K' su y MEMORIE DELLA REALE ACCADEMIA D E L L E SdlElV Z E D 1 TORINO £. UDOfJS-*-* MEMORIE DKLLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO SERIE SECONDA Tomo XVI. TORINO DALLA STAMPERIA REALE MOCCCLVH. INDICE ILle.nco degli Accademici Residenli, Nazionali non Residcnli e Stranieri pag. IV Mutazio.M accadute nel Corpo Accademico dopo la pubblicaziouc del prccedente Volume » win DONI fatti all' Accademia dal r.° giugno 1 855 al 3i dicembre 1 856 » xxi CLASSE DI SCIEME FISICI1E E MATEMATICHE NOTIZU STORICA dei lavori fatti dalla Classe di Scienze Fisiche e Matematiche nell'anno i855; scritta dal Professore Eugenio Sismonda, Segretario Aggiunlo di essa Classe » i.xi — Cenno necrologico intorno agli Accademici Conte Amedco Avogadro di Ouarecna , e Cavaliere Giacinto Provana di (OLLEGNO » LXI — Sobrero e Cantu' — Parere su una domanda di privilegio per la fabbricazione di nn concime parlipolare denominate Lingotlina » lsvi — Indirizzo dell'Accademia a S. M. il Re, ncll'infausta circoslanz;i delta mortc delle due Regine Maria Teresa c Maria Adelaide » l\i\ — Sobrero e Sismonda (Angelo) — Parere su una domanda di pri- vilegio per la fabbricazione di nn combuslibile arlifaiale . » ivi — Botto , Menarrea e Mosca — Parere su una domanda di privi- lcgio per una vuvra dispositions lelcarafica detta Telcgrafo delle locomotive — » lxv — Sobrero e Cantu' — Parere su una domanda di privilegio per una miora fogtjia di forni ad uso delta fabbricazione del velro . » lwi — Riciielmv e Cavalli — Parere su una domanda di privilegio per una maccliina de.ilinala alia marinalnra delle biade, cd alia prapo- razione deWolio (Folivo ivi 16 \ 1 — SiMOHDi Eugenio) e De Filippi — Parere su una Memoria ma- noscritta del Baronc sig. Enrico Aicapitaine, col titolo: Notice ntr Its molhuquts IMhophages pag. lxxii — ZvNTEDEsi.in — Protosla per rivcntlicarc a se la priorita dell'idea di costrurre ttbgrafi eleUrc—magnstici dtUe siaawni t delle loeo- motiee delle fitrrovie » i.\\m - Sobrf.ro e Sismonda (Angclo) — Parere su una domanda
  • - pigliar data, rigudrdatUe mm nuova eslensione ilala at sisicma telegrafieo a doppia e contemporanea Iramissione merer di nil solo filo condutlorc , tistema (li cui & reiino Hella schedii gia prcscntala alia Classc , ece KCV, — Sismunda (Angelo), Avogadro e Sismohda (Eugcnio) — Pa re re su una Memoria manoscritta del Prof. sig. Ouintino Sella, in- titolata: Studii tulla mvneralogia sarda » ivi — Alberto Della-Marmora — Comunicazione di una lettera del Capitano sig. De-Vecchi, contenenie ossenaamri geologiche falie net dintorni di Balaklava <■ di Kamara » kcvii MEHOIBE sur la formation dc 1'cquaiion du quatrUme degre, et celle du sixieme degre, dcsquelles depend ia solution litterale dc ('equation ge'neralc du cinquieme degre, suivant la me'thode proposee par Lagrange en /771; par J. Plana ...» 1 Memoire sur la distribution de 1'electricite a la surface interieure et spherique d'une sphere creuse de metal, et a la surface d'une autre sphere conductrice eleclrise'e que Ton lient isole'e dans sa cavite ; par J. Plana „ 5- Demonstration nouvelle de l'equation p(H-*.y=T7)-r-?(*— X.yZTJ) = a--'■> ItiixiiMi: Mkmoike pour servir a l'histoire Ge'ne'tique des Tre- matodes; par le Docteur Prof.r Ph. De Filippi . . » <\iq Note sur le terrain nummulitique supe'rieur du Dego, des Car- care, etc. dans 1'Apcnnin Ligurien ; par le Professeur Eugene SlSMONDA -....» 443 MlCBOmCETES ITALIC1 novi vel minus cognili; auctore Jose|)ho De Notaris » i*7 II ELENCO ii ACCADEHICI RESIDENT!, MZIOMLI NON UESIDENTI, E STRAMERI AL I. DI GENNAIO MDCCCLVII. ACCADEMICI NAZIONALI. Presidente Plana, Barone Giovanni, Senatore del Regno, Regio Astronomo , Professore d'Analisi nella Regia Universita, Direttore Generale degli studi nella Regia Accademia Militare, Uno dei XL della Societi Italiana delle Scienze residente in Modena, G. Cord. #, Cav. e Cons. #, Uffiz. del la L. d'O. di F. , C. della C. F. d'A. di 2.* classe. Vice-Presidente Ferrero della Marmora, Conte Alberto, Luogotenente-Generale, Se- natore del Regno, Membro del Consiglio delle Miniere, della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria e della Commissione supe- riore di Statistica, G. Cord. *, ■$, Cav. e Cons. onor. £>, Cav. della L. d'O. di F. Tesoriere Peyron, Abate Amedeo, Teologo Collegiato, Senatore del Regno . Professore emcrito di lingue orientali, Membro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Socio straniero dell'Istituto di Franria (Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere), Accademico corrispondentr della Crusca, *, Cav. e Cons. <§>, Cav. della L. d'O. di F. Sf.rie II. Tom. XVI, t CLASSE 1)1 SCIENZE FISICIIE E MATEMATICI1E Direttorc Moris, Doltore Giuseppe Giaeinto, Comm. *, Cav. e Cons. #, Senatore del Regno, Professore di Botanies nella Reyia Universita, Membra ordinario del Consiglio superiore di pubblica Islruzione, Membro straordinario del Consiglio superiore di Sanita, Direttore del Regio Orto Bolanico , Membro delle Reali Accademie di Agricoltura e Medico - Chirurgica di Torino, Uno dei XL della Socicla Italiana delle Scienze residente in Modena. Segretario Carcna, Giaeinto, Professore di Filosofia , Meinbro onorario della Heale Accademia di Agricoltura di Torino, Accademico corrispoiulcnte della Crusea, *, Cav. e Cons. Q>, C. di Cr. in oro dell' O. del Salv. di Greeia. Segretario Aggiunto Sis.moxda, Eugenio, Dottore in Medicina , Professore Sostituito di Vfineralogia nella R. Universita dcgli Studi , Professore di Storia Natu- ralc Del Collegio nazlonale di Torino, Membro del Collegio di Scienze fisiche , e delle Reali Accademie Medico-Chirurgica , e d' Agricoltura di Torino, •* . ACCADEMICI RESIDENT! Pi \>a , Giovanni , predetto. Carf.na , Giaeinto , predetto. Moms, Giaeinto, predetto. C vnti)', Gian Lorenzo, Senatore del Regno, Dottore Collegialo in Vfedicina, Professore emerito di Chimiea gencrale nella Regia Universita , \ ioe-Presideate del Consiglio delle Miniere, Membro ordinario del Con- itglio nipenbre di Sanita, delle Reali Accademie di Agricoltura e Medico- Chirargiea di Torino, Consigliere della Citta, Ufliz. * . FF.RRF.no dei.i.a Marmora, Conic Alberto, predetto. XI BoTTO,. Giuseppe Domenico, Profcssore emerito di Fisica nella Re^ia Universita, Membro della Reale Accailemia d' Agricoltura cli Torino Uffiz. * : Sismonua, Angelo, Profcssore di Mineralogia e Direttore del Museo Mineralogico della Regia Universita di Torino, Membro del Consiglio Universitario, del Consiglio delle Miniere, della Reale Accademia d' Agri- coltura di Torino, della Societa Gcologica di Londra , Uno dei XL della Societa Ilaliana delle Scicnze residentc in Modena, # , #= . Menabrea, Nohile Luigi Fcdcrigo, Colonnello nel Corpo Reale del Genio Militare , Professore di Costruzione nella R. Universita, Deputalo al Parlamcnto nazionale , * , Comm. di S. G. di T., di Carlo ITT di Sp. del M. Civ. di Sass. , di C. di Port., Ulliz. della L. d'O. di F. Giui.io, Carlo Ignazio, Senatore del Regno, Consigliere di S. M.; Consigliere di Slato, Professore emerito di Meccaniea nella Regia Uni- versita di Torino, Membro della Reale Accademia d'Agricoltura , della Connnissione superiore di Statistica, della R. Camera d'Agricoltura e di Commereio , Professore di Meccaniea applicata alle Arti e Direttore del R. Instiluto Tecnico di Torino, Uno dei XL della Societa Italians delle Scienze residente in Modena, Consigliere della Cilia di Torino, Comm. *, *, Cav. della L. d'O. di F. Riueiu , Alessandro, Senatore del Regno, Chirurgo Primario di S. M. il Re e della Reale Famiglia, Medico-Chirurgo in i.° delle LL. AA. RR. il Duca e la Duchessa di Genova, Dottore in Medicina e Chirurgia . Professore di Medicina operativa nella Regia Universita, Presidente dell"0. di C. di Port., Cav. e Cons. 4J* . Mosca, Carlo Bernardo, Senatore del Regno, Primo Arehiletto di S. M. l'rimo Ingegnei-e Architetlo dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Ispet- lorc di Prima Classe nel Corpo Reale del Genio Civile, Membro del Consiglio degli Edili, della Reale Accademia delle Belle Arti, di quel la d'Agricoltura di Torino , dell'Accademia Pontificia delle Belle Arti deno- minate di San Luca a Boma e dell' I. e R. Accademia delle Belle \ii di Milano, Consigliere della Citta , Comm. *, Cav. e Cons. <*, I Hi/ della L. d'O. di F. Ml SlSHOHDA, Doltore Eugcnio , predettO. Soiirf.ro , Ascanio , Dottore in Medicina ed in Chirurgia, Profcssore . 1 1 Cbimica applicata allc Arti, Profcssore Sostituilo di Cbimica ge- .i.i.il.- nella Regia Universita degli studi, Membro dclla Rcale Accademia il Ucncokara di Torino. * . Cavalu, Giovanni, Colonncllo d'Artiglieria, Consiglicre dclla Cilia, Membra del Consiglio delle Miniere, dell' Accademia delle Science mi- lilari di StorKolma, *, «, Cav. di S. Wl. di R. di 4." cl., della Sp. di St., dell'A. R. di Pr. di 3/ cl. Berruti, Secondo Giovanni, Profcssore di Fisiologia sperimentale nella R. Universita, Membro del Gonsiglio Universitario , del Consiglio superiore di Sanita, dclla Ginnta provinciale di Statistiea, della R. Acca- demia Medico-Cbirnrgica di Torino , Membro onorario dclla Soeieta Italian delle Seienze residente in Modena, *. Demichelis, Filippo , Uffis. *, Dottore in Medicina e Chirurgia, Profcssore emerilo d'Anatomia, Membro del Consiglio Universilario , Con- sigliere ordinaria aggiunto nel Consiglio superiore mi lit are di Sanita , Membro straordinario del Consiglio superiore di Sanita, Socio dclla R. Ac- cademia Medico-Chirurgica di Torino. Mi. 111 1. my , Prospero, *, Professore d'Idraulica, e Diretlore dello Sta- bilimento Idraulico dclla Regia Universita, Membro straordinario del Con- siglio Superiore di pubblica Islruzionc. De Fii.irri, Dottore Filippo, *, Professore di Zoologia e Direttorc del Moseo '/oologico dclla Regia Universita , Meinbro della Rcale Acca- demia Mcdiro-Chirurgica e di quclla d'Agricoltura di Torino. Sri, 1. v, Quinlino , Ingegnerc delle Minicre, Professore di Geomctria nel Regia Istiluto Tccnico. Di i.i'oMK , Giambatista, *, Dottore di Medicina e di Chirurgia, Pro- fessore Sostituito di Roianica nclla Regia University, Membro delle Reali \. . i.lnnir Mediro-Chirurgira c d'Agricoltura cl i Torino. ACCADEMICI NAZIOXALI NOX RESIDEXTI lioRGNis, Giuseppe Antonio, Ingcgnere Civile , *, Membro dell' T. R. Islitiilo Lombardo di Seienze, Lettere ed \rli, Professore ordinario di Matematica applicata ncll' Universita di Pavia. Bertoi.oni , Antonio, $> , Professore di Botanica , a Bologna. Mahianim, Stefano, Q, Prcsidrntc della Soeieta Italiana delle Seienze, Professore di Fisiea sperimentale nelT Universita di Modena. De Notaius, Giuseppe, & , Dottore in Medicina, Professore ili Bo- tanica Delia Regia Univcrsila di Genova. Pareto , Marchesc Lorenzo , a Genova. Spinoi.a , Marchcse Massimiliano , Senalore del Regno, a Genova. Billiet, Monsignor Alessio, G. Cord. *, Senatore del Regno , Pre- sulenle Perpetuo Onorario dell'Accademia Reale di Savoia, Arcivescovo di Sciainberi. Mossotti , Oltaviano Fabrizio, # , C. di S. G. di T., Professore di Fisica c di Meccaniea Celeste nell'I. R. Universita di Pisa. Belli, Dottor Giuseppe, *, Membro dell' I. R. Istituto Lombardo di Scienze, Lettere cd Arti, Professore di Fisica nell' Universita di Pavia. Cerise, Lorenzo, Dottore in Medicina, #, Cav. della L. d'O. di F. , a Parigi. ACCADEMICI STRANIERI. Di Humboldt, Barone Alessandro, Com. della L. d'O. di F. , Membro dell' Istituto di Francia e della Reale Accademia delle Scienze di Berlino. Ei.ie di Beaumont, Giambatista Armando Lodovico Leonzio, Sena- lore, Ispettore gencrale delle Miniere, Segretario PerpeUio dell'Accademia delle Scienze dell' Istituto, Membro del Consiglio Imj>eriale deU'Istruzionr pubblica , Professorc di Geologia nel Collegio di Francia, Coram, della L. d'O. di F., e dcll'O. *, a Parigi. IIerschel , Giovanni, Aslronomo, Membro della Societa Reale di Londra. Brown, Roberto, Membro della Societa Reale di Londra. Poncklet , Giovanni Vittorio, Gencrale del Genio , G. Uffiz. della L. d' O. di F. , Membro dell' Istituto di Francia , a Parigi. Tiedemann, Cavaliere Federigo , Professore d Anatomia e di Fisiologia comparatwa nell Universita di Heidelberg. Far_\dav , Michele , Professore di Chimica , Membro della Societa Reale di Londra. Liebk; , Barone Giuslo, *, Professorc di Chimica nella R. Universii-i di Monaco ( Baviera ). Poinsot, Luigi, G. Ufliz. della L. d'O., Membro dell'Istituto di Francia , a Parigi. Panizza, Barlolomineo, C. C F. d'A., Membro efiTeltivo dell'I. R. Istituto Lombardo di Scienze , Lettere ed Arti di Milano , Professore ordinario di Anatomia nell' I. R. Universita di Pavia. XIV gush di scram moiuli, storighe e filolo(;ichi; Direttore •>.iii d' [gliAHO , Conic Lodovico, Senatore del Regno, Consigliere di Legazioue, Membro della Rcgia Deputazione sovra gli sludi di Storia palria, Comm. #, Cav. e Cons. . Segretario Gasze&A, \bate Costanzo, Professore di Filosolia, Vice-Piesideiitc della Regia Deputazione sovra gli sludi di Storia patria, Prefello della Biblioteca e Consigliere ordinario della Regia Universita, Membro della Deputazione permanenle delle Scuole secondarie, Socio corrispondenle deU'Istituto di Francia ( \ecadrmia dclle Iseiizioni e Belle Lettere), #•, >§>. ACCADEMICI nESIDENTI Carena , Giacinto , pvedetto. Proton , Amedeo , pvedetto. Cordero de' Conti di San Quintino, Cavaliere Giulio, Membro della Keale Accademia di Agricoltura di Torino e della Regia Deputazione m.'w.i i;li studi di Storia patria, #. Gazzera , Costanzo, pvedetto. M\n>o, Barone Giuseppe, Senatore del Regno, Priino Presidents della Corle di Cassazionc, Membro della Regia Deputazione sovra gli ttudi di Storia patria, e della Giunla d'Antieliita e Belle Arli, Accade- mico corrispondente della Crusca, G. Cord. #, Cav. e Cons. onor. =£ . Mm d Igliaro , Lodovico, pvedetto. S< i itpis in Sai.erano, Conic Federigo, l'riino Presidenlc, Senatore del Hegno, IVesidcnte della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Consigliere della Citta, Socio corrispondente deU'Istituto di Fraucia (Accademia delle Scicn/.e moral] c politiche), Com. •*, Cav. e Cons. #, C. di S. G. di T. e delta L. d'O. di F. Cibrario, Nobile Giovanni Antonio Luigi , Senatorc del Regno, Primo Presidents di Corte d'Appello, Primo Segretario di S. M. pel Gran Nfasistero dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro , Vice-Presidente della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Membro della Giunta di Antiehita e Belle Arti , Consigliere della Divisione , della Provincia e della Citta di Torino, Gr. Cord. *, #, Gr. Ufiiz. della L. d'O. di F , Comm. dell'O. di Cr. di Port. , Cav. dell'O. di W. di Sv. , di S. Stan, di Russ. , ecc. Ferrero mi. i. a Marmora, Conte Alberto, predelto. Baudi di Vesme , Conte Carlo, Senatore del Regno, Membro del Consiglio Universitario di Torino, della Commissione provinciate di Sta- tistica , Segretario della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, *,=&». Bertolotti, Davide, Consigliere di S. M., #, =§= , Cav. dell'O. del Salv. di Grec. , e dell' 0. di Leop. del Belg. 1'romis, Domcnico Casimiro , Biblioteeario di S. M. , MemhrO della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, * . Ricotti, Ereole, #, <£, 0, Capitano nel Corpo Reale del Genio Mililare, Professore di Storia moderna nella R. Universita, Membro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria. Bon-Compagni, Cavaliere e Prcsidenle Carlo, Consigliere di Stalo . Membro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, e della Coinniissione superiore di Statistica, Comm. * . Promis, Carlo, Professore di Arcliitettura Civile nella Regia Uni- versila, Regio Archeologo, Ispettore dei Monument! d' Antiehita, Membro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Accademiro d'onorc dell* Accademia Reale di Belle Arti, * . Gorresio, Abate Gaspare, Dottore del Collegio di Scienze e Lettere, Assistenlc alia Biblioteca della Regia Universita, Corrispondente dell'Isti- tuto di Francia (Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere), #, ed Ufiiz. della L. d'O. di F. Barucchi , Avvocato Francesco, Professore di Storia antica nella R. Universita , Direltore del R. Museo d' Antiehita ed Egizio, Membro ordinario del Consiglio superiore di pubblica Istruzione , * . Bkrtim, Giovanni Maria, *, Professore di Storia della Filosofia antica nella Regia Universita di Torino. Cu-m.i.ina , Domenico, *, Dottorc del Collegio tli Filosofia e Belle Leltere Delia I!. I'niversila , Professore tli Retorica nel Collegio nazionalc ili Torino. ACCADEMH'.I NAZIONALI NON l:l SHU \ I I Yarese , Carlo, Dottorc in Medieina , =Q>, a Voghera. Com, Abate Antonio, Membro della Pontificia Accademia di Ar- cheologia , a Roma. Charvaz, Monsignor Andrea, G. Cord. *, Arcivescovo di Genova. Calleri, Giuseppe Maria, ^, Gran Collare Tartaro dell'Impero Cinese , <"a\. della L. d'O. di F. c dcll'O. di Leop. del Bclg. , Segretario Intel pick' dell Imperatore de'Franccsi per lc lingne della Cina, a Parigi. Pillet-VVill, Coute Federigo, Com. *, e della L. d'O. di F. , Reggente della Bnnca di Francia, a Pai-igi. MuniM. Awocalo Pielro, *, =£ , Socio del Collegio di Filosofia. Membro della Regia Depula/.ione sovra gli sludi di Sloria patria, Prcsi- ueate della liiblioteca della Regia University , a Cagliari. Mk\abrea , Leone, Membro della Regia Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Consiglierc nel Magislralo d'Appello, Segretario del- i Lccadcmia Heale di Savoia, *, Cav. dcll'O. di Carlo III di Sp. e di C. di Port, , a Sciamberi. Costa di Beauregard, Marehese Leone, Coram. *, Presidente dell'Ac- i ademia liealc di Savoia. SpARO, Teologo Giovanni, *, Canonieo Protonotario Apostolieo della Chiesa Metropolitana di Cagliari, Professore emerito di Sacra Scrittnra e Lingne Orientali , Preside del Real Collegio-Convilto di Sanla Teresa , a Cagliari. ACCADEMICI STKAXIEIU. Brugiere di Barante, Barone Amabile Guglielmo Prospero, Gr. Ufliz. della L. d'O. di F., Gr. Cord, di S. Aless. Newschi di R., Membro dell'Istituto di Franeia, a Parigi. Manzom , D. Alessandro, Aceadcmico della Crusca, a Milano. I>i Samgky, Federigo Carlo, Professore nella Regia Universita e Membro della Reale Accademia delle Scienze di Berlino. SV11 Borghesi , Bartolomeo , G. dell' (). clelM. diPr. , Patrizio della He- pubblica di San Marino. Thiers, Adollb, Gr. Ufliz. della L. d' O., Membro dellTstituto di Francis, a Parigi. Haiu.nc.ton Macaui.ay, Tomaso, Professore ncll Universita di Cambridge ( Gran Brelagna ). Ui Boeckij, Cavalicre Augusto, Professore nell' Universila e Membro dell'Accadeinia Reale delle Scicnze di Bcrlino. Cousin, Vittorio, Comtn. della L. d'O. di F. , Membro deU'Istituto di Francia , a Parigi. Serie II. Tom. \V1. XVIII MUTAZIONI accadute nel Corpo Accademico dopo la pubblicazione del precedente jKolume. M0RT1 9 di luglio 185G. Avogadro di Quabegka, CoiUe Amedeo, Comm. *,=&>, Mastro Uditore nella Regia Camera de'Conli, Professorc cmerito di Fisica Sublime nella Regia Universita, Direttore delta Classe Jisico-matematica di rpiesta i'.eale Aecademia delle Scienze. 27 di luglio 1856. Provaka del Sabbione, Cavaliere Luigi Giuseppe, * e di S. Gio. di Genu. , Seualore del Regno, Membro del Consiglio superiore d'Istruzionc pubblicu, e dclla Regia Dcputazione sovra gli studi di Storia patria , Accademico rcsidente della Classe delle Scienze morali, storiche e filologiche. 29 di setlembre 1856. Provana di Coi.legno , Cavaliere Giacinto , Comm. •* di i.* classe, Cav. 0 e della L. d'O. di Fr. , Luogotenente Generate, Senalore del Regno, Membro del Consiglio delle Minicrc, Accademico residents della Classe delle Scienze fisiche e malematiche. 17 di ottobre 1856. Canina , Luigi, Architetlo, =§>, C. della L. d'O. di F., del Mer. Civ. di Sass., di D. di Danim., Accademico di merito residente della Ponli- iicia Aecademia di S. Luca, Socio ordinario della Pontificia Aecademia di Archeologia di Roma , Accademico nazionale non residente della Classe delle Scienze morali , sloriche e filologiche. 25 di novcmlire 1856. Di Hammer-Purgstai.l, Barone Giuseppe, Comm. dell' Ord. I. di Leo- poldo d Austria, Accademico straniero della Classe delle Scienze morali, storirhe e filologiche. XIX NOMINE • Panizza , Bartoloniiiieo , Meinbro dell' I. R. Istituto Lombardo ili Scienze, Lettere ed Arli di Milano, Professore di Anatomia nelT I. R. I nixt'isila di Pavia , nominate il 16 di dicembre i855 ad Accademico stranicro nella Classe delle Scienze fisiche e matematiche. Costa di Beauregard, Marchese Leone, Comm. *, Presidente dell'Ac- cademia Rcale di Savoia, nominate il 26 giugno i856 ad Accademico ntaionale tion residente nella Classe delle Scienze morali, storiche e fi- lologiche. Cousin, "Vittorio, Comm. della L. d' O. , Membro dell' Istituto di Francis , nominato il medesimo giorno ad Accademico straniero nella stessa Classe. Spano, Giovanni, *, Canonico Protonotario Apostolico della Chiesa Metropoiitana di Cagliari, Professore emerito di Sacra Scrittura e Lingue Oriental'!, Preside del R. Collegio-Convitto di S. Teresa, a Cagliari, nominato il 37 di novembre i856 ad Accademico nazionale non resi- dente nella Classe predelta. Sella , Quintino , Ingegnere delle Miniere , Professore di Geometria nel R. Istituto Teenico, nominato il 7 di dicembre i856 ad Accademico residente nella Classe clclle Scienze fisiche e matematiche. Delponte , Giambatisla, *, Dottore di Medicina e di Chirurgia . Professore Sostituito di Botanica nella R. Universita, Membro delle Reali Accademie Medico-Chirurgica e d'Agricoltura di Torino, nominato il me desimo giorno ad Accademico residente nella stessa Classe. ELEZIONE DI IFFIZIALI Moris , Comm. e Prof. Giuseppe , eletto il 16 di novembre iBjo alia carica triennale di Direttore della Classe delle Scienze fisiche e matematiche, in luogo del Conte e Comm. Avogadro di Quaregha XXI DON! FATTI ALLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE 1)1 TORIKO DAL l.° CUIGNO 1855 Al, 31 DIC.FMBRE 1856 V lora Brasiliensis, sive cnumeratio planlarum in Brasilia hactenus detecta- ruin, quas, cura Musei Caes. Reg. \indobonensis, suis aliorumque bolnnicorum studiis descriptas ct methodo naturali digestas, sub au- spiciis Ferdinandi I. Austriae Imperaloris et Ludovici I. Bavariae Regis , edidit Carolus Frid. Phil. De Marlius. Fasciculi XV-XVII. Lipsiae, i855-56, fol. fig. Denkinider aus Aegypten und Aethiopien nach den Zeichnungen der von Seiner Majcslat dem Konige von Prcussen Fricdrich Wilhelm TV. nach diesen landern gcsemleten und in den Jaliren 1842-1840. Aus- geuihrten wissenschaftlichen Expedition auf Befehl S. M. , herausge- gebcn und erliiutert von C. R. Lepsius. Berlin, i855. Lieferung 5 1 -7 5 , fol. atl. Vita di Dante Alighicri; dell'Avv. Luigi Raineri. Oneglia, i855, 12. ° Al gran (lonsiglio dei Minislri; l'Avv. Luigi Raineri. Oneglia, i853, 8." Al Minislero di Sardegna , un'occhiata ai tempi; dell1 Aw. Luigi Raineri. Oneglia, i85/|, 8.° Description du Miise'e lapidaire dc la ville de Lyon ; epigraphic antique du departement du Rhone; par le Docteur A. Coniannond. Lyon, Dumoulin, 1846-1854, 1 vol. 4-° fig. De la pisciculture de la truite, ct en particulier de celle du lac de Saint-Front et des deux ruisseaux les plus voisins; par M. Comar- mond. Lyon, Dumoulin, i853 , 8." S M il Re di Sardegna. S. M. il Re di Prussia Raineri L\ Citta' di Liont. COUARMOMl Owrt< l>« 1. » - r i \km » i< : i • r i . >■ n OMIMICKII SoiMlO Principes d'osteologie comparee, on recherchea sur ['archetype el les bomologies da sqaelette verte'bre : par Richard Owen. Paris, Moquet, 1 855, i Mil. 8." li^. La calhe'drale d'Aoste ; etude arch&logicrae, par Ferdinand de Lasteyrie. Paru . [85 i , 8.° No/ioni sulla macchina analitica del sig. Carlo Babbage; del Cav. L. F. Menabrea (Estr. dal fesc. ai della Rwista contemporanea). 8.° Sulla vila e Bulle opere del Dottore Pietro Marianini ; memoria del Comm. B. Trompeo (Estr. dal Cimento, anno III., fasc. i5). Torino, 1 855, 8." Sulla vita e SUgli scritti del Dottore Carlo Novellis, istoriografo di Savi- gliano | cenni del Comm. B. Trompeo (Estr. dal Cimento, anno III. fesc. i)). Torino, i855, 8.° EJogii di M. A. Severino , B. Amanlea e D. Cotngno ; per Pietro. Ma- gliari. ■?..' edizione. Napoli, i8»4, 8.° Etude sur k'idiome des Vedas et les origines de la langue Sanscrite; par Ad. Regnier. Premiere partie. Paris, Laliure, i855, i vol. 4-° Die Sprichworter der Polen historisch erliiuteret, mit hinblick anf die eigenthumlichsten der Lithauer, Ruthenen , Serben und Slovenen, and verglichen mit ahuhchen andrer Nationen; mit beigefiigten ori- rinalen; ron Dr. Constant Wurzbach. Wien, 1862, 1 vol. 8." Die Kitchen der Sladt Krakau, eine Monographic zur Geschichte und Kirchengescbichte des einstigen Konigreichs Polen; von Dr. Constantin Wunbaeh. Wien, i853, 1 vol. 8.° BibUographisch-statistiche Uebersicht der Literatur des osterreichischen Kaisexslaates , vom 1 September i852 bis letzten dezember i853; von Dr. Constant von Wui-zbaeh-Tannenberg. Wien, i854, 1 vol. 8.° Id -siiine des observations recueillies en 1 854 dans le bassin de la Saone. par les soins de la Commission hydrome'trique de Lyon. Lyon, 8.° Mamiale di Chimica applicata aUe arti; del Dolt. Cav. Ascanio Sobrero. VoL II. Torino, Pons e Comp. , i853, 1 vol. 16.0 Gg. Edizione del Colombini del 1843, da Luciano Scarabelli malmenata nel i85:>; di P. Luigi Crassi. Genova, i855, 8." Docnments rclatils aus tremblements de terre au Chili; par M. Alexis Perrey (Extr. des Annates de la Societe imp. (Tagric. ,il'hist nat. et Jet < C. F. Naumann , Ueber die Rationalitiit der Tangenten-Vei-hiiltnisse tau- tozonaler Krystallflachen. Leipzig, i855, 4-° nain. A. F. Mobius , Die Theorie der Kreisverwandtschaft in rein geome- trischer Darstellung. Leipzig, i855, 4-° min. Sur les travaux de M. Eugene Burnouf, article de M. Barthe'lemy Saint- Hilaire (Extr. du Journal des Savants, cahiers d'aout et de sep- tembre 1852). 4.° I niversite de Liege. Re'ouverlure solennelle des cours , anne'e i854*-55. Rapport de M. G. Nypels. Programme des coins. - Dispositions re- glementaires. Liege, i854, 8.° \nnales des Universile's de Belgique , ou Recueil con tenant les lois . arrete's et reglemenls relalifs a l'enseignement superieur , les Me- moires couronnes aux concours universitaires, et d'autres documents acade'miques; anne'es i85i et i852 ( ioe et n' annces). Bruxelles . Lesigne , 1 854 > • fort vol. gr. 8.° Catalogo illustralo dei monumenti Egizii del R Museo ilrs Httllrtins de (Acad. R. de Brlgiqiie). 8.° KiMum Cosmos, Baggio o trntalivo d'una teoria elettro-chimica del mondo ; di Grrolatuo Ferrari. Vrnc/.ia , 1 855, 8.° fig. i.i Bt»i Notice sur lis conferences tennes a Lille en 1766, a la suite du traite de Bade; par M. Lc Glay. Lille, i855, 8.° M.mniiv sur les archives dn chapitre des chanoinesSCs de Bombourg; par M. Le Glay. Dnnkerque, i855, 8.° Mumniri- sur Irs archives de l'Abbayc de Vicogne ; par M. Le Glay. \ alenciennes , i855, 8." Di 1 •■■hie Geographic botanique raisonne'e, ou exposition des faits principaux et des Ioib concernanl la distribution glographique des planfces de I'epoque actaelle; par M. Alph. De Candolle. Tom. I-II. Paris, Martinet, i855, a voL 8.°, avec deux caries ge'ographiques. hohm.k.m- Magnetische and meteorologische Beobachtungen zu Prag , auf 6'ffentliche kostrii berausgegeben von Dr. Jos. G. Bolim , and Dr. Adalbert Kimes. Ealfter Jahrgang, i85o, und zwolfter Jahrgang, i85i. Prag, i853- l85f, :>. vol. 4.° ■aUcikm I rapporti che i poligoni regolari uno di un lato piu deU'allro inscritti , e circoscritti banno fra essi ed il cerchio eol mezzo dci cpiali si ot- tengono proporzioni che danno la soluzione gcomctriea di problem! iriiuli per insolubili; scoperta di Giambatisla Malacarne. Vicenza, 1 855, 8.° **-* Monografia delle Nereidi fossili del M. Bolea ; del D. A. B. Profcssore Massalongo, Verona, i855, 8.° fig. Histoire generate el sysleme compare des langues Se'miliques; par M. Ernest Renan. Onvrage couronne' par ilnstitat. Premiere partie. Ilis- loire i;i:m rale des langues Semitiques. Paris, i855, 1 vol. 8.° Repertorio italiano per la storia naturale. RepertOrium italicnra com- plectens Zoologiam, Mineralogiam , Geologiam et Palaeontologiam; enra J. Josephi Bianconi. Vol. II. Bononiae, i85/j, 1 vol. 8." II chotera-morbns nella citta di Torino nell'anno 1 854 ? rclazionc del Dotlme CoBegiato G. G. Bonino. Torino, Botta, i855, 1 vol. 4.0 HiaMire du comte de Gruyere, precedee d'une introduction, par J.-J. Hisely. Tome 1." Lausanne, i855, 8.° XXV Nouveau manucl du vigneron , suivi des moyens preventifs et curatifs de la maladie de la vigne, elite O'idium Tuckcri; par M. Fleury La- coste. Chambery, Bachet, i855, i vol. 8.° Calore e freddo applicati in anlagonismo per la cura e guarigione del dominanle morbo cholerico, in un cogli altri coopcranli mezzi di salute contro la peslilenza slessa; osservazioni pratiche del P.r Gemi- niano Grimclli. Modena, i855, 8.° Lettcrc flsiche , fisiologiche, mediche, con una indicazione risguardante il metodo preservativo della corrente pestilenza cholerica; di Gemi- niano Grimelli. Modena, i855, 8.° Beitriige zur niiheren Kcnnlniss des polymeren Isomorphismus ; von Th. Scheerer. Zweite Forsetzung. Berlin, i855, 8.° L'auloma aerio o sviluppo della soluzione del problema sulla direzione degli aerostati , publicata nella Gazzetta Uffwiale del Regno di Sar- degna, ai 7 luglio i85/f, dal Prof. Viltorio Angius. Torino, Cassone, t855, 8.° Meteorologie. Rapport fait a l'Acade'mie I. de Nimes, dans sa premiere seance de Janvier i855, suivi de notes comparatives entre les obser- vations faites a Udine et celles faites a Alais ; par M. le Baron d'Hombres-Firinas. 8.° Dcll'uso deU'aconito napello nelle febbri continue ed intermittent! irri- tative come surrogato al salasso ed al sanguisugio ; del Dottor Cerioli Marcello. Piacenza, Solari , i855, 1 vol. 8.° Zoophycos, novum genus plantarum fossilium, monographia, auctore A. D. B. Prof. Massalongo. Vcronae, i855, 8.° fig. Integrazione delle equazioni alle differenze lineari a coefficient costanti e complete; Mcmoria del Prof. Gaspare Mainardi ( Estr. dal Gioiiiale deltl. K Istituto Lombardo di scienze , letteve ed arti. Tomo MI, fasc.' 37-38). Milano, i855, 4.0 Flora del Tirolo meridionale , ossia descrizione delle specie fanero- game ehe crescono spontanee sopra il suolo Trentino e nelle terre adiacenti comprese fra la catena delle alpi Retiche sino ai confini del Lombardo-%'eneto, loro proprieta, ecc. ecc. ; opera disposta dielro il metodo naturale ed elaborata sull'erbario Facchiniano e proprio da Francesco Ambrosi. Vol. I. Puntata 4-a e 5." Padova , Sicca, i855, 8." Intorno al luogo del supplizio di Severino Boezio ; Memoria del Proposlo Serie II. Tom. XVI. 4 I.ACOSTE. Grimelli SCHEEEEF. ANGILS. D'll0MBRES-FlBM»S. Cerioli. Massalokgo. Mawardi Ambrosi. Bosisio. .1 } IBTII IUriki. BRLX-I I' I UltBt Giovanni Bosisio, con un' appendice intorno alia sanlila tlcllo slcsso Boeno. Pavia, 1'usi , i855, 4° fig. Carta di Sebastopoli e del teatro delle operazioni attuali di guerra in Crimea . formala dietro piani rilevati e riconosciuti da Uffiziali dcgli eserciti alleati e pubblicata dal Real Corpo di Siato Maggiore. Torino, t855. Scale uel rapporto ili i a 46,000; 4 fogli. [ncisione unica per la rescissione delta testa del femore e per la disar- ticolazione della coscia dal bacino; nuovo processo di Larghi Ber- nardino (Estr. dal Giornale delle Scienze Mediche della R. Accad. Med. Chir. di Ibrino, fesc. n.° 14, del t855). 8.° Theologische Schriften der Allen Aegypter nach dem Turincr Papyrus ram ersten male uebersetzt. Nebst Erklarung der zweisprachigen in- schriften des Steins von Rosette, des Flaminiscben Obelisken, rdes Thores von l'bilac, der Tafel von Abydos, der Wand von Karnak and anderer ; von Dr. Guslav SeyfTartb. Golba, i855, 1 vol. 8." Grammatica aegyptiaca. Erste Anleitung zum uebersetzen altagyptischer Literatnrwerke aebsl der Geschicbte des Hieroglyphenscblussets; von Dr. Guslav Scyfl'arlb. Mit 92 sciten lilbograpbien. Golha, i855, 1 vol. 8. Sulla malattia delle viti; nuovi studii del Dottorc V. F. Berlola (Estr. dal VoL "\ III degli Aitiid/i della R. Accademia cT Agricoltura di Torino ). 8.° Da Torino a S. Pietroborgo e Mosca; passeggiata straordinaria di G. F. Barulli. Vol. VI. Torino, Stampcria Reale, i854, 8.° Percement de l'istbme de Suez, expose et documents ofliciels; par M. Fer- dinand De Lesscps. Paris, Plon, i855, 1 vol. 8.°, avee cartes geogr. I.i- Nil blanc et le Soudan, etudes sur I'Afrique cenlrale, mosurs cl coutnines des sauvages; par M. Brun-Rollel. Paris, Pillel ills aine, t855, 1 vol. 8.", avee une carte geogr. De ['influence I «<> ItTMilO sur foriguml allcmand pur le Cointc Auguste Marschall. "Vienne, i855, i toL j." istroaomioa] observations made at ilie Raddifle Observatory, in the years i85a-53; bj Manuel J. Johnson. Vol. XIII, \l\. Published l>\ oiilcr of the Radcliffe Trustees. Oxford, i854-55, 3 vol. 8.° Liat of institutions and persona to whom copies of the Radclill'e obser- vations are presented by the l'adcliffe Trustees. 8.° \ descriptive catalogue of the London traders, tavern, and coffee-house tokens current in the seventeenth century; presented to the corpo- ration librarj In Benry Benjamin llanbury Beaufoy; by Jacob Henry burn. ?.'' edition. London, Taylor, i855, I vol. 8." Supplement to the practical rules for ascertaining the deviations of the compass which are caused by the ship's iron, being instructions for the computation of a table of the deviations of a ship's compass, from observations made on 4> 8, iG, or 3a points (a.d edition). \nd a graphic method of correcting the deviations of a ship's com- pass : by Archibald Smith. London, i855, 8.° fig. Tavola litografiea, in colore, pubhlicala da] sig. Giuseppe Canlu, rap- presentante Y.-fgiiricus virosus di Vittadini. G. Canlu dis. dal vero. Torino, lit. Doyen, i855 , V, di foglio. Gli inni orlici , rccali in versi italiani, con prolegomeni e note, da En- rico Ollino. Torino, Shmiperia Reale , i855, i vol. 8." Coquilles lerrcstres el llimalilcs, recueillies par M. le Prof. Bellardi dans un voyage en Orient ; par Alb. Mousson. Zurich, i854, 8.° II conte Coriolano Malingri di Bagnolo ; di L. Sauli (Estr. dalla Gaz- zctta Piemontese , n.° 161 , 3 luglio i855). 8.° Thomae Vallavrii specimen inscriptionvm latinarvm edidit, alque adno- tationibvs av\it , \ ineentivs Ferrcrvs Ponzilionvs ; acccdit carmen nvptiale cvin cpistola ad Amadevin Ronchinivm. Avgvstae Ta\rino- r\in, ex oflicina begia, 1 855, 8.° Ktndcs zoologiques sur le genre Actinia; par M. II. Ilollard ( Exlr. de la Revue ct Magasin 700! pubblicata dall' Uflicio topografico del Real Corpo di Stalo Maggiore. Torino, i855, 1 fogl. Resume meteorologique de Tannee i854 pour Geneve et le Grand Saint- Bernard ; par E. Plantamour. Geneve, i855, 8.° Mvclleincnt du Grand Saint-Bernard; par MM. Burnier et E. Plantamour (Tire de la BibHoiheque unh'erselle de Geneve, octobre i855). 8.° Etudes sur 1'liisloire de la litterature de la Suisse francaise, particuliere- ment dans la seconds moitie du XVHL" siecle; par E.-H. Gaullieur (Tire du Bulletin de llnslilitt national Genevois. Tome III). Geneve, 1 855, 8." Sur l'induclion e'lcclroslaticjue; seconde letlre de M. P. V'olpicclli a M. V. Regnaull (Extr. des Comptes rendus des seances de I Acad, des Sc. de flnstitut de France. Tom. XLI ). Paris, i855, 8.° Resume dun essai sur la ge'ologie des Corbieres, communitrae a la So- ciete ]>liilomati(pie le 14 juillet i855 par A. d'Arcliiac (Extr. du Journal VIns/iliit) Paris, i855, 8.° Recherches sur les formes cristallines de cpiekpics composes chimiques; par C. Maiignac. Geneve, i855, 1 vol. 4-° ug- Genealogia dei Reali di Savoia; emendata e lunieggiala colla storia dal Cav. Luigi Cibrario. 1 fogl. Corpo REALE di Stato Maggiore. Plantamolb. Gacllievb Volpicelli D'Abcbiac. Marignac. ClBBABIO. \\\ n- Hi- utbii Fragments d'histoire de Chypre; par M. L. De Mas Latrie. Paris, Didot, -■ Aktinox lilh-ti ..II HI 111. < I \n> I Mm n\l>l ■ Giornale dell'assedio di Costantinopoli, i453; di Nicolo Barbaro P. V., corredato ili note e documenti per Enrico Cornet. Vienna, i856, 8." t do sguardo rapidissimo sulla storia naturale ; discorso del Dolt. Gaetnno Lntinori. Piacenza, 1 855, 8.° Pane plastico; Memoria letta all'Ufficio permanente del Comitato medico Lomellino . il i) noveinhre 1 855 ; di Gerolamo Ferrari. Torino, 1 855, 8.° Lnalitical view of Sir Isaac Newton's Principia; by Henry Lord Brou- gliam and E. I. Routli. London, SpoUisvvoode, i855, i vol. 8." Trattato della politica di Arislotele, volgarizzamenlo dal greco, per Malteo Ricci , con note e discorso preliminare. Firenze, Le Monnier, 1 853, 10 .12. S;iggio sngli ordini politici deH'antica Roma, paragonati alle libere isli- tuzioni moderne ; di Malteo Ricci (Estr. dal fasc. 23 della Rivista contemporanea). Torino, i855, 8." Bahnen hoherer Zahlengleichungen verschiedener Grade berechnet and metrisch dargestellt; von J. Riedl von Lenenstern. VVien, i852, 4-° max. fig. [Teber das Vergleichende mass der Korperwinkel ; von Joseph Riedl von Lenenstern. Wien, 1848, 4.0 fig. I eber die Sammen der Korperwinkel an Pyramidsen ; von J. Riedl von Lenenstern. Wien, 1849, 4-° %• 1 eber Haute, Prisma and Kegel in akromelrischer Beziehnng ; von Jo- seph Riedl von Lenenstern. Wien, i85o, 4-° fig- Znr Mondkugel; von Riedl-Leucnstern. Wien, 1849, &•" I eber die sogenannten figurirten Zahlen; von Riedl v. Leucnslern. Wien, [854, 4° »g- Bnllettino archeologico NapoUtano. Nuova serie. Anno IV, n.' 1-12. Napoli, t855, i." Ilg. Observations sur quelqnes plantes tares decouvertes anx environs de Cherbourg; par M. Augusie Le Jobs ( Extr. des Annates des Sciences natweUes, Tome MI). Paris, 18^7, 8.° fig. Memoire sur ['introduction el la Ooraison a Cherbourg d'une espece pen Me de lin ile la V>u\ el!i--'/.r|;mdc , el re\ne des planles COnfondueS sons le Ti'un ili- Phormium tenax; par MT. Vuguste Le .Inlis. Cher- I rg . 1848, XX XJ Procedure au XV.« siecle, relative a la confiscation de bums saisis sur mi anglais el leur adjudication en feveur d'un capitaine de Cherbourg; publie'e par M. Aug. Le Jolis. Cherbourg, i8:u, 8.° Notice sur les aneiennes fabriques de draps de Cherbourg ; par M. Au- guste Le Jobs. Cherbourg, iS5f\ , 8." Observations sur les Ulex des environs de Cherbourg; par M. Auguste Le Jolis. Cherbourg, i853, 8." Notice sur 1'origine et I'etabUssement de la foire Saint-Clair de Quer- queville; par Auguste Le Jolis. 3." edition. Cherbourg, i8."i5, 8." Examen des especes confondues sous le noin de Laminaria digitata Auct., suivi de quelques observations sur le genre Laminaria; par M. Au- guste Le Jolis. Cherbourg, i855, 8.° Examen des especes confondues sous lc noin de Laminaria digitata Auct., suivi de quelques observations sur le genre Laminaria, par M. Au- guste Le Jolis (Extr. des Comples rendus des seances de VAcad. des Sciences de f/ns/i/ut L de France, Tome XL). Paris, i855, 4.0 Note sur one machine hydraulique a tube oscillant sans autre' piece mobile, par M. De Caligny. '/, di fogl. lit. Essai d'une gcographie physique de la Belgiquc, au point de vue de l'histoirc ct de la description du globe ; par J. C. Houzeau. Bruxelles, Hayez, 1854, ' voL 8.° fig. T.aite historique, theoriquc et pratique de la legislation des portions communales ou menageres, etc.; par C. Le Gentil. Arras, Brissv i854, 1 vol. 8.° J' Dissertations juridiques sur quelques-uns des points les moins eclaircis ou les plus controversy en doctrine ct en jurisprudence, par C. Le Gentil. Vol. 1." Arras, Brissy, i855, 1 vol. 8." Inscriptions ronuuncs de 1'Algerie, recueillics et pubhees sous les aus- pices de S. Exc. M. llippolyte Fortoul, Minislre de ['Instruction pu- bUque et des Cubes; par M. Leon Renier. Livraisons 1-7. Paris, Impnmerie Imperiale, !855, 4.0 Recherches experimeatales sur la vegetation; par M. Georges Ville. Ab- sorption de l'azotc de 1'air par les plantes. Paris, i855, 8.° Intorno alia Memoria di Abel: Sur une propriete' generale d'une classe tres-e/eudue de Junctions Iransceudanles ; studio di Gaspare Mainardi (Estr. dal Giurnale deli l. R. Istitulo Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti. Tom. VII). Milano, i855, 4.0 De Caught. HODZEAU. Le Gentil. FORTOIL HOflSTBO DELL'ISTB. PI BULK! ili Francia. VlLLE. JIUMfill. H I MMIMTl tit CVufioNMr. I'.EFU. D i . • ■ J ML .1 HITCH Gisml i- Holm l.nm. ■miff™ Del Kongelige Norske Frederiks Universitcts. Aarsberctning for i853. Chrisiiania . l855, I vol. 8." kctstykker angaaende Cholcra-epideinien, i Norgc i 1 853. Christiania , [854 • ' «>!■ 8.° In i lining oin Kongeriget Norges okonomiske Tilstand , i Aarene 1846- i85o mod lilhorcndc Tabeller. Chrisiiania, i853, 1 vol. 4-° Forhandlinger veil de Skandinariske Naturforskeres fjcnlc mode, i Chri- siiania , den 11-18 juli i844- Christiania, 1847, 1 vol. 8." fig. Kong Christian den Fjerdes Norske Lovbog af 1604. Efter foranstaltning af del akademiske KoIIegium ved det Kongelige Norske Frederiks I lmcrsilet udgiven af Fr. Hallager og Fr. Branch. Christiania, i855, 1 vol. 8.° Das Christiania-Siliirbecken, eheinisch-goognostich Untersucht; von Theo- dor Kjerulf. Chrisiiania, i855, 4-" *Bld kart. Index srholariim in Universitale Regia Frcdericiana oclogesimo quarlo ejus sinii'stii, anno t855 ab a. D. XVII kal. februarias , et ab au- gusto meiise iiieuiile , habondarum. Chrisiiania, i855, f\.° Dc prisca re monetaria Norvegiae, et de numis aliquot ct ornamentis in Norvegia repcrtis, scripsit C. A. Hohnboe. Editio nova recognita. Christianiae , 1 854 > 8." fig- Sunto de' nuovi sludii su I'atrofia contagiosa de'bachi da seta; del Dolt. Francesco Gcra ( Estr. da I Vol. I, scrie 3." degli Atti dell InstiuUo I Ciu-to i/i Sc. , Lettere ed Arti). Venczia, i856, 8." Sulle ossa fossili di rinoccronte trovate in Italia; Memoria di Achille de Zigno. Padova, i855, 8.° Slatistique de Serbie; redigee par \\ ladimir Jakschilch. i.'rc livraison. Belgrade , i855, 8.° Zritsclirifl for die gesammten Nalurwissenschaflen, herausgegeben von den nalurwisscnschafllichen Vereine fur Saehsen und Thiiiiiigcn in Halle, rcdigirt von C. Ciebcl und W. Heintz. Jahrgang i853-i855. Vol. I- VI. Halle und Berlin, i854-i855, 6 vol. 8." fig. Mimorie Colonnesi, compilate da A. Coppi. Roma, Salviucci , i855, 1 vol 8." T^e guerre dei Veneti mil' Asia, 1470-1474; documenti cavati dall'ar- cliivio ai Frari di Venczia e pubblicati per Enrico Cornet. Vienna , i656, 1 vol. 8." Trisection de I angle ; me'thode de Jacob Saullcr (Articolo inserlo nel Giornale: Curacaoschc Couraut , n." 4> i856). Fol. XXXIII The American Journal of Science and Arts; by Prof. B. Silliman and James D. Dana. Second series, Vol. XVIII-XIX, N.0> 52-57. New Haven, i854-i855, 8.° fig. On the homoeomorphism of mineral species of the trimetric system, with an Appendix; by James D. Dana. New York, i854, 8.° Chemical contributions to mineralogy; by James D. Dana. i854, 8.° Contributions to mineralogy; by James D. Dana. i854, 8.° fig. First supplement to Dana's mineralogy; by the author. i855, 8.° Description of a new species of Cryptopodia from California , by James D. Dana. i854, 8.° fig. Descriptions of some of the new marine awertebrata from the Chinese and Japanese seas; by Win. Stimpson. i855, 8." Report on the geology of the Coast Mountains, and part of the Sierra Nevada: embracing their industrial resources in agriculture and mi- ning; by Dr. John B. Trask. Washington, i854, 8.° Report on the geology of the Coast Mountains ; embracing their agricul- tural resources and mineral productions. Also , portions of the middle and northern mining districts ; by Dr. John B. Trask. Washington , 1 855, 8." Lecture on the Camel, delivered before the Smithsonian Institution; by hon. George P. Marsh. Washington. 8.° Fossil Foot-Marks in the red sandstone of Pottsville , Pennsylvania ; by Isaac Lea. Philadelphia, i855, fol. max. fig. Rectification of Mr. T. A. Conrad's Synopsis of the Family of Naiades of North America; by Isaac Lea ( From the Proceedings of the Acad, of Nat. Sc. of Philadelphia , i854 ). 8.° Memoires de Mathieu Mole , Procureur General , Premier President au Parlement de Paris et Garde-des-Sceaux de France ; publies , pom- la Societe de I'histoire de France, sous les auspices de M. le Comte Mole , l'un de ses Membres , par Aime Champollion-Figeac. Tome II. (1629-1641). Paris, Lahure, i855 , 1 vol. 8.° La rhetorique d'Aristote , traduite en francais, avec le texte en regard, et suivie de notes philologicpaes et lilteraires, par Norbert Bonafous. Paris, Lahure, i856, 1 vol. 8." Report on the agriculture and geology of Mississippi, embracing a sketch of the social and natural history of the state ; by B. L. C. Wailcs. Washington, Miss., i854, 1 vol. 8." fig. Seiue II. Tom. XVI. 5 SlLLlMAN c l>v\» Dana. Stimpson. Tbask. Ma bsb Lea. Champollion- Figeac. Bonafous. Wailes Sea wt USgi iETi' Ihbirdim KitstB l'u i viuriLi De Witte Della Marmora (Albcrlo). Carret. Modi Fasoli e Dalla Torre Caltert. Reisiacd The United States of North America and the immigration since 1790. A statistical essay; by Louis Si-hade. 8." Statuti della Societa anonima per l'assicurazione a preraio fisso contro la 11101 ialitu del bestiame e per l'utilizzamento delle bestie morte. Toiino, t856, 8.° Sur le pain niixte de ble et de riz. Valeur du riz comme aliment, et inflexions generates sur ['alimentation; par J. Girardin. Rouen, i855, 8.° Elemente der Psychiatrik. Grundlage klinischer Vortriigc; von Dr. D. G. Kicser. Breslau and Bonn, 1 855, 1 vol. 8.° Pell'anno dalla Incarnazione usato dai Piaccntini; Memoi'ia di Bernardo Pallastrclli. Piacenza, Majno, i856, 4° Description des me'dailles et des anticpites du cabinet de M. l'Abbe H. G*tt»; par J. de Witte. Paris, Didot freres, i856, 1 vol. 8.° fig. L' istmo di Suez e la stazione Iclegrafieo-elettrica di Cagliari ; ragjona- mento del T. G. Alberto della Marmora, per far seguito alle sue (Juistioni marittime spettanti alia Sardegna. Torino, Stamp. Reale, 1806, 4.0 Appareil nouveau de fracture pour les membres; par M. le Docleur Carret. Chambe'ry, i855, 8." Memoires conccrnant la palhologie et la therapeuticpie des organes de la respiration ; par le Dr. Louis Mandl. 1 .4re livraison ( Extr. des Ar- chives de Medecine). Paris, i855, 8.° fig. Sulla spontanea volatility dei corpi fissi, scoperta da G. B. Fasoli e G. Dalla-Torre. Venezia , 1 856 , 8.° On a case of poisoning by sulphate of protoxide of iron; by M.r F. Crace Calvert. Manchester, i854, 8.° On the action of gallic and tannic acids in dyeing; by F. Crace Calvert. Edinburg, 1 855, 8.° On the adulteration of oils; by F. Crace Calvert ( From the Philoso- phical Magazine). Manchester, 1854, 8." On alloys ; by F. Crace Calvert and Richard Johnson ( From the Phi- losophical Magazine for octobre i855 ). 8.° On the action of organic acids of cotton and flax fibres ; by F. Crace Calvert. Edinburgh, i855, 8.° A new method for the analysis of chrome ores ; by F. C. Calvert. 8° Rapport sur la chape arabe de Chinon, de'partement d'Indre-et-Loire ; par M. Reinaud. Paris, i855, 8.° XXXV Lettres a M. F. De Saulcy sar les plus anciens monuments numisma- liqucs de la serie Merovingienne ; par Ch. Lenormant. Paris, Rem- quet et Corop., 1 848-1 854, 1 vol. 8.° fig. Essai sur le classement des monnaies d'argent des Lagides; par Francois Lenormant. Blois, Lecesne, i855, 1 vol. 8.° fig. Ricerche chimico-legali sopra l'arscnico cd alcune sue combinazioni ; per Rallaello Capuano. Napoli , 1844 > 8.° Memoire sur la theorie du magnetisme; par Mr. Jean Plana (Extr. de V Astvonomische Nachrichten , N.° 927). Altona, i854, 4-° Le perc de la nouvelle tele'graphie, Mr. Jean-Baptiste Rhodes, de Plai- sance (Gcrs); par M. Jean-Marie Domingieux. Auch, i856, 4° Corso di geometria elementare ; per Francesco Mandoj-Albanese. Torino, Para via e Comp., i856, 1 vol. 8.° Lettere di Carlo Botta , pubblicate in occasione delle nozze della genti- lissima damigella signora Giuseppina Tarchetti col sig. Francesco Perla; di C. D. Vercelli , De-Gaudenzi , i856, 8." Giovanni Labus (Estr. dall'opcra Le arti educative, pubblicata da G. B. Zambclli). 4-° con ritratto. Sulle associazioni di piu condensatori fra loro , per l'aumento della elet- trostatica tensione; Memoria del Prof. P. Volpicelli. Roma, i855, 4-° Sur l'association de plusieurs condensateurs entre eux, pour manifester les faibles doses dYleclricite; lettre de Mr. P. Volpicelli , a Mr. Pouillet (Extr. des Comptes rendus des seances de VAcad. des Sciences de rinslitut I. de France. Tome XLII). Paris, i856, 8.° Bulletin des seances de la Societe Impe'riale et centrale d'Agriculture ; compte rendu mensuel redige par M. Payen. a.*me se'rie. Tome XI, N.os 2 et 3. Paris, i855, 8." Numismatique et inscriptions Cypriotes ; par H. de Luynes. Paiis, Plon, freres, i852, 1 vol. 4-° fig- Memoire sur le sarcophage et l'inscription funeraire d'Esmunazar, roi de Sidon; par H. D' Albert de Luynes. Paris, Plon, i856, 1 vol. 4-° %. Note sur le terrain nummulitique superieur du Dego, des Carcare etc. dans l'Apennin ligurien; par le Prof. Eugene Sismonda. Turin, Im- primerie Royale, i856, 4-° De la mete'orologie dans ses rapports avec le cholera et I'epide'mie de certains ve'getaux; par le Dr. Louis Savoyen. Chambery, Bachet, 1 856, 8.° LEnoBMA^T (Charlei). LE^■oBM*^cI (Fraofois). Capdano. Plana. Ilniiin . l^I^^DOJ-ALBA^^M C D Labus ( Pielro Volpicelli. Paten. Della-Mabmoba (Albcrlo). E Sismonda Sa^oten. \\\\ r CmtiTTi \>V1M Pabiavicini 1 kl ■. '. HlRTI I'n II It Seccbi Co^EyTABILE Cagsohe C Mosca. Wlbstemiebcer Mai.acak.ie I.APREY Storia del regno di Vittorio Amedeo II, scritta da Domenico Carutti. Torino, Paravia c Gomp. , 1806, 1 vol. 8.° L'ordine soeiale, lavoro ilell'Avv. Carlo Onorato Annoni-PaiTavicini. Nizza, ,.sm;. 8.° Recherches sur les mincraux artifieiels ; par Alpli. Favre (Tiro dc la Bibliothique wwerselle de Genive. Ftfvrier i85G). 8." Isliln/iniii scientifiche e lecniclic, ossia Corso leorico e pratico di agri- coltura; di Carlo lVrii-Pichal. Dispense 34-56. Torino, cugini Pomba, i853-iB56, 8." g.-. Descririone degli strumcnti adopcrati nella misura dclla base romana sulla via Appia; del P. A. Secchi. Roma, i855, 4-° %• Ricerehe sul precise valore delle anliche misure romane di estensione lineare, dedotte in particolare dalle colonne Cocliili eenlenaric di Trajano e di Marco Aurelio, cd esposte per servire alia delermina- Etone delle eolonne migliarie lungo la prima parte della via Appia di recente ristabilita; del Cominendatore Luigi Canina. Roma, Ber- tin.lli, i853, 4.0 lig. Di Giambatlista Yermisilioli; dc'monumenli di Perugia . Etrusea e Ro- mana : della letteratura e bibliogralia Peragina ; nuove pubblicazioni per cum del Conte Giancarlo Conestabile. Parte prima: Della vita, degli sludii, c delle opcre di G. Batlista Vermiglioli. - Parte seconda: II sepolcro dei Yolunni. Perugia, Barlelli , i855, 2 vol. 4-° con atlanle, f'ol. Monumento alia memoria del Cav. Bernardino Drovetti nel camposanto di Torino. Torino, litogr. Giordana, Grand-Didier e Salussolia, i856, 4-° % Peter der zweite, Graf von Savoyen, Markgraf in Italien , scin Haus und sein Lande; von L. Wurstembcrger. Erstcr Theil. Berne, i856 , i vol. 8.° Rettificazione geometrica e rigorosa della pcriferia del circolo colla geo- metria elementare ; di Giambatista Malacarnc. Viccnza , i856, 8.° Recherches sur les formes cristallines et les proprietes chimkjues et phy- sitpies dc l'acide lilaniquc et d'autres oxydes isomorphcs ; par M. Ladrey (Eactr. des Mcmoires de t Academic dc Dijon). Dijon, i854, 8." Rapport sur le sucrage des vendanges, pre'scnte au Comite central d'agri- culimr do ilcpm lenient de la Cote-d'or, par M. Ladrey (Exlr. du Journal d agriculture dc la Cote-d'or). Dijon, i854, 8.° XXXVII Congres scientifique dc France. Vingt-unieme session. Dijon, i855, 8.° Rapporto dclla Commissione nominala dall'I. R. Istituto Lombardo di Scienze , Lcttere ed Arti per lo studio della malaltia dell'uva dell'anno i855. Milano, i856, 8.° Sur la congelation de la vapcur vr'siculaire et sur les fleches glacialcs ; par M. J. Fournct. Paris, i856, 8.° Note sur Le refroidissement des a5 et 26 avril i855, observe dans Tile de Sardaigne par l\l. J. Fournet (Extr. des Annales de la Socie'te d 'Agriculture de /.yon, aoul i8f>5). 8." Resume des observations recueillies en i855 dans le bassin de la Saone, par les soins de la Commission hydrometrique de Lyon. 8." Observations addressed , at the last anniversary, lo the President and Fellows of the Royal Society, after the delivery of the Medals; by Charles Babbage. London, i856, 8.° Raccolla di seritti e documenti relativi alia storia dei progetti 'e delle opere per la navigazione a vapore , le strade ferrate , il telegrafo elettrico , la valigia delle Indie , ecc. in Italia ; dell' Ingegnere Giu- seppe Bruschctti. Torino, i856, 8.° Fouilles executees a Thebes dans l'anne'e i855 ; textes hie'roglyphiques et documents ine'dils; par J.-B- Greene. Paris, Didot freres, i855, 4-° max. fig. Quelcpies remarques sur la nomenclature ge'nerique des algues ; par M. Aug. Le Jolis ( Extr. du 4-c Vol. des Me'moires de la Soc. Imp. des Sc. flat, de Cherbourg). Cherbourg, i856, 8.° // Movimen/o, giornale quolidiano politico lelterario AclYs/reopago , n.' 4o, 93 e i43. Genova, i856, fol. Montescpiieu et Machiavel; par Mr. Frederic Sclopis. Paris, i856, 8.° Scorsa di un lombardo negli Archivi di Venezia ; di Cesare Cantu. Milano e Verona, i856 , 8." Des tumeurs blanches et de leur traitement; par Ch. Ballu. Paris, 1 853, 8.° Standard alphabet for reducing unwritten languages and foreign graphic systems to a uniform orthography in european letters; by Dr. R. Lepsius. London, i855, 8.° DelForologio a pendolo di Galileo Galilei , e di due reccnti divinazioni del meccanismo da lui immaginato (Dal Vol. di SupplementO alle opere complete di Galilei edite da E. Albert). Firenze, i856, 8.° fig. La Commissiojce FOL'BNET. L\ Commissione Babbage. Bbiscuetii. Gbee.ve. Le Jolis De Roseti. Sclopis. Ballu. LtPMlS. ALBEP.I. Bum Hi', .'v I I ECII1 Ruui d HlEIlL >.v I it i MTSM npl .1 HETT1 I C.I «PIM I'tLHIFBI • III WWIII Bibtiografia Galileiana. Firenze, i856, 8.° \liuiii usi e losluiiii Sammarinesi , descritti dal Cav. Colonnello Oreste Brizi. Arezzo, i856, 8." All'annata Sards reduce dalle Crimea. Fesleggiandosi con solenne tea- trale spettacolo dal Municipio aella sera del a giugno i856 1'arrivo in Savona iii'iria sull'inccndio Vesuviano del mese di maggio i855, fatta per incarico della Reale Accademia dellc Scienze dai socii G. Guarini , L. Palmicri ed A. Scacclii ; preceduta ilalla relazione dell'altro inccndio del i85o, fatta da A. Scacchi. Napoli , i855, i vol. 4° %• Alcunc osservazioni sopra taluni rimedi proposti conlro alia malaltia della vite, in continuazione di quelle gia pubblicate dalla R. Accademia delle Scicnze nel i85i ; di G. Gasparrini ( Eslr. dal Bcndiconto dell ' Accad. delle Sciertze in Napoli, i856). 4-° Memoria sulla determinazione de'cocflicienti nelle formole a dilFerenze- differenziali c sull'applicazione di esse alia valutazione degli integrali Euleriani; di Giuseppe Zurria. Catania, i854, 4-° Comineniuin epistolicum J. Collins et aliorum de Analysi promota, etc., ou correspondance de J. Collins et d'autres savants celebres du XVII.e siecle , relative a l'analyse supe'ricure , reimprime'e sur l'e'dition ori- ginale de 17 12, avec 1'indication des variantcs de l'e'dition de 1722, complete'e par une collection de pieces justificatives et de documents, et publie'e par J.-B. Biot, et F. Lefort. Paris, Mallet-Bachelier , 1 856, 1 vol. 4.0 Della vita e degli scritti del conte Cesare Balbo ; rimembranze di Ercole Ricolti, con ilocumenti incditi. Firenze, Le Monnier, i856, 1 vol. 12.0 Cenni necrologici del conte e commendatore Amedeo Avogadro di Qua- regna e Cerctto ; del D." comni. Benedetto Trompeo ( Estr. dal Giornale delle Sc. mediche della R. Accad. medico-chirurg. di Torino , fasc. n.° i4, 3i luglio i856). 8.° Magnetische und meteorologische Beobachtungen zu Prag, anf ofFentliche kostcn , lienuisgegeben von D.r Jos. G. Bohm , und Franz Karlinski. Vierzelmter, fiinfzelinler Jahrgangs. Prag, i856, 1 vol. 4-° Ritratto del conte Amedeo Avogadro di Quarcgna e Ceretto , Prof, di fisica, Membro della R. Accademia delle Scicnze, nato il 9 agosto 1776, morto il q luglio i856. Torino , lit. fratelli Doyen, i856. Farmaco sicuro morlistricnico antiscrofoloso e antiscirroso, e ricettario razionale del farmaco slcsso per prescriverlo ed usarlo con ogni van- taggio in via cosi medica come chirurgica ; di G. Grimelli. Modena, 1 856, 8.° Delle opinioni c dei giudizi di F. Arago intorno a G. Galilei clie si con- tengono nella biografia da lui scritta del fdosofo toscano e nei due primi tomi della sua astronomia popolare; esame del cav. Prof. Eu- genio Alberi. Firenze, i856, 8.° Berichtigungen der roemischen, griechischen , persischen, aegyptischen, GASPARBirci ZUBBU FORTOUL , MlNlSTRO DELL'ISTR. PUBBLIC\ i'« Francia. RlCOTTI Trompeo. BoriiH. La contessa vedova Avogadro Grimelli Alberi Setffartii. XI. hebraesehcn Gcsehiehte and zcitrrchnung Mythologic uiul altcn Re- ligionsgcschichte auf grand inner historischef and usironomischer HueBsmittel; von D.r G. Scyll'arih. Leipzig, i855, i voL 8." fig. MnuMSEK Die Sudtrcchte der lalinischen Gemeinden Salpensa unil Malaca in der provinx Baetica; von Theodor Movunsen. Leipzig, j 855, 4-° Wmaan GedSchtnissrede auf Seine Maiestat Friedrich August Konig \on Sachsen in der oSentlichen Siizung der Kim. Sachs. Geselkchaft der W'isscn- Bchaften, am 27 octobre i854 , geliallen von E. v. Wictcrsheim. Leipzig, i854, 4-° ffiirw Bollettino dill' islino di Suez, con tavole illustrative; diretto da Ugo Calindri. N.° 1-12. Torino, i85G, 8.° r,o»«i Quadro positivo, ne leorico ne empirico, del solo vero processo flogistico, dimostrato presso il letto dell' infermo e prcsso il cadavere contro gli altuali dannosi tra\iamenli ili una supcrstile classc di medici contro- stimolisti ; da Vincenzo Gobbi. Forli, i856, 8.° D'Atcmc Grands et petits geograplies grecs et latins; esrpiisse bibliogi"aphique des collections qui en out etc publiees, entreprises ou projetees; et revue critique du volume des petits geograplies grecs, etc.; par M. D'Avezac. Paris, 1 856, 8.° i.MtMssmi. Elogio del conte Domenico Paoli, fatto dal marchese Francesco Baldas- sini , per commissione del Municipio di Pcsaro. Pesaro, i856, 8." Paleocapi Considerazioni sul protendimento delle spiaggie e sull'insabbiainento dei porti dell'Adriatico, applicatc alio slabilimento di un porto nella rada di Pelusio ; di P. Paleocapa ( Estr. dalla Hivista contemporanea , anno III, Vol. VI). Torino, i856, 1 vol. 8.° Port. Essai sur 1'liistoire du commerce maritime de Narbonne; Memoire qui a obtenu une mcdaillc dor au concours des antiquites nationales (i853); par M. Celestin Port. Angers, i854, 1 vol. 8." 1 ,yMC)yT Annalen der Koniglichen Sternwarte bci Miinclien, auf ollenlliche Kosten herausgegeben von D.r J. Lamont. VII-VIII Banden. Miinclien, i854- i855, 2 vol. 8.° Gnu. Bericht fiber die bislierige Thiitigkeit and den gegenwiirtigen Stand des Naturwisscnschafllichen Vercines fiir die Provinz Sachsen und Thu- ringen in Halle. Halle, i855, 12.° Booum Uebei die Gliederung der Bevolkerung des Konigreichs Bayern. Feltrcde, vorgetragen in der Koniglichen Akademie der Wisscnschaften zu IMiin- cltrometrO, c degli cspcrimcnli eseguiti con csso , cisguardante i cambiamenti die si osservano ndlo spettro solare; di Francesco Zantedeschi. Padova, i856, 8.° fig. I>il densiscopio differenziale di alcuni liquidi; del Prof. Francesco Zan- tedeschi (Estr. dal fasc. ili febb. dell'anno [856 della CLdimafem. e Sc. mi/. 8." Sal telegrafo elcttrico del Medilerraneo ; proposta di Giuseppe Bruschelti. Torino, 1 856, '/% fogl., 8.° Gazzetta Militare di Torino. Anno III. N.° r 35— 1 4 1 (novembre i856). 4-° Le ferrovie per I' interno della citta ; sulle ferrovie a cavalli per le cain- pagnc; di Giuseppe Bruschctti. Torino, i856, 8.° Nachtrage zur Theorie der musikalischen Tonverhiiltnisse; von M. W. Drobiseh. Leipzig, i855, 8." gr. Auseinandersetzung einer Zweckmassigen zur Bcrechnung der absoluten Storungen der Klcinen Planeten; von P. A. Hansen. Leipzig, i856, 8.' gr. Elektrodynamische IMaassbestimmungen insbesonderc zuriickfiilirung der Slromintensilats-messungen auf raechanisches Maass; von R. Kohlrausch und W. Weber. Leipzig, i856, 8.° gr. Resultatc aus beobachtungen der Nebelflecken und Stcrnhaufcn ; von H. D'Arrest. Leipzig, i856, 8." gr. Die Stadlrechte der latiniscben Gemeinden Salpensa und Malaca in der Provinz Baetica ; von Theodor Mommsen. Leipzig, i855, 8." gr. De I'originc des divcrses varietes ou especes d'arbres fruiliers et autres vegelaux generalement cultives pour les besoins de l'homme ; par Alexis Jordan. Lyon, i853, 8.° Memoire sur Y/Egilops triticoides , et sur les epiestions d'hybridile , de va- riabilite specifique, qui se rattachent a 1'histoire de cctle planle; par M. Alexis Jordan. Lyon, i856, 8." Souvenirs d'un bibliothecaire ou line vie d'homme de lettres en province; par J. A. Monfalcon. Lyon, Nigon, i853, manuscrit autographic* , i vol., 4." Rapporl fait a 1'Academie des Inscriptions et Belles-Lcttres de I'lnstitul 1 1 I'l 1M. IttKI'IM Bbi schetti. DROB1-I II. Hansen. KollI.RU SI II •• Webf.h. D'Hasrj MiHIM-I > .IORD»N. Mom m con DE I.' M'.PKRIfR. LUAIUII Direttore-Gnenle). I'm Hob in \tlm ' M.l\ Imperial de France, m atom de la Commission tics Antiquite's de hi France; par M. Adrian de Longpe'rier. Paris, i856, 4-° Notice sur les monuments antiques de fAsie, nouvellement entres au GAusee dn Louvre; par M. i.drien ile Longperier (Extr. du N.° i5 de L'annee [855 «lu Journal Asiatique). Paris, 1 855 , 8.° Note sur la forme de la lettre E dans les legendes tic quelques mc- dailles gauloises; par \dricn de Longpe'rier (Extr. tic la Revue Nu- mismatique, nouvelle Serie, Tom. i.", i856). Paris, 8.° Aniiquitcs ganloises. Le guerrier mouxant tlu Gapitole; par Atlricn de Longpe'rier (Extr. tlu Bulletin Areheologique de VAihenceum Frangais, JLe annee, N.° 6, i856). 8." fig. Guitla per la Sicilia; opera di Giovanna Power, nata Villeprenxi Napoli, Ciivlli, i84a, i vol., 8." Observations physiques sur le poulpe de XArgonauta Argo , coinmencees en iS3a et tcrminees en 1 843 ; iletliees a M. le Professeur Owen par ML"" .lannclte Power, nee de Yillepreux. Paris, i85G, 8.° Dell' iniiisln iiilla peripneumonia o polinonera tle'bovini; Memoria prc- sentata all' I. R. Lstitulo Lombardo di Scienze, Leltere etl Arti pel concorso di fondazione Cagnola , ed onorata di premio d' incoraggia- mento; del Dott. Corvini Lorenzo. Milano, Beniardoni, i856, i vol., 8." La correspondence lilterairc. Critique, Beaux-Arts, Sciences, erudition. I.*" annee, N.° i. Paris, t856, 8.° Le theatre contemporain en Italic; par M.r F.-T. Perrens (Extr. de la Revtte des Deux Moiulcs. Livr. du i5 novembre i856). Paris, i856, 8.° Lecons de mecanique pratique. Besistance des materiaux ; par Arthur Morin. a,*"" edition. Paris, 1857, 1 vol., 8.° fig. Albert) Genealogico tlei Beali di Savoia; del Cav. Luigi Cibrario, riemen- dat<> dopo la 3.a cdizione Lionese. Torino, Stamperia Reale, febbraio 1 855, 1 foglio gr. Storifl della legislazione in Italia, dalla fondazionc di Roma sino ai noslri tempi, e in particolare oella Monarrhia di Savoia; sommariamentc esposta da P. L. Albini. Seeonda cdizione, migliorata eel accrcsciuta ; Parte i." Legislazione Romana; Paste 2.' Legislazione del Medio Evo e dell 'eta modcrna. Yigevano, Spargella e C.a, i854 e i856, 2 vol., 8." Intorno alle maioliche di Castclli ; di Diego Bonghi. Napoli, i856, 4-' Etudes biographiques pour servir a 1'histoire des Sciences; par Paul- Lntoine Cap, Premiere Serie. Chiinisles-JNaturalistes. Coibeil, Crete, 1857 , 1 vol. , 1 \l.\ Meccanica. — Sopra un niodello di macchina a vapore , invcnlato eco- Strutto diil sig. Giaoomo Lusvergh; coinunicazione del Prof. Paolo Volpicelli (Estr. dagli Atti dell 'Aocademia Pontificia de Nuovi Lincei. Sessionc VI del 22 sctlcmbro 1 853 ). 4.0 fig. Ugebra. — Proprieta dei numcri, osservata da] Prof. P. Volpicelli (Estr. dagli Atti come sopra). 4'° Ghemin de fer de Marseille au Rhone. Comparaison du trace par la vallce de la Durance, et du trace par la vallee du Rhone. Aries, Gun-in, 18 (2 , 8.° Chronoscope nouveau de M. Glocsener. Paris, 1806, 8.° Di Giambattista Vermiglioli; de' monument! di Perugia etrusca e romana; della letteratura e bibliografia peruana, nuove pubblicazioni del Conle Giancarlo Gotaestabile. Parle 3.a: Monumenli della neeropoli del Pa- lazzone circoslanti al sepolcro de'Volunni. Perugia, Barlelli , i856, 1 vol. , 4-° con atlante fol. Ceniti biografici del Commendalore Luigi Canina; di A. Coppi (inscrti nel Giornale di Roma, N.° 291, i85G). Fol. D( veloppeincnt du Lombric terrestre; par Jules d'Udekem ( Extr. du Tom. XXMI des Mem. couronne's et Mem. des savants etrangers de tAcad. R. de Relgiquc). (Memoire couronne le i5 decembre 1 853 ). VOI Ml 4." fig. llistoire naturellc du Tubifex des ruisseaux ; par Jules d'Udekem (Extr. du Tom. XXYI des Mem. cowonne's et Mem. des savants e'lrringers de tAcad. R. de Belgique). 4-° fig- Rccberches sur le de'veloppement des Infusoires; par M. J. D'Udekem (Extr. du Tom. XXX des Me'moires de tAcad. R. de Belgique). 4.0 fig. Descrizione delle macchine e procedimenti per cui vennero accordali atlcslati di privativa in confonnita della Legge 12 marzo i855, pub- blicata d'ordine del sig. Ministro delle Finanze. Primo e secondo se- mestre, puntata i.a-2.a, i855. Torino, Marzorati, i855, testo in-4." Atlante in-4.0 °kl- Almanaque nautico para el ano 185^, calculado de orden de S. M. en el Observatorio de marina de la eiudad de S. Fernando. Cadiz, 1 855, 1 vol. 4-° pice. Descrizione del nuovo Osservatorio del Collegio Romano D. C. D. G., e Memoria sui lavori esegniti dal i852 a tutto aprile i856; del P. Angelo Secchi. Roma, tip. delle Belle-Arti, i856, 1 vol., 4-° 6g> Gazii l: . Gloesi ni B Com STABILE COPPI, lCl'ni'lir.M. I>T[TI TO Tl cmco OSSEB\ATOBIO DI MABIMA rfi V Fernando. OsSEBVATOniO del Collegio Rowako. MAI Ossi k\ iToato i-rmiMiMii o l I Ami'l Hit Hi dii o inn; i; \ i mi mi DFI til OBGOFII l l'i Firtmwt, ISTITOTO Imp IMCM OGII \ di r'ram in. Astronomical and meteorological observations made ai the Radcliffe 01)- Bervator] , Oxford , in the Year [854; DJ Manuel J. Johnson. Vol. XV. Published 1>\ order of the Radcliffe Trustees. Oxford, i856, i vol. ,8." Memoria dell'Accademia d'Agricoltura, Commercio ed \rti di Verona. Vol. \\MII-\\\II. Verona, r85i-i855, 5 vol., 8.° fig. Giornale delle scienze mediche della R. Accademia Medico-Chirurgica di Torino. Dal n.° to del Vol. XXTII al n.° a >\ del Vol. XXVIT. To- rino, 1 855- 1 856, 8.° Rendiconti delle adunanze della R. Accademia Economico-Agraria dei Georgofili di Firenze. Dal fasc. di ajjrile i855 a qttello di luglio i856. Firenze, 1 855-1 856, 8." Conliniiazione tlogli atti della R. Accademia Economico-Agraria dei Geor- gofili di Firenze. Nnova serie, Vol. TT, dispense [-4; Vol. Ill, dispense i/-4." Firenze, i855-i856, 8.° Sulla malattia delle uyc. Rapporto generate della Commissione della Reale Accademia dei Georgofili , compilato dal Dottoi-e Adolfo Targioni- Tozzetli. Firenze, Cellini, i856, i vol. 8.° fig. Comptes rendus hebdomadaires des seances de l'Academie des Sciences; par MM. les Secretaires perpetnels. Tom. XL, n.° 22-26; Tom. XLI , XLII et XLTII. Paris, 1 855- 1 856, 4.° Vfemoires de l'Academie des Sciences de l'lnstitut Imperial de France. Tom. XXVII, I."- panic. Paris, i856, 4.0 Memoires de l'lnstitut Imperial de France. Academic des Inscriptions et Belles-Lettres. Tom. XVIII, r.*" parlie. Paris, i855, /(." Mi moires pre'sente's par divers savants a l'Academie des Sciences de l'lnstitut Imperial de France et imprime's par son ordrc. Sciences inallit:niatiqncs et physiques. Tom. XIV. Paris, Impriincrie Imperiale, 1 856, 1 vol. 4-° fig- Geographie physique. Experiences sur la direction des courants de I'oce'an \tlanliquc septentrional (Lett re de S. A. I. le Prince Napoleon a M. f.lic de Beaumont (Extr. des Comptes rendus des seances de l'Aca- demie des Sciences deFInstitut T. de France , Tom. XLIII, i856). 4- Bulletin de la Socidte Ge'ologique de France. Deuxieme seric. Tom. XT, PeuiUes j6-5o; Tome XII, feuillcs i-3, 12-65; et Tom. XIII, feuilles 1 -if). Paris, 1 854- 1 856, 8.° Liste des Membres de la Socie'te Geologiquc de France an i."mai i856. Paris, i856, 8." X1.V1I L'lslilutore. Giornale della Societa d'islruzione c di educazionc. Anno III, N.° 22-52. Torino, i855, 8.° Appenclice all' Istitutore. N.° 2-9. Torino, i855-i856, 8." Bullettino delle Seienze mediche della Societa Medico-Ghirurgica di Bo- logna. Scrie IV. Dal fascicolo di muggio i855 sino a quello didicembre i85G. Bologna, i855-i856, 8.° Memorie clellu Societa Mcdico-Chirurgica di Bologna. Vol. V, fasc. 4.° Bologna, 1 855, 4>° Annals of the Lyceum of natural history of New- York. Vol. III. New- York, 1 828-1 836, 8." fig. The geographical and commercial Gazette. A monthly publication , de- moted to physical, commercial and political geography, edited by an association of practical and scientific gentlemen. N.° 1-6. New- York 1 855, fid. fig. Annates de la Socicte d'Agriculture de la Rochelle - i853, n.° 18-20. La Rochelle, i854, 8.° Memoires de la Socicte des Sciences naturelles de Cherbourg. Tome 2.c Cherbourg, i854, 1 vol. 8.° Annates des mines, ou recueil de Memoires sur l'exploitation des mines ct sur les sciences ct les arts cpii s'y rapportent; redigees par les Ingenicurs des mines, etc. 5.° se'rie , Tom. VI, Livraisons 5.e et 6.c; Tom. VII- VIII, Livraisons i.c-6.c; Tom. IX, Livr. i.c-2.e Paris' 1 854- 1 856, 8.° fig. Memoires de l'Acade'mie des Sciences, Arts et Belles-Lettres de Dijon. Deuxieinc scrie. Tom. IV. Dijon, i855, 1 vol. 8.° Journal d'agriculture publie par le Comite central d'Agriculture de la C6te-d'or. i8.c anne'e. Dijon, i855, 8.° Bcrichte uber die Verhandlungen der Koniglich Sachsischen Gcsellschaft der Wisscnschaften zu Leipzig. Mathematisch-physische Classe, 1854, Heft I-III ; i855, Heft III ; i856, Heft I. Leipzig, i854-i856^ 4-° min. Berichte iiber die Verhandlungen der K. Sachsischen Gcsellschaft der W issenschaften zu Leipzig. Philologisch-hislorische Classe, i854 , Heft I- VI; 1 855, Heft I-IV; .856, Heft III. Leipzig, j854-i856, 4-° min. fig. .lahrcsbcricht der Furstlich Jablonowski'schen Gesellschaft. Leipzig, im april i856, % di fogl. 4.0 min. La Societa'. Societa' Uedico-Chibi BGIi v >-'i Bologna. Lir.Fo ni St. hat. di Jfuova-Ymrk, Li S0r.1r.TA Societa' d'Agbic. delta Rocfullc. Societa' delle sceerze nat. di Cherbourg. Amministrazione CEN. DELLE MlNIEHE rfl Francia. Ace. delle Scienze di Dijon. C0M1T\T0 CENTRA1E D'AGRir.OLTLRI di Dijon. R. Societa'delle Sc. di Lipsia. \. . \v. DI <.l im>-l DEI I \ N\Tl R\ - V kDBMM v' UtraaiAU !>' Ai'.ItH'.nLT ,ecc. 1/1 / ; ->.u ii n' Lnmi ui v ill l.iOHC. \i . at. InremuLi DEI l II -Lbttebi ill f.intte. PFI.I.' IsTITI rn '■•gnu XI.VIII Novorum Vclorum Acadeniiae Caesareae Leopoldino-Carolinae Naturae Curiosorum. Vol. \\1\, Pars II. Supplementum. Vol. XXV, Pars 1. Vratislaviae el Bonnae, i854, 4-° %• Conconrs de l kead&nie Imperiale Leopoldo-Carolinc des Naturalistes de Breslau, propose par le Prince Anatolc de Demidoff, a L'occasioa de raniiivi'rsaire tin jour de naissancc dc S. M. l'linpcialrice mere Mexandra de liussic, le i3 juillet (n. s.) i856. Public Ic i." prillet 1 855. Florence, Le Monnier, 4-° Preisfrage der Kaiserlich Leopoldinisch-Carolinischen Akademie der Na- turforscher. Ausgesetzt von dem Fursten Anatol von Demidofl', Mit- glied der Akademie (Beinamcn Franklin ) , zur Feicr des Aller- hocksten Geburtsfestes Hirer Majestat der verwittw. Kaiscrin Ale- xandra von Uusslaml, am i3 juli i85(i, Behannt gemacht den i juni 1 855, 4." Bfemoirea de I'Acade'mie Royale de Savoic. Seconde serie, Tome IT Cliambery, i85'4, i vol. 8.° fig. Annates des Sciences physiques el natorelles, d'agriculture et d'industrie, jiuliliiis par la Soeiete Impe'riale d' Agriculture, etc. de Lyon. 2.*""' serie, Tom. VI, VII, Partic [.*" Lyon, Barret, i85/t- 1855, 2 vol. 8.° Annates de la Soeiete L'mneenne de Lyon. Amices 1 854- 1 855 (nouvcllc serie), Tome 2.° Lyon, i855, 1 vol. 8.° fig. Mcmoires de 1' Academic Impe'riale des sciences, bclles-letti-cs et arts de Lyon. Classe des Sciences. Nouvelle serie, Tom. III-VI. Lyon, i853- i856, 4 vol. 8.° Mcmoires de l'Academie Impe'riale des sciences, belles-lettres et arts de Lyon. Classe des Leltres, Tom. III-IV. Lyon, Dumoulin, i853-i854, 2 vol. 8.° Mi morie deli'Accademia delle Scicnzc dell'Islitulo di Bologna. Tomi V-VI. Bologna, 1 854- 1 855, :>. vol. /\.° fig. Indices generales in Novos Commentarios Acadeniiae Scieniiarum Insti- tuti Bononicnsis. Bononiac , i855, 4-° Hcndieonto delle sessioni deli'Accademia delle Scienze dell' Islituto di Bo- logna. Anno accadcmico i853-i855. Bologna, i854-i855, 8.° Programma deli'Accademia delle Scicnzc dell' Islituto di Bologna pel con- corso al premio Aldini, sul galvanismo, per l'anno 1857. Bologna, i856, 4.0 \l.l\ Kxlrail dn programme de la Societe Ilollandaise des Sciences a Harlem, pour les annees i855 et i856. Harlem, i855-i856, 4-° Natuurkiuulige Verhandelingen van de Hollandsche Maatschappij der We- tenschappen te Haarlem. Tweede Vcrzameling, 11 Deel, Tweede Sink. Haarlem, i856, 4-° fig- Alii dell'Accademia Ponlilicia de'Nuovi Lincei; cornpilati dal Segrelario. Anno VI, scssione i.*-5.*, i852-53. Roma, i855-56, 4-° Dissertazioni della Ponlilicia Accadcmia Romana di Archeologia. Tom. XIII. Roma, 1 855, i vol. 4-° fig- Journal of the Asiatic Society of Bengal; edited by the Secretary. New Scries. N.° 7, i854; N.° 1-7, i855; N.° i-3, 1806. Calcutta, i854- i856, 8." Bibliotheea Indica, a collection of oriental works. N.r 36, 58-92, 102, 128, i3o-i3i, i33-i3i). Calcutta, i85o-56, 8.° and 4-° Darstellung der Flora des Hainichen-Ebersdorfer und des Floehaer Kohlen- bassins im vergleich zu der Flora des cwickauer Steinkohlengebirges ; gekronte Preissehrift ; von Hanns Bruno Geinitz. Leipzig, i854, 1 vol. 8.°, mit XIV. Kupfertafeln ; in gross Fol.° Verhandelingen van het Balaviaasch Genoolschap van Kunsten en Wcten- schappen. Deel XXV. Batavia, i853, £ vol. 4° Tijdschrift voor Indische Taal- , Land-en Yolkenkunde , uitgegeven door hel Bataviaasch Genoolschap van Kunsten en Wetenschappen; onder redactie der Heeren D.r P. Bleeker, M.r L. W. C. Keuchenius, J Munnich en E. Netscher. Jaargang I, Aflcvering 1-12. Batavia, i852, 8.° Natuurkundig Tijdschrift voor Nederlandsch Indie , uitgegeven door de Natuurkiuulige Vereeniging in Nederlandsch Indie. Derde Jaargang. Nieuvve serie. Deel I-II, IV-VI, Aflev. i-4; Deel MI. Derde serie, Deel I, Aflev. i-3. Batavia, i85i-i855, 8.° fig. The Quarterly Journal of the Chemical Society of London. Vol. VIII-IX, N.r 3o-35. London, 1 855- 1 856, 8.° The Quarterly Journal of the Geological Society. Vol. XI, N.r 42"44i Vol. XII, NV 45-47. London, 1 855-56, 8.° fig. Verhandelingen der Koninklijke Akademie van Wetenschappen. Deel II. Amsterdam, i855, 1 vol., 4-° fig- \ erslagen en mededeelingen der Koninklijke Akademie van Wetenschappen. Deel II, Stuk 3; Deel III, Stuk 1-2. Amsterdam, i854-55, 8.° 6g. Koninklijk Besluil lot vorming der Akademie van Wetenschappen : — Serie II. Tom. XVI. 7 SoCIETv' III DELLE Si 11 y/i di Harlem. Accad. PORTIFICU de'Nlom I.im 11 POHTBICU Ar.CAD ROHMU DI Akcdeologia. Socif.tv' Asiatic* di Calcutta. SOC. J&BLOROWSK1 di Lipsia. SOCIETA DELLE ABTI E Sc. di Batavia. Societa' Chimin di Londra. Soc. Geologic v di Londra V. \ i"\DEMIA DELLE Si bjiui di Amsterdam Organiek reglement der Akademie. — Memorie van Toelicbting, In- eediend door de staats-commissie. — Personele slant der Akademie o op 18 april [855. bnsterdam, i855, 4-° Catalogus der boekery, van de Koninklijke Akademie ran Wetensohappen gevestigd te Amsterdam. Severing 1. Amsterdam, [855, 8.° Giornale dell' I. R. [stituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Aiii e Bi- di s bHoteca Italiana. Nuova serif. Tom. ^l, fesc. 33-3G; Tom. VII, fasc. 3--.{8. Mdauo, 1 854-56, j." fig. Memorie dill' 1. R. lslilulo Lombardo di Scienze, Letlcre ed Arli. Vol. V. Milnno, Bernardoni, i856, i vol 4-° fig- Programma di concorso pubblicato dall'I. I!. Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arli. Milano, [856, 4-° Nuovo programma di concorso al premio di fondazione Cagnola , pubbli- cato dall'I. R. Istilulo Lomliardo di Scienze, Lettere ed Arti. Milano, i856, 4." Storia e statistica dell' industria manifatturiera in Lombardia; di Giovanni Frattini. Blemoria onorata del premio d' incoraggiamento dall'I. R. Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arli nell'anno [856, Milano, Bernardoni, i8."i6, 1 vol. 8." Uli delta fondazione scientifica Cagnola dalla sua istituzionc in poi. Vol. I, die abbraccia sino al giugno i856. Milano, Bernardoni, 1806, 1 vol. 8." Rendieonlo dell'Accademia delle Scienze della Societa Reale Borboniea. BOUOHIC* T t 1 • • ^^ r N nova serie. Anno I\ ; bimesln di gcnnaio-febbraio ; lugho-agosto , settembre-ottobre. Anno Vj bimcslre di gennaio-l'ebbraio. Napoli , Nobile, i854-56, 4.0 (ig. Llogio-storico di Maeedonio Melloni; di Antonio Nobile. Najioli, G. No- bile , 1 855, 4-°j con ritratto, k' Hiinimr. Nouveauv Mcmoircs de la Socie'le Imperiale des Naturalistes de Moscou, dedies a S. M. l'Empcrcur Nicolas I. Toine IX, formant le Tome XV de la collection. Moscou, 1 85 1 , 1 vol. 4-" fig- Bulletin de la Societe Imperiale des Aaluralistes de Moscou, public sous la redaction tlu Doctcur Renard. Annee 1 854 » n.° I-IV. Anne'e i855, Y I. Moscou, 1 85 .',-55, 8." fig. Rr> u» Kongl. Vetenskaps-Akademiens Handlingar, (or ;lr i852-53. Stockliolm , 1 85 j-.)5 , a vol. 8." fig. Oefi reigt af Kongl. Vetenskaps-Akademiens Forhandlingar. Argiqgen -"■',. Stockholm, i854-55, a vol. 8.° fig. I.I Sitzungsberichte der Kaiserlichen Akademie dcr Wissenschaften. Mate- ak. i>n. run sr. matiscli-nalurvvisscnschaftliclie Classe ; Jalirgangs i854-56. Band XIA. Ilcfl III; Band XV, Heft I-III; Band XVI, Heft III ; Band XVII. Heft I-III; Band XVIII, Heft I-II; Band XIX, Heft I-II; Band \ \ , Heft I. Wicn, i855-i856, 8." Sitzungsberichte dcr Kaiserlichen Akademie dcr Wissenschaften Philoso- phich-historischcn Classe. Jalirgangs 1 854- 1 856. Band XIV, Heft I-II : Hand XV, Heft I-III; Band XVI, Heft I-II ; Band XVII, Heftl-ITI: Band XVIII, Heft I-II; Band XIX, Heft I-II; Band XX, Heft I Wicn, i855-i856, 8.° Aivliiv fur Kunde osterreiscliischcr Geschichls-Qucllcn. Herausgegeben von der zur Pflege vaterliindischer Gcschichte aul'gcstcllten Commis- sion der Kaiserl. Akad. der Wissenschaften. Band XIV, Halfte I-Tl : Band XV, Halfte I-II; Band XVI, Halfte I. Wien, i855-i836, 8. Notizcinblat. Beilage znm Archiv fur kunde ostcrreichischer Geschichls- Quellcn. Herausgegeben von der historischen Commission der Kaiser- lichen Akademie der Wissenschaften in Wien. Wien, i855, n.° 1-24 ; i856, n.° 1-14, 8." Denkschriften der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften. Mathema- tisch-naturwissenschaftliche Classe. Band IX-XI. Wien, 1 855- 1 856, 3 vol. 4.° fig. Denkschriften der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften. Philoso- phisch-historische Classe. Band VI. Wien, i855, 1 vol. 4-° fig- Jahrbucher der K. K. Central-austalt fur Metcorologie und Erchnagnc- tismus; von Karl Kreil. Band III-IV, Jahrgang i85i-i852. Heraus- gegeben durch die Kaiserliche Akademie der Wissenschaften. Wien . 1 855- 1 856, 2 vol. 4-° Monumenla Habsburgica. Sammlung von Actenstiicken und Briefen z.111 Geschichte des Hauses Habsburg in dem Zeitraume von 1473 bis 1576. Herausgegeben von der histor. Commission der K. Akademie der Wissenschaften zu Wien. Erste Ablhcilung: Das Zeitaller Maxi milian's I. zwciter Band. Wicn, i855, 1 vol. 8.° Verlags-Catalog , von Wilhelm Brauiniiller. Wien, i855, 8.° Pontes rerun) Austriacarnm. Oesterreichische Geschicht-Quellen. Heraus- gegeben von der historischen Commission der K. Akademie dcr W i- senschaften in Wicn. Diplomataria et Acta, Band VIII-IX; Band XII . zweite Abtheilimg; Scriptures , Band I. Wien, i855-i856, 5 vol. 8." Ill i Gbogbafia Socil n' D'AOMC , HoiiM Sc. D Ann itel tiifiartimeitto '/ ITM. ii . di Stow* •/( ymtuiti. 1. II IsTITI TCI U) pflif Sr. i lino. It SooietV I ' -ndra. * ir.rv' I I., v MS I ■ ir i \-\\ n Vliiiiin.uli der K. Akademie der Wissenschaften. Sechster Jaiirgaiig. "S\ "h-ii. [85(>. 1 Tol. 13." Bulletin do la Societo ile Geographic de Paris. 4«* serie. Tomes IX-XI. Paris, i 855- i 856, 3 vol. 8.° ProGes-verbal de la seance publique de la Societe d'agriculture, com- merce, sciences el arts du departement de la Marne, tcnuc a Chalons le 39 aoul 1 855. Chalons, Laurent, i855, 8." Vivhiu's dii Museum d'histoire nalurellc, publices par les Professeurs- Adminislralciirs de cet (:lal)lissenient. Tomes VII el Mil. Paris, i853- i855, 2 vol., 4-° fig- Abhandlungen der Kaiscrlich - Koniglichen gcologischen Reicbsanslall. Band II. Wien, i855, i vol., 4-° fig- Jahlbuch der Kaiserlisch-Koniglichen geologischen Ueichsanstall. i854, V Jarhgang, n." 3-4; i855, VlJahrgang, n." i-:>.. Wien, i85.4-55, i % Abhandlungen der Koniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin. \us dem Jahre i854- Berlin, i855, i vol. /\-" lit;. Abhandlunsien der K. Akademie der Wissenschaften zu Berlin. Ersler Supplement-Band. Berlin, i856, fol. Bericht fiber die zur Bekannlmaehung geeignetcn Vei'handlungen der Konigl. Prcuss. Akademie der Wissenschaften zu Berlin. Aus dem Jahrcn 1 854 (August-December); l855 (Januar-Decembci'). Berlin, i854-56, 8." Philosophical Transactions of the Royal Society of London, for the year i855. Part I-II. London, Taylor and Francis, i855, 4-° fig- Proceedings of the Royal Society of London. Vol. VII. N.r 8-i8. London, 1 855, 8.° The Royal Society of London, 3o ih. novembcr i855. London, 1 855, 4-° Transactions of (he Royal Society of Edinburgh. Vol. XXI. Part. II, for the session [854-55. Edinburgh, i855, 4-° fig- Proceedings of the Royal Society of Edinburgh. Session 1 854-55. Vol. Ill, n.° 45. Edinburgh, i855, 8." Hivista periodica dei lavori della I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed \ni di l'adova. Vol. III. Padova , Sicca, 1 854-55 , 8.° Programme di canoorso proposto dall'I. R. Accademia di Scienze, Lel- t'i. ed Arti di l'adova. Padova, i856, 4.0 Me moires de I'Academie Royale des Sciences, des Leitrcs et des Beaux- Arts dc Belgique. Tom. XXVIII-XXIX. Bruxelles, 1 854-55, 2 vol. 4-° fifr Menio'ues couronnes ct Me'moirrs des savants e'trangers, publics par I Aca- demic l!n\ale des Sciences, des Leitrcs et des Beaux-Arts de Belgique. Toin. XXVI, .851-55. Bruxelles, i855, 1 vol. 4.0 lig. Mcmoires couronnes et Mcmoires des savants etrangers, publies par F Aca- demic Royale des Sciences, ties Leitrcs et des Beaux-Arts de Belqique. Collection in-8.°, Tom. VI, 2.in'c partie. Bruxelles, i855, 8.° Bulletins . Madrid, i855, 4-° The Transactions of the Royal Irish Academy. Vol. XXII, part VI, It AfXAI). 1)1 Sc. . Lett, e Bem.f.-abti del Belgin. Ql LTELET. Son. WETTEBAVUlli DEI PlATLEALISTI di Hanau. Societa' di Sc. nat. di Neuchatel. Reale Accademi* DELLE SciENZE di Madrid. B \ I ItlMIl (/' Irlavda Polite literature; Vol. XXIII, part. I, Science. Dublin, Gill, i855-56, i ng. Proceedings of the Royal Irish Academy, for i lie years 1 854-56.^ Vol. VI. l*..n. 11-111. Dublin, Gill, 1 855-66, 8." An Essay on the probability of Saul, Heniah, Abishai, Jehoshaphat, Jehohanan, and Araessias, son of Zirhri, having been the Hycsos rulers, Salatis, Beon, Apachnas, Apophis, Jonias, and Assis , with a Table of Syncronisms : constructed according to the statements of the Gentiles , as to the .lews baring been the Captive Shepherds or Yellow Hrcsos the hereditary rivals and enemies of the Aihomites the lied, or Monumental Egyptians, who are herein identified with the Edomites, or Red-men of the Hebrew Scriptures. Compiled by Edward Clibborn , to illustrate his Essais on the individualities of Esau ami Saul with Sesostris and Salatis. Dublin, i844> in-8," and in-fol ° Societ*' LumuNA '|'he Transactions of the Linnean Society of London. Vol. XXI, part. IV. London, i8o5, 4- "g- Proceedings of the Linnean Society of London , n." 5t)-66. London , i854-55, 8.° List of the Linnean Society of London. London, i855, 8." \ddress of Thomas Bell, the President, together with obituary notices of deceased members, by John J. Bennett, the Secretary, read at the anniversary meeting of the Linnean Society on thursday, may .-',, 1 855. London, i855, 8." OoEBYATomio Annates de 1'Observatoire physique central de Russie , publiees par ordre ristco oamui . , ., -T. . T . . „ „ i delli Si y>handlungen der mathematisch-physikalischen der K. Bayerischen Aka- demie der V\ issenschaften. Siebcnten Bandes, drittc Abtheilung. Mun- chen, i855, /±.° U>handlungen der philosophisch-philologischen Classe der Koniglicb Baye- rischen Akademie der W issenschaften. Siebcnten Bandes, zweile und drittc AbtheUung. Munchen, i854-55, 4-° IV Uihandlungen der bistorischen Classe der Koniglich Bayerischen Akademie der Wissenschaften. Siebenten Bamlcs, erste unci drilte Abtheilung. Miinehen, i855-56, 4° Almanach der Koniglich Bayerischen Akademie dee Wissenschaften fiir das Jahr i855. Miinehen, itt.">.'>, 12." Utile iibrr das Indie Geburtsfest Sr. Maj. des Koiiigs Maximilian II and die Veriinderung im Personalstande dor Koniglichen Akademie der Wissenschaften ; gehalten von Fiiedrich von Thiersch. Miinehen, St t / ° bi>, |. Rede in der offentlichen Sikung der Konigl. Akademie der Wissenschaften zu ihrer 9C Slifiungsfeier ; gehalten von Fiiedrich von Thiersch. Miinehen, 1 855 , 4-° D.r Lorenz Hiibner's biographische charakleristik, vorgetragen in der of- fentlichen Sikung der K. Akademie der Wissenschaften zu Miinehen am i5 juni 1822; von Joseph Wissmayr. Miinehen, i855, 4-° Frieilr. Willi Joseph v. Soliciting. Denkrcde, vorgetragen in der offen- tlichen Sikung der K. B. Akademie der W issenschaften zu Miinehen, zur Feier ihres scchs and neunzigslcn Stiftungstages am 28 miirz i855; von D.* Hubert Beckers. Miinehen, i855, 4-° Denkrede auf die Akademikcr D.r Thaddaus Sibcr und D.r Gcorg Simon Ohm, im aus/.uge vorgetragen in der offentlichen Sikung der K. B. Akademie der Wissenschaften /.u Miinehen, zur Feier ihres sechs und neunzigslen Stiftungstages am 28 miirz 1 855 ; von D.r Lamont. Miin- ehen, 1 855, 4-° Smithsonian contributions to Knowledge. Vol. VII. City of Washington, ism. Smtuohuho , ili Washington. i8a5, i vol. 4- hg. Eighth annual report of the Board of Begcnls of the Smithsonian Insti- tution, s. lowing the operations, expenditures, and condition of the institution up to January 1, i854, and the Proceedings of the Board up to july 8, i854- Washingtonj 1854, 1 vol. 8.° Smithsonian Report. On the construction of catalogues of libraries, and their publication by means of separate, stereotyped titles , with rules and examples; by Charles C. Jewet. 2.d edition. Washington, i853, 1 vol. 8." Ninth annual report of the Board of Regents of the Smithsonian Insti- tution , showing the operations, expenditures, and condition of the institution up to January 1, i855, and the Proceedings of the Board up to february 24, i855. Washington, i855, i vol. 8.° I, dm uto a Jiiinjloti SOI Ac.B. ill Miilttgan iMEBlCAlti p'Abti f Scizdxe. >■ I i >•- Amebic. (/< r'ilatlclfia. r\' ti Kisicv i m Storh ratoB. f/i Ginevrit. l.\ DlREZIONE MU Sor. pelsocc. nEi.il iAHEOlTl a Amsterdam. r\' ASIATIC \ f/i Lnndra. I-TITIZIOSE lltlll itcJta Gran Brelanna. \- •..' BHITAKKII \ pei t**i vn/ umro dfi.li S. n.vr. I'mlandia. Report <>(' the Commissioner of Patents for the year i853. Part. 1, Arts ami "Manufactures: Part II, Agriculture. Washington, i854, 2 vol. 8." fig- Report of the Commissioner of Patents lor the year [854, Arts and Manufactures. \ ol. I, Text. Washington, i855, i vol. 8.° Ninth annual report of the Hoard of Agriculture of the State of Ohio , to the Governor, for the year i85/{. Columbus, 1 855, 1 vol. 8.° Transactions of the Stale of Michigan agricultural Society; with reports of comity agricultural Societies, for i853, Vol. V. Lansing, i85j. 1 vol. 8." Memoirs of the American Academy of Arts and Sciences. New series . Vol I-III and IV, Part. I. Cambridge and Boston, i833-49, 4 v0'- i" % Proceedings of the American Academy of Arts and Sciences. Vol.. Ill, from May, i85a, to January, 3i, i855. Cambridge and Boston. [S:,3-i855, 8.° Proceedings of the American Philosophical Society of Philadelphia. Vol. VI, n.° 5i-5a Philadelphia, i854, 8." Memoircs de la Socie'le de physicpie et d'histoire naturelle de Geneve. Tom. XIV, Partie i.ta Geneve, Fick, i855, 4.0 fig. \pcrcu historique au suiet de la Societe pour secourir les noyes, insli- lue'e a Amsterdam; par J. A. Kool. Traduit du hollandais. Amster- dam, 1 855 , 1 vol. 8." fig. The Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain and Ireland. VoL XV, Part. 2; Vol. XVI, Part. 2. London, i855-i856, 8.°, will. 3 illustrative Maps. Notices of the meetings of the Members of the Royal Institution of Great Britain. Part. V. November, 1 854 j juty> i855. London, i855, 8." Report of the twenty-fourth meeting of the British Association for the Vdvanccincnt of Science ; held at Liverpool in September i854- Lon- don, t855, 1 vol. 8.° fig. Report to be presented by the Parliamentary Committee to the British \- M-ialion lor the Advancement of Science at Glasgow, on the question , Whether any measures could be adopted by the Governmcni or Parliament that would improve the position of Science or its Cul- tivators in this Country. London, i855, 8.° \c la Societatis Seicnliarum Fcnnicae. Tom. IV, el Tomi V fasciculus I. Melsingfursiac , Friis, i85G, 4-° ng- I. Ml Oefvcrsigl af Finska Velenskaps-Socictetens forhandlingar. I-III, 1 838-56. Hclsingfors , 1 853-56, f\." (ig. Observations failes a l'Observaloire magnetique et mete'orologique de Hclsingfors, sous la direction do Jean Jacques Nervander. Premiere section: Observations magnetiques , Vol. I-IV; Deuxieme section : Ob- servations metdorologiques , Vol. I-IV. Hclsingfors, Goitlund, i85o, 4-" Anualcs Academic] i85i-i85a. Lugduni-Batavorum , i854, i vol., 4-° Abhandlungon, In raiisgcgcben von der Scnckcnbergischen Naturforschendcn Gesellschaft. Ersten Bandes zwcite Lieferung; zweiten Bandcs erste Liefcrung. Frankfurt, A. M., i855-i856, 4.0 fig. Schriften der Universitat zu Kiel, aus dem Jahrcn i854-i855. Band I-II. Kiel, i855-i856, 2 vol. 4.0 Memoires et documents publics par la Societe d'Histoire de la Suisse Romande. Tome XIV, i.irc Livr. , 8." Memorie di matemalica e di fisica della Societa Italiana delle Scienze rcsidente in Modcna. Tom. XXV, Parte 2.' Modena, i855, 1 vol. 4 ■" fig- Memorie dell' I. R. Istiluto Veneto di Scienze, Lettere ed Arli. Vol VI. Venezia, i856, 1 vol. 4-° fig- ACCADEMIV di Lcida. Societa' SENCHEr>BEBGl»\A I.' Iimubmta' ,/i Kiel. Societa' di Stobia DELLA SwZZEBA HOMAHDA, Societa' Itilu.m DELLE SciEMI. ill Modena. I. R. IsTITLTo Veneto. Serie II. Tom. XVI. SCIENZE FISICHE E MATEMATICHE I. XI NOTIZIA STORICA dei lavori fatti dalla Classc di Scienze Fisiche e Malemativlw dclla Iieale Aceademia delle Scienze neWanno 1855 dal I'rofessorc EUGENIO SISMONDA SEGRETARIO AGG1UNTO DI ESSA CLASSE Letta neU'adunanza del giorno SI dicembre 1856. Gnorev-ouM-wni (ooueani/, ijeguendo una consuctudinc, che per la sua antichita e per la non mai intcrrolta osservanza si pu6 ormai chiamare dovere , io Vi presento oggi , Colleghi onorevolissimi , la storia dei lavori Accademici falti da questa Classe di Scienze fisiche e matematiche nel periodo del trascorso anno i855. Parecchie altre volte io gia ebbi l'onore di compiere presso di Voi simile uflicio, e sempre mi vi accinsi con quella fidanza e con quel piacere che e nalurale sentimento in chi sa di avere presenti per ascoltarlo gli Autori stessi dei lavori, di cui egli debbe render conto, ed i quali percio possono cmendare la sua narrazionc ove avvenga che sia men che esatta e fcdele. Ma oggi non e piu cosl ! Piu non sono qui accolti tutti quelli che concorscro ai lavori, dei quali mi incumbe di parlare; nel volgere dei pochi mesi, che lc aulunnali ferie ci tenncro divisi, due Membri di questa Classe sccsero nella lomba, voglio dire il Conte Amcdeo Avogadro di Quaregna, ed il Cavaliere Giacinlo Provaka di Collegko, morti cmegli in Torino il giorno 9 luglio , questi a Baveno il giomo 29 settembrc ultimo scorso. Eletto Socio residente di quest' Accademia fin dall'anno 1819c Direttore della nostra Classe per poco men di tie lustri, il Conte Avogadro fu uno dcgli Accademici piu operosi , c lino agli ultimi giorni di sua vita con- linuo con mente "iovane e con instancabile lena a lavorare intorno allc I \I1 Scienze fisico-chimiche da Lai predilette. Molte di sue Memorie ornano i Volumi di quest'Accademia ; cosi quelle col titolo: Youvelles considerations sur la the'orie des proportions determinies Juris les combinaisons , et sur la determination des masses des molecules des corps; \ dI. XXVI, Serie prima, 1821. Sur hi maniere de ramener les composes organiqucs mix lois ori/i- miircs des proportions de'terminees -, m. Sur In construction d'un voltimetre multiplicatcur , et sur son appli- cation a hi determination tie I'ordre des metaux relativcmcnl a lew elec- Iricite par contact; Vol. XWII, 1823. Sur laf/iiiite des corps pour le calorique, et sur les rapports d'affi- nite qui en resultent en/re eux ; Vol. XXVIII, 1824, e XXIX, 1825 (due Memorie distinte). Sur la densite" des corps solides et liquides compare's avec la grosseur de lews molecules, et avec leurs nombres affinitaires ; Vol. XXX, 1826, e XXXI, 182- (iluc distinte Memorie). Comparaison des observations de M.r Dui.ong sur les pouvoirs re- fringens des corps gazeux, avec les fortuities de relation entre ces pou- voirs et les aflinitc's pour le calorique, de'duites des chaleurs specifques ; vol. xxxra, 1829. Rcmarques sur la loi de la force elastique de fair par rapport a la densite dans le cas de compression sans perte de calorique, et sur celle de la chaleur specif que tie Fair par rapport a la temperature et ii la prcssion ; ivi. Memoire sur les pouvoirs neutralisans des differens corps simples , de- duits tie leurs proportions en poids dans les composes neutres qui en sont formes; Vol. XXXIV, i83o. Memoire sur la force elastique de la vapeur . — Saggio di teoria matematica delta dislribuzione dell elettricita sulla supcrficie dei corpi conduttori nelf ipotesi deltazione induttiut esercitata dalla medesima sui corpi circostanti , per mezzo delle particelle dell' aria frapposta ; Vol. a3, i844- — Proposizione di tin nttovo sistema di nomeiuialuru chimica; Me- moria divisa in due parti, stampate la prima nel vol. a3, la seconda nel 24 , i85o. Incontransi pure varie scientific-he scritturc deH'AvoGADRO nel Journal de physique de la Methe'rie dal 1806 in poi , aegli Annates de chimie et de physique, nella Bibliotcca italiana, nella BihMoth&que universetle, nel Giorna/e di Pavia ed in altri periodica. II suo lavoro principale si e la Fisica dei corpi ponderabili pubblicala I MY rial 1 83; al l84l, opera in 4 grossi Volumi, detlicata a S. M. il Re Carlo Alberto, sotto i cui auspici \cimc essa in luce. Insomnia dall'anno i8o(5, in cui 1'Avogadro csordi nelh camera cli scrittore colle sue Con- stderazioni sopra i corpi non condutlori di clettricitu , fino all'anno i853 nel quale la clause coll'iill'mia Mexnoria letta, come gia dissi, in ([uesto recinto Sur les consequences quon pent de'diure des experiences de '/.' Regnault sur la loi de compressibilite des gaz, egli non ccsso di scrivere a profitto della scienza, ed a sempre maggior lustro del proprio nonie. E mentre preparava tanti c si svariati lavori, il Conle Avogadro attcn- deva ancora a varii ufliei: dettb lezioni di fisica sublime nella R.° UniVersiti dull invcnimento di Re Carlo Alberto al Trono, die ristabili tale cat- ledra , lino all'anno 1800, in cui esso doveltc abbandonarla per ragioni di salute; copri inoltrc la carica , dall'anno 1824 fino al di di sua moite, di Masiro-Uditore nella R.a Camera dei Conti , mostrando cguale zelo ed eguale dottrina si nell'arduo ufticio dell'Insegnante, che nella dilicata ca- rica di Magistrate. L'altro Collega, che lamcnto estinto, il Cavalicre Giacinto Provana di Collegso, fu ad un tempo uomo di scienza e politico ; ogni maniera di virlu cittadine era in lui eminente, sicclie ben non saprei dire se maggiore fosse la fede e la fermezza d'animo contro i capricci della fortuna, o la nobilta del carattere, o il sentimento della giustizia, o l'af- fetto per la patria. Giovincllo abbraccio la camera delle armi, che gli eventi politici del 1821 l'obbligarono ad abbandonarc insieme colla patria, dalla quale si tenne lonlano finche non la seppe retta con cjuella forma di governo, che fu mai sempre il supremo de' suoi voti. Passo i primi tempi del suo esiglio, militando per la causa della li- bcrta, in Portogallo , in Ispagna, in Grecia; recossi quindi in Francia, vi studio la Gcologia, e nominalo Professore di questa scienza a Bordeaux, attese a qnest'ufficio per parecchi anni, preparando in tale periodo una preziosa scrie di lezioni , le quali , col tilolo di Elementi di geologia pra- tica e teorica, vennero stampate dal Pomba nel 1847, ei* m cu'' °'tre ai principii generali della scienza , trovi esposte in semplice e chiara forma tulte rpielle cose, che meglio \algono a far conoscere U suolo d' Italia. Altri lavori geologici pubblico il Coli.ecno, come: — Essai ge'ologique sur les collines de Superga , pres de Turin; M'ui. de la Soc. Geol. de France, Vol. II, i835. J.W — Sulla giacitura del carbon Jbssile in Eurapa, ossia (telle localita ove riscontrare si pud con certezza questo combuslibile ; Milano, i838. — Note sur les chances de succes que presenlerait la continuation tin sondage de la place Dauphine; Bordeaux, 18.fi. — Sue te mitamorphisme des roches de sediment, et en particulier sur ce/ui des depots de combustible} Bordeaux, 1842. — Memoire sur In circulation ties eaux souterraines dans le Sud- Ouest tie la France; Annates des Sciences ge'ologiques par M. Riviere, Paris, 1842. — Sur les terrains diluviens des Pjre'nees ; ivi, 1843. — Esstd dune classification des terrains tertiaircs du departemenl de la Gironde; Bordeaux, 1843. — Memoire sur les terrains stratifies des alpes lombardes ; Bull, de la Soc. Ge'ol. de France, 2.imc Serie, Vol. I, 1 843-44 — Nota sui tcrreni ilei contorni delta Spe-ia ; Memorie della R. Accad. delle Scienze di Torino, Serie 2.'11, VoL XII, i852. E ancora opera del Collegiso, oltre ai lavori sovra menzionati , ed a molti arlicoli scientific! stampati principalmente ncl cilato Bulletin de la Societe Geologique de France, una carta gcologica della Pcnisola, lavoro questo, egli e vcro, per la massima parte di mora compilazione, cssendo csso fondalo, siccome nota lo stesso Coi.i.egno, su epiauto gli allri Geologi ilaliani gia avevano fallo di pubblica ragione, eiaseuno con descrizioni parlicolareggiate della propria provineia, ma lavoro nondimeno che fu accollo dai Dolli con riconoscenza, come qucllo clie avea il jiregio di riassumcre, per eosi dire, i risultamenti degli studii di molti, sparsi in molle Memorie accademiche non facili a procacciarsi , e di presentarli coordinali giusla le leorie gcologiche allora put generalmente professatc. Rienlralo dclmitivamente in patria allorche , comedissi, la seppe ve- nuta a quella forma di governo, per promuovere la quale nel 1821 avea dovuto andame esigliato, il Cav. Giacinto Provana m Coli.egno si vide tosto cliiamalo dalla volonla del Re non ineno che dal desidcrio de'suoi concittadini a varie eininenli carichc, a cui la sua lama di uomo politico e milium- naturalmente 1'addilava Quindi e che nel 18. {8, epoca che eanccllo molte ruggini anliche, fu promosso al grado di Maggior Generale, e nominato a Scnalore del Regno; nell' istesso anno, reeatosi a Milano, vi fu dal Governo provvisorio incaricato del porlafoglio della Guerra, collo speciale mandalo di allestire il Corpo delto poi di Armala Lombarda; Serie II. Tom. XVI. 9 nel i85a venue prescelto ad Inviato strabrdinario e Ministro pleiiipoten- tiario di S. M. a l'arigi, e nel 1 855 ebbe il comando generalc della l>i\ isione di Genova, oariehe queste due ultimo, chc copri per poco tempo, volontariamente dismettendosene per motivi , die fanno l'elogio della sua modeslia e della sua prudenza. Io non entro in maggiori particolari intorno alia vita delContc Avogadro e del Cav. di Coli.egno, perclie il inio inlcndimcnlo non e di tesscrc qui la loro biografia , ma solo di non lasciarmi sfuggirc l'opportunita di gettare un fiore Sulla tomha di qucsli illuslri nostri Colleghi , e di nolare i l>unti piu spiecali della loro camera , ondc dimostrarc quali erano ^li uomini , chc noi ahbiamo avuto la svenlura di perderc nelle passale ferie. E quando, invece di limitarmi a quelle della nostra Classc, lamentar qui volcssi lc pcrdile tutle fatte dairAccademia nel citato breve periodo, altri due nomi illuslri io dovrei qui ricordarc , cioe l'crudito Autore degli Stiali critici sovra la storia (Thalia ai tempi del Re Ardoino , il CaT. Luigi Provaxa df.i. Sabbioke, c'I doltissimo illustratoi-c dei templi, del foro , e di tulti i mcravigliosi edifizi deirantica Roma, il Commend. Luigi Canina, ambidue Membri della Classc. di Scienze morali , storiche e fdologiche di quest' Accademia, c morli qnegli in Torino il giorno 27 luglio, cmesti in Firenze il 17 ottobre p. p. Ma io lascio ad altri, versalo negli studii , clie qucsti dislinti ingegni coltivarono con tanta gloria, l'onore di rendere alia loro memoria cpicl tributo di lode , che ben lc e dovuto, e passo tosto a render conlo dci lavori fatti da Voi , onorevolissimi Col- leghi, tenendo nella mia narrazionc l'ordine stesso, col quale essi si sue- cedetlero , e non prefiggendomi altra mira che quella di riuscire espositorc ehiaro e fedele. 7 gennaio. II Cav. Sobrf.ro, condeputato col Cav. Cantu', fa rclazionc su una domanda sporta al R. Govcrno dai signori D. Schiapparei.i.i e B. A. Rossi, diretta ad ottcnerc il privilcgio per la fabbricazione di un concime par- ticohtve da essi denominate) Liiigotliiia. (•'. la Lingottina un concime artificialc polvcroso, inodoro, facile a trasportarsi, contenente sotto picciol volume buona copia di maleriali fer- tilizzanti, di composizione stabile, e capace per siffatte pi-oprieta di essere I.XVU impiegato Dell'agricoltura con maggior vantaggio die non lo sono gli altri concimi gencralmcntc in uso. Giusta le indicazioni date dai Poslulanti , su cenlo parti conliene: i.° Deiezioni umane, sangue, ccc. evaporati ad 5 5o. 2.° Solfato o cloridralo d'ammbniaca 8. 3." Carbone animalc con solfato di calce :•.">. 4-0 Solfato di calce deacquilicalo "i. 5." Ceneri contcnenti silicali di potassa cd altri .">. 6.° Solfato di soda 5. 7.0 Solfato di ferro o uiurialo di manganese 1. 8.° Olio empireumatico aniinalc 1 . II procediinento scguito dai Rieorrcnti nella preparazione del concime in discorso sta nel disinfettare escremenri umani, sangue, acque del gaz ecc. col mezzo di sali mctalliei e di carbonc animalc poroso mislo con malerie lerrose e saline, quale otlicnsi dalla dislillazione secca dellc ossa, dei cuoi logori, delle lane, ccc, e nell'iinire a talc miscuglio il solfato ed il clo- ridrato d'ammoniaca ricavati dalla dislillazione delle sovra nominate ma- lerie solide animali. Osserva la Giunta Aceademica non avervi nel riferito procedimento alcuna no vita, essendo csso fondato su principii di chimica tecnica a tulli noti ; tultavia essa fa considerare alia Classe , chc nel noslro pacse non esisle per anco un'oflicina, nella quale i delli materiali concimanti, cosi dissimili tra loro per consistenza, per nalura, c per ricchezza di principii ferlilizzanti, si trallino in modo , clie senza perdere di loro eflicacia , rendansi per la forma polverosa, per la diminuila mole, per la coslau/.a dellc proporzioni e per altri caralleri , capaci di soddisfare meglio ai bi- sogni dellagricoltura. Enumcrando i \antaggi della fabbricazione della Lmgottina , il Relatore annovera pur qucllo di far dcsislcrc forse dalla coslruzione in quesla cilia di canali sottcrranei pci quali si guida a perdersi nel lctlo del Po un' im- mense quanlila di soslanze che possonsi volgere a benefizio dell'agricoltara. A qucslo proposito il Cav. Cavai.i.i osserva cssere in parte gia soddisfatto il \oto della Commissione, poiche il Municipio delibcrb clie fossero sospesi i lavori di coslruzione dei canali deslinali appunto a trascinar Del Pq le malerie in qucstione , fmo a tanto chc si conosccssero i risultamcnti delle operazioni, chc Sara per intraprendere la sociela della Lingottina Nella rclazione e inoltre detto che non nuincano i ritrovati deltartc, /»<'■ I. win queli queste materie, sefaa pregiudizio della pubblica igietie, si conseivcmo , e trasportate neRojJicina, si convertono in concimi. Intorno a qncst'espres- sione il Cav. Minuskka demands schiarimenti al Relatorc, tcmendo clie con essa si voglia tacitamcntc proporre l'uso di latrine portatili, come praticasi nella contea di Nizza, a Marsiglia, ccc. II Relalore , e sccolui il condeputato Cav. Cantii' risjiondono clic lc loro parole non mirano a snggerire I'adozione di un mezzo a prcferenza di un altro, ma solo ad invilare le Aulorila competent] a non laseiar piu andar perdute nel Po le gia piu voile nominate maleric, c ad ulilizzarle con uno di cpiei mezzi di disinfezione e di adunamento delle medesime gia adotlali nelle grand] capital] egrier, non e altro che un molino orilinario mobile per la forza degli aniuiali , con l.WII uualche modificaxione pero nei numcro, nclla disposizione e nella gran- dezca relative delle mote dentate ad mboccamento piano , le quali, as- serisce il Ricorrente, ed amniotic la Ginnta, sono combinate in modo da diminuire gli attriti e i dee lavorare. La fiamma lambisce tutt'attorno i crogiuoli , e per mezzo di opportuni canali e quindi condotta a dispei'dersi per un camino mu- nito di regislri alio scopo di modcrare 1' inlensita della combustione. La Giunla lascia che l'csperienza giudichi sc questo sistema sia cosi eeonomico , come il sig. Dall' Orto asscvera , ma secolui aminette il Aantaggio che con sifTatta maniera di forno la materia non puo venir al- 1 1 rata dal contatlo della fiamma. Quindi, per quest'ullima ragione e per non constarle che un forno idenlico gia sia conosciuto ed in uso in Pie- monte, essa Giunta favorevolmcnlc accoglie la domanda del sig. Dall'Orto. II Cav. Cavalli, condeputalo col Cav. Botto, fa rclazione su una domanda pure di privilegio, del sig. Gioanni Pietro Jeantin, di Ciamberi, per matcrassi elastici di nuova forma. La novila di sifl'atti matcrassi sta nell'aggiunta di un intreccio di molle .1 eliec eilindriehe, merce cui vengono insicme riuniti, nella parte lor supcriore , i doppi coni in fd di ferro , che impiegansi nell'ordinaria co- st ru/.ione dei cosi delti matcrassi elastici. I Commissarii non credono che la sovra menlovata aggiunta possa gran Initio anmentare la cedcvolczza del matcrasso; luttavia, riconoscendola per una novita , proj)ongono in favore del sig. Jeantin la concessione della chiesta privativa. I.\\\ Lo stcsso Cav. Cavai.li , deputato col Cav. Menabrea , fa rapporto su una domanda di privilegio del sig. Fortunato Maneglia , Capo d'officina nellc ferrovic dcllo Stato j)cr move aggiunte da essofatte al suo sistema giii prwilegiaio di sospensione e tnmone dei veicoli ad uso detteferrovie. Le nuove combinazioni mcccaniche proposte dal sig. Manegi.ia es- scnilo fondate sugli slcssi principii , su cui poggia il sistema, pel quale gia otlenne una privativa, cd avendo lo stesso scopo, quello cioe di re- golare a piacimento l'elasticita dei mezzi ili sospensione dei veicoli, la Giunta giudica equo ed utile chc il gia ottenuto privilegio venga eziandio esteso a qucste nuove aggiunte. 25 marzo- II Prof. Sismonda (Eugcnio), condeputato col Prof. De Filippi, ri- fensce sul merilo di una Meraoria manoscritta rassegnata alTAccademia, per la stampa nei Volumi Accademici, dal sig. Eugenio Truqui, Ufficiale consolare di S. M., e che porta per litolo: Anthicini insulae Cjpri et Sjriae. L'Autore illustra in questo suo scritto gl'insetti coleotteri della fa- miglia dcgli Anticini , che esso ebbe l'opportunita di raccoglierc ncl pe- riodo di tempo , che per la sua qualita di Ufficiale consolare abito l'isola di Cipro , e percorse una parte della Siria. A quarantatre ascendono le specie ivi descritte, tra le quali sedici nuove per la scienza, ilislintr dall'Autore col nome di : Notoxus rubetorum — Anthicus glabcllus — A. erro — A. fatuus — A. incomptus — A. villosulus — A. cerastes — A. phocnicius — A. ornatus — A. armatus — A. scurrula — A. aspelius — A. sidonius — A. Lafcrtci — A. gorgus — Ochthenomus bwittatus. Osserva la Giunta che questa famiglia di Coleotteri gia ebbe un ac- curatissimo illustratore nel sig. Laferte, sicche l'aggiugnere, come ha fatto il sig. Truqui, sedici specie nuove alia Monographia Anthicorum del prcdetto Autorc e non dubbia prova di molta diligenza nelle riecrche, e di molta pcrspicacia ncllo studio delle forme; riconosce inoltre la Giunta nella Mcuioria del sig. Truqui esattczza nelle descrizioni, e preziose dducidazioni di sinonimia ; quindi la dichiara meritevole di esserc stani- pata nei Volumi dcH'Accademia , cd a tal fine conchiude proponendone la lettura alia Classe. I WVI In qucst'adunanza I'Accademico Cav. Cavalli termina la letlura in- cominciata nella precedente lornata di un suo lavoro iniitolalo: Memoria at varii perfezionamenti miUtari che comprende alcuni cemii sui cannoni carican/isi dulla culatta, c sui cannoni rigati per Tartiglieria da fortezza, (tassedio, campale, c di mare, e dissertazioni relative ai mezzi di accre- scere la mobilita dell'artiglicria , e di sem plificarc tamministrazionc ed il enrreggio tutto , e sui conscgucnte aumenio della potenza degli eserciti di terra e dcllc annate at mare. (E stampata ncl Vol. XVII, pag. i). 25 aprilc. II Segretario Aggiunto da alia Classe la solita comunicazionc del car- teggio, c tra pareccliie altre lettere nc Icgge una del sig. Ministro dell' In - terno indirilla al rrcsidente dcll'Accadeniia , e nella quale si annunzia flic S. M. , in udienza del giorno i.