- MEMORIE DELLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIEHTZE DI TORINO $ 116 C/.3- w >*«•* m, +MM**vamfkm MEMORIE OK....A REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO SERIE SECONDA Tomo IV. TORINO DALLA STAMPERIA REALE MDCCCXLII. • i- vJjAl HIS INDICE xix XLI LIII LVII Jirflenco degli Accademici Nazionali e Stranieri . . . . pag. Vn Mutazioni accadute nel Corpo Accademico dopo la pubblicazione del precedente Volume Doni fatli alia Reale Accademia delle Scienze di Torino dal i.° di settembre 1841 al 3i di maggio 18^2 „ CLASSE DI SCIENZE FISICDE E MATEMATICHE Notizia Storica dei lavori delta Classe delle Scienze Fisiche e Mate- matiche nel corso dell'anno 1841; scritta daU' Accademico Pro- fessore Giuseppe Gene , Segretario aggiunto di essa Classe » Programme de la Classe des Sciences Physiques et Mathematiques : Prix fonde's par M. le Comte Pillet-Will „ Question de physique propose'e par la meme Classe ....,, Discours sur la vie et les ouvrages du Chevalier Georges Bidoke prononce a l'Academie Royale des Sciences de Turin dans la seance du 1 2 decembre 1 84 1 ; par le Professeur L. F. Menabre a » n, MonograBa degli Echinidi fossili del Piemonte; del Doltore Eugenio SlSMONDA Osservazioni Geologiche sulle Alpi Marittime e sugli Appeilnini Liguri; del Professore Angelo Sismonda „ 53 Synopsis Algarum in mari Adriatico hucusque collectarum, cui ac- cedunt Monographia Siphonearum nee non generalcs de Algarum vita et structura discmisitiones ; auctore Doclore I. Zanardimo a Sopra la Gastonia Palmata di W. Roxburg, proposta qual tipo di un nuovo genere nella famiglia deUe Araliacee; Memoria del Professore Roberto De Visum Ricerche sopra una polvere depositala da una neve di color rosso caduta nelle vallate di Vegezzo, Mandamento di Santa Maria ioo VI Maggiore, Prefettura di Domodossola; del Professorc Giuseppe Lavh" pag. 267 Algologiac mans Ligustici Specimen; auctore Prof. I. De Notaius .» 273 Del gaz idrogeno antimoniato, antimoniuro d'idrogeno; dci Far- macisti Angelo Abbene e Pietro Antonio Borsarei.li . . „ 3x7 Sur la torsion des fils me'tallkpies et sur l'elastieite des ressorts en helices ; par Ch. Ign. Giulio „ 32t) Appendice alia Monografla degli Echinidi fossili del Piemonte; del Dottore Eugcnio Sismonda „ 335 VII ELENGO DEGLI ACCADEMICI NAZIOKALI E STRAMERI AL XX D! GIUGNO MDCCCXLII. ACCADEMICI NAZIONALI. Presidente Saluzzo, Conte Alessandro, Grande di Corona, Ministro di Stato, Luogotenente Generate, Cavaliere deU'Ordine Supremo della Santissima Nuaziata, Cavaliere di Gran Croce decorate del Gran Cordone deU'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Commendatore deU'Ordine Imperiale di Leopoldo d'Austria, Vice-Presidente della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria. Vice- Presidente Plana, Giovanni, Regio Astronomo, Professore d'Analisi nella Regia Universita, Direttore Generate degli studii nella Regia Accademia MUitare, Commendatore deU'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere e Con- s.gl.ere deU'Ordine Civile di Savoia , Cavaliere della Corona Ferrea d'Austria. Tesoriere Peyron, Abate Amedeo, Teologo CoUegiato, Professore di Lingue Oriental! nella Regia Universita, Membro della Regia Deputazione sovra gh studii di Storia patria, Cavaliere deU'Ordine de'Ss. Maurizio e Laz- zaro, Cavaliere e Consigliere deU'Ordine Civile di Savoia. CLASSE DI SCIENZE FISICHE E MATEMATICHE Oircttorc W Scgretario Carena, Giacinto, Professore di Filosofia , Cavaliere e Consiglierc doll' Ordine Civile di Savoia. Scgretario Aggiunto C.im:, Dottore G iuseppe , Professore di Zoologia e Direttore del Museo Zoologico della Regia Universila , uno dei XL della Societa Italiana delle Scienze residente in Modena, Mcmbro della Rcale Societa Agraria di Torino, Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, e dell'Ordine Civile di Savoia. Accademici residenti Michelotti, Ignazio , Ispettore generate nel Corpo Reale degli Ingegneri Civili c delle Minierc , Intendente generate , Direttore dei Regii canali, uno dei XL della Societa Italiana delle Scienze residente in .Modena, Membro della Reale Societa Agraria di Torino, del Con- gresso pennanente d'acque e strade, e del Regio Consiglio degli Edili, Decurione della Citta di Torino, Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro. Plana , Giovanni , predetto. Carena , Giacinto , predetto. Cisa di Gresy , Cavaliere Toinaso, Professore eraerito di Mecca- nica nella Regia Universila, Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. IV Bei.mncem , Dottorc Carlo Francesco, Medico di Cortc, Membro e Consigliere del Collegio di Medicina , Medico Onlinario dell' Ospedale Maggiore dell' Ordine Equcslre dc' Ss. Maurizio e Lazzaro , Cavalierc dell' Ordine Civile di Savoia. Avocaduo di Quarecna , Conte Ainedeo , Mastro Uditore nella Regia Camera dc' Conti, Professore emerilo di Fisica Sublime nella Regia Universita, uno dei XL della Societa Italiana delle Scienze residente in Modena, Membro della Commissione Supcriore di Slatistica, Cavaliere dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, e dell' Ordine Civile di Savoia. Coli.a, Luigi , Avvocato Collegiato, Membro della Reale Societa A"raria di Torino. Moris, Doltore Giuseppe Giacinto, Professore di Materia Medica e di fiotanica nella Regia Universita, Consigliere nel Magistrato del Proto- medicato, Direttore del Rcgio Orto Bolanico, Membro della R. Societa Agraria di Torino, Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere e Consigliere dell' Ordine Civile di Savoia. Lavini , Giuseppe, Dottore in Filosofia, Professore Slraordinario di Chimica Medica e Farmaceutica nella Regia Universita, Membro Straor- dinario del Consiglio Superioi-e Militare di Sanila per la parte Chimieo- Farmaceutica , Membro della Reale Societa Agraria di Torino. Cantu , Dottore Gian Lorenzo , Professore di Chimica generate nella Regia Universita, Consigliere nel Magistrato del Protorr.edicalo, Membro del Consiglio delle Miniere, Membro della Reale Societa Agraria di Torino. Gene, Giuseppe, predetto. Botto, Giuseppe Domenico, Professore di Fisica nella Regia Uni- versita di Torino. Sismonda, Angelo, Professore di Mineralogia e Direttore del Musco Mineralogico della Regia Universita di Torino , Membro del Consiglio delle Miniere, Cavaliere dell' Ordine de' Ss. Maurizio c Lazzaro, e dell' Ordine Civile di Savoia. Martini , Lorenzo , Professore di Medicina Legale nella R. Univer- sita, Consigliere nel Magistrato del Protomedicato, Membro della Giunta di Statistica per la provincia di Torino , e della R. Commissione di Re- visione dei libri e delle slampe, Direttore Generale delle Vaccinazioni, Cavalierc dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro. Menabrea, Luigi Fedcrigo, Capitano nel Corpo Reale del Genio Seiue II. Tom. IV. i Militare, Dottore Collegiato ili MaUunatica, Professore di Mcccaniea ap- pluala nella Scuola speciale d'applicazionc della Regia Accadeniia Militare. ('.in. in, Carlo Ignazio, Professore di Meccanica e Consiglieve della Classe di Bfatemadca nel Collegio di Scienze e Lettere della Regia Uni- versita di Torino , Mcmbro della Commissione Superiore di Statistica. Kiberi, Alessandro , Professore di Operazioni Chirurgiclie Bella Regia Universita, Cavalier.' dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro , e dell Or- dine Civile di Savoia. Accademici nazionali non residenU in Torino Borgnis, G. A., Ingegnere Civile, Professore di Meccanica, a Pavia. Bouvard, Alessio , Cavaliere della Legion d' Onore e dell' Ordine Belgico di Leopoldo I.°, Membro delL' Istituto di Francia e dell' Uflicio delle Longitudini , a Parigi. Bertoi.om , Antonio , Gavaliere dell' Ordine Civile di Savoia , Pro- fessore di Botanica , a Bologna. Ferrero della Marmora, Conle Alberto, Maggior Generate, Ispel- tore delle Minierc di Sardegna, Membro della Commissione Superiore di Statistica, Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, del Real Ordine Militare di Savoia, Cavaliere e Consigliere Onorario dell' Ordine Civile di Savoia , Comandante della Regia Scuola di Marineria, in Cenova. Mariamm, Stefano, Professore di Fisica e di Matetnatica applicala nella Ducale Universita di Modena , Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia. De Notaris, Giuseppe, Dottore in Medicina, Professore di Botanica aella Regia Universita di Genova. Magistrini, Giambatista, Professore di Calcolo Sublime nella Ponli- ficia Universita di Bologna, Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia. Pareto , Marchesc Lorenzo , a Genova. Spinola , Marchese Massimiliano , a Genova. P.m.i.iet , Monsignor Alessio , Cavaliere di Cran Croce decoralo del tli an Cordonc dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Arcivescovo di Sriamberi. .Mossotti , Ottaviano Fabrizio . Professore di Fisica e di Meccanica Celeste aell'I. R. Universita di Pisa. XI CLASSE DI SCIENZE MORALI, STORICHE E FILOLOGICHE Direttore Saum d' Igliano , Cavaliere Lodovico, Consigliere di Legazioue , Commissario Generale de' Confini , Metnbro della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, Cavaliere dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, e dell'Ordine Civile di Savoia. Segretario Gazzera, Abate Costanzo, Professore di Filosofia, Membro e Segretario della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, e della Giunta d'Antichita e Belle Arti, Assistente alia Biblioteca della Regia Universita, Cavaliere dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro , e dell' Ordine Civile di Savoia. Accademici residenti Saluzzo, Cavaliere Cesare, Luogotenentc Generale, Grande Scudiere, Governatore delle LL. AA. RR. i Duchi di Savoia e di Genova , Ca- valiere dell' Ordine Supremo della Santissima Nunziata, Cavaliere di Gran Croce decorato del Gran Cordone dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia, Cavaliere di Gran Croce dell" Ordine Reale di S. Stefano d'Ungheria, Ispettore della Regia Accademia Militare, Presidente della Re^ia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, Membro della Giunta d'Antichita e Belle Arti, e del Consiglio delle Arti, Segretario-Perpetuo-Direttore della Reale Acca- demia Albertina delle Belle Arti , Decurione della Citta di Torino. Carena , Giacinto, predetto. Peyron , Amedeo , predetto. Cordero de' Conti di San Quintino, Cavaliere Giulio, Membro della Reale Societa Agraria di Torino. Ml Gw./.f.ra . Cnslanzo , predetto. Mw\o, Barooe e Presidente Giuseppe, Reggente diToganel Supremo Consiglio di Sardegna, Commendatore dell'Ordine Militare de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere c Consigliere dell'Ordine Civile di Savoia, Vice- Presidente della Commissione Superiore di Statistics, Mcmbro della Regis Deputazione sovra gli studii di Storia patria, e della Giunla ■I Viiticliiia e Belle Arti. Sui.i d'Igliamo, Lodovieo, pvedelio. Sclopis hi S.u.i uano, Conle Federigo, Senatore nel Ileal Senato di Piemonte . Membro della llegia Deputazione sovra gli sliulii di Storia patria, Cavaliere dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, dell' Ordine Civile di Savoia, e dell'Ordine del Merilo sotto il tilolo di S. Giuseppe ill Toscana. Bmi'O, Conte Ccsarc , Colonnello ne'Regii Esercili , Memliro della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia. Cihraiuo, Nobile Giovanni Luigi, Collaterale nella Regia Camera de' Conli , Soslituito del Procuralorc Generale di S. M. , Membro e Segretario della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, Membro della Giunta d' Antichita e Belle Arti , Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, dell' Ordine Civile di Savoia, dell' Ordine del Merito sotto il titolo di S. Giuseppe di Toscana, e dell'Ordine Belgico di Leopoldo. Sai.i z/.o, Alessaiidro , predetlo. I.xvv. l'.lippo, Maslro Udilore nella Regia Camera de'Conti, Membro del Consiglio delle Miniere, Cavaliere dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro. Uaiidi m VzSME, Cavaliere Carlo , Membro della Regia Deputazione SOVra gli studii di Storia patria. Rf.btolotti, Davide, Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia, fregiato deU'lmperiale Medaglia d'nro di prima classe del Merito Civile d'Austria. PboMis, DotnenieO Casimiro , Riblioteeario di S. M. , Meml.ro della ia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, e della Regia Com- missione di Revisione de'libri e stampe, Cavaliere dell'Ordine il Professore Cavaliere Vittorio Michei.otti , Direttore tlella Classe dellc Scienze Fisiclie c Matematiche. MORTE DI ACCADEMICI STRAATERI II () ili settembre 1 84 1 > il Professore Cavaliere Agostino Piramo De Candoli.e , Accademico Stranicro per la Classe delle Scienze Fisiclie e Matematiche. NOMINE Uossotti, Oltaviano Fabrizio , Professore di Fisica e di Meccanica Celeste nell'I. It. Universita di Pisa, nominato il i4 di novembre 1 84 ' ad Accademico Nazionale non residente per la Classe delle Scienze Fi- siche e Matematiche. Hersi hki. , Giovanni, Aslronomo, Membro della Societa Reale di Londra , nominato il 28 delld Stesso mese e anno ad Accademico Stra- nicro jici' la stessa Classe. \vn Dj IIammer-Purcstal.., Bavoiie Giuseppe, a Vienna, nominate il mcdesimo g.orno ad Accademico Straniero per la Classe delle Scienze Morah, Storiche e Filologiche. Bon-Compagni, Cavaliere Carlo, Sostituito Avvorato Generale presso -I Senate di Piemonte , Meml.ro della Coinmissione Snpertore di Stati- st™, oommato il 9 dicembre .84, ad Accademico NazUmale residente per la Classe delle Scienze Morali , Storiche e Filologiehe. Charvaz, Monsignor Andrea, Vescovo di Pinerolo , nominate il me- desnno g.orno ad Accademico nazhnah non residente per |a stesSa Classe. Rider. , Cavaliere Alessandro , Professore di Operarioni Chirurgiche nella Regia Universita di Torino, nominate, il 23 di gennaio 1842 ad Accademico Nazionale residente per la Classe delle Scienze Fisiche e Matematiche. ELEZIONE DI IFFIZIALI II Cavaliere Lodovico Sa.ju e confermato il 25 di novembre 1841 nella carica triennale di Direltore della Classe delle Scienze Morali , Storiche e Filologiche. II Professore Commendatore Giovanni Plana viene eletto, nella tor- nata a Classi unite del ,6 di gennaio 1842, alia carica triennale di Vice-Presidente delV Accademia , vacante per la morte del Cav. Rossi avvenuta il 18 dicembre i84i. II Professore Cavaliere Vittorio Michelotti fa eletto il 23 gennaio 1842 alia carica triennale di Direttore della Classe delle Scienze Fisiche e Matematiche , rimasta vacante per la morte del predetto Cavaliere Rossi. SerIE II. Tom. IV. XIX DONI ALLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE D I TORIJiO DU 1." Dl SETTEMBRE 1841 AL 31 Dl MAGGIO 1842. La Reale Galleria di Toi'ino, illustrata da Roberto cl Azeglio, dedicata a S. M. il Re Carlo Alberto. Fasc." 22-23. Torino, Fontana, 1 84 1-42 j» in fol. fig. Famiglic celebri Ilaliane, di Pompeo Litta. Duchi di Savoia. Parte n* Milano , Ferrario , 1 84 1 , in fol. fig. Nuovo trattato di ferratura per comodo de' veterinari , maniscalchi, cavallerizzi , e proprietari di cavalli , compilato dal Dott. Luigi N. Pa- lellani. Milano, Pirotta , i834, i vol., 8.° fig. Delle principali razze di cavalli e pecore in Ungheria ; cenni del Dott. Luigi Patellani. Milano, Pirotta, 1837, 1 vol., 8." Due righe sopra un cervello ossificato in un animale sano ; memoria letta alia Riunione de' Scienziati in Torino dal Dott. Luigi Patellani. Milano, Ronchetli e Ferreri , 184 1, 8.° Risultato delle osservazioni patologico-terapeutiehe sopra il cholera epidemico, raccolte nell' ospitale n.° 5 in Vienna dal Prof. Wisgrill Giovanni; liberamcnte tradotto e commentato dal Dott. Luigi N. Patel- lani. Pavia , Fusi e Comp.a, i835 , 8.° Traite de la separation des patrimonies , consideree specialemeut a l'e'gard des irameubles ; par M. Blondeau. Paris, Cosson , 1840, 1 vol. . 8.° S. H. 11. Hi CARLO AI.BF.KTO Paiilum Blo>deau i> >vmv; m Memoire sin- les institutions politicoes, administralivcs, militaires et legislatives des Colonies knglaises dans les differentes parties du globe ; par M. le V." de Santarem. Premiere, partie. Paris , 1840, 8.° Analyse du Journal tie la navigation de la floltc cpiii est allee a la terre du Bre'sil en i53o-i53a, par Pedro Lopes dc Sousa , publico pour la premiere fbis ;i Lisbonne par M. De Varnhaghen ; par M. le \ .'* de Santarem. Paris, i84o, 8." Memoire sor les connaissances scicntili fig. mo Fisica de'eorpi ponderabili , ossia Trattato della eost.ituzione generale ill- corpi; del Cavaliere Aincdco Avogadro. Tom. Ill c TV. Torino, Staiuperia Rcalc , 1 840-1 84 1 , 2 grossi vol., 8.", fig. 110m Paleontologie Francaise. Description zoologiquc et geologique dc tous les animaux mollnsques et rayormes fossiles de France; par Aleide l)'Orbigii\. De la livraison a3.c a la 3f).c ■ — Terrains jurassiques. Li- vraison 1.' Paris, Cosson , 1841-1843, 8." Opera del Marohese \ntonio Mazzarosa. Tomo I. Lucca, Giusti, 184 1 • 1 x nl . 1 2." '. DegK ultimi progressi della Geografia , sunto letlo pel Conte Cava- liere Jacopo Graeberg da Hemso i di 18 e 29 sellembre. 1840 , nella ■ezione di (icologia, Mineralogia e (ieografia della 1.' riunione degli Scieniiftti llaliani Knula in Torino. Milano, Bernardoni , 1841 , 8." Delia Eletlrotipia , mernoric di Francesco '/.aiitcdcsrhi. \eixzia, An- tonelli, 1 84 1 , 4-% con 5 tavole clettroti|>iclic. Nuovi processi operatorii e piu riflessioni istoriche sulla circolazionc del sangue; del Professore Luigi Gitladini. Firenzc , Slamperia Pezzati , i8/ti , 8.", fig. Documents historiqucs inedils , tires des collections manuscrites de la Bibliotheque Royale , ct des Archives ou des Bibliotheques des De- parleiuents ; publies par M. Champollion Figeac. Tome I.rr Paris, Didot, 1 84 1, i vol. 5 4." Charles latines, francaises , et en langue romane meridionals, pu- bliees pour I'Ecole Royale des Chartes, et pour faire suite a la Collec- tion des chartes et manuscrits snr Papyrus. 4-e et 5.1" fascicule. Paris , Didot , 1 84 1 , fol. Osscrvazioni sulle larve , ninfe ed abitudini della Scolia flavifrons, lette in Pisa alia sezione di Zoologia della prima Riunione degli Scien- ziati Italiani il 4 ottobre i83g, e continuazione di esse nell'estate del 1840; di Carlo Passerini. Pisa, Nistri, 1840, 4°> fig- Osservazioni sopra due insetti nocivi : il Lytta iTn>rMii Jetlit .Xerm.wttita De •" vl most Fl. SrCRETERIt ni StATO rr.R i.li Arrtni l\ rmM Roi mo V M INI In' H\nni sw p /.-I! [Aanibale) Apcrcu Bar la nature et les proprietes medicinalcs des eaux mine'rales ile Challes en Savoie ; par le Docteur Domenget. Chambery , Puthod , 184 1, S.' Rapport fait a la Societe d'encouragemcnt pour l'industrie nationale, par M. Bussy, au nom du Comite des Arts Chimiques , sur l'indigo eotxait da Polygonum tinctorium , par M. Bebert , a Chambery. Paris, Bouchard-IIuzard , 1841 , '/, ^°S'- Mcmoires de la Societe des Antiquaires de Normandie. 2.' Serie. r.rr volume. Annecs 183;, i838 et i83g. Caen, Hardel , 1840, i vol., Annuaire des cinq De'parlcnients de l'ancienne Normandie, publie pat I* Association Normandc. Septiemc annee. Caen, Le Roy, 1840 , 1 vol. , 8.° Seances generates tenues en i84o par la Societe Francaise pour la conservation des monuments liistoriques. Caen , Hardel, 1841 , 1 vol., Relazione a S. M. sulla situazione degli Istituti di Carita e di Bene- ficenza dopo l'Editto del 24 dicembre i836. Torino, Stamperia Reale , 1 84 1 , 1 vol. , 4.0 Rapport sur les fouillcs d'anliquites qui ont ete faites a Aix dans les premiers mois de i84i ; In a la Seance du 20 juin de la Commis- sion il 'Archeologie d'Aix ; par M. Rouard. Aix, Nicot et Aubin , 1 84 1 , J • fi" -i- I "»• Biografia del Colonncllo Caccianino , scrilta dal Cav. Camillo \ acani. Milano , Bianclu , t84i , 8.° Storia della Lettcratura in Danimarca e in Svezia , di S. Marmier ; traduzione del Cav. Filippo De' Bardi. Firenze, Piatti, 1841 , 2 vol., 8° Cenni intomo alia formazione della Carta topografica degli Stati di S. M. il Re di Sardegna in Terraferma ; opera del R. Corpo di Statd Maggiore Generate. Torino, Fonlana, 1 84 » > 1 vol., 4-° Carta degli Stati di Sua Maesta Sarda in Terraferma ; opera del Heal Corpo di Stato Maggiore Generate, incisa e pubblicala l'anno 1 8-1 1 . 1 foglio. Qnadro d'unionc della Carta degli Stati di S. M. Sarda in Terra- ferma alia scala di a5o.ooo . 'L di foglio. Lcs Alpes historiques; par Leon Me'nabrea. Premiere etude: Mont- melian et les Alpes. Chambery , Puthotl, 1 84 • , ' vol., 8." Cenni Statistic! sopra il Rirovero di mendicila di Torino nell anno 1 84 1 , raccolti d'ordine della Dirczionc pcrmanente daH'Amministratorp Segrctario , Dottore De Rolandis. Torino, Fontana, i84i , 8.° Storia della Monarchia di Savoia ; di Luigi Cibrario. Tomo 2." Torino, Fontana, 1 8 4 1 > 1 vol., 8.° Memoire sur les signes employes par les ancicns Egyptiens a la no- lation des divisions du temps dans leurs trois syslemes d'ecriture; par M. Champollion lc jeunc. Paris, Imprimerie Royale , 1S41, 1 vol., 4-° Memoire snr le travail du fourneau a revcrbere a double sole; par M. Replat. Paris, 1841, 8.°, fig. Transactions of the American Philosophical Society , held at Phila- delphia , for promoting useful knowledge. New series. Vol. VII. Part. III. Philadelphia, 1 84 1 , 4-°> fig- Proceedings of the American Philosophical Society, vol. II. N.° 17 and 18. Philadelphia, 1841 , 8." Atti dell' Accademia delle Scienze di Siena detta de' Fisiocritici. Tom. X. Parte prima: Scienze Fisiche. Siena, Porri , 1841, 1 vol., 4-° Sulla conducibilita del vetro per relettricila, osservazioni del Dottor E. Basevi. Pisa, Nistri , 1841, 8." Sulla necessita della istituzione delle scuole speciali di mineralogia e mineralurgia in Italia ; Memoria letta alia sezione di Mineralogia nella terztt Riunione degli Scienziati Italiani da Vincenzo Barelli. Firenze, coi lipi della Galileiana , 1841 , 8.° Delia origine , progressi e stato del Museo d'anatomia fisiologica e palologira umano-comparata dell' I. R. Universita di Pisa, all'epoca del |)iimo Congresso degli Scienziati Italiani l'anno i83g; Storia del Dott. Filippo Civinini. Pisa, i84i, 8.° Elogio di Leonardo da Vinci, letto alia presenza delle LL. AA. II. e RR. il Granduca e la Granduchessa di Toscana in un trattcnimento lellerario offerto il di 18 settembre 1841 , dagli Alunni delle Scuole Pie agli uomini celebri per la scienza riunili in Firenze. Firenze , 184 1 , 8.° Continuazione delle osservazioni nell'anno 1841 sulle larve di Scolia /lavifrnns , lette in Firenze il 23 settembre 1 84 1 alia sezione di Zoologia Min>bbea (Leone) De Rolandis (ilBRtRIO ^.H^MPOLLIO^- ^'IGE^^. RErL\T Son. Filosofi<:». American* di Filadelfia Accademia DE' Fisiocritici di Sicntt Basem Barelli Ciwnim Gatteschi Passerini (111 u-i/.o Congresso degli Scienziati Italiani da Carlo Passerini. Firenze, IV/./.ali, iS'(i , .\:\ fig. Nolizie sulla moll ijilicaziom- in Firenze ncgli anni 1837, 1 838 , i83o iltlluict-llo Americano Paroaria cucullata , eliiamato volgarmente Car- dinal- , lotto in Pisa alia se/.imie di Zoologia della i.a riuniono degli S.ienziati Italiani, il 7 ollobro 1889, da Carlo Passerini. Firenze, Pez- zali , 18 j 1 , fol. , (ig. Cast* I'.sereita/.ioni Aeeadcmiclie degli Vspiranti Naturalisti diretti dal Dottor (). C. Costa, esposte in adnnanza speeiale il di 2 giugno 1839. Napoli, Azzolino e Conipagno, i83g, 8.°, fig. Fseivitazioni Aeeadeiniolie degli Aspiranli Naturalisti, ovvero raccolta di Memorie dell'Accademia di tal nome, fondaia e diretta dal Dottore (). G. Costa. Vol. II. Parte I. Napoli, Azzolino e Conipagno, 1840, 8.°, eon allanle di sei lavole. Discorso pronunziato nella solenne e pubbliea adnnanza dellAccade- mia dedi Aspiranli Naturalisti dal Fondalore e Direltore della medesima, il to gennaio 1841 nella Chiesa di S. Monaca in S. Giovanni a Carbo- nara. Napoli, Azzolino c Conipagno, i84i , 8." NAM us Giornale per servire ai progressi della Patologia e della Terapeutica. Paso.' | a-45. Yenczia , Andreola, 1841 , 8.° N,r.Cr. Nuove osservazioni anatomiche sul sistema eutanco e snllo scheletro del Prottostego ; del Dott. Gio. Domenico Nardo. Padova , Sicea , 1840 , 4-' Annotazioni medico-pratiche sull' ntilita dell aeido ossalieo nolle in- liainmazioni della bocca , delle fauei , e del tubo gastro-enlerico , del Dott. Gio. Domenico Nardo. Yenezia, 1841, 8." Prospetto analitico delle diflerenti condizioni elie possono ingenerare fenonioni di niutata relazione fra i Ire apparati vitali, cioe gastrieo, generativo ed enccfalico, ece. ; del Dott. Gio. Domenico Nardo. '/* fogl. Nuovo mode di rendere inaggiorniente utili i bagni di mare, e piu iliieaoo luso interno dell'aoqua marina , speeialinente nelle malattie scro- folose. ' : fogl. , 8.° it knnuaire madnetiqne el meteorologique du Corps des lngeuieurs des mines do Russic, ou Honied d observations magnetiques et meteorolo- giqoes fades dans I etendiie do IKmpire de Ilussic , et publiees par ordre de S, M. k'Emperenr Nicolas I., sous les auspices de AJ. le Comte XXV Cancrine, par A. T. Kupfer. Amices 1838-18.39. Saint-Pe'icrsljourg, 1S40- 1841 , 2 vol., 4." Bulletin de la Societe Impe'riale ties Naturalist es de Moscou. Annee i84o. N." i-4, et annee 1841. N.° 1 , 8." Delia coltura sociale, e del contribuire delle cognizioni naturali alia medesima , mediante 1' insegnamento della storia naturale generate. Di- scorsi e Proposte. Pavia, Bizzoni , 1 84 1 ■> 8.° Flora Italica, sislens plantas in Italia et in instills circumstanlibus sponte nascentes , auctore Docl. Antonio Berlolonio. Vol. IV. LSononiar, typis Richardi Masii , i83g, 1 vol., 8." Notizie sulle isole Linosa, Lampione e Lampedusa, e descrizione di una nuova specie di Stapelia die trovasi in (piesta ultima ; del Cav. D. Giovanni Gussone. Napoli , i832 , ^.", fig. Prospelto clinico dell' Ospcdale Maggiore dell' Ordine Mauriziano nel bienuio 1 839-1840, per Carlo Francesco Bellingeri. Torino, Cassone e Marzorati, i84i, 1 vol., 8.° Elementi di filosofia naturale, o considerazioni sulle verita primitive fondamentali della chimica , dell' ottica , della meceanica , e intorno ai principii apodittici della matematica; del Dottor Agatino Longo. Napoli, 1841, 1 vol. , 8.° Storia ecclesiastica di Sardegna; dell'Avvocato Pietro Martini. Vol. 2." dispensa 3.% vol. 3.° dispense i.a 2." e 3.a Cagliari, Stamperia Reale , 1 84 1- 1 842, 8." Congresso scientifico di Lione, e materie trattate nella sezione di Medicina. Relazione del Dott. Bernardino Bertini. Torino , Cassone e Marzorati, 1841 , 8.° Catalog! librorum manuscriptoruin , qui in bibliotheeis Galliae, Hel- vetiae, Belgii, Brilanniae M. , Hispaniae , Lusitaniae asservantur , nunc primum editi a D. Gustavo Haenel. Lipsiae, i83o, 1 vol., 4-" Memoires et documents publi.es par la Societe d'llistoire et d'Ar- che'ologie de Gcne>e. Tom. I.'1 Geneve, 184 1 , 1 vol., 8." Della economia politica del medio evo ; del Cav. L. Cibrario. 2.da edizione. Vol. I.0 Torino, Fontana , 1841 , n.1' The Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain and Ireland. N olume the sixth. London, 1841 , r vol., 8." Transactions of the Geological Society of London. 2.'1 Scries. Vol. V[. Part the first. London, 1841 , 4- "7 "g- Sep.ie II. Tom. IV. 4 Societa' Impebiai.e mi Natobausti ili Mosca Brugnatelli Bebtomim Gussone BellinGEKI Longo Martini Bertim Haenel Societa' di Sjobix e d'Ajlchbologi \ di GineiTu Cibrario RealeSoc.Asutii v di Lunitra Soc. Geologica tli Lnmlrn Vn i"in Him i Soi ii r \ d\ LonJrii K.iwll \*» Soon rv ITALIAKA nfl.l.l S( II M i \\ \\\t l.r.HEo Tavole cronologiche c sincrone della Stbria Fiorentina; compilate da Ufredo Reumont Firenze, Pietro Vieusseixx editore, tipografia Galile- iana , iS j i . i vol. , 4-" Philosophical Transactions of the Royal Society of London. For the year iS.ji. Part. 1-11. London , 1 84 1 , vol. 4-") fig. Proceedings of the R. Society of London. N.° 4f)"5o , 1 8/( 1 , 8.° additional note on the contraction of voluntary muscle in the living body ; by William Bowman. (From the Philusoph. Transactions. Part J. for 1 84 ' )- London, 1841, 4-"> %• Mcinoiic. di Malcinatica e di Fisica della Sociela Italiana delle Scien/.e residenlc in Modena. Toino XXI I. Parte Fisica. Modena, dai lipi della R. D. Camera , 1841, 4.0, fig. Elogio slorico del Conte Giovanni Paradisi, scritto da Antonio Lom- bards ( Estr. dal Tom. XXII delle Mcmorie della Societa Italiana delle Sciense residente in Modena), 4-° Traite pratique sur les maladies des organes genito-urinaires ; par le Doeteur Civialc Troisicmc et derniere partie: maladies du corps de la iressie. Paris, Renouard, 1842, 1 vol., 8." Iscri/.ione latina pei funerali di Margarita dall'Aglio, vedova Bodoni. Parma, i84', '/» f°s'i°- Exposition des principes de rlie'torique contcnus dans le Gorgias de Platou , ct dans les dialogues sur leloquencc de Feueion; par Antoine- Gaspard Bellin. Lyon, Deleuze, 1 84 1 > 8." Essai dune monographic des organes de la respiration de IWdre des Grustaces isopodes ; par MM." Duvernoy ct Lercboullet. Paris , 1840, 8.", fig. Descriptions ct figures des cereales europe'enncs, tclles que Ofge, Seigle, Ble, Xiviera, Phalaris, Avoiue, Riz, Millet, Mais etc.; par N. C. Seringe. 2.dc (Edition , i."'; livraison. Lyon, Barret, 184 1 > 4-°> %• Le petit agriculteur, ou Traite ehimentaire d' agriculture , par N. G. Seringe. Lyon, 1 S4 1 , 1 vol., 18.° l)is fonctions ct des maladies nervcuscs dans leurs rapports avec I'rducation sociale ct privee , morale et physique etc. ; par le Doeteur Cerise. Paris, Foamier, 1842, t vol., 8.° Sur la presence de liode dans les eaux d'Aix en Savoie , en reponse j M. Savoyc ; par Joseph Bonjean. Lyon, Deleuze, 1 84 1 j 8." xxvn MiMiioircs de la Societe Royale Acade'miquc ile Savoic. Tom. X.' (lliambery, Pulliod , 1 84 1 » i vol., 8.°, fig. Programme do suiet de prix propose par la Societe Royale cles An- tiquaires de France , pour l'anncc 1842, '/« f°g'-> 8." De la Creation. Essai sur I'origine ct la progression des etres; par M. Boucher de Perthes. Abbeville, Boulanger, i838-i84 x , 5 vol., 12.° Allocu/.ione simposiea agli Accadcmici d'Alba, nel giorno xv novein- bre MPCCCXLi ; del Marchese Felice di San Tomniaso , Preside di qiiel- I'Accademia. Alba, Chiantore e Sansoldi, 8.° De laudibus Caroli Alberti, Sardiniae Regis, Oratio habita in Regio Taurincnsi Athcnaeo prid. 11011. novcnibrcs an. mdcccxlI, a Thoma Val- laurio. Taurini, typis Chirii et Minae, 1841 , 8." Description liislorique , tlieorique et pratique de l'opktalmie puru- lente observce de i835 a i83g dans l'hopifal militaire de Saint-Pe'ters- bourg; par Pierre Florio. Paris, Guiraudet et Jouaust , 1841, 1 vol., 8.", fig. Trattato di Architettura civile e niilitarc, di Francesco di Giorgio Martini , Architetto Senesc del secolo XV, ora per la prima volta pub- blicato per enra del Cavaliere Cesare Saluzzo, con dissertazioni e note per servire alia storia militare Italiana. Torino, Chirio e Mina , 1841, 2 vol. , 4-"j con Atlante , fol. Storia di Mose Corenese; versione italiana, illustrata dai Monaci Armeni Mechitaristi , ritoccata quanto alio stile, da N. Tommaseo. Ve- uezia, Tipogr. Armena di S. Lazzaro , 1841 , 1 vol., 8.° Corso di Chimica generale; del Padre Oltavio Ferrario. Tomo V. Milano, Pirola , 1841 , 8.° Proposla di una utile applicazione dellAreostatica. Livorno , 1 84 1 > '/, di fogl., 8.° Comple rendu des travaux de l'Acadeniie Royale des Sciences, Belles- Lettres et Arts de Lyon, pendant Tanne'e 1840; lu dans la Seance pu- bliquc du a5 jniu 1841, par M. J. Soulacroix. Lyon, Boitel, 184 1 , 8.° Notice historiquc sur la vie ct les outrages de M. Daunou , par M. le Baron Walckenaer. Lue a la Seance publique de l'Acadeiiiie Royale des Inscriptions et Belles- Lettres de llnstitut Royal de France, du 3i juillet 1841 , 4.0 Abhandlungen der Koenigliclien Akademie der Wissenschaftcn zu Berlin. Aus dem Jahre i83a. Dritter und Vierter Theils. Ueber die ftr Khz Sim 11 1 \' Ai i:\lil.Mlr \ di Am'oiVi I'. S(li I LTV DEGL1 Amiiivii:i di frrttm nt Bow 111 B 11. Pertbei Hi S\n Tobimaso Vallai r.l KI.ORHI Saluzzo (Cesare) Fekrmiio MODIGLIAM SOULAOBOIX Waeckenieh Vec urr.Mlv Re»LE DELLE SCIENZF. di Bcrtino \WIII Kavvi'Sprache anf der [use! lava, aebst cincr Einleiiung iiber die Ver- schiedenheit tits menschlichen Sprachbaues und ihren Einfluss auf die otistige Entwickelung des Menschengeschlechts von Wilhehn von Hum- boldt. Zveiter und Dritter Bands. Berlin, i838-i83g, 2 vol., 4-" Vbhandluugen der Koniglichen Akademie der Wissenschaften 7.11 Berlin, Las dem Iahre i838. Berlin, 1839, 1 vol., 4"; fig- Bericht iiber die zur Bekanntmacbnng geeigneten Verhandlungen der KdnigL IVeuss. Akademie der Wissenschaften zu Berlin, im Monal Iuli i83g nnil 29 lunius 1840, 8." Preisfrage der plrysikaliscb-mathematischen Klasse der Koniglich- Preussischen Uudemie der Wissenschaften fiir das lain- 1842 und ,844, 8.' Am)1,hm Due appendici al seeondo volume delle opere di Giacinto Andriani iotitolato : Dubbii apposti allc grandi eta geologiche, ecc. Napoli , Tra- mater, 1 84 1 , 8." lurcM.i The ninth Bridgewater Treatise. A fragment by Charles Babbage. Second edition. London. Clav, i838, 1 vol., 8.° Cbevkai La vie de Saint Pierre II, Archeveque de Tarentaise; par M. l'Abbe Chevray. Baume , Simon, 1841 , 1 vol., 8." Vuxbio Interrogazioni proposte da Lorenzo Valerio a chi frit end e visilare le manifatture. Torino , 1841 , 8." LtDom Fables de J. C. F. Laclouccllc. Seconde edition, revue et auginentee. Paris, Bruneau , 1842, 1 vol., 8.° k\rt De amphihiorum hepate, liene ac pancreate , observationes zooto- mieae. Dissertatio inauguralis ipiani pro gradu doctorali medicinae, chi- rurgiac . et artis obstetriciae , in literarum Universitate Alberto-Ludn- viciana oblinendo scripserunt J. Brotz et C. A. Wagenmann. Friburgi Brisgoiorum , Wagner, i838 , 4") fig- Sacra natalitia Principis augustissimi el potentisshni Leopoldi, Magni Badarum Ducis, Rectoris Academiae Alberto-Ludovicianae magnificen- li^sniii . in ante diem 11 calendas septembres pie et sollemniter cele- branda indicil D. Frid. Sigism. Leuckart. Insunt de zoophytis coralliis, ei specialist] de genere Fungia observationes zoologicae. Friburgi Brisi- gavornm . (iroos, x84i, 4-°? fig- Zoologische Bruchstiicke ; von Friedricfa Sigismund Leuckart. Slutt- garl . 18 J 1 . \. . Gg. I ntersuchungen iiber %• Untersuchungeu aber die lusseren kicmen der Embrvoncm von Rochen und Hayen etc. von D. Friedrich Sigismund Leuckart. Stutt- gart , 1 836 , 8.°, fig. Sur mi Thermo-Baroinetrc portatif, apneumatique , avec curseur iconique , instrument qui dispense ile tenir compte de la temperature du nicreure dans les observations barometriques, et qui est eniineinreent portatif; par M. J. Porro ( Extr. du Tom. XYI1I des Annates des mines). Paris, 8.° Bulletin dc la Sociele Imperiale des Naturalistes de Moscou. Annee i84i, N.° 2. Moscou, Semen, 1841, 8.°, fig. Novi Commentarii Academiae Scienliarum Instituti Bonouicnsis. Tomus quartus. Bononiae, 1840, 4-°j> fig- Opere edite ed inedite del Professore Luigi Galvani, raccolte e pub- blicate per cura dell'Accademia delle Scienze dell' Islituto di Bologna. Bologna , Emidio dall'Olmo, 1 841 > i vol., 4-°> fig- Specimen Bryologiae Romanae; auctore Elisabetha Fiorini-Mazzanti. Romae , Puccinelli , 184 1 , 1 vol., 8." Carta corografica fisica degli Stati Sardi in terraferma , dedicata a S. S. R. M. Carlo Alberto dal Capitano G. Luigi De Bartolomeis. Torino , i84' , 1 fogl. Monete dei Reali di Savoia, edite ed illustrate da Domenico Proinis, Bibliolecario e Conservatore del medagliere di S. M. Torino , Cliirio e Mina , 1 84 1 , 2 vol. , 4-% fig- Programma quaestionura ab Instituti Regii Belgici Classe tertia pro- positarum in conventu publico habito Amstelodami die \vi Mi deeeinbris anni 1 S4T • 7* fog'-? 4" Recbercb.es sur les Dendrophores et sur les corporations romaines en general , pour servir a ['explication d'un bas-relief trouve a Bor- drauv ; par J. Rabanis. Bordeaux, Faye , i84' ? 8.", fig. Hisloire physique, politique el naturelle de file de Cuba; par M. Ramon de la Sagra. Foraminifcirs , par Alcide d Orbigny. Paris, i83q, 1 vol., 8.°, avec Atlas, fob Discorso sopra alcnni Stabilimenti e miglioramenti agrarii , lello ila A. Coppi neirAceademia Tiborina il a5 novembre 184 « - Roma, Sal- v'nicci , 1842 , 8." Porro SoniETA' IMPERIU.E DEI NaTLRALISTI di Mbsca ISTITETO di Bologna Fjgrim-Mazzvnti De BARTOLOMr^ Pbomis IsTITLTO di Amsterdam Michel ( Francisque ) D' Ordit.m Coppi \\\ Dioldo Inni di S. Ambrogio, raccolti , Irailolli cd illustrali da Giuseppe Berta . con an discorso preliminare intorno alia poesia Cristiana. Milano, Borroni e Sootti, i8.|i, i vol., 8." Descrizione dcgli Scudi posseduti dal Banchiere Ambrogio Uboldo. Milano, Brambilla e Compagnia, i83q, in-fol. , fig. Descruione dcgli Klmi posseduti da Ambrogio Uboldo. Milano, Crespi, iS.j i . in-fol. , fig. vn.i > I'rjtriii > Dispositio systematica conchyliarutn terrestrium et fluviatilium quae adservantur in collectione (Valium Ant. et Jo. Bapt. "S ilia. Mediolani, Borroni et Scotti , i84« , 8." De Si im Kitah Wafayal \l \iyan. Vies des homines illustres de l'lslamisme, rn arabe . par Ibn Khallikau; publie'cs par le Baron j\lac Guckin de Slano. Tom. I. Parties II et V. Paris, Didot, t838-i84o, 2 cahiers, 4-° rvr.t m-oi.i Sulla Botanica in Italia e sulla necessita di formare un erbario ge- aerale in Firenze . discorso diretto ai Botanici radunati nel terzo Con- gresso italiano da Filippo Parlatore. Parigi , De Lacombe , 184 1, 8." Borri Relation dun voyage dans l'Yemen , cnlrepris en 1837 pour le Museum d hisloire naturelle de Paris , par Paul-Einile Botla. Paris , Dondey-Dupre , 1 84 1 , 8." Wmi ki\,. Mcmnire sur unc nouvclle et trcs-avantageuse construction des i-liemins en fer; par le Chev. de Wiebcking. Munich, 1842, 4-" Proposition pour un Congres scientificrue compose dlngenieurs et \1cl1ileetes europeens, cscjuissee par le Chev. de Wiebeking. Munich, Wild , 1841 , 8.° Tableau relalif a la longueur et aux de'penses des canaux les plus remarqaables en France; par le Chev. de Wiebeking. Munich, 1842, 7, fogl. , in-fol. ■ v utwu Gelehrte Anzeieen, herausgegeben von Milclicdcrn der K. Bayerischen Akademie der Wissenschaften. Bands 6-1 1. Miinchen, 1 838- 1840, 4-" Ahhaudluugcii der inalhcmalisch-pliysikalischcn Classe der Koniglieh Bayerischen Akademie der Wissenschaften. Band III. Part. I. Miinchen, ■ 8.',o, 4.°, fig. U>handlungen der philosophisch-philolog. Classe der K. Bayerischen Akademie der Wissenschaften. Band II. Part. II-III, Band. III. Part. I. Munchen , i83o , e 1840, /\.°, fig- Gbiohm Sulla dottrina del Profcssore Giacomini intorno all' azione iposteniz- /autc enterica dei purganti drastici ; discorso diretto alia sczione Medica TW1 del terzo Congresso Italiano tlal Cavaliere Lorenzo Ghiglini. Genova , Ferrando, 1 8 4 a , 8.° Sulla cancrena contagiosa o nosocomialc, con alcnni cenni sopra una Rihkm risipola contagiosa; del Dottore Alessandro Riberi. Torino, Bianco, i83o, i vol. , 8.° Dei seni c dclle fislolc in genere , e delle principal] malattie delle vie lagrimali , colic operazioni ehc le ragguardano ; di Alessandro Riberi. Vol. I. Torino, Tipogr. Reale , i83a, 8.° Elementi di tcrapeutica opcraliva ragguardanti allc aroputazioni , rc- secazioni degli ossi e trapanazioni, per nso della scnola; del Professore Alessandro Riberi. Torino, Stamperia Reale, i833, i vol., 8.° Trallato di Blefarottalmo-terapia operativa ; del Dottore Alessandro Riberi. Torino, Favale , i836, i vol. , 8.° Orchiectomia ; valore comparativo delle sue varie pratiche ; alciine inodificazioni alia nuova pratica; osservazioni di lilotrissia ; del Cavaliere Prof. Alessandro Riberi. Torino , Cassone , Marzorati c Vercellotti, i838, i vol. , 8.° Osservazioni medieo-chirurgiclie ; del Cav. Prof. Alessandro Riberi. Torino , Fonlana , i vol. , 8.° Caso di rino-gcno-cheiloplastica , eon alcnni cenni storico-pratici in- torno all'autoplastica , ed all'autoplaslia; del Cav. Prof. Alessandro Riberi. Torino , Fontana , i vol. , 8.° Osservazioni clnrurgiche ; del Prof. Cav. Alessandro Riberi. Torino, Fontana, 1 84 1 > i vol. , 8.° Modificazioni all'operazione del fimosi; sinizesi impeifetta con pseudo- calaratta , guarita col taglio dell' iride ; una modificazione alia cheilo- |>lastia; del Cav. Prof. Alessandro Riberi. Torino, Cassone e Marzorati , 1842, 8.° Synopsis methodica animalium invertcbralorum Pedeniontii fossilium; Sismokda [Eogenio] auctore Eugenio Sismonda. Augustae Taurinorum, typis Regiis, 1842, 8.° De 1' application de la ventilation force'e au\ Magnaneries , par M. n'Ar.rrr D'Arcet. Paris, Bouchard-Hazard, 1841, 8.°, fig. Note sur l'cmjdoi continu et regulier de la Gelatine , pendant onze annees, dans le regime alimentaire de I'Hopital Saint-Louis; suivie ! CBI Lm OUi ! rn I mi i.i.i rn M(l III IT • 'nRpri.T:in • l(H«lr.-PlRl. i • vol., fol. , fig. II progresso italiano nella scienza del Drilto ; discorso deH'Awocato Leonardo Porta. 8.° Regolamento per la Societa Medico-Cbirurgica di Torino, approvata da S. M. in odienza del 5 febbraio 1842. Torino, Cassone c Marzorali, 1S.J3 , 8." Cenni sul progetto delia strada ferrata Ligure-Piemontese. 8.", con una carta. Scoperta. Scintilla elettrica ottenuta ilal caffe e da altri semi ; lettera del Doll. Ferdinando Elice ; pnbblicata da C. Dentone. Genova , 1842, ' . di fogl. , 8." Sulla sapienza dell' Orienle ; saggi morali di Girolamo Matlirolo. Milauo , Giuditta Pouiardi-Pogliani , 1 84 1 > ' vol., 8." Qnadro politico d'antica isloria; del Dottore in lcgge Gristoi'oro Negri. Milauo, Bernardoni, 1842, 8." Umuaire de la Societe Pliilotechnitrue. Tom. 5."'", annee 1842. Paris, Bruneau , 1842 , 16.0 Eliseo . storico Armeno del V secolo ; versione del Prete Giuseppe GappeHetti. Yenezia , Alvisopoli , 1840, 1 vol., 8." Mose Corenese , storico Armeno del V secolo ; versione del Prete Giuseppe Cappelletti. Yenezia, Autonelli , 1841, Fasc. i-5, 8." Dceouvertes dans la Troade. Dissertations sur les monuments de la plains de Troic ct la position de celte ville , etc. Extr. des Mereoires de A. F. Mauduil. Paris, Ditlot , i84o , 1 vol., 4-" Essai sur les glaciers et sur les terrains erratiques ilu bassin du Khoue ; par Jean dc Charpentier. Lausanne, Ducloux , 1841 , 1 vol , 8.", fig. Geschichte tier Ilehane, das ist tier Mongolen in Persien; von Haminer- PurgstalL Erster Band. Darmstadt, Leske, 1842, 1 vol., 8.° Handscbriften ( strabisclic , Persische, Tiirkiscfte) Hammcr-PurgstaU's. U1.11. (.mil, I. [84o, 1 vol.. 8." Plantae novae vel minus notae, opuscuKs diversis olim descriptae , XXXIII gencribus cruibusdam spcciebuscpie nous adiectis , itcrum recognitae ; auciore Philippe Parlatorc. Parisiis , Gidc , 1842, 8." Observations made at I he magnetic observatories of Toronto in Canada, Trevandrum in the east Indies, and St. Helena, during a remarkable magnetic disturbance on the 25 th. and 26 th. of September 1 84 1 . London, Richard and Taylor, 18 ji , 8.", fig. Elettricita ottenuta da paracrine sostanze , lettera del sig. Dottore Perdinando Elice, pnbblwata da Costantmo Dentone. Geneva i84a 7, di fogl., 8." Saggi di natural! esperienze fatte nell'Accademia del Cimento. Terza cdi/ione Fiorenlina, preccduta da notizic stonche dell'Accademia stessa, <■ seguitata da aleune aggiunte , del Cav. Vincenzo Antinori. Firenze ,' Tipografia Galileiana, 1841 , 1 vol., 4.", fig. Resume des observations sur la incteorologie , sur 1c magneiisme , sue les temperatures de la terra , sur la floraison des planter, etc' kites a rObservaloire Royal de Bruxelles en 1840, par A. Quetelel! (Kvtr. du Tom. XIV. des Mem. dc I'Jcademie Royah de Bruxelles). Bruxelles, 1841 , 4." Memoires conronnes par 1' Academic Roy ale des Sciences et Belles- Lettres dc Bruxelles. Tom. XIV. 3.'°" partie, Tom. XV. ,.■""• partie. Bnivellrs , Hayez, 184 1 , 2 vol., 4." fig. No.neaux Memoires de 1: Academic Royale des Sciences ct Belles- Lettres de Bruxelles. Torn. XIII-XIV. Bruxelles, Hayez, 1841, 2 vol., 4.", fig. Raccolta di Omelie , Nojaficazioni e Lcttere Pastorali di S. E. Rev."" il Cardinale Placido Maria Tadini , Arcivescovo di Geneva. Val IT. Genova , Tipogr. Arcivescovile , 1841 , 8." I'clla autorita giudiciaria ; di Fcderigo Sclopis. Torino, Foulana , 18 j:' , 1 vol. , 12." Dcscrizione e disegni del palazzo dei Magistrati Suprcmi di Torino, precednta da aleuni cenni gtorici ; dclt' Arciitetto Idraulico e Civile [gnazio Michcla. Tipogr. Chirio e Mina , 1841 , , vol., in-fol. fig. Memoria sullVigine e sullo sviluppo del progetlo di condurre acqua potabile daJ Conlinente a Veneaa ; dell' Architctto Idraulico e Civile 1 gnazio Michcla. Presentata coi rclativi disegni, e letta in compendio alia sezione di Fisica e Matemalica del tcrzo Congresso degli Scier.ziati Italian! a Firenze il 23 settcmbre .84'. Torino, Zecchi e Bona, ,842, 1 vol., 4.°, (ig. Seme If. Tom. IV. Elice Aktirobi QOETELET AfXADEMIV Rr.U.h UELLE Sr.IENZE e Belle-Lhttebe di Brussvllc-. T MUM Scions Michel* VllllMM in i;im.i\. I 1 S\HR\i (•"I > luiitn » BiBTOLor 1 1 C«v»\ w FU»i>i C:TT\' M ToMMl : IlII WXIV / Memorie ill fisica sperimentale 3 scritte dopo il i836 da Stefano Ma- rianini. Anno quarto, iS/jo. Modena , R. Tipografia Camcrale , 184 1 , i toL , 8." Description des tombeaux de Bel- Air, pies Chescaux sur Lausanne, par Frederic Crayon. Lausanne, Ducloux, 18/11, 4"> fig- Canne Tuico , eon imita/.ione in versi italiani di Feliee Romani; anaaggio offerto da Romnaldo Tecco a S. A. R. Viltorio Einanuele, Duca di Savoia, Principe Ereditario di Sardegna, ecc. nella faustissima occor- renza ilelle sue auspicatissimc nozze con S. A. I. e R. Maria Adelaide Arciduchessa d'Ausliia. Torino, litografia Doyen, 1842, fol. BuUettino delTAccademia degli Aspiranti naturalisti. Anno prime. N\* i.°, a.° e 3.° Napoli , Azzolino e Comp., 1842, 8.° Sulla vita di Guala Bicchieri , patrizio Vercellese , Prete Cardinale ili S. Martino ai Monti; cenni storici del Teologo Gioanni Lampugnani. Vercelli, Ibertis , 1842, 1 vol., 8.° Nelle nozze di Sua Altezza Reale il Principe Ereditario Vittorio Ema- nucle, Duca di Savoia , con sua Altezza Imperials e Reale la Serenis- sima Arciduchessa d' Austria Maria Adelaide. La Gcogi'aCa patria; stanze di Davide Bertolotti. Torino, Stamperia Sociale degli Artisti Tipografici, 1842, 8.° Mandemcnt de l'lllustrissime et Reve'rendissime Evecpie de Pignerol, prescrivant des prieres pour le mariage de S. A. R. Monseigneur le Due de Savoic, et pour Imposition du Saint Suaire. Turin, Fontana, 1842, 4.0 Per le Reali nozze in Torino l'aprile del 1842 ; versi di Giovanni Rosini. Torino, Fontana, 1842 , fol. Ai Reali Sposi, Omaggio della Citla di Torino. 1842. Ode di Silvio Pellico. Torino, Botta, 1842, 8.° Torino csultante; Carme di Felice Romani, nelle faustissime nozze di S. A. R. Vittorio Einanuele, Duca di Savoia, con S. A. I. e R. Maria Adelaide, Arciduchessa d' Austria. Torino. Botta, 1842, 8.° Nouveau catalogue des principales apparitions d'etoiles filantes, par A. Quetclet. (Extr. du Tom. XV des Mcmoires de t AcaiUmie Rqyale tie Bruxelles), \.°, fig. Annuaire de l'Observatoire Royal de Bruxelles, par A. Quetelet. 1842. 9.' annee. Bruxelles, Ilaycz, 1841, 16.0 \11nuaire de TAcademie Royale des Sciences et Belles-Lettres de Bruxelles. 8.' annee. Bruxelles, Hayez , 1842, 16.° Tableaux analytiques des mineraux et des roches, par A. H. Dumont. dimo:\t BruxelleSj llayez , i83g, 4-° Memoire sur les terrains iriasiquc cl jurassiquc de la province do Luxembourg , par A. II. Diunont. ( Exlr. du Tom. XV des Mcmoires de V Academic liajule de Bruxelles ), 4-° Rapports sur les travaux dc la carle geologiquc de la Belgique , pendant les anuees 1 838 , i83g, i84o cl 1841; par A. II. Dumont. ( Exlr. des Tomes V. VI. VII et VIII des Bulletins de V Academic Rojale de Bruxelles), 8.°, avee cartes. Specimen historico-iuridicum inaugurate, de origine iuris municipalis Vesmi Frisici , quo pro gradu docloratus, summisquc in iure romano et ho- dierno honoribus ac privilcgiis in Academia Rheno-Traiectina conse- quendis publico ac solenni examini submittit Johannes Hcnricus Beucker Andreae. Traiecti ad Rhenum. Typogr. Bosch, 1840, i vol., 8." Annali di fisica, chimica e matematiche, col Bollettino dell'industria, lliiacoii meccanica e chimica; diretti dallTngegnere Alessandro Maiocchi (Proemio]. Milano , Guglieluiini e Redaelli, 8.° Rapporto delta Commissione incaricata di far conoscere lo slato ma- nifatturiero della citta di Torino, alia sezione di Agricoltura e Tecno- logia della 2.Ja Riunione degli Scienziati Ilaliani nel seltembre i84o, del Prof. Maiocchi. Milano, Tipogr. de'Classici Italiani , 184 1 , 8." Nuovo Eletlroscopio o struinento per riconoscere le due elettricita nei corpi , del Prof. G. Aless." Maiocchi. Milano, 1 84 • » 8." Nuovo Igrometro, memoria del Prof. G. Alessandro Maiocchi. Milano, .84. , 8.°, fig. Sull'azione chimica del calorico, sperienze di G. A. Maiocchi. Milano, i84i , 8.° Sur l'heureux mariage de S. A. R. le Prince Here'ditaire Victor- Cabeb* Emmanuel, Due de Savoie , avec S. A. I. et R. l'Archiduchesse Marie Adelaide, celebre au Chateau Royal de Stupinis pres de Turin le n avril 1842 ; par le Chev. Louis Durante. Hommage des habitans de la ville de Nice , agree par S. A. R. Turin, Pignetti c Carena, 1S42, 4° Corpus Iuris Romani. Codex Theodosianus , ex manuscriptis Coili- Bicdi di Vesmk cibus et veteribus editionibus, auctior et emendatior, opera et studio Caroli Baudi a Vesme. Fasc. I.s Lib. .-{• Angustae Taurinoium, Canfari, 1 838 . 4." Accroisscment de la collection geographique de la Bibliolhique s Bebthelot \WI Qua > Vicino I'lRTOlM II \ K\«i Mon I IM Di Cbssoi 1 Cost* l.ll LJ . Kl.lTTBir V t.'i Londra MfLLOM Royale cu 1 8 /J i . ( Extr. du Bulletin ii o-l.llir.t BG1I v lit fii'liigii'i Fi sinifRi Societa' K n Obtii.oi.tibv il' Parigi 1-nri to Him > i/f i'yattcut Soc, Gbogbafica dan- nose alia pubblica salute. L'Avvocato Coi.la, deputato col Cav. Car era c col Prof. Lamm , fa relazione intorno a una doinanda di privilegio pi'escnlala al Regio Go- verno dal signor De Mones d'Ei.bouitz , per la introduzionc e vendita nei Regii Stati di un nuovo strnmenlo musicale chiamato Melophone. II Cav. Prof. Angelo Sismonda ripiglia c tormina la leltura , inco- minciala nella preeedentc adunanza, delle sue Osser\'t/:io?ii geologidic sulle Alpi mariUime e sugli Appennini liguri. Sono stampate in questo Volume a pag. 53. 18 aprilc. Si leggono da altrettante Giunte i pareri sulle seguenti scritiure, stale presentate allWccademia : Analisi di un'acqua minerals jerruginosa , delta la Fontana rossa , presso Cfiieri ; del Cliimico-Farmacista sig. Vinccnzo Grisebi (commis- sarii il Cav. Vittorio Michf.lotti e il Prof. Lavini , qucsli rclalore ). Dcllamaro delta Santonica marina ( Artheimsia coerulescens ) , e delta presenxa in essa dell' lodio ; del signer Giovanni Richim (coiii- niissarii il Cav. Amiuadbo c il Prof. Lavini , quegli rclalore ). Synopsis Algarum in mari AdviaVco hucusque col led arum , cui ac- ceduni Mottographia Siphonearum , nee non generates de Algarum vita rt structttra disquisitiones j del Dolt. Giovanni Zanabdini , di Venezia ( commissarii l'Avvocalo Colla c il Cav. Moris , questi rclalore ). Memoires sur les affections nerveuses ; del Dott Gibabd d'Auxerm. f eomuiissarii i Cavalieri Bellikgeri c Moris , quegli rclalore ). La Classc , approvando le proposizioni dclle rispcttivc Giunle , dcli- bera die dclle scritture dei signori Griseri e Righini si faccia onorevolc nii'iizione in cjnesta Notizia slorica , c clic il lavoro monografico del Dott. Zanabiuni sia letto in una dclle prossimc adananzc per esscre stan:- jiaii> oei N olumi Accadcinici. Quanto alia Memoria del sig. Girard d'Auxerre , i Commissarii fanno osservare clic 1'argomcnlo in cssa trallato spetta inlcramcnte alia Me- ilicina pratica , scienza non compresa Ira quelle, di cui l'Accademia si accupa per isliluzione. Propongono quindi, e la Classe approva, die la suddetla Memoria debbasi cousidcrarc come una semplice comunica- zioue , e clic nel ringraziarue 1'Aulorc abbiano i Scgretarii a fargli sen* tire il motive, per cui l'Accademia non ne fa uso ulteriore. II Prof. Lavini comunica alia Classc, in anticipazione di nsaggior la- »oro e air oggetlo di prendei data, i risultali princi])ali e sommarii dclfaiialisi da lui falla della soslanza coloranlc dclla neve rossa, cadula il i- li-bbrain del corrente anno nella vallc di A egczzo , mandamenlo di Saul a Maria Maggiore , provincia delf Ossola. II Car. Moris legge la Memoria algologica del sig. Zakardim , sulla quale In recafo favorcvolc giudizio da lui e dalT Aw. Coi.la nella pre* cedente adunanza. E stampata in qucslo Volume albi pag. io5. \I \ Gli stessi Accademici , I'Avv. Coi.i.a relalore , faimo rapport o intorno a una memoria sulla Gastonia palmata , Roxburg, del Doltore Roberto De Visum , Profcssore di Botanica nell' I. R. Universita di Padova e cnrrispondentc dcll'Accadcmia. Dopo di the , in confonnila della (im- posts dei Commissarii , questa Memoria vien letla ed approvata per hi Stampa. Trovasi a pag. 35^. II Cav. Bei.t.ikceiu eomincia la lettura di una sua raccolta di osscr- vazioni Sulla proporzione dei sessi nolle nascile di varii geticri di mam- miferi e di uccclli. 23 maggio. 11 Cav. Bellingeri conlinua la lettura , cominciala nclla precedente adiinanza. II PxT>f. Lavini , tornando airargoinento gia da lui toccato nell'adu- nauza del 18 aprile, le^gc nna Memoria intitolata : Ricerche sopra una polverc deposilata da una neve di color rosso caduta nolle vallate di P'egezzo. E stampata a pag. 267. II Cav. Moms legge un lavoro del Dott. Giuseppe De Notaris, Pro- fcssore di Botanica a Genova e Menibro nazionale nnn residente del- 1 Acrademia , intitolato Algologiac maris Ligustui specimen. Vedasi a pag. 273. G giugno. II Cav. Bei.mvgeri continua la lettura delle sue Osseivazioni mlla proporzione dei sessi nelle nascile di varii genori di niammiferi c di uccclli. 20 giugno. II Cav. \ ittorio Michelotti, deputalo col Prof. Lamm, fa relatione intorno a una Memoria nianoscrilla dci signori Abbene e Borsarei.i.i . Chimici in Torino, intitolata Del gaz idrogeno antimoniato, antirtioniuno iT idrogeno. II Cav. Bellingeri ripiglia e tcrmina la lettura delle sue OsservazioHi XLVI nulla proporzione dei sessi nelle nascite di vari generi di mammiferi e di uccelli. 11 Prof. Botto leggc , per modo di comunieazionc e ad oggclto di ^render data , un suo lavoro intilolato Experiences sitr les rapports entre faction electrolilique et (induction electromagnetique , suivies de considerations sur t application de I ' electromagnclisme a la mecanique. II Segretario aggiunlo leggc la Notizia slorica dei lavori della Classe nel corso deH'amio 1840. E premessa al Volume III. di quesla Serie. U Cav. Bei.i.ingkiu consegna ai Segretarii un piego sigillato da con- servarsi nell'Arehivio accademico , ehe egli dicliiara essere la Memoria da lui comineiata a leggere nell' adunanza del 2 maggio e terminata in quesla. Rimette inollre ai Segretarii la segucute Nota , che egli chiede cd otliene dalla Classe , che sia inscrila nella presente Notizia storica : « Nelle adunanze dei 2 e 23 maggio , e dei 6 e 20 giugno il Dott. Bellingeri lesse una Memoria intilolata: Raccolta di osservazioni sulla proporzione dei sessi nelle nascite di alcuni generi di mammiferi e di uccelli. Esse si rderiscono a 3 /| r) 4 mdividni di diversi generi e specie di mammiferi, e a 1081 individui di generi e specie diverse di uccelli. II risultato principale di tali osservazioni e , che nelle nascite dei mammiferi erbivori , quali appunto i generi Montone , Capra , Bue , Cavallo, Porehelli d' India, Conigli e Cervi , vi fu coslanteinentc un predominio assoluto di masehi , ma pcro con proporzioni diverse, escluso pero il Cervo comune ed il Daino; nelle nascite delle quali specie \i fu un ragguardevole predominio di feminine ; locche dalf Autore e at- Iribuito alia poligamia per parte dei masehi, ed alia venere Iroppo fre- quent e e broppo ripetuta in breve tempo. Per lo contrario nelle nascite dei mammiferi carnivori, quali il Gatto comune e la \ olpe , vi fu un ragguardevole predominio di fem- inine. Similmenle nelle nascite del Cinjdiiale e della Scrofa vi fu an o predominio di feminine; ed an tale predominio in quanto alia Scrofa viene dal Bei.lingeiu attribuito alia poligamia dei masehi. Quanto alle nascite dcgli uccelli addusse estese osservazioni special- mente sulle nascite della Rondine , e del Passcro reale. Da queste viene ;i risultare che nelle nascite delle Rondhli , the accailono in lutto il de- (im.so dell anno , si ha un predominio di masehi: invece nelle nascite dei Passeri , che occorrono in tulto il decorso dell' anno , si ha un XI. VII ragguardevole predominio di feminine , locehe e attriburto clall' Anion* prineipalmente alia chcostanza , clie il maggior nuincro di tali nidialc vciinc preso nclla citla : per verita nolle nascite della Passe ra mattugia vi fn per lo contrario un ragguardevole predominio di maschi. Nolle nascite di due gencri di nccelli rapaei, quali il Gheppio o I'Assiolo, vi fn una quasi ginsta proporzione dei sessi. Nolle nascite di niolli altri gencri di nccelli, sebbene il loro niuncro sia g'carso , il Beu.inueri osscrvo in tnlli un predominio di maschi ». 11 luglio. 11 Contc Pii.let-Wii.i. , di Ciambcry , corrispondcnte dell'Accademia, con lettera scrilla da Parigi li 3o giugno p. p. , incite a disposizione deirAccadomia la sonrma di L. 10,000 per csscre da essa distribuita in quattro preniii di L. 2,5oo cadauno, in seguilo a un concorso da tc- norsi apcrto per tre anni , alia migliore introduzione alio studio dclla Chimica , alia migliore introduzione alio studio della Fisica , alia migliore introduzione alio studio dell'Astronomia , e alia migliore introduzione alio studio della Meccanica. S. El il Presidcnte commetlc l'esamc di qucsta proposta a una Giiuita composta del Comniendatore Plana, dei Cavalicri ^ iltorio Mi- cnr.i.oT'i 1 cd Avogadro, del Prof. Giulio, e dei Segrelarii della Classe. II (lav. Vittorio Michei.otti legge la Memoria dei signori Abbene e Borsarelli Sul gnz idrogeno antimoniato, antimoniuro d' idrogeno. E slampala in qucsto '\ olumc a pag. 3i"j. 11 Prof. Giulio legge un suo lavoro Stir la torsion des Jils nie'tnl- liques ct sur V e'lasticite des ressorts en helices. Vedasi a pag. 329. 8 agosto. CIriunque ponga mente alle Opere botaniche che videro la luce in Italia s'aeeorgera di lcggicri come non sia mai stata penuria di intcllclti . i quali abbiano conlribuilo all'avanzamento della Flora della Penisola. Non v' ha provincia dalle Alpi all' Etna che non vanti la sua Flora par- ticolare , e gran cosa non restcrebbe al compimcnlo dclla Flora gene- rale , so non fosse che la maggior parte degli Anton, addclti alio studio M.sm delle piante fancrogame , non operarono a pro clella Crittogamia quel Unto clit; eiB neoessario per recarc ad ugual misura di studio e di il- lustrazionc queste due classi di pianle. Per la qual eosa fu scmpre , e specialments in quesli ultimi anni , dcsiderio grandissimo ehe sorgessero Naturalist! a ricmpirc codeslo vuolo , e I'Accademia nostra, solleeita di promovere ogni maniera di buoni studii, porgevane eflicace incitaniento con lo stabilire un premio di L. 600 da darsi all'autore dclla migliore Monografia d'una tribu di Criltogamc ilaliane, e specialmcnte di Afdle. Usciva addi 21 aprile. i83g il Program ma che ne annunziava la pro- posta ai Botaniri , e prima del giorno 3o giugno p. p., tcrmine fissato per la rhiusura del eoncorso , venivano alia Segreteria accademiea ras- seguati due lavori manoserilti , il i.° intitolato Monographia Ljcoper- ilineorum , coUcpigrafe Nature duce et magistral il 2.0 Monographic \ostochincarum ilalicarum , addito Specimine de Rivulariis , coH'cpigrafe Dens aulcm ita est artifex niagnus in magnis , nt minor non sit in pan/is, Una Giiuila , alia quale fu dall' Ecc.""1 Presidente eominesso l'esanie dc^li anzidetti lavori , e che si compone dell1 Aw. Coi.i.a , dei Segretarii ilella Classc e del Cav. Moms rclatore , legge in questa adunanza il suo pajrere, e li diehiara non paragonabili Ira loro, perche di diverso ar- i;omento , ma ambidue eccellenti nel loro genere, e lanlo cccellenli da mei'iiaie a ciaseuno dei loro Autori il premio annunziato nel Programma. La Classe , beta d1 aver provocato , invece di un solo , due egregi la- \ori , che riempiono altretlanle lacnne nella sei'ie delle Critlogame Afille il1 Italia, aderisce in via d'onorevole eccezione alia proposta dclla Giunla, cioe al raddoppiamenlo del premio , assegna quindi a ciascun Autore la somma di L. 600 , ordina la slampa dei due lavori coronati nei Volumi delle sue Mcmorie (1), e poscia procede all1 apertura dei biglietti si- i^illati die li aecompagnano. Auloi'e dclla 1* Monografia trovasi essere II Doltore Carlo Vittadihi , di Milano ; della 2.' il Profcssore Giuseppe Men kg him , di Padova, i cui nomi gia cari all1 Italia per la pubblica- zione di lodatissime Opere botanichc , non faranno che andar vieppiii onorali per questa nuova palma da loro si nobilmente conscguita. La Giunta incaricata di rifcrire intorno alia proposta del Conle (I) Saranno stamptfti ael Volutin- V deila Serie presente. xi.rt Pii.i.ei-Wii.i. (vcdi il cenno sull'adunaDza preccdente ) cspone per l'or- gano del Professore Giui.io, il suo parcre. Essa propone chc si ringrazii il Conte Pillet-Will pel vivo interesse con cui cerca di giovarc al pro- gresso delle scienze , chc formano l'oggetto degli studii dell'Accademia , e per la splendida prova che ne da consacrando la somraa di L. 10,000 alia fondazionc di premii dcstinali ad opere che avranno per iscopo l'a- vanzauienlo e la propagazione delle cognizioni chiiniche , fisiche, astro- nomiche c meccaniche ; chc gli si annunzii chc l'Accademia accelta con riconoscenza il deposilo dclla indicata somma , c che si incarica volcn- tieri della pubblicazione del Programnsa di concorso, e del giudizio dei lavori che le saranno inviali (1). 14 novembie. L' Ecc."'° Prcsidenle annunzia con parole di profondo cordoglio la perdita fatta dall'Accadcmia del Socio nazionale residente Ab. Gianan- tonio Arri, Membro della Classc delle Scienze Filologiche, Storiche e Morali , e del Cav. Prof. Auguslo Piraino De Candoi.le , Socio straniero per la Classe delle Scienze Fisiche e Matematichc , morto il primo in Torino il giorno 2 di seltembre p. p. , il sccondo in Ginevra a' di 9 dello stesso mesc. Dopo questi annunzii leggesi dai Scgretarii una lellcra dal Prof. Al- fonso De Candolle indirilta airEcc."'" P residente, colla fpiale gli signi- fica che il eclebre suo Genilore gli lascio morendo Tordine di far inci- dere il suo ritrallo c di mandarne copia aU'iW-cadeinia di Torino , alia epiale apparlennc fin dall'anno i8of> come Socio eovrispondente , <* dal- l'anno 181 3 come Socio straniero. 21 noveiubre. I! Prof. G11.1. 10, deputato col Cav. Avogadro, la relazionc iniorno .1 una domanda di privilcgio sporta al Got era 0 dal signor Bcniamino I'm per la introdn/.ione nci Regii Stati di una ruoia idraulica « reazione. (1) II Programma Bttddeita c stampalo al feguilo della prescnle >'olizia storira. Serie II. Tom. IV. « L'ab'uoiulanz.i ilellc acque correnti , sono parole dei Commissarii, e la freijuenza tlclle cadule possono far giudicare, men die allrovc, ur- gent! fra noi que' miglioramenti de1 moiori idraulici che procurario risparmio di (brza motrice; ma non tutte le nostre provincie abbon- dano di acque correnti ; e la convenienza di sostituir talvolla un solo motore piu possente a parecehi inotori piu deboli , il bisogno di am- pliare una oflicina esislenle, o di sluhilirnc allre in luoglii, per parti- colari circostanze , reputati favorevoli luttoche vi searseggino le acque , e simili altre cagioni, possono far si che il perfezionamento de' motori idraulici abbia luttavia una influenza da non trascurarsi , sui progressi dell* indiislria ue' Regii Stall. Mono usate finora di quel che merilano souo prcsso di noi le ruotc a reazione , le quail utilmcnle si soslituiscono ad allri inotori, ognicpial- volta , con piccola copia dacqua e grande caduta , si vuole , in ispazio ristretto, produrrc on molo molto celere: a dillbndere in questi dominii la cognizione e l'uso di queste ruote potrebbe contribuire la concessione del privilegio implorato dal signor Beniamino Rov, per 1' introduzionc di un motore di qucslo gencre, pel quale i signori Whitei.aw e Stirrat otlennero non ha guari in Inghilterra un brevetto d1 invenzione. La ruota di Wiiitelaw e Stirrat (Whitelaw and Stirrat Water-mill), lia somiglianza grandissima con quella che venne , gia sono molti anni, immaginata da Manoury d'Hkctot: ma tuttavia con piu di un divario. La nuova ruota non e come l'antica sorrctta da un pivolo, incomodo perche sempre sommcrso , e nocevole al libero afllusso dell'acqua : e diilerente nclle due macchine la curvalura delle braccia del volante per le quali corre l'acqua motrice : differente 1' ampiezza e la disposizione delle luci onde ne sgorga l'acqua medesima : differente il niodo delta commessura del canale alimentalore e del volante , il quale , secondo il consiglio di Navier , e rinchiuso in un tamburo cilindrico per scemare I'effelto della resistenza dell'aria , e porta due regolatori aj'orza centri- jiiga ingegnosamente disposti per manlenere il moto della macchina fra certi determinati limiti di velocita. Ma cpieste differenze sono elleno tali e si importanti , che la ruota che si vuole introdurre abbia a dirsene di nuova invenzione ? La soppressione del pivolo, c l'aggiunla de' regolatori , ci paiono veri perfezionamenti : meno importante , per avvenlura , si giudichera la nuova forma data alle braccia del volante , ne si vorra ammelterc col sig. Roy, che per questo cangiamento abbia 1'efTelto delta macchina a crescere del quaranta all'oltanta per centinaio della forza motrice; ed un tal dubbio sari ben permesso , poiche Navier , la cui autorita in siflatto argomcnto ha si gran peso , gia stimava che la ruota del sig. D'Hectot potesse dare un elfetlo equivalcnte agli ottanta centesimi lus de devcloppement a celles qui leur parailront plus importantes , ou plus susceptibles d'etre presentees dune maniere conforme au but du concours. L'Academie verrait avec plaisir que, dans rinlroduction a l'etude de la Mecanique, on insistat avec quelque etendue sur la partie experi- mentale de la science, pour en deduire les principes, dont on develop- peia ensuite les consequences au moyen de r Analyse et de la Geometric. LV Enfin, ose pour sujet d'un prix, qu'elle devait decerner apres le 3, dewajbre 1 84 1 , la question suivante de physique: Determiner experimentalement la chaleur specif que du plus grand nombre possible de gaz permanens, soil simples, soil composes. On de- sue que Von determine separement, au moins pour quelqucs substances gazeuses, la chaleur specific sous pression constante ei sous volume constant, a/in de verifier la relation admise par Di-long entre les deua- sortes de chaleurs specifies des gaz rapportes au meme volume, et qui consistent en ce que leur difference serait une quanlite constante pour tous les gaz. Le terme en etant e'ehu , sans qu'aucun memoire relalif ■> cette queslion a,t ete presente au concours , la Classe, comaincue de Im- portance que la eonnaissance des chaleurs specifiqucs des corns ™,x presente pour la science , et surtout pour la theorie atomiqne , et avant egard a la difficult des recherches requises pour satisfaire a sa demande n jnge convenable de prolonger le terme du concurs iusquau 3, ,!,- cerabre i843. Dans ce but, la Classe, se rapportant a ce qu-'elle a (lit dans son premier programme, rappeUe que les substances greases simples dont on a p,scp,',ci determine la chaleur specifique , se reduisen. a den, Serie [I. Tom. IV. l.\ HI outre loxigenc avcc lecjuel on doit les comparer, savoir l'azolc ct l'hy- drogene, ct que c'esl par rapport ;> cux seulement qu'on a ve'rifie par experience la lot de l'egalite ilc la chaleur specifique des gaz simples a volume egal; que les gaz composes, auxquels on a c'lcndu les ex- periences de ce genre , soot aussi en fort petit nombre , et ne com- prennent enlre leurs composants, outre les trois substances deja observees a l'elat gazeux , et dont il a etc parle ci-dessus, qu'unc autre substance seulement, le carbone , qu'en consequence les resultats qui y sont relatifs ne peuvent etre regardes comiiie suffisants pour elablir avcc certitude la loi de la chaleur specifique des atomes composes, ni pour en de'duire cellcs des autres substances simples conside're'es a l'etat ga- zeux. II est indispensable d'apres cela pour 1'avanccment de la theorie v DU CHEVALIER GEORGES BIDONE pronom c ,i /' 4cacUmie floi/ale tics Sciences de Turin dans In seance ilu /? derembrc 184 1 PAR LOUS FREDERIC MEMBREA CAPITAENE DU GENIE Mill 1 Ml'.l Messieurs : Je viens consacrer quelques pages a la memoire dun hommc qui prit une part iinportante aux travaux de cette Academic, et dont la perte sera, pendant long-tems, vivement sentie par ceux cpii ont pu admirer en lui la profondeur de la science, unie aux plus rigides vertus; je veux parler de M. Georges Bidone , dont la inort a laisse' parmi nous un vide diflieile a remplir. Mon intention n'est point d'entrer dans l'examen critit(ue et delaille de ses ecrits. Cependant , ne voulant pas me borner a une simple nomenclature', je dirai quels ont ete Tobjet et le but de ses travaux ; ct i-ninme une vie pure et laborieusc doit servir elle meme d'enseigneincnt, jc rappellerai les principales circonstances de celle de M. Bidone. Si loulefois, dans une telle enlreprise, je reste au dessous de ma tdche , le de'sir que j'ai eu de rendre un dernier lioinmage a un Savant digue de tous nos regrets, me fcra pardonner les imperfections que pent avoir ee discours. M. le Professeur Georges BinoNE, issu d'unc famille honorable, naquit le 19 Janvier 1781 dans le bourg do Casal-Nocelo, province ile Torlonc. Apivs avoir passe son enfanee sous le loit palernel 011 il pnisa, dans I'exemple de ses parents, les inspirations vertueuses qui le guiderent pen- dant toute sa vie, il vini, a Turin, faire ses premiers eludes dans le College iles PPs de S. Philippe. L'on put des lors observer en lui ce caractere grave et meditatif qui le distingna dune maniere si remar- quahle. Sa pic'ie, son eloignement pour les plaisirs niondains devaieui le conduire a preferer L'etat ecclesiasticnie; ce fut celui auquel il se de'dia d'abord. Mais la revolution francaise, qui avail franclii les Alpes, vint I'enlever a sa retraite; ainsi oblige ile renoncer a la carriere de son choi* , il se livra des lors, avee ardeur, a lYludc des sciences mathe'ma- li([iies, dans lesquelles son noin devait acque'rir de la celebrite. Son me- rile le fit admeltre eoinme Eleve dans le College des Provinces, cette grande el noble institution que les e've'nemcns #d'alors respectcrent , el qui, en e'tablissant des rapports habitucls entre les diverses branches des connaissanccs liumaines, fit e'clore tant d'hommes e'minents et utiles a leur patrie. La, le jeuue Bidone se monlra bientot digne de ses Maitrcs, et il n'avait pas encore pris le grade d'Inge'nieur hydraulique a l'Uni- VBrsite de Turin (1), qu'il fut appele a remplir les fonctions de Repe- titeur dans ce meme College des Provinces , ou nagueres il n'e'tait que simple Eleve. La reputation du jeune Ge'onietrc grandit rapidement ; aussi notre Aeadeinie ne tarda pas a fassocicr a ses travaux (2), et elle vit e'clore cclte seric de recherches importanles qui out, des aujourd'hui, leur place marquee dans l'histoire de la science. Quoique les principaux me'moires de M. Bidone se trouvent consigne's dans notre recueil acade'mique , permcttez-moi, Messieurs, de les exposer dans leur ensemble. En les envisageaut ainsi d'une maniere ge'ne'rale, il sera plus facile de juger de leur importance, et de de'couvrir la pense'e |)hilosophique qui y dominait. Je parlerai d'abord de ses travaux sur l'analyse malliematique, fun de ses premiers objets d'e'tudes, et je com- mencerai par citer un me'moire intitule: Methode pour reconnattre le nombre de solutions quadmet une equation transcendante ii une settle (1) Le 10 fevricr 1803. ^3) II ful nouimc Mi-mbre resident dc l'Academic des Sciences de Turin le 1G juin 1805 inconnue (i). Cette mcthode consiste a partager ['equation donnee en dens auli'cs plus simples epic la proposee, puis a determiner , [iar le inoycn dc constructions graphiques, les points d'intersections tics dcu\ courhes representees par chacune de ces dernieres equations. Lc resultat ainsi obtenu fait connaitre les solutions cherchees. On peut rcmarquer que cetle melhode a quelque analogic avec celle qui a ete indiquee postericurement, pour ccrtaincs equations, par M. Legendre dans son ap- pendice a la theorie des uoinhrcs. Dans on autre memoire (2) M. Bidone abordait une question sur laquelle deux grands Gconietres, Euler et Mascheroni , ne paraissaient pas d'accord: il s'agissait de determiner le vrai sens suivant lequcl devait etre inlerprele le resultat donne par I'ana- lyse, pour la valeur que prend la fonction proposee par certains auteurs comme un nouvel algorithnie, sous le nom iVhj-per-logaril/tme ou de logo- logarithme (3), quand les liinites de l'integrale qui repre'scnte cetle fonc- tion, sont zero et une quantite plus grande true 1' unite. M. Bidone, sans resoudre entitlement la difficulte, a rappele sur ellc rattention des Savons; elle n'a d'ailleurs pu etre eclaircie que lorsque M. Poisson eut fait voir comment le principe tie ['integration, tel qu'on l'entend, cesse d'etre ap- plicable, si, dans l'intervalle des limites, la fonction soumise au signe integral passe par l'infini, ainsi que cela a lieu dans le cas qui faisait l'objet tie la discussion. Jusqu'ici M. Bidone n'avait fait que preluder au grand ouvrage, qui devait etablir sa reputation comme Geometre; j'entends parler du me- moire publie par lui, en 1812, sur les integrates definies(4): comme les questions, qui y sont traitees, ne sont gueres de nature a etre exposees avec le secours du langage ordinaire, je suis contraint de me bonier a un simple apercu. L'importante theorie des integrates definies, de laquelle depend la solu- tion d'une foule de problemes qui se raltaclient au* diverses branches de la philosophic naturelle, avait ete traitee pour la premiere fois, avec un merveillcnx ensemble, par Euler dans le iv.mc volume de son calcul j' Memoircs do 1' Academic dp Turin lorn. XVI. (2) Mcmoircs de I'Acadcmic dc Turin tnm. XVI. (3) Voycz Lacrou traile de calcul dilT. cl integral torn. 3, pag. 5SG. (1) Mcmoires dc l'Acadcuiie dc Turin toui. XX. integral. Depuis cettc epoque, les plus grands Gcometres n'ont eessr de perfectionner l'ocuvrc de leur devancier, et d'ajouler dc nouvelles richesses an tresor qu'il avail, pour ainsi dire, rc'vele. Parmi les comment atcurs d'Eut-ER, Mascheroni, de poetc devenu Ge'omclre, se fit remarquer paV la grandeur des vues et roriginalite des mc'lliodes qu'il deploya dans mi ou- vragc intitule Ailnotationes ad Ctdculum integvalem Eulerii (i). (le i'ut le guide que prit M. Bidone dans ses recherches. Comme lui il arrive a la determination des principales intcgrales defmics, eii devteloppahi les fonctions suivant ties series eonvcrgentes. Tantot e'esl en comparant deux de'veloppemcns differens d'une meine integrate qu'il en obtient ['expres- sion sous forme finie; tantot, apres avoir inte'gre partiellemcnt chacun des terroes de la seVie qtii reprcsente l'integrale, il taehc d'exprimer celle- ei par les algoritluues eonnus. Cette nicthode, dans certains eas, pent pa- raitre laborieuse et moins elegante que plusicurs autres, parmi lesqnclles il Suffira de titer line des plus feeondes, celle qui consisle a dill'eren- tier la fonetiou soumise au signe integral, par rapport a une conslante litterale, pour ramener le probleme au cas d'une equation dillerentiellc integrable. Malgre rela, on ne pent refuser aux methodes de M. Bidone lavanlage d'une plus grande generalite ; elles derivent d'ailleurs d'une maniere plus dirccte et immediate des principes fondamentaux de l'ana- lyse infinitesimalo qui, en definitive, repose sur la consideration des series. Ici se presenta a M. Bidone une grave difficulte, analogue a celle qui avait cte lobjet du me'moire cite precedeminent: il s'agissait de deter- miner la veritable valeur d'une integrate lorsqne la fonction place'e sous le signe dc l'integration devient infinie eritre les limitcs jiropo- se'es. En suivant les principes de l'Auteur, on obtient, dans ce cas, un re'sullat compose de deux parties, l'une reelle et l'autre imaginaire. Cette derniere devrait etre rejette'e, comme ne pouvant point i'aire partie d'une somme dont tons les ele'mens sont reels; il ne resterait ainsi (pic la partie reelle. Mais la difliculte n'etait point par cela meme e'claircie; aussi , contrairement a cettc opinion, M. Poisson, dans un memoire in- sere dans le i8.mc cahier du Journal de 1'ecole polyteclmique, a-t-il clierche a etablir que la valeur des integrates, dans le cas enonee, doit se pre- i Pari« 1790 I. .XV senter sous forme imaginaire. II se fonde en cela sax un priucipe deja cmis par Lagrange, dans le Calcul des fonctions, et qui ronsiste en ce qu'il y a ties cas ou une integrale ne peut plus el re conside'ree comine la somme d'clemens infiniment petits; circonstanrc qui se rencontre lorsqnc. la function souniisc a ("integration passe par I'infini dans I'inter- valle des limiles. Alors il ne doil. plus etrc ctonnant si I'analyse donne griirralrmcut un rcsultat imaginaire qui indique une impossibility dans la question proposce. Enfin M. Cauchy cxaminant celte difticulte sous un nomean point tie vue (i), fit voir que, lorsque, dans les liinites don- uecs, la quantile soumisc au signe integral passe par 1'infnii, le nombre des valeurs de l'integrale est inde'termine ; mais qu'il y a neanmoins une rertaine valeur qu'il nomine principale , laquelle sc (rouvc precise'menl ilie celle indique'e par M. Bidone. Je dois encore noler que M. Bidone fit voir comment les principes poses par Mascheroni etaient vrais, quoiquc Laplace, se fondant sur une simple erreur dc calcul (2), en eut conteste l'exactitude. Enfin 1'e'tendue de son memoire , le nombre et la varietc des questions qui y sont trailecs, les formules nouvelles dont I'analyse s'y trouve enrichie, placent cet ouvrage au nombre des plus remarquables e'erits sur cette matiere. Plusieurs anne'es apres la publication du memoire que je viens de mentionner, M. Bidone fit quelqucs reclierches sur les transcendantes elliptiques (3) L'on sait comment ces transcendantes peuvent etrc toutes ramenees a trois cspeces principales. Pour en facililer l'usage, Legendre avait deja construct des tables numeriques analogues a cclles usitees pour les fonctions logarithmiques et eirculaires; mais M. Bidone observa que ce n'est pas toujours la valeur nuinerique d'une integrale que Ton de- mande, car bien souvent l'on a besoin de son expression litirralc. Tl se proposa done d'obtenir les expressions litle'rales des diverses transcen- dantes elliptiques au moyen de formidcs proprcs a en donner les valeurs avec l'appro\imation comportee par les tables logaritluuiques; ce a quoi il arrive en dcveloppant les fonctions proposees suivant des series tres- convergentes , dont la nature est telle que, lorsqu'on en connait les deux (1) Voycz le xix. mo caliier du Journal de l'Ecolc Pol) technique. (2) xv.nie cahicr ibidem. (3) Mem. dc I'Acad. de Turin torn, xxill el xxiv. Seiue II. Tom. IV. premiers term.es, les autres s'en dcduiscnt par dc simples operations al- gebriques. Quoique la nature niemc ilc ces fonclions conduise a des re- snltats quelque pen compliques, ceux-oi pourront neanmoins etre utiles dans plus d'une circonslancc. lei, je crois, se terminent les travaux analytiques tie M. Bidone. Nous le soivrons maintenant dans one autre carriere ou il a laisse les plus honorables souvenirs, celle cle la physique et plus spe'cialement de I'hydraulique. Les premiers ouvrages, par lcsqucls il commenca a sc faire connaitre, sout deux opuscules inse'res dans le i8.mo volume des Mcinoires de I'Acade'mie de Turin: I'un deux a pour objet une nouvelle espece tie boussole propre a mesurer lintensitc magnetique d'une aiguille aimantee. Entr'autres observations inlercssantes, il ve'rifia lui-meme, avec cet instru- ment, la loi etablie par Coulomb sur l'aetion magnetique, et reconnut quelle suit la raison inverse tin quaere des distances. Le second nieuioire eontient quelques experiences sur la chaleur du soleil compare'e a celle de L'atmosphere mesuree a l'ombre dans diverscs saisons de l'anne'e. Un ouvrage plus considerable reclame maintenant notre attention , e'est la the'orie des ricocliets formes sur la surface de l'eau par les picrres et les boulets qui y sont lances obliqucmcnt. Pour rendre raison de ce phe- nomene, M. Bidone atlmet, d'apres les experiences du Medecin Petit, que charpie corps est entoure dune le'gere couche atmosplie'rique qui lui est adhe'rente, et qu'une pareille couche existe a la surface dc l'eau. Si dun autre cote Ion eonsidere le mobile se mouvant dans latmosphere, la partis de lair qui lui est ante'rieure est compi-imee, tandis tpie la poslerieure se pre'eipite dans le vide qui tend a se former derriere le corps en mouvemeut. Or, quand le mobile vient rencontrer la surface dun liquide, il arrive que les deux couches d'air, qui leur sont adhe- icntes, se presscnt l'une contre 1' autre, tandis tpie I'air tpii suit ce mo- bile dans sa marche, se pre'eipite dans le crcux que celui-ci tend a former dans l'eau et s'y comprime eu vertu de sa vitcssc actpiise. Mais, lorsque lair se dilate de nouveau, il lance le mobile, hors du liquide, par la force de son ressort, et produit ainsi le ricochet. Quant au rejaillisse- ment et aux bouillonnemens qui out lieu, lorsqu'on laisse tomber verti- calement dans l'eau un corps solide ou une veiue liquide, ils s'explique- raient par rcifet de lair que le corps cntraine avec lui et qui , en se dc^ageant , emporte les molecules fluides place'es sur son passage. Tel est le fond de la the'orie due a M. Bidone et dont le germe existe dans un memoire de Spai.i.anzam intitule De lupuhbus ub aqua resQientibus (i). D'Axembekt, Muschenbroek, Biusson et d'aiitres Physiciens attribueut le pheaomene du ricochet ;\ l'inertie et a I'e'lasticite' dc lean, tandis que M. Bidone lie dent aucun compte de cette derniere propriete a laquelle il n'attribue pas assez d'importance. II est vrai qua cette e'poque Ion ne posscdail point les experiences d'OE&STBD, de Perkins, et celles plus reinarquablcs encore de MM. Colladon et Sturm (a). Malgre cela, sans etre aussi exclusif que M. Bidone, on pourra reconnaitre que la cause du ricochet admise par lui est une ile celles qui doivent inlluer sur la production ilu phenomene; pour le rcjaillisscuiciit surlout, L' explication dounee semble se rapprocher davantage de la verite. Jusqu'a present nous avons vu M. Bidone sexercant tour-a-lour sni- des sujets de physique et d' analyse, et, quoique jeune encore, recueillir des lauriers auxquels il nest donne qn'a 1 age plus miir d'aspircr. Sa noininalion definitive a la chaire d'hydraulique clans l'Universile cle Turin (3), vinl donner une direction plus determinee a ses etudes, qui eurent des lors pour principal objet, le perfectionuement de 1 hy- drauliquc. Mais comme avant de faire des theories , il faut etablir des fails, il s'appliqua plus particulierement a leKperimentation, dans le but de remplir quelques-uucs des nombreuses lacunes qui existent encore dans cette branche si iinportante de la physique. C est ainsi qu'en tracant de nouveaux sillons dans les domaincs non encore explores de la science, M. Bidone associait son noin a ceux des Guglielmini, des Borda , des Venturi, et de tant d'autres dont s'honore lTtalie. Les circonstances vinrent egaleraent favoriser ses travaux; il trouva dans 1' elablissement d'hydraulique de la Parella, fonde par la munificence du Roi Charles Emanuel, sous la direction du savant F. D. Michelotti, les moyens necessaires pour ses recherches, et, dans le debut de sa nou- velle carriere, il fut seconde par l'appui que pretait aux sciences un homme eminent, qui occupa le premier rang dans cette enceinte, le Comte Prospero Balbo, alors Ministre de l'lutericur et President de TUniversite. (1) Modenc, 1761. (2) Mcni. do l'lnslilut-Savants elrangcrs torn. \. (3) Le 20 Janvier 1815. II avail etc auparavant Professeur des Pages du Prince Borybcsc en 1808, el regissait depuis qnelqae temps la chain d'hydraulique. I.W 111 Lcs premieres questions d'hydiaiilique evperimentalequ'eludiaM.BiDONE, furent celles de la propagation du reinous ct des ondes; il leur con- sacra deal niciuoires (i). L 'importance des fails qu'il y examine, 1 art avec lecjuel il a su les lier enlr'euK par des formulas aualyliques, et la eomparaison qu'il etablit cnlre les re'sullats qu'il obtient et les theories eonnues, placenl res reehcrehes an nombre de celles qui ho- uoreul le plus leur Auteur. Je vais tacher den faire conuaitre les points prinoipaux. Lorsqu'au fond dun canal on place mi barrage qui iutercepte une parlie de la section par ou s'ecoule 1c liquidc, il s'opere, en amont de ce barrage, une surelevalion du fluide qui s etend jusqu'a une ccrtaine distance. Avant M. Bidone, lcs donne'es qu'on posse'dait sur l'e'tendue des reinous elaicnl loin d'etre completes, mais ses experiences firent disparaitre bicn des incertitudes a cet egard. Elles se rapporlent specialenient aux eaux rapides qui ne produisent pas d'atterrissemens; cettc distinction est essen- lielle, car, dans les cas contraires, le remous est loin d'etre le meme. II observa que letendue du reinous e'lail toujours moindre que la distance a laquelle I liorizonlale, tire'e du soinmet du regonflement, va rencontrer la surface du courant; que letendue du remous, pour un meme barrage, diminuait a mesurc que la hauteur de la section et la vitesse moyenne du courant. augmentaient : quand au point de rencontre de la surface de ce dernier et du remous, il est marque par un brusque ressaut, dont la hauteur a toujours ete comprise entre 3 fois et 17 fois celle due a la vitesse du courant. Dans une autre serie d'experiences , il examina les remous qui soul loruie's ea interceptant en enlier le cours du canal au moyen d'une vanne. Quand ce canal est horizontal, l'eau appuye'e contre le barrage, apres s'etre e'levee a une certaine hauteur, rcstc immobile, tandis que lean aflluenle se re'pand a la surface du courant avec une vitesse uni- forme, de telle sorte que Ton croirait voir deux courans distincts de directions contraires, celui du canal et celui du remous. Un autre Brdre de |>ln:nomenes se presente lorsqu'on intercepte momentanement le cou- rant; alors il se produit une lame qui se propage en sens conlraire de I] Mi in Ac I Acad, dc Turin loin ixv et 111 ee dernier, mais dont lc mouvemcnl progressif nest d'ailleurs quapparent, car cette lame est forinee par les Ban aillucutcs, qui suspendciit moment tanuinent leur mouvement horizontal pour selever vcrticalemcnt. Dans les canaux horizontaux ces barrcs Be propagent Indcfiuimt-ut, en diminuant neanmoins toujours de hauteur a mesure qu' idles s elcignent. Dans les canaux incline's, au contraire, clles ne peuvent s'etendre au-dela dune certaine limite ou elles finissent par disparailre enticrement. La diminu- tion continucllc de hauteur, tie longueur et tie vitesse que Ion rcmarque dans une lame isolee, provient de ce tpie celle-ci pert! continucllemeut, par l'ecoulement qui sc fait en aval, une quantite d eau plus grande tpie cellc epic lui apportc le courant par son extremite damont. Les principes, d'aprcs h-squcls M. Bidone expliquc lesphe'nomenes qui \ieimenl d'etre rapportiis, dependent de la theorie du ehoc et de celle de lecoule- meut des fluides: la tpiestion se re'duit a evprimcr la hauteur du regonfle- liu'tii et la vitesse de propagation, pour an instant donne, en fonction des elemens du canal et du courant qui y est content!, II est ainsi con doit a ctablir que la vitesse de propagation dune lame augmente mc la profondeur du courant. L'on peut par ce moyen e.vpliqucr le pheno- mene observe avec beaucoup de soin par M. Bidone, celui des ondes successives: quand deux remous sont formes, a peu de distance Tun tie lautre, par ties interruptions iiistanlane'es du courant , on remarque tpie le second remous a plus de vitesse epie le premier, et qu'apres l'avoir at- leint il le depasse et frnit par disparaitre. Un phenomene analogue a lieu, Inrsqu on produit plusieurs regonflemens successifs. MJ Bidone etend ses considerations aux canaux dont le fond est incline, et a ceux dont les bords sont garnis de bantpieltes; il e'tablit des coroliaires imporlans sur la slabilite des corps flottants, tpii se trouvent dans un canal a section variable, lorsqnun remous y est produit; il donne la raison des j Ik - nomenes qui ont lieu sur les rivages de la mer par la succession con- tinue des vagues, qui y forment des regonflemens permanens; enlin il exptique le phenomene connu sous le nom de Mascaret. Celui qui a lieu a l'embouchure de la Riviere des Amazones, ou il a e'te observe par M. de la Condamine, lui ofiVait une occasion interessanle d'appliquer les formules elablies precedcmmenl. La, le flux tie la mer produit one barre qui s'eleve de quatre a cinq metres an dessus du courant nalvml. et les lames qu'elle cause se propagent jusqu'a une distance de pits de deux cent lieues dans les lerres, avec une vitesse quelque fois si puissanlt , qn'elles renversent tout eo qui so trouvc sur lour passage. M.De Bremontier avail de'jii donne* sm- ce phenomene uno theorie dilTe'rentc de colic de M. Bidone; mats olio a ele coinballuo par MINI, do Prony el Ampere dans lo rapport qui on fut fait a 1'Institut do France, ct par M. Poisson dans sa Tlie'oiie dos ondos. C'est pour salisfairc a un de'sir exprime par ce dernier Savant epic M. Bidone onlropril, sur lo mouvement dos ondos, los experiences qui so lient a colics dont il vicnt d'etre question. Newton, Lapt.ace, Lagrange avaient successivcmcnl traile la the'orie de la propagation dos ondos, lorsquc M. Poisson (i) lit paraitre sur ce sujel tin niemoire dos plus remarquables. Apres avoir signalti plusicurs fails qui avaient echappe a scs devanoiers, il expose successivemont los lois du mouvement des ondes a vitosse uniforme el acceleree, et celles du mouvement dos ondos dans le sens vertical. Les rcsullals dc son admi- rable analyse se trouvaionl d 'accord avee les experiences faitcs prece'- demment par M. Biot, et avec les observations dc M. Bremontier sur la transmission de l'ebranlement ondulaloire a de grandes profondcurs. Mais sur plusicurs points la theorie avail precede V experience ; il fallait un obserrateur pour la confirmor: ce ful M. Bidone qui assuma cette taclie. II examine spe'cialement les ondes a mouvement accelere et leur transmis- sion dans le sens vertical; il cut occasion de reconnaitre plus d'uiie fois les ondes dentclees, et obscrva entr'autres un fait singulicr: e'est que les ondes produites par dos discpics angulaires, mis momentane'ment en contact avec la surface de l'eau, ont une Ggure inverse de celle de ces memos disques, e'est-a-dire quo los angles correspondent a des cotes, et vicevei'sa. En general Unites sos experiences so Irouvent exactcmont representees par los formules de M. Poisson, et s'U est glorieux pour une theorie aussi delicate d' avoir pour ainsi dire devine la nature, d n'est pas moins honorable pour l'expenmentateur d'avoir su apporter une precision si remarquable dans des observations d'une telle difliculte. C'est du reste un hommage que M. Poisson s'est empresse de rendrc a M. Bidone dans une note publico comme supplement au memoire que nous avons cite (2). M. Bidone cut egalement la satisfaction de voir les ;l) Him. de I'lnstilut AcaJ. Jcs Sciences I81G. (i) Mem dc 1'lnslilul , se'aacc du 7 juillet 1S28. I.\M lois qu'il avail clablies sur 1' extension el la hauteur des rcinous, rclrou- ve'es theoiiquemcnt, an moyen de considerations entieremenl differentes des siennes propres, d'une part, par .M- B£uhgkb ilans son essai sur la solution numdrique de quelques problimes relatifs ar les belles experiences que MINI. Poncei.et et Lesbros ont cnlre- jnises a Mete (2) sur line si grande echellc. En coinparanl les dille'rents resultats oblrnus jusqu'a eux, ces deux Savans onl pu enfin preciser l'in- fluence de la forme de l'orifice sur la defense, et etablir que le coef- [icient de correction depend cssentielleinent de la hauteur de l'orifice et nullementde sa largeur horizontale, ces dimensions etant d'ailleurs loujonrs tres-peliles relativement a celles du reservoir. La variation qu'e'prouvc le coefficient de contraction, lorsqii'on detruit eellc-ci sur an ou plusieurs cotes de l'orifice, a probablement ele etudiee avec soin pour la premiere fois par M. Bido>.e (3). Quoique Dubvat et le P. Barlolomco Ferrari s'en fussent de'ja occupes, Ventvjroi.i jugeait la queslion encore indeterminee (4); d'autres, comme Tadini (5), sans ap- prover leur opinion sur aucun fait positif, pensaient qu'il fallait diminuer le coefficient de contraction proporlionncllement a la portion sur laquelle cellc-ci est detruite. Mais cette regie n'est nullement confirmee par les observations de M. Bidone qui eurent specialement lieu sur des orifices rectangulaires. II reprit ses recherches a plusieurs epotpies, comme on peut le voir par son memoire inse're dans le rccueil de la Societe Italienne intitule Esperienze suite contrazioni parziali delte -vene d\icqua (6); il pa- rait nieme qu'il se proposait de leur donner une plus grande extension en considerant dilferenles formes d'orifice; mais le temps ne le lui permit point. Cepcndant le peu qu'il nous a laisse a cet egard est extremement precieux, et, jusqu'a de nouvelles experiences, on peut employer avec avantage la forinule empirique qu'il a donnee , en se fondant neanmoins (1) Mem. Acad, do Berlin annces 1814-15 (2) Ouvrage cite. (3) Mem. Acad, do Turin lorn, xxyh (4) Elcmcnli di Mcccanica 0 d'Idraulica loin 11, n.° 359. (5) Del moyimento e della misura delle acque corrcnti. Milano. 181G. (li) Tom. **, fascic. 1 c 2 mal. pag. 536. Serie IT. Tom. IV. 10 LX3.IT sui ilc bonnes observations (i), pour les orifices dont le contour es I en partie muni d'armnres qui alterent TefFet ile la contraction, M. Biookb ayant remarque* <(uc le coefficient de la de'pense varie fort peu |ioui' les pelits orifices perce's on mince paroi , quelle que soil leur forme, crut pouvoir de'montrer (2) (|ue, dans ce cas, l'aire de la section contracted est cofistamment lcs deux tiers de celle de L'orifice, et cela independaminent de la vitesse d'econlenicnt. Quelques mesures directes (irises par BossoT lui suggererenl cette pensee; il developpa sa theorie en s appuyant sur on resultat d'anaLyse obtenu par M. Yenturoi-i dans 1'examen d'un cas special de lMcoolement des Quides. Ce cas est celui ilu mouvemenl d nn liqnide pesant, place dans nn vase ayant la forme d'un c6ne tronque dispose vcrtiealemcni, d'ou le fluidc s'echapperait par la plus petite base qui servirait d'orifice (3). Observant cnsuiie que la depense est moiudre que celle qne suppose la reduction de l'orifice d'eeoulemenl aux deux tiers de sa section, il en concha quil y a une perle de vitesse due au froliemenl et a Taction moleculaire, lYui-circ M. Bidone a-l-il admis avec trop de confiaucc les observations de Bossut, auxquelles il rattacbait sa theorie; aussi M. Poncelet l'a-t-il conlestee, non sans quelques motifs fondes; de sorle quil ne faut la conside'rer que comme une metliode propre a retrouver la valeur moyenne du coefficient ile contraction, aiusi que cela a e'te tente par quekpics Aulcurs, enlr'aulres par M. Navier dans ses Lecons de Me'canique appliquee (4). Continuant ses recherches sur la contraction de la veine fluidc , M. Bidone (5) s'occupa spe'cialemenl de l'ecoulement qui a lieu par un orifice, exterieuremcnl ou interieurement, arme d'un tube additionnel. Ce dernier cas avait deja etc traite par Borda (6), dans la theorie duquel M. Bidone introduit quelques modifications ayant pour objet d'en rap- procher les resultats de ceux de L'experieneej qui ne concordaieut pas en- (1) nechi'rnhcs Oicnriiiucs cl cincriincnlalr-s sur les contraction* parlielles. Mem. Acad de Turin lom. XL. (2) Mem. Ar-ad. de Turin lorn, xxxiv. (3) Ricerchc Geomelrichc ed Idromctriclie fatte nella scuola degTIngegneri Poutilicii d'acquc <■ rtmU I'anno 1821. Milano, 1825. (4) Tom. ii, pag. 37. . M.Hi AvCld. de Turin torn. XL. 8 Ma de I'Acad. It do Pari., I7GC t.wv lieremeui. Dans ce but, il ticnt compte de l'epaisscur du Lube, circons- lance negligee par Borda. Quoiqu'il en soiide ['exactitude tie eclte nouvelle theoric, ['observation confirme asscz bleu les formules qu'on en dediiit. Le memoirc, qui fail 1 objet de I'exainen actual, eontient en outre one foule d'autres rcclierches inte'ressanles: ainsi M. Bjdone determine l'cpais- snir du tube a parlir de laquelle l'ecoulcmenl de lean se fait a gueule- be'e, el apres scire livre a quelcpies considerations sur La maniere d'in- trodulre le coefficient tie la contraction dans les formules d'ecoulement, il finil par faire observer que, dans certains cas, il faut corrigcr ;i la fois la section tie la veine, et la vitesse d'ecoulement, landis que d'autres fois il n'y a qu'une tie ces quantilcs qui doive etre modilie'e. Cetle remarque, qui semble me'riter d'etre prise en consideration, peul etre propre a ex- pliquer certaines anomalies que presentent les formules tpii servenl a cal- culer recoulemenl des liquides par des tubes additionncls. C est ici, que viennenl se placer quelques-unes ties recherches que j'ai deja eu locca- sion de citer au sujet des contraclions partiellcs. Pendant qu'il sc livrait a des etudes sur les theories tie l'liydraulique M. Bidone cut occasion d'inse'rer dans le recueil tie la Societe Ilalienne (i) quelques remarqucs sous le litre dc Rijlessioni sul moto permanente del- lacqua ne canali orizzontali. Lorsqu'on considere le mouvement perma- nent de l'eau dans un canal horizontal a section conslanle, quelle que soil la maniere dout le fluide se de'gage a l'evtremite tie ce canal, on observe geue'ralemenl, qu'a une cerlaine distance en amonl, la surface tie l'eau est sensiblement horizontale el parallele au fond; que ti un autre cote, le fluide se meut tant sur le fond tin canal qu'a sa surface et sur les parois lale'rales, et qu'enfin les molecules de l'eau suivent dans leur mouve- ment des lignes horizontales et paralleles a l'a\c du couranl. D'apres ces donnees, on voil que la theorie ordinaire dc lcioulemenl des liquides conlenus dans des vases pcut s'appliquer au cas actuel; de sorle tpie, tpiand la nalure de l'orifice par ou s'ecbappe le liquide sera connue , Ion pourra determiner les relations que la hauteur el la vitesse movctme tie lean dans le canal out avec la forme dc eel orifice. L'examen dc cetle ipiestiou, qui parait bien simple, tlonnc lieu aux ingeuieux de'veloppe- (1) Tom. xix , parte automatic*. I.WVI ini'iis qui forment l'objel H"l. R Islilulo del Regno Louib. Von. vol I, anni 1813-13 i \\\r relatives u ['influence qu'exerce sur la forme de la trajecloire de'crile par an corps pesant, La perte de poids qu'eprouve cc dernier lorsqu'il se meat dans un milieu resistant Dans certains cas it peut arriver que Sam- plitude du jet soil plus grande que ceile qui aurail lieu dans le \ i < 1 ■ ■ : ce qui se conooil, ear, si la densile du mobile elait e'gale u eelle du milieu, le mobile, suppose syme'lriquc par rapport a I 'axe du inomemcnl, decrirail one ligoe droite. En citant encore un petit opuscule sur les machines en mouve- menl (i) ou Ton trome la solution dun grand nomine d'interessanis problemes, qui peuvcut servir d' utile exercice, j'aurai, jc erois, a- peu-pres c'puise la serie des ouvrages publics par M. Bidone. Dans la rapide csquisse qui vient den elre faitc, Ton a pu voir a quel rang, comme analyste, il s'est place des le debut de sa carriere. Si nous le suivons mainlenanl dans ses nombrcuses reelierehes experimentalo . nous y trouvcrons uue conscicncieuse exactitude, a laquclle ajoulenl un nonveau prix la finesse el la profondeur des observations. Ce qui merit? surtout d'etre remarque, e'est Part avec lequel il sait lier enlr'cux, par d' elegantes formules, les fails qui resullent de ses experiences. De telles recherches devroul servir de bases auv saines theories de la science. Mais, jusqu'a present, on est loin de pouvoir encore les e'lablir dans leur en- semble, et si quelquefois, dans ses tentalives a cet cgard, M. BinoNE se moiilrc moius precis qua P ordinaire, cela tient a la nature menu des questions qu'il trailait. 11 n'ignorait pas que, dans l'impossibilile actuelle de de'meler toutes les actions si complique'es qui out lieu dans le mouvement des fluides, les theories que Ton en donne ne soul, pour la plupart, que des moyens simples, mais peu rigoureux, de decouvrtr les premiers tcrmes des formules qui representenl les lois de ces monies mouvemeus. J'ai parcouru jusqu'ici les e'erits que nous a laisse M. Bidoke; mais ce n'est pas la que sc bornenl ses travaux; il en est d'autres aussi pre- cicux , quoique moins eclalanls, ou se monlrc, non ]>lus I'homme qui aspire a la celebrile, mais le savant modeste dont 1' unique but est d'etre utile a ses conciloyens. Vous vous souvenez, Messieurs, de la conliance avec laquclle e'taienl (I) Osscrvanoni sullc macchine in molo. Torino, 1830. Serie II. Tom IV. 11 IAWII acoueiUis Les rapports uue M. Biooite veuait vous soumciirc snr des questions de science et d'indostrie. D'autres fois, einpresse de vous sc- conder dans vos doctes rechercbes, i! se joignaii a quclqu'un de ses CoHigues pour concourir a quelqu'uiile travail'. •■ est ainsi que, de con- cert avec noire Savant Secretaire, k Chevalier Carena, il cnireprend le iriveUement barometricnifi de la liguc comprise entre Turin et la incr (i). .Ii' pourrais citer d'autres travaux de ce genre, mats jc men abstiens; il esl temps de parlcr de ee qu il a (ail connne Profcsscur, el des ser- vices mi en eette qualite il a rendu a son Pays. Appele a la chaire d'hydraulique en iS 1 5, epoque oil una nouvel ordre de elioses sueei:danl au vasle Empire qui venait de s'ccrouler, il fallail eoordonner loules les institutions aux besoins de la Patrie renaissanlc , ML liiDONE voulut , lui aussi, prendre part a cetlc noble taehe. Dc con- cert avec ses Collegues, il ne ccssa des lors de Iravailler a l'organisation de la faeullc de Malhemaliqucs de rUniversite de Turin. Ainsi de nou- \ idles eludes furent creees, de nouveaux lauriers furent ofierts a 1' am- bition des jeunes eleves (2), et Ton vit s'elever une ecole renduc digne de la Patrie de Lagrange par les savans mailrcs qui, des son origine, I'ont illusiree. L enseigneinenl ful loeuvre essentielle a laquelle M. Bidone consacra 9a \ie. i'iein de bienvcillance poor ses eleves, il savail neanmoins leur inspirer le respect par la gravite de son niainticn. Mais la sevcrite du I'rol'esseur disparaissail dans les rapports plus inlimes, et sa bonte se montrait surlout alors que ehaque anncc le rappelait, avec ses eleves, a I etablisseincni de la Parella, pour y rcpeler les experiences d'hydraulique qui eompleteul le cours universilairc. La, loin des runicurs de la ^' ille, suns ees arbres louffus, au milieu d'une nature rianle, melant les souve- nirs du passe au\ enseignemens du present, il expliquait les principes de, la Philosophic nalurelle, el monlrail leurs applications aux arts utiles D'autres fois, en lui, Ton aurail cru voir an de ces Philosophes de l'anli- quite s'animant au milieu de ses jeunes Disciples, et leur dictant ees dei'nieres lecons, ces dernicrs preeeptes de sagesse qui devaient guider leurs premiers pas clans ce lourbillon du monde 011, le coeur plein d'espe'- (1) Mem. Arad Ho Tnrin torn. XXTTf. (2) La chaire de Georaetrie descriptive fut riilaMic en 1824 el coufiee a M. Bidone. L'agyre el ■" ful institaee poor la faiullti di's sciences el letlres. I.WM1I ranees, Us gtaienl avides de s'elaucer. Lorsqu'api'es avoir retopU les de- voirs ili- sa charge, M. Hidone se lrou\ait rendu a lui-meme, il se plai- saii dans Les charmrs de la retiaiie at la pre'feraii a fag'tiai'inn tie la vie e n'offre du reste aucun de ccs fails singuliers que Ton ainie , qurlques fois , a trouvcr jeles a travers 1' existence ties homines illuslres. La Constance el la scverile de ses gouts qui ne furent point temperes par les douceurs du manage, ne laissercnt point apcrec- voir, cliez lui, de transition aux dillerenles epoques de la vie; le com- merce de quclques hommes de bien lui suflisail, il fut fidcle a ses af- fections, el le phis grand cloge que l'on puisse fairc de son coeur, e'est rpi'il cut des amis sinceres, des amis qui lui restent iiu'me au deja I II fal nomme' membre, en 1811, dc la Societe d' Agriculture do Turin en 1H2C de la R. Aiud. do Modvue . tn 1828 de cclle de Falcone etc. etc. ,-2) l.» 38 Janvier ISM. (Iii tombeau. <^)u;\iii a la nature de son talent, il se distsnguait par le calme « It- la pensee et par one grande force de reflexion; aussi la raison qu'U apportait dans tons sea discours, donnait sonveni a ses paroles un oaractere de sentences; on aimait a les recueillir a cause de leur jus- tesse, et c est ainsi ([ue Ton cite encore de lui relic pensee: qu'une science ne devient reellenicni grande el mile que lorsqu'elle pent se re'duire a etre exposee eiementairement. M. Bmoin promettait encore bien d'utiles travaux, lorsquc se deve- loppa eliez lui , avec line iulcnsile alarmante, la maladie tpii nous I enleva , el donl il portait les germcs depuis de longues annees. II supporta ses soufirances avec la resignation dun clirctien. Scnlant sa fin approcher , il ne chercha plus que dans cette Religion qui, dans son cocur, avait lonjours etc si pure et si sincere, des soulagernens a ses maiu et le courage necessaire pour contempler la mart sans eHVoi. L amitie qui veillait sur lui, ne put des lors penelrcr jusqu'a son lit de douleur. Peut-elre dans ees momens solemuels ou lame s'apprete a quitter sa mortelle dc'pouillc, sentail-il le bcsoiu de Wiser les derniers liens qui powvaient encore L'attacher a la lerre, pour n'avoir plus qu'une seule pensee, celle du Createur. II expira, le 25 aout i83g, dans les sen- limens dune cdiliante piete', n'ayant pas encore, alteinl lage de 5q ans. Ainsi Unit la carriers de eel liommc que Ion pent a juste titre de- corer du nom de sage; en donnanl l'exemple de 1' amour de la science uui an culle de la vertu, il laisse un nom que citera toujours avec or- gueil le Pays qui l'a vu naitre. Comme Savant, ses travaux le placent au nombre de ces liommes illustrcs, donl le brillanl cortege forme la gloire de celle Italic si feconde en nobles intelligences. Comme Plnlosophe, il merita loute l'eslime de ses Conciloyens. Peut-elre, Messieurs, ai-je, dans ce discours, depasse les bornes d'une simple notice; mais vous compren- drez comment j'ai pu me laisser entrainer; il metait permis, a moi , qui fus l'eleve de celui dont nous deplorons la perte, de jeler quelques fleurs sur sa lombc, et vous, qu'une amitie plus inlime liait avec lui, vous ne regretlerez pas ces momens consacres a son souvenir. MONOGRAFIA DEGLI ECHINIDI FOSSILI DEL PIEMONTE PROPOSTA DAL DOTTOBE E IJ G E IV I O SISMOIVDA APPLICATO AL MUSBO UIKEIIALOG1CO Vidi ego quod fucrat quondam solidissima tcllus Esse frctum. Vidi factas ex acquore terras Et procul a Pclago conchae jacucre marinae. Otid. Met. lib. i5. Leila nell'atlunanza dclli 21 gennajo 1841. J; ra i inoiti csser't antidiluviani organici, le cui spoglie fossili riflettono maggior luce sulla geologia , a mio avviso liannosi ad annoverarc gli Echinidi e come tjticlli che di assai antica data si conservarono tra mezzo a varie rivoluzioni geologiche , e come quelli che nella serie de'varii terreni lengono limiti precisissimi, e come quelli che sono forse piu faeili a riconoscersi che non i Molluschi. Infatti rinvengonsi gli Echinidi in tutti i sedimenti, a principiare dal Liasse sino ai Subappentiiui, da per se soli bastando a determinarne le rispcttive eta geologiche; e per verita si e colla scoria de'soli Echinidi, che il sig. Gratei.oup (i) pote prccisare l'eta dei terreni calcari nel bacino deWJdour nei dintorni (i) Mtmoirc dc Giio-zoologic sur les Our>ins fossiles ( Echinulet ) etc par M. Op. at run p. Serie II. Tom. IV. a 2 MONOGRAFIA DECI.I ECHINIDI FOSSILI DEL PIEMONTE Ji Dax, c che il sig. Agassiz (i) riconobbe quella dei terreni della Svizzcra. Gli Echinidi al pari dei Molluschi. a seconda ile'loro generi, delle loro specie , nella serie ilei diversi gruppi sedimenlosi hanno limiti fissi, sicche non havvi quasi formazionc geologica (dal Liasse al nuovo Plioreno ) , che carat terizzata non sia dalle sue proprie ed esclusive specie. Al proposito osserva il signor Agassiz, che Y Hcmicidaris cre- nularis ( Cidarites crennlaris Goldfuss ) e fossile carattcristico dell' Oxford: YAnanchitcs ovata Lamk. della formazione cretacea: YHolaster COmplanatUS fossile distintivo certissinio pel lerreno ncocomiuno (2). Ancorche le poche mie cognizioni in Geologia non mi permettano di tenere sicuro discorso su tale materia, nulla meno, ad imitazionc del sig. Agassiz, qual fossile caratteristico del terreno mioceno della collina di Torino citero il mio Scliizaster Agussizii. Ma , come prosegue ad osservare il sig. Agassiz , non solamenle le specie, che anche i generi sono piu o meno esclusivi a certe formazioni ; cosi il genere Disaster trovasi pressoche unicamente nei terreni giu- rassici ; i generi Acrocidaris , Acrosalenia, Hjbocljpus sono assoluta- mentc proprii ai terreni suddetti , mentre nei medesimi non trovasi mai alcun genere della famiglia delli Spatanghi , apparlenendo YAnanchites , il Galcritcs etc. alia formazionc ci-etacea, ed i veri Spatanghi a questa ed ai deposit! terziarii ad im tempo. Se al sinqui dctto aggiugniamo che li Echinidi, almeno quanto ai generi , sono di molto piu facile ricognizione che non i Molluschi , inoltre che essendo il loro guscio come uno schelelro partecipante alia vita dell'animale , rifletlera mai sempre con maggiore esattezza i carat- teri fisio-anatomici della specie cni attiene , chiaramente apparira e la imnortanza dello studio di questi esseri, e la prefereuza che meritano sugli altri testacei. Malgrado per6 Tevidente vantaggio , che torna alia Geologia dallo studio delle spoglie fossili degli animali in discorso, non e tuttavia che in questi ultimi tempi, che i Naturalisti ne seppero trar partito ; e si e alle dottc fatiche del sig. Agassiz spccialmenle , the la scienza va debitrice delle piu saldc induzioni geologiche tratle dalli avanzi fossili di questi animali , non che d'un naturalissimo quadro di (1) Nouveaux memoircs ^ocW'a -■ -«"- ™,6 , dC .^dar,tl' COmc nt anc° >«»«•«> che il sallodato anto.c si pro,,o„c di ul.crionnente -«£ .1 gcn„, Mi-A-t, .nasicc0mc le da mc UoioU suddLsLi non J " cbc „„.c,c uvo„tl, crCl,o che a lor difotto non avra ad incrcsccre al Gcoiogo , per cui .peri" — I fatto ouoMo .TOro, ...ando vegga tutti annoverati i generi foj , 1 2 i oc i o Ico^T' Pm V'C,mi d'a"r°Dde gh angU9ti ,imiti PreG'si ' "U«'° ~ri,'° -•-t.rd.cono Uo ,„ rio cbc non ne tocca dirct.an.cnte ,„ scopo. Quanlo poi .„.„„„„ „. dlslribu2ione Don n all ntana, notevobu.ntc da quelle d'Ac.ss.z , che pel genere Dyscster; c qui parmi ch ^rc Sla collocarsi di rrcf™ - s" spataush" ^°L io tL< iG MONOGRAFIA DECLI ECH1NIDI FOSSILI DLL PIEMONTE Prima di far passo alia desrrizionc speciale dclli Ecliinicli fossili del Piemontc , premeUiaino alcune osservazioni sulle divisioni stabililc dal sig. Ai.assiz in quest'ordine di Radiarj. Quanlunque esaminali sollanto i caratteri piit generali paja natarale il dividerc tutti 11 Ecbinidi in lie sole famiglie , nullanicno una lale divisionc resta certamenle Iroppo liinitata , dovcndosi cost nulla stessa famiglia fare enlrare cerli generi, fhe per uu'essenziale differenza d'organizzazione vanno separati. Per verila qucgli Ecbinidi compresi sotlo il genere Cidarites Lam. non troppo naturalmente possono in una sola famiglia star riuniti ai veri Echini. Omeltendo i caratteri Gsici , clie per noi non avrebbero il massimo peso traltandosi di stabilire una divisione qualunque, non avvcrliremo die un solo falto fisiologico-analomico , riconosciuto da quanli s'occu- parono aell'anatomia dclli Echinodermi proprio unicamenle ai Cidariti di Lam. Qucsti esseri sortirono dalla Datura un'organizzazione alquanto piii perfctta , per cui godono d'un movinienlo degli aculei o spine assai robusto, e retlo da polcnze non connuii agli allri Ecbinidi ; infatli sono essi forniti di inolli fascelti muscolari , clie atlraversano 1' intera spes- sezza del guscio , passano pei tubercoli perforati , c giungono diretta- mciile ad inserirsi alia base articolare dclle spine; questi muscoletli contraggonsi a volonla dcll'animale, c danno al medesiino la proprieta di locomozione in grado assai euiincnte ; a lale officio ccrtamente con- corre pure la membrana cslerna , clie tappezza e raccbiude 1' intiero guscio , formando a ciascun aculeo una specie di legamento anulare ; ma qucsta nicmbrana contraltile , clie e l'unico organo allivo clie raella in movimento le punte in tutti gli altri Ecbinidi , nei Cidariti non fa che coadjuvarc alia delta funzione , siccbe in qucsti puo benissimo re- stare inerte la membrana esterna , senza che percio abbia a cessare il movimento dclle spine. Ora se a questo fatto, che pare a noi molto importanle siccome quello che ci fa ravvisarc ne' Cidariti di Lam. un grado d'organizzazione piu avanzata, piu perfclla , noi aggiugniamo la dilTtrenza nella forn.a dei tubercoli, e degli ambulacri, clie passa tra i Cidariti di Lam., e i veri Echini, crediamo d'avcre una somma di caratteri sufliciente per ragionevolmcnte propone una separazionc di qucsti da quclli. Malgrado pcio qnesta nostra proposizionc , tioi scguitiamo per ora il metodo del sig. Agassiz. DEL DOTTOUE E. SISM03DA 1 7 Gen. SCIIIZASTER Ag. ( ' Echinocardium V. Phgls. et Gn. — Spatangus De-Bl. Sect. B.J. Nclla moltiplicita dei generi slabiliti dal sig. Agassiz non e sempre facile ili fissarc a prima giunta fattenzione su quei carattcri, chc d|r slinguono gli uni dagli allri , tanto piu quaudo tratlisi di detcrminare specie fossili. Questa diflicolta potrebbe forsc in certi casi far acctir sare l'Autore d' aver di Iroppo aumenlati i generi nell' ordine degli Echinidi; tuttavia , oltrecche i dati differenziali non mancano mai , talc ampliazione di generi si rcse indispensabile perchu lo sludio delli Echinidi divenissc ausiliario alia Gcologia. Cos! al semplice nalu- ralista parra insignificante la diilercnza , che v' ba tra i generi Pedina c Cjplujsoma , consistente solo nelfavere il primo i tubercoli perforati, e l'altro no; ma una tale distinzione j-esta pel Geologo interessante, avvcrlendolo che le specie del genere Pedina trovansi soltanto nella formazione giurassica, incnire quelle del genere Cyphosoma appartengouo esclusivamentc ai terreni crctacei superiori. Collo scopo di fissarc piti positive induzioni dalla presenza delli Echinidi fossili, ed in seguilo forse a piu accurate indagini , dovelte il signor Agassiz modificare quanto avea detto nel suo Prodrome d'une Monograpliie des Ech'uiodermes relativamente alia giacitura delli Echinidi in rapporto coi diversi terreni. Cos! il genere Micraster, riconosciuto non esistere nei lerreni ter- ziarj (1), dovette cedere al genere Schizaster tutte lc specie di tale for- mazione ; sifTalta , ed altre separazioni , che sotto l'aspetto geologico noi riconosciamo naturalissime , ci ohbligano pero a muover qualche dubbio sulla precisione della diagnosi de'generi suddelli. Che infatti le specie d'un genere qualunque sieno limilate ad una sola formazione ., (1) Lc genre Micraster, tel que je 1'ai ctabli dans mon Prodrome , n'exute point dans 1cs Dralongch. Encycl. Method, t. a. p. 688. — Blainv. Man. d'Actin, p. 'J03. — Lara. Anim. sans vert. p. 327. n." 11. — Allioni Oryct. pag. 17. n.° 1. — Desmoid. 1." In 11 - p. 386. Mi< nAviLH cahalifkrus Ag. Prod. il'uiiL- Monogr. SciIIZASTBIt i . .\i il i 1.1 Ag. 1. C. t. I. f. 1-6. Qucsta si e una delle specie , die il sig. Agassiz fecc passare dal genere Micraster al genere Schizaster , di cui ora forma , direi quasi , il tipo , e trovasi con molta precisione figurata nella prima tavola del suo Prodrome d'une Monographic etc. Sogliono gli Autori far con- fnsione tra lo Spatangus canaliferus Lam. (Schizaster canaliferus Ag. ) e 1' Echinus lacunosus Linn.; col sig. Agassiz noi li crediamo specie di- verse; avvei'liamo per altro trovarsi alcuni individui fossili della specie in discorso, i quali per essere stati compressi presentansi piu orbicolari, e non molto s'allontanano dalla forma deiVEchinus lacunosus Linn. Gmei.. Lo Schizaster canaliferus Ac. presentasi alquanlo allungato, ovalare, cuoriforme. La porzione posterioi'e del dorso elevasi gibbosa , restando cosi la superficie superiore tagliala a piano inclinato dall' indictro al- I'avanti; sulla delta superficie scorgonsi scavati cinque solchi, clie danno ricetto agli ambulacri; di questi e massimo l'anteriore impari, mediocri ed arcati quclli del pajo anteriore, brevi e retti i posteriori. Tutli poi souo formalt da due serie di fori duplicali, gli eslcriori ellittici, trasversali; la superficie infei'iore, convessa verso la linea mediana, lascia vedere an- teriorinente a poca distanza dal margine l'a|>erlura della bocca, ossia un foro ovale , collocato trasversalmente , avente il suo labbro inferiore. II margine, clie e la parte periferica dell' iutero guscio, e rotondato e molto spesso ; posteriormente si dilata in una superficie meno convessa, quadrilunga cogli angoli aculi in direzione dell'asse verticale ; all'angolo superiore di quesla superficie vedesi aprirsi l'ano per via d'un foro ovato , con direzione verticale. Un' infinita di piccoli tubercoletti tra loro confluenlissimi, un po'piu grossi in prossimita della bocca, ricoprouo l'esterna faccia di cpiesti gusci, ad eccezione delle aree ambulacrali , e di quel leggerissimo solco, clie circoscrive lo spazio occupato dalli ambulacri. Tra i uiolli individui, clie possiedo di c[uesta specie, alcuni presi iso- latamcnle potrebbcro benissimo rapprescntare lo Schizaster Goldfussii Ac. ed altre specie da Agassiz riputate nuove ; osservali pero complessiva- uieute, a mioavviso, altro piu non presentano che una serie d'individui ao M0N0GRAF1A DEGLI EC1IINID1 F0SS1M DEI. PIEMONTE da particolari circostanzc inodificati , ma essenzialmentc identici , come quclli chc dalla specie lipo non s'allontanano chc o per essere piu schiacciati, o per ollrire im inarginc piu sottile, uu dorso meno gibboso , od altro accidente. Abita l'Oceano Indiano, e i man d'Europa c d'Amcrica (Lam.). Fossile nel terrene- terziario superiore dell'Asligiana, frequcntemente sotto forma di semplice modulo nell'arena giallastra calcareo-argillosa: eolla sostanza testacea alio stato spatoso nel tcrreno terziario mediano della eollina di Torino; in Sardegna a Santa Rcparata , in Corsica a San Bonifacio (i). Nei terreni tcrziarj di Perpignano , Malta. ( Marcei. de-Serres , Desmouliws). SCHIZASTER EURYNOTUS Ac. Scluzaster ovato-cordatus , gibbus , dorso cai-iiiato ; ambukicris quinis, paribus angustatis , prqfunde impressis, antico palulo, magis excavato, simplici. Questa specie, seppure puo natui-almente considcrarsi come tale, e non piuttosto siccome una semplice varieta dello Scluzaster ccmaliferus Ag. non divcrsifica da quest' ultimo tranne cbe pel dorso carenato, e l'ambulacro impari molto dilatato alia sua origine, ove le sponde del solco bocco-dorsale, entro cui sta imprcsso, veggonsi rimarchevolmentc elevate. iAntero-posterioi'e o,o43. Trasversale o,o36. Verticale o,o33. Abita Fossile nel terrcno terziario mediano, o miocenico della eollina di Torino. (i) Qui compio al dolec officio di rendcre pubbliche grazic at signor Cavalierc Generate Della-Maiuioha, il quale ajuto il mio studio sulli Ecbinidi , trasmcttendomene varie specie da lui rjccoltc in Sardccna. DEL DOTTOKF, E. SISMONKA 7 1 SCHIZASTER AGASSIZII milii. Tab. I. fig. i-3. Schizaster subhemisphericus , postice aliquantisper elatus , vcrticalitcr rctusus; ambitu obcordato , vcrtice cenirali , margine acuto , basi plano-convexa , sulco antico lato , ambnlacris visibilibus quaternis, in prqfundis , rectis, clavatis lacunis impressis , ore infra, ano supra mar gin em opposite locatis. Questa miova specie oifre qualchc analogia di forma collo Spatttngus Bucklandii Goldfuss ( Micraster BueklandU Agassiz ). Ne va per altro distinta, per essere gli arabulacri nello Spatango citalo meno profondi, piu ampj , pro])orzionatamente piu brevi, e il taglio dorso-marginale obliquo. Borson nel Catalogo della Raccolta mineralogica del INIusco di Torino la riferl all' Echinus lacunosus Ll\. (Schizaster lacunosus Ac). Basta per convincersi della dillercuza di por mente alia direzioue degli am- bulacri , alia forma del solco bocco-dorsale , all'acutezza del margine , al modo con cui sla rccisa la porzione dorsale. Lo Scluzastro die stiam descrivendo ha convesso il dorso, alcun poco gibboso postcrior- incnte; nel cenlro od apice uniforraemenle convergouo gli ambulacri, quasi ad angolo retlo; questi sono ricevuti in altretlanli solchi molto piu aperti e meno profondi clie nella specie precedence , ed hanno origine da due scrie di doppi pori , di cui li esterni sono oblunghi, gli interni rotondi. II solco bocco-dorsale, da principio superficial assai, fassi molto profondo in corrispondenza del margine , sicche tagliandolo per giugnere all'apertura della bocca, da al guscio tutta la figura di on more. La superficie inferiore un po'convessa nel mezzo va appianandosi verso il lembo, e lascia anteriormente ove termina il solco impari ve- dcre l'apertura della bocca col suo labbro inferiore. II margine e acuto, sottile, e finisce posteriormente in due tu- l>ercoli ; immediatamente al di sopra di quesli bavvi una superficie regolarmcnte triangolare , corrispondente al taglio verticale della por- zione anale, posta colla base in basso, l'apicc in alto, ed alquanlo rientrantc nel mezzo a guisa d'ombelico ; alia meta superiore di questa 22 MONOGRAFIA DEGI.I ECHINIDI FOSSILI DEI. PIEMONTE superficie schiudesi l'ano per mezzo di un foro rotoiulo , cosicche tro- vasi sopra margioaie. In vari individui di questa specie da noi esaminati, ci fit senipre ditlicile di vedere i tubcrcoli corrispondenti alle spine; i pochi veduti per mezzo di buona lenlc ci parvero di figura fungiforme. iAnlcro-posteriore o,o35. Trasversale o,o38. Verticale 0,022. Abita Fossiie nel terreno terziario mediano della collina di Torino. SCIHZASTER GENEI mihi. Tab. I. fig. 4~5- Schizaster subhemispherico-compressus , postice arena tim obtri meatus , ambitu orbiculari-corrfato , mdrgihe acutissimo , basi longitudinaliter fomicata ; ambulacris quints, anteriori impart bifariam, ceteris qua- drifariam porosis , profiuulioribus sulci's impressis ; candle antico an gusto, extimo ; ano marginali, ore labiato. II Borson nel Calalogo della Raccolta mineralogica del Museo di Torino , rapporlo con un punto dubilativo questa specie all' Echinus lacunosus Gmelin; per conoscerne la differenza basta badare alia quasi perfelta cguaglianza delli ambulacri pari , alia poca loro profondilii , alia figura rotonda de' pori ainbulacrali, ecc. Relativamcnte a'suoi diametri longitudinale e trasversale, il corpo di «|uesto Schizastro e soltilissimo , e presenta un margine acuto assai , il quale va pero rigonfiaudosi posteriormenle, facendo alquanto gibbosa la porzione dorsale postcriore ; su d'essa scorgesi una faccia concava , tagliata a mezza luna, in cui e situata l'apertura dell'ano. Gli ambulacri, in numoro di cinque, sono scolpili in altrettanti solchi di mediocre pro- fondita, c formano una croce sulla superficie superiore co'raggi obliqui nel verso del diametro longitudinale; i quattro pari, costituili ciaseuno DEL DOTTOnn E. SISMONDA 33 da doppia seric di fori duplici, e rotondi , hanno 1' istessa dhnensione- antcnorc od imparl non ha pit. chc due seric di fori scmplici tra' loro .nolto p.u distant!, e prolunga.i dal verlice del guscio, ove uni- lormemente convcrgono tutli, sino nll'apertura della bocca , tagliando cos, .1 margme nella parte anteriore, e rendendo il guscio quasi cuori- lorn.c. La pagina mferiore , longiludinalmente convessa, travedesi lutta punlcggiata, lascandovi supporrc una fitla granulazione tnbcrcolare chedovca vcslire la soslanza testacea coprente questo modulo. In avanti e al d.sotto del lembo evvi un foro ovale trasversale, cioe la bocca' presso questa termina il solco , die da ricetto all'ambulacro impari. !Antero-posteriore o,o38. Trasversale 0 0/0 Verticale 0,oi5. ,Abita Fossile rar° nell'argilla indurata della collina di Torino nei dintorni di Peceto. Dedico qucsta specie al chiar.™ Profcssore Cavaliere Gene, zrato a. gent.1. modi e dotti suggerimenti, con cui favon questo mio lavoro. SCIIIZASTER BORSONn mihi. Tab. I. fig. 8-ia. Schlatter postice gibbus, resectus, antice subdepressus ; canali lata pro/undo, ambitu obovato subocUigono , vertice eoceavato pme cen- tral* margin* acuta ; lacunis ambulacrorum lateralium clavatis projundcs, aeqiudibus ; poris intermedin sidcis mire conjunct. Presentasi il corpo di questo Schizastro schiacciato dall' indietro al- aTant, con cnque eminenze sulla superficie dorsale originate dall'in- lossa.nenlo centrale delli ambulacri , ossia del.e lacune, che li tengono ""p.esS,;postenormente.scorsesi obliquamente monco dall'alio al basso ".ostrando una faccetta ovalare , concava nel mezzo, al cui estremo' c luale. Qu. 1 ano e precsamente sopramarginale , giacche la feccia della p0«.ouc reca, su cui c collocato, non fa parte del margine. Gli ^4 MONOGRAFIA DECLI ECH1NIDI FOSSILI DEL PIEMONTE ambulacri in nuuicro di cinque \engouo formati da due ordiiii di doppi fori, singolarmente riunili per allrctlante lineette trasversali; imiforme- mente convcrgono in un piuito non assolutamente'centrale, ma alquauto posteriore, laseiaudo nel silo di coinune convergenza una forle dtqires- sione. I posteriori sono d'una l'mea pin brevi dclli anleriori pari , nio- dellali poi tulti ncll' istessa guisa; 1' impari , quantuncpie d'assai piu lungo die non i laterali, non percorre tutto il canale bocco-doisale, ma terinina in vicinanza della scissura mar^inale antcriore. Obliqui sono gli angoli , die formano gli ambnlacri pari sulla linea longitudinale ; il perimeti-o oltangolare-ovato ; il margine piuttosto acuto; la superficie inferiorc, piana sui lati , rialzasi sulla linea mediana dal- 1' indietro all'avanli fino all'a[>ertura della bocca , cui forma il labbio infer i ore. Da tutte le congeneri di leggieri distinguesi tpiesla bcllissima specie per il singolarissimo intreccio , chc li fori ambulaerali formano eolle linee trasversali , non clie per la natura medesima di queste linee, dif- fercnte non solo da quella di qualsiasi allra specie, ma diversa ancora iicllistesso individuo qui descritlo secondoche si esamina neH'ambulacro auteriore, ovvero nelli ambulacri pari ; sifiatla moriilicazione di forma e di giacitura delle linee per rispetto ai pori, non si facile a spiegarsi eon parole, potrassi riconoscere dalla fig. 11-12, tav. I. ove apposila- mente con dimensioni maggiori del nalurale sono rappresentati li am- bulacri dcllo Schizaster Jinrsoniij la figura n.