MEMORIE DELLA REALE ACCADEMIA DBLLE SCIEUfZE DI TORINO ^. iiOCt.^^^^ ( IMELLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO SERIE SECONDA TOMO III. TORINO DALLA STAMPERIA REALE MDCCCXLI. INDICE XLlcnco tlegli Accademici Nazionali e Stranieri .... pag. vii Mutazioni accadute nel Corpo Accademico dopo la pubblicazione del precedente volume » xvi Doni fatli alia Reale Accademia delle Scienze di Torino dal i.° di luglio dell'anno i84o sino al 3i di agosto i84i • • » xvrr CLASSE DI SCIENZE FISICHE E IVIATEMATICHE Notizia Storica intoruo ai lavori della Classe delle Scienze Fisiche e Matematiche nel corso deU'anno i84o; scritta dairAccademico Professore Giuseppe Gene, Segretario Aggiunto di essa Classe n lv Recherclies sur les epidotes et specialement sur celle de S.' Marcel ( Province d'Aoste ) en Piemont, par le Chev. Sobrero . » lxii Memoire analytique sur la pulpe du fruit du Baobad, par M.' Joseph BONJEAN » I,.VVI1 Memoria sui terreni stralificati delle Alpi; del Professore di Mi- neralogia Ancelo Sisjionda » ■'3'" ^'■"O I Micromycetes Italici novi, vel minuf-cpgniti; auctore Josepho De NOTARIS )) 55 Sopra la microscopica composizione degli Strobili di alcune Co- uifere; Memoria del Professore Pietro Savi » 83 Saggio Orittografico suUa classe dei Gasteropodi fossili dei terreni terziarii del Piemonte ; di Luigi Bellardi e Gioanni Michelotti « g3 Experiences sur la resistance des fers forges dont on fait le plus d'usage en Piemont; par Charles Ignace Giulio . *. . » fjS VI Description des Canccllaires fossiles des terrains lertiaires du rieinont ; par L. Bei.lardi pag. aaS Analisi chimica esplorativa e proporzioiiale di un Meteorolite caduto ncl mcse di luglio 1840 a Ccrcscto nellc vicinanze di Casale e Moncalvo ; del Pi'ofessorc Lavini » 265 Experiences sur la force et sur rclaslicile des Cls de fer j par Charles Ignace Giulio n a^yS Giunta (jWIndice della Parte Fisico-matematica del Tomo precedeiite. Sur la determination de la densite moycnne dc la lei re, deduilc de I'obserTalion du pendule faite a I'Hospice du Mont-Cenis / par M.' Carliki , en septemhre 1821; Nole de Charlcs-Ignacc GiULio pag. 3-^9 -J VII ELENGO DEGII ACCADEMICI NAZIOMII E STRAMERI AL XXXI DI AGOSTO MDCCCXLI. ACCADEMICI NAZIONALI. Presidente. Saluzzo, Conte Alessandro, Grande tli Corona, Ministro di State, Liiogotenente Generale, Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Nunziata, Cavaliere dl Gran Croce decorate del Gran Cordone deU'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Commendatore deU'Ordine Impei'iale di Leopoldo d'Austria, Vice-Presidente della Regia Deputazlone sovra gli studii di Storia patria. Vice-Presidente. Rossi, Francesco, Chirurgo delle LL. MjM. e della Reale Famiglia, Professore emerilo di Chirurgia nella Regia Universita, Chirurgo generale de' R. Eserciti, Vice-Presidente del Consiglio Superiore Militare di Sanita, Cavaliere deU'Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere e Consigliere deir Ordine Civile di Savoia. Tesoriere. Peyron, Abate Amedeo, Teologo Collegiate, Professore di Lingue Orientali nella Regia Universita, Membro della Regia Deputaziene sovra gli studii di Storia patria, Cavaliere dell'Ordine de' Ss. Maurizio e Laz- laro, e deU'Ordine Civile di Savoia. CLASSE Dl SCIENZE FISICHE E MATEMATICHE ■■sa^c-1 Direttore Rossi , Francesco , predetto. Segrctario Carena , Giacinlo , Professore di Filosofm , Membro della Reale Socieia Agraria di Toriuo, Cavaliere e Consigliere dell'Ordine Civile di Savoia. Segretario Aggiunto Gene, Dotlore Giuseppe , Pi'ofessore di Zoologia e Direttore del Museo Zoologico della Regia Universita , uno dei XL della Societa Italiana ilelle Scicnze residcnte in Modena, Membro della Reale Societa Agraria di Torino, Cavaliere dell' Ordiue dc'Ss. Maurizio eLazzaro, e dell'Ordine Civile di Savoia. Accademicl residenti MiCHELOTTi, Ignazio , Ispettore generale nel Corpo Reale degli Ingegneri Civili e delle Miniere , Intendcnte generale , Direttore dei Regii canali, uno dei XL della Socieia Italiana delle Scienze residente in Modena, Membro della Reale Societa Agraria di Torino, del Con- grosso peruianente dacque e strade, e del Rcgio Conslgllo degli Edili, Decurione della Cilia di Torino, Cavaliere dell'Ordine de' Ss. Maurizio c Lazzaro. Rossi , Francesco , predello. Plana, Giovanni, Regio Aslronomo, Professore d'Analisi nella Regia University. • It MiCHEi.oTTi, Vittorio, Professore di Cliimic.i Mctllco-fannarculira nella Regia Univcrsilu , Capo ilcl Magistrato del Proloniedicalo, Mcmbro Stra- ordinario del Consiglio Superiore Mililare di Sanita, IMembio della Reale Socida Agraria di Torino c del Consiglio delle ^linicrc , Cavaliere duirOrdiue dci Ss. Maurizio e Lazzaro. Carena , Giacinlo , predelio. CisA DI Gresy , Cavaliere Toinaso, Professore emerito di Mecca- nica nella Regia Universila , Cavaliere dell' Oidine Militarc dei Sanli Maurizio e Lazzaro. Bellinger!, Doltore Carlo Fi'ancesco , Medico di Corte, Membro e Consigliere del CoUegio di Medicina , Medico Ordinario dell' Ospedale Maggiore dell' Ordine Equestre de' Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere deir Ordine Civile di Savoia. AvoGADRO DI Quaregna , Cavalierc Amedeo , Mastro Uditore nella R. Camera de'Conti, Professore emerito di Fisica Sublime nella Regia Universita, uno dei XL della Societa Italiana delle Scienze residente in Modena, Membro della Commissione Supei'iore di Stalislica, Cavaliere deir Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, e dell' Ordine Civile di Savoia. Colla, Luigi , Avvocato Collegiato, Membro della Reale Societa Agraria di Torino. Moris, Giuseppe Giaclnto, Professore di Materia Medica e di Botanica nella Regia Universita , Consigliere nel Magistrato del Protomedicato , Direttore del Regio Orto Botanico , Membro della Reale Societa Agraria di Torino, Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere e Consigliere dell' Ordine Civile di Savoia. Lavini , Giuseppe , Doltore in Filosofia, Professore Straordinario di Cliimica Medica e Farmaceutica nella Regia Universita , Membro Straor- dinario del Consiglio Superiore Militarc di Sanita per la parte Chimico- Farmaceulica , Membro della Reale Societa Agraria di Torino. Cantu, Gian Lorenzo, Dotlor Collegiato di ^ledicina, Membro del Consiglio delle Minlere, Membro della Reale Societa Agraria di Torino. Ferrero della Marmora , Cavaliere Alberto , Maggior Generate , Comandantc della Regia Scuola di Jlarina , IMcmbro della Commissione Superiore di Statislica, e del Consiglio delle iliuiere, Cavalierc dellOrdine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, del Real Ordine Militare di Savoia, Cavaliere e Consigliere dell' Ordine Civile di Savoia. Gene, Giuseppe, prcdctto. X BoTTO, Giuseppe Domenico, Profcssore di Fisica nclla Regia Uni- vcrsitii iVi Torino. SisMOMiA, Aiigclo, Profcssore di Mineralogia e Direltore del Museo Mineralo"ico della Regia Universita di Torino , Mcinbro del Consiglio delle Miniere, Cavaliere dcU' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, e deir Ordine Civile di Savoia. Martini , Lorenzo , Profcssore di Mcdicina Legale e Rettore nella R. Universila, Consigliere del Protomedicato , Meinbro della Giunta di Statislica per la provincia di Torino , c della R. Commissionc di Revi- sione dei lihri c tlclle stampe , Dircllore Gcncrale delle vaccinazioni, Cavaliere deil' Ordine de" Ss. Maurizio e Lazzaro. Menabuea, Luigi Federigo, Capitano nel Corpo Reale del Genio Militare, Dottore Collegiato di Matonialica, Profcssore di Meccanica ap- idicala nclla Scuola spcciale d'ap|)licazione della Regia Accadeniia Militare. Giui.io , Carlo Ignazio, Professore di Meccanica e Consigliere della Classe di Mateinatica nel CoUcgio di Scienze e Letlere della Regia Uni- versita di Torino , Membro della Commissione Supcriore di Statislica. Accademici Nazionali non residenti in Torino. BoRGXis, G. A., Ingcgnere Civile, Professore di Meccanica, a Pavia. BonvARD, Alessio , Cavaliere della Legion d'Onore e dell' Ordine Belgico di Lcopoldo L", INIembro dell' Islituto di Francia e dell' Uflicio delle Longitudini , a Parigi. Bertoi.om , Cavaliere Antonio , Pi-ofcssore di Botanica , a Bologna. Marianim, Stefano, Professore di Fisica c di Mateinatica applicata nella Ducale Universila di Modeiia , Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia. De Notaris, Giuseppe, Doltore in Medicina, Professore di Bolanica nella Regia Universila di Geneva. Magistrini, Giambatista, Professore di Calcolo Sublime nella Ponti- ficia Universita di Bologna, Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia. Pareto , !Marchcse Lorenzo , a Geneva. Spinola , Marehcse Massiniiliano , a Genova. BiLMET , Monsignor Alessio , Cavaliere di Gran Crocc decoralo del Gran Cordone dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro , Arcivescovo di Sciatnbcri. XI CLASSE DI SCIENZE MORALI, STORICHE E FILOLOGICHE Direttore. Sauli d' Igliano , Cavaliere Lodovico , Consigl'iere di Legazione , Commissario Generale de' ConGni , Membro della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, Cavaliere dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro , e dell' Ordine Civile di Savoia. Segretario. Gazzera, Abate Costanzo, Professore di Filosofia, Cavaliere dell'Or- dine de' Ss. Maurizio e Lazzaro , Membro e Segretario della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, e della Giunta d'Anlichita e Belle Arti, Assistente alia Biblioteca della Regia Universita. Accademici residenti. Saluzzo, Cavaliere Cesare, Luogotenente Generale, Grande Scudiere, Governatorc dellc LL. AA. RR. i Duchi di Savoia e di Genova , Ca- valiere deir Ordine Supremo della Sautissima Nunziata, Cavaliere di Graa Croce decorato del Gran Cordone dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia, Ispettoi-c della Regia Accademia Militare, Prcsidentc della Rejjia Deputazione sovra gli studii di Storia palria, Membro della Giunta d'Antichita e Belle Arti, e del Consiglio dclle Arti , Segretario-:Perpeluo-Direttore della Reale Acca- demia delle Belle Arti , Dccurione della Citti di Torino. Carena , Giacinto, predelto. Peyrok , Amedeo , prcdetto. Mt CoRDEixo dc' Couti lii San Qciktino, CavaHerc Giulio, Mcmbro della Realc Soiieu'i Agraria ili Torino. Gazzera , Coslanzo , predelto. Masno, Barone c Presiileiitc Giuseppe, Reggentc dlToganel Supremo Consiglio ili Sardcgna, CoininciulaLore dcirOrdinc IVlilitarc dc'Ss. Maurizio c Lazzai'o, Cavalicre c Consiglierc deU'Ordiue Civile di Savoia, Vice- Presidcnte della Coinmissione Superiore di Statistica, Membro della Rcgia Di'putazionc sovra gli sludii di Sloria palria, c della Giunta d'Anliehita e Belle Arli. Sauli d'Igliano, Lodovico, predello. ScLOPis DI Salerano, Conte Federigo, Senatorc nel Real Senate di Picnionte , Membro della llegia Dcputazionc sovra gli studii di Storia patria, Cavalicre deU'Ordiue de'Ss. Maurizio e Lazzaro, dell' Online Civile di Savoia, e deU'Ordiue del Merito sotto il tilolo di S. Giuseppe di Toseana. Bai.bo, Conte Cesare, Colonnello ne'Regii Eserciti , Membro della Regia Deputazione sovra gli sludii di Sloria palria, Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia. CiBRARio, Nobile Giovanni Luigi, CoUaterale nella Regia Camera dc' Conli , Sostituito del Procuratore Generale di S. M. , Membro c Segrelario della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia palria, Membro della Giuuta d' Anlicliita e Belle Arti , Cavaliere dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, dell'Ordine Civile di Savoia, dell'Ordine v.ilii-re della Lc";on d'Onore , a Parici. Classe di Scienze Morali, Stovichc e Filologiche. Deperet, Professore emerito , a Parigi. De Gerando, Baronc Maria Giuseppe, Gi-ande Ufliziale della Legion d'Onore , Membro dell' Istltuto di Francia, a Parigi. Mai , S. Em. il Cardiuale Angelo , Membro della Sacra Coiigrega- zione dcgli alFari ecclesiastici slraordinarii, a Roma. Brugiere di Barawte, Barone Amabile GugUelmo Prospero, Ufliziale della Legion d' Onore , Membro dell'Islltuto, Pari, e Ambasciatore di Francia prcsso S. M. 1' Impei'atore di tutle le Russie, a Parigi. Manzoni , Contc Alessandro, Accademico della Crusca, Cavaliere della Legion d' Onore di Francia , a Milano. Savigny , F. C, Professore nella Regia Unlversitik e Membro della Reale Accademia delle Scienze di Berlino. Letrokne, Giovanni Anionio, Membro deU'Islituto di Francia e delU Legion d' Onore, Gonservatore della R. Biblioteca, a Parigi. BoRGHESi , Conte Bartolomeo , a Roma. SiMONDE DE SisMONDi , Gian Carlo Leonardo, Socio corrispondente deir Islituto di Francia, a Ginevra. XVI MUTAZIONI accadute net Corpo Accademico dopo la pubhlicazione del precedence f^olume. Morte di Accademici stranieri. Pastoret, Marchese Claudio Emanuele Giuseppe Pietro, Membro (leiristituto di Francia , morto in Parigi il 29 settembre 1840. Nomine di Ujffiziali. II Vice-Presidente Cavaliere Francesco Rossi, nella tornata del i8 aprile 1841 , e state confermato nella carica triennale di Direttore della Classe delle Scienze Fisiche e Matematlche. XVII DOI\I FATTI ALLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI T ORIXO DAL 1." DI LUGLIO 1840 SmO AL 31 O' AGOSTO 1841. 1-Ja. Reale Galleria di Torino, illustrata dal Marchese Roberto d'Azeglio, dedicata a S. M. il Re Carlo Alberto. Fasc. 19.° 20.° e 21.° Torino, Fontana, i84o, in fol. fig. Famiglie celebri Italiane, di Pompeo Litta. Duchi di Savoia. Parte 4% 5." e 6.^ Milano, Ferrario, i84o-4i , fol. fig. Monumenta liistoriae patriae, edita iussu Regis Carou Alberti. Scripto- rura tomus I. Augustae Taurinorum, ex Regio Typographeo, 1840, I. Vol. fol. Arlicoli estratti dagli Annali di Giurispriidenza di Torino, scritti dal Conte Petitti di Roreto, intorno ai rendiconti deH'aniministrazione della giustizia penale del Regno di Francia. Torino, Mussano, i84o, I. Vol. ia 8." Ophthalmie des Armees. Rapport :i M. le Ministre de I'agriculture , du commerce ct des travaux publics , sur I'Ophthalmie regnante en Bel- gique, par M. P. L. B. Gaffe. Paris, i84o, I. Vol. 8." Voyage en Sardaigne, on description statistique , physique et politi- que de cette lie, avec des recherches sur ses productions naturelles et ses antiquites, par le Comte Albert de la Marmora. Seconde Partie. Paris, Crapelet, i84o, I. Vol. in 8.", et Atlas in fol. obi." Dell'influenza che sembrano avere le correnti elettriche per ristabi- lire la salute in alcune malaltie dlelro I'uso dei bagni d'acqua salina, Seuie II. Tom. III. 3 S. M ti Re Carlo Alberto Petitti Gaffe Della-Marmoha Gitu MultTTI Cu^aroLLioii-FiCiAC D> ROSIETTI Ftucn Ouisciiu VaBsic>Lioti RciSAcn rt Ut bCAIit Balvi Zi!«il1l Aueo XVIII ed in ispecie ili quelli di Monlecaliiii in Toscana/ ]\Ieiiioiia del Profes- sore Giuseppe Giulj. Bologna, Nobili c Compagnia, i84o, 8." ^ ila di Giovanni Baltisla Garzelli, Trenlino. Milano, Molina, 1840. (Eslr. i\i\\[' Jcoiiogriijia Italianu) in fol." con rilralto. Chartcs et nianuscrics sur papyrus, de la Bihliollieque Royale. Col- lection Ac fac- simile , acconipagnes de notices historiques et paleogra- pliiques, ct publics par M. ChampoUiou-Figeac. Paris, Didot, 1840, in fol." Progetto del primo libro di un Codice raarittimo austi'iaco, conte- uentc il diiillo pubblico maritlimo. Vienna, I. R. Stampeiia, i84o , I. Vol. in 8." Memoirc sur la filature des cocons a Nice, leurs qualites ct pro- duits traites a la vapeur; ct reflexions cconomiques sur les miiriers et sur I'educalion des vers a soie; presente a la Chambre Royale d' Agri- culture el de Commerce par M. Antoine Faraut; precede du rappovt de la Commission chargee dc son examen. Nice, 1840, in 12.° Intorao alia Grippe epidemica. Ragionamento critico letto aU'Ateneo di Treviso nella seduta ordiuaria del 28 giugno i838 dal Dottor Acliille Desiderio. Milano, Lampati , i838, in 8.° Intorno al solfato di chinina, sperimenti sugli animali, letli aU'Ateneo di Venezia nella seduta ordinaria del 9 dicembre iSSg dal Dottor Acliille Desiderio. Venezia, Andreola, 1840, 8.° La vita c le imprese niilitari di Malatesta IV Baglioni; narrazione storica di Gianibattista Vcrmiglloli, con note, illustrazioni, e documenli. Perugia, Bartelli, 1839, I. Vol. in 8.° Geographic d'Aboulfeda . Teste arabe, public d'apres les manuscrits dc Paris et de Lcydc, par MM. Reinaud et le Baron Mac Guckin de Slane. 2." et derniere Livraison. Paris, Imprimerie Royale, 1840, in 4-° Compendio di geografia, compilato su di un nuovo discgao conforme agli ultimi trattali di pace c alle piii recenti scoperte ; opera del Nobilu Veneto Adriano Balbi. Seconda edizioue italiana suUa terza originale franccse. Torino, Baglione e Compagnia, i84o, 2 gross! Vol. in 8.° gr. Intorno un punto della nuova dottrina del signor G. Pelletier , re- lativamenle all'influcnza clcttro-chimica delle varie terre suUa vegeta- zione. Osscrvazioni di B. Zanon. Belluno, Deliberale, 1840, 8.° Lcttre de ^I. Arago a M. Ale.\andre de Humboldt. Paris , Baclie- licr, 1840, 8.' XIX Programme dcs qucslions pvopose'es pour le concoiirs ile i84i, par I'Acaileinic lloyalc lies Sciences et Belles-Lellrcs tie Bruxelles, in 4-" Lettera c Memoriu anatomica ili Filippo Civinini Pisloiese intorno alia comunicazione cliretta vascolare sanguigna tra madre e feto, in i-i- sposta ad alcuni quesiti del doltore A. Guglielmo Nob. De Seller, con tavole c spiegazione delle figure. Firenze , Batelli e Compagnia, i83g, in fol. Notice sur Ics glaciers , Ics moraines et les blocs erratiques des Alpes, avec une table analilique^ par M. Ch. GodefTroy. Geneve, Pelle- lier, i84o, I. Vol. 8.° Inlorno alcune poesie di Raimbaldo da Vaqiierasso; discorso acca- demico del Marchese Luigi Biondi. Roma, Aureli, i84o, I. Vol. in 8." INIemorial de I'OIHcier du Genie, ou recueil de memoires, experiences, observations et procedes gcneraux proprcs a perfectionner la fortifica- tion et les constructions militaires. Rcdige par les soins du Comitc du Genie. N." i3. Paris, Bachelier, i84o, I. Vol. in 8." fig. Mcmorie della Reale Societa Agraria ed Economica di Cagliari. Vol. 11. Fasc. 2." Cagliari, Monteverde, i84o, 8." Metcorologie. Observations et recherches experimentales sur les cau- ses qui concourent a la formation des trombes ; par M. Ath. Peltier. Paris, Cosson, i84o, I. Vol. 8." Rapport du Secretaire provisoire de I'Academie Royale des Inscriptions et Belles-Lettres, sur les travaux des Commissions de cette Academic pendant le premier semestre de I'annee i84o. Lule 3 juillet i84o,in4-° Qual linea seguir debba da Brescia a Milano 11. R. privilegiata Strada di ferro Ferdinandea Lombardo-Veneta , ecc. Memoria delf In- gegnere Giovanni Milani. Milano, Bernardoni, i84o. I. Vol. 8.° Some Inquiries in the province of Kemaon, relative to geology, and other branches of natui'al Science , by Assistant Surgeon John Mac Clelland. Calcutta i835, I. Vol. 8.° fig. Indian Cyprinidae; by John Mac Clelland. (Extract, from tlie Second part of the^xix volume o/" Asiatic Researches, or. Transactions of the Society instituted in Bengal). Calcutta, 1839, I. Vol. 4-" %• Lettres de Rois, Reines et autres Personnages des cours de France et d'Angleterre, depuis Louis VI'I jusqu'a Henri IV, tirccs des archives de Londres par Brequigny et publiees par M. ChampoUion-Figeac. Tom. I. De Tanne'e 1162 a Tannec i3oo. Paris, Imprimerie R., 1839, 1. Vol. 4-° QCETKIIT ClVlKISI GoDEn BOY F. Bbum f. V I' R. Soc. Acr. ED Ec di Cagliari Peltier Laja Mtlaxi Mac Clella>d Champollioh-Ficeao XX NovItLM Ca!II9A Cetiscu Ac&DBUIE B. DBS S«:. .1 B-L. dt BruxtUes IJl tin ET CvAUlt Citrio Rmoc Saccmi Bio£;rafiii di illiistri Savigliaucsi; per Carlo NovcUis. Torino, Favale, 1840.. I. Vol. ill 8.° con ritratti. Su^li aiuiclii ctlifizi gia csi.stciili lu-l luogo ora occujialo dalla cliiesa ili S. Martina e dairanncssa labbrica di propriel;! clciriiisigiie e poiUi- ficia Accademia di S. Luca ; dissertazione del prof. Cav. Luigi Canina. Roma, coi tipi dello slesso Canina, i84o, I. Vol. fol. fig. Serie dci tesli di lingua c di altre opcre importanti nclla italiana letleralura , scrittc dal secolo xiv al xix ; di Bartolomeo Gamha. Qiiarla edizione. Venezia , co'lipi del Gondoliere, iSSg, I. Vol. 8.° con ritralto. Stalislicpie de la ville de Genes; par M. Cevasco. Genes, Ferrando, 1840, 2 Vol. 8." avcc deux cartes. La Maison dcs fons dc Marseille. Essai liistorique et statistiqac sur cet etablissement depuis sa fondalion, en 169;), jusqu'en i83'^; par J. B. Lautard. Marseille, Acliard, 1840, I. Vol. 8." fig. Nouveaiix INIcmoires de i'Academie Royale des Sciences el Belles- Lettres de Bruxelles. Tom. XII. Brnxelles, Hayez, iSSg, I. Vol. 4-° fig- Annuaire de I'Academie Royale des Sciences et BcUes-Lettres. Sixieme et septicme aunces. Bruxelles, Hayez, i84o-i84i , 2 Vol. in 12.° Annuaire dc I'Observaloire de Bruxelles pour I'anuee i84o; par A. Quelclet. Bruxelles, Hayez, i83g, in 12." Cori'espondance inathematique et physique, publico par A. Quctelet. I." serie, Tom. IV et V, 3.'"° scrie, Tom. III. Bruxelles, 1828, 1829 ct 1839, 3 Vol. 8.° Catalogue des principales apparitions d'etoiles filantes; par A. Que- telet. Bruxelles, 1839, in 4" Sur la longitude de I'Observatoire Royal de Bruxelles, Memoire lu a la seance du 6 juillct 1839; par A. Quctelet. Bruxelles, 1839, in 4.° Resume des ol)£ervations meteorologiques fuites en i838, a Louvain, au college des Premontres; par M. Ci'ahay ( Extr. da torn. XII des Meinoires de VAcaddniic R. de Sc. et Belles-lettres de Bruxelles). 4-° De la liberte physique et morale ; par L. A. Gruyer. Bruxelles , Melinc et Compagnie , 1839, 8.° , Rapport sur les difierentcs pieces de vers adressees a la Societe R. acadeniique de Savoie pour le concours de 184*' ( Extr. da Tom. X des Mem. dc la Societe R. ticade'miqae do Savoie), in 8." Uomini utili e beiiefattori del genere umano; Saggi di Defeudcnte Sacchi. Milano, Silveslri, i84o, a Vol. 8." XXI Index librorum manuscriptorum ct imprcssorum, quil)us Bibliolhcca Regia Bcrolinciisis aucla est annis 1 835- 1839; pracmissa est historia Bibliolliccae llcgiae annis 1828- i83y, vcrnaculo scnnone scripla. Bcrolini, typis Pelschii, 4 Vol. 4-° System des heutigen Riimilchen Rechts ; von Fricdricli Carl von Savigny. Berlin, Deit und Comp. i84o-4i, 4 ^"'- 8." Mcinoria Ovologica, la quale serve d'appendice alia prima parte, gia ili pubblico dirilto, e d'inlroduzione alia seconda, da pubblicarsi quanto prima; del Dottore Giacomo Rivelli. Fano, Lana , i84o, 8.° fig. Osscrvazioni sopra alio svolgimeiito de' corpi organic! , le quaii ap- poggiano diretlamente la dottrina Palingenica ; del Dollore Giacomo Rivelli. Parte prima, Fano, Lana, 1839, I. Vol. 8.° fig. Atli della Rcale Accadcmia delle Scienze, Sczione della Societa Reale Borbonica. Vol. Ill e IV, Napoli , Stamperia Reale, i833 e 1839, 2 Vol. 4." fig. Sii i soiidi caricali verticalmente e sui solidi di ugual resistenza ; memoria di Fortunato Padula. Napoli , i83'j , in 4-° fig- Risposta di Fortunato Padula al Programma destinato a promiiovere e comparare i metodi per Tinvenzione geometrica , presentalo a' male- matici del Regno delle Due Sicilie. Napoli , i83g, 4-° fig- Relazione intorno al Dagherotipo, letta alia R. Accademia delle Scien- ze, nella tornata del 12 novembre i83g, da Macedonio Melloni. Napoli, Porcelli, 1839, 4.° Espcrienze suU'azion chimica dello spettro solare, e loro conseguftnze rclativamentc alia Dagherotipia; Memoria leLta alia Pi. Accademia delle Scienze, nella tornata del 4 fcbbi'aio i84o, da Macedonio Melloni. Napoli, Porcelli, 1840, 4." Synopsis verlebratorum systemalis. A Carole L. Bonaparte Muxiniani Principe Societati Linneanac exbibila die scplima nov. 1837; ab ipso tiarissimo auctorc nuperrime aucta et accuratissime revisa, 8.° Lisle des Membres de la Socicte geologique de France, au i."'juillet i84o, 8.° Elettro-magneto-tlpla ossia spicgazione teorico-pratica di come suc- cedano le natural! impronle dcgli oggetti chiamatc Dagueroti|)e ; Memoria di Luigi Brenta. Milauo, Visai , i84o, I. Vol. 8." fig. Rcisc in Abyssinien; von D.' EtKvard Riippcll. Zweiter Band. Frank- furt am Main, i84o , I. Vol. 8." con allante fol.° BiCLlOTfiei.AE SJlVlo^v KlVCLLl R. Accademia di Nnpoli Padila Mellom C. L. Bo>'Ai'AiiTv: Si":. GCOLOCICA di Francia KijPPELL XXII OirM \ rruiGLiot.i Zabtbdkschi Tmcioin-ToaBTTi De L* Ci*i Hoc. Ijoustaimc oWncBRS BtcscntTTi Ciirpo Li-Vi Uui&i!i>-La-Saii>iz Mamia* Ho»D4>l Jleinoria sulla fondaziouc c sulla sUto allualo clcU'Accademia Tibc- rina, letta ila A. Coppi ueU'adunanza del 17 g'mgno 1839. Roma, S;d- viucci , i8/|0, 8." II se|>olcro del Vi)luniii scopcrto iti Perugia ncl febbraio del 1840, ed altri monumciiti inedili etruschi e romani da far seguito alle iscri- zioni Peruginc , pubblicatc nella seconda edizione negli anni i833-i834; esposli da Gioaiini Ballista Vcriniglioli. Perugia, Bartelli, 1840, I. Vol. 4-^ fig. Relazione storico critica sperimenlalesuireletti-o-magnctismo;dcl prof. Francesco Zantedeschi. Venezia , co'tipi del Gondoliere, i84o, 8." Dei nuovi bagiii minerali di S. jNIaria dclle Nevi a Rapolano. Analisi cliiuiica delle loro aequo, acidula c sidfurea , eseguita ncl 1839 dal Dotlore Antonio Targioni-Tozzelti. Firenze, Tipografia all'insegna di Clio, i84o, 8." Cose di analisi sublime, di algebra ordinaria e di trigonometria piana; di Viitorio De La Casa. Padova, i838, 4' Bulletin de la Societe Industrielle d' Angers et du Depart, de Maine et Loire. n.° annee, N.° 1-6. Angers, i84o , 8." Sulla scelta delle linee per le strade di ferro in Lombardia. Notizie ed osservazioni deU'Ingegncre G. B. ( Art. inserito nel tomo 98 della Bil)l. Ilal.). Milano, Bernardoni , i84o, 8.° Trois memoires relatifs :\ I'histoire ecclesiastique des premiers siecles: \. Les clirctiens dc la maison de Neron; II. Les chretiens de la famille de Doinitien; III. Essais de christianisme de qiielques empereurs; par J. G. H. Greppo. Belley, Verpillon, i84o, I. Vol.8.'' Relazione Accademica per I'anno xvi dell'Accademia Gioenia di Scienze natundi, lelta nella tornata ordinaria del di i6 maggio i84o dal Segr. Geiierale D. Gregorio Barnaba La- Via. Catania, Gimitini, i84o, 4-° Lellres sur la guerre des Suisses centre le Due Charles-lc-Hardi; par M. le Baron F. de Gingiiis-La-Sarraz. Dijon, Brugnot, 1839, I Vol. 8." Studi terapcutici; del Dotlore Giacinto Namias. Venezia, Andreola, 1839. 8." Sopra alcuai nuovi generi di insetli Dilteri; Memoria prima e seconda, per servire alia Ditterologia italiana; di Camillo Rondani. Parma, Donati, 1840, 8." fig. Alcune osservazioni microscopiche sulla membrana interna de' vasi; del Dottore Carlo Cipelli. Parma, Tipogr. Diicale , i84o, 8.° XXIII Annali della R. Sociela Agraria di Torino. Volume I. Torino, Chirio e Mina, i84o, 8.° Lezione accademica sugli asili infanlili; di Pietro Lanza. Palermo, Virzi, 1840, 8.° Degli ullimi progress! della Geografia. Sunlo prcscnlato al primo Conscsso scienlifico ilaliano, tenulo in Pisa iiciroUol)rc dell'anno 1839; da Jacopo Graberg da Hemso (Memoria inscr'ila ne\ I-'ulitecnico di Wi- lano del mese di ottobre 1839), 8.° Notices sur les Libellulidces , exlraites des Bulletins de I'Acad.* R. de Bruxelles ; par Edm. de Selys-Longchamps. Bruxelles, Hayez, 1840. 8.° Notions elemenlaires de Slatistique; par J. J. d' Omalius d' Halloy. Paris, Tilliard, i84o, I. Vol. 8." II Catone ]\Iaggiore, ovvero della veccliiczza a Tito Pomponio Attico, di M. T. Cicerone; nuovo volgarizzamento di Giuseppe del Chiappa. Pavia , Fusi , 1 84o , I. Vol. 8." L'Ontologismo dorainatore perpetuo della medicina. Saggio di filo- sofia della storia medica; del Dottore F. G. Geromini. Milano, Molina, 1840 , in 8." Esperienze sulla esistenza delle correnti elettro-fisiologiche negli ani- mali a sangue caldo , eseguite nel gabinetto di fisica della R. Universiti dal Prof. Secondo Berruti. Torino, Fontana , i84o , 8.° Del sistema mitologico di Dante. Ragionamento del Cav. Pier-Ales- sandro Paravia. Letto ueU'Ateneo di Venezia li i3 njarzo 1837. Vene- zia, Andreola, 1840 (Estr. dal Pol. HI degli Mti del Veneto Ate- neo), 4." Degli uccelli Liguri ; notizie raccolte dal Marchese Carlo Durazzo. Geneva, Pontlicnier, 1840, I. Vol. 8.° fig. An examination of the ancient orthography of the Jews, and of the original state of the text of the Hebrew' Bible. Part the second , on the propagation of alphabets and other phonetic systems throughout Eastern Asia; and on the vast inferiority of ideagraphic writing, as displayed in its effects upon human learning; by Charles William Wall. London, 1840-41, 2 VoL 8.° gr. Appendice agli sperimenti sugli animali inlorno al solfalo di chinina; del Dottore Achille Desiderio ( Estr. dal Giornale per seixire ai pro- gressi della patologia e della terapeulica). Venezia, Andreola, i84o, 8.° R. Soc. AcrtBii di Tijvino GflABEItC DA HemS(j De Selvs- LoNGCBAMPS l' Omalids d'Hallo? Del Cbiappa Geromiiii Bebkuti Pabavia DCBAZZO Wall Desiderio I\IV L- Ninw pc corticis Pini maritlmae analyst chemica ct medico visu experi- ineiUis atque ohscrvatiouibus dctecto , dissertalio mcdico-chemica ; au- ctorc Aloysio IS'ardo. Patavii, lypis Seiuinaiii, i83i, 8.° Su ali'iiiii usi ed applicazioni cconomiche del Pinus marhima e della sua corteccia; Memoria chimico-tecnica di Luigi Nardo. Venezia, Lam- pato, 1834. 8." G. D. N»iiDo De Proctbslcgo specimen iclithyologicum, quod pro summis honoribus in medk'iua rite assequcndis indicil Joau. Dominicus Nardo. Patavii, typis Crescinianis , 183'j, in 4-° fig- Sopra un nuovo genere di spongiali silicei intitolato Vioa, il quale vive nell'inlerno delle picti'c c de' gusci marini perforandoli in mille guise; del Dotlore Gioaniii Domcnico Nardo. Veuezia, Anlonelli, 1840, t^." Di una raccolta centrale dei prodotti naturali ed industriali delle Venete provincie, ecc.; del Dottor Gioanni Domenico Nardo. Venezia, Alvisopoli , 1 838, 8." SuH'uso delle emulsion! di semi di Ricino, e sul modo di agire del loro principio atlivo, ecc; del Dottore Gioanni Domenico Nardo, 4-°P-' Notizie medico-statisticlie sulle acque minerali delle Venete provincie; del Dottore Gioanni Domenico Nardo, 4-' P-° Sulla virtu espeltorante del sale marino e suU'utile uso di esso in alcune laringo-bronchitidi, specialmente reumatiche ; cenni medico-pra- tici del Dottore Gioanni Domenico Nardo, 4-'' P-° Cenni sui principii component! le Alghe e sulle loro analisi chimi- che; del Doltore Gioanni Domenico Nardo, 4-" P-" Considerazioni gencrali sulle Alghe , loro caratteri , classificazione , composizione cliimica, ecc; di Gioanni Domenico Nardo. Venezia, An- lonelli, i84o, 8." Discorso sulla natura delle Cantaridi e loro modo d'agire sull'orga- nismo umano vivente; del Dottore Gioanni Domenico Nardo. Venezia , Bazzariui , e Couipagnia , i834, 8.° Programma di un commentario chimico-farmaceutico e medico-pra- tico sulla natura e modo d'agire delle sostanze epigastriche comparati- vamente considerate ; del Dottor Gioanni Domenico Nardo. Venezia , Bazzarini e Comjiagnia , i834, 8." Considerazioni sulla famiglia dei pesci Mola, e sui caratteri che li distinguono; del Dottor Gioanni Domenico Nardo ( Eslr. dal Bimestre III-IF , Parte I degli Annali delle Sc. del R. Lombavdo-f^enelo, mag- gio-agoslo 1840), 4-° IXV Elenco Jegli scrlttl del Dottor Gioanni Domenico NarJo, riguartlaiili •' i^ Nab™ Id scicuze naturali, la medicina , la tccnologia, ecc. puliblicati dairanuo 1821 al i838 , letli ad Accadcmic , od inediti , 8." Disquisitio de methodis traditis ad comelai-um orbitas determinaudas; l•LJ^TlMl,ll^ scripsit Doctor E. Planlamoxir. Rcgiomonti, Dalkowski, iSSg, 4" Examcii dc cjuclques cjuestions d'Econoniie politique, et nolamment Di B.i.> Ami de I'ouvrage de 1\I. Ferrier, intitule dii Gouvernement conside're dans ses rapports avec le commerce., par INL Du Bois-Ayme. Seconde edition. Paris, 1824, I. Vol. 8." Nuovi orgaui scopcrli nel coipo umano da Filippo Pacini. Pistoia , I'a. im Cino, 1840, 8.° fig. Dell'inerzia del Diaframma nello sforzo, iiella defecazione, e nel parte della sua azionc nel vomito , e nuova teoria di questa funzione ; Me- inoria del Dotlore Filippo Pacini. Pi.stoia , Cino, 1840, 8.° Dcuxieme Memoirc sur les variations annuelles de la temperature yLEiiLEx de la terre a differentes profondeurs; par A. Quetelet. Bruxelles, Hayez, j84o, in 4-° .. Second IMemoirc sur le magnetisme terrestre en Italic; par A. Que- telet. BiuxcUes, Hayez, i84o, 4° Notice sur un precede electrochimique, ayant pour objet de dorer I'argent et le laiton; par M. le Prof. De la Rive (Tird de la Bibliotheqiie Univ. de Geneve, i84o), 8.° Quelques recherches sur la chaleur specifique; par MM. les Prof, de la Rive et Marcet (Tirees de la Bibliotheqiie Univ. de Geneve, 184 1), 8.° Eslens'ione del meiodo immaginato da Daniele Bei-nuUi per risolvere Madiaiibi le equazioni algebraiche col mezzo delle serie ricorrenti; Memoi'ia del Dotlore Gaspare Mainardi ( Estr. dagli Jnnaii delle Scienze del R. Loin- bardo-yeneto , Bimestre VI, 1839), 4-° Imperatorum Graeco-Romanoinim constitutiones IX , es codicibus vVitti Laurcntianis, Vaticanis, Parisicnsibus, Bienerianis, edidit, versione la- tina , prolegomenis et notis instruxit Carolus Witte. Halac , 1840, 4- Canzone che si canta nelle pubbliche rogazioni per implorarc la fer- Stascomch tilita della terra ; dal Tedesco voltata in Italiano dal Canonico Pietro Stancovich. Venezia , 1825, 8.° Trieste non fu villaggio Carnico , ma luogo doll'Islria, forlezza e colonia de' cittadini Romani ; Osservazioni del Canonico Pietro Stanco- vich. Venezia, Picolti , i83o, 8." Serie II. Tom. III. ,. De la Rue De la Kiv£ t't IVIarcbt XXM St4>i:oVICH Cl\Ml>t Di Stas^akt Bovicoisi Siuvi De MnltTBMAKT- Bciin>*TTi Ai^CtD. d'Aob. Cou. KP AkTI tti yernna M A' iiHini D*OKB)C»f Delle tre Emonc , anlichc titia c colonic Romane, e della genuina epigrafe di Caio Precellio; elucubrazionc del Canonico PieU'o Stancovich. Venecia, Picotti , i835 , 8.° Spoluoliva c inacinocciolo, ossia niolino olcario, ccc. ; origiiiale iii- vciizione del Canonico Pietro Stancovich. Torino , Stamperia Reale , i84o , 8.° Bibliografia critica delle anticlic rcciproclic coirispondenze poliliche, ecclcsiaslichc, scienlificlie, lelterarie , artisliclie dcU'Itiilia colla Russia, coUa Polonia cd altre parli scllcntrionali; il tutto raccolto cd illustralo, con brevi ceuni biografici dcgli aulori mcno conosciiui, da Scbasliano Cianipi. Fircnze, Piatli , i83g , in 8.° Toino II. Disp. 3." Fables; par Ic Baron dc Stassart. Sixieinc edition, Bruxelles, 183'^, I. Vol. in 12." Rapport sur I'admiuistralion de la province de Namur. Namur , Misson cl Lesire. I. Vol. in 8.° Sullo stato dc' nieutecalti e degli ospedaii per i medesimi in varii paesi deirEuropa; narrazione con osservazioni criticlie del Dottore G. Stefano Bonacossa. Torino, Favale, i84o, I. Vol. in 8." Trclibiatoio; del sig. Domenico Silva ( Estr. dalla Gazzetta prh'Ue- giata di Milano , setlembre i83g), in 8.° con la descrizione e il disegno in un' foglio grande. Brescia , Litogi-. Filippini. Voyage dans les Landes de Gascogne , et rapport a la Socicte R. et Cenlrale d' Agriculture sur la colonic d'Arcachon ; par M. le Barou Dc Morteinart-Boisse. Paris, Boucliard-Huzard, i84o, I. Vol. 8.° fig. Suir Opera dc la Liberie cornnierciale , da credit et des'banques, avec projet d'line banque gendrale du credit et de Piiidustrie ; par L. B. Gastaldi; Osservazionl dcirAvvocato Giuseppe Bcrtinalli (Eslr. dagli .-Innali di Giurispradenza , Fasc. VI), Torino, Mussnno , i84o, 8.° Memorie dell'Accademia d'Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona. Vol. I-XV. Verona, 1807-1824, 8." Jlemorie di fisica spcriinciitalc; del Prof. Steiano Marianini, scritte dopo il i836. Anno 3.° Fasc. II. Modena, Tipografia Camerale, i84o, 8." Mctodo per ottenere i bassi-rilievi in rame senza apposito elettro- molorc voltaico; del Prof. Stefano Marianini. Novara , Artaria c Coin- pagnia, i84o, in 8.° fig. Paleontologie francaise. Description zoologique et geologicjue dc tons les animaux inoliusqucs ct rayonnes , fossiles de France ; par Aloide dOrbisny. Tom. I. Livr. 1-22. Paris, Cosson, i84o, in 8." fig. xxvn Ilistoire naturelle generalc et parliculiere des Crinoi'Jes v'lvans ct D'Obugky fossiles, coin|)reiiaat la descriplioii zoologi({ue et geologique dc ces ani- maiix; par Alcide d'Orbigny. Livraisons i-3. Paris, Cosson, i84o-i84i, in 4.° fig. Disciplina clcricalis, auctore Petro Alphonsi. — Discipline de Clergie ; FBi»ci»«ui! Michel traduction de I'ouvrage de Pierre Alphonse. Premiere Parlie, lat. et franc. — Lc Cliastoieinent d'un pere i son lils , traduction en vers francais de Touvrage de Pierre Alphonse. Seconde Partie. Paris, Rignoux , 1824, 2 Vol. 8.° Frilhlingsgabe fiir frcunde altercr literalur; von Th. G. v. Kai'ajan. Wien, 1839, I. Vol. 8." Notices et extraits de cjuelqiies ouvrages ecrits en patois du midi de la France. Varietes bibliograpLicjucs. Bordeaux, Lafargue , 1840, I. Vol. 8." De Ulpiani institulionum fragmento , in bibliotheca palalina Vindo- bonensi nupcr reperto. Epistola ad F. C. Savigny, scripsit Siephanus Endlicher. Vindobonae, Ceroid, i835, I. Vol. in 8.° Ilistoire des Dues de Normandie et des Rois d'Angleterre, puldice en entier, pour la premiere fois, d'apres deux manuscrits de la biblio- theque du Roi; suivie de la relation du tournoi de Ham, par Sarrazin, trouvere de xiii siecle, et precedee d'une introduction; par Francisque Michel. Paris, Crapelet, 1840, I. Vol. in 8." Histoire de Foulques Fitz-Warln, publiee d'apres un manuscrit du Musiie Britannique ; par Francisque Michel. Paris, Maulde et Renou , i84o, I. Vol. 4.°p.'' Relations des voyages 'de Guillaume du Rubruk, Bernard le Sage et Soewulf, publiees en entier, pour la premiere fois, d'apres les manu- scrits de Cambridge, de Leyde et de Londres; par Francisque Michel et Thomas Wright. Paris, Bourgogne , 1839, I. Vol. in J^.° Agli alunni della scuola militare; discorsi di Giovanni Adorni. Parma, Adobsi Rossetti, i836, i838 e 1839, 3 Vol. in 8.° ed in 4." Vita del Conte Stefano Sanvitale; scritta da Giovanni Adorni. Parma, Carmignani , 1840, I. Vol. in 4-° con ritratlo. Per la prima e soleune adunanza in Pisa dei cultori delle scienze naturali; alia Maria Giuscppa Guacci nobile, epistola di Giovanni Adorni. Parma, Rossetti, 1839, 8." • Lettcre di Giovanni Adorni, di critica letteraria, di economia pub- blica c privata e di educazione. Parma, Rossetti, i838, I. Vol. 8.° XXV 111 B IsTITtTO Di Bor.viLAwm SiirrtiT DoMVAVDOS Fo«TI« til L-^ndva D& Ba&tolohkis ZcCCMIHKLLl Maktuii Bir.H JwMklb Rapjiort ilu Secretaire Provisoire de rAcademie R. des Inscriptions et Belles-lettres , siir ic concours relatif au prix fonde par i\I. ie Ba- ron Gobert; lu a la Seance publique dii vendredi 25 septeinbrc i84o, in 4' Ucbcrsicht der arbeiten und beranderungen der schlesischen ge- sellscliaft fiir vaterlandischc kultur, im jahre 1839, ecc. Breslau, Barth und Conip. , 1840, I. Vol. in 4" BeilracEjc zur kenntniss der litcratur, kunst, mylhologie und ge- schiclite des alten Aegypten; von Gustav Seyffarth. Siebentes heft. Lcipsig, 1840, I. Vok 4.° n.-c/c ruv r/;j sXXaJos («,a«T(/wy uJktwv . uno '^a^epiou Aavospsp apfif^up- ILOLA'jT.'jWj ixg «'jT • fxsyaX ■ ^slovg tou B • laxpotjunfjovXiov KizSv;/ir;Tsu tv;; Xr.ixTtx; • A^rvat;, Uxstlr/.r,; , i84o, I. Vol. in 8.° Eloge hislorique de Jacquard, suivi d'une notice sur la statue elevee ;i Lyon a sa nieinoirc, et sur Ics manufactures d'etoffes de soie de cette villc; par M. Ic coiute do Fortis. Paris, Bethume et Plon, i84o, in 8.° The Transactions of the Liunean Society of London , Vol. XVIII Part the third. London, i84o , in 4-° %• Proceedings of the Linnean Society of London , 1 838- i84o, 8." List of the Linnean Society of London, i84o, 4-° Notizie topograCchc e slalistiche sugli Stati Sardi. Opera prcceduta dalle teorie generali sulle statistiche e speciali alle riconoscenzc mililari; del Cajiilano Luigi De Bartolomels. Vol. II. Fasc. I-II. Torino , Stam- pcria Reale , i84o-4i , 4-' Delle dotlrine suUa slimttura e sulle funzioni del cuore e delle ar- terie, che imparo per la prima volta in Padova Guglielmo Harvey da Eastachio Radio , e come esse lo guidarono direttamenle a studiare, co- noscere e dimostrare la circolazione del sangue. Padova , Cartcllicr e Sicca, 1 838, I. Vol. 8.° La Divina Commcdia di Dante Alighieri , dichiarata seoondo i prin- fipii della Glosofia; per Lorenzo Martini. Torino, Marictli, i84o. Tom. I-III. in 8.° Formolario farmaceulico-magistrale ; di Giovanni Righini. Novara , Artaria c Compagnia , 1840 , I. Vol. in 8.° NoLilion hypsometrique , ou nouvelle maniere de notcr les altitudes; par M. Jomard (Extr. du Bullet, de la Soc. tie Geographic juillet 1840). 8.° XSIX Sulla necessita cli slal/ilire un regolare sislcma d\ osservazioni di Akt>,c.m fisica icireslrc ccl atmosferica. Memoria Iclta alia sezionc di fisica nella prima riunioiie degli scieuziali italiani , dal cav. V. Aiitinori. Firenze, Tipogr. Galileiana, 1840, J. Vol. in 8.° Fasti Rectorura Rcgiae Academiae Upsaliensis; edidit lohannes Hen- ScnEoor,. ricus Schroder. Upsaliae , i838, I. Vol. 8." Fasti Rectoruin Regiae Academiae Upsaliensis an. i572-i83^; editi a loanne Henrico Schroder, Rectore. Ujisaliae, i838, in fol. Caroli Henrici Bergsirand praclectio inauguralis ad chirurgiam et obsletriciam. Upsaliae, i838, in fol. Calalogus praeleclionum in Academia Regia Upsaliensi. Upsaliae 1 838, fol." ' Memorie lelle alle sczioni della riunione degli scieuziali italiani in Copp. Torino dal sig. G. Coppa ( Estr. dal Repertorio cV ^gric. e di Sc. Econ. eil Industriali), in 8." Igiene e moralili degli operai di seterie. Torino, Bagllone e Comp.. v.«a.o i84o, 8." Of, Notice sur les tombeaux de Charles -le-Temeraire, et de Marie de Bourgogne; par M. le Marquis de Villeneuve-Trans. Nancy, Grimblot et Comp. 1840, in 8.° Elogio del Conte Niccolo Tezzano, profferito ad inaugurazione agli studi dcirUniversiti di Catania per I'anno scolaslico 1839-40; dal Dot- tore Gioanni Reguleas. Catania, Sciuto, 1840, I. Vol. 8.° Discorso estemporaneo suU'artieolazione dei corpi, delle vertebre, scritto in 13 ore addi 24 gennaio 1839, •» occasione del concorso per la cattcdra d'anatomia dcUa R. Universita di Catania, dal Prof. Giov. Reguleas. Catania, Sciuto, 1840, 8.° Rapport au Roi sur le rpiairiemc volume de la statistique de la Mo„ea« de Jon,4. France. Parlie Agriculture. Paris, Dupont et Comp., i84o, 8." Corso di Chimica elementare e Tecnologia; del Doltore collegialo v m.che.ott. Vittorio Michelotti. Torino, Ganfai-i, 1839- 1840, Vol. I Fasc I-III in 8.° ' ' Annali di fisica, chimica e matematiche , col Bullettino dell' induslria 4I.,occh. mcccan.ca e chimica; dirctli dairingegncrc Gio'^anni Alessandro Majocchi. M.lano, Tipogr. dei Classici Italian!, 1840, Programma, 8.° Flora de Filipjnas, segun el sistema sexual de Linneo; per el P. P. C.iem Fr. Manuel Bianco. Manila, Lopez, 1837, I. Vol 4." VlLtE>BUVE-Tn.\.NS PiECLLEaI ATcmn Ri'PprLL IsTITl'TO t/i t'raiKia SocirTA* o'tUt'L kilos B tU fiotten Hru>D ( Ills ) Hoi Doftoi Esercilazioni scientifiche e letterarie dcirAtciieo di Veuezia. Tom. III. Venezia, Andrcola, iSSg, I. Vol. 4-° Oniilhologische misccllen; von D. Eiluartl Rii|)pell. IMonograpliicen tier Gatluiig Cyginis, Ceblejijris uuil Colius. Mil. Tafel. I-III (Ausge- zogen aus ileiu driltein 13aude des Museum Senckenbergianum), iSSg, 4."Gg. InslUul Royal de France. Annuairc pour I'annee i84o. Paris, Didof, i84o, I. Vol. 13. Bulletin dc la Societe Libre d' Emulation de Rouen. 3.° trimestre, annce i838. Rouen, Baudry, i838, 8." Rapport sur la maladie aplitheuse du btitail, fait au conseil de sa- lubritc. Paris, llenouard, i83g, in 8." fig. Rapport i M. le Prefet de Police sur les fails de morve du cheval communiquee a Thomme. Paris, Boucliard-Huzard, 1839, in 8.° Notice sur I'liistologie de YJgaricus epixjloii ; par Ch. Moi-ren (Extr. du Tom. VI, N.° 1, des Bulletins de V jicademie R. de Bruxelles), in 8.° fig. Observations sur Tanatoraie des hedjcliium ; par Ch. Morren (Exlr. du Tom. VI, N.° 3, des Bulletins de rAcaddinie R. de Bruxelles) in 8." Cg. _ ^ Observations sur I'anatomie des Musa; par Charles Morren ( Extr. du Tom. VI. N.° 3, des Bulletins de tAcadetnie R. de Bruxelles), in 8." fig. De I'existance des infusoires dans les plants; par M. Ch. Morren (Extr. du Tom. VI, N.° 4> des Bulletins de rAcade'mie R. de Bruxel- les), 8." Morphologic des Ascidcs ; par Ch. Moi'ren ( Extr. du Tom. V, N.° 7, des d its Bulletins), 8.° Nouvelles remarques sur la Morphologic des Ascides, par Chai'les Morren ( Extr. du Tom. V, N.° 9 , desdits Bulletins ) , 8.° Mcmoire sur la formation de 1' indigo dans les feuilles du Polygo- num linctorium , ou renouee tinctoriale, lu a TAcademic R. des Sc. de Bru\elles, le i.'' decembrc i838; par Charles Morren. Bruxelles, Hayez, 1839, I. Vol. in 4.° fig. Note di Felice Dossena suirO/;a^co/o diretto agli Stati d' Italia aventi intcressc coljiuntc Po, piano di sistcmazione di questo gran fiume , pvo- posto da Giovanni Gagliardi. Milano, Lampato, 1840 , 8.° XXXI Barker-Webb MoKTAO^"E Sulla coltlvazlone delle pinntc fruttifere, novello elcmcnto cli hel- Do«sesi lezza c di ulilita iiei giardini di piacere; iSIetnoria scrilla da Felice Dos- sena. Milano, i84o, in 8." Otia hispanica, seu delectus plantarum rariorum aut nondum rile notarum per Hispanias sponte nascenlium; auctore Philippo Barker- Weljb. Pcnlas II. Parisiis, iSSg, in fol. fig. Cryptogamae Brasilienses, seu plantae cellulares, quas in ilinere per Brasiliain a celeb. Auguste de Saint-Ililairc coUectas recensuit, obser- vationibusque nonnidlis illustravit C. Montagne. (Extr. <\t.5 Ann. des Sc. nat., juillct iSSg), 8." fig. Sur la fruclificalion des genres Lj coper don , Phallus, ct de quelques autres genres voisins; par le reverend M. J. Berkeley (Extr. des Ann. des Sc. naturelles , septembrc iSSg), 8.° fig. II laite e suoi prodotti; del DoUor Antonio Cattaneo. Milano (senza data), I. Vol. 8.° fig. Annals of the Lyceum of natural history of New-Yoik. Vol. III. Liceo m Stor. ht N.° 5, 6 ct 7, Vol. IV. N.° i, 2, 3 et 4. New-York, i836-i837; in 8.° Over de Biforines van Turpin, eene nieuwe ontdekking in de kri- stallographie van het planteni'ijk ; door W. H. de Vriese ( Overgedrukt uit hct Tijdscher. voor Nat. Gesch. et Phys). IV. Dcel. 8." Hortus Spaarn-Bergensis. Enumeratio slirpiutn quas in villa Spaarn- Berg, prope Harlemum, alit Adr. van der Hoop; disposuit W. II. de Vriese. Amstclodami, Spin, iSSg, 8.° fig. Quinze ans de voyages autour du monde; par le Capitaine Gabriel Lafond (de Lurcy) Tomes I-II. Paris, Renouard, i84o, 2. Vol. in 8." Rccucil lie voyages et de memoires, public par la Sociele de Geo- graphic. Tom. si'cieme. Paris, Iinprim. Royale, i84o, I. Vol. in 4" Ceuni geografici e statistic! su I'Asia centrale, e principalmente sul paesedei Kirghiz! e sul Khanato di Khiva; per Jacopo Graberg da Hemso. Milano, Pirola, 1840, I. Vol. 8.° con carta geografica. Memoire sur la necessite en Toscane dun Institut d'Agriculture et d'Economie rurale , lu par Ic Marquis Chev. Fr. M. Riccard del Ver- naccia le 8 octobre 1839 dans la section d'Agronomie et dc Technolo- gic du premier Congrcs scicnlifique italien tenu a Pise. Traduit de ritalien (par J. Graberg de Ilerasii ). Paris, RenoUard, 8." Cattaheo di New- York Dc \>.1B6E LAFO^D SoCIETA* GeOORAFICA di Parigi Grakcrc da Hemsu So*:. Gtotocic* t/j Loiulia BAOVL-RoctlCTTe HoCX OB RorucLLB NoutvAit Vicir Vfcl CIIKK BoHAFOl'S SXXII Transactions of the Geological Society of London. Tom. II-\'. Ldii- don, Taylor, i835-i84o, in 4." fig. Mcmoires de Niunismalicjue ct d'Antiquite; par M. Raoul-Rochelte. Paris, Impriineric Royale, 1840, I. Vol. 4-" fig- Eiats-Unis d'.\ineri(|ue; par M. Roux de Roclielle. Tom. II. Paris, Didot, 1 838, I. Vol. 8." fig. Les Trois Ages, ou les jeiix olympiques, i'ainphiteatre et la che- valtrie. Suivis de remarqucs ct de melanges litteraires; par Roux dc Rochelle. Seconde edition. Paris, Didot, i838, I. Vol. 8." Hisloire du Regiment de Champagne; par Roux de Rochelle. Pans, Didot, 1839, I. Vol. 8." Fernand Cortes, Poiime; par Roux de Rochelle. Paris, Didot, i83q, I. \o\. 8.° La Posterite , Ode par C. L. Mollevaut. Sixieme edition. Paris, Bou- chard-Huzard, i84o, in 4-" Recherches sur les proprietes diverses que peuvent acquerir les pierres a ciments ct a cliaux hydraulique par reffet d'une incomplete cu'sson, etc.; par L. J. Vicat. Paris, Fain et Thunot , i84o, I. Vol. in 4." Histoirc physiulogique des plantes d'Europe, ou exposition des phe- nomenes qu'elles presentent dans les diverses periodes de leur deve- loppement; par J. P. Vaucher. Valence, Marc Aurel frcres, i84ij 4 Vol. 8." De la Greffc du miirier blanc sur le murier des Philippines; par M. Bonafous, 8." Delia coltivazione della Barbabietola; istruzione di Malteo Bonafous. Torino, Chirio e Mina, i836, 8.° Des feuilles du Madura aurantiaca , comme succedauees de celles du mitrier; par M. Bonafous. Paris, Iluzard, i835, 8." Comizio Agrario Toscano tenuto a Meleto in Val d'Elsa il giorno 17 scttemhrc i838. Milano, Pirola , i838, 8." Descrizione d'un Tagliaradice ridotto alia raagglore semplicilii; del Cav. Bonafous, 8.° fig. Notice historique sur J. B. Huzard; par M. Bonafous ( Extr. de la niogr. Univ. Tom. LXVII ). Eloge historique dc Vincent Dandolo; par Matlhieu Bonafous. Seconde edition. Paris, Bouchaid-IIuzard, i84o, I. Vol. 8.° \ XXXIII Me'molre sur la fabrication dii fromnge du Mont-Cenis; par M. Bo- b.>:<4foo. nafous. Paris, Hazard, i833, 8.° fig. Relazionc dci dcputati Professori Lavini, Ragazzoni, e Cav. Bonafous, relatore, sopra un riso esente dal brusone; letta ncU'adunauza del 28 gennaio i838 della R. Sociela Agraria di Torino, 8.° Nuovo sistema di ventilazione applicalo alle bigaltaie; discorso del Cav. Bonafous, IcUo nell'adunanza della Reale Societa Agraria del dl 18 febbraio i838. Torino, Chirio e Mina, 8.° fig. SuH'inlroduzione di una nuova pianta indigofera (Polj'goiium titicto- *- rium ), Memoria del Cav. Bonafous. Torino, Chirio e Mina, i83r), 8.° Histoire nalurelle, agrieole et econoiniqne du mais; par M. Mat- tliieu Bonafous (E.xtr. presente a la Soc. d'Agric. de I'Herault par M. Raircneau-Delile). Montpellier, Picot , i836, 8.° Avviso ai coltivatori sui bachi trevoliini ossia bachi da tre raccolte ; di Matlco Bonafous. Torino, Chirio c Mina, 1839, 8.° Avis aux cultivateurs sur une espece dc vers a sole a trois recoUes, nominee en Toscane trevoltine; par M. Maltliieu Bonafous, 8.° Lettre sur line ecole d'Agriculture en Toscane, adressee a M. Mat- ihieu Bonafous, par M. Michel Saint-Martin (Extr. des Annales de V /Agriculture'). Paris, Hazard, i835, 8.° Rapport fait a la Societe R. et centrale d'Agriculture, par M. Bonafous, sur I'ouvrage intitule: Da la MascarcUne, de ses principes , de sa marche; mojens de la reconnaitre, de la prwcnir et de la detruire; par M. Bassi, 8." Lettre a M. le Chevalier Matthieu Bonafous sur I'utilite du miirier des Philippines (Moras cucullata); par le comte Villa de Montpascal. Turin, Chirio et Mina, i838, 8." De la courbe que decrit un cliien, en courant apres son maitre; p^, boisaimk par AI. Du Boisayme. Paris, Didot, ... I. Vol. 4-" fig- Memoire sur les developpces des courbes planes , leur application a differentes considerations geometriques, et a la construction des equa- tions algcibriqucs et trascendantes ; par MM. Du Boisayme et Bigeon. Paris, Guii-audet, 1829, I. Vol. 4-° fig- Notice sur le sejour des Hebrcux en Egypte et sur leur fuite dans le desert; par M. Du Boisayme. Paris, Impr. R. 1816, in fol. avec une carte geographiquc. Marie-Therese de Boues. Seconde edition. Grenoble, Prud'homme, i838, I. Vol. 8.° Serie II. Tom. III. 5 XXXIV Bkllam Bl RMlCf J vcom Tboia As.. PuiTA La\i FnA^CINttl r Mlt^MKf. D'.\lM.i SAAmi Piriaaroit Invito alia riuuionc scicntlfica tli Torino per la soluzione di iin pro- blcina fisico siilla formazioue iklla grantline; di Angclo Bellani. (Avticolo inserilo ucl Tom. C)C) ililla Bili/. Ital.). Milano , Bcrnardoni, 1840, 8.° Le Blulgavata Piin'ma, 011 liisloirc poclique de Kriclina; Iraduit et public par M. Eugene Burnouf. Tom. premier. Paris, Imprimerie R., 1840, I. Vol. fol. gr. Canon arilhmcliciis, sivc tabulae quibus exhibenlur pro singulis nu- meris priniis vcl primorum polestatibus infra looo uumeri ad datos in- dices et indices ad datos numeros pertinentes; edidit C. G. I. Jacobi. Berolini , typis academicis , iSSg, I. Vol. in 8.° Sloria dTlalia del medio cvo; di Carlo Troya. Vol. I. Parte III. Na- poli, Tipografia del Tasso, iSSg, I. Vol. in 8.° Farae lohannis Francisci, Sassarensis, de Chorograpliia et rebus Sar- dois; es recensione Victorii Angius, Tom. Il-III. Carali , Monleverde, 1 838, 2 Vol. 8.° Meinoire sur differens procedes d'integration , par lesqnels on ob- tient ratlraction d'un ellipsoide homogene, dont les trois axes sont ine- gaux, sur un point exte'rieur ; par M. J. Plana ( Extr. du Jovnal des matheni. de M. Crelle , Tom. XX). 4-° Museo Numismatico Lavy appartcnenle alia Reale Accademia delle Scieaze di Torino. Parte seconda : Descrizione delle medaglie Romane. Torino, Stamp. Reale, 1840, I. Vol. in 4-° ^'g- Saint Paulin de Nole; etudes hisloriques et litteraires; par M. Ra- banis. Bordeaux, Coudert, i84o, I. Vol. 8." Lezioiii di Arliglieria, dettate agli Alunni del Real Collegio militare da Mariano d'Ayala. Parle prima. Kapoli , Real Tipogr. militare, i84o, I. Vol. in 8.° Descrizione del circolo mcridiano dellT. R. Osservatorio di Padova, seguita da un catalogo di stelle fisse per I'anno mdcccxl, disti'ibuito in zone rapporto alia declinazione; di Giovanni Sanlini. Padova, Curtallier e Sicca, 1840. Parte I. contenentc le stelle dell'Equatore fuio al 10.° di declinazione borcale, in 4-° Vita di Filopemene, tratta dal volgarizzamento delle vite di Plutarco. Teslo di lingua incdito, pubblicato da Antonio Papadopoli. Venezia,tipi del GondoUerCj i84o , I. Vol. 8° Guida per lo mondo di Dionisio Pericgete. Volgarizzamento ed il- lustrazionc incditi di Francesco Negri, col testo greco a riscontro; xwv pubbHcato (la Antonio Papadopoli. Venezia, co'llpi delGoncloliere, i838, I. Vol. in 8." Lczioni di Storia Universale; pi-oposte dall'Ab. Giovanni Bcllomo. Volume prlmo, contenenle la storia aulica. Venezia, Antonelli, iSSg, I. Vol. S.- Sulla angina del petto e sulle morti repenline ; considerazioni di Giovanni Maria Zecchinelli. Vol. II. Padova, Cartallier e Sicca, iSSg, I. Vol. 8.° Annuaire de I'Observatoire Royal de Bruxelles, pour I'an i84i;par A. Queielet. Bruxelles, Hayez, 1840, I. Vol. in 12.° Intorno al sistema idraulico del Po, ai principali cangiamenti die ha suijito ed alle piu iinportunti opere eseguite 0 proposte pel suo re- golamento; cenni dell'Ingegnere Elia Lombardini. Milauo, Pirola, 1840, in 4-'' con carta idrografica. Sulla somma iiliiita di estendere in Lombardia Tapplicazione dei inotori idraulici, per Terezionc di stabilimenti di manifatlure; Mcmoria dell'Ingegnere Elia Lombardini. Milano, 1840, in 8." Nuovo sistema di cliiuse, con porte ad aprimento spontaneo ecc. , proposto dairingegnere Elia Lombardini. IMilano, Pirola, iSSg, 8." Stirpes italicae rariores vel novae, descriplionibus iconibusque il- lustratae; auctore Vincentio e Dyn. Cesali. Accedunt animadversiones in charactcres plantarum , pariter tabulis adumbratae. Fasciculus primus. Mediolani, Pirola, i84o, fol. mass. Kitab Wafayat al-Aiyan Vies des hommes illustres de I'lslamisme, par Ibn Khallikan, en Arabe , publiees par le Baron Mac Guckin de Slanc. Tom. i." Partie 4." Paris, Didot , 1840, in 4." Delle alienazioni mentali, e del miglior metodo di curarle; opera di Tommaso Ballelti. Genova , Faziola, 1841, I. Vol. 8.° The American Almanac and repository of useful knowledge , for the year i84i. Vol. XII. a.*" Sei-ies, Vol. II. Cambridge, Folsom, Welles and Thurston , I. Vol. 8.° Eegio Stabilimento Agrario botanico Burdin Magg. e Comp. a To- rino, Primavera, 184 1. Istruzioni di coltura, con clenco dei generi ven- dibili dallo stabilimento , segnatamente idonei per le piantagioni di pri- mavera, ecc. Torino, Chirio e Mina, 8." gr. Pensieri sopra la Dolinenteria, esposti^agli scienzali che compone- vano la sezione medica del secondo congresso italiano dal Car. Lorenzo Ghiglini. Genova, Ferrando , i84i, I- Vol. 8.° BcLLUKO ZCCLHIX'^LLI QuBTbLBT LOMBAIIDIM CCSATI De Slaae Balletti SoC- FIL. AMEfllCA>\ di Filadelfia BcRDin MAOGUtBE £ CoMPAGMA Guicuni K.l)l»BaLT< LoKO^T Camuii} FtBlllBIO tfi Lnndra Kc%Lr. A«.C*DK«U il' Irtnniin Gi7xrt K XXtVl Analyse du discours de M. le Docleur C. Bioeckx sur I'utilite de I'histoire de la medecinc; par II. Kidiulioltz. Montjiellier , Marlel , i84i, 8." Du magnctismc animal et du somnambulismc aitiflciel; par H. Kiihn- holtz. Montpellier, Marlcl, 1840, 8." Premiere lecon du cours de physiologic fait en 1840 a la faculte de medecine de MontpeUier; par M. le Prof. Lordat. Montpellier, Mar- tel, 1 84 1 , 8.° Premiere Icron du cours dc physiologic, de i838 a iSSg, sur la necessite d'etudier les cas rares pour le perfectionnement de la science de la nature humaine; par M. Lordat. MontpeUier, Martel, i84o , 8.° Sur la philosophic medicale de MontpeUier; par le Prof. Lordat. 8." Giulia o la coorte di Citerca ; del Dottore Antonio Cattaneo. 8.° Bibliotcca difarmacia, cliimica, Bsica, medicina, chirurgia, terapeutica, storia naturale , ecc. ; del Doltorc Antonio Cattaneo. Vol. XIII-XIV Seconda Serie. !MiIano, Lampato, i84o, 2 Vol. 8.° 11 Bigattierc ossia osscrvazioiii pratiche per il buon governo de'ba- chi da seta; di Giuseppe Cambiaghi. Milano, Lampato, 1840, I. Vol. 8." Istiluzione di Agricoltura teorico-pratica, approvata dull' I. R. Go- verno, e stabllimcnto per gli studi di amministrazione , ci ragioneria e conimercio, ecc. di proprieta del Rag.'^ Direlloi-e Vincenzo Cavenago in Alilano. Tipografia Guglielmini e Radaelli. i84o, I. Vol. 4-" Spigolature di agricoltura teorico-pratica; del Dottore Antonio Cat- taneo. Milano, Lampato, i84o, I. Vol. 4-" fig- Catalogo delle memorie, note, arlicoli, opere, giornali, poesie ecc. pubblicate da Antonio Cattaneo. i foglio. Corso di chimica generate ; del Padre Ottavio Ferrario. Milano, Pirola, i84o. Tom. IV, in 8." fig. Proceedings of the Royal Society. N." 32-48, London, i838-i84r, 8.° Proceedings of tlit Royal Irish Academy, for the years 1838-9. P'"""'- III. Dublin, Graisberry, 1839, L Vol. 8.° Noticia estadislica sobre Tejas; por Jucan N. Almonte. Mexico, Cum- plido, 1 835. I. Vol. in 12.° Thesaurus criticus novus, sive syntagma scriptionum phiiologicarum rariorum aevi recentioris. I. Diatribe de Aristoxeno philosoplio peripathe- tico, auctore Guil. Leon. Maline. II. Suspicionum specimen, auctorc Erico Huberto van Eldick. Editio nova, cura G. II. Schaefer. Lipsiae , 1817, 1. Vol. 8."" XXXVIl Delle acque salino-termali del Masino nella Valtellina; Mcmoria del BilA«Dl^; Dottor Lodovico Balardini. Sondrio , i835, in 4-" SuUe fonli mincrali c termali della Valtellina; ccnni del Dotlorc Lo- dovico Balardini. Como, Ostinelli, i838, in 8.° Casi di legatura di grandi arterie del corpo umano; del Dotlorc Lodovico Balardini. TNlilano, Lampato, 1840, 8." Rclazione storico-statistica sui principal stabilimenti sanitaril della citttk c provincia di Como; del Dottore Lodovico Balardini ( inserita nella Gazzetla prov. di Como, N.' ii-i^, i838). 8.° Olio casi di Lilotoniia col taglio mediano, e vantaggi di questo me todo su gli allri in uso; memoria del Dollorc Lodovico Balardini. Mi- lano, Lampato, 1828, 8.° Tojiografia statistico-medica della provincia di Sondrio (Valtellina); del DoUore Lodovico Balardini. Blilano, Lampato, i834j L Vol. in 8.° Prograuniia dell'Accademia delle Scienze deiristituto di Bologna, pel Istituto ,,..,_,. , r. I I ''' Bologna premio AltUni sul Galvanismo, per 1 anno 1842, 4-° Pel gioinio onomastico di S. M. il Re Carlo Alberto, orazione recitata P\BAvii. nella Regia Universila di Torino, ai 4 novembre 1840, dal Professore Pier-Alcssandro Paravia. Torino, Chirio e Mina, 1841, in 8.° Opei'azione ccsarea con felicissimo successo eseguita dal Professore Riui. Dottor Tommaso Rima, gia pubblicata nella Gazzetta di f^enezia 8 no- vembre 1839, N.° 256, con lettera del Dottore Carlo Mayer al Dottore G. Naraias. 8." fig. Pellegrinazioni autunnali ed opuscoli di G. F. Barufii. Torino , Cas- Bariffi sone e Mai'zorati, i84o, 2 Vol. 8." Catalogo ragionato e descritlivo della raccolta de'serpenti del Museo De-Fjuppi dell I. R. Universila di Pavia; del Dottor Filippo De-FUippi. Milano, Bernardoni , 1840, 8.° Communication from the Governor, transmitting several reports re- Liceo di Stob kat. lalive to tlie Geological aurvey 01 the State ol JNew-York. In Assem- bly, february 27, 1839, et January 24, 1840, 2 Vol. 8." Transactions of the American Philosophical Society held at Philadel- Soc. Filos. Amebis. ]>hia, for promoting useful knowledge. New-series, Vol. VII, Part. I. Philadelphia, Young, 1840, in 4-" fig- Proceedings of the American Philosophical Society. Vol. I. August, sept, and oct. 1840, N." i3, in 8.' Saido Spisola MiMI BuSA Vallalbi AcCADEUIA DCLLE SciBKZB ih PUiroburuo MkSCISI Soc. ZooLot;icA di Lontira TtOMI' CATCtLU BOWMU xxxvm Nuove osservazioui anatomichc sul sislema ciitanco c sullo scheletro del Proctostcgo ; del Doltore Giovanni Domenico Nardo ( Estratie dal Bini. V-VI, i84o, degli Jnnali dclle Sc. del Regno Lombardo Fencto'). Ta- dova , Sicca, i84o, in 4-° Observations sur les Alpiaires Meliponides; par Maximilien Spinola ( Extr. dcs Annalcs dcs Sc. nat. fevrier et nuirs, i84o) 8." Cg. Seiggio di rime illiistri inedite del secolo xiii, scelte da lui codice anlico dclla hibliolcca Vaticana da Francesco Massi. Roma, Tipogr. delle Belle Arli, i84o, 8." Pro parentalibus \iri clarissimi Ignalii Alexandri Cotii, Comitis Sa- labovis, ad aedem inaxiuiam xv kal. aprilis A. mdcccxxxxi, ex decreto D. N. Regis Caroli Alberti, inscri[)tiones Bartholomaei Bonae. Casali , ex ofliiiiia Corradiana , in fol. Storia della poesia in Piemonte; di Tommaso Vallauri. Torino, Chirio e Mina, i84i, 2 Vol. 8." Rccueil des Actes de la Seance publique de I'Academie Imperiale des Sciences de Saint-Petersbourg, tenue le 29 decembre iSSg. Saint- Petersbourg, 1840, I. Vol. 4° Meinoires de TAcademie Imperiale des Sciences de Saint-Petersbourg. VI. Serie. — Premiere partie: Sciences matliematiques et physiques. Tom. 2 , Livraisons 3-4-""' — Seconde partie : Sciences naturelles , Tom. S.'Livr. 1-4-'' — Sciences politiques, histoire, philologie. Tom. ^.' Livr. 4" ct 5.", Saint- Petersbourg, Imprimerie de rAcademie Imperiale des Sciences, iSSg, in 4-° Del linguaggio poelico; lezione delta nella pubblica e solenne adu- nanza dell'I. e R. Accademia della Crusca del 9 settembre i84o, da Lorenzo Mancini. Firenze, Piatli , i84o, 8." Transactions of the Zoological Society of London. Vol. II. Part. 4> London, i84o, in-4.'' Cg- Proceedings of the Zoological Society of London. Part. VII. 1839, in 8." Intorno alia vita ed alle opcre del Professore Feliciano Scarpeliini; ccnni del Cav. Doltor Benedetto Trompeo. Pisa, Nislri , i84i, 8." Osservazioni geognostico-zoologiche sopra due scritti pubblicati nel Tomo terzo delle Memorie della Societa Gcologica di Parigi per I'anno 1 838; del Professore Tommaso Antonio Catullo. Padova, Sicca, 1840, ^.'' On the miiuttc structure and movements of voluntary muscle j by William Bowman. London, Taylor, i84o, 4'° fig* XVMX Bullclin de la Socielc tie Geograpliie. 2."" Scrle, Tom. i3.°-i5.'' Paris, Bourgognc ct Murliuct, iS/io, 3 Vol. 8." Mcmoircs et dissertations sur les antiquiles nationales et etrangeres, jniLlics par la Societe R. des antiquaircs de Fraoce. Nouvelle Serie , Tonic 5.""' Paris, Duverger, 1840, I. \o\. 8° fig. Miiinoires de la Societe Geologiquc de France. Tom. 4-""' Partie i.*" Paris, Tilliard, i84o, I. Vol.4-" Transactions of the Royal Society of Edinburgh. Vol. XIV, Part. I and II; Vol. XV, Part. I. Edinburgh, 1839-1841, in 4.° Proceedings of the Royal Society of Edinburgh. N.° i3-i8. Edinburgh, i838-i84i, in 8." Pacta naulorum des annees 1246, 12G8 ct 12'yo, recueillis , pu- blics ct aimotes par M. A. Jal. Paris, Firmin Didot, 1841, in 4-° Ode edita ed inedita; del Dottor Lorenzo Pignotti. Milano, Visai, 1 84 1, fol." Bien-clre et concorde des classes du peujde francais; par le Baron Charles Dupin. Paris, Didot, i84o, I Vol. in i6.° Delle sostanze amare non alcaloidi contenute nei vegetali; novita di chimica vegetale , letta dal Professore Pietro Peretti in una Societa scientifica. Roma, Miignoz, i84i, 8.° Osservazloni al giudizio esternato dalla Societa di Farmacia di Parigi sopra una Memoria inviata pel premio stabilito suUa Digitale purpurea (Eslr. dagli ^nn. Med.-Chirui-gici di Roma, Vol. III. Fasc. VI. ottobi'c 1840). 8.° Ortografi;i Sarda nazionale, ossia grammatica della lingua Logudorese paragonala all'Italiana; del Sacerdote Professore Giovanni Spano. Part. I-II. Cagliari, Reale Stamperia, 1840, in 8.° Elogio di Fra Giovanni Gioeondo, letto il di 11 agosto 1839 nellT. R. Accadcmia di Belle Arti in Venezia , dal Nobile Dottore Emilio De Tipaldo. Venezia, Picotti, 1840, 8.° Avvertinienli grammatii-'ali di Luciano Scarabclli, per bene scriverc la lingua italiana, colle autoriti de' migliori aulori antichi e moderni. Piacenza, Del Majno, 1839, I. Vol. in 12.° L. Q. Cincinnato, concctlo del Pitlor Carlo Viganoni, illustralo da Luciano Scarabelli. Lodi, Wilmant, 1840, i3.° lutorno allc nuove prose di Pietro Giordani non comprese nel Vol. XXIX della Bibl. scelta del Silvestri. Milano, 1839; Lettera di Luciano Scarabelli. Novi , Moretli, i84i, in la." Soc. Geochak. di Parigi R. Societa.' DECi.1 A.KTfQCARI t/i Francia Soc. GBQLOCtCA di Francia Reale Socibta' di Edimborgo Jal PiCKOTTI Dlt-in Peret Spako De Ti Sc4flA.BeLLI XI. SciRABCLLI n. AcctDrmi irirlaml.i I'lCCOtOUlM 1 DiRBTTURl Helia Tipnsirajia tit Ptoyaganjit Fit/tr D'Aiico ClItMIO GirAKD CvAttXI ^AftTIM Dl LI RitE Buicuai Di Alfonso Testa , filosofo Piacentino ( Estr. dal Faglio di I^ovi, anno I). Novi , Morelli, i84i , in 12.° Dcf^ll iioniini ill lellcrc: di Giusciipe Bianchetli, discorso di Luciano Scarabclli. Novi, Moretli, i84i, in la." The Transactions of the Royal Irish Academy. Vol. XIII, Vol. XIV, Part I; Vol. XV-XVIII, e Vol. XIX, Part I. Dublin, 1818-1841, in 4." Granimatica ragionata della lingua Otonii, con un vocabolario Spa- gnuolo-ltaliano-Olomi ; del Conle Enea Silvio Vinccuzo Piccolomini. Roma, dalla TipograQa di Propaganda Fide, 1841, in 8." Grammatica della lingua Otomi, esposta in Italiano dal conte Enea Silvio Vincenzo Piccolomini. secondo la traccia del Licenziato Luis do Neve y Molina, col vocaI)olario Spngnuolo-Otoral spiegato in Italiano. Roma, nella Tipografia di Propaganda Fide, i84i , in 8.° Di cinque valenti incisori Mantovani del secolo xvi, c delle stampe da loro operate; Memorla di Carlo D'Arco. Mantova, Elmucci, 1840, 8.° Studi statistici sulla popolazione di Mantova ; di Carlo D'Arco. Man- tova, Elmucci, 1839, 8." Storia della Monarchia di Savoia; di Luigi Cibrario. Vol. I. Toi'ino, Fontana, i84o, in 8." gr. Opuscoli del Cavaliere Luigi Cibrario. Torino, Fontana, 1841, I- Vol. 1 2." Essai sur quclques points de physiologie et de pathologic de la raoelle epinierc, considerce dans scs rapports avec I'organisme; par Henri Gi- rard. Lyon, Duinoulln et Rouet, 1889, in 8.° Principii della Giurisprudenza commerciale esaminati dall'Avvocato Emidio Cesarini. Seconda edizione, con molte -variazioni ed aggiunte dell'autore. Maccrata, Cortesi, 1840, I. Vol. 4-° Storia ecclesiastica di Sardegna; dcU'Avvocato Pietro Martini. Vol. II, Dispensa 2.*" Cagliari, Stamperia Reale , 1841, in 8." Coup d'oeil sur I'elat actuel de nos connaissances en clectricite; par M. A. De la Rive ( Extr. des Archives de V Electricite , siipplem. h la Bibl. Universelle dc Geneve), 8.° De constitutionibus quas lacobus Sirmondus Parisiis A. mdcxxxi edi- dlt, dissertatio D. Gustavi Haenel. Lipsiac, i84o, in 4° Storia naturale dci terreni ardenti, dci vulcani fangosi , delle sor- genti infiammabili, dei pozzi idropirici, e di altri fenoineni geologici, ecc; del Dottore Giuseppe Bianconi. Bologna, Marsigli, i84o, I. Vol. 8.° Intaglio rapprescntanlc S, Francesco d'Assisi, ottenuto col mezzo ileU'elcllrolipia Jul Prof. Zanlcdcschi. Flora Paiioniiilana, sive plantaruin prope Panormum spoate nascen- liuin enuineralio, auctore Pliilippo Parlalore. Vol. I. Panonni, Pensantc, 1839, in 8." La cieazione clcil'uriiverso , cantica di Antonio Negii. Bergamo, Na- lali, 1841 , in 8." Methode proposee par M. Amans Carrier, pour se debarasser, an commencement d'une education, des vers a sole maladcs, languissans ou paresscux. Rodcz, Carrere aine, 8." Trattato elcmcntare d'anatomia generale e descrittiva del corpo umano, per uso della scuola; del Professore Filippo De-Michelis. Torino, Fo- dratti, i834-i84o, 4 Vol. 8.° Annuaire de la Societu Philotechnique. Tom. II. aunee 1841. Paris, Bruiicau, i84i, I- Vol. 12." Dipteres exotiques nouveaux ou peu connus;par J. Macquart. Tom. 2, Parlic i.° Lille, Danel, i84o, in 8.° fig. M(iinoirc sur ies Chaussees vicinales cl sur les moyens d'en com- pleter Ic duvcloppcracut dans la province de la Flandre Orientale; par II. Vilain xiiil. Gand, Iloudin, 1829, I. Vol. 8." Memoire sur les moyens de corriger les malfailcurs et les faineants a leur proprc avanlage et de les rendre utiles a I'Etat; precede d'uu premier memoire iiiedit sur la uicme matiere; presentes aux Etats de Flaadrcs en 1771 et en 1775, par le V^icomte J. P. ^ ilaiu xinT. Nouvelle edition. Bruxelles , i84i, I. Vol. 8.° Ancora sul solfato di chinina. Quesiti essenziali al Professore Gia- comini; del Doltore Achille Desiderio. Venezia, Andreola, iS4o, 8.° Precis liistorique sur les couvens du Canton d'Argovie, supprimes par le decret du conseil de ce Canton le- i3 Janvier 184 1; par M. Fre- deric do Gingins-La-Sarraz. Lausanne , Ducloux, i84i, I. Vol. 8." Novi Comuientarii Academiae Scientiarum Instituti Bononiensis. Tom. III. Bononiae, 1839, 4-" Prospetto di miglioramento serico per li coltivatori dei bachi da seta ecc; del 'My Onnea. Torino, Speirani e Coiupngnia, i84i, I. Vol. 12." Cura delle fcbbri coU'emetico, con ulteriori osservazioni suU'uso di esso nelle malatlie flogistiche ; del Dottore Carlo Ormea. Toi'iuo, Spei- rani e Compagnia, i84i, I. Vol. 8." Serie II. Tom. III. 6 ZxytrMEicni fAltLATCrb ^ie<.^I CiHiiten Db-Miche[,;.s SoC. FlLOTECKlCA (ii Parii^i Macqcaht VlLAlK Mill De&ideiu GlA'GlNS-LA-SAhr.A£ IsTITUTO di Bologna OBMtA XLII Bdrciicm Cl\l!«IM Sue. GlOLOCICi ili t'rancia Bacdi di Vumc Ch IHPOIUUS • Ficuc BCKTUBLOT Jnu&BD DucVBices Elii:B l>c C*'"!! /avkklli IIalliwili. Nuovo iliploma luililiirc ilcH'Impcralorc Traiano Dccio, iiluslrato 8.° Considerazioni sul progetto di Ijoiiificare il bacino inferiore del Vol- turno ; del Commendatore Carlo Afan de Rivera. 8.° Del bacino del Liri, che quindi prende il nome di Garigliano; del Commendatore Carlo Afan de Rivera. 8.° Memoria su i mezzi di ritrarre il massimo profitto dal lago Salpi , coordinando quest'impresa a quella piii vasta di bonificare e migliorare la pianura della Capitanata; del Commendatore Carlo Afan de Rivera. Napoli, Stamperia del Fibreno, 1 838, I. Vol. 8." Tavole di riduzione dei pesi e delle misure delle Due Sicilie, in quelli statuiti dalla legge de' 6 aprile i84o; del Commendatore Carlo Afan de Rivera. Napoli, Stamperia del Fibreno, 1840, I. Vol. 8.° Progetto della restaurazione dell'Emissario di Claudio e dello scolo del Fucino; del Commendatore Carlo Afan de Rivera. Napoli , Stampe- ria del Fibreno, i83G, I. Vol. in 8.° con atlante di due carte. M.IV Gr.An:ric Dt Ucmm 01)servnlions aullientitjvics sur la pcslc dii Levant et sur la vertii snecifiijtie ilc riiuilc d'olivc coiilre celtc cffrayante nialadie; redige'es Hour la seconde reunion scicntifiquc italiennc scant a Turin, en sep- leuibre iS^o; par Jacqiies Grai)crg dc llemsci. Florence, Piatti, i84i, in 8.° I'to* loliann Ileinricli Lambert nach seincm Icben und Wircken niis anlas der zii seincm andenc-ken began£»encn secularfeier in drci abhandlnnt^cn dargestellt. Ileransgegcben von Daniel Iluber. Basel, 1829,. L Vol. 8." ScAnA»LLi Guida ai monumenti storici ed artistici della citla di Piacenza, com- posts da Luciano Scarabelli, Lodi , Vilmanl e figli, i84t, I. Vol. 12.° M1B.-.E Ilistoire de Malte; par I\I. Rliegc. Tom. I, Stalistique. Tom. II et III, Ilisloire. Paris, Lacrampe et Compagnie, i84o, 3 Vol.8." Mroici IMicliaelis Medici disqnisiliones analomicae et physiologicae de nervo intercostali. Bononiac, i838-i84o, 4 Fasc. 4.° Ro<"-" Specimen literariiim inanguralc, exliil>ens obscrvationcs crilicas in Tlicmistii orationes, quod pro adipisccndo gradu Doctoris, sumuiisque in pliilosophia theoretica et Uteris hunianioribus honoribus ac privilcgiis in Acadcmia Lovaniensi rite el legitime consequendis, publico et so- Icmni cxamini submitlit Jos. Imm. Gisl. Roulez. Lovanii, Michel, 1828, I. Vol. 8." Joseph! Iinmanuelis Roulez responsio ad quaestionem ab ordine philosophorum et lileratorum in Academia Gaiidarensi propositam , anno 1833 : Cum in frdgmcntis operis Ciccroniani de Re Publica a Maio cum reccns e codice paliinpscsto eriitis , turn aliunde conquisitis , nonnulla reperianlur , quae facere ad illustrandam doctj'inam Caraeadis , philo- sophi academici, possint; desideratur , ut, sumta inde occasione, totius philosophiae Girneadue suinina accurate , pleiie et concinno lucidoque ordiiic ex ipsis fnnlibus exponatuv. Quae pruemium reportavit die 4 octobris 1824. Gandavi, 1825, I. Vok 4-° Jos. Emm. Gisl. Roulez commentatio de vita et scriptis Ilei-aclidae Pontici, etc., praemio ornata. Lovanii, 1828, in 4° I. .irniti Notice sur un gite de Mercnre dans le sol terliaire recent du Gi- gante au Mexique; par M. II. Galeoiti ( Extr. du Tom. V, N.° 4, des Hull, de (Acadiimie R. de Bruxellcs). 8.° Notice geologique sur les environs de San Jose del Oro , au Me- xique; par M. Galuolti ( Extr. du Tom. V, N." 11, des Bull, de C Aca- demic R. de Bruxelles ). 8.° fig. XI. V Coup iVocil sur la Lagima de Chapula au Mexiqiie, avec notes geognostiqucs ; par H. Giileolti (Exlr. du Tom. YI, N." i, des Bull, de VJcademle 11. de Bruxelles). 8." Description de quelques fossiles du calcaire jurassique de Tehuacaiij au Mexique; par II. Nyst et Galeolli ( Extr. du Tom. VII , iy.° lo, des Bull, de V Acadenuc R. de Bruxelles ). 8." Bcitriigc zur petrcfactenkundc ; von D. Goldfuss (Estr. dagli y/tti dcir /Iccudemia Ces. Leop. Carol, del Curiosi della Nat., Vol. XIX, P. I). in 4.- De figuris electricis, disserlatio inauguralis Jacobi Schneider. Bonnae, i84o, 4.° De veteribus Plauli intcrprelibus , disputatio Friderici Ritschelii. Bonnae, iSSg , 4-° De auclorilate prndentum , ct de aucloritate usus forensis scripsit Romeo ^Jaurenbieclier. Bonnae, Weber, iSSg, 4-° Symbolae ad Erinacei Europaei anatomen , disserlatio inauguralis zoo- tomica ftlauritii Seubert. Bonnae, i84i, 4° ^S- Oralio quam solemnium nataliliorum Regis Friderici Wilhelmi III ab Acad. Frid. Wilhel. Rlicnana celebrandorum causa, die m augusti A. MDCCCXxxix, habuil; I. F. Ferdinandus Delbriich , ad impugnandam Montesquievii senlentiam de principio unde regnornm integritas et salus pctcndae sint. Bonnae, iSSg, 4-° De Zodiaci anliquitate et origine, commentatio Doctoris Aug. Gui- lelmi Schlegel. Bonnae , iSSg, 4° • Indet scliolarum ann. iSSg et 1840 in llterafum Uuiversitate Frid. Guilel. Rhenana habendarum. Bonnae, iSSq, 4° Oratio in beatain Friderici Guilelmi III, Regis Borussorum, memoriam in aula Acndemica Uiiiversitatis Frid. Guild. Rhenanae habita a J. Christ. Guilelmo Augusti. Bonnae, 1840, 4''' De Voce Homerica nOAVnAIITAAOS, aliisquc cognatis vocabulis , obsei'valiones philologicae Caroli Wilhelmi Lucas. Bonnae, i84ij in 4.° De singularilatibus superficieium, disserlatio mathematica inauguralis Friderici Dornheim. Bonnae ad Rhenum, i84o, 4-° Immortali memoriae viri perillustris liberi Baronis Caroli de Stein ab Allenslcin grati animi monumentum et veneralionis post acerbam morte:u non peritarae testimonium extarc voluit Universitatis lilcrarum GlLROTTI OoLDFCSS GoLDruss IsTITUTO R. M Francia Tiaai Daiuazzo ALIi3^>or.u SiLUtZO L).\ii AstGit:* 1l CuLLKOlU AuunifTinTivu ttel FerJinandeu Friilericiae Guileliniac Rhcnanac [lietas. Inest Fridcrki Ritscliclii corol- lariuni ilisputationis de Bibliothccis Alexandrinis, deque Pisistrali curis lioniericis. Ronnae, i84o, 4° Aintliclics Verzeiclmiss des Personals und der Studirenden auf dor Konigliclien Rheinischen Friediich-ruek, Statn- peria Wagueriana dcirUnivcrsila, i82'7, 4° ( 'n Tedesco). Di un nuovo islrumento idromclrieo; Mcinoria del Dotlor Quirico Filopanli. Bologna, Marsigli, 1841, I. Vol. in 8." Un facil nietoilo per delenuinare le relazLoni dilFerenziali in termini finiti. Estratto di una ^leinoria inedila, seguito da una seconda Memoria sopra lo stesso argomento; di Vittorio De La Casa ( Eslr. dagli ^4iin. (Idle Sc. (Id Regno Lomhavdo-Veneto , Tom. VII, iSS^). in t\,." Risposta alia osscrvazioni inserite negli Ann. dclle Sc. del Regno Lombardo-Veneto, pu!)hlicate coi Bim. IV e V dell'anno 1839, con alcune J)revi riflessioni inlorno al melodo primilivo Leihniziano, nonclie al nuovo nietodo dillerenziale; di Vittorio De La Casa. Padova, Sicca, i84i, in 4-" Dcs Roches considerees mineralogiquement; par J. J. D'Omalius d'Halloy. Nouv. edition. Paris , Tilliard, i84i, L Vol. 8.° Grainaiaire cgyptienne, ou principes generaux de I'ecriture sacree egyptlenne appliquee a la representation de la langue parlee, par Cliam- polliou le jeune; publiee sur le ms. autograplie, par M. ChampoUioa- Figeac. Troisieme et derniere Parlie. Paris, Didot, 1841 , fol. Cenni per una nuova storia delle seienze mediche, letli alia Sezione medica della seconda riunione dcgli scienziati italiani in Torino, ad essa dedicali da G. Crrvctto. Verona, Antonelli , 184 1 , 8.° Degli sci-ittori latini e delle italiane versioni delle loro opere , no- tizic raccolte dall'Ab. Fortunate Fedcrici. Padova, coi tipi della Minerva, i84o, I. Vol. 8." II primo libro delle istorie Senesi di Marcantonio Bellarmati, pubhli- cato dallAb. Forlunato Federici. Padova , coi tipi della Minerva, 1839,8.° Report of the ninth meeting of the British Association for the ad- vancement of science, held at Birmingham in August 1839. London, John Murray, i84o,LVol. 8.° fig. Proceedings of the Botanical Society of London. London, Darton and Clarck, 1839, I- ^'o'- 8.° fig.. Catalogues of the miscellaneous inanuscripls and of the manuscript letters in the possession of the Royal Society. London, Richard and Taylor, 1840, L Vol. 8." Catalogue of the scientific Books in the library of the Royal Society. London, \^Z<^, I. Vok 8.° Il COLIECIO Ammimstratuo del rerditumdco FltOPANTl Dc La Ckik D'O&IALICS d'Hallot Champollios-Figbac Cebvetto Federici Societa' Britaitmca peh l'avas2ame>to DELLE SciE.fZE Societa' Botakica di Londra Reale Societa' di Londra iii Lofutrii I LoRttI di Loniifu De T.paluo G NiUiA^ Ft'siMcni Societa' R- u'OnTu:oLTtrx lit Pari^i SocieTA* Meoico - CBiniTRGicji di Bologna Auut5l>TKA/tOXE DCLLE MIHIBRE t/i FrattcM Dt' POSTI E tTaAoe di Francia di Fraacin Inrrt'To Rule di Francia riiilosopliical Transactions of the lloyal Socroty of London. For the years i838-i84o. Part. I and 11. London, iBSS-iS^o, 3 Vol. in 4." Follows of the Royal Society of London. 3oth novcmber iS.^o. 4-' Transits as observed, and calculation of the apparent right ascensions. i834, 4-" Zenilli distances obseiTed with die mural circle at the Royal ob- servatory, cape Good Hope, and the calculation of geocentric south po- lar distances. London, i83G-i837, 2 Vol. in 4-° Bessel's refraction tables. The form employed at the Royal obser- vatory, Cape of Good Hope, in 4-" Biom'afia deyli Italiani illustri nolle scicnze , lettere ed arli, del sc- colo svin, e de'contcmporanei ecc. puliblicata per cura del Prof. Emilio De Tipaldo. Venezia , Alvisopoli, i84o , Vol. VII, Fasc. 1-4, in 8." Giornale per servire ai progress! della patologia e della terapeutica. Venezia, i84o-i84i, Fasc. 35-4i ; in 8.° Annali delle Scicnze del Regno LoinLardo-Veneto. Tomo X, qua- derui 3-6, cou appendice. Tom XI, quaderni 1-2. Padova, i84o-i84t, in 4." Annales de la Societe R. d'Horticulturc de Paris. Livraisons i5i-i64- Paris, 1 840-1 84 1, in 8." Memorie della Societa Medico-Chirurgica di Bologna. Tom. II, Fasc. 4 e 5. Bologna, Tipografia della Volpc, i84o-i84i, in 4-° P'*^- Bullellino delle scicnze mediche della Societa Medico -Cliirurgica di Boloi^nn. Serie seconda,Tom. VIII, Fasc. tli novembre c dicembrc iSSi). Tom. IX, Fasc. di gennaio-giugno. Tom. X, Fasc. di luglio-dicembre 1840, e Tom. XI, Fasc. di gcnnaio-giugno, 1841 , in 8." Annales des mines, ou rccueil de Meinoires sur I'exploitation des mines , ct sur les sciences et les arts qui s'y rappoi'tent ; rediges par les In-jenieurs des Mines. Troisicme serie, Tomes XVII et XVIII. Paris, i84o, 6 Livr. in 8." Annales des ponts et chaussces. Memoires et documens relatifs a I'art des constructions el au service de I'lngenieur, etc. I.'' Serie, X.' annee, Livraisons 2-G. Paris, i84o, in 8.° Bulletlin de la Societe Geologiquc de France. Tom. XI, feuilles i4- aij; Tom. XII, feuilles 1-21. Paris, i84<)-i84i, in 8.° Comntcs rcudus liciidomadaires dcs seances de rAcademie des scien- CCS dc riiistitut Royal de France; par ]\1M. les Secretaires Perpetuels. XLIX Tomes XI ct XII; Tome XIH, N.° i-8. Paris, Bachelier, r84o-i84i, in 4-° Bulletin dcs Se'ances de l' Academic Royale des Sciences de Bruxelles. N." 1 1 el 13, 1839. - N." 1-12, i84o , el Is." i-5 , 1841, in-8.° Lc propagateur de I'industrie de la sole en France. Journal men- sucl, specialemenl consacrc a etendre el a "perfectionner la cullure du raArier, Teducation des vers a soie et la filature des cocons , rcdige par unc Societe de cuUivateurs, d'educateurs et de filateurs des depar- temcns du Midi de la France; Directeur M. Amans Carriers. Cahier 23- 36. Rodez, Carrere Aine, i84o-i84i, in 8.° Suir injezione polmonale a melallo , gia eseguita daU'illustre Anato- niico Modenese Sante Fattori ; Leltera diretta al preclaro Cav. e Pro- fessore Bartolomeo Pauizza dal Dotlore Nicola Rubbianl. Modena, per gli eredi Soliani , i84i , in-8.° Rclazione del viaggio in Francia al Congresso scientifico di Clermont- Ferrand nell'anno i838, Iraversando il Regno di Napoli , la'^Romagna, la Toscana , I'alta Italia, il Piemonte , la Savoia e la Svizzera ; del Dottore Garmelo Maravigna. Napoli, Stamperia Reale , i84o, i Vol. 10-4." Canzone di Francesco Petrarca a laude di nostra Signora, con alcune sposizioni e considerazioni del Professore emerito dell' I. R. Universila di Padova, Cavaliere della Legion d'Onore Don Antonio Marsand. Parigi, Firmin Didot , i84i , i Vol. in-fol.° col ritratto del Petraixa. Codes Theodosianus. Ad liv libi'orum manuscriptorum et priorum edi- tionam fidem recognovit et annotatione critica instruxit Gustavus Haenel. Fasc. III. Lib. XI. - Lib. XIV. Tit. I. C. IH. exhibens. Bonnae, apud Marcum , 1840, i Vol. in-4.'' Introduclion a la mecanicpie industrielle, physique ou experimentale ; par J. V. Poncelet. Deuxieme edition, entierement corrigee, et conte- nant un grand nombre de considerations nouvelles. Metz , Lamort , 1839, I Vol. in-8.° fig. Annales de la .Socitite Enlomologique de France, Tom. IX, i."'-4."" trimestre, i84o. Paris, Tilliard, i84o-i84i , 4 ^^sc. in-8.° Report on education in Europe , to the trustees of the Girard col- lege for orphans ; by Alex. Dallas Bache. Philadelphia, Bailey, iSSg, I vol. in-8.° ACCADEXII. R. di Bruxelles A Cab TaBB MAni.viGH4 FenBEBo Haenel POKCELET SOC. EltTOMOLOCICi di Francia Bachb Sekie IL Tom. III. Fagcio AcjtncMir. R. DB5 Sc Kf Belles-lettres de HruxelUs Va^orrjiablen Leardi di TEBin Observations of the magnetic intensity at tvventyone stations in Eu- rope; by A. D. Bache. 1840 , in-4° Sulla iiiTonzioiie delle Ictteie c ciclla scrittura priiniliva , sulla ma- teria cil istnunenti usali per lo scrivcre , sulla forma interna ed esterna lie' libri anlichi , non che sui notai , srrittori e copisti; Memoria di Domenico Faccio. Padova, coi tipi del Seminario , i84i , in-S." Programmes des questions proposees pour le concours de 1842 , par lAcademie Royale des Sciences et BcUes-Lettres de Bruxelles, in-4.° Essai sur la slatisiique generale de la Belgique , compose sur des documents publics et particulicrs , par Xavier Heuschling , et public par Ph. Vandermaeleii. a." edition revue et mise au courant des do- Miments nouveaus , avec une carte detaillee du Royaume. Bruxelles , a retablissement geographique , i84i , i Vol. gr. in-8.° Dal signor Conte Luigi Leaidi di Terzo, di Casal ^lonferrato, venne regalalo alia Reale Accademia delle Scienzc, e come per complemento del dono fallo alia medesima dal fu Eccellcntissimo Conte Pio Vidua, il rimanenle de' libri raccoUi, e de' manoscritti compilati ne' suoi lun- ghi viaggi dal Conte Carlo Vidua, suo cugino, dalla eredita del quale qli eraiio pcrvcnuli. Con questo ricco e prezioso dono, il Conte Leardi ha COS! poslo il colmo al piii magnifico e durevole monumento che fosse dato di poter innalzare per la perenne memoi'ia del suo dotto ed in- fclice cugino; quello per cui vien conservato in un sol corpo e sotto il nome di BiblloLeca Vidua quanto in ogni parte dell' umano sapei-e , colla piu industre e solerte sollecitudine , era stato raccolto nelle diverse e variate region! da esso percorse. 11 Corpo morale, cui ora apparliene, non sottoposto a que' cambiamenti che la morte degli in- dividui nelle famiglie suole arrecare alle fortune d'ogni maniera, con- servera perennemente e indestruttibile il sacro deposito. Ed i contem- poranei non solo , ma i piu tardi posteri che verranno a nutrirsi delle dottrine e delle cognizioni che vi sono rinchiuse , benediranno ad una e il dotto coUettore di tanli preziosi monumenti ed il nobile pensiero di chi seppe collocarli iii luogo sicuro, ed al coperto delle umane vi- cissitudini. II dono del Conte Leardi contiene libri in lingue Russa , Svedese, Danese, Olandese, Inglese, Spagnuola e Francese, in numcro di oltre a seicento volumi. Piu, un centinaio di volumi in lingua Cinese, Cal- mucca e Turca, Non pochi cjuaderni di manoscritti , tanto di note prese u dal Conte Vidua stesso, die copie di manoscritti da esso ordinati, con- cernenti sopra tutto alle Isole deU'Arcipelago Indiano, ed Isole Olaa- desi in ispecie, nelle quali passo I'ultimo anao del viver suo. Molti di- segni, fatti di proprio pugno , di monumenti antichi , topografici e geografici, ed un buoa numero di carte geograficlie di ogni paese di America e delle Indie Orientali , e noa poche carte marine dei mari Atlautico, della China, ecc. SCIEIVZE FJSICHE E MATEMATICHE IVOTIZIA STORICA inlorno ai lavori delta Classc dclle Scienzc Fisiche e Matemalichc nel cor so delVanno 1840, scritta dalV Accademico Professoi'e Giuseppe Gene, Segretano aggiunto di essa Classc. O 5 genuaio. Xl Segretario Cav. Carena comunica una lettera a lui indiritta dal sig. KuPFFERj Membro dell'Imperiale Accademia delle Scienze di Pietroburgo, in data del giorno 26 (i4) novembre 1 889, nella qual lettera si fanno parecchie domande relative alle misure e ai pesi, in Piemonte; e co- munica a uu tempo stesso la risposta da lui fatta all' Accademico Pe- tropolitano, risposta stata prima comunicata al CoUega Cav. Avogadro, che fu depulato , per la Regia Camera de' Conti , alle operazioni fattesi quando furono spediti all'Imperial Governo di Russia alcuni campioni delle nostre misure: ai gelalineux. » 5." L'ummoniaqiie et la potasse caustiques lui font prendre une » teinle d'unc rose rouge. — L'acidite de cette pulpe est evidemment )> due, d'apres ce qui precede, a la presence de I'acide malique. » La portion de la pulpe , que l'eau ne dissout pas , etant secliee , » sc presente en plaques minces , luisantes et cassantes , se gonflant » dans l'eau sans s'y dissoudre; insolubles dans I'alcool et retber, mais » solubles , en partie , dans la potasse caustique. n C'est done du gluten. » Dcs experiences ulterieures m'ont prouve que la pulpe du fruit » du Baobad rcnfcrmait en outre de I'albumine, du chlorure de potas- » siuin , un sel de chaux a base organique et un pcu de gomme. (i) Mail Icj acidcs lui font rcprindrc su coulcur primitive, pourvu qu'ils ne soienl pas en LXIX n En resume , cette pulpe se'cbc renfemie : Acide malique Cliloiure do potassium ,, ., , 1, 1 1, I Cliaux combinec a un acidc . » Malieres solubl. dans 1 eau < . > o G'>5 1 organique ' ' Gomme Albnmiue Gluten , ,1111. ; Unematierecoloranteiaune , » Matieres insolubl. dans 1 eau < , i, i n-i > 0,3-75 I soluble dans 1 ether i ' ' Une matlere resinoide 1,000. 6 diccmbre. II Prof. Menabrea, deputato col Prof. Giulio, legge il parere intorno a una domanda di prlvilegio fatta al Governo dai signori Chabert e Bre- ton di Grenoble , per un nuovo sistema di piani inclinati da adattarsi alle strade ferrate ed avente per iscopo di utilizzare la forza di gravita onde operare il rimorchio dei convogli. Noi ci asterremo dal qui riferire I'esame molto particolarizzato die la Giunta ha fatto del sistema dei Ricorrenti , e cib pei riguardi che si debbono ai loro diritti rispetto alia pubblicita. Bensi uniformandoci a quanlo la Classe delibei'6 dopo aver udilo cd approvato nella sua to- talitii il rapporto , produrrcmo in queslo luogo le gencrali considerazioni sulle strade ferrate , che i Conimissari fecero precedere al rapporto mcdesimo. « Lc strade fei'rate, scrivono essi , sono generalmente dirette ad ot- )i tenere un'cconomia nella forza motrice , ed una maggior velocita nei » trasporti. AH' economia nella forza motrice si giunge col dimlnuire » le resistenze passive che fanno ostacolo al movimento, mediante ro- » taie di ferro prive di asperita , sulle tpiali scorrono le ruotc delle » vetture. Cos! la rcsistenza che ue' tralti orizzontall delle strade or- » ilinaric , variu fra '/« «"tl '/^-, (i) tlcl peso prcincnlc, sullc stiailc fer- » rate resla mecliamcntc cguale ad Y,,,, del iiiedcsimo peso (2). Ma col » crescerc dcUe incliiiazioni , sceina il vantaggio della strada feriatn » sulla strada ordinaria , giaoche alia rcsistcnza dello forze passive si n aggiunge quella della gravila. Cos! sopra una slrada ordinaria incli- » nata di '/,„ , iiiclinazione assai frc{pi(!nte , la resistenza media sulle » strade comutii sara di '/,,. del peso premeiUe, e sulle slrade ferrate » diverra piu della niela della precedente. Da cio si put) scorgere che » passati eerli liiuiti nelle pendenze leconomia di Irazionc sara troppo » piccola per compensare la spesa di costruzione della strada ferrata: » Altre circostanzc inctlono ancora liiriiti alia inelinazioni ; queste , coir.e » si vedra , vanno inoUrc regolatc dnlla nalura de' innlori adoperati. I) Lc veloeila che si possono oltenere con cavalli cssendo assai limi- " late , ad essi vengono sostituite le locomotive a vapore , allorclie si 11 vuol giungere ad una gran rapidila ne' trasporti. n Lc locomotive sono a qnatiro od a sei ruote ; i loro pesi vai'iano » fra quattro o dodici tonnellatc ( di 1000 ehilogramnii ). In virtu della 11 cosi detta aclerenza dellc loro ruote sopra le rolaie, esse possono ri- 1' morchiare i convogli generalmente coniposti di carri ossia wagoni sui » qiiali sono carieali gli oggetti da trasporlare. Questa aderenza iiou e )i mai iniuore di 721. ^'el peso premente. Ordinariamcnte due ruote sol- )i tanto della locomotiva agiscono sulle rotaie per 0|)erare il rimorchio n del convoglio , c siccome il peso ripartito sopra di esse puo stimarsi » li ofi~j circa del peso della locomotiva , essa , senza strisciare , polra » esercitare nel verso della strada uno sforzo capare di vinccre la re- » sistcnza che oppone un convoglio di peso non mai miiiore di 9 volte )) quello della locomotiva , e che potra essere in certe circostauze 29 1) volte il medesimo peso, ossia compreso fra i4 e 44 volte il peso n adercnle. La macchina poi e costrutta in modo che la forza del va- (i) Inttruction sur les routes etc. a C usage du Corps It. d'Elat-major. Paris , i833. (a) Unvier , Annalcs dcs poiita ct chaussces , N.* de mars ct avril i835. — Minard , Lcfons sur Ics clicmins dc for, faiUs a Tccolc dcs ponts-ct-cliaussce-s en i833-34 , locon 5.""= . tt II est souS' w entendu que les coefficiens prccedens se rapportent a des wagons doiit lc dlamcire des roues ct " des essieux sont dans le rapport da i/i I a l/i3, » — // sigrior Bincau ncllu sua opera intitolata • Chcmins dc fcr d'Anglcterrc , dice a pag. i4i : « On peut admettre ^ tjuoirjuUl y ait encore un peu )■ d incertitude a ce sujct , que la resistance au mou\'ement , resultant du Jrottfment des essieux » des x*oitures sur Icurs coussinets , et des roues sur les rails , est d^cnviron •y,l\ milliemes de « leur poids abstraction J'aite dc la resistance de Vair. LXXI )) pore si.! capacc
  • ■> II millesimi d'inclinazionc per le slrade de' viaggiatori ed a 4 mil- )i lesimi per quelle delle mercanzie (3). Passati tali limiti, conviene tal- » volla adoperare macchinc di rinforzo, c quando la pendenza c giuuta J) a segno tale che I'aderenza piii non basti per poter operare il rlmor- I) chio, allora la strada ferrata si trasforma in piano iuclinato sul quale I) il movimcnto si efTeltua mediante macchine Csse , e quando le circo- )) stanze lo permcttono, mediante conlrappcsi. » Le considerazioni prccedenli si ap|)licano ai convogli ascendenti; ma » quando cssi sono discendenti, la gravita viene in aiuto della forza » motricc. Se I'inclinazione della slrada e tale pero da poter cagionare (1) Vcd. Minavd^ Lccons sur les chciuins de fcr, Li-con S me. — De Pambour, Traitc dcs machines locomotives etc. Cbapitre 8.mc (a) Bineau, Cliemins de fcr d'An;;lcterre etc. pag. 3 lo, edit, dc Paris 1840. — De Pambour, Traitc des machines locomotives (tahlcs, pag. iSi ct 339^ edit, de Bru\eUcs 1837) — iUirta/-ii , Lccou , etc. Lccon 4-me — Qaest'aulore paragonaiido insiemc i tre mezzi di trasporto ora usati ^ cioc le strade ordinaric, le str.i;irle soltanto della forza implcgata per I'ascensione dc' convogU » e restitiiita alia discesa; onde si conchiude die in gcneralc I'iesce » sempre svanlaggioso , riguardo all'economia del trasporto , di salire per « qiiindi disccnderc; c dall'osservazione si e potuto coucliiudere aiicora » ciie la pcrdita di tempo c di comljustiliile die si fa ncirascendere per » discendere poi dalla medesima altezza, e proporzionale al cjuadrato » del peso del convoglio ed al quadrato deirinclinazione della strada (i). » Cosi questa perdita e, per i coiivogli di mercanzie, egiiale a ([ualtro « voile quella die sucecde per i convogli di viaggialori. Si arriva egual- « mciitc a qucsto risullato die, dala uii'altezza da superare, in vece di » scomporre la slrada iu vari tratti indinalt ed altri orizzontali , c pre- » feriliilc di darle una pendenza uniforme, la quale pero non oltrepassi )> 1 1 millesiuii per i convogli di viaggiatori , e 4 millesimi per quelli di » raercunzie. » In generate , dalle considcrazioni precedent! , atlese le piccole pen- 1) denze die conviene lasciare alle strade ferrate, si puo conchiudere » quanto dispcndiosa debba riescirne la costruzione. Alia diflicolta de'pro- )■) Cli si aggiuiige ancora quella del traccianiento, il quale esige die , >) ne' risvolti della strada, il raggio di curvatura non sia rainore di 5oo >i metri (a), a cio per motivo della costruzione ddle vetture die e tale n da non permcttcre che vi sia cambiaraento di direzione senza stri-. » sciameuto ddle ruote sulle rotaie. Cosl I'econoiriia nel trasporto non » Sara di gran rilicvo sulle strade ferrate che debbono attraversare ter- » rerii molto tonncntati e superare altezze di qualdic riguardo, ma I) potra anzi diventare considerevole I'economia di tempo, quantita pre- » ziosa assai, ed il di cui valorc aumenta nientre le popolazioni diven- i> lano pill laboriose. Percio non fa maraviglia se in generate le strade >> ferrate souo piii alimentate dai viaggiatori che non dalle mercanzie, (i) V. Chcvallicr , Jnnales des pouts et chtiussees ^ anncu i-'^^y, N.^ CCCLXX/X. {i) Bi/trau, Cbcmins de for etc. pag. i^/j. — Si e tcntuto ultimamcntc di portarc rimcdio al di- fcUo dcUc curve nclle slrade fi-rrale. 1 due costruttori che ottenuero i piu fclici risuUali suno il sig. Laignel cd il sig. Arnoulx. I loro sislcmi pcrmcttono di diroiuuire alquanto il raggio dcUc cur- vature. Nel sistema del sig. Laignel lo curve sumbrano dovcre esscrc tuttc cgunli, ;;ientre in quello del *,\^. Arnouli: esse possono csserc qualunqucj ma spericnze fattc sopra strade n gran moviincnlo •OQo ancnra nccpssarie per sanzionarc tali prttccdimcnti in luodo dclluilivo. Lx>:iii )i iniperocche per queste, vi lia piu diflicolta nclla costinizionc delle » strade , a molivo dcUa minor pendenza clie si richicde , e perche )) da un'altra parte la velociti del trasporlo itnporta assai poco sul valore » di esse, t) bensi vero clic nel trasporlo rapido de' viaggiatori , il 1) motore non e irapiegato nel modo piu utile ; infatti succede per le » locomotive come per gli altri motori , vi e una certa velocita die da )) I'efFetto massimo ; aumentando la velocita siao ad un certo segno , » ci'esce la produzione del vapore, ma passato tal limitc , questa pro- « duzione non e piu sufliciente per alimentare il moto dcgli stantuili , » motivo per cui scema allora la forza effettiva della macchina, mentre )) auracnta in proporzione assai note vole la resistenza dell' aria (i). La )) velocita che sembra corrispondere all' effelto massimo e quella di » 4""'''^oo al minulo secondo (2), mentre quella de' convogli di viag- )) giatori c di io"'°''',oo al i'' circa. Malgrado la perdita di combustibile )> che risulta da tale velocity , il guadagno di tempo che si fa , serve » di ampio compenso. » Aggiungeremo ancora che le strade ferrate sono a doppia od a » seniplice via , secondo la maggiore o minore importanza de' transiti. )) Per le strade a piccola velocita, ossia destinate al trasporto delle » mercanzie , alcuni credono che sia piu vantaggioso il servirsi di ca- » valli ceme motori, invece delle locomotive, altri stimano prefcribili » le macchine Usse ». In questa medesima adunanza e dai medesimi deputati Menabrea e GiDLio , questi relatore , vien 4etto il pai-cre intorno a un progetto ideato e sottoposto all' esame dell'Accademia dal signer Secondo Boidi, per migliorare il Porto canale di Sinigaliia. La Giunta dichiara di non potere , per mancanza di cognizioni locali , pronunziare alcun fondato giudizio sulla possibilita ed opportunita delle operazioni che il signer Boidi propone. E quindi d'avviso che 1' Accademia abbia a ringraziare I'Autore per la fattale comunicazione e a commendarne le buone inten- (1) De Pambour , Traite des machines locomotives , pag. 187. Per non aver osscrvato che la forza della locomoliva e la produzione del vapore erano variabili coUa velocita , vennero fino a questi ultimi tempi cmcssc opinioni divcrgcnti quando volcndo csprimere il potere di tali macchine si designava il numero dei cavalli-vapore crcduti equivalent!. Ma ora esscndo ricorosciuto il vero stato dcUa questione , si usa indicare la forza di una locomotiva col diametro de' suui stautulE o citindri , esscndo tutte le altre sue parti da questi dipcndenti. (1) Clicvallicr, Annates des ponts et chaussees. Serie il Tom. III. lo LXXIV zioni , faccnilogU riconosccrc iiella acccnnata mancanza ell cognizioni lo- cali la sola lagione clic le impedisce
  • ronle di vegetabili dicliiarati dal celebrc Adolfo Broncniart dclla forinazione carbonosa: ma queslo fatlo non distrugge per niente il priir.o. Non e inverisimile die le medesime specie di ve- gelali sicnsi conservate a maigrado le diverse rivoluzioni succedule tra il periodo del terreno carl)onoso c (juello del liasse; e se qucsta spie- ga/.ione non appaga, allre se ue polrcbbero adduiTC, J)enche si Irovi sempre arlifizio a cojnbatlerle , come avviene quando non si vnole , o non ci aggrada diclilararci sostenitori di un' opinione quand'anche resa probabilissiina dai fatti. Gli scisti belemnitici essendosi dapprima veriGcati inferiori ai lerreni impressi da folci , snbito fu dello dai partiglaiii del sisienia carbonoso esscre nelle Alpi succeduto uu rovesciamento degli strati, lo che e assai frcquente in eerie localita, frequentissimo poi in queste montagne, ove a piii riprese il suolo fu urtato e sconvolto ; pcro niente aununzia in quclla rcgione un simile sconcerto , e quando piaccssc sli- raccliiare e contorcere i fatli , perclie provino quel die non e , non soltcrrebbe ancora I'intento, poiche le belemniti con entrochi esistono egnalmente negli strati inferiori e superior! agli scisti improntati di foglie e fusti di vegetali. Convenuero col Beaumokt la maggior parte dei Geologi, solo vi i-esistcltero coloro che non avevano una partiuolare a. Pecopteris arborcscens. ^— Boaiiinnntii. — — ]>Itik(^nctii. — — ol)lu:»a. VoLKEUAMfiA orosa. AsTEROi'iiiLLiTES Cfjuisetifurmis. AsxtiiRiA Jircvifolia. DEL PROF. A. SISMONDA Q altri fatli , alcunl dc'qiiali avreino occasione di licoiclare in progresso (li qucsto scritto; e vedo nelle pianle di Petit-cceur una prova, che la distruzione della vita iion fu generalc in ciascuna calaslrofe geologica, come megllo si conoscc sludiando i lerrcni meno anlichi. Non molto discosto da Naves, (V. Tav. i. fig. i) piccolo villaggio sopra a Pelit-coeur , succede alle roccie liassiche uno scislo talcoso, bigio cenerino , facilmente divisibile , con enlro irregolarmcnle sparsi graui ed arnioncini di cpiarzo ialino, c granclli or cubici ed or iiiformi di ferro piritoso. Giacc direlto E. aS" N. O. 25° S. ed abbassalo verso il N. 25° 0. Esso fa parte del terreno priniilivo , ed il secondario vi sta sopra con slratificazionc discordanle , poiclie cone dal N. 27° E. al S. 2^° 0. coiriiiclinazione airE."2'p°S. di 'jo°. Quesla giaciluraj cli'e quella degli scisti argillosi improulali di pianle, e similmenle ritenuta dagli belemnitici sotto il luogo di Fontaine , ed alia cava delta il Ferret. Si ritrova lo stesso sistcma di strati, e medesimamente slogali, alia Motte, villaggio posto al Slid del lago Bowget, ove per le molte cave riesce facile ogni sorta d'esplorazioiii geologiche. Nelle contradc di ciii ragiouianio il terreno del basse e composto di scisti argillosi e di calcare scistoso cristallino piu e piix volte sepa- rati mediaiite I'intcrposizione d'arenaria micacea , scistosa , bigia , in cui talvolla sono inserti grani di felspato. II ten'eno primitivo di Naves e immediatamente coperto di una tale areuaria, su cui posa uno scislo argilloso calcare, il quale forma un banco della grossezza di un metro e mezzo circa. Esso scisto argilloso e sfogliabilissimo, ed imprigiona be- lemniti , palesanti la struttura raggiata , e di taluno si vedouo aiicora gli alveoli. JN'on sono quesle le sole spoglie organiche che distiuguono questo scislo. Vi nolai una numerosa quantita di corpicelli a guisa di jtagliuzze 0 squamclte piii dure della roccia I'acchiudente, in certi versi splendenli , e quasi gatteggianti , come si vede nel calcare delle cave della Frej vicino alia Molte (i), e che esperti Naturalisti giudicarono doversi alia presenza d'entj'ocki. Questi fossili identificano i terreni delle due localita , ove abbiamo acccnnato Irovarsi. Da qui si i-accoglie eziandio , che cerli strati superiori alio scisto improntalo , sono ancora della stess'cpoca degli infcriori , contcncndo siiiiilmente gli cnlrochi. lo (i) II sig. Beiumont rcsc conto di qucsto falto nclla cit^ta Notizia Sur un gisement de vege- taux fossiles et de ln-Lmiiiles sitae a Petit-cceur. Serie II. Tom. III. b lO MEMOniA SUI TERRENI STILVTIFICATI DEI.LE ALFI ue ossei'voi ncl calcare superiorc alio roccic belcmniliclie. Esso e higio scuro , quasi grauoso , alquantomicacco c fissilissinio , cil c laglialo ilalla stratla, clie iiietle al luogo in ciii si aperscro galleiic colla speranza ili riiiviniirc cleiranlracite. Ala sillalle ricerche furono scnza succcsso; gio- varoiio solameiile alia scienza per Ic slupende impronle cli pianle clic posero alio scoperlo. Dalle rcgioni ili Petit-canir proscgiu'iulo verso Oslro spesso accadc d'ossorvarc il liasse scoperto. Quantiuique noti coiileiiga scuipre spoglii; organiche , ritiene pero molti caralteri mineralogici e ccrle condizioiii geognosliche , chc tlimoslrano abbaslanza essere scnipre la stcssa cosa cIr" riteriia solto gli occlii. A Petit-camr racchiiide ileposlli d'antracile ill verita incsciiinissimi; ne conlicue allrcsi il liasse ossia le roccic cli' io giudico tali , presso les Ouches nclia valle i\eVCArve. Continuando I'e- splorazione si I'Olcra cli'csso allraversa tuUo il Faiissignj , e la sua po- situra in qucslo spazio dimostrcra cli'e il tcrreuo maggiormente anlico. Pcrcorrcnilo il Monte Bianco verso mezzogiorno si scorgera, lungliesso la valle dell'Isero, il liasse in conlallo immediato col terrcno primitivo. Andando da Gile al colic de la Sance , il quale si riunisce a quello ilu Bonltomme , cadono iralto tralto sotlo gli occlii strati con ammoniti, helemniti e pentacriniti proprii del liasse. Al colic poi du Bonhomme , ed a lioselen codcsti strati giacciono in contatto immediato col terrcno primitivo, seuza clie percio sieno sprovveduti di fossili, tra quali sono riconoscibilissimi pentacriniti e certi pczzi cilindrici , che si giudiclie- rebbero aculei d ecliinodermi. II sig. Beaumont nolo e cito questo fatto; io qui ne fo menzione nou gia coll' idea d'appropriai-melo , nia bensi perche viene in acconcio a caiattcrizzare nel liasse le roccic cbe con- tengono i fossili snddetti. Dal Bonhomma passando nella valle A(^ AlUe blanche , e prose- guendo in quella di Ferret , si lianno costantemente al lato dcstro monti composti di calcare cristallino piu o meno scuro , e di scisli argillosi or di tinta bigia cupa , ed or lendcnte airazzurrogiiolo. In certuni tli quegli strati sono raccliiusi grani cubici di fcrro piiitoso , uientreche altri della stessa natura e della stessa eta ne sono privi. Nou mi riusci di rinvenirvi spoglia organica di nessuna sorta ; ma non per- lanto molti essenziali caratlcri, c tra questi la giacitura, mi portano a credere che siano la conliiuiazione di qucUi di Petit-cceur coi quali lianno grandissiuia analogia. DEL pnOF. A. SISMONDA I | Ponentlo menlc ai luoclii in cni iiljlnanio avvcrlito il liasse , facil- mculc si scorgc, cli'esso alloniia rl'ogiii parte il Monte-Bianco, il cjiiale come si e dichiaralo consta di terreno primitivo. Ora poi spingemlo piii innanzi Ic osservazioni parini cU non errarc e nemincno di trarre una Iroppo ardita dcduzione , atrermando die il inaf;gior soUevamento di quel colosso sia avveniUo postciiorinentc al deposito delle roccie im- mediatamentc soprapposlcvi; dillatti siccome esse dovevano gii possedere la consistenza e la solidila propria alia loro soslanza , non erano con- seguentemente abbastanza ccdcvoli ondc acquislare la forma , the ptl soUevamento il sottostante suolo andava a mano a mano prendendo ; laondc si operarono le rolture , Ic piegature e le contorsioni aspre degli strati tanto nel verso della materia, clie iirtava per aprirsi una via all'uscila , cjuanlo perpendicolarmente alia direzione percoisa. Ma siilatte rotture dovettero necessariamente accadcre in maggior numero ai due capi estremi della massa sollevante , ossia dove gli strati stante la forma di essa avrebbcro doviilo dolcemcnte curvarsi. Questo scom- piglio e questo complicate rotture accennate in t^ue'monti dallo slalo degli strati, dalle valli , dai valloni, dai profondi botri , ec. , provano abbastanza , che non segul mai cola un igneo considerevole ramniolli- mento dclle roccie , la qual cosa resta pure avvertita dalla loro slrul- tura , e dai fossili die contengono. Le roccie liassiche nelle valli AcW Allee Blanche , e di Ferret sono parimente rappi'esentate da calcare fissile, e da scisti argillosi; ma in generale con struttura piii cristallina delle identiclie in Tarantasia, per- ciocche daiino a congetturare di aver sofferto una maggior reazione dalla parte degli agenti modificatori; e non e improbabile che provenga dalla loro particolare azione la distruzione delle spoglie organiche, che ra- gionevolmente si puo credere vi esistessero in origine. Gli strati corrono il piu spesso dnll'E. 20° N. all'O. 20° S., e I'indinazione media ascende a 55° circa verso il S. 20° E. , lo che combina maravigliosamente col- I'andamento dclle roccie , die ne furono la causa efficienle. Raccolsi codeste osservazioni ne'monti attorno al Gramont. Alia Saxe che si trova la vicino , e nel luogo donde tra slralo e strato zampilla una sottile polla d'acqua deholmenle impregnata d'idrogono solforalo , gli strati ritengono la poc'anzi citata direzione. Un falto devcsi qui parti- colarmente ricordarc sia perche non accade spesso d'osscrvarne i!ci simili , sia poi anche perche c'islruisce sullo stato di certe loccie al- la MEMOniA SUI TERHENI STRATIFICATI DELLE ALPI lusclta loro dellc viscere teiTcslri. A Pvato-secco nella valle Ferret si raira con uiolta sorpresa e socklisfazione la protogina, una dcUe roccie coslituentl il Monte-Bianco , coprii'e il calcarc , cli' io i-ilcngo liassico. Quanle cose non ilimoslra qucslo fallo , die tla per se sembra cos! semplice ! La prologina diinque e posteriore al liasse , poiclie vi sta sopra. Non e gia una cU quelle roccie clie sieno tralto Iratlo state alzale da forze od urti inlcrni , ma usci immedialnniente dalle viscere tenxstri , bastanlc iluida per modellarsi sul suolo , c lluir\i sopra. Sotto il coUe Ferret dalia parte del Vallese , la slratificazione as- sume per brevissimo tratto una direzione diversa dalla generate in que' monti ; ma tale anoniolla dipende dall' essere ivi le roccie presso ad uno de' capi estrerai dclla massa del Icrreuo di sollevamento. AUonta- nandosi e portandosi piu verso a Icvante, gli strati riacquistano la so- lita direzione , come si nota lungo la salita al coUe delle Fdnelres , die acccnna al Gran S. Bernardo. Si passa vicino il monle , chiamato Fain de sucre , composlo d' arenaria modificatissima , bianca lattata , zeppa di mica bianco argentiuo, die la rende quanto mai fissile. La sua stralificazioue concorda cogli scisti e calcari liassici ; tuttayia ra- gioni die acccniieremo piii basso reudouo verosimile , di'essa si debba collocare nulla serie del teri-eno inimediatamente sopragiacente al liasse che penso corrisponda aWoolite inferiore. In molte altrc regioni alpine si vedc il liasse or denudaio, ed or co- perlo da falde a lui posteriori , ma , come gia avvertiramo , dapper- tulto posa inimediatamente sul terreno primitivo. II sig. Elia di Beau- MOWT ed io posteriormente lo riconobbimo ne' monti al S. 0. di S. Gioanni di IMoriana coperto di poddinghe e di scisti meuo antichi. A Entraigues nella valle deU'^^rce, die \iene a sboccare sotto S. Gioanni, vi sono scisti argiUo-culcari ed arenarie , che scguilano senza interru- zioue fiuo ne' monti di Bourg-de-Dison nel Delfinato. Codeste roccie rassomigliano lalmente alle liassiche della Tarantasia , die diiunque giudiclicrcbbe le une continuazione deiraltre , come concorre eziandio a farlo credere il giacimento, die in ambe le contrade e perfettamenle identico. II liasse si mostra ancora nello spazio frapposto ai due indicati punti ; io qui non ne tengo discorso , avendone particolarmente par- lalo il sig. Beaumont nella sua memoria inserlla nel vol. i5° des An- nates des sciences nalurelles , e passo a ragionare del terreno a questo soprapposlo , che secondo me corrisponde all' oolite inferiore dci geo- logi Franccsi e Inglesi. DEL PnOF. A. SISMONDA l3 Sctito le gravi clifficoUii in cui m' innoltio volendo definire e cliia- rire coiivenevolmcnte queslo lerreiio , pcrchc vi niancano quasi afTatto gli avanzi oiganici, cos\ copiosi in prcssoche lutti i paesi , ove fin'ora venue studiato. Ma la sua posizione mi si oiTre come di guida alia mia detcrminazione ; oltre cio vi riconobbi caratleri mincralogici , e cer- tuni, clie non disdegno chiamare geologici, i quali nou s'osservano nel sottostante lerrcno, e che anzi lo distinguono in maniera assai singolare. Ncssuna analogia riliene pol col sopragiacente , giudicato corrispondcnte air Oxford clay , dimodoclie gli strati cli' io intcndo riferire all' oolite inferiore , risicdono fia due ben precisali tcrreni , per cui se non si collcgano all'uno o aU'allro di essi , non si puo evitare di considerarlo I'equivalente dcUa serie cli' io qui adolto. Del resto in tanta poverla di fossili , una qualsiasi classificazione presentera mai sempre iin lato va- Stissiino airopposizioue. Ma siccome bisogna prendei'e uu partito , io per le addotte ragioni e dopo mature riflessioni abbracciai il meno improbabile , anclie per la considerazione , che malgrado la presenza d'impronte vegetali annunzianti il terreno carbonoso, esso si de\e tutlavia ascrivere alia formazione oolilica, siccome lo esigono i fossili nnimali, ed e ascendere alia formazione maggiormente antica, poiche in tutta questa porzione delle Alpi non si conoscono ne Trilobiii , nc Prodactus , ne Evonfoliti , ne alcun altro fossile , che sveli una formazione anteriore al liasse. Le roccie , ch' io qui chiamo dell' oolite inferiore , coprono imme- diatamente il liasse , e come queste coiTono parallelamente al fianco orientate del IMonle-Bianco , poscla pei nionti del Piccolo S. Bernardo traversano nella valle dell' Isera , ove per un urto o pressione interna vennero spinte come innanzi al massiccio primitivo , lo che diede oc- casione a numerose rolture negli strati , come gia dissi parlando del liasse ; donde si ritrae poi il motivo dei frcquenti cambiamenti nella gia- citura degli strati tra Bourg S. Maurice , e Moutiers , spazio ove le roccie avrebl)cro dovuto niaggioi-mente cui"varsi. L'arenaria modificatissima del colle delle Fenetres accanto il Gran S. Bernardo ricomparisce alle falde e sulla cima del monte ove si trova il colle Sereine per cui si passa venendo dalla valle del ZitUier in quella d'Aosta. Io penso ch'essa ap|)artcnga ancora al liasse, ma a quella qua- lity che piu sotto distinguero coll'epiteto di superiore , cui si riferiscono le poddinghc, e certi scisti e calcari cristallini presso Moutiers. Notai I.J MEMOniA SUI TF.nr.ENI SXnATIFICATI DET.I-E AT.Pr ilappci'lulto qucst'arenariii coperla di un grosso banco di calcarc , sul quale a lor volla succcilono varic maniere di sc-isli , di arenai'ia , di psaininiti , iiclle cpiali qua c l;i sono riiiserrali massi di antraclte , tal- volla abbastauza coiisidercvoli c I'icclii da mcritarc di cssere collivati. II banco calcarc conipariscc ncll' ima c ncU' alli'a Valle ; e chiara- menle si scorge clie coprc I'arenaria modificata, a parer talvolla quarzo iaiino coinpalto , se non so lie svclasse la siruttiira granosa medianle la Icntc. Esse rilicne pressoclic la slessa direzionc dclla sottostante serie di tci-reno, ciocchc si appartiene ancora al calcare del nionte Gramont , che io giudico sue contemporanco. II calf^are die bene spcsso si moslra nei monli andando al Piccolo S. Bernardo o porzione degli strati di cui si favella , denudali talvolla delle roccic supcriori , senza die se ne possa troppo comprendcre la causa. La direzione degli strati canibia freqiientemente. Lungo la di- scesa die incite al villaggio la Balnie e coperto di scisti , e si I'uno die gli allri giacciono diretli dall' E. 20° S. O. 20° N. , direzione die ben presto cambia 'e diviene N. i5° E S. i5° 0. coll' inclinazione al S. 1 5° E. Alia Ihilme , il calcare e nuovamcnle vestito da scisti,, c da arcnarla coU'ulliii.a delle acccnnate iiiclinazioni ; nia non gran tratto di slrada sopra cpiesto luogo gli scisti calcari , die ritornano a presentarsi , corrono E. 35° N. O. 35° S. Entrando nella Thuile , lo stesso calcare coperto del medesimi scisti e diretto E. i5° N. O. i5° S. , ed inclina al S. 1 5° E. di 5o°. Codesti sconvolgimenti fanno fede di antichlssimi agenti , la cui encrgia non si saprebbe tra le cose presenti a quale paragonare. Alia loro azione meccanica ne riunivano una afi'atto cliimica come palesa lo slato ddle roccie. L'iniensita era in ragione inversa della distanza dal jiunto di azione. Gosi al luogo detlo V Eh'a arriva a fior di terra un masso attenente per certo al Monte Bianco, e le roccie che lo a-vvici- nano sono assai piu alterate di quanto nol sieno quelle posle a inag- giore distanza da esse. Era le allerazioni aTs'enute al calcai'e di que'monli una assai ragguardevole, perclie ne cambio affalto la natura, si e la sua nictamorfosi in gesso. Un tal falto oggidl si spiega ammettendo I'e- manazione di gassi solforici. Basla conoscei-e gli attuali fenorneni natu- ral! per iscorgerc in quest' opinione un grado tale di probabilila , die poco r alloiilana dalia mcglio assicurata verita. La queslione e suil'tpoca in cui avvenne questa melamorfosi. Pensano alcuni , che DEL Pnor. A. SISMOUDA 1 5 possa esscre col sollcvamciito del sislcma alpino orienlale ; altri Invece credouo clic dati dairajiparizione dcllc scrpciiline , sorla di roccia xiscita in gran parte colle Alpi occidentali (i). lo non mi propongo d'enlrare in discussione suUc due acccnnate opinioni, solo osservero cosi di pas- saggio, die ncl terrene ter/iario supcriorc del riemoiile abbiamo disposla iicl verso delle Alpi orientalt una succcssione di grossi e potenti iriassi ellissoidi di gesso sclcnile. Gli strati deU'epoca terziaria superiore che da noi sono generalinente orizzontali , in prossimita del gesso diventatio co- slantcmente piu o nieno alziili. Tra i inateriali dei noslri lerreni ter- ziari non si annovcra il ( alcare, iuorclie in massi c ciottoli uel nagliel- Jlue medio. Dobliianio pero congellurarne I'esistenza solto a qucsta foi-mazione, essendo essa attraversata da strati con fossili caratterizzanti la creta. I gassi solforici si sarebbcro pertanto neutrallzzati passando jier cssa (juando lor fosse uiancala la base a luaggiore profonditii, cd avrebbero spinta la nuova combinazione al punlo ove la tro\iamo. II gesso dunque nel terreno terziario superiore conduce a conchiudere , che tra il pe- riodo terziario medio e il superiore vi furono considerevoli emanazioni di gasse solforico, o forse abbondevolissime sorgenti dacque mineraliz- zate dalla calcc solfala. Qucsla seconda oj)inione e resa assai piii veri- simile dal fenomeno tutlora comune e generale di sorgenti , le quali incnano alia superficie terrcstre diverse maniere di sali c perfino acidi, come le aequo dei lagoni della Toscaua, le quali conlengono acido bo- rico. Sono altresi favorevoli a questa maniera di pensare le moltiplici imiironte di pesci d'acqua dolce , che in queslo gesso e nella sua ar- gilla si trovano insienie con foglie di plante non gran falto dissimili da quelle the verdeggiano presentemente (2). Ammeltendo la metamor- fosi come opera d'eiuanazioui solforose, non si puo conccpire come siansi conservate le irapronte di anituali e di vegetali, raentreche cessa I'in- (1) Credo dovcr avvcrtiro che mulli fatti da uie osscrvati in Picmontc mi j>rovano che vi sodo scrpcutine antoriori ai due sistenii alpini, e non c fuori del caso che alcuue di esse apparteugano al sistcma Pirinco-Apennino , c al Sardo-Corso ; cd a questo sistcma sono riferibili molte dislo- caxioni dei niouti posti al IMord di Savona e di Genova ; e uon i improbabilc cbe gli accidcnti Noi'd-Sud nella vulle dclla Buhuida dalino dalla stess' cpoca, (j) II sig. Marchese l^AnETO scrissc una dotta Memoria sulie gessjic del Vo;;lierese , e del Tortoiicsc , nella quale diinostia che quel gesso , c tulto quello del Picnionte ri^icde iicgli strati terziat'ii superiori. Aggiuase a ({ucala Wciuoria una leU<-ra del disAintissiiuo Pidissorc \iviam, ove questo Botanico noniiiia un hiion numero dello iniproiite che accompjpnano ii gesso di quelle locatil.1 ; e inline ;intlie il Paqeto osserva die dove si trova il gesso liawi solitaiuente acqtic in varie guise niiiiei.ilizzaLc. V. Mvmoires Je la Hocifte Geohi^iquc tie f'tituce, Tom. I. pag. 123. iG MEMOniA SlI TERIlEXr STRATIFICATI DEl.T.E AI.PI congnicnza snppoiieiulo , die la Irasmulazionc del calcarc in gesso sia scf»uita iicU'iiUei'no ilclla terra, e posela ilallc acqne jiortato e lusciato alia stia sujierficie , ove a niano a mano clio arrivava avvolgcva e iin- jiasUiva gli animali e le pianlc tli ciii ora vi rcslano le spoglic. Questa spiegazione non socUlisfa poi ugualraeiile inlorno alio slogamento del terreno terziario fra ciii giace il gesso. Ma so noi ci facciamo a pensare che vi fu dopo im soUevaincnto , panni aljbia ad appagarci la proba- bilita , che in punli altivati da una simile operazione succedesse un acci-escimcnlo nell' iulensila dellc cause , c che per quelle vie slessc , che giungeva Taccjua niineralizzata siasi fatta cpialche tumultuosa ema- nazione, di cul aiicora adesso ne resta un scnslhile residuo genicndo o sorgendo in tulte le colline gessose, o in quelle vicine , polle o accpii- Irini salsi, solforosi, ec. , continuandosi insomma una secrezione di umore mincralizzalo. II gesso nelle Alpi e qixasi sempre associato a una roccia cavernosa delta caniiolo , la quale c pur essa in massima parte di gesso, ed in- carcera con qualche parsimonia pezzi di varia qualita di scisti, noduli di calcare alierali e talvoUa colla periferia cambiata in gesso. Si vuole che sia il risullainento dell' atlrito vicendcvole dclle roccie nell'atlo del loro soUevameulo , la qual cosa si dimostra coi frantuuii di varie maniere di roccie in esso incorporate. Deve dunque aver acquistalo uno stato viscoso; ed una prova io la vedo nella sua struttura porosa , la quale secondo ine gli fu cagionata dal passaggio di fluidi aeriformi mcntre stava con- solidandosi. II giacimenlo poi del carniolo e tale da condurre aH'ammes- sione di quesla conclusione. In generate esso sta amnionticchiato sopra ed attorno al gesso, in guisa che volendo paragonare la sua origine a qualche cosa di ben cognito, non si saprebbe ad altro meglio assimi- lare, se non clie a quelle specie di schiume, piu propriamente chiamate scorie , che per la loro leggerczza, comunque generate, arrivano e gal- leggiano sulla superficie di certe eterogenee sostanze insieme fuse. Non palcsa mai indizio di slratificazione, anzi si direbbe piuttosto die sia corso e fluito giu per lo dosso sfuggevole del Monte. In tulle le ubica- zJoni delle Alpi ove mi avvcnne di trovare il carniolo , mi confcrmai ognora in questa idea. Al Piccolo S. Bernardo esso parte dal gesso e disccnde a copvire le soitoslanti roccie, senza che vi si scoprano le com- melliiiire qualifu-anti i lerreni stratificati, e ricorda in cambio benissimo la parte spumanle ossia scoriacea, che si mosira in seguilo a vivissima DEC. PROF. A. SISMOXU.V l'^ reaxiouc nalurale o arlificialc Ira suslaiizc diverse: quale delibe cssuic stala quella tra il carbonalo di caice , e i gassi solforici , faciliUila cd aizzala ancora dalla tcmpei'atura elevalisslma , clie in quel inentrc do- veva [)0ssedeie la supcrlicic Icrrcstre. II gesso c coperto da scisli. Nel bieve tralfo di slrada iia V Acijua rossa , e I'apcrtura clie melte all' alio piano del Piccolo S. Bernardo s' iiicontrano due qualita di scisli : presso aWy^ctjua rossn lia 1' aspetlo dello scisto argilloso : e bruno scuro tendente all'azzurro colla dirc/.ione di 35" N. O. 35° S. Verso I'entrata deirallo piano liavvene un allro, che palesa aver siibito una modilicazione assai piu forte del prinio , forse perche composlo di sostanze piii alte alia fusionc, oppure per altra causa , che invano si cerchei'ebbe ora di conoscerc ; quando non sia il fdone di quarzo che lo altraversa ncl verso del meridiano nia- gnetico , il quale probabilmentc conlribui moltissimo a cambiare (|uivi la direzionc degli strati , che riconobbi essere N. So" E. S. 3o° O. Chiamasi Acqua rossa un bolro, che rigorosamente parlando non ha Iclto fisso e costante , ma cambia sovenie secondo che aumeniano o diminuiscono le sue acque alimentale dalla li(|uefazione della neve. Chiunque per cola passi puo di cio facilmentc accertarsi , perche da- pertutto ove corse quel botro , lascio sul suolo una crosla piii o meiio grossa di calce carbonosa di cui sono impregnate le ac([ue, merce del- I'acido carbonico in esse contenuto. Questo precipilato non va confuso col camiolo. E un vero Tufo ( Tartaro ) come attestano altresi le foglie e altre parti dei vegetabili proprii a cjuelle alte regioni in esso avvolte. Questo sbaglio fu da taluni commesso; 1' inganno segui forse dall'aspetto assai consimile dcUe due roccic; ma diiraito sono diverslssime e nell'eta loro relaliva e nella composizione , e inflne neU'origine , essendo una il tipo della formazione Plutonica , e I'altra quello della Nettuniana. Gli scisli teste accennali presso Talto piano si prolungano ne'monii ad esso cireostanti, ma \i sono nascosti da psamniiti e scisti argillosi insieme alternati e contenenti deposit! d'antracite , il quale ivi si coltiva in due diversi luoghi. Qneste stesse roccie e coUo stesso combustibile esistono ne'monti sopra la Thuile , villaggiu posto a niela cammino circa tra Fres S. Ditlier , e il Piccolo S. Bernardo. Scorrono poi fiuo sopra Morgex nella Valle d'Aosta , mostrando pero qua e la un' alte- razione, che non seppi ravvisare in quelle del Piccolo S. Bernardo. Codesta serie di roccie sia soprapposta a quel banco di calcare gia Serie II. Tom. III. c iS MF.MOniA SVI TERRKNI STRATIFICATI DEI.I.E AI.PI inenzionalo c clic consiilemi rapiircsentare nelle Alpi il terreno oolicico inferiore. Disceiuleiulo nl Borgo ili S. Maurizio avviene tralto Irallo di poler vcrifiraro , die qiiesto rak-arc sotigiarc alle roccie aniracitose. Solto aU'Ospizio craccorclo corrono E. 35" N. 0. 35" S. ed inclinaiio S. 35° E. Vidi questi due lerreni in tanii luoglii coUa stralificaziouc concordanlo, clie sono oramai dcciso ad ammeltcrla geneiale nel uostio paese. A un'ora circa solto 1' Ospizio dalla jiarle della Taraulasia s' inconlra alia siuistra un vallonc, nel quale il calcare e melaniorfosato in gesso, cogli Strati diretti ancora E. 35° N. 0. 35° S. Vicino a Seez il calcare e le roccie a lui soprnpposte girano iicl vallone A^/lrbonne, eve gcmono acquitrini salsi ; la qaal cosa serve di aulenlicila all'opinione emcssa, clie questo gesso e questo calcare sieno identici col gesso c col calcare di Bex nel cantone di Vaud , contenente altresi sale comune. Che la scde del sale sia nel gesso ad Arhonne c argomento non disputabile , perclie gli strati a fior di terra ne sono impregnaiissimi , e si vedono nsriutti oppure umidi d'umore salato secondo lo stato igrometrico del- I'aria atmosferica. Alirove si e detto , clie al Piccolo S. Bernardo , tra il calcare e le roccie anlracitose sla interposto uno scislo di lucentezza e di nalura tale a lasciar credere ch'abbia solferta una raggnardevole alterazione. Poco prima d'cntrare nel Borgo di S. IMaurizio , il gesso e coperto da scisti a qnelli pei-fettamenle identici. Ora siccome gli stessi scisli sepa- rano altrove il gesso, oppure il calcare dalle roccie antracitosc superiori, si |)0lrebhe pertanto affermare , clie codesti scisti alteralissimi seguitano lulto al lungo dei due lerreni. Nel luogo di cui ragiono hanno la di- rezione E. 20° N. 0. 20° S. , mentre al Piccolo S. Bei'nardo ne pos- seggono una ben diversa. Ma gli cU'etli piii volte ricordali dei soUeva- menti , non che la foraia delle masse alzalesi , c la posizione data ai lerreni straiiGcati da simili antcriori fenomeni dilucidano, parmi, tutli questi cambiamenti , e queste anomalie nella direzione degli strati. Nel passaggio del Piccolo S. Bernardo non si vede il basse. Terreni meno anlichi lo nascondono. Credo pero , che il piccolo monlicello esi- slente nel prime vallone all' 0. N. O. del Borgo di S. Maurizio sia di questa sorta di terreno. E composto di uno scisto argilloso scuro con iinpronte di vcgetali , che mi parvero analoghe a quelle di Petit-cceur. DEI. PIXOF. A. SIS.MONDA ig Esso passa sollo uu' arenaria luodilicalissima (i), consimilc a quulla del Grau S. Bernardo , del coUe Serein , ecc. , e soggiacc al calcare ooli- tico iiiferiore. Tutte queste roccie poi, oltrepassalo quel luogo, sono «-opeile dal lerreno aulraciloso , il quale Irallo tralto cauibia per lal iiiodo (li dlrezione , da coustatare vie ineglio la sua curvatura allorno il Monte Bianco. Parlando qui del terreno antraclloso , conviene avvcr- lire, che in parecchi siti e cosi dovizioso del comljusliljilu da cui dc- sumiaiiio il nome , perchc gii speculatori \i Irovino vauUiggio a sca- varlo. Giace tra A'aric qualila di psauiiiiiu , tulle bigie scure , e piu o ineno copiose di mica. Negli strati inferiori e intercalato un calcare bianco sporco cristailiiio , e sparso di punti lucenti , laluni accagio- nalili da squamclle di mica , e tali altri da granelli di ferro piritoso. II psammile , oltre la struttura grossolana mancante allc roccie degli strati superiori , soprabbonda poi aucora di mica , a cui deve la mag- giore sua lucentezza; brillante in ispecie sulle parli riuiasle scoperte , ed esposte alia libei'a azione degli agenti almosferici , i qiiali , consu- mando di prefereiiza le parti lerrose , lasciauo accuniulalo il gretto mica. Qualuuque poi sia I'aspetto e la struttura dci psammili, fiatandoNi so[>ra mandano 1' odore stesso delle terre e delle argillc ; uia egli e pill distinto, ed auche piu forte nellc variela di struttura vana e gros- solana. Paragonando quesle roccie con quelle dello slesso lerreno del Pic- colo S. Bernai'do e della valle d'Aosta , non appaiono difiei-enze esseu- ziali ; c quando avveiiga di lisconlrarne , sono tali da moslrarcene la causa uelle roccie di sollevamento ; essendo naturale che la porzione iu contatto immcdialo o piii dappresso ad esse , ne abbia sentila di preferenza razionet,e ne abbia riportate alterazioni molto piu evidenli, a soniiglianza di quanto accade d'un bastoue che per I'uno dei capi sia posto ad ardere sul fuoco ; che in prossimita della Gamma si carbo- nizza , piii lungi s' annerisce alia superficie , piu luugi aucora non fa che ingiallire , ecc. Consimili canibiamenti succedono a tutli i corpi cattivi condutlorl del calorico , ogni qual volta 1' abbruclamento segue ad una sola delle loro cstremila. I teri-eni alterati , modificati e (i) V. Mcmoric della R. Accadcinia dcUc Scieiizc.di Torino. Tom. WXIX. [ug. aCg. go ME.MORIA Sl'I TEHnEM STRATIFICATI DEl.I.K Al.PI iiielamorfosali anininziano abbastanza xui analogo fcnomeno ; e cerlo nessuuo neglicra , clie le roccie cli sollevamcnto siimsi trovate in istalo (li iirotlurlo. Le Alpi ce ne ollVono forsc i piu belli escmpj , anzi , foiiie illce il Beaumokt , tulla la catena piio citarsi come un ecccUeiitc V rliiaro esempio di tale operazione. La direzlone ilelle roccie antracilosc cambia tli frequcnte, come allrcsi r inrlinazioiic , essendo qucsla ora di una, ed era di viu'allra qiianlitii , (• (juclla dove piu e dove nieno ■verso un dato pnnlo dell' orizzontc; ma pcro l;i media dtUe direzioni piu ripelutc si e N. 20" E. S. 20° 0. con n\\' inclinazione all' O. 20° N. Seguitando qucsto terreno Cno a j4irne , si olli-e poco sotto del ^'illaggio un esempio della sua soprapposizlone al calcare cristallino, clie rappresenta insieme con certi scisli modificali il terreno oolilico inferiore. Esce questo di sotto alle roccie antracitose in Ibndo d' una gola , e con una direzione da ineontrarsi dirilto col calcare, e colla breccia calcare di Pillet ; laondc questo falto , non meno clie il giaclinenlo ne provano la contemjioraneita , e fanno di lutli e due una stessa cosa. A f'illct il calcare avviluppa spoglie di esseri organic! (i). Eeco dunque il calcare cristallino, presso il Monte Bianco, ricomparire quivi con corpi , i quali dislruggono I'opinione , che sia ])riuiiiivo. Nel qual errore facilmente si cade dimeiiticando qnal sia statu I'azione dellc roccie di sollevamcnto , e di altri agenti in quelle cpoche emanali dalle viscere terrestri. Anche tenendone conto non sempre il vero e riconoscibile , particolarmente nelle Alpi , ove i ter- reni subirono ogni sorla di cambiamenti. Ed e appunto per cio , che nou bisogna mai pei'dere quivi di vista il prolungamento degli strati , giacche se non e in una regione , sara in un' altra , ove si rinverrii strati o por/.ioni di essi poco alterati , e talvolta ;on fossili caratteri- stici , come nel calcare di Vdlet , clie nessuno senza la scoria del ri- spettivo posto nella successione degli strati , giudicherebbe identico col gesso di Narbonne , del Piccolo S. Bernardo , c col calcare del Gramont. La strutlura e I'aspetto del calcare di f^illet non lasciano credere , (1) V. la Mtiuoria dct Professorc tonsoB , net Tom. XXXllI ddle Mcmoric della R Accailcraia drile Scicnze di Torinu. nFx pnor. A. sismonda 21 die sia gran fatto cairibiato dallo stalo siio primiero. Se gli agcnli inodificalori avcssero eziaiulio rispariiiialo qucslo l)anrlt' ragguardevole del lerreno Uassico superiore aumcntalo ila slrali tli calcare cristallino che di quando in quando vi sono I'lapposli. Sidle porte di Mouticrs \\iiy\\ im'altra qualita di poddinga , la quale si rifcrisce pcro alio slosso Icrreiio , ossia al Uassico supcriovc , e \\ c di qucslo la parte piu aiiliia. I siioi caralleri polrebbero indunc in errore, conservando molta analogia colle roccie del terreiio priinitivo , e specialinentc poi collo gneiss. Ma analizzandonc accuratainenle la slruUiu'a c la eoniposizione sconiparisce toslo rallucinamento. Non con- tienc fclspalo , od alincno \\ e cosi povera a non doverscne tener conlo. 11 mica vi nianca tolaliiienlc. La sua coinposizione c pressoclie di puro quarzo , con un poco di lalco. Spezzando qucsta poddinga si dislin- guono meglio gli arnioncini , alquanio allungali di quarzo bianco lat- tato, riuniti insicmc da sostanza di slessa nalura invcrdita da poco talco , e la slrullura nodulosa , o meglio mandorlata. E associata a cal- care salino , anzi qucsto con cssa alterna, la qual cosa ne slubilisce I ideulita coUa poddinga calcare sovrapposla. Gli slrali corrono N. 35° E. S. 35° O. , cd lianno una leggiera inclinazionc verso 1' E. 35° S. II sig. FouRNET, dislinlissinio Prolcssorc a Lione , non riconoscc in quesla roccia un scdimcnlo niodilicalo , almcno quamlo io cbbi I'onore d' iiitendcre da liii sal jioslo slcsso la sua opinione , pensava piuUoslo che fosse un' iniczione quarzosa atlraverso gli strali liassici. Io cederei all'opinione di lanto rispcllabile e aulorevole Professore , ma la slrali- ficazione dclla roccia , il quarzo in cioUoli , e inline la giacilura rcgo- lare ilelle roccie alia poddinga vicine, \ya forzano per ora a considerarlo come una dcUe tante loccie nettuniane modificale. La slessa poddinga esiste al colle du Bonhomme , a Montagnj , a ^alorsina, e si vede sempre coperta dalla poddinga calcare. Le allera- zioni lanlo delle due poddinghe, quanlo degli scisli cambiano a luogo a luogo , secondo la dislanza dalle roccie , che ne fiirono la cagione , cosirche Io stato niineralogico presente poco c' islruirebbe sulla loro identila , se da allri falli non fosse svelata. Noi troviamo I'arenaria Iralto Iratto converlila in una varieti di quarzo; gli scisti argillosi divenuli in nn silo scisli talcosi , in un altro scisli micacei ; ovc poi scisli quarzo- inicacei , e ove scisli mica-lalcosi ; il calcare cambialo di struttura , e fallo saccaroidc o granoso ; le poddinghe coiraspelto di g\iciss; insomma la nicdosima roccia subi tanli cambiamcnli, che il niiglior mezzo di ri- ronoscerla si e ancora la posizione , mclodo utilissimo poi pcUa di- slinzionc dei terrcni. DKL PnOF. A. SISMONDA 2^ Non coiiformaiulomi aH'opinionc del celebre Fouknet sulla |)od(liiiga quarzosa , iiou voglio gia clic s' iiilerpreli , ch' io non aminelta il soU levamenlo e Ic iniezioni di quarzo. M' accadde spesso d'osservarnc , e qui mi si prcsenta occasione di accennarc im filonc di tal sostanza , che si cleva in mezzo al calcai-c non a gran distanza di Moutiers. Vi sono associati ferro spalico e calce carbonala ferro-manganesifera : c contiene , sparsi in varia quanlita , ferro oligisto , e ferro piritoso ; ma la sostanza piu riraarchcvole si e il litanio ossidato giallo d'oro, at- taecato in piccoli ammassi capillari, alio parcli dei nalnrali vcntri e ventricini al solito esistcnti in quel ferro spatico. La direzione e 1' inclinazione dcUe roccie palesano in generale 1' in- fluenza dei due sistemi delle Al[ii ; ma ncl tempo stesso si scorge che essi agirono sopra un suolo fatto gia montuoso per dislocazioni ante- riori , e non molto prima di S. Marcel, dove la valle si restringc al- quanto , per quindi suhilo allargarsi , le roccie hanno i loro strati coUa direzione N. io° O. S. io° E. , locclie mi suggeri sul momento r idea d'un effetto del sollcvamento del Monte Viso , di cui la Savoia ci porge tanle prove. Le summentovate roccie della parte superiore del liasse posano su scisti e caloari cristallini scistosi formanti la parte inferiore dello stesso lerreno. Apparisce queslo subito sotto Moutiers , ed e notevole 11 cal- care scistoso scuro, detto scisto venato della ]\Iaddalena per le lisle o vene interrotte e superficiali di spato calcare bianco, le quali si esten- dono nel Terse della direzione dcgli strati , e si trovano pertanto per- jtcndicoiari alle fdire di stiuittura, apparenti segnatamente sulle snper- ficie delle cominessurc. Presso ^igueblanche la valle si serra e si riduce ad uno stretlo o gola. Ivi cessa il liasse inferiore, ed i monti sono di terreno primitive. Gia accennai la stessa cosa a Nas'es, e se si volesse proseguire le in- dagini, si accertercbbc, per uno spazio assai esteso, Tcsistcnza di qncsto ■terreno. Io le scguitai da una parte passata la Moriana , e dall' altra ne' monti ollrc la valle dell'-^/ve , e trovai costanti le roccie primitive, interrotte qua e la dal granito , cosicclie costituiscono ima lungliissima striscia in mezzo ai terreni oolitici , ossia una serie di giogaie primi- tive con I'asse granitico , le quali partono da anibi i lati del ISIonte Bianco e si estendono dalle due parti ili esso fiiora degli Siati; di qua delle Alpi abbiamo altresl una successionc di monti , composti lutti di a4 MEMoni.v sui terreni stratificati dei.i.e ai.pi leiTCUO primilivo ilu cui a luogo a luogo sorgono grauili, poifidi, ser- jjcntine , sieuiti, j)rotogine , cufolicU , ccc. , ma quel ch' e singolare, e ili"i;nn ili iiiolla allfiizioiie si c , die I'assc di cjuesti monli corre pa- rallelainciUe a qnello de'iiionli iniinilivi della Savoia. Iiulical raulracite nel tcrrcno liassico irifcriore , nia dove queslo coinbustibile abboiula di soverchio , si e in quello fin' ora da me chia- malo autracUoso. II tcrrcno oolilico iiiferiore , jioslo Ira c[ucsti due , parcvami da principio maucarne ; alcunc riccrche allorno Mouiiei'S mi provarono il conlrario. Notai cola dell' antracite raccliiusa fra scisti e psammiti consimili a qucUi d'^/we. Ed e qucsta circostanza che mi trasse in ingaiuio a segno da farmi supporie mi rovesciaracnto degli slrati , onde spiegare la soprapposizionc in quel luogo del calcare ooli- lico inferiore , ma mcglio indag.indo la natura e la giacitura delle roccie, credo d' aver riconosciulo il calcare sopra e sotto le roccie con antra- cite ; se eljbi la forliina di Ijcne osscrvare a f'illarluvin , I'antracite non serve da se sola alia dislinzione di cpie' terreni , essendone tulti piu o nieno ricdii , dill'atti ne conticnc il liasse , ne conterrebbe il terreno oolitico inferiore , e n' e doviziosissimo quello che appcUo antraciloso , ch' e omai tempo di avvertire rappresentarc esso nelle Alpi il terreno della forniazione ooUlica , che gli Inglesi distinguono col nome di Oxford clajr ( argilla d' Oxford) , il quale nelle Alpi c tavolta coperto da un grosso banco di calcare con fossili frantumati , corrispondente ai tre terreni segiicnli : Coral-rag , Kimmeridien e Portlandien , vale a dire , che si riuuiscono in questo banco i tre accennali terreni , ap- partenenti alia parte superiore della formazione giurassica. Le giogaie poste a mano sinistra dell'Isera sono composte delle stcsse roccie , ossia dci medesimi terreni fin cjui nominati ; e se si penetra nei valloni in esse intagliati si accerta, che conservano ancora la stessa soprapposizionc, solamente vi si scorge un'inclinazione opposta a quella tlella catena in prospctto. Considerando dunque la valle isolatamente , essa risulta da una curvatura negli slrati a foggia della leltera U (V. lav. 1. fig. a). Qucsta disposizlonc degli strati e costanle in tulte quelle contrade, e guida a conchiudere essere stato quel suolo picgato su se stesso. Cio pert) non cscludc , die nelle rivoluzioni posteriori a un tale avveniinenlo di comprcssione laterale , e pressione perpendicolare sieno accadulc mulaziuni , in seguito ad avvallamenli , rotturc cd altri scon- certi origioati da una faille , salto (chiamasi cosl una fendilura del suolo, DEL PROF. A. SISMOKDA a.l qiiaiulo le parti clivise ricevetlero uu' iiiegiialc allczza), di ciii si lcir;\ discorso pill basso (i). Nci raouti prcsso lo sbocco del Doron il calcare oolilico u parzial- menic mctamovfosalo in gesso, ed e precisamenle queslo die raccliiiule rareiiaria con aiUracitc, di ciii e stalo qui sopra qucslioue. InoUrandosi iiella valle si ossciva che il calcare acquista gradalauiciiU' la sliullura IiSsile , e la tiiita l)igia scura. A uu certo j)unlo di cssa e diviso da uu banco di gesso , il quale nclla guisa delle altre roccie nouiiualc pende all'E. 1 5° S. II calcare ciie gli sia sopra e roseo, e queslo a sua volta c coperto di calcare scisloso abbassalo all'E. 25" S. di 65". In mezzo di <£uesl'ultimo elevasi al luogo dello Saiit da lievre , e nella dirczionc N. 3o° E. S. 3o° O. uu lilone di calcare spalico con poco quarzo c cjualcbe pirite. Quesle slesse sostanzc csistendo nel Clone prcsso AIoii- tiers , io riteu^o die I'uuo e Tallro sieno della stess'cpoca a inalgrado (he in quest'ultimo vi sia il lilauio ossidato ed il ferro oligisto , essendo riconosciulo che inolli Gloni i quali cambiano Iralto Iralio di ricchczza, o variano nella composizione, oppure conlengono nuove sostanzc, sono tultavia opera di un solo soUcvamento. Avanzando nella valle il calcare indubitatamentc identico a quello di P'illet, resta nascosto dalle roccie antracitose , ossia dal terreno corrispondente all' Oxjord-clajr , il quale vcstc poi i nionti fin ollre Bosel , ove esce di nuovo il calcare, mcla- luorfosato qua e la in gesso. La sua direzione e N. 25° E. S. 25° O. coir inclinazionc all'O. aS" N. clocche al mio credere va attribuito al penultimo soUevaniento , come meglio attesta il terreno primitivo , che sorge nel verso di questa rivoluzione Ira Champagnj e les Cluses. Questo terreno priuiilivo e posto su una linea la quale partendo dal Gran S. Bernardo e protratta Gno ne'monti della valle Tinea passa per una serie di nionti primilivi. E per qui citare alcune localita ove si osserva denudalo , ricordero le specie di elissoidi, tale essendo presso a poco la forma degli immensi massi ch'escono dai terreui sediiuentosi del Gran S. Bernardo, del colle Seiren del Bailors , dei monti sopra la Monat , delle crcste dominanli Pesej , di Champagnj, della sorgente del Doron, del Colle e delle AiqulUcs de la P'anoise , di Termignoii,