° del corrcntc mese di apriie , si e degnata di approvare la nomina fatta dall'Accadcinia, nella tornata del giorno 4 marzo ultimo scorso, del Matematico sig. Luigi Poinsot, Socio ilcll' Instiluto di Francia, Grande Uflicialc della Legion d'onoi'e, ecc. a Mcmbro straniero di quest' Accadcmia per la Classe di Scienze fisiche e matcmatiche. Lo stcsso Segretario Aggiunto prcsenta quindi due lavori manoscritti in via li all'Accademia dal Commendatore Dott. Carlo Carron du Villauds, Ispettorc del Corpo medico mililare della repubblica messicana, ecc. da Puerto-Rico , Antille spagnuole , e col titolo l'uno di Catalogue des plantes qui naissent spontanement dans tisle de Saint-Thomas , l'allro di Memoria sopra V influenza dello strabismo nelfesercizio di varie professioni. La Classe gradisce l'omaggio del sig. Carron du Villards, e delibera che dei nominati scrilli facciasi onorcvolc menzione nella JSotizia storica dei lavori Accadcmici , al quale scopo mira appunto il seguente ragguaglio: II Catalogue des plantes, siccomc asserisce lo stcsso Autore nella |iffazione del suo scritto, e opera del Revercndo Pastore I.- P. Knox, il quale soggiorno 10 anni nella detta isola di S. Tomaso. Qucsto catalogo, disposto per online alfabetico, abbi'accia le specie seguenti : Abrus prccatorius, Linn. Acacia acantholoba , II. and B. i) acicularis , II. and B. » Catechu, \V. » farnesianat W. » Jlexuosa, II. and B. » glauca, W . » latisiliqua , W . Lebbeck, \\ . » macracantho'ides , Bert. » macFostachya , Reich. » nigricans , P. B. » mulijlnra , W. » obtusa, II. and B. ii parvifblia, \\ . » plaljloba, Bert. » procera , W. » Salinarum , DC. » sarmcntosa , Desv. » // cs liana , DC. Acalypha corchovi folia, W. )) reptans, Sw. Acanthophlora Thierii, Lam. Acetabularia crenu/ata, Ljirx. Achjrranthes aspera, Linn. Acnistus cauUflorus, Schott. Acrocainia fusiformis, Sweet. Acroslichum anreum, Linn. Adenanthera pavonina, Linn. Adenostemma Swartzii, Cass. Adhatoda custachiana , DC. » carthagincnsis , DC. » lithospermi/blia, Jacq. » periplocif'olia, DC. » sphaerosperma, DC. Adiantumcuneatum,hc,sr>. andFiscH. » denticulatum , Sw. » J'alcalum •■ , Sw. » intermedium, Sw. » rhomboideum, II. B. and K. » striatum, Sw. » lenerum , Sw. .Echmea paniculata , R. and 1'. /Egiphjrla martinicensis , Linn. » trijida , Sw. JEschrnomene amcricana, Linn. » sensitive , Sw. LWVII Agati coccinca, Desv. » grandiflora, Desv. Agave americana , Linn. » mcxicana , Lmck. )> vi\'ipara , Linn. Ageratum conyzoides , Linn. Allamanda catltarlica , Linn. Allium ascalunicum , Linn. » Ctya , Linn. » Porrum , Linn. » Scorodoprasum , Linn. Allosorus dealbatus , Presi.. vi//ot' vulgaris, DC. Alpinia nutans, Rose. Alsulium Scafortliii , Ac. » tritiugulare , T. Ac. Altcrnantliera liicbardii, DC. » sessilis , R. Br. Althaea rosea, Cav. Alysicarpus vaginalis, DC. Amarantus paniculatus , DC. » spinosus , L. Amaryllis Atamasco , Linn. « 'Belladonna. » equestris , Ait. » formosissima, Linn. » pumilio , Ait. Amblogjrna polygonoidcs , DC. Ambrosia artemisiaefolia, Linn. Amerimnum Brownci, Sw. Ammannia sanguinolenta , Sw. Amonutm srlvestre, Sw. Amy ris syhatica, Jacq. Anacardium occidentalc , Linn. Andira inermis , H. B. and K. Andromeda fasciculuta , Sw. Andropogon alopecuroides , Litm. » bico/or, Roxu. » ceriums, Roxb. >i Ischaemum, Linn. » sacc/iaratus- , Roxb. « Schoenanthus , Linn. » Sorghum, I5i\ot. Ancthum grameolens, Linn. Angaria trUobata, Linn. Anona Cherimu/ia , Mill. » cinerea , Dunal. I AWIII Imtiin glabra, Linn. » laurifblia , Di nal. » nmriciifii , Linn. n patustHs, Linn. » reticulata, Linn. i) squamosa, Linn. (nthacanthus armatus, DC. » spinosus, DC. « horridus. tnthephora elegans, Schheb. intherilium Bohrii, \ all. ipium graveolens, Linn. trachis hjrpogaea, Linn. Avcca oleracea , Jacq. IrJisiit coriacea , Sw. Argemone mcxicana , Linn. Argothamnia candicans, Sw. Aristida capuTacea, Lam. )> plumosa , Linn. i) stricta , Mich. iristolochia angxdcida, Linn. >i trilobata, Linn. Irrhostoxylum coccineum N. el E. trtocarpus incisa, Linn. f. hum hederaceum, Linn. i) » ma jus, Du court. » lingulatum, Linn. » pictum, Linn. inmdo Donax, Linn. isclepias curassavica, Linn. tsparagus officinalis, Linn. Aspidium Plumierii, Prest. » trifoliatum , Sw. fsplenium pumihan , Sw. Averrhoa carambola, Linn. » Bilimbc, Linn. Avicermia nitida, Jacq. » tomentosa, Jacq. Bambusa arundinacea, Wii.i.d. Banisteria dichotoma , Linn. » emarginata, Cv\. » jloribunda , DC. 11 peviplocaefolia , Desk. Batatas edulis , Chois. » pentiiphylla , Chois. quinquefolia, Chois. maritima, Linn. Bauhinia pubescens, DC. Beloperone nemorosa, DC. /)<■/ » crispa, Linn. » Bapa, Linn. Bromelia Ananas, Linn. » Pinguin , Linn. Broussonetia Plumieri , Spr. » tinctoria , Kunth. Brunfelsia americana, Linn. » unduiata, Sw. J?/ja Ebenus , DC. Bryonia ficifolia , Lam. Brjophjllum caljcinum, Salisb Bucida Buceras , Linn. Buinclia reclinata, Vent. » retusa , Sw. Bunchosia media, DC. » nitida, DC. » poljstachja, DC. Bursera gummifera, Jacq. Byrsonima coriacea , DC. » laevigata, DC. » lucida, DC. » spicata, DC. Caesalpina Coriaria, W. » glandulosa , Bert. >> Sappan, Linn. Cajanus flavus , DC. Cakile aequalis, L'IIeiut. » americana , Nutt. Caladium arborescent , Vent. » esculentiun , \ eht. » seguinuin , Vent. Calendula officinalis , Linn. Calliopsis bico/or , Reich. Callisia repens, Loff. Calonrction speciosum, Chois. Calopbyllum Calaba , Jacq. Calatropis aspera, K. Br. » gigantca , DC. » procera , R. Br. Calycopbjllum coccineum, DC. Calrptranthes Chjrtraculia, Sw. Campjrloneurum PhyUitidis, Presl. » reperis , Pkbsl. Canavalia ensUbrmis, DC. Canella alba , Murr. Canna coccinea , Air. » glauca , Lin\. » indica , Ait. » occidenUdis , Bosc. Capevonia patustris , Hn.. Capparis ccmrgdalina, Lam )i Brejnia , Li\n. » cyrnophallophora, Linn. )) Eustachiana, Jacq. n Jerrnginea , Linn. » intermedia, H. B. and K » paucijlora , H. B. and K. » saligna , \ ahl. » spinosa , Linn. » tenuisi/itjua , Jacq. )> torulosa , Sw. Capraria biflora, Linn. Capsicum anniiuni , Linn. » baccatum , Linn. lxm\ Capsicum fvulescens , Linn. Cui'diosperiuum Curindum , Lin\ » Halicacabum, Linn. Carica Papaya, Linn. Carolinea alba, Lodd. Casearia paivi/lora , W. » ramijlora , Vahl. Cassia alata, Linn. it bicapsularis , Linn. » Clmmaecrisui , Linn. » » striata, Schrank. » frutescens, Mill. » glandulosa , Linn. » hecatopfijlla , DC. » macrophyUa, Kunth. » nictitans, Linn. » obovata, Coll. » obtusifolia , Linn. » occidentalis , Linn. » )) glabra, DC. » » aristata , DC. » prostrata, H. and B. » riparia, H. B. and K. » Tora, Linn. » viminea , Linn. Castela depressa , Turp. Catasetum tridcntalum , Hook. Cattleia labiata, Lind. Caulerpa clavifera, Ac n cupressoides , Ac. i) pennata , Lamrx. » plunniris, Ac » prolifea , Ac. » Selago , \<.. » urifera, Ac. Caulinia giuidalupensis, Spr. Ceanothus colubrinus , Lam. » ferreus , DC. » laevigatas , L'Herit. » reclinalus , L'Herit. » Sarcomphalus , DC. Cecropia peltata, Linn. Celosia argentea, Linn » cristata, DC. » paniculala , Linn. Cellis aculeata, Sw. » australis, L. I \\\ Cenchnu ccbinatus, Linn. » laengatus, Trin. » trilui/oides, Linn. Ceramium diaphanum, Roth. n rubrum , Ag. „ « nitens, Ac Cereus lanuginosa*, Haw. )) peruvianas) Haw. n stvictus , DC. » triangularis, Haw. Cestrum citrifolium , L'Her. a (liurriitin , Linn. » laarifolium , L'Her. » noctunium , Linn. » vespertinum , Linn. Chumissoa aMssima , Hun. B. Chenopodium anth dm in tli icum ,Li n n . » spathulutum , Lieb. Chiococca racemosa, Jacq. „ » huxijlora, DC. Chloris cruciata, Sw. » radiata , Sw. Chomclia fasciadata, Swartz. Chondria papulosa, Ac. ChrysobaUmus Icaco , Link. Chiysophyllum Cainito, Likn. )> glabiiun, Jacq. a microcarpum , Sw. n rugosum, Sw. Cissampelos Paveira, Linn Cissus acid*, Linn. » obovata , ^ ahl. » ovata , Lam. » sicjoides , Linn. » trijbliata, Jacq. Citharexylon cinereum , Linn. i) qiuuliangulare , Jacq. a viUosian , Jacq. Citrus Aurantium , Risso. a buxifolia, PoiR. i) decumana, Linn. » Linionnm , Risso. a medica, Risso. Claytonia perfoliata , Doiw. Cleome pentaphjrila, DC. » puhescens, Sims. i) spiiiosa, Linn. Cleome triphjrUa, DC. Clibadium asperum , DC. « erosum, DC. Clitoria J'/uniicri, Turp. » Tervatea, Linn. « virginiana, Linn. Clusia alba, Linn. » rubra , Linn. Coccocypselum spicatum , Kunth. Coccoloba barbadensis , Jacq. » excoriata, Linn. » lati folia, Lam. a microstachja , W. a nivea, Jacq. » obtusifolia , Jacq. n punctata, Linn. « uvifera, L. Cocos nucifera , Linn. Codium elongation , Ac Coffea arabica, L. Cou: Lacryma , Linn. Comelina communis, Linn. » elegans, Humb. » gracilis, R. and P. » lovgicaulis, Jacq. Comocladia ilicifolia , Sw. Conferva aerea', var. occ, Martens. i) clavata , Ac n dispansa, Ac » distans, var. subtilis , Lnm. n membranacea, Ac » tricholoma, Ac Conocarpua erectus, H. B. and K. „ » arborea , DC. Conostegia p roc era , Don. Com-oh'ulus nodiflorus, Desr. Corchorus acutangulus , Lam. » hirsutus, Linn. n hirtus, Linn. » siliquosus , Linn. Cordia elliptica, Sw. » Gerascanthus , Jacq. » Mjxa, Linn. » macrophylla, Linn. » sulcata , DC. » ulmi folia, Juss. ,) » ovata, DC Corypha umbraculifera , Linn. Crataeva grnandra, Linn. i) Tapia , Linn. Crescentia acuminata, II. 15. and K. » cucurbitina, Linn. » Cuiele, Lin\. Cribnria purpurea , Ai.d. and Schw. Criruan erubescent, Ait. CrossandrainfundibulifbrrniSjN.abE. Crotaloria incana, Linn. i) latifolia, Linn. » mucronata, Desv. » retusa , Linn. » verrucosa, Linn. » » obtusa, IX',. f'mloii ust mites , Ait. i) balsam iferum , Linn. » betuUnum , \ aim.. » bixioides, \ un.. » chamaedryfolium , Lam. » co/ ■y/i/o/iuin , Lam. n ilif/iisuni , I'u i ii. » discolor, Rich. « fiavenSj Linn. » trilobatum , Yir.i.n. Cucumis Angaria, Linn. n Citrullus , Ser. » Jlexuosus , Linn. >> .)/c/o malteiisis, Linn. » salivas, Linn. CucurbUa Melopepo, Linn. » Pepo , Linn. Cuscuta americana, Linn-. » corrmbosa, R. and P. » racemosa minuta, Chois. Cjcas revohUa , Tiiunii. t'riinilon Dactylon , Pkrs. Cyperus brunneus , S\v. » distorts, Linn. » EhrenbergU, Kuhth. n elegans, Linn. » f'ero.r , Rich. » Haspan , Linn. » Ugularis, Linn. » odoratus , L. » rotundus , L. » tenuis , S\v. Serie II. Tom. Wl. I.WM Crperus viscosus, Ait. uactjrloctenium aegrptiacum, \\ dxd. Dahlia variabilis, Desf. Dalechampia scandens, Linn Datura arborea , L. i) fastuosa , L. » Metal, L. )) Stramonium , Linn. Daucus Carota, Linn. Davallia aculeata , Sw. Desmanlhus depressus , II. and B. » punctatus , Willd. n virgatus , DC. Desmodium axillarc , DC. » inranum , DC. » molle, DC. » oblongifblium, DC. » reptans, DC. i) Scorpiurus, Desv. » spirale , DC. )> supinum , DC. » lurtimsum , DC. » trijlnrum , DC. Dianthus chinensis, Linn. » CaryophrUus, Linn. Dichromena eiliata , \ ahl. » ieucocephala, Michx. Dictrota atomaria, Ghettixe. » dichotoma , Lamrx. » Unearia, Grbt. Digenia simplex, Ac. Dioscorea alata, Linn. » build fern , Linn. » sagittata, Poir. » sativa, l.i nn. Distictis lactiflora, DC. Distrepuu spicatus, Cass, and Li ss Ditaxis fasciculate , Juss. Dodecatheon Meadia, Linn. Dodonaea viscosa, Linn. Dolic/ios /ulcus, S\V\RTZ. i) sesi/uipedalis , Linn. n spliaerospermus , DC. » vexillatus, 11. B. and K Dracaena Jcrrea , I. inn. Dracontium lanceae/idium , .1 vcq. Drepanocarpus lunatus , Meyer. I.WMI Drpnaria cordata, W. Durante Pbonieri, Linn. Ecastaphyttum Brownei, Pers. Echites agglutinate , Jacq. » hi J lorn . Linn. » circinalis, Sw. » Thomasiana , DC. » nitida, Vahl. » suberecta , Jacq. Egletes domingensis, Cass. >i glabrata. Ehretia Beureria, Linn. » tinifolia, Linn. Eleocharis capitata, Brown. » geniculdta , Brown. « intcrslinctd, Brown. » miitata, Brown. Elephantopus mollis, H. B. and K. Eleusine mucronata, Mhlbrg. » incited, Gaertn. Emilia sonchijnlia , DC. Epidendrum hicornutum, Sw. » bi/iditm , Aubl. » cilitire , Linn. » elongation , Jacq. Eranthemum acanthodes, Spr. » bicolor , Schranck. Erechtites bicvacifolia , Raf. Erigeron canadense, Linn. n jamaicense , L. » laevigatum , ^ est. » spathulatum, Vest. Eriodendrum infractuosum , DC. » cavibdcum, Don. ErithaUs fruticosa, Linn. Erythrina Corallodendron , Linn. » glauca , W . » Cmta gofli, Linn. » speciosa, Anhr. Errthroxrhan areolatum , Linn. Eugenia axillaris, Poir. » buxifolia, W. » cordata , DC. » disticha , DC. ,. ftoribunda, West. » Jbetida, Pers. » fragrant, W. Eugenia lancca , Pom. » ligustrma, \V. » lincata , DC. i) Michclii, Lam. i) Pimentti , DC. )) proceva, Poir. ,i Pseudb-psidium , Jacq. » sessilijlora , DC. 0 virgultosa , DC. Eupatorium atripUcijblium, Vahl » canescens , Vahi.. » macranthum, Sw. » odoralum, Linn. )> rcpandum, W. Euphorbia Antiquarian, Link » articulata, Lam. „ » rotundifolia , l\i ,i cotinifolia, Linn. » geniculata, Ortc. » glabrata , Vahl. n heterophyUa, Linn. » It ypcrici folia, Linn. „ Unarifolia, Willp. » nercifolia, Linn. » oblitcrata , Jacq. » petiolaris , Linn. » pilidifera, Linn. ii prostrata, Ait. » punicca , Sw. Eustachjs pctraea, Desv. Euxolus oleraceus, Moq. » viridis , Moq. Evolvulus linifolins , Linn. » nummularius , Linn Excoecaria liicida , Sw. Exogoniiim Jilifbrme , Chois. Exostcmma caribaeum, It. ami Sen Faramea odoratissima, DC. Ft'cHS laevigata, Vahl. » pedunculata , Ait. » carica, Linn. » sci Tat a , Linn. Fimbvistjlis ferruginea, Vahl. » spadicea, Vahl. Fischevn scandens, DC. Foeniciilnm vulgar e, Gaertn. Furcellaria acanihophpra, Ac. Gaertnera vaginata, Lam. Galactia pcndula, Pers. Gardenia Jlorida , Linn. » (I. plena. » biti folia, Ait. Genipa americana, Linn. GeophUa reniformis, Cii. ami Schl. Gloxinia speciosa , Lodd. Glycine striata, L. fil. Gomphrena globosa, Linn. Goniopteris crenata , Presl. » mega/odes , Sciik. » tetragona, Presl. Gonzalea panamensis, Pers. » spicata , DC. iinn/onia Hacmatoxylon, Sw. Gossypium barbadense , Linn. » hevbaceum , Linn. Gouania domingensis , Linn. » tomentosa , Jacq. Graptopliyllum hortcnse , N. ab E. Guajacum officinale , Linn. Guazuma u/mi/olia, Linn. Guettavda eUiptica , Sw. » paiviflora , Vahl. » scabra , Lam. Gnilandina Bonduc , Ait. » » minor. Gjrmnogramme calomelanos , Kam.f. » peruviana , Desf. » tartar ea, Desv. Gynandropsis pentaphylla, Linn. Hacmatoxylon campechiannum , Linn. Halopteris scolopendvina , Presl. Halyseris delicatula , Ac. » polipodioidcs , Ac. HameUa patens, Jacq. Hcbec/iiiiitni macvophylliim , DC. Heliantlius animus, Linn. » multijlorus , Linn. Helictercs iamaicensis, Jacq. » Isora , Linn. » verbose ijblia , Link. Fleliophytum indicant) DC. » paivi/forum , DC. fleliopsis buphthalmoides , Dunal. LWNIII Heliotropium curassavicum , Linn » jiuticosum, Linn. » peruvianum, Linn. Herpestis Monnieria, II. B. ami K. » stricta , Schrad. Heteropleris purpurea, II. B. antl K. Hibiscus Abelmoschus , Linn. » bifurciitus , Cav. » cannabinus , Linn. » domingensis , Jacq. » esculentus , Linn. » maculatus , Desv. i) micatis, Cav. » mutabilis , Linn. » pltoeniceus , W. » 7'Oirt sinensis, Linn. » sabdaviffh, Linn. » tiliaccus , L. Hippocralea ovata, Lam. Hippomane Mancinella, Linn. Holosteum diandrum, Sw. Hiuisonia tomentosa, Nuti. Hura crepitans, L. Hutchinsia pericladus , Ac. Hydrangea Hortensia, DC. Hymenaea Courbaril, Linn. Hypnea musciformis, Lmr\. Hyptis brevipes , Poir. » capitata, Jacq. n ebracteata, R. Br. » pectinata, Poit. » verticillata , Jacq. Jacquemontia violacea, Choi.v Jacquinia arborea, Vahl. » armilluris , Jacq. Jambosa vulgaris, DC. Isachne dubia, Kunth. Jasminum arborescens , Roxb. )i azoricum, Linn. » hirsutum , Linn. » officinale, Linn. » pubescens , Willd. » revo/iitum , Linn Jatroplia Curcas, Linn. » gossypifblia, Linv » Manihot, Linn. » multifida , Linn. I.N.W1V Tcica altissima, Arm.. TUecebrum dchjrantha, W. Tmpatiens Balsamina, hum. fndigofera (nil, Lntn. Tnga cinerea, H. ana B. » heterophjrUa, W. » laurina , \N . i) purpurea} W. i) unguis villi , NN • Jonidium strictum , \ bht. fpomoea Dumetorum , W'n.i.n. n fastigiata, Sweet. .) inviiriititti , Chois. » Pes caprae , Sw. » setifera , Pom. ii sagittata , Desf. » sinuata , Ort. i) triloba, Lraxr. )) tuberosa, Linn. » umhellata , Meyer. » venlrivosa, DC. fresine aggregata, DC. » crassifolia , DC. cliitinr , Rich. » verniivularis , DC. Isolepis nrlivit/iitti, N. ab Es. » ptiltiilijlura , DC. Isotoma longiflora, DC. )) ////w , \ Alii.. fussiaea acuminata., Sw. » erccta , Linn. » » plnnieriana. » dodecandra, DC. Ixorii ttricta , Roxb. KaUstroemia maxima, W. and A. Eiesera sericca, Reinw. Killinga piimila , Mx. Labiab vulgaris , Sav. » » a Ibi floras, DC. Lactuca canadensis, Linn. » saliva , Linn. Lagerstroemia Beginae, Rom lagetta lintearia, Lam. Laguncularia racemosa, Gaert. Lantana polracantha, DC. n vrovca , Jacq< » involucrata , Linn. Laurencia papulosa , Grenvii.i.. Lappago racemosa, Gaert. Laurus coriacea , Sw. Lawsonia alba, Lam. Leonotis nepetaejblia, R. Br. Leonurus sibiricus, Linn. Lepidium virginicum , L. Lcria albicans , DC. » nutans , DC. Leucas martinicensis , R. Br. Ldagora pulverulenta , Ac « viscida , Ac. Linociera compacta, R. Br. LiparU labiata , Spr. Lithobrochia pedata, Presi.. Loasa triloba, Juss. Lomentaria ovalis , Endl. Lonvhitis aurita , Linn. Lonivera jlava, Sims. Loranthus occidentalis, Linn. » pauciflorus, Sw. Lorentea humifusa, Less. Lourea VespertilUmis, Dbsy. Lycopersivum csculentum , Dun. Malachra capUata, Linn. » radiata, Linn. Malpighia coccifera , Linn. » fucata, Ker. » glabra , Linn. » punicifoliii , Linn. i) setosa, Berter. » wens, Linn. Mah'a americana , Linn. » vapitata, Linn. )> spivata , Linn. Mammea americana , Linn. Mangifera indica, Linn. Mappa tanaria, Spr. Marantha arundinacea , Linn. Marginalia angiistifolia , Presi,. » invalid, Prksl. )) pilosettoides , Presl. » serpens, Presi.. Melnslonia nodosa, Desr. /V/e&« azedarach, L. » sempervirens , Sw. Melicocca bijuga, Linn. Melocactus communis. Link. » oblangus. » macrocephalus. Melocliia pyrumidula , Linn. » tomeniosa , Lrcnr. Melotkria pendula , Linn. Menais topiaria, \a\\. Mentha crispa, Linn. i) piperita, Li\\. » viridis, Linn. Metastelma parviflorum , H. Br. Miconia pyramidalis , DC. Microrln ncluis nudicaulis , Less. Mikania gonoclada , DC. Milium lanatum , It. anil Sch. Mimosa Ceratonia, Linn. » pudica glabrata , DC. Mirabitis dichotoma , Linn. » Jala pa , Linn. Mollugo bellidifblia, Sei\. Momordica Charantia , Linn. » » abbreviate, Sw. Morinda citrifolia , Linn. Moringa pterosperma, Gaertn. Morisonia americana, Linn. Mouriria gujanensis, Aubl. Munis tincloria , Linn. Mucuna pruriens, DC. » wens, DC. Muhlenbergia tenuissima, Ki nth. Muntingia Ca&abura, Linn. Musa parai/isiaca , Linn. » rosacea , Jacq. » Sapientum , Linn. Myginda lati folia, Sw. » /{//actinia, Sw. Mjrcia acris , DC. ."»/) rosperniiim Jrutescens , Jacq. Myrtits communis , Linn. » sa/u ton's, II. ft. and K. Noma jamaiiensis , Linn. Nasturtium officinale, R. Br. Nicoiiana Tabacum, L. Verium Oleander, Liw :\eurotaena lobata , R. Br. Nyctantkes Sambao, L. Obione cristata, Moq. i.ww Obione portulacoides , Moq. Ocjmuin liasilicum , L. » » thyrsijlorum, DC O/w europaea, Linn. Oncidium altissiiimm , Sm. » Cebolleta , Sw. » Papilio, Lin m.. » pulcltellum , Hook.. Opuntia curassavica , Mill. » Ficus indica , Haw. » monacant/ia , DC. » polyantlia , Haw. » pusilla , S\lm. » spinosissima , Mill. » vulgaris, Mill. Op/ismenus colonus , II. and B. Origanum Majorana , Linn. Ormosia dasycarpa, Jacks. Oxalis corniculata , Linn. » Lyoni , Pursh, » pi/osiuscii/a, 11. B. Padina pavonia , Lamr\. Paederia erecta, Ro.\n. Pac/iystaclt) s coccinea , Nkt.s. Palicourea Pavetta , DC. Pancratium cariliaeum , Linn. » undulalum , Kuxth. Pandanus adoratissintus , L. fil. Panicum anceps, Mich. « aquaticum , Poir. n carthaginensis , Sw. i) divarication, Linn. » dislac/iyion , Lixv )> Jumentoruni , Pers. » mode, Sw. » maculatum , Albl. ii oiyzoides , Sw. » pilosum . Sw. ii repots, Sw. » sulcatum , A i Blu Parkinsonia aculeata, Linn. Parmelia BocceUa, \< h. Part/ienium ffysterophorus, Linn Paspahan caespitosum, Flucg. » coupigatiini , Berc. ii gleUfTum , I'oir. » gracile , lii m.. I WW I Paspahan laxum, Lam. >i notation, Flugg. )> virgatum, Linn. Passiflora angusti folia , Sw. i) foetida, Cat. )> hibiscifolia , Lam. i) laurifolia, Liw. » maliJbrmis , Linn » minima, Jacq. » muhiflora, Linn. » pallida, Linn. » pubescens, H. B. and K. » quadrangularis , Linn. » rubra , Linn. » subemsa , Linn. » tuberosa , Jacq. PauUinia cartkagenensis, Jacq. » pinnata, Linn. Pavonia Spinijvx , W. » » ovalifuliii , DC. Pectidium punctatum, Less. Pedis ciliaris, Linn. Pedilanthus padifoHus, Poit. n tithymaloides , Poit. Pelargonium fissifblium, Pers. » peltatum , Ait. » ZOIlalt', WlLLD. Pelexia adnata, Spr. PeresTda acideata, Mill. Persea gratissima, Gaertn. » Lcucoxjlon, Spr. Petiveria alHacea, Linn. Petrea volubilis, Liw. Petroselinum sativum, Hoffm. Phaseolus lathy roides, Linn. » luualus, Linn. i) multiflorus , Lamk. Pharbitis violacea , Boj. Pharus glaber, H. and B. » latijotius , Linn. Phlox ovata , Linn. Phoenix dactyUfera , Linn. PhyUanthus falcatus, Sw. Mruri, Linn. Physalis angulata, Linn. barbadensis, Lab. Picramnia pentandra, Sw Pictetia squamata, DC. Pilocarpus pauciflorus, St-Hii.. » racemosuSf Vahl. Piper acuminatum, Linn. » aequale, Vahl. )) Jmalago , Linn. » amplexicaule , Sw. » asperifolium, R. and P. » discolor , Sw. » glabellum , Sw. » obtu si folium , Linn. » pclluciduni , Linn. » peltatum, Linn. » scandens, Vahi.. Pi sum sativum, Linn. Piscidia cartkagenensis , Jacq. » Erytlirina , Linn. Pisonia aculeata, Linn. » discolor , Spr. » nigricans , Sw. » subcordata , Sw. Pitcarnia angustijblia , Arr. )) bromeliaefolia, Ait. » latifolia , Ait. Pleopeltis aurea , Presi.. Plocaria dura, Nees. » multipartitus , Nees. » purpurascens , Nees. Plumbago capensis, Thunb. » rosea , Linn. » scandens, Linn. Plumeria alba, Linn. » rubra, Linn. .Po« ciliaris , Linn. Poinciana pulcberrima , Linn. Poljrantkes tuberosa, Linn. Polypodium alatum , Linn. » auriculatuni , Presi.. » Jlavo-pnnctatum , Kaui.i. Polystachya luteola, Hook. Polystii/ium aurirulatum , Presi.. Portlandia grandifhra, Linn. Portulaca nleracea , Linn. » pilosa , Linn. i) » sidtglabra, Linn. » ruhricaulis , H. B. el K.. Pathos acaulis, Liw. Pothos cordatus , Linn )> crassinervius , J icq. » macrophvUus , Sw. fVwa echinata, Jlss. » mexicana, Pr.ns. Psidium aromaiicum , Aum.. » pomiferum, Linn. » pumilum , Vahl. Psrchotria laxa, Sw. » Brownei, Spa. ftera Plumerii, W. Pterocaulon virgatum, DC. Pteropsis angustifolia , Dev. Punica Granatum , Linn. » ////Hrt , Linn. Prrethrum sinense , DC. Quamoclit hederaefolia , Chois. » coccinea, Ihoench. » vulgaris, Chois. Quassia amara , Linn. fil. Rajania cordala , Linn. Piandia latifolia, Lam. » Mussaenda, DC. Raphaiius sativus , Linn. Rauwolfia nitida , Linn. Redoutea heterophyUa , Veht. Reseda odoraia, Linn. Rkapis JlabeBifbrmis , Ait. Rhipsalis Cassrtha, Gaebtn. » parasitica , DC. Rhizophora Mangle, Linn. Rhynchosia caribaea, DC. » minima , DC. » reticulata , DC. Rhytiglossa pectoralis, N. ab E. » reptans , N. ab E. » secuncla, N. ab E. » scss ids , N. ab E. Ricinus communis, Linn. /iViiv tiliaefblia, Chois. Rivina humilis, Linn. )> laivis , Linn. n oc tundra , Linn. » purpurascens , Scbhad. Rondeletia pilosa, Sw. Rosa damascena , Linn. i) semperftorens, Curt. I.NWMI /tow sempervirens , Linn. » V/ziv/ , var. Ruellia claiulestina , Linn. » serpens, Linn. » tuberosa , Linn. Rumex vesiculitis , Linn. Rjjppia maritiiiia , Linn. Russetia iuncea, Zdcab. Sabinea florida , DC. Saccliarum ofjicinarum , Linn. Salvia calam in thaefolia , Vahl. » coccinea, Linn. n julgeiis, Cav. » occidentalis , Sw. » serotina, Linn. » lenella , Sw. Sambucus canadensis , Linn. Samyda serrulala , Linn. Sapindus frutescens, Aubl. » saponaria , Linn. » slenop/erus , DC. Saponaria officinalis, Linn. Sapota Achras, Mill. Sarcostcmma swartzianum , DC Sargasswn bacciferum , Ac. » piUdiferum , Kinth. » vulgare , Ac. Scaevola Plumerii, Vahl. Schaefferia frutescens, Jacq. Schoepfm arborescens, V\. <-t S. Schwenckia , spec. Scleria communis , Klntii. » hirtella, Sw. » filiformis , Sw. i) Flagellum , Sw. » latifolia , Sw. Scolosanihus versicolor, Vahl. Scoparia dulcis, Linn. Sechium edule, Sw. Securidaca virgata, Sw. Serjana lucida, Schuh. Sesamum indicum, Linn. Sesuvium Portulacastrum , Linn. Set a riii gracilis, II. et B. » unberbis, Roem. 5/VA/ abutUoides, Jacq. n altliaei/o/ia , Sw I AWVIII Sidii americana, Linn. » angustifblia , Lam. « arborea , Liw 111. » arguta, Sw. » asiatica, Linn. i) bivalvis, Cav. » carpinijblia, Linn. I'M. » ciliaris , Linn. n crassi/bUa, L'He&it. i) fbetiaa , Gat. » elutinosa , Cav. » graveolens, Ko\n. » kederaefblia, Cat. n hermannioides , H. B. and K. it jamaicensis, Cav. n paniculate f Linn. i> permoUis, W. » pubescent, Cav. i) pyramidata, Cav. » repanda , Rotii. » retrofracta, DC. it rhombifolia , Linn. » Sessei, Lag. .) spinosa, Linn. » umbellata, Linn. i) viscosa , Linn. Sinapis alba, Linn. » lanceolata, Cav. » nigra , Linn. Sisrrinchhan palmifolium, Linn. » plication , Spr. Solomon ambiguum, Dun. » Balbisii, Dun. » conocarpum , Rich. 11 diphrUum , Linn. i) esculentum , Dun. n incanum , Linn. » Maccai, Dun. » mammosum, Linn. » micracanthum , Lamk. » nigrum, Linn. » ovigerum, Dun. n polracanthum , Lamk. » poljrgamum , ^> mil. n Richardi, Din. » racemosum , Linn. » scandens, Linn. Soldinmi torvum , Sw. i) verbascifblium, Linn. Sonchus ciUatus, Lam. Sparganophorus I qillantii, Gaertn. Spermacoce articularis, Lin. fit » prostrata, Aubl. i) radicans, Aubl. i) tenuior, Linn. Sphaerococcus acicularis, Ac. » coriions crinalis , Ac. i) crispus , Ac. » rigidus, Ag. » spinellus , Ag. Spigelia anthelmia, Linn. Spondias didcis , Forst. i) lutea, Linn. » purpurea, Linn. Sporobolus pun grim, Kuntil » tremuhts , Kuntii. i) virginicus , Kuntii. Sprridia clavidata , Ac. Stachjtarpheta cajennensis , Vahl. Stapelia marmorata , Jacq. Stemodia maritima, Linn. Stenotaphrum americanum, Schrank. StUHngia sebifera, Mx. 67 //w tortilis, Desf. Stylosanthes procumbens , Sw. » viscosa , Sw. Suriana maritima , Linn. SynedreUa nadiflora, Gaertn. Symplocos martinicensis , Jacq. Tabernaemontana macrophjUa . Pom. Tagetes erecta, Linn. » patula , Linn. Talinum crassifolium , W. n patens, W. Tamarindus indica, Linn. » occidentalis , Gaertn. Tecoma Leucoxylon , Mart. » pentaphjrUa, Joss. » radicans, Juss. » stans, Juss. Tephrosia littoralis, Pf.rs. Terminalia Catappa, Linn. » latifotia, Linn. Tetrapteris citrifolia, Pers. Tetrazygia angustifolia, DC. » elaeagnoides , DC. Thevetia nereifolia, DC. Thespesia popubtea , Corr. Thukbergia alata, Hook. » capensis , Retz. Thymus vulgaris , Linn. Typlui angustifolia , Sw. » canescens, Sw. » fasciculata, Sw. » flexuosa, Sw. Tournefortia bicolor , Sw. )) canescens, H. B. and K. )) cymosa, Linn. » Joetidissima, DC » gnaphalodes , Br. » hirsutissima , Linn. » laevigata, Lam. » micro pylla , Bertek. » scabra , Lam. » vol ub His, Linn. Toxocarpus If'ightianus , DC. Tracliodes intybacea, Schw. Tradescantia discolor, Ait. Tragia angustifolia, Linn. » infesta, Mart. » Mcrcurialis , Linn. » wens , Linn. )) volubilis, Linn. Tribnlus cistoides , Linn. » maximus, Linn. '/'rich ilia emarginata , n. sp. » moschata , Sw. » spondioides , Sw. Trichosanthes anguina, Jacq. Trinax parviflora, Sw. Triopteris jamaicensis , Linn. Triphasia monophrtla , DC. ii trifoliata, DC. Triumjetta Luppula , Linn. » procumbens , Forst. » semitriloba , Linn. Tropaeolum map is, Linn. Turbinaria denudata , Borc. Turnera ulmifolia , Linn. » » angustifolia , DC. Serie II. Tom. XVI. i.\wi\ £//«* comprcssa, Linn. » Lactuca, Ac. » latissima, Ac. i) reticulata, Forsk. Urena reticulata, Cav. )> sinuata, Linn. » Swartzii, DC. Uroch loa fascicula ta , K u n t i i . Urlica betulaejolia , Sw. » cilutta , Sw. » latifolia, Rich. » macrophylla , Thunb. » nummularifolia , Sw. » porlulacina, Linn. i) serpy/lacea , Kunth. » triant/iemoides , Sw. Valonia intricata, Ac. Varronia abyssinica, DC. » calyptrata, DC. Verbena jamaicensis , Linn. Vernonia arborescens , Sw- )) fruticosa , Sw. » linearis, Spr. i) obtusifolia , Less. » rigida, Sw. Vinca rosea, Linn. ^itear Agnus castus, Linn. » JSegundo , Linn. fjfciv I'inifera , Linn. Volkameria aculeata, Linn. ffaltlieria timericana , Linn. » elliptica , Cav. fVedelia carnosa , Rich. Xanthium spinosum , Linn. » nutcrocarpum , DC. » » glabratum, DC. Yucca gloriosa , Linn. » acuminata , Swet. Zanthoxylum Clava Hercidis , Linn. » Ptemta, H. B. et K. i) spinosum , Sw. » tragodes , DC. Zcrt mays, Linn. Zingiber officinale, Rose. Zinnia multiflora , Linn. Zornia reticulata , Smith. Zostera oceanica, Linn. Nclla Memoria Sopra V influenza dcllo strabismo nell'esercizio di varie profsssioni, il sig. Cuinos du Vii.i.ards col ragionamento, e colla cilazione >li molli falti dimostra , ncl primo capitolo, come lo strabismo cscrcili una funesta influenza in chi abbraccia I'arte militare per la ragione prin- ripalmente che csso e di ostacolo alia giusla mira dell'arma. N«l secondo capitolo accenna ai danni che la delta fisica imperfezione arreca a chi professa I'arte drammatica, jiel inolivo die lo strabismo, di qualunque specie sia , altera essenzialmente la flsionomia , dandole un'espressione d'incertezza, di stupidita, di corruccio, ecc., mentre non v ha esercizio di allra arte che ricliiegga lanta sicurezza cd espressione nello sguardo quanta ne vuole la drammatica. Nel capitolo tcrzo il sig. Carkon du Villards applica lc considcra- zioni da lui fatte dell' inlluenza dello strabismo nella carricra drammatica a tut li i casi, in cui 1' uomo deve presentarsi al pubblico cd arrin- garlo, e qui parla degli oratori sacri c profani, degli awocati, dei pro- fessori, ecc. Alia fine poi della Memoria csso presenta un resoconto di 700 ope- razioni di strabismo da lui fatte a Nancy, Metz , e Luxembourg. II Cav. Colonnello Me:vaiirea legge una sua Memoria intitolata: Lois generates de divers ordres de plienomenes dont Vanalysc depend cCcqua- tions line'aires artx differences partieUes tels que ceux des vibrations et de la propagation de la chaleur. (£ stampata nel Vol. XVI a pag. 373). II Segretario Aggiunto Prof. Eugenio Sjsmonda legge pur csso una sua Memoria col titolo: Note sur le terrain nummulitique superieur du Dego, des Carcare, etc. dans tApennin Ligurien. ( E anclie stampata nel suddetto Volume a pag. 4 -13 ). In questa stessa adnnanza si legge ancora un lavoro stato rassegnato ■ Il lecademia dal sig. Eugenio Tkuqui, Ulliciale Gonsolare di S. M., ivente per titolo: Anthkini insulae Cjrpri et Srriae. (E pure stampalo nel citato Volume a pag. 33c) ). 29 apiile. II Segretario Aggiunto legge successivamente due lettcre, luna del Presidente del Senato del Regno in data a6 aprile, L'altra del Presidente delia Camera clei Depulati colla data a:-) apiile, ambedue indiritte aJ Presidente dell'Accademia, e nelle quali si ringrazia questa pel dono fatto alle due Camere di una copia di tutti i Volumi (ad eccezione dell' XI. ", Serie i.*) di Memorie , clie essa Accadcinia mando in luee dalla sua fondazionc al giorno d'oggi. Dopo cio il Cav. De Filippi leggc : Deuxieme Me'moire pour servir it Chistoire ginitique des Trematodes. (E starapata nel Vol. XVI a pag. 4£9) Da ultimo il Prof. Riciielmy lcggc: Methodes pour transformer et simplijicr des f one t ions algebriques on tritnscendantes deduites de diffe- rent s procedes d interpolation. (Qucsto lavoro e slampato nel Vol. XVII a pag. a45). 20 maggio. II Segretario Aggiunto fa la consucta presentazione degli stampati di vario gencre inviali in dono od in cainbio all'Accademia dai rispettivi \ulori o Editori dopo I ultima tornata, e chiama particolarmente lal- lenzione dclla Classe sulla Carta geologica dell' India del distintissimo Gcologo inglesc il sig. Betas G. B. Greenough, la cui recente perdita e altamente lamcntata da tutti i dotti chc il conobbcro , c da questa Heale Aecademia delle Scienze, chc si onorava di annoverarlo tra i suoi pin distinti Socii corrispondenti. Si legge quindi una leltera del sig. Ministro delle Finanze in data del giorno 3 del corrente mese di maggio, nella quale esso sig. Ministro, mentre noiifica all'Accademia, chc e entrata in vigore la nuova leggc in data i -'. mar/.o ulliino scorso sidle privative induslriali , a tenore delia qual lcggc lc invenzioni per cui vienc chiolo pririlegio non sono pin sottomesse dal Governo ad mi preventive esame, prega il Presidente dell' Lccademia a volcr trasmetterc al Blinistero delle Finanze quelle do- mande di privilegio, che ancora tro'vinsi in corso di esame presso li Comraissioni Accademiche. Le domande , chc. per incaiico ricevuto dalla Classe, il Segretario \<:n ritiro dalle Giiinte Accademichc, c trasmise al sig. Ministro delle Fi- nalize, in obbedienza alia sovramentovata lettcra rninislcriale, sono lc seguenti : Arnoux - per un nuovo metodo di traimento ccc. ; Barti.ett - per una macchina per aprire gallerie nei monti ; Benati e Gastaldon - per un sistema di locomozione a tubo pro- pulsorc idraulico ; Bouyet (padre) - per una macchina per impastare ; Chabert - per una macchina per fubbricare mattoni ; Debenedetti e Comp.a - per miglioramenti nella fabbricazione del josjoro e delfacido fosjorico ; Defontaine-Moreau - pel trattamento delle materia fdumentose ; Delorenzi e Henfrey - per un nuovo sistema di ferrovie , e per un meccanismo per Satire e discendere i piani inclmati; Mag nat e Mauby - per un nuovo sistema per rendere impossibili gli incontri dci convogli sutte ferrovie ; Pascal - per un nuovo motorc da applicarsi allc macchine a vapore; Signorii.e - per un nuovo metodo di fubbricare il cemento a presa rapida , nella provincia di Casale ; Tayerna - per un apparecchio atto ad ovviare alle rotturc delle sale delle ruote dei vagoni ; Wood-YVhitaker - per una guernitura di cardi a deuli curvi. II Cav. Botto annunzia alia Classe di aver atluata 1' idea di un te- legrafo elettro-magnetico ad un solo filo, merce cui due stazioni possono corrispondere fra di loro contemporaneamenle, ed a voce cspone pure lirevemente il principio teorico , su cur si fonda la costruzionc di simile apparecchio del cpialc un modello gia trovasi in azione nel teatro desti- nalo alle esperienze di fisica nella Regia Univcrsita. Fatta qucsta comu- nicazione , esso Cav. Botto , all'oggetto di premier data sulla sua in- venzione , consegna al Segretario, pcrclie sia consei-vato negli Archivii ilcll'Ai cademia, un piego suggellato, su cui stanno scritte le scguenti parole: Schema di un telegrafo elettro-magnetico a un solo filo , con cui w /inssono trasmettere e ricevere dispacci contemporaneamente , ecc. II Cav. Cahtu' fa pur esso una comunicazione verbale, ed annunzia ^lla Classe di aver ottennto , mediante la luce elettrica , 1' istanlanea XCIII reazionc chimica del gaz cloro e del gaz idrogcno, siccome si ottiene col- l'azione della luce solare. Asserisec di voler dare alle sue intlagini su cjucsto proposito mag- giore estcnsione, c di raggnagliare poi la Classe inlorno a quei risulta- menli, clie sara per ottenere. Finalmente leggesi una Mcmoria manoscritta dei signori Roberlo Df.visiani, Professore di Botanica nell' Universila di Padova, e Abramo Massai.ongo, Prof, di storia naturale nel Ginnasio liceale di Verona, averts per tilolo : Flora dei terreni terziarii di Novate nel Vicentino , e sulla quale, da apposita Commissionc Accademica , gia era stato fatto favorevole rapporto in una delle precedenti tornate. (E stampata nel Vol. XVII a pag. 199). 10 giugno. 11 Segretario Aggiunlo prcscnta alia Classe una medaglia in rame coll'efligie di S. E. il Cav. Cesare Di Saluzzo , alia cui memoria, in segno di riverenza e di atTcllo, essa medaglia c intitolata dagli Allievi dell ' Ac- cadcmia Militare, di cui il Saluzzo fu benemerito Governalore. Nel fare tale prescntazionc , il Segretario Aggiunto leggc una lettera del Cav. Pettinengo, Prcsidentc della Commissionc promolrice del conio della dctta medaglia, nella quale esso offre in dono all'Accademia l'esemplare sovra nominalo. II Cav. Me.nabrea comunica alia Classe una lettera del Cav. Faa di Bruno, in data di Parigi 9 maggio p. p., in cui esso Faa di Bruno annun/.ia di avere trovato, studiando la tcoria delle perturbazioni dei pianeti, un teorema generalc di analisi di qualchc importanza, che si riser\a di publilicarc tosto che ne abbia tralto aleunc conseguenze. In sillatta lettera il Cav. Faa di Bru.no cspone la fonnola da lui l'invenuta, e che ha per oggetlo di dare il lerminc generale dello svolgimento di una funzioue intiera clevata ad una polenza espressa da un esponenle qualunque; esso osserva che finora le formole |>iu gencrali conosciute a questo riguardo sono le fonnole ili recuesione , il cui uso e molto <-i 1 - coscritlo a cagione delle loro complicazioni. Per dare poi un' applicazione del sijo teorema , TAutoie \erilica la sua formola nel caso delle funzioni ellillichc di prima specie. I dita la sovia esposta comunicazione, il Presideztte Barone Plana di- chiara che ad <>i;ni evento il teorema enunciate daJ Cav. Faa di Bruno iidii ha che tare colli' perturbazioni dei pianeli , e che la fonnola da csso proposta iioti pud essere ili nn' applicazione utde per la determinazione ■ li simili perturbazioni. II Cav. Canto' verbalmente notifica alia Classe, che aderendo alia istanfea fattagli dal cliiar."'" Dot tore Giacomo Boi.oc.na, Ispeltore delle acque mineral]
  • Xt > ^J) ^(! X, • Tons ccux qui connaissent la theorie dc Lagrange savent, que la solution de 1 equation [i] depend, dc prime abord, de la solution d'une autre equation du quatricme degre , de la forme [a] 0' — ^ F,-t-0'Fi — Q F3->rF, = o , ou les quatre coefliciens F, , Fx , F3 , F4 sont exprime's par des fonc- tions rationnelles des racines inconnues X, , Xt , X3 , X^ , Xb , cl des quantites connues m , n , p , q , v. Pour cnoncer ce principc d'une maniere plus explicite , nous ferons * =yi(-Yi > X, , X3 , X^ , X5) ; F2=ft(X, , Xx , X3 , A4 , X5) ; F>—fi{X, , X, , X} , X, , Xs) ; ]< =j(X, , X% , X3 , Xt , X3) . En outre on Bait, que ces quatre fonctions ont la proprietc caracteris- l icjue de presenter sculement six valairs dilfe'rentcs , en faisant, toutes les permutations possibles entre les cinq lettres X, , X1 , X3 , Xt> , Xs . Et on demontre , que les six valeurs differcntes sont preciseincnl cclles i|ui' l'on obtient en ne faisant aucunc pennutation a l'e'gard des deux PAU JEAN PLANA 3 racincs X, , X2 , et iaisant settlement les m limitations entre les trois ratines X3 , Xt , Xs . Ill commc les six valeurs /,' I /,'!! ipUl B*lt jj»l /.' VI * I > * I ) * I ? ' I J ' I > ■*! de /', etant I'orniees, on obticnt les six valeurs correspondantes tie cha- cune des trois autres fonctions F, , I'\ , I\ par les iiu'ines |ierinu(alioiis faites dans le meme ordre , on doit regarder comme semblables les quatre fonctions F, , F, , F3 , F, , conformcmenl a la definition de L AGRA KGB ;iiiisi concue: « Si Ion a plusieurs fonctions des memes quanlite's , on « appellcra fonctions semblables celles qui varient en meme temps, ou u demeurcnt les memes , lorsqu'on y fait les memes permutations entre « les quantite's dont clles sont composees, de maniere qu'elles puissent i dtre designees d'nne maniere analogue )i (Fojez page icp du Volume de VAcademie des Sciences de Berlin pour Vannde 1771 ). Quelquc soit lc nomine des fonctions semblables ainsi delinics, apres en avoir choisi une a volontc, on pent exprimer toutes les autres par des fonctions rationnelles de celle-ci, des tpi'on aura forme ['equation qui donne, par ses raeines, toutes les valeurs dont elle est susceptible. En appliquant ee prineipe aux fonctions F, , F> , F} , JP4 , et obscrxaui que F, doil etre la plus simple des quatre , on coneoit qu'il est pos- sible d' avoir les valeurs de F, , F3 , F> , exprimees par F, . De sorte que, si une telle transformation etait ellectivement ope'ree , Ion aurait Fi = *(F,) ; JF3 = ^'(F.) ; F=^"(F.) , el I'equation [2] serait reduile a celle-ci ; [3] 0^ — 03F,-^0^(F,)-5^'(F,)-i-y'(F,) = o . De plus, on serait en possession de Inequation du sixieme degre : [4] ... F,' — CF,i-*-IJF,'—i;j\ + F=o , ou les coefliciens sont des fonctions de in, n, p, Zt<+ZtXt\<+Xf(z.X»'*-X-i-B>P< — C'P,-+-D'P' — E'P + F' = o I'equation du sixieme degre , donl les racines sont les six valeurs difle- renles que presente la fonction P par la permutation des racines \, , V. , V- , Ion aura a former les valeurs de Px , Ps , P< , P , />' pour pouvoir calculer, a l'aide des formules de Waring et de Newton, Irs roefliciens de I'equation [8] par les coefficiens de l'e'qualion [1]. l'AR .11. AN I'l.WA I = Q.(X,, A",, X,, Xk, X,) . Si Ton fait [9] 7.«^W/> = G(A-,, A,, A3, X,, X,) = X^X^X^X^X^X^X^X^ + X^X^X^X^^-X^X^X^X* -t- A? A," AW-f- X^X/X^X'-*- XfXfXS A ,> + A,kA>A7Ay -+- xsxfXtx,*-*- a?a>at5x^xy\\ >+ X^X/XW -t-X^X-X^X^^-XUX^X^X^-^X^X/X^X^^-X^X^X^X: -+- XSXsXiX.S+XSXsXtXS+X'XsXfXS+XtXsXJXS ; (1 MEM0IRE SUll LA FORMATION DE T.'eQUATIOX ETC. on aura forme une fonction des racines qui ne pourra avoir que les six valeurs diifereiites 0' (X„ X„ Xi} X„ Xs) ; 0H(X„ X,, Xt} Xs, XA) ; 0"'(.Y,, X>, X<, Xit X,) ; Q'V(X,, X2, X„ X3, Xs) ; Q» (X,, X1} X, X>, X„) ; 0"(XM X, Xi} X„ X3) ; obtenues par la permutation des trois racines Xi} X^, X$ . Toute autre permutation que Ion voudrait faire redonnera une des six que nous venous de definir. Par exemple , la permutation de X, en X,t el de X,t en X, donne Q(.V,, X%, X, X,, X-3) = Qr [X„ X, X5, X, X:<) . La permutation de Xx en X, et de X, en X^ donne Q(X„ X,, X3, X„ X,) = Q-"(X,, X, X,, X„ X3) ; et ainsi de toute autre permutation. II sullira de connaitre les quatre exposans 1, ft, 'C, (3 pour que la valeur individuclle des fonctions de ce genre soil connue. En posant . par exemple, X = 3 ; p. = i ; £= i ; |3 = o on obtient la valeur de iP telle quelle est fournie par ['equation [5]. Et en faisant ). = i : fisa; £=2 ; /3 = o on aura la valeur de 2Q telle quelle est fournie par l'equalion [6]. Cela pose on trouvera que , apres avoir execute les multiplications indiquecs dans les expressions primitives de F% , F3 , F,t , on obtient pour chacnne d'elles une expression Unco ire (;'i regard des fonctions Q) de la forme M + H' a{l)+H" Q{1)+ H'"Q0) + clc. ; ou M , //', //"; H'" , etc. sont des quantiles connues par les coefficiens dc l'equation [1], et des coefficiens nume'riqucs absolus cpii sont intro- duits par la nature des de'veloppemens que Ion est force d'execuler. Le resultat dun tel calcul sera celui de presenter Tequalion [2] sous reiie forme ; l'AR JEAN PLANA [io] o = 5*— e3|F,(-+-5-|.]M-7.//;,Q, j 011 M, M', M" sont des quantiles counties, et 1 ensemble ties termes dont chacuii est donne par la somme de vini;i termes semblables a ceux qu'on voit dans lc second membre de I equa- tion [9]. Maintenant il faut observer, que non seidcment les puissances de P: P, P>, P}, P\ etc. pctivent etre exprime'es par des fonctions serablables a la fonction Q(X,, X\, X3, X, Xh) il'une maniere lineaire , mais que ratine les produits P .Q(X,, X,, X3, X,, Xb) ; P\Q(X,,X,,X3,X,,X5); P3.Q(X,, X%, X,, X„, Xs) ; etc. partagent la meme propriele fondamentale. De sorte que Ton pourra appliquer a la fonction Q, et a chacune des fonctions Q, qui entrant dans l'e'quation [10], la fonnule dc Lac.jia.nge pour les cxprimer par des fonctions rationnclles de P ( Liscz les pages 207-2 1 2 de son Mc'inoire publie dans lc Volume de l'Academie des Sciences de Berlin pour I'annee 1 77 1 ). Alors f equation [ 1 o] sera ramenee a la forme [11] ... 0"— 03J(P)-»-'^(/5) = o ; ,(P), *,(P), 4>3(P), c*d* = S.a(X,, X%, Xi} X„ Xh) la soinnie ties six valeurs tie la fonclion Q qui est composee par lao i nines, Ton a (ia) .... S.2alb*c = S.Q(X,, X„ X,, X„, X.) = Comrae il importe dans cette recherche d'avoir les racines tie I'e'qua- tion du 4-*n'e degre sous la forme la plus simple dont elles sont suscep- tibles en fonction des coefticiens, explicitement, on vena au § VI que je presente ces racines sous une forme nouvelle qui a sur I'ancieiine I'avantage d'etre delivree de loulc quantitc auxiliaire. Cela pose , si l'on ajoute aux reflexions precedentes , que l'equa- lion [10] doit renfermer 453 lermes, qui, chacun, donnent plusieurs fonctions semblables a celle qui constitue le second membre tie l'equa- tion [g] , on ne balancera pas a regarder comrae impraticable le calcul auquel entraine cette melhodc de Lagrange. En outre, on ne balancera pas a juger un tel calcul incapable, par l'excessive complication du re- sultat delinitif, dc fournir des lumieres nouvelles sur la nature ties ra- tlines de lequatiou generate du cinquieme degre. Pent etre, je me trompe ; mais je presume que Lagrange anrail PAR JEAN 1M.ANA «, ■■ mi. -ii ilc sa theorie une opinion moins avantageuse, s il avail entrepris ilr la developper au de-la des seneralite's qui peuvent etic saisies s.ms aucun calcul penible. Mais pour en sonde? la profondeur, il fkudra in- venter des moyens dlexecution supe'rieurs a ceux dont j'ai connaissance. On doit, oe me semble, eviter la formation des deux equations de Lagrangi . car en I'essayant sur des equations du 5'"" degre", dont on .sail d'avance que les racines peuvenl e*tre exprimees dune maniere (inie , par des (|iiautii(:s radicales, on se voit force de re'trogradcr vers le principe de \ indermonde pour evitcr les calculs iiii|>ralicahli:s exige's pour la formation de liquation du 4 •"'"'' degre", et y voir la propriety particuliere qui fournil les racines que I'on demande sans I'intenne'diaire de liquation du Q. degre ■+■ pi* -h ^H- V^v ; ■ \, = (X + A;H-Ar3 + A; + A'5) + «s^+^^-1-aV'"^-H*3V^; 5 \ , = ( A', -h A, ■+- *, -+- .A, +I5) + « ^ +*1 V"^ -t-«3 ^ ■*-«* |/~^ • Mais, pour faire disparaitre l'especc d'idcnlile que ces equations, ainsi ecrites, presentent, il suflira dc remarquer, qu'en verlu de ['equation — m=Xl+.Xi+Xi-*-X,+Xi ; nous avons 5 x, = — m -+- j/T'-t- ire7, -f- \/~F'+ )/lr ; 5X,= — m-h7.1^J'-i-^p'¥'-k-« l/I^-t-K3^; 5J5=-w + « fa ->t- a "f¥l ■*- a')/ Wl -*- (,) i [4] Z_ 3 ' F _ Z5'(l) — US'{1) ■+- TS'W — S'M 4 Done, la formation des coefficiens tie l'e'quation [3] depend de telle des quatre quantites iS'(l) , 5'w , S\3) , 5'w . Pour cela, il faut developper la cinquieme puissance du polynoiue ([iii est seuleuient indique'e dans le second membre des equations [i]. Soit, en general ; [5] G = (A',-+-«Xi-»-«1X3-+-«3Xi-t-«*X5)5 ; Ion aura, apres avoir execute ce developpement, un resultat de la forme [6] e=n-f-«?,-t-«jl"-+-«3?,"-t-«4?'v , a cause que «5=i , 1 1 eire equivalente i celle-ci j — m'=H-i-|,-t-?"-l-|,"-H|u ■ Done, en sommanl liquation [tf] a\ee les quatre equations [7] , il est n idenl que I 011 a S'(„ — w =511 , que la racine v. de I equation a? — is=o donne l-H-«-t-y'-J-«,-J-«!,==o . II snii de hi que [9] r=5n + ms . K11 faisanl le carre, le cube, et la quatrieme puissance des deux mem- bres ] (-»»)*=»-n«+fi,w-i-Pw-t'J"w+rM ■ Done en traitant ces equations comme les equations I7) el [S] on en tirera la fonnule [-2] J'w+t— m)ii = 5U(l . Pour 1 = 2 , / = 3 , /= '1 , on trouve 1 ii1 = u1-t--,n1 ; [l3] .. IT = ll,-»_(>[l .1T-4-3 H" : [n , = 11*— 1— 4 n ''•+■> \n" -t-i ..iKii "+n.ii,)-Hi(|i"4",l-+. *' '?""); apres avoir fait, pour plus de simplicite" ; 'AB II AN I'l.AN A I'! ii"=r'(?i?" + r>n?'"?" + r) i irv = s'S"S"'£,v . La premiere ot la quatrieme de ces equations donnenl 11"— 2ll" = 4'*§"i'-»-?":'|"" ; |i;u l.inl I on a [(5] ... ll(,,,= lP-»-/|n"'-H i3ll"H-(;iI,,H-i .11 (II "_f-l I IT) II suit ilf li'i et de la formule [i?.J, que i,.;i [•7J' S' , =.'.11 -+->« ' S'(1)=5nw— TO« S'(3) = 5IJ , H-ro" on bien, en subslituant pour n(2) , 1I(3) , II 0 lems valeurs; S'(l) = 5ll -hm5 ■ S'^=5\V-*- ion' — m" ; 5'tj,=5n3H-3oII.ri,-»-i5lI',-»-TO's ; y(„=5n*-»-2oi[",-i-6on"-»-3oir,-t-6on(n,,-»-n.n')— m> La substitution de ces valeurs dans les equations [4] donne d'abord; T= 5n -4-to5 ; £/= ioll' — 5 M' -+- .">///'' II -h/m'" • La troisieme des equations [4] donne 3Z = (51I-+-/»5)(ioIT-h :./«''n — 511 '-+-/// ') — (5llH-»^5)( 5 IP -4- to IP — /»"■) -f-5n'-H3on.lP-H i5H"-H»;' : 1 4 Ml MOinr. SOU I. A FORMATION DF. INEQUATION ETC. done en re'duisunl Ton a ; Z = ioil!+inm(ll'+5m",n-i5n.Il'+5n" — 5 /«' 11 ' -+■ m |S ; el par consequent Z-+-S'(3) = i5n3H-i5n. II'-4-aoll"H- uwh'TP La quatrieme des equations [4] donne i 1 =(5n + m'')(Z + S\3))-US'w-S>,A) ; partant 1 on a i }'-H5'u) = (5n-t-»r)(Z-t-5'(3)) — ( ion*— 5ir-+.5ro5n-i-TO",)(5n,-t- 10 n1— mw) ; ou bien i ) +5,(,) = (5n + »rl) |Z-»-5'(:i) — ;»5(5rr-(-ion' — m'°)J -5(2n'-n')(5n'+ion'-m'») ; ( i5n3-i-5w5n1-t-5m,,,nM-i5n.n,i 4r+S'w=(5n-w/^) _5(2n2 — n')(5n2-f-i0rr — /h'") ; 4FH-5'(,)=25n*-i-4om5n3-f-4om,oni— 6o/«5n.n' — 2o;»",n,-t-3ow,5n-f-5on,2-i- looii.n" -f-2ow''n"-t-3w" . En siibstituanl pour S'M sa valeur donnce par les equations [in] , les deux membres de cetle equation deviendront divisibles par 4 > el l'on aura ) =5n*-H iom,n'-Hio/re,on,-H5TO''in— i5m5n.n' -5m",n,+5min,i + 5ii,,4-inn.n"- i5iv. rv — 5 IT"— I5n,"-f-7w,° . I'\H J KAN PLANA 1 5 En rapprocfaant les resultals que nous vcnons de Irouver, la formation de ['equation [3] dependra des fonnules suivanies ; savoir 0>—TOi+U01 — ZQ+r=o ; T= 511 -+-ws ; [/=ion'+ 5/»5n — SIT-h/m'0 ; { z = ion3-»- io/»5rr-t-5m,on— 5m5ir— i5n.n"-t-5n"-t-™' ; y = 5n*-Hiom5n3-t- iom,orrH-57re,5n — i5TO5n.n' — 5m,on'H-5m5n"-f-ion.n"— i5n'. n' + sn1' — 5nm— i5n,v-j-/«w . Les fonctions IT, TI", 11'", n,v dependent des fonctions £', f", |'", ?'", conformement aux equations [<4]- Mais pour avoir ces fonctions, il est indispensable de developper le second membre de l'e'quation [5]. C'est de quoi nous allons nous occuper dans le § suivant , en faisant observer, que la supposition de m = o ne simpliGe pas essentiellement le calcul , puisque par la les seconds membres des equations [i4] ue sont pas plus faciles a calculer. § III. Pour obtenir les cinq fonctions des racines designees par n, |', |", I'", %" on fcra usage de ce Lemme. Soit // = .)/, + « J/, + y' 3/3 + «5 Af4 + «» A/5 ; //'= iV, -»-« iV.-t- «» iVi-J-o3 ,\ + «'.\ | en faisant le produit ////', et ayant e'gard a l'e'quation «5 + * = «* Ton aura l(> MKMOIRK sir i A MiliuATlUN DB L'iQDATION Ell. [-] ""' = (M, V.+M; ^i-l-.^,v3^-M3^)-»- M, \.) •+■ 2 (.»/,A,-+- I/, A.-+- 1/, V-H/l/, A ,-M/; \.) -+- * » ( )/; \ , ■+- Mx N, -+- M, N3-h M, \ , -t- /!/, \ , ) -+- y. ' ( A/. | + J/;^ + /)/, A ; -t- M, \ ; -+- yU. \ , ) + «♦ ( >A A, ■+■ J74 A, + M} \ 3 -+- M2 A, +M,Nt) . Cela pose ; si Ion fail [a] t=X,+aXt+**X3*i-a3X^a*Xs , on obtiemlra successivement les valours suivantes de /', /', /*. / : savoir ^, = Ar4a-»-2 AT, X1-*-2X3Xj ; [3]. i,ai,,+ji;iI+ai;i; ; 4 = X5 *■+■ aA',1+2 A; AT, ; \ ^5 = A'31-»-2A-1A',-4-2.^A'/, t> = Ii, + v.B, +.?>/!, + <,.< B.-ha" B, , B, = A/-+- 6 (X.X^+XXXJ -+- 3 (W+A « VV-I-A ,A /-»- A , A / 1 ; Bt^zxli^.&(xxixi^xj[ix,) -+■ 3 {xtx;+ xxs+x^+XtX;) ■, ill-.. Bs = A?-h6(A'1A'4A'5-hA'1A3A-5)-4- 3 (A.AVH-A'.AV-hAVCH-A,*,') ; /^.,=AV-»-(i(A'lA1A-3-|-A'1AiA>)-<-;i(A'1A^-HA'3AVH-.\A/-+- \ ! ,■); b =xki+6{X,x&+xix&) h- 3 (T, A;--*- r^M-*, \ /-»- a; a?) ; [5]- [6] [7] [8] \ PAR JEAN PLANA f) ( t^=C,-i-aCi^-c/'Ci-hv.'Cli-^ctiCi ; c, =x* h- 34 . x x x4 x .+- 6 ( x1 jt; -+- x; av ) -H 4 ( X X> -t- X3 X3 -+- X, XSJ -4- X5 X33 ) ■+■ i 2j,(I1i;+I1AV+I(I,'+IsIl'+I>I,\>.V.\7,); t C, = X* -*■ 24 . X, I^ + Gf X,1 z; -t- A,1 X2 ) + 4 ( X x3 -+- xx3 ■+■ x3 x43 -+- x4 x3 ) ■+■ . 2.x(x1x4x+xx'-+-xx'-hxx3x:+-x4xj'-hx.\ c1=x:-^2^x,x1x3xi^6(x;x;-i-x;xn + 4 ( x, x3 -|- x x1 -+- x x,3 -h x5 x3 ) +iz:xjx,x3%+x5x;+xix;+xtxs%+xixixi+x,x, \ ) C, = AY -4- a4- X, X%X+X,Xs>+X./>', -4- 31../?, + Go. /?,-h3o./?4-+- ,„ /; : /? , = A', . V ,< -t- V, . X, '■ -+- A'3 . AV -+- A", . AT,' ■+■ X, . A,; : Ki = X,\XsX,-irX1i.X,X^-Xi\ XXXS+X?. X, X3^rXsi:^%Xk . r 2i J '> i=a, • .Y2 A , AT4-|- Af» . X3 X4 A: r,-j- Af3 . X, XA Xb -+- X,{ . X, A, X$ h = x,. a? a-,1 -k x, . x; x; ■+- x, . x; a? -+- x,t . x; a? + x,.x;x; , n,=x:.Y:+x;.x;-i-xs.x,-i-x;.x,i+x;.xj . ■;" = 5 . /V ■+■ 2<» . «2'-h6o . «3'-h 3o . R/-4- i o . fis' . «,' = v, . av-»-a\. AV-+- xt. av -+- a ;. aVh- x, . x3* ; /?; = A7.A;A',-t-A7.A',A',,-«-Ay. V.A.-j-AV^Aj^-A \ \ . , /?/ = A',1. Xx X, X. -+■ A7. X, X3 A ,, -f- V \ \ '. V, A',-»- A?. *, Y, AT, -J- As . y\, A , \ . /.',' = \, \ \, -i- \.. \,' V/-4-.W \7\7-l-AVA7A7 -I- Al5. A2 AT, ; /; ■ = \ , * \ . + x;. a-,3 -+- AY. A? h- a-;. A? + at;. AT,3 . hi)- PAH JEAN PLANA ii) §"' = .", R,"-H 30 «:'-H6o flj"H- 30 /i,"-t- lu/{," : /xs-i-x3'x, \\ xn -+- x; \ , a\ x, -4- \ s X , Al 3 A\ ; j*,/" = a . ay ay-4- x, x;xs>+ x3 x;x?+ x:< x; xs%+ x5 x; x; ■. I ty" = A? AY -+- X.* AT53 -+- AT/ AT,3 -+- X,* A? ■+■ A? A7 C'est avec les vingl ibnctions R , R5 ; R/ R$ j R." "5 i /{,'" /?s"', que Ton doil former le second membre des equations [i-l] du § precedent. ao UBMOl&E SOB I. A FORMATION I)E L EQUATION BTC. § IV. II foal d abord observer, que Ie produil §'£'v est tel que Ion a; •['] IT* 25 R, «,'"■+■ /too i?2 RJ"-h 36oo i?3 i?,'"-f- 900 R, /?,'" 4- 5o(/?, /?/"-»- i?5i?/")-H 1 5o ( ii, /»,"'+ fl4 /?,'") -(- 200(filJRs'"-HJR5/?a'")-f. i200(i?lJR3"'H-JR3i?2'") ■+- 1 800 ( i?3 i?/"-+- i?4 /}/" ) -+- 1 00 ( 7?2 «,'"-+■ /?, /?/"-+- /?5 /?,'" ) -+- 3oo( 3t.il/"-!- jR, jR/" -4-/?4/?s"'-i- /?,*/") -+- 600 (J?, */»+*,*,'" -»- 7?, *,".+. JW) • Jin (crivant R,' , RJ i?5' , au lieu de R, , /?2 ii, ; el R," R,", au lieu de R,'" R,'", cette formule donnera la \aleur du produit |"|"'. Cela pose , Ton aura [»] n' = 25 T{t) -»-400 rw -+-36oo 7(jj -+- 900 7'w -«- 5o Zpj -+- i5o T{6) ■+- 200 3TW -+- 1200 T9) -+- 1800 Tq -+- 100 7^,0) _ -+- 3oo 71[ll,-»-6oo T^ , apres avoir fait pour plus de simplicity : rM = iW-n/W ; 10 > PAR IBM PLANA /' = ( /?, /?,'"-(- R, /?."') -h ( R,' R*+ R-! R," ) / =(R,Ri"'+R',"-(- R,» H i / •, = ( r, Rr-h r, «:" > -+- ( r: r?.+ r; r: j / = ( R, /o 17m -»-36oo !''(,, -+- 900 ) . 100 } (■»> !5o} m iOO J M laoo J", • 1800 1 '. 5ol ' ion) (■•) 3oo !''(„ -j-6ooF'(ll, ; 22 Ml HOME SUB r.V POBMATtOfl DjE r/iQUATION ETC. apres . « \ cm i- fail : ) , _r, «;-»- «:"* ; ) =///."-(- /< '" ' : . t t ) = it, i< : +/<,!:;+ 2 i<:"K"' ; > „ =R,R; + RtR'. «."' y.' ) , t=R,Ri' + RsRj'-*\i.X*llF ; k (9) =iilni,+. />',«; -i- 3 «,'"/*.,'" ; } (10) = R, /»', -»- fli' R, -4- R5' R, -+- 2 /?/" R,'" -+- R ,'" ' ; y „,, = r, /?; -i- r3 /?,' -1- r; a./ 4- r) R,' 4- a a,'" r ,* -P a a/" a,'" ; Y [o) = R2 R,' +■ A, A/ -+- A, R5' -4- R5 R? -t- a R,'" A/" -+- ■>. R } " R .'" ) ', =R,"Ri'"-t-R,i ; ) \ =R"fi:"-(-/C ; * (3) = Iil "3 +^3 7 >'u, =«/'r;"+r; ; K'(S] = R," fls"' -+- Rj" R/" -+- 2 R', A , ) \. = a," a/" h- a," a/" +2 a,/;, K'(,)=Ri"R5'"-HR3"R1'"-1-2^«, ) \. =R1"Rr-*-Ri"R;"+2Ji1R; t 'm = R3" R.'" -*- R» R,'" -+- a R3 A, ) ' ... = R* R!" M- A," A/" ■+- A," A,'" -+- - R. R, -*- A," ; ) ' , , = /;," i: '" -+- 1: " r,'" -+- a," a/" it- a ," /?/" .+. a a, 8 -+- a r, Rs : ) ' „ = R," R'"+R" R/"-i- R "Ri"' + Ri'W**± A. /?,-»-•> R, /.'. . i'w\ nun i'i.ana Maintcnanl si Ion forme repression de II" i*onfpiTneraenl & la secoude des e'qualioDS [ i \ \ • In second ^. I'on aura [<;] ....... ir = i •>."> I , -+- aooo U\, ■+■ 18000 (7(J -+- |.*mmi / ' -+- l5o 27/J -+- ^50 ( '. -+- IIHKl/ -(- (lOOO £/' -I- gooo !7« •+- 5oo V , -4- i5o£7(, -i- 3oooi 2f>o/7. -+- 8000 U\t -+- 72000 1/j, -4- 18000 £7'w [OOoC^j -+- iioonf/', -f- lomi f r,„ + 2 jiuiii f '(l0) 36ooo £/,, — t- /ODD ['' {i.-\- 6000 Z7Lj-+- 12000 U'i„ i5oo £/(l3) -»- 24000 f/'(l3)-»-2i6ooo t/(,0 -+- 54000 U' M 3ooo £',, -t- 9000 t/'(l5) ■+- 1 aoon t "„ -4- -2000 {/'(,(,- 1 08000 £/,,7) -1- 6000 V ,.,-H 18000 £ 8)-t-36ooo f7'(lSj 75o tf ,., -4- r 2000 £/',„,, -I- 1 08000 C7,,, -+- 27000 U\l: t5oO t/fa,)-f- 4'M'" #'(« -f" ('000 f/2a -+-3(iooo f/'t„. .ijooo/./ . -(- juiHi (/',, + 9000^.,+ 18111111 ^ 3Jo£/,2V;-t- 4°(M> ' '(ss)"*" :>)(i<)°" I- »i -+- ;")ooo ( -1- -t- 5oo6r(l7)-»- i5oo U\i:)-\- 20011 1/„ + 1 2000 (/'M -l- i Sooo U{ll)) ■+- 1000 f ',,,-H 3ooo £/;„•+- 6000/ 011 I'on a fail uw = r: ) ,j + r," ) ' , : tf '(, = «,» ) , -+- nr )\ : uiV=n;) , +-/>>," J ',; ; c/v- =«,-) +/;;■) c/, =/,•/> . -*-/>',"}'. : u\, = /?/) . +/;.'). £/w=/,\'> ■ -t-/,\">\,; ; / =/>',') ,+/.',") ' *4 Ml MOIRE SHR LA FORMATION (/(i0=ii:r(9)-4-^">'(9, ; (7) ' •' '(.«)■ .■ 0 us l'eqdatioh etc C/'w = /*,' Ffo*- 7.'," )'(,„; 0»w = /?;)„ -+-«/' >V ; / '(1 =7?;).,+ />'/'> ', ; f/'(,0) = «Ms +«")', i t/'(„)=7{2'JM-f-7J1r')'(,o1; t/'M=7V rM +iJ,"i"[,.ii f/',5)=7{;Jw-»-7?3"}'(6). ; t/'(i7) = 7vrM-t- fl3" r'(..n f/'{,8, =JR/r(11)-»-7V'n, s c/'M=«;rw+7?;'r(,) ; u\lt) =«.;]>,-+- icrw ; t/'(i3)=7{,;r(1(>)-H7?4"r(1(,); c/' =7?;r(111+7?4"r(11. ) ' c/',:,;=7?5'rw-H7V'rw ; f/'M=7vrw-*-7V'rw ; f/'(l8, = 7?5'r(8)+7{5"r'(8) ; PAI\ JEAN PLANA I 'our former ('expression dc II'" il faul d'abord e'tablir les equations suivanles : [7] ?'"' -+-?"£" = 1 25 Z^,, -4- anon / , -4- iHiiim/' -f- 45«o yw -4- 250^, ■+■ 750 rw ■+■ 1 ')<)<> / (.) -+- 6000 /^(8) -f- 9000 fw -f- 500/ -4- i:'mii//(ll -4- 3ooof(l2)-4- aoo^.jjH- 8000/^,^-4- 72000/ , .4.18000 /^q -4- 1000 /^(..j-t- 3ooo /^(l8)-t- 4000^(.y)-*- 24000/ -+-3(iooo /^,2ll-j- 2000 /^i2)-t- 'xiihi / ^, -f- 1 2000 /^24) -4- i5oo / -4-24000 /^(l(0 -4-2 160m. /, -4- 54ooo Vw-¥ 3000/^-4- 9000/ + 1 2111)1) ^(3,)+ 7 2000/^-+- I 08000/^-4- 6000 />"(34)-+- l800o/ -4- 36ooo f'm -+- ^5o/(,7,-4- 12000/^38,-4-108000/^3^-4- 27000/ -4- t5oo/ ,,-4- ^5uo f'tl)-+- 6000/^,3,-4- 36ooo /^-l- 54ooo/ |S .+. ;^,„,,)/ '.(„:-4- 9000 V^ -4- 18000 /-"()8) -4- 25o/^(49)-+- 4°o° ^(5o) -4-36ooo /'(„)-4- 9000/^5,5-4- 500/^53) -4- i5oo^s^-t- 2000/ -4- 1 2000 f w -4- 18000 F{il) -4- 1 000 F{s%) -4- 3ooo /^59) -4- 6000 /^'(t0) . [8] S"3-4-S"'?,vi = 1 25 /"(,)-+- 20oo/^'(l)-4- 18000 F\%) -4- 45oo/^'w-4- 25o /^'(S) -4- etc. Les eoefliciens numeriques sonl les memes dans ces deux equations , oil Ton a fait ; V{%) =B,'R; -4- RJ'RJ" ; ^(3)=JR//?3'-4-fiI"JRJ", ; (3) w ru)=R,'R; -+- R,"iir ; Serif. II. Tom. XVI. l6 Ml MOlRf sin i.a FORMATION I)K r/EQUATION in / =a «,'/?, /?.-+■ 2 «,"'/?," ; / ,. = aR1'fl, ft -t-3R"2R/' ; / . = a R/fl»fls -f- i R/'fl/'fls" • / . =saR,,A1fl1-»-afl,"fl„"fl3" ; / =,/!;/!i/li+3/!l"ii»ii; ; / ,.. = >/,',' h,r,+r: «.,■-!- 3 « /"/.v ■+■ /.•," «-,'" : / , , = 3 /?,' A, R3 -H a R,' /?., R, -I- 2 R," 2 fi," -l- a R," fl/' R5" : / 1>)=safl,'R1fl4-HaflI'fl,fls-»-afl."fl,"fl4"-Hafl1"flJ"Rs" ; / rJ)=fl.'R,'-|-flm''fl/" ; / ,,= R/JR;-+-R;'i ; rw^RjRS+ww ; l 17)=saR:R1R3^-aR,"RI"Rr" ; / ,t)*=aRlR,R, + 2R%''R,"R» ; I Iv)=:aR,,R1Rs-»-3R,",R5" ; / ;>0)=:aR,'A,fl3H-afl,''\R3" ; r(„)a=3fll'R3A4-f-aR1"R3"fl4" ; fM = 2 fl,' R, fl, -i- fl,' Rs* + 2 fl," * R," -+- fl," fl.." " : rM = a fl,' R, fl3 -+- 2 H/ fl, R5 -+- 2 fl," A," R," -I- 2 fl," R," fl," ; f^,,, = 3 fl,' R, fl4 -+- 2 fl, fl, fl, -»- 2 fl,"fl," fl/' -i- 3 fl,"fl:"fl," : / , =/»VR,'-+-R3"Rl"J ; / ^BJIIf + BfW ; / „=R/fl/-Hfl3"fl/'1 ; / (3») /; (33)' '"<3,= ' ('?) ^3.) = '''(*) = ^(4») = PAR JEAN PLANA 2Bi'R,Rs+aRi"R,"Rs" ; 2Ri'B,Rt-haRs»R»Ri" ; 2Ri'R%Ri-^aRln*Rs" ; »Ri,RtRs^aRi"%R%" ; aJfJ^.f-aW ; 2 ft/ ft, ft, -»- ft/ ft/ -(- a ft/' ft ," R," -+- B," ft," ' : a ft3' «. flj -f- 3 ft/ «, ft5 -h a fl," fl," ' -)- a R," ft/' ft," ; 2 «/ /?, ftt _,_ 2 /?/ /?3 /?. + 2 /{," J?," «/' +2fl.;/i:" : ft/ ft,1 -»-/?/' ft,"* ; ft,' ft/ -H ft," ft," * ; ft,'/V-Hft,,"ft3"' ; ft/ ft,1 -H ft/'3 ; 2 ft/ ft, ft, -1-2 ft/' ft," ft," : 2ft/ft,ft,i-H2ft,"fi/" ; aft/ft.fts-J-aft," ft/' ft," ; 2ft/ft1ft3-»-2ft/'ft/'ft/' : 2 ft/ ft3 ft, -J- 2 ft," ft/" ; 2ft/ft,fi,-l-ft/ft/-h2fti"ft/'ft,"-hft,"ft/" : 2ft/ft,ftj-+-2ft/ft4ft,-H2ft/'ft,"ft"-f-2ft,"ft,"' : 2 ft/ ft, ft, -H 2ft/ft3ft5-«- a ft," ft/"-H j ft," ft "ft," : ft/ ft/ -w ft/' ft,'" ••: ^(-,1) : : ft/ ft/ -H ft/' ft," ■.Rs'R' + RJ'Ri" : ft/ ft/ -f- ft/' ft/' / .^iR.'RJi.+ iRj'Rr J MEMOIRS MR LA FORMATION DE L EQUATION ETC. (54) ; (55) : (56) : / =2RJR3R, + 2R-:'R3"R<" ; V (5>) = a i?5' /?, # , -4- i? ,' iV -+- 2 fl," ly />' ," -I- R -." 3 : rw=2R5'R,Ri + iR:!RtRi + 2Ri"R:'RJ'+?R!'fir • ^ (4., = 2 A II, /?, -+- 3 Rs' R, Rs ■+■ 2 i?5" ft," /? ," -+- 2 ft," ft," ' . (') V\« z=R»R,"'%+R,n ; r\%)=R,"RJ"*+ ft,' ft," ; ^'ffl =R,"Ri'"l+Rl,Ri" ; I \ = ftl"ft/"*-*-ft,'ft4" ; / =>Rl"R!"Rm-*-2Ri'R," ; ^'(6,=2 /»',"/,','" /},'"-(- 2 /J/ii,'1 ; r'fa] = 2 r,"rj"r -!"+ 2 /?:/?//?: ; r{t)=2R,"Rl"Ri'" + 2R:R>'R3' ; f»m =2 «,"/?,"•/?;"-!- 2 */A'A' ■ J", = 2 /?," ft,"' ft,'" •+- ft ," fi5'" ' -t- 2 ft,' ft,' * -+- « / ft5' ' : f" (1„= 2 ft," ft,'" ft/" -+- 2 I?," ft,/" ft/"-*- 2 ft,' ft,"-i- 2 r.'r.'r: ; F\tl) = 2 r," r;"r,!"-+- 2 JR." ft,'" Rs'" ■+- 2 /?,' ft,' r; -+- 2 ft,' H/A ; r\ti>=Rj'R,m*+RlRr ; j"(l4; = ft," !?,""-»- ft,'2 ; ': (■« / ,, V ,..' / ' (».] JSI r (>.) — r (2)) — y (><) — ^ (.5) ^ (>'■) — y (17) — yi PAR JEAN Pf. \N,\ = *Rl"R,",Rj»+aRjRl>Hl i =2/?:,/f:"/c-)-2//,'/vi ; = 2RJ'RJ"Ri"'+:tR3'RJ> ■ = 2b/'b3'"b/"-»- :,//;«,' a; ; 2 b," fl,"' /?,'"+ a B,' fl.' *h- b," fls'» '-i- b; a; • ; 2 fl," fl,'" fl/"-,- a B/' B.t'" /?,'"-+- a fl,' fl/ fl /-+- 2 fl/ fl/ B/ ; 2 R," fl/" fl4'"-H 2 fl/' fl/" B/"-f- a fl/ ;?; V a R\ R, R, . Rfi(tmk+Jkt'R." ; fl3"fl/"l-l-fl/fl/- ; >« ii:i"n;'"+R3>R<> ■ is i (»9) ^ (3o) y CO — ' (31) — y (33) ^ (34) Z^» r (35) — ' (36) K" . * (3?) — y (38) — ^ (39) — ^ (4") 2fl3"fl/"fl/"H-2fl/fl,'B/ : 2fl/'B/''fl/"+2fl/fl/fl/ j 2fl/'fl/"fl/"-H2fl/fl/B/ ; ajyjyjy-i-ajyji/1 ; 2 fl/'fl3"' /?/''+ 2fl/B/* ; 2 B3" B,'" /?/"-»- B3" fl/" 'h- a B,' fl/ B, '+ B3' fl/ ■ ; 2 B3" B,'" B3'"m- a B3" fl/» fl/"+- 2 B,' B/ V 2 fl/ fl/ fl/ a B3" /?/" fl/"+ , B3" fl/» fl/"-,- a fl/ fl/ fl/+ 2 fl/ fl/ RfRf+RJRJ' ; B/'y.V'-i-B/B;1 ; «,"*/» »+fl4" ; .in MlMOini: SDR l.A FORMATION l>K i.'koi IATIOH ETC. F'm=i R/'R,'"RS'"-+- ■>■ «,' WW ; / ',,,= :>./*/'«,"'«/''+ 2 rt/tf,'1 , / ,w)=3R»Ri"'Rim+2Bi'RlRi' ; v\ ,t, = 3 «."«;•'«/"-«- 2 /?.//*//<;' ; / ',,= ■.««;'«,'"«;"+•.! y+R.'Ry ■ ) \io)=R-!'Rr*+R,:Rr -, I ' ,,= R./'R,'"*+R./jR/* ; f/\w = R>'R;"> + R>R>> ■ r\ii)=2R,"R:"R,'"-h2R:Rr ; ^)S=aR5''Rl'''R/''H-2R5'R/R/ ; / ' -,=AR:'R:"R,'"-i->.RjRy ; r\^*Rl'RgR»'+*RlR>Ri ; / ' ,„,= a R,," R,'" 7?,'"-H Rs" A,"' *-H 2 R5' R' R,'-f- R,' * ; f 'p,, = 2 Rj" R/" R,'"-h 2 Rs" R/" R.'"-*. a R,' R,' R/-+- a R/ R5' ' ; *"<«., = 2 R," R,'" R,'"-j- 2 R$" fl,'" R:'"-t- 3 Rs' R/ R/-f- 2 R ,' Rs' * . •Vrlnellenrirnl . si Ton Bail I' Ml MAN PLANA A , ssBJ „ A = fl, / . R.'" / /;,"/ (>) ' • A '>) — A ' „ = [3 a = «,/',,..-»-«/"'",*., ; a: ■(M=jrj^1,„, -»-/<;"/ ' fa A", =/i3^,)-H/f/"^'(„ w A ",,..■, =/?, ^(6o)- ./»,'"*" ff-w =R,V^+R?V< ;"• (60) j A (6o) — /*, f „,„,-»- /t, /' (lwl. /^(l)=/?^(l)H-i?5'"^'(0 A''V , =i?5^(1) +/?,'" ^'(l, 3 1 1 on aura K"«„) = RhV,^+-R»'V\ (60) • fe] "'" = 6a5 . A(0 -+- 1 0000 . A^,) -+- 90000 . A^ . a5o . A, [5] 375o . A( [«] 5ooo . A I7] -(- 45ooo . A(9) -+- a5oo . A(lo) ■+■ 75oo . A(n) -+- a5oo . A(l3) -4- 4°oo° ■ ^(i,- ■+■ 36oooo .A "iooo . A 2a5oo . A' (4) 3oooo . A. •] 1 5ooo . A(„) 90000 . A(l6) (•?) i5ooo . A(l,) -4- 20000 . A(,9 -+- 120000. A (M 3a Ml M01IU. SOB I. A FORMATION DB LIQUATION ETC. -(- I Sum mi . A „j-ji IOOOO . A' (ll)-f- 3oooo . Jf (,.„•+- 60000 . K (a,, -+- -"urn. A ,,,-»- i aoooo . K (l6)-+- 1 080000 . K (,7)-t- 270000. K (,„ 1 5ooo .A' >»»)"•" j:i(iiio ■ R 10 ■+- 60000 A i0-t- 36OO00 • ^(3»J 5 (0000 :k (U) + 3oooo • ^(3i)-t- yOOOO ■X"(»5)-*- 1 80000 A 16 ;--,,, A -H 60000 • S »)-+" 54 0000 •*«-»- i35ooo ■ A , 75oo .A («0+ aaSoo 8 M-l- 3oooo ■if(43)-»- 180000, • A (441 .•701100 A [«-H i5ooo ■ K w ■+■ 45ooo ■*ft,) + 90000 ' R |l 1 a5o . A (49)"*" 20000 • *C5o)"+- 180000 •■S"(5,)-»- 45obo . ff(5») a5oo A (3 -+- -'inn .£«,)+ 1 0000 .*«,+ 60000 A ,.. goooo . A - ■+■ 5ooo • A (-)8)-»- i5ooo • A -,„,-+- 3oooo , A 5o a5oo . A' -+- 40000 JTW + 36oooo • A"'(3! ■+■ 90000 . »W 5ooo . A' (S) ■+■ 1 5ooo • K\» -*- 20000 . £'(,) ■+• 120000. *'»> 180000 . A' M "+- 1 0000 .JTV..i-»t 3oooo ■ K\rt-t" 60000. A'„ 10000 . A' ,3,-t- 160000 . A'';i.)-Hi44oo°0 • A''(l5j-t- 36oooo. A',,,,. • aoooo . K' (,,)■+■ 60000 . Ar'(l8)-f- 80000 . A"'(,9)-»- 480000. A''(Io) ■ 730000 . A"'(ll)-t- 40000 • ^'(M)-t- 120000 . A''(l3) -+- 240000. AT'(at) ■ 3oooo . Af'(l5)-+- 480000 . A''(2(,)-»-4320ooo . /if'(17)-t- 1080000. A'';il() ■ 60060 . /?'(,,)■+- 180000 . A"'(3o)-f- 240000 . A'^.j-j- 1 440000. A"'(32) >a 1 60000 . A'(JJ;-+- 120000 . A"'(34)-t- 36oooo . A''(35)-+- 720000. A''(JM i5ooo . A"',3. -+- 240000 . A"'(38)-4-a 160000 . A''(39)-t- 54oooo. K'M ■ 3on 00 . A'(4,;-j- 90000 . jY'(4,)-t- 120000 . A''(43)-+- 720000. K\H) ■ 1080000 . A"'(.,;-*- 60000 . A''(46)-f- 180000 . A"'(t7) •+- 36oooo . K *(4,j 5ooo . A"'(w,-j- 80000 . AT' (5o)-f- 720000 . A"',;, -h 180000. A'(52) . A' .,.-+- 75000 . K\Si)-+- 40000 • A''(55)-f- 240000. A''(56) ■ 36oiioo . A'"-, -t- aoood . K' -, -+- 600O0 . Av,; -+- 1 aoooo. A',, PAR JEAN PLANA 33 -+- 7500 . A"(l) -t- 120000 . A'" (>) ■+• 1080000 . A" (3) -+- 37OOOO. A";,) -4- i5ooo . A"(5) -+- 45ooo . K"m -+■ 60000 . A"(,, -4- 3Goooo. K'\t) -4- 54oooo . A"(9) -4- 3oooo . A"(lo)-f- 90000 . A" (,,)-+- 180000. A"(ll) -i- 3oooo . A'"(,3,-»- 480000 . A" (ll)-+- 4320000. A"(l5)-f- 1 080000. A" (l6) -+- 60000 . A"(1.,-H 180000 . A"(l8)-f- 240000 . A"(I!))-|-i44oooo. A"(lo) -4-3160000 . A" (11)-t- 120000 . A"(jl)-h 36oooo . A"(23)-4- 720000. A"(l0 -4- 90000 . A"(i3)h-i44oooo . A" (,(,,-*- 1 2960000 . A"(1.)-+-334oooo. A -4- 180000 . A'" (2,)-f- 54oooo . A" (3o)-f- 720000 . A"(3l)-t-432oooo. A";,,, -H6480OOO . A" (33) -+- 36O000 . A"" (j.) -4" 1080000 . A" (35, -4-3 l60000 . A"(30) -4- 45ooo . A" (j.) -4- 720000 . A"(38)-t- 6480000. A"(39)-»- 1620000. A'" (.„ -4- 90000 . A"(4l)-4- 270000 . A" („} -4- 36oooo . K" ;,3)-t-2 160000. A"(„. -l-324oooo . A'"(.-,)-l- 180000 . A'" ( if,)-|- 54oooo . A'"(,7)-4-io8oooo.A"(tg) -t- i5ooo . A'"(Vy,-4- 240000 . A" (s„) -4- 2160000 . A" (5l)-»- 54oooo. A -4- 3oooo . A"(53)-f- 225ooo . A"(j4)-4- 120000 . K" c53) — *— 720000. K"^ -4-1080000 . A";5.)-H- 60000 . A"(j8)-j- 180000 . A" (5,) -4- 36oooo. A" («„). 3750 . K*lt) -4- 60000 . A'"'(J, -4- 540000 . A'";,, -4- i35ooo . A'"w 75oo . A'"(s) -+- 225oo . A'u(6, -4- 3oooo. K"\:) -4- 180000. A'",,, ■ 270000. A'"(Q) -4- i5ooo. A'"(io)-h 45°00- ^'"(..)-+- 90000. K"\ti) - i5ooo. A'"(13)-|- 240000. K"\,.}-t- 2160000. A"'(, 3, -4- 54oooo. A'" (,(,) - 3oooo. AUI (,,)-♦- 90000. A'ni(,5)-H 120000. A"'(lo)-t- 720000. A'"(W. • 1080000. A"1 (ji)-h 60000. Au'(ll)-t- 180000. A"'(13,-4- 36oooo. A'",, - ',5ooo. A"'(l5)-h 720000. A'" (l6) -4- 6480000. A,"(1.)-»-i63oooo.A",(1,) - 90000. Al"{10)-4- 370000. A"';30)-4- 36oooo. A'"(3l)-4-3i6oooo . A'" , Serie II. Tom. MI. e 3 i MKMOIRK SI n l.A FORMATION DK I. EQUATION ETC. -+-3a4oooo. A'" .;j;-f- « 80000. A"'(3.,-»- 5/(oooo. A"'(3:;)-t-io8oooo.A'l"(i,,, -+- > '"nil.. A'" , .,+ 36oooo. ff"(38)-4-3a4000° ■ A'" ;,,-h 810000. A"'(v)) -+- j5ooo.^P"(4I)-4- |35ooo. JP,,(4,)-4- 180000. A'"(l3)-t-io8oooo.A"l( -+- 162OOOO . A'" , ,-,<-t- 90000 . A'"'(^,)-J- 270000 . A'"(,-)-H 5/joooo . A "', Si -I- -r>ao . I\"'.w-\- I3O00O. A'"'(;„)-+-l "80OOO. A'"'(5l,-t- 270OOO . A'"'(r,»; -+- i.HHiii . A"',-,, -f- 1 1 p.doo. A'",-,,-!- 60000 . A'"(W-»- 36oooo .A '"(■,,) -t- 5 iiiiiiiii . /('•',-.,+ 3oooo. A'"'(lS)-+- 90000. A''"r„,,-f- i8oooo.A'"'(6o). -+- 1 :>.'io. A" , -j- 20000. Alvw -»- 180000. A" (3) -+- 4^"00 • A""(<1 -+- •> hid . /\ lv(.) -»- 7500. A'lv((l) -t- 10000 . A'lvw -+• 60000. A',v(8) -I- 90 .Al\,,!-4- 5ooo. A",v(l0)-+- i5ooo. A'T(ll •+■ 3oooo.'A,v(,2) ■+- Sono. A'v(l3)-»- 80000. A~,v(,4)-+- 720000. A,v(, 5) -+- 1 80000. A'v(,0) -f- [oooo. K" (,,)■+■ 3oooo. A'v(l8)-t- 40000- A'IV(l9, -*- 240000. X""w -l- 36oooo . K'"{ii)-i- 20000. A'v(ll)-t- 60000. A',v(l3)-+- 120000 . A ,v(l4) -+- i5ooo. A',v(2-0-»- 240000. A'lv(a6)-h2i6oooo. AT '%,)■+■ 54oooo.Alv(2S -t- 3oooo . A'lv(ll>)-+- 90000 . A"'v(3o)-|- 120000. A" (3,)-+- 720000. A'v(3l) -+- 1080000 . A''v(33)-h- 60000. A'v(34)-4- 180000 . A'v(35) -4- 36oooo. A'v(36) -t- 7500. A',v(37)h- 120000. A',v(38)-hio8oooo. A'v(3Cj) -+- 270000. A1"^ -+- 1:1000. A"lvi0-v- 4^000. A',,(,1)-t- 60000. A*'v(,i3)-4- 36oooo. A',VU4, -4- ."> {ilium . A",v(,51-4- 3oooo. A'vU(l)-+- 90000. A^'^-H 180000. A"(j8) -+- a5oo . A ,v i|i(. -+- 4000°- A'"(5o)-f- 36oooo. A',T(,0-+- 90000. A'"^, -+- 5ooo. A',vt-,j)-H 37500 . A'v(-,j}-+- 20000. Ar',p5)-H 120000 . A"(i6) -+- 180000. K"p,)-i- 10000. A',(58)-t- 3oooo. A"^,-*- 60000. A'v(6o). II nous irstc a former I'cxpression de II ,v. Pour cela il faut observer, PAtt JEAN PLANA que la formula [i] domic [10] !•§» = a5 . Z(l) -+• 4oo . Z(J) ■+- 36oo . Z(3) -+- -+■ i5o . Z(,,, -f- 200. Zu -+• 1200 . Z(8) -+■ -t-3oo.Z(ll) + 6oo. Z(lI) ; ["] ?"?"' = no. Z'(l] -h4°° • Z'(l) -h3(3oo. Z\}) -+■ -+- 1 5o . Z'»t) -+- 200 . Z'(.) -t- 1 300 . Z'(8) ■+ -H 3oo . Z'(ll)-f-6oo. Z'(1I) ; oil Ton a fait ; Z(l) =*./?/» ■ £(•) = /?,/?,'" ; Z(J)=iW; ; ZW =*,«/" i Z(5) = /?,/?,'"-»- i?sfl,'"; Z(6)=/?, 7?./"-+- /?,/?/" ; Z(;) = *,*,"'-*- J?s/i,"' ; Zm^RtRi«'+RlR«> : Z^^R.R^R.R,"' ■ Z,l0)z=RxR!'>+R,Rr+R,R-:" ■ 900 . zw 1800. Z, 5o . Z ■ in . z (I.) 900. Z', -+- 5o. Z' l800. Z'(c/i -J- Kill . Z'(„ Z(l0=/?,i?J'"-H«,fll"'H-i?1/?,'" z(Il)=i?,/?;"+i?^1''H-/?3«:" /?//?," ; Z'u=£lR» ; 71 •^(3) ^ (i) — A (5) ^ (6) — •^ (7) — 7' •^ («) «'« = 7,' R,'RJ'-i-R.'Rt" : R,'R.;'-hR.'R," ; RJR,"-i-R3'R," ; R>R>'^.R^R3" ; R%'R,"-i~R,'R,"-*- R!R" r1r]"+-r;r,"-*-r'r." +r:r" 7' - (■>;■ iRJRV-t-RjRf+RlR* -hR.'R" 3(-> memoihe sun la formation de ^'equation etc. Mnintenant si Ton fait II , = Zi0 Z to // ,, ^ Zw Z (1) "(J) = Z(3) Z (I) #(t> =*W Z w ; "PI = ^(5) ^ C5) ) «(i =2(f,) Z (6, ; " , r,==Z^ Z (,) -f- Z ri; Z(l) ffi>*) — ZQ) Z'w -+-Z'(3) z(1) //,- = Z , Z'(l) -4-Z w Z(l) fl(iq = Z(5) Z '(,) ■+- Z (5) Z(l) // , = ZM Z {0 -l- Z {6) Z(l) #(.8) = Z(,) Z'(0 -t-Z'(:) Z(l) Hi.«,) = Z{i) Z (l) +Z (8) Z(l) //■„, = ZM Z'{l)-\-Z M Z(l) ^(>,) = Z(I0)Z,(1) -+- Z'(lC))ZCl) "(« — *[ll)* (') "*" ^ (")*(•) ^»3) = 2{11)Z'(|) -+- Z'(I1)Z(0 ^(3i) = 2u) Z (3) -»- Z w Z(3) // = Z,-) Z (]) -«-Z'( ^ ' I = ^(fl (3) "*~ CO (3) // = Z;7) Z'(3) H- Z'(7) Z(3) ' ' ■ = Z;«i Z (3) -t- Z w Z(3) «*(,) = z(7, z r (7) #(8) = Z{8) z (« #M -*w z 1 "(10) = Z(|0 2 (.o ) 5 *"(..) = z(„ z 1 (' ) ; HM =z(I1 z (" ) • HM = Z(3) Z' « ■+■ Z' (3) zw H^) =2,,) Z' W -1- Z' 1) Z{>) "(16) = Zpj Z' w ■+■ z r (5) zw ffM = z(6) Z' w -+- z (6) zw HW =Z(7) Z' w -t- z r (7) Z(?) "(»9) = Z(8) Z' w -t- z w zw #(3o) = Z(9) z w -+- z Z[x) ff(S«) = Z(,0 )Z « +z (,o Z{>) #(3») =z(I1 z w -f- z r I" Z(x) #(33) =z(12 z p -t- z (,» )Z(>) "n„\ — Zla\ Z ni -4-Z (a) Z '(39) y(9) " (3) (9) ^(3) #(to) = Z{lo)Z (3) -»- Z\,0)Zi3) //(4,) = ZCl,)Z'(3) |-+- Z (lI)Z(3) ZC^ = Z(,2)Z'(3) -+- Z (.^Zjj) •"(131 = Ail Z Ui •+■ '(43) (5) " (4) ■Z'(i) Z(4) "i:.it==Zm Z (,•) -t-Z (H z. '(44)" 'M ~ (0 W "(4) ^(45) = Z(7) Z w ■+- Z M Z(l) ^(4') = Z(») Z (4) Z (,) Z(.) #(>.) = Z(6) z(5)+z (6) z(5) #(5») = Z(7) Z'(5) -+- z w z(5) "(53) = Z(8) Z (5j -t-Z (,) Z(5) IT{s»)=Z(,] Z (5) -+-Z w Zffl "(55) = Z(10) Z (5) -J- Z (l0) Z(5) #(56) Z(||)Z (5) •Z'(ll)Z(5) ; "(W — Z(l2)Z'(5) ■+- z (1J)z(5) . ^(64) = Z(8) Z'H -t-Z'(8) Zw ; ^(65) = Z(,) Z'H -f-Z'M Zw ; ^(66)=Z(Io)Z'(7) -f-Z (lo)Zw ; #(67)=Z(C1)Z w -+• Z (I1)ZW ; Hm = Z{li)Z (7) -t-Z'(ll)Z(7) . ^(,3) = Z(,o)Z'w -*-Z'(lo)ZM ; ^(?4)=Z(11)Z'())) -4-Z'(1,,ZM ; ^(T5) = Z(I1,Z M -f-Z (11)ZW . l'AIX JEAN PLANA 3^ ^(47) = Z(9) Z (4) "*~ Z'(9) Z(4) ^(48) =Z(,o)Z'(t) -4>-Z (10)ZW ^(49)=Z(")2't4) "*" Z (..)ZU) //y,= Z(ll)Z'(l) -4-Z (|>)Z(0 . "(si)— Z(7) Z'(6) -4-Z'(7) Z((>- #(5y) = Z(8) Z'(6, -t-Z'(8) Z(6) #(<.o)=Z(9) Z (0) -+- Z'M z(6, ^(6,) = Z(I0)Z'(6) -4-Z'(,0)Z((l) ^(6.) = Z(„)Z OT -f- Z (,0ZW "(f,3)==Z(,,-Z (o, -j- Z (i,)Z(6) ^(69i — Z;,/; Z w -i-Z '(9) F(l) "(j<0 = Z(io) Z (s) -»-Z (10)Z(j) H{t) = zi><)Z\») Jf~Z (»)*« H{i*\ = z\"-Z W -*-Z'(Il)Z(l) • "(76) = Z(,,)Z(,0) -l-Z ,,,^(,0) ; S -i=Z(1,,Z'(10)-4>-Z';il)Z^,<,) . ^(;8)==Z(11)Z („;+Z {,i)Z(M, ; le produit dcs deux ecjuations [10] et [i i] donnera ,S8 ME MOIRE BUB LA FORMATION DE INEQUATION ETf:. [12] n" = ( 25 )' H{t) -*- ( /,oo )' //„ +■ ( 36ob )* Hm -f- (900 )' //ul ■*■ ( 5o yrfih) -H ( 1 5o )' //„, -4- ( 200 )' J5Tffl -+- ( 1 200 )* Hs] ■+- ( 1 800 )? ffm -+- ( 1 00 )* H{lQ, + (3oo )•/*,„ -4- ( 600 )*ff(1„ !4oo//.l3)-t-3Goo #;,„-»- 9oo//(l5)-+- 5o //(lG)-t- i5o#(l?) -4- 200 //(l8) -4- 1 200 ff^ -+- 1 800 //(,„, -4- 1 00 ff{u) ■+■ 3oo #M -4- 600 //(a3) ( 36oo //<,.,, -+- gojo/T^-t- 5o//(l6)-4- i5o#(l7)-4- auutf,,,,) -4- 4oo< • [ I -4- 1 200 //,9) -+- 1 800 Hm -4- 100 H{3l) -4- 3oo #J3>) -4- 600 #(33) \ 1900 //(3l, -4- 5o //(M) -4- 1 5o Hm -+- 200 //(3;/ -4- 1 200 //(38) \ -4- i8oo//(V)-t- 1 00 //(V1) -4- 3oo//(/il)-t- 6oo//(4l) \ !5o // u -4- 1 5o //4ii -4- :>.oo H{^, -4- 1 200 //(46) -+■ 1 800 //,,, 1 -4- 1 00 Z(.8)-+- 3oo/7w-+- 6oo#(So) ) Il5o//(5l)-4- 200 ^(5,)-+- "200 //(53-t- I 8oo//,3),-4- IOO//(;J + 3oo//.50)-H 600//, \ 1200 //;58, + 1200 //-„,, -4- 1 800 //,„,. -4- 1 00 //(6|) -4- 3oo //(6l) j -4- 6oo/7{„3) ) -4- 200? 1200 //((,,,-+- 1800 A/ (J,H- ioo//,,,,,-f- 3oo//„,7J-4- Goo//(68) \ -4-1200 i8oo//;s,-t- 100 //,.„) -t- 3oo //(,,;-+- Goo//(.2)j -4-1800! ioo//(7j)-»- 3oo//(7i)-f- Goo//(75) J -4- 100J 3oo//(7,,,-H Goo//(7;)j 3ooj 6oo//(,s)| . pah jka.n plana 3g On voit par la que Ics fonclions 11, II1, 11", II1", Q™ soul, res- pectivemenl, composees dc 3, 12, 60, 3oo , et 78 termes. De sorte que, en lolalilc, on a 453 termes pour former 1 equation clu quatrieme decre*. § V. lores avoir forme les coefficiens dc ('equation Q> — T0'>+U01 — Z0-*-} =0 , les lbi'inules qui me paraissenl les plus simples et les plus explicites pour e'crire les qualre racines 6', 6", 0'", 0" spnt les suit antes. Soil At = a Ul — c,T 'V Z — 12 U Y + ■> T1} -+- 27 ) ' ; N z=U' — ?>(TZ—4V) ; /■: =i6Z — 8TU-h2Ti ; // =M>— \ N3 ; a = 3T- 8f+2.('ii/+p+27J/- yn ■ /' = gT*— ?4U- l =(97"— 24^— K)V~K-t-y.y3.E ; r =(9Ti — ?4U—K)YK—:>.y3i-: -, 1 =r + 2.\/T7yl; r%=i — 2.\T7yt r '=/'-i- 2. yi'Tyr ri'=r—2.yU7fR Af) MEM0IRE SUR LA FORMATION DE INEQUATION ETC. Ton aura t..Y!.6"=r.yi-*-y-v; ; 4.y3.6"' = T.yi— \ir ; A..yi.Q" = T.Y3—yv7' . Et les deux equations du second degre, avec des coefficiens toujours reels, qui remplacent ['equation du quatrieme degre, seront On obtient ccs formules en transformant convenablement celles donnees liar LagrAKGE aux jiages 267 ct 268 de son Traite de la Resolution des Equations Numdriques (Edition de 1808). El on demontre que la quantite designee par K sera toujours necessairement positive. En posant G = 9jT2 — 2^U — A' Ion a aussi les quatre racines sous cette forme 4.^3.5- =T.yj+\rK+]/ G + ^|i^ i 4.K3.6"=r.l/3 + VT-|/G-H^l^ ; 4.V3.e"'=r.vi-VA-+|/G-Mi^ ; Ces formules sont celles quil faudra substituer dans les equations [2] po?ees dans le second §. De sorte, que l'expression de la racine X, sera donnee par cette equation ; savoir PAn JEAN PLANA i' x,5.y 4.j/3=-wKTVl-*-V tyj+vt + v~Tyi-*-VT. h- y ryi — yv ■+■ V Tyi — y vv . Telle esl l;t complication inherence a ces formules lilterales, qu'on ne sanrait concevoir aucuii espoir den faire ties applications utiles. Mais il n'est pas inutile de fixer les idees SOT la nature des obstacles que I on rencontre dans l'etudc de cette theorie. § VI. Les equations [2], [G] , [9], [12], etablies dans le § IV, donnenl ['expression des quatrc fonctions II1, II", IT", IT" par des termes dont chacun est forme par une combinaison de plusieurs des vingi fonctions R, , H1} etc., que nous avons trouvees dans lc § III en formant la va- leur de 0=.ti. Mais ces termes ne peuveut fournir ancun resultat sans execnter les multiplications indiquees. Alors on reconnait, que le produil esl compose ilc plusieurs fonctions semblables dont le type a ete donne par la formule [9] pose'c dans le premier paragraphe. C'cst ce qui devienl fort clair, en formant les valeurs des 12 fonctions T^ , TM , T „ . qui entrent dans I'expression de IT . Pour cela il faudra donncr aux quatre exposans X, /jl, £, |3 les valeurs particulieres telles que Ion ail les quinze fonctions suivanles composees chacune de vingt termes; savoii a(l) = 2.aib"c"d" 0(1) z=2.d'b%c°d0 fl(J, = 2 . «3 b c d" Q =2.a b'cxd° !_>., = 2.a'b1c1d° Q(6) =I.rt>i5c5rf° Q{:) =2.a*b*c*dn Qm =.2. a* b c d° il,, = 2.a6b"c'd' fl,,0) = Z . a? b1 c" d' 12 ,, =7. -a b'c d< a(Il) = 2. axb c\l' 0(„ = 2.a*b*c,di Q ^ =2. a b'c'd' Q ,-, =2., 1 h r'd Serif. II. Tom. XVI. \nt MIMOinr. BOB LA FORMATION DE l'eQUATIOH Kir. Cela pose on trouvera I' =%) •4-aO(ll)-t-0(r) -*-Ow ; i /'. =-/'i>,1-rl];i!+Sii,+oili; + fl(,i): I /' =a;».;-' — /•£>,,, —?../<>, -t-Q{lJ) ; • / =ao. r* — rfl, -+-i2,„, -hfl!lI,-4-Q(l3) ; •.../„ =iQ(„)+20„1. -H2<>(„ +a% -t-a^,., • a • Tp =— a . r Q,,) -+- 2 Qgj -+- 2 Q(„ +aQt„}+a Q„ ,, ; .7- =-3.rQ;i)+5Qm+2QM+5Q(,1J+2fll a.7\, =— i.rfi(i: -2.rQ(„-l-aQ(l,)-+-3fl{Imri — m5 ; sM = — 4 7 ■+■ \p m •+■ 2 n ' — 1 n m '-*-'"' S^ = — 5r-i-~>qm-4-5pit — 5p 111' — 5 m it* ■+- j 11 111 ' — ;;/ I'.t pour former les valenrs de S{ll) , 5W, etc. on fera usage de la formuli [»]•■• ^V' + *"♦" w ^(t +*) "^ " ^(3+*) -*"A'^'(» +*)-*" 7 ^(. +«)-*-'' '■*.* = ° ■ Au reste on sait que, en general, les sonnnes des puissances seiii- hlables des racines d'une equation d'un degre quelconque m sont les jj MIMOIIU. MR l.A FORMATION DE I. I.ol' A'llON FTC coefficiens des puissances successives de la variable d'une fraction ra- tionnelle. Car /•(.> ■)=.»■'"-+- I , xm-'-[-AMxm-> +//(„-,).r+4, = " • tint liquation donnee , si 1'on fait f(x)=m-*-(m — i ) J ..x-h (m— 2)^ {l)x* ->r A{,„_ x)xm " ' ; f(a-)= i -+-^(0 x-*-Jwx'-hJ{i)xz -*-J{m)xm ; d.F(x) „,, . 1 on a, en posant -. = r (x) ; 9(x) ' £L^ = m -+- 5 ■,, a: ■+■ 5 w x J -+- 5 „ x l -+- etc. D'apres les denominations etablics dans le § precedent Ton a ; Q{i) = 2P=2.a3bcd° ; 2Q = I.rt b1c>d°=QM . El nous designcrons par 2Z./, = 2.Q(3) ; a2.Qss£.aw la soininc des sis valeurs differentes dont sont susccptibles les deux fonc- lions aP, 2 Q par la permutation des racines. En faisant d'abonl /. = 3 , /j.= i , ?= i , P = o, la formulc [12], etablie dans le I." §, ilonne Ten se rappelant que 5(„, = 5) [3] 2.P=S\l)Sm — 2 5u,5(„ — 5W 5(.„ -j-2 5(5) . Et en faisant ). = 1 , p. = 2 , £= 2 , (3 = o , la ineme formulc [ 1 2] donne [4] Z.Q = 5,M'S(.)— 5W 5(0 — 35,3, 5WH- 2 5(5, . Ola pose, a laidc des forroules [1] Ion a d'aboi'd; PAR JEAN PLANA Ifi 7.. P=\ III' — (ill1 — 2")| -^i)"*" aOT^M "+" 3^ e'est-a-dire T..P=2liS -+- :>. //; 5 , -f- ■-'■ S En substituant pour Sm ct S ^ , leurs valeurs, I'on a ; T..P = — 6/3/1-4- lom/i' — ionro! — S/Hrz-j-S/JWi^-t-aHt^-f- 2^'c,) ; et en rcinplacant 2 5t5, par sa valeur on oblient ; [,")j Z.P=4/;M-*~ 3m7 — ipm' — io.t - En e'lhninant 2 5(5) entre les equations [3] el [4] on obtient 1' equation E.Q = I.,P — m5'(l)- niS(i)— 5,3 ;5'w— m'S En substituant pour &> et S^ leur valeur on Irouvera 7. . Q = 51 . P -+- in 5 — 4 " w '"♦" 2 w "** "+" 6/J m * — 6ya » — mS(<>) i et en substituant pour 5^ sa valeur il viendra 1.(7 = 2!. P-+- ipm1 — 6 p n -+- 4 m q . Maintcnant, si Ion substituc pour 7..P sa valeur fournie par I equa- tion [5) on obtient [6] Z.Q= — 2pn-\-&ni(j — io./' . Cela pose , si Ton fait [7] J=27.P+3l.Q , . on voit , par les equations [5] et [t>] , que [8] .4—ipn-\- iimq — 4f}fn* — 5o.r- . Lagrange, qui a calcule cette valeur de A, sans 1 emploi des for- mules [3] et [4] est parvenu a un re'sultat fautif a la page 1 y5 du Volume de 1' Academic des Sciences de Berlin pour 1 annee 1771- La cause radicale qui a rendu son calcul errone consiste en ceci, que. an commcnceincnt de la meme page, il a etabli l'equation /; = /+ih S(ll +2m So- -+- 3 S ;. -«-^'« j(3)-T--i^U: • |i' MlMiilIU ..III LA FORMATION !)E INEQUATION ETC. Mais cello equation esl faulivc sans I'addilion du tcnne Bq dans le second niemhiT. De sorte (juc Ton a [9] H ' =/ + fi(/+ 3 H.S'., + T n(i'(]j + ?. iS(() . Mors elle doimera la veritable valour do /; c'esl-a-dire do la function syme'trique des racines; [ , o] . . . / = ( \, xj+ ( ,v, x3 y+(x, x< y ± ( x, xs y -+- ( x X y -+- ( x, v, )• -+- ( \\ x, y -4- ( x3 v, )* -+- ( v3 x )* -+- ( a; x, )* . En outre, il faul observer, qu'en reanissanl les parties de A , telles <|ne Lagrange les avail calculees, il devait trouvcv A = — 6 in 11 ( f> // — 2 /w * ) -+- etc. an lieu de . / = — 6 in n ( 3 11 — 3 in ' ) -+- etc. \\co cette correction, les trois coefficiens de m'\ in3 n , inn1 doviennent mils , et la valeur de A do Lagrange se rednit a cellc-ci ; [ii] A=2pn — \.\mq — 4/-"'*' — fn)./1 : de sorte que lerrear tombe uniquemenl sur lc coefficient inimei'iqiie de inq , qui, au lieu de 5o — 64 = — i4 doit etre egal a -1-22. Au reste, c'est an fait remarquable , que Lagrange ait entrepris de calculer la valeur de / a I'aide de liquation [9] assez compliqnee , tandis que, avee ane legerc reflexion , on voit qae Ton a leqaation fort simple ■a i = ( x,' + x: ■+■ *,■ ■+■ x,; + x; )*— ( x," -hX,« -+- x3" -+- xj -+- xs* > , qui donno [«]••• *l — S\, — A'i, , = ('"'— 2")* — 5W = 2«'— 4/7/M-4-4 7 . Si Ton avail fait »/=<> on aurail trouve A = 2pn — 5o .r } soil en einployant ('equation evade designee par [8], soit en etnployanl I'e'qua- limi native [11]. II esl utile de former les formules gene'ralos dont il est ici question sans priver da second terme 1'e'quation da 5*'"c degrr. MB II AN IM..WA j- Pour obteilir les eocfliciens -i-U'P—(''Pi^-D'P'—l.'P^-F'=a , il faudra employer les focmules qui les donncni par les puissances sem- blables de sea racjnes- 1'our cela nous feroos [if] i,'(l] = /J" + P», + /"», + ^, + /"" + /"" ; cc qui donnera ■■A' s\t -y(„ , [,5]... 'S'^-B'S'u-i-A'S'^ -V ,5£'=/r.9'(„ -C'S'(, -f-^'^, -A'S\, t^Sn ; \ e/-'^/-^',,-^^ +cy(!) -#'£',, Ws^ - L'equation [5] donne la valour de A' , mais pour avoir les autres coellicicns il est indispensable d'avoir les puissances P1, P , lJ . /J P' par des fonctions comprises dans la fornnde [g] posce dans lc premier §. C'esl de quoi nous allons nous occuper dans lc § suivant. § VIII. En iaisanl £ = // el j3 = o , lc second meinbrc de l'equation [g] sera compose de vingl termes qui seronl egaux deux a doux : nous pou- ^ <>iis representor ces vingl termes par le symbole ou le nombrc t«»l place au-dessus du signe E indiquc que la souime ren- fenno dice termes. La memc formulc [9] nous permel de representer par 2.T.a'br M) mi MOIRE Sl'R LA FORMATION DE INEQUATION ETC. le double dc la fonction des racines designee par P. Dc sortc que le prodnil (i„) (10) (10) P.2.axb^C = 2.aibcy.2.uxb"c'' doit etre compose do cent tennes. Afin d'obtenir avec plus de facilite le resultat de cette multiplication, il faut d'abord remarqucr, qae le (.0) prodnil de 2.axb*C9 par les deux premiers termcs de la fonction P pent ctre dispose de la maniere suivante, apres avoir remplacc le prodnit V, V, V, A V, par — /•; savoir A? ( A\ Xs + X3XJ.2.axb>c» = -r(A? V,'A?-\Yr '-+-*/ A? A?-'*/"') - ;• ( A7 A? A?" ■ XJT1 -+- X? A? X?-' X/- ' ) \,XX,^3X^ + 'X, I Zf-X*t%ZtX*+* i -f-AV1A"/ + 3AT5"-v'A''1 / \ -f-X3"AV + 3Ar5Ar2x + ' I > -+- { -+-AV A,' + 3.A/ + 'A", I +J)M/ + 3III5l+' + X?X*+tTi-lc»-'d'—2r.2.a*b%cx~'d*-' -t-2.ax+sb^+,cf+,d''-t' 2.2.axb9+3c^+,d 2.2.a*b%cx+'d»+t ; PAR JEAN PLANA 4g ou ie signe 2 rcprescnte, cominc auparavanl, des sommes composees de vingt termes chacune. Main tenant, si Ton fait X=3 , [ji=i , on aura, en employant les denominations posecs dans le sixieme § ; 2P* = — ;-Qw — 2r<2(,, -+-Q0) -+- 2.2.a3b*c*d -t-2Q(ll)-4- 2.2. ab3c'dx . Le second membre de l'equalion [9] pose'e dans le premier $ domie les inemes vingt termes, soil en y faisant ). = 3 , /x=4 , £=2 , (3=1 ; >.= 1 , ' f*=3 , ?=4 , (3=2 ; soil en y faisant ), = 2 , ;j.= i , ?=3 , /3 = 4 ; done nous avons 2.a3b*c*d=2.aIbc3d>=Qi,l) ; el par consequent . [a] 2/Ji= — 4r5(5)— 3rO(rt-f-Q(5)-Haa(11,-»-4a(ll) , en observant que Q(0=4>S'(;). En multipliant les deux membres de cetle equation par P, nous aurons la valeur de 2P3. Pour cela, il faut dabord remarquer, que, en faisant successivement X=i, fj. = 2; X = 6, [xz=2 , la formule precedente designee par [1] donne ; P.a(4) = — r.a{3) — 2r.2.a*b*c°d-i-Q.l„ -^- 2.2. absc3d -4- 2.2.aibscd%-i-2.Ql,3) ; P.Q,^ = — r.Q,!i) —2r.2.a'b1c'd+I.a'>b3c\l° + 2.Ifl'A'YJ(/H-3.Z.«'4',n/' + 2.I.(i'iic'(/1 . Miiis nous avons 2.a%b*c*d =2. a b'c'ePssQw ; 2. a b*c'd =.2. a b cid3 = Q{li) ; Z.«'65c d' = 2.a'b'csd =2. a /,YV = !J;l0; Seme II. Tom. XVI. \o MEMOIIU. SIR I. A FORMATION OK I. hoi Alio, 111. done I'n I'aisant I.a'/.Jr3rfJ = i2(1„); l.a'b c'-xs- ■4-Xi>X,% + >X/-'XS- +Xt*Xx+*X3*-'Xf- + XfXx+*X%*—X£- X^-'XsXf—Xf -*.xx-'Xsx3*->xj +xs*->x3*xs-xt* -*-X%x-\XsX;?-'Xi* X%xXs+sX3i:+,XS+,\ + XixX,» + 3XS+tXi^'l +X3xX,o+iXs*+'XJ+'i -hX,xX/ + ,X^ + ,X,»+l) xjx,x+i\y+ix.y -¥-Xs*Xx+iX^+,X3^'l +Xs>Xx+iXs*+,X%'i+tl ■+-XSX,x+iX%*+,Xf+') —rx; Xm*X,i**X,t—Xtv—) ■X^XS + 'X^-'X'-' ^-x3*x^**x3*-'Xx-' ■X^X,^'X^-'X^-' xsx,*+*x3x-xs- •X**X,f+*Xtx—Xf— ■ X^XS+'X^-XS- •Xt*Xtt+'X*-Xt>- X^-'XSX.t-XS ■xs-xjx3*-*xx •Xi'-'XfXJ—XS • Xs-XfXt-Xf XsX^XJ+'X^' ■ Xi*X*+3Xi*+,X3x+l ■ Xt'X,'l+iXs*+lX%x+' XsX,*+iXS+'X5x+' XJW+'XS+'Xf*' ■X^X^X^'X^*' ■ X3iX,t+iXix+tX^+' ■X^X,*+iX%x+'X3^'j En nous rescrvant de determiner dans chaquc cas particulicr les detu Bommes donnees par les termes multiplies par — r V,', il est facile tie voir , que Ton a oclle fornmlc ; Sffvoir MB IV FORMATION IT. I. EQUATION F.TC. P.2.axbn^P = -+- S.a'ftx+,c«,+,fr< c'd° : et le dernier devient -+- 2 r'.Z . X, ( A? AY ■+- X3l AT,' ) = -4- r\ Z . n b* c'd° . Done nous avons P .Q „> = — 2 r .2 . ab^c" d3 — 2r .2 . a* b3 c* d° — 7-.Q(:) -+-/-\Q(1) -+- 2 .2 . a bi c* iP -+- 2 .2 . a'' {>'• cs (P . Mais nous avons I. a b''c'di=.2.cPb0c1d =0M ; Z.rt bTc1d5z=2.(Pb',c d'=Qw\ done en posant 2M = Z.a^^c5r/1 , PAR JEAN PLANA 53 I mi aura [6] P.Qi„) = -2r.QM--2r.%) — r . QM -*■ r'. tl,» l.ii iaisant '3.2(,,,+2.aw X=2 , fx= i , ?=3 , (3 = 4 I'avanl dernier terme de la formiilc [5] donnc /•Mj.r53x,z4-»-xl3x1^3-t-^3A-IA-1-+- \ \,*s} el le dernier terme donnc = — r.E.a* b*c*di = — r.£2(l3) ; partanl nous avons P.O(„j = — ar.Q(lJ,-|-r*a(|j — r.l.ab'c'd — r.2.a■(■c'ut" = Qil) ; 2.a3b°c d"z=2.abb°cid =%, ; Z.a b*c*d3 = 2.a6b5cxd =Q(17); Z.rt36'c3f/1=Z.a1A3c'r/3 = fl(l9) ; lequation precedente revient a dire que 54 Ml MOIIU: M !l I. A FORMATION DK I.'liy L'ATION ETC. [?] .P •£<„) = — 2/1. a(l3) -+-'*• Qpj —r.Q^ — r.Q^ — r . Q „, -Ha. Q(lo) -+- Q(l., -+- 2(,9, . Les equations [6] et [7] donnent B] 2^.0c„,-H.iP.i>(ll) = - /• J 4 . o ,, h- 6 . Ol71 + 8 . Q(9) -I- 8 . fy,,,-*- 4 . Q{lS) ] + r*j^t>, ^,.i>wj^-/,JQ,:)_Ho(|8)+i}(i^3.2t2,,)j . I.n substituanl cette valeui' dans le second uicmbre de liquation [3], Ion aura [9] aP'ss ^ 6.QW -4-6. Of,, +2„, -*-8.aw -(- t2.Q(lS)J Ue.acj-hS.Q^ i En multipliant par P les deux membres cle cette equation on pourra obtenir d'une maniere analogue la valeur de Pk. Et en continuant le ineme procede on fonncra les valeurs de Pb et P6. Mais on concoit que le calcul en sera beaacoup plus pe'nible. II nous suftil d'en avoir demontre la possibililc, el d'en avoir nn'me Facilite ['execution ;\ ['aide des form u les prece'dentes. § IX. Supposons formee liquation [i3] posee dans le § VII: en reprc- M'titant par /'(S) = o 1'eqnation en 0 du quatrieme degre; et par F(P) = d ['Equation en P du sixieme degre , il faudra ensuite exprimer chacune des fonctions Q qui entreut dans l'cquation f(0) = i> par des fonctions rationnelles de P. Pour cela, reduisons ['Equation F{P)=m a celle-ri : • r MS JEAN PLANA Oil a I on a fail D' C ^ — — -fTi i '-* — »iT ' ^ — — T^ /r» ' * — pi — ^ Maiiilenant , si nous designons par // line quclc onquc des fonctions semblables a P , le produil P*. II ( k elant on nombre enlier ct positif ) sera aussi une fonclion scmblable a P et a // qui aura aussi six valeurs differcntes seulement, que Ion fornierait par la |iermutalion des trois racines X% , Xt, X$. En designant par L . Pk. II la somnie des six va- leurs du produit Pk.II ; la quantite 2.Pk.H sera connue par les coef- ficiens de ['equation dn cinquicine degre , puisqu'elle constitue une fonc- lion svmctrique de ses racines. Dc la on pourra deduire 1 expression de // en fonclion de P par cette formule due a Lagram;k ; savoir r.i h- n) = A^riBP^-ZCP1^-\DPi-h^EP^-Q>FPh ; ii(P) = /-(1) -f-p^-(, +P*ru +',3^> +P%rw -hP ■•/■(„ ; yw = 2.H+J.2.PH-^-B.2.P1II-i-C.2.PiH-i-D.2.PH-i-E.2.PsH ; / =2.PH-hJ.2.P1H+B.2.P'II-*-C.2.P>II-+./> 7 l> H ; />'„ = 2.P1II^-A.2.P'H-i-B.2.PiH-^C.2.P'H ; / = 2.PiH-+-A.2.PH->t-B.2.P>II ; p-{,)=2.P>II-hA.2.PH ; FW=7.P//. Lc dcnominaleur dc la formule [i] renfernie les puissances P6, P7, P" de P; mais a laide de 1'e'quation (i(P) = o, on peal MKMOIRE SIR LA FORMATION BE I/EQUATION ETC. abusser toutes ces puissances de P au-dessous de la sixieme; et reduire la formate [i] a la forme mp) M -"= VU>) ' <>u n^) et T(/>) sont deux polynomcs du cinquieme degre1 relative- ment a P. Done en elablissant I equation \l(P) = r(P)\M{„] + M,,)P-hMwP' + Mr,)Pi-*-MMP> + Mii)Pi\ , el abaissaut ensuite, dans le second incmbre, les puissances de P, a laide de ['equation <1> ( P ) = o , on aura, par la comparaisoi) entre les coefficiens des meines puissances de P, six equations du premier degre pour determiner les six cocfliciens M^ , M(l) , flf(5) , ce qui dounera [3]... -H^M^ + M^P+MuP' + MmP' + M^ + MvP* ■ On voil par la qu'il est possible dc reduire les coefficiens de ['equa- tion f(6) = o, da quatrieme degre, a des fonctions entieres et ra- tionnelles de P. Mais un lei calcul est impraticable par son excessive longueur; ct, apres avoir pese toutes les difficultes de l'execntion , on est force dc considcrer toule cette theorie comine une veritable Utopie. Turin, le 29 septembre 1 853. ••g^*^8^^^g- MtiMOIRE SUR LA DISTRIBUTION DE LELECTRIC1TE A LA SIRFACE INTERIEIRE ET SPHER1QIE D'OHB SPHERE CREISE DE METAL. ET A U SURFACE D'UNE AUTRE SMERE CONDUCTRICE EIECTRISEE QUE LON TIENT Isiu.i.i. DANS SA CAV1TE PAR JEAN PLANA Lu dans la Stance du 28 avril 4854. CJJAPITRE PREMIER Exposition des formuks generates. § I. WJn i845 j'ai public dans le Tome VII des Memoires de I'Acadeinie des Sciences de Turin (Nouvelle Serie) un ouvrage fort etendn snr la distribution de l'electricite a la surface de dsux spheres conductrices que Ion tient isole'es et separees dans lcspace. Mainlenanl , je me propose de faire voir les modifications qu'il faul faire subir ;'i la memc analyse pour fadapter au cas ou les deux surfaces spherknies en presence electrisecs d'abord directcment et ensuite par lenr influence reciproque, Serif. II. Tom. XVI. n 58 I01M SOB I. A DISTRIBUTION DE I.V.T.El TIUC1TK ETC. sonl placees de manure que la plus petite est entouree par la pins m-ande, au moyen d'une sphere creuse dont lYpaisseur est unifbrme. Conside'rons done one sphere du rayon a, formee dune matiere con- ductrice de I'electricit^ , placee dans une cavite spherique doot le rayon soil l> , et I'epaisseur s. Nous supposons I'e'paisseur e de la couche sphe- rique forme'e dune matiere eonductrice de relcclricite. La sphere du i .1 \ i>ii a riant elcclrise'e et place'c dans la cavite sphcriquc du rayon b, de maniere qu'efle y soit isolee , ainsi que la sphere creuse, il arrivera que les deux surfaces spheriqucs, ayant a et b pour rayons, deviendronl electrisees pour influence, et il s'agil de determiner la distribution de I'electricite sur res meines surfaces, soit dans le cas particulier du con- tacl , soil dans le cas general de leur separation. Le cas ou ellcs seraieni concentriques est le plus facile; il sera traite a part. Nous designerons par c la distance de leurs centres; distance toujours comprise cnti-e les limites e'tanl deux fonctions diffe'renlcs ; la premiere des deux variables x x fi , — ; la seconde des deux variables /m, , -j- . En designant par U, ce que devienl la somme U pour tout point M appartenant a la couche me'lallique dont lepaisseur est e, l'on a r n tt 471"* / -*'\ 47t^> , / ^ \ Poor que Tcquilibre du point M puisse avoir lieu dans I'un el I'autre cas , il faudra que les deux fonctions U, U, des qualre variables f*, //.,, x, x, se reduisent, chacune , a une quanlite constante ; ce cpii ezige une muluclie et complete destruction des quanliles variables. La recherche des deux fonctions

    ?)=/(?); •(■•?)-'(?)> et si Ton rcmarque que, dins ce cas, x,=c-i-x : les deus Equations BUI differences finies , qu'il faudra inte'grer , seront celles-ci ; r>,. HBUOIHE si R I \ DISTR1BDTIOH DE LELECTRICITE ETC. W ;'(*)+£**&)-&-*■• h el ff elanl deux qunntiles constantes dont les valeurs seront ensuite iU 'ti'i'iiiinccs. § III. Par la combinaison dcs deux equations [3] et [4], il est facile d'eli- ininer la fonction F , et d'avoir une equation avec la seule fonction f. En ellet; soit c-*-x b . F — c—cx' . — - — = ; , et par consequent x= ; , b c-k-x' v n c-+-av ■ liquation [4] donne a ft nc-k-ax' \ lc-\rx'\_ l>i — c1 — cx'J\bl — c1-cx')~*~\~b~)- c-^-x b . mais il est clair que 1' equation [3] doit subsister en y reinplacant x par x' ; de sorte que Ion a a j.1 x'\ „ / c-\-x' \ h . dour- , en faisant la dilference de ces deux dernicres equations , Ion aura g k a .1 ac-i-ax' \ a „ I x' \ 7+x~,~b~bi^?'^7x'J\b*—c%—cx') ~b-' \7) ' Maintenant , si Ion fait x'=zax", il viendra g _b a* f( oc-¥-ax" \ a .. „. — ax" b ~~ b' — c' — acx"-' \ b%— f I c-*-ax \_ i h(X >~ 7~^xh [k^Tx ! ~ T^x ' Eii cliaugcaui le signe de eut done former la fouction j{x), qui satisfait ;'i ['equation [10], en faisant d'abord [i»] . . /(.r) = — =L =+;/,W-^iW , |/\-(*=*).w " m'i /" doil etre : ou une consiante arbitraire fonclion des trois parametres u , b. c ; ou une fonclion de x assujetie a la condition de demeurer la C 1 ct oc meme par le changement de x en . Ensuile il faut determine] A —• C X f,(x ) , /]( x) par la consideration du developpcment des deux fractions rationnelies k — b1 x c 1 — ( A- -+- a ) x -t- b1 .1 :' 1 — ( k -+- a ) x -+- If X? conformemeni au precede' 'sum dans les pages 170-171 de mon Memoire t\6\;i cite. PAR JEAN PLANA 63 § IV. II sit i I df la, qu'en determinant « el a d'apres les equations [i3] — -a .« = (cJ — bl — a*) + y (c* — b1 — a*)* — 4 a2 A' : [i4] — 2 « . «' = ( ^ — b1 — «' ) — Y ( c1 — b> — a* )* — 4 a* A* ; on a bfi(x) = (« — «').Z.r ""(c-4-aje — a' .r) a"+ ' — (c -+- a x — '<-o — 7w * (ca _ b*x+a.ax) — (cot -haet X — b*x) /-)" b b . ., et que, en posant - = y, — = y, 1 on a ■[-X- » et par consequent ; 6- j»W-?W* (« — «— «)('- #7*") £*+■ £7» P'w—r-a.ax — b*x){i—H'-fn) ' en posant a' — rt-t-cr /y — ; a — a — ex , c a' -+- a . a' x — b* x (e-\-ax — ax)"/1 ~ col -\-a.ux — b* x c-i-ax — a! x De sorte qu'on peut remplacer 1'equation [17] par celle ci ; 1,81 f(r)- P |A {c,-a'] 2 ?" a '(c-i-ax — u'x)' „ ' i — //'•/'" II nc faut pas perdre de vue que , ici, x designe ud rapport; il faut remplacer x par ■- , si Ton veut que cette fonclion suit ['integrate de I Equation [6]. PAR JEAN PLANA 65 § v. Pour sommer ces series il faudra employer les formules que j'ai don- ne'es dans lc § XXIII de mon Me'moire de i845. On trouvera de oiii maniere, qu'en faisant M. =a> + l>>-c> ; P?,=M;-4a'F ; *=Log./ "* ) ; V' = ( « — a' ) ( a -t- a' — 2 rt — 2 c x ) ; )," = («— «') \(« + ot)(c + ax) — ib\x j ; 1 / 7 » % 1 \ 12 /» = c (« — a — c ) .r -+- c x ; m =(« — a — ea)(a' — a — cx)=(c-i-ax — ax)(c-t-ax — a! x) ; , b1 — c* k = ; a Ion a cette expression de f(x) sous forme finie ; savoir [»9] y»= s ' ia 2a(c-*-ax) 1/ /A — a\ 1 h(«—rj) r dt «ar en posanl : ik—a\ . 1/ /* — a\" . . ivs I cos 6+1/ i — ( I . sin Q . cos /. I'nii 1V=(^)^l/'-(^) -VT^-cosX; ( n-:>.;riv-t-x*) *= i — 7>-f- J\xx— T,x1^ Th* ■'• — etc. , PAR JEAlf ViAW t\-- w n w f . rfX =7T — x\T,in.-i-x* (t^II — x' \Tsd\ + ete. J V i+JsiH^ J J J u .000 Mais il esl demon tre ( Voyez pages 262 et 269 du second Volume de$ Exercices de Calcul Integral de Lkgendke) que (tx4X=*P,Q, ; Jr.^sssP.Q,,; : tt O It (rndl=nPnQn ■ o Done nous avons ff J Y I -+■ 2 X W-hX Mais si cette transformation est incontestable , il fan I observer que . dans la question que nous traitons , la quantite iv esl necessairemenl imaginaire puisque l'on a et que Ton a £>a-+-c. Ainsi en excluanl lc cas du contact , ou Ion a b-=.a-\-c , on doit faire />=o afin de fatre disparailre de y{fJ., x) ce terme imaginaire. Au reste, il importe aussi d'observer que, meme sans faire P = v. la fonclion de fj. et de x representee par R , dontierail une quantite nulle dans lexpression de r/.c(,u, x) .7..- y- - -r - x bf3(x) = b.2.-} -77 ; f j-. rr— ; 0 (n-4-i)(b—i) — [i+n(b—i))x el par consequent h»]-.. f(x)=-^-+bh.2 0 * b-t-?i(b — i) — n(b — i)x CO — bh.2.- (n-*-i)(b—i) — [i+n(b—i)]x ' en observant, que les equations [3] et [4] donnent, en posant c = b — " : a/(i) + bF(i) = h ■ af(<) + bF(l)=g ; 1 -a-dire g = h . par nun PLANA La (brinnlc 69 " 1 _Cd i-t"-' 0p-hn/j~J 1 — tf ' o donnee a la page 48 de mon Mt-moire de 1 845 donnc ici: £ 1 _f dt.t»-< a'b-i-n(b—i) — n(b—i )x~J 1 —t (*—>( — *) i O I £ 1 r dt.tb->-* 0'(n+i){b— 1) — [i-»-n(6— i)]x— J 1 _«(*-><•-*> o Done 1'equation (20) sera transformee dans cellc-ci: D Maintenant, si Ion fait les limites de la nouvelle variable t' seront aussi i' = o , <'=i, puisque Ton a i>i , ct que les valeurs de x sont comprises entre — 1 et -+- 1 . Cette equation donne » , • _ (■+*) $* _#'(*-■)(> ■ -(i+x)_ . (4-, )(,_,) _ done en posant [22] Y"— * — ('-»-*) ,_ ' , ^ — 3 [A - (b-i)(i-x) l—b—x(b—i)(i—x) et ecrivant / an lieu de t \ nous aurons 1 r23i f(x]- p hh (dt\(i-t*-)-(i-t'")\ . -O MEMOIRE SUR LA DISTRIBUTION DE I.'ki.ECTRICII V. ETC. La eonstanle aibitiaire P doit elre determine'e de maniere que Minfmi disparaisse lorscjue x=i. Pour cela j'obscrve , que, d'apres la theorie de la fonclion Gamma de Lbgbndkb, si l'on fait r,,, . d.Z(u) Z(u) = ho^.r(u) ; Z'(u) = —rK—> , I on a ("V~ ,= ^^(,^); (.u Cso, 5 7 7 ?- 1 ( Voyez les pages 45 et 64 dn second Volume des Exercices de Calcid Integral). Pour des valeurs de u plus grandes cjue 1' unite , l'on a la serie 1 A' 1 B' 1 C 1 i51 Z'(«)=Log.u • - :-*--t-.ts — ^■ — ■+-'*,Xr- '■ ou ./', B', C , etc. sont les nonibrcs Bemoitlliens (Voyez la page 2i)4 .In 1." Volume des Exercices de Calc. Int. ). Celie serie donne I, 1 lb — 1 )( i—x) Z'(,-HA-") = Log. /-'-" -l.^-'^'—Uctc. ; ' ° (6 — i)(i — x) 2 /> — 1 — x partant nous avons Z'(i-hX') — Z'(i-t-.Y")=Log.7 \-(i—.r)R ; ' ' ° b — 1 — x ou R comprend la totalite des termes multiplies par i — x. Mais il est clair , epic 1-^.^-— j--^=Log.^-Log.(A — 2) — Lo».(n-i^) , & \ 1 X I / I X\' I = h°s-i^-]j^--2{-b—2)+eU-\ ■ done en prenant PAR J KAN PLANA bh . lb — le second niembre de ('equation [23] sera delivre -- (>"-&-«)M^.) I 6/i f_ b_h bh -3 MEM0IRE SIR I.A DISTRIBUTION DE L E1.ECTR1CITE ETC. ou l'aisant x=i , Ton a I'll l>h -d' , , , . i i I ./'(■)= a(^-l)(/,-a)-7(^^-T-^(/;-I)jp-(A^ri ou bien, a cause de A'=.-. ; [3o] /'(') = • 6 bh h (b—iy 2(b — i)(b—iy?>'b{b — a)' L'epaisseur de la couche eleclriquc an point de contact, sur la sphere du rayon a = i . ctant exprimee par y'( i ) ■+■?■/' ( i) , il resulte des equations [28] et [3o] epic P-] /w^/w— ^*'A(tE{)' ■ Ce resultal est d'autanl plus remarquable qu'on ne voit pas de quelle maniere on nourrait le demonlrer sans sominer les series que Ton voit dans le second inembre de l'equalion [20]. En outre il est remarquable en ce sens, qu'U nous demontre que, dans le cas du contact interieur, 1 e'paisseur e'lectrique n'est pas nulle ainsi que cela arrive dans le cas du contact exte'rieur. D'apres les equations [7] et [8] Ion a F(,)=f-^(l) '' F'(I)=-/'(.) ; done en vcrtu des equations [28] et [3o] nous avons m aa*.*M-K$=^ Les formules [3i] et [3a] nous demontrent que, dans le cas parti- culier de 6 = 2 , Ton a f(i)+af (i)=-l-O0 ; F(i)*-aF'(i)=-oc . ''.Mi- singolarite merite d'etre ve'riflee par ('experience. PAR JEAN PLANA -3 § VIII. L'epaisseur electrique, sur la sphere du rayon a=i , au point op- pose au point de contact, est exprimee par J'( — i ) — if ( — i ) . LYquation [26], en observant que les equations [22], lorsqne x = — 1, se reduisenl a X' = X", donne W /<-)=-^^(^) • En employant la fonction Z', (equation [26] revient a dire, que, [34].../(x)=-(A_|^_gJl^.(^a)-«-Z'(.^)~Z'(.H-^j. Maintenant, si Ton fait et si Ton observe que, d'apres les equations [22], Ton a : dX' b dX" b — 2 dx~~(b—i)(i—xy'' dx ~ (b— i)(i— x)' ' on trouvera , en diilerentiant l'e'quation [34] , [35]../'(x)=-(,_i)^_xr)Log.(^.)^Z'(1H-^)-ZV-H^)j -(/,-1nI-;c)3l^,v-H^)-(/>-2)z-(.^")l Or, en faisant x = — 1 , les equations [22] donnent 2(fi— I ) partant nous avons Serie II. Tom. XVI. k -\ MKMOIRE SIR I. A DISTRIBUTION DE I.'ei.M TRIC1I K FTC. II suit de la, ct de 1'equation [33], quo In differentianl ('equation [a4] on en tire la fonnule '"-/'■ [38] i— t Ac sorte que ['equation preccdonle est equivalente a celle-ci: P9] /< ■■,-)-Jr(-)-^/''"-'^(i) . o Pour calculer la valeur nume'rique de la transcendante Z" (u) ou pourra employer les series que j'ai donnees a la page 85 de mon Me- nioire de 1 845 , si u ■< i ; et si m>i , Ton a la serie f-1o] Z"{u)=\-ir-. — ^,-4-7 — r-Xi-*"] — ^75-4-etc. v ' u («-t-') ("-+-3) («-+-3) 1 Dans le cas particulier de /> = 2 Ton a ussi el Z"(i)=-t ; et par consequent [4i] /(-')--V'(-')=*4 • (Voy/ lis pages 5a et 53 du second Vol.c dcs Exercices de Calc. Int.). § IX. Rn faisant ,r=o , les equations [23] donnent X'=y ; X" = 0 : il suit de la , el de la fbnnule [2G] , que J 1— « PAR JEAN PLANA 7 5 En cmplovant la formule [34], et observant que la formule [24] domic Z'(i) = — C, Von aura Kl en appliquant ici la serie [25] , nous aurons „ \ -*(IS)-^f>K(^)'j [44J... /(»)=t~j \u reste, si la fraction -; est rationnelle, on pourra avoir In \a- b — 1 * leur dc /(o) en appliquant a la foruiule [42] la regie donnee au\ pages 45 el 46 du second "Volume des Exercices cle Calcul Integral par Legendre. D'apres la formule [7] nous avons F(«) = -b--bJ\i-b) ; done , en appliquant ici la formule [34] , nous aurons Soil £ la quantity tolale d'eleclricite communiquec au\ deux siu'- faces sphe'riques; Ton a £=4ji/(0)h-4«Z.'F(o) . Maintenant, si Ton fait £' = /•.''-+-/•.'", Ton aura h'.F(o) >•"_. ' . E"- /(°) E~ bx.F(o) ' E ~ h'.F(o) ' Ces Equations, ou le second membre est independant de La constants // -(i Mnnni; mi: [.A DISTRIBUTION DE I. EI.F.C1 RICITE ETC.. E' F" de'terminent les rapports -p , -p- suivant lesquels a lieu le partage de I il.ciricitr totale /■' tiiiro les deux surfaces spheriques apres qu'elles ont ile se*parees tin contact, et soustrailes a lcur influence reciproque. Ce iisuliai est susceptible d'etre verifie par ['experience. § X. Sur la sphere du rayon b l'e'paisseur de la couche electrique au point oppose au point de contact est exprimee par F(-i)-3F'(-i) ; et , d'apres les equations [7] et [8] , nous avons [46] ... F(-l)--2F'(-i)=^-~f(l-2b)^-2f(l-2b) . En faisant x=i — 2b , les formules [22] donnent 2(b—l) ' ~ 2b(b— l) Cela pose , les formules [34] et [35] donnent [47] F(-,)-aF'(-i) Dans le cas particulicr de b = 2 , Ton a [48] F(-l)-2F'(-1)=-^L , en observant que 1 Voyez page 53 du second Volume des Excrcices de Calcul Integral). PAR JEAN PLANA - -J § XI. La forniulc [26] 11 a pas la forme convenablc pour en tirer ('expres- sion de ip(fji,x) sous forme fmie. Mais, en reprenant lYquation (20), on peut aussi summer les deux suites infinies qu'elle renfermc a l'aide de la formule [49] I 1 _zqC Cdt • _j_ 0'p-hnq n J px-*-q*C' 0'«*-+- nous avons 0' b-\-nq n J b*+q%t*' 0 'n*-t-t* - 1 2q J t at - 1 0 ' JJ+aPy+nq~ "?T J {b — 1 — xf-i-q't2 ' 0 ' «'+«' ' o D'apres une formule d'EuLER, demontre'e vers la fin du Chapitre X du premier Volume de son ouvrage Introductio in Analjsin Infinitorwn, l'on a y 1 in 7r ^•„*_Ml— 27~*~2~t~*~t(e*1"—i) ' II suit de la epie nous avons [5o] Z.^_ = CC QO CO 9 r ,'(/>— 1 — J')-+-"7 KJ (b-l-*y-HlV +*J (6- . --a-)' +?? "•" 27| (c»"'— . ) (6- 1 -x)'-|.r/V ^8 Ml MOIRE SUR LA DISTRIBUTION DE I. ELECTIUCITE ETC. Mais on a t / /; \ O 0 partant ['equation [ao] donne , apres avoir substitue pour /•* sa valeur determinec par 1'cqualion [25] ; rr n /•/ » /' Ml bll T lb — 1 — X\ [5a] . . . / (x )= jx 1-4- ri w ;Lo8- — 1 • v ' a 3(0 — 1 — x) (b — i)(t — x) D\ b — 2 ' OB + 2bh(b— l)(l— x) I ; — o — 2bh(b—t){i—x) J ■ tdt i)|(J^l-a|l+(ii.'i),(i _ x)2/2| Main tenant , si Ton observe, quo 1 T lb — 1 — x\ 1 T / 1 — x\ f dt (7— ^L°S-( b-, )=J^^)h0Hx+T—>)=)(b-.+,)-txi o 2(1 -x) _ y=7 V^ b'-*-,j'ti~ b+qt.y=i b—qi.y— ' a(i-J) _ V=^ |^ . (b—i-xy-*-q%e (b—i—x) + qt..\T^l {b—i—x)—qt.\—x' (111 pourra executer le passage <\v j (x) l\ f(n,x) en appliquanl a chacun des tennes de cette fonclion la regie ranpelee an commencement du Jsj \ li si Ion vent pousser plus loin cette transformation, on suivra le pro- rt-ilc que j'ai developpe an $ X'S de mon Mertioire de i845. PAR JEAN PLAK1 -c_) § Ml. Cette analyse exige une explication. L'equation [5o] demontre que 05 i la valeur tie la somme Z. est infinie , puisque Ion a O ' ' *^^ ft (J Par la meme raison on tloit regarder comine injinie la valeur de la a i somme ^■■j-, : determinee par l'equation [5i]. Ne'anmoins I \ irifini disparait dans la difFerence des deux sommes , a cause que Ion a g- = /« , ainsi que nous l'avons fait remarquer dans le § VII. Or en so eealant la valeur de T..-. Irouvc'e dans le 8 Nil a celle fournie par l'equation (5o), Ton a cette equation ; savoir 1 00 » i fdt'.t'*' i f tdt C tdt il 0 0 Maintenant , en multipliant par q les deux membres de cette equation, et observant que -= \-\-X', on obtient 7 r(n'( ,—t,x-)_ i £_ ^ J- ,_«• - ,(,+*') 2J(e-<_l){,» tdt 77-t-vn o o Mais 00 So MEMOIRE SL'R LA B1STHIBUTION DE I.'eLECTIUCITE ETC. partant nous avons requaiion fdt'(l— t>x') I t , vn f tdt o n o Kn ileveloppant Ion a i i f^^,= P/<'( i-M'-W"-l-<'3-|-etc.) o I I I I I = "<-a + 3-H4-+-5 +-=Log.oo-HC (•) , oil C= o, 57721 ( Voyez pages 67 ct 68 du second Volume (*) Cette equation rcvicnt a dire que dx /* d x Done en faisant deux hyperboles tlont une ail pour equation y=. , et l'autrc y= , 1) arritera que I'aire infinit; dc la premiere comprise depuis x — o jusqu'a x= i , el I'aire inlinie de la secondc comprise depuis x = o jusqu'a x=oo, auront unc difference linic o'gale ii 0 = 0,57711 Pour cxpliqucr cellc singularitc il faut observer que l'cquation y = passe par Tinfini lorsque j*= i ; el que, apres cc passage, l'ordonnee devient negative; de sorlc qu'il \ a une interruption dans 1c cours de la courbe; tandisquc dans l'hypcrbole y = il n'y a aucune interruption depuis x—o jusqu'a x = oo. Au rcste la difference X A=(' ^"-3 ~? ■+x)-f7Tx = (, + ^,3 +;)-UB.(.«j est telle que, en posant x=ioG, Ton a 1 h 1- 5 ... . h 7= 14,39271632 ; Log. (i-t-io6) = i3,8i55n5* , et par consequent A=r 14, 37272621 — 1 3, 81 55 1 1 56 = 0, 57721 .466 . Ainsi cc calcul donnc seulcmenl les cinij premiers chilfrcs exacts, puisque I'on sail d'aillcura que C= o, 57721 . 566 PAR JEAN PLANA .H| iles Exercices de Calcul Integral de Legendrf. ). Done l'equation pn ic- dente est re'ductible a celle-ci ; O __.Lo j /i-4-a'\-| r" «rf/ 0 Lorsquela quantite (n-^T')n'est pas infinie, lc terme -Log. I i-f-| ) 1 est nul ; el Ion a o 00 _ f «A aJ(ea,"-i)(*,-Ki-4-X7) ; o ce qui s'accorde . avec ['equation qui serait donne'e par la formule de Legendre (Voycz page 190 du second Volume des Exercices de Cakul Integral). Au reste , en posant [55] I Jdx(i— x') i-r = *<«> il est demontre que Ton a l'equation [56] ?(a)=C-i aV 1 d agC_Hrf.Log.[ar(a)]aEC_t_I_HZ>( Dans les cas ou i , la serie [25] donne [57j ?(«) = ^+LoS-« + 7L-^7+^-^^e,c- \a 2«* 4rt* 6-+-!—; El Ion a pour la ibnction f(x) analogue a celle designee par la for- mula [a()] ; (*-»-■)(' .111 les valcurs de X,' , X," se formcnt en rcmplacant b — 1 par 6-t-i dans les equations [22]; c'est-u-dire que Xl'-„ — * f_. ; x:>=, b+l~* (b+i)(i-x) ' " ($H-l)(i-*) < )n voit , par ce rapprochement , que les deux cas du contact exterieur 1:1 mterieur onl une connexion analylique intime : mais il convient de les iraiter a part afm d'eviter toutc obscurile, et meme les nombreuses dis- tinctions qu il laudrail (aire sur le mode d'existence des resultats inter- mediaires. PAH JEAN PLANA CHAP1TRE TROISIEMK. Analyse du cas pmikulier oil c = o. § XIII. Dans ce cas 1'equation [5] devient ... . a ,.iax\ , sb II est clair quelle est satisfaite en prenant b J a(o — a) \ x/ par taut I on a L equation [7] donne Nous avons done fuT\— *•/(*)-. b S_ . J K '— dx ~ a(b — a)'x% ' [U}— du ~ b(b-a)-u ' partanl ' 0 (0 — «) \ bu ' Done nous avons si I; 1 \ DISTRIBUTION DE l'eLECTHM II E ETC. «'(')+""i'i=r!R)(*-?)i ,-(_,)_Jf(_,)=*_(/i_(/l+^). Comme i! ii y a aucune raison pour que les e'paisseurs dc la couche ■ It-, trique SUT les deux points opposes soient ine'gales , il faut neccssai- rement poser g^o , uliu de faire disparaitrc cette inegalite incompa- tible. Alors 1 on a Done, dans ce cas , les deux couches elcctriques disse'mine'es sur 4a surface spherique da rayon a, et sur celle du rayon h ont chacune une e'paisseur unifonne : et, de plus, elles n'exercenl aucune action, ni sur les points interieurs a la sphere creuse , ni sur les points qui lui sont exterieurs. L'aclion , qui se manifcsterait sur les points exterieurs a la sphere creuse, serait due a la couche e'lectrique dissemine'e sur sa surface exterieure, donl le rayon csl e'gal a b-\-i. Voici comment on peut determiner I'epaisseur et faction de cette couche , quelle que soit la distance c des den.x centres. CUAP1TRE QUATRIEME. Distribution de Yelectricite a la surface exterieure de la sphere creuse. § XIV. D'abord il est clair que felat d'equilibrc de cette couche et eelui des deux autres couches , exige qii'elle ae puisse exercer aucune aeiion sin lout point electrique place dune manicrc quclronquc dans la cavile de la sphere creuse. Done , en dc'sigiianl par z' I'epaisseur de cette PAH JEAM PLANA tSf, oonche , son expression tloil etre de la forme mi FWj ) "'. etc. soni dcs fonctions de deux variables semblaMes a eelles employees dans la Theorie de la figure de la Terre. Les coelli- ciens A,^, -d{3)> etc- sont constans , ainsi que le facleur common /3 qui repre'senle 1 e'paisseur nioycnne. En designant par Vl la sornme des elemcns clectriques de cette eouchc , divise chacun par sa distance a un point attire place a la dis- tance /• du centre de la sphere creuse , de maniere que Ton ait r^>b-i-e , I'on a, comuae Ion sail ; r. =Mi±i' j ,+(*±l)' 4* r» + {i^)'jm r» +» j . Dans le cas actucl , s'il arrive que l'epaisseur de la couche soit la meme sur tons les points dun meme parallele , les fonctions Fw , Y^ , etc. seront fonctions dune seule variable , c'est-a-dire de Tangle o> forme par un rayon tpielconque b -+-£ avec une ligne fixe de position. Dapres cette consideration, si Ion fait cos. w=x, on sait que Ion a et en general ; fW = -x'-- ; FW = -x3 — -x ; 2 2 2 3 rw=i.3.5 an-! ) a.(an-i) r . 2 . 3 n Sous forme concise I'on a x" ;; . ;/ — i re.ra — i.ra — 3./I — 3 2 . 4 ( 2 « — i ) ( 2 n — 3 ) yM = d\(x'-l)' a"( i .2.3 n)' dx" Pour (jue la couche soil spherique , il fauilra que Ton ail ./,=!.. I , = o, etc. Mais il n'y a ici aucune condition cpii force de prendre coefficiens absolumenl mils, .(ignore s il v b des experiences capable: de inicux fixer les idees sur ce point. 86 Ml MOIRI. SIR LA DISTRIBUTION DE I.EI.ECTIUUTE ETC. Cependani on pout demoutrer que si ties corps electrises, inais non conducteurs de l'eleclricite , sont places en dehors de la sphere creuse, ils iic produironl aucun rhangenienl , ni dans I'etat electrique de sa sur- face inte'rieure , ni dans I'etat electrique de la sphere place'e dans sa cavite. L'arlion de ces corps changera seulcinenl, par influence, I'etat electrique de la surface exteVieure de la sphere creuse; de mani&re que. si lOn nomine / le potential Electrique des corps exterieurs, et / = / \ -4- /• F, +Ttr.