° 1 1 e il 1 itralto dell'am- bulacro auteriore, od impari , l'altra n.° 12 dei laterali, c pari. Lunghezza o.<>3 1. Largliezza 0,027. Altezza 0,01 (3. Abita Fossile raro nella sabbia mamosa di Casliglione nel- l'Astigiana. Al Fondatore del Musco mincralogico di Torino , di cui da poclii anni le scienze naturali lamenlano uella sua perdila quella dun fclicis- simo loro interprete, vo' dire al Profcssorc Stefano Boiisok, inlilolo questa specie. DEL DOTT0RE E. SISMONDA I I SCHIZASTER GRATELOUPII mihi. Tab. II. 6g. i -a. Schizaster pseudo-orbicularis , eleganter Jbrnicatus ; postice elatus , vix caesus ; sulco antico extimo , margine crdsso; ambidacris qiunis , quadrifariam porosis; paribus sulcis profilndioribus reCeptis ; ano supramargincdi. ii riraarchevole questo Schizastro per la sua forma bellamentc tondeggiante ed emisferica; la superficic snperiore pare divisa in dieci compartimenti, corrispondenti alle aree ambnlacrali e anambulacrali, da altrettante costole oltuse, die vanno scomparendo verso il margine del guscio. Gli ambulacri pari sono ricevuli in quatlro profonde lacune, e vengono formati da due ordini di doppj fori legati insieme per alirettante linee trasversali. I posteriori piu brevi delli anteriori for- nmno sull' asse longitudinale un angolo piu acuto che non questi. Lambulacro impart, similmente costituito da due serie di fori duplicatt tra loro, pero alquanto piu distanti, giace nel canale bocco-dorsale, ea- nale ampio, ma poco alto. Cosa non sempre ben visibile ne' fossili , e in quests specie marcatissima quella linea canaliforme liscia e seevra di tubercoli, che circoscrive lo spazio degli ambulacri, e caratterizza le specie del genere Schizaster. Tubercoletti confluentissimi , piccoli , schiacciati, ombelicati coprono tutta la faccia esterna. II margine e ro- tondato, spesso; posteriormente sovra questo scorgesi rapertura dell'ano, ossia un foro ovato , allungato , verlicale. Non posso fur parola dell.i superficic inferiore , ne tampoco darne la figura', essendo l'unico indi- viduo , che posseggo, di cattivissima conservazione in codesta parte. Lunghezza 0,072. Larghezza 0,076. Altezza °>°47- Abila Fossile raro nella collina di Torino. Dedico qucsta specie al chiar."'0 signor Dottore Grateloup, allc cui dotte fatichc va debitrice la Geologia d'un ottiino lavoro sulli Echinidi fossili dclle vicinanze di Dax. Serie II. Tom. IV. d 36 MONOGRAFIA DEGLI ECHINID1 FOSSILI DEL PIEMONTE SCHIZASTER INTERMEDIUS mihi. Tab. II. fig. 4. Schizaster subcordatus , postice gibbosulus ; atnbidacris visibilibus qua- temis, paullulum impressis ; poris sulco cotijunctisj ano supra-mar- ginali , margine attenuato. II tiinore di troppo confondere anziche chiarire la scienza coll'ad- dizione di nuovi generi ai molti gia proposti dal sig. Agassiz, mi obbligo a considerar questa ed altre specie siccome veri Schizastri , badando piuttosto al complesso, die non all' individuality de'caratteri distintivi. Cib posto non rechera piu meraviglia se sotto questo genere vedransi da me comprese delle specie , che forse potrebbero molivare nuove divisioni nella famiglia degli Spatanghi , siccome quelle che poste quasi ai confnii de' generi Schizaster e Micraster Ag. offrono simultaneamente ed in particolai- modo modificati i caratteri dell'un genere e dell'altro. Lo Schizaster intermedius , ad esempio , ha gli ambulacri come i Mi- crastri , ed il solco bocco-dorsale relativamente alle quattro lacunette , che dan ricetto a quelli , cosi profondamcnle scavato da autorizzarci a cosi classiflcarlo. Disco orbicolare-allungalo , leggermente cuoriforme , dorso schiacciato un po' gibboso posteriormenle , ambulacri anteriori alcun poco piii lunghi de' posteriori ; ano sopra-marginale , ovalare , verticale , piastre costituenti di forma esagona , margine sottile , base piano-convessa. [ Longitudinale 0,020. Diametri •; / Trasversale 0,018. Abita Fossile in un'argilla indurata terziaria mediana della collina di Torino , ove trovansi altrcsi de' Nautili. UEL DOTT0HE E. S1SM0NDA 2- SCHIZASTER OVATUS mihi. Tub. II. Og. 3. Schizaster fornicatus , ambitii ovato, margine eras so , rotundato, integro; amlnUacris quinis , posticis brcvissimis , anlicis paribus sub-arcuatis , lacwiis receptis , ambulacro imparl simplici; canale antico vix niar- ginem atlingente , poris sitlco conjunctis. E comune carattere di tutti li Spatanghi la figura cuoriforme del disco procacciata dal taglio del margine , che fa il solco anteriore per arrivare all'apertura della bocca ; lo Schizaster ovatus offre l'unico eseinpio di aberrazione da questo tipo ; il suo canale anteriore non arriva neppure al margine. La forma degli ambulacri, e ,piu ancora l'apparentissima zona liscia , che li circoscrive , mi fornirono il piu sicuro criterio per cosi classificarlo. I suoi caratteri veramente distintivi possonsi ridurre a tre: massima brevita degli ambulacri posteriori, figura ovata e non cuoriforme del disco , rotonditi e spessore del margine. Non possiamo far parola sulla posizione e figura clell'ano pel cattivo stato di conser- vazione, in cui trovasi l'esemplare che descriviamo, nella sua porzione posteriore. Trasversale o,o3o. Diametri \ Verticale 0,0 16. Abita Fossile a Castel-nuovo d'Asti , in un'argilla indurata terziaria superiore. Gen. SPATANGUS Agass. (non Auct.). Se porrem mente ai limiti, che i meno recenti Naluralisti assegna- rono alia famiglia degli Spatanghi, vedremo che i moderni quasi non li oltrepassarono che per quanto il volevano le nuove specie viventi e fossili di fresco scoperle ; non cosi va la cosa per rispetto al genere Spatangus considerato secondo i varj autori; dill'atti la maggior parte di ntf UOHOG&AFIA DE6L1 EI.IU.NIDI FOSSIU DEL P1EMONTE essi sotto i generi Ananchites c Spatangus abbracciando tutte le specie della fainiylia dclli Spalanghi , necessariamcnle rendevano il genere Spatangus ricco d'un inimenso numero di specie; al contrario il signor Agassiz avendo colli stcssi matcriali crcati i generi Holaster, Hemipncustes, Schizaster, Micraster, Brissus, Amphidetus, Spatangus, etc., dovciie senza dubbio d'assai ilimiuuire i- limiti die al genere in discorso as- seguavano gli altri autori. Cosi mentre il sig. Desmoilins gli ascrive piu di sessantu specie , il sig. Agassiz piu nou ve ne annovera che pocliissimc , e queste ritrovansi alia loro volta a cominciare dall'cpoca creUcea fino aH'atluale. Avverle il sullodato Agassiz passar molta ana- logia tra le specie di Spalanglii dei terreni terziarj e quelle lultora vivenli ; nc niega perb l'idcnlita; io credo che talune sieno verameute identiche , trovinsi cioe e fossili nei terreni terziarj e vivenli ncll'O- ccano, come ad esempio sarebbe lo Spatangus purpureus Lamarck. Cio asscrendo non inlcndo di sostencre tra le specie oggidi vi- venti e quelle fossili della formazionc terziaria (a qualsiasi genere esse appartcngano) una identita per cosi dire matematica, assoluta, che queslo sarebbe voler contraddire aU'evidenza ; ma solo ammclto una identita zoologica, cioe fondata sui caratteri esscnziabnenle distintivi di ciascuna specie , e che pub concepirsi d' accordo con quelle leggieri modilicazioni, che la diversita delle condizioni i-elative all'epoca terziaria ponno aver cagionatc negli animali di qucU'ela che poterono soprawi- vervi; una talc rassomiglianza tra le specie tuttora vive e le antidilu- viane venne dimoslrala dal principe de' JNaturalisli per terreni anche piu antichi de' terziarj ; ma piu distinla, piu numcrosa d' esempj si e quest'analogia nella formazioue sopracrclacea , anzi ne' suoi terreni piu modern! ; siccome ne' avverle colle seguenti parole: « Les changemens >i entre les cspeces zoologiqucs sont d'autant moindres que les couches » sont plus nouvellcs, et qu'elles se rapprochent davantage des temps » hisloriques ou de 1'epoquc aetuelle (Cuvieu) ». Con quanto abbiamo esposlo vanno d' accordo le osservazioni del sig. Deshayes sui testacei fossili del Crag, che il sig. Lyell avea sotto- posti al suo esame, siccome di persona, il cui giudizio poteva aversi quanto rclto, altretlanto autorevole; ebbene, riconobbe il sig. Deshayes che di 1 1 1 specie , 4^ erano veramente identiche alle attuabnente vivenli. Cousidcrato ora il genere Spatangus tal quale lo limita il signor DEL BOn'ORE E. SJSMO.NDA 3t) Agassiz, il suo carattere essenzialmente dislintivo si e la forma pcta- loidcu dcgli ainlmlacri ; a questo aggiugni pero la dtflerenza nella figura de'fori ambulacrali a seconda clic quesli cosliluiscono o la serie eslcrna , o la scrie interna, essendo quclli allungaii , questi rotondi, e si gli uni clie gli allri riunili da un solco profoudetto. Inoltre di due sorta sono i tubercoli clie coprono la supcrficie dorsale , cioe altri grossi , peiforati, prominenti , i quali lunilansi alia faccia dorsale delle arec intcrambulacrali; allri piu piccoli, piu numerosi , che si lranimischiano a quelli, cd estendonsi eziandio alia pagina inferiore. SPATANGUS PURPUREUS Lam. Spatangus forrdcatus , postice recisus ; sulco anlico la to , patulo, parum pj^ofimdo , ambitu cordato , marginc crasso , basl convexa ab ano ad os ; ambulacris quinis , lanceolatis , plants , tubercuUs majoribus flexuoso-seriatis. Ecbincs pcupprecs Linn. Gmcl. Syst. nat. p. 3197. — Mull. Zool. Dan. tab. 6j Prod. p. 236. n.° 285o. SpATA.sr.cs puRpt'QKCs Leske apud Klein, p. 235. tab. 43. fig- 3-5 el tab. 45. fig. 5. — Encyclop. pi. 157. fig. 1-4- — Argenv. Conch, pi. a5. fig. 3. Pas-de-poulain. — Scilla de Corp. inarin. tab. 11. n.° 1. fig. 1. Ecainos lacchosus Pennant. Brit. Zool. t. 4- P' "9. pi. 35. fig. 76. — Deslongch. Encycl. Method, t. 2. p. 686. — Blainv. Man. d'Actin. p. *os. pi. i4- fig. '-3. — Allioni Oryctog. Pcdemont. pag. 18. n.° 2. — Lamarck Anim. sans vert. t. a. p. 324. n." 3. — Desmonl. Echin. p. 388. Spataingcs MEftnnoBALis Risso Eur. me'rid. t. 5. p. 280. Spatanuus Desmarbstii MiiDster. Goldf. 1. c. p. i53- pi. 47- 6g. 4- a~c- — Agassiz 1. c. Delle molte figure , clie da' varj Autori abbiamo di questa specie , nessuna rappresenta fedelmente l'originale ; quella che vedcsi nelle ta- vole dell' Enciclopedia (i) pecca per ofirire un numero straordinario di tubercoli dorsali senza veruna distinzione di maggiori e minori , e ]>erclie rafligura Papertura dell'ano lungi dal sito naturale; migliore e quella di Scilla (2), abbenche neppur essa abbia a dirsi esattissima. Tutti i caratteri della specie in discorso sono scrupolosamente delineati (0 Pi. 157. fig. 1. (a) Tab. II. u.o 1. fig. 1. 3o MONOGRAEIA DEGLI ECHIMDI FOSSII.I DEL PIEMONTE nella Ggura che ci da Goi.dfi'.ss (i) solto il notnc ili SpatangUS Desma- rcstii MOnster. Senza farmi di cio giudice, dubilo forte che qucslc due specie sieno identiche. Quantuiujue forma to da due seric di pori soltanto scmplici , e tut- tavia cvidentissimo 1'ambulacro anteriore od impari; quindi lo SpatangUS purpureas non pu6 venir compreso, siccome fece il Lamarck n ell' opera gia citata, nel novero delle specie a solo qualtro amhulacri. Pel solilo questo Spatango e grosso assai , alcun poco schiaeciato; la superficie superiore falta regolarmcnle a volla e alquanlo gibbosa posteriormente; il verticc trovasi ccntrale, e segna il punto di con\er- genza dcgli ambulacri ; quest) pari , formati ciascuno da due serie di doppj fori, di cui qiie'dclla serie esterna veggonsi piu allungali trasver- salmente, Uanno una Cgura petaloidea, e sono superficial!, piani, non impress!, circoscritti da un leggier solchetto; 1' impari od anteriore giace nel gran solco bocco-doisale, c piu non consta che di due ordini di fori semplici, tra loro distanti. II detto solco cresce d'ampiezza e di profondita in ragione diretta della sua vicinanza al margine , cosicche comparte a tutto il disco la forma d'un cuore. Di due sorta sono i tubercoli, altii grossi, altri piccoli, tutti lenticolari; i maggiori veggonsi solameutc sul dorso, sono rari, perforati nel mezzo, e disposti a zig-zag. I piccoli occupano alia rinfusa porzione della superficie superiore , e tutta f inferiore, aumentando alcun poco di diametro nei dinlorni della bocca. L'ano viene rappresentato da un foro ovale trasversalmente di- retto, ed e in questa, come in tutte lc specie dei veri Spatanghi, col- locato sulla faccia posteriore. La bocca e grande , trasversale, ovalare, bilabiala , sprovvista di denti e situata presso il margine anteriore. Abita l'Oceano Europeo, il mare del Nord, il Mediterraneo. Fossile nei terreni terziarj della Sicilia , di Saint-Paul-trois-chateaux (Lam.), dellAstigiana , e secondo Allioni della collina di Torino presso al Pino in un'argilla bianca. (i) PI. 47. 6g. 4. a-c. DEL DOTTORE E, SISMONDA 3 1 SPATANGUS CHITONOSUS mihi. Tab. I. fig. 6-7. Spatangus fornicato-compressus , posticc obtruncatus , vix gibbus ; um- bilu cordato-hexagoivo , margine acutiusculo , basi plano-convexa; vertice ccntrali, ambulacvis quadrifariam porosis, baud impressis, anticis brevioribus ; tubercidis maximis, totum dorsum obsidentibus , arcuatim dispositis ; sulco antico lato; ore et ano ad margmem op- positis. Credetti a prima giunta poter considcrorc questa specie come identica alio Spatangus Hoffinanni Goldf. Infatti hanno comuni i caratteri generaM , non che la forma dcgli ambulacri , che ne in queslo ne in quello possono veramenle chiamarsi petaliformi. Perb dopo un piu ri- goroso esame m'accorsi che il numcro c la disposizione dei tubcrcoli maggiori, e il particolar modo di coml)inazione dclle piastre toglievano ogni dubbio d'idenlila tra quesli due Spatanghi. La superficie dorsale regolarmente convessa con una leggiera de- pressione al centro lascia vedere in tutta la sua estensione le su- ture delle piastre dorsali tra di loro , lu quali piastre pajono sovrap- poste nel loro margine inferiore le une alle altre dall'alto al basso, emulaudo cosl la tessitura d'una corazza, dalla cui somiglianza trassi il nome. Gli ambulacri coiwergono uniformemente verso il vertice, sono piani, superficiali, ma non assolutamente al livello delle aree anambulacrali ; gli anteriori pari sono di poco piu brevi dei poste- riori e form ano sull' asse longitudinale un angolo aculo piu aperlo, che questi; tutti poi restano forma ti da due serie di fori doppj riunili da altrettante linee trasversali. 11 canale anteriore cresce tli profondita e d'ampiczza a misura clie s'avvicina al perimetro, cosicche procura al guscio la figura di un cuore. 11 carattere piu distintivo di queslo Spa- tango consiste nci tubercoli maggiori; essi trovansi piu bnmerosi die in qualsiasi altra specie conosciuta di Spatanghi, sono ampj, schiacciati, pcrforati nel mezzo, od occupano tutta la superficie superiorc dal ver- tice al lembo, distribuendosi in modo da coronare elegantemente il mar- giaie superiore di ciascheduua piaslra dorsale : per conoscerne la vera 3 a MONOGRAFIA DECI.I ECHINIDI FOSSIU DEI. PIEMONTE forma e disposizionc , non chc il modo di addossamenlo dclle piastre. vedasi la fig. 7, tav. I, ove con dimcnsioni espressamcnte piu grandi del naturale ci6 \iene chiaramente dimostrato. Al dissotto dei suaccennati tubcrcoli grossi veggonsene dei piu piccoli, non piu perforati, circoscritti da una leggiera impressionc circolare, estendentisi fino alia pagina in- feriorc, onre crescono un pochettino di dianietro. Questa cosa pero noi non osservammo che su porzionc dun lato , essendo l'unico individuo, che di epic sin specie abbiamo , fortcmente per la sua faccia inferiorc aderentc alia valva d'una conchiglia ; il margine e piuttosio acuto, e lascia posteriormentc vederc l'orifizio dell'ano. I Longitudinale o,o3q. Diametri < ( Trasversale o,o3y. Abita Fossile raro nel terreno terziario mediano della collina di Torino. Gen. EGHINOLAMPAS Gray. (Echinanthus Leske. — Clyijeaster et Galerites Lam.J. Abbenche il signor Gray creando il genere Echinolampas l'abbia accompagnato d'una diagnosi assai chiara, nullameno ebbe a soffrirc le piu opposte vicende , ora venendo arricchilo di molte specie gia ap- partcnenli ad altri generi , ora di troppo rautilato od anche affatto dimenticalo , sierome dal Goldfuss. Vero e , die il passaggio dei Cli- pcastri e dei Galerili alii Echinolampi fassi per gradi cosi poco sensi- bili , che il Naluralista anche il piu esperto dovru usar fatica per isc'o- prire in eerie specie il tipo del genere , che ci occupa ; ci6 pero non daru mat ragione ad cscluderlo, lauto piu che se rispctlo a certe specie ricsce difficile la classiGcazione , e poi facilissima riguardo ad allre. Per provare quanto naturale si fosse la dislinzione di questo gruppo d'Echi- nidi [Echinolampas) uopo non era, che di convenevolmenle limitare i varii generi, cui solevansi rifcrire le specie ora coslituenti la sezione Ec/iinnlampas ; cosi fece Agassiz, il quale con questo metodo non solo giunsc al propostosi primo scopo, di conservare cioe il genere in di- scorso, ma vide iuoltre che fra le mollissime specie da' varii autovi DEL DOTTORE E. SISMONDA compresevi , quali dovcvansi rapportare ad altri gruppi della fainiglia de' Clipeastii gia conosciuti, quali presentavauo delle pa^ticolarita tali da poler costituirc il tipo d'allri nnovi generi, siccome Pjgurus , Co- iiorlypus , Ppgorfynchus. Gli Eeliinolampi adunque, gia Clipeastii o Galeriti sccoudo Lamarck, non lianno piu, nel senso del sig. Agassiz, i limiti clie loro a\i fori tra loro riunili per mezzo di altrettante liuee oblique parallele; i fori estemi sono oblunghi, gli 36 MONOUR.VMA 1H.GI.I EC.II1.N1DI FOSSli.I DEL P1E.MONTE interni rotondi. La superficie iufcriore va inscnsibilmente facendosi con- cava dal margine al ccnlro , ove ticne scavata la bocca, allungata nel ^ erso del diametro trasversale ; I'ano e sottomarginale, poslcriore, ovalare- trasverso. Su lutta la faccia esterna veggonsi confusamente sorgerc d'in mezzo ail ajirettante fossette circolari mille tubercoletti migliarj, chc nnii oltrepassano in altezza il IWello della sostanza tcstacca. Abita ..... Fossile nel tcrrcno terziario superiore di Castelnuovo nell'Astigiana. Qucsta specie vennc per la prima volja scopcrla presso di noi ilal sig. Luigi Bei.lardi, cui la Paleonlologia gia va debitrice di alcuni in- teressaiili lavori; a lui, ed aUAvvocato Giovanni Michelotti , chc al- I'uopo mi furono cortesi di libri relativi a qucsto lavoro , rendo qui pubbliche grazic. Gen. CLYPEASTER Lam. (Echinanthus Breyn, et Gray. — Echinorhodum ct Echinodiscus. V. Phels. — Lagana Gn. B11-B1..J. 1 limili , cnlro cui il sig. Agassiz con'sidera il genere Clypeastcr lion sono p'm quelli , clie gli avca asscgnaln il Lamarck. Infatti molle specie gia facienli parte dei Clipcaslri, furono da Agassiz e da altri re- centi naturalisli Iraslocate nei generi Echinolampas , ScuteUa, Lagarut. Non essendo qui il luogo di far vedere come i diversi Autori, De-Blai.\- vn. i. e, Desmoueins ecc. , abbiano alia loro volta cercato di fissare i ca- ratteri veramente diagnostic! di questo genere, non riproduiremo che il modo , con cui lo caratterizza Agassiz: « Guscio ovalare o quasi » pentagonale, alto, spesso, inlernamente diviso per altrettante colonne » verticali in diversi compartimenti ; ano inferiore , marginale ; ambu- » lacri rappresentanti una Stella co'raggi rotondati ». Galcolando ben bene uno ad uno i suaccenuali carattcri, puousi, cosa non tunto facile prima d'ora, distinguere i Clipcaslri dalle Scutelle. Fin- tantoche i Naturalisti separavano questi due generi in vista della sola diversita nella spessezza del margine, malagevole, azzardata talvolta, im- possible tal altra restava una simile distinzione ; riscontrandosi infatti delle specie, per ros'i dire, intern. ediarie, non avenli cioe tin margine DEf. DOTTOnE E. SISMONDA 3^ acutissimo per appartenerc allc Scutelle (sccorulo Lamarck) c ne anco abbastanza rotondato e spesso per csscrc riferilo ai Clipcaslri, fanno esse subito conoscere rinsufticienza del earallerc distintivo tralto solamente ilall'esame dello spessore del margine per naturalinentc separare le Scu- tfelle dai Clipeastri. CLYPEASTER ROSACEUS Lam. Clypeaster ovato-clliplicus , pentagorius, dvrso corwexus; margine poste- riori retuso; pagina inferiori piano- concava , ambulacris amplissimis , ■vertice convergentibus ; margine exili; ore centrali; ano submarginali. Ecuikl's nosACECs Linn, p. 3i86. Echikaktiius iii'.mr. Leskc ap. Klein, p. i85. tab. 17. fig. a. , et tab. 18. fig. b. — Encycl. pi. 148. fig. 5-6. — Scba. Mus. 3. tab. XI. fig. 2-3. — Knorr. Delic. tab. D. i. fig. 12. EcUISOHHODCM V. Pbcl. p. 38. 11.° 4' Clypeaster rosaceils Dcslongcb. Encycl. t. i. p. 199. — Lamarck. Anira. sans vert. p. 289. n.° 1. — Blainv. Diet. sc. natur. t. 9. p. 448- c^ Man- d'Actiu. p. 21C. - — Agassiz. Prodr. Echin. I. c. p. 187. — Desmoulins. Ecbin. p. 212. La stipcrficie dorsale fatla a volta vedesi sormontata da cinque emi- nenze ovalari , tondeggianti , uniformemente convergent! alia soimnilu, piultosto larghe, ossiano lc aree ainbulacrali; in un individuo della col- lina di Torino ho veduto queste eminenze poco pronunciate , ovvero le aree anambulacrali anch'esse gibbose , rialzate in modo a trovarsi tulte presso a poco al medesimo livello , e divise le une dalle altre per un semplice solco, clie formava il letto a due seric di doppj fori riunili da linectle trasversali, costituenti H ambulacri. La Stella, che sulla super- Gcie dorsale formano li ambulacri colle aree entrostanli, ha precisamcnle Taspctto d'un Gore a cinque larghi petali aperto. I tubcrcoletti, che ricoprono si la superiore, che l'inferiorc super- ficie, sono confluentissimi e scorgonsi persino sullo spazio coniprcso tra quelle liiieeltc trasversali- oblique, che legano i fori auibulacrali; veggonsi tut li circoscritti da una infossalura circolare. II margine e sottilissimo quasi come nellc Scutelle; il suo perimetro traccia un piano penlagonale, coll'angolo impari anteriormentc. La superGcie inferiore piana pei due terzi esteriori, concava verso il centro , viene per cosi dire divisa in cinque compartimenli per mezzo di altrettanti solchi, che partendo dai 38 MONOCRAFIA DECL1 ECHINIDI FOSSII.I DEL PIEMONTE cinque angoli marginali vanno a convcrgere verso il ccnlro, ovc Irovasi scavata una fossa pentagonale , die e 1' apertura della bocca. L'ano e costituito ila un piccolo foro rotondo a margine rientrante, situalo in- feriormente a poche linee di distanza dal margine posteriore. Due variela di questa specie veggonsi citate dal Lamarck. Alia seconda di quelle corrisponde il Clypeaster Bangianus , nomhiato, descritto, e parlicolar- mente studiato dal sig. Desmoulins. Abita rOceano Indiano, e Americano. Fossile non frequcnte nei terrcni subappennini dell' Astigiana , e nel terreno terziario mediano della collina di Torino. CLYPEASTER ALTUS Lam. Clypeaster peiiuigonus , poslice reeisits ; vertice conoideo, elato, campa- nulato; ambulacris qirinis , qiutdrifariam porosis , apice eowergentibus, longis ; margine brevi, crasso; ore pentagono , ano subrotundo. Echinus altos Gmel. p. 3187. EcBtKANTHUS altus Leskc ap. Klein p. 189. tab. 53. fig. 4- — Encycl. pi. 146. fig. 1-2. Echihites campanulatos Schlotlh. Min. Tasch. i833. VII. 5o ; Pctref 1. 323. — Scilla. Corp. marin. tab. 9. fig. i-a. — Knorr. Petrtif. suppl. tab. IX. d. fig. 1. Clypeaster altus Deslongcb. Encycl. t. 2. p. 199. — Dcfrancc. Diet, scienc. natur. t. 9. p. 449- — Blainv. Man. d'Actin. p. 216. — Lamarck. Anim. sans vert. p. 290. n.° a. — ■ Cuvier. Regnc animal, p. 236. — Grateloup. Mem. Ours. foss. p. 1 1 . — Agassiz. Prodr. 1. c. p. 187. — Desmoulins. Echin. p. 21G. — D'Arcbiac. Mem. Soc. Geol. 11. p. 192. Clipeasteii ouasdiflorus Bronn. Letbaea Geogn. p. go3. tab. 3G. fig. 9. a-0, Benche questa specie noa sia per anco conosciuta alio stato vi- \ente, e comune nelle Collezioni per trovarsi frcquentemente fossile. A questa molto vicino per la forma si e il Clypeaster turritus Ac. A mio avviso l'unico carattere difTerenziale consiste nell'avcre il Clypeaster alius gli ambulacri molto piu lunghi ed acuti, e'l vertice mono elevalo, ehe non il turritus. La superficie superiore o dorsale elevasi insensibilmente dal margine al centro a foggia di campanello, presenlando all'apice il punlo di comune convergenza de'einque ambulacri ; questi come nel Clypeaster rosa- ceus rassomigliano ad un fiore a cinque petali ; nella specie in discorso sono jiero molto piu lunghi, piu elevati, piu convessi , meno ampj ; i pori che li tracciano sono doppj, e ordiuati in due serie. I tubercoli DEL DOTTOItE E. SIS.MONDA 3Q DCcap.no indistintamcnte tutta la faccia esterna del guscio, compajono piu gross, alia supcrncie inferiore che alia dorsale , e come nclla specie precedentemente descritla alzansi d'in mezzo ad altrettante fossette cir- colari. II margine c alto, spesso, pcntagonale; la superficie i.,fcriore scorges, solcata da cittque scanalaturc, che aventi origine dai cinque angol, c.rconfercnziali vanno a terminal in una fossa profonda cen- trale, penlagonale, in fondo a cui apresi la bocca; lano e posterior sottomarginale, piccolo, rotondo. Abita Fossi,e nel terreno mioceno della collina di Torino e .n Corsica, Malta, Provenza , Allemagna (Lamk.) Reggio, Calabria,' Montpelhcr, Dax (Grateloup). CLYPEASTER CRASSICOSTATUS Ac. Tab. III. fig. ,_J. Clypeaster pentagon*, antice productus , poslice retusus ; dorse subcam. panulato, margine crasso , pagina inferiori plano-concava , quinquies sulcata, ano rotundo, submarginali , ore quinquangnlari; ambulacrh quints; areis ambulacralibus valde prominmtibus. Lunico carattere, che possa vcramentc aversi qual distintivo di questa bella spece dal Clypeaster alius si e la forma degli ambulacri, e il -ado dl clevaz.one dorsale; infatti e identica la figura del disco, la forma de, tubercoh, e la forma e la posizione dell'ano e della bocca, mentre nel Clypeaster crassicostatus vedesi meno elevato il dorso, meno conico e pn\ pronunciati, pin rig0nfi , piu rotondali gli ambnlacri. Anche il Clypeaster crassus Ac. vedesi a questo molto analogo, andandone distinto pe soli ambulacri piu appiattiti ; non possiamo peril imputare al si«uor Agassiz la separazione di questa specie, essendo comune avviso^ei (.eolog, essere pin noeivo alia scienza il riunire sotto una sola specie mdmdai anche menomamente diflerenti, che non il distinguerli in specie d.verse; s, e infatti da simili distinzioni slabilite conscienziosamente su vere, ancorche poco marcate modiflcazioni di strutlura, che il Geolo-o resta avvcrtito delle variazioni sofferte dagli esseri organic! in ciascun penodo geolog.co, che e quanto dire del graduate mularsi delie condi- zion. termo-telluriche a seconda delle diverse rivoluzioni , cui ando soggctto questo noslro globo. 4<> M0N0CRAFIA DEGLI ECHINIDI FOSSII.I DEL PIEMONTE ILongitudinalc 0,10. -+- o,oo4- Trasversale 0,09. Verticale 0,03.-4-0,007. Abita Fossile Bella collina di Torino, ove riscontrasene altresi una varieta rimarchevole per cssere proporzionatamente meno ancora ili qucsta elcvata sul dorso , nicnlrc al contrario di niolto l'a- vansa in lunghezza e larghezza. Eccone le dimensioni: f Longitudinale 0,1 5. Diamctri 1 Trasversale 0,12. Verticale 0,04. CLYPEASTER AMBIGENUS De-Blaint. Clypeaster subovato-pentagonus , dorso coiwexiusculus ; ambulacris quint's ovalo-oblongis , pulvuuttis , quadrifariam porosis ; pagitia injeriori quin- quesulcata , plano-concava ; niargine. exili ; ano rotundo , submargi- nali; ore centrali. Ecbiiunthus m Mii.is Leskc ap, Klein, p. 188. tab. 19. Cg. c-J. — Encycl. pi. 146. fig. 3-4. — Seba. Mus. 3. tab. i5. lig. i3-i.',. Scutblla AMQ1CBNA Lalllk. t. 3. p. 2S6. n.° 17. Cltpp.asteh mucins Blainv. Diet. sc. nat. t. 48. pag. 299. — Man. d'Actin. p. 216. — Dcsmoul. Echinid. p. 214. — Agassiz. Prodr. Echin. p. 20. Mem. Soc. Neueh. p. 18,. La specie cite prendo a descrivcre, si e una di quelle, in cui vedesi meglio la grande relazione, che havvi tra i due generi Clypeastcr e Scutella. Fortemente compressa dall'alto al basso presenta un margine soltilissimo, caraltere che indusse Lamarck a considcrarla siccome una Scutella. Ooncava d'allrondc alia stipcrlicie inferiore , giusta il sig. Desmoulins , 11011 puo in alcuna manicra far parte alle Scutelle. Tulli gli Aulori che trattarono degli Echinidi veggonsi bens! d'accordo nello stabilire, che le Scutelle a dhTerenza dc' Clipeastri debbano avere il corpo fortemente schiacciato, il margine soltilissimo, c la circonfereuza piu o meno cir- colare ; ma io credo che di massima imporlanza sia d'aggiugnere col DEL DOTTOUE E. SISMONDA .\ I sig. Desmoulins a questi un altro caraltere , clie cioe le Scutclle hanno la superficie inferiore piana, mentre i CHpeastri L' hanno concava. Infatli abbiamo dei Clipeaslii di perimetro piu o meno rotondo , di corpo schiacciato, appiattito, c quindi a margine sottile, sicche non badando alia loro piu o men grande concavita della pagina inferiore, di leggieri, come gii avvertii , si confondercbbero colle Scutclle. II Cly/ieastcr amlrigcnus , se non si osserva attentamentc , pare un giovine individuo del Cljpeastcr rosaceus ; Borson infatti nel Catalogo giu citato l'cbbe a confondere con questultimo. Non pertanto sono evi- dent! lc dilfercnze chc passano bra le suddelte specie , consistent! di preferenza nella spessezza del corpo , nel grado d'elevazione degli am- bulacri , e nella figura del perimetro. II corpo mostrasi assai schiacciato, leggcrmente convesso sul dorso, al cui ccnlro convcrgono cinque am- bulacri di figura ovalo-allungata , quasi piani o pochissimo sporgcnti , petaliformi, formati ciascuno da due serie di doppj fori corrispondenlisi e tra loro collegati per allrettanle linee tiasversali paralelle. La super- ficie inferiore va insensibilmente facendosi concava dal margine al centro, ove come nelle specie teste descritle, convcrgono cinque solchi scorrenli precisamente in direzione della linea mediana corrispondeute alle aree ambulacrali della pagina dorsale. La bocca e centrale, irrcgolarinenle pentagonale ; I'ano sottomarginale, rotondo, posto in molta prossimila del margine posteriore. II lembo e sottile , e traccia sul piano un pe- rimetro pentagonale , colli angoli per6 molto aperti , o rotondati. I tubcrcoli sono conform! a quelli del Clypeaster alius, e del rosaceus. Degne di particolar menzione sono due varieta della specie in discorso, fossili nel colle Torinese , le quali offrono una singolare modilicazione nella figura del disco; l'una e talmente allungata da presentare 0,070 di lunghezza su 0,049 tu hwghezza; l'altra quasi regolarmente ovale , cioe pochissimo recisa posteriormente, meno sporgente sul dinnnzi, c colli angoli laterali ottusissimi. Abita Fossile nel terreno mioceno della collina di Torino. Serie II. Tom. IV. 4a MONOGRAFIA DEC LI ECHIMD1 FOSSILI EEL P1F.M0NTE CLYPEASTER BEAUMONTII mihi. Tab. in. r.g. 4-5. Clypeaster uttenuatus, ambitu quinquangulari , postice coarctato , reciso, angulis productis; ambuJacris ovato-acutis , subconvexis, poris sulco conjunctis ; supcrficie inj'era plano-concava , quinqtieradutta , ano sub- fharginaU, rotundo, ore ccntrali, pentagono, transversim oblongo. Ravviso in questa specie un abito mislo, e tale chc forse potrebbe fornire il tipo di an nuovo gencre inlermediario a quello, cui la rap- portiamo, ed ai generi Scutella o Lagana. Se infatli l'cslrema solligliezza del corpo, e la poea elevazione degli ambulacri mentreche la allontanano dai Clipeastri le attribuiscono qualchc analogia colle Sculelle o colle Laganc, il disco pentagonale , la faccia inferiore concava, e la vicinanza dell'aoo al margine, ne la distinguono essenzialmentc. Non e adimque die in soguito a rigoroso esame della pluralita de'caratleri , che non dubitai di farla entrare ne'Clipeaslri , co'quali piu che con qnalsiasi altro gencre conosciuto , put) naturalmente collocarsi, malgrado che le suddette particolarila di configurazione facciano si, che non ne riempia appuntino la diagnosi. I caratteri spcciGci del Clypeaster Beaumontii consistono nel relativo grado di soltigliezza del corpo, nella figura del perimetro, e nella ra- gione in cui il diainelro trasversale sta al longitudinale; distinguesi in- fatti da tutte le specie congeneri per essere oltrcmodo appiattito sul ilorso, e per avcre il margine sottilissimo, di figura pentagonale pres- soclie regolare , colli angoli pero molto sporgenti , posteriormente contratto, prevalendo l'asse trasversale sul longitudinale; gli ambulacri sotio appena convessi, pctaliformi ; la superficie inferiore concava nel mezzo, ove convergono cinque scanalalure corrispondenti a cinque an- goli. ed ove apresi la bocca per mezzo d'un foro pentagonale , alquanto allmigato trasversalmente; l'ano e rotondo, piccolo, prossimo al margine; i tubercoli rappresenlano in figura quelli delle specie precedentemente descritte. Longitudinale 0,062. Dinmetri \ Trasversale o,oG3. Verticaie 0,01 4- DEL DOTTOHE E. SISMONDA $ Abita Fossile nel terreno terziario mediano della collina di Torino. Al sig. Eme di Beaumont, Professorc di Storia Nalurale e Membro dell' Iiistiluto di Parigi, dcdico qucsta specie siccome ammiratore del suo fccondissimo ingcgno, e seguace di quella dotlrina , che impresse colla verita nuova faccia alle geologiehe discipline. Gen. ANASTER mihi. Questo genere c fondato sulla mancanza di ambulacri. Infalti per tjuanlo attentainente io abbia esaniinali li individui che vi rifcrisco, non mai venncmi fatto di vederne neppur confusamente alcana traccia, sicche dovetti persuadermi che essi non poteano in rerun modo con- fondcrsi cogli altri Clipeastroidi. Mancando gli ambulacri , siam cerli che questi aniraali allorche go- devano della vita, mancavano eziandio di quei tubi membranosi , con- trattilissimi, che escono dai fori ambulacrali; siffatta aberrazione non rechera pert) meraviglia, qualora ad un tempo si badi alia grande di- versita d'organizzazionc , che gia vediamo distinguere le tre famiglie tlegli Echinidi, alia poca influenza, che sulla economia viva di quest'or- dine di Radiarj pajono esercitare i suddelti tubi membranosi e alia man- canza d'un organo ben piu essenziale alia vita, l'ano, mancanza gia riconosciuta dal Goldfuss in quelle specie su cui stabili il nuovo suo genere Glenotrcmites. Avuto riguardo alia rispeltiva posizione dell'ano c della bocca , ed alia forma generale del corpo, il genere Anastev va annoveralo nella famiglia de' Clipeastri ; quanlo per6 al posto naturale , che nella serie dei generi debba occupare , non e possibile precisarlo , giacche non avendo li ambulacri , resta privo d'un . essenziale carattcre di paragone ; quindi io lo considerai come 1' ultimo dei generi dei Clipeastri, ancorche forsc piu naturalmente dovrebbesi risguardarc siccome l'ultimo dell'or- dine delli Echinidi. Oltre 1'assenza degli ambulacri, caralterizzano ancora questo genere la forma schiacciala del disco, il pciiiuetro irregolarmente ovale, cioe piu largo posteriormente , la bocca suborbicolare, inferiore, ecu/rale, lam* sottomarginale. ■j i MOSOCRAl'IA DLCLI LCII1NIDI FOSS1LI DEL P1E.MOKTE ANASTER STUDERI mihi. Tob. II. fig. 8-9. Anaster parvtdus , ovato-acutus , postice latior; (torso compresso, vix fornicato, ambulacris nullis ; pagina inferiori paulisper incavata, ore centrafi, subrotundo, «no subtndrginaii, tratisversim oblongo; tuber- cutis vix visibilibuSj miliaribus, circulo impresso circumdatis. Dedico questa specie al cliiariss.0 sig.r Sttjder, Professore di Storia Naturale a Bcrna. Tipo del nuovo generc Anaster, essa prescntasi con un insieme di caratteri affatlo singolari; il corpo e piccolissimo, e compresso, di ligura ovale pin prolralto sul dinanzi, piu ampio posleriormente ; la superficie dorsale appena convessa e assolutamente priva di ambulacri ; il inargiuc e tondeggiante, assai spesso in proporzione della piccolezza del corpo. Nel mezzo alia supei'Gcie inferiore piano-concava apresi la bocca con un foro ampio, subrotondo; l'ano e piccolo, aperto posteriormente in prossimita del marginc, ovale, col suo ir.aggior diametro dirello tra- svcrsalmcnte; qua c la su tulla la faccia cslerna veggonsi dei tuberco- letti siniili a piccoli grani elevali d'in mezzo ad altrettantc fossette eir+ colari. Antero-poslerioi-e o,oo5. Diametri , Trasversale o,oo3. Abita Fossile nel terreno sopracrctaceo mediano della collina
  • angolare, regolarissimo. ECHINUS LINEATUS Goldfuss. Ecliinus hemisphaerico-depressus , subassulcttus , verrucis mammitlaribus , arearu.ni minorum bifariis, majorum quadrif'ariis , versus basim dupli- catis , circulo granulorum cinctis. Lamarck. Anini. sans Tcit. t. S. p. 3?r. n.° 37. — GoJdf. Pctrcf. p. i?t\. pi. 4". fig. >i- Ecuwos traeiTis Aguss. I'rodr. 1. c. — Desmoul. Eclnii. p. aga. Si e questa Tunica specie di Echino conosciuta nell' Asligiana , e Irovasi essa pure raramente. Non cosi difficile si e il rinvenirne li aculei, che di quando in quando m'avvenne di scoprire nella caviti delle grandi conchiglie. Distinguesi pel corpo emisferico alqnanto appiattito ; il suo perimetro non e assolutamente circolare, ma leggiermente pentagonale, con angoli cioe apertissimi corrispondenti alle aree ambulacrali. Gli ambulacri dal- l'apice del guscio camminano retti lino aU'apertura della bocca, allar- gandosi alquanto verso il margine. Sono essi costituiti da doppj fori rotondi , disposti longitudinalmente a zig-zag tre copie in tre copie; la faccia esterna vedesi tutta coperta di tubercoli mammillari, quali grossi, quali piu piccoli ; i piu grossi si distribuiscono in due file sulle aree ambulacrali, ed in quattro sulle anambulacrali; i piu piccoli compajono solamente a qualche distanza dal vertice, veggonsi seminati alia rinfusa, e senza ordine ; si questi poi che i primi sono alia loro base coronati Sebie II. Tom. IV. g 5,Cta».& UMookifo. \ % ■■<■■ >i f J- v1' V) Tav. II "... ■:: /«.'/.• I'triir;.:-: du f l>* nA, ?nr»\l Qxeea.WaetteSvdi howM, 6toM. Di .V>lli\xt< &ib. s T.nlll ) '. ' * ■ .* •' ••;•..'' / * . • ; P.!.-.'. Brunen due /// la P."/** * i ' 53 OSSERVAZIONI GEOLOGICHE SILLE ALPI MARITTIME E SIGL1 APENNINI LIGCKI ANGELO S1SMONDA rlOClSIORE Dl II J I E C U O C I I Letta nell'adunanza delli 28 marzo Hill. X geografi separano gli Apennini dalle Alpi , separazione ezianclio consigliata da certe consideiazioni geologiche. Coll'apparizione de'primi fini un ordine di cose, e ne succedette un altro caratterizzato princi- palmente dalla novita degli esseri organizzati, come si scorge dalle re- liquic di essi sepolti negli strati di quelle remotissime epoche, il quale periodo ebbe termine coU'avvenimento del sistema sardo-corso. Ma per quanto differiscano le due accennate catene di monti circa alia loro rispetlrva eta, pun to non divcrsificano nella composizione, avendo tutte e due la corteccia formata dei medesimi terreni. Passando dalle Alpi marittime negli Apennini e qucsti seguitando fino a Sarzana si vede un continuo avvicendarsi degli stessi terreni. I meno antichi occupano a volta a volta tratti poco estesi, ma bastanti ad accertarci deU'esislenza cola del mare prima chc succedesse il sol- levamento dei due sistemi alpini. 54 OSSERVAZIONI GEOLOG1CHE Sl'LLE ALPI MAKITTIME Le formazioni maggiormcnlc antiche dclla terziaria si continuano dall'una all'altra delle due catcnc senza intcrruzionc. La giurassica ncgli Appcnniui liguri ritiene i mcdcsimi caratteri, clie noi gia le ass.cgnammu nel nostro scritto sui terreni stratiflcali delle Alpi (i); \i e formula dalle stesse roccie scdiincntosc, c le piu inferiori, come ncllc Alpi , corrispondono al liassc. I fossili nel calcare poco alterato dclla Spczia fanno cliiara testimonianza di cjuanto qui diciamo intonio all'cpoca dei terreni appenninici, e contraddicono l'opinionc di coloro, che inclinano a credere in questa catena, come allrcsi nelle Alpi, terreni sedimentosi anteiiori al liasse, i quali seppure esistouo, come dicemmo in vari dei noslri scrilti , non si distingnono dai primitivi, o come alcuni prescn- temente prcferiscono cliiamarli, dai crislallini. Qucste generality ritraggono l'opporluna dimostrazione dalle cose che imprendo a narrare, a cui do principio con quanto mi avvenne di notarc nclla valle della Corsaglia. Questa prendc origine tra' monli il cui pendio dalla parte di mczzogiorno si prolunga nel Tanaro. Sorgono sul culmine di essi porfldi e barilina in filoni racchiudenti i solfuri rosso e giallo d'ai-senico. I terreni stralificati rolti , sposlali ed anche sconvolti palcsano abbastanza urli e movimenti del suolo posteriori alia loro deposizione, la quale vuol essere considerata per molto posteriore all'apparizione del porfido rosso , come altrovc procureremo di di- mostrare. Lo sbocco poi della valle e tra colline del periodo terziario medio (mioceno) alle cui falde sta il villaggio di S. Michele. I loro mater iali consistono in arenarie assai svariate e pella grossezza degli ingredienti e per la quantita di materia ai-gillosa; e si ravvisa tra essi un certo ordine di distribuzione, da cui si l'ileva che or tranquille ed or burra- scose stavano le acque nelle quali si separarono, o forse convien meglio il dire , che cola li recarono. Tutti questi strati risiedono con un' in- clinazione al N. a5° O. sopra roccie di piu remota eta. Sono calcarei e scisti , i quali alia lor volta coprono roccie cristalline coi caratteri delle primitive. Lungo la via che mette nel vallone di Roburentello escono dall'arenaria terziaria alcune testate di calcare anlico , le quali sembrano abbassate verso TO. i5° S. Questa medesima roccia con pari (i) V. Mcmorie delta Reale Accademia delle Scienzc Vol. III. Serie II. DEI. PROFESSORE A. SISMO.NDA 55 giacitura si presents all'osservatore all'cntrata della valle delia Cor sagha; ma qu.vi essa volta il dorso al N. 3o" O. e fa coll'orizzonte un angolo di 35". Al dissotto vi sta uno scisto quarzoso, ossia un quarzite bianco lattato, con nocciolini vitrei, attraversato da sottili striscie di lalco verde , frammischiato ad altro con aspctto madrepcrlaceo Nelle colline terziarie dei contorni della Torre appariscono con qualchc frequenza testate di calcare e di scisti giurassici con incostante .nchnaz.one. Questi nltimi sono verdi, alqnanto dolci al tatto tra Sfogha e sfoglia di essi vi stanno stralicelli di quarzo granoso; sosLza che v, » prolunga eziandio in vene, ma con aspetto e struttura vetrosa Le medes.me roccie leggermente modificate nella struttura, ovvero nella tinta formano le prime prominenze piu verso levante. Cessano poi aP- pena fatt, alcum passi lungo il viottolo tendente a Montaldo nella valle di Roburentelio, e ne comparisce una superGcialmente alterata colli spaccatura del quarzite, che presso alia Torre sta associato col calcare' We d.llensce pero essenzialmente per eerie piccole e scarse laminette lucent! di felspato sparse con grande irregolariti. La presenza di questa sostanza stabibsce un' identiti, solto altri rapporti curiosissima , tra la nostra rocc.a e certe altre che si alzano in mezzo al terreno terziario med.o su certo spazio i cui punti estremi sono presso a poco i Pogei e le Morere nella valle del Tanaro. Quivi pero la roceia abbonda ma - giormente di felspato in lamine anche piu grandi. Si e forse per la ncchezza di questo ingrediente che questa specie di gneiss si risolve naturalmente in kaolino , mcnlrcche nella valle di Roburentelio l'alte raz.one sembra limitata al solo talco , che vi sta in cambio del mica donde proviene la sua disaggregazione e la tinta di ruggine. Taluni torse prefenrebbero collocare lo gneiss di Roburentelio colle roccie se- d.mentose metamorfosate. Anche noi fummo un momento dubbiosi a questo r.guardo, ma poi considerando com' esso si trovi sulla direzione de terreno pnmitivo ben caratterizzato di quelle contrade , e veden- dolo con istrat.ficazione discordante dai calcari e dai scisti che l'attor- niano, po,che inclina al N. 20» O. di 60° ci siamo decisi a chiamarlo prim,t,vo, onde far conoscere che non apparliene alia formazionc giu- rasstca, g.acche noi pure siamo d'avviso , che molti dei terreni creduti tal, e nelle Alpi forse piu che altrove, siano sedimenti metamorfosati. Questa sorta di gneiss occupa nella valle di Roburentelio uno spazio mtrett.ss^o, ed e collocato in mezzo a calcare di tinta e di strut- 56 OSSERVAZIONI GEOLOGK.UD SULLE ALPI MAIUTT1ME ECC. lura svariate , csscndo la prima piu. o meno scnra , la scconda piu o meno cristallina. L' inclinazione si manliene al S. giramlo a luogo a luogo all' O. di quantila diverse , non passando pero i 20°. Vi stanno frapposti scisli argillosi niodificali , e sopra di lulto giace una varieti di quarzite abbassata verso lo stcsso pun to dell'orizzonte. Fin oltre Montaldo conscrvasi una tale succcssione di roccie. Raggiungcndo poi la valle della Corsaglia ogni cosa assume un nuovo aspetto. Le roccie rambiano aflatto di natura , tultavia senza un grande sforzo d'immagi- nnzione si concepisce, che la slessa causa nc lia cagionato lo scorn - piglio , e ne lia reso gli ingredienti atti a combinarsi vicendevolmente, e ne risultarono roccie cosl somiglianti alle primitive, che ogni giu- di/.io contrario non puo a meno di comparire azzardato od ipotetico. Di tal falla sono quelle dei monti alquanlo sopra Montaldo nella valle della Corsaglia. Si presenta dapprima una roccia talcosa verde , inch- Data S. a5° E. , la quale si trova ben tosto plena zeppa di grani e granalli di qnarzo vitreo incoloro , con altri leggermente rossi ; cosa i una libera via. Sul modo poi con cui siasi opcrata la metamorfosi si hanno molle murgnose opinioni , e ben altrc se ne potrebbero ancora immaginarc. 11 calorico, lelettiico , e le cmanazioni gassose vi ebbero sicuramente gram parte talvolta separatamente, e talvolla unitamente , ma quando si vimlc appi-ofondire i mislcri della natura , non bastano cognizioni cosi generali, occorre discendere ne'parlicolari; ora una questione non ancora stata dilucidala , e che pure riuscirebbe di gran vantaggio il sapernc o conoscerne alcuna cosa , si e se la metamorfosi richieda la fluidita isnea dei sedimenti. Conoscendo la corteccia terrestre e in- ;abile die in certi luoyhi i sedimenti sieno stati fusi ; ma questa con- DEL PROFESSOHE A. SJSMONDA bl dizionc non vuo'si troppo gcneralizzare , tt& supporre indispensabile al compimento del fenomcuo, vedcndosi tullodi nolle offichie e nelle fah- briche mescugli tanto di tcrre , quanto di mctalli, questi cambiare di Struttura e di qualita , quclli acquistare aspclto e caratteri singolari, ed i loro principii ordinarsi e conlrarre particolari combinazioni senza la fusione , ma soltanto coll'esposizione ad una elevatissima temperatura. Nolle varie qualita di stoviglic e fine e grossolane le combinazioni han luogo senza la fusione dellc argille. L'acciaio cainbia struttura e acquista durezza con un subitanoo rall'reddamento dopo un seinplice infuocamento al rosso di ciriegia. L'arngonitc portata ad una temperatura non basle- vole a svolgcrne l'acido carbonico porde la sua natural durezza, strut- tura e trasparenza. II vctro tenuto ad una elevata temperatura prova alterazioni e cambiamcnti dipendenti dalla durata deU'esperimento, e dall' indole de' materiali che lo compongouo , od alia solita composizione aggiunti. Con deboli ma protratte correnli eleltriche il Becquerel de- termine, composizioni, opero scomposizioni, oltenne cristalli ; insomma queslo agentc nelle sue mani produsse fononioni che da ognuno si sa- rebbero giudicati impossibili. Questi esempi di mctamorfosi, a cui molti altri si potrcbbero aggiungere , dimostrano che non richicdcsi sempre la fusione, perche una sostanza acquisti una nuova struttura, o perche un altro ordinamento accada tra i suoi componenti , ma spesso basta per questi e tanti altri fenomeni il scmplice arroventamento, od un qualche cambiamento delle ordinarie condizioni opportune alia esistenza dei corpi. Quanto alia temperatura fu cssa cagionata dalle roccie di sollevamento che provcnivano dalle profondita terrestri, ove secondo le osservazioni ed il calcolo tutto e fuso. Vi voile ccrtamente uno spazio di tempo assai lungo perche il calorico sequilibrasse per istrati che ne sono tattivi conduttori , e queslo e forse uno dei motivi che ha mag- giormente influilo alia detcrminazione dei cambiamenti avvenuti alle roccie, che si giudicherebbero risultainenti d'una compiuta liquefazione. Non pretendo tuttavia d'escludere dalle cose possibili la fusione anche dei sedimenti. Nelle Alpi vi sono molti fatti non altrimcnti spiegabili, se non ammettendo un ignco rammollimento delle roccie, ciocche ab- biamo avuto occasionc di acccnnarc in altrc memorie; ma questo fcno- meno in confronto del ]>rimo, secondo me, e rarissimo, laonde si puo stabilire in tesi generate , che la metamorfosi nelle roccie delle Alpi fu determinata da una reazione intestina tra i loro ingredient! suscitata 6a OSSERVAZIONI GEOLOGICHE SULLE ALPI MAMTTIME ECC. e sostenuta da una temperature, alimentata dalle roccie di sollevamento senza che pero abhiano subila la fusione. Sul ciglione dei monti atlorno la Sella della Raschera liavvi il passe per cui si discendc nella vulle del Tanaro detlo Colle delCslsile. Ivi cessauo le poddinghe e le roccie quarzose, le quali inclinano al S. O. e viene un calcare bigio evidentemente ad esse superiore, c colla mc desima inclinazione. II pendio dalla parte della valle del Tanaro e for malo dalle stesse roccie ordinate nella medesima guisa. Discendeudo alle Viozennc comparisce un nuovo calcare separato dai quarziti mediante una specie d'arcnaiia contenente straticelli di sostanza talcosa con rughe nel verso dell" inclinazione della roccia stessa e del sottostanle calcare, la quale e al N. 20" 0. Alcune testate di imo psammite scuro si pre- sentano circa a mezza via per arrivare alle "Viozenne abbassatc al S. 3o° O. I suoi componenti sono in istato di massima divisione , e nel- l'aspetto sembra assai piu agli scisti argillosi del basse in Tarantasia , clie ai soliti psammiti. Quautiinquc nei luoghi fin qui indicati la distinzionc dei varii ler- reni riesca difficile per causa del grande disordinamento e della altera- zione delle roccie, cio non pertanto io penso, che vi esistano gli stessi terreni di cui sono forma ti i monti della Tarantasia. Le roccie in ge- nerale sono in ambe le contrade le medesime; e nei luoghi ovc re- stano traccie della naturale primitiva soprapposizione esse si succedono come iu Tarantasia. Comprendo la meschinita di queste ragioni per provare un punto essenzialissimo della scienza , quale si e quello del- l'epoca di questi terreni , ma nel nostro caso dobbiamo ricorrere e servirci di questi mezzi a cui non si farebbe nemmeno attenzione, o che almeno per ben poco si valuterebbero , quando non mancassc a quei terreni ogni sorta di spoglie organiche. Dcscrivendo le roccie accen- nammo sul terreno primitivo arenaria e scisti metamorfosali con istrati di calcare cristallino : poscia un banco di calcare coperto a sua volta da poddinghe e quarziti; ora aggiungiamo che tutte queste roccie sog- giacciono a un banco di calcare bigio scuro cristallino attraversato da numerose rilegature spatiche, il quale corona le vette dei monti frap- posti alle due valli della Corsaglia e del Tanaro. Queste stesse roccie e col medesimo ordine di giacitura costituiscono i monti della Ta- rantasia, e in generate tutta la catena delle nostre Alpi, dove i ter- reni sedimentosi antichi abbiamo detto tanto in qucsto come in altro DEL PROFESSORE A. SISMONDA 63 scritto (i), corrispondere al liasse, e successivamente agli altri terreni della formazione oolilica fino al Portlandiuno che n'e il mene antico Non sono pochi i luoghi di quelle regioni ove le roccie stiano con Stratificaz.one discordante, cosa che svela ravvenimento di parecchie umtaz.on. nella figura del suolo nel meutre ch'esse si deponevano. Un tal fatto g.ustifica con qualche evidenza la nostra divisione de' terreni g.acche per l'ordinario la discordanza si osserva sokanto tra forma- lin o tra terreni d'epoca divcrsa. Nella formazione giurassica delle nostre Alp, , fossdi essendo esclusivi ad alcuni terreni, mi valsi as- saiss.mo della giacitura loro per distinguerli gli uni dagli altri e mi accerta, poi della bonta del metodo, studiando le conlrade a noi vicine dove per avventura essi racchiudono spoglie animali, che ne constatano 1 eta relat.va. Presso le Viozenne il psammite discorda dal calcare so- prapposicm, ,1 quale a sua volta tro,asi poi discordante colle poddin-he Sopra questo v.llaggio tenendo il viottolo di Carlino la prima di queste rocc.e segue la stratificazionc di un'altra a lei sottoposta con struttur , e compos.z.one simile a cerli gneiss primitivi , la quale tien luozo e cornsponde aUe arenarie liassiche inferior! agli scisti argillosi e psam- m,t., che a Petit-cceur, al passo della Maddalena in Tarantasia ten-no impng.on.ti ammoniti , belemniti, ecc; ci6 almeno si e guidati ad ammettcre quando si conosce in modo assai particolarizzato la strultura e a composizione delle Alpi, provenendo le diirerenze mineralo,iche delle rocde dall' indole primitiva dei sedimenti, e dalla natura delle metamorfosi. Questa sorta di gneiss somiglia alia roccia del Colle di Cliardonet, che descrive il Bea.mo.t (a), il quale anche maraviglian- dos, che una roccia felspatica-talcosa altemi con sedimenti poco alterati tuttav.a non la separo da questi essendosi accertato che non si poteva annoverare come indipendente da quelle fra cui sla rinserrala. La nostra e sostosa doviziosissima di talco verde sporco, contiene quarzo e qualche Jjoco d. felspato. Neiraspetto pare simile alio gneiss di Montaldo e delle Fontane nella valle della Corsaglia , ma bene esplorata e specialmente col confronto s, rilevano essenzialissime diiferenze. Del resto la simili- (0 V. Memorie della R. Accademia delle Seienze Vol III Se,!, II n • (a) V. Annalcs dc« Scieucei Naturcllcs Tom. XV f>4 OSSERVAZIONI GEOI.OGICHE SULLE Al.PI MAIUTTIME ECC. tiulinc di due roccie, tuttoehe grande, non e mai ragione sufliciente perclie si abbiano a tenere ilella stess'epoca, principalmcnte ora chc si acccrtarono lc mctamorfosi. Inclina al N. 0. ed e in contatto col psammitc nero, il quale verso la cima dei monti, e principalmcnte presso il Colic di Carlitio si vede nascosto da grossi strati di calcare abbassali all'O. i5° N. , le quali roccie attorno il villaggio Carlino si volgono con on' inclinazionc di 65° al S. 10" O. Tia le Viozenne e Carlino havvi un profondo vallone dctlo Sarinc , laglialo nel combaciatnento del calcare colla poddinga. Ivi questa inclina all' O. 20° S. e va cosi a nascondersi sotto il calcare abbassalo S. 3o° 0. come nieglio e con maggior precisione si distingue presso la Sella dclla Briga e sotto l'alto piano dclla Ciusetta. Concorrono a vicenda ad ac- crescere l'importanza scientiGca della poddinga la sua natura ed il suo stalo. Tra i suoi ciottoli numerosi sono i quarzosi. Ilavvcne degli inco- lori e dci leggermente rosei. La grossez/.a e variabilissima. Ve ne esi- stono non piu voluminosi d'un ordinario piscllo, e progrcssivamente si ar- riva a quelli die hanno una mole di due pollici circa nel verso del maggior diametro. Molti sono di porfido rosso, e questi angolati. II cemento che lega tutli questi rnateriali e i rololati e i semplicemente frantumati consiste in un mescuglio quarzo-talcoso. La roccia mostra d'avere sub'ito l'azionc del calorico, ritenendo l'aspetto della jritta che si prepara nelle oflicine cuocendo mescugli particolari di varie terre onde prepararli a ricevere ulteriori operazioni. Le roccie fin qui nominate si prolungano sino al mare. Percorrendo la parte superiore della valle del Tanaro s' incontrano conseguenlemente ad una ad una coll'ordine da noi indicato di soprapposizione a luogo a luogo raetamorfosate e variamente alterale. Ne' monti un'ora circa prima d'Ormea i ciottoli della poddinga quarzosa sembrauo aver sublto un rammollimento iguco. Oltrepassato queslo paese essa contiene mag- gior copia di sostanza felspatica e di quarzo roseo in piccoli grani , legati da materia talcosa verde. Alia Torre delle Bardie sopra Garesio cade in disfacimenlo j>ella naturale decomposizione del cemento. Prima d'Ormea vi sono scisti talcosi fclspatici , clic chiunque riferirebbe alia categoria delle roccie primitive, qualora avesse un'altra giacilura , e qualora non si trovasse presso 1'ofitc. 11 collocamento di questa roccia ( ollc giurassiclie potra parere inverisimile, ma facilmenlc se ne acquista la persuasione , studiando le varie mutazioni dello stcsso strato tutt'al DEL PROFESS0HE A. SISMONDA 65 lungo fella sua estensione , e sopraltutto paragonando la roccia meta- morfosala con quelle che si e d'accordo di considerare come primitive. Nclla stessa valle del Tanaro tra la Pievelta e Garessio i monli sono com- posti di uno gneiss, ch'io melto nel terreno primilivo, sebbene sia meno ricco di felspato d'uno scisto che trovasi nel luogo dclle Basse sopra Garessio, ch'io considero giurassico perche risiede in mezzo a calcare crislallino evidentemente di tal epoca, senza ncssun probabile iudizio che vi sia stato injettato dal centro della terra. AH'estremita dell'alto piano della Ciusetta hawi il passo the melte nel vallone di Rio-freddo , le cui acque entrano nella Roja presso Tcnda , ed <": (iancheggiato dal Monte Pei-digal la cui cima e fbrmata di un cal- care cotnpntto bigio-scuro attraversato da numerosissime rilegaturc della stessa sosianza spatica. E diviso in falde incl'mate al S. 10° E. Siilatto calcare si estende da vetta in vetta della giogaja discendentc a Mentone inarino, coprendo dalla parte di ponenle la formazione giurassica , e nascondendosi dal lato di levante sotto il terreno cretaceo superiore. Questa lunga striscia , che si prolunga pii o meno regolarmente dal- l'uno all'allro dei due nominati punti appartiene alia porzione inferiore della formazione cretacea , siccome provano i suoi fossili , che in quel sito consistono quasi esclusivamente in Nummuliti distinguibilissimi, tuttoche impaslali nel calcare , pella forma , pclla tinta rosea , e per resistere mcglio all'azione distruttiva degli agenti atmosferici. II terreno cretaceo inferiore in parecchi luoghi lungo la linea in- dicata e coperto dalla parte superiore della medesiiua formazione. Questo accade alle falde del Monte Perdigal, e proscgue nel \allone di Rio-freddo, riferendo ad essa l'arenaria e i calcari di cui e \eslito il dorso di quei monti. II calcare e divisibile in due varieta per rispetto alle qualila mineralogichc. II superiore e compatto, bigio scuro, da odore argilloso fiatandovi sopra , ed ha l'aspetto panato anche nella frattura fatta di fresco. Gli strati inclinano al S. 30° O. e si compongono di lanti stra- ticclli avviluppati , terminati pero da superficie sviluppabili. Codesto calcare particolarizzato dagli accennali caratteri ne copre un secondo egualmentc compatto, ma di tinta cenerina, con aspetto meno terroso e con frattura lucente e scheggiosa. Dove questi calcari sono profonda- mente fessi, ovvero dove le acque li rosero, come aWsllpe di Seneca, si vedono riposare sopra una vera arenaria quarzosa bigio-chiara, la quale appena appena potrebbe dirsi sensibiluicntc alterata. 11 suo cemento Sehie II. Tom. IV. i 66 OSSERVAZIONI GEOI.OGICHE SULLE ALPI MAIUTTIME ECC. e calcare, sostanza die vi forma insicme con quarzo bianco lattato ri- legature e vene spatiehe. Avvolge ciottoli di varia grandczza di cal- care ncro e compatto , nc'quali non seppi scoprire ncssuna Iraccia di corpo organizzato; liiitavia non so dccidcrini a crederli giurassici pella grandc somiglianza che rilengono col calcare cretacco infer lore, non essendo d'allroude impossible clie nelle mie ricerchc mi fossi im- battuto in uno di essi con fossili caralteristici, se maggior tempo avessi potato consecravc a qnesto generc d'esplorazione. Dal montc Pcrdigal quesle stesse roccie senza mulazionc ncirordine di soprap- posizione continuano al Colic di Tcndu , c forinano a quel monte un manlello assai meno prolralto dalla parte di Limone, clie sul dorso Acquapendente nella valle della Roja, arrivando da qucsta parte quasi alia base del moute , coprendone cosi il calcare nuinmnlitico , il quale si mostra qua c la attraverso di esso a foggia d'isolctte. Nelle roccie che qui rapporlo alia ere la superiors non rinvenni fossili di sorta , men- tri'ilic nelle viciuc cop trade, presso Lnpiga, lungo la riviera, ecc. , abbondano principalmcnte varie qualita di Fuchi. Ma la loro soprap- posizione e natura mi forzano ad abbracciare quest'opinione intorno al- leta, a prefcrenza di quella che vorrebbe si mettessero colla parte in- feriore della formazione , giacche percorrendo la riviera di Ponente , come anclie quella di Levante, dove i monti non sono quasi d'altro for- mali fuoriche di arenaria e di calcare della crela superiore, si trovera mai sempre la prima di quesle roccie inferiore alia seconda come nella valle di Rio-freddo. L'identita di composizione, di slrulUira e di gia- citura nelle roccie di qucste localita sono per me tanti argomeiiti perchc si abbiano a considerare della sless' epoca, quanlunque in quelle di Rlo-jrcddo fin ora non siansi Irovati fossili. D'allronde formano monti insieme uniti, cosicche presentano la contimiazione di una sola e stessa giogaja, ed il non avere io riuvenuli Fuchi in quclli circoslanti al Colle di Tcndu, non e una ragione per stabilire che vi manchino; forse ecu piu prolungale e mioutc ricerchc si verra a scoprire cio, ch'io passando non potei vedere. L'arenaria giace sopra uno psammite bigio sporco, pieno di pagliuzze micacee , il qu.de a Andevfci, dove meglio che altrove e visibile , in- clina al N. 20° E. lvi havvi un calcare scistoso scuro, ch'esce di sotto lo psammite. Avviene eziandio nelle due Riviere d'Oriente e d'Occidente d' incontrarc laholla alcuni slrali di calcare inl'eriormcnle all'arenaria; DEL PnOFI-SSOIU-. A. SISMO>DA g(J ma a Andcvfd la soprapposizione delle roccie e tlessa secontlo lordine cronologico, oppure provienc da pa.ticolari picgature e rovesciamen.i .1.-1. strat,/ Non potrei troppo accertarlo, osservandosi in que'monti e I'uno e l'altro fatlo , p. incipalmcnte poco prima d'entrare dalla valle di Rio-JredJo Delia vallc dcila Roja , ove gli strati sono in mohe e d.verse gu.se piegati e contorti. Quivi il fenomeno si distingue facil- irfente essendo le pieghe e le curve molto serrate, ma piu verso I'ori- gn.e del vallone dove sono pi* ampic e piu aperte, sicche collo sguardo non s. d.scernono ad un tempo i due rami, riesce maegiormente difficile l'accorgersene, e -pcrcl.e non passi inosservato fa d'uopo por- gere mente ai frequent! camhiamenti nell' inclinazione de«li strati- dillatli alia Pia inclinano al S. E. di K c poi successivamente abl bassano al N. 2o° 0. al S. E. ece. L'incertezza sulla vera positura del calca.e di Andcrfei non oseura per niente quella del caleare. scsloso accumulato in istrali tutti piegati su se stessi ne'monti alio sbocco della valle di Rio-freddo , essendo esso evidentemente inferiore alia formazione cretacea. Si lega alle roccie giurassiche , che nella valle della Roja sono in generale smanlellate dai deposit! posteriori II villaggio di Tenda situato in essa valle e attorniato da monli di caleare giurassico. Rimontando oppure discendendo lungo il torrente che la percorre, s' incontrano a volta a volta le roccie stesse della valle del Tanaro. II caleare con carattcri mineralogici svarialissimi inclina ne' monti presso Tenda ed al ponte detto de' Quattordiei archi, all' E. 3o° N. tra 4o« e 55". Ora e nero scuro, ora bigio sporco internamente, e giallo di ruggine con maccl.ie ed una numerosissima quantita di pic- coli punti scuri all'eslerno. Con esso altcrnano varie n.anicre di scisti argillo-calcarei piu o meno micacei , ma pochissimo alterati , come lo sono quasi niente i calcari. Tra gli scisti ve ne sono dei cenerini e dei violacei con difTerenza nell' intensiti della tinta. Uno strato di questo colore e attraversato da rilegaiure di piccoli cristalli calcari , nelle qnali vi sono numerosi ventricini carichi d' ingemmamenti della stessa so- stanza. Quest' alternativa di roccie copre da a.nbe le parti della Roja un'arenaria bianca piuttosto compatta, vivamente sciulillante colla per- cussione dell'acciarino , la quale contiene alcuni rari granelliui rosei , e sebbene sia in istrati spostati e sconvolti , si viene tutlavia a cono- scere, mediante numerose esplorazioni, che inclina al S. 40° 0. Ad essa ne succede poi un'altra bigio-sporca, alquanto argillosa, racchiudente 68 OSSERVAZ10NI GE0L0GICT1E SULLE ALP1 MAIUTTIME ECC. alcnne poclie squammelte di mica di tale tcnerezza da sfariuarsi , se vmga percossa coll'acciarino. Tutte queste roccie corrispondono al liasse, cssendo inferior! alle poddinghe poste i\AY Oxford- Clay , delle quali polcnli banchi s' incon- trano alio shocco della vallc di Rio-secco. Di qui qucsla roccia di disfa- rinieiito (dotrito) gira dielro i nionli acquapcndenli nella Roja, e com- parisoe di nuovo in essa presso lo stabilimento della scga ad acqua, an- il ando da Tenda al Colic di queslo stcsso nome. Ivi e congiunta con arenaria modilicata c tanto l'una qnanto l'altra inclinano all' E. 3o° N. Sopra al luogo indicato la poddinga giace sopra ad un parlicolare scisto talcoso non ail'atto scevro di felspato, cd inclinato al N. E. La prcsenza del felspato lo reude simile alio' gneiss; in quanlo all'eta poi io porto opinione die si abbia a classificare colle roccie primitive, sia per la grande soiniglianza che ne tiene , sia pcrche si trova sulla linea dei grandi massi od eLssoidi di tal terreno, sia inline perclie non vidi cola nessun litlo da farla credere un sedimento metamorfosato, essendo i calcari, le arenarie , ecc. appena alterate. Si scorge ne' monti dell' una e del- I 'altra parte della valle , e segue a trovarsi scOperta lunghesso la valle fin presso ad una cappella posla quasi alia base del monte su cui e ajjerto il passo del Colle di Tenda. Ivi ricomparisce il calcare, dap- prima nero e scistoso , poscia in banchi bigio , o bianco sporco e la- mellare. Si l'uno chc l'altro inclinano all'E. ao0 N., e vanno a nascon- dersi sotto il terreno crctaceo superiore cola rappresentato da arenaria alternante con scisti bruni , c da calcare scistoso, le quali roccie dap- principio si presentano con positura quasi verticale colla direzione S. 35° E. N. 35° O. Quindi acquistano maggiore pendenza , ma verso lo stcsso punto dell'orizzonte E. 35° N. II calcare nero sopra il piccolo villaggio di Tenda , il quale7 come gh'i dissi , fa parte del terreno oolitico inferiore, impasta certi corpic- ciuoli bruni, ma spatici , che rilengono tutta l'apparenza degli Entroclu racchiusi negli scisti di Petit-Cocur nella Tarantasia, ecc. Se tali la- minette sono vcramente porzioni d' Entrochi , come io penso , avendo tntte un forellino centrale , U giudizio sull' eta della roccia resta in qualche modo giustificato. I medesimi corpicciuoli lucenti e spatici sono imprigionati nel calcare nero compatto de' monti presso il villaggio Fontana , dove soggiace alia poddinga con un' inclinazione S. 20° E. II Bcckland riferi alia formazione carbonosa questo calcare, e La DEI. PROFESSOHE A. SISMONDA f)Q poddinga vcnne da questo cclcbrc Geologo considcrata corrispondere all'arenaria rossa (i). Ma pare eh'abbia solaraente tcnuto conto dci ca- hatteri mineralogici di cjucste roecie. E ditlatti facilmentc si c indotti in errorc quando uno si fernai a questa sola sorta di relaaioni , poiche il calcare somiglia fisicamenlc in tulto c per tutto a qnello del terreno carbonoso d'lnghil terra, c la poddinga sia pe'suoi cioltoli, sia per allri caratteri non diilerisce gran fat to dalle roecie di detrito (conglomerati) proprie al terreno dell'arenaria rossa; ma investigandone la giacitura ne'noslri xnonti , e i rapporli loro coi conglomerati e coi calcari di altre regioui delle Alpi, subito si eomprende, che malgrado tutle lc somiglianze mineralogiclie con quelle dei tcrreni d' Inghilterra , esse rappresentano tullavia formazioni di ben diversa epoca, Entrando nella ^allc di Rio-secco (della Briga) la soprapposizioue della poddinga al suddetto calcare si presenta in modo distintissimo , anzi quivi meglio che altrove luvigo quella valle un tal fatto si palesa chiaro. Essa alterna con varie qnalita di scisti argillosi appena appena induriti. Spesso ne comparisce uno violaceo con vene quarzose iticli- nato come la poddinga all'E. 3o° N. di 45°. La poddinga e formata di ciottoli piultosto grossi di quarzo, e pezzi di porfido rosso e di scisti. Vi hanuo tra essa strati darenaria grossolana molto quarzosa e com- palta. Questa serie di roecie poco prima d'entrare alia Briga e coperta dal calcare corrispondente a quello esistente colla stessa giacitura nel monte alio falde del CoUe di Tenda. II calcare , or superiors e or inferiore alia poddinga , e sempre lo slesso da noi dichiarato il cor- rispondente del terreno oolitico inferiore , e le apparenti mutazioni nel giacimento provengono dalla maniera di essere degli strati , i quali stamio piegati a foggia di U, motivo per cui il conglomerate resta vestito, ossia compreso tra il terreno ad esso infei'iore, laonde e ben uaturale, che su certi punti comparisca colla posizione che gli conviene secondo Tordine cronologico di quelle roecie , e che su altri invece ne ritenga una non piu in relazione colla sua eta, ma anor- (i) II Marchese Parcto stampu Del Bulletin de la Societe Gcologiqu* de France Vol. III. pag. 188 una nuta mollo particolarizzata bu questi monti , nclla quale , come il Buckland, rapporta i con- glomerati quarzosi al terreno tli-ll'arenaria rossa , soggiungendo che proljabilmcnte spetlano al hettpcr. 70 0SSERVAZI0NI CEOF.OCICHE SUI.t.E ALPI MAIUTTI5IE ECC. male, procacciatagli dall'azione meccamca dei sollcvanienti, come quando coprc la poddinga , la quale e nieno antica , e rappresenta come in molte parti delle Alpi , Y Oxford-clay . Le curvature dcgli strati si fan no ognora piii evidenti e dislinlo discendcndo la valle , la quale essendo tagliata alquanto obliqua- menle all'asse di esse, che pare diretto N. 3o° 0. S. 3o° E. , lascia tratto tratto vcdere le medesime roccie incliuate in verso opposto. La poddinga altcrna con un'arenaria grossolana. A luogo a luogo vi sono scisti argillosi verdi e violacei sporcln. Nel luogo detto il Fuchetto dif- feriscono dai racchiusi tra la poddinga, e s'accoslano in cambio agli scisti inferior! a questa stessa roccia prcsso Tenda. La loro inclinazioue vuol essere esaniinala nclle singole sfoglic , onde non confondere le commessure del clivaggio disceiulenti all' E. 3o° S. di 45", colla vera stratificazione die peude al N. 20° E. , la quale inclinazioue diventa piu distinta poco tratto sotto codeslo luogo. Prima cfentrare nel villaggio Fontana si siorge nuovamente il con- glomcralo. Ell ivi si schiarisce meglio la sua positura siqieriore agli scisti verdi e violacei, clie consideriamo appartenere al liasse. Fuori del paese cessano le accennate roccie , ed in loro vece presentasi un calcare compatto nero , e pieno di squammelte perforate nel centro indicanti Emrochi. La sua positura si e la stessa di quella del gran banco di questa natura, clie trovasi presso Tenda posto Ira la poddinga e gli scisti, e corri- sponde al calcare di Villet in Tarantasia, ossia,-come si disse piu sopi'a, alia grande oolite. Molli prcferiscono di comprenderlo col liasse; intorno a cio \ i saranno mai sempre dei dubbi finche non si scopra maggior numero di fossili , e in miglior stato di eonservazione dei fin ora trovati : e se lo separai dal liasse vi ftii obbligato dalla sua grande analogia col- l'oolite inferiors delle vicine contrade, e da quest'altro falto di somma importanza , specialmcnte quando e quesiione di terreni sprovveduti o poveri di fossili , ch'csso in molli luoghi copre con istralificazione di- scordante le roccie ammesse nel liasse. Conosco per6 auch'io, che non bastano questi carattcri per annientare tutli i dubbi, ina non e men vero , che la somma dei fatti ne consiglia la separazione. Ne'monti di Fontana questo calcare cambia sovente d' inclinazione : ora e verso il S. 200 E., ora al N. 200 O., ed ora verso punti a questi due intermediarii, cosa che vie maggiormente dimostra quel tanto da noi riferito sulla inarcatura degli strati in quelle contrade. DEL PnOFESSOnF. A. SISMOMDA 7 I Non havvi alcuna notevolc variazione nei terrcni fino alia salita della Gliiandola, ove ncl calcare giurassico e tagliata una profonila gola Otturata da ccrto grossolano dclrilo con cemenlo terroso di tinta me- scolala rossa c gialla. Alia cima di essa, e presso il passo detto di Jirois, sonovi pareechi slrali di gesso saccaroide, bianco di neve, abbassati al S. 25° E. JNon forma 1111 tcrreno parlicolarc come e facile il convincer- sene csplorando un poco attenlainenle la strut tura di quelle giogaje. Esso provienc dalla metamorfosi del calcare scisloso compatto bigio- cencrino , di cui si vedono nuinerosi slrali nel loro slato naturale poco sotto il colic. Su quelle allezze esisle poi il terreno crelaceo in- feriore, e le roccie, gia distinle pe' loro carallcri da lulle le alire, con- tengono ancora nuuierosi fossili di lal tempo. Esse inclinano all'E. 3o° N. di 55°. Consistono in calcari c calcari-silicei , insieme alternanti , divisibili in parecchie, varieta sccondo la proporzione della materia sel- ciosa, la tints della roccia, e la grossczza delle parlicelle silicee , le quali talvolta hanno una tal mole, e sono cosi copiose da fare della roccia una vera arenaria. In questa allernativa di strati signoreggiano i mtm- muliti cretacei. II calcare alquanto selcioso ne abbonda a preferenza delle altrc roccie , anzi talvolta n' e cosi dovizioso da non dislinguersi la sostanza clie li unisce. La stratificazione prova frequenti cambiamenti , ed e tutta curvata, e piegata a foggia di U, ora coll'apertura rivolta in alto, ed ora verso il centro della terra, oppure inarcata perpendicolar' inente al verso dell' inclinazione. Verso le falde della discesa dalla parte di Sospello ricompariscono le roccie giurassichc , c la prima ad avvertire il cambiamento del ter- ieno si e un calcare melamorfosato in gesso, precisamente identico a (juello della parte opposta di quel monle. Questa medesima soslanza abbonda ancora nel monle a mezz'ora da Sospello , ove havvi il passo detto di Brauss. La sua giacitura in mezzo al calcare scisloso quivi com- parisce maggiormentc d is tinta , anzi verso la vetta del monte si scorge ncttamente laltcrnariza di queste due roccie, con una dolce inclinazione all'E. i5° N. II gesso si direbbe vcrticale, ma cib si deve forse all'au- mento ineguale di mole acquis tata coll' idratarsi. In queste diverse lo- calita il gesso e associalo a carniolo, tutlo poroso e bucherato , come avviene quando l!ui>li aeriformi attraversano soslanze vicine a con- solidarsi. Le roccie giurassiche presso il passo di Brauss sono coperte dal terreno cretaoco inl'eriore , il quale quivi non ritiene miglior ordi- 173 OSSERVAZIONI GE0I.0C-ICIIE SU1.LE ALPI NARITTIME ECC. namcnto nella slratificazione tli quanto nc possegga al passo di Brauss. Gli strati cambiano ad ogni momenta d' inclinazionc , c sebhene non sieno sctnprc discernibili le loro curvature, tuttavia restano accettale dalle frequenti lnutazioni nella pendenza. II calcare e di due qualita , I'una piii dell'altra argillosa , ed inelinano ora al S. i5° E. e ora ;.l S. i5° O. Rncchiudono pariniente nunimuliti , e nella varieta silicea vi stauno arnioui di selee piromaco. ^WS>8F"il basso del monle oltre i rmniDiuliti vi sono tcrcbratulc c pettini , e sotto di qucsli strati vien fuora a luogo a luogo un calcare eompatto privo di fossili, somigliante al giurassico cite s' incontra dalla parte ili Sospello. II terreno itmnnutliiivo sotto il passo di Brains soggiacc n una specie di monle formato di calcare bigio, piuttosto dovizioso di sostanza argil- losa cogli strati inclinati all' E. i5° N. II suo aspelto non che la sua natuia e la sua giacitura avvertono l'osscrvatorc, che eodeslo calcare puo tar parte di un terreno ditl'erentc dal sottostante. Onde accertarmene cercai in esso sj>oglie animali, e voile la fortune che m' imbatlessi m tino strata pieno-zeppo di frantumi del Belemnites mucronatus , e del (Jatillus Cuvicrii, conchiglie caratteristiche del terreno cretaceo supe- riore. A queslo dunque si devono ascrivere quegli strati , ne'quali quasi per roaggior conferma trovansi altresl arnioni di selce piromaco, sostanza solita ad aocompagnare questa sorta di terreno , sebbene non gli sia esclusiva, esislendo pur anche in altri maggiormente antichi, e noi stessi abbiamo teste avvertilo rinvenirsi nella creta inferiore di quelle con- trade. La sua soprapposizione al calcare nummulitico si distingue assai bene percorrendo il ciglione di quelle giogaje; ma volendo evitare cosi grave fatica si ponga mente , facendo la discesa per arrivare al villaggio Lascarena, a certi strati in isfacimento , composti di granellini verdi con Echini , Tri^nnic , Terebralule , ecc. , insomma con \arii fossili proprii della creta inferiore , eiocche e pur anche palesato dall' in- dole dclla roccia stessa , es9fndo pe'suoi caratteri riferibile alia glauconia del Brongjjiart ; detti strati escono evidentemente di sotto al calcare argilloso , che abbiam detto appartenere alia creta superiore. La glauconia alterna con un calcare scuro sensibilniente saccaroicle pieno di granellini verdi , e sotto vi sta un calcare eompatto bigio- scuro , il quale a piccola distanza di la si eleva in un monte diviso in banchi piuttosto grossi abbassati all' E. 200 N. Queslo calcare diversi- fica troppo dalle roccie cretacee della coutrada, perche si possa nem- dei. PRorrssoiiE .'.. sismoniia -'; mono sosjicUare , die ne sia coniempni-anco: si giudirlicrcbhc ili pre- I'l'icn/.ii giuiassico; lultavia considcrando 1' insieme dei falli e assai piu prohahile , die co'rrisponda alia forinazionc , o terreno die si voglia diiamarc , posto tra il cretaceo inferiorc eel il giuiassico superiore apueUato neucKiiiitiiio , il quale corrisponde al wealdiano dcgli inglesi. Maiicando di fossili, ossia non essendosene fin' ora trovati , qualimque sia il giudizio die si emetla a qucsto riguardo, non puo esserc considerate i lir conic una mera opinione. Quel pezzo di monte e un raino della catena die atlornia il territorio ili Nizza , e su cui la slessa cilia e fondala. II dorso di essa rimanc qua e la vestito di lerreni di varia eta. La citata propngine, die si avanza verso le falde del monte del colic
  • . — sandoz Alas. . — granulosa* Agas. ■ Raycl preSso Mont6-CaIvo, Galerites castanea Aoas. Monte-Calvo. Discnidea cylindrica Agas Molluschi. Jerebratula depressa Sow. — biplieaUi Sow. — perovalis Sow. — globata Sow. — intermedia Sow. — mantclliana Sow Griphaea cnlumba Sow. Villa FrftBCB. — columba varietas (Exogyva minima di Archiac ' Pecten qttinqitecnstatus Sow, S. Ospizio. — Boissy d'Arcbiac. Cucullaea escuiplari indHerminabili. Trigonia esfemplari indctcrminabili del colic di Brauss verso Lascarena. Xnlua striata ? Suw. sotto Moritc-Calvo. Cirrus depresstts Sow. Turritella conoidea? Sow. — modulo iadctcrmiuabilc. Rostellaria marginata Sow. Xummulites laevigatas Lam. d«l colli1 di Brauss — lenticularis ? Bcaulieu prcsso Villafranca — variolarius ( Lenticulites Lam.) Venli- miglia. Xatitilus simplex Sow. MoMc-grosso. Jmmotiites varians Sow. — laevigatas Sow. allefalde di Montc-dK 0 — planulatus Sow. id. — denlatus Sow. id — interruptus? Sow. id. — noca species ? id. Hamites maximus Sow. id. — rotundus Sow. id. Belemnites mucronatus Sow, negli strati supe- rior! all'arrnaria vcrde. Catillus Cui'icrii Bkong. id. Tl tcrreno crelacco inferiore, variabilissimo d'aspetto e di natura come allrove si e notato, occupa un'estensione piuttosto considercvole tutto alTintorno della Citta. Comincia sotlo la Trinita, si eslende verso Pelia , e quasi senza interruzionc si prolunga fino al mare tra Capo d'Aglio ed Ezb. I monti circostanti al golfo di Beaulifetf ne sono veslili. Nclla piccola v.illo Puiyot ascende fin presso la vetta del monle Calvo. Tvi solto l'arenaria vcrde si vedono qua e la venir fuori stratieclli di ferro idrato oolitiro, i quali penso doversi piuttosto comprendere nella parte superiore del terreno neocomiano , anziche uel cretaceo da cui sono copcrli. Nod racchiude fossil i , od almcno non \e ne seppi scoprire ; e sc tuttaMa avauzo un'opinione riguardo alia sua eta, ci6 faccio colla scorta di quanta osservai altrove circa le roccie di quest c due formazioni. Verso Levenzo parecchie striscie di terreno crelacco inferiore risiedono disperse DEI. PROFCSSOKE A. SISHONDA *ft sul terrcno ncocomiano. La stessa cosa accade nelle vicinanze di Rocca Sparviera c nei monti vieini a Uiclle. A quelle contrade agginnge inter esse a inlercsse il tcrreno terziario , il quale or giace sulla creta inferiore , oil or sul calcare neocomiano. Percorrendo la piccola valle Scram s'incontrano l'un dopo l'altro quesli due modi ili giacimcnlo del tcrreno terziario. Prcsso lo sbocco della \alle risiede immediatarnente su strati cretacei, i quali vanno \ia Via assotti- gliandosi verso la sua origine, ed infine ccssano, ed il tcrreno terziario si , trova sul ncocomiano. Contiene fossili; non ne rinveuni dcll'epoca media; spettano tutti alia superiore, ossia alia subappennina. Sono sepolti nel- 1'argilla uzzurroguola t nclla sabbia e in sorta di poddinghc, le quali roccie stratificate risiedorio le une per rispetto alle altre nel scgnente ordine: Inferiormente I'argilla azzurrognola , superiormente la sabbia framezzata da' banclii della poddinga, ossia del conglomerate ricco di ciottoli dell'a- rcnaria cretacea snperiore. Gli strati sono alquanto sposlati , e ncl val- loncino della Mantica, ove s'dTatto tcrreno copre una superficie piuttosto eslesa , inelinano dolcemente verso il S. 35° E. Forma graziose colli- nctte clie soprastanno alia Trinita. Altre sono addossale ai monti presso S. Rosalia , ove il calcare neocomiano e cambiato in gesso. Ma dove sillatto terreno terziario si estende su grande spazio , si e sulla sinistra sponda del Varo. Comincia presso a poco sulla linea di Levenzo e di- scende al mare formaudo colline cd ollurando i seni lungliesso quelle giogaje. Strati di quest'epoca rieinpiono una vaslissima gola net tcr- reno neocomiano dc' monti di Roccabruna, dove dalla parte ili Mentone quesli due tcrrcni, il terziario ed il ncocomiano, sono separati dalla creta inferiore carattenzzata da fossili. Ivi il tcrreno terziario e consi- derevolmenlc spostato, abbassando di 05° all' 0. 3o° N. La parte infe- riore non si compone d'argilla azzurrognola come nei dintorni di Nizzu, ma bensi di uu calcare con istruttura grossolana , in allcrnanza con una specie di breccia della medesima Datura. Non vi notai fossili i uteri , ma da numerosi franlumi potei conoscere, che sono le slesse specie del terreno dei contorni di Nizza, laondc resta prorata la loro contem- poraneity. Oltrepassato Roccabruna quesla sorta di strati e dj piu facile spec'ificaziooe cd iaclina all' O. 3o° S. ili [5°. OSSERVAZIONi CEOLOGICIIK SULXE AI.PI MAIUTTIMF. ECC. Fossili dclle collinc tcrziaric prcsso la Trinita e di altri luoghi nci con tor ni di Nizzq (i). Tellina complanata Liire. - Broc. Lucina radula Lamh. Lucina jamaicensis Lame. P't'nus revoluta Bonblli. Area anliquata Broc. Pectunculus violticescens Lamk. Kucula costulata Bonelli. Corbula gikba (Tellina) Oliv. Broc. Pecten pusio L\mb. — pleuronectes Lihn. - Broc. Oilraea ednlis Linn. Katiea monilij'era Lamb. Ventalium elephanlinum Broc. Pettipes buccineus (Valuta) Broc. Trochus magus Lins. - Broc Trochus strigosus Gmel. Turritelta acutangula Lisn. - Gmel. Cerithium vulgatum Bruc. — granulinum Bokel. Plturotoma dimidiata ( Murex ) Broc. — conligua Broc. Fusus harpula Broc. Colunibella semicatidata Bonel. Buccinuin clalliratum Lamb. — serralum Broc. — semisiriatum Broc — costulatum Broc. Mitra cancellata Bonelli. Turbinolia davits Lamb. II terreno neocomiano, passalo Roccabruna, discende dai monti su- periori a guisa d'una striscia ed arriva fino al Capo S. Martino. La strada e tagliata perpendicolarmente ad esso , e poscia passa su strati eretacei inferiori caratterizzati dalla glauconia co' suoi fossili distintivi. Vi giace sopra un calcare pressoche compatto , bigio scuro , inclinato al N. i 5° E. , il epiale dall'aspetto si giudicherebbe della parte supe- riore di quella formazione. Tutto all' intomo di Mentone resta coperto da banchi di sabbia e di ghiaja tramezzati da strati di varia grossezza d'argilla azzurrognola abbassati all' O. 25° S. di 70% i quali si riferi- scono, siccome testificano alcuni fossili e siccome palesa la loro natura, all'epoca terziaria superiore ; dalla parte di Levante sono limitati dal solilo calcare neocomiano , sul dorso orientale del quale stanno due qualita di terreno. Una inferiore inclinata al N. 25° E. e composta di una serie di strati di calcare argilloso tra cui risiede un grosso banco di calcare scuro , pieno-zeppo di nummuliti, sorta di fossili che dinotano (1) Nrlla Penisola di S. Ospizio il terreno vegctale coprc un deposito stratificato di argilla rossa sporca con ciottoli e di sabbia bigia , nel quale il sig. Risso rinvenne numcrosissimc spoglie di Molluscbi tuttora ?ivcnti in quel mare, e pare cue s'ubbia a distingucrc dal terreno terziaria V. Journal des mines Tom. 3t\. pag. 81. Second sc'mestre i8i3. DEI. PROFESSuRE A. SISMONDA "O nhbaslanza chiaro , clic la roccia apparticnc alia creta inferiorc. Supe- riormcnte poi havvi un calcare grossolano e terroso simile al teste ci- tato di Roccabruna eon fossili Euoappenntni (terziarii supcriori). Ne pixsi alcune mostre ricehe bensi di concliiglie, ina cosi fraiitumalc che e impossible venire a capo ili riconoscernc le specie. II sig. Broncniart parla d' un terreno azzurrognolo calcare-argilloso che eoprc il fondo di una slretta valle nci contend di Mcntone (i). Egli vi cita frantumi di concliiglie e di madrepore , ed una numcrosa quantita di grossi numniuUti convessi da ambe le parti. Con molta cir- cospezione egli dice essere inclinato a crederlo dclla parte inferiore della formazione tcrziaria ( eoccno ). Non ho visitata quella localita, ma al mio debolc giudizio il terreno mimmulitico di cui parla il signor Brongniart parmi , tlalla descrizione che ne da, sia lo slesso che si incontra nel giro dclla grandc strada prima d'arrivare al Tillaggio di S. Marco venendovi da Nizza, il quale secondo me, ben lungi d'essere terziario inferiore, appartiene indubitatamente alia creta vertle; e cio nou solo si scorge dalla natura de' fossili, ma viene altresi palcsato dalla posizione degli strati, e dalla perfetta identila mineralogica colle roccie, che coronano i eiglioni delle giogaje sopra JNizza. II calcare grossolano e aigilloso con frantumi di concliiglie univalvi e bivalvi e molti zoofiti, tra quali la Turbinolia duodecim-costata Goldfuss , una varieta di questa , una Nucula , ecc. , nou allerna col nummuli- tico , ma lo copre , e vi sta sopra con istratiGcazione sensibilmenie discordanle. Cio e quanto noi osservammo in quelle localita inlorno a cpiesti due calcari , il mimmulitico ed il zoofitico. Quest'ultimo non varia ne' suoi essenziali caratteri dal calcare di Roccabruna , di Men- tone , ecc, e come essi, noi siamo d'avviso che spelti al terreno subappennino, il quale rappresenta da noi, secomlo l' avviso del signor Broxgniart , la formazione marina superiore al gesso dei contorni di Parigi. II calcare grossolano argilloso tiene cola il posto della solita ar- gilla azzurra , ed infalli esso soggiace a strati di sabbia frammisti a banchi di ghiaja, i quali neU'Astigiana ed altrove in Italia sono costan- temente soprapposti all'argilla. Alle fahle dei inonti circostanli a Ventimiglia il terreno subappennino r V. Description des environs Jc Paris, edition en 8.° du iS34- So 0SSERVAZI0N1 CEOLOCICIIE S! l.t-E Al.l'i UARITTIME ECC. e aeeumnlalo sn piultosto spaziosa eslensionc. Consiste in lelli alttr- nanti di varie maiiicre di sabbia, gliiaja , ciottoli , cd infcriorinciile a tulto sta 1'argilla azzurra. Incl'mano all'E. 2U'J N. di 3b°. II Forle »!i quel pacse e i'abbricato su qucsto terrcno, e la Roja, chc sbocca ml mare la presso, vi scorrc in mezzo per lungo Iralto. E separate dal calcare suo conlcinporaneo presso S. Marco da sabbia psainniitica e gliiaja della creta superiore disposle in lelli pressoche verlicali eolla direzioue S. 20° E. N. 200 O. Dalla parte d'orientc finiscc alia Bordi- ghera conlro banelii d'arcuaria parimente delta creta superiore, di quando in quando l'ramez/.ali da slralierlii di calcare argilloso bigio, soslanza che vi si trova eztaudio in vene spatiche in iralice. L'inclinazioiie cambia a luogo a luogo , bene spesso pert) si ripcte al ]\. 3o° 0. e al PJ. 3o" E. Un' ora circa di caiiiniino dopo la Bordighera quesle roerie eessano , o meglio si nascondono sotlo un ealrarc argilloso , cenerino , fogliaceo e in istrati iiulinali all'E. i5" S. In esso cominciano a tro- \arsi \arie specie di Fucld, e quesle piaule dellanlico inondo, che 11011 seppi scorgerc ncirarenaria a lui soltoslaute , non veggonsi ncppuie in quella che con esso calcare allcrna, e che a non grande tlisiauza vi o sopra acciuuulata in grossi banelii abbassali di 55° verso 1' E. 1 5" N. Accoslaudosi a S. Rctno s'inconlra aneora un'allernal'na d'arenaria ps.inimiiiea e di calcare argilloso inclinato pert) all'E. i5n S. di 70°. I Fiu In non sono piu. confmali nel solo calcare , ma csislono anclie neUari naiia. Toco oltre qucsto paesc verso orienle , il calcare diviene mollo argilloso, e cade naluraluienle in isfacimenlo nella guisa stcs-a che avviene al suo conleinporaneo dei monti o colline al Nord di Drapj <> presso JNizza. Anclie quesla circostanza vuol csscre notata, e sc ne de\c tener conlo, giovando in qualclie modo a vie maggiormenle t'imostrare 1' ideulila, che noi supponianio anzi ammclliaino tra quesii tcrreni. L'incli- nazioiie di quelle roccie e all' 0. 3o° N. Alia Ycrgine d'Arva sono coperte da up considerevole deposilo, diviso in lclti, gli uni agli allri soprapposti, di ciottoli, massi rololati , e sabbie piu o uieno grosse , e piu o nieno giallognole, ch'io penso doversi ascrivere all'epoca terziaria superior*', avendovi rinvnuili lranlumi di spoglie animali aneora riconoscihili dei terreni di quel tempo. II dorso dc' monti lungo il tratto di slrada che da S. Rcmo inctle a S. Stefano e vcslilo di bcllissimi e ricchissimi oli- veti cliiusi intoruo inlorno o da siepi o da varie maniere di niuri, die ne vietano l'eutrata. Non e pert) presuinibile che le roccie solto il terreuo DEL PROFF.SSORE A. SISMOKfJ.Y 8 1 vegclalc cambino nc di Datura ne cli eta , poiehe molto prima d'arri- varc a Porto-Maurizio ricompariscono gli stessi calcari, solamcnle che per essi serpeggiano numerose vcne della slcssa sostanza spatica, Te quali fanno chiara tcstimonianza dei moyimeuti a volta a volta provati da quel suolo, del ehe si rilrae eziandio positiva cerlezza dallo spesso cam- ])iameuto d'inclinazione dcgli strali, c dalla loro configurazione oudulala, nou poteudo mi lal disordine essere provcnuto da altra causa, fuoriche da violculi urli dal basso in alto concomitanti una furte prcssionc, die si puo supporrc fosse in que' remolissimi tempi esercitata da terreni ora spariti , ma piii probabilmente c eon piu lilosofn a ragione daile acquc del profondo Oceano di eui questi terreni eranb il fondo. Cotali con- torsioui degli strati cretacei sono costanti tutt'al lungo di quella ri- viera , e quantuuque non siano dapperlutto discernibili le varie foggie di curve a loro impresse , per rollure o per aluc cause , nullamciio sono avvertite dai frequenti caiubiamcnli d' inclinazione , la quale tratto tratto ritorna nel medcsimo verso, essendo gli strati currati a guisa di un S orizzontalc. Qua e la quella catena ha il dorso coperlo di deposit! terziarii supcriori. Uno di qualche esLensione risiede sul pcudio de' nionli al JNord di Oneglia , nel quale havvi del lignite stalo dapprincipio creduto lilanlrace, lo ehe invoglio alcuni ad intrapreodere lavori di ricerca , che poscia abbandonarono s.a pella povcrla degli slrali , sia poi anchc pella catliva qualita del conibustibile. Binveuui tra quegli strati alcuni pett'mi particolari al terrcno lerziario superiore. Come si disse, varii sono i luoghi lungo la riviera di Poncule, ove il terrcno terziario uasconde roccie con specie diverse di Fuclii. Convici.e per6 avvertire , che non ritiene sempre gli stessi caralleri, ma che in certi luoghi cambia d'aspetto, di natura , e varia perfino nelle specie organichc , a segno da comparire uu terreno tutto diverso dal solito subappcnniuo. Non e formato d'argilla azzurra sottoposta a banchi sab- biosi , e invece nn sedimeuto sabbio-argilloso , rosso di mattone ecu pezzi di calcare giurassico e cretaceo. Ora riempie le depressioni nel calcare cretaceo , ora adcrisce sempliccnente ai pendii dclle roccie , e le copre come fosse un soltilissimo strato , o meglio ancora vi sta attaccato a guisa di spalmatura. Cos! si osserva sul dorso delle roccie giurassichc , alle cui falde havvi il villaggio di Borghetto, c su quelle presso Finale. Depositi di maggior cons'uh razione riempiono le depres- sioni nelle roccie cretacee ad Alassio , e certuui dei monti prima e Seiue II. Tom. IV. l ossr.RVAzio.M r.ioLccu he sulle alpi baf.it time ecc. dopo Laigueglia. Ma dove e aecumulato in maggior copia e su maggior spazio si e presSQ Alhcnga. Dalle vicinanzc di questa citla si cslende a Ceriale, e s'inoltra poi per lungo trallo nelle valli discendcnli da quei monti. QuestO terrene, in qnanlo alia sua Datura, s'avvicina al ccmento delle breccie osscc lungo il Mediterraneo. No ritiene la medesima tints, al panto da non dislingucrsi dul terriccio della breccia ossca, die sotto il caslello di Isizza ollura una vasia c profunda spaccatura del calcare neocomiano, come non si dislingue dalle breccie ossee dei contorni di Pisa, dell' isola di Sardegna, ecc. ecc. Racckiude ben anche spoglie animali, ma non gia d'esseri marini come il lerreno subappenuino. Sono Elici e Ciclustomi in (jriello slato da alcuni Naturalisti appcllato subfossile. Laondc sono indotlo a credere d'acqua dolce quesle porzioni di terreno, ed in quauto all'eta le considero del tempo stesso delle breccie ossee, die ir.olti congetturano posteriori al lerreno lerziario superiorc, e che io invece ritcugo sieno gli nltimi deposit! di questo periodo, non essendomi giaiumai avveduto di segni auuunzianli una cospicua ralaslrole tra il terreno teniario e le breccie ossee , essendo il terreno alluviale secoudo me intimamente collegatto coll1 ultimo dei terreni terziarii, vale a dire fbrmossi quando qucsto emerse dalle acque. Tra i cicloslomi rico- nobbi Yelegans del Brongniart, e le elici si riferiscono per la maggior parte alia specie nominata dal Bonelli vermicular ia, la quale pockis- simo difierisee daW Helix vermicuhitn di Lamarck, Draparnaud, ecc, tnttora vivente. Prcsso Varazzi hannovi sediment! terziarii superior! con caratteri mineralogici affatto diversi dagli assegnati ai qui sopra indicati deposit!. Sono formati di un calcare grossolano tutto poroso e cavernoso, pieno-zeppo di pcllini e frantumi di numerosi altri fossili. Gli strati piuttosto grossi inclinano sensibilmente verso levante. Lo stesso calcare si ritrova poi anche sul Monte Crava-Zoppa , ed in tutte e due questc localita si scava e si trasporta a Genova, ove s' impiega nella costruzione delle fabbricke. ■\ icino a Ceriale i monti cambiano d'aspetlo e di struttura, e produ- cono qucU'eiretto eke ognuno prova, senza eke sappia renderscne ragione, (juando si trova in mezzo alle Alpi. Ivi non trattasi piu del terreno crelaceo, ma bensi del giurassico rappresentato dalle roccie stesse dei monti nelle valli del Tanaro , della Corsaglia, del Pesio , di Verme- nega , ecc. ecc, essendo tulle queste valli lagliatc nc'medesimi strati DEL PROFESSORE A. SISMONJIA 83 che arrivano al mare passando a Ceriale. L'orditura non e piu quclla ag. .\'ii. ML PnoiI.SSOIlE A. SISMONDA q , Nessuna essenziale particolarita ,ni si present nella catena lunehesw 3 mare da Genova a Gavi. II calcare alternate con scisti argulosi in .Strut. aUpanto slbgati e incurvali sovcn.e con vcne spatiche oblique 8 la sola cosa cue v'abbia sapu.o discernere. A Gavi il suolo prescnla <>" altro aspetto ed unaltra natu.a. Rinnovansi scisti argillosi e la slcssa arenana di Mentone e delta Porflighera , le quali roccie costituiscono la parte inferior* del terueno cretapeo superiore. Gli scisti argUlosi di- v.dons. facUmente in sottili rfqgfle chiamatt lavagrie, norae tratto dal paese sul cm terr.torio si scavano. Presso Gavi inclinano al S. O di 4o° e sono framczzati da an calcare scistoso bigio doviziosissimo di mica! L arenana sottoposta alle roccie scistose s'incontra solan.ente nei monti d. Sestr.. E bigia, gialliccia , aspersa di granellini di cp.arzo vitreo in- coloro, e di lucentissime squamette di mica. In alcuni strati esislono corpiccittpli allungati neri di sostanza carbonosa, che somigliano alio stipite, i quali sono il risullamcnto d'un'altcrazione particolare di vegetalj Gli strati giacciono inclinati all'E. 3o°N., e ritengono, come sWerti tante s.ngolari positure, che resta cola palesissiraa la rinnovazione dei solleva.nenti. Alle falde del monte Bracco gli scisti hanno varie tinte ed una positura vcrticale colla direzionc N. 20° O. S. 20° E. Con essi alterna l'arenaria , e dopo una salita di mezz'ora per quel monte queste roccie inclinano al N. O. di 65°. Frequenti sono i cambia- menti nclla giacitura delle roccie, ma un tale disordine, pin che altrove in quelle giogaje, si ripcte nel monte Bracco, e nelle propa- gini che da esso si dipartono , forse perche cola s'incontrarono alcune bnee di sollevamento indicate dalla serpentina e dall'eufotide, che escono in due o tre posli verso la vetta del monte , e nelle sue diramazioni. Queste due roccie talvolta sono separate e distinte, tal altra invece sono mescolate e confuse nella guisa stessa, che si e notato per quelle presso Genova. II calcare in loro contalto e considerevolmente alterato nella struttura e nclla composiswne. Contiene magnesia, e spesso anche rac- chiude (amine e specie d'arnioncini di serpentina. Gli scisti sono pur essi cambiati dalloriginario loro stalo. Le roccie di sollevamento li metan.orfosarono in una particolar roccia; ma si questi che quell., r.acqu.stano i loro soliti caratteri e l'ordinario loro stalo fuori del contatto e ad una certa distanza dalla serpentina e daU'eufotide. Dalla parte di mczzogiorno arrivano al mare, e dal lato di levante cessano di mostrarsi presso Borghetto , verso mezzanolte attraversano gli Stall Q2 OSSEHVAZIOM CEOLOGICHE SULLE ALPI MAIUTTIME ECC. Sardi e pcnetrano ben innanzi nel Parmigiano, formando tosi una serie di monti ordinati lungo una linea, che si trova essere paraldla a quella icnuta dalla stessa roccia nella valle della Trebbia, e che seguono pure le serpentine a ponente di Genova. A Malterauo compariscono le tre roccie predominant! della creta supe- riore, cioe a dire l'ardesia o seisto argilloso, il calcare fogliaceo e micaceo., e l'arenaria. Quest'ultiina forma quasi da se sola i monti oltrepassato Borghetto coll'iiiclinazionc al S. 20° E., e va a finire contro un calcare, il quale quanto all'cta non corrisponde ne alia creta verde, ossia infe- riore , ne al calcare neocomiano , i quali due terrcni sono cosi bene earatlerizzati nci contorni di Nizza. A poca dislanza di Riccb alcune testate di un tale calcare vengono fuora dal terreno cretaceo coperto di considerevole alluvione antica , nella quale sono rappresentate tuttc le roccie di que' nionti. Ma presso S. Benedetto mancano questi due depositi , cd il calcare ad essi sottoposto prosegue denudato nelle due calone, che corrono una a destra I'altra a sinistra del golfo della Spezia: In quella a ponente si avanza dalla parte di mezzanotte fin oltre Pignone , ove si perde sotto il terreno cretaceo , il quale ne copre eziandio i clue pendii guardanti l'uno a levante , l'altro a ponente. Quella propagine calcare si alza dunque in mezzo al terreno cre- taceo superiore, composto dalla parte del Mediterraneo ossia di ponente i!i varic qualita d'arenaria , di scisti argillosi e di scisti calcari in istrati verlicali , tutli sconvolti ed allraversati da numerose fessure otturate di materia calcare spalica e quarzosa cristallina. A Capo Mcsco queste roccie sono rotte c disgiunte da serpentina e da eufotide , che dipar- tonsi dai monti circostanti al golfo di Levanto. Ai Cappuccini presso Montcrosso ricompariscono le roccie cretacee , e continuano fin quasi sotto il forte della Castellana. Nei banchi d'arenaria nr.aggiormente quar- zosa, cola scavata pei varii usi di costruzione, stanno impronte di Fuchi. Inferiormente a tutte queste manicre di roccie havvi una qualita di scisti bruni screziati , i quali fanno pure parte del sistema cretaceo. Prima di dire a quali dei terrcni giurassici appartengano 0 corri- spondano i calcari e altre roccie della Spezia , stimo fame precederc la descrizione , lavoro gia stato falto dal sig. Labeche (i) con molta a< - (1) V. il Tom. 1 pag a3 dcgli Atti della Societi Gcolosica di Franciaj cd il raanualc di Geo- DEL PBOBESSOBE A. SISMONDA ()3 curatezza , ma ill cui giova , per maggior inlelligenza dell'argomcnto , il dime qui alcana cosa. II calcare dall'isola del Tinctlo prosegue in quelle diTinoedi Pal- mafia, c quindi tlcntro terra arrive al di la ancora di Pignone, formando cosi una serie di inonti, Ic cui punte pin elevate chiamansi Corcgna , Santa Crocc , Parodi , Bergamo , ecc. Generalmeute e ncro o bigio- s':uro. Alcuni sirati sono scrcziati e n.acchiali di giallo-rossiccio. Quesla variela , detta Marino Portore , si scava , ed e pcrfettamente identica nl uiarmo itei ditilorui del ponte di Nava nella valle del Tanaro. Alia Spezia altcrna con varie maniere di scisti argillosi, e calcarei compalli bigio-scuri , in ccrtuni de'quali si trovano avanzi d'animali antichi , confusi insiemc con piriti di ferro. La stratifieazione e tutt'altro che nctta e regolare ; si presenta anzi in modo disordinato, e bene spesso gli strati sono piegati e inarcali su se stessi , come fra gli altri luoghi s'osserva alia cava detta delle Grazie , ove gli strati con molle pieghe descrivono tin semicircolo coli'apertura volta all' insu , mentre altrove guarda il centro della terra. Per causa appnnto di tpiesli disordini resta difiicilissimo il distinguervi i sistemi de' sollevamenti colla sola scorta della stratifieazione. Guida per6 lino a un certo punto a questo genere di ricerche la direzione generale dclle giogaje. Si distendono presso a poco nel verso del meridiano magnelico , donde puossi arguirc , che tra le altrc cause occoi-se al dislocamento di quegli strati, una ne sia avvenuta, la quale aLbia agito nella direzione del sistema delle Alpi oc- cidental!. Le cime dci moati Corrcgna, Santa Croce, Parodi, ecc. trac- ciano appunto la linea assegnata dal Beaumont a questa rivoluzione. Gli strati ancor essi ritengono tratlo tralto la pendenza che cagionerebbe una forza sollevante correndo dall'uno all'altro polo, con un certo an- golo obliquo all'Equatore. Cib non e costante, laonde quanto dico non vuole essere preso in senso stretto e rigoroso, giacche un tale solleva- mento irovo cola il suolo gia dislocato e montuoso , cd i suoi e iPe 1 1 i furono poscia ancora modificati dalla dolomia , la quale attra\ersa lutta la catena formando le cime de'monti Corregna , Santa Croce, Pa- rodi , Bergamo ecc. , e la divide cosi in due parti fino a Pignone, logia dcllo stcsso Autorc tradotto in Fr;inccsc d.il si^. Brocliynt j>ai;. 4°4 delKcdizione di Parigi putblicata nfl i833. i)j OSSERVAZIONI GF.OLOGir.nn SfLI.K Ar.ri MAIUTTIUF. ECC. rome da se sola I'avcsse alzata. Slando unicamcntc alia linca su cui corre si giudicherebbe dell'epoca del sistema Corso-Sardo oppure delle Alpi occidental! , ma le moltc rolturc , e oltre cio l'ambiguiia della stratificaziooe , e lc numcrosc sue inodilicazioni nel verso delle Alpi oriental*! mi l'an credere ehe a questo sollevamento , e non agli ante- riori abbiesi ad alliilmirc quella dolomia, tanlo piu che le osscrvazioni provan o generalmeate csscre tal epoca stata la piu favorcvole alia for- mazione della dolomite. II non convenirsi poi perfettamenlc colla dire- zione delle roccie di questo sistema , juio essere eflelto dell'avere le cinanazioni magnesiache scguite alcunc fessure dei sisten.i antcriori , ciocche aocadette assai di feeipicnte, essendo tutlo naturale , che una materia spin la con qualsiasi forza seguB una via gia apcrta, o ne riapra una chiusa, a preferenza di tracciarsene una nuova. Con cio non pre- tendo d'escludere le cmanazioni di vapori inagnesiaci nel sollevamento delle Alpi occidentali che camhiarono in dolomite il calcare che li ac- colse , come neppure tolgo dalle cose in allora accadute l'apparizione della dolomite bella e formata , poiche di questi fatti ve ne hanno moltissimi nelle Alpi , c specialmenle nelle vicinanze della serpentina. Havvi eziandio della dolomia ne' monti sulla costa orientalc del golfo; si trova vicino a Bercola lungo la strada che da Lerici melte a Sarzana ; si trova a Amelia , ed in parecchi altri luoghi cogli stessi caratteri che la distinguono ne' monti della parte occidentale. Quando e pura non ha colore , ma piu sovente e cenerina sporca , e lalvolta debolmcnte rosea. La strultura e granosa ; al tatto alquanlo aspra. II dorso dei monti tra Lerici e Capo-Corvo e coperto da un grosso banco di cal- care compalto bigio. Da quest' ultimo luogo avanzaudo dove la Macra va a sboccare nel mare, si osservano ad una ad una le roccie di lutta la catena , essendo la loro linea anliclinale quasi nel verso del suo pro- limgamento. Al calcare di Capo-Corvo ne succede un altro colle stesse qualita , tramezzato pero da scisli con rilegature spatiche. A queste roccie inclinale a ponenle ne seguitano altre colla medesima giacitura e della slessa indole , ma piu o meno scistose o fogliacee, e lalvolta piuttosto abbondanti di mica. Viene inline una poddinga quarzosa in grossi banchi , solto i quali havvi un'arenaria percorsa da vene di ferro oligisto. Alia Battcria di Santa Croce le roccie cambiano di natura , sonovi varie manierc di calcare con istrutlura or cristallina granosa, ed or cristallina lamcllare , or puro ed or picno di mica. Vi sono inter- DEI. P&DFESSQRE A. SUMOKDA 1)5 poste roccie verdi compailc , eil alcune viarieta d'urcnaria oiicacea, e al ilissolto di esse esisle mi calcaxe crislallino eil uu'arenaiia micacei cogli strati inarcati verso il cenlro della terra , i quail cessano alio sbocco nella Macra del torrente die vien giii ilai raonli sopra Amelia. Quesle roccie crislalliue e le poddinghe inaiicano uella catena lungo la costa occidentale del golfo. II ealcare e le altrc roccie di quesle ilue catene di moDti, appar- tengdno indttbUatehaente alia formazione giurassica, ma il dubbio e piut- losto sc sieno lutte tlel liasse , la cui esislenza e fatta certa nierce i fossili scoperti per la prima "volla dal sig. Guidoni, ovvero se oltre a questo esistano allri terreni di quella forn.azione. Su questo argomento ci porge troppo debole luce la soprapposizionc delle roccie per causa dei grandi scouvolgiiiieiiti , che ne sovverliiono quasi compiutameate loi'diue cronologico; bisogna pertanto ricorrere ad allii mezzi onde arrivare a qualche probabile induzione. I fossili esistono sollanlo in una porzione tie' monli della costa occidenlale. Qualora tutte e due quelle catene fosscro formate dagli stessi strati , ossia se questi si conlinuassero dall'una all'allra solto le acque che riempiono il golfo, sembra ben nalurale, che i fossili dovrebbero uguabnente ritrovarsi nella catena all'oriente di esso , non essendovi ragione perche a si poca distanza , e senza che in un luogo le roccie sieno piu che nell' allro alterate e modilicate, abbiano ad esserne prive. Io pertanto penso, che gli strati di ealcare nero , e la poddinga della catena orientale sieno supcriori alle roccie fossilifere , ed al marmo nero screziato di giallo , detto Portore , dei inonti della parte opposta. La giaeitura delle roccie nelle due catene tuttoche confusissima si distingue nulla ineuo sinelinale rispetlo alia linea prolungata uella direzione della lunghezza del i;olfo. Una tale positura le puo essere stata procacciata da uno spostamento a guisa di salto (faille) come tcudono cola a farlo credere l'elcvazione diversa delle due catene , la discordanza , e la mancanza ili relativa corrispondenza negli strati. E quando non abbia errato neH'osservaie i fatli, la mia interpretazione che vi sia accaduto uno sdrucciolamento e rovesciamento degli strati, si trova tutt'affatto in armonia con essi, c ne avverrebbe che la poddinga sebbene appareotemeDtte inferiore al call .ne sarebbe tuttavia meno antica. INel qual caso \a distinta dalle jioddinghe del liasse di cui si parlo nella u.emoria intorno alia classifi- (-)<"! osservazio^i geolociciie sulle alpi mamttime ecc. cazionc dei terreni slralificati delle Alpi (i), e si trova corrispondere al icrrciio stato cousiderato analogo all' ' Oajbrtl-Cluy rapprcsentato nelle Alpi da una poddinga , la quale quando e modificata, si presenta come qucsta. Se i terreni superior! al liasse non vi si possono accertare , non cosi sta la cosa riguardo a questo, essendovi , siecome altrove dissi , spoglie ovganiche di quel tempo, insieme con altre dell'oolite inferiore. In inolte localita delle Alpi questi due terreni, l'oolite inferiore e il liasse, coi fossili loro proprii ne racchiudono di quelli delle eta anteriori. Cosi il liasse nella Tarantasia contiene piante giudicate dal Brongniart del litanlracc (Carbonosa). Anche alia Spezia havvi un mescuglio di fossili di queste due epoche. II Labeche registra alcuni ammoniti, che il Sowerby erede esclusivi al teireno carbonoso del Yorkeshire. Havvi dunque da questo lato perfetla identita tra il liasse della Spezia e quello delle Alpi, posciache in tutte e due le localita stanno unite spoglie di corji organici , che si ha opinione segnino epoche gcologiche difl'erenti. Ma al mio avviso 1' identita non si restringe a questi soli terreni , ma pro- segue fedelmente in quelli supcriori al liasse , poiche ammettendo che tale sia la posizione del calcare e della poddinga di Capo-Corvo, queste due roccie mancano d'ogni sorta di fossili , siecome ne sono eziandio sprovveduti i calcari e le poddinghe delle Alpi soprastanti al liasse , e da noi date per le corrispondenti dell' Oxfovd-Clay. Lasciando poi da parte ogni sorta di congettura crualunque ne sia il grado di probabilita , ed atlenendosi ai soli fatti, devesi conchiu- dere , che ne' monti altorno il golfo della Spezia esiste il liasse de- terminate dai fossili , coi quali pero se ne trovano del terreno che gli succede immediatamente , ossia della grande oolite ; la qual cosa inetle in evidenza che durante queste due epoche quelle conlrade re- stavano immerse nelle acque , essendo tra le cose iinprobabili , o per lo meno finora non bene dimostrate che molti degli animali dell'oolite vivessero gia nell'epoca liassica, oppure che gli animali di questo tenpo abbiano continuato a popolare il mare in cui si separo l'oolite inferiore. Insistei forse di soverchio su quanto si osserva alia Spezia, ma non e senza ragione. Io sono d'avviso che questi fatti abbiano a servire alia (i) V. Mcraoric della Reale Accadciuia dcllc Scicnzc Tom. 111. Scric II. DEL PHOFESSORE A. SISMCKD1 dms.one dc'terreni inferior! alia creta da „,, capo all'altro degli Apen- »"», oss,a di tutta la cat,,.,, che si estende luagbesao la nostra Pc- msola , e pajonmi provarc che Ja formazione oolitica delic Alpi si cont.nua negli Apennini , e che nell' una e nell' .lira catena (per |e po«ioni comprese negli Stati Sardi ) il terreno sedimenloso piu andco tra , discermbili , ossia tra i 110n metamorfosati, si e il liasse ■ cose mite che riceverebbero maggior l„ce ed evidenza , se di qucsti 'si fa- cesse un confronto con quanto di meglio avverato si conosce mile S.oga,e de paesi a noi vicini, come la Svizzera , la Francin , i contorni del lago di Cotno, ecc. ecc. II Museo di Torino possiede la numerosa collezione di fossil! della Spcz.a, che forme, il sig. Gu.dok, qUando studiava que' monti. In essa v. sono tutu g|, ammomti nominati dal Sowerby e regislrali nel ma- nua c geologico del Labecbe ; di qucsli ometto di darne 1'elenco po- tendo ognuno consultare quest' in teressante opera. Comprendo sokaito nelta seguente lista i fossili non ancora indieati in quel terreno, mohi de quah 1, trovai io stesso quando fui a esaminare quelle comrade La loro determmazione e lavoro del Valenc.ennes Professore al Giardino delle p.ante, che l'intraprese per preghiera avutane dal Beaumont. rThJ7kVrlC ' rti° ^ Ca,C"C ^ VI"et nClU Tara"tasia- P«* ind.ter.nin.bi.i. Jrochus. Simile a quelle- di Villet. Fusus > Alveoli di bdenmiti. Corpi cono-cilindrici con giunturc Irasvcrsali. Ammonites dorsalis Soivebb. I^jyrsr" de,,a divisio-c dei »**«> ; *•» » — *-* - >- trs 5et:uova dcl,a famisiis dd *^ -*^ *— - *>•*. »*** Ammonites. Specie nuova simile aU' Ammonites frontalis. Ammonites Murchisonii. Giovani individui. Comune nel liasse superiore Ammonites. Specie analoga M' Ammonites granella. Ammonites. Specie nuova colla forma e coll'ombelico dell^fflmonl7„ Hepressus , del.'oolite infe- norc; ma e pcro magg.ormcnte appialtito, colle coste alquanto elevate, e con maggior Domero di concamcra/.ioni. •"»tB'"' uuimio "iz::^::.8ioTanc inJividuo dd ,iasse ^°- a— ^ *- ** « •*. t^^tJ?'"** Meri0"' aDaIOg0 *^-*> **i -M l_ sup.riore. Ammonites simile a. Cadonensis Bu,»vlllE, „e difleri.ee pcr6 per osscre piu grosso, e perche la superOcc, lUvecc d, essere striata tr.sversalmecte come ia auesta specie, c affaUo liscL Avendo accennato trovarsi attorno il lago di Como gli stessi terreni Seme II. T0M. IV. 98 OSSERVAZIONI GEOLOGICHE SULLE ALPI MARITTIME ECC. delle Alpi e dcgli Apennini , do qui la nola di alcuni Ammoniti del calcare argilloso rosso di que1 monti ch' ebbi dalla gentilezza del sig. Man ATi (i). tmmonttes Turneri Zict. del liassc. Ammonites. Specie nuuv.i BDaloga .Al Ammonites heterophiUus del liassc Ammonites J'alcicosta. Onde vie maggiormente apparisca V identita degli accennati terreni con quclli dellc Alpi, rapporterb ancora una lista di alcuni fossili stati trovati al passo delta Maddalena che da comunicazione tra la Tarantasia e la Moriana ; e qui debbo rendere grazic al Cavaliere Despiine, Ispet- lore dellc Minicre ? il quale ebbe la compiacenza di farmeli conoscere. Essi esistono in istrati perfettamente identici e per natura e per gia- citura a quclli di Petit-Cocur , ove finora sonosi solamente rinvenuti cutrochi e belemniti troppo malconci per determinarne le specie. Questi stessi fossili al passo della Maddalena sono associati ad ammoniti. Gli uni e gli atari simihnente guasli, ma non pertanto si distingue che sono delle famiglie liassiche , e non delle crctacee. Ammonites falcifer Sowebb. per la forma dcll'ombelico, e somiglia z\V Ammonites malgrarius nelle strie. L' Ammonites malgrarius ha pcr6 lc coite piu larghe e piu alte del noslro , laonde pare preferibile la prima dclerminazione. Ammonites opalinus Sowebb. o forse Velegans dcllo stesso Autorc. Ammonites Walcotii. L'n solo frammento nel quale manca o per lo meno non e visibile la corona dorsalc di cui e dotaLi questa specie. Putrcbbe forse esserc una nuova specie del liassc. Ammonites consimile :il planorbis. Ammonites laeviusculus. Ammonites della divisionc dusWAmattheits ■, analoyo a\V Ammonites costatus Rhein, o a\V Ammonites nodosus Sowehby. 1 monti fiancheggianti la strada , che dalla Spezia mette a Sarzana sono formati di roccie crctacee superiori. Sul principio di quella via s incontra un calcare argilloso, che verso la salita detta t\elY4cqua 7 (t) lntorno al calcare del Lago di Coino havvi un'intcress;intissima nota del Cavalicrc di Collcgno utl Bulletin de la Societe Geotogique de France Tom. X. pag. a44- dove 1'Antore dimostra colla scorta di alcuni fossili, ch'esso apparticne alia formazionc giurassica e non alia carbonosa, come d.* alcuni si crcdr Ite. 1 fossili, cbc cila sono i scguenti, c furono studiati dal Profcssorc Balsamo- Oiv.lli, Ammonites radians, A. depressus , A. Murchisonii , A. ff'alcotii, A. discus, A. costatus, A. Davaei, A. sublevis , A. Duncani, A. Humphrejsianus , A. scxradiatus , Aptychus UtmeUosus, due belemniti , an n.mlilo e due ortoceratiti. DEI. PROFESSOR!-. A. SISMOM A , () s. d.sccrnc g.acere Bopra Btpati .1 ...j ill,, rossa alquanto indurita, e din, cosi, quas. convertita in diaspro, la quale a sua volla si vede riposare sopra l'arenaria crclacca , che i Tosrani chiamano macigno. Qucste roccic si estcndono fin presso Lerici , dove per rerto gpazio sono co- perte dall'alluvione , c da una specie di breccia con cemenlo calcare g.allognolo e poroso, della quale esistono pur anche deposit! ancora notcvoh verso la Batteria di San Bartolon.eo, di Santa Teresa, ecc. ecc. Siffatte roccie cretacee non dilleriscouo da quelle cl.e si elevano verti- t.calmente contro il calcare giurassico al Persico presso Narbona nella catena aH'occidente del "olfo. Le roccie cretacee, argillose, arenacec e calcari col loro Fucus intricate Brono. sono vestite Be' monli dominanti Sarzana da copioso terreno dell' epoca terziaria media. Esso si estende su ragguardevole spaz.o , e consiste in un'alternaliva d'argilla arenacea e micacea ( mo- lassa), d'argilla bigia dolce al tatto, e di altre screziale di vene ocracee, di scisti marnosi bigi, di un conglomerate con ciottoli di calcare com- patto bigio, di macigno, di diaspro, riunili da sostanza argillo calcare, ed infine di varia qualita d'arenaria. In mezzo alle argille risiedono varie maniere di lignite , la quale presso Caniparola e in istrati di certa tal quale grossezza , per cui se ne intraprese la scavazione. Questo e il solo corpo organieo , che finora siasi scoperto in quel deposito. Le piante sono irriconoscibili, ma non per questo pub restarvi dubbio sullepoca del terreno. Chi conosce i terreni terziarii del nostro paese, il medio ed il superiore (subapennino ) , vi scorge col primo una tale' analogia di composizione e di posizione , che e quasi impossibile che gh venga in menle possa esso riferirsi al secondo. II suo giacimento e alquanto disordinato ; dove lo vidi verticale colla direzione S. N. , dove alquanto inclinato a levante , e dove a ponente 3o° S. di 5o°; con quest'ultima positura vi sono banchi d'arenaria, ghiaja , molassa,' e ciottoli, oltrepassato il Convento de' Cappuccini, lungo il rivo Cal- candola. Quivi nell'arenaria sono sparsi cristallini trapezoidali di gesso ben finiti, e conservanti i loro angoli, cosicche non furono rotolati. Verso Castelnovo, e lungo il torrente Isolone s'incontra scoperto il ter- reno cretaceo, cosa che accade altresi nei contorni di Caniparola, ove x\ combustibile fossile ha la sua principal sede. Le roccie cretacee contmuano fin presso Carrara. La sono interrotte dalle Alpi Apuane composte di varic qualita di calcare , tra le quali havvi la cosi ricer- 100 0SSEHVAZI0NI GEOI.OGICHE SULLE ALPI MARITTIME ECC. cata per l'arte statuaria. In quanto all' eta e perfetlamcnte iilenlico a qnello della Spezia ; le dillercnzc mineralogicbe poi , clie rendouo la variet.'i saoearoide e incolora di Carrara oosi preziosa , sono semplici elVetti dell'azione delle roccie Ji sollevamenlo , c di quelle altre cause die agii'ono nolle grandi rivoluzioni provate dal nosli'O globo. to\(Lisio\r Abhiamo fin qui narrati numerosi ed interessanti falti osservabili in due catene di inontagnc su cui presentcmente stanno rivolte le menti della maggior parte dc'Geologi perclie acoertano davvantaggio le cogni- zi o 11 i sulla forma ed estensione de'mari e dei conlinenti nei tempi a cui codesle cose si riferisoono ; perclie comprovano semprc piu i principii gia ammessi e stabilili , e perclie infine guidano alia soluzione de' piu importanti prolilemi della scienza geologica. Basta indagare il terreno giurassico e sludiarne le posizioni ondc persuadersi clie tulto il nostro paese fu il fondo del vastissimo oceano di quel tempo. Non abbiamo dati per assegname la profondita, ma certo qui da noi doveva essere grandissima manc.indo i terreni di spoglie aniinali , mentreche sc ne trovauo mollissime in altre contrade , ma di l'amiglie clie alliguano lungo lc spiiggie, ed in siti non gran falto pro- Condi. E lanlo piu cio pare essere vero , in quanto cbe quelle poche , cbe qua e la per avventura esistono corifinate in alcuni strati ed in certe pafticolari localita, sono di quegli esseri clie scielgono a dimora bassi lVnuli, golfi e lo sbocco dei fiumi; la qual circostanza dimoslra colla maggior possibile evidenza clie sorgevano Isole, e qucste per certo ab- bellite da una lussureggiante vegetazione, trovandosi insiemc colle spoglie animali numerose impronte di foglie, e talora fusti e Ironchi di piante or.i scomparse dalla faccia tcrrestre , e che piu non vi potrebbero vi- vere per la survenuta mutazione in ogni soria delle condizioni fisiche e teircstri e atmosferiche. Se il mare coprisse il nostro paese anteriormente al basse , questa si e una questione a cui non si puo con certezza ]>er ora rispondere, restando tuttora indefinito se le roccie crislalline su cui riposa quel terrero, tanto nolle Alpi (pianto ncgli Apcnnini Liguri, sieno primitive ovvero sed:- r>Er. professori: a. sismonda ioi luciiti inelamorfosati. Ma quelle chc possiaino assciire, si e, die du- rante 1' intero periodo giurassico esso aveva qui stanza, come lo atle- slano i lasciati teri'eni. E vcro flic alcuni scarseggiano di reliquie ani- mali , c che altri ne mancano alialto: ma tra gli ura e gli altri esiste una discordanza nclla stratificazione, che al Geologo non e mino signi- licativa delta presenza dcgli animali ; d'altronde proseguendo gli strati si giunge infine a trovarli coi loro fossdi dislintivi. Lo sconvolgiinento clic precedette l'epoca ncocomiana apporto l.en maggiori cambiainenli alia nostra terra, di quanli ne avessero operati quelii accadnti durante la forinazione giurassica , e basti il dire clic fu seguito da una quasi totale rinnovazione degli esseri organizzati , le cui spoglie giacciono nei depositi di quel tempo frapposli alle formazioni giurassica e cretacea. Qual fosse qui da noi l'estcnsione di quel mare non si potrebbe indicare , perche i falti che devono schiarirc una tal questione gcognostica non sono ancora abbastanza conosciuli. Ma egli e certo che bagnava le falde occidental'! de'monti esistenli in allora sullo spazio occupato presenlemente dalla catena alpina , avendole coperte de'suoi sedimenti. La configurazione lopografica di questa parte d' Italia non deve aver soffcrto grand] cambiamenli neU'euoca posteriore, vedendo noi il lerreno cretaceo inferiore seguire 1'andainento del neocomiano. II sollevamento delto del Monte-Viso con cui cesso di deporsi la creta verde diedc al Piemonte un nuovo aspetto. Ne fece tin vasto Oceano da cui sorgevano a luogo a lnogo isole con varia estensione e con varia altezza , popolalc d'animali e di vegelali , le cui spoglie insicme colle reliquie degli abitanti di quel mare hanno sepoltura nella creta superiore, che da noi si trova in ogni luogo. Gli Apennini ne sono vestili ; le Alpi qua e la coperte ; ncllc colline si mostra a guisa di isolotti attraverso sedimenti meno antichi di essa. Pare che il mare- siasi riliralo per tutto quel tempo the duro la formazione terziaria inferiore (eocena). Ma coll'apparizione della catena Sardo-Corsa divenne aticora il fondo di un Oceano che si estendeva per tulta la nostra Penisola , e in cui migliaja di specie d'ogni genci e e molto consimili alle present! vissero e si riprodusscro. Un tale stato di cose cesso col sollevamento delle Api occidentali, le quali ne recarono un nuovo, ed in quella calma si riprodusse di nuovo la vita, e com- parvero razze per la maggior parte identiche alle attuali. Tutti questi cataclismi furono accompagnati da roccic spinte dalle 103 0SSERVA7.I0M GEOLOGICHE SU1-I.F. AF.PI UAR1TT1HE ZCC. profondita lerrestri. Ma in quale online esse comparvcro? II porfido delle Alpi marittime e anteriore ai terreni oolitiei , giacche le roccie ne contcngono ciotloli. La serpentina e I'eufotide ilegli Apeunini preesi- stevano di certo ai terreni terziarii, trovandoscnc in essi numernsissimi ciottoli e massi, e dove qucsti terreni stanno loro in eonlatto non palesanjo la menoaia allerazionc ne nclla struttura, ne Delia cotnposizione. Esse comparirono nei sollevamenti del Monte-Viso, e del Corso-Sardo. Non tutte pero le serpentine del Piemonte vogliono ammetlersi di quesl'ultima rivoluzione, giaeclie moltissime riferisconsi ai sollevamenti alpini, solle- vamenti die negli Apennini sono indicali da filoni di sienite, di proto- gina e di quarzo. DEL PROFESSORE A. SISMONDA , 03 SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE zia. TAVOLA PRIMA Carta Geologica dei contorni del golfo della Spezi T A VOL A SECOND A Figura prima. Monti all' Occidente del golfo della Spezia. Figura seconda. Monti all' Oriente del golfo della Spezia. F.gl'ra terza. Spaccato de'monti all' Occidente del golfo della Spezia. i. Calcare bigio alternante con scisti. ?-■ Dolomia. 3. Calcare bigio. 4- Calcare e scisti fossiliferi. 5. Scisti. 6. Calcare screziato. 7. Arenaria bruna. Figura quarta. Spaccato de' monti all' Oriente del golfo della Spezia. 1. Calcare compatto bigio , e scisti con vene spatiche. 2. Calcare scistoso bigio , alternante con scisti. 3. Calcare compatto bigio. 4- Scisti micacei variamente coloiati. 5. Conglomerate con cemento quarzoso. Io4 OSSERVAZIONI GEOLOGICIIE SULLE ALPI MAMTTIME ECC. 6. Scisto cloritico cou vene ili ferro micaceo. 7. Scisti micacei bruni. 8. Calcarc bruno e bianco. g. Calcare bianco granoso , e straticclli micacei. 10. Grosso strato tli roccia cloritica compatta. 11. Calcare granoso bianco. 13. Roccia micacea bruna. 1 3. Calcare micaceo, granoso, bianco. i4- Calcarc cristallino bruno, e scisti. 1 5. Calcare cristallino c arenaria micacea in istraii curvati. /^GEOLOGICA I)I-:iJ-A NTKZIA I ^ ;f1fi»cca d, Magna x1^ rb*&Otum '<\ A- .j lio/.-l f.lJlll.HI.I />»/? Tino u . V; (.u'm una ( ?. vvl tit i»-ta (. \ t»; '.tai us muDmi ''/ ' Ml I \ (.1 nl (M.K \ DM I \ SI'KXIA /' ' \i i i» it \ \ i - DELIA SPEZIA /'. //. M ih Corredna M.