  • referire a tutlc Ic opinioni a queslo riguardo fin nra emcssc , quella del sig. 13eau.mont , cioe clie siOallo pulinicnlo e corrosion! supcrficiali delle roccie siano consegucnzc dclle corrcnti al- liiviali generates! dalla istantanea liquefazione de'ghiacciai e delle nevi, flie coronavano i uionti anteriori airultiiiio soilevameiilo. Fuora di Pralognan c per im cerlo Iratto di slrada il calcare fa testimonianza delle successive accadule dislocazioni , e come quel suolo sia stato urtato da forze provenienti da direzioni opposle. Esso dapprima sta colla direzionc E. i5" N. O. iS" S. ed inclina al S. i5° E., vale a dire pende sopra il terreno jn-imilivo di cui si e parlalo ; poscia poco dopo diventa N. 45° E. S. 45° O. Qucsto calcare riposa sull'arenaria, la quale ha solto di se alcuni strati di calcare dolomllico, la qual cosa e un semplice accidenle, poiche eccetluata qucsta circostanza, le roccie si succedono in quanto all'ordine di soprapposizione come a Villet, ove il calcare e eziandio frammezzato da arenaria. In queslo luogo e nieno alterata, ma lo e pure meno il calcare, laonde malgrado la discordanza di stratiflcazione, si ha tuttavia a conchiudere, che tutla quella massa calcare colleltivamente considcrala appartcnga come a J diet al terreno ooluico irijeriore. Codeste roccie appariscono ancor meglio lungo la graude spaccatura cliiamata Colle de la Panoise , la quale fa conlinuazione aU'allo-piano del Monte Cenisio; e tulle e due si sono formate conlemporaneamente, c nella stessa guisa, come di leggieri si scorge e come allesiano i fatli. Jvi gli strati hanno le testate in prospetto , cioe a dire inclinano in verso opposto, di manicra che la linea anliclinale cammina secondo la lunghezza della direzione di quelle due spaccature ; una delle quali , cioe quella del Monte Cenisio, in una mia Memoria suUa Valle di Susa (i), la paragonai rispelto alia maniera con cui si opero ai Crateri di sollevamento , ossia ai centri di sollevamento ; ed a tpiesta mia as- serzione si presta la disposizione quasi circolarc degli strati alle due estremita dell'alio-piano. Ma per osscrvarla occorre di studiare quella (i) V. il Tom. XXXVllI ilcllc Mcmorie JiUa R. Accadciuia duUc Sclciiit ili Torino. a8 MFMoniA sir terivem stratificati dem.f ai.pi lucallla piuttoslo in graiule, c se lo slesso metotlo si licne intorno ai inonti (lella I'anoise si vicue alio slesso risullainento. Duiuiiie quesla inaiiieia ili sollrvaincuto stata cotanlo disctissa , e su cui si cljbcro tanlc opinioni contraililict-iili, non e sollaiito visibilc nci Icrrcni vulcanici come li iiileiuliamo presenienientc , ina csisie czianclio fia nionti ben piii aiitichi, e clie clal canlo della nalura inineralogica non sono paragona- ))ili coi vulcanici. Al coUe dc la Tunoisc il Icrrcno priinilivo arriva a flor di terra, c si propaga andie sollo il scJinicntoso, per alzarsi poscia a (pialdie dislanza e fonnarvi alcunc clcvale punte clie lo dominano. lisso entra nel circuilo di cpielle specie d'ellissoidi tracciati lungo la linca dclla^////e (sallo) avvenuta col sollevamento dci monli del sistema delle Alpi occidentali , cpoca in cui nelle Aipi ehbcro luogo parecclii sollevamenli a foqgia di crateri; e perclie nicglio se ne comprenda I'o- rigine e lo slato presenlc , si supponga su un punlo qualunque delle nostre estcsissiine pianurc, ovvero anclie in mezzo de'moTiti un centre di azionc prcnientc od urtante dal basso in alto, ne scguira, clie se il terreno primitivo non li squarcr e non esca , e clie gli strati sieno ill quel moinenlo o diventino molli e plaslici , in questo casoessi si adattcranno c vcstiranno jierfcttamenle gli alzamciili o le protuberanze rlie acquistera il- primo (\. Tav. 2. Fig. 2); ma se gli slraii scdimen- tosi riniangono rigidi e duri non si prcstcranno a quelle curvature, ina liensi si romperanno , c la rottura cominciera sempre dagli strati super- flciali e via via prosicguira ncgli iuferiori secondo la forza dclTurto , ossia proporzionatamenle allalzameutn della materia , di cui ragionevol- inente si ammelte la residenza nelle profondita terrestri. Spesso poi tullo il terreno stratificato e slato rolto, e usci dalla spaccatura il ter- reno die iuipressc I'urlo ; lalvolla poi la spaccatura giunsc soltanto'alle lOi'cie delle primitive, le quali come e ben nalurale il congettuiarlo , trovandosi a que' tempi , e in quello slato del globo ancora imme- diatamenle inilueiizate dal calorie centi-alc , dovevano possedere una elasticila , clie probabilmenle mancava negli strati ])iu dislauti , e die j)er la stessa ragione esse perdetlero in seguilo. Ora i falti al colle de la P^anoise dimoslrano al rnio giudizio un sollevamento di (piesta inanicra (V. Tav. i. Fig. 3), il quale fra i caralteri iinpressi al suplo fu d'attribulre agli strati un' inclinazione in verso npposio. Volendo deicrminare I'cpoca di tali sollevamenli non bisogna conlen- tarsi d'esplorare la sola giacitura degli strati , perclie e facile essere DEL PROF. A. SIS.MONDA 2g iiigaunall, ma bcnsi liisogiia risal'irc alia causa, e alle rclazioni ch'essa jiuo avcre coi falli osservaldli sulla piu grarule eslcnsione possibile : cosi quantunque la pianura del Monte Cenisio ed il coUe de la Vanoise sieno atlorniali da iiionli , che si rifcrirebbcro pclla giacitiira dogli strati al sistema dellc Alpi oricnlali , io tultavia pcnso che si abbiano a rilenerc opera dclle Alpi occidcnlali, per la sola ragione die il lerreno jiriinilivo si trova lungo una llnea di qncst'ullimo sistema , bene indi- (•ata su piu luoghi dalla stcssa ' qualila di lerreno , che traccia qiiella faille (salto) di cui si e allrovc parlato. Le dislocazioiii sono piiiltosto confuse; e gli ultimi sollcvamcnli modificarono gli anteriori, dc' quali restano tuttavia indizii assai distiiiti di qucUo chianiato dal BEAUSiONT Monte-Viso. Uscendo dal ])iano dcUo entre les deux eaux per discendcre nella Moriana si vedc il calcare soggiacere ad arenai'ia cambiala anch'essa in quarzite; il calcare poi va ad accumulai'si in un monte tormentatissimo posto al Nord, e di la prosiegue verso al N. N. E. ove finiscc conlro il tcrreno priniilivo. In piii punli e metaniorfosalo in gesso e poco sollo al suacccnnaio piano nc conipariscono massi a lato del terreno primi- tive, i qnali poco piii al basso sono snrrogali da calcare cristallino, scisloso c bigio coUe falde dirette N. 25° E. S. 20° O. ed inclinato all'E. 26° S., nella qual giacitura si scorge chiaramentc reflctlo del sistema dclle Alpi occidentali , al quale dcvesi eziandio riferire I'apertura del Yallone ovc codesti fatti esistono. L'allernativa nella successione del gesso e del calcare , che fin qui non si paleso in modo dislinto , si trova i.etta e decisa alia regione de' Pini. Quivi il gesso e coperto da colcare scistoso, il quale si prolunga contro una di quelle roccie proprie soltanto al ter- reno priniilivo. Codesto calcare e sempre il banco di Villet die ricomparisce in piu luoghi. Esso segue fm ollre il forte di Bramant , ma quando canibiato in gesso , e quando appcna alterato nella strullura , come si osserva verso la cima del monte su cui e fabbricato il forte , il qual monte dal tanlo che potci scorgere e conoscerc dalla grande slrada ha le falde di lerreno priniilivo, c forse d'eufolidc, roccia rhe costituisce j resso Villardorin un monte, la cui superlicie e rossa sporca per la sopraos- sidazione del suo ferro, lo die ne cagiona lo sfacimento. I monli Gn presso Modane sono cosliluili di solo calcare , ed hanno i loro strati costautcmcnlc nel verso del sistema delle Alpi occidcutali , tolti alcuni 3o MEMOnIA Sll TF.RRr.NI STRATIFICATI DELI-E Al.PI aixiileiili , i quali mi seinl)raiio opera del sislcma ilcl Moiite-P'iso , e cio c una ilelle taiile prove clie potrei aiklurrc in coiifenna ileU'opinioiic I'lnessa clio ([uelle rO£;ioni siciio slate sottopostc a Aaiii sollcvamcnli prima ilcHapparizione ilellc calenc cle'nionli, le (piali ilislini'uono i due sistemi dclle Alpi. Ccssando il caKare, \iene di nuovo rarenaria modi- llcala, the mi pane superiore ad esso , quiiidi si cntra in mezzo a monti copcrli delle roccie gia altrove in qucslo srritlo indicate come le rappresenlaiili l' Oxford clay , ossia il terreno antraciloso superiore. Consislono esse in psammili, in calcare scistoso, arenarie e poddinghe gcneralmente con tiuta bigia inlcnsa, e raccliiudono deposili d'antracitc che si scava in \arii puiili. Le roccie di qucslo Icrrcno sono rolte sotto 5. Michel, c ne esce il calcare , die forma poi il monte collocalo al N. N. O. del paese; la sua posizione, ed i suoi caratteri assicurano che e la coulinuazionc del |)otentissimo banco di J'illet. Ho molto detlo suU'ordine di sopra|i[>osizionc dei diirercnti terrcni fin qui nominati ; luttavia crcdendo cio cosa utilissima , non posso proscguire senza fer- marmivi ogni qual voUa pel metodo impiegato in questa descrizione me ne viene I'occasione. Ho tuttora ricordato che li psammiti, ccrti calcari scistosi, le arenarie e infiue anche ccrte poddinghe soprastanno al calcare di fillet , il quale c superiore al liasse. Cio si riconosce a S. Michel , e tulto nl lungo del vallone che mette , tra gli altri luoghi , al Moutc Tabor. Sopra les chalets de Bavmet , nel vallone di Sez sembrano in- cllnare al S. S. 0. Sarel>bero pertanto in verso sencUnale con quelle di Basel e dei n.outi poco prima di S. Michel dalla parte di Teiinignon. Verso Testremita superiore del vallone lo scislo diviene verde sporco, e pare avere sofTcrta una maggiore alterazione. E abbassato aU'O. io° N. Alia Gntn combe, e quasi sollo il ghiacciaio inclina all'E. iy° S. II quarzite poi al ciglione quasi del Monte pende all'E. 3o° S. Un'arenaria modificatissima che vi sta sopra come a cavalcione ha i due pendii luslri e fmamente rigali. Intanto allravcrsando questi luoghi si arriva al Monte Tabor , il c[uale e composto di scisti argillosi verdi, copcrti di quarzite, che inclinano aU'E. 3o° S. Alia veLta affatto del medesimo havvi un calcare scistoso compatto , nero venalo e inlarsiato di giallo. Compariscono alia superficie noduli lunghi capricciosamente tra loro avvolii cd inlralciati, i quali potrebbero essere spoglie di corpi organici; ma il loro callivo slalo, e la bizzarra maniera con cui sono imprigionati nel calcare impediscono un esatto giudizio. Nullameno chi e abitualo I DEI. prior. A. SISMOSDA 3 1 alio sliulio dclle roccie , e piu aurora a esjilorarne 11 giacimcnlo nelle Aljji coiiosce losto, chc siilalto calcare ha iiienlc cli comunc con quclli fin adcsso in qucslo scritto menzionati, quaiido iiivece conserva molla analogia col calcare delto Portlandien ( i Francesi lo chianiano aiulie lie la porte de France). Sarcbbc duni|uc il lerreno piu nioderno dclla furmazionc oolilica nellc Alpi , il quale corrisponde alle roctie di cui in gencrale sono coslituilc le pii\ alle cime della catena del Giura. lo cercai di schiarire la mia idea a questo riguardo ; non so so sia arri- vato a conoscerc la verila. Consegno qui i risullamcnli delle inie osser- vazioni nclla fulucia chc ccciteraniio i cullori della scicnza a ricerchc e lavori piu particolarizzati , ondc scoprire come veramentc stia la cosa. Le roceie chc dulla parte del Tabor acquapendenle nella Moriana iuclinano generalaicnte \erso I'E., sul pendio opposto disrcndente nclla ])orztone della vallc di Burdoneclte , delta valle Stretta , sono invece abbassale verso TO. Esse sono dunque piegate a foggia di U. La slcssa cosa come asseri il sig. Elia di Beai;monx esiste al colle du Char- donnet poslo al Sud del Tabor (i). Sul ciglione di questo monte si trova quel calcare die congctturiamo corrispondere al terrcno Portlan- dien, anzi io penso che la grande accumiilazione di questa sostanza divisa in suoli da eerie yarieta di roccie arenacee, che qua e la guerniscono la cima dc'inonli , coprcndo la poddinga , cc. del lerreno antraciloso superiorc , sia composta ollre I'accennalo lerreno, dei due seguenli, il Coral-rag ed il Kimmeridien. E poi certo che al Monte Tabor esistono gli stessi tcrreni riconosciuti dal Beaumont al colle du Chardonnet, e nuUo siesso ordine di soprapposizione. II calcare Portlandien copre al Tabor Ic varie quallla d'arenaria del lerreno antraciloso, supposto cor- rispondere iiW Oaford-claj . Le poddinghe coniposle di ciottolini di quarzo, e di alcuni pochi minuzzoli di scisli connessi da cemento or talcoso e or mollo quarzoso , che s' inconlrano sollo il Tabor discendendo nella vallc di BardoTiechc tlclla valle Stretta , rappresentano la parte media dello siesso terrcno. Esse palcsano un' alterazione , che non rioonobbi nelle roccie corrispondenti delle comrade fin ora nominate, e che Ic rese assai consimili alle poddinghe od anageniti del terreno liassico su- periore di Moutiers; ma confrontandone la rispettiva posizionc, lenendo (i) V. AnnaKs dcs Sciences NaUirelles, Tuiii. XV. pag. B^S. 3a MEMOniA SUI TEUnEXI STUATIFICATI DELLE AI.PI jiero prciiso coulo della piega particolare clie ritengono al Tahor, ap- pare suhito esscre cpiivi la pocUliiiga supcriorc al cnkarc tli f illct, cssa stessa gia sopi-apposla alia poililiiiga di Moutiers. Alciine roccie con aii- Iracite giuslilicaiia in ccrta qual nianlera la nostra classifitazionc. Si lento ill scavare {jucslo conibuslihilc, la qual cosa avrchhc forsc scoperlo fossili , J quali ora scrvirebbero a levare ogni dubbiczza , ma e spera- bilc die per la scarsezza del conibuslibile un giorno o raltro si ri|)iglino i lenlali lavori , con vanlaggio dclla sociela , ed utile alia scicnza. Dove si fecc un accuralo studio del terrene oolitico infcriore quasi ilappertullo si trovo fra gli altri uiinciali il fcrro piriforme. Nella valle Stretta , e sotto il Tabor comparisce qua c la su un iratto assai lungo la testata di uno strato di ferro perossidato rosso (oligisto), il (piale alia lento palesa la struttura granelhue. II non esscre alio stalo d'idrato coinbina maravigUosanienle coUa metamorfosi delle roccie , poiclie Ta- gente che su esse reagi non pole a meno di svolgere I'acqua , qualora Tossido nc conlcncsse. La presenza di qucsto mineralc agglunge proba- bilita aU'opiuione adollala inlorno all'epoca del lerreno. Lo strato f'ci'- rigno e nel quarzile , cd ha accanto strati di calcare e di poddinga , per cui e facile confondersi sul vero suo giacimento , quando non si ponga mcnie alia piegatui'a degli slrat\, che slaiino nclla inanicra rap- prescntala dalla Fig. 4- Tav. i. E questa curvatura dcgli strati spiega aucora come il ciglione de'monti circostanti a Bardoneche sia di calcare inenire verso la loro base sta accumulala la poddinga antracitosa supcriore. Discendcndo verso Oalx tratlo tralto ricompariscono le acccnnate roccie, per la i-agione die tutia la formazione giurassica quivi e piegala e ri- piegata. Ora se cio si abbia ad attribuire alia VLHirnXov^aVa. faille (sallo), oppure se provenga dairincontro o incrociamento di due sistemi di sol- Icvauienlo , e quanlo per ora non oso dire , troppo scarsi csscndo i falti cola iiulagali. I tre terreni, il Coral-rag, il Kiinmeridien ed il Portlandien, che appena esistono sul Tabor , abbondano dietro I'asserzlone del Beaumont nei monti del colle du Chardonnet. Si sviluppano poi considerevolmeiitc ne monti dalla parte di ISeuvuche ; e siccome sono rapju'eseulati dal calcare, potrebbe taluno credere che sia sempre il banco di VillcL, ma il suo giacimento sopra il tcrreno anlracitoso corrispondcnle 7A\OxJord- clciy toglie su cio i dubbi , i quali si presenlano in gran numcivj tral- tandosi di un lerreno scnza fossili. Che il calcare sia soprapposto al DEL PROF. A. SISMONDA 33 poildiiiga localmonfe noii ap|iaiiscc, aii/.i im rovescianiento dc-^li strali fa coinparirc i falli tulto all'opposto ell quel die doviebljcro essun:. Quinili ne'monti sotto il coUe Cristouval, post! fra Neuvache e Brianron, i\ cali'are giace solto ie roccie antracilose, ivi rappresentale cUil psam- mite e da un'arenaria con cioltolelti quarzosi rossicci , allcrnaiile con allra varieti di tiuta verdiccia. Quesla anormale soprapposizioue e a\- vertita dalla direzionc degli slrali , e dalla regolare giacitura, che in qualche punto ancora conservano ; e \olendo rintracciare la causa di simile rovesciamento , pare si abbia ad ascrivcre aH'inconlro dei due solle\ameuti del Moulc-Viso e dclle Alpi occidunlali, i quali forzaiouo gli slrali a prendere la curvalura, e la peudenza rappresenlate dalla Fig. 5 della Tav. i. Si dislinguc assai bene il rovesciamento di cui si iratta, osservando i nionli dalla vetta dominanle il coUe Crislouval dalla parte del S. E. Di cola sopra si ha un eslesissimo orizzonte , sul cui piano si elevano tante punte separate dalle soltostanti valli, ed in esse si vedono ad uno ad uno i fatti priucipali teste accennati. JNon senza maraviglia si mira che il calcare , il quale alle faldc de'monti pare\a inferiorc al terreno antraciloso, gli e invece soprapposto; e coU'occhio si scorgono ncl tempo stcsso i medesimi fatti da una parte proseguirc siuo al Tabor , e daU'altra fino ne'monti circostanti a Briuncon. Sul pendio abbassato verso questa citta, il calcare e frequeulemeute rotto, e vi si vede sotto il terreno antraciloso , la qual cosa conferma senipre piu I'epoca assegnata a queslo calcare. Questa soprapposizione si vede in parecchi luoglii , ma particolarmente solto i primi Chalets detti f/e la Salle. La linea sencUnale di que'mouli e direlta verso il Tabor ; anche queslo falto giova a comprovare le cose accennale , e tan to piu se si colleghera con quanto si e detto parlando delle roccie che com- pongono il monte Tabor. Gli stessi terreni compongono i monti a ponente di Briuncon, e solto ad essi si osserva un calcare cristallino , ch'io rcputo deU'oolile inferiore. 11 banco superiore al terreno antraciloso , corrispondente al Coral-rag , al Portlandien , ec. e tramezzato da numerosi strati di gesso. In que'monii Ic dislocazioni recale dalla ya///e (sallo) delle Alpi occi- dentali , si confondono , ossia sono mcno appariscenii, per altro di piii antica data, e cli'io giudico riferibili al sistema del ^lonte-Viso , il quale si distingue poi mcglio a mano a mano che si avanza ne'monti al Sud della citta. II calcare vcrlicale dc'inonti sopra S. Martin ne ticne giu la StniE 11. Tom. 111. E 34 MEMOniA Sl'I TERRENI STRATIFICATl BELLE ALPI du'ezionc , correiulo S. 17" E. N. 17" O. CoUa stessa giacilura sla ac- raiilo ili esso uno scisto talcuso vcrJe con poclnssimo felspato, e quarzo, il c|uale seiiza siihire nessun cainbiainonlo tli giacitura , e di composi- zioiu' prosegue al colle , sc iion crro chiainalo da qucgli abilaiiti Paquet. Deiichc nel terreno giurassico mclainorfosalo delle Alpi non sieno rari gli scisli consimili , io propendo tuttavia a credere , clic questo spetti di prcfcrcnza al terroiio priinilivo, e a cio soiio iiidollo dalla perfella sua idfiililu con allri che la posizione non lascia dul)ilarc dclla lore epoca, e diflaUi non saprei trovare alio scisto di S. Martin diflerenza essen- zialc dallo scisto di ISaves nella Taranlasia , da qucllo presso il caslello di Qiiejras, ec. Gli anageniti ossia le poddingUc anlracilosc nei contorni di Briancon soiio poco a presso identiclie con quelle dei nionti , ove sta tagliato il colle di Cristouval. Si coinpongono di ciottolctti di quarzo bianco, con allri rossicci, conncssi mcrce di un ccinenlo siniilmente quarzoso, e tra gli strati di linta rossicria ne sono inlcrcalali dove a dove di tinta verdiccia; e si gli uni clie gli altri palcsano una profonda alterazione, la quale non si puo ad altra cosa attribuire , sc non alle roccie di sol- Irvaniento. Internandosl nel vallone chc mctte al colic ^'Jjes, di dove si di- scende poi al castello di Queyras si mira un grande e conipiuto disor- dine nella posilura delle roccie consistenli nei soliti psammiti e poddinga I'operta dal calcarc Povtlandien , ec. Alle falde de'nionti al solilo gli strati inclinano all'O. 4° S. di 80°. Alia meta circa di essi compariscono uunierose screpolature nel vciso del N. 17° E. S. 17° 0. mentre gli strati pendono N. 21" 0. Al colle poi esce il quarzite, il quale benchc apparisca superiorc al terreno antraciloso, fa pero parte dell'o- olitico inferiore. L'ordine duncjue di so|)rapjiosizione e quivi come al- Irovc sconvolto, e le roccie che in un dato punto di quc'monti stanno sopra, se le cose rimanessero nello stalo loro nalurale , ovvero se non vi fosse accadulo un rovesciamcnto, le sarel>bero sotlo. Una simile com- ])licazione in un fatto principale , quale si e appunto la posilura delle roccie palesa la rinnovata azione di una forza corsa in piii versi , di ciii ccrluni paiono ancora riconoscibili per le traccie impresse al suolo. Alcuue di esse accennano rinfluenza del sistcnia di sollevanicnlo Sardo- Corso , mcnlre altre indicano la cooperazionc del sollevaiuento del !Molllc-^ iso , c dille Alj)i occidcntali; anzi in faille (salto) di quesl'ul- DF.f. PROF. A. SISMONDA -i.') limo sisleiua si propaga appunlo in tjuella rcgionc , c tra gli altii iii- (lizii csistenti, va pure anuoverato lo scisto talcoso, cli'esce poco prima (Id castello di Quejras , il quale gia s'avverli appartenere al tcireiio priuiilivo. II risultameiito infuie clelTazioiie cU cjuesti solk-vamcnli clie agiroiio ciascuuo a sua volla sopra lo slcsso spazio ili tcnciio , si e state di avvolgcre gli strati in manicra da polersi paragonare inoilo verosirnilmente alia figura chc si da ad un foglio di rai ta , quando prcndendolo ad uno de'suoi angoli si avvolge su se slcsso ondc accar- tocciarlo. Da questa particolarc guisa d'esscre degli slruti provienc la lore variahilita d' inciinazioue lungo lo stesso pezzo di raonte , ed e. eziandio per qiiesia siiigolare figura degli strati chc il calcare del ter- reno oolitico infcriore copre e sta curvato sopra rantraciloso. Lc stesse roccie ritengono al colic clu Froniuge uu ordinc regolare e naturale di soprapposizionc. 11 calcare clie corona quclla vetla , me- tamorfosato lalvolta in gesso, lo credo del banco di Villet. Nelle gio- gaie laierali sorge una roccia anGholica , su cui poggia iminediatameiile uno scisto talcoso ancoi'a idenlico alio scisto di Quejras , ecc. ; ma tra questo e il calcare teste nominato , vi stanno roccie ch' io giudico del terreno liassico , il quale poi regge nn'arenaria modificata in quarzile. 11 terreno antracitoso abboiula principalmente ncl ir.onlc so[)i'a SaiUac , coir inclinazione verso 1' O. 3o° S., la cjuale distingue principalmcnlc il sistema del Monte-Viso. II calcare delle giogaie a dirilla del viaggialore avviato al colle Clauzis resia superiore al quarzite dei monti alia si- nistra del medcsimo , laonde corrisponde ai tei-reni altrove nominali Coral-rag , PortlaiuUen , ecc. Niente di rimarchcvole si presenta fin presso S. Paul nella vallc. deir Ubaje. I monti su questo spazio soiio composti di quarziti e di poddinga rossiccia alterata , con cioltoli quarzosi fortcmenle adcrenti , e corrispondono all' Oxford-claj ; ma ivi poi comi>ariscc la formazione crelacea , la quale corona i monli delle >icinanze di Jauzier, e preme il terreno giurassico \isil)ilissimo. Avendo altrove a parlare di questa formazione, dlro allora quanto a inio giudizio vi lio notalo di meinlevole d'attenzione. La formazione giurassica si ritrova con lutli i suoi caratteri nei monti all'ovest di S. Dalmas le Samuige , villaggio quasi aU'originc dclla valle della Tinea. L'arcnaria quarzosa con cioltoli e ciotlolelli rossi del/ terreno anlraciloso superiore vi abbonda , e a lisogo a luogo regge 36 MEMORIA StI TERREM STRATIFICATI DEM.E ALPI giossi banchl ili calcarc solilamente bigio sporco e non seuijiic ciislal- liiio. GU slrali souo ])icgali e ripicgati , c sccoiulo il niio avviso e lo slcsso tcrreuo, chc quello tlelle alle cimc del Giura, ossia il Portlandieit , il Kimmeridieji , cc. Nel piano Salsivnoren , sollo il colle du Laiizaniev (pas del mill , ciina di pouriac) e cristallino con grossi massi di gesso aveiili ia llgura ii-regoLirmentc clissoidca. I n\oiili a codeslo ))iaiio cir- roslauli sono in gcneralc di calcare tramcz/.alo da rari bauchi d'arenaria calcare. II calcarc c bigio scuro con struUura vicina alia coinpatta, n;a (|ucl die e esscnziale , racchiude fossili animali , su cui non si puo dare nn giudizio , essendo male couservali ; tiUlavia si vede abbastanza per dislingucre , chc non sono gli slessi del calcarc sul ciglione delle gio2;aie altorno Barceilonclla, nel quale signoreggiano impronle di fuclii n;enlre ivi non se nc scorgono. A me parve lo stesso calcare dc'monli allonio 5. Duliinis le Saiwage , il quale s'avverti rappresentare i terreni Coral-rag, Kininieridien , c PortUmdien (i). Clie questo calcare sia ])iultosto la conlinuazione di quegli slrati die opiniamo riferirsi a questi Ire terreni mi sembra provarlo la sua giacitura superiore alle roccie antracitose ; ma per osservarla bisogna tra\ersare nella valle della Macra Jill colle detto dcs Monges , essendo , verso le I'adid del monte , die si moslrano le poddinglie antracitose. II calcare si prolunga nella propa- gine de'inonti , e poscia Ta a nascondersi sotlo il terreno numulilico, di fui sono formate le allure di S. Ours (V. Tav. i. Fig. 7). La formazione crelacea veste il dorso del monti die stanno a foggia (juasi di circolo attorno Arche , villaggio della valle Oronay, la quale sbocca in quclla deU'C/ia^e, piesso Glaisoles; la qualita delle roccie in generale non dilTeriscc dalle contemporanee Siii monti circostanti a JJarcellonctia , ma cio die ne stabilisce I'identita sono i fossili, die in aml)c le localita sono gli stessi, e I'analogia esiste perfino nelle propor- zioni di essi , avendo notalo clie lanto in una che nell'altra regione predoininano i vegetali della famigUa dci fuchi. Tra il calcare i-iccliis- (i) II si;;. Marchcsc Lorenzo I'areto da Gcnova , Gcologo dislintissiiuo , in una dotta sua Mcnioria stampahi m-l T<»ni. IV du Ijulletin tie la Socu-te Gcologiijue fie France ^ pag, i85. melti; q(ic«to caicarc nclia formazione criftacca. Noi che trnvamnio esatti-'^siina la sua Mcnioria, siara dolenti fli non potcr acconsentirc alia sua opinione, la quale u poi applicabile ai terreni altorno il lago du Lauztmier, Qucstu cgregio Gcologo sta lavorandu alia carta geulogica degli Apcnnini ; rrndcra (lubblicandola un icgnalato surriiio alia scicnza. DEL PROF. A. SISMONDA 3^ simo (li fuchi, eil il ciilcarc superiorc al Icrreno anlracitoso , r'lman- gono alcuiii slrali ili calcare biyio argilloso dovizioso (li zoofili , su cui a volta a volta succedono suuli di calcare arcnoso racchiudente varic specie dei generi Ceritldum, Jnipullaria , Cilherea , Cassis, ec. , ec. Codeslo calcare lo vidi solainenle presso il lago da Lauzanicr , e mi ricordo cio che iiolai a Diablcrets presso Hex in Svizzera , alia rocca des Fizs , nei monli di Sales tra le \alli di Sixt e di Servoz e nei contorni di Nizza marillima , vale a dire , mi provo quivi come nei luoglii accennali I'esisleiiza del Icrrcno luimulilico , ossia cretaceo inferiore, il quale scorre probabilineiilc tulto al lungo di que'monti poiclie ricoraparisce, come gia si disse, ne'monti sopra S. Ours. II calcare giurassico , sotto S. Dalmas le Sam'age , e inlerrolto da uiio scisto talcoso verde , c da iin micascislo quarzoso. Codeste rocoie diretle E. 25° S. 0. 25° N. abbassano verso il N. 25° E. Una tale giacllura si nota ancora nelle roccie del vallone che melte al piano di Salsamoren. Enlrando in esse , dopo mezz'ora circa di cammino hannovi Iramezzo a questi scisti akuni strati di calcare cristallino , i quali e percliu seguitano la direzione del micascisto, e piii di tutto ancora, perclic altcrnano con esso , mi autorizzano a dichiarare questo calcare dcUa stcss'epoca delle roccie in mezzo a cui giace , ossia primitivo. IN'e vale in questo caso il dire, che il calcare sia giurassico modificato, poiche bisognerebbe allora riferire alia stessa formazione lo scisto talcoso ed il micascisto fra cui allerna , nientre sono costituiti di tali sostanze, che escludono ogni sospetto d'una derivazione da sedimenti metamorfo- sati. Per quaiilo lontano puo lanciarsi lo sguardo dalla parte del S. 10° E. I'occhio non distingue che monti composti di ten-eno primitivo, la cui stratificazione non concorda con quella del giurassico , e cio mi si svelo al punto del mutuo loro contallo presso I'accesso del piano di Salsamoren dove quest'ultimo e al;bassato O. 4o° N. mentre il primo inclina come si disse piu sopra. Questa discordanza tra i terreni delle due formazioni suppone un dislogamento ncl tcrreno primitivo, prima che venisse coperto dal giurassico , la qual cosa presenta niente di strano a chi conosce la struttura complicata della catena delle Alpi. Ai colli des Mongcs , da Lauzanicr la formazione crctacea poi seguita nemmeno r incliiiazione della oolilica (giurassica) soggiacente. Indagando come siano avvenuti cosi complicati e disordinati fenomcni mi pare che ognuno abbia a pcrsuadcrsi, come io slesso mi pcrsuadei, della combinala coope- 38 MEMORIA SL'I TF.RUKNl STRATIIICATI DEI.LE ALPI I'iizione Jei soUevamenli del Montc-Vlso , del Pircneo-Apeiinino, e dellc considercvoli modificazioni ed innovazioni die a suo tempo vi reco il solleva- iiicnlo doi due sistemi delle Alpi. Uno di quesli , cli'e qiiello delle Aljii occidciitali, lasclo di se inipronle dislinlissimc iicllo gneiss del iiiontc Pe- hrun , contro il quale vaiino a finirc lo scislo talcoso ed il nnicascislo quarzoso , e tulle questc roccie primitive costituiscono un grnppo di inonli , pel quale passa appunto Xa faille (sallo) gia taule volte nei corso di qucsto scrilto nieii/.ionata. I monli tra cui corre la IMacra si compongono degli stessi terreui liii (pii studiali. Solamcnte souo qiiivi niaggiormente sconvolli , e piii coinpiulameiUe metamorfosali , lo clie ne reiide meno facile la distiii- zione. Accingcndouii io a quesla inipresa couosco che mi avvciituro a dii" cose, che iion e inipossibile , anzi che e pi'obabilissimo che abbia poscia a disdire. Ma propoiiendomi la continuazione dell'intrapreso la- voro suUc Alpi , uon manchero a mano a maiio che I'occasione verra propizia d' iiidicare e correggcre gli errori o le inesattezze che le mie ulleriori osservazioni mi sveleranno. Al villaggio Sarctto in principio quasi della valle havvi uno scisto talcoso vcrde , vcnato di quarzo ialino, il quale appartiene al terreno primilivo. Esso separa il calcare giurassico (oolitico) supcriore del colle (tes Monges dal terreno anlraciloso superiore corrispondente aWOocfofd- claj. Le falde corrono N. 20° O. S. 20° E. cd inclinano O. 20° S. Ccn'ando di coordinare questo falto isolato colle cose dei nionti di quelle regioni si riconosce una distinta relazione con quanto esiste a Qiwjras , ne'monti del colle Frcins , del colle Paquet , e di mano in mano si giunge a S. Jean de Maurienne , nella Tarantasia, ec. , colla rinnovazione di inio stesso falto. Ora supponendo una linea che passi per tutli codesti luoghi essa traccia I'andanicnlo ossia la direzione seguita dal sollevaniento chiamalo del Monte-Viso; ma conviene far notare, che gli cffetti di questo sollevauienlo , tuUo al lungo della supposta linca sono a luoiio a luo"o considerevolnicnte modilicati dal sollevamento aicadulo posleriormente ossia delle Alpi occidental! , anzi Iralto tralto <[ueste annullarono I'operato del sislcma del jNIonte-Viso, cosicchc pre- seulemenle le osservazioni locali, oppui'e ristrettc a piccolo spazio non ne scoprono le traccie. Presso Acellio vien su dalle profondita terreslri la serpentina ; quesla roccia c un prezloso dociimenlo in proA'a delle cose teoriche fiu qui esposle. Noi abbiauio tuttora acccnnato un soUe- DET, PROF. A. SISMONDA 3g vnincuio iii scistoso , nu con slruttura crislalliiia cosi decisa e iielta. Forma i^rossi banchi , hi tinta no c bigia cliiara ; la slralificazione assail lonnculata , e flove si i-icsce a tliscerucrla jiarc die gli slrali conano iuclinati all'E. 4"° N. Cio pub essere un seniplice ciVctto cUlla curva- lura ilegli strati, ma prescindendo per ora da qucslo falto, la ciii so- liizioiie appai-iscc ne'inonti j)iii sotto , il cak'are rassoniiglia a quello di f illct nclla Taranlasia, con-ispondeiile s\V OjcJ'ord-claj , c del (jualc io lo credo conlemporanco ; la qiuvl cosa essendo vera , serve poi a giu- slilicare I'epoca da noi assegnala al calcarc scistoso della Maddalena. Non gian Iratto prima dcutrarc in Stropj.'O, il calcarc riacquista la coiisuela positura, che e un'inclinazione piii o meiio grande verso ponentc, e sono codestc replicate mulazioni , die mi palesarono la curvalura teste accennata degli strati. Sotto lo stcsso paese il calcare diventa sci- stoso, ed indina al S. 25° 0., ma ne'monti successivi si abbassa verso rO. 20° N. Non posseggono caraltcri che ne iudichino con precisione Tepoca, eccctto die si voglia tener per tale la giacitura, e forse qualche aiialogla Iratta da caratteri meramente mineralogici , la cpiale da per so sola , conviene dirlo , sarebbe di poca importanza. Tuliavia dovciido venire ad una specificazionc, io credo che il calcai-e in questa seconda porzione di monti corrisponda alia parte inferiorx del calcare di T illet, la quale e quivi coiuposta di calcare scistoso e di arenaria Insieme al- ternati. Una nuova quallta di roccie ne'monti prima del Pilone di S. ftocco avvertisce di un terreiio diflferente. "Vi e ancora un calcare cristallino, ma con esso lui alternano quarziti cristallini, scisti argillosi neri , dolci al latlo, e lucidi, In cui tratto tratto giacciono banchi di dolomia gra- nosa bianca, non alTatto scevra di mica, accompagnata solitaniente da due strati di talco lamellare verde , o bianco argentine cbe scoirono I'uno sopra , e I'altro sotto di essa. Sovente e deeomposto, e si converte in un terriccio giallo di riiggine. Una tale successione di roccie arriva fm oltre S. Daiulano coUe I'alde inclinate quando all' 0. 3o° S. quando al S. 0. , e quando all' 0. 20° S. La niancanza di vesiigie orga- uiche cagiona sempre 1' istessa incertezza suU' epoca di qiieste roccie. Esse perb difTci-iscono essenzialmente da tutto cib che esiste nella parte piu supcriore della valle , pcrche si ai>biano a riconoscere di im altro tcrreno. Non hanno piu la niedcsima giacitura ; il calcare DEI. PROF. A. SIS.MONDA 4 ' rilieiic parlicolarila sue proprie , come altrcsi il (juarzilc. Qucsle roccie alternano poi con altrc niancanti iiei monli superiori; cosicche vi e un insieme di cose per cui sarebbe un'assurdita il credere, che tulle qucsle roccie slratificale rapprescntino un solo lerreno in varia guisa modifi- rato e metamorfosalo. Non potcndo dunque dar luogo a questa cvedcnza, c considerando d'allra parlc che le roccie, di cui qui si Iralla, sono iu- feriori alia poddinga antracitosa ed anclie al calcare , considerato il rap- presentante del terreno oolitico inferiore, io confido che non si Irovcra fiiori di proposito il dichiararlo conispondenle agli strali della Taraiilasia er. , coUocati ncl liasse. Qucslo giudizio essendo quasi inlieramenle foudalo sulle analogic esistenli , non debbo sicuranicntc tacerne qui una , l:i quale se da per se indica poco o niente , serve almeno a dare maggior peso alia nostra opinione , ed e che queste roccie supposle del liasse come in Taranlasia riposano immediatamcnte su roccie primitive. Con- sistono queste in varie maniere di scisti talcosi. Gli uni sono formali di varie faldelline I'una sopra I'altra adagiata, e ciascuna poi di esse e un aggregate di larghe squame verdi lucenti e di tatto dolce. Allri ruvidetti al tatto sono divisibili in rislrettissime laminette bigio-sporche. Infino r inferiore a queste due variela, e che resta ancora visibilc, ritiene pur esse la tinta verde , ma e compatto ed aspro al tatto. Le falde iu ge- nerale inclinano al N. 3o" E. di 45°. Le roccie primitive formano i monti fino alio sbocco della valle, cd ivi sono coperte dall'alluvione ridolla in poddinga da sugo calcare. Verso la cima de'monti esse sono pel solilo vestite dalla formazione oolitica. Cosi il ponle che mette in comunicazione la Citta di Dronero col Borgo, e fondato su una roccia primitiva, cli' esce dalla poddinga alluviale. An- dando al Monte S. Bernardo situato al Nord della Cilia si cammina oia sulla poddinga alluviale , ora sugli scisti talcosi primitivi. Presso alia Chiesa di S. Maria, posta a un terzo circa della salita, gli scisti corrono E. 1 5° S. 0. 1 5° N. coUinclinazione N. i5° E. inclinazione che piii sopi'a cambia e divenla S. i5° O. La roccia inferiore a questi scisti contiene tutti gli ingrcdienti dcllo gneiss, scnza pero averne I'apparenza ne la slnittura. II mica vi e a guisa di striscie con tinta bigia: il qnarzo ha la struttura e Taspctto di calcedonia , e non solo vi si trova distri- buito come in tutti gli gneiss , ma vi forma vene talvolta ancora con- siderevoli. Stanno interposte in qucsla specie di gneiss falde di talco dove bianco e dove verdici io , ma coUa lucentezza madrepcrlacea , c Serie il Tom. HI. i 4a MEMOuiA Sir TF.nnF.iM stratificati dei-i.e alpi si'cvro d'ogui altro mincrale. L'attravci'saiio iiifinc specie tli Slrali-lilonl (li puro felspalo alteralo (petunzc). La clirczione in cui si prolungano gli slrati e la stessa dii soviacicnnali scisti E. i5° S. O. i5"N. AiUove in queslo scrilto si e avverlilo, clie di qua delle Alpi liavvi una suc- ccssionc di monli granitici e primilivi , il cui asse corrispoiulc alia di- rezione dclla calcua siniilincnte composla di la di queste elevatissime giogaie. Noi non tralascianimo di far nolarc clic qncsta seconda catena riccvctte la prcscnlc sua clevazionc da succcssivi soUevamcnli. Oi-a la slcssa cosa e applicabile alle giogaie, clie ci separano dagli ollrainonlaui, r per qui nuovanicnle ricordare cio, clie si e gia detto, poiche la pre- seuza del terreno priniilivo presso Droiiero mo ne jiorgc occasione , osservo che esso si accorda col soUevamcnto del Monle-Viso ; in- falti si prolunghi una linea che dalla valle del Gesso vada a Saluzzo, cssa riunira ncl verso dell' accennata rivoluzione varii monlicelli pri- niitivi. Se qucsla linea poi si prolrarra piu verso il Nord, cssa tra- verserA qua e la allri monti dello stcsso sistema, i quali pero palesano slogamenli iiieno anlichi , e cio serve appunlo alia diniostrazioue delle opinion! emanate. Nei nionli al Sud della Citta le cose stanno in modo diverso. II terreno primitivo scoperto su una grande estenslone dalla handa del Nord, ivi appena appena si moslra alle faldc della catena, e in piu luoghi volcndolo vedere bisogna inoltrarsi nei valloni laterali , tanlo discendono le roccie dclla forniazione oolitica consistenti in varie nianiere di calcare, c in varie qualita di scisti insicme altcrnati. Nei vallone detto Noiichero havvi rasente il suolo mio seisto quarzo- micaceo, in cui la sostanza quarzosa e distribuita in sotiili faldelline accertano g'mrassica , lascia Icmcre sulla vcrila tlcU'asserzionc clie cs.so sia veramente primitlvo; taiito piu die in eerie localila i sediinciill j»io- varono tali metamorfosi , tla iion esscre dislinguibili dalle vcre roccie primitive. Percorrciido il ciglionc della propamine oiide rapgiungerc il castello di Monteniale, coUocato su d'liiia allura da ciii si godc la vista del pii\ ameno e dilettevole orizzontc , a \oIta a volla ritoriiano solto gli ocelli scisti e calcare scistoso , dcUa cui riuiiioiie in alternanza si com[ionc quel pezzo di catena montuosa. Gli scisti niica-quarzosi coii- tcngono sostanza calcare scnsibilissima agli acidi forti. Solto la Caupclla dedicata a S. Rocco lianno con loro varii strati di due allre (pialila di roccie, le quali ciascuna a sua volla compariscono del pari, disccndendo da Monteinale a Dronero scguitando il vallone della P'eigi/ie di lih'o. Una di queste si e il vero quarzitc provenicnte dalla modlGcazione dcl- Tarenaria ; Taltra e uno scisto argilloso, nero , lucido c di latlo dolie. II calcare con cui allcniano e cristallino, bigio cliiaro, come quello sii cui e fondalo il Castello di Monteniale. L'inclinazione di liittc queste roccie si e all'E. 25° N. , e tale si sostiene nella rcgionc al fondo quasi del vallone dctto Yargilloso , ove il calcare per la sua slruUiira cd il suo aspetto si riferisce alia varieta , che i mineralogi chiamano alabasUo. Di questo havvene dell'incoloro; ma la raassa principale e tinta in i-os- siccio piu o meno cupo, la qual cosa lo idciitifKa coU'alabastro cono- sciulissimo di Busca e di Monte Rosso nella Yalgrana. II Geologo clie tiene in ncssun conto codesti fuggitivLcaralteri, trova nella giacitura lo ragioni per stabilire la contemporancita di quel dcposili alabastrini. In Valgrana quesie roccie posano su scisti alternati da calcare salino scistoso , gli uni e I'allro bigio-scuri , ed avenli I'aspeUo preciso delle roccie liassiche. Sulla scmplice apparenza dclle roccie iion si puo giu- dicare I'epoca di iin terreno , ma quando fosse veramente del liassc , allora il calcare c gli scisti tra il vallone Nonchcro e ^lontcmale da una parte, e quclli sul pendio del Monte S. Bernardo dall'allra rappre- senterebbero ivi il calcare e gli scisti di billet nella Tarantasia. 11 ten-eno alluviale copiosissimo alio sbocco della valle , e che si estende dall'una e dall'allra banda alle falde della catena , e stato qua e la profondamente corroso o tollo dalle acque. Vicino al Villar S. Co- stanzo restarono di cpesto terreno tante colonne isolate su cui sta un grosso sasso paragonabile se si vuole a un cappello. La numerosa quantitu di queste colonne, tuttc prcsso a poco simili, diede origine ad 44 MF.MORIA Sl'I TERRF.NI STRATIFICATI DELLE AI.PI un racconto favoloso, crediito da qurgli ubitanti, il quale svela la cre- dulila e la Jahljciiagginc tle'lcmpi di mezzo in cui fu inventalo. Lo spiizio Ira la valle della Macra e qucUa del Tanaro e occupalo (la moiili coniposti dci fiiiora dcscrilli terrcni. Vi si osservano pur allelic le stesse qualita di roccie, e quivi come nclle altre rcgioni delle Alpi si SHccedoiio ad una ad una neU'ordine indicate. Sono costantemenle mctamorfosate ; la poddinga talvolla e cosi allerata clie rassomiglia puro quar/o. SoUo Moiiialilo nclla valle della Corsaglia esce di mezzo al quaizile la testata d'uno strato di ferro perossidato rosso nella direzione E. 3o° S. O. 3o" N. Queslo minerale, clic ha in comune con quello del Monte Tabor e la iialura e il giaciiiicnlo e I'epoca , fu gia riconosciulo allravcrso que'nionti fino sopra Nocelo nella valle del Tanaro. Una linea GMAKT dri Icr- reno del litantracc (liouii- ler ). l*oddiiipa quarzosa ccalcare, altcrnaiiti con calcarc sci- stoso cristallino , c scislo argilloso. Breccia calcarc con bclcm- niti , pettiui ccc. ; calcarc cristalliiio , sci^ll e are- narie modiflcati. Psaraiiiiti , arenaria, calcarc scistoso iiisicine altcnianti, c raccliiudcnti considcrc- voli depositi d' antracitc , in pill luoglii scavato , co- me in Tarantasia , ccc. Ciilcarc ove cristallino c ove conipallo, bifjio piu o mo- no sciiro , con zoofiti cd allre spoglic orgauicbe. LOCALITA PRliXCIPALI Nti monti di Petit-CcBiir\ al coWe. du iionhomme^ tec. nclla Tarautasia. A Moutiers ; al colle du Bonhomme , ecc. Delia Ta- ranLasia. Nella valle d' Aosta siipe- riorc; a billet iiella Ta- rantasia ; netla Moricinn ; iiella valle della Dora; al Montcceuisio , ccc. Ncllc valli d' Aosta; dcU' I- sera c del Doron ncll;i Tarantasia ; ntil;i Moriiin;!; ncllc valli dclla Dora ; dcUa Stura ; del Tanaro; di Cor- sa'^lia } della Lonza ; dcila Roja , ecc. (i). Al monte Tabor ; nci con- torni di Bvian^on \ ai colli du Lauzanier ( Pouriac ) ; des Monges , ecc. OSSERVAZZOM In varii luogbi , conticnc cjuiilcbc poco d'antracite; c Ic roccie i)iustr:iii>i qua e la piu o menu modificate. Qucste rorcic subirono varii gradi d'altcra/ione e sono state separate i!al lias^c in- feriorc dictro la loro Da- tura , altriiDcnli sono la coDtintiazione dcllo stcsso terrene. Tra le modificazioni e me- lamorfosi avveiiulc a que- stc rocrie , si nota spcsso il calcarc caiubiato iu uosso. Alcune di questc roccie sono spcsso rappreseiitatcda una poddinga quarzosa rossic- cia o vcrdoguolu alttrata dalle roccie plutonicUe. 11 calcare di questo teneno c pur c;;li spcsso uielamor- fosato in ljcsso ; i fossili clic r'accbiude sono come ttritobti J ed indelermi- nabili. (■) Poddiiiglic di qtii'glo tcrreno s'iticoiitrano nci niouli tra Fin-ilu e Noli, come pure ia qiielli della 5|)Cxia . dove soggiacciouo al calcarr: il Vtrrucaiio dci luoiiti Pi&aoi , cosl bene descnllo d-ill' csiiiiio Profesi>orc Paolo Savi, a ruio credere , va pur csso rifcrtu n qursto tcrrroo. Serie II. Tom. III. g 5o MEMOnrA SUI TERHENI STRATIFICATI DELI-E alpi NOTA Stampavasi qucsta Menioria , quantlo il sig. Gras Ingegnere dcllc miniere pubblico ncl Tom. XVI des Annates des mines una Memoria inlorno aU'cla gcologica ilcgU slrali con aiilracitc ncl tlijiarlinicnto dcl- riscra. Le sue ojuaioni non si accordano colic noslrc, e nemmeno con quanto pensa e st.impo su tal rigiiardo il sig. Beaumont. Troppo lungo riuscircbbe il riprodurre qui le osscrvazioni del sig. Gras. Noi pertanto ci contculianio di ridire in breve la sostanza del suo scritto. Egli pensa, chc gli strati arcnacci antracitosi del dipartitnento dcU'Isera si abbiano a considei-are eslranci alia formazione giurassica , e li crede corrispon- denti, anzi rapprcsentanti la parte superiorc della formazione del litan- Iracc (IlouiUi'reJ ; ed ascrive poi alia parte inferiore della stcssa for- mazione le roccie cristalline immediatamente sotloposte , le quali ivi , siccome in altre regioni alpine ove per avvenlura silTatte roccie restano visibili, consistono in varie qualita di gneiss e di scisti talcosi. A questa couclusione in appai'enza soddisfacentissima, fu il sig. Gras dclerminalo dallaver cola riconosciuto il fatto notissimo ne'monti della Tarantasia, d' impronle vegetabili della flora cai'bonosa. Ma quivi ogni inganno resta impedito essendovi con esse impronte belemniti , sorta di spoglie ani- mali, che il sig. Gras trovo miicamente nel calcare, il quale con stra- tificazione discordante , sta sopra all'anzidetto terreno antracitoso ; per Ic quali cose lo ammettc dell'epoca giurassica. La discussione dell'ac- cenuata opinioue richiederebbe una perfetta coguizione dei singoli fatti che la SHggerirono; cognizione die noi non possediamo, se non die su alcuni pochi punti piii prossimi alia frontiei'a de' Regii Stati , ove pel nostro lavoro ci dovemmo recare; da quel tanto pero, die abbiamo ivi osservato, e dalle cognizioni acquistate colla lettui'a della Memoria stessa del sig. Gras, ci pare die i terreni da csso studiati sieno idcntici con quelli della Tarantasia, laonde ci permettiamo di esprimeie i nostri dubbi sulla classificazione da esso lui fatta. Lo stabilire come fa il sig. Gras il suo giudizio sulla presenza di certc spoglie fossili , e sulla inancanza di certe allre non ci pare un metodo nioUo GlosoGco , sapendosi da tutti coloro , die coltivaiio la geologia , trovai'si bene spesso il mcdesimo strato iu un punto doviziosissimo di DEL PROF, A. SISMONDA 5r foss'ili, in iin altro di qucsti poverissimo, od anche afTalto privo, come avvieiic d'osservarc nei lerreiii ili lullc le cpoclie , scnza die pero se no coiiosca troppo la cagionc. Occorre allresi di vedcre lo stesso slrato rinsei-ranle a luogo a luogo specie o generi di fossili particolari , cosicche scnza una cerla accortczza deU'osscrvalore si crcdercblie incontrarc strati divcrsi , c[iuuido invcce si e scnipvc io stesso, clie si ha solto gli occhi; cio si e facilissiino in nionti cosi scompaginati come sono Ic Alpi , ma chi ne conosce la strultura difilcilmente cade in simile inganno. I monti studiati dal sig. Ghas fanno parte delic giogaic dclla Taranlasia, i cui terrciii souo tra i scdinicntosi i piu anlithi clie appariscano , e die sieno distinguiljili in tulta la catena. Resta pertanto probabile die nel- Tuno e ndrallro luogo esistano gli siessi terrcni, ma die per qualche acci- dente in quelle regioni esplorate dal sig. Gras non siensi conservale, o forsc anclie non abbiano iiiai esislite le spoglie organidie, die caratte- rizzano cost bene i terrcni delta Tarantasia, e la cui presenza toglie- rebbc lulta I'incertezza, in cui ci meltono le sole impronte vegetali. La qualita dcllc roccie, die in simili casi vuol essere Icnula in gran conto, punto non dillei'iscc ne'monli , die sliani paragonando, poiclie la diiara e nitida descrizione, che di esse ci prescnta il sig. Gras, mi accerta essere qucsle roccie le medesime die io osservai negli nni e negli altri terreni dclla foniiazione oolitica alpina ; inollre riconoscesi ancora una vera similitudine negli accideiiti dcgli strati, uel giacimento loro, e nella ricchezza della sostaiiza combustibiie die imprigionano ; quindi dall'i- denlila di lulti qucsti falli noi crediamo poler asserire che il terreno descritto dal sig. Gras non alia formazioue carbonosa, ma bensi alia giurassica s'appartenga. La discordanza di stratificazione osservata dal sig. Gras tra il calcare belemnilico, e le sottostanti roccie antradtose non accresce la probabilila dell'esistenza di due formazioni , a-vvenendo spesso un simile contrasto tra Icneni di una nicdesinia epoca , come qui io credo sia il caso ; anzi si e dall'aver osservato nellc Alpi tale discordanza , che mi venue I'idea essere desse formate di terreni diversi, come ho inCnc stabilito. Ma sc il niodo niio di credere e cosi lontano da qudlo del sig. Gras riguardo al terreno anliaciloso, picnamentc si trova poi d'accordo in quanlo ai terreni cristailini a questo solloposti : non dubilo die gran parte del terreno giudlcato primitive nelle Alpi provenga da partico- lari mctamorfosi dei sedimenti infcriori al basse. Io ebbi occasione di 5a MEMOniA SUI TFnUKNI STUATIFirATI riELI.E Al.PI accennnre in una ini:i metnoria un gneiss nclla valle Fonnazza, giacenlc sollo le roccie ooUliclie , rlie per risieilerc con istratificazionc discorclanle su nllro gneiss maggiornicnlc ricco di fclspalo, c di slrullura ahjuanto iliU'erenle, mi ilelerniiiiai a credcrlo di queslo jiiii rcccnte ed origiiialo dalla nietamorfosi di roccie sedimentose anliche. Al congresso dcgli scienziati in Pisa in occasione che da qualcuno si esponeva come nelle Alpi del Tirolo si riiivengano terreni inferiori al liasse inancanti nellc Alpi pieniontesi, io fin d'allora esposi non essere impossibilc, che quivi tpiegli stessi terreni abbiano acquistato I'aspetto e la strutlui-a delle vere roccie primilive, per cui con qucste si confondono ; tultavia il volere in certi casi dislinguerc il vero lerreno primitive dal metamorfosato polrebbe al presente essere cosa troppo precoce, non essendovi ancora iin sufliciente numero di fatti ben conosciuti, e le osservazioni avendo liniili troppo rislrelti. Ci giova pero sperare, che i molti lavori e pro- fundi studi, che tuttodi si van facendo su qucsti terreni, ci frut- teranno un giorno bastanti lumi per distinguerli, ed allora si potra sciorre 1' importante questlone , se cioe nelle nostra Alpi il terreno piii antico sia il liasse, come ora dalla pluralita si ammette, ovv^ro se altri pill anlichi vi possano aver luogo; quindi preziosc cognizioni si Irarrebbero sulle epoche di emersione e di immersione di questa rag- guardevoie porzione del continente , e di molto si schiarirebbero le nostre idee sulla figura de'mai'i antichi, e sul luogo dove sorgessero le isole , la cui lussureggianle vcgetazione fu poi sobbissala e dalle roccie pluloniche convertita in lilantrace. 1 53 DEL PnOF. A. SISMONDA SCHIAniMEUTI SUL.L..\ TAYOLA. Fig.^ I."* Spaccalo rapprcsenlantc la soprapposizionc del liassc sullo scislo primitivo di Naves. In C880 si i: indicuto come si succeduno Ic varic roccic del liasse , e come que&to sia coperto dci Icrreni oolitico infcriore e antracitoso, scnza pcrd indicaic rordinc con cui si succcduno le roccic in ciuscuno di ess), Fig." 3* Manicra con cui sono formate Ic valli tia 1' Iscra c la Duranza , e dove si scorge come avvenga che talora in alcunc di esse gli strati sono ncl \ctso anticlinale ^ c talora nel verso senclinale. Qucsta manicra di valli c stala pur anchc riconosciuta dal celebre Tbiiama.nn ncl Giura, da lui cotanto illustruto. Fig." 3." Sollevamcnto scnza rottura nei tcrrcni stratificati^ ossia gonfiamcnto a guisa di tumore. Fig." 4-^ Sollevamcnto con rotlura dei Icrreni stratificati , e uscila del tcrrcno primilivo. Spcsso in qucsto caso ncilc Alpi i tcrreni stratificati si disposcro in modo a figurare cio die i Geologi chiamano cratere dt soUei'amenlo , come appunto si osscrva al colic dclla Vanoisc rajjpresentalo in qucsta figura. Fig." 5-*' Spaccato del montc Tabor, il quale prcscnta come sono cola pict^ati gli strati, e come gran parte di ccrti depositi sieno da incognitc circostanze stati tolti. Fig." 6.'* Rapprcscnta gli stcssi strati piegati in due vcrsi, per cui un terrcno antico in un luogo apparisce superiorc ad altro cbc lo e meoo ; mentre in un altro si vcde nel suo vero ordine di soprapposizionc, Fig." 7." Spaccato in cui si scorgc come nei monti circostanti a Barcellonetta H tcrrcno cretaceo copra la formazione oolitica. Fig." 8." Spaccato che dal montc I*ebrun arriva sotto il lago del Lauzanier ^ onde dimostrare cbe la formazione crctacea c superiorc ai trc tcrrcni meno antichi della formazione ooli- tica j c come questi riposino poi immediatamcnte sulle roccie primitive. I l^\ cca.> . X : .UV.- .<.- .1. t\n I luv (PLx» .1. X .')tl.At ^ i^u- 2* Je.,.- , 6.^v.. III.^.x^ . /iS. .T""" ' i.f/ojo : K" 1 ■^nia,.,. N:. '^u'/m . .f,ff.^.../,^f. „.„,/,.. 9«m*tktii& \ Fid. 1. ('^Um* v^ FrtrntKva Fi6.5. Coui/OeKa. ^■aw^Wf !^ ^ 'irc,.Cai;« .X faf .ihi^. Til lio. 6. .S>^ cr=>- '))(■, .V.rt.v ri6. : ||').x,.■.■lo.■c^^.^ '■fu^Oofllb.,!' ' ■ 'Our-*- eon fitcoteu / FfwrA.) . ffrnar-ui, r tm/eart ituifnajn creAt/XL vfrrutri-. 0"fi/e 'ft f\u-iianit nrgiffa in Kintmeruft r mr^-raa. Irfr l^i-tfiuiu'O . 55 MICROMYCETES ITALICI NOVI VEL MIMJS COGXITI A U C T O R E JIOSEPHO DE HOTAIIIS Exhib. die 20 maii 1830. X ost MiciiELiuM , qui fundameuta Botanices Cryptogamicae posuit , nt uolum est , Botanici Italici fuiigos ininores prorsus neglexerunt, qua de re, ditissima haec rel hevbariae pars arctis circumscripta liniilibus apud nos substitit. Ultimis hiscc teinporibus pro vero adfuerunt nonnuUi doctissinii plaiAtarum ilalicarum scrutatores qui horum studioruin ainore capli complura jam cognilis addidcruiit, sed hujus loci non est narralio liistoriae hujus regni vegetabilis j)rovinciae. Silenlio tamen mihi prat- lereundi non sunt iinmorlalis Professor J. B. Balbisius, et Revei'endus CuMiNius IVIonachus Carthusiae Vallis Pisii. Hie specimen de fungis re- gionum quas itdiabitavit edidit, quod proli dolor vix Botanicis innoluil , ita ut species permultae ab eo primum cximie descriptae , novis in- slructae nominibus ab aliis iterum descriptae sunt. Balbisius in elenchis et additamcntis ad Floram Pcdcmontauam plures hujusce fauiiliae stirpes 56 reccnsuil, piuicas vero descriptiouibiis absolulis adumbravil , ct ilerum ail Archetypa licrbarii ejus rectulciulac sunt. — Hisce tliebus Mycologia in llalia ilcnuo rcvivisccrc cocpil; Vivianius aliique de fungis esculenlis exiiiui^ ilisscruerunl; rcique pluriinuni contulit ccleberi-imns Vittadikivs <|ui, liujus aevi Michelius jure meritoque nuncupandus est. Strenuus vir laineu mycologiae nohiliorcs ordines nunc pracdiligerc videiui';, quani ob rem specierum minorum farrago itcrum ncglecUi illustratione quam- niaxinie urgel. — Quae cum ita sint milii propositum est , species rariores vel novas hujusmodi fungorum, quos collective nomine Micro- uiycetuui comjn-ehendo , additis iconibus analyticis microscopii ope a ine deliucatis describendi , species vcl observalioncs de spcciebus rario- ribus a Botanicis Italicis jam nunc editas dcnuo in Uicem revocandi. Labor forte non est mihi ferendus, sed confido me aliquid emolumenii Mycologiae allaturum , atque elementa histoi'iae generalis Micromycetum Peniiisulae nostrae paraturum esse. 5? MIGROMYCETES ITALICI. DEGAS PRIIWA 1. Peziza Aranec{. 2. Peziza parvula. 3. Peziza salicella. 4- Cenangium Raineri. 5. Stictis nivea. 6. Stictis Berberidis. ']. Sphaeria opulenta. 8. Dothidea Sambuci var. Hederae. 9. Dothidea Berberidis. 10. Stilbospora ceratospora. CUPULATI Fries. I. Peziza Aranea DNtrs. Crescit ad iuvolucra dejecta , marcescentia castanearum , praesertim super pilos faciem eorumdem interuam vestientes. Legi in Valle lutrasca ad Verbanum , autumno i838. Nudo oculo sistit furfuris cujusdam alhicantis squamulas, faciei in- Icrnae iuvolucrorum hue illuc parve inspersas. — Vix gx'egaria, minu- lissima, omnino estipitata, filamentorum tenuissimorum , e basi cupularum prodeimtium , velamen arachnoideum efTicienlium ope , matrici afTisa , saepissime inter interstitia pilorum quasi ac in aere suspensa. Cupulae perlenues, juniores marginc paullulum incurvo, vix subhemisphaericae, maturae planiusculae , patellares , lenuiter flocciUoso-marginatae , extus pube tenuisstma , coplosa sub simplici lenle vix percipienda vestitae, albi (-antes , disco planiusculo e cameo-sublutcscente. Ilymenium tenue ascis clnvatis mimerosis constans ; sporidia oblonga , rccla , iitrincpie Serie II. Tom. III. 11 58 MICnOMYCETES ITALICI votuiulala , uniloculaiia , vis unum alterumve rude scpti medlani vesli- gium ostcndcnlia; paraphyses ihccis longitudine subaequales, discretae, recliiisculac filiformcs , validac. Siccala iniiimlata remanet. Special ad Dasyscyphas in tribii Lachncarum. Afliuis Pezizae roseolae et cpisphacriae; a priori diflcrt cupulis neuli- quam flexuosis , iicc mollibus , ncc disco incarnato-roseis, villo per- sisteiile ; a Pcziza cpisphaeria quae super sphaeriam stigmam lecta el priinum a celeb. Maiitio in Flora Erlangensi ( p. 4^5 ) descripta esl , pariler diflerl cupidis ncqiiaq\iam longe ciliato-pilosis , filamenla enini leiiuissima quorum ope nialrici hacrel , cilia dici nequeunt neque pro- pexa (WAi.i.n. Fl. crypl. germ. 2. p. ^Si.) , sed inlricata. Ceterum species hie memoralac , et Peziza episphaeria praescrlim ubi a loco natali deflectat, ex caracleribus hucusque Iradilis vix dignoscendae sunt. Explicalio iconis I. 1. Cupulac aliquot , juniorcs et adultac , Icnte valdc auctac , una cum pilis faciem iii- torjiam involucrorum castanearum vcsticiilibus , quibus pczizulac floccorum ope adliaercnt. a. Fragmcntum marginis cupulae ad augment. 700 di.inictr. ciiciter. Micioscopii compositi cclcberr. Carol. Chevalier. 3. Portiuncula hymcnii ad idem augmcntum. l^. Ascus ad augmcntum 1000 diaractrura circilcr. S. Sporidia matura ab ascis cvacuata ad idem augment. 2. Feziza parvula DNtrs. Ad faciem inferiorem foliorum caricis pilosae emortuorum. Legi in coUibus prope Taurinum , vere i838. Niido oculo baud conspicua , sparsa , vel parvis gregibus socialis , persistens sed lenuiler malrici adfixa , nuUo insidens subiculo , omnino spssilis, granuliformis , lactea, senescendo vix fuscescens. Cupulae cera- ccae sui)diaphanae, primum et in sicco globulosae, ob marginem arete conniventcra clausae, punctifonni impressae, maturae el humectae paul- luluiM deplanalae, magis magisque ore dilatalae subhemisphaericae, extus ▼illo brevissimo lenuissinioque appresso vestitae. Discus concolor conva- viusculus; hymenium teiiue ex ascis brevibus crassis subcyliudi'aceis. auctoue j. de xotahis 09 sporicUa lineari-oblonga simplicia iliapliaua foventibus. Parajihyscs paucae liliformcs, crassiusculae, rectae ascos longitudine aequantes. Cupulae maturitatc variant disco oblongato, vcl subsinuoso, obscure trigonae, subcompressaeve. Rlilitat in seclione praeceJenlis specie! , etsi sub simplici lente femie glabra vcl tantum farinosa adpareal; res vero aliter se habet sub vilris acrioribus siculi vidcre est in icone quinla quae fragmcnlum excipuli profert. Nulla pezizarum hujusce sectionis dcscriptio aplius plantae meae adaptari posset quam ilia Pezizae Grevillii cl. Berkeley (Brit. Fungi p. 198. n.° 55.), tamen ab ilia plantain meam dislinguo praecipuc ob colorem lactcum nee uinbriiium. Ccleberr. Vir aliunde formam cupu- larum specici supradictae baud descripsit, minutissimas dixit, sed ter- luinura comparationis omisit , ita ut , etsi discrimen e colore pro mei"a variatione habealm", desunt omnino notae idoneae ad staiuendam harum plantularum idenlitatem. A Pcziza punctiforini et afllnibus pariler plus minusve recedit bre- vitate et tenuitate indumenti villosi, accedit etiam hjalinae sed nostra ceracea nee vitreo-aquosa. Explicatio iconis II. I. Fragmentum folii exhibcns cupulas aliquot, Icntom auctas. •1. Cupulae juniorcs ct malurae a latere visae , lentc simplici valde auctae. 3 Hyracnii pars ad augment. 700 diamctr circiter. 4. Asci bini cum sporidiis pcrfcctis ad augm. 1000 diamctr. circit. 5. Portiuncula marginis excipuli valdc aucta. 3. Peziza salicella Fries. Fries Syst. mycol. 2. p. i33 ! (e specimine auctoris a cl. Moxtagke amice mihi impertiio). Vallr. Compend. Fl. crypt, gerniau. 2. p. 473. Weinm. Hymen. Rossiae p. 47 o- Ad ramos siccos salicis albae circa Taurinum vulgatissima, loto anni tempore v. v. Sparsa , vel vix gregaria, saepe ramulos copiose obducens, milli- metrum lata vel paullulum minor , ochraceo-lutcscens , e stratis inte- rioribus corticis per epidermidem erumpens , vel sed rarius omnino 6o MICROMVCETES ITALICI inula, I'lljcra, alburno infixa. Cupulac glabrae, Gi'mae, stipitatae, slijiilc cylimlracco brovi crassiusculo , terliain dianictri cupulae parlein lalitu- dine ut pluriininn acquantc , diraidium niillitnelrum longo , cpidermido ni'cte cincto, plerumque ex integro delitcscente, ut cupulae primo iu- tuilu sessiles, cortici adpressae videantur. Cupulae juniorcs vix stipitulo laliores , conoideae , pcrfectac patcUacformes , subtus planae obscure , sublilitcrque slriatac, supra, vel disco, plus luinusve convexae, tenuitcr uiarginatae, vol hymcnio excipulum oblllerante immargmatae. Hymonium constat ascis miuutis olavatis, maturltate subtruncatis , subtorulosiscjue , paraphj-sibus confertissiinis , subfascHculalis, connatisve iiitermixlis. Spo- ritlia elliplico-lauceolata, vel lunulata utriuque subacuta aut oblusiuscula, sporidiolis rotundis binis ternisre , raro quaternis I'eferta. Cupulae in sicco contraliunlur , centi'o deprimuntur et fere planae vel etiam concaviusculae evadunt , simul margo excipuli elsi Icnuiler , evidentius tamen supra discum prominet ; stipes gracilescit et magis eminet. Vetusta vel diu in herbariis servata colorem induit saturaliorem , fere in cinnamomeum vergenlem, ncque humccta amplius turgescit, hvmenium cito fatiscit , excipulum vero diu perdurat. Spcctat ad seriem Phialearum Calycinarum. Celeberrimus Fries cupulas describit , externe sub lente Jibroso- radiculatas , sed probabiliter est nienda typographi qui verbum reticu- latas in radiculatas mutavit , quae reticulalio vix suJj simplici lente pcrspicienda, efilcitur, ut supra dictum est, striis tenuissimis a centro ad peripheriam excipuli interrupte excurreiitibus ; Gbrillarum radicantium nulla observari vestigia, nee celeberrimis Wallrothio et Weimnannio obvia. Multum variat ciqiulis exacte orbicularibus , vel oblongalis, emargi- natis , aut subsinuosis , sublobatisque. Explicalio iconis III. 1. Fragmcntura ramuU si&teos pldntara natural! magnitudinc. o. Cupulae cnmplurps lento valdc auclac. 3. Cupulae a latere visac ju\ta varios actatis gradus , lente auctac. 4' Eaedcm vcrticaLiter sectae, una cviu fragmcnto corticis at crumpeudi modus pateat , ad augnieutum niaju8 delineatac. 5. Portio bymcnii ad auj;iu. 4"0 diainctr. circit. 6. Asci cl spondia ad augm. 700 diam. circit. At'CTORn 3. DE NOTARIS 6t 4. CliNANGlUM RaINERI DNl RS. All rauuilos Genistae racUatae adhuc vivae in moiUibns Lariensibus legit amiciss. De Rainer. Pulclicrrima plantula niulo oculo praebet tubcrcula minuta dimidium millimetrum vix lata , nigricaiiiia , iuxta sulcos longitudinales rainorum raimiloruuique disposita, scriala, plus minusve copiosa, valde nitentia, oculos({ue allicientia. Cupidae glabrae laeves , vix in sicco rugulosae e fuligineo-nigi-ae , primo intuitu sessiles , scd constanter in slipilulum, plus minusve crassum et longum, a profunditaie striaium ramulorum e quibus eium- punt determinatuui, tenuatae, pyriformes sed plerumque compressiusculae, siccitate margine inflexo connivente arete clausae, vel rima longiludinali hiantes hysteriiformes; humectatae cito explanantur et discum oblongum pallida cinerasccns, subplicatum, reclinant, ambitu ob varias niarginis inflexiones subsinuosae. Cupulae duplici strato efliciuntur, exterius cor- ticans nigrum, tenacellum, inlerius hymenio subcon color. Hymenium ex ascis cylindraceo-obtusis vix sursum incrassatis constat, immixtis para- physibus distinctissimis Cliformibns, ascis longitude siibaequalibus. Spo- ridia didyma , articulis ovato-acutis , leviter fuscescenlia. Cui specierum hucusque descriptarum reducendum nescio, habitu, statura valde proximum Cenangio urceolo, sed forma compressa Lysle- roidea, cupularum glabritie diversum. Etiam sub microscopio structura longe recedit a C. urceolo , in hoc, saltem ad specimen missum a cl. MoNTAGNE, cxcipulum evidentissime flbi'osum, in nostro obscure cellulosum et inde glaberrimura. Non potui fructificationem harum spe- cierum analogarum conferre, pauca enim individua speciminis Montagkei quae analysi dicavi ascos perfectos mihi non obtulerunt, ni eos imnia- turitatis causa confuderim cum parapbysibus filiformibus mihi sub mi- croscopio tantum obviis. Explicatio iconis T^^ 1. FiMjimcntura raniuli exhibt-ns planlum ualurali niac;niliuliDc , ncc non dispositionem scrialcm cujiularuni. 2. Cnpulac Icntu auctac superior ct inferior clausae prouti in sicco, mediae madorc apcrUc. 6a MICROMYCETES ITALIC! 3. Cupulac binac rcrticalitcr soctao nd h-ntciu auctac. 4. Portiuiicula hyincnii ad au;;ni. 5oo diain. 5. Ascus cum parapliysihus , sporidiiscjuc iiialaris ad augm. ^00 diam. 5. Stictis nivea Pers. Pers. Mycolog. ciirop. ex Fries Syst mycolog. 2. p. 19G. Merat! Fl. lies envir. tic Paris cd. 3. p. 207. Montagn.! Notic. iu Annal. des scienc. natur. i836. vol. 1. fasc. V. 11.° 3. Ad acua dejecta pini sylvestris , aliarumve speciei'um in sylviila , H. R. Bolauici Taurinensis frcquciillssiina, loto fuie aiini tempore. Slatim ac folia pinorum liumi pi-ojiciunlur, madore ingruente, spe- ctabilis hisce fungiilus evolvitiir. Priinum in sicco et nudis oculis obser- vantur in utraque foliorum facie , atque secus eorum longitudinem , parvae prominentiac , piisiulae si mavis , plus minusve a se invicem iliscrctae , rimiila loiigitiulinali , axi foliorum parallela , fissae, Jove pluvio , ascomata (sive cupiilae) subtus latentia, coUapsa, parenchymata foliornm immersa, turgescunt, epidermide, valvarum armarioli ad instar, reclinata protruduntur , et guttulas cerae millimetrum vix latiludine aequautes cxhibent. Sub vitro augente ascomata disciformia adparent, parum convcxa, pallidc carnca, ceracea, moUiuscula, siccitate collapsa, vetustate saturatius colorata, fere cinnamomea. Hymenium , quod ferme integrum fungillum consliluit , constat ascis cylindraceis fixis quidem sed parapliysibus validis auctis. Sporidia pcrfecta decernere non potui. Cum individua ad maluritatem accedunt foveolae foliorum quibus excipiuntur magis pi'ofundiores fiunt, ampliantur, valvulae illae ab epi- dermide elTormatae ob frequcntes raotuum alternationes ab hygroscopi- citate pendentium, dctritae, decutiuntur, fungillo mature tandem, acua rigidilate propia amissa facile juxta foveolas ipsas franguntur, celerri- mcque dissolvuntur. Vix variat, pro diversa foliorum quae aggreditnr fabrica , ascomatum diametro. Rare bina individua in eadcm foveola nidulantur. Synouima super exposita adhibui innixus auctoritate clai'iss. et ami- cissimi ^Iontagnei , qui spccimina mea contulit cum iis quae ille legit ill foliis pini maritimac. Ycrum ex descriptionibus Inijusce speciei, saltem in operibus quae mihi ad manus sunt, vix diccres aucloros banc plantam prae oculis habuissej ibi cnim nee tantum veibum est de momentoso AUCTOUE J. DE NOTARIS 63 illo carjictcre, <[uo haec species ceteris praecellit, ncmpe do modo dchisceiuli cpidcrmidis. Species liaec porro a lypo generis siruclura hymenii paraphysiphori aberrat, et sub hoc respectu accedit pulcherrimae illi sticti I'.chenicolae cujus iconem et descriptionem exliibuit d. Montagke in diario supcrius laudato. Expllcatlo iconis V. I. Par roliorum cxhibct cum fungillo naturali raagnitudinc. •2. Apex folii unius Icntc auctus , c&hibcns fungillum in statu madido valvulis rcclinatis , turgcsccntcm , in sicco , tectum ; ncc non fovcolas , in cc , dc (juibus supra. 3. Ascomatu Taldc aucUi in statu vegcto visa. 4. Ascomata biua vcrticalitcr sccla una cum fragm. folii , Icntc aucla. ^ 5. Portio hymenii ad augm. 5oo diamctr. 6. Stictis bereehidis DNtrs. Ad ramulos siccos Berberidis vulgaris circa Taurinum , eliam in Horto R. Botanico. Per totum ferme annum viget. Nudo oculo sislit puncta nigricantia per ramulos teneriores praesertim sparsa, et parum nitentia. Madefacta et vitro acriori lustrata oflert cupulas parvulas ceraceo-gelatinosas nigrescentes e tenera et albicante epidermide ramulorum varie fracta, ei-vimpenles. Ascomata tenuia margine in limbum sal promineus producta Scutellaria, pro aetate vero valde diversa, juniora globulosa , margine erccto subcrenulato , ore anguste hiantia ; dein di- latala, margine reflexo hue illuc scisso discum planiusculum monstrantia, in sicco corrugatae, contraclae prorsus amorpha fiunt. HjTuenium ex ascis clavatis sublilissimis, fixis, numerosissimis, stipatisque, aegre per- cipiendis. Sporidia minuta ellipsoidea avolantia. Ad Stictides fungillum hunc relegandum esse facile evincitnr ob frucliGcationis indolem; nempe propter hymenium ex ascis fixis constans, et ob ascomatum structuram receptaculo proprio baud iiiStrucla ; tanien ob diflicultatem fructiGcationem percipiendi , facile fiicum facit. ]Nullam coguovi hujus generis spcciem cum hac nostra couiparandam. Explicatio iconis VI. I. Ramulu!. Berberidis cxLibcns plaiitam naUirali magnitudinc. G4 MICROMVCETES ITALIC! a. Fragmentum raiouli ascomata plura valJc aucta cxliibcns. 3. Cupiilac sivc ascomata veilicalilcr sccta paritcr aucta. 4. 5. HymcDii portiuncula ct sporidia ad augment. 1000 diametr. PYRENOMYCETES Fries. ■7. Sphaeria opulenta DNtrs. Ad vamos dejcclos marcescenles Opuntiarum in Sardinia auslrali. Legi vcre i835. In articulis canliixm Opuntiarum ad teiTam prostratis, marcescentibus , dealbatisque, valde enitct hacc species, quae nudis oculis observanii praebet pimcla proluberanlia atra sine lege sparsa, hinc conferta, illinc rcmota , rarissinic conligua. Unicuique horum punclulorum respondet peiithecium , quae corticem, quem coUo pei'lbrant , teguntur, atque in substantia carnosa articuloruin ipsorum nidulantur. Perilhccia sphaeroideo- dopressa , firm a , fusco-atra , opaca , lenle visa extus rugosa, verlice producta in ostiolum cylindraceo-conoideum , peritheciis brevior, supra corticem papillae nigrae evidenter pertusae ad instar eminens. Ostiola primum sub epidermide latitant , dein hac rupta yel secedcnte hiantia (iunt , corticem circumcirca afliciunt et nigrescentem reddunt , unde sub sectione verticali prima fronte conoidea adpai-ent. Si cortex evellitur perithecia saepius trunco haerentia remanent , et verticem olTerunt late pertusum ; ostiola cum cortice avulsa , et adversus lucem inspecta evi- denter perforata. Nucleus efformatur thecis amplis clavatis, et paraphy- sibus innunieris tenuissimis ascis ipsis brevioribus tomentum vel massam homogeneam buUosam fere praebentibus. Sporidia matura didyma articuHs inaequalibus , ovatis , obtusis badio-fuscescentibus fere pucciniaefonnia. Ad seclionem sphaeriarum simpliciura obieciarum amandanda est ; perithecia pro vero in omni aetate , per quod speciem observare licuit , immersa , ostioloque insigni praedita. Peritheciis ostiolo-instructis, tirmis, turn a S. Tunae Spreng. (Fries Syst. 2. p. 469), cum a Sphaeria Cacti Schweinitz (Fries 1. c. p. 5oo) satis superque ditl'ert. Explicatio iconis VII. I. Fragment, arlicul, opunliac plantam nudo oculo obscrvalam pracbcns. 1. Pchlbccia una cum fragments corlicis a caulc evuUa, Icnte valde aucta. AUCTOnr. J. DE NOTAUIS 65 3. I'crithcciuin vcrticaliUr sccUim , oIRi t osliuli ligiir.ini , quod propc- orificiiiin ciiipilur corticc nigrcfucto. 4. 5. FranniLnla caulis ct cpiJcrm. ojusdcm, prior 4- oxhibct pcrithcciura vcrlict pertusum, e.\ ostioli cum corticc uvuhioni' , alUra 5. offcit corticem avuUuin a latrre inleriore vi.sum. 6. Poi'tio hyracnii cum paraphysibus ad nugm. 100 diamotr. •;. 8. Asci ad aupra. 400 dianictr. cum parapliysibus. Sub num. 8 o/Tcrt sporidia-juuioia, alter 7. sporidia perfccta. 8. DOTHIDEA SaMBUCI 'VUT'. hederae DNtrs. Ad sarineiita Hederae emorlua in collibus prope Taurinum. Legi au- tumno i838. Eiitoplilaeodes , luberculiformis , glolnilosa , plus minusve convexa, plerunicpie basi anguslata, raillimetrum circiler lata, laciiiiis epidermidis, quam erumpendo scindit , excepta , nigciTima , laeviuscula, serius sub- tiliter sub lentc granulosa , subiude coUapsa. Stroma inius cinerascens ccllulosuin , cellulis periplieriris corlicanliljus pro more slipalis , minutis, nigrefactis , interioribus laxioribus , sat distinctis , sed forma ceterum valde irregularibus. Globuli fruciificanles uniseriales, tuberculorum partem supremam occupantes , parum inter se distantes , nucleum ascigerum foventes, subrotuudi. Asci clavati, obtusi, pro plantamagni, basi atte- nuati, paraphyses proprie nullae sed asci complures vacui abortientes observantur. Sporidia didyma , articulis ovatis , extremitatibus obtusa. In sicco vix mutatur. In parte corlicis interna basi tuberculorum adversa , observantur maculae nigricantes saepe lignum subjecium afli- cientes. A typo speciei in Sambuco nigra obvio (El. Fries Syst. 2. p. 55 1.) milii tantum hucusque cognito e specimiuibus missis a celeb. Kunzeo, vix aliter differt quam sede. In D. Sambuci typica tiibercula crebriora, confei'ta saepe , subinde eliam conflucntia , minus nitide nigra , intus satm-atius cinerascentia , ceterum inter se perfecte conveniunt. Altera Dothidea Sambuci varietas , ut puto , in Comi sanguineae ramiilis apud nos occurrit , sed in bac, friictificationem detegere et comparare cum typo speciei non iicuit ; qua de re , etsi de identitate earum mihi vix dubimn supersit , tamen pro tempore omitto. Species in posterum novo et magis idoneo nomine donanda erit; aptius forte erratica diccnda. Serie II. Tom. III. i 66 MICROirVCETES ITAUCI Explicatio iconis VIII. I. Fiuslulum r.imuli cum tubcrrulis iialiirali inngnitudinc. 3 Fr.igmcntum ramuli ejusdcm vaUlo aucliim fnrmuin luberculorum c( cnimpondi moiUiiii cilubcMS. 3. Scctio Tcrlicalis luberculorum osleiidciis disjiosit. globulorum ascigcrorum , ut figuram $troniuU>i Icnlc aucta. 4- Fragment, stromatis cum binis globulis assigcris structuram ccUuIarciu ejus demoustrans ad augm. lOO diametr. 5. Porlio nuclei ad augni. 4"0 dianietr. 6 7- Ascus cl sporidia ad augui. ^no diametr. f). DOTHIDEA BERBERiniS DNtRS. In rainis einortuis Berberidis vulgaris. Ad pedes Montis Cenisii legii D. Li.s.v iieslato i833. Rami quibus haec species innasciliir praebent vel lineolas subflexuosas, vel maculas oblongas , iiiaequalcs , orbicularesve , nigerrimas , quarum majores longitudine centimetriim atlingunt , latitudine millimetrum ae- qnanl, vel pauUo superant. Vitro aiigcnte inspcctae hae maculae con- stax-e vidcntur tuberculis corlici innatis, formae orbicularis, clliplicae vel oblongae , per epidermidem longitudinaliter scissam erumpentibus. Tubcrcula ad serialem disposilionem prona , saepe plura contigua , qua de re ea quae intercipiunlur ob mutuam pressionem irregularitcr tetragona nut j)0lius cuboidca evadunt ; vix supra corticem qua arclc cinguntur proiuinent, supeificiem planiusculam , vel concaviusculam , imo et canaliculatam exliibent, sub lente gi'unvilosa , vugosave, scabra, intus alba. Stroma celluiosum, cellulis exterioribus jiro more indislinctis Rtipatissimis ; globuli fructiferi anipli sub sectione tuberculi verticalis facile conspiciendi, ovales, oblongi, discreti, saepius in duplicem seriem allcra alii super imposita , dispositi , nonnuUi ob praevalentiam globu- lorum proxiniorum obliteranlur. Nuclei constant ascis cylindraceis vix basi altenuatis, utrinque obtusis, saepe flexuosis, pro plantae dimensione sat amplis. Paraphyses nullas decerpsi ut in praeccdentc specie. Sporidia pro more didyma , articulis subaequalibus ovatis, obtusis, fuscesccnti- luliginea. llnjnsce fungilli ope rami all'ecti cito decorticantur. AUCTORE J, DE NOTARI.S " 6- Species miUi coguitanun referenda. A D. ribesia prae aliis dilleit fruciificatione, idest, sporidiorum articulis auctis, iieque obtusis, iheeis basi nculiquam altenuatis, globulis biscrialibusj a precedente specie turn cum ab ejus varietate , luberculis praeceteris coitici omnino immersis abhonel; a D. decolor atUi (Fries El. fiiiig. 2. p. 122.) porro, qua cum el. MoNTAGNE meam comparat, diflert luberculis deprcssis , uec hemi- sphaeiicis , intus albis, extus nigris, neque homogeneae pallido-nigre- scciUibus. Explicalio iconis IX. 1. Fragmtntum ramuli nalurali magnitudine oxprimrns liabitum specie!. 2. Fiapmcut. ramuli ipsius Icntc auctuni tubcrcula aliquot cxhibciis , nee non eorum disposilionem. 3. Tubcrcula bina aiicta vcrticalilcr sccta , cum corlicc ambicutc. 4. Tubcrcula aliquot aucta juxia longitudincm sccta , hacc cum pracccdcntibus globulorum ascigcrorum dispositioncm pracbciit. 5. Portio slromatis cum binis globulis ad augm. 100 diamctr. 6. Portio nuclei ad augm. 5. 7. Asci ad augm. 700 diamctr. a. junior , b. perfectas. 8. Sporidia ad idem augmentum. CONIOMVCETES Fries. 10. SxiLBospoRA Ceratospora DNtrs. Ad ramos siccos Oleae europeae in Sardinia septentrionali, prope Sassari aestate i835 Icci. Nudo oculo offert tubcrcula nullius determinatae figurae , minula , alra, in sicco valde iudurata, corticem ramulonim perforantia et super eum cminentia. Stroma mucosum. Sporidia primum stromati pcdiccllorum filifonnium ope affixa, oblonga vel clavata, obscure rudimenta septorum ostendentia, prorsus diapbana , decolora. Ad maluritatem pcrducla, libera omnino evadunl, oblonga, diametro trausverso longitudinali sub- tnplo breviorc, lenitcr curvata, plerumque triscptala, fuligineo-fuscenlia. E.K utraque extremitate obtusa emlttunt corniculum scliformem acutum, dmiulio sporidio aequalcm, qui utrinque invicemque arcuatim conver- gunt. Pedicelli sporidiorum persislentes stroma quo subiguntur floc- cosum facmnt. Sporidia junlora comiculorum vestigia baud ofl'erunt, horum evolutio septorum evoluLioncm pedctenus progreditur, et tantum 68 MICROMYCETES ITALICI sporidiis perfcclis absolvitur. Fila quae stroma floccosum reddunt, alia evidenter residua pediccllorum, alia reliquis longiora forte sporidia ste- rilitate percussa. 01) duritiein acervulorum, rami quibus innascitur scabra fiunt. Al) ouinihus speciebus buciisquc cognitis facile disiincta species , appendicibus corniformibus ([uibus sporidia terminantur. Explicatio iconis X. I. Fratimcnluin ramtili sislcii^ actTVulu sporidionim naturali ma^itudinc. 1. I'ragm. ramuli ipsiiis acirvula aliquot Iciile aucta cxliibcns. 3. Porlio stromatis mucoso-tluccosi , una cum sporidiis junioribus , pcdiccllu adhuc afllsis , atquc sporidiis inaturis , pcrfcctis ad augm. 700 diamctr. ,,l-ciii \\\ r.y fi c^ c^ a?> ^^r^'^ <^> ^=r^ % ; ■yk'-rtf/. -yi e/e/Ye ■ .^ t// '''crf^w i^i^x/. ■ - /<^ Dec. I IV V. VI VII. ^t>; SSf ^^ A. A._ €^ .f. * I '/>> ^ 1 7- 1 ' ■■ ■ V .'^ / . 1 ■\ il t-^-rcac/. iJ^A^— c^ie^^ K^.c^ 'S^t'MC ^dx.*/. t^/f^oe^ <> C^ui. iZsf^JhmAWpay 6'9. /f r //// ■ •// iH'^ / f ■ /<• /// / o>'e/io ' ' /ff.i./ , //f-a^ r • f/* /o ^ "j^---» 7''W/ 111 /'ti'r "' O t^oc I XirXft l/tT. :I;e. llujus loci est observatio , certe baud arguta , curiosa tamen , qua opiniones quorundam qui nimis laeviter putant unicuique speciei plan- taruni perfectiorum indiscriminalim suos competere mycetes facile con- fulanlur. Sphaeria umbrina, ut plurimum ulmorum corticem praediligii, nunc sciendum est , c[uod ciica banc nostram urbem , ubi ulmus jam ab annis fere innumeris frequenlissime colitur ad ambulacra exornanda, etsi diligenler el incessanter quaesitam lianc speciera mihi hucusque non contigit; dum Mcdiolani ubi ulmi rariores sunt, ibi e contra sphaeriam umbrinam passim copiosissimeque alunt. Haec species porro, ut jam dictum est, ad olearum truncos quoque provenit, turn cum ad caudices aineos, ex ipso Fries, quibus omnibus facile comprobatiu' quod evolutio mycctum non tantum a malrice pendet, sed a momentis cosmicis coni- pluribus baud facile dcterminaudis. Explicatio iconis II. I. Frogracnlum epidcrmidis , pluntam naturali ningnitudine et colore cxhibens. •1. Pciithecia aliquot valdc aucta varictatcs corundcui cxUibcutia , ostioli figuram. 3. Pcrithccia aliquot vcrticalitcr secta , lente valdc aucta. 4' Portiuncula nuclei ascigori ad augment. 4oo diamctr. 5. Portio ascoruni cum sporidiis ad augm. 700 diauictr. a. sporidia juniora , b. pcrlecta. 3. Sphaeria inqitilina Wallroth. Wallr. F1. crypt, germ. a. p. ■j'jg. n.° 37G2. Fries Elench. fung. 2. p. 100. n." 4^2. Sclcromyc. suec. u.° 402. Berkei.. Brit. Fung. p. 2^6. ACCTORE J. DE NOTARIS ^3 All caules hcrharum emortuarum in collibus projie Taurinum, au- tumnali lenijjore. Caules herbarum mox mortuanim qui ah hac sphaeria, valde minuta, aggiccliuntur, colorem induunt plus minusve fuscum, subinde per plagas tanlum oxicnsum, sub lactu valdc scabri fiunt ob osliola rigida promi- nenlia, etsi nudo oculo vix coiispicua sint non solum ob luinulicm vc-i-uin etiam ob colorem fuscum quem matrix adepta est. Perithecia solitaria, sine lege uUa per caules sparsa , lalentia , ligno omnino inimersa , per- Icnuia, fusco-cincrascentia , sphaeroidea sed paullulum dcprcssa, ostio- lala, in sicco , l)asi vcrticem veisus attracta , umbilicata, suis cellulis plerumque minora. Osliolum subcylindraceum peritheciis brevius, oblique ut plurimum erumpens, parte ejusdem liberaia subconoidea, transversim minute rugosa. Nucleus cinerasccns gelatinosus, ascis subclavalis constans. Sporidia oblonga obtusa, sporidiolis facta (forte imperfecta -vcl immalura). Paraphyses tenuissimac parum distinctae , tomcnli speciem ascos obval- lantis ferentes. Perithecia pro more magnitudine quidquam variant, ostlolaque plus minusve prominent, magis minusve obliqua observanlur. Saepe in ligno occuirunt foveolae ex ipsis peritheciis difTractis vel decussis exortae. Ob structuram perilheciorum, nuclei, osliolorum, positiorie immersa, e longinquo accedit sphaeriae eutypae, et ad oblcctas potiusquam cau- licolis referenda est. Planta nostra, characteribus omnibus primi ordinis congruit cum iis quae de hac specie scripserunt celeberrimi viri Wallroth et Frie9, nee non cum speciminibus collcctionis superius adductae. Fries vero dubitat de perilheciorum praesentia , eaque teuuissima (licit dinnmodo adsint, nucleumque atrum describit , quae omnia prima fronte repu- gnant cum iis quae de individuis nostris exposui. Obsei-vandum tamen est , quod in eodem subjecto ab hac specie aflecto, hujusraodi discrimina, vel transiliones, contraria haec nectentia, fere semper occununt, quod nucleus ater, ni fallor, ibi tantum invenitiu: ubi gelatiua jam evacuata est. Clariss. Berkeley denique censet hanc speciem varietatem esse Sphaeriae spiculosae, quam cum in arctio legisset ab hac distingucre non poluit. Revera symmetria partium inter has plantas , proportione excepLa , simillima est ; et ipsa sporidia sporidiolis rotundis facta , etiam in planta nostra, ut ex icone videre est, sententiam clarissimi Viri quam Serie II. Tom. III. it 74 MICROSryCETES ITAUCI masime roboranl. Generatim \ero sporidia sporidlolis facta, qnando agitur de sphaeriis aliisqiie plantis aflinibus characterem caute adliibendum |iracbcnt ; pcrsaepe cnim liacc spoiidiorum condilio, vcl ab aelale ju- niori pcndet, vcl lusu vilrorum augcntium quibus lUimur: sic sporidia quae sub augmento seplingentics diametruin simplicia iinilocularia, vcl bilocularia evaduul, siib augmento jninori sporidiolis manifeslissime facta adparent. Explicatio iconis III. 1. Fragmentum caulis facicm spccici cjhibcns. a. Fragmcntuni ejiisdem auctum dispobitioncm pcritlicciorura ofTi^rcns. 3. Pcritliccia aliquot valilc aucta : a. iicrillieciuni basi unibilicalum ; b. d. cadcm distcnia lucula iniplcQtia ; c, fovcolac vaciiac , ostiolo laincn pracscnti. 4. Porlio nuclei ascigcri cum parapliysibus ad augni. 400 diamelr. circitcr. 5. Ascus ad augm. 700 diamelr. cum sporidiis sporidiulis faclis. 4. Sphaeria grammodes DNtrs. Ad caules siccos artcmisiae vidgaris in agro Mediolanensi. Pcrtinet ad seclioncm pvaecedcnlis speciei. Punctiformis ; secus sliias caulium inleiTupta subseriata , sed nullo stromate, nullaque macula cincta. Pcrilliecia insculpta, lalitantia, discreta, rarissimc conligua, minula, nigresccnlia, late pyriformia, siccando le- viler a basi osliolum versus atlracta , subinde rupta ( ex hoc pars in- ferior foveolarum vacua ut in praercdeute) a latere quidquam compressa, sursum in ostiolum breve desinenlia. Osliolum minutum papillaeforme crumpens , vix supra epidcrmidera caulium eminens. Nucleus ex ascis subclavalis , coactis , conslans , gelatinam subgrumosam jiracseferens. Sporidia sublunulata apicibus obtusis , sporidiolis tribus quatuorve ro- tundis facta, Paraphyses milii baud visae. Fi'udificatione pcracla perilhecia constanter una cum ostiolis decutiuntur in hac specie, unde secus strias caulium creberrime observantur foveolae oblongae perilheeiorum niagni- tudine respondentes. Diu hacsi num hicce fungillus propiam speciem sisterct , num va- rietalis lege praeccdentis spccici adnumerandus esset, num deniquc cum Sphaeria lincari conjungendus; repctito vero examine, discrimina huno inter et analogas species optima adesse mihi persuasum habeo. A priori AUCTORE J. DE NOTARIS "5 cui sane valde acccdit morphosi j>raeserlim distingiutur ostiolis brevis- simis vix a perilliccio dislinctis , nuclei, spoiidiorumque siruclura, di- spositione deinum subseriata, maciilis subslromalicis nuUis : quae discri- miiia a malrice tanltim pendcre nequeiint. A Spliacria lincari Nees, porro milii nola e spcciminc a celeb. Montagke imperlilo , quammaxime re- cedit perillicciis discrctis, uec slromate exceptis, posilione eorundem oinniuo immcrsa nee emerso-innata. Explicatio iconis IV. z. Fragment, catilis artcmisiac cxUibens facicm spccici. 3. Ejusd, caiilis fragni. , Icntc auctum quod cxiiibet in a. ostiola aliquot c peritheciis subtus lalentibus, in i. fovcolae c pcrillicciorum lapsu cxortae, in c. fovcolac angustae qiialcs secus strias augustiorcs oatilium sacpc occurrunt. 3. Fragment, caulis ipsius c.xhibens peritbocia vcrticaliter sccta , vcl a latere visa , in a, poritbccia iiitcgra , in b. foveolac vacuae. 4' Peritbccia bina vorticill. secta , cum matrice , ad augm. lOO. diamctr. circit. 5. Poi'tio nuclei. 6. 7. Ascus ct tporidium ad augmentum 1000 circit. diametrum. Sphaeria hederae Sowerby. Fries Observat. mycol. i. p. i83. tab. 4- fig- 6. Syst. mycol. 2. p. 52 1. Scleromyc. suec. n.° 21. Berkel. Brit. fung. p. 2'y8. Ad folia emortua Hederae passim obvia , tolo anni teinpore. Epiphylla , epidermide substellalim rupla , supra folli superficiem protuberans, ostiolum vix dclrudcns. Pustulae punclo plerumque majores fuseescentes , per folll faciem spai'sae, plus minusve numerosae , sub lente riigulosae. Perithecia epidermide adnata tecta, depressa rel sub- conoidea basi prorsus plana, nucleo alljido farcta , vertice in ostiolum breve, pervlo, laciniis epidermidis obvallato, punctiformi, subinde fere obsolclo, producla. Nucleus constans ascis cylindraceo-oblongis, spori- diolis quatuor plerumcpae faetis, primum massam e cellulis cylindraceis subcoactis sislentibus, dein liberis. Quam plurimnm variat dimensione puslularum a puncto ad scminis papaveris magnltudinem et pauUo ultra, quod pendere videtur ab evo- lutione plus minusve perfecta. Osliola vix nisi in speciminibus magis evolulis optima inveniuntur. ^6 MICnOMYCETES ITALIC! Spectat ad spliaerias foliicolas, et forte ad Diplodias genus novum Friesianum impensis sphaeriarum complurium sporidiis bilocularibus , thecis haud receptis inslructis , in poslerum migrabit. Ab insequente specie, qua cum a niycologis quibusdam confundilur, nou laeviter dilfert nee difficuller distinguitur. Praeter quam quod Sph. hederae constanter ut plurimum epiplijUa est, pustulae quae super laciein Iblii plus minusvc protuberant, jam nudo oculo difTcrunt ab illis quiit! in facie inferiori folioruin hedcrac a Sphacria Cratci'ii gigiiuntur. In Sph. licderae epidermis tam arcle pcritheciis adliaeret ut dillicillime sejungi possit, in Sph. Cralerio e contra sponte, operculi fei'e ad instar, secedit ; adcst insuper discrimen maximum e slruclura ipsa sumcndum, quod ideam transitus unius species in alteram omniiio excludil. Explicalio iconis V. I. Fulium hedcrac planlara iiatiirali raai^nituil. cxhibcns. 3. Segment, folii pjilsdem pustulas aliquot auctas jirofcrons. 3. Sectio verticalis pei'ithocioruin ientc vaide unipliGcatuiuni. 4- I'ustulae binac valdc auctac ostiola cpidcrmidis laciuiis cincta ostcndcntcs. 5. Portio nuclei ad augm. 700 circ. diamctr. 6. Asci ad augm. 1000 diaiucti*. , a. asci incomplcti e sphacrulis minus perrccti:> desumpli, A. perfccti c pcritheciis magis cvolutis. G. Sphaeria Craterium DC. DC. Fl. franc. 2. p. 298. n." 804. Fries Scleromyc. succ. n.° ^58. Berkel. Brit. fung. p. 277. n.° 187. rhacidium Craterium MouG. et Nestl. Stirp. crypt. Voges-Rlien. n.° 986. In pagina inferiore foliorum Hederae helicis emortuorum, ubicumquc vulgatissima , toto anni tempore. In pagina inferiore foliorum Hederae sat crebro ol)servantur puncta iiigra valde enitenlia , per plagas tantum sparsa , \el integram folii paginam occupantia, quae sub iente simplici offerunt cupulas minulis- simas , elegantissimasquc , primum tectas , dein erumpentes , limbo epidermidis varie fissae cinctas , quandoque fragmento ejusdem scu- tiformi-teclas. Ascomata ( pcrithecia cnim hae cupulae dici nequeunt) AUCTOP.E J. DF, KOTARIS ^n parva , in sicco patellacformia , margine plus minusve incurvo , con- cava , lacinulis epidermidis connivcntibus tccla , Phacidioiclea , alibi omiiino nuda; madida , sive vcgela, lurgescciilia, convexa, sub seciioiie verticali excipulura nigrum hymcuio fuscescente subgclalino farctum piacbenlia. Ilymenium factum ascis cylindraceis basim \ersus attenuatis octosporis. Sporidiu subrolunda, ovatavc simplicia. Paraphyscs breves, paucae, crassiusiulae ascis immixLae. Dautur cupulae omnlno liberatae, llmbum nempe epldcrmoidalem ex integro excludentes; alibi in excmplaribus baud perfeclis, species Pha- cidii facicm induit, scdlaciniae slcUalim counivcntcs mere cpidermoidales. E.\ descriptione hie exarala turn cum ex prolala icoiie a me dili- gcnter delincata, clare patet huic fungillo plerosque charactemm sphae- riarum propiis dcesse. Revei'a defeclus prae omnibus perithecii citissime generis sjihaeriac idcam exdudlt. Pliacidiis quidcm acgrc subscribitur , etenim ut diclura est, laciniac quibus cupulae Legunlur ab epidcrmide tantum proveniuut. Circa banc rem confcxendum est clariss. Berkeley opus praestantissimum superius adductum sub Pliacidio lauri-cerasi (p. 292.); ibi enim acutissimus Vir asserit, Sphaeviae craterium et S. ilicis eandem ac Phacidio lauro-cerasi incsse sLructurara {have nearly the same structure) imo lacinias, quibus cupulae in sicco occultantur, mere epidermoidales considerat. (/ doubt Whether the laciniae do not arise entirely from the ruptur of the epidermis 1. c. ). Quomodocumque sit, planta nostra botanicis parum nota e genere Sphaeriarum et Phacidiorum reijcienda erit. Clariss. Duby (Bot. gall. 2. p. 710.) cum Sphaeria punctiformi ; Wallroth ( F1. ci-jpt. germ. 2. p. 772.) et INIerat ( F1. des envir. de Paris ed. 3. i. p. 246.) cum Sphaeria Ilederac coiijuuxerunt sed immei'iio. Explicatio iconis VI. I. FuliuiB lii'dorae si^tcDs pljiilain natunili iiia'^iiiUiditH*. 1. Srgnient. folii cjusdom cupulas aliquot vaWc auctas si:)l4-na : in a. ijualts in statu vegclo uccurrunt , rdiquac qualcs iji sicco. 3. Scctioncs verticalcs cupularuiu nounullarniii Icnlc auctaiuni. 4. Poi'tto hyniniii ad auijni, 4"" circ. diaiiictr. 5. Ascus ad augm. 700 circ. diaiuctr. ^8 MICROMYCETES n .VLICI PUOMA DECORTICAKS DNtRS. In epldcrmide fnictuum cucuibitarum jnitrcscentium, liyenie iSZg. Niulo oculo sislit puncla niimilissiina , e superficie interna cpicarpii transfluoulia , per plagas jiliis niinusvc lalas cxlensa , undo fruclus nia- culis cineraceis hinc inde varicgati, epicarpium deniqiie a mcsocarpLo sejungentia. Tubercula sphaeroidea , alcn'ima , dura , opaca , sub lente rugulosa , basi nicsocarpio insculpta, vertice superflcici internae cpi- carpii adnata , illmncpic constipanlia , eo in modo ut tolidem foveolae quot sunt tubeiTula in adversa pagina sivc superGcie externa conspi- ciantur. Substantia homogenea , sicca , nigra , sporidiis minutissimis spliaeric'is , diaphaiils farcta, asci nulli, ostiolum nullum. riurics fungillum istum analysi microscopica subjeci, sed nee ascorum vestigia nee ostioli mdimenta decernere potui. A Sphaeria cucurbitaeearum, malrice tantum analoga, ceteris ommissis, differt tuberculis hypleodeo- innatis, depressisque. Relatae Tcro ad fructificationem hujusce plantulae candidc profiteer, quod fonna , tenuitas , natura sporidiorum parum respondent ideis mihi acceptis evolutionis perfectae, et absolutae, quamvis de fungillo siuiplicioris fabricae agatur. Explicatio iconis VII. 1. Frngracntum cpicarpii fructus cucurl)itae communis plantam natural! magnitudinc lum a facie cum a lj;isi visam olicrens. 2. Epicarpii cjusdoui fro|;nunilum tubercula aliquot auclj cxliibcns , turn cum fuvcolas quae vcrlice ipsorura rcspondcut. 3. Individua aliquot v(>rtical. sccta. 4- Sporidia ad augra. 700 diamclr. CONIOMi'CETES. 8. TUBERCDLARIA ACERIS OpIZ. Opiz pi. siccat! e specim. a D. Bracht. .'Vd ramos acerinos in ambulacris circa urbcm vemali tempore, baud frequeas. AUCTORE J. DE NOTAniS 79 Elcgans, laelissime minialo-rubraj cpulcnniilcm ramorum quam enim- pendo fliiilil , lantlem tlcciuicns. Tubcrculiformis parva \ix niilliniclruin lata , iiicgularitcr per ramos sparsa , rarissiinc in speciminibus meis coiiflueiis. Stroma carnosiun , convcxiim , pallidt; roseiim , aml)itu spis- siore fere corlicaliim, cninslrato sporidiifero sul)hi'iiiis])hiiericum. Stratum sporidiifcrinn crassiusciiliim ccraccum e Ijlamciilis Icmiissimis, densissime slipatis, fastigialisque conflatum, sed sub siinplici lente homo^encum ut in plcrisquc hujusce generis sjjecicbus. Filimienta ramosa subilichotoma, sU'iela , A'aricvc flexa , continua , lenuia , diaphana apicibus pleruniquc olilasiusciilis. Super filamenla haec iiispcrsa sunt sporidia, plus minusve copiosa pro variis filis, simplicia , olilonga , diapliana, riusdcm ac fila- mentorum struclurac, filamentisque ipsos liaseos Icnuatae ope adnexa. Struclura intima liaec species a rcliquis tubcrculariis prima fronte reeedit, sed idenlica occurril in tubercularia miuori, quae ab hac acgre sejungitur. In hoc genere caute ad discrimina slructurae altendendum est, nam monenle mycnlogorum principi Friesio, pleracque tubcrculariae ul status abuormes vel priuiordlalcs myceliun noljiliorum lialjcndac sunt. Haec Tubei'cularia , si bypothesim hariolari mihi conccdilur , nil aliud csset quam aberratio vel forma Spliaeriae peregrinae cl. Moktagne, quam pluries et jam nunc legi ad ramos acerinos circa urbem. Plura adsunt momenta quae ojiinionem nieam probabilem reddunt et roljorant, pracceteris structura nuclei sphaeriae hie memoi'atae. Haec est ratio propter quam nomen a cl. Opiz huic fungillo impositum pro tempore reccpi , etsi specimina mea ab illis auctoris paullulum tuberculorum dispositione reccdant. Similitudinem quamdam cum Dacrjinyce caesio haec plauta oflert , consulto in hac decade admisso. Jam patet quanta adsit analogia Dacry- myces inter et Pezizas qiiasdam, ex quo ilerum jiossibilitas eruitur tran- situs Dacryniyces in Pezizas , ca lege , qua lidjerrulariae iioniiullae sphaerias iiichoant , vel a sphaeriis deflecleuiibus oriuutur. Explicatio iconis VHI. I. Fragmcnlum nimiili j'lanlaiii fxhlbcns nalurali macinitudine et colore, a. Tiiberculimi vcrticaliter sectiim «'l a lattTi- visum , Icnlis ope val'ic audi. 3. I'ortiuncula strati sporiiliifcri , filaincnlorum ramiQcatioucs ft sporidia csliibrns ad au<;iii. .'joo circ. dianiclr. So MICnOMYCETES ITALICI Pestalotia DNtrs. Sporidla pedicellata pliiriscptata, articulo supremo in selas divergcntes solulo, infero mulico, vel uni-bi-setoso , slroniala gclalinoso juncta, ex epidermulc erumpcntia , dcmum eflusa. Fungilli sub epidcrmidc ramorum cmortuorum nasccntes deinum li- berali; accrvula couvcca tuherculifonnia , in sicco depressa coUapsa, subpczizoidea , sporidiis atro-inquinanlibus. g. Pestalotia pezizoides DNtrs. Legi ad sarmenta Vilis -viniferae emortua ciica Mediolanura, autum- nali Icmpestate. Nudo oculo sisllt maculas ati'as nullius determinatae figurae , per ramos sparsa , confluentesve , quae lentis ope lustratae figuram fere pezizulae cujusdam vetuslale detritae aemulant ; si aqua humectantur cite in tuberculum convcxum gclalinosum reviviscunt; atqvie per rainos pedclentim elFusac , hos pictura nigra inqiiinant. Acervula nigra erum- pcntia epidermide tenuiter mai'ginata, diu persistentia , fere perennia. Stroma gelalinoso-fdamentosum. Filamenta ei'ecta, hinc sterilia obscure articulata , subfurcalim ramosa ; reliqua fertilia ramosa , vel simplicia , fontinua , superior! parte lurgesccntia subclavata, inde rudimentis dis- sepimentorum dislincla: tandem in sporidia perfecta pedicellata evoluta. Sporidia igitur primum stromate gelatinoso pedicelli ecrum longitudinem subaequantis ope aflixa , dein matura libera, toruloso-oblonga plerumque 5-septala, absque uUo limbo pellucido, olivaceo-fusca, articulo infei'iori, pedicello rupto, mutico obtuso, vel attenuato, vel in setas binas unci- natas producto , supremo conoideo in penicilium filorum sporidio ipso breviorum solulo. Fila haec continua, simplicia, vel furcata subtillima, divergentia , recurvaque numero 4-8 varia , diaphana longitudine inter se subaequalia. Fungillus spcctabilis inter Uredineas pulcherrimus , genus novum naturale ut mihi vidctur efficiens , nulli cognitorum referendum , etsi pluribus liujus familiae cognalus. Morpliosi sua sana singularis ens; stro- mate mucoso-gelalinoso , sporidiis pedicellatis , Gymnosporangio et AUCTORE J. DE NOTARIS . 8 1 Podisoni.ite acccdeiis; sporidiis iimUiscpt:ilis, (liscoulco-crumpciilihiis Pliragmidio et Corynco, Slilbosporisqiie, a]) omnibus vero facile dislinctus sporicliorum arliculo supremo penicillalo. Omisso etiam charactere prae- valeiiti, coUata cum generibus memoralis Pestalolia inomenlls alils pluribus differt. A Podisomate el Gymnosporangio, colore pedicellis spo- ridiis brevibus, slromate planiusculo, a Corynco et Pliragmidio slromate gelaliiioso , sporidiis demum effusis alro-inquinanlibus , a Slilbospora acervulis denudatis et sporidiis limbo pellucido dcslitulis. A geiiere Proslhemio cl. Kunze cui suadente cl. RIontagne referenda esset planta mca , satis superque differt perithecii defectu. Quousque igitur Conio- mycetes nobiliores , Stilbospora , Coryneum , Podisoma etc. tamquam propria genera salutabuntur, Pestalotiae quoque dignitatem generis au- tonomi numquam dcnegabitur. Dico Fortunato Pestalozza Medicinae Doctori, amico mihi carissimo, juveni perrari ingenii et animi dotibus praedito, Botanices amantissimo, et scicntissimo. Explicalio icouis IX. 1. Fragmcntum rami vitis exbibens plantam colore et niagnitudinc naturali. a. FragmcDtum cjusd. rami accrvula aliquot c sicco drsumpta, Iintcquc aucta exprimcns. 3. Fragmcntum aliud rami accrvula in statu vcgcto offcrens paritor lentc visa. 4. Accrvula aucta vcrlicalitcr sccta. 5. Portiuncula accrvuU stroma sporidiorumque dispositioDem exhibcns ad augm. 400 circ. diametr. 6. Sporidia plura ad augm. 700 diametr. 7. Morphos. sporidiorum ad augm. idem 6. sporidli rudimcntum a sporidium ad maturi- tatem acccdcns. 8. Fila stcrilia , Glis factilibus immixta , ad augm. idem. 10. Myiosporium paradoxum DNtrs. In foliis Hederae cmortuis prope Mediolanum vulgatissimum legi cum cl. Cesati autumno dclapsa (i83g). In pagina inferiore foliorum Ilederae observantur puncta vel pustulae minutae , pellucentes , coloris subcarnei , epidermidi fere concolores , absque vitro augente facile conspicuae , quae valdc prominent , quasi gultulae gummi cujusdam e folio erunipentes, convexae, conoideae, vel valdc attenuatae aut, nee raro, in cirrliura profluentcs, madore ingru- onte deliquescunt. Reccptaculum nullum, sedraassa sporacea muco coacta, Serie U. Tom. III. l 82 MICROMYCETES ITALICI subcirrhosc profluens , i'oveolas iu folio parum profundas gignens , siccitate iudurasceiis. Sporidia innumcra sub rotunda vel oblonga , dia- pliaiia, limbo pelliicido cincta, iiuda, saltern nuUo margine epidennidis riucla. Ratio qua sporidia prolruduutur me fugit; pi'obabile tamen est, quod e Ibraminulo in fuiido foveolarum praesenti, ut inihi visum est, orumpant, forte etiam acervula omuino uuda sunt. -Son deerit qui pei'spccla slructura siuipliciori hujusce fungilli, aber- ralionem polius alius speciei . 3. Acci-vula aliquot vcrticalitcr secta una cum fragment, mutricis a latere \Ws el leiite aucta. \, Acorvulum aliuJ ad angm. loo circ. diamctr. a latere visum. 5. Sporidia aliquot ad aiigm. 700 diamctr. '^rer/// ■ -^ r/r/^/e >/i.r/i '?«';'V/'/y> ^/a^^y ,^fj;!C<./^ e- -^Ui i" .r,^,. yh/Ji III j-ay.! VI Y J -^m r /*. \„f •«/-. Tfrrvr,/ l/i'. i/f/'/i' r A' ,/^^C'<:>/^,;»e' G(hc^j. ^-p^ex^ e. ^^. -i' j;„, '/hjn. 1 II y^^ Si _jr*r-t_,jri — r3-_-J^-""fe^ ^-*uJD ^ f vll'if '/O.^, K N <5^ UL^ ^. y V U 83 SOPRA LA MICROSCOPICA COMPOSIZIONE STROBILI DI ALCUNE CONIFERE MEMORIA DEL PROFESSORE PIETRO SAYI Leila nell' adananza del o febbraio 1839. W eUoccasione in cui faceva alcune osservazioni sulla provenienza di quella polvere scura, che circonda i pinoli, o carceruli del Pinus Pinea, vennemi falto di scuoprire , e negli strobili di questa specie , e in quelli di allre della medesima famiglia , una particolarita di struttiu-a non mai fino a qui notata, a parer mio assai interessante a conoscersi, e utile onde aumentare le cognizioni che possediamo sulla siruttura e modificazioni dei cosi detti organi elementari. Se si dividono con taglio die passi per I'asse li slrobili maturi del Pinus Pinea, Pinaster, Halepeiisis , Laricia, e Sjlvestris , si troveranno formati da un asse , o rachis piii o meno grosso, piu o raeno conico, o airusato , die sostiene una quanlita di squame situate in spira regolare intorno a lui , le quali annidano nella loro ascella superiore una coppia di carceruli per ciascheduna. L'asse , o i-achis resolta da due diversi tessuti , uno spongioso cen- trale , c pciuferialc , I'altro legnoso intermedio a questi due die ne S>.