+ /■' F, -»- etc. son developpemenl , I on aura pour expression de I'epaisseur de la couche Electrique en un point quelconque de la surface exte'rieure de la sphere creuse. lei E de'signe la quantite* totale de I'electricite communique^ directement a la sphere i reuse , el E' eelle communiquee a la sphere placee dans sa eavile. Cette proposition esi one consequence fort simple dune autre proposition plus generate demontree en 1824 pal' Porsson ( Yoyez le Bulletin de la Saddle PhUomatique pour le mois d'avril de cette annee ). Remarque stir les fbrrmtles [7] et [19]. § W. La formule \-\ . en y i'aisant usso, donne I > mii autre cote la formule [19], en posant a?= , nous fail voir i|ue Ion aurail uue valenr infinie pour J'i J . Or cela est inad- missible, puisque la masse totale /\nb'F(o) de I'e'leetricite repandue sur la surface spherique du rayon h est finie. Done pour faire dispa- raftre I'inBni qui se present*- dans I'expression de ^(o), il faudra faire PAR .11 \\ l-I.ANA R~ £so. A 1 1 1 s i , chins le cas general, ['expression de /(•>) don" lire reduite a c-clle-ci ; [%] /<*)-£* /< ( a — < «— «') r , puisquc la fonction <1> , developpee, est ne- cessairement de la forme \ I *y> *y» "V* ■* Or, nous avons denionlre que Ton doit faire g = o pour evitcr l'in- lini dans ['expression de F(o): done ['equation g=o enlraine avec elle la consequence que Ton doit aussi avoir /?,,1 = o. Mais, dans le cas particulier du contact, pour lequcl la valeur de g n'est pas nullc, il ar- rivera que le coefficient analogue a celui dc'signe par B(l) ne sera pas egal a zero. On eoncoit que ces reflexions ne pouvaient pas etre placees an commencement de ce Me'moire sans occasioner une obscurile (pii ne pouvail etre dissipee , que par ['exposition subscquente de tonic lanalyse. En posant ^aso , I equation [18] devenait beaqcoup plus simple; mais cela aur.ul cxige une explication prolixc pour faire voir que Ton ne doit pas faire g~=o dans le cas pai lieulier du contact, ou Ton a g=fi. vans que cetle constanlc puisse etre nulle. PAR .IKAN PLANA S 'I Remarques stir la formula 2- « P- i _ Cdt.t'-' \-nq~ I i— ** XVI. Cette fonnule employee dans le § VII evige one explication. Lorsque q est une quantite positive, si l'on fait t'=zf, les limites de la nouvelle variable t' seront encore t' = o, 1,'=.\. Done, en ecrivant de nou- veau t an lieu de /', apres avoir execute la transformation , nous aurons I'equation 2 -— - I '' dt 0' p-\-nq ~J i —t Or, il est aise de demonlrer, que lc second membra de cette equa- tion renferme toujonrs Vinfini Logarithmique. En effet, cela revienl \ dire, que q.2.- n p- I I dt I dt\i—t*~') ^Tq-J T^t J - ,_/ Le premier terme du second membrc de cette equation est evidem- meni infini ; et le second terme a toujours une valeur onie <[u<- I oil peat evaluer par les transcendantes ordinaires, si £- a une valeur rationnelle; <•! . en general , par le premier coefficient dififerentiel du logarithme de la fonction Gumma de Legendre. Car. d 'apres la formule 'i nous .mills I ?.i._i_=fJlL_C-Z'(€)^Log.«,-Z'(^ ' o p-*-nq J I — t \q' \qf 0 Skrik II. Tom. W I. il QO MEMOIRS SUH LA DISTRIBUTION DE L ELECTR1CITE ETC. Lorsque ->i , on peut evaluer la quantile Z' y-\ par la se- ric [a5]. Mais si Ion avait '- < i , il faut se rappeler, que 1'eqaation Log. [«T(«)J = Log. r(«-»-i) donne Z'(u) = — -H-Z'(«H- i) ; ct par consequent «.£.— — = Log.oo-»-^-Z'(n-^) . ' „ p-4-nq p \ q 1 Mainlenanl on ealculera la valeur cle Z' I i -+- - I par la se convergente : [a5'] Z'(i+k) = ! l-i-f+f^- i)u — (S3— i)u -+- (54 — i)w3 — (S5 — 5 ) W<-*- (S,— i)w5— etc. ; [25"] Z'(i+u)= — Log. (i-+-u)-Hi — C)u+-(S% — i)u --(S,-i)u^^(S,-i)W-^(S5-i)u'-t-etc. ( N oyez page 70 du second Volume des Exercices de Calcul Integral de Legendre ). II suit de la et de l'e'quation [24] que Ion a ces deux equations; 1 1 / dtli—t*) i T _ J' 1 B' 1 C 1 -T^rJ=iQ+L°8-7~^-Q0'f*ec- Ed revenant k la fonction Z'(u) il faul observer que 1'equation PAR JEA.n PLANA gi Z'(»)ss — i-4-Z'(«-4-i) donne Et que d'un autre cote l'on a X U 2(M-»-l) 3^-t-2) G(M-t-3) ( Yoyez page 62 du second Volume des Exercices de Calcul Integral). Lorsque u est une fort petite fraction , cette serie serait beaucoup moins propre au calcul de Z' (u). L'equation [24] demontre immediatement que Z'(2)=i — C. La serie donne Z'(2) = -/7-Hi + -i3-K-^^^ + etc. Mais i*Ot3£4+etc^(I"^)'*"G""5)-4-(3--i)-,-(?-i)+cte- / 1 1 1 1 \ = ,-(^3"H4-,-5^etc) / 1 1 1 1 \ Remarquons maintenant , que la difference je._j :.!._!_ 0 p-\-nq q „ 1 -»-« a one valeur finie. Car l'on a ga MKMOIRK SUR LA DISTRIBUTION DE L ELECTRICITE ETC. el par consequent ... 7 — Z — - I j(lt(l—t'" ) 111 ~ 'I J I — ' Cela |>osi ■• reprenons I equation [■><>] , apres avoir relabli — bg an lien de — A//, nous aurons /(..)= —-I-AA.Z i — x '„7) + «(A-i)(i — x) -ff-A.S. i 5 "" ~ ' ( 6— i — x) + n{b—i)Xi—x) La quantite /J etanl arbitraire, rien nempeche de remplacer /■" pai b — i ,, i -1- " b — i o ' "+" " et alms . nous aurons J> , , \ * i i * i / i—x /„ b-hn(b — i)( — x) (b— i)(i — x) „ i-+-nj ,|: ; i j ■ g n j f ' (J- 1 —*)-*-„(£_ , )( , _x) (A- i ) ( . -*) „ ' i -»-» Done en appliquanl a cette equation la formule (e) nous aurons p hi, fdt(i—t*) /<..>=- I — X (/> — I ) ( I — Of) gh + (b—i)(i-x) .mi \ '. \ ' ■-. >ni | ib—i—x(b—iy \2b—i—x(b—i))~' b — i-hx \ , gh On peut done enter la presence de l'infini , en elablissanl I'equa- tion [20], avec la modification que je viens de mettre en evidence; et on peut I'eviler sans faire d'abord g = h, ainsi que cela est necessaire pour la solution du probleme de Physique dont il est ici question. Loisqu on fait gs=h , la formule precedente donne I'equation [a3]. El on aura I'eqiialion [5a] par ['application de la formule [54]- Je saisis cette occasion pour faire observer , que la somme 1 ,'p-hcjx p-*-q />-»"2<7 p-*-3i[j<- rentialis , I on a : 2.- > P- (l^/£±ffUl.-^_:l'.(--l-)'J , 1 ° \ 1/ ' ?■ p •+- (] X 1 \ p -+- q x ' f [ 4 \p-\-qxl b \p-t-qx ' ] -fK(f)+:-J-f-(jH-.e)'-*l partanl il esl clair que, en vertu de notre valeur precedente -»- qx W~ TfJ T^Tt ' o c'est-.i -dire le resultat que Ton ohlient immediatcment en dill'erentiant par rapport a p ['expression precedenle de p+q. PAR JEAN PLANA i-v H — A. 9) DEMONSTRATION NOIVELLE DE L'EQUATION = a- jusqu a n=cc , Ion .1 I equation a [5] 2.m,xcos. (/«7r) = o . Celte egalite a e'te de'montree par Euler (Voyez la page 5oi de ses Institutiones Calculi Differentialis , et les pages 388-yo ). Ainsi nous avons I'equation 09 [6] H-(— 1 )".Z.w1("-''. /(/«) = O . I La question est done reduite a trouver la fonction J ( in ) qui rend iden- tiques les deux equations [4] et [6]. En faisant 11=2, cette derniene. donne 09 1 -+- 7. . rnf( m ) = o . 1 o» Done , en remplacant l'unite positive par — Z . in f( m ) , I'equation [4] f revient a dire que l'on doit avoir GO I.(m'+i)/(m) = o . 1 II suit dc la que si l'on fait r i r, , ™ip 17 J / (m) = A . — = cos. in n ; A etant un coefficient independant de in l'on aura etlectivement ; 7, . ( 111 -+- 1 )f ( m ) = A . Z . m '* . cos. in n = o , ■ 1 en vertu de I'equation [5]. D'apres cela , nous pouvons remplacer les equations [4] et [6] par celles-ci; f 7»"\ COS. WITT flj i—A.L. r— = " ; . m+i . S 111'^— '^"K cos. m- [9] H-(— 1 )"A.E.- r— = 0 100 DEMONSTRATION NOUVEl.I.E ETC. Or nous avons in ' i m -+- i m ■ = m — i ■+■ III •+■ I Dl + I -=m"' — m -+• i to -I- i m ■+• i el . en general, »i -4-1 /»' ■+■ i Done, en vertu de lequation [5], on peut reduire les equations [8] et [9] a celles-ci; . °L . S. cos. mn C3 CO H-(— 1 )1-+"-,.^.X.cos.m7f-4-(— i)1"4-"—.^. 2.^1^=o ; , 1 '« ■+■ i T l V et rommc << . cos. mn = , 1 on a « 2 >„ .^ y/ v» ? cos. tot: ' 2 V ' , »lJ-+-I Cela pose, si Ton pi-end p=i , ces deux equations se reduiront 1 la seule equation , A .2 cos. m n H \-A.h. — , =0 ; 2 , m -+- 1 C csi-a-dire a lequation r t ;\ r> COS.TOTr) 10 2-i-Ali ■+■ 2 .£. — j } = o . / 1 m -+■ 1 ^ Maintenant, pour avoir, sous forme finie , la valeur de 2 cos. m n , m +1 PAR .IF.AN PLANA 'observe que la serie connue ii i i I i r H ; etc. ( , mo > n 4 R 9n " en y faisant e" — e — * |2 i -t- i a -♦- i 3 -t- 1 \ Ainsi, nous avons Inequation r i a- L cos. mn [ii] = i -+-2. /,.— 5 . e* — «-" , m -t- i II suit de la que l'equation [io] donne M ^=-(")' Done les equations [3] et [7] nous donnent r i-\ fm^ 7-1/ x /«* — e~ *\ »»*cos. m |i3] ... «(m) = F(w) = aa.cos.ms— ( ). j Maintcnant si Ton prend l»4] « = , 2 re Ton aura R I o a DEMONSTRATION NOUVELLE ETC. r n lm\ I €" e~ *\ COS. TOW Lagrange est parvenu a ce resultat sans employer le theomne d'EuiJEB exprime' par 1'cquation [5]. ISlais il faut avouer, que sa demonstration n'est pas a L'abri de loute objection. Celle que je viens d'exposer me parait claire et incontestable. Poor avoir des ide'es justes sur le mode d'evislence tie ['equation [5], nous ferons remarquer que la suite infinie [16]... S= i".x— 22>.x1-»-3".x3— 42>.xi-»-51)..r5 — etc. . in y faisant ,r = — — , et developpant suivant les puissances de j est transformed dans celle-ei ; A' = i ".J — (a2' — i)jl-J-(31> — 2. :>'-+- i*')jJ — etc. De sorte que, par I'algorithme des differences finies, nous avons S=i*'.j— j' A. i »iHrr+A*. i 2' — j'A3 i" -»-etc. x I lone en observant que r = , Ion a 1 J I ->rX J> = . i2' — . tsA.i^-J-t -,A . i" —etc. i -+- x ( i -+-.r) (i-HX) On sait que A2> . i2>=i .2.3.4 3* ; A1*-*"'. 1 2l=o ; A*'+\ 1" =0 ; etc. Done nous avons, an lieu de I'equation [16], \ 1 -+-x! \ 1 -hx/ \i-i-x! — (-£— V A3. 1 »>• -I- /— ^— ) ' ' + 'a'> . , • » . II suit ' -*-/," -+-etc ; [,9] ... ^^"-^''"V'1" -+-^T^''-''X . MainLcnant on demontre que cctte valeur Jinie de S est loujours nulle a I'aide de la formule [30] ... A". 1 "=( 1 ■+•«)" — n.n" ■+■ U "'"~ ' ' (n— 1)'' —etc. Ainsi , il faut regarder la suite infinie , »> — 3'*-|-31) — 4*> -+- etc. oomme nee du developjirment du polynome fini qui constitue le second membre de l'equalion [17] suivant les puissances de x, o& Ton aurait fait x=i. Cette maniere de voir l'existence de l'equation [5] est fonde'e sur un argument bien different de celui dont Euler parle a la page 5(io de ses Institutiones Calculi D iff event ialis. En faisanl ?(t + x.y— ,)^-o{l — x. V="i)=sin.(<-f-x.y=7)-f-sin.(<— x.y^) = s'm.t.(eT-i-e-r) , la se'ric de Lagrange, dont il est ici question, donne n.(ex-k-e~x) 1 cos.x cos.ax cos.3jt (21 ... -i = s— - --H-r-: ■>, , ■4-ctc. e" — e_n 2 1 -+-1 3 -4-i 3 -+- 1 Celle equation cesse d'etre vraie, si Ton donne a x des valeurs plus grandes que n: elle est la diflerentielle de celle que Fourier donne a la page s3i de sa Theovie de la Chaleur. En prenant 9(i+x.y=;)-h?(t—x.y=;)=yt-i-x.y—l-L-Vt—x.y-- la meme formule de Lagrange donnerait Il>4 DEMONSTRATION NOUVELLE ETC. (32) «.yz.}/t+\t*+x* e" — e- i r iy t-*-x-*-y t— x] [\ t+ix -*-y t—2x] r vt+Jx -+- yi^Jx 1 — »» ._ J -+- elc- 3 -f-i Or il est evident que cette serie contiendrait des termes imaginaires: de sorte que, sans evaluer le resle de la serie, U est impossible d ob- tenir de cette raaniere la valeur du premier membre. Mais en faisant a (-'3) A{m) = I du . \/ u . cos. / -— j , 0 Ion aurait l'equalion <24) yi = |^ + ^f^.,-cos.(^), qui serait vraie pour toute valeur de t comprise entre zero et a ; et meme pour les valcurs extremes i = o , t = a. Alors la serie (2 a) don- nerait la valeur de tit TIX 2,r 2 £ . / ~Z~ ~\ lmnt\ pourvu que chaque terme y tzizkx soit remplace par la f'ormule |VaH-^.I.^(m)cos. |^(/:±r/r.r)J i Ed prenant (25) ?{i+x.y~)+-a) (27) y"aT~r=^.2.A{m).sm.('^) ■ II etait indispensable dajouter ici ces dernieres reflexions, afin d'eviter toule me'prise dans les applications que Ton voudrait faire de la serie de Lagrange dont il est ici question. Au reste , il faut observer que Lagrange entendait d'appliquer sa serie a des courbes telles, qui, par la nature de la question, avaient la propriete de donner ©(<) = \ I 1 1 ello stato presente della balistica si san ridurre alle quadrature le equazioni diiTcrenziali del moto de' proietti ne' mezzi , che resistono in ragione del quadralo della velocila; si conoscono le proprieta della traiel- toria in quesli mezzi deseritta ; e si possono calcolare, con quel grado d'approssimazione, che si vuole, tulle le quantita necessarie per la cono- Kcenza del moto. Dappoi che moltiplici sperienze provarono, che, Iratlandosi delle gran- dissime velocita de' proietti d'artiglieria , la resistenza dell'aria cresce d un 108 DEL MOTO DF.' PROIETTI NF.' MEZZI RKS1STI N I 1 piii rapido modo , che non suppone la leggc neutoniana , e divenuto ne- cessario di studiare la questione balislica, con altre leggi di resistenza, piii conformi alia natura. Ben tento 1'Eulero ne'suoi comenti all' opera di Beniamino Robins snll'aitiglieria , di determinarc la traiettoria de'proietti, nell'ipolesi d'una i esistenm proporzionale al tpiadralo , cd alia quarta potenza della velocita; ma le serie, a cui giunse, non essendo convergenti in generate, non pos- Bono servire a risolvere la questione. E noi vcggiamo , che questo gran Geometra, ritornando sullo slesso soggetto nelle Manor ie delt Accademia di Bertino (anno i ^53 ), rinuncio a quella formola di resistenza per attenersi alia leggc ordinaria del quadrato della velocita. Carlo Hutton, che fece , verso il fine del secolo passato, moke sperienze intorno alia resistenza dellaria, dimostrando, che . ad cspri- merla richiedcsi una potenza piu elevala della seconda, non ci da l'equa- zione della traiettoria, e la calcola, come il Lombard, con un metodo approssimativo , che non si pub applicare fuorche al tiro poco elevato. Di fatto , questo metodo consiste in immaginare , che la palla muovasi in linea retta , e in delerminare la quantita del suo abbassarsi ad ogni punlo , desumendola dal tempo messo per giungervi. A questi ullimi tempi il sig. Didion , a cui andiam debitori di vi- lie importantissimc , fatte co' signori Piobert e Morin, intorno alia resistenza de'mezzi, ci diede nel suo Traite de balistique (Paris, (848) foriuolc per calcolare il moto de' proietti in un mezzo, che resisle in ragione del quadrato e del cubo della velocita. Ma non credo (jueste t'ormole applicabili al tiro a grandi angoli; essendo che il metodo, ond'ei si serve , sta in sostiluire al valor variabile del coseno dellangolo for- mato dalla tangente alia traiettoria coll orizzonte , un valor medio coslante. Ora. a- ragone IVa i different! metodi d'approssimazione. 0\ I fc I' VOI.O I.I S. HO l) I RTU 111 • \ I » 1 < I I » B I . I I MATE ■<■■: Cap. I. - Equaztoni generali del moto di mi proietto in un mezzo resistentc. S.° I. Considerazioni prcliminari. d 2. F.quazioni general] indipendenti da qualunquc ipolesi sulla Icgge dclla rcslslenza Cap. II. - Del moto rcttilineo. .N " 3. Moto di un corpo in un mezzo di densila uguale alia sua. » 4. Moto verticalc ascendente. 5. Moto verticalo discendente. Cap. III. - Discussionc della traiettoria. N " 0. Variazioni della velocita ne'diversi punti della traiettoria. i 7. Limili dell' inclinazionc della curva. ■ 8. Tempo dopo il quale la velocita diventa infinita; nulla; minima; coslanle. 0. Lunghc7za dcll'arco, clie rispondc alia velocita infiniln : nulla; minima: coslantr. >. 10. Degli assintoti. » 11. Del raggio di curvatura. Puuto della massima curvatura. Queslo punto e piii vicino at vertice, clie non e il punto, dove la velocita c minima. »■ 12. La velocita eil il raggio di curvatura, per inclinazioni DguaJi della curva . *'in-i maggiori net ramo ascendente, clie nel discendente. » 13. L'angolo di caduta c sempre maggiorc dell'angolo di proiezione. » 14. La velocita al punto di caduta c minora , che al punto di partenza. n 15. L'ampiezza del ramo ascendente c maggiore di quella del ramo discendente. Cm-. IV. - Analisi di alcuni casi, in cui le equazioni del moto dei proietti si riducono alle quadrature. N * 16. Rrsistenza proporzionalc ad una polenza qualunquc della velocita , piu una costante. ■ IT. Casi , in cui gli dementi del moto si possono otlencrc in termini finili. ' 18. Rclazione fra i tempi in due mc/i. la cui resisteuze sono espresse da a . r a -+- bu . i 19. Corrispondcnza fra lc due Iraietloric descrille in due DMBJ . le cui miflenM sono espresse da a , e a-4-bu*. • 20. I'.iduzionc alle quadrature del casi.. m coi la resislenn < NprMM da a + lilv I i 2 DEL MOTO DF." PROIETTI NE MEZ7.1 RESISTENTI Cap. V. - Metodi d'approssimazione. N." SI. Primo mclodo d'approssimazione applicable a qtulunqoa angnlo .li proieii Grade d'approssimazione. ii. Costruzione grafica dclla traictloria. » 33. Secondo melodo d'approssimazione pel tiro a piccoli angoli. u 34. Term molodu d'approssimazionc mediantc le scric. Cap. VI. - Applicazioni al tiro de' proietti delFartiglieria. N ." 25 Resistenza dc' roezzi, entro cui si muovono ordinariamente i proietti dell'artiglii ril » 86. Problemi principali di balistica , clie occorrono in pratica. •J7 I'nssata do' proietti ne' mezzi solidi - 28. Formolc pel tiro teso. J9. Del tiro in areata Nota. - Calcolo numerico di un caso particolare. Pnragone fra i diversi metodi d'approssimazionc DEI. C:ONTE PAOLO DI S. ROBERTO 1 I 3 CAP. I. Equazioni general) del moto di un proietto in un mezzo resistente. 4. Un proietto, che si muovc in un mezzo resistente , e solleeitalo da due maniere di forze : dalla gravita , che opera sopra ogni sua par- ticella ; c dalln resistenza , che agisce su tutti i punli della sua superficie. In virtu del nolo teorema , che // centro di gravita di un corpo cosi si muove , come se tutta la massavi fosse riunita , e tulle le Jorze esternc vi fossero applicutc, ciascuva secondo la sua propria direzione , il moto progressive del proietto e lo stesso che quello di un punto materialc ; di pari massa , a cui sia applicata la risultante della gravita , e della resistenza. La gravita varia secondo la distanza dal jjentro della terra: la sua direzione e verticale ; ma ne'moti dc pi-oielti, si puo , senza error seu- sibile , supporre, che essa sia costante, e che opcri secondo rette fra se parallele , attesa la poca eslensione delle curve, ch essi descrivono, in comparazione del rageio del globo terrestre. La resistenza dipende in generale dalla nalura e densita del mezzo, dalla forma del proietto , dalle velocita dei diversi elementi della sua su- perficie , e dalle condensazioni o dilatazioni del mezzo in contalto con questi elementi. Essa puo aver direzione diversa da quella dellelemento della curva descritta dal centro di gravita del proietto: la cjual cosa av- viene ogni \olta che al moto progressiva si accompagna un moto rota- torio. INIa io suppongo qui, che la resistenza sia costanteinente tangente alia curva dal centro di gravita descritta. Questa ipotesi si verifica ncl caso che il proietto sia una sfera omo- genea , o composta di strati concentrici omogenei , a cui non siasi co- municata veruna rotazione iniziale. Serie II. Tom. \\ 1. p M I I'll UOYO II I. ".Mil M MIZZI KLMSllM'l lii qucslo scritto considert) aduiique il proicllo coinc un punlo ma- leriale, in cui sia tutta la massa ristretta, ed a cui sieno applicati e il peso del proietto verticalmente , e la resistenza diretta continuamehte nel verso opposio alia velocita. Se il mezzo resistente, entro cni si innove il proietto, e un fluido, vuolsi aver riguardo alia perdita di peso, che il proielto prova nel fluido; l.i quale . secondo il prinripio d' Archimedk, e uguale al peso del fluido rimosso. 1 hi circostanza, di cui conviene altresi tener conto , si e quella della prora e della poppa fiuide , da cui sono accompagnati i corpi , che si nmovono nc lluicli. II volume del fluido, che Irae seco un proietto, pare essere indipendente dalla natura e dalla deusita del Iluido e del corpo, indipendente dalla loro velocita relaliva, c dipendenle solo dalla forma del corpo. II Dubuat (0, che fu il primo ad avvcrtire siflatto fe- nomeno , trovo , che una sfera che oscilla cosi nellaria , come nellacqua , • onduce seco no \olume del Iluido uguale ai sei decimi circa del suo volume. Questo risultamento saccorda, da qnalche lieve diilerenza in fuori, dovuta alia natura ed alle dimension! dcgli apparccchi, con quelli QOnseguiti posteriormente dai signort Bessel, Sabine e Baily, in espe- rienze sulle oscillazioni del pemlolo: e ad un risultamento poco diverso giunsero i signori Poisson ta) e Plana '3) , coll'aiulo dell analisi. i. Venendo alia ricerca delle equazioni del moto di un grave in un mezzo resistente, convien da prima investigate, se la traiettoria e a gemplice, o a doppia curvatura. Sc si fa passare un piano verticale per un elcmenlo qualunque della curva, e se si considerano le forze , che modificano il moto, ed in virtu delle (jiiali I'elemenlo conseculivo e descritto, si scorge, che queste forze / il peso e la resistenza) si csercitano in questo stcsso piano; onde che il secondo elcmenlo \i sari pure compreso. Applicandosi il medesimo ra- gtonamento a lulli gli elementi consecutivi della traiettoria , ne segue , i lie questa yiace tutta nello slesso piano verticale. ■1 Dibiat. Principal d'hydraulique el de pyrodynamique. 3.c Parlie (Paris, 1816). I' iisson. VAmoires jut in mouvrments simultanes d'un pendulc ei de fair environ- mml. Dans le Tome XI des IMmoires de I'Acad^mie lies Sciences de lTnslitut. (J) Plana. MAmoire tur le mouvemenl dun yendule dans un milieu resistant. Turin , 1835. DEr. CONTF. PAOI.O DI s. ROBKHTO I I ■"> Cio |)osto , sia P il peso del proietin nel vuoto; II la perdita di peso die soifre nel mezzo ; la quale e uguale al peso dun volume del mezzo p«ri al volume del proiclto , quando il mezzo e fluido. Le forze , clie solleeitano il proietto, quando si muove, sojio il sua peso relativo P — n, e la resislenza ilel mezzo li. Se si risolvfl la forza verticale P — II, secomlo le due direzioui, tangente e norutale alia curva, si olticnc , notando con 0 langolo formato dalla tangente alia curva eoirorizzonle , (P — II) sin. & per la components tangente; ( P — II ) cos. 0 per la components normale. Esercitandosi sempre la resislenza K secondo la tangente, il proieti adunque sollecitato nel verso clella tangente dalla forza T= — li — (P— n)sin.5 , c nel verso della normale dalla forza N=.(P—Il)cos.O . Ora si sa , pei principii di meccanica , che , ridotte tutte le Forze . da cui un corpo e animato, alle due T e N, secondo la tangente e la normale , si ha du '" ' = Gp e S=G ■ I proietti dell'artiglieria sono a un dipresso, se pieni, 6ooo volte piu densi dell'aria ; se vuoti , 4000 volte: onde si pub benissimo, nella ricerca delle leggi del loro moto , trascurare il peso dell'aria spostata , e rjuello dell'aria irascinata. Ma cio non sarebbe piu lecilo in altri casi, per esempio , se il mezzo resistente fosse 1 acqua , o se si trattasse di superficie sottili , di corpi i-avi , come i palloni aerostatici , ecc. Ritornando alia traieltoria notisi , che , Se P>.I1, ossia g->o , ciascun punto della curva e situato di sotto della tangenle alia curva nel punto che lo precede ; ed in vero, delle due forzc , che sollecitano il mobile, l'una (la resistenza) ha per elletto DEL COHTE PAOI.O DI S. ROBERTO I 1 f' PHOIFTTI UK MF.ZZI RESISTENT1 Se -i avesse la velocita u in funzionc dcll'angolo 0, le equazioni [3], |4], [5], [(>] . [7] somministrerebbcro , dopo I' ititcgraziono , i valori di 1 , , i, i, p in funzionc di 8] e I'eliminazione di 0 Bra le equazioni [4]> [5] fonrirebbe I'equaeione della traictioria. I'cr avere il valore di // in 9, pongasi il valorc di dt |f>] n'ell'eqn*- zione f 1 ] , si Irova . , lilt U IV ■ r\ i/O cos. 0 \ g ' ovvero [9] Notisi, die /• rf{uco$,.9) g udO r R g-p-n sicche I'equazione [g] fornisce il rapporto della resistenza al peso rela- tivo del proiello. Quando /' Sara definito in funzionc della velocita a , I'equazione [8] o la [9] somministrera u per mezzo di 9. Mediante le cquazioni preeedenli , quando delle tre cose : la legge della resistenza , la traiettoria , la legge della velocita , se ne conosce una , le altre due sono determinate. La questione diretta, cioe quella in cui si tratla, conoscendo la legge delle forze da cui il mobile e sollecitato , di delerminare lutte le circo- stanze del suo moto , e la piu importante: la sua soluzione richiede pri- mieramente l'integrazioiie dcll'equazione differcnziale [8] del primo ordine Era le due variabili u e 9, e quindi l'integrazioiie delle formole diffe- renziali [3], [4], [5], [6] del primo ordine a una sola variabile (I'angolo 9). Quesle integrazioni daran luogo a diflicolla analiticlic piu q meno grandi. che 1' imperfezione del calcolo integrale potra rendere sovenlc insuperabili. La questione invcrsa, cioe quella, in cui si ha per oggetto di scoprire, dale le circostanze caratteristiche del moto, la legge delle forze, che lo han prodotto , e molto piii semplice considerala analilicainenle ; poiche la sua soluzione si riduce essenzialmente alia dillerenziazione. Se , per esempio , la curva e data per mezzo di y in ftuizione di X, i possono avere immediatamente la velocita, il tempo e la resistenza in funzionc dello stesso x , coll'ainto delle formole 1)11. (.ONTE PAOl.u lil s. ROBERTO m '=R\ nolle quuli y' , y" , y'" , t' esprimono le clerivate di y , / per rispelto a x. Esse si deducono dalle equazioni dichiarale sopra nel motlo seguenie: Si ha lang. 6 =y ■ Diflerenziando rispelto a 6 , viene i „ dx c^sTfi- J JO ' E sostiluendo a -j* il suo valorc, ricavato daU'equaziont* [4] , i _ u_ „ cos.20 — gr ' donde si irae , per la vclocita orizzontale, u cos. 0 i' <|iiimli , poiche =FI cos. 0 = si ottiene u = fiYX±zl Per avere il tempo basta osservare che dx ondf u oos. 0 = - dt •■=v-i- nil. MOTO UK PROIF.TTI NE MEZZ1 RESI9TEHTJ Stante l'equazione [;)] , la resistenza si trova, dillerenziando il valore teste liiiNcmiio di ucos.O rispetto a 9; con che si trova d(u cos. 6) d$ ~ onde si ricava ylll y"l j'7>+7" g~ »/" r ■■ u — II problems ili irovare la resistenza che il mezzo deve opporre ac- ciocche il proietto descriva una curva data, fu trattato per la prima volta dal Nedton, e ripigliato poscia dal Lagrange nella sua Thcorie desfonc- lions analjrtiques , 3.* Partie, chap. IV. Quivi si fa vedere la vera ca- gione dell'abbaglio, nel quale incorse, su questo soggetto , il Neuton nella prima edizione de Principii. L'errore del Neuton consiste in cio che il valore della resistenza, da lui Irovato, ha al denominalore 3/"1, invece di 2/". CAP. II. Del moto rdtiUneo deproietti ne mezzi resislonti. :». Prima di prendcre a trattare del moto curvilineo giova considerare il caso parl'uolarc , e piu semplice del moto reltilineo. La via dun proietto in un mezzo resistente e rettilinea in due di- >linti casi : i.° Quanilo la perdita di peso, a cui soggiace il proietto immerso nel mezzo, e Dguale al suo peso, come si e gia accennato di sopra (N.° 2). Occorre un esempio di questo caso nel moto orizzontale di un corpo galleg'giante sopra un liquido tranquiflo. Qnando la velocita del proietto, in un punto qualunque della sua via, i verticale, sia essa diretta dal basso in alto, sia dall'alto in basso. In fatti allora amendue le forze , che sollecitano il mobile, cior la gravity e la resistenza, sono continuamente nella stessa direzione ver ticale , omle die egli non potra mai uscire dalla verticale. DEL CONTF. PAOLO DI S. ROBERTO 1 J. t Cominciando dal primo caso , lequazione del inoto e . ritenute le Btesse denomina/.ioni del numero precedente, tin Quando il valorc della resistenza r sia dato, egualmcnte che la velocila miziale del proietto , si potra sempre , mediante quest'equazione , deter- minare compiutamente il moto. Ne' casi naturali la resistenza dipende dal valore della velocita u, v puo essere risguardata come una funzione determinata di questa velocila. Porro adunque r = F(u) , dalla quale si trae e iuollipli«'ando per u , du du dt = idt = ds=: F(u) ' udu F(u) Integi'ando, a partire dalT istante in cui la velocita e un , lino a quell" m cui e ridotta ad un valore u, si hanno le espressioni T du C du '--jFju-)-) FJV) ' /udu _ C udu TJu-)-) F(u~) » per delenninare il tempo necessario per passare dalla veloiita it alia velocita u , e lo spazio percorso in questo tempo. Una particolarita , che caratterizza la resistenza, si e quella, che essa non lia eiretto , sc non quando il mobile ha una velocita finita , e che la sua azione cessa nel momento , in cui la velocita diventa nulla. Se adunque un mobile sollecitato dalla sola resistenza viene a perdere lutta Serie II. Tom. XVI. 9 [23 II l- MOTO OF.' PHOIFTTI NE MEZZI nrsiSTENTI l;i nn relocitf, ei deve fermarsi in quel punto , dove cio succcde, e ri- ni. i\i perp*etuamente in riposo. La dorata del moto c lo spazio scorso, sino all'estinzione della ve- locita , sona dati dalle espressioni seguenti: 0 f rt (hi Queslo tempo e queslo spazio possono essere finiti od infinili , se- coiulo la aatura della funzione, che rappresenta la rcsistenza. Per prendere un esempio, suppongasi F(u) = Ju" , vide a dire la rcsistenza prc-porzionale ad una potenza qualunque della velocita. Si otterra3 dopo I' integrazione , pel tempo e, per lo spazio, ( [ — n)Jt=u0' — — u'-i , (■?. — ,i)As = u;-" — u*-n . \d avere il tempo alia fine del quale la velocita e spenta , e. lo >l>a/.io corrispondente , basta fare u = o ; onde si trova (i-n)AT=uo'-"-o'-" , (a— n)AS=u*-u'— o*-" . Se n •< i il tempo e lo spazio sono finili , cioe il proietto perde tulta la sua velocita, c si ferma , dopo un tempo finito, e dopo avere scorso uno spazio finito. Se ;i = i , l'crpiazionn , che da il tempo , diventa At -ft)- 0 ci mostra die a « = o corrisponde 71=cc. Al contrario lo spazio S v finito. T)uuque quando h=i , ancorche la velocita non diventi nulla, DEL COSTE PAOLO HI 8. HOUI.HTO I -!•> ge hod tlopo an tempo infinito, pare lo spazio , che il proietto pub per- correre, e limitato , e dod pub oltrepassare -4 ■ Se n> j e •< 2 , si ha ancora il tempo infinito, e lo spazio finite. Se n=2, si ha 7'=O0 ; lequazione, che d;'i lo spazio, si cambia in As '-'(*)■' e per »=o , A' = oc. Cioe il tempo o lo spazio, siiio all'estinzione delta velocila, sono tutli e due infinili. Se ra>2 , il tempo c lo spazio sono amendue inliniti. Da tutto questo si raccoglie , che, nell ipotesi dclhi resistenza pro- porzionale alia potenza n della velocila , il tempo e lo spazio , sino alia cessazione del moto , sono ambo fmili , quando n< i ; sono il prima infinito, il secondo finito , quando 11^.1 e <2 ; sono ambo infiniti , quando n ^ 2 . Qualora la velocita iniziale fosse infmita , il tempo necessario per ri- durla ad una velocita finila , e lo spazio scorso in questo tempo , sono ilali dalle due equazioni (1 — n) At=: 1 e ^2, il tempo h finito , e lo spazio infinito: se n >• 2 , il tempo e lo spazio sono ambo finiti. Sicclie quando la resistenza e di grado beusi superiore al primo, ma inferiore al secondo, si ha il paradosso di una distanza infinite percorsa in un tempo finito; il qua] paradosso per altro agevolmente si spieya . d\e si ponga mentc che la velocila iniziale del proietto e infinita. Notisi, che il tempo e lo spazio richiesti per annullare una velocita infinita, sono in qualunque caso tutti e due infinili. Suppongasi ora piu gcneralmente F(«)=iK'+/?«' + fKI+ -4-Mlf , in cui «ercorso corrispon- dcnle, si mantengono per una resislenza espressa da una fuuzione alge- brica qualunquc della velocita, e dipcndono dall'esponenlc pin piccolo conlcnulo nella (iin/.ione. Poiche I'esperienza ci moslra, che i corpi, i quali si muovono sopra un piano solido o sopra un liquido , su cui galleggiano, si fermano dopo un tempo finito, potrebbesi nrgomentare che la funzione della velocita, la quale , in lai casi rappresenta la resistenza , dee contenere un ter- inine di grado inferiore al primo. Ail avere il tempo e lo spazio richiesti per ridurre una -velocita in- (inita ad una velocita finite, bastera porre uf in faltor cowune , e ra- gionare come qui sopra. Si ollerranno lc stesse conclusioni, come se la resistenza fosse espressa dal solo monomio , che ha il maggior esponente. Ove sia «<; i e p. >i il tempo necessario per mandare a zero una velocita infinila sara finito; ed ove sia «-<2 e ;j.^> 2 lo spazio sarh finito. 4. Passiamo ora al inoto verticale, che puo essere di salita o di discesa. Nel primo caso la forza, che opera sul |>roietto, e la somma della gravita e della resistenza; nell'ultimo, essa ne e la diflerenza. Onde , il moto asccndente e il discendente non sono simili , e non possono essere com- presi nella slessa equazione. Ncl inoto verticale ascendente , la cui equazione e du vi \ -j- = -8-F(u) , il segno costantcmente negative di -y ci rende accorti, chela velocita 11 va ognora decrescendo da basso in alto lino a diventar nulla. Nell' istante in cui k = o la resistenza, attesa la sua Datura . cessa di agire, ed il mobile , sollecitato dalla sola gravita, tende a discendere, e discendera effettivameiite, se la resistenza, rinascente nel verso opposlo. puo essere superata dal peso relativo del mobile. Giunto aduntjue il mobile alia sua pin grande elcvazione 1 icaili .1 . » la funzione F(u) } che esprime la resistenza, assume |>er u = o un \a- lore minor di g ; all' incontro si fermcra, se per u=o essa prcuo'e un valore uguale o maggiore di g. I -it) Dl I. UOTO DE FROIBTTI HE MKZZI RKSl.s'l TYN Se si ha insieme l = u , ,v = o , ks=us) il tempo e lo spa/io aella salita sono dati da ,= f «*» Jff-t-^v" u "ci )' La durata T della salita tolale, e la sua altezza 5, si oltengono col rare USO : onde si ha J g + F{u o "a „ C udu )' Ovc si supponga la velocita iniziale infmita , il tempo e lo spa/.io, ri- chiesti per estinguerla , sono 00 du "I g + F(") ' J u d u -J g+F(u Questi iutegrati sono ora infiniti , ed ora linili, secondo la natura di F(u). ^uppongasi che f(u) sia una funzione del grado n , cioe sia tale e u = u, sono finiti. Quanta a quelli fra u=zu, e m = oo, si scrivano cosi: a / Hi a / (III i du g F{u)'ZT~' u" u" La frazione u" u" fra i limiti u = u, e m = OC conserva sempre un valor finito : dunque una. media fra i diversi valori, che riceve fra i delti limiti. e pure finita. Ora . se i due integrali si pongono sotto la forma : GO Ill Hi apparisce che T e infinito se ?i^i , e Jinito,se n> t : e che S e in- finito , se n^2, e finito , se n>2. Da ci6 si pub argomentare , che , ovc la resisten/.a dell aria segua una ragione di grado superiore al quadrato delta velocila , potreblx inR DEL HOTO DB PHOIBTT1 SE ME/,7,1 r.ESISTENTI secondo la gratidezza del coefficiente tlella niedcsima , verificarsi, fra i confini Stessi (It-ll'alniosii'ra tciTCSlre, un'bhezza limile, oltre la quale le nostre artiglierie ncm potessero tanciare proietti , comunqae si rendessero potenti i mezzi di proiezione , etl anche capaci d' imprimere una velocita iniziale inlinita. l'> t*l Per avere il valorc esallo deH'altezza, a cui s' innalza un proietto neU'almo- sfem , e del lempo necessario per raggiugnere qucll'altczza, convienc aver riguardo alia diminuzione rosi della densita dell'aria, conic delta gravila, a niano a mano chc il proietto si eleva. Tenendo conlo di queste due circostanze la gravita , il peso di un volume d aria pari a qucllo del proietto , e la resistenza sono rispetlivamente all'altezza * \r-t-s) ' Yle *('■+>) it,. *(>•+*) in cui r rappresenla il raggio della terra; G, la gravila alia sua superficie; k, un coeflTicientc ugualc alia prcssione dell'aria sull'unita di superficie , divisa pel peso di un'unila cubica d'aria. Per conseguenza l'cquazionc dilTerenziale del moto ascendcnle del proietto e ,1s r\ p + xne *(r + '> .Non Iraltandosi che di avere un limile superiorc dello spazio, e chiaro CBS si pto DEL CONTE PAOLO HI S. ROBKHTO I U.) L altezza massima , a cui pub essere spinlo un proietlo , eil il tempo inesso a raggiugncre quell altezza , possono otlenersi in termini liniti uel sostituire al secondo membro ( lasciato da parle il segno ) una quanlila , che gli sia rostantemenle inferiore. Ora i i < =— ; p+\n dunque polra s, calcolarsi mediante l'equazione udu_ He *(r + '' is ~ p-*-\n impure, poslu, come piu sopra , mediante I'equazione la quale fornisce 00 />*tr + ,)iirfu F(u) u, Avendo I'esponenziale, fra i limiti dell' intcgrazione, sempre un valor finite, m dimostra, coll'aiuto di un ragionamenlo simile a quello adoprato piii sopra . che s, e linito , quando il grado di F(u) sia maggiore di due Chiamando s, lo spazio per passare da u = u, a «=o , esso sara dalo dall'equazione udu „/ r \» P — Uc ds " \r-f-s/ *(r + ») alia quale , poiche /'— n P — Yle *Cr+'> ■< IT— p-t-xn si puo soslituire la seguente m1u_ P—Tl ~d7~~~ P-hX -(—X n\r-t-s/ owero , posto, come prima, Seme II. Tom. XVI. ,3o I'll. HOTO 1H.' PROIETTI *F.' Ml.Z/.l U'.SISIIMI <:aso di una rcsistenza proporzionalc ad una potenza qualunqur delta x.l.., ita. In falti, ponemlo F(u) = Au", si hanno :;! integrali delimit -J g + Au" ' O che OB n Jxa" dx= - sin. a r. ove a e una coslanle posiliva e < i Dunque >■ "»("^) T=~^-7l > quando « V h sin. - n 2 "A'(-) ■£ — ■ — , quando n > a sin. n Se F(u) = Au'-+-Bu1 , il tempo c lo spa/.io per toccare il punto supremo sono du I =/ I g -T- -at* -T- uii o g-*- Au -*-Bul 00 o Bffettuando 1' intcgrazione fra i limiti indicati, si trova , ,i , DEL MOJO DF-' PROIETTI Nk' MEZ/.l RESISTKNTI in nil C e iltU-nninuto dall'equazione di terzo grado BCl — AC*—g = o . La (uDzione qui considerate e quella, che si prende oggigiorno da tuolti, come appresso vedrcmo, per rappresentere la resistenza dell aria .li proietti dell'artiglieria. (l> Per una palla da 32 si ha .4 = 0,000374 . B= o. 000 000 86 , >upposto die il metro cubo d'aria posi 1V208. Sostiliiotulo questi valori nolle formole qui sopra , e prendendo o 00 00 00 _ C udu C e udu ,., f _„,„ , K' o o o In quest'ultimo caso I' integrazione del tempo e possibile , ed age- volmente si ottiene ,"-7-/(,-HS) • o. Besta pec ultimo da considerare il moto di discesa verlicale. L equa- /.mtir fondamentalc e in questo caso clnlla quale si deducono il tempo e lo spazio in funzione della velocita , mediante i due integrali u r du -J g-F(u ) ' U J udu II moto di discesa gode di una proprieta nolabile , la quale sta in die , sia egli acceleralo , sia egli ritardato , la velocita converge sempre verso un limile , che non puo oltrepassare. I'.n-tendo da ic = u , la velocita coniincia a crescere o a decrescere -• . ondo che -it ivo o negativo ; ma giunto ad un valore U di it , che soddisfi all'equazione DEL CONTE PAOLO HI S. ROBERTO I ', 5 hi velocity non pue cambiar piii di vaiore. In elletto tutti i coefficient i ,.,,, . .. .. du d*u d3u . . , (liiiert-nzinli ui «, -y- , -j—' > 773 > ecc- sono niandati a zero da questo valor particolare di u, qualora le diverse fun/.ioni ilerivatc F' (u) , F"(u), ecc. di F(u) non divengano infinite per u=U. Dunque U e un limile verso cui converge la velocita u, purche F(u) sia una fun- zione continua uelle vicinanze di u=zU . Si pub dimoslrar facilineute, che il tempo e lo spazio necessarii per raggiugnere questo limite sono infiniti. Sia n il numero delle radici uguali ad U , contenulc nell'equa/.ione sopradetla ; si ha g-F(u) = (U-uy9(u) , essendo ?(m) una funzione, che non pub diventar zero per u=L- II tempo e lo spazio divengono V /i d u u Ju du W)'(U-u)" ' u" Le liinzioni , — — ; si mantensono finite in tutta I' estcnsione U , la velocita va sempre decrescendo dall'alto al basso , senza poler mai raggiugnerc la velocita terminale U ; che all' incontro , se uo<^U, la velocita va crescendo continuamente dall alto al basso, senza mai oltrepassare la velocita terminale; e che inline se u ■= U, la velocita si mantiene sempre uguale alia terminale. Nel disculcre il moto verticale discendentc non bisogna perdere di \ista una circostanza, che si e gia avverlita di sopra, dovuta allessenza stessa delta resistenza; la quale consiste in cio , che, se F(u) , per u = (i , ha un valor maggiore di g , il mobile non pub passare per la velocita zero, senza fermarsi e rimanere indefinitamente in riposo nel DEL CONTE PAOLO DI S. HODERTO I J 7 punto ovc cio succede. Sicche un proietto , che sia cacciato all' ingiu , con una velocita qualunque, in un mezzo resistente , pel quale si abbia F(o)^>g , finira sempre per arrestarsi dopo un tempo ed uno spazio liniti. CAP. III. Discussione ilcUn traietloriu. G. La natura della curva, che un proietto descrive, dipende eviden- temente dalla legge di resistenza del mezzo in cui si muove. Ora la teoria della resistenza dei mezzi e ancora involta in molla oscurita. Ben si sa , che la resistenza e una funzione della velocita ; ma la sola cosa , che si possa ammettere a priori sulla natura di questa funzione, si e, che essa vada crescendo coi valori crcscenli della variabile. Laonde , senza adottare uiuna speciale ipotesi sulla resistenza del mezzo , desiderar si polrebbe la discussione della traiettoria nel caso che sopra la forma della funzione , che esprime la resistenza secondo la ve- locita , non si supponga altro, se non che essa vada crescendo coi valori crescenli della variabile, e converga con questa verso 1' infinilo. II che i- quanto io lentai di fare in cio che segue. Suppongo adunque r B - . f(u)>o , /(O0) = OO La funzione^ (a) puo esser tale, che per u=o si abbia /(o)>i , o /(o)=. , o /(o) i ■ B* incremento deila velocity, espresso da ( equal. [ i | . n." 2. ) _=_^j/(«) -1-sin.fij , conserve sempre il segno menti sia 0 positivo, sia 0 negativo ; poiche, se negativo, il minimo valore, che |)ii6 ricever sin.0, e — i ; ed il pin piccolo valore, che, pub acquistare J(u) hj(o)} che, giusla I'ipotesi, e maggiore di uno. Dunque u e t variano in verso opposlo, eioe , se t cresce , U de- cresce , ed al contrario, se / decresce, u cresce. Perlanlo , prendendo per origine un punlo qualunque , se si procede dalla parte de' tempi positivi , vale a dire nel verso del moto, la velocila tra sempre decrescendo ; ma quando sara diventalo u = of e chiaro, che il proietto dee fermarsi, e rimanere in riposo , come s'e gia avver- tito nel discntere il molo rcttilineo. Sc ne conchiude , che, dalla banda ili' tempi positivi 3 la velocita finisce sempre per estinguersi; e cio qua- lunque sia il modo con cui pub variare I'angolo 0, sia esso per divenlar nulln o negativo. Dalla parte dc' tempi negalivi la velocila cresce eontinuamcntc, neH'al- lontanarsi dall'origine , ed il suo accrescimento non ha limili ; onde la velocila lende a diventarvi infmita , qualunque sicno le vicende di 0. a." Caso y"(o)= i . II valore di -y- k pure negativo in tutta I eslensione del la curva , e non diventa uguale a zero che per u = o e J = . Dunque la velocita va sempre decrescendo nel verso del moto fino a diventare uguale a zero. Dalla parte de' tempi negativi la velocita converge verso I' inlinito. 3." Caso / ( o ) ■< i . Tultavolta che 9 e positivo , vale a dire in i uiii i punti del ramo ascendente della traiettoria , —j- e negativo. E lo e ancora per 6 negativo, da Q = o fino a quell'angolo, per cui si ha /'(«)-+• sin. 5 = o. I'artendo adunque da un ])iinlo qualunque silualo sul ramo ascendente. |a velocita \a decrescendo inentre il tempo aumenta; ma sino al punlo DEL C08TE PAOI.O UI S. ROBEUTO I !k) soltanlo, in cui u raggiugne un certo valore u,, che soddisli aU'equazione J( u,) -+- sin. 0, = o . Ouesto valore Hi u — u , e un minimo. In fatti esso rende du -dt=° > e sostituito nell'espressione del secondo coefficiente dillerenziale , che e d* u .... , du , dd ovvero, ponendo in luogo di —j- il suo valore ricavato dall' equazione [6] N." 2 , d* u ... , . du g'cos.'O — = -gf{u)Tt +>-—-, lo riduce a d'u g*cos.x0, 77— u, ' cioe ad una quantita positiva , non potendo u, essere ae nullo ae negalivo. Che sia u, diiferente da zero, e agevole dimostrarlo per mezzo dell'equazione [9] del N.° 2 , d(ucos.O) -. . ado -/(*); la (jiiale |)osta sotto questa forma d(ucos.Q) r. . dQ a -Au) Mcos.0 ~jy 'cos.9' ed integrata nel modo seguente , a far principio da u = ttu e 0 = . tans(iH-f) u cos. 0 I — — — 1 ■ A ( u cos 9 tang G+V) I '|,i I'M. MOTO Pi:' PKOIETT1 BB' MEM I HUS1STENTI -i cambk in 0 COS.t/ j ° \4 2 ' cos. 0 I cos.6\'-*/ i — sin. 5 \* ? \ ( — "-' cosTe/ \ i — sin. (5 / ' i\c /, reppresenta un valor medio fra quelli , che r'iceve J'(u) nell' in- tervalio deli'iutegrazione; e percib positivo e minora di uno, se si prende per B on valore molto vicino a »=o. Ora, se « potesse diventar nullo, dovrebbe 6 otlenere un valor reale eapace di render nullo il secondo membro della precedente equazione ; ma essendo k ininore di uno, e facile discorgere, che non vi ha valor di 9 , che possa cio fare. Non pub it neppur discendere sino ad un valor negativo ; poiche di- minuendo per gradi insensibili , dovrebbe prima passare per zero , cio che si e poco anzi dichiarato iinpossibile. Dunquc il valore di u, , che rende nullo -j- , e necessariamente su- periore a zero. Di la da queslo valor minimo , cambiando di segno —j- , la velocita cresce successivamente col tempo , finche perveoga ad un nuovo valore u3 , che soddisfi allequazione /(«,)-*- sin. 0, ■=. o . Questo valore di u=-ui non pub essere un massimo propriamente • Into , perche, se lo fosse, dovrebbe u ritornare a decrescere di la da k2 , la qual cosa richicderebbe che -y-r diventasse negativo o nullo : K pnOIETTI NE MI'/./.l Rl.SlSTF.NTt I la velocita limilc nt v data daU'equazione /(«.)— 1=0. Quindi e che la velocity n, e uguale a quella, che, nel moio rettiKneo discendente, fu chiamata velocita lerminale (S. ). Nel caso di /'(o)^i , riducendosi sempre hi velocita a zero, il urecedente iliscorso non vale a scoprire qual sia I'angolo dell'elemento della curva al punto , dove il moto cessa. A trovare quest' angolo si richiami l'equazionc [8] N." 2., da cui si ricava d& _ du cos. G U \/{n) -t-sin. 6\ Entegrando viene in 0 \ , ,n 0o\ ■ f du tang.(^-) = nan8.(^-)+j-T7R-f sin. Q Per avere il valore di Q, che risponde a u = o , converra estendere I' integrale fino a m=o. Ora 1' integrate o du it\f(u)+s\n.6\ e sempre infinito: infalli, ponendolo sotlo la forma 51 ve< de che 0 / O v I du J "» du — = — 00 , u nientre che K e sicuramenle superiore a zero. HE] CONTE PAOLO Dl s. ROBERTO l/p Dunque .IdiMl, ■ si conchiude Pertanto testremiia delta curva dal lata de tempi positivi <■ sempre verticale. \ eniamo ora all allra estremila ilella curva , sulla quale la velocita ilivenla iuiiuila , e vcggiamo qual e da qiiesla parte il limite di 0. L'angolo corrispondcnte a w = oo , e dato dall'equazione 00 in rj \ , / it E MEZZI RESISTENTr Ora, csscndo questo finito, sc «>o , ed infinite, se « = o, resta dimostrato quanto si c asserito sopra. n Sfl ne ronchiude , che 0 < ^ quando «>o, e 0o dijj'erente da dt — : e c/k? 6 = — qiumdo nao. 3 2 Se 3„ = ^-, il moto e verticale. Quando 0 ■< — , ci puo essere positivo , negativo o nullo , secondo il valore di 0a . Acciocche sia nullo o negativo, e mestieri che $„ sia negativo. In questo caso la traieltoria non ha ramo ascendeute , c con- siste in un sol ramo discendente. 8. II tempo messo dal proietto a passare dalla velocita m„ alia ve- locita u , e dato da c du gt— J /(M)-t-sin. 6 ' Se si vuol conoscere il tempo richieslo per passare dalla velocita in — finita, che avrebbe il proietto aU'estrernita del ramo, che precede l'ori- gine, alia velocita, che egli ha all'origine , conviene estendere 1' integrate fino a m = OC . Si ha adunque pel suo valore 00 /du /(a)-j-siuT(S ' Sia, come prima, n il grado della funzione /("), si puo scrivere I' integrale cosi OS 8t — — I /(") sin. 6* a" ' Fra i limiti dell' integrazione , il primo fallore e sempre finito . si pad adunque riconoscere , se £ e finito od infinite, esaminando solo 1 in- tegrate definite DSL COME PAOLO DI S. RODERTO I .{"» / d U ~u" Questo e infinito se ra< i o n = i , e finito se n>i ; dunque «7 tempo negatii'o , corrispondente ad u = oo , e «na quantita infinita ogni volta che f(u) e di grado infer iore od ugiuile al primo , e conserva invece un valor finito , qiiando f(u) e di grado superiore al primo. Passando alia ricerca del tempo necessario al proietto per giungere all'altra estremita della curva, conviene distinguere tre casi : i.° Quando f(o)^>i , secondo cio che si e dichiarato di sopra, la velocita va sempre decrescendo fino a diventar nulla. II tempo ri- chiesto per estinguere la velocita e dato dall' integrale g* = C du "J/(")-^sin- il quale e evidenlemente una quantita Gnita , non potendo il denomi- uatore giammai annullarsi. In questo caso il moto ha luogo da t =■ o fino al valor di t fornito dal precedente integrale, e da questo valore di t fino a < = oo , si avra u=o , ed il proietto restera immobile nella stessa posizione. 2." Quando _/(o)=i , la velocita va sempre decrescendo fino a diventar nulla. II tempo necessario per raggiungere questa velocita zero e dalo da o _ C du §t~ J f(u) + s'm- 9 Sia n un numero capace di rendere finita la frazione U" ' per u = o. Se si da all' integrale la forma o /u" d u /(w)-t-sin. 9'ls si conchiude , che t e finito , se n < i , ed infinito , se » > ' Seiue II. Tom. XVI. DEL MOTO BB* PBOIETTI KB' MF7.7A RESIS'JT.NTI 3." Qaando /'(<>)< i , la velocita nel ramo discendente, va da principio dccrescemlo lino a diventar minima, e cresce quindi continua- iiii-nlc avvicinandosi ad nn limite. Allorche, dopo 1' integra/.ione dell'equa- uone [9] , si avra u in funzione di 0, si potra, mediante lequazione / ( u)-\- sin. 0=o, ricavare I'angolo 5, , che risponde alia velocita minima. Indi lequazione [6] 0, dQ K f = — I u v. COS. $ -J- • I. n.i il tempo necessario perclie la velocita divenli minima. II qual tempo <• inanil'eslamente finilo. II tempo dopo il quale la velocita diventa costante, e dato daHinlegrale _;,; do e t = — I u , cos. 6 che e infinilo : in fatli la velocita 11 e sempre finita fra i limiti dell 111- tegrazione . e si ha d'altra parte J 1 dO 7 = — OC cos. 6 DuiKjue la 7'elocita non raggiugne il suo limite , se non dopo un tempo injin ito. 9. Ottenendosi 1 espressione dellarco col moltiplicar solo per 11 la ipiiintita sottoposta al segno / nel valore del tempo , ne segue che i 1 isultati rclativi al tempo lianno i loro analoghi rispello allarco, purche si aggiunga un'unita all'esponente n. Dunque il /junto della traiettoria , nel ramo negativo, dove m = oo, al una distanta infmita daltorigine , auando /(«) e di grado infe- riore od egua/e al secondo; ed invece si trova situato ad una distanza finita doll urigine , (/uando _/"(«) e di grado super iorc al secondo. DEL COSTG PAOI.O 1)1 S. IIOUEUTO I \"j Quando al punto, dove u=z , l'arco e linilo, questo punto e sempre uno de' punti singolari della curva : in fatti il secondo coellicienlr dillerenziale 'I* J _ S dx" (mcos. 0 )' - .< che si ricava dall'equazione [10] N.° 2. , vi iliventa nullo. La nalura poi del punto singolare dipende dalla lunzione f{u) , che entra ne' suc- cessivi coellicienli diH'erenziali. II ramo ulleriore risponde sempre ad un altro problems di meccanica , in cui trovasi modificata o la direzione della velocita o della resistenza. Alcune voile non esisle neppure un ramo ulteriore , salvo che non si dia maggior estensione alle equazioni del moto gia slabilite. L'arco , che termina al punto , dove u = o , e sempre linilo , se /(o)>i ; ma se /"(o)=t , esso e finito, quando rc<; 2 , ed in- finito quando 11^2. Essendo n un numcro, che l-ende finila I'espressione /( " ) ~ 1 u" per u = o . (iiova avverlire , che il punto corrispondente a m = o , e anch'esso un punto singolare della curva; poiche si ha d1 r d£ = CC> <|i\ando U = o . Ove sia /(o))>■ i j ed alcune volte allorche y'(o) = i , come si e nolalo di sopra, quantunquc la tangenlc eslrcma sia situata ad una distann finite ilall' origine . essa non e luttavia un assinloto propria- inente detlo. II caso di grado zero della funzione J'(u) , cioe di una resistenza costante , non e eompreso nella prccedente discussione , poiche la ve- locita terminate divcnla in quel caso inlinita, se r — , ed infmilo quando r j£j — : per conseguenza quando la resistenza e costante , la curva ha cr rr un assintoto, se r<^g e >-, e non lo ha, se /•<— • i — 2 Ove sia i"=-g , la velocita tenninale e Bnita , e la curva ha un aasintoto. Passando all'altra estremita della traiettoria , sia 0 l'angolo limitc di G, che risponde a m=co . La parte D dell'asse delle j, eompreso fin lorigine ed il punlo d incontro di una tangente qualunque , e dato da P =j — jrlang. 0 : ponendo in luogo di a- e j i loro valori forniti dalle equazioni [4] «* [5] N.° 2. , si ottienc g T) = tang. 0 I add — /^'tang. 0 10 DEI. CONTE TAOI.O 1)1 S. HOBKRTO 1 4y A determinarc la posizione Jell' assintoto bisogna far convergere 5 verso 0 , omle si lia per I'assinloto e gD=. /(tang. 0 — lung. 0)u*dQ . Si sostituisea in vece di dO il suo valore in dt, ricavato dallequa- sione [C] , si Irova I) = / cos. 0 ( tang. 6 — tang. 0 ) u d t Al limile inferiore 0 = 6a, uz=u , / = o; al limite superiore 0=0, m = O0, /= — OO , se il grado della resistenza «_•! ; e t= — una quantitu finita , se «>. i . II prodotto ( tang. Q — tang. 0 ) u e iinilo aU'originc , ed in tutta l'estensione dell'integrazione, fino al li- mite superiore , ove prende la forma indeterminata o X OC . Per avere il suo valore a tal limile , hasta porlo sotlo la forma tang. 0 — tang. 0 j i u e dilferenziare il numeratore ed il denominatore rispetto alia stessa va- riabile 0 ; con che si ottiene u dO i cos. 0 du „ \ /(«) sm. 0 cos. 6 &-2 — '-»-• I u u Se si fa ora 0=0 e u = oo , e se si ricorda che 0 •< - , e mani- 2 festo , che questa frazione si riduce ad una quantita infinita , quando / ( it ) e di grado inferiore al primo ; ad una quantita finita quando /(//) e di primo grado; ed a zero quando il grado di J(u) e mag- giore del primo. Sia K un valore medio fra i diversi valori, che riceve fra i limili ilell' integrazione , il prodotlo cos. 6 ( tang. 0 — tang. 0 ) u : l.'io nil. MOTO BE PHOIETII .NK MI'./ZI RESISTENTI A e linito ocl infinitamente grande , se «- i. Cio posto, ilaiulo all' integrate la forma i D = KJdt= Kt , o e raminenlnndo , che / = — 00 , se n ^ i ; / = — una qttantila linita , se m>i , se ne conchiude, che D e infinito, sc n < i ; e che invece non e una quantita infinitamente grande , sc n > i . Dunque la tangenle estrema , corrispondcnlc ad m = oc, e situala ad una distanza infinita dallorigine , quando J (it) e di grado inferiors od eguale al primo , ed e invece situata ad una dislanza finila, quando /'(«) e di grado superiore al primo. Oltrc il secondo grado la tangente cstrema non e cio , clic cliiamasi proprianienlc un assintolo , non estendendosi allora la curva fino ali'in- linito. Sicche non vi ha realmente assintoto , se non se quando f(u) <■ di grado superiore al primo, ma non maggiore del secondo. II principio, su cui si fonda la discussione , che precede , intorno all angolo , al tempo, all'arco, ed alia tangente, cdrrispondenti alia ve- locila infinita, dipende dal inodo di stabilire il grado di una funzione. Ora sonovi , come gia accennai , irattando del moto reltilineo (4.), fun- zioni che non han grado determinabile colle regole ordinarie. Per esempio le funzioni x'lx , x'llx , xa(lx)f, x*(lxy(llx)< , ecc. x" e M, x°x*x , ecc. , e quelle che se ne ottengono per via di composizione , non hanno un grado n , perche qualunque sia il valoj'e di n , che si voglia adottare , f(x) si avra sempre per limite delta fiazione ■ a ' , quando x converge verso I' infinite , una quanlila nulla od infinita, e non inai una quantit;i finila, come cio deve accaderc, onde la f(x) possa dirsi del grado n Per discutere quesli casi si seguira un inetodo analogo a quello ado- prato sopra ; cioe si procaccera di dividere la quantita solloposta all in- tegrate in due fallori , 1'uno dc' quali sia finito in tulto V intervallo IiEl. COME I' .101.0 I'l 5, ROBEItTO 131 dell' integrazione , e che pcrcii) si potra metier da parte : allora il ri- sultato , per quanto apparticne alia semplice queslione di sapere, se sia finito od infinite , sara dato dall' integrate dell'altro fattore. H, La discussionc del modo , con che varia il raggio di curvatura ne' diversi punli della traictloria , e molto acconcia a fame conoscere. In forma. II raggio di curvatura e espresso da (N." 2., equaz. [7]) u* 1 g cos. 0 Quest'espressione ci mostra, che il raggio di curvatura e iulinito al punto corrispondente a w = oc ; ch'esso va diminuendo fino al vertice della curva j cioe infin tanto che £>o, j>oiche cosi u, come cos. 0 van decrescendo. Oltre il vertice u decresce ancora, ma cresce. sicche a primo cos. 9 r aspctto non si puo deciderc , se p continui o no a decrescere. A chia- rircene basta formare il primo coefficiente differenziale di p rispetto a 0 , ed esaminarne il segno. Or si ha dp iu i du b" sin. d$ g cos. 9 d9 g cos.*0 sostituendo in luogo di -j~ il suo valore , viene d9 gcos. 9 I J ' » Partendo dal vertice -y-. e posilivo ; per conseguenza p comincia a variare ncllo stesso verso di 6 , cioe decresce ancora oltre il vertice : ma soltanto fino al punto dove 9 rende 2^ (w)-t-3sin. 9 — o ; diventa negativo, come I tivo del secondo coefliciente diiferenziale in cotal punto . il quale e essendo che di la -^ diventa negativo, come lo mostra il segno posi- 1 5a DEL MilTO HE' PROIETTI M'.' MEZZI RESISTEXTI d6 *fcd*\i*AmW*)****'*\ Dunque il raggio di curvatura va ilecresccnilo lino a raggiugnerr un ininimo determinate dall'equazione zf(u) -+■ 3 sin. 0 = o , e di poi va sempre crescendo sine- all' infinite. II valorc di -j- al pun to, dove il raggio di curvatura e minimo , si riduce a du i . -r-. = u tang. Q . dd 2 ° Essendo nel ramo discendente 0 negativo, questo valore di -j- sura positivo; dunque al punto della curvatura massima , u e 0 variano nello stesso verso, cioe u deci'esce, e non ha ancor raggiunto il suo valor ininimo, di cui si c fatto cenno sopra (6). Se ne conchiude, che il punto drlla massima curvatura $ piii vicino al vertice , che il punto , dove la velocita diventa minima. H. La velocita ed il raggio di curvatura sono maggiori nel ramo ascendente che nel discendente , per inclinazioni eguali , ma di segno contrario , della curva. In fatti l'equazione [9] , N.° 2. , d(u cos. 0) d6 ="-/<") • ci mostra, che la velocita orizzontale ucos.6 decresce insieme con l'an- golo 0, vale a dire va decrescendo col procedere dal ramo ascendente verso il discendente : dunque pel medesimo valore di cos. 0 , u e mag- giore nel ramo ascendente , che nel discendente. La stessa cosa si conchiude di leggeri, rispctto al raggio di curva- tura , alia semplice ispezione dell'espressione _"' « g cos. 0 13. Essendo il valore di j dato dall'equazione DEL CONTE PAOLO DI S. UOBEIVTO l53 0 gj = —JuUn%.e.dQ , ou la maggior altezza, a cui il proietto s'iunalza, e dala da o e„ gi = — / u tang. 0 .tlO:= /ft'lang. 6 .dO . 0„ o Se si chiaina 0' l'angolo acnto, sotto cui il proietlo ricade sull'asse dellc x- , ossia 1'angolo di cuduta, si ha pure — 6' g 1 = /w'tang. e.dQ : o mellendo — 0 invece di 0 in quest' integrale , si ottiene 0' gY= At ''tang, 0.^/S , 0 ove i' ' dinota il valorc di u corrispondente a — 5. Si ha adunque /u'tang. 9.dQ=Ju'itang. S.dQ . o o Ora, secondo cio che si e diruostrato poco innanzi (\2.) , si ha, per un medesimo valore di 0, u'. I rds — 2ffX ■ o Nolando con n' la velocita di cadula , c con s la lungkezza del ii.ni'Uiiria , compress Ira 1'origine cd II punto di caduta, si ha a' =ut* — a / rds ; donde e manifesto die «'■<«. Duuquc la velocity al punto di ca rlitfa r minore che al punto di parteriza. 15. Si ha dy dx = tanir. 0 Chiamando x L'ampiezza del ramo ascendenle. c x" quella. -del ramo discendenle, ) I'altezza del tiro, si ha J tall8- tang. 0 x> = [^ J taD tang. 0 Pongasi — d) e — 0' in Inogo di jr e 0 nel secondo integrate: i suoi limiii diventano zero c Y", e nc risulta | tang. 0' ore J' indica 1'angolo fonnato coH'assc delle x dall'elemento della cuiva, siluato alio stesso livello dell'dcmento, che forma 1'angolo 0. Ora (N.° \'.\. ) si ha 1x . Dunque l'ampiezza del ramo ascendenle e maggiore di quella del ramo discendenle. uki <<>\.: i vor.o n; s. houei'.to i)\ P. IV. .inalisi di ulmnicasi, in cui le equazioni del moto de* proietli si i iducono nllc quadrature. I !>. Lcciocche le equazioni del moto di uu proietlo in un mezzu resisiente sicao ridnciWili alle quadrature, c necessario e sofficente, che hi funzione /(it), ila cui e espressa la resistenza, sia lale , die si I io-;-,ii n i > separare Ic variabili neil equazioue diflerenziale * 1 1 primo ordim 9-H/(«)' I sin.&-t-/(H)\ ,, ?/'/ — // { ^H — - I (I J = \ cos. !/ / che si Irae dall'equazione [8], \.° 2. Poco aumerose sono le Ibrme di /'(«) , che cotisentano siflatta separazione. ' Giovanni Berxoot.t.1 , pel primo , negli Atli di Lipsia per l'anno rm. ridusse alle quadrature il problems balistico, qnando f(u)s=au* ; e i! D'Alembert, nel suo Traite do. tdquilibre el da mouvement dps fliiiAes | i"|i). dimostro elic la riduzione e ancora possibile quando 11 Vero e, che poco aumerose sono le Forme di f[u] . che rendano possibile I' integrazione , partendo da presupposizioni sulla teoria della resistenza; ma quelle, che si possono ollenere , senza preorcuparsi della conlorniila della leniie di resistenza con quanlo somminislra la pralica, sono al conlrario in nomero indefinite. K In eflellu, data una relazione quahinqne Ira la velocila u e I'angolo 9, si puo sempre, geconda e.io che si e delto gl N." 2 , dclorininare , coll'aiulo della scmplice differenziazione 1 1 legge di resistenza necessaria . pen-he questa relazione abbia luogn nel moto del liniielli). Ora non cssendovi liniile al numcro delle relazioni fra » e 6, che si possono immaginare , ne segue che sono pure innumerevoli le le^gi di resistenza, che con- lentono I' integrazione. Che se invece di partire dalla legge delle velocila, si prendan le mosse dalla Iraiet- toria , e che, supposla questa data, si cerchi la legge di resistenza necessaria, perchi il proietlo la percorra, si ha un'altra sorgente, die poo Ebroire mi nomero indefinilo di forme per /' [«), capaci di rendcrc I' integrazione possibile 1 56 e quamlo DEI. MOTO DF.' PROir.TTI NF.' MEZ7.1 RESISTENTI j\it) = «-*-bu" , j {u) = a-\-blu , i-sst'iulo a, h, 11 delle COStanti qualunque. Nel prescnte capitolo mi propongo di esaminare questi due casi , ehe sono poco conOsciuli. Sia f(u) = a-¥-bu" , lequazione diflerenziale sopradetta diventa . / a-*- sra.fi \ ,. , „,, dO tin — ul- —T—)rlQ — bun + ' 3 = 0. \ cos.O I cos. a Quest' equazione , che ha la forma di quella delta del Bernoulli , si riduce immediatamente ad an'equazione lineare, dividendo per un+l, e t'acendo u~"=.v; si oltiene di fatto in tal inodo , / a-t-sin.fi \ ,. , dQ dv-k-nv t— \dQ-*-nb 7=0 : \ cos. fi J cos. fi il cui inlegrale e , / nJ(-^rr)d0 de — 11 b I e cos. 6 essendo c una coslante arbilraria. Dunque -an-)" jo cos. 6 La coslante c si determina , facendo corrispondere un dato valoic di 0 ad un dato valore di u. Supponcndo allorigine 6 = 0^, e u = ua, s\ ha, per determinare c , 1'equazione DEL CONTE PAOLO Dl S. ROBERTO 9(8.) 1 5- u = ove [*-n^(0.)p ' Se ne trae 10 cos. 0 nbf(0o) , the, posto a suo luogo, da u -. f(S) [j£^j"+*M*K)-. ii ' - • if, I. , i -HZ gdjr= — u tang. 9 .d9 =•» I-+-Z , c/J r/z £ '/ / = U ■ ; = M cos. ft z , I ,1+2 » P — " ;.;; ■« = " COS. 0 2 Z •«/« «A /"( l-|-z•>)nz"(•"-,>-, dz '"i\ ( i—z^z^-'d: \nb f( i-f-z1)^^0-''-' ,/r J \"b (i+;'):*-'i/: J \»l> f(i+z>)"z"<—^-'Az\ IO0 DEL MOTO HE PUOIETTI NE UKZZl REStSTENTI rp= [' bfi (l■+-z^y•z^"l■°-•)-• i vuole , in funzione cli 9, per mezzo delle sole quadrature. Notisi , che fra zo e Z passa la relazione .. __ ' o / o owero z I „ I, n i-irz*)"z"{a-:)-'dz r I ft, J wo cos. 6n *o clii' serve a determinare Z, quando le circostanze iniziali del moto sono assegnate. 17. Le quadrature sopra indicate si ottengono sotto forma finite uei casi parlicolari seguenti: Quella , che da s , quando n = o, qualunque sia a ; rsi , purche sia a razionale, e differente da 2fc i ; Bss, qualunque sia a ; o n = - , purche sia a=pq z±zi ( essendo p e <] due. numeri interi ). Quelle, che danno x e j, quando n ss o , qualunque sia a ; n = i , purche sia a razionale, e difFerente da :£: 1 ; n = a , purche sia a razionale, e difFerente da zero e da ± 1 ; « = - , purche sia a=pq±zi (essendo p e q due numeri interi ). DEL C0NTE PAOLO DI S. ROBERTO l6f Quella , che da t , quando n = o , qualunque sia a ; n = i , qualunque sia a ; n = -, purche sia a=2pqz*zi (essendo p e q due numeri interi ). II caso di m = 2 e il j>iu importante da considerarsi , perche una resistenza in parte coslante, e in parte proporzionale al quadrato della velocita , pare che convenga ai mezzi solidi o molli, quali sono i muri, i legni , le terre , ecc. , come si vedra in appresso. In questo caso il denominatore comune diviene /,(i+*.,)V' z=.— 1 \- - - • 2 ( « — I ) a 2()z°->, nella quale il numeratore e il differenziale esatto del denominatore , preso con segno contrario. Dunque z bgt= I dl I ( i-hz')z"~'dz ; =jdlf{ ~0 donde , eseguendo V integrazione fra i limiti za e z , z J{ i 4rz%)z'~?4 bet's=l ' >g f{ n-a*)«— 'rfz 1)11. COKTE PAOLO Ul 6. ROBEIU'O I G.i Scindendo I'inlegrale superiore in due atari IVa z e :■„ , e fra : e / f. sostituentlo all' integrals inferiors il suo valore, trovato sopra . in fun- zione dei daii iniziali , viene iiuiiili Ad avcrc il tempo per un mezzo di resistenza coslante , basta tare b = o in quest' espressione, dopo aver svolto I'esponenziale. Chiamando t' questo tempo , si lia u cos. 6 f. ,. . . 2Z„ lie discende la relazione e*«'= i -»-/<$•<' , Ira i tempi messi da due proietti eguali a deserivere due arclii egual- mente incliuali alle loro estremila, in due mezzi, le cui resistenze sieno espresse da a-t-bu e da a. < >uaiulo t' = — j—, 1-=. — oo. Onde che, preudendo sulla curva bg descritta nel mezzo di resistenza costante an arco , che sia percorso nel tempo — — , e conducendo una tancente alia sua estremita , quesla bg sara parallela alia tangente estrema dell'allra curva prolungata all' inliuito. 19. Nel caso di n=i, la formola , che da 1'arco s, si riduce . nello stesso modo , a e>"> =,-4-^(".^A)T(I-Hr.»)2»-i CAP. V. Melodi (i]>rossimazionc. 24. Quantnnque le equazioni del molo

  • . calcolati in modo , < be , essendo doe valori eonsecutivi cli x rappre- sentati ila x , x -+- A x , e i valori corrispondenti di y da J . r + A.r , 4r= F(x , r) A x . si abbia in generate Si dimostra, cbe I'uliiino de' valori tli jr., cosi calcolati, o quello, die risponde al valorc X di x, ilifferisce dal vero valore ili j , die si otterrebbe facendo d^creScere indefiiiitamente i valori numeric! di Aj . di una quantita minora del prodotto ^r^^^-.i [■) ove A, B, C sono Ire Humeri rispetlivamente superiori ai valori nu- meric! delle tre funzioni ' ' '? ' ' i/o.- ' ^ Era i limiti x-=xo, y=.jo e xz=X, j=Y\ n esprime il numeru d'elcmenli , in cui si e diviso X — xo ; $ un numero superiore a cia- scuno de' valori di Ax, non avuto riguardo al segno. Volendosi computare il valore 1 di j, corrispondenle a x = A, con un grado dalo d'approssiinazione , verbi grazia, in modo che l'errore commesso sia inferiore ad un'unila dcc'nuale dell' ordine m, bastera at- tribuire aali elementi Ax della ditierenza X — x un valore tale che si abbia iC S< (io)~(Z?-l-^C)[(i-i-Cd)»— i] (') Quesl' cspressionc del limile dell' crrore commesso e dovuta al sig. Caucbt. Vedi, per la dimostrazionc , la 28. a Lezione del Calcnlo inter/rale del Moic.no , oppurr una Menioria del Coriolis , inserita nel Tomo 2." del Journal ile Mathemntiqws - Applicando queslo mctodo all'ctfuazione d(ucos. 0) = u/'(u) , 0S , ili valori di 6. Cio fallo , sara agevole , medianle le cquazioni , d6 gds = — u 7 , cos.5 gdx — — u' dO , gdy = — iflanv.O.dO , dB ed t = — i cos. 0 di coiiscguire i valori di s, x , j , I per mezzo delle quadrature. Non tutte le forme, sotto cui puo esse'r posla I'equazione diflerenziale Ira u e 6 , sono egualnicnte proprie a dare una grande approssimazione. La forma piu conveniente pef ciascun caso particolare dipende dalla na- lura della funzione J { u) . Allorche si tratta della resislenza dell' aria , si sa che ne moti assai lenti la resislenza cresce meno del quadrato della velocita, e che il con- Irario succede ne' moli rapidissimi ; ma die uelle mediocri velocita la resislenza non si diparle guari dalla ragione del quadrato della velocita. Trattandosi adunque delle velocita ordinarie de' proieiti dell'arti- glieria , la quantita non varia, se non fra limiti assai rislrelti. In tal caso giova dare all'equazione la forma d(ucos.6) f'(u) dO «3cos.'0 u cos.* 6 e pone J~ (wcos. e> ' ■*~2|cos.35 eon che I'equazione diventa i(>8 del moto de' proietti ne'mkzzi resistenti J u II valore di u non si puo esprimere esplicitamente per via di x e j: ma cio non inonta , perche si hanno tavole dell' integrate JdS sin. 0 in 6 \ ra — — iT-t-'tang. ( -T -i I , cos.J0 cos. 6 ° \ 4 a / eoll'aiuto delle (juali si possono sempre trovare i valori di x e ili > . dati 6 e m , e reciprocainente. Sieno xo , yo i valori iniziali di x e y , corrispondenti a 5 = 6, u = B . Se x diventa x -+- A x , si ha e quindi A7=-fe>Ax, jr, = r„ -+- A Jo =Jo — -fei A x . Fonendo invece di j il suo valore in u e 6, si trova \?<,COS. S,/ \MoCOS. 9 / M de cos.20 cos.'fl, ° U, = I — f(u,,)cos.*da. Ax Similmente si trova cos.' Q, » T7-", , _ COS. ©2 I — J (u, ) cos.*0,. Ax e va dicendo. In tal modo si possono calcolare i valori successivi di it, , //, . >i E poiche 4i = r d$ r dd = x,— x0 = 2 I J7r = x1 — x, = 2 T7i = ecc. . I cos. 0 I cos. 0 0. 9, se prendesi Ax costante , la lavola dell' integrate fara conoscere i valori successivi 6, , Sx) Q3 , DEL CO.NTE PAOLO DI S. ROBERTO 1 1 >< I L'errore commesso nel calcolo dell'ulthno valore Jn = \u„cos.Qn) ili r , e minore di essendo 5= A x , e A, B , C tre numeri eguali ai raaggiori valori numerici , die ricevono le funzioni u 7- = K-M ■-r = -u l^—r1 sin. roielto in nn mezzo , di cui si conosce la resislenza in funzione della velocita, sia cpiesta funzione definita analiticamente od empiricamentc. La sola difficolta da superare sarebbe la lunghezza dei calcoli da effct- luare ; ma, |>ei proietti in uso nelTartiglieria , ehe sono cacciati con ve- locita e con nngoli di proiezione , eonipresi fra limiti assai rislretti , si polrebbero ridurre i casi da calcolare ad im piccolo numero, e ridurrt ad nn cerio numero di tavole , calcolale una volta persempre, la solu- zione di qualunque problema sul tiro. La costruzione di s'mtili tavole non costerebbe certo maggior fatica , di quella che lianno rirhiesto le tavole calcolatc dal Giuf.wenitz <,!, dal ' penning fuictri^s Orafcn \>. Oratocnip 3lfatcmif$c Wangling I'on fccv ^ohn tcr (Htf4ii(itiii)eln. 5Rp(5o(t 1764. Questa Memoria venne irmlotla in francese dal sig. Bieffbi 'otto il lilolo: Mjmoire nir la trajectoiro tirs projectiles . u cos. 0 o 0 0*0© agtz=l\ n-aM0cos. eo(tang 6o— tang. 0, ) \ M Hugh Brown. The true principles of Gunnery investigated and explnitml l.»ud d$ v/(v)~ cos.1 9 ' ove le variabili sono separate : essa fornisce immediatamente tang. 0 = tang. 6 die serve a legar la velocita all'angolo. Soslituendo ncH'equazioue g d x-=. — u dQz=. — (mcos. 0) , de cos.2 6 .. , , ,. de . . il valore , teste trovalo , di 5-7 , si ottiene cos. & f vdv Da quest' equazione si potra ricavare il valore di i' in funzione di x , (juando 1' inlegrazione sara eseguita. Suppongo tale operazione effettuala, e die si abbia DEI. U0T0 DC PnOIKTTI NE MEZZ1 RE3ISTENT1 Per avere I'equazione della traiettoria , si riprenda I'equazione ,V(/x = — (wcos. &) — r , cos. 5 dondc si ricava drj dx , dx > .,. . , cos. 0 (mcos. 0) ° v Inlegrando , eil osservando, che alTorigine 5 = 0. e •*■=<>. si lia tang. # = iang. 5, — «*#• / F(x)dx -. o ponendo in luogo di tang. 0 il suo valoi-e j- , ed. integianqo in modi. die a .r=o risponda y=-o , si trova .r x j=jetang. 0o — ag/dx/F(x)dx . II tempo si detennina , ponendo nell'equazione , vdv aSdx = -jJy) , iii luogo di txdx il suo valore vdt . Onde risulta g* r dv - )m II metodo, che son venuto esponendo per trovare le equazioni ilcl moto , e fondato sulla sostituzione della funzione /"(a mcos. 6) a. cos. 6 alia funzione /'( u) , da cui la resistenza e espressa. Se fosse f(u) = au , DEI. CONTK 1'VOI.O HI S. ROBtRTO l~ > vale a dire, se la resistenza fosse proporzionale alia semplicc velocita. le equazioni trovate sarebbero esatte ; ma in qualunqae altra ipotesi di resisteoza questo metodo iion conduce, se non se a formole approssi- male , elie il sono tar.to piu , quanlo piu ristrclli sono i limiti, fra cui varia I ansolo 0. il sit;. DlDION , Irallando del inolo tie proielli in un mezzo, elie re- sisle hi ragione della secunda e della tetza potenza della velocita, giunge, per una via diverse, a formole, che si ottengono immediatamente coll in- ihkIiiiic questa Legge di resistenza nelle equazioni sopra dichiarate. Ei \orrebbe csicndere al tiro elevato le sue formole, la qual cosa parmi non sia lecila, salvo elie si divide la Iraicltoria in inolti archi, e si faeeia rariare la costante a da un arco all'altro; cio elie equivale a calcolare la curva per punt) , ed in questo caso credo preferibile il primo metodo d'epprossimazione da me esposlo (N.° 21.). Ivl in vero la funzione a cos. 6J '( u ) / (kkcos. 6) che si suppone coslaule , ed uguale aliunde, fra i limiti dell' inlegra- zione, varia troppo, se l'engolo di proiezione e assai grande. II sig. Didiok assume J :\gc \ r I onde la funzione, che si suppone costante, e U i ■+-- i /• acos.fi a.ucos.0 i H Se 1 angolo di proiezione e uguale a 4>r>°> >' so'° primo fattore varia nclla proporzione di yZ a i , ossia come i,4 a i circa, passando dall'origine al verliee ; e varia ancora di piu del vertice al punto di caduta. Si otliene maggiore approssimazione, adoprando il primo metodo da me dichiarato (^.° 21-), quand'anche si calcoli tuita la traietloria in una volta; il elie equivale a suppone la resislen/.a proportionate al solo qnadrato della velocita. In falti , la quentita — -■-, diveuia, nell'ipotesi i ~(i del moto dk' troietti ne' mezzi resistenti di icsislen/.a ailottata dal sig. Dimon , ?c \ r J ove ;,= 833'" per le boinbe: se la velocita iniziale un= i5om (una delle maggiori velocita, clie si dia in pratica alle bombc ) , quesla fun- zione non varia in lutta l'estensione della traiettoria, se non se fra i liniiti 1,1 e i . Resta a determinare il valore della costante a. Essa dcve avere un valor tale, clie il prodolto «cos. 9 si scosli quanto ineno si possa dall'unila per tutti i valori , clie riceve fra Q=0o e 9. Qdindi e clie a. dee avere un valor medio fra nuelli , clie acquis ta 7. fra "li stessi liniiti. 1 ' cos. 9 ° Quando L'angolo di proiezione e piccolo , e questo e il solo caso, in cni si possa calcolare, con una certa approssimazione, lutta la traiettoria con un solo valore di a , allora 9 e semprc piccolo in tutla l'estensione della 1 " curva siluala sopra l'asse delle x, e quindi = si scosta poco dall'u- r 1 cos. 9 * uila. Tn questo caso e piu semplice di prenderc «=i. Quando, per esscre l'angolo di proiezione un po' piu grande, si vuole calcolar la curva in diverse parti , si puo prendere , per ciascun arco , a. uguale alia media delle secanti degli angoli format! dalle tangenti estreme. II sig. Didion fa tang. 9o — tang. 9 ove 1(5) _c do } cos.J ( 10 Si pu6 far vedere facilmente, che il valore di a cosi determinate, e medio fra i diversi valori, che riceve z fra i liniiti 6 = 60 e 6. In fatti si sa. che la frazionp a-*- a' -t-a"-»-ecc. 6 -t- b' -♦- b" -«-ccc. c media fra le scgucnli DEL CORTE PAOLO l>i S. ROBERTO 77 H. Parecchi autori teutarono di esprimere le quantita, necessaiie per In cognizione del molo de' proietti , per mezzo di serie procedenti secondo le polenze o dellascissa, o del tempo, o di an'altra variflbire. Ma l<- serie, die conscgiiirono nou sono convergent! in generale, e non divenlauo tali, se non se Era eerti limiti ; cio che le rende di poca utilila in pratica. Nulla di meno cotal metodo pu6 adoprarsi con bastante suc- cesso , quando 1'augolo di proiezione e piccolissimo. Collaiuto delle equazioni differenziali date al N." 2., e ilellt loro derivate di diverso ordine, non v' ha diflicolla a svolgere, colla ibrinola del Mxcr.AURiN , le quantita, che si cercano, in serie ordinate secondo le potenze ascendenti e intere di una variabile qualunque. In quel che segue mi rcstringerb a Irovare le esprcssioni dcllangolo, dell ordinata , delta velocita e del tempo in funzione dell'ascissa. Si ha in generale , quando nessuna delle derivate divenla infinite , F(x) = F(o)+ F' {o) -+ F" (o)—^ + ecc. Pongasi F(.r) = tang. 0 , si ha, diflerenziando rispelto ad x , cos.2 6 dx F>(x): DunciLic la quantita a a a 8 /tie cos}9 »0_ = fe(M-E(*) o tanu.0. — lang.6 /dd e media fra i diversi valori, che cos.3 9 i i c<>«- cos.Jfl acquisla Ira i limili 60 e 6. Skuie II. Tom. XVI DEL MOTO DE PHOIBTTJ NB MI.ZZI r.l.MMEMI i sostituendo, in luos-n di -=— , il suo valore ricavato dall equazinne [4], v 1. F'(jc) = — • Differ enziando una seconda volta, si ottiem' F»/t-\— '2& d(ucos.6) 1 ' — (ucos.ey' dx Ora, si ha (ec|.c [9], N.° 2.), d(ucos.6) r. , — ^— = "./(") i doiuK' , molliplicando pel valore di -r— , 1 d(ucos. 0) gj(u) dx a r)unc|ue sostituenilo 1 '— (kcos.S)1 /< Differenziando aucOra , si trova pw/~.\_ 6^' /(") <*(mcos.0) 3g' r/(i<)1' du * ' (ucos.0)4' u dx- (mcos.0)'L " J '^/.r ' ■ In- si riduce a r»(r)- 6g} r/(")y, *gzs\n.6if(u)y iS- fin)\jm' W~ («cos.fl)»L m J M«cos.tyL « J Hr(Mcos.C)*/' M. « J' ove si osservi , clie du _ #sin. 6 g/(u ) dx~ ucos.O ucos.6 Operando cost di seguito , si polranno ollenere le deriyate quarta . quinta , cce. 1'osto a==o. c notalo con u e 6 la velorita e I'aDgolo aU'origiue, si ottiene DEL CONTE PAOI.O DI . S. ROBERTO I -Ji_| ;<• (o)s*taog.0o , (u cos. & ): 1 ;_ (« 00S.3 )3 M \ o o / o 1 ' (Mocos.e0)*L «„ J («.Pos.flQ)»L «e J Kcos.SJ'L Mo J ' e quindi lang. 5 = tang. 3o —g — g> J ■ ecc. (m cos. 3 )* " u iu cos. 3 )' \o o ' o'o o / _^ jT/K) i '_ « r/K) l '(/( u) + sin. e s j __^1_ _+. M L «. J U «„ \yjK "' ^((u.cos.flj* Sostitucndo in luogo di tang. 3 il suo valore -j- , ed integrando in modo, die a x = o risponda j = o , viene 7=.xtang.3 -g/ * )-|./liO( * \ 17 b ° 3\(/cos. 6 / 3 m \« cos. 3 / In modo noil dissimile si ottengono , per determinare la velocity r-J il tempo , le due serie it mcos. 3 = w cos. 5 — jy- —a o o 2 L tio J v-7 v •' °' wocos. 3o f_ ■ «■ t S /(».)./ *, V K0cos.eo 2 m0 \uocos.0o/ [80 DEL KOTO DB' PROIETTI NE* MBZ21 RKSISTK.NTI Queste serie non sono convergent!, die per valori di x assai piccoli. Lsse possono servire , nel tiro a grandi angoli di proiezione , a calcolare l.i traiettoria per punti. Percib si premlera un'ascissa x abbaslanza pic- cola, perche non si abhia bisogno , se non de' primi termini delle serie: ed essendo dati uo e 0o , si calcnlrranno l'angoio 6, 1'ordinata r, la ve- locity u , e il tempo t , die rispondono all' estremita di x. Quiudi si prendera una seconda ascissa , c si calcoleranno le slesse quantita, ailo- praodo L'angoio e la velodta trovati dianzi. Verrll cosi detcrminato un secondo punto della traiettoria. Proseguendo ncllo stesso modo, si Iro- vera un ter/.o punto, un quarto, ecc. Quando l'angoio di proiezione e picciolissinio, le scric indicate po- tranno servire a calcolare la traiettoria tulta in un Iratto. In questo caso si potra avore la gittata mediante la serie seguente, chc si ottiene, ugua- gliando a zero il valore di j , e ricavando il valorc di x per mezzo del ritorno delle serie : u X= — sin. 2 0 8 "J 8 Notisi , die §/<«o{/er delcrininarc le leggi della resistenza nc' mezzi , le cognizioni , die abbiamo su quests materia , lasciano inello da desiderarc. DEL CONTF PAOLO Dl S. UOBERTO l8l Geneialmcnte si ammette , die on proietto ; il quale si muove in un mezzo , prova due sorle ili resislenze. La prima consisle nello sforzo necessario per separare le diverse parti del mezzo, per aprirsi un varco in esso , e per vincere lo sfregamento. Questa resistenza dipende dalla coesione del mezzo , e si risguarda co- munemente , come indipendenle dalla velocita. La seconda proviene dal inoto impresso alio molecole del mezzo, vale B dire dall' inerzia. Questa seconda resistenza e proporzionale al quadrato della velocita. Secondo la natura de' mezzi or Tuna , or I'altra di queste due resi- Stenze ha maggiore influenza. Ne' mezzi molto consistenti la resistenza totale dipende essenzialmente dalle forze di coesione ; dove chc ne" fluidi aeriform i la resistenza, dovuta a tali forze, e quasi insensibile, almeno per le velocita , che non sieno picciolissime. Quando si tratta de' mezzi gasosi , come 1 aria atmosferica , i quali sono molto compressibili , la densita diventa maggiore dinanzi al proietto in moto, c minore dietro al mcdesimo, di quella clie corrisponde alio stalo dequilibrio del flnido. Per tener conto di queslo fenomeno intro- duces! nelTcspressione della resistenza un lermine , che sarebbe, secondo I' Eui.ero (1', proporzionale alia quarta polenza della velocita, e secondo i signori Piobert e Duchemin (l), proporzionale al cubo della velocita. L' Eui.ero oppone all' introduzione delle potenze impari della velocita nell'cspressione della resistenza, 1' inconveniente , che hanno esse di far cambiar valorc alia resistenza , cambiando segno alia velocita. Esaminando i tre risultati desperienza , riferiti dal sig. Didiox nel suo Traite de balistique a pag. 45 , di cui si serve per determinare i coeflicienti dell'espressione della resistenza , trovo, che essi sono meglio rappresentati da una funzione, la quale contenga le due potenze pari, seconda e quarts , che da una , la quale contenga il quadrato ed il cubo. Per le piccole velocita , come sarebbero quelle del pendolo , e neces- sario introdurre inoltrc nell'espressione della resistenza dell'aria un ler- mine proporzionale alia velocita. Ed in tal caso conviejie esprimere la (,> Nouveaux priiiciprs d'artillerie de Benjamin Robins, commentes par Leonard ElLEh iradmts &» lallemand par Lombard (1783), pay. 36o et suiv. (l) Poncelet. Introduction a la mecanique industriclle (1839), pay. 619 et suie. l8a DEL MOTO 0%' PnOIETTI HE* MEZZI aESlSTENTI Lesistenza con due termini . I'uno proporzionale alia velocita , e I allro id uuadrato della velocity , come li> dimostrano le recenti sperienze del sii; Coram. G I. Grotto ' . Ma j»ei proiciti deU'artiglieria animati da u-i- de fair au mouvemeni nduUi Turin , 1 852. i i.i i n\ 1 1. i'Aoi.'" ii s. inii.i inn i«3 Vahri tie* co'eflicienti delta resistenta in diversi mezzi. R==4(a-*-{iu'-*-yu,>) l\ouir tie' nirai a V Douile IraUi Rocce di calcare oolitico 1 3 ooo ooo ■ 80 O 5 5ao ooo 8a, 8 1 I.c^no
  • <> IOOO pr'nno per le velocita di /|i)2n', 22(1'". <>;)'", 22"'. Le velocita delle bombe riel tiro ord'mario de' mortal superaiio rara- mente i mo"', lo slesso dicasi delle velocita delle p;i lie e delle granate nel tiro in areata de' cannoni ed obici ; sirche in questi tiri . se ii"n si ,,S( DEL MOTO D«*PR01BTTI t»s' MEZZl RE8ISTENTI lii l)isoi;iio di una grande csaltezza , si pub fere la resislenza dell' aria proporzionale al quadrats della veloeita. Se si Iratlasse di picrole veloeita nell'aiia , sarebbe mestieri tli ag- giugnere nn lermine proporzionale alia semplice veloeita : e per Ic velociti picciolissime sarebbe pur d'uopo d' introdurre nn termine costanie. Ala per le veloeita in uso uell artiglieria non e necessario di lener eonto ili ((iii'sti due termini. I coeftieienli sopra nolati per laria, sono relati\i ad una densita ili cjuesto lluiilo lale, clie un metro cnbo di esso pesi i ,h , ao83 ; la quale lOirispondc ad una lemperalura di lS'c. , ad una pressione barometric a di o'n, 75 , e ad uno slato igromctrico di - , che risponde a 720 dell i- !*rometro di Satjssure. Nel easo di una densita iliversa, ed in eui il peso di un metro cubo d aria sia 5 17) . Laonde la resistenza, che prova una palla sferica nell aria, e uguale al peso di un cilimlro d' aria del medesimo diamelro , e di un' altez/.a cguale a 0j 6iti,-.'\h-i-o> 000 025 46/V . 11 sig. Comni. (liur.io trovb , per mezzo de' decrement! delle oscilla- zioni del peudolo , che la resistenza provata dalla palla del medesimo equivalc al peso di un cilindro d'aria, che ha per base il gran circolc ili questa palla, e per altezza la 112"" parte della sua veloeita, pin i flue terzi dell'altezza dovuta a questa stessa veloeita. II coelliciente -^ della prima potenza dell' altezza , da lui trovalo , dillerisce solo di — circa da quello sopra mentovato (,). 10 Ecfo le altezze della colonna d'aria, il cui peso b Uguale alia resistenza. DEI. COM!'. I'AOI.O MI S. ROIIER'K) I 85 Per passare ilal valor della rcsislen/.a in chilogrammi al valor dell ac- . ill ra/ioiie in nietri, devcsi dividere K per la massa del proielto. Quando il proielto e sterico, se si nola con A I area del suo grail circolo , e con 2 2 A D A I) il suo diametro, il suo volume t* -AD, e la sua massa -■■ : issendo A il peso di un metro cubo della materia, onde e t'ormalo, < g hi grsvita. Trascuro il peso dell'aria sposiata dal proietlo , ed il peso dell'aria . die lo accompagna ( N.° 2. ) , per la ragione clie eiascuno di (|uesli due pesi nou e ehe una piccolissiina frazione del peso del proielto. Si ha adunque 3 g H _3 gi 0,03874 ,/ 0,00000008 ,Y I'OIH'lldo j g n _o go 0,00074 ,/ 0,00000000 ,1 = 2A1Ta~ T'lT\' 772083"" i'"1 o, o38 7', " ' 1 A 1 i,2o83 A i d g- o, o38 74 0 si ottieue V o,o3874 y O, 000 000 00 u I u \ "—It?""??- Laondc si ha per la funzione , che esprime la resistenza dell ana ad mi proielto sferico , Non si hanno linora sperienze precise sulla resistenza. che incontr&nO Mcondo f^li Aulori seguenli : Newton. Tempelhoef o, 5 /» ; Borda. Lombard o, 6 It : EtLERO o, 5 /1 ( 1 ■+■ o, 000 1 1 /1 ) ; Dlchemin o, 5 1 2 It ( 1 -•- o, 0024 « ) ■ Didion. Per le palle o, 438 h [ 1 ■*■ o, 0021 11 " Per le boinbe o, 529 h f 1 +o,onn« Serib II. Tom. XVI. DEL 1101 0 1>K PROIKT'I'I RK '.MEZZI RI.SISTKNTI i proietti oblunglii, introdotli in (piesli ultimi tempi, e il cui uso si va turni ill piu esleiicleiuto. La resistenza sofferta da simili proietti e senza dubbio minora ili quella de proietti sferici , e tanlo piu piccola, quanta piu grand* e I'acuita della loro parte anteriore. Vqlendo far concordare le sparientej che si conoscono sul tiro di questi proietti, colle formole balistiohe . inimt.n ridurre di mollo i valori soprannolati de' coefficient! /• Hi. Dopn aver iissato l'esprcssione della resistenza de'mezzi ai proietti dell'artudieria . vcniamo all 'applioazione dclle formole fin qui dichiarate. T principali problemi di balistica, che occorrono nella pratica dell'ar- tiglieria . sono i seguenti : i." Determinare la passata de' proietti ne'mezzi resislenli, di cui >i compongono le diverse specie di ripari militari , come terra, muri, legnami , ecc. a.° Determinare il moto de' proietti , cacciati nell'aria con grandi velocila , e con piccoli angoli di proiezione. Questo c il problema del tiro teso (,) . 3.° Determinare il moto de' proietti, lanciati nell'aria con deboli ve- locity , e con grandi angoli di elevazione. Questo problema si riferisce al tiro in areata , ed al tiro di rbnbalzo. 10 Chiamo tiro teso quel tiro, in cui il proietlo, nel suo tragitlo fra la bocca da fuoco ed il segno , scorre per una linea pochissimo diversa dalla retla. I Francesi In rhiamano tir de pltin~fouel. I Dizionarii militari ilaliani non hanno nome per qaesta specie di liro. 11 tiro di ficco , a cui il Giussi, nel suo Dizionario militare, vorrebbe dare quota Bignificazione , non mi pare acconcio , per6 che risponda al tir fichant de' Francesi anzi che al tir it plein-fouet , come risulla d'altra parte dalla definizione, che si legge ncllo stesso Dizionario, del tiro ficca/nte. 11 D'Antoni lo chiamb tiro ret- lilineo, la qual loeuzione , parmi, debbasi shlggire, perchfe t'oiulala sopra un' idea falsa. In Piemonte chiamasi da laluno tiro di lancio; ma questa denominazione non ha in favor suo l'autorila di alcuno scriltorc di buona lingua . e parmi molto impropria. DEI. C0NTE l'AOI.O DI 8. ROBERTO I." PKOBLEMA. Passata de1 proietti ne'mezzi solid i. 27. Secondo cio che precede, la resistenza, che un proietto prova nel muoversi in un mezzo solido , e rappresentata da R=A\k+$u%) ; ove A e I'area del suo cireolo massimo; yz*°-3dz rinchiudono la soluzione di lulti i problem! relativi alia pussala de pro ii'lli , (|iialnra facciasi 3« 3f3 "-TDK' b~TDl' Ma la cosa, di cui si ha principal bisogno in pratica, si i' la passata loialp del proietto. Si trovo addietro (N.° 19.) '"».i , . , / 1a1 — i \ b , e»«*J=n-( — s )-»„* , \2« — 2/a ° donde _ i \ / 2 a * — i \ b x( & = r / < i -H ( = ) - u ) ■ 2gb J \2a — 2 / a " \ Allorche u i niolto grande , come avviene pei material] ordinarii, si ha sensibilmente 2gb \ a ° } DEL COBTE PAOLO DI 8. &OBEHT0 \Si) I'onendo in luogo di wo1, si pub svolgere il logaritmo in serie, e si ottiene v<\ i ft i a* v i = 5 — h[ !-»„' '-—m '-»-eec. Vei valori di it piccoli in confronto di ^ , questa serie e mollo convergente ; ed allora si ha con suflicente esaltezza , limitandosi al primo terminc , SgctU" 3a ° ' La qual cosa equivale a suj)porre la resistenza del mezzo indipen- dente dalla velocita. 2.° PROBLEM A. Tiro teso. 28. Eseguendosi sempre il tiro teso con piccoli angoli di proiezioue, vi si pub applicare il secondo metodo d'approssimazione, dichiarato al N." 23., secondo il quale si sostituisce alia traieltoria reale la curva de- scritta in un mezzo , la cui resistenza e espressa da /'(km cos. 0) a cos. 0 Assumendo / ( a) = aui-+-bu< , I'ipotesi, die si fa, equivale a supporie . chc i coefficient! n e /', invece U)(i DEL MOTO DE PHOIETTI NE MF.Z7.I RBSI8TENT1 ili essere coslanti, sieno il primo proportionate a cos. 9 , il secoiulo ;i <-os.;,: Quando L'angolo 0 varia fra i limili , die comporta il tiro leso, a e l> variano assai poco. Per cagion d'esempio , facendo variare 0 da + 5" a — 5°, il coeflicientc a varia fra i e 0,996, o il coefficient!' h Ira 1 e 0,989. Al vertice , ove 0 = o, i valori de' coefficient! variabili coincidono coi loro veri valori, se prcndesi a=i : ed in lutti gli altri punti sono minori di essi. Questa ipotesi da aduuque una resislenza un po' troppo debole ; e quindi essa deve aunicntare tutte le ordinate, e dare una rurva situata tutta al di sopra della traieltoria reale. Si pub facilmenle ottenere una curva inferiore alia Iraieltoria reale, ponendo cos. 0o Mlora i coefficient! variabili cos.© cos. 9 I cos. 9 y \ cos. eo ) coincidono coi veri all' origine ed al punto , dove I7 inclinazione della curva e uguale a — 9o ; sono maggiori dei veri per tutti i valori di 0 rompresi fra -4- 9g e — 9o ; raggiungono un valor massirao al vertice ; e sono troppo piccoli pei valori di 9 minori di — 9o . In tal caso la curva ottenuta e inferiore alia traiettoria; ma prolungata di la dal punto, dove 1' inclinazione e uguale a quella aU'origine , deve approssimarsene e linire per tagliarla. Scegliendo adunque convenientemente il valore della costante « , si pub conseguire a piacimento una curva superiore od inferiore alia traiel- toria reale. Se introducesi nelle formole date sopra (N.° 23.) la legge di resi- slenza espressa da si ti'ova V ax _ P dv DEL COHTB PAOLO Dl S. HOUERTO lf)l , .I cllettuando I' integrazione ax k'o* (i'*-+-c*) ~k — i.»(vo» + c») ' donile si ricava li quincli XX ,=*tang.S _^A-.(-2-H-)(e ---.)— ^j - oppure, avvertendo che i' = «wcos. 6, Ponendo a = i , si ha per I'equazione della traiettoria e , t'acendo « is =- > cos. SB b ° L \». W\ kcos.6o I ac'cos.^J L'ultima equazione fornisce una curva inferiore alia traiettoria reale, e quella che la precede una curva superiore. II tempo e dato dall'equazione ■("■£).' dalla quale si ricava c c c aucos. 0 au cos. 5 -t< = z g. -j-arc. tang. arc. tang. — 2 2 • a A ocmcos.G «« cos. 9 ° c C o o Quando l'angolo di proiezione e mollo piccolo (clie e il caso piii or- dinario nel tiro teso ) , si pone, per maggior scmplicita, cos. 5o= 1 , 1Q3 DEL UOTO l>K PROIETTI RE MEZZI ItKSISTIVll ed allora si hanno, per risolvere tutte le question! del tiro, le equazioni J x _l_ /_!_ l_\ 7 |^ I 7?~ \h}~*~c*)C e* ' c c c 11 it,, — / = h arc. tanc. arc. tans.— a A- h u„ ° c c Ponendo t' = oc, si cade sulle note equazioni del liro leso nell'ipo- icsi ordinaria della resistenza proporzionale al quadrato della velocita: |;=.v,„s.,-»fp-f-,). ■xk u =. u. e \ " "* I "o \ / Posto A = oc , e il coefticiente della quarta polenza della velocita j— - = A' , I'cqtiazione della traielloria diventa A'.-3 . / x * A x \ ' o Ouesla equazione suppone la resistenza dell'aria proporzionale alia quarta potenza della velocita, ed alia terza polenza del coseno dell'an- i;olo forma to dalla tangente coll'orizzonte. 1. dide-Memoire cfartillerie navale par Lafay (Paris, i85o) propone, a pag. 53i , una formola eguale a questa , e dice clie la sua legittimita c prorata cosi dalle spericnze falte a Gavre durante i 18 ultimi anni, come dalle sperienze di Metz riferile net Trattato ilel sig. Didion a pag. 394. A questo proposito giova avverlire, che conviensi andar mollo guar- ilmglii in silTaiia nianieia di giuslificare le formole per mezzo de' risul- tamenti del tiro. E nel vero posia un' equazione della traielloria, se , DEI. CONTE PAOLO 1)1 S. ROBERTO 1()3 mediante i risultainenli del tiro, si determinant) i parametri, che con- liene, e se i valori cosi Irovali si famio servire a calcolare altri liri , puo accadere , che , inerce un compenso d'errori , la pratica s'accordi colla leoria , scnza che I'equazione adottata rappresenti esatlaniente la traiettoria reale. Un esempio notcvole di questo compenso d'errori l'abbiarao nella teoria parabolica de' proielli nel vuolo , la quale fu per piu dun secolo, dal Galilei al Robins, creduta applicable al moto de' proietli nell'aria; ed anzi il Blondel c il Belidor tentarono di confutare le obbiezioni fatle conti'o 1' ipotesi del moto parabolico in un mezzo resistente; e il Belidor pretende aver fatto sperienze tali , che distruggono fpielle obbiezioni ('\ Silialta illusione proveniva da questo, che , non essendo la velocila ini- /.iale conosciuta, la si deduceva dalla gittata ; onde che risultava neces- sariamente molto minorc della velociti reale; ed introdotta nell'equazione della parabola , si conseguiva una curva , che era inviluppata ilalla traiet- toria reale , dal punlo di partenza fino al punto di cadula ; ma che non ne diiferiva notabilmente. Acciocche I'accordo delle giltate ottenule in pratica con quelle date dalle formole , sia una prova della giustezza di queste, richiedesi , che la velocita iniziale , e gli altri parametri contenul.i nelle formole , sieno determinate in un modo indipendente da esse. Qualora l'angolo di proiezione sia talmente piccolo da potersi trascu- rare e il termine in sin.26o , ed i seguenti , nella serie concernente l'am- piezza del tiro (N.° "23) , si polra calcolar questa colla formola semplicissinia x = — sin. 2 0a { i — 2J(u0)sm.Oc\ ;') Quesla illusione inlonio alia poca influenza della registenza dell' aria, era cost generate sol linir del secolo XVIl° e sul principiar dello scorso, che, nella sloria dell'Accadeniia delle Scienze di Francia , leggansi, dopo la enumerazione de'lavori di diversi inatemalici sopra la leoria del moto parabolico , le seguenti parole : « II ne » paralt pas que Ton ait presentemenl rien a desirer sur la pratique de eel art yuel/a di scagliar bombe I. Peut-etre seulement pourroit-on encore perfectionner ("instrument » qui sert a pointer la piece ou le morlier Mais la geometric " etant quitte . pour ainsi dire, envers la pratique, est en droit de ponsser plus loin » la speculation , ct de donncr quelque chose a la simple enriosite' . qnand I'olilite » est salisfaite. » Hist, de l'Acad. R. des Sciences. A. 1707. p. 12:'. Serie II. Tom. XVI. MOTO !•! PI\OIETTl NE MEZZl i: StiStl St I ,{. PROBLEM A. Tiro in areata i\). Le formole teste rsposte, se possono ancora, ovi non si richiegga una grande esaltezza . service a calcolare il liro di rinabalzo, non son'o nib applirabili al tiro in areata; perchc altora I nngolo dells tangente varia Ira limili troppo discosti nellYstensione dclla traiettoria, quesla specie di tiro il miglior parlilo, qucllo si e di calcolare pec- nunii ciil primo metodo d'approssimazicme (N." 21.) diverse iraiet- torie, e formarne tavole simili a quelle , che furono calcoiate nell' ipotesi di una resistenza in ragione del quadrato della velocita. Se non che prima d inlraprenderc cotal lavoro, che richiederebbe tempo e l'atica , sarcbhe mestirri di aver cognizioni men vaghe , e piu sienre sulla resistenza dell'aria , e, in difello di una teoria matematica, che consenla ili csprimerla eoi segni usali nell'analisi , avere ahneno una serie di risultati precisi e sicuri, dai quali si possa dedurre una lavola mum rica , od una curva . che faccia eonosecre la resistenza corrispon- dente a ciascuna velocita , e reciprocamente. E' non v' ha dubbio, che le important*! sperienze insiituite a Metz , ii. olio accrebbero le nostre cognizioni su lal soggelto ; uulladimcno ri- i langono aurora molte incerlezze da dissipare. (ili apparecchi eletlro-magnetici per misurare le velocita de'proietti, '(uando sieno oondotti alia necessaria perfezione, paionmi conveuire piu ticolarmente a sillatlo geneve di ricerche. Con questi apparecchi si pui> misurare la velocita in diversi puuti della stcssa traiettoria : dove che col pemlolo halistico non si puo determinate la velocita a diverse distanze , Be non sc operarjdo su traiettorie diverse. Ora ognuii sa, ehc quantunque si ponga ogni possibile cura per mettersi sempre in circo- Stanze pari , tutlavia le velocita iniziali variano assai ila un eolpo al- raltro: il che lende a diminuire l'esallezza de'risultanicnti cosi ottenuti. Mediant <• diversi bersagli reticolati , assai vicini, c colTaiuto dell'ap- parecchio del sig. Maxez , o di altri cleiio stesso genere , non sembra difficile determinare la velocity sopra diversi element! della traiettoria , ui inclinazioni sienc CCnosciiile; allora per mezzo della formola (N." t.\ DEL i.Ovn: I'AOI.O Ul S. IluUEltTO ■/(mcos. 0) it, 10 =/(") , ■ Ik- lega i decrementj della velocita ori/.zontale ai decrement! del I 'an - polo cntotirf i»crlin, 1842). Trovasi una tradnziooe J. quesle tavole in Francese, fatta dal sig. Rieffel . sollo il tiloln: Tables baKstiqw m'ralcs pour le lir ilevi (Paris, I84S l>) Legendre. Dissertation sur la question tie balistique prqposie par I'Acadanie Royal* des Sciences cl Bclles-Lettres tie I'russc pour It prix tic 1782, qui lui a etc atljuge dans I'Assemblee publique tin 11 juin. Quesla Meinoiia venue risla nipat.i a I'.ni-i dal CE' I'ROIETTI NE MEZZ1 11ESISTENTI Fram us " per calcolarc Le traiettorie elevate, nell' ipolesi clella resi- stenza proporaionale al quadrato della vclociia. Si dividera, per csempio, la traiettoria in due rami, I' uno ascen- dente dall origine al verlice, l'allro discendente dal vertice al punto di caduta. Chiamando k' laltezza dovuta alia velocila del mobile al verlice, si ha /j.cos.'S. n = — H-a^cos/^KU in cm Hf =/(«.) , „ . . . i I sin. 0 , In 0 \ I v ' 2 | COS. Q \ 4 2 / ) Si determineranno le coordinate del punto culminante , che nomino x', y' , mediante le due equazioni V=l-™e°+ci{-^¥=c)> che trovansi all'art.0 5i della Dissertazione del Legendre , e dove a = sin. 0 cos. 6 , _ k ' tans. 6 C=cos.6o rf-*, <'' L'opera del Franpais non e slampata : sc ne Irova un estratlo nel TraiU ar h. Didion (Paris, 1848 J. DEL CONTE PAOI.O HI S. HOBERTO I y^ L' ainpiezza del ramo discendenle , che denomino x", si ricavera dall'equazione 4 K , x"' -TJ = ~ IP" che rinviensi all'art." 66 della sopra citata Dissertazione, e dove si puo premiere k"- h' ~fW)- L ampiezza totale sara eguale a x'-t-x". hot a. Applicazione delle formole precedenti ad un caso particolare. Prendero per esempio la curva descritta da una bomba da om, 22 , cacciata colla velocita di 120"', collangolo di 45°, in un mezzo di den- sita costante, e la cui resistenza sia espressa da ove 1 J 2gc\ V I c = 992m , -=0,0012 , J? = 9m,8og . W /■ Collaiuto delle formole (N.° 2i.) I I o o \ ecc. ecc. ecc. , W Questi valori delle coslanli sono rica>ali dal Traile de balitliqm j<« Dn>ii n Tav VI. M DEL HOTO DE PUOIETTI \l Ml/./.! ni-.SIS'l E\T1 1(G) ~~ ) cos.3e ' dcolera una serie di valori
