ancora con is< ■riilure che non sicno slroltainentc collegate col principale assnuio del aostro lavoro, noi addtirreinmo una istruzione data per il comune di Pinerolo a Giorgio Bonaudn mandalo in Francia verso il i54o, per negoziare in pro del comurre presso quella corte, ed una relazione falla da Giorgio aVntiochia e Clemente BeDotti delegali dai sindaci c comunita Pieniontesi a chiedere sollievo di carichi dal re di Francia per essere , come ivi si legge , la patria redutta ad estrema poverla , relazione unila ad una deliberazione del consiglio del re tenuto in Fontainebleau il 7 febbraio i5/|d i Le risposte del consiglio sulle domande dei delegati non furono guari d'ellctto. ed apparvero concepite piultoslo di buone parole e di vane spe- ranze, che non di eflicace volonta di rimediare ai rnali e di prevenire i pericoli. Noteremo specialmcnte essersi in quella occorrenza instabo che la patria havesse comodita et libera jaculla una volta alt anno tenir trei Stati per pubblica utilita , ed essersi risposto — Che sura in arbitrio dell' illustrissimo Locotenente regio per evocar nei Slali et disponer se- condo le occorrentic per seivizio di Sua Maesta (2). Fra gli uomini che durante il dominio Francese tennero la somtna delle cose nostre, vogliono essere particolarmenle distinti Claudio d Annebaut barone di Relz maresciallo ed ammiraelio di Francia , e Renalo Biraeo presidente del Parlamenlo di Torino. L' Annebaut era Francese. Chi ne giudicasse dal ritratto che ne fece Benvenuto Cellini non farebbe altro che aderire ad on di « e' vuol dire monsignore Anniballe , in tpiella lor lingua e' suona in n inodo clie quei popoli i piu lo chiamavano monsignor Asino e Bue. n Ma al frizz.o alquanto grossolano del Cellini noi contraporremo il giu- dizio piu veritiero della sloria, avvaloralo dull opinione dell' auslcro JJe Thou , il ([iialc la an grande elogio delle virtu dellAnncbaul. E per quanlo si possono apprezzare sinceramente le qualita di un uomo di stalo tra i-lii mal ne so-llre il governo , sembra che in Picmonte pur si rendesse giustizia a suoi nicrili di senno, di valore e di probita. Renalo Birago , del ramo dei signori d'Ollobiano, era di patria Mila- nese , ma enlralo giovanissimo al servizio di Francia , vi fece prova di uiolla abilita e dello zelo proprio di quelli che si scelgono a loro la- lento od a loro vantaggio una patria. Dal parlarnenlo di Parigi, ove egli sedeva epial consigliere, fu il Birago maudato a epiel di Torino, e poco slantc ne divennc il presidente. Ora a descrivcre i l'atti di tpiesto governatore in Pieinonte, che espon- gono pure le vicende del paese, io prendero le parole del signor Pompeo Litta (i): » Si fece poi la pace a Cateau-Cambresis nel 1 559, con c'ie >i venivano restituiti gli Stati alia casa di Savoia. Vi fu un congresso » preparatorio per fesecuzione dei capitoli nel monastero di S. Giusto n pi-esso Lione, e il Birago vi fu mandate- per gl' interessi della corona o di Francia. Nulla si porto a termine, e ciascuno rimase nella propria » opinione. Carlo ix mando ordini precisi e severi, accio Torino con allri » luoghi fossero restituiti ai duchi di Savoia. Malgrado gli ordini, le cose » rimanevano ncllo slalo primiero. Pretesti , sofismi , raggiri, tutlo era » tergiversato. II duca Emmanuel Filiberlo ben s'accorse in epial segrclo n luogo si nascondeva il modo di sciogliere il problema. Bourdillon co- • mandava in Pieinonte il mililare, e Renato la parte civile. Ne limo i) ne I'altro volcva perdere il lucre- delle cariche , ne la condizione ele- %ata in che si Irovava. Furono dunque amendue fatli obbcdienli dal- >> loro che si Icv6 di borsa il duca di Savoia, e domati colic promesse • lil re che iion li avivbbe lasciati in obblio. Sparirono in talc guisa 'I) Kamiglie celebri ilalianc = fascicolo LXX, dispensa 127 SAGGIO BTOaiCO J)l t. BCbOPIS 34Q n le dillirolia, cd Emmanuele Filiberto nel i56a, i :> diccmbrc, rientro » in Torino. » La dominazione Franccsc si eslcse pure in Buesli armi in Savoia , mentrc alia sovranita del duca si sottraevano Losanna e Gine\ra. Appena ncllc remote valli della Tarantasia si serbava fede a^li anliclii principi con vi- gorosa resistenza. Tutto il resto mutava « I i signoria seoza dbUcolta. Ma la Savoia, non nieno chc il Piemonle, In rrstiiuila al duca Km- manuel Filiberto colla pace anzidetla di Cateau-Cauibresis del 3 d'aprile i55(), dove si slipulo che in seguito alio stabilimento delle nozze di (piel principe con Margherita di Francia, duchessa di Berry, anica sorella del re Arrigo n, Sera baittee et delaissee au dit sieur de Savoie pour lui . ses koirs et successcurs et ajans cause tentikre et pleine possession paisible taut du di/rlie de Savoie , pays de Bresse , Bugey , Vcromey. Morienne, Tarantaisc, et vicairie de Barcellonnetlc, comme de la prin- cipaute de Piemont, comte d'/tst, marquisat de (W'e. romte.de Coronal. et des terres des Langiws, de Galiere , et terres de la ramie de Nice . de la du Vai\ que le dit seigneur roi tres-rhretien , ou autre quel qu il soit de ses serviteurs et sujets possedenl; que de tout ce que le feu due Charles son pere tenait quand il fut mis hors de ses pays, du vh'ant du feu roi Francois. Non e apposla data a questo docnmenlo, ma si scorge essere di non molto posteriore alia tregua di Nizza del i538(i), e si riferisee proba- bilmente anche alle risoluzioni del re di Francia fatte in S. Germano in l'Aia nel i538 chc abbiamo citato di sopra. Monseigneur Les comniuneaules et pays de Piedmont Ires humbles subieetz de la majeste Ires chrelienne ex|iosenl jacoit ce que a 1'occasion de leur grant povrele ils ont cu rccours au roy, le quel par sa clcnience leur a oclrove plusieurs privilieges, el entre les aulres I'cxcmption el iniiminilc de non payer doresenavant contri- bucions aux gensdarmes et souldals depute! pour la garde du pays, ec non distant que voire excellence les veult constraindre a Ibiirnir des vivres aux ditz souldals au taux Bur ec etabli et ordonne ce que le povre pays sacquegie et toulellement ruyne. Et la plus grant part despuys la publication de la premiere Iriefve, el que se treuve sans argenl et sans vivres ne les scauroit supporter, et moins se veult (1) Tra lo schedo del itgnor cav. Cibrario ;,-,,, 1. 1 i.i.i M.VI I GENERAL] obligor a telle impossibility oar pour le dcffault el charcslic des ditl vivres qui no se trouveront an pays le surplus oullre le taux monteroyt aulant que monlcnt lea iliies contribucions et par ainsi la dite immunity ne leur jouveroyt \i .<.!() STORK <> III 1. SI I.OPIS 355 inlercsse. Quo aulcm ad opponcntcs el rccusanles dilationemve pelentes, et pro quibus litcs indecisae pendent non ct obstante el eorum oppositione et cx- cusaltonc exceptione litis pendentis praedictis cogatis ipsos ad solvendnm iudilalc medictatem cius ail <|iiod sunt ct crunl collectati el taxati previa lamen eonsimili cautionc per ipsas coramunilatcs respective praestanda aliara vero dimidiam solvere tencantur infra unum mensem a die intimalionis et ininnclionis eis faciendae inchoandos, quo mense durante sludeant colleclali so- lutiones praeparare el eorum exceptiones si quaa babeant quare ad solutionem dictarum lalearum non teneantur iuslificarc. Cum inthimatione etiam quod lapso ipso mense et eorum cxccplionibus inlcrca non iustilicalis ulterius non audiantur, quominus ad integram solutionem precise compcllantur prout sic et nos eo modo el forma ex nunc proul ex tunc per vos compelli mandamus. Quoniam attentis materia sic fieri volumus ac eisdem supplicantibus sic concessimus per pracsentcs in pracmissis et circa pracmissa cum dcpcndenlibus universis vo- l)is ct vestrum cuilibet in solidura plcnam praesenlibus imperlivimur auctorita- lem quibuscumque oppositione execptione Uteris . . . . et aliis quibuscumque con- trariantibtlB non ohstanlibus, quibus harum serie in hac parte derogamus. Datas Thaurini die decima quarts mensis ianuarii millcsimo quingentesimo trigesimi' nono regni nostri xxv. Derqueria Pro commimitate Combaeviunae. 1539 Tliun et Compiegne — 25 et 51 oclobre. Concessioni di Francesco i re di Francia ed atti della coiigregazione dei tre Stati di Piemonte (i). Al inaresciallo di Montejean, inorto uientre era luogotenente generate del re in Piemonte , succedette in quella carica il inaresciallo di Anne- bant : con lui furono pure mandati il signor di Langeai , perche occor- rendo ne facesse le veci , ed il capilano Martina du Bcllai in qualita di governalore di Torino. Quantunque si fosse falta nel i537 la tregua Ira Carlo v e Francesco i. non sT era pero disarmato ne dall" una ne dall' altra di queste potenze ; ;l) Dall'archivio dalil cilia di Moncalieri $56 i >l < . I.I STATI GENERAL! nl il Pieraonle vcniva miscramente taglieggiato. Udiamo dallo stesso Marlino dn liellai il racconto dellc nostre iniserie (i) : » Cependanl » egli scrive » par I'aulte do payemcnt, le seigneur de Montcjean , qui esloit deniouro » lieutenant pour le roi en Piemont , fut conslrainct de permettre aux » soldats de vivre a discretion ou indiscretion , et mangerent ce qui estoit demoure. A ceste occasion, le peuple mesrae, desespere de faitu, n'avail i) seme en la dite annee; qui fut cause que la famine survint Tan (538, » telle, (pi un sac de bled , a Turin qui n'avail accouslume estre vendu •' qu'un escu , se vendit dix et douze escus , et s'il y avail du bled an • marchc , il fallait y metlrc garde a ce que le peuple ne s'entretuast » pour en avoir. A ce moyen les terres detnourerent inutilles et inctd- 11 tivees. » 11 signor di Langeai s'adopero eflicacemente a f'ornire il paesc di vet- tovaglia non solainentc per i soldali, m a anche per il povero popolo, ed avuta , per via di doni e d'allri argomenti , licenza da Andrea Doria di far venir grano di Borgogna a Savona, imbarcandolo sulla Sonna e sul Uodano , c fatta aprire , non senza gravi dillicolta , la via di terra per Dogliani, Cherasco e llacconigi., pole dislribuirc grano a quanta ne ab- bisognavano, cosi per 1' aliuiento come per la seminagione , al prezzo di Ire scudi al sacco, che si pagava ineta contantc e meta con respiro sino dopo l'agosto. Questo saluberrimo provvedimento i'u falto dal signor di Langeai a proprie spese, per il che gli convcnne di conlrarre ingenti debiti, che ncppur pote pagare durante la vita sua (2). Al beneinerito Francese , cui forse non fu rendula giustizia baslante- inente dagli scrittori conlemporanei , siami (pii lecito di dedicare dopo piii di tre secoli , una parola di gralitudine a nome dei Piemontesi ; e valga quanto si e narralo a spiegare il concetto delle deliberazioni degli Stati che si stanno per leggere. S'ensuivent les Jemandes remonstrances faictes et requestes par le pays cle I'\c- niont a raonseigneur le niareschal d'Annebault lieutenant general du roy de^a les inontz aux estatz tenuz en ceste villc de Tlnirin le xxvi."10 jour d'octobre mv.° xxxix, et les responses du diet seigneur sur chascune des dictes demandes et requestes le tout comme cy apies est declair«5. I) Hemoires de Martin rlu Bellay — 1510. ?) Mcmoirps dc Martin da Bella)' — Al fine dell'nltavo libro SAGG10 STORK O Dl I. BCLOPI8 .1") - Et premiercment A monseigneur le marescbal il \mii IpiuIi lieutenant general pour le rov en Ytalic. Tits illustrc et tree excellent Beigaeur; estant conrocques ycj a Tfaunn le xxvi.""' jour d'octobre mil cinq ccni Irenle neufis de *oslrc ban mandement Ics troys estalz ilu pays de Pycmont. o'esl ;i si ■avoir scigncuis, gciililsliomiucs. gens d'esglisc c( communes lt5 des pouvres gens. Car il en y a qui en font lew- grant proflict. Rttpuue. Monseigneur le maresclial avant son nartement tie France a faict conceder par le roy traicte generale franclie et libera pour amener grains au pavs de Piedmont, seulcmenl avecque deffence de n'en tirer ailleurs; la quelle traicte a esle publico par loule France. Et depuys son parlcment ayanl cntendu la necessite du diet pays lanl par les chem'ins que depuis son arrivde en ceste ville. a plusieurs fovs escript au roy de diet affere, au moyen de quoy 1c diet seigneur a ordonne nouvelle provision pour en fairc venir par la mer; la quelle provision le diet seigneur luy envoye par le seigneur de Langey, toutes loys si les gens du diet pays peuvent adviser autre moyen plus facile en advertissant le diet seigneur maresclial il leur aydera de toute sa puissance. Et au regard de I'ordoiinance des blez ellc sera garde'e et s'il y a contravention ou pillerie le diet seigneur a ordonne' qu'ilz se retirent devers le diet seigneur president le quel a la charge d'informer aflin d'estre pourveu comment de rayson. III. Pour I'oxlremitiJ, pouvrete' et misere qui est au pays qui a esl<5 sacquege' el tics mal lrecte de I'une et 1'aultre armce mesmement despuys la publication de la premiere triefve en sorle qu'il nous reste que la vie; car il ny a bit?, ar- gent, bestial, nv moyen do pouvoir supporter 1'intollerable charge de ecs con- tributions ; que vostre bou plaisir soit les nous ouster de tout ensamble tous eapsold, huvle, chandelles, set, boys, et aultrcs charges qui nous font payer et que les communes ne soyent compelliez a payer ce qu'ilz reslent de ce moys d'oclobre et nous descliarger de ces chevaulx legiers qui sont cause dc nostra toulelle ruyne. El s'il est question d'y perseYe'rer le pays sera constraint d'ab- bandonner : vous suppliant derechiefz nous avoir de la pity<5. Rcsponce. Mon diet seigneur le maresclial pour decharger le pays renvoye les trentc hommes d'armes et autant d'archiers de la compaignie du feu monseigneur le marcschal de Monlejehan et tel nombre de chevaulx liegers que peu plus ou peu moins de la moicti(5 il descharge le diet pays des dictes contributions a commencer du premier jour de novembre, el d'avantaige n'a voullu y fairc venir la sienne jusques a ce que Ton voye autre besoing, voyant la necessity du pays pour la quelle il escripra au roy a ce que son plaisir soit descharger icelluy pays le plus qu'il luy sera possible des dit gens de cheval. Et quant aux garnisons dc cculx qui demeurenl elles seronl change'es apres le departement faict tant du Piemont, I'Astizane que autres lieux, les quelz gens de cheval qui demeurcnt ne pourront rien prendre sans payer, reserve les uslencilles de maison, boys et paille sellon I'ordonnance qui en est faicle et au desloger sera publie que s'il y a quel- ques ungs a qui il soit deu aulcune choze par ceulx ties dit garnisons qu'ilz viennent pour estre paye comme il a estt5 faict aux autres lieux la ou il s'est der- nierement faict monstrc j et quant aux gentz de pied appres avoir communique' avecques les gentz du pays il y sera pourveu. IIII. Le pays a privileges et franchises inviolablement observers de pouvoir acheter sel estrangier la ou il lui plet ce non obstant l'abb(5 Borgarel accenseur de la gabelle a fiict fere inhibitions a grosses poynes qu'on n'ouse acheter sel forsque de luy cjntre la forme des dits privileges et franchises. Et que pys est il nous vend le sel en moin Ire bonle et a plus hault prix qu'il ne doibt, en sorte que le pays aehete le sel au menu des marchans a bicn pres de trentc cscus la charrce, ce que nous debvons a la gabulle pour ncuf cscuz et demy, comme il appert par les informations prinses par monsieur le president et qui se pourront prendre s'il en est de besoing , supplie Ic pays qu'il vous plaise y pourveoir et qu il puisse joyr de ses liberies, privileges et franchises d'achcter sel estrangier et la ou il luy plaisra non obstant telles inhibitions et que a la gabellc du roy I on ne puisse rendre sel a plus hault prix rcsent est au pays par manicre de provision et jusques a ce <|ue autrement en soil ordonne les nouveaulx daces mentionnes en l'arlicle cesseronl et pourronl ceulx du pays informer devant monsieur le president des abbuz qu'ilz pretendenl avoir este faietz loucbant les dits daces. Et quant aux vieils daces, peages el gabelles seront paycz en monnoye courranl lors du paiement si non (pje par justice avecques cognoissance de cause autrement en soit ordonnd. VI. 11 y a un grant abbuz dans lc pays touchant le cours de monnoyes. sup- plic lc pays que voire bon plaisir soil ordonncr que les monnoyes se despendent par tout lc pays de§a les monlz qui est soubz I'obeissance du roy, a ung racsmc prix inbibissant a grosses poynes l'estraict et marcbandise qu'on faict publiquc- ment des dit monnoyes. Responee. Le conlenu en Particle est raisonnable et sera gardee l'ordonnance faicle I'estd passe par feu monscigncur le marescbal, oy le rapport des commis- saires envoyez par le roy. VII. Pour cc que les offices et chastellcnies du pays la plus grant part sont entre les mains des cappitaines et marcbans qui vueillent de eulx mesmes fere justice el rendre raison cc qui semble fort estrange n'estant de leur profession: supplie le pays pourveoir des gentz verlueux et bien pratiques et scavanlz aux offices m linn la qualite des licux. Responee. II y a esttJ pourveu par l'ordonnance du roy. VIII. II vous plaisra monseigneur nous OCtroyer, Stabler et ordonncr que les jurisdictions ordinaires soyent observees el conservees sellon la disposition de