\ MEMORIA forma I'ossaliira ilandogli la solicUtu , e si coiilinua nella parte interna ilellc squauie, sulle (jiuili si cslcmlc ancora una porzione del tessuto S]>oiigioso periferiale. Una seniplice ienle di mediocre ingrandimcnio dimostra essere questa tessuto spongioso iiu ammasso di piccole cavita alhingate , irregolarmente contorte , e di grandezza presso a poco egualc, die souo separate I'une dall'altre medianlc sotlili moinbraiic diafaiie , c di im colore giallo suc- ciiio , clie in alcuiii liioghi e particolarmentc ncl tessuto periferiale al- I'asse , e in quello delle stpiame e piu intense per la presenza di qualche ]>orzionc di una sostanza parlicolare inorganica, clie si ritrova in altre parii delli slrol>ili dfUacceuiiatc specie di Pirius , la quale non tanto perche ho ragionc di credcrla sosianza particolare a questo genere, ma anche per averc un termine onde iudicarla , chiamero Pinina. II tessuto spongioso soltoposlo all' ingrandimento di 5o5 volte in diamelro , mostra di esser formato dal complesso di recipieiiti muniti ciasclieduno di membrana propria traforata da fori visibilissimi ineguali fia di loro tauto per figura, clie per grandezza, e privi di orliccio. L' inlcrno ]>oi di questi recipienti e vuoto, ed e quello clie coslituisce le cavita clie abbiamo dcilo esser visibili ancora con una seniplice lenie. I recipienti di cui facciamo parola sono nel Pinus Pinea , e nel Piiiastei- dei piu grandi fra quelli che I'organismo vegetabile suol pre- senlare ; assai niinori sono quelli del Pinus Halepensis , Laricia , e Sjlvestris. La slrutiura anatomica del tessuto legnoso clie forma I'altra parte del racliis, in nulla differisce da quella del legno di tutto il rimanenle delia pianta , strultura dclla quale , per essere siala inpetulamente de- scritta , non occorre clie io faccia parola (i). Trasportando adesso il nostro esame sui carceruli , rammenteremo che la loro ala , come il Richard asserisce , e formata dal Perigonio , (i) Si vcdano tali descriziori nolle segucnti Mcinorie , c Opere : Rccboiches sur I'organisjtion dcs tigcs des Cicadiies , par M. Adulphc Bbokgmart (Annalus de« Sciences Natnrollcs , pag. 389. T. 16. Sa^'i , Islittiziuni Bulanicbe , pag. 202. Analomie d'unc branchc de Pinus strobus , par M. Liwii (Annates des Sciences Naturellcs, (teconde seric , Tome cinquicme , p. 129. Quantuuquc non mi faccia mallevadorc deil' csattczza dcll'assenioni contcnute in qucst'ultiua Mcmoria. DEL PnOFF.SSORE PIEXnO SAVI 83 chc (Io]io avere involto quasi una mela tlcU'ovario cui e ancora saltlalo, giunlo clic c ])oco al ili sotto ilcl iiiaggior conlorno cli questo , I'abban- dona e si riflelte in uu leinbo irregolare del quale la parte antcx'iore, o estcrna , e assai p'lii estesa tlella posteriore o interna. Osseivanilo col Microscopio I'inliina stiutlura cli questo perigonio, si irova formato da recipicnli allungali , un poco contorti, con pareti trasparenti piuttosto grossc c sinuose. Nelle loro cavita e in ispecie in quelle dei recipient! prossirai al carcerulo, o al margine laterale interno dcU'ala si trova bene spesso ainmassata di quella sostanza che abbiamo chianiala Finina. La parele legnosa del carccruli trovasi con I'osservazione microsco- pica esser formata da un ammasso di piccoli recipient! allungati, roolto insieine stretti , chc hanno parete grossissima e piccola cavita. La loro grossa parete osservata in una sezione norm ale all'asse del recipientc, mostra dalle sottilissime strie concentriche, le qupli indicano che cotue nei vasi proprii dcH'Asclepiade, esse pareti sono formate dalla soprapposizione di yi'iu. membrane. Nella grossezza di questa parete vedonsi ancora dei sottili canalelli che la traforano mettendo in comunicazione la cavita dei recipient! con Testcrno. AUoraquando quest! recipient! s! presentano all'occhio con il loro asse norniale alia visuale , allora si vede che il loro diametro trasversale e un terzo , o un quarto del longitudinale , e che la loro superficie e tempestata da piccoli segn! circolari, chc sono !1 contomo de! foil, che terminano csternamente ! canaletli. Ancora nclla cavila di quest! recipient! si contiene della Pinina , la quale in maggior quantita trovasi in quell! del P. Pinaster. Alquanto differente dalla descritta e la struttura del pericarpio dei carceruli del P. Pinea. Egli ha una parte interna compatta di solidita legnosa, la quale e quella chc forma il duro guscio dei pinoli. Quindi e csternamente formato da un tessuto non molto grosso, molle , scuro , il quale prima chc !1 frutto sia perfettamente maluro e asciutto , si toglie facilmente laschiandolo con le unghie , e ancora piu facilmente quando e maluro e secco , bastando solo per cip la coiifri- cazione fra le dila , sollo la quale si distacca in forma d! polvere. Questo estcrno tessuto, osservato col Microscopic, comparisce formato 86 MEMORIA ila vescichetle di parete membranosa, e sottile, poco fra cU loro adcrenti, ripicne ila globuli di pinina insicme aimnassati. II medcsiiiio tessulo osservato col Microscopio , quando per essersi disscccato e facilmente liducibile in polvcre , si ti-ova composto quasi dai soli granuli di pinina, e Ic membrane the li involgevano appena pill si distingiiono, essendosi riliralc e maggiormente assolligliate , in grazia della disseccazione che ancor loro lianiio provalo. S' intende facilmente die la riduzione in polvere di qiiesto tessiito eslerno dipende dalla obliterazione , che Ic membrane dcUc vcscichette provaiio nel disscccarsi , ]ier la quale i granuli die contcnevano non avendo piu un legame comunc si disgregano sollo la piii piccola forza. In quanto poi alia struttura mici'oscopica del tessulo legnoso, o parte solida del pei'icarpio, ella e del tutto simile a quella che abbiamo descritto costituire il pericarpio deU'allre specie , e in particolare del P. Pinaster. Negli strobili dcll'^^jes Cedrus la strultui'a e alquanto diversa dalla (In qui accennata. Quel poslo che occnpa I'asse, il quale nell'.nltre e ripieno dal tessulo spongioso, qui ritrovasi formato da un tessuto rossastro molto compatto, che con un forte ingrandimento (di 5o6 volte in diametro) vedesi assai somigliante a quello del pericarpio del Pinus Pinea, e dell'altre specie soprair.entovalc. Rcsulta iiifatli da piccoli recipienti brevemente allungati di parele molto grossa perlugiata da numerosi fessi obliqui. Nella loro cavita che e sempre molto piccola trovasi bene spesso ammassata una sostanza che per quello che si vede ha tulti i caratteri della Pinina. La parte legnosa dell'asse e formata dalli stessi organi microscopici, che coslituiscono il rimanente del legno di questa, e dell'altre specie Conifere, ma per un caso d'eccezione a questa famiglia, o almeno sino a qui non notato , vi si trovano dei vasi reticolati , e dei vasi porosi , con pori fitti irregolarmente disposti, e privi di orliccio. Le cellule dei raggi midoUari di qucsto legno sono secondo il solilo in direzione trasversale; hanno parete grossa ti'asparente , e fatto assai singohire , conlengono bene spesso ancora esse della Pinina. \ ero legno come si trova nclle squame dcllc citate specie di Pinus , nelle squame della specie di cui trattiamo cioe AeW'j^bies Cedrus, non mi fu possiblle irovarccloj non avcndoci veduto i vasi porosi; trovai DEL PnOFESSOnE PIETHO SAVI 8'^ bensi il lessnlo chc nc occupa il posto, c che da loro la solitlila, esscr foi'iiiato da rccipicnli allungali , slrcltanieute xinili con grossa pai'ele pluritunicaLa , e caviti del tutto vuota. La parte eslerna dcUc squame c forinata dai medcsimi recipienli , ma pill moUemente uniti, c piu ainpli, i quali iiclla parte iiiferiore dl dclle squame, c in particolare presso la loro base si conlimiano ai di fuori del tessuto , venendo a formare dci filli e rigidi peli. Alia superficic di qucsli peli laddove corrispoiide ruuione dei reci- pienli die li cosliluiscono , si ritrovano delli ingrossameuti assai simili a quelli che si risconlrano sui vasi proprii corticali. II color giallo chc prescntano tulli i recipienti microscopici di quesle squame , scmbrami dovuto a mi poco di Pinina chc intonachi il loro interiio. Al momento di dover esporre i caralteri proprii alia sostanza che si e mcnzionata col nome di Pinina, crediamo di dovere aTverlire che qiiesti sono stall studiati su quella del Piniis Pinea, da poi che questa specie rolFre in molto maggiore quanlila di tutte Ic altre. Questa Pinina adunque e una polvere fma rossastro scura di un tatto ruvido, iusolubile ncU'acqua, della quale e piii pesante , e quasi insolu- bile nell'alcool, cui pero comunica una leggerissima sfumatura gialliccia. E infiammabile qualora si getti in nuToletta sopra una Gamma , pro- dueendo una vampa assai simile a quella che in tal caso produce la polvere del Licopodio , o della pece greca. Posta sui carboni accesi esala neU'istanie un buiro di fumo producendo un piccolo crepito, e facendo sentire un odore simile a quello delle pine riscaldate ; intanto si car- bonizza seuza fondersi, e scnza rigonfiare, e qiiindi a poco a poco brucia senza fiamma , e s' incenerisce. Osservala col Microscopic , non oil're iiidizio veruno d'organizzazione, vedesi pellucida, e la ti-aversa un I'aggio giallo rosso simile a quello che passa per i sottigliumi della pece greca. Questa Pinina c una sostanza che comparisce ncl tessuto delli stro- bili , in un' epoca prossima a quella della loro raaturazione, non aven- done potiito trovare alcuna traccia nelli strobili ancora acerbi, e se- gnalamente in quelli del P. Pinea , e Pinaster di soli otto mesi di vegetazionc. La situazione della Pinina nellorganismo della pianta, ed i suoi ca- ratleri , chiarainente la denotano per una secrezione , e a parer nostro deve tenersi per una secrezione escrementizia , poiihe per quanto non 88 MEMORIA. sia versata sponlancamente fuori clella pianta, separata che I'e non resla pill riassorbita , ma dimora iiuilile iicl Icssuto del sincarpo slrobilo , I'ome lo pi'ova il ilisscccanicnlo di qucsto chc succede poco dopo al momento della sua niaggior scparazione , e alia maturazioue dei frutti. Considerata la Piiiina come una secrczione escrcmcnlizia, non pos- siaino aci-ordarle veruna azionc direlta cd immediata nclla vegctazione delli strobill ove trovasi , e solo in accordo con le idee adesso accolte in Fisiologia possiamo credere chc la sua scparazione sia neccssaria onde soUrarre dai sughi dcstiiiati al nutrimenlo dei semi , quci principii clie la coinpongono , la presenza dei cjuali forse sarcbbc nociva all' azionc uutriliva di delli sughi. Possiamo ancora accordare alia Piniua un'altra parte nell' economia della natura , secondaria e vero , ma pure utile, quella cioe di preser- vare con la sua presenza i semi , al pericarpio dei quali forma iin in- voglio , dall' azione nociva dell' umidita , e dalle improvvise variazioni della temperatura. II chiarissimo Professore Giuseppe Branchi, riehiesto da me, in- traprese varii sperimenli sopra questa soslanza , e dai risultamenti da esse lui oltenuli pare avei'e la medcsima una stretla analogia coi ma- teriali immediati vegetabili, comuni alle piante resinose: tulti poi i rea- genli , de' quali cgli si servi per caratterizzare la sostanza suddetta , dimostrano che essa non puo essere altrimente riguardata che come una materia gommo-resinosa. Li strobili deW^bies excelsa (Pmiis Jbies Linn.) offrono nella strut- tiu"a e disposizione dei loro organi microscopici qualche difTerenza con quelli delle specie liuo a qui mentovate , e mollo maggioi'C e questa dilFereuza per la natura della secrezione che contengono. La parte spongiosa dell' asse organico di questi strobili dell' Abies excelsa non occupa tutta la cavita limitata dalla parte legnosa del me- desimo , poiche per il litiramento di quella vi sono rimaste alcune la- cune accidenlali. Ella e formata da recipient! dei quali la parete e grossa , e la ca- vita sarebbe ass.ii .spaziosa senza ravvicinamento che hanno provalo Ic pareti fra di loro in conscgucnza dell'avvertito ritiramento. Dette pareti sono traforate da canaletti che le traversano da parte a parte, e spesso in tal modo disposti che restremita del canalello di un recipienle ab- bocca con I'cstremita di un altro canaletto appartenente alia parete di DEL PnOFESSORE PIETHO SAVI 8c) iin recipiente conliguo, stnilUira gia osservala nelle Conifere dal signer Amici, e die aiicora in allie specie lU questa famiglia ho avuto occa- sione di riscontrare. La struttura microscopica del Icgno dell'asse, e analoga a fjuella di tutto I'altro Icgno delle Conifere. La supcrficie delle scjuamc da ambo le pnginc e formala da una cuticola di una tessitura molto compalla , munita di varii stomi ; f|uesta involge trc difTerenti tessuli. Uno di solidita Icgnosa, bianco clie c in continuazione con il leguo dell'asse. L'altro rossastro di solidita parimente legnosa die trovasi al di solto del precedenle , e die assai piu di quello nella squama si cslende. II terzo infine die e immediatamente sottoposto alia cuticola unisce quesla con gli altri tessuti. Ha due dilFerenti aspetti : e spongioso e tenace laddove corrispondc all'apice della squama, e fragile e gvanelioso presso alia base. Osservando col Microscopio tuttc e tre queste parti si trova Che la parte moUe , e fragile del terzo tessuto resulta da un am- uiasso di recipienti poliedrici molto stretti fra loro , privi di meati , e vipieni di una sostanza , la quale nei sottigliumi comparisce gialla , e che da il colore al tessuto , mentre die la parte spongiosa e formata da recipienti \uoti di parele piu grossa dei preindicati. Che la parte bianca di solidita legnosa e formata da soli clostri , o cellule allungale , di parete molto grossa e senza alcun foro. Che la parte rossastra di solidita legnosa e formata da vasi di parele grossissima , pluritunicata , Iraforata da sollili canalelti die meltono in comunicazione con I'esterno la loro interiore cavita , il diametro della quale in confronto con la grossezza delle pareti e notabilmente piccolo. Entro questi vasi si trova depositata della sostanza rossastra , analoga a quella gia rammentata , e pare che da questa dipeiida il color ros- sastro del tessuto. La sostanza che rlempie i recipienti della parte piu esterna e infe- riore delle squame , e die si trova entro i vasi porosi , sembraci una secrezione escrcraentizia , che occupi nelli strobili dell' Abies excelsa il niedesimo posto che la Pinina nelle sopramentovate specie , quan- tunque da quella ne dilTerisca per la sua natura chimica. In frttti e questa sostanza fusibile al fuoco , solubile nell' acqua , Serie il Tom. IIL m 90 MEMORIA duttlle fra i denli , e saporosa , lasciamlo in bocca dopo di averla ma- sticata , un sapore decisainenle stitico. Qiieslc pochc delle sue propricta die abbiamo polulo in un primo csame rilevare , ci persuadono che la sua nalura cliimica e di assai dilliTcnle da quclla della Piiiina. Non avcndo iiej>pui'c di essa trovato fatla inenzionc in aicuno di cjuelli Aulori che ho polulo consuUai-e, cd il lempo essendo mancalo perclie la gcnlilezza del dolto Chimico die ini favorl le nolizie sulla Pinina ce ue jtorgesse ancora a riguardo di questa , non possiamo di cssa dir nulla di piii. Won manchercrao pcro in quesl'occaslone d' invitare gli sludiosi della chimica vegetabile , a far soggello delle loro ricerdie la composizione di questa sostanza, onde dileguare I'oscurila che tuttora la circonda. Se adesso die si o reso conlo della slrultura dei recipienli niicro- scopici che couleugono la Pinina, e di quelli che nello slrobilo dell'^- bies excelsa allra sostanza accolgono , vogliamo riporlarli a quelli che la scienza AtW Organografia microscopica ha gia conosciuli e nominali , ci troverenio non poco imbarazzati. Essendo prezzo deU'opera il fare tal ricerca, prima d' intraprendcrla noleremo che nelli slrobili delle Conifere, i recipienli niicroscopici slu- diali ofl'rono nella conlinuita delle loro pareti una ben dislinta diffe- renza, essendovene di quelli a parete inliera, e allri a parete forata. I recipienli che costituiscono I'ala dei carceruli di tulle le menlovale specie, quelli che nelle squanie deW^dies excelsa conlengono la sostanza rosso-giallaslra, e quelli che cosliluiscono il lessuto delle squame sin- carpiche AeW Abies Ceclrus , hanuo parele che in molti e grossa , e in luili e priva di fori, e con lali caralleri sono di indole secemenle, quale e manifeslala dal sugo proprio che bene spesso offrono annidalo iiel loro interno. Gli allri che cosliluiscono il lessuto sjiongioso nelli sh'obili dei Pinus, e che si Irovano nella sostanza del pericarpio, hanno parele piii o meuo grossa, costanlemenle traforala da fori piu o meno anapli, e indole se- cernenle egualniente indicala dal sugo proprio che conlengono. Per i priini vemna grave ragione si oppone al considerarli come vasi proprii. La siluazione, la struttura e la indole degli allri imbarazzano assai per definlrli. In falti non possiamo riporlarli alle cellule , come la loro situazione, DEL PnOFESSORR PIF.TRO SAVI 9 1 ilimensione e figiira a prima vista 1' iiidiclierebbcro , perchc 1' inilole loro secernente, e i fori da ciii sono perlugiate le pareli, lo impediscono. Egualmentc 1' indole secerncnie , la siluazione e in ollre la poca diflercnza chc passa fra il loro diainetio longiludinale c il Irasversale si oppongono a tencrii per vasi. Ai vasi proprii cerlamenle dovrebbero riportarsi , e per la loro funzioiie, e per la struttura della loro parete , s<^ la siluazione nella pianta nou il vietasse. Pertanlo dalla esitazione in cui tali considerazloni ci pongono, onde riportare ad alcuna delie gia note specie di organi microscopici vege- tabili quelli di cui Irattiamo, ci loglie la considei-azione che la loro funzione nella vita dcUa pianta basta onde caratterizzarne I'indole , e che quella essendo secernenle sostanza propria escrcmentizia devono essere tali recipienli considerati come vasi secernenti , o vasi proprii escreraentizii. II costituire poi essi in lotalita la sostanza del pericarpio , il I'itro- varsl talvolta nel posto dclla niidolla, per quanto sieno singolarita non mai fino ad ora riscontrate nei vasi proprii, e che percio possano ostare al farli considerare come tali , di fronte al loro decisivo caratteie , of- ferto dalla funzione che eseguiscono, sono obiezioni di verun conto, e che dimostrano anzi come i vasi proprii possano in alcuni casi trovarsi cola dove abitualmente in totalitu non si trovano quasi altro che cellule. Questi sono adunque vasi proprii , e vasi proprii porosi , della qual varieta di vasi proprii , gia era slala fatta menzione dal Professore G. B. Amici , in una lettera diretla al Professore Gactano Savi , e il medesimo in una nota, a pag. 198 delle sue Islituzioni Bolaniche , ci ri porta come segue il pezzo della lettera concernente tale rilrovamento. « Ho scoperto » scrive il Professore Amci nel libro delle Thuje « dei « vasi porosi che portano un siicco denso ed opaco, vasi chc hanno una » disposizione simile ai vasi del Icgno, ma con i poi-i diversi, giacche » i pori del libro non sono circondati dall'areola circolarc n per alcuni cercine 0 orliccio « come i pori dei vasi Icgnosi , o almeno non vi e » visibile , e si prescntano come aperture quasi reltilinee frequenli cd n oblique in varie maniere all'andamcnto del vaso ». Quantunque il sullodato Professore non qualifichi questi vasi del libro come vasi proprii, adesso in grazia delle osservazioni del chiaris- simo Professore Mirbel, c i vasi del libro di quella specie di Thuja e 02 MEMOniA DEL PROF. PIETRO SAVI i vasi di tutli gli altri libii devono reputarsi come vasi proprii. Opinione nel uostro caso conval'ulala dalla qualitu di sugo che i sunnotali vasi del libro della Thuja, a delto dcllo stesso sig. Profcssore Amici, coii- tenevano. Provala la qualila di vasi propvii escremenlizli per tutti i recipieiUi che nelli strobili delle indicate specie di Pinus e di Jbies contcngono Pinina, o alli'a sostanza, farcmo avverlire come essi contengano sempre la materia escrementizia separata ; il che e un fatto che sembraci al- loiili»narsi dal consueto, essendo ordinariamente le materie escrele gel- late al di fuori dei tcssuli dcUa pianla in ragione che si formano. Tal fatto pero qui trova spicgazionc, alloraquando si riflelta che e inutile per la vita di un individuo la deiczlonc di un cscremeuto , quando Tor- gano ove rescretncnto si e formato , muore, e cessa cosl di far parte, e di essere in relazione con 1' individuo vivente. E ancora degno di considerazione il cambiamento che provano le ■ cellule delli strobili di otto mesi in ragione che quesli si approssimano alia niaturila; per il qual cambiamento essi convertonsi in vasi proprii ora poi'osi ora a parele intiera. lo non ho dali suflicicnti per decidere se tal cambiamenlo accade nellfr.cellule stesse che esistono ncUi strobili di otto mesi , o se quesle si distruggono per dar poslo ai vasi proprii in ragione che si sviluppano, ma qiiello che posso asserire si e che un ammasso di puro tessulo cel- lularc a cellule di parete intiera si converte in un ammasso di vasi proprii a parete forata, ammasso che tanto conserva della somiglianza col tessuto ccllulare, da fame ben supporre 1' immediala provenienza da questo. Tale asserzione si fonda sul confronto del tessuto deU'interno del- I'asse oi'ganico di uuo strobilo di Pinus maturo , con la stessa parte ill uno strobilo di otto mesi appartenente alia stessa specie. Una tal metamorfosi a parer mio, e un'altra riprova fra quelle tante Cno a qui rilevale dalle ossei'vazioni sugli organi composti, che nell'or- ganismo vegetabile possono gli organi cambiarsi di uno in un altro a se- couda dei bisogni della vita. Ed c pure un fatto che deve renderci molto diflidenti riguardo al- I'esattczza che possiamo altribuire alle definizioni degU oi-gani vivenli vegetabiii, da poi die con tanta facilita ncl corso della loro vita cam- liiano e di struttura e di funzioni. 93 SAGGIO ORITTOGRAFICO SULLA CLASSE DEI GASTEROPODI FOSSILI TERRENI TERZIARII DEL PIEMONTE LLIGt BELL\RDI E CIOANM MICltELOTTI • H Letlii nell adiinanza delli 19 gennaio I8<0. Oe lo studio dei corpi organicl seppelliti nelle viscere della terra e quasi giunto all'apice nelle circonvicine con trade, egli non e del lulto negletto nel nostro paese , il quale, sebbcne non present! aH'occhio del geologo tutte le varie fonnazioni del Globo, ma solo quasi la tcrziaria, racchiude cio nulla di meno tesori paleontologici, di cui ricchi sono si i nostri Colli Subappennini, che il CoUe di Superga, sotto il qual nome coinprendiamo il secondo periodo di detta fonnazione. Animali da questi due fini , quello cioe di far conoscere le cose patric , e di contribuire in qualche modo coUe noslre deboli ossenrazioni al progredimento della scienza, osammo presentare a questa Reale Ac- cadcmia le descrizioni di varii fosslli , die ci parvcro oirrire qualche g4 SAGGIO OniTTOGnAFlCO iiiteresse, si per esser gran parte di essi nuovi per la scienza , eil iiie- tliti, SI per esser gli allri acceunali solo come fossili cli alU'i tcrreni , si eziandio per essere qualcuni un po' confusamente descritli tla allri AiUori. Cercammo ili rettificare per quanto fosse in noi le sinonimie, c (li Hare alle specie nuovc quelle clescrizioni , die meglio poteano esprimerne i caratleri, senza escliulerne pero le varicta. La maggior parte tlelle specie iuedite di questo nosti'O Saggio, sebben determinate dal chiarissimo Professore Bonelli gia da gran tempo , erano ancora sconosc-iute alia scienza ; i soli Picmontcsi , e gli stranieri , che visilarono questo Musco conoscevano i hnori del nostro Professore, die per sfortuna della scienza manco al mondo letterario , senza aver fatte di pubblica ragione Ic sue osservazioni palcontologiche. Egli e certo un incarico un po' diflicile ad cscguire quello d' interprctare le osservazioni di un tanio scienziato nd descrivere le sue nuove specie, ma per riu- scirvi vi abbiamo adoperato ogni nostro sfoizo , ed ogni nostro studio. ■V DI L. EErXARDI E C. MICHEI.OTTI gS GENERE PLEUROTOMA Lam. I. PL. CHINENSIS Bon. tav. T. fi". i O' Pl. Testa tuvrita , fusiformi , trcm sversim sulcata ; filo intermedio ; an- fractibus superne conca^'is; sutura marginala j cauJa elongata, recta; rima profundi ssima. Mahiis. III. fig. 1827-18J8. Ll.sTEH tab. yi5. f. 8. Bo». CoUcz. del Musco N.° 2GG8. MicMELOTTi , Noucs Jaliiliucli voH Lcoiiliard ct Bronn fiir i838. pag. 3f)8. Abita fossile tlcl Golle di Torino al Tcrmo-fouva. Villa Fnisaiio, rare. CuUezioni Bellardi c IMxuelotti, Conchiglia lorricolata, molto allungata, ti'ansversalmente solcata; gli anfratti superiori sono altraversali iiiferiormente da cjiialti'o strie molto elevate , nel mezzo delle quali scorgesene un'altra piccolissima, die di- vide in due il solco derivante dalle strie elevate; lulti poi i giri della spira sono canalicolati superiormente, e convessi nella parte inferiore: la superficie concava (cioe la superiore) e quasi liscia , senonche vi si scorgono piccolissimc strie longitudinali sinuose, che sono I'cfletto del- raccresclmento della conchiglia : trovasi in quesla concavita 1' intaglio , caraltere gencinco delle Pleurotome; esso e molto profondo assai dilatato: la sutura e marginata ; I'apertura molto allungata , nn po' compressa lateralmente ; I'ultimo giro compreso il canale Ibrma quasi la mcta della conchiglia ; le strie transversali si prolungano neU'ultimo anfratto col- Tordine stcsso che negli altri sino alia sommita del canale , il quale e molto allungato , retlo. Questa specie, che e forse una delle piii intercssanti di questo ge- nere ha lulto I'aspctto, e la forma generate del fusi, coi quali facilmenie si potrebbe confondere scnza il profondissimo, e largo intaglio al labbro destro ; nella spira pero queslo fossile ha molla rclazione coUe Tui-ri- telle a cagione della convessila dei giri , e dei solchi transversali. g6 SAGGIO OniTTOGIUFICO 11. PL. CIRCULATA Bon. tav. I. fig. 7. Pl. Testa tuiTita, transversim profunde sulcata } anfractibus contiguis, planulatis; cauda elongata, recta. BoK. CoUez. del Musco N.o 35o4. Abita fossile del Colle di Torino al Termo-foiirh , rarissimo. CoUczioni Bellardi c Miciielotti. Concliiglia torricolata, composta di nove, o died giri di spira Inlti appialliti , divisi in tre parti da due solclii profondi. Gli anfratti sono tutti cosi contigui , die facilissimamenle si confondono , e non si pos- sono cnmncrare senza una particolare attenzione ; I'liltimo e compresso alia base, die e striata li'ansversalmente : le cosle ti-ansversall provenienti dai solchi nei primi anfratti sono granulose , del tutto appialtite nei susscguenti: I'apertura e ovale; 1' intaglio trovasi nei solco piii vicino alia sutura , molto ristrelto ; il canale e retto , ed allungato. La forma generate di qucsta concliiglia e tutt'affatto singolare ; gli anfratti sono cosi ravvicinati e confusi, che non paiono die un solo, la cui superCcie sia piana , sulla quale siensi fatte varie scanalature spiral! mollo piofonde, regolari; non sapremmo a quale delle specie deseritte questo fossile possa ravvicinarsi. III. PL. ROTULATA Bon. tav. I. fig. 10. Pi.. Testa turrita , elongata, transversim Jinissime granulosa- striata ; anfractibus carinatis ; carina papillis minimis, binis coronata; sutura marginata i ultimo anfracta ad basim compressiusculo ; apertura sub- quadrata , injerius angulosa ; cauda elongata , recta. Bos. Collcz. del Musco N.° 2669. Abita fossile di Sant'Agata presso Tortona. CoUczioni Bbllardi l Miciielotti. Concliiglia torricolata, ornata di un grandissimo numero di strie trans- Tersali finissime leggermcnte granulose ; gli anfratti in numero di 12 sono oarinati: la carena e alrpanto acuta, e li divide in due parti, di cui la superiorc c concava quasi liscia piii breve dcll'inferiore, che e DI L. BELLAIIDI E C. MICHF.LOTTI Q-J ffuasi aj)piattila ; la carena e quasi tubcrcolaUi iiei primi aiifratli, pa- piliosa negli ullimi ; le papille sono piccolissime , molto lavvicinate, si- nuosc, oblique; la sulura e marginata poco profonda; I'ultimo giro della spira c compiesso alia base, dal clic no risulta uno schiacciamento nell'a- pertura, chc le da uua forma quadrangolare: la columella e callosa : il canale allungato, retto. Queslo fossilc si vawieina alquanto al 31. Rotatus Broc. Ma se nc distingue sia per le strie transversali , clie nclla Rotulata sono fmissime, appcna seiisibili , nclla Rolata sono distinlissimc, mollo elevate; sia perclie la superficie della Rotuta offre delle strie longitudinali, clie non si scorgono in questa specie. Gli anfratti in egual numero nelle due specie sono separali nclla Rotata in due parti eguali da una carena mollo acuta; nclla Rotulata la parte superiore e piii breve che I'inferiore, come ;d)ijianio visto nella dcscrizione, c pare che un giro s'incastri nel- I'altro ; havvi parimenti qualche dUlerenza nei tubercoli della carena i (juali sono quasi spinosi nclla specie del Bnoccni, papillosi soltanto in quella del Bonei.li. IV. PL. SISMONDAE Bell, et Michel, tav. I. fig. 16-17. Pl. Testa elongata , fusifoTmi, trunsversim striata; aufvactibus siiperne coiicas'is , itijerne convcxis , supremis lues'iter tubercidoso-spinosis ; sutura 3 Uneis granulosis, moniliformibus cincta ; aperlura mb- ovata ; Cauda elongalissima , recta. Pl. Granulosa Bon. CoUcz. del Musco N.o a666. Abita fossile di Sant'Agata presso Torlona. Collezioni Bellardi c Micuelotii. Conchiglia allungata, fusiforme, striata transversalmente ; gli anfratti sono superiormente concavi , inferiormente convessi : i g primi giri di spira sono leggenncnte tuberculosi ; queste protuberanze sono spinose nci giri superiori, quasi obliteiate nei seguenti, sinche spariscono alTatto neU'antipenultimo giro^sul quale non iscorgesi traccia veruna di tubercolo. II principale carattere di questa specie consiste in 3 ordini di strie granulosa moniliformi , i tpiali accompagnano regolarinente la sutura. L' intaglio trovasi subito dopo le strie transversali granulose in un solco molto profondo. Serie II. To.M. III. ' N g8 SAGCIO OniTTOGRAFICO Le stric Iransvcrsall si jnolungano intei'namente sul labbro colu- mellare: il canale e vetlo, allungato, striato come ncl Pleurotoma Clii- ncrise Boy. : questa specie e sempre cU due tei'zi piu piccola della inedesima. II Plcwotoma Sismondac ricliiama alia memorla la forma del PI. Chinense giacche le strie transvcrsali sotio disposte neU'ordine istesso, gli anfralti del pari concavi sujieriormente , inferiormente rolondati; la spira ed il ranale parimenti allungati. Essa e forse una delle piu ri- inarchevoli specie ; quei 3 ordini di slrie granulose la caratterizzaiio cosi bene , die uon puossi assolulamentc confondcre colic gia descrilte. Nou possiamo ritenere il nome impostole dal sig. Bonelli, cui dobbianio la conoscenza di questa specie : lui' altra vivenle essendo stata descritta nel Proceedings of the Zoological Societj of London an. i833 part. i. pagina 189 dal sig. Sowerby collo stesso nome. Dedichiamo quesla specie al sig. Angelo Sismonda Profcssore di Mi- neralogia, cui la scienza e debilrice di varii laTori si geologici, che nii- neralogici, in attestato di sinccra riconoscenza pei gentili modi con cui ci auimo , ed incoraggio uei nostri studii. V. PL. SCALARIS Bell, et Michel, tav. I. fig. 5. Pl. Testa elongato-turrita ; arifractibus carinatis , superius subplanis , 4-5 striatis , inferius paulllsper convexis , stria elevatiori cinctis ; carina papillosa; ultimo anfractu transversim 3 costulato; basi striata; Cauda recta , elongata ; columella callosa. Abita fossile raro del CoUe di Torino al Termo-fonra. Collczioni BcLLinDi c Michelotti. Concliiglia molto allungata , scalariforme , composta di 9-10 giri di Spira, i quali sono divisi in due parti da una carena, il cui angolo olluso e quasi uguale a quelle fatto alia sutura dall' incontro dei due anfratti , essa e papillosa ; le papille sono piccolissime eguali a quelle del PI. Rotulata; la parte superiore e quasi appiattita attraversata da varie strie sottilissime, quelle pero pii\ ravvicinate alia sutura alquanto piii elevate; la parte inferiore e un po' convessa : essa e separata in due da una stria DI L. BELLARDI E G. MICIIELOTTI QQ transversalc the pare un piccolo cordoncino ; gli spazii compresi tra I'indicato cordoncino, la sulura, e la carena sono leggermente concavi; tutta poi la supcificie di qucsta specie osservala con occhio armalo di Icnle ofiie una ieggerissima reticolazione formala da stiie longltudinali ininulissiinc sinuosc, clie allraversano le Ivansversali. L'ultimo giro della spira ha 3 o 4 piccole coste transversali nelia parte infcriore; fra queste coste osservasi una stria del lerzo appcna delie medesijne , sia poi le une chc Ic allre diniinuiscono in volume inscnsibilmente ravvicinandosi alia base, dove trovansi in maggior numero. II canale e retto,ed allungato. Molte sono le specie gia descrilte a cui si rawicini questa , di cui trattiamo. 11 PL Rotata e Monile Broc. sono forse le specie che vi ab- biano inaggiori rapporti. Essa e dislinta dalla prima in quanto che la cai'ena vi e molto meno acuta : ornata di tubercoli spinosi iiel Rotata , di piccole papille appena sensibili nella nostra. Distinguesi altresi dalla medesima perche la parte infcriore degii anfratti e molto piu estcsa, c quasi maggiore della supe- riore , mcntre nella Rotata c quasi nulla ; molto coucava, e sviluppata la supcriore della medesima. II PI. Rotata ha altresi a cagione deil'acu- lezza della carena, che e inferiormente molto ravvicinata alia sutura una forma quasi infoiidibullforme. Non molto lontana essa e pure dal PL Rotulata: la superficie quasi retta della parte superiore degli anfratti, la stria piii elevata in forma di cordone nell' infcriore, le 3 o 4 coste transversali vicine alia base, che raancano per intiero alia Rotulata , la sutura molto profonda , che le da quella forma quasi scalare, sono i cai'atteri principali, che distin- guono queste due specie. Osservando un gran numero d'individui di varie locallta del Murex Cataphractus Broc. tiovasi pure un po' di relazione collo Scalaris, da cui pero se ne distingue pel canale, che e brevissimo, curvato all'in- dietro nel Cataphractus, e per la superficie,^che e tutta granulosa nella medesima. 100 SAGGIO OniTTOGRAFICO VI. PL. FUSOIDEA Bon. tav. I. fig. 6. Pi.. Testa turvita, Jusoidea, sublaevi , solidiuscula , iiilida , Iransvei'sim obsolete striata ; striis minimis, irregularibus , impressis ; arifractibus subcarinatis ; costis lougitudincdibus 8 in carina nodosis , supcrius subnullis , inferius elongatis , obliquis, obliieratis ; sutiira indistincta ; apertura avail ; cauda elongata . paullisper recurva. Bos. Collcz. del Miisoo N." 35oo. MicnELpTTi , Ncucs Jabrhuch Ton LconUard et Bronn fiir i838. pag. 3yG. Abitii fossile di Sant'Agatii presso Toi'toiia, Castclnuovo, Colic di Torino. Collczioni Beliardi c Micbelotti. ■* Senza osservare allcnlamentc quesla conchiglia puossi facilmenle i-retlere una varietd del Murex Dimidiatus Bnoc; ma diclro un brevo esame si conosce di leggeri, clie esse ha del caratteri solidi, coslanli, c .sufiicienli per separamela , e constiluirc una specie disliula. Le stric transversali minulissimc, e frequenlissinie iicUa Dimidiata ; la carcua molto piu acuta dcUa medesima; le cosle longiludinali Ae\ Fusoidea, le nodo- sita dclla carena in minor numcro e piu elevate della stessa ; il numero dcgli anfralli maggiore iiella jirima; il canale infiiie jiiii breve un jio' rurvato verso il lato sinistro sono Ic principal! diil'erenze di questi due fossili. VII. PL. SPIN U LOS A BoN. lav. I. fig. 9. Pi,. Testa paivula , Jiisiformi , elongatiuscula; anfractibus trans<.'ersim Jinissime striafis , cnrinatis , injerne plicatis ; carina sinuoso-spinosa; apertura angulata; columella contorla; cauda breviuscula , recurva. BoK. CoUcj. del Museo N .° 2656. Abita fossile d'Asti, Valle d'Andona, Montafia, Bultiera. ColleziuDi Bellaudi c Michelotti. Conchiglia un poco aliungata proporzionatamentc alia sua grossezza, che non oltrepassa mai le dicci llnee, cssa e Icggermeiilc striata, carinata , la carena e molto acuta ornata di pircole costc longiludinali spiiiose, che paiono pizzicato , sinuose, molto acute. Questa specie si ra^'vicina ai giovani indiviihii del Murcx Diwidiatilf Bnoc. DI I,. DEIXARDI E C. MICHEI.OTTI 1 01 VIII. PL. BROCCIIII Bon. lav. I. fig. \. Pl. Tcsla liirr'ita , longUiidbialiter obsolete nodosa ; anfi'actibus shut bi- /HtrlUis , ulraquc parte convcxis , superius sublacA'ibus , inferUis Ifimsi'ersini Jinissinie slriatis , conliguis; cauda brevissima, truucata, dilalata. Bo:<. Cull.:?,, del Museo N." afitj. Aliita fossilc d'Asti, Buttieia, Montafia, Castelnuovo, Villa- vernia , Valle il'Andona, Scltimc, Baklichieri. Collezionc Brlladdi c Michelotti. Ill qucsta specie gli aufralti sono separali da un solco traiisversale mollo dilatato; la parte superiore dc'giii dcUa spira e liscia; ma ricoprcudo ie coste longitudinali dcll'anfralio superiore prende una forma irregolare; I'inferiore e striata transversalmcntc. In molti individui di (piesta con- chiglia, clic c una dellc piii comuni de'terreni terzlarl siipcriori del Piemonte, rultimo anfratto e quasi senipiice , e non si scorge die qua e la sparsa irrcgolarmentc qualclic protuberarza; le sirie longitudinali provcnicnti dairarcrescimcnto della conchiglia sono piccolissime, ed ac- compagnate nolle loro sinuosita da piccole fascette di color rosso paliido, colore clie si manifcsta in tutte le conchiglie appartenenti a questa specie : r intaglio e profondo, rotondato; I'apertura ovale; la columella callosa; il canale brevissimo , quasi troncato , dilatato. Egli non e molto tempo, clie ricevcmmo da Roma qunlclie fossile di Siena, fra i quali divcrsi Pleurolonii soito il nome di PI. Oblonga Ren., cssi pero sono intermedii al Brocchii, ed a\Y Oblonga •, vicini al primo, perche gli anfratti sono attraversati da un largo solco quasi liscio , perchc avenli delle coste longitudinali , perche 1' ultimo giro e bre- vissimo , il canale corlo , 1' intaglio quasi rolondo ; dallo siesso se- parati in quanto clie la parte superiore dei giri e piccolissima, e non sembra clie un cordone, il quale accompagni la sutura; le strie transversali moltT) pill nuinerose , ed elevate ; le coste longitudinali al pari clie le strie, in maggior quanlila (12 ncl fossile di Siena, 8 in quel del Pie- monte) , cd infine per la mancanza totale delle fascette di color rosso. I sopraccennati caratteri del fossile di Siena lo ravvicinano al PI. Ob- longus Ren. : forse clie sc si potesse ossei'vare un maggior numero di lOa SAGGIO OniTTOCnAFICO iiulividui potrebbe trovarsi una relazione , un passaggio tale da non amincllcrsi la nostra specie , e risguanlarla solo come una varicta. Moiti sono parLmenti i rapporti clclla s|iecic lU cui parlianio al Pi. Terebva Bast, da cui ben non sapremmo distinguerla. Ollie pero varii caratteri dei fossili di Siena , tra i quali quelli del maggior numeio di strie transversali e dclla niancanza del colore. II Pl.^Brocchii Irovasi quasi semprc di grossezza ugualC; di "/s raag- giore della specie di Bordeaux. Ravvicinasi pure quesla specie al PI. Rnsticus Bnocc. ili cui lutla ha la forma generale ; la superficie pero {granulosa , i solclii transversali del Rusticus lo distinguono facilmente. IX. PL. PHILIPPII Bei.l. ct Michel, tav. I. fig. 8. Pl. Testa parvula , subfusiformi ; anfractibus 8 , trausversim striatis, loiigiliuUnaliter costatis ; costis parvuUs , elongatis , lo: striis trans - versini in supremis anfractibus 2-3, in ultimo G 8 in costis spinosis , in interstitiis 'vix ullis ; apertura subovata ; Cauda elongatiuscula , paullulum recurva. Abita fossile di Yilla-vernia presso Torlona , una delle piii ricche localita del Piemonte in fossili piccoli, e microscopici. Collczionc Bellaudi, Piccola conchiglia quasi fusifonne, striata transversalmente con dieci coste longitudinali per aufratto : le strie sono in numero di due o tre nei primi giri di spira , di 6 o 8 nell'ultimo ; sia pero nci primi che neU'ullimo di essi le strie sono molto ravvicinate alia base , e lasciano cjuasi liscia la meti dell'anfratto vicino alia sutura superiore , dove solo si prolungano le coste , che si susseguono in tutti gli anfratti, e non paiono, che una sola, la cpale, passando dall'apice sopra tutti gli an- fraiti , si prolunghi sino alia base. Le strie ncU' intersecamento colle coste, le quali sono piccole, al- limgate, si elevano in piccoli tubei'coli spinosi, che danno una forma elegante alia conchiglia; lo spazio, che trovasi tra ima costa c I'altra e <|uasi liscio, lucente ; la sutura e profonda, distinta ; I'apertura ovale, un po' compressa alia base , che e striata. Le coste neU'ullimo giro finiscono ai '■ji del medesimo , dimodoche DI L. BEI.LARDI E C. MICHELOTTI Io3 il rimancntc resla liscio ; il canalc e allungato proporzionalmcnte alia lunghezza della concliiglia, leggermenle ciirvato all' iiuliclro; la columella c contorla; I'iiitaglio molto dilalalo , poco profondo, trovasi vicino alia sutuiu ; rulliino giro di spira uon forma , conipreso il canalc , die 'jj della concliiglia. Dedicate al chiarissimo sig. Philippi, autore di varie intercssanti opere sulle concliiglic, principalmenle su quelle della Sicilia, in sogno di ri- spetto c di amicizia. X. PL. SEMIPLICJTA , Bon. tav. I. fig. 2-3, Pl. Testa subfusiformi , ventricosa , transversim crebre striata ,• an- fractibus coiwexis , supremis longitudinaliter pUcatis , ultimis sim- plicibus ; apertara subovatuj cauda brevissima , 7'ecurvaj rima prope suturam. BoK. Collcz. del Musco N.o 2637. MicuELOTTi , Ncucs Jahiliuch vou Lconhard et Bronn , i838. pag, SqG. Abita fossile d'Asti, Butliera, Valle d'Audona, Setlime, Bra, Masserano iicl Biellese. CoUezioni Bellardi c Micuelotti. Concliiglia quasi fusiforme globosa, la superticie e attraversala da uu grandissimo numero di strie crispose che sono piu elevate negli 8 prlmi girl sui quali scorgonsi moltc rughe longitudinali, che spariscono nei susseguenti aufratti, dei quali rullimo e mollo gonfio e forma, com- preso il canale, la meta della conchiglia. L'apertura e ovale, le strie Iransvcrsali della base passano datrinterao della concliiglia sul labbro columellare e \i sono piu elevate; il canale e brevissiuio picgato all'in- dietro, teudente peio verso il labbro destro, 1' intaglio vicino alia sutura. Ella e cosa molto singolare in questo fossile che le strie transversal! sieno molto piil elevate nei pi'imi anfratti, che sono piccolissimi , e di- minuiscano insensibilmente col crescere della concliiglia ; la posizione deir intaglio , coUocherebbe questa specie ntl gcncre Defrancia del sig. Millet. Vicinissima a questa specie si e il Pleurotoma Stria del sig. Calcara dcscritto in una breve Memoria estratta dal Giornale che si pubblica in Palermo. Io4 SAGGIO ORITTOGHAFICO GENERE FUSUS Lam. I. FUSUS CINCTUS Belt,, et Michel, lav. T. fig. 5. F. Testa elongata , Jusoidea , transversim miilti -striata ; striis elevatis ; intermedia pannuscula ; aiifractibus omnibus i?i centra a cingulo transversa bipartitis 7-8 ; siipremis , longitudinalitcr multi-costatis ; costis crassis , rolundalis ; cingulo in caslis subspinoso ; ulliinis an- fractibus simplicibus , convexis: aperlura rotundata , integra ; labru dextro intus rugaso , subcrenulata ; calumella callosa j canali aperta , elongatissima , basi conipresso. Abita fossile raro dcll'Asligiana. Collozionc BELLinDi. Concliiglia molto allungata fusiforme , composta di iindici giri ili spira, i quali sono elegantemente attraversati da numerosissime strie, delle quali una intermedia piii piccola d'assai delle allre, henelie sensi- biiissima , gli 8 prinii anfratli hanno delle coste longitudinali, undici all' incirca per ciascun giro, grosse rotondate: gli ultimi sono.semplicemenle striali come gli altri , convessi; tutti poi hanno un cordoncino , che li divide in due parli uguali , il quale diventa qiiasi spinoso passando sulle coste longitudinali, semplice e rotondato negli idtimi anfratti. Le stria transversali , cominciando dalla "jDarte superiore , ingrossano sensi- Jjilraenie awicinandosi alia base , dove poi sono del doppio quasi pin grosse di quelle vicine alia sutura: I'apertura e intiera, quasi rotonda, angulosa superiorraente , il lajjbro destro im poco rigonfio, quasi cre- nulato, interiormente rugoso: la columella callosa: la base molto depressa, ii che da all'apertura quella forma che si ha quasi rolonda ; il canale aperto relto, molto allungato formante coU'ultinio giro la mcta della lunghczza tolale dcUa conchiglia, Icggermente dilalalo, ricurvo alia som- mila ; I'asse della conchiglia non e retto, ma bensi un po' piegato , dando alia superficie generalc una forma curvata. Qucsla specie di fuso, che trovlamo raramcnle ludle sabbie d'Asti, Dr L. BELLAHDI E G. MICHEI.OTTI 1 03 ha molta rclazionc col Murex Rostratus Ren. (Broc. Conch, pag. 4 16. lav. VIII. fig. I.), la carcna pero Ac\ Rostratus oruata di tuhercoli spi- nosi, che seguita in lutti gli anfiatti, e le coste longitiulinali rolondale di cui e inunito rultimo anfratto ci paiono peter giustificarc la fatlane separazione, ollrc ad un aspetio genjralc, che ben non puossi dcsrri- vcre, e che solo puossi conoscere col paragoue dei due fossili. II. FUSUS SEMI-RUGOSUS Beli,. et Michel, tav. I. lig. i3. F. Testa clongata , fusoidea , sublaevi; anfractibus transversim Jinissime strifUis ; striis granulosis , crassloribus in supremis , vix perspicuis in ultimis ; costis longitudinalibus nodulosis , in j superioribus anfractibus , subseqiventibus laevibus , omnibus supeme com>exiu- sculis ; suluru submarginata ; apertura subrotunda; basi compressa , lawitcr striata; cauda aperta, recta, elongata. Ahita fossile del Colle di Torino, rivo della Batteria. Collczinni Bellardi, e Micuelotti. Conchiglia allungata, fusiforme, quasi liscia, composla di 10 giri di spira all' inciira, i cui primi sono longiludlnalmente rugosi , le rughe sono molto distinte verso I'apiee, e diminuiscono col crescere della conchi- glia, finche vengono obliterate neU'anlipenultimo , appena sensibili nel pe- nultimo, e scompaiono alTatto neirultimo, suUa superficie del quale scor- gonsi Icggiere strie transversal!, granulose sparse cpia e la, non che dclle longitudinal! che sono distintissime vicino alia sutiira, che e quasi iriai'- ginata, nulle del tulto col rigonfiarsi dell'anfratto ; tutt! po! i giri di spira sono supcriorraente concavi , inferiormentc convessi ; neirultimo giro le strie lonf^itudinal! sopra indicate sono oblique sinuose , le strie Iransversali scompaiono con egual proporzione delle coste longitudinal!; dal che facilmente si vede, che in questa conchiglia, col crescere in ela, scompaiono ogn! sorta di rugosila, e che arrivata al suo perfezionamenio offre una superficie del tulto liscia; puossi del paro dedurre, che e di sostauza molto forte, giacche le rugosita sono piu marcate verso I'apice, parte della conchiglia piu alta ad essere guasta nella maggior parte delle conchiglie univalvi. Lapertura e quasi roionda di fonna uguale a quella della precedente, Serie II. Tom. III. o 106 SAGGIO OniTTOGRAFICO scliiacciala del pari alia base, clic c altiavcrsala da 5 o C linee plcco- lissiine : il canale rclto , aperlo, alquanto allungato ; il labbio deslro seniplicc c soltilc. III. FUSUS RETICULATU^ Bell, ct Michel, tav. I. fig. i .. F. Testa elougata , fusiformi , cxquisitissime reticulata ; reticulationc miimta, latncllosa ; anfvacLihus convexis, sitperne lac'iter planulatis , ultimo magna ; lahro dextro injlato , sinuoso , superiiis angulato ,• Cauda adscendente , recurva. Abita fossile rarissiino del Colle di Torino al Termo-fourh , rivo della Battei'ia. Collezioni Belliudi c Michelotti. Conchiglia allungata fusiformc ; la supci'ficie di quest' interessantissinio fossile e clegantemenle rclicolala; la reticolazione vi e falla da lamelie transversali moUo ravvicinatc, e minute, e da piccole costicine longitu- dinali leggenneute olilirjue, molto piii distinte negli anfralti siiperiori , che neU'ultimo, dove appaiono molto confuse, lamclliformi ; i giri di spira in numero di 8 convrssi erescono assai rapidamcnte , sujerior- menle sono un po' appiallili , e pare che siano divisi da una piccola carena : Tultimo forma la uietu quasi di lutla la conchiglia : il labbro deslro e ribordato, molto spesso finiente in acuto, esso c longitudinal- mentc sinuoso , ed ha un seno profondo vicino alia sutura , che pare quasi un intaglio di Plcurotoma ; egli u pure compresso alia base. La sutura c distinta, profonda : I'apertura molto allungata comprcssa: le strie longitudiiiali scompaiono sulla rlbordaiura del labbro destro , suUa supcrficie del quale non iscorgonsi che leggerlssime strie transver- sali, sia poi le una che le altre mancano interamente sulla base: il ca- nale aperto, dilatalo , curvato all'indietro. La forma generate di questa elegante , e rara specie di Fuso ri- cliiama alia memoria quella del Murex Mitraeformis Bnoc. ( Conch. sub. t. 2. pag. 425. lav. 8. fig. 20.), e senibra un individuo di questa specie su cui sianvi piccole coste longiludinali , ed in luogo delle strie transversali Irovinsi lamcUe finissime quasi in cgual numero; dislinguesi tiltrcsi in quanio die il Murex Mitraeformis Broc. ha nei primi giri DI L, DELLARDI E G. MICHELOTTI IO7 della spira una carena papillosa , e chc nel medesimo appaiono varie varici susseguenti , opposte. I principali individui di questo rarissiino Fuso sono slali Irovati alia Villa Forzano dove liavvi il deposito iiiigliore del CoUe di Torino, d'onde ricavainmo pochi anni sono in uno scavo, clic \'i aijhiiini I'alto, im numcro piodigiosissimo di fossili , spezialmente di Cjpree e Coni : delle prime , in un Irabucco quadrato di terrene , ne raccoglieinmo pill di mille individui , dei sccondi un numero non niolto minore. IV. FUSUS MUBICATUS Bon. tav. I. fig. i3. F. Testa fusoidca , tenui transversim Jinissime striata , longitacUnaliter costata ; costis interruptis , suhspinosis ; anj'ractibus 7 subtricari- natis i carinis noduloso-spiiiosis ; aperlura magna , ovali ; lahro (textro sublilissimo , sinuoso , sintpllci ; basi striata; Cauda aperta , dilatata , elongatiuscula , posterius reciava. BoK. Collcz. del Museo N." .... Abita fossile rarissimo del Colle di To;.'ino. Collczioni Bellaivdi e Michelotti. Conchiglia fusiforme , la cui superficie e attraversata da picco- lissime strie , e da coste longitudinali non molto elevate , spinulose neir incontro delle strie tiansversali , piu acute , avenli la forma quasi di tre carene, clie dividono gli anfralti in 4 parti; 11 ravvicina- menlo delle coste, ed i tre ordini di piccoli tubercoli, elevati in forma di spine, danno un risalto del tutto singolare a questo bellissimo e rare fossile del Colle di Torino. Negli anfratti superioi'i pero non sono distinti, che due soli ordini dei sopradescritti tubcrcoli, il terzo dei quali, venendo avviluppato dal giro susseguente, e confuso colla sutura; le coste longitudinali sono al di presso in egual numcro in tutti gli anfratti, c si susseguono cosi regolarmente, cbe non paiono, clie una sola, la quale daU'apice si poiti alia base, divisa solo dalle suture: I'ultimo giro di spira e un po' rigonfioe forma piii della raeta, duo terzi incirca della lungliczza totalc della concbiglia; in esso scorgesi una 4-' stria piu elevata iufcriormente alle allre, suUa quale pcro i lu- bercoli sono molto meno sensibili , I'apertura e ovale, il labbro destro lo8 SAGGIO OniTTOGBAFICO si'iiiplice sollilissimo, un po' sinuoso al suo termine: la base c forlemenlc striala; il canalo ajierlo , ililalato, curvato aU'indietro. GrauiUssimo e il rapporto di questa specie al Fiisus P^ariabilis Jak. Pusch. Polens Paleontologie pagiua i/{i. n.° 3. tavola XII. fig. IV, col quale a primo aspclto pohebbesi confontlcre. La maggior convessita ile^lianfratli, die sono carenali, ed il canale allungato, rello del F. Va- riabilis Jan. dislinguono benissinio queste due specie. Troviamo del pari sulla tavola 74- fig- lo e ii dell' opera del signor Deshayes, Sui fossili del contorni di Parigi, figuralo il lipo del Fusiis ^nguhitus Lam. , il quale i-avviciiiasi al nostro per la forma gencralc ; esso ne c pero distinlo come il Variabilis pel canale. V. FUSUS ORDITUS Bell, et Michel, tav. I. fig. 18-19. F. Testa eloiigala , fusoidea , reticulata; striis longitudinalibus obliquis , siniMsis ; anfractibus 12, parvidis, subplanis , contiguis ; ultimo ma- xinio, 'I3 totius lougitudinis efformante; labro dextro simplici; colu- mella callosa ; canali aperto , elongatissimo , recto ; apertura par- i-ula , compressa , cloiigata. Abita fossilc del Colle di Torino, i-arissimo. CoUezioni Bbllardi c IMicnnLOTTi. Elcganlissima specie molto alluiigata fusiforme ; la supcrficie c squi- sitamenle reticolata ; qucsla reticolazioue e formata da slrie transversali elevate , paralelle alia sulura , e da altre longiludinali oblique sinuose che sono egualmente distant! fra loro , che le transversali ; sui primi giri di spira la relicolazione e lui po' confusa , e non si dislin- guono , che le strie longiludinali , le quali hanno la forma di un C rivollo verso la columella , sui giri di mezzo sono piii visibili le slrie transversali fatte granulose dallo incrocicchiamento colle longiludinali ; nellullimo poi la relicolazione e distinta regolare; ma Ic strie transversali diminuiscono a misura die si avvicinano al canale, dove sono poi appena sensibili , pariraenli le slrie longiludinali diminuendo insensibilmente scompaiono del tutto alia base; i giri della spira in numero di 12 sono piccolissimi, crcscenti con molta proporzione, quasi appiattiti, contigui , la spira e acutissima: V ultimo anfratlo straordinariamente allungato DI L. BEtl-AIlDI E G. MICHEI.OTTI I Op fonnanlc i clue tcrz'i dclla conchiglia ; il lnhlsro deslro e taglicnlc ; I'a- pertura piccola, molto comprcssa , confiisa coll'apcrlura del caii.ilc , il quale e rislretto , molto allungalo , retto. Questa specie , clic tlapprima avevamo confusa colle Pteurotome av- \icinasi alfjuaiUo al Fusus Rcdculalus Nob. da cui pcro dislingucsi per la relicoiazioiie , che nell' iiulicala specie e molto piii piccola, c fatla da lamelle transversali e longitudinali ; per la forma , c numero degli aufratti che sono minori, e piii convessi nel F. Reticulatus. II caralterc poi che scpara jiriiicipalmeute queste due specie si e il rihordamenlo del lahbro destro ed il caiialc breve, curvato airiudielro nel licticulatiis. VI. FUSUS FRJGTLIS Bon. tav. II. n." i. F. Testa fusifovnd , J'ragilissima , laevi ; anfractibus coiwexis , ultimo magno , inferius compressor labro dextro simplici ; columella con- torta ; Cauda cloiigatiuscula , vecurva. Bom. Collczioiie del Miisco N.° a545- MiciiELOTTi , Neucs Jalirbucli von Lcouliard ct Bronn , i838. pag. SyS. Ahita fossile del Colle di Torino al Termo-fouvh comune , Rio della Batteria rarissimo. CollczioDi BEtLlBDI C MiCBELOTTI. La fonna di questa specie c scmplicissima: essa e composla di 6 giri di spira convessi dislinli, la superficie e liscia, e non lascia scorgere ne slrie transversali ne lougltudiiiali: la sostanza e sottllissima, molto fi-agile ; Tullimo giro della spii'a forma piii della meta della conchiglia; il labbro destro e semplice, tagliente; la columella contorta, dal che ne risulta che rulllmo anfratto I'esta un po' concave vicino alia base, la quale e traversata da strie Cnissime, Ic uniche rngosita, che appaiono suUa su- perficie di questa singolare conchiglia; il canale e aperto, curvato al- r indietro : I'apice molto aeuto : I'apertura ovale , molto allungata. Questa specie e cosi semplice nella sua forma, e singolare che non saprcinmo con qual alfra possa avere dci rapporti : Tunica che si rav- vicini in qualche modo e il Murex MUraeformis Broc. ; esso pero ha dei caratteri cosi pi-onimziali che non permettono di confonderlo colia specie di cui trattiamo; la maggior rassomigllanza consiste nella .?pira, e nell'ordinc , con cui crescouo gli anfratti. no SAGCIO ORITTOGRAFICO Vir. FUSUS BORSONII Geke tav. II. fig. 8-9. r. Testa ovata , globosa , ventricosa , transversim striata; anfractlbus ^, tricarinatis , cavinis patvuUs , nodosis ; apertura subrotuiida ; colu- mella intorta ; cauda subnulla. Gbse CoUczione del Musco N.* a88i. Abita fossilc raro del Colle di Torino al Termo-Jbufil. CoUczioni Bellaudi c Michelotti. Conchiglia globosa, vculricosa, striata Iransvcrsalmente : i giri ilella spira in numero di 4 sono tricarinati, le carene sono piccole, tubercu- losc , delle quali le due superiori sono piu rawicinate tra di loro, die I'inferiorc, la cjualc non e sensilaile clie iiell'iillimo anfralto , essendo nei superior! copcrla dagli anfratti susscgueiiti. L' ultimo giro e grandissimo , e foi-ma pressoche i '/^ della conchiglia, I'apcrtura e ovale, quasi rotondala ; la columella contorta: il canale bre- yissimo , quasi troncato, I'apice oltuso. La specie gia descritta , colla quale il Fiisus Borsonii abbia maggior somiglianza , e senza dubbio il Murex Injlatus Broc. , da cui si di- stingue per la forma piu globosa e per gli anfratti, che non crescono con cgual proporzione , mcntrc nel Fusus Borsonii I'ultimo forma pres- soche i ^4 della conchiglia, nel 7!/. Injlatus Bnoc. non formandone che la meta. Oltre i sopraccennati caratteri si distingue altresi il ribordamento del labbro destro della specie del Buocchi , la quale inoltre ha delle coste longitudinali, che niancano totalmente nelle specie del chiarissimo sig. Professore Gene. VIII. FUSUS MAXILLOSUS Bon. tav. I. fig. 14. F. Testa fusoidea ; anfractibus convexis , angulosis ; costis longitu- dinalibus , rotundatis , superius inferiusque c^'anescentibus ; striis transversis ,frequentibus , decussantibus ; apertura ovali ; labro dextro, 5-dentato; columella tuberculato-callosa ; canali aperto, dilatato ; Cauda brevi , j'ecun'a. Bos. Collcz. del Musco N.» ajB^. Abita fossile del Colle di Torino al Termo-fourh, comune. Collcztoni Bellmioi c Michelotti. Conchiglia fusiform e , i suoi giri di spira sono muniti di i4 a 16 DI I.. BELLAHDl E G. MICHEI.OTTr I I r coslc longilucllaaH , Ic quali sono proeminenti ncl mezzo di ciasrim aii- fratto, e danno ai medcsiini una forma angolosa, lasciando quasi liscic; SI la parte superiorc clic I'iufcriorc del medesimi ; tutla poi la super - ficic e atlraversata da uu graudissimo uumero di slrie Icggennente gra- nulosc di egual uumero e di cgual j^raudczza; iu tuUi gli anfralli, ctl in lutte le parti dei mcdcsiuii I'apertura e quasi ovale , il labbro destro e aU'intoruo uiuuito di 5 deuti di cui il medio e l)ifido , il sinistro, cioe il lahln'o columellare , lia una callosita rialzata ; e verso il eanale olTre due tubercoli rotundati : ii canalc e aperto breve , un poco rivolto all'indietro : pare inollre che questa specie abbia un Icggero umbilico. Questa specie e si vicina al Murex Angulosiis Broc. , che troviamo fossilo nelle salibic de'eontorni d'Asti , che ben non sapremmo distin- guerla: le piccole dillerenze sono che le coste del M- ylngulosus sono quasi scmpre piii grosse e vanno da ima sutura airaitra tli grossezza quasi eguale, mentre ncl ]\IaxiUosus non sono sensibili, che nella meta degli anfratli: le slrie parimcnli della specie del Brocciii sono piu ele- vate cd hanno qualche filo intermedio : in quanto poi aU'apcrtura essa c del lutto eguale nelle due specie : havvi del pari si nell' una , che neU'altra sul labbro columellare la costa paralella alia base molto cle- vata, che scguita internamcnle tutli i giri. II chiarissimo Professore Bonelli nel Catalogo della CoUczione del Museo desenvendo questa specie dice, che e vicina al Murex Augidosus Broc., ma che se nc distingue pej^ i giri superiori concavi ascemlcnti; e per le coste piccole e non ascendenti alle suture. IX. FUSUS TEREBRINUS Bon. tav. II. fig. 4. F. Testa turrita , elongata, longitudinaliter multi-costata ; anfractihus subplanis , bicarinatiuscuUs ; ultimo parvo , 'j^ solum totius lougitu- dinis ejffbmiante ; apertura subovata; columella intorta; Cauda bre- vissima, recur va. Bon. Collez. d.:l Museo N." iSgg. Abita fossile di S. Agata presso Tortona (i). Collezioni Bellardi e Michelotti. (1) Ci gode I'aninio di qui atlcslarc la Dosira ricoDOsceaza al sig. Giovanni Bellisgeri per le benovoli cure , dcllc quali ci fu prodigo nelle riccrchc da noi iutrapiese iu quelle intcrcssanli vicinanzc. 113 SAGGIO ORITTOGRAFICO Conrliiglia allungala , torricolata , avente un gran niimero ili cosle longilinUnali siiiuose, lamelliformi ; i giri di spira in niiuiero ili 14-17 sono appialtili , conligui , brevissimi ; essi lianno due piccole coslicine iransversali che paiono due piccole carcne ; in qualche escmplare non se ne scorgc rlie una : ruUinio anfrallo c cslrcinauicnle piccolo , non formando die 'j-,, com])reso il canale, dclla lungliczza lolalc della con- cliiglia; I'aperlura e quasi ovale schiacciata laleralmente: il lablno destro e semplice: la columella o callosa contorta, dal che ne risuUa uno schiac- ciamento alia base: il canale e brevissiino, rivollo airindiclio; le cosli- cine longitudinali vi si prolungano fino alia sommita. £ tanta la rassomiglianza di questa specie singolare di Fuso coUe Terebre, di cui tutto ha I'aspelto generale, ch'egli non e che dopo averJa esaminata attentamcnte, ed aver osservato il canale, benche brevissimo, che puossi rapporlare al gcnerc Fuso : essa forma il passaggio tra quesli due generi. X. FUSUS BONELLII Gene tav. II. fig. 5. F. Testa elongata , turrita , gracili, angusta; anfraclibiis exsej'tis, con- vexis , siipremis lovgiludinaUter plicatis , injeriiis tr-aiisversim fi- uissime striatis , subplanulatis , elojigatis ; apertura oblonga; canali apcrlo , dilatato , paullulum recurvo ; labro dextro simplici ; colu- mella cantor ta. Gem; Collcz. del Miisco N.° 35Ga. Abita fossile di Valle d'Andona presso Settime, rarissimo. Collezioni Bellabdi c Michelotti. Conchiglia molto ailungata, torricolata, compressa laleralmente; i lirinii 6 aufratli sono longiludinalmente munili di pieghe : iiegli inferiori 7ion iscorgesi che solclii Iransversali piccolissimi: i 4 nllimi sono molto allungati , quasi applattiti; I'apertura e ovale, e termina in un canale brevissimo , dilatato, aperto , un po' rivolto all'indietro. L'apice molto acuto ; la columella contorta. Qucsto e senza dubbio il fossile piii singolurc , cd interessante dei nostri terreni terziarii ; tanto e allungata la sua forma, e rislretti sono gli anfratli , che. pare quasi a primo aspetto possa appartenerc al gc- nerc Cluusilia. DI L. BELLARDI E G. MICHELOTTI 11.^ XI. FUSUS GLOMUS Gene tav. II. fig. 2-3. F. Testa fusiformi , ventricosa, transversim late-sulcata ; siilcis pluuu- latis; anfractibus 6, convexis ad siUuram longitudiuatitcv laeviterque vugulosis ; suturis distinctis ; labvo dextro intus miiUijdicato ; apnv- tura ovali; columella callosa; cauda bres'i , apcrta , dilulala , rccuixa. Gem! Collez. del Musco N.» 1496. Abita fossile di Sant'Agata. Collezioni Bellardi c Miciielotti. Concliiglia fusiforme, A'ciilricosa composla di 6 giri di spira convessi distintissiini ; lulla la superficie di qucsta specie e larganienle .solrata in sen.so transversale ; i solclii sono appiaUili,in alcuni di essi scorgesi una piccola slria ; le coste derivanti dai solchi sono appiattite quasi (juadrale : scorgonsl inoltre vicino alia sutura, clie c mollo profonda, leg- gerissimc ruglic, clie nella parte supcriore di ciascuu anfralto passando suUc coste transversali formano quasi una reticolazione, ma irregolare. L'apertura c ovale; il lahbro destro internamente munito di varie pieghe equidistanti; la columella e callosa; il canale e aperto, breve, dilatalo al- I'iudietro : i solchi transversali passano sulla base,e si prolungano fmo alia sommitu del canale , ovc pero sono meno dilatati. Le diverse specie , die lianno I'apporto col Fusus Glomus Gene irovansi quasi tulle fossili nei terreni terziarii d'Inghilterra. Quella pero , die ha maggiori caralleri comuni si e senza dubbio il Murex Striatus Sow. (Mineral. Conchyolog. tav. 22 e tav. 109. fig. i. 2. 3. 4. 5), il quale pero distinguesi per la mancanza delle costicine longi- tudinali, e delle pieghe interne del labbro destro, ed allresi per la di- stribuzione dci solchi , e coste transversali , giaeche nella specie del SowF.nnY havvenc una piccolissima inlerincdia alle coste; carallere die non iscorgesi die ben di rado cd in qualche solco soltanto nel Fusus Glomus. Ossei-vasi inoltre nel Murex Strialus Sow. una superficie aspra, lamelli- fera , ed una forma molto piii lorricolata. Serie II. Tom. III. Il4 SAGGIO OniTTOGRAFICO XII. FVSUS GI.OMOWES Gene tav. II. fi-. 6. F. Testa fusiformi , ateniricosa ; anfractibus convexis; costis loiii^i/ii- dinalibus crassis , rotiindatis , obliquis ; striis t?-ansvcrsis , decussfiii- tibus; apertura ovali; caiula brevi , ad basini rcvoluta. Gbms CoIIcz. del Musro N.° li^lf. MicneLOTTi , Ncucs JahrbucU von LconharJ et Bionn , i838. po|;. 3ij8. Abila f'ossile del Colic di Torino al Termo-fourii , e special- inenlc prcsso la villa Forzani. CoUczioni Bell^rdi c Michelotti. Coiichiglia fusiforine, allungata, qualche volia quasi scalariforme ; gli anfraiti sono convessi, divisi longitudinalmenle da varie cosie molto ele- vate, rolondale, oblique, le strie transversali passano sulle medesime con nxolla regolarili. Vicinissiraa e questa specie alia precedente; ambedue hauno le stesse forme generali; ci'escono con egual numero di anfraui e con egual proporzione. La prescaza in questa specie dellc coste longitudinali e delle picco- lissime strie transversali in luogo dei solclii clie Iroviamo nel Fusus Glomus formano il principale carattere di queste due interessanti specie, di cui dobbiumo la conoscenza al chiarissimo Professore Geke. DI L. BELLARDI E G. MICHELOTTI GENERE ROSTELLARIA Lam. I. ROSTELLARI A CURFIROSTRIS Lam. R. T'estafusiformi-turrita, crassissima, ponderosa , laevigata, transvenim subtilissime striata ; anfractibus convexiusculis , supernis obsolete plicatis i labro . . . . ; rostra breviusculo, recurvo. H. Curvirostra Encycl. pi. 4"' fig- i a 6. 71. Curvirostris L-VM. aniiu. sans vcrt. t. VII. page 192. N."* i. Id. BisT. Mem. dc k Soc. d'Hist. Nat. dc Paris I. i. part. i. pag. 69. N." a. pi. IV. Cg. I. ( fossilc ). Coll. del Mus. Zool. cit. N.° 2571. Abita i mari delle Indie : fossile di Bordeaux, Dax, Colle di Torino al Termo-fourci , rarissimo. Collczioni Bellirdi c Michelotti. Gli individui di questa specie , che troviamo nel Colle di Torino ; sono sempre in cattivissimo stato di conservazione ; il labbro destro \i e rotlo ; non puossi pero dubitare , che appartengano a quest' interes- sante specie viva dei mari delle Indie. II canale ricurvo , i primi anfratti piegali, col complesso di tutta la forma generale ci assicurauo deU'idcntita della specie cui io rapportiamo. Dietro osservazioni del sig. Catullo , il sig. Bronn, neir opera intitolata: Italiens tcrt. Gebilde, metle il fos- sile di Ronca , da Brongniart crcduto una Rostellaria , fra i Ceriti. Varii individui di questa localita che abbiamo esaminati ci confermano sempre piii questo fatto. I iG SAGGIO OniTTOGRAFICO II. ROSTELLARIA COLLEGJSII Bell, et Mich. lav. VUI. H-. 5-G. 'O' R. Teata fusijormi, turrita ; transversim profunde sulcata j spira elevata; anfractibus superne planidatis , subcanaliciilatis ; latcvibus subvari- cosis ; ultimo '/, /ere totius loiigitucliiiis effbrmantc ; labro dextro producto, bidentato i rosCro recto, eloiigato. Abita fossilc rarissimo a Balilicliien presso Toiino. CollciiollC MiCHELOTTr. ?iove o dieci giri di spira formano queslo rarissimo fossile; la jiarlc superiore dei medesinii e appialtila, quasi canalicolala, c forma un angolo col riunirsi all'inferiore, che e Icggiermente convessa; i solchi Irausversali, e le cosle, che ne provengoiio , sono solamente seiisibili iR'Ua parte inferiore dcgli anfralti, i quail quasi lulli hanno ai lati un cordone assai pronunzialo , che seuibra reffetto di varici ; dal che ne segue , che la conchiglia pare si superiormentc , che iiiferiormente schiacciata. L'ullimo anfralto forma la mcta quasi della lunghezza totale , e ti'rinina nel labbro dcstro , il quale c sottilissimo , avendo due spine elevate sul margine; la prima trovasi alia meta totale del labbi'o, e la secoiida tra la suindicata, ed il canale , di raodo che la mcta superiore del labbro destro non ha alcun tubercolo , e forma soltanto il seno delle Rostellarie. II canale essendo rotto, non puossi con esattezza definire; pero da quanto ne rimane pare, che egli dovesse essere allungato proporziona- tamente alia lunghezza della conchiglia , e retto. Vicina , in qualche modo , trovasi questa specie per la sua forma generale alle R. Curvirostris , e R. Rectirostris di Lamarck, alle quali pero non puossi assolutamente riunire per li caratteri suindicati. Uedichiamo questa specie al chiarissimo sig. Cav. Giacinto Provana di Collegtio, Professore di Geologia a Bordeaux, speraudo, che queslo valeute Geologo , nostro conciltadino , vorra aggradire quest'atto di nostra stima. Dl L. BELLARDI F. G. MIMIEI.OTTI II» GEN ERE PYRULA Lam. I. PVRULA CAPdCA Lam. P. Testa pjrijormi, vcnti-icoso-tumida , crassa , ponder osa , transversim tenuissime striata; ultimo anfvacta snpcrne iinica serie tuberciilato , superioribus basi Inbcrculiferis ; caiida breviusciila. LisTca Conch, tav. 880. fig. 3-5. GciLT. Teat. tav. 47. fig. B. Kifonii. Vcrgn. i. tav. 3o, fig. i-G. tav. 27. fig. i. Martim Conch. 3. tab. G7. fig. 744. ct tav. 69. fig. 75G-757. Afurex Carica Gmel. pag. 3545. N.° G7. PjTula Carica Ekcvcl. tav. 433. fig. 3. LiM. op. cit. Vol. VII. pag. i3S. IN." 2. Diet Des So. Nat. torn. XLIV. pag. 20 r. Labeciie Man. dc Gcol. Gioupc supra Crctacc (fossilc). Abita i mari delle Indie: fossile (lei terreni terzlarii supeiiori del Maryland nell' America Settentrionale e del terreno terziario medio del Colle di Torino , Rio della Batteria: raro. Collczioni Bellabdi c Michelotti. Pochissimi sono gli individui di qucsia specie alio state fossile; essi olFrono Icggerissime \arieta nei tubercoli. II sig. La Beche nel suo manuale di Geologia , parlando dei terreni sopracretacei da il catalogo di varii fossili di questa formazione , indi- cati dal sig. Dottorc Morton nel vol. VI. del Gioraale dell'Accademia di Filadelfia, come trovati nci terreni terziarii superiori del Maryland, fra i quali trovasi annoverata quest' inleressantissima specie. Il8 SAGGIO ORITTOGRAFICO II. PYRUL'A RUSTICULA Bast. P. Testa superne ventricosa ; spira acuta; suturis subtuberculatis , pli- catis i anfractu ultimo bicarinato , tuberculato ; Cauda longissima ; labro dextro intus plicato. Bast. Mdra. dc la Soc. d'Hist. Nat. do Paris vol. U. page C8. N.° 5. pi. VII. fig. 9. Diet, dcs Sc. Nat. t. XLIV. pag. aog. RozET Traitc de Gcol. Alias pi. V. fig. 36. Melongcna Hiisticula Pt'scn , Polciis, Puleonlhologie pag. 147. N.<* a. tav. 11. fig. 10. Bos. c Gebe Coll. del Mils. Zool. N.° 191 1. Abita fossile comune delle vicinanze di Bordeaux, Dax , Colle di Torino : rarissimo. CoUczioni Bell^rdi c Michelotti. III. PYRULA CLAVA p. Testa piriformi , transverse tuberculata ; spira obtusa ; anfractibus margine tuberculatis. Bast. op. cit. t a. pag. G;. N." 2. pi. VII. fig. 12. Abita .... fossile di Bordeaux, Dax, Saucatz, Colle di Torino al Rio della Battcria : rarissimo. CoUezioui BcLLAnoi, e Micbeiotti. IV. PYRULA PAPIRACEA Lam. lav. II. fig. i3. Testa fusiformi, anterius 'ventricosissima , tenui , transversim tenuis- sime striata ; postice sulcata; spira retusissima , mucronata ; cauda subumbilicata , recurva. Bulla Bapa Li«. Gmel. pag. 3426. N.* i5. Rimpn. Mus. tiv. 27. fig. F. Seba Mus. 3. tav. 38. fig. i3-24. tav. G8. fig. 7-8. Pyrula Papiracea Encyclop. pi. 436. fig. 1. a. b. c. Lam. op. cit. torn. VII. pag. i44- ".» 18. Abita rOceano Indiano, fossile del Colle di Torino: rarissimo. CoUezioDC MtCOELOTTI. ni I.. BF.i.i.Anni t c. mis [Ifi.otti i iq GENERE FASCIOLARIA I.am. 1. FJSCIOL.tlUA COST AT A Bon. lav. II. fi-. 16- 1-. F. Testa elongala , liirrita; anfractibtis comk. Sin. Moll. pag. 67. N.*> i45. Id. Phil. Eaum. Moll, Sicii. pag. 311. Abita il Mediterraneo ; fossile del Colle di Torino, raro. CollczioDi Bellardi e Michelotti. V. TRITON OBLiqUATUM Bell, et Michel, tav. II. fig. 1 1. T. Testa ovata, gibbosa , travsversim tenutssime sulcata, anfractibus con- vexis, supremis prominulis, longitudinaliter pUcatis ; ultimo magno, gibboso , irregulari , apertura ringente ; canall aperto, brevi dex- trorsum revoluto ; labro dextro intus plicato ,• columella arcuata , callosa. Triton Gibbosum Bokelii CoUez. del Museo. N.° 2 5a6. Abila fossile raro del Colle di Torino ; questa specie trovasi unicanaente nella localita delta il Tenno-fourh. CoUezioni Biuakdi e Micbeiottl. ni I.. BELLARDI K G. MICHELOTTI I 27 Qucsta specie ha uua forma ovale siipcrionneule , cd inleriorineiitc depressa ; i suoi giri di spira sono convessi ; i primi lianno dellc coste longitudinali , le quaii mancano nci Susseguenti , dove pero scorgonsi piccolissimi solclii transversali: il labhro deslro e iiileriormente munilo di picglie : il canale breve, rivolto verso il iuhbro deslro. Graiulissima e la rassomiglianza di qucsta specie col Triton Laevi- gatum del sig. Makcel de Serres loco citato (pag. 1 1'^. tav. 2. fig. g. 10), di cui tulta ha la forma generalc; le sole diflcrcnze per tui sieiio di-' stinte , sono i solchi transversali, o pieghe loiigituclinali , negli anfratti superior! della nostra specie, caratteri die maiicano del tutlo nella in- dicata specie dei terreni terziari del mezzodi della Francia. II lYUon Anus degli autori nierita del pari di essere ravvicinato col uostro Triton Obliquatum , ma la supei'ficie cancellata del Tr. Anns ne la separa , oltre la maggior lungliezza del canale della mcdesima : ne puossi dire , che \ Obliquatum apparteuga ai giovani individui del Triton Anus, iiei cjuali non sieno ancor comparse le coste longitudinali, ne ad individui adulli della medcsima specie, in cui sieno obliterate, giacche siccome tali coste esistono negll anfratti supcriori , molto piii sarebbero patenti negli anfratti infcriori qualoi'a esislessero : d'altronde si scorgono evidentemente i solchi transversali, nci citati gii"i inferiori, ed a maggior diritto apparircbbero le coste in questione. Per la stcssa ragionc accennata per il PI. Granulosa , siamo in do- vere di mutare il nome a quesia specie. 11 sig. Brodehip neU'opera citata, an. i833 , parte 1.' pag. ^, da la descrizione di una specie vivenie al Panama, ed al Monte di Cristo diversa dalla nostra, cui diede il mcdesimo nouie di T'r. Gibbosum. 128 SAGCIO OniTTOGRAFICO GENERE MUREX Lam. MCREX FILOSUS Gene tav. III. fi". 1-2 D M. l^esta ovato-turrita , subumbilicata , longitudinaliter crassi-costata , trans\'ersiin Jiloso-striata ; spira erectiuscula ; aiijractibus subphmu- latis ; ultimo globoso; apcrtura angusta, in/its multi-rugosa ; labro dexlro crasso, iri/lato, inferne aiiguloso ; columella callosa; canali brevi , claiiso , dupUcato. Jn. M. Bicaudatus Bons. loc. Hi. vol. XXVI. pag. 307. N." 2;. lab. i. fig. -i. [main). M.filosus Gene Coil, del Musco. Abita fossile del Colle di Torino, Rio della Batteria: rai'issiTno. Collf/.ioni Bellahoi e Mtchelotti. Due soiio Ic specie gia conosciule die jnionsi jiaragonare al Miuex Filosus : Tuna e 11 Murex Scalaris Broc. (Conch, pag. 4^7 5 N.° 2f\, Tom. IX, f. i), il quale non ne e distinto , die per essere inolto piii allungato , e per avere le suture profondissime , mentre iiel Filosus , sono appena sensibili ; i quali caralleri riuniti danno alia specie del Brocchi un aspello scalariforme: il dilatamento inoltre dell'aperlura del Murex Scalaris e la solligliezza del nlcchio del medesimo confermano sempre piu la dislinzione fatlane dal cliiarissimo sig. Prof. Gene; le strie transversali rrispose iiclle due specie sono elevate quasi in forma di coste nel Murex Scalaris, filiformi soUanto nella specie di cui traltianio. Laltra specie die olfre caratteri coniuni si e il Murex Trausversalis Marcei. de Serres (loc. cit. p. ii6, tab. 2. fig. 11-12): quanUinque grande sia il rapporto di queste due specie, hanno pero dei caratteri singolari , i quali esaminati attentamenle ne giustificano la separazione. Pill globoso e il Murex Trausversalis; la spira vi e brevissiiua ottusa: 1 ultimo anfratto .grandissimo globuliforme : I'aperlura piu dilatata mcno solcata inleriormente, il canale aperto, Tombilico grandissimo dilatato, Iransversale. Deesi osservare relativamente a quesla specie, die neU'indicata de- scrizioae del sig. Marcel de Serres abbiamo .... canali aperlo . . . . e die DI L. DEt.LARDI E G. MICHELOTTI 1 3g ti'oviamo nella lavola vappresentala qucsta specie rol canalc esatla- mente chiuso. Sara giusta la tlescrizione o la fignra ? questo o quanto lasciamo (leliherai-c a quelli che possono esaminarc gli individui ajipartonenti a quesla specie. Dalla breve descrizionc, e catliva figura ilataci dal sig. Bobson del suo Murex bicaudatiis , non possiamo esser certi deU'icleiitila della specie, riavvi ])ero liiogo a duhilare, che la specie da iui descritla sia analoga a quella del chiarissiiuo sig. Gene. IT. MUREX SYPHONELLUS Bon. tav. III. fig. 3-4. ^f. Testa oblonga; anfractibus eld'atis , siiperne canaliculatis; varicibiis membranaccis , superiiis Jisltilosis ; siiperficie Uncis transwrsis signala; apertura parvula , rotunda ^ canali claiiso , elongato , plauidato , producto. Murex tubifcr Bons. loc. cit. vol. XXVI. M. Syphoiiellus Bos. Coll. del Musco N." 3 128. MicnELOTTi , Ncues Jahrbucli von Leonhard cl Bronn , i838. pag. 896. Ablta fossile di MontaGa. CoUczioni Bellardi e IVlicaELoTTi. E probabile, clie ii Brocchi nel suo Murex Fistulosus abbia cova- presa la specie Bonelliaiia : infatti nella sua spicgazione del Murex Fi- stulosus dice , die c soUoposlo a molte sensiljili dlfTerenze , giacclie talvolta e corredalo di picgUe acute, e membranacee, come scorgesi nel Murex Sjplionellus , talvolta di varici rotonde , come nel Murex Fi- stulosus propriamente detlo. Nota inoltie il sig. Brocchi , clic ncgli individui adulti la base c dilalata , il canaletlo dell'apertura chiuso. II sig. Deshayes nell'opera sui fossili dei contorni di Parigi , pare , che abbia applicato a quesla specie del Bonelli il nomc di Murex Fistulosus Brocc. Un tal esame vicn confcruuilo non gia dalla figura infclice , che ne dona il Deshayes, ma dalla sua descrizionc. Testa ovato- oblouga, sublaevigata, quadrifarie angulata, varicosa , labro incras- sato , extus dilatalo , expanso; canali clauso. Pare pcro di poter ap- plicare all'altra varicia del Brocchi il nomc Fistulosus , giacclie il sigiior SowERBY nell'opera sua sui fossili dciringhillcrra, nel volume pubblicalo Serie II. Tom. III. R l3o SAGGIO ORITTOGRAFICO neiranuo i8i8, e percio molto antcriore all'opera del sig. Deshayes , coiiseivava alia specie a Aaiici rotondate , a labbro colinnellarc lislrcUo, ad aperlura breve il noine di Fistulosus. Incompleta del resto e I'as- serzioiic del Sowerdy, che dice essere riuiarchevole, che Brocchi abbia ineiizionato il Muvex Pungcns di Lamauck , come in relazione col suo Miuex Fistulosus , quando nomiuo il niedesimo Murex Pungens con altro nonie, cioe col nome di Ilorridus , senza riferirsi alia Laniarckiana specie. Aggiunge essere niolto piobabile, che la Cgura donala dal Brocchi del suo Murex Ilorridus sia tralia da un fossile di provenienza dcl- r Ilainpsliire. Giovera riflcUerc che il Brocchi, come sopra accennammo, col nome di Murex Horridus e Fistulosus indicb due dislinte specie ; quanto alia prima , cioe aWflorridus , I'autore ilaliano non niemora ne punto ne poco il Murex Pungcns di Lamarck , d'altronde la spiegazione , che dona della sua specie esclude ogn'idea che gli vorrebbc apporre il sig. SowERBY, d'aver copiata la descrizione di Lamarck cangiandole nome, ed espressamente ommcssa la citazione dell'autoi'e francese. Quanto poi allargomenlo di cui servesi il sullodato Sowerby, d'avcre cioe il Brocchi menzionato il Murex Tubifer di Lam. , cio fu sotto 1' indicazione dei rapporti , che poteva avere il suo Murex Horridus alle propinque specie , e siccome I'una d'esse , cioe quella cui il sig. Bonelli riservo il nome di Fistulosus , non inanca di rapporto col Murex Tubifer, cosl nulla v'era di piu ovvio, che il Brocchi paragonasse eziandio il Murex Tubifer al suo Murex Fistulosus. Con egual felicita speriamo combattere I'errore del sig. Sowerby, che il Brocchi abbia fatto figurare un individuo proveniente dall' Hampshire ; tale individuo provenne dal Piacentino, come provano i fossili appar- tenenli a quella specie, che esistono in Milano nella collezione delle miniere; noi del resto troviamo nell' Astigiana , sopraltutto a Monlafia, tale specie cosl ben conservata, da nulla lasciarci a desiderare. Recentemente confermossi I'opinione del sig. Bonelli nell'opera del sig. Philippi sui testacei della Sicilia, in cui troviamo descritto in parte sollanto il Murex Fistulosus Brocchi. DI L. BELLAHDI E G. MICHET-OTTI l3l III. MUREX PYRULATUS Bon. tar. II. fig. lo-n. M. Testa ovato-venlricosa , pjriformi ; anfractibus com'cxls , suprvins canaliculatis ; suturis marginatis ; costis longitiuUiialibiis , cnissis , rotiindatis , striis transversalibus , elcvatis , filo intenncdio ; iillinio anfractti maximo, 'fj totius lovgitiuUnis effhvmante; ajiertura (wato- elongata, injerius dilatata; canali brevissimo, aperto , reciiivo. Murex Pjrulalus Bow. Collcz. del Musco N." Aliita fossile rarissimo del Colic di Torino al Tcvmn-fnuva . CoUczioUC MiCIIELOTII. Gli anfratti di qiiesta specie non ininori di 5 sono convessi; lullimo pill dilalato ; la loro supcrGcie e miinita di coste longitudinali, iin poco oblique, ed obliterate; la sulura e rimarcata da uii risalto del giro siipe- riore ; il che divide la parte superiore degli anfratti in una fascia transver- sale. Piccoli, e frequenti solchi transversali circondano i giri; e nella parte inferiore deU'ultiino sono divisi da un piccolo filo mediano. L'apertura e quasi ovale verso la parte superiore, cioe al congiungimento- del labbro destro col columellare si scorge un piccolo seno. II labbro deslro e spesso, internamente solcato, il siuistro e sempllce; il canale dilatato, breve. Una certa rassomiglianza , che ha quesla specie coUe Pyrule , per- suase al Bonelh d'apporvi un norae, che ne indicasse in qualche modo i rapporti. IV. MUREX LATILABRIS Bell, et Michel, tav. III. fig. i3-i4. M. 7e5to ovato-elongata , subfusiformi , transversim eleganter granu- loso-striata , trifariam varicosa, varicibus membranaceis , subfoliosis , crispis , subsequentlbus , obliquis ; ultima maxima , producta , pla- nulata; anfractibus 6-7 ternodosis ; nodis crassis , rotundatis ; aper- tura subrotunda , Integra ; canali complanato , clauso , bipartito , dextrorsum revoluto. Abita fossile di Sant'Agata presso Tortoua , e del CoUe di Torino. Collczione Michelotti. }?i3 SAGGIO OniTTOGRAFICO Siii£;oliirissiiiia c la specie di cui presentiamo la descrizioue ; tie sono le \arici, delle qiiali qiiella clie forma il labbro destro c inolto ampia, ed appiattlta , con piccoli solclii clcgantemente crisposi : i due angoli , t;Le forma il labbro desire dovcano essere munili di due spine , dellc (luali la superiore piutloslo allungala; Ic stric transvcrsali sono rotonde, liequeiili, nel cui mezzo liavvi un filo, ed inferiorraentc verso la base due, od anelie tre i quali sono granulosi; I'apertura c rotonda; il ca- iiale chiuso lino alia base , il labbro sinistro , ossia il columellare e infcriormente quasi liscio. II Murex Acajithopterus di Lamarck pare differire da questa specie , perche le sue varici sono interrotte, e spinose, e perclie la sua super- licle e munila di cosle, e solclii nou granulosi come nella nostra spe- cie ; inoltre il Icmbo interno del labbro destro del Murex Acanthoptei'us e solcato , laddovc cgli e liscio nel Murex Latilahvis. Due sono le specie, clie troviamo nell'opera citata del sig. Deshayes sui fossili dei contorni di Parigi, le quali abbiano caratteri comuni col nostro Murex Lalilabris. L'una si e 11 Murex Tricarinoicles (Deshayes loc. cit. tav. 82. fig. II. 12); le varici pero rneno allungate, la sua forma geuerale piii rigoufia, ed il maggior dilatamento dell'apertura, il canale in fine, clie trovasi aperto, ne la distinguono flicilmente. La seconda delle indicate specie, si e il Murex Tripteroides (Deshayes loc. cit. tav. 82. iig. I. 2), il quale e mollo allungato, ed ha le varici moUo lueno oblique; piu brevi ; I'apertura in ollre vie piii ampia ; il canale aperto , retto , pill allungato , die nella nostra specie. V. MUREX LJBROSUS Bon. tav. III. fig. i5-i6. M. Testa fiisoidea , spira cxserta , aitjractibus superne planulatis ; costis longiludinalibus rotundatis ; striis transversis , Jrequentihus , decus- ianlibus ; apertura ovali ; labro dexlero inflato , eras so , inlus plicato, extus niarginato ; cariali bre^'issiino , dllatato, aperto, recurvo. Murex Labrosut Boii. Collez. del Musco N " .... Abita fossile del Colle di Torino. Collciioni Bellaudi c Michelotti. La foi-ina generalc dl questo fossile lo ravvicina assaissimo alia Dt L. BEM.ARDI E G. MICHELOTTI l33 Ranellu lanceolata del sig. ]\Iknke ; il labbro e del pari iicU'una, clie nel- I'altra specie ribordalo, niarginato ; sono pero distintissime qiiesle due specie per gli allri sovratudicuti cai'atleri, M. MUREX LASSAIGNEI Bell. cL Mich. M. Testa ovata , acuta, crassiiiscula , liiieis transvcrsis , clevutis cingu- lata, longiliulinaUlerpUcalo-costala; costis nodulosis , tribus varicosis; canali brevi, apcrto. Purpura tossaignei Bast. Mem. dc la Socit'tc d'Hist. Naturcllc dc Paris, vol. -i. pag. 5o. lav. 3. fig. 17. Murei Edwardsii Menke Synopsis Moll. paf;. GG. Purpura EdwartLii 1*a\ii. I\1o11. de la Corse pag. i55. Murez Edwurdsii Phil. Eimiiu. Moll. Siciliac pag. 210. N.° 7. c N." 5. BosELLi e Geke , Coll. del Museo N.° 2210. Abita il Mediterranco, Palermo, Catania (Phil.), la Corsica (Pavr.), fossile di Bordeaux, Dax (Bast.), di Mellezzo, Nizzeto, Seracca (Phil.), del Piemonte, tex'reno teiziario superioi'e dei contorni di Bra. Collczioni Belladdi c Miciielotti. Come si vede dalla citazione due soli sono gli autori, che diano un medcsimo posto,e specificazione a cpiesto bellissimo fossile, cui crediamo dover lenere il nome impostogli dal sig. Basterot, il quale fu il prime a far conoscere questa specie ; giacche il canale aperto, che abbiamo nella Purpura Lassaignei del Basterot , chiuso nella specie descritta dai signori Menke, Payraudeau, e Philippi e una ditferenza cosi piccola, e nou sufliciente da formare due specie. Siamo del pari dell'opinione dei signoi'i Menke e Philippi rapporto al genere, cui debba rapportarsi; non havvi diibbio, che a primo aspelto possa sembrare aver dei rapporli coUe purpura : il canale pero allun- gato, e soventi volte chiuso, appiatlito, ne lo distingue facilmente. J 34 SAGGIO OniTTOGRAFICO VII. MUREX CRISTATUS Broc M. Testa oblonga , fusiformi , lovgitudinaliter costata , nut varicosa ; lineis traiis\ato-turbinata , turgida , laevi; basi striata j spira depres- siuscula ; labro intus denlicidato. Listeh Conch, t. 8aG. fig. 48. GoiiT. Test. t. 43. fig. D. Martih Concli. a. t. 44' ^- 4<'5-4GG. Bitccinum punctatitm Bnuv. Diet. N.** 53. Lam. Aniin. sans vert. toni. 7. pag. 2*j4. N.'' 5. BoDBLLi c Ge5e , Collcz. clcl Musco N." air'j. Abita siiUe coste oricnlali dell' Affrica : fossile raro del Colle di Torino , rio dclla Balleiia , Baldisseii. CoUczioni Bellaudi e Michelotti. Incognita era ancoia alio stato fossile questa bellissima specie di Columbella del mari deli'AfTrica; gV individui, clie tro\iaiiio nelle sopra indicate localita , hanno la spira raolto piii ottusa , cpiasi ajiplatlita ; le sti'ie dclla base vi sono mcno seasibili, che nella Conchiglia viva. Varie sono le specie , che tioviamo fossili nel nosiro terreno ter- ziario mediano del Colle di Torino (Supcrga) esistenti tultora nei mari jlelle Indie, nei mari da noi molto lontani , fra le quali noi dobbiamo an- noverare , come una dclle piii interessanti , il Aaut. umbilicatus Lam., specie rarissima alio stato vivente : due individui della medesima specie, ciuantunque iin po' malconci , distinlissimi pero , esistouo nclla CoUe- zioiie del Museo, trovati nel Rio della Batteria. II. COLUMBELLA MARGIN ATA Bell, et Mich. C. Testa ovalo-clongala , subfusoidea, laevi; siUuris nua-ginatis , distin- clis ; spira ereciiuscula ; apertura angusta ; basi lacs'iler striata. ('oUunbella semi-candata Bos. Coll. d.| Mns. N.° 51 1 '|. ( e\ parte). Aiiita I'ossile ilcl Colle di Torino, Rio della Batteria, villa Forzaiio , Baldisseri. CollczioDi BerLAitDi e Micuclutti. DI r,. BELLAHDI E G. MICHELOTTI 1 3^ Piccolissiina conchiglia avente tlei rapporti colla Columbella Semi- panctata Lam. , da cui viea dislinta per la inaggior elevazione della spira, la (|uale e ottiisa, e quasi appiattita nella specie vivente: il mag- gior rigoiiliaiiienlo deirullimo aiifVatlo dcUa C. seniipunctata roncorre altresi a giiistifioarc la separazione di qucsle due specie. II sig. BoNEF.Li ncUa CoUezione del Museo nomino Columbella Senii- caudata un fossile dcscritto dal sig. Basterot , ed altri sotto il noine di Nassa Colunibelloides , piovenicrili dalle sabbie giallc dei contorni d'Asli: ed assegtio come varielu dclle mcdesinie il fossile di cui ti-attiamo, c die ci pare avere un lal complesso di caralteri costanti da poterlo se- parare come specie, ed essere inoltre cerli che appartenga al gencrc, in rui per la sua apertura crediamo debba andare annoverato. GENERE CERITHIUM Ad.^nson. I. CERITHIUM GENEI Bell, et Michel, tav. IV. fig. 5-6. C. Testa elongatissima j anfractibus 18-20 regulariler decrescentibus , parvis, reticulads , costulatis, subinfimdibuliformibus ; costis trans- versis 3, lougitudinalibus i3-i5; suturis profuiidis. Abita fossile rai-issimo di S. Agata presso Tortona. Collezioui Bellardi c Micbelotti. Conchiglia alhmgatissima di una forma affalto singolare ; gli anfratti in numero di 18 a 20 sono piccolissimi, crescenli regolarmente; tutta la superficie e elegantcmente relicolata; la relicolazione vi e fatta da 3 coste transversali (i), le quali attraversandone i3 o i5 longiludinali (1) Due sole coste transversali sono visibili ncgli anfratti superior!, essendo la teiia coperta dalla sutura del sussegucDte giro ; in qualchc inJiriduo a varicta scalariforme scorgonsi distiate tutte e tre. Serie II. Tom. III. ' s I 38 SACGIO ORITTOGRAFICO forinano piccoli quadrclli molto regolari e tlisliuU; Ic sulurc souo molto jjrotouile, e danno agli anfratti un aspelto iiifimdiboliforme. Trovammo qucsta specie di Cerithium, la piu inleressavite di questo genci'c clic si abbiano i nostri dcposili terziarii , in una corsa falla raiiluniio passato nellc vicinan/.c di Tortona ( S. Agala) , dove (iicemmo £:;raiulissiuia messe di fossili prczlosi c rari ; tutti grindividui , die ci venue dato di rinvenire, il numero de' quali c di venti all' incii'ca , tutti erano rolti , e non consislevano , clic in ■^-8 o lulto al piii lo anfratli; niuuo poi fra essi avoa lultiuio, c percio ci e incognita I'apertiira. 11 Ceritliiutn bispinosum (i) del sig. I'usrn (Polcns Pal. ]>ag. i48. tav. Xn. f. I a) vi ha molli rapporli; la specie pcro di cui trallianio se ne distingue per esscr molto piii allungala , e per avcre gli anfratti , che crescono iiiollo piu rcgolarmcnte. In una tavola invialaci dal sig. Michelix, in cui sono rappresentati varii fossili I'ari, ed inedili esistenti nella di lui Collczione, troviamo il Cer. Lejrojanum il quale richiama alia memoria la forma generate della specie, di cui ci occupiamo; le cosle longitudinali, dircmo quasi rughe, vi sono molto piu frequenti , e lamcUiforini. Gia da gran tempo esisteva nella collezione del Rcgio Muspo un individuo mal conservato di queslo fossile , consistente in 3 anfratti ; esse trovasi indetemiinato fra Ic Scalane fossili. II. CERITHIUM GRANULINUM Bon. tav. III. fig. 9-10. C. Testa elongata, turrita;anfractibus convexis, longitudinaliter costulatis; costis irrcgularibus in duobus ultimis anfractibus nullis ; transvcrsim gramdosn striatis ; slriis in contis elevatioribus ; ultimo anfractu la- tere varicoso ; varicc cle'.'ata , rotundata. Ci'viOiiiim grnnulinum Bom. Collez. del Musco N** 3355. Abila fossile comunissiino dellc Marne di S. Agata presso Tortona , rarissimanienle coU'apertura intieraj questa e Tunica localita (ij Ondc cviUirc ogni sorla Jt confusionc, di^esi notare , che la specie del sig. Pusch vicina al Cer. Genet vicn dcscriUa neiropera citata del prelodato autore sotto il nomc di Bispinosum , Cgurata poi nella tavula Xll. Gg. vi, sotto quello di Vuplicato-spinosum. DI L. BELLAIIDI E C. MICHELOTTI 1 3f) in ciii Irovisi qucsto fossile ; egli c affalto sconosciulo in luUi gli altri tlepositi tciziarii del Pieraonte. Collczioni Bellahui c Miciiklotti. Bellissimu specie a spira inolto acuta, composla cH dieci aiil'ratli, di cui r idliino e varicoso al lalo opposlo all' apertura , la (jiiale e inollo rlslretta, pochissituo transveisulc: unilamcnle alia specie prccedcnle ab- biamo raccollo un individuo del Cerithium GranuUnum , il quale ha il labbro destro , ed il columcllare molto prodoUi, mostruosi, dal che ne consegue , che I'apertura e ristrcttissima , cjuasi chiusa. Innuinerevoli sono le sjjccie di questo gencre, e le forme si \ariate, che sarcbbe cosa troppo lunga , eil ollrepassercbbc il limile in cui Irovasi ristretlo un saggio, qualora Aolessimo enuincrare lutte le specie conosciule, le quali abbiano rapporli col Cerithium GranuUnum. III. CERITHIUM TAURIMUM Bell, et Mich. lav. III. fig. 20-21. C. Testa ventricosa, clongata, laevi, gibbosula; anfraclihus irrcgulavibus , planulatis , irregularilerque vai-icosis ; saperiovibus rugosis ; salurin marginatis; apertura awpla, non ti'ansversa. Abita fossile raro di Baldisscii vicino a Supcrga, ed al Pino pi'esso Chieri , ambiduc deposit! analoglii a qucili del Colic di Torino spezialmente detto. Collczioni Bellauoi c Miciielotti. Conchiglia di un aspclto assai irregolare , gli anfralti in nunicio tli 8-10 hanno due 0 trc \arici irregolarmente disposte ; i girl superiori della spira sono longitudinalmcnle muniti di pieghe , le quali scompa- iono inscnsibilmcntc col cresccre della conchi^ilia. Ovc osservisi attenta- inente qucsto noslro elegante fossile, si \edranno uiinntissime strie tran- svcrsali , impresse. Lc sulurc sono marginatc , e pare che avviluppino ranfratlo supcriore. II canale e quasi retlo. Potrebbesi qucsta specie in ccrto qual modo ravvicinare per la sua forma gcncrale al Cerithium Spiratum di Lamauck fossile dei contorni di Parigi. Per inavvcrtenza del disegnatore la flgura citata e molto impevfella, e non rapprcsenla esaltamente tutti i caratlcii della specie. l4o SAGGIO OHITTOGRAFICO GENERE MELANOPSIS Lam. I. MELyiJSOPSIS PRAEROSA Uv. M. Testa conica , ovali, crassa ; spira bre\'i, saepe acuta; anfractibus compressis , planulatis , lougitudinaliter striatis. Melania Buccinoidea Oliv. Voy. pi. 17. fig. 8. Mctanopsis Laefigata Encyclop. tav. 458. fig. 8. Buccinum praerosum Lin. Syst. Nal. pag, i3o3. ScHBOT. End. tav. i. pag. 34 >■ Cbcms. Conch, t. 9. pag. 4o- p'' '^O' ''S- '035-1036. Melanopsis Buccinoidea Feb. Syst. Concli. pag. 70. N.° j. Sow. Gen. of. Scliells f. 2. Bowo. Elem. of. Conch, tav. 6. fig. 18. ct tab. 8. fig. 14. Fbr. Mem. Gcol. pag. 64. N.° i. (fossilis). Id. Monogr. dcs Miilan. fossiles Miiin. dc la Soc. d'Hist. Nat. dc Paris tola. I. pag, 148. pi. 7. fig. I a II , ct pi. 8. fig. I a 4. Brard. Mem. jour, de pliys. avrtl 1812. fig. 9. PoYRBT. Prod. pag. 36. Bulimus antediluvianiu. liulimus antediliivianus Lau. An. du Mus. t. 4* P- ^9^- Desh. Dcsc. dcs Conquilles fossiles t. II. pag. lao. pi. 14. fig. 34 ^ ^7 > P'' '^' ''S' '"'i- Melanopsis fusiformis Sow. Gen. of. Shells fig. 5. Id Sow, Min. conch, pi. 33-2. fig. 1 a 7. Mel. Buccinoides Rozet. Geol. Atlas, pi. V. fig. 5. Melanopsis Uavigala Lam. Anim. sans vcrtcbres a.' cd. vol. 8. pag. 490- N.' 1. .\ljila i fiumi , e ruscelli delle Isole dell'Arcipelago , fossile del ("oIIl- (li Torino , Narzole. CoUcziooi Bbllardi e Micrelotti. Abbiamo Irovata questa specie di Melanopsis in un deposito at eoncliit^iie marine vicino alia vigna Forzano. DI L. BELI.AnDI E G. MICHELOTTI l4l II. MELANOPSIS DUFOUREI Fer. M. Testa ovato-conica , sulida, lawigatu; anfraclibus superne spiralis, ultimo ventricoso , trunsversim Irivostuto; apcrluru o^'itta ; columella callosa; labro superne ad cvllum injlexo , simplici, obluso. CuEMn. CoU, L 11. pag. aSI). pi. aio. fig. 2u8o-2u8i. Fen. Mod. dc Mel. loc. cit. t. i. pag, i53. pi. 8. fig. 5. Dtsii. Encyclop. Mcth. Vers. t. II. pag. 438. N.° i.'i. Desk. Exp. Mor. Zool. p. i53. N.» 206. Db.sh. in '2.** ed. Anim. sans vcrti^'brca. Lam. t. 8. pag. 493. BiST. Mem. dc la Soc. d'HisU Nat. dc Paris t. 11. p. 36. tav. i. fig. 8. Abila le acquc tlolci della Spagna, della Morea, dell'Isola cU Rodi, d'Algeri, ec, fossile raro del Colic dl Torino, al Termo-foura, frainmislo ai fossili inarini. Collczione Bell^kdi. Checche ne dica il sig. Deshaye.s crediamo doversi riunire la specie fossile alia vivente; le differenze , che vi si osservano, sono si piccole , cite noil paiono sulllcienti da stabilire una specie d'lstinta. I/Ja SAGCIO On/TTOCRAFICO G E N E 11 E P R I A IM U S Beck. I. PRIAMUS STERCUS PULICUM Beck. P. l^esta ovato-vciitricosa , (emit, laevi ; splva hrcvi j labvo aciito. Bticcinum stercns Pulicum Chems. Conch. IX. tav. no. fiy. loaG- 109.7. Bulimus Pruimtts Bnuc. Diet. N.° lo^. Bulla stercus Pulicum Gmel. pag. 3434. N." 4-^* Helix Prianius il'-\tD. llisl. dus Moll. N." 35j. JJelix Priamus Gmel. pag. SGa^. N.° 198. Bulla Priamus Dvlmv. Cat. t. i. p.-is. 495- N." 5i. Bulla Helicoides Bnoc. Conch, foss. 2. pag. 281. pi. i. Gg. 9. Bulla l/elicoi'lcs Bown Eliira. of conch, pi. 8. fig 32. Achatina {Bulla Achalina Lik.) Bons. Mem. (IcH'Aecacl. di Torino torn. XXVI. pag. loi. //alia Helicoides Ri.s.so Prod, de rEurop. nierid. torn. IV. Achalina Priiimus BnowN llal. tcrt. Gcb. p. 79. N.** 4'-*'- Achatina Priamus Lam. Anini. 2.* cd. t. 8. pag. 299. N.° 12. Priamus stercus Pulicum Becii. Desii. ibid, nclla nota 12. Abita il mare di Spagna, e del Portogallo? (Beck), ibssile del Piacentino : Sant'Agata presso Tortona , rarissimo. Colle di Torino. Collczioni Bellaiidi c Micuelotti. II sig. De.siiayes nella 2.° edizione dell'opera di Lamarck rappovta ie segiieiili osservazioiii fiitte dal sig. Beck distinto iiaturalista Daiiese. Malgre son appai-ence , qui la fait confondre avec les coqiiiltes terrestres: malgre les caracteres, qui la rapprochent des Agaihiaes, cptte coquilles appartient cependant a un Mollnsque marin opercule ii opercule come , et vivaiit a ce quil paratt dans les mers iFEspagne cl da Portugal. II nome del sig. Beck ci rende garanti della certezza di tale inte- rcssante scoperta, e ci facciamo una premura di adoltarc c pubblirare ((uesto nuovo genei-e , con tanta maggior soddisfazione in quanlo die lin dai piinii anni in cui ci occupammo dello studio dci Testacei , ci parve questa specie avere un coinplesso assai singolarc di caratteri , e nacquc in noi il diibliio, clie ella non fosse lerrestre , spinlivi dalla strut- lura stcssa della conchiglia c dal colore. DI L. BELI.AnDI E C. MICHELOTTI 1 43 GENERE CASSIDARIA Lam. I. CASSIDARIA STRIATULA Don. la\. IV. fic. o- 7-' C. Testa oi'ctto vcntricosa , transversim tenuissime , elcgantcrquc striciUi; labvo (h'xtro incrassato. Cassid. stiiatith Bonelli CuUcz. del Musco N." 2398. Abita fossile del Colic di Torino al Termo-foiira. Cullczioni Br.LLAHDI C FtllCUELOTTl. A primo aspello quasi polrebbcsi riunire alia Cassis striata del signor Sow.: giacche la forma generale e del tullo la stessa nelle due specie. Lii sola diHerenza coiisistc iu quanto che la Cassis striata e irregolar- menle soicata, ed ha, in alcuni iudividui i, in altri 2. 3. 0 4- ordini di tubcrcoli inollo pronunziati, e che i solclii sono parimenli niolto pro- fondi, alcuui piccolissimi, altri dilatati, dal che ne derivano cosle, e strie trausvcrsali alternantisi. La Cassidaria strialula del ch. Profcssore BoNEi.i.i ha quasi una superficie liscia, c non c, che osservandola con allcnisionc, che vi si scorgono le piccole slrie transvcrsali. 1^4 SACGIO OniTTOGRAFICO GENERE CASSIS Lam. I. CASSIS FLAMMEA Brug. tab. IV. fig. /, , lal). V. fig. I. C. Testa ovata, influta, subtrigonaj scriehiis qtdiique tuberculosis cinctti; spira convexa, mucronata; labro dextro crassissimn , dcnticulato ; inferius sinuoso-nigoso. Bnccinum Flammcitm Lib. Gmel. pag. 3473. N.** 14. Lister Conch, tav. 1004. fig. Sy. ct tav. ioo5. fig. 73. lJo^i^x. Rccr. 3. fig. i56. Ki'MPB. Musco tuv. a3. fig. a. Petiv. Gaz. pag. i53. fig. i. StBi Mus. 3. t.iv. 73. fig. 5. 6. 10. II. 14. i5. i(i. 19 'io. KKonit. Vcrg. l\, tav. 4- fig- '• F*VAK. Conch, lav. a5. fig. E. M\r.TiN. Conch. 2 tav. 34. fig. 353-354. CassiJca Ftanimea Bruc. Diet. N.° l3. Cassis Flammea Encycl. tav. 4^6. f. 3. A. B. Cassis Ftainmea Lam. Anim. sans vert. VII. Abita i mari tlelle Indie: fossilc rarissimo del CoUe di Torino. Due soli individui di questa specie sono Cnora conosciuti alio stato fossile: I'uno, cioe il figurato, e stato trovato alia vigna Forzano: rallro di due lerzi piii piccolo fii rinvenuto al Termo-foura. Collczioni Bellardi c Mighelotti. Nella succennata localita della vigna Forzano trovossi un allro Cassis di grandezza eguale a quello figurato nella nostra tavola: pare (■he esso possa appartenere al Cassis Rufa Lam. Esiste questo nella CoUezione Paleontologica del Museo di Mineralogia. ir. CASSIS THAESEI Bkong. C. Testa ovata, injlata , longitudinater costata; costis superne valde distinctis , rotundatis , inferne obsoletis , striis transversis ; Cauda recurva , brevi. Bkokc. Mem. sur Ic Viccntin pag. 66. tav. 3. fig. 7 A. B. Bbokn Ital. tert. Gcb. pag. 29. N.° 11 5. Abita fos.sile di Ronci rarissimo, al CoUe di Torino, al Termo-Jourh , Rio della Batteria. CoUeziooi BELLiaDi e MiCHEtoTTi. Di L. bellaudi e c. micuelotti i/j5 III. CASSIS AENEAE. C. Testa ovata, injlata, longitudinalilcr multicoslata ; coslis rotundalis, obtusis, supcrnc unituberculosis , stviis transversalibus iiullis; Cauda recurva , brevi. A. Bnonc. Mem. sur Ic Vic. p. fiG. tav. 3. Cg. 8. a. b. BnONX Ilal. tcrt. Gib. i>as. ag. N.» i iG. Abitii fossilc a Ronca , e al Colic ili Torino. Non iie couo- sciamo clic due soli iuclividui di calliva conscrvazionc trovali alia vi:;ria Foiv.ano. CoUozinni Bellardi c 1\Iiciif.i>otti. Vicinissima c qucsla specie alia prccedeiile: Ic sole stric, la forma, c quantila delle coslc longiludinali nc la distinguoiio. IV. CASSIS RETICULATA Bon. C. Testa rolundata , reticulallm sulcata ; spira dcpressa. Cassis Reticulata Bos. CoUcz. del Musco N." 2J88. An. Variolas C. texCae BnonN Ilal. tcrt. Gcb. pag. 27. N.° 107? Abita fossile rarissimo del Colle di Torino. Collczioni Bellardi c Micuelotti. Abbiamo ricevuto da Parigi una Cassis fossile di Bordeaux , la quale ha pure quella piceola relicolazione fattavi da solchi transversali, e lon- gitudiuali. Probabilmcnte non sarcbbe clie una varieta della Cassis teccta del sig. Bronn, solto il qual nonic rluni il Buccinum Areola Broc. (i), la Cassis laevigata del sig. Defrance (a), '\\ Buccinum Saburon Brocchi (3), la Cassis Saburon Bast. (4), Cassis striata Def. (5), Cassis Deucalionis il' EiCHwALD, alia quale crediamo vada cziandio congiunta la Cassis Ita- lica BoNEr.i.1 , c la Cassis Rondeletii Bast. Piacque a uiollissimi autori (i) Bnoc. Couch, a. pag. 329. (a) Defi\. Diet. vol. 7. pag. 219. (3) Bnoc. Conch, a. pag. 329. (4) Bast. loc. cit. pag. 5i. N." i. (5") Def. Diet. vol. 7. pag. aog. Serie II. Tom. III. lJ^6 SAGGIO OniTTOGRAFlCO tjucsla riuiuoiie tiel Bno^N; tanlo piccole sono Ic diircrcnzc dclle diverse sjiccif th'gli intlioali aulori, olio allro non possono snpporsi die variola protlolte dalle diverse localila, in cui fiirono Irovalc. I nostri terreui oUreiuloci lulte Ic variela siamo in caso di polcr verificare lal lalto, e couferiiiarc sempre pii\ ropinione del sig. Bronn, I'ui noi italiani siaino dchilori di uii calalogo ragionato dei corpi orga- iiizz.ati fossili dei Icrrciii lerziarii dell' Ilalia , clie poterono perve- nirc a sua cognizione. Mollo niaggiore del totale da lui riferilo , <|nasi del dojipio c il uuinero dei fossili del Piemoiile , dal clic facil- iiU'iUe puossi vedcre cjuaiilo iiicomplela sia tal opera : la scienza peri) nou polcva prelendere di piu da una persona , clic ahitando un paese dal uoslro si lontano non poloa cerlamenle radunare Uilli i niateriali , «lie erauo nccessarii per render complelo, per quanlo fosse possibile, un lale lavoro. La Cassis Reliculata distinguesi facilmente per I'eleganle relicolazione faltavi da piccole slrie Iransversali , e longitudinali iinpresse. Del reslo la sua forma generale e tulto affalto simile a quella della Cassis texta , ed e per questa tanta rassomiglianza , chc crediamo inutile di figurare questo fossile. V. CASSIS VARIABILIS Bell, et Michel. C. Testa ovato-glohosa , transversim finissime striata, tuherculorum se- liebiis 1-6 cincta; anfractibus superne planidatis i spira acuta; aper- tiira rotundata. Var. A. I. \ Var. B. -i. > tuberculorum scriebus ornaU Var. C. 3. ) Var. D. 4- liibcrculoium scriebus cincla. Cassis intermedia Bro5h Ilal. tcit. Gcb. p. 28. V. A. Cassis rotundata Defr. Diet. vol. VII. 211. Cassis Buccinum intermedium Bnoc? Bons. loc. cit. vol. XXV. pag 226. N." i. Cassis quadricincta Bom. Collez. del Musco. N.° 5G^. Var. E. 5. tuberculorum scriebus cincla. Buccinum intermedium Biioc. Concb. vol. II. pag. 327. N.* 6. Cassis intermedia Br.owN loc. cit. Var. B. Cassis ]S.° 2. EoBs. loc. cit. pag. 226. Var. F. ii. tuberculorum scrit-bus cinotu. Al)ita fossile, le var. A. B. D. il CoUe di Torino al Terrno- DI I,. DELLAHDI E G. MICHELOTTI I ^T Joui'u , Rio (Iclla Batteria , Villa Forzano ; le var. C. F. a Buldisscrt presso Supcrga, le var. C. D. E. a Casteluuovo, S. Agala, Villaveinia. Cullezioni Beluikdi e MicnELurti. Mollissimc sono le osscrvazioni a fnrsi rclalivainentc a qucslo fossilc, il qualu [iresenla iiiia graiulissima qiiaiUitii ili variela. II Brocciii ilcsciive solto il noiiu; di Buccinum inlerniediutii la \a- rieta a 5 ordini di tubercoli , la quale per nulla diflijrisce dalla Cassia quadricincta del Bonelli, caratlerizzala come lo diiiio.slra il iionic istcsso da 4 soltanto degli indicali ordiui. II Bor.son credetle la iiiedesima una varieta del Bute, intermedium. II sig. Brcnn poi riun'i sotto il nonie di Bucc. intermedium del Brocchi si I'una che lallia. Lc varic iiostre ricerclie avcndoci frultato un huon nuinero d'iudi- vidui di questo Ibssile , osscrvainino il numero degli ordiui dci tuber- coli cssere ivicoslantissimo , e variato da i fine a 6 ; ci pare percio non polersi ritenerc il noine date dal Brocchi, perche sotto il Bucc. inlermedium dovrebbonsi annoverare i fossili a 5 ordiui; non quello del BoNEi.Li , perche troppo ristretto; crediamo dunque di poternc foruiare una distiuta specie , cui il nome di f^ariabilis puo benissiino convcnire. GENERE CANCELLARIA Lam. I. CANCELLARIA UNIANGULATA Desh. tav. IV. fi«. 5-6. »• C. Testa elongato-subturrita , scalariformi , acuta; aiifractibus super ne spiratis, longitudinuUtcr lamelloso-costatis ; costis in carina acutis ; basi sulco elevato , transversa, ornata ; labro intus sulcata; columella biplicata. Cancellaria uniangulala , DEsuiVEs Enrycl. iiiclb. torn. 2. pag. 81. N." j. Canccllaria el<-gans , GeiMJ Collez. del Museo Zool. N." G3o. Cancellaria Jiisutiis , Bnoss, I1.1I. Ictt. Gib. paj;. 13. N." 204. M1CUEI.OTT1 Ncues Jabrbiicb von Leonbuid ct Bronii pag. 3i)6. A. Tariet. muUico^tata Bell, ct Michel. Costis longitudinalibus frequenlioribus. Abita fossile dei Colli presso Torino (raro), deH'Astigiana, Parinigiano , Piacentino. Colleziooi Bellakdi c MicuELorti. I 48 SAGCIO OniTTOGRAFICO I sci o sclle giii di S|>ini, die compongono qucsta specie, sono di- visi in due parli , da iiii aiigolo aUjuaiilo ai-ulo, dal rlic ne deriva, die la parte superiore dei inedesimi resta quasi orizzontale, e rcnde molto prolbnde , e sensibili le suture. Tulta la supcrficie e liscia , inlen-otta sultanto da otto o novo rosticinc pliciformi, le quali passaiido suUa ea- rena s'devano Icggcrmciite in ]>iccoli tubercoli acuti. L'uUimo anlratto ibiTHa poco meno della meta della lunghezza totalc ddla coiicliiglia ; csso I' attraversato viciuo alia base da un piccolo cordoncino , die ler- iiiiua col lalibro dcstro, e da al mcdesimo una forma angolosa. L'apertura (■ piccola quasi triangolarc ; il labbro dcstro intcrnainentc rugoso; due sole picghe appaiono alia columella. Kellissima specie di Cancellaria, cui ben le slarebbc il nome iiupo- sLole dal diiarissimo Profcssore Gene, perche elcgantissima ella c al certo; ma questo nonic iion puossi ritcnere, dovendosi riconosccrc ranleriorilu si dei tempo, die della pubblicazione al sig. Desiiayes (i). Pel motivo iiiedesimo devesi annullare la determinazione dataci di questa specie dal sig. G. Bronn nella sua opera sui terreni terziarii deir Italia. (i) Nclla supposizionc cziandiu chc qiic&la specie noii fosse per anco descritla non puossi pariiucDtc cuii^arrjrc il nomc di CancfUarm vlegans^ giacclic ua' altra specie da qucsta roolto dis- siinilc con queslo nunte fii pubblicat.i djil si^. Dl^iiates nell.t sua opera sui fbssili dcllc viciiunte di I'irisi. m I.. BELI.AnDI E C. MICIIKLOTTI l49 GENERE OMSCIA Sow. I. ONISCIJ CYTHARA Sow. O. 'J'esta ubovala, longituJinalitcr coslala, transversim sulcata ; anfra- ctibus siiperne cxca^'utis: spira iiodusa; labro dextvo injlato, crasso; columella callosa. Bo^ANni Rccrcut. part. 3. fi;:. iG3i? Buccitium Cythnva Bnoc. Couch, -j. i)ag.'33a. N.o V. tav. V. fig. 5. A. B. Ilarpa CytUara Boustiw Mrni. dcirAccudcinia di Torino vol. XXV. pag. aa5. N.*' i. Cassidavia Cjthara B.i.sT. Mem. dc lu Soc. d'Hial. Wat. dc Paris vol.11. Sow. Gen. of SchcUs N." a-l. Cassis Cythara Buokn Ital. Icrt. Gtb. pag. 38. N.° no. Oniscia Cythara (Sow.) Puscii, Polcns Pal. pag. 126. lav. 11. fig. 19. a. b. Aljila fossllc di Bordeaux , Dax , Polonia , del Piaccntino , iiel Torloncse, e dei Colli di Torino, quasi scnipre di bcUissima con- scrvazione. Collcziuni Bellardi e Michelotti. Pocliissimi soiio i fossili che siano slati trasporlati da un gcnere aU'altro, come si e YOniscia Cjthara. II Brocchi la pose li"a i Buccini di Lamarck ; credelte perb che polesse appartenere al genere Cassis del me- desiino. II sig. BonsoN fra le Arpe: quesl'ullimo luogo iion le conveniva alVatto; impcrciocche carattcre generico dclle Arpe si e d'averc il guscio sotlile, I'apcrlura graiidissima, il labbro dcstro niollo dilalalo, la colu- mella semplice. Con maggior felicita il sig. Basterot la rapporlo al genere Cassi- daria , al quale si ravvicina assaissiiiio; ne vien pcro dislinto dal ripie- gamento del canale , il quale trovasi molto piii ripiegato, clie nelle Cassidarie , raolto meno, che nolle Cassis. Dal che vedesi, che con egual successo il sig. Bronn la credette una Cassis. Era dunque neccssario di slabilirc un genere intermediario Ira le Cassis, e le Cassidarie. II sig. SowERDY \edendone la nccessita creo il suo genere Oniscia adottato dai moderni autori, cui debbonsi riunire altrc specie vivcnli dei mari dellc Indie , tra le quali principalmente la Cassidaria Onichus di Lamarck. l5o SAGGIO OniTTOGIUFICO GENERE PURPURA Lam. I. PURPURA PLICATA Lam. P. Testa ovata , longiludinaliter et oblique plicala , tuberculato-miiricalii ; in ultimo aufractu tuberculis transversim quadriseriatis ; spiru brc<,'i. iipice ohtusa ; labro intus denlato. Mai\tim Concli. 4- tab. ia3. fig. Ii4i-ii4^- Murcx j'Ucatus Gmel. p.ig. 355 1. N.° 9^. Purpura plicata Lam. Anim. sans Vert. t. VI. jiag. a/jG. N." 35. Abita i mari dell'Oceano indiano? fossile del Colle di Torino id Termo-fourii. Collczioni Beilaiidi e Micuelotti. 11. PURPURA HAEMASTOMA Lam. tav. V. fig. 2. 3. 4. 5. P. Testa o^'ato conica ; crassiuscula , transversim striata , nodosula ; apertura dilatata ; labro intus sulcato. Buccinum haemastoma Lin. Ghei. pag. 3483 N.° 52. Lister Conch, t. 988. fig. 48. RuMPu. Mus. tav. 24. fig. 5. GiALT. test. tav. 5i. f. a. Sdi^vs. Seni'gal tav. 7. fig. i. le sakeni. Martini Couch. 3, tav. 101. fig. 9G4-965. Purpura haemastoma Lam. An. sans vert. VU. pag. 238. Paiiipp. Enum. Moll. Sic. pag. i55. IN." 3i2. Abita secondo Lamarck I'Oceano Atlaalico, secondo Gray la Nuova Olatida , Palermo in Sicilia (Phil.), il Golfo d'Aiaccio Payr.; fossile nou raro deU'Astigiana, BuUiera, Montafia , ecc. non couiune sul Colle di Torino, CoUezioni Bellakdi c MicnEioTTi. Varia assaissimo questa specie sia dallo slato viventc al fossile, sia dal giovine all' adulto. I giovani iudividui, clie troviamo nei nostri 1)1 r,. bellaudi e g. miciielott: i5i lerrcni lianuo Ic slrie, solchi e coslicine transversuli , cd i nodi loiigi- tudinali inollo proiuinziuli ; il labbro dcstro iiiteramente solcato , rugoso; 111 spira niolto acuta. La siiperficic dcgli individiii adulti non e allravcr- sata clic da una innucnsa (juanlila di solchi (inissiuii filiformi; i luliorcoli in alcuiii mancano allallo, in allri uii sol ordiiic dei incdcsiini i: sen- sibilt;, jioi due, cd ancho Ire; in tutti gli individui adulli, i tuhercoli sono I'olondi non niolto elcvali. Ti'oviamo pure quesla specie fossilc sul Colle di Torino dove jjero e mollo mcno frequcnte, clie nclTAslii^iana; gl' individui provcnienli da quesla localita sono costaniemenlc inolto piu piccoli, ed i tubercoli vi sono raramente distinti. GENERE CONUS Lin. I. CONUS IMPERULIS tav. VIII. fi". 17. C. Testa oblongo-turbinata; spira obtiisa, depressa; tiibercuUs majuscuUs coronata. Conui Imperiatis LiK. Gmel. pag. 3374- N.' 2. Lister Conch, tav. 76G. fig. i5. GcAiT. Test. tav. aa. 6g. 4- Klbik, Ostra. tav. 4- Gg. 84. D'A^o. Conch, tav. 12. 6g. E. Favakke, Conch, tav. 14. fig- .^. 3. Seca Mus. 3. tav. 4?' fig' ^i' Khorr. Vergn. a. var. 11. 6g. 3. Mart. CoDch. 3. tav. 63. Gg. 690-691. Conus Imperiatis Brcc. Diet. N.° 10. Encyclop. tav. 3ig. fig. i. Conus Imperialis Ann. du Musce N.® 7. Lam. aniiii. sans veil. VH. page 44^- N*** 7- CoUei. del Musco Zool. N." 3C6o. Abita rOceano delle Grandi Indie, c delle Molucche , fossile ra- lissimo del CoUe di Torino. CollezioDC BiLLARCI. 103 SAGGIO OKITTOCnAFiCO Tie soli incliviJui sono llnoi-a conosciuti alio slalo fossilc di f[uesla iiileressante specie, essi sono di '/j piu piccoll della conchiglia vivente, benissimo caraUerizzali dai lubercoli della spira. Esscndo alio state spa- toso i dctti tubercoli sono un poco rotondati , non cosi aculi, come nella conchiglia fresca. II. CONUS TEXTILE Lin. C. Testa cjlindraceo-ovala ; Uncis fuscis lovgitucUnalibus undulatis , maculisque trigonis siilco circumligalis ; soira acuminata ad siUuram laeviter striata. Conns textile Lin. Gmel. pag. SjqS. N.'^ 59. I3o>ASN. Rccr. 3. tig. i35. GiAi-T. test. lav. 25. fig. ^1^. D'Akg. Conch, lav. i3. fig. F. FAVA.VKE, Coucli. lav. 18. fig. B. L. Seda, Mus. 3. lav. 47- f'S- 16-17. KsoBR. Verg. i. tav. 18. fig. 6. Maht. Conch, a. tav. 54. Ug. 599-Goo. Comis textile Bute. Diet. N." i45. Encycl. tav. 34.'i. fig. 5. Conui textile Annales du Musce N.° 176. Lau. Anim. sans vert. VIl. pag. SaS. N.° 178. Abila i mari dcUe Grandi Indie e dell' AlTrica , fossile rarissimo dell'Astigiana. Collezioni Bellardi e Michelotti. Non avremnio sicui'amente i-iportato il fossile di cui trattiamo al Conns textile di Linneo se non avesse conscrvato i nalivi colori per mezzo dei quali distinguesi la piit gi-an parte dci Coni alio stato vivente, e la mancanza dei quali rende didicilissima, ed incerta la tleterminazione dci medesimi alio state fossile. Dislintissimi sono i colori , e le piccole fascette longitudinali angolosc di color rossigno ; come \edcsi daila fi- mira , il fossile e molto piii piccolo del vivente. Grandissiiue sono le varicla, clie presenta qiiesta specie; non cono- sciamo fossili, che due individui , iino dei quali, cioe i! piu grosse, e lutlo alTalto simile al tipo di qnesta specie , I'allro c una varicla nella quale le linec longitudinali vi sono in anollo minor numcro , cd invece DI L. DEI-LARDI E G. MICIIEI.OTTI 1 Hi