  • in si ricava pei valori delle coordinate, da 3 = 3(j", Gno a 5 = 35*. a = G3'", 3', T = 47 , « . Facendo quindi variare gli angoli 6 di 2°-, si otliene ondc die 5 h /i tang. <5 35° 411 "',7 288"', 3 32, 5 371 ,0 236 ,3 3o 338 ,0 195 , 1 7 = 4' ,6 , da 8 == 35° fino a 9 = 3o°. Sc , partendo da 3o°, si fauno variare gli angoli 0 di 5", si fount 11 In lavola segueote : 0 h h tang. 0 3o" 338"1, 0 i95"\ . 25 288 ,3 1 34 ,5 ao 253 , 6 92 ,3 i5 228 ,7 61 ,3 1 1) 210 ,8 37 ,2 5 198 , 2 ■7 ,3 0 i89 ,6 0 300 DEI. MOTO DE PROIETTI NE MEZZI HESISTENTI Hondo si ricava, da 0 = 3o° fino a 0 = o°, ansssSr*, 2 , J= 76 >° • Sommando insiemc i valori trovati di x e di y , si avra per l< co- ordinate, che rispondono al verticc della curva , ,r = 5o5m, 7 , y = 280 , o . Passando al ramo discendente , sopra il quale 2 diventa negative. . facendo variare l'angolo di 5°, si formera la tavola seguente : 0 h h tang. 6 0 0 189'", G Qm — 5 1 84 ,4 16 , 1 — 10 182 ,2 32 , 1 — .5 182 ,9 49 >° — 20 186 ,3 67 ,8 — 25 J92 >1 89 >9 — 3o 202 , 3 11G 38 — 35 2i5 ,8 i5i , 1 -4o 233 ,8 196 ,2 -45 257 , G 257 ,6 — 5o 288 ,6 343 ,9 dalla quale si ricava ar = 36im,9 j = —199, 2 pei valori di x e j compiesi fra '1 verlice ed il punlo, dove 0 = — 5o Facendo quindi variare langolo 0 di 3 gradi , si ottient- DEL C0NTE PAOLO 151 S. ROP-KRTO 301 0 h h tan^. 0 — 5o° 288'", G 343'", 9 — 53 3 1 1 ,5 4-3 ,3 — 56 338 ,2 5o t ,4 donde .r = 65m, 4 , j = — 87,2 , da 0 = — 5o° fino a 0 = — 56°. Di hum In che i valori di x e _/ dal vertice fino a I punlo . dove x=427m,3 , j = -286,4 • 5 = — 56", sono L'altezza del ramo ascendente , che si e trovata sopra , e infei'iore a questa di 6m, 4 ; onde che, per avere lampiezza del ramo discendenle, bisogna diminuire 427m, 3 di 6m, 4. cot. 56°=4ra,3 . Si ha adunque Ampiezza del ramo discendenle 433,n, o Ampiezza del ramo ascendente 5o5 , 7 Ampiezza totale 928m, 7 Altezza del tiro 280, 0 . Poiche 65ra, 4 corrispondono a 6° di difierenza nell'angolo Q, si trova che 4m, 3 rispondono ad una difierenza di 24' circa; di modo che I'an- golo di caduta debb'esserc intorno a 55° 36'. Nel calcolare i valori di x e jr colla formola delle quadrature del Simpson , non si e tenuto conto dclla correzione , che sarebbe facilissimo ottenere , formando le diilei'cuze quarte deT valori successivi di h e di h tang. 6 ; perche essa non ha influenza sulle cifre dccimali, che si sono ritenute. Serie II. Tom. XVI. *b ana m i. moto he proietti ne mezzi resistenti Grado d'approssimazione. taciocche i risuliainenti, teste trovaii , possano servire di paragone pei giudicare del gcado di precisione degli altri ruciodi d'approssima- zione, egli e necessario di fissarc il limite dell'errorc commcsso. Se si DOta con s Icrrorc commesso sul valore di -, *-. , si ha (N.° 21.) h cos. 0 6< (g±^)[('-^)--']a, in cui B e un numero uguale o superiore a ciascuno degli elementi della differenza X — x0 ; n , il numero di questi elementi; A, B, C so no Ire numeri uguali o supcriori ai piii gran valori numerici , che possono ricevere le funzioni :-(-,-) — sin. 6. cos. 6 , cr cos.1 0 , 2gcr fra i limiti dell' integrazione. Esaminando tali funzioni , si scorge , che , nel ramo ascendente , i loro valori \anno scemando, accostandosi al vertice. Onde che, in queslo ramo , si pub prcndere per A , B , C i valori acquistati da dette fun- zioni al primo limite dell' integrazione. Nel ramo discendente la prima decresce dal vertice fino al punto , dove ha luogo la velocita minima ; e di la cresce fino al punto di caduta. La seconda funzione, al contrario, cresce dal vertice fino ad un punto. dove diventa massima ; quindi scema fino al punto di caduta. 11 punto corrispondente al massimo si trova mediante l'equazione 2 cos. 0-\-f{u) tang, i fi = o , la quale fornisce 0 = /|O° circa. II valore poi dclla lerza funzione de- rresce dal vertice fino al punto di caduta. DEI. CONTE PAOI.o D( S. ROBERTO 2o3 Nel ramo discendenle adunque convien piendere per A , da! vertio lino al jmnto , dove 0= — i5° circa, il valore, che acquista la prima liin/.ione al primo limite ; poscia da questo punto fino al punlo di « :a- duta pretidere il valore, che riceve al secondo limite. All* incontro si prenderi per /?, dal verlice fino a 4o°, il valore acquistato dalla se- conda funzione al secondo limite; e di poi quello ottenuto al primo limite. Quanto a C si prendera sempre il valore, che riceve la terza funzione al primo limite. Calcolando con tali norme i valori di A , B , C ; e chiamando r, , |, u gli errori commessi sui valori di h, x, y, si trovano i risulta- 30 j DEI. 1M0TO DF, PIIOIETTI NE MEZZI RFSISTENTI ?- 1 « to 6 in CO 0 O O 0 <71 O en O 0 re CI o d in O 0 D in o o M O 0 CD <£> en r*» o o a O 0 en O O O 0 i o o o 9 en O 1 O 0 O 1 0 1 O 9 1 e -^r I to en 30 ft en CO 00 en 0 0 0 n o o 0) 0 0 el 3 5 0 O 0 en 9 0 Q o Q 0 O en 0 1 0 0 0 0 0 9 9 0 c 01 O r> r> ft 0 m M o ft CI 0 CI a ^a- in 0 o o o e* 0 -« 91 o o o b 0 en en 0 en o 9 o 0 O 0 0 0 O O 0 a 0 c m o en en CO o en o ft 9 0 c « o a m 0 o o en r*» 0 in en in a o o O 0 en 0 0 en • o o O ei 0 9 0 O O 0 9 9 vr in c* en o ft c en en 0 0 n a o o o O 0 en 9 0 en o o o" 0 ci O 1 0 O O O 9 0 9 3» m en « m o SO Z O 0 c ?i o en CO 0 o o m -cr 0 ** •*r ^*" 0 a 0 c O ft 9 9 « o* d 9" 0 *o 6 1 O 0* O C 9 0" 9 II 1! 11 11 11 A, _y v_ v_ __A V_ ^A 3 ■ DEI. f.ONTE PAOLO DI S. nOBFRTO Ciascun valore del limite dell'errorc £ si componc di due parti : la prima espressa da (^)P^^]». e dovula all'alterazionc , che riceverebbe lultimo valore di t r; . se h cos. $' invece di dividere 1' intervallo dell' intcgrazione in n parti, si dividesse in un numero infinito di parti : la seconda si ottiene molliplicando l'er- rore commesso sul primo valore di -; r-^ per 1 /(COS. 5 r (•-+•£?»)■ ; ed e dovuta all'alterazione prodotta sull'iiltinio valore di -, j-^ dalla 1 ncos. o variazione del primo. W \wertasi, die nel nostro caso la prima parte dell'errore i negativa da 45' a — i5", e da indi in la sempre positiva. Per calcolare i limiti degli errori commessi su x e j , si c supposto, che 1'errore fatto su h , si mantenesse ugnale in tutta 1' estensione del- I'arco , che si considera ; cioe, si e calcolato il limite dell'errore corri- spondente ad x colla formola e quello relative ad j colla formola , cos. Q inl x ■ cos.So Sieno x' e j] lampiezza e l'altezza del ramo ascendente ; x" e j" I'ampiezza e l'altezza del ramo discendente da o° a — 56°; £', v', §", u" gli errori corrispondenti ; si avra x' = 5o5, 7-*-?' , y =280, 0+u1 , x" = 427,3 + |", y=386,4-t-u", ' Vi-ggasi la gia citala Mcmona del Coriolis nel Journal <» e o e — o,36 e • — o, 3(i e < o, 4 1 • L'ampiez/.a tolalc , o giltala G, Sara G=x'-f-x"— (/'—/) col. 56° , ovvero Gsr9a8,7-l-|'*T-i"— (u*— a^«ot.56° , Se in questa espressione si mellc in luogo di £,', §", u' i loro limili superior!, ed in vece di u" il suo limite inferiore, si otterra un valore snperiore alia vera giltata. All' incontro, si avra un valore inferiore , so- stituendo a £', %", u' i loro limili inferiori , ed a u" il suo limile superiore. Sara adunque G < y3o "', 3 , G>927 ^9 • Sicche , preudendo la gittala uguale a 928'", 7 , siam cerli di 11011 fare un errore assoluto maggiore di im, 6, ne un errore relativo mag- giore di -=^- . 300 L'errore assoluto commesso nel prendere I'altezza del tiro uguale a 280'", o . non e maaaiore di o"1. 2 , ed il relativo di — ; — . 8& i 4oo Di qui si vede , che il prinio melodo d'approssimazione e susceltibile di una grande precisione ; poiche il vero errore commesso e senza dubbio molto minore di quello or ora trovato. Risultamenti , che si ottengono , adoprando le tavole del sig. Otto. Supponendo la resistenza proporzionale al solo quadrato della velo- cita , e prendendo Ml. r.OMTE PAOLO M S, l.ni.F.IlTO 20" * = '' = 99a _g6 . ( U0 I -+-i),(io I ;>X I 2(1 trovasi, mediaute le lavole del sig. Otto, essere la gittata uguale a ,)iS';5, l'allezza del liro i'jg", 5 , I'angolo di caduta 56° 5'. Cotal gittata debb'esserc niinore della vera, perche , stante i I valore atlribuito a k , risulta la resistcnza troppo grande in tut la lestensione della traiettoria. Per avere una gillata maggiorc della vera, basla far corrisponderc il valore di k alia velocita minima ; la quale si trova essere 59™, pren- dendo £ = 867"': poiche in tal modo si rendc la resistenza troppo pic- cola in tutta la traiettoria. Cosi operando si oltiene A=926ra; gittata = 939"', 2 ; altezza del liro = 283m, 8 ; angolo di caduta =55° 3-'. La media aritmelica fra le due giltale , 928"", 8, si accosta molto alia gittata vera. Bisulta merit i forniti da I metodo del sig. JhDioti. Le formole del sig. Duiio> , quanilo si consideri la traiettoria intera in nn solo arco , c che si assuma v= SUV) } tang. (45 ) ilanno una gittata eguale a 943m, 5. Queslo risultamento e piu lontano dal vero, che quclli ronseguiti poc'anzi , mediaute le tavole del sig. Otto. Se per avere maggior esattezza si divide la traiettoria in cinque archi il priino da 45° a 3o° ; il secondo da 3o° a 0° ; il terzo da 0° a — 3o°; il quarto da — 3o° a — 4^° ; *' quinlo finaliiientc da — 45° fino al punlo di caduta ; si oltiene per la gittata 9321", 3 , per laltezza del tiro 38 1 m, 9. La gittata dilVerisce almeno di -^r dalla vera, e laltezza del tiro di -j^ . io4 Nel trattato di balislica del sig. Piuio:> trovasi descritta graficaniciite la traiettoria, che qui scelsi per esempio. Dal diseeno, clic ivi rimiensi, risulta che 2i>8 DEI. moto de'proietti Ne' MEZZI RESISTElNTI L'ampiezza del ramo ascendente c 5 1 4 "' L'atnpiezza del ramo discendente 4^o L'ani|iiezza tolale g44 L'altezza del tiro 286 La velocita al pun to di caduta 71), 5 . Di qui si vede , che la costruzione grafica adoperata non e guari precisa. Calcolo separate) del ramo ascendente e del ramo discendente col metodo del Legendre. Da ultimo calcolero lo stesso esempio colle formole del Leokmjre . ilate piu su (N.° 29.). L'altezza dovuta alia velocita al vertice si ricava da h' h cos.'Q *^§ it' *{ •' 00 o Ammettendo sempre la stessa legge di resistenza, si ha "o 2sc Onde che Essendo Mo=i2om, e quindi /'„ = 734ra, 5o = 45°, ?(go)=i, i477934, c = 992m, i=o,ooia , si trova h' = i86m , e pero u' = 6om . Variando adunque la velocita nel ramo ascendente fra iao"' e Go1", prendero , per determinare k , una velocita media aritmetica fra queste due estreme , ed avro A' = 92? = 895m . i-Ho,ooi2X9° DEL CONTE PAOLO DI S. ROBERTO :iol| 1., ampiezza e I'altezza del ramo ascendente sono, prendenclo A pei unita . x> as I -cos. 0.-+- CI I ' ~T C .) , \ cos. 60 — C I r' *s a? tane. 9 — ~— ( i — cos.5 0 , ) : ove £?=cos. tang. 0o 4 A. « = sin. 0 .cos. 0 . o o Fatte le sosiituzioni, si ottiene C = o,4o23 , «=- ; j^= o,5638 , y'=o, 3i3o . Nfoltiplicando per I'unita di misura , si irova : Ampiezza del ramo ascendente So^, 0 Altezza del tiro 280 , 1 Faeendo //' ^= 1 H(i '" e ^'=280'", 1 nell'equazione x' 4 A' , e prendendo 6~¥' r = "a w, =9^5' 1 + 0,0012x00 si irova 420"', 5 per lampiezza del ramo discendente: la quale, aggiunta all ampiezza conseguita pel ramo ascendente, dara ['ampiezza totale uguale a i)25'", 1. Quesl'esempio mostra, che sifiatto nietodo del Legendbb, qoalora si faccia \ariare convenienleinente il valore del coefticiente della resistenza di'll aria, c suscettibile di una precisione maggioiv di quello del si°. Didion mentre che i calcoli ne sono molto meno complicati. Sf.rie II. Tom. X\ K 31 I H\<.Kitn\\\ik\i!iii uin:i<;\\\i!m PIG1LLUS AUCTOKK J. I) E VOUKI.S Exhib. 17 decembris /854. f arvo hocce opusculo exhibentur Jungermanniearum species aliquot Chi- lenscs et Columbicae , quas fere omnes educere eontigit e distinctis fa- sciculis plantarum Cryptogamicarum , superioribus aimis a rev. De Negri Botanices sedulo cultore, et a clarissimo INI. D. Ph. Dk Fiuppi, in R. Ar- ehigymnasio Tanrinensi Zoologiae Professore benevole mihi commissis. Chilenses species, unica tantum excepta, debenlur Pliarmacopolae Clavarensi D."° Puccio Valparaiso olim commoranli , Columbicas vcro , cum muscis rarioribus proxime describenilis , gazaruin naturalium ad iluim-n Napo collectarum a strenuo Mediolanensi peregrinatore D. Oscilati particulam sistuot. Collectionem Columbicam , mnscoruni numero |)racsertiin super- bienleni, a cl. Professore Dk Fii.ippi accepi, Chilensem a rev. De Nec.ri , iiscjue , data occasiouc, gratias quammaximas memori meuic persolvo. Pleraeque bae species novis nominibus signalae, Dec temei'e , nee in- consulte hie prodeunl ; adprobatione etenim clarissimorum Virorunij in hac re pcrilissimorum , amiciss. Montague el Hamburgensis Profess. Lkhmamv, earundem descriptionem adgredior. Defectu fructilit •aiionis (juo species pleraeque peccanl . mcileri Btadui, diugenti, per quantum fieri potuit , structurae foliorum descriptione, quae .1 . optfmos, insignesque saepe characteres suppedital ad species difficiliores distinguendas. Foliomtn Structure, sive sic dicta areolatio, leviler nimis ab hepa- fu-ologiae scriptoribus hodie significatur , splendidiorcsque hepalicarum icooes IIohmri, MontagneIj LiNDF.NBERGii, hoc sub respeclu, plerumque mancae esse videntur, ronfidinmsque hoc nostrum ut ut valde imperfectum specimen, viam in postcrum , in hepaticis describendis. lonendam, para- iinuni esse. Genuae , Junio , 1 854- SI'IMI Kill INDEX Ibiii.mmv fcrlilis N" 24. Icptoplijlla » 23. Osculaliana « 25. liorrsr.BE* lamollala » I. .I|TMGEBMANM\ iircl.'i » 1. halioliphylla 6. involutifolia >• 5. obvolulacCorinis » 9. Puccioana » 10. speolalillls ,. >i 8. LEJEDRU Osculaliana » 22. I.epidoiia columbica 13. filamcnlosa » 14. Lepidozia selil'ormis N." 15. Lophorolea chilcnsls II Osculaliana » 12. Madothera loelens « 21 Plagior.hila anibigua >■ 2. dura » 3. PofVOTUS im.i:.t|i,oihi|' .. 17. Scapama pycnuphylla » 4. Sendtneka chilensis » IS piligcra " 20. rigiila » 19. Tkiriiocolea clegans • 16 ^tm?* "J-w-.iV* *.*'. « Ill JIINGERMANMEARIM AMERICAA'ARUM PUGILLIS. GOTTSCIII. \ Nk.es, Lindens., Gottsch. Syn. hepatic, p. X.VII. el i3. 1. GOTTSCIiF.A I.AMKLI A I A. N. L. G. Syn. hepatic p. ;>.o. n. i4- et 6a3. .lungermannia lamellata Hook. Muse. exot. lab. XLI\. Hook. F.Cryp tog. antart. p. 1 18. n. 3. Memorabilis haec species, socia ftletzgeria fucoide , in udis prope nrbem Valparaiso abundal. PLAGIOCHILA N. L. (j. Syn. hepatic, p. XVII. et 22. 2. Pl.AGIOCHII.A ambigi'a n. sp. Crescit inter caespites Stereocauli ramulosi prope Valparaiso. K minoribus in hoc genere, olivaceo-fuscescens , in greges incxirica- biles coadunata. Caulis rhizomatoideus, repens, teres, ultraselaceus , rufo-fuscus . ri- gidus , con tortus, foliis annorum praegressornm hue illuc vestitus, crebre inordinatcque ramosus. Rami madore ercctiusculi , dimidio centimetro TO longiores , simplices, vel ex axilla folioruni superiorum innovanles , in sicco deflexi , imbricantes. Folia ab inferior! parte ad ramoruni apicem gradatim ampliora, infima exigua, squamacea, rotundata , alterna, dissiia. caetera alternc disticha, subhorizontalia , erecto-patula , vel patentissima, remotinscula , e basi semiamplectcnle late ovalo-rolundata , ambitu lolo minutissimc , rcmotequc denliculala , ad basim nonnihil depressant con- Baviuscula , caetcrum comexa, utroque margine, praesertim vero ventrali, a I 4 Jl NCERMANNIEARUM AMERICANARUM PUGILI.US recorvata , BO sicco dorsum versus secundalo-deflexa. In ramis nonduni perfects cvolutis, folia in utraque rami extremitate decrescentia obser- vanttir. \inj>higastria nulla. Froctos desunt. Folia sub vitris acrioribus reticulata , densiuscula , areolis irregulariter polygonis , rotiindatisve , spatiis intercellularibus inconspicuis. Plagiochilae pore/loirfis Linuenbergii (Spec, hepat. p. 61. lab. 12.) •iciiiula , distinguitur foliis non decurrentibus , fere horizontalibus, ovato- rotandatiSj potiusquam obovatis , margine tolo sub vitro denticulatis , nec integris. Icon I. 1. 2. Ramorum particulae et 3. 4- folia, decies auct. — 5. Folii tegmentum ad augm. 100. I ") Plagiochilarum hetcromallarum , species foliis basi baud conjunctis coin plectente, comparari meretur, sed a priori evidentissimc diversa , caulium divisione, foliis planis , orbiculatis , basi haud angiistatis nee obovatis , cellulis marginalibus foliorum reliquis niinoribus, quae in minutula « the cells of the margin conspicuous , of the rest indistinct » Tayi.. 1. c. A Plagiochila pusilla denique differ* statura mullo minore, colore palle- soente nee laeteviridi, fobis sirnpliciter denliculatis, sed ex iconis saltern comparalione ei valde affinis. Icon II. i. 2. Ramorum particulae a latere visae el 3. foliorum par a dorso viceties auct. — 4- Segmentum folii ad augin. too. diametr. — f>. Cel- lulae folii ad augin. 3oo. diametr. SCAPANIA jN. L. G. Syn. hepatic, p. XVIII. et 6i. 4. SCAPANIA PYCNOPHYLLA 11. Sp. Circa Valparaiso , locis humenlibus , in societate Polyoti magellanici et Racomitrii speciei lanuginoso affinis. Laxe caespitosa , junior pallescens, senio ferruginea, nudo oculo ele- ganter plumulata. Caulis ercctus vel adscendens, duo cenlimetra altitudine vix excedons, totus foliis obductus , simplex , sed demum supcriori parte ramo unico , binisve elongatis, rectis , caulis ipsius longitudinem etiam superanlibus , continuatus. Folia horizontalia , in planum exacte disticha , altcrna, erecto- patula, vix ad apicem leniler decurva, e basi late cordata , subinflata , amplectente, ovata, exacte conduplicata, ab apice ad lertiam partem ^el paullo ultra bifida, lobis rotundatis , indivisis , connivenlibus, divarica- tisve , caeteruin niargine dense, longc, subtilitcrquc ciliata , in caule primario densissime imbricantia , in ramis laxiora, teneriora, pallescentia. Decst fructiflcatio. Cellulae foliorum mediocres, subrotundae , vel anguloso-rotundalac , discretae ob substantiam inlercellularem interpositam. Cilia piliformia , cellulis a. 3. constantia, qua rum ultima longissima , decolor. JIC) Jl M.EI.MWMI A1U M AMKH1CANARUM Pl'GII.LUS SpeciOSe plaula cum Scapania den.sijolia , vntcbrali , chio/'oleitca , quorum habitual refer t, compauanda. A Scapania densifolia Xeesii (Syn. hepat p. 7.!. - Hook. Muse. exot. tab. XXXV.) evidenler differt,, foliis ereclo-patulis, brevius bilobis , lobis planis haud cirrbalis , dimensione omnium pertium conspicue minore. A Scapania vcrtebruli porrp el cJdo- rolt'uca (Syn. hepat. p. 73. n. 20. el p. G62. n. 19. b. ) folioriuii lobis rotun- dalis, nee bicuspidalo-cxsectis, nee bifidis abunde distincta. Species, ul citatae, in genere, ob fructuum defecium inceria. Observ. Cellulae foliorum in liac specie, ut et in aliis Jungeimannieis compluribus , rudimenluin membranae interioris, sub forma annuli pe- ripherici, in margin e cellulae cavitatem speclante, flexuosi, in sicco per- saepe oslendunl. Hoc fit, ni fallimur, ex ulriculo primordiali, \el potius e velo perlenui substantial' peculiaris snbfluidae elasticac , quae cellulas ipsas vegetas inlus exactc obducil, quodque arefactione contrahitur , et praetriissis characteribus consistit. Velamen hocce interiorem parietem cellolarum obducens, quadantenus adsimilari potesl sic diclae incmbranae interiori granulornm pollinicorum, quae pariter velum subslantiae sub- tluidac, maxime elasticae , potiusquam genuinam membranam praebet. Icon III. 1. Pars caulis, et 2. 3. folia decies auct. — 4- Segineiitum e lolii basi et 5. seguienlum ex apice folii viceties auct. — 6. Cellulae foliorum ad augm. 3oo. diametr. JUNGERMANNIA. N, L. G. Syn. hepatic, p. XMI1. et 73. 5. JUNGBRBUNNIA I WOLl TIFOI.IA. MonTAGM. iii N. L. G. Syn. Iicpnt. j). 81. D, if). MonTAGN. V oyag. Pol. sod. p. 260. I'arasilat ad muscos et ad Poljotum magelUmicunt prope Valparaiso. I'apyracea , fusco-punicea, nilida, sparsa. Caulis serpens , in visis speciminibus simplex , eslolonosus , ventre nudus, rigidus, fusco-rulilans, cenlimelrum longiludiue paullo excedens. Folia semihori/.oulaiia, allerue bifaiia, incuba, conligua, sed vix imbricate, AUCTORE J. DE KOTAIUS 2 I -J in planum erecto-patula, scd anlrorsum surrecta , subfalcala, e basi late aiii|ileetentf ovala , iulegra, apice sinu ohtuso , rectangulove bieviler cmarginato-bidentata, margine supero , sive ventrali, a medio ad apiceni incurvo, infero altius involuto, cauli subadpresso , eumque obvallaute , ob dentes denique apicis invicem convergentcs vel incumbentes , prime inluito subcucullalo-truiK-ala. Amphigastria nulla. * major. Caulis cenlimetra sex loDgitudine attingens, e dorso, supe- rior! parte innovans, folia laxiuscula , ampliora , margine utroque bre- viter involula , in sicco subconniventia , corrugata, cauli adpressa. Deest fraclus turn in specie cum in ejusdem varietate majore. Folia densiuscula, firuia , cellulis penlagonis , hexagonisve, subslel- latis , spatiis intercellularibus amplis, lobalis , farctis , distinctis. Color plaulae a cl. Montacne 1. c. descriptae, fuseo-nigricans, conciune imbricata, surrecto- conniventia , quasi talcato-secunda, circumscriptions oblique cordato-ovata, apice rotandata , margine ventrali integrb , plica fere falciformi dorsum versos inflexo, subfornical, inferiore piano a medio ad apicem argute denticulate, in facie denique ventrali, praeserlim in sicco concaviuscula. Amphigastria nulla. Desunt fruclus. Folia quod ad compagincm firmiusrula, cellulis, nonnullis exceptis ;i basi ail medium folii excurrentibus, quae paralellogramae vel oblongata!-, minutis punctiformibus conlcxta. Hae cellulae rolundalae vci subhexagonae, parietibus crassis donalae , substantia intercellulari , eas inter retis ad instar excurrente, simul nectuntur. Jungermannia Plagiochila sphalera Kookeri jun. et Taylori (Crypt. uitart. p. 121. tab. CLVI. fig. VIII. , N. L. G. Syn. hcpal. p. 653. ) plura , i\ icone el descriptione auctorum citatorum, praebere videlur , quae huie nostrae speciei conveniunt; scd praeterquamquod planta nostra a Plagio- rliilis veris win parum tolo habitu distal, a specie adducta differl: i.° cau- libus serpentibus , stolon iferis, siniplicibus , hand caespitosis : 2." foliis etiam in planta madefacta conniveiitibus non pntulis , nee apice bifidis , nee bidentatis, margine dorsali inieriori parte integerrimo : 3.° denique loliis basi late ovata caulem subhorizontaliter semiampleclentibus , mi- niirc M'i'o distinctlj narrowed at the base. Ab Jungermannia hemicardia et unclformi ejusdem praeclari opens ( tab. LATH, fig. II., tab. CLVI. Jig. V. ) quae pariter ob foliorum mar- ginem ventralem incurvum ad speciein nostram accedere viderentur, fo- liorum forma insigniter differl. Icon V. i. Pars superior caulis a latere et i. 3. !\. 5. folia, omnes io. auctae. — 6. Fragmentum folii ad augm. ion. diametr. — -r Cellulae aliquot folii ad au<;m. 3oo. diametr. AUCTORi: J. 1)E NOTA1US mi| 7. ,(l \<,I:IUIA\.\IA? AltCIA II. S|>. tLodem loco ac praecedens cum qua commix ta, el aeque sterilis. Junior rubiginosa , dcmuin senescendo dilutioc in ciiinanioinuin ver- oens, liaiul gregaria. Gaulis in sicco fragilis, ok folioruin dispositione a latere eximie com- pressus, radicalis albidis , longiusculis c venire egredientibus serpens, varie flcxuosus , inlerdum line iliac geniculates, rigidulus, e dorso inno- vans , centimetre duo longiludinc vix inetiens. Folia exacte bifaria , ap- proximata, succubo-imbricata, horizon talia, madore erecto-patula, in sicco, ei praeprimis ad basim , cauli arete adpressa, e basi semiamplecleuti iili'iuque, sed evidenlius in latere dorsali , breviler decurrenlia , circinn- scriptione suborbicularia , diametro tamen transverso qiiidquam longitu- dinali majore, integerriina, apice leniUr reeurvantia. Ampbigastria. nulla Stolones , ab orlu ol) folia parva, convcxiuscula adpressa fere nionili- formes , perfecte evoluti , cauli pjrimario omnino similes. Compago folioruin deusa. Cellulae marginantes subquadratae, vel ovale truncatae, reliquae subroiundae, grandes, parietibus crassis dooatae, gra- nnla nuuierosa foveules, inlerslitiis amplis discretac. Nudo oculo haec species Jungermanniam coloration (N. L. G. Syij bepat. p. 86.), vel colore, vel statura , vel foliis in sicco arete conni- ventibus mentitur, vcrum ab liac specie , cujus specimina e Capite Bonae Spei a cl. Uampeo missa possidemus, foliis horizonlaliler cauli adnatis , cellulis eorundem marginalibus quadratis vel ovalo-truncatis , quae in co- lorata caeleris exiguiores valde differt. Cum europaea Jungermannia en ratlata vix comparari merelur. Iron VI. i. Pars caulis a latere el >. 3. folia a dorso et a latere decies auct. — 4- Fragmentuin folii ad augm. 100. diametr. — 5. Cellulae rolior ul augm. 3oo. diametr. 8. Jungermannia? spictabilis n. sp. In socielate Poljoti magellanici prope Valparaiso. Sparsim crcscens , dilute einnaniomea , molliuseul.i , a latere exiuin conqiressa. aao MM,H;«\'>\IF.ARl'M AMF.niOANAIU'M l'l r.ir. I. IS Caulis elongatus , flexuosus, flacciilus, in speciminibus omnibus quae nunc restart simplicissimus , centimetra 7. 8. longitudine aequans, ventre albidis , brevibus , fasciculatisque radiculis serpens, estoloniferus, nonnisi ei solo apice eonlinualus. Folia bifaria , succuba , sursum arcle conni- vi-nlia , madore vi\ liiantia , laxiuseule imbricate semiverticalia, circuin- scriptione subrotunda, integerrima, concaviuscula , margine dorsali scnsim attenuate in caulem, per tractum dimidiam folii lalitudincm aequans de- currentia. Amphigastria nulla. Fructificatio ignola. Cellulae marginales foliorum subquadratae, reliquae rotundato-qua- dratae . rotiuulatacve, subseriatae , interstiliis plerumque tetragonis di- sliiu-lae, intus granulis rotumlatis plus minusve numerosis foetae. Ilaec species turn habilu, cum staLura et foliorum colore, Sphagno- oetis communis variolates quasdam refert , sed praeterquamquod defectu stolonum ventralium ab hoc generc abhorrere videtur , ab omnibus Spha- gnocelihus lmcustpie cognilis pcrbcllc dillert foliis in caulem attenuato- (lecuireutibiis. In sectione porro gcnuinarum Jungermanniarnm integri- i'oliaruin , in qua planla nostra cadit, prae caeteris comparanda est cum Jungermtmnia rotata Tayi.om (Hep. nov. Zeland. p. 66. n. 8. N. L. G. Syn. hepat. p. 6^2. n. 20. b. ) el cum Jwigcrmannia gvandijlora (Syn. hepatic, p. 6~3. n. ?.3. />. ) , quae duae species folia in caulem decurrentia praebenl: sed illis caulis ramosus , caespitosus, vel flagellifer. Species caeterum ipsis clarissimis Lf.hmakmo et Montagneo, in hac re peritissimis, plane ignola. Icon VII. 1. Pars superior caulis a latere visa cl 2. folium seorsim visum, decies auct. — 3. Segmonlum folii ad augm. 100. diametr. — 4- Aliquot e cellulis foliorum ad augm. 3oo. diametror. 9. JONGEHHANNM OltVOLlTAEFORMIS n. sp. Super caides Dicrani cujnsdam sterilis , in agro Valparaisiano. Flaccida, expallens, senescendo et in sicco dilute fuscescens , vix gregaria. Caulis solilarius, ventre adrepens , sed radiculis vix praeditus, simplex, \el ramulo uno altcrove parce divisus, in omnibus repertis speciminibtis Al'CTOnF. J. I)E NOTAniS 33 1 ellagelliferus , vix eentimetrum longitndine axcedena. Folia , pro plantae dimcnsione, sat ampla , bifaria , sucrnba, iml>ri< anlia , lata basi cauli verticaliler adnata, circumscriptione subreniformia ( alaeformia dici me- rerenlui* ) , undulata , margine vcntrali rolundato , integro, in omnibus confbrmi , ultra caulein in facie vcntrali nonaifail producto , caeterum eon margine dorsali varie efiigurato grosse . remote . irrrgidnrilerque dentata, in sicco convolulo-connivenlia, corrugataque. Autphigrttria sran- dia , dimidium folium fere aequantia , rrmniiuscula , e basi semiamidectente exacte rordato-ovata , apice sinu obtuso, subaciilnvc . breviter emarginato- bidenlata , integra, concaviuscula , suberccla. FrnctUS non vidimus. Folia amphigastriaque membranacea, prorsus decolora, oellulis amplis, forma variis subquadratis , roiundaiis , cuneiformibus composite. Pulchra species, ad Jungermarmiam obvolutam Hookeri jun. et Tayi.om (Cryptog. anlart. p. 136. lab. CIA I. fig. I. , N. L. G. Syn. bepal. p. 669. ) accedens , ab ea lamen distinguendam esse suadenl : 1. folia mimquam bifida, et margine eorundem ventrali ultra caulem porrecto : 2.0 amphi- gastria quae in obvoluta rolundata , utrinque unidenlata. Icon VIII. 1. 2. 3. Folia et amphigastria vario modo inspecta ad augm. 10. diamctr. — 4- Segmenlum folii ad augm. 100. diametr. 10. JlNGERMANNIA? PUCOOANA 11. Sp. Prope urbem Valparaiso super Racomitrzum pluxies ritatum. E minoribus , ochroleuca inter surculos Racomilrii dispersa. Caulis rulilans , fasciculis radicularum albidarum ex amjdiigasirioruni axilla oriundis arete serpens, longitudine centiinetro paullo major , inter- rupte vel inferior! tantum parte, ramulis brcvibus, gracillimis. milli- metra duo raro exeedenlibus, ex unaquaque foliorum axilla alternis, patulis eleganter pinnatus, apice saepius simplex, innovationibus lateralibus canli ipso primario conformibus continnatus vel divisus. Folia expallentia, bi- lariam caulem ambientia , succuba , laxe imbricata , semiverticalia , < ii - cumscriptione subsemicircularia, intcgerrima. oblique erecto-patula, margine incurvo concava , subundulatave, in sicco corrugata, sursum conniventia. Folia ramulorum, caulinis mulloties minora, fornicato-concava. Amphigastria 232 JI M.DHMAN.NIKAIUIM AMEUICANAnUM I'UGII.LUS grandia, erecta, late-ovata , concava, apice sinu Kilo concavo, ernargiuato bidcntata, in ramulis pinnaefomnhibus obaoleta. Fruotus deest in omnibus reperlis specimiuibus. Folia et amphigasiria , pro plantae tenuiiale, dcnsiuscula, non flac- i-iila , cellulis rotundis ellipticisve seriatis composite, periphericis reliquis minoribus dimidiatis. Cellulae parietibus crassis instructae, inlcrstitiis qua- drangularibus saepius interposilis. Habitu fere Lejeunioideo in Jungermanniarum genere cui interim ad- scribitur ob fructus defectum , abnormis ; ex amicissimo Mohtagneq ad Omphalanthos quadantenus accedenS, ast ab hoc genere foliis succubis aequo ilistat. Icon IX. i. Pars surculi primarii a latere visa, a. eadem a ventre, 3. amphi- gastria, \. pars ram uli. omnes 20. auct. — 5. Seginenlum folii ad augm. 100. diametrorum. — (>. Cellulae folior. ad augm. 3oo. diametr. LOPHOCOLEA N. L. G. Syn. hepatic, p. XVIII. et 1 f> 1 . 11. Loi'Hocoi.ea ciiii.knsis n. sp. In locis hutnentibus circa Valparaiso. Ochroleuco-fuscescens, flaccida , vix gregaria. Caulis serpens, debilis , elongatus , rectus, ad centimetre ijuatuor longitndine productus , superiori parte ramo uno alterove itinovans , ad amphigaslrtorum insertionem f'asciculos radiculamm eapillarium edens. Folia fere verticalia, exacte complanato-disliclia, subopposila, vix succubo- imboricata, patentissiina e lata basi ovato sublrapezioidea , Integra, sinu lato obtusoque apice einaiginato-bidcnlata, dentibus acuminalis , breviu- sculis , porrectis , vel divergentibus , vel sursum varie curvatis , margine ventrali plus minusve rotundata, subindeque refle.xa, dorsali oblique bre- vitcrque in caulein producta , in sicco vix corrugata. Amphigastria foliis ■ nulto minora, ovata vel reniformi liexagona , caulis latitudinem paullo excedentia, erectiuscula , cum foliis baud confluenlin , quadridentata, dentibus subulatis , quorum intermedii longiores , divergenles , intlexive, laterafes patoli, vel varie curvati. Folia in parte innovalionum inferiors AIM TORI Dl NOTAMfi alteruu, vix imbricanlia, margine dorsali Ibngius in caulem descendenti fere falcato-truncala. Fructus desideratur. Folia amphigastriaque membranaeea;, ceHnlis amplis rotundaliS', ma- gnitudine variis, parietibus crassis biecescentibus donatis , substantia in- tercellulari ab invicem sejunctis, periphericis dimidiatis. Vllinis Lophocoleae leptanthae Tatlohi ( V L. G. Syn. hepat. p. 604. it. 28. c. , Hook. jun. Cryptog. antari. p. 121). tab. CLIX. fit;. VI. ) differl foliis latioribus dentibus eorundem brevioribus et | raesertim amphigastriis quae in ilia palmato-quadriiida, segmentis sttbaeqnaKbaS, triangulo-acu- tatis , porrectis, el ab ea separamus> auctoritate celeberrimerum sytaopseoi Hepaticarum Aucloruin innixi, qui Lophocolcas regionum australium intei ge arete affinitate conjunctas, characteribus snbtilibus , tantum sed iis oonstantibus dislinctas esse autmnant. Collata insuper cum caeteris seetionis secuiulae speiiebus vel foliorum disposilione , vel eorondera forma, vel amphigastriis , ni (aliimur , satis superque differt. Iron \. 1. Pars caulis a ventre, 2. pars caulis a ilorso , 3. pars inferior rami innovantis a dorso . omnes decies auctae. — 4- Amphigastria ad aiigm. ao. diametr. — 6. Segmentum folii ad aiigm. 100. diametr. 12. LOPHOCOI.EA OsCl I.AIIAVV II. Sp. Inter muscos , in locis umbrosis , humentibus secus Hitmen ISapo in Columbia. Sparsa , tenerrima livido-fusrescens. Caulis eiectiusculus, innovando parce ramosus , debilis , filiformis. eradiculosus, centimetro vix major. Folia exacte complanain-distirha, fere verticalia, opposita vel vix alterna ad aogulum rectum patnla, approxi- mala vel succubo-subimlmcanlia , margine dorsali recliusculo inula, ven- trali vulgo convexo , apiceqae grosse denlato-ciliala , dentibus subulato- setaeeis dimidiam folii longitudinem saepius superantibus . sinubus latis rotunilalis distioclis, caeterom folia figura variabilia subquadrata, semi- ovata, subindeque fere Iriangularia. Amphigastria, otroque latere, ala anguslissima brcvi in folia decurrcutia , subhexagono-reniformia, quadri- 33^ .11 M.F.HM \NMIAIU M AMEIUCANAUUM PUOILLUS ileutala, dcntibus setareis, sinubus latis oblusis iliremtis , quorum medii longiores subrecti, laterales breviores, patuli , deflexive. Frurliliealio deest. Folia teuiiiu , ceUulis ainplis rolundalis , parielibus crassiuseulis fusce- scenlibus , rugosis instructis spatiis plerisque triangularibus , substantia interceUulari lulescente farclis , pulclierrima ! Denies folioruui et amphi- gastriorum coufervilbrmes. Spectat ad seetionem primam Lophocolearum Syaopseos hepaticarum, ijiiae species ampliigasliiis dccurrcnlibus et cum f'oliis connatis instructas oompleetitar , et pros rcliquis accedere videtur ad Lophocoleam Breutelii (N. L. G. Syn. hepat. p. i5/j. n. /{.), sed in hac specie foliorum inargo dor- siilis mii-hidriilatus , amphigastria orbirulata, ciliis utrinque lernis, quater- nisve praedita. Longius a nostra distant Lophocolea trapezioidea MoaTAGNE (Ann. Scicnc. naturell. Ser. II. v. XIX. p. a5i. tab. 8. fig. a. ) et Lophocolea cohtmbiea Gottschei (Syn. kepal. p. 1 55. ). Icon \l. i. Pars caulis a facie dorsali et 2. pars caulis a ventre 10. auct. — 3. Ampliigaslria 30. auct. — 6. Cellula folii ad augm. 3oo. diametr. LEPIDOZIA N. L. G. Syn. hepatic, p. XIX. et 200. 15. Lkpidozia columbica n. sp. Ad flnnien JNapo in Columbia, ad terrain muscosam. Dilute virens , sparsim inter inuscos crescens. Caulis procumhens rigidulus , flexuosus, eradiculosus, simplex vel ramo uno alterove divisus, ramellos debiles, breves , attenuates, distantes, sto- loniformes cdens, centimetra duo vel tria longitudine attingens. Folia in- ruba , semivcrticalia, allcrna , disticho-complanata , ad angulum rectum patula , vix nisi lenissime decurva, discreta vel approximala sed vix im- bricantia, circumseriptione quadrato-subovata, convexiuscula , ad medium fere bifida , sesmentia triangulo-acuminatis inaequalibus , plerisque por- rectis, supcriorc ut plurimom paullo ampliore, caeterum vel ambitu toto serrata, vel inferiorc ventrali integra. Amphigastria adpressa, ampla, folia AUCTORE J. DE NOTAIUS 22$ fere aequuntia , quadrifido-palmata , segmentis lineari-lanceolatis serratis. Folia ramulorum caulinis mullo minora; ovala, serrulata, apice siuu an- guslo bidentata, dentibus triaugularibus , amphigaslria minuta , ovala, bifida , Integra. Desunt iVuctus. Folia amphigaslriaque firmula , reticulata , cellulis grandibus, roluii- datis, oblongisve composita , sed sub vitris acrioribus, cellulae pleraeque exacle polygonae , crassis parietibus inslructae , utriculo primordial] sat perspicuo intus vestitae. Foliis caulis primarii omnibus trilidis , ramulorum bilidis, facile di- stincta videtur ab omnibus Lcpidoziis in Synopsi hepaticarum aduunicrati* Memoranda tamen venit, utpote ad nostram speciem nolis nonnullis ac- cedens, Lcpidozia capilligcra (N. L. G. Syn. hepat. p. 2o4- n. n. ) quae foliis amphigastriisque subquadrifidis se praebet, sed vel foliorum inser- tione vel caulis divisione , ramisque capillaribus a nostro omniuo di- stincta est. Icon MI. i. Pars caulis primarii a dorso visa, 2. pars caulis ex alio specimine, a ventre, 3. ramuli particula a facie ventrali, omnes io. auct. — 4- Am- phigastrium e caule primario viceties auctum. — 5. Seginentum amphi- gastrii ad augm. 100. diametr. — 6. Cellulae aliquot folii ad augm. 3oo. diametr. 11. Lepidozia FILAMENTOSA. N. L. G. Syn. hepat. p. 206. n. 19. Montagu. Voyag. Pol. sud. p. 246. Jungermannia filamentosa Lehman. Pug. VI. p. 29. Vulgaris circa Valparaiso, ad Poljrotum magellanicum , ad Tricho- manes, ad Hrpiutm aciculare, etc. io. Lepidozia setiiohmis n. sp. Caulibus Racomilrii superius allali haeret prope mix 111 Valparaiso 1'erlenuis , capillo vix major , saturate fusca , sub simplici lente fere spinulosa, sparsim crescens. Caulis fusco-nigricans , rigidulus, scandens , varie flexuoso-eontoiiiis , inordinate rauaosus , centimetrum longiludine uietiens, ramisque Caole Serie II. Tom. XVI. *K aafi II' M.I HM \.\NIEARUM AMF.IUC \>'ARl)M PICII.I.LS primario tenuioribus vix radiculosis. Folia olivnceo-lutesccntia, exigua, ho- rwontalia, remota, alterne dislicha, patenti-erecta, pi era que cuneiformi (|iiai1rif'ula , segmentis triangulo-aculis, divcrgentibus , vix incurvatis, apice diaphaois, roncaviuscula, rigidula, subindc turn in caule primario cum in r.uiiis trifida. \mphigaslria foliis vix minora , iisque omni parte con- formia, remote, patula, ita ut irifariam foliaia dici mereatur. Fructus desiderantur. Caulk oellulis elongatis , densis , opacis , constat. Cellular foliorum , pro plantae dimensionibus , sat grandes, subquadratae , parietibus eras- siusculis instriictac , utriculo primordiali , in planta sicca , contracto, cor- ragato , cellularum mterstitia obliteraia. In systemale, prope Lepidoziam capillarem (N. L. G. Syn. hepat. p. 212. n. 3(i. ) locanda a qua distinguendam esse contendimus , foliis in nostra baud verlicalibus, nee subimbricatis, amphigastriisque plerisque quadri- lidis nee quadriparlitis. Addendum insuper amphigaslria in planta nostra, folia lnagnitudinc aequare, dum e contra foliis minora se praebent in Jungermanma hippuroide Hookeri jun. (Cryptog. antart. p. 47- tab. LXV. lig. \ II. ) quae ex clarissiinis N. L. et G. ad capillarem spectat. Icon XIII. 1. Pars caulis a venire visa, 2. 3. folia ampliigastriaque e caule e.xcisa el perfecte explanata , 4- fragmenlum caulis folium et ainphigastrium exhi- bens tantuin trifida, omnes viceties auctae. — 5. Seginentum folii ad ;uigm. 100. tliametr. — 6. Cellulae foliorum ad augm. 3oo. diamelr. TRICHOCOLEA N. L. G. Synops. hepatic, p. XX. et 236. 10. TniCHOCOI.EA EI,EGA!SS. I.i BMABn herb, ex Hohenack. PI. chilens. Lechlerianae n. 588. Ad truncos arborum provinciae Valdiviac ex Le cum lcone. Habitat circa Valparaiso in locis udis. Poljoti nuigellanicl descriptio in Synopsi hepaticarum ( p. 248. 11. 6.) cum planta nostra, quae characteribus validioribus cum specie a SuuYAi.i.iucHKNio descripta adainussim congruit , minus exacte quadrat, tt verosimilitcr hoc nomine species fortasse plures in postcrum distin- guendae complect nnlur. Caulis in nostro, ramique ejusdem principes eleganlissime hi , vel tri- piunati , pinnis, pinnulisque conliguis, vel maxime confertis invicem im- bricantibus. Folia caulis principis, discreta vel plus minusve adproximata, imbricatave , circumscriptione ul in Schwaegiuchemi icone , vel in spe- ciminibus varietatis confertae ramosae, oblique cordato-ovata, obtusa , densiora, basi ciliis aliquot longis, subfasciculatisve praedita. Auriculae altcrnae, vel per paria approximatae , fere conjugalae, prout folia magis vel minus conferta se pracbent, ovalae, oblusae, margine toto vel utroque tantum latere recurvatae , inlcgrae vel apice denticulatae , vel denium exteriori latere ciliis aliquot elongatis instructae. Amphigastria late reni- formia , fere hippocrepidoidea , apice obsolete plerumque relusa , margine toto recurvala, basi interdum ciliifera. Folia avcos pinnarum caulinis minora, margine supero denticulata, vi\ ciliata, infero et basi praesertim longc ciliata. Amphigastria caulinis similia scd ad latera ciliis longis pa- lenlibus praedita. Auriculae forma variae, longe ciliatac, subinde basi insignitcr coustriclae , fere pctiolulalae , ibidemque in exteriorc latere ap|)cndicula subulalo-falcala , auricnlam ipsani aequanlc, incurva, aintac In pinnulis denique folia, auriculae, amphigaslriaquc , exacte ul in ad- ducla Icone, sed in pinnulls nonnullis folia observanlur orbicnlala , toto ambitu breviter denticnlata , amphigastria margine tantum ul folia den- ticulis brevibus inslmcla. Color plantae siccatae rubiginosus. Cellulae i'o- liorum oblongae, roiundataeve, paucis interstitns trigonis quadrangtda- ribusve seiunctae. .M'Nl.F.llMA.NNIFArU'M AM KIUCANAIUIM PUGILLUS In onico exemplari formae conferte bipinnatae, ad caulis primarii latus obserravimus ramuhun brevem, crassum, capitulifbrmem , foliis amplis , amplectentibns , iinbricalis, margine longe ciliatis, basi simul in tubulum sabinfundibuliformem connatis, consitum , nullis vel arcbegoniorum vel Eructos vestigiis extantibus< Quo rainulo, involucrum foliis ample ovatis compositum sistente, haec species recetlere videtur a Poljoto magellanico synopseos bepaticarum, in quo folia involucralia ovato-lanceolata descri- buntur. Quamobretn Poryoti hujus nostri specimina sub nomine Poljoti decipientis superioribos annis cvulgavimus. Iconem Jungermanniae ma- gellanicae celeb. Hookeri ( Muse. exot. vol. n. ) videre non contigit. SENDTNERA N. L. G. Synops. hepatic, p. XX. et 238. 18. Sendtneka ciiileksis n. sp. In agro Valparaisiano inter caespites Trichomanidum. Luteo-fulvescens , nilidula, in sicco rigida, fragilis. Caulis fuscescens, e basi procumhente adsurgens, apice interdum nu- tans, simplex, centimetre duo altitudinc quidquam excedens, inferiori parte, ad flexuram nempe, stolonem unicurn geminosve flagelliformes , prostratos edens, iisque, ex speciminibus saltern quae ad manus habemus, sequcntibus annis, caulem primarium subrogantibus, iterumque propagi- nibus novis continuatis. Folia amphigastriaque in caulis parte inferiore atque in stolonibns hornotinis, parva , squamaefonnia , discreta, trifariam disposita , vel ovata ad medium bifida , segmentis triangulo-acutis , con- caviuscuia , margine toto Integra. Folia perfecte cvolula , in caulis parte superior* conferla, praecedenlibus multolies inajora, bifaria, subhorizon- talia , ventrem caidis versus deflexa, falcato-secunda, e basi ovata concava obsolele denliculata , profunde bifida, segmentis sinu acuto-distinctis, ca- naliculars , rectis , divergentibus subfalcatisvc , lineari subtilalis, acutis- simis , dimidio folio longioribus, caeterum ul folii parte inferiore omnino •.iis. Amphigastria foliis conformia sed paullo angustiora. Folia in- terdum trifida. Fructu caret. Folia in sicco subpapyracea, sub vitro anguste sed evidenter marginata. ACCTOilE J. DE NOTAIUS 2?.v) constant cellulis pierisque oblongatis , inlus strato secundario interraplo incrassatis , quapropter folia lineolis longitudinaliter seriatis, rectangulis, vel flexuosis notata videntnr. Seiultnerue junipevinae Neesii ( Syn. bepat. p. 23;). n. i. ) cujus 8pe- rimina , ex Java et insulis .Mascaivnis a cell. Montagbi ..'i<>. b. , Hook. Muse. exot. lab. XL. ) similis , sed ab ea quam- maxime recedit vel rotiornm forma vel periantbii structura. Notis non- nullis ad insequentem etiam accedit sed foliis fimbrialis, slatura multo lobustiore apte dislinguitur. Icon XV. i. 2. 3. Folia et amphigastrium e caule primario , 4- 5. (3. folia et ampbigastrium e ramulo, omnes decies auclae. — 7. Segment, folii ad angm. too. diametr., 8. cellulae folii ad augm. 3oo. diametr. — 9. Perian- thium a latere visum demlis foliis involucialibus. 20. Sendtnbra ochroleuca piugera. In Tricbomaniduin consortio ad Valparaiso. Nudo oculo fdiformis, ochroleuco-fuscescens , ob folioium segmenta piliformia, hispidula, gregibus laxis , vix invicem intricatis crescens. Caulis , etsi valde tenuis, rigidulns, diversimode flexuoso-contortus . serpens, centimelrum altitudine vix superans, simpliciler alterneque pin- natus , cv ramis discretis, |)atulis , 6ubaequilongis , vel demuiu innovando, rarcalhn divisus. Ramorum nonnulli saepe in apicem filiformem atlenuati, detlevi , subcinbiformes. Folia subboiizonlalia , erecla, incubo-imbricantia, plana , e basi late cunciformi bis bifida , polymorplia , margine basim versos praeoaeteris ramentis aliquot ciliiformibus instructa vel nuda. ALOTORF. J. lil KOTAKI8 ■• i i Seamen ta foliornm prlmaria recta, vel plus ininusve divergenlia , sinu aculo vel rolundalo distincta, reliqua, secundaria nempe , triangulo- subulata, apice canescenti-piliformia. Amphigastria imbricata , plana, foliis prorsus similia vel simpliciler bifida. In ramis folia, amphigaslriaqiic laulinis conformia sed angustiora. Fructu caret. Folia inadefacta pallide olivarco-vircnlia , cellulis parietibus crassis instructis, oblongis, flexuosis, vel marginalibus reniformibus , coirijjosita. A Sendtnera ochroleuca e Capite Bonae Spei a clariss. Hampeo com- municata, recedit habitu tenuiore, foliorum amphigaslriorumque segmentis longius subulato-piligeris. Icon XVI. I. 2. 3. 4- folia, 5. 6. amphigastria ad augm. i o. diamelr. — n. Pars 1'olii ad augm. mo. diametr. — 8. Cellul. aliquot folii ad augm. 3oo. diametr. MADOTHECA N. L. G. Syn. hepatic, p. XXI. et 262. 21. Madotheca foetens. Ad arborum truncos circa "Valparaiso. Sicca fuscescens, nitoris fere omnino expers, inadefacta in olivaccum vergens , odoremque gravem , ingratum spirans. Rami e caulibus primariis repentibus, flexuosis, firmis, vii radican- tibus, foliis marcesccnlibus vestitis vel denudatis, alterni , prostrali , in caespites amplos invicem implexi , vel imbricati, flexuosi , rigidnli , cen- timelra usque quinquc longitudine altingi-nles , nunc allerne patenters subfurcati , nunc ranuilis unilateralibns simpiicibus , furcalisvc, brevibus inlervallis remotis , semipinnati , nunc demiim exacte pinnali , pleriqae ad ortuin contracti. Folia biloba , imbricata , lobis omnino distinctis ! Dorsalis concaviusculus , adpressus , semiverticalis , basi angusta cauli adnatus, transverse subrotundo-ovatus, oblusus, loto ambilu intcgerrimus. apice inflexus, margine inferiore libero piano leniterve subundulato. Lobu» inferior sivc ventralis superiore mullolies minor, subvci ticalis, brevissimc. exlerno latere, in caulem decurrens , oblique cuneiformi-obovalus , in- teger apice obtusissimo reflexus. Amphigastria contigua sed vix imbricanh.i. 233 jrNCERMANNIEARUM AMERICANARUM PUGILLUS adpressa, scmirin -ulari Innata, caulem semiampleelcntia , lUrinque bre- riter decurrentia, apice laieribus , vel margine tolo deflexa, basi con- spicue inflate gibba , ex cpio caulis in facie prona , linea fere moniliformi uotatus se prodit. Fructus lateralis e ramonmi primariorum facie vcnlrali, sessilis. Folia involucralia late ovata , sinu aculo biloba, scgmenlis late triansalo-acuminatis, inaequalibus, margine remote dcnticulalis, perianthio conspicue breviora, parte inferiore canalieulata amplectentia sed vix con- duplicata. Amphigastria ad folia involucralia, in fallimur , niinuta, plana apice cniarginata, vel prorsus obliterata. Periantliium ab orlu membra - naccuin , tonerriinum, ovalo-campanulalum, longitudinalilcr subplicatum, ore fimbriis ciliiformibus instructum, archegonia plura cylindracea fovens; perfectam subeoriaccum , ohovatum, obtuse Irigonum , faciebus depressis, apice conlracto-apiculatum, demum varie fissum. Capsulam maturam non vidimus. Folia pulchre reticulata. Cellulae rotundatae vel subrotundo-hexagonae, interstitiis trigonis parvis, saepius regularibus iiiterjeclis, ita ut cellulae singulae seorsim sumptae appendiculis triangularibus quinis, senisve aequi- distantibus redimitae adparent In tota serie specierum hujusce generis insignis , unice Madotheca Stangeri Lindenbergii et Gottschei (Syn. hepat. p. 280. et 735.) et Mado- theca partita Tayi.ori (Hepat. antart. p. 27. n. 56., Syn. hepat. p. 279.) cum nostra comparandae veniunt. Ad Madothecam Stangeri, cui ex cell. Syno- pseos hepaticarum aucloribus accensenda Madotheca elegantula Montagnei (Voyag. Pol. sud. p. 232. tab. 18. fig. 3.) colore, statura, habitu nonnihil accedere videtar, sed foliorum lobis sejunctis, amphigastriorumque forma satis superque dillert. Propius Madothecam partitam aemulatur, praecipue ob foliorum lobos distinctos , sed ab hac quoque diffcrt foliis baud re- '■urvis , eorundem lobo inferiore integro , et insuper amphigaslriis, quae in Madotheca partita, ovalia, obtusissinia, integerriina plana (Tayl. 1. a). ICOII Wll. 1. Particula caulis cum pari foliorum a dorso : 2. pars caulis a ventre: 3. amphigastria: 5. periantliium Junius: C>. unum e foliis involucralibus: 7. perianthiuni capsula jam deperdita , omnes decies auct. — 4- Segmen- tnm folii ad augm. 100. diamelr. : 7. cellula folii ad augm. 3oo. diametr ALXTulih j. Dl HOTA&IB 233 LEJEUNIA . N. L. G. Syn. bepatic. p. XXII. et 3o8. 22. LEJEtHtti Oscrr.ATlANA n. sp. Ad terrain hnmidarm muscosam, socin Metzgeria furcata ad tinmen Napo in Columbia. Lalis densisque caes|>itibus crescit , in sicco dilute fuscescens. Caulis erectus, fiiiforinis, debilis, saepius subflexuosus, vel apice nu- tans, eradiculosus, centimetra G allitudine aequans, simplex, vel ramo uno alterove, quandoque suboppositis , innovans. Folia exacte complanato- disticha , verticalia, a Item a , in parte caulis, ramorumque inferiore, vel in ramis novellis minula, dissite exacle alteroa, triangulari-acuminata fere denliformia, elobulala; caetera sensim ampliata, routigua, vel perbrevi tractu ab invicem remota, circumscriptione triangulari-ovata acuta, at- tenuatove apicnlata, apice sursuni verso, vel patulo , vel quandoque sub- deflexo, integerrima, latere infero longiore laeviter convexo, supero plus minusve arcuato, basi lobulo destituta , vel lobulo minuto, plicaeformi , adpresso , triangulari instrncta , in sicco vix corrugata. Amphigastria re- mota , ul plurimum tractu ununiquodque foliorum par aeqnante distincta, erecto-patula , concaviuscula, magnitudine folium dimidium aequanlia vel excedenlia , ovato-bifida , segmentis triangularibus acutis. saepius leniter incurvis , sinu late acuto distinctis , inlegra. Amphigastria in ramis no- \ellis minora, segmentis eorundem anguslioribus , acutioribusquc , sub- onspidatisve. Fructifieatio dcsideralur. Folia et amphigastria tennia, membranacea, dtaphana, pnlchre reti- culata, areolis subroUindis, interstiliis triangularibus distinctis. Prima fronto haeo specii-s Lophocoleam yel Chyloseyphum mentitur, sed foliis evidenter basi lobulalis, generi Lejeuniarum adneclitur. In quo genere farragine specierum difficiliore, nonnullae prostant qaae ad plan- tain nostram pturibus momentis acccdere videntur. Cum alVmioiibus col- laia , nempe Leteunia acuminata Lehhanri et Lirdehbergh (Syn. hepat. p. 354. n. 104., Lehmah 1'ugill: VI. p. 49- n. io4 sub Jungennannia) Ltjeunia conformi Neesh et Montai.nei (Syn. hepat. p. 355. 11. 106. ) Seme II. Tom. XVI. '» • '■ j jdncervianNIEARHVI AVI! KHAN VRU.M PUGItLUS el Lejeimia \eumanniana Neesu (Sjm. p. 356. n. 108.), ab hisce omnibus aliisqne, quas niniis taediosum lb ret enumerare, plants nostra, caulibus baud repentibus , fbliis verticalibns , amphigastriorum amplitudine differt. Leieuniae acuminatae specimen possideums a el. MontagSeo missum. Inter hepaticas denique a Moritzio in Columbia collectas (Hampi. Bericht fiber die Hepaticeae n. 4°-)> Lejeunia caripensis Hampei nostram qua- dantenns aemulari viilelur, sed huic quoque sunt caules rcpenles, et iosuper folia acuminato-subulala, basi sinuata decurrcntia, amphigastria snbrotunda. Icon XVIII. i. Pars caulis a tlorso : 2. pars caulis a facie ventrali ut prior decies iiurt. — 3. Folium et aiupliigaslriuni no. auct. — l\. Apex folii ad augm. 100. diametr. — 5. Cellul. folii ad augm. 3oo. diametr. FRULLANIA IN. L. G. Syn. bepalic. p. XXII. et 4°8. 23. Frullama lkptophylla n. sp. In I hallo Hageniae Casarettianae in montibus Brasiliae Serra dos Orgmos dictis legit el. M. D. Casaretto. Flacoida , parvula , e cinnamomeo-fuscescens. Caulis serpens e dorso amphigaslriorum radicans , filiformis , debilis, subllcximsus , centimelro cum dimidio vix longior, allerne pinnalus. Rami subcontigui , breves, obtnsi , sursum sensim decrescentes , siniplices, ad angulnm fere rectum patentes, vel ramellis exiguis , brevissimis, folia vix excedentibus pinnulati , subinde unus vel alter inferiorum ramorum ut caulis primai-ius subpinnalus. Folia membranacea diaphana, e basi semianiplectente subverticalia , ad angulnm fere rectum patula, adpressa, laxinscule imbricata, rircumscriptione subrenifornii-orbiculala , rolunda- ta\c , integerriona , apioe leniter inourvo subinde acutata, convexa, in sicco hand eorragata. Auriculae exsertae eylindraccac, leniter divergentes, vix tertiam lolii latitudinis partem superanles, in sicco incurvae , lobulo ovato , obtuso, eoneavo auetae. Amphigastria ampla caule conspicue Ian tiora , discrela , patula , e basi seiniampleelriite subrolunda , concaviu* seula , dorso radiculigera, apice sinu lalo subreclangulo profunda bi den lata, AUCTOUE J. DF. NOTARIS :j35 clentibns acutis , porreclis, caelerum intcgerrima. Fructus in ramis bre- viusculis laleralihus terminates sparsi. Periantbinm mnnhranacetim , Bac- cirliini , obovatum tlorso planiusculum , facie ventrali acute carinaliim, ex apire retnso mncronatmn, foliis involucralibus subduplo longing, in sicco collabescens. Folia involucralia laxiuscule periantliiutn amplcctentia, com- plicato-biloba , lobo ventrali oblongo, superior* ovato snbacuto, integra , cum amphigastriis ovatis , apice bifidis non connata. Folia compaginis tenuioris, diapbana, cellulis pro planta amplis, sub- concentrice serialis , conlcxta. Cellulac uiarginales dimidiatae, centrales oblongae, intermediae subrotundae, vel subrotundo-hexagonae, interstitiis angustis distinctae. Frullaniae brasilienses, in volumine primo Florae Brasiliensis a cele- bcrriino Neesio descriptae , quae ad planlam noslram acccdunt , sunt Frullania caulisequa ( Fl. Bras. i. p. 373. n. 57. , N. L. G. Svn. hepat. p. ^8. n. 81. ) el Frullania Martiana Gottschei ( Syii. hepat. I. c. n. 80. Jungermannia rordislipula ex parte Fl. Brasil. p. 3^ 1. n. 55. ). Prior vein harom spccierum amphigastriis parvis el areolis retis foliorum minutis orbicularis gaudet , quae in nostra e contra sat amplae, ut el ainphi- gastria caulis latitudinem duplo saltern superantia. Frullania Martiana porro dillerre videtur auriculis inferioribus parris, superioribus et ramu- lorum majoribus, quod in nostra non observatur. Icon XIX. 1. Pars caulis priinarii a dorso ; a. pars caulis a parte ventrali: 3. ramulus fructifer a parte ventrali ul priores decies auct. — /}• Lo- bulus folii cum auricula viceties auct. — 5. Folii segmentum ad augm. 3oo. diametr. 24. Fbillania fkrtilis n. sp. \d liuncos propc Valparaiso, cum Parmelia quadam caperalae si- milis, ejusdemque lhallo etiam instrata. E minoribus , badio-fusca , cacspitibus laxis serpens Caulis tenuis, prostratus, ex amphigastrionnn dorso radicafts , flexuosus, parce vageque divisus , ramulis allernis , palentibus, deorsum curvulis, caule fere dnplo angustioribus pinnalus , rent iniclro longiludine \ix major. Folia subver- ticalia, laxiuscule imbricata , adpressa , ad angulum rectum patula , ob latus venlrale breviter arcuatum , circuinscriptione reniformi-orbiculala , a36 u M.riiMAwii \r,ni AMEJMCAKARUM pigii.i.i s Integra, ui apice inflexa, concavinscula. Auriculae obovoideae , crassiu- scolae, mmori diametro foliorura |>lus duplo breviores, exsertae, deorsum patular, cum lobulo ovato, obtuso, minuto interjccto basi connascrntrs. Folia in ramulis cauliuis lnullo minora, subrotunda , densius approximata, nuriculis folium ipsud longitudine acquaniibns insiruria. Amphigastria parva, canlis latitudinem \i\ excedentia, laic ovata j convexiuScula, mar- gine Integra , apice sinu rotundato bidentata. Fruotus crebri terminates in ramulis lateralibus, brcviusculis adsccndentibus, e caule vel ex cjusdcm dhrisionibus primariis sine ordine nascentibus. Periantbium oblongum , amplum , obiuse triquetrum , apice inticrone obluso lenainatum , facie dorsali planiusculum. Capsulam maturam non vidimus. Folia involueralia pefianthio imdto breviora , integerrima , complicato-biloba ad flexuram acute carinaia, lobo ventrali margine utrinque inflexo , auriculaeformi obtuso , dorsali obovato-rotundato. Amphigaslrium involucrale caeteris major, profundius bifidum segmentis acutalis. Folia, pro planlac tenuilale, conipaginis densinsculae , cellulis plft- risque clliplico-obloiigis, nonnullis rolundatis intermixlis , parielibus rras- siusculis instruclis, subpuniceis, interslitiis diapbanis sejunctis. Minoribus cum speciebus sectionis 2. B. Synopseos bepalicarum col- lala, nemini descriptarum tute subscribenda ; ab omnibus vel foliis invo- lucralibns iniegerrimis, vel auriculis obovoides divergentilms, lobulo piano iisdem connexo auctis differre nobis visum est. Nudo oculo adspeclum Frullaniae parasiticae Hampf.i (N. L. G. Syn. hepat. p. 444- n- 73-) pi'aebet, sed haec pariler a nostra abborret auriculis cauli adpressis. Icon XX. 1. Pars caulis a facie ventrali: 2. pars superior ramidi : 3. folium cum ainpbigaslrio : 4- raniulus fructifer: 5. folium involucri , omnes vi- ceties auctae. — 6. Segmentum folii ad augm. 3oo. diametr. 1o. Frli.i.ama Osculatiana n. Sp. In Columbia secus (lumen Napo. Sicca et nudo oculo alerriina , nitidula. Caulis decumbens , laeviter flexuosus, centimelra sex longitudine ae- quans , eleganler laxeque alterne bipinnatus , ramis patulis , ramulisque \aiir (lexis, remolis , subaequidistantibus , inferioribus atlenuato-filifor- AIC'IOIl J. BE NOTARIS mihus, Minimis crassiusculis , obtusis. Folia Milihori/.onlalia , alterna, bi- faria , laxiuscule imbricata, adpressa. sreotioscnla , e basi cordata seini- amplectente oblique ovaia, in apicem senon afttenuatb-aonmiData, cuspi- dulataque , latere inferiore involute , superiore lenissime subrccurva , caeterum integerrima, in sicco cauli arete adpressa eumque circumvol- veniia. Auriculae simplices cylindraceae . obtusae., cauli paralelia| eique fere contigua, foliis ampnigastriisque tectae. Amphigastria e basi cordata, utrinque breviter obiuseque auriculata, ovata, obovataye, diametro fere fluplo longiora , inargine lenissime recurva, adpressa, \ix invicem se te- gentia, inlegra, vel basim versus subinde obsolete clcniiculata, apice sinu aculo, angusto, breviter bifida, segmentis acntiusculis. Fractal caret. Folia madefacta puniceo-fuscest riitia. firmiuscula, eleganter cellulosa. Cellulae pleraeque oblongae , ambitu leniler nVxuosac, parielibus crassis donatac . in series transversas alternantes, apicibus invicem arete con- liguis, sed interstitiis pellucentibus elongatis scjunctae , pulcherrimae ! Etiamsi liabitu ct characleribus pluribus a Frullania strata Neesii (Syn. hepatic. |>. 463. n. r 18.) non inultuiu distans, lamen Frullania atrata, secundum specimina brasiliensia a cell. Kunzeo , Ha.mpeo, Moktackeo accepla, dill'ert a nostra, caulibns in sicco , ob folia minus convolutacea, baud Bliforwibus, foliis laxioribus, vix < uspidato-inucronalis, colore foiiorum dilution' olivaceo-fxiscescente, nee puniceo. nee non cellulis bvevioribus . vel ambitu eximie repandis, vel interstitiis nullis sejunclis , el reticu- latim connexis , adeo ut species plures Frullaniae atratae nomine con- fusas iri vereamur. Frullaniae Osculaticmae aflines insuper sunt Frullania vaginata , mucronata, macrocephala , aculeataque, quae caeteris missis, Frullania aculeata saltern excepla, cujus speciminibns caremus, a nostra facile cellulis foiiorum dislinguuotur. In Frullania vaginata Neesii (Syn. hepatic, n. ir?o.) cellulae foiiorum obscurae reiiculatim connascentes : in Frullania mucronata Lehmanm et Lihdbrbergii (Syn. hepatic, n. ii.j.) folia tenuiora , cellulis reiiculatim connexis conlexla : in macrocephala Lehmanm et Likdenbergii denique ( Syn hepatic, n. 109.) folia itidem lc- nniora , diaphana, cellulis tenuibus cum substantia intercellular! prorsiis confusis, interstitiis cellulas ipsas fere aequantibus. Icon XXI. 1. Pars caulis a dorso: a. eadem a facie venlrali : 3. folia a latere ■}. 38 JUNGERMANNIEARUM AMER1CANARUM PUGILLUS ETC. niferiore cum auriculis : 4- '"°''a explanata demtis auricidis: 5. amphi- gastria , omnes decies auctae. — 6. Apex folii et 7. cellulae e parte folii centrali ail augm. 3oo. diametr. METZGERIA N. L. G. Syn. hepatic, p. XXII. et 5oi. 26. Metzgeria fucoides. Montagn. et Nees Florul. Boliv. p. 60. , N. L. G. Syn. hepatic, p. 5o6. 11. 6. Jungermannia fucoides Svvartz, — Hook. Muse, exotic, tab. LXXXV. Circa Valparaiso ad caespites Poljoti magellanici abunde. Costa pinnularum angusta, sed non ita eminens , ut in optima icone Hookeriana adducta. SLectu) ,1«'|V itttt it .'. ^nuuy.eUm £ St ! lT..> „■ 'IIUl Stnu Xhft, .\\l jtaa /'•,//,/,/ ,/,/,/ „/// mcltum scptenlrionalrin 1111 ridionaleinque perlustra\i. Modem anno i85o, a vece exeunle in aestatem, By/.anlii suburbia, Unas que remotiores l'ontuni Euxinum pertingenles, oiain Bosphori oricntalem J. JO SE&T1 1.1 U 0 111 IN TALK ETC. vel Bosphoruui ultra Scutariauam ditioncin ad Ciatnliciae usque verticeni , Kalikioy (Chalcedonia) rl Plianaraki lilora, cunrlis fere dicbus, rimatus sum. Quae omnia citra ultraque Bosphoruui Iocs admodum argillosa, platanis aliquot giganteis , quae Ebntes diligunt et exomant; exceptis, sterilitate i't vasiaiioue miserrimis allliguiilur ! (ugusto meiise ejusdom auui Brussam asiaticam |>eiii ; et primum hujusce regionis colles occidentales ad pagum Ih-mevdcsch apricos el ca- lidissimos, accurate investigavi. De'mde Olympum bithycicum conscendi et in regiolie abietum superiore oceidentali-meridionali , et speciatim in tugurio Domini Palcrlsii, veluti iu centro, ex quo loca pervaria singil- laiim perquirere minus arduum erat, per dies sexdecim commoratus sum. Juga olympice a N. E. ad S. O. Longe progrediuntur et in ipsam Brussam civitatem, sex circiter miliariis a mare dissitam, pedem ad meridiem im- mittnnt. E latere S. E. subiationibus calcareis iiiwianibns , slirpibus pre* tiosis superbientibus , mons conformatur Ab latere opposi to, idesi IV. (J., rapes praeruptae, inferm; gruniticae, licet igneae, detegunlur; iu quarum fraginentis dirutis et in convallibus coacervatis , rarissiinae Stirpes eliam hospilaiilur. \l> excursionibus olympicis Byzantium redii, locaque ilia omnia, ver- tente autumno, rursum perlustravi. Brevi vero rerum orientalium satie- tate afiectos , morum turpiludinem, ignaviam , inscitiam, miseriam inco- larum fastidiens, laboribus, mokstiisque innumeris defatigatus, Cienuani, uti ad incolumitatis arcam cito me transtuli. Oimseuli jam tunc promissi editionem ad banc usque diem protrahere coactus sum, sive ob supellectilis ad definiendas stirpes defectum, sive ob aeruumas exilii ; sed bolanicos momenta hujusmodi aequo animo aesti- maturos , veniamque morae, invito animo protractae, mibi daturos esse confido. Gratias quau.plurimas el toto ex corde ago clarissimis BoiSSiEB , 1)e ISotaris, Gat j Swi. Spacb, \\ebk, qui consilio et opera sive in plantis denominandis , sive in licrbariis celeberrimis perlibenler niilii patefacien- dis . me in tenui labore adjuverunt. Eq. \\ ebbius autem multa alia <>l ficia . praesertiin in flora oi) ni/iica cxsiccata divulganda , magnaninir mibi [iraebuit. Prof. Savii'.s in Trifoliorum novis specicbus dignoscriulis praestantem operant amicissime contnlil. El Prof. De Notarisils collectio- nem universam, nee non illustrations quas offero , summa doctrina ac amicitia excudendas curavil. A JOSEI'IIO CLBUBHTI ^4 1 Nec brevitatis ainore, nee multo minus ingrati animi caussa , ea omnia quae, suinma liberalitate, vel perrara in me amicitia, aonnolli humanissimi viri raihi in meo itinere impertiti sunt, obliviscar. Et primum Doetorem Braii.am eoreyrensem , qui ineaui in insula re- veptionem, tunc, pro eventibus adversis, arduam, sunmia alacritate expla- navit , et deinde epistolas intimas ad iter per Graeciam prosequendimi \noiiimaque exaete couferre. Sf.rie II. Tom. XVI. I S KITH I I'M OHII VI AM EIC. r \ > ; r N c r L a c e ae. \\IMO\l \I'I\M.NA L. Sp. 762. link Ad radioes naontis Pentilici atheniensis legi vere i85o. Obs. V stirpe italica tantum laciniis foliorinn oblongo-obtusiusculis subintegerrimis, nee lanceolatis inciso-dentatis, reoedit Vm.mom: iioiiteinsis L. Sp. 761. Halt. Crescit ad margioes agrorum planitiei atheniensis »•( Qorei vere Obs. Segmenta foliorum valde ludibumla observavi. Ai\EMONE COROISARIA L. Sp. 760. Hal). lisdem in locis cum praecedente legi vere. Obs. Segmenta foliorum rarius denlato-mucronata plerumque oblu- siuscula sunt. Prope Piraeum alb. A. coronuriac varietalem performosam , floribus maximis intense roccineis , legi etiam primo vere. < I F.MATIS FLAMMULA L. Hah. Atticae , ad Kiephyssum flumen. Ceratocephalds falcatis Pers. Hab. Abunde rrescit in arvis circa Athenas . ubi legi vere et aestate incipiente. Obs. Magnitudine varius, pedunculos eliam rructificantes interdum ab- breviates, in anthesi niveo-lanatos, fert. FlCAUlA CALTHAEFOUA Uchb. Hab. Altieae ; locis humentibus. FlCARIA RAMWCU.omiS M OEM II. Hab. In herbidis byzanlinis. RANUNCULUS CAMOZZIANUS mibi. R. caule unifloro eiecto, subtorluoso , leviter striato piloso , basi libris erectis vestito ; foliis radicalibns pinnatiseetis , segment is onneato- A JOSEPHO CLEMEN! I incisiSj laciniis lanceolato-linearibus Integerrimis dentatisve; caulinis duobus irihiis sensim sessilibus lineari-inqisis ; sepalis laxiusculis patenlibus pi- losis, apicem versus nudis; toro piloso; petalis amplis Lnteo-croceis , obovato-cuneatis , integerrimis; rarpellis nudis Bemiovato-rotundatis stylis gubcircinnato uucinatis. //. disseelus Auch. ! ad specimina iucheriana in herb, Mas. Paris. noii M. B. — H. dissectus |3. gUtbrescens Boiss. ! ;id specimina Pimabdi in herb. Webb. Hali. Legi in loco humente in regione alpina Olympi bith. , obi cum Stellaria cerastoide promiscue crescit et floret Augusto mense. I! am NCI lis a^uai ius Sp. varietas. Hab. Legi semel in aquis stagnantibus prope Byzantium . aeslate. Obs. Folia einersa vix 3-loha , lobis vix et irregulariter lobulatis ; immersa saepius trichotoma. KaNI M.ILLS OPHIOGLOSSIFOLIUS Vili.. Hub. Legi cum praecedenti eodem tempore Adonis aestivalis L. Hill). In arvis Altieae. NlGELLA DIVAHICATA BEAUPRE. Hal). Una vice raihi occurrit in collibus Demerdesch ditionis Brus- siaiuie. Solo glareoso et calcareo delcctatur. Floret Julio et Augusto. Delphinium juncech DC. Hab. Legi aestate in insula Corcyra , ubi laete vigel et es coespi- tibus compactis ramos nunierosissimos vimineos edit. Dl l.l'HlMrxi PEBEGBJN1M All. Hab. Legi in collibus Brussianis aestate decedente. A stirpe Dal- matica haud diversum. 1 , I SEIITUI.UM OR1ENTALF. ETC. BERBERIDEAE. I.EONTICE LEONTOPETALUM W. Hab. Frequenter occurrit primo vere in arvis circa Athenas. Berreris cretica L. Hab. In Monte Parnis. PAP AVERAGE AE. Papaver pii-osim SiuTii. et Sm. DC. Syst. 2. p. 80. Hab. In Olympo bith. una tantum vice reperi iisdem in locis ubi primum id delevit cl. Sibthorp, seriusque Auchercs. Augusto vertente. Obs. Slirps venusta, in locis apricis robusta, villoso-argentea, in um- brosis giacillima calvescens : variat insuper petalis aurantiacis, stigmate 6-8-radiato , nee semper 6-radiato, pilis rigidis fere strigosis, nee sim- pliciter pilosum. Papaver Riioeas L. Hab. In arvis byzantinis sterilibus tota aeslate. Obs. Ilujusce speciei varietas tantum perpusilla, etiam slatura sesqui- ]»ollicaris mihi circa Byzantium occurrit. Ei sunt folia varie incisa; la- ciniis seta longiuscula praeditis, flores pro planta grandiusculi, pedunculi liliformes. HypECoiM litorale Wulf. Hab. In sabulelis prope Phalereum athen. legi primo vere. Obs. I'lerumque perpusillurn et arena mobili sutfocatum. HYPECOLM GRAi>DIFLORLM L. Hab. In arvis circa Athenas ubique frequentissimum occurrit primo vere. \ JOSEPHO IXKMENTI i^5 FUMARIACEAE. FfMARIA MACROCARPA BoiSS. ! Ihili. In cultis collinis humilioribus ad radices montis Cabetis athen. primissimo vere cum sequent! specie promiscue crescit et floret. Obi. A F. micrantha non solum fructibus plus minusve grandioribus, sed forma folioriim, glaucedine, facieque propria apte distinguitur Fl'MARIA MICRANTHA LaGASC. Ilnb. Cum praecedenli ut diximus. Obi. Variat subinde pusilla, simplex, subindeqne elatior et valde ra- mosa, sed semper floribus minimis et pinnis foliorum minutissime sectis praedita. CRU CI FERAE. MATTHIOLA MONTANA Boiss. ! Hub. Legi Augusto in dcclivilatibus alpinis Olympi bith. , orientem > ersus. Obs. Fruticulus ramis lortuosis, decumbentibus. Flores petalis lineari- oblongis , apice contorlis, sordide purpurascentibus ornantur. Siliquae maturae subglabratae, compressae, stigmate trilobo sessili terminatae, ultra decimetrum longae , ramos longitudinc aequantes vel superantes, jimiores ut folia niveo-lanatae. Cum speciminibus herb. Mus. Paris, ab \i'iierio in Cappadocia lectis sullicienter quadrat, sed pctala ulriusque comparare non contingit. ^IIEIRANTHIS JACOMELLII Illilli. Uab. Legi in pratis saxosis planitiei alpinae Olympi bith. latere N. E. Augusto mense , fructu plenc mature Radix perennis, longissima, descendens. Rami, ortu hypogeo, plures, radiciformes , repentes , parte exserta foliorum petiolis arefaclis duris ve- stiti; deindc confertim adsurgentes erecti, simplices, sublignosi, anguloso- striati , pilis bipartitis adpressis baud crebris ad flores usque scabridi. I |(, $] i. I I'M M OIUI'MAI.E ETC. Folia iuferiora fasciculato-congesta, \i\ carnosula, angustissiine ei obversi lanceolato-linearia , vel linearis angnste spailmlatn in petiolum longum l>usi dilatatum carnosulum attenuate, obtusiuscula , pills bipartitis arctt adpressis scabriuscula; superiora sensim rariora liaeari-conformia subtri- nervato-carinata. Florcs ■.. ? Peduncnli frurius solitaiii, m. 0,01 rembli, sparsi ebracteati* ereoto-patentes , m. 0,006 ad m. o, 008 longi. Torus cnnspicuus, cicatrice t:\teriori lulcola. Siliqua mature in. o, 07 ad in. 0,08 longa exacte complanata in. o,oo3 circiter lala, iiinm|ue sen- sim angustala, pilis ut caules et folia adpressis subscabritla ; vilvis ncnn prominente dircmiis, inferne in dissepiment] conjunctione parce callosis. Stylus persistens m. o, oo5-o, 006 longit. aequans , inferne more siliquae pilosnlns plus minusve purpurascens . superne lutescens ; sliginalis lobi parvi erecto vel oomplanato-patentes. Semina breviter alata ! Cotyledones- accumhculcs ! (lbs. A Ch. Cheiri toto coelo distinctus; nulli ex speciiniiiibus orien- talibus in herb. Mus. Paris, et Wiiinu a me collalis similis. Arams hiusita L. \rabis Thau ana L. Halt. Ad Bosphomm. Arams drauaeformis Bo'iss. ! non A. Boissieri Giuseu. Hah. Declivilatibtis saxosis nivi perpefuae proximis in Olympo bith. delectatur. Floret Aug. mens. Obs. Surculi sunt abbreviali erectiusculi, nee elongali repenles u( in \. Boissieri Fl. rumel. ; folia ovata spathulata, nee elliptica ; corolla calyce triplo, nee duplo longior. Stirps slolonibus multiplicibus abbreviatis remotis, caulibus filifor- mibus Dudis , rigidis, lucentibus facie singular! et distinct a. \n.utis 4LPINA olympica Ci.km. — A. Thyrsoldeu Sibtii. Hab. hi regione alpina Olympi bith. legi Auguslo. (His. Ilabitu , foliorum niargine arguto denticulatorum forma, indu* mento Arabidi alpinae persimilis; differt tamen stalura humiliore , \al- Milis fruclus nervo prominente exaratis , seminibus , in fructu saltern immaturo, vix lncmbranaceo-marginalis. \ rOSEPHO OI.BHBNTJ I \~ Cardamike IIIKSl TA L. Hall. Alticae el iiyzanlii. MalCOLMIA IISCRASSATA HC. Hull. \iose crescit. Rami numerosissimi, radiciformes , sub solo intricati. Legi testate. VIOLARIEAE. YlOLA GRACILIS SlBTH. et Sm. Hab. Legi in Olympo bith. Augusto mense infra saxa nives perpe- luas ambientia. Obs. Planta pusilla , floribus maximis luteis ornata. Viola tricolor olympica Griseb. Fl. rum. i. p. 2$-. Hab. In sylvulis abietinis inferioribus Olympi bith. Floret Augusto mense. Viola s^lvestris Lamck. Hab. Legi were in agro byzantino. RESED ACE AE. lll>EDA LLTEA L. Hab. Prope Phanaraki ultra Scutarim. DROSERACEAE. PasJUMU pali/stris L. Tar. nudicaulis Clem. Hab. Crescit rara in pralis alpinis humidioribus Olympi bith. L,rp Augusto. IHi.s. Caules aphyllos et staluram minorem quam species praebet. A JOSEPRO CLEMBRTI iM SILENE AE. Gypsophila olympica Boiss. ! Diagn. 8. 55. Hah. Legi Auguslo in cacutninilms alpinis inferioribus Olympi bilh Obi. Calycis 5-angularis squamuloso-furfuracei denies rubentes, subacu- minati, margine scariosi , tubo inembranaceo duplo breviores. Petala purpureo-cocrulea , obverse Hneari-lanceolata , anlicc rotundata , lamina in unguem gradatim attenuata. Sty li duo. Stamina decern , una cur. pe- talis carpophori apice inscrta. Ovarium oblongum obtusuni. Reliqua ut in BoissiF.ni Diagn. I. c. Tunica olympica Boiss. ! llab. Legi una vice in declivitatibus argilloso-calcareis ab aquis exa- ratis rcgionis subalpinae Olympi bith. Floret Augusto. Oh. Plavita gracilis uni raro bispithamea , floribus paniculatis solitariis, calycibus exacte obconicis , nervaturis quinque validis praeditis. Gipso- philarum faciem omnino ostendit. Tunica ohfajqdesiana mihi. T. caulibus basi lignescentibus, ramisque primariis irregularibus , 110- dosis , tortuosis, implexis ; ramis annotinis simplicibus alterneve superne ramosis, rigidiusculis , obtuse quadrangulis, glabris : foliis infcrioribus ■ipproximatis , subfasciculatis , carnosulis , margine serrulato aculeolatis . obtusiusculis, rarnoruni annotinorum connatis abbreviatis fere squarnae- formibus, in sicco , nervo excepto, omnino scariosis, plus minus\e acu- minalo-mucronatis ; llorum fasciculis terminalibus solitariis vel subrace- moso-paniculatis; bracteis ovatis, interioribns magis magisquc lalis, omnibus nervo valido carinalu-mucronatis , reliqua parte scariosis : prdiolis ob- conico-incrassatis , sesquimillimelrum longis; calycibus 5 -fid is scariosis , laciniis obtusiusculis dorso 3-ncrviis; petalis obverse lineari-lanceolaiis stamina aequantibus subexsertis , lamina in unguem sensim attenuata: capsulis oblongis inclusis, valvis maturilate superne truueatis : serainibus orbiculato-membranaccis. Dab. Ad rupium calcarium fissuras in sum mo cacumine Montis Pamis ■theniensis , comite cl. Profess. Orpiiamdf.s, novembr. i84i), cum frnotibns perfecte maturis legi. 5 | SEn.TUl.UM OUIENTALE ETC. Folia s<-s( jiii in illitn. lata, 12-16. millim. longiludine metientia. Fasci- culi (1 o ru 111 ( apituliformes obconici , braeteis rructo maturescente stramineo- pallescentibus. Tota plants spithamam vix altitudine supevat. Folia semper carnosula el mollia more salsolarum servnntur. Ganles anient arefactione fragilissiini fiiint. Petala persistenliu ex sicco purpurascentia ct concolora judicanda. Obi. Tunicae dianthoidi F. et M. affinis. Ah ea difiert praecipue ca« pitulis majorilms; lloribus numcrosioribus composilis , braeteis latioribus, minus lenuiter scariosis ; caulibus robustioribus ; foliis carnosulis latio- ribus , margine serrulato-aculeolatis. Qianthds in m.aiuc.is Pers. ex Fl. rumel. Halt. Crescit baud frequens in pascuis alpinis Olymni biih. et floret V.ugusto. Oh. Plants gracilis; petalorum lamina maxima, magis quam in 1>. plumario profundissime crispato-lacera , arefactione contracta. DlANTHUS FALLENS SlBTH. D. perennis, glaucescens; caulibus caespitosis, adscendentibus erectisve, glabris, simplicibus subindeve alterne dichotomis , ramisque unifloris: loliis iK.Tvosis , margine cartilagineo denticulato-scabriusculis, linearibus, acutis, flaccidis, internodio brevioribus, vaginis lalitudinem folii aequan- libus, radicalibus latiusculis ; bracleis 4-8. , interioribus obovalis ex apice obtusissimo breviter acumiualis, margine scariosis, exterioribus angustio- ribus , calyce profunde 5-dentato , lenuiter strialo, elongalo , a basi in aiilhesi sensim angustato, quadruple bervioribus; petalorum lamina 111- neata ! profunde obluseque dentata excisave , glabra, inlus alba, extus sordide purpureo-virente; seminibus badiis depressis, subdisooideo-peltaiis, -iri ice umbilicatis, undulalis. Dumthus leptophjrUus Willd. Enum. i.p. \(M .' — Grisbb. Fl. rumeL 1 p. h,i. Dianthus pallens Uiimm. Enum. 3oa. Dianthus pomeridianus Fniv. ex Griseb. llab. Species passim obvia in insula Gorcyra , in Graecia, agio con- stantinopolitano alque in Asiac minoris regionibns occidenlali-borealibus, ad Mas colli nas^ in aggeribus apricis etc. Florel aestate. Flores aperiuntur vespere, clauduntur mane bora perqnam mutabui. A JO I.I III) ( I.I MI.VIJ Petals in .illci iiiiliiinc >uiniii et \igili;ic plus minusve comoluta ob- gervantur. Obs. CI. Gjusbbacb ( 1. c. ) Dianihum pullentem Sh. et Urtillbi, I), pomcridianum Fbivaldski uno nomine D. leptopetati Wnxn com- plectitur. De identitate D. leptopetati, qui a pomeridkmo bracteis ovalis acutis brevissimis , petalis lanceolatis, foliis subulatis prae aliis distingue- retur, deficientibus milii speciminibus speciei Willdenowianae com cl. Florae rumelicae \uciore kaud certabo; sed cum eo I) pallentem etpo- meridianum unam candcmquc constituere speciem minus dubito , ejus- demque sentential!) , observationibns a memetijjso in itinera men ab '.nsula Corcyra per agrum bellenicum et rumelicum et in Asiam minorem circa banc plantam peraotis confirmare gaudeo. Dianthus paUens late per orientem patens , sislit speciem quam- maxime mutabilcm, turn hora qua flores vigilant, a vespcre nempe ad diluculum varia , cum stalura a spithama ad pedem et ultra, vel cau- libus simplicibus ramosisve , vel forma et numero bractearum in iisdem caespitibus varia, vel petedis plus minusve dentalis . vel demum foliorum latitudine. I ji>»- iiiiino, lusibus buiusce speciei perspectis, quae tainen moribus et moerore, at ita ilicam, faciei facile a congeneribus dignoscitur, nonnullas ;i lias Dianthorum orientalium species a nuperioribus descriptas buic sub- scribendas esse autuuio. DiANTHUS PUBESCENS S.m. Il.'ili. Legi vere decedenle in cultis collinis prope Bosphorum. Obx. Dianthus pubescens fasciculatus Gbiseb. Fl. rumel. i. p. 190, 111 Macedonia auslrali proveniens , dillert a specie, a Boissierio etiam prope Byzantium observala : foliis constanlcr 3-nerviis nee Z-5-nerviii . vaginis folii lalitudineui 2-3-plove superantibus, calyce glabro el snperne scabriusculo , bractcis calycem dimidium aequanlibus. Dianthus t/cltoides Macedoniae incola dillert a noslro foliis obtiisiu sculis nee acutis, brack-is breviter nee longe aristatis lubo duplo Dec quadruplo breuoribus , lamina ovato-oblonga nee OBneatO-ronbea. Dianthus leicophaeis . macropetalon Clem. PI. olymp. exs D. caulibus caespilosis rcpentibus; ramis unilloris adscendentibus : foliis 3 multincrviis abbreviatis, rigidis sub|iungeiilibus, inferioribus subim- jjG SEUTULUM 0R1ENTALE ETC. Ltricalis , inarginc scabriusculis , caulinis glabris , vagina brevi ; bracteis ciualuor , interioribus ovatis, exterioribus angustioribus , calycis Striata apice constricti lerliam partem aecpiantibus ; pctaloriini lamina irrcgula- riter dentata, extus viridi-purpurascenti. lliili. In Olympi bith. declivilatibus alpinis legi Augusto inense. Ohs. Piunihus laucophaeus Sm. (Giuseb. Fl. rumel. i. p. 193.) ex speoiminibas olympicis, in dilissimo berbario celeb. Webbii observatis , recedil a varielate nostra bracteis omnibus late ovatis, calyccm diinidium arquanlihus , petalis minoribus eorundemcpie lamina 3-crenata. DuiSTHUS VELITINUS GuSS. |5. contractus Clem. : compacte caes|)itosus , caulibus dimorphis, ab- breviates , brevissimisquc monocephalis, vel elongatis polycephalis. Ilab. Utracjuc varietas a. /3. primo vere et aestate in cultis collinis prope Byzantium crescit. Varietas «. pro aetate se praebet caulibus indivisis monocephalis , vel ramosis polycephalis. Di.WTins ClMURll'S mihi. D. caulibus basi ramoso-caespitosis , adscendentibus , quadrangulis , plerumque laevibus; foliis inferioribus congestis, linearibus , rigidis, pnn- gentibus, multinerviis; caulinis late linearibus, internodiis multo brevio- ribus ; vaginis dimidiam longitudinem foliorum subaequantibus ; cyma fasciculate 4-10-flora, bracteis obovatis ex apice rotundalo mucronato- setaceis, scai'iosis, nervosis , superne validioribus, plus minusve sanguinco- purpurascentibus exaratis, dimidium calycem tegentibus, mucrone auctis ilium subaequantibus; calycibus glabris, profunde 5-dentatis, dentibus lanceolato-linearibus, acutis, conspicue nervosis, ciliato-puberulis tuboque superne atro-sanguineis; pelalorum lamina cuneata , antice dentata, pur- purea, basi pallidwri, intus pilosiuscula unguibus triplo breviore. Unl). Copiose occurrit in convalle quadam alpina Olynqii bith. latere S. J.. Floret Augusto mense. Obs. Fasciculatornm sectionis plurimis speciebus in herb. cl. Webbii et Mus. Paris, a nobis perpensis Dianth. noster alunis; sed nulli exacte convenit. Foliis abl>re\iatis , rigidis, pungentibus , stolonum approximalis for- nniqui: nervosis praecipue distinguendum est. Pulcherrinia slirps ! A JOSF.PHO CLF.MENTI a5l SlLBNB OLYMPIC*. Boiss. ! Diagn. i. p. z/\. Griseb. Fl. rumel. a. p. 5oa. Hall. Copiose prowenit in declivitatibus Lipidosis alpinis Olympi bith. ,i nivibus perpetuis nun longe in latere N. O. Hhizoma ligneum , tortuosum, multiceps; rainis eontratiis, elonga- tisve stoloniformibus gemmas eodem tempore floriferas homotinasque eden- (ibus. Folia subcarnosula , in petiolum margine membranaceum altenuata, eximie connata , tolo margine denticulis ciliiformibus , infeine uecurvis instructa, caelerum glabra, inferiora conferla linearia , vel angusle ob- lanceolatodinearia, subinde subfalcato-secunda , ramorum floriferorum per paria reniota, angusliora, liueari-subulata. Rami floriferi plerumque in- divisi , Stricti vix spilhamei, thyrso paucifloro conferlo racemiformi ter- minati. Bracteae nt folia connala e basi dilatata attenuatae , ovato lanceolatove subulatae , margine nieinbranaceae , cilialae , disco nervis rubescentibus exaratae. Pedunculi 3-3-flori , brat-teas aequantes, pedicel- lorum inlermedio nudo, laleralibus 2-bractealis. Calyx obconicus, lucido- rubescens, inembranaceus , 10-nervius , nervis 5 attends tenuioribus , limb. 5-dentatus , dentibus triangulnri-ovalis, oblnsis, margine membra- uaceis , eiliolatis. Pelalorum unguis 3-nervius , ciliatus , calyccm subae- quans, lamina 2-fida , luteola , viscida. Stamina exserla , filamenta sty- lique inferne villosa. Capsula malurilale brevilcr exserta, ovata , nigro- punctata (?). Semina ambitu fere toto canaliculata , subundulata , rugo- saque , fusco-cinnamomea. Species eximia ! Planla viridis supra medium viscosissima. SlLENE FALCATA Sm. Uab. Copiosissime provenit in declivitatibus calcareis meridionalibus regionis alpinae Olympi bith. ct floret Augusto. Ol's. In nostris speciminibus omnes plantae partes piloso-glandulosae sunt. Denies calycini potius lanceolali el margine scarioso ovato-obtusati , quani triangulares denominandi. Petala facie albescentia exlus livida, nee concolora ochroleuca. Tandem stamina omnia , nee (jitinqtir tantum exserta. SlLENE INFLATA Sm. Hall. In Olympi bith. reg. alpina. Tota planla laevis plus minuwi glaucescens. Serif. II. Tom. XVI. *i SI hi I'l.l'M OIUENTAU? i i < Sll.i:>K PBNDEUCA BoiSS. ' Huh. Una vice mihi occurrit in monic Penbilico alheniensi , primo ^ ere. Stirps parvula et dedans. SlLENE SERICEA All. I1;iIi. Cum praecedente. SlLBNE SPBSESCENS Sm. llab. Legi in nionle Hymetto atheniensi. SlI.OE U1CHOTOMA EhRB. Sii.kme QUINQOEVDLNEHA L. Hab. In collinis agri constanlinopolitani. \ KI.IZ1A RIG I DA L. Iliib. In declivitalibus collinis sterilioribus prope Byzantium liaud rara occurrit aestate. ALSINEAE. SPERGl'LA PEiSTANDRA L. llab. Aliunde crescit in collibus prope Byzantium vere et aestate. SPERGILARIA PEINTAGOISIA DC. llab. In cultis et in sterilibus byzantinis frequenter ciesrit magni- tudine admodum varia. Floret tota aestate. Alsi>e jiiviperina Fenzi. ex Ledeb. Fl. ross. i. 34(3. — Arenaria juniperina L. — Alsine nodosa Vis. III. pi. Graec. et As. min. Atti del Congresso di Torino p. 180. — Arenaria nodosa Bony et Chad b. Exped. Mor. Botan. p. 1 35. llab. in dcclivilatibus orientalibus regionis alpinae Olympi bith. legi Auguslo mense. Obs. Ab Aren. verna Earti.. differt nervis sepalorum adproximatis , rtec duo lalerales a medio remotis; petalis ovatis nee lancrolatis; capsnlis A JOSEl'HO CI.K.MKNTI 2~H) calyce sesqui vel duplo longioribus, noc breviter evsertis; scmiiiibus \i\ rugulosis , hoc muricatis \c\ rngoais. .Ilsinis jimiperinae speoimina in Olympo bith. a me lecta characteres sequeates ostendunl , quos hie pvaebere lubet ut a specicbus superitu tnemaratis piantae nostras dwebsitas clariua innotescat. A. caule suffrutescente , abbreviate, ramoso, caespitoso, ramis nuine» rosissitnis adscendentibus ; floriferis elongatis, Eterilibus internodiis abbre- \iaiis robustioribus , foliis pedunculisque plus niinusve glanduloso-pilosis ; foliis rigidis acuminatis , subulatis, falcatis, supra canaliculate, subtus trinervuB (licet bisulcatis), ad gcnicula nodosa laxe connatis; eymis ple- risque bis trifidis festigiato-corymbosis ; pedunculid lateralibuS trifloris, pediolis piloso-glandulosis calyce Longioribus, intermedio lerminali uni- llmii calycibus'ovatis; sepalis couniveutibus OTalo-lanceolatis, acuminalo- cuspidnlis , trinerviis, margirie cartilagineis ; petalis albis calyce tertia parte ddptovs longioribus, ov;ilis, obtusis, ungue brevi ; capsulis 3-vaf- \ il>n s calycem sesqui vol duplo superantibos, \al\ulis demum apioe li- beris oblusis; scmiiiibus (more selenidmn) foveolato-papillosis vel rugosis, marcine dorsali dilatato subbialato. &■ Vi.si.m-: krytiirocepiiai a Boiss. ! Diagn. 8. p. 98. llab. Gum sequent i specie in Olympi bith. regione alpioa promiscue crescit el floret. Ohs. Ludit statura interdum pygmaea interdum elaliuscula. Quae ipse legi specimina a Boisseriana quidquam divergunt: sepalis 3-nervato-carinatis reapsc bisulcatis , sulcisque intense viridibus, reliqua parte ex albo pur- purascentibus ; foliis brevibus, robuste ciliatis; caulibus pilis brevissimis glanduloso-viscidulis plus niinusve adspersis. \im\k HiRSiTA Fenzi. ex Ledeb. Fl. ross. >. 346. llab. \ugusto manse cum praecedente floret loco citato. Obs. Gracillima elongata; sepalis magis quam in |)raecedenti lanceo- lalis, regulariter niultinerviis, concoloribus, caulibusque superne liirsntis: birsutie minuta \i* glandulifera ; ciliis foliorum rarissimis vel nullis. &LSINE TIM-IKOI.ia /3. yiscosa Koch Syn. p. i:>">. 7. Inzanthui Clementi; pusilla : valdc caespilosa . contractu et parce ramosa ; foliis basi mombranaceo-dilalalis , connatis : cyans contractis . l60 SERTlll.UM ORIENTAL! I T< . rongrsto-corvmbosis , pcdiolis vix calycem aetpiantibus; sepalis distincle trinerviis, piloso-glandulosis ; capsulis exsertis. II. ill. In proximilalibus By/.anlii ultra ii Gran Campo legi; quo loco crescit etiam var. /3. statura nmlto proceriore , caulibus gracilibus et maeis ramosis ; peduncnlis divaricatia solitariis , aut tantnm in dicho- lomiae axilla iluobus vol trihus. lnsignis ! \lll >AHIA KOTX'INDIl OUA M. li. Lf.di is. Fl. ross. I. 36(). — Fl. rumel. i. p. ao3. Imli. In regione abietis Olympi bilhynici ad rivulos. Augusto. (His. Bracteae riblofacae \cl elliptieae parvae , bracicolae lineares , subiilalae , eanaliculatac, basi ut petioli ciliolatae. Sepala ovata in apicem obtusiusculum, mucronulalunivc sensim angustata, nervis, lateralibus prae- sertim, tenuissimis sub i-ncrvia, niarginc albo-inembranacea. Petala alba, oblonga , obtusa , in anthesi sepala aequantia. Antherae sub apice lila- menti insertae, loculis discrelis. Slyli 2-5, ut plurimum 3. Capsula mature calycem aeqnans, late ovata , obtusa , glabra , inferiori parte submem- branacea, semi 4">ab'is, valvulis chartaceis, integris, bifidisque dehiscens. Semina plurima compressiuscula, subrolundo-reniibrniia , badia, sub vitro eximie rugulosa, funiculis cenlralibus, longiusculis ; hliformibus fasciculalis ;idfixa. De reliquo conf. Fl. rossicam ct Fl. rumelicam. AnE.NAMA SEltPYLl.lFOLIA GLAINDULOSA KOCH. Obs. In speciininibus noslris byzantinis pili tolius plantae el praecipue sepalorum minulissime glanduliferi el quasi muniliformcs adnotantur. Legi in sterilibus aestate. Lepigomm medium YYahlenb. Koch Syii. i. 121. — Arenarla marina Roth. Lepigomm hi brim Wahi.km). Koch 1. c. — Arcnaria rubra a. L. Hab. Abunde crescuiil in collibus siccis prope Byzantium. Florenl lota aestate. Obs. Folia in Lepigono rubro linearia vix carnosula submucronulata , cylindraceo-compressa, arcuata. Stipulae scariosac amplexicaules , conna- taevc. Capsulae calycem subaequantes. Petala dilute purpurascentia. Se- mina omnia aptcra, marginc lumido ciitcta, sub vitro obsolete muriculata. A JOSKPHO CI.EMENTI .'til Variat glabra, tolaque piloso-glandulosa, ramis prostratis adscendenti- busvc. Formae majorcs , glanduloso-hirtae, habitu ad arenariam macro- ryzam accedunt , scd semina in nostra quantum videre licet omnia aptera. MOBNCHfA MaNTICA Barti.. Hall. In collibus apricis ultra il Gran Campo di Cosiantinopo/i abunde provenit; nee ulla.nota diflert a planta in sylva Mantica vero- tiensi primitus lecta. Floret primo vere. ( ii; \stmm (,nA>niiLoniM W. K. var. glabratum Boiss. in litt. flali. Legi in declivitatibus subalpinis Olympi bith. Aug. mense. Obs. Tola planta pilis reflexis, basi submembranaceo-furftiraceis sca- briuscula. Cerastium YISCOStM L. Mali. Legi in collibus byzantinis, ubi formam perhumilem praebet. Ckkastii'm pilosum Fl. graec. Ilab. In pascuis sterilibus atKeniensibus tola aestate undique provenit. Obs. \ aiiat slatura pygniaea et subspilhaniea. In planta elation pili minus densi sed constanter patentes, candidi , longissimi extant. CeRASTTOBI LAHATDH Lamcr. Ilab. In monte Parnis ditionis praecedenlis autumno incipiente legi. Ckuastivm TB1GVMM Vill. — SteUaria cerastoides L. Ilab. Legi uno loco humenti in rcgione alpina Olympi bith. Floret \ug. mense. Obs. Caules uno latere obiter pubescentes , superne undique piloso- Sabglandulosi. Folia ialcala , anguslata , potius linearia quam oblongo- lanceolata. Sepala obtusa ovato-oblonga , inferne trinervia , vix cai inata. HOLOSTEUM I'MBELLATTH L. Uab. In Attica. l6a SERTCI.l'M ORIENTALS ETC. L I N E A E . I.IMM OLYMPICUM BoiSS. Hnb. In regione alpina Olyntpi bith. hue et illnc in herhidifl tlo- rente occurrit Augusto mcnsc. Obs. A Lino dfcolovato ( Ic. L. hirsutum Fl. graec. I. 3<>;>.) quod in Olympo bith. Sihthorpius decerpsit, differt: radice perenni nee annua; foliis dorso praecipue regulariter et valde pilosis, nee sparse villosis; cymis interdum 3-floris, nee dichotomis ramis la\e spiciformibus ; sepalis ovato-lanceolatis , nee oblongo-lanceolalis ; petalis violaceo-azzuiTeis se- palis j-plo superantibus , nee roseis dii])!o superantibus. LlISl'M GALL1CUM L. Hub. Circa Byzantium. M A LVA CE AE. Althaea rosea Cat. Uab. In aggeribus circa Scutari m asiaticum. Malta stlvesthis L. Hab. In agro byzantino , scutariano et atheniensi formae qtiampln- rimae hujusce speciei obviae sunt. GoSSYPIUM HERBACEUM L. Hab. In cultis prope Kiephyssutn atheniensem sponle. HYP E R I C 1 IN E A E . Hypericum repens L. et Spac.h! non aliorum. Hab. Legi niense Augusti in pascuis dwnelosis Olympi bith. Specimina II. repentis Herb. Webbiani et Musaei Parisiensis cum nostris exacte quadrant. A .IOSEPIIO CLEMEN I I -.'63 lhi'i:uiti>i olympicim L. Hub. Occurrit carins in solo argilloso-calcareo ah aquis diruto re- gionis subalpinae Olympi bith. Legi florente Augusto mense. Obs. Corolla calyce triplo longior , pro planlac stalura amplissima ' HYPERICUM SATUREClFOUl M JaBB. et SPACE. — GniSKB. Fl. runiel. I. p. '.!33. Ual). In Olympi bith. rcgione alpina haud frequens. Florel Augnslo. HYPERICUM CACYCINUM L. Hub. In castanetis umbrosis ad radices Olympi billi. prope Brussam rulgatissimum. Florel Juljo. HYPERICUM PERFORATUM L. Ilab. In collibus circa Byzanlium. Obs. A forma in Europa centrali nee non in Italia ubique obvia , foliis Linearibos angustissimisve deflectens. Hypericum empetrifolium W. Ilab. In planilie circa Alhenas. ■ Hypericum Crispin L. Ilab. Cum praecedente , nee non in arris prope Phanaraki ultra Katikioi passim. GERANIEAE. Geranium molle L. Geranium pusiluxm L. Ilab. Ad vias urbanas et suburbanas Byzantii hae duo species pro- miscue crescunt , et ab italicis nee characteribus nee facie recedunt. Tota acstate florent. EllODlUM C1CUTARIUM L. Ilab. In agro byzantino, valde mutabile. Krodiim olympicim Boiss. ! Diagn. E. caulibus basi dense caespitosis , Uoriferis elongatis, sulcato striatis, 364 SERTULUM ORIENTALE ETC. subllexuosis pilosis: foliis radicalibus congeslis , caulinis plerumquc qua tuor opposilis, omnibus uiulique piloso-subincanis , pinna tjsftctis scgtnentis pinnatifidis, laciniis oblongo-linearibus , obtusiusculis ; radii subdentifera; pcdunculis uiullitloris pcilicellisque calyces superantibus glanduloso-pilosis ; lloribus polygamis; sepalis inaequalibus oblongo-obtusis breviter mucro- nalis , pelucido-scariosis , piloso-glandulosis , ciliatis, 3-7-nerviis , nervis Bordide purpureis ; petalis obovatis , subcmarginatis calycem duplo supe- ranlibus , pallide roseis incarnatisve ; fructu patenter hirsuto , cauda in- feriori parte , intus longe barbata , extus tota pilis bfevissimis palulis hirla. Hab. In cacumine Olympi bith. ex quo ad inferiors a I j > i n ; 1 etiam descendit. Floret Augusto. Obs. Afiine Erodium Sibthorpianum ab hac specie luculenler dillerl foliis simpliciter pinnatis , pinnis ovatis , acutis ; ovario pilis albis ad- pressis villosissimo , caudaque adpresse hirsuta , reliquis omissis*. ZYGOPHYLLEAE. Tribllus LANIG1ISOSUS L. sp. 553 .' Uab. Circa Athenas. Tota planta villoso-hispidula. RUT ACE AE. Rita montaisa Clus. Hab. Abundc provenit aestate in declivitatibus glareosis prope Con- stantinopolim , ubi jam a Sibthorpio collecta. Obs. Folia radicalia supradecomposita , cetera sensim sensimque sim- pliciora et pinnata. Petala potius cymbiformia et conformia quam ungue attenuata denoniinanda. Rita divaricata Ten. Uab. Tn montc Hymetto atheniensi legi aestate. Pegamm Harmala L. Uab. Copiose crescit et floret aestate prope Acropolim atheniensem ubi saepius ramosissimuin et lignosum evolvitur. A JOSEPHO CLEMENT! a65 RHAMNEAE KlIAMNUS hi I c mil s L. Hab. In inonte Parnis athen. TEREBINTHACEAE. PlSTACIA TEREBINTHS L. PlSTACIA L.ENTISCLS L. Hub. In Corcyra insula. Rts Cotinus L. Unit. In monte Pentilico. PAPILIONACEAE. Genista Lydia Boiss. ! Diagn. — G. leptophjlla Spach var. virescens. Ihili. In regione Fagi Olympi bith. aestate. Obs. Quae ipse observavi hujusce speciei individua legumina imper- fecta , seminaque fere omnia abortientia mihi obtulerunt. Genista tinctoria L. Hab. Circa Scularim asiaticum. Genista acantiioclada DC. Hab. In litore prope Kalamaki ultra Isthmum Corinthi legi aestate. Calycotome villosa Lk. Hab. Corcyrae et Hymetti atheniensis. SPARTIIM .ILNCEIM L. Hab. Ad Bosphorum. Gonocytisus angulatus Spach ! — Genista parviflora DC. — Spar- Hum angulation L. — Retama angulata Grisf.b. Fl. rum. 1. p. 5. Hab. Legi Augusto decedente in collibus Demerdesch in ditione Brussensi. Serie II. Tom. XVI. *k M'.IWTI.UM OIU1 NTAl.F. Kl( . Vrbuscula alterne ramosa, ramis vimineis striatis, ramulis sulcato- angulatis, pedicellis calycibusque pilis minutis adpressis, subsericeis. Folia ternata, foliolis oblongo-ellipticis , acutiusculis, floralia simplicia. Bracteae bracteolaeque parvae, lineares, deciduae. Flores in ramulorum extremi- tate racemosi; pedicelli longiludine calycis, superne incrassati. Calyx cya thifbrmis snbbilabiatus, labio superiore bidentato, dentibus iriangulo acutis sinu lato distinctis, inferiore superiore quidquam longiore sed angustiore, minute tridentato. \exillum cordato-ovatum carinam retusam subaequans, alas inferne lbveolatas excedens. Stamina monadelplia. Antlierarum lobuli, sub vitro, pilis minutis penicillali Stigma exiguum subdiscoideum, e sicco, \ix a stylo liliformi dislinetuin. Legumen immalurum , calycis longilu- (lineni duplo excedens, elliptico-urceolatum , pilis minuiis appressis, con- fertis canescens. Corolla lacte flava. Obs. Ex pracmissis , speciatim de partibus floris , satis dare elucet , ni nimium fallor, hanc plantain gradum praebere fere intermedium Ge- nistas inter et Retamas celeb. Boissieri ; idcirco genus Gonocylisus, quod characteribus l'ructificationis ct vegetationis innixum , stirpem nostram aliasque aflines eolligit, praefcrendum esse censeo. Prostat in dilissimo cl. Wf.bdii herbario sub nomine Genistae parri- llorae ? Planta canadensis, quae a nostra valde dilFert ramis omnibus profunde , exquisiteve sulcato alatis. Cytisis CHRYSOTHBICUS Boiss. ! — Cjtisus supinus L. Fl. rumel. Uab. In dumetis lapidosis ultra Ciamlicia a Scutari asiatico nou longe legi aeslate decedente. Obs. Slaturam semper liumilem praebel quamvis radix lignosa el i o- luista sit. Ramuli sesquipalmares , vel palmares, ex radice repenle erecti. Calyces villoso-sericei corollis luleis quasi concoiores. Cytisi chrysothrichi var. gradient Boiss. ! in Olympo bith. legi re- gione subalpina. Planta magis elongata , ex aggeribus pendens vel pro* Strata. Floret Julio el Augusto. Ononis a.ntiqi orlm L. Ii;ili. In planitie atheniensi. Ononis Coldmnae All. Halt. In monte Parnis ath. A JOSI.I -111) CLEMEN I i WlllYI.LIS Hbbmamniae L. link Creseit in cricelis propc Byzantium ail ripam Bosphori Jiu/iil,- Derem versus. Folia sunt potius Hneari-elliptica quam lineari-cuneata , ut in diagnose Linn. Calyces campanulato-cylindrici cum tola planta ar- genteo-sericei. Floret Junio , Julio. MSDIGAGO MARINA L. Mbdicago circinnata L. MediCAGO oiuiicu.akis All. Medicago lupdlina L. MediCAGO Gebardi W. II.iIi. Oinncs plus ininusve I'requeutes reperiuutur in collibus aliisti|uilis margine externo connexis, licet continuis caulemque vaginantibus ; dentibus raljcinis lanceolalo-lriangularibus tubum subaequantibus , nee linenri-setaceis tubo longioribus. A T. nigrescenti diifert caulibus ramisque listulosis , leguminibus dispermis. Trifolu'ji Petrisavii mihi. T. caulibus solidis medullosis ; foliolis cunealo-triangularibus, obtusis; sttpubs vagina scarioso-membranacea caulem amplectenle externe con- nexis; capitulis densis; floribus bracteolalis , post anthesim omnibus umbellatine reflexis ; dentibus calycinis lanceolalis tubum aequantibus , leguminibus dispermis. llah. Copiose provenil in collibus conslai)lino[)olitanis ultra il Gran Campo et tota aeslale floret. Planta perennis , caespitosa ; ramis primariis sparsis, prostralis, ar- rhizis , medulla farctis , m. 0,08 a m. 0,18 circiter longis , longiludi- ualiler striatis. Folia longe pctiolata; foliolis cunealo obtusis, ncrvosis , superiori margine ex nervaturis excurrenlibus scrrato-cuspidalis. Stipulae exteriori latere inter se , intcriori cum petioli basi connexae , caulem pe- dunculumque late vaginantes; caudiculae triangulares, lincari-acuminatae, nervosae vaginae longiludine. Pedunculi axillares folio 2-4-longiores, striati, ereclo-dixergenles, capitulis densis 25-3o-floris lerminati. Flores minute bracteolati , pedicellati. Pedioli teretcs , praeserlim externi abbrexiali , post aiilbesim omnes recurvali. Bracleolae scariosae, ovato-acuminatac , nervo mediano usque ad apicem producto carinalac. Calycis tubus A JOSEPHO f.I.EMF.NTI 2(ii| cainpanulaio- r\ lindricus , membranacco-scariosus ]jediolo longior, lon- giiudinaliter lo-nerviua; limbus 5-dentntus, dentibus lanceolato*acuminalis, margine scarioso-membranaceis; duol)us supcrioribus majoribus , tubum acquanlibus , diniidiiiiiujiK' vcxillum paullulum superantibus ; inferiore minori dimidiam carinam aequante. Ncrvi calycis qninque majores usque ad apicem deDiium decurrunt; quinque minores, ad fauccm bifidi dcn- tinni reapse trinervium margines percurrunl. \exillnm sordide albidum, ovato-acuniiiialuiii , longitudinaliter plicato-strialum , apice minute denli- culatum. Alae vcxillo quarta parte brcviores , rarinam vis superantes. Legumcii sessile, dispcrmuin , dorso, infra semina , cmarginatum. Obs. A praecedente specie dilferl: caulibus mednllosis nee Jistulosis , capitulis densifloris , forma foliorum et omnino liabitu- \ '/'. nigrescenlc Viv. diffi legnminibns dispermis nee 4~spermis, den- libus calycinis tubo et dimidio vexillo brevioribus, capitidis inagis densis, et tandem omnibus parlibus rigidioribus magisque compactis. Tiufolium akmk.mim ^ . var. pumilum Clem. Hab. Legi in declivitalibus alpinis Olytnpi bith. latere orientali. Floret Augusto , Septembre. Caulis humilis semipalmaris adscendens; capituli abbreviati; stipulae saepe aphyllae. Thikolium striatl'M L. var. constantinopolUaiium Clem. Hal). In collibus circa Constanlinopoliui aestate. Tota planta villoso-albescens, caulibus abbreviatis, compactis, robustis. TlUKOUl.M SIBTERRAKELM L. Uab. In agro constaulinopolilano ires formae insignes hujus speciei intur : a. : Pedunculis folio longioribus , seminibus atro-purpureis nee distiDguuntur Tota planta gracilis et longissime repens . parce pilosa: flores sleriles numerosi tenues ; dentes calycini valde elongati, pilosissimi. Crescit in locis humentibus prope aquaediu Uim ultra U Gran Campo ili Peru. p. . Pedunculis folio longioribus, seminibus atro-purpurei> sicul ii-ll SERTUI.l'M ORIENTALS ETC. in antecedent!; sed tola plants valde contracts, robusta, vil losa. Florcs sterilcs minus graciles quam in «. Crescit in eadem Lot ablate, sed in solo sicciori el calkliori. •/. : Galycibus atro-purpureis. I'lanta sacpissime pusilla , ramulis proslrato-divai ieatis, fere irnncatis. \ praecedente non longe tlorel vere. I UllOLIl'M IMKI.ORLM L. Hab. Laetissime floret pritno vere in pasctris rollinis propc Ciamlicia ultra Scutarim asiaticum. Obs. Species pulcra, ab aliis congeneribus habitu omnino divcrsa. K\ radice longissima perpendicular! caulcs numerosi in caespitibus parvulis densis contract!. Ager byzanlinus, trifoliis uberrimus, ctiani sequcntia, quae legi , hospitatur : T. constantinopolitiimim Sering , quod T. supino simile , forma ca- lycis ab illo distinguitur. Rarissime mihi occurrit circa il Gran Campo ili Per a. T. elegans Sav t. In collibus locisque magis insolatis baud raruun. T. fdiforme L. In cultis locisque glareosis rarissimum adnotavi. T. globosum L. et T. resupinatum L. Ubique vulgalissima. T. stellatum L. et T. Cherleri L. In lierbidis promiscue crescunt , praccedentibus rariora. T. scabrum L. et T. glomcratum L. Eliam consociata saepissime observavi. Solo steriliori et duro delectanlur. T. jragiferum L. Vulgalissimuni in areis, ad vias, locisque argilloso- calcareis. 7'. prociimbens et T. arvense L. Locis apricis liar illacque observavi. f.OROMI.I.A EHEROS L. Hab. In monte Hymetto. Dorvcmim reotm Sbring. Hab. Crescit in planitie athenieusi humidiori. Lcgi fructincantem prepe (lumen Kiephyssura , autumno. Obs. Species a congeneribus habitu valde reccdens , lignosa, elata j leguiniiiibns nuinerosis, capilalo-fasciculalis instructa. A JOS! PHO II IIE II Loi US av.i STISSIMI S L. Hub. Legi in collihus siccioribus prope liy/autium. Floret Julio. Obs. Catties procumbentes; pedunculi breves; denies calycini lineari- subulati, lubuni aequantes'. Tola planla , praeseriim superne, pilis seli- formibus argenteis adspersa Lotus corniculatus L. Hub. Aus ovato- lanceolatis , uunquain angustato-llnearibus. Legumen calycem conspicuc excedens , ad pilorum orttlm nigro-puslulatum. Astragalus Piussiams Boiss, ! n. 9. p. 88. A. cacspitosus, ramosissimus; ramis adscendentibus erectisve, nived- lanatis; foliis palenlibus (i-8-jugis in spinam validani abcunlilnis ; foliolis cllipticis vel obverse lanceolalis , obovatisve , mucronato-spinulosis; pilis aneseenlibus subadpressis hirlis; Stipulis acuminaio-triangularibus. dor SO ■ onucxis , coriaceis, avellanaceis , inlernodiuni diuiidium acquantibus su- perantibusve , inferioribus nudis lucidis, supcrinribus flmalilmsque sensim albo-laualis ; lloribus sessilibus dense capitatis ; capitulis terminalibus . compactis , bombycinis , plcrumque cylindricis bipollicaribos ; bracteis membrauaccis, obverse lineari-laneeolalis, Mipeine barbatis . rai\ces ae qnantibus ; calycis bombycini dentibus linearibus , apice sabinotmis , praeler mucronem \ illo occultatis, tubum, demum fissilem . acquantibus: corolla p&llide oehroleuca , calvce lertio longiore ; vevilli lamina basi obsolete auriculala, in ungueni subaequalem altenuata: leguinini Ulinimo nionosperir.o. Ilab. Legi in eollibus di Demerilescli Brussianae dilionis. Floret \ugusto mensc. Obs, Auctoritate cl. BoissitlU ad A. Prussianum plantain meain i<- lei o At in Diagnosibus orient. I.e. i'olia adnolanlur adpressissiuic liirla. SERTULUM 0R1ENTALE ETC. stipulae (omnes) albo-tomentosae brevissimac, capitula rotunda inagni- tudiae nucis, bracteae lineari-setaceae , plumosissimae ; quibos charaete- libus A. Prussiunus a planla nostra nonniliil rercdcrc v'ulclur. An A. lirussiumis loco Prussiani e patria deuoniinaiulus ' AsTRAliAUS AMilSTlFOLUS LAM. Hab. Legi in regione alpina Olympi bith. ubi floret Julio deceilcnte el Augusto. Obs. Diagnosiiu hujusce speciei a cl. Grisebachio in Flora rumelica i. J7. exhibitam, ex speciminibus ex Olympo illatis hisce absolvendam censeo : « Leguminibus ovalibus utrinqne acutiusculis , villis adpressis albo-nigricantibus , bilocularibus , loculis 2-4-spermis, seminibus avella- naceis laevilcr rugosis. a Planta admodum caespitosa; racerai zj-S-flori potius quani 10-flori; denies calycini lineares subulati , nee laneeolati acuminati. Astragalus iiirsutus Vahl. ! DC. Prodrom. 2. p. 3o6 teste Boissier! A. caulescens , diflusus , procumbens ; folds sub 5-jugis , varie el- lipticis , villoso-argenteis; capitulis subglobosis pedunculatis , pedunculis circiter longitudme folioriim , sordide rubentibus , pilosis; floribus luleo- ochroleucis , calyce duplo longioribus ; calycibus pilis discoloribus , albo- nigrirantibus ; dentibus tubum , demum fissum , subaequanlibus, lanceo- lato-subulalis ; leguminibus ovatis , rostralis , calyce duplo longioribus , villis longis candidissimis lectis ; loculis sub 3-spermis ; seminibus com- |iresso-ovoideo-lruncalis , olivaceis , nigro-punclatis. Hab. Crescit in cacuininibus alpinis aridis Olympi bith. et lloret .lulio decedente. Obs. Characteres praepositi ex speciminibus I. c. lectis excerpti , ad pleniorem speciei diagnosim hie exhibentur , vel eo magis quod descriptio Caudollcaua niinis coulracta et incompleta mihi videtur. Allinis A. vesicario DC. et A. Pastelliano Pollin. Caulis raniiqiu' ab- breviati apice reliquiis folioruin annorum praegressorum einarcidis ve- stiti , frucliferi pollicem vix longitudine e.xcedentes. Stipulae papiraceae, 1 iliaiae , caelerum glabi-ae , pro foliorum amplitudinc grandes, cum pe- tioli basi inferne connatae. A J0SEP1IO CLEMENT1 2^'S Astragalus Sibthokpiainus Boiss. I llab. Crescit in pasouis saxosis imbre dirutis regionis alpinae su perioris Olympi bith. c latere N. O. Legi Auguslo mense florentem et fructificantem. Obs. Species distinctissima ad seclionem Caprinorum Ledbb. perti- nens : caule multiplici sub solo repenle , nigricante, square oso ; foliis circiler 10-jugis, minulis , piloso-argenteis; floribus subsessilibus, in ca- pilulum ovato-rotundalum aggregatis ; bracleis lanceolato-lincaril)us, ca- lycem subaequantibus ; cnlycinis dculibus lineari-subulatis lubum subae- quanlibus ; corollis atropurpureo-viridulis ; vexilli lamina ovato-oblonga , alis angustato-oblongis carinam superantibus tertio longiore ; leguminibus compressis, semiovatis , mucronalis ; seminibus compressis avellanaceis. ASTRAGALUS SPRUIVERI BoiSS. Hall. Legi in viciniis Athenarum circa Stadium. Flores parum nu- merosi, elongati ; calyces nigricantes ; corolla magna, sordide luteo-pur- pnrascens. Floret vere. BlSERRULA PeLECIINUS L. Hal). Floret primo vere in sylvulis apricis prope Bosphorum. Herba debilis , fomia leguininum perelegans. Ormthopus compressis L. Hab. Crescil pusillus el rains in sylvulis byzantinis Bosphorum se- cundantibus. Legi acslate incipiente. OnoBRYCHIS Cadmea Boiss. ! Diagn. Hab. Fn praeruptis alpinis Olympi bith. , mense Augusti. Obs. Duplici sub forma 1. c. mihi se obtulil ; caulibus nempe sim- plicibus , elatis , foliis elongalis , foliolis rarioribus oblongo-lanreolatis . vel caulibus deenrtatis a basi raniosis , foliis conlractis, foliolis abbre- \\a\s. Flores in utraque validate semper magni , speciosi, ei <|uo fa ciem propriam non diraittit. Onobr veins Caput Galli Lam Hah. In agro constantinopolitano hand frequens , aestate SEBJE II. Tom. XVI. 3- i It i.l'M ORIENT U.I II (.. \ 1CIA llir.TA Bw.R. Ilah. I'nsilla el rare occurrit in sylvulis prope Bosphorum, el Boret a estate. VlCU VABU Host. — Vicia villosa fi. glabrescens Koch? Syn. i. p. "ij. Hah. In cultis collinis aridioribus prope Byzantium a peooribus de- pasta c radice percnni .' Diu repullulat. Lcgi aestate. Olis. Folia polius lanceolato-linearia vel linearia quam lanceolata , pilis praesertim marginalibus subpatulis, nee magis quam in specie ad? pressis ut in Kocn I. c. \ IIIA LATHYROIDES L. Bib. Sylvulis prope Bosphorum raro incolit. Floret vere et aestate incipiente. Vicia pseudo cbacca Bertol. llab. In ejusdein diiionis locis siccioribus passim. Vicia cassabica L. llab. Lcgi una vice in regione abietis Olympi bith. Slatura elatiori insignis ! Color loliorum obscure viridis. Floret a Julio ad Augustum. Ltl'IMS AHGUSTIFOLIUS L. Hab. In agro byzantino. K OS A C E AE. RlBl S AJIOEMS POUTS! HL. Hab. Legi aestate in saxosis collinis prope Ciamlicia ultra Scuta rim asiaticum , nee a stirpe dalmatica videtur diversus. IU BIS TOMEKTO808 \\ . Ilah. Crescit in regione subalpina Olympi bith. Folia dorso mollilei incano-tomentosa , facie omnino glabra et intense viridia. Legi fruclifi- cantem Auguslo mense. A JOSEPHO CLEMI STI III HI S IIUT1COSLS L. Ilab. In Attica prope Kiessariarty. I'olKINTll.l.A BuCCOANA mibi. P. radice lignosa, valida; caulibus adscendentibus robustis; foliis ter- iialis , foliolis ovatis vel obovato-cuneatis . grosse et ohtuse dentalis j co- rymbo multiiloro; petalis obcordatis vel obovatis, calyce tertia parte lon- gioribus; calycinis laciniis inaequalibus ; receptaculo conoideo-eolumnari . villoso. Ilab. Li'gi in Olynopi bith. pratis alpinis lapidosis latere N. E. Floret Angusto decedenle el Septembre. Radix descendens lignosa, prae planta maxima , nigricans, ad eollum reliquiis foliorum persistentibns squamata ; squamis rufo-nigricaotibus. daules bi-sesquipedales , piurimi, adsceudeules , (isiulosi et robastassimi , obsolete roliindato-aiigulati , superne Slriati et dicbotomi , pilis tenuibus villoso-pabescentibns. Folia omnia ternala , inferiora longe petiolata. Fo- liola inferiorum ovata , basi euneata, vel obovato-cuneata , rariusve tan- t inn ovala ; superiorum magis ciuieala ; omnia , parte euneata excepla , grosse. el plus minus profunde serrato-denlala , dentibus omnibus obtu- sissin lis rotundatis conl'ormibus ; ulriiique viridia , demum frequenter lutescentia; dorso nervaturis el nargiiic subaequaliler villosa, facie gla- brata. Petioli pubescentes supra canaliculati. Stipulae grandiusculae, basi petioli adnatae , oblongae vel lanceolatae, oblique acuminalae. Cyma sub- corymbosa dichotoma , ramis plus minusve elongatis, floribus in ramis approximatis. Pedioli firmi semper axillares, magis quam caulcs pilosi. Calyces magni eliam pilosi, laciniis ovato-lanceolatis inaequalibus, exte- rioribus multo minoribus , nervosis vel retieulalo-ncrvosis , in anthesi subacutis dein oblusinsculis. Pctala obeordata vel obovala, calyce tertia parte lougiora , supra luteo-aurea, subtus oeliracea. Filamenta glabra. Receptaciiliim conoideo-columnare villosum. Nitculae arcuatim striato- costatae. Oils. Differ! a P. grundi flora : dentibus foliorum oblongalorum obtusis; catycinis laciniis inaequalibus obtusiuscnlis, petalis minoribus, receptaculo conoideo-columnare , omnibus parlibus robustioribus el lacie propiia. Forma receptaculi el bahilu etiam ad Gaum \ergit. ■_>-(> SEB i i ii U onn vrAi.i ETC. 1'iUK.Mll.l.A BEPTANS L. I'oiK.MU.i a CANESCENS Bkss. Hab. In aero byzantino prout in superiori Italia vulgatissimae crescunl. SlBBAI.DlA paOGUHQBMS L. Uab. Aegre crescil in Olympi bith. regione alpina. Rosa bubigunosa L. Hal). In collibus byzantinis. Rosa pigmaea Bif.ii. var. oljmpica Ci.em. Hal). Lcgi ail rupcs calcareas alpiaas Olympi bith. in versantc N. E. Obs. A specie recedit : foliis lomenloso-sericeis , subtus albicavitibus. Potebiim spinosum L. Uab. B>zanlii, Scutaris et Atlicae. POM ACE AE. PvBtS SALICIFOL1A L. Hab. Ad radices mont. Parnis atheniensis , ubi foliis oblongo-el- liplicis vestitur, cpiam cpiae stirpis dalmaticae multo brevioribus magisque glabratis. COTOISEASTEB VULGARIS LlMDL. Hab. Corcyrae. ONAGRARIAE. Epilobum paiistre L. et Fl. bith. Hab. In regione alpina media Olympi bith. ad rivulos crescit Augusto. Obs. Subpalmaris, gracilis; petalis violaceis sepalis lanceolatis duplo longioribus ; frnrtibus pollicaribus incanis. Epilobium bosei'm Sain ii. varietas. Hab. Legi aestate prope Byzantium. Obs. Slatura minori foliisque haucl crebre dentatis a specie distinguitur- A JOSEPIIO CI.EMERTI 2T- CALLITRICHINEAE. Callitriche platycarpa var. marginata Clem. C. foliis omnibus c basi plus minusvc attenuate spathulalis , relusis, triplinerviis ; fructum superiorum pedunculis brcvibus , inferiorum elon- gaiis ; carpidiis per paria parpllelis, angulis marginatis. Obs. Ab omnibus mihi cognitis varietalibus Callitiiclu-s platycarpae 9tagnatilis celeberrimi Kuntzingji , characteribus exhibitis satis superque differt. L YTHR AR1AE. I.vniniKi Graefferi Ten. Hab. In planitie atheuiensi ad ripas Kiephyssi, et in suburbiis by- /aiilinis repcri aeslate. Obs. In utroque loco L. Graefferi floribus multo minoribus quam in planta ligustica ornatur. LyTHRIM SALICARIA L. Hab. Byzantii cum praecedente. LlTHRUH inummularifolium Lois. ! — Middendorfia hamulosa Traltyv .' Peplis Bovjsthenica Bbrst. ? Hab. Loco humenti ultra il Gran Campo di Coslantinopoli legi una Mic Junio mense. Obs. Folia subscssilia ; caules fistulosi flaccidi ; tola planta crispula. PORTULACEAE. MoSTlA FONTANA var. minor Komi. Uab. In duinetosis collium humillima et recondita crescit a By- /.aulio non longe. Floret primissimo \ere. PARONYCHIEAE. Paronychia argeistea Lam. Hab. In mont. Parnis et Olympo. 2^8 SERTU1.L.M ORIENTALS ETC. IIer.mvria INGANA Lvm Hali. Ail pedes Pentilici. Hbbniaria mirsita L. Hab. Ad Byzantium et in Olympo. SGLERANTHEAB. SCLERAISTHI'S MAROINATUS GlJS.S. Il.ili. In collibus siccioribus prope Byzantium copiosissime crescit el floret aestate. S< l.ERAINTHTS ANNl'tlS L. Hub. In Attica et Byzantii. MliMARTlA FASCICULATA RcHMB. Hab. In lierbidis sterilibus Atticae vulgatissima reperitur tola aestate. CRASSULA C E AE. Crassula Mag^'OLU Ten. — Sedum caespitosum DC. Hab. Locis rimosis calcareis circa Byzantium reperitur. Floret a vere in aestate. Obs. Statura variat a centiuietro ad sev. Petala sunt lineari-lanceolala. acuta, albo-scariosa, ad costam rubentia. Follicula rigida patcntia in styltim brevem persistcntem desinenlia, coslalo-slriala , coslis rubintibus. Sedi.m gauoides Pourr. Hab. In Olympo bith. COTYLEDON UMBILICUS L. Cotyledon horizointalis Guss. Fl. sic. Syn. i. p. 5 1 3. Halt. In declivilatibus glareosis prope Byzantium. Obs. Cotyledon horizon talis, in Fl. rumclica omissus, a C. umbilico probe distinguitur racenio densifloro, floribus horizonlalibus , corollae profundus (jninrpjelidae segmenlis lanceolatis acntissimis. "N^i «1 i in hac specie folia rordato-renifonnia haud peltula. A J08EPU0 II. I. MENU a-o S A X I F R A G A E . SAXIFRAGA MIXTA Lapf.yr. var. oljmpicu BoilS. I herb. Hah. In Olympi hilh. regione alpina, sedraro, mihi occurrit mensr ^UgUSti. SAXIFRAGA FltlUhHlU-Al'Cl'si'l Biasoi.. Iliib. In oalcareis alpinis Olympi bilh. vulgatissima; Julio, Augusto. (His. Ei absolute idenlica , enjus olini perpauca legi specimina in regione Montenegro nuncupate , per Dalmatiae provincias iter faciens. Saxifraga rotundifolia « et $ geodes Fl. rum. i. p. 336. Hab. Cum nonnullis aliis formis intermecliis in Olympi bith. re- gione alpina legi Augusto. UMBEL LIFERAE. Ertisgigh yiride Lk. Hab. Circa Athenas. Ptvchotis ammoides Koch ! Hab. Copiosc proven it in insula Corcyra , et praesertim ad radices iiionl. Ptiiulolcratora. Tola aeslate floret. P>i pleurim olympiclm BoiSS. ! Diagn. - B. ranunculoides Sm. ? ex Fl. rum. add. 5o8. - non Lihrei. 15. caule a basi ramoso ; ramis rigidis , divaricatis prostratisve , pri- inario subindc nullo , terelibus , strialis, glabi'is; foliis radicalibus sub- congestis , rigidis 5-7-nerviis ; inferioribus spalhulatis vel oblanceolalo- ovatis in petiolum altenuatis; superioribus obverse lineari-lanceolatis plus minusve angustatis, falcalis; caulinis paucis, sessilibus, lineari-la)iceolatis. aeulis ; umbellarum radiis 5-8 inaequalibus ; iuvolucri foliolis inaequa- libus, uno duobus majoribus, lanceolatis, acutis, subquinquenerviis; invo- lucelli foliolis quiuque conformibus ovato-lanceolatis , acuminalo-cuspidatis. margitie leviter cartilagineis , subtrinerviis , ner\aturis luUscenlibus . a8o sertui.um orientale etc. pediolis Gractum aequantibus paullo superantibus ; diacheniis ovoideo- oblongis , subulalo-coslalis. Gaules et loiius plantar partes magnitudine ludunt. link. In oaeuinine Olympi bith. legi Augusto. BlI'I.KUlU M GLCBUCEUU Sm. Hab. In insula Corcyra legi aestate. Was'. In collinis proveniens gracillimum , defoliatum; in litoreis cras- sius et luxurians ; in utroque vero characteres floruin et 1'ructus oinniuo iidem. BCPLECRUH GLAICIM Roxb. Hab. In lilore prope Kalamaki ultra islhmum Corinthi copiose re- peri inense Augusti. Obs. Nisi slatura minorc et umbellis contraclis ab italico. recedit. Critiimi im maritimum L. Hal). Ad litora Corcyrae. OENAHTBE PKl'CEDAMFOLIA L. OEKANTHE I'IMI'INELLIFOLIA L. Hab. Utraque proveniunt in collibus Byzantinis aestate. Oils. Ilarnni posterior, foliis raagis dissectis, partitionibus tenuiorihus. a planta in Italia vulgatiore paulisper divergit. Scamiix Pectein L. Hal). In Attica. Sf.sf.ii CAESPITOSUM Sm. Hab. In Olympi bith. herbidis apricis et lapidosis S. E. prospicien tibus una \irc reperi Augusto inense. Amcthim Foemcelum L. Hab. Auicae ; ad Kiephyssum. IIf.uacleum hi mile S. et Sm. ! Hab. Species in Olympi bith. regione alpina perrara el a congcne- ribiis t'liani facie prima fronte distincta Legi Augusto incipiente. A JOSEPHO CLEUBNTl l8 I TORDYLIUM APULL'M L. Hab. In collibus byzantinis ultra il Gran Campo mihi occorrit band f'requens acstale ct autumno. TOR1LIS NODOSA DC. Hab. Iisdem in locis cum Tordylio frequeutius occurrit. TORILIS 1NFESTA BeRTOL. Uab. Byzantii. ARALIACEAE. Ill HI RA POETARUM Bert. Hab. Uuo loco mihi occurrit ab Athenis non longe Kiessarionj nuncupato. Floret aestate dccedente et autumno fructificat. C ORNE AE. CORNUS MASCULA L. Hab. In sepibus byzantinis. LORANTHACEAE. VlSCUM w .in M L. Hab. Ad abielem Apollinis in mont. Parnis ath. C APRIFOL I AGEAE. Lomcera caprifolium L. arborea Clem. Hab. Crescit ad margines agrorum prope Brussam asiaticam. Floret incnse Augusti. Obs. Capituli omnes ternato-terminales. Truncus arboreus. Rami et dorsum foliorum omnium connatorum pruinosa. Minus quatn specie odore grato scatet. An L. etrusca ? STELL AT AE. Asperlla iNVOLUCRATA Wahlb. ex Fl. rumel. 2. p. 167. Serii. II. Tom. XVI. \i 3H • SI Rl I LBM I'RII IfTAI I I '! i . Mali. Habai ;i Domina Josephine Fossati, quae ad radices Olympi bilh. in vatle del Paradiso nuncupate legit vere decedenle. (His. Folia caulina rameaqne infeviora nun raro act basim videnlui' 3-nervia! caeterum cum planta Fl. rumelicae omnibus partibus congruil. Pulcherrima species ' VaPBBULA iSITlliA Sm. r\ Fl. rimiel. Ilab. Frequens in regione alpina el subalpiua Olympi bitli. Obf. Valde ludit slalura; saepissime nana et fere acaulis , quandnqur Inngc cauleseens. Tamen charactcres specifici immutabiles nisi ezcipias folia el rorollain , quae in prorerioribus simul cum caulibus elongantur. Asperxta Cynaischica liomophjlla Clem. « Foliis supremis opposilis, celerisque quaternis lineari-subulalis: » caulc ramisque inferne valde scabris. « ilab. In collibus byzantinis aestate. SBEBABDIA ARVENSI8 L. Ilab. Circa Byzantium. Vacantia mi/rams L. Hah. Byzantii, et in Attica, CBDCUNELLA GRAECA Boiss. Ilab. In H_\ inetto meridional!. Galium longifoliuu Guises. — G. effusum Boiss. et Griseb. — Asperula longifolia Sibth. et Sm. Ilab. In regione Fagi Olympi bith. haud frequens occurrit. Legi Auguslo. Galium OBIENTALE Boiss. ! — Galium incamim Sm. ! ex Griseb. Fl. rnmel. 