la loy commune et la forme" des decrelz dominicaulx, lesquela n'admettent ■jppel- lation aulcune fors que des sentences diffinitives et des interloquloircs aflcraut gravamen irreparable. Et en cas que I'appellanl ayt rccours au parlcment pour obtenir ['appellation que le dit parleiuent n'octroyc telle provismn oy appella- tion que premicrcment I'appfllant ne donuf caution dfs despens el interest! (If partye en fas que la cause fust remise au premier juge du oriel il aura appelld Responee Lfs jurisdictions ordinaires seront observees (i gaideea sans aucuBes entreprinses sur icelles et ne seront receues les appellations si non des .sentences diffinitives et des interloquloircs contenans grief irreparable. El aeronl team les appellans des interloquloircs in leur cedulle ou supplication appellaloire exprimer le grief par eulx pretendu. ,'((Jtl DECLI STATI GI'.MlRAT.l IX. Semblablement supplie le pays que au proces des causes civiles ct crimi- nellcs, cxcquulions des sentences, detentions lies prisonnicrs il soyt enlieremcnt observe' la forme ties decrelz dominicaulx et que a la deffension des Jits prisonniers pour queleonque crime ilz soyent destenuz, encores qu'il fust de lese majeste , ion ailmecte procureur et advocal el leur douner le double de ('inquisition et d'aultres cboses ainsi que le droit veult car la justice ne se doibl nyer a per- BOane fust il le dyable (1). El aussi que le president des causes d'appeaulx doibst expedier les causes, tenir ung seel et sceler selon qu'estoyl accoustume fere par le president de Tburin. Respond'. Le contenu en l'articlc (piant aux crimes est accorde, cxceple le crime do leze inajesle. Et quant au seeau du jugc d'appeaulx en sera escript a raon- seigneur le chancellier ; ni pour le present le dit seigneur peult fere aultre responee. XI. Le pays tant en commun que en particulier a plusieurs franchises , liber- ies, privileges, bonnes et louables costumes, et supplie tres humblement que vostre bon plaisir soil ordonner et statuer que inviolablement il? soyent observez. Et en cas que quelcun par recours ou aultre voye chercbe d'infringer franchises, privileges , liberies , bonnes el louables coustumes , qu'il plaise a messieurs du parlement octroyer leltres que les dites communes el particuliers ne soyent mo- lestes conlre la forme d'icclles franchises, privileges, libertes et louables costumes vitra judicialem coumtionem, non obslant toutes leltres que se Irouveront octroyeez au contrayre les quelles plaisra revocquer. Responee. Le pays sera entretenu en ses privileges , franchises , el louables coustumes dont il a jusques ycy bien et deuement use jusques au temps que la guerre fust commancee. ML Pour ce que messieurs de la chambre des comptez font grant difficulte aux communes de Pinerol , Montcalier, et aultres de entrer en ses comptes le bie, vin et argent qu'ilz out deslivre par le temps de la guerre entre les mains des cappitaincs et gouverneurs des quelz ilz en ont heu descharge; ilz vous sup- plicnt que vostre bon plaisir soit ordonner aux dits maistres de la Chambre qu'ilz doibvenl admeclre les dites descharges et allouer aux comptes des dites com- munes et des agens d'ycelles sans leur en fere reffus et moins alleguer que les dil gouverneurs et cappitaynes n'avoyent telles charges du roy. Responee. Les gens des comptes alloueront ce qui a esU; paye aux cappitaines et gouverneurs ou de leur ordonnance en monstrant ordonnanee ou quittance d'eulx. Sans ce qu'ilz soienl tenuz monstrer du pouvoir de ceulx qui ont faict les dites ordonnances et ce quant a ce qui a esie faict du temps de la guerre. MIL Monseigneur, la declaration particuliere de toutes les charges de blez et aultres vitailes prinses se porleront a votre excellence. XIV. Les seigneurs , gentilz hommes el aussi toutes les communes ont com- promis entre les mains du seigneur Charles des comles de Luserne et du secre- taire Marruchi arbitres esleuz loutes leur causes qu'ilz ont enlre eulx a l'occa- sion des tallies comrae il conste par I'instrument recu par le secretaire du pays et pour ce qu'il y a des aultres qui se sont opposes ou se vouldront opposer , supplient les communes qu'il vous plaise ordonner que les leltres aullres foyz octroyees a la requestc des estalz contre les opposans soyenl observees vheu qu il y a le commun consenlemcnt de loutes les communes. (1; Energica csprcssiono di una gran vorila clie sempre stclto a cuorc dci Picmontcsi. BA.CGIO 8T0RIC0 l)l l. si i.opis huponHB. Mon ilit seigneur lc marechal pour la diversite des oppinions spoiice. Delay de quinze jours est donne pour payer les contributions ainsi qu'il est demande" en Particle. XVII. Pareillemcnt il plaisra a monseigncur cependant et jusques a ce que aultrement soit cognu par justice que le pays reste en sa liberty d'acheter sel ou luy plaisra a la forme des privileiges du dit pays achetez et irapelrez a grosse som me d'argent. Ilesponce. Ayant esgard a la pouvrete' du pays, stcrilite* de ceste ann»5c et bonne voluntc des subjectz du roy, pour maniere de provision et jusques a ce que par lc dit seigneur aultrement en soil ordonne' et sans prejudice de son droict de gabelle, il est permis aux subjeelz du dit seigneur de prendre sel ou bon leur scmblera pour leur usaige seulement. Et est deffendu aux subjeelz du dit seigneur de n'abuser de la dite permission ne soubz umbre d'icelle commeetrc aucune fraudc sur poyne de confiscation du sel qui contre les dites inhibitions en auroil voulu transporter ensemble des chevaulx, charretes, et autres bestes ct dc cin- quante livres pour chascune chartee el ny aura gabelle si non sur le sel qui sera transport^ hors Pobeissance du roy par la permission du dit seigneur ou de son lieutenant general. Et sera advise sur la forme de prandrc a leur icelle gabelle Et affin que lesdits pays cognoisscnl que lc dit sieur mareschal a singuliei desir et affection que toules choses y aillent bien et que equable soit partout obscrvee il a ordonne' qu'il sera esleu par eulx respcclivement lei sombre de pcrsonnaiges d'entre eulx qu'ilz adviseront pour fere le departement de la chargi qui leur restera et que encores pour tous abbuz cviler avoir Poeil que le de- partement se puisse fere plus justement leur baillera gens de sa pari pour leur ayder a ce faire. Et davanlaige pour plus soullaiger le pauvrc pcuple et mesmes sur Pexarlioii de la conliibution il a ordonne que chascun des ditS pays respcclivement eslii.i ung tresorier pour rccouvrer les deniers qu'ilz devronl, eha>cun en son endroit. pour les distribucr la ou ilz seront deuz, au quel les eens de cheval auront re- cours de leur payemenl sans user plus de ceste liberie d'aller eulx mesmes exe- cuter ct charger le pays de superflues despenees le quel tresorier sera lenu leur rendre compte chascun moys a celle fin que s'ilz trouvenl que tout pave il soil SEWS II. Tom. \II. 363 DEGLI STATI GENEHAI.I deineure quelque argent tic reste entre ses mains ilz advisent a 1'employer sur le moys cnsuyvant ct en lever tant moins sur eulx. Faict a Thurin le dernier jour d'octobrc l'an rail cinq cenl trcnlc et ncuf. D'Anncbault, Par monseigjtcur Epraudcn. Collationata fuit suprascripta copia cum suo proprio originali debite signato el sigillato proul supra per me nolariura publicum De Regihus. Online (livedo did re Francesco i Bcspoure sur let provisions que demanile et requirrt le pays de I'iedmonl stujnint le memoyre qui m'a parte messire Brians de liomagnan. Premieremcnt quant a faire pourveoir le dit pays de Piedmont de vingt ou vingt cinq millc sacz dc ble du coste" de France aux despens de cculx du dit pays le dit seigneur a octroytS line permission generate a toules personnes de pou- voir tirer et cnlevcr de son dit royaumc, telle quantity de bledz qu'ilz vouldronl et sans payer aiicune chose des dioictz dc traicte ne autres subsides et imposi- tions quelzconqucs, pourveu qu'ils menent le dit bled au dit pays de Piedmont. Et oultre cela a presentement octroye" a certains marchans a la requestc du seigneur de Langey autre traicte de bledz pour en tirer une bonne et grosse quantite par mcr et icelle mener par Savonne au dit pays dc Piedmont ainsi qu'ilz cntendront par le dit seigneur de Langey qui de brief sera par de la avee- ques, ce a este aussi cscript a ceulx de Daulphine qu'ilz envoyent promptcment cinq ou six mille charges au dit Piedmont pour en secourir le dit pays. Et quant aux bledz qui sont dedans les villes fortes du dit pays qui se puis- senl vendre et distribuer dedans les dites villes et non ailleurs monseigneur le maresclial d'Anncbault lieutenant general du roy au dit pays a deja pourveu a cela. Toueliant le faict de la justice qu'il soit remis a monsieur le president de Pied- mont et a messieurs de la court de parlement sans ce que les cappilaincs ny aultres sen puissenl cntrcmcctre. ("est chose que le roy a tousjours entenduc et entend ; a quoy ne fera contrcvenir et a cela ne fauldra de tenir main mon dit seigneur le marcschal. Item quant a ce qu'ilz requierenl estre bailie' commission au dit president pour enquerir et sercher ou est alle et comme a estt5 dislribue' le bled du dit pays qui a este mis es monitions, il en a esle despeche" commission au dit president pour vacquer et entendre diligemmcnt ou dit aflere et vcult le dit seigneur (pie ceulx qui auront malverse en la garde, maniement, ou distribution des dits bledz SOtent puniz de sorte que tous autres y preignent excmple. Et aussi veult et en- tend le dit seigneur que nion dit seigneur lc marcschal d'Aimebaull son lieute- nant au dit pays face payer les pauvres gens ausquelz aura este" pris lc dit bled. Et au regard de fere lever et oster toutes les dares nouvellement imposees par I'abhe liurgarel le roy entend el desire soullaiger lc dit pays de tout son pouvoir, el par ce veult que mon dit seigneur le marcschal appclle le president :! s\(.i.io sronico di f. sci.opis 363 du dit pays ct aullres bons personnagcs s'il veoit que les dits daces soient in- justes et dcsraisonables ou aultrcment indcucment imposrfes, il les puisse liver et oster pour le soullaigcinent d'ieelluy pays. Au regard du sel qu'ils demandant demourcr au mesme cstat ct qu'il ne sc puisse vendre plus qu'il faisoit auparavant que It- pays vint en L'obeiMance du roy et que les chapitrcs et privileges de la gabelle du dit sel scront observe* comme ils cstoient en ce temps le dit seigneur veult que moudii seigneur le mareschal et le dit president voyent les dits chap'rtres et 1'adrertiaaent de ce ui leur semblera estre bon de Cere en cest endroict pour le bieo et oommodilc u dit pays le quel cependant s'en pourra fournir, comme il a laid jusqucs ycy. Au surplus quant aux contributions raon diet seigneur le mareschal le traiclera en cest endroict de sorte qu'ilz auront cause d'eulx contenter. Faict a Compicignc le xxih."1" jour de octobrc mil cinq ccntz trcnte neuf Fran coys Bochetcl. Collacionata fuit suprascripta copia cum suo proprio original! debile siguato et subscriplo prout supra per me notarium subsignatum. De Regibus 1347? (i) Di questa congregazionc dei tre Stati di Piemonte noil appare certa lindicazionc ne del tempo ne del lnogo in cui siasi tenuta. Gli Storici , secondo il solito, non ne parlano, eppure gli atti che se ne conservano sono de' piu importanti per fame conoscere la coadizione interna di questo paese. Gerto e peraltro che questa assemblea si raduno solto il governo di Giovanni Caracciolo , principe di MelB , luogotenente generale del re eristianissiino. Ora sappiamo che il Caracciolo vennc a governare il l'n monte nel i546 , e vi stelle sino alia morte sua avvenuta nell' agosto i55o (2). Scorgendosi dal tenore degli atti che stiaino per rii'erire che il Caracciolo era gia da qualche tempo in Piemonte , e rilevandosi del pari dalla risposta al num. 27 del memoriale che in quel tempo non en (1) Dall'archivio dclla cilia di Moncalieri. (i) La aepoltura del Caracciolo c nella chiesa di S Domonico in Torino Wi \ HKC.I.I STATI GENERAL I ancora scailulo il quart icrc di gcnnaio i548, se nc pub arguire chc la rongrcgazione siasi teimta ncl 1 547- Membra probabile che, conforme all'uso, essa abbia avuto luogo in Torino. Escmpio notevole , la lingua adoperata in qucsli atti seguili sotto il dominio Francese fu lltaliana, perche Ilaliano di nascila, se non di ban- diera, era il govcrnatorc cui si parlava , il quale anche nel rispondere , meglio deidi allri forsc, faceva prova d'italiana cortesia. Quantunquc il teslo non sia di pretta lingua e meno ancora di corrella ortografia, e serbi le tracce di un'amalgama francese, pur si c prescelln di pubblicarlo qual si trovava perche serbasse il nativo colore non im- nieritevole d'essere avvertito anche dagli studiosi delle vicende dclla nostra favella. Havcnilo, ccccllentissimo signor, et d'ogni ornamento richiesto a tal suo grado ornatissimo , rimonstralo a noi I'eccellenza suoa la mente si della mavesta rcgia dignissimo nostro signore, quanto suoa esscre de solagiarni di carichi, e ridurni a miglior termini sara possibile, et a tal efl'elto avendoni permesso li coniissi quali lii Stati domandiamo, pare a noi conveniente, sotto sempre il giusto giudilio di quella, die quanto a noi tolto abbino la durezza e malignita de li spietati tempi de guerre si per le cause predelte, et per la bonta del summo signore, come an- cor per il bent-flit io della sancta pace , per mezzo di quella esserni reslituito, onde tuti prostrati et cum quanta potemo humilita, alia gloria dil Signore, et in servitio di suoa mayesta quanto di detta suoa eccellenza, et |ier l'universal bene li supplichiamo et domandiamo che la si degni li sequenli capituli et richieste di ragion et honesla al giuditio perd di quella accompagnate, cum la protestationc de la qualle nel piedc dessi concederni et darni, conservandoli noi oltra la debita fedclta tuti nostri cori alii piaceri di quella cum quanto possemo detissimi per la cui contentt-za di continuo supplicaremo al Signore Dio. 1. Et prima sc degni suoa eccellenza proveder, che li publici biastematori dil Signor Dio et Sancli sian puniti et die non si debbi passegiar nella giesa, dicen- dosi li oflicii, et messe sotto ardue pene. Bupogia. Suoa eccellenza accorda il capitulo circa il passegiar in giesa , inten- dendo lanto quanto se dirano le messe , et allri oflicii. Similmentc quanto al biastemar: a bien die para a suoa eccellenza esser cossa quasi impossible cossi in uno tralto puotcr ridur li soldati all'osservanza de le legge , per6 non man- cara di far ogni opera per relevarli cl mandara siano servati dette lege , et li decreli de la palria suopra ci6 promulgati et quanto alii subditi se fara senza diflirolta. 2. Piu che li Giudt-i dehiano portare il segno a ci6 sian conosciuti tra (ji- stiani , et se degni limilar et moderare le suoe eccessive usure perutilita publica. Iiisposla. Sc monirano li Hebrei a cid fra un mese se risolvano di portar cl segno, cl de non prcstar suopra xxv. per cenlo , o andarsene fuor del dominio rcgio. Et perche si potrian risolver piu presto parlirsi come altre voile se in- tendr bano responduto . vedrano fra tanto li elletti del paese il modo chc si SAGG10 vi nr.ii ii in l . si i ui'is rilrovara per farli pagar de li loro crediti per lassar Ii pegni . alle.soche cssi pegni Don aarano ill gran valsala , per non eater li Bebrei piu de quaitro o sci el reatariano in tal eaao li pegni in lc mani • I ■ colloro che metterano fuora li denari sino a tauto sianu scossi da colloro « I « - clii socio li.i lei mine coiupclcnlc. 3. Piu che suoa eccellcnza se degni abolir ogni novitade, graveza, oarighi in- soliii imposti ilal principio delta guerra inaino al preaente, et pedur la patria nelli termini et liberla nelli quali era per avanli esaa guerra. Ki atlesi li oarigfai grandi ha aupportato et di eontinuo aupporta il povero paese tnalo de boapitauta che de contribution!' , qual al preaente se paga de fiorini trenta trei millia , o circa ogni mese sia dil bon piacer suo abolir del Inllo dette contribulionc cl altri carighi. El non poicnilo 8 DEGL1 8TAT1 GBHBRAU inanti essa protlulti , o sc produrano. chc tal rettcntione sia alia spesa di iletla camera. Rtspusta. Suoa eccellenra dice haver ordinato alii signori de la camera de conti liabino a provedcre di lal maniera sopra la laments mentionala per la richiesta che non resti causa alcuna de querella al paese : et die il grittier de la camera uon premie cossa alcuna indebita. 12. Piu clic le fidelita le quali se doverano prestarsi a suoa mayesta et aver le investiture se liavcrano da quelle togliersi, se debino prestarsi et togliersi per avanti , e thill* illuslrissimo signor primo presidente o sia cancellario di questo paese, niente innovando dal solilo anliquo : il qual era che essendo abscnti li illuslrissimi principi detto signor presidente supremo et al'hora chiamato eancel- liero riceveva le fidelita et faceva le investiture ad ogni uno, le quale fidelita et investiture se habino ancora a Tarsi et prestarsi alia forma de esse antique fide- lita et investiture et privillegi respellivamentc conccssi per tali investiture. Rispnsta. Potrano li cllecli dil paese veder le lettere de suoa mayesta suopra cio decrete et quelle vedute prenderano quel parlito li parira. 