  • MlCllCLUTTI. QuMiilunquc j)ossaiio scmbrarc inolto scnsibili Ic clifTercnze ilelia \a- ilrt;\ del fossile ilcl Colic ili Torino, con quelli tlcscrilti dal Bnofcni , cit) nulla mcuo li jiarc potersi aniiovcvare come una mcdcsinia specie; tuttavia con una scrie d'individui si scorge un passaggio dal Conus Em- manuelis al Conns striatulus , molivo per cui avvisiaino potersi riunire con un solo nome , cioe con qucllo die gli appose il Biiocciii. Egli e sin- golare die f^li autori, clie scrissero delle couchiglie viventi del Mcdi- terraneo e deirAdrialico, non vi abbiano ancor rinvcnula questa specie , cnsi frequente negli strati subappennini. GENERE MARGINELLA Lam. I. MARGINELLA ELONGATE Bell, et Mich. tav. V. fig. lo-rr. D- M. Tesla elougatissima , laevi , superius inferiusque planulala ,• spira breiissima ; anfraclibiis vix distinctis , ultimo maxima */, totius lon- giCudinis effbrmante; apertura injetius dilatata; labro dextro mar- ginalo ; columellari laevi. Abita fossile raro del Colle di Torino. Collczioiii Bellardi c Miciielotti. Non molto lontana c questa specie dalla Marginella Ebnniea di Lamarck ; uc vicu distinta pero dal prolungamcnto dell'ullimo anfratto, il quale forma piii dei */, della Innghezza totale dcUa conchiglia; la spira vi e brevissima ottusa, gli anfratti in iiumero di 4 o 5 sono vicinissiuii,^ quasi confusi. I 56 SAGGIO OniTTOGRAFICO GENERE CYPRAEA Lin. I. CYPRAEA PRUNUM Gene tav. VI. fig. 1-3. C. Testa ovato-ventricosa , subgibbosida , itmbilicata ; labro obsolete marginato ; apertura parvula. An. Cypraea ulriculata Lam. Anim. s.ins vert. VII. p.ig. !^o^. N." 4- Crpraca Prununi Gebe CoUez. del Museo N.° a555. Abita fossile rarissimo del CoUe di Torino, Villa Forzano. Collozioni Bellaudi c Michelotti. Relativamente alle Cjpraeae dobbiamo osservare, die il sig. Deshaves dice nell'opera sua sul fossili de'contorni di Pai'igi (pag. 722.), clie le Cfpraeae alio state fossile sono in piccolissimo numero; non siamo tut- I'uliallo d'accordo col distinto Conchigliologista , giacche piii di venti specie si trovauo nei nostri tcrreni, oltie ad una grande quantila, che ]ier mancanza dei coloii e difficolta nel classificarle restano indetermi- iiale , e sconosciute. La localila piii ricca si e la Villa Forzano dove ricavammo in uno scavo , die facemmo fare, piu di mille individui appartenenti a questo genera. II. CIPRAEJ IMPURA Bell, et Michel, tav. VI. fig. 11-12. C Testa p nr villa y superius iuferliiscjue comprcssa, ililatata ; apertura magna, sinuosa, edentula. \\)\\.A fossile del Colle di Torino , Villa Forzauo. CoUezioni 6ell\rdi e Micuelotti. Singolare specie distinta dalle altre per avcre I'apertura iiiollo larga, Icggermenle sinuosa, e seiiza alcuna Iraccia di denli. DI L. BEI.LAHDI E G. MICHELOTTI 1 57 GENERE OVULA Lam. I. OVULA PASSERINALIS Lam. lav. VII. fig. 4-5. O. Tesla ovato-ventricosa , lacvi, vix rostrata; labro arcuato. laevissimo. BoNiKHi Mus. Kirk. fig. 3i)(). ex Brocclii. Idem Obscrv. circa vi?. fi^. 21. ex Brocchi. Ovula passerinalis Lam. Ann. du Mus. vol. iG. pag. ii.'f. N." 1. Bulla birostris Bnoccin r;ig. 278. N.° 7. ( non Oi'ula lirostris hut.) L.IM1UICK Aaim. sans vert. lorn. VII. pag. 371. N.° i. BnoKB Ital. Icrt. Gcb. pag. 17. N." 47. JiK. Catal. pag. i5. N." 2. MicacLOTTi, Ncucs JabrbucU von Lconliaril ct Bronn , i8!>8. pag. 3C9. Abila . . . Giava (Linn.), neirAdriatico, Renicri secondo Bbocchi . . . fossile tli Fiorcnzola ncl Piacentino, uel Painiigiano, ntU'Asligiano. Collczioni Bellaudi c Micbslotti. GENERE SOLARIUM Lam. I. SOLARIUM MILLEGRANUM Lam. tav. VI. fig. 6-7. S. Testa orbiculato-convexa, ad periphaeriain compressa, angulato-cari- nata , scabra; slriis sulcisque transvcrsis granulosis ; interna fucic convexa ; umbilico patulo , crenato. L^M. .Anim. sans vert. vol. VII. pag. 6. N.« 8. BnoKN ital. tcrt. Geb. pag. 64. JN.° 335. Non Trochus pseudo-perspeclivfus variet. Biiocciii pag. 36o. «cntientc BRo;«h. Nod Solarium millegranum ? Lam. variet. BitoiiM toe. cit. pag. C3. N.** i3\. Jus. Catal. pag. 6. N.° 10. -Vbita fossile del Tortonese , e di Castell'Arquato. Collciioni Bellakdi c Micuelotii. 1 58 S.VGCIO ORITTOCHAFICO Molta fu finora la ooiifusionc nclla sinonimia cVi rjuosla c dcUa siis- segucnte specie, Ic Ijrevi ilescrizioui tli Lamauck non pcrinctlcinloiie iiua esatta e scrujiolosa detcrminazioric, giacche si rmia, chc Tallra drsrri- zione jniossi quasi riteiiere per le due specie. II sig. l?no>N per 11 primo indica fra i sinonlmi del Solaiinm mUlegmnuni Lamarck la varieta del Trochus pseado-perspectivtis del Brocciii, la cpiale apparlieiie al Solarium caiialiciitatuiii. Crcdc cziandio clie il suo Solarium monilifcrum ( Trochus canalicu- Idtus Bnoccni) possa essere una varicla del Solarium millegranum. Del pari il sig. Jan nel suo Catalogo da come siiionima dclla specie di c\ii haltiamo la varieta suindicata del BnoccHi; ina uon ci pare esatta lie I'lina , chc I'allra osservazione , giacche avendo soll'oechio un buoii iiuniero delfuiia e dell'altra sjiecie , aljbiamo potulo couoscerue le dif- rcrciize e persuaderci col mezzo delle varie descrizioni date a cpiesta specie dai diversi autori, die la ■varieta del Brocchi deve riferirsi al Solarium canaliculatum di Lamarck , non giusta la descrizione di que- stultimo, la quale troppo breve non puo spiegarne esattaraente i ca- ratteri, ma bensi giusta quella del sig. Desha\es nell'opera sui fossili dei contorni di Parigi, la quale conviene esaltamente al fossile, chetrovianio nei nostri terreni terziarii superiori, e per conseguenza alia varieta del Trochus pseudo-perspectivus Brocciii. II. SOLARIUM CANALICULATUM Lam. S. Tesla orbiculatoconoidea , apice ohluso , trajisversim regulariler striata; striis inaequalibus granulosis ; granulis saepe coniunclis , striis tenuissimis ct longitudiiialibus ; ultimo anfractu ad periphaeriam carinato , subtus conwxiusculo; umbilico magno; rtiargine crcnato , irtlus carina instructo , et canaliculalo ; apertura subquadrangulari. BoAi^D. Foss. Hant. pag. lo. tab. i. fig. 7-8. LiM. Ann. du Mus. torn. 4. pag. 34. N.° 3. I'l. Hist, dcs Aniin, sans vert. vol. VII. pag. 5. N.° 3. Non Trochus canaliculatus Bnocciii pag. 359. N.° 14. 'J'rochus pseudo-pevspecti\fUS BnoccHi varictas pag. 3Go. Dei-. Diet, dcs Sc. Nit. torn. LV. pag. 485. Desh. Dfscript. dcs coij. foss. de Paris pag. aao. N." 8. tav. XXIV. lig. 19 20. ai. Solarium crenulosum Boii. Coll. del Musco Zool. N.° 5^0. Abita fossile dei contorni di Parigi , dell'Astigiana , e del Piaceulino. ni I.. Bn.LAnDi e c. miciielotti i5() Lc osservazioni faltc relaliyaincntc alia prccedenle specie rcndoiio iiiutili ulleriori sc'liiarimeiili sulla sinoniinia (U'lla prescnle; a<;t;iuiigianio soltanto senibrarci, clic il fossilc iiulicalo ilal ]]norciii sotto il iioine di Trochus canaUcidatus possa rifuiii-si piiilloslo A Solarium plicaluinJ^AM., giacclie iioii e prcsumihile sii iileiUico coUa varicla del Trochus pseudo- perspeclivus dello siesso autorc, c clie un solo fossilc sia state dai me- ilesiiiio d()|)piainenlo citato. Del rcslo osscrvaado un grandissimo nuincro di csemplaii di queslc trc specie vedesi col mezzo delle vaiieti un scnsihilissimo passaggio dall'una all'altra, il quale potrebbe in certi casi giustificarne la riunione, ({uantuncpic osservati scparatamcnle presentino un complcsso di carat- teri , chc paioiio dovcr esscre costanti , e da non potcrsi confoudere. GENERE TROCHUS Lix. I. TROCHUS TLRRITUS Bon. tav. \l. fig. 6. T. 'I'esta data , pjramUlali , tenuissime transversim striata; anfractibus 10-12 planidalis , contiguis, basi angulatisj angido crenato; apice acutissimo ; aperlura subquadrangulaT-i. 7'ruchiis turritus Bos. CoUczione del Museo N." a^OS. Abila Ibssile del CoUe di Torino al Termo-fourii : raramcnte di mediocre conscrvazioiie. CoUczioni Bell^rdi c Michelotti. Qucsta specie o composta di dieci in dodici giri di spira a|)piattiti, i cui margini infcriori verso la sutura sono dislinli per mezzo di una (■arena acuta, c granulosa; la punta dclla spira e molto acuta; I aper- lura quasi quadrangolare c appiallita: la base liscia. II Trochus cingidulus di Brocchc e distinlo da questa specie per essere meno acute alia parte superiore, per aver la base piu dilalata , perclic i suoi giri di spira linnno otto cordoncelli, e presso della sulura non scoigcsi la carcna granulosa dclla nostra specie. l6o SAGGIO ORITTOGR.VFICO 11 Trochits Elatus del sig. Deshayes dislinguesi eziancUo da questa specie perclic i suoi giri di spira sono alquanlo concavi, e sono muniti di sliie iiicguali e transversali, la sua aperiura inoltre e decisamente tjuadrangolare. II. TROCHUS CJ RLY J T US BoRf^Oii lav. VII. Hg. lo-ii. T. I'cstu conica , crassiuscula ; anfractibus plants, superne marghie cariiiatis , ulUtno bicariuato; aperiura patula, obliqua; peristomale in busiin expunso. Trochits caviiiatus BonsoN , Auct. ad Oryi I. Prcl. pag. iGfi. N.° G. IiL Mem. JcHAccadcniia dcllc Scicnzc di Torino vol. XXVI. png. 33o. N.° 9. BRONCMAnT Mem. svir Ic Vicent. pag. 56. tav. 4- ^o* *>■ Def. Diet, dcs Sc. Nat. torn. XLV. pag. 56o. Beosn Italicns tcrt. Geb. pag. 60. N." 3ao. Abita fossile del Colle di Torino, ed a Baldichieri, frequcnte. CoUezioni Bellakdi c Michelotti. Questa specie e composta di quattro in cinque giri di spira, ap- nialtiti ; il lore margiue superiorc ha una carena ; la circonferenza del- l ultimo e rimarcata da due carene formanti fra lore un canale; I'aper- lura e appiattila: il labbro columellare calloso, il destro e acuto. Alcuiii individui paiono analto liscii , altri pi-esentano alcunc leggieri Strie transversali , e gli ordinarii segiii di accresciineuto. Presso il signer Eicuwald havvi una specie col nomc di Carbiatus dissimile dalla prescnte , giacche essa sarebbe , secondo il sig. Brokn , il Trochus pntulus di Brocchi. Incompleta del resto e I'asserzione del sig. Brongniart, cioe che questa specie e molto prossima al Trochus patulus di Brocchi , perche i giri di spira di quest'ultimo sono rotondi, e possede un orabilico, e la sua forma e piu conica, laonde sia dalla descrizione come daU'osservazione iuimediala si evince la dilTerenza delle due specie. PI I.. BEM-Anni F. a. michelotti i6i GENERE DELPHINULA Lam. I. DELPIIINULA STRUTA Bell, ct Mich. tav. VI. (ig. 3. 4. 5. I). 7'ej^rt lUrincjue compressa, transverse striata; anfractibus 3 pUniu- latis , contiguis , carinutis , ad inarginein canalicnlatis ; umbilico ilila- tato usque ad apicem ; aperlura compressiuscula. Ahita fossilc rarissinio del Colle ili Torino al Termo-foura. CoUtvione Miciif.lotti. Questa ])iccolissima specie di gencre rarissimo dei noslri icrreni e deiifessa ; 1' ultimo giro di spira forma quasi la tolalila della coii- ihiglia ; i^li anfratli sono superiormente conligui gli uiii agli altri , muniti di strie regolari, die appaiono del pari siilla parte inferiore, noii oeciipaiulo pero che soli V3 della inedesima, lasciandone liscio il rima- nente fiuo al margine , che e mollo acuto. L'omLilieo e molto dilatalo, distinto fino aU'apice. II suo appiattimenlo come pure la regolarila colla quale si prolungano da un aiifratto all'allro le strie transversali allon- tauano questa specie dalle fin qui descritle. II. DELPIIINULA CALLIFERA Desh. D. Testa orbiculato-depressa , laevigata; anfractibus supra subplanis; ultimo basi umbilico minimo perforata; callo semicirculari , obleclo, iipertura rotundata , margine tenui. Dtsn. Dcscripl. dcs coquU. fossilcs dc Paris vol. a. pDg iio. tav. •j3 fig. iG-i-.iS. Abita fossile delle vicinanzc di Grignon (Desh.), d'Asti, ra- rissimo. Collczionc Bellahdi. Questa e una delle pochissime specie dei coulonii di Parigi , i rui aiialoglii si riproducono nel terziario superiorc. Serie II. Tom. III. v l6a SAGGIO ORITTOGRAFTCO GENERE SCALARIA Lam. I. SCALARIA RETUSA Broc. S. Testa ventricosa, abbreviata; spirit brevi , data; costis lougiludlna- libus , nienibrunaceis , frequentibus , contlnuis , pj'oductis ; ultimo anjractu viagno '/^ totius longitiidinis efformaute ; opertura votiindata, incrassata. Turbo relusus Bnoc. Conch. Sub. 2. jiag. 38o. N." jS. Comm. Bonon. vol. 3. p. i. pag. '296. (ig. 8. D.iviLA Cat. Sisl. vol. 3. tav. a. fig. F. Bobs. loc. cit. vol. X?iV. pag. 338. N." 4. tav. fig. 10. {mala), BnoNK Hal. tcrt. geb. pag. 66. N." iil\. Var. Spinosa Bellardi e Michelotti tav. VI. fig. i^-'S. Costis cvassiovibiis , niinoribns, dimidio contovtis , spiitosis. Abita fossile del Piacentino, del CoUe di Torino, al Tevmo- Jouvil , Rio della Batteria: rErcmo, rarissinio, Sanl'Agata, presso Toi- lona, ove trovansi piii comuneinente s\ il lipo, die la varieta. Collezioni Bellardi c Michelotti. La varlela di cui facciamo meuzione , e elie fii gia accennata dal sig. BoRSON , ofTre alia mcta dellc coste longitudinali mcmbranacee im Uibercolo spinoso alquanto elevato. GENERE TURRITELLA Lam. r. TURRITELLA GIG ANTE A Bon. tav. Till. fig. i. T. Testa elongato-turrita subulata ; anfractibus planis , ad marginem carinatis , longitudinaliter irregulariterque sinuoso-plicatis , vix di- stinctis; apertiira Oi'ali, depvessa. BoK. CoUcz. del Mu»eo N." 376;. Al)ita fossile rare del CoUe di Torino al Tctinn-Juurii , Rio della Batteria, il Pino. CoUcziODl BeLLAROI C IMlCllBLOTTI. m L. BEM.Anm e g. michei.otti i()3 Tutli i giii di spira ilclla Tiirrilella gigantea sono cosi aj)j)iatliti, e ravvicinali gti iini agli allri, die a priino aspclto jiuo scmbrarc che tulta la concliiglia nou sia composla, clio di iin solo giro; tutli gli an- fralli sono conligui , e le suture poco dislinte. Liscia quasi puo dirsi la superGcie di qucslo fossilc, se non the ap- paiono delle rugosita longiludinali, oblicjuc , sinuose nel mezzo della parte visibilc degli anfratli ; la mancanza di solchi, strie , ed altre ru- gosita transvcrsali rende qucsta specie singolarissima c di mollo loiitana dalle gia descritte, Ic quali tutte, clii piii, clii meno hanno delle rugo- sita transversali, carallere, clic puo quasi accennarsi come gencrico, tan to e frequcnte. GENERE MELANIA Lam. I. MELANIA PATULA Bon. tav. VII. fig. 8-9. M. Testa ovata, laevi; anfvaclibus tribus , convexis , ultimo awpUssimo , votundato ; spira obtusa; apertura dilatata , subovata j labro dextro , simplici; columellari leviter calloso , arcuato. Bon. CoUcz. del Musco N.° 2OO. Abita fossile raro del Tortonese. CoUezioui Bellardi c Micbblotti. Tre o quattro anfralti compongono questa specie : la brevita ed ot- tusita della spira e Tampiezza deirullimo anfi'atto Tallontanano dalla forma generale delle altre Melanie, Ic quali hanno ordinariamenle la spira clevata , e composta di piii giri, e difllciluicnle luliimo anfratto oltrepassa '/j della lungliezza totale, uicntre puossi dire, che nella il/e- lania Patula forma quasi da se solo la conchiglia. Tulta la superficie c liscia c non vi si scorgono coUa lente clie minutissime strie longitu- dinali prodotte dairaccrescimcnto della conchiglia. La Melania Donibe- jana le e molto vicina per la forma geuerale. 1 64 SACGIO ORITTOGRAFICO GENERE NATIGA Lam. I. JSATICA SCALARIS Bell, el Mich. tav. VIII. fig. ii-ia. N. Testa siibtuvrita , inumbilicata ; avfractibus com'exis superne pro- Jimdc caiialiculatis , laevigulis ; aperlura ovali ^ columella siunosa; lahro dextero sinipUci. Abila fossile raro del Colic tli Torino. Collcztoni Bellardi e Miciielotti. Conchiglia ovale coinposta di circa sci giri di spira coiivcssi, supo- riornicnle scalar iformi, e canalicolati; I'aperlura o ovale, il labbro dcsUo seinplice, il coluincllare con callosita poco sporgente ; tutla la siiperficie e liscia. La JSatica hybriJa del sig. Deshayes c la specie clie maggionueiile s'avvicini alia preseiile; convcrra pert) rifleltere, clie la JSatica scalaris lion c striata longitudiualmeule , e die la spira iiclla nostra specie c molto nieno clevata. GENERE NERITA Lam. I. NERITA GIGANTEA Bell, et Mich. tav. VIII. fig. 1-2. iN. Testa crassa, transi'ci'sa , laevigata; apertura expansa. Abita fossile a Baldichieri presso Superga , raro. Collczioni Bellaadi ^ Michblotti. Quest' interessante specie e tulta liscia, la sua forma e lrai\svcrsalc. La niancanza di colori aggiunta ai sovra indicati caralleri ci dispensa dallVntrare a paragonarla colle numerose SpecitJ \iventi, che apparlen- gono a questo genere. DI L. BELLATIDI E C. MICHELOTTI 1 65 II. NERITA IIISINGERI Bell, et Mien. tav. VIII. fig. 3-4- N. Testa scmiglobosa , transversim laevigata ^ liiieis in zigzag dispositis, creberrimis , continids j labiis siinplicibus. Abila fossile del Colic di Torino prcsso Baldicliicri. CollczionC IVllCIIBLOTTI. Questa specie, die dcdichiaino al nostro pregievole amico W. Hisikger, aiilore deiracciiralo lavoro iniitolato Lethaea Svecica , e quasi globosa , transversale ; non ha alcun solco o cosla nclla sua supcrficic ; un grari- dissimo numero di lince di color fosco chc dccorrono longiUidinalmeiUe formano diversi augoli eulnnili c sporgentl I'm loro ; i due labbri paiono ad'atto liscii. III. NERITJ MORELLII Bell, et Mich. tav. VIII. fig. 7-S. N. Testa semiglobosa , transversa, laevigata, maculata; maciilis albis, ovalibus ; labiis siniplicibus. Abita fossile del Colle di Torino. CoUczioui Blll^rdi e JVIicuelotti. Questa specie e quasi globosa, transversale, liscia nella sua super- llcie, la quale e segnata da piccole niacchic bianche, ed ovali; il labbro columellare e pi'ivo di callosity; il destro pare aciito, e liscio. La tessitura delle macclue non ordita a zone distingue questa specie dalla Neritina Lineolata, come dalla JSeritina Zebra, specie chc niag- giormente se le avvicinano. Onoriamo questa specie del nonie del sig. Cav. Vincenzo Morelli del Popolo, cui siamo unili per varii titoli di riconosccnza ed afiezione. l6G SAGGIO ORITTOGHAFICO GENERE EMARGINULA Lam. I. EMARGINULA Gi?^rf:z;OC/P// Bell. etMicn. tav. VIII, fig. i5-iG. E. Testa elongato-conica , lateribus compressa; apice vecurvo, longilu- dinaliter regalariterqiie striata. CoUez. del Musco Zool, N." 466.',. Abita fosslle del Colle dl Torino. Questa specie rarissima e striata longitudinalmeiite , le strie sono finissimc. ed eguali , scorgonsene pero tratto tratto qualcuna alquanto rilevala ; I'apice trovasi ad un quarto appena dclla conchiglia , ed e iiiolto rivollo. Varie sono le specie, che possonsi rawicinare s\V Emaj^ginula Gra- teloupii , ma avendo quasi tutte delle strie , o solclii transversali , che maucano nella nostra specie , impedita ne resta la riunione. Dedichiamo cpiesta specie al nostro amico il sig. Grateloup, le cui ossci-vazioni sui fossili dei contorni di Bordeaux furono di si alta im- poi'laiiza alia scienza. GENERE CREPIDULA Lam. I. CREPIDULA MYTILOIDEA Bell, et Mich. tav. Mil. fig. 9-10. C. Testa subangulata ; apice aciUo; dorso anguloso, rotunda to; super- ftcie lineis concentricis pr'aedita. Abila fosslle a Viliavernia presso Tortona. CoUezionc Micqelotti. DI L. BELLARDI E G. MICHELOTTI iG-J GENERE PARMOPIIORUS Lam. I. PARMOPIIORUS ELONGATUS Lam. P. Testa tenui, elongata, anterius Integra i striis exiguis radiata , mai- ginibus acutis. Patella eloiigala Lam. Ann. du Mus. torn. « pag. 3io, ct torn. 6, pi. 43. fi|;. ■ a b. Parmophorus elongatus Lam, Anim. sans vert. torn. 6. a. part. pag. 5. N.** 4- Parmophorus Laei'is Blainv. Bull, des Sciences, fcvr. 1817. pag. 28. Parmophorus elongatus Dksh. Encyclop. vers. torn. 3. pag. 701. W.° 3. Id. Coq. foss. dc Paris, torn. 2. pag. i3. tav. i. fig. i5-i6.. Id. in 3. edit. Lam. torn. 7. pag. 579. N,"* 4* Bellarbi Biillftin de la Soc. Gcolog. dc France i838. torn. 9. pag. 27U. Id. Neiu's Julirbucli \on Brnnn ct Lconhard, i83(). pag. 488. SowERBY jun. A Concli. Man. pag. 77. fig. 242. Abila fossile raro del CoUe cli Torino, c tlelle \icinanze di Parigi. Collezione Bellaivdi. Qucsta specie , die si conosceva soltanto come fossile dei lerrcni terziari inferior! dei contorni di Parigi, fu rinvenuta nel secondo periodo di delta formazione delle noslre \icinanze ; dessa e una delle poche specie, die si conoscono coniiini ai due terreiii, e tanto piii iinportaiite e tale scoperla in qiianto die I'linico individuo dd CoUe di Torino non olfre alcuna ditferenza relativamente a quelli di Grignon. * IX. MUREX ASTENSIS Bell. tav. III. fig. 18-19. M. Testa elongato-subtuiTita , transwrsiin irregnlariter sulcata '^■8-Ja- riatn varicosa; varicibus subsequentibus , elongatis , crassis , Totun- datis ; suturis prqfimdis ; ultimo anfractu magno ; apertura rotunda; labro dextero ad basim plicato-spinoso ; canali plamilato , clauso. Murex Astensis Belladdi , Bulletin de la Soc. Gcolog. de France vol. IX. pag. 370. Id. Penes Micuelotti , Ncucs Jahrbuch von Lconhard et Bronn, i838. pag. 39G. Abita fossile raro dcH'Astigiana. Collczioni Bellardi e Micuelotti. " Vcdasi il Geneve Murex a pag. i3j. l68 SACGIO OniTTOCRAFICO ElegaiUissiina specie e consistcnte per la sua spcssczza ; cincpe o sei aiifralti soltanto coinpoiigono qiiesto fossile la cut superficie c solcata transversahnente ; 607 \aiici elevate, rotonde, ed allungaie Ic danno \m aspelto niolto singolare; Ic varici dciraufrallo inferiore, susseguen- dosi , c confondcudosi con quelle del supcriore, fanno si, chc le sulure iiaiono profondissiuie. L'apertura e quasi rolonda, inticra; il canalc c cliiuso, liscio ed appiatlilo nella parte inferiore: I'ullimo anfralto e leggiermente couipresso alia base, la quale e altraversala da due o Ire slrie elevate, chc terminano sul labbro deslro in tubercoll spinosi. La quanlita, e la disposizione dellc varici, unite al prolungamento del eauale, dislinguono questa specie dalle sue congeneri ; jiare pero dalla descrizione dalaei dal sig. Bronn del suo JSIurcx heptagonatits , chc il medesimo se le avvicini assaissimo. GENERE VOLUTA Lam. I. FOLUTA RJRJSPINJ Lam. Testa obovata, bast transverse sulcata; ullimo anfracta supevne spinis raris instructo; spira brenssima, mucronata ; labro eras so , viargi- nato , in ties striata; columella callosa , depressa, triplicata. Encyclop, pi. 3S4. Hg. i. a. b. Lam. Ann. du Mus. vol. XVII. pag. 79. \A. Aiiim. sans vert. vol. VII. pag. 353. V*tr. Vertonensis Bell, et Mich. tav. VII. Cv^. 2-3. Testa crussiurif spinis nullis ; lahro cchimellari , ihcrassato. .\bita fossile di Dax (Lam.), e deile vicinanze di Tortona a A gala. CoUczioni Bbllardi c Michelotti. iVZ?. Ci siamo sei-viti del nome di Gasteropodi di Cuvier , perche poleva meglio esprimere la natura dci testacci, che abbiauio riuniti nel presente lavoro, ritenendo pero la distribuzione del generi proposta dal sig. Blaisville, sicconie quella, die servi di base nell'ordinamento dclla collez'one del Museo Zooloi^ico al chiarissimo sig. Profcssore Geke. DI L. UELLARDI E G. MICHELOTTI iGy SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE '?• 9i> )) loii » lO I )) 98 )1 100 » 9^ » 102 » 100 » 96 11 106 TAVOLA PRIMA I. Pleurotoma Chinensis Bon pa 2-3. Id. Semiplicata Bon 1. Id. lirocchii Bon o. Id. Scalaris Bell, et Mich n. /ri. Fusoidea Bon 7. W. C'wculata Bon. i solclii transversali lion sono abbaslanza paralelli , ed orizzontali 8. Id. Philippil Bell, et Mich J). Id. Spinidosa Bon. iO. Id. RotuUita Bon 11. Fiisiis Reticulatus Bell, et Mich 12. Id. /l/ar/ca««5 Bon. (i) le suture non sono ab- baslanza distinte, e Ic coste lon- gitudinali non interrolte . 13. Id. Semi-i'ugosus Bell, et Mich ii. Id. Maxillosus Bon \o. Id. Cinctus Bell, et Mich 16-17. Pleurotoma Sismondae Bell, et Mien 18-19. Fusus Orditu.'i Bell, et Mich (i) Ncl corso dcUa pubblicazionc di questo Saggio abbiamo i-iccvulo varie mcmoric dci signori A. Sbdc\%icu, c J. MtncuisoN , fra Ic quali liavvcnc una sulla struUura dcUo Alpi Orieutali, ove trovasi dcscritto col nomc di Fusus muricatus un fossilc dissiniile da quello del Bukelli. Dovpn- dosi pcrci6 , ondc evilare ogni sorta di confusionc , cangiar nomc al noslro fossilc , proponiarao i|(icllo di Fusus pustulatiis. Serie II. Tom. II[. x » 107 » io5 » 1 10 » 104 » 97 » loS 170 SAGGIO ORITTOGRA.FICO TAVOLA SECOWDA Fig. 1. Fiisits Fragilis Bon pag. 2-5. Jil. Glomus Gene » 4. Id. Tevebrinus Bon » 5. Id. BonellU Gene » G. Id. Gloinoides Gene \isto di profilo ... » 7. Triton Scrobiculator Desh n 8. Fusiis Borsonii Gene » 9. Id. id. var. uni-cincta .... » 10-11. Murex Pjrulatus Bon » 12. Ranella Elongata Bell, et Micir » 15. Pjrula Papjracea Lam. var. Taurin » 1 i. Triton Obliquatum Bell, et Mich. .... n 15. Fasciolaria Polonica Pusch. var. Taurin. ■ . » lG-17. Id. Costata Bon. « 18-19. Turbinella Labellum Bon. Stante la piccola di- mensione di questo fossile i caratteri nou riuscirono abba- stanza esalti » TAVOLA TERZA l'"ig. 1-2. Murex Filosus Gene » 5-1. Id. Sjphonellus Bon » 0-6. ColumbcUa Semipunctata Lam » 7-8. Murex Gcnei Bell, ct Mich » 9-10. Cerithium GranuUnum Bon. var. mostruosa . » 11-12. Struthiolaria Uinbiticata Bon » 15-14. Murex Lat'ilabris Bell, et Mich » 15-IH. Id. Labrosus Bon » 17. Culumbella Margiiiata Bell, ct Mien. II ri- bordanienlo della sulura, da cui trassimo il nome di Marginata, non vi e al)bastaiiza distinlo . » 18-19. Murex /istensis Bell •» 109 ii3 11 1 1 12 1 04 125 no id. i3i 124 118 126 "9 id. 123 128 129 1 36 i34 i38 I 23 i3i I 32 1 36 167 Di I. BF.LLAnm E c. MicnF.LOTTi 171 Fig 20-21. Cerithiuin Tauriniurn Bell, ct Micu. Come gia osservammo nella descrizioiie, I'apertura 11011 c csatlameiite rajiprcscnlala, Iroppo aliungata, ed il canale iion ahbaslanza ri- voltato pag. 189 TAVOLA QUART A Fii;. I. Ciissis T'ariabilis Bell, et Micn. var. 6-cincta » 146 2. Id. id. var. Z-cincta » ul. »>. Id. id. var. 2-cincta n id. I. Id. Flammea Bnuo » i44 o-O. Cerithiuin Genei Bell, et Micu » iSy 7-8. Cassidaria Striatula Bonelli » i43 9-10. Cancel/aria uiiiangulata Deshayes » i47 TAVOLA QUinJTA Fig. 1. Cassis Flammea Brug » i44 2-3. Purpura Ilaemastoma Lam » i5o 4-5. Id. id. var. iunior ... » id. G-7. Id. Plicata Lam » id. 8-9. Conus Rarislriatus Bell, et Mich. ... » i53 10-11. Marginella Eloiigaia Bell, ct Mich » i55 TAVOLA SESTA Fig. 1-2. Cjpraea Prunum Gene » i56 3. Delphinula Striata Bell, et Mich » 161 4-5. /(/. Striata iiigrandita del doppio ; la cattiva conscrvazionc di questo piccolo fossile 11011 perinise al disegnatore dirappresentare esat- tainente tulti i suoi caratlcri . » id. 6. Trochus Ihirritus Bon » 169 7-8. Conus Deshajesii Bell, ei Mich » i53 I-.l SAGGIO ORITTOGRAFICO Fig. 9-10. Conns Bisiilcatus Bell, et Mich pag. i54 11-12. Cjpraea Iinpura Bell, et Micii » i56 15. Conns Textile Lam » iSa 14-15. 5cfl/artai?ei/io.?a Bell, et Mich. » 163 T A V O L A S E T T I M A Fis;. I. 'Turi'itcUa Gigantea Bon » 16a 2-5. l^oluta Rarispina Lam. var » 168 i-5. Oi'iila Passerinalis Lam » iS^ G-7. Solarium Millegranum Lam n id. 8-9. Melania Patula Bon » i63 10-11. Trochus Carinalus Borson » 160 12-15. Conns Striatulns Brocchi var. Taurinensis . . » i54 TAVOLA OTTAVA Fig. 1-2. Nei'ita Gigantea Bell, et Mich » 164 5-i. Id. flisingerii Bell, et Mich » i65 3-0. Bostellaria Collegnii Bell, et Mich » 116 7-8. Ncrita Morellii Bell, et Mich » i65 9-10. CrepiJula Mjtiloidea Bell, et Mich » 166 11-12. Natica Scalavis Bell, et Mich » 1G4 15-1 i. Delpldnula Callifera Desk » 161 lo-lG. Emarginula Graleloupii Bell, et Mich. ... n 166 17. Conns Imperialis Linn » i5i DI L. DELLARDI E C. MIcnELOTTI ,73 IIVDICE PLETJROTOMA Cliincnsis Bow. . pag. '» Circuliita Bok » » Rotuljta BoK » » Sismondae Bell, c Mich. . » » Scalaris Bell, ct Mien. » tt Fusoidca Boh » » Spinulos» Bow » » Broccliii Bon » i> Philijipii Bell, ct Micu. » » Scmiplicati Bofr » FUSUS Cinclus Bell, ct Mien. . . » >» Scrai-rugosus Bell, et Micii. » » Rcticulatus Bell, ct Mich. » " Muricatus Bos » » Orditus Bell, ct Mich. » " Fragilis Bom » X Borsonii Gene » w IVI.ixillosus BoN u •• Tcrebrinus Bon d »t Bonellii Gene » » Glomus Gene » M Glomoidcs Ge>^ . . . . n ROSTELLARIA Curvirostris Lam. . » n CoUegnii Bell, ct Mien. . » PYAULA Carica Lam » » Rusticula Bast » » Clava Bast » » Papyracca Lam » FASCIOLARIA Costata Bon. ...» " Polonira Pcscii » TVRBINELLA Bastcrolii Bell, et Mich. Lynchi Bast » » liifundibuliim Lam. ...» »» Lnbclliim Bos » SrRUTHlOLARL\ UmbUicata Bo:*. « RANELL.V Spinosa Lam » u Elongala Bell, et Micu. •> 9S 9 id. » Anus Lam » ia6 » Maculosiini Lam » id. » Obliquatum Bell, et Mien. » id. MUREX Filosus Ge>e » 138 )> iSypboiicllus BoR » i2f) » Pyrulatiis Box » i3i i> Latilabris Bell, et Micii. . » id. n Labrosus Boh » i3a » Lassaignci Bell, et Micu. . » i33 » Cristatus Bnoc » i34 » Genci Bell, ct Mien. . » id. » Asteiisis Bell n 167 COLLMBELLA Scmipunctata Lam. . » i36 » Margiiiata Bell, ct Mich. . » id. CERITHIUM Gcuci Bell, et Mich. » 137 11 Granulinum Bos >j i38 11 Taurinium Bell, et Mice. » iSq MELANOPSIS Praerosa Lin. . . . » i4o » Dufourei Fbr » i4i PRIAMUS Stercus pulicum Beck. » 14? CASSIDARIA Slriutula Bon. ...» i43 CASSIS Flainmea Lasi » i44 >i Tliaesci Bbong » id. » i^ncac Bkovg » i45 » Reticulata Bon » id. » Variabilis Bell, ct Mien. . » 146 C.\Nt:ELLARIA Uniangulata Desh. » 147 OiNlSCIA Cytbara Sow » 149 PURPURA Plicata Lam « i3o » Haemastoina Lam. ... m id. CONUS Inipcrialis Lis » i5i 1) Textile LiN » i5a » DosUayesii Bell, ct Mu n. . » ij3 I) Rari>lriatus Bell, ct Micu. » id. » Bisulcatus Bell, et Muh. . » i54 SAGCIO CII •7i CONUS Su-i.iluliu Bnoo. . . . MARUI.NELLA Eloujjata Beli.. ct M CYTRAKA riimum Ge>b . . . » [uifxira Bell, et MtcH. . OVL'LA I'assorinalis Lam. . . X'OLUTA Rarispina Lam. . . SOLARUM Mill.sraniim L*m. . » Cinalictil.itnni Lam. . TROCHt'S Tmritus Bon. . . . » Carinattis BoRs. . . . DELPHINULA Striata Bell, ct Micii » Callifora Desii. . . . SCALAR I A Rctiisa Bnocc. . . TUKRITELLA Gigantca Bon. . MEL.ANIA I'alula Bon. . . . ?iATICA ScaUris Bell, ct Mich OniTTOCnAFICO T.C.C.. * NERITA Gigantca Bell, ct Micii. pa ^ >> Hisiiigciii Bell, ct Mu n. . I..., 1 55 1 56 ill. i;)7 iG8 1J7 1 58 •■'"J l(>o lUi ill. iGi ill. iG3 1G4 jjl » Muri'Ilii Hell, ct Mii.ii. n I EMARGINULAGrateloupiBELL. ctMicH, CREl'lDtLA Mjliloidca Bell, ct Micii. I'ARMOimORUS Eloiigalus LaM. . , & * SplECAZlo^E dcllu Ta^oh( 1. » ilclla Tavola 11. » liclla Tavola IIL » ilclla Tavold IV. ilella Tavola V. » dclla Tavola VI. » dclla Tavola Vll. dclla TavoU VIII ifi', ifij id. iCiG id. my 170 id. '7» id id. i7» id. CORREZION I Pag. 104. Lin. I. invece -in^ Zi/ A^ ^m\m.\lYaK\av.a^.Oarcl.,)«C-otuu.(?fa^.a;j^.^ j,, Tffrimy, /t/ Jfr-yr/t c C* OIlvM, \-u\ •|^•a..a^.?.|•|^ .V \ c.uur etx.v N .V ^h. , -11^„( o...v^,^ ^;_,,„ MI • • H ife# ^ '. 1 fl. >\ ••^A^-y,., .. /,/ 7;»r//*. /// /}.u/rtt r Cl* '^Hbc.ii A-lTa (lH^lcavJ.\mJc c\ IVumo \?(u.>, ,1, Sc^Ry c ^lllut i^i 'euc,l\Hn III. /"w//^4» &/ /VmVT *- ^V ^])bc....?.aa 'i;:'dvc.x.>.\ai ic ^. r.n.uo <^Ya.>.v:>..V^V.. c ^"llbat •2^i.MC,eV.u. IH. ■"//■/{I? f/Lr ,■ /^/ Tmn.;/,/ />.yra -• C" EXPERIENCES SUR Lk R^SISTAIVCE DES FERS FORGl^S D05T OK FAIT LE PLUS d'uSAGE EN flEMONT FAB CH. ICH. GllllilO Lu i la Seance du 5 jiiillet i84o. J_ies raleurs moyennes des coefTiciens de la resistance a la flexion ^ et de la resistance a la I'upture des feis foudus et des fers forges, sonl assez bien connues , grace aus diverses cxpei-iences faites en dilTcrens pays: mais on est loin encore de connaitre aussi bien I'iufluence, que la nature du mincrai, Ic Iraitcmcnt nictallurgiqne, et les operations mecaniqiies auvquellcs les fers ont cte soumis pcuvent excrccr, dans chaquc cas particulier, sur les valeurs des cocfficicns de I'elasticite et de la tenacite: et cependant une telle connaissance pourrait seule eclai- rer le choix des constructcurs, et guidcr les induslriels dans leurs ef- forts pour ameliorcr la qualite des fers qui sortent de leurs usines, en corrigeant ce qn'il pout y avoir de vicieux dans les melliodes actuclles d'eitraclion et de fabrication. Les fers geiieralement connus en Pie'uiont sous les denominations de Fers de Savoie ou de France, de Fers d' Aoste , ct de Fers de Ri- viere comprennent a-peu-pres la totalite des fers forges donl on fait I'j'G ■ EXP^;n^E^•CES sun la hksistance des fers foi\ges, etc. iisagc ilans ce pays. Lcs fers des deux, premieres classes sont exlrails des ininerais que Ton cxploilc dans la division de Chambery, on dans les provinces d'lvree ct d'Aostc. Quant aux fers de Riviere, iis prennent leur nom de la Riviere do Genes, oii sont etablies les forges dites Ca- tdlanes , dans lesquelles Ic miucrai toscan iinporle de I'lle d'I\lbe est Iransfornie en for par nne seule operation. Tons ces fers differant assez sensiblement entr'eux soit par Icurs qualites mecanicjues et chimiques, soil par Icur prix, pour qu'il soit soiiveiit convenable de faire un clioix lant sous le rapport de la pcifecliou ou de la duree dc I'ouvragCj que sous le rapport de la depense, il ni'a paru utile de faire quclques cssais sur la resistance que lcs fers de ehacune des especes que j'ai nomuiees plus haut, opposent a la flexion ct a la rupture: les experiences dent j'ai riionnetu" dc rcndre compte a rAcademie, ont ete enlreprises prin- cipalement dans ce but : cependant elles ni'ont fourni I'occasion de verifier quclques unes des consequences de la theorie ordinaire de In flexion des verges elasliques, appuyees a leurs exlremites, et chargees d'une nianiere quelconque enlre lcs deux appuis. Jc divise ce memoire en trois sections. Dans la premiere section, apres avoir trace una rapide escpiisse de fetal de la production du fer dans les Etats du Roi en Terre-ferme, ti'apres les renseigncmens trcs-etendus dout je suis redevable a I'obli- gepjiee et aux lumieres de M.'' le Chev. Despine Inspecteur des mines, et membre de la Commission Supcrieure de Statistique, je fais I'enu- meralion des pieces dont j'ai eprouve la resistance , et j'expose les nioyens dont j'ai fait usage pour mesurer et pour corriger les dimen- sions transversales de chaque piece: moyens qui m'ont conduit a faire quclques experiences, sur la pesanteur specifique de ehacune des trois especes de ler dont j'ai parle. Les Tableaux I et XIII se rapportent a cetle premiere section. J'expose dans la scconde section la marche et les resultats des expe- riences sur la resistance a la flexion et sur la courbure des pieces prismatiques de fer appuyees a leurs extremites, et chargees sur quel- que point de leur longueur. Tons les elemens numeriques de ces expe- riences sont consignes dans les Tableaux II, III, IV, V, VI, VII et VIII. Je rappcUe , d'aprus Navier , dans cette section les consequences princi|)ales de la theorie ordinaire de la flexion des verges elastiques, pour les comparer aux resultats des experiences. PAn CH. ICS. GU'LIO. I'j'J La troisieme section est coiisaciee aux experiences siir la resistance h la rupture, et a la comparaison des resultats de ces expe'riences, avec les formules connues. Les Tableaux IX, X, XI el XII contiennent les elemens et les resultats numeriqucs de ces experiences. Le memoire est termine par unc exposition resumee des conclusions qui me paraissent pouvoir elre deduites des experiences decrites dans le cours du memoire Serie II. Tom. III. 178 EVPERIENCES SUR LA RESISTANCE DES FERS FORGES ETC. SECTIOIV PREMIERE Notions stir la production dufer dans les £tats du Roi en Terreferme. But de ces experiences. Pesanteur spiicifique. Enumeration et dimensions des pieces cprouvees. Tableaux I et XIIF. 1. Sur ceiil-quarante-mille quinlaus metriques environ de minerals de fer exploites annueliemcnt dans les Etats du Roi en Terre-ferme , les mines de fer oxidule de Traversella dans la province d'lvree et de Cogne dans celle d'Aoste en fournissent a elles seules quatre-vingl- cinq-mille quintaux, ou un peu moins des deux tiers: les mines de fer spalhique de S.' Georges de Hurtieres et de Fre'ney en Maurienne, et celles de fer hydrate du Genevois en fournissent un peu moins que cinquante-mille cpiintaux; le reste est reparti entre quelques autres mines de peu d'importance. La production de la fonte et celle de fer forge suivent des proportions un peu dilTerentes, et Ton peut admeltre, que les quatre-vingt-mille quintaux metriques de fer forge exlraits cliaque aunee des minerals du pays unis a la vieille ferraille, sont aflines pour les quarante-trois centiemes dans les usines des provinces d'lvree et d'Aoste, pour vingt-trois centiemes dans celles de la division de Savoie, ot que les trente-quatre centiemes i-estant, produits dans les usines repandues dans les autres provinces, proviennent en partie des minerals tjui y sont exploites, mais jjrincipalement de la foute qu'on y trans- ])orte de Traversella, de quelques miiliers de fonle etrangere et de beaucoup de vieille ferraille. A ces quatre-vingt-mille quintaux metriques de fer provenant des minerals du pays, viennent s'ajouter cliaque annee trenle-mille quintaux nu'lriques de fer, produits par les forges Calalancs de la Riviere de •jtines, alimentees par soixante-dix a quatre-vingt-mille quintaux de iniacrais de file d'Elbe: ainsi la presque totalite des fers fabriques PAn CM. ICN. CIt'LIO. 179 dans Ics fitals du Roi en Terre-Ferme renlre dans I'une des trois classes suivantes; i.° Fers dAoste, comprcnant les produits des usincs des provinces d'Aoste et d'lvree, c'cst-a dire de onzc liauts-foiirneaux, dc soixante-dix- \»ut feux Bergamastjues el de s'ik Jhu.r Comtois. Ccs fers constituent a eux seuls plus du tiers de la production totale, et sont prcsqu'entiere- ment extraits des mines de Travcrsella et de Coj^ne: la pi-ernierc en fournit environ les troisquarts. lis sc vendent actuellcment au comptant, rendus a Turin, 5G IV. cent. 4" 'cs 100 kilogrammes. 2.° Fers de Savoie, comprenant les produits des usines de la Mau- rienne, du Genevois , du Faucigny et de la Savoie propre, c'est-a-dire de neuf haiUs-foiirneaux , de yma^t feux Bergamasques et de c\n(.\ feux Conitois. Ces fers entrent dans la protluction totale pour un sixiemc environ, etsont extraits pour plus des deux tiers des mines de S.' Georges de Ilurtiures, pour un cinquiemc environ dc celles de Cuval, Cruzeilles el S.' Jorrioz, et pour un septieme a-pcu-priis de celles de Freney: ils se vendent a Turin au meme prix que les fers d'Aoste. 3.° Fers de Riviere provenant du mineral de ITle d'Elbe reduit en fer par une seule operation dans quarante-trois forges Catalanes de la Riviere dc Genes: ces fers forment \\n quart environ de la production totale: leur prix actuel est de 4^ fi". cent. 5o les 100 kilogrammes rendus a Turin. 2. II serait fort interessant ])our la pratique des arts qui employent le fer, ainsi que pour les progres a vcnir de Tindustrie ferrifere chcz- nous, que Ton put sc profurer des donnecs precises et certaines sur les proprietes mecaniques et cliimiques dc chacune de ces classes de fers, ainsi que des fontes doiit ils provienncnt: ces donnees, pour etre romplettes, devraicnt ctrc dcduites de series fort nombreuses d'expe'- riences, dans lesqucllcs on aurait eu soin de noter pour chaque piece eprouvee, le mineral dont elle provient, le haut-fourneau oii ce mi- neral a etc fondu, la metiiode suivie soit dans la fonte, soit dans I'af- finagc , la nature du combustible employe dans ces operations, en un mot, tons les details du iraitement metallurgique, et des operations me- caniques qu'elle a subi. II serait bicn diflicile, si non impossibile, pour une personne etrangere a I'industrie, et sans i-clations dircctes avec les proprietaires des liauts-fourncaux et des feux daflinage, de se procurer teulcs ces notions, pour chaque piece qu'on voudrait soumettre a I'expe- l8o EXPERIENCES SUR LA RESISTANCE DES FERS FORGES ETC. lieiice. En ellet, clans la j)lii[)art ties hauls-fourneaux, on liaite concur- reniinent des minerals iroi-iij;ine tlillerente , en y ajoutant encore en pro- porlion plus ou nioins Ibi'le des iliibiis ile vicillcs fonles, et cl^s crasses provenant ilcs lorjios cralliiiagc : el cjuanl u ccs forges ou la fonte est transforinee en ier, dans prcsque toules, et surtout clans les plus con- sidtJi-ables, el par consecjuent dans cellcsuienie dont il importe le plus de liien jnt;or les produils, on applique coucurremmcnl les incthodes Bergamasque et Comtoise, a des ibntes provenant de plusieurs hauts- founieaux diilerens. Les fers de Riviere, provenant tous du nieme mi- nerai de I'lle dElbe, presenteraient moins de difliculte a cet e'gard, si les proprielaires des forges Calalanes n'etaient clans I'usage, d'ajouter au mineral, pour en fuciliter la fusion, une cpianlilci plus ou inoins forle de vieille I'ontc, dont la cpiaiile , ordlnairement assez. mauvaise, et la proporlion extremement variable d'usine a usine, influent puissam- ment sur la bonte du fer. De telles dlQlculles auraient du, peul-etre, m'empeclier d'entrepren- dre des experiences cpie je ne pouvais espercr de ixndre complettes: j'ai cru ccpendant, cjuc telles cpie je les pourrals faire, elles seraient encore de cjuelque utllite, si non pour resoudre toutes les questions cpie souleve lelat present de rinduslrle ferrilere clans noire pays, au inoins pour ciclairer le cholx des constructeurs et des ingenleurs clans I'etnploi relallf des trois classes de fer dont je vlens de parler; et que des resullats uioyens sur la resistance a la flexion et sur la resistance u la rupture, deduils d'un nombre un peu considerable d'expericnces faites avec soin et bonne foi, pourraient ctre de c^uelcjue prix, en don- nant le moyen de comparer ces fers, soit enlr'eux, soil avec les fers d'origlue etrangere. 3. J'ai done clioisi trente-huit pieces de fer en barres et tel c^u'il sort des grosses forges; la longueur de ccs pieces varie entre 5i4 et igiS milliuielres, leur largeur est comprise enlre lo et 3o, et leur hauteur enlrc 5 et 28 uiillimetres: j'ai foruie avec ces U'cnle-liuit pieces qualrc series, c]ue je designerai par les lettres j4 , B, C, D. La scirie yl se compose de sept pieces de fer de Savoie. Ce sont trois pieces de fer plat, deux de fer rond, et une de fer carre. La scirie B contieut aussi sept pieces: ce sont des fers de Riviere plats ou Carres. Lu serie C , beaucoup plus nombrcuse, comprend vingl pieces de fers PAH Cll. ION. Cll'I-IO. l8l aflinus clans qiiatre tics priiicipalcs usines tie la province dlvriJe, que je tlesigncrai paries lellrcs grecqucs v., j>, /, o: loutes ces pieces pro- vienncnt tin miiicrai tie Traversclla , tjuoitjue, pour jnc coiiforincr a I'usage, jc les wowwwc fuvs d'Aoslc. Sur ccs vingt pieces, Irois soiit tics lers plals, ilouze tics fcrs tarrcs, ct ciiu] tics I'crs rontls. EnGn la scrie D conlienL tjualrc pieces de fcr carrti extrail tlu mi- neral tie Cogue. Je les tltisigne sous le nora defers de Cogne , pour les tlislinguer tics fcrs de la scrie jirtit cdcnlc. Les Irois premieics colouncs du Tableau I prtjscntcnt rtinuiniiralion des pieces tie ccs quatre stirics, avcc les uumtJros c]ui scrvent a les designer dans les Tableaux, suivants, leur forme, el, pour les fers d'Aoste, I'usinc dont ellcs j)rovieniient. Le nuincro en chifi're arabe se rap- portc a la st;rie gcnc'rale tics evpcrienccs epic j'ai faites sur les hois et sur les fers: le numt;ro en chill're roniain sc rapportc a cliacune des tpalre stiries A, B , C, D des fers: ainsi la merae piece esl cga- lement dcsigntie par le numcro g5, ou Lien par le numtiro C. VIIL 4. Voici maintenant de tjuclle nianicrc j'ai dctermint; et corrige les dimensions transversales telles cpi'on les voit dans les colonnes 5 et 6, ct tlaus les colonnes c) et lo du m(?me Tableau I. Je mesurais trabord, aussi exaclement que je pouvais le fairc avec un compas spheritjue , la largeur de chaque face ties pieces dont la section tjtait rectangulaire, en trois endroits diflerens, c'est-a-dire, au milieu de la piece, et vers les deux extrtjmites; ce qui me donnait six valeurs un peu diflerentes entr'elles pour la largeur, et autant pour I'epaisseur tie la piece: les moyennes entre ces six valeurs exprimces en millimetres sont ce (jue j'appelle largeur et e'paisseur mojennes, ct ce sont celles que Ton irouve dans les colonnes 5 et 6 du Tableau. Pour les barres cilindritjues, je mesurais de la meme manicre le diamctre horizontal et le diametre vertical de trois sections faites, I'une vers le milieu, les autres vers les extremites de la longueur de la barre, et la moycnne entre les six valeurs tlu diamctre ainsi oblcnucs, est le diametre moj'en; on le trouve dans le premier Tableau sur la ligue vcrlicale tjui scpare la cinqiiicme de la sivierne colonne, et tpii se trouve iuterrompue a la liauleur de chacune des lignes horizontales, appartenant a une barre cilindrique. Mais, tpicltpie fiit le soin que j'api)ortais a ces mesures , je nc pouvais obtenir ainsi une dtiterminatiou sufllsamnient exacle des dimensions moyennes de chaque piece, soil a cause des erreurs inevitables dans 1 83 EXPERIENCRS SUR LA RESISTANCE BES FERS FORCES ETC. de semblables operations, soit i cause de qiielqnes clifTercnces, (pic jc trouvais cntre les dimensions prises en dillerens points de la longueur, surtout dans les fers plats; dilFerenccs, qui pouvaient faire varicr d'une quanlite sensible les valours dcs diinensions moyenncs, scion que les mesures elaient prises en dcs points, plus ou iiioins cloignes du milieu, et des exlremites de chaque piece. J'ai done cru necessairc, pour rexacli- tude des resnllats, de corriger les dimensions ainsi obtenues, en m'aidant du j)oids dcs jiicces, et de quclque bypothcsc suffisamnient probable, sur la proportion suivant laqucllc les corrections dcvaicnt porter sur chacune des dimensions ;"i corriger. Les poids absolus des pieces cxpri- mes en grammes sont notes dans la scptieme colonne du Tableau I , et en calcuiant les volumes au nioyen dcs dimensions approchees, j'ai pn en deduire les pesanteurs specifiques correspondantes, que j'ai inscrites dans la huilieme colonne. Je devais m'altendre a Irouver ainsi dcs va- leurs, qui s'ecai'tent, tanlot en plus, lantot en moins, de la veritable pesanteur specifique du fcr, cjue j'ai cru pouvoir fixer, d'apres Brisson, a 7^88 kilogr. par metre cube. Supposant ensuile que les deux dimen- sions trouvees par la mesure directe, fussent alFectees d'une errcur egalcj jai cherclie la valeur qu'il fallait altribuer a cette erreur, pour faire coincider la pesanteur specifique de la piece, avec celle que je viens d'emprunter a I'ouvrage de Brissou. Soit G la pesanteur specifique fautive deduite de la mesure directe des dimensions a, b, c et du poids absolu Q d'une barre rectangulaire, de maniere que G — 7788 soit I'erreur commise sur la pesanteur spe- cifique: on aura Qz=ahc .G , soil ensiiite « la correction a appliquer a\\\ dimensions transversa I'cs i et c; la longueur a pouvant etre supposee exacle, on aura aussi (J=rt(^-l-w)(c-(-a)).7788 : en negligoani; Ic carre de cj, et en egalanl les lieux expressions lie (^, on aura dune PAR Cn. IGN. GIULIO. 1 83 be /■ G \ Oil aurait pour une bane carree de cote ::= b hf G ''=^(^^-0' et pour une barre cilindrique do rayon = v C'est au moyen dc ccs formules, que Ton a corrige, commc on les trouve dans les colonnes 9 et lo du Tableau premier, les dimensions inoyennes, dont on s'est servi ensuite dans le calcul des expeiiences sur les flexions. Quant aux experiences sur la rupture, on n'a point du y employer ces dimensions moyennes, mais cellcs cpie Ton trouvaii en mesurant dircctemcnt la sectiou meme oil se fesait le pli brusque equi- Talant a une rupture: c'est par cette raison, que les dimensions d'une seule et raeme piece, se trouvent notces d'une manicre un peu diffe- i-ente dans les Tableaux II, III et IV rclalifs aux flexions, et dans les Tableaux IX, X et XI relalifs aux ruptures. 5. On vient de voir qne pour le calcul des coiTections a faire aux dimensions moyennes, j'avais cru d'abord, d'aprcs Brisson , pouvoir supposer la pesanteur specifique des fers e'prouves egale a 7,';88, celle de I'eau etant prise pour unite, et que le calcul dc toutes les expe- riences que je rapporterai bientol a ete fait dans celte hypothcse. J'al eraint ensuilc que quelqucs dilTerences entre les pesanleui-s spccifiques des fers de dillcrente origine que je compare entr'eux, ne pussent pro- duire qnelque erreur sensible sur les resultats des experiences. J'ai done determine direetement a la balance liydrostatique les pesanteurs specifiques des fers de Savoie, de Riviere et d'Aoste. Les deux series d'eipcriences que j'ai faitcs a cet elTet, et dont je rapporlc les resul- tats partiels dans Ic Tableau XIII donnent en moycnne, pour le poids I 84 FAPiiniENrEs sun la resistance des fers forces' etc. ilii metre cube dc for, Ics valcurs suivaulcs, que je crois exactcs a quelques niilliemes pros: Kilugi'uinnics Poui' Ics Icis lie Savoie 77*-*2. Pour k's fers cle Riviere 77'''' Pour Ics fers ilc Traversella 7799- Les ilenx premieres valeurs soul inferieures, et la Iroisieine est uii peu su|-)erieure a celle que j'avais cru pouvoir adopter. Ccs diirereuces proviennent sans doute en grande partie de Toxide iiou reduit c[ue couliunacnt les fers de Savoie, et surtout les fers de Riviere, et dout la [>resencc liale d'une maniere si maripiee les progres de la rouille dans ces deux especes de fers, lorqu'ils ne sont pas hien garautis des influences atniosplieriques. En supposaiit egales les densites de ces trois especes de fers, j'ai done ete conduit a allribuer aux fers de Savoie et de Riviere des dimensions tant soit peu trop faibles: et des dimensions tant soit peu trop fortes aux fers de Savoie: e'est ce que Ton pourrait conclure d'ailleurs de I'examen des corrections que j'ai fait a ces dimensions: la maniere de mesurer ayant etc identiquement la memo pour les trois especes de fers, j'ai du commctti'c sur toutes des erreurs egales; ainsi , sans la supposition inexacte que je fesais sur les densites, j'aurais du trouver a-peu-pres les memes corrections pour toutes: or tandis que la valeur nioyenne des corrections est de ©"""jia pour les fers d'Aoste, cette moyenne valeur est negative pour les fers de Savoie, et presque nulle pour les fers de Riviere. D'aprcs les va- leurs des pesanteurs specifiques que je viens de rapporter il faudra pour les fers carres et pour les fers ronds augmenter encore les di- mensions transversalcs dans le i-apport de i,ooi6^ a I'unite pour les fers de Savoie, et dans le rapport de i,oo563 a I'unite pour les fers de Riviere, et il faudra diminuer cellos des fers d'Aoste dans le rapport de 0,99929 a I'unite. On verra bientot quelle est rinfluenee de ces nouvcUes corrections sur les resultats des experiences que je vais expo- ser dans la scconde section. PAR CH. IGX. CIt'LIO. l85 SECTION DEDXll^lHE Experiences sur la resistance ii la Jlexion. Tableaux W, IU, IV, V, VI, VII et VIII. G. Lorsque Ton rcgardc une verge ou bane jtrismaliquc et clastujue coinme un faisceaii de fibres egales, liomogenes et paralleles, ct (jue I'on admet de plus que cliaque fibre oppose a I'extension ou a la com- pression une resistance proportionnelle a I'allongement ou au raccour- cissement, que lui font cprouver les forces qui agissent sur elle , on Irouve qu'une telle barre, flcchic par Taction de forces quelconques, tend a se redresser avec un eObrt, doiit le moment, relativement a chaque point de la longueur de la barre , est inverseraent proportionnel au rayon de courbure du profil longitudinal de la bai-re en ce point, et pent par consequent etre represente par — , en nommant p ce rayon, et £ une quantite constante pour chaque barre, et variable d'une barre a I'autre, et dont la valeur depend de la forme et des dimensions de la section transversalc , ainsi que de la matiere dont la barre est formee: c'est cette quantite £ que Ton nomme moment de la resistance h la Jlexion , ou simplement moment de Jlexion. La supposition que I'effort nccessaire pour allongcr ou pour raccour- cir une verge d'unc matiere donnec en la tirant ou en la pressant suivant sa longueur, soit proportionnel a I'^longemcnt ou au raccour- rissemcnt que Ton vcut produire, n'est admissible que lorsqnc ces va- riations de longueur sont trcs-pelites par rapport a la longueur primi- tive du solide. En nommant P relfort nccessaire pour allonger dans le rapport de i-t-« a Tunite une barre dont la section transversalc est egale a runitc, on aura, tnnl que a sera une Ircs-pclile fraction, P=Ea, Serie II. Tom. III. z 1 86 EXPERIENCES SUR LA RESISTANCE DES FERS FORGES ETC. en designant par E une constante ilont la valcur depend de la matiere de la barre, et qui rcste la meme quelle que soil la forme de la section trans- versalc. Cette constante E, que je nommerai constante de I'e'lasticite , ou cocjjicient de Vclasllcite , est egale a TeHbrt qu'il laudrait excrcer, pour produire dans une barre de section transversale egale a I'unite super- ficielle, un allongcment egal a la longueur primitive dc la barre, si la proportionnalite des efibrls aux allongemens, se maintenait jusqu'a ce point. Cela pose, on trouvc que pour une barre de section rectangu- laire , dont les cotes sont b et c, flechie dans un plan pai-allele au cote c, on a (0 £=£.— ; et pour une barre cilindrique de rayon r « ^=^T- 7. Quand un solide prismatique est pose horizontalement sur deux appuis, et charge sur son milieu d'ua poids 2P qui produit une flexion fort-petite, en rapportant la courbe de chaque moitie de la longueur du solide a un a.^e horizontal des x , et a un axe vei'tical des y con- duits par le point d'application de la charge, on a, pour determiner la forme de la courbe, I'equation en designant par a la demi-longueur du solide. Soil y" I'abaissement du point d'application de la charge, ou \a Jlecfie de courbure du solide, on aura (4) {.p)i.ay PAR CII. IGN. GIUI.IO. 18- et I'abaisscment d'un autre point quelconquc dc la longueur du solide repondant i Tabscisse jr, sera exprime par ou (^^ j-^=f\:~-.-^^^-^-a^- Si Ton suppose siiccessivemenl X- I 3 3 4 « ~5 ' 5 ' 5 ' 5' ' ' on forinera la table suivaiite; •3^=0 J—J=f- •^ = 5« /— r = o,944•/• •^ = f« /— jr=o,792./. (6) ^ 3 J? = 5^ /— 7 = 0,568./. ^ = 5« /— 7 = 0,296.7. ^ =a /— 7=«>- et en supposant successivement X I 33456 a~Q' 8 ' 8 ' 8 ' 8 ' 8 ' 1 88 EXPERIENCES SUR LA RESISTAKCE DES FERS FORGES ETC. on formeia cette autre table; X ^ o x = -a /— 7=0,978 •/• •^ = 8« /— 7 = o,9i4/- 3 (7) X r 8'' (i /-7 = o,8i6./. ,/-X= 0,678./. ./—J =0,537./. ./— 7 = 0,369./ Ces valours fourniront le moyen de verifier experimentaleaient I'cxac- liluiic lies considerations theoriques dont elles sont la conse'quence ne- cessaire. 8. Soil maintenant la charge 2P placee hors du milieu de la lon- i^ueur du solide, et a la dlslance s de ce point. La courbure du solide a droite ct a gauche du point d'application de la charge ne sera plus simmetrique, et en mettant toujours dans ce poiot I'origine des coordonnees on aura, pour la partie de la couibe placee du cote de I'appui le moins eloigne, I'equation /. = - ^(a— z)zxH-^(a — 2)a:' — gx'j (8) et pour la partie de la courbe placee du cote de Tappui Ic plus eloigne, I'equation J' = P a—z\ — •5-(a-+-s)ixH — (a-4-s)j:* — ^: I \ -^T^i^u -r- " j^t-*- -T-~\" 1-" j'^ — ^.A- I • Ces deux equations donnent egaleraent pour rabaissemenl du point d'applicalion de la charge, I'expression PAR en. IGN. GIULIO. I 89 P (a--2')'. ct en nommant toujoursy la fleche de courbure, lorsque la chaige est au milieu de la longueur, on aura (0) K-S)" y En supposant done que Ton fasse glisser la meme charge le long de la piece, dcpuis le point de milieu jusqu'a une exlremite, en I'arretant successivement de cinquieme en cinquieme de la demi-longueur a , I'a- baissemcnt correspondant du point d'application de la charge deviendra : pour c = o f^^f- 2=5« 9 = 0,9016./. I ^~ (.0) 2 = 5^^ 9 = o,7o56./. 3 ==5« f = o,4o96./. : = 5« ^ = 0,1290./. z^a • f = o. I 2 rl en placanl successivement la charge auT distanic? -rt,7:«. etc. du milieu, on aura: igo EXPERIENCES SL'R LA RESISTANCE DES FERS FORGES ETC. /pour z=o (•0 I ==r 3 = = 8" 3 z=-a '4' 5 '•=r 6 ■'=r 9=0,9690./. 9=0,8789./. 0 = 0,7385./'. 9 = 0,5625./. 9 = 0,3713./. 9=0,1915./. 7 ;.., . = = 8*' 9 = 0,0549.7. La comparaison de ces valeurs avec celles que fournit rexperience, peut servir eucore ile verification a la theorie de la flexion, dont on vient de rappeler les resullals les plus simples. 9. Dans le cas des solides charges sur le milieu de leur longueur, puisqiie Ton a ■^~ 48. £ ' en supposaiU que Ton ait mesure la distance 2a des appuis, et la /leolie / qui repoiul i la charge 2 P, on tirera (2P)(2«y . 48./ ' el en prenanl successivement pour e les valeurs (i) et (2) de cette quantite qui se rapportent aux verges dont la section Iransversale est un rectangle 6\i un cercle, on aura pour la premiere de ces figures. PAR CII. ICN. CIULIO. 19 1 („) B=i2p(lf, et pour la seconde (.3) £=|.(£p(£iO'. Ccs valeurs supposcnt que Ton pent sans erreur sensible negliger le poids proprc du solide eu comjiaraison de la charge aP: mais on se debnrassc du soin d'avoir cgard a ce poids , en observant que lorsque les flexions scront fort-petiles, requation difTcrcntielle dc la courbc lon- gitudinale du solide ayant la forme lineairc, quels que soient le nom- bre et la position dcs poids dont on suppose le solide charge, les abaissemcns d'un point quelconque du solide seront egaxix ii la sonime des abaissemcns, qui seraient produils par chaque poids applique se- paremcnt. Ainsi les formules (12) et (i3), et les valeurs rapportees dans les tables (6), (7), (10) et (11) subsisteront encore, lorsque, au lieu de representer parget par 9 les abaissemcns absolus, produils par Taction de la charge iP applique'e a quelque point de la longueur d'un solide, qui ne supportait precedemmcnt aucun poids, on supposera, que ees memes leltres expriment les accroissemens que prennent les abais- semcns dont on vient de parlcr, lorsque le solide e'tant deja charge d'une manierc quelconque, on vient encore ajouter le poids aP a la charge precedente. 10. C'est done de la mesure de ces accroissemens seuls, que depend la determination du coefficient E de I'elasticitc et la veriGcation des resultats de lu theorie des elasliques. ^'oici comment j'ai cru pouvoir obteuir celte mesure, d'une maniere aisee et susceptible de loutc I'exac- titude nccessaire. Les pieces a eprouver etaient posees horizontalement sur deux appuis ou soutiens prismatiques en fer, tres-solides , dont I'ar- rete sujiericure en acier trempe avail etc legcrcment einoussce. Ccs prismes pouvaient se rapprocher ou s'eloigner Tun de I'autrc jusqu'a la distance de 1600 millimetres, et s'appuiaient u leur tour a angle droit sur la longueur d'un fort ctabli , foi-me de deux madriers jumeaux eu vieux chene , poses de champ, el que leurs dimensions rendaient iacapablcs de flechir sensiblement sous les plus grandcs charges que I'ou dul faire supporter auv pieces. Un elrier en fer pasSc dans la loa EXPEniENCES sun i.a resist a>xe des ff.rs roncKS etc. piece meme, Ic long tie laquelle il pouvait glisser pour porter la charge en un point quelconque de sa longueur, posait sur elle par sa tra- verse superieurc accriie et legcrcincnt emoussec, tandis qu'a sa partie infericure pcndait un crochet, aucpiel on susi)cndait tantut un plateau en ferblanc, tantot un simple anneau dc corde, tanlot une forte caisse ferree, selon que Ton voulait eprouvcr la piece sous unc charge petite, mediocre ou grandc: les poids do I'ctrier et du plateau, ou de la caisse sont compris dans les valeurs de la charge telles qu'on les trouvc dans les Tableaux dcs Exjieriences. Uue tablelte ea peuplier parfaitement plane et verticale, de la lon- gueur de 1800 millimetres, etait fixee d'une manicre invariable au-dessus de I't'tabli, de maniere que Ic prolongement de la face anlcrieure de la tablelte meme passat par I'axe longitudinal de la piece. On tendait sur cette tablelte une petite fcuille de papier, ou bien une bande de dix a quinze cenlimetres de largeur et dont la longueur excedait celle de la piece , selou que Ton se proposait de mesurer I'abaissement du point de milieu de la piece seulement, ou d'cn relever le profil sur toute sa longueur. Deux rangees d'aiguilles trcs-fines et equidistautes t'taient plantees bien pcrpendiculaircmcnt au plan de la ^al)lelte le long de scs bords horizontaux, qui etaient divises de centimetre en cen- timetre: la distance entre deux aiguilles successives, dans toutes les experiences sur les fers, a toujours ele de dix centimetres, repondant tantot au dixieme , tantot au seizieme de la distance des appuis. A ciiaque aiguille prise dans la rangee superieure, repondait sur la meme verticale une aiguille de la rangee inferieure , et on tracait au crayon sur 1^ bande de papier les verticales correspondantes a chaque couple d'aiguilles. Ces aiguilles servaieut a guider, en I'y appuyant par sa tran- che, une regie de Ircs-vicux bois de poirier bien dressee et legere, que Ion appliquait a la main centre la tablelte, de maniere que son extr6- mite infericure garnie d'une pointe ou d'un biseau emousse en laiton dans le prolongement de la tranche meme, vint a toucher sans la presser la face superieure de la piece. A chaque accroissement de la charge , la quantile dont s'etait abaisse le point de la piece place dans la ver- ticale des aiguilles, etait rapporte sur le papier par un trait de crayon, que Ion dirigeait le long d'une petite lame de laiton bien mince fixee en equerre sur la regie dc poirier, a une distance invai'iable de I'extre- mite de la pointe, ou du tranchant du biseau qui portait sur la piece. PAR CH. IGN. CIULIO. ICjS Oil liarait ainsi sur le papier le proiil longitudinal de celle-ci, suit ;i son etat naturel, lorsqu'cllc n'avait a soutcnir que son propre poids, soit sous une i-liarge qnclconque appliquee a queWjue point que cc fut. Enfai on inscrivait sur la bandc la date de I'experience , le nuinero d'ordre de la hande et ceux de la piece , la matiere et la forme dc celle-ci , et a cole de chaque ahaissement, la valeur et la position dc la charge a laquellc cet al)aisseincnt etait dii. Un double decimetre en cuivre divise de millimeti-e en millimetre , et garni d'un curseur h vernier qui donne les dixiemes de millimetre, et permct d'en estimer les fractions plus petites, m'a servi, avec le secours dc la loupe, a mesurer a plusieurs reprises les abaissemens marques sur les feuillcs et sur les bandes d'experience, et a verifier ces mesures, lorsque le calcul des experiences y decelait quelque er- reur, ou quelque incertitude de lecture: c'est d'apres les mesures des fleches ainsi oblenucs, que sont calcules les nombres des Tableaux dont je vais expliqner la disposition. H. Les Tableaux 11, III, IV etV se rapportent aux experiences que j'ai faites pour determiner, uioyennant les formules (12) et (i3), les valeurs du coefficient E de I'elasticite, pour chacune des quatre se'ries de fers /4 , B, C, D. Ces quattre Tableaux, entierement semblables entr'eux quant a leur disposition, sont divises en douzc colonnes: les quatre premieres donnent la date de chaque experience, les numeros d'ordre de la feuille et de la piece, la forme de celle-ci, et, pour lesfers d'Aoste, I'usine dont elle provient. Les trois colonnes suivantes contiennent la distance des appuis, et les dimensions transversales corrigees de la piece, extraites du Tableau Ij toutes ces dimensions sont exprimees en mil- limetres. La huitiemc colonne indicpic la charge ou les charges succes- sives, auxquelles chaque piece a ete assujettie: elles ont toujours ete placees au milieu de la distance des appuis, et leurs valeurs sont ex- primees en livres de Piemout, equivalant a o,3688 de kilogramme. Les (leches de courbure produites par ces charges sont uotees dans la iieuvieine colonne, et la dixieme donne pour chaque piece et pour chaque charge la valeur du coefficient E , deduite des nombres des co- lonnes precedentes moyeniiant la formule (12) pour les pieces rectan- gulaires, et la formule (i3) pour les pieces cilindriques: le Tableau II (jui se rapporte aux fers de Savoie, fouruit dix-sept valours parlielles de E comprises entre 51075 livres, et 63o88 livres: le Tableau III donne Serie n. Tom. III. aa Uj'i EXPERIENCES SUR LA RESISTANCE DES FERS FORGES ETC. nour Ics lers de Riviere vingt et uiic valeurs parlielles de E comprises entre 44o43 livr., et Sijgao livr.: le Tableau IV offre pour les fers d'Aosle (Traversella) soixante-lrois valeurs de la iiieme coustanlc, comprises eiiUe 42474 ''^'-5 ^^ 68G38 livr. cnfin ou Irouve dans le Tableau V, relalif au fers de Cognc quatorze determinalions de E comprises cnlre 5o225 livr. , et 74242 livr. en lout cciU-cjulnxc valeurs deduiles de la comparaisoii d'autaiit de Heches, avec Ics charges qui les out pro- duites. Jai forme cnsuile, et inscrit dans la ii.""' colonne de chaque Tableau, les valeurs nioyenncs de E pour chaque piece, en omettant entre les valeurs particUes rapporlees dans la colonne precedenlc , cclles cjui s'ecartant trop considerablement de la moycnne des autres, devoilent quelquc inexactitude dans Ics resultats de rexperience: j'ai marque d'une asterisque ces valeurs omises, qui sent au noinlire dc neuf en tout, et qui se rapporlent, avec deux exceptions seulement, aux moindres charges employees pour chaque piece, ii cause sans doute de la difliculte de relever et de mesurer avec assez d'exactitude les fleches, ordinairement fort-petites , que ces charges produisaient. 12. Le Tableau VI conlient le resume dcs resultats de touted les expe- riences rapporlees dans les qualre Tableaux precedents ; on y voit les valeurs moyennes du coefficient E pour chaque espece de fer, et pour chaque forine des barres qui out ete eprouvees: je n'ai point comjiris dans ces moyennes les valeurs doiinees par les pieces num. 80, i)() el 99 qui paraissent s'ccarter trop notablemeut de celles que four- nissent les autres pieces. La disposition de ce Tableau n'exige aucune explication; ou remarquera, en y jeltant les ycux, que les valeurs de E , qui dans chaque espece de fer se rapportent aux fers plats et aux fers Carres, sont assez peu dilferentes entr'elles, et tanlot dans un sens, tan- tot dans le sens contraire. II n'en est point de meme des fers ronds compares aux fers carres; dans tous les cas ou la comparaison est pos- sible , ces derniers donneut dcs resultats notablemeut plus faibles : el si Ion fait la somme des nombres de la derniere colonne de ce tableau, qui se rapporte aux fers ronds, et celle des nombres correspondants de la colonne preccdcnte, qui se rapporte aux fers carres, ou Irouve les noudjres 169132, et 159418 qui sont entr'eux comme 35 est a 33 a Ires-peu-pres. Les resultats fournis par Ics fers carres, etant en general plus sArs PAtv cn. iCN. ciuLio. 195 que ccuv que I'on ileduit cles experiences faites sur Ics fcrs plats, a cause de la diniculle que Ton cprouve a bien clelcrininer I'epaisseur ile res clerniers, c'est sur les fers carres, lesquels d'aillcurs iie laissent au- rune lacunc, que me parait devoir porter print'i[)alcuiciit la comparaison entre I'elasticile des dilliirenles especes do for. Or, en formant les movcnnes des valeurs de. E relatives aux fers carres, sans distinction rl'nsine |iour les fers d'Aosle, 011 trouve: \'alcin-s lUoycnncB dc E Fers de Savoie SS^SS. livres. Fers de Riviete 52924- Fers d'Aosle 52923. Fers dc Cosne 57220. -"o 7^ La superiorite des fers de Cogne sur ceux des trois autres especes est frappanle: uiais pour couiparer ces dcrnicres entr'elles il est neces- saire encore d'y faire une correction depcndante dc I'ojjservation du n.° o sur rinfluencc, que la dilference des densiles de ces trois especes de fers peut exercer sur ces resultats: on a dit dans ce n.°, que par suite de la supposition que la densite dc toutes les pieces fut egale a '^,•^88, ])ar rapport a celle de I'eau, les dimensions transversales des pieces carrees de fer de Savoie et de fer de Riviere avaieat ete supposees trop faibles dans le I'apport de 1,00167 ^ I'unite pour les premieres, et de i,oo563 a I'unite pour les dernicres; tandisque, par la meme raison , les dimensions des fers d'Aoste avaient etc supposees trop fortes dans le rapport dc 0,99929 a I'unite. Or la valeur de E deduite de la flexion d'une piece carree, etant, a egalite de circonstances, inversement pro- portionncUc a la quatrieme puissance du cote de la section transver- sale, il s'ensuit, que les valeurs de E pour les fers de Savoie et de Riviere doivent etre respectivement diminuees dans le rapport de 0,99333 et de o,9'y'7'y8 h I'unite, et que la valeur de E pour les fers d'Aoste, doit etre augmenlee dans le rapport de i,oo283 a I'unile : on aura ainsi pour les valeurs definitives du coefficient de Telasticiie, exprimees cn livres de Piemont et en kilogi'ammes, par millimetre caiTe de sec- tion, la table suivante: igS EXPERIENCES SLR LA RESISTANCE DES FERS FORCES ETC. Valcurs moyenncs dc E en livres i/c Pit'monl en Mtogrnmmes Fers de Savoie SSSgS 19692. Fers de Riviere 51748 19075. Fers d'Aoste 58072 '9573. Fers de Cogne 57220 21093. En cvprimant par I'unite la valeur de E pour les fers de Cogne , on aurait Valeurs relatives de E Fers dc Cogne £^1,0000. Fers de Savoie £ = 0,933 1. Fers d'Aoste £=0,9275. Fers de Riviere £^0,9043. * ' En n'oraetlant aucunc des valcurs dc E fournies par rexperience , au lieu du Tableau VI on aurail le suivant ; Fers de Savoie Fers de Riviere Fers d'Ao4tc a, B y Fers dc Cognc VALEURS MOYENNES DE E EN LIVRES DE PIEMONT Fers plats Fers Carres Fers rends 55358. 49'8<. 5 J 534. V u » 1) 53753. 52924 . 56i43. 54233 . 5ia82. 54383 . 5;220. 58,36. » 53.94. 5,202. L^uispfctiou de ces nonbrcs devoUerait udc cotislantc superioriU dcs fers carres eur Ics fcr$ plaU, dan.< la ruison dc 19 a 18 environ en moycnnc. En parlant toujours des valeurs qui sc rap- pftrtent aii\ fcis carres pour c'tablir la comparaison entrc Ics diverses espcccs de fers , ct en prcnant li Dioyconc pour les fers d^Aoste aaos distinction d'usioc, on aurait, apr6s la correction indiqutlc ddns Ic tcxtc , Ics uoinbrcs suivanls ; Fers dc Cogne S^'jao. livrcs aiogS. kilogr 1,0000. Fers de Savoie .... SSSgS 19692 o,933r. Fers d'Aoste 5432a 2oo34 0,9493. Fers dc Riviere .... 61748 19076 0,9043. PAR f;il. IG\. CIl'I.IO. I;)7 15. J'ai dit comment je pouvals relevcr Ic pi'ofil longiludinal dune piece de fcr chargce d'une manicre quelconque; le Tableau VII conlient le resultat de Ireize rclevi'-s, tjui se rapporlcnt a douze pieces dilFe- reiilcs chargecs sur Ic milieu dc Icur longueur: deux des prolils rap- porles dans ce Tableau apparticnnent a une meme piece (104. B. V.), placee dans deux positions dificrcntes, quclcpies defauls dans rhomoge- neile dc la piece ayant doniie, pour ccs deux posilions , des profils sensiblcmcnl diirercns. Lcs valcuis des ordoiinees ou abaisserncns des difterens points de la longueur de la piece , telles qu'on les trouve dans les colonnes de la sixieme division du tableau, sont les moyennes cntre cclles, que Ton a mesure a drollc eta gauciie du milieu, ct soul exju-i- mees en parlies de la fledic du milieu prise pour unite. L'inspcction de ce tableau niontre, que lcs resultats dc I'experience s'accordent en moyenne assez bien avec ceux que fournit la theorie ordinaire de la verge elastique , et que nous avons ra|)porle dans lcs tables (G) et (7) des pages iS-j et 188 ; cet accord peut donner unc idee du degre d'exactitude dont ces experiences sont susceptibles , en observant que la valeur de la fleche du milieu, prise en chaque cas pour unite, n'ar- rive que dans deux cas sur treize a elrc egale a 3o millimetres, ct ne vaut en moyenne que quatorze milliuietres environ. On rcmarquera ce- pendant, que les abaisserncns des points du solidc a droite et a gauche du milieu, sont tous un pcu plus faiblcs que la theorie ne lcs donne. Cettc Icgere difference peut provenir en parlic , de ce que lcs proGls longitudinaux tels qu'ils out ele rclcvtis, se rnpportent a la face supci- rieure du solide , et non a la filjre moyenne passant par les centres de gravite des sections transversalcs de la piece; il est aise en elFet de se convaincre, que cette circonstancc tend a diminuer les abaisserncns de tous les points du solide compares au point de milieu. Si cette obser- vation n'etait pas suflisante pour expliquer la petite difference obsei'vee, il en faudrait conclure, que sous les charges dont on a fait usage, la loi de I'elasticite commence a s'e'cartcr d'une manicre sensible de Ihypo- ihese que les allongcmcns ou les raccourcissemcns de chaque fibre, soient proportionnels aux tensions ou aux pressions qu'elle supporte: cet ecart produisant vers le milieu de la piece des allongemens et des raccourcissemcns plus considerables que la theorie ne les suppose, la courbure et la fleche de la piece en sont augmenlees veis le meme it)S F.'.PKniKNCF.s sun i.\ rksistance des feus forges etc. point, par iMpporl ;"i la coxirhurc ct a rabaissemcnt des autres points lie la ioiigiieur du solide. Lc derniej- dos sept Tableaux rjui se rapporlcnt aux experiences siir les flexions, conlicnl Ics resultals de celles que j'ai faites en mosurant les abaisseniens du point d'application de la cliai-gc , lorsque I'on trans- jtorle ce point sur la longueur du solide, de dixicme en dixieme, o« de seizieme en seizieme de la distance des appuis. Ici encore les va- leurs porlees an Tableau sonl cxprimccs en parties ile la fleche que prenait le solide lorsque la charge ctait au milieu, et chacune d'elles est la moyenne enlre celles que Ton obtenait en portant la charge a droite et a gauche du milieu. Les resultats de ces mesures sent encore assez conforuies a ceux qui sc deduisent de la theorie des elastiques, tels qu'on les Irouve dans les tables (lo) et (ii) des pages 189 et tgo: toutesfois les valeurs expcriinentales sont un peu plus faibles que les valours iheoriques, et Ton peut appliquer ici les memes remarques que je viens de faire a I'occasion des experiences rapportces dans le Ta- bleau precedent. PAR CII. IGN. GIUHO. '99 SECTIOM TROISIEME Experiences sur la resistance a la rupture. Tableaux IX, X, Xi et XII. 14. La force avec laqucUe une piece prismalique resisle a un effort dirigii pcrpeniliculairemenl a sa longueur et tcndant a en produire la rupture, est la resullante dcs forces qu'opposent au dechiremcnt ou a I'euraseinent Ics fibres longitudinalcs, cpii par Icur reunion formcnt le solidc donne. Ainsi cctte force serait proporlionnellc au norabre des fi- bres ou a la sei'lion Iransvcrsale du solidc, et appliquee dans le centre de gravite de cctte section, si, coinmc Ic supposait Galilee, toutes les fibres opposaicnt a la rupture une egale resistance. En nommant K la force necessaire pour dechirer, en le tirant dans le sens de sa longueur, un prisme d'une matiere donnce dont la section est egale a Tunitc su- perficielle, on trouve ainsi , que pour un prisme dc mcme matiere et de forme quelconque, pose horizontalement sur deux appuis, et charge d'un poids 2 P sur son milieu, on doit avoir a I'instant de la rupture Paz=KA\v, en designant par aa la distance des appuis, par A'^ I'aire de la section transversale du solidc , et par v la distance du centre de gravite de eette section au point le plus haul de la section nieme. On aurait done pour le rectangle dont la largcur est b et la hauteur c, be' :iP=K.— , rt pour le cerde de rayon r 1 71 r 200 EVPERIENCES SUR LA RESISTA^■CE DES FEUS FORCES ETC. et ca dctenniniint par experience le poids aP qui produit la rupture, on oil deJuirait, pour le parallclipipcde, (.4) K=^^-^](^"\ ct pour le ciliudre (.5) A = ,/4Xii-'. Mais lorscjue Ton veut avoir egard a I'exleusion ou a la compression dillerente, que siqiporte ciiacpie fibre du corps k I'instant de la rupture, et par suite, a TeH'ort dillerent avec lequel elle rcsisle, on suppose or- dinairement, que la loi de la proportionnalite des efforts aux extensions ou aus compressions, loi qui a lieu pour de tres-petits changemens de longueur, se mantiennc jusqu'a Tiiislant de la rupture: on trouve alors, que pour tout solide dont la section transversale peut elre partagee par une droite horizontale en deux parties simmetriques, on aura 2R.ff Pa= , en nommant loujonrs 2 a la distance des appuis, 2P le poids ijni pro- duit la rupture, et v la perpendiculaire abaissee du point le plus eloi- gne du periiiietre, sur la droite horizontale qui parlage la section en parties symmetriques, et en designant par R la meme quantite, que nous avions nomme K: quant a la lettre a elle exprime une quantite constante ponr chaque solide, et dont la valeur depend de la forme et de la grandeur de la section de rupture. Pour le rectangle de lai'- geur l> ct de hauteur c, on a 1 be' y, J. be v=i-c , ff= — 7, Pa = H -TT ; 2 24 " ct pour le cercle 97 9)9° 11,48 ~ir I 1,35 5,58 15,26 '3,77 28,38 27,28 22,98 12,61 i3,23 i5,io 15,72 27,94 26,93 ao8 TABLEAl Experiences sur la resistance a la flexii Dale de I'exp^ricnce Numiiro dc la fcuille i±. Numcrus dc la piece 13). Forme de la piece (4) Distance des appuis 1 a millim. ii DIMENSIONS TRANSVERSALES MOTEmtEl Largcur b millim. _J£L- Epaisscui c miUiiu. 12 Octobre 12 Octobie 1 2 Octobre 12 Octobre 1 5 Octobre 26 Octobre 58 58 59 59 69 i58 84. I. 85. II. 86. III. 87. IV. 107. VI. no. VII. Per plat Per plat Fer rond Fer rond Fer rond Fer carre 460 460 460 460 3o,20 3o,26 7,35 ;,4' i5,88=2r 1 5,62 — ir i5,i5 = 2r 23,46 209 if.- irie A. Fers de Savoie. r 1 Charge Fli^chc Valcur Valcurs Lcs valcurs du coefficient E ont dte calouldes par les sur (le courbure du coiiflicicnt inoycnncs formulcs e milieu r. Pi(imont , (8) au milieu y raillinictrcs (9) tie Tclasticite E du coefficient E — ! h "i P pour lcs fers carrcs et plats ; ct ■C = 5- ■ — ; -r-—. pour les (crs ronds 5o 1,85 54846 1 100 3,8o 534o3 i 53io8 I JO 5,95 51075 ) 100 i5o 3,57 5,72 55376 51842 53609 100 1,10 59046 \ 200 2,20 59046 \ 56827 25o 3,10 52379 ) 100 1,10 63o88 j 200 2,20 63o88 [ 63o48 25o 2,80 62968 ) 25 3,34 58736 1 5o 7,10 55j62 [ 56334 75 10,70 55oo3 ) 5o 3,40 52688 If 100 G,6o 54285 53753 i5o 9,9° 54285 i -f Serie II. Tom. III. CC - 310 TABLEAJ Experiences sur la resistance a la flex U'l 1 Date 4e I'experiencc ±L Numero dc la feuillc (1)_ Numcros dc la piece i^ Forme de la piece (4) Distance des appuis 2 a millim. (5) DIMENSIONS THANSVERSALES UOYEimF. Largcur b millim. Epaisscu c millim (7) 12 Octobre 12 Octobre 1 5 Octobre 12 Octobre 12 Octobre 1 5 Octobre 1 5 Octobre 26 Octobre 56 56 72 57 57 7' 75 160 80 I. h II. io5 VI. 82 III. 83 IV. 104 V. 104 V. VII. Fer plat Fer plat Fer plat Fer carriS Fer carre Fer carre Fer carre Fer carre 460 460 460 460 1600 3i,74 3i,5o 29,70 14,18 i3,73 1 5,44 1 5,44 23,12 5,00 4,80 5,.5 .3,78 i3,i3 '4,92 I i "4,92 23,72 NB. Les I'aleurs de K dans la 10 ^ colonncy qui se trouvcnt precedces dUine astcrisquc "T S'ie B. Fei'S de Ri^^iere. SI I Charge sur ! milieu Flcche de coHrlmrc au milieu Valcur du coefficient de relaslicite Valcurs moyenncs du coefficient Les valcurs du coiifiicient E ont etc calculces par les forraules 2 P. ( 2n')5 Er= — . ■ - .— pour les fers carrcs ou plats. ! . Pii'monl . (H) y millira. E (10) E _ 42P.C2fl)3 , „ £ = ^ , X .. pour les fers ronds. :' a5 1 5o 3,3o 6,6o 44043 44043 44043 (*) Cclte piece pkine d'ecailles et de souflures prend une flcche pcrraancnte dc 8 miUinactres sous la charge de 100 livres. 25 5o 3,.o 6,3o 56332 55470 55o86 Toutes trois ces pieces de fer plat presentent une sec- tion de largeur tres-variable d'un point a I'autre de leur loDgueur. V 9^o 53458 6 11 7,68 i5,38 48145 48082 • 48ii3 5o 0,54 59920 i5o 1,70 59212 58086 aSo 3,00 55925 1 i5o a5o 2,,5 3,95 54627 49509 > 5i568 25 M'So 2,Go 4,80 7,o5 (*) 46878 50784 5 1 864 > 5.324 Les experiences des feuilles 71 ct 76 ont etc faitcs sur la meme piece, que Ton a retourncc de maaicre que la face qui elait d'abord en-dessus , passat en-dessous. Celte piece est sensiblement tordue auluur de son axe , de manicre que ses faces ne sont point planes. 25 2,3o (*) 52992 \ 5., 4,40 55400 > 55275 -5 G,63 55i5o ) - 54 3,75 47796 \ |"i 7,10 486.9 48365 .34 si io,5o 4868. ' ** etc omises dans tc catiul des moyennei de la cotonne i I.c 213 TABLEAU! Eapcrienccs siir la resistance d la flcdio Date de I'expericncc Numcro deU ft-'uiUc NunicTOs de la piece Forme de la piicc Usiue Distance dcs appuis 2a liiillim. DIMENSIONS TBANSYEnSALES MOl:E^M Largcur b millim. Epaisscui c millim. (■) (2) (3) (4) f51 (6) M ; 12 Octobie 6o 88 I. Fer plat a 460 32,3o 5,44 , 12 Octobre Co 80 II. Per plat a 460 3., 54 5,79 1 4 Octobie 68 99 XII. Fer plat « I 00 26,66 5,58 1 2 Octobre 6i 90 III. Fer carre « 460 12,73 '2,73 1 12 Octobre 6i 91 IV. Fer carre a. 460 12,67 13,17 i4 Octobre Gg 98. XI. Fer carr6 a 1000 11,25 11,35 1 4 Octobre 70 100 XIII. For carre « 1000 '4,79 '4,77 1 4 Octobre 6- 92 V. Fer carre B 460 1 1,60 10,2. i4 Octobre 65 93 VI. Eer carre B 460 11,27 '0,97 1 4 Octobre 06 94 VII. Fer carre y 460 io,3o 9,90 1 4 Octobre 66 95 VIII. Fer carre y 460 ir,36 11,48 1 4 Octobre P- 102 XV. Fer carre y 1000 10,52 ..,02 j tjric C. Fci's (VAoslc. ai3 Charge I'lcclic Valcur Valcuis Lcs v;ilcurs du cocfllcicnt E out fonnulcs etc calculccs par lcs 9ur dc comburc *lu cotiflicicul moycnucs ,. (■lP){'xa)^ . ^ Ic milieu au milieu du rclaslicitc du coiiHicicut ^ = — TT .3 ,^ pour 10s fcrs carrcs ou plats. iP J' uiillimclrcs £• E ct „ 4(2/>)(2fl)3 , , _ £, =:- — , \, ~ pour Its fcrs rouds. .T. Pii-mont 3 7i{-irYJ ' («) (0) (.n) Lili 1 "^ ')9° C.376 r) 1 Piece Iravaillce au martciu. Largcs faces iucgales ct 1 5o 4,10 57070 [ 56840 commc ondojces. 75 G,20 566 10 ) a 5 2,10 47819 (•) j Mrrac observation i la piece rcticnt unc fk^chc pcmia- 5o 3,70 53713 \ 53i4i ncntc de o""", 4) apres avoir soutenu qucltjucs instans "^ 5,05 52569 1 la charge de ^5 livres. a5 30,24 4462 1 44621 n Mi'iucs observations. 1 100 1,38 67146 I 6789^ (') Les deux pieces 90 et 91 paraissent tiroes au lamiDoir, 1 -WW aoo 2,70 63638 lours faces sont bien egalcs ct polies , inais gauches , ct les pieces sont toiducs. La p oce 90 est carrde par I no 1,60 52640 1 51842 un bout ct rhoniboiJc par Taut re. La piece 9^ est 300 3,jo 5 1 045 toule scnsiblcracnt rbomboidale: elle reticnt une fleche pennaneute de o'^m^ 2, apres avoir soutenu la dcr- 25 7.40 5 1 346 J nierc charge. 5o .4,53 2t,70 523oo \ 5 1000 75 5oi63 100 30,28 50193 ) 23 2,43 5397, 1 Memos observations que pour lcs p leces n. 90 et 91: mais 5o ^1\)° 53654 [ 5384o point de flOchc perBJancDte. 75 7,3o 53896 ' 75 0,80 2, So 6.593 59129 6o36i 75 2,33 48io5 48io3 ?.; 1 ,20 50726 (') 1 3o 2,20 53337 55337 • "3 3,3o 55337 \ a5 0,75 47-94 \ 5o .,5o 'i7'9i 47'94 7-5 2,5o 4-'-474 (•) 1 la 4,38 4863 1 (•) Piece dc forme bicn rcguliire, avcc lcs angles cinousscs 18 6,20 51591 5i3i5 en quclqucs cnili'oits: un pen fondillcc vlts lcs extrc- a4 8,35 5io4o miti'a; parail tiioe au lamiuoir. 2l4 Suite du TABLEAl Experiences siir les flcxioiS Date de I'ejipcricnce Numcro de la Feuillc Numcros de la piece M. Forme de la pi^ce Usinc (4) Distance dcs appuis f millim. DIMEIVSIOjSS tra.ksvebsales movekhe3 Largeur b millim. Epaisscur c millim. I (7) 1 4 Octobre 1 4 Octobre 1 4 Octobre 1 5 Octobre zi Octobre 11 Octobre 1 1 Juin i84o 67 67 7' 70 ■4; 96 IX. 97 lb I XIV. io3 XVI. 109 XVIII. i46 118 XVII. 166 119 XIX. 120 XX. Far rond y Fer rond y Far rond y Fer rond y Far Carre S Per rond 5 Fer carrc S Far cnrrc S 460 460 1600 1600 953 953 i3,38 i3,83 11,44 1 3,48 23,12 22,98 23, i3 "2,94 13,75 i3,25 ie C. Fers cVAoste. ai5 :bargc FIcclie Valcur Valeurs Lcs valeurs Je E ont etc calculiics par Ics formulcs sur (lu courburc 'lu coiiflicient moyenncs milieu au iiiilicii dc ri'laslicilii du cocflicient E=i ' ^ - pour \qs fers carrcs ou plats, •>/' /" niiUimctres E E „ 42/'.(ia)3 E=:t — ;^^^r — —^ pour lcs fers rends. h. PiL-monl 3 7r(2r)'../ ^ (81 5o 100 (-j) (.0) (..) I,20 2,25 537.9 57300 [ 55509 5o lOO I,IO 2,3o 5.328 49°97 5o2I2 12 5,58 53288 \ . « Piece tiriie au marteaii. De section plut6t octogone que l8 8,42 62972 52928 circulaire , asscz difficile a mesurcr. Diametre un pcu 24 I 1,00 52524 1 doutcux. 25 5o 6,oo ..,75 53557 54697 54127 55 3,70 54378 8o 5,22 56o64 io5 6,73 57074 i3o 8,38 56749 1 55 9>90 57264 , 56676 i8o 11,53 57. .0 j ao5 i3,i8 56898 I a3o 14,68 5,3.4 1 355 i(i,3o 57229 J 54 5,20 63072 (*) 1 8o 8,64 56237 io5 ..,35 56.87 i3o .3,85 57008 57933 57202 i55 .6,25 i8o .8,78 582.3 ao5 2., 60 57643 ^5 4,00 52 I 28 J 5o 75 8,.o 11,90 5.484 52566 ( 52.58 100 .5,90 52455 ' 1 ) 3,20 52852 5(> 6,20 54556 / 75 9,25 5485. ) 543.5 100 12,30 55ooo 3l6 TABLEAl Exjyericnccs sur la resistance a la fle.iii Date I'expt'i'iencc ±1 I 1 juiii 1840 Niiiniiro (Ic la fci.illc 164 162 i63 Numci-05 dc In (3) ii5 I. 116 II. 117 HI. Forme dc la ») Fer cane Fer cane Fer cane 8 IV. Fer carre Distance d.'S appiiis f millin). (5) 953 953 1596 ,596 DIMENSIONS TflANSVEnsALES MOVrNM: Largcur h milliiii. (6) '5,77 28,38 27,28 EpaisM I c miliin 15,26 1 5, 10 l5,'72 27,94 26,95 Tie D. Fers de Cognc 217 Cliargc FIlcIic Valcui' Valours sur tic courlmrc du col-flicicnl Moyeimes Ic milieu uu miliuu cle I'clabticilc du cocflicicut af y"milliiUL*lres E E . Pii'mont ''.)) (.0) (0 5o 100 i5o 3,6 7.7 .2,3 57201 5348G 5o225 53G37 54 104 .54 3,0 G,o 9.0 63577 61223 G0437 j 6.745 .04 304 3o4 404 2,3 5,7 8,5 ..,3 74242 (•) 58763 58721 58702 1 58729 100 aoo Boo 400 3,5 7.° 10,3 '4,0 54503 543o3 5536i 545o3 54767 ■ Lea valcurs de E out cle calcuk-cs moycDnant la for- inule Er= iP. {-ia)' pour toutes les pieces comprises au present Tableaa. TABLEAU VI. ' ■ • la resistance d la flexion^ Rcsultats vioyois des ejipei'iences siw la resisiancv a la /leuiu/i, ,.^;«...... ... ...... ,;.. "".efficient E pour les fers dc chaqiic espece de c.haniip. fnrme. oil valcurs inoyennes du co et de chaque forme VALEL'RS MOVENNES DESIGNATION du coelEcient d'claslicite' dcs Usincs en livrcs de Picinont par millimetre carre dc secliou FEItS Fers plat -1" s Fers carrtis Fers ronds Fers dc Savoie » 53358 53753 58736 I'ers dc Kivicre )i 5 1 591) 52924 » ( a 5499<^ 52227 Jt Fers d'Aostc \ a n 54233 » 1 y n 5 1 282 53.94 { 5 )) 54383 5720a Fers de Cogne )) » 57220 Sehie II. Tom. Ill SD ai8 TABLEAU Experiences stir les flexions. Profits longitudinaux des pieces de toiite origincA Dale dc rexpe'riencc (■) Nume'ro de la fcuiUe ±1 Si rie ct numcros de la piice (3) 99 9» lOO c c c XII. XI. xm. lOl c XIV. 1 02 c XV. io3 c XVI. 104 B V. io5 B VI. io4 D V. 107 A VI. Origine du for Forme de la piece M. Charge au milieu en liyres 1 4 Octobie 1 5 Octobre n » 14 Octobre 68 69 70 7' 72 70 7 1 his 72 75 69 Fer plat d'Aoste Fer cane d'Aoste Fer cane d'Aoste Fer roiid d'Aoste Fer carru d'Aoste Fer rond d'Aoste Fer cane de Riviere FeT plat dc Riviere Fer carre de Uiviere Fer rond de Savoie a5 5o 75 24 5o 75 13 75 Abaissemens moyens d'apres I'experience Abaissemens calcules d'aptes la forinule . 22 Ottobre 26 Ottobre 146 1 58 I Go 108 C XVII. 110 A VII. 111 ^ VII. Fer rond d'Aoste Fer carre de Savoie Fer carre de Riviere i3o i5o .54 Abaissemens moyens d'apres I'experience Abaisseinrns d'apres la f'ormule ...... 3t0 ppuyces aux deux cxtremites et chargees sur Icur milieu. ABAISSEMENS DE DIXIEME EN DIXIEME DE LA LONGUEUR DE I.A PIECE, X rABTIR DD MILIEU, la fli'clic au milieu <^tant faitc = 1,000 (6) a — du milieu 0,9 '9 0,94^ 0,95a 0,945 0,930 0,908 0,942 0,952 0,933 0,932 0,935 0,944 du milieu 0,74-3 0,798 0,800 0,785 0,768 o,75i 0,820 0,802 0,779 o,8o3 0,785 0;792 a — du lilicu 0,526 o,564 0,571 0,555 0,554 o,53i 0,612 0,573 o,55o 0,61 1 0,565 o,568 j — du milieu 0,274 o,3oo 0,33 1 o,3oo 0,293 0,264 0,340 0,295 0,297 0,294 0,299 0,296 OBSERVATION Li'S profils rxlraits dcs ft-uillcs ^t et 75, rapportes aux lignes 7 et 9 du present Tableau , appartieDnent a ia mcme piece placee dans deux positions ditlcrentes \ la face qui etait cn-desflus dans Texpiirience de la fcuille 71 bts ^ ayant etc toumee en-des60us dans I'expcrience de la fcuille '5. ABAISSEMEKS DE SEIXIEME EN SEIXIEME DE LA LOiSGUEUR DE LA PIECE A I'ARTIR DU MILIEU, la fleche au milieu I'tant supposce = 1,000 a -:; du milieu 16 0,965 0,970 0,987 a — ;j du milieu ID o,8Ko 0,908 a —; du milieu 16 o,75i 0,788 0.8 1 5 a -7: du milieu 16 0,595 0,667 0,673 du milieu 0,480 O,5o5 0,529 a — ?: du milieu 16 0,35 I o,35j 0,974 0,97'* 0,886 0,9 '4 A 0,785 0,816 0,645 0,678 o,5o5 0,537 o,35i 0,369 330 TABLEAU VIII. Experictices sur les flexio?is. Fle.vioiis dcs j)icces de loutc origuic, chargces Jiors du milieu. ABAISSEMENS Date Nuracro Seric Origlnc du fcr j 160 MI /? VII. Fcr carrc de Riviere .54 «>947 0,844 0,735 n Abaisseracns moycns d'apics I'ex Abaisscmens calcult-s d'aprus la 1 pcriencc 0.9 1 't ".969 0,844 ",879 o,7^o )> 0,738 i 331 TABLEAU IX. Experiences siir la resisfance a la viipliive. Sevic A. Fevs tie Savoic Date "3 Numci-os dr L> Formi' Distance dcs DIME>S[ONS dc la Cliarge produi- S , Valcur n -J' Val,ur dll •n SECTJOS DB BUPTl'nE sant cociTi- cocfiiciciit M — rcxpcricnce (0 0 "■J a pitce (3) do la piece (•i) appuis largpur cpaisseur ... (:) la rupture •1^ CRMlt A' n > {,1 19 Octob. 1 35 84 I Fci- pl.it Illilliill. 4 Go nulliiii. 3o,o5 U.illl.H. 7,20 livr, 23 r ""i g" 34,11 .02,37 » » 85 II Fer plat .-[Go 3o,o5 7,20 232 23 34,33 104,54 105,34 18 Oclob. 12 J 106 V Fei- plat 1000 3o,7j 7,00 io5 58 35,65 109,12 aG Otlob. 1J9 no VII Fer canv I Goo 23,00 2 2, Go 5o4 37 34,3 1 103,27 103,27 19 Oclob. » 1 3(5 n 8G III 87 IV Fer rnml For roil J 4G0 4G0 i;,Go 15,90 329 329 5 5 25,38 23,78 101,58 95,18 98,38 i3 Octol). 173 107 VI Fer roiul 1000 1 5,20 1 200 '-"> 73 3G,26C 1 49:65 r J TABLEAU X. Experiences siir la resistance a la rupture. Serie B. Fers de Ri^uere. ^ 1 DIME.NSIONS Cliarge .^ Valeur Valeur '•J Da li- z Nunit'ros j Forme Distance -* u - de la produi- - ^ du du u do do u de la des ■— ~ £ ^ -3 coefli- ~ -J 1 oxperionco piece pieec .TppUIS ^m 3 n la cient /! *j 3 largeur (ipaissciir Cl4 > rupture A- (0 {■^) (^ ? (',) (■'0 (G) (:) _12)_, J2I nuJIim. fiol r.o f.^) iiulltiii. milliiii. niillin>. li>r. 1 9 Oclob. i3J 8. 11 Fer pint .jGo 3i,5o 4,80 loG .8 33,59 102,71 100,99 18 Ortob. ■ 24 10 ) VI Fer plat 1 000 28, "0 j,ao 5o 58 3 J, 4 I 99.^7 19 Oclob. .34 82 III Fer Carre 4G0 '4)W 14,00 379 1 1 3o,88 92>97 j » » 83 IV For carre 4G0 1 3,7 > i3,i5 329 iC 31,82 95,56 > 93,08 18 Octob. 122 104 VI Fer Carre 1000 i5,o 5 14,00 ■79 18 3o,34 91,10 2(5 Oltoll. iG. 1 1 1 VII Fer carte iGoii 22, io 22,85 45o 4' 3o,;8 9^.7' ! 333 TABLEAU XI. Ej-periences sui* la resistance a la rupture. Scrie C. Fcrs tVAoste. (ii ■«5 Numt'ros dt- la picco (3) 1 4 Ocl. 2 1 Oct. i\ Oct 1 8 Oct 1 I Oct. 2 1 Ocl. I i8 Oct 21 Oct ;i.>. Oct 68 .3- )) 1 38 69 u » "9 118 120 ■4: 46 99 XII. 88 I. 89 II 90 III. 9' IV 100 xm. 98 XI. Forme de la piece Usine (4) Distance dcs appuis 9^ 9'^ 9t 95 102 V. VI. VII. VIII. XV. 101 XIV. io3 XVI, 97 >' loyXVIIl 108 XVII Fer plat a. Fer plat a. Fer plat o Fer cari'u n Fer carre a. Fer carre a. Fer carre « Fer carre li Fer earn' B Fer c:irre y Fer can c y For carre y Fer roiid y Fer roiid y Fer roiid y Fer carre S Fer roiid 5 1000 460 460 4G0 46o 1000 1000 460 460 460 460 1000 1000 1000 4G0 1600 I Goo DIMENSIONS dc la ECTION DE nUPTUnE largcur 27,00 32, 2J 3i,5o i3,oo 12,70 14, i5 1 1,00 !"' 12, lo I i,3o 10,00 cpnissctir Charge produi- sant la rupture izL 4,ooC) 5,40 5,75 1 3,00 l3,20 1 3,80 I i,ooC) 1 1, 00 1 1,00 9,80 10,20 io,G5 11,00 (•) 1 3,)o 1 3,.5o 22,70 |22,36 23, 40 -21 fi)) Valour du COiifli- cient 5o C '44 '47 321 279 2l6 125 n 206 223 181 .84 97 75 97 '79 3oj 3.7 47 ^9 10 37 36 57,870 35,22 32,46 32,84 29,00 40,08 46,1 iC) 3i,33 37,83 42, 3o 40,37 42,76 43,i5C 31,59 26,82 44,02 31,72 Valcur I 102,0 126,36 174,61 (•) 106,43 97><56 98,62 87,16 y 102,20 120,6l i39,io^''| io4,o3 94>'9 .13,87 127,93 1 2 1, 1 5 J' 118,28 l3o,02 i72,86C''| 132,69 129,01 107,36 132.69 127,26 '127,26 333 TABLEAU XII. Resultats moyens des experiences siir la resistance a. la ruplurc , on valeurs nioycnncs de R pour les fers dc chaque cspbcc et de chaquc forme DESIGNATION DES FERS Fcrs de Savoie Feis de Riviere Fcrs d'Aoste . USINES a. y VALEURS MOYENNES DU COEt'FICIEST DE TE.VACITK R cn llvrcs do Picmont par milltmctri- cjrrii Fcrs plats io5,34 100,99 102, o5 Fcrs Carres 103,27 93,08 102,20 io4)03 126,36 132,69 Fcrs ronds 98,3« 1 18,28 127,26 TABLEAU XIIL Pcsanleurs spccifiqiics des fcrs des Series J, B, C. Poids absolus Pertes de poids dans I'eau ci 11° cent.' Pcsantcurs spucifiques . . . Corrections de temperature Pcsanteurs specifiq. corrigecs nioycnncs .... inoyenne gen^rale FER DE SAVOIE Experience du Atj mai graiiimPs 8 1, 485 10,470 7,7827 -0,OI23 Experience du 3l inai ■' 1 1 -1 - H)/7 3 1, 52 7,7655 -0,01 2 J FER DE RIVIERE Evperiencc du 29 mai Experience du 3 1 mai FER D'AOSTE Expi'-rience du 21J mji Brammis 82,77 10,87 7,65 16 ■ 0,0120 7,6396 grammes 260,26 33,4 ♦7 -0,0122 7>7 t63o 7,7013 - "^5 I graiiimcs 90,16 11,58 7>7839 ■ 0,0123 ■36 Experience du 3 1 mai a32,85 ^9-7' 7)8374 — 0,0124 7,8230 7.7993 DESCRIPTIOX DES CANCELLAIRES FOSSILES DES TERRAINS TERTIAIRES DU PIEMONT E.. BELL^RDI Lue dans la seance du S Juin id^o. ijes Cancellaires, qui avaient ete confondues aver les Volutes par LtNNE , et par tous les autcurs , qui out suivi la classification de ce savant, formeut un des genrr s les plus beaux et les plus interessants de coquilles etablis par Lamarck, soit a letat frais, soit a I'etat I'ossile. Ce n'est que d'apres les decouvertes de M. CuiMino, que Ic noinbre des especes vivantes de ce genre s'est augmente prodigieuseinent: nous en comptons dej;\ une ciuquantaine, tandis qu'auparavant on n'en con- uaissait que quatre ou cinq. Quant aux fossiles le nombre s'accroit aussi de jour en jour; les nombreux naturalistes , qui se sont, depuis peu d'annees, voues a Id Paleontliologie , contribuent de leur cote u I'avancement de cette science presque inconnue aux anciens. II existe a-peu-prds soixante especes connucs a I'etat fossile de ce genre , qui n'a ete trouve jusqu'a nos jours que dans la formation terliaire , et Serie II. Tom. III. ee S.ltl DESCRIPTION DfS CANCEt.l.AIRES FOSSII.ES ETC. qui pai'aissait etre plus frequent tlans ks dep6ts du troisieme [Pliocene Lyeli,. ), que ilans ceux ilu second etagc { Mjocene Lyell. ) do cette formation. Ce genre oflre dans nos contrecs iin nombre d'especes a-peu- prus t'gal , soil dans la eolHne de Turin, qui apparttent, commc I'on peul voir par Ics Mcmoires dcs MM. A. Brongniart (i) et le Professeur De Collegno (a) au second ctage tertiaire, soit dans les sables subapcn- nins d'Asti. Mcs proprcs recherches , ct cellcs de cjuelcjues amis, qui eurcnt la l)onl(' de inellre leurs cabinets a ma disposition , ni'ont convaincu , que les Cancellaires du troisieme etage avaient presque toutes leurs analogic dans la coUine de Tmin , et qti-'en outre ce dernier depot en possedait de fort-singulieres ct tres-eloignees dcs espcces connues. La riuhessc do nos terrains en ce genre, qui sont, sans contredit, icn\ qui en possedent une plus grande quantite (3), ainsi que I'espoir (i) Mcmoire sui' les terrains ilc scdiiiicnt suptjrieur etc. Paris 1823. in 4." avec G. tables. (a) Mem. dc la Soc. Gcol. de France. Vol. II. pag. if)3. Essai Geologiquc sur la coUine dc Tuiiii. (3) Voici reuumerutioii des especes decrites ou citccs par les divers autcurs qui out traite ce genre a l*ctat fossilc. BnocCHl Cnnchiliologia foss. Sul). Milano 1814. Cancellaria canceitata Lis. pag. 307. n.° f\. C. piscaloria Lin. pag. 3o8. u.*' .^. C calcarata Bboc. pag. 3or). 11.'* (i. la)). III. •is :• C. spinutosa Booc. pag. Soq. n." 7. tab. III. fig. 1 5. C. irHitlus Bitoc. pag. 3io. ii." 8. laL. III. fig. 14. C. tjraia Bboc. pag. 3n n." 9. lab. Ill lig. 6. C varricosa Broc. pag. 3xi. n." 10. Uib. UI. I,g. 8. t'. «mAj7iCflrij Bboc. pui;. 3i2. n.** ii. lab. III. li-^'. 10. II. t\ antfiiillacea Bnoc. pof;. 3i3. n." 12. tuli. HI. (ig 9. a. b. C. cassidea Bftoc. pag. 3i4- n" '3. tab. Ul. 6^. 1 3. a. h. ('. hirta Broc pag. 3i5. n." t^. lab. IV. (ig. I. a. h. C. mitraejorniis Bii"C. pag. 64 J- lab. XV. fig. 1 3. Dbfu&kce Did. des Sc. Nat. 1817. Paris, vol. VI. pag. 4 '3. Suppl. Cancellaria piscaloria Bnoc. pag. 87. C. calcarata Bnoc. id. C. varricosa Broc. pag. 88. C ampullacea Bnoc id. C. umbilicaris Broc. id. C. hirta BnoccHi id. Ba&tbrot Mem. dc la Soc. d'Hist. Nut. dc Paris, i8i5. vol. II. I. (Miiccllaria acutan^ula pi. II. Gg. 4 pag. 4^. ■2, C. troclearis Bast. pi. II. fig. 2. pag. 4^- 3. C. doliolaris Ba&t. jJ. II. fig. 17. pag. 46- 4. C. Geslinii Bast. pi. 11. fig. 5. pag. t\Ci. 5. C. baccinula L.\,m. pi. II. flg. la. pag. 46. (I C contorCa Bast. pi. II. Gg. 3. pag 47- 7. C". canceitata pag. 47- LA»AncK Hist. Nat. des uiiiiuaux sans vert. Paris, i8m. vol. Vil. Cancellaria troclear^is pag. 116. n.** i. C. actttangtilaris jiag. 1 iG. n.*^ 2. C. ciaihata pag. iiG. n." 3. C- turricula pag. 1 1(5. u° 4- PAR L. BFM-Ani)! op- tic cnuinhncv en r[uelc{«>€ sorbe :\ I'avancement 83. C. canccUntn Lis. pag. i84- C. contofta Bast. pag. i8"». C. noUulosa Lamk. C hirta Bnoc. pag. 1S8. C. acutan^ula Fadj. pag. 188. C. trochlearis Bast. pag. 189. C. doliolaris Bast. pag. 189. C. ampullacea Bnoc pag. 190. C. scahra Desh. pag, 190. C. iimbilicaris Bnoc. pag. T90. Bonso Cat. Raisonnc etc. Turin 783o. 1. Cancellaria lyrata Bnoc. pag. 610. 2. C varricosa Bnoc. pag. 610. 3. C. cancellata Lin. pag. 610. 4- C. hirta Bnoc. pag. 6to. 5. C. umhilicaris Bnoc. .pag. 610. 6. C. cassidea Bnoc. pag. 6ji. 7. C ampullacea BrOc. pag. 611. 8. C. spinulosa Bnoc. pag. 611. 9. C. id. varictas pag. 611. 10. C. trapezium Bobs. pag. 611. 1 1. C- cuprcssina Bnoc. pag. 611. 12. C. Var. n.'* 3. pag, Gii. DcBois-DE-Mo>TPEBnEt!x Conch. foss. du PhltCatl. Volyni-Pudo i83i. Berlin. I. Cancellaria ? microstoma Di'B pug. 3i. tab. III. fig. 36. 37. Bross Ital. lert. Gcbirgc i83i. Heidelberg. I. Cancellaria cristata BROMtpag. 4a.n,*aoo. a. C. calcarata Bnoc. pag. 43. n.** 201. 3. C. spinulosa Bnoc. pag. [\'i. n." ao2. 4. C tribulus Bboc. pag. 43. n." 2o5. 5. C. Jusulus BnoHN. pag. 43. n " 304. 6. C. hirta Bnoc. pag. 43. n.* 2o5. 7. C. umhilicaris Bnoc. pag. 45. n.** 20(i. 8. C. amputlacca Bnoc. pag. ^%. n.** 307. aa8 DESCRIPTION DES CANCELLAIRES FOSSILES ETC. savauls, dans la confiance qu'il pourra alleindre plus facilement le hut qu'il s'esl propose , au inoyen des communications qu'on voudra bien lui faire. 9. C canceUata hw. lug. /|3. n.° joS. 10. C. cassidea Bitoc. pag. 44- ^-^ ''^Q* 11. C. subcarinata Brok. pag. 44- **•** "0. 13. C. servata Brohx pag. 44* i^**^ ^i'- i3. C milracfovmis Bnoc. pag. 44- "•" ^*^' 14. C I'arricosa Biioc. pag. 44- "•" ^'3. i5. C. lyvata Bnoc. pag. 44- "■" 214. EiCHWALD Naturhistoriscbe Skizze von Lithuaiu-ii Wilna, i83i. CanccUatia Jenestrata Eicii. C. angulata Eich. pag. 222. SowERttv Mineral. CoDchiliology. London i835. vol. IV. I. CeuicelLjria laci^ittsciUa Sow. pa^. 3Gi. ■2. C. etfulsa Sow. pag. 36i. 3. C. qimdrula Sow. pag. 36o. BltOH^ Laethaea GeognosUca. Stuttgarl zS38. I. CanceUaria e^^ulsa Sow. tab. XLI. 6g. i-^. pag. loGG. ■i. C. cancellala Lin. lab. XLI. fig. 18. p. lofifi. 3. C. varricosa Bnoc. tab. XLI. fig. 47- p. 1067. Jan Cat. Parma. i833. pag. 10. I. CanceUaria lyvata Br. •1. C varricosa Broc. 3. C. angulosa Broc. 4. C. milraeformis Brol. 5. C. serrata Bros. G. C acutangularis. Lamk.. 7. C. canceUata Lamk. 8. C. umbilicaris Broc. 9. C. ampullacea Broc. In. C. trilntlus Broc. II. C. /urfa Broc. li. C. piscntnria Broc. 1 3. C. criitata Bbox. i4- C. calcaraia Bnoc. Ln tsAvi: Conlrib. of Geology. i833. Phila- delphia. 1 . CanceUaria Babilonyca Lla. \>^-^. 1 38. tab. V. fig. 134. 2. C muUipHcata Lea. pag ijy tab. V. iig. 1 3.1. 3. C. pUcala Lea. pag. iSq. tab, Y. fig. i36. 4. C sculpiura Lea. pag. i4o. lab. V. iig. i3;. 5. C. tessellata Lea. pag. 140. tab. V. fig. i38. 6. C elevata Lea. pag. i4i. lab. V. fig. iSg. 7. C. costata Lea. pag. i4i. lab. V. fig. i4o. 8. C. pavva Lea. pag. 141. tab. V. fig. i4i- KoMNG Descr, des coq. des env. de Bruxcllcs. Mem. dc I' Acad.de Bruxcllcs. vol. XVIII. C. euulsa Sow. pag. 10. u." i. Philippi Eiuim. Moll. Siciliac i836. Bcroiini I. CanceUaria hirta Broc. pag. 201. 3. C. canceUata Ll^. pag. 201. 3. C varricosa Broc. pag. aoi. Ladechb Man. dc Gcolog. »83G. CanceUaria cassidea Bnoc. C. euulsa Sow. C. laci'iuscula Sow. C tjuadrata Sow. Pi'scH Polens PalaoDlh. 1837. Slullgart. 1. CanceUaria acutangula Facj. tab. XI. fig. 17. a. b. pag. 128. 2. C. buccinula Bast. tab. XL Gg. 18. pag. 129. 3. C. cjftharella Pdsch tab. XL fig.!.*), a. ^. c. pag. 129. 4. C. inermis Pcsca tab. XI. Gg. 22. pag. 129. 3. C. Ijrata Baoc. pag. i3o. 6. C. angulata Eich. pag. i3o. DcJARDiN. Mem. de la Soc. Gdolog. dc Fiance, vol. IL part- 3. pag. 293. Paris ]835. 1. CanceUaria canceUata Lin. 2. C. acutangularis Fauj. Haver in Ncucs Jahrbucb Lcunbard und Brunn. 1837. pag. 419. 1. CanceUaria inermis Pl'sch n.*^ 80. 2. C. lyrata Bn. n.*^ 81. 3. C. varricosa Br. n.° 82. 4. C. ampuliacea Br. d." 83. 5. C. contorla Bast. n.° 84- 6. C. buccinula Bast, n." 85. 7. C. canceUata Lm. n."^ 8G, DcjABDiH in Ncurb J;ilir. Brunn. ibj8. pag 85. CanceUaria canceUata LI^. C. acutangularis Fau. PAH L. KELLARDl 33,^ Jc inc bornerai dans cc Mcinoiie a ilonner Ics caracteres gene- liqiics Ids que les a doniK-s M. Lamarck: pour I'hisloire du genre je ne pourrai que repeter Ics considerations si I)i,n developpees par M. Defhance (i) et M. Desiiayes (2) dans leurs beaux arlicles: ce serait plutol I'objet d'une Monographie generale du genre , que d'uu Memoirc special sur des cspeces lossiles de quelques localites. D'apres I'ouvragc de M. Brocchi et d'apres ses belles gravures, je ii'aurais dil que citer les especes decrites par ce savant, niais le grand nombre d'iiuHvidus, que j'ai eLe i nieme d'observer, m'ayant ofTerl jilusieurs varietes, j'ai du quelque fois etcndre les caracle'res spcci- fjques donue's par notre celebre Paleonthologue, quelque fois meme les restrelndre. J'ose esperer qu'une etude parliculiere de chaque genre dans loutes les esjjeces et varietes, qui par le nombre sans cesse croissant de na- turalistes et d'ouvrages, sont de jour en jour plus connues et plus laciles a etudier, me menera a unc delerininalion veritable et solide , autant que les conuaissances naturelles nous le perinettront, de I'espece, mot Ires-peu conipris et ires-mal interprcle par une grande quantite de' naturalistes niodernes, qui au Ueu de rendre plus facile et plus claire la science par tant de decouvertes , paraissent au contraire chercher a la confondrc, et a la rendre, je dirai, presque inintelligible , par la creation dun nombre infini de noms appliques i des corps regarde's comnie oflrant des caracteres capables d'e'tablir des especes, tandis que la plupart de fois ces caracteres sont fondes sur la presence ou sur W.cELOTi. ui .ler Ncos Jahrl,,,, I, von Leonard CanceHaria cancellata L.s. png 9 „ >> 4, nnd B.o„n 1838. ,..,g 3yG. c. «cuta„i;nla,is Fai, pag. .j „" 43 Cancellaria am,mUacca Bn. c. piscatoria Bxoc. pag. 9 „•> 4', C. unMUcaris Bn. S.smo>d* 0,«crv. Min. e Gcol. Men. dcirAcad C. m.uarjarmi, B». je!lc Science di Torino, vol. 1. 1.' seric C. lalUabns Dok. _„ 3- ' C. eUsans Gz^i. ,. o.ncM.ria cnncelLiU. L.>- C .calarh Bel,.. ^ C. rav,icosa Bnoc. C. turrun Bzu.. . 3 C. umbilicaris Bnoc. GliATiiLoiP Tabl.stal dis co.j.fosb d I'Adour. 4. C. Ijrata Bnoc. "■ 5. C. notJiilosa Lahl. (1) Uiclionnnirc d.s Scicncis KaturcUis vol. V(. Paris 181-. 1-.) t nar des modifications d'une espece a Tautre, et vous fait suivre pas-A-pas la marche de la nature dans toutes les productions, marche qu'on a si bien resumee dans I'axiome: Natura mm facit sullum. PAR L. BELLARDI €ARACTi:RES OEIERIQLES Coquille ovale, on turriculde; ouverture subcanaliculee a sa base; Ite canal soit tr^s-court, soit nul; columelle pliciffere; lesplis' tautdt en petit nomine, tantot nombreux, la plupart trans- verses; bord droit sillonnd a Fintt^rieure. Testa ovalis, vcl turrita; apej-tura basi subcanalicidata; canali breoissimo sacpius subtmllo ; columella plicifera ; jylicis modo perjmucis, modo numerosis^ jjlcrisque transvcrsis ; labro intus sulcata. NB. J'ai ciu devoir rctcnir Ic nom de M. Bkocchi a toutos Ics CanccUaires decritcs par ce savant sous le nom dc Volutes: car s'il les a dans le cours de I'omrage rangccs dans ce genre, c'est parcequ'il avail cu pour base la melliode dc LI»^E , quoiqu'il sut tres-bien qu'elles appartc- naient aux Cancellaircs de Lamakck, d'aprcs la distinction qui en fait au commencement du genre Volute: a M. Baoccni done, et non aux auteurs qui les ont traitiis dans la suite, la science est rcdcvabic dc la determination de lant d'espcces inlercssantes. 33 a DESCRIPTION DES CANCELLAIRES FOSSILES ETC. Disposition generale DES CANCELLAIRES FOSSILES DU PIE MONT 1 . . 1 terrains tertiairesII XOMS DES ESPECES | AUTEIRS VARIETES 1 _.^^"— N MKIHVN StTERlElR I. C. mitracfonnis Broc. Asti 3. » hibrosa Bell. Turin 3. n varicosa Broc. Var. Taurinia Turin Asti 4- )) intermedia Bell. )) iunior Tortone 5. )) Ijrrata Broc. )) Taurinia Turin Asti 6. )) spinulosa id. Turin Asti rt calcarata id. Asti 8. )) imiajigulata Desh. ( » Taurinia multicosttita Turin Asti 9- » acutangularis Fauj. 1 » n » Taurinia hirta turrita | Turin 10. )) nodulosa Lam. » » laenlabris intermedia ' midticostcita , > Turin Asti 1 1. « cvassicosta Bell. » y aurinia Turin 12. )) Bonellii .. ;; varicosa Dertonensis Turin \ Asti 1 3. » ei'iilsa Sow. Taurinia Taurinia Turin • Turin >1- » cancellata Lin. » jistensis Asti » Dertonensis 1 5. » contovta Bast. )) Taurinia Turin Asti 1(3. » sulcata Bell. Turin 'T- n Bronnd id. Turin IS. » biiccinula Bast. » multicostiila Turin ■i)- n cassidea Broc. Asti 2(1. )) scabra Desh. Asti 2 I. n ainpullaceu Broc. rt » Taurinia multicosttita Turin Asti 22. )i uinbilicnris id. Turin Asti 23. » Micltclinii Bell. Turin ^-1- n aciiininata id. TnrJTi 20. » tvtijic-Juni BoRS. TnriTi PAR L. BEI.LARDI 333 i. CANCELLJRIA MITRJEFORMIS Broc. Tab. I. fig. 5. 6. C. Testa elongatu , fusifvi-ini , longitaditialiler nodosa , tvansversiin crebve slruila ; anfraclibiis subcontlgids ; apertura subovata ; labro dextro ruguloso ; columella biplicaUt ; hasi trimcata. Valuta mitraeformis Biior. Coiuh. 2. pag. t'^T). lab. XV. fig. i3. Cancellaria miiraejovmis Buosn Ital. tcil. Gcb. pag. 44- "•" '•**^' Id. Michel, in Neues Jalir. von LconbaiJ luiil Bronn. i838. pag. 39G. Cette espcce, qui est la plus petite ile ce genre clans nos terrains, s'eloigne de ses congenercs par sa forme fusifere et allongee, qui la rapproche des Mitres : les cotes loiigiludinales sent arrondies en petit iioinbre , quelque fois meine nuUes (dans les derniers lours): les su- tures sont a peine distinctes, une grande quantite de petites slries sil- lonne transversalement toute la surface de rclte singuliere coquille. Je dois faire, a I'egard de cette espece , une observation sur le double emploi d'un meme nom specifique pour deux especes de Can- cellaires bien diflerentcs. Le rapport avec les Mitres d'une coquille de oe genre vivante de la mer de Panama , a engage M. Sowerby a lui donncr le nom de C. mitraeformis (i), oubliant que ce meme nom avail deji ele anterieuremcnt donne a notre fossile par le savant Paleonlho- logue italien. Pour rectifier la synonymic, et pour empecher toute sorte de confusion, qui doit revenir de ce double emploi, je proposerais, pour respecc vivante , le nom de Sowerby , a qui la science est rede- vable de tant de travaus dans ce genre. Habile fossile du Plaisantin ; Piemont, Asti , ct Montafia. Mon cabiiH-i. (1) Proceedings of tlic Zoological Society of London. Pait II i83a. paj Skbif. il. Tom. III. a34 DESCRIPTION DES CANCELLAIRES FOSSII.ES ETC. 2. CANCELLARIJ LABROSA Bell. Tab. 1. (ij;. 3. 4. C. Testa fitsiformi , elougata ; (mfractibus coiwexiusculis , transwrsim co- stidatis ; costiiUs freqtimlissiiins , gvaimlosis , aequalibus; spira elou- gata; apei^ura elonguto-comprcssci ; labro d extra incrussato , expanse), simioso , iiitiis ricgosn ; columella coiitorta , biplicata. Fusus lahrosus Bell. Bull, de la Soc. Gcol. de France, torn. X. pag. 3t. Cette coqaille singuliere, que M. rAvoral Michelotti mon ami a bien \oiilu mc comiminiquer, avail deja etii aiinoncce dans Ic Bul- letin do la Societe Geologique de France sous le nom de F. hibrosiis ( c'est par erreur que Ton avail annonce F. lebbfosus) : le sable ires- (\\\r qui couvrait loulc son ouverlure , et dont je n'osais pas la de- gagcr de peur de ruiner une telle rarete , ne me permit de ji'gcr du genre que par la forme exterieure, qui la rapproche sans contredit plus des Fuseaux que des Cancellaircs. Mais M. Michelotti ayant n;is cette espece a ma disposition , je suis parvenu , avec un peu de patience , a decouvrir rouverture , et la colunielle., une des parties les plus intercs- santes de la coquille pour la distinction des genres, et j'ai ]>n voir, qu'elle avail deux plis tres-peu eleves, qui ui'indiquerent le I'ang qu'elle devait occuper dans la classification. Lc inanque total des cotes longitudinales , caractere coir.num a presque toules les Cancellaircs connucs, la rcgularite et quantite des petites cotes transverses granuleuses, son ouvcrtiire enfin allongee , la levre droite, renflee, sinueusc , sont les caracteres les plus singulicis qui ne permcttent pas de la courondre avec les especes decriies jiisqu'a iios jours. Hablto fossile Ircs-rare de la coUiue de Turin. I^loii cabinet. PAR L. BELLAHDI a35 3. CANCELLJRU FJRRICOSJ Broc. Tab. I; (ig. ■}. 8. C. Testa turrita, tratisversim Jinissime striata; striis subgranulosis ; longi- tudinal iter oblique costata ; costis crassis , rotundatis , obliteratis , -j in omnibus anjructibus , ad sului'uni tuberculvso-spinosis ; anjractibus octo conwxis, supenie subcarinatis ; sutuvis prcifundis; apertura suh- ovata, Integra, intus ad labrutu dextcrum rostcllata; columella bipli- cata; umbilico vix adparente. f^oluta vam'cosa Bboc. Conch. 2. pag. 3ii. tab. III. (ig. 8. Cane, varricosa Defb. Diet, dcs Sc. Nat. vol. VI. Suppl. pag. 87. BonsuH ad Orytlhogr. Pcd. Auct. pag. 178. n.° 3. BoHsoK Mem. dcU'Accad. dcUc Sc. di Torino vol. XXV. pag. 210. D ° 2. I^Iabcel des Sebhes Gtiog. dcs tcrr. tcrt. pag. i25. De.sii. Encyclop. Mcith. 2. pag. 182. n.° 4- BoR^ON Cat. Rais. pag. 610. n.** 2. Desh. in Li ELL. Princ. of Gcol. app. 3o. 58. BB0^^' Ital. Tcrt. Gcb. pag. 44- ^-^ ^'■^■ Philippi Enuni. Moll. Sic. pag. 201. n.° 2. Haveb in Ncucs Jahr. von Lconhard und Bronn. 1837. pag. ^iQ- Bronk Laethaea Geog. pag. 10G7. n.** !\. lab. XLII. fig. 47- SisuoNDA Osscrv.Gcol. e Min. Mem. dcU'Accad. delle Sc. di Torino. Vol. I. 2.-' ^crie. pag. 35. Jaa. Cat. pag. 10. Var. Tauvinia Bell. lab. I. lig. 16. C. Testa minofi; striis fransvei'sis elevatioribus in costis sub- spinosis. Habile fossile de la coUine de Turin , rare. Mon cabinet. Coquille turriculee, aliongee, avec 7 cotes longiludinalcs, obliques, aiioiidies: la spire est tres-elcvce , Ics tours au nombrc de 8 soni coiivex.es, ires-disliucls par des sutures profondcs: mie grande quaiililc de stries tres-fines granuleuses Iransversciil loute la surface de la co- quille: une des stries plus rapprocbccs dcs sutiires est plus elevde, et a36 DESCRIPTION DES CANCELLAIRES FOSSILES ETC. forme dc pctiis tubercules epiuciix en passant sur les coles longiludi- nales, el doune aux tours uuc forme prcsque carcnce; rouverlure est allon£;ee , ovale ; la levre droite , epaisse , legerement evasee , ridee au dedans ; le bord columellaire calleiix avec deux plis : point de canal distinct. Cettc coquille est tres-rapprochee de la Cane. Ijvata Broc. dent la carene aigue et epineuse constitiie Ic caracture principale qui dis- tingue ces deux especes : le noinbre des plis a la columelle est aussi diflTerent. JIM. Brocchi , BoRSON , Philippi, admettent a ce fossile trois plis a la columelle, quoiqu'ils disent que le troisieme ne soit pas tres-sensible: je ne puis partager I'opiuion de ces savants sur ce point, car j'ai ete a mcme d'examiner ua grand nombre d'individus de cette espece et iuicune ne m'a presente le caractere en question : le troisieme plis que MM. Brocchi, Borson et Philippi ont doniie a cetie coquille n'est que I'effet du contournement de la columelle dans les individus adultes : il disparait tout-a-fait en cassant les deux derniers tours et dans les jeunes individus, ou deux seulement s'en aperqoivent. Habite fossile de Parlaschio dans le Biancone, de Lajatico en Toscane, a Monte- Aperto prcs de Sienne, dans le Plaisantin (Broc): Palerme , Sicile (Phil.): ie midi de la France (Marcel des Serres): les environs de Vienne, Autriclie (Bronn): Polonie (Bronn): les en- virons d'Asti: vallee Andona : Butiiera : MontaGa : Castelnuovo : Bra: Saint Damian: Masserano pros Bielle: Saiiitc Agate pres Torlone ; Col- line de Turin : une des coqnilles les plus communes des terrains sub- apennins , rare dans le second etage tertiaire. Mod cabinet. PAH I.. BELLAIIDI 33^ 4. CANCELLARU INTERMEDIA Bell. Tab. I. fig. i3. 14. C. Testa turrita , crassa , inicmbilicata , longitiidinaUter plicato-costata , transversim inaequaliter striata ; anfractibus angulosis , supeme rugosis, concai'is , infeme convexiuscutis ; apertura suhringenlc purvula; lahvo dextro eras sis simo , intiis regulariter plicato ; columella triplicata. Var. a. Testa parvula^ iuniori, subampullacea. Tab. I. fig. 13. Ilabite fossile de Sainte Agate pres Tortone. Mon cabinet. La forme generale de cette Cancellaire, dont je n'ai trouve qu'un tres-|)etit nouibre d'individus daus les environs de Torlone , la rend interiuediaire enti'e la precedente, et la C. Ijrata qui suit: distinguee de la premiere par la petite carene rapprochee de la suture, par les stries transverses , par I'epaisseur du test , par la petitesse en conse- quent de rouveriure, par le nombre enGn des plis a la columelle qui y sent au nombre de trois, caraclere qui la rapproche de la suivante, si la cai-ene aigue et epineuse de cette derniere qui separe les tours en deux parties egales, ne fAt constante pour en appuyer la distinction. Les individus qui constituent la variete a. sont tres-petits formes seulement de 4- ou 5. tours assez ventrues , qui rapproclicnt de quel- que sorte la coquille de la C. wnbilicaris Broc. par sa forme gene'rale, et de la C iiniangidata Desu. Habite fossile des environs de Tortone, Sainte Agate. Mon cabinet. 338 DESCniPTION DES CANCELLAIRES FOSSILES ETC. 5. CANCELLARIJ LYRJTA Broc. Tjb. I. fiR. I. a. C. Testa tiirrita , cloiigata , transversiin cxquisitissiine striata; longitudi- nulitcr oblujue plicata, caiinata ; citrimi spinosa; spiiiis acutis ; an- fvactibus elongatis, tlistinctissimis ; sutui'is prqfurulis ; aperiura owtta; labro dextro crassiusculo , iittus ruguloso ; rugis iiitcrruptis , brevibus; columella tripUcata. Walcb Pclrif. vol. 2. tav. G. IV. fig. i. I'oluCa lyrata Bkoc. Conch. 3. pag. 3il. tab. VII. fig. 6. Cancellaria lyrala Defii. Diet, des Sc. Nat. vol. VI. j'ag. l^i\. Cancellaria turricula Lamk. Aiiim. sans vert. vol. VII. pag. 116. BonsoK Loc. eit. vol. XXV. pag. 210. n.° i. Bast. Mem. ile la Soe. d' Hist. Nat. de Paris vol. II. pag. 64. Risso Prod. Eiir. Mcr. 3. pag. 186. fig. 82. BoRsoK Cat. RaisoDnc pag. 610. n.** i. Bboks Ital. tert. Geb. pag. 44- "•" *'4- Desh. Encyelop. Meth. torn. 3. pag. 183. Jas Cat pag. 10. PcscH Polens Palaonth. pag. i3o. n." 5. Haveh in Ncues Juhr. von Leonard und Bronn. 1837. pag. 4^9- SisMCNDA loc. cit. I vol. 2." scr. pag. 35. Var. Taurinia Bell. Testa paiviila ; carina minus acuta. Habile fossile rare de la colline de Turin. Mon cabinet. CoquiHe turriculee, aliongee, d'une forme tres-elegante : les individus aduUes offrent un luger orabilic , qui n'est que I'effet de l';ige , il manque loul-u-fait datis les jcuncs pieces; la surface est traverse'e par uiie grande quaulite de sUics tres-fiues onduleuses, donl queltjuesunes plus marquees dans la parlie inferieure des tours : les plis longiludi- uaux, caractere coinmun a presque toules les Cancellaires, sonl siiiueux symmelriqnement disposes. Les tours de spire au nomhre de 8 , di- viscs par une carcne aigue , oruec d'epines : la parlie supcirieure des PAR 1.. DELLARDI 23n meines est d'ua tiers plus tourte que I'inferieure , la spire est tres- elcvce; I'ouverture ailo.igec ovale, entiere : le bord droit tr£-s-epais , ride au dedans Ir^s-incgulicrement , le coluniellaiic calleux aver trois |)lis hien prononces. Cclle cspece a !)eaucoui. ^e rapports avec les precedentcs, et par- liculieremciit avcc la CanccUuria splnulosa Bnoc. ^'^''■'c fossile du Plaisantin: Bordeaux: Piemont: Caslelnuovo: Saiiite Agate: MontaGa. Les plus beaux exemplaires de cetle coquilie se trouvent A Bra et Castelnuovo d'Asti. Elle se trouve quoique rurement dans les environs de Masserano. Mon cabinet. 6. CAJSCELLARIA SPINULOSA Broc. Tab. I. fig. g. 10. C. TesUi oblongo-acuta , longitudinalitei' costaUi; an/ractibus carinatis , spinulosis, inferiori laeviter transverse striata i basi longiuscida, erecta , cmuiUcahUa; columella bipUcata. foluta spinulosa Bnoc. Conch. 3. pag. Sog. tab. HI. Gg. i5. Cancellaria spinulosa "Bnojj- Ital. tcrl. Geb. pag. 43. n." 202. BonsoM Mem. deU'Acad. di Torino vol. XXV. pag. 2i3. n.° 8. Bonsos Cat. Raisonnc pag. 611 n." 8. Celtc petite coquilie est tres-voisine de la precedente, et peut-etre devrait-ellc s'y rcunir: elle forme le passage de la C. lyruta, a laquelle se rapproche par sa forme generale, a la Cunc. calcarata , qui avec elle a de commun le caractere des deux plis a la coluraelle. Panni les caracleres specifiques de cette coquilie M. Brocchi dit que la levre droite est lisse en dedans: je n'ai pas retenu dans la phrase diagnostique ce caractere, car tous les individus de cetle espece que jai pu observer m'ont presente des rides assez sensibles. '^=''*"e fossile du Plaisanlin des environs d'Asti: colline de Turin: Saintc Agate prcs dc Tortonc. Mon cabinet. a40 DESCRIPTION DES CANCELLAIIIES FOSSII.ES ETC. 7. CANCELLJRIJ CALCARATA Broc. Tav. I. fig. n. la. C. Testa owito-acitta , subiimbilicatii , ohlique costdto ; costis dlstuntibiis , lamcUyvrmibus ; imjractibus scalari/orntibus , supeniis uniciuimitis ; carina spinis subfornicatls , acutis , elongatis coroiuita ,• ultimo an- fractu bicarinato ; sutura profunda ; columella biplicata; basi Integra; tipertiira angulari; labro dcxtro intus subcostato. Amn. De Test. pag. 356. (ig. 8. FoliUa calcarata Bboc. Coucli. a. pag. 809. tiv. III. fig. i. Cancellaria calcarata Defb. Diet, des Sc. Nat. VI. Suppl. pag. 87. Br.oKN Ilal. tcrt. Geb. pag. ^3. n." 201. ifkS Cat. pag. 10. La Cancellaria calcarata a bien de rapports et je dirais meme qu'elle pourrait se confondrc par les premiei'S tours de spire avec la C. Ijrata, (lui a la meme forme generale, la meme disposition des rotes longitudi- iialcs. II y a pourtaiif deux caracteres qui distinguent ces deux espece.s voisincs, dont I'un est la seconde carcne elevee ornee de tubercules epineux au rencontre des cotes longitudinales de la C. calcarata: I'autre Touverture , qui etant plus transverse dans la meme, lui ote I'aspect fusifere de la C. lyrala. Ces deux especes se distinguent aussi par la grosseur: car la C. Ijrata esttoujours, proportionnellement a I'age des pieces que Ton veut observer, du double presque plus grosse que I'espece, dont nous nous occupons , qui en outre a un petit ombilic. Les epines des deux carenes se prolongcnt quelquefois extiaordinairement. Je dois a rextremc obligeance de M. le Chevalier De-i.a-Rocchetta les figures que je donne de cettc espece , qui representcnt les plus beau\ individus de cette espece rccueillis jusqu'a nos jours , et (jue .M. le Chevalier a bieii voulu me eonfier pour Ic dessin. Habite fossile de Libiano dans la vallee d'Era en Toscane , Sienne, Plaisantin ; environs d'Asti, Montafia, Butliera, rare. Mon cubiucl. PAR L. BELLAnDI 2/\ 1 8. CANCELLARIA UNIANGULATA Desh. Tab. II. fig. 19. 10. C. Testa turrita , subscalarifomii , lac\'i ; spir/i clcmta ; aiifractibus ca- rinatis, supcnie bifeiyiequc pUmis , longitudmaliter eleganter costatis; costis distinctis, rugulosis , subscqueniibus ; suturis profundissimis ; apcrtia-a omto-dilaUita , siiperne angulosa ; labro dextro simplici , columellari calloso, triplicato. Cancellaria uniangulata Desh. Encycl. 2. pag. 81. C. fusidus Bbokn Ital, tcrl. Gcb. pag. 44* C. elegans Gese CoIIcz. del Musco N.* 63o. C. elegans Gewe Mien, in Neucs Jahr. ?ou Bronn und Leonard. i838. pag. 396. C. uniangulala Desh. Bell, ct Mica. Saggio sui Gast. Mem. deU'Accad. i.> seric, vol. a. pag. i5i. tav. IV. fig. 9. 10. Var. midticostata Bell. tab. II. fig. o. 6. C. Testii venti'icosa, costis mimerosioribus. Habite fossile ties-rare de TAslesan. Mon cabinet. Var. Taurinia Bell. tab. II. fig. 13. 16. C. Testa transversim undique striata. Habite fossile de la coUine de Turin , rare. Collection Micbelotti. (I Coquille elancee, lurriculee, a base un peu large; les tours de spire, au nombre de 7 ou 8, sont fortement separc's cnlr'cux par I'appia- tissement i leur partie superieure, qui foraie une espcce de rampe un peu oblique , qui monte jusqu'au sommet : celte rampe est separee du resle par un angle aiguc, decoupc (ilcgammcnl en feslons, dont les pointes sont formees par les cotes descendant longitudinalement , et dans I'endroit oil elles passent sur la carene ; les cotes sont simples, distantes, regulierement espacees: la coquille ofire cependant quelque lois plusieurs strics d'accroissement assez regulieres; le dernier tour est Seme II. To.m. III. gg 3^2 DESCRIPTION DES CANCELLAIRES FOSSII.ES ETC. moins long que Ions Ics aulres veiinis : il pn'senle vers la base uii conlon Iransvcfsc saillanl qui coupe ti-ansversalement les coles; I'ou- vevture est petile, sul)lngoiic; la cohunelle est droite terminee en pointe: elle porle dans le milieu deux plis ohlifjnes, el a la base un Iroisieme i)eH eleve et peu sensible, il n'y a aucuiic trace d'ombilic ». J'ai crus ne pouvoir inieux faire , ]>our la description de relte belle coquille, que dc retcnir relic qu'cn a donnee M. Deshayks, a laquelle j'ai fail quelques h'geres vaiialioiis, qui in'ont cle suggerees par Texamen d'un grand noinbrc d'individus. Coinme aucun des auleurs, qui out di'cril ce fossile, n'en a donnee la figure, et que les phrases diagnostiques ne peuvent pas toujours fairc saisir renseinblc des caractcres, ainsi c'esl au manque d'une bonne figure que Ion doit les diU'crenles determinations de cette espece, a laquelle il aurait tres-bien convenu le noni A'elegans etabli par M.. le Chev. Professeur Gene. Habile fossile du Plaisanlin (Desk.), des environs d'Asli , pas frequente. Mod cabinet. 9. CJNCELLARU JCUTJNGULARIS Fauj. Tab. 1. fig. 19. 20. C. Testa ovato-acutay subumbilicatii ^ transversim striata y longitudinal iter et oblique costata ^ anjvactibus supernc angulatis y supra planis ad anguhwi dentibus coronatis; columella trlplicata. Facj. Mem. (1u Musee torn. 3. tab. X. Hg. i. a. b. La3ik.. Anira. sans vert. vol. VII- pag. 116. Bast. Mem. de h Soc. d'Hist. Nat. de Paris toni. 11, pajj. 4^- "•" '■ t*''b. W- fig. (\. Desh. Encycl. meth. torn. a. pag. 188. n.^ 21. C. ftnestrata Eichwald. 1. PcscH Polens P^ilaont. paj;. 1:28. n.** i. Do, M<:m. dc ia Socirlt- Gt-nl. de France. Vol. II. pag. 295. n." a. Doj. in Neucs Jahr. von Lconbard. uiid Broiui. i838. pag. 85. Gbat. Tabl. des corps org. foss. du bassin dc I'Adour pay, 9. n." l\'x. L'existencc tic ce fossile duus nos terrains lerliaircs n'etait appuyee que sur u!i mauvais iiidividu, qui ayaiit la spire et la levre droite cassee, PAR I,. BKi.r.AnDi 243 laissait quelqucs iloules sur riilentite de I'espece, quoique I'ensemble cles (Mi-actcies paraissait I'di rappioclier c'.c heaucoup: mais un autre individu liouve recrm nent par M. I'Vvocat Michei.otti en l>onne conserva- lioii , assure la presence de celte espece dans notre terrain lertiaire HK'dian. Le fossile de la collinc de Turin ofTre quelque difierence dans ies cotes longitudinales qui y sont plus frequentes, et dans les stries Iransverses ([ui y sont plus etevees. Hi'hite fossile oommun de Bordeaux, Dax, du bassin de I'Adour, de la Tourraine, de la coliiue de Turin. Moil cabinet. /(). CANCELLARTA NODULOSA Lamarck. Tall. II. (ig. g. 10. Cj. Tcstii omto-acutu loii^itiuUnaliter costata, transwrsim striata^ costis Innf^iturlimilibus nodulosis; anfractihus coiwexis , superne cmgulalis ; supra planis ; columella biplicata. Martib Conch. IV. IjI.. CXXIV. fig, uj,. ii5-.!. Buccinum piscatorium ? Lm. G.mel. pag. 3496 n." 116. Le Sout ADiNsos Voy. au Scncg. png. 132. tav. Vlll. fig. i3. ri,luta piscatoria Bnno. ( non B. piscatorium Lis. scnliente Brocchi) pog. 3o8, n » 5 tab. in. fig. 13. Omcellaria piscaiaria Defb. Diet, dcs Sc. Nat. vol. VI. Suppl. pag. 87. C. noclulusa Lamk. Anim. sans vert. vol. VII. pag. ii3. n." 5. Mabcel des Sebees Giiogr. dcs tcir. tcit. pag. liS. roluta piscatoria Beoc. Beoki. Ital. tort. Geb. pag. 43. tanquam Pa,: b. C. hirta Beol. Canceltaria piscatoria Jab. Cat. pag. 10. C. naUulnsa Bny. Collii t. dii Musi;(! C. piscatoria Grat. Tab. iles corp. org. du bassin dc I'Adour pag. 9. n." 44. C. nodulosa Sisii. loc. cit. vol. I. pag. 35. Var. maior Bri.i.. tab. II. fig. 1. 2. C. Tesut nidkiri; costis longituditialibus , fvequentioribus , plU i- formibus; striis tiririswrsis , elewitioribus , utrmque hirtis. yobua hirta B«oc. Conch, pag. 3i5. n." 14. tab. IV. fig. i a. b. Canceltaria hirta Defe. Diet, dcs Sc. Nat. vol. VI. Suppl. pag. 88. C. clathrata Lame. loc. cit vol. VII. pjg. 117. n." 3. BoBsos Orilt. I'icm. loc. cit. vol. XXV. pag. aia. n.» 4. BoEsox Cat. Rais. pag. 610. n." 4. Canctltaria nodulosa Var. Bos. CoU. du Muscc. a44 DESCRIPTION DES CAKCELLAinES FOSSIt.ES ETC. C. hirta Desii. Eucycl. Mctli. 2. pag. 188. C. hirta BnoNN Itat. Icrt. Gob. pag. 43. n." 2o5. C hirta J.iH. Cat. pag. 10. C. hirta Phil. Enum. Moll. Sic. pag. 201. n.° 1. Habile fossile du Plaisantin et de I'Asfesan, rare. Mon cabinet. \ai\ turrita Bell. tab. II. fig. 11. 12. C. 2^esta turrita, subscdlariformi , elevata. Canceilaria turrita Bell. Micublotti in Ncues Jahr. von Leunhard unJ Bronn. i838. pag. 396. Habile fossile rare d'Asli. Mod cabinet. Var. laevilabris Bell. C. Testa pa/vuhe; columella laevi. Canceilaria laevilabris Bon. Coll. du Mus. C. latilabris Bon, (par crrcur) Micbslotii in Neucs Jalir. von Lconbaid uud Bronn i838. pag. 396. Habile fossile des sables subapennins des environs d'Asli. Collection du Mus^e. Var. Taurinia Bell. lab. II. fig. 3. 4. C. Testa ventricosa, trcmswrsa, umbilico distiiicto , dilatator apertura subtriangidari. Habile fossile de la colline de Turin. Mon cabinet. Var. muUicostata Bell. tab. II. fig. 13. 14. C. Testa minima; costislongitudimdibus,Jrequentissimis; slriis transwrsis, paivulis , regularibus; aiifractibus ad siituras ■vix angulalis , rotundatis. Habile fossile des environs d'Asli. Mou cabinet. Les jjrandos varieles que Ton rcnconlre dans celle especc onl fail aiiisi que jusqu'a nos jours il y a eii une grande confusion dans sa synoiiymit*. Consideree separemeat chaque varietu a des caracleres si PAH I.. DF.i.i.AnDi 24^ saillants, cjui en confirrneraient la separalion: mais observant un qrand noinhre triniliv'ulus , et les difFeiTntes varie'le's ensemble , Ton y voit un passage lei, (ju'il ne permet pas trailmellre les ilislinclions faites par les auteurs. Le type de cette espece vivant dans les mers des Indes a ete decrit par Lamaiick, qui n'ayant peut-etre sous les yeux qu'un tres-petit nombrc d'individus, a clabli une autre espece aux depenses de la C. rnidulosa avec une variete du Plaisantiii, sous le nom de Cttncellaria clutlirata, qui n'est sans aucun doule qu'un double emploi de la coquille nommce Cane, hii'ta par M. Brocciii, qui doit se rapporter a I'espece vivaiile de Lamarck. M. Lamarck connaissant la grande relation ct meme I'idcntite selon lui de la Cane, nodulosa avec le Biicc. piscatorinm Lin. (puisque auci-.n point de doute n'accompagnc la citation de rcspece Linnecnne), aurail dii lui reteiiir le premier nom donne auparavant par le savant Suedois, ce qui a ete fait par M. Brocchi, qui rangca les fossiles du Plaisantin, coinme analogues du Bucc. piscatorium Lin.: or etant incontestable la diflerencc qui existc entre le Bucc. piscalori/an , et la Cane, noihilosa , nous devons retenir a cette espece le nom qui Ini a ete impose par Lamakck: ce qui rend probable que ce savant ne fitt pas tont-a fail convaincu de I'identite des deux especes: autrement il aurait retenu la determination Linnecnne. Le Solat de M. Adanson oublie par Lamarck, et rapporle par M. Deshayfs parmi les synonymes de cette espece, semble Incn repre'senler la metne coquille par sa forme generate , quoique le pcu dc soin du dessinateur dc I'ouvragc d'AoAxsoN a pciiuiie Its rugosites de la surface de la coquille, puissc laisser quclques doules sur I'identite de fespece. La variete principale de cette espece se trouve fossile dans les en- virons de Plaisance , et dans les sables d'Asti, quoique raremcnt: elle est decrile par M. Brocchi sous le nom de /'. Iiirtu: coquille bicn siiigulierc et que , observee scparement, pourrait appuyer la separation faite par M. Brocciii , niais qui n'est reellemcnt qu'une variete de la Cane, nodulosa, qu'un individu tres-adulte sur lequel les coles longi- tudinales,et les strics transverses elevecs, etant en plus grand nombre, donnent a cette coquille un aspect tout particidicr. Ce qui ni'a arrele quelque temps , avant dc reunir I'espece de ^L Brocciii ;i celle de Lamarck, comine variele' de cette derniere , est a.\6 nF.Sf.lUPTlON DF.S CANCELr.AinFS FOSSlI,i:S ETC. la distiiiclion aiioplee par M. Deshayes clans rEncyrlopedic Mellioilinne, oil se trouvent ileci-iles les tleux especcs separemcnt : jieut-clre ce savant n'ayant pas a sa disposition uu grand noinbrc d'iiidividus , ne pouvait pas connaitre le passage d'une coquillc \ laulre. Le pruniier qui ail reoonnu ces rapjiorls intinics est M. Conf.li.i (jui , dans la Collection dii Musee de Zoologie , a range nos fossiles d'Asti sous le noin de Cancellavui nodidosa , on admettant pour syno- nynie I'espece de M. Brocchi; niais il ne reconniit pas los rapports de celle-ci avec la Cane, piscutovia dc M. Bixnccin , qui n'en est qu'unc variele , et donna ce noin a une autre co([uille toutc dillerentCj que nous regardons comme espece distincle , ct pour laquellc nous avons propose le noin du savant Professeur. Cette reunion de la C. piscutovia Broc. avec la Cane, hivta du ineine auteur, et par consequent par les raisons susindiquees avQC la Cane, nodidosa, a ete faite par ]M. Bronn dans son Catalogue des fos- siles tertiaires d'llalie. Un individu Ircs-pelit propoi'lionnellement a ceux que Ton Irouve ordinairement , sur lequel les cotes sont si petiles qu'cUcs ne seniblent plus que des stries Ires-nombreuses, et dont la columelle, par quelque accident, n'olTrc aiicun plis, a engage M. Bonulu a etal)lir la Cane, lac'ilabris qui doit, sans le moindre doute, passer parini les nombreuses varietes de I'espece qui nous occupe. J'avais donne le nom de C. turrita a un fossile qui se trouve dans nia collection, cl dans celle du Musce : elle est allongee, turriculee, et le dernier tour ne suit pas la meme regie d'accroissement, et s'cloignant des detours ordinaires des sutures, donne a la coquille un forme turriculee presque scalarifere : elle u'cst qii'un vieil individu dont la luvre droite s'titant cassee, I'aninial en cherchant a la rctaijlir s'cst eloignti de quelque pen du contournement ordinaire de la co(piillc. Une des plus interessantes varietes , ct que j'etais presque dispose a adnietlre comme espece nouvcUe , est la variete de Turin Irouvce au TiTinnfoura ; la spire dans cette cocpiille est moins elevce, le dernier lour bien plus grand qu'a I'ordinaire , un peu transverse , rouvcrtme plus petite, superieurement et inferieurement angulcusc : I'ondjilic bien prononce , assez grand et profond ; elle se rapproclic a quelque va- riete de la C. umbilicaris Br. et dc la C. atnpuUacca: elle est iiilcr- ineiliaire aux trois espcces. PAn I., beli.audi 247 Habile les mers cles Iniles. Fossile tin Plaisanlin, Asli , Vallc- Andona, Castclniiovo, BuUiera, l\Ionlafia, Sellime, Bra, Alba, colline de Turin, Masseriino jnes Biclle. Mon cabinet. //. CANCELLARIA CRASSICOSTA Belt.. Tab. II. fig. 7. 8. C. Testa sabturrita , /otigitm/iualitcr costata; costis ci'assis, elewtis , ro- titndatis, rectis ; anfi-actihus phnmlaiis, supcrne conaliciihitis ; slriis elcwiliusculis , 3-4 in medio anfractuum tramversis ; aperlura subelnn- gata ; columella hiplicuta. Coquille ties-singulicre , remarquable par I'elevalion , et par la grosseiir des cotes longitudinales , «jui y sont en phis petit noml)re , que dans toutes les autres especcs, et bien plus saillantes, non obliques; la spire formee de 7 tours est tres-elevee , et aigue; 3 ou 4 stries traversent lous les tours au milieu , la partie superieure des tours est canaliculee : I'ouverture un peu allongce , comprimee latei'alemenl . la columelle avee deux plis. Le grand nombre de variete's de Tespece precedenle m'avait engage a I'y reunir : mais un cxamen scrupuleux des caracteres du fossile dont nous nous occugons , m'a convaincu , que Icnr ensemble etait sulTisant pour la creation d'une espece disliucte, et qu'en la reu- nissant comme variete de la Cane, nodulosa , on aurait dii elendre de trop les caracteres specifiques de I'espece de Lamarck, et au lieu de faire avancer la science par la decouverte d'un fossile nouveau , la rendre plus obscure et plus difficile , diipassanl les bornes que Ton a generalement adopte pour les caracteres specifiques. Habile fossile de la colline de Turin. Mod cabinet. a48 DESCRIPTION DES CANCELLAinES FOSSILES ETC. 12. CANCELLARIA BONELLII Bem.. Tab. III. fig. 3. 4. C. Testa subturrita, reticulatUn costidata ; coslis aculis , in intersecatmie spinosis , regularibus ; spira elewita; anfvactibus 7 rotimdatis, trans- versini elegantissime stviatis ; striis minimis scabriusculis ; suturis pro- fiuidis ; basi abbrwiuftt , truncata; labro dcxtvo intus rugoso ; columella bipUcata , contorta. Cancellaria piscatoria Broc. Bokblli Collect, dti Musce. A ar. Taurinia Bell. lab. III. fig. lo. iG. C. Testa varicosa , costis longitiulinalibus et ti^ansversalibus parvidis, creberrimis , in intersecatione muticisj labro dextro incrassato. Habile fossile de la coUine de Turin. Mod cabinet. Var. Dertoncnsis Bell. tab. III. fig. 11. 12. C. Testa parvula , iurriia , elongata , varicosa ; canali dilatato; labro dextro laeviier incrassato. Habile fossile des environs de Tortojie. Mon cabinet. Coqiiille rompose'e de 7 ou 8 tours de spire Ires-raccourcis , dent le dernier forme les '/; seulement de la coquilie cntiere : unc graude (luanlite de cotes longiludinales tres-aigues et un peu obliques , se croisant avec un nombre a-peu-pres egal d'autres cAtes transverses , forment une belle reticulation ; a la rencontre des cotes un petit tu- bercule assez aigu s'eieve en forme d'epines : toulc la surface en oulrc de celte coquilie est Iraversee par une grande quanlite de stries Ires-fines , mi peu granuleuses : I'ouverture est tres-pciite , presque ar- rondie: la levre droite simple, ridc'e en dedans, la columellaire, quelque fois legereineiit ralleuse, a Irois plis irregulieremenl disposes; et cllc est un ])eu arquee. PAR L. rELLARDl 249 Ln varietc de Turin est tres-iiileressante; les cotes y sont en ])lus grand nombre, la reliculalion eu consccjuence ])lus pelilc, simple; jioinl jl't'pincs a la rencontre dcs cotes : la icvre droilc renfltie , ejiaisse. L'autre varicte au contrairc est plus allongee proportionnelleinent :i la grosseur: quclques varices y soul aussi seusibles: le canal est plus large : rouvcrlui'e est un j)eu evasee vers la base. Ces singuliers fossilcs avaient etc confoudus par M. Bonelli avec la yol. piscatoria Baoc. qui, comme nous avons vil dans la description dc I'espece precedente, en est biea distinguee : clle se rapproclie de quelquc variele dc la Cane, evulsa Sow., quoiqu'elle en soit tres-bien separee, soit par I'elevation de la spire, soit par I'ouverture. Habitc fossilc de Sainte Agathe ; coHioe de Turin. Mon cabinet. i3. CJNCELLJRIA EFULSA Sow. C. Testa ovato-oblonga y iitrm/jiie attenuata^ iK'Jitricosa , longitiidinaHter costellata, transversim striaUi ; striis subaequalibus ; apcriuva okuUu; columella arcuata^ tviplicata; lahro incrassato^ regnlariter intus sulcata. Cancellaria evulsa Sow. Mln. Concli t. IV. paq. 84. tjb. CCCLXl. 6g. a. 3- 4. Desh. Descript. dcs coq. fossilcs lorn. II. jiaj. 5o3. tab. LXXIX. fig. 27. 28. Buccitiuf/i evulsum Brand. Hant. pi. i. fig. i\. Desh. Encycl. Mrth, vol. II. p.ig. i83. Deso. in Lytli. Eluin. of Gcol. app. pag. 3o. Bccii, in Ni'ucs Jahr. i836. pag. 36o. Rlod Brandcnb. pag. i~9. Cancellaria buccinula? Lamk. Aniiii. vol. ^'II. pag. 117. Fusits biplicalHs La.mr. Ami. ilu Miiscc torn. III. pa;;. 388. n." 3t. Fusus bipUcalus id. Anini. torn. Vii. pag. 5-o. Ntst coquillcs fossilcs dc KUyii Sp;iinvc'n. KoMNCK coq. foss. de Basi'Ii'. Boom Mem. dc TAcad. do BruxcUcs vol. IX. pag. 10. n." i. BuoNK. Lacthfa Gcogn. pag. io65. tab. XLl. fig. 17. Var. Taurinia Bell. tab. II. fig. 17. 18. C. Testa ventricosa , reticulatim costellata, transversim teiiuis- si/ne striata ; irregulariter varicosa ; labro dextro injlatoi aperttwa subtransversa. Habitc fossilc de la collinc de Turin, Ires-rare. Mon cabinet. Serie II. Tom. IIL iih ajO DESCRIPTION DtS CAINCELLA.1RES FOSSILES ETC. Les iniliviilus de cette espece trouves dans la colliiie de Turin , oU'rant des stries transverses Ires-dlevees ct freqiientcs, qui forment une reticulation assez reguliere avee les cotes longiludinalcs, je leur avais donne le nom dc CanccUaria dectissata , nom qui lour aurait tres- bien convenu : niais ayanl observe dans Touvragc de M. Deshayes sur les coquillcs fossiles des environs de Paris, que quelqucs individus de la ineme espece, offraient deja 3 ou 4 stries trans\'erses elevees, je me suis convaincu , qu'ils formaient le passage entre le type de I'espece et la variete de nos environs , ct que par consequent ces derniers devaient etre reunis ;\ I'espece de Sowerby. Habite fossile de Barton (Sow.), Basele (Kon.), Anvers., Kleyu, Spauwen, (Nyst.), Grignon, Senlis , Relhcuil ( Desh. ). PAH I.. BF.LLARDI 1.5 I i4. CANCELL^RIA CANCELLATA Lamarck. Tab. III. fig. 5. 6. C. TcsUi ovato-aciita , valde ventricosa; apertura ^j^ totius longUudinis cfformante ; anfractibus convexis longitiulinalitcr et oblique costatis ^ costis circa lo valde proeminetitibus ; lineis traijsvcrsis , elevatis , sub- aequalibus, lamclliformibus , in aiif'ractibus superioribus 4) '" ultimo 1 3- 1 5; apertura ovata, in canalem distinctum producta; labro intux incrassato, plicato , dentato ; labia tenuis simo , adnata; plicis ad co- lumellam 2-4; umbUico nulla. yoluta cancellata Lin. Gmej>. pag. 3448. n.'^ Bg. Kbobb vol. II. pi. C. IV. BonN. pi. 9. fig. 7. 8. Binl Adahson Voy. an Sen. pi. VIII. fig. 16. Valuta cancellata Broc. Conch, foss. 3. pag. 807. n.** \. GCALT. pi. 48. fig. B. C. Lahk. Anira. VII. pag. itS. BoRSON Mem. de I'Acad. des Sc. dc Turin vol. XXV. pag. 211. Encycl. pi. 374. fig. 5. a. b. Bast. loc. cit. vol. II. pag. 47. Bro»n Ital. tcrt. Gcb. pag. 43. n.° 201. Pavr Cat- dcs Auncl. de la Corse pag. 146. n.o 290. Drj. Mem. de la Soc. G^ol. dc Fr. vol. II. a.e par. pag. 193. n." i. PniLippi Enum. Moll. Sic. pag. aoi. n.** 3. Gbat. Tabl. de coq. dc I'Adour pag. 9. n." 4^* SlSMOHDA loc. cit. vol. I. pag. 35- Desh. Encycl. Mclh. II. pag. 184. BonsoK Cat. Rais. pag. 610. n.o 5. Bbokr Lacth. Gcog. pag. loCC. Bronn Kat. n." 104. DesD. in Lycll Elcm. of Gcol. Suppl. 3o. 53. 58. Haver in Neuc3 Jahr. 1837. pag. 4'9. Do. in Nciics Jahr. i835. pag. 83. Var. Taurinia Bell. tab. III. fig. 19. 20. C. Testa parvula; costis numerosioribus. Fossilc (Ic la colline de Turin , tres-rare. Mon cabinet. J^ 33 a DESCniPTION DES CANCELLAIRES FOSSILES ETC. Var. Aslensis tab. III. lig. 17. 18. C. Spira cln'atissinto ; aperUiva subqiiadrata. Fossilc rare ilcs environs d'Asli. Collection du Cliev. DE-Li-BoccHETTA. Aar. Dcrtonensis Bell. tab. HI. fig. 13. 14. C. Testa pan'tila; apertura subexpansa; ultimo avfractu ad suturam laevitev angulato. Fossile de Sainle Agalhe aux environs de Tortonc. Mon cal)inc-t. Gelte especc tres-commune dans nos terrains terliaires superieurs. est sujette a de grandes varieles , selon les differcntes localite's oil elle so rencontre : a Saintc- Agalhe elle est beaucoup jdus petite : la spire plus courte, les cotes longiludinales plus frequenles, moins grosses; les strics transverses tres-petites, dont une superieuremenl plus elcTce qui semble une petite carene; I'ouverture plus evasee. Je possedc un individu des sables d'Asti qui est plus allonge, turricnle et avec I'angle inferieur de I'ouverture bien profond , ce qui rend I'ouverture presque quadraiigu- laire. Les fossiles de Masserano pres Biellc ont le test plus epais , les cotes longiludinales, el les stries ti'ansverses plus ekrees. Le nombrc des plis a la colunielle varie aussi dans cetle cspece: rarement, scion M. Philippi , 4 P^'^ sont visibles: qnelque fo-is on n'ca apcrcoit que deux, et ^eneralemenl il y en a trots de sensibles. Habile I'Ocean Indien (Lin.), I'Adriatique (Oliv. Phil.), le Golfe d'Ajaccio (Pavr), Senegal (Adans.); fossile de Siemae, Rome, M.' Mario, Plaisantin, Tourraine, Sicile , Bordeaux; Piemont , Astt , Bulliera, Ca- slelnuovo, Montafia, Bra, Saint Damian , Valle Andona , IMasseraiio , Cossato pres Bielle. Mon cabinet. PAn I,. EEi.i.Ar.pi a53 45. CANCELL^nU CONTORTA Bast. Tab. ni. fig. 7. 8. C. Testa ohlujue contorta, fo^glticdinalitcr costcta , transverse rugosa ■ anfractibus rotimdatisi columella tripUcata. ' B*ST. loc. cit. II. pag, 4,. n.» 6. lab. II. fig. 3. Coquille allongcc, rontournee, snbscaW.rcrc, composee dc G-8 tours conveys, separes par des sutures tres-profondes ; les cotes londtudi- nales, quelcjues fois irregulieremenl disposees, sent obliques, arrondies s.nueuscs vers la partle su,:eHeure des tours, qui est subcanalieulee- les stnes transverscs trcs-norr,breuses sont i-peu-pres do la ruerae grosseur, so.t Jans les premiers tours ou ils forment une reticulation tres-reguli^re avec les rotes longitudinales, soit daus les derniers. Le caractere le plus sa.Hant de celte cspcce, qui pourrait dans le jeune .Ige se confondre arec la Cancellaria huccimda, est I'obliquite de I'ouverturc , qui h.i donne un aspect tres-singulier. Les fossiles de „os environs sont generalement plus petits que cenv lie Bordeaux. j i -i ^ , ^"''''^ ^°ssile des environs de Bordeaux, d'Asti, Morra Valle Andona, colline de Turin: le fossile de eette derniere localile est plus raccourci et par consequent plus ventru. Mon cabinet. 16. CANCELLARIA SULCATA Belt,. Tab III. fig. ,. a. C. TestM subscalariformi trams>ersbn prof nude multisulcata ; anfractibus ad suturas lae^'iter plcmidatis ; apertura subtranswrsa ; umbilico vix ndparcnte ; columella biplUata. ^n.xar. Canccllariatrochlcaris Tws.JiKST. loc. cit pa"- 40 n." 2. lab. H. fi- 2. "' Coquille allongee, dune forme scalariferc, composee de cinq lours de sp.rc npplalis, qui sont traverses par une grande quantile dc 35( DESCRIPTION DES CANCEI.LAIRES FOSSII.ES ETC. slUons profonds , rcgiiliers : rouvcrture est allongce , assez large , mi pen evasec: la columellc avcc deux plis: un leger oniliilic pen profond ct sensible. Lcs tours vers les sutures, dans la parlic su- perieure , fonnent un petit angle avee I'inferieur ; I'espace entre Tangle et les sutures est trcs-petit, lisse, legerenient incline vers la parlie posterieurc: deux ou trois irregularites tres-peu scnsibles, qui ne sont que rcU'et de I'accroissement de la coquille, sent les seules pro- tuberances longitudinales dc cette coquille, pour la determination de laquelle j'ai ete ct je suis encore iacertain, faute de n'avoir pas sous les yeux des individus de I'espece de Bordeaux, et de ne voir dans le nombre des varietes de cette localite, si quelques-unes se rapproche- raient de notre fossile. Certes si Ton voudralt re'unir ces deux fossiles, on y ti'ouverait des raisons suffisantes de rapprochement: mais e'tant plus nuisible encore pour la science de reunir des objets differents sous une meme de'nomination , que de creer des especes nouvelles , je me suis decide a separer momentanement notre fossile dc celui dc Bordeaux jusqu'a ce que j'aie pu avee I'examen d'un bon nombre d'in- dividus tant de I'une que de I'autrc localite, y voir le passage par des objets intermediaires, passage que Ton ne peut pas etablir entre notre fossile et la figure donnee par Basterot de la Cuncellciria troclilcaris , qui ollre des cotes longitudinales qiioique irregulieres, et dont les sillons transverses sont plus irreguliers encore: les tours dans celle-ci sont arrondis, supe'rieurement canalicules: les sutures tres-profondes: Tangle orne de tubercules. Habite fossile de la coUine de Turin, rare. Hon cabinet. PAR I.. nEIXAADr jgc 17. CANCELLARIA BRONNII Bell. Tab. IV. fig. II. ,a. C. Testa fusoidea, elongata, fonf^itudina/Uer , laeviter obsolete plicata- phcis vix adpavmtibus , truns^>cr.mn temussime sulcata ■ anfvactibm 5 plamdatis, ultimo magno elongato- upcrtura pa,vula , transversa- labro dextro crasso, intus rugoso, rotunduto; columella triplicata' callosa, basi truncuUi. ' ^ La surface de cetle singuliere espece est presque reiiculee ; les cotes long.tuclmales, communes a presque toutes les Cancellaires tres- petites, a-pcu-pres de la memo grosseur de I'espace contenu entre les s.llonslransverses, qui les croisent, donncnt a la coquille un aspect reti- cule. Cinq tours seulement composent la coquille qui a le test tres- epais: les trois premiers sont tres-petits k peine distincts: le dernier tres-grand proportionnellement a la coquille: ils sont tous applatis con- Itgus; ,e ne sa.s pas a quelle espece connue je pourrais rapprochcr la Cancellaae de BnoNNi.la forme generale la distingue de ses congeneres et la rapprochc de quelques especes de Buccinum. ^""^'^^ fossile de la coUine de Turin, tr^s-rare. Mon cabinet. 18. CANCELLARIA BUCCINULA Bast. Tab. IV. fig. 3. 4, C. Testa omto^onica, longiUcdbialUer tenuiterque striata , cancellata; an- fractibus conwxis; suturis coarcUitis; columella triplicate. Bast. loc. cit. vol. II. pag. 4G. tab. II. fig. 12. Puscii. Pokns Palcont. p.ig. rjg. tab. XI. fig. 18. Var. muUicostata Bell. tab. IV. fig. 10. 20. C. Costis longitudinalibus , parviUis , frequentissimis: striis transwrsis, elemtioribus ; labro dextro incrassato. Habite fossiie de la coUine de Turin. ftlon cabiDct. 256 DF.SCniPTlON DES CANCEI.LAIRES FOSSILES ETC. Une (Ics plus pclilcs ilc scs coiigciicres cette es[)ccc est fonncc ile 5. ou G. tours do spire coiivcxcs, converts duti grand uombre dc coles loiigitiidiiiales trcs-elevees, arroiidies, un pen olilkjucs; toulc la surface ciisuite de ccttc coquille est traversee par des sliios tres- sensibles qui, cu passant sur les cotes, diminueiit dc grosseur, el quelquc fois meme disparaissent tout-U'fait. Je possede un individu de cette espece, qui consliluc la varielti sus-indiquce: dans ccttc piece les cOtes longitudlnales sont tres-nom- breuses , Ircs-pctitos, cl au coiitraire les slrics transverscs jilus elevccs, ce qui rem! la surface presque reticulee: Ic bord di'oit trcs-epais : Ic columcUalre nctant pas calleux laissc apercevoir les slrics transverscs, et los cotes longitudinales, qui viennent dc rintcrieur de la coquille. Un autre individu olfre la particularile d'avoir des sillons transverscs, au lieu des slrics. '- , ■ Fossilc des environs de Crepes dans le Valois, aux environs de BordeauK pres de Vicnne, Podolie, coUine de Turin, rare. Mon cabtiiel. /<>. CANCELLARIJ CJSSIDEA Bivoc. Tab. IV. Og. 9. 10. C. Testa abbvcviata , ovata , longituditialUer cosUita, transwrsim crelve sulcata ; aufractibus siipcrnc canal iculatis; ultimo maximo; spii-a brevtssima ; columella biplicatn ; apertura ovata , superne uniplicata, angulosa , labro dextro striata; umbilico miniino. l^oliua cnasidea Bnoc. Conch, a. pag. 3i4- tab- HI- f'S- '5. a. A. Bonsos Mini. loc. cit. XXV. png. 2i3. n.° 6. BoBson Cat. Rais. pag. Gii. n.° G. Br.osM Ital. tert. Gcb. pag. 4'|. n." 209. Jak. Cat. pag. 10. L^BECHE Mem. Gcol. i836. Groupc supiacntacii. Le carailere distinctif le plus constant de cette espece est la brie- vete de la spire, et la grosseur du dernier tour. Habile fossile du Tlaisautin, Piemont, de la Valle Andona. Mon cabinet, PAR L. BELLARDI jS^ 20. CANCELLARIA SCABEA Desk. C. Testa vcviricosa transverse rugosa, longitudinaliter subcostata; rugis convexis ; sqiummlis niimmis, crcctis, numcrosis , apertis; anfractibus conwxis, supcrnc canaliculatis ; apcrtura siibintcgra , owtto-aciita ; columella biplicatii; umbilico magno, irifundibuliformi, profundissimo. Ca/ice//ar. D'altronde questa e uir.bilicata, e la base e pi,\ corta ,,. ^"^'"■^ fossile probablcnient de la coUine de Turin. D apres le tableau systcmalicpie ct d'apres les descriptions, on voit que le nombre des especes de ce genre trouvecs jusqu'a ce jour dans les terrams terliaircs de nos environs est de 25, donl 7 nouvelles i, propres au second elage, 4 aux sables subapennins des environs d'Asti et 10 comnaunes aux deux terrains. ' Ce genre est tres-riche en varieles interessantes, qui etablissent le passage dune espece k laulre, de so.te, que Ion ne pourrait meme pas , dans certames circonstances, assigner h quclques especes des ca- racteres fixes, et constants, quoique il soil impossible de reconnaitre seulement co.nme varietes certains fosslles, puisque I'on devrait dans ce cas reun.r plusieurs especes, et n'en former presqu'une seule de toutes celles qui ont ete decrites par les diflerents auteurs comme distin"uees. Tous les naturalistes savent combien il soil plus nuisible i la science la reunion trop facile des individus qui apparlienncnt a des especes differentes , que leur distinction, comme especes separees, et ceux qui s'occupent des fossiles comme nppui indispensable .^ la (.eolog.c , connaissent bicn plus la vcrite et finiportance de ce fait puisque cc qui interesse de plus le Geologuc est la connaissance' de toutes les Tariations subies par les corps organisc=s fossiles dans les diflercntes epoques, pendant lesquelles se deposcrent des terrains qui conliennent des fossiles appartenants aux me.nes esp^-ces: car les seuls noms des especes, sous lesquels sc trouvent comprises toutes les varieles, ne sont presque, je dirais , daucun interet. C'est d'apr^s cette maniere dcnvisager lutilite de letude des corps organises fossiles des divers terrains, que jai distingue un grand nombre 364 DESCRIPTION DES CANCF.I.I.AinES rOSSILES ETC. de varictcs pnr le nom dcs localites, tlans lesquelles ils out ete trouvees; et je me suis occupe plus particuHerement de ccs derniercs , puisque a)'ant etc jusqu'a uos jours tres-pcu cludiecs, soul Ics moLns connues, et les plus interessaiites. Je ii'ai pas compris dans cet essai plusieurs fossiles qui out ete rapportes a ce genre par d'aulres auteurs, d'aprcs la conviction, que les caracleres assi^ues a ces fossiles etaient insufiisants pour leur reunion aus Cancellaircs. Telle est la Cancellaria cupressina Bors. (Voluta ciipressina Bnoc.J qui doit sans aucun doute se reunir aux Mitres , lant par sa forme generale , que par la quanlile et disposition des cotes de la columelle. Tel est le Murex angidosus Broc, que M. Jan dans son Catalogue rangea parmi les diverses especes de Cancellaircs, des quelles il se distingue absolumenl par les caracteres propres aux Murex, de maniere que je ne puis pas connaitre quelle ait ele la cause de ce changement. M. Brocchi non seulemenl, mais tons les autres naturalistes , qui le suivirent, ont reconnu ce fossile comme una des nombreuscs especes du genre Murex: le petit tubercule, que Ton y trouve a la columelle n'etant, a mon avis, qu'une particularite de son ouverture grimacante. De merae je n'ai pas cru devoir noter le M. cristatus Broc. (Murex filainvillii Payr.J puisque, ainsi que pour I'espece de M. Jan, est tout-a- fait inconcluant le petit cordon interieur vers la base, qui seul a pu cnsagrr M. Brokn a en faire une Cancellaire. '■^]^\■m M\\ fi*c-ivcu.^Dwr^jx.:)*'6.niH0. 6fvu>j..\Jf.^«>m\xri\w^.r^.. m (...-../,.//; ,/,.. .. /,/ 'TTl'^mt. Jeffa K- A'eeJc.d.i.'C>>^^u.-'i^CxM.dl ^ "SLv c ^llbat i'^ieiU ^mu HI. Oantit^f, ,/t., ,. /,/ n^r.Ao It/ /)."i-n^ i 'itkui. A-tv.i "iv'i'-LvaO ?a\\- s^ 3. 6^:i».- o^Cwo 3i i,> (h.>.« m-^. 2*.Wc.f.n.. m. tntififl Ju * tit 4 ^Illvni X-(l\ Ir' 0l.v.v0.\£(4J<:.»V6^MU^.,^&uM.XJ<^.'y« 4: 'TIl-cU. 'l^ ^ciU. '^m» 111. AIMALISI CHIMICA ESPLORATIVA E PROPORZIONALE Dl VH METEOROI.ITE CADUTO NEL MESB Dl LUCLIO 1&40 A CEK£S£TO NELLE VICINANZE Dl CASALE E MONCALVU PROFESSOBE LAVISVI Letta il 20 dicemhre 1840. i^el Museo Mineralogico della Regia Universita di Torino conservansi due aereoliti caduti nei contorni di Casale Monferrato il it luglio i84o tra le ore sette e le olto del mallino. Sercno era il cielo, tranqi)illa I'aria, quando quasi instantaneamente seiUissi un rombo iielle regioiii piii elevate deiratmosfera, tratto Iratto interrotto da scoppii consimili a colpi di cannone. Videsi una massa infuocata avviciiiarsi celereinenle alia terra lasciando dietro di se una colonna vaporosa non gran fatto dissimile dal iuino. Due contailini , Giuseppe Doria e Giovanni Cahiali , i quali lavoravaao certe loro terre nel comune di Cercseto osservarono la meteora e riuiasero come attonili scnteudo a poca distanza tra loro un colpo annunziantc lo sprofondamcnto d' un corpo nel suolo. Dopo Serif, II. Tom. III. kk rtCtCi AN.U.ISI r.niMICA ESPLORATiyA ECr. noclii moincnti il Doiin, riiivenuto iluUa sorjiresa cccilatagli tlalla no- vita (k'l fononicno, si tliedi; a cercare se qualclie cosa fosse veramcntc raduta. In un campo, vicino al sue, scopcrsc una ravila quasi cirro- larc. Chianio il Caliiali e ambiiluc si niisero a scavare altorno di cssa , ed alia piccola profoudila di o'",33 rinvcnnero un niasso ancora tiepido. II sue peso , la sua linta , e la sua tiepidezza li assicuraroiio die qucllo fosse il masso , che pochi niomenli prima aveva attraversato ratniosfcra. Questo meteorolite esternamente e bruno scuro, con aspelto scoriaceo lucente. La supcrlicie c carica di botloncini metallici. La frattura e gra- nosa con tinta bigia ccnerina. Vi si scorgono minutissimi punlicini neri, i quali coUa leiile seir.l)rano cristalliiii di pirosseno: qua c la poi vi soiio globuli nielallici, e numerosissime slriscie raggianti della stessa sostanza. La finura e irregolare , e pesa lil)bre lo, oncie 4- Un alU'o ne fu trovalo alia Pastrona co' mcdesimi carattei'i fisici. La sua forma pcro prescnta a un dipresso il scgmento d'una sfera, o ineglio ancora il cappello di un fungo. La parte inferiore e tutta frat- turata, in modo a far credere sia un pezzo staccato da mole maggiore, e invece della tinta ccnerina eosi bene distiiita iielle fratture fresclie , e ablironzita , come avverrebbe per una leggiera fusione in eontatto dell'aria. Noi volcmmo assicurarci, se questi meteoroliti dilTerissero dai tanti, che si conosrono, percio ne abbiauio eseguita I'analisi sopra di uno , i cui risultamcnli fanno I'argomento della presente memoria. La sua crosta e durissima , ed acquista colla lima una lucentezza hianca ; la polvere staceata e intieramenie attratta dalla calamita; per- cossa sugli augoli coU'acciarino scintilla, e riga il vetro come le pietre dure ; medianle la frattura si scoprono delle cavcniosita ingemmale di piccoli grani lucenli di un bianco argentine piii o meno voluminosi , e fra questi aleuni rassomigliano a cjuelli delle piiiti ferruginose. Alcune ])articelle di questo meteorolite fuse al cannello ferrumina- torio con borate sodico si converlono in globuli Inrenti or neri , or verdi , or giallo-verdi secondo la maggiore , o minor quantita di bo- rato impiegato. Polverizzandolo vi rimangono jiczzetli del peso da 5 a loo"*, che per uicz/.o di lal azione incccanica si appiatliscono, e sono quelli, che fago cahiiititato lira a se con maggiore , o minor forza secondo la I j>EL phofessoue laviki 267 loro mole, meiitrc clic il incleorolitc fa sempliccmente deviare I'ago calamitalo. La dcnsila jircsa coiraeromctro di Nikoi.son e di 3,790, ma tale dcnsila varia nei ])eizi piu ricchi di sostanza metallica, la -a un color giallognolo indicante la presenza del cremate potassico, il quale acidulate con lieve quantita d'acido azotico, passata cjuindi refiervesccnza, precipitossi con nitrate mercurieso ; tosto ebbe luogo il cromato nier- curioso rosso vivo , che lavato ed arroventato per volatilizzarc il mer- curio , s' abbrucio a guisa dell' esca , carattere sue proprio , c con- vertissi in ossido nere di cromo il di cui peso era di gr.' 0,042"". 6.° La parte solubile rimasta dall' or citato sperimente svaporata e riuiiila ad acido cloro-idrico concentrate e furaante si rappiglio in massa gelatiniformg , la quale svaporata, e seccata a roventezza , indi lavata diede in peso acido silicico gr.' i,285"'. 7.° Quest'acqua di lozione, mediante I'addizione di cloruro d'ammonio, che fecc colla magnesia un sale triple ma colorato, si precipilo con nuova ammoniaca caustica , e questa fece travedere di nuove un precipitate di sesquiossido di ferro , che lavato, ed arroventato peso gr.' 0,226, e questo riunito al prodetto del n.° 2 si rinvenne in tiitto gr.' 1,919°" di ossido ferrico nella massa analizzata. 8.° II liquore ammoniacale rimasto appaleso un colore legger- mente azzurre , indicante ancora qualche atomo di ossido nicliclico associato ad idrato potassico, quindi scaldato , nell'atto dello svolgimento deU'ammoniaca , lascio precipitare fiocchi bianchi, i qnaii dope 1' o{)- portuna lozione , e calcinazione manifeslarono una leggicrissiina tinta azzurrognola ; coiraggiungere a questi I'ossido di magnesio risultante dalla soluziene nitrica del n.° 4 > ossido che non trovavasi alio state di silicate, ebbcsi per risultate magnesia gr.' 0,449"'- 9.° Passando finalmente in rivista tulti i prodotti ottennti , onde esaininare , se dcssi crano dotati dei caratteri , che gli apparlenevano, » DEI. pnorESsoRF. r.AVixr 27 1 si ravvisb , che il scsquiossido ili fcrro bollito con idralo potasslco, indi opportnnameiite trattalo, nianifcstava la jjrescnza ilciralluinina in quan- lila suflicienle per coiiosceic i suoi caralleri disliiilivi , iion pero pon- derabile. Ora riepilo^ando i fatti acccnnati nclla descrilta analisi si deducono i seguciUi risuUali dcsunti da gr.' 3,5c)'y"' di mcleorolile. 1 . Ossido di fen-o, die contiene il 3o,66 d'ossigeno per 100 gr.' I, gig"', corrispoudente a ferro nielallico . . . gr.' ijSSo"". 2. Acido silicico » i,285'". 3. Ossido di magnesio, parte solubile negli acidi, p. silicato » 0,449™- 4. Nichel alio state d'ossido conteuente il 21, ag per 100 d'ossigeno gr.' o,i iG corrispondcnte a nirhel metallico » o,ogi'". 5. Zolfo rappresentato dal solfato barilico » 0,056"". G. Ossido di ci'omo alio staio di silicato » 0,042"". 7. Ossido manganico. 8. Coballiro. g. Alluminico tracce gr.' 3,253" Pietra meteorica impiegata .gr.' 3,5g'7" Prodotti otlenuti » 3,253"' Differenza sidla qiiantitu analizzata » o,344" Riducendo questi risultati per cento si dedurrebbe la composizione seguente: 1. Ferro mclallico per loo gr.' 3G,g7'". 2. Acido silicico » 35,^2"°. 3. Ossido maguesico » 12,48"". 4- Nichel rt ajSa-". 5. Zolfo » 1,55"". G. Crouio i » 1,13™. gr.' go,37-. 372 AN.U.ISI CHIMICA ESPLOUATIVA ECC. Sill prodolto ottenulo di 90,3'^ avemmo una perdita apparcnlc