2. p. i5q. Ilab. In Olympi bith. regione alpina latere S. E. crescit rarum, el rupium calcarium fissuris delectalur. Oh. G. sjivestri afline; distinguitur caulibus dense iinplexo-caespitosiv foliis sex linearibus, angustis , mucronalis, rigidiusculis , nitidis, in sicco dorso , ob ncrvuin robustum promincntem, a-sulcalis, livido-fuscis; cymis A JOSF.l'IIO CLEMENT! - I plerumque T-3-flojis , strictis. — Caules ramiquc perennantes, juniores piIosiu8Culo-scabridi , demum glabrati ; rami juniores ei f '• • 1 1 : t livldo-fu- scescentia. Galium setaceuh Lam. Hah. Legi in monte Hymetto atheniense. aestate. Galium divaricatum Lam<.k. — (lu.vs. Fl. sic. Syn. i. p. i8(i — DC. lc. |il. gall. rar. lab. 24. Halt. In apricis proue Byzantium. Obs. Omni numero convenire mini visum est cum (•. divaricati lcone adducla , nee non cum descriptione cl. Gussonii , nisi quod fructus in lcone Gandolleana laeves glabrique dipicii sunt , qui in nostro eximie sub lente granulati ; pedioli porro non omnes fructus longiludine aequant 11I in planla sicula. Ceterum a G. sclnceo Lamck. , a jloribuudo ft >>'- nuissimo Fl. rumelicae , vel fruclu granulato vel rorollae segmentis mu- licis dillert. Galium olympicum Boiss. ! Unit. In Olymui bith. regionis alpinae declivitalibus calcareis cum Draba oljmpica, aliisque rarissimis stirpibus abunde crescit el floret Auguslo. Obs. Specimina nostra a descriptione cl. Boissieri , ex Fl. runiel. cha- racteribus sequentibus quidquain divergunt- folia margine admodum re- voluta omnino glabra, nee margine scabriuscuia ; llores axillares termi- nalesque , nee tan turn axillares; laciniae corollinae lanceolato-lineares. obtiisiusculae, nee lanceolato-acutae. Galium coronatum Sibth. Hal). Hue et illuc in herbidis ct inter sa\a Olyuipi l>illi regione aljiina media reperitur Auguslo. Obs. Folia 3-nervia, nee enervia ul R. el S. :>. p. 219 nee i-nerria ut in Fl. rumcl. iraditum est; caules glabri . basi ligneseentes ul in R. el S. , elongati , prostrato-repentes licet laxi ul in Fl. rumel. a. p. i(i3, sed nunquam pilosi. Galium Molluco var. ■ — G. Tjrolense \\ Hah. Legi Angusto in regione Fagi Oliuipi billi ■>S i SERTULUM ORIENTALK ETC. Oba. Plants Olympica quae cum speciminibus G. Tjrolensis, in Ve- ronensi provincia lectis , convenit, a G. Mollugine statura minori cau- leque recto praeeunte cl. Koch , tantum ditferre evidenter patet. Cf. Kocr Syn. ed. 2. p. 366. Galium vemjm L. Hab. Ad Byzantium et in Attica. RlBIA PEREGR1NA L. Hab. In Attica ad Kiephyssum. VALERIANEAE. Valeriana Alliarifolia Vahl. Fl. rumel. 2. p. 172. Hab. Species in Olympo bith. perrara. Legi una vice im declivita- tibus alpinis orienlalibus. Floret Augusto decedente et Septembre. Fedia eciii.nata Vahl. nab. In Attica. Valebianella puberula DC. — V. microcarpa Betck ex Fl. rumel. Hab. In cultis collinis prope Byzantium crescit admodum mutabilis. Floret vere. Obs. Dantui* specimina semipalmaria gracilia et etiam pollicaria con- tracta. DI P S A CE AE. DlPSACOS LACINIATUS L. Hab. In collibus calidissimis ad Demerdesch prope Brussam asia- licam. Floret Julio, Augusto. Obs. Folia superiora profunde laciniata, quasi pinnatifida, laciniis serrato-dentatis. &NACTIA OR1E1STALIS L. llab. Legi in collibus Demerdesch a Brussa non longe: aestate. Klala, ramosissima , pcnc luxurians ! 1 1 A J08BFB0 Ml MENTI :>ft". SCABIOSA [KHAMCA L. Halt. Legi in glarcosis collinis prope Demerdcsch ditionis Brussianae Floret Julio , Augusto. Obs. Optime ad specimina herbarii YYkbbii. Caulis basi pilis longis admodum sparsis praeditus , superne glaber. Acheniorum corona pappo triplo brevior. Scabiosa TENUIS Sprun. in Boiss. Diagn. Hal). Legi in insulae Corcyrae declivilatibus collinis hand frequens. Floret Julio. Scabiosa maritima L. Hal). In agio constantinopolitano valde mutabilis crest it. Scabiosa Columbaria L. Hah. Cum praecedente. Aestate. Obs. A typo speciei plerumque recedens caule simplici , spilhameo , monocephalo ; foliis inlerioiibus pctiolatis , ovatis, serratis. Tota planta villoso-subsericea. Floret aestate. COMPOSITAE. CICHORACEAE. Lm»saka CRAMJIKLORA MB. Hall. Raro occurrit in rcgione subalpina Olympi bitli. locis umbro- sioribus. Legi Augusto. Obs. Species plus quam orgyalis et a communi vere distincia. Sonchus TEisERRuirs mitricuhitus Ci.fm. anthodiis, praetertim inferne, nittriculalis. Hal). Prope Piraeum allien, crescil et floret vere. ClCIIORIllM BYZAISTIMM milli. C. perenne? radice caespitosa vel unicauli , caulibus inferne hirtis , sursuin scabris , glabris\c, alterne ramosis , ramis patenti-refractis a basi ad apicein incrassatis , fislulosis, plerumque indi\isi.s . apice fioriferis ; t'oliis radicalibus rosulalis, plerisque runcinalis, hirlis , floralibus <• basi lSd SinTUl.UM 01UENTALE BXC. ovala acuminata's, \i\ semi-amplexicaulibus, al> inlimis scnsim decrcsccn- tibns; capitulis in ramorum apice nlerumque solitariis, axillaribus :>.-3- fasciculalis , subscssilibus, subindeque ramulo plus minusvr elongato uni- capilu lifer o stipalis ; capitulis 3-i a-floris; involncri squatnis rxterioribns adpressis, ovatis, pbtnsiusculis , margjne denticulalis f scabris, glabrisve, interioribos duplo brevioribus; acheniis obconoideis costatis; pappo squa- ineltis membranaceis composite) roroniformi . acheniis ipsis quadrnplo breviore. Hab. In aero cnnstantinopolitano , substrata conditionibusque per- vaiiis abunde ercscit. Flore I a vere in BUtumnum. Obs. Plants polymorplia , facie nee non characteribus inter V. En- diviam et C. divarication fere ambigens. Rami , vel si mavis pedunculi axillares quandoque gemini, altero elongate capitulo uniro terminato , altero brevissimo capilida 3-^ gerente; folia oblonga, denticulata; rami llexuosi. In nonnullis speciminibus e contra , caulis dichotome ramosus, folia radicalia roncinata, caulina oblonga, dentata , pedunculi capitulique ut in priore. In plerisque tandem capituli in pedunculo abbreviate unicus vel plures, pedunculi elongati conslanter unieapitnliferi , sed longitudine tpiammaxime varii, una cuni caule inenrvato rrtorti; folia plerumque run- cinata, laciniis numerosis , angustis, dissectis, vel oblongis obverse lan- ceolatis plus minusve irregulariter dentatis. Statura etiam variat a spithama ad orgyani dimidiam usque. V C. Intybo distinguitur foliolis involucri cxteriorihus ovatis, adpressis. minute denticulalis interioribus dimidio brevioribus . pappo coroniformi achenio quadruplo tantum breviore. A C. divaricate foliolis involucri exterioribus interiora non aequan- tibus nee longe ciliatis. A C. Endivia demuni, radiee , ut videlur, perenni, foliis floralibu* «• basi \ix semiamplectente attenuatis, nequaquam aurieulalis. HbUHNTBIA ECHIOlDES W. Hab. In Attica. TOLPIS UMBEI.LATA BfBTOJ.. TOLPIS ALTISSUNA BkiiTOI.. Hab. I tramque iegi in agro byzantino. Floreut tola aestalc A JO6BFB0 Cl.l MB VII ari^ Hvosiiun mm noctPHAi.A Cass. liali. In praeruptis prope Piraeum atheniense legi vere. Obs. Slalura, scapis brevissimis, capitulis longioribus, vel folia aequan- tibus, siijirranlibusve , admodum varia. Hbuypnois poi.ymorpha DC. — //. rhagadioloides Moris PI. sard. •>. P 5«9- lliili. Crcsrii ad vias prope Bospliormn ct in suburbiis by/.antinis. Floret lota aestate. In saxosis maritimis prope Piraeum atheniense vere ineunte varie- lalem //. lubaeformi Tkj»orfi res|iondenteni legi. Phris OLYMPIC* Boiss. Diagn. \. p. 26. lliili. In Olyinpi bith. pascuis editioribus . Augusto mense, Horentem legi. I'll RIDU M M I.I. Mil Df.SF. Hal). In Corcyra et in Attira. I Itnsi'I KVll M PICROIDE.S DESF. Ilab. In declivitatibus minoribus inoiitis Penlilici atheniensis haud liequens occurrit ab aestale in autumnum. SCORZOINERA PYOJ1AFA SlIiTH. — GfllSEB. Fl. llimel. 3. p. ?.6/\. S. perennis ; radice incrassata ad collum squamala , comnacle caespi- losa , ramis abbreviatis, crassis , squamatis , dense foliosis; foliis supra raes|)ilem recurvalis , adpressis linearibus callo subindislincto obtusatis . basim versus sparse niveo-lanalis; ramis floriferis monoccphalis , scapi- lormibus, basi foliatis, superiors versus Folio uno alterove rudimen- tario squamatis, ccleium glabris , strialis; iuvolucri, ligulis flavis dimidio brevioris, sparse albo-sublanali, sqnamis subbiseiialis, cxterioribus ovato- lanceolatis acuminulatis , inlrrioribus oblongis obtusiuseulis , margine sub- i-arlilagineo plerumque rubescenlibus : achenio lineari , \alde strialo . pappo pluriseriali superne scabro rubescente. Ilab. Crescit in Olyinpi bith. regione alpina el lloret Augusto incuse. Obs. Variat in iisdem locis foliis elongalis , ereclis, aeutiuMulis, sub- glabralis ; caespitibus minus densis. Sneciei diagnosim ex exeinplaribus collectionis meae couiiuiiavi . eo ■88 SERTULUM ORIENTALS ETC. jiraest ilim consilio, ul planlae pulclierrimae , non adhuc bene roguilai cbaracteres melius inuotescani. PODOSPERMUM I acimah M DC. Hah. In ditione byzantina mire varians. PODOSPERMUM CANLM MeY. Var. Olyittpicum Clem, foliis abbreviatis , regulariter profundiusque pinnatilidis ; radice valde incrassata. Hal). In Olympi bith. reg. alpin. Tota planta plus minusve canescens, laciniis antliodialibus basi et inargiuibus constanter albo-lanatis. Hvpochaeris glabra a. Fl. sard. — H. minima Cyrill non Fl. graec. Ilab. Crescit haud frequens in pratis collinis siccioribus prope By- zantium. Legi vere decedente. Obs. Folia lanccolato-oblonga , vel etiam ex petiolo angustissime spa- thulata , minute vel grosse denticulata. Scapus solitarius monocephalus , vel duo tribusve accessoriis serioribus gracilioribusque interdum auctus. Celerum ab H. glabra non differi. Hvpochaeris radicata L. Hall. Iisdem locis ac praecedens sed magis frequens. Taraxacum officinale o. Taraxacoides Koch. Hal). Numerosa spccimina legi primo vere in collibus Ciamlicia ultra Seutarim asiaticum. Obs. Involucri foliola exteriora erecta, cordato-ovato-acuminata. Achenia sulcata, rostro subsesqnibreviora , supra medium tuberculis in denies sen- sim transeuntibus muricala. \n Taraxacum lacvigutum DC. '.' Taraxacum OFFICINALE y. alpinum Koch. Had. In Olympo bith. Tarawci m officinale e. lividum Koch. Hall. Circa Byzantium. A JO.SEI'HO CI.F.ME.NTI 3?U) TARAXACUM 6YMNARTHI W Lk. Hab. Legi prope Kiessariany in ditione atheniensi. Floret vere. Obs. Foliis hysteranlhiis vel synanthiis occurrit. Barkausia setosa DC. Fl. franc, var. insignis. Hab. Crescit in collibus byzantinis et floret vere. Obs. Capitulorum structnra onmino ad B. setosam accedit , sed facie et statura multo minore dislinguilur. Crepis polymorpha himilis DC. Prodr. Hab. Ad pedes Pentilici ath. Cbondbilla ramosissima SlBTH. Hab. Crescit in planitie prope Athenas et floret tota aestate. Obs. Chondrillarum species sane singularis ob foliorum evolutionem imperfcctani , ramorum aulem maximam. Lactlca Scariola L. Hal). In ruderatis Parthenonis. Z\CV!STIIA VERRUCOSA GAERTV Hab. In dumetis et pascuis sterilibus prope Bosphorum haud fre- quens reperitur aestate. Ptkrotiieca NEMATJSENSIS Cass. — 7'richocrepis bifida Vis. Hab. In byzantinis collibus floret aestate. Obs. Collata cum speciminibus italicis, daluiaticisque a memetipso lectis, differt tanluni statura minore, foliis pedunculisque pubescenti- lanatis. In rcliquis ad unguem convenit. Hieracioi I.AIVATIM Vu.i.. ex Griseb. Fl. rum. 3. p. 371. Hab. Rarissimum ad summitalem rupium calcarium regionis alpinac Olympi bith. 'latere S. E. invenitur. Floret Au<;usto decedente vel Septembrc. Obs. Hieracium parmosum Boiss. Diagn. 4- P- $- adnotante cl. Fl. I'uniel. Auctore , a nostro nisi varietatis lege distinguenduin. Mil 11 \i II M PlLOSELLA L. Hab. In Olympi bith. rcg. alpin. inferiori. Seme II. Tom. XVI. sKRTl'l.llM OMEVI'U.F. KIT. CARDUACEAE. CalBNDDLA arvessis pjgmaea Clem. flab. In arris atlicniensibus prope Piraeum haec C. arvensis forma singularis crescit monoraulis , monocephala , unrialis vel semiiincialis , foliis lanceolato-linearibus , integerrimis , antliodiis minimis pulcliellis. Floret vere. ECHINOPS HICBOGBPHALUS Sm. Fl. rum. p. 229. Halt. Legi Septembre in collinis locis sterilioribus propr Byzantium. IHis. Stirps tomenlo et colore foliorum variabilis , u t e\ observalin- nibns D'Urvili.ei et Grisebachii I. c. nee non ex diaqnosi DC. Prodi-. ^ I. :>23 manifestum est. Folia in speciminibus nostris supra obscure vi- ridia subglabrescentia , subtus arachnoideo-tomentosa , albescentia obser- \anlur. Involurri squamae interiores pilis sex octoties longiores sunt, dorsoque glabrae, lucido-cyanescentes, nee villosae , at ab Auctoribus supracitatis nolatur. ECBINOPS B1THYN1CUS Boiss. flab. In ditionis brussianae collibus Demcrdesch , Augusto ver- lente , unicuni tantum specimen reperi. • Oh. Stirps admodum singularis , quain primo obtutu , ob pilos pa- pillaeformes rubescentes, rigidissimos , quibus caules foliaque niveo-cane- scenlia vestiuntur , vel coniomycete quodam parasilico prorsus omnena obrutam , vel morbo quodam laborantem diceres! K< falNOPS ALBIDUS Boiss. liab. Mense Septembri legi in monle Hymello ath. Capiluli cito decidui , in anthesi folia summa tantum viridia , cetera ,11 1 facta. Radix lignosa et robusla. Bchinops graixis Mn.i.. Hah. In Aihenarum planitie crescit pulcherrimus el a congeneribus omnibus insigniter diversus! KlTRO TEINUIFOLIUS DC. liab. Legi specimina prope Phanaraki ultra Scutarim asiaticum, A JOSEPHO CLEMEJvTI t|l quae foliis potius pinnatis qusm pinnaiifidis, laciniis margine valdr revo- lutis praedita sunt. Floret Julio mense. ClRSIUH LBUCOP8I8 DC. Ilab. Crescil laeteque viget in glareosis circa aquas fluentes in Ol\mpi bith. regione alpina media. Floret Auguslo. Obs. In speciminibus a me collectis squamae involucrorum spimila gimplici , nee mucronc spinuloso instructae sunt; in reliquis ad unguem congruunt cum diagnosi a Fl. rumelica (2. 25a.) hujusce speciei allata. ClHSIUH LANCEOLATIM S( OP. Hill). Legi ad pedem Hymetti prope Kiessariany. Ohs. A stirpe italica foliis brevioribus , laciniis inulto minus biserialo- divaricatis , anlhodiis majoribus, squamis in anthesi parum palentibws qiiidqiiam diversum. CaRDUUS TENUIFLORCS CuRT. Hal). In agro byzantino. ClIAMAEPEUCE STELLATA DC. Hub. Legi specimina in insula Corcyra. Floret aestate incipiente. Obs. Antliodii squamae praelongae, lineari-subulatae, pungentes. Folia linearia , falcala, subtus nivea, spinis stipulaeformibus acicularibus basi spinula minima praeditis. ClIAMAEPEUCE MUTICA DC. liiih. In montis Hymetti convalle , Fauce dicta , legi aestate. Folia linearia rigiditatem , colorem et faciem foliorum coniferarum aemulantur. SlI.YBl'H MAIUAIU.M GaERTN. Ilab. In collibus constanlinopolitanis interduin occurrit. Floret Restate drredente. OiSOPORiiON VIRBNS DC. Fl. fr. et Prodr. VI. p. 48. — O. viscosum Morn. ' Hab. Crescit ad vias locisque slerilibus suburbanis circa Byzantium. Floret aestate. ■J.Q2 SERTUI.UM ORIENTAI.E ETC. Optinie a Ca.hdoi.lko O. viscosum Horkemanni ut synonymon hujusce specie habctur. Onopobdon iLLimciM L. Hab. Lcgi Augusto in insulae Corcyrae nionte Patulokratora. A slirpe dalmatica non diflcrt nisi statura inajori et lana magis densa et candidiore. Cabuna LANATA W. Hal). Crescit in collibus ad Demerdesch nee non ad vias in planitie cirea Brussam. Tota aestate floret. • Obs. A C. lanata auctorum diflert: squamis involucii medii lineari- lanceolatis, subulalis, viridescenlibus, margine tantum scariosis et dorso lanatis, nee mulicis! scariosis ut in Fl. rumel. perhibitur. l'lantae statura sumnae varia, 1-2 spithamea, subinde vix sesquipol- licaris et tunc anlhodia minima. Folia omnia, in planta flore'nte, semper ezsiccatione detrita. Cabliina corvmbosa L. Hab. Tn planitie atheniensi prope Acropolim vulgatissima reperitur aestate. ATRACTYLIS GUMM1FEBA W. Hah. Legi aestate in planitie atheniensi superiori. Cynaroceplialarum stirps mirabilis, anthodio giganteo aeauli. Atractylis caincellata L. llab. Frequenter reperi in monte Hymelto. JCRIISEA CONSANGCINEA DC. Hab. Species forcnosa , Julio florens, in convalle quadam alpiua Olympi bith. Eurum versus, mihi tantuin occurrit. Obs. Cum autentieis speciminibus herbarii Webbiani nostra oronino similis. Involucii foliola polius lineari-lanceolata , subulala, quam lancco- lato-acuminala dicenda. Achenia squamulosa subpilosa pappo coroniformi exiguo lobulato-dentato instructa. Folia inferiora plerumque pinnate* partita, sed hue et illuc etiam integra et obverse lanceolata ; superiors interdum squamiformia , saepius linearia. A JOSEPHO CLEMENTl lamomUi tmmaua DC. tide speiinm. in herb. Webb. Hab. Legi in collibus ad Demenlesc/i ililione brusjianae ubi vulga- tissimum. — Floret Auguslo. Obs. Capilnh in unoquoque ramo solilaria. Involucri foliola exteriora In acteaeformia e basi o\ata , roriacen , coucava sensim angostata , 5-nervia , reliqua parte 3-nervia, celeruni t'oliis proprie dictis similia: intermedia coriaceo-scariosa , tenuissiine nervosa, oMansa, ad apicem appendire ovato-acuminata ciliato-serrata inslructa ; quae setrauotni siixi angostata, iotima lineari-lanceolala subulat<>-spinescentia , int. _ Tola planta sub lenle pubemla et insnpei laua arachnoidea sparsa. phis niinusvf copiose vestita. Foliola involucri interiora vere a nonnullis auctoribus praete sunt. Ceterum specimina mea iis quae in herb. Webbiano nomine prae- misso asservantnr exaetc respondent. PKKOaWH Acar.na Cass. Hab. Circa Atbt , - S< CI tHTJS IIISPAMCTS I. Hab. In Attica (IMAIRKA URABAF.FOLIA Sm. Hab. Legi in regionis alpinae OKnipi bith. declivitatibus calcareis. Floret Augusto. Oh.-. Species ex cL DC jampridem a Sibthorpio et An hero in Olvmpo bithvu. lecta, et a Grisfbachio in Flora rumel. horum auctorum tide re- repla. Quae ijisc legi specimina, descriptioni Florae rumel. non ex in- tegro respondentia, hisce notis se praebect Radix monocanlis vel ramos binos, ter\e edeus . quorum aniens tan- lum tlorigenis. Folia lanceolata irregnlariter dentata . iiuegen ima>e . um- cronulato-acuta , interiora in petiolum attenuata. Involucri squama* spinarnm ortum lanigerae. Anthodii magna conici cum corollis aurei. Spinae involucri basi utrinque 3-4-spinulosae. Pappus superne avella- naceus achenio glabro triplo longior. Planta elegans. caule poHicari spi- thameo foliisque niveo-tomentosis. f.E.NT.UREA CRVP1.\A PeRS. Uab. Legi aulumno iucipienle prope pagum Spurtiliu in Corcwa. lit)4 SF.RTtll.L.M OIUENTALE HTC. Oli.s. Planta csvoyrensis (aciem graciUitnam pracbet; oaulibus ramisque fere filiformibus rigidis ; foliis radicalibus spailiulato-obovalis , integer- ritnis, ceteris pinnatis, laciniis in'mutissiinis, remote serratis , pilis i»lan- iluliferis ciliatis; squamis calycinis praelongis, post fructificationem mar* gine admoduni scariosis. Centaurea diffusa Lamck. Ilab. Abunde crescit prope Byzantium locis sterilibus collinis et aeslale decedenle floret. Obs. Sperimina quae ipse legi ob ramos creberrimos palulos invicem implexos fere inexlrieatilia. Tota piloso-scabra , glandulisque sessilibus adspersa. Foliorum laciniae omues lineares, lanceolatove-liiieares, sub* falcatae , mucronulatae. Capitula minuta, solitaria, oval a , lutesccnlia. Involuerorum minute furfuraceo-glandulosorum squamae supeinc palmato- pectinatoque spinosae , spinalis arcuato-patentibus ; nrheuio subserieeo , pappo nullo. CENTAUREA CANA Sitith. Ilab. Crescit hand frequens in saxosis prope uives perpetuas Olympi bith. Floret Augusto. Obs. Species pulcherrima acccdens ad C. montanam pjgmaeam , sed mams toinenlosa el nivea. Folia ei sunt brevia el lata, polyniorpha. Anlhodii , prae planta inagni, squamae palmalifido-denlatae, dorso virides marguoe nigricantes, denlibus elongato-subulatis cartilagineo-albis, riliatae. Centacrea paisiculata L. .' Ilab. Ad radices Olympi bith. Obs. Characteribus fere omnibus cum C. paniculata Europae mediae congruit; differt vero flosculis lulescentibus, anthodii squamis ad apicem Mibulato-ciliatis , subcinnamomeis. An species dislinguenda ? Centaurba alba L. Halt. In Corcyrae insula aeslate decedente. Dbs. Folia caulina basi edenlata. laciniis earundem lineari-falratis , ii in ronatis. A JO8KPH0 I i I tIESTI 2y> CENTAI hi a I'inahdi Boiss. Ct.MAlRKA HbLLENICA Boiss. llab. Circa Alhenas ; posterior speiiatim in tissuris rupiuni Areopugi non lieqiicns, el ab omnibus facile distinclissima caule subnullo, capitulis tnagnis. RADIATAE. Beli.is annua /3. dentata DC. llab. Abunde crescit in pratis humentibus prope Piraeum athen. aliisque locis uliginosis Phalereum versus , nbi locum speciei tenet. Floret vere. Et paToriuh Cannabinum L. llab. In Attica; ad Kiephyssum. • Krigeron alpinus L. (3. unijlorus Fl. rumel. el bilh. llab. Plurimis locis alpinis Oljmpi bitli. hue et illuc liaucl t'requens occurrit. Floret Augusto. SOLIDAGO VlRGAPREA L llab. In Olympi bilh. reg. Fagi. COMZA CANDIDA L. |3. verbascijolia W. llab. a. in Corcyra insula , (3. in IJynicllo athen. Asteriscls AQUAT1CU8 Less. Syn. llab. Circa Athcnas. Phagnaluh rupestre DC. llab. Legi in ruderatis Parthenonis ramosissimum , eandidissimum , ramis elongatissimis et quamvis attenuatis tainen vigore et tenacitate in- signi donatis. Floret acslate. l.NAX PVGIUAEA PERS. llab. Exemplaria constantinopolitana staturam perpusillam . formam acaalem simplicissimam saepissime induunt. Floret locis collinis. :>t)6 SEIUUI.UM OIUENTALE BTC. Imi.v viscosa L. I mi. a bnsifolu L. II, ill Utramque legi in insula Corcyra; prior t-liarn communis in planiticbus Atticne. Aeslalr. Imi.a GBAVBOLENS Desf. Hal). Ad vias Megaridis. I'l I.ICAUIA ODOUA R.E1CHB. Hal). Crcscit in sykulis saxosis circa Ciamlicia ultra Seutarim asia- ticum. Legi autumno. Obs. A specie in Liguria obvia vix diflert. Folia caulina , etiam in planta junior i, obsoleta. Squamae antbodiales anguslissimae , lineari-snhu- latae, nee lanceolato-lineares longe acuminalae. Circa Byzantium legi specimina omnibus partibus magis evoluta. PlLHARlA VULGARIS GAERTN. Uab. In collibus byzantinis crescit pusilla , plerumque statura un- ciali vel sesquipollicari. PllLlCARIA DYSEiVrERIO.A GAERTN. Ilab. In agro atheniensi ad Kiephyssum flnmen plurimisque aliis locis, aulumno. Obs. A planta in Italiac superioris planiticbus vulgatissima , nostra recedit : caulibus dense slriatis, ramisque virgalis strictis, foliis lanceo- lato-angustatis. Omalgtbeca SUPINA Cass. Ilab. In fnssis humenlibus alpinis Olympi bitli. Augusto deccdente et ineunte Septembri legi. Obs. A Gruwhalio supino alpium italicarum olympica planta deflectit: caulibus basi raraosis, radicanlibus, nee simplicibus, anthodii foliolis evi- denter inaequalibus, nee subaequalibus. I ii.ago Jissiei Cosson et Germ, in Ann. Scienc. naturcll. Ser. II. W p. 384. tab. i3. Ilab. In monle Pentilico atheniensi legi Octobre. A JOSEPHO i.l. I u'.VJ I FlLAGO GAI.I.ICA L. Ilab. In rollibus byzantinis. IIei.k niivsi m anatol»:i m Boiss. ! DiagD. 4< P- '". — H. armarium aiiatolicum Fl. rumel. el bilh. 2. p. 197. Ilab. In herbidis petrosis regionis alpinae Olympi bilh. k-gi Augusta. Obs. Ab //. armaria praeennle cl. Grisebachio, nisi capitulis paullo inajoribns , foliis spatliulato-lanceolatis , corymbis contractis subrotundis diflerre videtur. A.YUIEMIS MO.NTAINA L. ex Fl. rum. 2. p. 208. * glabvescens : caule foliisqne glabrescentibus. Hab. Promiscue crescunt el florent Augusti niense in Olympi bith. regione alpina. Obs. Varielas insuper recedil a specie, praeter glabriticm, caulhun foliornmque lenuilale. Caulis in ulraque basi sublignosus , radicans. \.miii:mis chrysocephala Boiss. ! et Gris. Hab. In collibus byzantinis apricis legi Julio mense. Obs. Planta constantinopolitana ad A. pontic am W. nonnlillis cha- racteribus accedit. Radix est lignosa , lobusta. Caules a basi raniosi; ramis aliis tloii- feris , siniplicibus , divisisve, superne aphyllis, nervoso-sulcatis , piloso- canescenlibus , monocephalis; aliis stoloniformibus , brevibus, Foliis nu- meiosioribus incano-argenteis praeditis. Folia bipiunatisecta , segmentis lincaribus acutiusculis. Anthodii discoidei rotundato-conoidei squamae dorso pilosae, margine scariosae, longe sparsequc ciliatae; exteiiores acuminato-acutae , interiores obtusae. Receptaculum conicum, paleis ob- lanceolatis mucronalis. Achenia subtetragono-obconoidea. Amiikmis aryeivsis L. Ilab. In aggeribns prope Byzantium. ANTHEM1S SlSMOINDAEAlSA milii. A. annua? villoso subcanescens ; caulibus ramosis adscendentibus : foliis bipinnatisectis , segmentis lineari-lanceolatis, hinc dentiferis acutis mucronatis; pedunculis laevitcr incrassalis, striatis; involucri squamis <;t- rina angusla viridibus, piloso-villosis , margine scarioso , lato, obtuso , Sf.hie II. Tom. W I. *0 >()>. SERTl'LUM ORIENTAI.F. Ell. subciliato-lacero ; receptacalo conico , paleis obverse lanceolatis, acumi- nato-nuu 'roiiatis , supernc sublaceris ; ligulis albis magnitudinc variis , li riilibus sterilibusque ovalo-oblongis ; acheniis disci ccnlralibus obco- imidco-incurvis, nervoso-sulcatis, margine irregulari subnullo; exccntricis subprismatico-quadraBgulis , faciebus profunde sulcatis, margine lobulalo (nuriculato) inflcxo; radii compresso-subtrigonis, nervoso-sulealis, omnibus sub lente rugulosis. Corollae disci basi admodum ventricosae persistentes ; capituli mngni- ludinc varii , in anthesi minimi, odore intenso M. Chamomillae praediti. Huh. Floret Junio , Julio in collibus sterilibus byzantinis a loco /<■ acque dolci nuncupato non longe. Obs. A celeberrimo Grisebachio ( Fl. rum. 2. p. 206. 208. ) Antlie- 111 idem ChamomiUam Brunneri ad A. montanam, speciatim ad varietatem ijns thracicam ducitur. Verum turn nomen cum patria speciei Brunne- rianae suspicionem inferunt hanc potius cum nostra quam cum var. thracica Am. montanae comparandam esse. Planta nostra autem diilert ab A. arvensi , quae etiam in solo by- zantino reperitur, praecipuc receplaculo exacle conico, nee conico-cjlin- drico i paleis obverse lanceolatis, nee lanceolatis ; et tandem acheniis, <|uae formas supiacitatas praebent. Ludit slalura et rigiditate caulium , sed parvitate anthodiorum ligu- lammque in anlhesi, ct odore M. Chamomillae facile distinguitur. Anth. litorali W. in Liguria crescenti etiam affinis. Aisthemis Chia W. Hal). Locis compluribus circa Athenas et Byzantium. \nthemis tinctoria L. Hab. In Corcyra. (^ota Tbichfetti Gay! 'j.. vadiata. j3. disco idea. Hal). Utraque varietas abunde et promiscue crescit in collibus prop( Byzantium ultra il Gran Campo di Vera et aestate floret. Obs. In forma radiata folia ampliora adnotantur , eorundem rachides lanniaeque laliores , ligulae albae, ovato-oblongae , involucri foliola plus A JOSF.PHO CLEMEVn 2QQ iluplo supcrantcs. Tola plants prae discoidea, magis cvolula et perfect; reapse at typus speciei habenda est. Discoidea omnibus partibus gracilioi . capitulis omnibus ligulis destitntis , flosculis luteis, promiscue cum var. c. crescit, nee ab ea nullimode , nisi varielatis lege separari potest. Matricaria trichoimivli-a Boiss. ! Diagn. G. p. 89. Hah. Mihi occurrit Augusto in regione Fagi Olympi bith. circa aquas stagnantes. Obs. Spccimina nostra reeeptaculum plane hemisphericum , achenia compresso-oblonga , incurva , ad basim angustata tricarinata , apice cal- loso-marginata urnbilicataque exhibct. Planta etiam orgyalis , caulibus ramosissimis interdum simplicissimis praedita. Matricaria Ciiamomilla L. Hab. In Attica. Pyrethrum Parthenicm Sm. Hab. In Olympi bith. reg. Fagi. Chrysanthemum secetlm L. Hab. In satis circa Byzantium, vere. Obs. Quae ipse 1. c. observavi a descriptione Fl. ram. abludunt: foliis turn mediis cum inferioribus oblongo-cuneatis, vel e basi cuneata oblongo- angustatis , apicem versus inaequaliler serrato-incisis , non vero lance o- latis, nee inaequaliter serratis ; acheniis disci perfeclis obtusissimc nee argute 10-costatis, radialium costis marginalibus argutis, reliquis obtusis sed eximie prominentibus , ncutiquam fdifonnibus obsoletisque. Senecio vernalis W. K. nigro-punctatus Clem. S. pendeliciis B<>i»v Hab. Legi in monte Pentilico atheniensi , primo vere. Differt a specie anthodii squamis extcrioribus constanter nigro-punclatis Senecio olympicus Boiss. Diagn. 4- p- i3. Hab. In regione alpina inferior! Olympi bith. haud frequens et sparse occurrit Aug. mense. SERTl I.I U ORIENTALS F.TI . SemeOO CASTAKEAWJS DC. Hal). Crcscit ranis in castanetis prope Ciumlicia ultra Scutamil asia- licuiii. Legi aestate. Folia nonnulla longissimc petiolata. Totius plantac facies gracilis. G A M P A N lT L A C E A E . Iasone SUPINA Sibth. Hab. Floret Aug. in pinetis umbrosis inferiorib. Olympi bitli. (lbs. Species ludibunda ad 4 xKUTi i.UM ORIENTALS BT( 0NO8MA linen M Sib in. Ilab. Legi Restate in monte ffymetto a then. CbRIKTBG PURPUREA PI. dahnat. Hull. In insulae Corcyrae monte Pandokratara , et in Olympo bith. legi specimina quae a stirpe dalmatiea differ tint bracteis minus obtusis , sepalis parce inaequalibus , corolla ' Nnm ad C. minorem referenda ? Kciiiim vnEiwnitui Guss. Fl. sic. Syn. i. p. a32. Hub. Legi in sabuletis Phalerei alheniensis, ubi llorel primo vere. Obs. Celeberr. Gay auelorilale ductus banc planlam ad Echiian are- narium refero, etiamsi nolis nonnullis, per quarn videre est in speci- minibus fructu mature adliuc carentibus , ad E. caljrcinum accedat. (Juomodoeumque sit en quae in millenis a me rimalis speciminibus ad- notanda veniupt : Radix tenuis, longa , fibrosa, inullicaulis. Cautes erecto-adscendentes ; pilis longis erecto-patulis hispidi vel tuberculato-hispidi , pollicares vel semipollicares. Folia inferiors obverse laneeolala , in pelioluni attenuala, obtusa , vel rarius brevissiine subacuininalo-apiculala; supcriora angustiora vel lanceolato-linearia, semper obtusiuscula. Foliorurn inferiorum verrucae magnae pilique adpressi, discreli ; superiorum conferti , e verrucis incon- spicuis. Racemi terminales densi , contracti. Calycis segmenta constanter lineari-angustala obtusiuscula. Corolla extus pilosa calyce tertia parte vel duplo longior , limbo semper coeruleo, stamina inclusa. ECHIUM PLAISTAGIKEUM L. Hal). Vere et aestate haud frequens occurrit in collibus argillosis prope Byzantium ultra il Gran Campo di Pera. Obs. Corolla magna , colore violaceo-azureo ainoena. Stamina vix ex- serta vel corollam aequantia. Folia radicalia petiolata , ovala , lata, nenis in pagina prona valde extantibus. AlKANNA TINCTOU1A TAUSCH. Hah. Ad radices Pentilici atli. LlTlIOSPERMOI SlBTUORPIANUM GlUSKB. Ilab. Crescit et floret primo vere in sabuletis prope Phatereum atheniensem. A JOSEPHO CLEMENT! ■'<<> ■ Obs. Planta nunc simplicissima seiniuncialis in arena subsepulla, num ramis pluribus pollicaribus vel sesquipollicaribus e basi suUiilta. Flores a/.urei , arefactione pallesccnti-luteoli , semper minimi. LlTHOSPERMCM TENI'IFI-ORIM L. II, ill. A vcre ad aestatem in arvis athen. haud vara, sed difficile visu. Obs. Planta polymorpha; simplex I— a-pollicaris, vel inferne ramns;i subspithamea. Forma nucularum et facte L. uivensi proxima. Ad radices monlis Penlilici , locis sterilioribus, legi specimina seini- micialia , strigoso-sericea , foliis radicalibus petiolatis, obverse cllipticis vel spathulatis ; dum in speciminibus planiliei , etiam spithameis , folia radicalia semper angustato-obloDga observavi. Myosotis oly.mpica Boiss. ! Diagn. 4- p- 90. Ililb. Ic- cimina a me lecta characteres sequentes genericos exhibenl Calyx 5-partitus. Corolla bypoerateriformis , fauoe nuda, limbo 5-lobo. Stamina 5 inclusa, filamentis brevissimis , antheris liberis , loculis basi breviler solulis. Ovarium /j-iobum, stigma incrassatum, emarginatum. Nuculac 4 vel abortu i evanulalac , toro insertae. Diiferl a specie : calyce longiore , tubum corolliinim aequanle vel subarquantc , nee quarta vol tcrtia parte brcviore ; antheris brevibus. oblongo-ellipticis , nee oblongo-linearibus , vertieillaliin , nee biseriatim insertis. An Munbjra loco Mumbiae ex el. Munby genus scribendum? SOLANACEAE. Datura Stramonium L. Ilab. In Attica , ad Kiephjssum. I.VUl'M FXROPAEUM L. Ilab. In Corcyra. SOI.AM'M IIIM1LE BeRNH. Hah. In planitie alheniensi , autumno. Statura 2-3-pedali et ultra occurrit! SOI.ANUM NIGRUM L. Ilab. In Attica , cum praecedente. PERSONA T AE. YF.RBASr.l M SIMATLM L. ? Hah. In agro byzantino et circa Seutarim. Obs. PerbascO sinuato Europae australioris omnino simile et pariler ac illud summopere ludibundum forma, magnitudine, sinubus , incisuris lblioi'uin , quae subinde integra. In speciminibus , quae hie memoranlur, folia omnia semidecurrentia vidi. Corollae segmenta elongata, linguaeformia. V. sinualum Macedoniam, Thraciam , Calcidem , Ponlum Euxinum et Bosphoi-um prope Seutarim qnoque ineolit, teste el. GmsebachiOi A JOSEPIIO fil.KMEVlI 3o^ VgRBASeUH indli.atim Lam. Hub. Legi aestate in planilie atheniensi prope Acropoiim , quo loco folia insigniler lanuginosa, caulesque, etsi tantum bispithamei , lignosi et robusti evadunt. Scitoi'iii iakia SCOPOLU Hoppe! Bkrtol. PI. ital. VI. 386 — non I'ersdon Synops. ■>.. p. if>o — ad speciinina aulentica herb. Webbiani! Hah. Legi in Olympi bith. region e alpina. socia Potentilla Buccoana uiilii. Floret Augusto. LliNAHIA TKIPIIYI.I.A DfiSF. I.INAIIIA MICRANTHA SteCD. Hub. In arris atheniensibus promiscue repei'iuntur vere. Obs. Ambac statura el ramifications summopere variant; characteribns nniuscujusque tamen immutatis. LlNARIA SPURIA Mill. Hal). In insula Corcyra , et in arvis prope Katikioi ultra Scutarim asiaticuin. LlNARIA GENISTIFOLIA Mill. llab. In sylvulis collinis viiscjue reconditis prope Bosphorum. LlNARIA PEUSSERIAi\A Mill. ! llab. Cum praecedenle eodemque tempore llorens , licet vere et aestate. Obs. Foliis stoloniiiii plerumque oppositis rarissime quaternis, segmentis ealycis capsulain immaluram aequantibus, eademque matura superantibus, nee segmentis duplo longioribus. Veronica caespitosa Boiss. ! Diagn. /\. p. 79. — Griseb. Flor. rumel. a. p. 5 1 r>. j3. caulescens Clem.: caespitulis laxiusculis, ramulis elongatis ?.-polli- caribus, foliis remotiusculis tenuioribus linearibus. llab. Legi speciem el varietalem in calcareis regionis alpinae Olympi bith. ubi frequens Junio , Julio. Obs. Speciinina ferme innumera varietatis a.., sive speciei a me in loco adducto collecta , caules undique exhibent foliosos. Folia ei insuper lo8 SEETOLDM OR1KNTAI.E ETC. sunt linearia , margine admodum revolnta , apioe conoideo-falcata nee li- iicari-spalhulata ; pcdimculi bractca obverse lanceolala quadruplo bre- viores Qequaqnam verc bracteas acquantes. Veronica gentianoides Sm. Hub. Stirps in Olympi bilh. pascuis alpinis frigidioribus minus fre- quens. Floret .lunio, Julio. Veronica glaica Sibth. et Sm. Veronica Beccabdnga L. Hull. In arris atheniensibus abunde crescunt. Legi etiam ambas ad radices monlis Pentilici ubi prior crescit simplicissima , liliformis , polli- caris ; seeunda foliis adnioduin tenuibus crebrisque vestitur. \ EKO.MC.l ACIMFOL1A L. \ BRONICA AGHESTIS L. Veronica cahpestris L. \ eronica arvbnsis l. Veronica cymbalaria Bertol. Hall. Onini'S , ab italicis non dissiniiles , in agro byzantino abunde proveniunt et florent vere et aestate. PBDICULABIS Sibthorpii Boiss. ! Diagn. Hal). Haud frequens in summi cacuminis Olympi bith. declivitatibus calcaceis. Floret Augusto. Pediculari comosae proxima. PEJDICDLARI8 OLYMPICA Boiss. ! Diagn. Hall. Praecedente magis rara et praecocior; crescit iisdem locis. Foliis anguslissimis et facie a congeneribus abunde diversa. Kl I'llltASIA LAT1FOLIA L. Hab. In cultis collinis prope Byzantium haud frequens occurrit primo vere, interdum perpusilla , caule fdiformi. Odontites Ixodes Boiss. ! Diagn. Hab. Crescit solitaria in regione abietis Olympi bith. el floret Au- gusto mense. Obs. Stirps ab Euphrasia Odontule optime distincla. Omnes planlulae partes et praescrlim prima arcfaclionc viscosissimae. A JOSEPHO CI.EME.vn 3ofl LAB I AT AE. Lavandula cariensis Boiss. ! Diagn. 5. p. 3. Hall. In collibus apricis propc Bospborum. Floret Junio, Julio. Obs. Lavandulae peduncidatae babitu non absimilis; difiert vero, ad- aotante cl. Boissiero , indumento in ramis floriferis tenuiore, bracteis exquisite nervosis, denticulalis, calycis valde nervosi appcndiculo sessili, sjiicis densioribus, crassioribusque, caeierisquc. Mentha tomentosa D'Urvill. iiali. Tn planitie locisque collinis atheniensibus copiose crescit et floret tola acstate. Obs. Folioruni cauliumque magnitudinc, florum numero in unoquoque verticillo nee non tomento facieque admodum varia. Mentha aQuatica L. Mentha Pu.egrm l. Hull. Cum praecedeute \ulgalissimae. Salvia Forskalii L. v.. Bjzahtina ; foliis oblongatis , basi plus minusve hastato-lyratis , corollae tubo calyce sesquilongiore. /3. Brussiana: foliis exaete cordato-ovatis, petiolis nudis, corollae tubo calyce duplo longiore. Mali. a. crescit in sylrulis byzantinis propc Maslak. — /3. in bras- siauis prope Demerdesch, aestale. Obs. Varietates hujusce speciei a cl. Grisebachio, Fl. rumel. i. p. ioo, iilliiliilat" , bifida nempe et bithjnica, formae foliorum rotundatorum aut I'longatoriiui , figurae lubi corollae reciiusculi aut recurvato-adscendentis, Stamioumque proporlione superslrucli, admitti nequeunt. Hi enim cha- racters in permultis saltern speciminibus a me observatis, inferioris notae, hit constantes, me judiee, ullo paclo hanc speciem in duas inter se di- sliiR'las, ut vcllet cl. Gnist.BAcii , separari sinunt. In tanta speciei versa - tilitate, characteribus a folioruni figura el corollarum longitudinc desumptis unice attendendum est. Pili in utraque varietatum memoratarum inaequaliter sparsi, nitiduli, in liuie foliorum copiosiores. Stamina in utraque exserta. 3 I (i SEIt'lT; I'M ORIENTALS F.Tt . Salvia verbenaca L. Hub. In pascuis colHnis proue Byzantium ubi S. pratensis locum leoere videlnr. Florel tola aestate. In herbidis suburbanis eliaui varietatem clandestinam Benth. rcueri, me 11011 in aggeribus prope Allienas. Salvia vf.ktioili.ata L. Hiib. Tn aero scutariano ultra Katikioi [Chalcedoniam). Aestate. ORIGANUM IIIHTIM BENTH. I!. i|i Abunde provenit in collibus insul. Corcyrae, ubi O. DOStri vul- garis locum tenet. Floret tota aestate. Origanum virens Lk. — Grisfb. Fl. rum. ■>.. p. u5. Ilnli. In Olympi bith. regione subalpinn , baud frequens. Obs. Ab aiicloribus nonnullis et ab ipso celeb. C. Savio (Osserv. Origan. 1840) ut varietas O. vulgaris habelur; ipse vero propriis innixus observationibus, cum ell. Link, Gdssone, Grisebach, aliisfpie a vulgar i sedulo distioguenduin esse censeo. Ab illo revere, facie propria, caule brachialo-ramoso , foliis bracleisque pallide \irenlibus , bracleis eglandu- losis caljcc glandulifero conspicue lotigioribus , spicis abbreviatis facile distinguilur. Folia caulina in nost.ro ovato-subacuta, integra vel plerumque remote obsolete serrata, ciliataque, ramca minora. Micromf.rl*. graeca Auct. Hab. Legi in insula Gorcyra. Obs. In eadem insula cum M. graeca, M. Julianam Bkvih. legi. Prae- terea substrati conditionibus paulisper mutatis in iisdein locis alia inini- mera specimina Micromcriae hue et illuc observavi , quae cbaracteres M. Julianae et graecae vicissim et promiscue exhibent. Folia vel figure vel situ ex internodiorum longitudine varia, indumentum plus vel minus densum , stature, canlium divisio, facies denique, omnia unii verbo sum- mopere mutabilia, sed omnes liujusmodi variationes singillalim enumerare supervacaneum pulo. Aniinadvcrlcndum aulem existimo nonuuila speci- mina bracteolas calyces subaequanles et fauces nudas ut in M. Juliana praebere , corymbis autem paucifloris, irregulariter et paree fastigiatis A JOSEPHO ' I I '.I.N II .'-ill ui in .)/. graeca vestiri. E contra in aonnnUis aliis bracleolas abbreviates, fauces barbataa Ut in M. graeca el corymbos densifloros exacte fastigiatos at in M. Juliana observavi. Et sic aliorum characterum diUerentialium M. Julianae et M. gvaecac lusum frequenlissimum illis in locis adnotavi. Quid plura .' In ipso eoilemque specimine, ramuliis alter characleres et faciem M. Julianae, alter M. gvaecac, ni fallor, praebel ! Hisce perpenste, nee non iis quae ile Micromei iae graecae lusibus fere innunieris celeberr. Bf.rtoloni , Gussone , Bkviham aliiqae protu- Icrunt, A/. Julianam et M. graecam varietates tantum insignes ejusdem typi sislere contendo. THYJHBRA C A PIT AT A Griseb. Fl. rumel. a. p. 127. Iliih. Legi in insula Corcyra, ubi capituli minores quam in stirpe daln alica observantur. TllYMBRA SPICATA L. Ilab. Admodum prosperat in collibus ad Deinerdesch ditione brus- siana, ubi caespiles 1-2-pedales, densissimos efformal. Floret autumno incipiente vel antea. Sati REJA Thymbba L. Hal). Yulgalissima in planilie superiori atheniensi. Floret vere et mslate. Calahiistha IINCANA Boiss. et Heldb. Ilab. In planitie atheniensi. Obs. In Corcyra insula legi specimina minus incana, foliis amplioribus Facieque a stirpe graeca dhergentia. Thymus Zygis L. Hub. In motile Hymetto alheniense. Tin MIS SERPYLLL'M L. Hab. Cum praecedente , nee non in collibus byzantinis. Lamrm M a:\ganottiamim mihi. — L. veronicaefolium . rcnijorme, bithjrnicum Bekth. — L. striatum Sidth. — Dracocephalum lamiifolium Desk. L. perenne; caulibus erecto-adscendenlibus, fistulosis, crassis. inter- dum filiform ibus subfarctis; foliis cordato-ovatis plus minusYe abbreviatis 3 I 2 SF.UTUI.UM OIUENTAI.E ETC renil'oruiibusve, crenalis vel erenato-incisis lobalisvc, inferioribus longis- lioM petiolatiB, omnibus glabris ; verticillastris 2-8-iloris ; calycinis den- libus lanceolatn-acuininatis plus minusve divaricato-patentibus ; corollae calyce 3-4-plo longioris tul)0 subreclo in fauccin abrupte dilatato; galea bifida ulriuque bidcnlala. Halt. In Olympo bith. locis compluribus. Floret Augusto mcnse. Oh. In lapidosis alpinis reconditis montis citati L. vevonicacjolium Hem u. t rcscit el floret mense citato. Iisdem localitalibus eodemque tem- pore L. bithynicum Bbhth. el /-• striatum Siuth. promiscue crescunt evi- dentissimcque ab uno in alteram transiluin faciunt. Nunc planla ex saxis gracillinia extrahilur ct foliis parvis, rotundalo-reniformibus , tloribusque maximis vestitur (L. veronicarfolium , vel L. renijorme Bknth. ). Nunc e contra magis evolvitur, caules grandiores el crassiores mittit, foliisquc minus rotundatis ct magis cordatis vestitur (L. bitliynicum Benth. ). Tandem omnibus vegetalionis parlibus , solo aliisque conditionibus fa- ventibus maximain perfectamque evolulionem attigil (L. striatum Sibth. — Vracocephalum lamijolium Desk. ) ; et hac ultima forma ad L. gar- ganicum vcrgit. Formas superius meuioratas cum speeiminibus autenlicis Mus. Paris, comparavi , nee ullum de earuin idenlitate mihi dubium superest. Alias formas porro innnmeras locis citatis observavi, quae satis superque osten- dunt species omnes et synonima hue comparata unicam mutabilissimamque eonstituere slirpem. l.AMIl'M AMPLEXICAII.E L. Hub. In Attica. St.VCIIYS ITALtCA Jan. II, ih. In collibus constantinopolilanis raro occurril uestate , a nostra nullimode diversa. SiDEBlTlS tatrica W. Iliili. In regions alpina Olympi bith. in latere austro-orientali , de- cedente Augusto et Septembre. Obs. Folia oblanceolata vel obovata, nee lanceolata ; bracteae rombeo- cordatae acuminatae, ncc tantum cordato-acuminatac. A JOSEPHO CI.EMKNTI SlZ BaLLOTA ACETADLLOSA BenTH. Ballot a NIGBA L. Ilab. In Attica; prior in planitie, altera ad radices Pentilici. M ah it i mi m vllgare var. apulum Ten. Hab. In planitiei atheniensis locis siccioribus acstate legi. Lana densissima candidissima; verticilli /jii-Go-flori , fructiferi valde compatti. PlILOMIS FERRUGINEA Ten. Ilnii. Legi in collibus prope Demerdesch dilione brussiana. Augusto. Obs. Pili omnes stipitato-slellati , stipitulo tuberculo iiisidente, ia cattle laxiores , in facie foliorum robustiores rariores , in dorso minulissimi et crebri. Folia inferiora profiinde cordata ovato-abbreviata , summa lan- ceolato-subcordata. Subulae calycinae longitudine variae. PlILOMIS FRUTICOSA L. Ilab. In sterilibus Atticae tantum observavi , nee ullam rcperi in agro conslantinopolitano. Scutellaria orientalis (3. pinnatifida Berth, in DC. Prod. 12. p. 4' 3. — S. orienUilis L. Auch. in herb. i\Ius. Paris. S. caule fruticuloso, ramoso, prostrato ; ramulis adscendentibus fo- liisque pilosulis, parvis, cordato-oblongis, peliolatis , opposilis, pectinato- pinnatitidis; laciniis lineari-obtusiusculis, subtus nervosis, facie ad nervos sulcis profundis inipressis ; superioribus bractciformibus , pilosioribus , ovalo-oblongis ellipticisve, obtusis acuminatisve, infcrioribus dentatis su- perioribus inlegerrimis; floribus axillaribus, breviter pedunculatis, adproxi- nialis, spicarn terminalem capituliformem mentientibus; calycibus mi- nimis obsolete bilabialis corollisque flavis pilosis. Ilab. Abunde provenit in saxosis alpinis Olyuipi bilh. canrum spe- ctantibus. Floret Augusto mense. Corollae labium superius rolundato-obtusum ; inferioris trilobi lobi la- tei-ales parvi, medius elongalus, carinato-roslralus , truncalus. Folia etiam glandulis raris notata. S. orientalis vulgaris ditfert a nostra praesertim foliis (rrato-oblongts , pinnatifldo-dcntatis , subtus incano-tonientosis , bracteis subintegerrimis Seiue II. Tom. KVI. \ 3 i ', srmn.i'M onn ntale nrc. Praeterea plaotn nostra magis contracta, ob ramos primarios lignesrentes iterum nivisoe tortuoso-repentes. SCUTELLABU PEBBGBDU L. Hall. In insula Corcyra. \.ik;a I.axmamsi Bemh. Cahx 5-fidus, nee 5-dentatus vel 5-lobus at in Ajuga ; nee 5-den- latus aut bilobus at in Teucrio. Corolla cum stylo marccscens, nee cum illo decidua ul in Teucrio. Labii superioris loco fissura utroque latere deutata , nee labium superius bre>issimuin bifidum at in stjuga. Labium inferius 3-lobum, labello bifido (licet labium inferius /|-fidum ) , nee i-lobuin at in Teucrio. An genus distinguendum? I t melius stirpis nostrae morphosis botanicis paleat , descriplionem sequentem addendam puto. Perennis; pilis longis articulatis villoso-scabra. Gaules basi ramosi , rotundato-angulati. Folia venoso-subtrinervia, elliptica vel oblongo-elliptica, oblusa ; inferiora minora, basi angustata caulinaque media antice remote et obtuse denlala, inlerdum emarginata; superiora inlegerrima bracleantia tloribusquc spicato-axillaribus longioia. Calycis 5-fidis denies oblongi, ob- tusiusculi , subaequales. Corollae luteolae labii superioris loco fissura utro- que latere dente lineari barbato praedita. Labium inferius trilobum, lobo medio elongato-bilobo, lobulis crenulalis. Tubum supra basim villis densis iinnulatum. Nuculae dorso convexae, punclato-foveolatae. II. ib. Crescit in dumetis alpinis inferioribus Olympi bith. , ubi spe- cimina herb, exsiccati legi Augusto mense. Floret Julio. \.ll GA ORIENTAL1S L. II, ib. In sylvulis abietinis Olympi bith. solitaria crescit , et floret Innio, Julio. Folia valdc elongala , obverse lanceolata , nee tantum ova la , ul in phrasi Linneana slirps olympica exhibet. Ajica Ciiamakpitys ScilREB. Hah. Ad radices Pentilici atheniensis. M JUSI.PHU U.KML.MI ji C > 1 liUCUH M FI.AVIM L li:i citron Pouch L. Ilab. In insula Coroyra frequenter occummt ad radices montis Pdiitlokratora. TEIIGBIUH SCOKIHOIDKS ScHREB. Ilab. In monte Pentilico atheniensi. Vitex Agmjs L. Ilab. In Coreyra el in Attica. LENTIHCLARIEAE. PliNGlilCULA ALPINA L. Ilab. Mihi occurrit rarissima ail rivulos alpinos Olyinpi bith. Flore t Junio , Julio. Cum speciminibus in alpibus italicis lectis exacte congruit. PR1MULACEAE Anagallis phoenicea Lam. Anagali.is coerulea Schreb. Ilab. In Attica, ad Kiephjrssum. Lysimachia atropurpurea L. Ilab. Uno loco in declivitatibus glareosis ad Bosphorum, Maslak pagum versus , sponte crescentem reperi aestate. Stirps pro inflorescentia speciosa. Androsace olympica Boiss. ! Diagn. 4 P- $*]■ — A. villosa Sibth. — Griseb. Fl. rum. p. 5 12. Ilab. In cacuminibus alpinis minoribus Olympi bith. reperi Augusto : eodem loco ubi cl. Sibth. suani Androsacem villosam collegit. Obs. Plantae statura, indumento, facieque suminopere versalilis cha- racleres potiores ex speciminibus innumeris a me collectis depromptos exlubeo. A. perennis, caespilosa: in anthesi nana, pilis simplicilms arliculalis, in scapo longioribus, laxiusculis, canescens: fructifera elongata, glabriusculu ill) SBRTULUM OIUENTAI.F. ETC. vel minus pilosa; foliis eongestis imbricatis linearibus obtusis, niarginibus aerviformibus subincrassatis ; scapis plerumque bifloris ; iavolucxi foliolis linearibus pediccllos brcvissiinos multuin supcrantibus; calycinis denlibus lineari-lanceolatis vel :>. I ubtusiusi'ulis , glabris rariusve Bparsim pilosulis, supra laele virentibus sultius pallidioribus; Soribus fascieulalis tcimiualihus, subqualcrnis, bre- vissiine pediolatis ; perigonio albiilo inodoro , cxtus adpresse piloso- sericeo, lobis lineari-lunccolalis, obtusiusculis, tubi longiludinem aequan- libus; drupa juniori ohlonga , perigonio inclusa , exsucca ; malura libera. rotundata , succosa , rubra. Huh. Copiose provenit in pratis alpinis inferioribus Olympi bith. et floret Augusto mense. Obs. Cortex caulis fuscescens , rimulosus. Folia, in sicco, laeviter mar- gine incrassata, facie sob lente acriori levissime impresso-punctata, dorso vero plus vel minus conspicue punctis creberrimis expallentibus notata. Nomen a celeberrimo Behtoi.oni (Amoenit. ital. p. 356) huic speciei inditum , ni fallimur , ineplum est: revera glandulae, sic dictae , in pa- gina foliorum infcriorum obviae , in speciminibus saltern quae ad maims habemus nil aliud, microscopii ope, esse videntur, nisi stomata , quorum margo supra epidermidem plus minusve prominel ! ! Cactcruin species nonnihii varia videlur , foliis oblongo-obovatis , obo- vatis, spathulalisve , apice acutiusculis vel brevissime mucronulalis , statin ;i a spithama ad orgyam dimidiam et ultra. LAURINEAE. 1j SERTUI.UM omiviAi.i KT< CON I F E R AE. Ephedra krauilis Desf. Hah. In montis Hymetti convalle ,jauce dicta, valde prosperal , et timet aestate decedente. Olis. Statura etiam biorgyalis et ultra; lamis longissimis ex arboribus, supra quas planta scandit , dependentibus; baccis subcaesio-rubris. JtJNIPERUS NANA W. Hal). In summitatibus Olympi bith. aegre crescit. ll'MPERlS OXYCEDRLS L. Hab. In monte Parnis atlieniens. legi. Baccae rubrae. JUNIPERCS PIIOEN1CEA L. Hab. In monte Hjmetto et ad lilora prope isthmum Corinthi abunde •i escit Abies Apollinis Lk. Hab. In monte Parnis atheniens. PlNTS IIALEPENSIS AlT. Hab. In Hjmetto meridionali. AM E NT ACE AE. Quercus Aegylops L. Hab. Ad pedes Pentilici atheniens. Ql'ERCUS COCCIFERA L. Hab. In Corcyra vulgatissimum. Pt.ATANVS OR1ENTAL1S L. Hab. Sponte in Attica prope Kiephjssum flum. A ROIDE AE. \ri.m tenuifolium L. Hab. In monte Parnis atheniens. a josepho <.i.i. mi trn 5 i 5 IHIDEAE. Iris pimii.a L. Ilab. Ad radices inonlis Pentilici una vice legi. Flores pallide lute- scenles piiino vere aperiuntnr. Crocus Sprcnneri Boiss. et Heldr. ! ObK. Species pulcherrima , quae monlem Parnis aliaquc loca complura eollium atheniensium incolit. Perigonii variant colore albo-azurco-purpu- rascente. Bulborum tunicae , in anthesi, feneslrato- rciiculatae } fructu maturescente minus reticulatae, demum in fihris tenuioribus quasi paral- lels solutae. Scapi processu fruclificationis magis magisque abbreviati. Logi autumno. ROMULEA Colimnae Seb. et Main. Hah. In solo duriori atheniensis planiliei frequenter occurril humil- lima el pulchella. Floret a vere ad aestatein. ROM1XEA LlINAREZII PaRLAT. Hall. Praecedentis minus frequens , ad pedes Pentilici locis umbrosis primo vere reperilur. ASPARAGEAE. Asparagus aphyxlus L. Ilab. Legi prope Athenas ad Kiephjssum flumen. Obs. A. aphjllus in Sicilia proveniens a cl. Bertolomo (Oss. it 4 p. 1 53) in caulis parte superiore ramisque hirtus declaratur; specimina vero omnia quae ipse I. c. legi omnino glabra observantur. Smilax aspera L. SmH-AX MAURITANIA GlJSS. Ilab. Promiscue crescunt et valde mutabiles in planitie collibusque alheniensibus. Tota aestate florent. AMARYLLIDEAE. S TKRINBERGIA LUTEA KeR. Ilab. In Hjmetto meridionali. 3a(i seiitui.um oiuentale etc L 1 LI ACE AE. VsnionEt.iiNF. jMomsiANA inihi. A. caule densissime folioso ; foliis lanceolato-subulato-triquctris, erectis; racciuo spicaeibrmi, cylindrico, densifloro, subsimplici, braclcis oblongis vel ovato-acutis obtusisque scarioso-argenteo. Hub. Reperi infra saxa mobilia una localitatc seel abundc prope nives perpetuus Olympi bith. latere N. 0. Floret Augusto mense. Radix ? Caulis cylindricus, farctus, durus, cum spica circiter bispilhaincns. Folia crebra , rigida , abbreviate licet m. o, o4 ad o, 08 longa, basi latiuscula , sensini angustala , lanceolato-subulato-triquetra, Striata, supra canaliculata, pallide viridia, margine tcnuissime cartilagineo- serrulata , intus subfarcta. Vaginae arctae amplexicaules in folium ovatae, pellucido-membranaceae, demum scariosae. Racemus subspithameus sim- plex, spicaeformis , cylindricus, densissiimis , bracteis magnis, scariosis , ovato-acutis vel ovalo-oblongis, vel obtusis argenteo-fulgcns. Racemuli subsessilcs billori, flosculo altero longius pedicellato abortienti. Perigo- nium prae racemo parvum , inferum , corollinum, sexpartitum I patens; phyllis subaecpialibus lineari-spathulalis, nervo fusco diremtis. Stamina sex basi perigonio inserta : 3 perfecta in anthesi perigonium aetpiantia : 3 sterilescentia prioribus multo minora. Slaminum fertilium filamenta e basi plana, filiformia, glabra, antheris dujdo longiora. Antherae oblongo- lineares dorso adsiscae , loculis basi discretis. Staminum sterilium filamenta apicem versus (in sicco) subclavulata fuscescentia. Antherae minutae , cordato-ovatae antheris perfectis quadi'iiplo saltern minores, subinde una alterave deficiens. Stylus fdiformis perigonium fere aecpuans , in anthesi declinatus ( ? ) Stigma distincte trilobum ! ! Capsula ovalis utrinque obtusa, coriacea, basi ad suturas parietales calloso-cartilaginea , loculicido-trivalvis. loenlis dispcrmis. Seniina acute triquetra , faciebus elliptico-lanceolatis, canaliculatis, testa fusco nigroque variegata, sub lente minutissime mu- ricnlata ; hilo lineari angustissimo. Obs. Ab Asphodelo luteo dilfert foliis inferne latioribus, brevioribus , erectis; racemo exacte c\lindrico, tlensissimo ; bracteis conspicue scariosis maximis , plerumque non acuminatis ; perigoniis minoribus , nee non forma antherarum et stigmatis ; tandem facie propria ab illo omnino diversa. A JOSEPHO CI.E.MENTI 327 AsPHODEI.CS FISTULOSL'S L. Uab. Circa Alhenas. Ohmthogalim exscapum Ten. Uab. Logi ad aggeres prope Bosphorum vere et aestate. Obs. Scapi 11011 desunt , seel semper brevissimi, circitcr semipollicares adnotanlur. Gagea spatiiacea Scbult. Syst. VII. j). 541? Griseb. Fl. rumel. 2. p. 383! Hal). Legi mense Aprilis in lierbidis collinis summitatis Ciamliciae ultra Scutarim asiaiicum. Obs. Specimina omnia a me collccta glabra, uniflora , caule foliis 2, 3, altcrnis bracteaeformibus instructo, onininu ut in diagnosi Fl. rumelicae. Alitcr vero haec species se prodil, in Eiiropa centrali, ex auctorum ger- inanicoruin descriptionibus , folio florali nempe spathaceo ab umbella Inline pedunculala 2-5-flora remolo. Planla nostra statura vix 7 centim. excedit, perigonii foliola glabra, oblonga, oblusa 7 millim. longitndinis. Gagea arveinsis Schdlt. Syst. 7. p. 547- Halt. In umbrosis humenlibus Atticae. Obs. Folia radicalia 2-3 glabra vel puberula e basi attenuata, in sicco liliformia, florem excedentia , arcuata : caulis glabcr, in nostro unifloras, pedunculo villoso: folia iloralia 2 opposita, e basi dilatata , lanceolato- subulata, longitudine inaequalia. Perigonii foliola 3 acuta, 3 obtusiuscula. Scil.LA ALTUMNALIS L. Hab. Legi specimina in Attica prope Kiessarianj , nee non in in- sulae Corcyrae locis apricis. SdLLA MAIUTIMA L. Hab. In Corcyra insula vulgatissima , a maris litoribus ad monte- etiam altiores adscendit. Allium Webbii mihi. A. bulbo rotundalo-ovalo, vaginis superne laceris albis demuni nigre- scentibus vestito ; scapo tereti striato plerumque spithameo, ad medium usque vaginato-folialo, vaginis striatis , inferioribus scabris; foliis duobus tiibus linearibus, canaliculars, laevibus, scapum subaequantibus; spathae .'528 M.niui.iM oiuini'au: in. brralvis persistentis phyllis lanceolato-subulatis, inferiore umbella breviore, superiore longiore; umbella multifiora; pcdiolis Longitudine variis il^ ;» - ricato-patulis ; perigonii saburceolati lutei phyllis oblongis obtusiusculis ; filamentis imo perigonio insertis , compresso-linearibus , cuspidatis phyl- lorum longitudinena dimidio superantibus, parte exserta purpureo-violaeeis; antheris peltatis; stylo stamina superante; capsulis obcordato-triquetris , exsiccatione reticulars, perigonium \i\ superantibus; seminibus membra- naceis semiovatis aigris. Species perigonii el filamentorum colore pulchcrrima. Hah. Crescit in lipidosis alpinis Olyinpi bilh. latere N. E. nbi legi die i.| Aug. i85o. \iiiim OtiTHPICOH BoiSS. I Diagn. PI. Orient. V. p. 58. Hab. In Olyinpi bitfa. rcgione abietis crescit et floret Augusto. Obs. Species A. montano Sibth. aflinis. Tota planta graciUima. Bulbi parvi. Folia et spatha bivalvis longissima linearia. Pedioli longitudine varii. Perigonii foliola exteriora laele purpnrascentia , inleriora albido- scariosa. Alliim maiujamtaceum Sibth. Hab. Floret Augusto mense in collibus brussianis ad Demerdesch , nee non in regione subalpina Olympi billi. Obs. Planta quam colligimus bulbos par\os tunicis argenteo-scai-iosis vestitos praebet. Folia extant duo vel tria linearia culnio elato breviora. Umbella ovoideo-globosa ; pedunculi subaequales , centrales sursum elali densi , exteriores laxiusculi. Florcs parvi , phyllis lineari-oblongis , obtu- siusculis , scarioso-argenteis , carina vix viridescenti. Filamenta profuiide bifida, laciniis laleralibus capillaceis , crispulis, intermedia breviori plus ininusve latiori, decidue antherifera. Stylus linearis capsula oblongata acnte-triqnetra perigonium aequante triplo brevior. Planta solitaria , splendore argenteo fulgens quasi luxurians. C (l L C HICA C EAE. COLCIIICIM VAHIEGATIJM L. Hab. Legi speciem performosam in summa regione montis Parnis. Floret aestate decedente et autumno. A JOSEPHO CLBHBHT! 3ay Perigoniom maximum campanulatum , variegato-reticulatum. colon purpureo-roseo laeto pracdilum. CoLCHICUM MONTAiUM L. Ilab. Cum praecedente. Ml 1:1 MH.i: \ ATTICA BoiSS. ! Hal). Ad radices monlis Cabeti prope Athenas, ipso in loco in quo i 1 1. Boissierio prinium detecta, hanc pulcherriraam plantam legi vere. JUNG E AE. Jurscis capitatis Weigl. — Koch. Syn. ed. 2. p. 841. Hah. Speciem perpusillam locis humentibus eollinis prope Byzantium una vice legi aestate. .Unci's striatus Griseb. Fl. rum. 2. p. 4°7 an Schoosb. Ilab. In Olympo bith. Obs. Synonimon Flor. rumelicae mihi vixdubium, sed planta Olympi collata cum descriptione /. striati in Schultemi Systemale 7. p. 2o5 nolis nonimllis discrepat; nempe foliis non adproxiuiatis, vaginis culmuni ex integro non vestientibus , involucro capitulo saepius longiore. JDNGOS GLAIXLS Erhn. Ilab. In Attica ad Kiephyssum flumen. Luzila campestris Desv. Ilab. Circa Byzantium. CYPERACEAE. Carex glaica Scop. Ilab. In Olympo bith. CrPEBUS badiis Desk. Cyperis flavescexs L. Cypercs fiscis L. Ilab. Promiscue crescunt-in udis planitiei superior, atheniens. Serie II. Tom. XVI. S3o SBRIULUM ORIENTAI.E ETC.. SciRPIS SETACEl'S L. Hab. In Olympo liiih. ad rivulos subalpinos lente fluentes. Sc.lKPlS PAUSTR1S L. SciRPIS HOLOSCHOBTTOS L. Hab. In agro byzantino. SCHOENUS NIGRICANS L. Hab. In Atlica. GRAM1NACEAE. Sacchabdh R.VYENNAE L. Hab. In planitie humidiori atheniense, aestate. Obi. Insigniter glaucum ; caeterum a specie nulla nola diversum. Andropogon pibescens Vis. PI. rar. dalm. p. 3. Hab. Augusti mense specimina corcyrensia , vere atheniensia legi. Obs. Specimina in saxosis agri atheniensis lecta cum stirpe dalmatica apprime quadrant ; caespites tamen majores et magis contraclos pruiuo- sosque sistunl. E contra specimina quae in Corcyi-a legi, sunt minus caespitosa minusque pruinosa; spicae magis pubescentes cum tota planla grandiores. Andropogon Grillus L. Hab. Circa Byzantium. Phalaris canariensis L. Hab. Legi aestate ad vias circa Scutarim asiaticum ubi sponte cre- scere videtur. PoLYPOGON MONSPELIENSIS DesF. Hab. Circa Byzantium. Lagircs ovatus L. Hab. In Hjmello merid. Al.OPECLRlS VAGINATUS Pall, ex KuNTH Agl'OStOgl'. I. p. 20. — A ■iiigiistifolius Sm. A JOSEPHO <.LKMF.VI'I 33 1 lli'ili. Crescit in regione alpina Olyinpi liiih. , ibique limites \cueiii- tionis A. lanati exacte signal. Legi Aug. mense. Obs. Folia caulina abbreviato-linguiformia convolulo-subulata , polios (jiiam linearia (Fi. ramel. ) in aostris speciminibus ailnoiantur. Vaginae admodum inflatae el elongalae sunl. Miicrones glurnarum hand breves el paleae inclusae ul in A. lanato. Spica villosissima sed minus cane- SCens quain in illo. Alopeciris lanatis Sm. Kunth. Agrost. i. p. a5. Ilab. Crescit in declivitalibus calcareis cacuminis OI\mpi btth. ad stationem usque praecedentis speciei desceiulens, sed non infra. Floret Augusto. Obs. Graminaceanun stirps insignis; f'oliis more coinpositarum non- nulluruni ronstanterque niveo-lanatis ! Alopeciris agrestis L. Hub. Circa Scutarim asiaticum. PlILEl'M ARENARUM L. Ilab. In monte Hjmetto alheniense crescit , statura minima , foliis- que tcnuibus. Legi aestate. Plli.El M TEME SCHREB. Ilab. In agro byzantino observavi. Calamagrostis oi.ympica Boiss. Diagn. 5. p. 70. — Giuseh. Fl. rumel. 2. p. 459. Ilab. In pascuis editioribus Olympi bithynici. Valvulae subaequales , uninerves , laete purpurascentes, punctato-pel- lucidae. Palea inferior tenuiter membranacea , superiore vix longior, apice 4-dentata, 5-nervis ! ; nervo medio supra basim in aristam flosculo lon- giorem cxeunte ; caeteris, quorum exteriores validiores I ultra dentes apicis paleae ipsius productis, et inde palea subsimplici Icnle 2-aristulata. Caetera ut in diagnosi clarissimi Boissieri. Species insignis ' \i.ROSTIS VULGARIS WlTHER. Ilab. Circa Byzantium. 333 SERTULUM OBIENTALF. ETC. Nt.llOSTIS VIUT1U11 I ATA Vn.L. II, di. Ail pedes Pentilici atheniens. Velocarpus litoralis Paelat. Hal). Circa Kalamaki ad isthmum Corinthi. DlGITARIA SAISGUIiNALIS Pers. Iliili. In Attica ad Kicphjssum. CfNQDON Dactyloin Rich. II, ili. In Attica et circa Scutarira. Paniccm Cms Galli L. IlaL. In Attica ad Kicphjssum. Milium leindigerum L. Uab. In cc-Uibus byzantinis crescit aestatc , et tantum caulibus pa- niculisque brcvioribns a planla italica divergit. Milium coerulesceivs Desf. Milium multiflorum Cav. Hub. Reperi primum haud frequens in monte Hjmetto ; alterum abunde crescit prope Kiessaviany aliisque locis atheniensis planitiei. Florent restate. HOLf.US LANATUS L. Hal). In agro byzanthio floret \ere et aeslate. IIOLCUS HALEPENSIS L. Uab. In Attica ad Kiephjssum. Bbiza maxima L. BlUZA MEDIA L. nab. In Olympo bithynico ambae reperiuntur europeaeis omnino si- miles , scd stalura paullo minores. Catabrosa variegata Boiss. Ilab. Legi in pascuis sterilibus alpinis Olympi bilh. Augusto. Obs. Gramcn humile , panicula pauciflora , pedunculis patcntibus vel rellexis , gluinis pinpureo-sanguineis. a jost i •>•• i 1. 1. menu 333 l.wuil'.oSA JIINLTA Thin. Hub. In editioribus Olympi bithynici! Augusto. Obs. Collata cum speehninibus Catahvosae minutac ex Europa austra- liori et Africa borcali, nulla nota dillerre viilclur. Species a Smithio circa Byzantium , a Bcxbaumio in Thracia ex Fl. rumelica jam nunc ol>- servaia, seel a recentioribus ui ridetur praetervisa. POA AI.I'INA L. llab. In Olympi bitli. pratis editioribus. (lbs. Variat flosculis basi undique piloso-serieeis, panicnlae i aims non semper geminalis ; slipulis omnibus longiusculis ; foliis talis abbreviatis. POA NEMORALIS L. Hall. In codem monte , sed locis humilioribus. Poa mi. in v L. PoA BL'LIIOSA L. Poa annua pumila. llab. Onirics rcpcriunlur in agro Byzantino. Glyceria diaritima Mert. ct Koch. llab. Legi aestatc vertente in collibus conslantinopolitanis. Obs. Suberecta , vix glaucescens, paniculae rami erectiusculi baud pa- luli; palea inferiori tenuiler 5-nervia. Dactyi.is iiispamca Roth. llab. In rollibus slerilibus circa Byzantium crescit , ubi nonnullac aliae hispanicae stirpes, forma quidquam mutata, occurrunl. Legi aestatc CyNOSI'RIjS ECHINATUS L. CvNOSlltl'S IXKGANS DeSF. llab. Ulramque speciem in Hjmetto meridional) , Julio vertente, legi. I'ESTK.A I'l'NC.ENS H. et S. llab. Legi in regione alpina Olympi bilh. locis slerilioribus. Obs. Planta Olympica foliis rigidissimis crassissimis junceis caeterisquc Festucae pungentis gaudet, et a F. glauca Schiiaii. distinguendam esse exislimo. Qui vero Fcstucam glaiicam , duriust ulam , cum F. ovina Li» conjungunt profecto errant. .534 SERTUI.l'M OR1F.NTA1.E ET( . Yll.PIA MYOTICS Lk. \ ll.PIA CILIAT1 Lk. Ihiii. In pascuis collinis siccioribus circa Byzantium. SriPA TORTILIS Dksf. Hab. In ffymetto incridioiiiili. Aristeli.a bromoiih s Bkrtol. Fl. ital. I. p. (ipo. — Stipa qristella L. — A1.1-. Auct. tab. 2. lie;. 4- Hal). In monte l'!•• ti; \ S\VARTZ. Hab. Inter saxa montis Hjmetti atheniensis haud rarain et minus iiirfuraceam quam planta dalmatica reperi. NOTOOCLAENA LANUGINOSA Df.SV. Hab. Filix perelegans et rupium fissuras prope Pirueutn allien, ra- rissime incola. Legi Martio mense fructificatione adhuc carenle. Ceterac officinarum W. Hal). In monte Parnis atheniens. ASPLENIUM TrICHOMANES L. AdIANTUM CAPILLUS L. Hab. In monte Pentilico ath. ad rupium tissuras humentes. ICOMUM EXPliANATl© TAB. I. — Ranunculus Camozzianus. n. Torus cl carpophorus, staminibus duobus et carpella praediti , cum sequen- tibus multoties aucti ; 6. carpella; c. syncarpus; d. pctalum ; e. calyx quin- quesepalus. TAB. II. — DlANTHUS ClRRARIUS. o Ramulus c caespite decerplus; b. caulis fistulosi scctio, cum scquentibus mul- toties aucta; c. folii inferioris summitas; d calyx bracteis circumdatus . e bractcac calycinae magis auctao; f. stamina cum pistillo ct petalo. Ser.e II. Tom. XVI. '* 6ki II r - // '\6 ANTHICIM 1NSUI.AE CYl'RI F.T SYRIAE angulatis , sobspinosia , pygidio conspicuo et forliter exciso , genitalibus omnibus conspicuis facile distinguendus. 4. MVRMECOSOJIA JONICUM. Formicomus jonicus. Laffrtf. , Monogr. Anthic. (1847) p. 81. Supra frulices in Syria et in insula Cypro ubique frequentissimus. A N T II I C U S Paykuli. , Fauna Suecica , I. (1798) p. a53. Muuipulus I. 1, Antiiicus glabellus n. sp. Nitidissimus , capita valde corwexo piceo : prothorace binodoso, rujo- testaceo , lobo antico levi , postico rugoso: corpore subtus, eljtris pedibusque lestaceis, Mis fascia media apiceque nigris. Long, o, oo3. Lat. o, 00 1 . Caput valde coDvexum, rotundalum, epistorhate ruguloso, fronte parce et forliter punctata, liuea longitudinali media verticeque toto omnino le- vibus , glabrum , nitidum , pilis nonnullis minimis , nonnisi oculo forliter armato observandis, rufo-piceum ; oculis modice prominulis: antennis modice elongatis, articulo secundo bis lerliam sequentis partem aequante, septimo el sequentibus sensim brevioribus et crassioribus , ultimo fusi- formi praecedenlibus duobus simul sumptis subaequali; una cum pal pis, piceo-testaceis. Prothorax capite anguslior, laete rufo-testaceus. Pronoliun latitudine sesquilongius, glabrum, conslrictione postica biparlitum ; pars antica globosa, laleribus valde prominulis, levis, subtilissime et disperse punctulata ; pars postica multo angustior el depressior, rugosa , angulis rectis sed omnino in latere sitis, linea marginali interna ad similitudinem ephippii semicircular! fortiter elevata ; spatio inter hanc lineatn et marginem externum prope angulos posticos latiore et leviore : cervicula bre\i sed dislincta. Scutellum l'otundatum , rufescens et levissimum. Elytra antice prolhoracis basi duplo latiora , latitudine propria plus duplo longiora , angulis humeralibus rectis, pone humeros haud depressa, postice dilatala et conjunctim rotundala, parum depressa, lcvissima et nitidissima; vu Al'CTORE El'CF.NIO TBUQUI 347 oculo fortiter armnto puncta nonnulla subtilissima pilig minimis instrticta observantur : testacea , fascia media maculacjue subapicali, per suturam paulo adscendente , nigris. Corpus subtus dilute rufo-piccum , pedibus testaeeis. Femora simplicia ; tarsi lineares , anteriores quatuor paruni elongati , arliculo primo anticorum sequentibus duobus simul nunptis aequali , his inter se et quarto acqualibus ; postici valde elongati , arti- culo primo ultimis tribus simul sumptis aequali, secundo tertio plus dupln longiore. Nullum animadverti sexus discrimen in duobus speciminibus quae prae inarm sunt. Ineunte Septembre Beryti bina specimina legi. Horum alterum est immaturum , ex quo speciem tunc temporis gigni conjicitur. Indmdna caj)ile penitus nigro inventum iri opinor. Inter Lcptaleos , primum Anthicorum manipulum juxla cl. Laff.rtei distributionem , speciem istam pono, quanquam capite fortiter convexo (quale in nonnullis Mjrmecosomatibus, in Myrmecosomate pedestri ex. gr.. atque in nonnullis Anthicis aliorum manipulorum, in Anthico exili ex. gr.. reperitur) , elytris postice dilalatis, femoribusque } at etiani in Anthico Chaudoirii , linearibus hinc amoliatur. Elytris dilatatis ad Anthicitm tri- guttatum Lap. propius accedit. Serins , cum examini subjicienda plura exstilerint individua, forsan haec species sejunctim locanda erit. 2. ArsTiiicus triguttatus. Laff.rte , Monogr. Anthic. in supplem. (1848) p. 299. Superioribus annis Damasco Syriae retuleram : postea nusquam alibi visus. 5. Anthicus Chaidoirii. Formicoma Chaudoiri. Kolenati , Meletem. entomol. III. (1846) p. 34. Tab. XIIT. fig. 6. Juxla rrvulos , aestivo tempore , sub lapidibus vel per arenam made- factam ultro citroquc cursans invenitur. Cypri prope pagos Lefca et Deftera legi ad rivulorum ibi fluentium ripas. Beryto etiam retuli. Manipulus II. Nullaui speciem hujus manipuli inveni. 3 j* ANTH1CIN1 INSULAE CTPRI ET SYRIAE Manipulus 111. 4. Anthicus erro n. sp. RuJb-testaceus , nitulus , capite abdomine clytrisque obscure piceis, his parallelis puree punctatis tenuitcrque pubescentibus , macula magna basali piceo-testacea , fasciaque postica albida, protfiorace basi Jor- titer angustatp. Long, o, ooig. Lat. o, 0006. Caput sulxpiadratum , angulis posticis fortiter rolundatis, fossula oc- cipitali parVa no latum , obscure piceum , levissimum et nilidissimum , punotulorum utrinque duplici serie prope oculos , his punctulis inter antennas fortius impressis , pilosque breves gignentibus : antennis bre- viusculis, submoniliformibus praeserlim apicem versus , articulis secundn tertioque aequalibus , testaceis, apice fuscis. Pronotum capitis latitudinem aequans, laliiiuline quarta parte longius, postice fortiler coarctatum, la- teribus antice sal promimtlis : vix antice punclis nonnullis sparsis, niti- dissimum ; postice punctis impressis ad latera obsitum ; laete rnfo-testa- reuin , parce et tenuissimc pubescens : cervicula longiuscula , distiticla. F.lylra prothoracis basi plus quam sesqui latiora , lalitudine plus duplo lon- giora, angulis humeralibus rectis, lateribus parallelis, omnino complanala, torulis vix conspicuis ; basi sal fortiler at parce, dein gradalim , usque ad apicem levem , levius punctata , subtiliter pubescentia : lertia parte antica piceo-testacea , deinde nigro-picea, fascia albida in triente postico a sutura nigra divisa. Abdomen nigrum, pedibus dilute teslaceis. — Mas abdominis segmento ultimo superiore leviler emarginalo , pygidio lon- giusculo , subquadralo. Femina segmento ultimo rolundato. / iiriat colore clilutiore : a. Elytris dilutius fuscis; capite pronotoque dilutioribus. b. Colore piceo-testaceo elytrorum postice in nigredinem magis ex- currente : nigredine media vix sequentis fasciae albidae lalitudinem ae- quanlc. Colore obscuriore: c. Macula sculellari plus minusve late fusca, uon- nunquam basiiu piceo-testaceam dividente. ostice fortitei- angustato, fe- morihusque leviler incrassalis haec species in manipulo tertio locum obtinei. Attamen puto hunc terlium manipulum cL Domini Laferte non satis distinctis characteribus innixum esse ul a sequente separetur. Nostra species ad inslar annuli hos manipulos allerum alien jungil. Anthiciis erro habitu et colore Authico Cliaudoirii similis , facile ab codein stalura minore, pronolo abler conslructo, elytrorum punclis subti- lioribus, fasciaque poslica albida non communi dislinguilur. I'roxiunus esse videtur et ab Authico (juadrillo Laiektki, descriptioue tanlum uiihi nolo, sed prolhorace postice punctato, cervicula valde conspicua , feuioribusque testaceis satis distinctus. Manipulus IV. O. AlNTHICUS ISTlLAils. Laferte , Monogr. Anthic. (1847) p. ia4- Lacte rufo-fenugineus , nitidus , parcius punclalus , tenuissime pubescens : capite subquadralo , postice medio nullo ntodo angulato : prolhorace aniice subgloboso , lateribus promiimlis: pedibus eljtrisque dilutio- ribus, his fascia media apiceque nigris. Long. 0,0022 — 0,0026. Lat. o, 0008. Lt melius liaec species a sequentibus distingui valeat , cl.' Lakkute diagnosim reformavi. Praeterea ejusdem auctoris descriptioni \arietalum series addenda. ^ arietas a. Dilute rufo-ferrugineus; elytris dilutioribus, macula laterali apicalique nigris, Dl in Anthico Bremei silis , sed minus distincte cir- cumscriptis. b. Plus minusve obscure rui'o-ferrugineus. maculis ut in praecedente, sed lalioribus. c. Obscure rufo-ferrugineus : elytris nigris , basi fasciaque transversa postica testaceis: colore leslaceo basis plus minusve retro dilatato , fa- sciaque postica plus minusve dislincle circumscripta. ISoiinulla ab insula Cypro retuli specimiua hujus speciei quam semper disjuncliin modo volaolem , modo sub lapidibus inveni. Beryli etiam 35o ANTHICINI INSULAE CYPIU ET SYR.IAE individuum legi fascia postica testacea distinetissime circumscripta , et a sutura nigra , ut in Anthico errone , divisa. (5. Antiikxs rvnis n. sp. Laetc lufo-fervugineus , opacus , crebcrrimc punctutus , tenuissinie pube- scens: capita subejuadrato , pox/ire medio nullo modo angulato : pro- thoracc antici' minus globoso , nonnunquam etiam depressiuscu/o , liiti'vibits rotiuidatis , prominulis : pedibus eljtrisque dilutioribns , his fascia media apiceque nigris. Long, o, oo23 — 0,0028. Lai. u, 0008. Caput subquadratmn , poslice levissime rotundatuni at medio nullo modo augnlatuiu, convexum, creherrime forlilerque punclatum , obscure rufo-ferrugineum . opacum. tenuiter pubescens: oculis majusculis et pro- minulis : antennis dilutius rufis. Prothorax capitis laliliulineni acquans, latitudine quarta parte longior , parum convexus , pone medium fortiter coarrtatns , lateribus antice rolundatis , prominulis, postice leviter sinuatis, basi fortiter marginatus, cervicula prominente : obscure rufus, subnitidus, creberrime punctatus, tenuiterque pubescens. Scutellum minutum, trian- gulare , obscure rufum. Elytra anlice prolhoracis basi duplo laliora, la- titudine duplo longiora , convexiuscula , torulis et depressionibus nullis , nitidiuscula , subtiliter punctata tenuiterque pubescentia ; fulva , macula laterali lata apiceque indeterminatim nigris. Abdomen nigrum, pedes ruli. — Mas pygidio conspicuo. Variat dilutius, elytrorum apice omnino concolore. Inventu rara et ditficilis species, cujus in insula Cypro perpauca individua modo volatu, modo sub lapidibus legi. Specimen etiam Beryto retuli. Praecedenti Anthico ustulato Laf. ut ovum ovo similis, et \ix nisi capite prouotoque niulto crebrius punctatis, opacis , distinguenda. In qui- busdam speciminibus pronotum antice minus globosum et fere depres- siusculum videtur. Praeterea varietates obscuriores, ut in Anthico ustulato, in hac specie non occurrerunt. 7. AlNTHICUS INCOMPTUS 11. Sp. Laete rufo-jerrugineiis . subnitidus , crebre punctattis , tenuiterque pube- scens: capite subquadrato , postice medio nullo modo angulalo : pro- AUCTOIiE M'l.KNIi) IRIQl'l J!) I thorace laleribus anticis rotwtJatis, vix prominulis: pedibus elj- t risque testaceis , immaculatis. Long, o, ooa4- Lat 0,0008. I'raecedenlibus duabns baec species adeo similis est ut tanlum no- la rum , quibus ab utraque dislinguilur , meininisse juvabit. Ab Anthico Jutuo plerumque elytris dilutioribus, iiumaculalis, primn intuitu distinct;*. Praeterea capite pronotoque minus opacis, paulo minus crebre punctatis, et praesertini pronoli lateribus antice minus prominulis sejunctim locanda. A I) /Inlhico ustulato , cui eliam proxima . colore plerumque alio , capite pronotoque opacis, crebrius punctatis, pronoliquc lateribus anlice minus prominulis ditfert. Qninquaginta et ultra specimina luijus slnthici in insula Cypro ve- spertino volatu prope Larnacam primo vere legi. Omnia inter se congruunt, et statin a minus quam individua praecedentiuin speciemm variant. Bina tantum specimina nubeculam fuscam , bine inde in medio elytrorum ge- lunl , qua nota praecedentibus binis speciebus propius aecedunt: ceteris lameu nolis e corporis forma el sculptnra sumptis facile distinguuntur. 8. A.vnucus villosui.i'S n. sp. Rufo-testaceus , subnitidus , parcius punctalus , tenuiter pubescens , et subtilissime undique setosus: capite subquadrato , post ice medio nulla modo angulato: pronolo anlice depressiusculo , lateribus prominulis, basi fortius coarctato : pedibus eljtrisque dilutioribus , his fascia media apiceque infuscatis. Long, o, 0025. Lat. o, 008. Supra undique sparsim setosus. Caput subquadratum , poslice levis- sime rotundatum at medio nullo modo angulalum, convexum , sat fortiter at minus crebre punctatum , laete rufo-testaceun. , subnitidum, tenui- terque pubescens: oculis majusculis et prominulis : antennis concoloribus. Prothorax capitis latiludinem subaequans, latitudine paulo longior , pa- rum convexus , pone medium fortiter coarctatus , lateribus antice fortiter rotundatis et prominulis, postice leviter sinualis , basi fortiter margi- natus , cervicula prominente : laete rufo-testaceus, subnitidus, sat den>.e punetatus , lenuiterque pubescens. Scutcllum minutum , triangulare , ru- fum. Elytra antice prothoracis basi fere duplo latiora, latitudine duplo 3?>a ANTHIC1NI INSULAE CYPRI ET SYIUA1 longiora , convexiuscula , torulis et depressionibus nullis , nilidiuscula , subtilitcr punctata , tenuiterque pubesccntia , testaceo colore, fascia media apiceque indeterminatim infuscatis. Abdomen piceo-riifiun : pedes rafo- testacei. I nicuni hujus speciei individniini, hocque feniineuni, mease Nmembrc, sub lapide, prope Alexandrcttam Syrine legi. Al) allinibus corporis hirsutia in primis dislinctus. l'raeterea capite el pi'oihonirc dilutioribus , minus crebre quam in Anthicis fatuo el in- compto punctatis , punclis minus fortiter quam in iisdem nee non in Anthico ustulato impressis, prothorace minus globoso anticequc paullo magis ampliato , lateribus magis prominulis , basique magis coarclato. Colore unicum quod exslat exemplar omnino cum Anthico fatuo et cum. varietale a Anthici ustulati congrnit. 9. Anthicus III Mil, IS. Germar , Fauna insect. Europ. X. 6. (s. a.). Omnino niger , vel nigro-piceus maculis quatuor elytrorum rttfis, subni- tidus j fortiter punctatus, tenuilerque pubescens : capite postice medio plus minusve fortiter angulato , retro prominulo. Long. 0,002 — o, 0028. Lat. o, 0007 — o, 0008. Sul> hoc nomine, exemplum cl.' Lafkrte secutus, omnia colligendo specimina quae e Caucaso , e Syria, ex insula Cypro, ex Hungaria , ex Dalmatia, ex Illyria, ex salsis lacubus Germaniae, e Gallia, ex Hispania, ex Italia ejusque insulis relata notas Anthici humilis secundum eundem auctorem praebent, facile suasus fui ut duae saltern essent species con- fusae ; altera, verus Anthicus humi/is Germar i, altera Anthicus Bremei, quondam ab ipso cl.° Laferte constituta, posteaque et ul puto immerito priori conjuncta. In Anthico humili quomodo notae praecipuae e capitis forma sumptae, ad dividendas varietates inserviant, infra dicam: ceteris notis, centum et ultra specimina mihi pracsto plus minusve similia sunt inter se , hoc tantura discrimine quod puncta magis vel minus fortiter et crebre im- pressa sint , corpus postice plus minusve convexum , in quibusdam pa- rallelum et gracilius , in aliis robustius sit , pronoto in nonnullis antice parum latiore et depressiore, in |derisque rotundato. Nullus tamen fixus AUCT0RK 1 I.I Mo TRUQUI est terminus quo varietates hujusmodj circumscribi valeant , el transi- tiones oinius ab una ad aliam obviam oecuirunt. Quod ad colorem haec species vel penitus nigra, unicolor, vel plus minusve rufa vel rufo- maculata est. Veruiutamen notis ex forma capitis el ex colore surnplis tres varie- tates distingucre juval. Prior, A, variat colore vel penitus nigro , vel maculis rulis : indiscriminatim rufo-inaculata vel onmino nigra individua hujus varietatis adsunt in colleclionibus Regii Taurinensis Musei et el.' D. IU.k in: qui benevolo quotquol liabet Atitliicos humiles inecum com- municavil : penitus nigra ex salsis lacubus Gerrnaniae et ex oris rnarit- liniis Galliae tantuin ortuni Irahunt , rnfo-maculala vero ex Gallia , Hispanin, Italia ejusque insulis, Dabnatia , Jllyria el Ilungaria oriunlur. In Sardinia insula hoc nolatu (lignum; quod humilis lypicus semper rni'o- maculatus sit; quodque ibidem alia sit varietas , cum priore hue usque confusa , constanter penitus nigra , quae tanien notis peculiaribus ab eodem dillerre videlur. Inter quadraginta et ultra speciinina uuiusru- jusque harum varietatum ex insula Sardinia allata , quaeque in colleclio- nibus hujus R. Musei et cl.' D. Baidi asservantur, nullum adesl quo transitum inter eas iniri queal. Haec igitur altera erit varietas, C, quam pro specie sumpsissem nisi alia extricatu diflicillima adesset varietas, B. Cypri incola , quam specie distinguere sedulo studio prorsus frustra re- petilis vicibus conalus sum, quaeque transitus offert e nigris speciminibus varietatis A ad varietatem C Sardiniae. Forma capitis in varietatibus A et G omnino differt , sed varietas B intermedia extremos illarum terminos jungit. Ex quibus efficitur tit hac tres varietates hoc modo recenseanlur. Varietas A. Nigro-piceus, subnitidns: capite subrolundato, lateribus pone oculos parallelis, poslice medio leviter angulaln: pronoto basi subti- liter uaarginato gaepeque bituberculato, lateribus rolundatis, prominulis: elytris vel unicoloribus , vel maculis qtiatuor plus minusve extensis rufis ; anlennis pedibusque ferrugineis. Long, o, 0022 — o, 0028. Lat. o, 0007 — o, 000S. Niger, unicolor, habitat lacos salsus Gerrnaniae, littoraepje marina Galliae, et est lypicus A. humilis Giryi. Rufo-piceus , elytris maculatis habitat in Gallia, Hispania , Italia ejusque insulis , Dalmatla , Illyria, Ilungaria. T'urictas /?. Niger, subnitidns: capite subrolundato, postice medio Seme II. Tom. XVI. ** i I i ANT1IM INI INSUl AE CYTR! FT STRIAE plus iiiiiiusu' fortiter angulato : pronoto basi subtiliter marginato, late ribus antiee rotumlalis , prominulis: elytris roncoloribus, nunquam rufo- maculatis: nniennis , tibiis tarsisquc teslaeeis. Long, o, ooa — o, oo?.5. Lai. o, 0007. Habitat in insula Cypro, et in regione caucasica. Hue spectal, absque ttubio . Anthicus cahcinus SteVek, juxta specimen lypicuin in collectione Di.if.w. nunc Hcgii '1 'aurinrnsis Musei, asservatuni , de quo cl. Laferte in Monogr. Anlhic. p. 127. ■Inthicus nigrofasciatus Motschoulskt ex iisdem regionibus cauca- >icis , cujus bina exstant spcciuiina in collectione R. Taurinensis Musei, ab ipso auclnre inissa, quem cl. Laferte loc. cit. ad Anthicum humilem refert , protliorace fortius angustalo , elytrisque fortius punctatis, nee nun aliis notis , ab hac specie diilerre vidctur. Varietas ('. Niger, subnitidus: capite longiusculo, mox pone oculos occiput versus angustalo, postice fortiter angulato : pronoto basi fori iter laurgmfeto, lateribus antiee rotundatis, minus prominulis: elytris conco- loiibus , nun(|uam rufo-maculatis : antennis pedibusque ferrugineis. Long, oj ooa."). I at. <>, 0007. Habitat in Sardinia insula et in Gallia meridionals. Hue speclat Anthicus riparius Dejean. Sub hoc nomine saltern omnes recensitw \arietates promiscue in collectione sua erant perscriptae. 10. AiYrmcus Bremei. Laferte, Ann. Soc. Ent. de France. XL (1842) p. -iSi. Tab. 10, fig. 3. Anthicus humilis var. e. Laferte, Monogr. Anthic. (1847) P- l27- l.aete rtifus, nitidus , subtilissime parce punctatus: capite longiusculo, medio postice angulato, retro haud prominulo: elytris dilutioribus , medio utrinque apiceque nigris: antennis pedibusque testaceis. Long, o, cio;>. — 0,0024. Lat. 0,0007 — 0,0008. Variat maculis eljtrorum mediis in Jasciavi transversam coeuntibus. Beryli in Syria quindecim hujus speciei cxemplaria inveni , supra dictis notis omnino congruentia. Ibi nullum Anthicum humilem obviam liabui : contra in insula Cypro , ubi invcsligationibus mullis hunc A. Bremei non inveni , tantuin varietas B Anthici humilis occurrit. — In Alk.TOur: BUGKHIO iKL'fjUl 353 Buropa seplentrionali ubi Anth&eus humilis occurrit, isle Bremet uunquau) visus. Inferre igilur licet , pro divcrsis in quibus simuj non OQCUrrunl rrgionibus , hos binos Anthicos , li rente i srilicel el humilem , specie di- slinctos esse. Adtlilis insuper uolis e colore et ex corporis forma sumptis, nullum ;t m I > litis eril dubiuin quod separari debeant. Tn Anlhico Bremet caput constanter oblongiusculum est, et poslice subcouicuui, hand retro pro- minulimi : pronotum antice magis glnbosum, et una cum capile sublilius et parcius punctatum : elytra , servata proporlioue , breviora et latioru , constanter aliter colorata. II. Anthicus Cehastes D. sj). Mas Rujo-piceus , macula poslica elylroritm rufo-testacea : piibe s'ericea sat dense vestiius: capile poslice rotundato: prothorace depressia- sculo , lateribus an/ice rotundalis, prominulis, basin versus fortiier angustato : antennarum articulo primo incurvo , fortiier dilatato et superius mucronato. Long, o, oo.>.3. Lat. o, ooo'j. Caput latitudine longius, poslice fortiter rotundatum seel nullo mod< produi'luin , retro prominuluin , rufescens, iiitidiusculum , parce subtili- tcrque punctatam, sericeo-pubescens : an tennis rufescenlibus, articulo primo incurvo, fortiter dilatato , superius mucronato, secundo paullo Icrti" bre- viore, sequentibus sensim brcvioribus apiceque leviter incrassatis, nltimo praeccdcntc duplo longiorc, obtuso. Pronotum capitis latitndinem aequans rufo-piceum , vi\ latitudine longius, basi fortiter, non tan turn auteni quantum in Anthico humili, angustatuin , parum convexum , lateribus antice parum prominulis : capite densius fortiusque punctatum , den- siusque pubescens: cervicula distincta, longiuscula. Scutellum minimum acuminatum, obscure rufo-piceum. Elytra capiti pronoloque concoloria . macula lata commuui ante apicem rufo-testacea evanescente: annce pro- noti basi scscpii latiora , latitudine duplo longiora , oblongo-ovata, con- veia, pone Inuneros non depressa, subtililer et dense punctata) tenuitei siiieeo -pubescenlia. Corpus subtus rufo-pircum , pedibus leslaceis — Mas abdominis segiuento superno ultimo leviter emarginato , pygidio conspicuo. Unicum exstat hujus speciei exemplar, quod ab insula Cypro in 356 ANTHICINl INSl'I.AK < YPRI F/l SYRIAE lasuDcula microooleopteronnn replcta rctuli. Puto volatu retibus captum fuisse , cum in eadem lagunt-ula plurcs esscnt parvac species hoc modo i .ijitatae: quod si contigisset , Larnacae tectum fuisset. llaec species una cum Anlhico armato infra descripto ab omnibus Aiitliuinis hue usque cognilis niira el insolila antennarum articuli priini structura srceilit. Attaiiicii liac una nola has binas species in manipulo peculiari seeernendas hand existimavi , cum ceteris characteribus inter se discrepent et omnino cum speciebus dissimilium manipulorum congnianl. Anthicum Cevastem speciebus quarli manipuli cl.' Lafertei, quibus , exceptis anlennarum structura et pubescentia sericea, similis est, jungo. illanipuli V. VI. VII. Nullam speciem horum manipulorum, sive in insula Cypro, sive in Syria hrveni. Mani|iulus VIII. 12. AlSTIIICIIS FLORALIS. Lagria Jloralis. Fabr. Syst. Entom. (1775) p. 126. Passim ubique , sive in insula Cypro , sive in Syria. Meloe Jloralis Linne Syst. Nat. Edit. X. Tom. 1. (1758) p. 420 > inseclum omnino aliud. Fabricu diagnosis, in loco citato et in sequentibus operibus suis men- dosa , primum anno 1801 castigata prodiit in Systemate Eleulheratoruni T. p. 291. 13. Antihcus piioenicius n. sp. Rufo-Jerrngineus , nitulus, subtiliter punctidatus , et pube subtilissima parce obsilus: capile obsciiro: clytris nigris , basi late pedibusque testaceis. Long, o, 002. Lat. o, 0007. Caput subquadratum , convexum , fossula occipitali vix nisi sub quo- dam liunine conspicua , nigrum , nitidum , glabrum , parce subtiliterque punctalum: oculis minimis, vix prominulis: antennis rulis , elongatis , apicem versus sensim incrassatis. Prothorax paulo minus quam in An- thico Jlurali lalus, minus convexus , anliccque minus dilatalus, oblongus, basin versus angustatus, lateribus reclis anlice vix prominulis, basi Microns i ri.KMo truqui 35" fortiter marginala: ccrvicula brevi sed dislincla: ex ferrugineo rufus, ni- litlus, subtiliter et parce punclatus, fere glaber, seu brevilcr et tenuis- sime pubescens , pubesrcntia non nisi oculo fortiter armato conspicua. Elytra antice prothoraeis basi sesqui latiora , laliludii.e dnplo longiora, liuineris obtusis, depressionc post humerum nulla, parum convexa, la- teribus subparallelis , Bpice subtruncata, subtiliter confertim |iuuctata , breviter et tenuissime sub oculo fortiter armato pubescenlia , nigra , an- tice quarta parte penitus testacea. Abdomen nigrum, pcdesque lestai i i. — Mas abdominis segmento superiore ultimo late truncato , pygidioquc omnino conspicuo. Varial obscurius: prothorace fusco, elytrisque basi minus late testa- ceis , colore ipso testaceo a nigredinc sulurae plus minusve diviso. Dilulius , a: capite prothoraceque rufo-ferrugineis. b : capite prothoraceque, fere ut elytrorum basis, dilutis. Proximus videtur Anthico incdito Laff.iuei mihi descri|>tione tanlnm noto, sed capite distincle punctato, antennis nullo modo moniliformibus, cervicula conspicua, elytrisque pubesceutibus et aliter coloratis abunde differt. Plura sunt mihi prae manibus hujus speciei exemplaria quae Beryto retuli. In aridis , sub lapidibus , legi. 14. Anthicus bifasciatus. Lagria? bifasciata. Rossi, Fauna Etr. I. (1790) p. 108. Beryti in fimo bubulo vivil. Quaedam retuli sperimina omnino re- centia in quibus animadverlitur setas cujusque elytri longiludinaliter in quatuor series disposilas esse. Character hujusmodi (|ui in operibus cla- rissimorum Laff.rte et Schmidt , nee non ab ipso Rossio in loco citato et in acruratiore descriptione Mantissae I, p. /|8 siletur, in speciminibus recentilius Pedemontanis et Sardois eliam observatur. Anthicus Kolenatii (Kolenati, Meletem. cntomol. Ill (1846) p. 35. Tab. XIII. fig. 7 ) hue certe referendus. Anthicus bifasciatus autem ejusdem auctoris, ut ipse eodem loco testa tur, nihil aliud qnam varietas Anlhici tristis Schmidt. Mauipuli IV X. Nulla species horum manipulorum mihi occurrit. 358 am-hicim insulak c.ypm v.r syhiae Manipulus XI. 15. AlNTIUCUS LON0lf.OI.LIS. Schmidt, Stettin. Ent. '/.eit. 3 Jahrg. 1842, p. i3o. I'rope pagum Galala in insula Cypro , inense Augusto, sub lapidibus in loco liuiuiilu tria hujus speciei exemplaria nacliis sum. 10. AlNTHlCUS ORNATUS II. Sp. Niger, opticus, tenuissime vehttinus: capita postice quadrato : elgrtris pone humeros depressis , maculis binis latiusculis , altera pone kumerum . altera pone medium , albido sericeis . antennarum basi , pcdibusqne testaceis , Ids femoribus infuscatis. Long, 0,0034. Lai. 0,0008. Caput nigrum, vi\ nitidum , subtilissime el conferlim punclatum . dense fusco-pubeseens, eonvexuui, postice quadrature! : oculis modiee pro- minulis: antennis basi rufis, apice fuscis, parum elongatis , magis quam in Anthico tenello tenuibus. Prolhora.x capitis latitudinem aequans, la- titiuline quarta parte longior , vi\ globosus , antice transverse rotun datus , basin versus angustatus , laleribus reetis, antice \ix prominulis , basi ipsa ilerum levissime ampliata, margine basali minus etiam forliter quam in Anthico tenello nolalo , cervicula brevissima sed distincta ; ca- piti concolor , lomento densiore vestitus , sericeo nitens , margine basali dilutiorc. Sculellum tomeuto nigro obduetum. Elytra antice prollioracis basi sescjui latiora , latitudine dnplo longiora , oblongiuscula, nullo modo postice dilalala , apice sublruncata, parum convexa, torulis nullis , ca- pitis pronoticpic inslar nigra, subtilissime punctata, tenuissime fusco j m - bescentia , maculis binis lutcis tomento albo-sericeo dense obsitis , altera antica depressionem posthumeralem occupante, latiuscula, suluram nun- (piam attingente , altera post secundum trientem sita , suluram versus, (juam 11011 altingit, adscendente : macula utraque marginem externum omnino dilutiorem attingente Corpus subtus nigrum el opacum : epi- sternis mesothoracis cavis, punctatis, nitidis, ambilu externo |>ilis ar- genteo-sericeis tenuissimis fimbriate Pedes testacei, femoribus plus mi- nusve infuscatis. — Mas pygidio conspiciio facile distinguilur. Inter Al ITOIU: Pill. INK) TRUQUI 35q quinquaginta specimina sunt mihi viginli mares ; ex quo hos in hac specie minus 4* In insula Cypro passim. In primis prope Larnacam , antiquum Citium, ineunte Livadia planitie sub lapidibus legi. Manipulus XIII. 18. AiNTHICUS TBISTIS. Schmidt, Ent. Zcit. Stettin. 3 Jahrg. i8/|2. p. \~i. Haec species non infrequens est in insula Cypro et Beryti. Locis aridis , sub lapidibus quisquiliisve delectatur : nihil illi polius quam re- liquiae paleae tritae quae animalibus ad vescendum apposita fuerit. 19. AnTHICIS ARMATIS D. Sp. i\igcr, cjlindricus, opacus: capite quadralo: elytrorum fasciis duabu* argenteis : antennis tibiis tarsisque ferrugineis . antennarum urticulo prima fortiter dilatato , superius mucronato. Long. 0,0028 — o, oo3. Lai. o, ooog. Caput niajusculum, validum , quadralum , postice complanatum, trun- jGo ANTHIMNI i\m i.U CYPRI ET SYRIAE catum , imo lale euiarginatuni , supra parum convexum, nigrum, nitidum, parce at sal fortiter punclatum, parccque lulvo pubescens , pilis nomiullis hirtis: oculis minutis, parum prominulis : palpis testaceis , articulo ultimo intus brevissimo , extus longo , forlitcr securiformi, acie praelonga : an- lennis ferruginci coloris, \alidis, pubcscenlibiis , modice elongatis, non moniliformibus } articulo primo basi incurvo, apice fortiter dilalato et supcrius acute mucronato, secundo tertioquc aequalibus, sequenlibus sen- sim brcvioribus et crassioribus, ultimo ovalo, obluso, praecedente sesqui longiore. Pronolum capitis latiludinem fere aequans, latiludine paulo longius , supeinc vakle convexum, anlice declive, angulis anticis rotun- dalis nullo moclo prominulis , basin versus anguslatum, lateribus rectis, dense et sat fortiter punrlatum , in declivitate antica scabrum, dense argenteo pilosum , pilis nonnullis hirtis : ccrvicnla brevi sed distincta. Scutellum minutum et rotundatum. Elytra elongata , lateribus parallelis, cylindrica, antice prollioracis basi sesqui laliora, humeris leviter rotun- dalis , convexa, torulis et impressionc posthuinerali nullis , apice truncata, angulo sulurae recto, externo rolundato, anlice densius et fortius, po- stice sensim subtilius et parcius punctata, apice le\ia; nigra, tomento fusco veslila, fasciis binis dilute ferrugineis tomenloque serico argenteis, anticis latioribus , suturam versus, ubi coalescunt, obliquatis , posticis anguslioribus, transversis , sutura nigrescente divisis: sparsim parce setosa. Abdomen femoraque nigra, libiis tarsisque dilute rufis. Maris pygidium satis conspicuuui. Pulclicrrimac hujus speciei plura specimina ad Larnacam, antiqir m Citium , primo vere prope Salinas legi. Sportarum , quae salis exporta- tion! inservicrinl, in fraginentis marcescentibus terraque salsa fere obrutis, degit. Nova igilur Coleopteris salinarum incolis addenda species. Primi arliculi antennarum mire slructi tantum respectu , haec species una cum Anlhico Ceraste in manipulo proprio scjunctim locari posset. Ubi vero Anthicum Cerastem descripsi , binas has species nullum alium eharaclcrein , quo jungi queant , praebere , el in manipulis generis An- t/iici prorsus diversis locum obtinere animadverti. Primo intuitu, nulla habita ratione struclurae antennarum, hanc spe- ciem ad Antliicum e/rgemtem Stevenii referri posse putaveram; postea ■vero insolitam strucluram, aucloremque rossicum nullam illius mentionem facere observans, suasus fui ut insectum cyprium pro distincta specie haberein. l'raelerea verba Stevenh « habitus omnino Anthici antherini Alf.TORE EUCEKIO TBUQDJ ilu n elytra sericeo-nitcntia pedes rufescentes >* ii'in quadrant ad meam speciem quae omnino cylindrica nee ullo modo postice dilatata uti Anthicus antherinus est ; cujus elytra , tomento fusco dense obtecta , fasciis tantum sericeo nitent, cujus deuique pedes nigra femora gerunt. 20. Anthicus antherinus. Meloe antherinus. Linne, Fauna suecica , Edit. 2." (1761) n. 821^. Hujus anthici semel unicuni specimen, ad varietatem c cl. Lafertei pertinens , mense Augusto prope pagum Galata in insula Cypro sub lapide in humido inveni. Sunt mihi etiam prae manu bina specimina ejusdem varietatis Tarso Ciliciae missa. 21. Anthicus crinitus. Laff.rte, Monogr. Anthic. (1847) p. 204. Nonnullos retuli ex insula Cypro , ubi species infrequens est. 22. Anthicus hispidus. Notoxus hispidus. Rossr , Mantissa Ins. I. (1792) p. 46. Frequens in Cypro insula et in Syria. Varietates b et c cl. Lafertei , pronoto omnino rufo , omnium frequentissimae. 23. Anthicus morio. Laff.rte, Monogr. Anthic. (1847) P- 3I^- In Cypro insula et in Syria frequentissimus. Quod cl. Laferte ani- madvertit , mares scilicet feminis frequentiores videri , non est perfecta probalione firmatum. Inter i5 specimina insulae Cypri , 6 sunt mares et 9 feminae : contra sunt mihi 10 mares et 6 feminae Beryto Syriae. Ex his colligere est pariter et mares et feminas esse frequentes. Seh.e II. Tom. XVI. 'x 3(13 ANTHIC1M INSn.AE CYP1U F,T SYRIAE Est mihi feniineum specimen e Cypro allatum et ad varietatem c il. I.akibth spectans, in quo antennae sunt rufae. Ceterum cum specie U pica (iniiiiiKi convenit. 21. AlNTHICUS SCURRULA II. Sp. A igro-piceus , opacus , farther punctatus , longius grisco-pubescens : pro- rioto angusto : eljlris elongaiis , lateribus parallelis : antennis pedi- husque rufo-testaceis. Long, o, ooiG — 0,0022. Lat. 0,0006. INigro-piceus. Caput quadratum, fossula occipitali nulla, nitidiusculum , forlitcr punclatum, intervallo angusto et longitudinali omnino levi, subtililer et parce pubescens: oculis parvis, prominulis: antennis apicem versus sen- sim crassioribus , rufo-testaceis, arliculis secundo tertioque subaequalibus. Pronotum capitc angustius, oblongum, antice rotundatum, convexum, late- ribus rectis, antice nullo modo prominulis, basin versus leviter angustatum, basi ipsa vix marginata; capitis instar fortiter punctatum, at dense griseo- pubescens: cervicula brcvi rufa. Elytra antice prolhoracis basi duplo latiora, laliludine plus duplo longiora , basi recte truncata , lateribus parallelis, parum con\exa, torulis impressioneque posthumerali nullis , subopaca , fortiter, antice densius, punctata, longius fulvo pubescentia. Corpus subtus jiigrum , pedibus rufis. — Mas et femina , pariter obvii, inter se vix distiuguuntur'. mas tamen , plerumque minor, pygidio paulum conspicuo agnoscitur. Variat margine poslico prothoracis rufescente : nonnunquam omnino dilulior, et etiam subtestaceus. Anlhico luteicorni, a quo proxime locum obtinet, probe similis est. Hie noster vero capite haud transverso , cujus linea levis non prosilit , pronolo basin versus minus fortiter angustato , fortius punctato , densius pubescente , nee non elytris rudius punctalis , longius et , at videlur , densius pubescenlibus diilert. Per arenam , in aquarum vicinia, cursitantem , ad pagos Galata , Lefra et Deftera in insula Cypro, frequentissimam hanc speciem aeslivo tem- pore naclus sum. AucTonr. EiKiEwro truqui 363 Mauipulus XIV. 23. AlSTHICUS FENESTRATU8. Schmidt, Stettin. Ent. Zeil. 3 Jahrg. i84a- p. 181. Clarissimi Schmidt et Laferte , nee non Kuf.ster caput punctalum huic speciei tribuunt, cum revera sit granulaluiu. Hujusmodi notae causa, putaveram initio specimina mea capite granulate novam constituere spe- cieni , sed speciminibus sardois , ab ipso D. Laferte fenestrati nomine douatis , in Regio Taurinensi Museo a me observatis, illorum descriptiones errore laborarc ccrtior factus sum. Capite granulato haec species proxime accedit Anlhicis pallenti et granulari Lecontei , in America septentrio- nali nuper detectis. Varietatibus colore dilutiore a cl." Laferte enumeratis sequentes ad- dendae sunt : c. Capite proitotoque rufescentibus: elvtris fuscis macula humerali dilalata. d. Capite pronoloque rufescentibus; elytris testaceis fascia transversa, lata , fusca. Frequentissimus Beryti occurrit , ubi ad litlora maris, quam ocis- siine sole per arena m currentem legi. Manipuli XV. XVI. Mullam speciem ex his manipulis hivenire mibi conligit. Manipulus XVII. 2(i. Anthicxs aspelius n. sp. Niger , subnitidus , tenuissime pubescens: prothorace laete rufo: elytris fasciis duabus testaceis sutura late interruptis : antennarum basi, tibiis tarsisque testaceis. Long, o, ooa5 — o, oo3a. Lat. o, ooi — 0,0012. Caput rotundatum, valde convexum , nitidiusculum , parce admodum el subtilissime punctulalum , lenuiter pubescens , supra nigrum . clypeo maculaque triangulari ad antennarum insertionem rufis ; subtus rufum . medio nigrum; oculis parvis , vix prominulis; labro palpisque rufis; an- tennis validis , articulis secundo tertioque aequalibus, ceteris ab articulo 364 ANTHICIN1 1NSUI.AE f.TTPRI ET SYRIAE (juiiiio lcviter inerassatis, ultimo fusifonni, praecedentibus duobus simul sumptis subaequali , ferrugineis , articulis primo et tribus quatuorvc ul- timis nigro-fuscis. Pronoluni capitis la titu.din.em aequans , latitudine baud longius , parum convexum, anlice dilalatum lateribus parum prominulis, deinde basin usque constrieluni, basi distincte marginatum, fossula la- icrali \ix ulfa in sulcnluni basin versus tendentem mutala; ccrvicula fere nulla; laole rut'u in , leve , nitidum, punctis nonnullis sparsis capitis ad iustar subtilibus , tenuiler pubescens. Sculcllum majusculum, apice ro- tundalum, obscure rufo-piccum. Elytra anlice protboracis basi duplo la- liora, latiliuline propria duplo longiora , parum ronvexa, saepe eliaru eomplanala, basi recte truncata, angulis bumeralibus rotundalis, lateribus leviter ampliata, apice late rotundata et fere truncata , lorulis et deprcs- sionc postliumcrali nullis , omnium subtilissime punctulata et tenuissime pubescenlia ; nigra, maculis utrinquc duabus latis marginem externum attingenlibus , teslaceis, antica satis a basi snturaque remota , poslica ;mle apicero suturam versus quatn non atlingit adscendente ; macula utraque fasciam sulura interruptam referente, et per marginem externum tenuissime tcsiairum coalesrenle. Corpus subtus nigrum, pedibus testa- ceis, femoribus medio fuscis. Haec species ponitur inter Anthicos sanguinicollem Lai. et nnla- hriman G e:\ei. Proxima etiam Anthico neclarino Paszeri, ab eodem statura paululum minor e, convexitate fortiore , protliorace breviore an- lice magis dilalalo , maculisque elytrorum nilidius circumscriptis et forma minus varianlibus, distinguilur. Facile etiam dignoscilur ab Anthico mj- labrino statura majore , convexitate minore , pubescenlia minus densa , et in prions babitu latiore el magis complanalo. Icon Anthici mylabrini a Ge:*e in opusculo De quibusdam insectis Savdiniae praebita ad varie- tatem fasciis elytrorum interruptis , clc qua tamen nulla menlio in de- scriplione , refertur. Icon autem a cl. Laferte ejusdem speciei allata ad varietatem fasciis elytrorum antica interrupt a , postica integra pertinet. Plerumque vero ambae fasciae integrae sunt. Quibusdam Anthici sanguinicollis varietatibus eliam propior: attamen statura latiore, colore non fusco ut in A. sanguinicolli , sed nitide nigro, autcnuisque articulo primo fusco in primis dislinctus. Cyprus insula antiquitus dicebalur etiam Asj>elia. Inde noinen speciei. Semel primo vere anui 1849, quaedam specimina bujus Anthici supra llorcs, I'amagoslae in insula Cypro legi. Postea nee in eodem loco, iisdemque temporibus, nee usquam alibi visus. AUCTOllE KUGEMO THUQUI 365 27. Antiucus sidonius n. sp. Nitidus, subtiliter punctulalus et tenuissime pubescens, hepatico colore, abdomine eljtrisque nigris, his apice leviter sinuutis. Long, o, oo35. Lat. o, ooi i. Nilidus , tenuissime pubescens. Caput convcxum, quadrangulare, an- gulis posticis rotunclatis, parce punclulalum, colore licpatico; oculis ma- jusculis, prominulis; antennis clongalis rufis , articulis singulis porrectis, secundo omnium brevissimo, ultimo lougissimo praecedenlibus duobus uequali. Prothorax capitis latitudine, rufus. Pronolum latitudine sua lon- gius , capite fortius et densius punclatum, ante medium coarclatum , la- leribus anlice rolundato ampliatis , jirominulis , postice reclis , ccrvicula brevissima , fossula laterali margineque basali distinctis. Scutellum ruinu- tum, rufum. Elytra oblongo-o\ala , antice prothoracis basi duplo fere latiora , angulis obtusis , medio ampliata , latitudine summa plus duplo longiora , apice late i-olundata , juxta unguium internum sinuata , planiu- scula , torulis txstantibus , pone humerum leviter depressa, oleagineo- nigra, nilida, omnium subtilissinie parce pnnctulala, et tenuissime griseo pubesccntia. Abdomen nigrum, nitidum , leve, tenuissime griseo pubescens. Pedes cum coxis rufo-testacei. Haec species, ut videtur, rarissima, cujus unicum exemplar Doctor Gaii.lardot Scidae (antiqua Sidone) legit et benevole tradidit , ante An- thicum plumbeum in syslemate cl. D.' Laferte locum obtinel. Cum Anthico Iscariote Lai. Syriae itidem incola minirne confundendus nosier statura inajore, protborace longiore, capite pronotoque lorlius et densius punctatis , clytris magis ovatis multo subtilius punctulatis, colo- reque alio abunde differl. Colore, nostro Anthico Lafcrtei proxin.e sequenti similis, at duplo major, nitidior, capite pronotoque fortius densiusque punctatis, hoc de- pressiore lateribus anlice magis prominulis , antennaruui articulis singulis longioribus. 28. Aintmcus Lafertei n. s|i. Subnitidus , subtilissinie punctulalus et pubescens , capite rujo-piceu , 366 ANTHICINI INSULAE CVPRI ET SYRIAE prothorace laele rufo, eljtris nigro-plumbeis , abdomine nigro , an- tennarum basi pedibusaue testaceis. Long, o, 0022. Lat. o, 0008. Caput rotundatum , convexiusculiun , nitklum , parce subliliter punctii-- latum, tenuissime griseo pubescens , rufo-piccum ; oculis parvis , parum prominulis; antennis longiusculis et validis , apicem versus nonniliil in- crassalis , articulo ultimo praeceilentibus duobus simul sumplis aequali , 1 >;isi ferrugineis, apice fuscis. Pronotum capite paulo angustius , latitudinc longius, convexum, capitis instar punctatum el pubescens, laete rufum, siibnitidum , medio roarclatum , laleribus anliee rotundato-ampliatis, vix |>roininulis , poslice rectis , cervicula fere nulla , fossula laterali margi- neque basali distinctis. Scutellum minutum, rufum. Elytra ovala , antice prothoracis basi latitudine aequalia , postice latioiibus prolhoracis lalitu- (liiiem maximam aequanlibus , latitudine propria duplo longiora , angidis liumeralibus nullis , convexiuscula , pone humeros nee depressa , nee to- rosa, apice late truncata , omnium sublilissime punctulata , tenuissime griseo pubescentia, plumbeo colore. Corpus subtus rufum, abdomine ni- gro , pedibusque testaceis. Nullum deprchendi sexus discrimen : inter sex specimina unum est majus , elylrorum lateribus magis parallelis , capite pronotoque fortius punctatis. Ilaec infrcquens et pulchra species inter Anthicos plumbeum et ca- pitonem Lafertf.i locatur. In insula Cy^iro, primo vere , per antiquae Amathuntis ruderum con geries sole discurrentem legi. D. Marchioni Lafeiite-Selnf.cterk , entomologo peritissimo , optimae Anthicinorum monographiae auctori honoris causa insectum hoc dico. 29. Aisthicus Gorgus n. sp. Mgro-oleagineus , subnitidus, sublilissime punctulatus et pubescens, an- tennis basi palpisque piceis , tibiis tarsisque testaceis. Long. 0,0019 — 0,0022. Lat. 0,0008 — 0,001. Statura Anthici Lajertei antea descripli , a quo proxiinus est, paulo tamen bre>ior et proporlione sei*vala latior. Caput validuin , rolundaluin , convexum, parce subliliter punctulatum. linea media levi , nigrum , niliduin , tenuissime et brevissime griseo At'CTOUE EUOKN10 TRUQUI 36^ pubescens ; oculis parvis, parnm prominulis; antennis longiusculis el va- lidis, versus apicem nonnihil incrassatis , articulo ultimo praecedentibus duobus simul sumplis subaequali , nigra, basi plus minusve obscure pi- ceis ; palpis fuscis. Prothorax capite pnulo angustior, aiger. l'ronotum latitudine sua parum longius , convexum, capite subtilius punclatum et pubescens , nitidum , medio coarctatum , lateribus antice rotundato-am- pliatis , vix prominulis, postice rectis , cervicula nulla , fossula laterali conspicua, margine basali parum distincto. Scutelluro minutum, nigrum. Elytra ovata, antice prothoracis basi latitudine acqualia, deinde protboracis latitudine summa duplo latiora, latitudine propria duplo longiora, angulis humeralibus nullis , plana , pone humeros nee depressa , nee torosa , apice late truncata , omnium sublilissime punctulata, tenuissime griseo pubescentia , oleaginei saepe etiam pluuibei coloris , plus minusve infu- scata. Corpus subtus femoraque nigra , tibiis tarsisque ferrugineis , his articulo ultimo plerumque nigro. — Mas capite robusliore , corporis la- teribus magis parallelis, nee non pygidio conspicuo distinguitur. Hanc speciem primo vere Larnacae ( antiqui Citii ) super lapideos margines aquaeductus sole cursitantem inveni. Ibi fretpjens. Gorgus fuit rex Salamine in Cypro. 30. Anthicus Iscakiotes. Laferte , Monogr. Anthic. in supplem. (1848) p. 3oi. Anno 1846 Hierosolymis legi. Postea alibi non inveni. tlaoipulus XVIII. Nulla species mihi sive in Cypro insula , sive in Syria occurrit. Supra enumeratis speciebus addendi sunt Anthicus instabilis Schmidt, Anthicus tenellus Laf., nisi noster Anlh. ornatus sit, et Anth. sollicitus Laf., quos uti Syriae incolas cl. Lafkrtf. allert , et quos invenire mihi non contigit. 