  • Forfovoure 'L ___ SI-'o( (<> Ammontfiftro Fiti.o GOLFO DELLA SPEZIA (ill. I a 3 * s o . S GOLFO BELLA. SPEZIA /»/ ./ Capo Corn lj Conckigi*. b. I-../.-. - Wfl/»i V. Ci-oshi.et ( ifchislo ""■"•■■■> «w Gonehtgltt D&i* A rwu V, (Vrora E 3htwd P»rh> . SLocco della Magr: '..„/„, ./ z^. io5 JOxVNMS ZVWRDIMI MED. AC CIIIR. DOCT. YEN. EX YEMiTIlS SYNOPSIS ALGARUM IN M A R I ADRIATICO IIUCUSQL'E COLLECTARUM CH ACCEDUNT MONOGRAPHIA SIPHONEARUM SEC KOIf GENERALES DE ALGARUM VITA ET STRUCTURA DISQUISITION KS COM TABCXIS AUCTOR1S MANU AD VIVUU DEPICTIS Exhib. die 2 maii 1«4I. PROLOGUS Jure meritoque conqueruntur philosophi, quod plerique naturam in lis tantum, quae pro raolis magnitudine sensus maxime feriunt, videant admiraudani , quum ipsi nullo , ut revera est discriminc rerum quam- cumque ampliludiuem exliibentium , in corpusculo quidem organis Tel minimis praedito opus cjusdem naturae detegant pereximium. Singula haeo quamvis infinite minima corpuscula non minus ac immensus Coelorum orbis altissima mysteria complectuntur, ita ut recle asscrtum merit non raodo aequiparandum , verum etiam Newtosio anteferendum qui Serie II. Tom. IV. o |0G SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADRIATICO ETC. pcrcipere posset, atque ex omni parte aperire reconditas leges, quarum moderamine vitam cxigit illiul corpusculum , cui vulgus parva saepe saepius parvi pendens demissos oculos infigcre dcdignalur. Ex Physicis recentioribus fere omnes physiologiam animalem , splendidissima phy- siologiae vegetalis face , illustrandam tandem aliquando consenscrunt. Sub certa enim firmaquc lege nascilur , vivit , se regignit , ac moritur ens quodeumque organis insignitum , quorum pracstantium multiplices ac diversae proprietates refcruntur denique ad structuram magis mi- nusve implicitam , atque hiijus immcnsae catenae annuli adeo ordinata structurae nee Don respondentium functionum simpHJicatione connectun- tur , ut gradatim punctum extremum pcrtingant , quo basis prima, organum idest simplicissimum , atque ad vitam manifestandam prorsus necessarium constiluitur. Haec equidem ultima organica textura sum- mum includit arcanum , idcoque illud corpus quasi moleculare totis vi- ribus indagemus oportet , ut tot iuter mysteriorum latebras saltern aliquod , unde Sana argumentandi ratione profecto eruemus magni mo- menti corollaria , eluccscat. At , quum In postrcmi catenae annuli aquis iunalent , praeserlim marinis , ubi perspicue patet sensim decrescens simplificatio , clariusque enotescit punctum extremum , usquequo cum vegetalcs , turn animates texturae organicae progredi possint ; sub hoc idcirco adspectu cordi sit plulosopho in Algis potissimum inlendere ncrvos ; quoniam maximus scientiae de nobiliorum corporum constru- ilione profectus , perutilesque illationes cognitioni hominis ipsius, quo- liliet ente magis perfecti et implicali accommodatae, ex Algarum prae- cipne studio repeli possunt. Ecquaenam vere textura organica ad nostras indagines satius Algis conferet? Membranula tcnuissima , mollicula , et vitro pellucidior circumvestit instar vaginae intimam earum fabricam, ita ut oculus instrumentorum ope , quibus naturalis forma fit notabi- liler amplior , totam introspiciat compagem , atque , ut ita dicam , le- gendo quodammodo per nitidissimum vitrum , maxime abstrusa vitalis potentiae phaenomena discernat. Nemo igilur tantum opus arguat futi- lilatis ; quinimmo, praetermissis quoque argumentis ad vulgare artiuir, scientiarumque incrementum redundantibus , libera voce testamur, hu- jusinodi Stadium et nobilitatc, et gloria caeteris antecellere, dummodo scopus exoptalissimis investigalionibus respondeat ; alioquin enim per materialem solummodo ( uti usu plerumque venit ) earum notionem , fincui assequeremur prorsus inanem , multisque modis assimilandinn ATJCTORE J. ZANARD1MO 10" joculo pucruli , qui varia colorum pulchritudine illectus hue illuc avida manu captat pnpiliones , diligentcrque custodit. Cacterum , ut gcneralia priticipia statuamus , et ca quae utiliter ronseqnunlur enodemus, ncccsse est diu porscrutari, aequo animo exa- minare , atque in primis ex observationuin sunima rectas colligcrc il- latioues. Diutinae pcrscrutationi idoneus requiritur , ac lahoris patiens speculator, quemadmodum ipse serium examen instituens una cum in- strumentorum perfectione raajoris ingenii copia donetur oportct. Quod vero attinet ad facultatem recte deducendi , et consectaria perbene aptandi , e& unus contendat vir singulari perspicacitate , qui juxta acquisitas notiones tutum calcando iter , init , nescio quodam afllatu , penetralia naturae, ipsamque ex tenebris arripit veritatem. Id consulto dictum volumus , ne quis falso arbitrctur fore , ut nos in hac virium paupcrtate , et multae experientiae desiderio, metam omnibus praeter fidem diflicillimam , nobis autem imperviam tentare audeamus. A nobis igitur hie scriptis inandaturis pauca quidein , et post studiorum curri- culum ea mente susceptorum , quam superius declaravimus , heu! for- sitan fructu inania, a nobis , inquam, nimis ardua absit fiducia. Quum jam solidioris ponderis volumina in Germania, in Gallia , atque in Anglia non multis abhinc annis sint vulgata , ct hodiedum \ulgentur , patria perciti charitate dolemus , quod , tametsi praeelaros foveat re- rum naturalium scrutatorcs, nihilominns Italia fortasse tantum in hisce extrinsecus, obiterque pcrtractandis videatur circumscribi. Uni versa istiusmodi generis opera non habitudines , sed formas tantum respiciunt; quaraobrem, pene posthabita physiologia , in descriptionibus allluenter versantur (i). Ne igitur patiamur Italiam , ubi scientiae et artes auspi- catissima habuerunt incunabula, ubi omnigenae velut in nativa tellure pubescunt disciplinae , inuri nota, nequicquam querelis, vei*um assiduo labore expungenda : gravioribus cnim ignaviae contumeliis haud pcrpe- ram afliceremur , si commoditatein , quae ob situm et locorum condi- tioncm praesto nobis est, facilemque patefacit aditum ad observationes harum specierum sedulo , ac perseveranter perficiendas, ulterius aiUmc negligeremus. Hinc nos in eodem pariter temporum locorumque favore (i) Hie tamcu mcritis proscquiraur l.iu.lil.us Corti, SPALi.iii2ABi, Fobtaba, Cabbadobi, Amci elc. atque in primis Prof. Mcmbchim uobis focdere ct familiaritale conjuDctum , qui nupcr edidit scri- ptum , cui titulus : Cenni sulta organogra/ia e fisioU>gia dclle Alghe. i'adova i838. I (.8 SYNOPSIS ATXAIUM IN MAM ABMATIf 0 FTC. conslituti , opcriqne manum admoturi, vcstram , quoUjuot Lcclores estis, henevolentiam exposcimus, ut impci-feclum ct primum liunc peculiarium nostrarum speculationum fruclutn lubenti animo excipiatis. At juvat interea anna pracoccupare atque clypeo munili dctorquere tela, quae severi nimis aeresque censores in nos jacere conarentur. Algologica bibliotheca constat , at plurimum , ex operihus admodum raris , pretio ini;enlibus ac paruin dilliisis : quibns diflioultatibus gravior insuper udjicitur, reperta scilicet majoris moment] nostraequc aetati ecu propria adscribenda contineri in numerosis periodicorum operum , opusculo- rumque editionibus, quae Unguis vartae intra angustos fines oircumva- g.mtur; unde viv laboriosa indnstiia cerliorcs fieri possimus de singulis progressibus apud exleras rcgiones nuperriine pervulgalis. Ineluctabilia lot inter incoinmoda , ac vero studiorum proccssui mnltifarie perniciosa, dubius anccpsquc baeret quivis speculator, eo quod suis novissime re- pertis diflidere cogatur. Rertun in hoc studiorum genere, quum ita sc u.odo liabcanl cognitioncs nostrae, hand minus operis pretium est con- firmare, qnam nova detcgerc : imo maximum esset universas de orga- nograplua , et pbysiologia invesligationes hucusque editas in unura re- digere, ut examine eritice instituto, iisdemque perscrutationibus rursus pervolutis , tandem uno volumine quidquid emolumenli caetera praese- feruni explicaretur, atque larvas aufcrendo , refellendoque errores , Veritas magis magisque corroborata in lucem prodiret. Opella nostra liisce igilur firmiter innixa in ires dividilur partes , quarum prior, veluti prolusio , gonerales quasdam ob oculos ponit con- sideraliones; altera nonnullas illustrationcs aptat uni ex tiibubus Al- narum majori charactorum evidentia dislinclae ; tertia denique enumi- ralioncm cxlubet omnium specicrum baclenus in Adriatico colloctarum, qnibus rccens detcctis , simul cum plurimis aliis algologica liistoria maris nostri ditescit. Nee tabulae quidem desunt coloribus oxpressae, ubi elegantia locum cedit Naturae ingenuitati. — Utinam nobis tem- pora , res, \iresquc faverenl! Turn operc utique meliori puHica pro- i,;ercrcmur suflragia. . AUCTORE J. ZANAnDINIO 109 PARS I. GESERALES DE ALGARIM VITA ET STRICTURA DISQl'ISITIOKES. Veteres Naturalistac, eliamsi ass'uluo perquisivcrint , quidquid terra producat, et in sc mare recipiat, lanien a principio immensum naturae I iIji-ii 11 1 perlegerunt ducti ac decepti prima et simplici fronte, qua ipsa se praebet conspicienclam. Producliones quaecumque marinae molu ca- rdites, neque substantia aniinali satis conspicua pollentes, tlummodo iucremento ramos emillerent, formasque arl)oreas induerent, ad regnum vegetabile nccessario pertinebant. In Corallio ipso deseripta sunt stamina, gemmae, corollae, petala , atquc, uno verbo , sumrr.um magnificentiae decus , quod nobilioribus plantis evplicatur. Progressu tcmporis una cum scientiae progressu, distincliones nonnullae institutae fuerunt prout esi- stentia , vel defectus substantiac calcareae reperiebatur , qua plures in mari producliones praeditae sunt vel opertae. Ex hoc nihili habendo cliaractere, quippe qui jam ulrique regno organico communis, dinturnum tempus multiplices oppositaeque lites emanarunt, quarum historia , quo prolixior , eo magis faslidiosa , ad propositum nostrum irrita quoque foret. Algae, de quibus vage obiterque scrinoneni liabuerunt prisci scri- plores , nonnisi Vaucher et Lamouroux temporibus , seriam studiorum opcram promeruerunt. Ille enim primum, ut ila dicam, physiological um disquisitionum jccit fundamentum, hie vero ad nomenclaturam et Ta- xonomiam concinne instaurandam animum applicuit. Specialia et manca, quamvis coinmendatione digna, evaserunt utriusque tcntamina. Vauchir tamen nullos , summopere dolendum ! sectatores babuit in suis adeo vehemenli animo expetitis investigationibus , dum e contra Lamouroix vestigia secuti sunt Algologi fere omnes , qui plus minusve in sistematum succcssionc argumentis ejus adhaeserunt. Hinc factum est, ut pliysiologiae progressus eo pacto rclardali pigritiam et vilium Taxonomiae nccessario afferrent. Et re quidem vera auetores fere omnes, qui in Algis bucusque j i o SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADRIATICO ETC. sunt versati , per simplicem analogiam ad eas dirigendas coordinan- dasque pervenerunt. Longe majori peritia atquc notionum aflluentia e terrestribus vegetabilibus dcpromptarum , initum est consilium studia de his vcgetabilibus abunde acquisita accommodandi historiae Algarum, ita ut indagines mente praeoccupata usque absolverint , neque inausum aliquid voluerint , dummodo sententia , cui acritcr favebant , emineret. Ita Lanocroux couiprobare contendit quomodo truncus Laminariae di- giUiUie ex quatuor inter se maxime dislinctis stratis et prorsus analogis epidermidi, cortici, ligno', et medullae plantarum dicotyledonearum turn ob atom, turn ob ampliludinem sibimct propriam nee non constructionem, coustaret (i). Ilinc (ipsius verbis utar) juxta hujus repertus facem in maxima eorundem individuorum parte , rcperit characteres , quos ful- gidae plaularum phancrogamarum corollae sistunt, trunci, folia arborum, nee non textus berbaceus ; perinde ac si in aquas marinas prima regni vegetabilis rudimenta essent injecta, atque singulae illae partes, quae iu variis Algarum cohorlibus videntur passim sejunctae, mirabili concursu in unum idemque iudividuum confluant ad componenda Tegetabilia per- fection, quibus terrarum superficiem opertam exornatamque conspicimus. Hisce spectatis analogiis, quas Celebris auctor extare putavit inter ramos, folia, et flores plantarum terrestrium cum maritimis, Algas in quatuor niagnas familias divisit, universas species complectentes a Linnaeo in Fuci et Ulvae genera distinctas; duabus insuper adjectis familiis, idest Alcyo- nideis et Spongoideis veluti annulis, qui polypis Algas connecterent (2). Sed entia , de quibus loquimur, ab omnibus aliis vegetabilibus dif- ferunt pi-opriis legibus , idest formae , structurae , evolutionis , atque iuhabitationis characteribus ; ideoque valde dispar est comparatio, quae instilui vellet inter vegetabile Cotyledoneum et Algam. Quaelibet enim planta generatim dividitur in partes essentialiter distinctas propter pe- culiarem externam conformationem , quae cum speciali intimae structurae luodiGcatione conjungitur; structura vero diversis operationibus vitalibus aditum aperit entis organis praediti. Hae singulae paries, sive membra propria nominibus designata fuere, quibus organa primaria , vegetabile superioris ordinis componentia , indicantur. Sic distincta est radix , (1) Linoinoc.1 in Bullet. I'hiloin. '8og. n. xZ. (a) LiiiMLiioLx. Eisai uYs Tbaljssio[ unil.u is, nullnqite consequenter copula apparet. Quod attinct ad haec animantia jam conspicuis indubiisque motibus praedita , licet oculus vel summopere leote roboratus, nee vestigium quidem ncrvosae substantiae discernere epieat , tamen istiusmodi prae- sentiam admittamus oporlct; quinimmo hypothesin recentiores physiologi e.\ eo firmarunl, quod, ut ipsi arbilrantur inesse possit tenuis impcr- ceptaque pulpa per cpiaslibet animantis partes in molccularuin formam diffusa , quae ncrvosarum , perceptuque facilinm in superioribus ani- maliuin speciebus fibrarum satis fungeretur officio. Sin vero foeennda- tionis actus in quorundam elementorum, quae ad germinum evolulionem necessaria sunt, transmissione a mare ad foeminam reponatnr, nihil obstat , quoin inus in Algis , non secus ac in quibusdam inferioris or- dinis animanlibus, varia haec elementa eidem individuo eidemque cel- lulae universiin inhaereant ; ex quo infci'endum esset, quura subsequens vegetationis processus nihil sit aliud nisi continua inlimae substantiae e\lensio, divisio , ac subdivisio , unamquamque subdivisioncm delinere AUCTORE J. ZANARDINIO 1 I 5 cellulae matcrnac proprietatem, videlicet iiidividui multiplicationem eadem virtute, quam imprcssit organica constructio, unde subdivisio ipsa ori- ginem ducit. Nemo unquam inter scrulatores phaenotnena in Confervis marinis iis similia detexit , quae aquae dulcis conjugatis proferunlur , singulae tamcn maris Conforvae uon unum , sod globulorum repro- ductorum millia et ainplius foveol. Foccuutlationis hypothcsi ila refutata , nunc quaeri a nobis posset quaenam de scopo mirabilis phaenomeui explanatio firmiter habenda; cur in aliqiul tantummodo specie obtineat, quaque de caussa; quaenam leges sint physicae aut vitales, quibus peculiare hoc mechanema regatur; et sic deinceps elllagitari quidquid ad rem enucleandam ad unguem conferret. Milii nounullas conjecturas parum (ideuli animo in medium aiferre cogitanti haud supervacaneum esset prae omnibus id pro certo arga,- mnnto statuendum ; nullum nimirum interesse discrimen inter micro- scopica et corpora oculo nudo perspicua ; ideoque iisdem observationibus eademque argumentandi ratione esse omnia perpendenda. Atque iu primis ob oculos habeatur, fila in aliquibus Conjugatarum speciebus (Mougeotia) se invicem admovere , ad cubitum flectere atque angulorum apici, nulla1 tamen intimae articulorum cavitatis communione , nulloque idcirco ma- teriel viridis ab altero in alteram articulum transitu , adhaerere. Id quod Vaucher item detexerat , maximi ponderis esse videtur, atqne recta foecundalionis hypothesin ferit; tunc enim clare comprobalur , conjunctionum fiuera minime eo contendere , tit materies arliculis in- clusa ex hoc in illud transeat individuum. Id potius evenit, quum e filis principibus tubi transversi producantur , qui , ut in Confervis ra- mosis accidit , a quadam cellulae matricalis inilatione, quae jam sin- gulorum ramorum principium est , originem ducunt. Haec vero Conju- gatarum sectio donanda est peculiari quadam mutua altractione , quae in pluribus ordinis inferioris Algis, perinde atque in Oscillariis , potis- simum liquet. Tantae attractions caussa laterales inflationes ad mutuum contactum impelluntur, atcpie dum se protrahentes vegetare pergunt , in adversas extremitates se alternis urgent. Ex conflictu, cui circulatio i ut i n in vim addit, factum est, ut illarum extremitatum parietes atte- nuentur , hinc lacerentur , unde ambos inter articulos ita communio exoriatur. Ut haec laceratio obtingat , conjiciendum est , aliam , quoad virtutem iinpellcntem, extremitatem aliam superare; ex quo in vahdiore ii6 svxorsis algamtu .is mabi adiuatico etc. tubo, dum laceratio Jit, liquid! occlusi eirculatio vcbementius qmodam- niotio iluitat: quod in caussa est, ut viridis substantia liiuc vel inde in ;.rtieulos incut, symmetric© globulinac ordine perlurbalo, tjuae in unum , ob ullcrius vacuilatein, articulum condcusalur. Copula igilur el foecun- dalio, quam audores jaclilanl, mea seulenlia ail simplicetn aiinsiouuisin, sive pluriuiu individuoruin consociationcm lanlnin redigilur , cujus exempla in Algarum lamiliu minime desiderantur, veluli polissitmim. in Flabclhiiiae , Coilii , Hulinutlati etc. generibus comperluin hubemus, i't veluli infra ex anatomic:! horum aliorumquc generum anulysi patebit ; Of tnmen discrimiuis, quod, dum ne\us usque ab evoluliunis primoidiis in iis exorilur, praefinitamque sibi vindicul Ionium , tunc solum in il Lis (Corijiigatis) fiat, quiun individua ad maximum exlensionis gradual' per- veneriiit, atque ita eongregentur, ut simplex diiorum , trium, vel plu- rium individuoruin rete eH'oriiienl, sive eubiti ins tar inflexioiie, sive taiboruui laloraliiun ope; quo ullimo in casu ob physicorvitalium legnm imlnx.11111, viridis materies eouundem filoriuu multiplication! quocunique tempore inserviens, ex, boc in ilium: articulum abit. Ut vero illationes nostrae roajori robore.firmenlur, adjicicnda pauca putamus de cujusdam siagularis Algae evolulione, quae Mjdrodjciion liuneupata, ceu Conjugatae, aquas dulces ac pigras incolit. Hydrodyction , quemadmodum nomen sonat, sacculum praesefert parvis plagis ellbrmatum , et in textura sud prorsus piscatorio reti ad-- similandum. Unaquacque plaga ex tot articulis, quot lateribus , quae saepe saepius quinque vel sex numeranlUT, constat. Singulae plagae, quuvii ad maximum exlensionis graduin pervenerint, post quandam ni- inirutu vegctalionis pcriodum, ea sejunctioue resolvuntur, ut quicumque tubus ad plagae quodcumque latus attinens, solus atque imurmtabilis perduret, usquediun in minimis dimcnsionibus sacculum rursus giguat priori hand dissimilem, qui, materno tubo denique lacerato,. libere nalat , sensimque usque ad novam rcproduclionem crescit. Vaucher , qui primus peculiurem hanc evolutionis rationem in lucem protnlit , mirificum phaeuomenon in quadnm circuniinclusionis ( enibuitement ) conditione decernit, hac hypollicsi fretus : quemlibet principis sacculi ui/iuiii singula in mutud inclusions relia ad minimum coarclata fovcie, quae in annum secundum , tertium , quarlum , quinlum, el sic dein- ceps, egredi debcut , donee Naturae Auctoci buic cvolutioni, destructd specie, Gnem panece lubeat (t). (i, Vitcueli. Hist, de* Couf. d'eau duuee. Geneve iSo3. AUC1UAK J. ZANAnWNlO II"7 Raspaii. ( antra suae sententiae iavcus , quam superius, quoad Con- jugatarutn fila coinraenioravinius, reproductions opus ad liunc modum cnadat. Asscvil ilic tubtim segregatum ab aliis, fructum parvis tubulis gravidum repraescntarc. Ex hisce duo obviam sibi concurrunt , iia ot per extremitates elcctrico-contraria vi imbutas se vicissini allrahant , ab hoc, ul ille aulumat oseulo repctenda est foccundalio, unde aUerutef, vel oterquc fortasse gemniulam gignit , quae in eodem contaitus punctto cum forma, struclura atque materna virtute prodit. Istiusmodi geinmula taki inodo exouta in novum tubulum transit ad foecundalioneiu dandam aceipiendamve peridoneuin, dummodo tubulus alius innatans sibi obvius occuuraL Ob occursum et hunc conlactum alia insuper copula, sen ge1- ueralio adimpletur , undc plaga tribus luteribus aperta exorilw. Quod si, inquit rile, novi hujusce occursus defectu, sive mutuae altvactionis ope, lubuius, qui postremus obvenit cum uno ex duobus primis talis catenae dementis copuletur, plaga quidem perficietur, sed tria tantum Litera sortietur ; sin contra novus tubnlus hue uitimi supervenicntis , illuc uuius ex duobus' primis ad confcactum suam oll'erat extreiiiiiatem , time plaga quatuor lateribus instruelur , et sic deineeps , usque ad liexagonnin formam, qua ordo ab hisce ncxibus deprowptus compleri videlur (i). Scrutator alter caeteroquin oculatissimus hano potius admitlit opi- nion-em: materiem uimirum viridem in quobbet tubo contentam , primum loiain continuam esse , seriusque in minimas sporulas annulares con- versam ita disponi, nt coarervalim intcrno- cjusdem tubi parieti spo~ rulae ipsae incumbant, atque, altera adversus alteram se urgente, formam angularcm. induant; deniquc saccuhnu caecum ellurment priori omnitio similem , qui , materno disrupto hivolucro , egreditur atque vegetans volumine augeri caeptat (2) Nunc dissonas, quoad organicam hnjus vegetabilis genesin, senlentias 1106 gravi trutina pcrpendentes , ae in mentem illud tlieorenia , quod superius enunciavimus , revoeantes : de microscopicis scilicet cntibus, eaderu analyst, et ratiocinandi methodo judicandum esse, qua' de cor- poribus facile sub sensus cadentibus , judicatur, in praesens quidquid nobis videatur de illuslrationibus hactenus expositis declarabinius: (1) Raspail , 1. c. p. 90. 91. ^?) MtKBGiutfr. Ceuoi ccc. 1. c. p. la. I 1 8 SYNOPSIS ALCAIU'M IN MARl ADR1AT1C0 ETC. Quum ilia circumiiwlusionis (en/boitement) theoria , veluti diflicilis ni- ininin incomprehensibilisque etiam alque ctiam refulata fuerit, ibi im- uioraii su|u'rvacaueum ducimus, et lubcutius Vaucher ex eo tantum meritis laudibus extoUimus, quod primus docuit , integrum individimm quolibet tubo progigiii. Quod vero novi systematis physiologiae vegelalis auctor clarissimus cxcogitavit, hypotliesi gratis asserla fulcilur; insuper adde, quod jdura ad speciei rcproduclioneui Icmpora tunc essent re- quirenda ; id quod sedulis obscrvationibus recta adversalur , quibus e contra luculcnter eruitur , novum sacculum intra tubum eodem tem- pore, nee nou per totam dimensionem aequabiliter formari. Nemo vidit, neque Raspail. ipse se vidisse testatur cum materie viridi organa in parvos tubulos et globulos, 5ive gemmulas e tubulis iiisis prodeuntes distincta ; quapropler ilia occursilms , copulis, generationibus evolutio- nibusque reduudans consectalio, praelerquamquod nullo argumento ab- solvatur, nimis implicata evaderet , ac proinde ab iiuiformi , quae in omnibus Naturae opcribus patefit simplicitate, recedere videretur. Quo- ticscuuique \ero uuiversiin sacculi plagae accurate discutianlur, videre est, singulas nequaquam certa regularique forma indui; inlerdum enim factum est, ut abquod plagae latus haud constanter uno tantum tubo, sed aliquando duobus se e fronte lineaque recta insidentibus conslituatur; et versa vice, quamvis tubi plagarum lalera componentes per suam ex- treraitatem ut plurimum terni et terni conglulinentur, non raro tamen in aliquo retis puncto ad angulum rectum crucis instar quaterni con- spiciuntur. Quae quum ita sint, quouam pacto Raspail argumentis acquie- scemus, ipsiusque tbeoriae, suffragabimur? Sporularum modiGcatio etiamsi veluti bypotlicsis probabilior, eo quod minus implicata, nobis pritno intuitu prae caetcris arrideret, nihilominus, ut reliquas praetermittamus considerationes , nullo unquam pacto per illam percipi posset quomodo rete eflingalur, quin plagarum parietes duplicem tubum praeseferrent ob mutuos sporularum annularium con- tactus , quos quidem adesse oporteret, ut exinde sacculus continuus nee non reticulatus emanaret. nine nos ad ultimam ac persimplicem formulam hoc phaenomenon redacturos suspicare decet: minimos globulos viridem materiem compo- nentes, quum intra maternum tubum se evolvere coeperinl , ita in unum conjungi , ut ipsi secus intimum tubi parietem pedetentim et aequabiliter se protrahentes rcte nullibi interruptum necessario ordiantur, Al'CTORE J. ZAXAIlDl^IO I it) quod etiamsi erebro plagis regnlaribus tcxatur , nihilominus line illuc ob ocxilos , quas ostentlimus anomalias ponit , ex eo evincendas , quod globulorum rcproductorum ordo primitivus haud semper, ut facile inferri potest, idenlicus ac symmetricus evadat. Quae ipsae anomaliae, dutn aliarum hypothesium vires infringunt, magis magisque sententiam nostram oonfirmare videntur. Verura foecundationis theoriae satis superque adversati sumiis; modo res , tempusque postulat , ut recte expendamus quaenam in istius fa- miliac fructificationis organis cutn il Its plantarura Cotyledonearnm col- latis, organographico-physiologicae rclationcs reperiantur. Si fructus , aut setnen in quibusvis vcl insignioribus vegetabilibus ad perbrevem hanc redigitur formulam: fructnm videlicet sistere raraum globuli instar condeusatum atque ad extremum anqditudinis volumen coaretaluni , eertum est, ut nonnullos silenlio practereamus actus in plantis nobilioribus bujus organi foi-rnationi praeeuntes , aliquam inter Algae atque inter cujuscumque vel insignioris vegetabilis fructum esse similitudinem, licet in sensu physiologico longe variis disciiminis ino- inentis uterque scateat. Tn inferiore enira horum vegetabilium classe mulliplicatio ad organum illud minimc exclusive circumscribitur, quin- i in in* > portio quaevis ad intimam individui substantiam referenda, quodvis illius quoque f'rustulnm speciem nuiltiplicare valet ; untie praestantis- sinms Naturae scopus mirum in mothim elucet, quae tota est in mortis dauinis per tolidem vitae vices rej.endcndis , nt species singulae eo pacto perpetuentur. Algae enim prae caeteris vegetabilibus jacturae ex- cidioque magis profecto obnoxiae, virlnte reproductionis summojiere gaudent , queinadinodum atiimalcula quaedam quaquaversus periculis implicita , foecunditale exuberare vidernus. Botanici fere omnes illius organi in vegetabilibus sublimioribus pretium jure meritoque aestimantes, atque ipsum veluti maximum po- lenliac vilalis elaboratuni habenles , in id diligentem subtilemque ana- lysin impenderunt, ut cbaraetcres detcgerent, quibns typi accedunl vel recedunt ; dehinc nova vocabula cunctas analogias aeque ac dilTerentias allabre exprimentia cuderunt, ut juxta mutuas aflinitates , quae inter varias lmjus adeo necessarii organi formas extant, typi singuli digere- retitur atque coordinarenlur. Provida divinac Mentis sapientia boc ovum vegetale, ne damno afliciatur, neque unqnani ipsius disseminatio sit t!e- fuiura , mulufornii involucro operuit, ut plurihus sibi infestis influxibus 130 SYNOPSIS ALCARUM IN JUItl AMXATtCO ETC. obslarct. Modo enliu nutricia substantia circuintegitur co quod ab ali- quibus animanlibus voratum , facile trausferaliir atquc diffundatur; niodo ad 'ventorum luhitum rapiendum parvulis pluimdis coronatur; intcrdnm uiaribus trajieiendis levitate, nee non naobilitale sibi propria suppcdi- tatur; sc demun* raulliCiriis insrruitur subsidiis, quibus species ab ipso per cmbryonem expressa scrvari ac moltiplicari possit. Haec omnia racleraque innumera adiniiiicula , ad quorum iiormam in tolidem tnodos externa ip.sius organi forma configurator , vcluti polissimum metliodicae distributionisfundamentuHi charactcribus definiendis constituerunt Partes ipsae , ut ita dicam prcparatoriae, alque ad foecundalioncm maturita- temque nrdinalae , quae forma , numero , et symmetria valde dissident, novos insignesque cbaracteres praebuerunt Nullum vero ex his omnibus nccotnmodari potest organis Algarnni fructum sistentibus. Ex earum maxiino simplici atque homogenca struclura , simplex quoque ac uni- formis illius organi modificatio patet , atque singula praeterea formae discrimina in uno eodemcjue individuo dctcgi queunt, qnatenus ex puncti diversitate , ubi organum modificalioni obnoxium est, tota exoritur dif- ferentia. Haec pauea co)iiosius exerenda , satis tamen evincunt inanes couatus , quos Algologi hactenus impenderunt , ut characteribus e frn- otificatione prolatis , ordincs, tribus, genera et species dispescerentur. Quod si seriuo vegetabHia quoque terrestria attingeret, unius organi , licet potissimi , studium naturalibus aflinitatis relationibus deprehen- dendis impar evadit; quapropter opus est , ut complcxim omnia organa pernoscamus ; id enim tantummodo ad caussas extimos habitus coufigu- rantes manu ducit, qui veluli essentiales characters habentuv , licet a Natura saepe saepius mendacii rcdarguatilur. Quanti vero habenda sit haec Veritas non latuit profecto illos, qui totis viribus intimam caulis in vegetabilibus insignioribus fabricam consnltius sar.t perserutati. Sin autem experimentum, quoad plura ordinis supcrioris individua, ardnnm sit atque impervium, hand aegre maxima pelluciditate ct reliquis cir- cmnslantiis, quae hie praeeminent, complanatur; hinc potiusquam fructus, inlima praesertim structura filum Ariadnae porrigat , ut naturalcs inter varios typos aflinitates indigitentur. Nisi vero hisce compingatur, manca et inendosa palabitur Taxouomia , quae cognitionum quoad genesin , sive ■organoruni evolulionein adhucdum cxpetitarum, et quoad physiolo- gicas cnrunuleui iuvestigaliones expers nunquam reapse proficiet. Haec studiorum ratio una tantum conferret ad philosophicum systema juxta AUCTORE J. ZANAHDINIO 12 1 Naturae leges , scu muluas cjusdem organicae lexturac relationes con- cinnandum. Uni versa lmjus familiac iiulividua ab origine simpliei cellula reprae- scntantur , quae aliquando per totam vilac periodum eandein sphaeralem ibrmain priinitivam servant ( ' Protococcoidcae). Saepius tamen cellula primigena ol> varus ulteriorcsquc claborationcs progrcssu temporis motu vitali pcractas , immutatioui multimodis subjicitur, sive per se tantum, sive usque ab initio consociata una simul cum pluribus cellulis distinctis, atque ita commixlis, ut , vegetalione pergente, ipsaruin nexus formani unam j)lus miuusve insigniorem ac compositam cdat. Haec cellula matcriem granulosam includit , quae assiinilandis de- mentis intns susceptione absorptis est pcridonca; hinc nulritioni iuservit; ac dcmuin species, sive materni involucri scissura , sive spontanea vcl fortuita cujuscumquc portiunculae divisioue , per materiem ipsain mul- tiplicatur. Granulosa seu nutricia haec substantia, pluribus noniinibus insignita , materici scilicet colorantis, amylaceae , sporaceae , globuli- naris etc. , primo in unum sub parvo voluminc punctum condensata , tanta virtute pollet, nt non solum per se extet, verum etiam congruaui vim habeat, licet cellula matricali obvolvatur, se protraliendi , dividendi atque adeo multiplicand! , ut primitiva involucri forma ob multipliccs intimae slructurae immutaliones variet. Quamquam nee in omnibus in- dividuis, neque in omni vegetulionis stadio conspici possit , saepe ta- men accidit, ut interior ilia substantia potiusquam organicam continuae extensionis ac subdivisions legem constanter servet, hinc illinc immo- retur, involucri matricalis nutritionem intermittat, in se propriam vir- tutem contrahat , unde clarius dislinctiusque turgescat , neque amplius influxu, quo antea pollebat, defungatur , quatenus saltern ipsius individui partem efliciat. Huic modificationi quaelibet individui pars obnoxia fieri potest , ex eo quod intima ilia substantia turn in axe, turn in ramis aeque distri- buta reperiatur; itemque membranula illam obvolvens, pariterque ma- teries colorans, qua substantia componitur , formas fortuitas inducre potest, atque adeo dissimiles , ut facies infinite multiplicetur , quae ta- men cireumstanliis parvi pendendis committenda est; ex punclo vide- licet individui eruendis , ubi potissimum ipsius substanliae vis activa tempcratur, ex vegetationis periodo, qua totum se habct individuum, ac denique ex ejusdem snbstantiae niagis minusvc conspicua turgescentia. Seiue II. Tom. IV. q 123 SYNOPSIS ALCAIW'M IN MARI ADRIATICO ETC. Tot tantieme conatus ad crihrandas nullius pretii nulliusque praefi- nitionis fortuitas hasce circumstantias (ne pigeat iterum audire) pluri- morum speculatorum animos , positis lias super vagas inconslantesquc fbrmas systemalis fundamentis deflexere. Ipsi enim hujusmpdi form as vel univcrsim , vel partim, vel promiscue nacti sunt insitas pluribus gencrihus , quae apud alias sejuncta liabentur , ex quo factum est , ut methodicae distributiones liis cbaracteribus sinTultae, perennes pepererint ambiguitates dissensionesque ; untie liles pucrilem, ut ita dicam , lutlum imitantur , quo follis alternis ictibus hue illuc per acra pellilur, re- pellitm-que. Set! hie plura quoque efllagitaiula ; ulrum videlicet sanciri constanler possit , an sallein sit facilis sancitu illius singularis organi pracscntia in omnibus typis , quibus numerosa haec familia ordinatur? num e contra in systemate aliquaiulo descripta ea sit forma , quae porro in Datura desideratur? Et revera inaiulitinn ne sonat nonnullos pro fructu accepisse rem prorsus alienam , miniiuccjue ad fruclilicationem spectantcm? Post- habilis, quae frequenter occurrunt, exemplis, hoc nnum commemorabimus; fructus nimirum J'ulonlae intricatae Ac juxta cl. Prof. Costa Ncapoli- tanuni nihil aliud esse nisi animalcula microscopica, quae in dubiis conspi- cuisque motibus se tanquam veros polypos praebuerunt (i). Acardh ipse, quum genus Alysii describeret, testalur, ceu fructum inlerdum admisisse id quod novoruin tantummodo ramorum erat rudiinenlum (2). Hallucina- tiones hae omnes aliaeque turn obviae, turn frequentes assertum nostrum confirmaut: fructum videlicet in systemate, nequaquam in Natura reperiri posse. Caetenim , si in genere aliquo (Dasja ex. gr.) non una sed quin- que , sex, vel plures fruclificationis formae detectae, desci'iptacque fue- runt , in mullis contra (Digenea, Alysium, Caulerpa, etc.) nullum adhuc fructus vestigium deprehensum fuit ; ita ut ad haec et alia ge- nera in universali serie coordinanda, systematici , qui fructui tantum obsequuntur, ipsius formam, quam adhucdura abdit Natura, per poesin saepe commenti fuerint. Omnibus itaque normas magis planas , solidas immutabilesque de- s'ulerio prosecuturis , persuasum sit , relationes potius inter organa nu- tricia , et matricale involucrum insitas , nee non diversas illorum (1) Mr.Mi,niM. Cenni ccc. 1. c. pag. 16. (a) Acabdb. Sp. A)g. Vol. I. p. 4^3. AUCTORE J. ZANARDIN'IO I 23 imnnitationes ex vcgetationis processu crucndas, quam fructum in Algis investigatum potissimum iri. Ita in quadain lyporum coliorte, ut exemplis utar, organa ilia libcre in liumorc nalant, quern matricalis cellula capit (Siplioneac), dura contra in aliis tenuissimo involucro a matricali di- stincto conclusa rcpcriunlur ( Conferveae , Ceramieae , ctc.J. Quum id poslremum , quod in lioium vegetabilium famihYi frcquenlius est con- tmgat , tunc varii et discriminati processus dimanant , qui per succes- sivum tenuissimi involucri incrcnicntum patefiunt. Et re quidem vera quoad vegelationis processum, duo attendcuda praecipue sunt: mem- brariula ilia materiem granulosain seu sporaceam complectcns modo ju- gulatur, scnulilur atque in duo, quum ad maximum pervenerit exten- sionis gradum , partitur ; modo e contrario haec divisio subsequenti exteusioni pracit. Primo (Confcrveae) cellula ultima adhuc indivisa lon- giludine caeteris praeeminet ; secundo vcro (Ceramieae) post divisioncm extensio perficitur; quapropler in Ceramieis postrema cellula eflb'rmala caeteris nunquam non minor est. Hac in ultima tribu divisio non modo transversim obtinet, neque idcirco simplex cellularum uno ordine ac vicissun supcrimpositarum dispositio constantcr occurrit; at saepe saepius verlicaliter etiam adimpletur, quod in caussa est, cur non una tantum, sed plures cellulae circa principis involucri diametrum disponantur. Hae cellulae modo inter se tam situ parallelo , quam pari longitudine symmetricae conspiciuntur; modo centrales tantummodo successive ex- tensionis ergo periphericis praecellunt ; modo singulae non aequabi- liler, sed ita oLlongantur , ut nullus reapse ordo parallelus extet, nul- laquc adsit articulatio, quae tunc falso tantum apparet, quum nimirum symmetrica dispositio fiat. Haec et alia, eo quod ex potentia vitali plane hauriantur , pluris procul dubio aestimanda , ac prae se immo vegetationis processum fe- rentia, characteres admodum illustres ex ipsis naturalibus legibus de- cerptos confirmant. Recensendum liic insuper est magni emolumenti pro systematum relationibus argumentuin : non unum semper individuum per se, sed plura simul usque a prhr.ordiis consociata vegetationis phases absolvcre , quae singula eundem typum constantcr servant, atque se invicem conncctuntur , vol adeo arete adhaerent, ut prima fronte con- tinuum textum formae praefinitae eflingant. Typus varialiin vegetans, multiplex massae individuorum nexus, atque aliae alicujus pretii distin- ctiones, peculiares notas praestant, quibus genericae horum vegetabilium 124 SYNOPSIS ALGARL'M IN MARI ADIUATICO ETC. distrihutioncs pracfiniri possunt. Singulars hacc in multis speciebus ronsistcndi ratio snbtiliorem analysin profecto poslulat , quae , quum accurate insliluatur, novos rcpcrlus ultcriorcsque distinctiones haud dubic in luccin cderet. Ut vcro consideralioncs nostrac magis praxi eluecant , tabulam If. objicimus, ubi figuva I. JIaljrmeniam furcellatam fi. cariilagineam Ac. statu naturali sislit, en jus frons lota conlinua sive membranoso-cellulosa pcrperam hucusquc deseripta est. Ipsa cnim usque ab origine phiribus quidem constat individuis Ceramieis per quandam mucositatem ad inviccin conglulinatis, corpusque unum constituentibus, .\aniMo ,3_ ac in Ceramieis in hae quoque trilm frons bttd semper simplex' constat saepe sacpius ex compjurifaua individuis a germinationis initio Simul Ita «■,„>,„„, -Us, ut, pro vegctanlium lyporum discrimine , rnassa ..Hie redundans ens qnadam forma implicate, plus minusve praelinita atque constanier repraeseotet. Interior substantia fere semper viridi colore saluratur, sporulaeque .Ham for.nanlcs adeo minusculac aliquando rtperiuntar , at nee ocnlus judwn perspieacissimus nonnisi uquidum homogeneum discernere queat Saepius autem crassiores cerauntur , prepemodum sphaerales atque illis sumlbmae, quae in tuborum Confervoideorum c«ll»lis eontinentnr Si id postremum occurrat , tunc sc ad praefinitum Sl,i argument! tempos praebent peculiar! motu eonspieiendasj exiode Zoologi maximum inter basce species numerum animal, regno inscrendi ansam arripucre; quorum opuuo eo magis percrebuerat, quod reipsa adsint aliquando animalcula parasitica Jan. a Vauchek, Ukger, Wimmeb, aliisque secus mucosam in quibusdam fd.s Vaucheriaceis superficiem notata. Nisi quod hujusmodi comment, futilitatcm scite expunxit Meven in suis de ultroneo organi- carum molccularum motu observalionibus, quae nos luculenter decent omnium inferiorum plantarum scminula, veluti animahum inferiorum ovula per aliquod temporis spatium, positisque quibusdam eircumstantiis pollcre spontanco motu, qui tunc desinit , quum germen se evolvere caeptat (,). Minima granula ilia vice reapse funguntur organorum tam nutntioni inservientium, quam reproduction! ubi e malricali celluhi cgrediantur, quinimmo ex hae uibu ipsorum organorum progignens potentia clarius liquet nulla tamen praeeunte eorum conspicua striiJturae modificatione. Verum enim vero in aliquibus quoque siphonearum ge- nenbus descriptus est fructus, cujus forma ex eo tantum apparet, quod sporulae densius in lateralem quandam maternae cellulae inflationem coacerventur. Ipsa equidem forma a ramositate aborlum ita perpessa dumtaxat originem ducit, eo quod interior fortasse substantia baud am- plms pnstmum nutrilionis influxum agat; uncle fit, ut venturuni incre- mentum vel impediatur , vel inibi quiescat. Contra vero incrementum cito perficitur, dummodo ea conditio deficiat; quinimmo plures species se brevi protralumt, ac vitae mox peragunt cursum (a). (i) Mevem in R. Buowk's vermischtcn Schriften. Vol. IV. W I" regetabfli item acu, regno aDimali incremeutum rlus minute celcriter acqua proportion*, ! 2S SYNOPSIS ALGARUM IN MAM ADIUATICO ETC. Siplioneae cum dolces, turn aquas marinas incolunt, co tamcn di- scriininis , quod forinac simpliciores illic habitant, hie vcro nobiliorcs magkqne implieati typi repcriantur, quorum nonnulli, uti in quibusdam aliarum tribunal generibns videre est, calcarea crusta opcriuntur, unde aniinalitatis propugnatorcs novum indicium arripucrunt aflinitates scin- dendi , quae (dare patent statim ac crusta ilia plus minusve densa ex- teriorem tantunmiodo aliquarum specicrum superficievn obuubens , au- feralur. Nc singulas comnnniesquc raeleris tribul)iis enumcrcm proprie- lates , quas ad banc individuorum cobortcm referunt auclores, has duas nos commemorare juvat; primo hujusce tribus genera fere omnia exsic- oatione colorem saturate viridem , et nitentem praeseferre; secundo ejusdem tribus individua prae plurimis Algis exsiccatis vix aegre post aquae immeisioncin, priscas vitalis conditionis resumere foi-mas (i). pro varii scilicet organici textus densitate, proccdit. Quo magis cnim stipatus et ligncus truncus, co dillicilius in singulas fibras succus irrcpit, ac proinde calor vividior ad bujusmodi circulationcni lnnvcndain festinattdaniqae nquiritur. Hinc fit, ut valdc scro , sivc autumnali tempore prae aliis plantae aridac atquc siccac llonant. Quo magis contra hcrba simpliccm , mollcm cxilcmquc tex- turam sorliatur, maturius crescit et floret, ac manifestius vivum calorem siccitateinque fastidit. Quum Algae tali loco emineuter potiantur , incrcmenti summam rapiditatcm pandunt , atquc ma- jorcm ad hurnidam frigidatnque tcinpcriem ostendunt proclivitatrm , quoniam in maxima ipsarum structurac tcmritatc , poliusquam calor faveat , nutriciorurn huniorum circulation! nimis propcrando oflicit. Id pro arguinento babeatur , Algarum presertim tcnuiorum cvolutioni bibcrnum tempus aspi- rare. Dum terra equidem arescit ct squallct, nonnc maria venustissimis biscc plantis uudique cx- ornata pubescuut? (i) In Confcrvis quoque , veluli sibi pcculiare obscrvandum est: se exsiccatas in articolis alter- natim contrahere , ut fila , jam deposila cylindracea , crispam formara induant, quae licet aquae diu immergantur , taliter pcrstat. Non omnes itaque Algae priscas formas per istiusmodi submer- sioncm adipiscuntur ; ideoquc in dubiura revocanda est illorum opinio , qui eidem condition! fre- qucntiori acquiescentes , rcsurrcctionis potentiam inferioribus biscc individuis inessc putant, dum e contra pbaenomenon non idem semper, neque in universa familia constans , vagura tantum in- dicium pracscfert, quod crebro expericntiae rcfragatur. Expcrimentum siquidem omni cura, atque itcralo sunipsimus dc Oscillariae genere, quippc quod, juxta vulgarcm opinionem , individuis rc- surrcctionis virtutc donatis longe praeceUil , Bed inanitcr speculati sumus, nosquc cxpectatae rcsur- rcctionis spes fuit frustrata. Haud vcro inficiamlum est id sub ccrtis ac prorsus ncccssariis circum- stanliis fieri posse. Quid minim ? tunc enim res firmas pone scquitur naturae leges. Oscillariae tcircstrcs species sunt ephemerae , quae nimirum siccitatis juxta uliginisquc vicissitudines cito eranescont atquc itcrum cito apparent. Nobis itaque inferendum est , minimarum sporularum po- t. nt i im ritalem brerioa vel diutius torpere, quae tamen pracvalida cvadit , simul ac circumstantiae eonflaant ad evolutioncm vegetal innemquc excitandam. Vcrum in Naturalistac zothccula neque ha- betur , ncquc baberi potest effectus idem atquc in loco native Colligitc quidem magnam filorum inpiam, atquc ea studiosc sollerterquc in elemento adeo expetito curate. Ipsa aliquandiu vegetabunt, imo cliam reproductionis miiiumm opus pandent , ad ultimum vcro oseillationis motus, quo fru- untnr dclcrvcscet , ac prorsus ccssabit ; tubus interea , nbi disci intimam fabricam coitiponcntcs AUCTORE J. ZA3ARDINI0 , 2f) Maxirnac forct utili talis pcrscrutationes nostras collocare in peculiaribus infliixihus crucndis, quibus lux, tencbrac, bar, aqua etc. ad vcgetationcm conferunt; at in praesentiaru.n inaucs omalus prorsus evadercnt, qmim omnia , quae ad physiea.n organicam faciunt , elucubrari adhuc , atque ad unguem perfici ncqueant. E stationu.n divcrsitalc, quas in una eademque regione vari a genera praeponunt, in suspicionem venire licet quanli pro evolutione habenda s.t naturae atque profundi diiicrentia , ubi typi variatim germinant. Quod si species nonnullae in mari aequc atque in lacunis nostris passim re- periantur, nonnullae contra super limum, ac plures super saxa et sco- pulos tantu.n vegetant; quinimmo hujuscc tribus genus aliquod interdum Algis majoribus ceu Cjstoslris et Sargassis tantummodo insidet. Posleritati igitur mandaturis tantarum perscrutationum emolumentum, quas Cheniiae organicae profectus majori luce pcrfundet , sat modo nobis crit singulas inspiccre formas , atque species singulas ab evolu- tions initio usque ad incrementi plenitudinem sectari. Nos igitur, posila qualibct forma typied, ad cellulam primordialem prius contendemus, ac deinceps vitae phases pervolventcs, quo magis fieri potest , nos vege- talionis processum , ac variarum genesin formarum, quae ex hoc pro- ccssu in vegetantium typorum diversitate obtinentur, perquiremus. Quatuorderim enumerantur genera in Siphonearum tribu hucusque recensila (i), quorum octo , P'aucheria scilicet, Brjopsis , Valoniu , latent, lacerab.tur atque resolvetur ; tandem disci vel per se , vel per sporulas fictrices reprodu- ction.s v. insyn.ti , nudi stabunt inertcsquc, neque vel accuratissima opera rcviviscent ; sin vero d.utrus aqu.s immorabuntur, omnino rcsolventur, atque tandem evanescent. Id.aut.-m eveniat oportct quon.am , quum c nativo situ fila transducantur , iis omnibus turn notis , turn ignotis , quae ad rem faciunt orbabuntur, adeo ut irrcparabili corruerint jactura. (0 Hujusce tribus genera nuperrime ita collecta atque digests occurrunt : Botrydium Wiir. Vaucherxa DC. Bryopus Lmx. Alysium Ac. Coccoderma? Kosze. Valonia Ao. C.odium Stac FlabeUaria Lmx. Anadyomene Lmx. Acetabular Ln. Polyphysa L«. Vdotea Lmx. Bati- meda Lmx. AW„? Lmx. (Mewco. Cenni ecc. 1. c. p. 34.). Pro firmo tan.cn habcaruus fore, ut quaedam genera buc relata ex bac tribu in posterum forsan obliterentur, et quaedam alia post- quara eorum structura, et pbysiologia diligentius investigata atque distinct, furrit , addantur ibidem Qu.dqa.d vero ad Acetabulariae Lmx., Seu Oliviac B.nTot., et Vasydadii genera cxplananda at- talunua , mag,s adhuc animuro nostrum in iucerto tenet. Nun, forte et Caulerpac ipsac adeo nu- merosae ad eandem Siphonearum tribum amandandae forent? Descriptions ac I dmlae quail ,„, ctores nonnulli de earum struelura obtnlerunt , locun. suspicion! aperiunt, hpudquaquam vero nob.s removendac, eo quod mare nostrum istiusmodi specicbus prorsus carcat. Id saltern iUorum >tud,a cxacuat, qu.bus situs opportunkas, ubi bae species reperiuntur, inquisitiones expedite efficit Serie II. Tom. IV. J 3o SYNOPSIS ALGARUM IN MAM ADRIATICO ETC. Codiuin, Flabcllariii , Anadjomcnc , Acctabularia ct Halimcda ad marc Adriaticum speclaul. Hie, veluli juris noslri opcram impendcntes adji- ciendum pntamtts ct Dasvcladu genus usque adlme aliis tribubus incon- sulto adscriptum , dum contra eoilcm tempore in ambiguo vcrsamur, utrum Acctabulaviac sen Olivine genus , quod nostris observalionibus peculiare suppeditavit argumentum , inter Siplioncas sit locandum. Hac in Iribu item atque gencialini in cacteris Algarum speciebus , organum rcproducens "ad minimum ncque oculo nudo , ut plurimum, conspicuum granulum amylaceac substantias hie loci viridis in summa redigitur, quod vero tenuissima mcmbranula ccllulam matricalem com- poncnte, extrinsecus obtegitur. Ubi gcrminalio per nutriciam virtutcm, quam substantia amylacea in involucrum agit, inilium ducat, involucrum idem seu cellula matricalis intumescil, ac interea, sphacralc forma ali- quandiu servata, dividitur, subdividiturque interior amylacea substanlia, quae etiam atque ctiam libcre innatat humori a matricali cellula sensim sensimqne crassata absorplo. Nullum bactcnus discrimen individuum interest el individuum , quinimmo ab cvolulionis primordiis vesicula simplex omnes sistit lypicas formas , quae inter se tantuui vegetationis processu discrepant. Prae omnibus Siphoneis Adrialicis simpliciore vegetationis processu f'auchcrine profeclo gaudent. Et re quidem vera vesicula primigena diametro sensim sensimque majori, vitae phases tandem explet, ita se duntaxal prolrahcndo , ut indefinitae longitudinis simplicem tubum re- pracsentet. Non eadeni vero simplicitate individua semper gaudenl; saepe eniui hac iliac longis iutervallis ramosa conspiciuniur. Quo igilur facilius genesis struelurae magis implicilae deprehendatur, perquirenda in prim is est ill'ms ratnositatis origo, mule hujusce tribus ex charactcribus perin- signis nota cruatur. Quaevis ramositas hie loci ab inflalione secus aliquod circumferentiae punclum exoi ilur. Quum inibi nutricia organa adsint , novum conslituitur centrum vilale, unde inflalio materni tubi organicis legibus obscquens, sphaeralem formam ob ulleriorem extensionem, prin- cipis cellulac ad instar pedelcntim exuit. Usquedum vero cxtensio locum obtineat, novi rami basis prinium coarclatur, hinc jugulatur, ac postrcmo dissoluta vcl intima tuborum communicatione, ramus novum offert indi- viduum omni ex parte absolulum , quod tamen parielibus gigncntis haerens remanet. Extensionis processus aliquando vero substitit , atque inde lateralis appendix sphaeralem formam servans, peculiar! illi concedit AUCTOnE J. ZANARDINIO I 3 I iinmutalioni frnctus nomine praesignatac , cujus significalus adliucdum mancus claudicat. Si enim quidquid ex eo progignitur , poslquam se e materna plants scjungit conspiciamus , dupliei modo reproduclionem obtingcrc posse videmus. I lie enim tubi matcrni vel se tantum protrahendo vicissitudines imilaiur, vel potius scindilur , alque in tolidem tunc cel- lulis maternae similibus gcrminant granula inclusa. Primo loco, repro- ductio simplici dumlaxat vegetationis proccssui Iribnitur, novumque in- dividuum nihil aliud est, nisi ramus post e materna planlu avulsionem perfectus ; secundo e contra idem actidit evolulionis processus , qui substantiae sporaceae in singulis ccllulae malricalis parlibus inclusae proprius est, ila ut ramus eo pacto temperalus a toto individuo singil- latim universimque fructificalionis vice fungenle discerni nequcat. Ex rationibus , quibus cellula primigcna ramos emittendo d'rviditur, essentiales praesignesque dissimilium hac in tribu typorum notas infra rimari ac recensere conabimur. In Brjopsi ramositates brevibus intervallis ut plurimum recta op- positis exsurgunt, unde individui magis magisque increscentis pinnata forma praecipuam praebet notam, qua genus ab aliis distinguitur. Istius- modi forma quamvis typica, baud semper constans occurrit, quae contra nonnullis immutaiionibus, juxta vegetationis processum pro peculiaribus circumstantiis aberrantcm , aliquaiulo subjicitur. Ita aliquot individua interduin crcscunt simplicia parumve ramosa, atque dum res ita se ha- beat, facile fructificalionis, ut ita dicam, effigies reperiri potest prorsus generi F'aacheriae similis , proptcrea quod ramorum rudimenta ob nu- tricis influxus defectum, aborlum perpctiantur (i). Quum e contra plena vegetatio luxurictur, secundariae ipsae ramositates semel vel pluries cundem principis tubi se forma bipinnata , tripiunata etc. induentis iterant j)roccssum , atque plura individua quuin adinodum inter se proxima germinare possint, idcirco adspcclum caespitosum fere semper liuic generi parem sibi inducunt. Hae atque aliae hujuscemodi oinnino fortuitae circumstantiae innumeris varietatibus occasionem aperiunt. Itaque hiscc observationibus suffulli, si nos cnnclas , quas hucusque auctorrs desrripserunt species perpendere vellemus, maxima earum ]>ars, quippe quae eharacteribus ad unius ejusdemque typi historiam tantum spectan- tibus innituntur, in uiliilum fortasse redigeretnr. (i) Amicissimus Professor Mbnegqim iionuull.i cxcroplaria takm modiGcationcm sistenlia legil, inihiriuc briicvolc communicavit. 1 32 SYNOPSIS At.CARUM IX MARI ADIUATICO ETC. In DasycIiuUi gencre , brcvissimis iuterposilis spatiolis, ex singulis ciivumferentiac principis tubi pum-lis , idest verticillalim prodeunt ra~ inositatcs. Turn vcro quivis ramus parum prolraliilur, alque ail tpioeXQ valdc oblusum quatuor novos rainos prorsus aequales explodit, qui eodom online primum tcrui, dein bini mulliplicanlur , ac veluti in priorihus ad apiccm obtusum apieulo instruuntur, quod ullimae ramositalis conameu usque ab origine abortuin ila perpessae forsan exprLmit (Cf. tab. HI. fig. i). Ad genus p'aloniae quod allinet, ramificationis processus magnoperc exuberat. Cellula primigena , quuui ad minimum extensionis Iraclum pcrveniat, quin se prolrahat amplius , undique atque inordinate novas proles continentcr diffundil, quae magis magisque numcrosae ila con- nectuntur , ut inde massa dcnsissimum globosumque caespitem reprae- scntet, cujus diametros, pro exteriore cellularum mulliplicatione inde- siuenter crassescit. Sin Anadjromaieos genus respk inrrms , ramositates mirum in modum ac symmetrice expediuntur. Cellula primigena fit oblongo-clavala, atque a latere per totum pcrimetrum sccus longitudinem, ramos mutuo con- nexos emiltit, quorum superiores, maternae celbdae ad instar, in longius provebuntur , eademque ratione multiplicantur , ita ut frequente vege- talivi processus ileratione , textus totus conlinuus eleganterque symme- tricus , boc est cuidam operi phrygio omnino simillimus , effingatur. Plura individua germinant plerumque usque ab initio arcle conjuncta, ideoque frons , incremenli processu ad flabcllum plus minusve patens explicatur (Cf. tab. III. fig. 2). Haec progerminans plurium individuorum societas in gencribus , quae infra sequunbur, magis magisque praefulgct, quorum ulique dispares formae a plurium entium ejusdem typi simul coacervalorum nexu de- pendent. Omnium geuerum basis fibroso-stuposa individuorum copiam plane demonslrat, quae simul evoluta ad collectivam forncam ex ipsorum ligamine implexuque redundautem contendnnt. Ita in Codii genere cellulae quamplures vegetant aggregalae, alque se prolrahendo , inque ramos abcundo , peripheriam versus quaedam edunt ramenta pyriformia, radiantia, adeoque inter se vincta, ut textiun aequale , extrinsecus nimirum conlinuo-utriculosum exinde componatur. Totius massae, hoc est individuorum aggregations successivum incre- mentum vel horizontaliter, vcl potius lined verticali cflicitur: si primum Aix/ror.i: j. iaiubsisiio 1 3 J eonliugat, frons in globosam formam dilatatur; si secundum, forma oracca granulosa , nuda , libcre natantia. Cellula matricalis continua externe prolifera, seu ramoso-consti'icta. Genus I. VAUCHERIA DC. Fila solitaria plevumque decumbentia , longe tubulosa , hinc inde ramosa , ramis saepe dislantibus. Fructus: coniocystae homogeneae. Nomen in honorem oculatissimi Algologi Vaucherii, cl. Decakdolle inerito imposuit. Genus II. BRYOPSIS Lmx. Fila solitaria, erecta, ordinate ramosa, ramis, ramulisque plerumque pinnatis. Fructus: couiocystac homogeneae (ex B. Balbisiana). Nomen ob quandam cum Muscis similitudinem dedit cl. Lamouroux. Genus III. DASYCLADUS Ac. Fila solitaria , ordinate ramosa, ramis densissimis verticillalis. Fru- ctus Cfr. Tab. III. fig. I. Nomen densos ramulos deDolans cl. Acardh imposuit. 1 36 SYNOPSIS ALCARUJI IN MAUI ADRIATICO ETC. Genus IV. VALONIA Ginn. Filn solitaria ramosissima, ramis rnimilisque homogeneis arctissime "lomeratis. Fructus Nomen ex vcrnaculo tie Jit eel. Ginnani. Genus V. ANADYOMENE Lmx. Fihi solitaria, vel pauca parallcle coalita a J latcra unJique ra- innsa, ramis ramulisque plane conglutinatis textum fronjis continuum roinponentibus. Fructus Cfr. Tab. III. fig. 2. Nomen ob pulehrituJincm ex cognomine Veneris marinae cl. La- mouroux atljecit. Genus VI. CODIUM Stack. Praef. Fila plurima aggregato-implicata et ramosa , ramulis incrassato- pyriformibus radian tibos superficiem fronJis componentibus. Fructus : coniocystae intra substantiam fronJis, scu aJ basim ramuloi'um insertae. Nomen ex forma globulosa ill. Stackous deprompsit. Genus VII. HALIMEDA Lmx. Fila plurima aggregato-implicata et ramosa, ramulis sive ramentis sphaericis angulatim coarctatis textum exteriorem fronJis constituentibus. Fructus Cfr. Tab. IV. fig. 1. JVonien ab una ex quinquaginta Nereiis nymphis cl. Lamourocx usurpavit. Genus VIII. FLABELLARIA Lmx. Fila plurima aggregato-implicata et ramosa, ramulis sive ramentis criskattB arctissime contexlis paginam fronJis exteriorem componpntibus. Fructus Cfr. Tab. V. fig. ,. Nomen ob formain flabcllatam a cl. Lamouroux inJitnm est. ALCTORE J. ZANARD1NI0 l?>~ APPENDIX I\« I !R1 V. IndWiduaa vel fila si mavis, tubulosa, solitaria. Organa sporacea in vcsiculis libere natantibus inclusa. Vesiculae in ipsa cellula matricali germinantes. Genus IX. OLIVIA Bertol. Fila tubulosa solitaria et simplicia. Vesiculae intimae ad apicem fill germinante8 , evolulione discum horizontalem, radiatum constituentes. Cfr. Tab. V. fig. 3. Nomen in memoriain auctoris Zoologiae Adriaticae cl. Bertoi.om imposuit. Serif. II. Tom. IV. 1 38 S7S0PSIS ALGARUM IN MARI ADRIATICO ETC. PARS III. SYNOPSIS ALGARIM IN MARI ADIUATICO HUCUSQUE COLLECTAROM. PRAELOQUIUM. Ut catenam sive seriem afilnitatum, quae varios hujusce familiae typos vinciunt ob oculos babcamus , oporteret in primis omnes regiones, omnia maria cpiotquot sunt nos quaquaversus perquisisse; sed cum scopum immetatae aquarum superficiei aequiparandum altingere nequeamus , maxime interest , quoad vires nostras, historiam Algologicam de unius saltern maris situ , quern nostrum praebe t locupetari. Si, e rationc diligcntius habita , specierum numerum gcneratim in liunc diem cognitarum rcspieiamus, ne decimam quidem partem atlingeie liquet caruiD , quae placidam ac pacatam vitam, remoiissiniis in oris dissilae baud dubie degere debent , quarum tenebras oculus Algologi lynceus nunquam adbuc disjecit. Sin vero de ipso mari Adriatico partite loquamur, liaec quoque ad- jicienda : perquisiliones ac stadia haclenus iinpensa intra spatiola tan- tutnmodo definiri, iia ut loca permulla magni profecto habenda neglecla fnei'int , atque in primis Istriae et Dalmatiae ora , quae, licet messis ditissima, tamen collectorem persollicitum adhuc inauent. In hujusmodi perquisitionibus unius hominis vires, tanlae operis moli haudquaquam suflirere possunt. Quod si socialis studiorum vicissiludo ut siugulae hisloriae naturalis paries convalescerent niagno usui fuil, vicissitudo haec ad sropum, quern adipisci conamur necessaria omnino videtur. Oporteret enim latissimum mare nostrum a tot Algologis, (piot ADCTonr j zw.vnmxio r*g essent partes irnicuiqne tradendae perlnstrari , ac tali pacto sunburn tot viribus aeque ilislrihiilum, histbria lioruin vegetabiliam intcgra tunc posset tilulo Algologiae Adriaticae men to honestari. Opellae in villous editae a ZAnnichelu (i), Donati (2), Grisf.i.- i.ini (3), Ginnani (j), Scopoli (5), Oi.ivi (6), Wulfen (7), atque Ri> chinger (8) hac super re mancae fiicriuit, quippe quae lantum jaciunt operis fundamenta quod ailhuc desideramus. Post lioruin Srriptorum conatus , nostrae Lacunae fama nobile cla- rissirni Martens (9), ct in primis insignia Agardii (10) desiderinm cxacuit , qui cura cnnsulto has regiones pelivisset, in suis opcribus de speciebus quarum multas bic legit, ac maximam partem ipse primus detexit mentionem fecit. Ilinc D. Nacc.ari Clodicnsis clarissimi Sueci Professoris vestigia pone secutus , species quae ad nos pertinent , in sumniam reclcgit in opella titulo nimis specioso insignilii (11). Jam ab anno i834 in quodam opusculo (12) in hanc rem nonnullas nniiiiatlversiones exaravi , epiae -veritati consonas esse ineorum ope stu- diorum in dies magis magisque deprehendi. Absit quod ego criticen dc auctore hoe benemerito majorem texam, sed quidquid addendum existimn, (I) Zannichelli. De Myriopbyllo pclagico aliaque marina plantula anonyma. Ven. 1714- Idem. Opuscula Botanica. Venctiis 1730. (a) Dohati. Delia Storia naturaie marina dt-H'Adriatico. Venezia. 1750. (3) Griseluni. Observations sur la Scolopendre marine Luisanlcctla Baillouviana. Venise. 1750. Idem. Osservazioni c scoperte fatte iutorno ad aleune produzioni vegetabili cd animali della Laguna di Venezia, Giornale d' Italia. Tomo II. Venezia. Novembrc 1765. (4) Ginnani. Opere postnmc. Venezia 1757. Toniuin primum in quo de Alibis Adrtaticts disserilitr interpretatus est cl. Prof. Beiitolom in doclissimo Opere cut titulus Amoenitales italicae. Bnnon. 1819. (5) Scopoli. Flora Carnioliea. Vindobonae 1772. (6) Olivi. Zoologia Adriatica. Bassano. 179*2. Idem. Memoria sopra una nuova specie di Ulva delle Lagune Vcnete. Saggi df N'Acc.tdeinia di Padova. Tomo terzo. Padova 1794. (7) WdX'Fbw. Cryptogama aquatiea. Lipsiac. i8o3. (8) RccniNCER. Flora dei Lidi Veneti. Venezia. 1817. (9) Martens. Reisc naeh Vcnedig. Ulm. 1834. Idem, cum litteris in Naccari. Algologia Adriatica. (10) Agardii. Systema Algarum. Lundac. i8i4 Idem. In Flora oder Botaniscbc Zeilung. n. 4°- 41, aa* l^'il- et seorsiui. Idem. Species Algarum. Vol. 11. Grypbiac 1838. (II) Naccari. Algologia Adriatica. Bologna 1828. (12) Za-jardinl Memoria sopra un'Alga ccc. Venezia i834- I -JO SYNOPSIS ALGARl'M IN MAUI ADKIATICO ETC. tantummodo scientiae atlhuc in incunabulis respicit progrcssum. Ut ma- joris poiuleris animadversiones praetermillam , qunm opclla Naccariana fere dacentas enumeret species, pro cevto habeamus , si scctio Dialo- macearuin ad regnum aniinale spcctanlium ainovcatnr (i), ncc non cpiae in aqud dulci creseunt, una simul fictitias (a) absiralicndo, sccernantur (3), species Algarum in mari nostro nostraque Lacura vix centum reperiri. Ast tantam egestatcm prorsus denegandam pulo , cum sit contra sta- tuendum thesauros pcrmultos in hoc mari latentcs vix esse hucusque delibalos. Species, quas ego ipse addidi, mcis conjecturis vim faciunt , et quamvis adeo non sint numerosae , ut penitus inopiam adimant , niliilomiims et novam enumcrationem locnplctant, et Algologiam Adria- ticam, opus valdc desideratum, magnopere juvant. Quas Naccari suae collection! ins ere re nequivit, cl. Agahdii in secundo volutnine opcris , cui Species Algernon (1828) tilulus, hasce descripsit , Cladostephum spongiosum; Sphacelariam scopavioidem |3 compositam , disticham; Hutchinsiam denudatam , spinulosam , i issin.i nomine has paginas me decuit exornare. (1) Biasoletto. Tjcbcr Codium in Adrialisclien Mecr in Isid. VI. VII. 1 834- P- ^5o. Idem, in Linuara. Tom. XI. 1837. p. 431. et 599. (3) Naudo. In Isid. VI. VII. 1834. p. 67c. (3) KUtziog. in Bot. Zcit. i836. Inteiligenzblftth n. 1. p. i3. Nulla diagnosi species lequentea uti Adriaticac enumerantur: Enactis marina. K. ex Chcrzo. Microcystis marina K. ex Zaule. Corynephora granulosa. K.. ex Spalnto. Chaciophora adrialica. K. ex Zaule. [iwularia hemisphaerica. et magna. K. ex Pola. ConJ'trva nilida. K. Teigesti. Conferva barchyarihra K. Veuetiis. Grijfusia Penna Pavonina. K. etc. AUCTORE J. ZANARDINIO 1 43 NOSTOGHINEAE. Genus I. COCCOCIILORIS Ktz. Frons mucosa in qua globuli nidulantur , materie plerumcrue viridi farcti , in vesiculas globulis repletas tandem conversi. Menegh. MS. 1. COCCOCIILORIS CRASSA. MeNEGH. Cfronde crassd, laevi, explanato-sinuosd vel rotundato-Jlabelliformi olivaccd , granidis globosis , vesiculis parvis subrotundis raris ad superficiem semper sitis , margine diaphano cinctis. Menegh. MS. I'ai mi Li a ckassa. Naccar. Algol. Adr. p. 12. Inter Algas ex Quaruero recens expiscalas copiose inveni. Frondes caespitoso-sinuosae vix unciam altae, et lineam erassae. Color viridis, exsiccatione olivaceus. Substantia gclatinosa, exsiccatae firma. Frons striata , striis arcuatis concentricis, ut in Padina Pavoniu, cujus habitum satis refert. Structura vero toto coelo diversa. RIVULARIEAE. Genus II. RIVULARIA Roth. Frons gelatinosa subglobosa, (ilamentis e communi basi prodeuntibus, radiantibus globulo insidentibus simplicibus cylindricis conlinuis intus annulatis appendicibus tenuissimis terminatis fareta. Color atro-virens. Duby Bot, Gall. cd. 3. pars 2. p. 961. 1. RlVLLAlUA Bl'LLATA. BERKEL. R. fronde molli irregulari obscure acruginoso-viridi , lobis plus minusve 1 j \ SYNOPSIS ALCAIU'M IN MAP.l ADrilATICO ETC. rotundatis obsessd ,flis adeo connexis ut ramosi apparcant. Berkeley (jlcan. of Brit. Alg. n.° i. p. 8. Habit, ad saxa Tergesli circa 5.;i'o/a ulii Meneghini ct ipse copiose lcgiinus. 2. RiVCLABlA ihra. Fl. Dan. R. fronde globosd tdUdtdurd viridt, fills intra suBstantiam excentrice exetmtibus simplicibus rectis inferne coadunatis superne acwninatis Jissis , urticulis (sic) iiicortspicafs. I.i>ai.i nrRA. I.yngb. Tent. Ilydroph p. J. 6^. f c. cx'cT. syn. Ad Fotamogeton marinum Veueliis , ct ad Algas majoies Daluiatiac Meneghini; ad Cystosiram Jlopjiii Aucouac legit Martens (Herb. Menegii.) ipse copiose ad saxa in Portti Polac Istriac. 5. Rivn.ARlA BlASOLETTIANA. MeNEGJT. It. frondibus plants orbicuktribus confluentibus nitidis atro-vh idibus , jilis longu/sihus Jlexuosis apice dichotdmis. Menegh. MS. c. icone. Ad iiud.iiii tcrram in ipso limile maris legit Istiiae Bixsoletto ( Herb. Meneghini). i. RlVCLAIUcA ATRA. Roth. R. fronde hemisphaericd durd, fills densissirnis, appositione ramosis. Ac. Syst. Alg. p. 24. Tergesli L tzzareiio vecchio bgil Meneghini, 3. RlMLARIA FUCICOLA. * R. fronde subliemisphaericd parvuld compactd saturate viridi , filit simplicibus acwninatis. T..1.. VI. fig. a. Rivcl.uua FuoicoLA Zunard. in ISibl. ii;il loin. c/i. i83y. p ti^. \d Fucum vesiculosum var, Slierardi, Tergcsti circa Seri'ola speciem dctcxi. Fila diam. — lin. basi olivacea , superne viridia , tandem longe acuminata liyalina. Annuli laxc vaginali t!ian:etro 5-plo hreviores. AUCTORE J. ZANABDmiO 1 45 0. RlVlLARIA CONTARENH. * R. fronde planiusculd levi orbiculatd minutissimd , aeruginosd , Jilis Jlexuosis longe altenuutis. Tab. VI. fig. i. RiVCLARIA C'MAULMI. Zj|1,-|mI. ill li 1 1 > 1 . it.ll. |.>|U. tjfi. iVSlJ. f. li\. Ad saxa arete aflivam dctexi ubi Hildenbrandia Nardi promiscue adhaeret. Fila diam. lin. pallide viridia , extremitatibus longe attenuatis spiraliter tortis. Annuli tliamelro dimidio breviores. Obs. Hanc speciem pro nova constitutam jure ac mcrito arnico dul- cissimo , Naturae scrutator! eximio Nic. CoNTAniru dieatam volui , ut- pote quae mihi se se praebuit super saxa ab ipso Venetiis e mari edueta. GHAETOPHOREAE. Genus III. CORYNEPHORA Ac. Frons gelatinosa subglobosa bullata , fills articulatis hie illic clavi- feris farcta. Ac Sjst. Alg. p. XIX. 1. CORYNEPHORA FLACCIDA. Ag. C. hemisphaerica , dilute viridis , fdorum ramis fasciculatis , articulis diametro sesqui4ongioribus. Ac in Bot. Zeit. 1827. p. 63o. seorsim p. 6. Cohibefora flaccida. Naccar. Algol. Adr. p. 14. In Algis majoribus Tergesti rarius invenit Agardh. 2. CORYNEPHORA L'MRELLATA. Ac C. hemisphaerica, olwaceo-fusca , Jilis biformibus iriferne simplicibus , articulis diametro duplo longioribus , superne umbellatim ramosis. Ac in Bot. Zeit. 1827. p. 63o. seorsim p. 6. Coi\uiefoba iiiinr.ELLATA Naccar. Algol. Adr. p. i5. Tergesti in Cystosira Hoppii Agardh. Seme II. Tom. IV. 1 1 46 SYNOPSIS ALGARCM IN MAUI ADIUATICO ETC. LYNGBYEAE. Genus IV. CALOTIIRIX Ac. Fila inuco matricali destituta (aflixa), rigidiuscula stricta, tranquilla, tubo continuo intus annulate Ac. Sjst. Alg. p. XXIV. J. Calothiux pclvinata. Ag. C. fills erectls abbreviate dichotomls, lined -virescenti longitudinaliter percursls , In caespitem densum obscure viridem fasciculatis. Ac. Syst. Alg. p. 71. Caiotmce a cespcolio. Naccar. Algol. Adr. p. 18. Ad palos Venetiis circa Fusina sec. Agardh in Bot. Zeit. 1827. p. 634- seorsim p. 11. 2. Calothrix semiplena. Ag. C. Jills lutco-viridibus Jlexuosis slmpliclbus erectis , obtusis , dlmldlo superiore vacuo hyallno in caespitem olivaceo-viridem fasciculatis. Ag. in Bot. Zeit. 1827. p. 634- seorsim p. 11. Calotrice semipieka. Naccar. Algol. Adr. p. 18. Tergesti ad saxa in ipso limite maris (Agardh et Meneghini ). 3. Calothrix paninosa. Ag. C. fills aeruginosis slmpllcibus valde curvatis et Jlexuosis , in stratum nigrum expansion implicatis. Ag. in Bot. Zeit. 1827. pag. 635. seorsim p. 11. Caeotdice feetbata. Naccar. Algol. Adr. p. 18. Tergesti ad saxa in mari (Agardh). Al'CTORE }. ZANARD1NIO 1 47 4. Calothrix stellulata. * C. fills brevissimls Jlexuosls in caespitem stellulalum fasclculatis. Tab. VI. fig. 3. Cacotiimx stellulata. Z.tnunl. in Bibl. ital. 1839. torn. yG. p. i35. Calothmx cosfehvicola ? Ag. Syst. Alg. p. 70. cxcl. syn. AJ Polysiphoniam opacam in fossa circumobeunte locum dictum Forte del Lido Venetiis. Fila laete viridia vix lineam longa, diam. — - — lin. flexuosa mucosa. 140 Annuli diametro 3-4plo breviores. 5. Calothrix variegata. * G.Jills elongate rlgldls, crasslusculls laxe aggregate, exsiccatione variegate. Tab. vi. fig. 4. Calothrix vamecata Zanard. in Bibl. ital. i83g. torn. gG. p. i35. Ad Confcrvam Linum in fossis marinis Venetiis loco dicto Forte di S. Erasmo. Fila pollicaria erecta, diam. -^j lin. laxe caespitosa. Annuli dia- metro dimidio fere breviores. Exsiccatione Gla interdum hyalina colorem variantem praebent saepe coerulescentem, unde nomen specifieum de- prompsi. 0. Calothrix aegagropila. Kutz. C./ilis olivaceo-virescentlbus obscuris , Jlexuosls ramosls, rarnis remo- tesimls in globum nigro-ollvaceum Implicate, striis transversallbus tenuis slmis . Kutzing. Decad. n. 7. In vallibus subsalsis circa Fusina (Contarini). 7. Calothrix amrigua. Menegh. C Jills slmpllclbus diametro variis rigldiusculls In caespitem viridem natantem arete implicate , annulis approximate. Mf.negh. MS. c. icone. Ubi praeccdens (Co.\tai\i.ni). l4's synopsis algarum in mari abiuatico etc. |t " 8. Calothiux lanata. Ac. C. Jilis virescentibus rigidiusculis erectis ramosis in caespitem atro- vii'idem fasciculate. Ac Syst. Alg. p. 72. Ad Ranunculum aquatiletn , cujus folia ex integro pulcherrirne obvestit; in aquis subsalsis circa Fusina legit Contarini. Genus V. LYNGBYA Ac. Fila muco matricali destituta (liberc natantia) flexilia, tranquilla , tubo continuo intus annulata. Ac Syst. Alg. p. XXV. 1. Lyngbya crispa. Ac L. f lis aeruginosis crispis rigidiusculis , in caespitem obscure viridem implicate. Ac Syst. Alg. j>. 74. Likcbia chespa. Naccar. Algol. Adr. p. 18. In paludibus circa Fusina (Agardu). Ipse primo vere in canalibus urbis Venetiarum. 2. Lyngbya contexta. Ac L. fills cinereo-viridibus flexuoso-curvate in stratum pannosum de- corticans nigrum complicate. Ac in Bot. Zeit. 1827. p. 635. seorsim p. it. Liv.m im-recchta. Naccar. Algol. Adr. p. 19. Tergesti ad saxa in mari (Agardii). Ipse Venetiis ad palos loco dicto Sacca delta Misericordia. 7>. Lyncbya oliyacea. * L. fdis tenuissimis elongate in stratum medio ferrugineum , margine subnigrescentem dense implicate. Tab. VI. fig. 5. Ltsgbta omvacea. Zanard. in Bibl. Ital. 1839. torn. 96. p. i35. Ad saxa Tergesti in ipso limite maris. Fila sub microscopio olivacea cliarn. lin. , recta , simplicis- sima. Annuli brevissimi diametro 5-plo breviores. AUCTORE J. ZANARDIMO 1 49 Genus VI. SGYTONEMA Ac. Fila continua coriacea nuda (non mucosa) intus sporangiis annuli- formibus vel polymorphis transversalibus parallelis farcta. Ac. Sjst. Alg. p. XXII. 1. SCYTONEMA SOWERBYAISTM. Ac. S. caespite laxo ollvaceo-fusco, fdis reticuluto-ramosis, ramis divaricates. Ac Syst. Alg. p. 4'- Legit Biasoletto Tergesti ad navium carinas (Herb. Me.negh.). OSCILLARIEAE. Genus VII. OSCILLARIA Bosc. Fila muco communi matricali involuta, rigida, elastica, oscillantia, striis parallelis transversis secta. Oscillatoria Ac Syst. Alg. p. XXIV. 1. OSCILLARIA SUBSALSA. * O. fills in stratum gelatinosum breviter radians virens intertextis. Oscillatoria sebsalsa. Ag. Syst. Alg. p. 66. Oscillatoria tenuis 3. marika. Mart. Rcise etc. p. 645. Oscillatoria semisalsa. Naccar. Algol. Adr. p. 17. Ad limum vulgatissima turn in Lacuna , turn in canalibus urbis Vene- tiarum. 2. OSCILLARIA MeNEGIIIMANA. * 0. fills tenuisslmis spirallter densissime tortis , extremitatibus acu- tiusculis , raro in funlculum binatis , lineolis inconsplculs , in strata compacta laevia implexls. Tab. III. fig. 3 Oscillaria Mtsri-.iiiM.oi, Zananl. in Bibl. ital. iS3y. torn. 96. p. i35. Acstivo tempore copiose reperilur Venetiis in canali dicto del Palazzo l5o SYNOPSIS ALCAllUM IN MAM ADIUAT1C0 ETC. Jii-gio, ubi c fundo liiuoso saepc sc extollit hue illuc per strata innalans , quae pr'uno intuitu Ulvam latissimam mentiuntur. Aliis speciebus commixtam semper invent. Fila spiralia diam. 5-7- lin. , spiris densissimis, extrcmitatibus at- 1 040 tennatis in madam cochleae vivide se moventia, raro in funiculum bi- nata , oculorum obtutum ciliigienlia , stratum laeve plus minusve pro- tensam ellbrmantia. Disci omnino inconspicui. Color in statu vivo obscure viridis , exsiecationo aeruginosus. Obs. Al> O. lubyrinthiformi tliermarum Eugancarum , cui aflinis di- Stinguitur lilorum diametro, stratorurn conformalione nee non statione longe diverse. Huic forsan propius accedunt Spirulina tenuissima et L'mkii Kutzing, et S. oscillarioides Turpw. In maxima vero structurae tenuitate characteres dissimilcs scrutari perdiflieile est. Nulla , ut milii pa let , harum specierum in aqua marina inventa fuit , et spc suilultus nostram ab illis distingui, iconcm trado , ut nova species nomine insi- ^niatur Algologi oculatissimi , qui de hoc genere multa perbene fecit ad physiologiam spectantia (Cf. Menegh. Consp. Alg. Eug. in Spongia. Comm. di Medic. 1837. IV. p. 3a3. et seq.). 3. OSCILLARIA LIMOSA. * O. Jilis obscure aeruginosis rigidis vivide oscillantibus rectis (sic) in stratum gelatinosum longe radians atro-virens intei'textis. OsCIM.ATORIA LIMOSA. Ag. Sjst. Alg. p. 66. Praecedenti commixta. 4. OSCHXARIA MORA. * O. Jilis griseo-lutescentibus rigidis rectis in stratum gelatinosum longe radians nigrum interlextis. OsCILLATORlA MORA. Ag. Syst. Alg. p. 63. Praecedentibus comtnixta. Genus VIII. MICROCOLEUS Desmaz. Filamenta tenuissima, tcnuissime lineolata, muco communi non in- voluta, apice libera, basi in vagina membranacea ex qua reptanler AUCTORE J. ZANARDINIO ,5, oscillanterque exeunt fascicular, demum dilatata, et in vaginas mutala. Dudy Bot. Gall. ed. i. vol. 2. p. 992. 1. MlCROCOLEUS~"ciITOINOPI.ASTES. * M. fills viridibus hjalims minutissimis rigidis strictis in fascicules parallcliter conjun ctis. 0»C1LLAT0R1A CBTOKOPLASTES. Ag. Syst. Alg. p. Gl. Tergesti in ipso limite maris legit Mf.neguini. CONFERVEAE. Genus IX. CONFERVA Linn. Filamenta simplicia aut ramosa cylindrica flexilia membranacea vi- trea articulata, articulis materia viridi rarius colorata farctis. Duby Bot. Gall. ed. 2. vol. 2. p. 980. i. Conferva Linum. Roth. C.flis simplicibus , fliformibus , rigidis, crispalis , laxe implicatis , exsiccatione variegatis , articulis diametro sublongioribus subturgidis punctatis. Ac Syst. Alg. p. 97. Conferva filiformis. Scop. Fl. Cam. II. p 406. n. i436. Conferva Lincm ct capillars. Wulf. Crypt, aq. p. 19. Rucl.. Fl. Ven. p. a;3. 3-4. Conferva Lincm. Mart. Reise etc. p. 645. Conferva Lino Naccar. Algol. Adr. p. 23. In Lacuna Vcneta praecipue in vallibus salsis copiose innalat. 2. Conferva setacea. Ag. C Jffis simplicibus setaceis laxe implicatis rigidis , articulis diametro sesquilongioribus exsiccatione subaequalibus. Ac. Syst. Alg. p. 98. Conferva TOETrosA. Ruch. sec. Ag. 1. c. Conferva setacea. Naccar. Algol. Adr. p 24. In Vcneta Lacuna ( Riciiinceb ct Agabi.h). 1 5a SYNOPSIS ALGARUM IN MAM ADRIATICO ETC. 5. CONFERVA TJRBICA. * C. Jit is simpliciblts , infra setaceis , rigidiusculis , cacspitosis , contorto- fasciculatis , articulis obsoletis duunetro subaecjualibus. Tab. IV. fig a. Cojiferva orbica. Zanard. in Bibl. it. i83<). torn. 96. p. i35. Autuuino in canalibus urbis Venctiarum ad muros demcrsos. Fila rigidiuscnla flexuosa in caespitem dciisum obscure viridem fa- sciculate, hinc inde funiculi ad instar contorta, infra seta porcina crassa. Arliculi obsolcti diamctro subaequales. Exsiccalionc charlae paruin adliaeret. Color saturate viridis. A praecedeotibus , quibus afiinis distinguitur caespitum conforraa- lione , filorum crassilie minori, articulorum longitudine et colore. Fila exsiccalionc nee liyaliua nee variegala. 4. Conferva riparia. Dillvv. C. filis capillaceis , longissimis , remotissime raniosis , ramis brevibus divaricatis , articulis duunetro duplo longioribus. Ac Syst. Alg. p. 10G. Confeuva r.iPARiA. Naccar. Algol. Adr. p. a4- In mari circa Brondolo Clodiac sec. Naccari. o. Conferva subdivisa. Roth. C. Jilis inaequalibus , setaceis , Jiiscescentibus , superne ramosis apice furcatis , ramis subulatis , patulis , geniculis inconspicuis , articulis diametro 5-plo longioribus subpellucidis includentibus granula cj- lindrica parallcla. Ac Syst. Alg. p. 107. Conferva subdivisa Ruch. Fl. Ven. p. 3^4- Mart. Reise etc. p. 645. Conferva suddivisa. Naccar. Algol. Adr. p. 24. In Veneta Lacuna circa 5. Sccondo ( Ruciunger). 6. Conferva glomerata. Linn. C. Jilis ramosissi/nis , capillaceis, 7-amis altemis., ultimis fastigiatis , subsecundis , crcctis, articulis cjlindricis , diametro quadruplo lon- gioribus. Ac Syst. Alg. p. 107. Conferva glomerata. Wulf. Crypt, aq. p. 32. Ruch. Fl. Ven. p. 374. Mart. Reise etc. p. 645- Conferva acgomitolata. Naccar. Algol. Adr. p. lb. > . In fossis salsis Vcnetiis loco dicto Cliicsiola di Lido. AUCTORE J. ZA.VARDINIO j53 7. CONFERVA FRACTA /3. MARINA. RoTII. C./ilis ramosissiinis, capillaceis, ramis divaricatis , seaaulis superimibus crebris, subrecurvis , urticulis diametro quadruple longioribus. \c. Syst. Alg. p. no. Cokfebva fbacta. Ruch. Fl. Vcn. p. 271. Cobferva fbagta li. mabiha. Mart. Rcisc etc. p. 645. CoKFEBVA BOTTA 8. MAKIKA. NiCCar. Algol. Adr. p. 2J. In Veneta Lacuna aeque ac in fossis salsis frequens. 8. Conferva lanosa. Roth. C. fdis caespitosis, ranndis remotis elon gatis , articulis oblongo-omlibus diamctro triplo longioribus. Ac Syst. Alg. p. 112. Ad Rjtiphloeam tinctoriam parasitica in mari Adriatico sec. Mf.negium. 9. Conferva crystalline. Roth. C. fills ramosissimis , capillaceis , ramis ramulisque subverticillatis , alternis, subdichotomis , articulis cjlindraceis diametro nctuplo lon- gioribus. Ac. Syst. Alg. p. ira. Cofcfebva pdba. Wulf. Crypt, aq. p. 20. CoBFEBVA CBYSTALLIriA y. TUBA Mart. Rcisc etc. p. 6^5. Cosfebva cbistailika. Naccar. Algol. AJr. p. 16. In Lacuna uec non in fossis salsis littoris Veneti. 10. Conferva Ruchingeri. Ag. C. fills inferne firmioribus undique emittentibus ramos simplicittsculos flavescentes nitidissimos. Ac. Syst. Alg. p. 112. Conferva Rcchikgeriaha. Naccar. Algol. Adr. p. 16. Venetiis, prime- vere in Urbis canalibus. 11. Conferva sericea. Huds. C.fdis ramosissimis , capillaceis, inferne dic/iotomis, medio tricbotomis , superne secunde ramosis , articulis diametro quintuple longioribus . ramulis rigidis. Ac. Syst. Alg. p. n3. Ad Algas majores in Istria circa Polatn. Serie II. Tom. IV. l54 SYNOPSIS ALGAR.UM IN MAUI ADRIATICO ETC." V2. Conferva heteronejia. Ac. C. Jilis ramosissimis infra sctaceis discoloribus Jirmioribus, rami's lactc viridibus capillaceis pectinatis nitidis, articulis diametro ^-plo lon- gioribus. Ac Syst. Alg. p. 114. Conferva eteronema. Naccar. Algol. Adr. p. 36. Venetiis ad littus in rejectamentis frequens. 13. Conferva expansa. Mert. C. filis Jlaccidis, ramis remoliusailis altcrnis distichis oppositisque , ar- ticulis diametro sexies longioribus medio angustioribus , siccitatc aUernatim contractis. Ac. Syst. Alg. p. ii4- Conferva allargata. Naccar. Algol. Adr. p. 26. la mart et in Veneta Lacuna baud infrequens. 1 1. Conferva refracta. Roth. C. Jilis ramosissimis capillaceis , ramis divaricatis subrecurvis creber- rimis , articulis diametro duplo longioribus. Ac. Syst. Alg. p. n4- Tergesti in fossis salsis circa Muggia hanc specietn legi. 15. Conferva Ridolpihana. Ac. C. Jilis 2-3-chotomis ramosissimis attenuatis mucosis , articulis dia- tnctrum plurics superantibus hie illic in globos ellipticos inflatis. Ac iu Bot. Zeit. 1 827. p. 636. seorsim p. 12. Conferva Rldolphiaka. Naccar. Algol. Adr. p. V). Tergesti in mari (Agardii) Venetiis (Contarini). 10. Conferva Neesiorum. Ac. C Jilis elongatis laxe ramosis , totis vestitis ramellis brcvissimis ramo- sissimis, articulis primariis diametro quadruplo longioribus. Ac in Bot. Zeit. 1827. p. 636. seorsim p. 12. Ciisfeiva Neesoriasa. Naccar. Algol. Adr. p. 27. Tergesti in mari (Agardu). AUCTORE J. ZANARDINIO I jj 17. Conferva iupestius. Linx. C. Jills ramosissimis setaceis , exsiccalione nigropunetatis strictis vlr- gatis obtusis, ramis erectis , geniculis peilucidis , artlculis cyUndrich diametro triplo longioribus, exsiccalione allernatim constrictis. Ac. Syst. Alg. p. 1 17. Confeuva iuipbstms. Wulf. Crypt, ar]. p. a3. Rucli. Fl Veil. ]«. 371. Mart. Rcisc etc. ji. 6\5. Cokfekva fatta A catena. Naccar. Algol. Adr. p. 37. (iiuoad docript, iscl. syn.). AJ conchas in ipso limitc maris ; Vcnetiis in littore undis rejecta saepe occurrit. 18. Conferva Echinus. Biasoi.. C. fills caplllarlbus intricalis e centro communi egressis , caespltcm globosum orbicularem semipollicarem constituentibus , ramosissimis ■ ramulis divaricatis , dichotomls , rigidiusculis , ultimis subsecundis i articuli clavulati , inferiores brevlores diametro fere duplo , supe- riores ad sexlnplum usque Ion giores , geniculis stria transverse pel- lucida natalls. Biasol. in litt. Substantia in exsiccatlone rigida , viride Jlavicaniia , sordida ; fila alternatlm compressa apice nitentia. Facie Echini saxatilis fere aequall. Occurrit Istria in portu Verudae ab undis ad littora dejecta sec. Busoletto. Ipse jam ab anno i834 plura specimina piscibus irretita circa Vcnetias legi. 19. Conferva prolifera. Roth. C. fdis purpureofuscis dichotomls fastiglatls , i-amis erectis obtusis, artlculis diametro triplo longioribus. Ac Syst. Alg. p. no. Cokfeiua pkolifera. Wulf. Crypt, aq. p. 39. Mart. Reise etc. pag. 645. Cokfeiiva fatta a catena. Naccar. Algol. Adr. p. 37. (quoad syn. ex pane excl. descripl.J. Ad littora in rejectamentis , quandoque Algis majoribus affixa reperitur. Super Digeneatn copiose legi. Fila saepius trichotoma. Color fusco-olivaceus quam purpureo-fuscus. 20. Conferva membranacea. Hoffm. C. fills ultra scUicels dichotomls mcmbranacels , rum is remotis , ramulis brevibus obtusis, artlculis cjllndrlcls , diametro fjuadruplu longio- ribus. Ac. Syst. Alg. p. 120. Vcnetiis in mari (sec. Herb. Menecuini). ■ 50 SYNOPSIS ALGARTJM IN MARI ADRIATICO ETC. Obs. Genus monographice illustrandum. Ilisce enumeratis moneu- . 4°. In \ ■ ii I i Lacuna liaud infrcquens. A pracceilentc distinguitur forma fructus, colore fuscescente, ct in primis ramulis latcralibus fasciculalis iniplexis corymbosis. 7). ECTOCARPUS COMPACTUS. Ac. E. caespite ferrugineo , fills dcusissime injwiiciilos implcxis, c funiculi) libcre elongatls, articulis d'uunetro duplo longioribux. Ac. Sp. Alg. Vol. II. p. 4i. Venetiis ad saxa in ipso limilc maris. A praecedentibus dillert liabitu cxsiccalione lanoso, colore ferrugineo, et fllis firmioribus. 4. ECTOCARPUS LAETl'S. Ac E. fills virldlbus , ramis opposltls patentibus , articulis diametro dimidto breviorlbus , capsulis ad latus interim ramulorum. Ag. Sp. Alg. II. p. 46. Ettocarpo cajo. Naccar. Algol. Adr. p. 4 r ■ In Veneta Lacuna sec. Naccari. 5. ECTOCARPUS S1MPLICIUSCULUS Ag. E. ramls parcis dlvaricatis , capsulis crebris latcralibus. Ag. Sp. Alg. II. p. 47. Ettocakto semplicetto. Naccar. Algol. Adr. p. 4'- Ad Fucum var. Shcrardi in mari Adriatico prope Tergestum. (Acahuh et Mekeghini ). 0. ECTOCARPUS MONOCARPUS. Ac. E. fills erectis , simplicissimis , minutissimls medio siugulam capsulam ferentlbus. Ag. Sp. Alg. II. p. 48. Ettocaepo mixtto. Naccar. Algol. Adr. p. 4>< Saxa denso vclainine obducens. Tergcsti legit Agardu. 1J8 SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADRIATICO ETC. Genus XI. SPHACELARIA Lyngd. Filamcnla articulata rigida fuscesccnlia aut fusco-viridia disliche ra- mosa pinnata, articoli saepe fasciali, fructificatio biformis, haec discoidea scssilis ad periphaeriam pellucida; ilia tcrminalis ex apicibus ramoram incrassatis truncatis spliacclatis pnlvisculum lenuissimum includentibus constans. Duby Bot. Gall. ed. 2. Vol. 2. p. 964. 1. Sphaceeama scopaiua. Lyngb. S. stupa radicali, ramis fastigiatis bipinnatis , pinnulis subulatis alternis adpressis. Ag. Sp. Alg. II. p. ig. Fuel's nl'Dis. Wulf. Crypt, aq. p. 57. Sphacelaria scoparia. Marl. Rcisc etc. p. fi4°- Sfacelarla scoparia. Naccar. Algol. Adr. p. \i. Ad couchas Algasque majorcs frequens. Statura palmaris. Color atro-viridis etsiccatione fuscescens. Substantia vigida. Habitus Confervae rupestri similis. |3 pennata. Ac. pinnulis patentibus. Tergesti ad littora iuter rejoclanea saepe occurrit. A specie diilert quod sit minor ac minus fastigiata, ramulis paten- tibus longioribus pectinatis. 2. Sphacelaria scoparioides. Ag. S. stupa nulla, ramis alternatim bipinnatis , pinnulis alternis sparsis distantibus spiniformibus. Ag. Sp. Alg. II. p. 25. Varietateiu potius 8 compositam majorem Tergesti legit Agabdii. 5. Spiiacelarja disticiia. Ag. S. stupa tenui radicali, ramis pinnatis , pinnis patentibus subulatis; alternis, una vel altera pinnula patente instructis. Ag. Sp. Alg. II. p. 26. Tergesti Agardu et ipse legi. Dillert a Sphacelaria scoparia quod minor est, stupa fere nulla, pinnis patentibus una vel altera bic illic instructis. AUCTORE J. ZANARDINIO , 5q 4. Sphacelaria cirriiosa. Ac. S. stupa nulla, fills tmuibus continue strUitis , ramis alternis irregu- lariter et qbrupte pirmatis. Ac. Sp. Alg. II. p. 2~. CoNFERVA CIMIIIOSA. YVulf. Crypt, aq. p. 1„. SnucELAiiii pekkata. Mart. Roisc etc. pag. G40. Sfaceiama cinnosA. Naccar. Algol. Adr. p. /(i. Ad Algas majores Tergcsti legi. Stutura semiuncialis. Color fuscus. Substantia rigidiuscula. f3 aegagropila. Ac. filis in globum iroplesis. Ad Cjstosiras in Istria expiscatas legi. Stutura minor. Color pallide olivaceus. Fila capillo humano tenuiora. O. SPUACELARIA l'IMILA. Ac. S. stupa nulla, filis tmuibus, ramis alternis parcis Jlexuosis Ac Sp Alg. II. p. 3a. ' ' Sfaceiama picmea. Naccar. Algol. Adr. p. 42. Ad Haliserin in mari Adriatico prope' Tergesturn (Agardh). 6. Sphacelaria cervicorms. Ac. S. stupa nulla , filis capillaribus , ramis alternis parcis diwiricato- adscendentlbus , articulis diamctro sesquilongioribus medio fascia/i- Ac. Sp. Alg. II. p. 33. Sfaceiama crnviconKE. Naccar. Algol. Adr. p. [ki. Ad alias Algas in mari Adriatico Tergesti rarissime legit Acardh. Genus XII. CLADOSTEPHUS Lyngb. Fructus capsulae. Frons diorgana, filo primario solido totam percur- rente setis, vcrlicillatis, articulatis coriaceis. Ac. Sp. Alg. II. p. 9. 1. Cladostephis Myriopiiyllim. Ac. C. setis inciuvis furcatis acuiis. Ac. Sp. Alg. II. p. 10. Fico» funaium, Wulf. Crypt. a

    siA allocuroa. Mart. Rrise etc. p. G.'|0. I n mreu wolacea Naecar. Aljiol. Adr. p. 35. ex parte quoad syn. In Ycueta Lacuna. Tcrgcsti Agardh. G. Poi-YSIPIIONIA VABIEGATA. * P. Jilts Jastigiato-penicillatis crebcrrime dichotomis superne sanguineis articulis mediis diametro sesquilongioribus , geniculis obscuris. Hmcnssu vamxgata. Ag. Sp- Alg. II. p. 8r. Utliussia BiASOLETTiAr . Feces riu.Ticci.osrs. Wulf. Crypt, aq. p. !JG. Ccramiim Wii.ff.m. Ruclu Fl. Ven. p. 267. HncEmii YVm.feki. Mart. Rcise. etc. p. Gfjo. I'i'Iiimm fiuiticolosa. Naccar. AlgoL Adr. p. 36. Ad Algas majores copiosissime. |3 tenuior. Ac. tronde setacea , ramulis lateralibus 2-3-furcis. Iisdem ia locis. 11. POLYSIPIIOMA SL'BILIFERA. * P. Jilis Jlexuosis obsessis ramulis spinaeformibus subulatis , articulis diametro aequalibus. Hftchiksia scbclifeda. Ag. Sp. Alg. II. p. 97. Utchiksia lesiniforme. Naccar. Algol. Adr. p. 38. In mart Adriatico Venetiis (Agardh). 15. POLYSIPIIOMA PILOSA. * V. Jilis ramosis diffusis basi crassiusculis , pilis patentibus spinaeformibus sparsis saepe 2-3-Jascicutalis ad apicem solitariis , articulis diametro sitbaequalibus. Utciuksia pblosa. Naccar. Algol. Adr. p. 37. I rcnuuu pflosa. Naccar. Fl. Vcn. 6. p. G2. n. 1207. fig. a. In Lacuna Vcneta copiosissime. AI.'C.TORE ). ZANARDIMO ,(;-, 10. POLYSIPIIOMA RAKIEBIANA. * V.fdis basi crassiuscuUs diaphams intiicalo-ramosissimis , ramentis aculeiformibus spinis acicularibus dehsusime obsessis, articuUs ob- solctis , cxsiccationc longitudme varia. HoTcuaoj Eunuu. Zanard. in Brera Anlol. mod. ,834. I. s,orsim r. .0. c. iconc. In fossis marinis ncc non in Vcnela Lacuna. 17. POLYSIPIIOMA OPACA. De ISot. P. fdis caespitosis erectis strictis, ramuUs patentibus subulatis vagis ; articuUs diametro brevioribus multistriatis. HuTCHINSIA OPACA. Ag. Sp. Alg. II. ]i. J,-. Utchibsia opaca. Naccar. Algol. Adr. p. 35. Venetiis Buciiinger. Ipse in fossis n arinis del Lido. Tergesti Agardh. /3 intricate. Ac. Tergesti Agariih copiose legit. 18. POLYSIPIIOMA RAHULOSA. Spr. P. fdis subfastigiatis dichotomis obsessis ramulis tenuioribus abbreviatis vagc ramosis. HcTCHlrtsIA BAMILOSA. Ag, Sp. Alg. II. p. qS. Ficus fleiilis. Wulf. Crypt, aq. p. 60. Cehamum isflexum. Ruch. FI. Ven. p. 2G6. Utchibsia bamci-osa. Naccar. Algol. Adr. p. 3;. Venetiis Rucuinger. Ipse ad Algas rnajores ex Istria plurics inveni. Obs. Speciminulum miserum Hutchinsiae Bjssoidis Ac. Sp. Alg. II. p. 1 00. Istriae in conchis ab ipso auctore inventum hue referendum esse suspicor. 19. POLYSIPIIOMA PENNATA /3 PIMILV. * P. fdis maxime intricatis semmnciam longis , capiUaribus , compressis plurics pinnatis, pinnis corjmbosis , pinmdis spmaeformibus. Filum primarium fzsciatum pinnae pinnulaeque articulatae ; articuUs dia- metro dimidio brevioribus , vel subaequalibus , striis nullis. Hmcaonu per.nata li pumila. Ag. Sp. Alg. II. p. io3. l(V> SYNOPSIS ALGARUM IN MAUI ADIUATICO ETC. Rttipbeoea piiiiLi. Ag. in Bot. Zcit. 1827. p. 63g. scorsim p. i5. Ritiilea I'i'MiLA. Naccar. Algol. Adr. p. 4o- ex syn. Ag. Ad alias Algas in mari Adriatico Tcrgesti legit AciRDii , qui primuin specieni inter Rytiphlocas perpcram enumcravit. 20. POLYSIPIIOMA SEGDNOA. * P. jilis radicantibus cuespitosis, ramis ramulisque divaricatis secundis , articulis opacis diametro duplo longioribus. Ill Ti I11NS1A SECCKDA. Ag. Sp. Alg. II. p. Io6. All Algas majores. /3 adunca. Ac. ramulis aduncis. Ad Padinam Pavoniam nee non ad alias Algas in Portu Polae expiscatas mihi occurrit. 21. POLYSIPIIOMA BlASOLETTlANA. ""' P. Jilis dichotomis Jlexuosis capillaribus parum attenuates purpureis exsiccatione nigrescentibus , ramis supcrioribus subsecundis , arti- culis longitudine variis striis paucis notatis, geniculis inferioribns nodosis. Hstcbihsu BiAsm,F.TTUKA. Ag. Sp. Alg. II. p. 107. Tergesti mensc juuio (Auardii). 22. PoLYSiPiio.M.v Lepadicoi.a. Spr. P. Jilis radicantibus , ramis remotiuscidis divaricatis, articulis diametro aequalibus. Hutchiksia Lepadicola. Ag. Sp. Alg. II. p. 107. 3 intricate. Ac Varietatcm taotum , quae dilVert , quod magis sit irregularis intricala, articulis variis intcrdum diametro duplo longioribus, AgAhdh Tergesti in Chondria obtusa repentem legit. Ipse Venetiis in Valonia aegagropila, frequentius vero in Portu Polae inter Algas minores saxis afllxas. AUCTOHE J. ZANAflDINlO 1G7 25. POLYSIPHO.NIA PII.YIWTA. SpR. P. JUo primario repente, ramus verticalibus, ramulis erectis , articulis diametro parum. longioribus. IliTclllKSU PCLVIKATA. Ag. S[>. Alg. II. p. IO9. L'tchiksia k cmfuglio. Naccur. Algol. Adr. i>. 38. In Vencta Lacuna. 24. POLYSIPIIOMA BIGENS. * P. parvulafdis radicantibus intricatis ordinate ramosis obsessis ramulis crebris rcctis subulatis divaricatts , articulis diametro brevioribus. Hi'tchihsia uonta, Ag. Sp. Alg. II. p. m. Utchiksia aspiu. Naccar. Algol. Adr. p. 39. A<1 alias Algas perrcpens. Obs. Genus naluralissimum tamen illustratione ilignura , ut mono- graphice tandem iconibus accuratissimis describatur. CI. Agakdh 1. c. species hucusque dislinclas ad scxaginta sex cxtollit, sed admittendum est, pcrmultas hujuscc generis formas, veluti simplices mutationes , seu varictates, quibus una ac eadem species obnoxia est, tunc tantum fore cognitas, quum charactei*es, seu phrases specificae basibus solidioribus e natura de|)i*oinptis innitantur. Mea ipsa Poljsiphonia Banieriana (quo cximii Principis nomine scientia nostra decorata gaudet) nonnisi diversus status aliarum specierum videretur , ila ut meliori tempore nonnullas forsan species modo allatas et hactenus sejunctas fuerit complexa. Hoc vero ex tripode pro future Genus XV. DASYA Ac. Fructus duplex: Rcceptacula oblonga globulos discrelos margine hyalino continentia, et capsulae (pcdicellatae). Frons conlinua fila pe- nicillata, articulata cmiltens. Ac Sp. Jig. Jol. II. p. 117. I. Dasya Bailloi VIANA. '"" D. jronde laxe dichotoma. ramis elongatis simpliciusculis tods restitis penicillis filorum. DASVA El.F.C.ANS. Ag. Sp. Alg. II. p. 117. Haiu.cimaka scu Futus colore violacco pennaa minutissimas aemulans Griscl. Obscrr. sur la Srolop. mar. cl la Baillouv p. ji. tali Q. uptime. l68 SYNOPSIS AI.CARUM IN MARl ADRIATICO ETC. Ri! DOVUtA BLBOAV9. Mart. Rcisc etc. p. G'p. tab. VIII. Rom. si ma elegam-k. Nsocur. Algol. Atlr. p. G3. Bullootusa GmaBLLimi. NarJ. iii l.siJ. i834< p. 678. Veneliis conchis , fucis , Ispillia baud raro accrcsccns. Frons potius subalternatim ramosa , quam praecise diclioloma. S/a- tura pedalis et ultra , crassitic Gracilariae confervoidis. Triplici statu invenitnr: i." villosa ct stichidifera (primo vcre); 2.° \illosa et capsu- lifera (acstivo tempore); 3." capsulifera ct inula, seu villis omnino ca- rens (autuiimo). Color pulchrc ptirpurcus. Substantia gelalinosa valde lobrica ; exsiccatione chartae arete adhaeret. Obs. Species elegantissima a noslro Grisellini jam ab anno inSo 1. c. ad umbUicum descripta , iconibusquc illustrala fuit. Adanson postea (Fam. des plant. 2. p. i3.) et Gmelin (Hist. Flic. p. i65.) sub nomine Fuel Bailloiwianae speciem Grisellini patefeccrunt. Mirum sane quod dehinc nee Agardhio, nee Martensio prioritas haec innolucrit , ita ut nova nomina, nulla habita in ventoris ratione, slatucrint. Tdndem amicus et collega cl. Nardo 1. c. nomen primum pro genere designando pro- positi!, quod ipse nunc pro specie tantuin, legitimitatis caussa jure ac merito servaiidum esse defendo. 2. Uasy.v PCRICEA. Menegh. D. J'ronde decomposito-pinnata , rachide tereti, pinnis pinnulisque Jloc- coso-plumosis , fdis tenuissimis longissimis pluries per dicliotomias di- visis, articidatis , artiadis diametro ^-6-plo longioribus. Menegh. MS. Ad saxa profunde submcrsa in limite maris Clodiae legit Prof. Meneghini. 3. Dasya plana. Ag. D. Jroride plana lincari parce ramosa , lateraliter emittenle ramellos abbreviates in pcnicillos fdorum tenuissimorum solulos. Ag. Sp. Alg. Vol. II. p. 118. 1'. m mi urn. Naccar. Algol. Adr. p. 65. In mart ad Istriam praccipue in conchis crescens (Agardh). AUCT0RE J. ZAMARDINIO l(>t) i. Dasya spinella. Ac D. fronde laxc dichotomd , axillis rotundatis in/erne spimdas furcatas , superne pcnicillos fdovum emittente. Ag. Sj). Alg. Vol. II. p. 117. Dasia spuiulosa. Icon. Alg. Europ. n. 8. Roooneu.i mmu. Naccar. Algol. Adr. p. C5. Super conchas Tergcsti (Agahdii). 5. Dasya Arbuscula. Ac. D. roams basi nudis superne vestitis ramettis confertis multifulis, arti- cidis diametro sesquilongioribus. Ac. Sp. Alg. Vol. II. p. 121. Ad Algas majores in Istria frecjuentissima. Statura pollicaris et minor. Color roseolus, exsiccatione ut plurimum pallescens. Substantia cartilaginca rigidiuscula. Habitu primo intuitu Callithamnion cruciatum satis refert. 0. Dasya simpliciusclla. Ag. D. fdis continuis simpliciusculis obsessis ramulis pedicellalis I'ectis , erecto-patentibus articulaiis , articidis diametro duplo lojigioribus. Ag. Sp. Alg. Vol. II. p. 122. Sticocahpo occhidto. Naccar. Algol. Adr. p. 33. Tcrgesti (Agardh). 7. Dasya KOtzi.ngiana. Biasol. D. Fdum primarium bipedale frondem formans carnosam cartilagineo- gelatinosam , Jistulosam ex fdis articulaiis lateraliler connatis com- positam ramosissimam , reams inferioribus subverticillatis tends , mediis oppositis, apicem versus alternis , axillis omnibus rotundatis. Tola fi'ons obsita fdis tcnerrimis simpliciter tubulosis , dichotomis , articulatis , articidis diametro 2-^-plo longioribus , lineam circitcr longis, basi raris , apice rubris , geniculis pellucidis. Fructus nu- merosi , fdis supradictis intermixti , lanceolati , pedicel/ati, cujyati e cellulis oblongis compositi , contincntibus granula propagatoria subtetragona , nigrofusca, parvula, pilorum coma pracdita. Biasol. in Linnaea, Torn. XI. 1837. p. 476- tab. 8. 9. Legit Arupeno in parti occidentali insulae S. Andreac in Istria Biasoletto. Obs. An Dasjrae Baillouvianac aflinis , aut melius eadem. Serie II. Tom. IV. x 1 70 SYNOPSIS ALCARUM IN MARI ADRIATICO ETC. Genus XVI. WRANGELIA Ac. Frons diorgana , fills primariis cclluloso-striatis e geniculis emittentia ramellos pedicellatos capsuliferos. Capsulae limbo hyalino cinctae tripar- titae. Ag. Sp. Alg. II. p. i36. 1. Wrangelia tenera. Ag. W. Jilis clottgatis ramosissimis Jlaccidis , articulis diamctro duplo lon- gioribus. Ag. Sp. Alg. II. p. 137. Tergcsti Agardh. Clodiac Meneghini. Ipse ex Quarnero semel atque iterum habui , ct ia Portu Polae Istriae copiose legi. Statura spithamaea et minor. Ramuli e quoque geniculo saepius \er- tieillatim egrctlientcs. Color in vivo status roscolus , exsiccatae lividus. Substantia gelatinosa lubrica. 2. WRA>'GEtIA PEMCILLATA. Ag. W. filis ramosis fivmis, articulis diametro aequalibus. Ag. Sp. Alg. II. p. 1 38. Gbiffitsia PEBiciLLATA. Naccar. Algol. Adr. p. 34- ex. sjn. Ag. Ad Algas majores prope Tergestum (Agardh). Genus XVII. GRIFFITSIA Ag. Semina gelatinae involucratae immersa. Fila articulata. Ag. Sp. Alg. II. p. 1 26. 1. GlUFFITSIA IRREGULARIS. Ag. G. Jilis irregulariter dichotomis setaceis axillis patentibus , articulis cjlindricis , longitudine variis. Ag. Sp. Alg. II. p. i3o. In mari Adriatico Agardii. Ipse ex Dalmatia nonnulla excmplaria recepi. Statura uncialis. Color roseus, exsiccatione in viritlem mutabilis. Substantia membranacea. Chartae adhacret. AUCTOIIE J. ZAXAItDlNIO ,-, 1. GlUFFITSIA TENUIS. Ac. G. fdis superne dichotomis capillaribus axillis inferioribus patentis- simis,articidis diamctro triplo longiorlbus. Ac. Sp^ Alg. II. p. i3,. CoHFEnvi setacea Ruch. Fl. Vcn. p. 173. Guiifitsia teki'e. Naccar. Algol. Adr. |>. 3.',. In Lacuna Veneta ad Zosteram adhaerens. Saepius in littorc S. Erasmo aestu rejects mihi occurrit. Statura biuncialis. Color pnlchre roseus varicgalus. Substantia mem- branacea. Ckartae arete adhaeret. Obs. Genus Griflitsiac ah Agardh conditum characteres salis aeqnos minime praebet ut a CaUithamniis sejungatur. Cum vero fructiGcationis formae vagae vel maxime hulibundae magni non sint faciendae , ut alio loco divi, in Duby (Second. Mem. sur les Ce'ram. p. ao). sententiam ire nequeo , qui Ceramia quoque ad Callithamnia refert , propterea quod species Desi.onchampio dicata fructificatione gaudeat in CaUithamniis pluries observata. Structura seu intima fabrica in Algarum dispositione longe fructificationi praestat, quamobrem genera modo dicta nullo pacto coadunata ac simul permixta esse debent. Idcirco meo judicio Grrffitsia et Callithamnion unum forsan ipsumque genus, Ccramium vero a Cal- lithamniis probe (lis tine turn. Genus XVIII. CALLITHAMNION Lym iNGD. Fila tota articulata. Capsulae pericarpio hyalino , massa sporacea e centro tripartita. Genicula subpellucida. Ac. Sp. Jig. II. p. i56. i. Callitham.mo.\ Plumula. Ag. C. ramellis crebris oppositis recurvis sursum pectinato-pinnatis pinnis dichotomis. Ac. Sp. Alg. II. p. i5g. Callittamjiio Picnetta. Naccar. Algol. Adr. p. 33. Tcrgesti Agardii. Ipse ad oras maritimas circa Clodiam copiosc legi. Statura uncialis et minor. Ramulorum crassities capillo humano te- nuior. Color pulchre roseus. Substantia membranacea tenera. Chartae arcle adhaeret. 1-2 SYNOPSIS ALGAKUM IN MAM ADRIATICO ETC. Species vage ramosa , maxime tamen regulariter pinnata, hide ele- gantissima. 2. Galuthamnion cruciatcm. Ag. C. Jilis parce ramosis vestitis ramellis tetrastiche dispositis imbricalis abbrevialis longitudine aequalibus pinnulatis , versus apicem ramorum conglomerates, ardculis primariis diametro ?>-plo longioribus. Ac Sp. Alg. II. p. 161. Callitaunio ir*cnociATO. Naccar. Algol. Adr. p. 33. Iisdcm in locis ubi praeccdens. Statura fere uncialis. Color purpureus. Substantia rigidiuscula. Ramuli in filo primario tantum decussali, in secundariis oppositi quandoque secundi. Agardh I. c. fructum nunquam se vidisse fatetur; ego vero capsulas plurics vidi magnas copiosas , limbo liyalino cinctas ad ramuloruro genicula subsessiles, raro longe pedunculatas, pedunculo ipso articulato. Massa sporacea primum continua elliplica, dein trans- verse in conos binos apice obtuso per basim connexos divisa3 serius tandem qnadripartita. 5. Calutii.vmnion DUB1VJM. * C. Jilis parce ramosis, laxe vestitis ramulis tetrastiche dispositis , versus apicem ramorum conglomeratis , articulis primariis diametro ^-5-plo longioribus, capsulis minutissimis subsessilibus oblongis vel pjrifor- mibus. Super Poljsiphoniam elongatam inter rejectanea ad littus Clodiense semel legi. Praecedenti ailiae tamen diversum, distinguitur omnium partium te- nuitate etiamsi fila primaria, atque articuli sint longiores. Articuli mi- nime rosei ut in eo, immo hyalini ad genicula tantum linea coccinca circumscripti, qua de re (in statu saltim sicco ) variegati. Capsulae ininutissimae totae continuae , nunquam partitae , ncc limbo liyalino cinctae. Callithamnion Naccarianum Rudolph (in Naccar. Algol. Adr. p. 3a.) licet paucis notis adumbratum ac parum apte delincatum (PI. Ven. 6. p. 56. n. 1184. fig. 1.) hue vel superius tamen pertinere AUCTOKE J. ZANARDINIO ,-,3 videtur; ulrum vero ejusdcm specie! ac haec nostra sit, an potius prae- cetlentis ex archetypi deficientia pro oerto affirmarc nequeo. Quam ob rem in clubiis C. dubium hoc nostrum apposite dixi. i. Calutiiammon vamabile. Ag. C.fdis vage ramosis intricatis subradicantibus , ramis secundaria op- poses abbreviatis , articulis diametro a-^-plo longioribus. Ac So Alg. II. p. ,63. ' ' In Gigartina acicidari rcpens Tergcsti (AoAunn). Ipse in Portu Polae Istnae in Algas putnilas soxis aflixas legi. 9. Callitiiammo^ subverticillatum. * C. flu brevissimis rigidis puree vageque ramosis , subnodulosis , nodis e ramulis subternis verticillatis distantibus multifdis cjjbrmatis. Tab. VIII. fig. a. CitMTiiuurioii (DBVEHTiciLLATBii. Zanaid. iii Bibl. it. i839. torn. 96. p. i36. Ad Algas majores ex Istria receus cxpiscatas semel legi. Caespes vix semiunciam alius. Fila capillaria vage ramosa articulata, articulis cylindricis diametro multoties longioribus. Ramuli oppositi di- stantes, saepe ternato-verticillati , brevissimi, incurvi et multifidi, interdum dichotomi. Color purpureus. Substantia membranacca rigi- diuscula. 6. Callitiiamnion nodulosum. * C.fdis moniliformibus vage ramosis, ramulis oppositis quadri-tri-di- chotomis creberrimis minutissimis superne fdum primarium totum tcgentibus. Tab. VII. fig. 3. Cuxithamniox KODDLOSiM. Zanard. in Bibl. it. i839. torn. 96. P. !3G. GaiFFlTSIA KODOLOSA ? Ag. Sp. Alg. II. p. i36. Griffitsia attesuata? Ag. in BoL Zeit. 1837. p. 63i. Griffitj.a assottiguata ? Naccar. Algol. Adr. p. 34. ex syn. Ag. Ad saxa demersa cum aliis Callidiamniis promiscue crescit prope Portum Glodiae, quandoque etiarn reperi ad Algas majores in Istria expiscatas. Fila caespitosa pollicaria vel parum ultra, crassiuscula , vage ramosa, J ^4 SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADRIAT1CO ETC. ramis ultiinis brevibus obtusiusculis, inferno noclulosa, seu moniliformia , noilulis e ramulis oppositis cflbrmatis. Hamuli prinram quadricholomi, iiule trichotomi , tandem dichotomi brcvissimi, tenuissimi snpernc im- bricati , hoc est fjlum primariam setaceum articulatum tolutn tegcntes. Arliculi inferiorcs iliamclro ilnjilo longiores, snperiores brevissimi. Fructus pyriformes inter ranuilos agglomerati. Color pins minusve vivide roseus, in exemplaribus Clodicnsibus vividissimus. Substantia membranacca, lubrica , mucosa. Chartac arctc adhaeret. Obs. GriJJitsia noclulosa. Agardh. 1. c. si hue pcrlinet ut videretur, perperam adumbrata. Ramulos oppositos quadri-tri-demum dichotomos non memorat auctor , ramulos polius dicit e verlicillo egredientes fur- cato- dichotomos , quod minimc cum uostro congruit. 7. Callithammon coryjibosim. Ag. C. filis capillaribus ramosissimis , ramulis sunnnis corymbosis , bifidis , articulis diumetro t/uadruplo longioribus , capsulis brevissime pedun- culitis. Ag. Sp. Alg. II. p. i65. Ad Lotnentariam articulalam raro legi. Fila subsolilaria uncialia. Color amoenc roseus. Substantia membra- nacea tenerrima. Chartae arete adhaeret. Capsulae ad rainulos brevis- sime pedunculatae , purpureae, limbo pellucido cinctae ovatae. 8. Callithammon seminudum. Ag. C. filis capillaribus ramosissimis , ramulis basi nudis , apice pinnatis , pinnulis patentibus. Ag. Sp. Alg. II. p. 167. Callittamkio mikiato. Naccar. Algol. An*r. p. 3r. ex syn. Ag. Callittamsio semikudo. Naccar. Algol. Adr. p. 32. Tergesti Agardh. Ipsae aliis speciebus commixtum Clodiae legi super saia vix subtnersa, aut iutcrdum dumcrsa. Statura sesquiuncialis. Color roseus, exsiccatione saturatior. Substantia membranacea. 9. Callithamniox versicolor. Ag. C. /His basi setaccis et solidis apice arachnoideis ramosissimis, ramis AUCTOItE J. ZANAHDINIO 1^5 primariis et sccundariis elongatis , apice corjmboso-fastigiatis , ar- ticulis diametro r/uadruplo longioribus. Ac. Sp. Alg. II. p. iro. CoHFEnvA FR0TICUI.OSA. Wnlf. Crypt, aq. p. aG. Cali.itmamwioh iruth ilosi m. Mart. IU-isr etc. p. G.'ifj. Ciui.itammo cAM.i. 'I Naccar. Algol. Adr. p. 3i. Species omnium vulgatissima ad oras maritimas Vcuetiis ac Tergesti. Statura biuncialis et ultra. Color roseus exsiccatione sacpe viridi- vel flavo-vaiiegatus. Substantia teucrrima. & furcation Ac. filis firmioribus, ramis lateralibus furcato-dichotomis axillis patentibus , articulis superioribus longioribus. Venetiis RuciiiNGEn (sec. Ac 1. c). 10. CaLLITHAMNION TENUISSIMCM. * C. fronde initio setaced ramosissimd et dicJiotomd , ramis capillaribus , ramulis capillaccis multi/idis praeditis , scgmenlis diametro duplo vel quatuordecim longioribus. Ceramium TEHi'issiMiTM. Bonnem. Ess. sur lcs Hydr. loc. in Mem. du Mus. d'Hist. Nat. 1828. torn. XVI. p. 49- S(I' n- I2- Venetiis ad Algas majores praecipue in Dasja Baillouviana legi. Praecedente, cui maxime affine, distinguitur statura humiliori, otniiium partium tenuitale , colore pallide roseolo. Chartae arete adhaeret. 11. Callitiiamision TETRAGONX'M. Ag. C. filis crinalibus virgatis , ramulis horizontal ibus basi attenuatis apice acutis , articulis infimis diametro brevioj'ibus , mediis triplo longio- ribus. Ac Sp. Alg. Vol. II. p. 176. Speciminulum miserum et unicura legi ad Algas majores in Istria. Species ob genicula contracta et fila ultra crirtalia moniliforniia statim dignoscenda. Color roseus fugacissimus. Substantia membranacea. Chartae adhaeret. 1-g synopsis al.garum in mam adr.iatioo etc. 12. Callitmammon Rothii. Lyngd. C. Jilis capillo tcnuioribus , ramis erectis sparsis rcmotiusculis , articulis diamctro duplo longioribus. Ac. SiVAlg. Vol. II. p. i85. Venetiis supra Trochum varium vulgo Caragolo tondo unica tantum vice legi. Fila vix i lineas longa, caespitosa. Color purpureus. Substantia mcm- branacea tamen rigidiuscula. Chartac laxe adhaeret. 13. Calutiiamnion tiiuyoides. Ag. C. fdis Jlexuosis pluries pinnatis , articulis inferioribus diametro t\-plo longioribus , supcrioribus aequalibus. Ag. Sp. Alg. II. p. 172. Cali itammo ciphessiso. Naccar. Algol. Adr. p. 33. Tergesti (Agardii). 1 1. C.U.UTIIAMINIO.N PEDICELLATUJI. Ac C. fdis crinalibus laxe ramosis , ramulis lateralibus abbreviatis furcatis, capsulis axillaiibus pjriformibus pedicellatis. Ac. Sp. Alg. II. p. i ^4* Exemplar unicuni parvulum inter Algas in Portu Polae cxpiscatas inveni. Habitus singularis. Exsiccalione succus collabitur in striam sangui- ueam longitudinalem tolum filum margine hyalinum percurrcnte. Etiarn l'ructus nulli alii speciei similis. (Cf. Ag. 1. c.) 15. CaLL1THAMMO.