  • »,55. 6. Cromo " i,i3. 7. Ossido manganico, cobaltico, alluminico » tracce. 90.' 90,J S'ac"iun"T ora al ferro , die consideralo abbiamo siccome melallo, I'ossigeno, supponendo il medcsimo nello slato d'ossido fcrroso nella pietra meteorica, I'aumento del computo sarebbe di 10,90. che formerebbc il totale di 101,27. Questo leggier aumento debbesi attribuire al fen'o , che stava unito col nichel, auinenlo die sarebbe stato maggiore quando una parte del ferro fosse ossido ferroso feri'ico, come DEL PROFESSOUE LAVINI a- 3 pare che dovrcbhe cssere quella parte, che non si trova unita all'acido silicico soUo forma di sili( alo, ma die fu sciolta dagli acidi, comcvciine descritlo neiranalisi: sarebbe cioe quel doppio ossido descritto da Hauy col nome di forro magiictico, c composto secondo Berzelio di 3i per loo di protossido, e 69 di perossido. Allora prcndendnsi ancbe a calcolo quesla quaiitila d'ossigcno si avrebbe iiii aumcnto di peso di . . . . 3,03. le quali associate a 101,27. farebbe il compute di. '|.9"- Un tale aumento del 4,90 per cento farebbe supporre una maggior quanta:, di ferro alio state metallico, e queslo fatto vicn comprovato da. pczzi metallici, che ricusano di polverizzarsi , come si osservo nell'esame esplorativo. €Oili€L,US»IOIlE Intauto la surriferila a.ialisi conferma in parte cio che gii era risultato da quelle fatie sui diversi meteoroliti fin qui esaminati. Di pill ci dimostra : i.° Che la parte tcrrosa consiste principalmeiite in silitato di magnesia con maggior quantita di quesl'ultimo. 2." Che il ferro si trova pure in quantita assai ma£.giore di quello stato riconosciuto dagli autori accennati, rimaneudo luttora incerto il suo grado precise di ossidazione. 3.° Che si trovane pressoche le medesime proporzioni di niche!, cromo, ossido manganico e coballico. 4.° Che il solfuro di ferro e in minor proporzioue. 5.° Che ncUa nostra analisi si rinvennero inoltre tracce di allumina. 6.» Che Cnalraente la diflercnza notabile degli accennati prodotti relativamente al ferro, all'acido silicico ed alia magnesia, si spiega per la non omogenea composizione dei diversi coipi , che forn;ano tl me- teorolite. Serie II. Tom. III. EXPERIEIVCES SUR LA FORCE ET SUR L'ELASTICITE DES FILS DE FER 2^5 CU. IGi\. GIULIO Lu Jans la seance du so decembre 1840. AJn entreprenant ces experiences, qui font suite a celles que j'ai laites l-annee deraiere sur la resistance des fers forges, je me suis propose: I." Dc determiner Ics valeurs moyenncs des coelliciens de la resis- tance a la rupture, et de la resistance i rallongement pour les fils de fer que nos usines produisent, ainsi que la valour du plus grand al- longement dent ces fils sent susceptibles avant de casser. ' 2.° De comparer, sous le rapport de la force et de I'extensibilite, les fds do fcr Piemonlais, a ecus de quelque usiiic etrangere , dent les produits bicn connus jouissent d'nne reputation merilee. 3." De faire quelques recherclies sur la loi qui lie Irs allongeniens des fds uiclnlliqucs , nux tensions qui produisent ces allongcmcns : et particuliereniriu de verifier Inexactitude dc la loi proposcc par M/ De Gerstner dans un Ouvrage public apres sa inort par M/ De Gerstner fds. Co Meinoirc est divisc en cinq sections. 2->.> F.Xl'i-.RIKNCF.S SUR I. A FOnCF, F-TC. DIS FII.S DC FEn La [ircmiere section , outre quelques donnees slatistiques sur Ics trefileries Piemontaises *, contient I'lnclicalion des Gls de fer sur lesqucls les experiences out ete faites , et la deteraiination des pesanteurs specifiqucs et des diametres do ccs fils. Je decris dans la scconde seclion la disposition des experiences , et j'y fais queUpies remarques sur la melliode que j'ai suivi pour deduii-e, des donnees iuimcdiates des experiences , les valours des tensions que les fils ont cu a soutenir ct des allongemens correspondans. Cos \a- leurs sout contenues dans les tableaux I a XIII, qui ferment la 3.'"° section. Dans la section suivante , je de'duis des experiences les valeurs des coefliciens dc la resistance Jl la rupture, ct de la resistance a I'allon- geuient, ainsi que celles des pli\s grands allongemens des fils, c'est-a- dire de ceux qui precedent immediatemcnt la rupture. Enfiu la ciuquieme section contient la coinparaison des resultats des experiences sur les allongemens des fils , avec la loi propose'e par Gerstner. Je i-csumerai ici en peu de mots les I'esultats que ces expe'riences m'ont donue. 1.° La resislance a la rupture pour les fils de for Piemontais des u."' 10 et 13 est de 55 '"',4 par millimetre carre dc section, valeur inoyenne : elle est dc ^S*^'' par millimetre carre pour les fils de la fa- brique etrangere de Bienne ; ces resistances sont entr'ellcs comme 3 est a 4- Le i-apport des resistances serait celui de 739 a-peu-pres, en comprenant dans la comparaison les fils du n." 8. 2." La resistance a rallongement pour les fils de fer Piemontais des niemes nume'ros (10 et 12 ) est de i'^'', 5i pour un allongement egal a un dix-millieme de la longueur primitive, et par millimetre carre : elle est de i'^',70 pour les fils de Bienne : ces resistances sont entr'elles comme 8 est a 9 environ. 3." Les fils Piemontais s'allongent de 5 milliemes environ de lour longueur primitive avant de casser: les fils de Bienne de 6 mil- liemes environ. * J.' su'is rcdi'vabic dc ccs renseigncmens a la complaisance dc M. Ic Ch. Melchicm, Ingcoicui' dct Miucs du districl d'Aosle. PAR C. 1. ClUI-IO 3^7 4.° La duree dc la tension , cnire des limiles assez etcndues, n'a que pen ou point d'influcncc sur la grandeur dc rallongcment: on le trouve a tres-peu-pres aiissi grand apres deux ou Irois minutes , qu'apres cinq , dix ou quinze hcures. Cette proposition , qui ne s'ap- plique cependant qu'aux tensions qui nc sont pas de tres-peu inferieures a celle qui produil la rupture, a dcja c'te demontree par les cxpe'riences de M/ le Colonel DurouR. 5." Toute tension qui a agi quelques instans sur un fd , lui fait prendre un allongeraeiit permanent , ou tel qu'il subsiste meme apres que la foi'ce tendante a cesse d'agir. Ainsi la reaction elastique qui se developpe i I'inslant ou le fil cesse d'etre tendu n'est point parfaite , et ne lui fait point reprendre la meme longueur qu'il avail avant d'avoir ete tendu. Cette proposition a ete TeriGee par moi pour des tensions qui ne sont que le tiers de celles produisant la rupture ; elle avail ete' mise d'ailleurs hors de doute par les experiences de Gerstner, pour des tensions beaucoup moindres encore. 6." La formule proposee par Gerstner pour exprimer les allon- gemens des fils de fer en fonction de la tension , donne des I'esultals sensiblenienl differens de ceux , que rexperience m'a fourni. 3'j8 expehienxes sur la. force etc. des fils de fer SECTIOm PREMIERE. Trefilo'ies Piemontaises. Fils de fer qui ont scivi aux experiences. Determination de leurs diambtres. 1. II n'existe en Piemont que deux trefileries proprement dites, ou Tou falirique des fils de fer de toutes dimensions : la premiere a Pont-Bozet , province d'Aoste , la seconde u Pont , province d'lvree. La trcfilerie de Pont-Bozet fait partie des iinportantes nsines do MM/^ freres Cantara. On y reduit en fils, des fei's provenant de la mine de Travcrsella, aflines par la methode Comtoise. Cette fabrication, qui occupe unc vingtaine d'ouvriers , s'eleve annuellement a g5 ou loo niillc kilogrammes de fils dc tous diametres , depuis Ic n." i jusqu'au n." 3o. Les pris varient, pour les difierens numcros, entrc lo francs, et 1 5 fr. 20' les 10 kilogrammes. La Irefilerie de Pont, appartenant a MM.'^ Craveri freres, depend d'une usine qui coniient en oulre des feux d'affinage , une clouteric etc. Les fers qu'on y reduit en fils proviennent egalement de la mine de Traversella, ct sont affine's par la metliode Bergamasquc: la fabrication dii fil dc fer y occupe neuf ouvriers , et s'eleve annuellement a 46 mille kilogrammes environ de fils de tous diametres , depuis le n.° 1 jusqu'au n." 32. Les prix varient pour les dillerens numeros cntic ■y francs et 18 fr. les 10 kilogrammes. Ce sont ces deux usines qui m'ont fourni les fils de fer sur Icsqucis j'ai fait les deux premieres series d'experiences. Pour point de compa- raison, jen ai fait une troisicme stirie sur des fils de fer etrangers , provenant dc la fd)rique de MM."'' Neuhaus el Pakserot dc Bienne, qui jouil dime reputation bien merilec. C'est de cctte fahriquc cpie sont sortis tous les fils de fer (jui out scrvi a la construction du pout PAR C. I. GIULIO 379 suspendu ile Fribourg (Suisse) *: les fers iju'cn y travaille proviennent d'Unilervillcrs ( canton de Berne ). Mon objct elant principalcment de comparer entr'elles les valeurs iiiojcimcs dcs coefiiciens qui servent a niesurcr leuis propiieles ineca- niques , j'ai cru ne devoir faire aiicun choix enlre les fds dun meme nuinero , en les prenant au liasard et tels qli'cn les irouve en com- merce: je me suis Jiorne a m'assurer avec tout de le soiu de I'origine des Ills que je souinellais a rexperiencc. Les moycns dont je pouvais disposer ne me permettant pas d'es- saycr dcs fils dont le diametre excedat considerablement deux niilli- mclrcs, toules les cpreuves ont ele faites sur des fils des numeros 5 a ,4. Pour la fabrique de Pofit-Bozet les experiences ont ele faites sur des fils dcs numeros 5, 10, 12 et i4- Pour la fabrique dc Pont j'ai eprouTC des fils des n."' 5, 5 bis, 8, 10, 12 et i/^. Dans une meme masse ctirpielce au n.° 5 j'ai trouvc des fils de diametres sensiblement diflerens: j'ai lieu de croire que les plus petits ap]iartenaienl au n.° 4- Comnie cepcndant la designation du nu- niero n'clait d'aucunc importance, pour les resultats que je clierchais, je lo3 ai designcs par le n.° 5, en attribuant le n." 5 bis aux fils d'un diametre plus fort, avee lesquels les premiers se trouvaient accidentelle- ment confondus. Eiifin les experiences pour les fils de Bicnne tombcnt sur les Irois n."* 8, ID et 12. 2. N'ayant point a ma disposition des moyens micrometriques assez exacts, pour la mcsure des diametres de ces treize scries dc fils, je deduisis ces diametres, du poids dune longueur connue de chacuu d'eux: j'aurais pu employer a cette determination la valeur moyenne de la pesanlcur specifique du fer telle que les tables la donnent, ou telle que je I'avais trouAce moi-mcme I'annee derniere, pour les fers en barre de nos usines. Cepcndant, a cause des diiferences qui pouvaient exister entre les fils de diflerente origine sur lesquels je devais opcrer, j'ai cru plus convenable d'en determiner direclement les ]>esante«rs specifiques. ' V. Notice sur le pont dc Fribourg par M Cualev luguiiirur , constructcur du poiil. Ann. dcs Pouts et Chauss^es. a8o EXPERIENCES SCR LA FORCE ETC. TES FILS DE PER Ayant done fait coupcr par pctits morccaux trim ccnlitnelre environ de longueur, unc ccrlainc qiiaulilc de chaqiie cspece de fils, ct ayant pese a I'avance un flaion de cristal plein d'eau, et dont le bouclion use k I'enieri s'ajiistait exaclcment an goulot, j'y introdiiisais cent grammes de chacpie cspece de fil, morcelees comme je vieiis de le dire, et je pesais dercchcf. 11 est pcul-utre inutile de dire que tons les poids ont ete trouves par la methode des doubles pesees , ct qu'apres avoir introduit le fer dans I'eau, je niettais Ic plus grand soin, en agitant longlcms Ic flacon, et en le frappant a pclits coups, a en chasser aulant que possible I'air qui pouvait elre reste adherent a la surllice du fer. Voici Ics resultats que m'ont donne ces experiences preliminaires. Fils defer de Pont-Bozet. grammes Poids du flacon plein d'eau 214,26 Folds du fer dans I'air Poids du flacon plein d'eau apres Tintro- duction des 100 gr."' 100,00 314,26. de fer .... Pertc de poids dans I'eau Pour le n.° 5 « 10 » [2 i3 y\ gramm. 301,27 301,26 3oi,36 301,26 Moyeone 301,29. '97 Pesanteur specifique = Fils defer de Pont. lOOOO 1297 = 7,7101. Poids du flacon plein d'eau 2i4,4o Poids du fer dans I'air 100,00 Poids du flacon plein d'eau apres lintro- duction des 100 gr." de fer Perte de poids dans I'eau Pour le n.° 5 » 10 » 1 4 gramm. 3oi,4o 3oi,49 3oi,48 3i4,4o- Moyenne 3oi,46 • 2,94 _. , -r 1 0000 „ Pesanteur specmque = 7- = 75720. PAH C. I. CIUHO 281 Fils dc J'er de Bienne. Poids du flacon plein d'eau 214,4*' Poids du fer dans I'air 100,00 3 1 4,4. graniia. Poids du flacon jilciri | Poni" le 11." 8 . 3oi,43 d'cau apres rinlro- 1 o cq ( xi t //• , . ', ,, { » 10 . 001,58 > Moveiine Joi,4'j ductioti cles 100 gr. j ' i j '^ de fer ( » 12 . 3oi,3'7 Perte dc poids dans I'eau 1 2,94 Pesanteur specilique = ^ = 7,728. [294 En comparant ces resultats a ceux que m'ont donne I'annee der- uiere les fers en barre de la meme mine de Travcrsella, on trouve entre les uns ct Ics nulres une dilTe'rencc d'un centieuie environ : on pourrait pcut-elre attribiier ccttc difference, a ini elat different d'aggre- galion du fer sous la fomie de barre, ct sous la forme de Gl. Mais il est bien probable qu'elle n'est due qu'a unc couche d'air d'epaisseur insensilile qui adhere avec force ;\ la sui'face du fer lorsqu'on le plonge dans Teau, et qu'on ne pent jamais, quelqne precaution que Ton prenne , chasser enlierement. L'elfet de cetie roiuhe d'air a du elre beaucoup plus sensible pour les fils de fer, que pour des pieces d'un plus fort ecbantillon, les premiers pr^sentant , a masse egale, upe surface beaucoup jilus clendue. On pout memo rcmarqucr dans les experiences que je viens de rapporter, que la perte de poids dans I'eau, a ele eii general plus forte, pour les fils de moinch-e dianietre. Quoiqu'il en soit, j'ai cru pouvoir sans scrupule, adaptor, pour dc'lermincr les diamctres des fils, les valeurs des pesantcnrs speciGqucs tcllcs que je venais de les deter- miner, rcrrcur dont ellcs peuvent elre atlectees par la raison que je viens de dire, n'etant d'aucnne importance pour I'objet des experiences presentes. Serie II. Tom III. mm aSa f.xperif.N(:es sur la FoncE etc. df.s fii.s de f; n Ott vcrra bicntot comment je poiiv.ais tletemiincr en mumc Icmjis la tension d"un fil, et sa longueur entre deu\ points fixes: en coxipant lo fil en ces points, ct en le pesant cnsuite, j'ai done pu recucillii- tons les nombres du tableau suivanl , qui contient Ics valeurs des diainctres ct des sections Iransvcrsalcs dc cliacune des Ircizc series dc lils de fer dont j'ai fait usage, et tous les elemens dont cetlc deter- mination depend. La tension des fiis, dans I'acle oi\ j'en niesurais la longueur, ayant toujours cite fort eloignee de ccUe qui en aui'ait pro- duit la rupture, leur diaraetre, sous I'action de cette tension, ne pon- vait pas dillcrer sensiblement de celui qu'ils auraicnt eu sous uiie tension nullc. L'SINE et pesantcur spucifique Pont-Bozel 7,7101 Pont Bienne 7,728 TENSION livr. piem. 48,4 100,3 1 46, 1 202,8 45,8 73,9 87,4 10 1,5 i52,6 89,2 96,0 1 35,8 POIDS grammes 39,90 99'9" i33,3o 187,84 34,84 4o,83 56,82 101,64 123,87 i5/,53 49.77 75,50 126,88 LONGUEUR m'lllim. 7074 7074 7081 7078 7076 7081 7077 7074 7081 7080 7074 7076 7076 SECTION mill. can'. 0,7316 £,83l7 2,44l6 3,44^1 0,6368 0,7464 i,o636 1,8175 2,2645 2,7695 0,9104 1,3807 2,3202 DIAMiiTJlE inillim. 0,965 1,527 1,743 2,093 0,900 0,975 1,164 1,52 1 '^798 1,878 1,076 1,326 •.7'9 PAR C. I. ClULIO 283 ISECTIOH DEUXIEME. Disposition dcs experiences. L'appareil dont je me suis scivi est essentiellement le meme cpe S'gravesandk employait il y a plus d'un siccle, pour de'couvrir la loi des pclits allongemens des fils et des lames mctalliqncs , sous dcs ten- sions de beaucoup inferieuics a cellos (pii produisent la rupture *. J'ai dA seulcment en augmcntcr considerablcment la force cl les dimensions: car, d'abord pour produire la rupture des fils dont j'ai fait usage, il a etc souvcnt necessaire de porter la tension ^i 200 kiiogr. environ" t'andis que dans les experiences du Physicien HoUandais, la tension, ordinai- rement assez faible, ne depassait jamais 35 Idl. Ensuite, mon but e'tanl de mesurer I'elaslicitc et la force des fils de fer tels qu'on les trouve en commerce avec loutes leurs irregularites et leurs defauts d'homo- geneite, il importait, afin de n'avoir pas k repeter les epreuves nn trop grand nombre de fois, il importait dis-je d'opcrer sur des fils d'une longueur considerable : tandis que S'gravesande n'ayant a experimenter que sur des fils de choix , il devait s'aslreindre plutot a des petites longueurs, qu'il lui etait d'autant plus facile de se procurer exemptes de defauts ct sensiblement liomogenes. La longueur des cchantiUons avail encore I'avanlage de me per- mettre d'observer la grandeur des allongemens successifs , sans que j'eusse h recourir a aucun de ces moyens, qui tout en magnifiant les cncls dcs allongemens ct en les rcndant par consequent plus sen- sibles, peuvent introduire dans les observations des erreurs qu'il est bon d'evitcr. Dans les deux murs de fond d'unc pi^ce au rez-de-chaussee, de sept metres ct demi de longueur environ, je fis sceller deux fortes I'hysiccs EUmrn.a Matl.cmalica He. Edil. 3 Uy.lac ■;4i. Torn. I. pog. 3,3 cl scq. La piciuiirc edition est dc 1719. !?S,| KXPKRIENCF.S Sl'H I. A Fnnr.I'. ETC. DPS FII.S DE FHR pieces do fer forge dont je ciecrirai bientot la forme , ct qiii ctaicnt destinees a retcHir Ics extremites dos fils qnc je voulais essaycr. Ces deux pieces de fer peuetraicnt dans les niurs a unc pi'ofondeur dc .t5 ecnlimutrcs environ, et afin d'etre plus sur de leur solidite , j'avais eu soin de les faire sceller au platre unc quinzaine de jours avant de lommencer les experiences. La partie qui n'etait point cacliee dans I'epaisseur du nmr n'cxcedait pas un decimetre en longueur: elle se divisait en trois fortes branches, dont les donx supcricurcs .se trouvaicnt dans Ic menie plan horizontal, et la troisieme dans un plan v*;rlical conduit par le milieu de I'intervalle des deux premieres , pcrpendicu- lairement a la face du mur. Les deux branches ou pattes supericures retenaient par scs deux bases un cylindre Gxc en fer poli de 48 inillt- luetrcs de dianietre et d'autant de longueur u-peu-pi-es, dont I'axe ho- rizontal ctait parallcle au mur. La branche inferieure se terminait.par inie forte piuce ou elau a vis fendu dans le sens vertical. Qu'on se figiu-e ces deux pieces de fer placees en face Tune de I'autre aux deux extremite's de la chauibre, el a la meme hauteur au- dessus du sol. Le fil de fer a essaycr elait d'abord legerement tendu entr'elles, suivant une ligne scnsiblement droite, horizontale, et tan- geiite aux deux cylindres fixes, a angles droits avec les ai'etes de ces eyiindres. Depuis le premier point de tangence, chaquc bout du fil se repliant du cole du mur suivant une section transversalc du cylindrc corrcspondaul , en eiiveloppait la clrconference , en s'y appliquant le loni:; dun are de loo a 120 degres, entrc les deux branches supe- ricures, et venait, en se prolongeanl en ligne droite sur une longueur de quelques centimetres , passer eulre les machoires de I'etau qui ter- minail la branche inferieure, ou il etait fermement rctenu par la pres- sion exercee cntre ces deux machoires, au raoyen de la vis qui scrvait a fernier et a ouvrir fetau. En sonime , les deux extremite's du fil elaicnt retenues par deux pinccs h vis, placees quelques centimetres jdus has que deux cylindres fixes horizontaux et perpcndiculaires a la longueur du fil, et dont les aretes su|)erieures detcrminaient la hau- teur de la ligne horizontale suivant laquelle le fil se Irouvait tcndu. Dans cet etal, la tension du fil elait en general fort petitCj et telle qu'on pouvait la lui donner en le lirant a la main, aprcs avoir arrele I'une de ses extremites , ct avant de serrer la pince placce a I'autre exlremite. Abstraction fake de la legtre courbure produite par la pesanteur PAn c. I. ciDLio aS.i du fil , sa longueur entrc; les deux points d'attaclie etait alors egale a la distance entrc les axes des deux eylindres fixes ou a 7'",4G5 , plus les longueurs des deux parties comprises vers chaque extremite entrc I'arete superieure du eylindrc oil qomincncait Ic contact , et la face supericure de I'elau place au dessous : la longueur de ces dernieres parlies elait de o'", 1 1 1 a chaque extremite, ce ijui porte la longueur totale du fil entre les deux etaux a 7'", 687. Pour donner au fil des tensions de plus en plus fortes, on le cliar- geait , vers le milieu de sa longueur , d'une poulic mobile qui s'y ap- puyait par sa circonfeience, et a laquelle on fixail ensuite un chassis de fer, moyennant un ave boulonne a I'une de ses extremites. Ce chassis etait garni d'un crochet auquel on suspeudait un poids plus ou moins grand, selon que Ton voulait produirc inie tension plus ou moins con- siderable : on conduiiait alors la poulie sur le juste milieu de la lon- gueur du fil, et apres quelqiies minutes, on mcsurait, ainsi qu'on verra bicntot , Tangle que les deux parties sensiblement reclilignes du fil a droite et a gauche de la poulie , faisaient avec une droite hori- zontalc. On aurait pu suspendre les poids au fil par un simple crochet, sans employer de poulie : mais il etait a craindre , que le pli brusque qui se serait forme au point d'application de la charge , n'y diminuat sen- siblement la resistance du fil. C'est par la meme raison , qu'au lieu de pineer simplement les deux extremites du fil dans des etaux , j'ai cru devoir les faire passer sur deux eylindres fixes, qui empechaient cpie le fil ne ])rit en ces points une courbure trop brusque. J'ai etc con- duit a prendre eette precaution , en reuiarquant que dans les expe- riences de M. Lame sur les Cls de fur de Russie , il etait souvent arrive t|uc la rupture se faisait au point d'attache, ce qui rendait douteuses , et partant inutiles , les e'preuves oil ret accident avail lieu *. Quatre echelies verticales divisees de millimelre en millimetre etaient disposiies dans un plan vertital, parallelc, et i un millimetre de distance du fil tendu . elles etaient solidement fixees sur des pieces verticales de bois scell(ies conlre un mur longitudinal de la chambrc , et encastrees dans le pave par leur jiied. Deux de ces echelies etaient placces a la " V. Nivien. Resume des lemons iloniieis a I'Ec. des ponls ct cli. ^A' id. Tom. I." pag. 34- aSG EXPKRIENCES sun la force etc. DES FIL DE FER distance de o"", 532 Ji tlroile et a ganclie du point dc milieu dii fd : les deux autres tout prcs des points d'attaclic , et i 3 metres de clia- cune des premieres: le zero de cliacniie des quatre echclles elait siir une droitc horizonlale passant cinq millimetres au-dessus des aretes su- piiricures on culminantes des cylindres fixes. Si la poulie n'avait eprouve qu'un I'rotlement insensible sur son axe et a sa circonference , die se serait maintenue constamment au point de milieu du fil , les deus parties de celui-ci auraicnt toujours fait des angles egaux avec I'horizon , el il n'avirait ete necessaire d'employer que deux echelles placees du nienic cote : on aurait pu memo n'em- ployer cpi'unc seule cclielle, si la solidite des points d'allache cut cle a tonte (ipreuvc : mais j'ai crn preferable de soustraire Ics resullals des experiences a I'influence des erreiu-s qui auraient pu naitre de quelque dcfaut dans Taccomplissement de ces conditions. En nommaut h, h' les abaissemens du fil au dessous du zero des ecliellcs extremes; //, //' les abaissemens aux echelles du milieu; en supposanl ccs quantites exprimees en millimetres , et en designant par «, «' les angles que les deux moities du fil faisaient avec I'horizontale, on avait done H—h , H'—h' tana.c=—. , tang. a' =—5 . ° JOOO " 0000 La difference entre les angles oc, «' etant toujours fort petite, il etait sudisaniment exact de considerer ces angles comme egaux entre eux , et de regardcr leur tangenle commune comme egale a la valeur moyenne entre celles que Ton vient d'ecrire : on avait ainsi (//■_/» )_h(//'_ A') tane. « = ^ -7^ — ^ . ° DOOO Dans la suite, pour abreger je designerai, par // — h le nunieratcur de cette fraclion. La charge snspendue au milieu du fil et Tangle a elant connus , il est facile d'en deduire la tension du fil , el rallongement que celte tension lui a fait prendre. Snpposons d'abord ([ue les points d'aitache se trouvent places a I'endroit des aretes superieures des cylindres fixes, et que le rayon de ces cylindres, ainsi que celui de la poulie mobile, PAR c. I. cruLio 287 soicnt nuls: prenons pour unite la distance entrc les deux points d'at- lacho, oil 7'", 465, et soicnt txP k valeur de la charge, et X la longueur du fil : on aura d'abord X = secant, a co- En decomposant ensuite le poids 2P en deux forces dirige'cs sui- vant les prolongenacns des deux moitie's du fil, ces forces, e'gales ent.e elles , seront aussi egales a la tension 0 du fil , et Ion aura our I'accroissement connu Q' — Q de la tension, on conn.ilra raccroissemcnt corrcspondant X'-X de la longueur du fil: ft en repclant Texpericnrc avec dcs charges croissanlcs juscju'au point de produire la rupture du fil, on pourra cherchcr la loi qui lie les premiers arcroissemens aux seconds. La valeur (2) de la tension 0 est independanle des rayons des cy- lindrcs ct de la poulie, n.ais il n'en est pas de m^me de celle de la longueur X: la fonuulc (i) suppose ces deux rayons nuls, et n'est plus rigoureuse lorsquils atteignent des valeurs seusibles, telles que celles qu'ils avaient dans ces experiences : soient done /• ct R ces deu.x rayons, et adnjcUons encore pour un moment que les points d'attaehc du fil soient places . sur les aretes superieures des cylindres fixes. Mors le fil, en passant de la forme rectiligne a celle d'une ligne bnsee, s'appliquera, vers chacune de ses extremites, sur le cylindre cor- rcspondant, el sur la longueur d'un arc dont I'ampliiude sera e'gale a88 EXPERIENCES sun i-a force etc, pes fils de fer ii a, tandisque, vers son milieu, il s'appliquera de nieinc sur la cir- coiife'rence de la pontic, en cnihrassant un arc dont 1' amplitude sera 2 a. On verra done s;ins difliculte que la longueur du fil sera exprimee alors par X, = secant.« — 2(7?-j-;')(tang.a — «) . Le second tcrme de cctte valeur, pent cependanl etre neglige dans !e calcul des experiences suivantes: en effet, pour juger de I'crrcur que I'on . . , 1 /■ • tail", a — a commet amsi , observons que la iraction =^ , qui est pro- ' ^ secant. « — 1 ' ^ ' porlionnellc au rapport eutrc I'crreur coniuiise el raliongcuieui du fil, croit avec la tangente do a: or ccttc taugenle a toujours cte moindre que o, i3, liormis la seulc experience 45", oii clle a alteint cctte limite: et pour cctte valeur de tang, a on Irouve tang, a— a ^ = 0,000 1 5 secant. « ■ Or nous avions 2i? = o'",iij, 2i-=:o'",o/[8 ei par suite 2 (i? -+-/•) = 0"', i6, et comme I'unite de longueur est pour nous de '^'",465, le rapport cntre la plus grande erreur commise ct la valeur corres- pondanie de rallongenient cherchc sera 0,00184, "u moindre (pie f. — 7—-: erreur tout-i-fait insensible. 5 00"" II est une autre source d' erreur, dont nous disculerons encore ici I'influencc. Nous avons suppose, que toute la longueur du (il fiit com- prise cutre deux points d'attache places sur les aretes culminanles des cylindres fixes: il n'en etait cependant pas ainsi en eflct, et nous avons dit que les pinces qui retenaient les cxtremite's du fil ctaient placees en arriere dc ces aretes i\ une distance de o"', iii. S' il ne s'ctait cxerce aucun frottement enlre les cylindres et le fil, la tension de cclui-ci en arriere des cylindres aurait ete precisement la meme que dans le resle du fil, et aurait produit sur ces deux parties des allongcmcns propor- tionnels a leurs longueurs; ainsi les allongcmcns cxprimes par la formide X — I = secant. « — i , PAR (.. I. GIUI.IO 289 au lieu de se rapporlcr a liiiiilc dc longueur, auraicnt clA se rap- porter a la longueur 0,322 35 I H 77^:= o-TT environ : 7,465 34' et en retenant la fonnule secant. « — 1 , pour cxprimer le rapport de rallongement du fd a sa longueur primitive, on aurait commis une erreur (le 5-7- en exces. 34' Nous reniarquerons oependanl, que eu egard au frottement du fil sur les cylindres fixes, I'erreur sera en eiret considerablcment moindi'e. L'litendue de Tare de contact enlre ces deux corps etant de 120 degres 2 environ, ou de — dc n , en nommant n le rapport de la circonfe- rcnce au diametre, si I'on designe par J' le coefficient du frottement de fer sur fer, ct par t la tension du fil en arriere du cylindre , on aura entre les tensions 5 et t la relation connuc Quant i la valenr de J\ elle est, suivant Coulomb, egale h 0,284, ct a 0,137 seulement suivant M/ MoRiN ■*: en prenant done la moyenne 0,210 enti'e ces deux evaluations nous aurons 1, 54(3 /(i ' et en supposant les allongemens proportionncls aux (ensior.s, ce qui est suflisamment exact pour le calcul actuel, rallongement appartenant i la partic du fil placee en arriere des cylindres ne sera que ^— j de rallongement total. Cette erreur n'aura cependant aueunc influence sen- sible sur la /oi des allongemens, parcequc, depuis les moindres tensions jusqu'aux plus grandes , lous les allongemens s'en Irouveront nlTcctes proporlionncllcmcnl a jcur' grandeur verilalilc. V. CooLOUB. Til. des macli. simples. i8ji pag. ai. - Mobih. Nout. cip. failcs en i83a. pag. loi. Serie II. Tom. III. >:* ■JC)0 EXPERIENCES SUR LA FORCE ETC. DES FILS DE FER StECTIOIl TROI§>IKI»lE. Eesiiltats immediats iles experiences. Les tableaux I ;i XIII tlont celte Section se compose , conliennent Ics resuUals iuiinecViats des cxpcrieaces: je vais eii cxpliquer en pcu de mots ia disposition , qui est d'ailleurs fort-simple. Cliaque tal)lcau comprend toutes les experiences qui ont ete faites sur des fils de nieme origine, et de nieme dianiiti-e. Les tableaux I a IV se rapportcnt a des fds de la fabriqne de Poiil-Bozet, et contieiinent dix-sejjt experiences, dont deux ccpeiidant (Exp.' io.° et 17.°) n'ont donne que des rcsultats incomplels on iiuls. Les tableaux V a X font connaitre, pour des fils de la fabricjue dc Pontiles details de 18 expe- riences. Enfin les resultals des 1 1 experiences faites soi" des fils de Biciine sont consignes dans les tableaux XI a XIII. Le litre de chaque tableau indi que I'origine, le numero, la pesanteur specifiquc, la section Iransversale, et le diametre des fils auxquels se rapportcnt les experiences comprises dans le tableau. La page est partagee par de fortes lignes pleines en autant de parties quelle contient d'experiences : chacune de ces divisions est partagee en quatrc colonncs. La premiere donne les valeurs successives de la moitie P de la charge, depuis la plus petite, jusqu'a celle qui a produit la rupture du fil: ces poids sont exprimes en livres de Piemonl, unite equivalant a 0,3688 de Kilogramme. Dans la colonnc suivante , et a cote de chaque valeur de P , on trouvc la valeur correspondante H — h de I'abaissenicnt d'un point du lil pris a peu de distance du milieu , par rapport a un autre point pris a trois metres de distance du premier: cet abaissement est cx- prinic en millimetres , et le quotient que Ion oblient en le divisanl |)ar 3ooo est egal k la tangente de Tangle a que chaque moitie du iil fait avec I'horizontale. La troisicme colonne contient les ■valeurs de la tension 0 , et la quatrieme celles de la longueur X de la pnrlie du PAH C. I. CIUl.IO 2 fil comprise cnlrc deux plans ve.ticaux condi.ils j ar les axes ties cv- l.ndres fixes: les valenrs de X sont evprimees en parlies de la distance entie les deux axes, prise pour unile: les valcurs dc 0 et de > ont ete calculccs nioyennant les foruiulcs (.) et (a) de la 2/ serlion. On remarqucra, que souvcnt au lieu de la valeur de 11— h cor- lespondant a la derniere charge, on a ecrit le u.ot rupture: on en a agi au.s. pour vingt-quatre experiences , dans lesquellcs la derniere charge ayant produit par son application une rupture presqu'imn.edia.e on na pas eu le temps de faire sur les quatre cchelles, ni ,neme sur deux dentr'elles, les lectures qui auraient dii donner la valeur de//-/, Dans toutes ccs experiences on a suppose, pour cakuler la valeur Gnale' de la tension 0, que eelle de H-h ne variait pas en passant de I'avant- dern.ere charge a la derniere: cette supposition r^vait >. la rigueur donner pour Q une valeur trop forte : et cependant en comparant les vinot- quatre experiences dont nous parlous, a celles oCi I'on a pu calcuJer correctement les valeurs finales de Q, on voit que les resul.als des p.euacres sont sensiblement compris cnlre les mOmes limites que ceux des sccondcs, relativement aux valeurs de la tension qui a produit dans chaque cas la rupture du Gl. On remarquera encore dans le tableau relatif Ix la 45' experience que, en passant dc la dcmi-charge ^=32,5 a la demi-charge sui- vante P=4o , le Gl s'est tout-a-.oup ahaisse d'une quantite beauconr. plus considerable qu'il n'aurait du faire d'apres la marche des abais- semens precedens, ct de ceux qui suivent dans la m^me experience- la tension du Gl, i cause de cet abaissement subit , au lieu de croilre est descendue de 874 i 341 livres environ, ct sa longueur sest augmentce fort considcrablement. Celte irreoularitc est due a un ghssement subit du Gl entre les machoires de I'un des ctaux, qui n'avait pas ete assez forte.nent serre. On verra plus has comment j'ai evalue la grandeur de ce glissen.ent, ct comment j'ai eorrigc Ics valeurs sui- rantcs de la longueur du Gl, en les reduisant a " 10, 5 12, o 12, 5 12,91 iiiiUinK'tiL-s 144,0 191,0 244 3 267, 3 290,5 298,2 rupture livres Sa, iG 78,60 I r I, 21 118, 3i 124, 5i 126,34 i3o, 54 I, 001 15 r 2025 3309 3963 4674 4928 » EXPICRIFNCE 2. In res 2,5 5, o 7,5 9,0 9,5 r 1,0 I 2, o 1 2, 5 12,75 II— h niilhinctiT.s i33, 4 1 85, 5 2a5, 2 248,8 256, 2 277,8 293, o 3oi, 5 niptuie livrcs 56,28 81, 02 100, 20 108,94 r II, 64 119,34 .23,46 I 25, 01 127, 5i BOUT. I, 000988 1,001909 2822 3435 364o 4278 47% 5o37 EXPERIENCE 3.' I 38, 2 188,0 3." BOUT. EXPERIENCE J> -^ 9>o rujiturc 54, 3o 79^94 99' "3 I 18, 96 I, 001061 1963 2874 EXPERIENCE 4-" 4-' BOUT. 2, 5 5,0 7' 5 9.0 125, 4 1 83, 5 23o, 5 rupture 59,85 81,90 97^88 117,46 I, 000874 I, 001869 2947 » 2, 5 139,5 53,83 5,0 188,5 79^69 7-5 224,9 100, 78 8,5 339,5 106,91 9,5 253, 3 112,92 11,0 273,5 121, 25 ra, 0 287, 25 125,90 i3,5 3io, 0 i3r, 35 .4,0 319,0 l32, 4i 14,70 rupture •34,77 I, OOIObo 1974 2806 3i8i 356o ■4148 4574 5324 5637 293 TABLEAU 11/ Fabrique de Pont-Bozet. — Fil de jer N." 10. Pesaiitfur spucifique : 7,710 — Section tiansversale : i'"'"'i-,K3i7 — Diainetre: i'"-,527. rxPKHIENCE G.'' livrcs a, 5 5, o 13, o i5, o 23, J 25, o 11— h niilliiii&l L'S 8G, 9 123, 2 '49» 0 187, 8 205, 3 23G, 0 252, 0 277. 0 0 U>rc-! 87> 37 121, 9' i5., 29 200, 00 219. 72 255, 04 268, 81 27., 90 '' BOUT. X 1,000419 843 1234 19% EXPERIENCE II— h 2339 3090 352 2 4253 Rupture ajiies quelques instans. y, o 10, O i5, O 20, O 2 2, 5 25, O iiiilliniL-lrus ii4,o i4G,7 192,8 227,3 25G, G rupture 8.- — 3 0 livres G5,84 io3, 12 1 55, 87 i99>44 234, G8 25o, 3G 278, 17 COLT. X I, 000722 1,001197 2oG3 .'?869 365 1 40G4 5, o 10, o 1 5, o 20, o 25, o 27,0 28,0 29,0 3o, o '09^ 0 145, 0 192, 8 23o, 0 2G0, 5 29i> 9 307, 8 3i4, 0 320, 0 rupture EXPli:RlE>CE 9.'' 4'° BOUT. I, 000628 I, ooio85 3477 3,89 3557 3953 4o47 4ii8 2 5 106,35 5, 0 139,75 .5, 0 2ti,75 20, 0 239, 75 22, 5 253, 30 35, 0 267,0 25, 5 270,5 26, 0 272,5 26, 5 275,0 70 58 107 46 2.3, 56 25l, 08 267, 48 282, 0 283, 9G 287, 40 290, 28 4193 Rupture apres quelques iostaDS. 294 TABLEAU 111/ Fabriqiie dc Pont-Bozct. — Fil de fcr N° 12. Pesantcur spocifique : 7,710 — Sectiou liaiisvcrsalo : 2'"'" •' ,4'iiG — Uiamctrc i"'-,7.'i3. Quclcjues glissemens qui parais- seut avoir eu lieu clans cctte experience mc la font rcj^ardcr coinme nianquee, ct la rendent inutile a la reclierche tie la loi our la determi- nation dc la resistance absolue, et je n'en rapj.orterai par con- sequent que Ic dernier resuUat: P=33,5; //— /i=27G-"; e=365""-,65. 10, o 35, o 43,0 44,0 172,2 198,0 239,3 257,0 276,2 307, o 3io,7 111,22 174,52 227, 82 3i4, 4o 35i,48 38i,74 424, 94 427,13 I, 001006 i65i 2175 3176 3663 4229 5222 5348 EXPl.RIENCE I 2. O. BOUT. 10 20 22 25 =»7 3o 1 35, 5 I 10, 82 170,3 175,67 197.0 328, 96 218, I 275, 84 228,3 296,41 237,7 3i6, 60 347.4 334,70 rupture 365, 01 1609 2i53 2639 2894 3.34 3394 EXPERIENCE 5,0 122, 5 10, 0 164,3 i5, 0 193,0 20, 0 2.6,5 25, 0 238,0 27,5 249,2 3o, 0 259,0 32,5 263,0 35, 0 rupture 13." 4-'' BOUT. I, ooo833 I, 001498 2067 2602 3l43 3445 37'9 3983 » 123, 60 182, 94 233, 55 277. 86 3i6, i5 332, 75 348, 78 365, 23 393, 33 agS TABLEAU IV/ Fabriquc de Pont-Bozct. — Fil de fer N.' i4. Pesanleur specifique : 7,710 — Section traiisvei sale: 3'"'"'i-,442i — Diametre: i"'-,onZ. EXPERIENCE l^° I ." BOUT. EXPERIENCE iS." 2." BOUT. P H—h 0 1 P H—h Q I \i\ies milliiiii'tres livrcs In res uiilljiiiilros Uvres 1 5, 0 186,5 24', 74 I, 001930 I 5, O .89,5 337,72 1,001995 20, 0 2o5, 4 292,82 2341 27,5 235, 0 352, ,6 3o64 3o, 0 236,7 38,, 42 3 1 08 40,0 272,5 442, 16 4ii8 40,0 a63,8 456, 68 3857 45,0 288,5 470, 11 4614 45,0 277'' 489, 24 4256 5o, 0 3o6,6 49', 79 5208 47,5 284, 2 5o3, 69 4477 52, 5 3i5,3 5o2, 82 5507 5o, 0 291,6 5i6,85 47.3 54,0 322,0 5o6, 00 5743 52, 5 298,3 53o,56 4932 Et' rupture. 55,0 3o4, 5 545,47 5i37 Et rupture. F.XPI 1 5, 0 .RIENCE 16.° 3 ." BOI'T. I, 001875 EXPEB lENCE 17 r 1 83, 8 245,3. 27,5 23o, 5 359, 00 2947 (Experience nianquee) | 40,0 268, 0 449, 52 3982 45,0 282,5 480,01 4424 5o, 0 397' 5 5o6, 67> 4905 52,5 3o4, 7 519,57 . 5.44 55,0 3 13, 0 53o, 08 5427 Et rupture. ac)6 TABLEAU V. Fabrique de Pont. — Fil dc fcr N.° 5. Pesonteui- spicifique: 7,728 — Section transversalo : o'"'"'i,6368 — Diainetrc: o"',90o. EXPERIENCE 1 8.' — 1 '■'■ BOUT. EXPERIENCE ig« - 2 ."■ BOUT. P H—h B ), P H-h 0 \ UvTM mi Ui metres livrcs livres millimetres li\rcs 2,5 168,0 44>7' I, 00 1 563 2,5 i58, 0 47, 5o I, ooj385 5,0 2 1 3, 2 70, 53 2532 5,0 205, 0 73, 34 2332 7,5 248,7 90,78 3431 7,5 242, 5 93, 12 3261 10, 0 282,7 106,59 443. 10, 0 279,5 107, 80 433o 10, 5 291,0 108,76 4694 10, 5 288,4 109,68 461 1 11,0 299," 110,91 4954 12, 0 3o4,3 1 18, 92 5i3i 11,5 rupture 115,95 )) Et rupture. =97 TABLEAU \V Fabriqice de Pont. — Fil de fer N.° 5. ja/-" EXPEKIENCE 20.' I " BOUT. experience 2 1.'' — 2 .' BOLT. P H—h . X p H—h 0 \ litres iiiiUiniitrcs Uvrcs li\rcs millimetres livrcE 2,5 '44,2 52, 10 I, 001 i54 2,5 i57,5 47,67 I, 001376 5,0 192,8 77,93 2o63 5,0 200, 2 75, 10 2224 7,5 233,6 96,61 3028 7,5 234,8 96,13 3o59 10, 0 267,5 112,59 3967 10, 0 267,2 112,73 3959 ..,5 289,4 I "9, 77 4643 12, 5 3oi, 2 125, i3 5o28 .2,5 3o4, 0 124, 00 5l2I i3, 0 307,7 127,41 5346 i3,o 3ii, 5 125,88 5375 i3,5 ruptnrc i32, 3o » i3,5 rupture Sekie i3o, 72 [I. Tom. » 11. 00 398 TABLEAU VII/ Fabrique de Pont. — Fil de fer N.° S. Pcsanteur spccifique : 7,728 — Section transversale : i^'i'i-joGSG — Diametie: i"-,i64- EXPERIENCE 22.'' I ." BOUT. EXPERIENCE 23.' 2.' BOUT. P H-h e X P H-h 0 3i livros miniiiiL'lri.'^ Inros Uvrcs niilliniulrtG ilMCS 2,5 i5i,3 49,65 I, 00127 I 2,5 144,5 52, 00 I, 001x59 5,0 i8G,o 80,80 1920 7,5 2l3, 0 1 o5, 90 25x7 '7,5 212, 0 1 06, 4o 2485 10, 0 239,0 125, g3 '3168 ID, 0 235, 0 1 28, 06 3o64 12, 5 263, 2 143, 02 3839 12, 5 257,0 1 46, 45 3662 1 5, 0 285,2 1 58, 5o 45o8 i5, 0 279,0 161,98 43x5 17,5 3ii,o 169, 72 5358 i5,5 283,0 1 65, 04 4440 18,0 3i6, 0 171,83 5532 iC), 0 287,0 168,02 4566 18,25 319,0 172,60 5637 16,5 292,0 170, 33 4726 18,5 rupture 174,97 » 17,0 rupture 175,49 » EXP ■niENCE 24.' — 2 .' BOUT. .,5 145,0 5i,8i I, OOI168 5, 0 i8o,6 83,21 i8i3 7,5 207,0 108,95 2377 10, 0 23l, 0 1 30,27 2960 12, 5 25i, 5 149,64 35o8 1 5, 0 272,2 i65,99 4109 i6,5 285,7 174,04 4524 17,0 290,0 .76,68 4662 299 TABLEAU VIII/ Fahrique de Pont. — Fil de per N.° 10. Pesanteur speciBquc : 7,728 — Section trausvcrsale: i'"'"'i-,8i75 ^ Diametre: i'",52i. EXPERIENCE 25.° I. ■■ BOUT. EXPERIENCE 26.° 2 .' BOUT. P H—h Q X P H-h 0 ) livres inillimitrcs livres livres milliniitrcs livres 5,0 i3i,3 106,28 I, 001 108 5, 0 .48,5 101,19 I, 001226 7,5 164, 0 137,43 1493 7,5 '71,7 i3i, 26 i636 10, 0 1 84,0 I 63, 36 1879 12, 5 208, 2 i8o, 55 2406 1 5, 0 218,5 206,49 2649 17,5 239,0 220, 38 3 168 20, O 25o, 0 240,84 3467 20, 0 254,0 237, 06 3578 22, 5 267,4 256, 00 3884 22, 5 268,4 253,44 3997 23,0 rupture 261,69 » 25, 0 283,2 266, 00 4446 25,5 26, 0 26,5 286,0 289,4 rupture 268, 69 270,79 276, 00 4534 4643 1) EXPE 5,0 RIENCE . 162, 2 .7." - 3 92,61 ." BOUT. I, 00 1 46 1 7,5 12, 5 182, 0 1 23, 86 1840 2571 2 I 5, 2 174,7' 17,5 244,0 214, i3 33oi 20, O 258,2 233, 24 3697 22,5 272,0 249, 18 4io3 25, 0 286,7 262,80 4556 27,5 3o2, 3 274, 29 5o65 28,0 3o5,4 276, 47 ' 5i68 28,5 3o8,4 278,70 » Et r upture. 3oo TABLEAU IX/ Fabriqtie dc Pont. — Fil de fer N." 12. Pesanteur specifique: 7,718 — Section transversale: 2'"'''-''-,a645 — Diamette: i'>'-,798. 5, 0 iG4,8 91, 2 J 10, 0 200, 2 i5o, 20 1 5, 0 228,3 '97,77 20, 0 25i,7 239, 22 aa, 0 275,7 273,17 3o, 0 297,5 3o3, 99 3,, 3 3o5, 2 3ii, 20 33, 5 3 10, 5 310,69 33,5 iiiptuic 330, Tio BOUT. I, ooiScy 2224 2894 35i4 4214 4905 5i6i 5341 D, O 10, o 1 5, o 17,5 27,5 3o, 0 164, o 202, o 23o, 6 242,8 267,3 278,5 289,7 rupture 91,62 148,86 ig5, 73 217, i5 253, 5o 270, 45 286, I J 3 1 3, 12 I, 001493 2264 2950 3270 3962 43oo 4652 3oi TABLEAU Xj Fabrique dc PotU. — Fil ile fer iV." H. I'esanteur specifiquc: 7,728 — Section tiansversalc : a"''"'i,76yj — Diamctre: 1°' ,878. KXPKKIENCE 33." I." BOUT. livrcs 5, o 7>5 1 5, o 20, O 25, 0 3o, o 4a, 5 11 -h 0 111 ill ill 11! Ins li\n.s i4o, 0 107,27 i6o, 0 1 40, 83 .76,4 170,37 191,5 196, 20 203, 0 222, 19 226, 5 a65, 70 248, 0 3o3, 45 267,5 337,77 326, 0 3g2, 09 I, 001088 1421 1727 2o35 22S7 2848 3411 3967 5887 EXPKRIENCE Et rupture picsqu'immeJiate. EXPERIENCE 34.' 5, 0 l32, 0 7,5 1 53, 7 10, 0 170,5 i5, 0 200, 0 20, 0 223, 0 25, 0 245,75 3o, 0 aGG, 75 35,0 rupture I l3, 74 i4G, 57 175, 9" 225, 52 269, 82 3o6, 20 338, 73 395, 18 2." BOUT. 1,000967 I, 0Ol3l 2 iGt3 221 9 2709 3349 .3900 10, o 1 5, o 20, 0 22, 5 25, o 27,5 3o, o 32,5 35, o r/—h iiiiniiii(:tros i36, o '74,5 201,75 225, 5 236, I 246, 75 257, 5 267, o 277,85 rupture livrcs 1 10, 42 J72, 22 223,56 266, 86 286,81 3o4, 97 32 1, 5o 338, 4o 352, 39 379, 5o I, 001027 1689 2 258 2822 3093 3375 3676 3953 4279 J'ajoiileraL ici le I'esultat final d'une autre experience faitesnrlen." i4 lie la fabrique de Pont. EXPERIENCE 35, o 298, 7: 353, 23 1,004946 Et rupture. 303 TABLEAU W Fabi'iquc de Bienne. — Fil de fer N.° 8. Pesanteur spt-cifique: 7,728 — Section transversale : o"''"'i-,9io4 — Diamdb-e: i""-,076. EXPERIENCE 36/ I .'" BOUT. H-h 2,5 3, o 4,0 5, o lO, o i5, o 17,0 '9^0 20, o 2f , O i5'j, 5o (65,65 180,55 191, 65 241, 65 285, 5o 3o4, 5o 323, 5o 335, 45 rupture 47>67 54,44 66,63 78,4' 124,54 i58,88 168,35 177,22 179,98 189,48 I, 001376 i523 1822 2039 323g 45i8 5i33 5797 6232 EXPERIENCE 38." 3." BOUT. o, o 1,5 2, 5 4,0 5,0 10, o t5, o 18,0 "9,0 20, o 20, 5 21,0 83, 80 12 1, 65 i44, 5o 168, 5 o 181, 25 23i, 5o 276, 25 307, 25 317, 00 328, 70 333, 5o rupture 5'' 5?; 8q 04 63 i'^: '9 9' i3o, 00 i63, 57 '7<3, 180, 80 1 83 63 1 85, 54 190= 07 (, 000390 821 [, 00 1 1 58 1573 1826 2973 4a3o 523o 5567 5984 6160 EXPERIENCE 37.° 2." BOUT. II— h o, 5 1,0 1,5 2, o 2, 5 5, o 7,5 10, o 12, 5 i5, o 17, 5 68, o5 92,65 109, 65 122, 75 i33, 80 173,25 202, 00 226, 00 25o, 00 274, 60 299, 00 Et rupture 22, o5 32, 06 41,06 48,95 56, 12 86,73 I II, 65 i33, i4 i5o, 52 164,55 176,45 000257 476 668 836 994 , 001666 2264 2835 3467 4181 4954 EXPERIENCE 39.= 0 5 88,0 t 5 124, 25 2 5 146, 5o 5 0 182,75 10 0 233, 00 i5 0 277,00 20 0 326, 75 20 5 332, 00 2 1 0 337,25 21 ,5 343, 00 1 7, 06 36, 3& 5 1, 26 82,23 129, 16 163, i4 184,70 186,37 '87,97 '89,27 4.° BOUT. I, 000430 857 I, 001 193 1 855 3oi2 4253 5914 6io5 6299 65i5 Et rupture. 3o3 TABLEAU XII/ Fabrlque de Bietine. — Fil dc fer N.° 10. Pcsaiitcur sp6cifiqiie : 7,728 — Section transvcrsalc : i"''"'i,38o7 — Diametrc: i"'-,326. P -;mEKCE 4t>.° 1."' BOUT. 11— h\ 0 ). livres 3, 5 :";, o 7,5 13, 5 17,5 32, 5 25, o 37,5 28,5 3o, o inilliiu6lri-s i5i, 75 •79:.5o 200, 75 233, 5o 266, 00 290, 75 3o5, 25 3i8,35 335, 00 rupture 0 iivres 49, 5i. 83, 73 113, 21 .G,, 1 0 198, i3 233, 4i 246, 97 260, Go 364, 62 278, 55 EXPERIENCE 4'-' H—h 1,001379 •791 2336 3o25 3923 4G8G 5171 5G.4 585 1 EXPERIENCE 42." ,5" 5,0 I n, o l5, o 20, 0 25, I) 27,5 29,0 3o, o 1 29, 0 58,19 I Go, 5 93,59 203, 75 148, 3i 233, 75 193, II 264, 25 227,52 293, 75 357,42 307, i5 370,01 317, 10 324, 0( 275,88 279, 39 Et rupture. BOUT, I, 000924 I, 00 i43o 2281 3o32 3871 4751 5227 5570 " 5 17,5 3o, o 3i, o 32, o iiiiltiiiictrcs i3G, 00 iGG, 75 189,35 225, 00 255, 75 285, 00 3i3, 25 328, 00 334, 5o 341,75 Et rupture. nouT. 1 89,99 i54i 119,00 •992 172, 16 2809 206, 01 3G37 237,91 45o2 264, 83 5436 276, o3 5959 28G, 53 6196 282,72 6467 3lMf TABLEAU XlII/ Fabriqiic do Bicnne. — Fil de fcr N." 12. Pesantear spicifique: 7,728 — Section transversale: 2"''"'i-,3202 — Diametrc: i"'-,7ig. EXPERIENCE 43-" I ." BOUT. EXPERIENCE 44' - 2 ." BOUT. P II -h e I P II -h 0 ), litres iiiiUinujlros livros liucs niilliiiit'lrcj livrcs 2,5 109,50 68,54 I, 000666 5,0 (44,00 104, 35 I, 00 1 i5i 5,0 1 39, 25 107,85 1077 7,5 i63, 5o 137, 85 1 484 7.5 159, 25 14., 48 1407 I a, 5 193,00 194,62 3067 .2,5 189,00 198,69 1985 20, 0 226, 00 266, 28 2835 20, 0 222, 00 271,00 2735 27,5 252, 75 326, 28 3543 3o, 0 258, 85 348, 99 3715 35, 0 278,25 378, 28 4292 35, 0 277,25 38o,3i 4 26 1 4", 0 295, 60 407,88 4843 4o, 0 2q5, 1 5 408, 52 4829 45,0 3 1 3, 25 433, 36 5436 45,0 3 1 4, 45 431,71 5478 47,5 322, 25 444, 75 5757 47,5 323, o5 443, o5 5797 48,5 326, 25 448, 57 5896 It iiiptuic. 49, 5 33r, 00 451,37 6068 5o, 0 333, GO 453,21 6.4. Et III ptuie. EXPl 7,5 EPvIENCE 45.° 1 ."■ nouT. I, 001208 EXP 5,0 ■RIENCE 46.' - ^ ." BOUT. I, ooi54i 147,35 i52,9i 166,75 90, 12 12, 5 178, 20 210, 82 ,764 7,5 184, 00 122, 52 1879 17,5 20 1, 65 260, 93 2256 12,5 209, 75 178,44 2443 25, 0 233, 5o 322, 20 3o20 20, 0 239, 25 25 1, 06 3175 32,5 261, 5o 374,27 3789 27,5 264, 5o 3.2,84 3878 35,0 289, 5o 364, 38 4646 40,0 354, 75 34.., 61 6o65 42,5 3i3, 00 409,6. 5427 47,5 366, 00 392, o3 74>4 45,0 322, 00 42., 67 5743 52,5 374, 25 424, 10 7751 47,5 33i, 00 433, 1 1 6068 55, 0 382, 00 435, 43 8074 5o, 0 342,50 44", 80 6496 57,5 390, 25 445, 76 8425 Et 111 ptuic. 60, 0 iiipture 465, 14 » 'So 3 SECTIOIV QUilTRIKIME. Detennination de la valcur moye7inc des coefficients de Velasticite et de la tenacite , et du plus grand allongement des fils de fer. Apres avoir calcule d'apres les formules (i) et (a) ile la secoiicle section, les valeuis successives de la tension ct de la longueur des fils mis en experience , telles qu'on les Irouve dans les treize tableaux de la section 3.", j'ai cru devoir m'assurer de la marche plus ou moins rcguliere des nombres fournis par chaque experience , en construisant sur une cchelle assez grande la courbe dont les abscisses representent les tensions, et les ordonnees les exces des longueurs correspondantes sur I'unite. En cxaniinant ensuile toutes ces courbes , j'ai pu aisenient reconnaitre et corriger quelques erreurs d'observalion , ct quelqiies fautes de calcul: ainsi j'avais deux fois commis une erreur d'une dixaine dans la lecture des echelles , et il m'a etc facile de reiablir les videurs veritaljles de // — h , et celles qui en resultent pour 5 et pour ) . On nomnie longueur natnrelle ou primitive d'un fil celle qu'il aurait, s'il etait possible de le derouler en ligne droite sans lui donner aucun degre de tension : et Ton exprime la valeur de rallongement que Ic fil prend sous Taction dune tension donnee , en formant le rapport de (;et allongement a la longueur naiurelle du fil. S'il avait done ete pos- sible , au commencement de chaque experience , de donner aux fils de fer une forme parfaitcment rectiligne, sans leur faire eprouver en meme terns un degre quclconque de tension, les nombres rapporles dans la ([uatrieme colonne des treize tableaux de_ la section precedente , don- neraient immediatemcnt les accroissemens dc longueur des fils, pour tous les degres de tension, depuis zero, jusqu'a I'instant de la rupture. Mais, d'aboril , un fil simplement piucc par ses deux cxtreraik's et non soutenu sur Ions les points dc sa longueur , ne saurait sc disposer en ligne sensiblement droite et horizontale , s'il n'est plus ou moins tendu, selon (ju'il est lui-meme plus ou moins long et pesant. Ensuile, indepen- ilamment meine de leur poids, les fils metailiques d'un diamctrc un pen Sr.RiE 11. Tom. III. pp 4(fiU KAPERlENrES sun I.A FORCE ETC. DES FII.S DE lEH sensible el qui sont restes longleins roules en masse, oHVeiil au reclres- seinenl uiic resistance provenant do leur roideur, et ([iii nc pcul elre vaincue que par une tension actnelle assez considerablo. On pourrait a la vci'ite les redresser d'une nianierc pcrmanentc, ou telle que Teflet en siibsi.sterait encore lorsque le fil aurait tile soiislrait a Taction d'une tension quelconqne, en les assujcUissant d'abord ])endant quelque lems a luie tension tres-forlc qui detruirait les plis el les courbures prece- deininenl iniprimees aux fils: mais il parait que par une telle maniere d'operer on risquerait d'allerer la constitution inlime du metal , et de chamber la valeur du coefficient d'elasticite , et la loi des allongemcns successifs , sous Tactiou des tensions infe'rieures a celle que Ton aurait employee au redrcssement. II n'est done pas pratieable de mesurer directement la longueur naturelle des fils, et Ton ne peut la connailre qu'en la deduisant par le calcul, de celle qu'ils prennenl sous des tensions connues, et fort eloi- gnees dc celle qui produit la rupture. Or les experiences de S'gravesande ont mis depuis longlems hors de doute, que les premiers degre's d'al- lon<;ement des fils metalliques sont sensiblemenl proportionnels aux tensions qui les produisent : et la seule inspection des constructions s;rapliiques dont j'ai parle au commencement de cette section , aurait suiVi pour me dcmonlrer , que celle proporlionnalile se soulient assez bicn pour des valeurs de la tension, qui peuvcnl egaler qualre, cinq, et nieme six dixiemes de la tension de rupture. En comparant pour chaque experience la difference enlrc les deux premieres valeurs de 0, ou le premier accroissenient AO' de la tension, avec I'accroissement correspondant A /' de la longueur, donne par la AX' dillerence des deux premieres valeurs de )., le rapport -—y^ fera done eounaltre Tallongement qui serait produit par mie tension egale a une livre de Piemont : et en mullipliant ce rapport par la valeur de la premiere tension a laquelle le fil a ete soumis , le produit sera egal a Tallongement produit dans le fil par Taction de celle jiremiere tension , allongemcut qu'il faudra souslraire de la premiere valeur de X portee uu tableau, pour avoir la longuevu' natui'elle du fil , c'esl-a-dire celle qui correspondrait a une tension nulle. Ainsi en designant par 0' , 0" les deux i)remieres valeurs dc la tension, et par V , X" celles des longueurs correspondanles , on a pour la pre- miere experience PAR C. I. GIL'LIO iu 0' = 52'-,,G , e"=78"%6o , i"- 5' = A 5'= 26,44, X'=i,o«ii5i , X"=i,oo2025 , X' — V^ A X'= 0,0008^4 , A.r ^ a. ^<',oo()o33o5 . On peut done supposer, que chaqi.c liyre dont on aunmente la tension de ce CI, a partir de zero, produit un allongement exprime par la fraction o,oooo33o5 de la longueur primitive, et par suite I'allon.e- ment total produit par la tension 5'=5.'-,,6 a d.l etre e'gal a o,oor^24 S. la ongueur primitive du fil avait ete egale i I'uni.e, sa lonsueut pour la tension 5' aurait done du etre >.'= 1,00.724: or on a trouve par expenenee X'= .,00, .5. seulement, d'ou I'on voit que la longueur pnuiuive a dA etre moindre que I'unite, et I'on ne couimettra pas d erreur sensible, en la supposant egale k I'unite, diminuee de I'exces de la valeur ealculee de X' sur sa valeur observee , e'est-i-dire en prenant pour la valeur de la longueur prin^itive 1-0,000573. Mais alors, afin que les nombres portes a la quatrieiue colonne du tableau expriment les longueurs successives du f.l en parties de sa longueur primitive, .1 faudra diviser ces non,bres par la valeur que nous venons de trouver, ce qui, vu la petitesse du second terme de cette valeur se fera, en ajoutant simplen.ent la fraction 0,000573 a chacun des nombres de la quatrieine colonne. C'est ainsi que dans chaquc experience I'on a pu avoir egard a I'al- iongement produit par la preu.i^re charge, allongomen,, do.u la valeur ilapres les notations pre'cedeiUcs sera AO'-' ■ et tous les nombres de la quatrieme colonne de ci.aque tableau dcvront etre augmenles de J'ai dit plus-haut, qu'jl ctait souvent airive pendant les experiences. '|ii,S FXPF.niENCES siin la foiice etc. des fii.s de fer iiui' la (.lornierc charge avail prochiit la I'uplure dans uii lenas lro|> court pour qu'il eul cte possible de faire aux echelles les lectures, (loiil oil aurait du di'duirc les valeurs finales de Q ct de ). . J'ai dil aussi , que dans ces cas, pour calruler d'une manierc approchee la valcur finale de Q , je supposais que Tabaisseraent // — // con- servait la mcme valeur quil avail sous la charge preccdenle ; que celte supposilion devait donner pour 0 une valeur un peu trop forte, et que cependant les resultals des experiences ou cclle circonstance s'ctait presentee, ne diil'craicnt pas sensiblement de ccux des experiences dans Icsquelles on avail pu lire les dernieres valeurs de H — h. Quant a rallongcment que le CI avail du prendre en passanl de I'avant- derniere a la dcrniere valeur de la tension, j'en caiculais la valeur precisement de la meme maniere que celle de rallongemenl produil par la premiere tension donnee au fil: c'est-a-dire qu'en nommanl , A 6, , A 5. les deux derniers accroissemens donnes a la tension, et AX,, A /.^ les allongemens cori-espondants , je supposais ^'-".# La valeur de AS, clant, ainsi que j'ai remarque , un peu trop forte, il en serait resulte une erreur en plus sur celle de AX^ ; inais on verra par la suite que celte erreur, qui etait en tout cas assez peu considerable , etait compensee par I'erreur conlraire que je faisais en supposant les derniers degres d'allongement proporlionnels aux differences de ia tension, tandis qu'ils croissent en eflel dans une proportion beau- toup plus rapide. Apres lout ce detail ou je viens d'entrcr, il nie parait inulile de m'arreter encore a monlrer comment dans I'experience 45-% dans laquelle le fil avail tout-;\-coup glisse d'une quanlite sensible dans une des pinces, j'ai pu dclerinincr la valcur de ce ghssement, et y avoir egard dans revaluation des allongemens successils. Cest de cette maniere que, pour chaeune des experiences rapporlees en detail dans les Ireize tableaux de la section prccedenle , j'ai calcule rallon"ement initial du (il ■ — -^ i)our une tension d'une livre, et son PAR C. I. GIULIO 4^9 allongemeut total a I'instant de la rupture, allongemcnt que je nom- inerai A . Avcc les rtisultats lie cos cakuls, ct en y ajoutant pour chacjue experience la valcur T de la tension produisant la rupture, j'ai forme les treize tableaux XIV a XXVI , rhaque tableau se rap- portant a des fils de meme origine et de meme numero. J'ai fait suivre d'une parenthese ) les valeurs de A et de T qui n'ont pas ele direclement obscrvees , mais qui ayant ete deduites de la inaniere que jai rapportee , ne pouvaient diflerer que tres-peu des valeurs ve- ritables , ainsi qu'on pourra s'en convaincre, en les comparant aux moyennes que j'ai placees dans la derniere ligne horizontale de chaque tableau. **-o-i-< 4io TABLEAU XIV/ Fabriquc dc Ponl-Bozct. — Fil ile fcr N." :>. Al.LO^•GEME^T IMTIAL ALLONCEMENT TOTAL TEHSlOn pdur uiie livrc ilc tension a riustaut liroduisant la rupture J 6' T TOTAL a rinstant TENSION jiroduisant la rupture de la rupture r. Livrcs. E\|)erience 14.' 0, 000008046 0, oo5i52 545,47 i5." 934, 5969 5o6, 00 ). 16.- 9429 5865 53o, 08 Soinmes 36816 1G986 i58i, 55 Moyennes 0, 000008939 0, oo5662 527,18 4l3 TABLEAU XVIII." Fabriquc de Pont. — Fil dc fer N." 5. ALLOKCBMEXT INITIAL pour unc livrc dc tension ALLOKCB&IENT TOTAL ^ riostunt t!c la rupture A TERSION produisant la rupture T. Livrcs. Experience i8.' Somines 0, 00008714 3665 0, oo566i ) 5497 "5, 95) 118,92 7379 0, 00003689 1 1 158 0, 005579 234, 87 .17,43 Moyennes TABLEAU XIX. Fabrique de Pont. — Fil de fer N.° 5.' ALLO^■GEME^T IMTIAL pour unc livrc dc tension J I' J 6' ALLOhCEMENT TOTAL a I'instaiit de la rupture A TENSION produisant la rupture T. I,i\rrs. Experience 20.° )) 3 1.' 0, oooo35i9 3091 0, 006708) 58i2) 1 30,72) i32,3o) 6610 0, o<)oo33o5 1 2520 0, 00()26o 263, 02 t3i,5. Moyennes 4i3 TABLEAU XX/ Fabrique de Pont. — Fit de fer N.' 8. ALLOtreeuBifT mrrtAL pour une Ifvrc do tension Jk' J 6' ALLOKCBMEKT TOTAL a rinstant do la rupture A TE^SIOH produisQiit la rupture T. Experience 22.° » 23.' » 34.' Sommes 0, 00002084 a5i9 ao54 0, 004852) 6195) 4558 17^^49) 174,97) 176,68 6657 0, 00002219 i56o5 0, 005202 527,14 175,7' Moyennes TABLEAU XXI/ Fabrique de Pont. — Fit de fer iST." ^0. AXLOKCeMENT IMTIAt. pour une livre de tension A 6' ALLOIIGEMEHT TOTAL a rinstant de iu rupture A TEWSIOI* produisant la rupture Experieiice 25.' n 26.' » 27.' Soinmes^ Moyennes o, 00001235 1 363 o, oo4o83 ) 5067 ) 4829 3830 o, 00001273 '3979 4660 261,69) 276,00) 278,70 816,39 272, i3 Serie II. Tom. III. Q« 4i4 TABLEAU XXII.^ Fahriqnc de Pont. — Fil de fer N° 12. I ALLONCEMF.NT INITIAL pour unc livre do tension J 6' ALI.ONCEMENT TOTAL a I'instant do la rupture A TENSIOW produisant la rupture T. I.ivrcs. Experience 28.' =9' » 30.° » 3i." » 32." Sommes 0 , ooooio36 I lOI 1057 1216 i347 0, oo553i 3196) 3353 5i28) 4978) 364, 12 271,86) 269, 34 320,55) 3l2, 12) 5757 , ooooi i5i 22186 0, 004437 1537,99 307, 60 Moyennes 0 TABLEAU XXin/ Fahriqiie de Pont. — Fil de fer N.° 14. Experience 33. 34. 35. Sommes ^foyennes ALLONGEMF.NT INITIAL pour line livrc de tension AV ^6' o, 00000993 io5i 3ir4 o, 0000 io38 ALLO>-CEMENT TOTAL a rinstant de la rupture A o, oo5863 5o84) 5067) 17014 o, 005671 TENSION produisant la rupture 392,09 395, 18 379, 5o 1 166, 77 388, ()2 4i5 TABLEAU XXIV/ Fabriquc de Biennc. — Fil clc for N." 8. ALLO^CEME^IT IHITUL [loiir unc livrc dc tension ALLOKCEMENT TOTAL a rinstant TENSION produisaiit la rupture de la rupture A T. I.iiru!. Experience 36." 0, 00002171 0,007388) 189,48) n 37.° 3187 ^'79 176,45 n 38." 2252 6590) 190,07) 39.' 3218 6463 189,27 Sommes 8828 20620 745,27 Moyennes 0, 00002207 0, oo64o5 186,32 TABLEAU XXV. Fdbrique de Bicnne. — Fil de fer N.° 10. ALLONCEUENT INITIAL pour unc IJTre dc tension lb' ALLONCEMENT TOTAL a rinstant de la rupture A TENSION produisant la rupture T. I.ivrrs. Experience 40'^ » 4i.' » 42." Soinmes 0, 00001496 1478 1429 0, ooGi34) 6256 0723 278,55) 282, 72 279. 39 44o3 0, 00001468 i8ii3 0, oo6o38 840, 66 280, 22 Moyennes 4j6 TABLEAU XXVI/ Fabrique de Biemic. — Fil dc fcr N° 14. ALLOHGBMBKT INITIAL pour une livre tic lonsloa J 6' ALLOSCEMENT TOTAL a I'iustant de la rupture A TENSION produisant Ja rupture T. Livrcs. Expeiicuce 43-'' 44-" » 45.' » 46-' Sommes Oj 00001045 0949 0960 1043 0, oo5848 5981 56,4) 5895 443, o5 453,21 465, i4) 440, 80 3997 0, 00000999 23398 0, od5849 1802, 30 45o, 55 JVIoyennes Les valeurs moyenncs des resuUats rapportes dans les trcize tableaux qui precedent ( XIV a XXVI ) , se trouvent resumees dans les trois suivants (tableaux XXVII a XXIX), qui se rapporlent a chacune des trois fabriques dont j'ai souuiis les produits a I'experience. Chacun de ces tableaux est divise' en sept colonnes : les quati-e premieres ne de- mandent aucune explication : la cinquieme contient I'indication des tensions ou des poids qui doubleraient la longueur des fils , si les al- lougemens progfessifs se maintenaieat coiistamment proportionncls aux accroissemens de la tension , et si les Ills eiaient capables de prendre saps casser un allongemcnt egal ^ leur longueur primitive. Les litres mis en tete des deux deruieres colonnes expliquent assez la signification des uombres qu'on y lit. Viennent ensuile trois autres tableaux (XXIX a XXXII) divise's en cinq colonnes : les deux dernieres donnent les valeurs moyennes du coeflicient R de la tenacite, et du coefficient E de I'elasticite', pour lis fils dont on tronve , dans les trois premieres colonnes , le numcro , la section et le diauictre: il est inutile de dire que ces valeurs out etc PAR C. I. GIUUO 4'7 deduites des nonibres de la quatrieme et de U cinquicme colonnc des trois tableaux piecedens, en les divisaiit par I'aire de la section «ki fil , auquel chacuu dc ccs nombrcs se rajiportc. En comparant entr'cllcs lis valcurs du coefficient R , ou eelles du coefficient E pour des Ills de meme fabiicjue ct de diametre difTerenl, on voit que, en general, ces valeurs dimiuuent, lorsque le diametre Biigmente. Cepcndant la marclie des valeurs de It , ct de E pre'sente plusieurs anomalies, surtout pour les (ils de Pont-Bozet el de Bienne. Oa ne saurait expliquer ccs anomalies en les allribuanl a des erreurs commises sur la mesure des diametres , car de telles en-eurs auraient di\ influer cgalement sur les valeurs de R et sur eelles de E: or on voit le premier coefficient croitre, tandisque le second diminue et vice-versa. II faudrait pour rendre raison de ces irregularites, multiplier les expe- riences bien au de-la de ce que j'ai pu le faire. Et d'ailleurs de sem- blables anomalies se sont presentees a tous ceux qui se sont occupes d'experiences sur la resistance des solides : pour ne point nous eloigner de la maticre qui nous occupe, bornons-nous a dire que les fils de fer de S.' Gingolf et de Feniere , sur lesquels M/ le Colonel DuroiR b fait ses experiences, n'y sont pas moins sujets que ceux de Pont-Bozet et de Bienne * : qu une irregularilc paieille avail ete reconuue par MM." Seguin , et qu'enGn M/ le Baron Charles Dupin croit qu'il y aurait lieu d'examiner si ces anomalies apparentcs ne cachent pas ime loi de la nature **. Je laisserai au lecteur le soin de comparer les re'sultats rapportes aux tableaux XXX, XXXI et XXXII, avec ceux que plusieurs au- teurs ont publics sur la resistance des fils de fer de diflerens pays: on voudra bien se rappelcr , en faisant cette comparaison , que je n'ai soumis a I'experience que des fds pris au basard, et tels qu'on les trouve en commerce , et que j'ai du par cette raison , trouver la resistance de ces fils, considerablement moins forte, que si je m'etais servi , comme on I'a fait trop souvent , d'echanlillons soigneusement choisis. Je me borncrai a rcmarquer iei , qu'en preuant les moyennes * Description du I'o.il suspomlu construit a C«nevc etc., pjg. ii. •" Force commercialc de U Grande Briitugne, Tom. a. pag. i%6 (a.e edit.). 4l8 EXPERIENCES SVR LA FORCE ETC. DES FILS DE FER entre les resultats qui se rapporlent aux n.°' lo et la, on formera Ic tableau suivaut: COEFFICIENT 7i COEFFICIEKT E ALLOKCEMEKT a I'instant dc la tcnacilc de I'c'laslicilc de la rupture Fils de fer Piemen tais Fils de fer de Bienne 55,4 73,0 l5l20 17053 0, oo5 0, 006 Ces nombres devoilent une inferiointe bien sensible des fils de Pie'- rniont , compares aux excellens fils de Bienne , puisque la resistance absolue des premiers, n'est guere egale qu'aux trois quarts de celle des seconds , et que les re'sistances i rallongement sont a-peu-pres dans le rapport de 8:g. Les x-esultats de la comparaison seraient plus favo- rables a nos fils, si Ton faisait entrer en compte le n.°8: en tout cas, on Toit qu'il y a loin de la aux exagerations qui s'etaient repandues dans le public , et d'apres lesquelles on paraissait croire , que la re- sistance des fils de fer Piemonlais, n'egalait que la nioitic de celle des fils elrangers : et qu'il y a tout lieu d'esperer , que nos fabriquants pourront avant longtems, en redoublant d'efforls , verser dans le com- merce des produits egaux ou superieurs a ceux que nos voisins nous fournissent actuelleinent. Les grandes constructions de Fonts en fer, qui commencent a s'iatroduire chez-nous , les auront bientot indemnises des depenses, et recompenses des soins, qui seront neccssaii'es pour obtenir cet heureux resultat. 4^9 TABLEAU XXVII/ Resume des experiences / d 16 . — Fahr 'que lie Pont-Bozet. ties fils SECTIOS LIl milliinetrcs Carres DIAUETIIB cn milliractrrs POIDS prodiiisunt la rupture kilogrammes IKIIDS proiluisaiit un allongcmcnt = I cnkilo^ramnies ALtOKCEMEM total au moment dc la rupture VAtBUB MOVraSK do I'allongcment total 5 0, 73l6 0,965 46, 41 io3, 56 145,73 194,42 99^9 28435 36299 4i258 0, 006077 5178 4758 5662 ^0, 005419 1 1 o 12 >4 1,83.7 2, 44i6 3,4431 1,527 1,743 2, 093 TABLEAU XXVin/ Resume des experiences 17 a 34. — Fabriqtie de Pout. N." SECIIOK DIAMETnB POIDS POIDS ALLONCE»ENT VALEUR MOTE>'»B prOduisant produisant total dc des millimetres cn la rupture en uu allongcmeiit au moment rallongemcnt lils Carres miltimctrcs kilogrammes cn kilogrammes de la ruplnre total 5 0,6368 0, 900 43, 3 1 9997 0, 005579 51m 0, 7464 0,97^ 48, 39 11 169 6260 8 i,o636 1,164 64,80 16620 5202 ^0, oo53oi 10 I, 8175 1, 021 100, 4t 28971 4660 12 2, 2645 1,798 1,3,44 33042 4437 >4 2, 7695 ,,878 143,43 3553o 5671 4ao TABLEAU XXIX/ Resume des experiences 35 a 46. — Fabrique de Biennc. N." nis SECTIOU millunitrcs Carres DIAMBTRE cn millimetres POIDS proiluiaant la rupture CO kilogrammes POIDS produisant ua allongemcnt en kilogrammes ALL0KCEMEI4T total au moment de la rupture T*llCIl WOIEKIIB dc rallongemcnt total 8 o,9io4 1,076 68,72 1 67 1 5 0, oo64o5 10 1,3807 1,326 io3, 34 a5l23 6o38\o^ 006097 12 2, 3203 '.7'9 166, 16 36917 58491 TABLEAU XXX. Fabrique de PontnBozet. — Coefficiens de tenacitc ct d^elasticitc. N." dcs fils SECTIOn millimetres Carre's DlAMETnE millimetres COEFFICtBRT dc tuaacile Ji, Kilogrammes C0IFF1C1E»I d'clasticitc E. Kilograniincs 5 10 12 '4 0, 7316 r,83i7 2,4416 3,442 1 0,965 1,527 .,743 2,093 63,4 56,5 59.7 56,6 i36i3 1 5524 14868 12004 421 TABLEAU XXXI/ Fabrique de Pont. — Cocfficiens de tenacite et d'elasticite. COEFFICIENT COEFFICIEHI N.° SECTIOW DIAMLTRE dc Iciiaciti; d'cla&licitc Acs fils raillimitrcs earrds millimetres n. E. Kilogrammes 5 0, 6368 0,900 68,0 15699 5ii. 0, 7464 0,97^ G4,8 14950 8 I, o636 1,164 60,9 15626 10 1,8175 I, 521 55,2 15940 13 2, 2645 »>798 00, r i4i5o i4 2, 7695 1,878 5i,8 12829 TABLEAU XXXIL^ Fabrique de Bicnne. — Coefjiciens de tenacite et d'elasticite. COEFFICIEKT COEFFICIENT N.o SECTIOK DIAMETRE de t£oacit« d'clasticitc dcs Gls inillimitrcs carries mUlimctrcs R. KJIognmincs E. Kilogrammes 8 0,9104 1,076 75,5 i835i 10 I, 3807 I, 826 74,5 i8ig5 12 2, 3203 ',7'9 7,, 6 15911 Serie II. Tom. III. aa 422 EXPERIENCES SDR LA FORCE ETC, DES FII.S DE FER SECTIOM CIIVQUIKIIE. Observations sur la lot des allongeinens des fits mctalliques soumis a des tensions quelconques. Les experiences ile MJ Fr. Jos. de Gerstner sui- I'elasticite des cordes de clavecin ct des ressorts de inontre , quoique faites en i8a4) ne furent publiees qii'en i833 dans un ouvrage posthunie imprime par les soins de M/ Fr. Ant." de Gerstner, fds de I'auleur ('■'). Je ne connais ces experiences que par inie notice liie par M.'' de Gerstner fils k la reunion des Naturalistes Alleraands a Vienne en i832, et inseree dans le Journal de M."' de Poggendorf (**). J'exposerai en peu de mots les conclusions auxquclles M.'' de Gerstner a cLe conduit par quelques considerations thcoriques, en me bornant a ce qui regarde direclement la loi des allongemens des fils mctalliques, sous Taction de tensions croissantes dcpuis zero , jusqu'a ccUe qui amene la rupture du fil. Je comparerai eiisuile avec la loi proposee par M.'' de Gerstner, les resultals des experiences rapportees dans les sections precedentes de ce memoire. L'allongement que preud nn fil metallique par Taction d'une force donnce, doit etre expriine analytiquement par une certaine fonction de cette force: la forme de cetle fonction constitue la loi des allongemens, et si elle etait connue, on en pourrait tirer reciproquement Texpression de la tension capable de produire un allongement donne , en fonction de cet allongement: ou, suivant la maniere de concevoir de M.' de Gerstneb, Texpression du poids qui fait cquiliin-e a la lenacite du fil , lorsquc celui-ci a pris Tallongement donne. Or, il est evident, dit-il, que si Ton suspend au fil des poids de plus en plus grands, et que, par conse- quent, le fil s'allonge de plus en plus, on doit enfin parveuir a le mettre ■ Haudbucli dcr Mcchanik, von Fr. Jos. RiUcr v. Gerstner etc. "' Annaicn dcr Physik und Cbciuic. Tom, iQ. pyg. 69-80. PAR c. I. Giur.io 4-*3 tlans im dial lei que, s.t coliesion lie pouvant plus suflire pour rtisister a la force qui le tend, il cede ct s'allonge toujours davantage; alors la rupture commence, ct dcs cet instant, sa lenacile decroissant rapidement devient bicnlot nulle lorsque la rupture est consommee. Aiiisi, la fonclion qui expriiiic la valeur de la lenacite Q , ou de la tension qui lui fait equilibre, lorsque le fil a pris un degre quelconque e d'allongement, lie saurait etre sinipleinent proportionnelle a e , inais elle doit contenir ca outre un facteur de la forme A — Be , de maniere a devenir nulle, lion seuleinent pour e^o , mais encore loi'sque I'allongement e sera parvenu a cgaler une certaine valeur -jj , ce qui n'arrivera que lorsque le (11 sera a Tinstant de casser. Ces considerations conduisent M/ de Gerstner a admettre , que la loi generale de I'eiasticite soit exprimee par I'equation Qz=e{J — Be) (3), ea designant par A et par B deux coefliciens constants pour chnque fil, et dont les valcurs doivent etre determinees par deux expei'iences, ou mieuK par un plus grand nombre. Maintenant, si dans Tequation (3) on donne a e des valcui-s croissantes, la resistance 0 croitra jusqu'a une certaine valeur T correspondaute i e^A , au-dela de laquelle elle commencera a diminuer : cette valeur T est aussi celle du poids capable de produire la rupture par une action un pen prolongee , ct la quanlite A est la mesure du plus grand allongement que le fil pent prendre avant que la rupture ne commence. En egalant done i zero la diflerentielle de I'expression de 0, on trouvera pour A la valeur A- ^ par suite celle de T sera T—dJL—dL 1 ~ \B ' ct en supposant conuues les valeurs de A et de T, on aura 2 J- y 424 expehiences scr la force etc. des riLS de per et I'equation (3) pourra etre mise sous la forme d'oi\ Ton tire :=a[,-1/Z|,] (5). Pour comparer ces formules aux resultats de ses experiences, M/ de Gerstner supposait d'abord 6=^6— Be' -^-Ce^ — etc. , en designant par ^, B, C, etc. des coefficiens constans pour chaque fil, et dont il deterininait ensuite les valeurs an imoyen de quelques unes des valeurs de e et de 0 donnees par I'experience. II parait que dans toutes les experiences dont il a cru pouvoir regarder les resultats comme regidiers (car il dit en avoir rejete plusieurs comme affectees d'errcurs proliables, ou d'irregiilariles, qu'il atlribue au defaut d'honio- geneite des Cls), il parait, dis-je, qu'il parvenait ainsi, pour le terine C^ et pour les termes suivants de rexpressiou de 5 , a des valeurs nulles ou tout-a-fait insensibles, en comparaison des deux premiers, de mauiere a pouvoir s'arreter a ces deux premiei'S termes seuls. C'est ainsi que, pour I'experience qui se irouve rapportee en detail dans la notice citee plus haut, M.' de Gerstner arrive a la formule 6 = 54X0,295079.6 — 54*Xo,ooo334.e* , qui s'accorde fort bien avec I'experience, puisque les differences tantol positives , tantot negatives sont toujours fort-petites , la plus grande n'elant que d'un soixante seplicme de ligne, et le rapport cntre la ilillt-rencc trouvee, et la valcur entiere de rallongemeiil n'arrivant qu'une seule fois a csalcr un soixante dixieme. Ces experiences paraitraient done demontrer, que I'equalion 0=e{A—Be) , PAn c. r. GiuLto 4^^ ou bien exprime la veritable loi qui , pour les fils de fer, lie les accroissemens de longueur e , aux tensions 9 auxquelles ils sont dus. Cependant on ne doit point, a mon avis , se hater d'en conclure, que la meme loi s'appliquc egalement h tous les fils elasliques, quelle que soil la luatiere dont ils sont formes ; et il peut rester , ineine pour les fils de fer , quelques doules raisonnables sur I'exactitude de cette loi , lorsqu'on voudra I'etendre ^ toutes les valeurs de la tension, depuis zero, jusqu'a celle qui amene la rupture du fil. En eli'et, les conclusions de I'auleur sont uniquement fonde'es sur le fait, que, en determinant d'apies ses experiences les valeurs des coef- ficiens yl , B, C, etc. du dcveloppcment e = ^e — 5e'-4-<7e' — etc. , on trouve, pour le terme Ce', et pour les termes sulvants, des va- leurs sensiblement nuUes. Or ce fait peut bien ne dependre que de la petitesse des allongcmens que prennent les fils de fer , et il peut arriver que, pour des fils d'un metal plus extensible, et surtout pour des fils de natui'e oi-^anique, la grandeur des allongemens rende sen- sible le terme Ce' et ceux qui le suivent. Pour les fils de fer mcmes, il parait que M." de Gerst>'er ne poussait pas les epreuves jusqu'a la tension qui en aui-ait produit la rupture : dans la seule ex- perience du moins dont nous ayons les resultals sous les yeux, la plus grande tension essayec n'a cte que de Sa livrcs, tandis que, suivant I'autenr meme, la resistance absoiue du fil devait iitre de 65 livres environ. Or, les plus grands allongemens ayant lieu precisement lorsque la tension dilfere tres-peu de celle qui amene la rupture, ce sont ces dcrniers allongemens, qui peuvent, micux que tout autre, sei-vir a verifier la loi en question. Quant h la consideration que, 0 devant s'cvanouir pour une valeur dilferentc de zero, son expression doit ctre de la forme e(^A — Be), on voit que cclte coiulilion n'exclut nullemcnt une infinite de formes plus compUquees , qui loutes peuveut y satisfairc egalement bien, et 4i6 EXPKRIENCES SUR LA FOnCE ETC. DES FII.S DP. PER sc redniie a iin proiluit de cetle forme, lorsque les allongcmens scront trcs-i'olits par rapport a la longueur nalurclle tlu fil. Ces raisons me paraissent assez fortes, pour fairc desircr que Ton entreprenne sur cclle nialiere des series assez etendues d'experiences, en faisant varier la tension, depiiis zero, jusqu'aus valeurs capal)les de pro- duire la rupture des fils : et d'ailleurs, les experiences des physicieus ayant ete failes jusqu'ici sur des fils de clioix, aussi reguliers et aussi homogenes qu'il leur etait possible de se les procurer, il n'est peut-etre pas inutile de faire quclqncs recherclies sur la loi que suivent dans leurs allongemens les fils metalliques , tels qu'ils sortent des trefileries ordi- iiaires, et tels qu'oii les emploie dans les arts. Les constructions graphiques dont j'ai parle au commencement de la 4-° section, me donnant le moyen de reconnaitre en un coup d'oeil les experiences pour lesquelles la marche des resultats avait ele plus reguliere, j'ai elioisi les dix suivantes, qui embrassent des fils de toute origine et de toute grosseur : I. Experience g." fabrique de Pont-Bozet N.° lo. II. » 11." id )) 13. in. » i5.= id » i4. IV. » ig." fabrique de Pont » 5. V. » 2^.' id » 8. VI. » 26.° id » 10. VII. » 3i.' id » 12. VIII. « 37.° fabrique de Bienue . . . . » 8. IX. » 4'^.' id » 10. X. » 44-' •7 0, 001 175 0, 001390 0, ooi355 0,8 0, ooi65o 0, 001992 0,001977 0,9 0, 002255 0, 002542 0, 002676 0,95 0, 002640 0, oo3o57 0, 003237 TABLEAU XXXIV/ Memes choses qiCau tableau precedent. f.ihriquc be ^ont. TENSIONS EXPERIENCE ig.° EXPERIENCE 24-° EXPERIENCE 36." EXPERIENCE Si." 0, 3 r )) » — 0, 000375 — 0, ooo382 0,4 0, 000000 0, 000000 0, 000000 0, 000000 0,5 -Ho, 000435 -j-0, 000362 -+-0, 000397 -HO, ooo4o3 o,G 0, 000870 0, 000750 0, 000825 0, 000860 0.7 0, ooi4o5 0, 001 205 0,001297 0, ooi323 0,8 0, 002025 0, 001700 0, 001822 0, 001903 ",9 0, 002880 0, 002295 0, 002500 0, 002597 0,95 0, oo36oo 0, 002665 0, 002940 0, 002966 TABLEAU XXXV/ 433 Memcs choses qiCaux deux tableaux prcccdens. fabriquc be fiieimc. TENSIONS EXPERIENCE 37.° EXPERIENCE f\2.' EXPERIENCE 41-" 0, 2 Z" — 0, 000772 — 0. 000801 — 0, 000927 0,3 0, 000^87 — 0, 000423 — 0, 000463 0,4 0, 000000 0, 000000 0, 000000 0, 5 0,6 0,7 -t-0, 000387 0, ooo83o 0, 001275 -t-o, 000427 0, 000880 0, ooi3G6 -Ho, 000493 0, 000983 0, 00 1 533 0,8 0, 001812 0, OOlO.i'J 0, 002160 0,9 0,95 0, oo258o 0, oo3o85 0, 002860 0, oo3333 0, 002937 0, 003473 TABLEAU XXXVL"^ Memcs allongemcns qiCaux trois tableaux prcccdens , exjyrimes en parties de la difference entre les longueurs correspondant aux tensions o.^.T , ct o.o . T. * - labriquc be ^Jon!-8ozeh ALLOXGESIliXS OBSERVES ; iLLOKG.' TENSIONS ' dif$,i:r.' Exp/ 9.' Exp." 1 1/ Exp.'iS/ MOVERNES calculus o,3jr — 0, i53 — 0, 167 — 0, 168 — 0, i63 — 0, l35 — 0, oa8 0,4 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0,5 -HO, 173 -HO, 175 H-o, 168 -+-0, f72 -HO, 147 -Ho, 020 0,6 0, 344 0, 358 0, 33(> 0,346 0, 3 10 -Ho, o36 ">7 0, 52 1 0, H7 0, 5o6 0, 525 0,495 -Ho, o3o 0,8 0, 734 0,764 0, 739 0, 746 0,714 -Ho, o32 0,9 1 , 000 I, 000 I, 000 I, 000 1, 000 0, 000 0, ip 1, 171 I, 200 1 , 2 1 0 I, '94 I, ao3 — 0,009 434 TABLEAU XXXVII/ Monies cfioses qiCau tableau precedent. f.ibriquc be ^ont. ALLOXCEMEXS OBSERVES TEHSIOSS ^_ ^^ ALLONG.' calculc'S DIFFIR." Exp.^ .9.'^ ENp.-^ 24.'" Exp.'= 26>' Exp.''3i.'^ MOVENNES 0, 3 r n )) — 0, i5o — 0, 147 -0, i48 0, l35 — 0, oi3 0,4 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 o, 5 -1-0, i5i -ho, i58 -HO, 1 59 H-o, i55 -Ho, i5G -HO, 147 -Ho, 009 0, G 0, 302 0,327 0, 33o 0, 33i 0, 322 0, 3 10 -HO, 012 o>7 0,488 0, SaS o,5ig 0, 5ro 0, 5io 0,495 -Ho, oi5 0,8 0, 703 0,741 0, 729 0,733 0,726 0,715 -HO, on Oj9 I, 000 I, 000 I, 000 I, 000 I, 000 I, 000 0, 000 0,95 I, 25o I, 161 I, 176 .,143 I, i8a I, 203 — 0, 021 TABLEAU XXXVin/ Mcmcs choses qii'aux deux tableaux 2i}'ccede?is. f,ihriquc be Sirnnc. TENSIONS ALLOXCEMEXS OBSERVES AILONG.' DIFFEEENCES Exp.-^ 37.-= Exp.'= 42.*^ Exp.« 44-'^ MOVENNES calculc's 0,2^ — 0, 3oo — 0, 282 — 0, 3i5 — 0, 399 — 0, 261 — 0, o38 0,3 — 0, i5o -0, i48 — 0, i58 — 0, iSa — 0, l35 —0,017 0,4 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0, 000 0,5 -Ho, i5o -HO, 149 -HO, 168 -Ho, 1 56 -HO, 147 -Ho, 009 0,6 0, 322 0, 3o8 0,335 0, 322 0, 3io -Ho, 012 0.7 0,494 0,478 0, 523 0,498 0, 495 -Ho, oo3 0,8 0,702 0,7 '9 0,735 o>7'9 0,715 -HO, 004 0,9 I, 000 I, 000 I, 000 /, 000 1, uoo 0, 000 0,95 I, 196 1,1(34 I, 182 I, 181 1, 2o3 0, 022 NB. Les iiombres de la sixicme colonne des trois dcrniers tableaux onl etc calcules d'apres la formule de M/ de Gerstner: =._(/: T Voy. pag. 419. SCIENZE MORALI STORICHE E FILOLOGICHE MEMORIE DELtA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO SERIE II. — TOMO III. SCIENZE MORALI STORICHE E FILOLOGICHE TORINO STAMPERIA REALE MDCCCXLI. PAPIRI GREGI DEL MUSEO BRITANNIGO DI LONDRA E DELLA BIBLIOTECA VATICANA TBADOTTI ED ILLUSTEATI BERNARDINO PEYRON Letta ed approvata nelV Adunanza del ^ febbraio iZ\\. V/idinavano i curalorl del Museo Britannico di Londra, che uscisse una buona volta alia luce il tesoro dei Greci Papiri in esso conservati, cd al comando pronto arrendendosi il signer Forshall pubblicava nello scorso anno il libro intitolato Description of the Greek Papjri in the British Museum Part. I. Nella brevissima pi-efazione il dotto Inglese pro- testa, aver egli mirato solamente a dare una lezione fedele dei Papiri, e ad avvertirc nelle note quelle trascuratezze degli originali, le quali sembrar potessero errori di stampa; del resto non aver agio ne di tx-a- durli, ne d'illuslrarli, e, quando le sue occupazioni glielo avessero ac- consentito, avrebbe difibrita una tale impresa insino a tanto che i Pa- piri dei Musei di Parigi e di Leida fossero venuti alia luce, versando questi sui medesinii airari,'che nei Britannici sono frallali. Che se per una parte lodevolissimo fu il consiglio dei chiarissimi Brilanni , e dcgno di sinceri amatori del progresso degli sludii Grcco-egizi, giacclic nullus color est aura a\'aj-is ahdito terris ; per I'altra alle considerazioni del Serie II. Tom. III. i 2 PAPIRI CHECI ECC. Forshall consiglialiici tU tlilazione per otlenere I'otlimo non seppc ade- rire la giovanilc inia cti, chc oonleiitasi di iiu bene cliscreto. Eppero io pu\ cH lui ardiinentoso, selibeiie privo dci Papiri afTini, die conser- vaiisi iici Musei di Fraiicia c di Olaiida, osai intraprendere rillustrazione dci. Britaauici. A tal lavoro conforlavami I'esempio c la direzionc del inio illustre zio Abate Amedco Peyron, il quale pubblicando sin dall' anno 1826 i Papiri del Museo Torinese entrava fra i piimi nel diflicile arrlngo di lali sUidi, c, siccome allora cgli apri la via ai fdologi d' Eu- ropa , cosi oiM voile coi suoi consigli sostcnere quesli iiiiei primi passi nella fdologia e nella critica. Confortavami eziandio la speranza di poter coi soli documenti Britaniiici supcrare Ic principali diflicolta , che pre- sentava la novita degli argomenti in essi Irattati. Che se ragionando io della milizia dei Lagidi, poi del Serapeo, di Serapide, della Clausura, dei Jeroduli, non che dei vicendevole rapporto dei metalli coniatj, de- gli ordini amministrativi, e di altre mateiie o nuove o men ben chia- rite, io non aggiungero a tuUa qnella esattczza, che si esigerebbe da chi possedcsse maggior dovizia di monumenti, confido, che appianero la ria ad altri, e chc una lode sara I'iserbata per chi primo tentaria ardisa. Niiova cssctido la provenienza dei Papiri, niiovi pur ne sono parecchi ai'gomeuLi. Iinperocche essi derivano dal Serapeo di Memli, e saranno stati per avventura trovali ncU'ipogco appartenente alia famiglia di Tpr lemeo Macedone. Stava questi come Jerodulo nel Serapeo, e siccome vi traltava non pure i suoi, ma gli affari eziandio di altri colleghi, e massimamente di due Gemelle addette al servigio di Serapide, a tal uopo ei tenne diligente registro di quanto aveva operato e scrltto; cos\ che tali carte, raccolte poi dopo la sua morte, e rinchiusc in un vase (i), vennero con questo deposte neU'ipogeo, dov'ebbe tomba. Plebeo, scri- vacchiatore, ed agente di altri Jeroduli imbratto di molti papiri non solo per la varieta degli alTari e de'clienti, ma anche perche non sa- pcndo enunciare con facile disinvoltnra i suoi pcnsieri , cgli colla mano o sua, o d'altrui, schicchero varie piu o meno brufte copic d'una me- dcsima supplica, nella quale proTavasi di riiiscirc valcnte e persuasivo (1^ Chc nci vasi si conscrvassero Ic antichc scrittiiro , gii Io dimostr6 il cbiarissimo Ab. Pejron nci Papyri Taurin. Pars I. p. i6, se.i. Di nF.nNARDixo PEvnoN. 3 dettalore di mcmoriali, ma raramente giunse a formare un pcriodo, che fosse governato da una g'uisla siiitassi. II pcrche tali pi-ove esseiido si spesso rinnovale, c cotanto moltiplicale le copic , crebbe per modo ii numcro dci Papiri di Tolemeo, clic quando il vaso che li racchiudcva divenne opima preda degli Arabi iiulagalori dclle necropoli, baslo a soddisfare I'avidita di molli Europei, che garcggiavano nel far acquisto di Egiziane anticaglie. Ed ove si consideri, che quasi lulti i quaranta- quallro Papiri Brilannici pi'ovennero dall'archlvlo di Tolemeo, die il Museo di Leida, al dire del Reuvens (i), ne possicde sei, che altrcttanti, per attestato del medcsimo (2), si conservano nel Aliiseo di Carlo X, se in fine vi si aggiungano altri qualtro Vaticani pubblicali dal beneme- rito Cardinale IMai , allora appena si polra far ragionc della dovizia di questo archivio. Se 110a che con'vien pur dire, che altri Jeroduli abbiano contribuilo ad arricchire il vaso €oi loro Papiri, menlre posseggonsi molte noterelle di conti, il registro dei sogni prdjabilmente avnti nel tempio di Esculapio (3), ed epistole, che eslranee a Toloineo pur gli sono contemporanee. Comunqiie sia, la maggior parle dei Papiri Bi-ilan- nici e Vaticani appartenendo agli anni di Filometore, che corsero dal xvn al XXIV del suo regno, hanno tale antiehila, che basli f>ei' coronai-li •con veneranda aureola. E , Tacitus Ilislor. IV. 8.}. (4) Pi-yron Pap. Taur. Pars I , p. 6. scq. 8 PAPIRI GRECI ECC. libagioni ad Esculopio, oltre alle liturgie ivi pure rammentatc. Dallo stesso Papiro lin. i, e dal XIII lin. 28, e dal Romano D, lin. 17, dal C, lin. i3, impariaino, chc le Gemelle addette al Serapco ricevevano quo- lidianc provvisioni, le une asseguale dal Serapco, e le altre dall'Ascle- pico, cosicche i due culti avevano due cnlrate diverse, c, come era di- ces!, due bilanci (i). Inoltre nei Papiri di Leida, clie contengono i conti e gl'iateressi delle Getnellc, si leggouo scritti parecchi sogni, die il Reuvens qualifu-a come puerili e di niun intercsse (3). Ora chi non sa, che i sogni avuti nei tcinpli d'Esculapio erano il religioso mezzo per cousullare il Dio? E tali sogni talmente interessavano Tolemeo per chia- rire I'avvenire, ch'ei li voile accomandar al Papiro. Dunque sino dalla prima meti del regno di Filomelore noi troviamo il culto d' Esculapio pubblicamenle congiuuto con qucllo di Serapide nell'antico ed autore- voie Serapeo di Memli; troviamo, che i devoti interrogavano il Dio per mezzo dei sogni, eppero dormivano in luogo sacro e prossimo al tem- pio. Questo assimigliamento di Serapide, sebbene nei secoli posteriori coutrastato da altri coufronti del Dio, tuttavia si mantenne. Ed in vero Tacito scrive Deum ipsiun [Serapidem], midti Aescidapiiim , quod medea- tur aegris corporibus . . . coniectant (3). E Cicerone congiunge le due Divinila dicendo Qui . . . convenit aegros a conicctore somniorum po- tiusqiiam a medico petere medicinam ? An Aesculapius , an Serapis potest nobis praescribere per somnium curationem valetudinis (4)? Quindi leg- giamo, che Serapide restitui gli occhi a Demetrio (5), ed esegui difficili cure di malati (6). Quindi Clemente Alcssandrino accennava, sebben confusamente, a qucsta Iradizione scrivendo, che, prima della venuta di lo neir Egitto, Api vi aveva insegnala la medicina, che fu poscia ampliata da Esculapio (7); cioe egli, siccome io poco sopra proposi, t'onfuse Api con Serapide, ma giustamente nolo, che Esculapio", ossia la Grecia, vi perfeziono I'arle. Talmente poi ncl volger dei secoli le idee greche soverchiarono le Egizie , chc il nome di Serapide cesso per (1) Vedi niichc Rcuvcns LcUres a M. Letroiine , leltrc III, p. 88. (a) Reuvens Leltres a M. Letionne , IcUru HI, p. io3 suiv. e- p. 109. (3) TaciUis Hislor. IV, 84. (4) Cicero tic Divin. II, 69. (5) Diogenes Lailrt. V, 5, 7. (6) Aelianus Hist. Aniiu. XI, 3i, 32, 34, 35. (7) Clemens Alex. Stromat. lib. 1. DI BERNARDINO PEYRON. 9 dar luogo a quelle solo c\i Escula|)io. Cos\ Anirniano chiama Memfi uv- ban frequcntein , pracsentiaque Aumiiiis jicsciilapii cluvain (i); e S. Ge- rolamo rit'eriscc, clie un giovane anilalo a Meirid post atinum doctus ab Aesculapii vadbus venit (a). Ma peicliu 1' ilsculapio Meinfilico aveva dal consorzio con Serapide ronlratte alcune forme propria tlcU'Egillo, pero varii autori prcscro a distiiigtiere due Esculapii, I'uno egiziano, e I'altro greco (3); del clie ragiona pure il Jablonski uel suo Pantlieon conse- crando il capo VI del libro V ail'Esculapio degli Egiziani. Siuora ho provato, se mal non m'appongo, che la prima e pubblica assimilazione di Serapide fu quella coii Esculapio; non nego le altre, cioe quelle con Plutonc, col Sole, c con Giove, solamcnte penso, clie furono posteriori, ne tutte pubbliche. II passo del nostro Papiro XII, lin. 5, piu sopra citato lascia luogo a sospeltare, che Esculapio avesse stalua e culto enlro il tempio rae- desimo di Serapide; ma il Papiro II di Leida, che al dire di Reuvens uouiiua le grand temple d" Esculape pres de Memphis (4) ci da ad in- tendere, che il tempio della greca divinitu fosse distinto da quello del- I'egiziana. Ma ben altri templi raccliiudeva inoltre il Serapeo. Imperocche tutta I'aDtichita si accorda ncl dire, che in Memfi stava la sede di Api; se non che i nostri papiri c'insegnano piu particolarmente, che il suo do- micilio era nel Serapeo. Ed in vero il Papiro XII, lin. 7. sg. paria del bifolco d'Api, il quale nel Serapeo venne a lite coUe Gemelle, perche essendo egli soltentrato in vece loro nel far le liturgie ad Esculapio pretendeva di esigere eziandio i pani a tal servizio assegnati. II Papiro XIV, lin 23 parla ancora di pani, che concedevansi alle Gemelle uno T*!g avayoyr;; -rj Ovopanio; dopo il conducimento d Osorapi. Aggiungasi il nvj^o; lutto, che spesso incontrasi nei Papiri Britannici, segnandovi un'epoca memorabilc, detta pero per antonomasia tcv^sj (5), colla quale coincide, se non erro, I'entrata nel Serapeo delle Gemelle Taue e Tay in cambio di altre, che le precederono. Ora niuno ignora, che alia morte (1) Ammiaous Marcell. lib. WII, 14. (a) Hieronymus in Vila Hilarionis, n." ii (3) Pholiiis Biblioth. codic. CCXLU. (4) RcuvcDS III, 81. (5) Pap. VI, lin. 1 4, XII, a, XllI, a8. Serie II. Tom. III. to PAPini GRECI ECC. di Api in tullo 1' Egillo s'innaizava un gran niv^og luUo , per cui c ra- (levansi i cnpelli, e levavasi un pubblico lamento (i). Eppei'6 io sospclto, eke le anliche Geinelle dopo lal morle cedesscro il luogo ad altre; le Geniollc poi, come da tulti i nostri Papiri si scorge, adem]iievano le sacre loro funzioni ncl Serapeo. Che se la cosa e cosi, 1' kmuov slato con dispendiosc opere ornato da Toleineo Epifane, di cui parla I'iscri- zione di Rosetta lin. 33, non e allrimenU, clie il tempio di Api nel Serapeo. Prossinio a questo sorgeva un tempio sacro a Vulcano, ossia a Fta. Infatti Erodoto scrive , che Psaminetico dopo essersi impadronito di tutto V Egilto, costrusse in Memfi propilei a Vulcano, che crano void a mezzo eiorno , e rimpetto ai propilei edified avkhj un' aula ad Api, jiella quale vieiie pasciuto; tutUc I' aula e un pcristilo pieno di figure, cd im'ece di colonne vi stanno colossi di dodici cubiti (2). Quindi non solamente in- tendiamo quel fosse il recinto , in cui il bue Api a suo bell'agio davasi soUazzo, ina ancora die rimpetto ad esso stava il tempio di Vulcano. Oltre ad esso nuuicravasi nel Serapeo il tempio d'Anubi. Conciossia- che nel Papiro Romano B, lin. 5 Tolemeo si lagna d'essere stato in- giuriato da alcuni nello stesso Serapeo abitanti, i quali erano scesi w; 70 A-vo-jfiuiiv nel tempio d'Anubi, a cui presiedeva Menedemo per parte dello stratego Diouigi (3). Ancora vi era un tempio ad Astarte. Giacche nell' anzidetto Papiro Romano Tolemeo riferisce, che gli audaci ingiuriatori napayevoiJ-evot as TO AffTsr/STtostov sv eoi y.(x:v/o\s.m up'M et7i^ic(^ovro ^oulofxevot t^anaicu (is xa.1 ayc/.yri(7ca repentinamente venuti al tempio di Astarte, in cui io sto, lo sforzarono volendo quindi estrarmi e condurmi altrove. Siccome poi Astarte era divinit^ orientale, io credo che questo tempio sia stato co- strutto dai Persiani nel tempo della loro dominazione. Finalmente siccome il Reuvens sulla fede dei Papiri di Leida, par- lando del Serapeo, nomina pii\ volte il tempio di Serapide e di Iside (4), se qualcuno volesse ancora ammettere vm tempio d' Iside, io osserverei (i) JabloDski Pantlteon 11, ao4, scg. (3) Herodotus II, i53. (3) Pap. Rom. U, liu. 18. (4) Ri-UTcns, Lillrcs a M. Letronnc III, 81, 84,87, ccc. Ancbc Del Valicano D, i3 trovi a»- sociali Sofomi xai nffi$. DI BERNAnoiNO PEYRON. II che moiti tempi! intitolavansi sacri a Serapide ed Iside, ma questa vi era solo nctpiSpYi , come nel Serapeo d'Alessanclria (i), cioe associata al Dio maggiore iicl suo tcmpio. Dal sin cpii dclto si raccoglic, clic nel Serapeo stavano i temjili di Serapide, di Esculopio, di Api , di Vulcano, di Anubi , e di Astarle; a questi aggiungansi le al)itazioni del sacri rainistri inassimi e minimi, poi i luoghi appropriati per le incul)azioni dei devoti d'Esculapio, (i- nalmcnle il ricinto d'Api ed i suoi pascoli, cosi s'inlenderi, che il Se- rapeo era un grosso borgo, e quasi nuova citti tulta sacra, che a Memfi si congiungeva , come sopra avvertimmo , per mezzo di un 5p6p.o?, ossia corso liancheggialo da sfingi. II Serapeo adunque or nolava il solo tempio di Serapide, ed ora I'intiero borgo composto di piii templi cease; me- ritamente pero godeva del predicato di Gramle. In queslo Serapeo stava mia /.OLXoy^ei. Infatti Toleraeo dovendo nelle suppliche segnare la sua qualita, sempre mat dice w vj '/.ixzoyii essere in XKTO^cn (3), Armai pure si qualifica come imo di quelli della y.aToy-h (3), ed Efestionc significa alia moglie Isia di essere in xoto^y] nel Se- rapeo di Memfi (4). Tal qualit;\ doveva essere meritoria , dacche Armai allega, che da anni cinque egli e in v.xio^^f, (5), e Tolemeo non pre- termette d'avverlire, ch'egli sta in v.oaoyri or da anni undici (6), ed ora da ben quindici anni (-7). Che anzi nell' implorare dal re una grazia lo prega di aver riguardo ai quindici anni da lui passali nella xotojiT/: (8). Che mai sara questa v.oaoyr, 1 II vocabolo y.ca^yr, etimologicamente si- gnifica detentio, la quale puo essere o di corpo, o di spirito. La diten- zione del corpo nota il falto, per cui una persona e traltenuta in un luogo, donde non si concede uscire, quindi Giacobbe (Tos; t},v luixzwog •/.oc:oyr,'J Xiinxpvg \) addoloravasi per la dUenzione di Simeone , che il fratello Giuseppe traltenne in Egitto (9). La ditenzione dello spirito (i) L'impcratorc GiuUaao ncU'epUtola li chiama lixieTm ■nkfitfOVMfm Sitfi.riiSoiUQ\ Serapeo d'Alcssandria. {1) P;.p. II, G, 9, 59. IV, 3, V, 3, XUI, -a, 7, XV, 33. (3) Pap. XV, 3. (4) Pap. XVllI, 9. (5) Pap. XV, 3. (6) Pap. V. 3, XIII, 4, XV. 34. (7) Pap. II, 7. (8) Pap. II, 11,1a. (9) loscphus Antiq. lud. II, 6, 5. 13 PAPIRI GHECI ecc. iiidica il falto, per cui la mente e comprcsa da uii'impiessionc , o da un'idea, talche da questa non si puo divagare : quindi vale inspiratio, af- flatus, inslinctus numinis , gli esempi non ne sono rari (i). Eppero il Reu- vens avcva dapprima pensato, che la '/.axoyh del Serapeo fosse I'ispira- zione d'una divinila, o d"un genio (a); sarebbe invero riuscito niirabile, che un tale stato durasse per anni cinque, undici, ed anclie quindici. Ma avvertito dal signer Letronne, die due Papiri Parigini danno ad in- tendere , che Tolcnieo non poteva usrire dal tempio, allora si persuase, che la '/.ocroyr, fosse la ditenzione nel tempio dei Jei'oduli, ossia del sacri seryi. Ben si appose ; solamenle il vocabolo vuol essere nobilitato , e I'idea temperala nei dovuli modi. La parola ditenzione non va disgiunta dall'idea d'una punizione, e d'una forza, che si fa ad allri. Or come mai ad un ditenuto sarebbesi accomandata la sopraintendenza delle Gemelle, e la procura generale dei loro interessi, siccome leggiamo, che venne connmessa a Tolemeo? Tolla la punizione e la forza, ri mane, che gl' individui entrasscro spon- tanci nella v^u-T/r, , e per un Gne religioso; eppero io penso, che lal ■vocabolo pienamente corrisponda al nostro clausura , che appunto nota una volontaria ditenzione sacra. Quanto allargav.insi i limiti del Serapeo, ossia deir intero borgo , altreltanto estendevansi quelli della Clausura. Ditlatlo Tolemeo nel Papiro Romano B dopo cssersi qualificato twv ovruv £11 y.a.royY^ ev rai (J.eyalat la.pameitM uno dei Claustvali del Gran Serapeo, narra, siccome add! 1 1 Faofi dell'anno xix egli stava nel tempio di ^starte, quando alcuni oltracotali si presentarono per estrarnelo a viva forza, e condurlo altrove; dunque il tempio d'Astarte era compreso nella Clau- sura , ed i Claustrali del Serapeo vcnivano destinati quando al servizio di questo , e quando di queU'altro tempio compreso nel recinto del Se- rapeo. A questo duplice significato del Serapeo non bado il Reuvens , il quale scmpre colloca la xaro^ri nel solo tempio di Serapide, ed al solo servizio di questo Dio crede, die fosse devoto Tolemeo coi pari suoi. Se la Clausura dicevasi y.curoy^ti , i Claustrali, che in essa vivevano , de- iiominavansi a7r£t)."/:p.f/.Ei^5! (3). (i) VcHi specialmentc Cupcri Obscrvat. HI, 12. (a) Rcuvfns, Leltres a Al. Letronne III, 85. (3) Pap. XVlll, i3, e Rom. J, 10. Di BnnNAnDi^o peyron. i3 Una Uil Glausura non pcrmeltcva a Tolemeo d'l traltare in M«;nnf] i suoi afTari e qiicUi ilellc GcincUe , qiiindi j>er lal Gne avcva egli nomi- nato il fralcUo Apollonio come suo agente gencrule (i); che se una volta rimise nelle mani di Serapione una nota, si fu perche qucsti erasi re— cato al Serapco, dove sacriGco (2). Inoltre in due Papiri Parigini To- lemeo parlando di una casa statagli usui'jiata , dine c\C ei non poleva uscire dal sacro luogo (3). Parimcnte Isia col Ggliuoletto aveva soirerto penuria e stenti, eppure non muove alcun lamento al marito Efeslione, perclie ei non avesse incontanente lasciata la clausura per \enire in McinG a dividere con lei le disgrazie (4). Per Ic quail cose pare, che ai Claustrali non fosse Iccito trapassare i coiiGni deila y.cc:o/r, , ossia del Serapeo. Tultavia vediarao, che molli ne uscirono, e che Efestione a- •vrehbe in certa occasione anch'cgli potulo recarsi a MemG (5). A che debbesi ascrivcre tal uscila? Ad una permissione avutane per a tempo, ovvero ad una lolale iiberazione? Forse polrei dare certa risposla a tal quistioue, se il Papiro xviii non fosse guaslo nelle linee 12 e i3, e se il vocabolo aTrsXsXviSoTog della linea 36 fosse sano; poiche parmi, che questi due luoghi accennasscro alia causa dell'uscita di qucsti (/.zidxii- [Mevoi . Delibo pertanto rivolgcrmi alle conghietture , die esporro dopo aver discorso chi fossero, e che si facessero nel Serapeo i Claustrali. Tolemeo, che visse nella clausura meglio di quindici anni, era pi-ivo di prole [Pap. II, 9], vi sopraiutendeva agli intcressi delle GemcUe ad- dette al sacro ministero nel Serapeo [Pap. ^'I, 4j 47]> ^ f^r ^'i poteva sacriGzii [Pap. II, 24], avea per suo sostituito Armai [Pap. Vatic. B, 1 5]. Bisognoso del neccssario [Pap. II, 12], e di alcuuo che lo soccor- resse [ ivi lo] riceveva il vitto dal fratello Apollonio abilante uella vi- cina MemG [Pap. V, 9, 22]; quindi egli adoperandosi, aflinche il ger- mano fosse ammesso nella milizia, supplicava ad un tempo, perche ve- nisse arruolato sotto la bandiera stanziata in MemG, donde avrebbe con- linuato a prestargli aiuto [ Pap. II, 20]. Efestione altro claustrale era ammoglialo con prole, e solamentc dopo esserc eutrato nella clausura ne diede parte alia sua famiglia [Pap. XVIII, 8, 9], dalla quale erasi (0 Pap. V, 9, .0. (a) Pap. V, 4, 5. (3) Rcuvcns Lcttrcs a M. Letronne, III, 85. (4) Pap. Will, c Rom. A. (5) Pap. XVIII, 15, i3, ao, So, e Rom. ^. 1 4 PAPIRI GRECI ECC. allontanato per isfuggire, siccome io avviso, alle tlomestiche strettczze; eppero anche poteailo rientrare nel seno tlella medcsiina atnava mcglio come il topo romito vivcrsi nel Serapco [l';'p. XVIII, c Rom. ^]. Quimli sono le leltere clella moglie Isia, e tlel fratello Dionigi, clie lo pregano di tornarsene a casa. Annai nella clausura viveva ili quanto tnendicaTa in cpiel sacro luogo [Pap. XV, 4], riccveva depositi di danaro, vi fa- ceva contratti [ivi]. Tatemi zitella, die appena toccava alia nubile eta, cainpava nel Serapco coi doni, ehe nelte collclle riceveva; per tal mezzo eila possedeva gia un talento e trecento dracme di rame [Pap. XV]. Erano aiich'essi clauslrali quegli scopatori e panattieri, clie oltraggia- rono Tolemeo [Pap. Vatic. jB]? Dubilo, che fossero faraigli infimi. Fi- nalmente un nuovo claustrale dei tempi d'Antonino ci viene indicate dalla seguente iscrizione , che senza i nostri Papiri sarebbe perpetua- mente rimasta un vero enigma. Ynip Bttxixovr,g zau euve^sartxroo Kvcov-poaopo^ AvTuvivou noTTivfoj 0 (fiko'7orfo; ZY^caoyTtit^z ''^^ xupoo ZxpxmSi nc.px rats NcU-cTcTiv, iu^ctiLSVog ccj^ritox,o«tojSos Avzuvivou. Tevzivtma y.o(t Baowa U/Tarci;. npo vmvmv oxTOj^^tooy. Pei' la conservazione del piissimo imperatore Antonino Papinio fdosofo , die fu nella clausura del Dio Serapidc presso le Dh'e Nemesl , avendo deslderato d ingrandire il loro tempio, consacro idle medesime Vaggiiuita casa, cosicche il tutto sia compreso nel sacro luogo delle Dee Nemesl. II luogo fu conceduto dalV imperatore Anlonino, essendo consoli Geiitiniano e Basso. Add! 6 ottohrc (i). Dunque regnando Antonino Caracalla, consoli Gentiniano [i fasti latini danno Genlianus ] e Basso, nell'anno 211 dell'era cristiana era ancora in vigore la clausura in tal Serapeo, che non si nomina, presso cui sorgeva un tempio alle Dee Ncmesi. Un filosofo , che vi ayeva passato qualche tempo, consacro una casa alle medesime Dive. Dalle particolarita sinqu\ riferitc possiamo raccogliere la seguente idea generale. Chiunque uomo fosse, 0 donna, celibe od ammogliato , con prole o privo di figli, poleva ascriversi fra i clauslrali del Serapco per impiegarvisi nci servigii dei suoi varii templi, e prender parte ai sacrifizii, che vi si facevano. Niuna provvisione o (1) QucslMscrizIoae ricavala da uu manoscritto Harleiano fu pubbllcata dal Chandler ncllc Imcriptiones jiiiliquae Oxornii-j-!\, jug. 9G. Vi si noti il verbo kyiMTOyio} vivere nella xaTOX", ossia clausura. DI DEnNAHDINO PETfRON 1 5 ricompensa ei ricevcva dal sacro luogo; mn o vlvendo del proprio vi spendeva eziandio Ic sue facolti in ouore degli Dei, ovvero privo di mezzi campava incndicaiido, o coi doni, chc raccoglieva dagli accor- renli, od anchc con quanto la famiglia gli inandava. Alcuni fra cssi in- caricavansi di tratlare gli alFari di persone nel medesimo Serapeo rac- chiuse; forse ne ricavavano qiialohe utile, giacclie quanto lucravano loro cedeva in plena proprieta. JN'oii csseudo ne sacerdoti massiini o minimi, e ncppur impicgati dairamministrazione del Serapeo , dalla quale venis- sero rimunerati, I'iiiiane, ch'cssi fossero devoti spontaneainente olTertisi agli Dei. Tal sorla di devoti chiamavansi Natinei, ossia Obluti , presso il po- polo Ebreo , e Jeroduli presso i Greci ; dico adunque , die a questa classe di sacri servi appartenevano Tolemeo ed i pari suoi. Che i sa- cerdoti d'Ammone possedessero servi lo intendiamo dai PapiriTorinesi(i); tornati a liberta dicevansi c/.Kr,\vj^zpwj.ivot liberali (2). Una Carite Jero- dula [ Xoipirn upoSovXstx ] ai tempi di Marco Aurelio Severe serviva nel tempio di Giove Sole Serapide presso la citta di Aix (3). Jeroduli erano addetti al tempio di Serapide nella Beozia (4), e siccome tal culto vi fu trasportato daU'Egitto, cosl i Jeroduli vi furono pure imitali. Che piii? Lo stesso Tolemeo, per attestato del Reuvens (5), in due Papiri anno- vera se medesimo fra i Jeroduli del Serapeo , scrivendo avS' wv t«v upodoul'j-j xKi T4)v «y TM{ {£(54)( noivzav on>zikaiJ.^Cf.yrii en recompense de ce que tu proteges les hierodules , et tons ceux qui sont dans le temple. Tralascio i sei mila Jeroduli del tempio di Comana (6), le molte Je- rodule, die devoti Siciliani e stranieri avevano per voto consecrate a Venere in Erice della Slcilia (ly), non che le altre mille sacre al tempio di Venerc in Corinto(8);e dico, che I'istituto dei Jeroduli e delle Je- rodulc, utile in altri templi della Grecia, tornava utilissimo nel Serapeo di Memfi, e di gran proGtto ai servi medesimi. (1) Pcyron P.^p. Taur. VUI, la, 17, IX, 11. (a) Ivi IX, i3. (3) Vcdi riscriziono presso Spon Miscellanea Eruditae Antiquit. p. Sag, e piu correlta presso MilliD Voyage an Midi de la France, torn. II, p. 200. (4) Bocckli Corpus Inscript. Graccar. n.° 1C08. (5) Rcuvcns Lcllrcs III, p. 85. (G) Strabonc XII, 53i. (7) Strabonc VI , 27a. (8) Strabone VIII, 378. l6 PAPIRl CRECI F.CC. Ed in vcro, oltrecchc i lenipli di jVstarte, di Auubi, di Vulcano, e la pusltira del bue Api abbisognavauo del ininislei'o di minimi servi, i soli Serapidc ed Esculapio bastavano ad ollVire impiego e luci'o a molli. Iinpei'ocche a qucste diviiiilii patrone della medlciua, e eiu'atrici dei morbi , accorrevauo frequenli da oyiii liiogo gli ainmalati. Quiiidi presso a Titorea non solaincnle sorgeva im teiiipio ad Esculapio, ma ancora Jicl suo recinto [ evTog roO nept^iXov ] stm>ano le abltazioni dei dis'oti suppli- caiiti, e dei sen i^h^i 17<^ (4) Bocckh loc. cit n.° 1707. Serie II. Tom. III. i8 PAPini cnEci ecc. tlcnominavansi Jeroiluli, la Jcrothilia era appeiia nominale. La vera Je- rodulia io la ravviso in olto iscrizioui Beole, nelle quali il padrone non vende , ma consacra il propria servo a Serapide [«veni5ri7t tov idiov doUlov ispov TO Ixpani] (i). Niiin prezzo vi sta menlovalo, giacclie il conlratlo non e di vendita; non vi si dice, che il servo doiiato ])ossa far quanliinquc gli aggrada, e andare dove giudichi; ma la sola condi- zione apposta in (jueste «vk3£7«(j consecrazioni vuole, che il servo of- ferto a Serapide continui nel servizio del padrone sino alia morle di questo. Sono adunque vere donazioni al Dio, che avraniio clletto alia morte del donatore. Per esse il servo non conseguiva la liberta, ma dal dominio del padrone passava a quello di Serapide. Bensi una di queste lapidi dice Atovuais; x«( Ylo.p'bvja. 1y.fia.7l rhv i^iav Hovl-nv 'EpjJMav ihv^lotxv Dionisio e Partena rilasciano libera la propria serva Ertnea., ma losto soggiunge Upa.v to lapdm per essere sacra a Serapide..^ sic- come sappiamo, che in Comana si della Cappadocia, come del Ponto, il gran pontefice era tsu 3' Upo\J xupts; y.od t»v UpoSovXuv Signore del tempio e dei Jeroduli (2), ma UpoSouluv juvpcog nlhv nu mnpocTKetv pa- v[t.vjCf.i [jsyvlc; Xciroupyta; rat 3c«t (5); nel tempio poi di Esculapio facevano ogni dl libazioni al Dio (6). Come retribuzione di tali uflizi ricevevano annualmente dal Serapeo una me- treta d'olio di Sesamo, ed un' altra d'olio di Ricino (7), ed anche ogni mese otto artabe d'olira, ossia otto pani al giorno (8) probabilmente (i) Slrabonc XII, 535, 558. (a) Lcvit. XXVII, 8. (3) ReuTcns III, gi. (4) Pap. Ill, 5. (5) Pap. Ill, :G. (6) Pap. XII (7) Pap. VI, 5. (8) p»p. xrv, 3. ao pxrini creci ecc. per servigii, che preslavano al bue Api (i). Dal tempio poi d'Escula- pio erano loro qiiotulianaraente assegnati tre pani colli (2). Erano esse Jerodiile? Siccoine Tolemeo vero Jerodulo nulla ricevcva tlal Scrapeo, parrebbe, che le Gemelle non dovessero annoverarsi fra le Jerodule, apjmnto perclic godevano d' annul assegiiamenli; lulUivia polendovi es- serc eccezione, amo meglio di sospendcre ogni giudizio. Fiiialmcnte Taue e Tay diceiulo, die dul itiese di Famenot deU'anno ri [di Evergele, e XVII di Filoinelore] nel qual mesc avwime il lutto, avevaiio sino a Me- sori dello stcsso anno riscossa per quel senieslre la provvisione dtUolio, Mia che dappoi nell'anno xviii, c xix nulla piu avevano ricevuto (3), bastnnleinenle accennano , che esse entrarono in ulTizio appuiito nel Famenot delTanno xvii di Filomctore, soltenlrando in vece di allre Ge- melle (4), le quali avovano trascuralo di far le libagioni e le liturgie ad Esculapio (5). Ma in quel mese cadde appunto il lutto cosl dello per anlononiasia, probabilmente penhe quello della morle di Api (()); do- vreino noi dunque dire, che I'ullizio delle Geuielle fosse lalmente con- nosso colla vita del sacro Bue, che, lui niorto, uscissero di scrvizio le Gemelle ed altre vi soUeulrassero? Contento d'aver notala la coincidenza, in'aslengo dal pronunziare. Dopo avere ragionato del Scrapeo, della clausura, dei claustrali, e delle Gemelle, accoslandomi aU'argoinento di tredici dei Papiri BriUm- nici (^), ai quali si aggiuiigono i due Vatlcani C, D, dico, che essi sono nulla piu, che suj^jjliihe indirilte ossia dalle Gemelle, ossia da Tolemeo a loro nome, per oUenere gli assegnamenti sovra indicati d'olio e di pane, i quali loro promessi non mai vennero soddisfatti negli anni rXviii, XIX e XX. Altri Papiri concernenli a questa stessa vertenza sono dal Reuvens citati come esislenli nei Musei di Leida e di Parigi; di essi avrei voluto giovarini, ma prudentemente non potei. Imperocche il dolto Olan- dese, sebbene abbia nella terza sua leltera impiegate ii4 pagine in 4-° nel discorrere sopra tutti i Papiri di Leida , accennando anche quelli (1) Vedi la mia nota al Pap. XIV, lin. ni. (a) Pap. Xn. (3) Pap. Ill, i3, 14, VI, i4, i5. (4) Pap. Ill, 10. (5) Pap. XII. (6) Pap. XU, Q , Xm, 28. {-) Sono il 111, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XUl, XIV, XV rovcscio. DI BERNAnDINO PEYKON. 3 1 di Parig'i, tuttavia non nc jniljhlu o il teslo, c neppure brani di quale In; rigiiarilo; il siio discorso poi haslo a dimostravini, ih'egli confuse le sup- pliclie date per I'olio con ([uelle presenlale per oUeiierc il pane, e tal confiisione, oltre ad altri sbagli, mi consiglio a non prestargli cieca fede. Eppero nell'esporre rargomenlo dei quindici Papiri teste indicati, io mi atterro a quesli soli, perclie di questi soli posscdo I'inliero teslo; quando poi i lesti di Leida e di Parigi saranno publilicali, potra allri inipingiiarc la parte storica di quesla vertenza, e collocare cronologicamente a lore luogo SI i Papiri, e si le operazioni, che ebbero luogo in quesla lunga ed inlralciata pratica. Papiri ragguardanti aWOlio doviito alle Gemelle. Due specie d'olio si leggono nominate, quella di KiV.i, e quella di i/is'au.oj; di ainendue giova preniellere qualclie nolizia. II vocabolo x('x( e Egiziano; infatli lu'odoto dice: iXetfazt Bk '/piwjiy.t AiyuTrriajy oi nipi tx ilex o'uiovxB^ , uko twv (7iX)r/.Dnpicov tcu y.c/.pnov , to x«- • XeCffi |U.cv AiyuiZTiot Kt'xj gli Egiziani abilanti presso le paludi si seivono di u?i unguento espresso dalfrutlo dei sillicipri, cliessi cluamano Cici (i). Quindi dopo aver parlato del modo, con cui se ne ricava I'olio, termina col dire, che queslo e grasso, utile per le lucerne quanlo rolio d'olii,'a, ma di un odore fuite e spiacevole. Ne allrimcnli Plinio : Proxitnum [o/t'/ioipn6g Ttg ijnstp6[j.cvog Iv dpyjpottg, £| ou Aatov areo^Xi'^cTat , dg fxev Xu;(vov rofj aso xr,; x^P'^^ t«' iv^pdut ■ xal yjvai^i il cici , frutto che si semina nei cam pi , da cui si esprime itn olio , del quale qiuisi tutti gli indigeni si servono per le lucerne , ma per ungersi se ne valgono solamente i piu povcri ed injimi operai si uo- mini che donne (2). Dalle quali leslimonianze si raccoglie , clie il Ki'xt, voce Egiziaiia jiassala uella lingua Ebraica coUa forma 7"I'P'P Kikaion (3), e il noslro Riciiio. Utile (ler anlcrc e per le unzioni si distribuiva per tal fine alle Genielle, considerate pero come plebe; volgare e vilissimo valeva la meta dell' olio di Sesamo, talche una tnisura di Sesamo con- Iraccarabiavasi contro due misure d'olio di Ricino (4). Come i Babilonesi servivansi del solo olio di Sesamo nei cibi (5), cosi pure gli Egiziani, presso cui I'divo si raro inconlravasi (6), che Platone dalla vendita del suo olio di oliva in Egitto tanto ricavo da pa- gare le spese del viaggio (7). Una metreta d'olio di Sesamo, ed ua'altra d'olio di Ricino era an- nualmenle assegnata dal regio erario alle Gemelle [ Pap. VI. 5 ] pri saci-o ministero, che esse nei Serapeo coinpivano pel re [Pap. IK. 5]. L'olio era loro stato misurato per I'ultimo semestre deU'anno vi di Eyer- gete, ossia deU'anno xvn di Filometore [Pap. III. i3, VI. i4]; dopo quel tempo nulla avevano piu riscosso. Per ottenere questo loro credit© fu- rono scritti i Papiri Britannici ni, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI. Se non che contengono due pratiche distinte ; gli uni tendono a riscuo- lere il cretVito dell' olio per gH anni xvni e xix, e gli altri quello per I'anno xx. II Reuvens, che omise questa importante distinzione, ingom- bro di molte tenebre la storia cronologica de'suoi Papiri; io pertanto la distinguero in due articoli. (1) Bochart Hicroz. Pars 11, lib. H, cap. ^.\. (q) Slrabonc XVII, 8*4. (3) Junas IV, G, ctl i comincntijtori a q. 1. (4) Pap. VI 33, 3G. (5) Eroduto I, ig3. (6] Larcbcr nota ad Erodolo U, Sq. (7} Plutarco ia SoIod. p. -jcj , £. DI BERNAnniKO PEYIION. a3 Pratica dclle Gemelle per ottenere folio loro dovuto per gU atmi xviii e \ix. Le Gemelle sul fioire cleH'anno xix prescntarono una supplica al re per riscuotere il loro credilo degli anni xviii e xix [V, 5, VI, 32] no- ininaiulo per lore agenle Demetrio figlio di Soso Crctese [VI, ag, 5o]. Esamiuata la suj)plica, il Re a piedi clella mcdesiiiia ajjpose il scgucnte rescritto : se pur prima lo ricevevaiio , anclie ora si dia [ VI, 23 ]. Munila di tal rescritto la supplica fu mandata ad Asclepiade Ammi- nislralorc [^'I, 42], il quale la rinvio a Seraj)ioue Vice-ainmiDistralore [VI, 44, IV, 7]. Ill queslo mezzo, cioe nel Mesori deU'aniio xjx, Serapione venne al Serapeo, dove sacrifico; e Tolemeo sopraintendcnlc delle Gemelle gU porse una sup|)lica delle medesime , che e il Papuro III in un col I'Cgio rcs;ritto [VI, 4—8]. 'Serapione gli diede huone parole [V, 8]; e Tolemeo domiciliate nella clausura del Serapco gli signiGcb, ch'ei nominava il fratello ApoUonio a suo agcnte per sollecilar questo allare [V, q — lo]. Serapione altera domauda al ControUore Dorione un rapporlo su tal affare [IV, 8, 9, VI, 12, i3]. Dorione fa il suo rapporto [ VI, \a, 46] altcslando qual fosse ;la prov- visione stata nei registri dei tcmpli allegata alle Gemelle [ IX, 5 ]. Tal rapporto e rimesso a Serapione in Toleinaide dal fi'atcllo Apol lonio il di i Faofi dell'anno xx [IV, ii-^i5]. Serapione risponde ad Apollonio, che giunlo in Meuifi si occuperebhe di quesla verienza [IV, 16]. Tolemeo sul finir di Faofi di quell'anno xx da una nuova su])plica a Serapione, ricordandogli la promessa fatta ad Apollonio, e pregandolo di dar compimenlo all' afiare. La supplica e il Papiro IV, ed e citala nel Papiro VI, i, 48. Serapione pochi giorni dopo , addi 2 Atir , invia quesla supplica a Mennide Curatore dei templi coUa seguente sotloscritta: affinche fuccia inquisizioue di f/uanto comuen dare [IV, 25, 26, V, i3, i4]- Mennide addi 3 Atir invia ai suoi Scribi, ossia scgrelarii, la supplica colla precedente sottoscritta, apponendovi Tordine seguente: ^gli Scribi. Fatta inquisizione , riferite [IV, 27, V, 16, 17 ]. 