13. Piu accadendo confiscatione de beni in qual si vogli modo che se debino pagar le tagle si per la camera come altri possessori passati et avvenire summa- riaraente senza littigio. Risposta. Suoa cccellenza accorda il contcnuto per maniera di provisione , in- tendendo de beni allodiali salvo di proveder suopra li casi occorrenti come vedra esser di ragione. 14. Piu essendo assai soldati che possedeno beni quali se rendeno diflicill de pagar le tagle et far le debite recognitione per li debiti se recognoscano da li signori gentilhomini ; che ogni capitanio et soldato de qual conditione sia e an- cor qualunque otticiale regio, non obstante qual si vnglia privillegio, debino per lor ratta di registro pagar le tagle senza ecceptione alcuna , et recognoscere li beni teneno che si moveno del directo dominio delli signori gentilhomini delle terre subdite et ancor che senza ogni ecceptione debino pagare le molture de grani a mollini , et supportar altri ordinal! carighi como li altri subditi de suoa mayesta, non intendendo derrogar alii privillegj dil reverendissimo scnato, et ill.0 signor presidente Catto. Risposta. Suoa cccellenza declara che non intende che soldati ne' altri otticiali usino d'alcuno privillegio fuora dil dover tanto in pagar quello debano , quanto in far le recognitione juridice verso li signori dirrecti ; perd se alcuno sari a cio renitentc ricorrendo da suoa eccellenza o da la corte dil parlainenlo , non ci mancara di b.ma et breve giustitia. 15. Piu che li arresti dell' illuslrissimo, el reverendissimo senato regio habino essecutione senza ecceptione alcuna, senza pero pregiudittio delle appellatione revisioni et propositione de errori in quelli casi nelli quali se admellerano tale revisioni, et appellationi. RispoHa. Suoa cccellenza intende che li predetti arresti siano exequiti secundo la loro forma et tenor seguendo la etretione del parlamento, et ordonanze regie; el dove per piu facil execulionc convenira usar de la man regia et forte , suoa cccellenza non li mancara de tulo lo adjuto et favore che sarano necessarii. 16. Piu per la public i utilita cue le mercanlie, bestie, salvo quelle da latto, canape, stoppe , et altre mercantie siano in liberla dil paese de vendersi a cui parcra, et condurle fuor de esso paese per cvitar gli abusi et danni datti per il passato. Risposta Suoa ecc.-IIcnzj rispon.le, che quanto alle canape, stoppe, el altre SAGGtO BTORJCO HI I. BCLOP1S M'h) mercanlia non vi e ilouna prohibition*; quanto alii beatiami per eater vitiuaglc ill momcnlo el neccssario tanlo per viver como per cultivar. non concede la li- centia absolute tanto per servittio dil re , como beneffiUo ili la patria ma nun lassara di dar licentia a ehi li rieercara, bareuda riaguardo al nmntero et qualita ili- tempi come lia fatto DEGI.I STA'l'I GENERAL! Rispasta. Quanto alia prima parte suoa cccellcnza nc scrivera a luoco et tempo a suoa majesta; sperando, che Irovandosi quclla a l'hora alquanto sublevata delle grosse et continue gpese per lc longhe guerre habi a graltiflicar la patria in ditto quello puotra : et circa la sccunda parte suoa cccellenza dechiara , che . finita sarit la fournilura ordinata per le ville forte , si conteula sii pennesso il COiltenuto in essa sccunda parte : purehe non sc faci a cumulationc ollra il suo uso secundo 1'ordonanza suopra cio fatta, la qual sc sara ben considerata el gnstala rcdiinda a universal beneflitio di tuta la patria : et aecadendo qualehe caso particular per il quale sii neecssario vender , o dar in pagamento qualche quanlita di grano che excedessc il suo uso, et cosl contra la ordinanza prcdella, in tal caso rieorrendo da suoa cccellenza li prowedera sceundo vedera esscr con- venienle, allesa la qualita dil caso el persona : et quanto alia distractione delli grani de le monilioni da poi sarano integramente couduli nolle terre forli sara permesso alii patroni de chi sono transferirli in un altro, qual li havera peril in el modo et qualita che li teneran' essi patroni el non si consumerano salvo de terzo in terzo secundo I ordonanza suopra cio fatta: el se tal novo patrone vorra iransmultar el grano da una casa a una altra habi primo a manifcslarlo a suoa eccellenza per rapportar ta! licentia. 22. Piu se degni retraltare le presenti cccessive monitioni di grano alrnanco dil lerzo: et se degni dechiarar, che le pene, che forsi sono incorse, non siano '•ssegittc. et prorogar il tempo di quelle somme gli parera si si conduceno a quelli non hanno fornilo di condure si per le semenze quanto per le vendemie pros- sirac, el de quclla somma e gia conduta , restando nelle terre forte se ne possi come di suopra disponere. Risposta. Suoa eccellenza ha prorogatlo et proroga a richiesta della patria la con- dutla per tulto il seguente mese de ottobre, fra qual tempo comanda suoa eccel- lenza non habino a mancar di far la condutta integramente perche allramenle si fara exacttione irremissibilmente delle pene occorse. 23. Piu provedere che li soldati quali sono allogiati si nelle lerre forli come apperte et castelli el che allogerano per I' avenire a contentarsi si habino delle habitation'! el utensili come al presente se osserva nella cilt'a di Turino, et che li patroni in le lerre et habitacioni particular! quanlo nelli castelli non siano eon- stretti a proveder salvo utensili et logiamenti secundo la qualita de patroni, quali pero non si possino per soldati privar dil suo logiamento et casa ; el che delti soldali debino pagar fieno, avena, el altre viltuagle al coniune corso alia piaza, et facendosi cavalcalc per homini d'arme et cavali legieri et altri soldati havendo li homini d'arme et cavali legieri conlribulione, et soldati da piede il soldo; se degni cum effetto mandar che debino pagare ogni cosa al comune pretio senza taxa senza dar spesa al povero paese et che ogni soldato di qual condilione sia debia star a suoa garnisone, et tanlo da piede, come soldali da cavallo non debino star in le ville, che pagano contributione ne ivi darsi logiamenlo, che contiene gra- veza , et che essi soldati non habino a logiar con lor donne, che non siano mogle in case de donne maritate vedoe et donne si el figlole di rispetto per causa di conservalione di la publica honesta. Hispostn. Duole a suoa eccellenza non puoter graliflicare nella prima parte dil capilulo per la strettezza , nel qual si retrovano li soldati , per la qual sara anche necessario alia citta di Turino provedcrli si come se li provede nelle altre terre di presidio , intendendo pero, che (|uanlo alii utensili essi soldati honeslamente se eontentino di fornituia solila et conveniente , ne intende suoa eccellenza , che li patroni delle ease siano privali delle suoe stantie et allogia- mento. Et se alcuno tcntarii il conlrario dando adviso a suoa cccellenza quclla li provedera : et piu declara el accorda , che li soldati habino a comprar le vil- lua^lc al comun et universal precio alia piaza : medemamente declara che li . SAGGIO STOR1CO Dl I. si i.npis \n i toldati cavalc .inil.i ct andando da loco al altro , hahino a pagar ragioncvolmcnle quello prenderano. Et non sarano obligati li habitant! del paese W logiamento o altra cosa ad alcuno soldalo fuora delta loro guarnisonc , senza cxpresso online di suoa exccllenza : et all'ultima parte ordinar'a el comandara alii signori govcr- natori et capitanei non pcrmelteno sy allogiano soldati, clie linio famine, in le easse dove sono donnc da bene seeundo e contenuto in esso capimlo : et per meglo proveder alia observation de tntle le eossc contennle di suopra, suoa ec- cellenza intende ct vuole die non ci puossi far allogiamcnti senza lo interveni- mento dclli forreri dcllc terrc. 24. Piu che non si paghi contributione alcuna per boscho alii eastelli ohe a quelli suoa mayesta provedi cssendo d'altra parte assai carrigalo il paese. Risposla. Suoa eccellenza risponde , che per adesso vogliano portar <|iieslo picciol carigo in pace come hano falto insino al prcsente : et piu presto haveru commodila di subtcvarli , il fara voluntieri senza esservi ricbicsta. 25. Piu havendo il signor Mauro habiuto dalla patria fiorini quatlro milli.i pel eerie spese de li soldati dil signor Strotio (1) come diceva, essendosi fatlo obli- gare per la eccellenza dil illustriss." signor di Termes al bora vicere di resti- tuirgli , in caso che suoa mayesta dasessi ricompensa , assignationc, o paga a esso signor Mauro, avendo inteso ha babiuta ricompensa se degni farli restituire . o che sian intrati in suoa contributione. Risposta. Suoa eccellenza dice haver olduto il signot* capitanio Mauro del con- tenuto nel capitulo, qual ha detto esser vero: che suoa magesta li ha fatta assi- gnalione de la somma a riscuodere sopra il quartero di genaro dal 1548 secundu la usanza de Ittalia : et fatta la recuperatione dice satisl'ara : intendendo per6 li sia riservate sue ragioni contro la patria lanto per conto delle spese fatte in tal prosequutione proportionalmente , quanto anche per conto de molti arreragii a luy devuti per causa de contributione ct altre cose. 26. Piu se degni far proveder alii loghi immediati subditi a suoa raajesla di castellani, 6 sia officiali non csserccnti la millitia, idonei , sccondo la qualila, et importanlia di lochi et li sia proveduto in modo che possino respettivamente tener famegla idonca ct sufficiente seeundo meritano li lochi dove sono constiluli- et che tal constilutione si facia seeundo il solilo et per il tempo solito senza in- novalione alcuna. Riapasta. Suoa eccellenza ha scritto a suoa majesta dil contenuto nel capitulo: et havuta la risposta li provedcra seeundo il bon piacer di quclla. 27. Piu che ogni monilionero miser Florimondo oltra suoa reddilione •!< eonli babia a far paga alii poveri particulari per li grani tolli |ier la monitione dil campo regio corao appare per appoche di Borges, Florimondo, et altri nm- nilionari a pretio tassato in dette appoche quali sono apresso alii signori comissi sopra li abusi , et che ne sia fatta satisfatione di altri grani et rittoagte tolle e portatc ancor nellc terre forti. Risposta. Havcrano ricorso dalli signori eomissarii deputati da suoa majesti sopra li abusi . alii quali suoa eccellenza manda far sopra il contenuto HpMlta eiusticia. (t) Probabilmcntc qui si alluJe a Picro Strozzi , figlio di Filippo, il quale d'iodole usai diversa da quella del padre stettc al soldo de' re di Francia, da cui ebbe la dlguila di maresciallo di quel regno e emnbsllv luiigamcole nclle guerre di Picmonte ,-. DEGL1 STAT! <; K.N KHALI 28. Piu se dogni revocar ogni inhibilionc fatla contra la liberta dclla cazza , it oho bui libera ogni venations scnza prcgiuditio do <|uolli signoii che puoteno prohibire a lor subditi per qual si vogli causa et regiohe. Biaposta. Suoa cccellenza non ba prohibito ne prohibisse la cazza salvo cum instrument) illiciti, o bel tempo che la cazza si destruge scnza utilita nepiaeer, .{iial e da SanOtO Anlhonio insino a Sanclo lohannc. ■29. Piu mamlarc so dogni , die non si debiano pagar li cavali de larligleria bavendo soldo di suoa niajesla, et podendo ogni giorno in qucsto tempo gua- dagnare. Ksposia. Kssendo li cavali do I'arligleria continuamente al proscnte OCCUpali in oondur ballcli, polvcrc, el legnami per rimontar I'aitiglcria, el non puolendo per questo far aleun guadagno; et non bavendo pagamento alcuno dal re, suoa cccellenza non puo accordare el conlenulo. El quando essi cavali non vi fossero saria neccssario con buovi et carri dil paese far far li medemi cffelti. 50. Piu se dogni operar apresso suoa niajesla et darni agiulo si rinovi I'uni- vcrsita. et studio in quosto paese per utillita publica, et per il presenlc provoder Mmanco d'uno logi la Insliluta. Risposta. Suoa cccellenza molto volunlieri scrivera alia corte dil contenulo nel capitulo per farlo accorilar a suoa majesta se Sara possibile (1). 51. Piu quanlo al ncgotio dil sale che sia sempre in liberta a ogni uno com- prar dil sale , dove gli parera , per esser ogni comerlio libero non solo per ra- gion comuna , ma ancor per virtu dc capiluli, convontioni, sententie, francbisie dc esso paese, et questo avendo sempre suoa majesta il suo censo soldo, al qual in modo alcuno non si intende dar prejuditio. Risposta. Essendo lo editto dil re in contrario et per suoa majesta fatta resposta conlraria alii proprj ambassiatori dil paese, et suoa cccellenza non intende allra- mento metier la mano no ordinar allramente suopra li ordini et deliberation! di suoa mayesta injungendo alii elletti dil paese non piu metier in difficulla tal causa senza ordine dclla prefata majesta. 52. Piu quanto alii abusi commessi circa de esso sale per il passato richedono, cbe siano punili quolli , li quali gli hano commessi in qual si vogli modo cum restauro alia palria di passati danni; et poi cbe esso signor gabelliero ha remesso essa gabclla nolle mani di suoa eccellenza , quella si degni rimetterla a homo condicionato cl da bene, et gratto a delta palria , il qual faci bona conditione , et dia segurtii idonca, et de esso paese in questa citta de osservar quanto in esso contralto si contienora si in beneffilio di suoa majesta quanto in utille del paese In tanto cbe suoa majesta quanto ancor esso paese babino il debito loro, et non li sia piu causa di scrie querelle, cl cosl facendo contenlarasi ancor detlo paese lassar in suspeso lo ristauro ct intcresse de essi abusi per il passato commessi senza pero prejuditio d'alcune delle ragioni et liberta di tulo esso paese. I) Scriveva il Denina Bel cilato capo 10, lib. !) dclla Sloria dell' Italia Occidenlale = « Non >• solamcntc i professori il' arli liberali c di scienze clr crano in gran numero c di grailde ripula- i zinnc ne1 priini anni che Carlo in regno , c gli scuolari cite a udirli correvano , furono loslo " dispersi ; ma eon loro parimente se ne parlirono slampatori e librai , ed altii lali arlcfici : tip » molto valse per ricbiamarli il rescritto cbe si oltenne da Francesco I per continuar 1c lezioni : j percioccbc i letlori che allrovc irovarono niiglior Irallcnimcnto , non vi ^ollero tornarc , e do\e » non sono letlori lamosi poco giova invitaro gli scuolari. a > U.GGI0 BTOBJCO in I. KXOPIS !i^3 Ih.ipnsia. Oliluto il ugnor Mclchior Morgan- Ho suopra il conlenuto del pictente capiiulo oh' a fatto riapoeta, che persiste in la renuntia per lui btta, purohe >ii n-llevato, et auoi fidejussor! da quelle persone . rerso le qnali h I obligato se- cundo il tenor tie essa renuntia; et apresso barer olduto il ugnor Otnrriano Daila gabelliero per remissione fatiali per esso signer Melchior de consentimento el approbatione della regia camera, oh' a reaponduto nun voler eossi absoluta- nienle rcnunciar alia delta gabella per le cause per lui allegate . ma quando compari persona, qual vogli far le condition? mentionate nel capitulo potna forsi esser tale che esso signor Ottaviano si accordaria seeo , tanto per obsequir a suua eccellenza , quanlo per far cossa gratia al paese. Et |>er qucslo par a suoa eccellenza li elletti debbano prupuner quelle persune le parirano idonec per il predcllo cue I to per puotersi suoa eccellenza suopra il tulo risolversi come vedera csscr expedientc. Cos! signat etc. loban Carraciolo el sigillat etc. del suo sigillo et sottoscrilta Rulillius Gaudcntius. Lc quali cose suora dette tute se richedano, et dicano citra senipre ogni pre- iudilio et contraventione dc alcuna qual si vogla convenlione, libert'a, franchisie, bone usanze, et immunita tanto in general , quanto in particular de esso paese, alio quallc non intendino se causi et faci danno, et preiuditio, anci siano tal cose in conlirmalionc de tute le prcdette franchixie, convenlione, Liberia, immunita ct bone usanze , et non allrimenti , si chc siano piu presto delti atti ct cose nulli et invalid! , che questa protestatione come si protesla , la qual intendano esser repetita in ogni uno delli sovrascrilti articoli, et atti. Et a questo suoa eccellenza si degni conscntirli , ct descbiarare chc cosl sia per conservalione delle ragione de esso paese. Et che nessuna delle dette cose si possia trabere in consequentia, admettendo tal prolestationi , et conccdendo testimoniales in forma pubblica. ]',n \ IIKGLI STATI GENKBALI ISS1 Taurini — 17 februarii (1) Protesta dei deputati del comune di Pinerolo per la precedenza che quel comune pretendeva d'avere su quello di Monteregale nell adunanza dei tre Stali di Piemonte tenuta nella sagrestia della chiesa cattedrale di S. Giovanni in Torino il 16 febbraio 1 55 1 (2). iYstimonialcs Anno domini millcsimo quingcnlesimo quinquagesimo primo et die decima se- ptima mensis februarii, universis notum sit: quod Thaurini in sacristia ecclesiae cathedralis sancli Iohannis eiusdem civitatis in qua erant congregati tres status patriae pedemonlis pro agibilibus ipsius patriae coram illustrissirao domino Rcnato Birago cismontano praeside et ad assistendum praedictis tribus statibus specialiter ellecto per illustrissimum dominum marescalum de Brissac , regni citra montes locumtenente, speclabiles domini Iohannes de Ferreriis et Iohannes Franciscus de Pagno, legati pro comunitate Pinerolii, exhibentes et presentantes nomine prae- misso praefato illustrissimo domino praesidi comparitionem unam tenoris infrascripti, videlicet: Iohannes de Ferreriis ac Iohannes Franciscus de Pagno legati pro comu- nitate Pinerolii requirunt eis concedi literas testimoniales, sicuti heri die decima sexta mensis februarii 1551 , in congregatione trium statuum patriae pedemontis facta in sacristia ecclesiae cathedralis sancti Iohannis civitatis Thaurini , et quod die hodicrna orta controversia inter legalos per comunitatem Montisregalis ex una parte, et ipsos legatos per comunitatem Pynerolii ex altera, eo praetexlu quia iam dicti de Monteregali allegabanl eis perlinere praedictum locum, post comunitatem Taurini, ordinatum fait per vos illustrissimum dominum praesidem pedemontis, quod sine preiudicio iurium ambarum parlium, ipsi legati comunitatis Pinerolii sederent post nobiles seu ecclesiasticos donee cognitum foret super iuribus ambarum partium et controversia de qua supra. Cui ordinationi ipsi legati de Pinerolio non consen- serunt, in quantum posset obesse praedictae comunitati Pinerolii, tjuas quidem testi- moniales superius registratas praefatus dominus praescs dictis deposcentibus con- cedendas duxit et concessit per praesentes mihi Marco Sechi Raconixiensi secretario diclorum trium statuum rogato et in fine manualiter subsignato. Pracsentibus spectabili domino Iohanne Michaele Cuffi et Iohanne Anthonio Elya de Vignolo testibus ad praemissa vocatis ct adhibitis ff. et in illorum discessu jI> ipsa sacristia. Marco Sechi. (t n.ill An-iuMD 1I1 Corle. {%) Degli atti ill questa coogregaziuae di Stall Don e a am giunta tpeciale racmona. SAGGIO STORK 0 DI I KXOPIfi loo I ClIAMBERY — 19 jllitl 1 l>]5 Patenti d Enrico re di Francia di concessions divaruprwtiegU a Javare del paese di Piemonte con conjerma de privilegii antecedenteiurnir concedutigli dai duchi di Savoia e dal re suo padre. Privileges oclroyes au pays de Piemont avecques confirmation generale des pri- vileges et franchises ancienes du dit pays el aullres responses donnecs par \e rOJ snr les articles des ambassadcurs du dit pays. Henry par la grace de Dieu roy de France a nos amez et feaulx les gouverneurs et notre lieutenent general en Piedmont tenants noire court de parlement a Thurin et a tous nos aullres justicicrs el ofheiers du dit pays qu'il appartiendra salut et dilection. Comme nos trcscheres el bieu amez les gens des Irois estats de notre dit pays de Piedmont ayans envoye par devers nous leurs deppulez pour nous faire les rccongnoissances oflres et submissions que donnent a leur prince tels bons loyaulz et tres affectionnez scrvitcurs et sub- jects qu'ils nous sont , nous eussenl faict faire certaines remonstrances, tant de bouche, que par cscript des occurrances et affaires generauls et particulieres pour y pourvcoir et donncr ordre sellon notre bon plaisir el ainsi que vei-iions eslre a taire. Et premierement nous auroient supplie et requis de vouloir rcmectrc n reUablir la chambre des comptes du dit pays dc Piedmont et Savoye par nous depuis quelque temps supprimee ce que nous leur avons accorde pour les causes. raisons et considerations a plein contenues et declairees en nos lettres expedites pour lc dit cstablissemcnt et nouvellc creation de la dit chambre. Sem- hlablement nous auroient requis voulloir ordonner aux juges ordinaires d'appeauU ensemble aux chastellains du dit pays de Piedmont quelques gaiges raisonnables ainsi qu'il avoit este par nous faict 'a ceulx du inarquisat de Saluces. Et aussi que I'csmolument tant du seel que de la signature des arrests soil comme il a este par ci devanl du temps des dues de Savoye princes de Piemont departis entre les conseillers du parlement pour ne prendre aucune espices, comme il leur a esti5 pcrmis par le feu roy noire Ires honnore" signeur et pere. tn lieu du dit esraolument ou bien redduyre icelluy esniolument excessif romme il est tant pour le seel que pour la signature des dits arrests au prix des aullres simples lettre* el provisions de la cbancellerie, comme il se observe es aullres parlemenls de ee Royaulme. Sur lesquels deux poinds et articles nous avons ordonne et ordonnons que par vous gens de noslre court nous serons informes des charges que portenl Irs dits juges m moili ti' oil incommodite. Pour ce faicl ordonner ainsi que verrons eslrc a faire. F,t suyvant nos anciennes ordonnanees. II ne sera doresnavant par nous tie par TOUJ notre lieutenenl general au dit pays en vcrtu de voire ponvoir faicl ne BOCOnU aucun don de confiscation de biens a quelquet personnel que ce uveal . que preallablemenl les dits biens ne nous ayeut eslc adjug<5s et declare* par sentence on arrest, ct si par inadvertence, importunity de requerans ou aullrenienl il se trouvoil aucuns des dits dons eslre par nous on par vous faicls suparavant la de- claration ou eondainnation a ordonnanees, rcstrinctions, mandemens ct deffenccs et leltres a ce contrail ■es. Donne a Chasteaubriand le dixneufiesme jour de juing Pan de grace mil BUM] cens cinquanlc ung el de notre regne le cinquicsme. Sic signatae par le roy en son conseil Duthier ct in alio anguk literarum nc tti scriptum reyisiratae in portamento pedemontano Taurini seevnda jnmtm iutmbrit millr- tkno ijiiinijeniesimi) quinquagesimo primo. Signatwm Verquei ia, Collatio facta est. Extractum a registris ordinationum in parlamento regio Pedemontil regisira- tarum. \ erqneria. Serie II. Tom. XII. yyj8 r 'li. 1. 1 STATI GENERATE EMMANUELE FIL1BEHT0 Delle qualita di questo principe e deirintendimcuto suo ncl lasciar per- iliio listituzione dclla congregazione dcgli Stati gcnerali ne abbiam detto lanto chc basta nel corso del nostro saggio. Vediamo ora gli ultimi atti di vita di quelle assemblec provocati dal bisogno di cavar danaro dai sudditi, meatre non eransi ancora attuati quegli ordini di finanza, merce dei quali il duca pote fare a incno dei sussidi straordinari. Vediamo poscia le Iracce , direm quasi sfuggevoli , di un concorso di vassalli e di comuni che Em- manuel Filiberto ricercava ancora per awalorarsi d'aiuto. I termini in cui si spiegava l'intenzionc del duca erano amorevoli , ma vi traspare il de- siderio di evitare unione di persone e forma di regolare congregazione. ^ggiungiaino alcuni documenti che appartengono al regno di Carlo Ein- manuele i, del i584, dove si rinviene l'uso medesimo di chiedere sussidii accettando memoriali, e ripetendo promesse. Cos\ si chiude la serie dei documenti che abbiamo avuti alle mani , e sui quali desideriamo che si faccia qualche studio come d'argomento gra- vissimo della nostra sloria civile. Ora debbesi ancora avvertire che Emmauuele Filiberto non so se a com- penso delle abbandonate franchigie , o piuttosto a tutela del buon reggi- mento del suo paese, lascio che i magistrati supremi giudiziarii esercitassero ron (jualche larghezza il diritto di rappresentanza usando della prerogativa d iuterinazione e registrazione , senza di cui non si mettevano in ossei'vanza le leggi del principe. Questo attribute di tanta importanza venne nei ma- "istrati esplicitamente riconosciuto e confermalo anche da Carlo Kmma- nucle i , e fu sc non sempre in cll'elto , almeno in apparenza ili diritto come un tempcramento, ossequioso bensi , ma pur valido del potere assolulo. E cosi ditlittti era tenulo da que' che desiderando vedere l'autorita del sovrano intieramente libera anelavano a toglier via anche questo ritegno. BAGGIO 8 I'ukii o D1 P. s« i.oms . . i * • Awemie appunto che quando si preparava lu compilazione delie generali COStituzioni del i-ji'i , il re Vittorio Ameileo 11, il quale quanto sapr\;i usare e difcndere i dirilli del principalo, altrettanto era geloso di conser- varli iutieri e sciolli in sua mano, ehbc il pensiere di abolirc quest uao delliiHerinazione abrogando specialmeule I'editto del duca Carlo Emma uuele 1 del 12 noveiiibre i583. Non sari, speriamo, ne inutile ne discaro al leltore il conoscere alcuni particolari di questo divisamenlo, e ad istruirnelo varra il seguenle capo delle memorie serine sopra le discussioni fatte su croella materia che si eouservano nel H. archivio di corte (i). m -Non ha voluto S. M. ( ivi si legge ) che si parli in veruua maniera i) nelle presenti costiiuzioni d'interinazioni ed ha comandato che nel re- » golameuto sordini semplicemente che il gran caneelliere imigili Delle » spediztoni delle patenti se deve apporvisi la clausola della sola regislra- >> zione o dell' interinazione , perche essendo l' interinazione una specie di n cognizione sopra I'editto che s'inlerina, non puo convenire ai magistral! » se non gli e specialmente ordinata dal principe che non e tenuto co- il municare la sovrana sua potesta con quella ordinaria de' suoi magistrali. » ed eglino non ponno usarne perche userebbero della podesta legislatrice, ii che risiede nel solo principe, per il che restando ai magistrati la facolta ii di poter fare le loro rappresentanze al regnante gli resta lutto quelle » che puo convcnirgli. i) Ne possono fare ostacolo le riflessioni del presidente Zoppi , che di- " fendendo I'interinazione adduceva per motivo necessario che anclic negli ii editti puo aver luogo la surrezione, poiche si replica dover principal- >i mentc passar gli editti ed altri Regii ordini sotto il vista di lanti mi- ll nislri onde diflicilmente puo succedere che non restino osservale tntte >• le diflicolta che vi ponno cadere , ma quando mai restasse al seiiato « la sorte di considerarc qualche cosa di piu che non hannci conosciulo ii gli altri, non gli e per questo tolta la strada di fare le sue rappresen- i tanze , die posandosi su qualche stabile fondamenlo , saranno sempre ii volontieri sentite ed abbracciate dal sovrano. ii Ne puo avcrsi caso all'inlerinazione ordinata dall'editlo di Carl" Em ii mannel 1,12 novembre 1 583 , in cui le sottiglie/.ze degli awocati faccano (1) Sutlo la CftlegOTia Reyic Custiluziviti. IS. i DEGLI ST.VTI OEKERAL] ■ I'ondamcnto, pretendendo pazzamente che t»li editli non interiuati f'osscro i ini'etli del vizio di nullila. i) Poiche si replica che essendo libera, assoluta e solo dipcndenlc da Iddio Li sovrana aulorila di S. M. , non poteva e non pno coarlarsi da veruna tegge <> regola, e percio L'editto del reale anteccssore suddctto devc 111- tendersi ingenuamente c senza cavillose interprctazioni accio non sia lesiva di quel diritto die, anche volendo, non polrebbe oH'endcre , cioe che i il senato interim e deva interinarc qnando S. M. coinanda I inlerinazione i' registri qnando s 'ordina la regislrazione. » NIalgrado queste repliche che forsc anche non crano immuni da qualclu- cavillo, l'idea di Yiltorio Aniedeo 11 di cancellarc dalle coslilnzioni la pre- L'osativa ordinaria delle interinazioni dei magistrati non fu che passeggiera. Forse qucslo desidcrio gli era venuto per la memoria che si aveva delle opposizioni dei magistrati nelle. vertenze della lulela di madama Cristina ; torse era una velleila di meglio qualificare nn potere, che ccrto non ten- I ennava nelle sue mani. Checche ne sia , 1' interinazione ordinaria rimase nelle costituzioni, ed il presidente Zoppi che ebbe il inerilo di soslenere le ragioni del giusto al cospello delle esigenze del potere assoluto non peidi la grazia del suo signore , il quale anzi pochi anni dopo (nel i73o) lo in- nalzo alia dignita suprema di gran cancelliere ; esempio che non vuol essere dimenticato a lode cosi dell uno come delTaltro. Lettres de permission donnee aux e'tats de Savoie, Genevois et Faucignj do s assembler a Chambery pour le fait du dongratuit de monseigneur (i). Erlrail des regi&tres dei archives du senat de Savoie. Emanuel Philibcrt par la grace de Dieu due dc Savoie, Chablais, et d'Aouste prince et vicaire nerncluel du saint Empire Homain , marquis en Italic, prince ilc Picmont eomle de Geneve et Genevois, Baugt?, Ronionl, d'Ast et Nice, baron ■ Il Vaud, Gex , el Faueigny , seigneur dc Iircsse , Verccil , cl du marquisat sta che ci assicuriamo ricevere in parole et in fatti conforme al- l'intiera fede et affettione che ci dimostraslc sempre Nostro Signore vi conservi. Da Turino alii xxi agosto 1572. 384 nrr.i.i stati GEHERAX.1 lo8i Torino — 16 seUembre Alii molto diletti fidelli nostri 11 sindici, homini et comunita di Villafalletto . II duca di Savoia Molto diletti fidelli nostri. Sapendo noi quanto vi sette sempre dimonstratti amorevoli et pronti nel agiular il duca nostro signore che sia in cielo el noi in lutle occasioni vogliamo anco assegurarci che non declinarette ponto in quella che si presenta di nostro vantaggio et che ci agiutarette a suportar le spese che per essa necessariamente ci convicne fare. Et perche dalli vostri signori voi in- tenderette il bisogno nostro presente non vi diremo altro salvo che teneremo perpetua memoria dil buon anirao vostro et che vi grattificaremo sempre in tutto quello sar'a possibile nelle vostre occorrensie conforme alia buona volonta che vi portiamo. Nostro Signore vi conservi. Da Turino alii 16 di settembre 1584 - signata Carlo Emanuele - et sottoscritta La Creste. Io8i Atto consolare del commie di Cuneo per concessione di sussidii at Duca. L'anno del Signore mille cinquecento otlanta quattro, et alii otto d'ottobre in Cuneo, nel palazzo del comune, dove simili cosse suoleno farsi, essend'ivi con- vocati, e congrcgati li magnifici signori Giuseppe Morro, e Gio. Marco Margarla luogotenentc del sig. D. Andrea Ferrero sindici della magnifica comunita de Cunio, li signori Gio. Francesco Giussiana , Ascanio Acceglio, e Malteo Grimaldo dot- tori, Dominico Vgatlo, e Giacomo Lingua phisici, I'ietro Rotla , Christofaro Be- chariis, Gio. Francesco Bechariis, et Coslanzo Miglia, tutti eletti dal magnifico, et general consiglio della presente citta per provvcilere alia dqraanda fattaci dal molto illustre signor refferendario Solere per parte de S. A. E comparso il magnifico UGGIO BTOBICO DI I. BCLOPIS sig. Gio. Francesco Giussiana, qual ha esposto , die fu cleito in oompagnia tna me sottoscritto solto li 29 del passato setlembrc per andar ,1Pfi PF.CI.l STATI GENERALI APPENDIGE Per conservare nel corso di qucsla compilazionc il miglior ordine die per noi si poteva si e creduto opportuno il dar sede separata ad alcune notizie, le quali quantunque direttamente od indireliamente si riferiscatao illt- isliluzioni politiehe che formano l'oggetto di queslo saggio , luttavia per una cerla loro speciality possono essere meglio considerate disgiunte dalla serie principale dei documenti dell'opera. I capi perb di questa appendice saranno quattro: nelprimo e nel sccondn si esporra un compendio di ragguagli sugli Stati che si tenevano nel paese di Vaud, e nella valle d'Aosla; radunanze che originate dagli slessi principii da cui procedellero gli altri Stati generali, ebbero nullameno un aspcllo loro proprio, ed una sorte alquanto diversa. Trallandosi d'istituzioni ch( non avevano influenza sulla condizione generale del paese , non abbiamo riputato necessario il pubblicare i lesti delle varie dclibcrazioni di quelle Congregazioni, e ci e paruto bastevolc 1'accennarne alcune delle pin graxi. Dopo la sposizione degli Stati d'Aosla si e creduto non inutile il porgere alcune infonnazioni inlorno alle assise ovvero udienze generali di quel la ^ alle , dove s' incontra lisliluzione dei pari ereditari , e di altri giiulici che solto la presidenza del principe decidevano i piu importanti liligi. Finalmente ci sembrb che conferisse a spargere qualche luce maggioic sulla materia degli Stali generali il porrc sott' occhio al lettore alcuiii documenti che hanno Hallo alle relazioni esistenli Ira la congregaziom: degli Stati ed il consiglio inlimo del sovrano, dove si vede come si tenesse per rilevanlissima lauloiila di quelli principalmente quando per casi slia- ordinarii occorrevano provvediinenti pure fiiori dell ordine consueto. Con i|uc-.ii documenti andera pure un alto di convocazione degli Stati del paese di Nizza, che per essere fatlo specialissimo , non vuol essere ilal lellon- trascurato, >\,.i.iii v i ,,iiii ii 1,1 I . 51 [.OPIS Mill Staii del paese di I' Hud. \l)l)ianici promesso «.li dare in un'appendioe alcune aotizie intorno alle assemblee degli Stati die si tenevano nel paese di Vaud quando quel t i;i 1 1 < > di territorio elvetico stava solto la sisnoria speciahnente ira Federigo Ccsarc de la Harpe e G. (j. Carl difensori del paese di Vaud, .