368 ANTH1CINI INSULAE CYPRI ET SYRIAE OCHTIIENOMIJS Schmidt, Stettin. Ent. Zeit. 3 Jahrg. 1842, p. 196. ScHMinT, hujus generis jam a Dejeanio anno 182 1 in catalogo suo distincli auctor , Noloxum tenuicollem Rossn eodem refert ; sed clariss. Lakerte hanc Rossn speciem ab hoc genere merito repellens, primas Ochthenomi species a Dejeanio , loco citato, adnumeratas esse censet. Ego vero animadvertam jam ab anno 1807 Ochthenomi speciem a Bonei.lio nostro descriptam fuisse , in suo Faunae Subalpinac spcci- inine , sub nomine Anthici unifasciati , quae postea a Schmidtio , de- scriptionis Bonellianac ignaro , sub nomine Ochthenomi sinuati rursus descripta est. 1. OCHTHENOMUS UN1FASCIATUS. Anthicus unijasciatus. Bonelli, Specimen Faun. Subalp. 1807 in Mem. della Soc. di Agric. T. IX. Torino, 1812. pag. 174. sp. 21. Tab. IVr fig. 31. Ochthenomus sinuatus. Schmidt, Stettin. Ent. Zeit. 3 Jahrg. 1842. p. 199. Beryti in Syria sat frequenter legi sub lapidibus , in arenosis. 2. Ochthenomus angustatus. Laferte , in Lucas , Hist. nat. des anim. artic. de l'Algerie, II. (1846) p. 38 1. Ab insula Cypro quaedam hujus speciei individua retuli , quorum ple- raque ad varietatem quam Kuester nomine pcculiari Ochthenomi mela- nocephali Kiifer Europa's , IX 57. ( 1847) donavit, referenda sunt. Sunt mihi prae manibus plura specimina hujus speciei , patria Dalmatina et Taurica , ex antiqua collectione Dbjeanii , nunc Regii Taurinensis Musei, quae nullo modo a typico Ochthenomo angustato Lafertei se- parari queunt. De hac Kuesteri specie, ul cuique libitum fuerit, opi- netur ; ego tamen puto ipsum tot vicibus errore lapsum esse , quot asseverat specimina thorace lateribus angulato observasse. Ceterum idem Al i TORE EUGENIO I Hi Ql I auctov sul) aomine Ochthenomi ietiuicollis non Ocht/ienomum angustatum Lafehtei sed punctatum hujus auctoris pinxisse videlur. Hoc ex icone conjicitnr, quae statura, nubecula elytrorum, el antenna-rum artioulo primo haud incrassalo ail Ochthenomum punctatum refertur. [gitur baud immerito Kuesterum, permixtis binis illis speciebus, Ochthenomi ttngu- stati variefateoi nomine Ochth. melanocephali descripsisse inferre licebii. •>. OCHTHENOMUS BIVITtATDS II. sp. Luteo-femigineus, fbrtiter denseque punctatus , opacus , tenuiter nfua- mosus, pedibus eljrtrisque dilutioribus , his via is transversa duabus latis, priore ante medium, altera ante apicem, nigris, antennarum clava picea, valde ilil<.-4 teretibus, 5-6 sensim crassioribus, sequentibus etiam fortius incrassatis complanatis , ultimo praecedenle vix sesqui longiore , ferrugineis , apice fuscis. Pronoium capite anguslius, latitudine summa sesqui longius , antice angustatum, lateribus ante medium levitcr rotun- datis , postice cylindricum lateribus rectis , transversim convexum, cer- vicula brevi, capitis instar luteo-ferrugineum, dense punctatum et squa- mulis obsitmn. Sculellnm minulissiinuin , \ix conspicuum, rufum. Elytra antice prothoracis basi fere duplo latiora , latitudine bis cum semisse longiora , snbparallela , postice \i\ latiora , apice rotundata angulo ex- terno nullo , iuterno recto, subdepressa, dense punctata et squamulis tenuibus oblecta, Qava , opaca, \iltis latis duabus iransversis nigris, altera ante medium totidem lata quo! spatium Icslaeeuin anticum , altera pone medium apicem nun attingente; vel, ut alitor dicam, nigra, quarta parte antica, villa mox pone medium el apice anguste flavis. Corpus subtus rufum , abdomine nigro , pedibus testaceis. Varial colore obscuriore: a. Capite antennisque magis infuscatis. Si nn II. Tom. XVI. 't '.-<> wimciM 1\S(H.AF. i.YPIU IT STRIAE vittis nigris elytrorum lalioribus, apice ipso a nigrcdinc vittae poslicae invaso. Colore ililuiinrc : />. Capita tolo luteo-ferruginco, nusquam ini'uscato, vitlis nigris elytrorum angustioribus. c. ^ itla nigra antica omniiio nulla, postica tantuin anguslius cxslantc. Tempore autunmali ct hiberuo in insula Cypro frequens. Larnacae , aniiqui Citii , vcl clonii cursitantem vel rare sub lapidibus, in hortis, phi- ries legi. Yarielatom c seme! tantuin Nicosiae una cum individuis typicis ile"rntein inveni. Cum pauca adhuc babercm hujus speciei individua , putavcrain ipsam |>osse Ochthenomo Lefebvrei Laf. , cum quo antcunarum structura con- venil, referri: sed postca, et cl." D. Laferte in litleris monenlc, et spe- ciminum copia obscrvata, facile suasus fui ul arobas sejuncUni locarem. Inter quadraginta specimina nullum adeo fuscum occurrit ut Ochthenomi Lefebvrei description! consonet. Praeterea ex eadem descriptiooe patet Ochthenomum Lefebvrei nullo modo, ut species europeac et nostra hujus generis ^ squanmlis oblcctum esse, qua nota, nee non colore obscuriore, antemiisqne apice abrnpte non sensim ut in nostro, nigris, ab hoc cyprio specie diflerre \idetur. \ arietas c Ochthenomo unifasciato simillima, at statura minore, ca- |)ite antice fortiter incavato, prothorace postice non angustato, fasciaque postica ad suturam non dilatala , facile distinguenda. i5U«j • tic J \*4>eLti >. ITui fau :■'■ .'.•.., \u AUCTOBE E0GEKTO TRIQUI 31" I SI'ECIEKtS) INDEX ET TABULAE EXPLANAT10 1. Notoxus brachrcerus. Faldermanh pag- i\ \ 2. » excisus. Kuester ■!>•** 3. i) iiijiisciatus. Rossi » 34 2 1. i) s) riacus. Laferte » ibid. f>. » rubetorum n. sp. ( Fig. i ) » 343 1. MECYNOTARSC8 bison. Olivier . . » 344 1. Mvrmecosoma coeruleipenne. Laferte » 345 2. i) pedestre. Rossi » ibid. 3. » Mnus. Laferte » ibid. 1. » jonicum. Laferte » 346 1. ANTHICUS glabellas a. sp. (Fig. 2) » ibid. 2. » triguttatus. Laferte » 3 '17 3. » Chaudoirii. Koi.ehati » ibid. 1. » erro n. sp. ( Fig. 3) » 348 5. » ustulatus. Laferte ( Fig. 4 b) » 3 j• 35 1 '.). » humilis. Germar » 352 10. » Bremei. Laferte » 354 11. » Cerastes 11. sp. (Fig. 7 et 7 a ) » 355 12. » Jloralis. Fabricids » 356 13. » phoenicius n. sp. (Fig. 8) » ibid. 1 i. 1) bifasciatus. Rossi » 357 IS. i) longicollis. Schmidt » 358 l(i. » ornatus n. sp. (Fig. g) » ibid. 17. » tenuipes. Laferte » 35g 18. » Iristis. Schmidt » ibid. 1'.). » armatus a. sp. ( Fig. 10 et 10 a) » ibid. 20. i) antherinus. Lihhe » 36 1 21. » criniliis. Laferte » ibid. 22. » hispidus. Rossi » ibid. 23. » rnorio. Laferte » ibid. 21. » scurrula a. sp. ( Fig. 11) » 36a 25. » fenestratus. Schmidt » 363 26. » aspelius n. sp. (Fig. 12 ) » ibid. 27. >i suionius a. sp. (Fig. i3) » 365 28. » Lafertei n. sp. ( Fig. 1 i ) » ibid. 2',). » Gorgus n. sp. (Fig. i5 ) » 366 30. >i Iscariotes. Laferte » 36n 1. OCHTHE.NOMIS UllifascinlUs. BONELLI » 36id. 3. 11 bivittatus n. sp. (Fig. 16) » 3tnj 373 < * LOIS GEftERALES DE DIVERS OKDRES DE PHENOMI^ES DOW L'/UULTSE DEPEND D'EQCATIONS LINEAIRES AUX DIFFERENCES PARTIELLES TELS QUE C E U X DES VIBIUTIOAS ET DE LA PKOPAGATION DE LA CHALEUR pi* L. F. MNABREA COLONEL DU GENIE JIILITAIHE. Lu dans la seance du 15 avril 1855. I j<->, lois foiulamentales des phenomenes qui so rapporlent am vibrations el i la propagation de la chaleur dans les corps solicits. se de'duisenl d'equations lineaires aux differences partielles ou , plus generalement . (I equations lineaires enlre les variables el lcurs lonelions derivees prises par rapport an temps, et dans lesquelles le temps n'entre pas d'une ma- niere explicite. Dans le probleme des vibrations, lis 1'oiirtions de'rivees sont du deuxieme ordre; dans eelui de la propagation de la chaleur, elles sont simplement du premier. Tl suit de ce rapprochement, (pie les lois qui regissent ces deux ordres de phenomenes, doivent avoir des caracteres .malytiques communs; e'esl ce qu'oni demontre plusieurs Geometres el entre autres Poisson dans sa 'J'heoric de /<> Chaleur. Toutefois les conside- .i- | LOIS i.r\ll: U.ls HI' DIVERS ORDRES DE PHKNOVKNKS ETC. rations developpe'es par oe grand Mathematicien, n'ont |>as ionic la gene* ralite qu'on |nvii concevoir; en outre Les rcsultais auxquels il arrive sonf fomlt;s sur one analyse d'autant plus difficile qu'on n'y trouve pas etablie une convenable distinction entre les conditions relatives aux limites et celles qui se rapportent aux donnecs initiales u de contractions mutuelles, et les variables, fonctions du temps, sont les petits deplacements des points du systeme. Dans le probleme de la chaleur, les reactions sont les echanges mutuelles de chaleur entre les divers points materiels, les variables sont les temperatures de ces m^mes corps. II y doit generalement y avoir autant d'e'quations lineaires differen- tielles distinctes qu'il y a de variables fonctions du temps. Je traite d'abord le eas dans lequel cliacunc de ces equations conlient toutes les variables it leurs fonctions derivees de I'ordre n1'"10, et je deduis L'expression de cliacunc de ces variables en function ilu trmps el des donncrs initiates du probleme. .le consider* ensuite un systeme dans lequel chaque equation lincaire ne conlienl que lis l'onclions dernees de ili\ers ordres il une scnlc variable, en m&ne temps que toutes les autres variables. Si le systeme an lieu d'etre compose de points materiels disiribues dune inanicre quelconquc, est , au contraire, conliiiu on forme de parlies continues, les equations lineaires dont il a < - 1 « - question prec&lemment, se transformenl en equations aux differentielles partielles dont le nombre sera egal a celui des divers corps conlinus qui Constituent le systeme. Outre ces equations, il y en aura de particulieres qui appartiendront lcsunes aux points materiels isnles, el les aulrcs atu limites des corps tels que PAK I.. 1 . Ml \ IBB] V .1- "i points, bgnes el surfaces libres ou de contact. Le passage des formulcs du cas precedent \ celles relatives a an systcme compose de corps continus , m' fail d'une maniere tres-simple ; Ton obtient ainsi des expressions ge- nerates qui embrassent la question dans tonte son fitendue, et donnent la solution de tons les problemes que I'on pent ramener a de'pendre d'equa- lions lineaires anx differences partielles. Si I'on vent, par exemple, em* ployer ces formnles pour le probleme des vibrations, il smnra 4-etc. ill" ■'■ ih" ill ' -\- \l,li,-\- I ,. , '',+ ,/r,rl''1 + fl''. = fl ■ • In ;;/, . /// , .... mr ; . . . . :)/, , M , '/,. ; « ,,> ....«,, . . . . ; j4 , , . /, etc. represented des coefficients constants, et Tin- dice /• exprime le nombre des variables. L'on a-, en general, d'apres c« rjni ;i i li ilil I'Ul I., r. MKNAII.I \ I ,., — ' / el / etant deux indices differents. Pour de'duire les expressions de u, . //, ur dcs equations soniinons-les apres avoir multiplie la premiere pare,, la deuxieme par px .... ainsi de suite ; nous anions . d'u, i , ■foT\P>m<-*-Ptal:*)-*-Pia i i -4-etc. [ *--^r J/V",-*-/'," i.»3 -»-/'." m -+-etc. J [3j • ••• \ "^T/TV j /'<"'-• "•"/'. « ...r)-H /V ,., ■+- CtC. | -t- K, j />, il/, -+-/»1^/(,,!, -+-/v/(,,31 -4-ctc. j •+- »r J /', -M, •+/', •Ar.o-<-y»,^(r..)-t-etc. I so', Comme />, , o, ... yor sont des coefficients arbitraires, nuns les deter- minerons de maniere a ce que l'oa ait : [3]. ,/>,'".-+-/>>« ;.,.,. -4-/';"(,.3! -t-etc. p,Mx-\-pxA ,, -k-psA , , -t-etc. /','", -+-/V',,., ■+• /':,":,. j -Helc._/>, /!/,-!-/>. /,. -(-/» / -t-rl, Ges equations soni au uombre de r — i . tandisqu'il \ a r quantites /'• • /',■• ■ p,- ■' determiner; mais si I'on observe que ces coefficients entrenl comme meteors • P< est assez pour le but quo nous nous proposons. Si. pour abreger, nous representor par b,, bx. . ■!>,. el pur li, , Bt. . . B{ „ . d'u, d"u, (fit,. Irs coefiicieuts respeens ile -j— ; -j—- ... —r— et de a, , «, ... it, 1 at tit (it dans ('equation [a], celle-ci pourra s'ecrire ainsi qu'U suit: '/"", , tl"lt.. tl'ttrl li /J /' Les equations [3] deviendront 1 ,J I'" H/ b~B, '■' 6,— 5, ' tl on 1 on deduil />, />2 b3 ' ' ' br IM ii A" est une quantite constante que Ion obtiendra en ehminant les rap- poits '—...'— entre les /• equations [6]. II en resultera, par rapport ;'i /,", une equation asc iles logarithmes byperboliques . fc one cons- tante arbitraire , el // mi coefficient egalement constant . on de'duira, par ['integration de ['equation precedente , [m] s.' — E J" c En introduisant cette valeur dans ['equation [n>J on aura | i '| //"-+-/" = .) : (I 'im'i I on de'duit [i3] h=k.f^i . Or, commc y — i fournit n valeurs diffe'rentes , I'on aura autanl di valeurs correspondantes de h\ si done I'on repre'sente par a, (3 , y, v les n racines d*"" tic ( — i), et par E, ', /?, , E3 ... E„ les valeurs arbitraires correspondantes ile E, ['expression generate de v se roui-. posera . comme il suit . de la somme de ses valeurs particulieres ; [ifl v=E,e*k' -t-Es?''1 . . .+Enc>k' , puisque les valeurs de h sont respectLvement h, = « k , h , = (3 A . . . fir = v /, L'on suit, qu'en general, les n racines n de — i s"ui repre- sentees par la fonnule JC7-T ■K — ' fin oii rt exprime le rapport de la circonfe'rence au diametre . el dans la> quelle on fera successivement /= o . / = •.> . . . etc. ; de sorte que, si I exprime par v la racine correspondante a fsso, ce tnii donne [i5] « = e" les autres racines seront : IS. i iuin i.i Ml ■ m.i s II DIVBItS OJIDRES Hi: PHKNOMKNES ETC. ■/.' , K5 , V.' . . . '/""' ; .iiii—i ['expression generate de >• deviendra 1 1(>| vssti,e -t-u,e ...-+-/• ..,< Min tie determiner les constantes arbitraires E, , E2...E„, nous supposerons connues les conditions initiates ilu probleme , on, en d autres lennes, aous admettrons que, lorsque £=o; I'on connaisse les valeurs de a, , it,... nr . el ci'llcs de leurs derivees iusqu'a 1'ordre (n — i): nous indiquerons par I'indice " res valeurs relatives a t=o. Cela pose. Ton ileduira ], r=//,-H— ;«2. . . -4- -jj-u,. = E, -»-/•,,. . . -(-/•.„ . rf— '«5 rf"—«. i?, ./"-'//, /?„ rf"— d. fff-'~ df-' B, ill"" " /?, £, . ..-t-*(",-')(°-,)£'„) . Ges equations soul en nomine egal l\ celui des constantes arbitraires /■-',, /•.' .../?„, (|ni sen de'duiront facilement par les considerations suivantes. l>i\isons respectivement par 1, A', A1... A"-' les equations [17], el ecrivons-les dc la maniere cpii suit: i' = £,-»-£,-+- £3. . . -»-£„ ; I. g = «£,-!- «»£,... +«*—£,, ■ A"-' rfi"-' <'.i'la pose, sommons ces equations apres avoir multiplie la deuxierae [i9] pas i.. i . mi.vm-.iu i 38i at, la troisieme par a' . . . , la n"""' par v." ', nous aurons: •7<;2(i +«' + '/ .+-««•-«) ■JB.(i-|-a"+*«"... ■+• a1 "<"—>) a'"— i ,, «*"— i ,, a2" •"— i = B.-5 !-/•;— ... + /•: Or, comme «" = — i, on aura y", = «',"= . . . a1"'"- ' =i j d'oi Inn conclura que les coefliciens tie E, , E%, Z?3 ... etc. seront nuls a I exception de celui de E„ qui csi evidemment egal a n. Ainsi le derniei inembre -' = /•,(i+«i+«8...+«,"-») -t-£._,(i-t-a*"-»-a*".. .-4-a"'" ' ) a*" — i „ a6"— i = E.—r— — t-^.— — — ■ ■ •-*-"£„-,-<-£„ ,.,, a* — i a — i y ■ = "E„_, : d'ou .'i^j I.OIS i:p.Kinn > Dl DIVERS 0H.D1VRS hi PHENOMENES ET( L'on obtiendra dune maniere analogue 1 1 . «s rftJ a" rfV a»<»-0 rf»— „' et, fii general, t etanl on indice quelconque, on aura: , I" ■J. in-n+i H ,— ■ , . -+ . . II [»4] v =«,-+■ „„«. 5," z?/' o H<**r ' ' • ^^ i) " <■ urz=E!'i'A"<. . . +Efe"" *"'= 7 " Nous employons les lettres 7", /'"... 7 ' pour representor ; par abreviation, dune maniere plus significative les valeurs de <■■', <■■". >■ ' ei primees en fonction explicite du temp-;. PAR I.. 1 . Mis W'.lll \ Comme on le voit, il sera toujours possible ; «, = /■',' 7 "-»-/•'." 7"'... -4-/-' ' / r : I < «,=/<;' '/" + /•;" 7"'... -t-r,' / mi /•',', FJ...FJ; F,", F"... /■]" ili;signent des coefficients indepen- dants ilu temps, ei qu'il s'agit de determiner. Pour cela , substituons ces valeurs dans one des equations [i]. la premiere, par exemple, nous aurons: d" F' + ^\m,F»+a{,,t)F«+a^)Fi'> j [*6] .. {+ + r j m,f; +jmf: +JlutiF,' | -t-7'"J M.F.'i + J^Fj'+J^F? j -I- = o . Si Ion observe quo a"s= — i : «3" = — i a"'1"-' = — i : on ronclura des equations [24], de meme que de I'e'quation [io], (|ur d"T' tI"T" ... »T'; = — k"*T". ...-w. dt" df En siibsiituanl dans ['equation [26] el observant que . pom qu'elle puisse subsister, les coeflicienis respectife de 7 '. I " etc. doivenl eli-e mils, ear ils sonl constants tandisque I '. T" varienl avec le temps . on aura ',s I LOIS i.i \iini.FS DE DIVERS ORDRES DE PHENOMENES ETC. k'" _ If.F.'-M, /•"-+- do. . /,"" /M,F/-Hrt( _M F,"+J{l ..>F.""M . /', -t-clo. /•';"+ etc. . ///,/•","-(- a ,»F"-w( ,, F/'M-Ctc. ' [a8] Or, si Ton compare ccs expressions a celles que Ton de'duit des equa- tions [6] , on Terra qu'on ne peut y salisfaire a inoiiis que Ion ail : fool 5— & ■ -3-^ ^-£ • ,. , . , f; /-v f; f3" I on obtiendra done les rapports -p \ -=- • • ■ -i=r 5 rr • • • etc.; en mettanl nour —,—'... leurs valours correspondantes aux diverses racines de I'e'qua- /'. />> lion [■j]. L'on arriverait a un re'sultat semblablc en substiluanl les va- leurs [a5] de u,, u2 . . . dans une (juelconque des equations [i]. D'apres cela les expressions de ces variables seront u , = F.' T' ■+• F" 71" ■+■ F,™ 7"" -1- etc = X . F, T : (0 /j ' z> " (r) p k, = Cij F,' 7" -+- % F," T" -f- etc =Z • '-1 F, 7' : Bi.=Cl /<7 T'^£r. F," T" -f. etc = I .^ F, 7 ; /'. /'. CO /'■ w ■ ou le sij»ne J], indique la somme relative ;i tous les produits /','/'. (0 '— F, 7\ etc., que l'on oblient en donnanl a A les diverses valeurs /. '. P. k" kr. En general l'on a done w ,, [3i] ",= 7. ; /•','/'. CO r> i e'tant un indice quelconque. II s'agii actuellement de determiner F, , ou, pour micux dire, les PAR 1.. I . Ml N Vr.r, i \ i's". difierentes valeurs /',', Ft" de cette constante. Dans ce but3 >nl»-.ti- tuons les expressions [3<>] de n,. ui...nr dans one quelconque des equations [24], dans la premiere, par exemple, nous aurons: F>T'\x+.P± "•' "I [ .FnT„\1.Pl b; etc. pI pi ... —r. Or comme '/ ", '/'" ete. soni des fonctions du temps , B+p.B, ••^p.B, />, B, _M- [M] .... pPBP+ppBP+pPBjn #wj?w s0; r 011 y el t ilesignent deux indices differents, et /../;// exprime la somme des termes p,B, ', p, R> etc. Seme II. Tom. XVI. 386 1.01S 1.1.NKHAI.ES DE DIVERS ORDRES UE PHENOMENES ETC. \insi 1'expression [3i] de ut deviendra [37] „ = V.M^; Ebrmule qui contient la solution complete du problcme. Pour avoir cette fonnule sous une fornie plus explirite, nous substi- luerons, dans la prccedente, pour 7' 98 valcur; on observera que, d'apres les equations [17], Ion a m =y7,is"'; r,=kiBrr- n , en vertu des equations [a3] et [a4] , I'on a . »» — I 1 . [39]- '=„„• x * s ,*«*-' I ' ' Z.B& + —. l.B-j- A , at kI.-,)(m-./+0 r d"-'ii nil >. indique la somme que I'on obtient en dormant a / toutes Les valeurs entieres comprises de y'= 1 jusqu'a / = " inrlusivement ; ainsi il \ ien ilia j-n A (It a(»-,x«-v+o r rf"-,;i + A— -^^rfr^l w Nous rappelons que le signe > exprime la somme qui s'etend a (■) loiiles les valeurs que prennent les quantites qui lui sont soumises, en \ mettant sueeessivement pour A- ses r valeurs A', A". . . Atr). Lorsque, dans les equations primitives [1], les coefficients «(,,,) , «(,,3). • •8(t,t)> «(•,»)••• etc. sont mils, 011, en d'aulres termes, quaml les equations primitives se reduisenl aux suivanles ; PAR I.. F. MENAUHKA SH~ Ion a, d'apr&s los Equations [3] ct [5], B, b, ptm, Ji, b, p,m, ' el , en general , [U] B = B,f^; P.m. p m indiquant une Jes valeurs quelconques suivantes p,m, , pim1 , etc. Ainsi, en substituant clans la formule [4o] , Ton aura, dans i^{...)-«-etc- _M>p,-*-p,J(,,>)-t-p>J{>,3)-*-clc. p,m, = etc. , et 1'equation [36] donnera [45] . . . m,p, tV«wH-»«/>.w/».c0+»»tf>s( ; Ghacune de ces racines donnerait, en general, pour/; une valeur ima- ginaire; ainsi, en supposant que la premiere eorresponde a I'indice i, 1 1 la deuxieme a I'indice j , on aurail p^ = />+(). y—t : ,,' =p— Q.y~, . Cela pose . on pent disposer les equations [|i] de maniere a ce que ions les coefficients m,, in ^ , m3 etc. soient posilifs, ce criii a particuliere- nuiii lieu lorsque m repre'sente la masse du point materiel auquel se rapporte la variable it; or, en substituant dans I'equation [45] les va- leurs de p i] et p[l) , on aura [46] £.i»(l*4-Q1)=b ; condition a laquelle on ne pent satisfaire qu'en prenant [47] / Q=o . \insi il est deinontre que I'equation [7] n'admcl aueune racine imagi- naire lorsque les equations primitives se re'duisent a celles [/|i]. Nous retrouverons cette meme proprie'te dans un cas beaucoup plus general que nous allons examiner. PAR L. F. ME.VAIIItl \ 3.S.) II. Considerons le systeme d'equations Buivant [48] !'/"«. '/'' It'll, it'll, I M,U,-h ^(li,)Mi-4-^Cli3)Mj-f-cti-. =0 ; ,i est I'mdice le plus eleve, et "'. i "I, v , vs M,, M, J{,,%) AKr^ etc. sont ties coefficients constants. En sommant ces equations, apres avoii iniilliplie la premiere par p, , la deuxieme par pt ainsi de suite, nous aurons : JJk \P,m,U>-*-P*m*U»'*~- ■ ■ -i-Prlllrllr] d" « I hVdT'' }/>'"''"'"h/,»"''"* -^Prmrur \ ,l> te] • • • • < •«. |/>.A*.-*-A>»^(.,»,-»-/»j^(..3) | ■Hi \p3M}-hp,J,, ,3)-f-^3 ^(..31 | IgO LOIS GENKRALES DE DIVERS ORDRES DE PHENOMENES ETC. Paisons 1- — P' M> ~*~P> ^(-.') +P1 ^(■■3) "*" CtC" [5o] < /V», _pr Mr -<-/>, ^(r()! l' = l/, -K ",-t- «»■ /','", f>,r», = E,-hE1 + Ei -+-£•„ ; dv du, p%m, du% p^nij dus dt dt p,m, at p,»>, dt = h{iyE,-i-hwE, -+- h{a)En ; 56] .... ,/«,' dt "*" = /;',,, E,-h/t\, E, -4- A' „ A.',, d"—i'_d"-,ul yy2wa d"-'^ dt"-1" dt"-' ~*~ p,m,' dt — ' \ =/?(„"-'£,H-//l2;"-'£a +hn-'E„ . Au moycn tic ces n equations Ton pourra facilemcnt determiner les coefficients E,, E2 E„ en fonction de h^ , h^, ou, pour miens (tire, tie A", et lies donnees initiates du problcme. L'examen de I'e'quation [54] pourra dans bien iles cas rendre plus aisee la determination de ces coefficients, ainsi (pie nous I avons vu lorsque cette equation se reduit a deux termes /j"-j-A"=o . Par ['elimination de p, , p% pr , les equations [5o] en donnenl line finale en A" du degre P; ainsi Ton obtiendra /• valeurs differentes de A" auxquelles correspondront autant d'expressions de i'; par coiim- qucnt nous aurons /• equations semblables a celles [24] qui nous don- neront Les valeurs des variables k, , u, ur en fojielions du temps. Kn cinployant un proeede identiquc a celui devcloppe dans le para- graphe I., et obsei-vant que d'T d"T d'T -dF^~JF+^+ +*"*-•. Ion arrive™ a 1' expression generate suivante: HI' LOIS (.KNK.nAl.F.-i OF. DIVERS ORDRF.S [IF. I'll I'M l M 1 \ F.S ETC. [57] ... ^ = £.^'^>A>'h-A>''-' -*-£.e'H (i) 2.mp*' ' M (,) T..mp* M ((in est analogue a eelle [3^] , et ou j . indique la soinnie des terines (0 r correspondants aux diverses valeurs de A", et Z eelle relative am di- verses quantites m,p, , m^p^ , ete. L'on obliendra pareillement une equa- tion identique a eelle [45] , d'oii Ton conelura que toutcs les valeurs de A" soul reelles. Si les equations primitives [i] ou [48] eontenaienl des lermes cons lants comme c, , c, , on les ferait disparaitre en posanl K.SKZ.-I-/, ; ",= =, ■+-*, ur = zr-+-/r Les quantites /, , /, lr seraient de'tenninees par les conditions af,/1V^(,,,)/1-»-^(,(s)/a -+-r, = o ; L58J < I • i ^'f+^ot+^lM^ -+-rr = « ; et les no\ivelles equations en z,, S, etc. qu'on obtiendrait , seraient siin- blables a celles que nous avons traitees. L'on pourrait appliquer les prinripes developpe's pre'ee'demment a des cas plus complique's que eeux que nous avons exposes; mais nous ne nous y arreterons pas, ce qui a ete dit etant d'une ge'ne'ralite suflisanh pour les questions de pliysique-inallie'niatiques (pie nous avons en vue. PAR I.. F. MKXAMIKA 3q3 III. Jusqu'ici nous avons conside're un systeme de points materiels dis- iriluw's il line maniere quelconque; supposons actuellemenl que lenr en- semble forme un corps continu , el appliquons y Its formules tronve"es prt^cedemment Nous conside'rerons specialement le cas des Equations pri- mitives [48] qui est an des j>lns gene'raux qu'on rencontre dans les applications. Pour fixer Les ide'es supposons que la position stable de chaqae point soil exprimee par des coordonne'es xfjr} z, nous rerrons -'' it oii / ', // , // ' etc. son! des coefficients fbnetions de .r, j, z. Nous avons supprimc I'indice g, ct il est cnlendu que la variable it se Seme II. Tom. XVI. '» ii)j I.OIS i.l.M KAI.KS HE DIVERS ORDHES DE PIIF.NOMKNKS ETC. rapporte i on point quelconque ( x , j , z ) du systeme. Maintenant pillions , dans les equations [5o] . ['expression generate drdz'+n mnpw***' ; ■ le meine I'equation [61] deviendra : [to] ... p»f-f>H-yag^fc •*• ^' ^^£1' + etc. Cette equation etant integree fera connaitre les valeurs de /?. Maintenant il faut chercher de quelle maniere Ton pourra determiner A". I .a premier lieu nous observerons que I'equation finale en k" sera trans- cendante, puisqu'elle doit etre dun degre cgal au uombre des variables qui, dans le cas que nous traitons, esl infini. Afin d'obtenir I'equation finale en k". il Taut avoir recours a la consideration des limites. Outre II equation [661, qui se rapporte a un point quelconque de V inter ieur ilit corps, il y aura des equations speciales, pour les conditions rela- lives aux surfaces, lignes on points qui liniitenl on lixenl ce corps. Ces equations aux limites sont comprises dans celles generates [481. Si la limite est une surface, on aura, suivant la nature tie "equation [Go] , une on plusieurs equations difierentielles en /( relatives a tous les points de cette surface; on en obtiendra (('analogues en p , auxquelles les valeurs de p, PAR L. P. Ml'\WIRKA 3g5 (lidiiiics P, > /'> /',• , soul an nomine de r, tandisque celui des inconnues est /•-»- i ; mais on a observe, qu'il suffisait de connaitre les rapports — , — ; ••• — : il P~ />• />. en sera de mime dans le cas special que nous examinons; L'integration de 1'equation [6a] donnera des constantes arbitraires, dont les rapport* a Tunc quelconque d'elles seront determines par les (-([nations am li- mites; ees rapports , e'tant climines entre ces Equations , fourniront celles finales en k". Comme on lc voit, la determination de A" ct <\e^ constantes arbi- traires, introdnites par L'integration de I'e'quation [62], sont independantes des conditions initiates qui se rapportent au temps: tandisque celles-ci servent a determiner les constantes introdnites par L'integration relative an temps. Ccs considerations seront rendues plus claires par les exemples que nous liaitcrons a la fin de cet ecrit. Je renvois d'aillcurs a mon Memoire stir les vibrations, ou Ion trouvera la confirmation de ccs principes. Aprcs avoir expose ces considerations, ['application de la Lbrmule [5*7], au cas actuel, ne prescntera pins de diflicultc. Si nous considerons des quantitcs m infiniment petiles, proportionnellcs aux masses ele'mentaires. nous ferons : [63] in=prf v , p etant un coefficient proporlionncl a la densite , et dv Ic volume E DIVERS 0RD11ES DE PHENOMENES ETC. 1 • s equations [56] deviendront filppdv '=J - =i:,-hE> +En ; /V". ,/ * J-diPP*" [65] .J ^7 = "-^ =hwE, + h(l)Et -f-Aw£„ ; De memc > .my?1 se changera en /p'pdv. Ainsi la fonnule [57] ■ deviendra [66] ... ks=V\j> — j^£— £,e,'(')'+£ie'1(»)' _l_£(n)e '«(»)'( . Telle est 1' expression a laquellc on arrive lorsque le systeme ne se compose que d'un se\d corps continu. Le signe > . indique la somme de la *< serie infinie cpi'on obtient, en mettant successivement , dans le terme sounds a cc meine signe, les diverses valeurs de k. L'equation [54] four- nira les valeurs de h^ fyn) Lorsquc /=oon obtient, en vertu de la premiere equation [65], J lip pdv i(;:] a=y^-p -J Jppdv fonnule remarquable par sa generality ct qui rcpre'senle les valeurs de ii poor tous les points du corps dont il s'agit, en donnant au facteur p des valeurs corrcspondantes. PAn l. f. MK^Anni-A ^97 IV. Alin de donner i>lus de generality aux rc'sultats precedents , nous oonsidererons plusieurs corps distincts lea uns des autres, contigus ou isoles. I 11 designant cos divers (nips par los indices :| , („ , {t) , etc., et supposant en outre des masses isolees faisant parlie du systeme , et auxquelles les quanlites m,, m%, etc. sont proportioimelles, nous aurons , pour chacun des corps continus, des equations de la forme de celles [60], soil U"«(ll dpUln '/''"(ll / rr • wt dl+»+'uu 1 1 dx'dy ' (I z1 •w I J I [68] { , \d"uw f d,+i*lu,t (11 1 ■i dx*'dy>'dzv vw "(*) ■etc. = (i Ji'+i'+i',, .JV,,-- .iv< - "2 « dx'dy'dl' "*" " '<* dx'-dr'-dz'- + ete = ° ; «*/' chacunc desquelles donnera lieu aux suivantes : di+>- Pw PM (hW Pw *" = *TO An ■+■ *»! ,/a'dy'd [69] tl''->-J'-,-''n d'+>- •P , '(I) "U(J) /'(J) *" ^(») A») "+" ^ID (lXi(lyl 7/ //" J ,w dx'dj'dz' ■etc. 3l)S I.OIS GENERA1.ES DF. DIVERS ORDRES DE PHENOMENES ETC. Outre cos equations , il y aura colics relatives aux liiuilcs , aux surfaces, lignes on points do contact, et aux masses isolees. L'ensemble ile toutes ces equations fournira done les expressions particulieres de />{l. , y»(1) /',»/'.••■• etc. et donnera ['equation finale en k". Pone avoir ('expression generate de u, on observera que les Equations [56] donnent ',/',«, ■+■ »'■,/>» «»-+■ etc. ■ m,p, ■jllM/»(Hp!»*'Ci> 17"] d" ,\ iIH-'d, d"-'iL ', ,,,,,., -»-»',/>, iep'^-2. p*padut ; dans ces equations e, et a, sont les indices relalifs aux divers masses isolees et aux corps continus. Ainsi la forinulc generate [5^] appliquee a ce systeinc do corps deviendra r.vn i.. v. M&UBH&A 3yy [73]... u = y.P ?±E> L*W'+I,e*W( -r-£,A>'| , h' S.ot^j/h-Z. [p/fadu. expression, dons laquelle on mettra, pour obtenir les diverses valeurs de it, les valeurs de jj correspondantes. L'analyse precedente demontre egalement que, dans le cas general que nous examinons, A" et par suite p, ne peuvent avoir de valeurs itnaginaires. Si dans les equations differentielles [Go] les derive'es, relatives an lemps, se reduisent aux premieres — r-^ ■> — r-r^ \ on, en d auti <•* v ' ' til" dtn ' ' termes, si ces equations ilevienncnt de la forme . u it. rz rTr a tt{t\ /'(.i^"(.,^,+/ . ''.)+^(.)^7^7i^-H^e. = o ; (in mettra, dans la fonnule precedente , pour E,, E2, etc. A{l), A(1) ete. leurs valeurs trouvees dans le premier paragraphe et Ion aura ainsi : lie M....-I.J].- s *' I. W,./'/-t-Z- pfpadu r '~' 2 . mepc a, ■+- 2 . dapMpadv. ■ »■-•'+■ | - due - f rfd, , j r- £ jZ.TO^.^r-|.Z.J -({t p.p.d»^ £ • — r-r- A. 0„ rf I *' ~)iTO^.-3Fr+A- )-d^P'P'au- ,(»-■)( '»->i+i i i *~ ) - d'-'d, - fd—'d. , { , d n . du du d n d ■ y —, — d . y -r- d . y -=- Ar/.r Ar/^ A<-/r c'rfF= f/.r »/r ] , entr'autres, devient: PAR I.. F. MlvNABREA /|OI -E- fci 7. /«,/>/ -4- 7.. I p*p.du, ^ ( 7. „,,,,,. ,;.. + 7. j uaPa9ad».) |e"V--t-e-*^-| f^ — 0-'"^ •■ar*"1 -J rfF>-p-rfuO ( - M expression qui sc rednit a la forme suivante [78] *=£— — £T— ( 2 . TO,/>„ He -H 7 . «a/;a p. rfvj cos. /. / j Conimc on lc voit, les resultats auxquels nous sommcs arrives sont independants du systeme de coordonnees adopts pour fixer la position (les points du systeme. Dans ['application des fbrmules precedentes, il est esscniicl de faire attention a ce (jue les facteurs itir padu, qui multiplient pt , P., ■ ■ ■ ■ p»} p^ ■ ■ ■ • satisfasscnt aux conditions expriine'es par les equations a(«,;) = a(/.0 '■> relatives aux equations primitives [1], et d'apres lesquelles les coefficients des diverses variables u et ceux de leurs de'rivees par rapport aux temps , sont reciproquement egaux dans les equations primitives corres- pondantes. L'on vena comment il sera tenn compte de cette obser- vation dans le prohlenie , (pie nous traitcrons ri-apres, du mouremenl dc la chaleur dans une sphere compose'e de deui parties be'terogene el concentrique. Serie II. Tom. XVI. 3c (U3 LOIS CEXKHAI.ES DE DIVEKS 0RDHE8 DE PHENOMENES ET . VI. Nous examinerons un cas special qui se presente frequemment dam lis applications; c'est cehu qui a lieu lorsque les equations primitives, outre les fonctions derivees par rapport an temps, ne conticiment que (lis differences de variables, telles que u, — uf ; u, — u r ; etc. , et quand, en outre, toutes ces differences disparaissent , en sommanl ensemble les equations primitives, ilom la somme se reduit, alors, aux seules fonctions derivees des variables par rapport au tiinps. \insi, dans ce cas, la somme de tonics les equations jji], par exemple, serait il"u, dnut iftt, i/"n, • •• "'.^r-H'"'777^-f-,"i7r ■*-'"'-JF = ° ■ ■ II est evident qu on satisfera encore a ces equations si, au lieu de prendre pour a, 1'expression gen&ale [3^], on prenait au contraire [80] ...ut=P+Qt+Rt> + i'(- + r.i^?' ; on I'. Q, R C repre'sentent des coefficients constants; car ces nouveaux termes P-t-Qt -+-c\.c. disparaitront naturellement dans les dif- ferences 11,. — 11 f etc. L'e'quation [79], en vertu des equations [44] j conduit evidemment a r [Si] »,/), + »!,/),+ ■j-ml.pr = 7..nip = o , puisque le numerateur de ^expression [61] de. k" est compose avec /;, . />,... . pr de la meme maniere que le sont, avec u, , ur, etc. , les termes des equations primitives dont la somme se de trait. \insi, de I'equation [So], Ton deduit M 2.mu = (P-t-Qt-*-Rt* -hUf—).2. /»•+•> .-^ — . 2.mp , PAR L. F. M&ffABKgA |o3 r qui a cause tic S.miisso Be r<£duit a [82] ... 7..nui-={P-k-Qt-*-Rr -*-Ut—).2.m On (lt:duira facilement de cette equation les valeurs suivantes £ £ du ' d'u J! • m 7,- in 7. ■ in •( i d'-'ii L-m-. I = .2.3. ..(n-i) ' 1 qui competent la solution tie la question. Obscrvons que, en vertu ties formules [23] et [24], ['expression de / ist de la forme suivante : dv d'\°> d"~'v P4] T=s^°'^°"^ +6^sr> on u $, $' 0[n "> sont tics fonclions ilu temps; Ton a egalemenl /','", *, ■+■/>» m»ti, -h/>,iiirur i»,p, ror-i 1 (III, dui dur 'ytj^nt+p*1"' sj ^'m- si dt~ in,/). Cela pose, ecrivons I'expression tie ut sous la forme [86] u^P+Qt + Rt' + 1 /"-'-+- ,'j, , on aura j.i.j I.OIS GENERALES DE DIVERS ORDRES DE PHENOMiiNES ETC. Eu snlistiluant cis valeurs dans les expressions [85], ct en ayanl egard a ('equation [81], il viendra m,pj,-+-m1pj1 -+-iiir[),.fir , i' = * ' * i ,1 ft, dft\ \ dft\ lit «',/', j dt"~' w,p, \insi 7' deviendra une fonction de £, , j8a . . . -rr > rsr • • • etc- > el <'*' ' at at que nous representerons par Fl /J, -7-, . . . t\ , ct qui sera composee avec ces quanlites, de la meme maniere qu'il Test avec u, , «,, etc. ct leurs derivees dans l'equation [3^]. La valeur generalc [80] de ut sera done de la forme (r) [88]... ut=P+Qt +Ur-<+Y.p^.FU,d^t...t) , w z PB 1 d'oikj en vertu de I'expression [86], Ton tire I' Ml 1.. F. MENABREA 4°^ m *=EfW formule independante de P, Q, ... £/. Nous nous bornerons a ces considerations cru'il serait facile d'etendre ;ni\ diffe'rentes * : < | n ; 1 1 i < 1 1 1 s primitives traitees precedemment VII. Reprenons ['expression generate (*) (r) W i > dans lacjuelle nous faisons abstraction cles termes P+Qt + Rtl. introduits dans lc paragraphe precedent. Si Taction initiate a c'te produitc suv le seul point [i], par exemple, ,. , di> ,i • . . du, ■ • i) les valcurs tie v , -,- , etc. se rechuront a u. , — =— .... ainsi I ex- ' dt' dt pression precedente deviendra irj [a] ... ^^.p^Uw'-rf+e"^*.^ el Ion aura, lorsque t^O , (") Voir les equations [37] et [841 .|0b LOIS CENTRALES DE IHVKRS ordiif.s dk PHEMOMENES ETC. m t-9 TTF"4-61'- = " : [b]. V *-PRl ' I pour toutes lea valeurs de 1'indice i, qui different de I'unite. De nieine, lorsqu'on aura M , (0 £/>"' w CO s'/» [c] . . . w = > /A>. r Jfl«,-»-9'-Tf-|-CtC.[ 7.', l,/0 . -A- <-#-"■-•--; r--f-ctc. > V~i B, \d§ . de' (hi, 77 *-pb du. les valours de ui , —~, etc. scront egales a celles initiates it, , -7-! ■ Ces conditions feront connaitre les lois suivant lesquelles se propage I action initial*: c\ercce BUT un (les points du systeme. Dans les corps elasiicjiHs, l'ebranlement initial donne lieu a des ondes qui se propagenl suivant des directions et avec des vitesscs dont la determination est con- tenue dans les equations precedentes, qui, etant generalisees , renfennenl les lois des phenomenes qui onl un caracterc ondulatoirc. PAR i.. i. mj:\ai;kl:a \~<- Mil. N < his ferons, dans ce paragraphe, l'application des formulea qui viennenl d'etre demontre'es, au mouvement concentrique de la chaleur dans one sphere compose'e d'un noyau central spherique homogene el reconvert d'une couche spherique egalement homogene, raais de matiere differente. Ce cas a iic traite par Poisson dans sa Thdorie de la chaleur page 3oo el suivantes. Nous emploirons les denominations qui suivent: /• , rayon correspondent a an point quelconque r!r.J-tilt = 4n/ u' -E- I pcupr 0 r 'ir+fp'Ja'p'i I '%//•' .p'e- -*< . / r > fpcp^dr-hfp'c'p'Wr' ou / exprime Ic rayon extexieur du noyau , ct , par consequent, interieur de la couche qui le recouvre; /' est le rayon exterieur de cette derniere. Chacune de res expressions s'ctcnd a tons Its points du corps auquel elle se rapporte. On satisfait aux equations [92] et (y3] en prenant [96] /, = i.j^sin.,|/^-H^eo,,|/^J; [97] P> = ^J>sin.r>y^+B>coi.r>yy£ resultats auxtpicls on arrive faeilement en observant que dr dr>~ dr' ' II nous reste a determiner les cinq quantites k, A , B, A', B' ; et pour cela nous a'avons que quatrc equations, savoir: i.° l'cquation relative au centre de la sphere; 2° id. a la surface exterieure de la couche splu- rique; 3." et 4-° lps Equations relatives a chacune des surfaces de contact du noyau et de la couche qui le recouvre. Mais, ainsi que nous l'avons deja fait remarquer, dans le cas general, il sufl'ua d'avoir les rapports de A, B, etc. a l'line (pieletmtpie de ces quatre quantites; car, en observant les equations [i)j] et [y5] , Ton voit qu'en mettant pour p ct // tears valeurs, apres avoir fait, par exempli'. Serie II. Tom. XM. 'd I in i ims i.i \i i:\ii.s DE MIX I us OHDRES DE PHENOMENES ETC. />' — A../; /' = ;is infinie, I'ondevra, pendant tout le temps, et pour r — o, avoir ru=o, et par consequent rp=o ; clou Ton conclut que, dans I'equation [96], il t;t ni [aire [98] » = o • 2." Bqmtion relative « la surface extiriewe. Pour plus de simplicity nous mesurerons les temperatures a partir de cclli' exterieure que Ton supposera egale a zero; il sera facile de rap- porter les temperatures de la sphere a une autre origine en ajoutant, mi en otant, de celles-ci une quantite constante. La quantite de chaleur qui traverse la couche exterieure, on vertu de la conducibilite' interieure, doit etre egale ;\ celle qui est perdue par le rayonnement , d'oi I'on conclut qui', pour /•' = /', Ton doit avoir: \-r'\/ p?,dt+4itr'\rs'u'dt=o . il 'oil ! on deduit ,'lp' ■ • /. ■£?-*-* p =° > equation qui , en y mettant pour // sa valour [97], et faisanl /•' = /': iloimr : PAR I., r. WBKABRJt \ \\ l 3.° cl 4." Eqiiiititins relatives aitx deux surfaces de contact. L'echange de chaleur, (jui a lieu entre le noyau <-i la couche qui l< recouvre, doit etre <:t;al an flux de chaleur du a la conducibilite inte- rieure de chacune des couches en contact Cette condition nuns fournira les deux equations suivantes, pour Irs valeurs tie /• = /■' = /, 4*r\x'jpdt — 4*r*.q{u'—u ),lt = o ; d'ou Ion deduit x -Jj.i—'id' —p ) = ° • En mettant pour /j ri // leurs valeurs [96], [9"], faisant /• = /'=/. et reduisant, on aura: 1 ) ^j/.^—'i/^f+^-f)-'!/^; -a |x J/*Zf.,i„.^_(,_£)OT.,|/SIj — A q.ixn.l 1/ -t-j B tf .cos./ M -^- = 0 ; [...] ^{x-)^.~i^-(fHf)*-'K?| -*jx'^.*.«|/^+(^)-i^ -t-y«<7.sin./ 1/ — \-Bc/.cm. I 1/ — 1— = 11 . equations que Ton peut directement simplifier en \ uusant />' = u. atnsi que lindique ['Equation [98]- |[ I LOIS GENERATES HI DIVERS ORDRES DE PHENOMENES ETC Comme on le voit , les quatre constantes //, B, B', C peuvent fitre eliminees entre Les quatre equations [98], [99], [101], [102]. 11 en resultera une equation finale transcendante qui ne contiendra que A-. On obtiendra egalement les rapports de B , A', B' a A, par exemple, el en les introduisant dans les expressions de u el //', la quantity A dispa- raitia; ces expressions ue renfermeront que k, dont les diverses valeurs seront deduites de liquation en /.' indique'e pr^ce'demment. Nous uous dispenserons de faire ionics ces operations, vu que nous n'avions pour hut que d'indiquer la marche a suivre el + d'+i+'u ,. . di+>'+,u , , , ,-7-i -4- ft' , ,. . ... ,■ ■+■ etc. = o dx'djr'dz' ax djr' dz ou P est une f'onetion des variables X, > , B, mais independante du temps. On reduira celte Equation a la forme [6o] en faisant u = l -+- I ; /. sera donn(; par ['equation j[j LOIS GBNBAALES DE DIVERS ORnRF.S nE PIIKNOMKNKS ETC. r„ rf'+'+'z „., di+'+rZ -+-// i an < + u i ,i,i r-*"etc=0 • dx ily'ilz' ax il y1 dz' Pour determiner 1 on aura: equation correspondante aui equations [58], Les Equations aux limites serviront a determiner les constantes arbi- traires introduites dans ['integration de cette derniere equation. Quant a 1'equatdon [107], elle so resoudra comme cclles que nous avons deja traitees jusqu'a present. En appliquant ces principes au cas special de la barre que nous considerons, Ton aura (h, (I*/. [,09] ?c1t-*dx> + (lL = 0 ; /» I ["0] _Z r i dz , [ 1 1 2 J % -5 sr z= o pour a.' = — a ■ L'on devra en outre avoir [ 1 1 3] 1=0 pour x = -±-a , [11 43 1 = 9' pour x = — a . L'equation [109] conduit a la suivante : PAR L. F. MKN LBR&A !\ l 5 I " ■"•] pck/"*~x'l7~' ~flP — ° ' .1 laquelle oo satisfait en prenant I I Hi] p=..4.sm.ux-+-Bcos.ax ; cette valeur, substitute dans ['equation pre*cedente, dounc |m-| k=*£+l . pc Les deui equations [■'■] el [112] donnent lieu aux sim antes: \ y-lu*-*-* '>=n Pour •r=-^« . dp , I x^—^p—0 Pour •* = — " i en \ tnettant pour jt> sa valour, deduite clc ['equation [116], on aura: i %u\Aeos.(/.a — Bsm.cta\ + B \As\\\.ua-t-Bcns.oia\z=.i> , [ /« j ', entre l«'s deux equations susdites, on aura [iai]... \tszs' — (y«)' sin. 2 z«-+-y '/(s7-t-sr')cos. • zk = :> . Equation transcendante qui servira a determiner les valeurs de v., et, pai consequent, celles de k (e'q." [ 1 17])- En substituanl dans ['expression [1 16] la valeur [120] de />', il riendra 4 iG LOIS GENERALES DE DIVERS ORDRES DE PIIENOMENES ETC. r i A [133J p = - r 1 J ' (sx — 57 ) cos. aa X !(w — w')cos.aa.sin.aa: — 2^acos.aa-t-(w-t-sr')sin.art cos. a.r[ . La fonnulc [77], appliquee an cas present, donnera [ 1 a3] z = > . I (zs — S7')cos. aa. sm.) esi forme de deux sacs en forme de cornue , op- poses et sondes I'un a I'autre par le fond, tandis que les cols sc por- tent en haul et vonl aboutir a une ouverture commune. Dans les inou- vements dc L'animal, qui est tres-remuant , ces deux sacs changent de forme a chaque instant : ils soni toujours pleins dun tiquide transparent d une Ic'gere nuance jaunalrc. On ne pent mcconnaitre une analogie e'vi- dente en ineme temps qu'assez curieuse enlre cet organe et les canaux ( salivaires .' ) que j'ai decrit dans la C. micvocotjla , egalement parasite d'une espeee de Paludine. Cet oi'gane est enlieremcnt separe des quatre vaisseaux e saisir la nature a la formation des Sporocystes. Pouvant a mon aisc exa- miner des ccntaines dc Paludines impures pleines de Cercaires, j'en ai fait passer un tres-grand nombre au microscope. Peu a peu le voile de ce niystere se souleve a mes yeux: et j'ai pu enfin , non me eonvaincre the'oriquement , mais icellenient voir que les Sporocystes sont le re'sultal dune metamorphose direcle et tres-simple dun embryon inmsoriforme. PAR LE DOCT. I'll. UK MI.IPPI [a3 Celui-ci ne fait que perdre scs cils ; en meme temps sa membrane tc- gumentale s'cpaissit , it scs contours (lc\icuucul distincts ; dcs \esiculcs paraissent dans son inlcricur , ct ccs vcsiculcs ne sonl autre chose que des germes do Cercaires: el enlin L'iniusoire est complctement transforms en un sac, en une veritable Sporocyste. J'ai pu faire ccs observations dune manicre trcs-netlc dans one I'a- ludine que je venais de pecher , ct qui ne contenait que des Sporocystes recentes. Les figures 8-10, qui rcpresentent dune maiiicrc assez r\idente eette metamorphose dun Inlusoire de la forme des Bursaires en Sporo- cyste, se sont presentees a nies yeux conteniporaincincnt : clles sont des- sinees a la chambre claire (i). S'il pouvail rester encore quelquc iloulc sui- te passage de ces trois formes de Tune a 1' autre, lidentite parfaite du contenu granuleux dans loules, suflirait pour loler entierement. On n'a qu'a comparer cetle observation avec celle plus ancienne de Steenstbtjp sur le passage gradue d'animalcules infusoires Parameciens a la forme de sacs gcrminatifs ou nourrices du Distoma duplication (2), pour se convaincre loujours plus que le fail que je viens de rapporler est l'expres- sion dune loi generale , et explique d une manicre satisfaisante la for- mation des Sporocystes. La C. virgula s'enkyste de meme que la C. armula dans les lanes aquatiqucs d'inscctcs. J'ai fait avec cetle espece les memes experiences qu'avcc 1'antecedeDte ; mais ce qui est encore plus iniporlant , e'est d'avoir trouve la C. virgula a lelat de Distome enkyste ( fig. n ) nalu- rellemenl, ct depuis long temps, dans la cavite abdomiuale dcs larves des Perlidcs, qui habitent dans le meme ruisscau ou j'ai pris les Paludines. Les autres mollusques de ce ruisseau (Ljnuuieus ovatus, Planorbis sub- marginatus) etaient loul-a-fait exempts de Cercaires; dc maniere que cette circonstance doit contribuer a dissiper loute espece de doule sur lidentite specifique entre les Distomes enkyste's dans les larves des Perlidcs et les Cercaires des Paludines. Ces Distomes d'ailleurs prcsentent dans le corps cpineux, ct surtout dans la forme en Y de l'organe excrctoire, des traits caraete'ristiques qui sont dune grnndc valeur dans le cas actuel. L'organe excrctoire, dont je viens de parler, est deja plein de sa secretion, (I) Oculaire N.° 1. Objectives 2. 3. 4 clu microscope dc ScniEK, petit modcle. (S) Leber d. Ccneratiomweclistl etc. pa;;. 98 et suit. i'l DEUX1EMK MKMOIIIE SUI\ LES TREMATODES ce qui prouve que le jeune Distome , malgre sou elat d'individu cnkyslc, ii'ioiL des inalcriauv nulrilifs a havers les parois du kyste; il s'en nourril et croit. En etlel , la forme des kysles a peine formee est ellipsoidale; la longueur du plus grand diametre est de o, n""", tandis que le Dis- tome des larves des Perlides est contenu dans \in kyste spheroidal de (i, [>)""" en diametre. Toules les larves des Perlides, qui elaient attaqueos par ce Distomc, touchaient deja a l'epoqne de la transformation en insecle parfail. Or, il rcsidle de mes experiences, que ces larves dans cette e'poque out la pean trop dure pour que les Gercaires puissent y penetrer; ce n'est que dans les individus tres-jeuncs de la premiere anne'e , que les Cercaircs s'enkystent. Ainsi on pent, sans crainte d'une erreur trop forte, apprecier a trois ans an moins le temps epie le Distome a passe dans ces larves, pour parvenir a fetal dans lequel je l'ai de'erit et figure. Chacun pent; concevoir facilement cc qui arrivera de ce Dislome, sa destincc e'lant de'sormais liee a celle de la larve dont il est parasite. Ainsi cette larve subil-elle sa derniere metamorphose, le Distome se trouvera alors dans 1'abdomen de l'insecte parfait : la larve, ou plus tard l'insecte parfait lui-meme sont manges par quelque animal insectivore , le Distome passera dans l'intestin de celui-ci , ou il pourra trouver les conditions de son developpement final. II s'agit maintenant de trouver quel sera cet animal insectivore, dans lequel de cette maniere sera close la se'rie des transformations et des transmigrations de lespece dont la C. virgulu n'est que le premier etal. J'ai tout de suite pense a certains Distomcs des oiseaux, tels que le D. maculosum des Ilirondelles , que Dcjabdin a trouve aussi dans les Me- sanges et dans les Farlouses, et les D. cirrhatum , elcgans , et globocau- dalum , que bieu a raison ce savant helminthologiste voudrait re'unir en une seule et meme espece. L'analogie du D. maculosum avec le Distome enkyste des Perlides, qui, ainsi que je l'ai demontre , appartient a la meme serie genetique de la Cercaria virgula , est vraiment frappante, soit par les epines du tegument , soit par les proportions du corps et des ven- touses , soit enfin par la forme a Y de l'organe excretoire. Tout done- nous force a reconnaitre que la C. virgula est l'etat de larve du D. maculosum. Cette opinion, toule raisonnable et presque irresistible qu'elle est, doit pourtant etre soumise au coutrole de l'experience, en faisant avaler a ties oiseaux des larves de Perlides rontenant des Distomes PAR I.I DOCT. I'll. DB FIl.IPFI eokyates. Cette experience aurail pent-etre deja decide definitivemenl la tpieslioii , si le fosse, ou j avais pris mi-s Paluilims et mes larves de Perlides , n avail et<: reduii a sec. Certes, jc saisirai avec eeapaessemenl la premiere condition favorable a ce genre de recherches, poor porter, dans cetie dendere periode de 1 liistoire tie la C. virgula , Le mesne degre cl evidence que je trouve dans les periodes anlecedentes ; mais en atlen- danl on ne in accusera pas de trop liasaider si j'insiste sur re qui me paxait une Legitime deduction des fails ; et si je lie la C. virgula et le I), maculositni a one memo serie genetique , dont je resume I liistoire de cetle maniere: le Dislome parfait sc developpe dans lintestin des liiron- delles , produit des opufs , qui se melent aux excrements de res oiseaux , et sont evacues. Si par mi hasard tres-frequent, grace a I'lialnlude des ktrandellea de planer sur la surface des eaux et la raser en ponrrhannanl les insecles , ces oeufs tombenl dans k'eau et y trouvent des conditions favnrables pour le developpement des embryons, ceux-ci ne tardcront pas a eclore. Ces embryons se presentent comnie des Infusoires de la famille des Bursaires} et aprea avoir passe quelque temps dans cet elat, pene- tretit dans les Paludines impures, et passent rapidemenl a l'etat de Spo- rocyste qui produil des Cercaires (C. virgula). Cellcs-ci se transforment en Distome enkysle dans les larves aquatiques des Nenrepterea ( Perlides, Kplumciines.' ) et y restent pour toute la durce de la \ie de ces luivea, et mesne passent de cettc maniere dans les insecles part'aits, qui bicntot volent libremenl dans lair, el sont manges par les Iliiondrlles: le Dis- lome passe ainsi par transmigration lout-a-fait passive dans I'mleslm di- ces oiseaux, ou recommence la generation par oeufs. Une condition bien curieuse est celle relative a \ habitat de !a (\r- caria virgula. J'ai deja dil que ce parasite est e\ressi\eiiictit frequent dans les Paludines impures prcs de Moncalier. Dans cette localite des centaines de Paludines examinees jusqu a prrM'iil ne m out lai>sr TOir aucune autre espece de Cercaires ou de Distomes. Par contre a une lieuc de distance se trouvent les prairies de "Yillastellone, ou il \ a exilement des Paludines impures, mais celles-ci ne contienncnt plus de C. virgula qui est remplacce par les Hedies et les Distomes que j ai fail ronnaitre dans mon precedent Memoirc. II serait difficile pour le moment de donnei une explication salisfaisante de ces fails: on pourrait penser loM M plus que les embryons infusoriforines des Distomes ne trouvent pas. dans ions les etangs et ruisseanx, les memes conditions favorable* a Icur dewlop- Serie II. Tom. Wl. I ■■(.; I | I \1EME MKM01RE SIR LES TREMATODES ni'iiH ui ulurienr, et a leur transmigration active dans les inollusques. Les oeufs qui lombent dans l'cau liors de ces conditions sont naturellc- nicnt perdus. Certariu rnronala. — Les deux grandes cspcces de Lymnees (L. palustris el stagnalis) des prairies marecagcuses pres dc Moncalier sont tres-fre- quemment attaquees pax un autre parasite, dans lequel j'ai cru recon- nailre an premier abord la ('. ec/iinala, qui a fait le sujet des rccherches de Sieboi.d et de Steenstrup. Quelques instants d'obscrvalion out pour- lant sulli pour me persuader quo ce parasite, bien qu'appartenaui a ce i\|ie, conslilue une espece lout-a-fait diiferenle, que j'appcllcrai provi- soiremcnt C. coromtta. Gette espece nait et se deveioppe dans de grandes Re'dies (fig. n) tres-distinctes, meuie a I'oeil nu, par leur dimension ( jusqu'a 2mm de longueur), et la rouleur jaune du contenu dc l'inlestin, et dont la forme generale se rapproche beaucoup de celle des Redies de C. ecliinala par un colleret saillant, et, pres de fcxtremite posle'rieure du corps, par deux appendices lati'raux que familial retire et allonge a volonle. Mais ce qui ilistingue aisement ces Redies, consiste dans la longueur de l'inlestin qui fait plusieurs inflexions dans le corps , landis que dans les Redies de C. echinata , Ggurces par Steenstrup, l'intestin est tres-court. Leur or- ganisation ma presente quelques particularites fort remarquables , qui out passe inapercues jusqu a present. Ainsi on voit le long de l'intestin, de chaque cote, un vaisseau tres-replie (fig. 11. a), fort transparent, dont je n'ai pu suivre ni le commencement, ni la terminaison: et apres cela, encore aux coles du corps, des ramifications nombreuses et trcs- dclices , dont I'interieur presente des cils vibraliles (fig. 11. e). Je ne saurais dire si ces ramifications sont en conlinuitc avec les deux grands vaisseaux qui n'ont pas de cils, ou si elles appartienncnt a un systeme propre. La cavite du corps est transverse'e sans ordre par des brides. Les germes des Cercaires sont fibres des leur origine, et leur deve- ioppenient se fait de la maniere que j'ai decrite plus haul. La Cer- caire, parvenuc a son maximum de developpemenl, se presente comme a la fig. 12. La vcnlouse anlcrieure est couronnee d'epines courtes, assez fortes, et toules de la meme longueur : l'intestin esl tres-pcu distinct par sa grande transparence , la finesse de ses contours , et le manque dun contenu particulier. Les deux vaisseaux lateraux sont au contraire tres- developpes : la queue manque du bord membraneux, qui est si distinct PAR LE DOCT. PH. DE FII.IPPI j ■' dans les C. echinatu et echinatoides. Chaque Redie ne coniicnl qu'ane seule Cercaire developpee, au milieu de plusieurs germes a difierentes phases devolution. Dans inon precedent Memoire j'ai dit que les Redies de la C echi- natoides ne presentcnt jamais d'autres jeunes Redies dans linte'iieur , tandis que bicn souvent ellcs contiennent ce ver singulier, que j'ai ap- pele Tetracotjle. C'est le cas contraire pour la C. coronata. Dans les Redies de celte espece je n'ai jamais rencontre une seule fois des Te- tracotyles , et bien souvent, au contraire, de jeunes Redies. C'est un nouvel argument en faveur de l'opinion que j'ai emise sur la nature physiologiquc du Telracotyle (i). Ce fait a excite en moi un interet d'autant plus vif , qu'ayant cherche si long temps , et par des observations repe'te'es en grand nombre , des Redies productrices d'autres Redies, ou des nourrices maternelles (Grossammenn de Steenstrup), je n'avais pu en trouver qu'un seul cas, et meme non suflisaminent clair et precis, dans les Redies des Distomes de la Paludine impure (2). II y a cependant encore cettc difference, que les Redies de la C. coronata contiennent une Re'die fdiale en meme temps qa'ane Cercaire, avec des germes de l'une et de l'autre , confor- mement a ce qui a ete vu par Sieboi.d dans I'espece qu'U ap])elle C. echinata (3), tandis que les Redies de cette espece, selon Steehstrup, contiennent exclusivement ou des Cercaires ou d'autres Redies. Si le nom de grandes nourrices ou nourrices maternelles convient dans ce cas , il n'est pas egalement propre a l'egard des Redies de la C. coronata. II est bon d'ajouter ici, que celles de ces Redies, qui produisent en meme temps une Cercaire et une Redie liliale , se distinguent des aulres, qui ne produisent que des germes de Cercaires, par le bulbc pliaryngien beaucoup plus grand. Dans la figure 1 1 , qui represente une de ces Redies, on voit en eflet le bulbe pharyngien tres-musculenx et dilate. Pour ce qui regarde le de'veloppcment des Redies filiales , j'ai fait les observations suivantes. On ne saurait distinguer au commencement le germe d'une de ces Redies de celui dune Cercaire : seulement plus tard, lorsque le germe a deja pris la dimension qu'aura la Redie (fig. 1 1. c), (1) Voyei moil premier Memoire, pag. SI. (J) Ibid. , pag. 25. (3) Burdacii, Physiologic. Traduct. franc. T. 3. p. 39. jyS HI I Ml'.MF. MKM01IU". SIR 1.1 s TM'.M ATODES on la distingue BSS02 bien a sa forme allongec, a son opacilc un pen plus forte <|ue dans lcs gcrmcs ill's Cercaircs, el a 98 surface i negate, a gios tubercules. Enfin 1'intestin parail d'abord sous la forme d'un boyati droit, clos au\ dcuv bouts ; ilans scs parois on rcinarquc des contrac- tions vertniculaires lentes mais energiques^avant encore as a 1'organe excre'toire. Je n'ai ui 1 1 1 its vaisseaui eonlracliles, ni des eils vibraliles dans les autres vaisseaui . dans Pespece que je viens dc decrire. Considerations gdnirales. — Les connaissances acquises jusqu'a ce jour sur les dixerses \ liases du develop). cnicnl des Tre'matodcs monlent di'ja a un assc/. bon nombre, poor permettre d'en deduire des corollaires, doni quelques-uns peuvenl fitre considered comme des lois genltiques etablies, d'autres comme des fails probables, d'apres lcsquels il serail pertnis de tracer un plan rationnel et methodique pour des rcchercbes ulierieures. .le ita'efforcerai d'en feire ressortir les principauv. i. II reste definitrvement pronxe que le premier embryon (infusoire) des Trcmatodes ne se transibrmc pas en un Tremalode de son espece , mais qu il pioduil ou devient lui-memc un individu generateur (nourrice) des larves deslinees a subir la metamorphose en Tremalode. 2. Les Ccrcaires ne sont pas des aiiimaux parfails, mais la forme plus ordinaire de ees larves , le produit plus ordinaire des nourrices. La queue pourtant pent manquer dans les jeunes Tre'matodes nes dans les nourriees: et de cetle manure leur metamorphose se simplific, ou, pour mieux dire , il n'y a plus de veritable melaniorpliose. La plupart des Cercaircs connues jusqu'a ce jour, sont des larves de Disloincs ; iuais on connait deja des Monostoma dans eel e'tat (C. ephemera), et des Ampkistomd (Diplodiscus Piesingii) (2). 3. Quant a la forme et a ('organisation des larves et des nourrices, on pent deja rappoiler les Tre'matodes a deux types bien distincts ; dont l'un serail represeule par la C. armata, l'autre par la C. echiruita. Dans le premier type : a. Les larves sont munies sans exception et exclusivement dun aiguillon insere dans la partic dorsale de la ventouse antcricure. b. Elles s'enkystent probablenient en separant la couche exterieure (1) Mueller. Arrhiv. d'Analnmie, u. s. ir. 1846. PI. 1. fig. 2. (8) Selon Steenstrup Ic JHstoma duplication des Moules serail I'elat de larve ou dc Ccrcaire de \'.hpulng,i. DEUXIEME MEMOIRi: SUH LES TREMATODES ETC. MP PEN DICE. Ce Memoire e'lail deja sous presse , lorsque j'ai recti mic lettre du Docteur Guido Wagener , datee de Berlin , 20 juin ; cl plus tard une dissertation de M.1 le Baron De i.a Vallette de S.1 George (1). La science est mlcvahlc a ces auteurs de precieuscs decouvertes sur le developpement et les metamorphoses des Tre'malodcs. On me saura gre de traduire ici les choses les plus essenlielles de la lettre de Wagener. « Dans inon travail, couronne par l'Acade'mie de Harlem (a), j'ai de'cril et figure 20 especes de Cercaires avec leurs nourrices. Je crois avoir vu toutes celles que vous avez fait connaitre dans votre Memoire. La Ccrearia macrocerca appartient au Distoma eygnoides. Dans l'eni- bryon oilie de ce Dislome et. de plusieurs autres j'ai trouve' un system* vasculaire avec cils vibratils. J'ai nourri l'embryon du Dist. eygnoides : et de celte maniere j'ai obtenu la se'rie gene'tique complete , anatomique- ment sans la moindre lacune , de cetle espece. « Dans l'embryon du Monostomum muidbile j'ai trouve1 un systeme vasculaire , et dans les taches dorsales un corp lentiforme ; el dans la nourrice renfermee dans cet embryon , un pharynx, un inleslin , et un systeme vasculaire. « J'ai decouvert , apres cela, que le systeme vasculaire de plusieurs Cercaires s'ouvre a l'exterieur daus la queue. Dans celte parlie des Cer- caires j'ai souvent vu des cils vibratils. « Sous la peau du Diplodiscus a 1'etat de Cercaire j'ai trouve des batonnets {Stiibchen) , qui disparaissent dans le de'veloppement ullerieur(3). « Le Distoma duplication appartient assez probablement au Dist. tcreticolle ; la nourrice avec 4 appendices retractiles au cou, au Dist. trigonocephalum. « Quant a moi , j e'tablis de cette maniere le developpement des Trematodes : (1) Symbolae ad Tremalodum evolutionis hisloriam. Berolin. 1855. (2) Ce travail tout-a-fait recent est encore ine'dit ; roais on a droit d'espercr qu'il ne le restera pas long-temps. (3) La meme chose a etc observce par moi , ainsi qu'on a vu dans ce Memoire. PAR I.F. DOCT. PH. DF. FILII'PI j.j I « A. L'embryon non cilie: a i. dcvicnt direclemeiit mi sac producteur ile Cercaires (Dist. lereticolle ) ; ii 2. produit iles nourriccs par gemmation ( Verzweigung ) [Dist. holostomum. Gasterostomum. Leucochloridiitm). « Tous maiujuenl de vaisseaux cilie's. « fi. L'embryon cilie et pourvu cles vaisseaux : « 1. produit dcs nourrices, et celles-ci cles Cercaires; les nour- rices n'ont pas de vaisseaux (.' ) (Dist. cjgnoides , Dist. folium (?) ). « 2. est mcine pourvu dun intcstin , et plus lard aussi dun pharynx; les nourrices ont des vaisseaux, et une ouvertuic dorsalc ( Monostomum capilellatum. Ecliinostomum .'). » Quant a la dissertation de M.r De i.a Vai.i.ktte, i5 especes de Cercaires y sont decrites et figurees, dont plusieurs de formes toul-a-fait nouvelles et bien inlercssantcs, a queue bifurquee, el. d'aulres a fpieue enlouree de soies, decouvertes par M.r le Prof. J. Mueller qui les a pechees dans la Mediterranee : assez differentes pourtant de celle que j'ai decrite sous le nom de C. echinocerca. M.' De la Valletie, qui n'a pu voir que tres-tard mon premier Memoire , a donne le nom de C. pugnax a l'espece appelee par moi C. microcolyla ; et celui de C. echinijera a celle que j'ai nomme C. echinatoides. II a pu faire eclore les kystes de cette espece dans lintestin des oiseaux el du lapin , et obtenir des Distomes complets. La lueme expe- rience lui est reussie avec la C. echinata , qu'il a vu se transfonner re'ellement dans le D. ecliinatum des oiseaux. II a aussi verifie experi- mentalemenl cc qixe Siebold avait deja soupconne, que la C. ephemera (C. Jluva De la Val. ) est la larve d'un Monostomum. Serie II. Tom. XVI. ||2 DEUXIEME MEMOIRE SUR I.ES TREMATODES ETC. EXPLICATION DES PLANCHES. PLANCHF. I. Fig. 1-4- Cercaria armata? i. Une jeune Cercaire pour montrer la formation du canal intes- tinal. 2. Un individu plus developpe. 3. Un individu enkyste. 4- Une Sporocyste. Fig. 5-io. Cercaria virgula. 5. Une Cercaire. 6. Sa partie anterieure plus grossie. 7. Jeune dis- tome enkyste dans une larve de Perla. 8-10. Transformation graduelle d'un Infusoire ( Bursaria ) en Sporocyste. Fig. ii-i3. Cercaria coronata. 1 1. Une Redie; a. germes de Cercaires ; b une Cercaire developpee; c. une Redie fdiale; d. grands vaisseaux longitudinaux ; e. ramiGcations vasculaires avec cils vibratiles dans l'interieur. 12. Une Cercaire tire'e de sa Redie , pour montrer la couronne d'epines a la ventouse anterieure. 1 3. Une Redie filiate isolee, pour montrer la formation du canal alimen- taire, contenaut un cristal octae'drique. PLANCBE 11. Fig. 1 4- 16. Amphisloma subclavatum. 1 4- Une Cercaire (autre fois Diplodiscus Diesingii). i5. Sa Redie avec des germes de Cercaires. 16. Jeune Amphistome : a. glandes buccales ( salivaires ? ) ; b. ganglions de la masse nerveuse centrale qui supportent les yeux , et donnent origine aux deux filets late'raux b' ; c. grands vais- seaux internes ; d. vaisseaux externes ; e. intestin ; f. organe contractile au- quel aboulissent les vaisseaux ; g. ovaires rudimentaux ; h. testicules ; i. glande vitellogene ? A', oviducte. Fig. 17-18. Distoma Buccini mutabilis. 17. Un Distome ; 18. Sporocyste. Fig. iQ-20. Cercaria cchinocerca. ig. Une Cercaire. 20. Sa Redie, qui est representee en 20% avec la partie buccale retiree dans le corps. Fig. 21. Distoma renale ; individu de'ja un peu avance dans son de- veloppement: 21* la partie posterieure d'un individu plus jeune pour montrer la petite queue qui le constitue a l'ctat de Cercaire. OLmZ 01 DdL Sc ?i e.-uno C%»m« K cSc £&>. « 9TUl <5e*U %.%n\ Nl • OuaD. $K . ddCt C$c/. di/tboiUvo CiaMt Oi <&/.£&.« %*A0 -. cW '' 'fv... \\l PI 2 v r ^ i ■ 4 mm \ JOT 2 i ; : KM' ^ .♦ «i ."x >J/ NOTE SUR LE TERRAIN NUMIMJUTIQUE SIPERIEUR l> I1 l> E GO, I) E S C A It C A R E e t c. DANS I.'aPENN1N LKilRIKN PAR LI! PBOFBSSEllll EUGENE SISMOKDA UEUBRE ET IBCldrilll ADJOINT DF. l'aCADIiIIK KOTlLE DES SCIENCES I>E TTEIN, IT-. Lue dans la seame du /J avrit 18.55. Lies l'annee i845, a l'occasion du congres dcs Savants italiens a Naples, j'ai declare, dans la seance du i" oclobre de la section de Geologic el de Mineralogic, que le terrain nummulitique appartenait a la se'rie des formations lertiaires, et non pas a celle des formations cre'tacees, comme generaleinent on croyait alors. Mon opinion s'appuyait sur la nature dun nombre considerable de corps organi(pics fossiles, que Ion avait trouves dans le terrain nummulitique du cointe de Nice, et parmi lesquels il \ avait plusieurs espeees identiques a celles du terrain terliaire infericur on e'ocenique. Une telle idee, liicc exclusivcment des donnees palc'onlologiques, el emise dans le but d'inviter les Geologues a voir s'il y avait quelqne moyen de meltre d'accord la paleontologie avec la ge'ologie sur celle im- portantc question, soulcva , coiiunc il rcsullc dcs .//// du meme congres de Naples, pag. 1160, dans le sein de la section one vrre discussion, a laquellc prirent spe'cialement part Le President M. Louis Pasihi, el l<- V-President M. le marquis Laurent Pari ro; cette discussion sc termina par une declaration, passez-moi le mot, concilia trice, faitc pax le marquis Mill SIR IF Tl.nnVIN M'MMll.lTIQl'K Sl'PKIUEUR ETC. Pa&eto, c'est-a-dire que dans le comtc dc Nice il y avail deux formations nummulitiqaes differentes, rune cretacee, inierieure an nmcigno ave< lucoides, el caracterisee par de grands aummulites meles avec des be- lemnites el d'autres fossiles de la craie, I'autre tertiaire, avec des num- mulites plus pelitS, associes a des fossiles dc lYpoqui' tertiaire. Je m'abstiens cPentrer dans le merite de cette distinction, parcequt limn hni csi seulement d'indiquer d'une maniere historique queues etaient les idees des Geologues italiens sur l'age du terrain nummulitique, quand j'ai tdche de demontrer que ce terrain, d'apres les donnees paleontolo- giques, devail se classer parmi Les formations eocenes. Deux lustres ne se sonl pas-meme ecoules depuis le congres tie Naples, el les decouvertes pale'ontologiques, qui out 4&& (kites dans ce court espace ile temps, et qui attestent I'Age tertiaire de la formation nummulitique, sonl si aomb reuses, que mon opinion, qui d'abord avait ele recue avec heaucoup de reserve, est aujourd'hui embrassee par la plupart des < reologues. Cela se rapporte a la question de lagc du terrain niiminuliticjuc en general; mais il y a plus; si Ion ctudie comparativement les fossiles aummulitiques provenanl de divers endroits, on s'apercoit bientot qu'il existe differentes faunes aummulitiques, et que par consequent leurs se- diments ne semi pas Inns cnnleniporains , de sorte que, tout en admeltanl le principe que le terrain nummulitique en general soit eoceuique, il faul cependant encore avouer qu il y a des sediments aummulitiques plus an- ciens, et daulres plus rcccnis, on, ce qui revient an meme, qu'il y a des sediments aummulitiques qui se sont deposes an commencement, el daulres vers la fin de la jieriode eocene. .le mc suis persuade de la necessite d'introduire dans la scieace line telle distinction des I'annee i85o, en etudiant une petite serie de Po- ls |ies. de Mnllusques et d'autres fossiles du terrain nummulitique des environs lies Carcare, du Dego, et daulres loealiles des Apennins ligu- riens, el qui avaient etc recueillis en grande partie par le professeur Si kobda (Ange), qui donna de oes regions uae description gealogique dans un Mcmoire sous le tilre de Classijicazioiie dci terretii sircitificati deBe dlpi, impriinr dans le vol. Ill, n'"" serie des publications de l'Aca- demie royale des sciences de Turin. Mais quoique des cette cpoque je fusse persuade <>ur le distinguer MM. Hi run el Renevieb n'arrive point a embrasser les sediments num- muKtiques les plus recents, tels que ceux de l'Apennin ligurien: il com- prend des depots plus anciens, e'est-a-dire ties depots intermediairea entre le terrain nummulitique inferieur el le veritable terrain aummii- Btique superieur. La demonstration de cctte verite forme precisement le but de cette Vote, que j'ai I'honneur de communiquer a I'Academie, en lui presen- tant les resultats dune premiere elude que j'ai faite sur les fossile- I'Apennin ligurien, el lis corollaires ([ue, selon moi, on pent en de"- duire, en se laissani guider par la settle valeur paldontologique de ces fossiles, sans se prioccuper du gisement des roches qui les renferment. Les fossiles, doni il est question, grace au nomine considerable des especes miocenes el a la nature lithologique des roches, dans lesquelles ils se trouvent ensevelis, el qui sont particulierement des arenaires fines, des marnes, et des poudingues serpentineux, representent one faune qui a une trcs-grande resseinblanee avee la faune miocene de la colline ax etc. — polygyras Id miocenc Id. Pond. mioc. de la colline dc Turin; mollassc Suis- se etc. Oxyrhina Oesorii Id miocenc Id. Argile mioc. dc la colline de Turin; mollassi- Suis- se etc. CEPHALOPODES. GASTEROPODES. eocene Maine des Carcare Terr. eoc. de Grignon , Parnes, Courtagnnn , de la Belgique et do Lon- drcs;terr. nummul. inter. de Nice ; uunimul. d'E- gjpte. Cliemnitzia costellata Lam. (melania) nummulilique Id Terr. eoc. dc Londrcs ; nummul. de Cuisc-La- motte (oisc ), de Lcvit ores deCaslcllane; num. infer, de Nice ; nummul. moyen du Vicentin, a Ronca , Sangonini; de St-Bonnelet Faudouetc. Turritella incisa Al. Broncn. nummulilique Marne eutre Dego et Carcare Terr, nummul. moy. des Diablerelz en Suisse et du Vicentin ; lal. bl. mioc. de Dax, de St- Jean-dc-Marsac etc. — stranguria Ghat. . . miocone Poudingue des Care. Terr mioc. dc Dan, Gaas, Lcsbarrilz etc. — imbricalaria Lam. . . eocene Id. Terr. eoc. de Paris; argile de Londres; terr. num. infer, do Nice; moy. dc Si-Bonnet, en France, etc. Prolo calhedralis Defr. . . . miocenc Id Poud. mioc. dc la colline de Turin; lal. mioc. de Dax, St-Paul etc. eocene Marnc des Carcare Terr. eoc. de Grignon , Parues , Cbaumont etc. PAR EUGENE S16M0NDA. 4.47 Genres cl Especes Soalaria crispa Lam. Nalica suessoniensis D'Orb. (spirata Desii.) — sigaretina Lam. . . . — crassalina Desu. . . Solarium simplex? Bronn. . Delphinula scobina?BnoNGN. Cypraea iuOata Lam — angystoma Desh. . . — gibbosa Bors Aneillaria obsoleta Brocc. . — glandiformis Lam. . Volula harpula? Lam — aflinis Brocc — depauperata Sow. . A»c Kfolonlqilr de I'Espfcee nummuliliquc nummulitique Localites apenuines Marne des Carcare l.i Poudingue des Care. Maroe des Carcare Id Localites prises pour i. i in. de rouiparaison Terr. eoc. do Moucltv (.n gnon.Cliaumonteu Fran- ce; de Korct en Belgi- que etc. Terr, nummul.de BeUwoil, Cuise-Lamolle clc. en France; Icrr. nummul. moy. de llonca, Vicenlin. Terr. eoc. de Paris, de Londrcs; nummul. iiift:r. des Corbieres , de M<-e; nummul. moyen de Sl- Bonnct, du Veronals el du Vicenlin. Terr. mioc. infer, de Ponl- chartraiu, le pare de \ • lilies, Dax, Lcspe- ron (Landes) etc. Poud. mioc. de la eolline de Turin. Poudingue du Dego Terr, nummul. moyen du Vicenlin. Poudingue des Care. Id. Terr. eoc. de Grignon , Parnes elc. ; argile de I.ondres; terr. nummul. infer. deNice; nummul moyen du Veronais. 'Terr. eoc. de Chaumonl; nummul. infer, de Nice. Poudingue du Dego Poud mioc. de la eolline 1 de Turin. Marne des Carcare Poud. mioc. de la eolline do Turin j fal mioc. de Dax elc. Poudingue des Care. Marne des Carcare Id. Id Poud. mioc. de la eolline de Turin ; marne mioc. de Torlone ; Dax. Sl- Panl. Cassel ( Mi tM Vienne. Terr. eoc. du liassin de Paris; de I'Anglelcrre. dc la Belgique. Poud. mioc. de la eolline de Turin. Terr. eoc. de Barlon en Anglclerre. I,' NOTE SUR T.F. TERRAIN NVMMUI.ITiyilE SUPERIKUR ETC. Genres el Especes Age KrOIOKlqur dc I'Especc Localitt's api'iinincs Locality's prist's pour tri-inr dc comparaisoD l'tisus roticulatus Bell. et M. miocene Maine iles Carcare Poud mioc. de la colline de Turin. coslarius Desh. . . . eocene Id. Terr. doc. dc Ilcllicuil , Cuisc-I.amolte olc. Pyrula condita Al. Brongn. miocenc Poadingne des Care. I'oud. mioc. de la colline de Turin; Dax, Si-Paul, Bordeaux, Autriche. PleurotomaeatapliractaBROc. miocene Id. Poud. mioc. dc la colline dc Turin ; f'al. mioc. do Dax; Autricbe, Baden etc. — ramosa Bast miocenc Id. Poud. mioc. de la coll. de Turin; marne mioc. de Torlone; Dax, Bordeaux. — labiata Desu eocene Id. Terr. eoc. du bassin de Pa- ris; nummul. inoyen du Vicentin; de Faudon et St-Bonnet (haut.-Alpos). eocene Id. Terr. eoc. dc Valmondnis. — variabilis Bell, et M. miocene Marne des Carcare Poud. mioc. de la colline de Turin ; marne mioc. de Tortone. Cassidaria fasciala Bell. . . (Pyr. fasc Bors.) mioc.el plioc. Id. Poud. et aren. mioc. de la coll. de Turin ; sable plioc. de Masscrano etc. < cri Hi linn margaritaceum Br. miocene Maine entre Dcgo et Carcare Terr. mioc. de Wcinheiru pies Mayence. — plicalum Lam miocene Id. Terr. mioc. infer, de Mont- morency , de Dax , d'AI- zey prcs de Mayonce ; nnmmul. moyen de St- Bonnet et Faudon etc. — cornucopiae Sow. . eocene Poudinguc des Care. Terr. eoc. do Coltenlin, France ; argile de Lon- dres; lerr. nummul. inf. de Nice etc. Dcntalium grande Desh. . . ACEPHALES. eocene Id. Terr. eoc. d'Assy-on-Mul- tien , le Tomberay , la Cbapelle-cn -Scrval (oise); nummul. infer, de Nice etc. eocene Marne et Poudinguc des Carcare Terr. eoc. de Paris et de la BolgicraGj nummul. infer, des Corbieres, de Nice; nummul. de I'Asie mineure. PAR MMM SISMON1U. i ill Genres et Especes Panopea intermedia Sow. . . Pholadomya Puschi Goldf. . Anatina rugosa Bell Cytherea erycinoides? Lam. Venus proserpinaAL.BRONGN. — sulcata Nyst Crassatella Scutellaria Desh. Cardila Arduini Al. Brong. Cyrena convexa Ueb. et Ben. (Cytb. Brongn.) Lucina grata Defr. Area byantula Oesu. Pectunculus deletus Sow. Cham a substriata? Desh. Janira burdigalensis? D'Orb. (Pecten Lam.) — arcuala D'Orb. . . . (Pecten Brocc.) Pecten laevigatus? Goldf. . Serie II. Tom. XVI. Age Ki- Kli|"i- de rEspeee DUDimuli(il|UC II II I li 1 1 1 1 1 1 >l .' mi mill ill 1 1 iliiUii|Hi' de I'Espcce numDiuliliijuc 11 UIJIIIHI I ll l.| n«- numtnulilique nummulitique lliinimiililii|ili< Localities apennines Poudinguc 'In Dego Mollassc des Carcarc Poudinguc ilu Dego Poudinguc ilu Dego et Carcare Poudinguc des Care 1'oudingue du Dego Id Id. Id. Poudinguc des Care. Id Mollasse d'Acqui Localilis prises pour ferine de cuiii|iarai>uu l'oud. mioc. de la colline de Turin. Terr. Dummul. infer, de INice , la Palarea ; Indes. Terr, nunimul. infer, de Nice, font. Jarrier, la Palarea. Poud. ii n in tn nl . sup. de Hnalba, Piemont. Poud. mine, de la colline de Turin ; nummul. moy. du Veronals etc. Poud. mine, de la colline de Turin. Poud. mioc. de la colline de Turin Poud. nummul. sup. de Rivalba, Piemont. Poud. mine, de la colline de Turin; Dax , Bor- deaux etc. Poud. mioc. de la colline de Turin. Poud. mioc. de la colline de Turin Calc. ni.irn nummul. de I'Apeunin toscan. | .'i >. NOTE SUR US TERRAIN M'MMUMTIQUE SUPERIEU R ETC. Dans cette note ne sont point comprises toutes les especes, cpii reelle- incnt existent clans les localites sus-mentionnees, el que le Musre de Turin possede; car j'ai omis les especes nouvelles , parceque je desire tie micux les clndier avant tie les citer et tie les puhlicr; j'ai pareillenient omis la citation tie plusieurs especes deja connucs, mais dont a present je ne possede que ties individus dune mauvaise conservation, et dont la deter- mination specifique pourrait etre contestee. Quoiqn'il en soil, en accor- dant am especes inditpiees dans le catalogue, qui precede, la valeur ge'ologique qu'elles meritent, on voit que les litres paleontologiques en tavern- de la distinction tie diverscs assises dans le terrain nummulilique se Uouvenl en plus grand nombre au pied de I'Apennin ligurien, que dans les regions memes mentionnees par MM. Hebert et Renkvier. Dans leur Memoirc ils decrivent 72 especes enlre Annelides, Gasteropodes, Vcephales, Bryozoaires, Eehinodermes , Polypiers et Foraminiferes, dont jy provienncnl tie Saint Bonnet et Faudon dans les Alpcs francaises, 1 1 «le Pernant et Entrevernes dans les Alpes de la Savoie, et 43 ties Dia- blerrlz el tie Cordaz dans les Alpes suisses. Or panni ces 72 especes il y en a 18 settlement, tpii se trouvent aussi dans les sediments inferieurs du terrain lertiaire moyen ou miocene, tandis que panni les 80 especes tie notre tableau, il y en a 3^ vraimenl mioceniqucs, et ties 43, qui restent et qui sont ou tioceniques ou nummulitiques, on en voit quelques- unes, qui apparliennenl en memc temps aux couches eocenes et miocenes. Les 38 especes vraiment miocenes, qui se trouvent dans le terrain niinimuliliqiie tie I'Apennin ligurien, sont: Carcharodon megalodon - < . polrgrrus - Oxrrhina Desorii - Turritella strangulata - Proto ca- thedralis - ISatica crassatina - Solarium simplex - Cjpraea gibbosa - Irciltaria obsolete! - A. glandiform is - Valuta a/finis - Fusus reticularis - Pyrula condita - Pleurotoma cataphracta - P. ramosa - Cassis variabilis Cassidaria fasciata - Cerithium margaritaceum - ('. plication - Cy- therea erycinoides - Venus sulcata - Pecten laevigatas - P. varius - Janira arcuata - J. burdigalensis - Terebratula miocenica - T. caput- seipentis - EcJunalampas Laurillardii - Pentacrinus Gastaldu - Operculina taurinensii - Trochocrathus latero-cristatus - Stjrlocaenia hbato-rotundata - Dasjrphj Ilia taurinensis - Montlh'altia detri/a - Astrea Guettardi - BalanophyUia praelonga - Lunulites androsaces. Et il est a remarquer que la plupart ties especes mioceniques sus- mentionnees se trouvent dans le nombre. de celles plus caracteristiques PAR BUGfem S1SM0NDA. des arenaires cl des poudingucs mioecncs de la colline de Superga; en cllit dans presquc toutcs les loealites fossiliferes de eette colline on ren- contre: TurriteUa strartgaiata - Praia cathedraMi - Solarium timplex - Cypraea gibbosa - Ancillaria obsoleta - A. gbmdifbrmit - Vohtta affint - Pyrula comlita - Pieurotoma catapkracta - P. r/nnosa - Gusts va- riabilis - Cassidaria fasciata - Janira burdigalensis - J. art uata - Terebratula mioccnica - Eehinokonpas Laurillardii - Pentacrimu da- staldii - Operculifui taurinensis - DasyphyUia taurinensis - OulophyUia profunda - Astrea Guettardi - BalanophrUia praekmea - Lunuhtet andro.saces. De plus, quclcjues-unes des espeees qui se trouvent a la fois dans le terrain nummuliiiquc du pied de I'Apennin ligurien, et dans les assises miocenes de la colline de Superga ont surve'cu a res deux periodes. et ••lies paraissent encore dans les sediments phoce'niques, el meme dans les iners de IVpoque aeluelle; telles sonl le Pecten varius et la Crtherea i rycinoides. MM. Hebert et Renevier plaeent dans la zone munmulitique, qu'ils appellent superieure, Sl-Bonnct, Faudon, Pemant, Entrevernes, Diabie- retz el la Cordaz, sur la consideration que dans ces dillerentes localhes abondent les fossiles suivants: Natica angustata - V. Studeri - Desharesia cochlearia - Chemnitzia coslellata - C semidecussata - Cerithhan pHeatum - C. elegans - C. trochleare - C. Caslellini — Cjrrena convexa - Crtherea I Ulanovae - Cardinm grauulosum. Or, pour demontxer davantage que l< terrain nunnnulitique supericur de ces savants Geologues n'est pas le meme one le terrain nunnnulitique du pied de I'Apennin ligurien, i'aionterai que dans la faune de celui-ci je n'ai, jusqu'a present, home que trois des espeees par era indiquccs, savoir la Chemnitzia ro.ste/lata , le Ceri- thium plicatum, et b Cjrrena convexa. Les fails que je viens dcxposer, c'est-a-dire le nombre considerable d espeees miocenes dans la formation nunnnulitique . i3. Fries Syst. 2. p. i^». Scleromyc. Suec. n. 44 ' ! Dudy Bot. gall. 2. p. 692. Wallr. Fl. cryptog, germ. 2. p. 843. Moktagn. 1. c. p. 236. Berkel. Brit. fung. p. 255. Sphaeria ocellata Pers. Dispos. p. 2. Frequens in superiori Italia ad ramos arborum variarum emortuos. Ipse plurics legi in ramis Robiniae pseudacaciae circa Taurinum, a«l ramos querncos in agro mediolanensi , alibique. CI. De Berenger re peril in sylva di S. Marco in agro lanis'ino ad Carpini Betuli ramos. |6o MICB.OMTCETES ITAI.ICI ETC. Quod ail adspcotum comparari potest liacc species cum Sphaeria fusca vel discifbrmi, vel ob crescendi modum, vel ob dimensionem et colorem acervulorum, qui per plagas saepe latissimas ramorura superficiem tenent. Pyrenia parva, subrotnnda, pleraque verticc papillata, vel obtusa, collabescendo umbdicata, poro , si quis adest, baud conspicuo pertusa, fuscescentia, opaca, sub lente rugulosa , in disco stromatis discoidei vel pulviniformis caespitantia, simulque, praeter summum verticem liberum, connata , cum stromate ipso fere suberoso, fusco, cortici adnato, acervos Superficie granulalos sislcntia. Accrvuli isli primilus tccli , sparsim vel se- riatim, epidermide laeiniatim lVacta, mox erumpunt , primum e\ velo veluti Earinoso, at in sphaeria disciformi, griseo-cancsccnles, adulli fuseo- uigricantes, cultroque ope ad perpendiculum sccti, pyrenia in stromatis superficie insrulpla conspiciuntur , ullo modo a stromate ipso, vel in- ricem separabilia, locnlormn genuinarum Dothidearum ad instar, a quibus tamen differunt, ex eo quod loculi Dothidearum lacunas in stromatis sub- stantia excavatas sistunt, nullis extantibus pyreniis. Nucleus gelalmiformis, paUide-rascescens, ascis compluribus paraphysibusque compositus, e slrato tenui subceraceo pyreniorum parietem obducente, oriundis. Asei juniores oblongata, substantia fere grumosa hilescente foeti, perfect! e basi plus minusve attenuala clavalo-oblongi, oclospori. Paraphjses filiformes, eras* siusculae, flaccidac. Sporidia juniora plcrumquc teretiuscula, nucleos binos ut in icone 3 a luteolos l'ovenlia, matura ex (usiformi-lunulala , dislincle quadrilocularia , nucleis fuscescenlibus, subsidendo varie sinuosis, laeu- nosisv e. Genus Melogramma a suimno Friesio conditum ad typum hnjus specici admiltendum esse nullus dubilo, mihi vero adhuc latet quo nomine in Summa vegetal). 1. c. baec species a Friesio dislingualur , quamobrem, ob cubilnnn varictatem, vngtmtem nuncupavi. Specierum lmicce generi ab ipso Friesio subscriptaruin mihi tanlum cognita est Sphaeria polita (Melogramma politum Fries), quae, ex par- licula speciminis Schubertiani a celeb. Kunzeo olim benevole misso, me judice, a typo Melogrammae vagantis valde recedit et ab hoc genere certo certius excludenda est. Sphaeria polita Schubertiana ascis caret, et sistit vel speciem nondum perfeclam , vel indi vidua, sensu Tulasnei , Iperaatafera alius specie! ex nuclco celluloso, corpuscula exigua, cylin- d.aceo-oblonga, Iremula, hyalina profercnle. AUCTORE J. I)E KOTAIU3 4^' EXPMCATIO 1COXIS II. i. Accrvula duo ail perpendiculum seria decies circiter aucta. 2. Pars Duclei atl augment. 400 diametr. 3. Sporidia nonnulla ad augment. 700 diametr. quorum alter a. ex asco juniore depromtum. ~). Sphaeru bobdabu. Fries Svst. 2. p. 458. Scleromyc. sure. n. 2^0! El. rung. 2. p. i)j. Summ. vegetab. Scand, 2. p. 3ttc). Bekkel. Brit funs, p. :>.G5. Ad palos semiputres in Horto Botanico taurinensi, tolo anno. Vl \crbis nlar eeleberrimi specie! conditoris, nudo oculo sordem ni- gral)! modo refert} asperginem revera atramentosam super cubilia praebet Pyreoia exigua, atra, opaca, ligno denudato plerumque canescente adnata, superficialia , libera, per greges plus minusve numerosas, absque lege dispersas, conferta, subinde connascentia, rarius solitaria, ex vertice obsolete aenlato, sphaeroideo-subconieu , poro ininnlissiino, vix lenlis ope conspicuo, in vertice ipso pertusa, sub acrioribus ^ iii-is tola superficie, papilbs exiguis, l'uscis , piUfbrxnibus liiriula, in sicco vix collabescentia , demuni varie rupta, vel a basi circumscissa. Nucleus e strato tenui sub- ceraceo pallescente parietem internam pyreniorum obvestiente orinndus, ascis paraphysibusque mimerosis compositus, humectus celatinifonnis, leviter fuscescens, veJ potins ex sporidiis minutissime rasco-punctulatus. Asci teretiuscub, octospori, obtusi ob sporidia uniserialia inoniliforinia . juniores uucleo lutescente grumoso fitrcti. Parapbyses copiosissimae, fili- lorines, iniplcxac. Sporidia ovoidea , simplieia , laevia, episporio ileninin badio-l'uscesccnte , subchartaceo instructs . ex uucleo homogeneo deinuiu subsidente intus fere \acna. Friirtiliealio in speciminibus Friesianis, superius eitatis , omnino at in noslris ! quo charaetere, ab allinibus, Spbaeria ohdneeiis. pulvil py- rius ejusque varietates, rcliquis omissis tute distinguitur. Species memorabilis praesertim ob eliaraeleres I'rnrtilirationis . quo sub respeelu , vel ascoruin, vel Sporidiorum nempe figure, colore el di- mensionibus vix a Spbaeria nummularia distingnitnr. llae specie sat su- perquc demonslralur , nolas e sporidiis lantuin depromplns . in pyreno- 462 M1CR0MYCETKS ITAI.IOI ETC. mycelibus ascigeris, ail genera fulcienda imparcs esse, nam in pracsenti, Mil) eodem genere colligemlae essent Sphaeria nummularia et sordaria, quae toL characteribus naturalibus insigniter dilferunt, siinilitiulinem, ne dicam identitatrm, sporidiornm harum specierum perpendenti, siatiiu aniino quaestio occurrit, nuin in Sphacriaceis , eailein species, pro di- versilate vel cubilium, vel aclatis , vel momentorum quae lionun fun- gillornm evolutionem patraiilur, duplici sub adspectu se prodat Cf. ctiain observationem ad Sphacriam Uncdonis. EXPLICATIO ICONIS III. 1. Frusluluin matrieis cum pyreniis aliquot vicelics circiter auctis, quorum bina ad perpendiculum secta. 2. Pars nuclei ad augment. 4°o diametr. 3. Ascus cum sporidiis perfectis ad augm. 700 diametr. 4. Sphaeria nucleaiua. In putaminibus putrescentibus fructuum Oleae, in olivetis di S. Remo in Liguria occidentali, legit cl. Pharmacopola Franciscus Panizzi. Nudo oculo vix distinguenda a Sphaeria mastoidea et ab aflinibus sectionis pertusarum celeberr. Friesii. Pyrenia e basi applanata cubilibus nigrescentibus leviter insculpla , discreta vel in parvas gi'egcs conferta, e basi dimidium millimctrum dia- metro attingentia , hemisphaerico-conoidca, acuta, vel altenuato-apiculala, sub lentc rugulosa , aterrima, apicem versus saepius nitidula, carbo- nacea , crassiuscula , fragilia , senio circumscissa , vel apice secedente perforata. Nucleus albido-fuscescens , subgelatiniformis , in sicco colla- bescens albidus. Asci copiosi , juniorcs oblongati , nuclco grumoso lute- scente farcti , demum plevumque octospori, sed sporidiis maturesccntibus cito evanidi , quaprnpler sporidia ipsa inter paraphyses dispersa ut plu- rimum inveniuntur. Paraphyses tenuissimac, numerosissimae , filiformes, ascis longiorcs, muco coalescentes. Sporidia matura oblonga, rarius ovato- oblonga , vel nonnisi imperfecta, subreniformia , quadrilocularia , ad dis- sepimenta leniler saepe constricta. Articuli vel loculi eorundem polares intermediis demum badio-fuscis , prorsus opacis , brcviores pallidioresve. Materies slromatica ad cubilium supcrficiem eifusa, cubilia ipsa etiam Al'CTORE J. DE NOTARIS 4^3 subinde compenetrat. Apex pyreniorum sub vitria cliam fortioribus im- pervius videtur. A Sphaeria mastoidea Friesiana (Syst. mycol. 2. p. .^jC3 ) ex speci- minibus a cl. Desmazierio cdilis (PI. cryptog. de Franc, ed. II. n. 771 I a nostra perbelle distingtiitur sporidiorum slructura, quae in mastoidea, ut in icone nostra IV. (ig. \ , dimidio saltern minora, et insuper trilo- cularia lantmn, nucleiS hyatino-luteolis , ascisque crcberrimis e\ lindraceis. Specimioa a clariss. Dobyo benevole missa sob nomine Sphaeriaema- stoideac, sisliuil speciem a Friesiana el a nuclcaria nostra acqiic alienam, praesertim sporidiis oblongo cylindraceis , leniter curodis, quadrilocnla- ribus, nucleis hyalinis margine diaphano limbatis, ut in tabula nostra IV. ic. 5. Est mini Sphaeria Dubyi. Cum memorabili denique Sphaeria putaminum Schweiniizii (Carol. i63. Friks Syst. 2. p. 4^') cuius speciminulum a clariss. reverendoque Berkeleyo accepi, Sphaeria nuclcaria nullam aflinitatem portcndit. Sphaeria putaminum exhibet pyrenia grandia, hemisphaerico-papillata, (undo plana. ex quo oriunlur sporidia magna, nudo cliam oculn visibilia, cllipsoicleo- lanccolala , ulrinque ncmpe attenuato-acutala , fusca, opaca, episporio crustaceo fragili pracilita , nucleos binos rotunilalos , amplos , hyalinos , crasse corticatos fovcntia , facillime , ruptura episporii, c sporidiis eli- ciendas. Asci in hac specie dcesse vidcntur. Mihi typus novi generis Carjospora ex sporidiorum figura nuculas ellipsoideo-fusifonnes qua- danlenus aeinulans , hisce nolis distingucndum : pyrenia libcre evoluta , fragilia, e basi applanata adnata , hemisphaerico-umbonata, apice ostiolo amplo hiantia. Asci nulli. Sporidia c pyrenii fundo oriunda maxima, el- lipsoideo-fusilbrinia, episporio fusco , opaco, crasso , crustaceo, fragili praedita, nucleos binos rotundatos, endosporioque hyalino crasso corti- catos fovcntia. EXPL1CATIO ICONIS IV. i . Pyrenia aliquot , quorum alter ad pcrpendiculum secundum dia- metrum sectum , viceties circiter aucta. a. Pars nuclei ad augment. 4°° diametr. 3. Sj>oridia nonnulla ad augment. '■00 diamelr. quorum bina tinrtura fusccscentc colorata, qua exhibctur differentia in articulorum coloralione superius nolata. 464 MICH.OMTCETES ITAMCI ETC. j. Apex asci cum biuis sporidiis Sphaeriae mastoidcae ex spechnine Desmazieriano , ad attgm. 700 diametr. 5. Apex asci cum binis sporidiis Sphaeriae Dubyi ad augm. idem. 5. SlMIAEniA UMBIUISELLA. In corlice Iruncorum castanearum annosarum dealbato, in syhis mon- tanis ad Ferilorem supra Geniiam. Facies Sphaeriae umbrinae Frif.sii, de qua confer. Micromyeet. ita- licorum decadexn II. n. 2. tab. I. fig. 2 , scd pustulae nigrescenles, con- vexae, osiiolo erumpente mammillatae, numquam areolam depressam circa oslioluni exhibentcs. Pj renia omnino corlici insculpla , sed collo corundem cubilium or- Im-iii qua teguntur, in pustulas convexas fere clypciformes , ob humorem fuligincum e pyrcniorum vertice exsudantcin cinereo-nigricanlcs , atlol- lentia , plerumque distanlia , sparsa , rarius per paria conjiigala, sphae- roidea , diametro milliniclrum fere aeqnanlia, huinecta submollia , atra, amhilu lialone fusccscentc cincta , \crtice in collum conoideum, pyrcniis ipsis multotics brevius producla. Ostiolum papillaeforme, poro exiguo Iiians, mammillae ail instar in puslularum nigricantium vertice cininens. Nucleus c stralo tenui subceraceo, pallesccnte, parietcm fere inlegram pyrcniorum vesticnte oriundus, ascis copiosis paraphysibusque filiformi- bus, flaccidis, gultulas oleagincas fovenlibus composilus. Sporidia juniora in ascorum sacco interiore humorem pallidum sublutesccnlem excipiente, sub forma bullarum oblongatarum se pracbent, ilein sensim sensimque ampliata, liumore malricali ex intcgro fere resorplo ad maturitalem per- ducunlur , simulque colorem fusco-fidigineum inducunt. Sporidia nialura ellipsoidea, diametro duplo longiora, ulroque apice papilla hemisphaerica, cxigua , diaphana, dccolore appendiculala, episporio fragili fusco-fuligineo , parce translucido instructa. Nucleus homogencus facile collabescens, ex quo nucleus ab episporio solulus \el lacunae forma variae saepius in sporidioruin cavitate observantur. \ Sphaeria umbrina differt pustulis in cubilium superficie prolube- ranlibus, nmnquam vertice circa ostiolum circulari-impressis, et in primis sporidiis eilipsoideis , unilociilaribus , ulroquc apice mammilla diaphana auclis. Sporidiis quotjue a pulcherrima Sphaeria olearum clariss. Castagnei ( cf. Micromyc. ital. dec. VI. n. 6. tab. I. fig. VI.) quammaxime differt. -. kUCTOM r. D1 KOTARIS /j^;' EXPLICATIO 1 C O X I S V. i. Particula corticis exterioris Castaneae cxhihens duo pyrenia secus axim secta, sexies circiter aucta. 2. Pars nuclei ad augm. /(io diametr. 3. Sporidia, quorum a. juniora ad augm. •yoo diamclr. 6. Sphibbu Unedonis. In cortice truncorum Arlmti Unedonis in sylva alio Scoglietto Gennae. Praecedenti adeo similis , ut, neglectis characteribus c Sporidiornm figura , vix ab ca distingui mercatur. Rationc crescendi , habitationc in corlicis squamis superficialibus siccis , pyrenionun forma, ad ungucm inter se conveniunt hae duae species. Adsunt lamen nolae nounullac , quae characteribus e fructificationc junctae, Sphaeriam Unedonis propriam au- tonomamque esse speciem significare videntur. Pyrenia illis prions speciei paullulum minora, minus profunde in malrice demersa, at parcius pro- tuberantia ex eorundem collo breviore , ambilu maleriem stromaticam vix exsudantia. Asci in liac quoquc specie e slrato proligero tcnui pa- rietali exorti , elongati c basi breve attcnuata cylindracei, oblusi, scd paraphysibus filiformibus, implexis, tenuissimis, guttulis perexiguis olea- gineis foventibus, obvallati. Sporidia codem modo evoluta, sed ad ma- turitatcm ellipsoideo-oblongata , diametro triple longiora, simplicia, ex- appcndiculata , badio-fuscescentia, parce translucida, cactcrum nucleo simplici, saepe collabescendo lacunoso, vel sublobalo farcta. Species ex clariss. Montagne (cf. Castagn. Suppl. ratal, pi. marseill. p. 48) accedens ad Sphaeriam Oxyacanthae, Phillyreae, et syciospcrmam, ob sporidiornm simplicium colorem, sed ab hisce omnibus aliunde diversa, pyreniis cubilibus insculplis, ostiolo papillacformi exiguo tantum eruniprnlc. Sphacria umbrina, Olearum, umbrinella, Unedonis, (jnibus in posh-ruin et aliae accedant species, pugillum specierum sislunt magni pondcris , ni fallor, in aequa aestimalione charactcrum qui in noxis exstruendis Sphae- riacearum generibus eligendi sunt. Hae pulchrae species, numquam in systemate naturali divellendae, eosdem mores, eandem faciem , eandem pyreniorum figuram et structuram praebent , sporidiisque tantum , in Seme II. Tom. XVT. *x 466 MICROMYCETES ITALIC! ETC. Sphaeria umbrina el Olearum bilocularibus, in umbrineUa ct Uncdonis simplicibus discriminantur. Solis igitur sporidiis in liac etiam grege ge- nera condi oequeunt, nisi artificialia oataralibus anteponere velimus. Notae essentiales hisce speciebus communes sunt; pyrenia simplicia , stromate communi neutiquam innascentia, nucleus e strato proligero , sive hypothecio peripherico oriundus, ascis octosporis, parapbysibusque compositus, sporidiorum gradata evolutio in protoplasmate lutescente, aSCOS OCCupante j episporio subpap\racco fidigineo-fusco inslrucla. Hisce perpensis, mihi iterum videtur, signa generica sphaeriacearum genuina- rum, praecipue quaerenda esse in compage penitiori pyreniorum, in cx- tensione stratus proligeri, qui nunc parietalis, nunc basalis tantom, in sporidiorum sirueiura, quite episporio liyalino vcl fnligineo instruuntnr, itidemque nucleo decolore vel plus minusre colorato. Hisce ncgleclis pro sporidiorum loculamentis , figura, vel appendiculis, lot genera quot sunt innumerae spbaeriarum simplicium species , praeter propter condenda erunt. Hue pariter citandae Sphaeria masloidea, nuclearia et Dubyi. EXPLICATIO 1CONIS VI. 1. Pars nuclei ad augm. zjoo diametr. 2. Sporidia nonnulla , quarum bina nondum perfects ad augm. 700 diametr. 7. Sl'IIAERIA DOLIOLVM CONOIDEA. Sphaeria doliolum Desmaz. PI. cryptog. de Franc, ed. II. n. 984. In caulibus herbarum emorluarum, in sylvis agri Tarvisini legit clariss. De Berenger. Minimarum Spbaeriarum simplicium, superficialium faciem portendit, piincliforinis neinpe et valde enitens. Pyrenia supcrficialia, primitus epidermide tecta, sed slatim liberate, inula, aterrima, nitidula, sparsa, plus minusre per plagas numerosa , plerumque discreta, vel vario modo per paria, plurave coadunala , e l>asi applanata conoideo-hemisphaerica , dimidium millimetrum diamctro \i\ aequantia, vertiee ostiolo papillaeformi inslrucla, sulcis 2,3, raro pluribus, plus minusvc exlantibus concentricc impressa, pulchreque veluti louiata, senio collabescendo depressa, scutiformi-umbonaia. Pyrenia qua parte matrici haercnl icnuia , cacternm compaginis satfirmae, coriacea, AIK.T0RE J. BE NOTAIUs :\('<- e ceilulis obscuris, vttris acrioribna \ i\ percipiendig contexts, e (undo tantum fructigera. Nucleus madore gelatiniformis , fuscescens, subdisci- fermis, constat hypothccio subceraceo , paUido, concavhwculo, et exinde in ainliilu cius a pyrcnio (undo gaepe discreto, tiicic supcriore ascos pa- raphysesque edente. Asci creberrimi , rerticales, recti, asccndcntcsve, e pede calli instar plerumqne incrassato , attenuato-cylindracei , obtusi , jnniores nncleo lntescente focii, demnm octospori. Paraphyses Elifbrmes, tcnuissimae , hiunorn lntescente faretae, ascos excedentes saepius, supe- riori parte, vase ramosae. Sporidia snbfusiformia , recta, vel leviter snbinde cnrvnla, diametro sextuplo saltern longiora , quadrilocnlaria, ad dissepimenta lenissime conttacta, loculis polaribne conoideis, snperiore quiilquain ul plurimum robustiore, meiliis aequalibus vel vulgo lioruni superior inf'eriore paullo major, matura fuligineo-lutescenlia diaphana. Sphaeria doliolum Persoonii (Icon, et descript. 2. p. 39. tab. 10. fig. 6) milii obvia in caulibus siccis praescrtim Urlieae in aero Tanrinensi, di- slingiiilur ab hac pulclira varietale, pyreniis paullo maioribus et nl in Persoonii icone et descriplione adducta , snbeonico-teretes nee conoideo- licinisphaericis ct insuper sporidiis paullo maioribus! Hue , me judicc , ducenda est , ex specimine a celeb. Kukzeo , olim misso, Sphaeria suilulta Neesii (Fries Syst. 2. p. 5o8), quae, ni fallor, a Sphaeria doliolo nidla nola essentiali diflcrt. EXPLICATIO ICOMS VII. i. Pyrcnia 20 circiter aucta. 2. Eadem verlicaliler secta ad idem augm. 3. Pars nuclei ad augm. 4°° diam. 4- Asci , junior ct perfectus, ad augm. 700 diam. 5. Sporidia ad idem augm. 8. Sphaeria herpotricha. Fries Syst. II. p. 5o4- Scleromyc. succ. n. 5a! Snmm. vegetab. Scandin. 2. p. 3i")3. Wallr. Fl. cryptog. german. 2. p. ?.^\. MowTAGH. I. c. 1. p. 2 /j 4 • Desmvzier. Crvptog. de Franc, ed. 2. n. ^83! Ad cnlmos triticeos putrescentcs in tectis mapaliarum prope S. Siro ad Fcritorem , supra Genuam. .4(58 MICROHYCETES IT.M ,IC] ETC. Obvia in primis in cuhnorum partibus quae vicissitudinibus atmo- sphaericis eipositae sunt. Exigoa, primitus cpidermide tenui cubnorum obtecta, mox vero, hac perfbssa, emergens, demum ex bitegro liberate, inula , vel forluitcr frustulis epidcrmitlis subindc inspcrsa. Pyrenia in cubilibns fusccsccntibus nuxnero varia , plus minusve ncmpc copiosa , pro more discrete , scd ct geminata occnrrunl , vol per paria simnl in- time concrescentia, c Inisi , filaments fuscidala , tcnuissima, super cu- bilia instrata, ctlente, spbaeroidea, diametro vix lnilliinctri tertiam partem excedentia , verliee osliolo conoideo, obtUSO, ininuto , glabro , papillari nmbonata, caeterum tota superficie, villobrevi, denso , ferrugineo-fusco, subcrispulo hirsuta, quasi spongiosa, in sieco fragilia, senescendo varie oollapsa, vel diffracta, Nucleus madore gelatiniformis , pallide fusccscens, ascis creberrimis , paraphysibusque e strato tenui subceraceo hemisphae- rium inferiorem pyreniorum obvesticntc enascentibus conslans. Asci elon- gali , clavati, suboctospori. Parapbyses pertenues , filiformes , simpliccs, ascos longitudine excedentes, guttulas humoris lutcseenlis fovcnlia. Spo- ridia filiformia, ascos longitudine fere aequantia, in fascieulum collecta, primitus guttulis humoris oleaginosi , discretis foeta , dermun mullilocu- laria , nucleis pallidc lutesccntibus , ascorumquc mcmbrana ab apice ad basim cvancscente liberata. Pyrenia in cubilium superficie variant perpendicularia vel obliqua , quod sane parvi momenti , et facile a matrice solvunlur. Pyrenia sub gi-aminum vaginis quibus innata, liberc vegetantia, at in Friesianis, in nostra, quae omni numero cum specie a cl. DesmAziemo edita convenit, non obscrvanlur. Caeterum fruelilieatio omnino eadem ac in speciminibus Friesii, praeeuntc clariss. Desmazikrio speciei characlercs in pyreniorum sporidiorumque structuram c[uaerendos esse censeo. Sphaeriae simpliccs pyreniis exlus hirsutis vel quomodocumque vil- losis, gaudentes, quod ad species a me hucusque visas, praebent fere semper sporidia tcretiuscula plus minusve clongata. EXPLICATIO 1COMS VIII. i. Pyrenia perfecta viccties aucta. 2. Pyreniorum par ad pcrpendiculum scctoruin ad idem augmenlum. 3. Pars nuclei ad augm. 4°° diametr. \. Asms ante sporidiorum maturitateni ad auguri. 700 diametr. 5. Sporidia perfecta ex asci summilate erunipentia ad augm. 700 diametr. U II I OHi: .1. III. NOTVRIS 4^9 9. SlMiAlCltl.V I'UX'ltOINEUVIA. In foliis Quercuum variarum dcieclis in agro mcdiolanensi , et in sylvis collilim genuensium frequens. Praebet bullas convexas, punctiforines , fuscesccntcs , vel nigrescentes, cum vel absque nitore, secus foliorum nervulos disperses, et in alleru- ti'am foliorum paginam plus minusve proluberantcs. Pyrcnia exigua, globoso-dcpressa , vel lenticulari-rolundata , nigre- scentia, asloma , sparsa , rarius per paria vel majori nuincro adproxi- mata , in foliorum parcncbymate inseulpla, utrintpic epidermide limilata, et cum ea iuxla pyrcniorum ipsorum orbem , plus minusve nigvescente super allerutram vel in ulraque simul foliorum superlicie protuberantia. Pyrenia , quod ad compaginein , subcoriacea, struuntur cellulis perexi- guisj valde irregularibus , fuscescenlibus , parce translueidis. Nucleus albidus subpulvciaccus, pyreniis quoquomodo ruptis, pulvisculi ad instar lenuissimi paullatiin seccdcns, ascis numerosissimis, liberis, coacervatis, absque parapliysibus conslans. Asci oclospori plerumque , sed eorum membrana vix nisi apice distincla conspicua. Sporidia subfusiformia , recta vel plerumque curvula subliuiulala, primum distincla quadrilocu- laria, nucleis hyalinis, deinum biloeularia, nucleis polaribus cum inter- mediis fere confluentibus. Ostiolum nullum in pyreniis deprcliendere conligit. Sporidia episporio tenuissimo diapliano donantur , nisi sub quibusdam lucis inflexionibus perspicuum. Asci formanlur, ut videtur, complela nii'tamorphosi nu- clei pyrenia primitus occupautis, nee ex pyrcniorum parietibus enascunlur. A Sphacria punclifornii (Fiuks Scleromyc suec. n. 5o ) et aflinibus toto coelo diversa, turn mole, cum crescendi inodo pyreniorum et nuclei forte structura, nam in pundiformi ascos lmcusque non vidi. EXPLICATIO ICOXIS IX. i. Particula folii perj)endiculariter sccla, pyrenii figuram exhibens viceties circiter aucti. 2. 3. Pyrcnia cum cubilibus ad perpendicum et juxta diametrum scuta ad idem augmcntuin. 4- Portiuneula parietis pyrenio ad augm. 700 diametr. 5. Asci et 6. sporidia ad idem augmcnluin ac praecedem . J — i » MICROMYCETES ITU. (('I ETC. 10. DOTHH>EA ETIU SCA. In ramulis emortuis vel langnescentibns Lomcerae etrnscae, secns aquaeductum genuensem prope Molasana. Prima fronte Dothidearttm genuinarnm vix facicm praebet, nudeque oenlo sistit pustulas atras, parvas, punctiformes , discretas, vel seriatim dispositas, in rimis rorticis longitudinalitor lissi nidulanles. I". stromate hypopblaeode, cclluloso, tonui , tineturac fusco-fuligineae insiar, ligni superficiem ambiente , hie illir exserontur conceptecula , primum tecta, oorlice dcindc rimis longiludinalibus fisso, vertice denu- dala , sod labia riniarum ipsarum vix excedcnlia. Conceplacula (stroma Fries) discoidea, vel a basi plus minnsvc angustata, obverse ronoideo- Iruncata, atra , absque ullo nilorc, diniidium millimetrum diametro vix aequantia, disco plana, depressa , vel ainbitu inlerdnm circum circa ele- vato , quasi margine prominente cincta, supatellaria , minulissinic sub lente rugulosa , nullis vero ostiolorum vestigiis extantibus, solitaria, ro- tundata, vol 2, 3, 4 conligua in series longitudinales crumpcnlia , ho- riiinque intermedia ob mutuam pressionem subquadrata. A verlice ad basim secta , slalim sub disco conspicias loeulos l'rucligeros, in sericm simplicem horizontalem disposilos, rotundatos , parvos , albirantes , in gleba conceptacuiornm excavatos , discretes vel per paria, pluresve siinul confluentes, ex quo cum loculis normaliler rolundatis aliquot siinul non raro deprehenduntur transverse elongati, caeleris multo ampliores. Gleba conceptacuiornm at in reliquis generis speciebus nigrescons, constat utri- culis in ambitu ipsorum conceptaeulorum fnsco- arris , stipalis, vix per- spieuis, in ecnlro vero el circa loeulos fruetiferos , amplioribus, sub- rotundis , dilulioribus , praesertim si frustula tcnuia glebae sub vilris Imiioribus lustranlur Loculi nucletun liyalinum , humiditale subgelali- uosum fovent , ascis crebcrrimis c fundo loculorum exsilientibus compo- situm. Paraphyscs nullae. Asei e basi plus minnsve attenuata, subinde filiformi, cylindrai -ei , obtusi, erecti, vel adsrendentos, juniores lmmore liomogeneo pallide luteolo foeti , maturi plernmqae ectospori. Sporidia |iarva , oblongata, diametro triplo longiora , dislinete biloeularia, apiribus oblusa , recta, vel latere altero convexiore lenissime curvula, nuclco lio- mogeneo, pallide Intescente farcta. Conceptacuiornm structura , loculorum fructigerorum disposilione , AUI.TOHF. J. r>E NOTAIIIS 47' ascis, sporidiisque , crescendi modo, com genuinis huiusce generis spe- ciebus apprime congruit ( cf. Micromycet ital Dec. T. a. 8. r), Dec. V, n. -t ). Notis superficialioribus , aempe magnitndine conceptaculormn t\ forma, accedit ad Dothideam sphaeroidem , el pyrenophoram , sed stru- ctura conceptaculorum, characteribusque Eructificationis ab bisce speciebus, ni fallor, valde differt. Loculi conceptaculornm in Dothidea pyrenophora (Scleromyc. suec. n. 129. 4^1!) ampliores, saepe in unicum conflnentes, glebamque integram explentes, in omnibus a me visis, scatenl nucleo grumoso ex myriade corpusculorum ellipsoideorum constante. Dothidea sjiharroidcs (Scleromyc. sine 11. /j3 j. Deshaz. PI. sice.) a pyrenophora vix differt. EXl'LICATIO 1COXIS X. 1. Rcccptacula bina verticaliter secta viceties circiter aucta. 2. Segmenluin rccejilaculi ad ]>er|>cndiculum sccli , ad augm. 100 diametr., quo structure cellulosa receptaculi ipsius demonstratur. 3. Pars nuclei ascos exhibens ad augm. 4°° diametr. 4. Sj)oridia ab ascis ejecta ad augm. ■juo diametr. 61x4*2 li!' :vi'i'cA ?; 5 oi Sc <&* < -itiai i^i. ro„„ XVI Gl' M,tfM 1 'o v as # -, 3s&? /!?tSi£I&j ^^^.^^x^r"^""'^ '■///,/ ' 'I1'//"'"/''''" wmtcait* /M/'//S/<>•« iOT SCIENZE MORALE ST01UCHE E FILOLOGICIIL-; MEMORIE DEI.I.A REALE ACCADEMH D E L L E S C I E IN Z E DI TORINO SEME II. — TOM. XVI. SCIENZG MORALI STORK.I1K E FILOLOGICHK TORINO S T A M PERI A REALE Ml Ml. CONSIDERAZIONI l» O I I It I \ V III * (I 4 II \ I I mi m. i,, \i, nt.imv Approvatc nell'adunanza del 41 diccrolirc 1 854. A descrivere compiutamcnte il carattere d'un gran personaggio storlco eonverrebbe polerlo mostrare soito quattro aspetti principali, doe: i" quale egli fu nciropinionc del volgo tic' suoi contemporanei; a. nella sua realita storica; 3.° quale egli fu a' suoi proprii ocelli; /|.° quale egli fu nella sua verita idcale. Questi qualtro aspclli ci tlanno la norma per elassifiearc lc varie fonti da cui possiamo ricavare le notizie inlorno al carattere di Soerate. Ari- stofane, ehe lo misc in scena nella sua commedia tie lie Nubi, ci rapprescnla Soerate, quale egli era ncU'opiiiionc del volgo. Senofonte etl Aristolelc ci mostrano il carattere morale e intellcltuale di Soerate nella sua veriti storica. Platone nella sua Apologia ci inoslra quale opinione avessc Soerate di se stesso e dclla sua niissione: ncgli altri dialoghi ci mostra un Soerate ideale, ossia il Soerate reale elevato alia sua sUprema potenza. Non e ccrlo mia inlenzionc tli trallarc in lutla la ampiezsa il tenia che lii> teste debneato. Mi restringero a proporre alcune osservazioni k quali mi sembrano spargere qnalcbe luce sulla dottrina c Bulla vita di Soerate. Nel concetto del |)opolo ateniese, Soerate era un sofista. e come tak In rappresentato da Vrisiofanc. Nella commedia delle Nuvole, un eerto Seme II. Tom. XVI. i C0NSIDERAZI0NI Slrepsiade, uomo affatto rozzo cil incolto, trovandosi aggravato di debiti i cagione delle pazze spese del iiglio, e non vedendo modo di espedirsi dalle domestiche angustie, entra oella scuola di Socrate. — Socrate prende Milnto ail insegnargli die non esiste Glove, ne quegli Dei die il volgo iidora; i fenomeni della nature, il tuono, il fulmine, i venti, le pioggie die si altribuiscono agli Dei, provengono dalla nalura delle cose. I'cicio in luogo degli Dei conviene adorers le nubi, cause principali di questi fenomeni. II vecchio Strepsiadc siujiisce, e non potendo capir nulla di iiitia ([iiella le/.ione, prcga Socrate, elie, laseiale in disparte tali cose, gli insegni piuttosto il modo di fraudare i suoi creditori. Socrate s'accinge ail insegnargli quest' arte: ma siccome il vecchio s'accoige di non fare alcun profitto, si prate dalla scuola, e vi manila in sua voce il figlio Fidippide, acciocche apevoLe della propria ignoranza aveva interpretato questo oracolo come SULLA D0TT1UNA DI SOCRATF.. 3 ana miasione impostagli dal Dio di Delfo, di esaxainare coloro che si pre- siiiiii'vano sapienti, di smascherarli, e tli confermare iii questa guisa la rerita deil'oracolo che area proclamato sapientissuno quel solo che cono- soeva alinciio la propria ignoranza. Certamente non si potrebbe immagi- narc una niissione piti odiosa tli tpusla. e piu alia a rcnderc intolerabill colui die la esercita. Se a qucsti odii invelcrali da lunga mano oontro di lui, si aggiungano lc tcndenzc oligardiiclie , die il partite democratico, risurlo in quel tempo, gli rimproverava (i), come pure le .sue lelazioni eon Crizia, e eon Alcibiadc: se si a""iunsa il non aver cdi \olulo nella sua dil'esa ricorrerc ai mezzi elie si usavano allora per cccilare la coin- paasione dei giudici, si trovera memo inespUcabile il &tto della oondanna a morle di un uomo si giusto, dun eilladino cosi buono quale veramento fti Socealc. K come tale appunto ci viene mostrato da Senofonle. I Memorabili di Senolbnle, piu die la dollrina Soeratiea, ci fanno CO- noscere lindole morale di Socrate. Sembra che Senolbnle uomo pratico. buon soldato, ed ammiratore della costituzione spartana non avesse no chiaro concelto della filosofia, e die del pari die il volgo, non dislin- gucsse i filosoil dai sofisti, e gli uni c gli altri involgcssc in un comoae disprezzo. Di questa confusione e di qiicslo disprezzo abbiamo una prora ael segaeate passo dei Memorabili (I. i. c. i.): « Egli non dispatava sulla oatura dcll'universo, come sogliono gli altri, ricercando come stia quello (In- dai sofisti chiamasi Cosmo, e quali siano le cause necessarie dei sin- (1) Pra lc accuse faltegli, Senofonle menziona anchc questa, che cioe Sovrale citas*e sovente quel passo tli Omero , dove si racconta che I'lisse: Quanli egli trova , o duci o rc, li Icrrna Con parlar lusinghiero, e, che fai , dice, Valoroso campione? A tc de' \ili Disconvien la paura. Or via, li rrsl.i , I'regoli, c gli altri fa reslar S'uom poi vedea del vulgo , e lo cogliea Vociferanle, cnllo scellro il dosso Raltoagli; e, taci , gli garria sevcro , Taci tu, trislo , e i piii prestanli ascolta , Tu codardo, tu imbclle, e noi oonsigli Nullo e n.-l r.irnn Quesli mtsi, dicea I'accusatore, erano da lui interpretali MBU M il poeta lodasso cbe li bat ■ popoltDl ed i povcri » Scnof. Mem I. I. c. 9. 58. CONSIIIF.IUZIOM goli fenomcni eelesti. » Scnofonlc dice questo coll'intcnto di provare l'in- sussistenza dell'accusa di empieta che si faccva contro di Socrate. Dal che risulta ohe Senofbate credeva col vulgo: i.° che tali rioercbe con- dueessero aH'irrrligionc; 2.° che sofista e filosofo fosse on mcdcsimo; 3." elie per conseguenza a discolpare Socrate dalla taccia di irreligioso bastasse dimostrare che egli non era lilosofo. Quantlo si Leggono i Membrabili , non conviene dimenticare lo scopo particolare che il loro autore si era proposto scrivendoli. GK accusatori di Socrate li> aveano rappresentato come on uomo irreligioso, come an cattivo cittadiuo che inspirava il disprezzo delle patrie leggi, come un noma insomnia, la cui conversazione e i cui esempi tendevano a coi- rompere i cittadini e a sowertire ogui buon ordine. Scnofonlc, dal suo panto di vista, che non era lilosofico, ma popolare, prese a dimostrare lutlo il contrario di quelle accuse, e a provare che Socrate, anche giu- dicandolo secondo le idee comuni, e ricevute dal popolo , da' suoi giudici stessi, non meno che da' suoi accusatori, era un uomo religiosissimo , un buon cittadiuo, un buon soldato, un magistrate inlegerrimo, un uomo che co' suoi discorsi, co' suoi esempi, eo' suoi consigli, csercitava una influenza altamente morale e benefica su quelli che lo ascoltavano, e si Studiavano di imitarlo. Questo e cib che Senofonte propone al principle del suo liliro, csprimendo la sua maraviglia, come mai gli Aleniesi ab- biano polulo condannarc a morte un uomo che era tanto secondo il loro more, un cittadiuo tanto per ogni rispetto irrcprcnsibile. Questo incde- simo egli ripete come conclusione di quasi tulti i capitoli del suo libro, il quale finisce con queste parole (1): « ed a me seinbra che tale essendo eghj quale io l'ho narrate, cosi pip, che non faceva mai nulla senza il consenso degli Dei, cosi giusto, che non avrebbe mai latto ad alcuno il minimo danno , c faceva anzi lutto il bene possibile a quelli che seco lui usavano, cosi conlinenle, che mai non avrebbe anteposto il piacere al bene, cosi savio, che mai 11011 isbagliava nel giuilicare del nieglio e del peggio, in- d'altrui consigho abbisognava, ma bastava egli solo a queste discernimento , e sapeva inoltre spiegare col discorso, e disaminar tali cose, •■ provare gli altri, e riprenderli dei loro errori, c rivolgerli alia virtu; sembra, dico, che egli fosse quale debb'essere un uomo ottimo e Mem. I. IV in line. si 1. 1. A nOTTRIW 1)1 BOCRATE. > beatlssimo. a Senofonte adunque ci descrive I'uomo pratico, Cuomo do- tato ill quella bonta e di quel \alon-, di eui pail essere giudice «•ra qualche puBto della sua dottrina. La lilosolia uvea messe in forse le l>asi della vila morale c sociale an- tica, ma nulla avea edificato: avea distratto la fede, ma non avea messo in suo luo"o la convinzionc scientifica. I dissidii Ira i filosoh" erano uu fatio ehe nou isiuggiva all'occhio del popolo, an fatto da cui i sofisti de- (luccvaiio lo sctuiiisino , r impossibility della scienza, la relativita del rero: deducevano die luomo e la misura dcllc cose, ehe lullo c opinionc. e ehe la somma sapienza ed abilita consiste nil sapcre padroneggiar I'opi- nione, e modificarla come piu oe torna a conio. Questo essere il mezzo per canseguire una grande potenza, e soddisfare le proprie passioni, nel ehe consiste il bene supremo (i). Ma lazion distmttiva eccita sempre nell'uomo iuia reazione conservatrice: lo sforzo a distruggere intio ci6 clie COStituisce la vita spirilualc uinana desta piu vivo negli animi il scn- limento e L'amore di ci6 ehe vi e in cssa di profondo, di inconcusso, di indestruttibile. 1'uo dirsi ehe le socicla umane nel loro svolgimcnto inlcl- lettuale e morale proeedono in motlo ana logo al melodo Cartesiano. Che cosa fece infalli Carlcsio? Egli rivolse contro il coni|)lesso di dotlriiu e di opinion] ehe eostiluivano il palrimonio scientific^) del suo secolo tutli gli argomenti dello secllicisinn, e disse seeo slesso: se in questo edifizio awi qualche parte solida e hen fendala, essa reggera inconcussa all arto della mia batlrria scctlica: a qucslo modo io diseerneri) in quell edifizio cio ehe vi ha di soldo, e cio elie vi lia di Caduoo, e su qoei ruderi b> nal/.ern un edifizio piu fermo e pii sicuro del primo. Ci6 ehe Cartesio trov6 di inconcusso lu la coscienza del proprao pensiero. Emanuele haul fece lo slesso esperiinento, e Irovo elie cio clic \i era di indestruttibile aeU'anima umana era il sentimento del dovere, la fede aella virtu, aella liberta, nell'immortatita dell anima. in Dio. Qaesto medeshno sentimento fu I'elemento ehe resiste all'azione distruttiva dello scetticismo e della so- ft) V il Teelelo, il Gorgia, il l.» e J." lib della Repobbliu 6 CONSIDEIUZIONl lislica in sul (inire del primo periodo della lilosofia grcca, e che si Irovo elevato ml una suprema potenza aell'animo di Soorate. Da un passo