34 PAPini CnFXI ECC. Gli Scribi riferiscono, clic convien dare quanlo Ic Genielle cloman- ilano (V, 17, 18). Mennide, avuti quesli rapporti, dice di dovere riferirc il tiiUo a Se- lapioue [V, 19]. Ma Tolemeo impazienle da nuova supplica a Scrapione iiarrando le cose sin qui operate ^e lo prega acciocclie deterniiai Mennide a terminar ralTare. La suppliia e il Papiro V, ed e citala nel Papiro VI, 2, 47? 48- Quesia suppUca e nuovamente mandata a Mennide [VI, 6, 7, 49 ]i il quale la rimclle ai suoi Scribi [VI, 7, 8]. Questi gli significano, che una supplica per tal vertenza era stata pre- sentata al re [VI, 8, 9]. Apollonio avendo cio risaputo riproduce copia di tal supplica col regio rescrilto. Dorione il ControUore nuovamente riconferma quanto nel prlmo suo rapporfo aveva attestato [VI, 12 — 30]. Allora Mennide fa il suo rapporto favorevole per le Gemelle [VI, 20 25]. E Serapione ordiua, che si eseguisca la cosa secondo il rapporto [VI, 26]. Per tal ordine Mennide scrive a Teone addi 17 Atir, che comandi sieno misurate le due nielrete si di Sesamo, che di Ricino, per gli anni xvni e XIX a Demetrio Cglio di Soso delegato dalle Gemelle [VI, 40— 55]. Eppero Teone scrive a Dionisio Preposto alia canova dell'olio [Vlll, 3] comandandogli di misurare a Demetrio figlio di Soso , delegato dalle Gemelle, metrete due di olio di Sesamo, ed altretlante di Ricino per gli anni xviii e xix [VI, 27 — Sg]. Finalmente addi aS Atir, Demetrio di Soso fa quitanza a Dionisio, ed Asclepiade preposti alia canova deU'olio per aver ricevuto due me- trete d'olio di Sesamo per conto delie Gemelle [VIII, i — 5]. Rimanevano ancora da rilirarsi le due metrete di olio di Ricino. Per tal fine trovo un ordine [VII, 1-:-'], VIII, 6 — 12] di misurare a Cratero fattore di Dorione banchiere per conto delle Gemelle !e due metrete di Ricino. Tal ordine e dello stesso di 25 Atir. DI BEnNAIVDINO PEYRON. 2i) Pratica delle Gemelle per otlenere V Olio loro doviito per I'anno xx. Le Gemelle danno una supplica al Re chiedentlo I'olio loro dovulo per I'auno xx, cil il Re appoiie alia supplica il seguente rescritlo At/.Ic- nticdti. emijyts'pucr^at . ei nai npoxepov eOxtfocj nxt vuv tJwsfraj L. •/. SwyS ;. ^d j4sck'piade. Fa inqiUsizione. Se pur prima lo riceverono , anche era si dia. Anno xx Tojt 6. [Reuvens III, 94]. Asclepiade Amministratore manda tal supplica col resci-itto a Serapione Vice-amminislratore, apponendovi quest' ordine : lapaTrtwvi . jKio-zsiiaajai L. X. (jsatjofj X. A Serapione. Fa inquisizione, anno xx Faofi 20 (Reu- vens III, 94]- Serapione commette a Dorione Control lore di fargli un rapporto. Dorione addi 34 Coiac ia il seguente rapporto: Nel libra delle cose raggiiardanti ai templi sta registrato , che alle Gemelle addette al gran Serapeo si dii il seguente assegnamento , di olio di Sesamo un Coo fed mesej, e cost una metreta alCantio. Per fanno xx poi non vha nian- dato alcuno [IX, 5 — 13]. Avuto tal rapporto Serapione addi "j Tybi cosi interrogo i suoi Scribi: NelVanno xix che cosa ricevettero ? Riferite [ IX , 14, 1 5 ] . Gli Scribi di Serapione s' indirizzano ad Areo, che doveva assistere quando si misurava I'olio ["VIII, 9], e cosi add! 9 Tybi lo inlerrogauo; Ad Areo. Se alcuna cosa ricevettero nell'anno xix riferisci [IX, iG — 18]. Areo risponde : NelVanno xix nulla fu distribuito , ma nel mese di Atir dell' anno xx esportarono quanta loro spetUwa per V anno xriii c pel XIX , cioe due mctrete dolio. Gli Scribi di Serapione, ricevuta tal risposta d'Areo, cosi riferirono al loro capo: Nell'anno xix nulla fu distribidto, ma in Atir deWanno ax furona loro prowedute le due metrete d' olio di Sesamo loro spettand pel' gli anni Xi'iii e xix [X, 5 — 7]. E Serapione in margine a tal rapporto scrive addi i'] Tybi: Come mai awenne , che nelVanno xriit abbiano riscosso C assegnamento dell' anna X/X ? f^oglio saperlo [VI, 56 — 59, X, 8, 9]. Gli Scribi di Serapione allora inaiidano tal quesito a Mennidc scri- vendo : A Mennide. Presa cognizione , riferisci [ X , 9 , 10]. .Mennidc add! 32 Tybi risponde a Serapione con una leltcra, che e Serie II. Tom. III. 4 36 PAPIRI CnECI ECC. il Papiro X, iicllu quale conchiudc dicendo, die sccondo gli ordini dello stesso Scrapionc in seguito alia supplica presenlata al Re per gli auni XVIII e xix furono distribuite alle Gemelle le due metrete d'olio di Sesamo, avendo 11 ControUore Dorione fatto rapporto, clie loro spet- lavano [X, lo — 14]. In tulta questa pvatica Serapione cbbe ad avvedersi, chc il corso de- gli affari veniva impedito e lurbato dai minori impiegati delle segrcterie, ai cpiali divolgandosi singoli gU affari, che dal solo Mennide dovevano conoscersi, quesli sollVivano poi ostacoli per la malizia degli Scribi me- desimi. Eppero Serapione con una sua postilla avvcrte Mennide , chc dovendo egli far un rapporto, chiami presso se lo Scriba [X, i5 — 19, XI, 12-17]. Le Gemelle, risaputo questo, indirizzano a Serapione nuova supplica, che e il Papiro XI, nella quale citando la postilla di lui si lagnano an- ch'esse delle dilazioni derivanti dalla petulanza degli Scribi , e dope avere esposto, rhe ne Apollonio, ne Demetrio possono piu soUecitare in Memfi la spedizionc dei loro allari, si rimettono alia sua soUecitudine, rhe implorano, affinche ponga fine a questa vertenza, Pralica delle Gemelle per ottenere le otto artabc (T Olira mensuali loro dovute dal Serapeo. Le Gemelle dovevano riccvere dal Serapeo otto artabe d'olira al mese per le sacre funzioni, che vi corapievano probabilinente presso il bue Api [XIV, 3]. Qucste non essendo mai state pagate, le Gemelle sup- plicarono il Re, il grande Artabaio, e piii volte Serapione Vice-ammi- nistratore per venir soddisfatte del loro credito [Vatic. C, 17, 18]; uominai'ono eziandio un ageule presso Serapione , aflinche soUecitasse TaHarc [ivi, 18, 19]. Fraile suppliche a me note la prima e qnella del Vaticano D, scritta verso la inela dell'anno xx, in cui Tolemeo pretendeva artabe 80 d'olira come credito residuo degli anni xvin e xix. Succedc I'altra del Vaticano C scritta sul finire dell'anno xx, nella quale, computando quest'anno vigesimo, il credito si fa ascendere a iCo artabc. A questo stesso tempo apparliene il Papiro Britannlco XIII , in cui Di behnardino peyron. 37 pure si domandano 160 artabe. II rovescio del Papiro XV concorda col XIII, sc alcune varianti si eccettuiiio. II Papiro XIV conliene il vero conto di liquidazionc di tal crcdilo; e posteriore al 10 di Choiac deU'anno xx. Pratica delle Gemelle per ottenere i tre pani quotidiani loro doviUi dal tempio d' Esculapio Le Gemelle dovevano ricevere dal tempio di Esculapio tre pani colti ogni giorno, come retribuzione delle liturgic, clie esse facevano al Dio. Ma le Gemelle die precederono Taue e Tay, non soddisfacendo \yiv a (£uesto dovere, il Bifolco d'Osorapi, ossia del Bue Api, prese egli a compiere questi riti, e quiudi a qualclie tempo domando, clie a lui, e lion piu alle Gemelle, fossero dali i pani per tal servigio assegnati. La sentenza fu favorevole al Bifolco [Pap. XII, 1 — 17]. Nel mese di Famenot deU'anno xvii di Filometore avvenne il lulto, ossia la mortc d'Api [ivi, 2]; il Bifolco non avendo piu Bue da guardare, parli e cesso dal far la li- turgia [ivi, 17, 18]. Allora pure alle antiche sottentrarono le nuove Ge- melle Taue e Tay, le quali tosto ripigliarono a compiere i sacri rili ad Esculapio, e poscia, come loro parve il tempo, domandai-ono, che fos- sero nuovamente loro conceduti i tre pani d'ogui giorno. Primamente avranno indiritta una supplica al Re ed alia Regina per essere i-eintegrate nel loro diritlo; e forse il Papiro XII ne e un brano. II regie rescritto indirizzato a Serapione ordino, che fosse dato alle Gemelle quanto loro spettava [XII, 28]. Non trovai altri Papiri relativi a questa vertenza. Posta tal divisione in quattro classi, senza cui i Papiri riuscirebbero inintelligibili , omai passo ad illustrare con note quanto rimane degno di considerazione. PAPIRO II. nrohnKio; ylxjAioj /uiaxeJav t*;^ eni-/ovr4; tuv iv. roy j;/5Kx).cO-5XtT5u Tou npotpYifjiSvoii fjtsy rtxrpo; yXauxtou ovro; ficv tuv £V tu! r.py.yXto TioXinjj cnj]r/ivuv xaTotxwv toutsu 5s fJi£TaX)a|avT05 rov (Sjoi; a8 PAPIRI CRECI ECC. vj zac Tzpag [isnao L xo --jj^t (3 ffUTparut r/;; na^sa ruy 'jpof.tx[xcc:z'j>v avatpcpag nxvTiypafov vnozsrcayjxnev 55 OTTWj Tiotv;; xa- aura napx Twi/ yi'a/.t /:ji«T£4)y dovTog £VT£u?(y tu! ^xijilei y.oit ~ci ^xmhaxt moleixv.iog ylavmoo juaxE^ovo; 5( r,g iypa^et etvai ev x«to;(V3 £v tu tt^o; iJ^fj.^u jxeyalm 60 aa.pa.muo'ai L u x«t vi^iou a/tsXXuvttv Tov a^EXfov auTou npaa^-u^xt ng r/;v df^tXaou (jr,[XECf.v x«t sxjsivKt auTMj co-sv xat aurot l(x[x^oii/:iV7iv xat £!;Tcy|£«s f/^u OTi/5 ;(py;fx«Ti(7fji.ov TTSc/jo-a: kvsvcVXE!!/ 5c 65 Ttoffsv Eorai stac^oSv] Z x5 /'''^X ''•= Toug £1* zr,i ixsixfit emyovau; Tzpcssi) 1 im <[ pv y.a.1 Ttup'M S •/ «p tav -iUia^Sui nvpav \ « TOJ 5c ).5t7t5u tv;; apra^r.g ■< /9 emypcfet 5c|t).«5u xaj Seovs; npoazerc/^c/.t 'JO Sc oig a'j yvjr,-:cu v.y.i ts «75V[0> £x ■< p ia'^h-jvi raura; f^c^EVci ayrsv r.pozyyvjziy^r, 8i diozt 07 «v r^.pfj7-.v.y/jiim -.Chig 7« uuzut ?a»p4)v <^a "5j 5c ).S!7:5v nis otprcx^r,; £x •< p 75 xai «),),« £7TiZ( xMsrt 3o PAPIRI GRECI ECC. npo(Tre-:[oi.y](iriv £V£X^v5 $e rcr/fXK L xJ ry^j 3 Effso "^iypamot. noutv Seyi7ioi» 80 ypocfr,vixi ffuoT(9«T(V)f ypxHUocTiict xarraxo)>ou3{y To«; npo7reTixyiJ.£votg emypa'^at $s ocvtoit p^u.oKv x«(J 1701 Jtaffa^i^o-aj 85 ona; x«t Ji« tuv mix^oXav axoXou^MS TO(j yp!XjX[xa.T£U7eiv enimc^x [isvov av£V£7X£ty 90 T«s ffa|5a Tsu Sniirirptou tov apxtipi'ji'Ji T« £;:(fjt.£X£Ty!t 100 x«( p.i«v T4) Gxpctrctyf^i -noii^a-Ji^i a7i£5'j>'/.a. a-jToi; t5'j x5 i T!j|3t x£ L xJ 3mu3 a7r£5«X5: to /3«OTX£t x«i njt P«7(X£5-5-fli evTBvS,iv y.v.t £Xo lit.i'7a.p:r,v mxpa. TOUT uppiTZuvog v-ai urinviAix £t; TO yloyiraipivj Sio^/.o'jptSr^ rut ypa[i. T£( xa« dtojxou(9(j£( /^atp-fiixavt x«i DI DERNARDINO PEYRON. 3 1 1 1 o yjxtptiiavt anoWuSupai xv.t £17 $07tv noui ctg ).v;y tv5 zg x«j moixiaaijx rx npo? nv luHouiv nporcxyiJiixxrx $vo « ir,ixY,Tptai Kxi d diOTMulptSlu x«i napx 5r,ixr,-:ptoi) ii5 Tou apyj7Uij.aTXfv[lx-/.]og kv.i ■^px^j.^xxu t4)[v] 5ijvaix£c>>v £}io^i(7XiJ.riV ennolxg 5 [j!ji]f«i; no(7jJ«vi«t (TTpxzriyat y.xt a xnfJMvtat Ta apjBinBpzxYiV v.ai x Y.xlli'jrpx^m Ti)( ypxixixxTH y.xi a 120 [5'i]o(7X5uJc( T!ov ^tXcoy xaj ^(0!xy;r»;( [a':]c5o3*) TO npoarcxyix(ix xstt r/jy £?r(5- fmoToXrjv s^oSri £«; xvxyva7iv rut ^tot xwTrjj x«t VMiJ.i;v £xofji((Tafji.v;v £S(/i£VY;t x«t \t.ix%viyv.x npog (ctJmjswv tov oryriu teXv;^ x«( ;r«|9 ayrou ftsrcyfyxa yiXs^s i/4)( x«( 7:«f) ayroy /u£Trv£x« apw/jiwvj xat 7:st/3 «y-5y XyxM XKt rywov notsi i3o x«{ fji£r/;y£xxa £i; to £rt!Xo'/£[ffTri]p{o'./ T«j axpxmavt nxp xuzou eufiiui x«t nxp xurou ^ap'Mi y.xi Tvnov notBt xxt nxXiv axpxnifsyvi x«( iu^km y.xi ypxtpct vtKxvopst 1 35 xai £(T£Jo3v9 £i; xvxyvi^viv rui dioiMru KXt I'MixtTxiiriv £ff(fji£vy,t xat fj(.£r/;v£7x« (Ta|9a7:iiv)vt y.xt yoxfti ■■jiv.xvapit TW! ETztfj.ilxrri x«( [J.ix'j Ti)< 7ti(n5'jiyiv. i4o Twi (rrpxrcyoic Tsy fA£inf£tToy Inscrizione al principio del Papiro. L x5 34)uS "^ £;rcTO(Joxx Ty,v svtcv |!V Tut f^jxr:i\n x«( 33 PAPini GRECI ECC. Sul dorso F'ersione. Al Re Tolemco, cd alia Regina Cleopatra sua sorella, Dei Filometori, salute. Toleineo figlio di Glaucia, Macedone, della Epigonia del Nomo Era- cleopolite. L'anzidetto mio padre Glaucia, uno dei Cognati doiniciliati nel Nomo Eracleopolite, esseiado morto nei tempi della turbolenza , lascio me ed Apollonio mio minor fratelio. Or awiene, che io mi trovi in clausura nel gran Serapeo presso Memfi da anni quindici , ed avendo io bisogno, che il detto fratelio sia nominato nella milizia, per essere io privo di prole , afllnchc io trovandomi in clausura possa per mezzo di lui de- corosamente vivere, ed avere soccorso, suppUco Voi Massimi Dei Fi- lometori, accio die Voi avendo riguardo agli anni sovrascritti, e con- siderando che io sono affatto sprovveduto del uecessario , vogliate a me, che presento cpiesto secondo ricorso a Voi Dei Massimi soccorritori , concedere 1' indicato posto nella milizia a favore del fratelio , ova Io giudichiate, e rendenni parlecipe di qiiella protezione , che mostrate verso tutti i consimili devoli al Dio, scrivere a chi spetta di ricevere il predetto mio fratelio Apollonio nella Bandiera di Desilao , che ha il luogo assegnato in Memfi , e decretargli razioni e soldo , quanto essi [i soldati di Desilao] ricevono; affinche vivendo con decoro io possa compiere i sacrifizi per voi, e pei Ggli, prcgando che voi per sempre signoreggiate quanto paese il sole vede. Cio futto, io per mezzo vostro avro ottcnuta la vita pel tempo sempiterno. State sani. Fate, e riferile quanto sai'a. II decreto per la Trasmissione. Anno xwv Tybi ig [ma emenda g ]. Escguite le cose cntroscritte. Spetta a [ te ] Deesi Io scrivere a Sostrato Scriba di conformarsi agli ordini , scrivere a lui il luogo, e dartenc quiadi ragguaglio, affinche per mezzo dellc tesscrc siagli reso il conto conformemente. ni BEnNARDISO PEYRON. 33 A Demctrio. lUcevi Apollonio INIacedonc nella Bandiera tli Desilao stanziata in Mem6 , ed assegna a lui, come conviensi , quanto ricevono pur gli altri , cioe dracme' i5o, e di granaglie artabc irc, delle quali artaba una di granaglie, ed il prezzo in dracme cento. Anno xtiv Tybi 20. Agli Scrihi. Conformatcvi. Anno xviv Tybi 12. Iscrizione 12. Demetrio a Diosoude salute. Abbiamo soggiunta copia dcUa lettera scritta a Sostrato Scriba, affinche vi ti conformi. Sta sano. Anno xxiv, Tybi 14. A Sostrato. Abbiamo soggiunta copia della Relazione fatta dagli Scribi, aflinche tu operi secondo le parole degli Scribi. Tolemeo figlio di Glaucia Macedone avendo indiritta una supplica al Re ed alia Regina, in cui esponeva essere lui in clausura nel gran Se- rapco presso Memfi da anni quindici , e prcgava clie Apollonio suo fra- tello fosse ricevuto nella Bandiera di Desilao , e fossegli assegnato quanto essi [ i soldali ] ricevono. La supplica poi avendo per rescrilto regio = Fate, e riferite quanto sari = Ci fu addl 26 Choiac deiranno xxiv trasmesso I'ordine , che gli Epigoni in Memfi ricevnno in ragione di dracme i5o, e di granaglie artabe tre, delle quali si pongano [in natura] di granaglie artaba una, e pel resto dracme cento caduna artaba. Per aggiunta di Desilao e di Teone fu ordinalo,che a quanti godessero an- che di un caposoldo di frumento, esso fosse pagato in ragione di dracme cento. Queste luttavia a niuno di essi furono pagate. Per la qual cosa, in sino a che sia prescritto , poni la sua proyvisione di un' artaba di frumento , e pel rimanenle in ragione di dracme cento per artaba , ed il resto [ cioe il soldo ] sara come ho or Jinato. II decreto per la Tras- missione fu portato I'anno xxiv , Tybi g [nel modo seguente]. Ese- guite le cose entroscritte. Spetta a [ te ] Deesi lo scrivere a Sostrato Scriba di conformarsi agli ordini, scrivere a lui il luogo, e dartene quindi ragguaglio , aflinche per mezzo delle tessere siagli reso il conto confor- memente. Agli Scribi. Previa cognizione , riferite. Da Demetrio Capitano della Guardia del Corpo, c Scriba delle truppe [ricevei] quatlro lettere, una per Posidonlo Stratego, ed una per Ara- monio Arci-viceministro , una per Callistrato Scriba , ed una per Dio- scude Amministratore, le consegnai ad essi addl 19 Tybi, anno xxiv. Da Dioscude Amministratore [ricevei] due lettere, una per Do- Serie II. Tom. III. 5 34 PArini CRECi ecc. rioue Curalore, cd una per lo Slratego Posidonio , Ic consegnai ad essi I'anno xx.iv addi aS Tybi. L'aiino XXIV nel mesc di Toyt io prcsenlai al Re ed alia Regiiia una supplica, c [ la ] riebbi da lui, e la rlinisi a Demelrio niunila del si- gillo , quindi riavutala da Demeti'io la porlai ollre a questo ad Ari'lstone, e la comunicai in ragionerla a Dioscuride Scriba, da Dioscuride a Che- rcmone, e da Clierenioue ad Apollodoro, e [ questi ] vi appose la Tras- missioiie del 36 [ di GlioiacJ. Poscia ricevei due ordiui secondo la Ti-asmissione, I'uno per Demetrio e Taltro per Dioscuride; quindi da Demelrio Capitano della Guardia del Corpo e Scril)a delle Truppe ri- cevei quattro leUere, una per Posidonio Stratego, una per Ammonio Arci-viccministro, una per Callistrato Scriba , ed una per Dioscude degli Ainjci ed Ammiuistralore. [AUora] fu fatlo il decreto, e la lettera fu data a leggere airAmininislratore , e portai il decrelo a Tolcmeo Scrit- tore dei Mcmoriali, e la letlera la portai ad Epiinene, e la comunicai ad Isidore Voloutario, e da lui la comunicai a Filosseno, da esso ad Artemone, da questo a Lico, e vi appose il bollo; donde la comunicai alia Ragioneria a Sarapione, da esso ad Eubio, da questo a Dorione, c vi appose il bollo; quindi di bel nuovo [la portai] a Sarapione, ed Eubio, ed [ ei ] scrisse a Nicanore. Quindi t'u data a leggere aU'Amministratore, e la portai ad Epimene, e la comunicai a Sarapione, ed [ ei ] sci'isse a Nicanore, e scrisse due lettere, una a Dorione il Curatoi'e, ed una a Posidonio Stratego del Nomo Memfita. Scritto al principio del Papiro. Anno XXIV, addl 2 Toyt presentai la supplica al Re ed alia Regina. Sul dorso. Ad Apollonio Rescritto Regio. Note al Papiro II. Lin. 2 ETTiysv/; j] - Dell' iniyovh parlero piu sotto alia lin. 43- Lin. 5 r/3S rapu/;r,'j Leggi -ccf.pcc/rig. Sotlo questo nome deesi probabil- mente intendere la sconfitta toccata da Filometore nell'anno undecimo ni BF-nNAnniNo peyhon. 35 del suo regno, la quale avcndo dala Memfi e gran parte dell' Kgitto in inino del vincitore Aiuioto prodiisse Uubolenze, e la divisione del re- gno fra i due fratclli Filomelore ed Evcrgete. Lin. 8 nepinotwat] Anche presso Polibio ntpmomv zvA ^nprz-c/iM , od apyiv vale dure ad unn il grado di capitano, ovvero una carica vcdi Polibio IV, 82, G, XX, 6, 3. Ivi vrpccum] PiCi sotto lin. i5 scrivesi arpcaetag. Non c cjuesto il caso di distinguere accuratamente tra <7zpare{«, e (rrpoatd ma bensl di notare siccome qui ha lo strano significato di posto nella milizia. Lin. TO «yT5u ^{cy(7x-/;.aov£:y ] Invece di Evr/jiiiovuv St' uvto^j. II verbo Stiv«v«51/ dicesi di clii per decreto assegna, o realmente paga e sborsa lo stipendio. Nello stesso senso si incontra pii sotto lin. 42, 62, 70, e Papiro III, 7, non clie presso Polibio XIII, 2,3, 6'^aviov iSJ^ms 6 fixmhh; auru SmapLvxiov il re gli assegno per decreto uno stipendio di died mine. Lin. 33 ixizpr^tmrn] Questa voce comprende quanto in natura si mi- suram al soldato, e noi diremmo razione ; Vi^orjiov da o^sv ed wiotxy.t nota la paga in danaro, e noi cliiamiamo soldo. Lin. 3i KOfcvca] Questo e il rescritto del Re, clic piu sotto lin. 64 e denominato xP'^^p.^y- 17(10;. Soglionsi nei rescritti usare gli infiniti, che sono retti dal verbo xshia sottointeso. Col verbo TOiijjzt ordinava il Re di eseguire la domauda indiritlagli nella supplica ; coll' ccveviyKEiv ordi- nava, che i ministri subalterni facessero rapporlo delle razioni, e del soldo da concedersi al uu'ovo soldato. Lin. 32 £(!rJo«v] Chi consult! Ic linee 77, no, 122, non potri du- bitare, che questa linea dcbba sintatticamente separarsi dalla precedente, e cominci un nuovo rescritto divcrso dal regio. Ma die mai si-nifica' 3G PAPIRt GRECI ECC. il vocabolo £(VJotjs? Per dichiararlo debbo alquanto minutamente riferire un brano dell' eplstola d'Aristea a Filocrate, ch'io reputo aiitentica. 11 Re Tolciuco Filadelfo , scrive Ai-istea, avendo acconsentito che tutli i Giudei scliiavi nell' E^ilto Ibssero a spese dell'erario riscallali e tornati a libcrla, voile, che tal sua volonti si promulgasse con edillo [U^etvut rpoTcor/jxa] , del quale Aristea riforisce il teslo. Quindi prosegue: da^o^ivtss $i xoij izpoTToiyixazo; o::uj xvor/va^f, tm ^X7tlu ed io traduco Veditlo essendo stato trasmesso compilato dal Ministro per essere letto al Be, questi nella sua muiiificenza vi aggiunse alcuue parole, che contenevano nuovi favori pei Giudei. Fatta tale aggiunla al teste compilato dal Ministro , ed approval© reditto dal Re, questi tov AriuMfpiov luiXeviycV ui^owcti nepi Tfig Twv 'louJaVzwv ^t^liav avTr/pafUg • noivrx yap $tx npaazayixclTc^v xal lJ.£yK)xg aiTf«Xci'«j Tsr; ^xmlium zovroig Siuncho ... Siomp x«( r« x/ig duSovea;, x«{ m Twv imrtoluv avxiypa'^oc KcnantyupiKX ... Teg $£ d<7^6 J e vcnncro dopo i 5ia5oy_,t; cp.indi ii primo Tolcmeo, che dopo a mortc d'Alessandro regno suU'Egilto, f« il o\«J,/.5j, i Tolemei di 1". successor, furono gli imyovot. Infatli Sirabone scrive, che, morto Alessandro, d; nUov; roh; o\«o\-|«^sVouj, k«1 rsu; intyivov? to^to^v [xip.^shoc r, /ly-v/cvc^ rrTj 'A^iW ^nli^n I'impero dcU'Asia si sciolse dividendosi fra molt. D.adochi, ed i lore Epigoni (.). Parimente Eraclcote detlu una stor.a mpt 'AX£|«vo>ov, x«l rii; StuU^^^, , xal rdi. Imyiv^^j , egli infatti condusse la sua narrazione sine aj terzo Tolemeo (2); laddoye Gerolamo Ca.-d.ano, ,1 cp.ale comincib la sua storia da Filadelfo, la intitolo r! 7:,o\ T«v enr/iv^, npuy,,y.,,la (3). Venendo ora al signif.cato di nuesti due voeaboh applieati alia milizia, dieo, ehe Alessand.o avendo dall' India r.mandat. a easa quanli Maeedoni per eti, o per xnalattie sentiransi inetl. alia guei-.-a , e sommavano a dieci mila (4), comando ad Antipa- tro d,«ooxoug r.r- ur.,n.^n.p.i,oi, c^yu, W«xs^o'y«s rdiv iy.^.^,r^, di con- durgli altriMacedoni fiorenii per forza ed eta, i qtu^li surrogassero i runandati (5). Lo stesso Ar.iano, che ci conserv6 cjuesta preziosa no- t.z.a, r.fenva eziandio, che i Salrapi s\ quelli dcllc citti recentemcnte fondate, come gli altri delle provincie assogge.tate, vennero a S..sa conducendo trenta mila giovani gia puLeri, e della medesima eti, adorni delle arm, Maccdoniche, e nell'arte militare esercitati alia maniera de' Alacedon.; a costoro Alessand.-o pose il no.ne di ^rrr/ov., (6). Pertanto • ff<«o=x«« c.-ano Macedoni, che dicde.-o il ca.nblo ad altri Macedoni con- gedati; e gli ^niyov^, erano ba.bari armati e disciplinali alia fo-ia de' Macedo..i. Eppero non v'ha dubbio, che nella gerarchia militare i L^o.,. lossero dapp.i degli iniyo^ou Diviso poi Timpero dopo la morte d'Ales- sandro, e d.viso I'esercito fra i diversi Re ^.i^oy^o^, bensl conservaro.isi nellEgato le m.l.tari denomi.iazioni , siccome i Papiri lo attestano, ma leserc.to passando dallo stato di gue.Ta e d'invasione a quello di pacifica oeeupaz.one e di cittadinanza , dovctte soffrire qualche modificazione (1) Stiabonc XV, p. j36. (a) Suidi aJ v. TsifjjpKi. (J) Uioiiigi d'Alicarnasso, .om I, p. t, , ,d. RcUkc. (4) Arriano, Expod. Ales. VII, la, i. (5) Arriano ib. VII, u, 7. (6) Arriano ib. VII, 6, i. 44 PAPini CHECI Ecc. La pill naturale si c quella, per mi una parte dclla mitizia conlinuamlo nella sola profi-ssionc clelle ariiii e ncl servigio altivo, un'allra porzione fu disseminata per 1' Egitto, ilove cittailina s'occiipava nelle arli di pace, e prestava fi)rse tjualclic menomo servizio militarc, pronta J'allronde a ritornare alia prima chiamata sotto le assegnate handiere. Tal divisione in esercito atlivo, permancnle, ed in esercito citladino, slraordinario , vedesi praticata dagli Anglo-Sassoni, dai Goti, dai Longobardi , e sempi'C Terra osscrvata da un csercilo, die dopo Tinvasione fermi Ic sue stanze ncl paesc concjuistato. Ma come pagare cotanto niimero di soldati, che i Lagidi avranno ancora procacciato di accrescere? Dapprima due sole ciltu, Alessandria e Tolemaide, compalono come Greche nella storia, si pel gran numero di Greci abitami, e si per gli ordini civili, con ciii venivano governate; queste erano le due positure militari scelte dall'eser- cito stanziale; laddove nelle altre cilta soprastavano gli Egiziani per numero, e dominavano le antiche leggi e costumanze. Ora siccome pre- mere doveva ai Lagidi di estendere realmente la loro occupazione no- minale, pero avranno con ogni mezzo procacciato di aumentare la mi- lizia ciiladina, invitando Greci e Barbari a pigliare stanza nell' Egitto. Ma, giova ripeterlo, come mai avranno ricompensalo si grande quantita di soldati, senza troppo aggravare I'crai'io? I Re Goti e Longobardi di- visero fra i duclii, fra gl'lmpiegati niinori, ed i sempUci Arimanni una parte delle terra dei vinti; ma che i Lagidi abbiauo violate Ic proprietjl degli Egiziani ne la storia lo narra, ne pare probabile. ImperoccJie le terre di Egitto esscndo divise fra '1 Re, i sacerdoti ed i militi (i), sa- rannosi bensl i Lagidi appropriate le possessioni regie, ma non mai le altre, poiche avrebbero violali i diritti non gia di privati e d'individui, ma di due caste riputate e potentissime, che bisognava anzi vezzeggiare, che urtare. Le terre reali saranno forse state dai Tolemei divise coU'eser- cito? Ma allora non puossi piu spiegare I'opulenza e le grandiose spese orie nel liln-o de'coiiti, e cio bastava. Liu. "^i fji£3£Vc( ayroy] Leggi jjx^tvt oiutwv, itnperocche nei Papiri tro- yasi piu spesso ou^iv , oj^vjo. I, a5, IX, 19, XI, 23, XII, 29, XIII, g, chc non o\)hi-j. II verbo np'jrj'/.va.'fip'a vale pagar inollre , vedi Peyron Pap. di Zoida p. 4'- Invece di npo:c,'^iiz ci avvertono che i Greci dell'Egitto facilmente scambiavauo il 5 col 7. Cio parmi si possa ripe- terc dall'uso contemporancio della lingua Copla, a cui nianca I'elemento ^; cosicche gli Egiziani pronunziavano "Tuza per SiSa/.a, t la greca plebe per modo di transazione si avvezzava a dire rtduiiy., e con nuova storpiatura ezuSvxot . 48 PAPini GRECI ECC. Lin. io5 £X9,a(Ta/r/;v ] II verbo H0[j.t'^;75(xi sta qui usato quando per ricevere e quando per portare. Lin. 134 unoiivriixxToipoi '\ Correggi vnoiJ.vr,jxix:oypafut . Lin. 129 TUKov] Par che qui e lin. i32 nno; sia il bollo , con cui si autenlica un atto. Lin. 1 38 £7'/'£ ] Per $ypix\l,£. Lin. 145 xnoWuviui xp'^iJ-azivnog ] Sopra lin. io3 Apollonio aveva detto che egli ricevette la sua supplica dal Re suggellata, probabilmenle gia munita del rescritto regio; eppero sulla sua supplica erano state serine queste parole y4d Apollonio. Rescritto, PAPIRO IIL aapctniuvi v7:oSi(ir/i.r,Txt nocpx TYrffiZo; x«( rtxuzog StdullUV Zav £V T4)( Tzpog [leHftv [j.£ya.lui (Txpaniuw 5 ^spomsuoDtjcav r^p.av vmp tod /3«ff(X£M; cf^touiXEv iwj mt TO ytvov ilcctvj [j.ezpr,zriv fjtt. rsv z'Jiax)Zov •AO.'^o-zt 10 x«( TKfj Tipo\mupyovGC/.ii; xnuv ev TUt TOKM uklaig d:Jufji«(s lyivezo £-et /.at ro g L eiXccpxixsv eag tiiaopr, X xno 5s. tou i5 ^Mur L ^ ou^iv ulr, fa[i€v nciiouixevci [izyrx lag ^Mzoupyiocg zut ScMJ Oude TK yiVO[L£.VV. TifltV £ X T[o]y tepoD Ssovza xaSoTt ao •/.c.[i e]iog estiv £?r[£!] ouv t[>5v] ■Axzcf.^'jycv £[;:]! (7£ ne n[oir,]iX£3x p.-/5 T:zp[ii]o-/ig r, fjjx.g ocoi anni sei unilamenle al fratcllo Evergete, cosicche I'anno xn di Filometore fu il i di Evergete, e I'anno xvii del primo coincideva col Ti del secondo (i). Eppero in questo Papiro gli anni vi e vii sono di Evergete, laddove nel Papiro VI invece del settimo anno di Evergete si nomino il decimottavo di Filometore. Liu. 3o. apvis] Omisi di tradurre questa linea, e le seguenti, perche di niuna importanza, e poco intelligibili. PAPIRO IV. aapa.mm/1 tuv 5iaSo)(av xai vnoBtofA.rizr,t napv. mokiiixt ov ixay.z5avog tou oyrog sv xaroyjn- y.cd -av oi3uiJ.av anaSe^oixi- vno TMi» SiSvfiav mp tmv . x«3v;xovTuv ccurtxig v:j X£;(j5nfia ■ci7;xivrig sni cs mu Se npoaSe Vj^evTog ZTig napct Saiptuv[og] (1) Cbampollion Annalet det Lagidei tom. II, p. i35, SY- Letroune Recherchei pour servir a I'Uul. de FEgyple p. 33, sv. DI BEnNAnniNO PEYROK. J I 10 rou avriypcfivg npo? raura lJ.o\i amSsSoiJ-ivn; cot Tr,i « Tiu (pacift y.cf.i uvvrr/.oXou^'n xsTOf Got £i; nrolBixaiSx 1 5 Tou «patvotT5u iTJvezixqot; £(j ayTou[j eJx npo'jo'Jf/.r,^ a[t] |5[£7]£[w;] e!ja.-,S£{av ao aye uv sr! tou; roKOug Tl^llOV e-tZE).£l7(Xt aKoloviu? euTvyjt 25 niVvtSet £rt!ax£i|/«(H£voy 07« x«^v3x£t aTTsJoui/at Z X «3vp P Totj ypaiioatij7i £7rti7X£i//af;i£voy; avzvBy X£IV 3o £ X a3ou 7 A Serapione dei Successor! e Vice-amministi'atore, per parte ili To- lemeo Macedone vivente in clausura, e per parte dellc Gemelle. Fu data al Re una supplica delle Gemelle circa alle provvisioni, the loro spettano. La snpplica fu per resciilto indiritta a te. Tu poi chie- desti il rapporto di Dorione il Controllore su queste cose. II rapporlo ti fu rimesso dal mio fratello il di primo di Faofi; e seco lui, che ti accompagno in Tolemaide del nomo Arslnoite, conveiiisti, che in jMcinfi sui luoghi medesimi si dcfinircbbc la cosa secondo quella divozione cre- ditaria, che professi ai massimi Dei. lo pero ti prego, acciocchu ripi- gliando il rescritto di Dorione tu gli dia compimento conformeineiile. Sta sano. Sa PAPIRI GRECI ECC. A Mennide. Presa cognizione di quanto convien dare [riferisci]. Anno XX, Atir 3. Agli Scribi. Presa cognizione, riferite. Anno xx , Atir 3. Note. Lin. 6 TTsp] Leggi nipi. Lin. II Kv«530(3«y] Emenda avafopag, affinche concordi col suo ar- ticolo TTs dcUa lin. g. Ivi T>;; ] invecc di tooitvjj; vcdi anche Pap. VI, 7, dove too sta per Tovrou, e Pap. XI, 12. Lin. i4 mo'ysjj.xtSix zov apvivonov^ Tolemaide, citta aiTatto greca, era la capitale del noino Tinite ; qnesta Tolemaide poi del nomo Arsinoite c commetnorata dal geografo Tolcmeo come una stazione, od un porto di tal nomo (i). Lin. 25 iXivvtSetl Questo Mennide e detto 0 sntjULsXrin! j , Pap. VI, 28, XI, 10, i5, ma pii\ chiaramenle £T:if>.zlr,rcg xuv tspav curatorc dei templi nei Papiri di Leida (2). Epperb ben a ragione Serapione rinvia la sup- plica al dicastero spcciale dei templi ; Mennide poi interroga i suoi Scribi, ossia segretai'ii. PAPIRO V. n!/p[oij Trroleij.c.tw tuv ev XotxayTii ovzav sv Ti)! p.£y«),cj{ GC(pocmsiat srog touto £v5'£X«t5v 70V t^L (Jiscropr, avixfimu Goi xat eniiuvixvTt aneSana 5 TY;y n«pt[oy]T« ancoo-jvai ty ctg '/(Voito coj 1 5 (jx IJ.OVOV etp otg et (xeviiv aXku -au-i em y.iii^vja. npootytiv ton Ss /Ji£v[v(]5oy unoyeyp!X£(v ^iJoaSat 07a xat "/!ju.e(g npozfzpoixt^a. 0 niVviSns ntxhv (pr,mv em ue Sun avsvvy^r,yc(t 20 a§(w ovv as f;.£r« j£r;a£w; i/sftto-zi/rx T«tj oi5u/JUZt5 t^tai C7£ r«i/T« ^((Jsvai X5<« £|a|3X£(^«VT« ort eg jmoi aiopt^e ra JcOvt« «7;oa7r[«a3]£(g «reo tou jj.eaopn [jxvos nepi Tayrwv ou 5uv«t sxxojuijauSaj auvrtxEtv imurps'^V ezepov xai (j-evvtSei j^%[>/jxir, 11x717^.1 TO T£ sXatov x«f TO y.i/.t rivolgerti nuoiuwiente a Mennide, affinche de- creti SI folio, che il ricino. L'attivo entTrpstj/uv pel medio non fa gran difficolla; ma V aipov neutro preso avverbialnaente una seconda volla e hensi foudato suU'analogia di npaTO'j , dcurspov ecc. , ma non ha eseir.pio. Se non che di quanti nuovi significati non abbonda la grecita Alessan- drina, e singolarmente la plebea? Che se alcuno Tolesse tradurre ezcpov T4)( MivviSii un altro diverso da Mennide , quasi ehe Tolemeo suppli- casse , che rafTare fosse commesso ad un altro diverso da Mennide , al- lora Tolemeo avrebbe domandato, die si travolgesse il corso prestabi- lito deiramministrazione, il che era slrano, per non dire ridicolo; e per I'indugio di Mennide avi'ebbe rinuiiciato a Ire anuotazioni favorevoli, per indentrarsi in im nuovo labirinto di andirivieni presso iin altro uf- fizio, il che era imprudentissimo. Lin. a5 xixi ] Dopo questo vocabolo succede nel teste una sigla in- dicante una misura di capacity , la quale mi e ignola. Ivi un iKinXuov ] Di qui sino al fine la sintassi e intralciata e sba- gliata. PAPIRO VL T5U -osxEtfjLivou unoixvr^ixaTog tmSiSoiuvov aapaniuvt Tuv StaSoyuv x«j D7:ootaix.r,Tr,t iiapa. mo'i^u.aiw Tou 7r/30cOT»;xoTo; [twv] £v T«t [XEyxXot (jotpanutai 8tSu{ii>v 56 PAPiRi gheci ecc. 5 ntpi Tsy X5(3>!xovroj otuT««5 £x rsu /3«!r(X£txou xar tvtavrsv cXatsu oTiaoituvoij xat x(X(o; £;(4)vro; unoyp«ipr,v ntDvi$£i i::iTAeijiO(ix£vov oaa. xx3y5X£t ar.i^ouyat nv.px 5e 70u rot? ypcfi fj.ccTiwn £7:i7y.e'lxiJ.svo'j; «vevsy/.eiv v.y.i dt« toutou axixxtvonsvoD sntSiSoa^ai svteu^iv rut ^txmXei 10 nspi TouTuv TKumj fi£v ETTtjSaXcivri; ro avrr/pafov CUV Tw yeyovori npog avrcv ypriij.a.tiij[)jai npoirnfaixev Saptav 5z o arr/pa^pvjg ixirxXy.fiov avevr,vo)(Ev avrr/pa^ov r,g 7:s7:otr,-:ixi eig rov (japani'Ma avxfopu; §i rg artHaivezat it; fxev 70 g L ano f«iuvu^ on jurjvog r/cv£zo to nsv^og 1 5 fuyjx Toy iJ-empv SeSocr^ai tow; im^aXXovvnt (^ajxrivou ektxiov yjT. XXI x(X(oj y7. touj Ss ig to vii L y.a5rr/.ovcag slxioit fj-s. a. x«( Hixto; \x.i. ex. emircalEvrog rou x«3y;xovToj yjpriH.occi'Jiiox) x«t £xn£iToyrwv sig to iSZ ftv? TTjOOTf^jjvaf $ia Toy f^ftvj oairovg yevea^cu rovg $£ eig to t3 L emrnoirowft? 30 euptTMH^v ivfi snuTTaXiJ.evoug em ouv yeypatpev 0 SiOiXYiTrig r« >;f;tW77 twv u?:oxt|;;i£V4)v etg r« j£/5a SiSovai 0 Ss ^xjtlzug npog tvjv entSs^ovrjV £vt£u|«i» npoTrerocyev It XXI nporepov stlrifxinv xorj vuv Souvai x«f crapxnmv 9e vno^ioiK/irra £woTo;>,x£y vjfXfv Six rou ;:jiox££fji£vou y7:ofjiv»7 25 /:ji.«T5j tmr/.z'j/xixsvtiv otx xa3rix£( anoBouvai avotftpoiiev «Suj9 jy •y/3at/»£ nposazxt axoXoy^Mj Ssuv 5(ovy5-(«{ yaipav [xtrpYiGOV jxerx r/jj twv £e3(a]U£v«v yvaixYig x«-« roy ;r«p« niwiSou Toy £7r«ju.£Xy!Tou ypTifioatvuov Sr,fxr,TpiM aayov v.p'fizit tmv npozipov 3o vjirriX'jv tui 5-jv£0'-[«|u.£v]od{ y;ro tdv StSuixcav $e Wj ettj 5£5 ravTatg Sapta,/ o uvTC/ptx'pivg avswivs^cv £;i! cz^oareiuva r/;y npog xaTax£;((5«|tA«Tiff/ji.£vriV K'^x'^opocv n-olinxtog o npouz7xr,v.og rav St^ufAwv ETreosJwxcy o-ap«;i(4)V£ Rfpt toutuv to npoijVJ-zXX'jii-i'JV./ v7:otivr,iJ.x 0 V.XI xmixxX'xi £y vj.aa; zyav vTfj'jpxyfrJ p.£vv(Jct £,-;£(7X£'^a;ji£V!;v 5o 0(T« X5!3>3X£{ xnoSovvxi ;t»;j. Lin. 25 £;i!!7Xc'^«/ji.ci'5v ] Pare clie ilopo Vcu.iv precedenle dovrebbe clirsl £)T(ffXc'^«/j.£V5'jj; ma 1' v;//tv c iin j)lurale ili ilignila. Ivi c(Vcc}ipoixiv ] E qucsta I'inlera formola del rapporto di Dorione , ovvero e tronca in fine .' Lin. 26 ypc.'^i ] Pare chc si dcbl)a loggcrc syoy/l/i, giacclic Apollonio ripiglia a narrare le cose operate; il suo nominativo non puo cssere al- Iro, clie Serapione. II r.ciOiTTXi e senza dul)bio iin infinilo in — £73«( il quale piii soUo ricomparc in noos Da r.wyiij.i praemUto io spiego dar corso all'airare. Lin. 27 fX£-a r/;s twv EfSta/ievDV •yvcofty;; ] Dal Papiro VII e \ III ben vedo che Tolio si misurava alia presenza di due leslimonii; ma non in- Icndo che cosa sia questo 7Vi)/xv5 consigUo. Lin. 29 T«v nponpov EU/AvjXsy ] Leggi iTjS0T£j5i)v . Chi sicno quesli Primi (TEuniclo niuno puo dirlo. Lin. 35 «vS oov ] Dunque I'olio di Ricino valeva la mcta dell' olio di Sesarao. Lin. 36 o-j/j.j^o),« ] Sono le tessere che si davano al creditore, affinche presentando qiieste polesse riscuotere i generi dovutigli; \edi la nola al Papiro II, Iin. 37. Lin. 42 aT'/.lr,7:io(.dr,v ] Fra tntli i Papiri , che parlano del presenle alTare , quesio e il solo che dica essere stala la supplica dal Re riman- data atl Asclepiade Amministratore. II Papiro IV , 7 riferisce , che fu per rcgio rescritlo mandata a Serapione, il che vuolsi intcndere dcH'in- vio mcdiato; iniperocclie secondo gli orilini gerarchlci jirima doveya la supjjlica mandarsi aHAmminislralore, da cui sarebbe slata trasmcssa a .Serapione A ice-amministratore. Lin. 43 npi).y-i'3[J.vrf,\> ] Leggl r.p'JT/.uty.Y.v/apiciJ.i-jr.'j. Lin. 47 7t/557c!7r>;y.5; ] Lcggi ^psKcrrKix.wj, come sopra Iin. 4- Lin. 5o Sr,ii:f,xpia>i'\ Prima di quesio vocabolo mancano piil parole, le quail terminino il pcriodo precedente, e cominciando il seguenle co- 63 PAPIRI CRECI ECC. mandino ili far misurarc a Dcmetrio Ic coucedute metrele; vedi Papiro \'III, lin. I. Ivi (Tsxra] Leggi wcrou , vedi Pap. VIII, lin. 2. Lin. 5 1 npo ay] Sopra lin. 3i stava coot; aury.t; tsv y.7 Z x« = ^--'^ /J.e . 7 5 Versione. Anno XX, Atir 25. Misura a Cratero Fattore presso Dorione Bancliiere, presenti Crisippo ed Areo, a favore di Taue e Tay Gemelle del Sei-apeo per conto della Canova del Sesamo de' templi per I'anno xix una metreta di Ricino, e per I'anno xviii una metreta di Ricino; totale misura tre metrete. Nota. Di questo Papiro altra copia sta inserita nel Papiro seguente. Si os- servi, che la sigla \, la quale nota metreta, serve anche per indicare I'imperativo (liTpridov misura. PAPIRO VIII. L X a^vp X£ Gixdoyst ^p-YiTpio^ (Kimxt y.pr,g ixiiUTpn^dat Ttc/.pa omximoij T.at aoxX-rtnta^su tuv tt/ss; tciI iloLiKni vmp 1 DI BERNARDINO PEYnON. 63 ruv sv T»t fji£y«).4){ aanteiui oiwijmv sXkiou 5 G-r,<7Cf.iJ.ivou jj.erfyfiTu; ovo yiwjzoit Juu yiipi<7rn rw! 7:«|ai< (juptuvog zo-j zpcc ni^sirvj (T'jvnxpoi/z;; yjpw^nxr.rj 10 e).«(xr;; izp'j>M Tnny.iiivo'j uiSunav ffapxmuou szov; i5 x(/ =: xk! c/! L X«=: Sul clorso Versione. Anno XX, Atir aS Demetiio figlio di Soso Crelese dichiara, chc da Dionisio ed Asclcpiade preposti alia Canova dell' olio furono misurate a favore delle Gemelle del gran Serapeo metrete due di olio di Sesamo; sono due. Anno XX, Atir 25. Misura a Cratero Fattore presso Dorione il Banchiere, presenli Crisippo ed Areo, a favore di Taue e Tay Geiuelle del Serapeo, per conto della Canova dell'olio di Sesamo dei tcmpli per I'anno xis di Ricino metreta una, e per I'anno xvjii di Ricino metreta una, totale misura trc metreti-. Sul dorso. Consiglio la sottoscrizi one- Lin. 3. rr,i 2).a(x/;t] La eXatxr: esser doveva la canova, ossia il niagaz- zeuo dell'olio. Da questo ricevette Demetrio le due metrete d'olio di Sesamo. Lin. 6. £T5y; x] Siccome oltre all'olio di Sesamo erano ancor dovule a Demetrio due metrete d'olio di Ricino, percio Dorione Bancliiere , come io credo, gcnerale dcgli olii spicco quest'ordine al Bancliiere parti- 64 PAPIRI GR.ECI ECC. colare deH'olio tU Riciuo, aflinche c[ucsli misurassc a Cralero Fattore di lui le clue inelrele tli Riciiio i>er conto delle Gemclle. Quesla polizza avra poi scrvito al liaiicliicre pailicolare del Ricino per suo sraricamenlo verso il Bancliicre generale dcgU olii. Lin. 9 Ta-jTs;] Ordino cosi Ic parole rauTo; diSniiuv aoLpomiuou cXaixr;, Liii. II xk] II X e I'iniziale di -AfMOi, Y a. segna una mctreta. Liu. 1 3 p.£. 7 S] Pare, clie dovrehbe dire nietrcte due. Aflinche la lezionc del Forshall fosse vera, lo scrillore avrebbe dovulo specificare, che cangiale le due metrete di Ricino in una di Sesamo, e sommata questa colic due pur di Scsaino dovutc per gli auni xviii e xix , no esce il lotale di metrete trc di Sesamo. PAPIRO IX. 7ixoy.in.9.ioq 0 (xvziypxtpiug avevrivo^fiv xaSoTi uTTOXSira; L x zu^i g Japtiuv £'j r/i ypocfn tmv £(j T« upoi vnav.£iTxi Sidoij'^y.i 5t5u[J.aig rxtg ev •cat fisyxXai capmnw riiJ.r,g rn; u7rox£!fi£v»i; eXmo'j Tfi<7c/.iJ.ao\t ya.. Toy i5 vjioajxov [lezpnTYig a ug 5e T3 X Z ou^iv xs^^pyj fj.a.zi'jTM L X /Ota/ x5 £v 8e T4)( iS L rt etlrifAiyiv avsvsvKSi)/ L X Tu^t ? apTiUi St n £i'kr,(j,a'7fj ev rtat £3 L avf>cX£iv L X TU,?! S otp-ng ev [xvj TU! (3 L ov^ev y.£yj>r, (101717^/1 vj 5c rat L V, o.'bpx) e^vkvex \u))a.i TO Sv;xsv TOU IT, xfl« {3 L elaiov [j.£. "^ m BEnNAnDiNO peybon. 65 F^ersione. Tolemeo Dorione GontroIIoie , reso partecipe, riferi come segue. Anno xx, Tybi 6. Dorione Nel libro delle cose raggiiardanti ai templi sta rcgislrato, che alle Geuielle adJeltc al gran Sei'a[)C0 si da il seguente assegnamento : = Olio di Sesamo iin Coo al mese, e cosi una metreta all'anno. Per I'aiino xv poi non v'lia niandato alcuno. Anno sx, Choiac 2^. Nell'anno xix. che cosa vicevettero? Si faccia rapporto. Anno w, Tybi 7. Ad Areo. Fa rapporto , se alcuna cosa liccTettero nell' anno xix. Anno XX , Tybi g. Areo. Nell'anno xix nulla fu distribuito , ma nell'anno i"c nel inese d'Atir esportarono quanlo loro spcttava per I'anno xviu c pel xxi, me- trete due. Note. Lin. 6 u7T5X£(Ta£ ] Vedi la nota al Pap. VI, Iin. 21. Lin. 10 ;(«] Cioe )(pug oc uii Coo, che era la duodecima parte della metreta. Lin. 12 )(.i^Y}H(xnr:cci^ II verbo yprifj-ajii^uv nolA Jure, speilire tiffari, eppero d'ogni impicgato si adopera, ma in di\erso mode, secondo le diverse altribuzioni di ciascheduno. II Re spedisce gli aft'ari per mezzo di rescrilti , quindi il ypr,iJ.!c:i7iJ.og del Re nota TescrUto. Chi misura I'olio per distribuirlo ypriixcezi'^ii , ed aliora vnol dire inisurare, dialribuire, come pill sotto Iin. 20. II Controilore tiene il regislro di quanto e dovuto, e dei mandati, che si spediscono a favore dei creditori; quindi I'sjosv x£X|0y;|u.«T!ff35:( si puo secondo rodierno dialetto amministrativo tradurre non si spedl manduto alcuno. Vcdi auche Pap. X , 10. Lin. 2 1 £^v»5V£itfX£v«( ] Cos! sta scritto , come poco sopra avvjiv.ir/. . PAPIRO X. npsj xw npo'iistiiiVYiV xvafopT^ emocSoixvjr,)/ Si K7.p7. di>pia>vo; TOO avrtypufOfiBVO'j -a xara fuu.:( (3 [Z] rsyj x«3r;/ovTag sXatou nv^ixivou (xt. ]5 x«i ncf.piniye ypxfOTo; (79y timj £V£j£;(eTO £v rut rn L tx tou (3 L lu^Etv ^rjxat jUSTzJtJsTKi yj/JifV e)(ou7X unoypocfcv iXEVviSit £7:(o-X£if«fX£vov 10 ai'£Vc[v]xcev ettitxo-o-jvkj ouv E\jpt7no[xv> x.£)(^pr,[j.(xrtuiJ.EVoui; au'ai; £v tsoj x Z xctra utto aou £;t(ot«X£vit« £x zr,g £m5o^tvag tou avuypafsag xa3r;x£( fXaioy nvaiuvoxt [xt. ^ Zx TUj^f Xi^ i5 vniypafi axpoiruayt tdv SiSo/w x«t uno5(otx»3T»;{ W7r£ Toy; 7r«^ v;/A(uy ypa[j.(j.xrt; [x'fi yivuG/ieiv ra iv toj; )i070i; avtxfepoiXEVx £t fxyj ixivvi^et ^iGX(fr,axt npo7a-/xy£iv nvv tou; ypafxTxg rr,v avxt^opm ypxiJ.jj.xTi? Sul dorso ao axpxmuvt em'j u;roJjo(x»;Tv;5 , cosicche questa poslilla sia scritta da Serapione , e non gia a lui indi- ritta. Infatti nel Papiro XI , 1 2 sta nKpiT:r/^c(^o-ijq .V!TOU VKep TOU xa^rjxovTo; r,(itv ilaiov OTiffa/Jifvoy £tS X L npog ZTi'j napsnr/iypa-fOzog m\t outm; 4)7T£ to'j n«/3 vifxijy fxr) ■y(V(i)ffX£iv Ta av« fEpOfxevx ztx vj ro(j Xoyoig avatpepoiXEUot. 1 5 « /A*; fjL£iivt^t ot«T«9»;aat npo7XvayEtv oyv Tsy; ypx^xzoig zr.v a.vct'^op'xv ypa/x/iartg TOtauTJjj ouoiGj 68 PApmi cnEci Ecc. r.xt Tov ~ecp r.^iav 5ta.~GT:sklo[X£voxi TiaiSaptoj a7toX),uviou nu v.ai rrj^viT-.t^uvw aoi ao i)f xiiuu £V Ttat tsp'jit ovzog ocnpa.yiJ.(nnjTov xk! rrrj mpi xivrav of/.iV(iij.iity on ^waixtvo-j unlyaysfj ii~ojj.vr,i7xii-ac (ji &jY.a.ip(oi od^vj S nspcv -zpqi-jo^iwj r,p.iy dix znv tuv a5 ypxfj-iJ.ixrsav napx 0 5riiJ:c-piov srjxi Izno-jpyioLV totau-r,)/ ncpiyjuiisvag ypovoxpi^wj^at a^iovfiiv as 00 at xxi vvv Zcf«).a(ov xaS ov zpanov aoi umninzzt iva jxri mpi vm avruv at nKptvoyXaiJAV 35 EDZjysi Sul rovescio del Papiro , e sulla margine. t~7:c(/.'ji'. y.cct axpxntavt x.a.1 jSsjOsyr/Ki 4o x«( nvppat xai rots £v otzo Ttaacit yjxipsiv X.CU T« aXXa aot •Acaa. Xo'ysv laxa.i 45 xaXwj ouy tov5«? Verslone. A Serapione dei Successor! e Vice-amministralore per parte di Tauc c Tay Gemelle, clie compiscoao le liturgie nel gran Scrapeo presso Memfi. Ill molte maniere avendoci tu soccorso per la divozione, che professi al Dio, e rispelto all'annua tassa asscgnataci avendone noi ricevuta iin;i i DI BERNAUDIXO FEVnOX. Cc) parte, c I'allra i miiioi'i impicgati aiicor diirerendola ; essendo iiiollrc slato fatto a le rapporto da Meiinide Curalore circa all' olio lU Sesamo a noi spetlante per Taono w; ed avendovi tu apposto in niargine questa postilla: = Aflinclie gli Scribi presso noi non conoscaiio Ic cose iici conli da rifcrirsi alia sola coiioscenza di Mcnnide, ordino che lu cliiami a te quegli Scribi che scrivono il Rapporto; = tale essendo la tua po- stilla , ed il giovane Apollonio da noi spedito, e da noi presso te de- legate, essendo nel lempio privo di commcrcio, nc polcndo introdiirre la trattazione di cjuesl'afrare; or tu rammcnlandoti ojjportunamenle the iiient'altro ci rimane per la gi-an petulanza degU Scribi fuorche perire ti preghiamo ancor cpiesta volta di porre il colmo agli allari nostri in quel modo che ti occorra , aflinche non ti abbiauio piii a sturbare intorno alle medesiine cose. Sii felice. Apollonio salula Ippalo, e Serapioiie, e Berenice, e Pirro, e gli altri tutti di casa. Se le altre cose ti vanno ragionevolmente, tu faresti bene Note. Lin. 7 Stx Tcv ] Cosi Tolemco avera cotninciato a scriverc , e forse intendeva di soggiungere u.\i.i\nyM, o ^paSJrr'x ricgligenza, lentczza; poi volendo, che il r« 5 jt£ fosse retto da lui verbo, mutata costruzionc, scrisse zuv umTEzayfLEvuv ~c/.pBl-/.oiJ^V(,>v , e dimenticossi di cancellare il otcf. rev. Lin. 12 npo; tviv] Per npo; rcf.vrr,v, vedi la nota al Pap. IV, ii. Lin. i3 Toj nc.p r,fj.cov] Emenda e supplisci toj; r.yp r,ij.'Siv ypccuixccn;, come nel Papiro X, i6. Lin 17. rocoun;; ouctcs] Sottintendi ni? napsmypafrtg conlenuto noll'ati- tccedente n«piniyiypv.(forog (jou. Lin. 2 1 «;T(5a7,a«T£'jT5u] Dicesi (/-pv.yu.c'-vjro; una cilta, contro cui nulla far si j)ossa, inespugnabile (i). Ma presso Suida rs cf;:oay;ji«T£urov vale privo di conimercio (2), come in Polibio IV, ^5, 2 -6 nyfjipivj a.nparju.d-vj-:vj X2;( ^yj/T/soVsiJov il luogo rinioto dal commercio ed inaccesso ,■ eppero anche qui Apollonio per essere nel Scrapco, ben a ragione dicesi ir.pccj[).c)r?r(4){ za3 r,p.zpocv x«( 0 (SuxoXo; Tou cmpcmt rsuj «utou; ccpzov; lv.;j.^c(vei yivizxi c.uzatg px letroupysiy jXYiBs (jnsvdBiv TSJ{ affxXjjTrtut 0 Js (SoyxoXoj 10 £X34)y ■nccnyopYiUVJ «ur«g Xfyuv ctj oyy o[-j] ).tzrjpyov7i)/ ou^s amv5ou7tv rat a^xX-rtsiut afshv auTUV tou, apzoug x«£ /otoj Scuvc.t ozt iym Tzipi xjza'j Xtzovpyui eysvszo r, x/jjo-;; ouzco ID aytXso-av to'j? auTOjy SiSuixrav apzov; v.v.i z'm (3ux9>,4)( i^'Sihr, ETTt ou aura! vouv luzovpyon'Jtv mpt cojzciv AM zoi) ^'i]jY,olo\j 0 $e (3uxo).5; cc^ag zr,v OBJZO'j luzovpyiotv ani'):/i'}3B suyvaiiay . . . ETzi ccj'z'Xiv. a . . ou /BuxsXoy x«t Souvai Z7.'.g 30 $i!iviic(ig ivj de avztXr/uv mpt zodz'j}\i av«x«),£0-«[t] rsug yp7.1xiJ.ot.z1g zou txrA.lr,mou xat /cipoypv. . . £xz'j}7xv zav |5a7().£t« £uru/£t DI BERNARDINO PEVnO^. ^t TO lainov Tou L n ■< fjis •< 35 zou $e Lti x/3. $ . jr Sul rovescio. aotpxmavi tuv 5tCf.S[o)f]'j>v xai uno5tot)ir,nt Tzv.pa SauTTTo; xat ^&:j[:o; HSjJLfiv fiE-yaXwt aotpctnutut Toy |3«!7().c(0); xott ty;; pK(Tt[).(0T7v;]? «9 »;; ETtsSooxa/ixsv «uTO(; £vr£y^£(Uj TipoTzncc/c-i TMV Ta xo(5«x5yT« v;/;Ltv 5f7:o5i5o(73o:! xo;3 r;v eTCeVjaavTO mi u7toy(?6(fy;v ou^sy x«( (70U xaS Y;y £^£(j npoyavix-YiV 3o cfip£7iv npo; TO 3££ov £uor£|3£i5(y £y TV;! rouT'M mvipyEixi £7ieTa3cVTo; xat ofilonBW T«g xa^^xouors olvpas Tre dita piii sotto. xat TT^o; Tov tou nfi-: Accanto, e di niano diver sa. £TOg (Y! 35 Tou tTixaixriVov ^^^ oXvpav ;,a£jO« 7 cjx t ... xat T«s Enarjoiivjv.g >;/x£fa; £ cux ikr.tfatjiv 1 5 [xXJ.k] t5 ic^uuoxi ruv xu),[).v;]3-r/;wv tsu £>[£]5T[ii)] Ts; X L caio usuopYi a. £uj /sta/ 5 oux i).>;f act [aXX*;] TO YifiiKni ano /£u; a-oSeSo [xe] r/;v (TjvTa^Etv Stcpr.tx^sTai §e vno ray npc [£ffTy;]x5Tuy tmv (£|5«v «§joy|Li£v (7£ £av (70( ;>«i VCTKC avcr,jj.a.ziv[iig regio rescritto fu pero suggellata dal Re e data al supplicante , alliuchc la rasscguasse a Serapione. Lin. 5 rcj ^-jptSo; ] II vocabolo Sjptj diminutivo di SJoa natural- meute vale piccola apertura , porticella ; ma al dire di Esichio , ^upioag AttixoI Txg TMv yjOajafxaVwy [^^oS' yp^l^l^-^'^t'^'-'] Tvrj/jxq, ovvero, come ha I'Anti-atlicista di Bekker ^vpiSa: r^j mvxy.ido; ty.v tttj/x (i). Per inten- dere questi passi giova riferire quanto I'esperienza dei Papiri c' insegno. I Papiri lunghi si rotolavano, e toglievano perb una forma cilindrica ; ma i Papiri piccoli, come le letlere e le suppliche , si picgavano pcr- pendicolarmenle in quattro, sei, od otto doppi, secondo la mai^giore o minore loro larghczza. Cominciavasi dalle due estremila della larghezza a piegai-e il Papiro, e cosi con piegature continuatc, piane, larghe due dita , e sempre adossantisi I'una all'altra, venivano le due parti a toc- (■) Bekker Anecdota Grccca, p. loo, a. ^b PAPIRI CI\ECI ECC. care qiiinci c fjiiiiidi il jnczzo del Papiro ; esogniu ancora qiicsl'iilliinn piegatura sulla perpenilieolare segnanle la niela del Papiro , le due parli di cui ciascuna eomponcvasi di due, Ire, o quallro doppi, rombaciavausi lasciando quesla sola apertura libera. Su tale apcrtura , delta ^uptg , delle due parti coinbaciantisi applieavasi il sigillo talor anthe per mezzo d'xui filo die slriiigesse 1' apertura. Epperi) fra i due lessicograG teste citali rAnli-allicista mostra maggiore accuralezza. Infatti egli ilice in singolare sru/« piegutura; le piegalurc interne erano bensi diverse, due, tre,o quattro per parte , ma pcrche erano rivoltate I'una dentro I'altra per nascondere la sirittura , non compariva all' ultimo clic una sola piega- tura ; cliiusa quesla , la lettera noii si poleva piu aprire. Dice inoltrc TTj ntvstxt'iJij, perche la Supt; precisainente non aveva luogo, die quando lo scrillo si piegava in forma di liste piane , come una tavoletta di legno, la quale non si puo rotolare. Nel Papiro XV mancano le parole 5(a rv!s ^Dpi^io; alFatto indiirercnli. Lin. II oiiio |J.c/_^tp^ Che il niese Slechir fosse state saldato s'intende dal Papiro Yalieano C, lin. 6, 7 , il quale da come riscosso il primo semestre dcll'anno xviir. Lin. 12 £m; ixiaop-c y.y.1 ra; snayoiisvix; s] Mancano qiieste parole nel Pap. XV. Lin. i5 y.\il[yx']r:r/j^'^'j Nel Pap. XV sta xuXriffWTwv. Erodolo II, 77 aveva scritto clie gli Egiziani dpzcifcc^inm in ra>v olupi'M nouuvng aprov? , touj iy.tlvct xy).).v;sT(; o\tv>v apza^ag Xfi S /o |3 tou £tsu; rt TO oftX»;|ui« T«v orpTwy £x tsu uapccrietou ^,^ oXupuv apza^ag vg zou Ezoug L i3 to oceXnua yjvovTat olupay apzx^xg ).e & yo ^ ytvovzxt 20 Tou //[(■/;] x«£ To-j Z i3 TO ofiX/ifxa t«v apTuv £X TOU (TapaTzisto'j o'j; Xafx^avs'jyf x«3 r,ix;pav oXvpiiv ■< 9^ X'' ^ *''' "-» avayoyv;; tou oiopxmog nryw i; Seme II. Tom. III. 11 8a PAPIRI GRECI ECC. £d; toy L I'h [isaopv X x«e rag eixayoixsvxg xixepa; I tou $£ evscrzarog -a L 3a)u9 « aS £)^o ^ TOU LtTt ^ay^ £ f^ersione. Anno XVIII dal i Toyt sino al 7 Mechir riscuotono ; dall' 8 Mccliir sino al 3o Mesori ed ai 5 giorni complementarii non riceverono. Sulla rata di 8 artabe al mcse si hanno artabe 56 Anuo XIX dal i Toyt al 3o Mechir riscuotono; dal i Famenot sino al 3o Pachon non licevettcro, clie la meta — Dal i Payni sino al 3o non ricevettero die 3o paia [di pani] — Dal i Epif sino al 3o Mesori non ricevettero che la meta, e nci 5 giorni complementarii nulla ricevettero. Ora dal 1 Famenot sino al 3o Pachon sono 24 artabe di olira pel trimestre, di queste riscuotono la meta; rimangono COS! » 12 DI BERNARDINO PEYRON. 83 — tlal I Pajii'i sino al 3o sono arlabe 8, cli tpesle riscuotono artabe 2, rimangono cosi artabe G — dal 1 Epif sino al 3o Mesoii sono artabe d'olira . » iG — e pei 5 giorni complementarii nulla ricevettero, si hanno cosi arlabe d'olira » if Tolale [per I'anno xix] artabe d'olira 35 5 Anno xvni dcbito dei pani speltanli dal Serapeo, totale artabe d'olira » 56 Anno XIX debito, sono artabe d'olira in totale . . . . » 35 f Per i'anno xviii e xix debito dei pani spettauti dal Serapeo, ohe ricevono ogni giorno, d'olira » g2 } [ credito totale delle Gemelle] dal conducimcnto d'Osorapi add! 16 Pachon sino al 3o Mesori dell'anno xix, ed ai 5 giorni complementarii. Nell'anno presente xx dal i Toyt sino al 10 Coiac non ricevettero, che 6 pani al giorno, rimangono 2, e cpcsti fanno al mese artabe 2 di olira, e cosi [in totale] artabe d'olira G |. Dall'ii Coiac sino al giorno d'oggi nulla riceverouo. Se riccvano i pani integralmeute, come le precedent! Gemelle li ricevevano, c come ancli'esse li riceverono totale artabe 12 d'olira mensuali. Se contraddicano, producano un chi- rografo del Re. Sii felice. Sul rovescio. Anno XVIII. Conto dei pani dclle Gemelle. Dal i Toyt sino al ■7 Me- chir riscuotono ; dall' 8 Mecliir sino al 3o Mesori ed ai 5 giorni com- plementarii non ricevettero ; suUa rata di 8 artabe al mese si hanno in totale artabe 56. Anno XIX dal i Toyt sino al 3o Mechir riscuotono; dal i Famenot sino al 3o Mesori ed ai 5 giorni complementarii non ricevettero , che la meta . . . Payni 3o paia; pei 5 giorni complementarii non ricevettero . . . artabe d'olira 35 3 ... Nell'anno xvni il 5 di Toyt . . . Note. Questo Papiro contiene un conto di liquidazione delle otto artabe d'olira mensualmenle dovute alle Gemelle , di cui una parte soltanto avevano riscosso. Se noi prendessimo a paragonare questi conti con quelli accennati negli altri Papiri , veJr/jmmo, die le Gemelle enuncia- vano al grosso i loro crediti. Cosi, per arrecainc un escmpio , il conto 84 PAPini GRECI ECC. ileH'anno xix qui assai specilicato si leggc nel Papiro XIII con termini ailullo gcnerali cosi: jScWaiiuo xi\ da Mechir siito a Mcsori ed ai 5 giorni complcmentarii non ricevellero sc non la meth dei pani cillesti. lu qucsto stesso Papiro, in cui si voile presenlarc un'esalta liquiilazioue, non mancano gli error! , che anilro avvcrtcnilo nolle note. Sebl)ene questo Papiro ])aia cli niun memento, tiittavia se ne raccol- gono le seguenli notizie. Allc Gemelle erano assegnate otto artabe d'olira al mese [ lin. 3 ] — Olio arlabc al mese danno otto pani al giorno [lin. aS, 26] — Eppero I'arlaba dava 3o pani — L'artaba si divideva in 6 chenici [^si'vtx;,], giacche lin. i5 c/.pza^ocg a yo . ^ corrispondono a I 3, e lin. 2^, 28 c.pTx^a; ? XP- ^ sono artabe 6 3. Ora, se suppouiamo cLc I'arlaba fosse la razione sufficienle pel vitto d'un mese, diremo eziandio che un'arlaba dando Uenla pani pel nicse, ossia un pane per ogni giorno , nn pane doveva pesare una delle noslre libbre aflincbe fosse suiUcienle pel vilto d'un giorno. Siccome poi la nostra cmina suolc dar eziandio trenta libbre di pane, perb l'artaba Egiziana corrisponde a un dipresso aU'emina Picuionlese. Lin. 4 ctp'a^y.g vg ] Cosi si da credito alle Gemelle dell'intero mese di Mechir, quantunque sino al ■7 di tal mese avessero ricevuti i pani; ma questi giorni sette non si computano per compensare i cincpie giorni complcmentarii, nei quali nulla riscossei'o. Anche a malgrado di questa benigna interprctazionc, il conlo e inesatlo. Lin. 22 <1 9|^ X° ^ ] Siccome 56 piil 35 5 danno 91 I, pero dovevasi scrivcre 9 «• Ivi ano tv;; avsc/oyYigJAvvertii pin sopra, che le Gemelle Taue e Tay erano entrate nelle sacre loro funzioni nel mese di Famcnot dell" anno XVII di Filometore , tempo in cui cadde il lulto per la inorte d'Api. Dopo questa i sacerdoti si davano solleciti a cercare altro vitello, che fosse fregiato dei dovuti caratteri (1), e talora passava gran tempo prima che un nuovo Api si fosse manifestato (2); trovatolo, i sacerdoti primieramente nutrivanlo per quaranta giorni nella citta di Nilopoli, poi «j 3=5v avdyowyty dg Mltx-iiv come Dio lo conducevano a Meinji (3). L'«v«'/ojTiv di Diodoro ci dichiara V avayjiyh del Papiro, che era il con- (i) DioJoro Sic. I, 85. (3) F.rnJolo 111, 1-. (i) Diodoro Sic. cil. I. ni BF.nNARDlNO PEYnON. 85 diicimenlo d' Ap'i ncl Sei-apco di Meiiifi ; e siccome qiiesto avvcrme adili iG Paclion dcllp slesso anuo, pero dulla morle del jirimo jdl' in- stallazionc del secondo passarono due soli iiiesi. Ma pcrche mai qui si nomina tal epoca? Vedeinmo, clic le Genielle enirale al sacro servizio nelmese di Fainenot deU'uano xvii avcvano pci rcstanti mesi di quell'anno ricevuto I'olio assegnalo; c pur probabile che fossero aucUe state sod- disfatte dei pani. Ma i pani nou cominciavano a decon-ere se non dal conducimento d' Api, perclie forse conceduli come stipendio di servigii a tal Die relativi; eppeio qui si avvcrte, che dalla instnllazione di Api sino al Giie deU'anno xix, cioe per tutlo quel tempo, iu cui le Gemelle avevano diritto a ricevere pani, questi sommavaiio ad arUdje 91 3. Lin. 28 VI T/n. ^] Correggi z fp.^ arlabe sci, c/icnici qiuittro, im- porlarc di due artabe mensuali per mcsi tre c giorni dieri. Liu. 3 1 zikrria.'jC\ Mancauo alcuue parole per terminare il senso. Ivi T5 wvStxoTO £jU.£,af£(] II vocabolo nuiL-^ti parmi derivato dalla pro- nunzia sjtji ns^ifet , che leggesi nel Papiro II, ^2 ; ma il Trev^fzaro, di cui, al dire del Forshall, tutte le lellerc sono certc , eccelluata I'o, c inudito e barbaro. A queste iuintelligibili parole succedc una linea tras- versale , die suole scgnare una somma totale. A tal linea lien dietro artabe 12 mensuali anche queste inintelligibili; poichc olio eraiio do- vute dal Serapeo, tre dal tempio di Esculapio , la duodecima e ignota. Omisi nella Iraduzione queste parole, di cui non indovino il senso. Lin. 33 yiipo'^poL'^rKja.rotror.'j] Vedi la nota al Pap. XII, 22. Lin. 36 Zf/j] Ricomincia altra copia del conto prccedente con va- rianti ed omissioni del trascurato e zolico scrittore. Cosi lin. Sg invece di £«; iJ.z7opY} X doveva scrivere Eug TMywv \, come sopra lin. 5. PAPIRO XV. r.7.pv. «p[XMog TMV £v rat fjtsyaXut axpointetOH Je x«( ay w) iKy.iTU ev tat apai ai^iy.;y T6)v JE/3UV (litvTavjy x«( snocucynxaxi rijj.iv 55 c.noSouvat "flfjuv ra; ofikonevv.g TOU tn Z x«t TOU (3 L (7ot 5£ 0 iToipccntg $t5ot aoi yjxpziv y.v.i jMop^YiV r.poq Toy (3ao-{X£a (jXpamavt zav ^la^oyf^v xott urroJtoixrjTnc 60 napoi. Tvzoksfxatox) [locAsBavog £u P^ersione. A Dionisio degUAmici, e Stratego,per parte di Armai uno di quelli, che sono nel gran Serapeo in clausura da anni cinque, e vivo di quanto mendico nel Tetnpio. lo sono leso da Nefori di ]Memfi. Imperocche Tatfmi giovine figliuola di qucsta meco convivendo nel Terapio, ed abitandovi, avendo coi doni che riceve nelle collelte radunato un talento e dracme trecento, e da- tami tal somma in deposito; dopo qiialche tempo Nefori m' inganno, e sotto pretesto , rhe Tatemi aveva I'cta di essere , come coslumano gli Egiziani, circoncisa, richiesemi di darle il talento e le dracme 3oo, af- finche dovcndo compire tal rito vestisse lei, e potesse dotarla pel ma- rito; che se poi nulla di queste cose facesse, e non circoncidesse Ta- temi nel mcse di Mechir dell' auno xviii , ella mi paghercbbe subito dracme 2400. A'quali patti acconsentcndo io, cd avendo duli a lei nel mese di Toyt il talento e le dracme 3oo, nulla fece dclle cose conve- nute. Per la qual cagione essendo io vessato da Tatemi, e richicsto del talento e delle dracme trecento, m'accade di non potere scendcre a IMemfi per le nccessarie bisogne. Eppcro io ti supplico a non lasciarmi cosi 86 PAPini c.nEci ecc. vcssato, c (limostrarc il liio oilio per la ])crvcrsiti, c, stante quanto si fece per inganno, orilinare , sc lo giudichi , ch'cssa sia a te chiamata; e, se Ic cose slieuo coin' io scrivo, cosiringerla siibito a reiulcriiii ii giusto, afliiiche ancli'io reslituendo la somma a Tatoini, non sia niii vcs- sato. II die falto, io avro otteuuto da te soccorso. Sii felice. Note Lin. I (7T/)arY!-/(a( ] Qucsto Stratcgo, a cui Armai si iiulirizza per ri- scuotere una sonnna data in prestito, era certamenle un ufliziale civile, come gli Epistrategi c Stralegi del Papiri Torinesi (i). Eppero Tolemeo Filadelfo avendo interrogato il sessagesimoquinto Interprete Ti'y«s Jh zaSts-ravjiv ..rs I, p. GG. Pars 1[, p. 34. (t) Aristeas EpistoU ad PliilociaU'in. m BEnNAnoiNO PEYnoN. 8i) [zee TracJt'a] , '/.'A zu ir,Xi« i/.ziix-JSiv circumcidere pueros , aUjue cxcideir puellas. Per intendere poi il valore tlel vocaLolo iy.iiij.vuv Icggasi Ga- leno (Ic Usu Parti, lib. XV, dove ragionaiido della circoncisione diUe donzellc Egizianc ne inilica il modo. Quanto al lemjio cosi scrive S. Air.- hroglo: Ae^^jplii quartodccimo anno circumcidiint marcs ; Jocminae apud eos eodcm anno circumciduntur , quod eo scilicet anno incipiat Jlagrare passio virilis (i). Quindi si intendono le parole o^pav s^^uv del Papiro. Nefori vedcndo, clie la figlia Tatcmi si accostava aU'anno decimoquarlo, discgnava di circonciderla; in lal occasione si dicliiarava la dole della circoncisa, la quale vcniva \estila coine zitclla, che aspira a nozze. Tal USD di circonciderc le donzellc conservasi ancora oggidi presso alcune Arabe tribi\, di cui parla Niebubr nclla Description de F Arable, p. 70. Lin. 22 [i:ti ^yvas-^^i] Sicconie Jerodulo in clausura non poteva uscire dal Serapeo per recarsi a Menifi. PAPIRO XVIIf. Kia? •fitfXKni'Mt T6ot OL^D.-^m . . . £t Eppc^ixEvut rallcc y.octk X570V anocvTM eiTii av wj rotg 3£ot; ev)^o [j.ivr, Stocrili) ■/«( auT/i 3 w/tctvav 5 /.«( T9 nOCtStOV /«£ 0! £V ci/.w KavTsg mv Sucnv.vrog fj-vsixv nota-jixivot Y.oiit7y.iJ.-vri TY/V napx aoii ir.iv napix w . aJ!oi^!3fji«{ £[vi]z« -o-j £•/. ro[£Oy]T5U 1 5 xat/35'j eixci-jrcv ?£ y.y.i to ncx.tStov . . . Sixy.£-i(.u^;pi/r,-nuix x«t EianxvTC eX>!>ii3yt« $i(x vr,v Toy at-o-j -ifxriV (i) Ambrosiiis dc Patr. Abraliamo Lib. II, cap. II. Serie II. Tom. III. 99^ PAPIRI CnECI ECC. xat ooxovatxv . . . vov ncpcr/syofXevov Teu^is^ai Ttvo; xva'^iiyrig as §£ 30 ixr,5iv r;3-jij.ri7^c(e zo-j napctysveir^M luv^sv $£ aXorpeiv u; t»;v riij.szspav r.zpt azxTiv u; £t aou nxpovzo; navzuv £7rc^£0|y.£i/ [j-ri oil ye tojovrou )(_pivau entysyovorog x«t Totovzuv KMpuv x«( fWi^iv (Tsu ocmiTta'ky.orog 25 en 5s x5t( upon zou zr,'j tmiszcihnv napav.i'x.o (uxozog amyyel^ozcg vmp zou ocnohlri^ozog £X TCS xxzo/Tig nx'jzsXug ar,3i!^oixxt %ixr,v «XX £;:£« am r, iJ.r,zr,p uou zvy/^xvet ^xpsvg i/puitx xa[>.(a]5 noir,<7itg y.ixt Sia zocuzrv 3o xxt §1 rixxg napxyivoij.vjog ug zr,v noliv eimp {xvi avay-Axiozepov enire, e per nulla tu abbi badato alia nostra situazionc; cioe die, se esscudo tu presente, abbisogniamo di tutto, ora dopo trascorso cotanto t(Miij)0 e dopo cotali circostanze tu mandando nulla, ed inoitre Oro, il quale porlo la' leltera, avendo annunziata la tua libci-azione dalla clau- DI BEnNARDlNO PEYnOS. gt sura, mollissimo mi duolc I'animo. Ma daccliu anche la tua madi-e ma I lo sopporta, tu farcsti bene si per lei, die per noi, di venire allacitta, seppur qualche piii slringente alTare non vi li irattiene. Addio , ed avcado cura del corpo per goder salute sta sano. Amio is, il 3o di Epif. Sul dorso. Ad Efesrione Note. Tialasciai i Papiri XVI e XVII, siccome omettero tutli gli altri Papiri Britannici, clie conseguono al pi-esenle XVIII sino al XLIV , perche o nulla contengono che sia degiio d'illuslrazione, ovvero sono sfregiati da cotante lacune, che diflicilmenlc se ne puo ricavare un probabile sense. Liu. I i7i«j] Dal Papiro Valicano A si intende, die Isia era inoglie di Efeslione da lei qui salutato col nomc di fralcllo. Gia il Letronne aveva diinoslrato, die le mogli dei Tolemei jirendevano nei pubblici mo- numcnti il titolo di sorella, in qualunque grado fossero elleno appa- rentate col marito, od anche neppur parenti; tal tilolo ei lo giudica onorifico (i). Qucsto Papiro ci insegna, che anche i coniugi plebei sa- lutavansi coi teneri nomi d'l /i'atello e di sorella. Lin. 8 8uGX^£tf\ Efestione era dunque all'insaputa della moglie par- tito di casa, e rinchiusosi nel Serapeo? Ovvero i Jcroduli consecrandosi ai servigii dcgli Dei vcnivano essi traslocali dall'una all'altra clausura , cosl che Isia abbia solo dalla lettera del ruarilo lisaputo dove egli ob- bedendo agli ordini superior! si stava? Nel Papiro Valicano A Dionigi scrivendo alio stesso Efeslione gli dice d'aver ricevulo la sua Icltera, in cui gli notiflcava cTcsserc uscito sah'O da grandi pcricoli e trwarsi in clausura; forsc cgli riconosccnle agli Dei di esserc scainpato da grandi pericoli, e volcndo sfuggire alle ben note strettezze della povera fami- glia, si ascrissc Jerodulo nel Serapeo, senza prima avvertirne la moglie. Lin. 12 «•£ 5 . . . v] Supplisco at /ji£t« ruy aW'M , che ben si connelte colle segucnti parole td>.£/c( «~e(),»;i:ji/i.£y4)v. II Valicano A parla di allri Jeroduli allora uscili dal Serapeo. (i) laetroonc Recherchei pour lertir i I' hist, dt C Egypte. p. 8, lo, i^6. Q» PAPIRl C.RECI ECC. Lin. i6 £(57ravTt] Si ilislingua st; nav n. Polibio iisa sovente r.ag rig per quMs , quicunKjue III, 78, 8, XII, 3, 1, c tov ti per qidtU'is, quod- cuniquc III, 11, 9, XXIV, to, 6. Qui poi i'p-/S'7^c/.i it^ niv « ire ad quid- vis, c I'lasc volgare ])cr adopcrarsi in ogni numiera. Liu. 18 ^sxsuffay . . . cou] Lcggo c siipplisco c?5/5uo-a v[uy 7s] asu. Lin. a I fxicJcy h o'ko'^e.iv'\ II Forshall sospclta , clie olotfUv slia per o).59'j/5c735:(, o).oj!u^£(y, ed in sifTatta corroltissiina grecita tullo e pi'oba- bile. Potrebbesi anclic einentlare pxi^vj 5i olov fpmiv, dove o).ov starebbe per TS[7 oXsi; di Polil/io, Plutarco, c di altri, clie usalo cou una nega- zione vale in niun mudo aJ)alto. Lin. 26 vtiip Toy aTroXsXrySoTOf ] Le ultimo quatlro iettere di anoXEXYj- Soro;, al dire del Forshall, sono incerte; ma auche emendate queste, noa si toglierebbe la difllcollJi. lo sospelto, che debbasi leggere o.noXi- 'hxj'^ttx , cosi si acceunerebbe la libcrazione del marito dalla ci;msura, per cui la moglie a miglior ragione si duole di non rivederc il marito. Lin. 39 x.aXws ttoj^otj; ] Appunto perche Efeslione prevedeva le angu- slie della povera famiglia, riiuso di lasciar la discreta vita della clausura, c di recarsi a Memfi; il topo romito della favola e personaggio antico. Lin. 3 1 X«P'0 Leggi yy.ipi. Lin. 32 £;:(;t . . . p.£i/s; ] Leggo smp.jXsyfAsvo; . PAPIRO VATICANO A. iiicvvmo; r,fmr:fMt rooj aiiel'fw yj/.tpeiv u sppoij.ryat dot zodXy. •Aata Xo-jvj xnocvrat evSxtixovt; kc/.i za Ttai5tix xc.t ma^ y.ai to ;r«tJiov aou 5 -/Ml 01 £v or/.at ncvrs; •/.oy.ttTceiJ.svog rnv ent iJ.-v zui sppu7^c(i « zoi; 3-'5ij imu/y.ptVTOvv r^ouloij.riv S; y.ou o-i r.xpy.yzyo'^zvo'.t st; rr,v 1 o noX[£v] y.y3c7Zcp xsft xcvwy zat ot allot anst /r;[/j./JicV5t] Tiyjztg 0 . . . xk{ T,i>g nv.pv.yivsv'^cf.i xat aff;:(zjc(73at tkv re 'pvociynx. y.oci la. nxioiv. ao xaj Toug ftXoug xaXsi; ovv noirvBi; ump ixn zai ae otvarfnaioTspov nzptiTtcu avvTOjxag nupcf.TSig Jicpa.yrjS'j^cci y.ai xox> cu/^.aTo; Bniii.{i.o[i.ivoi IV vyic/.ivr,ig eppam L S enuf X D'lonigi salnta 11 fratello Efestione. Se a te sano e salvo tulte le alire cose vaiino ragionevolmente, come io vorrei, aach' io sto bene, come Eudemoiii coi figli, ed Isia col tiio figliuolino, e lulti di casa. Aveiido io riceviito la leltera, in cui significavi essere uscilo da grandi pericoli, e di essere in clausura, riguardo al tuo star bene io ringra- ziava gii Dei, ma io avrci volulo, the anclie tu fossi venuto in citta, come Conone e tutli gli allri rinchinsi , affinclie anche Isia, esstndo il tuo figliuoliuo andato agli cstrenii, cil ella avendolo salvato in ogni modo, ed inollre avcndo sopporlate cotali calamila, ora ahneno vcdcndo te avesse qualche alleviamenlo. Iniperocclie esscndo in [larlilo molto alle slretle , uou c affatlo necessario che tu rimanga [in clausura] in slno a tanto clie lu soinministri qualche cosa e Io porti; ma ognuno cpiando sia uscito salvo dai pcricoli, procaccia di subito venire e di abbracciare la moglic , i figli e gli amici. Eppcro farcsti bene, scppur qualche piu necessario alFare non ti tratliene , se lu proracciassi di venir lantoslo, avendo anche cura del corpo per goder salute. Sta sano. Anno IX , Epif 3o. Note. Questo Papiro Valicano, non rr.eiio dti segucnti , fu pubblicato dall' egregio Cardinale Mai neiia sua raccolta Classicorum auclorum e Vati- canis Codicihus editoriun Rontae , lorn. IV, p. 44^ ^ toni. V, p. 6oi seg. in 8.° La lezlone dcU'Eminentissiiiio Porporato rarametite dillerisce g_4 PAPini cnEci ecc. iliiUa mla; io ilebbo quesla aH'oUimo niio Zio, il quale esseiulo in Roma lonsulti) c copii) gli origiiiali. Liu. 4 s-j5xtu.cv'.g ] II t ilclla lerminazione i; 6 incerto. Comunque , questo c il notnc della moglie cU Dioiiigi. Liu. 1 1 Tioivzi; ] Questo vocabolo non c ccrto. Ivi 0 xa! ] Forse o-wj -axi, cosl tradussi. Liu. 1 5 OTfvojs iKxyctyovrx a;] Io iulerpretai piu il sense, che non le parole. Probabiluieute vuol dire Dionigi : tu , o fralello , non sei qua venuto cou gli altri , perclie nulla avevi di clie recare alia povera fa- miglia, ma cio non u alfatto necessario; il vederli scampato da grandi pericoli ci avrebbe consolati. Lin. i6 (Tc (izviiv'\ Leggo Cc mpifxivuv . Lin. 24 ■£ 3 ] II Cardinalc Mai aveva letto L ^, e cosi pure aveva copiato il mio Zio; ma siccome il giorno trenla Epif, e i'intero argo- mento concorda colla consimile lettera del Papiro Britannico XVIII , pero in amendue le epistole bisogna leggcre o L ^, ovvero L S. Poco poi importa quale delle due lezioni si scelga. PAPIRO VATICANO B. Aiivuffiwt TUf tptXvt V.M iTzpy.xrt'jvi nupce. 7i':oXe [iMou Toy yXxuiiiou fjiazsJovog zav ovrav sv xa To/Tit £V Twt [uyoclai aocpoiKisiut eto; r,5ri 5s y.onov 5 a$f/.ouiJ.xi vno rwv sv xai mzui upui •/.ocXhtv Tdjv xai aproKCiKuv twv vuvi s'^-cuspsuavTav x« ra/3«tv abbellire , scopare deriva xaX- Xuvrrij, che il Cardinale Mai ginstamente paragona coi nostri ico/jatori, seppure per nobililare il Papiro non si ami meglio addohbatori, para- tori. Lin. 6 €tfY,nspvjO'JX(tfj'\ Dai lessici dell'antico e del nuovo Testamento , non che da Esichio , si sa che i(fr,iupix vale v] r^; v5//.e'o«; "kstToupytx ossia il .servizio di un giorno o di una settimana, che una fra le classi dei sacerdoti pi-estava alia sua volta. Anche nel Scrapeo i servi distingue- vansi in classi ,. e ciascuna scrondo il giro stabilito entrava in uffizio. Si aggiunga ai lessici lal significato di ifviiXBpEuitv. Lin. i6 TOD J,55/ji3-j ] Questo e il viale fiancheggiato di sfingi, il quale d.a Mcrafi metlcva al Serapco, ed e commeiuorato da Strabone XVII, p. 807. Lin. 24 npovoriTiw ] Questa linea contiene il Rescritto di Dionigi , il quale invia I'alTare al giudizio di Menedemo. 11 verbo npovoiiv prowedere, procacciare si Icggc pure nel Papiro X, 6. PAPIRO VATICANO C. aapixr.iavt rav SiaSoyuv kxi u7:o5(0(Xvj-y;( ff«oa Trrolzixcddv //.xzsJsvs; rov ovrog £'./ -Ayroy-rit vj rat iJ.zyix\'j>i aapxnutat Tvj-o cTo; let y.v.t tuv 5(5u/jt.uv iv:uyovT(>>v I Dl BERNARDINO PEYROX. 97 npoq TYiy cuyTa|(v t5u ir, L ex xou av.pa.msiou ohipav <[ p^ ap coy ^cJsy^at /^.Tivooy j xat £15 $c TO (3 5 fiv; £(; Ss •/. L (jraev £t).vjc;£vai ouvfrala? xa3 rv £;(£(; £t; to ^siov euTt^zicv anoi^ojuai 10 o^sv xat ypx'poct iJLi\yv]t5r,v tov £,7jfi£X»;Tr;v <^ivT«riTi UKoSouvcct tc. T£ npoyiypa^i. [iivy. oij-orj^; 5i y.cf.i rr.v "ivjop.c-jrrj £X T5U «7X),V;-I£!5U X«! £IJ TO J.OCTOV £'JT«XTa; C(na/3T(^«,M£S5< otAoX^v^atq zot; im t'M tossutwv 1 5 vr.oxunsvatg enu o^jj o-jJ £6)5 row vuv Y£'/ov£v v;/A(v »; fifnsJsTsj rev t£ ^amlea 7:hiovcy.ig 3i sv:z[u']^£uy zvpr,va/}:ny.ixij.iv ETt 3s x«t xiv (p^ptTo^ XXI (7c erga , r^d^vj^xnc porUi-novcUa , nc altrimcnti che col qor/rt. Inoltre epxcuS vale nr- taba , domle Feertob o Fertob nolerebbe il porla-artaba , quegli che nella pompa portava per simbolo ilcl suo impiego un'artaba, ossia il Grande Artabuio, che presieileva alia clislribuzionc delle arlabe, che lo Stato coiicedeva ai vari impiegali. Mi era pure veiiuto iii raenle di spie- gare rjdi pr tcuS porla-cassetta-sigUlo , Guarcla-sigilli , ossia Ministro della Giustizia; ma il pi , propriamente cella d'un monaco, non puossi estendere a cassetia , se non per conghiettura. Del resto ne per I'una , ne per Taltra di cpicsle etiinologie io giammai enlrero in disputa , ben sapendo quanto sia sdrucciola questa materia. Lin. 24 A|u.[w]i7jv ] II Gardinale Mai lesse «/i[£(j3]£{V ; il conteslo ri- chiede un noma proprio , ed Au-ixriv parmi piu prossimo al vero. PAPIRO VATIGANO D. lapy.niavi toov oiaoo/av y.at vna^toiyxrYii notpK YlToXenvtm zau Tlxijy.tou Ma/.tJivo; Toa [nffOzarTixazjoq twv vj tw! (xr/ylai av.pmniziui 5(5l;fjt.0)v GVTo; S ev Y.a.-oyr,t rrs; k^jj ivSe-Acnov npoT,(; npog p-vj to (vj L r/ij ^epivr,g £|«jnv;i/ou Y.oii zou (3 L o[j.oiag ano'TZ£pouiJ.EV(>>v 5; xzt vno zuv npotirr.y.oz'ji'j 10 Tou «(7z),v;7r(£tou ruv yivo[j.BV(>iv r,p.vj £xsi3cv xaSu; x«! c/.i r^pozipov £).«/j.|3«vo5'«y a^tou[j.sv [ff£ 005 x«{ £]v allotg r,[fj.iy^ avr£(^»;i|i[a;] av3 uy 0 .^aviaoa/ XIV, 3o. £),Kf;.|35(VO(T«v F^atic.Ti , 11. E talora lo zelo dell' analogia guastb le forme antiche, onde rour/iv II, i3 per tm-rrj , T(9£g II, 72 per Ss;, "^zo^^oua.^ II, 16 per 5£0(7£|3£(;; cosi pure mivtVYMxav X, 5, ypct^c/.rag X, 19, XI, 16, omettendo il v, perclie ora non compaiisce piu nel nomi- nalivo in — xg del participle aoristo primo , che anticamente era vj-fjxvg. L'uso promiscuo dei casi basta pure per accennarci che non s'inten- deva piii la sintassi ; eppero scrivevasi Siujiai yjawv . . six^Xeuaxwag . . . Tjyjiy fie II, 10, seg. ^zpaitcuowjofj xfjMV . . . cBioufxev IV, 5, e cosi sovente, per modo che bisogna talora indovinare il senso. Acciuncansi i nuovi sinnificati, che si attribuiscono a vocaboli antichi. Imperocche se un nuovo vocabolo formato secondo I'analogia per signi- ficarc una nuova idea anicchisce una lingua, il valersi d'una voce antica attribuendole un significato nuovo conturba I'idioma. L'indice delle gre- che parole, ch'io daro in fine, varra pure a dimostrare questa specie di corruttela. Venendo ora all'ortografia , dico , che, siccome il popolo scrive come ]>arla, pcrb i Papiri Britannici ci presentano lo stato vero della greca pronun/.ia ai tempi di Filomelorc. L's ed S) si scambiano. Cosi i^iSup'Hv II, 12G, Tjzcoxslr, i\ "/iypciJ.i-jr.g II, 5o, ^(/.viliTrji II, i, 57, nvpv.y.i'kla'j'^r.g 11, 52. Couservavasi tutlavia lajdistiuzione Ira le tenui ed aspirate, giac- clic incoutrai il solo fi)tr,7rr,Ti XIII, 4> X.V, 35, per — 3( La proniinzia dei diltonglii gia perdevasi. at scambiavasi col suono di e,- cosl yp'/.'Yr,vr,i 11, 17, per — vai, cximeol II, 19, 4'> 62 pei' eiv X, 3, (7'jvr!>:|.-(v XI, 7, '/!o:piiv XV, 57. Quattro sole volte \ u sta per e in riij^tpcx; XII, 3, [Sz^jXsie;, (SocyfXsiojj XII, 22, 28, e a/royJrjx per (j::o'j$ir/. XII, 5. In tal caso il i era muto, sicconie pure quiescenlo essere doveva il i solloscrillo, cbc vedcsi anclie nelle voci ervit II, 12, ^r,-'M VI, 58, X, 8, sywt XII, i3, XiToyjoyac XII, i4, Tov auTUT£).v;{ II, 126. Donde si ricavei, die il dittongo u rai'ainente pronunziavasi e, ma per lo piu /. L'u gia ristringeva il suo suono verso 1'/, eppero lijuuTj XIII, i5, 17, XIV, 6, II, 4o> XV, 43, ed y,(j:j(ji XV, 4*5; ed anche st per ij^, come in upy}izipr:r,v II, n8. Un solo esempio trovai dell'v; per t nel Papiro Valicano D, liii. i3, dove Y,7ig legjj'Csi per ij-tc. ■ Gosi il iotacisino, moslrandosi dove piii, e dove meno, glu comiuciava ad invadcrc I'arinonia della lingua; e, se pel suo frequente nitrilo giunge inamabile aUorccchio, giova tuttavia per ravvisare toslo uci codici la causa di molti errori, e per I'adik'izj^arli. io4 PAPinr cnEci ecc. Sin qui ho cons'ulcrata la grecita Alessandilna neU'inGraa plebe, come il inio cliiarissiuio Zio nci raj)iri Torinesi csainino quclla del medio ccto; ora per aOinila d'argomenlo mi si conceda di ponderarla nei dotli scriltori, a fine di risolvere un problema degno di considerazione. Tcodoro Mctocliita cosi intilolo un siio Opuscolo : Tutti gli Scrittori educati in Egitto hanno wio stile aspro (i). Venendo poi a spicgare viemeglio la sua ide.1, egli osserva, che tali scriltori amano vocaboli poco inlclligibili, diiriciliiiciitc scorrevoli, e lontani dall'uso comunc; nel con- uelterii foruiano uii pcriodo scabro, cosicche lutla la loro lingua riesce agrcste ed aspra. Tali sono, ei dice, Filone Ebrco, Tolemoo Glaudio, Teone, Origenc, Clemcnte Alessandrino, ed altri per erudizione dottis- simi, e per Closofia profondi. II contrario, prosegue egli, si osserva negli scrittori, che furono allevali nella Siria e nella Fenicia; qviesti scrivono una lingua soavissinia. E dopo aver attribuita la causa di tale asprezza all' influenza della lingua Egiziana, passa oltre proteslando di non voler entrare in tal quistione. Se non che , mentre la lingua vernacola cor- rnppe la grecila nell' Egitlo, perche mal i dialetti Semitici non I'avranno depravala nella Siria e nella Fenicia? Ma siccome una pari causa debbe produrre a un di prcsso un pari eiFetto, ne viene, che la lingua Greco- Alcssandrina non poleva divenir peggiorc della Greco- Sira. Allegheremo iioi dnnqne coine causa la positura marittima d'Alessandria , cmporio fi-equentato da luttc le nazioni? Ma, oltrecche la Fenicia anch'essa mer- canleaaiava , il couimercio introduccndo nuovi vocaboli e nuove forme puo beusl corrompere la purita d'un idioma , ma non e mai che pro- duia I'asprezza e I'aslruseria nello stile, che anzi la lingua commcrciante suol cssere limpida e facile; d'altronde usata dai traflicanti non influisce punto snlle scritture dei dotti. Eppero lasciando stare queste cause inca- paci a produrre relFelto descritto da Tcodoro, io per me lo ripeterei dalla Filosofia coltivata, come in propria scde, in Alessandria. E per vero ogni sistema fdosofico dee primicramente creare vocaboli, di cui il numero e tanto maggiore, cjuanto piil il sistema medesimo vuol essere S|iirituale, e si argomcnta di decomporre sottilmente i falti in- terni dell'anima, gli csseri e le forze. Ond'e, che Timeo per inlendere Phitone conipilt) un Icssico. Cosi chi voglia sludiare la scolastica peripatetica (i) Ji^i Sciiftorum vcUrum not'u CMccti\ torn, II, p liS.'i, 54. Dl BERNARDINO PEYRON. lo5 abbisogna pure d'un apposito cUzionario, il quale riuscirebbc assai vo- luiniiioso ; tuUavia io ni'avviso, che sarebbe supcrato ila qut-llo, il quale ritraesse le voci proprle della Glosofia di Kant, e ilelle varie sue scuole. Qiianti vocaljoli nou furono foggiali iliigli Il.aliani dopo clijc presero a ripetere, o modificare i dommi della scuola settentrionale ! Epper6 a buon fliritto scriveva Cicerone: Ars est philosophia vitae , de fjua tlisserens arripere verba de faro non potest. Quamqiuim ex omnibus philosoplds Stoici plurima novaverunt, Zcnoque coram pi'inceps non tarn rerum in- ventor fait, quam verborum novorum (i). Quanto adunque si osserva nelle altre filosofie avvenne pure in quella della scuola Alessandriua , cbe ebbe a creare molli vocaboli nuovi. Ma ollre alle parole, la filosofia intenta ad esporre idee allissime e diiUcili ad esprimeisi, trascurando la grazia del dire crea ancora lo stile scabro; e servendosi della lingua cooie d'uno stiomento per enunciare le sue analisi , loUa con essa ri- trosa ad esprimere i piii sfuggevoli colori del pensiero. Quindi lo stesso Cicerone : Stoicorum autem non ignoras quam sit subtile, vel spinosum potius disserendi genus (a). Lo spinoso di TuUio corrisponde al r/sav-JrEsoy scabro di Teodoro, e ci rappresenta compendiafo in un vocabolo lo stile dcgli scolastici, quello di Kant, e di tulte le scuole sottilmente spirituali ed analitiche. Dico spiritual! , perche il sensismo siccome oc- cupato di cose materiali Irova sempre nella lingua fisica i suoi vocaboli e lo stile, ossia, come ben disse TuUio , verba de foro arripere potest • chi paragoni i libri del Locke e del Condillac con quelli del Kant rav- visera pi-aticatnente quanto ia accenno. Siccome poi la GlosoGa, perche ultima ragione delle cose, estesamente si applica a tutto lo scibile, pero, quando la fdosofia regiia, le altre scienze tutte e le lettere da lei s'in- formano , pigliandone parole e stile. Ne attesto i libri delle odierne nazioni piii o meno devote ai sislemi settentrionali. Se ne paragoniamo la letteralura e la poesia coi libri alliui scritti nel passato secolo sotto rinllueuza del sensismo, troveremo tal immensa diversita, quanta passa tra il blaudo e lo scabro, tra il retto ed il contorto, tra Anacrconte e cerli Romantici. Per la qual cosa siccome Alessandria fu la primaria sede della filosofia Neo-Platonica , che invadendo le lettere tolse ai poeti ed agli oratori I'ispirazione per occuparli dell' arte, e delle iiitime ragioni teoriche; io non dubito di aflermare, che dalla filosofia si dee ripetere la ruvidezza rimproverata da Teodoro agli scrittori educati in Egitto. Bensi i prestanli ingcgni, come Platone, sanno conciliare le giustc qua- (l) Cicero de Finibus 111^ q. (a) Cicero da Finibus III, i. Serie II. To.M. III. 1^ io6 liu\ dello stile coU'altezza della filosofia , ma i Platoni sono rarissimi ; latldovc i minoi-i ingegiii scrissero e scriveranno seinpre come Ammo- iiio, Plotino, Proclo e simili , trascuratissimi del bello per cercare un astruso vero, che ritraggono poi con impura lingua, e con stile scabro. lliDICE DEL.L..% GRE€1TA «7:sOxiJ.iJ.iyi)//,5y . . cyT«/.T«y . . . iyqj.zai{)ii'j . ^■jci'ig .... Infiniti usati per za>.).vv7vjj v.'xzy/r, . . . ■M-/.1 .... /.■j)j:r,r:t; 35, TtVt pag. 84 12 p. II. 33 46. 5o . ivi ■ 47 42. 43 Pap. II. 23 4 '4 46 36 sg. 38 ij:>ti\) 88. 8g 35 63 60 43 46 73 100 9G 73 35 9G 61 sg- 21 48 perativi ),^y£y£tv . lj.i-fr,[j.9. . IJ.opyh ^ . . 6, r,, T5 per hie, haec, KsVSsg .... ntpmoulv Tivl v.p-/r,v nip'.ziij.ycij distinto da Tzlr.pcg .... nlr,p'>jv zvjo. npoUi'^M .... npo7uvy.'fipiiv . npopi^ivJ . npiiztpot EunriXoi) . cDlt . . . 7-py.-.M, vcl - ffu'jt7rf,[j.t Tiva Tj73y.ivjy. T e 0 scambiati Ta'iSJ/t . . ■cvrf-f, . . . Ttixtipa. . Tu;r4j . . . v7:o/.=ttj.sv^ G>- 69 IL39.49^9^ ■•3u i«&. ii3u i(4.TL39.5«. ▼HL I. XL »7. |jjiirjwpi.inij SsasRSBV . . TL 27. Tm. 3. XV. I. XTL 10. jL t. B. I . n. 49. gS. 97, la* . II. i«S. 109.114 . TL 99. i38l it. 9. 33. TL 13. 4aTlL3.MIL 7. EL X 5. X a. i3. XTL 3. . ILi33 . n. I33L 136 . n. i3i. i33 . Jl I. . TL 3»5o . n. X 3 . xvnLi.^ I . IL 69. TL 37 38.4- ■ p^' 4»- . XL36 , XTDL I. i#. ( ■P^k» . IL136 io8 KaZ/irrorroj • • 11- 94- "9 laptati^ . . XIII. 6. 9. 29. KhoTixzpoi . . . II. I XV. 37. 40. 56 Kovuv . . . .A. 10 lapxniuv . . II. i3i.i33. 137. KoTrrjTTij • • pag- 39 III. I. IV. 1. V. K,oaT£oo; . . VII. a. Vin. 6 I. VI. 3. i3. 23. Au/oj . . . . II. 129 44. 46. 48. 56. McVi^rsuo; . . . B. t8. 23 X. 1 5. 20. XI. MevvjJjij . . . IV. 25. V. 1 3. I. 38. XII. 27. 16. 19. 2^. VI. XIII. i.XV. 32. 6. 28. 4°- 49- 59. C. I. D. I X. I. 9. 18. XI. 1evi;:qtj^ . • • pag- 4° 10. i5. XVL 7. l-vriC.ix'M^rjg • ivi C. 10 iBTjpug . . ivi Mysj . . B. 8 i»7SJ . . . VI. 29.50. VIII. N£05,0(J . . XV. 5. 10 2 Ntx.avaoa . . II. 134. 137 2M7Tp«T9J . . II. 34. 5o. 53. O705XK( . . XII. 7. XIV. 22 80 Hxix'M^r,; . • • peg- 40 ToSk/xjs . . XV. 6. II. 17. Wkojijcc . . • • pag- 40 21. 29 no(7(5i)y(05 . . II. 92. 100. 1 17. Tai/r; vedi 0 xur.z 1 39 Txvpivzg . . ■ pag- 39 IlToXifJiajss ?«^ o/uiv;- T«u; vedi QauYi; 1 T4)^0 . . . IT. I Try/;; vedi id nrsXs.uatsj . . II. 2. 58. 1 24. IV. T(5(x«r«v(; . • pag- 39 3.V.2.VI.3.47. $(Xo?£VOS . . II. 127 IX. I. XIII. 2. $3ofx(i)v • pag- 40 XV. 33. 60. B. XeupTinav . . II. 109. no I. C. 2. D. 2 XpvamT:os . . VII. 3. VIII. 8 riri/.£|:jta(j . . . IV. 14 ^(y-OT;; . . . XIII. a3. XV. riuoosg . . . . XI. 40 54. C. 1 1 BVDICE DEGIil UIVUI 109 ivrtypafiltg . . IV. 10. VI. I a. iiJ.«7ionQ.oz . . B. S 46. IX. 3.x. 1 3 X«),XuVTYiS . B. 5 «/5TOXo';f6; . . . B. 6 xarstxoj . . II. 3 ap/^wnr^pizYig . . 11. 93. 118 '/.TXO'fJi \p)M £1/] sovente ap^taufioczofvlx^ . 11.90. 1 1 5. VI. XoyfjiTipiov II. 108 42 npozrrriv.w; . VI 4. 47. XIII. auroTsXhs • • • II. 126 10. 22. XV. 4i- PsuxdXo; . . . XII. 7.9. 16. 17. 5i. D. 3. 9 19 arnii . . . II. 19. 4'- 62 7/jafi,aaT£u; . . II. 34 e swentc arpaxriyog . . . II. 92. 100. 117 ypxix[x«re\jg tojv $-j 1 40. XV. i.B.i vd[lE'M . . . II. 91. ii5 myytv},/; . . . II. 4 SidSoyog . . . IV. I. V. I e zprnii^ircg . . . VII. 3. VIII. 7 soi.'eute UTtsdtofxvir/is . . III. I. IV. 2. V. SiSiiHai . . . sovenle i.VI. 3. 24. 45. Stoinr.Tf,^ . . . II. 93. 98. 1 20. 56. X, 1 5. XI. 122. i35. VI. I. XII. 27. XIII. ai. 43 I. XV. 32. 59. smyovng [ex tcs] . II. 2 C. 1. D. I STttyovo; . . . 11.66 unoiJivriiJ.ceriyp Xfo? . II. 124 imiit}.r,rr,; . . . II. 99. 139. VI. f£p(TS|3 . . . . C. 18 28. XI. lo.C. 10 ipi'),uv [rdJv] . II. 120. XV. ,. intiTrdzr,^ zav hpw XIII. 23. XV. B. I 53 Xitpi<7ns . . . VII. 2. viir. 7 ixTpis .... B. 8 ^ 110 ElDICf: DELIiE COSE Anubi suo tempio nel Serapeo pag. lo Api lutlo nella sua mortc .... 72 — suo Guardiano . 71. 72 — diflicolta nel tro- vare tal hue . . 84. 85 — detto Osorapi . 5 — domicilialo nel Serapeo di Merafi g. 10. 84 Argento vedi Ta- lento Artaba divisa in sei chenici . . .84 — dava 3o pani . m . — sua capacita . ivi Aslarte suo tempio nel Serapeo . .10 Circoncisione delle zitelle Egizianc . 88. sg. Clausula stabilita nel Serapeo . . . 11. 12 — non perpetua . i3. 17. 18. 19 — clie vi facessero i claustrali . . i3. i4- sg. — forse studenti anche dimedicina 16 Dei Egiziaiii assimi- lati ai Greci o per autorita pubblica, o per private con- ghictturc ... 7 4 1. 43. 77. Sg. 77 '9- sg. ivi Dracma vedi 2a- Icnto Epigoni chi fossero 43- 4^ — loro soldo . . 42. 45. 46- Filosofia sua in- fluenza sulia lin- gua e suUo stile 104. sg. Fratello per marito gi Frumento suo prez- zo — consutnato dai soli Greci Gemelle addette al Serapeo . . — loro uffizii ed assegnamenti . — forse rinnovate alia morte d' Api 20. 84 — (iglie di Nefori . 88 Grecita Alessandriua scabra, aspra . .104 — non ammise al- cun vocabolo Egi- zio 10 f — oorrotta nei casi 102 — la terminazione in vji, £(, I rappre- senta varii casi . 102 — corrotta nei tempi dei Terbi . . .102 — analogia intro- dotta contro I'uso 102 Ill Grccila Alessandi-lua corrotta nella sin- tassi . . pag' — diedc nuovi si- gnificati ad anli- chi vocaboli . — corroUa nello stile, e perche Jeroduli ncl Sera- peo , ossia clau- Strali vedi Clau- sura Mctreta divisa in dodici Coi . Moneta erosa dei Romani aveva un valore convenzio- nale .... — quella dei To- lemei aveva un loa loa ;o4. Sg. 65 77- sg- valor reale . . IVl Olira suo prezzo . 11- Sg — consumata dai soli Egiziani . . . ivi Ortografia Alessan- drina; — 9 ed 1) scambiati loa — £ ed r, scambiati io3 — - raddoppiamento irregolare delle consonariti . . tVi — ai pronuiiziato e m — 4( e ( scambiati ivi — £1 e J scambiati ivi — £( sla per £ . . ivi — X) pronunziato i ivi — K e ( scambiati ivi Sg- 23. sg. 25. sg. Papiri Britannici e Valicani dove tro- vati . . . pag. 2 -i— lore argomenti . 20 — ragguardanti all' olio dovuto alle Gemelle . . .21. — per gli anni xviii e XIX .... — per I'anno xs . — ragguardanti all' olira dovuta alle Gemelle . . . 26. sg — modo di piegarli, e suggellarli . . '^5. Sf Rame vedi Talento Reggimenti chiamati Bandiere, V. nell' In dice degli Uffizi Ricino [olio di] suo uso 21. s^ — valeva la meta del Sesamo . . 22 Serapeo di Memfi sua positura . 4 — or nota il tempio di Serapide, ed ora I'intero sac. borgo 1 1 — detto Grande 5 — preceduto da un viale ornato di sfingi .... 4 — comprendea mol- li templi . . 9- sg — formava una citla sacra . . 1 1 119 Scrapeo
  • a del proprio sa- pere o useendo dai liniili della scienza che dee insegnare , o estenden- dola fin dove i limiti dell' insegnamento universilario segnati dal tempo nou lo concedono, essendoei in ogni scienza una gran parte di cogni- zioni che conviene per necessita lasciare o agli studi privati de'giovani i quali , conseguiti i gradi , hanno il nobile desiderio di perfezionarsi nella istruzione, o ai filosofi i cpiali vanno tnedilando e scrivendo tra ie qualtro inura del loro gabinctto. A tutli questi inconvenienti facilissimi , non (he possibili ad accadcre, non si ripara se non con i corsi elemenlari a stampa , escludendo i ma- noscrilti, e i dettati ai giovani dai professori. § II. FILOSOFI A. I giureconsulti Roinani appresero la connessione intima che lega tra loro la filosofia, quella che per eccellenza merita questo nome , quella cioe che indaga, ed insegna la origine ideologica delle cognizioni, ed il criterio della loro cerlezza, il dritto naturale , e la morale. Cicerone ebbc il divisamento medesimo allorche scrisse {De Legibus , lib. i, cap. 5) doversi lo studio del dritto altingere da una filosofia , che egli chiaino intima, volendo designare con qucslo nome quella chc indaga la origine delle nostre cognizioni, il grado della loro ccrtezza, e la indole del giusto c dell'ingiusto, del bene e del male morale nelle azioni degli uomini. Lo stesso e da dirsi dell'arte di pensare, e di ragionare, de' metodi di rintracciare , o dimoslrare la vcrita , essendo le matemaliche , o si riferiscano alle quantita continue, o si riferiscano alio discrete, modi di raziocinio, e di metodo uscenti dai loro procedimenti medesimi, senza che siano da tcmersi i vizi di ragionamento, che o la frode, o I'errore, o la esaltazione deU'animo spcsso insinuano ncl discorso sopra oggetli morali, col presligio della |)arola piu spesso cuoprendoli. 1^3 PnOC.nAMM.V DI STUDI I.F.GAT.I Percoj-rerulo coU'occ-hio i programini cleirinsegiiamento unlversUariOj la niosoGa ileir intenclimeulo uiiiano or col iiomc d'l logica, e metqfisica (irasposiiione cli parola consccrata dall'abituiline), or col nomc tiVt/eo- logia va brancolanilo, or con Tuna scienza , or coU'allra ccrcantio un luo"o che le convcnna sollo la rubrica = filosofia = facolla filosofica = coUegio fllosofico = , Irovaiulosi spesso allato a' rami d'inscgnainenlo che non lianiio con essa relazione di sorta alcana. Or pcrclic in cpiesLo ondcggiamento continuo , facile causa d' incer- lezze, e d'crrori, non segiiir resempio de'glureconsuiti Romani , c non collocare la ideologia, a cui piil specialmente il nome di filosofia si con- viene, come scienza fondamentale di qnella del dritto tra i rami d'in- segnamento die al dritto appartengano? Lo studio della materia, e dci corpi che la compongono, delle fisichc, o meccaniche leggi che ne dctcrminano i movimenti e le fasi , lion ha bisogno per preliminare della ideologia. Gli oggetti di questo studio si presentano quali essi sono nelia loro realta. La osservazione e la espe- rienza hauno in essa una giiida certa , e infallibile nei fulti. Le niate- niaLiche necessarie a nieglio conoscere , e misurare i movimenti , o Ic configurazioni de' coi-pi , Tazione delle leggi di attrazione c rcpulsione , di aflinita, e di repugnanza tra loro, sono sistemi ideologici, che con- tengono ncUa slessa essenza loro, e ne' loro procedimenti, coine pur ora osservavamo, il criterio della propria certezza. Cosi non e, ne puo essere nello studio degli oggetti del Dritto, tiitti astrazioni della mente umana, come ben disse il Gravina, lo quali non lianno corrispondenza con cio che vi ha di scnsibile, e di materiale fuori di noi. E impossibile che iin'equazione algebrica si possa cangiare in un lavoro d'immaginazione. Rousseau nel decorso secolo, Lerminier ncl presenle hanno scritti brillanli romanzi in legislazione. Mai sapreste distiiigiiere qual dififerenza vi ha tra il confessionario dc penitcnti neri , e le esagerazioni del Dritto ideulc di Kant. o Penso Bacone non potersi separare la scienza dalle radici colle quali ella e a guisa d'un albero unita al tcrreno conveniente alia sua fcracita. La ideologia puo dirsi il terreno nel quale s'inipianta I'albero genea- logico delle scicnze del Dritto. La ideologia da ragione delle forze in- tellettuali , e delle forze a(Jetti%>c che neU'uomo divengono causa o del sue mode di apprendere , o de' movimenti della sua volonla. Ella mo- stra come da qucsti quasi due fonti emanano nel loro nasccre le noslre cognizioni , c quali di loro fornisca il criterio della loro certezza. DEL C.AV. GIOV. CARMIGNANI. 1 43 § III. DRITTO FILbSOFICO. Da' fonti mcdcsimi scaturiscono i due sistemi tlirettivi delle libere azioni degli uotnini il Dritto, e la morale: ruiio dalle forze intcllettuali, I'altro dalle forze affective della loro natura. Coniecclie Ic facolta allellive siano piu pronte, e piu facili a svolgersi delle intellettive, la storia presenta le umane societu guidate da' precetti della morale prima clie lo siano dalle regole, e dai principii del Drillo. L:i filosofia stoica alia quale i giureconsulti Romani f'urono addelti, piu clie della genesi delle idee, e di speculativi principii si occupo dell' in- segnamento, e della pralica delle morali regole della condotta degli uo- inini. La dednizione che essi dettero del Dritto della natura, ispirata da quella fdosofia, allio non fu se non la espressione di certe islinlive aU'ezioni che I'uonio lia comuni co' hruli animali: le cpiali alfezioni possono bensl all'osservalore presentare analogie, ed Immagini di morale coudotta, ma non poti'ebbero fornirle delle regole del Drilto, onde non che la divina sapienza, i favoieggiatori deUaiiliciiila irassero dagli animali esempi non iiiopportuni ad alloiil;mare gU iiomini dal vizio^ ed esortarli alia pralica delle soeiali virlii. La prerogaliva della ragione, come facolta propria cd esclusiva del- I'uomo, fu dai Romani giurcconsuUi riconosciuta nel Dritto di cui tutli i popoli da una esiremila della terra all'allra fanno uso {Inst. lib. I, tit. i, ^ i). Ma Tasecndente della stoica filosofia scorgesi nella loro esposizione de' precetti del Dritto, i quali sono eir.incntemente , ed eselusivamente morali (/. lo, § i, Dig. de lust, et lur-). La loro defini/.ione della giu- stizia fu stoica cgualmcnlc : pcrciocche ravvisarono in essa nient' altro se non se un'alfezione, un abito della volonla a soddisfare I'altrui Diritto , ma tracce deirindole speculaliva del Dritto non vi si scorgono. Osservai gij come le rivohizioni religiose del secolo X^ I, e le poli- tiche del XN'III, sruotcudo il giogo delle auloritj, e delle abitudini, fe- cero divcnire la ragionc umana orgogliosa delle sue forze, c la consi- gliarono a chiamare al suo tribunale lulte le istiluzioni soeiali a ren- dervi conlo della Icgitlimila della loro originc, e del loro tilolo. Quests scossa data all' ingegno umano dalle passioni religiose , e politiche , ne I ,^ \ PnOGnAMMA DI STl'DJ LF.C.AH nmiicnlo Ic forzc speculative, e ia uomini occupati unicamente di um- hratili studi, e di scienza fu spiuta ed incitativo a esaminare le diU'e- renze carattcristiche, e le relazioni reciproche de' sislemi di cognizioni atte a dirigere le libere azioni deglt uomini alia loro destinazione sopra la terra. Qiicstc cognizioni, dette indistintamente morali per lo scopo cooiune ili dirigere le morali azioui degli uomini, dovettero esser considerate per la dill'erenza de' modi , e de' mezzi che consigliavano o come pii'i razionali, o come neccssari, o come piCi utili per aggiungere il loro co- nuiue scopo. La parola Dritto indica la conformita dcUe idee, e delle azioni degli uomini a un tipo di geometrica rettitudine : niente nelle idee , e nelle azioni potcndosi ammettere chc resti al di qua o vada al di la di que- sto tipo. II Drilto ha dunque tra gli uomini uno scopo A'ordine mtellet~ tuale, d'un equilibrio tra le forze clie regola: quindi la sicurezza reci- proca di queste forze nello spiegare la loi-o azione. II giusto assoluto e il suo scopo. In esso non cnlrano vedute di perfezione. Sole vedute di sicurezza vi si comprendono. Cicerone, che potrebbe citai'si dagli sccttlci , e dai dommatici o per impugnare, o per ammettere un Drilto uscente dalla natura dell'uomo indipendentemente dalle leggi di fatto umano, quindi archetipo , normale , e dalle leggi di fallo umano inlangibile, inalterabile, Cicerone in tutti i luoghi dclle sue opere nelle quali lo ammise lo disse stipite d' ogni Diritto, e derivabile dalla natura. Qucsta parola natura ha un significato troppo generico e, cio che e anco pill pcricoloso, troppo simpalico per scr-vir di punto di partenza alia ricerca scientiGca d'un Dritto normale. La parola natura comprende quclla dell' uomo come quella de' bruti animali , comprende ne' primi tutti i moti islintivi, tulti i bisogni della vita animate, I'azione e il de- lirio delle passioni socievoli , o insocievoli che esse pur siano. Ma fu facile accorgersi che la formola Dritto di natura usata dai giu- reconsuUi Romani come designativa d'un Dritto comune agli uomini^ ed agli animali aveva un signiQcato esteso tro])po, e percio mal concepito. Se il Dritto e un concetto della ragione, come peiisare, che gli animali di ragion privi ne sieno ncUa condotta lor dirigibili? L'ingegno umano scorse allora la necessita di stabilire un Dritto che a' soli uomini convenisse. Ma , comecche la immaginazione nelle sue 1 liEL CAV. ClOV. CARM1GNANI. i4j licerche scmpre all'osservazione e al raziociuio prevalga, anziclie riiitxac- ciare la origine cd il titolo del Dritto nella natura deU'uomo, la quale |>er qualutique sua siuiazione non varia, si rintracciu in una sua posi- y.ionc, la quale vcrificaiulosi lo avrelibc fatto confonilere di nuovo co' bruli animali, vale a dire fuori dcUo stato di socicta cogli csseri della sua specie. S'immagiuo allora un Dritto di natura uscente dallo stato di natura deU'uomo, e percio la nozione dell'uno doveva assuinere il caratlcrc fantastico ed arbiirario dell'allro. La nccessita di evitarc le crronee ed abusive conseguenze chc I'llobbes aveva Iralte da questa falsa inaiiiera d'indagare, e il titolo del Dritto della natura obbligo gl'ingegni a desumerlo dal vasto e complicato com- plesso delle facolla intelleltuali, dalle inorali c dalle sociali deU'Homo, sistema in ispecial modo adollato dal noslro Lauiprcdi. Grozio , e dope di lui Leibnitz avevano asserito che le verita del Dritto hanno un carattere certo ed assoluto, come le verita matematiche, tali per se medesime anco- alia mente dell'atco, e quiudi non avcnti bisogno della sanzionc divina. Questo lampo di luce illumino una nuova via per rintracciare la vera origine e il titolo carattcristico del Z)r/rolegomeni alia dottvinale. ,t ojnbni r?' II. La obiettiva, destinata alia investlgazione dell' indole, e del titolo puramente razionale del Dritto proprio della umanila, siccome della liberth giuridica necessaria al suo esercizio, e per modo di oonclusione di tali investigazioni la nozione della razionale personalita dell'uomo, d'onde i suoi Dritti primigenii, incessibili, indestruttibili in qualunque siluazione relativamente a' suoi simili egli si trovi. III. La subiettiva contenente I'applicazione de' principii del Dritto, obiettivamcnte ed in se stesso considerato, alle relazioni che gli umani interessi fanno nascere tra I'individuo e le cose nello svibippo deiristinto iiidiislriale , c quello che tra individuo e individuo fa nascere lo svi- lup[)0 dcU'isliiito della sociabilita. La qual terza parte verrebbe a suddividersi in tre subalteme. 1." L'una destinata a rintracciare la origine s]ieculaliva, e il titolo razionale del Dritto di proprieta, e de' suoi trasporli a titolo correspet- DEL CAV. GIOV. CARMICNANI. t J^-J tivo: siccome della sociela coniugalc , e tli famiglia, del trasporto delle proprieta a litolo graluilo, dellc succession! intestate, e de' testamenti. - 2." L'altra dcstinata ad esporre il trattato della difesa de' Dritti, il Dritto della necessitu , cose spesso erroneamente confuse tra lore. 3." L'ultima dcstinata a far conoscere i punli di contatto e le vicen- devoli relazioni del Dritto razionale , e del Dritto degli stabilimenli, che nel lore yasto e compUcato complesso cotnpongouo la civil societh dalla sua nascita fine alia sua plena viiilita S IV. MORALE FILOSOFICA. Le opinionl religiose, i sentimenli morali, i principii di giustizia, i dettami di necessita o di prudenza politica, tutli in un giuppo confusi, e 0 daU'autoriti, o dalle abitudini in tale stato consolidati, divengono i principii determinatori delle libera azioni degli uomini nelle loro aggre- gazioni sociali. 'II loro salutare eflfetto distoglie dall'esame scientiGco della diversa in- dole di questi principii determinatori e del grado d' influenza die ri- spettivamente lianno iiella consei-vazione deU'ordine c della pubblica pace. Ma scientiBcamente considerati questi principii diiferiscono tra loro in indole ed in influenza. Non e da parlai'e della religione, la quale forma un oggetto di studio incommensurabilmente da quel dellc leggi umane separate e distinto. La religione comanda e sostiene il suo salutare impcro coUa sanzionc de' castighi e de' premi. Ma le opinioni religiose sono varie tra gli uomini, e ve ne furono, e pur ve ne sono, specialmente fra popoli uncor barbari, alcune, le quali danno per base alia societu usi e principii che la morale aperta- mente rigetta. So fosse vero cio che alcuni viaggiatori sostengono, che alcune nazioni dell' isole del Mare PaciGco non ebbero idea degli attri- buti di Dio , e pur praticarono la ospilalita, sentirono la gratitudine , ammirarono le grandi opcre di senno e di mano , d"onde questi senti- ment! trassero la loro originc c il loro carattere ? Come i principii del Dritto prendono il loro nascimento dalle forme della ragione , cosi I'apprcndcre il bene e il male morale nelle libere 1^8 PBOGRAMMA DI STODT TFCAI.I azioni tlegli uomini premie il suo dalle forme il'un senso ascoso , intemo, diverso lUi'sensi corporei, scde c fontc dellc simpatie gencrose,le quali col ineccanismo de' sensi corporei non avrclibero spiegazione. Se il Dritto detla ragione disceme c fissa il giusto assoluto , espres- sione d'un principio d' indole intelletluale, la morale apprezza il bcrin ed il male d'un'azionc, espressione d'un sentimento. Come dalle facolla intellettiiali dell'iiomo piio nascere un ordine di principii speculativi, i quali servano di giiida e di liiuite alle sue libcre azioni, sicche ciascuno agisca per la iinea che il Dritlo gli segna, senza oflfendere il Dritto al- trui a sicurezza reciproca, cosi dalle sue facolta affettivc possono nascere niotivi di agire die lo determiniiio e lo abituino non che a rispettare I'ordine come giicsto , ma ad aflezionarvisi come biiono e bello , e cosi non solo a rendere sicuri gli allri , ma a trasfondersi per cosi dire in altrui , e preferirc il ben essere degli altri al proprio ben essere : a • concepire tale opinione della dignita deU'uomo e de' snoi futuri destini da fuggire tutto cio die puo degradarlo, e seguir cio che pub contri- buire alia perfezionc propria ed all'altrui. Cosi la morale ha una filosofia come il Dritto , rintracciandone la ori- gine e 1' indole nelle forze della umana natura. Gonosccre non i limiti che separano la morale dal Dritto, coine disse Bentliam , ma la dilFerenza d'origine, d'indole, edi scopo di questi due sistcmi di cognizioni e della coinpetenza del Dritto filosofico. Annoverare la filosofia morale tra le scienze del Dritto, puo sembrare strano come I'aveiTi annoverata la filosofia del pensiero e dell'intendi- inento umano: ma se la ideologia e per cosi dire il terreno su cui il Dritto fabbrica il suo edifizio, la filosofia morale e vm edifizio il quale sorge unitamentc a quello del Dritto, facilita ed assicura nell'uomo la eseruzione dt\ Jilosq/ico , e forma pel cittadino il compimento dc\ positivo. La moj-ale col complesso di regole direttive delle libere azioni deU'uomo si trova in istretto contatto i.° Colla ideologia; 2." Colla scienza degli attributi di perfezione di Dio ; 3." Colla morale cristiana; 4° Col Dritto sia razionale , sia politico, sia pubblico, sia privato. I. La ideologia colle sue soltili ed astruse indagini si sforza di cono- scere e determinare d'oade derivi il bene o il male morale, che per conseuso di tutti i probi uomini si ravvisa nel carattere estrinseco di DEL CAV. GTOV. CATIMIGIIANI. 1 4g cerlc azioni. Ella slabilisce come dalle forze cleU'animo discende la loro iitti-inseca moralita, vale a dire la loro dirigihililu. Tutto cio iion lia relazionc col Dritto , ii quale tali recondite cose suppone gia note. II. La scienza degli atlributi di perfezione di Dio, come fonte e san- zione di ogni ordine, dh al bene ed al male morale una origine ed \ina sauzione diviiia. Cio apparlicne ai sisteiiii ideologici, de' ciuali c state parlato qui sopra. III. La morale cristiana e un modello di perfezione. Rjunendo I'amore c il tiinorc di Dio coll'amore dc' nostri simili, ella scendendo fmo ncl cuore deiruomo pone un freno salutare alle passioni nemiche dell' ordine, e da a tutte le facolta alTcttive una tendenza alia subiezione all'autorita , e all'annegazione di se medesimo. Ma questo scopo eminentemcnte pratico fa scorgere nella morale cristiana un mezzo di edncazione bensi, non un oggctto di scienza. Quindi ella e un testo sublime per la formazione del cuore e dell'animo dell'individuo, siccome d' insegnamento ad uso dc' padri di fan)iglia, degli oratori sacri, e dei Parroclii. Porre nella morale filosoGa lutlo cio che la jnorale cristiana ha di precetlivo per la formazione o la riformaziorie del costume, o anco per conoscere il giusto nelle umane contraltazioni sarebbe cangiar le lezioni scientifiche in calechismo. II discepolo vienc alia Universita giu moralmente , e cristtanamente formato: del che fa fede la nccessita, che le leggi universitarie impon- gono ai giovani di far costare della loro moralita, d ella loro religione, e della lore condotta per esservi ammessi. Nella Universita di Pavia lo studio filosofico s'inaugura coUa istruzione icUgiosa, locchc tende a mantenere nella gioventu il salutare ascendente del timor di Dio , e dell'araore verso di lui , e verso del prossimo. ^la e facile il ravvisare che la istruzione religiosa, necessaria non che utile all'uomo cristiano, non annovcrabilc tra le scicnze che il discepolo deve imparare, ella e piultosto una direzione ai movimenti del cuore, e dellc passioni , e non e una parte di scienza necessaria a ben costruire le leggi, e a bene applicarle. IV. La (ilosoda morale prendc rango tra le scienze sociali col suo innesto , e colla sua inlima conncssione col Dritto. Ma anco in questo riguardo si e andato lungi dal vero , e dall'utile per il pubblico inse- gnamenlo. I 5o PnOGRAMMA DI STVDI LEGALI Se si aprono i libri degl' idcologi e de' moralist! f;i maraviglia il ve- dervi dc'lrattati di cU'ile ghu-isprudenza, parlarvisi de'DritU originarii , lo chc e materia del gius Glosofioo, do' Dritti personali e reali, dc' con- tratti , e delle loro categoric, lo die e materia del Drilto civile. Cerlo che il direttore spirituaie dcirindividuo dcvc conosccre, e bene la civile giurispriulenza per mcglio guidare la coscienza del sue pcnitciitc idiota; ma tutto cio spetla alia pratica della morale, non alia morale fdosofla. Le quatlro serie di osservazioni fattc fin qui potrebbero servire di prolegonicni a un trattato sistematico di morale filosofica, i quali avreb- bero per conclusione , che ia altro e diverso punto di \ista ella vuol essere considerata per elevarsi al grado di scicnza sociale. II trattato , salvo sempre migliore e piii pmgato coiisiglio , potrebbc dividers! in tre parti , esponendo le relazioni e la conncssione della morale 1.° col Dritto /ilosq/ico ; 2." col Drilto civile privato; 3.° col Dritto pubblico della citth. I. Nel sistema di un insegnamento ristretto al solo gius civile private de' Romani era inutile lo studio della morale, comccche quel Dritto ne avesse tutta la tempra, e tutto il carattere: ma dacclie la ragione ha vohito cercare la origine, e il titolo del Dritto o in se stessa, o nello studio dei fenomeni della morale e politica natura dell'uomo, comecche la nozione del Dritto risvegli quella di facoUa, la idea di facolta quella di autorita , e la opiuione di autorita alletti ed infiammi la volonta umana, conseguenza di queste preraesse si e o che in un sistema d'in- segnamento si debba bandire ogni specie di Dritto che positivo non sia, lo che farebbe arretrare il sistema degli stndi di tredici secoli , o che nell'atto che s'insegna la teoria razionale del Dritto , s' insegni nel tempo medesimo la teoria dei doveri, al che specialmente tenderebbe la morale filosofia. II Gran Duca Leopoldo I misuro d'uno sguardo T abisso , nel quale poteva precipitare rinsegnamcnto del Dritto razionale senza aver com- pagno quello della morale, e anticipando quasi di un secolo sulle obbic- zioni della modcrna scuola slorica, voile che il Lampredi riunisse in un sol trattato la morale e il Drilto della natura: questo concetto non bene appreso dallo scriltore, ne potendo egli, nel tempo nel quale scriveva, DEL CAV. ClOV. CARMIGKAM. l5t coaosccre i liiuUi chc scparano la morale ilal Drillo, rcsc la sua opera un erroneo tcsto irinsegnamenlo ai di nostri. ha/brza obbligatoria,s\ai con titolo di f/ocere, sia con tilolo di obbli- gazione, siiU'origine c sul lilolo dclla quale grideologi dispulano scin- pre Ira lore , c afTallo iguota al gius razionale, e repugna a' suoi fon- damentali principii. £Ua discende lutta dai dali scntimcntali della morale. Infatti come i nudi coiisigli dolla ragione potrebhero aver forza di rauovere la volonta ad agire in. scnso coulrario ai suoi naturali appetili? Questa osservazione conduce a discernere die quanlo pii!i gli appetiti naturali dclla volonta sono tenuli in frcno, c quanto jiiu Tegoismo delle passioni c lolto di mezzo, taiilo piu facilmente i principii del gius ra- zionalc acquistano credilo e rivercnza: di qui il precctto del Drillo, ho- neste vivere. Queste sole osservazioni convincono come la morale filosofica puo , lissaiido la nozione del dovcrc, nella sua corrispondenza al Drilto altrui (nuovo jnecetto de'llomaiii giureconsulli, ins suum unicuique tribuere), fabbricare la sanzione del gius ClosoCco, e conie segnalando lo strano go- veruo che le passioni fanno del cuore umano indica alia politica le con- dizioui, le quali rcndono piu certo e piu stabile I'impero della giuslizia, terzo precetlo del gius, alteruin non laedere. La morale filosofica indica allora la diversila della scienza , e della coscienza , ed accenna che da questa nascono i doveri verso di se , e verso degli altri. II. La nozione che i giureconsultl Romani dettero della obbligazione presuppone la legge che la impone costituita di gia. La necessUa vazio- nale dimostrata dal gius filosofico ha bisogno della dimostrazione della morale necessUh. Allora si scorge di quali clcmenli si compone la ob- bligazione civile. La necessila morale di agire nel sense del proprio dovere a soddisfazione del dritto altrui radicata in tutte le menti dimi- nuix'ebbe un gi'an numero di litigi. Ma la opinione del proprio diritto come del non dritto d'un allro non puo negli aninii idioli nascere da ignoranza; la morale che deve farsi foriera della politica accenna c stabilisce il dovere di coscienza di coDSultare il giureconsulto, ed espone i requisiti, e i doveri di cbi ne esercita il nobile e soecorrcvole uflicio. La coscienza del giudice ha piu doveri da soddisfare di quclla del- I3J PROGRAMMA DI STl'DI I.EGAI.I I'uomo privato. La csposizione cle'doveri di coscienza del giudice sfugge ;illa Icggc che ne stabilisce le attribuzioni. La equUii, utile, umano e poderoso ingrediente nella interpretazione del fatto e della legge, e piu un sentinienlo, che un principio , ignoto ])erci6 ( checclie ne abbia pcnsato il Leibnitz ) al Dritto della ragiono intlessibilo come essa, e tutto dalla morale discende. Jii pur dominio della worrt/e la giuslizla, delta attributiva da Aristotile, e da Grozio attvibutrice : la distinzione de' doveri perfetti , e degl'tw- perfclti. Tutte queste osseiTazioni espongono quasi il preambolo della connes- sione intima della morale col Dritto civile privato. Ma qnesta connessionc e dimostrabile in una grande moltiplicitk degli oggetti di quel Dritto. Le leggi del matrimonio , della potesta patria , della tulcla, e della curaLela prendono origine dalla morale, e si dimo- slrano percio non alFatto suggerite dalla convenieuza politica, locche di- raostrato fa si che i doveri di coscienza che ne derivano facilitino la esecuzionc dclle leggi civili. Le rcgole della ordinata carita nella ma- teria dellc trasinissioni de' beni a titolo gratuito scendono egualmente dalla morale. Nella morale e fondata la distinzione de' contratti di slretto gius, c di bnona fade , panto il piii Inminoso della dilFerenza , che i giurecon- sulti Romani appresero tra il Dritto razionale, e la morale. Ne si tosto si esaurirebbe questa parte della morale fdosofica se in- dicar si volesse partitamente tutto cio che di pertinente gli oggetti del Dritto civile privato contengono. Non vi ha societi la quale non abbia Dritto penale. La coazioue che questo Dritto fa necessario non discende dal Dritto fdosofico che non I'ammelte: non discende dalla morale la quale consiglia ma non'costringe: ma la filosofia morale insegna come tulti gli eccessi in natura haiino in natura una punizione : che gli sfrenali appctiti del piacere finiscono col jirodurre un dolore. Ella insegna di piii come il sistema penale puo prendere carattere di educatore del popolo, tpiando nello stabilire i de- lilti si mostri difensore della giustizia, e dclle morali simpatie, le quali al regno della giustizia aggiungono quello delle sociali virtu: quando i gastighi appariscano eraendatori piii che vendicativi; locche le otTre il mezzo di stabilire il dover di coscienza di non resistere alia esecuzione delle leggi, citando il luminoso esempio di Socrate, il quale in carcere BEL CAV. GJOV. CAilMJOSASI. »3V consigliato Ja' suoi dlscepoli a prcnder la fuga, moralizzo sul dovere d\ obbedire alle leggi del proprio paese. III. Ncl Dritlo pubblico giova distinguere cio che si riferisce all'ordine essenziale e primario dulla civil sociula, c cio clie si riferisce alle forme del polere politico come ragion pubblica che rammiiiistra, e come forza pul)blica che la difcnde. Nel primo riguardo la morale filosofia dimostra come lo svolgersi de' due istinti industriale e socievolc delluomo coulribuisce alio svolgi- raento, e alia squisitezzu del sue senso morale; -indica come la ediica- zioae pubblica ha dovuto dai tempi antichi ai modcrni variar di sislema: che i suoi grandi ordigni a' di noslri sono per le masse la religione, e il lavoro. Nel qual luogo la filosoGa morale si discosta alquanto dalla morale cristiana, senza per6 combatlerla , dimostraudo come il liisso tra noi e fonte di moralita , c come presso gli antichi fu adito alia immorality. Tantum aevi longinqua potest abolere vctustas ! Ne qui la morale Closofica si soflerma, ma appogglandosi aU'aulorila della storia osserva come la perfezione sociale induce nella specie umana moral perfezione; che la immoralita e sempre nella proporzione della ignoranza, e della barbarie: la moralita nella propoi-zione delle cogni- zioui c dell'incivilimento. Nel secoudo riguardo la morale fdosoCca ha uu gran campo da per- correre nella enumerazione delle virtu politiclie: nella formazione, e neir indole dello spirito pubblico, e dell'amorc per la patria c per le leggi che la governano: ne' doverl di coscienza deU'uomo di slato: e uon occupandosl de' drltti della sovranilu dipcudeuli dalle forme che essa ha ncllo stato, ne' doveri di docilita, di subiezione, e dicooperazione Tcrso lo stabilito governo. Sep.ie II. Tom. III. 20 1 54 PROGRAMMA DI STUDI LEGALl SEZIOIVE €iIURIlSPRUDEMZliiI.E §1- OSSERVAZIONI GENERALI. Ne il Diitto filosofico, ne la morale filosofia abbraccia, c comprende le regole colie qiiali un'autorila tra gli uomiai stabilita giudichi de' loro Dritti, e doveri reciproci derivanli da relazioiii d'interesse tra individuo e individuo in ogni caso di conlroversia e di dubbio, o in quello della infrazione d'un Dritto avveuuta o per malizia, o per colpa. II Dritto Glosofico indaga la genesi nazionale de' Dritti da individuo a individuo: la morale raffetliva genesi de' doveri, ma I'autorita di giu- dicare e tutta di origine sociale, e politica II rigore del metodo esigerebbe, che alia parte filosoGca dell'insegna- mento del Dritto succedesse immcdiatamente la parte politica, la quale coUa teoria della strultura degli stati facesse conoscere la origine, e la indole dell'autorita , la quale o come ragione pubblica , o come forza pubblica fa cessare I'unicio delle ragioni e delle forze private. Ma co- mecche lo scopo priucipale dei giudizi della pubblica autorita sia quello cH far giustizia ai Dritti, e ai doveri da individuo a individuo, lo stato di connessione della origine , e della entila degli uni e degli altri col iiiodo di giudicarne, obliliga a coUocare dopo il Dritto filosofico, e la morale il Dritto cii,'ile, che in societa e la espressione dell'uno e del- I'altra. Gli oratori antichi, abituati a trattare i tre generi d'oratoria dimo- strativo, deliberativo , giudiciario, dettero al Dritto civile un significato estesissimo, e con quella formola dcsignarono il Dritto pubblico propria- mente detto, il Dritto di pubblici sacri, il Dritto pcnale, e il Dritto che in piu stretto significato ha nome di civile; cd c percio che Cicerone disse dover I'oratore aver pratica del Dritto civile, coUa quale espres- sione non voile cerlo indicare il Dritto del quale occupavansi i giure- DEL CAV. ClOV. CARMrCNAN'. 1 55 consuUi, da lui non troppo ;>ppi-ezz.iti. Modernauienle si e introdotUt la foriiiola clrilto civile privato ; fonnola , la quale pero si e limilata al Dritto Romano, Instil, tit. dc lust, et lur. § 4> perocche parlando del Drilto civile, come rcgola di giustizia, ondc comporrc in socicta i Dritli da individuo a individno nclla complicanza degli intcrcssi che nascono o dal loro stato come persone, o dalle relazioni dijamiglia, o dalla in- Iroduzione de' dominii, non si puo concepirc un Drillo civile susceltibile della distlnzione di privato e di puhhlico: come distinzione simile nou puo amiiiettcrsi con Zeiller ed allri nel Dritlo nalurale : sono bensi sinoninie le nomenclature Dritto civile, e Drilto private, Inst, de lust, et lur. § 4- Li teoria della personalitu giuridica dcU'individuo, l)ra disco rro no. Lo stato di compenctrazione, nel quale la materia delle azioni si trova Ira la parte del Dritto civile che tratla dcllacquislo, e della Irasfusione dei Dritti, e la procedura che traccia il iiiodo di proporle , O sostcnerle SrniE n. Tom. III. ai iGn PROGRAMMA DI STUOI LEGAT-I sino alia fine del liligio in giudizio, fa nascere perplessita se si debba insegnare a parle, o sc, riuncndola, la riunione delibasi fare all'una , o airallia dellc due paili , alle quali si Irova di sua iialura intermedia. Le azioni nascono bensi dal Dritto, ma funno nascere la prooedura , e nella procedura si esaiiriscono; dal che nasce ragione di pensare, che piiitlosto con qucsta, che con quello debbansi nell' insegnamento connet- tere , quando rifleltasi che insegnate a parle le azioni ofiTrirebbero un campo troppo ristrelto ad un corso speciale nell'insegnamento universitario. £ strana cosa il vedere come presso ai pii la procedura civile e con- siderata come una specie di Ortopedla, la quale esercita la sua azione sullc membra del causidico abituandolo a muoversi ed atteggiarsi in modo determinate avanti ai giudici, senza aver cosa la quale abbia nei principii la sua ragione : ondc ella e generalmenlc rcputata come un meccanismo al quale una mcute elevala dee sdegnar di abbassarsi. Comuuque varie sleno le forme stabilite dalle leggi de' diversi paesi neiramministrazione della giustizia civile, la qual cosa in gran parte di- peude dal Dritto pubblico, considerata la procedura come esercizio di nnazione iiascente da un Dritto ella ha principii i quali desumono tutti la loro origine dal Dritto Romano, ed in questo punto di vista ella e! una parte integrale della scienza del Dritto, ed ha nella parte princi- pale de' suoi atti la ragione d'essere cio che sono. Cio uon pertanlo la connessione slrettissiina che vi ha tra la proce- dura, e il Dritto pubblico d'uno stato: la influenza che il Dritto cano- nico ha esercita suUa forma de' civili giudizii, spesso temperando il ri- gore del Dritto Romano, I'eudono un corse elementare in questa ma- teria, cosa difficile a farsi. Questo corso potrebbe essere diviso in tre parti: i." La esposizionc della materia delle azioni secondo il gius Romano, dal quale in questo proposito non e dato di declinare. 2.° Moviraento dcile azioni, o espo- sizione degli atti della sostanza del giudizio a norma del Dritto Romano, e del Dritto oanonico: ove delle prove, delle loro specie diverse, e della loro rclativa credibility. 3.° Quadro comparative de' divei'si sistcmi di procedura civile presso le moderne incivilite iiazioni. DEL CAV. CIOV. CAlUJlGNANr. lG3 Parti Storica, Arclicologica e Filologica del Drilto Romano. Mi faro Iccito di ripetere qui in modo piA esteso il lamento ch' io gia espressi indlcando questa eslrema ramiflcazione dell'insegnamento del Dritto Romano. La civilta moderna, comecche conseguenza de'progrcssi della ragione, e divenuta come la ragione orgogliosa. Ella pensa dover tutto a se stessa e sdegna volger lo sguardo a quanto produsse I'antica. Si puo concedere ai moderni romantici di spregiare ogni suppellettile di enidizione an- tica nel quadro della parola. Ma la educazione scieatiGca della giovenlu destinata a dare o giureconsulti , o amministratori al Principe cd alio State, non e cosa di gusto. La legge uel rettamenle applicarsi non e un romanzo, o un poema, in cui la inventiva forza di chi lo scrive possa supplire ogni mancanza di erudizione, o di studio di cose greclie, o latine. La esperienza ogni giorno ci mostra, ed il male va rapidamenle cre- scendo ogni dl, una gioventu che tulto fida in se stessa, non riconosce altra forza che quella di volonta , non altro utile studio che quelle delle opere che infiammano le passioni, c risvegliano i desiderii di un avve- nire ignoto bensi, ma per le ambizioni si facile a conccpirsi miglior del presente. A spirlti con questa lendcnza , gli sludi vcraniente scienliGci sembrano un peso, un impaccio a un grande slancio per I'avvenire, non couosccndo niuno potervcne esserc allro migliore da sperare che quello che le scienze preparano : della qual verita veggiamo ogni giorno la prova ncUe produzioni legislative , le quali hanno infeliceinente I'impronta o delle passioni politiclic, che colle scienze non hanno niente che fare , o dc' prcgiudizii de' quali c' imbevve I'animo la conquista: grande avve- nimcnto bens'i, ma non dottrina per ccrto. Di qui avviene die la gio- venlu si reputa lulla dotta ai di nostri, e si vedono sorgcrc celebrila fatlizie, alle quali i pochi coltivatori delle scienze non dettero mai, nc poterono dare il loro suffragio. Aspettando clio 1" L e R. Governo col dar sistcma ngli studi primarii, |64 PnOGIlAMMA DI STt'DI LEGALl « cd ai secondarii lolga Tabuso di veder comparire alia Universila giovani, clic appcna sauno il loro alfabcto, c ncccssario iion die utile, die lo studio erudilo del Dritlo Romano impedisca il male, di cui rEinecoio dolcvasi, di veder giureconsulti portare aridi, incolli e crudi studi nel foro. Le ramificazioni della parte erudita del Dritto Romano la filologia, V archeologid , c la storia si coinpenetrano vicendevoltnente Ira loro, e Tuna serve di soccorso, e di guida aU'altra. Ma se si dovesse, come pur si dee, trarre una linea di separazione tra lore converrebbe creare un insegnamcnto dclla filologia del Dritto , e un insegnamento della sua storia, nella quale entrerebbe necessariamente la parte archeologica , e lo studio delle /Intichith Romane. Non esiste in alcuna Universita d' Europa una parte d' insegnamento col titolo di Filologia del Dritto ilomano , ma partendo da' Glossatori, i quali allorclie incontravano una greca parola, esclamavano: Graecum est: lion potest legi, o spiegavano Dactiliotheca ; data hjpotheca: Irenar' chiac , quod iram arceant — Laterane — latens rana, perche Nerone vi vomilo: e quiudi fiiio alia erudita opera di Leopoldo Andrea Gua- dagni ad Grasca Pandectarum s'incontrano erudilissiiue, ed ixtili opere le quali conteugono regole ed insegnamcnti per islruire la gioventi nella esegetica del Romano Dritto. Questo ramo d' insegnamento riunisce la perizia del linguaggio del Drilto, di cui non e sperabile il piii esatlo e precise di quelle de' Romani giureconsulti , coll' insegnamento delle lettere greclie e latine. La dislinzione della storia del Dritto Romano in interna, ed esterna non u con sufficiente esattezza determinata. Leibnitz, Hugo, Haubold, Iloltius, Warnkoenig non souo del tutto concordi tra loro nel definirla. Egli e certo pero che esso compiende le luatcrie de' prolegomeni delle Islituzioni, e quelle die I'Eineccio ha trattate col titolo di anlidiita del Drilto Romano. II primo scrittore, che in questo secolo siasi distinto ncU'elevarc a piu alto grade di quel che non facessero gli scrittori del dccorso secolo la storia del Dritto Romano, ed abbia con questo titolo illustrata la cat- tedra da lui coperta in una delle pii\ celebri Universita d' Europa , ha ingonuamente coufessata rinulilita di questo rame di pubblico insegna- mento jier la condotta dci pubblici alRui, e per I'esercizio pratico della giurispinidenza forense. DEL CAV. GIOV. CAHMIGNANI. 1 65 Ma se Ic Uiiiversitu hanno non solo lo scope di formare dolti uoinini di stalo, e giureconsulti, ma hanno pur quello di manlenere la ripiita- zione lelteraria e scicntifica d'un paese, la Universita nostra non po- trebbe entrare con le altre in linea senza una caltedra di storia del Dritto Romano. La ulilitu di questa parte di pubblico insegnamento si fa poi piti specialmcnte sentire ai di nostri , ne' quali le all'ezioni per le sentenze coUu rapidila^ e colla forza del fulminc minacciano il Dritto scritto del sue coinpleto esterminio. Ne minore utilila per la gioveutu e da sperarsi dal dare agli studi una forte e decisa tendenza alia storia, la quale col ricbiamare le forze dello spirito ai falli, ne modera i troppo liberi slanci, e sostituisce il criterio sperimenUde alio spcculativo , che molti ill oggi coll'immaginoso confondoiio. La Storia del Dritto Romano deve esser circoscrilta ai tempi che segnano I'aurora della sua origine, e Tcpoca del suo compimento, nella collezione , che noi conosciamo sotto nome di Corpus luris. I destini del Dritto ncUa storia delle modei'ne nazioni non le appartengono. La proprieta del teslo originale delle Istituzioni per norma di qnesto studio rende inutile la osservazione, che in questa parte d'insegnamcnto non puo ammettersi la materia de' prolegomeni d' Eineccio , la quale spetta tutta alia storia della Romana giurisprudenza. N." 5. Dritto civile applicato. II Dritto civile comprende le regole di giustizia necessarie a contc- nere gli uoraini ne' limiti do' loro dritti , e delle loro obbligazioni in quanto gli uni c le altre nascono dal corso delle cose, che piii ordina- riamentc e piii generalmente derivano dal loro stato sociale. Ma collo sviluppo progressivo dell'istinto industriale nascono interessi privali, i quali assumono un carattere parlicolare derivante dalla par- ticolare indole degli oggetli ai quali si riferiscono. Questo particolarc carattere si verifica negl' interessi nascenti , I." Dal commercio; 2.° Dall'agTicoltura ; 3.