\' MIMTTISSIMUM. * C. Jilis inconspicuis densissime aggregatis , parum vageque ramosis, ramis sparsis , ramulis distantibus , brevissimis apice capsuliferis , articulis diamctro parum longioribus. Tab. II. Gg. 3. Ad Cjstosiras e mari rejectas ut villum minutissimum caudicem dense investiens Tergesti detexi. Fila minutissima oculo nudo inconspicua vix semilineam longa, diam. i 21 lin. densissime aggregata, flexuosa, erecta, simpliciuscula vel parum AUCT0RE J. 7.ANAIIDINIO 1^7 vagequc ramosa , saepius ramulis brevissimis distantibus instructa, ple- ruinque sccundis ct ex uno tantum articulo constitutis. Fila primaria nee non ramuli apice capsuliferi , capsulis elliplicis. Articuli diametro parum longiores. Color coccineus exsiccatione roseus. Substantia mem- branacea rigidiuscula. Species ob minutiem insignia ab omnibus hucusque detectis et de- scriptis distincta videtur. Genus XIX. CERAMIUM Roth. Capsulae pericarpio membraiiaceo , scniinibus numerosis angulatis. Genicula obscura elevata. Ac. Sp. Alg. II. p. 1 38. J. Ceramhm i:\-coxspicitm. """ C. Jilis simplicibus tcnuissimis apice rectis , articulis nudis roseis , genicidis cellulosis saturate pitrpureis. Tab. VIII. fig. i. Ceramigm incobspiccum. Zanard. in Bibl. ilal. 1839. tom 9G. p. i3G. Inter Poljsiphonias ad Algas niajores reptantes sub microscopic) obvinit. Fila nudo oculo fere inconspicua diam. — lin. brevissima extremi- 90 tatibus rectis acutiusculis. Articuli rosei inferne multoties diametro lon- giores ad apicem versus sensim sensimque decrescenles. Color ad geni- cnla cellulifera saturate purpureas. A Ceramio Ceramicola Ag. Sp. Alg. II. p. i55. baud dubie diversum. 2. Ceramum diai'Hamm. Roth. C. Jilis dichotomis , membranaceis ex purpureo et hyalino variegatis , genicidis elewiiis. Ac. Sp. Alg. II. p. i5o. CoilALLUIDE CAP1LLACEA. CtC. Giunal). Op. p05t. I. p. 22. tab. 21. f. \!\. Conferva corallinoides. Scop. Fl. Cam. II. p. 4«7- rj. 1 4^8. excl. syn. CoNFERVA DIAPUAKA ct FA9TICIATA. Wulf. Crypt, aq. p. 2G. 28. Ceiiamicm DiApnAKCsi. Rucb. Fl. Vcn. p. 2G8. Mart. Rcisc etc. p. G'to Ceramio diafano. Naccar. Algol. Adr. p. 29. Turn in mari , turn in Lacuna frequens ; species omnium vulgatissima. Suitura uncialis ct ultra. Crassities setacea. Color ex articulis liyalinis Seme II. Tom. IV. v 1-8 SYNOPSIS ALGAIU'M in mari adiuatico etc. et geniculis purpurcis pulchrc \ariegalus. Substantia membranacca rigi- diuscula. Chartae vix adhaeret. Multis ludit formis a typica nonnisi tenuitate , habilu delicato, ct articulis plus niiiiusve longioribus, distinctis. 3. Cebaiuidm ciliatvm. Duci.uz. C. Jilis dichotomis membrunaceo cartilagineis ex purpurco et livido variegatis, geniculis c'diatis. Ag. Sp. Alg. II. p. 1 53. Conferva oliata. YVulf. Crypt, nq. p. 37. Ruch. Fl. Vcn. p. i-/^. Ceramicm ciliatum. Mart Reise etc. p. (34 1. Ceramio pei-oso. Naccar. Algol. Adr. p. 3o. ex part, quoad syn. Super saxa Tergesti frequcutius legi. A praecedente cui simillima dislinguilur quod genicula emitlant un- dique , at ita dicam, aculcos subulatos, patemes, rigidos 2-3-articulalos hyalinos. Ramnli ultiini magis quam in praecedente forcipularum instar inutiio ad se invicem arcuatim conniventes. ,3 proliferum. Ac. ramellis solitaviis propullantibus. Veuetiis (Rixuinger et Agardh) 4. Ceramicm rubrlm. Ag. C. fdis dichotomis subcartilagineis , articulis ovatis opacis , geniculis contractis. Ag. Sp. Alg. II. p. i^Q>. Cojiferva kodosi. Scop. Fl. Cam. II. p. 4«7- n. i44°- Ceramicm vinoATCM. Ruch. Fl. Vcn. p. 2G8. Mart. Reise etc. p. 64o Ceramio rosso. Naccar. Algol. Adr. p. 3o. Vulgatissima in littore Veneto , ubi a refluxu saepe relicla invcuitur. Statura palmaris. Fila seta porcina duplo crassiora. Color saturate ruber. Substantia cartilaginea tenax. Chartae paruin vel non adhaeret. Ex innumeris bujus speciei formis in mari nostro ut varietates baec tautuin notandae videntur. /3 proliferum. Ac. majus geniculis subspinulosis. Ceramio rosso 6 prolifero. Naccar. Algol. Adr. p. 3-1. Cum priori. AUCTOUE J. ZANAHDIMO [-n 7 secundatum Ac. proliferum, ramulis solitariis abbrevialis secundis \el vagis. Venetiis circa Clodiam loyi. 3. Ckramiim filamentoscm. Duby. C. Jilis obsolete geniculars subcartilagineis aequalibus , ramellis hori- zontalibus piliformilms. Ac. Sj>. Alg. II. p. i/Ji. Focus filamektosus. Wulf. Crypt, aq. p. 64. Cehamium hihsdtdm. Ruch. Fl. Ven. p. 2G6. cxcl. syn. Utchibsia filamektosa. Naccar. Algol. Adr. p. 37. Ad oras maritimas satis frequens. Statura spithamaea. Fila hasi crassitie pennae passerinae, sparse ramosa , undique vestita ramulis piliformibus solitariis vel 2-3-aggregatis variae longitudinis i-3-l'meas longis. Color pallide rubens, cito marcescit, et hinc livido-pallidus vel viridescens. Substantia subcartilaginea. Species utplurimum sordibus albidis conspurcata valde ludit form is, quas inter praecipuae sequentes emvmerantur. /3 simplicipiliah Ac fills laxius ramosis, ramis simplicioribus , ra- mulis simplicibus evidentissime arliculatis , articulis hyalinis, geniculis opacis in modum Ceramii diaphani. Venetiis cum priori. 7 repens Ac. filis varie curvatis et flexuosis , demissis ramulis hue illuc l'adicanlibus , ramulis paucioribus. In Veneta Lacuna ad Zosleram repens. Obs. Ex hac specie novum genus Spjridiae Harwey in Hooker Bri- tisb Fl. ed. IV. formavit, quod an recte, dubitamus. Etenim si varie- tates examinaveris , tantain similitudincm structurae fib primarii cum Ceramio rtibro, et ramulorum cum Ceramio diap/iatio videbis, ut immo non male diceres, duas species hujusce generis in unum idemque indi- viduum simul conjunetas adesse. Filum primarium speciei nostrae a Ceramio rubro ex eo tantum discrepat, quod cellulae externae arliculos eooperienles magis sint regulares, parallelae et elongatae. I So SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADRIATICO ETC. Genus XX. ALSIDIUM Ao. FrODS continua, rami sccundarii obsolete articulati. Fructus siliquae- formis cellnlosus, ccllulis rectangularibus globulum sporidiorum purpu- reum conlincntibus. Ac. in Bat. Zcil. 1827. p. 63g. seorsim p. i5. I. Al.SIDIlM CORAU.IMM. Ac. k.Jronde tereti filiformi ramosissimd , rdmulis ultimis brevissimis fusi- j'ormibus plus minusve densissime obsessii. Tub. VII. Cg. 1. Alsidio cohallino. Naccar. Algol. Adr. p. 4<>. Tergesti in saxis copiose. Basis late Crustacea. Frondes fasciculatae palmares ct ultra, tcrctes pennae passerinae crassitie , ramosissimae , ramis patulis distichis , ra- mulis ultimis, vol ramentis si mavis 1-2 lineas longis obsolete articu- latis fusiformibus multifidis plus minusve approximatis. Fructus, globuli ramentis hinc inde laxe immersi. Color rnbro-flavescens: marcescentis lutescens. Substantia cartilaginea, lenla; exsiccatae rigidiuscula. Habitus fere Lauvcnciae obtusac , structura vero omnino divcrsa. Ods. Vulgo sub nomine Corallina Venetiis in Officinis abunde as- servalam vidi; licet autem communissima parnm tamen nota. CI. Agardh 1. c. primus omnium speciem descripsit novum genus constituens, dein- que iconem dedit , quae vero non optime quidem neque habitum , neque strurturam ezprimit (Cf. Ac. Icon. Alg. Europ. n. 1. tab. 9.), quapropter ipse tabulam magis accuralam hie tradere consilium duxi. Quoad structuram frons e duobus stratis componitur (Cf. tab. VII. fig. 1. a.): exteriori compaclo, opaco, duro, tamen tenui, e cellulis brevibus glo- bulosis colorantibus constituto; ititeriori laxiori, e ccllulis majoribus ob- longis pellucidis eodem online superpositis composito , ex quo frons praecipue in exlimis l'amulis nudo oculo articulala apparct. Genus cum Ceramieis consociandum mihi sane videtur , structura Ceramio rubro liaud dissimile, fructu Polysiplmnis. In Poljsiphonis autcm fructus duplex, in Alsidio globuli tantum in articulis ramulorum inde tumidorum in- nati e massa sporacea arctius coacervata compositi (Cf. tab. VII. fig. 1. b.), ai'Ctoue j. zanardimo ,g, quod Agardh SticbUium «-jus,.:odi fructum nppcllavit. Praeterca a,l apices nee non ad ranmlorum latere rorpuscula vidi (Cf. tab. VII. fig , /, ) omntno similia illis, quae Acardm in qnibusdam Potysiphonm memorat et ergana antherpideal! voeavit. Meo judicio l.aec forma in Ceramieis' satis frequens nil aliud quod ultimmn vel imperfectum vegetalionis co- natum sistit. Genus XXI. RYTIPIILOEA. Ac. Capsulae tubcrculiformes , seminibus subspliaericis. Frons purpurea exsiccalione nigrescens transversim striata. Ac. Sp. Jig, II. p. 5„. I. Rytiphloev TneroniA. Ac. n.frontle mbcartilaginea compresso-plana transversim rugidosa bipin- nata, pinnulis fructiferis incurvts. Ac. Sp. Alg. II. p. 52. Fuco Fnuncuioso ecc. Ginnan. Op. post. ,. r. 23. et a.j. tab. aa. f. 5a. Ritiflea TisioniA. Naccar. Algol. Adr. p. 3g. In Adriatico vulgaris. Quacdam varictas humilior super Faloniam crcscit, et in ipsa Lacuna Veneta passim mihi occurrit. Frondes biuncialcs infra lineam latae. Color purpureus , quo aqua dulc.s, In qua servatur, tirigitur, exsiccalione nigrescens in violaceum levtter vergens. Substantia dura, subcoriacea. 2. Rytiphloea I'imila * non Ac. nee alior. R./rojide subcartUaginea molli qompressa estriata ; creberrime pin- nulata, pinnulis recti's apice furcalis. Tab. II. Cg. 4. Super Madreporas nee non ad Algas majurcs Istnae raro occurrit. Frondes pumilac caespitoso-aggregalae compresso-planae vix unguem altae et semilineam latae, simpliciusculac aut vage ramosae et inlricalae, enerves ac eslriatac , simpliciter pinnulatae, pinnulis approximalis al- ternis vix semilineam longis , apice trumato-furcatis quandoque rursus atlenuato-furcnlatis. Fructus nondnm observatus. Color purpureus exsic- calione saepe nigrescens. Substantia subcarlilaginea mollis; exsiccatae ngidiuscula. Chartae non adhaeret. !&3 SYNOPSIS ALCARt'M IN MARI ADIUAT1CO ETC. Rytiphloea punula. Ac (in Bot. Zeit. 1827. ji. 639. seorsim p. i5.) ab ipso auctore demum inter Polysiphonias recensita fuit. Genus XXII. DICTYOMENIA Giiev. Frons plana, obsolete costata vel encrvi, membranacea, reticulata, badia aut fusco-rubra. Fructus: 1. capsulae scmina subglobosa includentes; 2. granula ternata in receptaculis foliaceis filiformibus. Grev. Alg. Brit. Sjrnops. p. L. 1. DlCTYOMEMA VOLCBILIS. GrEV. T>. fronde subcostatd lineari spindlier tortd sparse ramosd dentatd , dentibus capsulifcris. Rhodomela volcbilis. Ag. Syst. Alg. p. 197. Epatica sfibale etc. Oilman. Op. post. 1. p. 2C. tab. 37. f. 61. Fuccs volcbilis. Wulf. Crypt, oq. p. 39. Rhodomela volcbilis. Mart. Reisc etc. p. G34- Rodomela volcbile. Naccar. Algol. Adr. p. 58. Submariuis spongiis , concliis lapidibusque accrcscere solct ; a piscatoribus inter pisccs irrctita , in foro piscatorio saepe occurrit. Statura usque spilliamaea. Color rubro-fuseus; exsiccatae ater. Sub- stantia membranacea, firma. Genus XXIII. RHODOMELA Ac. Frons filiformis , cylindracea vel coinpressa, ramosissima coriaceo- cartilaginea (ad apicem saepe involuta ). Fructus: i. capsulae seniina pyriformia includentes ; 2. granula ternata in receptaculis filiformibus. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LI. 1. Rhodomela plnastroides. Ag. R. J'ronde fdiformi aequali , ramentis simplicibus subseeundis cotijertis involutis. Ac. Syst. Alg. p. 200. Fcco fbdticoso ecc. Ginnan. Op. post. i. p. a.'i- tab. &a. f. 63. Rhodomela p^astboides. Mart. Reisc etc. p. G3.|. Rodomela pinastroide. Naccar. Algol. Adr. p. 58. Scopulis demersis adhacrct, et saepe ad littora rejecta obvenit. AUCTORE J. ZANARD1NIO 1 83 Statura pabnaris et ultra. Color ruber; cxsiccalae nigerrimus. Sub- stantia cartilaginea, dura. 2. IllIOnOMEI.A spi.nosa. Ac. R. fronde Jiliformi dicholomd attetmatd undique obsessd spinulis mul- ti/idis. Ac. Syst. Alg. p> 200. Rodomela spinosa. Naccar. Algol. Adr. p. 58. Venetiis legit Ruchincer, qui ad Agajidii specimina misit. Ex sicco novam speciera auctor igitur constituit , utrum vero rccte, an falso afilrmare nequco. Obs. Rhodomela subfusca Ac a cl. Martens (Reise etc. p. G34-) inter Algas Adriaticas cnumerata , in mari nostro nondum visa. Synonynion Fiici sctacci Wulf. (Crypt, aq. p. 5g.), seu Ceramii setacei. Ruch. C Fl. Ven. p. a65), quod hue citat auctor , aliatn speciem respicere milii videlur; quaenam vero sit, adhuc incertum. Genus XXIV. CORALLINA Linn. Frons cartilaginea cortice calcareo obducla , filiformis, teres aut comprcssa , strangulato-conslricta seu ramoso-prolifera , ramulis ultimis apicc saepe sphaeroideo-incrassalis in qnibus fructus continentur. 1. GORALLIWA OFFICINALIS. LlNN. C fronde trichotomafastigiatajlabelliformi , propaginibus cuneiform ibus compressis transverse zonatis , ultimis apice capitatis. CohALLlKA PENNATA, KODOSA CCC. Gilltl.nl. Op. post. I. p. II. tab. 4> f- '3. Corallika officinalis. OHv. Zool. Adr. p. 278. Mart. Reise etc. Faun. Yen. Polyp, p. 53o. Corallika officinale. Naccar. Algol. Adr. p. 91. 1 1 1 '.mi in 11 m Corallika. Nard. in Isid. 1S34. p. 674. Copiosissirne ia lapidibus subaqueis ad oras maritimas. In urbe ipsa Ve- netiarura passim occurrit , ut pluries vidi earn nimirura in canali principi ho- spitantem. Statura i-a pollicaris. Color variabilis albissimus, rubro-purpurascens vel virescens. Substantia interior cartilaginea, externc calcarea; exsic- catae fragilis. I S4 SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADIUATICO ETC. 2. Coralij.\a vine; ATA. * G. fronde gracili virgatd ; ramis oppositis multifidis , ramulis capil- taribus cortfertis , propaginibus prima Us compressiuscuiis , ramorum cylindraceo-elongatis. Cohaluja yiucata. Z.tnard. in Bibl. it. 1839 loin. ;)<•. p. i3<3. AJ Algas majores crescit , qnaudoque ad Digeneam , quam ex integro obveslit. Frons setacea. Slalura semipollicaris. Utrum species nova, vel adlmodtim aegrc observata ct descripta sit allirmare non amlco. A praccedcule oninino distincla, novum nomen sub ronditione pronuntio. •>. Corau.ina RUBERS. Linn. C. frondc capillavi dichotomd fastigiatd , propaginibus cjflindraceis , superioribus clavatis , inter dum corniculatis. Corallina fistolosa ccc. Ginnan. Op. post. I. p. n. lab. 4- f- '3. Corallika rubehs. Oliv. Zool. Adr. p. 278. Mart. ReisL- etc. Faun. Ven. Polyp, p. 53 r. C."i;ii.i.im rossecgiante. Naccar. Algol. Adr. p. 93. Super Algas majores. Stcdura pollicaris et minor. 4. CORALLINA VERRUCOSA. * C. fronde crassiusculd parum ramosd divaricato-dichotomd fastigiatd, propaginibus cjlindraceis elongatis verrucosis. Tab. VI. fig. G. Corallina verrucosa. Zanard. in Bibl. it. 1839. torn. 96. p. i36. Jama verrucosa ? Lamour. Hist, des Polyp, corall. flex. p. 270. PI. 9. f. 4- «• B. Ad Algas majores e mari rejectas Tergesti iterumque super Cjstosiras in Istria expiscalas detexi. Caespes vix unciam altus. Frons ultra setacea. Color et substantia ut in aliis speciebus praediclis. Obs. Ambigitur hucusque inter auctoros num ad regnum vegetabile \. G46. seorsiin p. 21. Sporocko vrrticillato. Naccar. Algol. Adr. p. 78. Tergcsli in alto mari (Agabdji). Mihi ignota. An lusus tantum specie! praedictae fortiter dubito. 5. Sporociiinus adriaticis. Ac. S.fronde dichotoma, ramis obtusis basi aUenuatis undiquc torruloso- verrucosis. Ac. in Bot. Zeit. .827. p. 646. seorsim p. 2I. Cohferva onAcins. Wulf. Crypt, aq. p. 21. Sporocko adriatico. Naccar. Algol. Aclr. p. -8. Zobaria papulosa. Naccar. Algol. Adr. p. 8a. cxcl. syo. Ad Cystosiram ffoppii hyeme frequentius occurrit. Frons palmaris et ultra pcnnac passerinae crassitie. Color et cetera ut in praecedeulibus. Ods. Zonaria papulosa Naccar. 1. c. hue certe pertinet. CHORDARIEAE. Genus XXVIII. CHORDA. Stack. Frons simplex, filiformis, cylindracea, tubuI6sa intus septata. Radiv nuda scutata. Fructus semina pyriformia ad superficiem frondis dense aggregata. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p XLI. i. ClIORDA FISTO.OSA. * C.fronde simpUcissima subinjlata abbreviata membranacea. ScvTosipnos Fitoii X fisti-loscs. Ag. Syst. Alg. p. a58. Scitosifo fistoloso. Naccar. Algol. Adr. p. -;. Venetiis iu Lacuua verno tempore abuudc crescit. I OO SYNOPSIS ALGAIU'M IN MA1VI ADR.1ATICO ETC. Statura pedalis. Crassities pennae anserinae ct ultra. Color olivaccus. Substantia membranaceo-coriaeea. Charlac \ix adhacret. Frons aliquando spiraliler lorta , saepius vero hie illic strangulato- constricta reperitur. Structure , prima fronte , mcmbranaceo-ccllulosa ex pluribus constat individuis , quorum raniositatcs radiantcs ad pcriphe- riam versus simplicissiinac ae pyriforines densissime stipantur, dum individua , vel fila si mavis, in centro laxe cohaerentia tandem segre- gantur , mule frons listulosa serius efficitur. Individuorum extremitatcs superficiem frondis coinponcnles pro fructu auctores commutarunt. GASTROCARPEAE. Genus XXIX. HALYMENIA. Ac. Frons subplana vel cylindrica , gelatinoso-membranacea, roseo-rubra, plus minusve dichotoma, segmenlis saepe laciniatis. Fructus: glomeruli punctiformes seminum substantia interiori frondis immersi. Grev. Alg. Brit. Synops. p. LXII. Quoad generis illuslrationem confer pag. 22. et tab. II. fig. 1. J. Halymema pinmjlata. Ac. H. fronde membranacea lubuloso-ventricosa bipinnata , pinnis semiovatis obtusis. Ac. in Bot. Zeit. 1827. p. 645. seorsim p. 21. Ai .tMEntA pinhulata. Naccar. Algol. Adr. p. 76. Tcrgcsti AGABDn. Species mihi ignola paucisque notis adumbrata. 2. IIai.yme.ma Floresia. Ag. H. fronde membranacea plana tripinnata, pinnis linearibus , superio- ribus angustioribus serratis. Ac. Syst. Alg. p. 243. Focos i ii.imv YVulf. Crypt, aq. p. fig. Haltmehia Floresia. Mart. Reisc etc. p. 63o. Alimf.ma Floresia. Naccar. Algol. Adr. p. ^5. In mart ubi a sede sua avulsa hue illuc in Veneta Lacuna libere innatat. AUCTORE J. ZANARDIMO ,q, Frons pedalis et ultra. Jugamentum primariuin ad unciam usque latum ; secundaria sensim sensunqne angustiora , pinnnlae ultimae li- neares acutiusculae. Color intense roseus. Substantia membranacea lu- brica , in statu saltern ailultiori punctata. Chartae arete adhaerct. 3. HALYMEMA MONARDMNA. MoNTAGN. H. froncle coriaceu plana dichotoma , segmentis dilatatis , axillis ro- tundatis, ultimis ceranoideis atlenuatis spathulalisve. Moktacn. Crypt. Alger, in Ann. des Sc. Nat. Nov. dec. i838. seorsim p. 8. Ex Dalmatia legit Doct. ClBMBNTI. Statura digitalis-spithamaea. Color purpureus in lurido-viridem fa- cile vergens. Substantia carlilaginea. Chartae laxe adhaeret. Habitus, ul monuit auctor qui speciem detevit, Chondrum crispum bene refert! 4. Halymema ligulata. Ag. H.fronde membranacea tubuloso-plana dichotoma, axillis rotunda lis , segmentis linearibus sensim angustioribus e margine r amenta sim- pliciuscula basi attenuala emittenlibus. Ac. Syst. Al". p. 344. Alimehia ligulata. Naccar. Algol. Adr. p. -5. Si (idem Naccahio habeamus in quodam Clodiae canali var. li nuda rn- mentis nullis crescit. Berini vero iu mari speciem legit {sec. Herb. Me.neghim). 5. Halymema furcellata. Ag. H.fronde gelatinoso-coriacca dichotoma- segmentis fliformibus extremis membranaceis dilatatis elliptico-lanceolatis. Ac. Syst. Alg. p. 244. Tab. II. fig. 1. Focdj ceha.oides. Rucli Fl. Vcn. p. a6,. excl. syn. (ex archetyp. J. Varietatem potius li cartilagineam quam speciem Clodiae frequentius legi. Frons 2-3-uncialis , 2-3-lineas crassa teretiuscula dichotoma vel bine inde trichotoma quandoque in frondum apicibus multipartita. Color saturate ruber. Substantia carnosa, cartilagineo-gelatinosa, unde chartae arete adhaeret, et exsiccata in formam planam collabitur. Ii)3 SYNOPSIS ALGAIU'M IN MARI ADIUATICO ETC. Genus XXX. DUMONTIA Lamour. Frons cylindrica, simplex vel ramosa, membranaeea, tubulosa inlns gclatinosa, rubra vel purpureo-rubra. Fructus: glomeruli seminum ail lmmbranam frondis intus adnascentes. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LXII. 1. Dlmontia vbntbicosa. Lamour. D. frorulc tuhulosa membranacea sparse ramosa , segmentis ventri- cosis obtusis. lIuliirM'. YENTRICOSA. Ag. Syst. Alg. p. l\\. Ad conchas in raari , raro. Frous inaequali crassitic bic illic venlricosa , irregulaiitcr ramosa, quandoquc pinna ta, pinnis oppositis. Color roseus. Substantia membra- nacea, mucosa. Cbartae adhaeret. Genus XXXI. IRIDEA Bory. Frons plana, cxpansa carnosa, vel gelatinoso-cartilaginea, purpureo- rubra. Fructus: glomeruli seminum rotundorum substantia interiori frondis omnino immersi. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LXI. 1. Iridea remformis. Grev. I. caule fdiformi in fromlem cartilagincam vel orbicularem integcr- riniain dilatato. HalYMEMA REH1FORMIS. Ag. Syt. Alg. p. 24 1. Alimehia repiforme. Naccar. Algol. Adr. p. 7$. Haesi diu num species delenda vel cnumeranda. Praevaluit denique opinio haec posterior auctoritate Bertolomi Arnoen. ilal. p. 290, qui speciem a Mi- iuelio in Porta Polae repertam fuisse asseruit. Genus XXXII. CATENELLA Grev. Frons filiformis subcomprcssa, reptans , articulato-constricta, moni- liformis, intus fills ramosis diehotomis c cenlro radiantibus instrueta. Fructus ? Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LXIII. AUCTORE J. ZANARD1M0 1 q3 I. Gatenella Opi.mia. Grev. C. J'roiule filifbrmi articukzto-contraeta. IIilvmimi? Opoktia. Ag. Syst. Alg. p. aiJ5. AJ saxa Tcrgcsti in ipso limitc maris Mbnegbimi legit ct communicavit. Ipse copiosius ad muros in canali principi insulae Muriani prope Venetias. Frondes caespjtosae pulvinatae. Statura vix pollicaris et minor. Color atro-purpureus. Substantia riguliuscula , chartae non adbaeret. FLORIDEAE. Genus XXXIII. WORMSKIOLDIA Spreng. Frons rosea, plana, membranacea, costa percurrente instmcla. Fru- ctus: i." capsulae; i." granula ternata in soris coacervata. Dklessehia. Grcv. Alg. Brit. Synops. p. XLVII. 1. WORHSRtOLDIA HvPOGI.OSSl M. Spreng. W. caulc (ilalo, foliis lineari-lanceolatis costatis aveniis , e costa pro- liferis , reticulates. Delessehia Hvpoclosscm. Ag. Sjst. Alg. p. a'|<). Maris Atlantici incola apud nos hospitari non dedignatur, ut me docucrunt specimina uounulla , licet pusilla in Halimeda parasitica prope Portum Polae expiscata. Color atnoene roseus. Substantia lenuissinia. Species inter pulchras pulcherrima. 2. WORMSKIOLDIA CRISPA. * W. caulc alato basi nuclo , irregularitcr ramoso umlulato crispato , juliis lincaribus costatis aveniis , e costa subproli/erii , processibus costalibus minutissimis plerumque oppositis. Tab. II. fig. a. Super Cyslosiras in Istiia , Tcrgcsti circa Grignano copiosius legi. Serie II. Tom. IV. aa II j SYNOPSIS AT.CAIUM IN MARI APRIATirO F.TC. Frondes unciales. Radix minute scutulata. Caulis inferne nudus teres mM.'i porciiui daplo erassior , mox alatus, aU vix lincam lata iusigniu-r undulato-rrispala; irrcgulariter ramosus, ramis plus ininusvc coniertim approximatis, tandem in laminas foliareas explanatis. Folia linearia, in- legerrima, costata sub microscopio pulcberrime reticulata, c costa pro- lit'era, processibus costalibus minutissimis plerumque oppositis. Capsulae bemisphaericae conglomeratae in lateribus costae aui in frond is apicibus insidentes. Color inferne purpurco-fuscus , superne amocne ruber in lurVdo- album facile vergens. Substantia membranacea apice lemiissiina, l>asi Grata subcartilaginea , cbartac parum adhaeret. 3. WORMSRIOLDIA AI.ATA. Spbenc. W. fronde costata obsolete nervosa lineari dichotoma , versus apicem alternatim pinnatifida , pintlis sublingulatis. Delfsseiua alata. Ag. Syst. Alg. p. u5o. Delessema alata. Maccar. Algol. \ .It p. 76. Ill mari , quandoque inter pisces irretila sec. Naccam 1. c. 4. WORHSRIOLDIA SqIAMARIAE. MeKEGH. VV. frotule minuta parasitica , adnata, lineari dichotoma, soris sparsis, capsulis solitariis hemisphaericis costae insidentibus. Mf.nec.h. nel Prog, di Nap. n. 5i. mag. c giugn. i8{o. p. 8i. P.ira:>i Lantern in froudibus Squamariae vulgaris , Meneghini delexit. Genus XXXIV. NITOPHYLLUM Grey. l'rons plana , reticulata , tcnuissiino-membranacea , ecostala , dilute rosea. Fruclus: i.° capsulae hemisphaericae , inunersae; 2.° granula ter- nala in soris sparsis dislinclis coaccrvata. Grey. Alg. Brit. Sjnops. /». XU II. i. NrrOPHYLLDM LACEIIATIM. Grey. N. fronde tenuissima lineari vage fssa apice integerrima , segmentis apice rotundatis , subvenosa , venis tenuissimis vel obsolctis , soris marginalibus. Delt.sseiiia lacebata. Ag. Syst. A'g. p. »5 1 . Vcucliis Meneghini ; ex Dalinali.-i Pappafava (sec. Herb. Menegu. ). AUCT0RE J. ZANARDINIO 19a Statura uncialis, lineam vel scsquiliucain lata. Color roseus , mar- cescentis viridi-lutesccns. Substantia membranaeea tenuissima. 2. NlTOr-mi.UM OCBLLATBM. Grev. 'S.frondc tenuissima avenia vage fissa, soris in segmcntis frondis. DkLKSSEMA. OCELLATA Ag. Syst Alg. p. 353. Ulva dichotoma. Ruch. Fl. Veil. p. 276. DuBMUIA ocem.ata. Naccar. Algol. Adr. p. 76. Venetiis Ruchingeh; ipse Tcrgesli copiose legi. Frons inferne dilatata iicrato ac regularitcr dichotoma, segments linearibus. Statura palmaris et ultra. Color loetc roseus. Substantia mem- branaeea in statu fmctifero sanguinco-maculata, exsiccatae nitens. Chartae adhaeret. Nomen generieum hyhridum sive bilinguc , ideoque emen- dandum. Genus XXXV. PLOCAMUM Lamoub. Frons filiformis compressa , subcartilaginea , coccinea , ramosissima, rainis distichis. Fructus: i° capsulae sphaericae ; 2." granula oblonga transversim multipartita in receptaculis linearibus foliaceis. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. L. 1. PlOCAMIL'M COCC1NEUM. LyNGB. P. fronde pinnata dichotoma ramosissima , ranndis ultimis intus fal- catis et pectinatis. Delessema Plocamium. Ag. Sjst. Alg. p. a5o. Varietatcm gracilem Meneghim Tergesli, in Istria et Dalmatia Pappafava legit ct specitnina communicavit. Statura biuncialis et ultra. Color coccineus. Substantia i artilaginea lubrica ; exsiccatae cliartae adhaeret. Genus XXXVI. BONNEMAISOMA Ag. Frons membranaeea, compressa vel plana, filiformis, ramosissima, rainis ciliis distichis pectinatis. Fructus : capsulae sessiles vel pedicel- latae semina pyriformia basi afliNa includentcs. Grev. Jig. Brit. Sjnops. p. Lit. iq6 synopsis LLCARUH in Mini amuatico etc. 1. Boxnf.maisonia ASi'vn.u.oinKS. Ac. B. fronds fdiformi compressa ramosisslma , ramulis setaoeis distiehis simplicibus utrinque pectinata , capsulis subglobosis marginatibus pedicclltttis. Ac. Syst. Alg. p. a.fd. In mari MsmSGHINI. Ipse ad Sphaerococcum coronopi/blium , itcrninquc specimen pnlcberrimum legi in fossa circa Oppidum Portus Clodic-nsis, liaud dubie tempestatis caussa ab acstu piojceluin. Statura biuncialis rt ultra. Color lode ruber. Substantia muroso- membranacea, debilis, flaccida. Geuus XXXVII. LAURENCIA Lamouh. Frons cylindracea , Bliformis , gelatinoso-cartilaginea. Fructus : i.° napsulae ovalae, apice perlusae seniina pyriformia pedicellate includentes; a.° granule temata in ramulis immersa. Grey. Alg.Brvt.Synops.p. LIT. 1. LiCftlENdlA PINISATIFIDA. LlUX. L. jronde compressa %-Z-pinnata , pinni's alternis , pinnulis obtufts callosis. Chokdria riNNATiFinA. Ag. Syst. Alg. p. 301. Friis cORY.MuiFEit. Wulf. Crypt, air. p. 54. CtlOrvDIIlA PINNATIF1DA. Malt. IU'ise CtC. p. 633. GomdKU nm&TVtfapah. Naccar. Algol. Atlr. p. 5o,. Turn in mari, turn in Veneta Lacuna frequent Varictatcs B Osmumla jugamenlo dilalato , pinuis brevissimis imiltifido-cristatis , et y angusta juga- mento pinnulisque c\liudraccis gracilioribus in mari nosl.ro niiuimc desiderantur. Statura palmaris. Color purpureas, marcescentis roscus , lutesrcns vel virescens. Substantia cartilaginea, succosa; exsiqcatae tenuis, mem- hranacea. *J. 1. uremia OBTISA. Lm.x. L jronde tereti jUiformi pluries pinnata , pinnis oppositis cjrlindraceis < •ktuatis abbreviate horizontidlbus. CaOMatt oi:Tlsa. Ag. Syst. Al^ p. aoa. Coram.oide purpi-rea etc. Ginnan. Op. pott. i. p. 23. tab. a-i. f. 4'CIA papillosa. Grev. L. fronde ramosissima tcreti , ramis elojigatis undique ramentis den- sissimis brevissimis apice lobato-clavatis ves tilts. ClIOHDRIA PAPILLOSA. Ag. Syst. Alg. p. 203. Condria papillosa. Naccar. Algol. Ailr. p. 61. In Veneta Lacuna aliunde , pracsertim Clodiae ad niuros submersos loco dicto la Saline , auturano. Statura palmaris. Frons teres pennae corvinae crassitie irregulariter rainosa. Rami plerunique aggregati, toti vestiti papillis" brevissimis et densissimis. Color saturate viridis vel viridi (lavescens. Substantia c'ar- tilaginea, exsiccatae cornea. (3 T/iyrsoides : minor, ramentis laxioribus. Super Algas majores ex Istria rarior. 0. Lalrrncia nana. Grev. L. frondibus minutis simp/iciusculis aggregatis clavatis , apice papu- losis , papillis sporidii/'eris. CiinsuiLiA kaha. Ag. in Bot. Zcit. 1827. p. 643. soorsiin p. 19. Cokdria kasa. Naccar. Algol. Adr. p. 61. In Cjstosira abrolanifoliu Tergesti (Agardu). acctoue j. ZANAnoiMO ir)o 7. LaCBBKCM striolata. Ghkv. \.. fronde striata, striis e granulis vllipticis constitutis , capsulis clavatis. Coxdria strioi-ata. Ag. in But. Zt-it. 1838. p. 644. tcorsim p. 19 <- .11 a strucette. Naccar. Algol. Adr. p. 63 Tergesti (Acardu). Genus XXXVIII. LOMENTARIA Ltncb. Frons cylindracea, filiformis, gclatinoso-cartilaginea (saepe arliculalo- constricta) roseo-rubia. Fructus: i.° capsulae sphaericae , ovatae aut oonirae scmina cuneiformia vel rotundata includentes ; 2.° granula ter- nata in ramulis immersa. Gastridium. Gicv. Alg. Brit. Synops. p. LIII. 1. LOMENTARIA ARTICULATA. LynGB. L. fronde fdiformi articulato-concalenata tubulosa , rami's fastigiatis dichotomis verticillatisque. CnonnniA articulata. Ag. Syst. Alg. p. 307. Svrikcocompetes. GcitdL Osscrv. c scop. etc. io Giorn d' Ital. 1766. II. p. 139. lab. VI. fig. 1. Coisferva Tl'BDI.osA. YVulf. Crypt, aq. p. 16. Ccr.AMiiM TontiLOSUM. Ruch. Fl. Ven. p. a65. Cohdria AnncoLATA. Naccar. Algol. Adr. p. 63. /3 linearis: articulis linearibus diamelro sexluplo longioribus. Turn species, turn varietas articulis maxime elongatis in mari nostro baud infrcquens. Statura palmaris. Frons crassilie pennae corvinae. Color purpureus vel roseus. Substantia inembranacea. Chartae adhaeret. 2. LoME.-STARiA KALIFORMIS. GaILL. L. fronde fdiformi articulato-constricta tubulosa , ramis verticUlatis. I'll ■ I KALIFORMIS. Ag. Syst. Alg. p. 307. Feces DiApiiAKCs? Wulf. Crypt, aq. p. 03. Ciiobdria ialiformis. Mart. Rcise etc. p. G34- CoKDRiA ialiforme x Bertoloma>a Naccar. Algol. Adr. p. 6a. In Yeneta Lacuna praeccdcnle rarior. • )0 SYNOPSIS .U.r.AI'.l'M IN MAIU ADIUATICO ETC. Statura varia usque pedalis. Frons rrassilic pcnnac corvinae sta?itia Icucra , gelatinoso- membranacea, lubrien. ~>. LOMEINTARIA CLAVELLOSA. Gaii.l. L. caule filiformi pluries pinnato , ramentis lineari lanceolatis distichis basi attenuatis. ClH>M>RIA CLAVELLOSA. Ag. S}'St. Alg. p. 3oG. Ail saxa coutra marc circa Pcllcslrina leg!. Statura apud nos uncialis vol pariiin ultra. Frons lubulosa ramuloso- ronstricta, ramulis attends vel oppositis. Color roscus. Substantia genera, sabgelatinosa , Lubrica. Chartac ante adhaerct. 4. LOMENTARIA. OVALI8. '"' L. caule teretiusculo filiformi dicliotomo } ramentis ellipticis undique sparsis basi maxime attenuatis obtccto. Choisdria ovalis. Ag. Syst. Alg. ]>. 204. Com'iwa oyalb. Naccar. Algol. Adr. p. 61. j3 subarticulata: ramentis elongalis linearibus articulato-contraetis. Cho>dria otalis 5 suBABTiccLATA. Mart. Reise etc. p. 633. CofiDRlA OVALE $ QUASI ART1COLATA. Naccar. Alg. Adr. p. 6-2. Turn species , turn varictas copiose ad saxa in limite maris Clodiae. Statura fere biuneialis. Frons ad basim crassilie penuac passerinae. Color variabilis sacpe in viridesccntem transicns. Substantia caulis car- tilaginea, raiuentaruin pulposo-gelatinosa. Chartae adhaeret. 0. LOMENTARIA I VARIA. DuBY. L. caule teretiusculo Jiliformi dicliotomo , ramentis spltaericis undique sparsis oblevto. CaORDBIA L'VARIA. Ag. Syst. AL' ['. 2c'( Fucua DYABius. Wul£ Crypt. Ag. p. 3a. CnoHDBiA i\a[\ia. Mail. R.ise etc. p. 033. CoitDRiA cvaria. Naccar. Algol. Ad)1, p. 61. Cacspilose ahacrcns liaud raro occunit in caudicc Alarum majorum. AUCT0RE J. ZANAnDIKIO 20 1 Difiert a Lomenlaria ovali statura minori , rair.cntis densioiibus sphaericis latioiibus, cxs'ucationc vesiculatforimbus, colore purpurasccnle. Chartae non adhaeret. 0. LOMEISTIIUA PARVULA. * L.frondeflifornii articulata, ramis sparsis, articulis diametro acqualibus. Chondma ntun. Ag. Syst. Alg. ]>. 207. Venetiis legit Meneghim. 7. Lo»lE.\TAIUA MWWl- ClIAUVIX. L.fronde tubulosa, articulato-constricta , irregulariter ramosa , ramis rejlexis, ramulis plerumque unilateralibus. Menegh. in litter. Venetiis Meneguini et ipse legi. Statura biuncialis et ultra. Color variabilis in viridescentem transiens. Substantia tenera. Chartae adhaeret. 8. LOMEXTARIA BHCOUXl. MenEGH. L.fronde tcreti fdiformi , irregulariter pinnata , l-amis elongatis , apice uncinates, basi attenuatis ; ramentis sparsis obtusis ; capsulis sphac- ricis margine diaphano cinclis , apice poro pertusis. Menegu. MS. In Aestuario Veneto Algis majoribus et praeserlim Cjstosiris adnatam legit Meneguini. Ipse ab anno i83a in Portu del Lido banc speciem copiose hue illuc vagantem legi. Frons omnibus gracilior. Statura biuueialis et ultra. Color roseus, exsiccatae saturatior nitens. Substantia flaccida. Cbartae adhaeret. 9. LOMENTARIA ? FCRCATA. * L. fronde plana pluries furcata , intus efdis moniliformibus conslituui , capsula laterali globosa acuminata. Chosdma fcrcata. Ag. in Bot. Zcit. 1827. p. G43. seorsiin ]>. ly. Condma FonciTA. Naccar. Algol. Adr. p. G3. Tergcsti in Rhodomerna bifida parasitica (Agvrdii). Species mihi ignota. Ex alio genere pro certo habeatur. Structuram Mesogloiis affincm esse Agardh ipse moimit. Sep.il II. Tom. IV. rB 20 2 SYNOPSIS ALGARl'M IN MARI ADRIATICO FTC. Genus XXXIX. GRACILARIA Grey. Frons cartilaginea fdiformis , cylindracea vel compressa, rubra. Fructus: i.° capsulae massam semiuum minutorum includentes; 2.° gra- nula simplicia in fronde nidulantia. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LIV. \. GitACii.Aiuv CORFERVOIDES. Grev. G. fronde cartilaginea tereti filifbrmi, ramis clongatis simpliciusculis , obsitis ramulis minoribus utrinque attenuatis patentibus , capsulis hemisphaericis sessi/ibus sparsis. SpnAEnococcus cosFEnvoines. Ag. Syst. Alg. p. a3a. Ceramiantemo ramosissimo etc. Donnt. St. nat. mar. dell'Adr. p. 28. tab. 1. Coralloide ALTRE VOLTE DI COLOR rosso etc. Ginnan. Op. post. 1. p. 23. tab. 21. f. 48. FfCUS LOJtGlSSlHDS , ALPUS, ACEROSUS, UN1F0RM1S, FLAGELLARS, DEF0RMI6. Wulf. Crypt, aq. p. 48. 4g. 58. 6i. C<\. Ceramium longissimum et uniforms. Rtich. Fl. Vcn. p. 262-63. SpnAEROCncr.L's confervoides et var. fi PROCERRIMDS, O UH1F0RM1S, £ VERRUCOSUS, JDIVARl- catus. Mart. Rcisc etc. p. 63a. Sferococco corfervoide ct var. y ramosissimo, 5 sudicio Naccar. Algol. Adr. p. 71. 73. ^3. Nil freciuenlius, nil mutabilius in mari nostro praesertim in Vcneta Lacuna. Statura usque pedalis. Color pnrpurascens. Substantia cartilaginea. Stirps mire varians. Iileo vavictatum farragincm praetei'misi, quod prorsus inane , cum agatur de specie summopere ludibunda. Oos. Ex liac planta nuperrime apud nos in Ofticinis gclatina paratur, quae praecipue in phlbisi scrophulari epiam maxime prodest. 2. Gbacilabia compressa. Grev. G. fronde cartilaginea Jiliformi compressa pinnato-dicJiotoma , ramis patentibus laxc ramosis longe subulatis. Spherococcus compressus. Ag. Syst. Alg. p. 233. Focus m w.i.i-.- u 1- ? Wulf. Crypt, aq. p. 4°- Clodiac MenegbLNI ct ipse legi. Statura palmaris et ultra. Color purpurascens facile in olivaccum transiens. Substantia cartilaginea. auotore j. zanardinio 2„3 3. Gracilawa armata. Gbbv. G. fronde cartilaginea filiformi dickotbma spinosa , spinis secundis furcatis. Siiiaehocdccos aiimatos. Ag. in Bot. Zcit. 1827. p. G45. scoisiiu p. 20. Srisnococco aiiuato. Naccar. Algol. Adr. p. ;3. Tergcsti ad saxa profundi; sulnncrsa loco diclo la Lantcrna copiose legi. Habitu Sphaerococco coronopifolia fere similis , quo tamen distin- guitur in primis fronde tercli tiunquam comprcssa, et fructibus sessi- libus per totam longitudincm froudis crcberrime sparsis. i. Gracm.aiua secdnda. * G. fronde filiformi membranacea cartilaginea parce ramosa , ramis secundis. Sphaerococcus secundis. Ag. in Bol. Zcit. 1827. p. 645. seorsim p. 30. Sv'Enor.occo ukiiateivale. Naccar. Algol. Adr. p. 73. Tcrgcsti in altiorc mari (Agardh). o. Gracilaria? divabicata. Grev. G. fronde subcartilaginea ramosissima fragilissima , tota obtecta ramellh setaceis deciauis, apicibus rectis subulatis. Sphaehococcos DiVARiCATOs. Ag. in Bot. Zcit. 1827. p. 645. seorsim p. 21. Si'Enococco DivAKicATO. Naccar. Algol. Adr. p. 74. Tcrgesti praecipuc in salinis et Vcnetiis (Agardh). Species paucis notis adumbrate ab Hjpnea musciformi hand dissi- milis videtur. Genus XL. HYPNEA. Lamour. Frons cartilaginea cylindracea , filiformis ramosissima , ad apicem ramulorum saepe incurva. Fructus obscurus: granula in ramulis setaceis intumescentibus siliquacformibus nidulantia. Grev. Jig. Brit. Synops. p. LIX. 1. IIVPIVEA Ml'SCIFORMIS. LAMOUR. H. fronde subcartilaginea filiformi ramosissima, ramsntis setaceis spi- •i.j synopsis at.caium K» HAM AnniATico etc. nuliformibus hirta , apicibus ramoritm lanccolulis uncinalis , capsulis sphacricis in ramulis sessitibus. Sphafuoi.oi »i * muscifobmis. Ag. Sysl. Alg. p. a38. C.0BALL01DB PURPl'BEA, Cl CoilAl.LOlDB COLOR DI lAHM CiiMll.iti. Op. pOSt. 1. p. 11. S3* tab. 21. fig. {3. Fucus muscifohmis ct inn-res ? Wulf. Crypt, aq p. 47- 63. Cl.KAMH'M Ml SLllUBME. Rlldl. Fl. VlMl. p. -jG.'l. Spiiaebococcus mcscifohmis. Marl. Keisc etc. p. G3a. St'Enococco moscuobme. Naccar. Algol. Adr. p. 53. Tcrgcsti iu ipso limite maris frcqucnti&sima. Statura palmaris vel spithamaea. Crassilies pennae passerinae acqualis ct ultra. Color vircscens raro -rubescens. Substantia carlilaginea lenera. Species ol) variain ramentorum densitatem maxime luilibunda. Genus XLI. GIGARTINA Lamour. Frons cornea vel carlilaginea, filiformis, cylindracca, vage ramosa. Fruclus: capsulae sphaericae sessiles globulum seminum rotuntlorurn includentes. Grev. Alg. Brit. p. LP III. i. GiGAnn.vv miniata. Lmx. G.fronde minuta dense caespitosa tereti-compressa , corneo-cavtilaginea impUcata inordinate i-Z-pinnata , ramulis horizontal ibus extremis brevibus subacutis. Dubv Bot. Gall. ed. a. v. 2. p. 953. Caudici Cjstosiraa Hoppii succrcscens: Tergesti ab undis rejectam inveni, iterumquc ad saxa in Portu Polae. Frondes aggregalae, caespitosae vix unciam altae, lerefes, crassitiem fere capillo humano aeijualcm ubique servanles, irregula'ruer laniosae. Ramuli sacpe secundi , plerumque brevissinii, allerni vel opposili, pa- tontes. Color pulchrc coccineus exsiccatione saturatior. Substantia car- tilaginea tcnax. 2. Gigaktina? Hf.lminthociiorton. Lmx. G.fronde carlilaginea tereti caespitosa impUcata, caule filiformi re- pcnle , rands setaceis subdichotomis obsolete transversim strialis. Spiiaebococci's Helmimiiochobtos. Ag. Sysl. Alg. p. q35. E mari rejects circa Polaru loco dido del Molino mihi occurrit. AVCTOBB J. eanabdhro 2,,', Statu,;, un.ialis vcl parum ultra. Crassities sctacea. Color purpureo- iuscus ,.. albo-v.rulem facile (ransicns. Substantia cartila-inca , lent-, lena\. Structura ab omnibus divcrsa, ct Alsidio affinis. An genus distinctum1 ^ Ods. Ut remedium contra vermes eximiu.n per plura saecula a colonis Graecis in Corsica, ubi primum detecta, usitata. Utrum vero haec virtus bujus spcciei propria, an potius omnibus communis etiam atque etiam dubitandum. 'J. GlGARTINA PLICATA. Lmx. G. fvondc fliformi cornea rigida aequali implexe ramosa , ramis sub- secundis horizontalibus confertissimis a pice fur cutis. Spiiaerococccs plicatcs. Ag. Syst. Alg. p. 334. Cbhamidm plicatum. Ruch. FI. Ven. p. 264. Venetiis Rochinceb , Clodiae Meneghibi legit. 4. GlGARTINA USTDLATA. Grev. G.fronde cartilaginea setacea ramosissima , ramis erectiusculis acutis ramenta lateralia horizontal spiniformia ferentibus. SpHAEROCOCCXS USTUIATCJ. Ag. Syst. Alg. p. a37. Venetiis ad saxa legit Meneghim. O. GlGARTINA ACICULARIS. Lmx. G. fronde cartilaginea fdifnrmi subdichotoma , ramis palentibus acumi- nata ramenta tateralia horizontal spiniformia ferentibus , capsuUs sphacrwis sessilibus sparsis. Sphaebococcus acicciabis. Ag. Syst. Alg. p. a37. Fnoo nuwo o. akcusti e stbett. bamuscelli ccc. Ginnan. Op. post. 1. p. »,. ub. ». i- 4a> FOCDS COSFEBVOIDES ct ACICVLABIS. Wulf. Crypt, aq. p. 45. G3. Sphaebococcus confebvo.des var. y nm.,xoa ct S. acccab.s. Mart. Reise etc. p. 63x Sfebococco cokfervoide var. B iktbicato. Naccar. Algol. Adr. p. -ji. Ad saxa in ipso limite maris frcqiuns. Stalwa a-3-uncialis. Crassities Merulae pennae aequalis. Color pur- purascens. Frons saepe zonis transversim lutescentlbus variesata. Sub- stantia cartilaginea , exsiccatae rigida. ■2t>6 &YNOPSIS Ai.GARUM IN MAP.I ADRIAT1CO ETC. Obs. Iii aqua dnlci maccrata omnino in gelalinam solvitur teste Agardii (SP. Alg. I. pi 3.3). 0. GlGARTINA GlUFIITSIAK. L.MX. G. froiulc cartilaginea Jiliformi dicholoma Jastigiata , nematbecis ob- it mgis amplexicaulibus. Spharrococcds tiiui'riisi.u: Ay. Syst. Alg. p. 335. Foci's futigutos ei rociTos? Wolf. Crypt »q. p. 53. 61. Ceramics cioAiTunni? Ruch. Fl. V™. p. aG3. cxcl. syn. Sriivrr. 1. ..1.. \i; 1 im s ' M.ni. lUiv etc. p. 63l. excl. syn. LiCBBH rii-.MAn. Mart. 1. c. p. Gig. cxcl. syn. Svnocooco GamtTsujio. Naccar. Algol. Adr. p. 70. Poudb TENibMii\. IN.iccar. 1. c. p. 57. quoad syn. Wiiit'. Ad saxa in liruite maris vulgatissima , ncc non ad muros canalium Urbis \ eneliarum. Froiis compressa, plana, ramoso-cxpansa et fasligiata. Statura vix pollicaris el minor. Color subnigrescens hyacinthinus, exsiccatae niger. Substantia cartilaginea. Habitus Lichinae pygmaeae. Obs. Iu synonvma allala vix milii dubium superest quin Fucus ja- stigiatus Wulf. 1. c. seu Polide tenuissima Naccar. 1. c. et Ccramium gigartinum Ruch. 1. c. seu Spbacrococcus gigavtinus Mart. 1. c. ner non Lichina pjgmaea Mart. 1. c. hue sane pertineant. 7. Gigarti.\a mm. Grev. G. frondc cartilaginea tercti fdiformi ramasissima dicholoma fastigiata , /■amis seiisim attenuatis apice complanatis et trifurcis. Sphaerococcus durus. Ag. Syst. Alg. p. 234- Tergesti uudis rcjccla raro milii obvenit. Statura biuncialis. Crassities pennae corvinae aequalis. Color cocci- neus , marccscenlis olivaceus. Substantia cartilaginea, dura, parum hu- mectatione -volumine crescens. 8. Gigartina Teedii. Lamour. G. frondt- msmbranacm plana liheari vagc pinnatifula ciliuta , tiliis subulatis latere cttpsuliferis , capsulis solitariis. Sphaehococccs Teedii Ag. Syst. Alg p. aa5. AUCTORn J. ZA\ARDINIO 2n„ SriURnococrxs Teedii. Mar£ Reisa etc. P. G3i. SlEnococco Tbediako. Naccar. Algol. Adr. [>. 68. Tergesti ad littora iu rrjectamentis Laud infrcquens. Statura palmaris. Frons lincam-scsfpiilincam lata. Color purpurascens, exsiccatac inter viritlcm, purpureum, et roseum pulchre varians. Sub- stantia membranarea. Genus XLII. GELIDIUM La sioun. Frons cartilagineo-cornca, compressa, linearis, plus minusve pinnata. Fructus : i." capsulae in ramulis immersae , semina niinula rotundata includentes; a.9 grannla composita in ramulis nidulantia. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LVH. I. Gelidii'm cornei-m. Lmx. G. fronde cartilagineo-cornca disticha ramosa , segmentis compresso- planis Unearibus bipirmatis, pinnis oppositis patentibus obtusis , cap- sulis ellipticis lateralibus pedicellalis. Spiiaehococcus corkeus Ag. Syst. Alg. p. taa5. /3 hjpnoides. Fucos sEiticEos. Wulf. Crypt. aHA>nococcvs coekeus £ 1'llnih. Mint. Rcise etc. p, C3i. Ad oras in saxis violentiore acstu maris percussis. Frondes pulvinatae angustae, pinnis selaccis curvatis. Statura rix bemipoliicaris. Color ruber. Substantia cartilagiuea. c- clavatum. Sfchococco clathto. JNsccor. Algol. Adr. p. 69. Ubi praeccdons. Frons setacea rcpens et decumbens, ramis brevibus clavalo-obtusis. J loncharion. Feces tencissimcs. Wulf Crypt, aq. p. 6a. SpBAr.noeoccrs corbecs 5 cniNALis. Mart. Rcise etc. p. 63t. Sferococco Lwcetta. Naccar. Algol. Adr. p. 69. Iisdem in locis. Frons setacea parum ramosa, ramis elongatis apicc subtrifurcis. Genus XLIII. SPHAEROCOCCUS Stack. Ag. Frons cartilagiuea, compressa, anceps , linearis, distiche ramosa. Fructus: capsulae mucronatae, semina ovata brevi-pedicellata includentes. Grev. Jig. Brit. Sjnops. p. LVII. i. SPHAEROCOCCUS CORONOIMFOLICS. Ac S. frond 'e cartilaginea ramosissima dichotomo-pinnata , segmentis sensim attenualis, inferioribus compresso-ancipitibus , ullimis furcatis acutis, capsulis sphaericis mucronulatis pedicellatis lateralibus. Ag. Syst. Alg. p. 2^9. Fucus cartilaginous. Scop. Fl. Cam. II. p. 4«4- n- *\29- Wnlf. Crypt, aq. p. fo. Sphaf. no coccus coiiOnopifolius. Mart. Reise etc. p. G3i. Spmococco corosopifolio. Naccar. Algol. Adr. p. 70. In alto crescit , sarne undis in littus advectus , et ibi rclictus rcpcrilur. AfCTOnE J. ZANARDINIO •>,„) Statura usque spitliamaca. Color variabilis coccineus, purpureus (|uaii(locpic viridis vel latescens. Substantia cartilaginea. Species polymorplia. Interiluin frons crassior tola couformis, ramenlis lateralibus destituta, fructibus sessilibus. An species alia? Genus XL1V. RIIODOMEJVIA Gjusv. Frons plana, incmbranacca , roseo-rubra omninn avcnia, sessilis \ ct breviter Stipitata. Fructus: i.° capsulae liemispharricae, sparsae; 2." gra- nula ternata minutissima in soris hidcfinitis. Grev. Alg. Brit. Synops. p. XLVIII. 1. RlIODOMEMA BIFIDA. GrEV. R. fromlc membranacea dichotoma, capsulis sphaericis margmatibus sessilibus. Sphaerococccs bifidds. Ag. Syst. Alg. p. a3i. Focus cbranoides. Wulf. Crypt, aq. p. 3?. SntAEKOcorccs cmsrcs? Mart. Reisc etc. pap. 63o. excl. syn. Wulf. Spiiaerococcds repfns ? Mart. I. c. p. 63i. excl. syn. Sfebococco bifido. Naccar. Algol. Ailr. p. 70. Sferococco forccto ? Naccar. 1. c. p. 67. excl. syn. Ag. [3 ciliatii: frontle angustiori, segmentis nltiniis elongatis , ciliatif. Capsulae in ciliis lninutissimae. Titterdiun prolifera. I. in/ ^ purpurea viscosa. Ginnan. Op. post. 1. p. a5. tab. a5. f. 57. Feces lacer. Wulf. Crypt, aq. p. 38. Rucli. Fl. Vcn. p. 261. Sphaerococccs bifidcs B ciliatus. Mart. Reisr etc. p. 63i. excl. syn. Rucb. Turn species , turn varielas in Veneta Lacuna vulgatissima ; in maris quoque demersis urbis Venetiarum passim rcperitur. Statura 2-3-uncialis et ultra. Color roseus. Substantia membranacea. 2. Rhodomema Palmetta. Grev. R. caule fdiformi subsimplici in laminam subcuneiformem palmatam cxpanso , segmentis ligulaeformibus , capsulis licmisphaeriris in disco sessilibus. Spbaebococcps Palmetta. Ag. Syst. Alg. p. ai5. Opcnzia di membbaka FiKissiMA e di colob Rosso assai vivace. Ginnan. Op. po>t. I. p. j:V tab. a5. fig. 5g. Serie II. Tom. IV. cc 2IO StNOPSIS ALGART'M IN MARI ADIUATICO ETC rrtis TiMiioRiiis Bi'i'tul. Allium, il.il. p. -r>.\. Alimkma Pico n" India. Naccar. Algol, Ailr. p. 76. In mari . rpmidoqiic ad Algas niajorcs ev Quarnrro et in Islria cxpiscalas. Statura varia. Co/of rubens. Substantia cartilag'meo-mcmbranacea tenuissima. Chnrfae non adhacret. Obs. Pro locorum divcrsitatc idii crescit variis abludit form is. Frons nunc simplex cl bifida, nunc lineari-dichotoma marginc prolifera, seg- raentis obovatis interdum concatenatis. In meo berbario nonuulla cxcm- plaria extant quae cum figura citala omnino quadrant , ila ut nullum dubiurri mihi superslt quin species Ginnaniana hue sane perlineal. Genus XLV. CHONDRUS Lamour. Frons carlilaginea, plana, enervia , dichotoma , sursum dilatata , livido-rubra. Fruclus: capsulac sparsae plcrumque in disco frondis itn- mersae , rarius prdicellalac. Semina minuta rotundata. Grev. Alg. Brit. Sjrnops. p. LJ~. 1. Chosdris Heredia. Grev. ('. caule Jiliformi mox in frondem dichotomam dilatato , segmentis li- ncari-cunri/orriiibus , ultimis funbriatis , vcrrucis echinatis pedicel- lalis axillaribus. Sphaerococci-s Heredia. Ag. Syst. A!g. p. 2i5. Sphaehococcus Heiiedia. Mart. Reise etc. p. 63o. Sferococco Heredia. Naccar. Algol. Adr. p. 67. lu alto crescit ; raro ad littora obvenit , fluctibus delatus. Statura palmaris et minor. Color rubens. Substantia carlilaginea tenera. Genus XLVI. PHYLLOPHORA. Grev. Frons cartilaginea vel membranacea, plana, rubra, obscure vel obsolete costata , e disco prolifera. Fructus : i.° capsulae semina minuta, rotundata includentes ; 2." granula simplicia in receptaculis planis folia- ceis. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LFI. AUCTOUE J. ZANAB.DINIO ail 1. PlIYLLOPIIORA NERVOSA. GliKV. P. caule brevi ramoso , laminis linraribus imdulatis costatis e suprr- ficie proliferis , costa plana cvanescente , capsulis bracteatis. Spiiaerococcos nervoscs. Ag. Syst. Alg. p. ai3. Sferococcu HEnvoso. Naccar. Algol. Adr. p. G6. /3 spiralis: lamina Spiraliter torta, ncivus obsoletior. Epatica spirale. Chilian. Op. post. I. p. aG. lab. aG. f. 61. Fucus crispatus. Wulf. Crypt, arj. p. 3y. SPHAEROCOCCliS KEnvosts B spiralis. Mart. Rrisc etc. p. G3o. Sferococco hervoso # spirale. Naccar. Algol. Adr. p. G6. Turn species , turn variolas in alto crescit , sctl raro. Statura subpedalis. Color roseo-rubcr facile in viridem transiens. Substantia cartilagineo-membranacea , tenuis. 2. PlIYLLOPIIORA L.VCTLCA. GlVEV. P. caule filiformi dichotomo , ramis alatis in laminas ovatas mem- branaceas crispatas abeunlibus. SpiiAEnococccs Lactcca. Ag. Syst. Alg. p. an. Palmetta marina etc Ginnan. Op. post. 1. p. ao. tab. 19. f. 37. Sphaerococcls Lactcca. Mart. Rcise etc. p. G3o. Sferococco Lattdca. Naccar. Algol. Adr. p. GG. In mari baud infrequens. Aliquando species a sede sua avulsa ad littora in rejectamentis obvenit. Statura biuncialis. Color recenlis purpurascenti-roseus , exsiccatae saepc yiridis. Substantia tenuissima , membranacea , sli|iitis crassa rar- tilaginea. Genus XL VII. GRATELOUPIA Ac. Frons cartilagineo-membranacea, plana, quandoque pinnulis vel ra- mulis foliaceis basi attenuatis instructs. Fructus : tuberculae minutae , aggregatae , immersae, pertusae , semina rotundata vel elliptica inclu- dentes. Grev. Alg. Brit. Synops. p. LIX. 1. Grateloupia filicina. Ac. G. fronde pinnata , jugamento lineari , pinnis utrinque attenuatis np- positis Ac Syst. Alg. p. 24 1. 313 SYNOPSIS ALGAIU'U IN MAM ADRIATICO ETC. Feces riLicims. Wulf. Crypt- aq. p. .r>i. Grateloipia RUOU. M.irt. Reiae etc. p. G3o. Gratelipia viuicisi. Naccar. Algol. Adr. p. 7$. Tcrgcsli in corporibus sulimarinis accresccns, ctiam Supra cancrorum tcstas ; quamloijuc ID Vcueta Lacuna speciem legi circa Cloiliam. Statura palmaris. Frondes plcrumque aggregatae radiaum explanatae. < '<)/<)/• purpureas , exsiccatae subnigrescens. Substantia metnbranaceo- cartilaginea, exsiccatae firma. ULVACEAE. Genus XLVIIT. TORPIIYRA Ac. Frons plana, tenuissima, purpurea. Frnctus: i.° sori sparsi granu- lorum ovalium ; a.° granule quaternata per totam frondem pulchre disposita. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. LXV. 1. PORPHYRA VULGARIS. Ag. P. j'ronde purpurea plana margine undulato-crispa ovato-lanceolata. Ac. in Bot. Zeit. 1827. p. 643. seorsim p. 18. Ulva atroporpurea. Oliv. nei Saggi dell'Accad. di Pad. 1793. III. p. 12. c. ic. Ulva sericea. Wulf. Crypt, aq. p. 5. Uiaa pcrpcrea. Ruch. Fl. Vcn. p. 376. Mart. Rcise etc. p. 634- Sphaerococcds laciriatus. Mart. I. c. p. 63i. ex syn. Wulf. Porfira volcare. Naccar. Algol. Adr. p. 55. Ill Vcnela Lacuna , ncc non in canalibus Urbis Venctiarum prinio vcrc species vulgatissiina. Statura usque pedalis. Color rubescens, exsiccatae rubro-liyacin- tliitms uitens. Substantia tenuissima flaccida. 2. PORPIIYRA LACIMATA. Ac. P. f'ronde purpurea plana, laciniis numerosis dilatatis. Ac. Syst. Alg. p. 190. ,3 umbilicata. Yarietatem tantum bucusque legi Tcrgesli ad saxa in ipso limile maris: autumno. AIJCTOIU: J. ZAXAUDINJO ., , 3 Frondes aggregatae fere orLimlai...-, tfbMdfatea nmbilicaiae, in meis speciminibus a-3-linearum diametro. Granula qtiaternata, quam in P vulgari duplo majora. Color recentis lividus, exsiccate rubescens miens! Substantia tenerrima membranacea. 3. PORPHYHA CORIACEA. * Wfronde rosea, solida , coriacea, cavemoso-inflata , mesenteriformi , supra granulifcra , gramiUs pafum eminentibus undique sparsis. Venetiis ad muros sepulchred in ipso limits aquae loco dicto S. Cristoforo mensc aprilis. Frondes aggregatae superimposilae in unura corpus coimatae, ex- pansae, diversae magniludinis et variac formae , nunc rotundatae, nunc ovatae vel elongatae, pnlposo-solidae intus irregulariter cavernoso-inflatae superficie gyroso-plicatae et bullalae, mesenteriformes, muris vertica- libns levitcr ailkae, transparentes, granulis punctiformibus , creberrimis undique ac symmetrice conspersae. Color roseus. Substantia membra- nacea , valida, rigidiuscula; exsiccatae rigida, coriacea. Chartae non adhaeret. Struclura caeteris evidentius cellulosa ; cellulae coloranles quam in caeteris ma j ores , approximatae. An granuli cellulis minoribus subdia- phanis conflucnlibus cflbrmati ? Genus XLIX. ULVA Linn. Frons membranacea viridis, pinna (rarius juniore saccata). Fructus : granula quaternata per lotam frondem aggregata. Grev. Jig. Brit. Sjiiops. p. LiX.r. i. ULVA LAT1SSIMA. LlNN. V.fronde oblonga vel subrotunda haissima plana. Ac. Syst. Alg. p. 188. Lattcca mamma. Ginnan. Op. post. j. p. 24. Lib. 23. fig 54. Ulva latiss.ma. Scop. Fl. Cam. 2. p.404 n. ,432. Wulf. Crypt, aq. p. 4 Mart. Refac etc p. 634. Ulva Lattcca mamsa Tar. 5 Naccar. Algol. Adr. p. 5o. /3 mesentcriformis : fronde plicata bullosa. LlVA MESEMTEIUFORMIS. Wulf. Crypt- aq p. 5. ai4 SYHOPMS ALGARUM IS MAW ADRLVTKO ETC. Ulva latissima var. B Mart. Ri'is<- etc. p. 635. \'w\ I.attcc.a maiura Naccar. Algol. AJr. p. '19 •/ wnbilicalis : fromle umbilicata. Ulva umbilicalis. Wnlf. Crypt, aq. p. 7. I iai i.atlsmma v.ir. y. Marl. Rcise etc p. 635. Ulva Lattit.a marina var. y. Naccar. Algol. Atlr p, 5o. 0 palmata: frondc in lacinias sublinearcs cotitorias clivisa. I 11.1 Lai ti . a. Scop. Fl. Cam. 2. p. 'jo5. u. 1 433. Wulf. Crypt, oq. p. 3. Suflfir. Forojul. p. 203. Rucli. Fl. Vcn. p. a^S. Ulva lacimata. Wulf. Crypt, aq. p. 3. Ulva i.aiissima var. 5\ Mart. Rcise etc. p. 635. Ulva Lattcga mamna var. 8. Naccar. Algol. Atlr. p. jo. Turn species , tutu variolates in Vcneta Lacuna unique vulgatissimae. Statura varia. Color viridis. Substantia membranacea , valida, rigi- diuscula. Ons. In quibusilam regionibus in acetariis cornedilur. 2. Ulva Linza. Lins. XJ.Jronile lanccolato-ensifornri utrinque lorigv attenuaUi unduluto-crispa. Soleria Linza. Ag. Syst. Alg. p. l85. Ulva Linza. Wulf. Crypt, aq. p. ,\. Suflr. Forojul. p. 201. Rucb. Fl. Vcn. p. 276 M:irt. Rcise etc. p. 635. Naccar. Algol. Adr. p. 5i. /3 lanceolata: fronde margine plana. Ulva compressa. Scop. Fl. Cam. 2. p. 4/>5. n. i/|34. Ulva lanceolata. Wulf. Crypt, aq p. 1. Rueh. Fl. Vcn. p 276. Naccar. Algol. Adr. p. 5a. Ulva Linza B lanceolata. Mart. Rcise etc. p. 635. Species quandoque varietas in Veneta Lacuna baud infrequens. Statura variat usque pedalis. Color ac substantia ut in specie prae- cedente. Genus L. ILEA Fries. Frons tubulosa, cava, membranacea, viridis, striato-areolata. Fruclus: granula subquaternata , in areolis aggregata. Enteromohpha. Grev Alg. Brit. Synops. p. LXVL AK.TORE J. /.ANAIIDINIO i. [lea Bbrtolond. * l.Jronde lineari basi in stipitem mhulnsum longe attenuate, Lreme undulato-crislata. Solema Bbrtoiokh. Ag. Syst. Alg. P. ,85. Civil. Gionan. Op. post. I. p. 34. tab. -ill. f. 55. In mari nee non in Vcneta Lacuna. Statura usque pedalis. Frons vix u„guem lata, margine cispatissin.a. Color dtlutc vind.s. Substantia mcn.branacea. 2. Ilea ixtestinalis. Gaill. I. JronJe lubulosa injlata simplici. SoLEWIA 1NTEST1NALIS. Ag. Sjst. Alg. p. 1 85. CoBferva .»T»naU, Wulf. Cry^t. aq. p. ,3. Ruch. Fl. Vcn. P aGn Ulva ,„tes™a,.,s. Suffr. Forojul. p. Ma. Mart. Reise ctc ^ Ulva ihtestimforme. Naccar. Algol. Adr. p. 54. Li Veneta Lacuna praesertim in fossis sa]sis frequentissima. 3. Ilea compressa. Gatll. l.Jronde tubulosa lineato-clathrata ramosa fdifonni compressa, ramis simphcibus basi attenuatis. Solema compressa. Ag. Syst. Alg. p. 186. Aechetta Mosco. Ginnan. Op. post. 1. p. a5. tab. 25. f. 5- Uma flexoosa. Wulf. Crypt, aq. p. 1. CoHFERVA FISTULOSA. Wulf. 1. C. p. ,3. Co-ferva compressa. Wulf. 1. c. p. ,4. Ruch. Fl. Ven p 2,0 Ulva compressa. Mart. Reise etc. p. 635. Naccar. Algol. Adr. r. 5, £ crinita: fronde ramisque capillaribus. Ueva compressa y«m Mart. Reise. etc. P. 635. (esc>. syn Wulf. e. Ruch. j item Algol. Adr. p. 53. ( excl. syn. Wulf. et Ruch). Turn species , turn varictas vulgaris ubi praecedens. 4. Ilea clathrata. Gaill. I. fronde tubulosa Jla.escente irregulariter clatln-ata fdiformi , ranus attenuatis. S0LE1,!A CLATHRATA. Ag. Syst. Alg. p. ,86. Cosfsrta CArHRATA. Ruch. Fl. Vcn. p. a7o. ai6 SYNOPSIS ALCAIU M IN MAM ADRIATICO ETC. I'lva clatiirata. Mart Rcise etc. p. 63G. I i.\ \ a isfekiiiata. Naccar. Algol. Adr. p. 5^. Yrnctiis in Lacuna Bed raro. Ous. Ulvam attenuatam Naccar. 1. c. p. 54- ad StilopJiontm crinitain amamlavi. Conferva autem siwulata Wur.F. ( Crypt, aq. p. i a), scilicet I Iva subuluta Mart. 1. c. p. 636 , lice est I h-a lesiniforme Naccar. 1. c. p. 54- vix. hujus loci esse potest; species adhuc dubia ronsulto omittilur. Genus LI. PERCURSARIA Bory ( non Bonnf.m.). Frons cellularis, tubnlosa, scricm centralem sporidiorum serins in- cliuleus. Menegti. MS. 1. Percirsaria pdgicola. Menegh. P. frondibus niinutissiniis caespilosis , comprcssis , marginatis , apice atteniuitis , irregularitcr ramosis ; ramis acu&s , bj-cvibus sacpe pe- cthiatis. Menegh. MS. Habitat parasitica in Fuco r>esiculoso var. Sherardi ad littus Dalmatiae sec. Menegiiini , qui speciem detexit. 2. Perclrsaria rige.\s. '"' P. fronde ramosissima basi crassiuscnla apicc attcnuata , ramis ramu- lisqiie vagc cxeuntibus jlcxuoso elongatis, rigidis , idlimis acutis. Tab. VIII. Gg. 3. Ut praecedens super Fucum parasitans , in Portu Polae milii occurrit. Frondes densissitnc aggregato-caespitosae, duas trcsve lineas longac, basi crassiusculac et ita dilatalae , versus apicern sensim attenuatae, indeflnitc ramosae. Rami ramulique vage egredientes, nunc approximate nunc plus minusve dislantcs, alterni , oppositi, quandoque secundi , flexuoso-clougati , tandem acuti. Color dilute viridis. Substantia mem- branacca , rigidiuscula. AUCTORF. J. ZANARDINIO 2 I >] Genus LII. BANGIA Lyhgb. Frons plana capillaris menibranacea colore viridi , rosco vel pur- pureo. Fruclus : granula plus minusvc regulariter transverse disposita. Grev. dig. Brit. />. 1 1']. 1. BANGIA ATROPUBPUBEA. Ac B. Jilts afropurpureis rectis , fusciis 5-punciatis. Au. Syst. Alg. p. 76. Ad saxa violcntiorc acslu maris pcrcussa circa Pellestrina. Stalura uncialis vel parum ultra. Crassilies capillo hutnano aequalis. Color alropurpureus. Substantia membranacea flaccida. Cliartac adlineret. 2. Bangia Alsidii. * B. frondc inconspicua simplici vel ramosa, rainis alternato-secundutis, cellulis uniseriatis diamctro subarr/ualibiis , ruifro-coloratis. Tab. VI. fig. •). Bakgia Alsidii. Zanard. in Bibl. it. 1839. torn. yG. p. i3(i. Ad Alsidium corallinum parasitans Tergesli in ipso limite maris. Frons vix lineam longa , ut plurimum solilaria ct ocrulo undo fere inconspicua j diam. — = lin. Species sub microscopio pulcherrima. Otis. In Laminaria debile aliara speciem liujusce generis colore vi- ridi a Bangia Laminariae Lyngb. longe diversam semcl legi; alia qtioque in Laurencia obtusa oculo nudo nisi propter levem lincturaiu aerugi- nosam patens mihi se se obtulit. Ambae vero denuo inquirendae atque accuratius examinandae priusepjam scientiae augmenlnni inferant. I lie tantum monituin sufliciat. Sekie II. Tom. IV. i>d 3l8 SYNOPSIS AI.GARUM IN MARI ADRIATICO ETC. SIPHONEAE Genus LIII. VAUCIIERIA De Cand. Frondes valde aggregatac, tubulosae , conlinuae , capillarcs, massa viridi interna subpulverulenla coloratae. Fructus: coniocyslae liomo- gencae. Grev. Alg. Brit. Sjrnops. p. LXVIII. Cf. Consp. Sipli. p. 1 35. 1. Yalcheria Pilis. Mert. V. ftlamentis simplicibus aut parce ramosis , atrovirentibus pinguibus. Mert. in Mart. Reise etc. p. 639. Yaccheria Pelo. Naccar, Algol. Adr. p. 44' Vulgo sub nomine pelo jam apud antiquos nota copiose provenit ex fundo limoso Lacunae Venetae , ubi crescit paludes tegens stratis longe protensis. Pricno vere communissima. Caespes diametri mdefinitae. Fila decumbentia dense aggregata lon- gissima , crassitie ultra capillaria, parum ramosa. Fructus hucusque non detecti. Color saturate viridis. Substantia membranacea continua. Filum aetate materiem sporaceam amittit, deinque albescit. Exsiccatione nitens chartae adhaeret. 2. Vauchema mari>v. Lyngb. V.Jilis erectis ramosis, ramis remotiusculis attenuatis ; coniocjstis ovatis brevissime pcdicellatis . Ag. Syst. Alg. p. 172. Vcnetiis ( sec. Herb. Meneguini ). Caespes erectus unciam altus. Fila capillo humano tenuiora. Color et cetera ut in specie praedicta. Obs. CI. Agardh in Bot. Zeit. 1827. p. 640. seorsim p. 16. aliam speciem Tcrgesti se vidisse monuit; quacnam -vero sit, auctor ne ver- bum quidem fecit. AUCTOnE J. ZANARDINIO 1 1 r) Genus LIV. BRYOPS1S Lamour. Frons membranacca lubulosa , filiformis, cylindrica, ramosa, ramis imbricatis vel tlistichis pinnatisqne humore viridi repletis. Grf.v. Alg. Brit. Sjrnops. p. LXP'II. Cf. Consp. Siph. p. 1 35. 1. Buyopsis te.nlissima. Mor. ct De Not. B. filis tenuibus , dense caespitosis , implexis , simpliribus fitrcatisve. Mon. et De Not. Florul. Capr. p. ao3. tab. VI, f. 3. In Portu Polae ad scopulos profunde submersos Icgi. Fila temiissima , capillacea , crectiuscula in caespiles parvos collecta, vix unguem longitudine acmulantia , Tage rarnosa quandoque simplicia, vt ad apicetn lantum (areata, vel stricte ac breviter dichotomo-fasligiata. Habitus omnino T'aucheriae, 2. BiiYOPSis Balbisiana. Lmx. B. filis dichotomis inferne nudis apice phimosis et penicillatO-ramiUosis , ramulis subimbricatis simpliribus. Ac. Syst. Alg. p. 1-8. ConFEHVA D1CHOTOMA? Wulf. Clypt. 3q. p. lO. Ad liltus in rcjcctamcnlis circa Tergestum. Fila digitalia et ultra , crassitie fere pennae passerinae , hue dicho- toma , omnino nuda, apice obsessa ramulis tenuissimis phimosis lineam longis , superioribus brevissimis , et ita penicillata. |3 cupressma: Clo simplici abbreviato. Ad Algas majores in Portu Polae Istriae. A specie tantum. differt forma simpliciori , tenuiori ct brevioii. Filum ad basim radicans , rainosum , pcrreptans. 3 3l> SYNOPSIS ALGARVM IN MAIU ADRIATICO ETC. 3. Brtopsis plomosa. Ag. B. Jilis ramosis inj'erne nudis a medio pinnatis , ramcntis oppositis subsimplicibus approxima&s. Ag. Syst. Alg. p. 178. Burorsis plokosa. Mart. Rcisc clc. p. 638. Ad littus in reJQctamentis rara. Differt a Bryopsi Balbisiana stalura tcnuiori, minori, tamen ramulis maioribus , firmioribas , subdistaalibus. i. Brtopsis pennata. Lm.\. B. Jilis ultra medium pinnatis , ramentis oppositis alternisque simpli- cibus distantibus incur vis. Ag. Syst. Alg. p. 178. In canalibus Urbis Venetiarutn primo vere satis frequens. Fila crassiuscula sacpe caespitosa, simpliciter et ultra medium pin- nata , ramulis rcmoliusculis oppositis. Statura varia plerumque palmaris et ultra. Frondes perbelle iinitantur totidem plumulas avium quaruudam. o. Buyopsis Rosae. Ag. B. Jilis ramosis , ramis erectiusculis pectinatis , ramulis parallelis di- stantibus. Ac. Syst. Alg. p. 179. Conferva te>a\. Rucb. Fl. Veu. p. 271. Bhiopside di Rosa. Naccar. Algol. Adr. p. 48- In Yencta Lacuna omnium vulgatissiraa. Fila crassilie pennae passcrinae, inferne nudiuscula , superne emil- tentia ramos vagos , crebros , simplices, piunato-pectinalos , ramulis l>arallelis , longis, supremis sensim brevioribus. G. Bryopsis Arbuscxla. Lmx. B. Jilis decomposito-pinnatis , pinnis patentibus pectinatis , ramidis ap- proximatis. |3 composita. Ag. Syst. Alg. p. 179. Iisdcm in locis haud infrequcns. Fronde mulloties pinnata statim dignoscenda. Chartae arctissime adhaeret. AUCTORE J. ZANARMNIO 33 1 Obs. CI. Agardh Sp. Jig. i>. i. p. 448. recte monuit: « quid varietas, >i quid species sit in hoc generc dctinilu diiiiciUimum , nequc adhuc » definitum ». Species nonnullae hie allatae, an fictiliae sint , valde dubitandum. Ilac super re conferantur ca quae supcrius ex generis historia deprompsi. Genus LV. DASYCLADUS Ac. Frons diorgana. Filuni primariuiu lotam frond cm percurrens, em it- tens selas heterogencas membranaceas lulescentes. Fructus ? Ac. Sp. Jig. v. 1. p. 1 5. Cf. Consp. Siph. p. 1 35. 1. Dasycladus clayaeformis. Ac D. fronde simplici clavaeformi, sctis densissime tiifurcis. Tab. III. fig. 1. Cladostephcs clavaeformis. Ag. Syst. Alg. p. 1G8. Spongia vebmicularis. Scop. Fl. Curn. 2. p. 4*3* n- i455. tab. 64- Cladostefo clayiforme. Naccar. Algol. Adr. p. 43. Stirps saepe grcgaria saxis demersis , quandoque Algis conchisque majo- ribus praecipuc ex Istria expiscatis inhaerct. In Portu Polae speciem copiose legi. Frons basi attenuata apicem versus incrassata, et ita clavata, saepe recurva, unguem alta , pollicaris et ultra, 3-4-lineis in diametro majori gaudens. Filum primarium crassiusculum ramulos deusissimos emittens horizontales , verticillalos. Ramuli brcvissimi clavali , quadri-tri-demum dichotomi apiculati. "Vis e mari educta colore saturate viridi imbuitur , qui cito immulatur aquam dulccm ubi servalur , vel chartam tingens colore subflavo. Exsiccalione planta rufescit. Ods. CI. Bertoloni Ainocn. ital. p. 309. sequentia Targioni verba refert , ex quibus noscitur qui primus hanc stirpem detexerit cjusquc iconem dederit : « Ilujus planlae caespilem saxo adnatum non male » cxpressum , sed ejus internam structuram negligentcr exaiuinatam, ac » repraescntatam cxhibet tabula quaedjmi aenca, quam olim incidi cu- » ravit D. Fhilippus Fabrinu's Florentinus , et Cels. Friucipi Charoi.o » Tueodoro Comili Palatino Rhcni nunc ct Bavariae Duci dicavit. Hoc 3 23 SYNOPSIS ALCARUM IN MARI ADRIATIC0 ETC. i) ipsum specimen Fabrinianuin nitidius repracsentari euravit vir amplis- » simus D. Joannes Strange Magnae Britanniae Regis ablegatus apud » Rempublicam Ycnciani ». Tarc. Cat. veg. mar. MS. p. 295. sec. Bertol. /. c. 2. Dasycladis cyundbicus. Menegh. D. fronde cylindrica , obtusa, tubo primario tatissimo, ramis rjlmdrico- clavatis , eredis , arete imbricatis ; ramulis terminalibus erecto-ra- diiirilibus , appendicibtis fusiform ibus apice praeditis. Menegh. MS. AJ Algas majorcs Tergcsti legit Menegiiini. Genus LVI. VALONIA Ginnan. Frons saccata , et simplieiuseula , vel cylindrica et verlicillatim ra- mosa , membrana hyaline pulvere viridi intus eonsperso-colorata, fibris nullis conspicnis percursa. Fructus, coniocystae aggrcgalac frondcra exlus cooperientes. Ag. Sjst. dig. p. XXXI. Cf. Consp. Siph. p. 1 36. 1 \ ALO.MA AEGAGROPILA. Ac. V. caespite globoso , ramis frondis verticillatis subclavatis. Ag. Syst. Alg. p. 180. Valonia o favagine vehde. Ginnan. 0|t. post. I. p. 38. tab. f\b. fig. q5. Cokfebva utmcularis. Wulf. Cr)']iL aq. p. 14. Valonia ctmcclabis. Mart. Reise etc. p. G36. Vai.oma egagropila. Naccar. Algol. Adr. p. 48. Species fundos limosos diligit , ubi parumper adhaeret , ex co quod rami inagis magisque arctissime cnaccrvati e basi vcluti e centro egrediantur. Exinde species hue illuc in Veneta Lacuna iunatat , et saepius ad liltora e mari rejecta eopiose occurrit. Frons priimim simplex tubuloso-saccata , inde ramosa; ramis ramu- lisque in globum iinplcxis. Ramuli brevissimi inordinate vcrticillati. Color dilute viridis crystallinus. Substantia frondis membranaeea, tenax; ex- siccatae scariosa. Vix e mari edueta et in aqua dulci submersa singu- larem crepitum ex utriculorum fractura exhibct , quod phenomenon A.CCTOAE J- ZANARDI.NIO 2-3 forsan a diversa aquae dulcis et marinae densitate ob veheincnlein ai-iis eruptionem originem ducit. Ons. An ovarium marinum dubitavit Bf.i\toi.oni Arnorn. it. p. 228, an Znnphyton auctor anonymus in Regensb. Hot. Zcit. II. p. 327. Nunc de vera hujusce plantae natura hand amplius ambigere fas est. Pro ae- tatis diversitate maxime ludibunda ; sic forsan Valonia utricularis et ovalis Ac cjusdem typi norinisi status diversi ut superius ex historia generis eduxi (Cf. Man. Siph. p. 1Z2.). Utrum cjuoque varietalcs Valonia Sjplumculus Bertol. negli Atti delta Sue. it. deUe Sc. turn. XX. seorsim p. ii. et I alonia pusilla Ac. in Bot. Zeit. 1827. p. G42. seorsim p. 17. valde dubitandnm. Ipse ad caudices Algarum majorum faciem vidi sane insolitam , hoc est cerebriformem. Nimis e contra characteribus eliam genericis Valonia intricata Ac Syst. Alg. p. 180. recedit. Sed judi- candum est de ea secundum plantam vivam ex aecpiore vix eductam non in Museo servatam, qua de caussa illustrationem hie tradere nequeo, cum species in mari Mediterraueo potius crescat. Species nostra in quadam Veneta Officina sub nomine Ulvae granu- losae servatur , et in pulvere trita, veluti remedium in morbis scro- phulosis eximium administratur. Genus LVII. ANADYOMENE Lamour. Frons flabelliformis conspicue et symmetrice venosa. Ac Sjst. Alg. p. XXXII. Cf. Consp. Siph. p. 1 36. 1. A>ADYOMEiNE STELLATA. Ac A. fronde planiuscula , venis erecliusculis multipar litis. Ac Syst. Alg. p. 191. Tab. Ill fig. a. Ulva stelhta. YVulf. Crypt, aq. p. 6. Anadiohene stellata. Mart. Rcisc etc. Faun. Ven. Polvp. p. 53i. A^AD10ME»E stellata. Naccar. Algol. Adr. p. 56. Mari itihabital parasitica super Cjstosiras pracscrtim ex Istria. Frondes planae ut plurimum caespitoso-aggregatae ad basim atte- nuatae, filamcntosae , mox dilatatae , flabelliformes, plicalo-undulatae 334 SYNOPSIS ALCAIU'M IN MAIU ADIUAT1CO ETC. ad marginem saepe lobatae , aliiludinis dimidii usque ad polliccm cir- citer, eleganter venosae. \ enae prominentes ad latera radiatae , radiis ex apice ad basim symmetrice decrescentibus. Co/or- viridis aetate flavescit. Substantia tenax , rigidiuscula; exsiccatione cliartae non adhaeret. Genus LYIII. C.OD1U.M. Stack. Praef. Frons spongiosa, viridis, crustaoea globularis cyKndracea vel plana, c Bbris tubulosis coottnuis laxe iutertextis composita. Fructtts: conio- rvslae versus siipcrliriem IVondis. Grev. Alff. Brit. Syvops. p. LXVIL Cf. Consp. Sipli. p. 1 36. 1. CODIl M AAHAEBENS. Ag. G.Jronde sessili Crustacea irregulari. Ac. Syst. Alg. p. 178. CoDir.M &dhajulbsti Agprdh proxihch Biasol. in Isid. 1834. p. 05a. Iu Portu Polac Istriac ad saxa mari iramersa fovtiter adhaeret. Primum Biasoletto et ipse quoque legi. Crusla late cxpansa margine irregularis, /j-linearuni crassitie el ultra , scopulis undiquc et arete adliaerens , iiUcstinorum more flexa atque interrupta ; coniocystae ex uno puncto plures versus superfieieni IVondis fasligialae , clavatae , obtusae. Color saturate viridis. Substantia ceteris magis gelatinosa. Habitus exsiccatae fere Oscillariae. Obs. Biasoletto 1. c. monuit, quod aqua immersionis hujusce Algae a pauca salsugine scrvata, creditur ad faciei rubedincm a quibusdam commcndahilis. 2. Codiuji Bursa. Ac. C. fronde globosa cava. Ac. Syst. Alg. p. 1 78. Palla marina vellutata. Ginium. Op. post. I. p. 28. tab. 34> f. 74- Lamai\ckia Buhsa. OYiv. Zool. Adr. p. a58. Cooium Bursa. Mart. Reise etc. p. C3g. Biasol in IsiJ. 1834. p. 653. Codio Bonsi. Naccar. Algol. Adr. p. 4?- Ad saxa in mari. In Portu Polac Istriac copiosc legi. Frons sphaeralis basi fibrilloso-stuposa, diametro a semiunciali usque AUOTORE J. ZASAIIDIKIO ad statnram .-aphis liumnni, ettetae iiu-iculosa , interne caTa et fila- mewtosft, (Mis tnbolosU tar« contextfe. Cofor saturate -raidis. Substantia spongiosa ; licet tenuis , evsiecalione ta.nen cliartae miiiiirc adliacret. 3. Conn.M \ icn.Mii.AitA. Dku.e Chiaje. C. frond,- dtchototna fastigiata cylmdric*. Cornea TOHnrroanii. Ag. Sjst. Alg. p. i-n. LkSMKU Viiiiiilaha. Oliv. Zool. Ailr. p. 'jiS. tab. 7. Cm. m nwuNroeoM, Mart Rdu etc. P. G38. Biasol. in I»id. iS3.',. p. 65?. Codio tomf.btoso. Nacc.ir. Algol. AJr. p. 4G. In mari , ct in Portu Polae Istriae vulgatissimum. Frotis ad basim late expansa saxis innaerens, cylindrfca, externe Utrlculosa, interne solida filamentosa , calamo communi subcrassior, plus minusve ramoso-rastigiata. Rami saepe dichotomi, quandpque irre- gularcs ad axillas rotundatas divaricali, extremitatibus pbtusis plerumque furcatis. Coniocystae ovato-cuneatae, apiculatae, apiculo hyalino. Statura maxiuoe variat palmaris, pedalis ct ultra. Color et cetera ut in specie praecedente. Non ad libitum, sed epithcti improprii caussa priscam Imperati denominationem praeponendam esse censco , ut jam Deli.k Ch^JK Hydroph. Begn. Neap, distrib. i. p. ,4. recte proposuit. /3 divaricalum : fronde crassiore breviore, segmentis divamalis inae- qualibus. Codiom divaiucato Agardh Syst. affike. Biasol. in Isid. 1834. p. C5i. Polae mcusc septembris ad saxa mari iraftiersum legit Busoletto. A specie sec. Biasoletto 1. c. differ* crassitie, brevilate; segmentis divaricatis inaequalibus, coniocystis clavulatis non apiculalis. V implicatum: fronde tenuiore, segmentis valde implicatis et curvatis. Codicm implicato Ag. affike. Biasol. in Isid. 1834. p. C5l. lisdem in locis legit Biasoletto. A specie sec. Biasoletix) 1. c. variat statura minorc, forma ittpiicala, curvata etc.; coniocystis clavatis non apiculalis; colore dilute viridi basi cincrascente. Serie II. Tom. IV. 2 l6 SYNOPSIS AT.CAIU'M IN MAIU ADniATICO F.TC. Oes. Idem auctor /. c. p. G5a. aliam specicm in Istria Arupini saxa inari immersa perreptanteuo sc invenisse asaeruit, quam Codium com- pressum nuneupavit, ct sic descripsit: « radix stuposa perreptans. Frons » plana, compressa, binncialis, a semiuncia ad nnciam irregalariter » lata, ilnas lineas circiter crassa: segmentis irregularibus, brcvissimis » quaodoqae biuis, obtusis, planis. Coniocyslae clavatae obtusac. Color » in froiule niadefacla oli\aceo-\iridis in cxsiccata fusccsrcns. Substantia » frondis spongiosa , fdorum coniocystarum ad superficiem frondis fa- » stigiatarum membraoacea. Chartac arete adhaerct. A Cor/io clongato » Ac. differ! statura multo minore, radice perreptante, colore olivaceo- » viridi; coniocyslae clavatae ». Ipse quoquc alteram specicm ut vi- delur dislinclam in Porlu Polae legi , quart ita defmircm: C. fronde tereti crassissima , undique et crebre ramosa , segmentis indeterminate exeuntibus , divaricatis, brcvissimis cristatis. Radix nulla. Statura biun- cialis. Color dilute vircscens crrstattinus. Substantia ceteris Jlaccidior. Cum vero exemplar unicum lmcusque legcrim, specicm extra dubita- lioncm pro nova adhuc enumerate non auueo. Interca monitum suflicial. Genus LIX. HALIMEDA Lamour. Frons ex segmentis, altero alterius apici innate Fructificalio ignota. Fuel's Bcrtol. A in ur i], it. p. 3 16. Cf. Consp. Sipli. p. i3G. 1. Haumeda Sertolara. * H. fronde crassa plana sttbtricliotoma Jlabclliformi , segmentis subro- tundis inaequalibus. Tab. IV. fig. I. Fuccs Szrtolaha. Bertol. Amocn. it. p. 3i6. Opcnzia. (jinn. .11. Op. post. I. p. a5. tab. 25. f. 60. < ."i u.i i> •. Opchtia. Oliv. Zool. Adr. p. 278. Cokj&uxa Opchtia ct Tlka. Mart. Reue etc. Faun Ven. Polyp, p. 53i. Opmou HEMmi.Mr.. Naccar. Algol. Adr. p. {\5. Sehtolaba Tvpds. Nard. in Isid. 1834. p. G73. Mart inhabitat situs calcareos diligens , quandoquc ad basim Algarum majorum adhaerct. In Portu Polac copiose legi. Frons basi fibrilloso-stnposa, spongiosa, compressa et planiuscula, A!'< TOKE J. 7.ANAP.DINIO 1 • - partial Babellata, margine intcgerrimo crassiusculo, extcrnc ntricutoso- cellulosa, cellulis regularibns hexagonis, interne filanirntosa, fi lis tubnlosn- ramosis; latior qnam longa ad marginem stiperiorem prolifera, prolibns per diehotomiain Qabellatim dispositis. Color primuin saturate viridis, scnio albescit, quia cortex calenreus adventilius tempore plantam ob- volvit. Substantia nonnihil tenax, exsiccationc chartae roiniroe adhaeret. Slirps prolifera pcrbellc Cacti Opuntiae habitum eflingit. Oas. In synonymiae farragine nomen Ilalimedae Lmx. praepoDendum esse arbitror. Cum vero genus ex Lamourouxii sententia potius ens animate, cjuam vegctabile exprimat, nomen specificum immutarc existi- mavi ex antiqua Impcrali dcuominatioue depromplum , prout religiose perpetuo observandum est. Genus LX. FLABELLARIA Lahoiib. Stipes simplex ramosusve compressus dilatalus in frond em flabelli- formeni parenchymate quodam obtectam, et e filamentis continuis tu- bulosis ramulis brevibus horizontalibusque intertcxtis contextam; ron- ceptacula ignola. Duby Bot. Gall. ed. i., p. 956. Cf. Consp. Siph. p. 1 36. 1. Flabellaiua Zanniciiellii. * F. fronde plana Jlahelliformi laxe fibrosa, vel compacta membranacea , concentrice stria. Tab. V. fig. i. CoDltm FLABELLIFORME. Ag. Syst. Alg. p. I77. Marina plahtola akokyma. Zannich. De Myrioph. clc. p. 9. tab. 1. Tcssilagike dell'Adriatico. Ginuan. Op. post. 1. p. 20. lab. a5. f. 56. Ulva flabelliformis. Wulf. Crypt, nq. p. 6. C'idum flabelliforme ct membranaceum. Mart. Rcise etc. p. 639. Biasol. in tsid. 1834. p. 65a. Codio vehtagliforme. Naccar. Algol. AJr. p. 47> Abunde crescit in scopulis demersis, aeque ac super saxa , conchas Al- gasque majores. Frons stipitata ad basim Gbrilloso-stuposa. Stipes erectus, cylindricus, SYNOPSIS Alf.ARlM IN MAUI ADRIATICO ETC. simplev quandnqm- ramosns, allitudiuis pollirnris (in-ilcr, seTJ&iua sen- siiuquc cuiiiplanatus , el ilabclli adinstar cxplicaltis. Finns plana mem- lnana.-f.i saepe ad niafi^i i lorn siijuiiincni inacqualilcr lacero-laciniala, mlerdum pndiiera, interne e filis liibuloso-ranmsis paralklis, el Loogi- tudinaliu-r dispositis conslitula, exleine cclltilosa, cellulis irrcgulariler nngttlosia arclissuue eootextis; zonis coaspicuis, inmsvcrsis, arcuaiis et coneenlricis. Color saturate viiidis. Substantia fibrosa , tenax charlae non adhaeret. Ohs. Celeb. Lamouroux in Ann. da Mas. loin. 30. p. 274. seorsim p. 58. noviini genus instituens speciem unicam celeb. Desfontajmo di- catam voluit, et F. Desfontainii eandem speciem nuncupavit. At Zan- NiCHELLl nosier primus omnium earn detexil , descripsit, et iconcm edere curavit usque ab anno 1714 '• c- Ilinc nomen specificum in memoriam potius auctoris Veneti , quam Desfontainii prioritatis caussa jure defendo. ACETABULARIEAE. Genus LXI. OLIVIA Bertol. Pelta hori/.ontalis, sulluila slipite basi fixo. Propagines: globuli intra peltae paginas. Bertol. Amoen. it. p. 277. Cf. Cousp. Siph. j>. 137. 1. Olivia Andiiosace. Bertol. - • 0. stipitc filijhrmi; pelta orbiculari plicato-radiata , centm umbilicata. Bertol. Amoen. it. p. 278. Tab. V. fig. 3. AnDHOaici uel M*ttiou. Donal. St. nat. niar. diU'Adr. p. 3o. tab. x. CluoriLOraou ed. Gall. p. 28. tab. 3. AnDFirsiiE. Fort. Viae, in Dalm. i. p. if>2. tab. •}. f. V. VI. VII. \ ,.'.'. \t ..iii.i.i Mart. Rcisc. etc. Faun. Vcn. Polyp, p. 53i. Ohm* Amjik.saci: num. Naccar. Algol. Adr. p. p/j. Slirps saepc grcgaria sa\a penc opcrit in fundo maris ; itilcrdutn rcpcri ipioque iudividua solilaria hie illic ad eaudices Algarum majorum in Istn.i. auctore j. z.wAr.uiNio ., . Irons filifomis, tobnlosa, erccln, bi-iripollicaris suslii.ci.s discom terminalem, horizontalem-, planus, , awswMulam , diametri circiler "'""" vrl (J":"»»'- linca.um, orBiculb centrali inferne ac superne in- structum, e tubis clavatis congtaiinati^constitutom, in quibus vesiculae ellipticae materie «ridi farctae, seu propagines nidnlantnr. Color viridia. Substantia lubrica in mari flcxilis; senio crush! calcarea* o]btecta3 deinque exsiccata albfesima, terrea, fragifissima. Atiamen in mefs collectionibus nonnulla exstant exemplaria, quae licet exsiccata, colorem, flexibilitatem tatnen servant, crustaque cafcarel omnino carcnt. totms 1. r. iconem cxhibct nfti species simplex, prolifera, ct bifida repraesentatnr. Ego ipse qufd simile Ifegi, exemplar scilicet proliferinn, ejus imaginem primcrc curavi in tab. V. fig. 3. a, et propter rari.atem sollicite serxo. Quid de filamentis, de quibus Dokati I. c, Micheui MS., Fortis I.e. disseruerunt intelligere debeamus vaguin omnino atque incertum est. Ncc Bertoi.oni 1. c. nee ipse qnidem haec filamcnta unquam delcximus, quae verosimilins, ut ille asserit, ad aliquid parasiticum pertfnere vi- dentur. CAULERPEAE. - Genus LXII. CAULERPA Lamour. Frons viridis, membranacea, plana vel cylincb-acea, stipitata, surculo repente cartilagineo radicante inslructa. Fructu ? Grev. Ate. Brit. Spiops. p. LXIU. 1. Caulerpa pboufeba Lmx. C. frondibus petiolalis phmis UttgiMktis prolifvris. Ac. Sysl. Alg. p. 1S4. Frustula ex Dtilmatia vidi in Herb. Mekeghini. a3o SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADRIATICO ETC. DICTYOTEAE. Genus LXIII. ASPEROCOCCUS Lamour. Frons tubularis, cylindracca, continua, membranacea. Radix nuda, scutata. Fructus : semina rotundata, iimnersa ; in soris minutis aggre- gata, cum apiculis arliculatis niassa sporacea, nigra repletis intermi\ta. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. XLI1. 1. AsPEROCOCCl'S TENUIS. * K.Jronde pusiBa tenuissima, brcviter clavata , granulis adpressis sparsis distantibiis. Tab. V. fig. a. Asperococcl's tencis. Zaniml. in Bibl. it. i83g. torn. 96. p. i36. Ad Algas majorcs in Istria cxpiscatas raro. Frondes tubulosae aggregatae vix semiunciam altae: infernae, in filum (quo Algis majoribus haerent) breviter decurrentes, simplicissimae, apice obtusae. Color dilute viridis. Substantia membranacea , tenuissima. Chartae adhaeret. 2. Asperococcus simosus. * A. fronde sessili bullata suborbiculari sinuoso-plicata. Ehcoelium sincoscm. Ag. Syst. Alg. p. 262. Venetiis legit Meneghini. Frons diametro 2-uncialis et ultra. Color cerino-fuscus , exsiccatae fuscus. Substantia membranacea tenax. Genus LXIV. STILOPHORA Ac. in Bot. Zeit. (excl. S. sinuos. et clathr.) Frons flliformis, cylindracea, membranacea, ramosa. Radix nuda, alctore j. z\>AnniMO s3i sculala. Fructus: seiiiina rotundala in soris winutissimis aggregata, soris tineas transversales furinnnlilms. S j 1. 1 \im a Grcv. Alg. Brit. Synops. p. XLIII. 1. SlIIOIMIOItA CRIMTA. Ac. Bot. /(it. S. fvondc tubulosa Jlavesccnte longitudinaliter striata fdiformi , undiaue emittente ramulos piliformes elongates erectos. Sm.F.HiA unisiTi. Ag. Syst. Alg p. 187. cxcl. syn. <^»mihu cniNUA. Wulf. Cryjil. acj. p. i5. Ruch. Fl. Vcn. p. 269. Stilofoha crikita. N.iccar. Algol. AHr. p. 83. Ulva assotticliata Naccar. 1. c. p. 54. Comiii\a DuoitctTA ? Naccar. 1. c. p. 28. cxcl. syn. Zouaiua Naccamana. Naccar. I. c. p. 83. cxcl. syn. In Lacuna Veneta , nee non in fossis littoralibus acstni expositis vulga- tissiraa. Frons tubulosa, calamo cotnmuni inlcrdum crassior, saepe hie illic strangulato-constricta, ramosissima. Rami ad constrictiones ut plurimum verticillali, tandem oppositi vel altcrni, vage distantes, ramulis nltimis piliformibus elongalis ereetis. Membrana frondum zonatim denseque striata. Zonae e punctis saturalioribus, crebris , minutissimis constilutae. Statura palmaris, pedalis et ultra. Color olivaceo-viridis. Substantia mem- branacea taclui mollis, in aqua obsequiosissima. Exsiccatione cliarlae adhaeret. Ous. Variis ludit formis; ramuli piliformes haud semper obvii, tunc facies plantae alia. Zonaria Naccariana in ipsius auctoris herbario com- parata hue certe pertinet. Genus LXV. PUNCTARIA Grev. Frons simplex, membranacea, plana. Radix scutata, nuda. Fructus: semina rotundala, soris minutis undique sparsis aggrcgata, cum apiculis articulatis, clavalis intermixta. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. XLI1. i. PWiCTARIA LATIFOLIA? GREV. P. frondibus tenuissimis , pcl/ucidis , viridi-olivaceis , lanccolatis , obo- vatisve margine saepe undulato-plicatis in stipitem brevissimum at~ tenuatis. Vcnetiis saxis lapidibusque insidens vcrno tempore vulgalissima. a3a synopsis ai.garum in MAM adriatico etc. Frondes atplorimam caespitosae palmares, pedales ct ultra ; primum lineari-lanceolatae , serins dilatatae et margine undukttae. Color psrllide olivaccus , exsiccatac dilute viridis , nilens. Substantia tenerrima, inem- braDacea; exsiccatione chartae vix adliaeret. Facies Ulvae ad Laminariam debilem ob frondis formam propius ac- cedit : structure vero omnino distincta. Genus LXVI. DICTYOTA Lamoub. FrODS plana distinete reticulata, membranaeea , diehotoma vcl vage fissa. Radix Stuposa. Fructus : semina sparsa , vel in soris aggregata. Grev. Alg. Brit. Sjnops. />. XLIII. 1. UlOTYOIV DK.IIOTOMA. Lmx. D. Jronde diehotoma inlcgcrrinia , segmenlis crcctis linearibus rotun- (Itito-obtusis , oapsttlis sparsis discum occu/iantibus. Zo>ama dichotoma. Ag. Byst. Alg. p. aGG. Z<».>ai;ia dicotona. Naccar. Algol. A»li'. p. 81. Iii raari ncc non in Veucta Lacuna frequens praescrtim circa Clodiam , ubi variat segmentis frondum ultimis intricatis , spiraliter tortis. Frons in feme 1-2-lineas lata. Statura palmaris. Color olivaceo-viridis inferno saturation Substantia membranaeea tenuis basi firmior. Obs. Frons ludit latitndinc; hinc varictates pcrmultae. Ex sicco vero eaute judicaiuluin ne liabeantur pro specicbus distinctis. 2. Dictyota FASCIOLA. Lmx. D. fronde lineari subcoriacea diehotoma. Zoharia Fasciola. Ag. Syst. Alg. p. 267. Fucrs cakalicilatis. Wulf. Crypt. ar{. p. 37. Zonaria Fasciola. Mart. Rcisc etc. p. G3o. In mart ad Algas majorcs ex Istria rcceus cxpiscatas. Frons sacjic canaliculata spfraliterque torta. Statura 3-4-pollicaris. Color ferrugineus. Substantia ci-assa , coriacea; exsiccatae chartae non adliacrct. AICTORE J. ZANARDIMO ^33 3. DlCTYOTA LINEOLATA. Grev. D.fronde lincari angusta laete viridi ramosissima , ramis iriferioribus oppositis, superioribus ultcrnis , supremo ca pillar ibus, zonis transver- salibus. Zosama lineolata. Ag. in Bot. Z.it. 1837. p. 6.',6. .coraim p. ai. Circa Veuetias Agardii rarissime legit. Obs. Species milri omnino ignota; ni fallor, quam maxime dubia. Genus LXVII. PADINA Adans. ue Frons plana, distincte reticulata, subcoriacea flabelliformis, plerumq integra, zonis concentricis notata. Radix stuposa. Fructus: semina in Hneis concentricis. Grev. Alg. Brit. Synops. p. XLIF. i. Padina Pavonia. Gaill. V.frondibus reniformibus Jlabelliformibus glabris membranaceis , zonis concentricis. Zokabia Pavonia. Ag. Syst, Alg. p. a63. Epatica simile aha pehha ccc. Ginnan. Op. post. 1. p. 26. tab. 28. f. 63. Feces Pavonics. Wulf. Crypt, aq. p. 33. Zokama Pavomia. Mart. Reise etc. p. 629. Naccar. Algol. Aclr. p. 79 In mart vulgatissima ad scopulos nee non ad Algas raajores Tergesti et in Portu Polac speciem copiose legi. Frons breviter stipitata. Statura pollicaris et ultra. Color olivaceus, pulvere albido extraneo saepe obtectus , zonis concentricis variegatus. Substantia membranacea, flexilis; exsiccutae rigida. Chartae non adhaeret. Genus LXVUI. DICTYOPTERIS Lamocr. Frons plana, linearis, membranacea, reticulata, costata. Radix stu- posa. Fructus: semina in soris aggregata , soris plerumcme lincas lon- gitud'males formanlibus. Huuuii. Grcv. Alg. Brit. Synops. p. XLV. Serie II. Tom. IV. „ a34 SYNOPSIS ALGATUJM IN MAUI ADMATICO ETC. I. DicrropTGRis poltpomoides. Lmx. D. fronds tineari divliotonm integcirima , soris ad costam coaeervatis. Ham*! his poly.'udioides. Ag. Syst. Alg. p. 1Q1. Ai.isf.ri polipodioide. Naccar. Algols Atlr. p, 78. Zoxama TnusfOUiJUf*. Naccar. I. c. p. 80. cxcl. sjn Tergesti in ipso limite maris praesertim ad saxa del Lazzarelto vecchio copiosissioic , quaiuloque ad Algas majorcs ex Istria lcgi. Statura palmaris et ultra. Color olivarco-viridis. Substantia membra- nacea nervo centrali validiorc percursa. Ous. Zonariam Tournefortianam Ac. sen Fnciim Tournefortii Bertol. (Amoen. it. p. 3i2.J maris Mediterranei se invenisse asseruit Naccari (I. c.) in rejectamentis ad littus Clodiense. Atlamen \ix dubito quin auctor specie, predictae frustuliim alicjuod pro specie Mcditerranea perperam sunipserit. Dictjopleris integcrrima Zanard. (in Bibl.it. i83g, torn. 96. p. 1 3^. ) accuratiori examini subdita , veluti species fictitia, seu ex foliis primordialibus Cjstosirae discordis false- constituta , hie castigatur , et consulto omiilitur. LAMINARIEAE. Genus LXIX. LAMINARIA Lamour. Finns stipitnta , coriacea , plano-expansa , enervis. Fructus seniina in sons aggregate et fronde immersa. Grev. Alg. Brit. Sjnops. p. XXXI III. 1 . Lasuxaria di-rilis. Ac. L. stipile sctaceo in laminam membranaceam cuneato-oblongam dilatato. Ac. Syst. Alg. p. 2^3. IJlva puntagimfolia. Wulf. Crypt, aq. p. 1. Zovaaia plaxtagihea. MarL Rcise etc. p. 63o. I.ahinaiiia dekole. Naccar. Algol. Adr. p. 83. Primo vere in Veneta Lacuna frequentissima. Ad petras Ot plurimuni ndhaTens in canalibus qiioqiie Urliis \ encliarurn niinime desideratur. AUCT0RE J. ZA.NAHDIMO 235 Habitus fere ulvaceus. Stalitra j.almaris et ultra. Color olivaceus , cxsiccatac nitens. Substantia (in individuis saltern adullioribus) papyraceo- inembranacea. SQUAMARIEAE. Genus LXX. SQUAMARIA. * Frons plana, coriacea per radiculas horizontaliter aflka. Substantia frondis c cellulis vcrticaliter slipatis , ct in lineis parallelis dispositis constitula. Fructus: tubercula sparsa , abnormia c sporangiis elongato- incrassatis ( serius multipartitis) fdis Sterilibus commixtis , el radiatim dispositis tota composita. Cf. Tab. VIII. fig. 4. a. b. Obs. Slirps cum Padina Puvonia sub nomine P. squamariae a recen- tioribus consociata nunc seroovetur , novum que genus nee non tribus nova ob structuram a Dictjoteis toto caelo diversam hie primum pro- ponitur. 1. Squamaria vulgaris. * S. fromhbus reniformibus subtus tomentosis coriaceis, zonis concert- tricis concoloribus. ZoKARIA SOCAMARIA. Ag. Syst. Alg. p. 265. Lichens rosso. Ginnan. Op. post. 1. p. 28. tab. 34. f. ;3. Feces sijOAMMABiDs. Wulf. Crypt, aq. p. 3J. Zohabia squamaria. Mart. Roise etc. p. 63o. Naccar. Algol. Adr. p. 80. Snvnu squamaria. NarJ. in Isid. i83^. p. G;;. (non Mik. ). Species vulgaris copiose aggregata multis Agaricorum more corporibus submariuis subitubricatim adbacret. Frondes caespitosae horizontales ex angusta basi cito explanatae sub- reniformes , diametro semiunciali et ultra , crispo-nndulatae vel sublo- batae , subtus fibrilloso-sluposae, versus marginem et supra glabrae, conccntrice stiiatac. Color variat sanguineus rubens, quandoque virescens. SubstaiUui coriacea flexilis. Chartae non adhaeret. 236 SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ABRIATICO ETC. Genus LXXI. ZANARDINIA Nard. Frons plana, umbilicata, rigida per radiculas horizontaliter aflixa. Substantia frondis e duplici distincto strata ccllularum composita ; ex- terioribus minutissimis quaternatis, in lineis parallelis dispositis, intimis crassis diaphanis laxe reliculatis Fructus ? Cf. Tab. VIII. fig. 5. a. b. Obs. Stirps a genere praecedente notis insignibus distincta vix hujus tribus esse potest. 1. Zanardinia Prototypus. Nard. Z. fronde orbiculari umbilicata subtus dense tomentosa, e centro ad peripheriam supra leviter striata. Zonaria siiDAKuu var. B lacehata Naccar. Algol. Adr. p. 81. Stifftia Nard. in lsid. i834- p. 677. (non Mik. ). Zanabd ma PnoTOTypus. Nard. Mem. lctta alia Riun. degli Scienz. in Torin. an. 181J0. Ex Quarncro in consortio Algarum recens expiscatarum mihi occurrit , iterumque in Portu Polae Istriac speciem saxis profunde submersis arcle aflixam legi. Frons solitaria , circularis diametro bi-tripollicaris et ultra, centro umbilicata , margine intcgra , serius lacera, et caesa ; subtus fibrilloso- ■villosa , villis densissimis furvis , qnibus corporibus inhaeret ; supra e centro ad peripheriam totidem sed leviter striata. Color fulvo-fuscus opacus , exsiccatae variat nigrescens, et castaneus. Substantia coriacea, rigida , in sicco fragilis. — CI. Nardo 1. c. speciem proliferam se vidisse testatur , hoc est inferne et proprie ex parte centrali \el umbilico plu- ribus individuis gradatitn decresccutibus instrurtam; ego vero nihil hu- jusmodi adhuc detexi. <>»s. Padina oinphalodes Montagn. (Crypt. Alg. in Ann. des Sc. nat. 1 838. seorsim p. \o.) hue certe pertinct. An et Zonaria co/laris. Ac (Sysl. Alg. p. y64v> nostrae aflinis? AUCTORE J. ZANARDINll) 13*) Genus LXXII. IHLDENBRANDIA ( Uddebrandtui ) Nard. Frondes cruslaceac , adnatae e filis minutissimis obtusis articulatis in seriebus verlicalibus paialleliter sti|>aiis, conslitutae, verrucis con- spersae in quibus fructus nidulantur. Zanard. (in Bill. ital. 1839. torn. 96. p. i34. Cf. Tab. I. fig. t. a. b. c. Obs. Genus potius obiter memoratum, quam ignotum. Utrum Fucus fungularis. Fl. Dan. (tab. 42O0- Fucus Jiingiformis Gukn. (Norv. II. p. 107.) et Zonaria deusta Ac (Synops. p. 4°) nuc pertineant, dubi- tare licet. Mirandum sane, quod collectores apud nos stirpem vulgalis- simam nunquam notaverint, nisi cl. Martens qui, teste cl. Contarini, oretenus tantum primus omnium speciem nostram indicavit. Tandem aliquando amicus et collega egr. Doct. Nardo (in Isid. an. i834- p. 6^5.) ad novi generis dignitatem earn evehere curavit , et nomen proposuit , quod a Clinico illustri Vindoboncnsi , ac Botanico peritissimo venit. Nunc vero diagnosim magis magisque ad scientiam accommodatam exhibeo, nee iconem e diligent! incisione depromptam praetermitto. Cum vero alteram novam speciem aquarum dulciuin inrolain reperissem (1) nomen speci- ficum a Nardo itiditu.n rcformare existimavi. Si id mini assumo , ob il- lustrationes aliatas videor id meo jure quodammodo vindicare. ;i) HlLDENBRANOIA PabOLINIANA. * H. frondc irrcgulari indefinite c\pansa rosea acque laevigata. Tab. I. fit;, a. UUdenbrandia Paroliniuna Zamaho. in Bibl. it. i83o,. Tom. XCVI. p. i35. Habit, ad lapides aqua dulci pci'fusos, loco dicto Groiie d'Olieru prupe Bassununi. Ab. H. Nardi distiogaitul forma, colore, vel maxime substantia tenuiori , filis duplo rri»- sioribus ac minus arete stipatis. Oas. Species pulelierriroa colore amoene roseo , liiet aqnis dulcibus incola , bic verbis el iconc cxprimitur, ul novum genus magis magisque clareacat Autumnitate anni 183^ cam delexi in Grotta d'Olicm circa Bassannra, qua dc re mcliori nomine insigniri uon potest, quam ill. Paw nouNtt rei beibari.u* eultori ll.igr.mtissiiui ac c\imii , qui nnra aceuralione, solertia , atquc magnis imnenaia ca b ca pracrupla, nunc antoenisaima omnium udmiraliuui liberalitei apeiuil. ?38 SYNOPSIS A IX. ARC M IN MARI APRIATICO ETC. 1. IIlLDEMlUANDIA N.Utni. * II. J 'ran de orbirulari atro-rubente verrucosa. Tab. I. fig. i. Hildebhakdtia Protottfus. Nard. in. Isid. i83.'|. p. 675. Iln !>! m 1 \mm\ NjLfDiAM. Zanard. in Bibl. it. i83y. torn. 9G. p. i34- Saxis lapidibusque adnata turn in mari , tuui in Lacuna, nee non iu eanalibus Urbis Veneliarum. Frondes saepe confluentcs macularum sanguincarum iustar lapides hie illic colorant. Frons iliamelro varia. Fila subslantiara frondis componentia simpli- cissirna dense stipata mucosa diam. =7- lin. arliculata, articulis ilia- metro parum longioribus , stratum lenuissimum formantia plerurrupie orbiculatum. Fructus: utriculi pyriformes ct spbacroides simul commixli radiantes. Color ]>lus minusve saturate purpureus. Substantia , quae tangi non potest, exsiccalione tenax, rigida, coriacea fit, senio fatiscit, et a sa\o Iiic illic se avellit. L1THOPHYLLEAE. Genus LXX1II. MELOBESIA Lamour. Stirps calcarca, adnata. Substantia fiondis e filis obtusis articulatis radiation explanalis conslituta, papillis serius poro perlusis conspersa in quibus fructus nidulantur. 1. Melobesia pustulata. Lamour. M. frondlbus orbicularibus adnalis confluentibus , papillis eminentibus. Super Algas in mari obvia. Frondes cruslaceae, minutae in orbiculum tenuissime explanatae con- fluentcs , e fills articulatis radiantibus dense stipatis conslilutae. Color roscus, albas, quandoque viridescens. Substantia inlus mollis gelalinosa, eUerrie calcarca. AUCT0RE J. ZANARD1NI0 a3(J Genus LXXIV. LITUOPJIYLLUM Philip. Stirps calcarca rigida ex expansionibus foliareis oonstans. Philip. in Wicgniatm Archiv. Ser. III. Tom. I. 1837. p. 387. Structura : frons c fills elongatis obtusis articulatis in seriebus ver- ticalibus paralleliter slipatis constitute, papillis serins poro pertusis conspersa in quibus fructus degunt. Cf. Tab. I. fig. 3. a. b. Ons. Amicus Nardo (in Isid. i834- p- 6^5) primus omnium sub nomine Agardhinae stirpem inter Corallia perperam annumeratam ad Algas amandavit. Nomen tamen posterius a Philippi 1. c. inditum prae- ponendum est, ex eo quod genus Agavdhlae hoc tempore inter pba- nerogamas locum obtineat. 1'. LlTIIOPHYLLUM INCRUSTANS. PHILIP. L. crusta crassa rufo-albida corpora aliena incrustans , margirte in- tegro vix lobata. Philippi 1. c. n.° 1. Tab I. fig. 3. Cobali.o ncpiuo. Ginnan. Op. post. :. p. 7. tab. 1. 6g. a. Lichemoide varieta*. (jiiiii.in. 1. c. p. il. tab. 4- fig- II'. major ct minor. Millepoha cobiacea et polvmohpha. Oliv. Zool. Acir. p. 22.'(. Mart. Reise etc. Faun. Ven. Polyp, p. 533. Acabdhisa pootoitpa. Nard. in Isid. 1834. p. 673. Iu rupibus et corporibus submarines fi'equens. Frondes crttstaceae, tenues, agaricifornics, hoiizonlales, semicircu- larcs superimpositae, inaequales, mille modis fle.xae e filis articulatis dense stinatis constitutae. Fila verticalia diam. — ^ lin. artieulis dia- io5 metro 2-3-|>lo longioribus. Color plus rninusve rubescens , senio in viridcm et album vergens. Substantia intima carlilagineo-gelalinosa , exlerne calcarea. 2.^0 SYNOPSIS ALGARUM IN MAIVI ADRIATICO ETC. Genus LXXV. LITIIOTIIAMNIUM Philip. Stirps calcarea rigida e ramis cylindricis vel compressiusculis dicho- tomo-ramosis constans. Philip, in IFicgmann Archiv. Ser. III. Tom. I. i837. p. 387. Structura ob calcis quantitatem, quae stirpem obvolvit , extricatu diflicillima. Hue tamen genus, ex eo quod scrutari potui, aflinitatis caussa referendum arbitror. 1. LlTHOTHAMiSIUM CRASSUM. PHILIP. L. album , fusciculare , ramis brevissimis crassis rotundatis , nodifor- mibus. Philipp. 1. c. n.° IV. In rupibus subtnarinis frequens. Forsan plures species hie latent. LICHINEAE. Genus LXXVI. LICHINA Ac. Frons cartilaginea, lichenosa, nigro-viridis, dichotoma. Fructus : capsulae semina pellucida in lineis radianlibus disposita includentes. Grev. Alg. Brit. Synops. p. XXXVII. 1. LlCllIXA coesfims. Ac. L. fronde teretiuscula , tuberculis ellipticis. Ac Syst. Alg. p. 274- Ad rupes in Portu Polae Istriae parum supra superficiem aquae speciem copiose legi. Frondes minutissimae aggregato-caespitosae, lineam vel parum ultra longae, teretes, irregulariter rauiosae, ramis apice obtusis , clavatis. Color fusco olivaceus, exsiccatione nigrescens. Substantia cartilaginea lichenosa. . ORE J. 7. VN.UIDIMO FUCOIDEAE. Genus LXXVII. SARGASSUM Rdmph. Frons foliosa. Folia petiolata, plerumque costata. Vesiculae si in | > I i- res , axillares, pedunculalae. Rcci-ptacula parva , linearia, tuberculaia, loculosa, plerumque in racemis axillaribus. Grev. Alg. Brit. Swops. p. XXIX. i. Sakgassum vulgaris var. salicifouim. * S. caule tereti setoso-hivto , foliis lanceolatis plus mimiSVB inciso- serratis, -vesiculis sphaeralibus , vcceptaculis brevibus eylindfdceis plerumque bifurcis. FoCO AdNARA COS FOGLIE DI MEZZASA CRA.NDEZZA. GlODan. Op. post. I. p. I 8. tab. l6. i . 3 t . f. Fcco AciHARA DI FOGLIE CORTE E STRETTE. Oilman. I. c. p. 19. tab. 1 8. f. 3r». Pr/cOS Acinaria. Wulf. Crypt, aq. p. 3o. Ruch. Fl. Vcn. p. 2G0. Fuccs salicifolics. Bcrtol. Amocn. it. p. 283. tab. IV. fig, 1. a. b. Sargasscu vulgaai var. parvifolicm. Ag. Syst. Alg. p. 20.4. ex syn- Ginn.in. SaRGASSI'M MLGARE. Mjrt. RciSC etc. p. 628. Sargasso Salcerello. Naccar. Algol. Atlr. p. 89. Ad littora unilis rcjectum passim occurrit. In lslria ad saxa et scopulos frcqueutius inhaeret. Planta suojmopere luclibunda, cujus varietates sequentes memoraii merentur. /3 llnifollum: foliis linearibns elnngatis. FCCO Ar.lNARA CON FOGLIE LCNGHE E STRETTE. OinuaD. Op. post. I. p. 19. tab. 19. f 3t»- Focrs kataks. Wulf. Crypt, aq. p. 3i. Frees salicifolil's var. B. Bcrtol. Amocn. it. p. 384. tab. IV. f. 1. c. excl. syn. Donat Sargasscu hsifoiicm. Ag. Syst. Alg. p. 3oo. Mart. Rcise etc. p. 628. excl. syn Donat Sargasso Salcerello var. B. Naccar. Algol. Adr. p. 90. cxcl. syn. Donat. lisdem in locis minus frcquens. -/ Donati : foliis lincaribus longissimis ramoso-dichotomis , snpe- Serie II. Tom. IV. cg >J! SYNOPSIS Al.r.AIU'M IN MAR I Air.lAT.r.O ETC. rioribus saepe filiformibns. Zanaiw. in Bibl. it. 1 8^9. torn. q6. j>. i3^. Ac IMIl* COB CAt'LE TERETE, CON LI RAMI IVFSB10B1 COHPBBS8I , E CON LI SUPERIOR! ROTONDI , A. IVkRA O ACHESTO MARINO DELL' f Ml'ERATO. Donat. St. nat. IUal\ uYH'Alll'. p. 35. lab. IV. Iig. 4. SA.KC&MOM uMii.LUM /j stratum? Ag. Syst. Alg. p. 3oo. c\ syn. Donal. Baec varietal ob foliorum dichotomiam insignia, in Istria et Dalmatia tantiini crescit. Ons. Donati 1. c. primus omnium hanc formam exacte rcpracsentavit. D. I'appafava anno i83G aliquid simile, seu fruslulum ex Dalmatia nutoseiba discohs. Ag. Syst. Alg. p. 284. Marl. Rcise etc. p. Gag. Gi>toseiba oiscoBDE. Naccar. Algol. Adr. p. 87. In niari ad scopnlos , quundorjue occurrit in littoribus aestu rc|t-cta. Species mox dist'mguenda caulc birto , foliis inferioribus Sargasso similibus. Nunc vero folia primordialia tantum inveniuntur , nunc e contra undis detrita sacpe desunt , nee vesiculae semper obviae , ex- quo planta variis ludit formis. • ORT, 3. ZANAIt: 1M i 2 \5 0. CVSTOS1RA ARROTANIFOLIA. Ac C. fronde pinnate ; folds inferioribus compressis subtripinnatis crassis ; caule ilepresso supcrnc decomposite , ramis concatenato-vesiculosis ; vesicula terminali apice latcribusque emiltentc receptaeula spiniformia conglomerate, palniato-mitllifida. Fuces compresscs. Wulf. Crypt, aq p. 5o. Cvstoseira arrotahiiolia. Ag. Syst. Alg. p. 284. Mart. Reise etc. p. G?(j. Cistoseira cohcatekata. Naccar. Algol. Adr. p. 88. Iisdcm in locis ubi praccedeos. Species quam maxime hulilmnda distinguitur fronde sive caule au- cipili cartilagineo , foliis insigniter crassis. Ods. Fucus silUjuosus Wulf. 1. c. p. 41- seu Cjsloseira silkjuosa Maht. 1. c. p. 629. veluti species aliena consulto omittitur. Genus LXXIX. FUCUS Linn. Frons plana, comprcssa vcl cylindracea, coriacea, saepe vesiculosa. Receptaeula plerumquc clliplica , tuherculata , non loculosa , tuberculis glomcrulos fibrarum scminumque massne interiori mucosae immersos. GnEv. Jig. Brit. Sjrnops. p. .AAA/ . 1. Feces VESICULOSUS var. SlIERARDl. Ac. F. fronde plana costata lincari-dic/iotoma , integerrima , ports notata , cvesiculosa , receptaculis terminalibus brevibus oblongis. Virsoide. Donat. St. nat. mar. dell'Adr. p. 33. lab. 3. QcERCIA MARIBA CHE IIA VESC1CHB. Ginnan. Op. post. I. p. 21. tab. 20. f. 3o,. Ct Qcercia MAEiriA di FOGi.lE AKorsTE E floeida. Ginnan. 1. C. p. 21. tab. 20. f. \o. ct QcERCIA MARINA DI FI1GLIE STRETTISSIME , E PdCO RAMOSE, E CUE IM1TANO LE CORNA nlu Ginnan. 1. c. p. 21. tab. 20. f. 41 Feces VESicoiosos. Scop. Fl. Carn. II. p. 4o3. n. 1426. Wulf. Crypt, aq p. 34. Sullr. Forojul. p. 202. Rucb. Fl. Vcn. p. 260. FCCCS CERAN01DES. ScOp. 1. C. p. l\oi. D. 1 4^7- Sullr. 1. C. p. 202. Fucus DISTICHES. Wulf. 1. c. p. 36. Feces yesiclloses y Sherardi. Ag. Syst. AJg. p. 2-6. Mart. Reise eto. p. 629. Foco spirals. Naccar. Algol. Adr. p. 84- Abunde crescit turn in mari, turn in Lacuna super saxa, petras et lapides. Frons lmmilis plus minusve lata quandoque anguslissima, vel uudis 2.\6 SYNOPSIS ALOARUM IN MAUI ADIUATICO ETC. detrita, nervus tanium, veluti corpus pulpd exutum, superest. Tali in statu facies omnino diverse hand raro prolifera. Statura palmaris vel jiai'iini ultra. Color fusco-olivaceus; exsiccatac nigrcsccns. Substantia firina coriacea. Obs. Cineres hujusce plantae ui dentifricium ad detergendas den- lium sordes ct corrigendam gingivanun in scorbuto laxitatem feliciter adbibebantur teste Russel ( De tabe glandulari Dissert, p. i53). Cum vero Jodium cv hac planta nuperrime educatur , in supellectilem me- dicain rursus, aptiusque revocanda videretur. Cfr. liac super re Zanard. ( in Brer. Anted. me\. p. i5-iG ). 10CT0RE J. 7.ANAKD1NIO '.'.{- ICONFHI EXPLICATIO TAB. I. Tig. 1. HUdenbrandia Nardi statu naturali saxo adnata. a. Plantae portiuncula sul> microscopio visa ad augmentum 38o diara. b. Sectio vcrticalis item amplificata, ubi individua, fila si mavis paralleliter slipata patent. C. Corpusculu pyriformia ct sphaeroidea ad fructiGcationem speclautia e fronde cducla pariter aucta. Fie. 2. HUdenbrandia Paroliniana statu naturali saxo adnata. a. Plantae portiuncula ad augmentum 38o diam. b. Scctio verticalis item adaucta. c. Filum ab aliis segregatum. Fig. 3. LithophyUwn incrustans statu naturali. a. Papillae a fronde avulsae lente parum anelae , in quibus fructus nidulantur. b. Plantae portiuncula crusta ralcarca exuta sub microscopio visa ad augmentum ioo diam. c. Sectio verticalis filorum formam ct adliaesionem exhibens ad augmentum 38o diam. d. Filum ab aliis scjunctum. TAB. II. Fig. 1. Ilalymcniae furcellatae var. cartilagineae frustulum magnitudine naturali. a. Frondis particula a facie sub microscopio visa ad augmentum 38o diam. b. Sectio horizontalis item amplificata implexnm pro parte filorum monstrans. c. Filum in parte extima sexecntics auctum. Fig. 2. JVormskioldia crispa magnitudine naturali. a. Frondis particula centies amplificata , capsulas nee non processus coslales gerens. SYNOPSIS ALGARUM IN MARI ADRIATICO ETC. Fig. 3. CaUithamnion minutissimum statu naturali, caudtci Cjstosirue adnatum. a. Filum ad augmentum 38o diam. Fig. i. Rjrtiphloea pumila magaitudiue naturali. n. Seitio horizontalis centics amplificata. b. Sectio verticalis item adaucta. TAB. III. Fig. I. Dasjrcladiis clavaeformis statu naturali. <7. Sectio horizonlalis decics circiter amplificata ramorum originem ct dispositionem exhibens. b. Ramus sexagies circiter auctus. c. Tubi primarii porliuncula item circiter amplificata ramo- rum originem et inscrtionem monstrans. Fig. 2. Anadyomcne stcllata statu naturali. a. Eadem lente forlitcr aucta. b. Cellula primigena sexagies circiter amplificata ramificationis processum , Line structuram frondis extricans. Fig. 3. Oscilluria Mencghiniana statu naturali. a. b. Fila sul) microscopio recte et oblicpie visa ad augmen- tum 63o diam. TAB. IV. Fig. 1. Halimcda Sertolara magniludine naturali. a. Plantae portiuncula ad augmentum 38o diam. structuram exteriorem exhibens. b. c. d. e. Fila centralia simplicia et varie ramosa item am- plificata. Fig. 2. Conferva urbica statu naturali. a. Filum ad augmentum ioo diam. circiter. TAB. V. Fig. 1. Flabellaria Zannichcllii statu naturali. a. Plantae portiuncula tercentum octogies aucta structuram exteriorem exhibens. b. c. d. e.f. Fila centralia simplicia et varie ramosa item am- plificata. ACCTOIIE J. ZASAIIDIMO 3.^9 Fig. 2. Aspcrococcus tenuis magnitudine natural!. a. Idem lcnle simplici aurlus. b. Plantae parlicula centies circiter amplificata. Fig. 3. Olivia Andvosacc statu natnrali. a. Eailcin statu prolifero. b. Plantae discus a facie visus decies circiter auclus ubi par- vulus discus in centro palet. c. Idem sed fractus a lergo \isus sexagies amplificatus , ubi stipes sen tubus primarius et parvulns discus inferior conspiciunlur. d. Magni disci tubus clavatus ab aliis scjunctus pariler am- plificatus corpusculis vesicaeformibus farctus. e. Corpusculum vesicaeforme c tubo eductum sexcenties cir- citer auctum , in quo novae vesiculae nidulanlur. TAB. VI. Fig. 1. Rlvulariac Contarcnii aliquot exemplaria magnitudine naturali saxo ubi crescunt ablata. a. Exemplar unum centies circiter amplificatum. b. Aliquot Ola ad augmentum 38o diam. Fig. 2. Fila nonnulla Rivulariae juckolac centies circiter amplificata. a. Fili portiuncula ad augmentum 38o diam. Fie. 3. Calothrlx stellulata statu naturali Poljsiphoniae opacae inliacrens. a. Eadem lente fortiter aucta. b. Filum sexcenties circiter amplificatum. Fig. 4. Calothrix variegata statu naturali Conjeivae Lino inhaerens. a. Fili portiuncula ad augmentum G3o diam. Fig. 5. Filum Lyngbyac olwaceae ad augmentum 38o diam. Fig. 6. Coralllna verrucosa magnitudine naturali. a. Rami portio centies circiter amplificata. b. Sectio borizontalis item aucta. c. Sectio verticalis externa ad augmentum 38o diam. l ACETABULARIEAE .... pag. 228 Alsidium A » 180 coralliiutm Ag » 180 A*AD\ttMi.M: Lmx i3G 223 btellata Ag » 223 Aspehococcus Lmx » a3o sinuosus * „ » a3o tenuis * » a3o Bahgia Lyngb » 217 A I .i,l 1 1 * i) 217 atropurptirca Ag » 217 BATRACHOSPERMEAE . ...» 186 BoNXEMAlHiMi Ag. ..•...» If).") asparagoidcs Ag » 19G Baiopsis Lmx i3j 219 Arbusctila Lmx » aao Balbiaiana Lmx. ..-..» 219 var. cnprcssina s 219 pcrjnaLi Lmx » 220 plumosa Ag. ......)> 220 Rosac Ag » 220 lenuiasima Mor. ct Dc-Not. . » 219 CiLLiTiiAMMon Lyngb » 171 ..,1 miiI. .-.inn Ag » 171 cruciatuin Ag » 17a dubium * » 172 nun ul 1 . . 'imi nt ' » 17G nodulosum * » 173 p< 'diei-ll.it urn Ag »■ 176 GtlLITHAMNIOn Hiiiiiul.t Ag pag. 171 Rotliii Lyngb » 176 scntinudum Ag » 174 subverticillutum * . . . „ » 173 ti'tragonum Ag >• 175 iiiiin-iiiiiiin * » ij5 tliuyotdes Ag » 176 variabile Ag « ij3 versicolor Ag » 174 var. furcatum » 175 Calotdrix Ag » i4^ aegagropila Riitz " '4/ aniliigua Mcncgh » 1^7 lanata Ag » »4$ [Mimosa Ag » 14*' pulvinata Ag » '4*> semiplena Ag » J 4** stellulata* » »47 rariegata * u >47 Catenella Guv » 192 Opuntia Grcv » 193 CAl LERPEAE ■ 229 Callerpa Lmx » 229 pro I i (era Lmx. . . . . » 229 CERAMtEAE » i56 Cbramum Rotli ■ »77 ciliatum Ducluz » 17® var. prolifcrum » »"® !-"> » SYNOPSIS ALGARUM IN O.r.Auu m diaphanum Rotfa BUmentosuin Duby \ai umplicipUum v.ir. repena . ioconspicaum * rubram Ag. v.ir. proliferum far* secuodatuni CHAETOPHOREAE Chobdbi ! Ltn\ Heredia Grev. . CHORDARIEAE . . Cboblda Sink. . fistulosa • . . CLADosTErut^ Lyngb. HyriopbjUum Ag spongiosum, Ag. CoccocitLor.is Kutz. . crassa Mcnegb. Coo tun Slack. . tdbaerena Ag. . Buna Ag. . . Vcimilara Dellc Chi far. divai ical |ini var. implicatum CONFERVEAE . . U>ti;n\A Lmui- . . cryslallina Ruth Echinus Biasul expand Blert. . Eracta B marina Roth glomcrata Linn. beteronema Ag. lanos.i Ruth Lin urn Rolh. . membra nacca Homu V -iorum Ag. . prolifera Roth . rcfracta Rulh . riparia Dillw. . Ruchingeri Ag. Rudnlphiana Ag. rupeafru Linn. scricca Huds. . sctacea Ag. . P»g- 177 "79 ■79 » '79 » ,45 II 210 » 2IO .. ■89 « ,89 • ■ 89 » i5g n 1 5g » 160 1) 143 » ■ 43 i3G 224 J) 2 '24 '• •224 » 226 » 225 >. 