  • m I nUelliqcnza non ha alcun pregio. Memor. I. I. «'• 2 n 55. I Mini l I SULI.A DOTTMNA DI SOCRATE. H » sorte onesta e divina. » Conoscere se stesso; eeco cio da rui si dere incominoiare, e quando egli racoomandaYa quests precetto del Dio ill Delfo, I" prendeva in on senso generale, e intendeva che il Dio erdinassi alluoino (li COIlOSCersi non gia solo sollo 1 1 rispcllo morale, ma BBche soiio il rispetto inteliettuale , di discemere ci6 che si sa da cio che non si sa , e ch acquistare coscienza della propria igaoranza, poiche, come nana Senofonte (i) « I'igriorare sc stesso, e giudicare e credere 'li sapere I) cio che linn si sa , gli parc\a che fosse lino slalo prossinio alia pazzia. » K certOj a quel naodo die ogni sbagHo che si commette Delia vita on- liea presuppone una ignoranza di se, o una falsa opinione intorno alia propria attitudine e capactta, eosi ogni errore speculative intorno alia veriia oggeltiva delle cose presuppone un falso giudizio circa lo siaio delle proprie conoscenze: in tanto si erra, in quanto si afferma il falso, e si afferma il falso perche si crede di saperlo, e si crede eosi, perche uno non si e reso lien conlo del propria slato intelleltuale, c non sa ben di- scernrre ci6 elie veramenle eonosec da cio che ignora. Quesla conoscenza di se. vien posta da Soerate come prinoipio c come punlo di partenza della lilosoiia (?.). Ed in cio egli si arrorda con Cartesio: giacehe, come ho esservato, il raetodo Cartesiano incomincia appimto dal discemere cii che vi ha di ineoncusso nel sapere uiuano da cio che \i lia di labile ed erronco. Tulla la dilfcrcnza tra i due metodi sla nci inez/.i per Opi rare questO disecniiincnlo; poiche, laddove Socrale raeeoiiianda come 111t77.11 I'esame di se stesso, Cartesio adopera lo scettieismo come un dissolvente, mettendo in conlo di cognizioni inconcusse <• indnbitabili quelle che ad un tale dissolvcnle rcsislono. Y. qiiantlo Socrale diec\a che egli SOVTOStava agli ahri in sapienza per questo solo, che egli conosceva la propria igno- ranza, non si dive gia iiilcndfrc quesla sua parola in un senso assolula- inente scettieo, poiche come mai avrebb'egli potato mostrare la vanita della sapienza iiuiana . e aiienipiere alia missione imposlagli dal Dio di Delfo, se non avcsse a\ula 1 idea della sapienza in se ' Chi dice agli uomini voi non siete sapicnti, vicnc a dire che gli uomini non reali/zano in se medesimi I'ideale della sapienza, ne polrelilie reeare ipieslo giudizio clii non conteniplasse un tale ideale. E Soerate era consape\ole di possedei I] Mem. 111. !). d. G. (81 Phi Pbaedr. p 930 8 CONSIDEIUZIONI questa idea e di applicarla. Egli dimostra ad Eutidemo nel quarto dei Mem. c. 6. a. 7. die la sapienza (ffoff'a) e una cosa stessa colla scienza ( inirniixr, ). Qui\i Socrate doraanda ad Eutidemo: « Che cosa dircmo noi )i che sia la sapienza? Dimmi, ti pare i'lie i sapienli siano sapicnti in i) quelle cose ili coi lianno scienza, oppure si Irovano aleuni ehe siano » sapient! in ((mile cose che non sanno/ » Eutid. E chiaro ehe i sapienli sono tali in quelle eose che sanno , a poiche come mai potrebbe uno essere sapiente in cio eke non sa? » Socu. I sapienli adunque sono sapienti per iscienza. » Eutid. E per che altro mai potrebbe uno essere sapiente, se non » per iscienza. » Socr. E credi tu che la sapienza sia altro che cio per cui i sapienti » sono tali? » Eutid. Non io certamcnlc. » Socn. Dunquc la sapienza e scienza. » Egli certo non espresse la sua idea tlella sapienza in una definizione rigorosa e compiula, ma la insinua e la sottintende in lulla quella ricerca del sapiente, che egli intraprese per online di Apollo, come racconta V Apologia Plutonica. Egli ccrco la sapienza fra i polilici , ma si aecorse che quesli piu che della realla si curano deU'apparenza e delTopinione discorrere conversando chiamasi dta.\iyea5cu per questo che i conversanti » consultano in comune, distribuendo (o'taXr/oiras) Pcr gcncri le cose (4)- Con questa sua ricerca di definizioni Socrate diede occasione alia tcoria Platonica dclle idee, e questo e il vincolo che congiunge la dottrina So- cratica cosi popolare, cosi pratica, colla dottrina soltile e recondila del suo discepolo. Eil invero, la definizione intende a rilevare e contemplare in sc stesso l'elemento universale. Questo elemcnto nella sua purezza ed universalita non esiste ccrtamente nelle cose reali e inili\idue. Dove < come esistcra esso adunque? Sara un nulla? Sara nient'altro che un \»- cabolo? Sara un semplice pensiero, un alio della mia mentc1 Oppinc sari qualche cosa in se? Tali sono le question] a cui ci conduce il metodo Socratico in apparenza cosi semplice, e cosi lontano dalle astmserie me- lafisiche. E tali sono le cpiestioni che Plalone tcnto di risolvere (5). La definizione puo riccrcarsi in due modi, o partendo da un concetto universalissimo, e da questo disccndendo per via di successive division] fmo al concetto da definirsi, oppure prendendo ad esame un concetti analogo a quello che si vuol definire, cercandone le note caratteristiche, e poscia trasferendole a cpiello. In cio consiste l'induzione. A.dduciamone un esempio, tratto da Senofonte (6). Si tratta di determinare d'onde debba (1) E nolobilo clie nclla linj;ua grcca il vocabolo U/m bi 1 iluo rigoifictli >li ngioD« c di definizione. (2) Ti t/arrov t'r, ?£>■/ ovtwv. (3) Mom. I. i\ c. 6. (4) lb. ib. c. 5. n. IS. (5) V. Aristol. Melapb. i G p 987. (6) Mem. I. in. c G Serie II. Tom. W I a 1 0 CONSIDERAZIOW incominciarsi la cura della repubblica: ccrto e difficile risponclcrc a qucsta domanda, poiclic la repubblica e un complesso di cose moltiplici e com- plicate Clie facciamo noi dunquc? Noi osserviamo chc la repubblica e simile alia casa: ora la prima cosa a cui deve pensare clii vuol migliorare la condizione della casa, sono lc sostanze, I'accrescimento dell'entrata, la (limiiiu/.ione della spesa. Dunquc anchc nella repubblica si dovra pensare innau/.i tutlo alle finalize. Quali erano i risultati da lui ottcnuti con questo inctoilo.' Quali erano i suoi insegnamenti suU'oggetto stesso della filosofia? In primo luogo ci dice Senofonle, die egli si sludiava d'inspirare a' suoi famigliari dei sani pensieri intorno agli Dei (i), e ci riferiscc il suo colloquio con un certo Vristodcmo (2) clie si professava ateo, ed un altro col giovanc Eutidemo. Notabile e l'argomcnto con cui egli prova fesistenza di una mcnlc su- prema. « Credi tu, domanda egli ad Aristodcmo, di avere in tc qualelie cosa di intelligence, c clie in nessun'altra parte dcH'universo vi sia intel- ligenza? Tu sai pure clie della gran quantita di terra clie si trova ncl inontlo, solo una minima parte cntra nella composizione del tuo corpo ; lo stesso puoi dire dcll'iiinido e degli allri elementi, clie in natura si tro- \ano in mole slerminata, e nel tuo essere in minima porzionc. Or crc- derai di aver tutta in te finldligenza, c clie questo gran tutto ne sia allatlo privo, quanlunquc sia cosi bene ordinato? » Sotto l'apparente sem- plicita, e direi quasi, pucrilita di questo argomento parmi di ravvisare una ragione profunda. Se non ci fosse un'intelligenza assoluta, se l'uomo, limitatissimo, com'egti c, in ogni parte del suo essere, pure fosse il solo :ssere intelligente, ae seguirebbe clie egli sarebbe ente supremo, sarebbe il dio dell'uni verso, poiche l'intelligenza e la regina nata di tutte le cose. IVrcio I'uomo sarebbe ima conlraddizione : sarebbe da meno dell'universo sutio tutli gli altri rispelti, e superiore ad esso per rintelligenza; sarebbe un dio limit ato e infelicc. - II reslo di quel dialogo, come pure il collo- qtdo con Eutidemo e intercssante , in quanto che e il primo saggio die trovisi nella lilosolia anlica, di una dimostrazionc deU'esistenza della di- vinita, mediante 1'argomento die fu poi chiamuto Jisico-leologico. Ivi egli viene mostrando al suo giovane amico, con quanta cura gli Dei abbiano apprestate tutte le cose di cui gli uomini abbisognano; quale armonia (1) Mem. 1. iv. c. 3. i lb I 1 c. 4. SULLA DOTTRINA DI SOCRATE. I I regni fra i bisogni c le fecolta delTuomo, e le cose esternc, c con quali prerogative Tuomo sia stato sollevato al di sopra di ttitti gli aliri nventi. Ma il titolo piu evidente della su;i saperiorita consiste appunto aelia co- noscenza che egli ha degli Dei, e che si trova diffusa in totto il genere iiinano. L'individuo pu6 colla sua riflessione riconoscere la verita
  • nnto dalla preghiera di chi domandasse il giuoco, o la bat- laglia, od altra cosa il cui esito fosse manifestamente inccrto. Facendo dal suo scarso avere piccoli sacrifizi, slimava di non essere da meno di quelli che dalle loro molte faeolta offrono molte c grandi vitlime; poiche diceva non essere convenevolc agli Dei il compiacersi piu de' grandi che de' piccoli sacrifizi , perche cosi bene spesso sarebbero riusciti loro piu grati i sacrifizi de' malvagi clic degli uomini dabbene, e non varrebbe piu la pena di vivere, sc le ofFerte de' malvagi fossero piu gradile agli Iddii, che quelle degli uomini dabbene. Ma egli pensava che gli Dei lanto piu si compiaeessero degli onori che loro si rendono, tmanto piu fosse pto luomo che loro li rendeva. Era anche lodatore di quel verso di Esiodo Giusta il poter, fa i sacrifizi a' Numi. 11 Dalle cose fin qui allcgate si vede che il suo criterio in materia di religione era il senlimento morale, piuttostoche un'idca mctaflsica che egli si fosse fonnata della divinita. Si vede ancora che cosa dobbiamo pensare del monoteismo che da molli vennc attribuito a Socrate. Se per monoteismo s'intende cpiella dottrina che considera Dio come l'Essere as- solulo, e lo ammette uno, come una e la sua idea, con cui s'immedesima, eerto non puo attribuirsi a Socrate. Ma se si vuol dare il nome di mo- noteismo a quella credenza, che ammette un Dio personale, supremo, a cui siano suborilinati tutti gli altri Dei , come enti intermedii fra qnello e luomo, non puo dubitarsi che Socrate fosse monoteista, come lo era ogni pagano che credeva nella supremazia di Giove sugli altri Dei. Egli ' M.m I 1 0 1 (») lb. c. 3 SULLA D0TTMNA DI SOCRATE. 1 5 che si sludiava ili allontanarsi dalla credcnza comunc il mcno chc fosse possibile, non rigettando se non qnelle opinioni che erano evidentemente inconciliabUi colla ragione, o col sentimento morale, egli clic per altra parte era gran lodatore della dottnna ili Anassagora die poncva la Menu- come ordinatrice del tutto, ed anche della dottrina
  • i Tt; .... y , 3-rav ytafKI, V.-.X otTzorpimt txi toutou , 3 av ju£j>w 7rpaTT£iv X, t ) TheaK. p 1 28. (i) Apologia, n. 12. (3) Xouvcaux fragments, p. 153. si I.I. \ IHII I KIN \ III Mil U Ml . It) « Era cosa noioria, dice Senofonte (i), che egli sovente faceva sacrifizi in casa, sovente anche sui publici altori della citta. n Che se i ;;li credeva ml iiiui rivelazione individuaLe, mm avea pero meno fede nella dWinazione oomune, c nell'oracolo
  • di nun fere, come ill piu sicuro. Questa ripugnanza, questo presentimento, che mai non lingannava, era un fatto naturale e facile a spiegarsi, sc si considera la perspicacia della sua mente, il suo rctto senso, la conosrenza che egli possedeva degli uomini e delle cose; ma non polendo egli , nc' singoli casi, rendersene ana ben chiara ragionc, nella su;i pia e quasi mistica ilisposizionc d'animo, lo riferiva immedialanicnte alia divinila, persuaso, com'era, che oltre alia providenza universale, vi fosse una providenza individuate per ciascun uomo, e che questa non potesse in miglior niodo assisli rii cd aiutarei, che col farci eonoscere lc eose neccssarie a sapersi. ed impossibili a scoprirsi colle nostre faeolta natnraji. Se e vero che gli Dei si pigliano pensiero degli uomini, c si compia- ciono delta pieta c giusti/.ia umana : se e vero che I'uomo in grazia della eonoseenza ch'egli ha degli Dei e immensiiinenlc esaltato al disopra dei bruti, ne segue che L'anima umana e hnmortale. Se, come diceva Socrate, /ion varrebbe la pena di vivere, se gli Dei fossero piu propizi ai ricchi malvagi, che ai poveri dabbene, quanto ineno varrebbe lii pena di ri- veie, sc ogni differenza fra buoni e malvagi, fra virtu e vizio, fra pieta1 ed empieta, dovesse in ultimo pareggiarsi nel nulla I Sembra percib pro- babile che Socrate ammettesse ed insegnasse L'immortalita dell'anima. \d- durro in primo luogo cio che egli dice xulti? Apologia di Platone, perche parmi di veder quivi ritratta ;d vivo la disposizione d'animo in cui un uomo morale e ragionevole dellantiehiia dovea trovarsi, relativamente a (1) L. 1. c I : (r, JU/ij) T5.ru. S iv ,«i»'.i t-./7T'.iv -.::■;•.:-.;: Zl ■/.-:-.'. A(lol. |l ill -M> CONSIDKIUZIONI inlo qaestione. Ecco come cgli parla ai giudici che aveano votato in sun favore. » Restate, ve ne prego, o Ateniesi, in questi pochi momenta che mi rimangono: nulla vieta che ragioniamo on poco insieme. Io voglio mo- strare a voi, come ad amici che mi side, la vera significazione di cio che nra mi e accaduto. M'e avvcnuio una cosa singolare, o giudici (chia- mandoyi giadici, vi do nn nome die voi hen meritate). II solito cenno divino per tutto il tempo passato fu sempre frequentissimo, e mi si op- poneva io cose di poeo momento, quando io fossi Sill panto di tare qual- che sbaglio. Ma ora che mi e soprawenuto, come ben vedete, quello che ognuno potrebbe considerare, e generahnente si ritdene come il massimo de' rnali, il segno divino non mi si e opposto, ne quando in sul mallino uscii di casa, ne quando venni al trihunale, ne in aleuna cosa ch'io stessi per dire nella mia arringa. Eppure gia in molli altri diseorsi soleva spesse voile troncarmi a mezzo la parola: ma ora in tutto questo processo, ne ad alcun mio atto, ne ad alcun mio discorso si oppose. Quale debb'io supporre che sia la causa di cio? To ve la diro. Probabilmente cio che ora mi e toccato e im bene, c noi tutti, che crcdiamo la morte essere un male, siamo in errore. Ed io ne ho una gran prova, poiche non e. possibile che non mi si opponesse il solito cenno, se quello a che io andava incontro non fosse un bene. Consideriamo ancora la cosa da un altco lato, per vedere quanto fondata sia la speranza che ci6 sia un bene. L'uno de' due c il morire: o come iui non piu esistere, un non aver pin sentimento di cosa aleuna, o, secondo quel che si dice, e un mutarsi e trapassar che fa I'anima da (jiiesto ad altro luogo. Se la morte si riduce ad una privazione d'ogni senso, ad uno stato simile ad un sonno affatto sgombro di SOgni, ella sarebbe un maraviglioso guadagno. Imperocehe se nn uoino quahmque, posli a rincontro d'una sola notte dormita in sonno prolbndo e senza sogni, tutti i giorni e le notti di sua vita, e fatto il suo conto dovesse dire quanti giorni e cruante notti passo meglio e piu felicemente di quella, io stimo che, non che ad un privato, al gran re stesso, ne verrebbe faeilmcnte trovalo il novero. Se adunque la morte e un sonno i-osi fatto, essa e un guadagno, poiche in tal caso tutto il tempo <■ come se fosse una sola nolle. Se ]>oi la morte e come una trasmigra- zione da questo luogo ad un altro, se h vero ci6 che se ne dice, trovarsi cola accolti tutti i morti, qual vi sarebbe maggior bene di cjueslo, o giudici ' Imperciocche se discenilendo uno ali'inferno, liberatosi una volta questi giudici solo di nomc, ritrovasse cola i veri giudici, quali si SULLA D0TT1UNA DI SOCRATE. 91 dice che quivi tengano ragionc, Minossc, Radamanto, Eaco e TYittnlcmo e quant'ahri semidei vissero ginsti aella k>ro \H;i terrene, garebbe Bib quesiii hum Bvantaggiosa trasmigrazione? Quanto pagherebbe qoafamque di voi, di poter eonversarc con Orfeo, con Museo, con Esiodo, con Omcro? lo , per me, voglio mora mille volte Be questi racconti Bono veri, Ohreche nulla mia condizione particolare, la dimora colaggiu avrebbe per ine un piacere indicibile: io converscrei con Palamede, con Aiace il Tclamonio, e con altri antichi die morirono per una ingiusta condanna. Non sema dilelto paragonerei coi loro i miei cast E quel die piu im- ports, mi Iraltcrrei ad esaminare e ad investigate qnci morli, come ho ("alto sempre coi \i\i, cercando chi di loro sia sapiente, e chi nol sia e oreda d'esserlo. Che gusto ci avrei di esaminare a in per tu colui ebe condusse a Troia Pesercito motto, od Ulisse, o Sisifo e mille altri Domini e donnc, con cui discorrendo, conversando i'ainiliarmente, e f'aeendo esami, si godrehbe una incomparable felicita. E notale che ivi non si avra piu a tenure di cssere ucciso per queslo. Poichc ed in ogni altra cosa qnei di laggiu sono piu feliei dei vivi, ed in miesta, che eglino, se vero e qucllo che sc ne dice, per tutto il reslo del tempo gia sono immortali. \nclie voi, o giudici, quanto alia morte, dovete nulrir huonc speranze, e aver la mente solo a qucsta gran verita, che per l'uomo dabbene e in vita e in morte non vi e alcun male, e i fatti suoi non sono trascurati dagli Dei. Ne gia il presente avveniinento e opera del easo , ma io veggo chiaro che il niorirr, e I 'uscir dai Iravagli era il ineglio per me. I'ereio il solito segno divino in questa occasione non mi rattenne mai , ne io mi adtro punto con quelli che mi condannarono . ne con quelli che mi BC- ensarono, sebbene non I'abbiano fotto coll'intenzione ili farmi on hem-. ma piuttosto di nuocermi. Per questo essi sono degni di biasimo. Pure voglio pregarli d'una sola cosa. O voi che mi avcte accusato, e voi che mi avcte condannato: qnando i miei figli siano cresciuti in eta, pnniteu eol medesimo flagello che io adoprava con voi. se mai vi accorgerete che essi attendano alle ricchezze, o ad altra cosa qualsiasi prima che alia virtu. I", sc eglino si tencsscro da qualchc cosa. c fossero uomini da nulla, fate loro la stessa rampogna che io usava con \o\ . cioe che essi trascurano il dovere. e si credono un gran che. inentre non hamio alrnn \alore Se questo Uncle, voi lvnderelc ginsti/ia a me ed a' miei ligli. Ma egli e nmai tempo d'andarcene, io per morire, ^>i per restare in vita. Chi di noi vada a miglior sorte, lo sa Dio solo, » In questo passo, in cni CONSIDERATION! i pension con cm on uoino giusto, un filosofo dell'antiehita pagana, poteva lianquillarsi lo spirilo sul problems della morte c della vila fulura , pos- siamo ootare due cose: una cotale ironies condiscendenza con cui Socrate accettava le credenze e lc immagina/.ioni del popolo sul futuro destino deH'aniina, oil una feile sineers e profonda nell'sssislen/.s degli Dei esten- dentesi non solo a qnesta fagi della vita terrestrc, ma a tutta I'esistenza uinana. Qut'sli due element!, scelticismo per lc forme e le delerininszioni dell immsginszione, e fede assolula nell'idea si trovano distinte nclla se- gaente dichiarazione di Socrate nel Fedone (i). « Sappiate, dice Socrate a' suoi amid, che i<> spero di trovarmi eolsggiu fra uomini dabbene; e questo non oserei asseverarlo; ma cpianlo al dovermivi trovare sotto il potere di Dei sllstlo buoni, sappiate die se alcun'allra cosa, quests io son pronto ad asseverare (2). » La <|iiesli(ine deUinnnortalita dell'anima si connette con quella della deslina/ione dell'uoino. Questa deslinazione non puo consistere. in altro (lie nel conseguire ((uello chc per l'uomo c il sommo bene. Le azioni uiniuie sono buone in quanlo sono eonformi a questo sommo bene; sono eallive quando non vi si confomano. Quindi e chc il concetto del sommo bene e il principio della morale. Ora in die consislcva, secondo Socrate, il sommo bene umano? Non ccrtamcnlc in uno stato meramenle passivo dell'animo, ma bensi nella altivils. Scnofonte ci narra (3), chc inlcrrogato Socrate quale gli paresse la miglior cosa a cui l'uomo potesse atlendere, rispose essere V sunpal-ta, vale a dire il far bene, il ben condursi nclla vita. Interrogate di nuovo se credesse che l'aver buona forluna (tvTV/Ja) (1) MM. (2) II signal- Cousin vedo in queslc parole l'esprcssionc di un dubbio sulla permanenza dall'in- dividualila c personality umana dopo la mortc , e ci rapprcsenta Socrate come ioolioato ad accet- lare 1'opinioni' pauteistica che l*Io umano, destinato solo ad una csislenza fenomenale ed cfinicia, rimanga assorto nell'Enle inlinito. Ma quesla interpretazione non mi scmbra fondata : 1° perche Socrate nel Pedone slabilisce il dogma deirimmortalila sopra argomeuti morali , e ne deduce con- scguenzc morali: argomenti e conseguenze die perderebbcro ogni valore se fosse vera l'lnterpreta- zione del signer Cousin, poiclie certo, in taoto ha un'imporlanza morale c pralica il dogma dei- rimmortalila, in quanlo si ammctle chc dopo la morte I'lo conlinui ad cs'istere come individuo, come persona, come consapevolc di se , del suo passato, del suo presenlej 2.o perche Socrate ae- rellata le credcuze popolari quando non erano troppo evidcnlemente ripugnanli alle idee razionali: ora tl popolo credeva nell'immortalita in quanlo ammetteva prcmi e pene in un'allra vita ; una tale immurtalila c ben allra cosa che ['immortal ita pantcislica. Mem in 9 1 i SULI.A DOTTHIKA DI SOCRATB. 23 fosse anclic una occupations a cni I'uomo potesse attendere, rispose: i<> credo elic la fortune e I'azione siano due cose afiatto contrarie; poichi I'im- battersi, senza cercarla-, in una cosa cfae ii cONsmrmziONi gravissimo il mandare a male non solo la propria casa, ma il corpo e I'anima ancora. li nel eonversare chi si piacera con nn oomo, del quale sappia cfae egli si diletta pin dclle squisite vivande e del vino, cbe degli amid, e sia piu rolentieri colle cortigiane che co' suoi famigliaxi? Non e adunque conveniente, che ogni uomo, riconoscendo la temperanza come base della virtu, questa primieramente si studi di gettarsi ben salda nel- 1'anima? Poiche senza di essa chi potrebbe imparare alcana cosa buona, ed occuparsi in essa con lode c con frutto? E chi potrebbe, servendo ai piaceri, non trovarsi in una turpe condizione e del corpo c dell'anima? To per me credo, per Gionone, che un uomo libero debba aognrarsi di non imbattersi mai in un servo di lal falta, c chi e schiavo di tali pia- ceri debba sopplicare gli Dei che lo tacciano capitare sotto qualche bnon padrone, essendo questa per lui Tunica via di salvarsi. » Rechero ancora, a questo proposilo il suo dialogo con Anlifonte sofisla, perche esso ci rilrae il modo di vivere ili Socrate e de' suoi famigliari. ■ I Volendo Antifonte distogliere dalla conversazione di Socrate quelli che la frequenlavano, una volla, alia loro presenza, gU parlo in questo modo: O Socrate , io pensava che gli uoniini che atlendono alia fdosofia doves- sero divenlar piu fclici ; ma parini che lu raccolga dalla fdosofia lutto il contrario. Quel che e certo e che tu vivi in modo, che neppure un servo ci starebbe sotto un padrone che lo trattassc cosi. I luoi cibi e le tue bevande sono dell'infima cpialita; il tuo vestire non solo e povero, ma sempre lo stesso, estate ed invcrno, e tu vai sempre scalzo e senza to- aaea (i). Oltre di che tu non ricevi denaro, il cui acquislo ci rallegra tanto, e il cui possesso ci rende piu libera e piu gioconda la vita. Se adunque, come i maestri nclle allre professioni rendono i discepoli imi- talori di se, cosi tu farai co' tuoi seguaci, fa conlo di essere il mae- stro della iniseria. E Socrate gli rispose: a quanto pare, o Antifonte. tu cretli che io viva si miscramente, che, ne son certo, prcfeviresti la inorte ad una vita simile alia mia. Orsu adunque ricerchiamo che cosa in abbia osservato di si gravoso nella inia maniera di vivere. Forse questo, che laddovc coloro che pigliano denaro sono costretti a far qucllo per cui sono pagati, io che non ne prendo, non mi trovo nella necessita di trat- tenermi con clii non voi-rei? O trovi tu si caltivo il mio vitto, perche (I) Cioe col solo palllo, come ad imitazione di lui usarono poscia i Cinioi. SI u.\ DO l i iun v in SOCB v I I., sia menu sano del tuo o menu alio a manlinrriiii in vigore? O forse perche le mie vettovaglie siano piu dimcili a prowedersi che le toe, perche piu rare e piu can.' () perche riescano a ic jiii'i soavi le mande che ti lai servire in tavola, che ;> me Ic mie? E nun sai che chi mancia ill buona voglia non ha bisogno di companatico, e chi beve di buona voglia non ..Ha altra bevamla che quella che ha in pronto ' E quanta al vestirt , sai bene che quelli che ne muiano, il fanno a cagione del caldo e del frcddo, c le scarpe si portano per non essere impediti di canuninare da cii'i che puo offenderne i piedL Or bene, m'hai tn gia veduto a caetone del frcddo rimanere in casa j>iu che akri, o oegli ardori estivi conten- dere con alcuno per L'ombra, o per male ai piedi tralasciare cl i andare dove volessi? E non sai die uomini per natura debolissimi di corpo, col- I'esercizio divengoiio, piu dei robusti clie si Iraseurano, valcnti in quelle prove a eui si csercilano, e piu faciluiente le SOStengono? E non pensi Ui adunque che studiandomi coU'esci'cizio di indurare il mio corpo a qual- sivoglia accidente , io sopporti ogni cosa piu facihnente di te che non ti cserciti? » « E se io non sono schiavo del ventre, del sonno e della lussuria , qual altra credi tu che ne sia la causa, se non che io conosco allri pia- ceri piu soavi di quelli, piaceri che non solo mi rallegrano ncll'atlo del godimento, ma mi danno speranza di esserne vanlaggialo in perpetuo. Tu sai pure che gli uomini che s'accorgono di non riuscir bene in nulla, non sono di buon umore ; per contrario quelli che si credono di attendere con buon successo o aU'agricollura, od alia naviga/.ione, o ad allri iraf- iichi, come genie che fa bene i fatti suoi, lianno il euor lie to e contento. Ma da tutle quesle buone fortune credi tu che provenga un piacere tanto grande, quanta dalla coscienza di divehtar migliore, rendendo anche mi- ghori gli amici.' Or bene io vivo sempre in questa coscienza. Che si- si tratti di giovare agli amici od alia cilia, quale dei due ne a\ra piu grande agio e ne trovera piu facihnente U tempo, quegU che rive al modo mio, oppure quegli che vive in quel modo che tu predichi beato? Chi dei due durera piu facihnente alle fetiche della milizia, quegli che non pub stare senza un vitto dispendioso, <> quegli che si contenta di cab cheqnio avere Chi sosterra piu a lungo mi assedio, colni che abbisogna di cose che a stento si j)ossono procacciare, o colui che si appaga di cose facdissime a provM'di rsi ' \ quel die pare, 0 Vnlil'onlc, In riponi la fdicita nrllr deUzie e nd lusso; io al contrario giudico che il non a\eiv alcnn bisogni a8 r:ONSII>l.IUZIONl sia cosa divina, c 1'averne il mcno possibile sia cosa prossima alia divinita: oca cio die e divino e oltimo, e cio chc s'approssima al divino s'appros- sima all'oUimo. » - In un altro rolloquio gli diccva: « Anch'io, o An- lifonte, come altri si dilolta dun buon cavallo, d'un buon cane, d'un I uii mu ucccllo, altrelanlo, e |>iu aneora mi dilctlo dc' buoni amici, e se io so qualche cosa di buono, loro la insegno, e ad allri li raccomando ilai quali io creda poter cssi riccveic qualche aiuto a progredire nella virtu. E svolgendo in compagnia degli amici i libri degli antichi, ricer- chiamo i lesori di sapienza chc essi vi deposcro, e se troviamo alcun che di buono, lo mettiamo da parte, e rcputiamo a grande guadagno se possiamo giovarci a vicenda. » Dalle cose detle appariscc quanlo fosse privo di fondamento il rim- jirovero, che, come attesta Senofontc, alcuni scrittori contemporanei fa- cevano a Socratc , chc cioe egli fosse bensi valentissimo ad cccilare gli nomini alia virtu, ma incapacc di segnar loro [>rccisamente la via, e non avesse, ne sapesse indicare agli allri un idcale positivo e chiaro, e i mezzi per clfeltuarlo. II suo ide.alc era positivo e concreto: il concetto che ecli avea del sommo bene umano constava di tie elementi: i.° l'al- ii\ita rationale ossia la partecipazione al bene in se per via della scienza ; >." I'indipendenza dell'animo, la sua sufficienza a se stcsso, e come mezzo per conseguirla, la temperanza e la limitazione dei bisogni; 3.° la sod- disfazione intima, il piacere, che egli cercava non gia negli slati passivi dcllanima (iv EureaSst'at;), ma nell'eupraxia, neU'attivita ordinata, i~a- /.ionale e bencfica, nel sentirsi divenire di giorno in giorno migliorc. Le scuole che sorsero dalla conversazione Socratica si difl'erenziarono luna dall'altra, in quanlo alia dottrina morale, secondoche diedero il pi i ilominio all'uno o all'altro di qucsti Ire elementi. La scuola Megarica pose in lilicvo il concetto del bene in se, nel quale voile riconoscere determinate e concreto l'Ente uno degli Eleali. La scuola Cinica dicde la prcvalenza al sccondo elemento , riponendo il sommo bene neH'assoluta imlipendenza dalle cose esterne e dagli eventi di fortuna , e come mezzo per giungervi proponendo la soppressione d'ogni bisogno non naturale e necessario. La scuola Cirenaica rcslrinse il suo ideale nel terzo cle- nicnlo riponendo il sommo bene nel sentimenlo piacevole. F. qui viene opportuna una osservazione sulla dillercnza fra letica mo- derna e quelle degli anlichi. I moralisti moderni si affannano in cerca ill quello die essi chiamano supremo principio della morale, di quel SULLA DOTTRINA M SOCRATK. 29 principio da cui dcrivano lulti i doveri, e da cui cniesti ricavano la loro forza obbligaloria. Clii lo riponc nella ragione, chi ncl scntimento, chi in una idea, chi in una autorita estrinscca. Gli antichi poncvano la que- stione in raodo piu scmplice, e, siccome parmi, piu giusto. Essi cerca- vano quale sia il sommo bene per l'uoino, quale sia I'ideale a cui egli devc aspirare, c nella cui progressiva attuazionc consiste la perfezione morale c la beatiludine. La morale era certo anche per essi la scienza della virtu umana, ma la parola virtic (expert) avea per loro un significato piu ampio clie pei moderni ; essa significava bonta nel senso generale ed etimologico della parola: la virtu umana e bonth, perfezione di tutlo I'uomo, c non solo dello spirito, ne di una sola facolta dello spirito: i vocaboli esj)rimenti fatto virtuoso (officium, xkS^xov, •/.oaopStofxa ) non involgono il concetto di un debito da pagarsi, di un obbligo da com- piersi, come la modcrna parola dovei'e, ma piuttosto il concetto di cosa ben fatta, cosa convenevole, azione rclta, cioe confomie alfideale: la doverositU (mi si perdoni il nuovo vocabolo) di tali atti tutta consiste nella loro bellezza morale, nella loro onesta, nella loro lodevolezza in- trinseca ed assoluta: ogni azione bella e un dovere, come ogni dovere e un'azione bella: ond'io credo clie im moralista anlico, un Platonico. uno Stoico non avrebbe poluto ammellere le distinzioni fra Pobbligalorio i' il supererogatoi-io , fra il prccclto e il consiglio. Ma si domanda: che cosa avvi di obbligaloiio e di imperativo in un idcale .' L'aspirarvi puo forse essere un dovere assoluto, una necessita morale? Un ideale pud esser bello, ammirabile, atliaente, inspiratorc di azioni sublimi, ma il sentimcnlo clie lia il soggetto , di qucsta poten/.a allrallha, e inspiratricc e un fatto psicologico ben diverso dal scntimento dcll'obbligazionc. Come poteva spiegaisi queslo secondo fatto, nel punto di vista dell'etica antica1 - Per rispondere a cpicsta domanda dnbbiuino fare alcune osservazioni sulla assolute/.za del dovere morale. Le scienze praticlie e le arti, in quanto che danno dei precetti sul da farsi, impongono ccrti doveri (i), ma I'obbligo di seguire quei pre- cetti, di compiere quei doveri non e assoluto, ma condizionato, eccelto che in quella scienza pratica che chiamasi elica. Cosi p. c. la scien/.i igienica dice all'uomo: tu devi osservare tale o tal altra regola di vita (I) V. Idea Hi una lilosoGa della Tila, vol. I. p H3 ;5o COHSIDEIUZIOSI se vuoi conscrvare la salute. Ma l'obbligo di conscrvare la salute non c t'igiene ehe lo iinponga, uia un'altra scicnza superiors. Cosi pure l'agri- coltnra dice: lu devi collivare il tuo cainpo in tale o lal altro modo se \uoi raccoglierne il massimo prodotto. Ma essa non c'impone il dovere di proporci cpiesto scopo; la scienza morale e la sola ehe ci iinponga doveri assoluli. Essa dice a ciascuno: opera e vivi in queslo modo, se vuoi essere in atlo quello ehe sei per essenza, uomo ragionevole; se vuoi effelluare il tuo ideale; ma tpiesto stcsso ideale essa lo irnpone come un dovere da adempiersi non gia soltanto sotto una certa condizione, ma assolutamente. Tulti i suoi precelli si possono reslringere in questa for- mola: sii uomo, ehe e quanto dire: sii ragionevole, esprimendo la verita ehe tu conosci, in ogni tua parola, in ogni tua azione, e realizzando lideale ehe virlualmenle e insito nel tuo essere: od in altri termini: coopera co' tuoi sforzi alia azione divina ehe ti crea uomo, e li spinge verso la perfezione. Queslo precelto e assoluto, valido per se stesso, non bisognoso di alcuna ragione esli'inseca. E invero, cosa rispondere a chi domandasse per epial ragione si debba essere ragionevole come ne' pen- sieri, cosi pure nelle parole e nelle opere? Chi fa una tale questione non ammelle gia forse implicitamenle ehe ogni nostra delerminazione debba avere una ragione, cioe essere ragionevole? Un profondo sentimenlo di queslo dovere di sforzarsi alia eileltuazione del proprio ideale, di essere ragionevole, giuslo, obediente alia divinita, e la base del caraltere morale di Socrate. Piu ehe nei discorsi egli espri- meva cpiesto sentimento nelle sue azioni e in tutta la sua vita: non fa- ceva professione d'insegnare la virtu, come i Sofisti, ma la predicava coll'esempio. « Non si professo mai maestro di virtu, ma coll'esempio suo dava speranza a quelli ehe seco usavano, di pervenire, imitandolo, alio stesso grado di perfezione (i). » Questo sentimenlo del prcgio as- soluto della giustizia, gli diede il coraggio di resistere, con pericolo della propria vita alle ingiustc esigenze del popolo the voleva la condanna dei nove gcnerali vincitori alle Arginuse, ed in altra occasione, airingiuslo comando dei trenta tiranni di eseguire l'arresto di Leone da Salami na , ehe essi voleano mettere a morte (2). Questo stesso amore della giustizia. ;i) Scnof. Mem. 1 ■< .', (2) Plat. Apol. p. 3i. BULLA nOTTIUNA DI SOCRATE. ?> I che per lui s'immedesimava coll'amor della sapienza c della verita, eon- giunto all'amor della patria , e alia persuasione di dovere abbidire a quahmqne costo ai cenni della divinita, gli diede la forza <• hi costanza per compiere la missione impostagli dal Dio di Dclfo, di smascherare la falsa e presuntubsa sapienza, di riscu'otere gli aomini dalle loro illu- sioni, di richiamarli dalle vane cure intorno ai bcni csterni, alia cura ed alia edueazione dell'animo. E finahnentc, per amove della giustizia egli incontro la morte; poiche probabilmente sarebbe sfuggito alia condanna, se avesse volnto difendersi con quelli artifizi, ehe erano in uso, suppli- eando i giudiei, e condneendo loro innanzi la moglie cd i figli- Ma egli non voile fare una cosa che stimava contraria alia sua dignita, all'onore della repubblica ed alia giustizia, « imperooche, diceva egli, il giudice non siede a dispensare la giustizia cpiasi fosse un favore : egli anzi ha giurato di non far grazia a chicchessia, ma di confonnarsi alia legge nel dare la sua sentcnza. Non convienc aduncpie ne che noi vi awezziamo a spergiurare, ne che voi vi ci avvezziale (i). » Dopo la condanna poi, avrebbe poluto fuggire di career e, coll'aiuto degli amici, ma non voile, pcrehe il rendere irrila una sentenza pronunciala gli pareva un atto sov- versivo delfautorita delle leggi (Critone). Quando si considera lutta la vita di quest'uomo, il pik eccellente, il piii giusto , il piu savio, il piii beato che mai fosse vissuto (2), non si puo a meno di credere alia ve- rita Storica, se non di tutti, almeno di una gran parte degli ammirahili discorsi inlorno alia giustizia, che Plalonc gli atlrihuisce nel Critone , nel Gorgia e nella Repubblica. Solo un uomo come Socrate poteva parlare in tal maniera, od almeno Uispirare chi scrisse quei dialoghi. Solo un uoino come Socrate poteva escrcitare cpiella singolare influenza che gli si attribuisce sopra quelli che conversavano con lui. Fare la conoscenza di Socrate, arrivarc a comprendere cpiesl'uomo era come un rinascerc ad una vita nuova. « Non sono ancor trc anni, dice Apollodoro nel Con- vito (3) di Plalone, da che io convcrso con Socrate, e mi fo uno studio di saperc in ciascun giorno che cosa egli dica, che cosa egli faccia : prima d'allora io correva tpia e la alia Ventura, ed immaginandomi di far qualche cosa, ero infelice piu di chichesia: non meno infelice di te (1) Apolog. xxiv. ■21 Plat. I'hacd. in fine. Senof. Mem I. iv. m Ddc (3) Pag. 173. 3a CONSIDERAZIONI eke crcdi doversi fare tutt'altro elie filosofare. » Fedone, nel dialogo che da esso si intitola, dice: « il ricordarmi di Socrate, o parlandone io stesso , o udendone altri a parlare e sempre per me la eosa piu piaeevole del raondo. » La potenza della parola Socratica vienc descritta da Alcibiadc nel Convito (i). « Quando ascollo i suoi discorsi il more mi palpita piu fortemente ehe ai Coribantisti , e mi eadono dagli occhi le lagrime. E vedo che lo stesso accade a molli altri. All'udir Periele , ed altri buoni oratori, io trovava certo che essi parlavano bene, ma non sentiva in me nulla di somigliante , ne si turbava l'anima mia, ne si sdegnava contro di se riconoscendosi in uno stato degno d'uno schiavo. Ma da questo Marsia (2) fiii spesse volte ridotto a tal punto, che la vita non mi pareva piu lolerabile in quello stato in cui sono Questi mi costringe a con- fessare che manchevole io stesso e di molto, pur mi trascuro, e fo gli allari degli Ateniesi Dinanzi a lui solo fra gli uomini io provo quello di cui nessuno mi crederebbe capace , la vergogna : perche sono conscio di non potere contradire e ncgargli che si debba fare quello a che egli mi eccita, e di non poter resistcre, appena partitomi da lui, alia brama di essere onorato dalla moltitudine. » E impossibile che un uomo eserciti sugli altri una tale potenza, se non e dominato da una gi'ande idea. E questa era per Socrate l'idea della filosofia , considerata come la pert'e- zione di tutto l'uomo, come l'esercizio assolulo della ragionc. La filosofia era per lui speculazione e pratica ad un tempo, la virtu era scienza, il supremo dovere morale era per lui il dovere di cercare la verita, di con- sultare la ragione, e seguirla come unica guida (3). II sentimento morale s'immedesimava coll'istinlo speculativo, col sentimento della propria natura razionale, e come tale partecipante al divino, e fornita di una dignita assoluta. Da questa idea, colla quale ai*monizzava tutta la vita di Socrate, nasceva la singolare efheacia della sua conversazione , la sua potenza di sollevare ad una nuova vita quelli che lo comprendevano ; poiche ben puo dirsi che la rigenerazione dell'uomo, il suo rinascimento ad una vita su- periore incomincia da quel punto, in cui sollevandosi sopra le vane cure li; Pag. S15. et seqq. (J) Poco prima Alcibiade avea paragnnato Socrate al satiro Marsia per la somiglianza del vollu e per la sua potenza di catlivarsi gli animi coi discorsi, come quel satiro col suono del Uaulo. (3) Nel Critone p. 46. egli si professa retoyro; oTos riv c4«.i» pr,3tvl 5X>w Tts^£7&at h tw Mytf t; av mci )lyt$oulvu r'.-irro- aaivr^al >i Ml DOT! HIV \ HI BOCI iii ed opinioni del volgo, acchetato ogni kimore, ogni speranza, ogni passione, ogni agitazione delTanimo che si ciferisca a beni o mali immaginarii , si risolve una volta per gempre a ricercarc la verita coila propria ragione, e nclla verita l.i sua In 'aiiiiiiliui'. Felice chi possiede vigor d'animo, po- tenza di mente, costanea di volonta sumctente alia esecuzione di tale prb- ponimentol l'oidie, aon conviene dissimalaraelo, gravi sona !<■ difficoita rln' vi si aitravei'sano. ardua e la battaglia che avra sovente a sostenere con se stcsso chi imprende a filoso&re. La Blosofia e il prodotto della ragione uniana, e la stessa ragione umana attuata e perfetta. Ma oell'uomo ijual e in realra non vi e soltanto la ragione: \i e la fantasia, \i e il seaso, \i i' la facolta di credere, \i e I'affetto. L'educazione rnoltre ha pi-odolto in lui una seconda Datura-, e le instituzioni religiose e soriali gotto oui egli e cresciuto \i hanno lasciata un'impronta profonda e indele- bile. Quindi e che oolni che ineomincia a filosofare, si trova da princinio in lolta inevitabile con se stcsso: in lui I'uomo nuovo, I'uomo-racione sorac costro I'uomo vecchio, contro I'uomo tlella educazione e dellabitudine, e lo rliiania a giudizio: il cittadino del mondo sorge contra il ciltadino • 1 1 mi dato staio, dominate dai pregiudizi e dai sentimenti esclusivi ed egoi- stiii della sua nazione. M;i questa lotta non puo durare a tungo se nun negli aninii deboli: nsgli animi forti, ma poco veggenti, essa Bnisce colla Gondanna e colla ceiezione assoluta ili lulio ci6 che 1 e puramcnle e prettamente razionale. Al contrario t;li aninii forti, chiaroveggenti, e ea- paci di comprendere ; di tolerare, di abbracciar con amore tutto cio che vi ha nclla nalura uniana, i^li aninii che sanno dire Gol Tcivn/.iano (a cniclr: hoinn sum, htamard tiiliil in o meno fantastic^ in cui s'involge I'idea non nuoce alia efficacia di questa: essi sanno com- prendere le esigenze della natura umana, e senza abbandonare il punlo di vista a cui si sono elevati, sanno coUocarsi mentalmcnte in quello degli uoinini del popolo. E Socrate viveva in questa disposizione instizia, e diceva che gli Dei si compiaciono delle pic- cole offerte degli uomini giusli piu die delle opime dei malvagi: cib era lo stesso die dire die le pratiche per se stesse non lianno valore ne merito, lie. etlieacia alcuna a propiziare la divinita, quando siano disginnle da Imona disposizione dell'anima, Ma cib non gli toglieva di vedere che on culto esterno e comune era necessario alio state, e quando i simi amici gli domandavano in qual modo si dovesse onorare la divinita, rispondeva colla Pitia vofuu toXsws, secout/o Vusanza detia cilia. Egli finalmente, \edc\a, come lilosol'o, i difelli delle insUln/.ioni del SUO tempo, vedeva I iugiustizia della eondanna die lo eolpiva, ma intanto riconosceva la nc- :essita di rispeltare quesle insliluzioni , di astcneisi da cib die poteva i Apolog p 13. M I I \ DOTTRINA HI sue ha n . i". diminuire Pautorita -> ill i.i.F. DOTTRINE DF.I.I.'anTICA SCI 01. A PITAGOIUCA ECC. il compato delle generaztoni de' suoi discepoli finche non furono per vio- lenza dispersi, ci permettono di errare nrlla ricerca del tempo, in cui risse, che i il sesto eecoki avanii I'era volgare, poncndosi la nascita di lui verso d 584. Tempi erano quclli, in cui Le dottrine mistiche del- rOrientc ripigliavano la via della Grecia, loro dischiusa dal commercio, che gli uoiitini dell' Lsia minore avevano coi grandi regni dell'Asia c col- I'Egitto, commercio reso piu facile dalla comune signoria de' Persiani dopo la caduta del regno di Lama, e dopo le grandi conquiste di Ciro c di Cambise; e si compieva una reazione contra Le dottrine materiali- stiche introdotte dai poeti epici della Ionia, reazione richiesta eziandio dal progredire delle greche mtelligenze, che invano cercavano in tpielii la soluzione de' misteri pin grandi e pin important] per I'uomo, che <• entrato nella ria della riflessione, quali son quclli, che, riguardano Dio, l'anima e la vita f'uluia. Gia un qualche indizio di questo mistieismo noi tro\iaino in Esiodo, che da taluni e appunto considerato quale iniziatore delle mistiche dottrine, e in alcuni de' poeti ciclici, i quali insegnarono le purificazioni per qitornare alle anime la perduta purezza e renderle noovamente degne di communicare cogli Dei, e dipinsero i premii e i castighi serbati alle anime dopo il loro dipartirsi dai corpi, die ebbero compagni nella vita lerrena. Noi le vediaui quindi progredire per opera di quei molli tauinaturgi , che pcrcorrcvano le cilia della Grecia purili- candole do|>o le uecisioni avvennte nelle lolle civili e riconciliandole coi numi : e pigliare stabile fondamento nelle orgic e ne' misteri , che in quell'da appunto si venncro nella Grecia introdiiccndo, e la cui islilu- zione e specialmente atlribuita ad Orfeo (i). Ma qucst'opera, per cui si risuscilaYano forse nello slesso tempo le dottrine anliche de' Pelasgi, piii pure e semplici delle posteriori, e si derivavano nuove correnli di prin- cipii ideali da quella grande ed iursauribile foiile, che e I'Oriente, era nuovamente inipedila dallo spirito ionico, il quale, deposta la fonna poe- tica, si I'aceva banditore del matrrialisnio col linguaggio della (ilosofia. Chi avessc quindi volulo eonvenienleniente promoverla, avi ebbe dovuto non solo iieorrere a rili e pialiehe religiose, ma ancora a principii dot- Irinali , ed islituirc insicine una soeicla mislica ed una scuola filosofica: e queslo fece appunto Pitagora a|>pena egli giunse Delia Magna Grecia, (t) V. per qmnto riguarda le dottrine mistiche ed orficlic I' Aqlaophamus del Lobeck, lib n in DOHI Mi 0 RATI II in K. e in Grotone col doppio prestigio della beUezea e della efoquenza ebbi b se d'intorno attirato il Sore dell'Italia meridkmale, e aomini e dome egualmente reputando eapaei de* suoi aovelli insegnamenti. Vide egli che le nuovc dottrine oon si possono diffondere facilmente, sc non da persone, 'In- in- siano profondamente convinte, e .-t | >itt<> acqoistere Bopra di loro, talche I'afFermare che una cosa era gtata detta daJ maestro •■i;li era come L'afiermare ch'era una verita; e I'uno all'altro 11 avrinse con i'ralerna ainioi/.ia, die allelic lonlani csercila\ano aiutamliisi lie' loro bisogni e ponendo le sostanze lord in comune. Intanto meno aperto mile sue lc/.ioni essoteriohe, pii ohiaramente nolle acroamatiche, parhtva loro di Din, che I iuiim rsi> governa, quest'universo, che butto era per lui mu- sics ed armonia; parlava loro dell'anima umana, e la scienza de' numeri e (jilclla (Idle figure, eioc la geomet ria , adoprra\a come gimbolo de' suoi insegnamenti; e della mnsica, scoperti gl'intervalli de' toni, servrrasi per ispiegare I'armonia del inondo e delle sfere e per placare i disordi- nati movimenii dell'anima e ridonarle quelle calma, di cm abbisOgna per le eclcsii contemplazioni. Tutto in quel fratellevole istituio era ordinatn e regolarineuli' ilisposto, avvicendandosi L'insegnamento e i corporali eser- cizi, le passeggiate per luoghi ameni, i giuoohi, le ginnastiche prove c le mense frugal] in modo die i corpi non pin del dm ere undi-iti e suffi- cienlemente esercitati non fossero di peso all aninia o d'impedimeato, ed ella potesse tendere coslanlemenle al SUO line, die era queilo di giunfl alia cognizionc di Dio. Quindi una grandissima forza communicaTaei allc menli loro. la quale unila a quelle liiirahile polenza , die e iiella disei- plina e ndl (inline, li taceva di molto superiori agh' akri uomim di quelle Cltta, in CUl essi (iorhano, ed induceva ipicsli a Tiiellere nelle lorn maui la somma delle cose, finche una siflatta morale aristocrazis divennta o< Me nmliiiudini I'u cagione della rovina deU'intero istituto e dello shandi- uienio degli uliimi seguaci di quella nobilissima Bcuola. Ma qua! era la culla di questa santa dottrina ideale, che Pitagora era venuto ad insegnare fra i Greet d'ltalia? Tre opinion] a questo riguardo vediam sostennte dai dotti, due delle quali ho gia snperiormente indicate La dottrina pitagorica e di natura orientale. La provano tale la patria stessa er Tirreno, agghinge, che cio deve intendersi in questo senso, che Pitagora traesse l'origine sua da una di quelle isole, cui po$- (1) V. Diog. Laerzio, Pythagoras, c. 111. — Erodolo, 1. 11. c. 81. (9) Clcmcnii* Alessandrino nel lib. 1 degli Slromali, pag I2'J: tti&ecftpaf 11=-' o"v Kvrftif %o\l, £d><0<, 1)1 D0MENICO C.APEI.I.1NA. j I sedevano gli Ateniesi da poi che ai Tirrcni lc avevano toltc (i). E Suida chiamandolo Samio secoiulo il comune uso, avvertc che per Datura, ossia di nascimenio, era Tirreno, e giovinetlo ancora dalla Tirrenia venute era a Saino in compagnia del padre (a). Un sccondo argomento si derive dalle Quistioni coiwivali «li Plutarco, dove I'etrusco Lucio, discepolo del pita- gorico Moderate), cogliendo on'opportuna occasionc di parlar di Pitagora, sosliene lui ossere stalo non solo cli origine, ma ancor di natali, Tirreno e in sen dell'Etxuria cresciuto ed educate; e il prova col dimostrare come alruni dci divieti contenuti ae' simboVL pitagorici erano religiosamcnic dagli Etruschi osservali (3). A cio si aggiunge L'affermazione ili Placidio Lulazio. che le dottrine tagetiche, ossia le dottrine religiose delTEtraria, erano aflini alle pitagorichc , e la comune credenza degli aiilii-lii, che le islitu- zioni date ai Homani da Numa, che pur visso prima di Pitagora, avessero indole pitagorica si che parcssero da quella scuola desunte j . Quale di qucste tre opinioni dohbiamo noi abbracciare per bnona Lusinghiera certamente per noi Italiani si e 1'uliima, c L'orgoglio nazionale ci dovrebbe indurre ad accellarla senz'altro csame, sc io non credessi che cc lo impedisca la convinzionc, che le somigliauzc, che passano fra le dottrine pitagoriche e le ctrusche, non siano punlo maggiori di quelle, che si uotano fra loro, le oricnlali, e le islituzioni di Greta e di Sparta Di una sola cosa si puo essere sicuri, ed e che la fontc comune ili esse dottrine e l'oricnle e clie fra tutti i sistemi filosofici della Grecia antiea non vi ha alcuno che serbi tantc tracce delle dottrine oriental] ed asia- tiche, quante ne serba qucllo della scuola del figliuol di Mnesarco. Se poi qucste dottrine attingessc Pitagora dircttamente dalle oriental] region! o fosscro annate insino a lui passando prima pei principal] focolari della civilta dorica e dell'etrusca, mi pare quistionc a sciogliere la (male non bastauo gli scarsi document!, che noi oggidi possediamo. Toccata rapidamente queste intricate materia , egli e d'uopo clie a ben determinare qual sia la dottrina pitagorica contenuta ne' versi d'oro (1) Diogone Locr. , Pythagoras, I. 1. Tuppwbi onto p.ti< tut vijjwv , ai xzrtT^o* 'A^vatoi Tu^twvc spinti anche da amore di lucro a fomentarc le popolari supers tizioni, avevano falsato il caraltere della dottrina introducendo supersliziose pra- tiche nclle loro orgie e confondendole colle baccbiche ed orlichc (4): al- cune eziandio delle opinioni di filosofi di altre scuole, e specialmente drll'elcalira, si erano confuse colle pitagoriche, come la condanna di ogni vivanda animale, che In pronunzaata da Empedocle assai piu assoluta che (I) Id Pylhagora, V. 7. XV. 15. — In Empedocle, II. 55. G wnblico, Vila di Pitagora, c. \x%v 3) Sun tali vcrsi citali da UiogcDC Laerzio, Pythagoras, \\. 36. i.>'". nel luogo sopra cilato. Dl DOMKMl 0 ' All II INA. | | iion da Pitagora, secondo che afferma il peripatetico Aristosseno i ), e fors'an che la notizia dett'abborrimento ili lui dalle law, die, se dobbiam credeii ail A. Gcllio, era nata dalla felsa interpretazione d'un precetto simbolico del medesimo Empedocle, il quale osando quel nome in metafbrico si- gnificato biasimava I'abuso de' venerei diletti (a). K ben presto lo scadi- mento ili que' falsi pitagorici o pitagoristi era ginnto a tal segno, che gli scrittori (IrH'aniica commedia li ponevano sulla scena. e i comici posteriori li rappresenlavano come noinini dimentichi d'ogni dignita, e ignorant i seguaci di certe pratiche esagerate e degne di riso (3). Qaesto h<> crednto conveniente di awertire perche non si scambino le stranezze di costoro colle sole sicure noli/.ic, che noi abbiamo di queUa scuola, registrate nei libri di Platonc c di Aristotcle sulla teslimonianza di Filolao, di Eurito e di Axchita, le o«-lii frammenti (4). Spenta la setta, i principii pitagorici si andarono sempre pin abbniando, mescolandosi con loro le dottrine di Platonc, che, pur seguendo i pita- gorici in alcuni de' suoi dialoghi, era venuto a conclusioni e a sistemi all'atto diversi (5); poi colle mistiche esagerazioni de nco-pitagorici e neo- platonici, che feccro di Pitagora un operatore di miracoli c un seinidio. e molte delle cose gli attribuirono, che nelle dottrine orficbe ed ermetiche erano contenute. Si racconto allora cbe Pitagora era lo stesso dio Apollinr. il epiale era venuto da] parse degl "Iperborei , c che Qudatosi una volta aveva lasciato scorgere una delle sue cosce , che era d oro schietto : allora, ollrc all'educa/.ione di Zamolschi, adorato come Dio dai Geti, gli si at- :l) Diogene Lacrzio, Pitagora, XVin. SO. — Alcnco , I. mi. pag. 308. (9) A. Gcllio, lib. iv. c. II. (3) Diogene Lacrzio, ibid. c. XX. 37. 38. — Alenco, III. 108. IV. I«l (4) ] frammenti di Aristosscno furono raccolti da Gogt Leon. Maliac oella soa Diatribe it Aristozenu philosopho ptrifaUlieo, cbe I'u rislampata ncl Thesaurus criticus nmus di G II. Schaeffer l.ipsia, 1817. (5) V Itcrlini , Sacgio alorioo smi primordii ilclla filosofia great, p !W I I HI I.I.E DOTTRINE DEI,l'anTICA SCLOl.A PITAGORICA ECC. tribuirono colloqoii con Abari, sacerdote d'Apolline iperboreo, il quale con lui abboccatosi il riconobbe pel suo Dio e gli diode una su;i saetta, portato dalla quale cgli era pasBato per luogbi Lnaccessibili e visitato aveva ■nolle citta purificandole e Kberandole dai mali, ond'erano travagliate: il perche Pitagora, mostratagli in segno di divinita la sua cosria d'oro, con- fessb ili esser Dio e di aver prcso umana forma |>er meglio beneficare gli uomini con loro communicando. E molle altre cose di lui si narravano egoalmente maravigliose e dalla superstizione derrvate (i). Ora che io ho cercato di mettere in chiaro come poclie siano le notizie define di fede che n<>i possediamo iniorno a Pitagora e ai pitagorici, e indicate le modificazioni c i corrompimenti , cni andarono le dottrine loro ■ lie col tempo, egli c d'uopo investigare, sc i versi d'oro, che a Pitagora ftirono attribuiti, nulla abbiano di contrario a quelle dottrine della scuola di lui, le quali aoi crediamo posie fuori di ogni dubitazione; owero mostrino in se qnalche segno di platonesimo , o delle mistiche opi- nion! de' neo-pitagorici e de' neo-platonici , di cui si c fatto cenno supe- riormente. Cotale investigazione io ho procurato di fare e mi sembra di potere con sicurezza conchindere, che nulla trovasi in tali versi, che si opponga a cpianlo intorno alle dottrine pitagoriche abbiamo in Aristotele ed Aristosseno, e spero che cio si porra in piena luce per I'esposizione ch'io verro facendo di quei precetti, che in loro sono conlenuti. II disce- polo, a cui ammaestramento i versi d'oro sono indirizzali, onori prima di tutlo gli Dei immortali, rispetti il giuramento, veneri gli eroi c i de- moni con quclla slessa gradazione die gli Dei immortali, cioe avuto ri- guardo alTordine, che una legge superiore ha in essi introdoito. Rispetti il padre c la madre sua, e i p&renti secondo i diversi gradi deUa paren- tela, e, scelti fra i migliori, i suoi amici, ben corrisponda all'amore, ch'ei gli dimostrano, ne a cagione di piccoli falli dell'amico, finche gli torna possil>ile, infranga il rineolo dell'antiea amicizia. S'avve/./.i a vincere quattro vizti principal'!, la gola, il sonno o I'accidia, la Inssuria e lira, ne compia mai cosa turpe, sia ch'egli trovisi in presenza altrui, sia che iion abbia altro testimone, che se slesso; poiche piu che ad ogni altro egli deve aver lispetto a se medesimo. Scgua giuslizia c nei discorsi e nei latti, ne operi mai senza prima chiamare a consiglio la sua ragione, [l) Uiamblu-u, Vila eon molta cura , soltoponendosi a gravi danni, anche quando fossero certi ch'essi avrebbero chiamati gli Dei a testimoni del vero (5). E ad on altro mag- giore giuramento che non e quello che si usa tra gli aomini, pan- da Ierocle, die atluda il precetto dei \eisi aurei , cioc a (piello. che I auiui.i libera del corpo ed intelligentc della divina eccellenza, ha fatto di con- (1) Diogcoo Lacr. c. xxix. S7. J Ierocle, pag. 39. 40. — Salmasio, prclai. alia Tavola di Ccbctc (3) De anima, I i. (4) Diogene Laerzio. — Apolcio, Dc Deo Socratis (5) Giamblico, V. di I'il. c. XXXVIII. p In pag. 150 — S. Basilio, Oral Ad adotticcnlcj QuomoJo Mr ije?itilium deetrinis pro/icinnt Is DELLE DOTTRINE DKI.I.'anTIOA SCUOLA PITAGORICA ECC. servare la somigtianza con qaella, ed e tenuta a mantenere, qnando in umano corpo ella e rraovamente discesa (i) non guastendo l'ordine da Dio stabilito; onde questo piglia il come di giuramento divino. Come Dio si trova coliocato ael centro di questi ire ordini di sostanze razionali, che sono gli Dei immortali, gli eroi c i demoni, cost L'uomo sulla terra e come centro di tre ordini diversi d'altri uomini che hanno verso di lui una graduate relazione, e sono i genitori, i congiunti c gli amici. Dopo gli Dei adunque, gli eroi e i demoni, come awerte Aristosseno, vogliono essere onorati i genitori non fintemente ma eon forte proposito in ogni eosa loro obbcdcmlo (2), come a quolli, die ci arrecarono il pin grande Eta i benefizi dandoci la vita, la facolta di vedere e d'intendere la mirabile armonia ilelle cose, omle dobbiamo loro esser grati in quelle stesso modo che sarebbe gralo un morto a chi l'avesse richiamato alia vita, sccondo L'espressione che Giamhlico a Pitagora altribuisee (3). Qnindi onorati ilobbono essere qualunqae sia lo slato e i costumi loro, e a chi li dispregia e serbato 1'odio degli uomini in vita e dopo morte la puni- zione, che agli empii e date dagli Dei infornali, come allcrma un brano altribuilo dallo Slobeo alia pitagorica Perielione (4)- A epicsto circolo, ehe contiene i genitori, suceedono, al dire di Icrocle (5), allri circoli, in cui si trovano disposti i parenli, sccondoche ci sono piu o meno vi- cini, e su di loro, falta ragionc di delta vicinanza, si ileve pur dillbn- dere l'amore dell'iiomo. Dell'amicizia grandissimo conto faccvano i pita- gorici, che anzi ella era uno dei piu potenli vincoli, che legasscro Ira loro i membri di quel sodalizio ; qnindi Taforismo, che lulti i beni degli amici sono comuni, e le storie commovcnli del pilagorico, il quale rico- nosciulo il segno della setta risarci con molla libcralita l'ostiere che aveva ospitato un suo confratello e gli era stato prodigo di cure nella sua ul- tima infermita, di Clinia, che, vendute le sue sostanze, corse in aiuto di Proro, che in Cirene trovavasi ridotto a mal parlilo, e di Testore da Posidonia, che navigo a Paro per sollcvare dalle sue sventure il pitagorico Timarida (6), e la mirabUe gara di Damone e di Fintia o Pitia, che noi (1) Icrocle, pag. 29. (-2 Anslosscno, prcsso lo Stobco C. (3 Gianiblico, V. di Pil. c. MM. — Prolreptico, c. viu. (4) Libro, De mulieris armonia. — Slob. tit. 19. n.° 50. ! l'resso lo Slobeo, tit. 84. D.° 23. 1 Giamblico, V. di Pit. c. xxiin. Ill D0M1 NICO i M'li.l i\ v. ji| conosciamo per la bella narrazione, che ne fece Iristosseno (\ . Ne hi sola commnnione dei beni della terra aveva ili aura qoest'amicizia 'li i pitagorici, ma ancora quelle dei beni dmni, esortandosi essi a vicenda a perseverare nella rirtu, e a oon dilacerare il Dio, che era in loro, ed a communicare insieme colla mente e coll'anima divina a . \ qnesta commnnione delle menti avevano essi riguardo specialmente nella scelta dci nuovi membri della socieia loro, ne tutti accogtierano qnelli, che domandavano di esservi aggregati; ondc molta inimicizia si attirarona e pin fatale di tulte cmella di Cilonr, che In causa della rovina loro, di cui il medesimo Aristosseno ci lascio scritta la storia, che noi per cnra di Giamblico ancora possediamo (3). I prccetti intorno alia necessita di rcsistert: agli slinioli del ventre, del sonno, della lussuria e dell'ira sono accennali in tutte le tradizioni di quella scuola, e banno lor (bndamento nella riverenza die il maestro inculcava di continno verso I'anima umana desiderando ch'ella sempre tenesse nell'uomo il sno principato, ne mai fosse dal corpo so\errliiala o impcdila nel sno ojierare. Quanlo al venire son note abbastanza le ragioni del vitto pilagorico, e percio non e ne- cessario die io (jiii in) iraiienga ad esporle. 11 sonno fuggivano i pita- gorici, come quello che impediva all'anima le ardue e profonde specnla- /.ioui, cui essa era olibligala di attenderc sccondo lo spiritO del loro isliluto. Dalla lussuria cercavano con ogni cura di lener lontani i giovani ed ogni sesso ed ela, ben avvisando essere la conlinenza la niigliore conserva- trice della sanila, aiutatrice nello studio delle cose migliori e al perfe- zionamento morale dell'uomo piu convenienti (4)- Gl'irosi segregavano dal eonsor/.io degli altri compagni, e gli animi commossi ridueevano a trancruillita ed armonia per mezzo della mosica e di acconce canzoni; ondc si assucfacevano a superare da se stessi cpicglincoinposti mnvimcnli. in- mai consigliali dall'ira alcuna cosa operavano , come si prova pel tatt< . di Archita da Taranlo, di cui molti scrillori antichi ci hanno serbalo memoria (5). Quantunque poco di sicuro noi possiamo conoscere intorno all'etica de' pitagorici, sappiamo tuttavia da Lristotele (i ch'essi obia- (t) Giamblico, Vila di Pilag. — Maliac , Diatribe de Arislox. p. 35. (5) Giamblico, ibid. (3) Vila di Pit. c. xxxv. p. 448. (4) Giambi, ibid, c \m (5) Ibid. 6) Kib magn i 34. Elli. Nicom. v Y Serie II. Tom. X'V I. DELL TTRINE DEI. I. ANTICA SCUOLA PITAGORK \ BCC. mavano la giustizia il numero ugualmente oguale, ue della prudenza fa- revano poca siima: che ami erano da quella informati i precetti risgnar- ilanti il loro silrnzio c il segreto che dovevano serbare intorno all'inse- gnamento che ricevevano ael loro istituto. Qucllo poi che dicono i versi uuei della non euraiiza del hcni della terra e della pazicn/.a con Cui deve ciascun aomo accettare quella sorte che gli e toccata, dipende dal concetto che essi avevano della vita mortale, considerata da Filolao, come mi imprigicinamento dell'aiiima nel corpo, quasi in una tomba in pena delle anteriori sue colpe i). Ondc il pensiero, che per la comunc mor- tality degli uomini ella ha pur on giorno da uscire da questa prigione, deve far l'anima ineno desidcrosa del hcni della terra, e la sicuivzza , che i travagli ch'essa prova in questa \ila sono uu'espiazione da lei do- Mila alia divinita, deve indiirla a sopportarli senza punlo sdegnarsi Come di eosa non nicrilata. La qua] doltrina della morte vuol essere intesa soltanto per rispetto alle continue trasformazioni, cui la materia e sog- getta; poiche il mondo, giusta la dottrina di Filolao, e eterno al pari di l)io, c solo soltoposto a continua vie'enda (a). Nulla dird di quel che ri- guarda la poca importanza, in cui voghono essere tenuti i discorsi degli unmiiii , c la necessita di hen prevedere le conseguenze delle azioni , cui >iiamo per accingerci, essendo epiesti precetti uno svolgimento di quelli dati BUperiormente intorno alia fxiga de' vizii e alia pratica delle virtu; in- mi arrrstcro a dimostrare la natura pitagorica drU'csamina, cui si ilehhono chiamare ogni sera le operazioni del giorno, essendo la eosa a sufficienza provata dall'autorita degli antichi. Quantunque i pitagorici considerassero la vita deU'anima unita al corpo come uno stato di pena e di travaglio, credevanO pur tuttavia, che il corpo lbsse utile stromento all'anima, poiche essa non allrimenti che pei sensi poteva acquistare la cognizione delle cose, come affermato da Filolao (3) e da Plutarco (4;- Quindi si prendevano essi molta cura del corpo e ne procuravano la sanita e 1'energia per mezzo della temperanza, della scelta e misura dei eihi e degli esercizi ginnasliri, usando di queSti -<»lt ;nit o sino a quel punto, che non potevano degenerare in danno del ' l'resso demonic Aless Strom in. p 433 '■ Preuo io Stobeo, Eclog. i p. 8 I Qaaett Bon 10 HI DOMI Miii i .iT.i.i in \. .1 1 medesimo eorpo. E ginstamente i versi aurei pongono per iscopo < I i questa cura del corpo e di quests temperanza il ginngere alia gomiglianza con Dio c il camminare sulle orme di lai; che non altrimente I'anima pun conservare il divino giuramento, di cui sopra k discorso, eioe serbarsi uguale all'anima divina, da cui e derrvata, che col provredersi ili quei mezzi che piu le giovano alia coguizione e alia sapienza, la quale e la massima prerogative di Dio. Percib a ricordare la uecessita di serbare quel divino giuramento, I'autore dei versi aurei aggiunge subito in ap- presso la fermola del giuramento dai pitagorici adoperata, percniinvo- cavano la testimonianza del loro maestro e la coenizione della tetracti, o quaderna, ch'egli a' suoi discepoli aveva communicata. La decade era pei pitagorici lo stesso che la nionade, eioe, al dire di Filolao, il su- premo legame dell'eterna durata delle cose mondiali, legame, che da aessuno e creato, ma erea se slesso (i). L'unita e la diecina coutengpno entrambe il principio dell'unita e della moltiplicita, del pari e del dispari, e soiio percio simbolo del principio di tutte le rose; onde il medesimo Filolao diceva, che le operazioni e I'essenza del numero debbono essere contemplate secondo la potenza che e nella decade, poiche essa e grande, tutto compie, tuiio fa ed e principio e duce della divina c celeste ed umana vita (a). Ala di questa decade trovavano essi i componenti uei quattro prim] uumeri, poiche chi aggiunga alPuno il due, poiiltre, poi il quattro, viene appunto ad ottenere il died, eppercio alia tetracti a quaderna attribuivano essi qnella medesima virtu che alia mpnade e al dieci, e la chiamavano sorgenic e radice della natura fornita di eterna durata. Ne punto si allontana I'autore dei versi aurei dal carattere delle dottrine pitagoriche quantlo afierma, ehe il discepolo, U quale osservando i;li aeeennati preeclti rammina sulle divine orme, ghtngera a eonoseive la eondi/.ione degli Dei e degli uomini, o le relazioni che passano Bra di loro, e il mutabile e I'eterno, ehe e nella natura delle eose; poielie questa si e appunto una conseguenza della contemplazione del numero e della tetracti, senza la quale, al dire di Filolao, non si potrebbe avere cogni- zione di cosa alcuna, e per lei sola e posta I'anima in coiumunicaziom- eon lutlo eio ehe esiste ed e falta eapaee di eompi i nderlo ; tali essendo (I) Giamblico, ad Nic. anllim p. II. - Colli>iione di BorcLh , n." 19. ( ' Slob Bel i. p B li kli ii." IS ."> I DELLE DOTTRINE DKI.I. ANTICA SCUOI.A PITAGOHICA ECC. la natura del auarero, ohe non solo nolle rose demoniache e divine, ma .im-iira in'llt- opere e nci discorsi degli uomini, nolla musica e nel ma- gisterio di tutte le arti si fa manifests (i), anzi essentia cgli medeshno la verita, come quello in cui non entra mai nulla di (also; che il falsi > c a lni per natura awersario e nemico, domestica invece la verita, e na- tagli insieme (a). Conoscera adunque il discepolo come gli Dei immortali e gli uomini inortali, I'eicrno cioe e il mulabile, possano insieme irovarsi nel niondo, e vedra che le mutazioni, cui questo e soggetto, non sono llii'o oho un'apparenza, dovendo pur esse durare eterne e derivando dal- la/.ione immutabile c continue delle cose Buperiori di esso sopra delle inferiori, il che gki ootai sopra eon Filolao e qui confefmo colla testi- nioiiian/a del pitagorico Oeello, il quale asserisee, che la natura consi- derata nel suo lutto ritrae la sua perennita da quei corpi che sono primi e piii on-evoli (cioe dai corpi eclesti), guastandosi essa seeondo una de- terminata rasnone c connnunieando a tuttc le cose mortali anehe il con- c tinuo mulamento della sua propria costituzione, che da quelli'doriva (3): M'lli'a come eguale e la aatura di tutte le cose procedendo tutte cgual- mente dall'uno, che essendo insieme il pari e il dispart forma quel legame, die cliiamasi armonia, il quale loglie di mezzo ogni discordanza delle cose e tulle ad unila le riduce. Da questo concetto della cognizione del giuslo cssere delle cose, che l'uomo colla pratica della virlu pub otlencre, ne nasce di conseguenza quell'allro della facollu che e in lui ili sciogliersi dai inali, che lo Iravagliano nella sua vita morlale , mali, che derivaao dalla natura stessa di tutto cib che contiensi nello spazio che e Ira la hum e la una, indetenninato e imperfetto eppercio rappresentato per mezzo della diode o dualita, che e in opposition colla monade o unita principio di determinazione e di perfezione (\), owcro dalla aatura del- laniina slessa, che semhia i pitagorici dividessero in due parti, I'una ta- shonevole, I'altra irragionevole e sede de torbidi mo vimenti delTira, della cupidita , movimenti coritrarii e uemici della ragionc (5). I rimedii poi per liberarsi da questi mali sono la conosceoza dell'anima propria, della I) Boeckh, 11." 18. (9) Ibid. (3) Cap. i J 12. p.ii; IT p.h7 di Mullacfa. i Plolareo, do Plae. phil. i i. I me \\ S HI DOUENII i) CA1 l i ii IA< S3 sua divina origine, L'osservanza are degli scritti antichi di quella scuola, che molle operc pure falsamenle ad Arislotcle si allribuirono , quando le scritlure di quel prineipe de' peripatetici si comperavano a caro prczzo da Tolomco Filadelfo per la sua biblioteca. Ma si puo egli a ragione supporre che la frode si sarebbe eontentata di un piccol numero di versi, quali sono quclli, di cui discor- riamo, c di im cenno cosi rapido e appena delincalo dei principii di quella scuola, quanto alle cose mistiche e morali, c non avrebbe pint- losto create un intero sistema e rappresentato Pitagora secondo I'ideale, Dl DOMENN 0 ( U'l I LIMA. die allora esisteva aella comune credenza? \i attribuirono lihri se non in tempi di molio posteriori, nei quali L'antica tradkioae si era perdula. Ma Sara cgli possibile lo SCOprire qua] fosse il vero aulore di qucsti versi? Molti hanno tentato quests scoperta ed io procurerb di esporre brevemente le loro conclusion! II Glandorfdopo averne prorata con molti argomenti ['indole anlica, li mole anteriori a Pitagora t ae crede pro- 56 delle Dui trim: dell'antica scuola pitagorica ecc. babile L'origlne dai misterii eleusini (i). Sotto il Dome di Pitagora ooi li troviamo chati da Epitteto (a), da Clemente Alessandrino (3), da S. Girolamo contra Etufino e da Calcidio (4); Galena pai (5) e Saida ri- feriscono come vigente w loro tempi I'opinione, che di miesti versi cre- di'va Pitagora autore. Lo scrittore dei Teologumeni aritmetici li ha per cosa di Empedocle, <• in questo gli vien compagno il Fabricio, il quale vorrebbe considerarli come mi frammento del poema di Empedocle in- lorno alle purgazioni, awertendo come il dialello, lo stile, ta materia mirabilmente a lui si confecciano, e la chiusa concordi eon altri luoghi del medesimo poeta, dove I'immortalita e la divinita sono promesse dopo la morte :ii^li osservatori delle sue prescrizioni (6). Iacopo Windet (7), vedulo che Eustrazio ne' suoi comment] all'Etiche Nicomachiane di iri- stotcle attribnisce a FociKde uno ile' versi aurci, credette che tutto cnianto il poemetto per opera di Focilidc voles.se pur essere tenuto. Lo Stanley (8) avuto rignardo che delle dottrine pitagoriche, molte sono le tracce nelle opere di Epicarmo , crede che si debbano a questo poeta riferire. \lu-i, Dotando conic Filolao, secondo la testimonianza ili Diogene Laerzio, fu primo a pubblicare cogli seritti le dottrine della scuola, li tengono per opera di Filolao (9), c sotlo il nome di lui furono alcuna volta pul>- blicati (10). II Menagio c il Mullach stanno per Liside (1 1), e il Meiners slima il poemetto monco, corrotlo coll'introduzionc di nuovi \ersi e non iscritto se non dopo I'eta di Platone c di Aristotele da on qualclie pi- tagorico dci tempi di Eraclide e di Aristosseno (12). Io mi arrcsterei qui ad esaminare le ragioni, a cui si appoggiano i sostenitori di ciascuna di queste opinioni, e non tacerei di quelle allre , (1) Diss, de versuura aiir. aetate, J VI. — Append, p. 188. u seg. (2) Lib. iv. c. 6. p. 473. (3) Lib. I. c. 10. — Paedagogi, pag. 154. ed. Oxon. (4) Pag. 229. (5) De dignosc. affect, t. VI. p. 528. cd. Par. (6) Bibl. grace, lib. n. cap. 12. (7) De \i(a functorum statu , pag. 91. (8) Hist. phil. p. 305. (9) V. Labbei , Bibl. no\. mss. p. 385. (10) In fine delle Institutions graccae di Costanlino Lascaris , cdiz. Ferraresc, 1510. (11) Uieroclis in aureum Pylliagorcorum carmen commenlarius, rccensuit et illuslravil I'rid. Gait Aug. Muliachus. Bcrolini , 1853. (12) Hist doctr. apud Gr. ct Uom i p. 579. e seg DI DOMEMCO CAPELLINA. V che valgono ad infinnarle, se io credessi tin' da qaesto esamc si potewe sperare un qualehe utile i-isu 1 1 ;it . i. M;i io sono per Io contrario persnago, che ni'ssuna di esse abbia un laic eorreilo tli argomenti, che rieseanoa farla anteporre a tutte le altrc, e ehe la moliiplicita Btessa e varieta di senlcnzc sia uu chiarissimo indizio, che la quislione e inlricala e di non ispcrabile scioglimenlo. Non ignoro come molli tengano in gran conto sillatte ricerchc c diano loro moltissima importanza; ammiro L'ingegno e I'acume, di cui essi fanno prova net proseguirle, inianlunque il line, chc si propongono, a nic paia o inutile o poco frulluoso. Ne a ine , se volessi mcttermi per la loro via, manclierebbcro gli argomenti per attribuirc epiesli versi a qualehe altro Ira i pilagorici; che facile mi riescirebbe il trovare fra qwesli e scrittori e poeli e propagalori dcllc dottrine del la scuola , i- avrei copia di argomenti probabili al pari di quelli, ond'essi menano v.lnlo. Ma quale sarebbe la consegnenza delta mi a ricerca? L'aver introdotto un'opiiftone di pin in una materia, intomo a cui gia abbondaxto le diverse e discordi e conlradiltoric opinioni, e l'avcr fallo pompa di un'erudizione, die put) parer grave a taluno, ma chc ai pratici della materia e pure di facilissimo aeqnislo. V chiunquc legge i versi aurei devc imporlare sopratutto il conosccre , se le dottrine in essi coiitcmitc sono pitagoriche , sono antiehe , sono scevre da quclla corruzione, chc nei seguaci di oeli deU'ela di I'ericlc, e quantunque non si trovino ne in Parmenide ne in Erapedoclc, non v'ba indizio alcuno per ere- DI OOMEMOO OAPELI.INA. .1, derc, chc fosscro coniatc in quell' eti, e non prima ;«1>1 »i:i potuto accadere, ehe dal puirimonio del lingnaggio comune si traessero per collocarle uelli poeiiche scritture tanto piu da on verseggiatore che di parole tecniche e
  • l frode attribute ad antichi anion, come il Poema ammonitorio, che \.i sotto il nomc di Focilide cd e molio piu elegante e forbito c rincretatico di quello che si couvenisse all'eta dell'axttico Focilide ed alio stile di lui, quale appare dagli acoeunati (rammenti Chi poi volesse considerare questa specie di poena non come propria della Grecia < fhtta sorgere in quella naturalmente dall'istiilto che «'• aeU'animo nmano di coaunmricare altrui quelle dottrine che j>iu giovano al boon ordinameato della vita e de' co- slunii, 0 dal hisogno di dare la piu hn \r ed esatta Cbrma possibilc alia dottrina delle antiche sue seuole, ma volesse rintracciarne le origmi al- trove, potrebbe facilmente trorarle e presso i j>oj>«>li giapetici e presso i popoli siiuitici dell' Wia, moke essendo le vestigia di lal poesia che S i ii- eonlrano e nei libri dell' India e in quclli dell'anlico teslamento. Ala questa <'■ pur una di quelle ricerche e di quelle mostre di erudizionc, die io credo inulili alVallo; poiche il parlar per sentcnze c silfattamente con- naturato eoll'indole dcll'umano pensiero, ehe noi le vcdiaino appunlo ab- bondare la dove queslo pensiero poco edueato pub riccvere un minore svolgimento, eioe nclla parte meno eolta del popolo, la quale piu d"ogni altra fa uso di senlenzc c di provcrbi. E quel che awiene in quella parle del popolo doveva pur avvenire per analogia nelle nazioni ancor giovani e appena useile dalla barbaric; quindi noi vediaino la poesia gnomica fiorirc tra i Provenzali, che pur delle tradizioni classiche antiche avevano poco scntore, e vanlarc molti cultori tra i poeti italiani dei secoli decimo- terzo e deciinoquarlo (i). I versi aurei, rozzi quanto alia forma, concisi e Stringati quanto alia sostanza, pochi di numero e chiari in apparenza, contengono pur tuttaria gravissime difficolta per chi non contentandosi di fermarsi alia corteccia vuol penetrarne il midollo c tutto scoprirne il \crn significato. Ne a ri- movere queste difficolta vengono punto in aiuto le interpretazioni latine letterali di Marsilio Ficino e di Aldo Manuzio, ne la volgare sguaiata i* sproposilala il piu delle volte di Vngchi Maria I'andini. ne il i-ommeiilo stesso di Ierocle, bellissimo per gli alti Blosofici inlendiinenti. ma, come gia dissi, troppo sistematieo e proclive a confondere le dottrine platoniche (I) V. i FavoUtli o Favolelti , che ad imitazionc de1 Irovatori scrivex.i Itrunello l.alim. alrune rime di F. lacopone da Todi, i Documenti ti'ttmore di Francesco da Barlicriiin. alcune delle can- zoni di D&nlO, i *ersi
  • Daeglio rischiararlo vi ho aggitmte. "^so e I nreAropov xptia Enn. VERSI AUREI DI PITA60RA. 6 j DBLLE DOTTMWI llKI.I.AMlCA SCUOLA PITACOIUCA ECC. 'ASavotrws pev np&ra Ssovg, v6fi® wg dcaxetyrac , xifia x«i ffE|3oy fyxov, Stud1 fyuag ayayous, royg ts Kaxcc/Soviovq osjSfi 8ct{[xov&$ , &vof*« f'e'^v royj Tc yovEfg rljza, roy? r" ct'f/tvx exysyaaras" rwv d'aXXcov aperp 7roe£y fi'Xov 5oti$ apivrog. 5 npaeV* 5* s*x$ loyotg , I'pyotat r' eTrwf fXtjUot?* , (ItiS1 e/pOCtpS flkoV 70V dfl%p70ii$Q$ ttWxa [XtxpfiSj Szpct Sivy Wva/xtg yap ava'yjtvjs eyy&St valet, Tayra fJL£V syrwg fo&r x^arsfv #' i&tigfeo rwvdc, yaorasg p.iv npcoriGra, xai vnvov Xayve^g u i o xai Sv[j.ov. Upr^ug 5' ah^pov nozs p{rs fxez aXXoy, (Xiyr' rati}' tzocvtcov 5i juaktbr' cdvyyvto vtgv. Ei?a 5c/.cct07vvr,v cwxei ijoyw ?£ Xoyw re* /jl>:5' vloyi770)g cayriy zyztv rcspi fxv&b e^efe* aXXa yvudc fzey wg 3«yg«i/ ninp^rat anam. i5 XpTifiaTU 5' aXXors ;j.iv xraa5a< qslXst, aXXor1 oXsapai. *Oaaa rs fatfioviyut r'jyy.tg Bpovol aXye' eVouotv, 'ISa&xt $e npinst, xo&oaov 3uv>r ids £i fpa&w ov Tidvv rotg iyotSofg zgvtohv ttgXu /aether dfe'daw. 20 lloXXcl <3" avSp6not7t Xoyo: aecXot' re x#l eVSXoi n poonlmovv y coy pjr1 ejcttXtgoweo ; /xift1 ap1 la'avis V. 1. 'ASavaTous ... 5eoJ=. II solo Codice Mediceo ha: 'A&kvoctov ... &edv. - JtixBtvxat, Altri legge o(»xieTa(( lezionc accennata dal S\lbuxgio, come csistente in parecclii manoscritli ed approvala dal- I'Orelli. La segue anche il Bandini e traduce: u* (ma ordinatum est , c Hal volgarizzamento ; secondo il rito. — V. 3. ewo/jtst p6£uv. Cosi lutti i Codici. Il Camerario vorrebbc invece clie si leggcssc svropa p«£«v, il clie si opporrebbe alia Iradizione del nessuno o del poco uso che Pitagora faccva dei sa- criGzii cruenti. V. l'inlerpretaztonc a gnesko medesimo verso. — V. 4. tows t; yevrtf, II Codice pa- rigino A del Florile^io dello Stobeo, in cui queslo verso e citato, invece di tov; ha coys. — V. 5. upi)« v/z. Scrittore del lib. inlorno ad Om. -;.-.-: fipt, II C. V. p il B. di Oxford: t%ovt t«ut>iv. — V 19. £Js. Ediz. Carteria&a: &&i, — V. SI. koXXoI o'. Slob, e C. Pang. B. TtoXkot t1. — V. 22. 5v /xtf a. t. ). Molti non vedendo la traspo- «izione . per coi •■>> si rilVrisce a t&mfi sbyssdai, propongono di mutarlo in w« , forma iooica dioCv, come Teod. Marcilio, o come il Salmasio in evs. - /*/,t' ap\ I C. fr. ftr,? 5p'. - ivrr^: tctoopfi Camcrario. Marcilio c Sylburgio. Dl DOW Mm i ui i.i i\ \. 65 Onora in prima gi'immortaii dei, Conic la legge li ordiin'i. Rjspetta II giurami'utn. Indi gl'illuslri iioi Eil i terrestri demoni, secontlo La legge oprando, venera. II tuo padre E la tua madre onora e chi per sangue Piu t'e vicino; ed i miglior Era gli altri Fa die li sicno per virtode amici; E alle iloli-i parole e alluiili opre Non mostrarti rcslio, ne in oilio volgere 10 Per piccola dillalla il prisco aniore , Finclie il potrai; che la Polenza al Banco Delia Necessitade il seggio tiene. Questo eosi saper ti giovi. Adiisati A superar codeste cose, il venire i 5 Pria, poscia il sonno e la lussuria e lira. Ne d'allri in compagnia, ne da te solo . Turpe cosa farai: piu che ad ogni allro Abbi rispelto a te. Delia giuslizia Fatti ncll'opra c nel parlar seguace. 20 Non avvezzarli a governar te stesso In nessun caso mai senza la scoria Delia ragion. Sappi die ugual deslino E per lutti il morire, e or le ricchezzc Di possedcr ti giovi, or clie disperse Vadan. Fra cpianli per voler dci numi Ha travagli il mortal, tu quella sorte, Che tocca a te, portati in pace, e cruccio Non te ne prenda. Eppur, (panto potrai, Cercar ruiiedio ti convicn. Favella Cosi dentro di le: « Molle per fenno Di tai cose il Dcstin mai non arreca Agli uomini dabben. n Dalle mortal] Labbra discorsi molti escono e tristi E buoni. Tu non istupir, ne lungi Da lor trarrc ti lascia. Una menzogna Se udrai, mite contienti. In ogni parte Sikh II. Tom. XVI. 9 1>I l.l.E DOTTIUKE DEI.I.'anticA SCtJOLA PITAGOIUCA BCC upyet&M oaurow ^isufos o vuirep zt li/czai, npdag er/. "0 6V rot spew, irci jravri TeXs/aSto' juwjdels pfw Xdyw a; r.upv.ra, , [xtr; zt ipyiu, -pr.'Exi , ;ir,l)' eatsiv, ozi rot (iri fiiknpov sari. BoyXsuou 5s npo I'pyou , 07rw- firi \xtipa. Ttiknvstv dEiXou -01 npymstv rs Xsysiv r av&'rjTiz rrpi; avdpog- aXXa xaS b.zOhvj , a cr_- /J./; futCTetr' avnfost. T]p7,o-os ds ;jx8vj ztiv p-./; intcrzao-ou , aXXa dtoVo-xw 3o s77« xp£0>v, xai Tip-vdraTov jBt'sv w& 6W|£.ih.uvv syjw %prr aXXa ttstcj r; fuhpov y.cd o-izou yvfivoujiav n -oniySar ixizpo'j oi Xeyu tc'3', o pnj u' a.vfiiO-u. [Lu'.zoj oi dixtzm zysvj x.a.So'.pciov , a.'bp-j-zov y.oli rc^uXaJ-s ye t«0t« jrsistv, CT-cVa c3ovsv cbyet. Mr; dxxyyav nctpa. Hctipbv, otzoic/. xaXuv advxjiw fxy;3' «v.-X£u3£po; ra5«" \xizpo-j o em -xrrj cipt7zov. npfiOOt oi r«u3' a c£ pwi fi).y:liv Xoytcai oi -pi spyou. M/;o J,-:>5^ piaXaxoany i.V Sftftcm Kpoyoisxaftut 4° rrpiv r«y r,[xs.pwM ip-jtrj rpig Ixaorov £?:£)3£iV -^ napifinv ; zt 5' "pe%cc; u [j.oi ftiov eux htkioSll ; ip^oifievog 3' arco npuzov enifySc y.od [xsrinstrtx SetXd piiv E/.-pv;£aj iitmXr^Gio , %pr,7ra. oi, ripmv. X S3. t< Uyiinu. Stobeo: ml ti yivqrai. — V. 24. s'x . Aldo, 1'Ertclio, lo Stefano, il Marcilio, il ^vlburgto, il lilandorf, il Brunck e 1'Orelli hanno "t/\ - tm Ttocvrt. Lo Stobco: eiti react. — V. 25. -, . cpyu. II solo C. Vienn. >oyo; ... i/-.-/ov. — V. 2G. /*/i3'. Brunck e Orelli /*>Vr\ - ore 5, rt Aldo. Lo se^ue il Mullach. Lo Slobco dopo queslo verso niello qucllo, clie si Irova solto al n.° 39 o-: r. t. ). — V. 27. //'i/:a. Cosi il Brunck, TOrelii e lo Schweptin^er. Gli altri: itupi. — X iX. ivi-j'j Tii. La Curleriana ha on'/ob ti La se£Uooo il Marcilio, il Wechcl e il Dacier. — V 99. i»«S«i. 11 C. Vienn. e lc edizioni del iSeedltam e del Curler: oivt^nq. I Codd. F. iviiay e in marline aviiTti. — V. 30. rcp^sTs. Froben : -pr,zi, clie non pub soslenersi. II C. Vienn. xpicse e. in- \ece di twv, Jiv. - fatlvfoeovet. La Curleriana: 'xhiy.m I Codd. F. nifta.™ e in niarg. TtiTraaotio. — \'. 33. byu£qf, II Vienn. :s/tiiui. - rrn ntpl sw/x'. Lo Stobeo t>;5 xaTi «. — V. 33. pi-zpov. Al Iri citali ■ lai Gaisford : pi-zpu-*. - tit^u. L'ediz. ven. t^twv. I Codd. F. ci'tou xal. — V. 34. plvpov tie. Gesnero olt'.m-. 81 - t48\ I C. Parig. dello Stobeo A. B. prcsso il Gaisford: toSto - ftyn^Mt. Codd. F. avt^o] I- \'ienn. pomfci}(. — V. 35. etSi^o'j. Arsenio c Trincavello: id^ou. Cod. Par. A. ld££ou«cv, Gesnero : i. - xaSrioEtov. Gesn. /ajaptov; cui la ration del metro si oppone. — V. 36. ■/£ -zaijret. Codd. F. t d'Oxlord A. C. D. rotaura. - tcoiecv. Curtcriaua : TtoyEtv. — V. 39 irrota KaJlfiv &4et)}/A0kV. Slob, unztpo- »i /:/'"»>; ma la variantc da noi seguita si Irova nel Cod. Par. A. dello slesso Stobeo. Marcil. ill (in nobis, in societate noslra seu pylhagorica). Altri £vt (per ?vt«tv) r,«|£(. Cod. Ven. piehrrsi. Vienn. Stef. Salm. Necdh. ?>Jlr,. Nel manoscr. di Augusta, secondo die avverte il Fabricio, seguono i due se- gnenli vorsi, i quali mancano nclle edizioni dei versi aurei; ma si Irovano citali da Portirio nella Vila di I'itagora (Ediz. di Kuster, pag. 41.) np&ra jukv U j-jqio fulifpovos iXxxuvta-xi - vj piJx ■ y>-< Epycc nklamt. — V. 41. tjsi? l/.t:~rtv hrsideTK. Presso lerocle /eytVaTSzi Imrov. Epitteto, Dissert, in. c. 10. 4/uptov epyoiv Xoybeudeti hwmt. — V. 42. n>5. Suida Ttoi. - oux £Te>itr3»). F.pill Diss, i btTjT e Ven.) segue un verso evidenlcmcnle r>1 DOUBHICO CAPEI.I.INA. 67 Quanto io dico si compia. Menu 11011 sia Che con parole <>.vjp'h yap av'jsxa.'jig epig fild.nxowya Xe'Xij^e avfif vTog, nv ov 5zi npodyziv, etxovra dz yzvyztv. 6o Zeu ndxzp, t\ noXk&v y.z xaxaw Xussiaj dnavxag, £(' rcscuiv oV^-sct;, o?w r£> oW/xavi yptivxat. 'AXXa ffu 5dpazi, inzt Suov yvjog lorl (Zpoxoimv , ag Izpd npofepovffCt tpvtjig ftebtwcro/ vaxixo: av a an xi pixzexi, xpccnjaug w uz xsXcuw, 65 kiv:/.hag xz xa5ap[j.oig, vj xz Xuoti '^y/'J.g xptvuv, v.at cppd^zu zy.a;-/^v. - asvdou. Codd. F. asvvioo contro la ragione ■ lei metro. - pyjsw;. Porfirin e i Codd. dello Slob, yv-jco^-. - tpyiv. Codd. F. S/ayov hr* epyw. — V. 50 yjv-iy. Aldo, Slef. cd allri: yvdevr. — V. 51. $ te. Ediz. del Giunta f':-. fllanuzio ediz. in fine dello istiluzioni di j;ramm. lat. Veneris 1545 f, re. '— V. 52. f. Ediz. GinDt /.. V. 53. o'ists. Allri on ri. - /i>!T'.. Allri /i»i ti. — V. 54. yvdng ... e"x'v"«- A. Gellio lib. vi. c. 2. (alcune pdizioni) yyoSmi ... eio»ra?. — V. 55. T>/i/zov£5. Codd. F. Yen. e Vicnn. r)4fievsK, variantc adollala dal Mullacli. - oW -. Schwepiinger: oj/. ^opoi^tv. — V. 5G. awlaaat. Cod. Mcdicoo (T-jvfa^t. . — V: 57. rot*i poipu ppvzCri. Cod. Vienn. roen /j^Fp' ecvr^ly. - oj5 5e xiiitvSpot. Cod. Vienn. oJ oe xuMvopots. Glandorf nolle an- nolaziooi a qiieslo verso pensa che si elebba leg»»ero: oi oe x&ivffpoi, «/)ot' eit' «>/«. — V. 58. ftmepovee, Alilina o Giant brfpma. — V. 59. /u-/p>i. Cod. F. Vienn. o Oxf. Xu-/^4. — V. 60. uupyuTos. Cod. F. iv/ifecT«$. - itpottyicv. C. F. c Oxf. ir^o«(ycey. — V. CI. >f tto/>ojv xe xaxwv, Marc. Salm. ed allri: £ «o»ojw •/■;. Codd F. Aldina maggiore : >', koMAv te KaRfiv te. Aid. min. e Giunl. ^ no>/ojv te kobcAv ... - /^Tiia,-. Cod. Vcn. Oxf. Aid. min. Giunl. (.iamblico Mom. pilaR. lib. ill. rtauosias. — V. 62. ti Aid, mnKlv ''■ — * V. 65. &v. Glandorf: >^i. Orelli: a;. — V. 6"7. euto/jiev, ev te xa5ao/ioT5. Gland. j" -:v te xst&a^mls. — V. 68 xpfewv. Aid. min. ed allri: itptvW, — V. 71. eVsesci a3avaT05, &io; ^u^poTc^. Aldo: ETjeac aJavaTos, 3s4s, &/lBfl9rec. Slolano cd allri: hum ct&avaTO? 3*6?, 5juj5poT05. - ov/ *Tt. Aldo: OUXETt. DI D0KBB W'F.I.LINA. ("),, Che la traggano n fin. Sc questc cose -5 Possederai, noto a tc fia congiunli Come sifiio ira lor mortal] e numi, Come ciascnna cosa e passeggera E come eterna duri: apprenderai, Per quanto il pool, come del Tutio intorno 80 La natura e simil, si die speranza Tu non accolga d'insperabil cosa E nulla ignori. Anco \cdrai, che ai mali Gli uomin s'appiglian da sc stessi. Alii miseri! Sta lor dappresso il bene: ei non lo veggono, 85 Ne la voce ne ascoltano, e hen pochi San ilai mali ilisciorsi. Un cotal fata Le intelligeaze tie' morlali ollende. Come cilindri rotolanilo ei vanno Di qua, ili la, determinate angosce Sempre in balia; che la fatal contesa Loro scgiiacc c nata insiera con essi , Non avvertita li Iravaglia, a cui Non farsi guida ei debbono, ma il tergo Volger cedendo. O Giovc padre, tutti q5 Da molti mali liberar potrcsli, Se tu mostrassi a ogn'uom di quale Spirto Gli e dato visar! Rineorati. Divina Specie ifuomini v'lia, cui sacra ed alia Natura il lulto addita, a' quai simile IOO Ove in parte sia in, quel che or t'impongo Fermo terrai, tc risanando, e l'alnia Addur potrai da quesli mali in salvo. Ma dai cibi ti astien, che a tc ;;i;'i noti lo feci, e ben t'appiglia alloc che I'alma PuTgar tu brami c a lihcrta rilrarla: E, ipiale auriga, la miglior sentenza In alto IOCS sovra lei. Sc, il corpo Abbandonandn, volcrai ncl lihero Etere, allora un immortal sarai, 110 Non piu mortal, ma iiicorruttihil name. 7" DELLE DOTTHINF. DFI.I. ANTICA SCUOLA PITACOIUCA ECC. INTERPRETAZIONE. Versi aura
  • -.-.. 72 DELI.E DOTTIUNE DEI.I.'anTICA SOUOLA PITAGOIUCA 1( (.. parlare di an dio visibilc e tale che sensibilmente preceda; ma iniclligibilc secomlo I'armonia e a cagione del beU'ordine dell'universo (i). » Ma cgli credeva nello stesso tempo, al dire di Suida, che Cuomo non potesse conoscere il culto loro conveniente in altro modo che per mezzo della rivclazione: « Poiehe egli bisogna communicare cogli dei e apprenderr da loro per qual modo gli uoniini rechin loro piaeere, per qual modo li movano a sdegno (a). » In prima. - La precedenza nelTonore, sccondo Pitagora, era deler- minata dalla prcccdenza ncllYsistcre, o nel tempo. Diceva egli (afiernia Diogene Lacrzio) M doversi aver in onore i piu vceelii , ripulandosi piu onorevole eio che precede nel tempo, come nel mondo piu 1'oriente che 1'occidente, nel vivere piu il piincipio che la fine, nelhi vita animale piu la generazione die la corruzione: ed onorare prima gli dei che i demoni, gli eroi che gli uomini, e Ira gli uomini specialmente i genitori (3). » Lc stesse cose troviamo presso Giamblico dove riferisce i discorsi di Pitagora ai giovani Crotoniati: « Circondandolo i giovanetti, dicesi che egli tenesse loro alcuni discorsi, eoi cpiali inviiavali ad aver cura de' piu vecchi, diinostrando loro come nel mondo e nella vita, nelle citla c nella oatnra piu onoralo sia tpicllo, che precede, di quello, che per tempo vien dopo, come Toriente piu delToccidenle,' il matlino piu della sera, il principio piu del fine, la generazione piu della corruzione, e in modo somigliante i nativi del paese piu de' foreslieri, c parimenle piu di cpielli, che abitano nelle colonie, coloro che lc hanno condottc e nc fondarono le citta; e del tutlo piu gli dei che i demoni, e epiesti piu che i scmidei, e gli eroi piu che gli uomini (4). » GV immortali. - L'immortalita degli dei, giusta Topinione di Pitagora, aveva la sua cagione nella nalura del luogo da loro abitalo. « L'aria (diceva egli, secondo Suida), che e intorno alia terra, e immobile e mor- bosa e tuttc le cose in lei contenute sono mortali; ma l'aria piu alia e sempre mobile, pura e sana, e epianto in lei si trova e immorlalc c percio divino; poiehe sovr'esso domina il calore, che e cagione di vita (5). » (1) Eclo^ao ethicae, I. II, c. in. (2) Id PiUgora, E. (3) IbiJ. c. xix. 23. (4) Vila di Pit c. vm. (5) SymLola Pytbagorae, pag. 658. E. 1)1 DOMBHICO CAPEI-I.INA. Quindi egli ripulava dei immortali il sole, la luna e le altre stelle, come appare da Diogene Laerzio: « II sole, la lima e le altre stelle diceva esser dei, poiche domina in cssi d calore, che h cagione di vita (i). » Dei. - Dalla tcstiuionianza clic fu da mc ora citata e faiio palest: com Pitagnra ammettesse insieme con un dio sommo e potcnlissimo altre di- viniia inli sriorL \nzi con alcone di qoeste si nana ch'egli affermasse >li aver avuio particolari abboccamenti, come p. e. con Apolline, con Minerva e colle Muse. Trovo infatti in Simla: a Diceva che gli altri della dmniu'i parlano per congetture ed haimo Latorno a quella opinioni le une alle altre contrarie; ma che a lui era vcnuto lo stesso Apolline, mam&stando chi egli si fosse, c si crano pure abboccati con lui sen/.a manifestare Pes- scrc loro Minerva e le Muse ed altri dei, di coi gli uoniini nnn conoscono ne le forme ne i muni (?.). » Sccondo Cicerone, egli teneva quel supremo dio in conlo di aninia del mondo c il voleva tale che si distendesse i trapassasse per tutta la nalura c che da lui si derivassero le anime omani « Pythagoras censuit (deum) animum esse per naluram rernm orancn) intenluin et coinmcanlem, ex quo noslri animi carpcrentur (3). » Affcrrna PlatarCQ ch'egli il chiamasse pure col nomc di Monade. « Pitagora disse tra i principii la Monade esser dio ed il bene, la quale si e la natora dell'uno e la Mentc stessa; la Diadc poi indclerminata csscre il dement- ed il male, inlorno alia cpual diade e la plurality della materia e il mondo visibile (4). » Ed altrovc: « pose tra i principii la Monade c la Diade indefinita. Di qucsti principii l'uno tendc alia causa effettrice e formale, quale si e la Mente o dio, l'altro alia passiva o matcrialc, quale si e il mondo visibile (5). » Quanto agli altri dei non sari fuor di luogo il qui arm arc questo bel brano risguardanlc le dottrine di Filolao, il quale ci fu conservato dallo Slobeo: « Filolao pone il frioco nel mezzo intorno al centro, il qnale egli chiama focolarc delTuniverso e magione di Giove e madre degli dei, ara, nucleo e misura della natura, ed inoltrc un altro fhoco altissimo, che tullo cireonda ; ma dice per nalura esser primo emel di mezzo c intorno (1) Ibid. cap. XII. 47. (8) In Pitagora, E. (3) De nalura tlooruro , I. I, c. 11. (4) De placilis pliilosopliorum, I. 7. 14. (5) lb'nl. I. I. 15. Ser.e II. Ton. XVI. io 7 | DF.I.I.K. D0TTIUNE DELL ANT1CA SCUOI.A PITAGOIUCA ECO. a lui danzare died corpi divini, il cielo, i piancti e, dopo loro, il sole, e sotto il solo la tana, e sotto la [una la terra, e sotto questa la contro- terra, e, dopo tutto, il fuoco, che tiene a] centra il tuogo di fbcolare. La parte superiore di quel fuoco, chc tutto circonda, la qua] parte con- tiene i primi element] nella loro purezza, ogli la chiama Olimpo, il luogo sotto 1'olimpo, in cui sono ordmati i cinque pianeti col sole e la luna, lo appella Mondo: sotto questi poi la parte sublunare, clie circonda la terra e in cui si generano le cost' mutabili, la nomiria Cielo; e ilicc che tra le cose superior! e ordinate regna la sapienza, e in quelle che nascono sen/a ordinazione alcana, la virtu, quella perfetta, questa imperfetta (i). » Conic la legge li ordino. (v. 2.) (2) La legge. - Per legge qui si vuol intendere la volonta di dio, che gli ilci inferiori dispose in quell'ordine, ch'egli credeva migliore. Cos! la in- tende il medesimo Terocle, che io cito nella traduzione di Dardi Bembo: « Quale si e egli questa logge c I'ordine secondo lei? e quale ancora I'onore, che all'ordine si attribuisce? Egli e legge la mente deffartefice c la volonta divina, la quale perpetuamente produce lutte le cose e It- conserva sempre; I'ordine poi, che dalla legge procede, e quel desso, clie ('■ dato agli dei immortal] dal padre cd arteficc di tutto le cose e fa clip tra loro altri sono primi, altri sccondi (3). » li ordind. - Terocle pensa clie qui si tratti delta gradazione che csiste fra gli dei, i demoni, gli croi e gli uominl; ina talc gradazione essendo indicata in niodo chiarissimo nci versi, chc seguono, io credo che qui non si debba intendere altra oosa che I'ordine stabilito dal supremo ar- t< Geo tra gli dei iinmortali propriaraente delti, cioe tra quelli , che, come appare da quanto sopra si e detto, abitano 1'aria piu alia e pin sottoposta all'azione del calore , cagione di vita. Ncl numero di questi dei, come I EclogM piivsicac, XXI. Dc mun.li ordinc. (9) AUri , segtiendo la variantc da me indicata, intendono: come la legge ha ordinate- o dupotlof unde il Ficino traduce: ut leges iulient, cd Angela Maria llandini: seeondn il nto. Aldo 1'io Manuzio poi unisce »i/uf alia proposizionc antecedente , cosi voltando in latino: lmmovtales primum deos lege, ut rtispnsiti sunt. Cnle et renerare iwiiurantlum (V. in fine della sua opera : Inslitutionum gram- maiuarum. lib. n. ) La lezione da me scguita c quclla genenttmeDtfl adotlata dai critici moderni i"' dagli ultiobi piUgonoi, come appare dal Commento di lerocle a qucsli medesimi versi. :i Pay 9 m-ll'cd.z. di Vcnezia del 1604.' Dl DOHXHK 0 i.U'I.i.i.ina. n ~> vedemmo, si trovano appunto gli astii e i pianeti, disposti nei varii eei clii, onde il citli) si compone. La qual gradazione nel senso de' pitagorici non credo possa essere meglio posta in chiaro, che daJ seguente brana attribuito al pitagorico Onato: a E a me pare che aon \i sia gii an solo dio; ma » ■ 1 1 1 ■ ve ne sia nno grandissimo e sommo che ha Bignoria sopra di ogni cosa; molt i altri poi per potenza divcrsi. Tutti li signoreggia quello, che e per potere, per grandezza «• per rirtu. ad essi superiore, e questo sarebbe il dio, che tut to I uiiivcrso stringe aelle sue braccia. Gli altri dei sono quelli che discorrono pel eielo insieme col girare dcl- runivcrso e seguono sccondo ragione il primo e I inli lligihilr. Quelli poi, i quali dicono, che vi e un dio solo c non inolti, s'ingannano; poiche essi non considerano la grandissima dignita della dvvina eccellenza: ed i<> dieo, che (picsta eomanda e guidu le cose a lei somiglianti ed e piii po- tente e maggiorc di tutte le altre. Sono poi gli altri dei rispetto al primo e all'inteUigibile come il corista rispetto al corifeo, il soldato rispetto al eapitano, il fanle e elii e messo in ordinanza, rispetto all'ordinatore e al capo della squadra, avendo essi per Datura di seguire e tener dietro a chi bene li conduce (i). » Questo brano, che nella sua sostanza eontiene 1'idea pitagorica, mi sembra che quanto ai particolari lasci seorgere palesi le tracce della polcmica insorta tra il monotcisino crisliano e il polilcisiuo, e sia percio da tenersi per opera de' tempi, in cui giii ardeva la lotla fra i seguaci di quei due principii. Rispctta II giuramento. (v. 2-5.) (2) I pitagorici non faccvano molto uso del giuramento, poiche il loro maestro aveva insegnato: « non doversi ginrare per gli dei; ma esser d'uopo che ognuno procuri di rendersi per se stesso degno di fede (3): » ed awn prescritto ai sinodi, ossia allc pabbliche radunanze, di non licoircie a quello se non raramenle: « convenire allc pubbliche radunanze, il non (1) Eclogac plijs. 1. 3. (S) Traduce il Bandini: adtwa il giuramento; ma oltrechc il Riiiramcnlo non c un dio. e da »t- verlirc, che il verbo lipQuai, la cui radicc c ffi«, movcre , agitate, indica essere eolpilo di liaoN o di riverenza, non gii I'alto dell'adorazionc. (3) In Pitag y\x 33 -(j DEO.E DOTTRINE DELLANTICA SCUOLA PITAGOIUCA ECC. abnsare degli dei uel gwramento ; ma doversi in quelle proferire di tali discorsi, die siano degni di fede audio senza giuramento (i). » Tl perche io porto opinione, che le segnenti parole attribuite da Diogene Laerzio a Pitagora: Spxiov te ivjxi ~hv dtxatev /.at dux rovro Aic. "Opxiov \iysc&xi, vadano intese in questo scnso, che l'uomo giusto non deve giurare se non per se stesso: Spxiog infatti e addietlivo, che davasi dagli antichi alio msc, per cui alcuno giurava, come appare da Suida, dcve afferma essere stain chiamato opxiov anHnxpov lo scettro , per cui gU antichi re giuravano, come la Agamennone presso Omero nel i dell' Made al verso 234: uau (ix zoos oxwrroov , si per questo scettro ccc. Onde giustamente col nomc di "Or/.io; o Giurio fu chiamato Giove, essenza ed origine di ogni vcrila c giuslizia. A conferma di questa ripugnanza, che i pitagorici mostravano pel giu- ramento, nana Giamblico il seguente fatto: « Riguardo ai giuramenti con grande rivexenza si governavano tutti i pitagorici memori del precetto di Pitagora: - Onora in prima gl'inunortali dei, - come la leggc li ordinb. Rispetta - il giuramento. Indi gl'illustri eroi , ecc. , - a segno che essendo uno di loro costretto a giurare e pur sapendosi che avrehhc fulto huon "iuramento , tutlavia per conservare il loro dogma soslcimero che invece di giurare deponesse tre talenti (2). » Del qua! pitagorico egli riferisce altrove il noinc con qucste parole: u Havvi pur questo segno del la rive- renza di lui (Pitagora) verso gli dei, ch'egli aveva comandato di non abusare del nomc degli dei ue' giuramenti. Per la qual cosa un certo Sillo, che era de' pitagorici ch Crolonc, per non giurare page- una multa di danaro , benche fosse per giurare il giusto (3). » II medesimo fatto e attrihuito da S. Basilio al pitagorico Clinia (4). Riferisce Giamblico nello stesso luogo la formola di giuramento usala dai pitagorici in quei pochi casi, in cui dovevano giurare, la qual formola noi troveremo pure in quesli vcrsi d'oro. « E ai pitagorici si altribuisce la seguente formola di giuramento, non osando essi per rivorruza noininare Pitagora, in quel modo che assai parcamente usavano anche il nome degli dei, ed indi- candolo per mezzo della tetracli (o quaderna) , di cui era slato in vent ore: (1) Vita
  • edrcmo a suo laogo, il qua] numero conteneva potenzialmente il dieei, che <• il numero perfetto, Becondo la loro dottrina, e dalla moltiplicamone de1 quattro primi numeri si forma (i-t-a-t-3-4-4SI°)- Seinlira che questa formola va- riasse nelle idee accessorie; infatti il primo verso i citato run qualche diffbrenza dallo stesso Giamblico altrove: « No, per colui che alia pro- genie nostra (dpsrim ysvsjj) (2); » e dallo Stobeo: « No, per colui, che al capo nostro (dfxaipct xiya.1?) (3) ccc. » Iiuli ul'illihiii eroi Ed i terrestri deinoni, sitondo La legge ojirando, icncra. (v. 3-3.) Diverse, conic gia si notava nella prefazione, e l'ordine icnuio da Diogene Laerzio e da Suida in questa enumerazione. Pongono cssi infaiti prima gli dei immortali, poi i demom e in fine gli eroi. Ecco lc parole di Diogene Laerzio (4), e * I i Suida: cc dovcrsi dio onorarc prima dei dc- moni e gli eroi prima degli uomini (5). a Lo stesso online e in Giamblico, le cui parole gia furono da noi riferite. GVillustri eroi. - Plutarco allcrina che: « Taleie, Pitagora. Platone, gli Stoici tlicono esscre i demoni lc sostanze drllc .mime: essci i gli eroi anime separate dal corpo, buoni sc buone le amine, caitivi se oattive (6). » II elie sarebbe confermato dal nome di i'.ron, il quale soleTasi dare alle sepolturc o ai monumenti de' piii illuslii pitagorici, come lo prova (picsto brano ill GiambllCO, ill eui egli dcs< rive La morle di dieei di lorn caduti in tm'imboscata loTO tesa per online del tiranno Dionisio da Eurimene, Gratello di Pionc siracusano: « gittando adanque terra sepra i caduti e con lumulo di /.ollc cola fonnando un ernn per molli uomini, se ne tornarono (1) Ibid. pag. 160. (2) Ibid. <-. XXIX. p, 109. (3) EoL pop. 1. 12. (4) In Pit \ix. 23. (5) Symbol* Pylb. p. fii*. A. (6) De |.lacit. pbil. 1. 8. 882. -8 DEI.LF. DOTTRINE DELl'ANTICA SCUOI.A HTAGOBXCA T.C.C.. indietro (i). » Secondo il Laerzio, questi eroi insieme coi demoni abitavano non gia I'etere Superiore, ma ['aria vioina alia terra. Diceva Pitagora, ic intia l'aria esser plena
  • II culto che si pivslava agli eroi era divcrso da quello che I rilmtavasi ;igli dei . e nicntrc per Onorar (juesti ogni tempo era huono, per onorar quelli dovevansi invece aspettaxe le ore dopo mezzogiorno, forse per indicare in tal modo la loro minor dignita rispetto ngli dei iniinor- tali ed abilalori dell'aria superiore, il elie ci e pure tramandato dal mede- simo Diogeac Laerzio: ci Doversi (diceva Pitagora) onorare gli dei e gli eroi, ma non in pari modo: gli dei sempre c con rcligioso silenzio e coUa persona awolta in candide vesli e purificata, gli eroi solo dopo del mezzo- giorno: le purificazioni doversi poi fare per mezzo di purgazioni, di la- vacri c di aspersioni (3). » Egli ]>are, che, secondo il rito pitagorico, (bssero sacre agli eroi le bricciolc e le altre cose che cadono dafia mensa o dentro la mensa, la epial cosa ci e pure afiermata da Diogcnc Laerzio: u non doversi {insegnava Pitagora) ricorre le cose andale, o perche i suoi non si avvezzassero alia intemperanza ne' cibi, o perche cio avesse riguardo alia mortc di alcuno. Ed Aristofane dice, che agli eroi apparlen- gono le cose cadutc, dicendo egli nclla commedia intilolata gli Eroi: - non gustar cio che cade inlro la mensa - (4). » lerocle tuttavia nel suo Commento , la cui senlenza noi seguiliamo, reputa, che per eroi debbasi mtendere il generc di mezzo, cioe i genii o spiriti, che tengono il luogo medio fra gli dei superiori e gli uomini, e per demoni gli animi degli uomini ornati di veritii e di virtu, quasi di dottrina c di scienza dotati. Egli si accosta ad Esiodo, il (pale nel suo poema intitolato Le opere e i giorni dice, secondo la lezione riferita da Platone nel Cratilo , che gli uomini dcll'eta prima, cioe dell'eta d'oro, dopo la loro mortc divenlarono demoni terrestri, beneficatori degli uomini : c< ma poiche la terra epiesta schiatla nel suo seno nascose, ricevettero cssi la denominazione di puri demoni ten-estri, buoni, fugatori de' mali , custodi (I) Vita di Pit. c. urn. yi In Pit \IX. 39. (3) Ibid. 33. (4) Ibid. 34. in D0M1 \H ii i Mil. I. IN \. -() degli uomini, donatori di ricchezze; e sillatto regal pronto essi hanno nllenuto (i). i) / terrestri demoni. — Col aome di demoni intendevano i pitagorici le anime erranti per I'aria, prima che fossero entrate in qnalche corpo. Li cnnsidcravann eSSl conic una misI;iii/.i, da CO] si dcri\a\ano lc anime parlieolari, che ai miovi corpi si uuivano, e, al dire ili VrUtntele nil Libro primo De anima, come una minuta polvere ; secondo altri poi delta medesima scuola , come la for/a, die metteva quesla polvere in movi- mento. Sembra tuttavia die essi considerassero queste anime, non ancora unite ai corpi, come viventi ili una certa qua] vita individuate; poiche, come appare dal luogo di Diogene Laerzio sopra riferito, dai demoni ri conoscevano gli uomini e segni e pronostici. Credevano eziandio die loro apparissero, come si fa manifesto da an luogo di Apuleio, dov'e narrato come i pitagorici si maravigliassero, che alcimo cliccssc di non averne mai veduto nessuno (2). Ben diversa e la demonologia platonica o neo-platonica, la quale noi vediamo chiaramente esposta da Apuleio: v Deorum trinas nuncupal ,' f'/ti/o } species j quarum est prima unus et solus ille summus, ultramun- danus, incorporcus, quern patrem et architectum huius divini orbis su- perius ostendimns. Alind genus est quale astra hahent caeteraque numina, quos Coehcolas vocamus. Tertium hahent quos Medioxumos Romani ve- tt res appellant, quod el sui ratione et loco et potestate diis sunt minores, hominum Datura profecto maiores (3): » e da Massimo Tirio: 11 Iddio si.indo fermo nella sua sede regola egfi stesso il cielo e I'ordinamento che e nel eiclo. 11a egll poi eerie nalure iniiiuirlali secondarie . die --i ehia- mano dei secondarii, disposte in online nel mediano confine tra la terra ed il cielo, piu ileholi di Dio , ma piu forti dell'uomo, ministii degli dei, protettori degli uomini: vicinissimi a quelli hanno di questi grandissima cura. Imperocche le cose mortal] sarebbero per troppo intervallo disgiunte dalle immortal] e dalla visione e conversazione de' celesU, se nun fosse questa natura demoniaca, la quale, a guisa di annonia, con on vincola annodasse la comune natura delle one e delle ah re. L'umana infermiti eolla divina bellezza. Ed io mi credo, che a quel modo die i liarhari I) Cnlilo, p. .107. (9) De De<> & an cila la testimonium ih Ariatotale. F.itiz. Bipnnl. V 11 p iii (3) l)c habitadina iloelrinaruni ft natitilatc Platonil pliilo?optii, i n p 168. .So DELLE DOTTRIXK DBLl'aNTICA SOUOLA PITAGORICA ECC. sono ilai Greet disgiunti pen-he gli uni non intendono In lingua degli altri; la razza poi degl'interpreti, ricevendo o trasportando dagli uni agli altri lc voci, li congiungc e fa die possano insieme usare; cosi questa schiatta dei dcmoni s'intende cssere intermedia fia gli dei e gli uomini. Sono cssi quelli, che agli uomini appariscOQO, loro parlano c si aggirano in mezzo alia Baton mortale, e sono liberal] ili quanio c d'uopo che la schiatta de' niortali domandi agli dei (i). » Aggiungeremo rlie questo nomc di dcmoni equivale a quello di intcl- Hgerue dato agli angeli o spirit] intermedii fra Dio e gli uomini dai teo- logi e filosofi cristiani c dal uostro massimo poeta-teologo-filosofo Dante. Egli deriva infatli dal verbo oz'w, dttrido, separo , i/istinguo , ondc Jai'p.ov e lo stcsso i-he HxrffiMV, conoscente, intelligente. Sccondo la kgge oprando. - Per legge intendo qui pure o la legge