- Niccolb Federigo di MCuKnen avvocato della condotta delgovernodi I3.mh.i iSS DEGLI STATI GENF.HU I Mutate le sorti politiche di cpiella contracts, la controversia prosequi iiei termini ili semplice quislionc lelteraria. Se ne occuparono il signor Olivier nella sua storia del cantone di Vaud, il baronc d'Estavayer in on articolo pubblicalo nel 1817 nel giornale intitolato Schweizerischer Geschicthefbrscher , il barone Grenus nell'introduzione ad una raccolta ili document] ivlativi all' istoria del paese di Vaud. E preziose notizie su varii punti atlini a queste materie possono rinvenirsi nella dotta serie di Memoires et documents publics par la Societc dhistoire de la Suisse romantic. Lo stabilimento, o se meglio piace , il riordinamento delle franchigie del paese di Vaud atlribuito al conte Pietro di Savoia diede luogo al- I induzione , di cui si e fatto cenno nella prima parte di questo saggio , die l'idea primitive di tali franchigie fosse venuta dall'Inghilterra. Un cadello di famiglia intrepido ed intraprendente , Pietro setlimo fi- gliuolo di Tommaso conte di Savoia, seppe giovarsi del disordine che s'era introdotlo nellimpero durante gli ultimi anni del dominio della casa di Svevia, ed il grande interregno che vi tenne dietro. Egli aveva ricevuto in apannaggio alcune signorie poste nello Sciablese e nel paese di Vaud, allre ne possedeva dal lato di sua moglie Agnese di Faucigny. Operoso ed accorto egli non tralascio di usare le occasioni di crescere il suo patrimonio. Col pretesto che gli si era negalo l'omaggio di alcune castclla del Vallese , assali nel 1240 i conti del Genevese , loro tolse Moudon , di cui s' erano impadronili , Romont e Rue , ed obbligolli poco stante a cedergli il castello ed il pedaggio delle Cles. L'abate di Clnni gli conferi nello stesso anno lawocazia del ricco priorato di Payerne. Dopo d'essere stato parecchi anni in Inghilterra , tomato negli aviti dominii Pietro ri- cevette .la dedizione ]>er iui tempo limitato della citta imperiale di Berna a lui ricorsa ond'essere difesa dagli assalti dei conti di Kibourg; l'esempio di Berna fu imitate da Moral. Molte allre terre cospicue ponevansi sot to il principato di lui. II giovine Ebaldo conte di Ginevi'a spogliato de' suoi beni tla proprii congiunti legava a Pietro i suoi titoli su (piella contea. Questi padrone del castello di delta cilia , signore di buona parte dello Sciablese e del paese di Vaud, ed oltrc a cio fanlore aperto dei progi-essi del terzo Stalo, parve al popolo di Ginevra dover esscre il migliore dei protettori. Tra i borghesi e quel principe intervennero convenzioni di cui s ignora il tenore. Essendosi |ioi ajierta in suo favore la successione della contea di Savoia , SACGIO STORK.O 1)1 F. SCLOPIfl 38<) PietTO impeilito dalloccuparsi, come dianzi faceva, preripuauicnlc del paese di \ and , istilui in quella provincia la caiica del balivo die la governasse in suo nome. Egli e a quest'epoca, cioe verso il 1264, che si la rualire I isiiiuzionc degli Stati del paese di Yaud. II documento principale su cui si fonda il sistenia di tale istituzionc eonsistc in una aota scritta dal commissario Quisard in i'ronte alia raccolta delle consuetudini di quel paese {coutumi< r compdata nel i562. Cotesla nota parla d' un accordo seguito tra gli Slati e Pietro conte di Savoia, in virtu del quale sarebbero rimasti definili i dirilti respeltm degli Slati e del conte sovrano della contrada. Contiensi inoltre in quella compilazione una enumerazione dei membri degli Stati all epoca del conte Pietro. Tali notizie si leggono stampate in un opuscolo del signor di Mulinen (1 1. al quale rinvio volenlieri il lettore. Ma le indicazioni date dal Quisard di cose da lui distanti per un in- tervallo di circa tre secoli non sembrano reggerc alia prava di una critica profonda , e v' ha motivo di credere che quel giureconsulto che aveva veduto U termine del dominio della casa di Savoia sul suo paese, sia caduto in confusioni ed anacronismi. Discorriamonc alcuni punti. Quisard indica quali menibri degli Stati U vescovo di Losanna e la citta d'Avenche antica sede , e dipendenza di quella cattedra vescovile, eppure si sa che il vescovado di Losanna muoveva direttamente dall'iuipero e non faceva parte della baronia di Vaud. Egli e bensi vero che Pietro di Savoia aveva acquistalo una porzione di giurisdizione civdc sopra Losanna , ma ci6 non implicava punto una cessione del vescovado. Quisard annovera tra i nobili aventi seggio negli Slati . il conte di Romont , il quale era lo stesso Pietro, che essendo sovrano non poteva sedere qual feudalario : alcune altre incsattezze s incontrano in quella categoria. Non si ravvisa fontlata la classe dislinla , a cui secondo quel giure- consulto, avrebbero a quel tempo apparlenute lc citta
  • '] Ira Francesco conic di (iiuyere ed Lmblando signor ili Belmont dimostrano che in quel tempo i con- suetudinarii o probi uomini del paese |>nnio non conoscevano la costwma oricinale di Vaad, e che non si aveva da loro idea dello statute del conte Pietro. (ili uni (anno risalire le loro consueludiui nicntc meno che al iiriiH'iitio del mondo , i^li allri le atlrihuiscono a' savi anlichi , ovvero agl'imperadori ; nessuno ne fa autore il conte di Savoia. Negli stalnti generali promulgati dal conte Pietro (i) non s' incontra menzione degli Stali generali tulloche se i medesimi fossero allora stali in esistenza region volesse che inlervenissero in qualche modo in quell'alto solenne. Inollre e da stupire che nn alto cosi imporlanle c solenne quale sa- rebbe slalo L'accordo del i 2(14 non sia mai stato ricordato nei documenti posteriori, sebbene fosse l'uso di rammentare le precedenli franchigie , come si e scorto nei documenti che abbiamo pubblicali. II titnlo piu anlico che sia venulo a nostra cognizione , in cui il clero, la nobilta , ed i comuni si appresentino come operand eollettivaniente , e posteriore di piu di due secoli a quell' epoca , appartenendo al 1 483. lisso e una conferma dei privilegi del paese fatta dal duca Carlo 1. Non e men vero peraltro che documenti piu antichi s' incontrano che fanno menzione specilica della rapprescntanza di quel paese come e facile il convincersene scorrendo la coinpilazionc intilolata documens relatifs a I'/iisloirc da pays de Vaud des 1 2g3 a i^5o (a), al quale pure ri- inandiaino il lettore. Ma sc non prestiamo fede a lutti i particolari conlenuti uella nota del Quisard non dobbiamo luttavia disconoscere che in essa si racchiude qualcbe elemento positivo di verila. Cosi non di rado risalendo il corso (Idle tradizioni per giungeve alle loro fonti accade di dover purgare il poeo vero dalla molta mondiglia, e ricercare i principii di cui si sono esagerate le conseguenze. 11 conte Pietro allargo il SUO doininio ncl paese di Vaud , come s'e accennato; ci6 egli fece talvolta acquistando con danavo le ragioni (I) Qucsli slatuti porlano la formola generale it voluntatc et innsensu nobilium, iiiiwbilium comi- tate! Sabaudiae cl Burrjumliue. La parola Burgundiac si riferiscc al paese di Vaud come avverle I cruditissimo cav. Clbrario a pag. 118 del 2" volume della Storia della monarchia di Savoia. Ma ijuella formola gencrale sccondo che abbiaino osservato nella prima parle di <|iii'slu laggio HOD pub intendersi di una speeialc rappresentanza congrcgata in forma di Stali. (») Gcniie diecmbrc 1817 SAGGIO 9 I or. n ii |.| i . si i OPia dei |>iu possenti feudatarii , <> Blipnlando varie specie
  • n <>gni probabilha ripetere la istituzione degli Stati . la cni origine precise non e ronosciuia , ma che probabilmente pure avra preso forma apparente quando occorse di confermare le franchigie, di giurare la fedelta al principe. e ili concedere cavalcate e sussidii. Prima del regno del conte Pietro il governo del paese di Vaud era cosi poco concentrato da non lasciai supporre che \i fosse on ordiiiamento di Stati. Quanio all' influenza elie il soggiorno in [ngbitterra del conte Pietro abbia potuto avere sulle istituzioni pontiche del paese di Vaud e cosa pin che problematica come si e awertito Bella prima parte di questo saggio. Piacemi di qui riferirc una nota apposta dal signor Vnlliemin alia nuora edizione francesr ilella sloria della Svizzera del Midler. (( On a nomine les etats de \ and one constitution; la precision de » ce mot n'appartienl pas an moyen-agc : on a dil (pie Pierre avail >i appoiie d'Angleterre ce mode de liberie; aurail-il donne a I' Helve tie >i des institutions qu'il venait de combattre au-dcla des mers le crois » que les etats nacquirent par la force des choses; les Zoeringen s'etaienl ii aj)puye's sur les villes naissantes ; Pierre suivil leur politique et re- » eonnut les droits des cites aussi bien que ceux des gentils-hommes el » de l'Eglise , tons les faits, tons les pouvoirs exislanls. La convocation » des deputes peut s'etre otferte comme un moyen de gouverneraent » Charlemagne avail eu ses champs de mai i Pierre ful appele le petit » Charlemagne. II est probable toutefois que le souvenir de ce que Pierre » et ses gentils-hommes avaient vu en Anglclerre , s'offrit plus dune fbis » a leur pensee. » La quistione inlorno agli oficii ed alle competenze degli Stati di \ and non e menu eomplessa di qucllo elie sia slala dispulala: e^sa apre I adito a molte induzioni. I document! non sono ne oumerosi , ne espHciti so- prattutto per i primi tempi della domina/.ione di Savoia. Si ^a da lulli coloro che studiarono il medio r\<>, e noi I'abbiamo pin d una volta m>- tato, come in esso si confondessero oficii, astribuzioni, diritti, tutto in somma fuoriche I idea di alcuni suprenri principii. Non sarebbe guari possibile il definire eon precisione gli oggelti, di cui gli Siaii si occu- pavano ; essi prendevano ingerenza pin. o fteno estesa >u intti gli allari 3l)2 DBGL1 STAT] CKN'F.nAI.I che loro si appresentavano , secondo le circostanze. Conviene inoltre di- stinguere i tempi; cio che e vero pel xv o pel xvi secolo pote non es- serlo pel \m o pel xiv. Negli ultimi tempi, in cui il paese di Vaud obbedi ai principi di Savoia, gli Stati sembrano aver acquistato maggiore autorita nel tempo stesso che piu frequent] crano le loro adunanze. Le prerogative di qiieste rappresenlanze vennero distrutte piu tardi cola dai signori di Berna , come in Piemonte ed in Savoia da Emmanuele Filiberto. Ma vi si procedette con modi alquanto coperti e, starem per dire , insidiosi (i). Come abbiamo osservato rispetto alle altre congregazioni di Stati , questi di Vaud non erano sempre composti nello stesso modo ; talvolla i nobili ed i comuni si radunavano insieme senza il clero ; talvolta i deputati delle citta si radunavano soli. Awenne anche talora prima dell'invasione dell'eresia che le citta ed i nobili si occupassero in assenza del clero di quistioni ecclesiastiche , e che soprattutto invocassero parita di trattamento verso i cherici quando questi volevano schermirsi , anche all' appoggio delle censure , dal concorrere negli oneri comuni al paese (2). L' independenza degli Stati di Vaud da quelli di Savoia risulta dalla stessa separazione che esisteva tra i due paesi. Non era che in certe occasion'] piu solenni o piu gravi che gli Stati di Vaud, come quelli d'altri paesi annessi , mandavano loro deputati agli Stati generali di Savoia. La convocazione degli Stati facevasi o dal principe per mezzo del balio di Vaud, o dal consiglio della citta di Moudon , cui per tale oggetto po- tevano rivolgersi le altre citta , i comuni , ed i vassalli. La convocazione chiesla non poteva dilFerirsi oltre a tre mesi. II potere legislativo dividevasi tra il principe e gli Stati; le risoluzioni degli Stati dovevano essere approvate dal principe , il quale a sua volta sottoponeva i suoi decreti agli Stati, senza che peraltro siavi prova ch'egli non avesse diritto di persistere in quelli anche a fronte del dissenso degli (1) La miglior parte di questi giudizi venne in me avvalorata dai lumi e dai consigli dell'egregio signor professore Edoardo Secretan di Losanna , che nel condurre questo tralto del mio lavoro mi fu largo del suo sapere c della sua cortesia. (2) L'n documento assai curioso sopra qucsta materia , e contcnente certi particolari che merilanu qualchc studio si e qucllo segnato col u" 41 e pubblicato a pag. 75 della cilata raccolla Docujrmnts relatifs a Vhistoire clu pays de Vaud. SAGGIO STOEICO in r. m i.oplS lg . Slali. II certo si e che ogni decrcto del principe doveva coiitenere ri- servo delle I'ranchigie del paesc; ed ogni alto contrario ad esse si teneva per uullo. Spettava agli Stati il propoire doglienze per correzione d'aburi o per risarcimenlo di daimi patili da siuldili, nun die il promuovere tutlo che potesse conferirc alia prosperila del paese. Ne gli Stall , come gia ve- deimno, si rimanevano eslranei alle occorrenze piii inlime della I'ainiglia del principe pigliando ingerenza nel dare awiso sul malrimonio di quelle-, senza che peraltro risulli aver quell awiso avuto alfcra for/a che di mero consiglio. II menlovato Quisard nana ehe i casi di conditio di opinione Ira il principe e gli Slati venivano giudicati dalle general] assemblee di Savoia, chiamate all'uso antico parlamcutare francese les grands jours, e che se il principe non aderiva alia risoluzionc della gencrale asscmblea , ri- maucva ancora aperto 1' adito all' appello all imperatore come sopremo signore della baronia di Vaud. Tullo cpieslo peraltro abbisognei'ebbe d'essere provato con qualche specialiti di documenti. Quanto ai tributi , oltre ai cpiallro casi d' imposizione slraordinaria . cioe quando il principe era caduto prigioniero di gucrra , quando esso aveva perduto una parte dello Stalo , o quando riceveva I' ordine di ca- valleria , o epiando maritava sua figlia , v' erano i sussidii che gli Slati concedevano per le varie emergenze in via di grazia come si praticava nelle altrc congregazioni di Stati del dominio di Savoia, riservandosi quelle adunanze cosi la deterniinazione della quanlita , couie il modo di ripar- tizione del sussidio. La baronia di Vaud non era obbligata a concorrere nelle guerre dei principi di Savoia. La spedizione delle genii d'arme facevasi cola soltanln per otto giorni, ed il sei-vizio non se ne estendeva al di la delle dioceffl di Sion, di Ginevra, e di Losanna. Quelli che avevano preso parte ad una spedizione non potevano essere chiainali sotto If armi se non a capo di sei settimane, e se talvolta aweniva altrimenti , dichiaravasi che ci6 si faoeva per gratia speciale, senza esscivi tcnufi . e senza tratto di consegucuzd. Quale fosse la giurisdizione ui materia liligiosa che avessero i;li Slati di Vaud , e come la medesima si esercitasse non si discerne bcilmente per la storia ne per i documenti. Lo slorico del paese di Vaud dice ch' essi escrcilavano cognizione in grado d' appello ma non ne adduce le prove. Seme II. Tom. Ml 5- ,)()j DEGI.l STATl GENERAI.I Quando gli abitanli del pacse tli Vaud chiescro alia signoria di Berna In licenza di ridurre in iscritlo le consueludini dclla loro palria, richiesta che precede il coutumicr di Moudon , si allcgo che gli Stati avevano sino ad un certo pun to regolalo lc consuetudini del pacse , e cio non poteva eseguirsi per altra via che per quella dei giudicali. Forse allorche non v era adunanza di Slati ne faceva le veci la corlc del balio di Moudon , che , quando il paese fu conquislato dai Bernesi , conosceva delle appel- lazioni di tutlo il territorio , eccettuate le lili in cui avessero inleresse nobili hauderesi , e probabihnente anche le cause evocate per privilegio al consiglio di giuslizia di Sciamberi, od alia suprema generate Udienza. Vi ha traccia anche di appellazioni interposte allimperatore. J10ST4 Stati del ducalo d Aosta. Consiglio dei Commessi. La valle d' Aosta che confina col canlone del Vallese a tramonlana , col Canavese a mezzodi, co" monti del Novarese e del Biellese a levante, col Faucignj e colla Tarantasia a ponenle, fece parte sin dai tempi i piu remoti del dominio dei principi di Savoia. Sul Quire del xn secolo Tom- maso i conle di Savoia compiva in quella Valle un grande atto. « Consegno, » egli disse in un atto pubblico, consegno alia liberla (trado libertali) » la cilia d Aosta co' sobborghi ; cosicche non mai in appresso ne io, ne i) i miei succcssori faremo taglie od esazioni non consentile (invilas) (i). I) V.Considcrazioni slorichc intorno a Tommaso 1 conic di Savoia con aggiunlc di docnmrnli mediti , del conic Fcderigo Sclnpis pag. 29. SACGIO STORK. O 1)1 I. SM.mi- l| | ". Era dcssa piuitosio liberta finanziaria che politics, ma e ben noto come questa s'acconci facilmente con quella, anzi si pub dire che ne dipende, perche dappertatto si c veduto che dove e necessario il pubblico assenM alia riscossione ilel tribulo vi e tranrhigia di popolo. E Col lilxi <> \oto dell'imposta si congiunse ben presto in quel dncato il possente ohmento doll associazionc politica inerce della lega e IVaierniia ginrata dai rittadini d'Aosta con alcuni nobili ininori , censuari e ruslici del contudo al fine di sottrarsi alle prepotenze do' Yiseonti della cilia , e dei maggiori feu- datarii «l«*lle terre. La valle d'Aosta e tra le province piemonlesi quella che Berba mag- giori avan/.i de' tempi anlichi in nobilissime meinorie roinanc, e DtBggioi aspelto del medio evo in quelle caslella clie si veilono qua e la sparse per le sue alpestri campagne mirabili per variela di sito e di collura. I'iu segregata delle altre o meglio dalla uatura difesa contro uli assalti slranieri quella Valle conservo, piu lungamenle d'ogni altra , autorita di principato, autorita di franchigia ed autorita di Dome independente. Se le die singolar vanlo chiamandola valle d ' Aosta la pu/zel/a, perche dalle el a piii remote sino al i(;c)i essa non fu sottoposla ad alcun dominio straniero. Era USO di chi reggeva quella provincia solto i principi di Savoia, quando si rompeva la guerra nello stato di que principi , lo slipularr t rat tali di neutrality specialmente colla Francia, a mediazione singolarmenie degli S\i/.zeri e dei Vallesani cui premeva anche di liberarsi dai pcrirnli di una invasione di terre troppo loro vicine. Colali precauzioni non essendosi prese nell' anno summenlovalo , fu for/.a alia Valle il cedere , perdendo lonore del litolo intemcralo. Siccome non entra nel noslro divisamenlo lo csporre la storia dei singoli paesi che ebbero speciale rappresentanza nazionale, cos'i noi ei asterremo dall'entrare in piu minuli particolari in proposito, non scuza pero celare il desiderio che una penna eleganle ed erudita prenda a descrivere le ricende di que' popoli , e I'aspettO di que siti alti ad inleressar \i\ameute , e ail istruirc gli studiosi delle cose nostre. \ntichissinia e lorigine della congregazione che chiamavasi anche Con- siglio generate dei tre Stati del ducato d \osta. Senza arrestarsi alle forme special] ma guardando alia sostanza della oecessita del consenso del ire ordini negli atti piu essenziali del governo del paese . bastera che si citi I'atto delle franchigie , degli slatuli e de' regolamenli di giustizia del 24 d'agoslo del 1 253 che il prmcipe Tommaso di Savoia conic di Fiandra 3o6 dec.i.i STATl i;i'.m:i\.