225 » l5l » i5i n i53 i) ijj » ■54 S i53 » l52 .- ,54 H i53 » i5i ., i55 D 154 » 1 55 )) ,54 » ■ 52 II i53 » .54 » i55 >i u i5i MAIU ADRIATICO ETC. CoVFB&YA siilulivisa Rolh p;ig. i5a nrhica * » i,"»j Coiullina Linn i.S ■ ulllt in.ilis Linn i> i83 ruin'iis Linn* » 184 verrucosa* » 184 virgata * ». 184 Cuhynephoha Ag i» 1^5 Qaccida Ag » iA5 ombeUata Ag » 145 Ctstosiiia SpT » a^a aluulanifolia Ag. » j\r> cornicul.ila * » 'j.\i tliscors Ag » 244 Hoppii Ag »■■',; selaginoidea * » 243 DaSYA Ag n 167 Arbuscula Ag » 1G9 Baillonviana » 167 KiiUin^iana Biasol ....)> i6y plana Ag » 168 punicea Menegb » 10'S Bimpliciuscula Ag » 169 Spinella Ag « 160 Dasvclados Ag 1 35 221 clavarfoi'inis Ag » 221 cylindricus Moncgh. ...» 222 Dicttohrku Grev » 182 •vulubilis Grcv » iSj DlCTvnpTnms Lmx » 233 polypodioides Lms » a?4 DICTYOTEAE » a3o DiCTVorA Lmx » a3a dicbotoma Lmx » 2IJ2 Fasciula Lmx ' » a3u linrolata Grov a .3 I Digenka Ag » 160 simplex Ag » 1G0 DUMOKTIA Lm\ '. - » !{>■'. ventricosa Lmx » tg ■ Ectocahpus Ag. . " I '<' compaeLus Ag » 1S7 laetus Ag » *:*>7 litoralis Ag " l5? knonocarpua Ag » 1S5 ACCTORE J ECTOC I sibculoflQfl Lyngb. . pag. i5G v;n atrovirena « i56 v.ir. nehulosus » i5G luAplicidscAlai Ag « if>7 Flabf.llaiua Lmx i3G 337 / iniiichelii * >» 227 FLORIDEAE » i93 FUCOIDEAE » a4i I'r' 1 ■■. Linn )->i- vcsiculosus var. Shcrardi Ag. » i!\~> GASTROCAHPEAE 0 190 I.I.I III M M LllIX » 207 cornt'uia Lmx » 107 var. hypnoidcs » 207 vii capillaceom » 207 var. Pluuiula » 908 v.ir. < lavatum » 208 var. Loncharion » 208 Gicartiha Lmx » 204 acicularis Lmx n 2o5 dura Grcv » 20G Griflitsiac Lmx » 20G ' Belmintbocorton Lmx.. . . » 204 miniata Lmx » aoij plicat.i Lmx » 2o5 Tccdii Lmx » 20G ustuluta Grcv » 2o5 Gbacilaiua Grcv " 202 nni.it;. Gl'CV » 203 compressa Grcv » 202 confervoidea Grcv » 202 ? divaricata Grcv » 2o3 aecunda * » 2o3 GnATELOtTlA Ag » 21 I filicioa Ag » 211 GnifFTsiA Ag 11 170 irregularis Ag » 170 tenuis Ag » 17 1 Halimeda Lmx i36 226 Sertolara * » 236 Halymetma Ag. » 190 florcsia Ag » 190 furcellata Ag »> 191 var. cartilaginea » 191 ligulata Ag » 191 ZANARDINIO 253 IIai.imema < Monardiana Montagn. . pag. 191 pinnulata Ag igo HlLDENBIlAHDlA, Nardi* n 238 Paroliniana * » >2" HytHHA Lmx » 2o3 musciformis Lm\ <• 2o3 Ilea Fries » -i j Bertolonii * 21 5 clathrata Gaill compressa Gaill 2i5 var. crinita » • 1 "■ inlcstinulis Gaill. . . ■ . * Sm5 IninEA Bory » 19-2 reniformis Grcv » 192 LAMINARIEAE » 334 Laminatua Lmx. >» 234 debilia Ag » ■ 3 \ Laurencia Lmx ■' 196 dasyphylla Grev » 197 nana Grcv » 198 obtusa Lmx » "./' v.ir. gracilis » '97 var. Dclilii » 197 var. panieulata ;* '97 pinnatifida Lmx » '96 papillosa Grev " '9** var. thyrsoides » 198 striolata Grev >' '99 tenuissima Grev » '97 var. grlatinosa " '9^ LIAGOREAE " >s" Liacora Lmx * '"7 viscida Ag * '°7 LICHINEAE »» 240 Lichisa Ag " »4° confinis Ag » \ • LITHOPHYLLEAE » a38 LlTIlOPHTLl.rM Philip " "I racrnaUns Philip » ^9 LlTBOTnAMKlOS Philip w u»° crasjam Philip " ' \° LoMEVTAMA Lyngb " ' 0* > articulatfl Lyngb » '99 var. linearis " ,c)0 3 54 SYNOPSIS ALGARUM IN LOMEHTAftlA gjavellosa Gaill. ? furcate * . . k.iliiui mis Gaill. ovalia "... far, Bubarttculata p.ti vulii " reflexa Chauv. . DDCtnata raenegh. P«S- » aoi " 199 » aoo 1) aoo » JO I » aoi » ap. i » a no i \(* .4s ,46 143 14s 238 238 18G .8, 18G iSG .8, in .11 1.1 Ouby » l.\ NGBYCAE » LlKGBIA Ag » contc\ta Ag » crispa Ag » olivacea * »> Melopfsu Lmx » pustulata Linx » MtsO(;i.«ii\ Ag » Bfiiolonii Mor. el Dc-Not. . » coccinca Ag » vcrmicularis Ag » var. coriacea » Micnocoi.r.ns Dcsmax » i5o chtonoplastea * >» iji N»Torim,ir\i Grev » 194 Uceratam Grev » nj\ OCellatlim Grev » 195 NOSTOCHINEAE » 143 Olivia Bertol 137 2^8 Androsace Bertol » 228 OSCILLARIEAE » ifo Oacillaria Bosc » 1 'o limosa * » i!>o Heneghiniana * » 1 49 Digra * » i5o subsalsa* ft l49 Padika Atlans » 233 Pavonia Gaill » 233 PfjaCBBSlMA Bory » 216 facicola Bfenegb » 216 1 igcne* » ar8 PlITLLOPIlORA Grev » 210 Lactuca Grcv » 211 nervosa Grcv » 211 var. spiralis » 211 PlOCAMIUU XjDIX ■ 195 MAUI ADIUATICO ETC. pLOCAMlUM coccincum Lyngb Polysiphoma Grcv. . allocbrua Duby aracbnoidea * . var. purpurea . I *. I ■ 111 ■ 1 1 - « . In i-\ in ticuluLu * denudata Montagu, dcusta Spr. clongata Spr. . var. denudata . var. prolifera . var. spinulosa . var. sanguinolenta lYuliculusu Spr. var. tenuior Lcpailicula Spr var. iDtricata . luhrica* . . . nigrcscens Wallr. opaca Dc-Not. var. IDtricata . pcnnata var. pumik pilosa * . piilvinala Spr. ramulosa Spr. Raineriana* rigcns * . Ruchingcri * Var. (minor sanguinea " sccunda * var. adunca spinulosa Grcv subiilifYra * variegata * . var. radicans PonrHvnA Ag. . coriacca* laciniata var. urabilicata vulgaris Ag. PUNCTABIA GrCV. latifolia ? Grcv R1VULARIEAE . RlVULARlA Rotll. ras- 195 » 1G1 » 161 u i63 » >G3 )> 166 » .03 w 1G1 » 1G1 )) 162 » «6» » 162 H 162 » iG3 » 1G4 » 1G4 » 166 )> 166 1) 164 )> id » i65 )) 1 65 » i65 » 164 » 167 . » iG5 » i65 » 167 » iG3 » i63 i63 )> 166 » 1G6 » ■ G. )» 164 » 1G2 » 162 . » 212 I) 2l3 » 212 » 212 . ., 23 1 » 23 1 . » .43 . » ,43 AUCTORE J. RlVOLARtA alia Rolll pag. j .\\ Biasolet liana JMcncgh. ...» 144 btillata Berk » 14^ Coiitarcmi * » i \S dura Fl. Dan " ' i i facicola * » '44 Rhudu.me.la Ag » 182 puiastroidei Ag « 182 spinusa Ag » i83 Rhodomebia Grev » 209 bifida Grev » 209 var. ciliata » 209 Palmetta Grev a 209 ['» -i 1 ii'M 1 ■; -l Ag » 181 pumila * » 181 tincturia Ag » 181 Sargasslm Rampb » b4i Hurnsclitichii Ag » 242 vulgare var. salicifolium » 241 var. linifolium •» 241 var. Dunati » 2^1 ScTTONEMA Ag » 1 49 Sowcrbyauuni Ag » i4q SIPHONEAE ia6 i35 218 Sphacelaria Lyngb » i58 ccrvicornis Ag » 159 cirrbosa Ag » 169 var. aegagropila » x5g disticba Ag » 1J8 pumila Ag » i5g scoparia Lyngb » i58 var. pcnnata Ag u i58 scopariuules Ag » 108 SpnAsnococcus Stack » 208 Z AN AR D I MO Spiiaerococccs coronopifbHiu Ag. . . . pag. SPOROCHNOIDEAE a Si obochvoi Ag « adriaticus Ag » rhi/odcs Ag » vcrlicillatus Ag » SQLAMAIUEAE a SoOAMABlA » vulgaris * 1 Stilopboba Ag » crinita Ag » Valokia Giun i3G aegagropila Ag » Vaccheria L)C i3j marina Lyngb » PUufl Mert » DLVACEAE » Ulva Linn » latxasima Linn » Tar. mcicnlcriforrais ...» Var. umbilicalis » Var. palmata » Linza Linn » Tar. lancculata » VVbahgelia Ag a pcnicillala Ag » tcnera Ag » WoRMSKlOLDIA Spr » alata Spr » crispa * w Hypoglossum Spr » Squanuiriac Mcncgh. . . . w Zanardima Nanl » Prototypus Ward » 255 208 188 188 i8«j 188 i8g 335 a3S 235 i'Sq 23 1 22 ! 222 2l8 2l8 2l8 212 2l3 2l3 3i3 214 214 214 214 170 1-0 IJO 193 ■94 ■93 '93 ■9t a36 i36 . /,,,,,/ .4 ,/,//. , /, ./, ,y,rr„. //.,/■> ,/„,/.,„ , //... ?-.■,,■ . >, ■„, //' />.'•/ 253 'Ji:::i:ii \ /■„/, / n *.*•.<■*• r, H <* * *» fl »'■ *' irf- . ) X.ifi.. /'///'/,////'////. •/,///.' ft,;/,/./*..///, , /■ .// ./////. //,//.>. ;//. 2'.', A ■'/,/// H'.Aaa.JS6 /;,/. // I V I r t ».« r / '{.///////* w/irlt ////••//, rAi VOL*. ,,(//////./„,„/„,.„„„, ,,/,/,„/„ .;{.■„//„„„ . //,„,, *A '/////.///,/ /' /////, 6ifar/-> /„,,/,,„ , /,., 2 ■•■ > /. ,„ /!/,,„, 2&S /*' * 1 /""/ /;*/• // / 'I ,r////r,,/,/ . ',//,?,/ -//»/ ! /'/•/< v • ■// t//'/-f,;r /.,„/ ///'./ ^ J,,,/,.''.,,,,.- //-/' ™*&m<^>j&. 2-^rr 3£»u7Kfy<2SS. 7„/> r # - 4 r ' W *-• -*r\ - 1/ lin.tn/iiii Jcoee4t8mu* 3.&fivias< fafaxMu* ■ /,..,,/ { ,/.//, . /, ,/ /, . . •■■ {/,//.! ///.//,/// , /'■' _ ' - ' SUA /'/ U '■ I Y i ■ X % » * ■ # /..„./.«**» */* ' &**'/?•** /;*/> r// *:S.:--.*.;r::-:::'-' ■••«:•.;•■ I " i& K /■ ,, -j /,,„.,-, ,;■,„/, .if,,//,///,//////"/' /'■-/"/■■>""' /,<;',/ ./ ,/,//, , /,- ,// ./,,///. I /■.>/■■ ///./As,.- t /"'■■ & '■ '/' /!'//*'■/ Tat, 17// ;W$ i \ I \ /^ mm . f, /-,'///////// ?//, v yi ' //ft,,/,!,, a--7 sopni LA GASTON I A PAL MAT A D I W. ROXBURGH PH0P08TA QUAL TirO 1)1 m MOVO GENERE NELI.A FAMIGI.IA DEIXE ARALIACEE MEMORIA Dl ROBERTO DE VISIWl mOFESSOEE Dl BOTANICA IDU 1. H. U,IYEBS.TA I,. PADOVA E MEVSRo DELl/l*TITtT«. n(I,M„ Letta nell'tulunanza del 2 maggio 1011. 11 ch. W. Roxburgh descrisse nel catalogo dell'Orto botanico di Calcutta alia pag. 33 una pianta indigena di Chittagong nelle Indie orientali sotto d nome di Gastonia palmata. D'allora penetro essa ne'giardini botanici d'Europa, ovc pero sembra aver fiorito ben poche volte, se lice giu.li- came dalle poche, incomplete, e spcsso contraddittorie descrizioni, du- ne furono pubblicate, e dalla conseguente discrepanza de' Botanici nel riportarla all'uno od all'altro genere. Fiori essa nel i8a5 nelle stufe del signer Caters de Wolf a Berchcm presso Anversa, e da questo individuo fu tratta la inesatta descriziom- pubblicatane nel Messag. cles scienc. et arts, i8a5, i.« et n' for., ripoi- tata poi nel Bullet, des scienc. natur. del Barone di Ferussac, i8a5, pag. 220. Nel mesc stesso di marzo e nel medesimo anno an'ahra pianta ne fiori a Londra, e fu su questa, die venne fatto il disegno, e la descri- zione, che il ch. Lindi.ey pubblico nel Botanical Register al numero 894. Serie II. Tom. IV. 2j8 sopiu la gastoma pai.mata DI \V. ROXBURGH 11 terzo escmpio ili fioritura, che sia giunto a mia cognizione, 1'ofTerse a me an robusto individuo di questa specie, che da tre anni collivasi nell'Orto botanico ili Padova, il quale nel marzo ilel passato, e in quello eziaiulio del coiTcntc anno, avendo spiegato compiutamente i suoi fieri, mi l'orni ropporlunita di sludianie accuratainenle i caratteri, e di com- pilarne la descrizione. £ la pianta da me veduta on individuo dell'altezza di metri i,85': la sua radice e legnosa ramosa, fornita di barbicelle succulente, quasi pellucide numerosissime: il tronco si e legnoso, rilto, irregolarmente llessuoso , poco ramoso, vestito di una corteccia bruna, lievemente scrc- polata, segnala di cicatrici semicii'colari ad orb prominenti, indicanti l'inserzione delle foglie cadute, armata di aculei larghi grossi brevi , per lo piu orizzoiuali, di rado volti alfinsu. Le sue foglie sonograndi al- lerne coriacee, sostcnute da un picciuolo ingrossalo alia base, ed ivi articolato sul tronco, e semiamplessicaule, lungo centimetri a5, cilin- drico nel rimanente, aculeato, orizzontale, o pendente. Sull'orlo estrcmo di queslo sorge una lamina larga quanto la di lui base, che superiov- mente si fa lanceolata, acuta, bifida o intera, pria verdognola ed erbacea, poi secca ferrugigna e lacera irregolarmente, ritta e strettamente ad- dossata al tronco, la quale non saprebbesi nominare altramenle, che Stipula. La foglia e quasi orbicolata, del diametro di 36 centimetri, cordato-palmato-fessa, con sette a nove lobi ovali-lanceolati per lo piii acuti, doppiamente o semplicemente seghettati, intieri alia base, ove sono separati fra di loro da seni ovali, sopra e solto cospersa di fioc- chi di peluria ferruginea o pallida, taloi'a disposta a Stella, piu visibile nelle foglie piii giovani e lungo le nervature, poco o nulla apparente nelle vecchie, e sul resto della lamina, a costa grossa assai prominente carenata aci;ta nella pagina superiore, rotondata nclla inferiore, a ner- vature pennate. I fiori sono disposti in pannocchia terniinale spesso inclinato, i di cui rami alterni fornili di una o due brattee lanceolalo-attenuate , e coperti al pari dell'asse della medesima di folti pcli slrigosi ferruginei, sosten- gono un'ombrella semplice per ciascheduno, fornita di molti fiori, da 8 a 16, i cui picdicelli sono circondati alia base da un involucro di brattee del tutto simili alle precedenti. Ogni Goi'e e composlo di un '•.dice connate coll'ovario, di forma turbinata , a margine libero bre- vissimo, diviso in piccoli denti varii di numero, inegualmente grandi , memoria df.'- prof. nonKRTO de visum a5o cd inegualmcnte distant! , sorpassanti 1'ovario, c tli un color bruno , tutto sparso di peli simili a quei delle brattee; di quattro sino a setle petali carnosi, valvati nella bocciatura, od estivazione, spicgati orizzon- talmente nella fioritura, ovati od ovali-lanccolali, acuti, caduchi, insc- riti sul margine di un disco carnoso ricoprente la sommita dell'ovario, c d'un colore pallido, o leggermente verdognolo. Gli slami variano dai sei ai nove, ma per lo piu sono sette, egualmcute lunglii dei petali, .ill itii i a questi quando lor sono eguali nel numero, molti allerni ed alcuni opposti quando li supcrano , spicgati orizzontalmente, con fila- menti cilindrici due volte piu lunghi dell'antera, assottigliati e un po' curvi all'apice, inseriti insieme co' petali; con antere incumbenti altac- cate pel dorso, volte all'indentro, cuoriibrmi-bislunghe, biloculari, a logge parallele non attaccate fra loro, che per un punto medio, in cui s'inserisce l'apice del Glamento, e quindi con picciolissimo connettivo , di supeificie ineguale, che a microscopio apparisce rilevata in tubercoli mammillari segnati di striscie arcuate, di color pallido o giallognolo, apren- tisi per lo lungo con fessura profonda, e contenenti un polline coni- posto di granelli lisci, quasi sferici irregolari. Nel pistillo avvi un ovario turbinato carnoso, veslito esternamentc dal calice, che vi si e immedesimato, e sparso di squamette forforacee, il quale contiene da cinque ad otto logge monosperme, o piuttosto e formato di altrettanti ovarii connati in un solo, ognuno de' quali rac- chiude un ovicciuolo bislungo anatropo pendente dall'angolo superiore interno della loggia, e 1'ovario stesso e poi coperto superiormente per tutta la sua superficie non vestita dal calice , da un largo e carnoso disco nettarifero di colore pallido-giallognolo. Dal centro di questo disco , circondato dal medesimo sino alio stimma , e continuo colla sostanza dell'ovario sorge uno stilo piramidale solcalo , troncalo all'apice, due volte piu corto degli stami, di color pallido-verdognolo , e composto di al- trettanti stili quante sono le logge dell'ovario, fra lor connati in un corpo solo sin presso all'apice, ove sollanlo appariscono divisi gli stimmi, e questi pria della fecondazione sono eretti , conniventi e piccolissimi , dopo quell'epoca sono grossi, orizzontalmente distesi, e divisi ognuno alia sommita in due piccoli lobi divcrgenli ed oltusi. II suo frutto, per quanto ho jiotuto dtscernerlo dai soli ovarii ingros- sati, ma non giunti a una pcrfetta malurila, che mi fu dato diesami- nare, o un porno ad ossicini, ossia una Pircnaria, di cinque ad otto 2ho SOPRA LA GASTONIA PALMATA DI W. ROXBURGH logge monospcrme, cou semi analropi e penduli, come in tutla la fa- miglia delle Araliacec, dei quali per 1'immalurita indirata non ho po- tato osservarc nc I'alhume, ne l'embrione. Malgrailo peri questa cir- costanza , che m'impcdi im'analisi piu. minuziosa del seme , crcdetti ac- coucio di rappreseniaic nclla tavola, die accompagna questa Memoria, tutlo quello, che negli organi riproduttori di questa pianta mi riusci di vedere, e cib tanto piu, quanto che la sola figura, che se ne ha puhblicata dall illustre Lindley, non presenta alcuna analisi di quegli orcani. Essa dal suo scoprilore, il ch. Roxburgh, vcnne rifcrita al genere Gastonia , genere fondato da Commerson per una Araliacea dcll'isola di Horbone a cortcccia spugnosa, che Lamarck chiamo poscia Gastonia cutispongia , e cio iu onore di Gastone di Foix fratello di Luigi XIII, meecnale della Botanica, protettore del celebre Morison, fondatore del- l'Orto botanico di Blois, e della Iconografia di storia naturale del Museo di Parigi. Anche il ch. Lindley al n.° 8r>4 del Botanical Register de- scrivcndo questa pianta lasciovvcla fra le Gastonie, asserendo non aver potuto scoprire negli escmplari, che gli fu dato di esaminare, alcuna dilVerenza dai carattcri assegnati da Jussieu a questo genere , locche deve altribuirsi certamente alia imperfezione da lui stesso lamentala degli eseinplari suddetti. Essa differisce dalle Gastonie per aver un ca- lice non intero ma dentalo, gli stami, che di poco sorpassano il numero de'pelali, ne sono giammai due dinnanzi a ciaschedun petalo, l'ovario con 5 ad 8 loggie al pin, ne mai dalle 8 alle 12, e gli stili lunghi e e I a I i ; pcgli stili connati in uno, ne liberi espansi e per lo piu diva- ricati; pel frullo in line con molte logge, e non solamente con cinque. In segutto il cclebciTimo De Cakdolle nella Monoarafia delle Araliacec puhblicata nel Prodr. srst. nut. regrti i>cg., iv, p. 256, passo la pianta del RoKBOBtrD nel genere Gilibertia di Ruiz e Pavos ( Fl. peruv. Prodr., MEMORIA DEL PROF. ROBERTO DE VISUM 2G1 p. 5o ) c cliiamolla Gilibertia palmata. Ma essa difTeriscc pure da questo genere pel calice dentato, e pegli stand superior! in mimero ai petali, e quindi cinque alterni e gli altri opposti, come appunto si disse ri- guardo al genere Arulia. Forse meglio , chc a' generi fin qui indicati , la pianta nostra potrebbe riferirsi al genere Hedcra, come sospetto il ch. Endlicher ( Gen. plant., p. 795 ), se questo genere airatto artificiale non fosse ancora fondato su caratteri tanto vaglii, da abbisognare d'esser meglio circoscritlo, per collocarvi quelle sole specie, che sono esatta- mente congeneri fra di loro. La discrepanza de' piu illustri Botanici nell'assegnar il vero genere della Gastonia palmata bastava gia ad indurre un ragionevole sospetto, che questa avesse ne' suoi caratteri alcun che di distinlo da tutti quelli delle Araliacee , per cui non istesse perfettamente in alcuno de' cono- sciuti. L'esame accurato dclle parti fiorali della medesima confermo tal sospetto, avendo io potuto conosccre merce il medesimo, dilTerir questa da tutti i generi sopraddelti per l'essenziale carattere degli stimmi non gia semplici , quali vennero fin qui descrilti tutti quelli delle Araliacee, sibbene grossi e divisi in due lobi , e nessuno ignora cpial valore ab- biano le note di tali organi nel diffcrenziare i generi specialmenle di tal famiglia. A questo carattere s'uniscono poi tutti gli altri sopra indi- cati, pei quali la pianta slessa diversifica da tutti quelli a' quali fu riferita. Per le quali cose dovendo la Gastonia palmata Roxb. costituirne un nuovo e di verso dai conosciuli, io propongo d'intitolarlo Trevcsia , in onor della nobile famiglia dei Cavalieri Treves dei Bonfilj di Padova, in cui fioriva anni sono Enrichetta Treves coltissima conoscitrice e pi'Otellrice degli studii naturali, e speciabnente della Botanica, di cui Ella a me stesso istillava c coltivava l'amore, ed i cui degni nipoti (lav. Jacopo ed Isacco tengono in Padova elegante giardino, ricco di rarissime piante da stufa , e segnatamente di una niaguifica collezione di Palme; dalla cortese liberalita de' quali 1'Orto botanico di quella Universita riconosce di molte piante, e particolarmente quell'individuo di Gastonia palmata, che avendo in questo fiorito, oficrse a me l'op- poiiunita di descriverlo ed illustrarlo. II qual nuovo genere restera distinto pei segneali caratteri: a6a sopra la gastonia palmata di \v. Roxburgh TREVESIA n. gen. Calicis margo brevissime ultra ovarium productus inaequaliler denticu- latus. Petala 4"7 libera expansa. Stamina 6-9, ul plurimum 7, solitaria, alterna et opposita , anthcris cordatis , loculis libcris connective brevis- simo medio coniunctis. Ovarium 5-8loculare , disco amplo epigyno corona- tum , ovulis pendulis. Stjli quot loculi in unicum pjramidatum sulcatum disco epigfno obductum ad apicem usque concreli. Stigmata totidem primo erecto-conniventia minima, post anlhesin divaricalo-biloba cj'assa stellato-patentia. Pyrenaria carnosw calice coronata 5-8locularis , loculis monospermis. — Ordo Araliacearum Juss. DC. ( Char, ordinis emend. ). Trevesia palmata. * Syn. Gastonia palmata Roxb. Cat. hort. Calcut. p. 33. Lindl. Bot. Reg. p. 894. Aralia dubia Spr. Syst. veg. cur. post. iv. part. 11." p. ta5. Gilibertia palmata DC. Prodr. Syst. veg. iv. p. a5G. Hederae, Sp.? Enulich. Gen. pi. p. 795. Icon. Tabula nostra. Lindl. loc. cit. Hab. in India orientali ad Chittagong. Floret hyeine et vere in calida- riis. Planta fruticosa out arborea , aculeata , foliis cordalo-palmatisectis orbiculatis coriaccis amp/is Jloccoso-stellulatis 7-9/oiw, petiolatis, slipula supraxillari late ovata acuta amplexicauli , demuni Jissa munilis , Jlori- bus terminalibus paniculato-umbellatis , albido-virescentibus. T£ In questo generc, clie ora risulta costituito da una sola specie po- tranno forse concorrcre per l'avvcnire anche altre specie affini riferite dal ch. De Candof-i.e al genere Gilibertia, allorche di qnesta saranno meglio conosciuti i caratteri delle parti fiorali, c segnatamentc quei ilcgli Stimtni. Comparvero sino ad ora due sole descrizioni, ed una sola figuru, per quanto potei raccogliere, di qucsla pianta. Apparve la prima nel MF-MOniA DEL PROF. nOBEBTO DE VISUM 263 Message,- des scienc. el arts, ,8a5, i.« et n.« tor., di eui porse un sunto il Bullet, des scienc. nat. et dc ge'ol. del Bar. de Ferussac, octobr. i8a5, sect, n.% p. 22o, ma in questa si attribuirono alia Gastonia palmata del Roxburgh caralteri falsi o almeno con falsi termini rappre- sentali, e quindi vi si descrivc liscio il suo tronco , palmate con foglio- Une lanceolate le suefoglie, disposli in ombrelle laterali sparse sul/a parte superiore dei ti-onchi i suoi fiori , e questi priVi di corolla, ma torniti di un calice con cinque sino a nove division!. Si fu percio, che il ch. De Candolle dubit& se questa fosse la vera pianta del Roxburgh tcrminis alienis descripta ( Prodr. syst. nat., n , p. 256j. Pare a me, Che il sospetto dell'illustre Botanico si risolva in ccrtezza per l'airerma- tiva sol che suppongasi, che 1'ignolo autore di quell'arlicolo per poca famigliarita col linguaggio tecnico de' Botanici abbia scambiato il voca- bolo fqglie palmatifide in foglie palmate e quindi i lobi delle medesime mfo^lioline, Vasse terminate delVinfiorescenza in parte superiore de tronchi, e che non avendo distinto il vero calice, come quelle, che e immedesimato coll'ovario e fornito di margine libero brevissimo', abbia chiamalo calice la corolla, e quindi division! del primo i petali dclla seconda. Altra desrrizione ben piu accurata porse di questa pianta il ch. Lindley nel Botanical Begisler, unendovi una sufliciente figura della medesima : siccome pero presenta questa alcune difTerenze dalla nostra, e la stessa a delta del ch. autore fu fatta sopra incompleti csemplari, e probabil- mente sul secco, cost non sara inutile il rilevarle. E primamente fa ineraviglia, come ne dallo stesso, ne da verun altro di quelli, che par- larono di questa pianta, sia stato indicato quell'organo afTatto simile ad una stipula ascellare od intrafoliacea, che trovasi alia base del picciuolo, e precisamente sopra quella parte di esso, che si allarga per abbrac- ciare il tronco, e the scone lungo i margini di questa parte sino al tronco stesso. Un organo analogo Irovasi ancora in altre Araliaoee e segnatamente nvWAralia racemosa, A. spinosa , A. umbraculifera , ed A. japonica, e nella Cussonia tkyn [flora e C. triptera. Nel Panax acu- leatum ne inrominciano gia ad apparire le prime traccie laddove il pic- ciuolo dalla forma cilind.ira, che gli e propria, prende ad allargarsi nella sua base. JteWJraHa racemosa i suoi rudimenti sono piu svilup- pati, di forma lanceolata, e sorgenti uno su ciascun lato della base me- desima. Alio stesso luogo c di egual forma, ma molto p,u lunghi si 364 SOPRA LA GASTONIA PALMATA DI W. ROXBURGH riseonlrano iicllV/ spinosa , A. japonica, e Cussonia triptera ( C. quer- cifolia Ilortul. ). NcWJralia umbraculifeva , nclla Cussonia iliyrsijlora , e nella Trevesia palmata i due organi invcce sono connali in un solo, e qtiesto sorge e lungo i lati e dal mezzo della estrcmita dilalata del picciuolo formando un orlo niembranoso a tulta la parte libera dclla medesima, che si addossa al tronco e l'abhraccia superiormente, come fa la base del picciuolo inserendovisi inferiormentc. Solainente fra gli esempi ora addotti evvi questa leggera diversita, die neWJralia um- braculifera i due organi sono appena divisi superiormente, e quell'unico ch'essi coinpongono e piu largo, piu soltile, piu rolondato ed ottuso , menlre nella Cussonia sono piu divisi e i loro apici son piu aculi, nella Trevesia molto piu lunghi, e in ambidue l'organo, che ne risulta e mollo piu angusto. Ora quest'organo ( se pure ei merita siffatto nome, non altro essendo, die un segmento di foglie ) non put) essere certa- mente allra cosa, che o appendice del picciuolo, o stipula. Ma le parti indicate sotto questi due nomi sono elleno poi diverse costantemente ed organiiamente fra loro? Fu scritto, che la stipula diflerisce dalle appendici del picciuolo, perche quella nasce dal tronco o dai rami, da' quali riceve i suoi vasi, queste invece dal picciuolo medesimo di- rettamenle e non dal tronco. Ora questa differenza non si ritrova, che su quelle piante soltanto, che sono fornite di stipule libere da ogni ade- renza al picciuolo: mentre in tutte le altre, che presentano stipule adnate e stipule intrafoliacee , l'inserzione loro o si fa sul picciuolo uui- camentc, o su questo ed insieme sul tronco, e i vasi allora provengono d'ambe le parti. Cio e agevole ad osservarsi nella famiglia delle Rosacee, delle Leguminose, nei Melianthus ecc. , nelle quali, se reggesse il ca- rattere indicato per ditlerenziare le stipule dalle appendici, vi sarebbero entrambe siffatte parti, anzi la parte stessa meriterebbe contemporanea- mente ambedue questi nomi, locche basterebbe gia ad indicarne l'iden- tita di significazione. Nel genere degli Astragali vi sono specie a stipule libere, ed a stipule aderenti al picciuolo, per cui nello stesso genere vi sarebbero e stipule ed appendici se valesse la dislinzione accennata. Egli e per cio, che mancando un carattere organico coslante, che valga a dillerenziarc le une dalle altre, ed essendo e inutile ed inesatto il distinguere con diversi nomi la parte stessa per l'unico ed incerto ca- rattere delle sue aderenze, giacche si quelle, che queste non altro sono che seuaplici segmenti della lamiDa fogliacea ora aderenti alia sua base MEM0RIA DEI. PROF. ROBEnTO DE VISIAM rf)~, ora liberi, io rcputo piOl ragionevole il considerarle entrambe come una stessa parte a cui sia da serbarsi il nome di stipula, le dilRrcnti mo- dificazioni delle quali venir possono dal Botanico piu esattamenle signi- ficale cogli epiteti gia usitati di adnate o libere, laterali od intrajo- liacee, anzicche coi sostantivi di stipule o di appendici, come qnelli , che presuppongono parti fra loro diverse, e non gia accidental! e *J riabili modificazioni della medesima. Se cosi e, ancbe la famiglia delle Araliacee sara fornita di stipule, le quali se mancano in alcuna delle sue specie, sono Per6 ben cospicue e distinte negli esempi sopra imli- cati, e nella Trevesia segnatamente. L'inliorescenza generale della Trevesia e nominata dal Lindi.ey, se- guito poi dallo Sprengel, un'ombrella composta, e le inCoresccnz'e se- condare ombrellette: pero siccome l'infiorescenza primaria e costituita da peduncoli, che partono alternativamente e a diilerenti distanze da un assc comune, pare ch'essa meriti piu a ragione il titolo di pannoc- chia, e le secondarie o parziali quello di ombrelle. Ollre a cio nella nostra pianta i peduncoli non sono lisci e nudi, ma sparsi al pari di tutte le altre parti della medesima di peli strigosi ferruginei disposti a fiocchi; non manca l'involucro alle ombrelle, ma inyece questo e for- mato di molte brattee lanceolato-attenuate affatto simili a quelle, che trovansi alia base de' peduncoli principal!, e soltanto piu piccole; il calice non e quasi inlero e pieghettato (nel vivo), ma dentellato e piano; il disco epigino finalmente ne' fiori freschi da me veduti non e crespo ma liscio. Tali difierenze avrebbero potuto generare il sospetto, che la pianta del ch. L.ndley fosse diversa da quella da me osservata' se la figura, che accompagna la sua descrizione non ne dimostrasse l'identita, rappresentando alcuni de'suoi caratteri come sono dame in- dicati. Diffatti in questa figura. che trovasi al n." 864 del Botanical Register veggonsi bene espresse le brattee delle ombrelle, il calice dentato e liscio, il disco nettarifero piano. Solamente nella medesima i denti del calice sono troppo profondi e regolari , lo stilo troppo breve, gli stami tutli alterni , e non alcuni anche opposti ai pelali, i pedun- coli opposti e lisci e non alterni e pelosi. Lo studio della Trevesia palmata mi condusse a verificaro alcuni ca- ratteri attribuiti generalmente dai Botanici alia famiglia delle Araliacee, e segnatamente quelli della forma delle antere, e della direzione dei semi. Le prime sccondo il ch. Don (Prodr. Fl. nfp., p. ,86) hanno Serif. II. Tom. IV. KK i66 SOPRA l. A GASTOMV P W M ATA BCCc MEMORIA DEI. PROF. R. DE VISIANI figure peltata o scudiforme ; ma qucslo carallerc non e ccrtamente cost universale come si crede, giacehc Delia Trevesiii pa/mata, nclVAralia spinosa, A. racemosa, ed A. japonica le anlcre sono o bislnngo-lineari o ronlalo-bislunglie. I semi poi, che dal c"h. aulore suddetto sono in- dicati erelti, si nella Trevcsia, chc in tulli i generi delle Araliacee, di cui si conosce il frutto, sono pendent), come avvertirono il Bartling c 1'Endi.icher, e come sono nelie Ombrellifere ad esse afiini. Resta, che a compiere rillustrazionc di questa pianta io qui soggiunga la spiegazione della tavola, 5, si ve- dono rappresentati, ed essi altro non sono, secondo lui, che lc uova di un rotifero assai noto sulle rive dei laghi della Svizzera , denominato Philodina roseola di Ehremderg. Questo non sarebbe il caso della neve cadula nelle vallate di Vegezzo, la quale essendo slata csarainata subito dopo la sua discesa, pare non potersi dubiiare ch'ella sia cadnta con quel colore medesimo , ed e pos- 3T0 RICERCnE SOPRA UNA POLVERE DFPOSITATA DA UNA NEVE ECC. sibile che la natura e l'originc della materia colorante sia in questo caso diversa da quella indicate dai eitati autori. Per servire di base alle congetture che poli'ebbero farsi a tale ri- guardo csponiamo qui i risuUamenti da noi oltcnuli ncH'esame chimico, che ne abbiamo fatio. Raecolta la detta ne\c qualclie giorno dopo lo straordinario avveni- iicnto, indi liquefatta laseio depositare un sedimento finissimo col- 1'ispetto della ruggine, od idrato ferrico, c questo seccato naturalmente era affatto senza odorc : applicato sulla lingua vi adcriva, ed imprimeva una sensazione nnnloga all'argilla quando vienc di reeente bagnata (i). Stemprata ncH'aequa, indi divenuto Hmpido il liquido, prescntava la delta polveruzza al microscopic- un ammasso di materia globoli- t'orine, che vestiva i caratteri di quella propria del tessuto vegetabile, ed i globoli nuotanti nel menstruo apparivano dolati di piccoli moti analoghi a quelli che si osservano nella clorofdla e nelle gommo- resine, e la loro "rossezza si trovo essere quella di a -dilinea D 1 1O0U IOOO del poll ice francese. Su d'un cucchiaio di platino infuocato alia lampada produce va questa soslanza un fumo d'odore ingrato, che bruciava con fiammella azzurro- gnola , il che la caralterizzava per un composto d'indole organica, e lasciava un corpo nero carbonoso; per meglio conoscerne la natura, ne opcrammo la scomposizione in un tubo di vetro chiuso da un lato a calor rosso; comparvero dapprima gocciole d'acqua, indi un vaporc che dava se"ni ammoniacali. II residuo nero carbonoso bruciato all'aria li- bera riacqnisto i caratteri primitivi, rimanendo per6 piu colorato in rosso, e riunitovi un pezzelto d'ossido potassico, appena elTettuatasi la fusione ignea , assunse i caratteri del manganato potassico; dalla so- luzione poi di quel residuo opcrata ncll'acido cloro-idrico si ottenne dell'ossido ferrico. Assicurati in tal modo della presenza di un corpo organico, di ossido ferrico e manganico, provammo se tale sostanza fosse associata a qualche corpo salino; ma le indagini instiluile altro non* ci dimostrarono che la presenza di qualche cloruro, non peri) del calcico. (i) Con soddisfazione avreiumo c&aiuifiato I'acqua di questa neve, se ci fussc statu possibile di •tcrjie. DEL P. I.AVIN1 a- I Dopo tali saggii csplorativi determinammo a un di presso la pro- porzionc dei materiali costituenti il nostro composto. Un gramma della polveruzza suddetta, mediante una lemneratura con- vcnicnle, perdelte ^5 milligr. d'acqna di semplice iuterposizione. L'alcoole a 38° no sotlrassc una materia giallo-vcrdc die, seccata, aveva i caralteri della clorofilla, insipida cioe , verdiccia, combuslibile come la cera, so- lubilc negli ossidi alcaliui, e pesava 80 milligr. Un allro gramma colla semplice azionc ncH'acqua pur a produce\a una soslanza eslraltiva di odore ingrato, del peso di 3o milligr. che col- l'analisi distrulliva diede segni 11011 ecpiivoci di un prodolto ammoniaeale. II residno faccva vcdere ne' suoi interstizii delle particelle lucenti , elie annunziavano la prcsenza della silice; e dill'alto, dopo una repli- cata azione dell'acido cloro-idrico, vcnnero separali G-o milligr. di silice, e dalla rimancnte soluzione 3o milligr. di ossido di magnesio, clie pro- babilmcnte trovavasi nello stalo di eloruro, oUre a 10 milligr. di allumina. Da questi fatti si pu6 dedurre, che un gramma della polveruzza de- positata dalla neve rossa suddeita sarebbe composlo come segue: 1. Acqua di intcrposizione . . . . gr. o,ot5 2. Clorofilla 0,080 3. Materia eslraltiva o,o3o 4- Silice 0,670 5. Ossido ferrico 0,100 6. Magnesia o,o3o 6. Allumina ' 0,010 7. Cloro 8. Ossido manganico tracce °,995 Di mille parti ve ne sono cosi 810 di sostanza tevrosa e d'ossido di ferro e di manganese, e le igo facienti il comjiimcnto di un gramma consistono in acqua di semplice inlerposizione , in materia organica azotala ed in cloro. La soslanza organica non formcrebbe adunque che una piccola porzionc della eitala materia, la quale sarebbe nclla massima parte di natura terrosa e melallica. Quindi, qualunque sia la natura tli quclla parte organica, non si pub ad essa sola riferire il coloramento in rosso della neve caduta nella vallata di Vegczzo e nelle altre 37* JIICERCHE SOPRA UNA POLVERE DEPOSITATA DA UNA NEVE ECC, circonvicine , e forse Ic sostanze terroso-metnllirhe , di cui essu <• prinripalmente composta, sono stale trasporlate dal \euto tla lonlaiw region i. Delia stessa natura sara stata probabilmente la materia colorante della neve rossa caduta, nel dipartimento dei Pirenei Oricntali, a un di presso in simili circostonze che la nostra, e per una notabile singolarila quasi nello stesso tempo, cioe il 17 febbraio i84'> come si riferisce nei Cotnptes retulus dell'Accademia di Parigi, torn. 1a, num. i3 e 18, e di cui si aspetta il risnltato dell'analisi chimica, che fu tomniessa a I signor Dlfhenoy. ALGOLOGIAE MARIS L1GUSTICI SPECIMEN AUCTORE PKOF. I. DE NOTARIS Exhib. die 23 mad 1841. L. B. r ostquam Regis augustissimi et munificentissimi gratia Botanices Pro- lessor in Regio Archigymnasio genuensi renuntiatus sum, ad Algologiam ot.a mea convertcre decrevi, sperans, quamvis Algae maris Liguriam alluent.s stud.o et cura clarissimi Antonii Bertolokii iam pro parte .nnotmssenl, species vel nondum recensitas, vel minus notas, vel forte novas me quoque detectururn. Bononiensis Professor in opere insigni, titulo Historiae Fucorum Mans L.gusuc. in amoenitatibus italicis anno 1819 recuse, ulvaceas lere omnes, filamentosas articulatasque Algas consulto reiecit, etsi com- mode commodiore illo genere , Fucus , Linnaeanorum more constituto saltim pro parte complecti potuissent. Urgentibus vero multis novisque muneribus nequivi ut primum mih, propos.tum era* litus omne a Nicaea ad Spediam excurrere nee non spec.es polymorphas in loco nalali iteratis observationibus prosequi earumve evolutionem perpenderc; at cum messes peractae expeclationem meaui longe superaverint, qu.e iam al, anno i839 post suscep.um m- caeense iter inchoaveram non amplius protrahenda esse arbitratus sum, Serie II. Tom. IV. 2^4 ALCOL0GIAE MARIS LIGUSTICI SPECIMEN eo vcl magis quod hisce temporibus Algologiae studium latins in Italia paten coepit, quodquc sedulo et ubiquc obscrvationes ct facta atl ge- neralcm Algarum mediterranei maris historian! congeruntur. In pracscnte brevi et forte nimis riuli recensionc, tribus ct genera Algarum clisposui secundum series a cl. Mf.nechinio in eximio opere, Cenni suit ' Organograjia e Fisiologia dellc Alghc (Patavii i838) cxhibitas; species vcro ad genera apprimc naturalia a summo algologo Greville, mira sagacitate expedite, paucis mutatis rcluli; synonymis caute uti coactus sum, sed quotiescumquc fieri potuit, potiora auctorum qui de Algis meditcrraneis perlractavcrunt, nempe cell. Bertoi.oni, Montagne, Duby non omisi; icones specierum novarum vcl minus cognitarum non- nullas addidi, caelera atque pleniorem specierum cxpositionem ad aliud tempus mittens. Algologos interea ut benigne hanc qualemcumque symbolam meam excipiant, enixe rogo. FUCOIDEAE SARGASSUM Grevill. Syn. Alg. p. xxx. 1. Sargassum linifolium Agard. Spec. Alg. i. p. 18. Syst. p. 3oo. Duby Bot. gall. p. 936. Specimen unicum ab undis reiectum in ora nicaeensi legi. Fucus salicifolius (3 Bertol. ( Hist. Fuc. maris Ligust. in Amoen. ilal. p. 28. tab. iv. fig. 1. c. ) potissimum varietatibus anguslifoliis Sar- gassi vulgaris admovendus est ob form am receptaculorum, quae turn ex icone allata, cum ex descriptione clariss. auctoris, brevissima esse eruuntur, dum e contra in Sargasso salicifolio elongata, bifurca obser- vantur. Consulto omitto Sargassum -vulgare, sive Fucum salicifolium a. Bertol. 1. c. p. a83. tab. iv. fig. 1. a. b. ex eo quod, cum ad hanr usque diem e mari nostro non viderim, statuere nequeam utrum ad Sargassum vulgare genuinum, vel ad sequcns perlineat. AUCT0RE I. DE tiOTARlS 2^5 2. Sargasscm irrvoLcauTDM DNtrs. Ail rupcs submersas fluctibusque verberatas in sinu di Vdlafranca f'rcqucns. Radix callus explaoatus ccnlimctrum circiter latus. Caules e callo unus, plurcs, dccimetro paullo longiores, simplices vel a basi divisi, comprcssiusculi, in sicco llexuoso-uodosi, aculeis brcvibus, sursum cre- brioribus, echinaii. Folia allerna, subdislicha, inferiora oblongo-lanceo- lata, lanccolata, vel lanceolato-lincaria, attcnuata, integra vel plus iniiiusve profunde bifida, tria-quatuor cenlimelra longa, quinque-octo inillimetra lata, basi rolundata cunealaquc, subsessilia, cetera sensim sensimque superiora versus dccreseenlia, ramea angustiora, suprema anguste lineari-lanceolata, omnia nervo exarata, sparsiin punctato-pi'l- lucida, rigida, margine eroso-remote acuteque denlata, subuudulata , axillis omnium fructiferis. Receptacula foliis suis semper breviora, sub- dichotoma, bis, terve furcata, ramulis tria millimetra longitudine aequan- libus, tuberculalo-torosis, acutiusculis, subfastigiatis, inferioribus foliolo pai'vo bracleiformi stipatis, tuberculis demum pertusis. Vesiculae paucae, versus caulis apicem sphaericae, laevcs, muticae, petiolo tereti, brevi sufTultae, saepius e ramis fructiferis prodeuntes. Planta siccata insigniter rigida, aspera, fusco-rutilans, recens pallide olivaceo-fusca. Ab omnibus mihi hucusque cognitis , species haec tali pacto differt , ut alicui subiungere nc varielatis quidem lege audeam. Et primum a Sargasso diver sif olio cui propius accedere videtur differt foliorum sub- stantia, sensu strictiori, baud membranacea, foliis inferioribus oblongo- lanceolatis plerumque integris, vel raro bifidis, sed numquam pinnati- fidis, nee minutissime denticulatis ( Cf. Agard. Spec. Alg. i. p. 29. ) a Sargasso megalophjllo Moktagkei (Annal. des scieuc. nat. 10. p. 3/| 2.) statura, foliis multo brevioribus, ceterisque recedit, monitu etiam cl. au- ctoris, mihi amicissimi, quocum plantain meam communicavi. Quae vero ipse Montagne de suo Sargasso megalophjllo in Epkeincridibus citatis concinne profert, praeter propter ad plantam ligusticam transfcrri possunt; nempe, quod si foliorum inferiorum forma in hoc genere ad distinguendas species per se non suflicei'ct, Sargassum invol ucratum inde inter varietatcs Sargassi linifolii, a quo tamen dilfert vesiculis pe- tiolo tereti pracditis, receptaculorumque forma, adnumerandum erit. 2-ti ALGOT.OGIAE MARIS I.IGUST1CI SPECIMEN CYSTOSEIRA Grevill. Alg. brit. p. xxxu. 5. Cystoseira ericoides Agard. Spec. Alg. i. p. 52. Syst. p. 281. Drsv Hoi. gall. p. 937. Montagn. Crypt, alger. (in Ann. ties scienc. not. ■vol. 10.) p. 378. Pcctiia EniCA naiiika Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 288- Ail rupcs submcrsas in litore genuensi frequens. 4. Cvstoseira squarrosa DNtrs. Nicacae ad rupcs maris ictu pcrcussas rara. Frons, e callo radicali mediocri, sinuoso, irregnlariter ramosa, cae- spitosaque, decimetra duo circitcr longitudinc aequans, ramis angulosis valde flcxuosis, confertis, fastigialisvc, ramulis summis rcliquis crassio- ribus. Folia approximata , solitaria, gcminataque, inferiora aeuleiformia, brevia, superiora conferliora apice dilatato-explanala , subindc angulosa, subcostata, palmatim bi-tri-quadridenlata, dcntibus acutis, truncatisve. Conceptacula ovata, globosa, didymavc basi foliorum supcriorum innata, poris ellipticis, rotundisve pertusa. Sporae obovato-truncatae, limbo pellucido cinctae , paraphysibus numerosissimis , liliformi-articulatis ob- rallatae, c pariele conceptaculorum interna ortum ducentes. Platlta pulchra, foliorum denlibus siecitate rigidissimis horrida, recens olivaceo-fuscescens, siccata fusco-fuliginea. Vai-iat frondibus parcius raraosis, ramis subbifariis palentibus. Affinis Cjstoseirac sedoidi ct ericoidi, praesertim dispositione folio- rum et conceptaculorum, ab utraque vero dislinguitur foliorum forma, quae in omnibus adductarum specierum mihi comparatis speciminibus, binata vel solitaria, sed eximie et constanter subulata; insuper babitu prorsus peculiari , rigiditate, ramorum crassitic, statura etc. Fucus comicidatus Wolf. ( Crypt, aquat. in Rocm. Arcbiv. 3. p. 52. n." 29.) propemodum buic speciev accedere videretur foliolis planis aut plano-compressis apice cornuto-bifidis subtvijidisve , si foliola decurrentia, nude fiondes, mcmbranula prominenti suljdiaphana, alatae evadunt, non liaberet AUCTORE I. DE NOTARIS 3__ Icon cxbibct i. Partem superiorcm ramuli lente aucti. 2. Fragmentum ramuli valde aucti sirens Cguram turn foliorum cum concepta- culorum. 3. Portiunculam parictis conceptaculi cum parapbysibus ad augment. ,00 diamctr. 4. Sporas ad idem augmcntum. o. Cystoseira crinita Dubv Bot. gall. p. 93G. Montagn. Crypt, alger. p. 278. Ad litora nicaeensia. Frondes in speciminibus meis decimetra duo longitudine aequant , basi insigniter nodosae, mtdae, ceterum ramosissimae, decomposilo- dichotomae, ramulis intricatis, sensim decrescentibus. Receptacula in ramis supreuois oblonga, lineariave, obtusa, nodosa. Accedit ad Cjstoseiram barbatam. 6. Cystoseira barbata Agard. Spec. Alg. 1. p. 55. Syst. p. 283. Duby Bot. gall. p. 936. Moms ct DNtrs. Fl. caprar. p. 192. Montagn. Crypt. alger. p. 278. Feces Ab.es 0 Bebtoi.. Hist. Fuc. Lig. p. 287. tab. ,v. fig. 2. b. Esp. Icon. Fuc. tab. *,.< Desmaz. Crypt, de Franc, ed. 2. n." 23. liabeo lectam in litorc orientali: ibidem in portu Lirnae, et in litore occidentali ex Bertolonio. 7. Cystoseira Hoppii Agard. Spec Alg. .. p. 59. Syst. Alg. p. 283. Feces Abies Bebtol. Hist. Fuc. Lig. p. 287. tab. iv. ic. a. c. .' Reperitur saepe ad litora ab undis reiecta. S. Cystoseira abrotanifolia Agard. Spec. Alg. 1. p. G3. Syst. p. 285. D. by Bot. gall. p. 937. Montagn. Crypt, alger. p. 278. Feces coscatekatos Bebtoi.. Hist. Fnc. Lig. p. 286. Mobis Stirp. Sard. El. 3. p 24 Feces conpbesscs Es,.. Icon. Fuc. tob. -7. maU, iam adnotante d. Bebtol. Ad rupes, secus litova Liguriae lotius mari tectas, passim. Minns in modum pro aetate variat, sed semper inter tot lusus (puos profert, dignoscitur fronde primaria compressa, ramis pinnatis, subbi- &«i.S3 axillis patentibus, receptaculisque brevibus crassiusculis, conglc- merato-dichotomis subpaniculaliscpte, saepius invictm basi confiati?.' 3^8 ALGOLOGIAE MARIS I.IGUSTICI SPECIMEN 9. Cystoseira discors Agard. Spec. Alg. i. p. 62. Syst. Alg. p. 284. Duby Bot. gall. p. 937. Feces discors Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. a85. All rupes submarinas in litore totius Liguriae frequens. Huiusce speciei individua perfecta fructifera saepe sumuntur pro Cjstoscira granulate. LAMINARIEAE LAMINARIA Grevill. Syn. Alg. p. xxxvm. 10. Laminaria debilis Agard. Spec. Alg. i.p. 120. Syst. p. 273. Grevill. Syn. Alg. 1. c. et Alg. brit. p. 35. tab. v. Duby Bot. gall. p. g/Jo. excl. var. |3. Ulva plawtagisifolia Wolf. — Moris Stirp. Sard. El. 3. p. "i5. Genuae in portu, alibique hand rara. DICTYOTEAE IIALISERIS Agard. Spec. Alg. i. p. i4i- Grevill. Syn. Alg. p. xlv. II. Haliseris polypodioides Agard. Spec. Alg. i. p. 142. Syst. p. 262. Grevill. 1. c. et Alg. brit. p. 64. tab. 8. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 199. Montagn. Crypt, alger. p. 277. Corinald. Alg. Labron. p. 61. Dictyopteris poiapodioides Lamoor — Dcbv Bot. gall. p. 954. Feces polypodioides Lamoor Diss. tali. 24- Bertol. Hist. Fuc. Lig. p 3i3. Moris Stirp. Sard. El. 3. p. 25. Vulgaris a Nicaea ad Genuam. — In Luuae portu, alibique in litore oricntali ex Bertol. AUCTORE I. DE NOTARIS 279 PADINA Gaill. Res. Thalass. p. 10. Grevill. Syn. Alg. p. xliv. 12. Padi.na squamaria Lamour ex Gaill. 1. c. Duby Bot. gall. p. 955. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 199. Montagn. Crypt, alger. p. 277.! Zon.uua sqvamaria Acard. Spec. Alg.! p. iv'. Syst. p. 365. Coriivald. Alg. Labron. p. Go. Fuccs so.camarius Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3ll. Moris £1. Slirp. Sard. 3. p. 25. Siiiitia squamaria Nardo cx Zanardih. Algb. adriat. in Bibl. ital. vol. 90,. Vulgaris in tota ora Liguriae. Stiffiia Nardi Zanard. 1. c. e speciminibus a cl. Nardo in Synodo Taurinensi Physiocrilic. Ital. autumno 1840 habito exhibitis, respondet Padinae omphalodl Montagn. de qua Cf. Crypt, alger. 1. c. 13. Padina PAVON1A Lamour — Gaill. Res. p. 24. Grevill. Syn. Alg. p. xliv. et Alg. brit. p. 62. tab. 10. Duby Bot. gall. p. g55. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 200. Zonaria Pavohia Agard. Syst. Alg. p. 263. Corikald. Alg. Labron. p. 60. Focus I'avomvs Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3io. Moris Stirp. Sard. £1. 3. p. 25. In mari ligustico ad litora ubique. 1 1. Padina Toi'r:vefortiana Lamour ex Duby Bot. gall. p. g55. Montagn. Crypt. Alg. p. 277.! Zonaria flava Agard. Syst. Alg. p. 265. Fuccs Tournefortii Lamour Diss. tab. 26. Cg. i. Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3i2. tab. vi fig. 1. Balsam. PI. siccat. Siciliac ! ! Ad litora di S. Terenzo in Lunae portu legit cl. Bertoloni specimina e 1. c. sicca vidi in herb. Balbisii apud H. R. botanicum taurinensetn. CUTLERIA Grevill. Syn. Alg. p. xliv. et Alg. brit. p. 60. tab. 10. 15. CUTLERIA PARDALIS DNtRS. Genuae ad scopulos submersos. Frons sessilis; polymorphs, nunc basi lalissima, circumscriptione fere semicircularis , nunc flahclliformis, nunc e basi lato-lineari sensim fla- bellato-dilatala, semipollicaris et ultra, ad medium in lacinias valde 280 At.GOI.OGlAE MARIS LIGUSTICI SPECIMEN ditlbm.es fissa. Laciniac lineares, oblongac, cuneatae, apicc dcnticu- latae, iiulivisae, vcl trifidae, multifidaeve, lacinulis subinilc angustissi- mis. Fructificatio, rnpsulae oblonguc polysporae, pediccllatae, in pulvi- nulos oblongos , ovalcs vol oblongo-sinuosos per totam froiulem sparsos aggregatae, peiliccllis articulatis confervoideis simplicibus aut bi, tri ramosis pluricapsnliferis. Rccons saturate olivacea, coriacea, crassiuscula; exsiccala olivaceo- I'usca vcl nigrescens, membranacea, luci obvcrsa ob caespitula capsu- larum , quae in sicco quandoquc invicem coiifluunt in zonas valde irre- gulares, per lolam frondein sparsa, pulchre guttata. AtVmis Zomiriae adspersac Agahd. (Cutleria adspersa DNtrs. Herb.) quam possideo e mari algcricnsi missam a cl. Roussel; haec vero dif- fert a nostra, substantia frondis tcnuiori; fronde sinuato-crenata nee laciniata, mullifida; caespitibus capsularum in zonas concentrieas dispo- sitis nec vage per froudem sparsis et saepe saepius discretis; capsulis denique linearibus, quae in nostra oblongae, ellipticaeve. DICTYOTA Duby Bot. gall, pi g54- Greviix. Syn. Alg. p. xi.m. 10. Dictyota ciliata Lamour Dictyot. inDESv. Journ. deBotan. 2. p. 4'- Duby Bot. gall. p. g55. ZoKARIA ATOMARIA B AgaRD. Sjst. Alg. p. a65. Fccus psbudocimatds Lamour Diss. tab. 2S. fig. a. Fucus atouarius B Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3i3. Desmaz. Crypt, de Franc, cd. 2. n.° 56. Genuae in fissuris scopulorum in limine litoris, loco dicto la Cava, rarissime. — In portu Lunae et sub Albaro prope Genuam ex cl. Bertol. Cilia et denticnlos marginales subinde exuit, iam adnotante cl. Bertol., unde cum Zonaria Atomaria Agardhius, Grevilleus , et ipse Bertolonius coninngunt, forte nou immerito. 17. Dictyota dichotoma Lamour Dictyot. in Desv. Journ. 1. c. p. 4a- Duby Bot. gall. p. 954. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 199. Montagx. Crypt. Alg. p. 277. Corinald. Alg. Labron. p. 61. ZoKARIA DICHOTOHA AgaRD. Syst. Alg. p. uGG. Ficis zostepoides Lasiocr Diss. tab. 11. Og. 3. ct a3. Gg. 1. AUCT0RE I. DE KOTARIS 33 , ■to. D.c„oT0„,s B»,OL. Hist. Fuc. Lis. ,, 3,4. «0L var. x. Mo.» Stir,,. Sard. E^ 3 P 34. Desmaz. Crypt, dc Franc, cd. a. n.° 57. 58. Frequentissima ukique, et valde polymorpha. 18. Dictvota Fasciola Lamour Ess. p. 2V. Duby Bot. gall. p. 955. Zokahu Fasciola Acahd. SysL Alg. p. 2G7. Fuc., ccotom.s „ Fascia BEBtol. Hist. Fuc. Lig. p. 3,5. Esr. Icon. Fuc. tab x,,v Genuae et in porta Lunae Bertolon,, cuius specimina vidi in her- bano Balbisii, mihi hucusquc hand obvia. STILOPIIORA Agahd. ex Ghev,,, Syn. Alg. p. xui. 19. St.lophora s.inlosa Agahd. ex GrevIll. 1. c. Montagn. Crypt. Aker p. 277. JV 8 • Ekcoelii'm sikuosum AciKD. Syst. Alg. p. 262. Ficds tremelloides Behtol. Hist. Fuc. Lig. p. 3,6. Ad rapes marinas parum profunde demersas frequentissima ubique. ASPEROCOCCUS Lamo.r Ess. p. 2?7. Grev„x. Syn. Alg. p. XL„ 20. Asperococccs compressls Griffith, in Hook. Brit. Fl. 2. p. 2-8. Ad rupes mari tectas prope Genuam, loco dicto la Cam Frons e basi attenuate acutissima, lato linearis, margine sinuo.a submde supenora versus attenuate, obtusa, minute crebreque punctate' tenmsstma, viridi-olivacea, maeulis pArvis fuscescentibus, subrotunclis ' discrete, confluentibusque passim notata. Maculae hae efficiuntar f,„- cuficauone c capsulis subrotundis margine pellucido cinctis, fiusqne davaefornubus diaphanis obvallatis. Longitudine variat a decimetre ad uuo, latitadine ab octo ad scxdecim millimelra. Planta prima frontc Pane rtariam plantagmeam mentiens, a qua stru- ctura frond.s baud reticulalae prae ceteris distinguitur Serie II. Tom. IV. MSI 282 ALG0LOGI1E MARIS LIGUSTICI SPECIMEN SPOROCIINOIDEAE SPOROCHNUS Agard. Spec. Alg. 1. p. 147. Grevill. Syn. Alg. p. xt.. 21 SPOROCHNU8 mnzoDES Agard. Syst. Alg. p. 260. Duby Bot. gall. p. p54- Cuordabia mnzoDES LvhGB. Hydropliyt. dan. tab. i3. All &vgassum involucratum in sinu di Villafranca apud Nicaeam , rare Statura minor oceanico, ceterum ei omnibus partibus similis. CHORDARIEAE CHORDA Grevill. Syn. Alg. p. xli. 21. Chorda Lomentarja Lyngb. Hydrophyt. dan. p. 74. tab. 18. Grevili.. Syn. 1. c. et Alg. brit. p. 48. Hook. Brit. Fl. 2. p. 276. ScuostPBOR Filcm y Agard. Spec. Alg. «. p. 162. Syst. Alg. p. 257. In parvis sinubus litoris prope Genuam, abunde. Multum variat pro aetate, ct primum statura a decimctro ad tria et ultra, frondibns semper incrassatis obtusis vel attenuatis, colore viridi, viridi-olivaceo, vel viridi-fusco. Siccata ut plurimum virescit. FLORIDEAE Agard. Spec. Alg. i. p. 3g3. 23. LlAGORA V1SCIDA Agard. Spec. I. c. p. 395. Syst. Alg. p. 193. Moris el DNths. Fl. caprar. p. 193. Frees TisciDCs Forsk. — Bebtoi.. Hist. Fuc. Lig. p. 396. Frequens, saepius ad litora reiecta. AI r.roi'.l-: i. Dr. KOTARIS a83 UYPNAEA Lamour Ess. p. i3i. Grevill. Syn. Alg. p. lix. 21 Htpnaba musciformis Lamour 1. c. Moris ct DNtrs. Fl. caprar. p. rg3. Sphaerococcds uvsciforsiis AcAun, Syst. Alg. p. 238. Moiihcj. Crypt alger. p. 277 ! Hvphaea spinulosa Dudt Bot. gall. p. g5a. Focus mdscifoiimis Wolf. Crypt, aquat. in Roin. Arcbiv. 3. p. 4y- Bertoi. Hisl. Fuc. Lig. p. 3o3. Moms Stirp. Sard. El. 3. p. 24. Feces &pim>losus Esp. Icon. Fuc. tab. xciii. Iii litore Liguriac totius frequens. GRATELOUPIA Agard. Spec. Alg. i. p. 221. Grevill. Alg. brit. p. us. ex parte. 25. Gratelolpia filicina Agard. Syst. Alg. p. 241. Corinald. Alg. Labron. p. G3. 11ai.iiii.ma filiciha Dcby Bot. gall. p. 94a. Moms et DNtrs. Fl. caprar. p. 197. Focos FiMciM - Woif. — Esp. Icon. Fuc. tab. lxtii. Moms Stirp Sard. El. 3. p. 24. Ad rupes submarinas frequens. /3 ramentacea Montagn. Notic. in Annal. scienc. nat. 6. p. 322. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 197. GIGARTINA Gaill. Res. Thalass. p. 16. Hook. Brit. Fl. 2. p. 298. ( Gigartina et Gracilaria Grevill. ) "ii't. GlGABTlMA Teedii Lamour Ess. p. 137. tab. 4- %• n. Dub* Bot. gall. p. 952. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 194. Sphaehococcds Teedii Agard. Sysl. Alg. p. 225. Corinald. Alg. Labron. p. 66. Feces Teedii Turk. — Bektol. Hist. Fuc. Lig. p. 3o4- Moris Stirp. Sard. El. 3. p. aj Nicaeae. Gcnuae. — In portu Lunae et a Portofino ex cl. Bertoi.om. 27. Gig.vrti-W acicilaris Lamour Ess. p. 1 36. Grevill. Syn. Alg. p. lviu. et Alg. brit. p. 147- tab. hi. Duby Bot. gall. p. g53. Spiiakrococccs aciccearm Agaro. Syst. Alg p 237. j84 Al.GOI.OGIAE MARIS L1GUST1CI SPECIMEN Vtl lilora gcnucnsia liinc inde non frequens saepc cum Sphacelaria M-.y hiria, Polysiphonia J'ruliculosa etc. 28. Gigartina conit:rvoii>es Lamovr Ess. p. i 36. Duhy Bot. gall. p. ip 2. Moris cl DNtrs. Fl. caprar. p. 194. SfBAUOCQCCOS cmervoides Acard. Sysl. Alg. p. u3a. 1 1 1 1 s cuMEi.voiuts L. — Bhivtoi. Hist. Fuc. Lig. p. 299. Moms Stirp. Sard. El. 3. p. i\. I-Yrquciiiissiinn. 2S>. Gigartina Griffithsiae Lamour — Grevill. Syn. Alg. p. tvm. Sphaerococcus GniFFiTnsiAE Acard. Spec. Alg. i. p. 3iG. Moktacn. Crypt, algcr. Suppl. p. 337. Focus tektacclatus Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 2y3. tab. vi. Qg. 8. In rupihus iriarinis a Zoagli in sinu Tigraliorum ex cl. Bertoloni. — Kgo hucusque non observavi in mari liguslico. 30. Gigartina rsn i. vta Duby Bot. gall. p. g53. Grevill. Syn. Alg. p. i.vin. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. ig4- Sphaerococcus cstulatus Acard. Syst. Alg. p. 337. Moktags. Crypt, alger. p. 377. Hypkaea ustulata Montagn. Lit. ct Herb. Vulgaris ad litora nicaeensia cum Corallinis ut plurimum crescens. Gl. Montagne banc plantam ducit ad Hjpnaeas ob slructuram gon- gylovum, sporis quatuor ut plurimum refertorum. Icon exhibot 1 . Plautam naturali niagnitudinc. ?.. Partem superiorem 1:1ml cum cODccptaculis lentis ope auctam. t. Section, frondis horiiontalem ad augm. 100 diametr. 4. Partem superiorem ramidi fructiferi ad idem augmentum. 5. Gongyla ad augmentum idem. 31. Gigartina compressa. Gracilarla compressa Grbvu.1.. Syn. Alg. p. lit. Spraerococccs compressus Agard. Spec. Alg. I. p. 3o8. Syst. Alg. p. 233. Esper Icon. Fuc. tab. 100? Ad scopulos marinos in litore occidcntali Liguriae rara. AUCTORE I. DE XOTARIS 2iSj 52. GlGARTI.NA armata Agard. Iun. incd. Graciliria abmata Grewll. .Syn. Alg. p. i.iv. Srhaerococcus uutds Agard. Aufzuael. cx Grevill Vulgaris in siuubus litoris orientalis. \ praecedente quacum confundi potest oh siinililudincm frondis com- pressiusfulae atque in sicco transverse corrngatae, distinguitur facile ramulis crchcrrimis subulatis vel spinuliformibus e fronde earumque di- visionihus distiche prodeuntibus. GELIDIUM Lamour Ess. p. 128. Grevill. Syn. Alg. p. lvii. 3,5. Gelidium CORNEUM Grevill. Alg. brit. p. 14 1. tab. xv. Spiiaerococcus corkeus Agard. Spec. Alg. p. 279. •■ pinnatum. — Gelidium corneum y Duby Bot. gall. p. 948. Focus nYPNOiDEs Desf. • — Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 296. *'chahion Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 294. tab. vi. fig. a. clas'titum. — Gelidium clavatum Lamour Ess. p. 1 29. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 194. Vulgatissimum ubique ad rupes fluctihus verberatas. Varietates hie enumeratae secundum algologos superius allatos, saepe ah una in alteram confluuiit. SPHAEROCOCCUS Grevill. Syn. Alg. p. lvii. 31 Sphaerococccs coronopifoliis Agard. Syst. Alg. p. 229. Grevill. Alg. brit. p. 1 38. tab. i5. Corixald. Alg. Labron. p. 65. Gelidium coROKoriFnucM Lamour Ess. p. 129. Dubt Bot. gall. p. 9^8. Moms ct DNtm Fl. caprar. p. 195. a86 ALGOI.OGIAE MARIS LIGUSTICI SPECIMEN Feces corohopifolus Lihs. — Beiitoi.. Hist. Fuc. Lig. p. 298. Moris Stirp. Sard. El. 3. p. it\. Ubicpic reperilur ad litora ab uudis reiectus; saepissime rhizomntibus Zosterarum adhaerens. PIIYLLOPIIORA Grevill. Syn. Alg. p. lvi. 33. Phtllophora Lactuca Grevill. 1. c. SvHWOCOCClia Lactuca Agard. Syst. Alg. p. an. Montagn. Crypt- Alg. p. 276! Corihald. Alg. Labron. p. 63. Feces Lomatio> Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 289. tab. iv. fig. 3. ILu.ymenia Mtnir.iMioi.ii y Dubv Bot. gall. p. 9^3. Nicaeae frequentem legi. — In Lunae portu ex Bertoloni 1. c. .1(5. Phyu.opiIORa nervosa Grevill. Syn. Alg. p. lv. Sphaerococcus nervoscs Agard. Syst. Alg. p. 2i3. Montagu. Crypt, alger. p. 276. Corirald. Alg. Labron. p. 63. II.11.1 ■.!■ mi neevosa Dobv Bot. gall. p. g.'|3. Moris el DNtrs. Fl. caprar. p. 198. Fills rervoscs Turn. — Beetol. Hist. Fuc. Lig. p. 290. Mor.is Stirp. Sard. El. 3. p. 24. Praecedenli frcquentior. CHONDRUS L.ymour Ess. p. 126. Grevill. Syn. Alg. p. t.v. 37. Ciiondrus IIerf.dia Grevill. Syn. Alg. p. lv. Sphaerococcus Heredia Agard Syst. Alg. p. 2i5. Montagn. Crypt, alger. p. 276. Fucus Cvphellon Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 292. tab. v. fig. 5. Habco ledum in sinu Spediae , ubi cl. Bertoloni primus delexil. 38. Cho.ndrls crispus patens Duby Bot. gall. p. g47- SPHAEROCOCCUS CR1SPLS patens AGARD. SpCC. Alg. I. p. .'..'"(. Feces P0LTH01PBU8 LamoLT. Diss. tab. 12. lig. 28. Nieacac frequens. Plantae nicaeenses apprimc congruunt cum adducta Lamourouxij icone, sed iis, per quam ineniiui, frondes canalieulatae non sunt. Ab analogis varietatibus Cli. Norvegici noster semper distinguitur segmeutis extimis frpudis emarg'matis, vcl bifitlis, lobis obtusiusculis acutisve. Speeimina mea omnia fruclificaiione carent. AlCTORE I. l)E NOTARIS 287 39. CllOMJRUS REPENS GrevilL. Sj'Ll. Alg. [t. LVI. Sl'lIAKROCOCCCS REPEKS AcARD. Syst. p. 3|5. MoKTAGIS. Ciyjil. algcT p 1-G. FCCOS FURCATES EsP. lcull. FuC. tab. XCV. All oras nicaeenses ex specirninibus Rissoams in lu'rl>ai'. MontACNe!! ERINACEA Lamotjr.—IIALYMENIA sect. Erinacea DvBYBot.gall.p.943. SPAEROCOCCUS sect. Erinacea Endi.ich. Gen. Plant, p. 8. Capsulae maiusculae sphacroideae , liberalae , in ulraquc frondis pa- gina sparsae, scssiles, vertice uuibilicatae, poro pertnsae , massain spo- vaceam gelatina subactam foventes. Sporae ellipsoideae velamine pellucido lato corticatae. Frons cartilaginca, lenla , 1'meari-lanceolata, vel oblonga, basi angiistata stipitiformi, undulata, margine dentibus minutis saepc ramosis, rigidis, asperrima. A Gratcloupia quacum Erinacea indole capsularum vertice poro pcr- tusarum congruit, recedit tolo habilu, frondis compage spissiore , et genus propium iam iam capsulis superficialibus, sphaericis, magnis, satis distinctum, praeeunte cl. Lamouroux efiicere censeo. Capsulae Grateloupiae , saltern in speciminibus meis nicaeensibus, parum pro- minentes, massa sporacea in substantiam frondis immersa. Addendum insuper quod in Gratcloupia frons praecipue inferiora versus saepe fi- stulosa observatur, et facile secedit in duas laminas quae texlu subti- lissime filamentoso invicem conglutinantur, adeo ut exemplaria quaedara Grateloupiae Filicinac ramentaceac , in Siciliae mari lecta a cl. Balsamo, a suinmo algolog. Martensio pro nova Halymeniae specie salutala sunt. 40. Erinacea Rissoana DNtrs. Sphaerococctjs verruculostjs Agard. Syst. Alg. p. -221. Moktagh. Crypt alger. p. -l-b'. Haltmf.nia verrtjculosa Duby Bot. gall. p. g^a. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 197. Grateloupia ? verructlosa Grevill. Syn. Alg. p. LIX. Fuccs verrcculosus Bertol. Hist. Fuc Lig. p. 291. tab. v. fig. 4* a- °- bona. Moris Stirp. Sard. El. 3. p. a5. Ad rupes marinas emersas, scd fluclibus conlinuo madefaclas fre- quens a Nicaca ad Spcdiam. Observavi frequentcm ad litora Corsicae liuius varietatcm parvulnm, frondibus multisectis, subdichotomis, segmentis linearibus angustis, den- 288 AI.GOI.0GIAE MARIS LICUSTIC1 SPECIMEN tibus marginalibus relate ad plantae dhnensioncs longioribus quain in specie. LOMENTARIA Zanard. Algh. adriat. in Bibl. Ital. 99. p. 31. CHYLOCL.YDIA Grevill. in Hook. Brit. Fl. 2. p. 297. II. LOMERTABU IYARIA Dudy Bot. gall. p. g5i. Chondria uvaria Agard. Syst. Alg. p. uo/j. Bebtol. Sopra alcun. protluz. , negli At ti Sucict. Ital. , p. 10. Fi'cos cvabius Wolf. — EsPEn Icon. Fuc. tab. luviu. Ill fissuris rupium mari verberatarum in litore nicaeensi frequentem legi. — In portu Lunae ex Bertoloni. 42. Lomentaria ovalis subarticulata Zanard. Algh. adriat. in Bibl Ital. 99. p. 31. Chodiua ovalis subarticulata Agard. Syst. Alg. p. 2o5. Ad litora nicaeensia valde frequens. Planta in loco natali pulchre iridescens. 45. Lome>taria kaliformis Gaill. Res. Tlialass. p. 20. Duby Bot. gall. p. 05o. Chokdria k'liformis Agard. Syst. p. 207. Mohtagn. Crypt, algcr. p. 2j3. Flcus kaliformis Lihk. — Bebtol. Hist. Fuc. Lig. p. 3o2. Lamocr. Diss. tab. ig. Fuccs DlApuAr.cs Esp. Icon. tab. con. mala, ut fere omnes buius auctoris, <{uas caule et parcc adbibeo. Genuae ad rupes, et ad ipsas pilas portus frequens, praesertim aestate. 14. Lomentaria REFLEXA Chauv. ex Desmaz. Crypt, de Franc, ed. 2. 11." 65. LouertTABiA pygmaea Duu\ Bot. gall. p. g5o. ex Desmaz. 1. c. excl. syn. Genuae ad pilas portus vulgaris. 43. LOMENTARIA EXIGUA DNtRS. Nicaeae, parasitica ad frondes Cjstoseirarum. Caespitulosa, centimetrum \ix altitudine acquans; teneninia. Frondes, AUCT0RE I. DE N0TA1US ag, '•alio radicali minuto gelatinoso, .mica, ,h.ae , raro plnns, fistulosae suapbces, vel ramulo uno aherove auclae, per intcrvalla constrictae subinoiiiliforincs, articulis diametro fee dnplo longioribus, pclluciclis ' tenurss.uns, cellulis elliptic* contevtis. Capsulae sphaericae, laterales sessdes, sohtariac, quandoque oppositae ad articulorum iun.luras, pel- lucido et satis lalo limbo cinctae, at ct tola frons. Sporae conoideae vel pynformes. Chartae adhacret, recens turgida carnea, siccitate collapsa. Ab ommbus congeneribus, vel eiiguitate omnium partiam diflfert, vel longiludinc articalorum, vel divisione frondis, vel demum limbo pellucido quo frons integra circumdala esl. An hue spectet Chondria nana Agardhii, mihi tan turn nomine nola, diiudicare minime valeo. Explicatio konis i. Plantula natural! magnitudine. 2. Fragmentum frondis ad lentem anctae. 3. Frag.ncntu.u ertremitat. ramuli ad angm. ■ Microscopii compositi el. Chevaueb. 4- Sporae aliquot ad augm. 3 eiusdem Microscopii. LAURENC1A Grevill. Syn. Alg. p. ,.n. 16. Lacrencia dasyphylla Grevill. Syn. Alg. p. i.n. Chotobu damphvlla Acabd. Spec. Alg. .. p. 35o.Sjst. Alg. p. 205. Moktagn. Cryp. algcr. p. i-ji. Lomentabia dasypiulla Gaul. Rus. Thalass. p. 2o. Dobv Bot. gall. p. 95o. Ad rupes etiam emersas in litore orientali, passim. 17. Laurencia Borvi DNtrs. GlCABTlNA DENCDATA BoBY Expeil. Mor. p. 3j2. Ad rupes mari imminentcs et saepe fluctibus verberatas in litore ni- caeensi vulgatissima. Planta decimetrum altitudine aequans, diaphana, inferne fascescens, supernc pallide carnea. Frons a basi caespitosa vage divisa, divisioncs primariae diametro millimelrum aequantes, quandoque sursum valde mcrassatac, siccitate collabescendo complanatae, linearcs, chartae adlrae- rentes, structure cellulosae, cellulisque perifericis elongatis, angnstis, lincolatae, allernc ramosac. Rami erecti decrescenies vel snWkstifiiati ' SerIE II. Tom. IV. ' 2Q0 AIXOLOCIAE MARIS LIGUST1CI SPECIMEN umliquc ramulis nuinerosis, conferlis, ex attenuate basi subulatis, to- rulosis, iluo, tria mUlimetra longis, apiccquc in pcnicilla filorum tennis- simorum abeunlibus, obsessi. Fructilicatio sporae quaternatae subpyri- formes, limbo pellucido c'mctac, in substantia ramulorum immersae, forma ramulorum accedit ad Laurenciam tenuissimam , scd notis expo- sals facile distinguenda. Specimina mea cum autopticis c). Boryi in herb. Montagnei omnino congruunt. iS. Ladrbncia hyuiuda varietas? Nioacae frequcntissima cl in litoribus prope Gcnuam. Colore ramulorum dispositione , liabitu et structura valde similis speciminibus Laurenciae hybvidac ab ipso auclore cl. Lenormandio com- municatis, tamen recedit Statura multo minore , ramulis brevioribus et paucioribus. Ullerius observanda. 19. Laurencia PINNATIFIDA Lamour. Ess. p. i3o. Grevill. Alg. brit. p. 108. tab. xiv. «. Duby Bot. gall. p. g5i. Moris et DNtrs. PI. caprar. p. ig5. CuOKDRIA P1KNATIF1DA AcARD. Syst. Alg. p. 201. Focus piKNATii-iDL's Esper. Icon. Fuc. tab. CSXX1I. Frequens fere ubiquc. Varietatem Osmundam e mari ligusiico adhuc non habui. 50. Lauren&A gelatixosa Lamour. Ess. p. i3o. Duby Bot. gall. p. c)5i. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 195. Fucus gelatikoscs Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3oi. ex parte. Feces obtcscs Moris El. Stirp. Sard. 3. p. a5. Ad scopulos submarinos frequens. 51. Lairencia pypillosa Grevill. Syn. Alg. p. lii. Cbokdria papillosa Agard. Syst. Alg. p. 2l3. Vulgaris atl oras maris, Nicaeae. Al'CTORE I. DE NOTARIS ay! RIIODOMELA Grevill. Syn. Alg. p. li. o2. Rhodomela pinastrg-ides Agard. Spec. Alg. i. p. 38 1. et Syst. p. 200. Grevill. Alg. brit. p. 10/j. tab. xm. Duby Bot. gall. p. 964. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 196. Montagn. Crypt, alger. p. 277. ! Corinald. Alg. Labron. p. 66. Feces pihastroides Gmel. — Bejitol. Hist. Fuc. Lig. p. 307. ( cxcl. iconc Esperi cui. quae plantain a nostra toto coelo diversam profcrt ) Moms Stirp. Sard. El. 3. p. 25.! Omnium vulgatissima ad litora Liguriae. VOLUBILARIA Lamour. ex Duby Bot. gall. p. 946. Dictjomenia Grevill. — Rliodomelae sp. Agard. •53. Volubilaria mediterranea Lamour. — Duby 1. c. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 196. Rhodomela voldbilis Agard. Syst. Alg. p. 197. Mostacs. Crypt, alger. p. 277. ! Corinald. Alg. Labron. p. 66. Fucos voniBiLis Bei\tol. Hist. Fuc. Lig. p. 291. Moms. Stirp. Sard. El. 3. p. 25. Esper. Icon. Fuc. tab. lxxi. mala. Nicaeae raro. — In Lunae portu Bertoloni. PLOGAMIUM Grevill. Syn. Alg. p. l. 54. Plocamium vulgare Lamour. Ess. p. 137. Duby Bot. gall. p. 949. Montagn. Crypt, alger. p. 277. Corinald. Alg. Labron. p. 62. sub Wormskioldia. Delesseria Plocamicm Agard. Syst. Alg. p. 25i. Feces coccikeis Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3o5. Moris Stirp. Sard. El. 3. p. i\. Plocamiom coccibecm Grevill. AJg. brit. tab. xii. Legi Nicaeae. — In portu Lunae Bertoloni. aga algoi.ogiae maris i.igustici specimen RHODOMKNIA (RHODYMKNIA corrig. cl. Montagn. Crypt, alger. 1. c.) Grevili.. Syn. Alg. p. xlviii. 55. RllooYMKMA MBDITERIIANEA. Haihimi ihcieeksis Doby Bot. gall. p. 94a. Monis et DNths. Fl. caprar. p. 196. tab. iv. ( pro en. \i. ) fig. a. Montagh. Crypt, algcr. p. 337. Suppl. Nicaeae frecruentissiina in fissuris rupium submarinaruoh Cum non tantom Nicaeae sed in litore provinciae Liguriae et iusu- larum Mediterranei proveniat, meditevrancum polius quam nicaeensem nuncupandam esse censco. Planta fiondiuni figura mire polymorpha, praeter lusus in icone ad- ducta expressos plura iterum observavi verbis vix describendos. Frondes ut plurinunn bipartitae, segmentis lalo-lmearibus obtusis, acuminatisve, planiSj vel margine undulaiis, sed variant simplices , vel bis bipartilae aul multipartita?, subinde pedatae. Segmenta pariler variant vel e basi lata liueari, attenuate, vel c basi angusla in laminam oblongo-lanceo- lalam explana'.a, interdum prope basim lacinula linear! obtusa aucta. Quaiidoqne demum, frons, e latere superiore abrupte truncato emittit l.uninas parvas obovatas. Color vel purpureus, vel in parte superiore prasino-vividis , rarissime omniuo viridis. 06. Riiodymema Pai-MF.tta Grevill. Syn. Alg. p. xlviii. et Alg. brit. p. 88. lab. 13. SriiAEnococct'S Palmetta Agard. Syst. Alg. p. 21 5. Halimenia Palmetta Lamouiu ex Duby Bot. gall. p. g43. Fo< is Palmetta Esp. Icon. Fuc. tab. xl. Lauocp.. Diss. tab. 19. tig. 3. 4- Nicaeae ex specirninibus herbai-ii Balbisii, et Rissoanis in herbano MlNTAGNEJ. 57. Rhodymema Sqiamariae. Aglaophyli.l'm Sqi vmariae Montacn. Herb. Ad Padinam Squamariam vulgo. Frons minnta, fibrillis brevissimis, tenuissimisque paginae superior! frondis Padiruic adliaerens, anguste linearis, enervis, hiuc denticulata, Al'CTORE l. DE N0TAR1S 2C)3 illine Integra, repclito furealim ramosa, ramis oblusis, cmarginatisque vel emarginato-subbilobis, siccitate sulco longitudinal-! exarata. Sori ? oblongi, rotundive, discreti, secus mcdiam frondis partem praesertim dispositi. Fions centimetrum lotigitudlne acquat, latitudine millimetro minor, pulchre rosea, tenerrima, obscure ccllulosa, cellulis ncmpe ini- nutis punctiformibus conlcxla, marginalibus transverse clongalis. An hue fVormskiolJia Squamariae Menegiiinii ? (Zasard. Alg. adriat. 1. c. p. 20. ). Habitatio, forma, color frondis, omnia, dubiuin rcmovere videren- tur, ast planta nostra, compagine frondis pro planlae tenuitate firma , cellularum figura, defectu coslae Delcsseria esse ncquit: mea scntentia omnino Rhodjmenia. AGLAOPIIYLLUM Montagn. mss. pro Nitoplijllum Grevill. Syn. Alg. p. xlvii. 08. Aglaophyllum ocellatum. NlTOPUYLLUM OCELLATTM GREVILL. Syn. Alg. i. C. Delesseria ocellata Lamocr. — Agard. Syst. Alg. p. 25a. Moktagk. Crypt, algor. p. 377. Corikald. Alg. Labron. p. 42' ( sul> aspero nomine Woruiskioldiac ). Halymenia ocellata Dlbv Bot. gall. p. 945- Fucus ocellatus Lamocr. Diss. tab. 3a. Beutol. Hist Fuc. Lig. p. 29'i. Moms Stirp. Sard. El. 3. p. rj. Frequens occurrit in litore maris ligustici. ,3 tenerrimum Montacn. mss. Delesskria tekerrima Grevill. in Transact. Sociot. Linn, ex Montagse. Nicaeae ledum dedit amiciss. Montagke, Genuae ipse observavi extra porlum. Difiert a specie frondibus caespitosis , dii liotome sectis; laciniis ob- tnsis implexis, millimetrum latis. 30. Aglaophyllum lacf.ratum uncinatum. Delesseria lacerata S uncinata Agard. Syst. Alg. p. 25i. Moivtagk. Crypt, alger. p. 277. Feces difidcs x Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 393. lab. v. fig. G. Nicaeae super Corallinas aliasquc Algas perreptans, frequens, etiani Genuae, aliisque locis turn in litore orientali, cum in occidental!. — In porlu Lunae Bertoloni. 3C)4 ALGOLOGIAE MARIS LICUSTICI SPECIMEN DELESSERIA Lamoir. ex Gaill. Res. Tbalass. p. n. Grevili.. Syn. Alg. p. xlvii. 00. Delesseuia Hypoglossum Lamour. Ess. p. 124. Grevill. Alg. brit. p. 75. tab. ia. Agard. Syst. Alg. p. 2^g. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 197. lets Hipoclosscn Wood. — Moms El. Stirp. Sard. 3. p. »4- [nvenitur saepe super Algas maiores. GASTROCARPEAE CATENELLA Grevill. Syn. Alg. p. lxiii. 01. CaTENELLA Opilmia Grevill. 1. c. et Alg. brit. p. 166. tab. xvn. Halymekia? Opchtia Agard. Syst. p. a^- LoMENTARIA OpCKTIA Gaili.. R»>S. p. 19. Paucula specimina iaveni inter Algas quasdam in litore ad orieutem Genuae collectas. Filamenta interiora frondis e centro radiantia, moniliformia, articulis nucleo purpnrascente farctis. Frons ad superficieui minute punctata. ULVEAE BANGIA Lvngb. — Agard. Syst. Alg. p. xxiv. Grevill. Alg. brit. p. 177. 02. Baisgia flsco-pcrpcrea Lyngb. Hydropb. dan. p. 84- tab. 24. Duby Bot. gall. p. 985. AUCT0RE I. DE NOTARIS 2y5 LiiM.iv ATi\oprnrm\EA Agakd. Syst. Alg. p. -G. Ad pilas portus Genuac, Nicacae, atque ad saxa secus litora. Variat colore purpureo plus minusvc intense vcl fusco, subindc nigrcscenlc. (3 coruscans. Filis longissimis, fulvo-nitcntibus, virenlibusque. Ad saxa fludibus verberata, quae late velamine fulvesceute obveslit, ad pedes pilarum extra portum Genuac, copiosissime. Pulchra varietas: filainenla fere palmaria, valde flexuosa, nodosa, bine turgeseentia, illinc constricta, fulva, vel viridi-flavicantia, nitentia, cbartae adhaerentia, frcquentissiine, ad nodos pracscrtim , fila secundaria soli- taria, fasciculata, verticillataque primum globulis uniserialibus rcferta, ab oi'tu brevia, clavaefonnia, inde sensiiu sensimque longiora deniuni caeteris similia, emittentia; farcta globulis valde irrcgularibus forma et diametro, nunc minutis subrotundis, quadratisve, nunc magnis, frondis intcgram iatitudinem explentibus, nunc in fascias 2, 3, 4 et ultra glo- bulorum dispositis, nunc magnis miuoribus intcrmixtis absque ordine. Collata cum speciminibus siccis omnium varietatum Ba/igiae fusco- purpureae diceres banc specicm omuino diversain eflicere. ILEA Fries PI. homon. p. 336. Gaill. Res. Thalass. p. 26. Solenia Agard. Enteromorpha Grevill. 03. Ilea Bertolomi Menegh. ex Zanard. Algh. adriat. p. 3i. Enteromoepiia Bektolomi Mokiags. Crypt, al^er. p. i~-i. Moms et DNtbs. Fl. caprar. p. 201. TJlva ciuspata Behtol. Hist. Fuc. Lig. p. q3. Moris Stirp. Sard. El. 3. p. 26. Solenia Behtolosu Acahd. Syst. p. i85. Ubique frequens ad scopulos in mari ligustico. Variat multum pro aetate et expositione, sed rigiditate quadam, et forma frondium quae, e basi longe attenuata tubulosa in laminam sac- catam margine valde crispam oblongo-obovatam vel elongato-clavatam explauantur, ab Ulva Linza ct intestinali quibuscum confunditur apte distiuguitur. 0i. Ilea compressa Gaill. Res. Thalass. p. 26. EsTEBOUO&riiA couphessa Ckevill. Alg. brit p. 160. tab. »\ 111. 3q6 algologiae maris ligustici specimen Solehia COMPRESS* Ac*RD. Syst. Alg. p. i&6. I'lvA COMPRESS! LlSN. AcAllll. SpCC. Alg. I. Lcgi Genuae ad scopulos extra portum Solehu compress* Acard. Syst. Alg. p. i&6. Ulva compress* Linn. — Acard. Spec. Alg. i. p. 4™. Moris Stirp. Sard. El. 3. p. 26 Go. Ilea clatiihata uncinata. Edteromorpha clathrata y uncinata Grevill. Alg. brit. p. 181. Ulva clathrata y uncinata Agard. Spec. Alg. 1. p. 4^3. Nicaeae frequens. PORPHYRA Agard. Syst. Alg. p. xxxn. Grevii.l. Syn. Alg. p. lxv. (50. Poiiphyba vclcvris Agard. ex Grevill. Syn. Alg. I. c. Ulta pcnprREA Roth. — Acard. Spec. Alg. 1. p. $o5. Dcbt Bot. gall, p. g58. Porphtra purpbrea Acard. Sysl. Alg. p. 191. Ulva sericea Wclf. — Moris Stirp. Sard. El. 3. p. 26. Ad scopulos in marl ligustico ubique, etiam super rupes eraersas. Yariat quammaxime statura ct colore, saepe cinerascens, vcl livid. i qnandoque minuta vix pollicem lata. ULVA Agard. Syst. Alg. p. xxxn. Grevili.. Syn. Alg. p. i.xv. G7. Ulva i.atissima Agard. Spec. Alg. i. p. 4°7- Syst. Alg. p. 188. Moris el DNtrs. Fl. caprar. p. 200. Corinald. Alg. Labron. p. 72. Ulva Lactica Montagu. Crypt. Alg. p. 272. Muris Stirp. Sard. El. 3. p. 26. Dcbv Bot. gall, p- g58. saltern ex parte. Esper. Ulv. tab. 1. Ubique vulgatissima ad rupes turn submersas cum emersas, et ad litora reiecta. Occurrit frequenter ad rupes ictu maris expositas forma minor, lae- tius colorala, rigida, vage ct crcbrc laciniata, quae Ulvam rigidam Agardhii aemulatur, a qua vcro differl fronde in laminas binas hand secedente. Ulva Lactuca chartae adhacrens prouti a celeb. Agardhio describitm 11. cc. in mari meditcrranco, quod sciam, non provenit, vcl rarissima. AUCTORE I. DE NOTARIS 2Cf] 08. Ulva LHHZA Linn. Cod. n.° 8372. Agard. Spec. Alg. i.p. 4ia. Duby Bot. gall. p. 958. cxcl. Ulva crispata Corinald. Alg. Labron. p. 72. Solenia Lisza Ai-.Ai.ri. Syst. Alg. p. 18a. Genuae ad scopulos in ipso portu, rara. Frequenter observavi in porlu ad scopulos supra mare eminentes Ulvae cuiusdam pusillae frondes, nitore et virore laetissimo insignes , tenuitate a communibus spcciebus reccdentcs, structura cleganter pun- ctatas, at adhuc nescio an sistant plantas iuniores Ulvae Linzae , vel specicm distinctam. CAULERPEAE a ruber's Linn. — Bertol. 1. c. p. 276. Moris Fl. sard, mss. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 2o5. Jama i\ubens Lamovk. Ubique vulgatissima in rnari ligustico , praecipue algas maiores investiens. AUCTORE I. DE NOTARIS 3o I CERAMIEAE CLADOSTEPHUS Agard. Syst. Alg. p. xxx. 83. Cladostepiius Myriophvllum Agard. Spec. Alg. 2. p. 10. Montagn. Crypt alger. p. 272. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 2o5. Corinald. Alg. Labron. p. 66. Duby Bot. gall. p. 963. sub verticillato. Fccos VEimciiiATr/s WctF. — Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3o8. Moms Stirp. Sard. El. 3. p. a5 Esp. Icon, Fuc. tab. xxvm. rudis. 6 ceralophyllum Agard. 1. c. Ail litora Liguriae, ubicumque vulgaris. DASYCLADUS Agard. Spec. Alg. 2. p. i5. 81. Dasycladls clavaeformis Agard. 1. c. p. 16. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 2o5. Cladostephcs clavaeformis Acaed. Syst. Alg. p. 168. Doby Bot. gall. p. 963. Feces vermicclaris Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 209. Moms Stirp. Sard. El. 3. p. a5. Spohgia hi iijsu Scopol. Fl. cam. tab. G4. n." 1454. Ad rupes submarinas in litore liguslico hiuc inde fiequeus. SPHACELARIA Lyngb. — Agard. Spec. Alg. 2. p. 117. 85. Sphacelaria scoparia Lyngb. Hydropb. dan. p. io3. tab. 3i. fl. Agard. Spec. Alg. 2. p. 19. Duby Bot. gall. p. 964. Moxtag.n. Crypt, nlger. p. 273. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 206. Ceramiijii scopariem DC. — Moris Stirp. Sard. El. 3. p. 23. Cladostephos scoparies Spii. — Coeibald. Alg. Labron. p. 67. cxcl. syn. et icon. Esperi. Ad litora maris ligustici vulgatissima. 303 ALCOLOGIAE MARIS LIGISTICI SPECIMEN Dantur validates pernmltac, inter quas notatu iligna forma qnacdam minor, densissime, compactcque ramulosa, ramulis solito mullo brevio- rtbus, pulvinatis. 80. Si'ii acki.aki a GIBHHOSA Agard. Spec. Alg. 2. p. 27. Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. ao6. Spu.icei.aria vimiata a. Lvngij Hydroj'h. dan. p. io5. tab. 3i. C. Nicaeae legi. 87. Sl'HACEl.AHIA FILICINA AOARD. Spec. Alg. 2. p. 22. DlHSY Bol. gall. p. 964. Montagn. Crypt, alger. p. 272! Cum praccedente. Pinnulis extimis penicillos complanatos eflicientibus pulcherrima. 88. Sphacelaria Bertiaka DNtrs. Super Cladostephum Mjrriophyllum mini allatum e Portu Mauritio ab ornat. et amic. Medicinae Doctore Bf.rti. Fila compacte caespitosa, frondes Clatlostcphi veluti tomentum breve laetc olivaceum late operientia, dimidio millimetro vix longiora, le- nuissima, recta, rigidiuscula, simplieia plerumque, vel apice breviter furcellata, vel trifida, raro ramulo uno alterove inferiora versus aucta. Articuli diametro paullo longiores bistriali. Capsulae lalerales ellipticae limbo pellucido cinctae, pedicellatae, pedicello uui vel biarticulato lon- giores, materia olivacea repletae, solitariac , ereetae, subinde in eodem iilo duo approximatae. Sphacellae ad ramorurn apices rarissimae. A Sphacelaria velutina Grevillei quam possideo ex liberalitate cl. algologi Lenormand et insuper habeo in collect. PI. crypt, gall. Df.smazierii sub n.° 347 toto coelo difTert. A Conferva scutulata cui forte non deerit qui plantam hanc referen- dam esse censeat, pariter diversissima. Si'HACElaria siMPLicuscuLA Agard. Spec. Alg. 2. p. 3i. ad Uneuam lecta a cl. Ad. Brongniart, milii ignota. AUCTORE I. DE NOTARIS 3o3 ECTOCARPUS Agard. Syst. Alg. p. xxx. et Spec. Alg. 2. p. 35. 89. Ectocarpus paradoxus Montagn. in Moris ct DNtrs. Fl. caprar. p. 206. tab. 5. fig. 1. Ad Cystoseiram granulatam aliasquc Algas maiores in mari nicaeensi RYTIPIILOEA Agard. Syst. Alg. p. xxx. et Spec. Alg. 2. p. 5o. 90. Rytiphloea tinctoria Agard. Spec. Alg. 2. p. 52. Montagn. Crypt, alger. p. 272! Moris et DNtrs Fl. caprar. p. 207. Rbodomela tihctoria Dubt Second. Mum. sur les Ceram. p. 9. Focus pdrporebs Esper. Icon. Fuc. tab. 58. rudis. Bertol. Hist. Fuc. Lig. p. 3o6. Monu Slirp. Sard. £1. 3. p. a5. EdocAnpus purpubecs Sprekg. — Corikald. Alg. Labron. p. 68. Nicaeae alibique in lilore occidentali. — In Lunae portu et Clava- rum Bertoloni. DIGENEA Agard. Spec. Alg. i. p. 388. Syst. Alg. p. xxxm. Grevill. Syu. Alg. p. lxi. 91. Dige.nea simplex Agard. Spec. Alg. i. p. 38g. Conferva simplex Wulf. Crypt, aqu.it. in Rocra. Arcbiv. 3. p. 17. Genuae legit cl. Meneghini ( ex ipsius specimine ). POLYSIPIIONIA Grevill. ex Harvey in Hook. Brit. Fl. 2. p. 3a7. Duby Bot. gall. p. 9G5. Hutcliinsia Agard. 512. POLYSIPnONIA FRETICILOSA SpRENG. Syst. 4- ' • P- 35o. DuBY Bot. gall. p. 965. Montagn. Crypt, alger. p. 272.! Moris et DNtrs. Fl. caprar. p. 207. 3t>4 AI.COLOGIAE MARIS LIGUSTICI SPECIMEN Hi'tcuiksia Wvi-fem Ar.ARD. Spec Alg. a. p. ()5. Frcrs fubticclosus Wulf. Crypt, a■■„, ;/■■»■; . /.»,./.#./*,, ' ■/< ■<■ *v*Z '/'■"- -''-<■ &£* '/ Mi II /,/.ir/i/i.iu,' ■ '/■■/:/./,/„. , &u . * ,/,«, . £ ^ ■ *S~ au -* 0 -/ v^ t : ''//m \ * \ / - ■■:■": ■ Ml '■'/'/ ■'///"■""I ■•'■"'"'■' /n;//r/ (MM ■ :/ . tf f/< $K-. wr/. .'.',v/ .>C« // .v.y /*■ ,/, //sr ■ / I as .... ■' ./ J«, ', ,/,. *',;,.. O,,,, ,/,,',- mat. ./>■»,■ r.>,/ ,'.,».-;./,. i/i 1/ II -, . XI ''sir//,/s//*' /i* /,/,///,/ Ai '. , tx t& • . 4* ,/t/A ,',-,//. t-rr/,, // // //i ////■// // ri/ It// ////// /// v ■'- v- . 4 , (• ////// r A,',, j' ,u/ <'<*<■/// / / ,ys A'/// f >///////,/ /// / . '/), /AY, ,,*/ ■ AUCTORE I. DE KOTARIS 3l5 Explicatio Iconis i. Planta naturali magnitudine. a. I'll. mi. -Hi. i aliquot frondis illis in Flor. Caprariae dclineatis structura similia , quae sub lit. a. a. a. gerunt corpuscula clavata globulo plerumque insidentia , et materia viridi annulata farcta. RIVULARIEAE RIVULARIA Agard. Syst. Alg. p. xx.v. 127. Rivllauia atra Roth. — Agard. Syst. Alg. p. i3o. Dl'BY Bot. gall. p. 961. LlSCEli, atra a, Lv>ch. Mytlroph. dan. p. 195. tab. G7. D. I. 3. 3. 4- Sasis , rupibusque mari perpetue taclis, in limine liloris sinus di /' Ulufranca apiul JNicaeam, arete adhaerentem, frequenter obscrvavi. Tubercula parva, maculacformia sistit, solitaiia vei confluentia, fusco- vtridia. Filanienta in mea planta niagis attenuata quam in icone Lyngbyei, sed aequo, cum a gelalina quihus obvallantur seiungnntur, lateribus fi- brillosa. Annuli viv nisi in inl'eriore parte filamenlorum bene distingiauoi Quoad Rivuiariam Mesogloiae quam sistit Icon antequam pro specie proponam, itcruin vivam observare cupio. 3'7 DEL GAZ IDROGENO ANTIMOMATO ANTIMONIURO D' IDROGENO OEI FARMACISTI ANGELO ABBENE E HETBO ANTONIO BOBSABEILI Letlo nell'adunanza' dell' II luglio 1841. J.1 gaz idrogeno antimoniato, scoperto da Lewis Thompson (i), all'oc- casione ch' egli ripeteva le esperienze di James Marsh sull' idrogeno ai-senicato , od arscniuro d' idrogeno , non essendo ancora stato sotto- posto da altri a particolarc disamina, per quanta a noi risulti, ci siamo proposti di fame il soggetto di un nostro speciale lavoro chimico , il quale , in quesla nostra memoria, osiamo ora soltomettere al giudizio di questo illustre Consesso. Noi abbiamo diviso la nostra memoria, per maggiore chiarezza, ed ordine, in sette punti. Nel primo punto noi esponiamo i metodi , che abbiamo adoperati per ottenere il gaz idrogeno antimoniato; Nel sccondo noi trattiamo delle sue propriety fisiche e chimiche, e della sua azione sull'economia animale; Nel terzo noi facciamo conoscere quale sia la sua reazione in con- tatto con alcuni dei principali corpi semplici metalloidei; Nel quarto quale alterazione sofTra ponendolo in contatto, a tempe- ratura elcvata, con alcuni dei mctalli alcalini, e collo stagno; Nel quinto quale sia la sua reazione in contatto con alcuni ossi-acidi mincrali ; (i) V. Lond. and Edimburg, Pbil. mag. iS3g. c Bibliot. L'uiv n." 48. 3 1 8 DEL GAZ IDROGENO ANTIMONIATO ECC. Nel sesto come reagisca in coutatto con nlcune soluzioui dei metalli delle tluc ultimc scssioni , o metalli elellro-positivi ; E nel settimo finalinenle quale sia la conelusione , che si puo dedorre da cjuanto precede. I. Noi abbiamo preparato il gas itlrogeno antimoniato con quattro metodi diversi. i.° Con uua lega di untimonio , e zinco ottenuta come segue: Antitnonio p. i . Zinco p. 2. I metalli fatti foodere separatamente in clue crogiuoli coperti , li abbiamo riuniti ilopo la fusione in un solo crogiuolo : li abbiamo me- stolati insicme con bacchclta di ferro, ed abbiamo vcrsalo la lega for-' tnata in un scoiificaloio. Questa lega veste alia sua superficie in un modo distinto i colori dell' iride : e fragile , c nella sua fratlura presenta una tessitura granel- losa, ed un colore molto simile a quello del kupfernicbel. Ridolta in polvere grossa noi I'abblamo traltata cnlro convenient^ app.irato con acido solforico diluto da un terzo ad una meta del suo peso d'acqua ; 2." Tratlando una soluzione di tartialo acido di ossido d'auti- mouio con acido solforico diluto con 2/3 di acqua , e zinco; 3.° Facendo reagire una soluzione di tarlralo di potassa, e d'an- timonio (tartaro emclico) con zinco ed acido solforico diluto con 3/3 di acqua ; 4-° Finalmcnle ponendo in coutatto una soluzione acida di clo- ruro antimonico con zinco. In tulli i metodi adoperali noi abbiamo pralicato di far passare il gaz alhavcrso all'acqua per lavailo , c attraverso al cloruro calcico fuso per seccarlo. II. II gaz idrogeno antimonialo e un gaz incoloro, di un odore sni generis assai spiacevnle. Sottomcsso ad una correntc di scintille clettricbe si dcrompone senza cangiare di volume: i condullori metallici, pei quali 61 opera la scarica elettrica, si coprono lutli e due di un polverio nero di antimonio , il quale si depone in maggior quantita sulla faccia, che si trova rivolla verso il disco della macchina elcttrica. JNella campanella I." lisp. = 0,107 2.° » = 0,100 3.° )) = 0, 100 4° )) = 0, 101 5." » = 0,101 DEI FARMACISTI A. ADBENE E P. A. BORSAREI.LI 3 If) si deposita pure, a guisa di un ancllo , dcU'antimonio di colore ne- riccio , nel punto ove il mercurio si cleva nella stessa. La sua density , dedolta da cinque csperiinenti fatti in ciascuno con gaz otlenuto da uno dei diversi metodi esposti , quella deUaria = i , e =o, 1018. icdia =o, 1018. ilsposlo ad una leggiera pressione, e ad una teroperatura di nieno 24 centigradi sotto il zero , non cangia di stato , ne soffre altcrazione abulia. Alia tempcratura del rosso nascente si decompone in parte, e si separa dell'antimonio alio stato metallico. Se si fa passare una correnlc di gaz idrogeno antimonialo secco atlraverso un tubo di vetro della lunghezza di 20 pollici , e largo 5 a 6 linee , terminato per una pic- cola apcrtura , e scaldato sino al rosso nascente , il gaz perde una parte del suo antimonio , il quale si depone sulle pareti interne del tubo sotto forma di piccioli cristallini di un colore bianco bigio con lucenlezza melallica. 11 gaz , die csce dall'estremita del tubo scaldato, se s' infiainma, da ancor indizi di antimonio. La sua dccomposizione riescircbbe forse compiula , se si facesse passare attra\erso un lul o assai piu lungo. In queslo csperimento abbiamo osservato che i punti del tubo, nei quali ei-asi gia deposto dellantimonio metallico, se si scal- davano sino al rosso cilicgio , l'antimonio sconipariva di nuovo. Similmente , se si scalda entro tubo curvo sul mercurio, si depone alia parte curva della campanella uno strato bruno lucente di anti- monio , il quale , se viene scaldato sino al bianco ciliegio , scompare come sopra. Questo gaz in contatto di un corpo acceso s' infiainma , c brucia con una fiamma, che e bianca in mezzo, e giallognola nelle estiomita. Se si brucia entro una campanella di diametro piuttosto grande, sulle parcli interne della medesima non si depone che vapore acquoso : al- I'opposlo se si brucia eutro campanella stretta cd alia , si lbrina una 320 DEL GAZ 1DB0GEK0 ANTIMONIATO ECC. leggcrissima nubccola bianca di ossido cli antimonio , il quale si depone in scguito sullc parcli dclla medcsima. Infiammato alia superficie dell'acqua, col conlalto clcH'aria, produce una Leggiera dctonazionc , lasciando alia superficie dclla stcssa una sot- tilissima pellicola di colore bruno ( d' idruro di antimonio?). Mescolato con an cgual volume di aria almosfcrica detona legger- mcnlc presentandovi an corpo acceso : con un cgual volume di gaz os- sigeno al contrario produce un violcnto scoppio mandando in pezzi il recipicnte. Agitato coll'acqua, cpicsla nc discioglie una picciola quantita, acquisla un catlivo gusto, e la propriela d' iutorbidare le soluzioni dei metalli dcH'ultima seziouc. Questo gaz, qunndo e pcrfottair.ente sccco, si pub conservare sul mcrcurio assai lungo tempo , scnza che si decornponga: se e umido , le pareti interne dei recipienti nei quali e coulcnuto , si coprono di uno strato, o maccliie di colore bruno. In contalto coll'accpia priva di aria non si decompone clie col tempo ; ooll'acqua acrata la sua ucconiposizionc succcde piii pronta- mente: si depone alia superficie dcll'arqua, e del recipicnlc, ncl quale c conscrvalo , uno strato bruno lucente di antimonio. Mescolato con mezzo volume di ossigeno , e fatto detonare entro un eudiometro sul mercurio medianle la scintilla elellrica, depone uno strato bruno di antimonio , e vi rimane sempre un piccolo res'uluo di idrogeno. Sc la sua decomposizione coll'ossigeno si opera mcdiante la pallottola di Liebig di argilla e platino spongioso, ed i gaz siano perfettamente sccchi e puri , scomparc intieramcnte senza lasciar l'csiduo. La densita del gaz idrogeno antimonialo essendo o, 1018, come abbiamo gia detto sopra , ne segue , ch'egli e formato di un volume d' idrogeno =0,0688 eguale al volume del gaz idrogeno antimoniato, e di un volume di vapore di antimonio = o, o33o. Ma la densita da noi trovata del gaz idrogeno antimoniato , come pure la quantita dell'antimonio , ch'esso contiene, essendo troppo pic- cola , relativamente alia densita dcirantimonio , che e =6,^021, e al sno peso atomistico, che e =806, 45, noi siamo d'avviso che il gaz idrogeno antimoniato da noi csaminato, abbenche preparato con metodi diversi , non e puro , ma e piuttosto un mescuglio di gaz idrogeno semplice , e di gaz idrogeno antimonialo. DEI FARMACISTI A. AIJBF.IfE E P. A. BOIlSAnF.LU 3a I Qnali siano poi le quantity dei ilue gaz, clie coinpotigono il ir.cseu- glio , noi non abbiamo potato dctcrminarle , come s>i pralica per il per-fosfiu-o d' idrogeno, e l'arsenioro d' idrogeno, stanlcche il mcdesimo non c solubile in alcuna dclle soluzioni dei metalli della 3.a c 4-a sc- zione , e lo e solamenle in quelle dei metalli della 5.a c 6* sczione , le quali, allorchc vengono in contalto col mercurio, sono all' islanle dallo stesso decomposte. Egli e nn gaz deletero. Avcndo noi introdotlo in an recipiente picno di gaz idrogeno anlimonialo nn porcello d' India, Cavia cobnya, Likn., ed avendolo alcuui secondi dopo ritiralo dal medesimo ancor pieno di vita , e messo entro una cassclla , si diede a correre vivamente in ogni senso per la stessa: indi caddc su un lato, c mori dopo forli convulsioni. III. II goz idrogeno antimoniato e decomposto dal cloro, dal bromo, e dall' iodio : dai due primi quasi istantaneamente, e dall' iodio un po' piu lentamente. Se si fa arrivarc entro una campanella piena di gaz idrogeno anti- moniato secco del gaz cloro secco bulla abulia, e in picciola quantity, si forma tosto una nubecola bianca, la quale qualchc tempo dopo scorn- pare , e viene surrogata da maccliie bianchc di cloruro antimonico, clie si depongono internamente sulle pareli della campanella. Se dopo alcune ore di contatto dei due gaz si trae fuori la campanella dal mercurio , e si esponc all'aria , ne esce un vapore denso bianco di acido clori- drico , che cangia in rosso la carta tornasole umida csposta nel mede- simo , e scompaiono le maccliie bianche del cloruro antimonico, che. diventa deliquescente. Se si opera inversamente , cioe introducendo il gaz idrogeno anti- moniato ncl gaz cloro, si forma immediatamenle un abbondante vapore bianco di acido cloridrico , e non si osserva sulle pared del recipiente la formazionc dclle maccliie bianche, come nel caso prcccdenlc. Sul- 1'acqua, di mano in mano che i due gaz reagiscouo insieme, si sciolgono nella stessa , e vi e diminuzione di volume. Sc entro un pallonc della capacila di due litri circa si metlono al- cune goccie di bromo , e sopra vi si fa venire, mediants un tubo che passi per un luracciolo , il quale chiiula leggermente 1'apcrlura did pal- lone e vada sino in fondo dello stesso, una coircntc continuata di gaz idrogeno antimoniato, il colore rutilantc del vapore di bromo sconipare Seiue II. Tom. IV. r.n 322 DEL GAZ IDROGENO ANT1MOKIATO ECC. poco per volta, c si forma del bromuro antimonico, clie si depone sulle pareti del pallonc in hei cristalli bianchi aghiformi , c dell'acido bro- midrico , il quale facilmcnte si riconosce , pcrchc venendo in conlatto coll'aria produce vapori bianchi acidi, nei quali esponendo una lista di carta tornasole uniida, diventa rossa. La materia bianca cristallina di bromuro antimonico formato dalla decoinposizionc del gaz idrogeno antimonialo col vaporc di bromo, trat- tata coll'acqua, od csposta all'aria, si decompone e si risolve in ossido- broimiro antimonico, clie si prccipita sotto forma di fiocchi bianchi, cd in bromidrato acido di antimonio , ehe resla in soluzionc. Se il bromuro antimonico formato in cristalli bianchi si conlinua a lasciarlo in conlatto colla sorgenle del gaz idrogeno autimoniato , esso prende mi colore scuro, e si canibia in solto-bromuro di antimonio, o bromuro antimonioso. 11 gaz idrogeno antimoniato e parimenti decomposto, se si fa pas- sai'e , unitamentc a vapore di bromo , altraverso un tubo di diametro piuttosto piccolo e lungo, e leggermentc scaldato di tanto in tanto. Ma in tale circoslanza riesce difiicile l'osservare la formazionc del bromuro antimonico, il epiale c disperso nell'aria dalla corrente del gaz. Un mcscuglio di gaz idrogeno antimoniato e di vapore di bromo riscaldato, posto in conlatto di un corpo infiammato, detona fortemente. Una soluzione alcoolica di iodio, sottoposta per due giorni circa ad una corrente continuala di gaz idrogeno antimoniato, si scolora quasi intieramente , c si forma acido iodidrico , che rimane in soluzione, ed ossido-ioduro di antimonio , che si prccipita. La soluzionc di acido iodi- drico , separata dal precipitate di ossido-ioduro , riacquista in breve il colore della soluzione alcoolica di iodio , conservando pcrb i caratteri di acidita. Succede similmente decomposizione , se si fa passarc una corrente di gaz idrogeno antimoniato secco sopra alcuni pezzi di iodio, contenuti entro un tubo orizzonlalmcnte disposto , c scaldato leggermentc ad in- lervalli : si forma un bel ioduro giallo rossiccio di antimonio, che si suhlima alia parte superiorc del tubo , e si svolge acido iodidrico. L' ioduro di antimonio formato esposto all'aria non prova alterazione di sorta : trallato coll'acqua si scompone, c si cangia in ossido-ioduro giallognolo, che si prccipita, ed in acido iodidrico, che resta in soluzione. II gaz idrogeno antimoniato, scaldato col fosforo entro campanclla DEI FARMACISTI A. ABDENE E P. A. BORSARELLI 323 curva sul mercurio, non cangia di volume, ne presenta nulla dl rimar- chevole. Se si iralta in simil guisa col solfo , non vi e cangiamenlo nel vo- lume del gaz, ma il solfo o annerilo, e si forma sulla parte fredda del tubo an leggierissimo sublimato di colore scuro lucenle , il (male in seguito Iratlato con acido cloridrico svolge, coll'ainto di un leggier ca- lore, del gaz acido sulfidrico. La soluzione cloridrica , che ne risulta , versata in acqua alquanto akalinizzata, laseia deporre col riposo pochis- simi iiocchi bianchi di ossido di antimonio. IV. II gaz idrogeno anlimoniato, scaldato cntro tubo sul mercurio coi melalli potassio e sodio, si scompone senza aumentare ne diminuire di volume , purche i medesimi siano stati ben purgali dalla nafla che li bagna. Questi melalli per la prima impressione del calore , in contatto col gaz idrogeno antimoniato, si coprono di una pellicola bruna, la quale poi scompare continuando a riscaldare. II bottone metallico , che vi ri- iiuiiie, gettato uell'acqua, svolge gaz idrogeno, e depone dopo qualche tempo pochi fiocchi bruni di antimonio, o forse d' idruro d'autimonio. Lo stagno decompone il gaz idrogeno antimoniato a temperalura elevata, come i sopracitali melalli, senza cangiarne il suo volume, e si copre anch'esso da principio di una pellicola bruna , che poi scompare. V. II gaz idrogeno antimoniato, posto in contatlo cogli ossi-acidi azo- tico , solforico , clorico e iodico, e immcdialamente decomposto, a tem- peralura ordinaria, con decomposizione degli stessi acidi. Di piit nel punto stesso in cui il gaz viene in conlallo coi medesimi ossi-acidi, si iorma un anello bigio scuro di antimonio con apparenza meUiUica (i). CoH'acido azolico concentralo si forma, nel braccio pel quale il gaz idrogeno antimoniato vicne in contatto coll'acido, un deposito nericcio luccnte di antimonio, e nel braccio opposto si svolgono vapori rutilanti di acido ipo-azotico in piccola quantita , e si depongono sulle pareti (l) Koi abhiamo procciluto in questc esperienze , conic in quelle, cbc seguiranno gqlle WlnilODl di alcuni sali metallic] , facendo arrivare il gaz idrogeno anlimoniato cnlro uu tubo piegato a U , c melt. ml-. Dell* sua ]>arte cuiva una quantita di aiido , o di soluzione *alina metallica, solaroeille iu quautita sullicicntc a uapedire il libcro ptasaggiO del gaz da un braccio all'allro. .) I j DF.I. GAZ IDKOGENO ANT1MONIATO ECC. ilcllo stosso fiocchi bianchi di ossido di antimonio solubili nell'acido azotico. Toi'ininala la rcazionc, so si diluisce con acqua para l'acido azotico rimasto nel tubo, il liquido prende. una tinla opalina : sc poi si satura il modesimo con soluzionc di potassa caustica, si scparano dopo cpialche tempo, in fondo dello stesso, dei distinli fiocchi bianchi d'ossido di an- lintonio. Coll'acido solforico conccntrato c puro , succedc 1111 intorbidamento di colore bigio scuro , e si svolgc in piccola quanlila gaz acido solfo- roso , chc si puo riconosccre coll'introdurre nel braccio opposto , d'onde arriva il gaz in contalto coll'acido , nn pclalo rosso di una rosa , il quale perde lcnlanicntc il suo coloi-e. Mediantc il riposo l'acido solforico si fa di nuovo limpido, ed il polverio , o le pellicole bigio-scure di an- timonio, chc lo intorbidavano, si dcpositano in fondo dello stesso. Sc indi si diluisce il tutto con acqua pura, il polverio nero, o sia l'anli- monio dcjtositatosi scompare quasi intieramenle , c si cangia in una polvere di colore giallo spoico di solto-solfato di aiitimonio (i). Coll'acido clorico I' idrogeno antimoniato da luogo a formazione di acido cloridrico c cloruro di antimonio , il quale successivamente si decompone ncll'acqua di soluzionc dello stesso acido clorico, e lo in- torbida in bianco cangiandosi in ossido-cloruro di antimonio , che si precipita , ed in cloridrato acido , che resta in soluzionc Coll'acido iodico la decomposizione dei due corpi e istantanea : il liquido si scalda , c s' intorbida, dapprima in bruno per separazione di antimonio, il quale si eamlna in scguito in ioduro giallo di antimonio: si forma acqua, forsc anche tin po' di acido iodidrico , e si svolge vapore di iodio. Dopo la rcazionc il liquido restante o di nn colore i-ossiccio per l'iodio libera, chc licnc in soluzionc L'ioduro giallo di antimonio, che si e formato, sc si scpara dal liquido e si tratta con acqua , si risolve in ossido-ioduro insolubile , ed in acido iodidrico, che resta in soluzionc: lo stesso ossido-ioduro, che ne risulta, se si tratta in seguito in piccolo tubo chiuso da una parte con bisolfato di potassa , svolge vapori violacei di iodio. (i) Egli c- singolare come ranlimonio, chc in t;ilc circosUnza si separa doff idrogeno in uno slato di grandissima divisionc, non venga immrdiatamentc attaccato dali'aciilo solforico, e si scpari il conlrario lotto Ibrma di pellicole, o polverio nero. DEI FARMAC1STI A. ABBENE E P. A. BORSAREI.LI 3 25 VI. II gaz idrogeno antiinoniato, per quanto abbiamo poluto osscr- vare , noii pare esercitare reazione tli sorts sopra lc soluzioni saline dei ■ nt- 1 ;i 1 1 i delle cpialtro prime sczioni di Thbnard. Egli ne esercita al conlrario una pronla c ben distinta sopra quelli delle. clue ultime sczioni. In generale non si tosto ch'csso \icnc a conlatto con una tli qucslc soluzioni, nc riduce immediatamenle la loro base, la quale si precipila alio stato metallico, sotto forma di pellicole brum con lucentezza me- tallica. Colla soluzione di azotalo mcrcurioso lcggermcnle acido succcdc da principio un intorbidamento di colore vcrdognolo , il quale in seguito diventa di colore nero distinlo. Tcrminata la reazionc, se si getta su di un feltro il liquido, si ottiene una jiolverc nera , la quale lavata , seccata , e scaldata enlro un tnbo quasi sino al rosso scuro , sommi- nistra del mercurio , clie si rondensa in globettiui metallic! Bella parte fredda del tubo, ed in fondo dello slesso una materia di colore gtal- lognolo di ossido di anliinonio. Coll'azotato mcrcurico alquanlo acido il precipitator clie si forma, e di colore bianco sporco ; se si riceve il medesimo su di un feltro , si lava con acqua pura bollcnle, si fa seccarc, e si scalda entro un tubo, si ottengono globeltini mercuriali , clie si sublimano nclla parte fredda del tubo : e \i rimane in fondo del medesimo acido antimonioso di colore bianco. Nella soluzione di cloruro mercurico il gaz idrogeno antimoniato determina la formazione di un prccipitalo bianco bigio, il quale ricevuto su di un feltro, lavalo, e seccato, se si tritura entro mortaio di porcel- lana , diventa di colore bruno scuro luccnte : se poi si scalda in un tubo. si divide in mercurio metallico, e cloruro mercurioso , clie si sublimano, ed in una materia polvei'ulenla di color giallognolo, clie rcsta in fondo alio slesso. La soluzione di azotalo argentico e prontauientc ciecomposta dal gaz idrogeno aniimoniato : succede col medesimo precipitazione di una ma- teria bruno-scura con lucentezza metallica, jiarte alio stato polvcrulento. e parte in pellicole luccnti. Se si separa dal liquido la materia prcci- pitata, si lava con acqua pura, si fa seccare, e vi si versa sopra del- L'acido azolico puro e conccntrato, si produce una pronla effervescenza con svolgimento di vapori rulilanti di acido ipo-azotico. 326 DEL CAZ IDROGENO ANTIMONIATO ECC. Doj>o il trattaincnto eon acido azotico, se si tliluisce il tutto con acqua pura , si oltiene dcll'ossido di antimonio , od acido anlimonioso sotto forma di una polvere bianca insolubile, chc si prccipila, c del ni- Irato di argento , chc rcsta in soluzione. L'csistcnza di qucsli due corpi si pu6 agevolmente dimostrare, se- paramloli diligcntcmcnle l'uno dall'altro, e trattando il primo coll'acido cloridrico , ncl epiale esso si scioglic faeilmente c costituisce una solu- zione limpida, la quale diluita con molt'acqua depone dopo rjualche tempo dei fiocchi bianchi d'ossido-cloruro di antimonio : ed il secondo versando nella soluzione nitrica ottenula del cloruro sodico sciolto , il quale dctcrmina la formazione di un abbondante precipitato bianco coagulalo di cloruro argentico , die s'anneriscc prontamcnle alia luce , e si scioglie intieramente ncirammoniaca. La soluzione di cloruro aurico , sottoposta ad una corrente di gaz idro^cno antimoniato , precipita in bruno scuro, come quella di argento, ed il precipitato , die si forma , e parte in polvere di colore scuro , e parte in pellicole luceuti di un colore leggermentc giallognolo. Se si getta il tutto su di un fcllro per separarne il precipitato formato , si oltiene sopra il feltro le pellicole lucenti di colore giallognolo ; c nel liquido , clie passa attraverso al medesimo, rimane ancora dell'oro in uno stato di si grande divisione , che mette piu giorni a separarsi dal medesimo , e Cnclie lo stcsso resta in sospensione nel liquido gli co- munica un elegante ed inlenso colore -violaceo, se si guard a ponendo il rccipiente , cbe lo conticne , tra la luce e i'occliio dell'osservatore , o sia per refrazione, ed un bel colore giallo dorato, se al contrario si osserva per riflessione. La parte del precipitato rimasta sul feltro, se si frega con un corpo duro , prende una lucenlezza mctallica con un leggier colore giallo di oro. Se poi si tratta la medesima due o Ire volte con acido cloridrico concentrato, si otliene in soluzione del cloruro antimonico , ed alio stato insolubile dell'oro rnetallico. Una reazione, in tutto precisamente simile alia precedente, succeile mcttendo in contalto il gaz idrogeno antimoniato col cloruro plalinico, cioe: formazione di precipitato bruno scuro con apparenza melallica, il (jualc tialtalo con acido cloridrico concentrato somministra in soluzione del cloruro antimonico, ed alio stato insolubile del platino rnetallico. DEI FARMAC1STI A. ABBENE E P. A. BORSARELLI 3?- < omi.isiom ■:. VII. Dal sinqui detto si pu6 stabilirc: i.° Che il gaz idrogeno antimoniato si oltiene con mctodi assai tliversi fra tli loro ; a.0 Che fra questi diversi mctodi adopcrati per la prcparazionc del medesimo , pare doversi preferire qucllo in cui si fa uso del lar- taro emetico , o pcrche ricsce piu ricco di anlimonio, o perche mesco- lato con minor quanlila d' idrogeno semplicc; 3." Che il gaz idrogeno antimoniato e un gaz formato da elemenli che sono chimicamente combinali fra di loro : 4." Che esso ha speciali proprieta fisiche e chimiche distintive; 5." Che il gaz idrogeno antimoniato, oltenuto coi diversi metodi praticati , sembra non esserc altro che un misto di questo gaz con gaz idrogeno scmplice , opinionc pure del sig. Despretz (i), e che per conseguenza non si possa determinare quale sia la sua vera composi- zione in alomi od in equivalent! , la quale pero noi siamo d'avviso dover essere identica con quella del scsqui-fosfuro d' idrogeno, o idro- geno per-fosforato, e con quella dell'arseniuro d' idrogeno o idrogeno arsenicato , tanta e l'analogia che passa fra i radical! , che costitui- scono questi tre diversi composti gazosi ; 6." Che questo e un gaz deletero ; rj° Che vien decomposto , mediante l'azione del calore, da varii corpi sempliei metalloidei e melallici ; 8.