° Dalle arti e mcstieri. l66 PnOGRAMMA DI STUDI LECALI I sistematici, i tlommalici, i costrutlori di generalitk nel Dritto po- trebbcro rassoinigli;>rsi senza (av loro ingiuria agli acreonauti, ne' quali e mirabilc il coraggio per ascenilerc, ma la loro asccnsione li colloca in una iinmensita bensi, ma una immensilu , nella quale non potendo trovar rcsistcnzc e punti tl'appoggio, come si trovano ne' corpi terreni pii\ o meuo soliJi, non hanno mezzo di dirigere il loro cammino, e di- rigendolo renderlo utile. Nelle materie del Dritto civile la regola ha un carattere o, e direi quasi specifico di questo Dritto, ondesso abbia una fisonomia propi-ia, e non vaghi brancolante ed in- cerlo nellc province, nelle quali altre specie di Dritto lianno legitlimo ed anlichissimo impero. Ne vuolsi credere die il rinlracciare questo crilerio carattcristico, c distintivo del Dritio rurale sia facile iinpresa. Forse la dilTicolta di bene apprezzarlo fu la causa degli scarsi c deboli cenni , che nelle Icggi europcc se ne incontrano. Quando si parla di un Codice di Coinmercio, d'un Codice rurale non vi lia contraddizione con cio clie si pensa contro alia codiOcazione nel Dritto civile. I due indicali codici ricevono ispirazioni speciali dallayorM- denza ainministrativa dello stato, e prendono in molte lor parti carattere o dalla iiulole clrcoscritta degl' inleressi che i progressi dell'istinto in- duslriale hanno falti nascere, o da vediitc di convenienza polilica, locche separa quelle due opere legislative dalla giurisprudcnza civile, salve al- cune sue regole fondamentali, le quali a qucgl'intcressi ricevono comoda applicazione. La mistura che 11 Codice di Co:nmercio, e il Codice rurale lianno di prudenza araministraliva dipende dalle relazioni, le quali connettono aiuendue coUa pubblica economia. La leg^e commerciale ha la sua parte ainministrativa nell'ainministra- zioiie dello stato , ed e anco iiella dipendenza dal gius delle gcnti , e tlalla scienza diplomatica , alle quali due scienze appartengono i trattati di commercio. La legge medesima non ha parte di polizia primitiva , trannc i falliinend colposi, perclie gl' interessi cominerciali aminettono la difcsa che protegge tutli inilislinlaiuenle gl'interessi sociali. IVon e cosi del Dritio rurale. La sua parte ammiiiistrativa consisle in regolamcnti pubblici, tendenti a moltiplicare le comunicazioni dellc localita della campagna anche in un solo distretto e comune: nelle giuste e libcrali isliluzioiii dclle comunila rampagnole: nei sistcmi i piii ac- conci a libcrare, e difendere i campi dalle acque pluviali : nel regolare i mercati e le Gere proprie della campagna, e sojiratutto nel favorire la maggior possibile libcrta delle conlraltazioni de' fondi ruslici: nel- DEL CAV. CIOV. CARMICNANI. fjl I'aprire c inantencre stabiliraeiiti per esperienze ed esercizi agrari: nel diirondere per la cauipagna uoraiui addotlriaati, e speiimentati nella velerinaria. II beii csserc delle rampagne, o frutlifere, o prative, o boschive in tpianto ringcgno deiruomo puo conlribuirci dipciulc iVAV arte agrariii, daWeconomla rurale , c ilalla scienza amministrativa rurale. Non e da coiifondcrsi quesla con quelle. La prima e di altribuzione del coliwatorc , la secoiula del padre di famigUa , la terza AiAWiutoritii sovrana. Ove la sezione politica avesse la economia pubblica, il Drilto agrario non avrebbe bisogno di esporre ramminislraliva sua parte, e tullo do- vrcbbe consistere nella parte contenente rapplicazione del Dritto civile, e nella parte contenente rapplicazione del Dritto penalc ai bisogni agricoli, la qual seconda parte ha nome di poUzia rurale. II carattere di localila. clie spesso hanno i lavori , e gli usi agricoli fa si che il Dritto rurale non possa avere la uniformita che ha il giun commerciale. Sotto 1' amminislrazione di Napoleone ogni dipartirnent(i del suo vasto domiuio ebbe 1' incarico di presentare un progelto di Ca- dice rurale. Ma questo speciale bisogno del Dritto agricolo dirainuisce col diminuire della Sovrana giurisdizione territoriale. Ma comecche la legge col Dritto commerciale, e col Drillo agrario provveda agl' interessi che nascono da oggctli , i qiiali hanno carattere di differenza dai regolati dal Dritto civile , cosicche nel dar sisteina a questi interessi ai termini del Dritto sia necessario il concorso d'una prudenza, la quale non puo acquistarsi che colla cognizione prntica di tali oggetti, saviamente i legislatori prcscrissero, che giudici commcrciali fossero i commercianti, come i giudici nolle questioni di Drillo agrario esser dovrebbero le persone praliche de' lavori , e degli usi della cam- pagna. La organizzazionc delle giurisdizioni agricole a guisa dellc coni- merciali dovrebbe essere ommcssa neU'insegnamento del Dritto agrario, come cosa di corapeienza del Dritto amministrativo, e quindi del potere Sovrano. La specialitu degli oggelti ai quali e d'uopo, per mantenerc la egua- glianza in faccia alia leggc, applicar Ic regolc, c i principii del Dritto civile si fa in alcuni si grande, che la indole loro assorbendo, per cosl dire, i principii, obbliga nella decisione delle conlroversie che ne in- sorgono abbandonar tutto alia prudenza de' giudici , scnza che sia dato alia legge d'intervenire col suo ministcro. GV interessi che fpiesti oggetti 1^2 PROGRAMMA Dl STUD! 1.ECAI.I faiino nasfcrc sono tU tal natura, che ncl dccidere le controvcrsie Ic quali ne insorgono, vale piu la lor cognizionc pralica , clic non la scicnza tiel Driito: piu clic 1' aver ilollrina vale il non iivcnic: ne clii dec giiulicare apj)licando il suo stiulio al maneggio di qucgli oggelli lia |>otulo istruirsi nelle dottriiic del Driito. E alloi-a iiecessili\ , che iiel decidcrc sopra intcressi di tal natura vi abbia piu giustizia di fatto , die giustizia di Dritto. Da questi niotivi nactpic la giurisdizioiie dc'pru- denti uomini (prud-hommes) destinati a decidcre i piati tra i manifattori ed il proprietario della laberna manifutturiera , c Ira manifattori e ma- nifattori. Questa ultima parte del ministero della giustizia, non merilando piu il nome di giuiisprudenza, ma di sola pnidcnza, non appartiene ne puo appartenere allinscgnamcnto del Driito. L'oggctlo ncl mentovarla quello si fu di dimostrare con irrecusabilc esempio, die il Dritto cmle sfugge alio spirito di speculazione, e conic il Dio Terminc rcsta, per cosi dire, infisso ed immobile negli umani inlcressi, e nella loro indole indipen- (lentc dalle pretension! della ragione , le qviali al di d'oggi oltrepassauo i limili che ad essa la natura delle cose prescrive. N.» 4. Driito Canonico. II Dritto canonico e soggetto di dottrina propria de^li ecclesiaslici: ondc si puo essere buoni e fedeli cristiani, senza esser canonisti: non si puo esser buoui ecclesiastici senza lo studio del canoni : cio prova die il gius pontilicio noQ puo come scienza separata e dislinta entrar tra quelle che nell'insegnamcnlo universltario son deslinale a formare il glureconsulto, il Glosofo, c Tuomo di stato. Ma il Dritto canonico ha per il giuieconsulto la sua parte giurispru- denziule , per il filosofo la sua parte storica , e per I'uomo di stato la sua parte politica. Laonde neU'insegnamento del Driito quello del gius pontificlo nou puo essere ne in tutto ommesso , ne in lutto ammesso. Nella Universita di Pisa la Isicolta legale fu nella sua riordinazione del i8i3 sopraccarica di Dritto ecclesiastico: vi furono istituite due cat- DEL CAV. CIOV. CAnMiCNAM. 1 73 ledre (V istiluzioni , e una calledra lU sacri canoni a imilazioue di qiiella di PandcUc. Queslo lusso noii avcva neppur I'appoggio ncgli anlichi usi universitarii ne'paesi caltolici; perocche e un fallo nolorio, che, com- parse alia luce le istituzioni canoulchc del LaiicelloUo, si abbandouu la calledra la quale spiogava per lo iiinaiizi il dccrelo di Graziano. Osservi) Fraukliu noii esscre al inoiulo cosa piu prcziosa del tempo, pei'che ill esso tutto si fa, e senz'csso niente si fa. La venerazione in cui si dee avere lullo cio ehe forma parte della C4iiesa Caltolica non i: buona raglonc per ainmelterc neirinsegnameulo universitaiio del Dritto tutto il gius ponliQoio: altiinieiili converrebbe aininellervi la Tcologia donimatica e la Morale, la Bibltca, e la Sloriu ecclcsiastica. Fa d'uopo aver rignardo al tempo che gli alunni debbouo iinpiegare in istudi propri della professione clic debbono esercilare allorclic dagli studi accademici passano al pralici, onde scrvire ai bisogiii ilella sociel;i. II gius ponlificio ( almeno in Toscana) forma suj)plemento e non parte del Dritlo civile e penale. Le leggi del paese non riconoscono aulorila del Drilto canonieo, se non in quanto la legge dello stato lo ha letleralmcnte prescrilto. La sezione giurisprudenziale della facolta di Drilto dee dunque com- prendere il gius ponlificio come supplemenlo del Drilto privato, non come sistema di regola la quale abbia uii' aulorila propria dalla civile separata e distiiila. Per tal modo due rami d'insegnamento del Dritto ammetlono come scienza suppleinenlaria il gius ponlificio: queilo del Drilto civile, e quello delle azioni giudiciarie , e della proccdiira ci\'ile; il primo in rio rlie concerue le persorie, e le cose; il secondo in cio clie coucerne i giiu/izi. II primo a modo d'esempio Iraltaiulo delle persone non puo esimersi dal rauunenlare quali cambiamenli ha solferlo il Drilto Romano dal ponliGcio nella materia delle nozze , e dal collocare Ira le cose la ma- teria bcneftcitiriu. II secondo ha da render palese lullo cio die nella forma de' giudizi ha iiilrodollo la equitic canonica. Allre e piu poderose ragioni concorrono per non ammellere una cal- ledra di sacri canoni obbligaloria per i legisli. Abbiamo lulti scnlita la dillicolla grande di tciier fisso, ed allento I'animo della giovenlii alio sludio del gius positivo. Dobbiamo rammentarle scmpre la necessila di simile sludio. Sara avvenulo a tutli cio che e avvenulo a me, di sentire cioe fj^ PnOGRAMMA DI STIPI LEGAI.I tlai giovani la impazienza di essere obbligali ad uao studio , del quale il loro stato fa loro senlii'C la superfluita. La parte pii\ istrutliva, e piil uobile del Dritlo canonico e la cogni- zione della salutare influenza che esso ebbe nel riordinare la civilta raoderna sopra basi alFatlo diverse da quelle che resero gii famosa I'an- lica. Ma questa parte entra, come ognuuo puo ben coinpreudere, nella filosofia della storia , ed e da credere che clii fosse dcstinato a insegnarla tcrrebbe in pregio di far conoscere ai giovani di quanti benefizi e van- tasui la unianita c debi trice alia Chiesa. Oltrc alia parte gitirisprudcnziale , ed alia parte storica del gius ca- nonico avvi la parte la quale espone cio che di raglonc pubblica quel Dritto contiene: vale a dire la esposizione della costititzione organica della Chiesa come Cittci di Dio , in strettissima relazione colla citta umana. Questa ultima parte concernente i giurisdizionali limiti respettivi del Pastorale, e della Spada apparticne al Dritto pubblico , e al Dritto amministrativo dello stato. Cosl tripartite il Dritto canonico tra 1' insegnamento del Dritto privato, e 1' insegnamento del pubblico ha tra le scienze legali I'accoglienza, che la sua importanza e la sua antichita si concilia nella istruzione de' giovani destinati a servir colle lor comiizioni lo stato. §11. ■ • OSSERVAZIONI SUL DRITTO PATRIO. Rendera meraviglia ch'io non alibia nel presente programma di sludi del Dritlo fatta menzione del patrio. Reputai sempre che il Dritto patrio fosse soggetto non di studio uni- versitario, ma di praiico studio, nel quale va sempre congiunta la let- tura delle sue disposizioni colla loro applicazione al caso, il quale fa nascere la necessity dell'esame, e subitolo di facolti di assumere le fun- zioni di causidico esercente. In Toscana dove gli alunnl , sebben conseguito il grado di dottorc , sono tenuli a far quattro anni di pratica negli studi o degli avvocati, o de'procuralori, un insegnamento accademico di Dritto patrio fa la DEL CAV. ClOV. CARMICNANI. I -5 saliia al pralico sluilio , come il pral'ico studio la fa all' uulvcrsilario. Aggiungo a qucsto la circostanza clie in Toscana non vi ha aiicora Codice civile, o sistema coordinato e completo di Dritto civile. "\ i sono quallro li'ggi: i.' Qiiella del i8i4 sulla lulela ecc.) e su i lestamenli. 2." (jiiclla del i8i5 sulle successioni iiitcslalc. 3." Quella del i836 suUe ipolcchc. 4-" Quclla del i83'y sulla procedura escculiva. Tullo il resto e rcgolato dal Drilto Romano, in parte, sebben piccola, dal canonico,e dalla gran massa dcUa giurisprudenza interpretaliva. In queslo stato di cose clie detlera il professor di gius palrio? Ma anco ne' luoglii dove esistono Coilici civili gii^ compilati, la loro esposizione negli studi accadeiuici o toglie il tempo a quclli de' principii, 0 divicne imbarazzaute e impossibile a farsi, o diviene inutile. Distoglic dai principii , i quali , o vogliasi o non vogliasi , sono tutti nel Dritto Romano, e comecche la codificazione, sebbcne dar polesse opere perfetlissiine, non agguagliera mai la maniera coUa quale i giureconsulti Romanl gli esposero, due mali ne avverranno, i." si credcra che il Co- dice abbia tulto previsto, e a tutto basti; e cosi credendo si rallentera I'ardore per lo studio del Dritto Romano; 2.° si pensera clie i Codici abbian rasa la giurisprudenza tascabile, e che il saper leggere basti a formare il giureconsullo. Divicne la interpretazione imbarazzante e diflicile a farsi, perche per farla come meglio si puo, converrebbe al professore rivolgcrsi ai giu- dicati, e recar seco sulla cattedra quella grande farraginc di opere, clie in Francia a modo d'esempio ha fatto nascere , e tutto d"i moltiplicarsi il Codiee civile a gran sorpresa di clii compilandolo e pubblicandolo aveva sperato di render inutili i causidici. La interpretazione c per riuscire inutile, perche spesso avviene a una legge nuova, c di sua natura iniperfelta semprc, che inlcrpretata in un modo, questa cangi scmbiauza in casi non perfettaracnle idenlici al caso deciso. § HI- OSSERVAZIONI SCL DRITTO COMPABATO. Desiderava il Lampredi, e non dubito di scrivei'e che le scienze le- gali si sludiassero e si traltasscro come le fisiche, delle quali I'Accademia itG pkogramma di studi legali del Cimcnlo iliceva := proviuulo e riprovaiido = vale a dire facendo esperiinciUi e confronli dci resultali. La fucililu delle comunicnzioni tra stato e stato, tra nazione e nazione che ha olFerta la stampa periodica , lia falto nascer la idea che nelle scienzc legal!, e per il loro maggior progresso si debbono porre a con- i'roDto tra loro le leggi de' diversi paesi, non esclusa 1' America, non che Deincrary, ed Olahili, come si confronlano tra loro gli atti delle acca- demie che rendono couto degli cspcrimenli fisici , c chimici, e delle osservazioni astronomiclie. Potrei dimostrare I'errore di sififallo uso, alimento d'una sterile cu- riosita , e rinciampo che esse frappone ai buoni studi sia nel Dritlo civile J sia nel penale; ma troppo mi diifonderei vplendo tratlare questo argomento. Cio che la sola prudcnza consiglia puo esser soggctto di confroiito tra quel che si fa ia un paese con cio che in un altro si fa, e pero pro- posi uu cenno di esame comparalivo dei metodi giudiciarii, pm-che pero si potesse conoscere il grado di utilita che essi hanno arrecato agli studi che gli adottarono. SEZBOUE POL.IT1CA. SI. OSSERVAZIOm GENERAL!. La sczionc filosoGca, c la sezione giurlsprudenziale della facolta legale raggiransi sui Dritti, c le obbligazioni da individuo a iiulividuo, da in- dividuo a famiglia, c da famiglia a famiglia. La sezione politica contempla , cd esponc i Drilii , e le obbligazioni tra I'individuo, la famiglia, e la societa: tra govcrnanti e govei'nali, tra amministratori ed amrainistrati, tra i cittadini e il sovrano. Quesli Diritti cd obbligazioni o sono relalivi alia sicurczza pubblica, a sono rclativi alia pubblica prospcrilu. DF.r, r.w. Giov. CAnMir.NAvr. ?-- Ai Dritli c alle obbligiisioni tra cittadlno e sovrano nppnriicne it Dt'itto pubblico propriamento delto. Ai Dt'itti e alle obbliga/Zioai tra govcrnanti e governaii appart«iigono il Dritto peiiale , e la polizUi. Ai Drilli e alle obbligazioni tra amministratori cd amministrati ap- jtartengono il Dritto umministrativo , la economia pubblica, la statistica. II Dritto pubblico, c il Dritto atnministrativo lianno una connessione intima tra di loro, e come il prinio puo variarc dalla monarchia asso- lula alia demorrazia o i-ollcttiva, o rappreseiitativa, cosi quesle varieta iianno un' influenza diretta sulle forme del secondo. L' insegnamcnlo puliblico non piio per quesle ragionl gittarsi nolle geiieralilh; ma e d'uopo che proceda con subordinazionc alia forma di governo a cui serve nclla isti-uzione dclla giovcnlik. Tutte le 6cienze qui sopra indicate non sono, ne possono essere spe- culative: osse sono speriinentali : la cognizione de' bisogni deU'istinto iii- dustriale , c del socicvolc istinto dcgli uomini: lo studio di cio che i corpi polilici hanno quanlo a istituzioni d'inerente e d' inseparabile dalla loro natura, sono i soli mezzl per foraire alia gioventu un giusto e tran- qutllo criterio delle pidjbliche cose, per le quali al di d'oggi le politiclic passioni s'inGammano, e producono opere nelle quali c piu il caldo dclla fantasia che il calcolo deila ragione. II Grande Leibnitz scrisse = sequitur historia ail intelligcndum ius publicum =; , col che voile stabilire clie la storia assai piu delle spe- culazioni fornisce il vero criterio del publjlico Dritto. §11. STUDIO PRELIM IN A RE. La storia degli uomini e della civil socielir helle sue diverse fasi dalla infanzia alia viiiliti, quelle delle politiclie malaltie, alle quali come il corpo umano per viocndc soggiace, ora di Iroppo vigore nclla dcmocntzia collettis.'u , ora di soverchia debolezza sollo il dispotismo , locche costi- tuisce la vera filosofia della storia , dovrebbe esser lo studio inaugural* e preparatorio al Dritto pubblico. Per coslruire la prima parte di questo ramo d' insegnamento le opere pressoche al di d'oggi ditncnlicate, perclie picnc di saviezza,del Millai', Serie II. Tom. III. a3 1^8 PROCRAMMA DI STUDI I.EGALI dell' Hume, e del Ferguson polrebbero esser di scoria e soccorso. Per coslruire la parte seconda dovrebbonsi aggiungere al Ferguson \ Discorsi sulla storia, e sulla polUica del Priestley, opera non meno dimenticala. S "I- DRITTO PUBBLICO. Queslo ramo d'insegnamento eccilb giustamente le apprensioai de' go- venii nionarcliici. II titolo di Dritto pubblico universale adoltato dal Lampredl fece le- mere che coU' insegnarlo si volessero dar lezioni per la riforma dello stato politico del gcnere nmano. II Romagnosi , scriltore di misteriose dottrine con piu misterioSo lia- guaggio , c pero dalla gioventii venerato, col medesimo titolo pretese di dettar legge alia societu umana. La societa considerata come stato a cui i bisogni organici e sensitivi deUuoino irrcsistibilmeute lo spingono, e in cui gli stessi bisogni irre- missibilmente lo inchiodauo, ha una struttura organica, necessax'ia, es- seuziale, indipendente dai calcoli della scienza, perche uscente dalia natura. La osservazione e la esperienza' possono sole darne contezza. Rousseau cliiuse gli occbi ai fenomeni dclla natura, onde meglio il suo genio potesse svihippare in tutta la loro jiompa i pi'Cgi retoriqi della sua prosa. Ilobbes fisso gli occhi troppo sulla Inghilterra , e su i disastri politic! della sua epoca in quel paese, e vide I'lnghilterra e i suoi di- sastri per tulto il moiido. L'uno troppo esteso nelle sue speculazioni, i'altro troppo ristretto nelle sue osservazioni de'fatti, aprirono il campo alle leorie poUUclie, collocandosi l'uno al polo oiiposto deU'altro, e sup- ponendo amendue che la forma del govei'no detcrniinasse, come alcuni oggi si esprimono, lo stato sociale. L'uno e railro volsero le spalle alia natura delle cose, e si concen- Irarono nelle loro opinioni, che presero per criterio di verita. L'uno 1 I'altro considerarono la societa civile non come effetto di irresistibili J)isogni deU'uomo, ma come elletto di scelta: non come un fatto della natura, ma come un patio, le condizioni del quale fosse in polcr degli nomini di variarc a lor grado. il uasccre nella civil so'ieta di un potere sovrauo , il quale col nome DEL CAV. GIOV. CARMIGKANI. I ^y e coll'ufilcio lii ragione pubblica e di pubblica forza vi signorcggia, e senza aver ricorso al gius divino ( locclie ipoteticamenle, non dommali- camente asserisco ) una necessiti nel corpo politico, come nel corpo unaano e qaclla che nella sua piCl elevata parte siano organi pensatori, e loco-motori. La scienza si contenta di considerare come la natiu'a spiega nella so- cieta politica in proporzione del suo perfezionamento una forza salutare e beneGca, la quale allontana dal suo principio vitale ognl eccesso sia stenico, sia astenico. Ma se nella sociela civile nasce nei govcrnati o ragione, o voglia di resislere ai governanti: se ne' governanti nasce con- tro i loro interessi capriccio di eccessi, e si tratti di cquilibrare o colla forza delle armi, o colla religione de'patti ie garanlie clic il debole cerca contro gli abusi del forte, lutta questa materia eccedc la compe^ — tenza scientifica , avendo V csperienza mosfrato che cio che in cssa la scienza ha preteso di suggerire ha avuto una esistenza passaggiera, ed effimera, e la forza si e mostrata piii dotta della ragione. Or (pieste osscrvazionl, se pui-e hanno appoggio di verita, portano a concludere che nel Dritto pubblico tutlo c storico , e poco \i ha di dotlrinale , e che in esso tutto riduccsi i.° Alia esposizione analitica de'poteri, che nel loro complesso co- stituiscono la soi'ranilu, il legislatis'o c Ycsecutivo: queslo diviso \n esc- ciUwo propriamente tale , e in aviininistratU'o , ed in giutliciario; 2.° Alia esposizione egualmente analilica de' Dritti detti tuttora Ala- iestatici che ne derivano, fra quali il Dritto de piibhlici scicri , ove fa capo cio che concerne il punto di conlalto del potcr della spada , e ilel potcre del pastorale ; 3." Alia esposizione storica dellc varie maniere, per le quali i ili- vlsati poteri si repariiscono nelle diverse classl della societa, o si con- centrano in un solo, o pii detcrminati individui, o famiglie, secondo le diverse forme che prende il governo, o col nomc di democraziti , o col nome di monarchia , o nelle varie misture 'che I'elemcnto democra- tico, e lelcmento inonarchico possono subiro. Si e introdotta al dl d'oggi una nuova nomenclatura, la (p-.ale distingue il Dritto pubblico in iitterno ed esterno. L'intcrno e quello di cui ho parlato qui sopra. L'cstcrno e quello che dopo Mably ha avuto nomc di Dritto pubblico europeo , vale a dire la esposizione de' palli e de" Irat- tati, che fissano le rcl izioni dcUe nazioni europce Ira di loro. )Sq PllOURAMMA pi STUUI I.ECVl.I Fu un lempo, nel quale la vcneiazione, chc cLbesi per la scionia, rcse i ])cri|.i uol DriUo avacoli^ ai quail i polcaluli ricorsero ucllc loro conUoversie, I priini (ra qncsti pracgli fuvouQ uclla fuic del mcilio cva i pqriti nel DiiUo Rgmano, vale a ilire i suci glassaloii. II credito passo dalle forze vivo dciruoino alle forze niorle dcU'opcre a slnmpa, e deglL scriHi, rajjiQiie per cui Giozio dcltc alia sua graudc opeia il litolo ; i?c /«/■« belli ct pads. lu px-ogresso di tempo la forza repulo piii coraodo di consuUar se mcdesima cijc non i libri. Da queUa epooa in poi lo sUidio di uaa scienza avente \\ lilolo di gins (Idle gentl, diveune pvira- iiiciUe unibralile ed accadeiuica; quiudi ouiuio per chi vuple ucl si;o parlicolare eslendere le sue cognizioni, iuulilc per gli alunni da istruirsi. Jl gius delle genti si riducc tutlo ad im pi:incii>io inorale applicato alia condoUa degli slali, gli uiii rispetto agli allri: fursi reciprocameiite il iflaggior bene possibile in tempo di pace, il minor inale possibile in tempo di guerra. Leggenda animirabile ! di cui pero non so se doyussc dirsi che ella e suoa (lolce a chi fton ode. i ^ n-niiiif! > Fu delto del libro di S. Pierre sulla pace perpclua, e sul modo di crenrla, c di coiiscrvarla, essex'C il sogno dun onest' uoniq. Lo stcsso ammirabilc c venerando carattere ebbero i tentativi a noi contemporanei del conte di Sellon tolto receatementc dalla niorle al qonsorzio degli auiici della umanila. L' idea gunerale esposta qui sopra del gius delle gcnti moslra assai I'hiaramentc clic essa come sislema di piiiiciuii altro non puo essere die morale applicata alle velazioni degli stati Ira loro. lufatti se si vo- lessc sotto queslo titolo comprendere il DriUo , come polrebbe cio farsi .' Dovrebbesi a|)plicare il lipo raziouale del Drillo non ad un iudividuo , locchcj se non e facile a fursi, e certo pero che puo farsi, ma ad un politico corpo il quale consideralo co:ne persona morale ha una perso- nalitci interameule da quella dclT iudividuo diversa. Or comccche la mo- rale dica assai piii di quel che il Drilto non dica, abbia un motivo d» agire piu energico di quel che il Drilto non abbia, e teuda a tener lonlano, non che I'abuso, 1" uso dcUa forza, e evideute che la regola di condoUa d'uno slato cogli altri slali dipende tutla dalla moralila di chi lo governa. Dii-e coipe ?»lcuni lianuo delto che il gius delle genii altro non e se non il Drilto della natura applicalo ad esse, I'una relalivamente alle alli-e considerala, non ha csallez/a se non in quanto si voglia compi-endere nel URL CAV. CJOV. CAnMtaKAtcr. l8l gius ill nalura la rcligioae, la morale, i priiicipii promolorl della socia- bilila, locche nel rigore scienlifico iion piio auimellcrsi. II Di'ilto filosofico iiulaga i i-azioaali inolivi ili agire dell' iiuliviJuo rclallvanienlc al suo simile nel nasccre, e nel progressivo svilupparsi dcgli iiitcressi propri della nalura uinaiia pei' I'azioiie dcirisliuto iudu- slriale, e deirisliiito della sociabillla. Qucsti moti\i di agiic vedonsi sorgere dalle forme stesse della ragionc ad essa inerenli, indipeiideti- lemenlc di» lullo clo, che il priucipio seusltivo proprio airuomo, come ai bruti animali puo aver d'azioue , c di stimolo alia voloiila. La libcrlu razionalc c il mezzo neccgsario aU'esercijio, o alia difcsa del Diillo, clie la ragione pura ha crqalo. L'appllcazioue di (^ucsio principio puu iuvero slabilire la iudipeiidcnza nalurale duuo slalo relalivaiueute ajjli allri, ma iiou dice di pill. La ragionc della condolta di uno stalo coH'allro non e la ragionc pura, non e la ragionc clie in lutli grindividui si puo cou- siderare come egual lume e norma di agitr. La ragionc dt stato qoq ha coUa ragion pura nientc di simile: clla e tulta nc'falli, il giudlzio dei fjuali e lutto sperimenlale, e d' indole che la scienza non ha mezzi per soltoporlo a rcgole inallerabili, c pernianenti. A modo di esempio che potrebbe scienliiicamente dirsi sul iloininio del mare, pel quale si sono pubblicati tanii inutili scritti, e si sono csplosi tanli colpi di cannone? Queste ossenazioni conchiudono che le rcgole, le quaji doyrebbero nel loro complesso coslituire il gius delle genii, in cio che hanuo di speculativo dovrebbero formar parte del gius filosofico , in cio che pgs- sono aver di pratico direttivo formar parte della morale filosofica, e in cio che hanno di usuale appartenere al gius positivo esisteulc ue" Iral- tati delle nazioni, vale a dire al Dritto pubblico europeo, o Dritlo pub- blico estcrno. II Drilto delle genii ha bensi una uometiclalura che devc esporre e spicgarc. Gli ostaggi, Y albiiiaggio , la clarigazione , Xandrolcpsla ,\t let- terc di marca , ecc. sono nomi indicativi di altrcttanli Dirilti da nazionc a uazione che gli alunui dcbbono conoscere, e comodamente al Drilto pubblico estcrno si riferiscono. Tutli questi nomi, c le cose che essi signiGcano formano il maimalc della moderna diplomazia , onde la parte dinsegnamcnto designata nel presente ai'ticolo potrebbe inlilolarsi: DriUo pubblico, e diplomazia. 1 8a PROGRAMMA DI STUDI LEGAM § IV. DRITTO AMMINISTRATIVO. L'am minis trazione di uno stato comprenderebbe nel significato gene- rico deila parola i.° L'amministrazione della giustizia civile e penale; 2." II retto uso de' Dritti di sovranita ia chi ne e investito, relativa- inente ai cittadini ed ai sudditi ; 3.° II maneggio o giuslo , o necessario, o utile della foiza pubblica (la nazione a iiazione; 4-° La miglior discipliua della milizia dello stalo. Eppure questi quatti'O modi di azione deU'autorita pubblica hanno indole, e norae speciale, e la lor cognizione spetta a separate, e distinte parti di scibile. Come dunque il Romagnosi con scientiGco orgoglio, e in atteggiamento d'aquila, che lascia col volo la terra, e fissa gli occlii nel sole, ha po- tuto dire essere V amniiuistruzione pubblica oggetto e tema del Dritto amministratu'o: « L' azione del governo, ossia de'pubblici funzionari » tanto in relazione ai loro superiori, ed eguali, quanto in relazione ai n loro amministrati, onde far procedei'e la cosa pubblica, giusta le norma » legalinente stabilite? E ben singolare che questa definizione abbia tutli i logici difelti possibili. i.° Invece di esprimere un principio, esprime wn fatto. 2." Ella e troppo estesa , e nel tempo medesimo Iroppo ristvciUi. Ella esprime un fatto e non un principio, perche e un puro e mero fatto Vazione do' funzionari puljblici , a norma dcUe leggi itabilile. Ella e troppo estesa, perclie coraprende da una parte I'azione de'giu- dicii ci^'ili, e criniirudi neX conoscere, e sentenziare, e dall'altra la ma- iiovra ben regolata d'un reggimenlo di soldati destinalo a scacciare colla lorza il nemico dalla frontiera. Ella e troppo ristretta, perche inadeguata a far conoscere come nel- raniinitiistrazlone entri la nozione del Drilto, e (pial carattere dislingua questo Drilto dagli altri. DEL CAV. CIOV. CAnMlCNANI. 1 83 Ilenrion de Pansey ha considerali due elemenli I'uno di ragione , raltro di forza della sovranita: i.° II potcre legislativo; 1." II potere esecutivo. Ed ha suddiviso qiiesto sccondo elemcnto i.° III potere esecutwo pi-opriameule delto ; 2.° In potere giudiciario ; 3." In polere amntinistrativo. Questa divisione la piu analitica, seLbene non la piu perfetta, Ira le desiderabiii, che sia slata immaginata dopo Bodino, e dopo Montesquieu conduce a conoscere che neU'amministrazione propriameiile delta non entra ne cio che e del potere legislative, e dell'esecutivo propriamcnte detto come materie del Drilto pubblico o interno o esterno, ne il peter giudiciarie, la materia del quale e di competenza del Dritte civile, e del Dritte penale. Ma come applicare la parola Dritte a cio che e merojatto, qual e ramministrazione pubblica , e pero per sc medesima composta , e cem- plicata di troppi dementi per potere avere esalta definizieiie ? La parola Dritto in materia di amministrazione non puo ammettersl che come designativa delle leggi d'uno slate relative aU'oggette di ren- dere piu salutare, c piu pronla che sia possibile I'azione del governe diretla a ottenere che siavi nell' interne dello stale la maggier sonima possibile, la maggior possibile stabilila di ordine pubblico. In qualche luogo riusegnamento del Drilto amministralivo fu unite a quelle del Drilto pubblico parlicolarc alio slate. Che Tazioiie salutare del governe al mantenimenle dell'ordine pubblico possa esser migliore, o peggiore, piii o mene prenta , piu e mcne permanente, e certo secondo le diverse sue forme, e una incontrastabile verita. Ma cio si riferisce al problema di diflicilissima, e forsc impossibile soluzione, qual sia la forma di governe che meglio possa cenlribuirc alia perfczioue sociale. Pope laglio il node gerdiauo in quel versi: For forms of governement let fools contest . Whai er is best administered is best. Essaj on Man : Epist. 3. i8 j rnocnAMMA m sti'di lkgam Nelle Icggi c nc' regolamcnli o di lUirala perpetua, o d'indolc transi- torin sonovi punti di contatto col Drilto de'privali. Allora nasce noll'am- ministrazionc un proprio, e vero Dritto ammiilislrativo, perche nel con- ten/.ioso amministrath'o la roinpclenza dcve decidersi appiicando al gins controvcrso le ordinarie regole ilel Dritto. Allora queste rcgolc non ta- riano, come akuni siippongono, d'indole, ma e la particolare indole degli oggetti ai quali si applicano, che da loro apparenza di un Dritto (li eccezione , come cio avvicne nel Dritto commerciale , nel Dritto agra- rio, ccc. II carattere di Drilto eccezionale nell' amministrativo contenzioso si presenta nello stabilimento delle coitipetenze, e in quelle del modo di giudicare, le quali due cose non possono essere cio che esse sono nelle controversie di Dritto pri^'ato. Neiramministrazione pubblica esercila una gi^ande influeiiza la giustizia detla attribiUrice nella scelta de' funzionari pubblici. Vi esercita pure una grande influenza Tattivita, la vigilanza, e sopratutto la perseve- ranza dell'autoriti suprema, influenza la quale incominciando dal sovrano si propaga a guisa di fluido elettrico per la catena gerarchica de' fun- zionari pubblici da' superiori agl' inferiori, e senza discontinuity si esau- risce ne' singoli i quali formano la politica aggregazione. Una buona amministrazione nel corpo politico e come una buona e normale respirazione nel corpo animate. Un ramo d'insegnamento pubblico del Drilto amministrativo, oltre ad essere un mezzo utile d'istruzione per i giovani destinati a servire in qualitu di pubblici funzionari lo Stato, e anco un ottimo mezzo per formare lo spiiito pubblico, considerandolo come consenso di tutti a favorire e proteggere I'azione delle leggi di pubblico ordine. Ma un testo per questo iasegnamento non e ancora compai'so alia luce. § V. ECONOMIA POLITICA, E STATISTICA. I sistemi di cognizioni i piu lontani dalla nozione razionale del Dritto che e il Dritto AeXV individuo in qualunque situazione si trovi rclativa- mente a' suoi simili, qucUi che intcramenle apparlengono piu alia pru- deuza politica che al Drilto politico, che e la leggc della sociabUitii DEL CAV. GIOV. cahmicnani. i85 umana , la quale si cosliliiisce coirassenso, e col voto del Driito nor- male, i quali sistemi pertio rigetlano nella loro designazione ogni idea di Driito , sono lu economia pol'Uica e la statisticu. Comecche la prrtnu si connctta col sislema della fiitaiiza, il quale forma parte del Driito pubblico, e la seconda si connctta come sislema ausiliaiio di cognizioni di mere fatto col Dritto amministrativo , «on sembra che possaiio far soggelto d'una parte separata , c distiiita d' insegnamento , ma dehbano in cio che 1' uno c I'allro sistema ha di j)iu generico, ed importarile unirsi a norma de'divisali punti di analogia, e di contalto o all'una, o all'alti-a delle due qui sopra indicate parti. § VI. DIVITTO CRIMINALE. La formola Dritto criminale a diflerenza dell'altra Dritto penale coni- prende la cognizione non tanto de'metodi repressivi, quanto de' melodi preventis'i necessari, o utili a proteggere griudlvidui, e la societa dalle offese, e dalle infrazioni, che agli uni ed aU'altra minacciano le pas- sioni nemiche dcU'ordine. Nei vasto complesso degli ordigni tutelari della interna sicurezza del corpo politico che il Dritto criminale dispone o in foggia di legge ge- nerate destinala a reprinierc , o in foggia di regolarucnti , o in mctodi cli governatiK'a prudenza desiinati a prcvenire , si scorge a quali parti con- veuga il noma di Dritto di difesa , e a quali il nome di antivcggenza sa- gace, dirctla pero sempre ad avvalorare e rendere piu eflicace quel Dritto. I sistemi Icgislativi tendenti o a reprimere, o a prevenire i dclilti.si con- nettono in uu modo diretto col Dritto dell' individuo, e col Dritto della society, che dalla riunione degl' individui prende attcggiamento e caral- tore di persona morale; connettonsi col razionale e col politico in quanto o coUa forza morale della minaccia, o colla prcvisione della oircsa assicnrniio i Dritli, o proteggono I'escrrizio dei Dritli delluna specie e dclTaltra. La dcnorainazione di Dritto conviene ai legislalivi provvedimenti, che con titolo A\ pene, coU'affliggerc Toflensore a oilcsa inferita vogliono re- primere in altri la tcntazione ad ofTendere; non conviene il titolo di Dritto a cio die e polizia e biion govcrno per prevenire la offesa. Serie il Tom. HI. 24 l86 PnOGRAMMA DI STIDI I.EGAI.l DEL CAV. GtOV. ( AHMICNAM. Quirnli la polizia, c la scienza del biion governo si coniicUono e si iiiomiscuano coUamministrazionc dello State. Neir insegnameiito pubblico , e per formare il critcno Icgislalivo, « pralico iiegli alunni, queslo punto di contatto e ili promiscuita deve esser pieso di mira e dcbhonsi esporre i caratteri della linea divisoria dell'iino e dijU'allro uflizio ne' Icgislativi provvcdimenti. ir^ uiHd i>\'Ji\cid *Mv. «R- SULLA DIVlSIOi\E E SIJDDITISIOIVE STORIA d' ITALIA CE1\I\I DEL CONTE CESARE BALBO Crtli tJ approfali nctFAdnnanza dtl l." apn'le 1841 J^a ilifficolta cU ben diviilere la storia d' Italia e una delle molte c gravl che sono a bene cd ulilinente scrivurla. La storia e insicme arte e scienza senza dubbio; e neli'una come nciraltra qualila ella abbisogna di buoua disposizione delle parli sue. Senza tjucsla non e bcl poema , i)ella tragedia, bella pocsia , bella pittura , iiiuna bcllczzu in somina , e non vi puo essere bella storia. Che anzi tutte cjuclie sorla di rom- posizioni non isvolgcndo per lo piu se non un fallo solo o pochi , c la storia molti, iliiaio e ch'clla abbisogna lanto piii di buona distribuzionc. Eppmc, ei visono di coloro che disprczzano qiicsta e dicono, che purclie si narri tanto basta, e eke gli antiehi narravano senza badare a tutto cio. Ma gli antiehi sono troppo sovcnte citati a rovescio; e il vero c che essi, iiomini d'arte sopra ogni cos.j , posero inolto studio ed amore allc division! di l)i-) storie, cone apparisce dal litolo stesso seelto d-jk. Erodoto padre di lulte. lS8 CF.NM SUI.L.V RIMSIONF. E SUDDIVISIONE DF.I-LA STOniA u' ITALIA M.i cgli e nriiiciualinente in qiialitii ili scienza clic In sloria abbiso- gna cli buone tlivisioni. I liUti materia cli essa uon sono men numerosi ne meno iiitricati die quelti ilcll' allre scienze , che i leiiomcni nclle natunili. E cloiiiainiiainolo ai iilosofi nalurali, se polrebbero andare in- nanzi scnza classificazioni e division! ? Ei ci risponderebbono, clie quesle sono narle prima e guidatrice di lore scienza ; die in cpiesle clla e com- presa (pi;»si tulla; cbe a queste diinque dcbbono cssi attendere ed at- tendono ili conlinuo; che una perfclla divisione non e possibilc per vero dire, percbo niun uomo non puo concepire lulti i rapporti, tutta I'es- senza de'falli; ma the l" imperfezione delle divisioni non implica abban- dono, ma anzi fioerca della migliore possibile per approssirnazione a queila perfetla impossibile. E lutti qnesti sono assionii, modi e avver- timenti buoni ad acceltarsi anche da noi. Anche nella storia una buona divisione dipende dalla retta cognizione de' fatti ; lantoche chi volesse render ragione compiula di queila dovrebbe enlrare in tutte le ragioni di quesli , in tullo cio che bene o male si suol chiamare ClosoGa d'una storia. Ma le altre nazioni cristiane, sorte dal rimescolamento de'provinciali romani co'barbari, essendo state d'allora in poi regnate tutte quasi senza eccezione fine a noi , le loro slorie sono senza paragone piu facili a divi- vidersi che non la nostra. Le mutazioni di dinastie accennano le divisioni, e i I'egni le suddivisioni njolto naturalmenle; essendo naturale e costante che quelle mutazioni o vengano da mutazioni delle condizioni nazionali, o le porlino seco ; che sieno, o grandi effctti o grandi cause, ottime basi di divisioni ad ogni modo. Ma per la storia d' Italia non e cosi. Non vi fu regno, stato, condizione, o modo perenne. Chi mal imitando le divisioni dcU'altre storie prendesse per epoche le mutazioni di dinastie degrimperalori e re d' Italia, prenderebbe ombre per realita. La dinastia dcgli Ottoni Sassoni per csempio fu accidente importante si ma non abbastanza distinto per segnare un'eta divcrsa dall'altre; tolse il regno a' grandi marchcsi italiani, ma non definilamenle ; un ultimo niarchesc fu gridalo re dopo i Sassoni ed anche alia morte d'Arrigo il santo si tenlo torre il regno a' Tedeschi. La dinastia della prima casa Ghibellina o de' Franconi fu interrotta dal maggior fatto che sia in tutta la storia politica della cristianila, la rivendicazione deilindipendenza della chiesa per Gregorio VII, e dal maggior fatto che sia in tutla la storia d' Italia, la sollevazionc delle cilta a indipendenza di cominii. La dinaslVa della DF.I. r.ONTF. CESABF. BAI.BO. 1 89 scconda casa GliibeUina o tlcgU Svevi fu inteiTolta dal maggior falto che sia dopo quello, la sollevazione de'comiini a repubbliclie, le guerre, le leglic, la pace contro Feilerigo Barbarossa. — E chiarto a chi sludil, c iuduhilabile poi a chi 'giudiclii dallo sperimento : la storia d' Italia e la pill dillicile senza jiaragone a dividersi; e non fu quasi mai divisa , non alineno in modo die, soddisfacendo, sia stato accettato da tulti o da molti. ' Studioso da I '7 anni dclla storia d' Italia , avendo incominciato colla speranza di scriveriie una distesa in 13 o i3 volumi , ed avciidone na- turalmcntc fin d'allora fatia una divisione; e poi, appunto perclie dismessi quel lavoro ma tenlai e ritentai i medesimi sludii in piii modi da pii\ versi, avendo fatle e rifatte altre division!; e Gnalmente esseiidomi fer- malo ad una che alia prova mi par mi^liore , io ho preso a svolgere altrove questa insieme coU'altre ragioni della storia d' Ilalia. Intanlo, se mi si conceda, ne daro qui alcuni cennt ; uon certo con isperanza che le mie proposte sieno cosi accettate, ma con quella tull'al piu che, es- sendo disputate e migliorate 0 mutaie, ne sorga poi quaudochesia qual- die divisione buona e defiuiliva della nostra storia. II. La storia d' Italia tutta insieme da' tempi antichissimi fiuo a noi si divide in due parli cosi diverse, ch'elle si possono anzi dire due storie distinte: l'antica e la moderna. Storia antica. Delia storia antica d' Ilalia bastera accennar qui che clla mi parrebbe potersi dividere molto naturalmente in tre grandi eta. — Veth delV lUilia primitiva potrebbe comprondere non solamente i tempi antcriori a Roma, ma anche quelli in che Roma non era se non una delle citla che, ora regnate or repubbliclie, orfacevan parte ora no di quelle confedcrazioni dl genii che dividevano la penisola. Roma non conlb veramenle in questa, se non dopo che cbbe assorbita in se la confederazione latina tra cui stava, e vinta colla conquista di Vejo la Elrusca die le sovrastava. — L'eta II 0 ddf Italia soCto la repubblica romana non dovrcbbe dunque I go CENSI SULLA DIVISIONE E SUDDIVISIONE DELLA STORIA d'itALIA incoiniaciare se non tla qiieila conquista di Vejo e qiiella difesa quasi lontemporanea della nazionalita, antica Italica conlro i Galli, che fii principio della graiidezza roniana in Italia, e per Titalia in tutto il inoiido autico. Durcrebbe poi lino ad Ang'usto che teruiini) insienic I'lma c I'altra conquista. — V cth delV lUiUu sotto t imperio romano coinprendcrcbbe tutli i tempi della decadenza, flno alia caduta dell'ini- perio occidcntale. '■>-■• -. - .-j .[-.j - ..,.,, ... Ad ogni modo tnlla qnesla 's(ona'''nWltra', clic 'fefma' iiri'period(S^'(^({Si febmpiuto di principio, grandezza e decadenza, e la piu bella senza dubbio iVi le Btorie antiche; questa storia nostra che raccoglie, cotrlpreride' e tcriT^iha tulte le slorie del luondo antico, e introdiizione neccssaria non solo alia storia modcrna d' Italia , ma a quelle di tulle le altrc nazidni, di tutta la civilla cristiana; cd e cost necessaiiamenle studiata Hon che d'a"noi'hii 'd!a''tu'itl; —'Mi nello sludiarla noi, non dobbiaVno ^verdcre di menle thai, chiie storia di fatli e condizioni palrie oosi divers^, e di gt-andczze cosi inJirrlvabili , che le Iroppe iinituzioni voliilene trarre lilroilo sempre e sarebbero piil che mai stolte e nocive; onderhe non e sbtd' leiterariameiite,iiia''^i'aiicamente important^, separare del tntto lo studio, gli esenipi, gl' insegnainenti,' i fatli, (c ragionl, oghi memoria ddl'uiia stoi-ia nostra, da quelle dciraltra. "'' AiioJa Bu?. isq '>bn5b(i9iq iioJeiuM II .ohfi-iininis ojii.vvoa ju.'noi & 9»a 5C- g)a9i)|.ij fine qnetli di ima societa di uqa civilta cadentc, principii quc- Sti di una nascente. — Ma dal Muratori non e lecito mai scostarsi in cosa importante , senza pesarne e rcnderne ragione ; ed anche scostan- dosene e forza sovenle ammirarlo. II Muratori prendendo per sua storia parlicolare la grand'era della storia universale moderna non fece oppor- tunamentc a parer mio; ma rese omaggio all" importnn/.a anclie teir.po- rale di quest'era , ed antecedettc cosi non solo i piil de' suoi contem- poranei , raa parecchi ancora de' nostri. IT. Le IV eth delta storia niodenia tTfSitM.^' L'imperio romano occidcntale f u , come ognun sa, distrulto in Italia da Odoacre e suoi barbarl raccoglilicci , I'anno 476- Ma in breve I'ltalia fu invasa dai Goti, poi ricoaquistata da' Greci, poi nuovamente invasa da' Longobardi , che la tenner divisa co' Greci fino alia conquista di Garlomagno. Son trecenl'anni d' invasioni e slanziamenti barbari , che formano cosi una prima cla mollo dislinta , e facile a nomarsi e a 103 CENM SULLA DIVISIONE E SUDDIVISIONE DEI.LA STORIA D ITALIA determinarsi tra anno cil anno: Eta £ o dei bahbari dalV anno 476 al 774- In qucsl'anno Cailomagno, vinti i Longobardi, ne distrusse il regno; od anzi lo assnnse per so, mulandoglL nome poi in quello di regno d' Italia, ed acsiusnendovi all'anno 800 il nome resiaurato e snaturato d' imperio romano. E trasniise rune e rallro, taloia disgiunli piii so- venle iiniti, a' suoi disccndenti ; onde vennero poi ad allri principi or italiani or francesi e defiuitainenle tedesclii. AdunqnCj quest' eli non e difficile ne a nomarsi dal regno d' Italia , ne a determinarsi quanto al- l'anno in che coniiiic-ia. — Ma e piu difTicile e non puo non esser alqvianto arbitraria la detcrminazione dell'anno in che Gnisce. Se si tenesse conlo del tilolo di Re d' Italia, e di quello di Re dei Romani che vi sotten- tro , ella si potrebbe prolungare fino aU'anno da noi vivuto del i8o5. Ma il falto sta che il vero regno, non dico nemmeno uno ordinato come i present! ma solamenle il regno feudale d' Italia simile a' contempora- nei stranieri , non duro oltre al sorgerc dei Comuni. I quali sorsero bensi anche altrove, ma tranne pochi non si fecero indipendenti irt nessun luogo come gl' Italiani; ondeche guardando non alia apparenza 0 alia nomenclatura delle cancellerie ma alia realita della storia^il vero regno italico fu disciolto mentre anzi si afTorzavano gli altri, e si puo francaraente dir finito al sorgere de' Comuni. — Ma, quando sorsero i Comuni? Qui di nuovo e gran qnistione. La quale veramente rimane molto diflicile,e credo impossibile a dcfinirsi per tutti coloro i quali prendono come segni d'indipendenza esistente , quelle che a parer mio si debbano piuttosto dir cause od occasion! che la precedettero : le prime esenzioni iuiperiali, le prime sollevazioni e i primi governi tumultuarii, le prime guerre falLe dalle cilta alia fine del secolo X e lungo quasi tutto 1' XI. Ma il fatto sta che le esenzioni imperiali non fecero se non far passare il governo delle citla dai conti magistrali antichi e quasi cosliiuzionali, ai vescovi magislrati nuovi ed ecceziouali; ma non si trova in nessun luogo che I'abhian fatto passare direttanienle a niun magistrate niuni- cipale delle citta. Le sollevazioni temporarie e poi i governi tum^iltuarii provano non solo I'esistenza durante ancora dell'antico ordine , ma la- non esistenza deil'ordine nuovo che non vi si trova menzionalo. E quanto alle guerre delle citta, molte si Irovano csprcssamente faite sotto il go- verno de' conti e de' vescovi, e le altre di che non si trova furono fatte senza dubbio o sotto cssi 0 sotto i governi tumultuarii, ma non ad ogni I o DEL COHTE CESARE DAI.BO. IC)3 iTiodo solto i niagislrali comunalr^ clic non si Irovano ancora c si Iro- verebbei-o inevilabllmentc introdolti nelle narrazioni coetanee cli quelle este. I Coiniiiii duiiquc iion possono dirsi incominciuti se non quando incomiiiciarono i coDsoli primi magistrali comunali c il uomc stcsso di comune; cioe per tutli i comuni del regno italico, per li comuni che soltenlrarono alia rcalila di esso, verso il One del secolo XI. — Non si Irova per vero dire ne credo si Irovcrii inai I'anno precise del primo console che sia slato nelle cilta del regno italico ; eppure , aflincliu un' era scrva pralicamente non solo nelle tavole cronologiclie ma anche alia distribuzione d'una storia distesa e necessario porrc un dnno deterniinato. E qui pensando , clie shaniio consoll e noini di co- njuiie in parecchie cilia del regno ilalico Gn dall'ulliuio tiecennio di quel secolo; che vi son cenni o prctensioni risalienli al deccnnio penuliiino cd anche airanli])Gnulliino; e che Tanno di mezzo di questo, il lo^o, e a|)punto I'era del pontificalo di Gregorio ^'11, era di qnella contesa e queir indipcndcnza ilclla chiesa conlro 1' imperio, che fu causa od occasione mnssima cd ultima delta indipeadenza dei Comuni, ei non ii.'i pare da dubilar di prendere la mcdesima era per I'origine pure di que- sli , e cosi per il fine del vero ed cirettivo regno d' Italia. Certo ri- mane alcun die d'approsslmativo oil anche d'arbitrario in lal deternii- nazione; ma quando sono incvitabili le approssimazioni e gli arbitrii bi- sogna sapcr risolvcrsi ad usarli. E cosi parmi si possa nominare e de- lermmare tutta questa eta: eta II o del Regno italico dull' anno •-'ji al 1 07 5; e son di nuovo Ire secoli. E cosi resta poi mollo naturalmcnte nomata , e qiianlo al suo prin- cipio determinata V eth. Ill 0 del Comuni. La quale si svolge maguifi- camente , prima lungo il secolo XII coirac(piisto di nuovi diritti comu- nali, e colla ilistruzione dei regali, e colla gran coulesa ira il regno e i Comuni al tempo di Federigu I fino alia pace di Costanza; poi ma- gnificainentc ancora lungo gran parte del secolo XIII con nuove con- Icsc nuovi sorgere e crescere di Comuni, e nuove rovine del regno, fino alia rovina di lor gran nimica la casa di Svevia, che fu lapice della graudezza c virtii dei Comuni. Ma da qucsto poi scende misera- menle gia e si corrompe I'eta, e pel diviilersi, cessati i pericoli , dei Comuni gli uni dagli altri ed in se , e per I'abbandonarsi da essi lor capo antico e nuzionale il papa, sutlentrando Aogioini c Fraiicesi fino Sehi£ II. Tom. III. aS 194 CENNl SULI.A DIVISIOSE E SVDDIVISIONE DELLA STORU d'iTALIA al ritoriio della sede in Roma, e poi Angioini , Aragonesi , ed or queslo or quel condotticro o quel tiranno fino alia discesa 'di Carlo VIII di Fraucia. Dopo la quale durarono per vero dire ancora alcuni degli antichi comuui qua e la per alcuni anni, ed alcuni come Genova e Lucca lino ai noslri di , e dura -ancora S. Marino ; ma ne queste eccezioni possono flirc die si dica durata Tela dei Comuni; nc quelli clie dura- rono oltre la venula di Carlo Vlll e il principio delle preponderanze straniere si dcbbono piu dire Comuni veri e indipendenti, come quelli de' quatlro secoli precedenli. Ei fu de' Comuni dopo Carlo VIII come del regno ilalico dopo Gregorio VII ; conservarono il nome e talor qualclie lauipo , nia non pii'l la rcalita conlinuata di loro esistenza. E cosi dclerminiamo pure il fine di loro eta all'anno di quella venuta; e cliiamiamo que' qualtro secoli e piii: eta HI o del Comuni clall'anno 1075 al i494- Finalmenle da qtiell' anno fino al i8i5 ( imperciocche il nominare, caralterizzare e elassificare gli anni clie si vivono, e forse opera da ab- bandouare a' poster! , ma certamente e tale da non potersi fare in un discorso sommario) in que' trecento e venti anni dico, che fu princi- pale nella storia nostra? quale il caratteix , la natura , la condizione costante di essa, quale il fatto massimo e duce degli altri? Certo le armi, le potenze , Ic inllucnze, le preponderanze straniere; prima la prepon- deranza conlesa tra gli Aragonesi a cui sottentrarono gli Austriaci , e Francia; poi la preponderanza Austro-Spagnuola incontrastata; poi la imova conlesa, I'equilibrio e la contesa ultima delle due preponderanze austriaca e francese. Le quali tutte, dissimili daU'antiche signorie stra- niere, non istanziamenti, non imperio, non regno, non signorie \ere ed uiiivcrsali , ma preponderanze , cio. furono ne piii ne ineno, e cio paimi debbano dirsi. Diamo dunque a tutta questa eti il nome suo di ; eta If o delle preponderanze straniere dull' anno i494 7''**' ''* nostri anni, che lasciamo innominati. QiiaUnupie sia il valore di siiTatta divisione nelle quattro eta, — dci barbari — del regno italico — de' Comuni — c delle preponderanze straniere, ellu parmi presenlare le quattro condizioni |>rincipali in che visse la nazionc italiana, le qualtro gran diversita die s'incontrano nella storia di lei , le quattro granJi idee clic nc risullano. — Ed e da notare come elle concordtno esaltamente colle quattro ela principali della DEI. COSTE CESARF. lUf.no. M)r> oivilla cristinna; I'cti barbara , I'eli del priino risorgimento tentato da Carlomagno, I'eti del gran risorgimento italiuno, I'eta del risorgimento curopeo. E lal concordanza , che e naturale e debb'cssere, posciachc r Italia fii cenlro e motore di quelln civill;i, serve cosi come ili con- ferma e prova dcUa naluralczza della divisione. T. Suddivisioni delle quattro eth. Le suddivisioni della nostra come di qualunque storia sono poi, c niollo mcno imporlanti e mollo piik arbitraric^ che non la prima divi- sione in grandi ela. II comuiie degli uomini non tiene a mcnte se non poclic , chiare e facili idee. lo credo che qiianto piu si senlira ii bisogno di sapere e far saputa la nostra storia, quanlo piu si siudiera e scrivera ad use di pratica , tanto piCl si cerchera a fame una buona divisione in poche e grandi eta, e tanto pil^, disputalo che se ne sia alquanto, se ne accet- tera una qualunque dagli scritlori, e si terra a mente da' leggitori ita- liani universalmeute; come son tenute nelle memorie spagnuole , fran- cesi od inglesi le divisioui di loro storie e i noini di lor tre o quattro dinastie. Ma di far volgarmcnte sapute e ritenute dieci o dodici suddi- visioni ed allrettanti tiloli, ei non mi parrebbe possibile, quand' anchc tal fosse r accordarsi gli scrittori in quelle suddivisioni. E cio che non e possibile, non e mai importanle. Viceversa, quando fosse possiiiile che si tenessero a mente da' leggi- tori , non sarebbe che giovassero a tulti gli scritlori le mcdesinie sud- divisioni. Le divisioni dipendono da' fatti graiuli, che servon d'cre; ep- pure , quando questi non sieno cambiamenli incontrastabili di dinastie e gia dillicile accordar.si gli scrittori sulla imporlanza di cssi. Ma e didicilissimo od impossilwlc accordarsi su' fatti uiinori che abbiano a servir d'epoche alle suddivisioni. Quindi e che in quesie si soglion sc- guire mcno le imporlaiize de' fatti , che non Ic convcnicnze di ogni scrittore, di ogni assunto, e lalora le convcnicnze deU'edilorc, la mole, il furmalo dc" volumi. igO CENNI ECC. DEL CO^TE CESARE BALSO. E fa jqipunlo tra il fiire e rifare in piA jiioili i miei studii, che ri- sulto cliiara per ine riinportanza della divisiooe in qiialtro eti!k princi- poli e la non imporlannia cd arbitraricta delle suddivisioni in libri ; e cosi la necessila di render rojito della prima; 1' ,impos3Jbilil;i di reude*' conlo delle seconde. Delle qnali percio io mi conlentero di dar qui il prospetto corri- spoudente a quello delle qnattro grandi eta , per servire , sc mai , ad ogni buon pro di chicchessia altenda egli pure in qualsiasi modo a fare e rifare studii sinceri di nostra storia; di quella storia che e forse la men licta , ma la piii ricca d' eveuti e la piii potente in insegnamenti fra tutte le storie delle nazioni cristiane. PROSPETTO BELLA DIVISIONE E SUDDIVISIONE DELLA STORIA D' ITALIA DALf AN KO 476 AL 18t3. DIVISIONE SUDDIVISIONE EtX I. DEI BARBARI DAI.LANNO 476 AL 774. Eta II. DEL regno italico dall'anno 774 AL 1075. Eta hi. de' comuni dall'anno 1075 AL i494- EtX IV. DELLE preponderanze straniere dall'anno 1494 At- i8i5. I. / Barbari (V Odoacre, i Goti, i Greet fanni 476-568). II. / Lottgobardi (d68-774). III. / /?e Carolingi (774-888). IV. / Re Italiani, Franchi c Tedeschi (888- 1075). V. / Comiini da Grcgorio VII alia pace di Costaiiza (1075-1183). VI . / Comuni dalla pace di Costanza a Carlo d'Jngw (118:J-'1266). All. / Comuni da Carlo d' Jngio fino at ri- toruo de' Papi (1266-1367). MIL / Comuni dal ritorno de' Papi alia di- scesa di Carlo VIII di Francia (1367- 1494). IX. Preponderanza contesa tra Francia ed Austria ( 1494-1559). X. Trepoiuleranza Auslro - Spagnuola (1559-1700). XI. Preponderanza di nuovo contesa tra Francia ed Austria (1700-1815) Jl ■99 SIJL. TlPO PRIlli^niO DELLE ANTICHE MONETE BELLA ROiMANA REPUBBLICA DISSERTAZIOI\E DEL PROFESSOUE PIER VITTORIO ALDINI SOCIU COnniSPOHDBIITE Letta cd approvata nelV adunanza delli -jo maggio iB^t. vJTrande obhligazione professar dcggiono certamente i cultori dellc nu- inismatiche erudizioni al celebre tedesco Giuseppe Egkel , per aver egli ridotlo ad ordine sislematico e scientifico un'iinmcDsa coiigerie di matcriali, fhe uomliii dollissiini pel corso di piu die Ire secoli aveano racuolti iu- torno alia piCk importante e numerosa classe de' monuineiili deiranlichitu; lion meiio che per aver egli con grandissiino ingegno c dottrina disciolti inollissiini duhbii , scoperte nuove verila, c stabilili alcuni canoni e priu- lupii, onde render piu agevoie il progreilimento nella scicnza dulle au- ticlie monete. Per la qual cosa la sua grande opera Doctrina numorum vcterum vuol considcrarsi qual base e punto di riunione di lulta la scienza nutninaria, in cui si raccolgono tultc le cogniziotii precedenti, c si riferiscono quelle dcgli studiosi che vennero dopo di lei; o coll'ar- ricchirla di nuovi inaleriali tncdiante le scoperte che si sono falte e gior- nalinente si vanno facendo; o perfezionandola colla interpretazionc di nil gran nuinero di tipi per lui tralasciali; o Giialrnciilc correggendo gli crrori ne' quali per avvenlura egli fosse Irascorso. Peroccliu non vuole aoo si'i. Tipo pniMARio dki.i.e akticiie imokeie ecc. ilissiiniilnrsi , nella slessa guisa i-Iie I'liomo ilotlissimo avca data una piu i^iusta soltizionc ad una grande qiiaiititii di jiroblciiii gia slali prcccden- tenoeiiCe disrussi, tosi inolli ne abhia lasciati addielro; ed alcima volla siasi laS' iiilo trasportare da un certo spirilo d'innovazioue die pur Iroppo dotninava a' suoi giorni. Fra cjuali ci seinhra doversi annovcrare la luiova denominazione per lui introdolta alia testa di donna galeata con pic- oiole all aU'elmo , clic si osscrva su tutle le piu aiiliclie monetc di ar- genio hallute in Romaj c rlie vi riinase (pial lipo ordinario e caratle- rislico fine agli ultimi tempi dclla Repubhlica. Codesta iminaginc , sine dagli csordii di qucsli studi, da tiitli quanti gli arclieologi era stata atlribuila alia Dea, ossia al genio dclla stcssa ritla di Roma diclro raulorita gravissima deH'Orsino, il quale avea san- cilo, die argenti notae anliquiores fuerunt Romae galealae imago ex una parte , et Castorwn signa equitantium ex altera. Se non che nello scorso sccolo il i!otlo pesarcse Annibale dcgli Abali Olivieri (i) in una sua dissertazionc, inserita nel tome IV de' Saggi accademici di Cortona , iutorno ai nummi Sannilici; onde spiegare la medesima testa scolpita sopra un denaro di quel popolo, non gli sembra possa rappresentare 1^1 citla di Roma. Quindi introduce alcuni argomenii a convalidare il dubbio , scnza pero darle un diverso nome. Cio non ostanle i JNunio- graG continuarono senza la minima esitanza nella prima denominazione. La novita pero piacque al dottissimo Eckel , e ne' suoi prolegomeiii ai liummi delle romajjie famiglic iiisislendo su di essa , vi aggiunse Tallri- Luzione, cui non avea osalo 1' Olivieri, e con nuovi argomciill slabili doversi atlribuire a Pallade vinnitrice. II nome del celebre Eckel impose abbastanza nel connme de' Numismalici , perclic il lipo primario delki nioneta argentca di Roma rautasse nome di conseguenza , presso il Mionnet nel suo calologo universale, presso il Seslini nel calalogo del museo Fontana cd in altre operc, presso lo Zannoni nella notizia de' denari trovali a Fiesolc, e presso molti allri scritlori ilaliani, e quasic- rliu presso tutti gli stranieri. Lo Schiassi pero e il Cavedoni nelle loro relazioni de' denari trovali a Cadriano e nel Modanese, ma specialmenle il gravissimo Borghcsi nelle sue Osscrvazioiii numismaticlie pubblicate nel Giornale arcadico , ancorclie sembriuo accostarsi a quanto avea espo- slo r Olivieri sulla disconvenienza di quella lesta alia delta di Roma, '*'(kO Nim fia Abbas Oti.'eriu* , corae dice I'Ecitl. DISSEHTAZIONE DEL PROF. PIER VITTORIO ALDINI. 2o I non si mostrano poi aUiellanto pcrsuasi delle ragioni addolte daU'EckcI per altribuirla addirillura alia Dea della sapienza. Non cntraiulo essi pcro in veruiia discussione sii tjiiesto argoinctito , ogni qual volta e loro occorso d'iiidicai-e quel frequenlissiaio lipo , lianno usale Ic generali espressioni di testa galeala alaUt, ovvero di solita testa con clnio alato, sCDza valersi giainmai dcU'assoluta attiibuzioue eckeliana, caput Pallailis galciituni alulum. Ora tratlandosi di argomento capilale Delia scienza nuiumaiia, e nie- ritevolc dellu maggior consideiazione degli studiosi in qutste dollrine; ed aflinche non abbia a prendcr maggior piede un abuso fondato sem- plicementc siiiraiitorilu di un nome, sebbene anche presso di noi rispet- labilissimo, ci sia pcrmesso di richiamar la quistione alio stalo priuiiero, ed esamiiiare se gli argoinenti prodotti conlro la couiune opinione, gia stata generalmente abbracciala da' Numografi, sieno abbastanza forli e couvincenti, onde meritaie che hi nuova sentcnza debba essere ad essa sostituita. Tre sono le ragioni addottc daU'Olivieri, onde ucgare che la testa in discorso possa aj)paitenere alia dea Roma. E primamenle perchii il nome della cittu, che per lo piu si Icgge unito a quel capo, non forma ve- runa prova di sua spettanza, vedendosi del pari unito a quello di Apollo, di Ercole, di Saturno e di altre Deita nclle moncte di varie famiglie. Su di che convcniamo noi pure, che il nome di Roma alcuna volta sia posto sulle moncte a tult'altro fine, che ad accennare la significazione della testa cui trovasi unito; clie anzi ne' piii antichi denari, siccome sono i mancanti del nome de'monetali, non si legge giammai nel ritto presso alia testa, ma nel roveseio sotto la figura dc'Dioscori, o di bi- ghe e quadrighe. Qu;dche volia peio non scnibra dubbioso esservi stato scritto esprcssamenle accanto alia testa a dichiarazione della medesima, e specialinente nel denaro senza nome di famiglia, che porta nel ro- veseio la stcssa Roma sedente colla lupa romana a' picdi ; il cui lavoro indica gli ullimi periodi della Repubblica , dove la testa e coperta di elmo greco, a dillcrenza de' secoU anteriori, siccome ap|)resso diremo. Giascun vede abbastanza per se medesimo quanto sarebbe inutile lo alTaticarci nell'abbattcre un argomento puramcnte ncgativo e Icggero, per provare che la testa in discorso non rappresenli la dea Roma. Non puo negarsi, che il secondo argomento addolto dall' Olivieri noix abbia apparcnza di assai maggior peso; perocche, egU dice, in verua Serie II. Tom. III. a6 301 St'L TlPO PniMAniO DELl.E AKTICHE MO^E^E ECC. antico monumento la vera imm:igine di Iloma trovasi lapprescntata con elmo aliito. Sii ili clie ci farciamo locito si)l)ito di doiiiaiulargli, dove si abl)iano altri moiiutncnti di scullura roniani del quiiilo secolo, allor- qunndo fu iininagiiialo quel lipo sicconie proprio c gcnerale alia inonela di argento per la prima volta fabbricata nelia romana repubblica? lii allora Ic arti figurative erano csercitale in Roma dagli Elruschi, i quali vi aveano introdotli mohissime loro usanze ed opiuioiii , e quasi tuUi i loro riti religiosi. Ed e pur nolo che per cssi le ali date alle figure umane crano un caraitere di divinita, sicromc osservasi in lutli i loro monumcnti; sicclie vnlcudo rapprcsenlare la sola tcsLa del Gcnio di una citla guerriera, codesto simbolo divino dovellero collocarlo suH' elmo , nclla slessa guisa che gli altri simboli caratteristici delic maggiori deiti'i, rappresentate in scmplice testa, si ponevano sulla medesima o a lei vi- cino. Cosi il fubnino o il diadciiia nelle nioiicle porlaiili la testa di Giove, la falce presso Saturno, il Iriiientc presso Nelluno. Cci'lamente fin d'al- lora la citla di Roma, o piiitlosto il Geuio o la Giunoue di lei era stato posto iicl novero dc'numi lutclari, ed avca statue e delubri; per rocche secondo le piu anlicUe mitologie, i monti, le selve , i fiumi, le fonti , nonclie i regni e le citta aveano iin Genio lor tulelare, il quale raOiguravasi con ispeciali simiioli ed altributi , e speciabnente le ultitne a foggia di donne guerriere; e gli s'innalzavano are e statue, e gli si facevano voli e sacriGzii. E T. Livio narra ( lib. 43 ) che al tempo della guerra macedonica conlro Perseo, gli Alabandesi si fccero merito presso il Senato di aver erello un tempio, cd isliluitc feste anime in onore della dea Roma. Quindi appare il culto di lei essersi esteso fino nel- IWsia , e percio doveva essere gia invetcralo nclla citta slessa. Dopo pill che un secolo dal primo tipo della moneta di argento in Roma vi s' introdussero le arti greche , ed i mili vennero figurati in modo piu conforme alia umana natura; e le ali non vennero conservate die a poche deila; ed in allora cominciossi a rappresentare la dea Roma con ebno greco cristalo, e nudo per meta il petto a guisa di Amazone; V di lal modo arrcdala vedesi nelle piu anliche statue al Campidoglio , ed in alcune monele di famiglie deU'cta postcriore, segiialameute nclla Cornelia, nel rovesclo de' tre motietali Metello Albino c Mallcolo, nclla Nonia, e piu chiaramente nel sovracitalo denaro di famiglia incerla, con capo galeato alato e cristatn da una parte, c la stessa Roma sedcnte li-a due avolloi volanti, ed al piede la lupa co' gemelli l.itlaiili da'd'altra DISSF.t\TAZ10NE DEI, PKOf. PITH VITTOniO ALDINI. 2o3 parlc; probabilmcnte imitata da cjualclie insigne liivoro in cui si fosse di tal modo rapprescntata la Dea, e faila allusione agli originarii au- spicii di lei. Nello. stesso tempo o poco ap|)resso trovasi coU'elmo or* nalo di due pennc iiivoce delle ali a somigiian/a di Marte ; eosi nel de- naro di P. Silio Ncrva, in cui si e aggiiinto I'asta e lo scudo coll'insegiia di un cavaliere , c la lunetta sul ciiuiero; le quali cose non possono conveuire a Palliule , cui ratlribuisce l' Eckel , siccome ]ier noi si nao- strcra in altro lavoro. Apprcsso qiiella figura si osserva discostarsi mag- gionnente dalT ctrnsco tipo |)riiiiicro, iiisieme col declinare degli stessi Romani dagli anlichi costiuni; cost in allro denaro delle genti FuGa e Mucia si vede l' imniagine di lei alilitto inerme sebbenc col destro piedc prcma il globo della terra per lei snprrata; avvegiiache alcuni monetali piCi tencri de'patrii riti e cosliimaiize, il ridiiamassero alcuna \olla sui lore denari, fino agli cstrcmi periodi della repubblica; ed in alcnne colonic si conservasse anclie dopo per rappresentare la nietropoli; sic- come vedcsi nci niimrni di Valcnza in Ispagna, avendo voliito i Valen- zani con (piella immagine alliulere al nome di Roma, siguificaule la sifesSa cosa che qiiello della loro citta, secondo una etimologia portata forse nuovamcntc da'Greci. Finalmcnte sotto Augnslo, il (pialc innalzo alia Dea della patria un tempio sunluoso co' litoli di vincitrice ed eterna ; si voile rapprescntarla regina del mondo, tcrraruin Dea gcnliuniquc Roma (Marz.) cbti in mano il globo sormontato dalla viltoria, o foggiata in aitri modi che si veggono in varie celebri sculture , e nelle medaglie imperatorie da Nerone fino agl'imperatori de' bassi tempi, non n.eno rhe in tpielle delle colonic. II terzo argomento per negare che la testa in qiiistione appartenga alia dea Roma lo desume 1' Oli\ieri , scguito dall' Eckel, da numnii sannitici balluli in tempo della guerra soi'iale, in uno de' quali si vede essere stata scolpita 1' identica testa. E come , esclamano essi , forse i Sanniti nemici giurati di Roma avrebber voluto rappresentare sulla lorn moncta il Genio della citta nernica ? Al die noi soggiuiigiamo; e per- cliu no? Lo scopo c il motivo di quclla guerra, non era forse la cit- tadinanza rotnana, die que' pojioli preleudevano , e credevano di aver meritata, e die un Iribuno della picbe avea loro promessa; ma die dagli ottiruati gli vcnne ricusala? Egliiio dunque Tamavano la citta di Roma, la riverivano, ed ambivano al possesso ed alia partecipazione dei diritti che da cssa derivavano; e le loro armi erano rivolte contro il partito ao^ sur. Tipo primario pei.i.e anticiie monrte ecc. chc voleva lenerli lontani e farli slranicri. Sicclie a priiicipio la guerra sociale iinn fii rlie una guerra civile, coinunque poco appresso, siccomc avviene, per le oilese guerresclic, e forse aiicora per ia rotnana politica, si mulasse in guerra di slermiiiio e ili reciproca distruzione. Si osscrvi t-he fra tutte le nionele coniate da'Sanniti nel periodo di cjuella guerra, Tunica che porla la testa di Roma , si vede esser di lavoro cvidente- mentc simile aile romane, baltiita forse sul prlnnipio in via di urgenz.a, essendosi valsi del conio medesimo di un denaro di C. Servilio, la cui eti corrisponde esatlamente colla guerra sociale ; non mutandovi che I'epigrafe in caratteri lor nazionali col nome del lor condottiero; in ap- presso avendo adoltati lipi airatto diversi c lore proprii, non tanto nelle figure , quanto nella fab!)rica e ncl disegno. Dissipati i dubbi promossi daU'Olivieri , e i Iroppo deboli suoi argo- rnenti, onde togliere alia moneta romana la testa rappresentante -il Ge- nie della sua ciltii, rimarrebbe inutile I'occuparri della nuova significa- zione che rEekcl ha stimato convenicnte di dover dare alia testa me- desima , se non ci sembrasse di mancare al rispetto grandissimo che professiamo alia sua memoria, passando sotto silenzio le ragioni chc adduce per attribuirla a Pallade Minerva col titolo di Vincitrice. Pri- niieramente , egli dice , aitre voile furono dale a Minerva le ali sul- relino, e cita alrune gemme incise riferite dal Begero e dallo Zan- iielti , le quali perb egli slesso confessa essere state gratuitamente as- scgnate a quel nutne; e noi crediamo che molto pin ragionevolmente debbauo rilerirsi alia dea Roma , per la somiglianza che hanno colla testa delle monete. Similmcnte adduce alcuni numini della Grecia e della Sicilia , sui quali puo cadcre egual dubbio se rafTigurino Pallade; oltre che troppo si snostano dal tipo romano , e le ali sono poste suU'elmo greco al pari di tanti altri ornamenli arbitrarii e variati che si vcggono in tante altrc monete delle stesse regioni. Perocche a prinripio le ali furono un ornamento simbolico proprio a qunlunque imniagine divina, secondo che abbiamo detto deyli Etruschi ; e le penne furono in ogiii tempo un ornamento assai proprio sulle teste degli uomini, e spccial- inciite sugli elmi, onde ne vennero le penne e i pennacchi de' cimieri, che durano annhc a' nostri giorni. E due penne furono posle ai lali deU'elmo di Martc , sicconie fcce doltamcntc conoscere il chiarissimo Borghesi nella spiegazione della testa sul denaro della G. A>iia. Dalle q'uli penne atiribuite al Numc guerriero, puo dedursi la ragione, onde r)tS.SF,RTAZIO^F. DF.I, PHOF. PIF.R VlTTOr.lO AI.DIM. ■>03 furono date alia citla fondala dall'eroe figlio
  • unto, coU'a.sta in mano e colla terriiiil Gorgona suU'egida? Al conlrario quegli stessi ornamcnti possono assai ben convenire al Genio di Roma, in quella eta specialmente che senliva ancora la sua origine dalle geiiti etriische e sabine, le quali iie facevano uso grandissimo, e nella guen'a mcdesima volevaiio far pompa di loro ricchezze, e di tali femminili ador- namenti da far traviare le fanciulle Tarpee. Oltre di che osserviamo cosa forse non avvertita siiiora. In alcuni denari , e segnatameiite in uno di Cornclio Silla , ed in allro di Torcir/.io Lurano, quel capo si ve;le coronato da una piccola vittoria, nella slessa raaniera che in alruni nuinmi ossia seslerzii di i;ame,giusta il nuovo sislcina introdotio all'e- j>oca di Augusto , la slessa vittoria incorona il capo del fortiinato im- peradore. La cpial cosa qnanto si addicc al Genio di citta villoriosa , e ad un croi:, altreltanlo sarebbe disconvciiiciiie al nunic di Pailade. La Villoria, chc i Lntini veneravano sotto il iiome di Dca \ acuna secondo 2o6 SUL TIPO PRIMAniO DELI.E A^TICnE MONETE EtC. Strabone, era deitJi di ordine inferiore, ne doveva percio prestar il suo favore ed iucoronare i luiini di grado superiore , ne' cjiiali siipponevasi la poteiiza di comaiidare c disporre di lei; si vede percio frcrpieiile- ineute nclle opere deU'arle in alto tli dar la corona ai niiiui minori, ai Genii delle cittilt , agli eroi ed ai vincitori, ma non giu ai grandi muni Conseiiti. Non dissimulianio avervi forse alcun inonumento in cui I'arlisla siasi scoslalo dal rigore di queslo priiicipio; a noslro avviso pero quesli apparleugono ad allri luoglii, e ail allri tempi, in cui la mitologia, colla corruzionc degli unliclii costunii e col dis{)otisnao non conservava i prin- cipii di fHosoda e di convenienza dettali da' primi Tesmol'ori. Gertanienle i Roinani neU'eta ciie diseorriamo erano assai Iciiaci degli ordiiii di ge- rarchia, non ineno uella loro repiibblicu clic fra i celcsti. Di fatli si rappreseiilano in niolU denari Giove, Apollo, Neltuno, Venere ed altre deila maggiori sulle biglie e suUe quadrighe; ed in allri denari -si \ede una Vitloiia volanlc in alto di coronare la figura posta sul carro delle stesse bighe e quadriglie; ma cpiesta non compare giammai dove sieno le suddetle graudi deila; ed invece si trova, quando sullo slesso carro vi abbiano i Genii deila cilia, o deila liberta , e piu frequentemente alcun dace trionfante. AU'iiicontro su varie moncte di famiglie vedesi la stcssa ^ iltoria in aiauo di Giove, di Pallade e di Venere, delta so- vrane, le quali potevano a loro grado disporre di lei, siccome abbiamo osservato. Dopo Augusto sollanlo Irovasi la Vitioria posta in mano deila dea Roma , ed anclie degl' imperadori fatli signori del mondo. Che se manrano nionumenli certi che ne assicurino i Roraani aver volulo a principio rappresenlare il Genio deila loro citta coU'elmo alalo, se ne conoscono pero abbastanza altri, onde rilevare in qiial modo fos- sero soliti di figurare la Dea deila sapienza, e la grande diversila che passava fra le imraagini di questa e di quella; e come appunto si erano studiati sulle loro monete di darle un caratlere singolare c diacritico , onde colla maggiore delta non venisse confusa. Uno di (juesti il li-o- viamo sulle stesse monele romane, fabbricate fino dal primo secolo deila sua fondazione. Che talc era il Tricnte ossia la terza parte dell'assc li- brale , pesaiite quallr'oncie, e poscia diminuito in proporzione dell'asse medesimo fuio al cessare delta repubblica. Quivi si vede costanlemcnte il capo di Pallade Minerva con profilo assai piu nobile , scnz' ombra di ornan-.cnto al collo ed alle orecchie, coU'elmo greco a doppla testicra, senz'ali , e coa visiera mobile per csscr calata sulla faccia; nella stessa / BiSSEnTAZIONF. DEI. PHOF. HFH VITTOtllO ALDINI. 20^ guis.i die vienc rappuesentata suUe belle inonete cli argonto lU Siracnsa, e Ji allre cittfi greclie , c sono tlcscrilti i giandi modelli tleH'aiic nel Paitenone. Qtiiiiulo all' incontro ne'denari , ne' quinnrii c ne' seslerzii di Roma I'cliiio c semplice , e leggcrinente creslato , all' uso nazionale deiivalo daU'clnisco, quale si scorge ne' bronzi e ne' iiiarini scolpili di qutdla iiazionc. Ad abbandonanza e luiigi da ogni pretesa di somininistrare una prova maggiore pi'l disciogliini-nlo del j)robleiiia, it quale spcriaino non aveme ulteriore bisogno, vogliaino aggiugnrre clie iicl gabincllo archeologiro dellii I. R. Uiiiveisita di Pavia , cui abbiamo I'onore di presiedei-e, si consei'va uu basso rilicvo in forma di medaglia in marmo di squistto lavoro, e della giMmlez/.a poco al di sollo della inela del vero, porlante le teste di Romolo e di Remo accoppiate co' loro nomi scritli all' in- giro. Gomunque il lavoro dimostri il piii bel fiore deU'arti italiane' ddl 5oo , avendo anche servito ad ornainento di un ricco monumeillo dt quel secolo in <>ggi distriitto; pure aiulianio pcrsuasi non essere di pura iavenzioiie del moJerno artlsta, siccoine non lo era alira medaglia mag- giore siinilmente in marmo della slessa provenienza, ed esislente nello stesso museo, colla testa di Roma quale si vede sui denari romani. Cre- diamo pcrcio il lavoro di quella prima medaglia essere stato copiato , o almcno ne sia stata presa l' idea da qualche antica gemma o altro in- t iglio in allora conosciuto , ancorche in oggi ci sia ignoto. I due eroi sono quivi rapprescntali assai giovanetti , e coperli anicndue il capo roll'elino alalo, al pari di quello che si vcde sul capo di Roma, se non clie la parte autcriorc della celala ralllgura un ti'sclilo di uccello, colle ocrhiaie aperle ed il roslro sporgente. Tn poco dissimile maniera e colla stesso elmo alato e rostrato si trovano alcune medaglie di Perseo ultimo re di Macedonia. Snpposta ranlicliita del proto-lipo del nostro monunicnlo, e cliiaro esscrsi dal sno antore colla forma deU't'lino voluto alludcrc agli avoltoi; da' quali i due gemelli prescr gli augurii per la fondazione della loro citlii, c coUe ali e le penne aver voluto ricbiamare la loro origine divina, e Mai'le lor genitore, sccondo le autorlta di Virgilio e di Valerio Massimo allegale dal Borgliesi neH'osscrvazione sulla G. AnIb che abbiamo cilata di sopra. Che sc tale era la galea del suo fondatore, non rimane alcun dubbio cssersi dovuto figurare in simile guisa ntUa immaniiic allc;;orica della cilia di Roma. Avemmo in aniino di aggiugnerc alia presentc raemoria , siccomc di 208 SUL TIPO PRIMARIO DELLE ANT. MOW. ECC. DISS. DEL P. V. ALDINI. sopra abbiamo acceniialo, alcune idee intorno al inodo con che fu rap- presentata la stessa cillu dt Roina suite nutichissime monele di rame , al pari dclle allre cilli doll' Italia media, pria che si osasse rapprcseri- tarla sotto iimaue sembiaiize. Ma la cjuislione iiuovaiiieiite riacccsa fra i dolti iatorno aU'eta ed alia signilicazione delle (igure portale da quelle mouele , dietro la piibblicazioiie della bell' opera de' cliiariss. P. Marclii e Tessieri intitulata yJes gfa\'e del Museo Kircheriano , ne obbliga di preudere qiiesta parte in piu serio e mature esame, c fame oggctlo di altro speciale lavoro; ottde inline poter concludere, siccome ci eravamo pro|)osti , che la testa galeala ed alata dclla moneta romana di argenlo, lion meno che la prora di nave siigli assi e sulle sue frazioni, nou soiio che la stessa idea cd iutenzione, espressa secondo le dillerenti manicre, che il tempo, le opinioni ed il progresso dell' incivilimento e delle arli uvenno suggerito. 309 DEI. lAVORO DE'FAXCIILLI \ELLE MAMFATTIRE DISSERT \ZIO\E dell' acc\demico conte petitti 97) "4^) 1^1, 373, 35 1, 5a I, 559 e 636. Bulletin de la societe indusirielle de Mulhouse , i\.^ 28, pag. S^i, 347 *^ 34S» ^ "•*' ^^^i P^B- 5'' 62, 344 c 345. Rapport de la commission de la societe industrielle de Mulhouse chargee d^examiner la question relative a Vemploi des cnjants dans les Jilatures de coton ^ par M. Achille Penot ^ pag. 5 c seg. Diipin. Du trat'ail des enjants dans les manufactures , considere dans les interets reciproques de la societe J de la Jamille et de Vindustrie ^ PariSj 1840, i vol. in 8.* Villcncuve de Bargcmont. Economie politique chretienne , 3 vol. in 8.°. Frcgicr. Des classes dangereuses de la population dans les grandes villes et des moyens de les rendre meilleures, Paris^ 1840, a vol. in 8.° ( vol. 11, pag. i4] ^ seg.). France dcpartemcntalc^ torn. VI, pag. 49 e 97- Memorial du commerce et de Vindustrie ^ aout i83(), pag, luy c seg. Analyse dcs votes des conseils generaux des dcpartements (i835, Haut-Iihtn). Analyse des rcponses des conseils generaux des departements a la circutaire du mmisire de com- merce du 3 1 juillet 1837 (1837 c 1840V DEL CONTE PETITXr. 311 Ne scnza motivo abbiamo creduto dover sccgliere qucsto aigomento, jierchc ncllo scopo nmano c morale della scietiza lo ripuliamo il piii interessante ; e perche , avuto riguardo ai risuUamenti che saranno espo- sti nel seguito , crcdiamo iiecessavU iirgend rimedii ncll'attuale condi- zione di cose. Egli e pertanto nostro intendimento di esaminare la presente silua- zione fisica e morale de' fanciulli impiegali in gran numero nclle nia- nifattiire sino dalla pih Icnera del; d'invesligarc gli utili cffctti del dctio lavoro qiuindo e prudentcmenlc impieguto , come i danni d esso , se e troppo precoce, o soverchiamenta prolungalo ; di verificare se questa se- conda condizione di cose sia per iiaturale tcndenza all'avidita di gua- dagno pill frequaite della prima; so percio importi provvedere alle fu- neste sue conscgiienze; se possano riuscire all'iiopo i soli capi delP in- dustria, ovvero se sia percio necessario V intervento governativo; con quali regoie queslo si debba oidinare; c quali risultamcnli possano pre- sumersi derivanli da nuovc discipline credute indispensabili per conse- giiire r inlento di tiUelare Vediicazione sanitaria , religiosa , morale ed intellettuale della nascente generazione. Esposlo Voggetto del nostro lavoro, prima che si cntri a disciiterne ogni parte , vuolsi fissure raltenzione dei chiarissiini udilori sulle indu- strie che occupano un numero ragguardevolc di fanciulli insieme rac- colti. Si noli quest' ultima indicazione , perche da essa deriva, che le nostre Avis du conseil general de commerce^ Paris , i83S. Deliberation de la Cltamhre de commerce de la ville de MuUiouse ^ i83j. Degcraudo. Dc la bienfaisance publique^ 4 ^'^^- "' ^ ** i P^^ris* »839 (torn. I, pag. a5a c scg-)* Le Moniteur Unii*ersel i.** c 16 giugno 1839 c a3 novombrc i84o, 11 a 3o diccmbrc 1840, 11 e 'i4 fcbbraio , -I'y marzo 1841- Journal des Debats , iG novombrc 1840. DoUorc Urc. Philosophic dcs manufactures^ a vol. iu 8.° TraJuzione franccsc. Eugtoe Buret. De la misere des classes laborieusts en Angleterre et en France, etc. a vol in 8* Paris, 1840. Dc Morogucs. Jiecherchcs des causes de la richesse ct dc la misere , 1 vol. in S.** Sismondi. \ouveaux principes d'economie politique , a vol. in 8." 1. B. Say. Cours compUt iu tardc eta la mcmoria Ji lui , tisavasi il'iinpicgar fanciulli d'cta ancor trncra , cbiamati tiratori (tirrursj. L'uflicio (I'cssi era d'aharc o di abbassare, con certo ordinc disposli , i flii dM'ordilo qiiaado dovcano scparar&i , pcrchc quclli del ripieno scgnasscro il discgno clie volcasi (igurarc sulU stofTa , al quale uflicio ora interainente c meglio suppliscono i cartoni ideati dal Jacquavt y cbe porgou mezzo di cscguirc qualunquc discgno , talvolta coiraiitico iiK-todu anche iiupossibilc. i niiseri tiratori^ condaiinati a stare lungamentc in picdi , talvolta ancora accoccolati, Tannic- cbiati per ciitro il tclaio , ond'escguirc i comandi del tessitorc , a tenere le braccia altc , cd im- mobili , cQiiiracvano la nialutlia dcUa racliiudc , per modo che alTaspctto defurine conoscevanst luugo la -sia i rmciulli destiiiuti a tal opera. Lo scarso nuinero d\>ssi prro non la&ciava tcmere i gravi daiiiii ora uotati pel maggior ninnero dc' fanciulli iinpiegati uelle varic iudu^lrie. (i) Neir indicarc le varic Industrie dove 60no impiegati fanciulli, non ai accennarono quelle del lino e della canapa^ percbe in geueralc esse ancora vengono cscrcilatc alTuso antico e da per- tone adulte. Non puo taccrsi per6 , die il problcma proposto da yapoleone Bonaparte d* ideare una mac- china, la quale cavdi c Jilt il lino e la canapa , come il cotone c la lana, sembra ormai ri»oUo. Gia t\c\V Inghilterra y in Francia y nel Beigio e nclle provincie Bcnane sonosi erette roanifalturc di tal sorta. Noi abbiamo iniitilmentc ccrcato di visitarle. I padroni ne faccano niistcro c non lo pcrmcttevano. Inutile cautela , che avra gli slessi cfletti accaduti per le altrc macchine ora impicgate a larn- rarc il cotone, la lana e la seta, cbe sono sparse per tutto il globo incivililo! " On se demande, dice f^illerme, torn. Il, pag. 3i2 (i) en cxaminant avec soin la machine a filer le » lin ct le chanvre, commcuL il se fait que Ic prix d'un million oflert par Napoleon, n'aie pas etc gagnc, ■I car cctte machine ne diifere dc cclles a filer Ic colon que par des modifications que necessitiil a la longueur, la tenacite et la raiJeur des Clamcns. Elles consistent surtout a faire passer le lin, » a chaque operation qu'il subit , dans des pcignes qui le demclent , et a lui donncr dans Topt- >i ration du filage proprcment dit , la souplcssc dont il a besoin , en Ic fjisaut passer , an dcr- » nicr moment , dan^ uu b;iin d'eau chaiulc •. Dopo qucsta osservazionc , da noi riferita onde porgcre qualche idea del nuovo metodo , f'il- lerme nel tcsto del lodato suo libro dice, che risolto il problema, si puo prcsumerc, che la con- tumazione del lino e della canapa crescera nolcvolmente, con vantaggio dcU'agricoltura cbe le coltiva e del proprietario del suolo che Ic produce , ma con danno deH'immensa quautita di fcmminc ora occupatc a Glare ne' comuni rurali , ossia cbe ancoia usino la conocchia cd il fuso, ossia che iuipicgbino I'aspa, o il filatoio (rouet) che fa maggiore e migliore lavoro. Lc conseguenze di qucsta rivoluzione, aggiunge il chiarissimo aulore , dohbono cisere immense , avulo riguardo altresi alia ragguardcvole decadenza che puo prcsumersi dell'industria del cotone. i: C'est ainsi , termina esso , pag. 3,i3 , que dans Tindustrie , une machine , un pcrfcctionnemcnt • nouveau , changent souvent le sort des ouvriers , sur le travail dcsquels ils cxerccnt une in- >i flucncc. Ce n'est que plus ou nioins long tempi apris bur invention que s'arrete pour ce» » ouvriers une crise, dont Ics suites sonl toujours a I'avantage de la production, et le plus souvent » a celui des classes travaillantes elles-memes ». L'osscrvazione del Villcrme c fondala; ma potri dirsi che cotestc rivoluzioni siano veramenu tititi lempre, e scgnataiuentc per una cuntrada agricola? ... Esse possono benistimo chiaroarsi 2i4 DISSEHTA7.I0XE suL I.AVOHO de' fanciui.li ecc. ■ La prima comprendc la carclatura , \Afilatura, la tessitura e la tin- tura dc' fill , come la tinlura o la slampcfia dc' tcssuli di cotone. La seconda consisle ncllo spurgo e lavatura; nella carclatura , fila- tura e tessitura della laiia, quaiito nclla tintura di essa; la qual lintura segue prima o dopo, sccondo che la lana e tinta in ciocche , injilo, od in pezza (i). L' industria serica finalmente comprcnde, oltre aWeducazione del fi- lugello e \oi fdanda dc" bozzoli, la torcitura della seta tralta da essi, la car datura , g filaluru della mores ca , o sefa slraccia , lo spurgo e la tintura , quando per cerli usi la seta iion si lavori greggia; per ultimo la tessitura delle stofTe seriche (2). L'educazione del filucello e la trattura della seta da'bozzoli non sa- raiino oggetto delle nostra investigaziciii , quantiuu|ue nella seconda di quesle operazioni vengano impiegate molte fanciulle d'eta minora', per- che traltandosi di lavoro , il quale e soltanto tcmporaneo , di due , tre o quattro mesi deiranuo al piu , non possono nasceinc tutte le funeste conseguenze, che ci occorrcru di denunciare, derivanti dalle altre opera- zioni J che sono oggetto di un lavoro continuato (3), Ognuna delle operazioni sopra indicate delle tre industrie si siid- divide in altra niinori , che si tacciono per amove di brevitu , non una neccssita quando succcdono altrovc ; possono avcre un lato fnvorcvole per gl'indicati efTctti della maggior produzionc, c della consumazionc maggiormente diffusa; ma per altra parte toglicn- dosi un laroro era utile ad un uumcro infiuito di pcrsone viventi ne' campi , cd ivi necessaric pci lavori agrlcoU , senza che , ne' lungUi inverni, si possa sempre sostituire altra industria, potra dirsi che sia veramente felice un tal cambiamcnto ? Per noi , che considcriamo il lavoro come an mezzo di produzionc bcnsi , che convien lasctar crescerc , ma che vogliamo subordinato agli ordini di movalila , confessiamo dubitare assai del vero vantaggio di certi progressi^ i quali sc aumcntano per molt! la roigliorc condizione materiale, non sempre producono !o stcsso eflclto su quclla morale. (i) Lo spurgo dcfinitivo dci tessuti di lana segue inoltrc , come e nolo, nell'cdificio della ^wa^- chiera per mezzo drR'apposita macchina regolata dal gualchicraio. (a) Alle operazioni sopi'acccnnate di cotestc industrie vuolsi aggiugnere ancora quelle del thull^ della bonetteria^ dclla calzetteria e dei mertetti. Le tre prime cseguitc esse pure con ingrgnosi meccanismi , Tultima oome suol dirsi alia mano. Non credesi necessario il dar per esse altre indicazioui, dacche sono, rigorosamentc parlando, estraoee al nostro assunto. (3) Vcd. un opuscolo pubblicato dal sig. Lorenzo Valerio col tilolo Igienc e Moralitu degli opcrai in scterie J dove si propongono le migliori n-golc onde prcservare le filatrici da seta dei mali piu loHti a travagliarle. E opportuno notare che le proposlc dell'oltinio autore fiirono spcrimcnlatc praticamcnte utili oclla bella QIauda del sig. I>anchicrc Bertint in Aglii.-. DEL COXTE PETITTI. 3l5 ■volcndosi qui fare un discorso lecnologico , sibbene indicare soltanlo I'insieme defatti, d' altroncle assai noli, che ilcl)bono fissare la nostra altenzionc. Risidla da una rclazione Ae.\V officio sanitaria dclla cilta di Manchester, pubblicala nel 1796, che I'eieeesso del lavoro iinposto ai fanciulli nelle inanifatlure inglesi manifestossi colii, appena coniincio ad avviarsi la celel)i-e invenzione di Jrkwright per la cardalura e la fllatura del co- tonc c della lana. DiHalto a cotestc induslrie fiirono d'allora in poi applicali molli fan- ciulli de' due sessi fino dalVeth. piti tenera , talvolla appena giunti al seULino anno , e piu spesso prima degli olio o now anni; e vi sono essi impicgati in tale quantitci , clic per niolte fabbriclie ascendono al quarto , al terzo ed aiiche alia meth , quando persino non V oltrepassano , del numero totale de' lavoranli in quegli opifici. Se quesla rautazione essenziale delta condizionc di coteste Industrie fu un vero beneftzio , quanlo all'aumenlo de' prodolti ed al migliorauiento di essi , cresciula 1' importanza del lavoro , cessate le prime garanzie d'ordinamento , attcsa I'indicala abolizione de' sindacati prima stabiliti , era naturale , die da cause disperse nascessero nuovi effetti , e se da prima, badando ai soli risultamcnti proficui, si ravviso bencftco ed utile il cambiameuto , quando successivamente scorgevasi d'altra parte nocivo, era degno della scienza, come d'una ben intesa fdantropia, d' awertire al danno , di deuunciarne le fatali piii probabili conseguenze e di sug- gerirne il rimedio (i). (1) Villcrrac nclla ciUta sua opera, csaminalt al § II del cap. X , torn. II, pag. 207 c segucnti, i vantaggi cd i daiini dello matiiratture, dupo avcre allegate iu prova delle sue asscrzioni Ic molto Tcridiche parole dctte alia Socicta indiisti-ialc di Muthoiise dil doUorc ffeber , riferrndo ad cssa il risultato del concorso cola proposlo per la migliorc iiieinoria suW Industfialisnio corutderaco nel rispetlo della moralita , riassume nei § HI Ic co»c da isso dclte nci scgucnli IcriDini , cbc ci place qui rifcrire ( pag. 3i5, 11 vol.). rt Les nouvclU'9 luacUiiics^ mais surtout rappltcaliou que Ton fait de la force de I'eau rl de la » Tapcur pour les mcltrc en luouvemcnt, ont amcnc des cbangemeus coosiderables, non seulemcnt » dan3 I'exploitation ct les precedes dc I'iudustrie , inais encore dans la coodilion dca Irarailleurs , » et iiiemc des m.iitres. La production, dcvcnant plus facile et uioins coutcuse , s*est prodigicuse- n mcnt accrue: di's ouvriers iiui partageaicot autrefois Icur temps cntre I'agriculturc ct ratelicr, » nc s*occupcnl plus que de celut-ci; ils forment, dans un gran norabrc de \illes, des masses de » prolctaircs, orJiuaireincnt iiieconteutes de Icur sort, et qui teudent singtdiiTemcnt a se multiplier > etc. Ces cbangemeus tout les p rccurscurs d'aulrcs qui sc prcparent ct auruot niiccssaixcBicut lieu. 2lG DISSERTAZIOXE SUr, LAVORO De' FANCIULLI ECC. Quesla tllsciissione , nuova ajjlato per V Italia , sc si ecceltua qualchc breve ceiino dalone ilu uu eliiarissimo noslro AccaJemicOj ed iti alcuni giornali ^ ora die auclie iu qucsta Pcnisola vanno progressivamente cre- scenilo i nuovl meloJi di fabbricazionc j pare almcno opporticna (i). Abbiamo pcrtanto crcduto , die fosse pregio deiropera il trattare un tale argoinento anclic in qucsta nostra Accademia, ad esewpio di quanto venue fatto in allre ^ impereiocche i corpi scieutirici ^ assoeiandosi alle quislioiii attuali della migliore convivenza civile^ osservati , s'inlende, que' conGni che sono segnati all' istituto loro, gio\>ano al pubblico bene eJ accrescono il propria lustro , moslrandosi inclinati a prornuovere Tu- niversale prosperila (3). Indicate ii tenia del nostro discorso; segnati i motivi, die ci Irassero a questo lavoro; accennate le parti principali d'esso , ci rimane ad en- Irare senz'altro nel noslro assunto. 1) Une revolution en est rcsultce, mais cllc n'est pas acconiplie : die marcbc encore sans que nous » sacbions ou die s'arrL'tcra , ct quelles en scronl Ics suites ». Aggiungcrcmo per couto nostro, chc gli sforzi degli uomiiii JaMicnc dcbbono tendere a secon- dare beusi una mutazione , cui nulla puo del resto opporsi daccbc si c fatta gcnerale, ma a trovar modo di renderla men nociva alia condizione malerialc e morale dcllc classi faticatrici. (i) Vcd, Osservaziont eel esperienze intorno alia parte meccanica delta trattura della seta nel Piemonte ; del projessore Gtacinto Carena Cavaliere deW Ordine ctVi7« di Savoia , Membro e 6V- gretario della JleaU Accademia delle Scienze e delta SocieLa /igravia ecc. opusc. in 8.**, Torino^ tipografia Chirio e Mina 1837 ( pag. 74> ^5 c 76 ) cd Annali di Statistica di Milano ; Dispense di giugno i838, pag. 2^9: del maggio 1840, pag. 127 c aog: del sctterabre 1840, pag. 279 e 281, Arlicoli dd dottorc Andrea Biandii. (j) Oltrc al pioporrc quistioni d'cconomia politica , come gli altri corpi scienlifici, VJccademia delle scienze morali e poUtiche di Parigi y adott6 un altro spedientc ancora piu utile al progrcsso pralico ddia scienza. Essa deputo nel 1837 due fra suoi mcmbri piu dislinti i signori f^Hlerme c Bcnoiston du Chateauneufj pcrchc percorrcsscro io varic provincie yranceji , maggiormcnle date all'iadustria de' manofatti , cd esarainata la coadizione fisica e morale degli operai sludiasscro da quali mali fosse travagliala , proponendo i rimedi atti a farli ccssarc. Non era tardo roltimo risultameDto di cotcste invcstigazioni ; chi il signer Villerme dope aver pubblicato nel 1837 ua suo elaborato discorso, il quale vci'sa particolarmente sul lavoro de'fanciulli nellc maniritturc, raentrc negli annali d' Igienc ^ giornalc assai riputato in cui scrive, andava tratlo tratto pubblicando articoli assai utili sulla condizione fisica e morale degli operai , riuniti in un solo ben ordinato lavoro i propri studi , nd i84o pubblic6 un quadro compiuto drlla delta con- dizione; csso puo chiamarsi un vero capo lavoro necessario a studiarsi da chiunquc si occupa di qucstc matcrie. Vedi il gia citato Tableau de Cetat physique et morale etc. DEL CONTE PETITTI 31' § 11. NECESSITA DEI. LAVORO DE FANCIULLI. II lavoro dc' fanciulli iiclle inanifatture e necessario , perche molle sono le operazioni manual! pralicate in esse , cui mal liuscirebbe I'opera degli adulti , la qual opera sarcbbc del resto impossibile o non utile, percbe soverchiamenle costosa. Cos! il raccogliere la malcria prima, clie sfuggc all'azion delle carde, il rannodare, ravvolgeie cd innaspare i fili che si stracciano o piii non oorrono sul cannello ( bobines ) e sulle aspe ; il passar sotto ie maccliiiie ed i telui per rimcltere a luogo od in azione gli ordigni, che fossero guasti od inoperosi ; il fare insomma molte altre operazioni consimili , cui richiedonsi piccola statura , mani svelte e minule , occhio attento e pill vicino , atti di pronlezza non comune d'agili membra, e proprio soltanlo della fanciuUezza. § III. ECONOMIA DEL LAVOno. D'altronde cotcste operazioni richiedono eziandio pocafatica, scarsa intelligcnza e non molta maestria. Possono pcrcio facilmente cse^uirsi dai fanciulli , i quali in brevissimo tempo le imparano. Laonde la gior- nata d'essL essendo meno costosa, sarebbe ali'atto inutile I'impiegarvi adulti , quand'anche il potessero, perche la spesa della produzione della nierce cost fabbricata ascenderebbc a prczzo di gran lunga maggiore. Rimasto libcro iin piu utile impiego di forze aduUe prima in cio oo- cupate; e qucste forae potendosi applicare ad allro lavoro, dcbbe cre- scerne la produzione generale a comune vantaggio. Sehie II. To.M. III. a8 3l8 DISSERTAZIONE SUL LAVORO DE' FANCIULLI ECC. § IV. YAKTAGGI MORALI E FISICI DEL I.AVOBO. I fanciulli, pruilentcmente applicali al lavoro in tempo opportune , ne ritraggono un vantaggio morale inconlrastabilc; imperciocche assucfatti cosi ail obbedire sono piii docili e piu sotlomessi , e vengouo gradata- mente avviati a sentire con maggior frutlo le esorlazioni ad essi indi- rizzatc. Contraggono iuoltre I'abito dell'orJine e dell'accuratezza, onde nasce in essi quello sjSirito di prcvideuza, per cui, futti adulli, tneglio possono poi tencrsi nclla via del risparinio e provvedefe al propria avvenire. Ancora , soltratli ad una vita girovaga ed oziosa , merce di un'occu- pazione continua , acquistano quell' operosa allivita, la quale tiene piA elTicacemente lontano da' vizi e dal mal oprare , cui questi trascinano, che non vi riesca qualunque piu calda esortazione. Insomma , il fanciuUq assuefatto per tempo a lavorare , purche lo sia in modo che non prenda avversione alia fatica , o per essere so- verchia , quindi dannosa, o perche viene acconipagnala da mali tratta- menti, sari certamente neU'avvenire un operaio laborioso, costumato , accurato , docile ed intelligenle , per la qiial cosa la moralith di lui risultera ejjicaceinente assicurata con suo evidente vantaggio, come con quello altresi della civile societa cui appartiene. Ne questo solo beueficio ricavasi , che la fisica costituzione delt in- fanzia profitla altresi da un adeguala fatica del corpo. L'elasttcita delle membra , le quali acquislando vigore meglio si svl- luppano e crescono in modo piu proporzionato; la forza muscolare au- mentata ; una robusla salute fondata , sono d'ordinario la conseguenza d'un lavoro die sia modcrato , e percio abbia la condizione essenziale di non traicorrere nel menomo eccesso , da cui verrebbero ojjctti opposti. DEL COMTE PETITTI. aiQ § V. PROFITTO CHE KE TORNA ALLE FAMIGHE. A cotesli vantaggi morali e Csici vuolsi ancora aggiugnere U bcneficio che ridonda alle famiglie dal lavoro in tliscorso. Una fatniglia povci'a, la quale sia composla di |)iu individui, tutti o quasi tutti dati al lavoro, qiiantunquc ciascuno ne ricavi un ininore o maggiore prodolto , in ragionc dell'du , facilmenlc scorgesi dovcr essere in molto miglior condizione d' esistenza , die un' altra fainiglia povera cssa pure , la quale gli ahbia disoccupati. Infatti la sussistcnza degli inoperosi cadendo a carico do' faticanti, c cosloro procacoiandosi gia a slenlo quella propria anihe con oslinata fatica per la.tenue nierccde solitamenle lucrata , o uon avranno di che sopperire ai bisogni dclla fainiglia intera, la quale sara cosi esposta ai patiinenli della miscria , oppure sc ricavcranno tanlo clie basli a soslen- tare tulta la delta fauiiglia, cio sara a forza di slenli e di privazioni (i). (i) Merita qui di csscrc notala rosservazionc ilel yUlci-nic sui salari. 1." Essi tcntlono a crescero fino ai 3o anni , prima ra[>idaraciitc , poi Icntameote. a.o Dai 35 ai \o anni sccmano , ma in una proporzione piu Icnta di quclU dcll'accrcscimciilo loro. 3.* Fino all'da di i5 anni poco difTcriscono tra i due scssi. 4-" Da quest' da in poi U salario dc-lla fcnimina c scniprc di gran lunga inferiorc a quelle dcll'uomo. "'* f^'"" "■ 5." Dai 10 anni in poi U'femroina guadagna appcua lu meta dc! salario dciruomo. 6.0 L'opcraio , che lavora a cottimo ( d /a tdche ) c- scrapre mt'glio pagato di qucllo , che lavora alia giorntita , attcso il piii grandc inlcressc die Iia a far presto, bene cd iu maggior copia. 7." In gcncrale titi uomo solo guatlagna abbastanza da far risparmi. La fcmmina cd il fanciullo iniuore d'anui J2 append guudagoano dacche susaislerc. 8." Qujuto agli oprrai, cIil- banao fauiiglia, molli soiio ncITassuluta impossibilita di far ri- •parmi , quanlunquc beu pagali e saui Sc poi s'aggiugue il difetto di lavoro, qualcbe ragazio non aocor atto ad csservi applicato , una malattia, qualcbe intcmpcranza aochc casualc, o quel che i peggio qualcbe vizio , allora succedc la miscria , son nccessari i soccorsi caritativi , c sc quosti mancano , o sono insulTicicuti , la faniiglia c ridotta alia pcggiore dcllc condizioni. 9.* Sopra 100 operai , 61 non giiadagnano , ciascuno in particolare , daccbc campare ; ma se i 100, fra i quali vi siano soUanlo aa uotnini maggiori d'anni 16, il rcslo donnc c fanciulli in gratt parte, ponrsscro tulti insicroc il p^roprio guadagno, ed avcsseio st-inprc lavoro, cssi ricavercbbcro un prodotto cuinulato suflicicntc alia sussistcnza comunc ( Vcd. f'illerme , tableau de Cclat physujue el moral, etc., tora, [1. capit. I. Noi abbiamo ritcontrali i calcoli istituili dal signor fiUcrmc, c dobbiamo dicbiararc a sua lode, clic Ic noslrc invcstigazioui falte ncllc luauifalturc dclla Francia, del DeLfio, dtlle pruvincie Renane e dclla Si'iiztra , non cbc dello stalo nostro , clie abbiaino apposilameiitc visitalc prima d"inUa- prcn Jcrc questo nostro lavoro , punamente giuitijicaito quanto ha csposlo il chiaiiwimo aulore. i»aO DISSERTAZIOSE SUL LAVORO DE FANCIULLI ECC. Queste sono \erila cosl iiotoric, che pami forse a laluno superfluo a jirimo aspctto d'averlc acccnuate; se non che si rcpulb spciliente il fame discorso , per avverlire che vi si ha il debito riguardo, anche alloi-a quando si divisa d'ordinarc rcstrizloni a cotesto lavoro. § VI. ABUSI UERIVATI DAL LAVORO TROPPO PRECOCE , O SOVERCHIAMENTE PROLUNGATO. Ma se Tuso temperate e prudente del lavoro de' fanciuUi procura i vautaggi finora discorsl , fabuso invece fruttera danni gravissimi j ne occorrono molte parole a diinostrarlo. L'avidila del guadagno , sentimento naturale inspirato , pur troppo , dair uniana debolezza , spinge facilmente a cotale abuso. \\. fabbricantc produttore , interessato a ricavare la magglor copia di prodotti col minor prezzo possibile , preteude spesso il massimo lavoro, che gli pare potersi fare. I gcnitori , cui interessa del pari di scemarsi il carico della prole, impiegandola qnanto prima e possibile , tosto rofProno con premura al detto fabbricantc , onde ritrarne un proGtto ; quindi volenlieri la sotlo- pongono ad una fatica anche non adeguata aKetti , per tema di vederla ricusata , e doverla tnantenere inoperosa. I faiiciuUi perlanlo, esibiti dai genitori s\ fabbricante c da esso ae- ceitati in ela troppo precoce , vengono coi modi piu coatlivi astretti ad wi lavoro molto gravoso. luvano que' teaeri pargolelti ripugnano a chiudersi le interc giornalc," ed anche la notte in quelle stanze, dove un soffocanle calore c per essi nuova causa di debolezza aggiunta a quella d'una f;ilica eccedenle le forze loro. luvano, tormciitali dal sonuo , cosi necessario in quella eta, desiderano al)bandonarvisi. Invano , cedendo all' impeto naturale, vorrebbcro corrcre sallellando : nna voce incsorabile 11 cldama a futi- care : se resistouo , baltuti o condannati al digiuno , vengono coslretli a rimanere molte ore nella stessa posizione ; ad altendcre con esatlezza all'opcra ad essi imposta ; a contlnuare in questa, benchc languid! e DEL CONTE PETITTl. 3a I spossati; troppo fclicl ancora se possono oUenerc qualcbe brevc riposo, cil un nutrimento spesso insufficieiile a sfamarli! (i). Ora vcdiamo quai falali consegucnze derivino da cosifl'atta condizione di cose. § VII. DECADEKZA SANITARIA CHE ^E IlISt'LTA. II primo risultato clerivante da un precoce soverchio lavoro, non ade- guato alle forze di que' meschinelli ^ e f cvidente decadenza della Jisica costituzione iC cssL Souo spossati dalla fallca, dal sonno ^ clalla temperatura troppo alta^ dalle Irasudazioni clic ne conseguilano^ spesso ripercusse sugll organi piu essenziali dcUa vita, attesa la rnpida trausizione a piu fredda atmosfera, dalla quale mal possouo difenderli i ceuci oade Irovansi vestiti (2). (i) Dopo avcrc notato, chc i fancitiUi son couJunnati al lavoro dalle i3 alle i5 ore al giorno, dovrcmo noi dire, chc i condannali alia galera appena tavorano dalle lO alle 12 ore? Nclle >^n- tilU gli schiavi iavorano mcDO lungamCDtc ancora ( Ved. yotice staUititjue sur les colonies JrancaUes premiere parC.j pa^- 5 ) (1837 ). « Lcs travaux dca noirs cultivalcurs, ivi diccsi, sont raodcics^ lis commcnccnt au lever du so- il \ei\y ccssent avec Ic jour ( aux Antilles lcs jours sont a pen pr^s ^gaux aux nulls; lcs plus couits H ont plus de ii heures , les plus longs n'en ont pas i3 ) , ct sunt d'uillcurs suspcndus dans la n )ournossali dalla falira , qiianlunque vengano istruili alle scuole (luotidiune , lalvolla isliluile per esser falle nei riposi della giornata o la sera , ovvero ancora nclle scuole dette della Domenica , pcrclie falte soltinito in quel giorno , il profilto di quei fanciulli debb'essere nullo', quanlo alia coiidizione morale ed inlelleltuale, perche il grano gettato in sterili campi non pud germogliare (i). (i) Le scuoIl* della domenica pcr6 giovano assai quando una buona cducazionc riccTuta prec«- deatemenle DcUe scuole infanlili e primarie ha per cflcUo di foodarc I'istruxioDC del popolo tu bjsi solide ed appropriate alio scope cui dcbbc teodcrc. 324 DISSERTAZIOXE Sl'L LAVORO De' FANCIUllI ECC. Laotulc qiiegU esseri mateviall proceclono neW ullotlsmo , nella mlscria e nc' patimenti y ignavi affatto di qiialsiasi dottrina rellglosa e morale , esposti a tntti que' pericoU di mal costume, che sono cost frccpienti , la dove vengono insicme raccoltl mold giovaniy c specialincnte quando sono tncscolati i sessl ^ la qual cosa freqiienlemcnte vedesi pralicata ueglL opificii (i). Dii^iimi qiiegli operai d'ogai principio onesto; avvcrsi airautoriti del padrone , ncl quale sol vedono un avido speculatore, quando ne hanno roccasione, tcntano di sottrargli qualclie parte della inercc in cui lavo- rano per vcnderla di soppiatto , e procurarsi un accrescimenlo di mer- cede all'opera loro. Fatti nel seguito que' giovani /Jm accorti alia scnola degll adulti , cssi pure corroltl y proccdono nel Jlirsiladri con sumati, e coininciate le loro luale opere nella Jabbrica , passano ad altre piu Qvavi fuori d'essfa, II quadro che gli osservatori ci fanno dell' imuioralita delle manifat- ture ; le turpitudini del mal costume cli' essi ci narrano , taiuna delle Ved. VJSrole dominicale considcrce comme base Jondamentale du honheur dc la classe ou\'riere par Melchior Kramp etc. Un vol. in S.'^ , Anversa , i S^o. (i) L'cbricta inoUrc c il poggiorc do' vizi , cui si abbandona la cl.issc dcgli op:?rai nrllc manifatturt.-. GjIcsIo Tizio cstcntitsi ancbc ai fancialli , c noi slcssi vcJcmmo frrmcndo a Gandj An*>ersa , BruxeUes ^ f'ervwrs, c Acquisgrana molti fra cssi avcnli ajipona lo o 12 anni tracannarc aniniosi un bicchicre d'acquavite di patatc o di gincpro, dclla quale non avressimo osato trangugiarc un sorso. Li abbiamo altresi scnliti chiamare impudcnti una inoncta di lemosina per andaria spcndcrc in quel bagordo. E da' traUi sconvolli de' visi loro abbiamo potuto giudicarc a quali altri vizi piu gravi gia fosscro in prcda. II miglior mezzo d'iiupedirc il vizio dcU'tbrieta , dopo quelle d'una educazioiif priroarla rcligiosa c morale, coDsistc, a nostro parcre, nella sevcra dctcrrainazione del fabbricante di non ricevcrc e tentTC ncl proprio opiticio lavoraoli dati a tale ccccsso. Molti fatti provano vera quest^asserzione narrandoci il t'tUerinc come non riuscissc a vcdrre un ubbriaco a Sedano , dove siflatta di tcimi- nazionc fu per concerto uiianime do' fabbricanti prcsa, quantunquc ivi andasse il di d'Ognissanti, una domcnica ed un lunedi. Lo stcsso non succcdrva airolttoio aulore visitando Rnano^ S. Quin- tmo^ LiUa, Itheims c lihi^tcl. Lo stcsdo dlcasi dclla pralica viziosa di stare in ozio il lunedi. A Sedano il sig. Cunin-Gridaine principale fabbricante, era ministro del commercio di quel regno, rlracdI6 a qucirabuso di con- certo cogli altri fabbricanti, dccrctundo di liconziare qualunquc opcraio, che cessassc di lavorare in tal giorno. (Vcd. yillerme^ opera citata, cap. U c HI, torn. U). Vuolsi pur Iroppo notarc, cUc cotcsto vizio d'incbbriarsi crescc ogni giorno, c specialmcnlc os- scrvasi nclle contrade , dove, per non avcrsi vino cbc a caro prczzo, la moderna industria scppe soslituirvi altri liquori fcrmcnlati c distillati anco pcggiori quanto aU'cifctlo, i quali vcndonsi a Til prczzo. Nell' America scttcntrionalc, dove era giunlo a grave segno I'eccesso in discorso , gli fu mossa guerra con molta alacrita dalle Sacictd di temperanza cola istituite. Nella nostra Europa esse nou DEL CONTE PETITTI. au'J quali ci occorse pur troppo di vcrificare , Tisitando qiicgli opifici muo- vono a raccapriccio (i). S ix. CniMINI E DELITTI CHE KE CONSEGt'ITANO. DifTatto 1 funesli cfietti di colesta iinmoralil;'i provansi pur troppo dalla maggior copia dc' crimini c tie deliUL , die i rcndiconti delta gitcslizia penale accusano , fatto ii confronto coi reati coiiiincssi dalla popolazione agricola. E cotesti crimini e delilti scorgonsi nelle citth inditstriali , pur troppo scmpre crescenti. \L come polrebhe succcderc divcrsamenle? (2). Sono gl' incenlivl de' godimcnli dclla cilta , ignoli , o quasi, alia po- polazione rurale , i quali svcgliano appctiti , clie la niiseria , cssa pure crescente in ragione de' \izi , vieia di soddisfare altrimenli , che usur- paiido col furto Vallrui^ da questo furto a colpe piu grm'i cincortt facile e breve e la via. Quindi non e nieraviglia se i furori della Ithidine, le orgie della crapula, ed altri vizi traggono all' iiifanticidio , alle risse , all' assassinio. L' esenipio frequcnte d' arricchiinenti iminorali persuade inoltre potcrsi talvolta impunemente riuscirc a farnc altrettanto se for- luna an-ide nei combinare ratlenlato. fcccro alcun progresso. Ncl nuovo moudo iiivecc i risultati furono per la diversa indole dcllc po- polazioni molto proGcui. Ved. Rapport de la Societe Americaine de temperance pour Fannee i8i5. — Ilistoire des So* cietes de temperance des Etats Unit d\4meri(/ue^ avec quHques details sur celUs de V Angleterre, de la Suede y et autres contrees ; dedie a la Societe de temperance d* Amiens par R. Baird^ Paris, un vol. in 8.°, chez Hachette, i836. (i) « On a rcroarfju^ , ct cette reraarqiic nous ctonnc pcu , que Timnioralite des enfanU est » d'autant plus grandc , qu'ils sonl adntis plus jeunes dans Ics fabriques ... Irs enfanU qui travail- i» lent en fabriquc paraissent se iivrer aux plus grands dcsordres , . . . perdent loutc e*pccc dc * rctcnuc du moment qu'ils sont sortis des ateliers ... A Lille par exeniple ... les ouvricrs a- » cotiscnt enlre ou.\ pour loucr un meme local , ou ils vi^ent en Bohcmiens. II en est qui nr ■ craigncnt pas d'ctablir leur dcmeurc jusquc dans des caves , ou ils couchent pcle-melc, commc » cette race noinade , sans distinction d'.igc, ni de .sexe. Entin dans les Fosges Tusago immodcre » de la boisson a developpe parmi les enfants une depravation jirecocc et qui n'esl arrclce par » aucun frein. Dc six a douzc ans, la ct partoul aillcurs , il cssaient de marcber sur les traces « dc Tadulte. Ils fumcnt la pipe, frequcntent le cabaret , ct se cUoisissent utie roncabine, anli- » cipant sur le vocu de la nature par des eflurts impuissants , ct voulact paraitre honunes alor« 11 qu'ils ont a peine atteint la limitc de la premiere enfance. Frcgicr. Des classes dangereuses ^ etc. , tom. If, pag. a8. (a) Possono consultarsi all'uopo i rendiconti annuali deiramministraiionc della giuslizia rrimi- nale pubblicati iu I'rancia e ncl Del^io, cd i lavori su di cs>i fatti dai signori Gucrrj , Quelelel, Serie II. Tom. III. ay 3 3(3 DISSERTAZIONE SUf. LATOHO DE FANCIULLI rcC. Ancora non mancano, pur Iroppo, i compagiii piu pervcrsl, ! quali istigano il giovanello aJ uiui prima colpa , regolaudoiic 1' incspcricnza. Colcsto rcalo spesso conduce alia prima ditenzione , durante la quale insegnainenti pii\ accorli perfezionano nel mal oprare. Scontata la pena, tornasi ad altri reati , e col farsi rcciJii'o , si diviene scellei-ato (i). Erco pur troppo il circolo di male opere , in cui s'awolge gran parte della popolazioue data all' industria de' manofatti ; conscguenza fatale d'un'educazione viziosa , la quale corrompe t animo fin dalVeih piu te- nera; funeste ricchezze della produzione illimitata, se debbono cssere acquistatc a cost caro prezzo ! (2). § X. DANNI ECONOMICI CHE SE NE PRETEDONO. E ancora cotesta ricchezza della produzione illimitata potr^ dirsi Jbn- data su basi solide? Non credesi : che anzi , quand' e creata con tali mezzi , essa veputasi esposta ai piic gravi perlcoli. tf Angeville c Moreau Christophe^ dai quali tutti apparc come la criminalita sia maggiorc nei pacsi di manifatturc che negli agricoli. ( Vl-J. negli Aiinali di Giurisprudenza di Torino tre articoli da noi scrilti su que' lavori, i83f^i84o). (1) Ved. // Traitato delVaUuale condizione delle carceri, e del modo di migliorarlaj dcirau- torc di qucsta scritlura , un vol. in la. 1840, Torino, Pooiba. Ed il Saggio sid buon governo della tnendicitk degli isiiiuti di beneficenza e delle carcevi dcllo stcsso: 1 vol. ia S.** 1837. Torino prcsso Bocca. (2) Li studi ingegnosi e gravissiroi fatti da Villerme ^ cnrroborati da quclli di molti altri, se- gaalameutc del suo collega Moreau de Jonnes c dcgli Inglcsi Sadler c f//"c, dimostiano, che nclU prcscnte condizione delle cose egli e no' gran ccntri di falibiicazione de' tcssuli, e spccialraente in qu.lli delle fabbrichc di cotone c di lana , che la popolazioue cresce piu. presto, la mortalita ge- nerale e maggiore, ed i Janciulli divcntano meno so\'ente uomini Jatli ; menire che d'altra parte cgli c nc* distrcUi agricoli, dove la popolazione aumenta piii lentamente ^ ma vii^e piu robusta e piii lunga vita. Oude a ragionc esclama rottimo aulorc prima citato, torn. U, pag. icyx. « Seraii-ce a ce prix » qu'dujourdbui dans notrc vieille Europe les pouples Ics plus industriels, achcteraieut leurs ri- » chesses ct Tetenduc de Icur commerce ? Beauconp de pcrsonncs ne craindront pas de Taffir- » nier , ct nicme d'ajouter a ce prix, deja si exorbitant, riniprcvoyancc, la miserc , rimmoralid', ■ rabjcclioa d'uuc trcs-grandc partie dcs ouvricrs dcs manufactures, ct les crimes, les infr.ictioihs • aux lois dont ils se rcndent coupables ». Sebbenc ncl seguito Tautorc, mili;;anito cotesta senlenza, concliiuda non doversi accogliere in senso assolutOt perchc una tale condizione di cose pud modijicarti con opportuni provvcdimenti ., oou V men vero per6, che ijaili altuaiiy la dove questi pruvYcdlmenLi aucora si uspcttauo, la mu- Mtrano pur troppo fondata. DEL CONTE PETITTT. 22^ Gia la freqncnxa dullc crisi cotnmcvciall , dcrivanli Jalle spcculazioni, le pill arrischialc^ cV un' eccessiva coiicoireiiza , ci Tan j>alcse coinc per esse vetlansi riilotte ad estrema miseria intere popolazioni. — Gia quesla miscria arrivo in niolli luoghi a segno tale da muovere gli operai a turbar Tordine puhblico , ed a spingcrli a proferirc quel terribilc grido udilo a Lioue di "voler vii'cre iui'ontni/o o morir combuttcndo. — Gia capitali inimensi vedonsi sepolli in speculazioni perdenti , nelle quali non solo cessa il prodotlo , ma perisce pur anclie releinento di produ- zionc. — Gia il decadiraento della popolazioue indlca xm successivo rinnovauieuto d'cssa malsuuo e debole a segno , che la produzione re- lativa debbe in avvenire necessariamenle scemare. — Gia la gran copia indicata de' reati annuncia compromcssa quclla quiete pubblica e pii- vata^ che lanto c neccssaria alia prosperita cconoraica, come a qucUa politica e morale (i), La societu cosi nainacciata ncl sue ordinamento procederebbc verso una decadenza assoluta y per cm sarebbe distrutta ogni forza nazionale ^ oi'e non si arrestasse per tempo il male. (i) La uiassa ogni giorno cresccntc dc^ prole tart (vocabolo usalo per indicare il luinuto popolo viventc alia giornata } cominda a seriamcnle inquietare in piu d'un lun^o^ pcrchc malgradu I'auuicnto tlv'U'inilustriu c del lavoro, la frcqiienza dclle crisi comraerciali , che succcjono, cspone qucgr infclici allc piu dure neccssita , dalle quali piu facilinenlc dcrivano i trambusti Docivi al> I'ordine pubhlico. Laondc chiuiique csamiaa nltenlamentc Tatlualc condizionc dcUe classi fattcatrici in molte con- trade, date pill spccialniciite airiiulustria du* oianofatli, tusto vcde , che ifuelte classi sono in uno stato di gtierra latenle contro coloro che le occupano. A quale ritiultamcnto condurra siflatta condizione di cose non c Iccito il dichiararlo per or^. Solo pare, che prudcuza consigli d'avvisare seriamcnle a qualcbe rimedio , il quale debbe consi- stere soltanto nella piu buona educazione del popolo , ed in un migUore ordinamento del lavoro. Sc si Irascurassc piu oltrc di pensarvi, vi soiio motivi per tciuero dai siutonii , che tratto trallo si appalcsano, le piii fatali cousegucnze. Fiaora , convien dirlo, i rintedi suggcriti Jallirono. Le dutlrinc di Saint- Simon y d* Owen c di Fottrier, i quali prctcscro di conscguirc rassuuto, possono chiamarsi sogni di menti in delirio. Se non derlvarono da esse mali gravissirai, debbrsi al buon scnso comune , cbc ricus6 di acco- glicrle, mu sarcbbc iinprudenza di non pigliarne timore e di nou provvedcrc a cio che c nccessario per irapcdire I'applicazionc violcuta di quelle ftincstc dotlrine. 11 sistema delle colonicy destinate a riccvcrc la popolazionc soprabbondantc e disocciipata, rituci in pochi casijjatli in moUi. Esso sarcbbc tuttavia, a nostro parerc. il migliore^ quaudo niancaao oella madre pairia i terrcni, coiravvcrtenza pcr6 , cbc i coloni possano tcrgliersi fra persone probe. Qiicsl'i lo scoglio dclla colonisazione , ed a ragiune f^iUerme dice lom. It, pag 335. « Les » colonies jvosperent, ou ne prospcrenl pas siiivant qu'i-Ucs sc coniposcnl dMtommcs d\'litc, ou au » contraire des dcrniercs classes, ct pour ainsi dire du rebut dc la sociule ». La sloria delle colonic mostra fondala qucsU scuUoza. 3 28 DiSSF.nTAZIONF. SUI. I.AVOHO DF.' FAXCIULLI ECC. La storiii , die taiil'i iitili ainmaestrainenii conliene , non ti-alnscia tlal rccarci frcrjucnti eseiiijil di iiaz.ioni, le quail, malgrado le immense ric- clicz/.c accumulate da una j)roduiioiic intcUigcnle cd altiva , per I'im- tnorulila pubblica c privala clie in esse prevalse , furono coll'andar del tempo condotle ad estrema miseria , e giacquero preda d' altri popoli , ne' quali erano elemcnti di forza niaggiorc. Sc abbiamo ccrcato d'esporre coUa maggiore csatlezza 1' infelice con- dizionc fisica e morale della popolazione clic aitende all' industria de' manodttti , non iulcndiamo pero di sostcnerla per ogni rispetto peggiore di quella de' tempi andati. Noi nou dividiamo certamcntc tutto I'entusiasmo che taluni sentono per questa parte del preseute progresso, ma ci affrettiamo pero a rico- noscere , cbe la condizione materiale del popolo in generate si e mi- gUorata d\issai rispetto all' alloggio , al vestire, alia nutrizione , ai sa- lari , ed aiiclie alle spese. II chiarissimo Tillcrmd , il quale da tanti anni consecra I'opcrosa sua vita alio studio di questa materia nella sua opera ( Tableau, de Vetat phj'siqiie et moral etc. , Tom. II, cap. i ) institui un curioso paragone della condizione attuale dell' operaio con quella antica. Partendo per questa dal iGyS, epoca in cui il maresciallo Vaiihan la descrisse nel sue Projet (Tunc Dime Rojale , esso procede a successivi confront! con epoche posteriori, e ne concliiude, che malgrado i mall dai quail e ora travagliata, ed i pericoli che non cessano di minacciarla, non pud con- tcndcrsi luUa^'ia Vacccnnato miglioramcnto. Nelle conclusioni della lodata sua opera, il chiarissimo autore, rias- sumendo le cose per esso dettc, dimostra, e noi vi consentiamo ; i.° Che non puo ncgarsi la condizione materiale migliorc dell'ope- rajo in generale , aluieno per certi rispetti. 2." Che pero la maggior copia de' godimcnti olTerli ne ha fatto cre- scere il lusso , e moltiplicati i bisogni per modo, c/iesso credcsi a' di nostri piu infelice, e per molti riguardi tal e pure in i-ealth. 3." Cionondimeno , che raccrcscimento de' salari cd il minor prczzo ' delle cose nccessarie al vitto ed al vestire, fecero crescere la spesa in confronto di quella antica , perclie il guadagno , ossia la rendita media di ognuno c aumentata. 4." Che queslo bene e tuttavia in gran parte reso nullo dalla dete- riore condizione morale derivata dal raccosliere insieme ci-an numero o" grs DEI. CONTE PETITTI. 220 di operai, dalla mcscolanza dc'scssi, daH'incenlivo de' frcqucnli cscnun d'arricchimcnlo, c da simili alirc cause, le fjuali pur troppo muo\ono al mal opcrare. 5.° Che questa funcsla alluale lendcnza e piu notn'ole ancora pc' fan- ciulli, ed e causa, clie si rcudc maggiore poi pcgli adulli, i quali so- pravvivono malgrado la decadenza Csica. 6.° Che molli dei mali, dai quali soiio Iravagliati gli operai, debbono pur troppo ad esse iinpiUarsi , altesi i vizi cui si abhandnnano. •J." Che corrcggendosi da cssi polrehbe il raaggior numero vivere di' scretamente, e uiolti ancora riuscirebbero ad accumutare risparmi. 8.° Che la societa , conosciuti i pericoli sopra indicati, ha il debito cd il diritto di provvedere perche si giunga a cotcsta uiigliore condi- zione di cose. g.° Che potra riuscirvi se , dopo aver proweduto ad una piii buona educazione pnpolare , si giugnera a pcisuaderc agll stcssi capi dell' in- dustria , ai fabbricanti cioe , die iriTece di speculare soltanto sul mas- siino guadagno attuale , essi hanno iuteresse di tentarc il iniglioramento morale degli operai , che impiegano , e che piii di tutti possono riuscirvi, merce d'un patronato paterno, iUuminato ed ajjettuoso esercitato sovra di essi. io.° Finalinente , che raolli escmpi possono cilarsi degli utili efleltl d'un tale sistema , per cui , senza nuoccre alle proprie speculazloni , juolti fabbricanti giunsero afar castigata, previdenle e prospera la po- polazione da essi occupaia. Quest'ultiina conclusione del l^illcT'me, che no\ abbiaino verificata in piu d'un luogo, e, afTrettiamoci a dirlo, un'opporluna consolazionc , che tem- pera la giusta afllizione inspirata dalle fiineste circoslaiize prima descritte (i). (i) L'ultim;* conclusione dciFautore u che trc abusi principiili alllii;gono ora T industria c sodo: i." II miscuglio dc'scssi: 2.° La troppo lunga giornata di lavoro imjiosta ai fanciulli, impirgati in cti troppo tcncra cd incducati: 3 " Lc auticipazioiii sovcrcliic fatte agli operai. Ai due ultimi mail crcde potcrsi provvedere coU' intervento del governo : al primo csscre ditticilc rinicdiare ncgli aUuali costuuii dcUa patria sua. Noi crcdiamo ancbc a qucsto potcrsi ripararc, spccialiocnlc la dove »\ hanno popolazioni piu facili a govcrnarc. Aggiiingeremo ancora , clie a nostro parcrc due altii inali gravissimi aflliggono e minacciaoo rindustria, c sono l." II nessun avvenirc dc' fanciulli cli'cssa iinpiega. 1." Lt conirgucDic mo- ralt dclla stcssa vantata estrcoia division del lavoro. 1.^ 11 Bnrei osserva infatti: " La loi sur les m inufacturcs votcc en Anglclcrrc , el en France oblige lei tbrf. de fabrique a3o DISSERTAZIONE SUL LAVORO DE' FANCIULLI ECC. § XI. necessitX m rimediare a tali danni con modi coattivi. La sposizione fiii qui fatta de' danni denvanti dall* abuse del lavoro trae seco la conclusione assai ovvia della necesslta irappoivl un cfficace ed autorc\'ole riniedio coattho. )' a cnvoycr a I'ecole les enfants ([u'ils cmploycut ; la socictc vouJrait que CC3 eiifaiils dcvinsscDt » des hornmos utiles, capablcs de so sufliro a eux-mcraes par leur travail, ct c*csl pour ccla r> qu'clle impose au.\ maniifacturicrs Tobligatiou dc laisscr aux ciifants Ic temps dc s'instruire. >* Mais nialgn^ cc voeu social cxprimc en loi , les enfants des fabriquos sont condamncs a rcsler »» ctcrncllenicnt apprentis. Nous savons quelle education morale on recolt dans les manufactures; ji mais, je le dcmaudc, quelle education industricUo donncuL-cUcs j quel metier y apprcnd-on? Que » devicuneot ces milliers dc jeuncs travailleurs , veritables enfants perdus dc Tindustrlc , lorsqu'ils » ont atteiut I'age dc i5 ans ? 11 n'y a pas de fonctious pour des hommcs, pas dc grade superieur ». a I'apprcntissagc , cxcepte un tres-petit nombre dc fileurs el d'ourdisseurs , qui sont sans la i> moindrc proportion avec ccllc des enfants. Encore une fois, que devienncnt ces enfants ? La loi »» n*d pas songe a s*en enquerir, et la societe n*a pas corapris encore les desavantages ct les » dangers qu'il y a pour clle dans un regime industriti qui occnpe les gtinerations de Vavenir a » des travaux incapables de les faire vivre quand elles auront grandi ? a Est-cc un progVes reel quo ce nombre efTrayant de jeuncs proletaircs jetes dans Ic monde » sans profession, et qui ne savent que rattai:her drs fds dc coton, de laine ou dc soic ? Les r(i- >i sultats du rccrutcment nous apprcnnent dans quel etat pbysiquc ils sortent des fabriqucs ou ils » ont passe leur cnfance ; si nous voulons connaiLre quelle raoralitu ils emportent cbez-eux, adres- >. sons nous a la police correctionnclle et aus tableaux de la crimiualite. »• Puisque personne n'a rcpondu a cctte iroportante question: quelle dcstince industrielle pic- >' parent aux enfants les annees passees dans les manufactures? Nous allons cssaycr d'y rdpondre. > Fut-il rcstc dix ans dans unc fabriquc, uu jcunc ouvrier, en sort dans la m^me situation in- « dustriclle, ou bien peu s'en faut, que celle dans laquelle il y est enlrc: il n*a pas de profession. V Tout cc quM a gagne, cc sont des babitudes vicicuscs et un corps enerve. Liscz le tableau fi- >• dele que M. Villcnne a trace des petits nialbenrenx des fabriqucs ( Vedi nota (r) alia pag. 219). » AUcz les voir vous memcs, Ic matin, par exemple , lorsqu'ils arrivent aux ateliers de Mulhousc M avant le lever du solcil, apres unc inarchc de plus d'une bcurc ; parcourcz les villrs d'industiif, j» cl partout vous rencontrcrcz des bandcs d'enfaiils « pales, cnerves, lents dans Icurs mouvcraenls, *• tranquillcs dans leurs jt-nx , oflVant un cxlerieur dc miscrc, qui contrastc avcc le tcint flcuri , » l*embonpoint, la petulance et tons les signcs d'une brillantc santtJ qu'on remarquc chez lei » enfants du meme age, cbaquc fois que Ton quittc un lieu de manufactures pour cntrcr dans un « canton agricole. « Quand la pauvretd ne leur interdirait pas les professions qui exigent un long » apprentissagc, la faiblessc de Icur corps les emp^cberait d'exercer cellos qui demandent la force »• d'un bommc. II ne leur reste d'autrc rcssource que le tissage , ct c'cst cc qui expliquc pourquoi » Ic nombre des tissdrands pcrsistc a ctrc si elevi: , pourquoi tant dc mains se dispulcnt un tra- » Tjil ingrat que la necc«silc force d'acccpler a tout prix. Que Ton s'ctonuc apris cela , en An- DHL rONTE PETITXr. 