\[.i eonccdette , il quale vien chiuso colle scgucnti formolc: et specialiter voleiitibus et expresse conscniientibus dominus Pctrus Augustensis cpiscopus, Petrus praepositus, atque canonici et capituium dictae ecclesiae cum toto clero ipsius, execp/is qitibusdam capitulis in quibus apponitur poena sanguinis, in tniiins nokterunt consentire propter irregularitatem , nee etiam eis eontratli.verunt Gotto/'redus et fratres sui, Aymo vicecomes et Boso , Ajrmo dominus de Nitus, Bermondus Philippus Montis Ioveti, Henrwus et Oddoninus de Verretio, f nitres, Domini de Arnaut, Petrus, J u/liencus, Morisellus, I'alliermus Pontis Sancti Martini, dominus Iacobus de I al- lesia et Arnucius nepos eius , Aymo Petrus et Hugo de Sario fratres, Iacobus de Sarro, Iacobus de Rocha, Bonijacius de Villa vicedominus, et Iacobus /rater suns, Petrus de Graschano, et quamplures alii nobiles I a His Augustae cum clero et populo totius cwitatis consenlientibns et liiiulantibtts supra dicta (1). Nella forma pin regolare acquistata di poi la congrcgazione dei trc Stati del ducato si componcva del clero, della nobilta e del popolo. La convocazione si faceva per lettera circolare indirilta al vescovo d'Aosta come capo del clero, ed a lutti i vassalli e genliluomini aventi feudi giurisdizionali con esercizio di giuslizia , nella qual Icltera s'accen- nava il fatto principale per cui occorreva radunarsi con invito di recarsi il giorno deputato all'assemblea. Spedivasi ugualmente un ordine a tutti i comuni immediali e subordinate del ducato di mandarvi loro sindaci o procurator! muniti di procui'a speciale da consegnarsi al segrctario degli Stati. Ne' tempi piu anlichi non risulla che fosse necessario ordine espresso del principe per raunare gli Stati , bastando che essi si tenessero alia prcsenza dei govcrnatori , de' balii , de' luogolenenti nel governo , o d'altro personaggio qualificato che piacesse al principe di deputare a quell'uficio. Da Emmanuele Filiberto in poi si ricerco sempre che il sovrano desse speciale licenza per la convocazione. (t) Questo rlocumento sta consegnato in un ms. esislcntc nella biblioteca delta IV Accademia dclle Scici)7e di Torino inlilolato Itccuvil contenant dissertation /listuriquc 01 ncograp/iiijuc sur la valine U duclic d' ' Aosle etc. etc.; erudita compilazionc del nobile G. B. Dc Tillier de' signori pari c Begre- tario degli Stati d' Aosla colla data dell' anno 1738 , ed opera clic fu di grandc ulilila all' auloie del presentc saggio. SACGIO STORK. O Ul F. Sf.l.OPIS 3(1- Quando si tratlava di ailari concernenti lulto lo slalo in gcnerale , tutti i corpi ecclesiastici del ducato inandavaiio i loro deputati all 'asscin- blea , non esclusi nenmieno i regolari quando possedevano in proprio beni tcmporali , e v'intcncnivano pore i paroei. II vescovo , o vacando la sede il superiore ecclcsiastico clie ne leneva lc v< •< i . Btava a capo del clero. Qnando poi lc ddibcrazioni degli Stali non avevaao tratto che a concessione di donativi , a cose di guerra, od a Bowenaoni chieste dal principe , o da' bisogni della provincia , il clero siccomc immune da tassa non intcrveniva che in persona del vcscovo, riservandosi tabolta di porgere il suo donalivo a parte per soccorrere alle necessitii del paese. In un memoriale dell' 1 1 di maggio [5g6 il clero d Aosta olferi al principe 1 3oo scudi d' oro per essere posto sotto la protezione del medesimo in proposito di una dimanda di decime che venivagli intimata per parte della curia romana. II sccondo degli ordini era quello della nobilta , composto de vassalli bandercsi c feudatarii aventi giurisdizione , fossero essi ecclesiastici o se- colari. Facevano corpo coll' ordine della nobilta i due sindaci della cilia e del borgo d'Aosta con alcuni gentiluomini ed alcuni laureali, e causidici di maggior importanza , che essendo del consiglio dei coinmessi , di cui si parlerii in seguito , s' annoveravano bra i nobili benche propriamente appartencssero al lerzo Stato. II tcrz' ordine era composto dagli ufiziali di giustizia , sindaci <> pro- curator! deputati dai mandamenti e da' comuni di tutto il paese cosi immediati come mediati. Non altrimenti da cniello che avvenne nelle altre contrade il popolo d'Aosta non ebbe seggio nella rappresentanza nazionale die per la ne- cessity che vi era di richiedcre da csso, che sopportava solo la massima parte dci carichi , il consentimento alle nuove imposte. Le delibei azioni del terzo Stato non si facevano per via di suffragio individual come nei due altri , ma in forma cumulativa tra i membri di esso. Dapprima i balii nelle tcrre demaniali ed i feudatarii o loro castellani ne' rispetlivi distretti riscuotevano direltamcnte cotesti tributi. Ma siccome le riscossioni non si eseguivano dirctlainente ed il popolo ne mormorava lugnandosi di non poter aver il conto di quello che si era pagato . si istituirono tesoricri del danaro pubblico, cui si dava obbGgO di renderne strelto conto agli auditori che venivano eletti dai deputati dei comuni in piena assemblea generale. ,>,|N DEGI-I STATI CKNKKALI Le rcgole di precedenza cui pretcndevano il clero, lu nobilla, ed i sindaci della citta e borgo d'Aosta non che i membri del consiglio dei commessi fornivano sogs;etto a mille contestazioni. Chi invocava preeminenza di feiido, chi tilolo di dignilii , chi ragione di privilegio. Erano per lo piu dispute ridicole prese sul serio, e non mai definitivainente decise. Per troncarle quando ollremodo si prolungavano , riinetlevasi il caso alia decisione del principe, il quale non affrettandosi a nianifestai'la, si dava luogo a nuovi richiami ad ogni successiva convocazione. Raccontansi usi singolari di quelle adunanze , fra gli altri qucllo che cssendo contestalo il diritto del primo seggio nell' ordine dei nobili tra le due faniiglie principalissime di Vallesa , e di Challant , per modo di transazione si praticava che chi delluna o dell'allra di tali faniiglie giun- geva il primo, prendesse il primo seggio, e l'altro che veniva dopo avesse il diritto di sederglisi sulle ginocchia. L' ingerenza degli Stati d' Aosta nelle cose politiche fu assai rilevanle massime nel secolo xvi quando per essi , come dicemmo , si stipularono i rail. ui di neutralita con Francesco i re di Francia il i° marzo 1 538 ed il it) settembre 1 54a , e con Enrico n di lui successore il 29 gen- naio i552, il i5 marzo 1 554 e(l d a3 dicembre i556 (1). Quegli Slali diedero altresi illuslri prove della loro inviolabile fermezza nella religione cattolica e della loro fedelti al sovrano quando nelTadu- nanza tenuta nel febbraio del i536 fecero opera energica per impedire la diilusione dell'eresia di Calvino; e Calvino medesimo, che s'era intro- dotto furtivamente nella Valle onde spandere sue false doltrine , e pro- curare che gli abitanti della Yalle, rotta la fede al principe, si congiun- gessero in ordinamento politico co' canloni prolestanti della Svizzera , fu costretto a fuggire precipitosamenle. Le vecchie memorie fanno fede che nei tempi piu antichi i varii ordini di quegli Stati gareggiavano nel dar prova di affelto al paese col con- tribute d' opera e di danaro ne' comuni bisogni. Ma siccome la storia debbe essere giusta dispensiera di lode e di biasimo secondo i meriti degli uomini , cosi e d'uopo che si i-icordino i tristi atti degli ordini (1) II lodato Dc Tillicr informnlissimo dcllc cose di quel ducato ne assicara che gli originali di que' tratlali esislcvano sul principio del secolo scorso negli arcliivi degli Stall iusieine con varie lellerc dcll'imperalor Carlo V, e de're di Francia, di Spagna e d'Ingliiltcrra che promosscro quegli accordi noo ctic de' lnro princlpali nunislri SACCIO STOA1CO HI I. BCLOPU ?H)i) privdegiati d Aosta in una conginntura gravisshna per lc popolazioni di quel ducato. Trascrivero le parole die si leggono nel citato manoscritto del De Tillier scrittore secondo che ne pare non panto guafito dal \i/.io di parzialita. Dans ces i/ernirrs temps (egli seme (i)) qu'un ememi vain- queur qui sur la fm de juin de Van 1691 menafait de sacrifier tout le pays par le pillage et lejeu, et qui se preparait (Ten venb" a In /nneste execution si on tie payait dans un brief delay nne contribution exceuwe quil dcmandait , ef que les biens de t Eglise et de la noblesse netaient pas moins en danger dans una si triste conjoncture que ceux dupeuple, ces deux Etats dont le premier etait alors beaucop plus a son (file que datis ces temps plus recule's, concoururent bien par lews voeux et leurs suffrages it la contention qii on Jut force dejdire pour cette contribution , et par quelques vases dargenterie de £ Eglise , somme de deniers, meubles preciettx , denrees et autrcs effets, au payement qui se jit comptant , et donnerent me'me des ostages de leur Etat,pour le supplement de ce qui avait etc promis ; metis des qu'ils virent eel ennemi avoir repasse les monts et les ostages e'ehappes de lew detention, et quit 'Jut question de reslituer ce qui avait e'te emprunle , bien loin de s'etre cotise's eux me'mes pour le contingent de cette de'pense , ou tout au moins a y contribuer par (juclque don gratuit , comme Us jaisaient anciennemejit , leurs personnes et leurs biens anciens netant pas sounds a ces sorles d impositions , ou settlement d 'avoir voulu payer les vacations tics ostages de leur Etat . Us ont au contraire eu la durete de se Jaire payer ou passer obligation de toutes leurs avarices, de la plus part des quelles Us exigent encore it present ( cioe nel 1738 cjuasi cinquant'anni dopo ! ) les inlere'ts, sans aucun scrupulc , nay ant pas e'te possible de leur faire entendre raison quelque instance it I amiable qui leur ait e'te' faite ; et la chose est du depuis toujours reste'e sans decision. Ho voluto riferire in disleso queslo trallo nella lingua istessa in cui fu scritto , ondc non si potesse menomamcnlc dubitare della federal del racconto. Un cosi triste esempio non pu6 essere coperto dal silenzio, ma debbe anzi servire d'avviso che le tarde rivelazioni non mancano ad eser- citare oficii di censura sugli alti riprovevoli di cbi traeva dall'abuso del suo potere i mezzi di fallire impunementc , e d'impedire aurora che -1 muovessero eflicaci qucrele del fallo. (1) A pag. 331 del ras suomieulovalo ^00 DEGLI STATI GENERAL! Oh re alia grande istiluzione degli Stati eravi ab antico nel ducato d'Aosta mi'altra forma meno solenne ma piu opcrosa di pubblica rappresentanza. Un consiglio coinposto di cittadini e borghesi d'Aosta e di alcuni gen- tiluomini e feudalarii delle terrc vicine dirigevano moltissimi ailari; il loro operare era spcdito, ed il popolo della provincia s'arrendeva ad eseguire cio che da loro veniva stabililo. Sid principio del secolo xvi si comincio a deslinarc nel seno dell'assemblea degli Stali alcuni deputati che inter- venissero in cpiel consiglio dei cittadini e borghesi della citta d'Aosta, e li chiamarono commessi ; i comuni ne eleggevano in maggiore o minor numero per ciasciui mandamento. Le deliberazioni di questo consiglio si registravano insieme con quelle degli Stati del ducato , essendovi per quelio e per questi un sol segretario. Ma nell'anno i536 essendosi moltiplicate le occorrenze per cui gli Stati dovcvansi radunare , poiche trattavasi di mantenere la purita della fede cattolica, e la sovranita dei principi di Savoia, lieramente minacciate 1'una e l'altra, come si disse, dai Calvinisti, si moltiplicavano anche le tornate degli Stati medesimi. E quel doversi congregare ripetutamente alcune volte noceva alia risoluzione degli alfari che ricercavano una prontissima spedizionc , e quasi sempre porlava incomodo e spesa ai componenti la con«regazione. Si stabili pertanto che un consiglio ristretto rappresente- rebbe nel piu de'casi l'assemblea degli Stati, usandone l'autorita. La prima creazione di que' consiglieri si fece dalla congregazione degli Stati raccolta nella chiesa di s. Francesco della cilia d'Aosta il 7 marzo di quell'anno 1 536. La citta ed il borgo d'Aosta produssero l'elenco de'maggiori loro cittadini, diviso per contrade o quartieri , e lo stesso si fece per tutti gli altri distretti e comuni ; tra quesli tutti si elessero i membri del consiglio in quantita assai grande dapprima per soddisfare a molte esigenze ; erano piu di sessanla , ma poco stante vennero via via riducendosi senza che se ne stabilisse ad un tratto un numero determinato. Questi consiglieri ricevetlero dagli Stati l'autorita necessaria per adempiere il loro oficio , in compagnia de' maggiori vassalli sotto la prcsidenza del balio ovvero luogotenente , e diedero il loro giuramento di servire fedehnente e con segretezza. II duca Carlo 111 approve lelezione. Questi consiglieri nei primi tempi prendevano il titolo di Deputati pro regendis bene agibilibus Indus patriae. Si aveva cura nella scelta che fossero sufncientemcnlc rapprcsenlati i Ire Ordini: nellassemblea ge- nerate degli Stati tenutasi il 4 gennaio 1 555 , il numero dei consiglieri SAGGIO STOMCO 1)1 P. HXOFI8 jo I medesirni venne poi Btabilito in venticinque , e posteriormente ancora ridotto a soli veuliqualtro , e si ordino ad un tempo che nel consiglio mcdesimo si distinguesse la liallazione degli allari pai lieolari della citta e del borgo da quolla degli allari general] del durato; che per tjuesli ultimi v'avesse un registro di dclibcrazioni a parte tenuto da an segretario di Stato. Egli e da questo ordinamento che il Gonsiglio tlei Commessi ritrasse la qualita di collegio distinto ed independente, e come tale iu riconosciulo ed approvato dal sovrano, particolannente con lellere palenti dal duca Emmanuele Filiberto del 18 gcnnaio 1570, e dal duca Carlo Emmanuele 1 nella risposta t'atla al 5° articolo del memorials a cap] stato a lui pre- sentalo dall'adunanza degli Stati d'Aosla il 2.') febbraio t6ao. La somma degli allari ordinarii si ristrinse pertanto nel consiglio dei comtnessi, e gli Stati , o consiglio generate che dir si voglia, non si rac- colsero piu che a lunghi inlervalli e per allari della maggiore rilevanza, come per la concessione di sussidii slraordinarii al sovrano , I' elezione de coinponenli il consiglio dei commessi non che dc" inaggiori uliziali d'essi Stati, quali erano l'avvocato od il procuratore generate, il segretario , i tesorieri del pubblico danaro , gli audit ori dei conti, i liquidatori dei conti particolari , i medici e chirurghi slipendiati , il capitano guardiano dei passi , ed akri, ileui oficio non era stabile se non veniva confermato dagli Stati. La forma del voto per il sussidio negli Stati generali era questa; davasi a maggioranza di sull'ragi dai due primi ordini , il clero e la nobilta , il segretario raccoglieva i sull'ragi , e ne proclamava immediatamente il ri- sultato ; il terzo Stato non aveva sede in quel conscsso, ma chiedeva de- putati dall'assemblea per essere udito circa la possibility 0 1 impossibility di sopperire ai carichi che verrebbero imposli al jiopolo per il dono eon- ceduto. Se le opinion] del terzo Stato che si raccoglievano cumulati\:i- inente non s' accordavano colla maggioranza dei voli degli altri ordini, i deputati da questi mandati a conferire col tei-zo dovevano riferirne inio- vamente ai due altri, e si ripigliaTa la deliberazione. Ma come si e dello il principalissimo agente delle Granchigie del pa6M fu il consiglio dei commessi, il quale esereilaudo 1 BBOJ mnlteplici ufiei senza interruzione era il vero rappcesentante del dmato, e tenera antorita rispettatisshna siccome quella che non riconosceva Buperiore altro che il principe , alia cui persona si devoWevano le appellazinni dalle deeisioni del consiglio suddetto sia per le mateitt politiche ed economebe, sia auehe per