° Che scompone, ed e scomposto immediatamente da varii ossi- acidi mincrali ; 9." Che non esercita azionc alcuna sopra le soluzioni dei metalli delle quattio prime sezioni; io." Finalmente, che esso determina immediatamente con pre- cipitazionc la decomposizione delle soluzioni saline dei metalli delle due nltime sezioni : eppercib nella stcssa guisa che il gaz acido sulfidrico (1) V. DcsprcU , Elcmens dc Chimic, Tom. I. pag. 3i5. Palis, 1829- 3a8 DEI. GAZ IDR0GEWO ANTIAION1ATO ECC. serve attualmcntc in chimica a distinguere se una soluzione salina me- tallica appartiene ai metalli ctcropsidi od aotopsidi , perche" i sccondi soao dallo stesso prectpitati", e 11011 i primi; cosi per egual ragionc il gaz idrogcno antimonlato puo venir vantaggiosaincnte applicato per ri- eonoscere se la soluzione salina metallica abbia per radicals basiforme uiio dei metalli dellc due ultirae sezioni , chc dal medesimo sono pre- oipitati, od uno dei metalli ilelle altre (piatlro prime sezioni, le quali non sono dallo stesso precipitnli. «os 3ag SUIl LA TORSION DES FILS METALLIQUES si it r/i;M«»Tiiiii: i»i s RESSOitTS ex an ':1,1c 1 £S pah CH. IGX. GIILIO Lu a V Academic Ic II juillet 1041. Les lois tie la lorsion des fils me'talliques de'eouvertes expe'rimenta- lemcnt par Coulomb de'coulent aujnurd'hui , grace aux travaux de plusicurs Geometres , comme autant de corollaires, de la tlieorie de l'equilibrc ct du mouvement des corps e'lastiques considere's comme des assemblages dc molecules disjointes ct sollicite'es par leurs attractions et leurs repulsions mutuellcs. Les principales consequences auxquelles ces Geometres sont parvenus , confirmees encore par les experiences des Physiciens les plus exacts sur la torsion des verges de matiere et de figure differentes, doivent ctre regardees comme definitivement acquiscs a la science et comme rigoureusement exactes, tant que Ton se borne a ne considercr epic les torsions produites par des forces tres- petites rclativemcnt a la rigidite ct aux dimensions des verges, ou tellcs du moins que re'lasticile de celles-ci n'en soit aucuncment alte're'e. Parmi les resultats ausqucls Poisson a ete conduit par son analyse , 1'un des plus remarquables sans doutc consistc dans le rapport Ires- simple de'eouvert par ce grand Geometre cntre les grandeurs de Seme II. Tom. IV. ss 33o SVR LA TORSION DES FILS METALLIQUES ETC. l'extcnsion et ilo la torsion d'une meme verge elastiquc , et d'ou il a pu conclurc que les nombrcs ties vibrations longitudinales et des vi- brations lournanles exceutees dans des temps egaux par une verge cylindrique doivent, quelles que soient les dimensions et la matiere de cette verge , ctre entr'eux dans im rapport constant dont il as- signc la valeur ; cette valeur se trouve en effet sensiblement egale a celles que Ion de'iluit dc quelques experiences acoustiques dc Chladni et de Savart, qui ne s'en ecartent que d'un vingtieme environ, l'une en defaut , l'autre en exces. La comparaison des experiences directes sur la resistance a (.'extension et sur la resistance a la torsion devrait conduire au meme resultat: cependant, en partant des experiences de de M.r Duleau sur des barres de fer forge, on trouve une valeur sen- siblement dilferente de celle que fournit la theorie : quelle que soit la cause de cette difference, il etait interessant de revenir sur cette com- paraison : e'est ce que j'ai tache de faire au moyen des experiences sur la torsion des fds de fer que je rapporte dans le premier paragraphe de ce me'moire. En comparant la valeur du moment de torsion de ces Cls, avec celle de leur resistance a l'extension telle que je l'ai deduite des experiences publiees dans mon me'moire sur la force des Jils de fer , je parviens a un resultat compris entre ceux de Chladni et de Savart , et qui par consequent se rapproche encore davantage de la valeur que Poisson a tire de son analyse , la difference se rednisant a un Vingt-septieme seuleineut de cette valeur. Cette difference d'ailleurs s'expliquc d'une maniere asscz probable par des considerations que je rapporte en detail. Malgre les nombrcux travaux des Geomctres et des Physiciens sur lelasticite et sur la resistance des solides, il reste beaucoup a faire pour completer cette inleressante partie de la philosophic naturclle. Sans parler ici des diflicultes, souvent insunnontaljles , que pre'sente l'application des principes fournis par la iheorie et par l'experience a des corps helerogenes , ou inegaleinent echauffes , ou dont la forme differe de celles qui ont e'te considerees jusqu'ici, et qui sont fort peu nombreuses et , en general, fort simples, nos connaissances sont tres- brirnees encore, soit sur les valeurs des coefliciens specifiques que l'ex- periencc doit fournir au calcul pour chaque substance et pour chaque etat oil une meme substance se pre'sente a nous, soit sur les loi d'apres lcsquelles la constitution mole'culaire des corps t'lastiques sc modifie par PAR CH. IGN. GIULIO 33 1 reflet dc l'application tie forces cxterieures considerables , ou dont I'action se prolonge asscz long temps. Les cliangemens de dimensions et de forme produits par Taction des forces cxterieures sur les corps dont la rigidite est la plus grande, et dont nos arts tirent par consequent le plus grand parti, sont en general tres-petits , et par consequent ires-diiliciles a hien mesurer. II s'ensuit que les experiences par lcsquellcs on se propose d'assigner la grandeur de ces cliangemens exigent en general des soins minutieux et pc'nibles, et ne peuvent etre conduites qu'a I'aide d'appareils oil la force s'allic a une grande scnsiliihle et a une grande precision. Malgre linteret qui s'attache a tout ce qui peut jeter quelque lumiere sur la constitution physique des corps, de lelles experiences sont loin de pre- senter un attrait qui puisse de'dommagcr des peines qu'elles donnent , et surtout du temps qu'elles exigent. On rendrait done a la science un veritable service en proposant des moyens simples et faciles de me- surer avec une exactitude suffisante les petits cliangemens de forme et tie dimension. La Balance de Torsion de Coulomb en est un exemple remarquable ; et cependant cet instrument pre'eieux, dont la physique a tire dc si grands avantages, devient d'un usage tres-embarassant lorsque Ton veut experimenter sur des fils d'un diametre un peu fort. Ces considerations sufliront pour monlrer le but que je me suis pro- pose dans le second paragraphe de ce memoire, ou je m'occupe de l'elasticite des ressorts en helices connus dans les arts sous la deno- mination de T'essorts a boudin. Apres avoir forme l'equation d'e'quilibre d'une he'lice elastique teudue ou comprime'e par une force dirigee sui- vant son axe , ou tordue par des forces perpendiculaires a cetle droite, je I'apporte quelques experiences failes sur des helices forme'es avec des fils de fer , de cuivre et de laiton , soit pour determiner la cons- lantc dc l'elasticiic de ces mc'taux , soit pour entamcr quelques recher- ches sur les alterations tie celtc elasticite. La simplitite de ces expe- riences tpii n'exigent pour ainsi dire aucuii appareil , et 1'accord des re'sultats qu'elles donnent avec ceux qui ont etc autrcment oblenus par les experimentateurs les plus habiles, me font croirc que l'emploi des ressorts en helices pourra fournir aux Physicicns un moyen aussi exact que commode de poursuivre les recherches cxpe'rimcnlales sur l'elas- ticite des corps solides. Ce moyen, m'a pcrinis tie mcltre hors de doute, et de donncr plus d'e'tendue a une loi remarquable, qui uc parall pas 33a SUR LA TORSION DES FILS METALLIQUES ETC. encore avoir rccu l'assentiment dc tous los Physicicns. C'est a ces litres settlement que j'espere que 1' Academic vouilra accucillir avec indulx gence un travail tres-incomplet, ct tlonl je desire pouvoir lui soumettre un jour des rcsultals plus digncs de fixer son attention. § I." Experiences sur In torsion des flls de fer. 1. La balance de torsion qui a servi pour ces experiences e'tait etablie dc la maniere suivante. Une pince a vis fixee au plafond iclenait rextrcmitc superieure du CI dont on voulait e'prouvcr l'elasticite: l'cx- tremile inferieure de ce fil soutenait , au moyen d'une autre pince a vis, et a quelques centimetres au-dessus du plancher , un balancier hoi'izontal et eylindrique en bois de frene, de om,o82 de diametre et i '",689 de longueur. Un anneau ouvert forme d'une forte bande de fer de om,o45 tie largeur et om,oo4 d'epaisscur pouvait se mouvoir le long du cylindre et se fixer en un point quelconque de sa longueur, en serranl une vis qui traversait les extremites de la bande, replie'es selon les prolongemcns de deux rayons. C'est sur cet anneau qu'etait lixee par des vis- la pince 011 l'extremile infericurc du fil se trouvait engage'e. On avait menage a cctte pince un leger mouvement dans le sens perpendiculairc a faxc du balancier, mouvement qui combine avec celui de ranncau lc long du balancier pennetlait d'ajuslcr l'apyiareil une fois pour toutes, de maniere que lc balancier suspendu par le fit se tint bien horizontal, et fit des oscillations parfaiteinent planes. II etait necessaire pour determiner le moment d'inertie du balancier, de pouvoir lc faire osciller aussi en guise de pcndule, en le suspendant a un axe horizontal: a cet ell'et on avait fixe a Tune de ses extremites un coutcan en acier, dont la tranche, perpendiculaire a l'axc du cy- lindre et vcrticale pendant les experiences sur la torsion , se trouvait alors e'loignc'c de o'",68o du fil dc suspension. Lc balancier garni dc son anneau ct du coutcau dont je viens de parlcr pesait 8W',66 : les experiences ayant toutes e'te faites dans deux jours seuleinent ( 28 et 29 oclobre 1840), le poids ni les dimensions PAR CH. ICN. GIULIO 333 du balancier n'ont pu. varier scnsiblcment dans no si court intcrvalle. Cc poids c'tait sutlisaul pour tcnir tendus en ligne droilc lies fils de fer ile un millimetre et ileini dc diametre: mais je n'aurais pu ctcndrc les experiences a ties lils il'iin diamttre plus fori, sans employes un balancier beauoonp plus pesaut. C'esi pourquoi j'ai borne mes expe- riences a ties Ills ties N."s 5 ct 10 pour la fabrique tie PonlBozet; des N.M 5** ct 10 pour telle tie Pont, et des N.°* 8 et io pour la fabrique ('tiangerc tie liicnne. Les portions dc fils que j'ai employees sont identiqucmcnl les inemes qui m'avaicnt scrvi , lors tie mes premieres experiences sur la force ties fils tie fer (i), a determiner au moyen de leurs poids les diamelres (torrespondantfi aux nume'ros qui servent tlans le commerce a en designer la grosscur. La longueur du fil de suspension a varie cnlre 3m,i64 et 3"', 343: dans cbaque experience jc prcnais la moyennc entre les longueurs foumies par deux mesures dilfcrenlcs prises, l'uiie direclement enlre les deux pinces oil les extremite's du fil se trouvaient serre'es, l'aulre en rapporlant la position tie la pince inferieure a un point de repere fixe sur le jilancher. II u'e'tait point ncrcssaire d'aillcurs dc determiner la longueur du fil avec la dernierc exactitude, une crreur de un millimetre ct meme plus sur celte longueur ne produisant sur le resullal final qu'une difference insignifianle. 2. La lenteur du uiouvemcnl du balancicr, surtout vers ses elon- gations extremes, nc permettanl pas de saisir avec precision finslant du commencement tie chaque oscillation, on observait eclui du passage du balancicr par sa. position d'equilibre: mnis comme il aurait cte beau- coup trop long pour determiner cette position , if attendee avant de commencer une experience qu'il se fut re'duit au repos, ou a ne faire plus que ties oscillations pen sensibles, jc parvenais au memc but de la manicie suivanlc. J'observais el je inarquais sur le planchcr les points ou 1 'eNlrcmiU' du balancicr paraissait s'arrclcr un instant a la fin de trois demi-oscillations successives: je marquais ensuile la position luoycnne cntrc eclui dc ccs points qui se trouvait seul dun cole, et le milieu des deux qui se trouvaient au terme oppose des arcs dcrrils par le balancicr : cette position moyennc nc pouvait dilfcrer scnsiblrmcnt de la position d'equilibre. (i) V. Mc'ni. de l'Acad. des Sc. dc Tarin. Douxicme tine. T. 111. (34 SOH IV TORSION DES FU.S METALMQUES ETC. Je faisais sur chaque fil unc on plusieurs scries d'observations , en notant mi nioycn d'un clironotnetrc bicn regie les instanls d'un aombre impair de passages. Chaque sc'ric e'tait ordinairement de neuf passages, ou de huit oscillations, et ilurait de six a dix- trait minutes, temps bien suflisant pour que l'erreur commise sur les instants du com- mencement et de la fin dc ['observation ne put avoir qu'une influence pen considerable sur des re'sultats qui dependent d'aillcurs de plusieurs autres elemcns tels que le diametre du fil et le moment d'inertie du balancier, sur lesquels il est assez difficile de ne point eommettre des arrears bicn aatrement importantes. On ne peut d'aillenrs prolonger chaque serie d'oscillations au-dela d'un certain lerme: car a mesure que lour amplitude diminue, soit a cause de la resistance de I'air, soit a cause de celle que les molecules memes du fil eprouvent a sc mouvoir, la \itesse avec laquellc le balancier passe par la position d'e'quilibre devenant de plus en plus petite , il devient bientot impossible d'eviter sur ['instant du passage une incertitude qui fait plus que coinpcnser l'avantage que Ton Uouverait a augmenter le nombre des oscillations de la serie. II est a remarquer encore que le point neiitre , ou centre de reaction dufd, e'est-a-dire le point ou sa reaction elastique est nulle, ne correspond pas, de beaucoup s'en faut, a une position in- variable et bicn determiue'e du balancier: en effet , soit a cause des changemens qui peuvent survenir quelquefois pendant la duree d'une experience dans la constitution intime du fil , soit surtout a cause des oscillations coniques du fil autour de la verticale, oscillations qu'il est impossible d'empecher entiercment , et qui viennent avec une periode toutc dillercnte se supcrposer a celles qui sont dues a la reaction elas- tique, il arrive que la vilesse et la position absolue du balancier qui correspondent aux instants ou cette reaction est nulle varient d'une oscillation a l'autre d'une maniere , donl l'influence est d'autant plus sensible , que ['amplitude des oscillations est plus petite. 3. Le Tableau I." conticnt pour chacune des clouze experiences qiie j'ai faitcs ainsi les valeurs du rayon et de la longueur du fil , ainsi que de la duree des oscillations. En nommant /', I et T ces trois quautites, et - le rapport de la circonfe'rencc au diametre, et en designanl par G une quantite donl la valeur depend de la nature du fil , et par S le moment d'inertie du balancier rclativcmcnl a l'axe du fil , on sait que Ion doit avoir <> G d'ou Ion tire G=nHS PAR CH. 1CN. GIULIO 335 Soit maintenant 2 le moment d'inertic du balancier relativement a un axe parallele a celui auquel se rapporte le moment S et conduit a la distance b de celui-ci : on aura 5= V " f g ' en designant par P le poids du balancier, et par g la valeur de la gravite. Soit encore 0 la duree d'une oscillation du balancier suspendu en guise de pendule par l'axe auquel se rapporte le moment 2 , on aura aussi d'ou Ton conclut et par suite !W'6Ti), Lorsquc la distance b n'aura point varie sensiblement dans toutc une serie d'expe'riences faites avec le meme balancier , lcs quantites n, g, P, b, et 6 etant constantes , on calculera une fois pour toutes la valeur du produit et Ton aura , pour determiner la valeur de G d'apres chaque expe- rience , la formule G- hl 536 SOB i. a TonsroN des Pils mktam.iques etc. Cctte quantite G dont la valeur iloit sc conserver sensiblement constante pour des fils do meme matiere quels que soient leur rayons et leurs longueurs exprimc , commc on salt , la valeur till moment (rune force qui serait capable dc produire dans un lil de rayon et de longueur c'gaux a I'unilc , unc torsion mesure'e par l'arc donl la lon- gueur est e'gale au rayon. 1. Dans nos experiences, en prcnant pour unites lc millimetre, le kilogramme ct la scconde sexagesimal, on doit faire b = 68o , P=8,6G , £ = 9809 . Quant an temps 0 , j'ai trouve par la moyenne de quatre series d'oscillations , que lc balancier suspeudu par son couteau employait 93^'' a faire 900 oscillations , ce qui donne 0= i",o3 . Avec ces valeurs on trouvc h = 23 20 , et par consequent on aura _ 2220 . 1 C'est au moyen de cctte formnle que j'ai calcule les nombres de la quatrieme colonne du Tableau II.*, 011 Ton voit que la valeur de G se conserve sensiblemcnt constante pour les fils d'unc meme fabrique: cctte valeur est a-peu-prcs la meme pour les fils de Pont-Bozet et de Pont , et d'un cinquieme en sus environ plus forle pour les fils de Bicunc. On rcmarquera cepcndaiit qua une seule exception pros la valeur de G diminue uu peu lorsque le rayon du fil augmcnle, con- forme'ment a ce qui a lieu pour la resistance des fils a l'exlension. La moyenne entre toules les valeurs de G contenues dans ce Tableau est de ii3o4 kilogr. avec un bras dc levier de un millimetre. Coulomb e'valuait, d'apres ses proprcs experiences , la resistance a la torsion d'un fil de fer de neuf pouces de longueur ct de —^ de lignc de diametre, a un poids de — ^ de livre applique a l'extre'niite PAR CH. IGN. GIUUO 33n d'un bras ile levier d'une ligne, ct mulliplie par Tangle de torsion (i). En reduisant ces donnecs en nouvelles mesures raetriqucs on en dcduit j>our G la valcur 1176G kilogr. avec un bras de levier d'un millimetre; ce qui ilillerc a peine tie la valeur moycnnc a laquelle mcs experiences me coiuluisent. 3. II existe un rapport fort simple decouvert par Poisson (2) entre la valeur dc la force G , qui agissant a l'cxtremitc d'un bras de levier cgal a l'unite, sur un fil dont la longueur ct le rayon sout aussi egaux a l'unite , y produirait une torsion mesuree par nn arc e'gal au rayon, et celle de la tension E , qui agissant sur un fil de raemc utalicrc et de section egale a l'unite siipcrfiricllc , y produirait un allongement egal a la longueur naturclle du fil, en supposant toutefois qu'une telle extension fut possible et toujours proportionnellc a la force qui la produit. En cfiet, en partant de la consideration des actions moleculaires pour en deduire les equations de Tequilibre et du mouvement d'une verge elastique dans lc cas ou son axe ne prend aucune courbure, ce grand Geomclre a demonlre qu'en nommant I la longueur tie la verge, w sa section, 37 la force qui tend la verge, et X son extension, on doit avoir a Au D'autrc part en supposant que la verge soit un cylindre du rayon =, et en designant par Y Tangle qui exprime la torsion que lui fait e'prouver une force dont le moment est M , Poisson parvient a la valeur _ rrAV- ' la quanlile A' a la meme signification daus ces deux formules, ct rem- place, commc on sail, une somme qui ne depend que de la foruie de la fonclion de la distance qui exprime la loi des actions moleculaires, et de la valeur dc T intervalle moycn des molecules dans la matiere de la verge. En supposant c/.z=l ct w=i, la premiere formule doit (1) Tlicoric des machines simples. Paris i8ai. pag. a33. (a) Mem. de l'Acad. des Sciences de l'Inslitut de France. Tom. VIII. 1829. Serie II. Tom. TV. TT 338 SCR LA TORSION DES FILS METALLIQUES ETC. donner cr = 2? : et en supposant W = l , t=i la scconde formule doit donner M = G : on aura done £ = — G== — 2 ' 2 ' d'ou Ton conclut 7T J? _ ~G=5 ■ Cette relation nous fournit le moyen de comparer les valeurs de G rapportees dans le Tableau IT.' , avec celles que les experiences an- terieures sur l'extension des memes fils de fer m'avaient donne pour E. Le Tableau III.e conticnt les e'le'mens el les re'sultats de cette compa- raison , et Ton voit par les nombres de la colonne 5.e que les valeurs nE du rapport -pr- ( en omettant celle qui correspond aux fils de Pont- Bozet n.° 5 et qui est evidemment fautive) sont toutes comprises entre 4,3 et 4j8 ; et que leur moyenne 4>6ig s'ecarte de moins que d'un treizieme de la valeur theorique 5. Cet e'eart peut s'expliquer de plusieurs manieres , sans meme recourir a une difference dans l'elasticite du fil selon son axe et selon son rayon : en effet : 1.° Dans les experiences sur les extensions la valeur de E se determine au moyen d'une formule qui contient au denominateur le carre du rayon du fil: landis que la formule correspondante pour de'duire la valeur de G des experiences sur la torsion contient au denominateur la quatrieme puissance du meme rayon. Toute erreur commise sur la determination de cette dimension doit done avoir une influence beaucoup plus considerable sur la valeur de G que sur celle de E. Mais pour expliquer ainsi la difference en question il faudrait admeltre dans la determination des pesanteurs specifiques dont j'ai de'duit celles des rayons des fils une erreur moyenne de un treizieme , erreur qui est hors de toute proportion avec celles qu'il est possible d'admettre sur une telle de'- termination, puisqu'elle supposerait que je me fusse trompe d'un gramme environ dans des pese'es ou il est difficile de commettre une erreur de quelques centigrammes. II faudrait de plus que le sens de cette erreur eut e'te le meme dans ncuf pesees diffe'rentes , et que les pesanteurs specifiques correspondantes fussent toutes trop fortes , tandis qu'elles paraissent au contraire devoir etre un peu trop faibles (d'un centieme environ ). pah ch. icn. giulio 33g a." Dans les experiences sur les allongemens la valeur de E se de'duit de l'allongeinent que les Ills prennent en passant d'une tension a une autre tension plus forte; pour se conformer a la signification theorique de la constante E ces deux tensions successives devraient l'une et l'autre etre tres-petites, tandis que dans lc fait on est oblige' d'employer des ten- sions asscz considerables. On doit par cette raison obtenir en general pour E des valeurs trop faibles: et, corame rien de semblable n'a lieu dans les experiences sur la torsion , les valeurs de G doivent se trouver plus fortes que celles que Ton conclurait de la forinule nE Cette cause , bien que re'elle, est ccpendant insuflisante pour rendre raison de l'ecart en question. 3." Enfin les couches supcrficielles des fils me'talliques, plus com- prime'es , plus denses , et par consequent plus roides que les couches inte'rieures n'agissent pour re'sister a l'extension qu'en raison de leur section transversale : tandis que leur resistance a la torsion est en raison compose'e de leur section et du carre de leur distance a l'axe du fil: ces couches ont done sur la resistance a la torsion une influence plus sensible que sur la resistance a l'extension, et cette remarque parait contenir l'explication la plus vraisemblable de la difference que nous avons E trouve'e entre les valeurs theorique et expe'rimentale du rapport -^ . G On verra d'ailleurs dans le § II.e que les valeurs de G du Tableau II.' sont confirmees par les resultats des expediences d'un autre genre que je rapporterai dans ce §. nE Jc remarquerai ici que la valeur 4>6'9 du rapport -^- que j'ai tire'e de la comparaison des experiences sur l'extension et sur la torsion des fils ile fer s'accorde beaucoup mieux avec la valeur theorique 5, que celle qui se deduirait des experiences de M.r Duleau (i) sur la flexion et (i) Essai theorique et experimental sur la resistance du fer forge, pag. 49 et 54- Pour la com- paraison de ces experiences voyez NAvmn t Lecons a Pecolc des Ponts et Chaussees , a.c ed. T. I. pag. 61 et io5. 11 faut rcmarqucr que la constante designee par G dans l'ouvrage de N*virii est a G Igale i d'apres les deiiouiiuatious que j'ai employees dans cc me'moire. 34o SUR LA TORSION DES 1'ILS METALLIQUES ETC. sur la torsion des baiTes cle fer forge ilc forme cylindrique et carre'e. En eflct, en prenant les valenrs moycnncs, ccs experiences donneraient d'ou Ton conclut £ = aoocHi , = G061 , nE 40000 r> o -77-= ,. ,. =o,to3 ; G 60b 1 valeur trop forte d'un cinquiemc environ. En nommant n ct n' lc nombrc des vibrations longiliulinales, et le nombre des vibrations tournantes d'une inemc verge cylindrique , on doit avoir d'apres la theorie du mouvement des corps c'lastiques l=\/^k=\y^=^" ■• Les experiences de Chladni et de Savart , cite'es par Poisson n donncnt pour — , les valeurs i,5o et 1,6668 respectivement , qui s'ecartent l'une et l'autre de un vingtieme de la valeur the'orique , la nE premiere en moins, la seconde en plus. D'apres les valeurs de -z=r rap- portecs dans le Tableau III.0, et en omettant toujours celle qui se rapporte aux Ills de Pont-Bozet n.° 5, on aurait : Pour les Cls de Pont-Bozet n.° 10 -j=i,5488 n Pont n.os 5 et 10 i,5io8 Bienne n.05 8 et 10 , r,5o6i Valeur moyenne de — , ifiaic) . Ainsi cette valeur moyenne se trouve comprise entre celles de Culadsi et dc Savart , et s'accorde mieux que l'une et l'autre avec la valeur theoriquc i,58ii dont elle ne difftrc que d'un vingt-septieme. PAH CH. IGN. GIULIO 34 I § II.' De Vclasticite dcs rcssorts en helices. 0. Sur nn cylmdre droit du rayon a soit tracee une helice dont tous les elemens fassent Tangle e avec le plan de la base : lc rayon R de courburc de 1' helice aura la meme valeur dans tous les points de la courbe , et cette valeur sera *=-4- co. cos1 . e v ' Soit encore dtp Tangle infiniment petit que comprennent entr'eux les plans osculateurs de Thelice aux deux extremites de Tare inGniment petit ds : on aura do sin. e cos. e , . Ts = a «• Soit h la hauteur d'une spire mesurec parallelement a Taxe du cy- lindrc , ou le pas de Thelice, et I la longueur developpee d'une spire ; on aura : .,_ r . h V l> — lt> 2Tta = y /»— /t» , sin.e=y, cos.e=-t — , et les valeurs de R et de -—■ deviendi-ont ds R— l% - il-^L (V 2n\T=l* ' ds~ I* W" Cela pose, supposons que Ton fasse varier la hauteur du pas h; en faisant varier en meme temps le rayon a de sorte que la longueur I de chaque spire demeure constantc le rayon R et Tangle dtp varieront aussi, et en designant ces variations par lc caracteristiquc 3 nous aurons ^ I 2Tt/l.3k . dtp 271. 3 /l ... 34a SUR I-A TORSION DES FILS METAM.IQOES ETC. Considerons maintcnant un Gl c'lastiquc de grosscur sensible plie en lie'lice dc manicrc a former un de ces ressorts que Ton employe dans bcaueoup dc circonstances sous lc nom de ressorts a boudin : nous allons former 1' equation d'equilibre d'un tel ressort tendu dans le sens de son axe par une force donne'e, en admettaut que sa figure soit tonjours celle d'une lie'lice , et que la longueur d'une spire soit la meme avant et aprcs l'application de cette force, de sorte que les points de la courbe qui se trouvaient disposes suivant une des generatrices du cy- lindre dans l'etat naturel de 1'hclice, se trouvent encore semblablement disposes apres le changement de forme produit par Taction de la force (i). Nous nommerons H cette force, et en designant par h, R et df les memes cboses que ci-dessus dans le ressort tendu , nous re- pre'senterons par h0 , R0 , dy, les valeurs de ces memes quaiuilc's dans l'etat naturel du ressort, ou lorsqu'aucune force exterieure n'agit sur lui. Soit £ le moment d'e'lasticite de Jlexion du lil dont le ressort est forme ; le rayon de courbure qui etait Ra dans l'e'tat naturel du lil e'tant devenu R, le moment avec lequel le Gl tendra a se remettre dans son e'tat naturel sera equivalent a Taction d'une force appliquee a Textre'mite d'un bras de levier e'gal a Tunite'. Soit encore « le moment de Telasticite de torsion du meme Gl: Tangle de deux plans osculateurs conse'eutifs qui etait d en eflectuant integration, ce qui se fera en supprimant les signes f et en mettant nl au lieu de ds , et en substituant pour i± et pour >do , * ds s valeurs (4), on trouvera \R0 Rjiy-l^jr^a\d7—d7 )—T > ij{ srn LA torsion df.s fils metalliques etc. on __=£//.r_ ^ t^ _+a^_Ao) (5). En general , le pas cle l'lie'Hce h sera une petite fraction de la longueur I il'une spire, et en ncgligeant la quatriemc puissance et les puissances supericures de j on aura ll H , J? — hj ,, , . .„. equation cpii se reduira a ^=«(><-'0 (7> h . lorsque 1c rapport — sera assez petit pour qu on puisso sans erreur sensible en negliger le carre , et d'ou Ion voit que les allongemens de 1'helicc seront alors proportionncls aux charges , en supposant toutefois qu'une telle proportionnalite subsiste aussi entre les extensions et les torsions des fds metalliques , et les forces cpii les produisent. Si l'on nomme E le coefficient de l'elasticite de la matiere dont le til est forme, et si Ton suppose que sa section soit un cercle du rayon r, il faudra raettre au lieu des consiantes a et £ les valeurs a= ■= E n ?•'• , ez=yEnr'' (8), i) 4 ce qui changera les equations (6) et (7) en celles-ci H=^IJl (,,-,,,) (9). En appliquant au mcrae ressort une nouvelle force H,, plus grande que //, et en de'signant par h, la longueur correspondante du pas de PAH en. IGN. giuuo 345 lhelice , suppose toujours assez petit pour qu'on puisse negliger son cane , on aura de meme et en soustrayant de cctte valeur de H, , celle de H //i_//=4^1(/Ji_/0 (lo). Si 1'on determine done par l'experience l'allongement n(Jil — h) que le ressort prend pour un accroissement //, — H de la charge , on en deduira la valeur de la constante E par la formule F-1L- H~H 4t;V h—h ' (pie Ion pourra e'erire plus simplement ainsi !0.«3 H-n E = — -T=k C"), puisquc , a cause de la pctitcsse de h, il est pcrmis de substituer 3~. V L>-X* a = -* 27tn par suite R — D d

    -x« ' Z* ' I 27XV L> — X' «. %, dip 27tX et ces valeurs e'tant substitutes dans l'e'quation (12) , en de'signant par re„ le nombre des spires de l'helice lorsqu'elle n'est soumise a I'aclion d'aucune force exterieure, la changeront en En mettant encore a la place de £ et de a leurs valeurs (8) , il % iendra Kb=^£(5Li-li)(n~,K) (,3)- d'ou Ton tire 20. bLl K 7rV'(5Z/— X2) ' n—n0 ' mi en negligeant X* relativement a 5Z,1, et en nommant A', une PAR CK. IG.N. GIUL10 347 force plus grande que K, et n, la valeur correspondanle de n E=4_bL K.-K Tr'r4 n, — n K *J Uiins ces formules ct dans celles du n.° j on a suppose l'helice formee d'un fd cylindrique : si la section du fd est un rectangle dont un cote fj. soit parallele a l'ase du ressort , et l'autre cote v soit perpeudiculaire a cet axe , au lieu des valeurs (8) on prendra E.p.v'* 2 E^v1 1 5 '.ftM-tf En cotnbinaut les equations de ce numero avcc celles du n.° precedent on formera sans peine l'e'quation d'e'quilibre d'une helice e'lastique sol- licite'e par autant de force que Ton voudra , les lines parallelcs , les autres perpendiculaires a l'axe , poui'Mi que ces forces soient telles (juc le ressort conserve apres lcur application , comme dans son etat naturel , la forme d'une helice. 0. Je vais rapporter maintenant les rc'sultats des experiences que j'ai faites sur plusieurs ressorts helicoi'des foi-me's avec les meme fils de fer, qui avaient sei*\i aux experiences sur les extensions et sur les torsions. Connaissant le poids de chaque CI sous la longueur de un metre, le poids du ressort me faisait connaitre sa longueur de'veloppee, et en divisant cette longueur par le nombre des spires et par le rapport an de la circonference au rayon j'en de'duisais le rayon a de l'helice. Le ressort e'tant suspendu par deux points diame'tralement opposes de la spire la plus haute, et un petit bassin de balance e'tant de meme suspendu aux deux extremiles d'un diametre de la spire la plus basse , lorsqu'on placait dans ce bassin des poids croissants en progression irithme'tique le ressort prcnait des allongemens qui formaient de meme, en general, unc progression arithmetique, ct que Ton mesurait en rap- portant a une cchellc verticale divisee en millimetres les positions suc- cessives de deux points du ressort pris vers ses cxtre'mites. L'hypothese sur laqucllc est fonde'e re'quation d'equilibre du ressort, e'est-a-dire (pu- les points qui au commencement de rexpe'rience se trouvent places sur une meme verticale ne sen ccartent jamais dans les etats successifs de 3 4$ SUR LA TORSION DES FILS METALLIQUES ETC. l'he'lice, se verifie sensiblcmcnt dans ccs experiences tant que la charge n'est pas trcs-considerable , ct, le pas h c'tanl loujours assez pelit rela- tivement a /, on pout, sans erreur sensible, employer a la determi- nation de E la formule io.fi3 H, — H H ' h, — h ' ct y mettant pour //, — // raccroisscmcnt dc la charge, et pour h, — /* le quotient que Ton obtient en divisant 1'allongcmcnt correspondant par le noinbrc des spires comprises enlre les deux, points dont on observe les positions sucee'ssives. J'ai dit que la longueur du ressort croit en general en progression arithme'tique lorsque les valeurs de la charge suivent une progression semblable: cette proposition est neanmoins sujette a quelques restrictions. D'abord, racmc dans les experiences les plus re'gulieres, les allongemens produits par des e'gaux accroissemens de la charge ne sont pas rigou- reusement e'gaux entr'eux ; ils vont au contraire en augmentant avec la charge suivant une loi , qui doit evidemment de'pendre de celles que suivent les fils e'lastiques tendus ou tordus par des forces croissantes. Par cela-meme cette marche croissante doit etre Ires-lente tant que la charge n'est pas conside'rable. C'est ce qui a lieu eflectivement , ct Ton ne court aucun risque de commettre a cet egard des erreurs tarit soit peu sensibles en prenant, pour former la valeur du rap- port -r1 j- , la moyennc arithmetique entre celles des allongemens Micccssivement produils par plusieurs accroissemens e'gaux de la charge. Lors meme que par des accroissemens repe'te's la charge a acquis une valeur considerable , et que la marche croissante des allongemens est devenue e'videute, on peut toujours, comme on le verra plus bas, de'duire la valeur du rapport -j1 j- tel qu'on l'observerait si cette circons- i. nice n'avait point lieu. Mais il est une autre source d'errcurs beaucoup plus conside'rables; voici en quoi clle consiste. 10. Lorsqii'on se sert d'un ressort dont les spires consccutives sont en contact enlr'elles dans l'ctat naturel du ressort, en d'autres termes, lorsque le pas de The'lice non tendue est egal au diamctre du (11 dont 'He est forme'e, il peut arriver que des accroissemens e'gaux de la PAR C!I. IGN. GIULIO 34») charge proiluiscnt tics allongemcns d'abord fort petils ou meme nuls , et (jui vont eusuitc en croissant dune manicrc brusque ct irre'guliere: cette circonstance nc sc presenlc jamais lorsquc la valcur initiate du pas de l'helice surpasse le diamfttre du CI, de sorte que les spires se trouvent des le commencement de l'cxperience sensiblcment ecartees cntr'elles. Lors mnue que, cette condition n'ctant point remplie , on observe quelque irregularile dans les premieres valeurs des allongemcns, cette irregularite disparait ensuite des que la charge a alteint une valeur telle que toutes les spires se trouvent scusiblcment espacecs. II n'est point difficile de se rewire raison de ces circonstances ; lorsque pour former un ressort he'licoide on enveloppe un fil c'laslique BUT la surface d'un cylindrc, si ce fil se trouve avoir un legcr degre de torsion, ce qui est presqu'inevitable , il arrivera qu'en separant lhelice du cylindre ct en la laissant en liberie, elle tendra a s'allonger ou a se raccourcir, scion le sens de la torsion initiale. Cet allongement ou ce raccourcisscmcnt auront lieu en effet, si les spires n'ctant point en contact , elles seront libres de ce'dcr a la reaction elaslique qui tend a les de'tordre. Mais si les spires se touchent elles ne pourront nul- lement obeir a Taction d'une force qui tendrait a les l-approcher , et l'helice sc maintiendra dans un elat de compression , quoique aucunc force cxlerieure ue lui soit actuellement applique'e. Soil maintenant une telle helice suspendue par son extre'mile supe'rieure et tendue par des poids croissants, comme dans les experiences decriles plus haut: il est evident qu'en supposant l'helice parfaitement re'guliere, et la prcssion qui s'exercc entre les spires constante d'un bont a l'aulre , il n'y pourra avoir aucun allongement , tant que le poids qui agit sur elle sei-a moindre que cette pi-ession : mais , des que le poids aura atteint cette valeur, les spires se dclachcront toutes au meme instant les unes des autres , et le ressort s'allongera des-lors proporlionnellement aux accroissemens de la charge. 11 en sera autrcmeiit lorstpie l'helice ne sera pas parfaitement rc'gulicre: la pression qui a lien dans le ressort non charge variant alors d'une spire a l'autre, il arrivera qu'a mesure que Ton augmentera la cliargc les spires les moins scrrees se detacheront les premieres , et les antics ne ccsscront d'etre en contact que suc- ecssivement ct dans un ordre qui de'pcndra de l'etat initial de chacunc, et rpii pourra ne rien presenter de re'gulicr : les allongcmens seront uuls taut que toutes les spires sc maintiendront en contact : ils seront 35o SUH I.A TORSION DES FILS METALL1QUES ETC. tres-pelits lorsquc quelques unes seulcment auront commence a s'ecarter entr'elies; ils croitront ensuite irrcgulicrement a mesure que le contact cessera entrc un plus grand nouibre tie spires , ct deviendront enfin parfaiteincnt re'guliers et sensiblement proportionnels aux accroissemens de la charge, lorsque cette charge ayanl atteint une valeur egale a la plus grande des pressions qui s'exercaicnl entre lcs spires, ccllcs-ci s'e'carteront I'une de l'aulre sur toulc la longueur du ressort. Pour montrer par un exemple comment lcs allongemens procedent ilans les deux cas que je viens de conside'rer, j'extrairai en cntier deux experiences de mon registre. Dans la premiere les spires e'taient ini- lialeinenl en contact, et la marche des allongemens ne devieut reguliere qu'a partir de la charge de 35o grammes: dans la seconde an contraire les spires e'lant naturellemeut espacees entr'elies, on remarque une marche reguliere dans lcs allongemens des les premieres valeurs de la charge. Hclicc N.o III. Fil dc fcr dc Pont-Bozet — N.° 10. r = omra,7635 ; «=i3""",385 ; » = 36 . Clurgcs Longueurs Allongemens mm o grammes 62, 6 ) mm \ 2, 4 5o 65, o < ) 4j ° 1 00 69, o ) ) 0,0 i5o 74, o<^ J 6, o 200 80, o ) 25o 86, 3 { 3ao 93, 3 ) 3oo 100, b < 4oo 108, 5 ) ) 8' 6,3 7>° 7.9 45o 1 16, 7 ) 8, 3 5oo 125, o ) Allongement moyen ) 8, o 55o 1 33, o < ) 8, o [ s> ' 600 i4r,o) ) 8, 2 65o i49>2< Q J 0,0 joo 157, 2 ) PAR CH. IGN. GIULIO 35 t Helice N.° XIV. Fil de fer dc Pont — N.° 11. r = oram,939 ; as=i8-»,475 ; « = 39 . Charges Longueurs Aliongcmcns mm o grammes *77> ° 5o 188, 5 ioo 198,5 i5o 209, 5 200 220, 5 25o 232, o 3oo 243,5 35o 254, 5 4oo 265, 7 45o 277, o 5oo 288,5 550 299, 7 600 3n,o 65o 3a2, 7 700 334, 0 .,3 Allongement moycn II""",2t 11. J'ai fail ainsi quatorze experiences sur des helices en (11 defer, c'est-a-dire six avec des fds de Pont-Bozet, trois avcc des GIs de Pont, et cinq avec des fils de Bienne. Ces fds sont pour la plupart identi- quement les memes qui avaient scrvi aux experiences sur la torsion , et que j'ai ensuite plies en helices. Le Tableau IV. c contient toutes les donnees et les re'sultats de ces experiences , qu'il serait fastidieux de rapporler en detail. Les deux premieres colonnes de ce Tableau indiqucnl 35a SUR LA TORSION DES FII.S NKTALL1QUES ETC. 1'origilie ct le numero de chaque ill : la troisieme son rayon: la qua- trieme , la cinquieme, ct la sixieme le rayon ct le numero d'ordre dcs helices , ct le noinbrc de leurs spires : on trouve dans la colonne suivante la valeur de l'allongement total de chaque helice , pour un accroissemcnt de la charge suppose de un gramme. Enfin la derniere colonne contient les valcurs de la constante E deduites dcs nombres des colonnes precedentes , par la formulc (n). J'ai rapproche dans le Tableau V.c les valeurs moyennes de £ polit- ies fils de chaque numero et de chaque usine deduites par trois melhodes differentes. On pent \oir dans ce Tableau que les resultats moyens des experiences faiies avec la balance de torsion sont en general assez bien d'accord avec ceux dcs experiences sur les helices : on a deja vu pourquoi ces resultats different de ceux des experiences sur l'extension. D'apres l'cnsemble de ces expe'rienccs on pent adopter pour E les valeurs suivantes. Fils de fer de Pont-Bozet .£ = 16000 kilogr. — de Pont i555o — de Bienne 19000- Moyenne iG85o. En omettant les resultats des experiences sur les extensions on aurait, au lieu de ces valeurs, celles qui suivent Fils de fer de Pont-Bozet £=17000 — de Pont 16000 — de Bienne 19800 Moyenne 17600. 12. On trouvera dans le Tableau VI.C les donnees et les resultats de quelques experiences faites dc la meme raaiuere sur des helices PAR CH. 1GX. GIULIO 353 lbrmees avec des fils de cuivre et de laiton. En adoptant pour les pesanteurs specifiques de ces metaux passes a la filiere les valeurs donnees par Brisson (i), c'est-a-dire 8,8785 pour le cuivre, et 8,5j.ji pour le laiton , on deduit de ces experiences les valeurs moyennes E = io48/|ka pour le premier, et £' = r)0'j()1"' pour le second. Coulomb (:>.) a trouve pour l'elasticite du laiton , qui d'aillcurs est ties-variable , une valeur beaucoup moindre, et e'gale seulcment aux trois-diviemes de celle qni apparlient au fer , ce qui donnerait .E = 546o environ. Cette discordance provient en partie de cc que Coulomb supposait la pesan- teur specifique du laiton e'gale a celle de fer , ce qui le conduisait a une valeur trop graude du rayon du fil de laiton sur lequel ses ex|><;- riences avaient ele faites. En corrigeant le calcul de Coulomb d'apres la pesanteur specifique 8,5/(4' > et en supposant celle du fer e'gale a 7,728 on trouverait E = 66~'S. Quoiqu'il en soit, les valeurs que j'ai trouvees s'accordent d'une maniere ties- rein arquable avec celles que Ton deduit des experiences de Savart sur la torsion des verges e'las- tiques (3). En effet, quatre experiences faites par ce Physicien sur des verges cylindriques de cuivre donuent pour E les valeurs 10454 , I0927 ? toGo3 , 10142 , dont la moyenne io53i ne differe pas d'un deux-cenlieme de celle que je viens de rapporter , ou de 10484. Une experience du mtme Physicien sur une verge cylindrique de laiton conduit a la valeur £'=9162 , qui ne differe de 9079 que ine donnent mes propres ex- periences , que d'un cent-douzieme environ. 13. C'est un fait bien conuu, qu'un fil metallique qui a e'te tendu ou tordu par Taction d'une force 1111 pen considerable ne revient pas exactement a ses dimensions primitives lorsque la force cessc d'agir, ct on exprimc ordinairement ce fait en disant que l'elasticite du fil a etc alienee par faction de cette force. II serait peut-Otre plus exact de dire, (pie cette action a change d'une maniere durable les positions d'equilibre (1) Pesanteur specifique des corps. Pages 11 et aa. (a) Th. des machines simples, pag. -xTt!\. (3) Ann. dc Physique ct dc Chiniic, aout iSag. Serie II. Tom. IV. w 354 SUR LA TORSION DES flLS METALLIC; UES ETC. ties molecules du fil : car ccs molecules revicnnent encore vers leurs nouvcllcs positions d'cquilibre wee une force egale a cclle cjui , dan;; re tat jiriinilil" ilu fil, les rainenait a leurs positions d'equilibre. Gerstnkr a, le premier je crois, clairement formule a cet egard une loi remar- q liable appuyee sur les re'sultats cle ses propres experiences sur l'ex- It-nsion ties lils tie fer, et qui eonsisle en cc que: Un fd me'ta/lique assnjetti a une tension qui surpasse cclle quon lui a fait preWilemnwnt eprouver prend un tillongement qui se compose i/e deux parties: la premiere, qui1 Von pent appelet allongement pas- sager, et qui cesse diwis/cr iles que la force qui Va produite cesse 3 -5 Allongement I" 1111 in, nt mm o, o 61,00 8,5 '•2, OO 37,0 233,00 H9,0 Allongement passagcr 1 23, nm 75 52, 5o = aX2G, a5 75, 0 =3X25,o 04, 0 =4X26,0 Helice de Cuivre N.° II. Charge IOO 20O Allongement total mm 3,5 ... 37, O 8{,5 ... Allongement Allongement permanent passager mm mm °,° 3,5 2>° 35,o=ioX3,5 l6>5 68,o = 2oX3,4 Helice de Cuivre N.° III. Charge io gr. 1 <"> . . . 200 . . . 3oo . . . 4oo . . . Allongement total Allongement permanent mm O, O 3, o 3i,6 x,5 67» ° 5, 5 108,0 16,0 >5i,o 3o,o Allongement passagcr mm 3,0 3o, i = ioX3,oi 61,5=20X3,07 92,o=3oX3,o7 I2I,0 = 4oX3,02 356 SUR LA TORSIOH DES 11I.S NETALUQUES ETC. liclicc rifi Laiton N.° I. Charge JUIongonicnt Ailongcmrnt A I U in _■' ni«-n L total permanent passager mm mm mm oo cr. . 5oo 75,0 i,5 74>0=5X'4>8 6qo 91, 5 4> ° 87, 5=CX '4, <; ••• »«9»5 7>° io3,o = 7Xi4j6 00 800 128,0 10,0 n8, o = 8X '4> 7^ 1 1. Ces experiences ne laissent aucun doute sur Tcxactilude tit- la proposition qu'il s'agissait de confirmcr. Dans ces experiences Tac- tion de chacjue charge n'a dure epie quelques instans , e'est a-dire , que le temps ne'eessaire pour fairc sur Te'cbelle verticale les deux lectures d'ou les valeurs des allongemens sont deduites ( 1 ). Dans les experiences de Gerstner la duree de chaque tension etait de .i 9, 8 . 290,5 . 3oi, 5 . 3o6, 5 . Allongement permanent 2, O . . . 5, 5 7,5 ... 1 o7 o ... 23, 2 . . . 3i, 0 . . . 35, 5 . . . Allongement passager 209, 5= 8X26, 2 20g,5= 8X26,2 210,5= 8X26,3 209, 8= 8X26, 2 267, 3=110X26, 7 270, 5= 10X27, o 271,0 = 10X27, « Helice de Cuivre N.° II. Tension ou Charge 3DO gr. » . . Durc'c dc la Tension » 3(«0 >i )1 » O 1 38' 2l3' o' 1 34' 3i3' 745' Allongemcnt Allongement Allongement total permanent passager 100.0 .... 11,0 .... 89,0 = 5X17,8 i57,5 68,5 89,0 = 5X17,8 1 65, 1 .... 74, 1 • • ■ • 91,0=5X18,2 182,5 .... 74, 5 . . . . 108,0 = 6X18,0 218,5 110,0 108,5 = 6X18,1 2 ^9 20i,8=i3, 2X14, 5 1 202, 3= i3, 2X '4, 55 200, 7 = i3, 2Xi4,44 Hclicc de Laiton N.° HI. Tension ou Charge Duree AUongeraent de la Tension total O' 3' 7'' 25l' 639' Allongcment permanent 275, O 21,5 278; 5 24,5 28l,5 28,5 283, o 29, 5 a85, 5 3i, o Allongcment passager 253,5=l8Xl4,08 a54,o=i8X '4, ' ' 253, o=i8Xi4,o5 253,5 = i8Xi4,o8 254,5=i8X>4, '1 On voit par ces experiences que pour une tension d'une duree in- sensible , comme pour une tension dont Taction sc prolonge pendant plusicurs hcures , Tallongement passager est constammenl le meme, PAI\ CH. ICN. CIULIO .).)() • , in » i ■ j 11. rallongement permanent soil beaucoup plus considerable dans le second que dans le premier cas (i). Les lexers e'earts que Ton peut remnrqucr dans les noiubrcs ile la derniere colonne de ces quatre Ta- bleaux, no suivcut aueune marchc reguliere, et doivent etre entitlement attributes a des erreurs d'observalion. II restcrait a determiner les li- mites de force ct de duree, enlre lesquelles cettc loi se verifie : je. ponrrais ciler des a present quelques fails qui prouvent dejii (pic ces limites sont tres-etendues: mais j'altendrai que des nouvelles experiences me permcUeut de formuler des consequences plus precises. Cette proportionnalite des allongemens inslantane's aux forces qui Irs produisent, quelles que soient ces forces et la duree de leur action, fournit un moyen exact de determiner la valeur dc la constantc E par les allongemenls , soit des fils metalliques memes , soil des helices formecs avee ces fils. En supposant , par exemple, que Ton clioisisse ce dernier moyen qui est beaucoup plus commode , on n'aura qu'a observer de combien le ressort se raccourcit a l'instant ou, apres I'avoir tendu avee un poids et pendant un temps quelconque, on retranclie tout-a-coup une partie de ce poids: le poids retranche di- vise par le retrait et par le nombre n des spires de 1'helice donnera la valeur du rapport -A j- , telle qu'on l'aurait obtenue en n'em- rl It, — h ployant que des tensions infiniment pclitcs, ou du moins incapables de produire un allongement permanent: il faudra seulement prendre garde que le moindre des deux poids employes soit tel encore, que les spires du ressort ne soient nulle part en contact. C'esl ainsi qu'ont ete de- termines les allongemens marques dans l'avant-derniere colonne des Tableaux IV.e et M.' 13. Lorsque Ion donne a un fil metalliquc une tension moindre que celles auxquelles il a ete precedemment assujclti , lallongcment per- manent produit par cettc nouvelle tension est nul , suivant Gerstner, et le fil revient loujours exactement a la longueur que les tensions precedentes lui avaienl fait prendre. Le fait est vrai lorsqu'il se passe un intervalle dc temps fort court entrc l'instant ou les premieres tensions (i) 11 en est encore dc meroc pour une tension dont Taction sc proloogc pendant plusieurs jours, ou meinc plusieurs mois , aiusi que je m'en suis assure par des experiences ulterieures. V. Note B a la tin du memuire. 360 SUn I. A. TORSION DKS FW.S M KTALLIQUES ETC. onC cesse d'agir , ct eclui oi on souinet le fil a Taction tl'une tension nouvelle ; mais il en est autrenient lorsqne cet intervalle est nn pea considerable. L'he'lice de cnivre n." II ayant ete niaintenue pendant plusieurs heurcs sous Taction d'une charge de 3oo grammes, et ensuite de'ehargee, et immediateinent rechargee avee des poids croissants de 20 en ao grammes , j'observai en cllct que ces poids produisaient des allongcinens seusihlemcnt egaux , et que Thelicc revenait toujours com- pletement a la meme longueur , lorsqu'on enlevait ces poids: il arrivait meme cpielquefois que la longueur apres Tapplicalion d'un de ces poids et son enlevement, se trouvait moindre qu'auparavant, clTet qu'il n'est point difficile d'expliquer. Mais le meme ressorL ctant demeure 5 7;° 7°>5 3oo 1 32, 5 26, o 1 06, 5 On voit ici rcparaitre un allongement permanent des la charge de 100 gr., quoique le meme ressort eut ete' assujetti deux jours auparavant pendant plusieurs heures a une tension de 3oo grammes. On voit en- core que ce que j'ai nomme jusqu'ici allongemcnt permanent est loin de me'riter ce nom d'une maniere absolne , puisqu'il disparait en grande partie apres un temps suffisamment long, ct se reproduit alors sous des tensions suffisantes et assez longtemps continuces. 16. Je rcsumerai en pen de mots et d'une maniere generate les observations que je viens d'exposer. L'alteration de forme produite par Taction d'une force exte'rieure sur un corps e'lastique se compose de deux parties : Tune independante de la dure'e de cette action et sen- siblement proportionnelle a sou iulcnsite ; Tautre , croissant plus ra- PAR CH. ICK. GIULIO 36l pidement que la force qui la produit , et suivant une fonction de la durce dc son action. La force exte'rieure venant a cesser la premiere partie de ['alteration qu'elle avait causee dans le corps disparait instan- tanement: la seconde persiste, niais en diminuant continuellement avec 1c temps. Une nouvelle force plus ou moins intense que la premiere vient-elle a son tour agir sur le meme corps ? Les memes diets se rcproduiscnt avec une intensite qui depend de 1'intervalle de temps qui s'est ecoule entre Taction des deux forces , de l'intensite dc la seconde, ct de la duree de son action. Quelle est la fonction de la tension et du temps suivant laquelle ccs alterations se produisent ct disparaissent? et cettc fonction est-cllc la meme quelle que soit la maticre des corps ou elles se produisent? Voila des questions auxquelles, malgre les travaux tres-remarquables de plusicurs physiciens, il ne paratt pas que Ton soit en etat dc repondre encoi'e completeinent: Leslie (i) et Gerstner (2) ont public des formulcs pour exprimer la loi des allongcmens des prismes de fcr sous des tensions croissantes ; M.r Gauss (3) a propose une loi em- pyrique pour satisfitire aux resultats des experiences de M.r Weuer sur les degres succcssifs par lesquels mi fil dc soie fortement tendu, et ral- lenti ensuile, revient vers sa longueur primitive: mais loutes ces questions paraissent demander encore pour ctre eclaircies dans leur ensemble, et autant qu'elles meritent de l'ctre, des etudes suivies faites sur des corps de nature differente et avec des moyens varies : je me flatte que l'emploi des helices elastiques pourra rendre quclques sei'vices dans ces re- cherches , soit par la commodite , soit par l'exactitude dont ce moyen me paralt susceptible. (1) Elem. of nat. phfl. EJimburg iSsi. — Cite par M. I'oncelet mdcan. industr. 2.= edit. p. 343. (a) Pocgendobf. Ann. endroit cilii ct Handbuch dcr McchaniL Praj;. i8a3. Tom. i. p. 263. ct suit. (3) Ibid. — Tom. 34- pag. 247. Seuie II. Tom. IV. xx 36a SUR LA TORSION DES FILS METALLIQUES ETC. TABLEAU V Experiences sur Vclasticite dc torsion dcs fits dc f'er. (') W (3) (4) (5) (G) USINE N.° du l.l Rayon du lil N.u dc Longueur du 61 I Dime d'tiiu; Oscillation 7* )'E.\pcr.c T mm. I. mm. 3 1 63, 9 io6",7i 5 o, 4^25 II. 3337, 6 no, 17 Pont-Bozct . < I i in. 33 1 5, 6 46,77 10 o, 7635 < ( Iv- 33ao, 1 45,6i I r ( V. 33 1 4, t 1 10, 81 1 5bi, 0,4870 { 1 i VI. 3326, 3 117,62 Pont . . . . i 1 1 VII. 3307, 0 45, 06 10 0, 7605 < VIII. 33a8,8 44,06 ■ IX. 3324,8 80, 94 8 0, 538o ( X. 333 1, 4 8i,37 Bienne . . . < i ( XI. 3337,8 56,88 10 0, G63o < 1 XII. 3342,9 56, 5o PAR CH. ICN. GIULIO 363 TABLEAU II. Valeurs dc la Constants G dc Vclasticite de torsion pour les fds dc fcr. (■) US1NE Pont Bicnnc . M du GI (3) N.° dc Pont-Bozet . 10 I. u. III. IV. 10 V. VI. VII. VIII. 10 IX. X. XI. XII. (4) Vuleur dc la Constantc 2220 . I G = - ri y» 1 1 1^3 1 1 269 99°5 10427 10609 945o 10809 1 1382 (5) Valcurs moycnncs de la Constaute G II22I 10166 I002Q ioogG i3438 i3af)3 ) ii833 1 12032 \ [3366 1942 10694 io563 T2654 Valour moyeuue deduite de toutcs les c.\periences . . 1 i3o4 364 SUH LA TORSION DES FILS METALLIQUES ETC. TABLEAU IH.« Comparaison dcs experiences sur V extension el sur la torsion. CO « (3) ('.) (5) (G) USDJE .In Gl Constantc dc lYxtcnsion E Conshnik- dc la torsion G Valeur du rapport TtE G Vaicur dc la foriuulc ■nE 5 5 i36i3 1 1221 C) 3,8ll 8553 Pont-Bozct . < 10 I 10^24 10167 4,798 9753 1 moyennes 1 4568 10694 4,4«4 9i53 5 bis i495o ioo3o 4,683 9393 Pont \ io i5g4o 1 1096 4,5i3 iooi5 moyennes i5445 io563 4, 598 97°4 8 1 835 1 1 3 366 4,3.3 1 i53o Blennc 10 18195 II943 4,786 1 1432 moyennes 18273 12654 4,549 11481 Moyenne enlre omettant la p toutes les va leurs de - '44 4o 0, i476 8520 i5 i II. i,o8G ] i3,938 37 0, o8o5 8954 Fils de fatten I / III. 20, 53o 22 0, 1400 978i i) 0, i85G IV. o,8835 i3G2 0, 855o 9061 1 Valeur moyeune de E pour les fils de Lailon 9°79 3(<8 SUR LA TORSION DES FII.S METALLIQUES ETC. NOTE A. Experiences sur les helices iV argent, iVctain et de plomb* ct sur V extension et le rctrait des fils de cuivrc, dc laiton et dc plomb. La loi de la proportionnalite des allongcmcns passagers aux tensions 9 M ll>2 5oo 29, o » I7>3 600 35, 1 » 17,4 Suile cle (experience: PAR CH. ICN. GIULIO 369 Charge Allongcment total Diminution uV l.i charge Retrait instantane' 4 i, 2 3oo gr. 8oo 47? ^ 900 53;9 IOOO Co, 2 . ... 66,6 .... 73, i • • • • 79,7 .... 86,6 .... 93, 75 .... 102, o . . . .110,9 1 100 1200 i3oo 1 400 i5oo 1600 I TOO I 1800 1900 .... i3i,C 2000 i44>3 2100 160, 8 » » » » » » » » *7>4 J7>5 17,4 >7>4 17,3 17,2 '7>2 17, i5 17,0 17,0 16,4 16,6 i6,3 lG>7 Retrait inoyen pour 3oo gr. = I7n"",092i. (Vile experience domic pour les (lis d'argent au tilre de 0,800 £=7ijp. ,""'■;"» par millimetre carre1 de section. Sbrie II. Tom. IV. 370 SUR LA TORSION DES FILS METALLIQUES ETC. EXPERIENCE DECX1EME Hclicc d' argent. ( Titre 0,853 ). Rayon du fil r=omm,6o97 ; Rayon de l'helice a=6mm,7859 ; Nombre des spii'cs tz = 54- JXB. Les spires sont en contact dans lYlat naturel de l'heTice. Charge Allongemcnt total Diminution de la charge Retrait iustantanc 3oo gr. mm 3i, 2 . . . 100 gr. . mm . l4,80= l4,80 4oo 57, 2 . . . 200 . . . 29,70 = 2Xl4,85 5oo 74,2 . . . 3oo . . . 45, oo=3Xi5, 00 600 92>7 • . . 200 . . . 30, oo=2>5, 02 » )) . 700 . . . . 108, 00 = 7X15, 4° 1000 184,2 . . 200 . . - . 3o, 3o=2Xi5, i.5 » » . 80O . . . t mo yen pour k 124, 00 =8X1 5, So Rctrai jo gr. =i5m,n,i25. Cette experience domic pour les fils d'argent ait litre de o,833 , /•. =8o74kl1 ',5 par millimetre carrc: en prcnant la moyennc cnlre cette valeur ct la precedente on aurait pour l'argent £ = 76o8kil,5. PAR (II. ICN\ CIULI0 0- I L'etain et le plomb, par la facilitc avec laqaelle ils s'etendent ct se deforment, ne sc protect que difficilement a dee experiences 58 80 70 10, 3=7X1,47 90 80 i3,3=8Xi,66 Retrait mo yen pour 10 gr. =i,nm,5n. Ces deux dcrnieres experiences donncnt £'=2009ia-,6 et £= 1 808 l'' , 5 par millimetre carre, valeurs qui excedent le double de cclles que d'au- ires experimentatcurs out trouvecs par les flexions des cylindres de plomb : une si grande difference n'a rien qui doive etonner: car, outre (pie ces auteurs out operc sur des cylindres dun diametre plusieurs fois plus grand que celui des fils dont mes helices etaient formees, cc qui pent avoir unc influence bien sensible sur les resultats, il n'est pas douteux que pour pen que la charge ou la durec de son action soient conside- rables, ('extension des fibres et la flexion qui en est la consequence at- teignent des valeurs beaucoup plus grandes que le retrait auqucl la suppression de eelte charge donne lieu. Dans ['experience 5.c par exemplc l'lieliee s'ctait allongee de $""",65 en passant dc la charge dc 12 grammes 3-6 SUB I.Y TORSION DES F1I.S UETALMQUES ETC. a cello ile 2 3 gr. ; mais en rcvcnaul a la premiere charge elle ne s'est retiree que ile i """,85 ; en caleulaut la valour cle E d'aprcs l'allongc- ment .{""",C)5 on aurait trouve /•J, = 84(>k'1 . Ainsi encore dans l'cxpe- rience 6.' rallongeiucnt en passant tie la charge tie io gr. a celle cle 30 gr. , a\ail ile ile 4 """j 2 j mais en covenant a la premiere charge 1c ivlrait n'a ete que ile i""",4> en parlanl ile rallougement 4""", 3 on aurait trouve £,' = 66oklL. On trouverail pour E lies valours beaucoup moindres encore en les de'duisant ilcs allongemens produits sous des charges plus considerables: I'helice ile la derniere experience, par cxemple, ayant pris uu allongcmcni de ia' , i on passant de la tension ile 8o gr. i cello ile go gr. , on en conclurait £, = 325llL. Cette observation qui s'appliqde a uu metal quelconque, mais plus particulierement a ecus. dont i'extensibmte est tres-grande, montre l'lmpossibilitc d'obtenir pour E une vaUur.fixe et qonstante en la deduisant ile la grandeur do id/lon- gement total qui croit beaucoup plus rapidement que la tension, an lieu ile la deduirc tic colic cle Willongemcnt passage)' , on tin retrait ins- laiitaiui qui so maiuticnt seusiblcment proportionncl a la charge cor- rcspomtante. Quoiquc les experiences sur les helices me parussent bien suflisanles pour demontrer cctte proportiommlite des allongemens passagers aux charges qui les procluiscnt, j'ai chercho encore a la verifier par des ex- periences directes sur l'extension ct sur le retrait des fils de euivre, de laiton et do plomb : ces experiences ont ete' faites avec l'appareil de S'giuvesande, en augmentant et en diminuant altcrnativcment le poids suspendu au milieu du lil, et en observant la fleche correspond ante a chacpie augmentation ct a chaquc diminution de poids. L'emploi de cet apparel! est tres-exact, et permet de pousser l'expericnce jusqu'a la rupture du fil: mais il a l'inconve'nient d'exiger pour la reduction des rc'sultats, des calculs asscz prolixes, qui nc laisscnt pas cle devenir fas- tidieux. Jc me bornerai dans les Tableaux suivanis a rapporter les nomlnes qui ont trait a la question prc'scnle, mo proposant de revenir unc autre fois sur ces experiences, pour m'occupcr do la loi des allon- gemens permanens on function de la tension. PAR Cn. IGN. GIULIO 377 EXPERIENCE SEPTIEME Fil de laiton. Poids par metre 0^,2328; Section omm%o2725; Rayon o"">93i: Tension Diminution Retrait instantanrf Rapport du retrait Lotalc d\: la tension cn parties de la a la diminution longueur primitive de la tension 742,7 . . 35i,6 . 0, 001269 • • . O, 0000036092 959,6 . . 223,7 . o; 000822 . . 36746 1146,9 . . i88,3 786 . . 4l742 l3l2, 7 . 181,7 679 . . 37369 1 465, 3 . 168,9 638 . . 37774 j6o5, 7 . 1 58, a 612 . . 38685 1736,8 . i52, 8 574 . . 37565 1854,4 . •45,4 559 . . 38442 1963,8 . i39, 2 543 . . 39152 2057, 4 • 272>9 0, 001061 . . 38889 2 1 48, 1 . . 262, 1 . 1044 . . . 3g83 2 2227,4 . . 254, 3 . ioo5 . . 39520 23og, 7 . . Rupture Retrait no oyen par gramme o,ooooo38484- On voit dans cette experience la grandeur du retrait se maintenir, jusqu'a l'instant de la rupture, presque rigoureusement proportionnelle a la diminution correspondantc de la tension: les legers c carts au dessus et au dessous de la moyenne, ne devant etre attribue's qu'a des erreurs d'observalion inevitables. Cependant les allongcmens suivirent dans cetti- meme experience une marche bcaucoup plus rapide que les tensions: Seme If. Tom. IV. 7Z 378 SUR LA TORSION DES FILS METALI.IQUES ETC. car ayant trouvc (ju'au commencement ile l'expe'riencc chaque gramme de tension produisait un allongeinent de o, ooooo3g4 de la longueur primitive, je trouvai que pour des tensions peu differentes de ccllc qui prodaisit la rupture, I 'allongenient e'tait de 0,00001 i45 par gramme , ou trois fois plus grand qu"au commencement de ['experience; cettc expe- rience domic pour la valeur de E le nombrc g558l11-. par mill, carre. L'experience suivante faite sur un fil dc cuivre rouge donne lieu aux memos observations; sauf la rapidite beaucoup plus grande dc la loi suivant laquelle les allongemcns allaient en augmentant. En diet ici encore la grandeur du retrait s'est constamment niaintcnue proporttonncllc a la diminution corresobndante de la tension; mais landis que les premiers allongemens etaient de o,ooooo33g de la longueur primitive par gramme, ils atteicnirent en croissant graducllcment du commencement a la fin de l'experience une valeur trente fois plus forte. La valeur de E qui se deduit de cctte experience est de i23o3kiK par millimetre carre. EXPERIENCE II UITIE ME Fil de cuivre. Poids par metre o,6'-3i2g ; Section 02mm%023gg ; Rayon omra,o8774. Tension Diminution Ret rait in>tantane Rapport du retrait toulc do la tension 4 11 par tics de la a la dii niuulion long ueiu ■ primitive dc la tension 568*1 . 6r- . . iG3, 1 . . . . 0, ooo463 . . . . 0; O0OOO28386 691,2 . • • '4o,g • • 4oG . . . • 28807 800,8 . . . 133,6 . . 3Go . . . 27992 8g8, 1 . . . 118,8 . . • • 334 •• • 28io5 g86,8 . • • "",7 • • • ■ 320 . . . • 38899 1 064, 4 . . . 104, 6 • • • • 3o5 . . . - 29148 1 133, 4 • • • 99>8 • • • • 2go . . . • 29068 1190,5 . . . g5,5 . . • . 279 • • • - 29214 PAR CII. IC.N. GIL'LIO 379 Suite dc I'expe'rience: Tension Diminution Retrait in 1 ml Rapport du retrait totale tie la tension en parlies de la a la diminution long ucur primitive de la tension 1 344, 3 . . P. 9', * • • • • 0, OOO27O .... 0, 0000029G38 1286,8 . . . 88, 3 . . . . 253 .... 28G52 i32o, 6 . . 85, 1 . . . 24l . . . . 28320 1 348, 4 . . 82, 4 . . . • 226 .... 27427 i37i, 1 . . 79, 4 • • • • .228 .... 287l5 1 396, 6 . . 77,3 . . . • 2(j3 .... 26261 i4o3,9 . ." . 74,6 . . . 196 . . . . 26273 i4oG, 3 . . . 70, 2 . . . 195 ... . 27788 1428, 4 • • Rupture Retrait moyen par gramme 0, 0000028293. Les allongemens et les l'etraits ties fils de plomb paraissent se faire d'une manicrc fort-irre'guliere, et il est tres- difficile d' observer dans ces fils le retrait immediat qui a lieu a 1' instant 011 Ton diminue la tension, et de le distinguer du retrait lent par lequel le fil continue longtems a revenir vers sa longueur primitive : parmi plusieurs experiences que j'ai faites sur ce metal, je n'en rapporterai qu'une seule ou ces irre'gu- larites sont tin pcu moins grandes, et qui, ainsi que les experiences sur les helices , parait indiqucr que pour le plomb comme pour les autres metaux, le retrait immediat ou instantane , est proportionnel a la diminution correspondante "de la tension: d'apres cette experience, un fil de plomb de oram,6o5 de rayon, sc raccourcit de o,oooooo433 dc sa lon- gueiu- primitive, pour cliaque gramme dont sa tension diminue; deux autres experiences faites sur des (ils du nitinc rayon, donncnt pour va- leur moyeuuc de ce retrait les fractions 0,000000391, et o,oooooo452: en prenanl la moyennc de ces trois valeurs, on trouvcrait pour E le nombrc 235 iklL par millimetre carre. La moyennc dcs valeurs trouvces par les helices nest que de igogP1". 38o SUR LA TORSION DES FILS METALL1QUES ETC. EXPERIENCE NECVIEMB Fil de plomb. Tension Diminution Rctrait instantanc Rapport du rctrait totalc de la tensioi 1 en parties de la a la diminution longueur primitive de la tension 1256,9 • . 6676,r'8 ... O, OOO260 . . . . 0, 00000038934 i4o5, 3 . . . 480, 0 ... 235 . . . . 48958 i453, 2 . . 37r,5 ... 176 . . . . 47376 i5oo, 5 . . 3o6, 5 . 187 . . • • 44693 1 536, 5 . . 262, 4 . . . o75 . . . . 2858a (*) i576,5 . . 460, 5 . . . 172 . . . . 3735i 1607, 2 . • 4o8,9 i73 . . . . 42412 Retrait moyen par gramme en omettant le 5.c resullat . . . = 0, 00000043278. Je n'ai fait aucune experience directe sur les allongemens et le retrait des fits d'etain et d'argent. PAH CH. 1GN. C1ULJ0 Ml NOTE B. Sur le rctrait instantane dcs helices de cuivre . qui ont soutcnu faction d'nne charge pendant un temps plus ou moins lo?ig. Quclqucs experiences qui n'etaient que commencees lors de la re- daction de ce memoire, me permettent aujourd'hui d'affinner que la quantite dont un ressort revient instantane'inent vers sa longueur primi- tive lorsqu'on le de'eharge d'une partie du poids qui le tenait tendu, est la memo soit que Taction du poids n'ait dure que quelques secondes, soit qu'elle se soit prolonge'e pendant plusieurs mois, quoique l'allonge- ment total du ressort soit alle continuellement en augmentant pendant cet intervalle de tems, et soit par consequent beaucoup plus conside- rable dans le second cas que dans le premier. Ces experiences ont ete faites sur cinq helices de cuivre, forme'es dun fil de omm,7i 175 de rayon. EXPERIENCE PREMIERE Rayon de lhelice rt=r3mra,i597 ; Nombre des spires « = 37 ; Charge totale = 69 grammes. Durcc do Taction Diminution Rctrait instantanc de la charge dc la charge corrcspondant mm Quelques secondes . . . . 5o 1 4, 7 6 jours » 1 5,o 1 4a jours » i4>9 Moyenne .... i4mm,867. 38 a SUR LA TORSION DES FILS NETALLIQUES ETC. EXPERIENCE DEUX1EME Rayon de l'helice a=i3mm,uo8; Nombre des spires n = /\g; Charge totale 169 grammes. Dune de Taction dc la charge Diaiinutioa dc la charge Retrait instantane' corrcspondant Quelques secondes . 4° i5, 5 6 joiu-s .... ioo 39, 5 142 jours .... 100 39,0 EXPERIENCE TROISIEME Retrait instantane pour 100 grammes 38, 75 39, 5o 39,00 Moyenne . 39mm,o8. Rayon de l'helice a=i3mm,o658 ; Nombre des spires » = 49 J Charge totale 219 grammes. Durc'c de Paction de la charge Diminution de la charge Retrait instantane corrcspondant Quelques secondes . 4° 1 5, 6 6 jours .... 100 39,5 37 jours .... 200 79, 5 142 jours .... 200 7^,5 Retrait instantane pour 100 grammes mm . . 39,00 . . 39,50 • • 39,75 . . 39,25 Moyenne 39-375. PAIl CH. IGN. GIULIO 303 EXPERIEXCE QUATRIEME Rayon dc l'helice fl=sl3 ,0658 ; Nombre des spires n = 49; Charge tolalc = 3g grammes. -Large dc la charge corrcspondant pour ,00 gramme, Quelques sccondes . ag* .... „"5 ^ 3a jours .... 20 ... . s 00 / • • • . o, oo ^0, 00 i37 jours .... 2o 8 00 /„ Moyenne . . . 4°mm>i7- EXPERIENCE CINQUIEME Rayon de l'helice «=x3,o658 ; Nombre des spires n = 49 ■ Charge totale 219 grammes. Ddrciadch1,aC,i0n ]**-*» ■** instautane RCrait instantanc * U charge dc „ charge corrcspondant pQur ^ ^^ Quelques secondes . 58^'. .... 22™o . ■$-"""■$ 8jours ■ • • • «oo 79;G. . . ; ; 4£ 32'0Urs • • • • -00 v6j5 38,25 '37)ours .... 2oo. ... . 76,0 38? 0Q Moyenne . . . 38mm,42. Ces cinq experiences donnent pour E les valeurs iiia5* 10999"'-, logaff"-, io337k"-, io8o8w-, dont le moyenne io839>% s'ecart fort pen de ceUe du VI.- Tableau. 385 APPENDICE AIXA MOHOGRAI I V DECLI El HIIHIDI lOS^III DEL PIEMONTE DEL DOTTORE EUCENIO SIS M ON DA A l-I'Lli. M'li AL MUSEO Ml •>.!; alik;i i :0 Cum consomaverit homo tunc incipiet. Ecclesiast. cap. 18. v. 6. Leila nell'culunanza del 9 gennaio 1842. \jriii erasi stampata la mia Memoria col titolo di Monogrqfia degli Echinidi fossili del Piemonte (i), qiiando nuovi materiali vennero ar- recati al Musco mineralogico , tra cui ravvisai alrune specie d' Echinidi per lo innanzi a me sconosciute , e di cui appunlo terro discorso in quest' Appendice per non lasciarne desiderar alcuna fra quelle sino al giorno d'oggi scopertesi nel Piemonte ; non ommctterb ad un tempo di correggere qualche menda del lavoro suddetto, che il continuato studio di questi esseri fecemi palcse. (1) V. pap. 1. di qucslo voluino. Serie II. Tom. IV. APPENDICE AU.A MONOC. RAIMA DBGLI ECH1KIDI TOSSILI ECC. SPAT VNiUS LATERALIS Ac. - Spatangus subovatus , lattice retusus , postice acufiusculus , dorso sub- carinato , margine crassiori ; ambulacris lanceolatis , plants , port's coniugatis ; sulco antico extimo ; tuberculis maioribus areas anam- bulacrales pares dumtaxat obsidentibus ; ano marginali, basi piano- convexa. \r. v^. Ctiali sjst. Eclyp- echin. f"ss. Has. Neoc. p. 2. Distinguesi questa specie dalle molte congener] per mi complesso di leggieri modificazioni , anzichc per alcun importante carattere esclusivo. La superficie supcriore prescntasi unifonnemente convessa, tranne un piccolo rialzo o carena snlla porzionc dorsale. Gli ambulacri piatii, pe- laloidci , piuttosto acuti , costituiti da due serie di doppi fori insieme iiasvcrsahnente uniti, aperti all' infnori, convergent! leggiermente verso il margine antcriore, sono disposti in guisa da forinare sull'asse longilu- dinale gli anteriori pari nn angolo retto, i posteriori un angolo aculis- simo: ovalare n'e il pcrimetro, cioe ottuso quasi laglialo anleriormenle, ed acuto o prolungato postcriormente. II solco bocco-dorsale e appena visibilc, i tubercoli maggiori non veggonsi che in numei'o di duo, poi di Ire, poi di quattro sulle prime piastre delle arcc anambulacrali pari, i piccofi sono seminati ovunque. L'apertura dell'ano oflre un foro rolondo scolpito Delia spessczza del margine postcriorc. La superficie inferiore e alquanto convessa nel mezzo, facendosi pcro piana anteriormcnle, ove schiudesi la bocca con una scissura Irasvcrsale. Abita fossile a Parigi (Ac.) e nel tcrreno terziario mediano (mlocerio Lyeli.) della collina di Torino. Gen. FIBULAR1A Lam. ( EcMnocyamus Leske et Gnu — Echinoncus GotuFtiss^. II genere Fibularia venue diversamente caratterizzato, c limitato oei suoi coiifini, a seconds delle idee de'varii anion, che se ne oceuparono, DEL DOlTUAl: E. M.SMOMM 3g„ [:°U"MS uo" Vm/m WPRWA, a^cml,, fetl*. cnlrarc negli Eehiuone'i b diverse specie di cui parla aella grande sua opera /^re>c*„ etc LESKE, ancorche sollo divers,, „„„„. (Echinoeyamus), riconobbc le Fi- bularie, cioc k separ* e dagli Echinonei c dai Clipeastri, con cui cer- b ''"'' conservano poca andoma. Lcass^ „e di la seguente diagnosi conservo c.oe quella di Lamauck: Echuudi piccoli di forma ovale o ,ub- pentagonale; ambulacri tendenti a compere ■verso la periferia ■ aree ambuiacrdU presso al centro delta superfcie superiore pin largbe delte anamlndacrah ; bocca quinquangolare , situata nella cavita , che naWi al centro delta pagina iuferiore ; ano tra la bocca, e 7 margin e poste- rior, semprepero pin ravvicinulo a quella. Lappareccbio degli ovidoUi e alia sommUa del disco , rappresentalo da un bottoncino centrale co- ronato da quattro fori. Non trovo essenziak dillerenza tra la diagnosi proposta da Agassiz e quella di Desmoui.ins ; questi fa solo di pi* os- servare, che le Fibularie hanno: la superfcie esterna taholta fornita di costole verso il margine ; le aree ambulacrali triple delle anambula- crah i gh ambulacri aperd in cima ; port ambulacrali non riunili ■ bocca o pentagonale o subrotonda. I diversi individui, su cui ho fondato il nuovo genere Anasler liu. n.scono tutti i caraltcn delle Fibularie, so si ecceltui la vicinanza dellano al margmc. InfatU.se in quelli non erano visibili gli ambulacri, in esem- H*an d, m.glior conservazione teste trovati , mediant* buona lente li rid, • rulotla cos. la ditlcrenza alia sola maggior prossimita dell'ano al marine' posU>nore, rivoco il gonere suacxvnnato, parsamb essere gli indmdm bui qual. Tho appoggiato, vere Fibularie di pessima coi.scnazione cine' rogl, ambulacri aliaUo obliterali; eon tanlo maggior piacere ammllo ,1 genere Anaster in quanto che a dir vero lo creai piu fbrzato dalla co- slaiile mancan/.a degli .ambulacri, che in allora non potcva credere ef- fetto di semplice obUterazione perche ripetuta in tutti gli individui esa- nnnati, anzicfee da un' assoluta convinzione di sua esistenza. II nuovo genere Glenotremiles slabilito dal Goldfuss su individui creduti Echinidi mancanti d'am, , parve che, presenlandomi lVscmpio d'lina aberraaone nmllo p,,\ nolevolc, mi autorizzasse a credere , che vi polessero essere Eehundi sen/a ambulacri; ora pero veggo che la natura non devia si laedmcn.o dal primogenio lipo di foruiazione ; osserva infatli Agass.z nel suo Prodrome June monographie ecc. che questo genere non spetta agli Echinidi: je ne puis voir dans cc genre (Glenotremiles) que le disqle 388 APPENDICE ALLA MONOGRAFIA DEGLI ECHINIDI FOSSIL1 ECC. d'nn crinoide voisin des comatules , mais en aucune facon un genre tillic aux Oursins. Le Fibularie ascciulono dall'epoca crclarea nU'attuale. FIBULARIA STUDERI mihi. Fibularia ambitu ovato-acuto , dorso compress iusculo , subtus plano- concava , ambulucris quinis , subpulvinatis ; ore centrali ; ano sub- marginali. Anasteb studeri Sismd. Monog. dcgli cchin. foss. del Piem. p. 40. lab. tl. fig. 8-9. E raolla 1' analogia di configurazione , che incontriamo tra cpesta specie, e la Fibularia piriformis Ac. II piu apparente carat tere di- stintivo sta nell' avere quella 1' ano aperto in massima pi-ossimita del margine posteriore. E di piccolissima taglia , lunga o,oo5, larga o,oo3 , gibbosetta sulla superficie dorsale , leggiermente incavata alia base, nel cui centro havvi Tapertura della bocca , ossia un foro subrotondo, ed al cni estremo posteriore schiudesi 1'ano con un foro parimcuti subro- tondo, ma piu piccolo. Disco ovale, piu protratto ed acuto sul davanti, ottuso, piu largo e tondeggiante posteriormente. Ambulacri fatti per due serie di fori semplici, che tendono a convergere verso la circonferenza , ma non si uniscono. Aree ambulacrali larghe, un po' sporgenti. E in questa specie visibilissimo nel centro della pagina dorsale Tapparecchio degli ovidotti , ossia un boltoncino elevato in mezzo a epiattro fori. I tubcrcoli mostransi colla forma propria a tutti i Clipeastroidi ; i soli papillari sono visibili. Abita fossile nel terreno terziario medio del colle di Torino. CIDARITES HIRTA mihi. Cidarites aculeis cjlindraceo-compressis , longitudinal iter te- nuissime striatis, spinis adscendentibus , subserialibus , alternis, ramosis. Cidabites nobilis -var. Sismd. I. c. pag. 48. lab. 3. fig. 7. Nella Monografia succitata considerai questa ed altre punte di DEI. D0TTORE E. SISMONDA 38o Cidariti non come identiche, nia come varieta di specie o giurassirhe o cretacee gia conosciule, e fin d'allora osservai che esse potevauo forse appartcnere a specie incognito, ma che per la mancanza del risuettivo guscio non osava isolarle , cd era costretto considerable come scmplici varieta di quelle , con cui ronservavano maggior somiglian/.a ; e ci6 io faceva con quella persuasionc , clic mi veniva dal vedere il Goldfuss sotto le istesse specie (Cidarites nobilis, Cidarites Blumcnbachii ecc. ) comprendere una scrie d'aculei tra loro molto piu different! , che non lo erano i mici in rapporto con quelli del grande Autore. Ora per6 ve- dendo che Acassi/. Delia pubblicazione della seconds parte del suo pre- ziosissimo lavoro sugli Echinidi della Svizzera non solo non dnbito di fondare moltissime specie sopra basloni di Cidariti, il cui guscio e tut- tora sconosciuto, ma che riducciulo a piu naturali confini i limit! delle Cidarites nobilis (i), Blumcnbachii (2), vesiculosa (3) ecc. non gli lascia piu capire la variata serie di punte figurate dal Goldfuss con questi nomi , e quindi tanto meno vi si polranno ancora riferire le varieta, ch' io vi aggiungeva , descriverb questa e le seguenti come specie uuove , non cssendo a mia notizia che ne sieno state finora pubblicate d' idenliche. La Cidarites hlrta hisicme alia C. signata descrilta gia dal sig. Mi- chelotti come un zoofito del genere Antlpath.es , venne poi dal medesimo riconosciuta per una vera punta di C'ularite, c giudicata senza specifica- zione simile (4) a qualcheduna di quelle figurate a Tav. 39 ncll' Opera del Goldfuss. (1) II est evident, quo les divers piquans quo Golfifuss rapporle au C. nobilis, ne sonl pas de la meinc espece. Jc n'en ai encore rencontre aucun qui put elre envisage commc iden- lique avee 1'une on l'aulre de ces figures ( Ac. descript. des cchin. foss. de la Suisse. 2.e pari, pag. 05). (2) Lcs caraclercs spe'eifiques qui distinguent celto espece de plusicurs de ses conge'neres , rcposent sur des particularites de structure quelquefois peu apparentes et tres-difliciles a saisir. C'est ce qui me fait penser que Ton a jusqu'ici confondu plusieurs especes sous le nom de C. Blumcnbachii i et e'est sans doute a tort, que Goldfuss pretend que la memo espece sc retrouve dans le calcairc a grypliites de la formation liassique de Prcsfcld el Tlieta ( Ac. 1. c. pag. 56 ). (3) Parmi les piquans d'oursins que Goldfuss a figures sous ce nom ( C. vesiculosa) , mais qui evidrmnient ne sont pas tous specifiquemenl identiques etc. ( Ac 1. c. pag. 66 ). (4) Vilrea fractura, ac ramorum dispositio, quae in Aniipathe adest , ex pcculiari stratomm natura effecit , ut Echinomm aculcos pro Antipatuibus habuerim. >'i longiusculam partem nuper 3t)0 APPENDICE AI.I.A MOKOGRAFIA DEGLI ECHINID1 FOSSILI ECC. Prescnlasi sotto forma ili lunghi e piccoli bastoni cilindrico-coinpressi , tl'aspetto vetroso , bianchissimi , longitudinabnenle slriati, porlauli dellr spine acute rivolte in su, e disposte in seric linearc uou sempre re- gohre , e tra loro alternanti. Verso 1'estremila libera le spine fannosi piii eonuuenti; a cpicsta circostanza dcesi la creazionc dell' ' Antipathes sefiaUs del ^Iicuei.ottt (C. ltirta m\\\\), clie in realta non diversifiea .hill" Hiita rlie pel magginr numero di spine dovulo nnicamenle a elie queste ncir istesso individuo sogliouo aumentar di numero verso restre- mila non arlicolare. Finora non rhwenironsi clie pezzi rolti , e tnlti privi di base. Abita fossile ncl tcrreno terziario supcriorc (plioceno Lyei.i-) ileir Vsliciana , e nel medio di Tortona. CIDARITES SIGNATA mihi. Cidarites aculeis cjlindricis , novcm-coslatis ; costis longitudina- libus , serialiter spinosis , spinis alternis , lineola coniugalis. Cid*rites kobilis var. Sismd. I. c. pag. 48. tab. 3. fig. 6. Qucst'aculeo rappresenta , direi, tin prisma a base enneagona. Per la forma e disposizionc dei tubercoli spinosi molto si avvicina alia figma ehe ci da il Goi.dfuss a Tav. 3g , Fig. 4- f- pd C.nobilis, da cui non va dislinto che per la minor taglia, e l'alternanza de' tubci'eoli. Lo spazio interspigolare e segnato di finissime strie; il collo e levigato, lungo; ui-l nostro esemplnrc manea la parte arlicolare. Abita fossile nel terreno terziario medio della colliiia di Torino. ioTenissem , (|uac milii prohavil vcros aciilcos , sen spinas Echinodcrmatuiu 0 uti loqul amat bo- lerlissimns zoologiae cullnr A. Agassiz , pularcm adliuc antipathes seriahm , hiriam , si- ynatitm , qnam pracseferanl adiuncla verao antipatkis , liuius generis partem consHlitete. Qi»ae im-ni fragmenta confirmanlur tab. 39 penes Gold£ Mini. Speo. zoophit. diluv. pag. ii'> vtt dottore e. sismonda 391 CIDARITES DESUOULINII mihi. Ciilarites aculeis cjlindraceis , tcretibus , luberculis minimis , conjlucntibus , htaul scrialibus, unilicjue exaspercttis ; collo laevigata, constriclo , basi subcrcnulata. Cidarites BlcmeKBACHII var. Sismd. I. c. pag. 49. tab. 3. fig. 11. Sono bastoni prcssoche cilindrici , copcrti d'una fittissima granulazionc seminata alia rinfusa, e lion in scrie lineari, alnieno distinte. Collo liscio, Stretto ncl mezzo; faccia arlicolare dentellata all' intorno. La flgura che citiamo c poco csatla ; i tnbercoli ncll'oi'iginale toccansi l'un l'altro. Abita fossile nei scdimenti terziari superiori dellAstigiana. CIDARITES ZEA-MAYS mihi. Cidarites aculeis parvis , subventricosis , tuberculis planis , in series lineares strictissime confertis , undique notatis ; collo laevi, bre- vissimo , basi concava , circumcrenata. La somiglianza di epiesta punta colla pannocchia del grand turco me ne suggeri il nome. E piccola, corta , leggiermente fusiforme. 1 tu- bercoli- sono piuttosto grossi , cpiasi schiacciati, e toccansi a vicenda , lasciando perb vedere una disposizionc longitudinalmenle seriale. 11 collo e liscio , breve , susseguito dalla snperficie articolare fatta per una faccia gleooidale colla periferia tagbuzzata. Abita fossile nel terreno lerziario medio del colic di Torino CIDARITES INCURVATA mihi. Cidarites aculeis incurvatis , subfusiformibus , longitudinalitcr vix granulato-sulcosis , apice perforatis. Cidarites vesiculosa var. Sismd. 1. c. pag. 30. tab. 3. fig. 10. Non e che dietro un minutissimo esame, trattandosi di soli aculci, 3g3 APPENDICE ALLA MONOCRAFIA DEGLI ECHINIIU FOSSIH ECC. che questa specie puossi riferire al generc Cidarites. La sua granulazione e cosi poco apparcntc da scambiarla facilissimamcnte con un Hemicidaris. La figure citata e inesatta, raassime nel rapprescntare la porzione arti- colare. Intanto crediamo poterla distinguere pei caratleri seguenti: corpo cilindrico j curvo, gonfio nel mezzo, vuoto intcrnamcnte, come vedesi all'apice buchcrato ; molte costoline longitudinali leggiermente granulosc, collo appcna segnato , faccia articolare cosi piccola da farci supporre che quest'aculeo copriva un tubercolo minimo. Abita fossile nel terreno terziario medio del colle di Torino. CIDARITES VARIOLA milii. CiJarites aculeis cjlindraceis , elongatis , verrucis obtusis, sparsim exasperatis. ClDARITES FUSTULIFERA var. SlSMD. 1. c. pag. 30. tab. 3. fig. 9. Finche non possedeva di cpesta specie che l'estremita libera d'un aculeo, credetti poterla considerar analoga alia Cidarites pustulifera Ac da cui non diversifica che pel minor numero di tubercoli , cosa che non mi parve bastante per distinguernela specificamente. Ora ne ho trcvato uu pezzo colla porzione articolare; e questa tanto differente da separar- nela per se sola. Infatti ha il collo brevissimo, e, superato cpieslo, allar- gasi tosto in una supcrficie glenoidale pari in diamelro al corpo dell'a- culeo. I tubercoli sono mozzati , ottusi , rari , irregolarmente sparsi. Abita fossile nella collina di Torino. CIDARITES MUNSTERI mihi. Cidarites aculeis cjlindrico-compressis , longitudinalitev tu- berculis elongatis , serialibusve muricatis. Cidarites margimata var. Sismd. I. c. pag. 49. tab. 3. fig. 8. Come nel Cidarites Blumenbachii Ac. i tubercoli sono in questa DEL DOTTOAE E. S1SMONDA 3q3 riuniti tra loro in senso vcrticalc per un filetto intermediario. A differenza pert da tutte lc specie congeneri la Cidarites Mimsteri ha il corpo schiac- eiato, non claviforme, e i tubercoli allungati. Abita fossile nella collina di Torino. ECHINUS ASTENSIS mihi. " Echinus hemispliaerico-depressus , ambitu subpentagono , ore quinquan- gidari, decies inciso ; fasciis porosis Jlexuose dispositis ; pororum paribus transverse ternis ; are is omnibus verrucis mammillaribus , fuseriahbus , minoribus mixtis , undique scabris. A questa specie io credo chc alludesse 1'All.om nel suo Orjctographiae pcdcmontanae specimen pag. ,9, N.° 4 (,), quantunque lc figure di Kle,n (2) Tab. ,. B. C. D. cui 1'Alliom riferisce gl'individui di cui parla, non sieno che analoghe alia specie in discorso, la quale per la singolare d.sposizione de'fori ambulacrali, e dei tubercoli, non che per la figura del penmetro giudico specificamente distinta da qualsiasi altra Ri-\ conoscuta. V Echinus dubius Ac. e forse quello, che piu le assomiglia; offic anchesso due serie di tubercoli mamillari per ciascun'area , anche esso ha la bocca di mediocre grandezza e con dieci incisioni, il disco pentagonale ecc. Ma naff Echinus astensis vedesi a dilTcrenza la superficie dorsale meno elevata , ed un infinite numero di tubercoli piccoli c senza capezzolo, disposti in guisa da coronare bellamente i maggiori. Ablta fossile nel terre"0 terziario superiore dell'Astigiana. SuU'autorita di Borson (3) ho nella Monografui citato come del Pie- monte X Echinus lineatus Goldf. Dubito fortemente d'ayere in cio seguitato Tab0/ rr''11,US DCrl0nCnsiLus -I—'" *•* ■•pidcf.C. Echini depic.i iiUcra D. (Km, (i) Nalur. disposil. Ecbinod. (3) Calal. raisonn. pic. nae. C99 N ° I'l B_|.:_: i • , .oral! ,.-r n , Ecl'"" l'CID'Srl'acr,c,> complanali , minorcs obli- Serie II. Tom. IV. 3i)4 APPF.NDICE AI.I.A MONOi.RAFIA DEGLI ECniKIDI FOSSILI ECC. .un errorc di loi-alita , crrore facilissimo a commeltersi da chiunqtie im- luviula , come il Borson fere, a determinate la rispetlna palria d'oggelti innumerevoli, e di proveiuenza lanlo disparata. Massali lal dubhio quaudo descriveva quella specie, ma solo perdu- mi Irovava cosi in opposizione con ccrti principii geologici ; le osservazioni pero dei signori Verneuil, De Buch , Pusch , Hisinger , Bronn ecc. (1) tendenti a provare trovarsi de'fossili comuni a terreni d'eta anchc molto diversa, mi parve che con- dannassero il mio diflidarc. Comiuiquc sia , ora che ebbi campo d' incon- traie nel calajogo del Borson allri simUi scambi, e clue bo quiudi piu ser'miuente esaminato il terreno dell' Echinus I incatus iuquestione, dico che quesla specie uou appaitieuc al Picmonte, od ahucjio che non \i \isse all'cpoca terziaria, lasciando cosi aucora la liberta a quelli che il voles- sero , di crederla cpii trasporlata come ciottolo , nel qual caso pero non sarebbe forse piu riconoscibile. Cio posto conchiudiamo che il Piemonte non presenta vcrun falto in opposizione alle sentenze dei signori Deshayes pei Molluschi_, di Agassiz pei pesci, e pei Radiari , di Desmotjlins pei Radiari, di Milne-Edwards pei Zoofiti, di Adolfo Brongniart per le piante, che cioe ciascheduna classe d'esseri organizzati offre delle divisioni in rapporto coll1 antichita relativa del terreno , e che nissuna specie trovasi comune a due forma- zioni diverse. (1) Bullet, de la Soc. Geol. de France. Tom. 0 pag 185. DISF0SIZI01E ZOOLOGIGA DEGLI ECH1NIDI FOSSILI DEL PIE MONTE 3y5 GENERE E SPECIE SINOMMIA auitaziom: TERI'.KXO TERZIARIO S'JRATO LUOGO SIMTAXGUI SCUYZASTEU Ac lEcliinocardium V. Phei.s e( I GRAY. - Spatanqus Auct canaliferus Ac . . ISpatantjus canati/erus Lam EURYNOTUS? Ao. . ACASMllI inilil . . . Genei mihi Borsoism milii . . . Gratei.ouimi mihi 1NTERMKD1U.S Ittilli o\ \tus mihi .... SPATANGUS Ac pdrpureus Lam.. . LATERALIS AG. . . . cniTOKOsus mihi . uoh Auctor. Mnri d' Emopa e d' America .... Oceano d'Europa, mari del ISord , Mediterraneo ? medio c superiore medio superior© medio superiore medio e superiore medio Torino , Asti Torino Asti Torino Asti Torino , Asli Torino CL1PEASTKI ECIII>OLAMPAS Gray AFFINIS AG SIMIL1S AG STUDKRI AG FIBULAIUA Lam. STUDF.ri mihi . CLYPEASTER Lam. rosaceus Lam. ai.tus L\m c.nA.ssicoSTATUS AO. AMBTGENUS DE - Bl,. Hi: w Mo.vru mihi . Echinatithus Leske. - Cly- peastcr et Galerites Lam CltjpcasUr affinis GOLDF. Chjpeasler hemisphaericus L\M. ? Echirwcyamus Leske- Echi- rioneus GOLDF. dtuuttr Studcri SlSMD. . . . Echitumtkui Breyiv et Gray - Echinorhodum et echi- notlistus V. Phels. - La~ garni Gr. De-Bl Ec/tiuaiithus humilis Leske var. a dypeattar granili/lorus Br Scutella ambigena Lam. Grandi Antillo, e Indio i iirni.ili Antillo ? (Desm.) cinvstica CIDAR1TES I. vm niRTA mihi juiMTi mihi . . . . Desmoui.wii milii SEA-MAYS mihi . . . INCURVATA mihi . . variola mihi . . . . MuNSTKRi mihi . . . ECUINIS Linn astensis mihi Anctor. Auclor. medio superiore medio medio e superiore medio medio e superiore medio superiore medio superiore Torino Asti Torino Torino , Asli Torino Asti , Tortona Torino Asli Torino Asli SCIIVZK MORALI STORICHE E FILOLOGICHE MEMORIE DEI. I. A REALE A C C A D E M I A DELL E SCI ENZ E DI TORINO SER1E II. — TOM. IV. SC1ENZE MOKAU STOUICUE E FILUI.OiiM lit TORINO STAMPER1A REALE MDcrcxi.ii. MEMORIE STOIUCHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA E NOTIZIA DELLE LORO M O IV E T E DI COSTAXZO GAZZERA Lett* Heltt Adunanst JH 9 e S3 dicembfe IS4I. PROEMIO Non pochi sono gli scrittori che ricordarono i Conti di Desana che parlarono della zecca per essi ivi istituita, o che descrissero alcuna delle moncte nscitc da quella officina monetaria. Ma lc no- tine che ne vennero da essi fornite sono scarse, e niiste, per soprappxu, di iaesattezze e di errori. La piccolezza del feudo posto frammezzo alle terre possediite dai Duchi di Savoia e dai Mar- ches, di Monferrato, e il non avere i suoi Conti presa parte ve- runa attiva nolle diverse fazioni che si dibatterono frequent! nei secol. xv e xvi in questa parte deir Italia, e stata ca?ione, cred'io che non si avessero troppe occasioni di far inen/.ioiie di essi ' Serie II. Tom. IV. 2 MEMOIUE STOIUCIIE DEI TIZZON1 CONTI ])I DESANA ECC. e che la serie successiva iloi Conti feudatarii non fosse mai abba- stanza dichiarata e distitita. Le sole moucte uscite dalla loro zeeca, che s'incontrano nei priuoipali niusci italiani, ne potevano I'ornire il modo: ma o sia clie gli scrittori di monetogratia ita- liaua maucassero dcgli opporluni documenti, o che non credes- sero di dover spenderc tempo e ricerchc ncl procmarli, poco si trattennero intorno a quelle monete; e quanto ne dissero, rimane certa prova della loro intiera ignoranza su questo punto. I nostri stessi scrittori , ai quali piu che a tutti gli altri corrcva l'obbligo di arricehirci di ampie e sicure notizie di cotesta famiglia dei Tizzoni, che fu pure grande ed onorata parte di questa patria, non furono ne piii abbondanti , ne piu esatti. Qual maraviglia quindi che i piu chiari moifetograli nostri Muratori, Carli, Argelati , Zanctti, Bellini abbiano tutti smarrita la via, e che nessuno o poco fondamento sia da fare di quanto ne vengono dicendo sia dei Tiz- zoni di Desana che delle loro monete. Cosi tanto il Muratori (1), che il Carli (2), l'Argelati (3) ed il Bellini (1), copiandosi gli uni gli altri, altribuiscono tutti al primo signor di Desana Lodovico Tizzone, il cancelliere del Marchese Teodoro Paleologo di Monfer- rato, che non fu mai ne Conte di Desana, ne Vicario Imperiale, una moncta d'argento, da essi veduta, col nome del Conte Lo- dovico Tizzone. Eppure Fattento esame del documento deiranno fill, citato dal Muratori, e che si legge per disteso nella cro- nica del Monferrato di Benvenuto di S. Giorgio, era sufliciente a bene indirizzare la loro opinione; se non lo doveva pure la natura del conio di essa , che non accusa si grande antichita. Impcrciocche quesfaltro Lodovico che primo fu Conte di Desana, c al quale venne pel primo conceduto il titolo di Vicario Impe- riale perpetuo, non incomincio ad aprir zecca fuorche un buon secolo dappoi , e posteriormente all' anno lolO. Quanto alio (I) Anliq. ital.med. acv. vol. 2. p. 675. (J) Opere vol. 3. pag. 131. (3) Monet, ital. vol. 1. pag. 59. (i) Dc mon. ital. med. aev. nond. vulg dissert sccund. p»g. 38. DEI. CAV. COSTANZO GAZZFRA. 3 Zanetti (1) rcca esso bensi due monctc appartcnenti a Desana, ma non fa motto ne dei Conti Tizzoni, ne delta loro zecca. Disegni di mouete di Desana si ritrovano impressi non che nei suddetti libri di monctografia italiana, nella sontuosa opera del museo numismatico di Vienna, nella tariffa di Anversa dell'anno 1580, in alcune tarilTe volauti dei nostri Duchi, e nella raccolta di editti del Borclli (2). Novellamente il signor Giulio Friedlander, dotto giovine Beili- nese, neH'operetta , teste useita alia luce, col titolo di Numismata inedita commentariis ac tabulis illustrata in-. 4°, consacra alcuni paragrali alia iilustrazione di monete di Novara, di Asti e di De- sana. In questo le notizic concernenti al feudo , ed ai Conti Tizzoni sono e piu abbondanti, ed in parte, d'assai piu esatte di quante ne furono date per lo innanzi dai nostri stessi scrit- tori. Vero e cbe l'autore si valse per cio di uno scritto inedito del gia nostro collega, l'illustrc Conte Napione, del quale scritto parle- remo fra poco. Primo il Friedlander seppe assegnare al vero Conte Lodovico le monete di Desana che, con tal nome, uscirono di quella zecca, sia cbe ne deducesse la notizia dalla qualita del conio che non segna tanta antichita, quanta sarebbe mestieri, onde poter ascendere al primo Lodovico ed alPanno 1411; che dal leggere, nello scritto del Napione , indicata una nuova donazione del feudo di Desana, eretto in contea , ad un altro Lodovico, al quale, perche piu giovine di forse cenfanni , maggiormente con- vengono le predette monete. Sbaglia poi allorche dice che Desana venne dichiarata contea in favore di Francesco Tizzone figliuolo del primo Lodovico : iinpercioccbe e noto che essa non lo fu che nelFanno 1310, ed in pro del Conte Lodovico II. Nessuno poi dei Conti legittimi, od illegittimi di Desana port6 il nome di Enrico: onde quella moneta che, sulla fede altrui, assegnb dubitativamente ad un Conte Enrico, vuole essere ascritta al Conte Agostino. Non possiamo inline conscntirc coll'egregio autore allorche asserisce, cbe al Vicariato Imperiale andava annesso il diritto di (1) Nuov. Uac. vol. 2. p. 81. (2) F.dilli Qntichi e Duo\i ue' (ii-incipi

  • F.t TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. coniar moneta. Imperciocche era questo, come e noto, tra tutti i diritti rcgali, il pin insigne, o che indicava, in chi ne faceva uso, quasi potesta sovrana ,• pcrelie potesse supporsi concesso implicita- mrntc, e senza chc di esso fosse fatta espressa menzione , o data speciale facolta. Tan to grande favore era riputato questo diritto di zecca, che nella capitolazione dell'Imperator Rodolfo II, e conti- nuata ne' suoi successori , inter auspieia imperii, era loro pre- scritto ne cui sitie consensu collegii electoralis nova concedant monetarum privilcgia. Nella holla d'oro poi di Carlo IV Imperatore cotesto diritto regale fu , come singolare prerogativa, conceduto ai Principi elettori. Non sara quindi da maravigliare, che nonpochc citta libere italiane ne consacrassero il benefizio ricevuto, col rammentare sulle monete il nome del Re o dell' Imperatore, dal quale erano state graziate. Cosi le monete del comune lihero d'Asti, e quelle della repuhhlica di Genova segnarono, per alcuni secoli, il nome di Corrado, altre quello dell'Imperator Federico ecc. E hensi vero che difficilmente veniva negato, cotesto benefizio della zecca, a chi gia era investito della qualita di Vicario pcrpetuo deirimpero; sempre che all'autorita della persona fosse congiunta Tampiezza ed indipendenza di dominio; ma l'uno non era, ne poteva essere , la conseguenza deU'altra. Quando cio fosse stato; invano allora ed ingiustamente, per comando dell'Imperator Rodolfo, dalla Camera fiscale aulica sarebbe stata mossa querela , pel fatto della zecca, al Conte Delfino Tizzone Vicario Imperiale, ed ingiunto di •lover indicare per quale facolta, o privilegio fosse da esso coniata moneta: inibendoli frattanto l'esercizio della medesima sino a che fossero appurati i titoli in virtu dei quali n'era investito. Non si prevalse gia il Conte nella risposta, od invoco il prcteso diritto annesso al Vicariato Imperiale, che non lo avrebbe po- tuto; ma nelTimpotenza di allcgare speciale facolta o imperiale concessione, appigliossi al solo partito che li rimaneva, quello d'in- vocare la consuetudine di padre in figlio, la quale da esso Del- lino risaliva sino alia istituzione del comitato, 1310, nella per- sona del Conte Lodovico, che primo aveva aperta la zecca in Desana. Ad ogni modo stimabilissimo e il lavoro del sig. Fried- lander, e li dobbiamo molta riconoscenza eziandio per avcrci DEI. CAV. COSTANZO CAZZERA. 5 fbrniti della cognizione di alcunc moncte di Dcsana che ci crano ignoto. Molti studi aveva fatti Monsignorc, jioscia Cardinale dclla Mar- mora, intorno allc monete dei tempi di mezzo, e di quelle so- prattutto che uscirono dalle zecche delle repubbliche, dei Mar- chcsi , dei Conti, c signori di feudi in Piemonte, Monferrato, Saluzzo, Alessandria, Asti , Tortona, Messcrano, Desana, S. Be- nigno, Montanaro, Ivrea , Cocconato, Frinco , Cisterna e Mon- tana. Intiefa era la serie, per esso ordinata, delle moncte latte coniare in Messcrano e Crevacuore dai Marclicsi indi Principi di Messerano; e grandi pure, e si pud dire compiuti, i materiali scritti, die con assidue cure e fatica di oltre a 50anni, era riu- scito a potcr raccorre, nell' intcnto che avessero col tempo a servire per la compilazionc di una storia di quel principato; e lc unc e gli altri , che sono, credo, conservati tuttora nella sua il lustre famiglia, aspettano una mano benelica che valga ad or- dinarli in istorico lavoro, il quale non sarebbe certo privo ne d'intcresse ne di novita. Molte crano altresi Ie carte raccolte concernenti al feudo ed alia zecca di Desana , di molte delle quali ci fu dato di poterci servire. Soprattutto prezioso e il vo- lume, caduto nelle nostre mani, per dono del caro ed infelice amico, Tavvocato Lodovico Costa, nel qual libro sono riunite tutte le deliberazioni, i conti e le altre note concernenti all' esercizio della zecca, dallo stesso Cardinale riunite in un sol corpo, ed alcune anche copiatc di proprio pugno, dall'archivio del Marchese di Roddi. A questa zecca pure aveva rivolto l'animo, e di buon'ora erasi proposto di destinarvi uno speciale lavoro, il dotto Giuseppe Barone Vernazza, che di esso parla in molti de' suoi scritti a stampa. Al- cuni mesi prima della funesta sua morte, accaduta in maggio dell'anno 1822, erasi accinto all'opera con uno scritto, che vo- leva intitolato Monde di Desana coniate da nsmyatori, il quale, per grande sventura, non venne condotto oltre alle quattro pa- gine esistenti presso di me. Dal titolo, e dal poco che aveva mcsso in carta, s'impara che solo scopo dello scritto era quello di par- lare delle moncte fatte battere in Desana, dai fare usurpalori del feudo, Tornielli, Berardi e Momoreo. Intorno ad una moneta di G MEM0H1F. STORICHE DFf TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. quesfultimo avcva appunto letto una notizia all'accadcmia, il so- pra lodato Conte Napione, nella quale, oltre ad alcunc conside- razioui gencrali, entrato a pariare del Alomorco usurpatore did i'cudo di Dosana, rcca un brano della convenzione passata in M i l.i i hi tra il Tornielli cd il Bcrardo della Focaudiera, die noi diamo intiera neU'appcndice ; ma lion estese le sue rieercbe ol- tre a quel solo oggetto. Copia di questo scritlo del Napione venne alle niani del Friedlander per cura , cred'io, di un altro dotto giovine Berlinese il sig. Doenniges, clie aveva passati molti mesi in Torino, studiando negli arcbivi nostri di Corte. Ai sussidii sin ora indicati, non certo abbondanti, s'aggiun- scro era deinilustre e dotto archeologo il Conte Benedetto Giovanelli podesta di Trento, procuratici dal custode di cruel dovizioso museo, il sig. Bergman. DEI. CAV. COSTANZO CAZZERA. g II gia da noi lodato eruditissimo giovine, Giulio Fricdlaiuler, ci l'u cortese di alcuni pure, da esso fatti ricavare per noi, da opere ia lingua tedesca ignote allTlalia, e dal suo domeslico inuseo. Tutti gli altri, e sono i phi, furono copiati sulle monele stearic conservate, in sufliciente copia, nel cabinetto numismatico delle inonete italiane proprio di S. M. , per soninia grazia del custode c creatore del niedesiino, il eollega nostro Cav. Domenieo Promis bibliotecario della Maesta del lie, e dal inuseo munismatico Lavy dell'aceadcmia nostra delle Seienze. I document! delTappendice non servono soltanto a prova di quanto vienc detio nel corso della narrazionc, ma valgono a for- nire altresi non poche altre notizie, delle quali si potra giovare la storia tanto politica cbe civile e letteraria di queste parti del- l'ltalia occidentale, per lo spazio di oltre a due secoli. Tali docu- menti si compongono di diplomi, lettere patenti, investiture dei varii Imperatori, che sederono sul trono dei Cesari, da Massimi- gliano I a Leopoldo I, non che di altre lettere, giudicati, sen- tenze di Principi e signori italiani di quelPeta, da noi copiati sugli originali. S'aggiungono molte lettere cesaree dallTmperator Massimigliano I indirizzate al Conte Lodovico , colle risposte di questo allTmperatore , lettere che si vogliono chiamare di argo- niento anzi i'amigliare die pubhlico. Seguono altre cpistole di va- rii illustri cultori delle lettere, conteinporanei dello stesso Conte Lodovico, del quale, per la fama che correva della somma sua erndizione edottrina, era ricercata la corrispondenza c rainicizia. Bel monumento del sapere c dell'amor per le lettere di questo primo Conte di Desana rimane in un grosso codice membrana- ceo della hiblioteca deiruniversita (1). II codice £ autografo per quanto pare, e di oltre mille pagine in foglio piccolo, di bella e nitida scrittura del principio del secolo xvi. Registrava in que- sto codice il Tizzone , quanto ne" suoi studii credeva potesse tor- narli prolicuo per il progresso dei medesimi. Quindi lunghe note e trattatelli eziandio, sulle varie parti del sapere uniano, sulla mi- tologia greca e roniana, sulla geografia, sulla storia, sulle arti (1) Se^nato L. iv. 22. Seiue II. Tom. tV. 10 MEMORIE STORICIIE DEr TIZZONI CONTI DI DESANA T.C.C.. e sulla filosolia degli antichi, platonica singolarmcnte; che mollc lottere ed operette di I\Iarsij;lio Ficino, c di Pico delta Mirandola, ristauratori di tale lilosofia in Italia nel secolo xv, sono ivi pure da esso per disteso trascritte. Da questo codice abJ>iamo ricavate le varie lettere reciproche deirimperatore e del Contc, non che le altre dei letterati alio stcsso Tizzone poste nell'appendice. Oltre a quanto abbiaino piu sopra indicato, trovansi cziandio nel co- dice tizzoniano varii scritti , e non poche originali produzioni letterarie del Contc stcsso, delle quali cose tuttc abbiamo piu ampiamentc parlato nel corso del nostro lavoro, il quale, senza piu, raccomandiaino alia benignita dei leggitori. DEI. CAV. COSTANZO CAZ/.KJIA. I I FAMIGLIA DE TIZZOM. Ant.ca e posscnte famiglia della citta cli Vercelli furouo i Tizzoni- e.nuli d, quelle degli Avogadri,. degli Arbori e degli Alciati che ostentavano uguale ant.chua e pari possanza, non si restarouo che non giun-cssero a poterne equiparare il credito e l'autorita, siccome ne pare^iuvano il valore e le ncchezze. Ma come accadc ognora , dalla emulazione naccpe la nval.ta, e quesla genero le gare, le inimicizie e gli odii, i quali ac- Ortscait! posc.a per la sovraggiunta peste di setta e di parte , i Guelli cd i Ghiballioi, furono cagione di.orride dissensioui, di oflese, e di niorti Qhfl eon danno reciproco, e per lunga serie di anni , lacerarono cnula- niciite il scno della patria. Senza volere che la casa Tizzone, con ridicola discendenza, e in retta hnea, proccda da quel Ticio tribnno military, ucciso alia battagBa di Ravenna, v.nta da Belisario sopra Vitige, del cui valore, in una lettera dellnnperalor Gius.iniano a Narsete patrizio" si fiumo giusti elogi; era essa di gia Ulustre assai nel secolo duodecimo; ed un Tizzone si scor-e podesta dclla sua patria nel ,,83, tempo della pace di Costanza, e moUi altn del mederimo casalo sono menzionati per que' tempi, ne' n.onumenti di qnella c.tta , per ambasceric sostenute, e per altre cariche pubbliche >» patria e fuori di essa. Nulla poi .neglio prova il lustro c lo splendor* I 3 MEMORIE STORICIIE DKI TIZZONI CONTI PI DESANA ECC. di quests famiglia, quanta lo scorgcrc come, nel seeolo decimotcrzo, Fosse salita ;i tale grailo di forza, di ricchezze e tli potere, da dominare la citta c repubblica vercellese, e da scacciarne e tencrc lonlaiii gli odiali rivali (i). Pari alia polenza crano le ricchezze, sc qnestc valsero a dare origine a tre contadi, in tee rami della slessa famiglia, tjuali furono i Tizzoni conti dclle Rive, i conti poi marchesi di Cresceiuino, ed i si- gnori in pria, poscia conti di Dcsana. A quest1 ultimo ramo della casa Tizzone noi abbiamo indiritti i nostri studi, siccome qucllo die innal- zatbsi di buon'ora all'allezza del principato, tenne per quasi tre sccoli nella propria casa, e in mezzo a disguslose e frequenli vicende di guerre ed iuvasioni nemiche, di lunghe ed accanite discordic domestiche, e cir- condato da avidi, gclosi e potenti ncmici , il dominio del conlado di De- sana; al quale ramo solo fu conferito il vicariato pcrpetuo del romano impero, e il solo che istituisse la zecca nc' proprii dominii, della quale non feccro uso solo tutti i Tizzoni che succederono nel contado, sino alia cstinzione della liuea maschile nel i6g3, ma si servirono pure alcuni e- stranei, che le vicende di guerra e la prepotenza e l'usurpazione spinsero ad impadronii'si di quel castello. Desana e nobile borgo posto nella diocesi di Vercelli e snlla strada che da questa citta conduce al luogo di Trino. I confini del suo terri- torio, in una pergamena originale di procura di Lodovico TI per ricevere l'iuvestitura di Desana, 17 giugno i485 , sono descritti come segue — Coherent ab una parte fines loci Triumccrrorum mediante aqua gar- i/ina , ab alia parte Jincs loci Auxiliani , ab alia fines loci Lignane , et alia parte fines loci Ronsi/ii, et ab alia locus Lavizate. — Quesli luo- ghi di Trice.ro, Aziliano, Lignana e Ronseeco, sono tutlora i confini del borgo di Desana, Taltro di Levizate essendo slato annullato per I'edilto 10 novembre 1818. Desana fu dato, da Arduino marchese dTvrca c re d'llalia, al suo parziale e cancelliere Cunibcrto , preposto della chiesa di S. Eusebio di Vercelli. Passalo quindi in proprieta del coinune di Vei^ (1) Verum in dies crcscenlc discordia chili oh dissidia Advocalorum ct Tilionorun}, el pn^oante ipso Man liM.ni- ( Monlisfcrrati ) proTilionis anuo 1277 ciccti e civilale Ad\ocali Titioni morte Napoteoni della Torre ct adliaerenlia Ouillclmi niarcliionis Montisforrali audacion s effecli, ipsum (fiilliclimim prirao enpitanenm popult Verccllensis constiluerunt , mox Advocates et Ar- borienses cum eorum amicis ct seguacibus c civitale eiecerunl, et quos in carcercm delruscrunt el foeda depopulatione turn Advocati turn Tilioni vaslaules per decern furc annos tolani reyioneiu lacruni? cuncta implcvernnt ccc. Durandi, Murca d'lvrea, pag. KWJ-7. dpi. cav. r.osTANzo c.Azzriu. jvn3 colli, da Ugolino Gonzaga, capitaoo al servizio del marchese di Monfcr- ralo , al dire di Pietro Azaiio, (i) fu jircso ncl 1 3 1 "j , ed inlicranienlc disfatto; c cosi rimase dipoi sino all'anno i4'i> ncl quale passu, conic vedremo, nclla signoria dei Tizzoni. Non e gia clie questi fosscro afTalto cstranei in tal borgo, e che per la ottenuta donazione soltanto avessero i -v i clie fere i Tizzoni. Vaste possession i posscdevano essi, e da tempi anti- chi, in qlie' dintorni , ed erauo ivi pure gia assai potenti, qnantunquo per uiaueauza di lilolo legiltiuio non potessero escxeirvi dominio o si- guoria. Tauto appare manife.stanicntc da una parlicclla di tcstamento dell'anno 1142, di nn Tizzone figliuolo di un All>erico, pel quale a Gio- \anna sua mogtte; figliitola di un Guglielmo Malaspina, fra le allre rose , lega rusufrulto de'beni suoi Castri Decianc (2). La costanza e la fennezza di questa famiglia nella pnrte (jhihellina , 1'u, piii clie nessun'altra , eagione dell' aver avulo essa ehe fare coi duchi di Milano c coi marchesi di Monferrato ; i quali ultiini, quautunque sn- vcnle, ed a norma dei loro interessi o capriccio, saj>essero cangiare parte e colore, tuttavia inclinavano ognora e maggiormente verso i Ghibellini. Inoltre i Tizzoni possedevano vaste tenule negli stati di Monferrato, in Trino , Crcseenlino, Ponzano ; ed il luogo stesso di Desana, ove, come abbiamo osservato , avevano pure non pochi possessi, dopo la conquista fat tanc dal Gonzaga , era rimasto sempre in potcre del marchese di Mon- ferrato. Quindi non fara maraviglia se i Tizzoni cercavano con ogni ma- niera di servizii e di ossequio di tenersi nelle buone grazie di questi marcliesi; e se noi scorgiamo in ogni tempo propensi i Tizzoni e faulori degli interessi e della prosperity dei medesimi , i quali eziandio ne favo- rirono ognora le parti , e molti sempre di questa famiglia Tizzone obboro al loro servizio. Ma niuno tra questi giunse mai a pin alto grado di fa- vore e di carica, quanlo nel secolo decimoquinto un Lodovico presso il marchese Teodoro Paleologo , che creatolo successivamente senatore , eonsigliore , e per fine gran caneclliere del marchesato , lo adoperava in niodo, che nulla si meditava o faceva, da quello svegliato e possente mar- chese , senza il consiglio e 1' intervento del Tizzone. (I) In chron. pap. 183. Medial. 1771. 4." (21 F.jjo Ticiomis tilius Alhenci volo quod Inlianna uxor moa halipal sua bona dolalia mili't rcssa a Willclmo, inarch'uinc do Malaspina eins palre , et prelorca \olo paritiT quod lialieat usum- f'mcliini bonorum incorum Caslri Dceiani*. 1 4 MEMORIE STOIUCI1E DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. LODOVICO I. Da cjuesto Lodovico Tizzone appunto incomincia la seric dei signori e poscia conti di Desana, dei quali abbiamo deliberato di raccorre le memorie , e di render pubbliche e dichiarare le monete uscite dalla zecca per essi aperta in cpiel borgo. Jl lungo e fedele servizio prcslato da Lodovico Tizzone al marchese Teodoro , 1' alto grado di onore al quale era giunto , ed il soinino favore di cui godeva presso di lui ; il pensiero inoltre di vanlaggiare la propria famiglia e di mantenerla nello splendore stesso, anche nell'avvenire, e dopo il suo decesso, tutto concorse a destare nell'animo del Tizzone il desiderio di poter percio otteneie una qualche stabile signoria. Gettati quindi gli occhi sopia il borgo di De- sana, centro de' suoi possessi , e scorgeudo come quello rimanesse devastato e derelitto, e di quanto utile sarebbe per ridondare a se ed al marchese suo signore, se fosse ristaurato, fortificato e popolato; die si avrebbe cosi, e ad ogni evento, un luogo chiuso e forte, posto sul confine del comune di Vercelli e degli stati marchionali , il quale inoltre servirebbe d'assai alia sicurezza della strada che da Vercelli tende a Casale, sia pel tras- porlo de'viveri e delle mercanzie, che per ogni maniera di comunica- zione e di cominercio; si fece anhno il Tizzone, ed esposti al marchese Teodoro i prefati vantaggi e il desiderio suo , lo supplico a volerli concedere per quanto stava in lui, e procurarli dal comune di Vercelli, il rclto domi- nio di quel luogo , che si assumerebbe percio il peso di ristaurarlo , rifarne le mura, e popolarlo, le quali cose si sarebbero difficilmente potule conse- guire, se non da chi ne fosse dichiarato vero e legittimo padrone e signore. Accolte favorevolmente e con benignita dal marchese le suppliche del suo cancelliere, sia che vi scorgesse di fatto tutti que' vantaggi che se l'erano indicati, o meglio forse per gralificare i lunghi ed important! servigii del suo fedele ; rinunzio esso non solo e di buon amnio a tutti i diritti che li potevano, per la conquista, spettare sul borgo di Desana, ma s'indusse eziandio a scrivere , in data i5 settembre 1 4 * f > una let~ tera di richiesta al podcsta ed al geneiale consiglio di Vei'celli, onde in- durli a conccdcie al suo cancelliere e loro concittadino Lodovico Tiz- zone la tntiera proprieta c I'assoluto douiinio del borgo predelto di DEL cav. costvnzo cazziiu. i5 Desana (i). Riccvulo qiiost'iiflizio del niarchesc Teodoro, il comunc tli Vercclli ordino che iiinnauiiiu-iitc si convocasse il generate consiglio : il quale adunato, in numero di quaranladiie crcdendarii, per ordine c sotto la presidenza di Guidino da Muraun professore di leggi , vicario e luogo- tenenle di Guidetto di S. Giorgio de' conli di lMandrate podesta , e lelta la comincndatizia del marchese, il Consiglio unaniine, iiemine discrepantc , mice et nomine totius communilalis , el universitatis civitalis I'ercellarum , feccrunt et faciunt puram , meram , simplicem et irrevocabilcm dona- tionem ad prcsens et inter vivos nominative de loco, burgo , po- derio et territorio ac Jinibus Desanae districtus f^ercellarum , al pre- detto Lodovico Tizzone presente ed acceltante, con il mcro e misto im- pero, e totale giurisdizione , Jiomagiis,fidelitatibus ,Jictibus , furnis , mo- lendinis , pislis , follis, venadonibus, piscationibus , pascuis, vajrdis, dacitis oneribus realibus , personalibus , ac mixtis , angariis et perangariis, aciuis , aquarum decursibus , ecc. ; la cpial donazione doveva valere per se, pe' suoi eredi e succcssori maschi , nc mai passare in alcuna fem- nii na , nullo modo transeat vel transire possit in aliquant feminam, ma rimanere perpetuamenle ne' maschi dell'agnazione de' Tizzoni , re- mancat et remanere debeat in masculos dictae agnationis Tizonum. Deputarono inoltre i nobili Succio de' Savomonti e Giorgio de' Cagnoli, sindaci del comune, a doversi rccare a Desana onde porre in possesso il predetto Lodovico (2), il che fecero il giorno dopo. Curiosa, e degna di essere notata, e la fonnalita osservata in tale occa- sione di presa di possesso. Giunti sul luogo di Desana, i due sindaci, in compagnia de'tre teslimoni nobili Vercellesi, Franccschino de Agaciis , Gualino de Septimis, e Bartolommes de Tronzano, unitamente al notaio ed altre persone del seguito del Tizzone, e di alcuni abitanti del luogo stesso , accipiendo ipsum nobilem Ludovicurn per manum dextram eundem in- troduxerunt et posuerunt in corporalem possessionem et tenutum dicti loci et burgi Dexanae. Ponendo nelle mani del medesimo signor Lodo- vico clausuras portarum et introituum ipsius loci , ipsas aperiendo et claudendo , ac dando ipso Ludovico de terra , Jterba et frondibus in manibus et gremio ipsius, et sic successive ducendo ipsum per vias (1) Itcnv. S.Giorgio cronica 999. (i) Bcnv. S. Giorgio. I. c. it) MI'.MlllUE STORIdlE BE] TI/.'