  • • la hue-, roduono esserc sovni ogni moclp onorali e venerali, il padre icino; (v. 6-7.) Dai molti c bci brani di Ierocle, recati dallo Stobeo, intorno all'amore (I) Vita di Pit. c. viii. (S) Prolrcptico, c. mil (3) •AvSvi/iov, lit. 79. n." 60. Si mi. II. Tom. XVI. i ■ S:>. DELLE DOTTIUNE DELl'anticA SCUOLA P1TACOIUCA ECC. verso i genitori, i frateUi, i parent!, scelgo il scguente, in cui e bella- mente imlicala la grailazione die si deve serbar ncd'amore secondo la maggiore o minore vicinanza di parentela. « Alle cose da noi deile util- mente intomo a' geiutori e a" fralclli , alia moglic e a' Jigliuoli, ne viene di consegaenza die si debba aggiungere ancora quanto riguarda i con- giunti, come cosa, che eon quelle ha stretta relatione, e perb qui puo essere senz'altro discorsa. Ciascuno di noi infatti e come posto al centxo ili niolli cerchii, altri minori ed altri inaggiori, quail conlcncnti, quali poi contenuti, secondo le different! ed ineguali ragioni, die gli uni hanno verso degli altri. II primo e piu vicino tli tali cerchi si e quello, che intorno alia mente (ii ciascheduno, come a centro, e descritto , nel qual cerchio trovasi rincbiuso il noslro corpo c quanto per ragion del nosli'o corpo ci procuriamo. E queslo cerchio e piccolissimo e per poco egli non tocca il suo centro. Dopo qucsto \c n'lia nn secondo, d quale disla mag- giormente dal centro e abbraccia quel primo, c in lui si trovano per ordine i geniloii, i fralclli, la moglic e i figliuoli. Ye n'ha qnindi un terzo, in cui sono gli zii e le zic, gli avoli e le avolc, i figliuoli de' fra- telli e i cugini. Poi viene quello che abbraccia tutti gli altri congiunti, c di seguito i circolij in cui sono i uostri compagni di borgata, c|udli
  • li^a molto dclla nosini benevolenza la loro distanza da noi, secondo la DI DOM M< '> CA.FEL1 I ragione del sangue; tuttavia noi dobbiamo procorare con "uni tfbrzo «li giongere a tale somiglianza di onore verso di loro, e qnesta tocchera la sua giusla misura, se con propositi) intenso Bcemiamo la Aiatanra dellu relation nostra verso ciascuna * 1 1 tali persone. QoeUo che <• pin const guente e pio. praticabile gia da noi fu esposto. Egli e d'uopo ancora con misurato uso delle appellazioni chiamare i cugini <■ gli /ii e If tie col norac di fratelli, di padri e di niadii, e gli altri parenti dir /ii o cugini da parte di padre o di madre, affinche lino a loro si stendano qnegli onori , falla ragione delle diverse eta loro. Imperocche questo modo di nominarli e nello slesso tempo non oscnro segno della Bollecitudine che noi abbiamo per ciasenno di loro, ed eccitamento ed impulso verso quella specie di eontraimcnlo de' circoli, di cui sopra abbiamo discorso. <>ra poiche a questo panto siam ginnti, non ei pare inopportuno il ricordare la dislin/.ione fatta riguardo ai genitorL Dicevanio infalti, qnando fuunim giunti a quel luogo dove per noi si paragonava la madre col padre, che alia madrc si dee piuttoslo tribulare amore, al padre onoranza: il perche qui per eonseguenle all'cnneremo, che i parenti da parte di madre gi debbono di preferenza amare, e quelli da parte di padre voglion essere di preferenza onorali (i). » Ed i miglior fra uli altri Fa che ti sicito per rirtade amici ; ( v. 7-8. ) Due gravissimi documenli si contengono in epieste parole, l"uno de qnafa' riguarda la scclta degli amici, che si dee sempre fare tra coloro, che sono i migliori fra gli uomini, l'altro il niolivo stesso o il movente dell .uiii- cizia, il quale dev'essere non gia futile o qualunquc altra cosa, che a noi giovi, ma la conoscenza della virtu che e in quello, cui desideriamo di avere per amico. Giamblico in quel luogo della sua vita di Pitagora d.>\< ragiona deU'amicizia de' pitagoriei, ne ha eonservato questo In I In alio di Aristosseno, in cui e narrata la gara gencrosa di Damonc e Fintia, o, come altri dicono, 1'ilia. tl Del modo con cui Pitagora riliulava. DOI sbadatamente, !<■ amicizie cogli strani, ma eon molta cora le evitava (I) Ibid til 84. D.» IX DELLE DOTTBINB DELl'iBTICA SCUOLA PITACOIUCA ECC. nc guardava, e di quello, con cui per molte generazioni i discepoli
  • • aver udito da Diooisio tiranno di Sicilia, quando qiK-sti. perduto il regno, insegnava a leggere in Corinto. Ecco le parole di ixistosseno: - Si astenevano qucgli uomini quanto era possibile dai gcmiti, dalle lagrime e da butte le altre cose a queste somiglianti, e lo stesso modo ei tenevano quanto alle adulazioni, aUe preghiere, alle sup- pliche c ad altre cose d'egual Datura. Dionigi caduto da] suo trono, e venuto essendo ad abitare in Corinto, piu. volte mi narro la storia di due pitagorici Fintia e Damnnc, nella qnale trattavasi tit una malleveria, che luno fece per la morte dell'altro. Egli mi dissc, clic aleuni de suoi coi'- ligiani pin volte avevano fallo menzionc de' pitagorici proverbiandoli e schemendoli, col chiamarli millantatori c dire che si Scemerebbe pure quella lor gravila e simulata fede se alcuno li gittasse in qualchc grave rischio. Contradicendo loro aleuni e riscaldandosi la contesa, si ord\ una trama contra qneUi che stavano con Fintia, cd uno degti awersari, fat- tosi accusatore di lui, disse, che egli era cosa nota essersi lui trovato con altri a congiurare contra il tiranno. Essendo cio confermato dalla testi- monianza degli altri che eran presenti, e mostrando essi tale sdegno, che pareva aggiunger fede all'accusa, Fintia fece dapprima le maraviglie di lale discorso; ma dicendogli poi Dionisio apertamente che la cosa era hen manifesta e ch'egli doveva morire, gli rispose, che sc a lui pareva che osto il fuoco souo alia casa, li arsero, saWo due Lrchippo e [aside ; poiche qucsti essendo nel vigore ilclli' loro Ebrze e robustissimi poterono per mezzo le fiamme gittarsi nor della casa. Cos) essendo guccedate le cose e la moMtadine nun lagnandosi panto dell'accaduto, oessarono i pi tagorici daU'avere la cura della cosa pubblica; e cib aTvenne per due cagioni, e per la noncuranza delle citta (poiche vedendob' oppress da tale e si grande calamita, oon si erano pur mosse) e per la perdita « 1 i quegli uomini che pin erano capaci * 1 1 gtare alia testa < h - u, I i allliri. Di quei duo poi, die si erano potuti salvare ed entrambi erano Tarentim, \irlii|>|)o fece ritorno a Taranto, e Liside, per ira della noncuranza, di «-iii avc\a latio csperiiiicnto, apjirodo in Grecia e pose sua stanza nel I \caia, rlii' e pOSta enlro il Peloponneso: poscia, per CUTS di (|iialrliriluno, passb a Tebe ove ebbe per aditore Epaminonda, il quale chiamaya Liside col noine di padre. Quivi egli fini la sua vita. 1 riinain-nii pitagorici ab- bandonarono I'ltaha, eccetto Archita da Taranto, e raeooltisi a Rcgio ivi coiilinuarono a vrvere in comune- Erano i principali Era loro Fanto, Echecrate, Polimnasto, Dioclc da Fliunte, Senofilo Calcidese, di queue Galcide elie e aella Tracia, ColTandare del tempo e la pubblica anunini- strazione sempre piu peggiorando, ei conservarono pur tuttavia i costumi e gl'insegnamenti antichi, quantunque la sella piu, non esistesse , fintanto- che aobilmente disparvero. Queste souo le cose che narra Lristosseno i). » E alle ilnlci parole e all'ulili ssre i\on moslrarli restio, (v. 9-1*.) Traduce il Bandini: Cedi con dolcimotti, utili fatti: il che nun e chiaro ne s'accorda eon quanto dice [erode nel suo Commotio: ti Dispute egli (Ptiagorn) in questo luogo come sia mesberi di diportarsi cogli amici, e primieramente, che per noi dobbiamo creder loro quando persuadono quello che oneslo e, e quaiulo operano ad uiiliia nostra; annodandooi la logge dell'amicizia a questo comun bene, affine da loro siamo giovati ad accrescer in viriu, ed essi da noi vicendeYohnente. Percioche conviene « quei, che camininauo per una via oomune, di viver bene, portare a comune utiliia ancora cio che I'uno megbo dell'altro avra previsto; dando luogo I. Vila di I'll. C \\\x p, MS. 88 DEI.LE DOTTRIRB HKI.I.ANT1CA SCUOLA PITAGOIUCA FCC. piaeovolmeiite agli amiei, die aminoniscono bene, e piadevolmente aneoia loro porgendo la coiiiiiumicanza ilei beni , non eonlciidondo mai intorno a' danari con csso loro e alia gloria, ovvero d'intorno ail allra cosa ea- iluea e uiortale (i). » Nie in odio volgcre Per picoola dillalta il prisco amorc, Fine lift il potrai ; clie la Polenza al lianco Delia INcccssitadc il soggio ticuc. (v. 4i agti schiavi, tmhandendok loltanto per nortificare u brame (i). » Tali precetti dexrravano dalla riverenza che Pitagora portawa alTaianae uinana e )(» UI.1.I.I mil HUM HK1.I. ANTICA SCUOLA PITAGORHA ECC. cil altri ancora per frenare gli sdegni e gl'impeti di quella, per cui tali passioni col tenderle e rilassarle riducevano simmetricamente a giusta ini- sura per ingenerare Ebrtezza. Era poi altissimo fbndamento a grandezza d'animo il persuadere, che nessuna delle cose umane deve giungere inaspettata a coloro, che Bono d'intelligenza dotati; ma che debbono essi aspettarsi qualunque di quelle cose, che sono oltre i limiti del loro po- tere. Ma allorquando nasceva in essi o sdegno o dolore o qualunque altra soraigliante affezione, cr;mo collocati in dispartc dagli altri e ciascuno rivolgendosi eol pensiero sopra se stesso sforzavasi arole: 11 non iscavare eolla spada il fuoeo » cioe con parole pungent! non infiammare di piu quelle, il cui animo e i^ia acceso. Ed una bella sentenza riguardo all'ira troviamo pure nelle leg^i, che lo Stobeo ci riferisce come di Caronda, il quale aveva informata la sua legislazione ai principii della scuola pitagorica: h Chi sa vincef lira I Vila di I'll. c. xxxm. (2) Ibid. (v Prolnptico, c. xxi. I la IMag nn. 18. ill DOMENII n i.aM.i.i.ina. sia tenuto in conlo ili cittadino migliore di colui, che per in ba ; cato (i). » .V d'allri in eompaglil , w da Ic miIo Tur|ic cosa farai; |iiii che ad oinii allro Ablii rispello a to. IK'lla uivisli/ia Faiii nell'fipra e ncl polar ngute. (v. m-u.) I primi due precetti, ohe in craesti vera contengonsi, riguardano an- ch'essi quell'alta sthna, che L'uomo deve (are di se medesimo e deU'anima sua, come sopra in lcl)l... madre e ruidrice di tutte Le altre virtu.; poiche senz'essa non e 1 E 1 . ■ 1 • eh'uom sia ne temperante, ne forte, ne prudente; essendo quella ed ar- monia e coneonlia di tutta I'anima eon hello ordinamento. E la sienoria di lei snlle altre virtu si fara pin manifests se piglieremo a considerare le altre ahitudini innane ; imperncclie lianno quelle un Utile particolarr sollanlo e ad un solo oggotto rivolto; ma la giustizia e utile ad ogni riu- nionc e molliludine di eose. Ed invent posta essfl nil mondo come duce ed ogni principato occupando dicesi prorvidenza ed armonia e giudizio, secondo i decreti di una particolare specie di aumi; aelle citta concordia c buona legislazione -\iene a buon dirilto ohiauiala; nella easa poi accordo del marito e della moglie fra loro, benevolenza de' servi verso i padroni e cura de' padroni verso de' servi; ml corpo inline e aell'anima essa <■ prima cio ohe ogni animale sovra tutte le altre cose tien caro, cine la sanita e I'integrita delle membra, quindi la sapienza che gli uomini si procacciano eolla scienza e col giusto operare. Governando essa in lal modo il lutto e le parti, di cui si compone, e serbandole concordi e tali che operino fra loro attraendosi a vicenda, come mai per comune con- sentiuiento non dovra essere chiamata madre e nutrice di tutte le virtu e di tutte le eose (r>) .' n La quale giustizia collocando i pitagorici oelTordine, oella concordia, (1) AvS. tit, 41. n" HI. (Kg. Ml. (i) Ibid tit. 9. u M pag. 106. . I ' DF.LLE DOT! RINK DELL ANTICA SCUOLA PITAGOIUCA ECC. aell'armonia, e son/a di queste non potendosi reggere alcuna parte dele I'universo, afiermavano quelli, al dire di Giamblico, chc l'uoino il quale l.i ingiuria ad \u\ altro uomo, non ofiende solianto un individuo, ma I'indero online delle rose (i). Non avyezzarli a govornar tc stcsso In ncssun caso mai scuza la scoria Delia radon. Sappi rhr ugual dcstino t per lulti il uiorirc, (v. -u-u.) (a) La necessila del morire ugualc per lulti qui si deve inlendere de- grindividui umani, la cui anima per la mortc o e serbata a congiun- gersi a nuovi cor pi, o si riunisce all'aniina universale c il corpo rientra per la corruzione nella massa della materia, etcrna cssa pure c sog- getta non a distruzionc, ma a conlinui rivolgimcnli. Ai quali due fatti alludevano essi nei loro rili funchri vietando il brueiare i cadaveri e restendosi di bianco per accompagnarli alia sepoltura: « Non permet- teva (dice Giamblico di Pitagora) ehe, secondo l'usanza de' Magi , si ardessero i corpi de' niorti, non volendo chc quello ehe e morlale par- tecipasse a divini onori, e credelte santa eosa essere lo accompagnarli eon bianche vestimenia al sepolcro per alludere a quella semplice e prima Datura, ehe fu il numcro e il principio di tulle le cose (3): » il chc e detlo secondo la dollrina pilagorica risguardanle 1 origine deHuniverso, 1. 1 quale si riponeva nella monads e nel numero , principii ideali a cui somiglianza era egli composlo. DcU'eternila , o perpetua durata del quale universe ragionano Ocello Lucano nel suo libro Della natura deWuniverso; c Filolao, i cui ragionamenti ci son riferili dallo Stobco: « Filolao dice ehe il mondo non e soggetto a corruzione; poiche cosi ne discorre nel (1) Vila di Pit. c. IX. '2) Male, o almcno ambiguamcnlc , mi pare ehe volgarizzi il Bandini il prime- di questi precetli: >>■ te medesmo intorno a cosa alcuna - senza discorso a diportarli avvezza. » Quantunque la voce discoj'sn possa anclie pigliarsi in senso di ragionamento inlcriore , egli era lullavia uecessario I'indicare piii chiararacntc cbe appunto di quellu qui vuol parlare il pocta cssendo sua intenzione di amnionire gli uomini ad essere prudenti e a non accingersi mai ad opera inennsiderata c della quale non si possano render prima una compiuta ragionc , come conviensi ad esseri intelligenti : il ehe egli ripctc al verso 41 .- v Pria d'oprar li consiglia allin die I'alto - non sia da pazzo. » (3) Vila di Pit. c. MIX. iii dohi mi . lpi lu q3 sua libro intorno alTanima: - Egli dura mcorruttibile e sensa travaglio aJcono per interminabile eta, peiche ne dentro di lui si ritrova cansa alcana di lui piu forte, ne mori di lui cagione, che corrompere lo poasa; ma questo mondo era gia da tmia L'eternita e durera pure eterao, egli hud dall'uno derivando e governato essendo da chi <• a lui congenita <• potentissimo ed altissimo. Ma ha pure il mondo in ge il principio del movimento c delle mutazioni, uno essendo <^\\ e tutto continua <■ del soffio della uatura percorso e da principio dotato ili circolar movimento, ed una parte di Lui e Lmmutabile, mutabile I'altra, e L'unmatabik ri stende dalTanima che tutto abbraccia e circonda fino alia hma; la mu- tabile dalla Luna sino alia terra. E poiche il principio movente movesi in giro per I di rniia tutta, induce quel che e mosso a seguire la natura del movente, e per necessita I'uno sempre e movente, l'altro sempre ob- bedisce all'azione ili lui; e qucllo riguarda la mente e l'anhna, iquesto la generazione e la mutazione delle rose, e I'uno e per la sua propria forza primo i' superiore, l'altro ultimo ed inferiore: quello poi che da entrambi derive e un risultato del principio divino che e continua cagione ili mu- tazioni, e del mondo materiale, che a queste mutazioni va. contimiamente soggetto. Onde si potrebbe dire a buon diritto, die il mondo e un'invi- sibile efficacia di dio e della generazione, cui ben dietro la mutabile na- tura, e mrnlrc il mondo si rimane lo slesso e cmiscrv a lessen- suo, e le all re cose che si gencrano e si con-om|>ono c dalla corrnzione e dalla natura son prodotte, sahano tuttaria le loro forme, poiche le restitui- seono nuovamente al padre die le ha generate e al deminrgo (i). » E or le ricrliezze Di posseder li ",io»i, or rlic disperse Vadaii. (v. 2<-26.) (2) \on si de\e credere clie le ricclie/.ze formino la irr.i I'clicila dcU'uomo: (1) Eel phys. Kb. I. c \\l\ . (9) Banditti: « Che I'oro or snole aversi, ora penre: » uilrtnlrnil" il -. ■' pat indica(i\o pre- senle in luo^o di aUaGai c doo per iniperali\o , alia quale inlerprelazione mi sarci wlenlien acco- italo ancor io se aYesai \filiita la Tariaota •-"•:' soslcnula da alcuno con <|ualclic xalfvole arpomenlo Del reato ancha interprelando, com'io ho fatlo, il senso rinian clnarn aMiastanja. Co*i la intende anclie leroole, c il Hollaoh oaaarra die la >oco >-~j,-in. la quale, secondo quclla prima interpret* /ionr Torrebbe asaare lenula per paaaiTa, BOB Tii tisnla in quel senso prima dei lempi d Aiesaandro i)j UELLK DOTTIUNF. DF.Ll'anTICA SOUOLA PITACORICA ECC. poiche egli pud accadere che a raggiungere il nosiro (inc esse ri tornino mili, ma pub anclic venir caso in cui giovi il fame geltito o Tesserne privi. Fra quaiili per volor dci uuini Ha travagli il mortal, tu quclla sorte, C,be tocca a tc, piirlati in pace, c cruccio \on te ne prenda. (v. 26-29.) (1) Traduco per voter deinumi le parole del testo: tooufJLOvlrim ruyatg, come in Pindaro rv/a Sewv (a), rov Kapirav rj/ct (3), avv 5iov xuya. soglionsi pigliare nel senso di volonla o favore degli dei, dclle Grazie, ili una di- viniia. Cos'i i Lalini dicevano Fatum Iovis, e Dante: « L'alto falo di Dio sarebbe roito (4)- » Eppur, quanto poind, Cercar rimedio ti convien. (v. 29-50.) Cioe non bisogna cedere vilmente all'awersa fbrtuna; ma cercare pei quanto c possibile di farle contrasto e di trovare un rimedio contro lira di lei, solo cessando allora die si vede lornar inutile ogni sforzo, e sa- rebbe pazzia il voice pitt ollre dar di cozzo nell'inevilabilc necessita , ehe ci ha pigliato a perseguitare. Favella Cos! dentro di te: Molte, per fermo, Di tai cose il Dcstin mai nou arreca Agli uomini dabben. (v. 30-33.) (5) Intende il pocta, ehe quando l'uomo avra f'atto ogni sforzo per rime- (1) G. M. Bandini: o Quanti dalle fortune lian guai i mortali! - I.ieve porta il destin, ni' ti t;rucciare! » Slegando il tal modo c rozzamcule esponendo due concetti, clie voglio'n essere consi- d«nti invece come streltamcnte congiunli. i) I'ylli. mm. 7S . Noiu. l\. 12. (4) Purgat. xxx. v. I \i (5) Qui il Bandini contra il ehiarissimo significato del testo unisce insiemc due scntnn/c , ehe vogliono essere tcnutc I'una dall'allra disglunlc: « Curarlo c d'unpn quaulo puoi in lal juisa : - Nun da il deslino ai liuoni assai di bene, u 1)1 IHIMI Ml il i A J'l I.I .1 iliiuc alia mala venture, che gl'incolse, potra p6r uldma consolazione ri correre alia credenza, che questi audi siano da hri meritati in espiazionj ili colpe commesse in una \\[.\ anteriore, essendo la rita mortale on ca- -•li^o, c cos) cercare on qualche rimedio nella pazienza e nella sicurti ■ li aver meritato la mala sorte, che lo ba preso a travagliare. Dalle morlali Labbra (liscorsi moll i r-srowi e trisli E iiuoni. Tu noil is(ii|iir, lit- Imgi Ba lor trarre (i lascia. (v. ::-36.) Non badare alle parole altrui, ma va diritto per la tua \ia: non per- mettere ch'esse colpiscano ili maraviglia I'animo tuo; ma tuttavolta non tenerle punto in dispregio. Non istupire insomnia delle parole, siano ease liuone o catrive, die in fin de'conti le son parole, e pin vale operaie (i). Una menzogna Se udrai, mite eonlienli. (v. 36-37.) Si badi ill legame di questa sen ten za con quella che lii precede. Pei Miaso che dalle labbra degli iiomini sogliono uscire discorsi buoni o caU ii\i, cioe Mi'i o falsi, non commoverti punto se ii accade
  • m"i slaro con i/-i^s'.i, alia scconda proposizione a>- lljgyi>9a< ixjtov, ponendo la prima III dm TRgola. loroole appin a il primo Torbo ai ditcom cattiri, il tecoodo ai buoni - tto,u!vsi tov; mngpew «*» M»»»i '•" '■""< "f''^ ()(> BELLE DGTTRINB HI 1.1. ANTICA SCUOLA PITAGOIUCA ECC. 1'ria d'oprar ti consiglia, a tin die I'atlo IVou sia da pazzo. llu iiom da nulla c seinprc Chi sconsit;lialo opra , o discorrc. Compi Sol quelle, ondc peutir poi non ti dcliba. Aon far cosa gitnumtri, flic (u non sappi Come dec Tarsi, c quanto e d'uopo apprendi. Cosi piii dole c scorrera lua vita. ( i ) Ni del corpo si dec la sanitade Metterc in non calor. INelle bevaude, Nc' eibi e nc' gimiaslici esercizi Va con misiira, (v. 37 -si.) Giamblico ci racconta in qual inodo gli amici, o discepoli, di Pitagora avessero eziandio cura della loro persona per manlcncrla sana e rendcrla forte e vigorosa. « Dopo la passeggiata del mattino si raccoglierano in- sieme, specialmente in Luogbi sacri o ai sacri somiglianti, e a questo tempo si appigliayano per insegnarc eil apprendere e correggere i loro costumi. Dopo im tale esercizio si volgcvano alia cura dei loro corpi. I piu sole- vano ungersi e correrc, meno eran quclli che ne' giardini e ne' bosclielli lottavano: atari laneiavano in aria masse di piombo o sallavano agilando le mani procurando eiasenno tli scegliere qucgli esercizi ginnaslici, che piu conferissero a render forli i loro corpi. Usavano a pranzo pane e miele o favo; ma fin ehe dttrava il giorno si astenevano dal vino. Dopo il pranzo volgevansi aU'amministrazionc delle cose della cilia, o di quelle, che rigiiardavano i forcslicri e gli ospili, secondo che dalle leggi era disposlo ; che ad ogni cosa amminislraliva bramavano por mano nelle ore, che al pranzo tenevano dietro. Vcnuta la sera movevano di nuovo per passeggiare non gia ad uno ad uno come nel passeggiar del matlino , ma a due, a Ire, riandando le apprese dolliine cd occupati in begli esercizi. Dopo il passeggiare lavavansi e dopo il bagno si riunivano per mangiar nuovamente; ne bancheltavano mai piu di dieci o dodici uomini insieme. 1 II Ii.mu.Imii: « Go ih'io parlo in lullo cotnpiasi. - Niuno in dclti o in latti li sodduca - A dire o a far quel che miglior non siali. - Fensa anzi il fallo, acciii nnn sia stoltizia - l>a vil mini fare e dir cose insensale. - Ma compi cio clie le poi non rallrisli. - Nulla di quel Ear obt BOB Bsi i ma impara - Cio, che si de' , c si vivrai gioioso. » K cio con quanto scapito del Imon senso e del liuon guslo ognun sel vede senza che io vi aggiunga panda. DI nOMF.NICO CAPKI.I.INA. ,.- E quaiulo tuiti i conritati eraao riuniti faceransi libazioni ed ofierte con profnmi ed incensi; iiosciii ri accmgerano alia cena in modo ch'ella po tesse aver termine prima del cadere del sole. Facevano uso in qnella di vino, di siiacciate, di pane e di compana&o, ili legnmi cotti e crudi e g'imbandrrano anche le caxni sacre di animali inunolati; ma rare usa- vano rivande marine ripntando cbe alcone di loco fbssero per certe ra- gioni di uso men buono. Similmente pensaTano non doversi oe offendere. ne fare a brani quegb* animali, che per oatnra nun gone dannosi all'tunas genere. Finita la cena, ouove libazioni e j >*»i Lettura. Era costtune die il pill giovane leggesse e il piu veeehio presicdendo inclieassc quel che doreva esser letto e in qoal modo. Qoand'erano poi per andarsene il eoppiere mesceva loro da far nnove libazioni e dopo queste li ammosm il piu vecchio a non offendere ne gnastare pianta domestica o frottuosa. cd inollre a parlar bene c a bene pensare intorno alle generazioni degii dei, dei demoni e degli eroi, e parimente ad esser bene affetti verso i loro genitori c bencfattori, e pronli eziandio a prestar ainio alia lease e combatlere cjuanto le si opponga. Cio delto, anduxa eiascuno alia propria casa. Vestivano essi bianchc c pure vcslimenta c similmenle bianche e pure copertc, le quali crano di lino; che le pellicce non adoperavano. Non approvavano lo attendere alia eaceia , ne facevano uso di tale ginnastico esercizio. Queste eraiio le cose, che ogni giorno alia molliludine dei discepoli s'insegnavano intorno al vilto e al inodo di governare la vita loro (i). » E tal niisura inlcndo, Che nuocer non ti possa. A puro vilto, IS'on delicato, avvczzali. (v. sj-ss.) La modcrazion tua sia tale che non si muti per te in dolorosa prrva vazione. Usa di queste cose schivando ogni ccccsso, e nei eibi cerca non le dilicalure, ma la salubrita e la nettezza, c contentati di quanto basta ad ottenere il fine che ti proponi mangiando, cine la sanila e la robu- stezza del tuo corpo. (1) Vita di Pit. c. XI. XXI. SERIE II. Tom. \\l ■ I ()S l.ELLE D0TTR1NE DELLANTICA SCL'OLA PITAGOIUCA EC.C. Ti guarda x Da quanto invidia puo recarti. Fuori Del tempo il tuo non isprerar, siecomc I urn , i In' i suoi beni nou rouosce , c in una Miscro non mostrarli. Ollima cosa In lotto e la misura. A far findiici Cid , clie di damio a te non lia ; ma iuiianzi Vada all'opra il consiglio. (v. S3-60.) (i) A ini- pare che lintenzionc del poela sia tjuesta: Per quanto e in noi dobbiamo sempre avveriire cli non far soverchia pbmpa ile' beni die pos- si-diaino, ne mostrarci altrui superiori; poiche cio suol essere negli allri uomini caeione d'inVulia e d'odio verso di noi. Laondc nemmeno delle nostre riecliezze dobbiamo far pompa, ne sprecarle fuor di tempo conn- se non ae conoscessimo il pregio, ne sapessimo, ehe puo venir occasione, in (id ei lornino di grande ainlo per ben nostro ed altrui. Sempre poi dobbiamo preveilere le conseguenze delle nostre azioni e epiando ei pare ill Vila ei siano per essere dannose, astenerei dall'operare c mutar dmsamenlo. Non aceogliere II sonno sotto delle molli eiglia , Sc pria tre volte non avrai ciascuua Opra del giorno riandata : Dove Caddi in eirore? Che fec'iof Qual cosa, Che far dovem, inlralasfiai? Disccudi Giu, dalla prima incouiinciando, c poscia Ti tnrbi il mal , the oprasti , c il ben ti allieti. Id cio ti briga , in ci6 poni lua cura. ( v. 00-68. ) Giamblico espone epiesto medesiino preeello colle seguenti parole: « Si- milmentc (Awa PiUigora a suoi discepoli) non faeessero mai cosa al- i 'im,i . che prima non avessero ben ponderata e di cui non sapcssei'0 I II Uandini: •< E guardati di fare - Tulle quelle fnecende , cli' hanno invidia. - Non pro- londer, com'uom del bello ignaro. - Ne miser sii : misura ollima in tullo. - Fa cio che non ti noccil e innanzi pensa. ,• Qual buon significalo si puo egli ricavare da lullo i|uesto itriDgalo gouitboglio? HI HOM1 Mi (I , W'l I. UNA. \l\> rendersi ragiono; ma il mattino ^i proponessero < \l> che doverana fan <• aU'annottare riandassero do che avevano fatto per esercitare aello stesso tempo I'osservazionc e la memoria ( i). » Per corrigpondere intieramente a sillatto precetto, dovrebbero agghmgersi ai rersi qui riferiti ancbe qaei irtii dbina. (v. 69-70.) (2) Qui virtu divina c dello inveco di Dio, 0 della mente dotata
  • E egli soggello od oggclto delta propoMzioDf <|uesta virlu divina, e la mancanza dcll'arlicolo noo le loglic for»e il suo giuilo ugoiucalo? (3) Edii cit. pag. 121. I on DELLB DOTTIUNE M.I.I. ANTICA SCUOI.A PITACOIUC.Y ECC. coea si lara pii manifesta par la seguente testimonianza di Plutarco : Partendo da an altro principio Pitagora di Mnesarco da Samo, il quale f'u primo a dare alia filosofia questo suo nome, disse, che principii delle 11 se erano i aomeri e le aonsonanze che sono in questi (le quail egli rliiaina pure armonie) e quegli elementi , che elegit uni e delle altre si compongono e chiaznansi anehe geometric/'. Pose eziandio Ira i principii la Monade c la Diade mdefinita. Di questi suoi principii L'uno Ka
  • oi del dieci contenersi nel quatbro o nella quaderna per questo moii\o che, se adcono partendo dalla Monade vada soinmando i nuincri, giunlo al quattro lia gia di che compiere il numero dieci; che se egli ollrepas- sera la quaderna andra anche pin la del dieci. Infatto chi jionga l'uno e a questo aggiunga il due, poi il tre, e a qucsli il quattro verra ad aver eompiulo il nuincro dieci. Sicchc il numero, avulo rispetto alia Mo- nade, si trova nel dieci, avulo riguardo alia polenza, nella quaderna. Percio dicono i pitagorici che grande giuramentD c. quello che si fa per la quaderna: - Si pec colui, che all alma nostra diede - La quaderna, che in se lien di percmie - Natura le sorgenti e la radice, - e che L'anima nostra dalla quaderna e composta; poiche la mente, la scienza , L'opinione ed il senso son quattro cose, da cui viene ogni arte e cono- scenza, e merce le quali noi siaino ragionevoli. La mente jioi e una mo- nade; poiche vede le cose per monadi. Cosi, mollissimi cssendo gli uomini, non si percepiscono gia, non si afferrano, non si circoscrivono gl'indi- vidui ; ma quell'uomo solo nella mente noi conccpiamo, cui uessuno e somiglianlc. Cosl noi percepiamo un sol cavallo, mentre glindividni ne sono infiniti , poiche tnlle le specie ed i generi sono per monadi; eppero gli uomini ciascuna di tali cose in egual modo defmendo dicono: animal ragionevole o animal che nitrlscc. Percio la mente, per la quale queste cose intendianio, e la Monade, e la scienza convenientcmenle e la Diade indefinita; poiche ogni dimostrazione e ogni fede che fa scienza e inoltrc ogni ragionamento deduce quello, che e posto in dispulazione , da qual- (1) Aristolele iovecc Delia A/elaf. (lib. I. c. IV.) dice die Anassagora Clazomeuio fu primo ad ammelterc nella natura una mente. HI DOUENI) 'I ' . vl'l 1. 1. in \. 101 che oosa gia prima posta ia sodo, e coai mette in chiaro una nuova o delle quali ilue cose essendo adunque comprensione la scienza, clla <• pcrcio il due o la Diade. L'opinione poi che oasce da quella oompren- sione e ragionevohnente la Triade; poiche di pin cose ella consta a la triade dinota moltitudine, come: - Otic volte beati Argp/il - Perqueato ammette la triade Pitagora (i). a Prima di pigbare ad esame questo brano di Plutarco tomeri mile il riferire quanto accenna Aristotele iniomo alia dottrina aritmetica de' pi- tagorici: « I pitagorici avendo pei primi posto mano alle maiematiehe le trassero in luce, ed educati in quelle] pengarono che i principii di esse fossero i principii degli esseri tmii. Poiche bra questi i numeri son primi per oatura, ed essi credevano di scorgere nei uumeri molte somigliaDze colic cose che sono c che vengono ad essere, ben j >\ u che ml fuoco e aell'acqua, sicche una certa somiglianza coi numeri ha la giustizia, ana certa nr hanno L'anima e la mente, un'altra I' opportunity , e di tuite le altre cose, per dirlo in breve, ciascheduna similmente loro somiglia, w- dendo essi amora nei uumeri e il niodo di essere e le ragioni delle com spettanti all'armonia, poiche appariva che tutte le altre cose crano per natura fatte in modo da oorrispondere ai numeri iniii, e i numeri essem i primi ili tutta natura; percib ne conchiusero; ehe gli element! del uu- meri fossero elementi di tutte le cose e tutto il cielo fosse armonia e numcro, e qunntc concordance potevano dimoslraiv nei numeri < oellc armonic col modo di essere e colle parti del cielo e con tutto lordina- mento del mondo, le radunarono insieme e le misero in aocordo (2). » II medesimo concetto c pure esposlo in nn brano, che nel Florilegin dello Stobeo si attribuisce alia pitagorica Teano: « lo odo dire da moJUi Greci, che Pitagora msegnava ogni cosa dai numeri esser nata. I.gli non diceva gia ogni cosa nascrrc dai uumeri, ma secomlo i nuinrri: poichr siccome il principal moilo di classilicarc Sta nei numeri. COfil le cote nu- merate partecipandone, si dicono prima, seconda c cosi di seguilo (3). » II Tenneman poi nel seguente moilo riassume le dottrine aritmetiche ili'" pitagorici: a Applicando all'ordine dclla natura e alia regolariti delle forme I'ingegno loro nndrito d'idee maiematiehe, furono indotli naluial- (1) Dc plac. pliil. I. 1, c. HI. § 14-24. (2) Metafiaioi, lib. i. c. V. in princ. (3) Eel. phys. c. xii. I. 1. 103 DELLE DOTTRINE DELL ANTICA SCliOl.A P1TAGORICA FCC. mente i pitagorici a pigliare il sistema dei numeri per quello delle cose, <■ credettero di potervi ravrisare le forme e la sostanza degli esseri, chia- mando questi an'imitazione dei numeri : ful[ainv slvat r« ovra roiv upfinw. I numeri sono o imparl, neptvtoi, o pari, apTtoi; principio de' priini e limita, p.iw; , dei secondi la dualita, tiwxg. I numeri impari sono definiti e compiuti, i pari indefiniti e incompinti. II principio assoluto di ogni pcrfczione e dunque I'nnita e la limitazione, mnepafffievov } tpiello della imperfezione la dualita e I'illimitato, a.-npov. I dieci numeri fondamentali rappresentati nella tetracti simboleggiano il romj>iiito sistema della natura: per le relazioni dei numeri .si pub cbncepire la sostanza degli esseri, come colic combinazioni numeriche si determine I'origine e la fonnazione delle cose. Quindi I'applicazione de' numeri alia fisica, alia psicologia, alia morale (i). » Fattc queste premesse, mi sembra che dalla surriferita testimonianza di Plutarco si possa dcdurrc, che per Pitagora la Monade e i Numeri erano il mondo delle idee, modello del mondo sensibile, e tiitto cib che c spirituale, eterno, immortale: la Diade il mondo sensibile, faito a so- miglianza ili quello, e tuiio cib che e materiale, mutabile, transitorio. Come le soslanzc delle cose si rappresentavan pei numeri, cosi le forme sensibili per mezzo delle figure geomelriche, come appare eziandio da un luogo dcllo Siobeo: « Quelle che si dicono forme o idee riponeva Pitagora nei numeri e nelle loro armonie; e le forme inseparabili dai corpi in quelle cose che si chiamano geometvici (a). » Appartenendo adunque il materiale colic sue forme alia Diade, la Monade rappresentava non gl'individui, ma i generi, e la Monade suprema o Dio la suprema unita generica; onde i pitagorici insegnavano poter l'uomo giungere a contemplare quasi a faeeia a faccia la divinita col satire dalle cose ai generi e da questi iil genere supremo che tutli li abbraccia: « Chiunque e capace di risolvere tutli i generi in un solo c mcdesiino principio, e poi da questo partendosi ricomporli ed enumcrarli, cOStui sembra a me possessore d'ogni sapienza c verita e che abbia trovato una bella s|)ecola, dalla quale egli potra contcmplar dio, e tuttc quelle cose che in lui sono, classificate per serie tra loro congiunte e per ordinc (3). » La qual cosa (I) Manuals di jtoria ili-lla filosofia , t. i. (J) Eel. phja. I. I. c. xv. (3) Slol)co, 4.3. (it. i. n. C7. p. 7. DI ihi.mi.mi <> ' M'H.i.ina. i o3 piu ain|>iain.'iiic t- da Giamblico dichiarata (i). Lo su-sso Giambiico pei far meglio manifesto come la Bflonade o suprema nnita generica ideale fosse fondami'iiio ilci numeri, cioe del rimanente mondo ideale, an la testimonianza del Discorso saero attribuito agli antichi piugorici, la quale io traduco seguendo le correzioni proposte da Ludolfo Kuatei ti lnionio agli dei Pitagora figliuol di Mnesarco queste cose appresi quando in Libetra sliniziava ai misteri di Bacco, ricevendo da /kglaofamo I'iniziazione. Kgli apprese, come Orfeo figliuol di Calliope, educato a u pienza dalla madre sul monte Pangeo dicessei etema essenza de' nnmeri essere il prowidentissimo principio di tuiio H cielo, della terra e della iiaiura posta loro frammezeo; il qua] principio e Lnoltre la radice della permanente durata delle divine cose, degli dei e del demoni (a). » Tale essendo la BAona.de, la Diade conteneva percio qoanto e sotto la luna soggetto a modificazione , a corruzione, a continuo mutamento, percio anclic i demoni, in qoanto abitano la sfera snblunare e sono soggetti a mulazioni, e gli uomini, come appare da quello che per me si disse in inino al verso 4-° c c'a queste parole |>ur di Plutarco: « Pitagora tra i principii voile che la Monade fosse dio o il bene, la qua! tfona.de si i la natura della mente e la mente stessa: la Diade poi indeterminata il de- motic o il male, inlorao a eui c la molliludinc della materia e il mondo visibile (3). » Clic la mcnlc sia una bionade appare da qnesto ch'ella pensa per generi o per universal!, e cosi moslra di essere seeoudo la lum natura formata, e cio dicasi tanto della Mente supreme o di dio, quanto della mente umana, che percio anch'essa e detta bionade da Plutarco e Numero da Lristotele, dove riferisce Le opinioni (I) Vila di PH. c. xxn. (3) Cosi il Bandini: « Uai cilu asliinli, quei the noi dicemmo - Nolle |iuntkazioni c n<-ll; cura - Dell'aliua, disccrnendo unu dall'allro; - E in ciascheduna cosa tu ripensa I08 DBLLE DOTTRINB DEI.i/anTICA SCUOI.A PITAGOIUCA ECO nella stagione * I i primavera. Colloeava nel mezzo uno, che suonasse la lira, e intorno a lui sedevano a cerchio quclli, che erano capaci di soave- mente cantare. I". cosl, quello sonando, ei cantavano concordemente alcuni peani, per cui pareva pigliassero diletto e divcntassero concordi e ben composti Era lorn. Ed anche in akro tempo si servivano cssi delta nmrica in luogo di medicina, e vi erano alcuni eanli composti per le allezioni dell aniiiia, per gli abbattimenti di essa e i rimorsi , ehe si ripulavano di grandisaimd aiuto, ed altri ancora per le ire e gli sdegni ed ogni simile mutazione dell'anima. Usavano anche danze e per istrnmento adoperavano la lira; che le tibie egli stiniava slruinento sfaeciato c da spettacoli e ehe non avesse punto un suono degno d'uom libero. Si servivano pur anche di detti d'Omero e di Esiodo, scelti acconciamcnte per rimettcr l'anima sulla buona via (i). » E, quale auritia, la miglior senlenza In alto loca sovra lei. (v. 107-408.) (2) Qui esorla it poeta i suoi discepoli a volere, dopo avere ben ponde- raii i diversi parliti, che si presentano alia loro mente, ed essersi appi- gliati al migliorc, far di questo la guida e la norma delle operazioni dell'anima loro. La immagine dell'auriga, che cpii si ritrova, fu adottata e piu ampiamente svolta da Platone in quel leggiadro mito, di cui egli onio il suo dialogo che ha per titolo il Fedro , nel quale parlando dello slalo delle anime segue in parte le dottrine tie' pitagorici. Se, il corpo Abbandonaiido , volerai uel libero Etcrc , aliora un immortal sarai , Non pin mortal, ma incorruttibil niiiue. (v. ioshii. ) Intorno alle diverse condizioni delle anime de1 buoni e dc' cattivi dopo la morle, secondo le dottrine de' pitagorici, trarro pure gli opportuni schiarimenti da Giamblico: « L'anima, che e mighorc, abita cogli dei (1) Ibid. c. xxv. (8) Bandini: ■ Oltimo auilga «u pianlando il senno. ■ Come sc gli auilglii si pianlassero a mo' degli alberi o dcgli aguli. Senno poi non basta a voltaic )•»««' ipfamv del greco. Ill DOHEMICO I in i.i.in \. 1 0Q e si aggira pel ciclo e le tocca in sorte una fine migliore; qaella |»oi, che non si astenne da opere ingiuste ed £ piena di Racrilegi e di empieti venendo ai tribunali, che sono Botterra, incontra la pena che ella merita. Percio e necessario che di tutto si faccia per possedere nella vita la virtu i- la prudenza; che" Ix-llo e il premio e quel che se ne spera I I > « - t ■ grande (i). » Con lui s'accorda Diogene Laerzio: l-c- amine pure diceva Pitagora) essere condotte ne' luoghi piii alii, e le impure nor &ccostarsi a questc, ne I una all'altra fra loro; ma starsene legate in istrette catene sotio il governo delle Erinni (2). » \ltrove ho gia recata in mezzo la tesiimonian/.a di Plutarco riguardo alia credenza GENEALOGIE BISTORIQ1 I DE LA MAISON SOIVERAINK DE SAV01E DEPOTS LB DOOZliHI SlftCLl ICSQU'aI QUIKZlftttl r m N. &D0UARD MALLET l.us dans la seance du 0 mars 185G PRELIMINAIRES IXiM'herclici' le nom, la naissance . le manage, le deces des indrridns, eonstater la date de ces actes capilaux de la vie luuiiainc, suivre ainsi . travers lcs ages la se'rie descendante ties generations, !«• lien de la filia- tion et Les ramifications 'lcs families, recueillir le tout en I'appuyanl de preuves authentiques, tel est l'ohjci de la ge'nealogic. Son importance s'aecroit quand elle a a s'occuper de personnes on de families (jui out jou(; un rule dans leur temps, ou occupe ane position important!- dans leur pass Elle s'eleve a la hauteur de veritaldcs questions historiqnes, lorsqu'd s'agit d'etablir la serie des maisons souveraincs ou dynasties, la suite ei favencment des Princes regnants dans chacune d'elles. En effel . le jour qui voit finir on regne, est en meme temps celni ({ui en voit eommencer un nouvcau, d'apris la inaximc fondamenlale de la monarchie hereditaire, qui veut ipie le pouvoir royal, comme Urate autre succession, passe iuimcdialemenl , el sans interruption ni iiitcricimc. 113 DOCUMKNS GENEVOIS INEDITS ETC. du Prince mourant a son heritier direct, maximc que lc vieux droit pu- blic tradilionnel iranrais avail revenue de la formulc si vivc ct si caracte- ristiquc: /.<* Hoi est mort , vwe le Roi! Or an changement de regne est d'ordinaire, ct etait surtout jadis, le signal dun changement dans l'ordre politique, dans les pcrsonncs, dans les choses, dans les ide'es ou les vues gouverncmenlales , dans la marche des affaires d'un pays. Tantot e'est un accroissement de lone , tantot an contraire un affaiblissemeht qui en re'sulte, tantot une impulsion plus rapide, lanioi un ralentissement on une direction nouvelle, toujours quelque modification plus on moms significative: deux mains differentes el successives ne sauraienl, fussent-elles animees du meine esprit et se trouvassenl-ellcs dans les memes conjonctures (ce qui est loin d'etre toujours le cas), tenir d'une maniere absolument identique les renes de I'Elal. Alors done qu'il s'agit d'appre'eier dans ses circonslances, dans ses causes ou ses resultats, un e've'nement politique ancien, arrive a une epoque voisine de celle ou le pouvoir supreme a passe d'un Prince a son successeur, il importe de savoir s'il s'est accompli pendant le regne qui allail linir, ou an commencement de eclui qui l'a suivi, s'il a etc la derniere expression de fun, ou an contraire le debut de I'autre. Combien n'y a-t-il pas de fails historiques dent lc motif ct la tendance echapperaient, si l'on ne savait pas quelles etaient les alliances inatrimo- niales conlraclces par les souverains qui ont ete appelc's a y prendre part) leurs liens de parenle avec d'aulres dynasties, I'age des Princes i-egnans etc.? Ce sont la tout autant d'clemens essentiels , dont 1' absence est comme un voile qui empeche de discerner les mobiles qui ont dirige les acteurs du dramc de I'hisloire, d'en pe'netrer le veritable sens. Ce n'est pas tout que d'etre au courant des details ge'nealogiques qui concerncnt personnellement les Princes qui ont regne. II faut encore t;l- cher d'en savoir autant pour les princes collalciaux , pour cenx qui ont de en ligne de succession. Ola importe specialement pour l'histoire du moyen age, car alors les puine's des families princieres etaient ordinaire- ment investis d'apanages, dans lelendue drsqucls its jouissaient d'une veritable souverainete, sous la reserve de riiominage en faveur du chef de la dvna lie, qui demeurait le suzerain de ces petits Elals demembres de I'Etat principal. Mais ces fails, ces dates que des registres authentiques , e'tablis par PAn KDOUAIU) MALI I I . I I 'I la civilisation moderno, fournissenl mainicuanl ponr tons Irs cstoyens sans exception, sont difficiles a constater, m£me poor les phu grands person- nagcs, dans ces temps anciens ou 1'on nc counaissait point ce que until appelons maintenant Its antes oint en etat de suppleer toujours convenablemenl h cette grave tacune. La maison de Savoie, en particulier, n'a pas eu d 'liisio'ue qaekpu peu suivic refugee avant le tguinzieme sirole, et les travam tres-impar- fails (pour ne rien dire de plus) de ses premiers clironiqueurs, n'ont gueres fourni de renseignemens precis ponr etablir d'une maniere positive et sure la filiation des Princes qui avaicnt vceu jusqu'alors. II est inutile de rappeler ici les divers travaux fails snecessrresneat jusqu'au dix-septieme siecle pour arriver a fixer la genealogie de I'ilmstre Maison de Savoie. lis furent tous rccueillis, completes, rectifies, vc- loppes dans la grande I/istoire publiee par Guichenon en 1660. On pent regarder ce savant conime etant parvenu a coordonner cette geneakune, de maniere a en faire un ensemble generalcnieni appuye de preuves, el a-peu-pres aussi satisfaisant que le permellaient les materiaxn qu'il avail a sa disposition. Mais quclque laborieux que fiit Guichenon, queUpu- aide qu'il ii'u obtenue dans ses travaux, quelque attention speciale qu'il cut apportec a la partie ge'ne'alogique de son Histoire, il ne pouvait pas lout ren- contrer et tout connaitre: il s'en fallait de beauconp qu'il rni explore toutes les sources qui existaicnt dans les archives de la royale dynastic dont il faisait l'histoire, el dans cellos des ctablissrmrns religieux 011 il avait acces. Aussi ce sujet a-t-il ete repris de nos jours, a relic rcmnrquaMe epOCJM de large developpemcnt intellectuel , ou Ton a de Ionics parts abnrdo l'e'tude approfondie du passe avec un redoublement de recherehes coa- sciencieuses et imparliales, de labeur infiitigable el d'investigations e"clai- re'es. On a inicrroge des doeumens jusqu'alors a-peu-pres dVdaignes . comme les virus comptes-rendns financiers et administratifs, les proto coles des notaires, etc. On a mis an jour une (bule de chartes ineclites, et on a retrouve ainsi beaucoup de faits et de dales precieux pour la genealogie. Pamii ces travaux, qu'il soit permis a mon amitae* de citer l'ccuvre d'un jeune savant qu'nne mort prematuree a enleve' aui lettres et 1 son Serif. II. Tom. XVI. I I j DOCUMENS GENF.VOIS INEDITS ETC. pays, M. le marquis Felix Garron de S' Thomas , auteur des Tavole ge- neahgwhe deBa real Casa di Savoia, publiees a Turin en 1837. De meme que Guirhenon avait, au dix-septieme siecle, resume les Lravam de ses devanciers, de meme ceux de I'eoole moderne se trouvcnt-ils eoordonnes el developpes dans les publications de I'hislorien du Piemont, M. Louis Cibrario, qui a lui-meme, dans sa Cronologia une eglise dcdiee a S. Michel, je I'altribuc plulot au Pricurc de S. Michel-sur-Mouliers, uni par rarchevef|ue S. Piem II au nmnaslerc de S. Maurice d'Agaunc, el qui flt relour en 1428 a l.i mense archicpiscopale (Besson, p. 194, 335). PAH EDOHARP MM. 1. 1 I . II- Ouand nous y lisons: iiij* idus Octobris. Anno grade in.' cc' xxij: obiit donnus Bcrtr. tercJmpisoopus Tar. et scilir minis ten ,-t wttnsikut Iribits, cela signifie natiii-cllcuicul el i le 2^ septembre Boson, tous deux archeveques (de Tarantaise (1). Voila quel est lc sens intrinseque des mots employes: 0*681 ainsi qua sive formule: die obiit m Telle a du etre la pratique normale a lorigine des anniversaires, au moment ou leur multiplication engagea 1'Eglise a en regularisi ar l<: auiiua par des inscriptions sur ses rcgislres: telle doit avoir etc la pratique ini- tiale uniforme lies anciens necrologes ccclesiastiques. 11 est vrai qu'il pouvait y avoir quelquefois incertitude sur le jour (1) BessoD, OuTr. cite, p. 193, WW 1 lo DOCUMBHS GBHETOIS INZDITS ETC. approximalif: quclquefois l'inscription avait lieu au jour ou le fbndatcui i lait cult -nr dans l'eglise chargee de fairc les prieres; mais cela ne l'aisait qu'one difference insignifiante, Quclquefois aussi celui qui, de son vivant, laisail la donation ncccssaire pour la fondation dun anniversaire , dcler- minail d'avanee lui-meme le jour de sa celebration independammcnt de celui futur de son deces (en le fixant, par exemple, a vine cerlaine fete religieuse). Ces sortes de fixations d'anniversaires e'taient si exceplionnelles et si peu frequentes, que les ecclesiasturucs charges de les inscrire en abre'ge dans les blancs cxigus de lours calendriers, ne jugeaienl guere qu'il valut la peine ou qu'il frit possible de s'ecarter, pour ces cas, de la formulc usuclle et de style. II leur est done arrive parfois de men- tionner un anniversaire elabli a un jour autre que celui du deces, en faisant preceder le nom du destinataire du mot coutumier obiit, lequel cesse alors d'etre une verite. Notre necrologe laranlaisicn est-il demcure fidele a la regie primitive et logique d'inscrire les anniversaires, les obits, au jour vrai du deces1 J'ai lout lieu de le croirc, soil en raison de son anciennete, soit a cause des deux exemples qui font Tobjet des 'j I et II de ce travail, coinnic nous allons le voir. Abordons inainlenant ce qui concerne le Prince mentionne dans le litre du present paragraphs. On lit dans le calendrier de notre missel : kal. Aprilis. Obiit Amedeus Comes. Je crois qu'on ne pent pas hesiter a reeonnaitre la un Comle de Maurienne ou de Savoic. Je crois en outre que ce Cointe est celui qui est connu dans Thistoire sous le nom d'Amedee III. Je dis d'abord que le missel tnii nous occupe est tout larantaisien , eoimne la demontre M. Baulacre, et comme on a pu en avoir un echan- lillon par les li-ois anniversaircs d arclievequcs de Taranlaisc cites plus haut; (juainsi il n'y a que le Comle regnant dans le pays auquel ap- partenait l'eglise qui en etait proprletaire, e'est-a-dire en Taranlaise le Comte de Maurienne ou de Savoie, qui pouvail y elre ainsi qualiiie de Comes tout court, sans addition demonstrative du nom de son comte. Si un Cointe etranger s'etait recommandc aux prieres d'une eglise de Taranlaise, on n'aurait, je le crois, pas manque en linscrivant au ne- crologe, d'ajouter a son litre la designation appellative de son comte. Quand, dans un pays, on dit le Boi sans plus, il est sousentendu i|u< PAR EDOUARD MAI. I. FT. I li) c'esl le Roi qui r&gne dans ce pays: ri I'on parle d'un souverrin ftrangei on a soin de dire quel est I'fitat ou il exerce la supreme anionic. I specialement quant a notre missel, on y home les noma de dan leuii autres Comics (qui feront I'objel <• nuaail tenor qua la longuc, en eas de rciour d'un menu nom: or, dans notre mi--il. on n'a jamais eu a mscrire deux Princes homonymes. Reclicrchons done quel est l'Hnmbert dont i] s'agU dans I'anniversaire ci-devant transcrit, en nous degageant de I'idee qu'il ae poisse s'a-ir que de Humbert I, par eela seul qu'on n'a pas ajoute' a son nom un namero d'ordre on un surnom dislinctif. Or en consultant 1'histoire de la Maison de Savoie, on trouve: i° Qu'elle n'a found que irois Princes regnans da nom de Humbert, savoir Humbert I, aux blanches mams, au onzieme siecle; Humbert II, le ren/oree, au commencement du douzieme siecle, et Humbert III, le saint, vers la lin du meme siecle; a" Que l'epoquc du de'ees de Humbert I est incerla'inc quant a lam inconnue quant au jour; 3° Que Humbert II est mort le i{ des kalendes de novembre ( ic) octobre) no3, suivant le martyrologc de S-Jean de Maurienne; 4° Que Humbert III est inort un .\ mars, selon Guichenon, qui n'in- dique pas la source a laquelle il a puise ce renseignement. - Or c esl pre'eisement le jour donne par noire missel pour Xobiit de sun Htanberttu Comes Maurianensis. La rigoureuse coincidence entre ces deux indications, me parait prouvei demonstrativement (pie e'est bien de Humbert HI qu'il B \ a^it. \joulons as possible: il ne peut s'agir que de Thomas, ie seal de ce nom et de cette famille qui ail ele reellement Comie de Savoic, ft qui sc tilrait en consequence Thomas Comes Sabaudie, tandis que le fils el le petil-fils, qu'il a ens, qui sc sunt appeles Thomas, n'ont in (pie des apanages dependans du comi/nliis Sabaudie , el ne se sonl jamais qualifies que Thomas de Sabaudia, Comes etc. Les gencalogistos n'ont pas, jusqu'iei, emmu el determine, du moins avec precision, le moment de la mort dn Gomte Thomas. Guichenon , < l.i us son icxte , apres avoir cite un dernier tilre emane de ce Prince, donne a Picrrc-ehalel en mars 133-2, dil qu'ensuite il passa les inonts, s'arreta a taste, et \ mourut (3), el il donne la date de novembre ia33 i M naumenla hifloriac palrino, cliarlarum torn, n, col. 1140, n" 1643 cntu buloriae patriae, cbartarum tnm. i, col 950, n° 644. .< Hist geneal do la Maisoo dc Savoia, lorn I, p. 250. TAn knoi'Aiw M m i i i i ■ .'. au plus anciea litre qu'il cite de xiii lucoesaeur Le Comte lmddee I\ i . Settlement, en marge de la premiere de cea mentions, •<■ tromenl ess mots, ay/ mart, 30 Janvier [a33, sans indication il aiirimc sounc. - Le marquis ile S. Thomas a adopts, avec cpelqne donte le millenmc ia33, mais sans aucune indication de jour, ne regardant sans douse pas ( onime suHisannnent probautc la unte margiualc de GuicbefMB. - \iicim document a moi connu o'est renu supplier a cette lacune, si ce n'esl celui i|ue ie publie aujourd'hui. J'csliine (|ii enlrc la note, sans origine COnnue, glissre, on ne sail d'apres quoi, dans la marge de Guichenon, et L'antorite' da missel tarantaisien, il n'y a |>as a liesitei', et que Ion iloit considrrer le deees ilu Comte Thomas comme ayant eu lieu an rr mars. Quant a lannee, elle se Irome determiner dune rnanicre satisiaisanle i° Par la charte ilc donation Bute a I'Abbaye de Hautecombe par le Comte Thomas le ."> des nones [3] mars i a3a , rapportee dans le magni- lique ouvragc que le gouvcrnrment de S. M. le Hoi de Sardaigne a pu- blic a Turin en i8.{3 sous le titre de Stoi-ia e descrisuone deOa I!. badia it Altacomba (docum. ix, y. t5g ; 2° Par la charte du 18 mai ia33 publiee dans lis Monumeata hi.\t»- riae patriae^ Checrtanim, torn, n, col. i38a, qui constate qu'alors deji \iniil C ■ Mil) M M LET. la5 des documens discordant que nous renoontrons sn> die, cette <\>- savou posilivcment qimml est « It ;><:< l<: le Comte Pierre. L'annee de ce deccs n'csi pas douteuse: e'eat ia68, car on a del actes emaxuis da Comte Pierre da tnoia de mai ia68, el on en a de son saccessenr le Cerate Philippe da dumb de Beptembre de b auhna aanec ■ Reste done la question du jour. Suivant Guiclicnon, le Comte Pierre snail morl le 7 join: ce teratl trois semaiaes plas tard que la date da 17 mai, indiquee par le aecro- logc genc\ois: ce savant oe nous (lit pas a quelle source il a poisd cette indication. Cherchons si quelques documens conleinporains pearent turns gaidei eatre res assertions contradictoires. I en trouve deux: ce sonl deux obituaires ecclesiastiqu.es. Le livre des anniversaires de l'abbaye d'Abondance, ddja cite, porn an 7 des ides (ou 9° jour) de mai: obiit . . . D. Petriis Comes Sabaudie (i). La chronique de l'abbaye de Hauteromhe porlc: A. />. 111." ee." Ixviii. ilecimo septimo Kalendas Junii (16 mai) /nit hie tuniulaltis illtistn slrenitissiiiius vir D. Petrus 7101ms Conies Sabaudie (2). Voila done quatre documens, et aussi quatre dates dilli-rcntes: Le g mai, necrologe d' Abondance » 16 » i) de Hautecombe )) 17 » » dc Geneve » 7 juin suivant Guiclicnon. Ecarlons d'abord le premier de ces documens: la date du »j mai, qu'il donne, est e'videmmenl erronee, puisque Ion conserve dans les archives royales de Turin le codicille teslamrnlaire da Comte Pierre, date* du lundi des Rogations 1268, lequel, cette annee la, l'ul le 14 mai, e'est- a-dire cinq jours apres cette pretendue date de decesl Nous restons done en face des trois dales des i(> it 17 mai et da 7 juin. Remarquons d'abord combien les deux premie* res, sans s'aoeorder pre- cisement, se serrent eependant de pres: leur rapprochemeni (brme deja. ea leur lavcur, la reunion numcrique de deux presomptions contre une. el leur de'saccord rentre dans ces limilcs d'errcurs de cliillrc ou dc jour, prcsquc d'heures, qui, lorsqu'il s'agit ile messages iransmis, probable- (1) Monument.! Iiistoriac patriae, Scriptorum tomus 10, col. 36-1. i) Ibidem. 126 DOCUMEWS SBNBVOIS INr.niTS ETC. ment de Douche, a I'eglise chargee d'enrcgisirer lc deces pour fixer dc futures celebrations d'anniversaircs , se commcttent et s'expliqnenl birn facilcmenl. Nous connaissons posiiivement et entierement les deux obituaires on clironiques qui donnciil les dales des 16 el i- mai: nous savons que ce sont des doeumens aueiens , cniilcmporains mi a-peu-pies, sincercs, dignes de foi sauf les chances d'erreur inseparables de tout ce ojui n'est recueilli qu'au bout d'un certain temps sue les leinoignages des autrcs: oe sonl la des ciieoiislances dc nature a determiner la conftance des criliques les plus scrupuleux. On ne pent pas mettre en balance comparative avec eux la date donne'e par Guirlienon, qui ne cite pas la source a laquelle il a pniae. La clironique de Hauteeombe tire line importance loulo particuliere de la circonstance ([u'elle e'mane dc la maison religieuse qui a recu la dcpouille mortelie a\s ile Vaud, Mir le lae de Geneve. - Mais si Ton I'ait attention que le codiciUe deja cite <•>! fail ((pud I'ctram castellum le ij mat, el que deja le (> mai le « petal Charlemagne n ciait assez malade pour prendre ses dernieret dispositions en vue de sa mort prochaine, on sera conduit a conclure que c'est an chateau de Pierre-chalcl sue le Rhone qn'il a lini ses jours. Hue autre circonstanoe conurme cette maniere de nir; c'est que ce Prince rut, aussitdt aprcs sa mort, porte el enseveli, tumulatm, a Haute combe: or ce monastere n'est, en passant le Rhone, qua environ on myriametre de distance de I'ierre-eliatel : la distance qui, meuie en ligne ilroile, separe Chillon de Hautecombe, est environ dix fbis plus conside- rable. II esl malerielleinent impossible qne lcComte Pierre, liU-il menu- en parfaite saute, fit le ij mai un acte a Pierre-chttd', alhit de la a Chillon, et en iut rapporte a Hautecombe le surtendemaia. C'est done u Pierre-chdtel qu'il a du mourir, pour Tire ensuite porte, wns retard, suivant ses dcrnicres volontes, a l'abbave voisine de Hautecombe 1). § v. LA COMTESSE AGKES DE SAV01E. Le uecreloae de S. Pierre de Geneve porte. Hi.' kka jfugusti. Obut Agnes Comitissi( Sahaudip pro cuius anrmersario sexx. nlldi. •< I.e I des ides [11] aout, est morte Agnes, Comtesse de Savoie, pom- I'anni versaire de laquclle (le eliapilre recoil annuellenienl ) 3o sols. C'est Agnes de Faucigny, reuve nhlie I* codicille do Comta Pierre daDS les Mcmoircs de la Socidle »1 lusloire de Geneve, ' VII, V i56 , 3il. I >.S D0CVHKH6 C.KNEVOIS INEDITS ETC. S. Laurent (i) aoiit) 1268, qu'clle survecut a son mari, ignore I'epoque tie son deces. L"ol)ituaire genevois vient nous en apprendre le jour. Quanl a l'annee, elle est de'lerminee par une cliarte tin 10 septembre ia68, qui est aux archives royales de Turin (1), dc laquelle il result*' que, a cetle date, Agnes n'etait plus vivante. Puis done qu'Agnes a teste le <) aoiit 1268 etant malade, in egritudim corporis, (pi'ellc est morte un 11 aoiit, et qu'on parle d'elle le to M'|>U'inbre suivant, nieme anne'e, comme dune personne ci-devanl de- ce'de'e, il est clair que sa mort a eu lieu le 1 1 aout 1268, deux jours apres son testament (2). Tci done notrc necrologe permet de combler, d'une maniere satisfai- sante, une lacune dans la ge'nealogie de la Maison de Savoie. § vi. LE COMTE PHILIPPE. Qu'il me soit j)ennis de consacrer un paragraphe a lenonce de inon opinion sur l'c'pocpie du deces du Comte Philippe: elle me parait decouler directement des documens subsistans , et rectifier utilemenl la date donnee par Guichenon. Elle ne repose pas, il est vrai, sur les documens gene- vois qui font la base de ce travail, mais elle s'appuye egalement sur des lilies qui ne se trouvent pas en Piemont. \|>res dix-sept ans dun regne qui n'a pas laisse de grandes braces dans l'histoire , le Comte Philippe, vieux et sans enf'ans, eprouTait dans toute leur etendue les diflicultes qui, au moyen age et avec un ordre de succession encore mal etabli, assaillaient dans de parcilles circonstanccs un Prince cntoure de collateraux jeunes et avides de sa succession. On lira avec inte'ret le tableau qu'en a trace l'historien du Piemont, M. Cibrario, dans sa Storia delta monorchia di Savoia. L'ordre ile primogeniture aurait appele le jeune Philippe, ills de Thomas, cpi representait L'atne ilcs neveux du Comte regnant; mais il elait trop (1) Tilrcs dv Savoio, paqiict 7, Beaufort, n° 15. -' V.,\. Mem. Soc. d'liisl. de Geneve, torn, vn, p. 258. PAR I mil \UIi NULL] I I j. I jeone pour etre en etal de dispnter le trone a Ml deux oncLea, pn cadets de son pere, les Princes Ame'dee ci Louis. Tiraille entre les pretentions rivalea de sea deni oevenx, •) h'omii) pas iiianilester oavertement la preference qn'il aecordail a I'tim i, ainddee, il ddfera, par un acte du :i5 oetobre 1 28 \ , le droit de faire ce choii ;i sa niece Eleonorc, Reine douadriere d'Angleterre, el a sod petit-nevea, le Roi d'Angleterre EdouardI (i). - Quelqaes semaiaes ohu tard, le i- deccmbre 1284, il faisait ronnaitrc sa secrete intention cVavoir poor auc- cesseur \me\lee, et de laisser le pays de Vaud a v,,n antre aevea Louis (2). Enfin, pendant sa dernicre maladie, il adman, le 10 aool 1285, a la Reine douairiere el an Roi d'Angleterre one aonvelk lettre par laquelle il lenr confirmail le pouvoir crn'il lew avail donnd, et de- fendait a ses aeveux, ou a tons autres, de toucher a sea biens avant la decision des Princes Anglais (3). Ce dernier acte esi fail dans on endroil donl le nom est imprime Rupee/; mais il me parail evident, par ce qui va suivre, qu'il devait y avoir dans ('original Rupecl avec un signe d ab- breviation, pour Rupecula, la Rochelte (\. J'ai trouve aux archives de l'ancienne province de Bourgogne, a Dijon, un acte cpii prouve (pie, epiatre jours plus tard, soil le j \ aool 1 Amedee se trouvait a ce meme chateau de la Rochelte, apud Rupeculam in castro, ou son oncle gisaii atteinl de sa derniere uialadic. et one, voulant se preparer des appnis pour le moment ou la question de rac cession allait s'e'lever par la mort inuninente du Comte Philippe] il s'j faisait rendre hommage par Pierre de Gex du consmtcmenl de la mere de celui-ci, Lionnette Dame de Gex (5). A cette date, 14 aoiit 128a, le Comte Philippe vn ail encore, puisque son neveu ne se qualifie (|uc de Ulustris vtr Amedeus de Sabmtdia; mais on touchait de bien pres au denouement. En ellct Valbonnaia, dam son Histoire du Dauphine, a public un acte lire des archives de la Cfaambre des comptes de Grenoble, dat(; du Icndcniain de I'AsSomption ( 16 aoiu (1) Lunig, Codex Italiac diplomatics, I, col. 001. (S) Storia delta monarchia di Savoia, il, p. 189. (3) I.iinig, Codex llaliae diplomtticos, end. col. 003-606. (4) Chateau, bour^, vallee de la Savoie propre. Le Comte Philippe ctait, le S9 a»nl precedent, peu loin de la Uochctte, a Monmelian Jinn. hist, pair Chart, lorn. II, col. 1698). (5) Tilres de la bironnif d* Cex , liasse I, n" 4 (Mem. Soc. d'hist. de Gencw ■. mi St in II. Tom. X \ I. 17 |3o DOCUMENS GENEVOIS INEDITS ETC. ia85, dans lequcl notrc Amedee se qiiiilifianl de Comes Sabaudie, con- i-lut \mo ircve avec le Dauphin (i). Si cette dale est exacte (a), il taul que le Gemte Philippe soit decide* enlre le i/| et le 16 aout ia8S. On pent done, avec unc grande approxi- mation, donner 1c l5 aoiil ta85 comme la date de la morl de ce Prince. Guichenon la reculail mal-a-propos jusqu'au 17 novemhre meme annce. Au surplus, peu de temps apres le 16 aout, nous irouvons, a dater du 29 septeinbre ia85, ties actes multiplies dans lesquels Amedee prenait non seulement la qualite de Comes Sabaudie, mais agissail depuis quelque temps d'une maniere ellective en cette qualite (3). § VII. BEATRIX DE SAVOIE, DAME DE FAUCIGXV ETC. La fille du Comte Pierre, Beatrix, qui avail e'pouse en premieres noces le Dauphin Guy, et en secondes Gaston Vicomte de Beam, cette re- muantc Princcsse qui, depuis la morl de son pere, lulta quarante ans pour rax oir les possessions que le testament de son pere lui avait desli- ne'es, mais que le codicille mentionne dans le § IV ci-dessus, lui avait enlevees, finit sa longue carriere aprfa Pdques 1310 , comme nous I'-ap- pre&d un document genevois , precieux non seulement pour l'histoire de Geneve, mais aussi pour cclle des conli-ees voisines. Cette jiiece, connuc sous le nom de Fasciculus temporis, parait etre une clironique ou le fragment d'une clironique tenue dans le prieure tie S'-Viclor-les-Geneve: elle a ete pobliee pour la premiere fois en 1841 par M. Cibrario dans le second volume de la Sloria delta monorchia di Savoia, d'apres une vicille traduction franciiisc trouvee aux archives de la villc de Tlionon. M. Cibrario soupconnail avec raison <[iic I'original devail clrc en latin. J'ai retrouve deux copies anciennes de cet original, et je l'ai public en (1) Histoire du Dauphine. Geneve, 1722, f°, lorn. II , p. 29. (2) Le doutc, qui pourrait naitrc, \ienl ilc ce que 1'acle est date die Veneris in iraslino As- lumptianis 11. Marie A. D. m. cc. Ixxxv., et qu'en 1285 I'Assomption ful un mercredi. En 1286. I'Assomplion ful un jcudi. Mais I'cxacl Valbonnais nc parail pas avoir de doule sur le millesirac de cette charle. (3) Mem. Soc. d'hisl. de Geneve, vm, p. 219 el suiv. — Spon, Hist, de Geneve. I'reuve sun PAH EDOUARD MALLET. l3l » 854 (')■ ^a traduction francaise est incorrectr daw plusieurs cndroii.-. cnl it antics dans Particle concernanl la Princesse donl nous nous 0CCH pons, doni on a aliere le noin de maniere a le rendre nuiconnaiuable on l'y a clFcctivemenl appclec Claude, taadia <{ii<- son niini e«1 Beatrix. Je reprodnis done ici le texte original: Item, anno a natiuitate Domini m. ccc. x. post Pascha, obixt iUustris Domina B. Domina Faucigimd. ii L'an de la nalivile du Seigneur i3io, apres pftques, esl dcYc'drc l'il- luslre Dame B(ealrix) Dame de Faucigny. n lViqucs ayanl iU le IQ axril en i3io, c'esl dans les jours qui ont suivi de Ins prea cette dale que Beatrix a du cesser de vivre: elle devait avoir au moins 75 ans (3). § VIII. LE com I I AMEDEE V, LE i.li \M«. Le ne'crologe genevois menlionne ce Prince comme suit: xvij.' ha/. Nouembris . Item , D. Amcdeus Comes Sabaiulie, pro cuius anniecrsario Eduardus ejus fdius dedit nobis xl. solitlos animates . « Le 17 des kalendes de novemhre ( 16 octobre) est morl le Seigneur Aim-dec Comte de Sa\oie. pour I'anniversaire dtiquel son Ids Kdouard nous a donnd one rente an- nuelle de jo sols. » Cetlc date est precisement celle donnee par Guichenon (Hist. 1, p. 36 j et par M. Cibrario (11, p. 335) concordance qui continue ['exactitude de notre ne'crologe. Le Fasciculus temporis, document genevois mciitionnr an paragraphe precedent, rapporte ce fait, sous le millcsiiin- de i3a3 avec quelques details. Je vais, par la raison ci-devant indiqnee, en rapporter ici le texte original latin. Item anno a natiuitate Domini m. ccc. xxiij." die dominica ante fe- stum B. Luce euangeliste videlicet xvij." Kal. Nouembris, obiit bone me movie et indite recordationis illustris vie 1>. Amedeus Come* SabautUe, apud Auinionem , regnante Johanne Papa et ibidem presente, et corpus ipsius D. Comids fuit apportatum in SabmuUa, et sepultum die Mercurii (1) Mem. Soc. d'liist. dc Geneve, IX, p. 291 et suiv. (2) Elle avail cle accordee an Dauphin Guy le 4 deccmbre 1241 (Gliek. I, 287). Mlit M« pa- rens ue s'etanl marie's qu'en fevricr 1234, elle ne pouvail elre que dc la tin de cell« l33 DOCUMENS GENEVOIS INEDITS ETC. sequenti Altecombe anno quo supra. Et regnauit Comes per xxxviij.' 'iiuios, et in vita sua tenuit xxxij. sedes cum ingeniis et machinis. Et eidem successit illustris vir P. Eduardus de Sabaudia ejusjffius. « L'an de la nalivite du Seigneur i3a3, le dimanehe avanl la fete de S. Luc evangeliste, savoir le I'j des kalendes de novembre., est moil lilluslrc Seigneur Amedee Coinle de Savoie, de bonne memoirc el de glorieui souvenir, a Avigon, le Pape Jean regnant el present. Le corps dudit Seigneur Comte Cut apporte en Savoie et enseveli le mercredi suivant, an sus-dit, a Hautecombe. II a re'gne eomme Comte pendant 38 ans, et a, pendant sa vie, tenu 3a sieges avcc machines et engins lie guerre. Son ids, I'illustre Seigneur Edouard de Savoie, lui a succe'de. » Ce recit, confirme d'ailleurs par la chronique de Hautecombe . est presque one notice historique. § IX. LE COMTE EDOUARD. La moil de ce Prince est rapporlee coinine suit dans le necrologe genevois: ij° nan. Nouembris. Item nobilis vir D. Euardus Comes Sa- baudie, pro cuius anniuersario xl. solidi. « Le 2 des nones [4] de no- vembre, est inort nol)le liomine le Seigneur Edouard Comte de Savoie, pour I'anniversaire duquel (le chapitre recoit annuelleinenl) 4° so's- *> Cetle date concOrde rigoureusement avec celle donnee par Guiclienon el antics autorile's. Je rapporterai encore ici la mention relative a ce Prince contenue ■ \:\w<. le Fasciculus temporis genevois. Item Anno Domini m. ccc. xxix." die iv" mensis Nouembris, obiif illustris vir D. Eduardus Comes Sabaudia in Francia apud GenliUice, et tepultUS /uit Altecombe die mercurii in vigilia B. Clementis, et regnauit per sex annos : et eidem successit D. Comes Aymo de Sabaudia ejus Jrater . L'an du Seigneur 1329, le 4 *'u mois de novembre, est morl Til- lust re Seigneur Edouard Comte de Savoie a Gentilly en France, el il a ete enseveli a Hautecombe le mecredi veille de S. Clement (22 no- \ iinlne . II a regne six ans: son frere le Seigneur Comte Aymon de >i\oie lui a succe'de. » PAR i:i)OUARI> MAI I M § \ LE i.uM I I AYMOM. Son deces est, dans L'obituaire genevois, L'objel sur les leydes (peaces) tie Tlionon. a Guichenon avail rapporte la moil de ce Prince an a j juin i.'>\< M. Cibrario a Lndique la vraie dale, qui esl du 22 ruin meme annee elle concorde rigoureusement avec celle de L'obituaire genevois. La fondation d'un anniversaire pour le repos de son ame, n'esl pai ['unique rapport que le Comic Aymon cut avec I'eglise de Geneve >i son chapitre. Heureux de la victoire qu'il avail remportee dans le voisu i Montlioux, sur les troupes du Sire de Faucigny, en jnillci i332, il londa dans la cathedrale genevoisc un service special pour celebrer I'an- niversaire de cet evenement. Voici la mention qui y est relative: Anno Domini m. ccc. xxxij." vij." hal. Augusti, Ulustris vir D. Armo Comes Suhaudic donauit Capitulo Gebcnn. x. tibras gebem. iinmti red ditus pro una missa soUempnUer amtuatim celebranda dicta die in m at\ altari ecelesie Gebcnn. ad honorem S. Petri apostoti,et in fine dicte misse cantetur soUetnpniter: Te Deum laudamus etc. Les archives de Geneve conservent encore I'acte qu'il lit re'diger pour assurer le service de la rente aU'eclee a cet anniversaire (1). § n. \ Ml Ml I VI, LE COMTE VEHO. Je ne fais que reproduire ici, pour ne rien ouiciirc. la mention rela- tive a la naissance de ce Prince qui se trouvc dans k Fasciculus tern- 1 Pifeeu hisloriqoM, n" J13 (Mem. Soc. Inst. tiencv iv, p 319] \S\ DOCUHBNS OENEVOIS 1M1UTS ETC. />oris genevois. M. Gibrario en a domic la traduction: j'insere ici le lexle original: Item nnno a natiuitate m. cec. xxxiiij.' die Mart.is iiij" Januarii, fuit ruittis Amedeus filius Ulustris viri IK Aymonis Comitis Stdiaudie, et viif die mitiuitatis sue fuit baptizatus , et assumpsit nomeii J). Amedei Comitis Gebewi. Et est prima genitus. t< Le mardj 4 Janvier 1 334 t>s' nt-' Amedee ills de l'illnstre Seigneur Vymon Conite de Savoie: le buitieme jour de sa naissance il rut baptist, el prit le noin du Seigneur Amedee Comic de Genevois. Tl csl le premier ne. n § XII. LE mi; AMEDEE VIII. Want de parler de la mort de l'illustrc Due Amedee VIII, je crois devoir, loujours a l'aide des documens genevois, refuler one erreur ge- neraleinent repandue sur ce Prince , grace a Monoil , dans son Amedeus pacificus, et a Guielienon, erreur tnii consisle a prclendre qu'apres avoir, dans le concile de Lausanne, abdique le pontifical, il sc serail retire el aurail vecn dans sa soliludc de Ripaille. La bibliotheque de Geneve possedc on manuscrit en deux volumes peril in-folio, intitule Begistvum epistolarum Amedei Cardinalis Sabi- nensis ; e'est le registre dans lequel Amedee, devenu simple Cardinal- Eveipie titulaire de Sabine, Legal et Vieaire perpctucl du Saint-Siege in nonntdlis Ttaiie, Galliarum , Germcmieque partibus , faisail transerire, a la suite les uns des aulres, ses rescrits, les decisions qu'il prononcail, en sa susdite qualile, sur les affaires qui lui elaicnt delerees dans les dioceses sounds a sa souveraiiie jnridiction ccelesiaslique. Comme Amedee passait pen de jours sans expedier Les affaires courantes, comme ses actes sont tres-nombreux et tres-suivis, et qu'ils contienncnt non settlement la date , mais encore la mention du lieu ou ils ont ele faits , on peut re- produce, d'apres eux, I'irineraire de ce Prince-Prelat depuis son abdi- cation, qui eut lieu a Lausanne le i5 avril 1449, jusqu'a sa mort. On voit ainsi cpi'il continua de sojourner a Lausanne depuis sa renon- ciation jusqu'au 18 juin; de la il sc rendil a Evian, oil il passa le mois de millet Au mois d'aoul il parrit pour le Piemonl, faisanl route pour Geneve (ou il s'arrela quclques jours dans le couvenl des Dominicains pah F.noi'Ann mm. let. ou Freres precheurs de Palais, soil Plainpalais ) , SalenoTe, Aix , Cham- bery, la Tarantaise. Puis, traversant le peril S. Bernard, il rinl a Acute, Ivrec, Turin, puis a Moncalirr ou il rrsida clu a5 scplcmliic au 38 decembre. Cc jour il parril pour Wigliana, ou il passa le commence' merit de Janvier 1 J5o: il se rendu de la a Sum-, francbil le Mont Cenis, arriva a Chambery, \ix, Geneve, el ciait de retour a Lausanne le ra fevrier. En mars senlement il passa cruelcrues jours a Ripaille, pais se rendit a Evian, ou il sejouraa pendant lout le printempe el one partie de I'ele. Le y.9 aoiit, il elail arrive au convent de Palais: dans le rou- rant d'octobre il s'etablit dans la ville meme de Geneve, i. reille de sa mort II mourui le 7 Janvier ij:">i, comme L'attestent plusieurs document "enevois. Nous lisons en eflet dans une feuille donl il sera paile ci-apres: ham Domini m" eecclf el die septima Januarii decessii P. dmedeus legatus Sabaudie, cuius anima requiescat in pace. -/men. \ oila pour le jour. "Voici uiaiulcnaul la mention du lieu. On lit dan! un registre de copie des franchises genevoises: dnno Domini m. edi- ct It. et die septima JanuarU Papa Felix deoessit Gebenms. Cetle mention montre que, pour une bonne parlie de la population, \incdec \ III etait loujours le Pape Felix, malgre son abdication. Terminons eel article par la citation textnelle dfl riche el solennel an- niversaire qu'AmeWUe, qui s'etait reserve I' administration directe de l'e- piscopat genevois, fonda dans la eathedrale de ce diocese: il est li\< regulici cim nl cl exai li'incnt au jour de son deces. Anno Domini m. cccc. lj° vij.° jrdus Januarii , obiit Clemenussunus in Christo pater et celeberrimus Dominus, Dombuu Amedeus dc Sa- baudia, Episoopus Sabinensis , in nonnullis Italic, Germanie, GaBiarum- que partibus Sancte Rontane Ecclesie Cardinalis Legatus de latere } pro cuius anniuersario more prelatorum singulis annis vij.m ydus Januarii in hoc insigni ecclesia Gebenn. solemniter celebrando, illustrissimus Princeps et excellentissimus Dominus, D. Ludouicus Dux Sabaudie euu Ji/ius dedit et realiter expediuit venerabili Capitulo ipsius ecclesie Gebenn. tercentum Jlorenos auri parui ponderis monete Sabaudie presentialiter currentis, pro ix. libris annul census acquirendis , et deinde manualiter distribuendis inter Dominos canonicos presentes et cantinuam residenuam [36 DOCBMEWS C.FNKVOIS INI HITS ETC. facientes in horis scquentibus : el quod nichil percipient quoquomodo absentes). / idelicet in prima et verba xxx. solidi, in nonis et pla- cebo XXX. solidi, in vesperis et vigiliis Ix. solidi. Et in crastinum in missa deftmctorum et processione fienda in medio chori dicte eeclesie /.i. solidi. Successiue etiam dedit et realiter expediuit prefutus illustris- simus Princeps clericis chori dicte eeclesie I. Jlorenos parui ponderis pro xxx. solidis aiuiui census acquirendis et manualiter inter ipsos cle- ricos horis sequentibus presentes et continues distribuendis , et quod ab- sentes nichil percipiant quouismodo, videlicet in nonis et placebo vj . solidi, in vesperis et vigiiiis xij . solidi, et in crastinum in missa et processione fienda xij . solidi . Item ultra premissa dedit et realiter ex- pediuit idem illustrissimus Dominus Dux alios I. Jlorenos parui ponderis pro xxx. solidis census acquirendis el distribuendis ut sequitur , prima predictam magnam missam celeb ranti , qui canonicus esse, debeat , ultra portionem sibi inter dominos canonicos debitam , ij . solidi. Item octo vicariis s,'it habilitatis pro viij. missis bassis per eorum quemlibet dicta die celebrandis, viij. solidi. Item in predictis vigiliis et in crastinum ft in missa accendantur xiij. candele ante mains altare: pro quibus distribuantur operario dicte eeclesie xv. solidi. Et pulsentur omnes cam- pane eeclesie, etiam inaior , videlicet a prima antn. vigiliarum que est dirige, usque ad tertium responsorium , et a principle misse usque ad euuangeUum inclusiue: pro qua quidern pulsations distribuantur mar- ticulariis dicte eeclesie v. solidi. - Anima cius cum beads requiescat. Cct anniversaire csl le dernier qui ait e'te fonde dans la catliedrale genevoise par an Prince tie la Maison tie Savoic. Ceux meme qui ont occupe le siege episcopal genevois des lors, n'onl laissc aucune fondation de ce genre. C'esl done a une autre source qu'il nous faul allei eher- cher les renseignemens qui vont suivre. XIII. LE DUC LOUIS. Jaques Godefroy, 1'un ties plus eclebres jurisconsultes tlu dix-seplieine siecle, si connu par son savant coinmentaire du Code The'odosien , qui tiii Profe8Seur et Magistral a Geneve, avail rassemble, sur Niistoire de cette villi- des notes et des materiaux qui sont encore dans ses archives. 1'AR KDOUAIU) M .1 l.l I . On y irouvc, entre autres, uue feuille de'tachee, portant n" i-.umrn, nicni ecrite dans la seconde moitie du quinzi&me siecle, a la colonne de droite intitulee yatutUas certorum Principum Sabaudie et Francie. A I.. rolonne de gauche sonl mentionn& quelques deces. ■'>>■ regarde ce docu nil-Hi comme contemporain et comme tout-a-fail digni de foi, caa dans ceux ilcs renseignemens qu'il contienl qui se retrouvenl ailleurs, ton exactitude est pleinemenl confinne'e: il rient combler heureusemenl plu- sieurs lacunes dans La genealogie de la Maison de Savoie. On y lit, quant au Due Louis: Iiuki Domini m .' CCCClxV , ft ill, \fartis xxix. Januarii hora quincta de mane, decessit itiustrUshnus Dominus Ludouicus Dux Sabaudie Luduni, qui est sepultus m capella suprascripta . « L'an i i*>"), el le mardi 29 Janvier, a 5 beures do matin, est decede a Lyon L'illustrissune Seigneur Louis Due de Savoie: il est enseveli dans la chapelle susdite. » (Gellc que sa femme avail • dans I'e'glise des Freres mineurs de Geneve, mentionnee dans I'article precedent du manuscrit dont s'agit, a ('occasion de la Duchesse Amu-. inorte avant son mari), ainsi qu'on va le voir au paragraphe suivant. § XIV. ANNE DE CHYrKE, DUCHESSE DE SAVOIE. Notre document contient a ce sujet la mention suivante: /fimo Domini in.1' cccclxij . et die xj . Nbuembris, decessit illustrissima Domina Anna de Chipro duchissa Sabaudie Gebnis , que est sepulta in ecclesia Fratrum minorum in capella sun. « L'an du Seigneur 1 .{(>:> et le 1 1 de oovembre, est dii cile'e l'illustrissune Dame Anne de Chypre Duchesse de Savoie, 1 Geneve: clle esi enterre'e dans lYglise des Freres mineurs dan- >a chapelle. » Cette date, et celle du deces du Due Louis, concordent pleinemenl avec cclles de'ja connues et publie'es par ('niiclienon et les autres bisto riens: e'est une forte pre'soinption en faveur de ('exactitude des autres dates que notre manuscrit va nous fournir. Nous allons passer mainte uant au\ Princes de la descendance du Due Louis et d \nm- de Chypre, en commencant par leur (lis alne- Serif. II. Tom. XVI. 18 l3.H D0CUMENS GENEVOIS I M EDITS ETC. § XV. LE Dl'C AMEDEE IX. La feuille ijue je designerai maintenant sous le nom de manuscrit Godefroj . contient les deux dates precises de la naissance et de la morl de ce Prince. Natus fnit Amedeus de Sabaudia , quiposteafuit Dux, >» . cere. xxxv. prima februarii inter primam et secundum post meridiem . « Amede'e de Savoie, qui devint plus tard Due, est ne en i j35, le i" fevrier, en ire i et a heores apres midi. » Anno Domini m.° cccc. Ixxiij, et die penultima Martii decessit il- lustrissimus D. Amedeus Dux Sabaudie f^ercellis in Pedemontio, qui erat films illustrissimi D. Ludovici Duds Sabaudie, et paler I). Prin- cipis Pedemoncium supra proxime scripti. « L'an du Seigneur' 1 4 7 3 , et le penultieme de mars (le 3o) I'illustrissime Seigneur Amedee Due Savoie esl decede a Verceil en Pie'mont. II etait fils d'illustrissime Seigneur Louis Due de Savoie, et pere du Seigneur Prince de Pie'mont ci-devant mentionne. » (En cflet, la mention necrologique du Ids, d<;- cede avant le pere, precede dans le manuscrit eelle relative a la mort du Due Lmedee IX). Ces dates suggerent deux observations: r La premiere quant au jour de naissance: si je ne me trompe, on ne connaissait jusqu'ici que I'annee, et non le jour de cetle naissance. 2° La seeonde quant au deces : le manuscrit Godefroy concorde pour le jour, 3o mars, avec les docuinens anterieurs: il donne I'annee 1473 et non 1J72, parcequ'il a etc fait dans un pays ou I'usage etait de prendre I'annee a Noel et non a P;iques: on sait que e'etait celui du diocese de Geneve depuis i3o5. § XVI. YOLANT DE FRANCE , DITIIKSSE DE SAVOIE. Nolie manuscrit donne eommc suit la naissance de celte Princesse francaise, epouse d' Amedee IX, dont l' existence fut si agitee. iaii i dou \iu' m m.i.f.t. 1 3g ) olarU duchesse de Savojre m cccc xxx Hi) ad xxj septembrit inter sextam et septimam ante meridiem, « Volant , Duchesse de Savoie, esl aee en i j.'lj. le ■>. \ septembre, entre 1 iu Inures du matin. » l4« ! Oi 1 Ml N-, I.IMMMS IM'.DITS I I'l . § XX. PHILIPPE II, IM DE SAVOIE. Le manuscrit Godefroy eontient deux mentions relatives a ce Prince. La premiere est relative a sa naissance: Vatus Phillipus de Sabaudia mccccxliij . xxix Nouembris inter sep/i- mam et ocUuuim in Gebnis. « Philippe de Savoie est ne le 29 noveinhre 1 i'|3, entre 7 et 8 heures, a Geneve. » La maniere dont cette mention est redigee suflit pour prouver que le manuscrit en question est anterieur a 1496, epoque de l'avenement de Philippe au trone ducal; car si cct evenement avait alors elc accompli; I'ecrivain n'aurait pas manque de le faire, comme il la fait pour la Prineesse Charlotte qu'il a de'coree du titre de Reine de France, cpi'ellc acquit seulement ]>ar L'avenement de son inari Louis XI au trone fiancais etc. La seconde mention est relative a un grave evenement de la vie du Prince Philippe. Anno Domini m.° cccc Ixv et die xx Marti i , Dominus Phillipus de Sabaudia, Dominus Breysie, venit ad presentiam Regis Francorum , qui ilctinuerat eumjirrnis carcevibus duobus annis i>c/ circa in castro de laches. § xxi. JEAN LOUIS DE SAVOIE, EVEQUE DE GENEVE. II est mentionne, en dehors de son ordre de naissance, dans le ma- nuscrit Godefroy, en ces tcrmes: Johannes Ludovicus, Episcopus Gebennarum, natus /nit die xvj.fe- bruarii in Gebnis, in domo fratrum minorum anno m° cccc xlviij . u Jean Louis, Eve'que de Geneve, est ne le 16 fevrier, a Geneve, dans lr convent des Fibres mineurs, Tan 1 4 4 ^ - " Malgre cela, je suis dispose a admettre avec M. Cibrario, dans sa Cronologia de' Principi
  • j j*. » § Will BONNE DE SAVOIB, DOGHBS8B UK MILAN. Vatiuitas /lone m cccc xlix de menu- dugusti in iuilliana. Nais- sance de Bonne, au mois d'aoul I'l'iO; ;1 A.vigliana. i ?i XXIV. JAQUES DE SAVOLE, COMTE DE IliiMiiM . Natiuitas Jacubi Domini Eotondiinontis in cccc t .1 ij Wouembris horn octaua. Naissance tie Jaques, Seigneur de Romont, en i45o, le 1 • oovembre, ii 8 heures. » lei link la se'ric ties enf'ans ilu Due Louis el de la Duchesse \ nn«- il<- Chypre d'apres le manuserit de Godefroy. - Nous allons passer ;ui\ enfans tin Due Amede'e I\. § \\\. XSK F1LS, rilEMIEIt-.NE U'AMEDEE IX. J'aberde ici un tout autre document, mais bien original, contempomin et authentique, e'est le compie des depenses et recettes de Barthelemi Vincent, receveur general ties revenus tie la communauU de Geneve, pour 1'anne'e e'eoulee du f\ fevrier 1 j.">i an 9 fevrier 1 [55: il <-i depos* ,iu\ archives 3, on avait enseveli dans I'eglise ■?.: e'etah done son enfant premier-ne. On n'en avait l.iit jusqu'ici aucune mention. § XXVI. ANNE III s A 1 1 ill- ". Ill I Ml DE NAPLES. Revenons maintenant au manuscrit Godcfroy. On y lit: Natiuitas Ane de Sabaiidia m cccc Iv prima Jnnii inter seplimam ct oclauam Cfiam- beriaci. h Naissance de \nne de Savoie, le i™ juin 1 455 entre -. et 8 heures, a Chambery. ■>■> § XXVll. <:n ari.es, prince de piemont. Le manuscrit Godefroy le mentionne a deux reprises pour sa ni ■ace, it pour sa mort. \aliuitas Caroli de Sabawliu m° ever li'j. ct die menurii xv septembris inter secundum ct tcrciam post medium noclcm in Anemia (i Naissance tie Charles de Savoie, 1 456, le mereredi l5 sepleinbiv , entre ■?. et 3 liiiircs apres minuit, en Anvcrjjne. » huin Domini m° cccc Ixxj decestti iUustrissimus Domtnut Princeps PAB i inn Win \i w.1.1 T I '[.'> Pedemoncium Orliens veniendo de Francia in auxillium Domini Amedei Duels Sabaudie ejus p 0SSERVAZIOB1 INTORM) Au.'iwo OHEKICO ECC. origine fraterna, e dalle opere dei lirici , che fufono Ggli d'Omero e ne continuarono la tradizione, si pub Irani" intiera L'immagine
  • ai tempi vicini alio guerre persiane. E questo il periodo, in cui la storia delle Divinita delta Grecia piglia il caratterc di leggenda epica, e la scena delle azioni divine dal cielo si trasporta per dir cosi sulla terra, e il poeta iton volge la sua preghiera agli Dei, ne li descrive o li rappresenta coi loro divini attributi e colle qualita loro ; ma ce li mostra in azione e ne nana le imprese encomiandole, perche credo che a loro, come alia stirpe guerriera che lo circonda ed ode i suoi canti, piacciano le lodi, che si tnbutano ai grandi fatti, ai bene&ttori dell'umanita, ai di- struggitori dei mostri e de'malvagi : onde impropriamente fu delta poesia lirica de' Gioni quella, cui tali canti appartengono, non avendo essa nulla di quel soggettivo, che e proprio della poesia lirica, e accostandosi all'epopea per I' indole della materia, la condotta del componimento •■ la qualita stessa del verso. E quest' asserzione per essere confortata di prove uon richiede gia un esame di lutti quanti gl'inni e dei due l>oeiiii d'Omero; che il sis tenia poetico e religioso e in lutti lo stesso, I-, se qua o la appariseono lievi tracce d una dotlrina religiosa d altra natura. non bastano questo a diminuire la persuasionc che da millc altri kuoghi e prodoita nefi'animo dello studioso. Quahmque Ira qucgl'inni si vogha scegbere, ove se ne tolgano aleuni brevi che la seuola orfica ri- vendica a ragione come opera sua, sara sempre laic da porgere il mezzo di giudiearo dell indole di fcutta la dotlr'uia rcligiosa doll' eta eroica ; d perche in m'appiglio a quello, che e dedicato ad Apollinc, anzi a ipiella por/.ione di esso, elie riguarda parlicolannente Apollinc Dclio e, per grudizio degli eruditi moderni e per quello aneor pin sicuro di Tuctdide i . e un inno compiuto e tale che separalamenle e per .se stesso recitavasi dacli aritichissimi cantori. K.lueali alia mitnlngia della seuola Messandrina e dei Jloniani appena ndianio il noine di Apollinc noi siamo sobti di acooppiarvi l'idca del Sole ■ Tare dell imo e dcllaltro una medesiina divinita. Ma quesla milologia non e, quella di Omoro, i suoi nunii non rappresentano le parti, le for/.e, i lenomeni della natura ; ma hanno una personalita che colle dovute i Lib. in C 10 1 il I "Ml M' 0 < U>1 I.I.IVX. 1 ,- proporzioni li la simili agli uoiuini, e ge tarroka si brovano a baachettan ii a contendere Era Loro soU'Olimpo, manifestano pur lempre hi poteaia e I'operoaita loro sulla terra o Bid mare, benevoli agli nomini od arvi II poeta ci rappresenta I'm da principio ipolline in mezzo agli Deidell'Olimpo. cIh- tremano aU'awicinarsi di lui e si alzano dai seggi loro, mentre Latona l<> spogiia dell'arco e della feretra, e Lo stesso (/him- mesce il aettan al Sim ralente ligliuolo. Quindi ci dipinge Latona, che dopo arer errato per moke terre e per molte isole, ed eseere stata da tutte respinta, rendc pietosa a se la povera e deserta isola di Delo con longhe preghiere ed ampie promesse, e, trovato nn ricovero in queua, partorisce ii dio, che gustato appena il nettare p6rtogli da Temide, rompe le fasce e chiede on arco, una cetra e im oracolo, in cui anmmziare ai mortali il rolere di Giove. Ipolline era il dio principale della razza dorica, razza gnerriera e sacerdotale ad un tempo, terribile aiaemici, e inaamorata defla musica c della poesia ; e quests aveva fatto a somiglianza ili se il suo dio. d culto del quale a\c\a recato dalle radici dell'Olimpo per qnasi tatta la Grecia tbndando qua e la oracoli e santuari, vincendo le difficolta che gli opponevano i seguaci dei culti anteriori, e perpetnandn la memoria di (jucsta dill'usione del cullo di lui c dei vinii awersarii uel racconto dei viagra e delle terribili punizioni del dio, che fbnnano aran parte della sua leggenda- Di egnal nature souo le com', che si Darrano Delia seeonda parte dell' inno 0, per die meglio, ui-ll inno che \ieu dopo in onore di tpolline Delfico, ne vi ha in easo indizio alcuno, per cai psoas credersi, che questo dio abbia una qiialchc rela/ione eol Sole Infiitti noi lo vedianio nuovanienle en are pee molli paisi in eerea di un luogo. n\e I'oudarc il suo oracolo, e couiineiare a giUnruc Ic- londaint nla appo Tilfossa, fontana della Beozia ; poi abbandonarla persoaso dalle Erando* li-uli parole della ninfa di (|liella fonle, specie di di\ inila etonia , e volgersi a Crissa ed alzar ivi il suo santuario alle radici del monte PHuo . dopo aver uceiso a colpi di saette il Tifone ; e accortosi della ("code di Tilfossa punirla e chiamar sacerdoti al suo tempio alcuni owrcatenti cretesi, che navigavano verso Pilo, e che egli, pigliata sembianca di delfino, condnsse nel porto di Crissa. Ne cosa alcana che accenniall'o- pinione che Apollinc e il Sole fossero un medesimo iddio noi troviamo in tutti quei luoghi dei due poemi d'Omero, in cui c i'alla lnrn/.ione di quella divinita. Come dio terribile e potenle c punitore deirumana mi- perbia si presenta a noi ne' primi versi delTOiade, qnando bneia le sue I.jS OSSERYAZIOM INTORNO AM. INNO OMERICO ECC. saette conlro dei Grcci in punizionc della superbia d'Agamennonc , che iion voile restituire la figliuola atl nno ile' suoi saccriloli. — Venne dalli cime di Olimpo col cuorc irato, avendo sugli omeri l'arco e la faretra ben chiusa all'iniorno , e mentre si moveva i dardi risuonavano sulle spalk dell'irato, ed egli veniva simile a noltc. Si poso poi di faccia alle navi e niaiido un dardo, c un forlc clangore produsse l'arco d'argento (2) — . Egli si compiace de' peani , che i giovanetti grcci gl' intuonano (3), rallegra i banchciti degli dei col snono della sua cetra accompagnando i canti altcrnati dellc Muse (4), favoriscc o persegne i guerrieri dell'uno e dellaltro esercito, propizio maggiormenle alia famiglia reale di Troia, in cui ereditario era il suo culto, vernito dall'antica sede di Creta. Ne si lacciono lc tradi/.ioni intorno alia dimora di lui in casa d'Admeto, luogo dove forse egli ebbc le prime adorazioni (5), all'opera da lui posla insiem con Nettuno ncH'innalzare lc mura di Troia (6), e all'uccisione de'figliuoli di Niobe (7) c degli Aloiili , Eto ed Elialte, giganti, c simboli forse di gente robusta, che tenace dclle antiche tradizioni religiose contrasto al iiuovo culto introdollo dai Dori e fu da loro disfatta (8). E perche ogni dubitazione sia lolta ricordisi cpiel luogo dell'Odissea (9) , ove il Sole ed Apolline si trovano insieme ricordati da Demodoco, quand'egli racconta l'adulterio di Venere e di Marte. Li vede il Sole, e va a darne notizia a Vulcano, che li piglia alia rete , e chiama gli dei a mirar l'onta loro. Si radunano gli dei nella casa dalle fondamenta di rame : venne lo scuotitore della terra Nettuno, venne il molto utile Mercurio, venne il re lungi saettante Apolline — (10). Esiodo parla anch'esso della nascita di Apolline (n)edei figliuoli di lui (12), della sua dimora presso di Admeto (i3) e della edificazione delle (J) Iliado 1. 43-49. (3) 1. 474. (4) 1. 603. (5) 11. 766. (6) III. 441. (7) ixiv. 602. (8) Odissca XI. 305 (9) viii. 206 (10) 321. (11) Teogonia 918. (12) Framm. 54. 71. 87 13) Framm. 81 Dl DOM1 Ml l> I Ml I I IVV. I j.| mora troianc (i/|), di Ciclopi uccisi c di gucrrieri da lui aiutati (t5), e ce lo mostra sullo scudo di Ercole rappresentato insieme cogli altri dei e colic Muse (i 6). — Entro vi era il gacro coro degl*immortali, ed in mezzo ciiari/./.ava soavemente il figliuolo di Giove e di Latona eon una lira d I'.ravi il santo Olimpo, dhnora degli Dei, «' in quello una piazza coronata il'infmita dovizia nella gara degl'immortali , e incominciavano il canto le muse Picridi, siniili a chi canta Con acuta voce — . Nc altro k il concetto che OMERICO i• ride oel vederne i salii ed i giuochi '27 . guide il euro deUe Mu^«- . accide il Pitone ed e edorata in Delo, umbilico, 0 punto centrale, della terra, come hen lo mo8trarono Le due aquile, che, mandate da Giove I 'ma dalla parte d'oriente, l'altra da quelle d'occidente, vennero (|vii\i a incontrarsi (a8), la cpaal isola era sahitata cod religiose parole oel Prosodio da lui scritto per la sacra processione , ch i a Delo: — Salve, 0 dagli Dei fondata soave stanza ai li^li di Latona dalle tuoenti chiome, figliuola del mart", immobile prodigio dehVampia terra, cui i;!i oomini chiamano Delo e iiji Dei aell'Olimpo astro lungi splendente dell oa • terra ; . . . . poiche prima ell'era qua e la portata dai llutti e dal soffiar ili ogni vento, ma, qaando la figlia ili Ceo travagliata col deelinare della loro dotlrina, si audi) quel senso arcano sinarrrmlo e dirdc luogo o al fclicisnio o aU'antropOmorfismo , che limo e lallrii lrnde\; ad abbuiare le antiche sembianze della religione della natura. I. Era qu< 1 popoli dove I'eroismo de' guerrieri venue acquislando il soprav vento sopra la dotlrina de' sacerdoti, e il poter regio si ando rinforzando . a poeo (40) Aoscli. fragm. 16. Alircns. Sbrib II. Tom. XVI ao [54 OSSERVAZI0NI INTOHNO AI.I.'lNNO OHERICO ECC, a poco I'Olimpo si ordino a foggia delle monarchic terrene, e la leggenda eroica sottentrb all'idea aaturahstica primitiva e giunse quasi a cancel- lame ogni traccia. Cosi nell'India, la cui storia religiosa pub servir ili norma per giudicare di tutto I'antico politeismo, noi vediamo la leggenda eroica degli Dei contenuta Del loro ciclo epico, preceduta da] natoralismo ■ lei \ t-ili , in cui son fatti soggetto di adorazione le potenze celesti e le nascoste forze delta terra, e specialmente i fenomeni della luce e i diversi lorn momenti, e ciclo e terra, progenitori ilegli esseri tutti, c le acque, cil agni, o il fuoco, pro d'ogni altra divinita celebrato in qiicgli antichis- ■-liiii canti. 11 dire (piando succedesse in Grecia qucsto passaggio da una ail on' altra forma religiosa , I'affermare , chc per tutte lc popolazioni greche 6 specialmente per lc ultimc venute cio succedesse in Grecia e aon I'uori, c cosa per noi impossibile ; ma non si pub negare chc tali forme abbiano avuto ciascuna il luogo loro. Basta volgere uno sguardo alia Teogonia di Esiodo per iscorgere ancor quasi viva la lotta fra gli Dei anlielii rd i nuovi, e ne' poemi d'Omero anche. sotto lo spesso velo che la copre non e arduo il rawisarc la trasformazione delle favole na- inralisticlie nell'epica leggenda. Ora la favola ili Apolline e cssa una di quelle, die andarono soggetle ad una tale trasformazione? Oltofredo Miillcr, il quale vorrebbc allribuire il naluralisino rcligioso agli sforzi dci filosofi ilella scuola Ionica, dopo ,i\c r ragionato a lungo del eulto di Apolline in quel suo libro die scrisse inlovno alia storia c alle anlichita della razza Dorica, nega rieisamente che i.IPH.I I \ ii. mi cbe essere stata introdotta dalla scuola tonica, dagli Egiziani e dai Persian!, e immedesimata colla Btoria stessa e colTantichissima gem Htlogia che gli da per genitori Latona, o la notte, che cela ogni con agli occhi degli uomini, e Giove, o il cielo, i' it Latona assegna per madre Febe, <> la luii, i c per sorella Asteria, o gli astri e il cielo stellato ji , e il 11* oaaoera in Deb, per indicare il manifestarsi che bono le cose ail'apparire di lui, e gli da aome ili Licio, che derive dall'antico oome delta face appo i Greci (4a),e gli consacra il lupo, che era in antico il Bunbolo della tnedestma luce. E pur dalla vcste, onde I'ha circondato I'epica leggenda . trapelano gli antichi attributi del Dio della line, \prtllim- , il lerriliile aivicni delta leggenda, e cappresentato come sco pritore e punitore delle amane colpe. Ora qucsto concetto di Dei osaervatori delle opere nmane e vendicatori dell'umana giustizia va ([nasi sempre ennncsso nell anlica Milologia COB quelto delle divinila solari e lunari. Kgli e pcrciii che \rlcniiclc 0 Diana e anelie ehiainata 0-J^<; e Nepsortg, e a Licurgo e data per isposa Euridice, e oei Canii Giprii da Apolline e da Filodice si la nascere Febe ed Dalra i I a da Nemesi e Giove nascc Elena, in eui alctmi rawisano Selene o la luna. come in Ilianassa o Ifigenia sorella di Crisotetni e Laodirr ( \ \ rarvi- Bavano alcimi fra i Greci cd Eeate e Diana (45). Apolline ci e pur mostrato eonie citai'ista e musagcta, o goidator delle Mhise; poiche alia luce vanmo compagne e la gioia e larmonia e la \ita, ed il sole e simbolo agli uomini di cognizionc e di verita ; onde vien pure I'altro concetto 'Ii Apolline profeta o rivelaior del fuluro. E quando Omero mi racconta che Apolline al veder ferito a morte Eltorc da lui si rilira, io >edo in esso liinuiagine del sole o della luce, che i morenli abbandona, e Delta favola del giovanetlo Giacinto da lui ucciso, vedo una somiglian/.a colli' accennate favolc ili Adone, d'lla, di Lino c d'altri, che erano simboli della nature dall'ardore del sole esti\o travagliata ed oppressa. Cosi pun io scorgo un'immagine della raggiante bellezza del Sole aella chioma d'oro. di cui Saft'o adorna Apolline, ne' bianchi cigni, dai quali Alceo la Inan il carro di lui, e nclla mitra d'oro, di cui ne circonda Ii testa (41) Esiodo Tcogonia. (42) Aj/o; o anlica parola, con cui i Greci iuilicavano la luce del Solo 0 il Soli- • (43) Canii ciprii framm. 7. — Pausania in 1G I (44) Iliade ix. 145. (45) Pausania I. 43. I. n. 45. 1. l56 OSSKRTAZIONl INTOHNO AI.I.'lNNO OMERICO BCC. Onde mi scmbra die si possa conchiudcre, la favola di A|)ollinc, quale si trova in Omero e ne' poeti a lui posteriori fino atl Eschilo, non cssrrc panto una favola nuova , ma una trasformazione dall'antica favola natu- ralistiea intorno al Sole in leggenda. Che se ad alenno parra, che le traeeie dell'antica favola natnralisliea siano in essa an po' scarse e tali da non isbandire aflatto dalla mentc ogni dubbio, awerta com'elle sono pur sempre maggiori, che quelle, che si ravvisano ncllc storic di Bacco, di Ercole c di Pane, della cui originc natnralisliea non si pu6 dubitare. Bacco, personifieazione della potenza creatrice della natura, rccala in Grecia in antichissimi tempi o dircttamente dall'Asia occidenlale o per intermezzo deU'EgiUo, Ercole, divinila solare venuta dalla Fenicia, si i -oirverlono nella leggenda in due croi Tebani, e la terra e fatta tealro delle gloriose azioni loro, e Pane, il gran Tutlo, l'anima dell' universe natura, e mutato in an Dio sccondario c campestre. Cosi per mancanza di mi sacerdozio, clic conservi le antiche tradizioni, e per i mutamenti, die il primato della gente ellcnica su tutte le altre di Grecia introduce ne' costumi c nella civilla , la leggenda va gradatamente velando le forme del culto antico e nascondendole agli occhi dei volgari dapprima, e poi anelic dei poeti e dei dotti, e il sublime delle tremendc immaginazioni primitive cede il suo luogo al senso del bello e del verisimile, per cui gli Dei caduti dall'altezza loro si riducono quasi ad umane forme, finclie non venga la fdosofia e una dottrina religiosa piu ideale a rialzarli di nuovo, c a purgar le leggende da ogni concetto ingiurioso alia bonta e alia giustizia loro per opera di Pindaro e di Sofocle e di altri poeti profondamente religiosi e morali. DI DOMKMCO CAPEI.LINA. 1NN0 AD AP0LLI\E DELIO Uammentero, ne fin giammai che Apollo 10 scortli, lungi saettante. I Nnmi Tremaao allor die alia magion ili Giove 11 passo ei volge e da' lor seggi assurgono AJl'appressar del Dio, qoand'egli tende II fulgid'arco. — Presso il i'ulminautc Giovc Latona sol rimase, il ncrvo Lento, chiuse la faretra e, dai forti Omeri di sua man I'arco lcvando, Del genitor l'appese a la colonna A un aureo chiodo; e lo guidava al trono Ov'ei s'assise. In aurea coppa il padre Nettare gli porgea, faccndo invito Al diletto figliuol; quiiuli a' lor seggi Gli altri dei fan rilorno e la beala Latona esulta, che die in luce un figlio D'invitta possa e portalor deU'arco. Te saluto, o Latona, o forlunata, Che partoristi incliti figli, il rcge Apollo, e Artemi degli strali amante, Questa in Ortigia e cjuello in 1'aspra Delo, China presso la palma alle correnti D'Inopo, appo il gran monte, e il cinzio clivo. Qual inno a te volgcr degg'io, che sempre T'odi i begl'inni risuonar d'intorno? Che lu governi ogni ragion di canto Sul continente, che i vilelli cdiica, E nell'isole. A te piaccion le baize Tutte e le cime degli eccelsi monti E i fiumi in seno all'occan correnti E la spiaggia che al mar lenta declina |58 OSSERI AZIONI INTORNO AI.I.INNO OMERKo EC< lid i niarini porti. 0 diro come Te, gioia tie' mortali , in pria Latona Partorisse di Cinto alia montagna, Chinata entro dell'aspra isola, in Delo, Che in grembo al mar si posa .' Alio spirare \nnonico de' venti il nero flulto D'ambo i laii salia sovra la terra. Hi la partito a ogni mortale imperi. Quanta n'lia Greta e il popolo d'Atene, Inclita Euhea per navi , Ega ed Eresia . Peparelo , che giace alia marina, II tracio Alo , le vette alle di Pelio, La tracia Samo e il giogo d'Ida omhroso, Sciro e Focea, Taltero d'Autocana Monte, la ben fondata lmbro e d'approdi Povera Lenno, la divina Lesbo, Di Macaro Eolide albergo, e Chio La piu pingue di quante isole ha il marc La scoscesa Mimante e di Corico L'altere cime, la fulgenLe Claro E l'alto giogo d'Esagea, l'irrigna Samo e le vette di Micale eccelsa , Mileto e Coo, de' Meropi cittade E 1'alta Gnido e Carpato ventosa, Nasso , Paro e Renea ricca di pietre. Per tajiti lochi erro Latona, il seno Grave del lungi sacttante, al figlio Se mai trovar potesse una dimora In quelle terre. Paventava ognuna Tremando e accoglier non ai'tliva Apollo, Benrhe d'altre piu pingue; inlin che giunta Non fu Latona veneranda a Delo Ed alate parole interrogando Le volse: « Delo, se del liglio mio Esser vuoi stanza e che in te sorga mi rioco Tempio (non fia ch'altri giaminai ti tocchi, Dl D0H1 XICO i APELLINA. o che t'onori, ne
  • Cos! diccva, c lo giurb Latona Col grande giuro degli dei : « Cotesto Sappia la terra, c quel chc ne sovrasta Ampio ciel, Fonda (kilo Stige il sappia, Che ncUinfcrno scorrc ed e il piu grande , 11 piu terribU giuramento ai numi Eterni. Qui di villimc odorosa Ognor sara Fara di Febo e il sacro Podere, c onor tu sovra tulti avrai. » Ella giurava, e appena il giuramento \vea compiuto, chc d'innnensa gioia Delo csultava al nascere del rege, Che da lungi saetta. Nove giorni E novc notti le insperate doglie Trafissero Latona e a lei d'intorno Erano tutte le piu chiare dive. Vera Di'ona e Rea, la risonante Anfitrite, l'Icnea Temide e tutte L'alti'e immortali ; ma non vera Giuno Dalle candide braccia. Entro la casa Sedea di Giove adunator di nembi. Sol di Latona non udi le grida Ilitia, che i dolor veglia de' parti. Ella stavasi assisa in su la vclta D'Olimpo, avvolta entro dell'auree nubi Per consiglio di Giuno, al par di neve Bianca le braccia, che gelosa lungi La rattenea , poi che valente e scevro D'ogni biasmo un ligliuolo era Latona Da'bei capclli a parlorir vicina. Dalla ben lavorata isola intanlo Iri le dee mandar per Ililia A prometterle in dono un gran monile HI DOHBHICO rjtPF.l.u.vA. t6l D'auree fila contesto e nove cubiti Lungo, e imposero a lei, che la chiatnasse Senza sapula di Giunone ; indietro Non forse al diparlir con sue parole La ritraesse. II lor volere intese Iri dal pie veloce a par del vento, Correndo mossc cd in un punto a tergo Lascio i frapposti lochi e poi clie giunta Fu alia magion dei numi, all'allo OKmpo, Stette alia soglia, ed Ilitia chiamando, Le annunziava con parole alate Quanto imposto le avean le olimpie dive , E poi che ad essa neH'amico petto Persuaso ebbe il cor, mosscro i piedi Entrambc e nell'incesso eran simili \ paviile colouibe. Allor die in Delo Giunse Ilitia, che al cluol tie' naseimenti Assistc, sovra parto era Latona, E di sgravarsi desi'6. La pahna Slrinse fra le sue braccia e le ginocchia Punto sovra la raolle erba del prato. Sollo di lei rise la terra, c in luce II fmlio uscia. Tutte le dive un erido Mandaro, o Febo, e ti lav;lr con raonda Acqua purificandoti ed in veli Ti fasciae candidissimi, sotlili E non usati ancora cd auree benile Poneanti intorno. Ne la madre il lalte Diede ad Apollo, che il turcasso ad aureo Sostegno appende: a lui colle immortali Mani la diva Temide porgea Nettare da libar, so.ive ambrosia, E Lalona godea, che un valoroso Figliuol gli nacque e portator dell'arco. Poi che il cibo immortal gustasli, o Febo, Piu frenar non potean I'auree cinture Serif. II. Tom. XVI. a' OSSERVAZIO.M INTORNO AI.l'iNNO OMEKICO ECC. Le tue membra d'indugio impazienti , Ne i vincoli tencrti. Ogni lcgame Si ruppe e losto agli immortali nunii Febo Apollo volgea quesle parole: « Gh'una cetera io m'ahbia a me diletla E un curvo arco, e ad ogn'uom 1'oracol mm L'immutabil voler di Giove annunzi. » Si disse e a camminar sull'ampia terra Prese I'inlonso Febo , ei clie da limgi Saetta, e tutte ne slupir le dive. D'oro splendea I'intera Delo, il figlio Del gran Giove mirando e di Latona, E "ioiva ehe il Dio seelta l'avcsse Intra lisole tulte e i continent! A sua diinora, e sovr'ogn'allra amala ICnlro il suo core; e tutta d'or fioria, Come avvien ehe pei fior della sua selva Talor s'orni la vetta alia monlagna. E tu, re Apollo, ehe d'argento hai I'arco E da lungi saetti, or ti volgevi AlTarclua Cinto, ora vagando erravi Per l'isole e le genti, e onore avesti Di lempli molti e di fronzute selve, E le vedette a te fur care e i gioghi Sommi de' monti eccelsi e i fiumi in seno Al mar correnti. Ma il luo core, o Febo. Sovr'ogni cosa si compiaccpie in Delo. Ed ivi i Gioni da le lunghe vesti S'adunano coi figli e le pudiche Spose e, memori, a te col pugilato Arrecan gioia e con le danze e i canli, Indicendo i certami; e, chi gli accolti Gioni mirasse, allor ben li direbbe Ed immortali e da vecchiezza iinmuni : Che tutti ei li vedria di grazia ornali , E gioirebbe in cor, uomini e donne Da le belle cinture contemplando, Dl DOMENICO CAPKI.I.INA. [63 Le presto navi e Le dovizie nmlic Ma sovra quesio maraviglia immense, La cui I'.ima pcrir non potra mai , Sono le Delie vergini, ministre Del lungi saettante. In pria cantando Loilauo Apollo, imli Lalona e Ai temide . ('Air degli slrali e arnica, e gl'imii iiituonano Degli uoiniii) velusli e delle donne, Ontle alle accollc genii il cor si molce. D'ogni mortal la voce, il suon tie' crotali linilar sanno, e ncll 'udirle ognuno La propria voce d'ascoltar direbbe, Tale e nei canti lor bellczza ed arte. Ma omai (propizio Apollo e insiein «-«ni esso Artemitle mi sia) lulte salvete E in avvenir mi ricordate ancora, E quantlo alcun fra gli uomini, clie albergo Han sulla terra, travagliato e stanco Qui giunga ospile e chieda : « O verginelle , Qual e il piu dolce de' cantor, che intorno Qui a -voi s'aggiri, e piu d'ogni allro al core Co' suoi canti vi sccnda ? » E voi concordi Bencvolmente rispondele a lui : « E un cieco, abitator della pclrosa Cliio, c i suoi canti hau sovra gli allri onore E ancor l'avranno in avvenir. » Cotesto Voi rispondele; e noi per cruante andremo Popolose citta sovra la terra Vi reclierem le vostrc lodi, e tutti Ci credcran, come si crede al vero. Ne mai negl'inni io scorderommi Apollo Dal lungi saettante arco d'argento, Figlio a Latona da le belle chiome. =52302?* i65 INDICE CLASSE DELLE SCIENZE M0RAL1 , STORICHE, E F1LOLOG1CHE V^onsiderazioni sulla tlottrina di Socrate, del Cav. G. M. Bertini pag. i Dolle dottrine delTantica scuola pitagorica contenutc nci versi d'oro, del Cav. Domcnico Capcllina » 3^ Documens gencvois inedits pour la genealogie historique de la maison souvcraine de Savoie depuis le douzieme siecle jusqvfau qiiin- zieme , par M. Edouard Mallet » i i i Osservazioni intorno all'inno Omerico ad Apolline Delio, del Prof. Domenico Capcllina a I j i V? Si starnpi: Baionc GIOA.YM PLANA Presidbnte. c I