quelle miste di giudiaiario, giacche anche di shnil genere tneuaapeUnaa, Sekib 11. Toh. Ml 5' j,ii DEGL1 STATI C.ENF.IUI.l ipiando si trattava di quistioni di buon governo, era il medesimo fornito. Cost pure quel consiglio provvedeva in cio che loccava alle ini/izic di c[iicl ducato, e sopra l'ordinc delle finanze e delle gabellc , ed in parti- rolare sullo seomparlimento della imposla. La presidenza al consiglio generate come a quello dei commessi spettava al govcrnatore del ducato deputalo dal principe, od a chi ne faceva le veci. (iiuiavano quesli di serbar le fianchigie, le consuetudini e gli usi del paese, e non avevano voto nella dclibcrazione. Tuttoche neU'origine i componenti il consiglio de' commessi fossero tutti eletti dalT assembles degli Slati , coll'andai' del tempo si muto in parte qucll'iiso, e furono nel consiglio ammessi senza clezionc il vcscovo della diocesi, i due sindaci della cilia e del borgo d'Aosta, ed i capi delle quatlro principali famiglie del ducato quali erano quelle di Challant, di Vallcsa, di Pont S'-Maitin, e di Nus. Anticamente i commessi non godevano d'altro emolumento della loro '■arica fuoriche d' essere immnni da taglia nei loro beni , c di riceverr i litolo di regalia dal sovrano cento libbre di sale ogni anno; nei tempi piu reccnti si diede a ciascun di loro, come dirilto di presenza quando intervenivano nel consiglio, un ducatone di camera. La condizione speciale della valle d'Aosta, e la cura con che il popolo di essa s' atteneva alle sue vecchie istituzioni ne fecero man ten ere l'uso piu lungamente d'ogni aUra franchigia piemontese , e quello stesso Em- manuel Filiberto che dimetteva l'usanza degli Stati generali, confermava lesistenza degli Stati d'Aosta e del consiglio de' commessi. I sovrani anche dopo di lui al loro avvenimento al trono giuravano di osservare le fran- chigie del ducato. II primo a dispensarsi da quell' uso fu il re Carlo Kmmanuele in, e come avverte il De Tillier cio ebbe luogo par les artifices quon a trowe le secret de faire naitre en inspirant a ce prince tout rempli de cle'mence, qu'il ne convenait pas a la dignite rojale de s'abaisser jiisqua ce point envers des sujets , comme si la religion d'un serment cut pa dormer quelque obscurcissement a sa gloire ! Non omise peraltro lo stesso re di mantencre quanlo si era ab antico praticato in qucsta parte sccondo die si scorge dalle risposte ai memoriali a capi che a nome degli Stati d'Aosta gli si rasscgnarono nel 1730, e nel 1736. E cosi si man- lennero (jiielle islituzioni sino al fine del secolo win , e non furono in massima abbandonate che dopo la restaurazione av^enuta sul principio di questo secolo. sai;uiu STORICO 1)1 I . si i (Ml > Udienzc generali, ovvero assise dAasta 4u.) Corte delle cognizivni. Sebbeue non sia nostro proposito il Jiscorrcre degli ordini giudiziani crediaino nondiineno uldc il far ceimo di una forma di giudizii die en propria del ducalo d'Aosta, e si connclteva colle isliliizioni poliliclie di quel paese inenlre slabiliva un magistralo ereditario, ed un rito giuridico tulto proprio della contrada. Da' tempi i pin rcinoti era invalso l'uso di tenere nella valle d'Aosta le assise ovvero udieuze generali , nelle quali si decidevano le liti di maggioi monicnto, e si promulgavano gli ordinamenti per l'esecuzione delle leggi. Queslo tribunale componevasi del sovrano, del cancelliere di Savoia , de membri del consiglio residente col principe dei pari, degl'impari o non pari , e dei consuetudinarii del ducato. La piu antica nolizia che riinanga per atti in iscritto delle udieuze generali d'Aosta c quella della sessione tenuta dal conte Aiinone nel marzo del 1 3 3 7 , di che ora si pubblica il documento, nia si puo credere che lusaiiza di (juei giudizii csistesse fin dal secolo precedent e, e forse rifialisse alle consucludini del regno di Borgogna. I pari erano i nobili, banderesi od anche semplici genliluommi, delle prime famiglie del ducalo , che rilenevano la qualila di pari come leudo maschile, a cui di regola le femmine , tuttoche della stessa loro stirpr . non polevano succederc. La dignita rispondeva a quella dei veri pari della curia , ovvero giudici collaterali del principe nell'esercizio della piu ek-vata podesta giuridica. A quesla istituzione atlinta probabilmenle alle usanze. francesi Lrorasi in tutto punto applicabile quanto insegnava il D' Aguesseau : le terme de pairs dans sa signification natuvelle nest pas different de reliii ,/Y..u le nie'me terme consule're dans ses effcts marque In quolUd de juge (1) Premiere icijuetc sur la noUMMI i/u comte de Soiuont — OEuerct comptelei lorn \l . fOf. I4( jo i nif.l.i STATI GENERAL] Quaiulo si estinguevano famiglie di pari , il principe surrogava altrc in tal dignita chc avessero feudi in quella valle , c fossero congiunte colic finniplin di antichi pari. L'ordine dcgl'iinpari , ovvcro non pari si componeva d'alcuni vassalli banderesi o semplici gentiluomini c di dollori o licenziati in legge fregiati di sillallo privilcgio , ina solo durante la loro vita. Gl' imparl scdcvano nelle adienze generali un grado sotlo ai pari. II tcrz' online detlo de' savi e prudenti consuetudinarii comprendeva i castellaui . i causidici ed altri nomini addetli alia pralica forense, probi , e versati nelle materie legali singolarmente in cio die concerneva alle consueludini del paese; la sede di esso era al dissotto dcgli impari. I prinefpi di Savoia dovevano convocar lc adunanze generali una volta ogni selte anni , cos! prcscrivevano le usanze augustane. II baho dclla Valle qualtro mesi prima nc bandiva la tornata. La sessione non si estendeva oltre lo spazio di un mese. Per lo piu il principe venendo di Savoia in Aosta valicava il nionlc chiamato il piccolo s. Bernardo, e giunto sullestremo confine della Valle mandava per due suoi baroni l'ordine a tulli i vassalli del ducato clie gli consegnassero le loro castella, che erano losto occupate dalle genti del principe. L'occupazione non si prolungava al di la del tenninc della sessione; era una prccauzione e un omaggio. Al suo entrare in citta il principe era incontrato dai vassalli, e dal vescovo col clero alia porta di s. Genisio. La comiliva sawiava immediatamente alia chiesa cattediale. Cola giunto, in presenza dell'Ostia consacrata, il prin- cipe a cio richiesto da tutti gli ordini della Valle , poneva le mani sul- I'altare e giurava di sostenere e difendere i beni della chiesa, del clero, degli orfani , dei pupilli c delle vedove; di conservare illesi al ducato i suoi privilegii , le sue leggi , le sue consueludini ed ogni franchigia che fosse legittimamente acquistata. L'indomani le udienze erano aperte. In una vasta sala del palazzo del vescovo posla a terreno erano disposli undici sedili di legno ; quello del sovrano non aveva ornamento di sorla, solo s'alzava sopra un gradino. Cominciava la sessione colla chiauiala dei vassalli banderesi, pari e con- suetudinarii ondc venisscro a dar giuramento tra lc mani del cancelliere. Poscia tutti i possessor! di titoli, di beni, o di rendile feudali prestavnno I'omagsio e soddis&cevano ai caricbi dipendenti da quelli. Chi non adem- jiiva quel dovere fra otto giorni dopo esservi citato pcrdeva i suoi dirilli. I vassalli e gentiluomini giuravano tutti fedclui ligia al sovrano; si con- SACG10 STORICO HI i. BGLOPI8 40-"' fermavano gli slatuti general] piu important! pes la \alle; in fine si am- ministrava la giusli/.ia. Davanti al prinoipe si tratlavano Ic cause rriminali e Ifl lausc civili di maggior rilevanza. Le altre di minor conseguenza levatesi bra pari r gentiluomini si vcntilavano nella casa dell'arcidiacono davanti ad uti milite e ad mi dottore di leggi a cib specialmente deputato. II rito giudiziario in questi gindizii procedeva molto gpedito, ed i giudici ansifentto atteoe- vansi alia vcrita del falto. Siccome le assise generali non si lenevano che a lunghi intervalli , il tribunale che ne teneva luogo nei tempi ordinarii, c conosceva delle cause maggiori era quello detlo delle cognizioni (i). Esse- non a\cva sede stabile ma si adiuiava frequentemente e sempre in luogo dove il popolo potesse enlrare. II numero dei giudici della corte delle cognizioni non fu mai strcttamenle limitato; i pari che avessero compito il diciannovesimo anno potevano fame parte ; vintervenivano pure i non pari ed i consuetudinarii quando avevano dalo giurameuto, ed erano stati ricevuti nella corte. Nelle cause criminali, secondo gli usi piu antichi, non si poteva dare sentenza se non erano intervenuti nel giudizio diciolto giudici , cioe tre pari , sei non pari e nove consuetudinarii ; le voci si raccoglievano per classe , onde in tre si divideva la corte. Quando si compilarono le con- suetudini generali tale uso fu mutato, e si ordino che le sentenze sarebbero pronunciate a maggioranza di voci individuali. Per le sentenze di maggior riguardo si dava appello dapprima alle udienze generali od al consiglio residente col principe, di poi ai consigli di Sciamber'i e di Torino. Col regno di Emmanuele Filiberto ebbero fine le udienze generali d'Aosta. II documento che segue chiarira la materia csponendo usi che gia erano antichi nella prima meta del secolo xiv. (I) Cour, o laWoIla Conscil del connaissanctj. ^oG nv.i.u si vn (;i.m:uai.i (1) Anno a nativilate domini millcsimo tercentesimo xxx" septimo indicioue quinta tlie lovis vicesima mensis Marlii. In civilale augustensi videlicet in aula superiori ilomtis episcopalis anle ccclcsiam calhedralem (nil prima die qua iliustris vir dominus Aymo comes Sabaudiae tcnuit ibidem sedem suani pro iure reddendo et faciendo secundum coiisuetuilinem Vallis Augustae. Et ibidem comparucrunt , assistente domino, nobiles pares terrae qui infenus continentur videlicet Guillel- mus de Quarto aichidiaconus auguslensis, domini Pelrus de Challant canonicus Luedunensis, Bonifacius de Challant curatus de Verres, Eballus de Challant con- dominus de Fenix miles, laquenietus de (Jhallanl , Iaqucminus de Quarto, domi- nus Ardicio do Valeria , lohannes dc Valesia , Dominicus dc Valeysia , Franciscus de Sanclo Martino , Aymonetus de Challant , dominus Rodulpbus de Verrecis , Golhoffredus condominus de Cly, et plures alii pares et impares Vallis Augustae, Lam nobiles quam burgenscs et innobilcs patriae. Praesenlibus reverendo in (.bristo patre domino Nicolao Dei gratia episcopo augustensi, illustri viro domino Amedeo Comite Gebennesii, viris nobilibus domino Hugone domino de Gayo , dominis Rodulpbo de Blonay domino sancti Pauli , Antonio de Claromonte domino Bastiae in Albaneysio , Pelro Marescalci , Petro de Compesio , Humberto de Sabaudia baslardo, Guillelmo de Castellione, militibus; dominis, Guicbardo Tavelli, Petro Bene , Ravmondo de Solerio, Denisio de Thora iurisperitis consiliariis dicti do- mini comitis. Praedictus dominus comes dici fecit publice per dominum Guillel- nium de Castellione militem et consiliarium dicti domini comitis , quod omnes et singuli nobiles, pares vel not) pares et alii quicumque sint debentes homagia, placita, recepta, vel alia quaecumque usagia in adventu vel ante adventum ipsius domini comitis vel feudum tenentes ab ipso domino comite , praedicta homagia faciant , placita , recepta , et usagia alia solvant eidem domino comili et feudum recognoscanl infra octo dies post edictum quod dominus continue subsequetur. Et boc sub poena et banno quibus contumaces arctari poterunt et debebunt tam de iure quam de consueludine Vallis Augustae. Et est sciendum quod ibidem recogiiiluni I'uit concordiler per dictos pares quod quam cito castra , domos fortes ipsorum et aliorum parium Vallis reddere sunt (sic) eidem domino comiti; prae- dicti pares omnes et singuli comparere debent coram domino comite et eidem colidie assislere quamdiu idem dominus comes tenet in Valle praedicta sedem suani secundum consuctudinem Vallis Augustae pro iure reddendo, et pro ipsa redditione eastrorum babetur et censetur pro cilatione perentoria parium prae- dictorum secundum consueludinem eandem. Item eodem modo recognitum fuit ibidem concorditer per pares praedictos quod omnes nobiles praedicli quotquot sunt de genere parium dictae terrae, sunt et esse debent homines ligii domini comitis, nee possunt vel debent alicui alteri de mundo bomagium facere nisi salvo et excepto prius el pocius homagio et fidelitate do- mini comitis supradicli. Item recognitum fuit ibidem per pares praedictos consuctudinem esse in Valle praedicta Augustae quod si aliquis vassallus infrascriptus sibi praefixum et de- nuntiatum per dominum suum non fecit homagium domino suo debitum et non recognoverit feudum quod tenet a domino suo, poena huius est amissio feudi domino suo aperti et commissi. Item recognitum fuit concorditer per pares praedictos ibidem et eodem modo quod duabus partibus liliganlibus coram dicto domino comite sedem tencnte pars quaelibet si voluerit potest petere a domino comite consilium sibi dari, ct si ilia pars petens iuravcrit se non posse aliquem pro cons'dio invenire tunc dominus comes debet eidem petenti de consilio providerc ilium vel illos , quern vel quos buiusmodi petens consilium voluerit nominare, nisi ipsi petili possint de iustis (t) lull An l,i vi. i di Cortr SAGGIO violin i) in i. SCLOPIS /jo- rxcusationibus cxcusari ; cl debet el tcnctur diclus pctcns, dalo vcl dalis sibi |iro coBsilio satisfacere de labore el patrocinio suo tumplibtu ehudem petenti*. Hem anno quo supra , die sabali , vircsima sec inula incnsis Marcii recognituni fuit modo quo supra quod per consuctudiiicm \ allis Auguslao approbalam nulla iiiii Her succcdcre debcal in fcudis quibuscumquc et quamquam inulicrcs sinl de nobilibus paribus lerrae , tauten privilcgio pariiiin gauderc non debent. liem dicta die , loco ct eodem modo recognituni fuit quod omoea poenae . . appositae per lolani diclani Vallem debent domino coniili applicari. si per aliqucm fucrii conlraventum , et larsus super boc conqueralnr. Item eodem modo recegnitum fuit quod in aaventu domini comitis in dicta Valle omncs capti ratione guerrae sive bostagiamcnli proinde dati debent eiilcm do- mino coiuiti per qucmcumque detemptorem libere expediri, ct dominus comes potest de ipsis suam faccre voluntatem. Item die vicesima sexta dicli mensis, praescnlibus quibus supra, dicti pares et consucludinarii Vallis Augustac dixcrunt cl cognoverunt concorditer quod per consuetudincm dictae Vallis illi qui prius suam pctilioiicni porrigil illi prae cac- teris ct prius est responsio facienda super pelitione praedicla. Item eodem modo cognitum fuit ut supra quod quamquam litigclur inter pares vel imparcs Vallis Augustae super aliquibus factum domini comitis vcl alitor ins ipsius domini comitis tangentibus quoquomodo si ante litis contcslationcm de iure domini protestctur exinde per aliqua quae proccdunl ex lite ipsa ius domini comitis non vcl laeditur, sed salvum remanet per consuetudincm praedictam. Item quod in omnibus causis dominus potest eonlinuare dietas ct assignalioncs cum consensu vcl sine consensu pallium, el absque ipsarum praeiudicio, exceptis diebus assignatis ad rationem reddendam quas continuare non potest nisi partium intervenientc consensu ; verumtamen potest prorogare et eonlinuare pro consilio babendo si velis cum paribus, consuetudinariis et iuristis. De quibus requisilionibus sic factis et aliis omnibus supradiclis diclus dominus cancellarius nomine domini comilis antedicti rcquisivit fieri publicum inslrumen- tum ad opus dicti domini nostri comilis et suorum per me lobannem Bolav no- tarium infrascriplum. Actum in magna aula domus episcopalis augustensis; prae- scntibus Petro Amblardi, Aymaro de Grolca, Pclro Bonnivardi, Petro de Genoz. Petro de Jolens et Francisco Servagii Domicellis, tcstibus ad praedicta vocatis et rogatis Contea di Nizza. Abbiamo detto nella prima parte del noslro saggio die la contea di Nizza prima che vetiisse nel ilominio de' principi di Savoia mandava alcuni de- putati agli Stati generali di Provenza , ma che dopO I unione di eSBB ■ quel dominio non si trovava indicazione specialo di rappresentanti Nizz.udi tuttoche dagli Slati nostri generali siensi falte provvisioni nelle qiiali si racchiudeva menz.ione specifica degli abilanti di quella contrada come t;ij s'e vedulo nei docurnenli preccdentemente riferili. 4oft DBGI.l STATI GENKnAI.I lu aggiunta conviene che si dica essere talvolta occorso che per avernc an sussidio speciale si radunassero gli Stati parlicolari del paese di Nizza e delle terre adiacenti, i quali probabilmente si tenevano nel modo il piu sommario. II seguente documento estralto dal protocollo Vulliet che esiste negli Archivi Camcrali ( n° 16G fol. 2a5 ) , e di cui vado debitore aU'esimia genlilezza del signor Vincenzo Baralis sostituto archivista Camerale, porra in miglior luce quanto s'e detto. 