/.ONI CONTI DI DESANA ECC. magistras ad platens et ad furnum poncndo de lapidibus et tcgulis in ipsis et super ipsis cxistentibus in manibus ipsi/is nobilis Ludovici faciendoque amplecti muros ipsavum platearum etfurni (i). i'reso cost il possesso della nuova signoria , c nel inentre die atten- deva seriainente e Java opera a restaurare il borgo, 11011 si tenne tal- mente sicuro dell'acquisto fatto,chenon desiderasse torre ogni ulteriore ostacolo die potesse opporli il Viseonti di Milano , supremo signore di Vercelli in quel tempo , dal quale poteva esserli coutestato il dominio. S' indirizzo quindi al duca Filippo Maria Anglo , il quale , medianle i buoni uflizi e la raccoinandazione del marchese Teodoro , con diploma dato da Pavia il di t di marzo i48a, gliene fece solenne ed intiera con- lerina (3); il quale Filippo Maria poscia, con altro diploma di salvaguar- dia , glicla conferino in ampia forma , prendendo inoltre ipsum Ludo- vicurn cum dicto loco sub nostri recomandatione et protectione (3). Ne contento a cio il Tizzone , nou ebbe posa sino a clie non li venne ottenuto che 1' insigne donazione fosse meglio ancora corroborata, col ve- nire ammessa nel uovero dei feudi di nomina e concessione imperiale. \ alulosi quivi pure della costante parzialita e protezione del marchese Teodoro , fece ricorso all 'imperatore Sigismondo , il quale con diploma da Lodi , 16 dicembre i4i3 , non aderi solo alia fatta donazione del comune di Vercelli , ma inoltre considerantes , dice il diploma , atten ■ tius magnae fidditatis et devotionis obsequia que praefatus Ludovicus nobis et imperio sacro exhibuit ecc sibi suisquc haeredibus legi- timis praefatum locum cum omnibus et singulis suis iuribus in feudum nobile paternum avitum et praeavitum dedimus , concedimus et damus et concedimus per praesentes (4)- Morto poscia nell'amio 14 18 il marchese Teodoro grande beiiefaltore del Tizzone , non li venne meiM> percib ne la buona grazia , ne la pro- tezione del nuovo marchese Gian Giacopo , presso il quale continue) ad occupare tuttc le cariche delle quali era investito, e quella singolartnente di gran cancclliere del marchesato. Inlcnto quindi a voler porre se ed il "(i) Appoml. n. I. (2) Append, n. 2. (3) Append, n. 3. (4) Appc-ud. u 1. BEL CAT. C0STAKZ0 GAZZKRA. in I'c-iulo al coperto delle evenlualita, a cagione delle guerre che non ccssa- vano in que' tempi; impetro clal niarclicse Gian Giacopo, e in data del 6 di gennaio i4ag, ottenne unampia salvaguardia, per la quale prende esso Tizzone, il feudo e gli uomini del medesimo sotto la speciale sua prote- zionc , proinettendo di far si clie venga incluso in omni contractu pads , treguarum seu altcrius generis per nos celebrundo pro raccomandato et adharente nostro (i). Assicurato per li sovra indicali diplomi c salvaguardie della perennita della signoria otlenula , non cesso il Tizzone di pone ogni cura afline di mettere il borgo in buon essere , restaurando i caseggiati diroccati , forlilicaudo la rocca e cuigcndola di forti mura. Ma indarno avrebbe cio fatlo se la terra fosse dovuta rimanere scarsa di abitanti. A tanto iatese il prowido Lodovico, che alleltati con doni e con privilegii gli abitatori delle terre vicine, inolli concorsero a stabilirvi il loro domicilio. Consta di fatto per l'istromento di fisdelta, 17 ottobre i45g, prestato dal comune e dagli uomini di Dcsana a Francesco Tizzone, nipote di Lodovico primo signore del luogo, che questi non aveva solo accresciuta la popolazione del borgo , ma innalzatolo alia dignita di vero comune , con podesta, consiglio generale; e median te eziandio certi patti e conven- zioni consentite a vicenda, coucedute inoltre immunila, esenzioni e fran- chigie, delle quali, nellatto medesimo, si chiede al nuovo signore conferma ed osservanza: praefati consiliari sitis nominibus propriis et vice et nomine (otitis communitatis hominum et singidam personam dicti loci cum instancia debita supplicarunt D. Francisco domino suo qua- tenus placeat confirmare et homolagare ac de novo concedere pacta, immunitates , exemptiones , com-entiones et franchisias quas habebant cum praejato bonae memoriae D. Ludovico avo suo et per ipsum sibi concessas. Sc con questi savi c giudiziosi ordinamenti era riuscito ad ac- crescere la popolazione, a procacciarc L'amore e la riconoscenza dei po- poli della sua signoria, le molte e gravi spese incontratc per l'assesta- mento del borgo c della fortezza ne avevauo csaurito l'erario per modo, che ne il reddito dc'suoi possessi, ne futile delleniinente carica di gxan cancellicrc di Monfcrrato, che non aveva niai dismessa, valcvano a porlo in grado da far- froute. a uuovi occorrcnLi bisogni. Gondotto a tali slret- (1) Append, n. 5. Sep.ii: n. Tom. IV. l8 Ml MORIE STOIUCFIE DEI TIZZOM CONTI DI DESANA ECC. Une il Tizzonc , ne volendo lasciare iiiiperfetle tante operc si bene av- \iate, peasb di potcr alienate i rcgali del feudo, per 1' asscstaincnlo del quale aveva incontrato Lb maggiori spese. Ma quest'alienazione faita con daimo suo, c senza il permesso della camera imperiale , da cui rilevavano , venue annoverata tra le precipue cause , in tempo posteriore , per cui I'impecatore Massimigliano aveva a se avocato il feudo suddetto. Tanto COIlSta dal diploma deUimperalore slesso, in data del 3 di luglio i5io, da Augusta, col quale concede nuova inveslilura o concessione del feudo di Desana al conte Lodovico , nel epiale sono le seguenti parole : Scientes plane, dice 1' iinpcratorc , et p/enissime cognoscentes castrum et biivgum sen locum Dcciu/ie cunt territoriis et prediis apertum et devolu- tuin fuisse et esse ad nostram imperialem camevam ob neglcctam, etc. . . . ac etiam ob alienationem in iacturam imperii per Ludovicum praesentis Ludovici ai'iun paternum sine scitu et nostra speciali licentia de communibut zerbis, funds , molendinis , pascuis nemoribus datiis etc. Fraltanto le vicende di gucrra in Italia e la leggiera ed incoslantc na- tura di Filippo Maria duca di Milano, l'avevano a tale ridotto a dover non poco travagliarsi onde poter riuscire a rappacificarc i molti neniici, che nel corso deU'anno 1427, se gli erano collegati contro , fi'a quali il duca di Savoia Amedeo YIII. Condizione di pace con quest' ultimo fu la ces- sionc faltagli da Filippo Maria della citti di Vercelli, stipulata in Torino il 2 di dicembre di quest'anno stesso. NeU'istromento di cessione essendo compresa non la citta solo di Vercelli col suo territorio e distretto, ma si pure tulle le lerrc, borghi e castella die da essa dipendevano; quindi anelie il luogo di Desana si trovo di fatto, e da quel tempo passato sotto lallo douiinio della casa di Savoia. Una clausula del contratto colla quale il duca di Savoia si obbliga, omnes et singulos cives praediclae civitatis eius districtus tarn nobiles quam plebeos et rusticos elementer , gratiose , atque benigne tractare , fa onorevole e speciale , anzi uuiea menzione dei Tizzoni dicendo, et maxirne omnes nobiles de Titionibus. Non apparc tuttavia e dojio cio, die giammai dal signor di Desana sia slato prcstato omaggio o particolar atto di vassallaggio al nuovo padrone; ossia die si credesse dispensato per la natura del feudo suo di ragione dellimpero, o che i stretti vincoli, la servitu e 1'incessante dimora ed impiego suo presso il marchese di Monferrato l'avessero indolto a volersene dispensare: ad ogni modo giammai i duchi di Savoia cercarono in modo alcuno d'intorbidarlo nel pacifico posscsso della signoria, e sino alia sua DEL CAV. C0STANZ0 GAZZERA. IQ mortc , non consta chc altra traversia vcnisse a funestare la vita del Tiz- 7.one, chc condussc sino ai 10 di agosto dcllaniio 1 4^9 , nel quale passo agli clerni riposi in Vercelli, come pare, e scpolto nella cliiesa di S. Fran- cesco, ovc si leggeva il segucnte epitafio rccato dal Bellini (i), e che sappiaino essere lavoro deU'Antonio Astesano, rilrovandosi tra le poesie inedile del medesimo, conservate nel codice autograft) della pubblica hil)lioteca della citti di Grenoble. Qui fuerat clara Titionum stirpe creatus, Hac Luilovicus nunc rcquicscit Immo. Cuius Lumbardas late vulgata per oras , Inviolata suo tempore fama fuit. Montisferrati norat secreta senator, Principis, eloquio consilioque valens. Cultor iustiliae, patriae totius amator , Publica privatis praetulit ipse bonis. Quod patuit, nam cum rupuerunt fila sorores , Defflevit mortem palria tota suam. 1439 die 10 augusli. Lascio due figliuoli maschi Antonio e Giovanni, il primo de' quali non fu solo erede del feudo di Desana , ma per la morte del fratello, acca- duta nell'anno 1 447 ) r'un%l esso s°l° tutte le sostanze del padre suo. II Muratori ed il Bellini (2) altribuirono a questo Lodovico, primo signore di Desana, una moneta che porta di fatto il nome di Lodovico di Desana. Ma se avessero posto mente che in essa e negli allri diversi esemplari che noi pubblichiamo Lodovico e detto comes Decianae et vicarius imperialis, e che nessuno dei tre primi signori di Desana fu conte, e molto meno vicario imperiale, ma soltanto signore, come appare dalla donazione e dalle confermc del duca di Milano, e dell' imperator Sigis- mondo, si sarebbero accorti di leggieri, che essa non se li poteva ascri- vere , ma si bene al secondo Lodovico, che ditTatlo dairimpcralor Mas- simigliano ottenne con la conferma del feudo il titolo comitale ed il vicariato deH'iinpero. (1) fertellcsi Illustri m5. presso it sig. cav. Fhiviann CafiannT.i di Verceili. (2) Antiqu. med. acv. to! II. col. 675. Bellin. do monctis Ilaliac mod. aevi disscrlal norisnou. Forrar. 1779.4." pag. 93. ao memorik STonicnF. j>ei tizzoni conti di desaka ecc. WTONIO. Poche sono le notizie che ci sono rimaste di questo Antonio signor di Desana, figlio c successore di Loilovico, morto, come abbiam detto , ai 10 di agosto del i/|3c). Pare che col feudo eredilasse Antonio le stret- tezze pure che avcvano obbligato il padre suo a dover alicnare i rcgali tutti del medesimo. Imperciocchc nel diploma dcll'imperatore Fedcrico, del 1 5 novembre i485, col quale autorizza e comanda a Lodovico IT ili instaurare il feudo tibi Ludovico Ticlono . . . com.mitti.mus ac pre- cipiendo mandamus quatenus dictum feudum nostrum instaures ac in integrum rcstiluas da' suoi predecessori leso e diminuito , tarn per Lu- dovicum quam per Antonium eius fdium multis modis dictum feu- dum Dexanae diminutum sit ac lexum, si pub scorgere che se dal pa- dre suo crano stati alienati i rcgali , ad esso Antonio solo si dovra al- tribuire quanto ivi si dice concessiones et pacta concessa communitati Dexanae , in maximum nostri et died feudi praeiudicium. Cib meglio si eonferma da quanto si legge nello stromento di fedelta, dai Desanesi prestata a Francesco suo figlio, 17 ottobre i45g, in cui e detto ch'cssi lo riconoscono per lor signore e padrone, non tanto per il decesso del padre suo, del quale esso e erede e successore, quanto eziandio ex or- dinatione et ratificatione pactorum et coiwentionum inter prelibatum quondam D. Antonium palrcm dicti Francisci et dictam communitatem ipsius loci Dexane ecc. Patti e concessioni dall'Antonio fatte e -vendute a peso d'oro , le quali pure e a dir vero, se lo furono in daimo dell'im- pero e del feudo , tornarono all' incontro a sonnno vantaggio e sollie\o della popolazione del borgo e di tutto il feudo. Oltre di cib si sa, per l'altro diploma del i5io deU'imperator Massimigliano , che esso Antonio non si era curato di domandarne e riceverne l'invcstitura, forsc per la nialvagita dei tempi e per la lontananza dcgli imperatori germanici dal- 1' Italia. Era esso succeduto altresi nella carica del padre, il gran can- cellicrato di Monferrato , della quale e noto che nel i452 era rivestito. Nel i456 si scorge nel chioslro di S. Eusebio di Vercelli , in alto di , ■■„.,. vere, dal vescovo di quclla chiesa, rinvestitura delle due terze parti del feudo nobili, antiquo, honori/ico, avito in loco et finibus trium cerrorum. >i>ii pare che prolungasse la vita oltre all'anno j 4 5q , sul finir del quale, DEL C.AV. C0STANZ0 CAZZEIU. 2 1 ai 17 di ottobre, dal comunc di Desana c preslata fcdelta al figliuolo suo Francesco. Bisogna credere clie Antonio Tizzone morisse non molto vec- ehio, o che si ammogliasse assai tardi. Imperciorclie, ncll'atto sovra in- dicato di fcdelta degli uomini di Desana, Francesco si scorge minore di eta , dicendosi che Francesco non vorra opporre alcun ostacolo allc firttc promesse coll'invocare la sua eta tninore ncc illiquid opponere contra ipsa sic promissa racione minoris etatis, ecc; e si sa d'altra parte clfosso aveva per proprio curatore il cngino suo Gioanni Andrea Tizzone, figliuolo di Riccardo, fratcllo di Lodovico primo signore di Desana. FRANCESCO. Non molte pure sono le cose che avremo a dire di questo tcrzo signore di Desana, il quale successe al padre suo in pupillarc eta, nellanno i45g- Dall'atto sovracitato del 17 ottobre, pel quale Francesco Tizzone viene rtconosciuto dal commie e uoniini di Desana per loro vero signore e padrone (i), si pub scorgcrc eziandio come nei poem anni della signo- ria di questa famiglia sul luogo prcdetto di Desana, del qual luogo si possono chiamare anzi fondatori , che non restauratori, quel comune avesse gia tanto acquistato di libcrta c tli franchigie sino a porre dei li- miti e delle condizioni alia ricognizione del loro signore stesso. DilFatto e detto in quell' atto, the i consiglieri del comune, i credendarii e 1'universiti tutta del luogo, non tanto li fanno atto di fedelta e ricono- scono qual vero e legittimo signore , perche figliuolo del defunto Antonio, che fu eziandio signor loro , ma si pure e in ragione pactorum inter spectabilem quondam dominion Ludovicum et communitatem ipsius loci Dexane , quod etiam de ordinatione et ratificatione pactorum et conven- tionum inter prelibatum quondam dominum Anlhonium patrcm dicti Fran- cisci et dictum communitatem , ecc. Non e poi difficile il render ragione di tale accrescimento di autorit;i. c delle anzideltc franchigie di un comune nuovo, se si rifletta alia ron- dizionc del primo Lodovico, il quale per bisogno di danaro non fu solo obbligato alia vendita dei regali tutti del feudo, ma si pure, e per lo stesso motivo , a concedere al borgo buona parte di quanto costituiva (I) Append, n. 6. 33 MKM0RIK STOIUCTIE DEI TIZZONI COMTI DI DESANA ECC. I'essenza dcioomuni liberL Avvezzo il comunc a tali libcrla, 11011 lascio mezzo intentato per accresccrle ed allargarle, favorcndolo in cio ollremodo la non residents dei signori, obbligati che erano, per cagione di carica, a rimanere presso la cortc dei marchesi di Monferrato. La mal ferina sa- lute poi di Antonio, c le stesse cause di disagio nelle finalize gli ot- tennero que' patti e quelle condizioni sovra mcnzionate, delle quali al- tamente si dolse 1' impcratore Massimigliano , e spinsero pose ia il primo rente di Desana Lodovico a chiedere la revoca all' impcratore ncll'anno i5io. E a credere che Francesco non molto dopo uscisse di tulela c fosse chiarito maggiore, giacche in una carta del 30 luglio 1464, per la quale, in Casale cd alia presenza del marchcse Gugliclmo di Monferrato , prende da csso l'inveslitura di alcune parti del feudo di Ponzano, e delle giurisdizioni di. Castellazzo e Serralunga , e dell'uflizio della podestaria del luogo di Tricero, lanto a nome suo, quanto a quello dei suoi due fra- telli minori Lodovico ed Antonio, promettendo esso per se medesimo, e rispondendo per i fratelli minori, coll' impegn are i suoi slessi beni, a- gisce in nome proprio , e qual persona che gode di ogni suo dirilto. Bisogna dire che fosse di gracile temperamcnto e non godcsse di prospera salute, se gia nel i^S, fatto il suo testamenlo, lasciava il feudo di De- sana al suo figliuolo Lodovico, ed il restante de' suoi beni da essere di- visi col fratel miuore Antonio. Ma prolungalasi la vita sua per altri dieci o dodici anni, forse per la morte accaduta de' suoi due figliuoli, con atlo inter vivos del 28 giugno i483, fece donazione del feudo di Desana al fratel suo secondogeuito Lodovico, che 11c prcse immediato possesso, non ostante che Francesco non mancasse di vita che forse due anni dopo nel i485. E inutile il far ricerca se di quesli due ultimi signori di Desaua esi- stano monele uscite dalia zecca di cpiel borgo , se come abbiamo av- vertito , cpaesta non fu istituita che dal successore Lodovico II primo conte , del quale entriamo a parlare. LODOVICO II PRIMO CONTE DI DESANA. Lodovico Tizzone figliuolo secondogeuito di Antonio signore ili Desana , nato inlorno all' anno i45G, era in pupillare eta alia morte del padre DEI. CAV. C0STANZ0 CAZZERA. 23 suo , nel 1 4^9, e lo era tultora nel 1 4^4 , allorclic il fratello suo maggiore, Francesco siguor di Desana , prase 1 invcstitura del ieutlo ili Poiizano , a nome suo e ilei due fratclli minori. Crcsciuto in eta e dotalo di robusta e svelta cosliliizionc , \emie educato nell'esercizio delle arti cavalleresche , e ne' bnoni studi. Giunto all'eta virile, il fratello suo Antonio, che, ab- bracciata la carriera ecclesiastica , era rcttore della chiesa di Desana , con alio dcll'8 di inarzo 1482 , li fece donazione spontanea ed intiera di ogni suo diritto alia parte della ercdila paterna , e con atlo del sc- guenle anno, ed ai 28 di giuguo , qucsto fralel suo, Francesco, per do- nazione inter vivos , gli l'ece cessione di ogni suo diritto sul feudo e sulla siguoria di Desana , spogliandone i propri figliuoli Lodovico ed Antonio, se e vero ch'essi fossero vivi tultora nel 1488 , siccome ritrovo notalo in alcune scheile niaiioscrillc , ovvero , e forse meglio , per la scguila immatura niorle di essi. Foslo al possesso della signoria non e tutlavolta die due anni dopo, ai 17 giugno i485, the penso di dover eliic- dcre V invcstitura iinpcriale , il che non aveva eseguito prima per rispetto, cred' io , del fratello \ivente , il quale deve esser mancato di vita in quest'anno stesso. Stando dunque Lodovico in Milano, sped! procura in favore del dottore di leggi Barlolounneo del Signorio di Capriate , au- torizzandolo a doversi recare alia corte dell' iinpcratore Federico , onde inipetrare nuova investitura del feudo a nonna di quclla precedente dal- l'imperator Sigismondo, spedita a favore di Lodovico I, e ad supplican- dum el quaslibet suppiicationes et quaslibet preces porrigendum preli- bato Serenissimo imperatori ac Sacratissima Maiestate impetrun- duni quodlibet rescriptum donationem gratiam con- cessionem investituram recognilionem conjirmationem stipidandum et recipiendum de loco burgo et terrilorio Dexane et iuribus et preeminciis suis ecc. Giunto il Signorio ad Inspruch, ove risiedeva 1' imperatore , ed esposte le preci e le istanze del Tizzone ; Federico, con diploma dcllo stesso luogo , 8 luglio i485, ne confermo la concessione , e diede nuova , piena ed intiera investitura. Imperiali auctoritate concedimus tribuimus ac investimus omni meliori modo et via memoratum Ludouicum in loco et castro Dexane et in feudo nobili patenio , libcro , auilo et proauito cum omni- bus iuribus, ecc. (1). Ma non bastava al nuovo signore di essere tran- (I) AppioJ. n. 7. 24 MKM0IUE STOIUCHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA. ECC. ([iiillo posseditore del feudo se da esso, depauperato d' ogni sua dote, a di tulli i privilegi ed immunita che lo rendevano proficuo, csono inerenti alia signoria , noil poleva ricavare alcuno benche inininio provento o reddito , ne li rimaneva mezzo onde governarlo c farsi obbedire. Posto in tale frangente , ebbe di nuovo ricorso all' imperatorc , il quale , con diploma del a5 aprile deU'anuo stesso, avuto riguardo che turn per Lu- doviewn quondam loarmis quam per Anthonium et eius fdium Franci- scum multis modis dictum feuduin diminulum sit ac lexuin ; or- dina al nuovo signore Lodovieo di dover rcstaurare c ridurrc nel suo intiero il feudo, procedendo contro i detentovi, non avuto riguardo alia prescrizione, ue a qualuncpie allra legge, statuto, o decrcto, o consuetu- dine in conlrario. Tibi Ludouico Ticiono quondam Anllioni moderno Dexanae domino committimus ac precipiendo mandamus quatenus dictum feudum nostrum instuures ac in integrum restituas nullo prescri- ptionis tempore non obstante ac nullis legibus, statutis , decretis ac consuetudinibus ecc. (i) ; approvando sin d'ora qualunque 'accomo- damento , patto , o transazione sara per fare a tal fine. Sicuro in tal modo Lodovieo di poter por mano a ripristinare il feudo coll'acquisto della pristina autorila e rendite del uiedesiino, pose ogni piu diligente sollecitudine a far si che, con minor danno dei soggetti , venissero ri- coverati i regali dai suoi antecessori improvvidamente distratti , e vi riusciva , senza che per cio scapitasse neli'alTezione de' suoi sudditi , che iu ogni teui|x> ed occasione si fece per esso manifesta. Quantunque non consti che Lodovieo non mai copi'isse "veruna carica nelle corti dei duchi di INIilano , o dei marchesi di Monferrato , tutta- volta esso era frequente in amendue , ma piu che non in quella di Mi- lano , spesseggiava nell' altra di Monferrato , ossia per la maggior vici- nanza , per gratiludine e per un reslo dei vincoli dal padre suo e dal- l'avo contratti , o pcrche cosi esigessero gli interessi suoi e del feudo. Ne i marchesi, conoschita per tempo 1' indole sua gencrosa, ed il valor suo, tralasciavano di valersi dell'opera e de' consigli di lui. Tanto apparve piu. specialmente allorche eletto a Ponteficc il cardinal Borgia , il mar- chese Bonifacio, come costnmavasi in allora dai piccoli principi italiani , delibero d' inviare a Roma una solenne ambascieria , onde riconoscere (1) Append, o. 8. DEL CAV. COSTANZO GAZZF.P.A. 3 0 c prcstare obbedienza al miovo ]>onteficc Alcssamlro VI. Impcrciocche dci piu distiuli personaggi cni a (Tula re uua tale onorifica incumbenza , terzo fu il nostro Lodovico, il Quale unilamciite a Bcnvcnuto cli S. Giorgio , e ad Andrea Novello vescovo di Alba, fu prescelto dal mar- chese. Recalisi al Vaticauo, vi comparvero con tale inaestosa e prestante dignita , e con lanto sfoggio di rieche e preziose vesti e livree, da trarre lo sguardo ed eccitare 1' ammirazione di una corte usa pur troppo in que' tempi , alio sfarzo ed alio scialacquo delle ricchezze, ed al piu intem- perante lusso. II Faerno, che in Roma fu prescnte al ricevimento dei legati di Monferrato , cost scrisse , tra gli altri , del nostro Tizzone : Liulo\'icus Ticionus vir praeclarus apud Marchionem suum facilis ac praedives : cue toga argentea in talos usque diffundebatur : dipiois ex serico muriceo tonsa subradiabat: breuis alius ex serico villoso sine- ragdino inlermicabat amictus : ambobus aureae torques liamis ampUori- bus largum splendorem dispargebant in consistorio. L' orazione venue detta dal Sangiorgio , e stampata nell'anno stesso , 1 494 ? ln Roma , co- inuncpie l'Irico abbia scritto in contrario (i). Ma non a vana e frivola oslentazione e per sfoggio di fasto e di opidente grandezza fec?egli ser- vire il suo soggiorno di Roma, che servendo anzi al suo genio per ogni maniera di buoni studi, e per qucllo in singolar modo dell'antichita, pote dare ad esso il piu • ampio e proficuo sfogo. Introdotto nell' amicizia di Pomponio Leto , con Tniuto cd assistenza di lui , fece ampia messe di Ogni maniera di anticluta , copiando iscrizioni , trascrivendo codici y e conversando con i savi e dotti personaggi che convenivano in casa del Leto , e diedero origine alia si rinomata Accademia Pomponiana. Di un intiero codice di Publio Vittore de regionibus urbis , con l'aggiunta di non poche annolazioni prese da gravissimi autori greci e latini , concer- nenti alia dignila e grandezza di Roma parla il nostro Lodovico , in una sua lettera indiritla a Giovanui Collovero , segretario dell' imperatorc Massimigliauo , da Desana aG aprile i5o^: Retulit mihi Iohannes Bar- tholomcus in manibus luis uctuslissimuni deurnissc librum inultarum an- tiquitatum refertum , in quo inter caetera Publius Victor de 1 4 urbis (1) II Sangiorgio slcsso ncl Cronicon , pag 410. cd. Taur. , cosi dice di qursla legazione. Ad Aiexandrum I' I tjui tunc primum pontificntum ingressus ftterat tres ornatissimos trammisit oraloriii , miliiijue haud satis crudito t orartdl munus demaiidits'it. Seiug II. Tom. IV. 4 aG HEMORIB STOIUCHE DEI T1ZZ0NI CONTI DI DESANA ECC. regionibus continctur. Si integer est sat est. Si non a me integrum ha- bebis cum nonnullis de urbis magnitudine ac dignitate annotationibus, a gravissimis auctoribus turn graecis turn latinis. Ed ;illo stcsso Collovcro stuilioso di'llc cose anliche , niaiula pure in dono mi libro ripieno di mollc anticliita da esso raccolte , dic'egli , allorchc si Irovava a Roma legato del marchesc Bonifacio di Monferrato, c di numerose iscrizioni co- j)iate la pin parte da esso stesso dai sepolcri , da fraiiiinenti di inarmi antiehi , dagli ac([iiedolli e dagli archi di trionfo , non che altre non poche tratte dalla Sicilia ed altre parti dell' Italia a lui regalate dal lel- teratissimo ed aiuatissimo di tali studi Pomponio Leto. Libellum mul- tarum antiquitcUum refertum tibi dono mitto : quas dum apud Ale- xandrian FI Pontijicem max. , pro Bonifacio Paleologo Montisferrati Marchione, Legationis munere Romaefungor, Pomponio duce , viro litte- ra ssimo ac reverendae antiquitatis obseivantissimo , a scpulchris , a vetustorum marmorum fragmentis , ab aquaeductibus , a triumphalibus arcubus propriis manibus excerpsi. De nonnullis etiam ipse Pomponius mihi copiam fecit, quas e Sicilia, et ab aliis Itcdiae urbibus, ut summits antiquittiUs investigator erat , conquisierat. Malta in te erunt quae le oblectabunt , et frequenti lectione digna (i). Ma non aveva appcna fatto ritorno alia patria che incominciava per Lodovico quella iliade di disturbi , di peripezie e disavventure , che funostarono , si pu.6 dire, il restante corso del viver suo. La calata di Carlo VIII in Italia se non fece nascere , fortifico d'assai le pretensioni di dominio de' Francesi sull'Italia, e non tanto sid regno di Napoli , ma su molte e varie parti di essa , sulla Lombardia , su Genova, e sul Piemonte. Onde selibeue non avessero questi poscia mai stabile e ferma sede in nessuna delle sue provincie , non ne dismessero per6 mai il pcnsicro , e cercarono ognora l'occasione od il pretesto di volersi miscliiare negli af- fari della Peuisola. Quitidi le continue viccnde di guerra accadule per oltre un mezzo secolo , cpiindi gli spogli , gli incendi , le devaslazioni , e piu di tutto cio, lc parti e le sette imperiali e francesi, che divisi gli animi , come sempre , dcgl' Ilaliani , furono cagione piu che ogni altra potente di incessanti guai , di odi , di vcudette, e la rovina di intiere (I) Append, n. 9. DEL CAV. COSTANZO GAZZF.RA. 2" fainiglie. Lodovico Tizzone , per cagione del fcudo suo dipendente dal- 1' impero , per i legami che da molto tempo la sua famiglia aveva stretti con il medesimo, per le rimembranze sue ghihelline , e spitito altresi per una insuperabile sua inclinazionc , erasi dimostrato sempre cd aper- tamente impcriale. E di vero dice esso stesso , csulc in quel tempo , c spogliato d'ogni suo avere , ed ospite del contc Yalpcrga di Masino , in una lettcra all'iinpcratore Massimigliano, 2 dicembrc i5i5, obiicitur quod imperialis sum ac teutonicus; sum equidem ac esse volo, et in hue opitnone lieresique men ultimosque dies meos finire deevctum est (i): ed in nn'altra da Crescentino, 20 settembre i5i6, alio stesso imperatore, lamentando la sua miseranda sorte di essere privo di ogni cosa , ed avere il feudo e patrimonio suo occupato e devastato dai nemici, e ridotto esso stesso a non trovar (piasi piu in Italia ricovero cd ospitalita, accusando di ci6 le minaccie dci Francesi e quelle de'suoi partigiani, dice pero che potissima Iiorum malorum est causa quod fere nulli his regionibus , aut saltern paucissimi, reperiuntur imperiales (2). Non e tpiindi da maravigliare sc nclle spesse e successive invasioni francesi ebbe a sofFrire persecuzioni ed angarie di ogni maniera , delle quali si lagna apertamente in molte lettere sue scritte a Massimigliano e Carlo V. Ne l'attaccamento e la scrvitii di Lodovico verso 1' imperatore e l'impcro consisteva solo in voti di sterili parole, in proteste d'ailetto, nel sofferire e sopportare con ecpianimita i disagi e le persecuzioni che per tal cagione gli erano intentate; che parte piu attiva prese altresi nelle emergenze d' Italia , e piu spezial- mente nell'occorrenza della lega di Cambrai. Gia sino dall'anno i5oo aveva esso inviato in Germania, ed al servizio di Massimigliano, il figliuol quartogenito e suo prediletto Giovanni Bar- tolommeo , il epiale , per le belle doti di cui era fornito , venne assai amato da Cesare , ed adoperato poscia in varie cariche di govemo ed importanti ambascierie. Ultimamcnte cola inviava eziandio il cmintogenilo Caio Cesare , al (piale 1' imperatore aflido il comando di un' ala di ca- valli. Risoluta uell' anno 1309 la calata in Italia dei Tedeschi , onde as- saltare allc spalle i Veneziani ; 1' imperatore spediva innanzi i due fratelli Tizzoni accib,sulle terre del padre e dei principi circostanti, facessero opera (I) Append, n. 10. (J) Appcud. a. II. 38 miuoiue STonirnE nni tizzoni coim in desana ecc. di raccogliere una buona frotta di gcntc d'armi c di cavalli, per andar jioscia con cssa'a raggiuugerlo sulle terre venete : seruiuit nobis fideliter et diligcnter , dice V imperatore nella lcttera del 6 di giugno 1809, Ioannes Jiartholomcus filius tuns sed uolumus stent liactenus nos bene seruiuit , qnod ctittui in hac nostra expeditione itatica una cum al- tero filio tuo fratre suo etiam nobis seruiat. Jdeo dedimus eis condu- ctam ambos igitur pro tua fide ad nos bene expeditos et instriwtos bona socictatc et eqnis transmittas. Onde poi cpiella leva o spedizinne di uomini e di cavalli non incontrasse ostacolo per parte del duca di Savoia , e del marchese di Monferrato , lo stesso Massimigliano scrisse ad amenduc i principi la stessa lettera, nella epiale gli esorta , ed occorrendo , ordina loro di non volcr inipodire che dai fratelli Tiz- zoni si possano scrivere genti dei loro stati , e di non frapporre osta- colo alia loro dipartenza. Hortamur et requirimus te , ut pro tua fide et observantia nedum ipsos ( Ioannem Bartholomeum et eius fratrem ) in dominio et iurisditione tua patiaris conscribi dictas gentes ecc. (1). Qnindi, in data del 22 di luglio, il conte Lodovico pote scrivere all'im- peratore : Mitto C. Caesarem filium equis armisque pro tempore satis instructum Ducit leuis armature equitum alam Habebit Maiestas tua quinquaginta iuvenes equo pedeque pugnare aptos ac pro Maiestate tua quaequmque pericula ac mortem ipsam subire paratos (2). Partilo di fatto Caio Cesare seco conduceva una piccola e scclta frotta di genti a cavallo , in mnnero di 32 uomini e di cincpianta cavalli , gente determinata ed armigcra, nativi tulti dei paesi che fanno ora parte degli stati piemontesi , dc'quali il conte Lodovico ci ha dati i nomi che si troveranno notati nelTAppendice (3). Giungeva (Riindi co' suoi compa- gni al campo imperiale allora appunto che il general vencziano Lucio Mal- vezzo, coU'aiulo degli abitanti , aveva fatto prigione Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, nella cosi dctta Isola della Scala; ne cpiantiuupie riunitosi Caio Cesare con Ludovieo della Mirandola, che pure militava per Massimigliano , tentassero di conserva di liberare il Gonzaga , non vi riusci- (1) Append, n. 13. (i) Append, n. 13. (.1) Append, n. 14. DF.r, CAV. tOSTAKZO CAZZEKA. 29 vano; che gia era stato tradolto a Venozia. Cio saputo si rilirarono qucsti a Verona , ove giungeva pure , e poco poi , Odone marclicsc d' Incisa con una buona mano di sohlatesca, d'ondc e neH'intento d'incutcrc terrore in chi volcsse imitare i tcrrazzani dell'isola ncl tradimento , avanzatisi verso la medesima isola, se ne impadronirono , e dopo averla saccheggiata, le posero il fuoco. Non era poi tanto inteso Lodovico ai \anlaggi cd alia gloria delle .linn imperiali , clie inettesse in dinicnticanza i suoi veri interessi , tra i quali il maggiore era pure (piello di vedcre consolidato il suo domino , e confermali con ogni piu solida forma e maniera i diritti suoi feudali sopra Dcsana , che non ignorava poter essere dalla camera imperiale con assai di ragione contrastati per la mancanza di alcune formalita di rico- gnizione e di omaggio , non curate da' suoi antecessors Ncl mentre che , come abbiam detto , inviava nel iooo il figliuolo suo Giovanni Barto- lomeo ai servigi di Massimigliano , lo muniva eziandio di ampia e spe- ciale procura , e lo costituiva suo certo messo, nunzio c procuratore , onde preso il destro ed H piu favorevole istante , oltre di prestar all'im- peratore il giuramento di fedelti , secondo la vecchia e nuova fonna , fosse in grado di fare ogni altra cosa che scorgesse poter riuscire utile a se, al fendo, ed alia famiglia dei Tizzoni. Recatosi , coine dissi , Gioanni Bartolomeo presso Cesare , non venue soltanto bene accolto , ma beneviso , trattenuto ed impiegato a corte , ove 6ervi per segretario alia impcratrice Bianca, e spesse fiatc alio stesso imperatore. Mosso quindi Massimigliano dalle istanze e dai meriti di tpiesto suo segretario e del fratello suo Caio Cesai-e , e dalle prove senza numero di alfetto, non che di devozione e di premura per i suoi interessi, del padre loro Lodovico , con ampio diploma, dato da Augusta il di 3 di luglio i5io; Considerato attentamente, dice, e con occhio di gratitudine i grandi ed egrcgi ossequii di fcdelta in Italia prestati contro i nemici e ribelli del sacro impero , e continuati con indefessa e stabile costanza dalla fami- glia ed agnazione dei Tizzoni, c particolarmente dagli anteccssori di Lo- dovico : e con ma^gior ragione e prontezza di gratitudine, memore delle gesta del modcrno Lodovico figliuolo di Antonio , il quale non temendo vernn impeto ostile , con soinma fede c costanza si e renduto non jioche volte benemcrito di noi e del nostro romano impero; ed avuto riguardo eziandio alia diligenlissima e fedel servitu dei due suoi figliuoli Gioanni Bartolomeo e Caio Cesare , i quali continuano di notte e di giorno ad 30 MEM01ME STOIUCHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. impiegarsi per noi c pel sacro romano impero , il primo nel ministero di scgretario , I'altro al comando di un'ala tli cavalli; non avuto riguardo alia scadeuza del feudo incorsa per mancanza d' investiture trasandate dagli antecessori , e per le alienazioui fatte dai medesiini in danno nostro e della camera nostra imperialc : De nostre Romane imperatoric Ma- ieslatis plenitttdine , donationem puram , mcram et inrevocabilem ipsi Ludovico licet absenti et tibi lohanni Bartholomeo eius nuntio et procurators fecimus et facimus de burgo , castro loco territorio et prediis Decianc ut supra coherentialo. Ne cio bastando alia bonla del- 1' imperatore , e per niaggiormente gratificare i servizi di questa fainiglia e darle un anche piii onorifico ed illustre pegno della sua gratitudine , lo rivcstisce della dignita comitale e militare per se e per i figliuoli suoi maschi e nati di legiltimo matrimonio, con la facolta di eleggere fra essi quello che giudichera meglio dover essere il successore nel contado. VI- terius ex nostra Cesarea benignitate et gratia , dignitate Comitatus et militie illustramus prefatum Ludouicum et ex eo de legitimo matrimonio natos et nascituros et processuros heredes masculos videlicet ilium solum dumtaxat ex ipsis rnasculis quern ex pluribus supervenien- tibus ipse Ludovicus et post ipsum successive sue posteritatis descen- dentes inter vivos vel ultima voluntate expressa ad hanc in scri- pt's elegerit dignitatem ecc. Degnandolo in ultimo, e per ulteriore onori- ficenza e decoro, della dignita di vicario suo generate e del sacro romano impero, nel borgo di Desana, esso ed i successor! suoi in perpetuo, con tutti i diritti ed azioni che spettano o possono spettare ad esso ed alia sua Cesarea maesta e camera sua imperiale. Et insuper eundem Ludovicunt et successores suos ut supra in dicto burgo Deciane sacri Romani im- peri Vicarium Generalem in perpetuum creamus , consliluhnus et deputamus cedentes et transferentes in eum Ludouicum omnia iura omncsque actiones spectantes nobis nostreque imperiali Camere seu Ccsaree Maiestati (i). Questa ampia, illustre, e spontanea testimonianza della sincera predile- zione , che 1' imperatore Massimigliano nutriva verso di lui , ed i nuovi ed onorevoli titoli de' quali lo rivestiva , cui erano pure annesse alcune particolari prerogative e giurisdizioni , per le cniali veniva innalzato al (1) Append, i). li. DEL CAV. f.OSTANZO CAZZERA. 3 1 grado di possanza c di autorila dci principi sovrani, non e a dire quauto rallegrassero 1' animo del conte Lodovico , che in essa mirava un vero compcnso a tutte le sollccitudini ed ai disgusti paliti per la causa impe- riale, nel tempo die lo rendevano maggiormentc disjwsto ad incontrame degli altri, che di vero, non si fecero lungamente aspettare. Parve ad alcuni die il titolo comitate conferito al nostro Tizzone , con il sopra indicalo diploma del i5io, anziche nuova concessione dovesse ineglio essere chia- mato conferma di un titolo del quale gia era insignito. Imperciocche in molte delle letterc ad esso indirizzate da Massimigliauo negli anni i5o6-^-g, ed in alcune altre de' suoi segretari Gadio, Collavero, Banissio , le quail sono registrate nel codice Tizzoniano della rcgia Universita , delle quali varie sono da noi pubblicate , Lodovico si vede distinto col nome di conte di Dcsana. Nobili rmstroet Imperiifulcli dilecto To. Aluuisio Comiti Deciane e l'ordinario indirizzo delle lettere scrittegll dallimperatorc. II Collavero poi suo scgretario, nel rispondere ad una lettera di Lodovico, in data del di 4 aprile 15c-, si serve del seguente: Iohannes Collauer iuris utriiisque Doctor Magni/ico Domino Ludouico Ticiono Comiti Deciane , salutem. Ma a noi pare il contrario. Nel diploma, il titolo Militare e Comitate si scorge essere per la prima volta , unitamente al vicariato imperiale, con- ferito , non una conferma di titolo gia posseduto. Per cib poi che spetta all'esscr chiamalo Conte di Desana negli indirizzi delle lettere sopracci- tate, e ovvia una facile spiegazionc, dicendo che il conte Lodovico, nel copiare esso stesso nel codice , o nel dettare quelle lettere , il che fa- ceva un ill i anni dopo, come si scorge per le date di altre posteriori di forse dieci 012 anni, e in tempo in cui gia era in possesso del contado, per una anticipazione, pose il titolo comitale a quelle eziandio che l'erano state scritte quando non era che signore di Desana. Di fatto, mai nelle lettere sue di |M-oposta o di risposta si chiamo conte , ma soltanlo Lu- dovicus Ticio Decianae senza il Comes, il che non avrebbe mancato di fare , se gia ne fosse stato al possesso. E da osservare inoltre , che quan- tuuque Lodovico non abbia incominciato ad essere ed a chiamarsi conte di Desana , che dopo il diploma del i5io, tuttavolta e molti anni prima, era decorato del titolo di Conte Palatino conferitoli dal marchese di Monferrato , come n'erano pure stati fregiati il padre ed avo di lui. Alcuni monetograG volendo render ragione deiresercizio del batter mo- neta che vedevano senza interruzione praticato da tutti i conti Tizzoni di Desana , nc conoscendo bene il titolo primo di concessione imj>eriale 32 MEM0R1E STOIUCHE DEI TIZZONI CONTI Dl DESANA ECC. ilella zecca, hunno all'ermalo che nel diploma che discorriamo del i5io, Massimigliano , insieme ai molti privilegi , diritti e prerogative , che vi sono inchiusi, avesse aggiunto pure il regale della zecca; ina si sono in- gaimati a partito, come si puo scorgere. Tullavolla e a dire che i Tiz- zoni lion haiuio mai allegata alcana speciale concessione per batter moneta, e nelle inchiesle giuridiclie fatte poslerionnente onde determinare cotesto dtritlo , delle quali avremo a discorrere piu sotto , non citato o privi- legio o carta per cio , s'allennero alia consuetudine iuveterata da padre in figlio , ed al pin diceudo poter qucsla essere inchiusa nella prerogaliva del vicarialo imperiale , pel epiale si trasferivano al conte Lodovico e suoi successori omnia iiwa omnesquc actiones speclantcs et quae quoquo- mixlo pertinere et spectare possent et valeant nobis nostraeque imperiali Camere sen Cesareae Maiestati. E a dire die tra quelle, avesse supposto il coute Lodovico, dover essere compreso il diritto di hatter moneta , se dopo cio ha potuto aprire la zecca e coniare moneta col proprio nome, seguito poscia dai due suoi figliuoli Giovanni Barlolommco e Caio Cesare, e dagli altri Tizzoni , senza che mai dagli imperatori Mass'nnigliano e Carlo \ , che uou n'erano iguari , ne fossero o redarguiti od impediti. E tale noi crediamo pure essere stata la sola e vera origine della zecca di Desana , come vedremo piu particolarmente in ap|iresso. Provveduto come meglio poteva al ben essere, ed al bistro suo e della famiglia , e reslaurato il feudo con la ricupera dei diritti regali che gli erano anuessi, ai quali ne aggiungeva altri inerenti al titolo comitate , ed al vicariato imperiale ; non ometteva il conte Lodovico di pensare eziandio a quanto concerne al bene spirituale de'suoi soggetti. La chiesa parrocchiale di Desana sotto l'invocazioue de' santi Pietro, Maurizio ed Alessandro , col titolo di reltoria era, si puo dire, stata sempre ammi- nistrata da alcuno tra gli individui della casa Tizzone. Negli ukimi anni del secolo xv era rettore della medesima Antonio Tizzone fratello di Lodo- vico, ed esso nel i5oo fece libera rinunzia della medesima al nipote suo Seipione figliuolo primogenito del conte Lodovico, la qua! rinunzia fu con- fermata dal papa Alessandro Seslo. Ma, o che i redditi della parrocchia fossero tenui assai, o che poco avessero curato i suoi rettori alia con- servazione della chiesa, con opportuni ristauri; ad ogni niodo questa, nellanno i5o8, era allatto sdruscita e min.icciava ruina. Alia non curanza, o alia poverta del rettore soccorse opportunainente il conte Lodovico, che uon la voile solo restaui'ata nelle parti che ne abbisognavano, ma la rifece DEI- CAV. COSTANZO GAZZEHA. 33 in piii ampia e magnilica forma, accio fosse pin capacc e lneglio adatta alia creseiula popolazione del borgo. Ne. di cio contcnto, pose l'animo eziandio a voice procurare alia capitate del coutado un lustro anche man- giorc , col far si cli'essa fosse eretta in collegiata. Iiulirizzalosi per cio il conte Lodovico al pontcliee diulio II, ed csposlo il suo desiderio e rap* prescnlate le spese gia inconlrate nel restauro dclla chicsa, e come fosse disposto a spendere una soiiima anclic maggiore pes la costru/.ione di una casa canonicale e fare allri vantaggi , lo supplicava di voler erigere la cliiesa prcdetta parroecliiale di Desana in collegiata, con una dignitii principalc e curata per nn preposito e sei canonici. II ponteficc con holla dala da Roma ojnul sanctum Petrum alii 8 di gennaio dcll'anno i5o8, vista, dice, la rinunzia fatta nelle mani nostre da Scipione Tizzone del la rcttoria de' Ss. Pietro, Maurizio ed Alessandro di Desana, del priorato secolare di santa Maria di Settime, della parrocchiale di santa Maria dc' Vicinali, e di san Pietro di Odalengo, ed il beneficio chericale di san Martino di Tonco, le quali vacano percio, e da nessuno da noi in fuori possano essere conferite. Udite quindi le suppliche del nobile e diletto figliuolo Lodovico de' Tizzoni , signore nel temporale del luogo sopraddctto di Desana, per le quali consta aver esso di gia speso oltre a i5oo du- cati d'oro nel fare riattare il priorato di santa Maria di Settime, che da molti anna per il guasto della chiesa non era pii\ uftiziato, per il re- stauro della cliiesa di Desana, ed altri 600 simili dncati per la fabbrica della i-anonica, e per piu altre spese incontrate c vantaggi procurati onde ac- crescere la dotazione della mensa capitolare; volendo aderire alle signato suppliche, per le quali cliiede, ut praedlctam ecclesium de Dexana in collegiatum , et in ea unam praeposituram dignitatem principalem et cu- vatam pro uno praeposito ac sex canonicatus ac totidem praebendas pro totidem canonicis qui inter se capitulum faciant, cum area et sigillo ac aliis inugnis collegialibus erigere et instituere ac cidem ecclesiae sic in collegiatum erecttie sou illiits mensae capitidari . . . bona el fructus perpetuo unire , anneclcre , iiicorporare , applicare ac appropriare , nee non eidem Ludovico ac heredibus et successoribus . . . pro tempore existcntibus ins patronalum et praesentandi personas idoneas ordinario loci . . . eligendae ad praeposituram ac canonicatus etc. . . . aurtoritate apostolica dignaremur. Erige ed instituiscc la collegiata. la prepositura . ed i canonici, conferendo eziandio al conte Lodovico e suoi siiecessori nel coulado il gins patronalo perpetuo per la presentazionc e nomina del Serie II. Tom. IV. 3 { MEMOTUE STOIUCIIE DEI TIZZONI CONTI Dt DESANA ECC. preposto c dei canonici. Nc il prescritto della bolla resto poi, come ac- cailc , senza effetto, che venue ami in ogni suo punto eseguilo, e tanto il conte Lodovico, quanlo i successor! suoi nel contailo furono ognora faulori della eollegiata, e gelosi di conservare intatlo il dirillo patro- nale, eonfertoli dalla holla stessa, ili poter prcsentare gli individui per la prcposilura etl i canonicati. II sigillo poi menzionato nclla holla e quello posto sul principio ili epiesto scritto, e quale era ailoperato sotto 1'ultimo conte Carlo Giuseppe, del quale porta il nome. Finche dorb inlatta la lega di Cambrai, non ebbe ,a soffrire il conte Lodovico piu che non patissero tulti gli altri principi , potentate cd abitatori di questa parte deU'occidentalc Italia, corsa. per ogni dove da truppe nazionali e straniere, c taglicggiata da esse. Ma tostoche, per la iuflessibile cd imperiosa volonla di papa Giulio, comincib essa a sciogliersi, che gia era sorto nel capo di quel gran pontefice il pensiero di volere scacciati i harhari dall'Italia, non molto tardarono a declinare gli afTari dei Francesi nclla Penisola, ai quali di fatto, sul finire del i5i2, non allro quivi rimaneva che i castelli di Milano e di Cremona e la lantern a di Gcnova. Non e poi a dire che la condizione degli Ilaliani, per la par- tenza dei Francesi, venisse a migliorare, che le correrie, le esazioni, le avanie e le crudelta degli Spagnuoli comandati dal Cardona e da altri eapi, ne l'avevano con usura ricamhiata. Era tuttavolta a sperare che le polenze guerreggianti, con il papa da una parte, la non mai troppo ferma volonta di Massiinigliano , e lo slato deplorabile a cui era condotta la rcpuhhlica vencta dall'altra, non fossero per esser lontane dal convenire in una pace, ch'era il voto universale d'ltalia. E tanto maggiormente se n'accrehbe la speranza, allorche per la perdita dei castelli di Milano, di Cremona e della lanterna di Gcnova fatta dai Francesi, nulla pixi rima- neva a questi in Italia. Che sebbene Lodovico XII pi;i che mai acceso nel desidcrio di volerla ricuperata , facesse pcrcio alcuni apparccchi ; tutta- volta la morte sua, poco stanle accaduta, il primo di gennaio del i5i5, parera dovesse togliere per lungo tempo ogni timore da epiesta parte, ed agevolarne quindi la conchisione. Ma la cosa non and6 a seconda dei des'ulerii, che priino pensiero di Francesco, successore di Lodovico sul trono di Francia, fii di volere ad ogni costo ricuperata la Lomhardia. Confermata percib la lega colla repubhlica veneta e fatti gli opportuni apparecchi, e lasciata reggente dello stato la propria madre, Luigia di Savoia , con possente csercito transito le Alpi, e fatto prigione nel primo DEL CAV. C0STAN7.0 CAZZEHA. 35 inconlro il Coloima con altii ilhistri e prodi eapitani a Villafranca, s'a- vanzo imrepido e a gran passi Bella Lombardia. Vtnta ivi poscia, neigiomi 1 3 e i \ di seltembrc, la baltaglia di Marignano, in poco men di ut» mese ebbe ricupcrato tutto il Milanese, nella cui rapilale entro trion- fantc, il gioruo i3 di oltobre dello slcsso anno. la questi frangenti non e a dire qtianto dovesse soflrirc il contc Lo- dovico, il quale per cssere slimato il piu caldo partigiano dellimpero, e nemieo quindi de' Fianccsi, era falto piu specialiriente scopo alle per- secuzioni ed agli insulli dei vinoitori, die le paiitc sconfilte in pria, e la ostinala ed eroiea ilifesa degli Svizzeri a UfangriattD, avevano oltre ogni credere irritati e renduli sospettosi e crudeli. Cercati con ogiii mag- gior diligenza e per ogni dove i faulori dei Tcdeschi, cd i feudatarii im- periali, ne occuparono i luoghi, e le castella, ne invasero le sostanze e misero a sacco ed a ruba ogni loro averc ; scacciati gli agenti e le fem- inine, imprigionati i signori , si stabilirono padroni nelle loro case, ed acci6 non venisse loro contrastato il possesso ne cliiesero 1' investitura al re Francesco per diritto di conquista, ed in prcmio dei loro servigi. Tanto tocco pure a Desana ed al conte Lodo\ico al quale, avuto appena il tempo di poter mettere in salvo se e la famiglia, fu meslieri di ab- bandonare alia rapacita dell'avido ed allicro vincitore il feudo, la casa, le sostanze ed ogni suo piu .caro e prezioso avere. Al figliuol suo Gioanni Bartolommeo, che piu del padre era preso di mira dai Francesi , perche ufliziale al servizio dell' imperato re, riusciva pure a stento di potersi sot- trarre alle ricerche dei nemici, e recarsi a raggiungere l'imperator Mas- simigliano ad Inspruk. Non ebbe appena da esso udito il racconto del triste caso del fedel suo il conte Lodovico, e della disgraziata sua famiglia, che il benignissimo Cesare, non posto tempo in mezzo, lo voile, quanto meno, consolato con una sua epistola, scrittagli in data del 16 di ottobrc i5i5; lo esorta in essa a voler comportare con forte animo una calamita che aveva co- mune con molli altri, e che era funesta conscguenza della guerra, e lo viene confortando con la speranza di una pronta restituzione nel feudo, che collaiuto di Dio , dic'egli , sara al piu. presto (i). Quindi con altra dell'8 di novembre dell'anno seguente, ripetutoli con mianto di molestia (1) Append, n 1G. 3G MEMOIUF STOIUCHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. ei sentisse lc uagiurie , le porsecuzioni e i danni, die per cagione delta Cede e doozione sua verso di lui, pativa dai comuoi nemici , to con- fort a ad essere di l>uon animo, 11011 aver gia csso deposlo it pensiero delle cose if Italia , ma a voile anzi di lal modo disposle , da non poter essere ormai iueerla la vittoria, la quale ottcnuta, Deo fuvente , sara risar- cito d'ogni danno sopra le spoglie ed i beni dei nemici: ponga in calma fratlanto l'agitato spirilo e si conlidi nella forluna sua, la quale lo con- durra csso pure in porto di salvamc.nlo , c si pcrsuada in ogni caso ch'egli non Sara niai per abbandonare no esso ne i suoi (i). Sono a leggcre le risposte verauienle patcticlie del conte, nello quali e falta la piu coinnio- venlr pittura dello stato a cui e ridolto il suo contado, dato a spogliare e a devastare ai Guasconi, fra lutti i nemici i piu infedeli c crudi, e come non vi sia sorta di stragc, di patimcnli e di torture cui non ven- gano sottoposti i suoi poveri suddili, onde otlencrne dell'oro, e clie csso e la sua famiglia , deslituiti di ogni cosa, siano inoltrc ricercati a morte. Sog- giunge poscia: « lo stesso crudelc Scila o fcrocc Sarmata non potrebbe » mii-ar senza lagrime un povero vecchio cd inform o col segnito dell' in- » fclice consorte, della miscra nnora, moglic del suo servo Gioanni Barto- » lommeo, c di nno , il solo die mi rimane dei cinque miei figliuoli, i n quali abbandonati da tutti, privi di asilo e di ricovero, e senza o un » ainico od un consanguineo , che osi di rice,verne cd ospitarne, se non » era la gencrosita del conte Tommaso Valperga di Masino , il quale « sprezzati gli inviti e le minaccie dei Francesi non ne avesse dato beni- » gno e sicuro ricovero nel suo feudo di Masino , non vi essere per noi » ne diritto, ne giuslizia , ne equita, quia imperiales sumus et Gallo- >i rum hostes » (2). Non ornise t'imperatore di render grazie, e som- mamenle lodare la coraggiosa generosila di Iacopo Valperga conte di M.isino pell' ospitalila da esso prestata at conte Lodovico , e lo esorta a non volerlo abtbandooare sino a clie possa essere rcstituito a migliore lorluna, cedctque nobis in summam complacentiam si eum non deseres usque ad mcliorem cius fortunam. Dalla risposta poi fatta a Cesarc dal conte Iacopo si fa maggiormente manifesta la grandczza e fer- mezza d'animo di lui , il quale non lasciatosi spaventare dalle tcrribili e minacciosc Icltcrc ricevute hilari ac propenso animo Decianae comitem (1) Apponil. n 17 (3) Append, n. 10. DEI. CAV. COSTANZO CAZZEHA. 3t susccpi , nee ei chj'ui in quo potui. Si esibisce poscia pronto ad ogni coinando della maesta sua , imperet , iubeat , mandet . . . ego iussa capc- scens , impiger , promptus, ac paratus sum, e con lauta maggiore pron- tezza e sollecitudine, che scorgo, dicYgli, il tluca di Savoia mio siguorc maiestati vestrae deditissiinuni , Jidelemque (i). Qucsti dolorosi raceonti , c giusti lament! non valscro tultavolta a poter rccare vcruno benche minimo alleviamenlo alio stalo suo compas- sionevole e dispcrato, clie si aggravo anzi niaggiormenle ; posciache non contenti i ncinici suoi c dell'impero, di aver occupate tulte le sostanze sue d'ogni maniera, die conlro ogni ilivino ed uinano diritlo usurparono eziandio le doti della moglie e della ouora. 1^1 affinche nulla mancasse aU'intiera sua rovina, sull'istanza degli invasori del feudo, e per ordine del inarchese di Monferrato, vennero epiesli posti in possesso dei pochi residui suoi beni , che per essere siluali sul tenere del marehesalo, erano sino allora stali inununi e goduli da] ronle. Non e a dire poi che le sollcciludiui dell' impcrator Massimigliano per il suo fedele vassallo si siano ristretle a sole frasi di sterili conforti, clic non lascio, finclie visse, al- cuna via intentata, onde ottcnere che ili*onte Lodovieo fosse restituito nel feudo , e posto al possesso de' suoi beni. Quindi spediva al marchese di Monferrato il suo scgretario Pietro Giuliauo, onde a noinc suo inti- masse al marchese di far si che fosscro rcslituiti al Tizzone i possessi posti nc' suoi stati, e scriveva pure al conle che tratteneva tultavia per alcuni giond il figliuol suo il padre Girolamo dcU'ordine de' predicatori , onde essere in caso di spedirlo fra breve con qualche danaro (2). In- dtrizzava poscia, il 22 dicembre 1 5 1 7 , una lunga lettera in francese a messire Philibevt naturel dom prevost iC Utrecht suo ambasciatore a Pa- rigi , ingiungendoli che a termini della pace scgnata tra i due principi, e della promessa avutane dal re, dovesse sollecitarc la reintcgrazione del conte nel feudo suo di Dcsana, non mai sino a quell' ora condolta a compimento, sebbene gia si fossero restituiti i beni loro ai profngi Mi- lancsi. De'sirant et vous ordonnant tres a certes que insistez , tenez la main et vous emplojez enters noire dit frere et bon fdz ( il re di Francia ) par tous les meiilews mojrens que pourrez et scaurcz ad- uiser quil vucille promptcment et sans autre dijftculte et delay rein- (1) Append, n. 18. (2) Append, n. 19. 38 MEMOIUK STOniCHE DF.I T1ZZOXI CONTI DI DESANA ECC. tegrer et remrttrc icelluy comte et tons et t/ue/cutato Leone Bellone , lo seongiura a non voler per la parte sua im|)edire 1' etfetto della regale parola; ma di dar corso al piii presto alle lettere che per tale scopo, non ha dubbio, dover essere state a lui indirizzale. Ma era deslino della provvidenza che quel buon imperatore , morto sul principio dcll'anno segucnte i5 19, non vedesse coronate di prospero successo lc sue provvide mire , c le sue calorose istanze. Ne valsero poscia i buoni uflizii cziandio dell' imperatore Carlo V suo successore, che toccava al povero eonte , per oltre a 'otii anni , in quella sua pi-ovetta eta , andar ramingando esule e mendico, ora a Crescentino feudo di un altro ramo della famiglia Tizzone, ora presso i conti Valperga nel Canavese, quindi seguendo il figliuolo Gioanni Bartolommeo ne' suoi governi di Asti, di Trieste ecc. sino a che, per le nuove sconfitte toccat.e ai Francesi sotto Pavia, gli fu dato di poter per un istante comparire nel feudo, per tauti anni occupato e devastato dai nemici. Ho detto comparire nel feudo , che tale deve dirsi il breve soggiorno che solo li toccb di potervi fare. Impereiocchc perduta la battaglia dai Francesi sotto Pavia , e fatto pri- gione, il 24 febbraio i525, il re Francesco , il eonte Lodovico pole forse far ritorno a Desana nel mese seguente , nel quale dimoro sino all'agosto, ove infermatosi gravemente, il di 5 dello stesso mese , in sala castri De- cianae dettava il suo testamento. Per esso , facendo uso dell' autorita , dei benefizii e jirivilegi che li furono dati e concessi dalle investiture imperiali , per cui gli e fatta facolta di poter eleggere a suo successore (I) Append, n. 20. (S) Append, n. 91. (3) Append, n. 2J. DBl cw. costanzo 6AZZBRA. 3q ncl feudo, qucllo tra suoi figliuoli chc meglio li aggrada; convinto esso dclla virlu, suflicienza, buoni costumi, scienza e probita del figliuol suo legitimo Gio. Bartolommeo , il quale e certo d'assai piu idoneo degli altri due suoi figliuoli Gioanui Bernardino e Caio Cesare , e clie per la sua lunga dimora alia corte imjieriale, e per gli onorevoli uflizi ivi esercitati , e meglio beneviso a Cesare, quindi ipsum dominum Ioliannem Bartho- lomeum praescntem ct cum gmtiarum actione recipientem et accoptan~ tern, digit, constitute et nominat suo successore nel feudo, nel contado e vicariato impcriale pcrpctuo (i). Pochi giorni dopo, il i3 di agosto i5a5, pose termine al viver suo, ed il suo corpo venne trasferito e sepolto nella chiesa de1 minori Osser- vanti di Bigliena, sul cui sepolcro fu scolpita, dicesi, la seguente lapida G • D • O • S • CATERINAE • PIAE MATRI GABRIELAE • SOR RORIAE SORORI • BARTOLOM EAE • VXORI • B • M LYDOVICVS • TICI ONVS • C • DECIANAE SIBI • ET • POSTERIS V • F Le esimie qualita di questo primo conte di Desana lo fecero caro ai principi suoi contemporanei , l'imperatore Massimigliano , Lodovico il Moro e Massimigliano duchi di Milano, Bonifacio marchese di Monferrato, e il duca di Savoia Carlo III, dai quali tutti ebbe non dubbie prove di benevolenza. Impiegati i primi anni del suo governo nel feudo ncll' ac- crescere il lustro della famiglia, ottenne dall'imperatore il titolo comitale (I) Append, n. 23. j.i HEHORIE STOIUCHE DEI T1ZZ0NI CONTI DI DESANA T.C.C. ed il vicariate) perpetuo delliinpcro. Apr! zeoca iu Dcsana , c primo fece couiarc inonete di oro c d'argenlo col si\o nome e colle sue anni, e seppe pertiue innal/.are la sua slii'pe allaltczza del pvincipato. Clie se gli ullimi auni del vivcr suo furoiio amareggiali ilallc disavvenlure , ed csso ridotlo al piu basso della miseria, non perdulosi d'animo pevcio, seppo rilrovare in se, e nellinuocenza sua lanta forza, da poter compor- ture con coraggiosa coslanza la uou mcritata iiti([ua socle. Ma piu clie da ogni ultra cosa, dall'assiduo consorzio delle lettere, seppe egli trarre il maggioc lenimento alia ccudczza de' suoi roali , die sole le lettere riman- gono coslauli auiielie nelle disavventure, e uou ricusano, inai il balsamo del eonforlo a chi nc le riehieiU\ Siuo dagli anni suoi giovanili aveva il conte Lodovico coltivati gli sludi , e gia si e per noi indieato, come nel suo soggiorno in Roma, quel tempo clie dagli altri si da per il consuelo ai divcrtimenti , al fasto ed all'osten- tazione , fosse da csso impiegato nel contrarve amicizia cogli uomini dotti , a visilare e studiare le antichita, a disegnarne le piu preziose, a copiare le epigrafi ed a far incctla di lihri rari e di preziosi codici. Questo stesso amore per le lettere conservo poi sempre e- costantemenle pel seguito, ed esse furono il precipuo sollieyo suo nelle acerbe disavventure degli nllimi suoi anni. Lcgatosi in lloma coi vincoli della piu stretta amicizia cou Pomponio Leto, e con tutta quella illustre accademia, cui in pre- mio dei grandi servigi prestati alle buone lettere toccb di pat ire la piu cruda ed inaudita persecuzione , non resto poscia , ritornato in palria , dal coltivare assiduo ogni maniera di studi ; e dalle lettere, e dagli altri scritti di lui, conservati nel prezioso codice manoscritto della universita, n e dato di potcr scorgere cziandio com'esso non dimenticasse veruna Opportunity per cattivare la bcnevolenza e l'amicizia de' piu illustri e ce- lebri scieuziati del suo tempo. Sono a leggere, oltre alle lettere piu so- pra indicate al Collavcro, quelle per esso indirizzate al canonico verccl- lese Guglielmo Yarone, cd all'abate di Casanova Guglielmo Lignana(i). I.i) quella recita a disleso le lodi deH'imperalore Massimigliano, c della nazipne tedesca ; nciraltra, dopo aver con somma evidenza descritta un'or- rida procella da cui venue infestata la citta di Vcrcelli, la notte del 21 di luglio deiranno i5o2, fatto un vero traltato de ostcntis ct prodigiis , (1) Cudicc membr. iu fogl. della rcgia l'ni\crsila. L. IV. 22. fogli 317. c 321. DEL CAV. COSTANZO GAZZEIU. 4 ' s'iimoltra a minutaincnte enumerare gli antiohi c modcrni prodigii re- gistrati nci libri di scrittori accredilali, non tralasciati gli altri chc li venncro iinparati dalla viva voce dc' coutemporanei. Come cercasse di contrarre corrispondenza collo storico milanese Tristano Calco si fa ma- nifesto dalle lcttere che ci sono conservatc , e che diamo neU'appen- dice (i). ft nolo il legame di tenera amicizia che lo stringeva col celcbre e festivo Bandello, il quale, nelle preziose lcttere poste innan/.i ad ognuna delle sue novellc, fa frcquente e grata memoria della famiglia Tizzone, del conle Lodovico e delle villeggiature seco godute in alcune ville di lui, e in quella ainenissima di Ponzano , posta sui colli monferrini , in non molta distanza del ricco e dclizioso monastcro de'eanonici Lateranesi, detto di santa Maria di Creta. Al conte Lodovico appunto e indirizzata la novella 25." del primo volume, e nella lcttera d'invio, dopo aver ram- mentati i fortunati giorni passati a godere I'amenita ed U fresco in Mon- fevrato del vostro castello di Ponzano , li dice : vol quando tal fiora sarete stracco dagli studi vostri gravissimi , e del continuo comporre che fate, potrete , leggendo questa novelletta , dar tin poco di riposo alii spiriti vostri , die dalV assidue contemplazioni di cose dottissime non pud cssere che non bramino alquanto di remissione ; e benche voi siate tra i dotti nobilissimo , e tra i nobilissimi dottissimo , non vi sde- gnercle percio questo mio piccolo dono accettare. Essendo a tulta Italia manifesto die con I'antichissima nobilta. del sangue insieme con le buone lettere havete il raro tesoro delV unianita. Amico e collega di religione del figliuolo del conte Lodovico , il padre Girolaino Tizzone valente ora- tore , buon poeta e dotto teologo , di esso parla pure il Bandello con amorc e con lode nelle lettere proemiali delle novelle. Cosi indirizzatosi al conte Lodovico dice: Partendoci , questi di passati , fra Girolamu vostro figlio ed io , per andar visitare il sepolcro di Varallo Dopo compito il viaggio, e ritornati allegramente a Desana , voi volesle che an/lassimo a goder Vamenita e il fresco in Monferrato. Nella lettera poi a Giovanni Tolentino rammenta una conversazione avuta ncl convento delle Grazie in Milano : Era , dice , in que' ragionainenti il venerabile religioso fra Girolamo Tizzone persona niolto dotta cfgliuoh del Conte (I) Append, n ■- i Seiue II. Tom. IV ^2 MEMOIUK STORICHE DEI T1ZZONI COM'l 111 DFSANA ECC. ' I.udovico Tizzotw di Desana mcccnate dei letter ati, ccc. Alio stcsso pa- dre Girolamo c poi indirizzata una novella, raccontata clal D. Fr. Eusla- chio Piatesio da Bologna , Hova per scrbaivi quanto gih , quando eravamo a diporto a le caslella del sigtior vostro padre, vi promisi , vi dono cssa novella fate voi cliio dellecose vostre vegga o latin a o volgarc alcana cosa. Altra sua no\clla hwia poscia a la mollo vir- tuosa e gentile Iieroina la signora Margarita Pelletta e Tizzona con- tessa di Deciana moglie del conle Giovanni Bartolommeo figliuolo del route Lodovico. Loda i Bellissinii madrigali die mandati mi hauete in lode delta maravigliosa ed incrcdibile bcllezza della heroina la signora Contessa Giulia Gonzaga e Colonna; c dice d'averli letli con sommo piacere si perche sono parte del vostro ingegtio sublime , . . . e si anco perche sono belli, candidi , dolci , cleganti e molto tersi, e pieni di una suave fa- condia nativa e pura senza vtruna affettazionc . Continua poscia: Hora sowenendomi del molti piacevoli e carl ragionamenti che questo aprile e maggio passati havemmo a le vostre castella di Deciana e net Mon- ferrato a Ponzano, et altri vostri luoghi, ove assai volte si disse delle beffe che le donne a gli uomini /anno , mi ricordai della novella che il nostro dotto M. Giacinto Arpino ci narro e parendomi assai bclla ... -we la mando e al vostro nome consacro. Di questa valente no- stra riinatrice non credo che rimanga veruna poetica composizione, come poche se ne rinvengono tultora di quelle uscite dalla pemia della cele- hre poetessa Camilla Scarampa Guidobono , da non pochi scrittori detta Milanese , ma che pure e di patria Astigiana , della nobile ed antica famiglia degli Scarampi , tuttora vigente , siccome la Margarita Pelleta Tizzone di Desana , per le quali ha potuto dire il Bandello ; O veramente felice questa nostra eta! che se I antica hebbe una Sajjfo, questa nostra si pud gloriare hauerne due , cid e la dotta, copiosa e leggiadra vostra zia la signora Camilla Scarampa e voi sua onorata nipote. Curiosa sopra ogni altra e la lettera dal conte Lodovico hwiata al dotto i;iiucconsulto vercellese e nipote suo Mercurino Ranzo, nella quale dopo averlo ringraziato pel fattole invio di alquante orazioni latine recitate in Ispagna alia presenza dell'impcratore Carlo V, e date somme lodi a quella del valente giurisperito Bernardo Wrmerzer, sia per la condotta e la tessi- tura, che per la lingua, e l'eleganza dello stile con cui e dettata, e che dice doversi poter paragonare a quelle di Cesare e di Sallustio; presa occasione da essa, fa talc una pittura dello stato degli studi de'suoi tempi in Italia, DEL CAV. COSTANZO GAZZEHA. fi che sola e hastantc a diinostrarc quanto fosse ardente amatore delle let- tere, c quanto lenero delle glorie della comune patria. Alia vista di tale orazione , dice egli , soprapreso da grandissimo cordoglio non iio potuto eoiitencrc le lagrime, non gia ch' io abborra gli uomini dotti , che gli amo anzi , li vcnero c gli adoro , ma piansi , perdio , sopra la misera , sbranata c prostrata Italia , il cui servaggio inisero ed infelice procu- rammo noi stessi colle nostre deplorabili scdizioui ; e dal giorno in cui Apollo sfratto 1' Italia, fuggirono le muse, e tra barbari ramingarono le arti belle. I premi dcstiuati gia per l'aumcnto e per la ricompensa delle buone leltere sono proslituiti agli omicidi, ai lenoni, ai parassiti, e ad ogni pessimo (i). Ma a lenimento di tanle giuste querele si compiace nelle lodi della grave, elegante e quasi estemporanea orazione del celebrc ministro di Carlo V , Mercurino Gatlinara suo concittadino ed afline , e seco si rallegra e colla patria di tanto personaggio , che coi talenti e colle eminenti dignita si grande onore reca all' Italia. La sua biblioteca era doviziosamente for- nita di ogni maniera di libri e di codici preziosi e rari, storici e di an- tichi e moderni scrittori ; di uno di questi parla Giacinto Arpino nella dedica ad Antonio Cusano della cdizione da esso procurata delle eroidi di Ovidio, Milano, i5i5, fob , nel riferire una variante lezione fomitagli, dic'egli , da un codice della numerosissima biblioteca Illustris Ludovici Titionis Decianae principis cum Alexandrina Ptolomeorum comparanda. Di un codice di Publio "Vittore , delle quattordici regioni della citta di Roma, inviato in dono al Collavero , gia abbiamo parlato piu sopra; di un altro volume pur manoscritto in lingua volgare, che conteneva le gesta di Filippo Maria ultimo duca di Milano della famiglia de' Visconti, nar- rate a modo di diario per un teslimonio oculare , e richiestone dall'im- peralorc Massimigliano stesso con lettera d'Inspruch, io agosto i5io, che daremo neH'appendice (2), parla nella risposta sua all'imperalore del 16 di dicembre 1 5 1 o , Volens petitionibus tuis satisfacere libellum Plscontinum nuncupatum , quod penes me est melioribus Uteris descrlbi feci in /tunc usque diem miltere dis- tuli. Est profecto libellus hie nulla eloquenlia , nulla arte , nullo ora- ( I) Append, n. 55. (S) Append, n. 95 bit. UBHORIE STORICHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. tioiiis nitore compositus , fuitque vernacula lingua compositus a militari ■viro non literato ephemeridis as diarii modum singula , ut gere- bantiir , aiinotiibat: non iniperatoris f non ducis, non legati , non cen- turionis tain hostium qtiatn suorum oi una bella pitlura delle esiinie qualita del duea Filippo , chc , a profitlo della storia , voglianvo qui registrata : Fuit Philippus inter omnes vicecomites geslarum rerum magnitudine secundus nemini : scd nuigiuiniinitatc , libcvalitate , dementia facile omnes superavit. Midta ingenlia ac dubia confecit bella , non odio , non ambitione, non imperandi cupulitalc , scd sola vivtute ut sotiis pol- licitd prestaret, promissamque fideni tenacitcr servaret. Multas laetas el sibi conducibiles bene gerendarum rerum occasiones praetermiltendo, pluri Jaciens integrum ac incorruptam fulem servare , quam opulentum regnum adipiscier. Quern ex antiquis ducibus, rcgibus, imperatoribus Philippo vi- cecomiti liberalitate ac dementia comparabimus ? qua in captivos reges , principes , duces , marchiones , comites sua in potestate redactos usus est , quos splendidissime ac egregie donates pristine restituit libertati et ma- gnifice comitatos ad propria remisit? ecc. Dopo del che continua compi- lando una breve storia della famiglia dei Viscouti, derivandola, col Me- rula, dai Longobardi. Termina poi la sua lettera cosl: Servus humillimus Ludovicus Tizzonus, cesareae maiestatis tuae gratia, Decianae comes cum fiiis lilteris ac annotationibus islis niisi cesareae maiestati volumen , in quo vulgari lingua Philippi vicecomitis tercii Mediolani ducis gesta continebantur maiestati suae gratum. Coltivo Feloquenza, e degno seguace de' classici di Roma antica, il suo stile e chiaro, e non manca ne di purita, ne di eleganza. Di tali esimie doti rimangono irrefragabili docu- ment , oltre alle molte leltere a principi , miuistri e letterati , alcuni trattati di classica crudizione e non poclie oi'azioni cpitalamiche , conso- latorie e funehri. Tali sono due lunglxe lettere consolatorie indiritte ai lVatelli conte Tommaso Valperga di Masino, e Giovanni Francesco Val- jierga de'eonti di Masiuo, abate conunendatario perpetuo dcll'abazia di Abboudanza, in morte della loro madre, e la orazione fun'ebre cdita in funcrali pompa magnificae ac pudicissimae matronae comitissae Maxini , e quella epitalamica, per le nozze di una damigella Crescenlinate , Su- sanna Fasolia, scritta, dic'egli, per esei'cizio d'ingegno e per fuggire l'ozio, nel suo soggiorno forzato di Ci'escentino , il iG aprile i52o. Degne pur d'essere lodate per l'erudizione , e l'eleganza sono la lettera al duca di DTI. CAV. COSTANZO CAZZF.nA. 43 Milano Massiinigliano Sforza, eolla quale rallegratosi per il prossimo suo desiderate ritorno uel ducato, cerca di confutarc con ragioni fdosofichc e religiose l'opinione di coloro che s'immaginavano omnui apud mortales casu et fortuna evenire: l'allra indirizzala alio stesso abate Gioanni Fran- cesco di Masino, ove ragiona c disserta a lungo intorno alle Lamie, ar- gomcnlo che occupo poscia l'ingcgtio e la dollrina di varii illustri Ita- liani del sccolo win , i qual'i con dotte ed eleganli scritturc fatte pub- bliche colle stainpe, csaminarono e discussero sotto varii aspelti lo stesso tenia. Molte altre parti del distinto ingegno del conte Lodovico riman- gono nel codicc inembrauaceo dclla universita fatto scrivere sotto i suoi occhi . In epiesto immenso e voluminoso codice unilamente alle sue , sono composizioni, lettere e trattati di altri autori antichi e moderni, e si trovano pure rcgistrate religiosamente le lettere, e le risposte delli imperatori Massiinigliano c Carlo V, e di altri principi e magnati ad esso indirizzale, delle quali esistono tuttora gli autografi, da noi avuti la piu. parte sotto gli occhi. Ma si passi orainai a parlare della zecca e delle monete per csso fatte coniare in Desana. ZECCA E MONETE Non venne appena insignito del titolo comitale, e dichiaralo nel tempo medesimo vicario perpcluo del sacro romano tmperio, che il conte Lodo- vico, c senza che li fosse, cred'io, data facolta, o conceduto speciale privilegio, penso di aprir zecca in Desana e di farvi coniare ogni ma- niera di monete d'oro , argento , rame , ecc. Ho dctto senza che li fosse conceduto speciale privilegio , imperciocche non si deve dire incluso nella concessione imperiale deU'anno i5io, che di qneslo diritto regale, il piu importanle senza lncno di tutti gli altri, non e fatta parola in quell'atto , anzi dalle ineWfcri ordinate ]>ostciiormente dalla camera imperiale, ad istanza dell'imperatore Rodolfo II, e per le risposte date dagli avvocati del conte Delfino appare che dai conti di Desana non era conosc'mta ve- runa speciale concessione percio , e solo allegavasi in loro difesa l'uso ]>revalso ed inveterato dal conte Lodovico, a quell' anno i5f)5. Meno e a dire, come da aleuni si pensa, che tale diritto gli fosse venuto da con- cessione papale , che questa non e invocata nelle risposte del conte Del- fino : meno poi si e in diritto di dcdurla dacche in alcune monete fatte battere dai Tizzoni si scorgono le chiavi; imperciocche o qucste sono tra 46 MKM0RIE STOIUCHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. le mani di S. Pietro, santo patrono della chiesa collcgiata di Desana, e nulla provano, tanto piu che si scorgono quelle pure in moncta falta coniare dal Momoreo, o si trovano posle a' piedi dello stesso santo, come in nioncta del conte Lodovieo nella quale san Pietro con una niano tiene il vessillo, e henedice coll'allra: in ogni easo le chiavi rapprcscutano semprc il palrono del feudo. Non cosi delle monete dei principi di Messcrano baltute a Crevaeuore , non delle altre di Montanaro fatte batterc dagli abali di san Benigno, o in quelle piu rare di Montana, o di Cistema. In queste le chiavi iiulieano alia concessione pontificia dalla quale, coin'e noto, traevano il diritlo di poterle coniare. Del rimanente non vedo conic in un feudo tutto ed unicamentc imperiale, c posscduto oltre a ci6 da una famiglia inal- lerabilinente gliibeUiiia, si possa credere domandato ed ottenuto un tal privilegio papale, che in fine non si e mai veduto. Dobbiamo credere percio die o il conte Lodovieo pensava buonamente che il diritto di zecca fosse implicitamente incluso nella concessione prima del i5io, o che per non essere da meno degli altri signorotti suoi contemporanei e vicini, che usavano ed abusavano di tal diritto, i signori di Messerano, del Caretto, di Saluzzo, di Frinco, di Cocconato, volesse pure, e ad ugual diritto, aprir zecca e batterc moneta. Non consta deU'anno nel quale avesse principio l'esercizio della zecca iu Desana, il quale non deve essere di molto protratto oltre all'anno i5io, e cio per due ragioni. i.a II numero delle monete uscite dalla zecca col noine del conte Lodovieo. Io ne conosco di sette tipi diversi e forse non tutte sono a me note quelle che d'oro e di argento vi furono coniate. Piu numerosi saranno di certo stati li battuti di monetuccie di rame, che per tali monete principalmente erano istituite codeste zecche baro- nali , le quali piccole monete , ed avevano maggior spaccio e servivano precipuamente per fame cambio con altre di oro, o di argento. Monete di rame col uome del conte Lodovieo ncssuna e giunta a mia nolizia. 2.' II poco tempo che fu dalo ad esso di poter far uso della zecca; che nell'anno 1 5 1 5 gli venne occupato il feudo da stranieri usurpatori , e cesso quindi per esso conte, si puo dire, ogni esercizio di zecca, della quale abusarono poscia quegli usurpatori facendo battere monete a proprio conto, colla propria efligie, e col proprio uome, come vedremo. II primp documento a noi noto concernente alia zecca di Desana e dell'anao i523, nel qual anno il conte Gio. Bartolomeo rienlrato in De- sana vi feee qualche breve soggiorno , donde venne poscia scaccialo DEL CAV. (OSTANZO CAZZEfti, 4? novellatncnle. In queslo i fratelli Maffeo c Francesco da Clivatc milanesi , gia auticamente costituiti zccchicri dal conte Lodovico, cioe di certo avanti al settcmbrc del i5i5, dichiarano di non aver potuto continuare nell'eser- cizio dell'artc loro , per i molti ostacoli ed avversarii che avevano in essa incontrati;ora coH'intervenlo di Gio. Bartolommeo figliuolo del vivente conte Lodovico si obbligano di ripigliarc l'esercizio di coniare monete e pro- mettono al detto conte , dare tradere et solvere pro quolilet marcho ar- genti quod cudctur in ipsa cecha solidos qiiattuor Mediolani monete hie currcnli, et solidos octo pro quolibet marcho auri quod cudctur etc. Da quanto e detto si puo credere che molto per tempo incominciasse il conte Lodovico a far battere danari in Desana, se gia nell'anno i5a3 si dovette ripristinarne l'esercizio per varie contrarieta cessato , e se i zec- chieri Maffeo e Francesco fratelli milanesi da Clivale si dichiarano abi- tatori di Desana, il che indica lungo e permanente soggiorno , sin d allora stabilitovi, che pel solo impiego erano stati chiamati dal conte Lodovico, il epiale, dopo il settembre dell'anno i5i5, piii nulla, o poco assai ebbe che fare in Desana. Si scorge inoltre da questo documento, che di tutte le monete che ci sono note del conte Lodovico, soli autori, o mastri zecchieri, furono i fratelli da Clivate. E da osservare eziandio, che qua- lunque ne fosse la cagione, in nessnna delle monete uscite dalla zecca del conte Lodovico ha esso fatto scolpire il suo busto o la propria effigie. Quelle che sono a me note non arrivano che a sctte esemplari, una di oro e sei di argento. 48 MEMOHIE STOIUCHE DEr TI7.ZONI CONTI DI DESANA ECC. MONETE DEL CONTE LODOVICO II. TAVOLA l.a I. LVDOVICVS • TITIO • CO • DE • IMP • VICA • Ludovicus Titio- nus comes Decianae imperialis vicarius. Aquila bicipile con ali spiegate, e scudo in petto con due tizzi in croce. XPS • VINCIT • XPS • REGNAT • XPS • IMPErJ • Christus vincit. Christus regnat. Christus imperat. Croce gigliata. II. LVD • TICIO ■ DECI • CO • VIC • IMP • Ludovicus Ticionus Decianae comes vicarius imperialis. Scudo coronato con cinque tizzi di traverso, sopra testina con mitra circondata dal nimbo. SANCTVS • PETRVS • sanctus Petrus. Vescovo seduto con piviale, stolla e mitra in capo ornato dal nimbo. Nella sinistra il pastorale, la destra in atto di benedire, chiavi in croce accanto. III. LVD • TICIO • DECI • CO • VIC • IMP • Ludovicus Ticionus Decianae comes vicarius imperialis. Scudo inquartato al primo e quarto scacchiere. Secondo aquila bicipite. Terzo due tizzi in croce. CRVX • VERA • CRVX • SANCTA • Croce, sopra testina con mitra circondata dal nimbo. IV. LVD • TICIO • DECI • CO • VIC • IMP • Ludovicus Ticionus Decianae comes vicarius imperialis. Aquila coronata con ale spiegate. SANCTVS • ALEXANDER • Milite in piedi con clamide, testa scoperta adorna del nimbo, nella destra, vessillo con lunga asta , nella sinistra, spada nuda con la punta al piano. DEF, CAV. COSTANZO C.AZZEHA. /jq V. LVD • TICIO • DECI • CO ■ VI • OI • Ludovicus Ticionus De- cianae comes vicarius imperialis. Stenuna coronato , con quattro tizzi, di aquila corona ta. SANGTVS • ALEXANDER • Santo a cavallo , con vessillo nella destra , testa Jiuda , adarna di nimbo. VI. LVD • TICIO • DECI • CO • VI • IM • Liulovicus Ticionus I)<- cianae comes vicarius imperialis. Stenuna coronato di aquila coronata. SANCTVS • ALEXANDER ■ Santo a cavallo con vessillo, testa inula, adorna del nimbo. VII. LVD • TICIO • DEC • CO • VIC • IMP • Aquila coronata colle ali stese. SANCT • TEOjNESTVS • MAR • Militc in piedi con clamide, capo col nimbo, nella destra ves- sillo, nella sinistra spada nuda con la punta al piano. CONTE G 10 ANN! BARTOLOMEO Gia. abbiamo ilctto che, per 1'atto d'investitura delfanno i5io, era stata fatta facolta al conte Lodovico Tizzone , di poter scegliere per suo suc- cessore nel feudo qucllo, tra suoi figliuoli, che meglio avrebbc stiraato idoneo a poter amministrare la contea. Indicammo eziandio che , per atto del 5 di agoslo i525, venne da esso eletto successore nel contado il figliuolo suo quarto genito Giovanni Bartolomeo. Per quali ragioni poi fosse mosso il conte Lodovico, che vedemmo essere stalo personaggio dotato di esimie qualita , rettitudine e giustizia, e talmente fornito di scienza c doltrina nella filosofia e nelle belle lettere, da poter equiparare, in ri- mogenito era prele, e fu rettore della collegiata di Desana. Di Caniillo Serie II. Tom. IV. 7 5o MEMOIUE ST0IUCHF. DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. secondogenito, che da uu;i carta del 1/198 si vede dcslinalo sposo ad una damigella di casa Volterio di Casale, non si e piu ihteso parlare, e forse erasi ivso del'unlo. rtiiiiaucvauo dunque al conic Lodovico tee soli figliuoli, tra qaali poler scegliere il successore; Giovanni Bernardino dichiarato protonotario apostolico, in an atto del 1 5 1 2 , ma che forse non era prete; Caio Cesare che vedemmo compagno di Gio. Dartolomeo in tutte le im- prese gaerresche a pro deil'imperatore Masshnigliano, e Gio. Bartolomeo che venue prcscello. Le ragioni dclla preferenza su gli allri due fratelli sono arrecalc dal contc Lodovico, il quale dice cosi: personaliter constitutus . . . dominus Ludovicus Decianae comes volens . . . uli bentjiciis . . . sibi dads et concessis ex supra scrip/is ihvestituris eligendi uiiunt e.x Jiliis suis ido- niorcm in dicto comitatu Decianae: con/isus de virlute legalitate sujji- cientia moribus scienda et probilatc domini Ioannis Bartholomei eius filii legidmi . . . consideratoqice ac diUgenler cxaminalo quod ex dominis lohannc Bernardino, Iohanne Bartliolomeo et Cesare eius JiUis legidmis conspiciat et intueatur dominion lohannem Bartholomcum fuisse , et esse idoniorem , et quia ipse per plures annos in aula et serviciis Caesarum versatus serenissimo imperatori nolus et carus sit et multis adis de causis . . . eaiimum eius ad id . . . movenlibus , etc. Le altre ragioni ivi indicate dal padre, oltre le arrecate , saranno state, la ncssuna pratica degli alFari di governo di Gio. Francesco slalo ognora , crcd'io, presso la corte romana, e la deholezza di spirilo di Caio Cesare, della quale diede poi prove uianifcsle allorchc, per la morte del fralello, prese le reditu del contado. Del rimanente sono di parere, che giudiziosissima fu la scclta del padre, e che in Gio. Bartolomeo erano tutte le qualila richieste in chi deve governare, coguizione degli alFari e praiica di governare. E quesle aveva avuto campo ili acquislarle il Tizzone. Giovinello ancora, ncllanno i5oo, venne eletto dal padre suo nnnzio e procuratore presso 1' irnperatore Massiniigliano, onde preslare omaggio di fedelta; e r'unasto in corle presso Cesare, colle sue belle ed insinuauli maniere enlrato uelle buone grazie di lui , riusci di procurare al padre suo quell'ampia cd inticra investi- tura dcllamio i5io, unilovi il titolo comitale, ed il vicariato imperiale perpetuo. N enne dapprima adoperato il conle Bartolomeo nella milizia , posto al comando di una frotta di cavalli, ed inviato poscia col fratcllo Caio DEI. CAV. COSTANZO C.A7.7.EIU. 01 Genre B far genie ill Italia per l'esercito impcrialc. Rimangono tultora, e sono da noi pubblicate neli'appendice (i), 1c lettcre serine dail'impe- ratore al tluca tli Savoia Carlo III, eil al marchese ili Monferrato, onde raccomandare i Tizzoni, e pcrchi: noil fosscro impcdili da peter trarre uomiiii dai loro slati per essere condolti dai incilesimi al servizio dell'iin- pero, non clie l'altra al conie Lodovico padre, con cui li partecipa l'in- cumbenza affidata ai suoi figliuoli. Nelk lettera di risposta , il padre notifies alTimperatore il ritorao dei figliuoli snoi, acrompagnati da una scelta mano di genti d'armi ilaliaue del nostro paese, dei quali tulti ha conservaii i nomi e la patria. Passu quindi al servizio deU'imperatrice Biauea Maria, figliuola di Galeazzo Maria Sforza duca di Milano, col- I'ufli/.io di suo scgretario particolare, e dalla risposta per essa falla alia lettera, colla quale il eonte Lodovico la pregava di pcrmcltere il rilorno del figlio, al quale aveva destinato di dar moglie, si scorge la stima che presso riinperalrice si era conciliata il conte Bartolomeo. Si forte, dice, contingeret eas nuplias non fieri, te magnopere horlamur, tie redi- tum illius ad nos diu morcris , cum hactcnus satis nobis incomodum fuerit illius obsequii caruisse (i). Passato poscia, e dope la niorte dcl- rimperatrice accaduta il 3i decembrc i5io, ad essere segretario dell' im- peratore, ed innalzato quindi al grado di suo consigliere, non evvi sorla di onorevole tesliinonianza, clic non ne ricevesse alTopportuuila. Fenit non multis nb hinc diebui ad nos, scrive Massimigliano al padre, iGdi otlobre i5i5, nobilis Jidelis nobis dilectus fiartholomcus Tilionus filius tuus , consiliarius noster: quern quum in variorum rerum ac virlutum cxperientia exercitatum , ac in negotiis nostris pcragendis fulelem ac fervenlissimum servilorcm nostrum aim diuhun ennspcxerimus in diesque exemplis ipsis apertius conspiciamus. Ainato molto dalllmperatore e dalla famiglia tutla imperiale , seppe pure coneiliarsi l'amici/.ia del Gadio, del Collavero, del Benissio canccllieri delliinperalore, cd csiinii cultori delle lettcre, ond' e clie sino alia morte deH'iniperalor Massimigliano, accaduta il di 12 gennaio deU'anno 1J19, contiuud il suo soggiomo alia corle, se non in quanlo le onorificlic commissioni, delle quali venne incombenzalo, esigevano che ne slesse lontano. Una delle prime e certo (1) Append, n. 12 c 13. (S) Append, n. 2G. bit. ta 5a MI'.MOIUE STORICHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. important! cariche, alio quali fosse promosso il Tizzone, e quclla che li venue commessa daH'imperatore e dal duca di Milano Massimigliano Sfbrza. Sgombrata dai Francesi, con altra gran parte dellTialia, anche la citta d'Asti, venae uuesta affidata al nosiro route, della quale fu no- minato governatore per Massimigliano. Di on palazzo comperato in Asti dallo Sforza, perche potessc servire di abita/.ionc al eonte Gio. Bartolo- meo, si lia inenzione in una carta del principio del r 5 1 4 tuttora esistcnte; cd in quclla citta doveva recarsi con tanto maggior piaccre il Tizzonc , die si trovava tra i suoi pin Stretti parent! c congiunti. Sc una mia con- geltura ha qualelie fondamento, la matrigna sua Beatrice ( Beatricillae nxoris meae , dice il conte Lodovico, in lcttcra del 18 decembre i5oG, aH'iinperatricc Bianca Maria), quando sposo il conte Lodovico, era gia vedova di mi Pelletla, nobile famiglia astigiana, poiche la liglia di primo lctto di qnesta Beatrice e che, s'io non m'inganno, sposb poi il conte Bartolomeo , era di casa Pelletta pure, nominandola il Bandello nclla piii sopra riferila lcttcra a Margarita Pellclta Tizzona , contessa di Desana. II conte Lodovico poi, nella lcttera di risposta alia partecipazione fattali da Carlo V del suo innalzamento .alia dignita imperiale, ig luglio i5ig, scrivendoli come quello fosse gia il quarto anno da che era stato espulso dal suo contado dai Francesi, e con somma durezza e rabbia spogliato d'ogni suo avere non solo, ma tolte altresi e sequestrate le doti della inoglie e nuora, poste nell' Astigiana , uxorem nurumque meam dotibus snis in Hastensi comitatu sitis . . . crudeliter non minus quam avare spogliarunt, evidentemente lo manifesta (i). .Non solaincnle, cred'io, clie d'Asti fosse nativa la contessa Beatrice, inoglie del conte Lodovico e di un Pelletta in prime nozze, ma m'induco a credere ch'ella fosse nativa di casa Scarampi, e sorella della Camilla (iuidobono; imperciocche il Bandello scrivendo alia poetessa Camilla .Scarampa la dice cugina del conte Gio. Bartolomeo, e Del parlare alia Margarita Pelletta Tizzona, dice la Camilla vostra zia, la dotta, copiosa e leusiadra vostra zia la sisnora contessa Scarampa. Di nuesta carica • ,->•, gnora contessa Scarampa. JJi ques del conte Bartolomeo parla il Bandello nclla lettera proemiale alia no- vella \iii del i.° volume indirizzata alia signora Camilla Scarampa Gui- doboDo: To era questo carnovale passato nella vostra patria a V Asti ,ove (I) Append, ii W. DEI- CAV. COSTANZO CAZZFIU. 53 stotti alcuni di in casa del signor conte GlQvan Bartolomeo Tizzone vostro cugino (e dovova dire nipole), e per Masslmigiiano Ccsavc di quella citta governatore. Ma i susseguenti avvenimenti, ed il rilorno dei Francesi rimasti pa- ilroni del Milanese, dopo la battaglia ili Marignano, obbligarono il conte Bartolomeo non a lusciar solo il governo d'Asti, ma a fuggire eziandio rapidainentc e ricoverarc presso lhnperatore, se non voleva cadere nelle mani dei nemici che lo cercavano a morte. Giunto ad Inspruck dove risiedeva l'imperatore, fn rieevuto con somma amorcvolezza, e subito impiegato in alfari imporlanli dello stato, siccome esigeva il tempo non troppo propizio per Cesare. Venne in prima da mon- signor di Trento c dal consiglio aulico inviato insieme con messer Achille Borromco, esso pure consigliere iinperiale, verso il marchesc di Mantova Lodovico Gonzaga cd ai suoi fratelli Gio. Francesco ed Alouisio, ondc indurli a sgombrare certe terre del vescovo di Mantova die tencvano occupate col pretesto che ad essi fossero dovule per diritto ereditario. Di questo onorifico incarico, e condotto a felice termine, rimangono le istruzioni. Disimpegnata onorevolmcnte l'incombenza di Mantova, e premendo all'imperatore che i Francesi non potessero rimanere solidamenle in Italia, erasi recato a Trento , meditando oocasione propizia per discenderc in Loinbardia. Ma cxliaustus diuturnis belli s , come dice esso slesso in un suo spaccio al Tizzone , cerco di trarre il re d'Inghilterra Enrico VIII ne'suoi interessi, distaccandolo dai Francesi, coll'indurlo ad entrarc in lega con esso, col re cattolico e colli Svizzeri. Per condurre un affare si dif- ficile e s\ delicato destino il conte Tizzone il quale, munito delle opportune istruzioni , s'incammino verso Londra al principio dell'anno i5i6. Abbiarao sott'occhio i ilispacci originali da Massimigliano indirizzati al suo ato- basrialorc , dai quali e facil cosa il seguirc tulti gli andamenti della negozia- zione. In uno del 7 di mareo dice di approvare le deliberation) pfete dal re, dopo aver intesa la morte del re di Spagua Ferdinando, le quali cd crano conformi a lie sue slesse, e spcrava che non sarebbero stale mono approvale dal re cattolico. Si parla cpii senza ilubbio della volonta manifestata dal re Enrico, ond'essere scelto esso stcsso per impcratore, idea questa che l'imperator Massimigliano cereava di acearczzare, per ollenerlo favorevolc ad enlrar seco in lega, all'esito della quale poneva ogni suo Studio, dicendo : ct cum imii siinins in Italia (era a TVento ) et facimus 54 MF.MOIUE STOIUCKE DEI TI7.Z0KI CONTI DI DESANA ECC. quantum possumuS ad oppressions* hoslitim , sed exhausti diuturnis bettis sine auxilio Ulius serenissimi f rain's nnstri ( Enrico VIII) eerie subsistere din non possumus el cogeremur omnia deserere : el longe lurpius esset quam si bumquam inccpisscmus. Ideo adnitaris omni studio apild eundrm sercnissimum regent ut nos omnino adiuvet ad oppressionem communis hostis noitri et ipse apcrte se contra eum declaret ut tandem ad ralionabilia COTnpellatur. Importantissimo e j>oi lo spaccio del 12 di luglio, dal quale appare inliero il pensiere dell' imperatpre concernente alia pratica della quale era in- combenzalo il confe Tizzone, e che era quello inline di conchiuderc alleanza col re; ad foe d us incundum, ilalicam novum e.rpedilionem capiendam , pro expulsions Gallorum ab Italia, Elvelios intcrtinendum , ac ad sli- pendia nostra conducendum , nobisque et sub\>eniendum et auxilia pe- cuniaria prestandum pro intertinenda armata nostra veronensi, quae sane non parva nobis videtur. Si lagna in esso che li siano traltennti i cinquanta mille liorini che li erano dovuti; e cen tanto maggior ragione,. che sulla fiducia dei medesimi aveva assoldati 4 "dla Svizzeri, i quali per difetto del denaro Sara coslretto di licenziare, con pericolo che passino ad unirsi ai Francesi: la qual cosa ad ogni modo fara certo svanire la intiera campagtia , allora appunlo che dal re Carlo ci sono promessi octingentas lanceas et equites leues de ordinantia ex regno Neapolitans, et quindecim millia ducatorum singulo mense pro inlervenlione quinque millium peditum. E dunque tanto piu urgente di non privarne delli cin- cpianta raila fiorini, e di appreslare anzi tutti gli allri soccorsi ad su- stinendam tantam belli molem , percbe senza di essi imminet nobis peri- culum de amitenda Verona, quae amissa pcrclusa erit nobis porta Ila- liae, et sic nova expeditio ac comunes bojie cogiialiones omncs nostrae corruent. Che al postulto esso e bene risuluto di aprir la nuova campa- gna soslenulo dal re cattolico, dal papa e dalli Svizzeri, i qnali spcra vorranno aiutarlo, tanto piu. se la raaesta sua non desislat perjicere quae incepit cum Elvetiis tarn pro eis intertenendis ne deficiant ad Gallos . . . et pro illis conducendis ad stipendia pro nova expedilione. Ma che se pure li Svizzeri intendesscro di abbanilonar il nostro servizio per passan- a quello dei Francesi , lo incarica di dire a S. M. proptcrea videtur nobis expeditio nostra italica rclinquenda ; sed quod loco Elveticorum tot millia Lanschcnecht conducanlur , et cum illis fiat expeditio. Agli Sviz- zeri poi , perche passali alii stipendi dei Francesi, sara mestieri di diehia- DEr. cav. costanzo GAZzraLu o5 rare la guerra colTentrare nella loro patria, onde obbligati a difenderla, noil siano in «rado ili recar niolto aiuto al re tli Francia. Molle altre cose important i sono in questo e nelli altri dispaeci, clie noi dareino nel- I'appendice intieri (i). A coiniiiciare da queste leltere imperiali, il conte Tizzone si scorgc fregiato di un nuovo tilolo, dovuto senza meno alia bciieiiccnle genero- sita dell' imperatore, ed e quello di conte di Clicrasco, CUirasci comes. L'indiri/.zo dello spaccio clie originalc abbiamo solloccliio e questo. Nobili Jideli nobis dilecto lo. Bartholomeo Ticiono comiti Chirasci, consiliario et oratori nostro apud sereniss. regent stngliae. In un altro csemplarc del inedesiino spaccio in vece di Clarusci sla scritto, forse tedescamente , Glarasche. Non iuutili riuscirono gli sforzi e la deslrezza dell'ambasciatore, chc li vennc fatto di poter conchiudere la desiderata alleanza, e ricevcre gli aiuti, de' quali abbisognava per la nuova cainpagna, soprattulto danari, de'quali l'imperator Massimigliano era ognora destiluilo; ond'e clie il conte Bartolomeo pole ritornare presso il suo padrone. ]\Te gia si rimase esso ozioso od inutile, clie di non pochi altri aiFari venne incoinbenzalo nei due anni che ancor i-iinascro di vita all'imperator ^lassiraigliano. Ai 26 di ottobre del i5i8 lo troviamo in Augusta, al quale scrisse 1' impera- tore inviando le leltere da esso desiderate, e clie alio slesso Tizzone aveva scrilte il Cardinal di Sion. Non ci e noto in qual tempo li fosse conferilo limporlanle posto di governalore di Trieste, se negli ultimi anni della \ila di ^Massimigliano ed in ricompensa di tanli servigi ad esso prcstali ed allimpero , o se nei primi giorni del governo di Carlo V : il Muzio dice clie f'u dopo la uiorle di Massimigliano. Gia lo era ai 23 di dicenibre i52o, nei qual giorno, qual procuratore del padre suo Lodovico, oLleiine dall'iinperatore Carlo ^ la iiiM-sUUira del feudo di Desana, nella carta della quale e de- nominato loannes Barlholomeus Ticionus ex comilibus Decianae comes Clarasci oonsiUarius noster et capitaneus civitaiis nostrae Tergestinae etc. Quanli anni durasse nei governo di Trieste non ci consta di certo, solo sappiamo, clie andatovi non piu tardi dellanno i5ig, vi era tut- tora ai 2j di aprile del 1022, ncl qual anno dall' imperatore Carlo \ , (I) Append, n. 28, 29, 30, 31. 56 MEMOIUE STOIUCHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. clie si trovava a Bruxelles, vcnnc raeconiandala alia sua giustizia la causa