23 I Qui comlncla la discussionc pii grave del noslro argoraenio. Conciossiache non puo conleiulersi, che si |)rescntano inolte difTicolt^ nelTaccini^crsi a tale iinpresa. L'iiiduslria vhc di llberta ; seuza di qucsLa e difliciicj [)er non dire impossibile, che riesca prospcru. » gletcrrc ct aussi ca Frjncc , du grand iioiubrc ties trjvaillcurs iiiii)iirrait5 rjui se font, poui* Ics » rarc9 etnplois dont iU soiit capablcs, unc dcsastreusc concurrence? Ccs tuvaillcurs iinpdrfaits, • ccttc masse tl'hommcs sans muycu d'cxibtence ussurcc, ce caput morluum toujours gro»&issaat dcs » vilics iuduslricHcs, sont los cnfauts des inanufucturcs dcvcnus boinmcs, dont Tindustric n'a plus ■ a fuirc (juand'cUc a pris les anntJes dc Icur cnfancc ! Les Icgislatcurs qui ont voulu protcgcr Ics • cnfants des fubriqucs, ont borne leur sollicitudc a fixer pour eu\ les beures du travail cl a les • cnvuycr u Tecolc; cctte prutcction ainsi qu'il est facile de le voir est insutiibuntc ... quand les » enfants dus fabriqucs no travaillcraicnt que six beurcs par jour et sauraient lous lire ct ccrire a » souhait, ils nc seraicnt p.ii> nioin-^ sans inoycns d'existancc au sortir d'un aj>prenti:>sage perpc- • lucl qui nc luenc a rien. N'y-a-t-il pas la niaticrc a reilcxion ? II scmble que Ic travail dcs » enfants devrait ctrc Ic conimcncciuent ct la preparation du travail dc rUoiume, el que Tindus* > trie de I'eufancc devrait sc licr par dcs transitions graduccs a I'industrie de I'agc Diur, nialbeu- • reuseincnt ccla n'est pas. LUndustric n'cmpluic que dcs enfants ct dcs fcnimcs qu'ellc rctient m pcrpdluclleinent daus uu Doviciat saus issue. II y a dcs lois. qui defcadcot au proprietaire de B coupcr son bled en bcrbe, de vendanger sa vigne cu flcur , il n'y cii a pas qui dcfendcnt a » Tindustric d' abuser dcs generations naissautcs , ct parcequ'il lui est avautagcux d'cmploycr » seulcmcnt des apprcntis, dcs agents qui sc coutcntcnt de demi, de quart dc ration , on lui laisse » le pouvoir de condarancr unc portion iniportante de la classe laborieusc a ne jamais gagncr » de quo! cnUetcnir un bouiuic lout cutierl )' {fed. Duret at libra gia citato. De la misere y etc. 3 vol., pag. 37-49). a.« Quanto agli inconvcnicnti dell'ccccssiva divisionc del lavoro, Tcdiamo con quale vcrita li cspouga uu uonio di Icltcre riputato ancbc senza csscrc cconoiuista. « Plus la division du travail (dice Lemontejy OEuvres complett, i vol. ) sera parfaitc , ct I'yp- n plication des macbioes se dissimuler , qu'il n'en est lui-nicmc qu'un accessoirc , et que scparti d'cltes , il n'a plus ni » capacilu , ui moyens d'existence. C'csl un trisle lemoignage a sc rcndre , que de u*avoir jamais » Icve qu'une sonpapu ct de n'avoir jamais fait que la dix-buiticiuc partie d'unc cpinglc. » Comme son travail est d'unc cxlrcrae siiiiplicile, ct qu'il pcut y ctrc reuiplace par le premier ■ venu ; comnie lui-meme ne sauruit sans un basard iuesptire retrouvcr ailleurs la place quit » aurait perdue, il rcste vis-a-vis du oiaitrc de I'atclicr dans unc dcpeudancc ausii abaulue q"« aSa DISSERtAZIONE SVL i.Avono de'fancu'i.i.i ec.c. La sloria ilcllc iiazioiii datesi al Uallico dimoslra, che Ic spcculazioni commerciali im-aglialc da sindacati furoiio scnipre infelici, e trassero a rapida decadenza , mciUrc invccc la prosperita el)bc scinpi'e incremento e si matileanc la dove era conceduta plena Ubcrtd (razionc. Ma tra questa liberta, ccrto pregevole, e Vabuso di essa evvi iiii divario notevolissimo. Noi intcndiamo pertanlo di combattere solamcnte coteslo abuso , e cio notiamo dapprima, onde iion sorga per avventura in inente ad alcuno il tiinorc di vederci proinuovere leggi i-islreltive d'un'o/ieito ed utile liberti. §XII. INEFFICACIA De' RIMED! ADOTTATI DAI SOLI FABBHICANTI. So si potesse presumere un concorso univei'sale de' fabbrlcanti e dei genitori, per cui gli uui riciisassero d'accettare , gli altri s'aslenessero daU'esibire i fanciulli ora deslinati al lavoro in eta troppo tenera, e per un tempo soverchiamente lungo. Se in vece si potesse aver fiducia, che prima di essere ammessi nelle falibriche venissero educali in sen- tiinenti religiosi e raorali, ed applicati poscia al detto lavoro, lo fos- sero con ordini cosi bene intesi da scansare assolutamente i pericoli sanitari e morali On ora dlscorsi, certoche il rimedio spontanea sarebbe il migliore fra lutli quelli che possono idearsi , e converrebbe rinun- ciare a qualuncpie altro, die avesse modi coattivi. Ma pur troppo non occorrono moUe parole a diinostrare , che tale lusinga sarebbe cosi fallace da chiamarla piuttoslo sogno di mcnte non sana. La naturale tendenza all'aviditi di guadagno, e la miseria de'genitori a decourageaote. Le prix dc Is main d^ceuvrc , rcgarde autant cnmme une grace, que comme un y salaire sera calculc par cctte froide ct dure ccoinmiic qui est )a base dcs clablisscmonts ma- » nufacluriers ». A qucstc veridichc e chiarc parole il sig. G. 5. Say ( Traitc comptet tVcconomie politique , i.^ edit. pag. i8o-t3f-i8:2 ) cerc6 d'opporre alcuni argomentt tcndcnti a provare che restrcma division del lavoro non distruggc riatelligcnza deiropcraio per csscr pidotto a far scmprc la stessa cosa. Per quaoto grandc sia la nostra stima verso il cbiarissimo cconomista , dobbiam dire col citato signer Buret { De In misere, torn. a. pag. i54 a i58 ) die la risposta del «ig. Say non solo non distruggc I'evidenza de'ragtonamcnti del sii;. Lemoritey , ma i cosi debolmentc fondata, chtf vicm- megUo li diinostra senza replica. DCL CONTE PiniTTI. a3J5 saran scmprc uno slimolo prcvalcnlc su qiialunque senlimcnlo, che no- tesse inspirarc il concerto sopra indicate. Le csoi-tazioiii piil eloquciiti sarcbbero esse pure ineflicaci, ed i mali che ora si denunciano con gcnerose parole , crescercbbcro anziclie di- minuirc. Aggiungasi allresi, che supposie ancora efficaci le dctte esorlazioni, quanto all'eccilare alcuno de" fabbiicanti ad aslenersi dall'abuso in di- scorso, la detenninazione di lui sarebbc forse inutile affallo , perche non essendo universale, uc consoguirebbe sollanlo un daniio pailico- lare , senza il menomo soUievo della classe , che vuolsi tulelare. Questo riflesso e troppo evidente se si considera, che quel fabbricante produrrebbe allora a piu caro prezzo, c che la concorrcnza tosto ec- citerebbe allri ad accogliere i fanciulli da esso ricusali, che polrcbbero percio occuparsi a minor prezzo. N^ d'lcasi , che i genitori si asterrebbero daU'oflerire al fabbricante nieno dilicato la propria prole; che anzi appena saprcbbero di vederla impiegata non mancherebbero d'esibirla, oudc ricuperare il pcrduto o negate guadagno. II fabbricante dilicato ed umano vedrebbe allora dcserto il proprio opificio, stagnanti i suoi capitali e quelli dall'altrui couGdcnza aflidati- gli , e sarebbe quindi esposlo a certa rovina. Laondc si conchiude , che nelV atliiale ovdinamento deW industria del nianofatti, la denunciata violazione de' precetti d'umanita e di morale, e Jino ad un certo panto pel maggior nuniero de fabbricanti una vera necessilii; come nou tralascia allresi dalV esserlo del pari pel genitori i imperciocche la liberta illimitata di servirsi de'iiinciulli di qualuuque eti e per qualsiasi tempo, riducendo il prezzo della gioruata e crescendo i bisogni dell'operaio adulto, costringe in certo modo a ricorrere anche al lavoro de' fanciulli piu giovani, onde sopperiie alia sussistenza del- rintiera famiglia. Seihe II. Tom. III. 3o a34 DISSEIVTAZIONE SUL LAVORO De'fANCIULLI ECC. § XFII. NECESSITA dell' INTERVENTO GOVERNATIVO. Preinesse qncste consitlerazioni suU'inefficacia Ac" mczzi spontanei d'una volonla anchc difTicile a svcgliarsi neU'auimo umano , rimanc soltanto il mezzo unico ddV intervento del governo , il quale coiraulorila di cui c investito solo pud vicorrere a mezzi coaltwi. Merce dclla presci-itta universale osservanza del provvedimcnlo, rhe sarebbe a tal fine promulgalo , scorgesi clie la pubblica autorita por- rebbe ogni fabbricantc in condizione peifettamente uguale rispetlo al- raltrui concorrcnza. Allora la lil^ei'tii di qucsta sarebbe ristretta al solo campo, in cui pud onestamente ed utilmentc esercitarsi. La maggior copia de' capitali; la piii grande attivila ed intcUigcnza nelliinpiegarli; le macchine piii perfette , mosse dal motore meno co- stoso; la division del lavoi'o meglio intesa; la massima econouiia nei consumi ; il credito piu fondato, clie inspira Tuniversale conGdenza; la niaggiore speditezza ncUe operazioni , c la piu grande fedella verso i corrispondcnti; finalinente la raassiina semplicita e la piii grande chia- rezza de' conti : sarebbero tutti mezzi ccrlissimi di buon successo , i jjiiali darcbbero plena vittoria al negoziante clie potrebbe e saprebbe iuipiegarli sul mercato. Coslrelto come gli altri ad osservare le leggi direltive, clie sarebbero promulg:ile , coLesto negoziante non avrebbe a temerc, clie un' illecita avidita di guadagno venisse aggiiigiicre ad uguali condizioni un abuso, niSSERTAZIONE SUL LANORO Db FANCUH.l-I ECC. Considerate a primo aspetto, queste eccezioni semlirano avere qiial- fhe pesoj ma, sot.to[)Osle atl una iliscussiune imparziale etl illuminnta, Ipslo scorgcsi la nillacia degli argoincnti su cui si fondano. Non puo diiralto conlendei-si, die la sociela lia il doveve di tutclare con ogni sua mezzo ruiUovilii dc genitovi, la quale e il primo fonda- mento dvlCordine delle famiglie , e la base delta coslituzione civile. Ma tra la pietiezza (F un autoritii ragionevole , e fahuso di essa niuno v'ha che possa negare esservi un grau divario. Alio slesso modo che le leggi sanciscono pene conlro i padri crudeli, che maltrattano la propria prole, non sa vedersi perche esse non po- Irebbero stabilire discipline tcndenti ad impedire, die venga imposto jii funciulli nn lavoro non adequate alle forze d'essi; il quale lavoro , perche incoinportabile, trarrebbe indivettamente a quegli slessi visultati cui conducono gli alti piu brutali vielali dalle leggi penali , senza che sorga in mente ad alcutio di contendere la legalita e I'cquita di quesle. Lungi dair iiidebolire raulorita morale del capo della faiiiiglia, cotesie discipline, col rendcre piic ragionevole e piii umana, come piii vantag' giosa la delta autorita, debbono farla piii lispettata e piii accclta. Ne vale il dire , ch'esse negano un mezzo di sussistenza , poiciie o trattasi di mezzo lecito ed utile, e lo conccdono; o traltasi di mezzo inumano e svantaggioid , ed allora debbono assolutamente vietarlo. D'altronde i soccorsi della cariti pubblica e privata sono appunto de- slinati a quelle famiglie, le quali sopraccariche di prole, non ancor alia al lavoro, non ban mczzi suflicienti per nianteuerla. Aggiungasi, che questi sussidi carilalivi erano in generate bastanti all'uopo prima die fosse • invalso I'uso d'impiegare i fanciulli in eta cosi precoce nel lavoro de' manofatti. Aggiungasi ancora, che ripetute indagini dimostrano pur troppo, che i padri piii propensi ad occuparc anzi tempo la prole e ad imporle un lavoro non adequato, o non lavorano essi stessi; o se lavorano, consu- mano I'encedeiite guadagno piu nc' godimcnli illeciti dcH'osteria, che nou nella piii agiala sussistenza della fainiglia. Aggiungasi finalmente, che coteslo mezzo di guadagno, e appunto un incenlivo imprudenle ad un soverchio aumcnlo di popolazione non pro- porzionalo ai mczzi Icciti di sussistenza. E iuolU'c un incitauienlo al- I'iniprevidenza col distogliere dall'cconomia quand'e possibile, attesa la fiducia che si ha nel lavoro della prole impiegala fin dall'efa piii lenera. DIU CONTl:: PITITTI. 237 Qiiaiito airukima eccczionc concernciite alia libera azioue del fabbri- cante, noi creiliaino clie appeiia occorra croccunarcene; iinperciocche abbiamo prima d'ora baslantemcnte spiegaio rome noii si Iratti di pro- porre alcuua regola, die possa incagliare la liberla lecita ed utile; nia solo iiilctulasi di fictiar cpiella illecUa e dannosa. Per le considerazioni iiii ora discorse pare duiique vienimeglio dimo- strato , che rautorita governativa ha it dr'ttto ed it dovere di promiil- gare provvediuionli dlrelli al fine di vimediare agli accennali niali \l\ dove gia esistono, o di ffra'cnlrlt doxe ancora non vedonsi vcrlfKali (i\ (i) II chiarissimn t'lgaor yilteneuve di Bargemont ^ mlla sua oprra , Economic politique ckve- tiennff, delta quale non dividiaino tuUc Ic opinioui spesso avventate ^ spccialiDcnlc iu fatto di do- tizie sUtisticlie, c talvolta dircUe da idee prcconccpitc c da spirilo di parte , ragionando pcro risp^lto alia Irgalita cd equita deirintcrvonto governalivo, mollo opportuoamcnte 05scrva (torn. Ill, pag. iGi e i6i). " Cf qui frappc lout horome aiiimc d'nne tspril de justice et dMiumanite dans IVxamcn de la » situation de la clause oiivrii^re , cV-st I'titiit de d(--poii(lancc ct d*abandon d;ins leqiiel la socicte H livre Ic8 ouvrieps aiix chefs cl entrepreneurs de manufactures: c'est la faciiitc illimitee, laissec u a dcs capitalist's spuculalcura , dc rtiunir auLour d'eux des populations cQtiercs pour cd em- » pfoycr Ics bras suivant Icur intcret j pour en disposer , en quelque sorle , a discretioa , sans » qa'aucune garantie d'existence, d'avenir, d'amcliuration morale ou physique soil donnde do leur » part, ni a la population, ni a la sociele qui doit Ifs protcger » ed allrove (torn. II, pag. 171). « L'inconvenicnt de penctrer dans rinlcricur dcs fabriques, d'etahlir dcs pcoaliles, de choquer 11 qiielqiies aniouis-propres , de contrarier ccrtaines hjhiludes, disparait devant une yrande neces- M liW de justice, d'humanite ct d'ordrc. On survcillc, on inspecte Ics licux publics, hs ecolcB ct M les drvers dUibtissemons destim's a rcunir un f^rand nombrc d'individus; rautorile a le droit » de les faire feimer s*ils apporlenl qiiclque dommage a la socictei elle impose dcs conditions a » lour creation ct a leur existence. Loin de s'en plaiudrc , la socicte applaudit a ces precautions » justes et sages. Pourrait-ctle no pas approuver de nirrae la sollicilude que Ic gouvernemcnl »p- j» portcrait a tiirc regacr, dans Ics grandes reunions d'ouvriers, le bon ordre, la saotc, Ic bicn » ^trc , la pr^voyance ct la raoralilu? » Neko.r prima del yUleneuwe avea detto n Cello puissance ( dc la sociiiU ) est trop conformc a » leurs inttirets (des proprietaircs ) pour qu*ils renoucent jamais a en profiler «, ( V. Sitr la U^ gisiation et le commerce dcs grains , pag. 168, vol. iu 8.** scnza nome tf autore , attribuito a Nekcr ). Cutestc verlta , che il scnso coinune niostra di per se slcsse cvidcnlissimc , spiepano come fi» gli stessi proprielari di mauifatturc duvuiiquc sorgano uomini illumiuati , i quali badando piu al J'uturOy che alia sola gretta idea del guadagno attualc , pensano ad introdurre nelle fabbriche loro lulti que* roiglioramenti mnrali e maleriali, che possono far piii buona la condiziouc dcU'opcraio. Possano cotcsli miglioramenti riuscire dovunque, ed csscre profittevoli si agli opcrai,che ai fab- bricanti, corae in piu luogbi gia si e veriGcato ! a38 DISSERTAZIO.NE SL'L LAVORO De' FANCIULLI ECC. § XV. NECESSITA DI REGOLARE IL PROVVEDIMENTO IN MODO, CHE niMEDI SOLTANTO ALl' ABUSO. Provata la legalitii c Vequitci del provvedimento invocalo, come se n'era dapprima dimostrata la necessita , I'imane ad avvertire quanto sia im- portante d'ordiuarlo in modo, che s'abbia il inassimo riguavdo ai vari interessi cui tocca. Ogni eccesso in cui Irascorresse la piibblica podesta con inutili, o con saperflue direzioni coattivc, potendo nuoccre alia libera concorrenza, in cid cui noii e necessario di frcnarla , sarebbe fatale alia prospcrita dell'industria, il cui progresso si troverebbe arrestato con danno'dcUa produzione. Da cpiesta avvertcnza si deduce viemaggiormente doversi I'intervento governalivo circoscrivere soltauto alia iodicata lavga tutela, eppero non aversi a spinger mai sino ad una soverchia ingerenza , la quale deviando dal detto confine cessa dalVessere prcfittevole. Cotesta diohiarazione si e creduta per noi necessaria , onde per av- vcntura non sorga il sospelto, die le nostre dottrine appartengano a certa moderna scuola governativa dislinta col nuovo vocabolo di cen- tralisazione ; la qual scuola pur troppo prevale in molti stati, e vi fonda il pubblico governo sopra le massime della soverchia ingerenza. La delta scuola, col pretcslo di tutelare ogni interesse , vuole tntto dirigere, e faccndo entrare il governo centrale in troppo ininuti par- ticolari, taluno de' quali neppure e degno della suprema podesta, inxece di dare un salutare itnpulso, incagUa piu di tin ajfave con notevole danno oconomico c con im.ncn'io prcgiu licio morale. Gonciossiachc fallila spcsso I'opportunlta de' provvediinenti, crcsciuta la spesa di quesli, c distrulta ogni azione spontanea ne' governi inunicipali , ccssa in essi quello zcio pel pubblico bene, che altic volte li mossc a far cose utili e grandi. Lo scopo pcrlanto ilc' nostri ragionairienti tende unicanicnte a pro- muovere I'intervento governalivo centrale in quanto j)u6 giovare a loii- dure le basi generali del riniedio , lasciando die i particolari d'esso vengano poi regolati dal governo spcciale d'ogni Inogo, come sara ine- glio spipgalo nel seguito. DEL rONTE PETITTI. S^Q § XVI. El-EJIENTI Dr FATTO, CHE IMPORTA RACCOGLIERE PER PROVVEDERE ALl' UOPO. Per tenersi nei confini sopra accennati dJuna sola larga tutela , iin- porla assai , che la podesta supcriore si ponga in grailo ili giiuUcare inaiuramentc tlci mali cui preme cli riincdiare in nioilo ailctinalo, e questo giiulicio mal si polrcbbe profferire senza conoscere pienamente le circoslanze di fatto , suUe qiiali dcbbesi provvedcre. Da questo riflesso dcriva, che le investigazioni dclla podesta siiprema debbono estendcrsi a lulli i bisogni I'eali o prcsunti degli opcrai, al lore luimero complessivo, alia condizione relaliva di inaggiore o di ininorc miseria in cui sono o possono essi Irovarsi ne' tempi ordinarii, cioc di lavoro continuo e proxpero , come in quclli straordinari , ossia di crisi commerciale , cui solitaincnle lien dielro la diininuzione del lavoro, ov- vero la riduzione della mercede di esso. Cotesle informazioni debbono esscre chiamate in modo svarialo e ri- petuto per ogni opificio a piic persone ; le quali persone, o per Tuflicio di cui trovausi inveslite, o per la conoscenza pratica, che lianno dc' Ino- ghi e degli aflari, come della popolazione data all'industria, meglio crc- dansi atte a prolFerire un'opinione iinparziale , illuminata e sincera. Giovera altres'i invesligare Topinione degli stessl fabbricanti , perclie, anche framraezzo alle risposte interessate o pregiudicale d'essi, possono sorgere utili indicazioni atte ad illuminare la discussione. Lo stesso dicasi de capi mastri ed operai, degli ingcgncri e dei mec- canici addctli alle varie fabbriclie , i quali lulti , abilnieiite escussi , ]ios- sono somminislrarc nolizie vantaggiose alia niigliorc soluzione del pro- blema che vuolsi risolvere. I riscontri cosl oltenuti da varie parti, paragonati fra di ioro, scrvi- ranno I'uno aU'altro di opportune controUo, onde risullera piii chiara c piii sicura la verita di essi. ;i4o DISSERTAZIONE SUL I,AV0I10 De' FANCIOLLl ECC. § XVII. QUESITI DA FARSI DAL GOVERNO CENTRALE. La quistionc del lavoro cle' fanciulU nelle manifatture concerne ad un tempo i.° AU'istriuione di que' fanciulU , considcrata relativamcnle all'inse- gnamento intelletluale cd a quello dell'arte o mestiere cui sono applicati. a." Al perfezionamcnto religioso e morale degli animi lorp, 3.° Alia conservazione saiiitnria, ed alia cautela del progressive ac- crescimcnto delle forze llsiclie di essi. I quesill da farsi perlanlo vogliono avvertire a quesli diversi oggetli. Per maggiore chiarezza debbonsi inoltre spartire in due distinte-serie. La prima quella de fatti utluali. I relativi quesili dovrebbero a uostro parere essere coacepiti all'in- circa ne' seguenti termini : i.° Qual e Vetii minima cui vengono i fanciuUi applicati al lavoro? 2.° Qual mercede quotidiana e per cio ad essi altribuita ? 3." Quale risparmio di spesa deriva neila fabbricazioue dall' impiego erso sesso? 3." Prima che un fanciullo vcnga applioalo al lavoro , anche all' eta cui cio sarcl)be lecilo , rcputasi forsc nccessario di farlo visilarc dagli iiomial deH'arte , afllnche giudichino sc la flsica costituzione di lui per- mette che sia sottoposto a qncUa fatica ? 4.° Qual e la durata comuiie di lavoro quotidiauo indispensabile per assicurare lutile irapiego delle maccliine in o^ni lal)l)rica ? 5." A quale eta I'adolescente potra esso impegnarsi liberamente a la- vorare per conto proprio, o per qucUo dei suoi parenli o tulori, seuza che occorra di restringcre con ispcciali discipline la durata del sue la- voro ^ Seme U. Tcu. III. 3i a{i DrssEiiTAzroNT, srr. r.Avor.o Dr.'F.VNrii'u.i zr.r. 6." E egli convenientc viclarc o permetlcre con ccrle caiilclc le vc- glie ai fiuiciuUi eil agli adolescent'i dei due scssi , e sino a qiinl cl;i giova
  • isT.nTA7,iONF. sui. i.Avono de' fanciuli.i F.cr. sogliono commeltcre gli error! piu gravi eel i pii\ iiregiudiccvoli. Vo- glionsi percio destinare invece uomini speciali e proveUi , i quali per- fettaraente conoscano i bisogni delle varie induslric e dcllc classi diverse, ohe ad esse allciidoiio. Ancora vuoisi avvertire, chc cotcsli uomini speciali ofTraiio per la pro- pria coiidizione tutte le garanzie possibili , onde si presumano alti a proflerire un giudicio illuminato ed imparziale , percio adcquato air im- portanza del /•ngguardei'olissiino assurito cui tendesL Cotesto giudicio polra allora servire di norma alia superiorc poteslii ne' provvedimenli che reputeri oonveniente di promulgare. § XIX. CAUTELE DA USARSI ONDE NGN ESSERE INDOTTO IN ERRORE. Ne si pensi per avventura, che sia inutile di tralasciare dall' usare le maggiori cautele per non essere indotto in errore ; che questo peri- colo e, non solo probabile, certo nella discussione delle quistioni con- cernenti al nostro assunto. Iinperciocche , se per una parte vuoisi avvertire a distinguerc le esa- gcrate quercle d'una fdantropia poco illuminata da quelle che sono fon- . date , per I'altra parte importa assai di non essere ingannato dagli spe- ciosi argomenti , che I'industria suole esporre , onde manlenersi libera aifatto uelle sue avide speculazioni. II primo eiTore trarrebbe ad una soi'erchia ingerenza pregiudicevole ad una onesta liberla commerciale, e le sue conseguenze economic he gia vennero da noi indicate. II secondo sarebbe ancora piu grave, perche csporrebbe a veder con- tinuata , fors'anche accresciuta la prcsente dcnunciata violazionc de' pre- cetti dell'umanitct e della morale, colle pure indicate tcrribili sue con- seguenze. V'hanuo, pur troppo , alcuni traflicanti , i quali non arrossiscono di sostencre , che i fanciulli da cssi occupati nelle fabbriche sono in con- dizione sanitaria e morale non di^'crsa da quella de' fanciulli .delle altre classi. Asseriscono allresi, che il la^'oro anche piu prolungato e innocuo^ perche non faticoso. Aggiungono risoltitamcntc , che la menoma restri- zione ad essi imposta rovinerebbe f induslria lore , e la farebbe per- pri. CONTE PETiTTf. 2/(5 ileiitc nclla concorrcnza sul incrcalo eslcro. Laondc conchiuilono dovcr cssi conlinuare ad csser liberi di produrre iiella inaggiur copia possi- bile ed al minor prezzo cui potranno riuscire, a pciia di vccleic infrul- tiferi o fiiggenli i capitali ora invesliti negli opifii-i loro. Ne iiiancano , pur lioppo , scrilloii anchc di chiaro ingegno , i qiiali assumono la difesa di tali argomenli. Gli uni , prezzolati dalfin'idila mercantile , vedonsi intcnti a palro- cinarnc la causa con ogui manicra di sofismi, die oiTendono ruman)l:\ e la morale. Gli altri , quantunque scrivano in buona fedc e senza alcana men che retta intenzione , sono tuttavia governati nel jiroprio assunlo da un' idea preconcepita conduceiite aU'errore (i). (i) II sig. Nassau n'. Scniur iloUissiiiio ccononiisla in^Irsc , con un suo opiiscolo pro&c a com- battcrc il Factory-Bill, con cui nctla gran Brctlai;na si voUc orJinarc il iavoro Jc' fanciulli. (Ved. Lettres an the Factory Act , at it a/Ji^cts the colon manufacture ) ossia Lettera alV unorevolissimo f/resitlente delCuJficio del commercio sulVatto relativo alle manujatture tli cotone , Jet sig. Nassau ff. Senior, Al quale opiiscoIo si c agi^iunta una It-ttcra del sig. Leonardo Ilorner, cbe cumbaUe il sig. Senior, c Ic note d'una discussioue seguita tra i siguori Edmond Ashword Thomson e Senior; in 8." di pag. 5i, Londoii, 1837, presso it lib. Fetlowes. La fama d'altronde cbiarissima del Senior ci fa dcplorarc, cb'cgli siasi fatlo il campione d'una causa, cbe oOende in ccrlo modo le leggi deir umanit J e della morale , mosso pur troppo com^e unicamente da un^ idea pret^iudicata. Sccoodo il doUore Hare ( Phylosophie des manujactures ) il lavoro , com'c ora ordinato ncgli opifici , non i chc una sorgcnte di riccbezza e di salute. A parcrc di qucH'oltiiuista , la sola calda Icmpcratura dcllc stanzc in cui larorasi basta a gua- rirc ogni rafTi-eddorc. Lc uianifatturc iiiollre prcservauo gli opcrai dal coiera ; c cid cbe nirglio prova gli ottimi cITcUi d'esse , c clic i dctti operai sono piu saui della popolazionc rurale , e lc feraminc, dopo aver passata Tinfanzia c la giovinezza in un opificio, n'escouo svelte c ben confor- raatc. La sola malattia endemica aminossa dal delto autorc, coiuc dcrivante dalle manifallurc , c Vipocondria , cbe attribuiscc all'abuso de' piaceri de' sensi. Sarcbbe facile , dice il citato sig. Buret ( De la miscre, etc. 2. vol. pag. 171 ) porsuadcrc rbiuu- tjue d'un'opposla sentcnza , faccndogli passare sott*occbio tuUa qucUa popolazionc di scrofolosi , d'etici , di racbitici , di donne csili cd esauste , di fanciulli pallidi c smunti die sono gli agrnii c le vittimc deirindustri.-! ( Ved. Influence des professions sur la phthisic pulmonaire , par Lom- bard de Geneve. — Annates d'hjgiene pulilii/ue, ton). XL c Jtapporl sur I'elat phj-sii/ue et moral des ouvricrs. — Memoires de C Academic dcs sciences morales et politiques , nouveUe serte , loin. II. pag. 485 ). Polra quindi cbiamarsi al dottorc Hure pcrcbi a MuUiouse la vila media, cbe era ncl 181a di j5 anni , 9 mcsi e 1-2 giorni , troVossi ridotla ncl iS'i"^ a Ql anni, 9 mcsi c sctte giorni. — Per- chi la proporzionc Ira la >ita media ilel fabbricaute e quella dellopiraio cb'esso impiega e : : j8 : i ' , — PcrchJ in lugbillcrra i lavoratori di acciaio di Sheffield, muoiono, come i fjbbricanli di sfcre di Ginevra , quasi tutti clici dopo soli pocbi anni di laroro. — Pcrcbi j4ikin , allro scriltore in- glcjc assai riputato , ci dipiugc con si lamentevoli colori I'orrcnda condizione sanitaria degli opcrai di .Manchester. — Pcrcbi Slorch, scriltorc tcdcsco coscicnzioso , cou lanli altri , ci dice lo slcMO dapo aver visit.>te le manifatlure ingl'si c francesi. 2^0 D SSrr.TAZIONE SLL LAVORO tli' FANCILLLl ECC. Cosloro credono tloversL accrescere con ogni mezzo possibile runlvcr- sale ricchezza colla maggior copia ili protluzione die sia fattibilu cl'ot- tenere. Veairne in scguilo per nccessita Tagio comunc il piii dlHuso. Poter bciisi pjtire quulclic indh'idao, ina la iiiassa dos'crnc I'itrarre in/In di conto molto vantaggio. A cotcslo vautnggio prima cd avaiili ogni cosa doversi pensare , percliu 1' inlercsse genendc ad ogni altro prcvalga. Agli scrillori, die prezzolati scris>ono per men vclta causa, stiiniamo ituUiic dar risposta ; perdie vaiio sarebbe ogni ragioiiamcnto direlto a gcnerare iiciraiiimo d'essi un opposlo couvincimcnto. Agli allri invece , illusi soltanto da una teorica men che fondata , rispondercmo col diiarisbimo noslro Rossi, « die lo scopo della societh » non e qiicllo soltanlo d' csscre ricca sujiposlo ancora , die uii » lavoro di quiudici ore al giorno imposlo a'fanciulli di lenera elajosse » mezzo cerdssimo d'arriccliimento , la morale dirik sempre , die e un n mezzo illecilo e disonesto. La polilica aggiungerebbe ancora, die e )) pericoloso alia siciirezza ddlo State Per avere operai d' undici n anni , savrcbbero soldati deboli e limidi agli anni venti. La morale » fa valere i suoi precctli , e la polilica le sue esigenze ; per la qual » cosa , quand'anche fosse provalo , die un tal sislema riuscisse utile , » qiial mezzo d'arriccliimento , Ttoii si dovrebbe impicgarlo. Quando I'ap- » plicazione del lavoro e conlraria ad uno scopo piii elevato, non si » debbe in alcun modo ricorrervi. » ( Ved. Cows d' Econom. Politiq. ; Tom. I, pag. 36 1 ). Lode sia data all'egregio scrlttore , il quale Insieme a molti altri ( Degerando , Dnpin, Sismondi , Villermd , Villcneuve ecc. ) aggiunse la condanna della scienza a qucUa gia profferita da varii uomini di Stalo conlro un' innovazione cos\ uociva dclla moderna industria ! Nel cosi ragionare il sigiior Rossi provo d'appartenere ancora a queH'antica ot- tima scuola dcgli economisti italiani, i quali, come opportunaraenle os- servo il conte Pecchio scrivendone 1' Istoria , considerarono sempre la scienza economica , per istituto propria di vera utdita ben intesa, do- versi di prefcrcnza indirizzare alia maggiorc prosperitci morale de' po- poll , che non al solo accrescimento materiale della riccliezza generate. Diversi in cio dalla scuola inglese, del resto pregevolissima, e da molti Le asserzioni del big. Hure pcrlanlo ^ picoamcntc confutTtc ilallc indicate autorita, nOD scmbrano ncritarc maggiur ffde dcgli argO[DCQti spcciosi del aig. ff^. tV. Senior. nr.i. roNTr prriTTi. •j^^ economisti francesi , i qiuili liitli, ilorninali tl;ille illusioni Icoriclic cl'iino spirito sistcmatico , fontlate , roine si e dctto , sopra idee preconcppite, consiilerarono Ic ricrliczzc maturiali uel solo seiiso astratto dclla mas- sima possibile produzkmc iFcsse, e si occujiaioiio miitaincnte d'iiisegnare come si potesse inoglio rinstirvi , soiiza menomanienle inquiclarsi delle consegiienze morali ed aiirlie sanitarie , che potevano derivare per la classe falicalrice. Essi considerano , pur iroppo, rotcsla classe pi u come uno slromcnto deslinato a secondare i maravigliosi Irovali della mecea- iiica , (lie non come una parte principale dclla sosietci civile , cui qiianlo a/le altre in Jin di conto compete un diritto all' universale prosperith. Noi riconoseiatno I' ingogno spicgato da molli di que' scrillori della scienza, diU'oUimo Siunondi cliiainata piuUosto cremalistica , che eco- nonna poUlica , ossia I'arlc diy«r ricco , e nou quclla 1.V1 far Jelice, ma non possianio dividcrnc le opinioni. ( ^'cl-l. Etudes (feconomic politique, Essai I." ). Le scienzc non sono veramente ulili , a parcr noslro , clic in quanta giovano alia maggiore prosperith ben intesa di tulta la specie umana , all' agio massimo (fessa piu universalmente diffusa , come al suo mag- giore miglioramenlo morale. Alle liechczze , c\\e fan soffiirc gran numei-o di cittadini , o li ren- dono peggiori , noi pi-eferiamo una povcrla , che almeno li mantenga sani cd onesti. Ai maravigliosi e moltiplicali prodoUi d'un'ingegnosa meccanica anteponiamo la rozza e scarsa produzionc della fatica indivi- duale , se da quclla vengono le consegiienze accennate, che da quesla non si hanno a Icmcre (i). (1) A coloro che ci vantaDO i bcncficii dclla produzionc illimitaU e Ic riccbcne natc da cssa , che rciidono si polcntc la prima nazionc mauifjUiiricra dcII'Europa , sia conccdulo resporrc it fcgucnic qiiailro dirll'intcrno d'una faiuii^lia di cotcsli prodnUori , scritto non ha guari da uii oi- lervatore iriipjrzialc. " Dans une cour dc cct abominable qnarlicr {Distretto di Bethnal'green a £on* notrc visile. Lc chef dc hi famillc ctait un tisserand en velours, jcunc encore, ct anglais de » niiasancc. 11 gagnait 7 scliellings ct denii par scmaine, mais il n*ctait pas constanirocnt ocrupe » Son logeraent lui coutait a scliellings ct deiiii la scinainc, ct il y uvait pros dc deux raois qu'il > n'avait pu payer Ic loyer. Lc sciil objet qui garnissait la cbambrc bit bleu, apres lequel brillaicnt encore deux ou trois botons cisclcs , » il n'avait pas dc chemise. 11 nous rc^ut polimont , et nous cxposa avcc Iristcsse , mais avec » calme, toute I'horreur dc su condiliun. 11 tcn:iit une bible a la main au moment ou nous cntra- f tuca J el conime rofficier de secours [ lelieving-nfficers) lui dcmandait pourquoi il n'allait point » a reglisc, il montra sa poitrine nne, sa fcmmc iuimohilc dc honte dans un coin, ses enfants )' qui se bloltissaient les uns deiricre les autres pour eviter nos regards, et il rcpondit que bieu- )• tdt il ne pourrait plus sortir , mcme pour allcr deniander de rouvragc- Cctte famillc passait » pour etre honn<3tc; rofficier dc secours lui avait deja plusieurs fois distribue des vetements , I' wais Ic manque d'ouvrage avait force le pere d'cchanger contrc du pain les dons dc la charite. » Cette chambrc , nous disait le malhcrcux, n'avait pas tonjours elc aussi vide que vous la voyez , >► il fut un temps ou j'aurais pu vous offrir une siege, mais lout a passe, piece a piece clicz V- It pawn-broker^ c'cst le preteur sur gages, industrlcl patcotc, le flcau dcs classes pauvrcs, ct donl » Tespice est aussi nomhrcnse ct aussi nuisiblc que celle des vcndcurs d'csprits. La classe cnlicrc » des tisscninds a la main , en sole coiame en velours, est, comme nous Ic vcrrons bicntot, dans V une situulion presquc aus.'ii duscspiSree que cclle que nous vcnons dc dccrire. Ceux qui nc sont >' pas encore dcscendus aux degrcs extremes dc la mlscrc physique sont menaces a chaquc instant » d'y lombcr ». ( Vcd. De la misere des classes laborieuses en Angleterre et en France, etc. Al vol. 1." pag. 3;o. 371 c 3-^i. Le indicazioui del sig. Buret , chc yilleneux'e di Bargemonl , Degerando , De Aforogues , fit- h-rme y Frrgier e rooUi iiltri ci avcan date prima, e ch'csso confcrma con mille cscmpi osscrvati sui luoghi , son faUc [Scr tcmpcrare assai rentiisiasmo di certi uni pclla inJuslria manif.itluiiera tpinta aire.-.tremo delta produ^ioue. (1) L'origine dcUa lil.itura c tessitura del cotone c pcru anlichissima sr'nza il concorso dci incr- canismi inventati di poi. Le jirirne maulfatture di tal sorta cbbero culli nf'ir//Jt/oj.7an, dove mercc della paiicnlc c maravtgliosa iudustria di qucgli abitanti conscrvarono il priinato lino alio spirarv d«llo scorsu sccolu. DF.t. CONTE PETITTI. 2^ij AKT. I.' INGHILTERRA. Sul finirc del secolo scorso nella Gran Brcltagna, come si c pur delto prima, alcimi cillailiiii gcnerosi mosscro vive querele iiiloruo ad un abuso cosi prcgiiuUcevolc aH'iiifaiizia e provocarono dall'aiUorita delle leggi provvisioni alte a difcndcrla dalla barbaric con cui vciiiva Irattata in quegli opifici. II Doltore Aickin al principiarc dl cpicsto secolo cspose ii lamente- voie quadro de' paliincnli di que' fanciulli , akrove gia indicali. I ter- ribili cU'etti di que' patimenti veuncro tla altri medici e fiianlropi de- nunciati al pubblico, giustamente cominosso al vedere come Tanncclii- inenlo di alcuni speculatori derivasse in gran parte dalla miseria e dai dolori di taiiti esseri innocenti. DilFatlo da niolte contee inglesi s'importava un gran numero di fan- ciulli nc' luoghi dov' erano manifalUire, e posti quegli infelici slrappati ai- propri parenti, sollo la direzione degli iniprcndilori, che nc facevano la tratta, venivano da questi con le piu crudeli maniere governali (i). Voglionu alcuni pcru, cho K' maninitturc di cotonc fosscro ancbc praticate dagU indiani drl nuovo moiido, niulto prima chc Colombo nc faccsse la scoperta. Tultavia la piu gran parte dc' tossuti di cotonc chiamasi con nomi, cbc appartcngono allt* Indie Orientali , come p. es. JakoaaSy Quinigfiams, Gninces^ Mousselines^ ecc. Dal 912 al 960 i Mori dclle Spagne, rcgnando Alttcramo^ introdusscro ricWEuropa Ic faLbrichc di stofTc di cotonc. Quc*popoli coltivavano ncllc fertili pianure di l^alenza il cotonicrc ed il gclso, cd educavano U baco da seta. Granata^ Sii/iglia , Cordova posscdcvano ricche manifatture di co- toue c scricbe. Ma la prima iudustria disorto con cssi VEuropa, dacchc solo ucl 14.° secolo sc lu- ha nuovamrnte qualclic iudicio. In (juoll'cpoca vcdonsi manifatture di colone neWltalia c nclla Svevia. Propagaronsi quindi ncl- VOtatida , a Bruges cd a Gand ncllc Fiandre j pos('ia in Turchia. Esse fanno cosi il giro dvWJSuropa c vengono Qnalmcntc a stabilirsi nvWIitghiUerra , dove If arli meccaDicbo sccondute dalla for^a del vaporc danno loro uu'importauza cbc non cbbcro m.ii altrovc. ( Vcd. nci'lte Brunnir/uc ; avril" i83;. N." iG. pag. ij^. art. Di: I'industru, nrigine et progres de la I'ille de Manchester). (i) Basil il dire, cbc dalle incbiestc ordinate dal ParlimcDlo inglcse risullu: i.° die ncl Lancashire i fanciulli lavoravaoo dalle i3 alle 16 ore del giorno, comprcsa I'ora accordala pel prauzo. 3.0 Clie avc.ino appena novo, otto, scttc, sci cd ancfte cinque anni, Serie TI. Tom. HI. 3a 3J0 DISSERTAZrONE SUL LAVORO DE FANCIULLI ECC. L'eccesso del lavoro iinposto, la sovercliia duiala di esso, la tcnuita del compenso , la srarsa milrizione data a que' miseri, il sudiciumc in rui giacovaiii), rabltiezioni! morale dcrivanlc da cosiiralla coiulizloiie di cose e dallassoliUo difctto di cjiialsiasi cilucazione , non lardaiouo a nro- durrc gli eiFelti letali prima descritti. Alcune cpideniie pcstilcnziali con- dusscro alia toinba un numero iiifinilo di qucgli infelici. AUora fu clic I'liflizio sanilario della cilia di Manchester , indagala con soleiiuc imliicsla la causa d'una di quelle epidemic, ebbe ad afFer- marc nclla citata sun relazione doversi ripetere dal soverchio lavoro de' fanciuUi applicati alle fabbriche in eta troppo tenera. La nuova mirabile scoporta del vapore , die TFatt immagiuo di far scrvire a dar moto alio ingeguose filande ideate da Arlnvright , pcr- mcttendo di ridurre in tali inanifatture il numero de' fanciuUi, e di scemarue la fatiea manuale, nc dcrivb , clie per qualche tempo furono minori gli cffcttl lelali Jin da'lora denunciati , e si tardo ancora a prov- vedere conlro cssi. Se non clic I'industria inglese , favoreggiala da quelle due maravi- gliose scoperle, per tal mode si accrebbe, che aumenlalosi ogni gionio il numero delle fabin-iche e de' fanciuUi in esse impiegati nuovamente si ebbero a notare le conscguenze prima uccennate (i). 3.® Cbe erano condaiinati ad una fatiea continua ecceJcntc Ic proprie forzt;, sia col dovcr •tare molle ore riUi, sia col seguire eostantcmcntc il moto dillc macchine cui erano addctti. 4.** Che se lagnavausi , sc piangcvano, se accusavano dolori alle membra losto erano puniti con percosse dai parent! , sc lavoravano con essi, o dagli assistenti. 5." Che ncU'ora lusciata apparentemente libera pel pasto, cssendo fcrmc le maccliiiu', vcnivano costrctti a ripulirlc, mentrc mangiavano un cibo grossolano, rcso piu schifoso dal sucidunic del- I'olio , del grasso c del polvcrio dcgli opifizi. 6.** Che Talmosfera di quelle stanzc avca una teroperatura dai 29 ai 22 gradi del tcrmomelro di Reaumur, ascendenlc ancUe talvolta dai 22 ai 25. 7.** Che poi doveano i fanciuUi uscirne per andare al proprio covilc , dove se non trovavano licirinverno il gdo , appena avcano fjualcbe graiio sopra il zero. 8." Che aiuna ediicazione riccvevano quigrinfclici ne religiosa , ne morale, ne Ictteraria. Nou li prima , pcrclie i molti faneiulli dellc religioni dissenzicnti non erano amniessi al cullo angli- cano , nc si mostravano inelinati a segnirlo. Nun le altrc, pcrcbi, assorbita la giornata dal lavoro, mancava assolutamentc il tempo per riceverc qualsiasi istruzionc. (i) S. M. I. R. Porter Del suo pregevole libro pubblicato sui progress! deir Indiislria inglese ■lie pag. 201 c 227 presenta i quadri sinnotici delle manifatture di lana e di colonc. Da cssi scorgesi, i° che sopra un totale di 71,274 opcrai dei due sessi implc^^ati in i3i3 lani- Cli, si avcano 2,481 faneiulli , e 2,283 ranciiillc dajjli otto agli undiei anni; if\,f\iS faneiulli, c i5,38o CanciuUc dai 12 ai 18 anai. Oixdc il tulalc di 34,072 fanciuUi, cioe piu ddla mcli. nnr. conte petitti. aJi Roberto Peel, illiiminato cil cspcilo iiomo cli slalo, invoco nel i8oa dal Parlamento inglese un rimeilio legislalivo a tanto male. Nel giugiio cli queiranno si proiniilgo il piiino atto (Stat. ^i , Gear- gii III , cap. 73 ), die pose uu tcrminc ai cruileli ahusi in tliscorso. Vuolsi notare qucst'epoca, dice Diipin; cssa apparliene al tempo in cui, per la pace generale flrmata in Amiens , la Gran Brcltagna dovea prcvederc la concorrenza di tutte le nazioni induslriose. Cio malaiado. essa adotlava una Icggc rcslriltiva del lavoro ecccssivo de' fanciuUi nclle due specie appunlo de' siioi inanofalli di lana e di coLonc, clic fin d'al- lora le oiFeiivano la somma piii ragguardevolc delle sue espoitazioni. La siiericnza ha provato , che I'industria inglese iioit cbhe alcun danno a.° Che ncUc 1,161 manifatturc di cotonc si conlavano sopra il n." a20,i3'( opcrai dci due sessi , 4,5i8 fanciulli c 3,66g fanciulle dagll otto asli uiiJici anni; 3;,gi4 fanciulli, c 48,146 fan- ciuUc dai n ai 18 anni; oiide il n.° di gli'^S; Tanciulli dii due scssi, cioir piii dei due t/uinti. Si noli, chc qucsto numcro stennlnalo di raucinlli solo s'indica per le due manifatlure dilana e di cotone ; chc in tuttc le altrc sono pure impiegati fanciulti in gran copia , in ispccic; I." Nclle fabbriche di thutl , Ic quali sono moltissimc, poicbc al dire di Babbage (^ £conomie des machines, cap. 53) s'avcano all'cpoca in cui scrivea 4,5oi tclaio da ihull. a." Ncllc manifatturc scrichc ch'crano in uumcro di 238 con 3o,6Si operai , tra quali v'crano pure molti fanciulli. 3.* Ncllc manifatturc di tela di lino, che sono principalmcntc ncir/rij/i Ripartiti come segue fra i due scssi. Cotone. Lana. Lino. Seta Uomini 4517 5i. 5 3i. a 33. a. Doanc 5.^. 3 47. 5 6S. 8 66. 8. Tolali N.** 100. » TOO. » 100. w »uo. Ved. Progres de la Grande Bretagne sous le raport de la population et de la production^ 1 vol in^.'^ par S. M. I. R. Porter^ traduit par Ph. Chcmin Dupontes. 35a DISSERTA/.IONE SUL LAVORO De' FANCIUI-LI ECC. (Lt quella prima restrizionc al lavoro de' funciulli, quantunque gli sforzl licUa cupidila avessero minaccialo un laic risultamento (i). Ma quella prima legge cola piomulgata aucora non baslava a fienare il male. L' cstousione ilell' induslria, provocando ravidila , rentlea ne- (■essari miovi provvcilimenti sollccilali con eloqueiUi e gencrose parole da moUi oratori nelle due Camere legislative , tra i quali oralori vo- tiliono essere principalmcnte ricordati i siguori Jonli Hobbouse e Sadler. Dal i8o2 al i833 si promulgaiono otto Bill lendcnli al fine di tu- telarc i fanciuUi , clie lavorano nelle niauifalture , coll' inipedire die venga ad essi iniposto un soverchio lavoro , clie vi siano applicati in eta troppo tenera, e col prescrivere, che vengano contemporanearaente educati (2). (c) 11 barone Carlo Dupin^ Pari Ai Francia ^ nclla sua relaaione sulla Icgge pruposla per re- goUrc il lavoro ijiice des fails et des bomuies ; ellc prouve qu'on peut se confier avcc courage aux prescriptions » que dictcnt lc$ scDtiments gencrcm ct Tamour de nos serablablcs, sans craindrc que la richessc » ptibliquc ct raisance des citoycns laboricux qui la produiscnt soicnt delruites ou diininuees par » Ics elfets dc cette bienfaisanf.e ». V.d. Dupin op. cit., pag. XXXVI e XXXVII. (2) Gli otto Dill bauno le scgueuti date e ttloli; 42.^ Georgii III. c. 73. i8o3. 59.' Georgii HI. c. 66. 1819. 60.' Georgii HI. c. 5. 1820. 6." Georgii IV. c. 63. 1826. 10 ' Georgii IV. c. 5. i83o. lo." Georgii IV. c. 63. i83o. I." e 2.0 Gulielini IV. c. 39. i83i. 3 " e 4.0 Gulicluii IV. c. io3. i833. DEI. CONTK PETITTI. ii53 Ecco ranalisi del Bill inglese del 1 833, data dal Fillcrme iiclla titala sua opera Tableau etc. Tom. II, ijag. 24- II Bill si appliia a tutte le maniJaUure di colon e , ili lino, di lana, di canape e di seta , paste in niolo da un corso d acqua o da una pompa a Juoco. Nessun fanciullo puo esservi impiegato prima del novo anni. Nessun fanciullo da 9 a i3 anni debbe lavorarc piii di 48 ore per sctliinana, ne piii di nove ore nello stesso giorno. 11 Bill ha ordinato questa disposizioue gradatamenle pei famiulli ayenli meuo di i3 anni. Prima era ristrclta a cpielli da g a 11 anni; dope il i835 e i83G si e portata a quelli avenli 12 ajmi compiuli. Per gli opcrai aventi da i3 a 18 anni, il lavoro non debbe vltre- passare le (ig ore per settimana, ne 12 ore lo stesso giorno. TiUlavia se per un improvviso accidenle arrivato al motore , la manifatlura do- vesse fermarsi , si pad prolrarre il lavoro di (re ore per settimana, fiiiche il tempo peiduto sia riaccpiislalo. Nessun opcraio inferiore ai 18 anni pud lamrare fra le otto ore e nicz:::a delta sera e le cinque e mezza del inatlino. Debb'essere accordata ogni giorno almeno unora e mezza pel pasto. Questo tempo non c compreso nelle g o 12 ore di lavoro. Ogni fanciullo da g a i3 anni auimcsso nelle manifallure debbe pas- sare almeno 12 ore per settimana o 3 ore al giorno alia scuola. II reslo della legge o Bill prescrive le norme ehe debbono assicurarne I'esecuzione , e le pene da infliggersi per ogni conlravvenzione. Dal 1 833, aggiunge Ullerniti , clie una specie di reazione ebbc luogo. Fattasi una nuova inchiesta si voile provare, che i patinienti denunciati de fanciulli eransl esagerati. Anche ammessa , conlinua il cbiarissimo aulore, cotesta esagerazione , Iroppi falli rimangono provali per lasciar dubitare della neccssita d'un conlegno. II Dupin pero alferma nell'ojjera eitata pag. liv, che dal 1837 si pon mente a riformare il Bill del i833 non giii per renderne piii libere le disposizionl , ma piutloslo per aumentare le reslrizioni. Le iuforniazioni dell'egregio slalista, ciie sono atiinle al fonle del uiiuistero inglese seui- brano nieritare inlera fede. Goteste provvisioni non furono promulgate senza resistenza. L'avidita mercantile, scorgcndovi un conlegno alle proprie specuhizioni , sorgeva animosa a combatlcrlc. aS-i DISSERTAZIONE DEI. L.VVORO DE' FANCIULLI ECC. II signer N^tissau Senior, dollo cconotnista, apparlenenle alia scuola gia ihi noi imlicata, la quale cerca anzi tuUo la massima proiliizione possi- bile , scn/.a inquietarsi delle conseguenze d' un' eccessiva falica , assunta la difesa dc' fabhricanli , prctcse di mostrare coii calcoli, che il ridotto lav'oro prcgiudicava assai la produzione (i). Ma il signor Leonardo Horner , uno de' qualiro ispctlori slabilili nella Gran Brettagna onde soprainlendere all'osservanza dcdia legge , impu- gnale le asscrzloiii del signor Senior , dimostro che nialgrado le restri- zioni prcscrillc rinianca tiUta\'ia ai fabhricanli un guadagno medio del 1 5 per 7„ , il quale guadagno 'veniva dal Senior solo calcolato al lo per %, compresa iie' due compuli la rendita de' capitali inveslili negli opifici. La riduzlone del tempo del lavoro fissata dairullimo Bill (i833) ne- cessilo il sisteraa delle mute (^rehij), onde un doppio numei-o di fan- ciuUi lavorasse successivamenle cogli »(!i\.\\u , la cui giornata e piic lunga. II signor Senior voile jiure sostenere , die cotesto sistema non uvea rinscito , meno nel distrelto di MancJicstcr ; ma il signor Horner im- pugno pure una tale asserzione afierinando, che nel principio, nialgrado i uiolti oslacoli suscilati , /"/ sistema prese awiamento; che nel seguito , superati gli oslacoli anzidctti , esso progredi\'a per modo , che in molli distretli di fabbriche citati , i^li stessi fabbricanli, i quali prima lo di- chiaravano impossibile , se ne dimostrano ora molto contenti; altalche, sopra 1289 manifatture , le mute erano nel iSS^ ordinate in 524- Cio nialgrado il signor Senior sostennc , che il sistema delle mute , avendo necessariameiite ridotto la produzione cd i salari , i fab'oricanti e gli operai erano rispettis'amente perdenti. Al quale argomento replicb il signor Horner col dire, che il lucro de' primi e ristretto in quel giusto confine , che e ricliieslo daWumanitci e dal generate interessc ; che quanto ai secoudi, meglio educati e piii robusti possono di poi compensare quella prima perdila col maggiore salario che guadagnano nel seguito (2). Matgrado questi provvedimenti non si crede ancora dal maggior nu- mero , che I'ultiina iegge inglesc abbia riparato a tulti gli abusi della sovercliia fttica iinposta ai fanciulli. O sia che la viziosa conipilazione della leggc lasci campo ad eluderla ; o sia che le restrizioni da essa (f) Vcdi il citato npuscolo del Senior indicato alia nola (i) pag. a^S. (•j) Veil. Villerimi op'Ta citala, l:)m. U , p.ig. iGi e seg. rjF.i. coNTE PEiinr. a5o ordinate siano ancora iiisuflicienti. Per i;i <]ual cosa molli uoiiiiiii gene- rosi invocano tuttora colii una rcvisione di essa Icgge al fine di reiuleila j)ii!i efruitce. S'egli c vero diJIiiUo , the I'ctu de' fanciulli con false dicliiarazioni si fa comparire maggiore , per un colpevole accordo Ira il ful)bricante ed i gcnilori ; e die la dove soiio piii fabbriclic le mute de' fanciulli vaitno dull una all" ultra fubbrica , omlc liicrare un maggior salario, certo clic V incfjicacia dclla h'ggc altuale sarcbbc dimoslra/a. Peru il signor Labouchere , niinislro dell' inlerno della Gran Bretlagna, in una sua letlera al Barone Carlo Dupin lo assicura dell' osservanza della l<'gge del i833 e de suoi utili efjelti (i). Coniunque sia , egli e induhilato , die // male era giunto al colmo ncUa Grail Bretlagna e die gli cffetli d'esso erano funestissimi. Da un documento pubblicato ncl 1811 ricavasi, clie pochi uomini erano allora nelle fabbricJie dcta supcriorc agli anni 4". E si aggiunge die in quciranno erano riniandati da 42 nianifallurc nuniero 1C66 operai iiicapaci al lavoro , i quali aveano dai i5 ai 60 anni. Tra costoro i584 aveaiio meno di 45 anni; 5i aveano dai 45 ai 55 anni; tre soli dai 55 ai 60 anni. Nel i83i risullo pure, die sopra 1600 operai occupati nelle niani- (i) QuL-l miuistro rispondcudo airinlerpellanza del sig. Dupin cosi si csprimc; fl Voi mi cbiedt-tc sc e vcro , chc la Icggc rcgolatrice del lavoro do' fanciulli nolle nianifatture iia tTordinario inossen^ata e possa considcrarsi per molti rispetti come inej[Jicace. Posso fraiica- mcntc invccc asserir\>i Fopposto ». « Malgrado alcune violazioni, die spesso dobbiamo tamentare, e cbe sono dijJicilUsinie a scan- lai-e , ni.1 complesso la Icggc c abilualmcnte osservala, e le dclte iurrazioni possono consideiarti come Jaui tfeccezione », a lo bo indagalo il progrcsso deU'opiiiionc a qucsto proposilo , c mi risulU, cbc gli cfftUi dilla legge gia si /anno senliie nioUo salulari rispetto alia condiiionc Csica c morale dclla Dostra po- polazionc data a colali occiipazioni. » Mi consia del pari , cbe i senlimenti oslili palcsali dai capi d'olTicina contro la Icggc in di- tcorso sonosi grandemente scemali >> ( V. Monit. Univ. 5 giugno 1840). 11 sig. Sttiaii, altro dcgrispcltoii dcputali a sopraintendeic alia Uggc, riferira ncl 183; alia Camera de^ Comuni quanto segue: • I'osso dicbiararc cbc ncl coi-ao della mia ultima ispczione de' dislrctii manufalturicri , non Ao troi'ato alcima infiazione al Dill del i8j3, chc meriti di cssere nolata. Le prrscrilioni di quclla Icggc sono generalmenle osservate nolle grandi lilanilc di Glascow, .Itberdcrn, Dtmdee, le qiiali con- tengono ciasouna piu di 1000 operai ; i rcgislri ricbicsti da essa Uggc, onde giiaroalirnc rosscrvania, •uno tenuli colla stessa rcgolarita Jellc scrilture dcUc prime case di Loodra ( Vcd. MonU. Unw. 16 giugno 18 Ig ). 356 DISSERTAZIONE SUL LAVORO De' FANCU'I.I.I ECC. failure tli Renfrew e Lanark, lo soli arrivavano a 45 anni; ctl ancora I't erano coiist^r\S DISSEUTAZIOXE SUL LAVOHO DE' fANCIULM CCC. Da quesln contlizioiie ili cose u ilcrivnlo , clie w(o//i yerno (i). Con cssa veniva stabilllo, clie ncssun fanciidlo ])oliel)l)e iuipiegarsi nelle manifatturc deslinale alia fdalura ed alia fabbricazione e stainperia de' tcssuti; e nelle njanifatlurc ed ollicine luossc da iiii rnotore niecca- nico, o dal fiioco conliiiiio (^ Art. i ). Che i fauciuUi occupali nelle delle manifatlure dovcssero avere al- meno otto anni; dagli olio ai 12 anninon polessero lavorare olire le otto ore al giorno , divise da un ripriso; dai 12 ai iG anni polessero lavorare dodici ore, divise ila due riposi; colesti lavori dovessero farsi tra le cinque ore del mattino e le otto della sera; i fanciuUi di cjua- iunque eta non potessero impiegarsi ne' giorni feriati prescrilli dalla legge. Ne'casi in cui per guasto delle macchine, rimaste ferme durante il giorno, fosse necessario ini lavoro nolturno slraordinario, non polessero applicarvisi , ehe i fanciuUi maggiori d'anni 12 e per otto ore soltanto sopra le 24. Per iscansai'e il detto lavoro nolturno, polesse crescersi di un'ora quello diurno pel tempo necessario a ricuperare quello perduto. Nelle fucine a fuoco continuo, dove il lavoro nolturno e indispensabile, dovcssero impiegarsi sohunlo I'uncmiVi maggiori d'antii 12 c per sole otto ore sulle 24 ( .^I't- 2 ). Che i capi delle fabbriche dovessero spedire ai parent) d'ogni fan- ciuUo da essi impiegalo un libretto vidimalo dal Maire indicanlc Tela , nonie, prenonie , nascita e domicilio del fanciullo, il tempo in cui avri frequcnlato la scuola primaria, e la data deU'ingresso nella manifitttuia. Colesie indicazioni dovessero anclie iscrivcrsi sopra un regislro speciale da lenersi in oi^ni fabbrica ( /trt. 3 ). Che riguardo alle fabbriche accennate nellart. i.° polessero emanare (1) Er.ino racinbri dclla commission drlU Camera rfe' Pari i lignori Bnrnne Prgrrantto prrs , Cousin, di Gasparin, rnarcfteie Lvu^ois, Hossi cd il conte Tascher , ollrc al di-Uo baronr Carlo Dupin rdalure. a6a DISSEnTAZiONE SUt. LAVORO DE'rANCIUI.T.I r.c.c. rcgolnmcnli ifarnmiuislrazionepul/li/ica, apjiropriali alle varie ciiirrgenzc de' lnoi;lu c delle iiulnstrie , oiulc: t." Cui'iire il Iniou costume c la puliblira decenza in quelle oiruiiie. 1!." Assiciirare T istriizioiic jiriniarla c rcligiosa dc' faiicinlli. 3.° DcterminaiT la quota di lavoro da tollerarsi ne' ili feriati nelle oflioinc a fuoco conlinuo. 4.° InijU'dirc qwHlunqiic cattivo Irallamciilo o casligo abusive de" fan- ('iidli. 5." Assicurarc la salid)rila delle fabbriclie , e la conservazioiie della salule de' faiioiulli ( yJrt. 4 )• Clic allri rcc^oldmcnti di anii)iiriistrazior>c pubhlica potcssoro : 1." Estendcrc le presori/.ioni ilclla Icgge ad allre labbriclie iion indi- c«le nellaii. i.° a." Auinenlare il minimo dell'eta, c ridnne la durata del lavoro qiio- lidiano, ogni qual volta la nalura dcirinduslria potessc eccederc Ic forze do' fanoiidli o couqironu'tli'rne la salute. 3." Dclenninare <|nelle fabbrii'he pericolose od insalubri, dove non si poli-ebboro iuipiegar fanciulli ininori d'ainii 16 {Art. 5). die i Prcfctti , Solto-Prcfelti e Maircs avossero rincumbcnza d'invi- gilare all'o.sservanza della K'ggc , con dipeiulenza dal J//;;/a7;'o ih'll'agri- coltiira e del conimci-cio , tlovessero appiovare i icgolanienti intenii delle fabbiiche, onde fossero conforuii alia legge, ed iuvigilare a die venis- sero SI qiicsla die ((udli alVissi in ogiii oOicina ( .-/rt. 6 \ Clie (pialuiHjue iiifrazione doi fabbi-icaiiti alia legge cd ai regolanienti dovcsse punirsi con multa da iG a 100 fraiidii, oltre alle altre pene coinminatc dalle leggi esislenti ( Art. 7 ). Clie i padri ed i tntori, i quali conscnlissero a cotali infrazioiii fos- sero punili dima imdla da 5 a i5 franclii , ed anelie del carcere per tre gionii in caso di reddiva ( Ai't. S ). Clie i Prcfctti , Sotto-Prc/'ctIi e Mnires potessero visitare le fabbridic , farsi esibire i fihri e rcgi.stri , onde eonoscere se le prescrilte discipline vengono osservale , facoiidosi anche aecoinpagiiare da un medico per giudicaro ddia salubiila de' hioglii e dello stato sanitario do' fanciulli ( ^'t. 9 ). DEt. CJKTE PRTirri. 2G3 Finalincnte che le disposizioni della legge solo fosscro ol bli5i;;aorie sci mcsi dopo la proniulgazione di essa ( Art. )0 ) (i). Quanlunqiie il termine prossiino dclla scssiotic del 1840 non c( tu c- dcsse al Miiiistero franicse di poler spcrare, die la nuova leijge, ciii aveva dato il proprio asscnso, fosse discussa dalla Camera dei Dcputati, liittavia esse si alTrcllo a prcseiilargliela (2). L' inlervallo delle due session! ve\ine impiegato a cliiederc nuo\i coii- sulti ai corpi coslituili, prima accennali, ed aj.erlasi la scssioiic del 1841, la Camera dei Deputati si accinse a discuterc la legge votata da quella de' Pari. II nuovo Ministei'o succediUo il 29 oUohre 1840 dicliiaro di assentirvi (3). La Camera dei Deputati accolse 1' invito, e |ier opera della Giunla eletta onde esaminare in modo preparatorio la proposla , scnlila la re- lazione dislribuita al flne della sessione 1840 , diseiisso solenneineiite con molta profonditu di dotlrina in varic scdute il luiovo progello csi- bilole dal suo chiarissimo relalore, si venne a volare wi\iltra legge all'in- circa conforme a quella votata daila Camera de" Pari sui punti [liu cs- senziali, ma con alcune niodificazioni cd aggiunle ulilissime rispello alia pill esplicita dicliiarazione dcH' obhligo deU'osservanza dellc feste relij^iosc, inlorno all' istruzione de' fanciulli, e riguardo ad una migiiore e piu preeisa espressione delle fabbrichc da assoggetlarsi alia legge, e delle discipline da osservarsi (4). (i) Vedasi il prirao progctto tlol niinistcro franccsc , c qncllo aduttato ;i co/Tciigionari, gia sodilisfatti dclla tolU'ianza usata ri|;iiardo aea driuo la religioite della immcnsa maggiorita dclla nalionc francesc , alia qualo pcrora7.ioneyi/ia/me/i£c tacquero gli opponenti ( Vcd. monit. 26 e 37 diccmbrc iS/io. Ed a ragione csclaoiava I'oUimo Dupin ncl citato opuscolo : « L'atheisme, au masrjuc d'airaiu , s'est cache sous un mantcau surpiis a la tolerance puur rcclamcr contrc ce lien social qui convicnt a tous les chr(;tiens, non seulemcnt aux callioliqucs niais aux protcslants de toutes les communions . . » e altrove « Laisscz done en paix lo soi-disant inleret juif , qn'exume ici Ic pliilosopliismc en hainc du cbristianisine ct par I'liorreur dii di- nianchc ! 0 ( I'ed. opusc. pag XXIX e XXX ). La Camera de' Pari avca bensi riconosciuto il piincipio dcU'osservanz-i dcllc festc approvatc dalla legge, ma avea esitalo neW iiidicarle. Quolli de' Deputati si niostro piu espUcila nello stabi- lire il prcccUo. (i) Vcd. Monit. Univ. 23 c 34 febbraio i84i. (a) Vcd. Monit. 34 marzo 1841. DEL CONTE PETITTI. of);"; L'eli dc' fanciuUi sara accertaU da un ccrlificato del Mairc , speiliio su carta noa boUala , e scnza s|>csa. Art. 3." Ogni lavoro tra now ore delta sera e cinque del muttino e consideralo come lavoro nolturno. Colesto lavoro e interdetto ai Jcinciulli mmovi di i3 mini. Quaiido per la fermata d'uii molorc idraulico, o per riparazioni ui-- j^enti ad una macchina il lavoro diurno fu interrollo , i faiuiuHi ma^- giori d'anni i3 potranno lavorare la notle, calcolando pero quel lavoro due ore per tre. Consimilc lavoro , con quota ridolta , polra pure tollerarsi in quelle fabbrielie a fuoco conlinuo ( fucine ) , il cui processo non puo sospen- dersi nelle 24 ore. Art. 4.° I fanciuUi minori (Pctnni iG non potranno essere impicgali le domcniche ed altre fesle riconosclule dalla legge. Art. 5.° Nessun fanciuUo polra essere ammesso, sc il padre, oil il tutore non giustiflcano cli'esso frequenta attualmente la scuola del crnalii'a ^ il quale polrclihe in pochissitiii casi essere utHe^ in moLli assai dait- noso perche incagUenbbe I'esislenza dclle famiglie , e distorrebbo niolti padri d.iircsibire il lavuro della propria prole, cost utile quand^e moderato ^ sc non possono rilrarne un »occor>o atlualc. NB. Mcntrc slaiupavasi la nostra scrittura , gli Annali di statistica di Miiano ( dispcnsa del uiaggiu 1841 ) annunciano alia pag. 373 la mortc del bencmerilo dottorc Bijnclii, rapito da qucstji \ita il 33 del dctlo mcsc ncU'ancor vcrdc clii di anni 3o , dopo aver lavoralo con soinmo imprgno . i- con moUo huon snccesso nolle materie cui applicliiamo. Noi porgiamo alia racmoria di lui, chc inutihucute spi-Tammo fosse pure giudice di qucsto HO»lro povcro lavoro, un sincere oiua^gio di ludo ! aljS DiSSEaTAZIONE SUL LAVORO DE FANCIULU ECC. Da questa sposizione delta nuova legislazionc //wjce^e scorgcsi: i.° Che sc dapprima voleansi solo assoggettare a norme restrittive le granili m an if alt lire , dove credeaiisi piu notevoli grincoiivenienti, di poi si penso ircstcndcre anzi la vcgola al maggior nuinero dcllc fabbriche (low sono fanciuIlL , a.° Che se \'ctu minima si fisso ai soli otto anni, mentre altrove e Jissata ai nove, si resuiiise peio il lavoro , e si adollarono due diverse categoric per la durala d'esso , ondc la necessilu delle mule. 3.° Che se dappiima tacevasi inlorno all' osservanza delle feste reli- "iose per im mal inteso rispetto alia liberla de'culli , cd in seguito va- gamenle se ne parlava soltauto, di poi si riconohbo , clie il culto del- rimmeusa maggiorita da' Franccsi avea drillo a questa piii solenne ri- cognizioiic della legge. 4.° Che se gli sf'orzi del signer Dupin nella Camera de' Pari , onde listruzione fosse obbligatoria , tornarono vani nella prima discussione , nella Camera dei Dcpulati e nella secouda discussione a quella de Pari furono coronati di pieno successo (i). 5." Che se non si voile secondare la prima proposta del Governo di lasciarlo libero di fissar quelle norme , die rawiserebbe corwenienti , ordinate le regole generali , cogli articoli 7 e 8 se gli e lasciata tuttu quella pill estesa potesth d'esecuzione , che meglio puo giovare all'uopo. 6.° Che quanto alia penalitii, fatto riflesso alia condizione misera di rerti parenli, i quali inalgrado loro sarebbero ridotti a contravvenire, per eloqucnte pcrorazione del signor Lamartine si e dichiarato solo (1) II sig. Dupin volca chc la Icggc adotlasse il provvediracnto nblitigatoiio , chc si Tcdra coii- tcnuto nella Icggc Prustiana, cd c singolarc che gli era oppoiienle il Minittro deW istruiione pub- blica sig. Cousin , il quale sostencTa il preceflo di far istruirc o no la proprj.i prole conlrano alia liberla de' parenli, onde il Dupin con ragione csclamava nel cilalo opuscolo ( pag. XXV). ■I Nous rigrcttoiis profondcment que les efforts Ics plus cnergiques de M. le Minislrc de I'iustruction piihliipK' , aient eu pour objet de rctirer aux cnfants des manufactures cc liicnfait imperalif de rin&truction priinairc que nous voulioiis consacrcr dans noire loi ! ... Unc autre gloire apparle- nait , suivaiit nous, au mcmbre de Tinslitut, a Tami des iuuiiercs, au Iraducleur dc Plalon, I'im- niortcl cniiemi des sophistcs ». Altri opponenli al Dupin allegavano la miseria che potea dcrivarnc a ccrte falniglic , le quali avcsscro trascurato di mandare a scuola la propria prole, condannata iu lal caso all' inaziune. A cotcslo argouicnto e facile rispoadcrc, che mediante un avviso anticipato, c la rit^trdata e&ccuzione d> Ua legge Gcsscrcbbc I'ostacolo. DEL COHTE PETITTI. aCx) passibile
  • iii eslesi di soccorso. Ogni fabbricante e tenuto ad invi- gilarc accuratamente alia salute de' propri operai, assistendoli speeial- mente nelle occasioni d'epidemia. 4.° Debbono astenersi dal menomo sovracarico di lavoro, anche verso gli adulti, ed invigilare acclie possano ricevere un' istruzione appropriala alio stato loro. 5.° I fabbricanti debbono impedire, che gli operai eccedano nell'uso delle bevande spirilose. La vigilanza loro debbe in proposilo special- mcnte spiogarsi al finire deU'anno di lavoro {alia Pasqua) ondc I'ope- (1) Vcd. Annali di slatiaicn del maggio 1840, pag. r!i'|. — Gazzetta lit Slatn di I'nissia del 5 maggio i83y. Jicvuc cirangcre dc! FivUx , giiiguo i83g. — Dupin , ojiusc. ciUlo. — yHUrme ^ opi^ra cttaU , t. II , pag. 3Gi. nEL r.OKTE PETITTI. 3-1 raio jiossa porlare alia propria famiglia il frulto delle sue faliche e tie' suoi risparmi. E spccialmente raccomandato ai fuljlji-icaiili d'l vegliare alia condolla Ae'i propri operai , segnalamente in tjiiulle maiiifaltuie dove sono le mogli de' soldati. Al line di curare I'osscrvanza di cotesti provvedimcnli , il coinitalo dellc mauifallure a Mosca ileidje far \isilare due voile alTanno le fab- briche di quella capitale, riferirne airautorilu del luogo ed al Minislro delle Finalize. Le casse di risparmio create a Mosca pcUe fabbriche del signor Jouhof sono incoraggiale e si cerca di propagarle ncl rcslo dell" impero. Molto opportunaniente nota il signor F'illerme polersi cola piu facil- mente ordinare tali discipline , alteso il diverso ordinamento della so- cieta civile (i). ART. i>.° AUSTRIA. NeU'/m/je/'o Austviaco , dove si nota del pari un ben inteso progresso SI negli ordini civili , che nell iudustria , il Governo con qiiella prudente antivcggenza die lo distingue , non fu tardo a pensare , clie se giova favorirc la produzione , vuolsi tuttavia scausarne ipericuU, segnalamente per quanto concerne alia condizione sanitaria e morale delle popola- zioni. Quindi esso provvidc per tempo accio i fanciulli , cnmpiiUo il sesto anno dcll'ctti loro , frequcntino le scuolc a tal fine aperte , e non ven- gano ammessi a lavorarc nelle manifalture, die quaiuC lianno nave anni compili. E inoltre prescritto , che debbano godere dun sufliciente riposo onde rislabilire le forze fisiche e non possano venir applicati al lavoro la domenica ed allre feste di prerelto. Ancora e imposlo ai padroni delle fabbriche lobbligo di far islruire i fanciulli nclla religionc , coiue altresl di far inscgnarc ad essi a leg- gere , a scrivere cd a~ calcolarc , oppure di procurare che vadano al- (i) Vcdi f'illerme , ojici-a ciUUa , torn. U , pag. 3j6. a^a DISSERTAZION'E sui. LAvono de' fAnciulu ecc. uieno alle scuole gratuite dclla domenica e dei di festivi li dove sono apertc. Debboiio inoltre i delti padroni alimentare , vestire ed alloggiare i fanciulli quaiulo lavorano lontani dai propri genitori; disporre perche ogmiiio d'cssi abljia uii letto separate, siano i dorinitorii sani e vengano iiivigilali , oiidc maiitenervi la nci'essaria moralila. Finalmente cadcndo i fanciulli infermi debbono provvedertf acchc sieno curati. I pubblici tifTiziali lianno specialc incarico d' invigilare all' osservanza di coteste discipline , c sono stabilitc opportune sanzioni penali pel con- tegno di que' fabbricanti , i quali j)er una colpevole aviditii voiessero tralasciare dal conformarsi agli obbliglii ad essi imposti (i). ^\HT. 0.° B A V I E R A. xVnclie il Governo Bavaro ha recentemente pensato a dare i provve- dimcati necessari, onde i fanciulli non fossero estenuali per trascuranza o per avidita di guadagno con un sovercliio o troppo precoce lavoro nelle inanifatlure. JJii ordinaiiza Reale del iSZg lia prescrillo die niun fanciuUo possa accettarsi nelle manifalture prima dawr compiti i noK'e mini. • Che prima dell'ammessione alia fabbrica si giustifichi mediante cer- tificato del medico eletto dal tribiinale , che il fanciullo e sano ed atto al lavoro cui e proposto, e che cotesto lavoro presnmesi innocuo alia salute del detto fanciullo. Che risulti inoltre per certificato AcW Ispettoj^e delle scuole primarie avere il fanciullo frequentate le dette scuole per un tempo snfficiente a fargli acquistare le cognizioni richieste nei giovani di quell' eta dai re- golainenti di pubblica istruzione. Che i fanciulli dalteta di g ai 12 unni non possano lavorare piii di ID ore al giorno , e che detto lavoro non possa incominciarsi prima delle sei ore del matlino , ne proli-arsi dope le otto ore di sera , con due ore di riposo. (1) Aiinat. di statist, ajosto i84o , pag. a'ij. DEL COBTE PETITTI. ^"Z Che il (lelto riposo sia tli un'ora dalle ii alle 12 del mattiiio , e prima e ilopo due allri ri|)osi siano conceduli di mezx' ora cadauno , ondc i fancitiUi possaiio ciljarsi ed ahhiaiio tempo suflicicnle a far molo fuori dulle oniciiie. Di quesli provvedimenti e cuinla I'osscrvanza , mcrcu della necessaria vigilanza e delle occorreiiti sanzioni peuali coiitro coloio the volcsscro ))('r avveiilura trasgredirli. § XXI. RIFt-ESSI INTOHNO AI.LE DIVERSE I-EGISLAZIONI ESPOSTE. Esposte le varie Icgislazioni gia promulgate, per qiianlo e a nosti'a notizia alnicno in Eurojni , iiilorno aH'ordiiiamcnto del lavoro de' fan- ciulli iielle manifalturc, voglionsi ora. brcvenicnte giudicave quegli ordini coUe regole prima stabilite. i.° I partitolari della legislazione inglese non ci sono abbastatiza noti, perche si possa j>ro(rerire uu gludizio positivo intorno ad essi. Peri), seinbra lecito I'osservare, clie la definiziouc delle manifaltiire soltoposle al Bill del i833 debbe lasciarne mo/lc eseiiti f\Ale sue discipline, (piaiiUuKpie ill deltc fabbrielic non soUoposte airazion della Icggc veiigano pure oceupati faiieiuUi, e possaiio csscrlo con grave daimo sanitario e morale d'essi, ss non sono osservate le discipline in discorso. Ancora, il sislema delle mute , rcso ncccssario dalla durala del lavoro del ianciullo ehc e niinore di quclla dell'operaio adullo, pui) laseiar in- trodurre Tabuso da taluuo deuuuciato del doppio lavoro fatto tnl ore diverse in due munij allure , col quale abuso e chiaro clie si distrugge- rebbe ogtii ulilc effelto della Icgga reslriltiva. Forse i parlicolari d'essa provvedono al rimcdio; forse le islruzioui dale dal Minislcro agli Ispetlori avvisano alio slesso scope. Comunque sia , sla in fatto , cbc V inconvenientc da niolli e denuncicilo qiial frode ma- uifesUi alia legge , e che malgrado le assieuraxioui conlrarie date dai signori Laboucluire e Stuarl debb'essi'rvi qualchc necessila di riniediu a lal proposito, postocclic uouiiiii illutninati e zelanli del pubblico bene instano per la revisionc del Bill del i833; e postocelie cssi sostengono , elie quella legge ancora non basta a riinediare ai danni, cUe 1 accre- scimento dell industria produce rispetlo alia nascenle geuurazione tuUora oppressa cola da sovercliio lavoro. Sehie 11. Tom. II. 33 a'-4 DISSEIITAZIO.NE SUI, I.AVORO DE' FANCIULLl ECC. 2.° La nuova \e.^is\a'i\one Jrancese , \ particolari dclla quale mcglio ci son noli , senil)ra a noi esscrc tnolto saviawcnle coucepila, avcndo util- inciitc attiiito alle allre legislazioni gia pi-oiiuilgale prima quelle regole die si repularono migliori e piu eflicaci. Solo ci seinhra, die la troppo I'aga indicazione delle/al/briche,possa. ancora lasciare molli Jlinciulli esposti a grai.'i ubusi ed inconvenicitti. Gli cseinpi invocali nellu iliseussiuue seguila alia Camera dci Drputati rc- lalivamente alia mauifallura di Lioiie c ad altre consimili, Ic quali pel- rordinaincnlo loro quasi tutte sfuggirebbero all'azion dclla Icggc , j)os- sono giustificare colesto dubbio. II niiniino delCcta poi, fissato al soli olio aiini , si repula altresi so- yerchiamenle tenue. Vero e, die il fanciuUo della poi^ola'/Aone Ji'ancese e pfecoce anzi die no, rispctto al suo svilup|>o fisico e morale, ma cio lion toglie , die retil di soli otto anni iioii sia lu/tuvia a iioslro parcre troppo tenera. Ancora, I'aver sUibililo due categoric di faaciuUi operai , in ragione della diversa eta , assegnando ad esse una miuore o mag- ginr quota di lavoro permessa, trae seco la necessita delle mute, ondc assistere gli operai adulti , ai quali , come gia si e dello, iurumlie una inaaaiore durata di lavoro. Ora colesta istituzione delle mule ricliicdeva forse , die se ne fosse fatto cenno , almen gencrico , nella legge , ondc avvertire ch'cssa intendeva pure di provvederc ad impedirc I'introduzione (leirabuso prima notato esislere in Inghilterra deirimpicgo d'una stcssa jituta in due diverse fabbriclie. Forse a celeste impcrfezioni provvederanno i regolamenli di pubblica amministrazione , die debbouo emanare in virtu degli articoli -j ct/ 8; ma s'essi potranno sicuramente ovviare all' imperfetta indicazione delle I'abljriclie soggctte aU'azion della Icgge, quanlo aU'cta minima potranno slabilire soltanto qualche eccezione particolare, die I'auinenli per certe manifatture, non gia per la maggior parte di esse, come crediamo die fosse necessario. Cosi pure risjietto alle mule , i regolamenti anzi delti potranno bensi dirigerne il sen'izio , ma cio non toglie, die la If'gge avrebbe pure dovuto fame parola , perclic cosi le discipline da essa e dai regolamenti ordinate sarebbero riuscite piu efficaci. Del reslo tnalgrado qucslc leggiere mcnde ripclcsi , che sc i rego- lamenti da pubblicarsi ( senza entrare in trop|)o minuti pailicolari , i quali incaglino per avvcnlura la liixra azione dell' industria ) saraniio tutlavia compilali in modo alio a tutclare firfanzia ne' rispclti diversi DEL CONTE PEl ITTI. 2-5 cu'i prcme difendcrla ilalla trascuratezza come tlaU'avidita , la Icggcy/r/H- cese tlebbc produrre i piu ulili risnltamenti. 3.° Quaiito alia Prmsin , sen/a conosccr pure i inaggiori paiiicolari (lella li'gge cola promulgala , osservcrcmo, chc la defmizione dellc fab- briclic soggette aU'azionc della delta legge ci scmbra mollo piu appro- priata , onde coinprendere tutte (juellc iiiaiiifallure soiilc ad occiipare fanciulli. Una sola quota di lavoro fissala figli operai fanciulli scmbra a priino aspelto un provvedimento molto piu seniplice, che esclude ogni pericolo delle Irodi notate nel sistema dcllc mute. Peru la delta quota unica , oltrc all'esser sovorchia , alincnn ii& prinii anni , lia riiiconvenicnle di lasciare il lavoro piu luiigo dellopcraio adullo sprovvislo del concorso del lavoro del fanciullo per due, Ire, o quallro ore, sebbene tale con- corso sia necessario, onde non incagliare la fabbricazione , oad' e che fra i due inconvcnicnti il sistema dellc mute ci scmbra preferibile pur- rhe si pensi a prevenirc in csso le frodi. Merita poi gran lode il provvedimento concernenle alle scuole,per- chc cosi com'e conccpito assicuva la buona educazioiie della nascenttt generazione. 4.° Quanto alia Icgislazione Russa , essa sari certo opportuna ed utile negli ordini di quella sociela, ma non si crede c/ie possa servire desem- pio ad altre contrade diversamcnle ordinate in piit civile consorzio, se si eccettua I'obbligo de'soccorsi sanitari, che in molli casi pur soiio iiecessari ncl piu delle fabbriche. Del resto I'umanita di molli fabbricanli gih spontaneamente orditio i detti soccorsi in vari luoghi, la qual cosa c preferibile aU'ordinamenlo coattivo la dove, o succede per isliiilo carilativo, o si puo otleuere co- gli incitamenli persuasivi. 5.° La Icgislazione Austriaca ci pare concepita in senso paterno e prudcnle. Solo duolci , chc non sia prescrilta la quota massima di lavoro per- messo a' fanciulli , perche in ccrle fabbriche poirebbe eccedersi a tal proposito. Forse i regolamenti speciali provvederanno a tal fine , avula per norma la regola fissata dalla legge , che non mai possa il lavoro eccedcrc Ic forze di (jue' fanciulli. Pcro ne pare troppo arbitraria la cosa , polendosl in ragione della 2-0 DISSERTAZIONE SL'L I.AVORO DE FANCIULLl ECC. voluiilu di coloro clic appliclierebbero l:ili rcgole o pvegiudicarc I'indu- alriu col presciiverc una qiiola sovercliianienlc lenne, o miocere uifan- ciulii col lasciarnc iinporre una troppo grave ad essi. Uii massimo pcr- ianlo Jissato (Lilla Icgge , come neU'aUre contradc indicate, ci pare do- \crsi preferire (i). (3.° La Ba'.'icra , adottando le aUrc disposizioni dell' Austria e delln Prussia, ha saputo scansare rinconvenicnte di non lissarc il lavoro mas- simo permesso , il quale lavoro dai 9 ai 12 anni non puo eccedere le orc'dieci. Pero , oltre i 12 Awm , colcslA (polvi potendosi per avventura eccedere in modo sicpcriorc allc forze dc Janciulli, la e qucsta u?i'im- perj'ezione , cui sembrercbbe utile rinicdiare. Nella sostanza tulte cotestc legislazioni hanno owiato alia parte piii grave delVabuso in maggiove, o m/«or gra^/o , specialmente rispelto a/- Vetii troppo tcnera, cui prima applic;ivansi i fauciulli nelle manifatture, e riguardo alia quota sovercliia di lavoro ad essi imposla; come pure ban prescrilto le cautcle necessarie per educarli. Cotcsti benefizi sono gi& un passo iininenso verso un migliore ordine di cose, e la nascente generazione ne ritrarru certamente itn graiidi'. vauiaggio fisico e morale. Pero , uessuna delle detle Icgisbizioni ha jiciisato airavvenire di que' fanciulli, che abbiamo veduto alia nota (i), pag. 229, 23o, 281 e 232, cosi gravemente compromesso, perche in nessun'arle praticabile quando siano aduiti vengono educati , ed ammaestrati , frattanto che Testrema divisione liel lavoro li i-endc inetti , e fa si che sieno poi abbandonati iiell'eta maggiorc alia massima miseria. Coteslo inconveniente vorrebbe essere rimedialo da una piii previ- denle legislazione. (i) Noi abbiamo parlato dclla legislazione auslriaca sulla fodc di qiianlo nc avra iU-(to il fu citalo d«>Uorc Andrea Biaiicbi nci citali iin. dej^li Annali di slatistica di Milano, che dovcvanio I'ipiilare csatti ncl ragioaarc specialniontc di matcric relative al proprio paese. Ma postcrionucntc nuove infoima- zioai pcrvcniitcci dal govcrno di Milauo , merce dcUa compiaccuza d'un addetto alia legaziouc au- striaca in Toriiio, ci ban fatto nolo che non csible aucora ncUa monarchia austriaca legge appo- sita e speciale colic normc sopraddcttc ; sibbcnc ^ che non potcndosi tcner aperta alcana fabbrica •cnza il permesso govcrnalivo, nel liUsciarc il delto permesso s'appongono Ic condizioni acccn- oatc come Icgge dagli annali. Laundc ucl fatto la cosa sussiile del pari , solo non puo qucUa cliiu- niar^i ancora una legislazione ordinata. Abbiamo creduto dover ag^iungcr qucste indicazioni in prova della nostra fedrlta cd csattezza ad iuTonuare i nostri Icttori dclla vera coud:zion dcllc cose nella maleri.i presa a Irallare. DEL CONTE PETITTI. '77 § XXII. CONDIZIONE DECLl ALTRI STATI U EVROPA , ESCLL'SA l.'lTJLIJ, he' QUAU NON VENNE ANCORA ORDINATA t'KA LECISI.AZIONE SUL LAVORO DE' FANCIOLLI NELLE MAMFATTUKE. Se alcunc uazioni provvitlamcnle ccrcarono di riraediare ai danni ca- gionati dal progresso dell' industria, de' quali danni abbiamo (inora di- scorso, inoUc allre pur troppo tuttora Irascuraroiio di farlo. Parliamo dessc lireveincnte , con riscrva di iin piu spcciaic discorso intorno alia nostra Pcnisola. ART. 1." ALTRI STATI GERMANICI. Gli allri stall Germanici, oltre quelli dei qiiali gia si e parlato, non haiino per quanto alineno ci e nolo, ancora pcnsuto a provvedere in- torno al lavoro de'ianciulli. Pero la Sassonla specialmente piio dirsi una contrada mollo indu- striosa, nella (juale la gran copia di mauifalture esistenti, debljc rcn- (lere certainente necessario un pi-ovvcdiincnto. Lo stcsso dica.si del regno di IVurtemberga , del gran ducato di Bade, delle varie citth Ubere, e d'altri Stati minori posti lungo il Reno, iie'quali riudustria progredisce del pari. La migliorc educazione ivi data all'infanzia, la nalura n.ansueta e tcm- perata di quelle popolazioni, I'istruzione pii\ diffusa , il minor prezzo del vitto, i cosluKii pill castigati, son tante cause, chc renderanno per ora nieno gravi e meno seusibili gV inconvcnicnti altrove osscrvati. Peri) col- I'andar del tempo potendo sisi aggravorsi , vuoisi speraip, die ad esem- pio dcgii allri Stati cqnnazionali saran quanto prima adottate consimili provvisioui, .ye pure gici nol furoivo , e non e pervenuto a nostra uotizia, altose Ic scarsc relazioni die s'hanno con quelle contrade. 378 DISSERTAZIONE SUL l.AVORO DE FAN'CIULLI ECC. ART. 2.° SVEZIA E DANIMARCA. Le notizic del pari scarsissime clie abbiamo inlorno a quest! ilue Stnli lion coiiceilono , clie si porgaiio inrormazioni precise su cli essi. Pcro siccome ivi pure progredisce rindustria, vuolsi credere, clie, rclativa- mente alia condizione d'aumcnto cui puo essere giunla , sia pure nc- cessario di provvedere a tal pi-oposilo. ART. 3.° OLANDA. UOlanda e una contrada piu data aU'agricoltura, alia pastorizia, alia pesca ed alia navigazione , clie non all' industria de' manofatli , se si ec- cettuano alcuni luoglii dove fiorisi'ono ccrte falibriehc. Tuttavia dopo la loro separazioue dal ^(j/^to, osservasi iielle province Batave una tendeiiza a moltiplicare i prodotti delie manifatture , onde provvedere alia consumazione interna ed a qucUa delle fiorenti lontane colonic di quello Slato. Cotesta tcndcnza e favorila dalla gran copia dci capital! che abbondano nel regno dePacsi-Bassi; dal geuio industrioso e speculativo degli Olandesi; dal dcsiderio di escludere i prodotti Belgi, i quali prima aveano cola libero spaccio: e dallo stesso sistema doganale proibitivo, che da tempo immemoriale e vigente in quello Stato: dal quale sistema vedesi, clie a steiito si e declinalo ne' recenti trattati di commercio stipulati coUa Francla, e coWa. lega doganale Germanica. Cotesti riflessi fanno pertauto presagire neccssari , se non di pvesente, alnien col tempo anche cola i provvedimenti de' quali si tratta. ART. 4." B ELG I 0. li uuovo regno del Belgio , rispetto al nostro argomcnto, vuolsi ri- tcnere in condizione altincirca confovme a quella della vicina Fraucia DLL f.ONTE PKTITT!. 2-0 prlinache fosse adoltnta la legislazionc dn iioi rifcrita. Sc non che ivi & iincora maggiore il progresso ilcWindustria , c peU'intlole degli abitacili, e per la gran copia ile' capilali iiivcslili iielle manifutlure die cola ab- lioiuluiio. Tutlavia non v li;i legge, la quale provveda al lavoro de' fanciulli nel lielgio. Quanto allc fabbiichc , nolle qnali lavorasi 11 coloiie, jjoste princL- palmeiilc nelle due Fiandre e nella provincia di /ImTvsa , uotans! in somino grado pui- troppo grinconvcnienti cd i danni allrove denunciati. E noi vedemmo, recentemente visitandole, raspelto misero e macilcnto di que' fanciulli. Una tale coiidlzione di cose trovasi cola aggravata dallo stato poco prospcro ili quelle industrie. E nolo dilfatti come dopo la separazione del Belgio dall' Olanda es- scndo mancato in parte alia prima conlrada lo smercio de' suoi mano- fatti lU'lle province ohmdcsi come nolle colonic, il quale spaccio prima esente da ogni dazio, ora e gravato da una tarifla assai severa ; i fidi- hricanti <.VArn'ersa e di Gand cbbero a patirne gran danno, onde nasce la devozione, die ancora notasi in quelle due cilia verso I'antico go- verno dei Nassau (i). Quanto all'industria del laniG'io, la cui sede principale e a f-'erviers e ne' dintorni, vuolsi notare, che se la legge ancor non lia rimediato (i) Non scmbra lontano il roomcnto di vctlcr giungcre ricl Betgio il male al punto cui era nrrivato nella Gran Brellagiia prima che si provvcdcsse al linicdio, sc si pon mciUc ai riscuiitri dali Jal sig. Cunin Grijaine , uno de' piii esperti fabbricatori di Sedano , ora Ministro del commercia in Francia , alia commissione d' inchiesla riunita auiii sono dal tuo predcccssorc ( Ved. Enqtiilc commercialc , V. 3." ) per conosccrc la condizioiic dclla fabhrica francese. Esso ivi narra , che avendo visitalc Ic manifaUurc di;l lielgio anni sono, ondc studiarc Ic causf che cola pernifUono di produrre a minor prczzo che in Francia , ricoDohbc dcriTarc lal cosi dal molto minor prczzo d.lla giornata di lavoro, motivo per cui I'ojicraio lielgio i alia piii luisera condiziune ridotlo , cioi: male alloggiato , vcslito Ji Ida rinvcrno c pc^gio nutritu. Nota ancora , cbc mulli crano i fanciulli dVla cosi tcDcra c si dcboli , cbc apprna putrano stare in piedi, e solo guadugnavano trc o quallro soldi al gturno, mfntrc a Sedano i fanciulli »i mandano a scuola ed i parculi dVssi, che lavorano, sono bene alluggiati , ottimamcnlc veslili . mcgllo nudriti , mcrce de' salari piii ragguatdcvoli, i quali ollre al porgiT loro nieiio di mrgliu niantonerc la propria famiglia , prruiellono ancora ad essi di far risparmi , che logliono collocire o alia cassa di risparmio , o ]tiu roniuneuiente in qualche acqutsto di lerreno fuori dclla ciUa. Paragonando ancora la moralila dclle due popola/.ioni, il »i;;uor Gridaine n^>a cslla ad affcr- marc che qut!la di Sedano merita la piefcn-nza su quelle del Del^io. 28o DISSERTAZIONE SUL LAVORO DE FANCIULI.I ECC. airiuconveuiente, cjucsto in geiierale e colii assai minore , e perche il lanilicio e uri' induslria inciio insalubrc , c perche que' piimari fabhri- canli per lodevolc isliiilo iX\ moraWili v'hanno cssi stessi pvovi,'C(hUu sfjon- taneameiitc , col non acccltare lanciiiUi d'ela troppo lenera; col iion imporre ad essi una giornata sovercliiameiUe liinga; e col fondare scuole, dove eoslrin^ono ad andarc que' fanciuili de' due sessi amuicssi nellc fabbriclie lore. Meritano specialmcnlc di essere lodali per cotesla pia opera i fabbri- cauli BioUej e De-Siinonis , i quali primi del lanificio di p^en'iers, at- lese le larghe facoUa loio, fecero un cosi lodevol uso delle acquislate riccliczze. Quanlo alle induslric del ferro e del carbon fossile, principalmcnte coltivate nclle provincie di Licgi, di Namui- e i\e\[' Ilaitiaut , i fanciuili o non vi sono inipicgali od in ben scarso numero, sicche non cccpi-re il fame parola. jVrt. a." SVIZZERA. Alia fine del secolo scorso la Si'izzera era una coutrada, doi'e si aveano cosUinii qnieti e fclici. L'agricollura e la pastorizia formavano la prin- cipale accupazioiic delta popolazione. L'eccedente d'essa andava militando al soldo degli Stall esleri. Cessata in gran parte quest'occupazione, con- vennc rercarne allra a colesta popolazione soprabbondanle , e mcrce de' molti capitali clie si aveano, si fondarono manifatturc rilirandoli dai banchi pubblici d' Europa dov'erano collocali. Per buona venlura gli ar- tefici svizzeri ancora lavorano in gran parte separati al proprio domi- cilio , onde per costoro non si vei'ificano molti de danni denimciati allroi'e. Per le fdande pero e pel tessuti, che fabbricansi coi nuovi trovali meccanici nei contornj specialmente di Zurigo, doveitero riu- nirsi insieme gli opcrai, e grinconvenienti in discorso cominciano ad osservarsi , sebbene in minor gra do, perche il tenue prezzo del vilto , I'assenza di ogni dazio , i costumi teniperali , mitigano una condizione di cose , die allrove notasi piii grM'osa e piu pregiudiclevole , onde men necessaria per era scorgesi la promulgazionc c/e' narvati prowedimenti. Tultavia coU'andar del tempo accrcscendosi ancova la produzione , DEL CONTE PETITTI. agl doveiiJosi riilurrc i salaiii per coiitrastarc all'cslera concorrenza , tti avciulosi lo svaiilagyio del |)iu gran coslo dellc maleric prime, attesa la dillicolla do' trasporti, v'c molivo di credere , clie si dovra ricorrcre a que'sforzi di fal)bricazioDe, clic altrove trassero seco i narrali incnn- veiiienti, omle allora la necessita di tcmperarli coUe discipline ricordate. ART. 0.° PENISOLA SPAGNUOLA. Noi parliamo soltanto di questa Penisola , cioe della Spngna e del Portogallo , perche abbiauio voliito coinprendcre nclla nostra rassegna ogni Stuto Europeo. Del rcslo la condizione infelice di quelle conlrade, travagliate da tanli anni da un' orrenda guerra civile, non concede all' induslria alcun pvogresso , ne permelle clie si pensi ai migliorameiili d'una civilta giU innoltrata, giacche appena polrebbero introdursi quelli d'una civilth incipienle. § XXIII. CONDIZIONE dell' ITALIA RISPETTO AL LAVORO De' FANCIULLI NELLE MANIFATTURE. Questa nostra scrittura non avrebbe qualclie maggiore interesse per noi , se premesse le cose fin qui discorse non si cercasse di fare una piit speciale applicazione delle duttrine esposte ai bisogni della nostra Penisola, dopo avcrne accennata la condizione con quelle maggiori iii- dicazioni die ci venue iatto di racco"liere. h'ftalia, ricca di materie prime per gli ubertosi lerreni die vi si hanno, provvede V Europa intera d'alcuni suoi prodotti privilegiati. Dopo esserc slata al rinasciincnlo della civilta la contrada piii itidii- slriosa d'Europa, mercc dc'inanofalti Toscani, Lombardi, I'cncti c Ligwi, die gli arditi navigatori ddlc due uhime province portavano neile piu remote conlrade , \ Italia comincio a decadere per v:\rie cause, rhe SEntE II. Tom. III. 3G aSa DISSEHTAZIONE SL'I. LAVORO DE TANCIULLT ECC. saiebbe cstranco al nostro assunto I'ora qui licordaie, c clic pur troppo sono uote trallromlc. La scopcrla ilel Capo di Buona Speranza, mutata la dirczione del piu grand! traflici per la via di mare, ristrinse Vimportanza maggiore deirUaliana industria all'agricoltura, ed i prodoUi d'essa ancor servirono d'utile srambio coi iiianof.ilti esteri. Ma il inal govenio del dominio spagnuolo iiclle provincic che gli furono soggclle, e le guerre incessanti combatlule in tulta iaPenisola, la fecero anche decadere da qiiesta sorgente di prosperila ; atlalche verso la melu del secolo scorso, la miseria e lo squallore prevalesHmo in ogni parte d' Italia, malgiado la feracila del suolo , I'oUimo clima , e I'indole svegliata ed ingegnosa de'suoi abitanti. Da quell'epoca in poi, tornata la pace, laltisi piil illuminati e piii capaii alcuni governi italiani , comincio a risorgere in molte provincie la prosperila agricola, sicclie cresciuti i prodolli de' campi , piu facili erano gli scambi d'essi coi manofatti esteri, ed aumentati i capitali, sor- gevano pure alcune manifatturc con essi fondate. Questa migliore condizione di cose fu nuovamente sospesa dal 1792 al 1809 per le guerre che nuovamente devastarono la patria nostra. Ma tornali tempi piii quieti, e specialmenle dopo il i8i5, fermatasi la pace generate d'Europa, il progresso della Penisola torno a farsi evidente, ed in maggior proporzione per le cresciute cognizioni intel- lettuali, cui ^'Italiuni mostraronsi, come mai sempre, qiianto ogni altro popolo , idonei. Quindi negli Stati di S. M. il Re nostro signore, nel Regno Lombardo- T'eneto, nella Toscana, e sebbene in minor grado anclie nel Regno di Napoli ed in altri principati della Penisola, presc nuovo awiamento il progresso delfagricoltura. Questo progresso fu anche promosso e secondato dalle disposizioni che resero liberi molti terreni prima goduti per varie cause a solo titolo d usufrutto , quindi con iscarso impegno coltivati (t). (1) Sc notasi un ccrto progresso ncU'agricoItuia Italiana, vuolc pcru l.i nostra imparzialila, clic dicasi molto ancora restarci a fare , nan die per itgtujgliare , per avvicinare almcno la piu j)cr- fezionata colttira di certc altre contradc Enropec^ come per csciiipio cli alciiiic Contcc Inglesi^ delle due Fiandre , del nord dcUa Francia , c di qiialche jirovincia Gcrmimica luijgo il Reno. Veto la LombarJia, Ij LomelUna ed alcuoe paili dtUa Toscana , dove un cclchrc agronomo, il DEL CONTE PETITTI. .,g3 II prodotlo pertanto de'ccrcali, del vino, dcUa seta, del riso, del canape, e tleU'olio nole^'olmentc si uccvebbe , e rcsporlazione dellc qual- lio ulliine denate si Jece vieppiu importanle auchc pcv un semprc crescenle aumenlo di prezzi, derivalo dalle piu eslese spcculazioni del tiaflico gencrale. La faciiila del motore id.aulico, clie u^Wulta Italia si ha in gian eopia, determino I'islituzione di alcune uuove manifalture, clic gli ste.ssi fabbricanti oltremonlani vennero a fondaie, oUrc a quelle seitche le fiiaude cioe cd i torcitoi {fUutoi) pii auliche, create dagli stessi 'itu- Hani, e dovunque iinilale. Nelle delte uuove maniratluic di lana, e di cotone, rouie anche nolle filande di seta, i maravigliosi trovali dellinduslria Uritunuica vennero adoltat,, ed i prodolti AdVItuliuna industria, se nou uguagliarono ancora gii oltremonlani, /«/o/io pcj-o pregiaU a spgno di Irovuv facile spaccio, non solo nell' inlema consumazione, ma anclie aU'eslero , essendo essi portati neirOr/e«/e ed al Nuovo Mondo AA\& canove di Trieste , di Ge- no^a, di Lis>orno c di Napoli col mezzo delle navi Italianc , ancL'esse molto cresciiUe in numcro ed in toneHai^^io. Coleslo felice risorgimento incipicnte Ai^Wltuliana iudustiia commer- ciale e raanifatluriera si nota da uoi con piacere, se continneva senza preiriudicio di qiiella agricola , prima e piu essenziale occupnzione , a nostro parere almeno, cui impoila sieno rivolti gli abitanti della Pe'ni- sola , perchc allora soltanto siOatto progresso non sara conseguito al prezzo di que' sacrifizi, che tanto sono contrari aUe leggi dell^imanitu e della morale (i). marchess Ridolfi , col suo podcrc di MelHo , e cuUa scuola d'agricollura ivi foodaU. va propa- gando non solo i.i Toscana , ,ua in lulta la Pcnisola 1l- buone praticLc agricole. si giume ml un punco che pui) tipiuarsi proxpero anzi die no. Maiica an.or.1 in Imlia un uiaggior numoio di poderi modeU! , c di scuoU agricole , come fui e Vulicuzione de' comizi agricoU. Colcile fondaiioni , dovunque furono create, proJussero i piu va ntaggiosi risuliati. . (0 Che una nazionc cui la slcrilita del suolo , la gran copia drgli abitaoli , od allra simile eir- cosUnia non porge nieizo d'occuparc la piil gran parte della popola/ionc nclla collura de'campi, nc mdiriizi una notevol parte all'iudustria de' inanofalti, i quali c^portali all'eslcro Jomministranu un utile meiio di scambio colle derratc cbe luancano alia »us>islcnia , ciO li comprende e u loda in sommo grado. Ma la dove sono molli ed ubcrtosi i tcrreiii , se parte d'essi lasciasi incoll*; « per tratciirant. o per uuperizia non se ne trae il uiaggiore prodoUo pouibilc, non occupanduti tutta qurlla po- 334 DISSERTAZIONE SIL LAVORO DF,' FANCIUI.M ECC. Qui ci tocca pm* troppo ili avverliic, clie quesla rcgola non venne doK'unqncfia iioi ossen'tita , c che iielle minve maiiifallure italiane , cil anclic in taluna dellc anticlic {i filatoi) gia si marujcstano scgiii evidenti del pericolo dei danni ed incoiwenienti , che altrove rescro necessari gli accennati riincdi. Nellc clctte nuove manifalture specialmcnlc si vedono occnpati molli fanciulli il'cla Iroppo tenera, c si tcndc pur Iroppo ad iniporic ad essi Tin sovcrcliio lavoro, sc si eccettua il Regno Lombardo-f ciieto , dove i provvedimenli dati dal governo ylustriaco sono in vigoie. Ad cccczioiie pure della delta contrada , nclla quale ristruzione pri- inaria e portata ad un segno d'estejisione c di perfezione veramentc in- vidiabile , si nota pur troppo altrove in cpie' fanciulli un difetto d'edu- cazione , il cpiale giunto ai pericoli d' immoralita che incontransi la dove sono racrolti insienie molli giovani , specialmente de' due scssi, lascia temere con fondamculo la stessa decadcnza fisica e morale altrove stic- ceduta (i). Qui sarebbe stato pregio deH'opera nostra il poter espon-e un quadro statistico delle varie indttstrie italiane che impiegano fanciidli , con in- dicarnc il numero complcssivo; Tela minima e media d'essi; la rpiola di lavoro imposta , ed allre siraili notizie altrove raccolle , pcrche da tali indicazioni si sarebbe ricavalo un nuovo argomento utile al nostro assunto. Ma pur troppo le scarse relazioui, che le varie Italiane Provincie hanno fra di esse , la mal'intcsa sospettosa cura, che i fablnicanti hanno pol.tzionc , che pui^ cssptti iinpicgata , ondc distrarnc una parte ed applicarla alle manifatture ; sarii qiieslo un crrorc gravissimo , che non mai si potrit abbastanza condannare. AUora vedoubi dcscrti i coiuuai rurali , cresciulo il prczzo dclla giornata di lavoro carapeslre, ed agglomeraU una popolaziouc ecccdcntc accorsa ncllc cittii prr lavoravc nclie inanifaUnre. AUora in questc uotasi una soprabbondantc copia di operai talvoUa disoccupati , i quali inedn- cati, c pur troppo anchc immoralj , ridutti alia miseria , sono inclinati al lual oprarc. Allora corrcsi il pericolo di vcdcr sorgcre quegli abusi c que* danni , che altrove dcrivarono da un'ccccssiva azione dclla produzionc nelle manifatture , e si pu6 lainentare con fundamento I'antica piii semplicc schbcn mm ricca condizione, la quale aliucno offeriva il cousolanle quadro di qucLi e castigati costumi. (i) Noi abbiatno visitatc pa^cccliie dellc nostrc manifatture negli Stati di S. IM. ed in altre pro- vincie italiane, escluse ripetcsi quelle Lombarde ^ c dalle quistioni falle a que* fanciulli ahbtamo put' WOf}po dovulQ cont'incerci della it^noranza loro, come dail'aspctlo inacilento c sparuto di (juelli, segnatanientc lavoranti ncl cutune, cd in jnolti lorcitoi di seta, abbiamo doYuto notare a$tai de- cadenlc la condizione ianituria d'essi. DEI. CONTE PETITTl. uS5 ill nasconilere altnii i mezzi impicgafi cd i risnltamcnti conscguiti; «n difetlo geneiale di pubhlicita , il quale , se pud in casi rarissimi pre- setitare qualclic incoiiwnicnU; , il pii'i ilcl/c vn/te prodiicr pcro nou ilubbi iinntaggi , soiio lanlc cause , die ci vielarono d' aggiiiiigerc al nostro lavoro cotali nolizie , Jopo averlo , coi scarsi mezzi cireiaiio in nostro polere , imitilmeiite tentuto. Peio, meicc del conrorso di molti distinli ammitiislraiori provinciali dello State noslro, c grazic all'aiulo d'ailre bciicvolc e coinpiacenli pcr- sone, siamo riusciti a compilarc un prospelto di molle delle nostre ma- nifattiire chc impiegano fanciuUi , ed a raccogliere alciine imporlanti nolizie di fatlo rispetto alia vera condizionc dclle losc ; le quali nolizie pussono srivire tf elcmenlo al giudicio chc portiamo intonio alia nan dubbin necessith di prowedere in tempo agli stessi riniedi allrove aduttati. Cotcsto quadro , che siamo. ben lonfaui dal 'voler aUestare covipiiUo ed esalto , ed anzi dicldariaino assai impcijclto per le ragioni prima ac- tennatc , se non polra servirc di iiofiiia sicura , polra almcno giovare a svegliare Vattenzione delpubblico e dci Goi'erni Italiani sulla quistionc che abbiaino crcduto utile di suscilare (i). Quando o per ordine dcirautorita coUe norine scgnate , o per cura d'uoiiiini diligenli e sludiosi ia ogni Stalo italiano raccolgansi elcmenli consimili piii compiuti ed esatti di cid che i poveri nostri mezzi ci con- sentirono, si avri senza dubbio una sicura guida onde adotlare quegli ordinaincnti piic larghi o piu riUrelti , die la %>era condizionc delle cose dimoslrera necessari. (i)Vcdasiin finc'ildctlo quadro colle note chc lo accompagnano. Esso vciinc compilato p-r opera c cura dlligenlc del sig. .it'ifocatn J^errero ^ Sc^rciavio dcWn Cnniera di jigricottiiva e di Comniercio dt Torino , il cui eflicace concorso in qursla p;irte del noslro lavnro dobhiaroo all.i bcncvola cd illu- niiiinUi cumpiuccnza del cliiarissinio noslro colloga ncl Coit.sij;lio di Stiilo Marchese Cesare Alfieri dt SostegnOj yice-Presidente d^essa Camera, il quale, diligcntc cultore di scicuza stalislicu , ci somministrava altrcsi niolle ntili indicaziuni. Con qur.sic c cui tnatcriali die *\ veiinero suinnii- nislrali dal Ministero dcirliitemo, grazic alia compiarcnza deirUlustrissiino signor Cnnle di Pra- lormo , mcntre era Primo Segrctario di Slate; del >ignor Cavaliere Cristiani, Primo Vfliz-ialc; del sig. Cavalierc Intendenle Ghia, Segrctario, Capo delTUHizio di SUtistica, cunic con qucUi favo- ritici da molti fra i signori /ntenc/e/ifi dclle Provincie, doro sono manifatture , c da altrc personc praticbe d'essc , si pote arrivarc alia compilazione approisimatix'amenlc esatta del quadro clic si uiiiscr. Era dovcr noslro indicare i fonti da cui ilerivano le notizie conscgnate pcrcbi- acquislaucro maggior fcde. Tra le personc cbc vollcro favorirci debbonsi specialmente citare , ollre i prrsonaggi prima in- dicuti, ii si^iior Come Sootis Intendenle di Pinerulo , il signor Cavaiiere PuUinn gia intendenle di a86 DISSERTAZIONE Sl'L LAVORO De' FANCIULLI ECC. § XXIV. CONVENIENZA DI ADOTTARE PROVVEDIMEJJTI , E QUAM RIMEDINO AI, MALE PRIMA CHE SIA FATTO Piu' GRAVE. Non ci par lecito tlubitare della necessitci de' provvedimenti in discorso, anche pel solo motivo d' owiarc al fiituvo pericolo di veder sorgere , come allrove c succeduto , i gravi danni finora discorsi , e della diflTi- colta poi di un tardo rimedio ad essi. Dill'atto , ammesso , come pare certissimo , quel generate progresso doviinque nolato della prodiizione nelle manifatture, non v'lia dubbio, rhe aumcntando Ic speculazioni della fabbricazione, e percio crcfcendo r incitamento a qucsta specie di lavoro , ncl sislema che prevale in ogni contrada d'lmwersale concorrenza , si dovra pure fra noi, se ancora non si e fatto ( la qual cosa credianio in p.iii d'un luogo gia succediila ) ri- correre alio spcdienle di sostiluire un piu gran nurnero di fanciulli agli adulli ; per avcrne in maggior copia di prenderli in eta assai tenera ; per ottenere il massimo prodotto possibile al miglior prezzo , d im- porre a que' fanciulli una quota eccedente leforze lore; e tutto questo, ore sia lerilo il farlo , cJtecche sia per succederne in fatto di decadenza sanitaria e morale onde conseguire il maggior lucro possibile, e coni- battere col migliore successo fattibile la concorrenza dell'estera pro- duzione. Or bene, attese queste circostanzc di falto, probabili almeno per favvenire , se gia non sono attualmente verijicate , egli e chiaro , anco pei meno veggenti , come sia prudcnte cosa il prevenire o rimediare un SaUtzzo-j VEsaltore di Dronero signer Luigi Salomone ; il sifinor Bnrone d' Emarete IiUeiidente del Mnndovi ; il signor Lorenzo I'^alerio ; il sigiior Dotiore Gatla d' h'rea ; il signor Cavalierr Ferrero , Intendente di Novi ; il sigiior Daneri , Segretario dell' Intendenza di Biella ; il sii;n<>r Cai'aliere Buglioni di Mnnale^ Sotto-fntenclente Gcneralc a Chambvvy' ; il signor Cai'aliere Fc- drrigo C'llli, Oinsiglirre di Stalo ; il signor Curio, Inlendeitte della proiincia di Chiavaii; il signor Omte Jugiislo di Cossila , SoUo-litteiidenle della proi-incia di Lomellina ; il signur Cay. Pernali, Inlendente della provincia di I'allanza; il signor Agnelli, hpetlore de' Boschi a Xovarn. Qiicsli signori ci somrainiatr.irono il mezzo di ronipirrn il nostro lavoro, c di attribllirgli un inlcrossc di luogo , die altriinenti non avrebbc poluto aver.; , ondc cogliaino I'occasioue cbe ti si prc5c-ala di dichiararlu in prova dcUa riconusccuza cbe profcssiamo loro. DEL CONTE PRTITTI. iS" male, il quale quanilo fosse poi gi:"« seguilo in rcalli , oltrc ai inolti suoi danni irreparabili , avichlje anclie I' incoTiTciiicnle della tliflicolla di piegare gli aniini e gl'inlcressi a ili.sciprme rcrlo ulilissimc , ma che per la stessa loro natura coaltiva non Iralascierebbcro dal riuscire molcslc a coloro die dovrcbliero osservarle. Per qucstc diverse ragioni noi crcdiamo sia lecilo il dicliiararc intU- spensabile quunlo nvgente Vadottave i firowediinciUi allrove promulgati per tiieglio ordinare il lavoro de' fanciulli riclle maiiifallure , omie se giU succedono nell' Jtaliana Penisola i mali nolali in modo posilivo nellc altre contrade , vengano essi prontamcnte rimediati ; e se per awcnlura i delti inali ancora non sono 'verijicati , almcno ne venga prevcnuta I' invasioue certo probabilc, e non se ne abbiauo a lauieulare Ic fuucstc ronsegucnzc ripetutamcnte indicate. niEPILOGO E COIVCLiUSIOIfE. Col precedentc nostro discorso abbiatno: 1.° Dimostrato necessario il moderato lavoro de' fanciulli nelle ma- nifatture , provando come fosse piit economico di quello dcgli adiilti ; coiuc se ne ritracssero molti vantuggi fisici e morali per 1" infaozia ; c come tornassc profutevolc allefaniiglie ( §§ i , 2, 3, 4 ^ 5 ). 2.° Avvertito pero , clic gli abusi derivali da un lavoro troppo pm- coce 0 soverchia/nente prolungato produssero, dovunqiie lavidita n)er- cantile tI si abbandono, wx\evidente decadenza sanitaria e morale, dalla quale risultarono la debolezza Gsica, T ignoranza e riinmoralila dellc popoliizioni, eppercio un notcvolc aumento di mortalita, d'accresciinenlo di reati , ed allresi un danno economico futuro prevedibiie, altesa la necessaria diminuzione dei luczzi di produzione (§§ 6, 7, 8, 9 e 10). 3.° Dedolla da questc awcrtenze la necessila di rimediare a cotai danni con mezzi coallivi applicali dal Governo, pcrclie quelli die po- trebbero per prudenle anlivcggenza, o per islinto carilativo iinpiegarc gli stcssi fabbricanli sarehbcro inrfficaci , alleso il sicuro dijelto delfu- ni\'ersale concorso ; difetto che I'avidilh d'alcuni non manclierebbe di cagionare ( §§ 13 e i3). i.° Chiarita la legalita dell'inJervento governalivo, mcrce di prov- a88 DissEnxAZiONE sul lavoro de'fanciuli.i ecc. vediincnli opportuni ed efficaci, e diinostrala la fallacia degli argomenti addoUi da laluni , oiide impeilire il dello iiilcrvciito, il quale viiol es- sere regolato in modo clic pvoweda soltunto alt ahuso , sciiza incagliare mcnomamcnte quella libera azione dell'induslria , che c giuslo ed utile rispellare , quaudo non ojjcndc i dettami deW umanita e della morale (§S i4 c i5). o." S[)ieg;ilo come per gingncrc a talc scopo fosse iiidispensabile raccoglierc gli elenienli di fatto, I'lie uicglio possono far coiioscerc la vera cotidizione delle cose per tale rispetto; i quali olementi sol possono ollenersi mercc di qiicsiti particolurizzud fatli dal Governo centrale agli a^lziali d'ogni luogo ed ai nolabili pratici dellc inanijatlure , le cui ri- Sposle dehbonsi sindacare con accurato esauie , e con opportune avver- tenze e cautele onde non essere indolti in errore ( §§ 16, 17, i8 e ig ). C.° Esposla I'istoria e falta I'analisi dcUa legislazione gia proniiil- gata nella Gran Brettagna , in Francia , Prussia, Russia, Austria c Baviera , onde ovviarc ai danni sopra indicati, g-m^/jcaMJo il incrilo re- latii'o d' ognuna di quelle legislazioni , le quali , se rimediarono al male in maggiore o minor grado , tornarono tulle peru cvideiiteme?ite utili , perclic efficaceniente provvidero ad ovviare almcno agli inconvenicnti piii gravi e piij pi-egiudicevoli ( §§ 20 e 21). 7.° Indicati quali fossero gli allri Stati d^Eiiropa, esdusa t Italia , clic finora , quantunquc abbiano in maggiore o minor grado essi pure necessita di adottarc provvedimenli consiniili, trascurarono tuttavia dal farlo , 0 per una mal'accorta intelligenza delle leggi economiche , o i)er ncgbitlosa tendenza a non avvertire a que'miglioranicnli legislatlvi, cLe assicurano la prospcrita dell'univcrsale, e I'osscrvanza del dettami dell'u- manita c della morale. I quali Stall sono gli allri Stati Gerinanici , la Svezia e la Danimarca , VOlanda , il Belgio , la Ss'izzera , la Spagiui ed il Portogallo ( § 22 ). 8.° Piu particotarmente accennala la condizione della nostra ftaliuiia Penisola risjielto al lavoi-o de' fanciulli nclle manifalture , con indica- zione altresi dello stato della sua industria agricola commerciale e ina- nifalturiera , alteso il maggiore intercsse , clie debbe naluralmente iii- spirnrci questa nostra dilclla comutie palria. Dalle quali indicazioni , che pello stalo nostro si accompagnano d'un ([uadro, sebbeuc impcrfetlo, delle principali manifalture che impiegano fanciulli, si venne a dedurne la necessity di adottarc per tempo agiudi prowedimcntl , i quali rime- DF.L CO!«TF, PKTITTI. 280 dino al male, se gici esiste , come si crecle, oppurc lo prevengaruj net caso die ancora tion siasi jatto palese , accib i tlanni siano cost rinarati o preveduli pii\ facilniente, attesa la minove resislenza che lioverebbero certamente nelle volonla e negli inteiessi cui dovrebbero ostare (g§ 23 e 24). La conclusione delle dottrine per noi esposte , e dell'indicazione della serie de' falti che le raccomandano ci sembra facile a dedursi. L' iudustria mcrita certamente incoraggiamento e protezione , e qiiesli aiuti principalmentc consistono nei lasciarle tutta quella libertct dazione, che il comune vantaggio permette d'accordarle. Ma appunto qnest'avvei'tenza del comune vantaggio ben inteso, prima ed avanti ogni cosa ricliiede, che' gVintcrcxsi di moruUta e ono cssei-c promulgali dalla legge , c quanto ai particolari d'esccuzione possono venire ordinati da regolamenti speciaU. A noi non spetta il giudicarc se nell' assunlo che ci siamo proposto si sin riuscito ad esporre con precisione le necessilk cui ci pare utile di prowedere , e se i consigliali provvedimenti siansi indicati in mode atto a conseguire il comun voto. Quel die possiamo alTermarc si e, che nell' intrapreso lavoro nulla ab- biamo ommesso che potesse giovare a tal fine ; e che uc' viaggi apposi- lauienle falti, e negli studi cui abbianio applicato per riuscire nell'in- tento,fummo sempre direlti dal coslante intendimento, da molti anni in ogtii nostra povera fatica conservato, di cercare e d insegnare le migllori norme , che possono assicurare la prosperita morale ed eco- vomica , o materiale delle popolazioni. 292 QIADRO SIAOTTICO rf* proporzlonc tra i fanciulli minori di anni 15 ^ dcll'uomo^ dc" cm'alli, deU'acqua, o del vapore ; e di altre Ui OUALITA 0 P E 1\ A J 1 1";^ kNCIUL LI PROPORZIONE tra il totalo t PROVIXCIE JME Idle It It (Icllc de' fanciulli FabbricAzkini Maschi Fcmm. Totals Maschi Feram. Tolale e quello DEGLI OPERAJ per c eoto Savoia Propria T J Sola 30 28 58 8 6 14 24 14 Alta Savoia . . 2 Sola 1000 1500 2500 300 200 500 20 » CllIABLESE . . . » » » U )> » » » » » Fossign'i » » » )) » » » » » » Genevese 1 Colonc .... 327 381 708 101 65 166 23 43 MORIXNA » » » )} n 1) H » » » Tarantasia . . . n » » » n » » » n » 406 Seta 1150 2770 3920 235 479 714 18 25 Torino ..... < 4 Lane 135 70 205 35 17 52 25 36 78 C.otone .... 620 1435 2055 75 105 180 8 75 1 Sela 25 33 58 5 8 13 22 40 BlELLA i: Lane 1770 630 2400 330 150 480 20 00 1 Sola 40 90 130 8 20 28 21 54 1\ KEA 4 Co lone .... 340 1300 I64O 85 43 128 7 80 i '^ S?la 480 450 930 15 90 105 11 29 POEROLO .... ) 2 Lane 350 250 600 45 30 75 12 50 ' ' Colonc .... 185 75 260 50 15 65 25 » SlSA » » » » » » n n n lll.vEO 3 2 Stla CoUiiic .... 200 50 319 150 519 200 20 n 50 GO 70 75 13 37 48 50 .•\lt.a 4 S.la 70 98 168 14 19 33 19 64 1 3S S ta 212 685 897 42 137 179 19 95 ^l0^iJO^i Lana 228 214 442 56 68 124 28 05 Colone . . . » 227 227 » 58 58 25 55 Sallzzo \ 47 I 2 Sela Lane 940 130 2740 168 3680 3' 14 190 34 450 G|0 99 17 32 39 56 . Alessandria . . 3 S.;ta G7 ''l 121 12 111 22 18 18 ACQI 1 Tolr-Ii .... y Seta 40 210 2iO 8 42 50 20 f.j.3 8395 13877 22272 1683 2187 3870 C gli adiilli impiegati nellc Manifutturc de' R. Slciti, con furza motricc nolizic I'elatn'e al Icworo ed al personale d'essi opcraj. FANCIULLI mandati a scuula 3 100 15 n » 95 \ 2 2-.0 1 5 1 i 4J 5 Gu; 75 12 85 2 10 2 100 1 12 90 30 10 G 1 7 6 25 55 1 175 180 6 17 4 350 2 17 105 75 12 II) 3 9 11 25 97 552 1168 I'ROPORZIONE lOl lolalc dci Fanciulli l>cr ci'iitu 50 35 16 51 11 9 30 72 J 13 100 100 18 I) 26 13 9 5 8 43 15 5 27 1G 00 00 21 53 91 14 28 13 33 09 03 87 10 15 37 'i7 FANCIULI.l inalati |>cr cn^iuiie del lavorci GO 6 20 10 2 n 10 5 3 15 5 63 5 2 8 12 50 8 4 25 20 4 22 '} 10 150 135 H 20 70 18 G 35 37 10 to 213 » 10 214 403 6l7 CENEI'.I (li M \ L A T T I E elis., rachit. e scrof. id. id. lacliilidc id. id. caclicsie id. caclicsie, e scrofole . id. o rachitide . . . id. id. iTiiia,cach.e rachit. n cach.racliil. e scrof. lacliit. c -scrof. . . . . Pi'.OPORZIONE col IdIiIc dei Ftnciulli 18 26 1 1 66 50 33 21 20 8 17 33 B 45 90 92 12 66 » 23 n 33 21 67 06 24 28 n 45 OHE .li Itvoro ra'lun ^iorno 14 13 12 14 12 13 i; 12 14 n 13 » 1( 12 14 1 i 13 13 14 14 14 14 i a94 Segue ii QIADRO PROVrVClE O l n » Oneglia n » » » » » » M u )) Sa.\ Remo .... » » » n » » » » » n Gbnov* 20 Seta 90 270 1000 100 330 680 190 600 1680 18 80 150 20 100 92 38 ISO 242 20 30 14 00 40 Lana Cotone Albenga " » » » » » )> » )) )) BoBUll) » » » » » » H n » » Levante ,0 20 25 Seta 300 500 1000 200 300 700 500 800 1700 60 100 200 40 65 140 100 165 340 20 20 20 J) 62 » Lana Cotone .... Novi 1 Seta » 32 32 » '■ " » » 1 Cotone .... 20 500 520 » 100 100 19 23 Savona 1 1 Scla 10 180 190 2 36 38 20 " TOTALI . . . 964 16183 21024 37207 3061 4125 7186 SINOTTICO agS FANCIULLI 1 PR0P0RZ10^E FANCIULLI 1 GENEIU PUOPORZlOiVE OKE niaiuli iti a s B s a cuola 1 col tolalc ilci Fanciulli malat d o a 1 per ca ^1 lavor a 'i a jjiooc 1 MAI.ATT1E col U>x^\^ , dei Flnciulli di laforo cadun giurno per cciitu |ur c . Illy GI6 552 11 G8 214 403 » 617 3 2 5 14 28 n a D » 13 2 5 J 16 66 4 10 14 racliit. c scrof. .... 33 33 14 1 10 2 25 3 35 37 12 50 50 0 5 1 12 1 17 rachitide 12 60 50 71 14 13 id. n » n D B » 7 7 id. 9 06 13 6 16 » 22 u 27 n 84 » 4 » 6 n 10 rachilide 12 n 65 u 12 n 1 4 10 5 14 33 71 1 4 15 5 rachitide 14 42 71 U 10 20 89 10 25 id. 37 12 1 2 3 25 » 2 3 5 id. 41 66 14 30 15 45 11 91 3 10 13 id. 3 43 13 2 n 2 20 B 3 2 5 rachit. , etisie. 50 » » 0 » » « » B » n » >1 a A " n » » » U » n » • n » » H » B U » » » n n B n .. >, » U B » » n n n » ji 2 3 5 13 15 4 G 10 26 31 14 8 10 18 10 )) 20 30 50 27 77 12 5 4- 9 3 72 20 15 35 14 87 13 ■• » » » a » H » n B » » B )1 j> » n )) n B » • 8 G 14 4 12 u n « • B 10 9 G 15 9 03 n ). » B N 8 8 G 14 4 12 » » » n B 8 B U » » » » » » D B 11 10 5 10 5 clisia 10 ■ 8 U 3 3 7 89 n id. e scrofole 13 15 '4 722 771 1 (93 290 539 829 «96 RIEPIIOGO qualitX dellc K V B B K 1 t U SST V L.VNA CorONF. . . . Toi AI.I- OPE RAJ F A N C I U L L I iN U M E R U — ^ ^-^^^ 1 -— Mascbi Femroiiio Tolalc .Masclii Fomminc Tolalc . 590 4.8j9 10,046 14,903 881 1,838 2,719 62 3,389 1,962 5,351 680 495 1,175 312 7,935 9,016 16,951 1,500 1,792 3,292 ' 964 ' = : * - 16,183 21,024 37,207' 3,061 ^,125 7,186 i del prccedentc Quadro. PUOPORZIONE tra il totalc De' FANCIDLLI c i|aeUo DEGLI OPERAJ per eenlo 18 24 21 95 19 42 19 1 FANCIULLI mandati :> scuola Maschl Femm. 294 324 104 722 381 156 234 771 Tolale 675 480 338 1493 PROPORZIONE col Inlale dci Fanciulli per cento 24 03 40 85 10 26 20 77 FANCIULLI malali per caKiono (Ii'l lavoro Maschi 193 41 56 290 Femm. 371 61 107 539 Tolale 564 102 163 829 PROPORZIO.NE col totalc (lei Fanciulli per ceoto 20 74 8 68 4 95 11 53 Serie II. Tom. III. 38 ^99 iulorno al quaitro auaiiti scrilln. 1. Lc fabbriche descrilte iiel Quatlro rhe precede sono quelle manifiU- tiirc, le (juali riuniscono iiisieme parecchi operai fer Veserc'izio Ann' »rte ad essi cominessa da un imprcnditore. Non si parla percio degli artieri lavorcmti al propria domicilio. Quantunque da cotestoro s" impieghinn spesso anche fanciulU, con falica talvolta pur Iroppo eccedente, noii s'e creduto, clie que'faiiciulli dovessero comprendersi ne' computi fatli. D'altronde non sarebbe stato possibile raccogliere a tal uopo le ocror- renli nolizie. 2. II Quadro avanti scritto conceme soltanto alle manifatture di seta , di lafia e di cotone , le cjuali, per nostro avviso, sou quelle che olfrono, attest i ineccanismi per esse impiegati, maggiori inconvenienti quanto al lavoro de' fanciuUi fatto in eta troppo tencra e soverchiamente pro- lungalo. Del resto sono Ji-a noi, come in altre comrade, molte altrc manifallure solite esse pure ad inipiegare fanciuUi di tenera eta e con soverrhia fatica. Coleste manifatture sono le carlicrc, \efucine , le vetraic ed altre. Le leggi promulgate in vari Stati provvidero anche per esse onde rimediare al male, che j)u6 tornarne alia nascente generazione. Quando si volesse fame altrettanto fra noi converrebbe pertanto coni- prendere nel provvedimento anche quelle manifatture ora tralasciate. 3. Le filande do' bozzoli non sono coniprese nel Quadro pei motivi accennati alia pag. 214. 4. Nel numcro degli operai dei due sessi, indicati nel Quadro, sonn compresi i fanciuUi e gli adulti d'ogiii eta, i quali trovansi raccolti in- siemc nelle varie fabbriche di ciascuna delle tre specie , per ogtii pro- i'incia , de' Regi Stati di Terraferma. o. Nell'indicare lc dette provincie, s'ebbe per norma il R. Editto di circoscrizione del 18 agosto 1818, tenuto conto pero della soiipressionc avvcnuta di poi delle provincie di Ca rouge , di f'arallo e lUW Ossoia , aggregate a quelle limitrofe negli anni i836 e 1837. 0. Quanto alio provincie, che non presentano nel Quadro alcun iii- dicazione, cio deriva dal non esserci risultato, che abbi.ino raanifalture della specie sopra accennata, alnieno dalle nolizie raccoltc. 3oo 7. Vuolsi notarc, rispelto alle indicazioni date [>ev Y ^Ita Sawia , die iin gran numero d'adiilti e di fanciuUi dc'due sessi , sebbene appartenga a due sole maniliUlure di seta, trovasi pero spartilo in iiiolli luoghi delle Valli di Fuverges e A'Ugines, dove lavoransi da molti di que' tes- sitori stojfe unite di seta al propria domicilio , o riuniti in numero (U pochi tclai soltonto. Quegli operai clie sono jiisicine raccoUi a Fa- i'ergcs, onde preparai- lavoro ai tessitori, sono circa 3oo d'ogni eta. 8. L'e/ii minima de' fanciuUi de' due sessi impicgali al lavoro e soli- tamente dagli otto ai nove anni. Alcuni, ma pochi, vi si applicano pero fi?io dai sette aiini. 9. la alcune manifallure, specialmente in quelle di seta (filatoi), i lanciulli dambo i sessi lasciansi lavorare coi propri genitori , solita- mente impiegati essi pure nelle dette manifatture. Nel maggior numero dellc altre, cd in is'pecie iicUe flibbriche di lana e di cotone, que'fan- ciulli sono tlisgiunti dai propri genitori, e vengono sottoposti alia di- rezione ed autorili de' Mastri , Contromastri , Begolaiori, Commessi, Direttori ecc, cui incumbe il governo delle dette £abbriclie. iO. In alcana delle fiibbriche indicate, specialmente in quelle, dove gli adulti lavorano u cottimo , coUaiuto d'an fanciuUo yoag-ato a giornata, la trascuranza nel lavoro di questo e punita con battiture , massime quando dipendono da' parenti, pur troppo ^ssi pure dui-i ed ineducati. In moltc fabbriche pero sono vietate le percosse, e la punizione con- siste in multe, od in riduzione del prezzo della giornata, ed anclie nel- Vespulsione dalla fabbrica ne' casi dl i-ecidiva. Lo stesso dicasi d'altre raancanze cui trascorrano que' fanciuUi. II. ISon si lavora la nolle in tutte le fabbriche , tranne nelle grandi (ilande di cotnne a motore coudnuo (idraulico), dove gli operai divisi in squadre o mute, lavorano anclie durante la notte. In molte fabbriche pero si veglia fino ad una data ora nelle lunghe serate della stagione inveniale. i2. In alcune fabbriche usasi qualche cautela per la separazione de' sessi; nel maggior numero pero delle manifatture essi atteudono al lavoro misti insieme, oude nascono gl'inconvenienti (timmoralita sopra accennati. 13. Molti fra coloro, che favorirono le informazioni da noi esposte a chi legge, denunciano la miserUi flagrante degli operai d'ogni eta, specialmente de' setaiuoU, non pochi de' quali */ danno a vagare difab- 3ot brica in fahbrica. Accusasi per causa tli tale inconvenienle anclie fra noi, Vabuso delle anlicipazioni , Ic qiiali, se iu pocLl casi soccorrono a' reali bisogni, in mo\\\ J m'oiiscoiio soUanto lo sprcco Jdla somma anticipala , e muovono al vagabondaggio per soUrarsi ,alle lesliluxioni (!ui tlovrcbbero solloslare, nierce di ratcate litenzioiii. Invaiio le pre- scrizioui del libretto tentaroiio di riinediare airinconvenicule ; esso re- gna (jui come in Francia, dove al dire del Villerme (opera cilata, Tableau de tetat physique et morale des ouvriers etc., Tom. II. pag. i a6), tonverrebbe adoltarc provvedimenli pin eflicaci, onde ovviare a sijjatta causa di miseria e d' imiiiora/ilit. Lo slesso si dica pertauto anche di noi. li. In due 0 tre fabbriclie soltanlo vcuiiero fondale cusse di rispar- mio pegli operai. Colesta istituzione, cos\ utile e cosi morale, e pur troppo languente fra noi; mentre ucgli Stati limitrofi procede anzi con ben inteso rapido pivgresso. JNon tende oertamente a lal fine il recente ])rovvedimento tlella Civica jdmministtazione di Torino, la quale ha ridollo da! 4 al 3 per °/„ I'iuteresse corrisposto dalla cassa di risparmio, da essa anni sono tnollo proi'i'1"■1^^'^ >!> n \ oyin. Hi. Non si pote ottenere gran copia di notizie intorno al numero de'fan- ciulli vialati per causa del Icn'oro cui attendono ; come neppure intorno alle varie specie di malattie, clie ne derivano. Le persone, che deb- bonsi consultare onde avere tali indicazioni, sogliono sempre, perche interessate , sostenere , che Vindustria cui attendono e innocua. Pero , ragionando in tesi gencrale , pub dirsi , che le fabbriche piii nocive , rispetto alia condizione sanitaria, sono quelle di cotone, avuto rignardo specialmente alia piu lunga durata del lavoro cui si attende, ed alia calda temperatura delle stanze , nelle quali lavorasi , onde nascono le malattie derivanti da soppressa traspirazione e da estrema fatica. Ven- gono dopo le manifatture di cotone, rispetto alia critica condizione sa- nitaria, quelle di seta, riguardo alle quali si rimanda il lettore ai due opuscoli dei signori Cuv. Carena e Lorenzo Valeria, gia citati alle pag. aiGe 2 1 4- Per iiUinio i lanifizi son qiielli, che a nostro avviso si di- nioslraiio men nocivi alia salute degli operai. 17. Nelle diverse provincie de'Regi Stati, e specialmente nelle Valli delle Alpi e (iie\W4ppennino , s' hanno molte manifatture di panni-lana , e di tcssuti di cotone, di canape e di lino grossolani, i quali servono a veslire la popolazionc povera; e quanto alle tele di stoppa, a far sacchi ed invoiti pei colli d'alti-e merci. Ma coteste manifatture, ripe- tesi, sono esercitate in famiglia , e trovansi separate di casa in casa; sicclie non si potevano per le cause gia dette comprendere nel Quadro che precede. 18. Nella cilta di Voghera eravi mesi sono una manifattura di stolle di cotone, e di lino e cotone, la quale occupava circa 35o operai. Essa venne chiusa di poi; nc si creile clie possa riaprirsi per ora. li). Nella provincia di Chia^'ari si contaiio da circa tre niila » 39,535. De'quali maschi n 3,ooo. » Femmine ...,., » 36,535. Di queste fanciulle , » 18,200. Quantita di Bozzoli filati, in peso, oltre rubbi n 534,720. Coteste fanciulle, come si nota nei citati opuscoli del Cav. Carena e del sig. Lorenzo Valerio , vanno esse pure soggette per causa del lavoro cui attetulono, a gravi malanni; sicclie non e lecito dubilare , rhe in un provvedimento teiulente ad ordinarc il lavoro dc' fanciulli iiellc nianifiitture debbasi pur comprendere qualcJie regola di lurga lutela , la quale riinedii ai danni dcnunciati dai due cliiarissimi autori. 21. Le ore di lavoro notate ncl Quadro coirpreiidono anche i piccoli riposi accordati durante la gibrnala, e quclli men brevi, d'uu'ora circa, conceduti per la refezione. Nellc fabbriche di seta (Glatoi) i brevi ri- posi sono piii frecpienti, cioe ogni qual volta tulti i fili sono in nioto girando suUe aspe e sui rocclietti. L'opcraio puo allora nposarsi, dal- I'attenzione in fuori, e solo e tenuto a lavorare quaado sur ogni banco si contano due Jili infranti. Queste sono le nolizie, che cl venne falto raccoglierc, onde illu- strai'c il Quadro anncsso alia nostra scrillura. Biepilogando le avvertenze che precedono, risulta: 1." Che si Iratta anche fra noi d'un nuinero ragguardevolc di fan- ciulli impiegati nelle manifiUture con pericolo de'danni sanituri e movali iiidicati nei corso della presente dissertazione. 3o4 2.° Che cotesto iimnero debbe prcstuncrsi piiUlosto maggiore ancora di quello indicato nel Quadro, sia per le diflicolta incontrate nel rac- cogliere tali nolizie; sia per la grahde quantila di fanciuUi impiegati in manifatlure non com|)rese in esso Quadro, specialmeiUe le fdande dei bozKoli, altesa la natura temporanea del laToro fatlo nelle medesime. 3." Che I'istruzione religiosa, morale e letteraria di que' fanciulli e anche tra noi m una coudizione cosl poco prospera , da lasciar lemeve con fondameiito pes;ime conseguenze. 4." Che quesle gia spiegansi anclie tra noi col sempre crfiscente nu- iiiero de' reati, il quale , se non e denunciato dai rendiconti dell' am- niiuistrazione della giustizia, compilati altroi'c per opra di savio consi- glio, apjiare tuttavia dall'ognoi-a progressivo numero di dilenuti^ che popolano le carceri, per cui riesce indispeusahile rampliazione di esse. o." Che anche tra noi molte gravi malattie derivano dal precoce e soi'erchio lavoro , d'onde ne conseguila un'evidente decadenza della po- polazione, decadenza che si manifesta anche aU'occhio dei nieno veggenti. 0.° Ciie percio anche fra noi importa prowedere come altrove al ri- inedio per le ragioni morali, sanitarie ed altresi per quelle economiche lipelulauiente esposte nel corso di (juesta nostra scrillui^. Eyratti V»". Corrigt 509 » lin. penult. lejuporocri temp<^r»rci. acao«mies. 210 alia DOta » 4 accademicfl 992 V n 18 fanciulli fiinciulli. 231 alia iiola » 38 soDpape soupape. 948 iri. 1) 22 indicarioui indicazioui. 26t id. )) 1 commission commis-stone. 98.-, att.i nnta » 9 Fcrrero Sejjfretari.) SoUo-Sei^retariu \\\ id. " 5 ditigeate coltore Jihgeoto cultore 3oi> luDlCE SOMMAMO delle cose conlenutc nella Dissertazione sul lavoro de' fanciulU. § I Sposizionc deirargoracnto Pag. 209 5 11. Necessittt del Javoro de' fancmlit » 217 § 111. Econoraia del lavoro » ivi § IV. Vanlaggi morali c Dsici del lavoro » 218 § V. ProQtlo, die nc torna allc famiglic « 219 § VI. Abusi derivati dal lavoro Iroppo precoce, o goverchiamentc prolungalo » 220 § VII. Dccadenza sanitaria, che oe risulla » 221 § VIll. Decadcnza morale, clic ne deriva y, 223 § IX. Crimiui e dclitti, che ne coDscguitano n 225 § X. Dauni ecoiiomici, clic sc ne prcvedono » 226 § XI. Ncccssilii di rimcdiare a tali danni con mezzi coattivi . . » 230 § XII. Ineflicacia dei rimedi adoltati dai soli fabbricanti . . . . » 232 § XIII. Neccssita dell'intervento governativo » 23i § XIV. Legality d'un provvedimento governativo : fallacia degli argomenti addotti contro esso » 235 § XV. Necessity di regolare il provvedimento in modo che rimedii sol- tanto all'abuso n 238 § XVI. Elemeuti di falto, che importa raccogliere per provvederc al- I'uopo » 239 § XVll. Quesiti da farsi dal governo ccntrale n 2'iO § XVUI. Esamc dc' riscontri ottenuti » 243 § XIX. Caulele da usarsi ondc non essere indotto in errorc . . . n 244 § XX. Ccnui storici inlorno alie legislazioni gia promulgate sul lavoro de' fanCiulli nelle mnuifallurc » 248 Art. 1.° Inghiltcrra » 249 Art. 2." Francia n 256 Art. o.° Prussia » 269 Art. 4.° P.ussia » 270 Art. 5.° Austria » 271 Art. 6.° Baviera . ." » 272 § XXI. RiQessi inlorno allc diverse legislazioni espostc » 273 § XXII. Condizionc degli altri Stati d'Europa, esclusa 1" Italia, nc' quali non venne ancora ordinata una Icgislazionc sul lavoro de'fan- ciulli nelle manifatture n 277 Serie II. Tom. III. Sg io6 Art. 1.° AUri Stati Gcrmanici Pag. 277 Art. 2.° Svezia e Danimarca n 278 Art. 3.° Olanda » ivi Art. 4.° Bclgio » ivi Art. 5.° Svizzera » 280 Art. 6.° Penisola Spagnuola « 281 § XXKI. Condizione dcU'Italia rispetto allavoro de'fanciulli nelle manifat- ture » ivi § XXIV. Convenienza d'adottare per tempo uguali provvedimenti, i quali rimedino al male primacht sia fallo piii grave . . . . » 286 Riepilogo c conclusione » 287 Quadro sinottico ecc n 292 Riepilogo del precedenlc Quadro » 296 Avvertenze generali iatorno al Quadro » 299 ^H'OHh!^ INDICE 3o7 CLASSE DELLE SCIENZE MORALI, STORICHE E FILOLOGICHE. X apiri grec'i del Museo Britannico di Londra e della biblioteca Vaticana, tiadotti cd illustrali da Bernardino Peyron . Pag. i Cenni per un nuovo programma di complcto e sistemalico inse- gnaraento del Dritto , del Cav. Giov. Caumignaxi . . . . » ji3 Sulla divisione e suddivisione della storia d'ltalia; cenni del Conte Cesai'c Baldo » 187 Sul lipo primario delle antiche monete della Romana repubblica ; dissertazione del Professore Pier ^'iltorio Aldi»i . . . . » jgg Del lavoro dc' fanciulli nelle manifatture ; dissertazione dell' Acca- demico Conte Petitti d\ Roreto » 309 ,-^*^t i'." S! Stampi : Conle ALESSANDRO di SALl'ZZO FRESIDENTE DEU.A REALE ACCADEMIA OELLE SCIENZE.