1318 Nyciae — 16 novembris Commissio Magnifico domino Ludovico de Bellegarda domino Montagniaci et spectabili domino laffi'edo Passerii ad convocandum tres Status patriae Nyciae. Karolus dux Sabaudiae etc. Spectabilibus benedilectis fidelibus consdliariis el cambellano nostris Ludouico de Bellegarda domino Montagniaci gubernatori Nyciae ac domino Iaflredo Passerii iuris ulriusque doctori ac aduocato nostro fiscali ge- nerali salutem. Cum pro nonnullis arduis negociis nostris nunc nobis occurren- libus vos aduocatum a>l ciuitatem ct patriam ipsam Nyciae ennensi Glaudio de Ballevsonis barone sancti German! Gabriclu de Laude praeside patrimoniali Franeisco Prouana luhaune de Lucerna Hiei'onimo de Agaciis Ludouico de Galleratc fluanciarum Sabaudiae gencrali tbcsaurario Reddantur Kcterae portitori. Vulliet. DOCUMENT! SPECIALI. II primo di questi documenti c il prolocollo di un consiglio tenutosi da Amedco vin ncll'agosto del 1 4 29 , e si riferisce ad allari originati dalle vicende del regno agitatissimo di Carlo vn in Francia. II secondo espone la deputazione fatta dal duca Lodovico della persona di un suo figliuolo per assistere e presiedere alia congregazione degli Siaii di Savoia, e si congiunge colle istruzioni che in simili occorrenzc solevano darsi ai piu fidali consiglieri del sovrano. II terzo conliene una dichiarazione di ralifica che gli Stati avevano data ad mi trattato concliiuso tra la duchessa reggente e Lodovico Maria Sforza. II quarto, che ha forma d istruzione, ha Iratto allallarc Dufour, di coi si e parlato ; ailare che menu gran romore, e pose in non lieri angiistie il duca Carlo m. Nell archivio di corte si conservano gli atti verbal] delle confcrenze tenute per comporre quella vertenza a mediazione del nunzio pontificio Alessandro Gabbionetla canonico di Maulova , e di Claudio di Seyssel amministratorc della chiesa di Lodi invialo dal re di Francia. I commissarii deputati per parte del duca di Savoia furouo Ajucdeo di Monlfalcon vescovo di Losanna, Francesco di Collombier abate '1 U- tacomba , Francesco Marcschal siguore di Maxnoifiu, Angelino Prorana consignore di Faule, Lodovico signor di s. Giorio, e Sfichele Roscaz. E da spcrarsi che tra le pubblicazioni della R. Deputazione Bona gli studi di Storia Patria non si vorranno ommettere questi cnriosi docnmeoti ili un fatto che inllui in modo deplorabilc sullo svenlurato reguo di Cailo in. Serie II. Tom. XII. 5a 4io DECI.I STATI GENKRAI.I I. H . CCCC . \\i\ die prima august i Geberwis in corwentu Minorum super occurrentibus novitatibus Franciae domiuus noster dux deliberacioucm habuit cum domiuis et consiliariis qui mandati interfucrunt infra- icripti (i). Domiuus IiUermoneium Cancellarius Bastardus Monlismaioris Miolani Menlhonis Cuilliae Groleac Clioutaignyae Viriaci Chandcyae Bariacti Aulaenovae B. de Challand H. de Colomberio H. Marescalci Buegii Lancey De Blonay Sancli Pauli G. de Menthone lo. de Compesio Coudreae lo. Amblardi lo. de Freyneto A. de Viriaeo Lamberto Oddincti De Saxo Petro Beyami P. de Compesio B. de Montevaginardo P. de Menthone Oddeto de Chandeyaco Urbano B. de Feysigniaco A. de Draconibus G. de Gebennis Ste. de Fdingio (1) Archivio rti Corte. Dai protocols del coDsiglio SACGIO STORU.'O 1)1 F. SCLOFIS J [ I lo. de r.in -in -M Clavino G. dc Ravorca A. dc Vcrneto Ioliannc Martini Dyvona el qui unities, ueminc discrcpantc, consulucrunl dominum nostrum sicul hucusquc fecit ct alias a tribus slalibus suae dicionis cunsultum exlitit adbuc non debcre ad aliquam dcclaracioncm prosilire; scd quamdiu poleril sc indifferenleui tencre. Et quod ambaxiala mulliplicctur quoniam aliqui dixerunt expedirc ut ncmincm armigcrum exire patriam suam permittat. Alii dixerunl mho expedire quod solito more quilibet vadat quo volueril; alii autem quod tantuin solili scrvirc ct astritti fidelilate vadant quo voluerint. In crastinum autem dominus noster cis omnibus de bono consilio suo regra- ciatus dixit iam maiorem ambaxiatam secundum ipsorum deliberacionem dispo- suisse rogans cos ut die vigesima quinta liuius augusti sint Burgi cum equis et armis accessuri prout dominus ordinaveril. Inbibendo nc sine eius licenlia alior- sum accedant. Vult tamen quod Bdelitate astricti secundum ipsorum debilum perganl bine inde serviluri. II. A nos chiefs bien antes et feaulx escujers Pierre de Bellctmches . et Pierre Bonivard (i). Le due de Savoye driers bien nine's et feaulx escuyers nous vous saluons dc bon cuer. Nous cn- voyons de par de la noire Ires chier et tres ami: filz le comte de Bagie pour cstrc a la congrccacion des estatz de no/ pais dela les montz a leur dire et ex- pouscr commant il est plus que nccessaire donner conscil, sccouis el Bjde i monsieur mon (ilz le roy aussi au reaulme de Chipres a lencontif des infeaulx. Et car ung cbescun volentier et de bon cuer doibt estre presl et bien promplz a ayder en telz afferes maismement pour honneur de Dieu ct de la foy chres- pienne , ainsi pour la contemplation que le roy est notre filz et notre saing el aussi ne se pent dire plus, sc vous mandons et prions lanl et le plus cordielle- ment que povons que y vulliez travailler et vous employer en maniere ipie par voire bon moyen cognoisons la chouse avoir prins bon effect ct nous le repu- terons a singidier service ct plaisir ct duquel avons memoyre temps el lieu ail- venant et a Dieu soyes. Escript a Pynerols le win jour de ma] 1461. Fiat similis a notre chier bien ame fe^al conseiller et advocal general measiri Humbert Chevrier. Fiant similes singulis ambaxiatoribus baylivatuum ullramonlanoium. (1) Dall'Arcbivio ili Corlc. I I DEGLI STATI C.F.NEIUU 1461 — 18 maggio SpmstabiH fideli oonsiliario ftraesidentiqw oonnin nostri Chamberiaci nridmtis domino lacobo liirlianli nobis sincere dilecto (1). Spectabilis etc. sicuti intclligcrc debuislis diebus proximo superioribus intel- Icctis bis quae nobis rctullil dilectus fidelis consiliarius nosier Ludovicus de Ro- vorea dominns crucis per nos mandatus ad partes illas pro cerlo auxilio a co- inunilatibus nostris ultramontanis requirendo ad causam succursus serenissimi etc. ae regni Cipri mandavimus ct scripsimus dictis comunitatibus ut die tercia penthecosles per aliquos ex suis convenire et comparere deberent in Cbambcriaco ubi tunc ct ea die adessel illustris filius nostcr comes Beaugiaci audituri quae per eumdem illustrem filium nostrum in personam nostram proponeret et super illis capluri eonclusionem et quia digne convenit aliquem virum praeslantem esse cum diclo illuslri lilio nostro qui in nostri et sui personas proponat et dicat coram cisdem StatibllS quae dieenda et proponenda crunt vos ellegimus ut ea proponatis et dicatis non dubitantes quod taliler alloquimini, cdicelis et suadebitis similiter I'liam cum confirmationc dicendorum per dictum illustrem filium nostrum quod ncgotia ipsa et ea quae requirentur sortiantur optatam eonclusionem. Rogamus ideo requirimus satisfacere sicuti pro firmo confidimus libenler faoietis. Super quibus ctiam licet necesse non foret mandamus certas breves instructions quibus mediantibus possitis plenius esse de mente nostra et requirendis informatus , et agere ut supra, favente ctiam Spiritu Sancto. Qui etc. 111. Colaudatio trium statuum patriae cismontanae de gestis per oratores ducales erga ducem Mediolani (2). Clanca etc. Cum in contractu ligae unionis et intelligentiae die vigesima quarta mensis iullii proxime praelerili in finibus Carmagnoliae celebrato inter nos et illustrem ac rcverendissimum patruum nostrum dominum Franciscum de Sabaudia archiepiscopum Auxitanum gubernatorem el locumtencntcm generalem seu ora- tores et mandatarios nostros ex una parte nee non illustrissimum avunculum et compatrtm nostrum honorandum dominum Ludovicum Mariam Sforciam ducem Barri ac illustrissimi consanguinei nostri bonorandi ducis Mediolani curatorem , locumtenenlem ct capitaneum generalem ex alia inler caetera caveatur quod termino uniuB mensis facicmus quod trcs status cisalpini Sabaudiae colaudabunt prout in eodem contractu descriptum est. Hinc est quod nolenles e latere noslro i Dall Archirio di Corie Dallo stesso Archivio. saggio storico iii r. bclopm \ 1 3 in alii|uo deesae quod non sii ml ol>sri% mm i:im [iiiif iiiiwli inn ires slums in prac- senti in liac civitatc ooogregari fecimus. Quibui sic oengregatai poll oraltot scr- mones inter m sc habitoa informati de eodem oontractu peroa reverendi domini Autonii Champion ii epitoopi et canceilarii infranominati . landem die bodierna die i Questo ritratto politico tultochc non manchi di verita se si paragons rollo stato di molti rcgni d'Europa ncl xvn e nel xvm secolo, potrebbe dirsi assai csageralo quando se ne volesse fare confronto con cio che av- \cniva in alenni paesi, e singolarniente in Italia nella seconda mcl;i del- l ullimo scorso secolo. I governi di Toseana, di Napoli, di Lombardia , e di Sardegna*erano allora awiati in veri c non licvi miglioramenli , e l.i temperanza savia e prudente dei governanti s'accordava col crescent e inemfimento dei governati. \on diinenticliiaino tuttavia di aggiungere, che le intemperanze nell'uso della liberta avrenute nei giorni a noi piu prossimi, il pericolo di veder sconvolte non solo gli ornamenti ma le basi della socicla civile, la voce della ooscienza pubblica, si sono congiunli per dimostrare non che la neccssita , 1 urgenza di rinvigorire 1 ordinc pubblico co' precetti della morale, di mol- liplicare le forze conservatrici di quell' ordine istesso , e di premunirsi illieacemente contro i tentativi delle forze brutali avverse non meno al rello uso della liberta politica, che ai progressi dellincivilimento. Ora termineremo ogni nostro dire riepilogando cio che siamo venuti csponendo cosi nella relazione dei fatti come nell'esibizione dei documenti, c pregheremo i lellori di rammentarsi: Che la forma di rappresentanza nazionale associata al principio della monarcbia <■ d antichissima origine nel nostro paese; Che quests rappresentanza ha avuto e debbe avcre per iscopo di man- tcnere inlalti i diriiti che al sovrano ed al popolo competono secondo le esigenze c la ragione dei tempi; esigenze e ragione ora presso di noi tradotte ill fonnola di Statulo fondainenlale dal Magnan'nno Re Carlo Albkrto; Chc iiell' csereizio di que' dirilli non che dei con-ispondenti doveri sta la liberta nostra legale e politica : liberta specialmenle raceomandata il principio monarchico, donde essa trassc la formale sua attuazione; (I) Macaulny , The history of England , ad annum /CSS. SAGGIO STORICO DI F. SCLOPIS |lc, Che, ricorrendo alio lczioni della esperienza ed agli ammonimenti della storia , noi impariamo come per conservare la liberta si licciclii anzitutto la perscveranza e la moderazionc neHusarla , poicbi e fatto at- testato da mille esempi chc agli eccessi della libcrta tien dielro la perdita della liberta stessa , non lagriinata quando essa sia divenuta fomite di ilisor- dini e produttrice di scandali; Chc la liberta polilica, cssendo una grande cspansione di forze morali , ondc conservarla nella sua prowida ed intemerata natura si richieggoim freni e rirnedii morali pronti e posscnti, i quali non si rinvengono r-he nella religione , nel buon costume , nel rispetto reciproco ai diritti ed ai riguardi d'ogni qualita di persone, nella bilancia csatta dei poteri, e nella osservanza rigorosa delle leggi. Con questi cinque corollari noi ci accommiattiamo dal lcttorc , al quale se ci rimproverasse d'avergli ripetuto cose vecchie e volgari, noi rispon- deremmo che non sempre il vecchio e fuori di ragione , ne il volgare fuoii d'opportunita. Fl.ME DBL SAG6I0 STOMCO. SACGIO STORICO Dl F. SCLOPIS 4al I \ I » I < I \ \ vcitimento pag. 1 Parte I." — Introduzione „ 5 g I Qualita ed uficio delle eongregazioni dei In- Stali » I! S H Convocazionc dcgli Stati » 22 ■5 III. Elementi onde si componevu la rappreseiilanza nazionale 1 2:> § IV. Inlervento degli Stali ncgli atti legislativi » 29 § V Quale autorila avessero gli Slati sulla milizia » 33 g VI. Concessione de' sussiilii straordinarii » 34 § VII. Come gli Stati fossero talvolta cuslodi c moderatori dell'aulorita sovrana » 40 S VIII. Conseguenza ed elTello morale della istituzione della congregazione degli Stati Parte II." — Introduzione » 73 I 437. Franchisia concessa toti patriae cismontanae ■ 75 1 440 Revocatio commissariorum > 79 1441. Litlerae d. ducis Sabaudiae quod Iudaei non possint capere pro usuris nisi unum denarium etc » 81 ConBrmatio lilterarum an. 1 437 » 83 1 151 Lilterae confirmationis privilegiorum » 8 i Capitula pro utilitatc reipublicae 0 86 1 169 Litterac constitulionis exacloris » 88 Capitula novissime concessa patriae principatus et terrae veteri 90 I lofi. Lilterae declarationis privilegiorum » 96 Documenti di ordinati del comune di Torino » 98 1457. Lilterae testimoniales concordiae pro subsidio dolalicii causa solvendo ...» 103 1 4!i9. Litlerae seu franchisiae super capilulis » 1 06 1461 Alia capitula patriae cismontanae • 1 09 Lilterae concessions et confirmationis praediclorum ■ 111 I 462 Lilterae ducales quibus Thaurini communi mandatur ut miltat ambaxialores ■ 113 Deliberatio communis Thaurini super praediclis litleris ■ 114 Advisamenla eleclorum per tres Status super politia etc ■ ibid Amedeo IX. 1166. Contirmalio capitulorum et franchisiarum principatus el terrae veteris ...t 117 1 171 Lilterae consilii ducalis » "8 Litlerae confirmationis constitulionis locumtenentis generalis • ibiil 433 DEGI.I STATI GENERAI.I FlLIBERTO I. 1 472. Acceptio tutciae Philiberti I pag. 1 22 1 473. Acta congregationis Staluura patriae cisraontanae » 125 1 475. Acta trium Staluura patriae cisraontanae » 131 1 470. Lilterae ad cougregandos Ires Status » 134 I 477. Lilterae constitutions receptoris et cxactoris subsidii » 135 Lilterae quae continuant libertates et instituunt defensores patriae . . . . » 137 1 478. Cenni di convocazioni di Stali » 141 1 478-79. Acta trium Statuum universalis patriae » 1 43 Carlo I. 1482-83. Capitals lecta in Statibus patriae cisraontanae in Thaurino » 151 Taxa subsidii ..» 153 1 485. Acta congregationis trium Slaluum patriae cismontanae » 161 1 486. Acta trium Statuum provinciae Breyssiae » 165 1 487. Acta congregationis trium Statuum patriae cismontanae » 167 Cenni d'altre convocazioni di Stati » 170 Deliberations des Etats de Savoye » 171 1 489. Ordinato delta citta di Torino circa li Stali generali » 177 Acta congregationis trium Statuum patriae cismontanae » 178 Carlo Giovanni Amedeo. 1 490. Acceptio lutelae » 1 85 - — Promissio de non alienando deraanio » 1 88 Acta congregationis trium Statuum generalium patriae citra et ullraraontanae » 1 90 1 492. Acta congregationis trium Staluura patriae cismontanae » 195 Taxa sive distribulio subsidii » 200 Filippo. 1496. Ada congregationis trium Statuum patriae cismontanae a 212 Filiberto II. 1 499. Ada congregationis trium Statuum patriae cismontanae » 221 Assemblee des trois Etats du pays de Savoie » 225 1503. Acta congregationis trium Statuum patriae cismontanae » 231 Carlo III. 1505. Aulhenticum franchixiarum patriae Pedemonlanae » 238 1 508. Assemblee des trois Etats de Savoye » 242 1509. Acta congregationis trium Statuum patriae cismontanae » 248 Dopo il 1508. Documenti relativi a convocazioni di Stati » 253 saggio SToaico in r. sclopis 423 1513. Letters di quittanza pag. 257 1514. Acta congregationis trium Staluum patriae cismontanae » 258 1517. Asscmldcc lies trois Etats du pays de Savoie i 264 1518. Acta congregationis trium Staluum patriae cismontanae » 267 Taxa locorum pro sul)siiii«> • 292 1522. Acta congregationis trium Statuuni patriae cismontanae » 297 1528. Documenti relalivi agli Stati del ducato di Savoia • 305 1530. Acta congregationis trium Staluum patriae cismontanae » 313 1 533. Acta congregationis trium Staluum patriae cismontanae ■ 323 1 536. Capitoli delta palria ducale t 334 Documenli varii di ordinati comunali ragguardanti ai Ire Stati, de' lempi anteriori » 335 Dominazionc dei Francesi » 344 Documenli di Stati generali di poco posteriori a qucll'epoca » 349 1 539. Alii de' tre Stati di Piemonte » 353 Concessioni di Francesco I re di Francia ed alii dclla congregazione dei Ire Slati del Piemonte » 355 1547? Atli della congregazione dei tre Stali di Piemonte » 363 1551. Protesla di precedenza dei deputali di Pinerolo d 374 Patcnti d'Enrico re di Francia di concessions di privilcgi al paese di Piemonte 375 EMMANUELE FlLlBERTO. 1 560. Letlres de permission pour l'assemblee des Etats de Savoie » 380 1 572. Circolare ai comuni ed ai vassalli » 382 1 584. Lettera ducale al comune di Villafalletto » 384 Atto consolare del comune di Cuneo per concessione di sussidio » ibid- Promessa di pagare il donalivo » 385 Appendice » 386 Stati del paese di Vaud » 387 Stali del ducato d'Aosta ; consiglio dei commessi » 394 Udienze generali ovvero Assise d'Aosta; corle delle cognizioni » 403 Contea di Nizza = 1518 = Commissio ad convocandum tres Status » 408 Documenli speciali » *09 Conclusione » H 5 ERRATA COMUGE pag. 3 tin. 5 Arcliivi Arcliivi di Corlc .. 90 i) S vctcris vcteri .. 150 >• 14 I. ii -ifin facie ii 331 » 33 la sventura lo sventure ,v-'<"'"Y'i 435 INDICE CLASSE DELLE SCIENZE MORALI , STOR1CHE E F1LOLOG1CHE Dcyli slaii generali e d'altie istitimoni politiche del Piemonte e della Savoia, saggio storico corredato di document! ili Federico Sclopis /'"> • ie II. Tom. Ml. ' ' / ." Si stainpi : Barone filOANNI PLANA Prksidrnte I £ ■ djr1 ~>19 H ■■