  • 2(S, conn; da carta di Madrid con tale data. Sucecssivamente poi, ed oude poter por raano eflicacemente a ristaurarlo, penso di doverlo liberate per I'avvenire da ulteriori disastri, ai quail piu parlicolarmente davano luogo gli alloggi dcllc soldalcsche , per cui chicse cd ottenne da Carlo \ im'am- pia salvaguardia , del 29 marzo i533, per se, pel feudo ccc. omnibus aliis et singulis eiusdem locis, terris , bonis, iuribus , possessionibus , domibus , subditis , massariis , colonis et inquilinis ... et ut leneantur et esse debeant sub umbra, pvotectione et tuilione nostra . . . sah'i , pru- tecti el securi et pvaesertim ab onere hospitandorum militum et sti- pendiariorum exempti. Poco sopravvissc il conte Gio. Barlolomeo a questa salvaguardia, die gia ai 10 di ottobre di qucst'anno rnedesimo, vediamo il fratel suo Caio Cesare aver ottenuta I'investitura, a suo beneficio, del feudo rnedesimo, per essere defunto il fratel suo, senza lasciare prole legittima del suo matrimonio colla Margarita Pelletta. ZECCA E MONETE L'assenza quasi continua del conte Gio. Bartolomeo da Desana, sia per cariche coperte alia corte impcriale, clie per imporlanti missioni diplo- matiche disimpegnate con sommo onor suo ed egual vanlaggio dell'augusto padrone e dell'impero, ma mollo piu poi per cagione della usurpazione del rnedesimo luogo fatta da alquanti stranieri, che per quasi i5 anni lo tennero occupato, non lascia luogo a poter sperare nuincrosa serie di monete fatte coniare da esso nella zecca sua di Desana. Imperciocche Serie II. Tom. IV. 8 58 MF.MOIUE STOIUCHE DEI TIZZONI. CONTI DI DKSANA ECC. se in aleuni brevi intervalli di tempo prima dell'anno i5a5, ncl quale succcsse al padre, si occupo della zecea, eome allorche neiranno i523 regolo l'esereizio ilella medesima eoi fratelli da Clivate; le inonete che vi si hatterono pel scguito, e sino ai 10 di agosto dell' anno i5a5, furono tutte eoniate a nomc del eonte Loilovieo suo padre. Le altre clie ci rimangono col nome di Gio. Barlolomeo , debbono eredcrsi useite da quella zeeca , dall'agosto i5a5, al settcinbrc del 1 533 , nel quale cesso di vivere. Sommamentc attiva dev'essere stata la zecea in qucsti soli otlo anni, se in tale non bingo spazio di tempo noi conoseiamo esseme eo- niate abneno nove batliture different! ; e non eerto tutte le spczic cbe vi si batterono sono a noi note, come occorrera di vedere fra breve. Non sappiamo neppure per qnanto tempo aneora i fratelli da Clivate conti- nuasscro a dirigere la zecea di Dcsana , ne chi fosse ad essi sostituito. Con patent! del 24 di ottobre del i532 il conic Bartolomco nomina per podesta del lnogo di Desana il nobile signor Andrea Ferrero di Car- magnola, e successivamente lo eleggc per maestro della sua zecea per anni 3, eoncedendoli facolta di battere monete d'oro e di argento. I ca- pitoli a tale scopo concordati in 12 articoli prescrivono : i.° II eonte concede la sua zecea per anni 3 onde siano battute inonete di quabmqne sorta a nome suo seeondo le ordinanzc, alia bonta delle leghe e pesi nel modo e forma sara da esso ordinato: per detti tre anni il Ferrero non potra essere rimosso salvo per commessa fraudc. Col 2.0 li assegna l'al- loggio nel lnogo stesso della zecea, e lo affranca da ogni molestia, con che tenga esclusi dal suo servizio ladri, omicida, ribelli, traditori, vio- latori di feminine e falsificatori. 3.° Che gli operai della zecea non pos- sano essere convenuti in giudizio da alcun ofliciale suo, se non se in pre- senza di esso eonte, e le robe loro siano libere da ogni pedaggio, ga- belle, ecc. 4-° Promette il Ferrero di eleggere un buon assaggiatore con due altri uffiziali, i cpiali siano prcscnti in zecea, e possano liberamenle esercire il loro uffizio, o recarvisi ad ogni sempbee richiesta del eonte. r>." e n.° Possa il maestro far battere ogni sorta di moncta d'oro e d'ar- gento come sopra, col carico di doverle riformare ognora che il valore del ducato fosse accresciuto o diminuito. 8.° Nessuna moncta possa essere istratta dalla zeeca o spesa, se prima non sara stata assaggiata, sotlo pena della pcrdila della moneta, con sopra piii di ducati cento, ecc. 9." e 10." II signor Andrea consente di pagare al signor conle grossi einqne e mezzo di Savoia per ogni marco di Parigi di qualunquc sorta DEL CAV. COSTANZO CAZZERA. 5q ili monete d'argento, e uno scudo nuovo per ogni marco d'oro; ed alia signora contcssa un cornabo e quarti due di Savoia per niarco per ogni sorta di monetc d'argento, e clue cornabo per monete d'oro da pagarsi ogni settimana. n." e i a.° Che tulli gli impiegati nella zecca li giurino fedelti, e che il Ferrero faccia lavorare assiduainente la zecca, tenendo iu essa persone idonce col regolarne I'esercizio con ispczione oculare fre- 4 MBMOIUE STORICHB DEI TIZZONl CQNTI 1)1 1)1 SANA EC.C. l'esilio e resliiuiti in palria, e nel paeifieo posscsso de'loro avcri, tanto gli espulsi, che i fuggitivi ilaliani. Al solo conle Lodovico non era slato concesso sinora ili poler rieiilraie nel ppoprio feuilo , ne di riaverc le usur- |>ale sostanze. Se ne rirhiamava quindi acremenle il Tizzone aU'imperalore, e (piesli con lettere, delle quali gia abbiamo parlalo, indirizzale al pi*o- prio ambaseiaiore a Parigi il signor don pr&yot 5 pendice (i), nc svela tutta liniquita; miesta lettera c inoltre s) piena di lion mentiti sensi, di amorevolezza , di coiiiiniscraziouc, di pieta, di ras- scgnazione, da bastare essa sola a far fcde della bonla del cuore e delle esimic qualita tutte die adornavano I'animo di qucllYgregio , non sempre forlunalo imperatore. Unico sussidio del contc Lodovico e della desolata Famiglia , dacclie venne spoglialo, insiemu col feudo, d'ogni suo avere, crano rimasti i pochi fondi siluali nel tcnerc del Monfcirato. Ma a quest! pure avevano rivolle le avide mire i nemici ed emuli suoi, ne eessarono dal circuirc con ogni inanicra darlifieio.se arti e care/ze il marcliese, clie non fossero riusciti a far porre nelle loro rapaci inani quelle poclie so- slanze: bonapauca, dice la lettera, quae tibi in marchioiialii Muntisfer- rati relicta erant, iussu tiiarcluoiris illius, tibi ahlata ct in potestatem corum , qui caetcra tua occuparunt, veducta fuisse. Id miruni in modum moleste tulimus . . . et ■vehementi animi nostri dolorc ojjecti sumus , cum pruescrlim ca nullis tuis demerilis, scd aemulorum potius insolentia et temporum malignitate perpeti singula perspiciamus. La risposta ed i rin- graziamenti del conle, in data del 8 febbraio da Crescentino, non sono ehiare abbaslan/.a , ne bene consta per essa, se i beni fossero restituiti. Certo non mancarono i forti uflizii; clie due successivi messi invia\a l'iin- peratore, suoi intiini e segrelarii, al marcliese di Monferralo , Pielro Giu- liano ed il prcposito Brixinense. Tu vero , dice il Tizzone , in restilutione bonoruni quae inilii in dilione Monlisfcrrati iniquc occupabanlur ni- iniaiu luuiii benignitatem in senium tuum sum contemplatus , dum uno (dtcroque nuntio egisli sedulo , ut mea mihi restitueventur (2). Rilornava pure coi messi imperial] il figliuol suo fra Girolamo Tizzone, carico di cor- tesie di cpiella corte, e con alqiianti danari, frattanto che per le gagliarde rappresentanze de' messi fosse riparato allinaudita iogiustizia. Ma w tpie- sto riparo fu si sollecito c pronto, ne tanto ancora basto di vita al buono e magnanimo imperatore da polcr vedere il frutlo delle sue operose solleci- ludini pel Tizzone, e di ricevernc gli afifettuosi ringraziamenti, essendo passato ;igli eterni riposi sino dal 12 dell'antecedente niese. Principe grande, cui facevano corona le piu esimie ed auree doti di spirito e di cuore, ed al quale, se non fosse mancato il valor militare, o meglio an/.i la fortona, va- (1) Appcn.l. n. IS. (i) Append: n. 19 bit. Seiiie II. Tom. IN'. G6 MEMORIE STOR1CHE DEJ TIZZON1 CONTI DI DESANA ECC. leva ad equiparare c sorpassare fors'anoka lc glorie del suo si celebre e si celebrato nipote, come lo supero in dotliina , in magnanimity etl ill guisti/.ui. II barone Momoreo frattanlo si coders in pace uon che il feudo, le sostanze del Tizzone , e per non mancare a veruna delle giurisdizioni o dei diritti che v'erano annessi, e miale era state) posscdulo dagli autichi padroni di esso, voile che fosse ripristinato l'csercizio della zecca; c monetc coniate colla cfligie, e col nome del Momoreo iieH'oflicina monetaria di Desana, si conservano tultora in alcuni gabinctli dei monctofili. Di qual'i e epiante specie ne fossero coniate, nello spazio di tempo che per esso si tenne il luogo e feudo sopraddctto, di oro, argento o rame, o di altri metalli, non resto memoria negli spogli fatti delle carte conccrnenti alia zecca di Desana, de'quali tutti ho copia. Sole, chio sappia, rimangono a testi- mouiare dcll'esercizio di cssa in tempo del governo del Marolles due mo- nete di conio diiferentc, e sono due testoni d'argento, il primo del mii6eo Trivulzio di Milano , di Berlino il secondo , e di ainendue ho avuti diligenti disegui. Ho detto che primo ad occupare militarmente ed a posseder poscia il feudo, per juitoritu del re di Francia Francesco I, fu Francesco Marolles barone di Momoreo, sebbene manchino le carte e d'investitura e della presa di possesso legale del feudo. Se ne ricava la notizia dalla inenzione che fa di quelle carte, il capitano Berardo della Faeaudiera col r'nr.elterlc al duca nostro Carlo III, nel contratto di veudila fattali del feudo di Desana. Tra esse, vicne menzionata la lcttera, con cui il re concede al barone predclto di Momoreo, di potcr disporrc del feudo in favore di Pietro Bcrai'do , signore della Faeaudiera. lura trathit . . . videlicet litter-as regiae permissionis sen facultatis date magnifico baroni de Montemereau ven- dendi et alienandi dictum locum Desanac in pracfatum magnificum do- minum de la Facaudiere, una cum istrumento venditioni^ , hide se- qiuttae per eundem baronem ipsi domino de Facaudiere factae. II barone di Momoreo duncpie ha preceduto nell'iisurpazione del feudo di Desana il signor della Faeaudiera, se a (piesti lo ha ceduto, previo il consenso del re. La mancanza di documenti ne impedisce di poter sapcre il tempo preciso di questo contratto, e per qual prezzo lo abbia comperato il Berardo. Non aveva appena, e di tal modo, il Berardo fatto Tacquislo del luogo e castcllo di Desana, che gia pensava a volerlo alienare, pel timore forse nr.i. CAY. C0STAN7.0 GAZBEHA. 6* in cui era, chc per I'instahile c mal sicuro dominio della Francia, sulle pnnincie oecapate dell'Italia, avessc ad csserne spogliato, quando che sia, senza compenso o indennita. Quindi la cessione per csso l'atta a Luigi di Lorena conte di Vaudemont di ogni suo diritto e ragione su Dcsana , sino dalli 1 5 di gennaio 1 5 1 7 , la quale , siccomc la retro-vendita die quest' ultimo, aveva intesa col conte (iio. Bartolomeo Tizzone figlio del route Lodovico solo legittimo padrone del fendo , mediante lo sborso di mille scudi d'oro detti del sole; quesia cessione, e la intesa vendita, non ebbero poi luogo, qualunque ne fosscro le ragioni a noi ignote (1). Ccrto e che il Bcrardo conlinuo poseia, e per niolli anni , ad esserne padrone , anzi sino agli undici di iiovembre i5a(), nel quale anno ne fece ven- dita diflinitiva al duca Carlo III di Savoia. Di questa sua padronanza snl feudo di Desana voile che rimanesse pe- rennc meinoria il Berardo, per le varie monete che colla sua efligie, colle sue anni o altrimenti, ma col suo nome sempre, espresso con lettere iniziali in prima, c quindi disteso e patente. Rari sono gli esemplari delle monele fatte battere dal Berardo e formano l'ornamento di que' gabinetti che hanno la sorte di possederne alcuno. Quattro, e di conio diirerentc, sono a noi noti, due scudi d'oro, e due testoni d'argento. II disegno delle due prime ci e fornito dalla rara tariifa d'Anvcrsa deU'anno 1 586; le due altre sono conservatc nel prczioso gabinetto numismatico della Maesta del Re Carlo Alberto, oltremodo dovizioso di monete d'ogni natura uscite dalle zecche dei principi , baroni e signori italiani nei secoli di mezzo. Nel mentre che si andavano maturando le pratiche per la cessione di Desana, tra il signor della Facaudiera e il Vaudemont, e di questi col Tizzone, e che gia erasi il conte Gio. Bartolomeo recato a riprenderne il possesso, frattanto che fossero spianali gli ostacoli, toltc le diflicolta e diflinita ogni l'estante controversia ; un nuovo e non jircvisto incidente ricaccio qucsto disgrazialo afTare di Desana nel pristino insolubile caos. II conte Filippo Torniello, figliuolo del conte Manfrcdi nobile Nova- rese, era destro e valoroso guerriero al servizio dell'impero : ad esso era oguora aflidato il comando del vanguardo ; e si era amante delle difli- cili ed arrischiate mjirese, da farle nascere, sempre chc non si presen- (l) Append, n. 2fi. f«S MEMOIUE ST01UCHK DEI TIZZONI r.ONTI D! DESAHA FCC tavano naturalmente. Conosceva di certo il Torniello la trista condizione alia quale i diversi asurpatori e pretendenti au-vano ridotto il feudo e luogo di Desana; scorgeado baoltre le cDse di francia declicare ognor piu verso il loro termine in Italia, sperando, ad ogni buon conto, d'avervi a rischiar qualche cosa , ed a guadagDame qualch'altra, accostatosi furtava- men to con una 1'rolta di soldati, s'imptidroni del caslello, scaccialonc il conte Gio. Barlolomeo Tizzone vero e legittimo padrone che di ]>oco vi era ritornato. Informaio di questo attentate del Tomiello I'imperatore Carlo V per le giuste querele, per i lamenti e per le sporte supplich'e del conte Tizzone, eon spaccio del 4 di maggio i5a^ da Valladolid, mando al Borbone, suo luogotenente e capitaao generale in Italia , non che universis ct singulis ducibus , capitaneis , commissariis et ageniibus no- Stris in Italia, di dover prestare niano al conte Gio. Barlolomeo , accio scacciatb, e sconfitto il Torniello, possa ricuperare 1'occupato feudo, e di difenderlo inoltre da ogni ulteriore ing'uiria e molcstia. Coniitein Phi- Uppum Torniellum manic armata Bartholomcum Ticioncm comitem Dccianae nuper loco Decianae spoliasse moleste ad modum tu- limus. Quare dilcctioncm tuani hortamus ut cxpulso projligatoquc Pliilippo, huius modi locum ut pracmiltilur occupatum , recuperare . . . fnlcat etc. (i). Ma in quel giorno stesso, 4 di maggio, in cui rimperatore, da Valladolid, indirizzava quella letlera al Borbone, era questi ormai solto le limra di Roma, c il giorno 6, o spinlo dalla fame, o da mal talcnto, o da amen- due, dava quel gagliardo e feroce assalto all'elerna citta, che doveva co- star (ante lagrime alladlitla Italia, e ad esso la vita. A tale funeslo av- veniinento debbe il Torniello d'avcr potato continuarc nel possesso del- l'usurpato feudo ; e le grandi faccende di stato , tra le quali poco poi venncro ravvolti, sia 1'imper atore , die i snoi ministri, non permisero che mai piu si avvertisse a riparare il torto del conte Tizzone. Pole quindi il Tornicllo godere impunemente i frulti della militare occupa- zione, e onde non luinanesse ignoto ai posteri qncsto Iratto, non ccrlo il piu glorioso, della guerrcsca sua carriera, ordino che fossero coniate mo- nete nella zecca di Desana col suo nome, sidle quali, o fosse un reslo di pudore, o altro ignoto motivo, non os6 porre la propria efligie, nc pren- (I) AppcnJ. d. 27 DM. C'.v. 0.OSTAKZ0 CAZ2ERA. (\) dere il titolo di conte di Desana, o e renne faito dai due stun ante- cessor! il Momoreo ed it Berardo , ma qnello di aemplice amministfatore. In uoine di chi pretendesse ili amnunistrare nan ci e nolo, non certo ;t aorae del Tizzone legittlmo padrone eke aveva scacciato, non dell im- peratore die per L'ordihe intiato ai Borbouc, pare non avesse gradiio mi si fatto amministratore. Resta il re di Francia; ma il carattere di ([ucsio re ci e garante, cbe non avrebbe scelto fra i soldati dell'impef o L'amministratore di un feudo, del quale era tuttora iuvestitd an suo valoroso capitano, il signor della Facaudiera. Clie il Berardo conserraSse intatto il suo dirillo preteso su Desana, anclie dopo la militarc invasione del Torniello, app'are ovidenie dalla carta di compromesso passata in Mi- luo, il 28 di giugno dell'anno 1639. In questa e detto che illustris Pliilippus Vhrtiiellus filius quondam illustris comitis ManJ'redi porlc vercettine parochie Sancti Petri intus viueam , et illustris comes Petrus J >el tardus comes Destitute ct capitaneus de Lomge et dominus de Faco- dera, filius quondam illustris domini Alarti, nunc fnoram trahens in porta cumana parochie sancti Thomae in terra niara Mediolani, eleggono arbitri, de omnibus ct singulis litibus , queslionibus , conlrovcrliis , debatis , ct causis vertentibus inter suprasciipias partes, il signor Costanlino del Maino, e lacopo di Ouart segrelario e tesoriere del conte di S. Pol, causa ct occasione terre Desane iurisdictionis et ceche eiusdem ct iuris stampandi el imprimendi , et imprimi et stampari faciendi quascumquc monetas cuiusvis generis ct malcriej et causa et occasione omnium et singulorum ab inde dependentium (t). Per queslo compromesso era per lo spazio di venticinque anni divisa tra loro , non la giurisdizionc tanto, le preemme'nze, i fiutti, e le pertinenze del feudo, ma i benefi/.ii della zeeca eziandio, cosi che da aiubidue i compromissary si avesse il diritto di far eoniare monele di qualunqne specie. Uterque corum habeai et habere debeat medietatem dicte terre ac iurisdictionis ct pcrtincntiarum, J) uclum et preliertinenliarum et quilibel corum possit imprimcic et stampare et imprimi et stampari et fabricari facere in dicta terra iurisdictione et ceclia dicte terre Decianc quascumque monetas cuius - cumquc generis et hoc donee quosque uliud per dominos arbitros declarutum fuerit. (1) Append. 11. 28. no MEMORIE STOIUCHE DEI TIZZONI COKTI Dt DESANA F.C.C. Ma la nalura del compromesso era troppo strana c niostruosa , e di si diflicile anzi impossibile eseguiinento, pcrche non dovcsscro nascere continui urti e contrast! , considerate particbWmente alle persone dei coiiiproinettenti, militari aincnduc, imperialc 1'llHO, l'allro franecse. Rav- vis6 ben presto il TornicUo le insuperabili dffficolta, e con lettera ad esso indirizzata, e della quale fa nieiizioiie il Berardo nello stromento di vendita al duea Carlo di Savoia, rinunzia al eompromesso, ed an- nulla la transazione cum liltcris ipsius comitis ( Philippi ) per quits ipse comes quicUtt ct ammUat dictain transactioncm. Della faeolta avuta di far coniare moiiela Bella zecea di Desaua si servi di fatto il Torniello, se pure non l'aveva gia fatto ]»rima del compromesso; e mi testone col suo noine, piu sopra inenzionato, e conservato nel ga- hi\ietto di S. M. , ed in pochi altri musei, non constando, se altri ne facesse coniare di materia e di forma divcrsa. In tutto il tempo che Dcsana resto in mano degli usiirpatori, e nel fi-e- quente cangiainento dei sedicenti padroni del feudo passato dal Mala- vesche al Momorco, dal Momoreo al signor della Facaudiera , da questi al Vaudemont, al Gio. Bartolomeo Tizzone, al Berardo di nuovo , al Torniello , e congiuntamente alio stesso Berardo , non e a dire a quante luttuose calamita andassero sotto|>osti tanto il borgo, quanto i circostanti territorii. Vivevano que'signori, il piu spesso, a Milano, e lontani dal feudo, lasciando alia custodia del caslello una indisciplinata e sfi-enata soldatesea, composta di fuorusciti raunaticci d'ogni nazione e paese, e per soprappiu malamente pagati. Non cvvi quindi sorta o maniera di delitti , ai quali non lasciassero libero il freno questi malandrini, depredazioni , saccheggi, assassinii, stupri , violenze, viaggiatori spogliati , battuti, ta- glieggiati, ecc. Tutte questc incomportabili iniquita pesarono per molti anni su quelle misere popolazioni, ma non mai furono ne piu uumerose, ue piu frequenti, quanto negli ultimi sei mesi dcll'anno i52g. Quindi tale si alzb un grido di desolazione , di orrore , di disperazione , che giunto alle orecchie del duca nostro Carlo III, lo indussero a fare dclle forti instanze al signor della Facaudiera; il quale non trovando mezzo esso stesso di porvi riparo, e chiarito che solo efftcace rirnedio fosse quello di alienare il feudo, si arrcse in fine alle reiterate istanze del duca Carlo , ed accetto la proposta della vendita, e con atlo delli undici di uovembre dell'axuao i5ag, venue posto fine a si lunga e deplorabile usurpazione. Convenuti dunque in una delle sale superiori del castello di Torino, DEL CAV. COSTANZO GAZZEItA. ~ I il canccllierc dell'ordine della Ss. Annunziata, monsignor Claudio vcscovo di Bcllay, il conte di Frusasco magnus magisler hospicu da una parte, c Pietro Berardo signorc della Facaudiera dall'allra, e considerato essere noto e manifesto quod milites ct soldati exislentes in loco et castro De- ciane nomine magistri domini Petri lierardi doniini de la Facaudiere , varias invasiones fcccrint in agro vcrcellcnse et pluraque spotia miurias dampna et incommoda intulerinl, non solum vercellensibus et aliis sub- dius sed etuim exteris illuc transeuntibus personas et bona eorum- dcm violenter capiendo inhumaniter tractando ct dctincndo quod nulli tutus pateret accessus , et propterea varie in dies querelle orirentur, conjluentibus coram domino nostra Carolo Sabaudie duce turn subditis turn exteris ab eisdem mililibus et soldatis Dcciunc gravatis et oppressis; ne per qualunque pratica, ollerta, od altra onesta maniera cssendo riuscito a frcnare cohibere avertere et distrahere a talibus facti operibus et violenciis , per cui, oltre alii altri certi dauni, la stessa du- cale autorita era per ricavarne grave pregiudizio ; fatta istanza al sig. della Facaudiera, onde scacciati que' soldati cedere , remitter e et relazare vcllet castrum et locum Dcciane; ed a queste rcudutosi fnialmente, seb- ben di mal animo, il Berardo , ad quod tandem multis precibus argu- ments et suasionibus delictus, vendidit, cessit, quictavit et transtulit al duca Carlo di Savoia castrum villain iurisdictionem et mandamenlum cum toto territorio Deciane cum omnibus et singulis liominibus homagiis fidelitatibus iurisdictione acta , media et bassa sc/viciis tribu- tis , etc. etc. vendidone pura , mera , semplici et irrevocabili . . . et hoc precio et nomine precii quattuor milliorum scutorum auri de sole, etc. (i). Come poi pagati nell'atto della vendita due mila scudi, dei quallro iutesi, dei quali due mila consta per stromento di quittanza , gli altri due mila non siano poi stati sborsati, non e di questo luogn l'inda- garne la cagione. In tal modo ebbe fine U lungo scandalo della troppo prolungata usurpazione , e cessarono le continue inquieludiui cagionate dalla permanenza di que' veri assassini , e pote poscia Desana ritornare al legittiino padrone, ceduta dal duca compratore al conte Gio. Bartolomeo Tizzone, nella qual famiglia duro poscia, con varii eventi, sino allcstinzione della linea nel i6c)3. (I) AppenJ. n. 99. «2 MEMOME STOIUCHE DEI T1ZZONI CONTJ DI DESANA F.f.C. MONETE DEGLI USURPATORI TAVOLA HI.* MAROLLES DI MOMOREO I. Fll • MAROL • BARO • D • MOMOREO • CO • DEC • Fianciscns Marollcs haro de Momoi-co comes Deciatiae. Busto rh'olto a destra, sopra , piccolo giglio. S VNCTVS • PETRVS ■ APOSTOLVS ■ Santo seduto in cuttedra con stola e piviale , testa nuda ornata di nimbo. Nella mano sinistra tiene le chiavi, la destra in alto di benedire. II. FR ■ MAROL • B • D • MOMOREO • CO • DEC • Franciseus Marolles baro de Momoreo comes Decianae. Stemma con leorte rampante sormontato da camera con aquUa coronata. S\\ ■ VICTOR ■ MARTIR ■ Sanclus Victor martir. (In luogo dei punti, tra le parole, vi sono tre gigli). Santo a cawdlo, con vessillo nella destra. BERARDO DELLA FAC AUDI ERA I. P ■ B • D • F • COMES • DECIANE • Pelrus Berardus de la Facaudiera comes Decianae. Busto a sinistra barbato , testa scoperta. QVI • STATVIT • LEGEM • ELEGIT • Scudo con corona btironale quadripartite, prinio e quarto, campo romboidale, secondo e terzo, croce romboidale con sctidetto in mezzo, nel quale un loro. DEL CAV. C08XAKZ0 OAZZERA. "3 II. PETRVS • B • D • F • COMES ■ DECIANE ■ Petrol Betprdus de la Facaudiera comes Decianae. Aquila a due teste coronate , sal petto uno scudetlo, nel quale croce a globetti. AVE • CRVX • SANCTA • ET • BENEDICT • Croce gigliata. III. P • B ■ D • F ■ COMES • DECIANE • Petrus Berardus de la Facaudiera comes Decianae. Aquila con all spiegule , linguata e coronata. SANCTVS • MAVRICIVS • Santo stante palliato. Vessdlo nclla destra, spada sguainata con punta al piano nella sinistra. IV. P • D • BER • S • D • LA • FACAYDIERA • C • DESA • Piers* des Berards seigneur de la Facaudiera comte de Desane. Aquila coronata , all spit-gate e linguata. SANCTVS • MAVRICIVS ■ Santo in piedi, testa nuda ornata del nimbo , con vessdlo nclla destra , e bastone nella sinistra. TORNIELLO PHI • TORNT • AD ■ DECI • CO • BRI • Philippus Torniellivs administrator Decianae comes Brionnae ? Aquila coronata, spiegata, linguata. SANCTVS • MAVRICIVS • M Santo in piedi, testa nuda col nimbo. f-'essillo nella destra, nella sinistra spada sguainata con punta al piano. Seme II. Tom. IV. - j MF.MORIE STOniCHE DFI TIZZONI CONT1 DI DESANA ECC. CONTI CAIO CESARE, GIOVANNI MARIA, GABRIELE, GIOVANNI AGOSTINO. Ottenuta dairimpcratore Carlo V, il 10 ottobre i533, l'investitura del feudo, nei termini mcdesimi con i quali era stata concednta dall'impe- ratore Massimigliano al conte Lodovico, il 3 luglio i5to, il conte Caio Cesare si pose al governo del feudo, riunendo cosi in se solo, e di nuovo, tutti i beni, feudi, e signorie possedutc gia dal padre suo e che, per la niorte di csso, erano stati divisi col fratello Gio. Bartolomco. A que- st ultimo, per disposizione paterna, erano toccati il feudo e le sostanze di Desana; l'altro di Ponzano, giurisdizione di Scrralonga e Castellazzo, non die la podesteria del luogo di Tricerro al fratello Caio Cesare, dei qoali luoghi fu inveslito dalla marchesa di Monferrato Anna dAlcncon, tutrice del figlio suo marchese Bonifacio, il 4 agosto i5a6. Rinnovo questi Tomaajgio di fedelta, ed ottenne nuova ed ampia invcstitura, allorche , il 1 3 di maggio 1 533, d'ordine del signor Antonio de Leyua cesareo, e generate delta Liga, capitaneo in Italia, con sua lettcra del 5 maggio 1 533 , indirizzata a D. Aloysio Sarmento ambasciator cesareo, ed ai senator! di Monferrato, furono chiamati a prestar fedelta , alia maesta dcll'imperatore , oltre le terre, i luoghi, e i castelli, anche i vassalli , ed i feudatari del marchesato. Questa lettera e troppo importante per- che sia da noi tralasciata. Antonio de Lejua cesareo et generate delta Liga capitano in Italia, etc. u Havendomi per la causa et ordinc che tenemo dalla Cesarea Maesta, » la citta di Casale, in maun nostra, a nome di detta Maesta, prestato » et jurato la dcbita fedelta, volcndo che parimente l'altre cittade , » terre, castelle, vassali et feudatari di questo doininio, che fu dell'il- » lustrissimo quondam signor Jo. Georgio marchese di Monferrato, ne )» faciano detta fidelta , a nome della prcdetta sua Maesta. Non possendo >> noi per qualche urgenti negocii assister a tal impreisa; Vostra Signoria » sara contenla, insiemc con questo Magnifico Marchional Senato di » MonfciTato, alii role, e desiderando che coulinuassc la linca ilei conti di Desana, penso di dover esso stesso, sebben un po1 tardi, premiere uioglie, sposando, in ottobre dell'anno i53o, la damigella Dorotea della nobile casa Grassi di Casal Monferrato. Era destino che da tal matriinonio , sterile esso pure , dovessero aver in gran parte ori- gine quelle peripezie che amareggiarono gli ultimi anni di epiesto buon conte , non che le calamita senza numero e le miserie, nelle quali i po- veri popoli sudditi del contado vennero ravvolti per forse 5o anni. Gia erano dieci anni ormai passati dal contratto matrimonio , e non solo non era nata prole, ma per I'avanzata eta del conte e per le infer- mita dalle quali era tormentato , non rimanendo in esso fulucia di po- terne sperare; prcse la determinazione di volersi prevalcre della facolt.'i coneeduta ai conti di Desana, per Tatlo del 3 di luglio i5io, quella di poter sci'gliere tra gli individui prossimiori della sua agnazione, quel successore che stimasse meglio atto a reggcre il feudo. ^ ari erano i rami della famiglia Tizzoue , tulti dclla stessa agnazione, che in allora lio- rivano, tra quali i signori, poscia niarchesi, di Crescentino , e gli all ii detti Tizzoni dclle Rh'C Oltre a qucsli era un altro ramo il qoak -(') MKMOIUF. STOAICRS HF.l TI/.ZONI CONTI DT DESANA T.C.C. si era, gia tempo, atahilite a Nizza di Monferrato. Individuo di quest'ultkno rauio, e flu- poasedeva un'ottava parte del luogo di Castellazzo, era Gio- vanni Maria, fitftio di mi Dtllino, diseendcnte da un Andoazo fralclln di quel Giovanni Tizzone , dal quale era diseeso in retta linea il conic Caio Cesare, del <|iialc era cugino in <|uinlo grtulo. Dotato di otliuic qualita, e amico di Caio Ccsarc li aveva prcslali, in varie conlingenze, non lievi servigi, sino ad averc esposla per esso la propria \ila, al dire del conte Caio Cesare , convenuti in una cascina dello stesso Giovanni Maria, posla ne'eonfini del Castellazzo, ed in presenza di distinti personaggi , il conte Cesare scien a et cognoscens se filiis legitimes ct naturalibus fore et esse privum et de- sti tutus sit et extra omnem spent pro futuro tempore liabcndi ftlios propter ipsitts sctiectutem decrepitatem et malum ipsitts vitae dispositionem ac pessimae suae complexionis , e desiderando di poter vivere trancpullo cd in pace li poehi anni che al sommo Iddio piacera di concederli di vita, con dar sesto di tal modo alle cose sue, che non ablnano a nascerc lit i e controversie tra suoi, ed a cagionar danni e moleslie ai suoi suddili ; conoscendo che Giovanni Maria Tizzone e tra i prossimiori de' suoi agnati, t't valde aptum et sufficicntem ad regimen et gubernium dicti comita- tus quern multuin diligit ipse domintis comes, et quia ipse Dominus To. Maria multo multociens atque multociens exposuit propriam vitam ct cius buna in serviciis et defensioncm honoris et vitae et bonorum ipsitts comitis Idea ipse lll."ms D. Comes elegit et itominavit ac elegit et nominat in stium verum ftdutn ct carum ac benemeritum succcssorem in dicto comitatti Deviation D. loannem Mariam de Ticionibus ipsitts Domini electoris agrudunt etc. Una carta poi dellir inarzo dcllanno scguentc i5/(i, riferiscc la presa di posscsso del luogo e raslcllo di Desana falta dal conte Giovanni Maria, coU'iutervenlo ed in prcsenza del conte Cesare, della (piale sono indicate le formole che vi si pralicavano: cioe in sigiutm dictac possessionis vulvas ct ostiu pre- dicti castri appcruit et c/ansit et per dictum castruin ct extra illttd de ambtdavit, ingressus est ct egressus , claves dicti castri in manibtts tc- nendo et secum dejjerendo in signum verae possessionis dicti castri ct tn/iits cmnitiitus. Ma 1 1 « > 1 1 appena erasi sparsa la notizia di qnesta donazionc intra a«WW f'atta dal coulr Cesare in favore del Giovanni Maria, che vennero orditc 1)11. C\V. C0STANZ0 CAZSEILA. TO tali macchinazioni, c furono tese tali reti insidiose, iralequali awilup- pato il povaro conte Cesare, dob li venue faito di poteroe nseir tihero dappoi, c |>er lulla la vita. Ca|io tlel ramo de' Tizzoni dellc Rive era un Giovanni Antonio acciedilato avvocalo in A ercelli , del quale crano viventi quallro lidiuoli, un Girolamo canonico di ^ crcelli , un Gabrielc, un Agostino, e Bernardino prete. Questi Tizzoni dellc Rive tenevano il Wo feudo dellc Rive da Carlo III, dura di Savoia, die in allora avc\ a fissa la sua residenza in Vercelli. Per l'autorila e colia protezione 1 1 , si trovava l'impcrator Carlo V, e munito di procura, il Giacomo Grassi , sotto colore di ottencre la eoiiferma dci privilcgi del feudo, e quello segualanienle della zecca, colla facolta di poter battere ogiii sorta di monele, senza die da veruiio li possa esscre impedito, nee non pro confirmatione suorum privilegiorum cudendi mono tarn et aliorum per quondam (Uiesarem Maximilianum suis antecessoribus concessorum. . . et quod idem comes possit ad form am dictorum privilegiorum cudcre monetam pro libito voluntatis et in ea cudenda non possit itnpcdiri quo- qnomodo ita quod in ipsa moncta cudenda ipse D. Comes et sui heredes et successores non possint per quempiam personam quacumque dignitate fungefflem impediri , rtiamsi esset generalis Caesaris in Ita- lia, etc. E quest a la prima volla die in afao pnbblico si parli di zecca, e chc si ccrelii di avcrc la conleruia di un privilegio die, dalla siq - plica prcscntala. con eddente menzogna, si dice conccdiito a saoi pre- decesBori daUimpcrator "Massimigliano. Si agghmgeva poscia nella supplicB, ed era rimporlanlc e precipun scopo cui miravano sia la oontessa Dorotea, sia il Gabrirlliuo, che avendo csso conte Cesare risolulo di noininarsi "S KEMOKIE STORTCHE OKI TIZZONI COHTI Dr DESAHA I't'C. il successore nel fendo , aveva a questo fine gctlaii gli occhi sul Gabriele Tizzonc suo agnato, die ineglio crcdeva idoneo a succedergli, c chiedeva il suo imperiale beneplacito per ci6. A talc Bupplica recata a Genova, indi a Lucca dal Grass!, annua IHmperatOW in ogni sua parte, ponendo\i sotto, di suo pugno, fiat ut petifur. Lucae die xmi septembris i54i- Ad indurrc il contc Gesare a tale risoluzionc, colla quale tacitainente e sen/a fiirue mcuzione rivocava la prima nouiiua del conte Giovanni Maria ]>cr suo successore, oltre alle lusinghc delta nioglie infedele, alle sollecitazioni del Gabriele, unitevi cpiellc del fralello di cpiesti il prcposto Bernardino, e del cognato Grassi; concorsero le minacccvoli istanze eziandio del marchese del Vasto governalore di Milano, e generate delle arnii imperiali in Italia, amico e protettore dei Tizzoni delle Rive. Gereo modo in prima il marchese di poter indurrc il conte Cesare a rimetlere nelle sue mani il castello di Desana, poscia, e pel rifiuto di questo, lo oppressc con frequenti e numerosi alloggi militari , cbe si prolungarono a parecchi mesi, ordinandogli in ultimo di dovcrsi recare a prendere i suoi ordini a Milano, con minaccie incessanti della perdita del feudo e della vila. Vinto da tantc fastidiose sollecitazioni, da si gravi molestie e minaccie, auzichi' persuaso, e per timore di peggio, s'indusse ad eleggere per suo successore nel feudo il Gabriele Tizzone, mediante donazione biter vivos dell' 8 oltobre i5$-2; e da carta del 18 di agosto dell'anno seguente 1 543, s'iinpara, cbe venne dal conte Caio Cesare stesso posto in posscsso del feudo il Gabriellino, colla cessionc intiera d'ogni suo diritto, giurisdi- zione, frutti, ecc. Tutti questi atti oltenuti in suo favore dal Gabriele, fu rpiesti sollccito di far si cbe fosscro approvati ed autenticati dall'im- pcralore, e di cssi tutti esistono le conferme originali. E tnllavolta da osservare, come nella ccssione del feudo in favore del Gabriele, non siano ricordate quelle anteriori del Caio Cesare al conte Giovanni Maria, ne si vedano in rnodo alcuno rivocatc. Quest a sola osscrvazionc e suf- ficiente di gia a dimostrare, die non di buona voglia o spontanco fosse indotto il Cesare a qucste ultime nomine di Gabriele, ma spinto anzi dalle minaccie, dagli insulti, e dal timore di maggiori disavventure in danno suo. DiiTatto, cbe la cosa stia in quests conformita , appare da cpianto nel tcrmine medio, tra la donazione fatta al Gabriele nel 1 54^, e la messa in possesso dello stesso, 18 di agosto i543, venue operalo dal conte Cesare. Volendo esso cbe fosse manifesto come gli atti antere- DEI. CAV. 00STANZ0 GAZZE&fc. -() dciilcmentc fatti in favore del contc Gabriele, c qucgli altri tutti ai quali fosse coslretto a pone il suo noine di poi, non furono, non sono, e non sarauno la libera c spontanea esprcssionc della sua volonta, ma la sola conseguenza della forza c dclla violeu/a; recatosi fuori le mura di Gasale, e nel convenlo di S. Maria degli Angeli, l'uliimo d'agosto i5^a, in prcsenza di alcuni illustri personaggi sccolari, non che del guardiano, lettore, ed altri frati, fece solenne revoca, di qualsiasi antcriore conces- sione per esso fatta del suo feudo in favore di chiitnque non fosse suo prossimiore parente, protcstando di averla fatta per violenza usatagli , e contra alia propria volonta; avvcrteiulo per soprappiu clic tali dovranno considerarsi cjuclle eziandio che fosse per fare di poi, coslretto dalle me- desime ragioni di forza e di minaccic. La carta e troppo important e per conosccrc tutte le inique arti praticate e fatte praticare dalla Dorotea c dal Gabriellino, onde estorquire l'assenso alia noinina di lui nel feudo , perche non sia da noi data intiera ncll'appendice (i). Altrc e successive violenzc produssero altra e piu solenne douazione del 17 dicembre i543. CoH'intervcnto di tutti gli uomini, popolo ed uni- versita del luogo di Desana, e nclla chicsa collcgiata, confemio il conic Cesare le precedenti donazioni, e misc in possesso del feudo, e del ca- stello il Gabriele, con cessione spontanea, dice la carta, di tutti i suoi diritti , giurisdizioni , ecc. ecc. Ne contento ancora o tranqnillo il Gabriele, e conscio a se stesso degli illeciti mezzi adoperati per consc- guire il suo intento, voile che rinnovata la concessione in ogni sua parte con solenne giuramento, annullando eziandio qualunquc altra avesse fatta, anche a prossimiori, dichiarasse inoltre cio fare libero da ogni vio- lenza forza e timore, aggiungendovi eziandio la donazione di quanto a lui spettava sul castello e luogo di Ponzano, podestevia di Tricerro , beni di Castellazzo c Scrralunga. Consumata quest' ultima iniquita dai Tizzoni delle Rive, e tenutisi or- inai sicuri posscditori di quanto formava lo scopo delle loro cupide mire, non conservarono piu verun ritegno e rispetto pel miserando vecchio. Non cvvi anzi maltrattamento di cui non lo abbiano ricolmo, sino a te- nerlo prigione, negargli la comunicazione con chi che sia, strappar- gli la barba , ed altre incredibili iniquita. La fedclc relazionc di tutte (1) Appemi. n. 36. 8o MF.MoniE sTonicnc dei tizzoni conti di desana ecc. ci e conscrvalu da una Letters del conte Cesare stesso alia duchessa mar- chesana di Monferrato Margarita Paleologa, tutrice del marchese Francesco Gonzaga suo figlio. Venae quests inserts, e non si pub leggere senza lacriinc, nella carta d'invcstitura del 9 gennaio 1 544? cnc originate tengo sott'occhio, investitura conccssa al conte Giovanni Maria, a nome del conte Cesare e suo, quale erode del detto conte, delli fcudi e beni di Ponzano, Triccrro, ecc., cd e come segue: (( Illiistri.'"" et Excell.ma Signora et Patrona mia Osservandissima. » « Scio che non del) an o essere occulti a "Vostra Ill.ma Signoria gli sforci i) et crudeli assasinainenti che gia per alcnni mesi ho patito e che ili A presente patiseho, come saria havermi tolto il luogho et castello mio » di Desana, tenermi rinchiuso in una salla senza servitu alcuna, di » sorta se io volessi confessarmi non mi saria concesso il farlo, di ma- il niera ch'io non posso parlar ne scrivor con parenti ni a persona del » moudo che mi soccorri dc de aiuto, e con gran stcnlo o possuto man- >i dar fuori queste carte firinate de mia mane et sigillate del mio solito » sigillo in uno tiro di pane per il fornaro. Et questo mi e fatto per » uno Gabriclino de li Tizzoni da le rive per il favor che li presta Gio. » Tomaso Salarate appresso il signor Marchese (del Vasto) per la causa » che V. Ex. inlendera a pieno. Non contenti di questo mhauno fatto » far inille instrumenti, con le spade alia gola, al ditto Gabrielino et » robatoini scuti mille e novecento, quali tenia per mio soccorso in quc- » sti miei ultiuii anni et flagelli di guerra, cosa mai piu sentita nel » tempo di Faraone. Et perche sono riccrchato da Signori che uolen- » doli imprcstar fulelta che mi cavaranno di tanto flagello, essendo io » vassallo de V. Ill.ma Sig.ra de altri luochi in Monfen-ato, et essendo » sempre stali miei antecessori et io servitori fidelissimi de le felicissinu- j) memorie de li Ill.mi suoi antecessori, come ne habiamo molte cose » per ricompensa de nostra seruitu: per questo me parso hauendo da » far tal fidulta per mia liberatriee prima ricorrer da sua Excel, come » mia patrona che ad altri anchora ch'io sia richicsto. Et ad tal effetto » mando messer Gio. Maria Ticione mio legittimo successore qual, a » mio nome e suo, fara fidelta del contado di Deciana a V. Ex. reser- » vando perho sempre la mente per sua INIayesta ; facendo le debite in- » uestilure tanto in me come nel detto mio Cugino e suoi successor!, DEL CAV. COSTANZO GAZZERA. 8 1 i) quanto del dicto contato quanto delli feudi miei di Monferrato, et tutto » quello fara in mio nomc et suo lo havero grato et fermo, et non man- » chero di ratificarlo piacendo a Iddio ch'io sia liberato: et per non » esser in mia podesta di far procura ho mandato la presente firmata » di mia mane et sigillata del mio sigillo, supplicandola a non aman- » charmi in questo transuerso caso. S. Ex. aucrtira di non dar fede a » mio Cognato se a caso ucnesseli con qualche chimera, perche e quello » che m'ha vcnduto, ni manco prestera fcde ne a istrumenti ni mancho » a letlere anchora fussero di mia mano, se non portate per mio Cugino » Messcr Gio. Maria, perche mi fanno alia giornata fare quello che uo- )) leno per forza. Et cum questa humilmente bascio le mane di S. Ex. » Da Desana alii 27 di diceinbre del xliii. » Di V. Ill.»«« et Excell.m" S.ri" » fedel Servitor et p'assallo » Cesare Ticion di Desana. » Tribulato in tante guise, e si crudelmente , non e maraviglia se si scorge aver aderito a quanto da questi suoi barbari e crudeli assassiui si prelendeva , ed in tale stato di patimenti e di contrarieta dovette rimaner per anni ancora, e sino a tanto che duro nel governo di Milano il marchese del Vasto, gran protettore dei Tizzoni delle Rive , suoi persecutori. Preposlo Ferrante Gonzaga al governo di Milano ed al comando ge- uerale delle armi imperiali in Italia, tocco al Ccsare Tizzone una qual- che maggior calma. Era il Gonzaga accanito nemico della casa di Savoia, ne lasciava passare occasione vcrmia che li occorresse per nuocerle, sino ad aver osato di proporre aU'imperatore , al dir di Lodovico della Ghiesa, di escluderla dallltalia, inducendo il re di Francia a cederle la Borgogna o la Fiandra in iscambio della Savoia e del Picmoute. Fratello inoltre di Fcderico duca di Mantova, non era per favorire la causa di Gabrielc e dei Tizzoni delle Rive, protetti dal duca Carlo III, *1« -1 c[u;de crano feudatari, in pregiudizio del conte Giovanni Maria geutiluoino del duca suo fratello. Ne guari tardo a dimostrare epiesta sua propensionc. Inteso che dal Gabriellino si andavano restaurando c s'erano aggiunte nuove Serie II. Tom. IV. 1 1 8j MEMOHIE STOJUCBB DKI TIZZONI CONTI HI DESANA IXC. open alle fortificazioui tlol borgo ili Uesana, deputo un sno gentiluomo al conte COB online al medesimo ili tosto ccssare da ogiii lavoro , co- liiandando iiiollrc di dovere por mano suH'istantc alia demolizione di quanto era stalo fatlo. >e coiileuto a cio, e tcnendo forse che esso fosse rest'io all'obbedienza, scrisse altra forte leltera ai sindaei , eonsoli , comu- nita e uoinini di Desana , ingiungendo loro perchc avessero essi stessi ad mtruprendere ratlerraincnlo drlle nuove fortifioazioni , sotlo peua di ri- bellione ed allre a suo beneplacilo. La lettera c quesla: « Ferrando Gonzaga principe di Molfetta capitano generate delta Maeslu » Cesarca in Italia, et nel/o stato di Milano locotenente ecc. » « Dilecti nostri. Ancor che habiam ordinalo et expressamente coman- » dato al conte Gabriellino Ticione che debbi, conforme a cpiello che » questo nostro gcntiluomo li dira et imponera, far subito desistere la » fortificacion di quel luoco che si e fatta et si fa senza saputa et or- ■• dine nostro; et che debbi far demolir il gia fatto , et quello di pin » gli dira in noinc nostro. No di ineno ce parso ordinal' et comandar » a voi auchora, sindici, considi, comunita, huomini et particolar per- )) sone del luoco di Desana che, ogni remotta exceptionc et difliculla, de- >i biate far il medemo, demoliendo et aruynando tulto quello che in it quel luoco si e fortificato hora et per il passato, secondo il detto gen- » tilhuonio "nostro vi dira et imponera, senza dilasion di tempo: et in » cio non mancherete a pena di rebellione, et altra a nostro arbitrio » resurvala. Data in Milano a xxvn dexbri m. d. xlvi. » Conosciuto appieno poscia che il diritto e la ragione stavano pel conte Gio. Maria, e mosso dai richiami del conte Caio Cesare , ne trovando allro piu sicuro mezzo di favorirlo contro le ingiuste pretenzioni e violente usurpazioni del Gabriellino; fu tra essi convenuto che dal conte Cesare sarebbc fatta donazionc intiera, ad esso D. Ferrante, di ogni suo diritto riversibile al conte Gio. Maria; e questa donazione fattali, dal conte Cesare, venne dal Gonzaga accettata con atto del 6 aprile i 54q- Citato quindi il conte Gabriele a Milano non os6 di presentarsi esso stcsso , deputando i due suoi fratelli , il preposto Bernardino e Giovanni Agostino. Giunti quest i a Milano, ne scorgendo altro miglior modo di trarsi dal ilifticile impiccio, s'appigliarono al parlito di intentare una lite, pro we- DET. CAV. C0STAXZ0 fiAZZF.IU. 83 dendosi presso i tribunali. Supremo giudice della controversia venae dal Gonzaga deputato Petrino Belli, in quel tempo, auditor generate delle armi Gesaree in [tali a; quello Btesso ohe fu poscia gran cancelliere del duoa Emanuel Filiberto, e che delegato alia pace di Cambresy, ebbe gran parte a che fosse ro rcsiituiti gli stali al duca suo padrone. Prattanto elie fosse posto fine all intentata lite, venue dal gonzaga dato il poaseaso di Desana al eoute Gianmaria, al quale il conte Cesare , eon alio del 10 marzo i55o, rinnova I'anteriore donazione, riroqando quelle in furore del Gabriele Tizzone ^,i;\ prima fatte, non certd libere c spontanee, ma ultimo simulandi nc dcterius sibi contingerent vel per vim ct metu pro- venientium a Gabrielle Ticciono quod septus minatus est ipsi domino Cesari mortem ct effectualiler cum cttrceribus mancipavit, ct ipsimet bar- bum et extirpavit et arma contra cum iccit, bona eius depopulata est, etc. La stessa cosa con altre parole ripele in carta posteriore, del 10 marzo deiranno medesimo , dicendo rivocare altra donazione asserte , tamquam Jactae vi, minis, percussionibus , depredationibus bonorum , detrimentum fionoris et aliis extorsionibus etiam tendentibus ad ultima terribilia. In calce della scrittura poi fece aggiungere la genealogia della sua famiglia, per la quale si fa manifesto che il conte Gio. Maria era il prossimiore pa- rente di esso Caio Cesare, e il solo quiudi al quale, per le patents hnperiali, dovesse poter assicurarc il feudo. Hie est arbor agnationis III."" D."' Cesaris Ticioni et Magnifici D.'" Jo. Marine Ticioni per dictum III."""" D.num Ccsarem exhibitum. Magnifici domini Joannes et Odoatius Ticioni erant f rat res ex quibus orti sunt intra nominati. Et primo a domino Joanne ortus est D.us Ludovicus , et a ditto Ludovico D.us Antonius , a dicto autcm Antonio natus est D.us Ludovicus , a quo D."" Ludovico venit Jll.'""s D.us Cesar modernus comes Deciane. A dicto vera D."" Odoatio fratre eiusdem D."' Joannis ortus est D."s Pertolinus , a quo dicto D."" Berlolino venit D.us Franciscus, a quo D."° Francisco natus est D.us Delphinus , ex quo luitus est D.us Jo. Marin Ticio dt malarias et messus in dictu comitatu Decianae per praefatum D.'""" comitem Cc- sarem , et ipse D."* Cesar dixit et protextatus est scire, ct a suis maio- ribus audivisse, et ab hwestituris et suis dkusionibits antiquis sat dare vidit et cognovit. Per la figura annessa meglio si soorge \\ grado vero di consanguineita tra i due Ti/.zoni. 84 MEM0R1E STOIUOHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. N. N. Joannes F Lutfovicus Odoatius Bertolinus jJntonhts Franciscus Ludovicus Caius Cesar. Delphlnus Io. Maria. Con altro atto poi dell' 1 1 di marzo, fa rinnovare la presa di possesso gia dal conte Gioamii Maria altra volta eseguita, e corporalmente colle stesse formalita di aprire e serrar le porte piii sopra recate. Dopo del che, il giomo 10 di marzo, detto il suo idtiino c finale testamento, laseiando il feu do ed ogni suo avere al detto suo prossimiore il conte Gianmaria, ed il suo corpo ad essere sepolto nella chiesa collcgiata di S. Alessandro e nel monumento in cui erano stati collocati i suoi predecessori (i). Una qualche consola- zione vcnne a raddolcirc gli ultimi giorni del conte Cesare, amareggiati da tante non meritate anteriori persecuzioni per oltre a dieci anni. La pro- tezione del Gonzaga aveva fatto rientrare nel possesso del feudo il suc- cessorc suo predilctto il conte Gio. Maria, e mori persuaso che fossero tolti ora mai e per sempre gli ostacoli che li erano frapposti. Un'altra consolazione , mi pare di poter scorgere, venissc a spargcre il balsamo del refrigerio suH'animo ulccrato del povero vecchio; ed e quello, se ben m'appongo, del pentimento della moglie sua, ed il ritorno ai prisliui doveri. Cio mi e rivelato, sia dallo scorgere il fratello di lei, Gioanui Gia- como Grassi difendere gli intcressi del cognato Caio Cesare, e destinato castellano e governatore di Desana dal Gonzaga, opporre vigorosa rcsi- stenza ai tentativi dei due fratelli Gabriello ed Agostino Tizzoni gia in prima da esso favoriti a danno del conte Gianmaria; e dallo scorgere (I) Apprnil. n. 37. PFI. CAV. COSTANZO GAZZEItA. 85 asscgnata alia moglic sua la contessa Dorotea una pcnsionc vitalizia di due mila lire aiinue. Prima anclie di ci6, e gia ridotto sul letto della morte, voile il conte Cesare che il suo successore Gianmaria gia in possesso del feudo , nc escr- citasse uno de' piu important! atti di giurisdizione ; per il che, giunto il tempo di rinnovare il consiglio del Comune, il conte Gio. Maria seguendo lo stile dei conti, suoi predeccssori , ai i4 di mar/.o i55o, congregata la crcdenza sul rivellino della porta frusta del castello, nomino i nuovi consiglieri, dai quali, prima d'entrare in carica, venne preslato il giura- mento di fedelta, giuramento che dalla Comunita in corpo li venne pure preslato il 22 di luglio successivo. Grandi erano state le dilapidazioni dei beni, e delle sostanze tutte del conte Cesare fatte dal Gahriellino, onde per rivendicarle , in parte, impetri) il conte Gianmaria an monitorio papale, per cui in luglio ed agoslo si ricevettero le deposizioni di non pochi testimoni rivelanti le turpitudini, i ladronecci e le dissipazioni d'ogni natura dagli usurpatori fratelli dalle Rive operati o patiti. Non molto dopo, e sul principio dell'anno j55i, cesso di viverc il conte Caio Cesare, le cui virtu, meritavano un'altra ricompensa dall iu- grato mondo, ma che l'avra riccvuta dalla eterna inesorabile giustizia di Dio. Partceipata al Gonzaga dal conte Gianmaria la morte di Caio Cesare, ordina (piegli immediatamente , con lcttera al Genesio castellano di De- sana per la maesta Cesarea, del 20 di aprile i55i, di custodire atten- tamente il castello, e di conservarlo immune da qualunque sorpres;i tanto del conte Gianmaria che del Gabriellino. Soggiunge poscia: awndo puoi il sudetto conte Gio. Maria posseduto el regnato quel contado con tutte le sue pertinenze in vita del detto conte Cesare, non so cun che iusticia possiamo noi rimoverlo dal pacifico possesso in ch'egli si ritrova et che il sudetto conte Cesare li ha permesso stare: pero non turban- doli il gik detto suo possesso g/i ordinerete ecc. Yuole inoltrc che sia lasciata piena liberla alia contessa Dorotea moglie del conte Cesare di partirsi dal castello con seco portarc tutto lo spoglio del detto castello, che fu del conte suo marito (1). Quindi con altra tetters 20 inaggio (I) Afipend. n. 38 86 MEMOIUE STORICHE DEI TIZZONI CONTI DI DESAIfA ECC. i55a, nomino il Gianmaria capitano di ana nuova compagnia ili ea\alli leggieri. Essendo necessario, dice la lettera, giuntarsi per noi alcun numero di cavalU Itggeri, per queltanto die potesse occorrere in questo stato eoncernente il servitio di Sua Maesta, attentola qualita de le cose, che al presents vanno a torno el elcggerlc a queslo effetto per noi ca- pitani di quel valore, integrita et siifficientia cite conuiene per gover- nurli e commandarli. Per quanto ne promcltiamo del valore, fiabilita, integrita et isperienza in la militar disciplina et dell'affettione et zelo verso il servitio di Sua Maesta die habbiamo sempre conosciuta in voi, signor Gio. Maria Tilione conte de Desana, vi abbiamo eletto, ecc. E con an online dcllo stesso giorno, permctle ad un Socrola di Ricaldone, c ai suoi compagni, ohe, lasciato il scrvizio di Francia, possano enlrare a f[ucllo di Sua Maesta Ccsarea, ed arrollarsi nella compagnia del conic Gianmaria. Congregato poscia da questo il popolo di Desana per capi di casa, li ammise al giuramento di fedelta e di obbedienza, i quali protesla- rono inollre di voler essere buoni sudditi, eon pagare le hnposte, ed il censo secondo le norme del contado. Giuro pure, ed alia sua volt a il Tizzone di amministrare la giustizia, di difenderli da ogni oppresskme, di mante- nere illese le loro francliigie , consueludini , liberta, di osservare gli staluti, e di non frapporre ostacoli al fibers godimento dei loro beni, diritti, ecc. Non s'aequetarono fraltanto gli avvcrsari del conte Gianmaria, ma invipcriti anzi niaggiormente dallo scorgere ineflicaci gli sforzi adoperati, inutili le brighe, e le usate violenze, ne scorgendo verun buon esito, e lungo I'andar per le lili; dclermino il Gabriele di recarsi presso l'impe- ratore. Ben divisava che in quella lontananza dall'oggetlo del liligio , colla sponda di potenli protettori, colle cabale, co' raggiri e con la cor- ruzione meglio sarebbe riuscito neU'intento di scacciare dal feudo il le- gittimo padrone Gianmaria e porvi se stcsso. Ne andarono fallite le sue speranzc. Ritrovato in prima l'imperatore involto in grand! urgenze di stato, e fraltanto che potesse appianarsi la strada verso il trono; consigliato e protetto dal conte di Stioppiana, incomincio dallo stendere una pubblica protesta contro Poperato dal Gonzaga, chiedendo di voler essere man- tenuto nel possesso del feudo di Desana, al quale la donazionc del conte Caio Cesare , e i moltiplici diplomi imperial) I'avevano cliiamalo, e facendo di cssa rogare pubblico islromento. \ enne (picslo di fatto disteso nella casa del conte Tommaso di Stroppiana oratore del ducadi Savoia, presso Cesare, ed alia prescuza di Girolaino de' siguori di Bulgaro, e di Giuseppe di DEI. CAV. COSTANZO CA7.zr.RA. .' ' Stroppiana, da Giacomo Vincenti
  • gnore spettanti, collette et raggioni di puoter collettar, o sia tagliar » gli uomini in tutti i carighi rcali et personal') cl mitti, ordinarii et » estraordinarii di raggione et secondo il solito c consueto, con la se- » conda cognilione e cosl prima appellalione Et in lultc lo altre preemi- » neutie prerogatine precedentie,secondo la dignita e prerogaUua di dctto » contado, cosi e come lianno gli altri conti de' suoi stadi d'ltalia. Pro- n metlendoli in sue buone ragioni, per qucllo tocca a dello sig.r conte, » protcgerlo si appresso sua ^l.a Cesarea, come deffenderld braro dil Go. » Io. Maria Ticio conte di Desana. » Per uno dcgli articoli della pace di Catau Cambresis, si era stabilito che ciascuna delle parti belligeranti fosse in obbligo di restituire tutti i hioghi, terre, castella, territorii ecc. che fossero stati occupati o conquistati, dopo il 1 55 1, nello stalo Wo primiero. II conte Gianmaria era in rpiesto caso, essendo stato caccialo di Desana dopo qiieH'anno. Aveva esso, ma inu- lilmcnte, chiesto radempimento in suo favoi'e di quell'articolo. Abbandonato cosi da coloro stessi cni incumbe di far in modo che non sia leso il prescrilto doirintemerata giustizia, in virtu del diritto comune,cui si fa rilorno quando trU'uomo otanoa il soccorso della medesima, e rimane sorda e inula la legge, ebbe ricorso alia forza. Mcssosi qnindi alia testa del suo reggimento di caval- leagieri , del quale era stato fatto poco prima colonncllo, di uotte tempo av- \iiinalosi a Desana, enlro nella terra, e cinlo d'assedio il caslello con bom- barde ed altre artiglierie, per niolti giorni li diede, ma senza frullo, furiosi undti Inlbrmato dall'Agoslino I'imperatore Ferdinando, che di poco era DEL CAV. C0STANZ0 GAZZERA. qt succcduto nell'impero al fratcllo Carlo V, noniiuo speciali commissarii per I'csaiiH: del fatto, il marcliese di Cassano, cil il conte Taherna gran cancelliere , i quali informarono. Ma la cosa audit in lungo assai, e forse, per altre informazioni avute, I'imperalore aveva fatto sospendere la inlen- tata causa criminale di fellonia, sino a migliori e piu certe cognizioni, per cui l'Agostiao non cessava di richiainarsi. Voleva questi, oltre al possesso di Desana, aver quello eziandio dei feudi posti in Monferrato; per il the prevalulosi del mal aniino concepito dairimj)eralor Ferdinando pell'at- tenlato del conte Gianmaria, fece istanza presso del medesimo, actio dal marcliese di Mantova gliene fosse concesso il posscdinienlo. Scrisse riuiperalore al marcliese , e rapprcsentata la giustizia della domanda del conte Agostino, lo invita a doverlo porre in possesso. Mcglio informato il niaicliese, die gia, per sentenza del Senalo di Casale, era stata ricono- sciuta la giustizia del conte Gianmaria, nulla fece; anzi (jnesto stesso Senalo di Casale, forse di nuovo eccitalo dal marcliese, per decrelo del- l'l.l gennaio 1062, impose perpetuo silenzio alle parti, rimanendo ferma l'investitura conceduta dalla duchessa Margarita al conte Gianmaria. In tal modo in due resto divisa Teredita del conte Cesare , godendosi il luogo e feudo di Desana il conte Agostino, e rimanendo al possesso di quelli di Monferrato il conte Gianmaria. Le gravi spesc incorse dal conte Agostino per sostenere la lite coll'av- versario, i tanti ricorsi, i viaggi ecc. furono la causa, o il pretesto delle immani eslorsioni , colle quali non cesso di niartoriare i sudditi del con- tado; e queste s'aggravarono sifiattamente, che la comunita di Desana si vide sforzata, con pubblici atti, rogati da Gio. Pietro Avogadro di Casa- nuova, c Gio. Pietro Galone cancelliere di Monferrato, di solennemente ritirarli Tobbedienza e la fedelta giuratali, dichiarando irrito e niillo qualunque atto per essi fatto in favore del conte Agostino , in quanto esso li trattava quale tiranno ; e supplicando lanto l'imperatore , quanto i prin- cipi vicini a dar opera perclie sia scacciato dal feudo ; senza del che sa- ranno costretti a dover abbandonare le pro|)vie case, la patria e lc pin care cose , e andare raminghi in esteri paesi , ondc sollrarre se stcssi e le loro famiglie dalla spietata sua tiranuia. Ma inulili rimasero, come sempre, tanti giusli riclami, c e) patetic i lamenti; che l'Agostino, non che rimettcsse dalle oppressioni, c dalle sozze libidini, che le ando oguor piu crescendo, di modo che i vassalii tutti del feudo spinti dalla disperazione , dato di piglio alle armi, occuparono 0)3 MTMOIUE STOMCJIE DEI TIZZONI CONTI 1)1 DF.SANA ECC. il castello, il quale peri non tardo liiollo tempo ad essere ripreso dal conic. Da tali' forseimata impress uscirono nuovc e pii\ crudeli oppres- sion!; ordiini il conte ohe fosse fatlo processo ai delinquent!, il quale s'estese a quasi intiera la popolazione; ed il suo giudice avendo mandalo pcrche fossero scqucslrati i beni dei colpcvoli,la piu parte di cssi dovette abbandonare la patria, recando altrove colla propria miseria, la vergo- gna di un paese clie poteva palirc lante nefanditii. Sopratlatti dalla piena iuecssaute di si alroci delilti d'ogni ma- niera, ne scorgendo ad essi verun confine o termine; lontana la scde dellhnpero, privi di protettori, c chiuse coll'oro le porle ai loro richiami, non allro reslava a quelle disgraziatc popolazioni clie la disperazione e la inorte. Ma la fama dclle egregie virtii del jirincipe ch'cra, non ha molto, restituilo all'atnore di un popolo vicino ed amico, clie lunghe tribola- zioni avcvano pure ridotto al coluio dclla miseria; i suoi linni, la sua giustizia, l'equita, la moderazionc, destarono ancora la speranza in quei petti afliacchili dalle disgrazie. Emanuel Filiberto apparve loro cpial ancora di salute, e cpial risplcndente faro tra mezzo alle dense tenebre della tempesta. Fatto quindi distendere un memoriale ove si trovano enume- rate per capi parte delle enormita, oppressioni , crudelta, libidini, ru- barizzi, assassinii del conte Agostino delle Rive, lo supplicavano di vo- lerli libcrare da tanto mostro, scacciandolo dal feudo per esso usurpato. Daremo cpii la lettera colla quale accompagnarono il memoriale, e nel- l'appendice (j) il memoriale stesso. » IUustrissimo et Eccellentissimo Signore » « Umilmente exponano li poveri afflitti e desolati uomini di Dexana n qualmente per le grandi extorsioni et mali trattamenti del signor Ago- » stino Ticiono occupatore, indebitamente et senza ragione, del contado » di Dexana, essere stati forzati uomini, donne, figliuoli, vidue et figlioli » orfani abbandonare le loro case et beni, et andare mendicando il vivere » per altri payesi, come del tutto Vostra Altezza ne e molto informala (J) V Append, n. 41. DEL CAV. COSTASZO CAZZF.RA. t)3 >> per altrc loro suppliche dale a V. A. Delia magnifies cilia di Torino ; i) et al prescnto rilrovandosi in grandc miseria et quasi abhaudnuala » del tutlo, raecorrono da V. A. come vicario prime- imperiale, al quale » aspetta in absentia della Cesarea Maesla in si lunghi payesi, al quale » si faeihncnte ricorrere non si pode, daili aiilto e dcllcnderli clie t>oss;i ur . « detti honiini, donne vidue, liglioli orfani relornare alle loro ease et n golderc li loro beni dali da Iddio, rcmovendo il detentore da quello » conlado indebilamente; et non \olendo V. A. iinpcgnarsi di qiicsto, n quella rcstera servita di prestarli aleuni favori aceio cssi poveri honiini » si possano presentare da S. M. Cesarea, alia quale intendono havere h ricorso, essendo de bono piacere di V. A. cosa che sperano oltencre » da V. A. la quale Dio per sua gratia conservi felice et prospcri nel » suo slado ». Ma non eonlenti a eib, clie riunitisi in numero di mille e trenla, nella parroccliiale di S. Maria del luogo di Veneria, ed in presenza di pubblico notaro, enumerati in brevi parole li principali delitti de'quali si era renduto reo il conte Agoslino, lianno risoluto di aver ricorso al duca Emanuel Filiberto al quale, come vicario generate perpetuo del sacro romano impero, spettano lc loro qucrele, e di darsi ad esso sei-enissimo in propria persona, loro beni, eredi e snecessori in perpetuo, e in fede di lal fedelta, alzarono lutti la mano dicendo viva il sercnissimo Duca di Savoia ecc. Ecco l'atto stesso. » In Veneria i marzo 1 56^ » « In Veneria e nella chiesa parroccliiale di detto luogo di S.,a Maria. » Sia ad ognuno manifesto che avanti me Notaro ducale Vegia e testi- » moni, si sono pcrsonalmente c spontaneaniente costituiti glinfrascrilli » del luogo di Dcsana Giovanni de Toddo Console ed altri in numero » di io3o, proponendo che conciosia che il conte Agostino Tizzone di » Desana gabbi usato e fatto pin e diverse insolenze e atti iguomiuiosi si » nell'onore come estorsioni ed altri ineonvenienti: et atteso che non » puonno aner ricorso da S. M. per csser lontano, ed in queste parti )> ritrovandosi il Sercnissimo signore siguor noslro Emanuel Filiberto » Duca di Savoia et Gencrale ^ ieario dell'Imperis a qual spetta le loro ,){ HBHORIE STOIUCDE DEI TIZZONl CONTI DI DF.SANA EC.C. » cnierelc, e ad esso Serenissimo darsi, come cossi se li danno in persona ii e beni et loro lieredi e successori e successor-! de'successori loro usque » in perpetuum, et ci6 conformc alii capituli quail loro sporgcranno a i) Soa Alton, dicendo che voleno essi loro come sopra in perpetuum » si le pcrsone che beni , fodeli suddili di S. A. si in particolare come a in comune. Et in fede di tal fedelta ognuno di essi rispettivamente » alzano la mano dicendo, Viva il Serenissimo Duca di Savoia Vicario » Generale Impcriale nostro signore ed anchc la sua republica per la quale » si ofieriamo pronti ognora che ad esso o suoi ofliciali ci sara comman- » dato, prendere le armi in mano per sua dilTesa e servizio ». Ricevuto il mcmoriale sopra indicalo contenente parte dei delitli del conte Agostino Tizzone delle Rive, il duca Emanuel Filiberto savio c prudente non cerco ne di fomentare il gia grande risentimenlo dei po- poli , ne si mise in punto di voler discacciato il conte Agostino dal con- tado, ma lo passo al suo Senato in Torino, accio csaminate le accuse e fatte diligenti indagini inloino alia verita dell'esposto , venisse ad un giudizio con difllnitiva senteiiza. Le accuse principali sono le seguenti: » Inquisitione fatta pel fisco » del Serenissimo Principe Emanuel Philiberto Duca di Savoia. Contro « II signor Agostino Tizzone delle Rive residente in Desana per Conte, i) ed altri 20 servitori ecc. 1." n Incpnsiti, a mano armata hanno captivato Gio. Giacomo Casalone » alii borghi di Levizate, giurisdizioue e territorii di S. A., e condotto a » Desana oue fu fatto morire. a." n Come nell'anno i556 andati a Constanzana Stalo di S. A., ove u tolsero un niunero di buoi e carre dando il fuoco alia porta del ca- i) stello, ed cntrati in esso condussero in Desana giani , vettovaglie , mo- » bili , letti etc. 3.° n Sono pure entrati di forza nel luogo di Assigliano Slato di S. A. " dove hanno levati letti con violenza etc. DEF. CAV. COSTANZO CAZZERA. QJ 4-° » Anilati alii lochi di \enaria c a Constanzana Slallo di S. A. e » condolto via grano e commessi guasti etc. 5.° » Inquisito il detto Agostino pcrche come originario e cittadino » di Vercelli doueva obbedir alii ofliziali di S. A. G.° » Nell'anno i56i ballandosi ncl loco di Lignana ed ivi passando il » detto Agostino, e la gioventu gridando Viva il duca ili Savoia , dissc » un stereo, ed alliv parole inconvenienti. 7.0 » Trasportato bcsliamc ed allro dal loco di Ligiiana. 8.° » Nel 1 56 1 Agostino invio il .Moretto suo seruilore nelle fini
  • la inhobedienza et coutuniazia tlessi, per le prcsenli col paici -del no- » stro Conseglio a caduno di voi commeltianio die habiale da pioiiun- ■» tiare, essi nel rotulo nominali e bandili da nosli-i Slali, cl inliibir si- ll come noi inhibiamo, cbe non vi sia persona, sii di qual gfado si vogjia, » clie presuma reccttare ne dar ayulto ne fauore ad alcinio di dilli » bandili, sotto pena di mille liure nostre, ed allia pcisonale a nostro yG MEMORIE STOillCIlE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. I arbitrio riscruala per caduno, ct per ogni uolla clic sara contrafatto, » nclla quale incorreranno ipso iure et facto et senza allra dichiarazione, » et occorrendo che tali dellati si trouino nel nostro Statto soli o ac- i) compagnati contro la forma di qiieste nostre, vogliaino et comandiaiuo » clie siano captiuali ouoiiclie si troveraiino, fori pero del loco sacro, et » coiiduti alle caroeri nostre di Torino, doue per il dctto Senato nostro » si fara in quanto importa la giustizia, c se cosi facendo saranno olTesi >* deflendendosi dalla giustizia nostra, uogliamo chc possino essere oll'esi » .senza incorrere pena alcana. Che tal e la mente nostra. In oltre li « citarcli di nuouo instantc il benamato nostro General Fiscal Barbery » per apprcsentarsi auanti in qucsto nostro Senato, all'ottauo giorno doppo » assegna dclle presenti, per allegar causa giusta al Soueran perche non i) si debian condanarsi per conto di delti enormissimi et multiplicati » delitti de cpiali nelli capitoli incpiisitoriali per copia man data et infor- )) mationi si fa mentione, altrimenti clie l'ultimo giorno saranno conila- » nati per detto Senato, al epial cosi commettiamo di nostra certa » scienza, ecc. » Al di.xviii Torino g di Genaro » Stroppiana » Osasco » Petrinbello » Barbery, Fisc. Gen. n Quali efifctti pi-oducesse sull'animo del conte Agostino la sopra indicata sentenza non ci e noto; certo e che non cessarono percio e in tutlo li strazii, e le prepotenti molestie sui poveri popoli del conlado, ai quali non rimaneva altro rimedio da quello in fuori di abbandonare le terre soggette al conte. Tanto di fatto crebbe qucsta emigrazione, clie il conte penso di pubblicare varii ordini c proclaim per riclviamarli alle proprie case , obbligandosi di rcstituir loro i beni sequcstrali. Pochi sono coloro che, fidatisi alle sue parole, vi ritornassero, e epiesti ebbero ben presto a fare trista esperienza della poca fede che si doveva prestare alle menzo- gnere promesse di si vile tiranno. In questi giorni stessi, 29 marzo 1 569,1a Camera marchionale di M011- ferrato, previo il proccsso fatto in contraddilorio , condanua il predetto conte alia eonfisca di tutti i suoibeni, da applicarsi al fisco marchionale. Quia ex informationibus sumptis contra dictum D. Comitem slugustimirri DEI. CAV. C0STAN7.il GAZZEBA. . Ducis Mantuae et Marcliionis Montis/, ■rrati fabricasse , et seu jubricarc fecisse ac expendisse in hoc dominio Montisferrati et alibi, in dedecus viusdem Excel!.7"' D. D. nostri, ac in damno et interesse publicum el pre- ( ipue subditorum suae Excellentiae. Propterea ex /lis et aliis a iure et a processu resulluntium ac animum nostrum mouentium , eundem I>. Augustinum condcmnamus in confiscatione omnium bonorum suoriim fisco marchionali applicandorum et si banno ipso contract nail , et in forliis iusticiae pervenerit quod punialur el ultimo sup/icio, et sic in amputatione capitis sui. La sentenza venue Ultimata , con letlera del signor Bernardino Sco- tia, alio stesso conte Agostino, e pubblicala e aflissa alia colonna delta pubblica piazza di Casale. Pa rev a che tanle malvagita e tanti misfalli aver dovcsscro in line il loro gastigo. Ma la divina provvidenza voile die fosse posto il colmo alia misui'a. Ben conosceva lAgostino qual dovcsse essere lesito dclla pen- dente lite, il termine della cpiale era allYettato dai caldi voli del conte Gianmaria: onde raddoppiate le cabale, e usato delle protezioni compre a peso d'oro, valse a poter non ritardare solo, ma a sospenderne il corso. Che anzi con arlificiose accuse, con calunnie e false dcposizioui fece che il conte Gianmaria fosse fatto prigione e custodilo in Milano, tenendo esso stesso rinchiuse nel castello di Desaua la moglie e la figliuola. Ma troppo crano evidenli i diritti del conic Gianmaria, solo che si fosse voluto esaminarne i titoli, c si grande fu I'attivitii posta dal figliuol suo QsMiuo, che finalmente, il 6 di novembre del i58i, vcmie pubblicala la finale sentenza dai delegali imperiali, dichiarando speltarc al conle Del- fino ed alia sua linea la giurisdizione del feudo di Desana , con ingiuu- zione al conte Agostino di doverlo evacuare. Venue dalo lincarico di porre ad esecuzione la sentenza al sig. Aulo Audoazzo Tizzone fratello di Pellino, il quale, in data del G gcnuaio i582, mando intimarsi alio stesso conte Agostino. Ecco il tcsto della sentenza. « Rudolphus II divina favente dementia electus Romanorum impera- » tor semper Augustus , etc. » Recognoscimus, et notum facimus lenorc praescntiuin, universis n quorum interest pracsentibus et futuris, quod cum iu causa, ct lite Serje II. Tom. IV. i3 tjS HGUORIE sroniciii: nni ttzzoni conti di desaiya ecc. » quae inter nobiles nostros, et Imperii Sacri Fidelis dilcctos quondam a Comitem Ioannein Mariam Titionu, eo vero deftmcto (ilium suum pr*> » mogenitum Comitem Delpliinum aetorem ex una, et Comitem Augu- o Stinutn Titionum reum convontum ex altera partibus, ratione loci et » castri Deeianac, eiusque iurium, et pertinentiarum vcrtcbatur, visis n dibgenter aetis et aetitatis, ac prachabito maturo consilio bodicrno die » sedentes pro tribunab ad ferendam sentcntiain nostram dcmnitrvani » proceden. duxerimus proul processirnns, ac camdem in scriptis tubmus, » et publicavimus hoc qui sequilur tenore: — Sacra Caesarea , ac n Hinigariae , et Boemiae, etc. Regia Maiestxis Dominus noster clemcn- » tissimus in causa, et lite inter quondam Comitem Ioannem Mariam n Titionum , nunc vero eius jilium primogenitum comitem De/phinum » aetorem ex una et comitem Augustinum Titionem reum coiwentum. n ex altera partibus r-atione loci et castri Decianae , eiusque iurium , et » pertinentiarum verlente , visis diligenter actis , et aetitatis habitaque n super it's matura deliberatione , definitive prommtiat atque decernit » praefatum aetorem legiltimum esse successorem quondam Caij Caesaris » THioni, verumque Dominum died castri Decianae, et proinde ipsum » reum ad relaxandum, dimittendum, et restituendum praefacto actori » dictum locum , et caslrum Decianae cum omnibus suis iuribus , at » pertinent iis , nee non fructibus a tempore litis contestationis perceptis » condemnandum esse prout sua Caesarea Maiestas eumdem reum hac » sua sentcnlia diffinith'a condemnat ; expensas vero utrinque factas ex » causis animum Mairstatis suae moventibus compensat. — Nobis vero » iam ex parte praefati Delphini Titioni Comitis Decianae bumibter » snpplicatu fuerit, utipsi huiusmodi sentcntiae nostrae copiam in au- » thentia et idonea forma ad futura rei memoriam, concedere dignaie- » mur; Nos saepe exauditis eiusmodi bumillimis precibus memoratam » sententiam nostram de verbo ad verbum nti superius descripta est n iussimus inseri pracsentibus liberis nostris quas pro evidentione testi- » monio, ac firmiore eius rei robore manu nostra subscripsimus, ac si- i) gilli nostri Cesarei appensionc communiri iussimus. Datum in Arce n uostra rcgia Pragae die vigesimasexta mensis octobris anno Domini y> millesimo quingentcsimo ocluagesiino primo Regiiorum nostrorum Ro- » mani sexto, Ilungarici decimo, et Bohcmici scptiinn. lludolphus ». DEI. CAV. COSTANZO GAZZERA. y.j S'impara dalla scnlenz.a ehe il conte Gianraaria non cbbe il roulculo di scorgcre il trionfo della sua giusla causa, per esscre mancalo ai vi\i poco tempo prima, esscmlo toccato al figliuol suo il conte Dclfino a C8C- coglicit' il frutto di tante ansicla, inquictudini , sudori, fatiche, perse- cuzioni e prigionie, che aveva esso pure in parte divisc collinfelice suo genitore. ZECCA E MONETE Neiralternativa di prospera ed avversa fort una, e nclle avventurose peripczie cui andb soggetto il conte Caio Cesare, delle quali ci siamo ingegnati di dare un cermo : non ci e noto sc abbia avuto c tempo e sufliciente tranqnillita per pensare alia zecca. Certo ne di Gabriele, ne di Gianmaria non ci vennc fatto di scoprire veruua monela, delle quali mancano i principali musei , quelli altresi che souo piu ricchi di monete italiane dei tempi di mezzo. Bisogna credere che l'iurerta e iluttuanti' diinora di essi in Desana, non abbia loro permrsso di goderc del bene- fizio della zecca per avvantaggiare le finanze loro non mai certo in buono stato. Si e creduto , e si credc tuttora dai monetofdi , che non riman- gano monete del conte Caio Cesare. Se si bada tuttavolta che questi per alcuni anni ha potuto godere trainpiilla, e senza contrast!, l'eredila del feudo, e da credere non abbia voluto lasoiai-e inerte la zecca, fonte certa di abboniiante gnadagno; io pure non ebbi mai la sorte di vedere di queste monete Cesariane. Non e dubbio pert) che non ve ne esistano. Trovo in alcune schede manuscritte del dotto Ycrnazza una nota, nella quale accetma di aver avuto sott'occhio una moncta d'oro coniata daJ conte Caio Cesare Tizzonc con SAjNTA DOROTEA, che era il nome della sua moglie Dorotea Grassi. Non noto il Vernasxa ne ove si trovasse, ne chi ne fosse il posseditore. Certo era in Torino, onde mi rimane la speranza che sara per nficir fuori quando che sia. Essa fu certo coniata nei priini anni di suo dominio, non ([iiando per le note awenture, il nome di Dorotea non li poteva essere accetto. Abbiamo detto piu SOpsa che del conte Gianmaria Tizzone non ri- mangono monete col suo nome, o coniate colla sua eihgie: non dieo che non ne abbia fatlc eoniaro: ma o non si sono conservatc, o le fece bat- tere sotto il nome di atari principi, e come uscite da altre zecche. So unzi che cotidaunaio dalla Camera marchionale di Moufcrrato d conte 100 MEMOIUE STOMCBE DF.l T1ZZOXI CONTI M DESANA ECC. Agostino, quale fabbricalore di falsa moncla , e di quclla di Monferrato soprattiillo : riuscl per un tempo a pcrsuadere obn ad csso, ma al conic Cianmnria doversi ascr'rvere quelle mmictc falsilicaic, per eui dovette questi subire la prigionia in MUano. Ma da nessuna informazione fiscale, fatta eseguire sul punlo delle falsitiea/.ioni operate nella zccea di Dcsana, venae mai fatta menzione di csso Conic, o rilrovaia tracoia di moneta chc potcsse esserli attr'ibuita. Da rio nasce clie o il conte Gianmaria non fece coniar moncla, nelli period] di tempo assai brcvi da esso passati in Desana , o clie queste non si sono conscrvate , o sino a qucst'ora rilrovate. Non COSl e a dire del conte Agostino , che eon quella avidila di far danaro clie si e in esso conosciuta, per eui non cesso mai di martoie/.- zare c spogliare i poveri popoli della contea, non doveva certo mancare ili scrvirsi di lal mezzo, il quale g'ui abbastanza frutlifero, alloi'che si esercita onoratamente , Io diventa maggiormente e d' assai , quando si adopeva da falsario. Ora per tale fu convinto , e condannato al bando perpetuo cd al laglio della testa, il conte Agostino. Non poche monelc di fatto di questi si rilrovano tuttora nei pubblici musei, col suo nomc ed eiligie alcune, altre clie prive di questi segni , devono tuttavolta es- serli ascritte, come vedremo. Ignoto e il tempo nel quale il conte Agostino incominciasse a far la- vorare la zecca di Desana; certo sara stato di buon'ora, se volendo rin- novarne lesercizio nel 1067, e ncll'apertura fatta del coftano ov'erano conservatc le stampc, i cugni, e li inventari delle slampe , non si rilro- varono fuorche monete propric del conic Agostino; se nel i5Gg pote essere condannato |)er falsifieazione, e pes aver fatte spendei-e le monete sue nello stato di Monferrato: pare anzi die fosse l'anno i5C>4, che di tal anno appnnto era il libro delle delibranze rilrovato nel coifano , quando se ne fece la verinVazionc. n L'anno dunqoe uaille cinquecento c sessanla sclte a rinditione de- li riina, e alii scdici del mese di marzo , nel caslello di Desana, e nella » sala bassa del detto castello compaiso Messer Gioanui Pielro (igliuolo )> di Francesco Prenoslino aurifice et cittadino di Vercelli contraguardia e assagiatore della predetta cecha dell' illuslrissimo signor Conle Au- » guslino Titione signore e Conte di Desana, a noine suo, come di » Messer Gioauni Pietro Calza cilladino di Vercelli guardia della pre- » delta cecha, i quali trasferitisi alia casa della cecha cd aperto il coffano DEI CAY. CO6TANZ0 CAZZEUA. ] (> I )> in presenza dei predetti c del notaio <. Francesco De Cassinis, ritrova- ii rono ollre al liliro della delliberanze dell'amio 1 5G4 — piu una pilaoon i> uno troscllo da scutti, in qua) pilla ha intaglialo an Cristo coo la croce ii in spalla con lettere inlorno Dirige Domine gressus nwos. II tiosello 11 lia intagliata 1'arina del prefatto illustrissimo signor Conic inquartata » con le armc dclla casa Tilione et delli diccssori signori Conli di De-: » sana con lettere all' inlorno Augustiuus Titionus Comes Desiana J ir. » Imperious perpetuus. Et in una pilla dc soldi venli di Milano nella ii quale ha intaglialo lc elligic del prcl'ato illustrissimo signor Conte con >i lettere all' inlorno : Augustinus Titionus Comes Dccianae. El uno tro- » sello ncl quale ha intaglialo I'arma inquartata sopradetta con lettere ii all'intorno Vicavius Imperialis perpetuus. Et pin una pilla da soldi ii dodcci di Milano nella quale lia intaglialo la della anna rum lettere » all' inlorno Moneta Imperialis Comitalus Devianae Augustini Tilionis » con doy troselli nclli quali ha intagliata I'arma imperiale , cioe » l'acpiila con dove teste et una corona imperiale di sojua alle ambc » teste, et nel petto an piccolo scudo del' anna d' Austria , et lettere >i all'intorno A Domino factum est istud mille cinq cento sessantu quai/n. » E pill una pilla de quatrini nella quale ha intaglialo uno D con let- » tcre all' intorno Augustinus Titionus Comes. Et uno trosello nel quale ii ha inlagliato D • M • M con due righc 1'uiia di sopra l'allra di sotto 11 con lettere all' inlorno Vicaruis Imperialis perpetuus. E pin dnov i) troselli nelli quali ha inlagliato una piccola crosctta con lettere all'in- » torno Imperialis Augustini Titioni Comites Dccianae p. Le quali cose tulle ritrovate furono rimesse dal predetto assaggiatorc al inagnifico si- gnor Giorgio Tizzone, in presenza del signor Francesco Titione delle Rive, del revcrendo messer Antonio Maria Percllo de Russato di Milano <• di Messer Paulo Bochi cittadino di Vigcvano Icslimoni, ed il signor Nicolo Guidclardo de Saluzola, castellauo e maestro general della detta cecha, domanda esserle I'atio i concessi teslimoniali, ecc. Si ha noti/.ia per l'allo qui sopra di molle monete fatte coniarc dal- 1'AgOStino prima assai del detto anno i5G- , delle quali moneluceie nes- suno esemplare si c, credo, conservato. Ai i4 di novemhre deH* anno i58u il conte Agostino Tree an aggiustamento per la zecca col signor Rolando Gastaldo di Torino Maestro di cecha Ducalc di Savoia, coi palti e colle condizioni espresse c indicate uell'atto die diamo inticro oelfap- 103 memohie STOtucne nKi tizzoni conti ni desana. ecc. pendicc (i). Rolando Gastaldo fu maestro di zecca del Duca Emanuel Filiberto, c ad esso si de\on<> Corse i conii della piii parte delle monetc che furono coniale in Torino dopo il suo ritorno nrgli Siali avili. II a5 di luglio del 1578, ottenne dal Duca Emanuel Filiberto di poter andare ad esereir fuori degli Stati 1'arte di maestro di zecca; permesso confer- matoli in novembre i58o dal Duca Carlo Emanuele I (2). Partito da Torino si rec6 a Montanaro, ove era la zecca degli abali di S. Benigno, e servi da zeeehiere all'abate Ferdinando Ferrero, e all1 abate commen- datore della stessa abazia Giainbattista di Savoia, le cui monetc furono pubblicate con erudito commenlario dal nostro celebre e diligente Ver- nazza, dal libro del quale abbiamo desunte epieste nolizie del Gastaldo (3). Cotesti atti pubblici d' aggiustamento cogli appaltatori delle zecche , ed ai quali si ricorreva in caso di contestazione , e di processo , erano fatti con somma circospezione , e a norma delle regole ammesse nelle zecche principali e piii accreditate: ad essi aggiungevano poscia sovente aecordi verbali, pe'cpiali era lasciata facolla alio zeeehiere di poter c<>- niare monetc degli altri Stati , a lega piu bassa e ad arbitrio e volonta del medesimo. Cio si ricava dalla deposizione di Annibale Rizzo di Ca- sale , il quale disse, che essendo maestro di zecca Rolando Gastaldo di Torino pagava per censa di delta zecca a ragione di ottocento scmli d'oro in oro di giuslo valorc, l'anno , e che l'attual maestro Luca An- tonio Bozzo Bergamasco paga di filto scudi mille ; ma che questi aveva licenza dal Conte di Desana di fabbricar monete sotto diverse effigie e stampe come a lui piacesse e che della fubbrica di dette monete detto signor Conte di Desana non ne aveva fatto menzionc nelle lettere patenti a detto maestro fatte , meno negli istromenti di accensamento , e che per la fabbrica delle sopra specificate monete aveva fatto accordo a parte col suddetto ecc. Sono a leggere le informazioni predelte prese dal referendario di (1) Append, n. 49. (i) Da un gtodizipao parcrc chc dnlla Camera ilucalo dei conii venne sporlo al duca Carlo Eniauuele slesso, :1\ fchhraio l.">Ni, nel quale S. A. c supplicata elm non voler piii oltrc pcrmet- tcrc a' suni popoli di pntersi recare a lavorare nelle zecche foresticre, ([iiando si erano e a piii nj-n'se proibite le monele in esse hatlule, nnn che I'inlroduzione delle medesime nello stato ; appatto la necesslta di domandare ed oltenerc il permesso conccduto al Gastaldo, ma chc venne pn*ri.T .• costanlemenle negate in appresso (Appendioe n. 43). {.'!) Vitii di Giambattista di Savoia, c nolizie delle sue monete. Torino 1813, 4.°pag. MO in nola. DEI. CAV. COSTANZO OAZZERA. I(>3 Vercelli per commissione dclla cunci-a ducale di Savoia li 16 maggio i585, e a5 novembre 1087, onde scoprire gli abusi, le falsificazioni, i ladronecci commessi nella zecca di Desana, c che uguali od anche mag- giori si ripclevano in tutte le altre zecche, sia che fossero con imperiale o pontificia autorita, o fraudoletitemenle apcrtc nei feudi dei signorotti, in ilanno dei poveri popoli ingannati, gabbati e rubati da coteste insa- zial)ili sanguisughe. Dareino nell'Appendiee un estratto di queslo docu- mento troppo luugo ])er esser dato inliero (1). Molte, e di ogni maniera e conio sono le inoncte uscile dalla zecca di Desana in tempo dell' usurpazione del conte Agostino , (piantuntpie non siano molte quelle che sono giunte alia nostra cognizione. Altre e in maggior numero sono indicate nelle informazioni prese in Vercelli d'ordine della camera di Savoia , e dai tcstimoniali di atteslazioni prese da Percivallo Goltofredo da Buronzo, l'anno i586, sulle monete basse che si fabbricavano in Desana. TAVOIA in I. AVG • T • CO • DECIA • VIC • IMP • PER • Augustinus Ticionus comes Decianae vicarius imperialis perpetuus. Bitsto rU'olto a sinistra. DIRIGE • DOMINE • GRESSVS • MEOS • i58i. G. Sciulo inquartato; il primo e quarto delV Impero. Secondo e terzo tre tizzi. II G indica il nome dello zecchiere Gastaldo. II. AV • TI • CO • DE ■ VIC • PER ■ IMP • Augustinus Ticionus comes Decianae vicarius perpetuus imperialis. Scudo coronato iru/uartato, al primo e quarto deW Impero. Secondo e terzo di tre tizzi in banda. IN • DEO • SPES • MEA • i58i. R ■ G. Croce doppia gigliata. R. G. cioe Rolando Gastaldo mastro di zecca. (1) Append, n. 44. !!>'( MF.MOniE STORICHE DRI TIZZORI COSTI Dt DESANA Ef.C. III. WC, • TICIO • CO • DECIA ■ Augustinus Ticionus comes Decianae. Nel cainpo DM.M coronate. Sollo stelletta. Forse Divi Maximi- lian! munere. VIC • IMP • PERP • 1 58 1. R. G. Vicarius imperialis perpetuus. Croce gigliata. Rolando Gastaldo. IV. AVGV ■ TICIO • CO • DECIA • Augustinus Ticionus comes Decianae. Vdt campo DMM in mezzo a due slellette. Forse Divi Maxi- milliani munere. NIC • TMP • PERP • i58i. R. G. Vicarius imperialis perpetuus Croce gigliata. Rolando Gastaldo. V. AVCV • TICIO • CO • DECIA • Augustinus Ticionus comes Decianae. Nel campo II coronalo. VFC • IMP • PERP • i58i. R. G. Vicarius imperialis perpetuus. Croce gigliata. Rolando Gastaldo. VI. MONET A • DECIENSIS • Scudo con cimiero, nel centra due tizzi in croce. S GERMAN VS ■ T'^escovo seduto. Mitra in capo col nimbo. Pastorale nella sinistra, c la destra in atto di benedirc. Nella deposizione di Gio. Tietro de Iudicibus e detto = altre monete in bonta delli quartt e di maggior peso cioe di pezze duecento trcnta per inarco, i qrtali avcvano da una parte un' arma con due Ti- tioni in croce con un cimiero e intorno: moneta Decianensis , e dall'altra parte l'efligie di un sanlo con mitra in capo e bastone pastorale nella mano, intorno Sanctus Germanus. Tra le monete di Desana anonime abbiamo appunto quella qui sopra indicate che dice essersi fatta coniare dal conte Agostino. DEI. CAT. COSTANZO CAZZERA. 1 o5 CONTE DELFINO lntesa da Carlo Emanuele I duca di Savoia la sentenza della Camera imperial* in favore del conte Dcllino, figliuolo primogenito del conte (jiaumaria, e l'ordiue di porlo in possesso del fendo di Desana; il duca lice solenne opposizione, chiedendo che fosse sospesa la presa di pos- sesso, sino a che fossero appurale le ragioni ed i dirilti che csso cre- deva competerli sul medesimo. Temeva di fatto il duca Carlo Emanuele, che il feudo e conlado di Desana, posto com'e tra mezzo alii stali suoi, e vicino alia citta sua di Vercelli, potesse, col tempo, venire dai Tiz- zoni venduto, e passare cosi o cadere in mani strauiere, e nemiche, dalle quali per csserc luogo fortificato sarebbe quindi cosa assai lunga e difficile ad essere ripreso; il che non sarebbe senza pericolo e danno suo e de' suoi popoli. Conosciuti ragionevoli dalTimperalore Rodolfo II i motivi addolti dal duca di Savoia, pei cpiali si era opposto a che fosse dato il possesso del feudo al conte Delfiuo ; nel suo manifesto al Tizzonc, del i3 dicembre i58a, li va enumerando esso stesso partitamente. Universis sit munifestum quod cum apud Cesareum Muicstatem fucrit exposi- lum ex parte Sevenissimi Caroli Emanuelis Ducis Sabaudiae ji- cuti ipse super loco et comitatu Decianae ius habeat et luibet et ideo non esse concedendam executionem diclue sententiae in praeiudicium iurium suorum sed potius retardandam saltern donee per ipsum impera- torem super dictis suis iuribus et praetensionibus cognitum et decisum idque fieri, et concedi dicebat ne ipsum castrum Decianae quod in limitrofis sui dominii existit et prope suam civitatem fercclla- rum, est munitum, cuius propterea dijjicilis esset recuperatio si ad alie- uiis manus paveniret per alicnationem forte , aut alio quovis modo, etc. Quindi la maesta sua cesarea, con lellere patcnti indirizzate al duca, da Vienna, e in data del 2G di ottobre, li commette di dare esso stesso, o per mezzo di procuratore o mandatario , il possesso del feudo al conte Dclflno, per avere epicsti promesso, sotlo pena di ao mila aureorum, e colla perdita di ogni suo diritto, di non alienarc il caslcllo c luogo di Desana, prima che non sia dilliiiitivainente stabilito intorno ai diritti pretesi dal duca sul feudo medesimo. II conte Dcllino, tanto per aderire alii ordini dell'imperatore , (pianto per terminare in modo amichevole col duca ili Savoia, spedi a Torino il fratello Aulo Andoazo suo procuratore, il quale Serie II. Tom. IV. i4 lo6 HEHORIE STOOIGHE DEI TIZZONI CONTI DI DF.SANA ECC. Delia forma e modo sovra indicati, pose tenuine alia contesa. flinc est quod ante praesentiam praefati Serenissimi Carolis Emanuelis de Su- baudia Principis Pedemontii personaliter constitutus I/l.mus D. Aulas Andoacius Titio Comes , /rater III:"' Comitis Delfini sui, et nomine D. Comiiis Delfini sui fretris , promittit peaefato Serenisaimo Duci Carolo i.manueli ac se obligat idem Aulas Andoacius cum iuramenlo , quod pendente lite non alienabit nee transferet dictum castrum. et locum De- cianae in qaavis alia persona cstera , sub pant XX millia aureorum et ummissione iurium suorum , died Duci et luievedibus suis applicanda. Dopo iK'l che il duca Carlo Emaauele nomino per sura commissarii Fran- eesdo dc' coni i ili Vaiperga governaiore cli Vercelli, e Ghirone di lui fi- gliuolo vice govcrnatore, oude avessero a porre in possesso del castello, del luogo e del contado di Dcsana il conte Delfnio: la qual solcnnila el»be luogo in presenza pure del niarcliese Filippo d'Este, il quale per occasione del inatriinoilio della principessa Isabella di Savoia con Alfonso III d'Este, cola si ritrovava. Dato fine atl'onorevole incombenza, fu sollecito il duca di rec iirne la noti/.ia all'imperatore, il quale ringraziatolo dell'operato, e come per rimcrilarlo, id in via l'alto di sommissione passato dal conte in suo favore, • ) ui'llo cioc di non alicnare il easlello ed il luogo di Desana, sino a che fossero intieramente appurate le pretensioni ed i diritti del duca. Erasi a tpieslo fine reoato a Vienna il conte Dellino, e cola aveva coirinipcratorc inlesa ogni cosa, e supplicato per finvestitura, che ampia e in lutto con- forme a quella da' suoi predecessor! Massimigliano e Carlo V ai conti Lodo- vico, Gianbartolomeo e Caio Cesare, li venne dall'impcratore Rodolfo , il giorno 8 di aprile delfanno i583, rilasciaia. Animo bene deliberate ex carta nostra scientia, sano et maturo accedente consilio , ac auctoi-itate nostra Caesarea , praedictum Comitcm Delphinum de castro et loco De- ciamae eiusque territorio et praediis , una cum mevo et mixto i/nperio omnimodaque iurisdictione eiusdem caslri et loci . . . nee non regalibns pascuis molemlinis furnis acquis, cum emporio, etc. . . . accepto prius ah ipso Comite I elphino debito fidelitatis iuramento , in feodum libcrum et franco nobili gentili antiquo avito et paterno . . . ac titulo et dignitate comitatus el mi/itiac investimus et i/li in feudum concedimus etc. Otlenula liiivestitura del feudo parti il conte Delfmo da Vienna, il i di niaggio dcll'anno medesimo, come nota il passaporto, col quale lo accompagno I'imperator Ridolfo, con cano/./.a, scguilo di lei cavalli, e due domestici DEL OAV. COSTANZO GAZ7.F.RA. In- a eavaUo pure, alia volia di Desana (t). Frattanto Aulo Andoazo, fra- tello e procuratore del conte Dellino, a cib specialmente delegato, ordino al comuiio di dorer prestare il oonsucto ginxnmeato di fedelta; ed il giorno ju'iiidtiiiio di dicembre nella cjiicsa eoUegiata di S. Alessandro, Convocata ct congregata la generate credetua delta comunUa homitu et universita dette persone di dctto loco di Dcsana per eapi di rasa , preccdente il suorio delta campana, sccondo il solito , in virtu del co- mandamento fattogli dal molto Illustre sig. Ghirone Valperga vice Go- vematore dclla citla di f'ercelli, e in questa parte delegato dal Sere- nissimo signor duca di Savoia Cesareo delegato tutti unanimi e concordanti protestando essere a pieno inftirniati delta sentenzu delta Ulacsta Cesarea per la quale il suilctlo molto Illustre signor Deljino Titione e stato dichiarato vero e legitimo conte e signore di questo loco di Desana, etc. pernio hanno giurato e giurano homaggio fedelta ct obedienza e che nell'avvenire li saranno veri e fedeli sudditi come esser devono, etc. il tutto conforme alle antiche recognitioni. Rientrato nel pieno godimento de' suoi dirilti , pose mano il conte Del- fino a rimarginare le larghe piaghe aperle nel corpo del contado d;igli ultimi usurpatori del medesimo, Gabriele ed Agostino Tizzoni dellc Ri\c : Nihil prius, dice l'imperatore Rodolfo parlando del conte DeUino, ma- gisque curae habuisse quam ul comitatum ilium ab lis qui eundem nullo iure occupation eousque detinuerant , miruni in modum labefaclatum et ob occupatorum illorum saeviliam ab habitatoribus magna ex parte de- relictum, et quasi desertum , iamque ad totalcm fere ruinam redaction , in pristinum suum station reduceret. Informato, in primo luogo , dalle suppliche deoli uomini c universita dellc persone di Asigliano, chc dal conte Agostino era stato spogliato quel commie del benefizia ad essi gra- tuitamente conceduto , per sola libcralila e grazia sprcialc ili Antonio Tizzone signor di Desana, di potersi servire dell' acqua nuova o della Roggia rosi dctla del mulino; II conte Delfino volens eadem liberalitate et. benignitate uti crga praedictos homines et tiniversitatcm Auxiliani noa obstante quod hodie aquae sint in magna pretio, de novo con- cessit et concedit praedictis hominibus etc. . . . ius et jacultatem acci- piendi et conducendi aquam praedictam novum scu Rugiam molendini, etc. (1) Append, n. 45, In8 MF.MORIF. STOHIC1IK DEI TIZZONI CONTI T)I DKSANA T.C.C.. Di seguito scorgendo come la maggior parte dei beni gia posseduti da- •ili abitanti del conlado erano staii eonfiseati e addetti alia Camera fi- scale , voile clic fosscro ai loro padroni rcsliluili. Quest' atto di probita e di rigorosa giustissia aoo piacque ad alcuni Vercellesi, i quali in virtu di laic bencfico dcereto si vedevano obbbgati a do\c,r restituire essi pure il male acquistalo. Ebbero quindi ricorso al duca Carlo Emanuele I, e pingendo se stessi <[uali villime sacrificale sullallarc. dell' ingorda avidita del eontc, ne imploravano la difesa e la protezionc. Mosso il duca dalle meozoguere parole di questi suoi sudditi, fu sollccito di raccomandarli alia bencvolenza del coule. Si recb questi a Torino, c non ebbe grandc difficolta a provare ch'esso, col rendcre a' suoi sudditi quanto con inau- dila lirannia era loro stato lolto dal conte Agostino delle Rive, erasi te- unto ncgli slretti limiti della giustizia e non aveva leso alcuno; che se tra i Vercellesi era chi si credesse danneggiato, poteva far valere i suoi diritti jier la legittima via dei tribunali , e che esso anzi , e per fa- cilitar loro qucsta via, aveva stabilito nella citta stessa di Vercelli un giurecousulto Antonio de Negris, con facolla di prendere cognizione del- rall'are, c di giudicare a termini del giusto e dell'onesto, c della cono- sciuta verita. Nel nientrc che tali querele stavano pendenti presso co- lesto delegato, i Vercellesi conoscendo che il torto stava dalla loro parte, non aspettandone la decisione, eccitarono facinorosos quosdam homines, incendiarios, fares , assassinos et sicwios, qui praeter damna illata ac ncrpetrata j'urta et incendia , subditos quosdam , del conte , vinctos ac /igatos extra Comilatiim ducere conati sunt , quin etiam consulem loci Decianae , sclopeto in cum exploso , vulnerarint. Sporti i lamenti del conte al duca Carlo Emanucle ed alle autorita di Vercelli, ne scorgendo posto rimedio , o fatta giustizia ; il conte Delfino reco ai piedi dell' im- peratore le giustc querele sue e de' sudditi suoi. L'impcratore Rodolfo, con lcttera del i4 di ottobre i586, fatta la minuta narrazione di ogni CQSa e riinprovcrato il duca di non aver cercato di por rimedio a tante rihalderie ed iniquita, lo cccita a doverla riscontrare su questo parti- colare nel termiue non maggiore di tre mesi (i). Nel tempo stesso scrisse al senato di Milano d' informare segretainente de Jiuiusmodi gravamini- (I) Appiod. d 4fi. DET. CAV. COSTANZO GAZZE3U. I or) him , oppressionibus , homicidiis ac damnis ownibusquc corum circuin- stantiis diligenter , secrclo tamen , di giugno 1 583, per la quale il conte Delfino, cntrato al scnizio di S. M., si ob- hliga di servire eon la persona sua, come soldalo e stipendiato , in tulti i luoghi che dalla M. S. o da' suoi luogotenenli li sara comandalo. Re- Stera pero semprc presso il conte il libero ed assoluto douiinio. non chc ramministrazione dello stato suo di Desana , coll'obbligo tuttavolta che in tempo di guevra debba il conte ricevcre nel castello di Desana on presidio di soldati italiani, il quale dovra obbedire al delto conte. Per contro il signor duca promclte di pagarc al Ti/.zone, in tempo di pace, 20 soldali a scudi 3 al mese, c per Btipendio di hri, seudi 3oo. Questo, in tempo di guerra, si accrescera sino alia somma di scudi cento al mese, oltre a sei lanzc spezzate con sei scudi al mese per caduna. Venne poscia di fatto adoperato il conte Delfino in varic incombenzc militari , trovando che neU'anno i5g3 fu designalo per governatore di Finale. Da un suo primo matrimonio, con Marglierita Madruzzo Cliallant, nan aveva il conte Delfino conseguita ]>role; e questa maneata di vita, dopo non inoiti auni , cerco il conte di contrarre nuovi sponsali , c la scelta cadde sulla damigella Camilla dei conli tli Biandra di Trino, signori di Balsola; se non die, un non prevedulo incidente fece che ne fosse sospesa per alcun tempo la eelebrazione. Nacque dissidio per 1' assicurazione della dote. Nelle longhe e dispendioeissime liti, dal conte Gianmeria padre, e dal figlio Delfino sosteuute per il riacquisto del feudo, erano state alie- nate tutte le sostanze libcre ed allodiali della famiglia, ne altro mezzo rimaneva che tli xolerla assieurata sui beni feudali. S ojiposero a tal par- I 10 MF.UOIUF. STOIUnilE DF.t TIZZONI CONTt DI DESANA F.CC. lito i fratelli Francesco e Vndoazo, ai quali, per lo stesso moiivo della perdita degli allodiali , nou altro era rimasto, che tin meschino asscgna- mento sui redditi stessi del feutlo ; e non s "opponcvaiio Boltanto, ma rcclamavano anzi un aumrnto della pensione , iusutVu-icutc, clicevan cssi, al deeente lorn mantenimenio. Sporto on supplice libello dal conic Del- linn aU'imperatore Rodolfb; quesli, con Letters del a5 maggio i5go a \icolo del Carretto dc' marchesi di Savona, nominalo suo cesareo coru- missario, li commette ili cercar modo ad un amichevole componimento ira i fratelli: Te hortamur et reauirimus ut cum iisdem anucabiUs com- positimiis tractationem primo quoque tempore suscipias , ac istiul onmi studio agas, quo rex inter ipsos ad oplatiim concordiac effhetum perdue i //licit (i). L 'amichevole interposizione del Carretto debbe aver avulo fe- licc csito, cd il malrimonio vennc conl ratio colla Camilla Biandra, dal quale casque poscia chi doveva continuare la tinea dci Tizzoni di Dcsana. 1'atla giuslizia ai richiami dc' suddili, clie si trovavano oppressi dal pcsanle carico di inantenerc le strade in buono stato, prese esso stesso il peso del r.iatlainento, mediante tin Ieggiero slabilito pedaggio, il quale oadeodo pure sui passaggicri csteri, sollevava i suoi, e contribuiva a poterle lone re ben allestite e sicure. Ma cio che piu premeva al nostro conle, ed era inaggiormenle desiderato dai sudditi , mirava a che la giu- sti/.ia fosse rettanicnte e con prestezza ainministrata. A questo importante o««etto d'ogni probo e bene ord'mato governo, pose l'animo il Tizzone, e commise al notaio Gian Francesco Gerardo di Desana segretario del con- tado, e pratico degli antichi usi e delle consuct.udini del paese, di compilare un eodiee, il quale anzi giudiziario che civile o polilico, tutte indicasse le piu giuste e certe norme da seguirsi in questa essenzialissima parte del pubblico bene. Posta mano al lavoro, non depose la penna il Gerardo, che nou avesse condotta a buon termine l'opera degli statuli, che com- nilati in lingua latina , pote il conte Delfino ordinarne I'osservanza, il di primo di febbraio deH'auno i5g2. Ci sia permesso d'indicare alcuni prin- cipal'! ordiuamenti di (juesli bene appropriati statuli. Volendo provve- derc in prima a che sia slabilita un'ordinata gerarchia nei giudicati , e vislo come I'appcllo all'iniperalore, per la grande lontananza e per le immaiii spese che cagtonaWB , era illusorio nel piu de'easi, ed impossibile, (I) Appebd. n. it DHL CAV. COSTANZO GAZZERA. I 1 I ron grave danno della popolazione, cerci mod* « 1 1 supplirvi. In quindi sta- biliio che il primo grade apparteuesse al gindice ocosteUano-, da iraetti si passassc in appcllo allauditoic oomitale, •' si Iiiiiii che laltro di que- sti g'rodioi fosscro sottoposti al sindaeato in fine dell'uflicio, e ogniqual- volta fosse piacinto al oonte di ordinarlo. Era prescritto al podesta tli volcrsi adoperare prima tli tutio nel comporre amicheyolmente [e parti, c che per le cause del valore, non soperiore ai 60 fioriiu, dovesse gind* t-are sommarianiente, al pin presto e senoa forma tli processo; ma per quelle tli mnggiorc somma, fosse ohhllgato tli associarsi on consigliere od asscssorc, il quale, nelle cause postc al giudizio tlel podesh'i, dovcva asicnersi tlall'titlicio d'awocato. Per tleliiti criminali c prescritto il bando e la confisca dci beni ; ai liolai falsifiealori , ai produttori tli falsi te^ii- inonii, etl a^li incendiarii la uiorte : dieci auui tli galera a chi tagli le allrui viti otl alberi fruttiferi, ecc. E vietato il rieovero dei facinorcsi esteri, e solo si concede il transito. Per ovviar poi a che tutti i beni, posti nel tenere del contado, non passino ai ricchi esteri, per end il paese rcstercbbe spopolato c deserto, si ordinb che nessuu sutltlito possa alie- nare beni innnobili a' forestieri, senza la specialc liccnza in iscritto, sotto pcna della perdila deH' immobile e di a5 scutli tli control venzione. Nes- sun estero poi potra ereditare o possedcrc beni nel tencr di Desana, se nei quindici giorni non nc fara la consegna , avcntlo poi altri tpiindici storm onde poter fissare il suo domicilid nel contado, o non volendolo, sia coslrclto a venderli ad aleuno del paese, per quel giusto prezzo che sara tassato dai chiavari del commie. Le donzclle poi che per litolo di dote, o per eredila posscdono beni nel lerritorio del contatlo debbono, nel tei'inine di G niesi , venire a doniiciliarsi nel niedesiuio, sotlo ncna della perdila tli ogui cosa, a pro del lisco del propria comunc. Nel principio di quest'anno i594, il Turco faceva grandi dimostrazioni di gucrra, t: minacciava d'invadere l'Unghcria , per cui IKiiropa intiera era in non piocola costcrnazione e liinorc ; 1'imperatore Rodolfo si diede esso pure, con somma eflieacia e sollecitudine, a fare grandi apparecchi di tlifesa; ne sliinaudo aver esso solo sutlicienti forze etl abbastauza tla- uaro, per cii> , ebbe ricorso a tutti i principi della cristianita, della cui causa si trallava e/iandio, non che ai fendatarii c vassalli tlell impero, oude volcssero fornirlo tli aiulo e di sussidii. Qiumtum ullo niodo possis nolris in hoc sacrum helium conjerre subsidil veils. Invia\a a questo scopo in Italia Ettore Spinola e Bartolomco Beccaria suo consigtiere ricario I 13 MEMORIE STORICIIE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. c governalore del Finale , i quali ilovettero presentarsi al conte Dclfuio eziandio, c cooaegnarli la lettera imperiale, che tengo sotl'occhio (i). Ua certe memorie posteriori, e dell' anno 1608, trovo aver il conte con- tribuita la somma di mule scudi, i quali furono pagati, per puro prc- stilo, dal comune, che in del to tempo 11c riclamava il rimborso. Poclii altri anni riinasero di vita al conte Dcliino , il quale recatosi in Casale sul principio deU'anno i5c)8, dopo non mollo caduto in grave malattia, il giorno 18 di aprile, detto il suo testainento, laseiando crede del contado l'linico suo figliuolo Antonmaria lutlora pupillo di soli 3 anni, ed a tut rice la nioglie Camilla Biandrate, cui oltre alia dote, lego per codicillo, tre inila scudi. Due giorni dopo pose One al viver suo, con somino rammarico de' suoi sudditi , ai quali era minor danno la perdila di 1111 priucipe ainato e giusto , che non quello, che la pupillare eta del solo erede del feudo poteva dover preparare allinfelice contado, posto in baha, per non pochi anni, di una inesj>crla madre, e di tutori avidi e disaccordi. ZECCA E MONETE Allorche per la seutenza della Camera imperiale venne al conte Delfino rcstituito il contado, rilrovo per maestro della zecca, e postovi dal conte Agostino, il Rolando Gastaldo di Torino, del quale si e data alcuna 110- ti/.ia piu sopra. Scacciato l'Agostino dal feudo di Desana e cessato per alcun tempo l'esercizio della medesima, il Rolando si sara acconciato al serrkio di alcuna altra dclle zecche dei dintorni, di Messerano, di Coc- conato, di S. Benigno, o d Ivrea. Meglio ordinate poscia le cose di Desana, rivolse l'animo il conte al nuovo ripristinamento dell'oflicina monetaria eziandio; che non era ne da savio, ne da avveduto padrone il rinun- ziare ai sicuri e non certo scarsi benefizii che dal continuato esercizio di quella sono per derivarne. Onde il conte Andoazo Tizzone l'anno i583, a nome del fratello conte Delfino , in Vercclli ed in casa del sig. Ascanio Cipello, venne ad un nuovo accordo con Rolando Gastaldo per la fab- briea di ogni maniera di monete. Per Taccensa della zecca si obbligava il Gastaldo di pagarc ogni anno scudi seicento d'oro in oro, e da una posteriory informazione del medesimo Gastaldo si ricava che « durante (1) Append, n. 'IS. DEI. CAV. COSTANZO CAZZERA. I|3 » il tempo del suo afliltamento lia fatto battere in delta zecca di Desana i) delli t alien, qnali da una bands avevano uu'aquila grande con due )i teste, dall'altia parte vi era l'arma Titioua inquarlata, ma non si » ricorda dell'inscriplione. Piu ricorda aver fatto fabricar allra sorte di » tallari, quali avevano da una banda l'efligie dell'Imperatore con le let- » tt re intorno Maximil. II • D • G • IMP • SEMP • AVG • e dall'altia » uu'aquila imperialc con uno scudetto in mezzo il petto, dentro il quale a era cinque Tizzoni ». Segue poi a dire, die si batterono pure « dei « cavallolli coll'iscrizionc intorno Del/inns Titio Comes Decianae Vica- » rius Impcrialis Perpetuus , con un // in mezzo e corona reale al dis- » sopra, c dall'altra parte la croce colla leggenda Sit nomen Domini l/ene- » dictum. Piu tre sorte di quarti simili ai liurdi francesi, coll'// coronato » da una parte, e dall'allra una croce simile a quella dei lutrdi, con l'iscri- » zione Delfmus Titiics. Piu altri quarti, con un delfino coronato da una » parte, e le letlere Delphinus Titio, e dall' altra la croce suddetta. Piu » quarti simili ai liardi del re di Navarra, con due teste intrelassate » con una vacca sotto, e intorno Delphinus Titio. Piu dei mezzi quarti » con l'efligie di S. Pietro da una parte, intorno Sanctus Petrus ; due » chiavi in croce dall'altra e Protector Decianae. Piu altri sesini con » santo a cavallo, e Sanctus Alexander , e sei tizzi dall'altia. Altre con » Sanctus Germanus. Altre da un lato la testa di un vescovo con un S, » e dall'altro un Q, coll'iscr'izione Sanctus Nicolaus Protector meus. Piu » altri danari, che da un lato hanno una testa, e l'iscrizione Delfinus Titio ; » dall'allro una vacca, coll'iscrizione inter millia n. Di tutte queste moncte che si dicono fatte coniare nella zeeca di De- sana in tempo del conte Delfino , uessuna quasi e rimasta , e si sono da noi indicate, onde possano essere riconosciutc, quando sc ne scopra al- cuna, e si sappia a chi attribuirle. Non cessavano i lamenti dei priucipi vicini Savoia, Monferrato, c Lom- bardia per le falsificazioni delle moncte che si coniavano nella zecca dei Tizzoni , onde il conte Delfino si vide costretlo a pubblicare , il 4 gennaio 1 588, un ordine aflisso nci pubblici luoghi del borgo, nel quale a avcrtendo » noi, dice, alii abusi che nascono in questo nostro loco di Desana per » conto delle moncte , che diversamente si spendono in questo nostro >i luogo , e volendo noi rimediare alii danni et obviare alle frodi dei cou- rt trattanti, per causa di esse monete, percio . . . abbiamo ordinate che » lc moncte si d'oro come d'argento s'abbiano a spender al modo Serie It. Tom. IV. i5 [14 MEMORIE STORICHB DEI TIZZONI COST! DF DESANA ECC. i) et forma delta valsuia cbe si spendono ncllo siaio di Milano c di Sa- il voia et sotio pent delta perdtta di esse, ecc. ». Ma liiolio |iiu forti furouo i ricorsi sporii aU'imperatorc Rodolfo, pe'quali, con dispacdo dell' 8 ili niaggio 1 58c) , scrisse al conte Delfnio, aver sentilo con piaccre , com'esso sia ognora solleeito di prestare pronta ed made obhedienza agli ordini imperial, e ili rendere aU'illust re duca di Savoia cpiei piii distinli uinzii di OSSequio e di rivcrenza die li compclono; csorlarlo pereib a voler perseverare nei medesimi sensi per l'avvcnire ; die per quanto spetta allc dilVerenzc insorte con alcuni Vercellcsi per cagione dei beni die loro vennero lolli , averne csso comincssa la cogni- zione al senato di Milano e sperarne bnon esito. Lo ammonisce di non pin dar ricovero nel conlado ai zingari, agli proscritti, ai facinorosi, andie per causa di difesa propria, lndi scendendo al particolare delta inonela , dice: Postremo ea quae de moneta non satis proba in tua mo- netaria ofjicina tuoquc nomine cusa pro tui excusalione in medium offers hoc quidem tempore suo loco reliquentes ; li manda copia di un processo fatto contro di lui, per cagione delle monete, eccitandolo a volersi difendere, e di inviarli qnanlo prima questa difesa, con di pin ctiitm pris'ilcgium , cuius vigore cudendae monetae auclorilatcm tibi sumis , in forma probante, nobis sine mora transmittas, quo nos super eo punclo benigne rcsolvere , atque id quod aequitati consentancum videbitur , con- stituere possimus ( i ). Nella risposta il conte Delfino cerco di giustiiicarsi intorno alle monete false o scarse coniate nclla sua zecca , negando primicramentc die siansi fatte, esso consenziente ; ma esserne slate bat- tuli' alcune di basso conio dai suoi zeccanti, senza sua saputa, e contro lordine suo. Per rpianto spetta al privilegio di coniarle , invoco l'uso iutrodotlo dal principio e dalla instituzione stessa del contado, dal conte Lodovico sino al tempo suo. L'imperalore in altra letlera del 12 ot- tohre 1089, prendendo per buone le ragioni addotte , tanto per l'lino die per l'altro capo, termina coll'ammonirlo di voler avere pel seguito mag- gior cura nella scella dei suoi zecchieri , per rispetlo alia probita ed alia perizia , onde non si abbia pi 11 a dar ansa ai duclii di Savoia e di Monferrato di mover giuste querele: Admonemus atque hortamur ut nfficiiunn luttm monetariam in posterum minislris rei peritis et bonis viris eidem praefectis ita inttitltas, omninque tarn probe adndnislrari cures (I) Append, d. 40. Id. d 50. DEL CAV. COSTANZn GAZZERA. Il5 lie quid in ilia committatur , quod pracdiclis Sabaudiuc ct Montisfcrrati Ducibws iustum conqucrendi occasiuncm pmeberc possit. Di qucst'aimo slesso j>oi, nlli a5 tli noveinbre, il contc Delfino clcggc \te.r suo maestro di zecca, il nobile messer Domenico de Rossi Comasco, con possanza di poter jabricare o fare fabricarc le nionete concesse a Jiibricarsi c Jar si in delta zecca di botita canforinc alii ordini di gia e di qua indietro stabilili, obbligandosi il De Rossi di pagare ad Tizzone, pvl fitto della zecca, soudi scicento da fiorini dieci di Savoia per cadun scudo. Non essendo per nulla cessate le ipicrclc intorno alia adultcrazionc della inonela, non tanto di (paella iiiferiore o di rame, ina si pure dell<- alt re di oro e di argento, operata nella zecca di Desana; lo stcsso im- peratorc ne scrisse di nuovo e fortemeute al conte, con lettera da Praga , 8 di otlobre i5g5, minacciandolo eziandio della rev oca di tutti i privilegi, se non ricerchera attentamente, tra i suoi monetarii, i veri colpevoli, e se ritrovati, non li fara sospeudere e gelosauiente sostenere in carcere; ordinando in ultimo clie trattanto che si siano trovati (piesti delinquenti, debba far sospendere ogni battitura di monete. Ecco la lettera dell'im- peratorc Rodolfo : u Nobilis , fidelis dilecte , « Graucs audimus querelas de adulterata in ditione tua, turn aurea i) turn argenlea moneta, ad externam variarum nationum monetain ex- n pressa , quae cum vicinorum populorum , praecipue vcro eorum qui » sanctae Romanae Ecclesiae subditi sunt danmo dispendioque eroge- » tur, quae res cum iuri gentium et privileges tibi conccssis turn etiam )) opinioni quam de te iustitiaeque tuo stiulio hactenus habuiinus con- » traria sit, non facile nobis ea te scicnle aut permittenle fieri persua- » demus. Iniungimus itaque tibi scrio, sub poena ainissiouis privilegio- )> rum omnium, ut in eiusmodi monetarios quam primum diligentcr fi- » deliterque inquiras , eosque idii depreheiuleris , captivos teneri , et » arete custodiri, cusionemtpie omncm monetae in ditione tua, donee de » mentis nostrae sententia quid atnplius statui velimus, certior lias, ora- » nino suspendi cures: facies eo rem fide quam nobis et sacro iinperio » debes dignam. Datum etc. ». Non e noto se il Delfino obbedisse al comando imperiaie, e non p'u\ I iG MEMOIUE STOaiCHB DEI TIZZONI CONTI DI DESANA Et.C. facesse lavorare la zecca, nei trc anni che ancora li reslarono di vita , die in aessnna dfillfi moiiclc che rimangono del route Delfmo cvvi data, lo peOSO che la moncta d'argento, che polremo forse meglio noininare mc- daglia, colla leggenda Dclphinus rater, fosse coniata postcriormente all'or- dinfl dell'imperatore Rodolfo di sospenderne le butiiiurc. Essa, pare a me , possa essere stata falla batlcrc per celebrare la nascita tanto desiderata anzi insperata deU'unigenito suo Antonmaria. Ora cjuesta nascita cadde dopo il 1 3 di novembre 1 5t)5 , giacche, in data di tal giorno, abbiamo una letlera di Claudia di Savoia Ferrera Fiesca, vedova di Besso Ferrero Fiesco marchese di Messerano al conte Delfino, nclla quale parla del parto prossimo della contcssa Camilla: c pi'esso di questa a Desana stava per recarsi la conlessa Giulia Biandra sua madre , che si trovava a Messerano colla matrigna Claudia di Savoia, ondc polerla assistere in queslo suo parto. La lettera e cpiesla: » III.™ Sig.re come mi fosse proprio figlio. Con che basciando le mani di V. S. 111."" » mi raccomando in sua grazia con la signora Contessa sua, pregandoli » tutti i desiderati contenti. Di Messerano li i3 novembre i5g5. » Di V. S. 111."" JJfma per ser.la » Claudia di Sauoia Ferrera Fiesca » . DET. CIV. COSTANZO CAZZEIU. £ I -J L'ordinc imperiale di sospensione e delli 8 di oltobre: tleve duiunie essere giunto assai prima del parto ; c la moneta Delphinus pater sara stata I t;ii I ni :■ quando gia si era sospeso l'csercizio della zecra: onde vuol essere tenuta anzi medaglia, chc moneta, per cni non si potra porre a carico del conte di aver disobbedito agli ordini imperial*!. Cio posto, sole monete del conic Dclfino, a me note, sono le seguenti : TAYOLA IV.1 I. DELPIIINVS • PATER • ANTO • MAR • TIT • BL • COM ■ D • Delphinus pater Antonii Mariae Titionis Blanderatc comitis Decianae. Busto rh'olto a diritta. SACRIQVE • ROM • IMPER • VICARIVS . PERPET • Arma inquartata dei Tizzoni e dei Biandra. In mezzo aquila. II. DELFIN • TIC • CO • DEC • VI ■ IMP • P • Delfinus Ticionus comes Decianae vicarius imperialis perpetuus. Scudo coronato con arma, sei tizzi intor/io e due in croce net mezzo coronati ed annodati. SANCTVS • ALEXAN • Sanctus Alexander. Santo a cavallo con vessillo. III. DEL • TICI ■ CO • DECI • Delfinus Ticionus comes Decianae. Scudo coronato, con stemma a sei tizzi intorno; nel mezzo due tizzi in croce annodati e coronati. VIC • IMP • PERPETVVS • vicarius imperialis perpetuus. Croce gigliata. IV. DELFI • TI • CO • D • V • IMP • PER ■ Delfinus Ticionus comes Decianae vicarius imperialis perpetuus. Busto barbato , nudo, rivolto a sinistra. SANCTVS -'iYUVWS- Santo in piedi con lunga tunica; nella destra aquila o Jalcone. V. DELF • TI • CO • DEC • VC • IMP • PER • I • Delfinus Ticionus comes Decianae, vicarius imperialis perpetuus. Testa nuda barbata a sinistra. SANCTVS • NICOLAVS • Santo in piedi stolato, pedo nella sinistra. La destra in atto di bencdire. Mitra ai piedi. 1 1 8 KEMORIE SToniCIIE I1F.I TIZZOPJI CONTI DI nr.SANA F.CC. Per eio die spc.tta alia n.oneta del N." i.°gia era scritlo quanlo m'ac- oadde di poter dire inlorno alia liiedesima, eil alia singolare iscrizione die vi si legge : allorehe ilal ohiarissimo collega ed amieo , il jirofessore cava- licrc Peyron mi venue coniunicata una nnla, da esso copiala, da un Toluiue. iutitolato, Turin \(SZ"I < dell'archivio del miiiislero degli aflari estcri di Francia. E una dichiaia/.ione giudiziale, nclla quale e detto: « lieU'aiino » i635 ai a di dicembre, nclla zecca di Desana, ad istanza di Ridolfo » Massimigliano duea di Sassonia ( che in quel tempo dall'Italia andava » in Francia), il conte Antonio Maria Tizzone conte di esso luogo e )i Vieario pcrpeluo imperiale , fece fabbricare ... » ( qui sono indicate vai-ie specie di naonete che furouo couiate, e che indicheremo allorehe si parlera delle monete del conte Anton Maria ). « Piu i63 tallcri di » bonta di oncie sei incirca per lira al peso di Parigi , parte con l'im- » pronta da uua parte del padre del stiddetto signor conte con le let- » tere che dicono Delphinus Pater Anto. Mar. Tit. Bl. Com. D. e dal- » l'altra parte Parma del signor Conte, eotle lettere Sacrique Rom. Imper. » Vicarius Pcrpet. » Parrebbe dunque da quest a nota, che il tallaro suindicato, anziche al padre Delfino, si debba ascrivere al conte Anton Maria figlio, se pure questi non si prevalse percio del gia vecchio conio, che il conte Delfino aveva fatto incidere per la medaglia da esso ideata, onde celebrare la in- sperata nascita del figlio suo unigenito. II signor Friedlander sopralodato, nella sua operetta, iudica un'altra varieta di questa stessa moneta, aven- ilone presa la notizia da un libro tedesco; ma non gli e stato possibile di aveme U disegno, che si doveva ritrovare o in qualche libro a lui ignoto, o in foglio volante. CONTESSA CAMILLA TIZZONE-BIANDRA CONTE ANTON-MARIA. La morte del conte Delfino, accaduta in Casale, e nella casa del conte Antonio Biandrate , padre della sua moglie Camilla, diede origine ed ansa a nuovi disordini , che funestarono per alcuni anni il contado. Con testamento, fatto due soli giorni prima del suo decesso , ollre a varie dpi. r.w. costanzo OAzZK.nA. CIO, disposi/.ioni in favore dei parent! della moglie, e ad un codieillo per eui legava 3 iiiila seudi alia contcssa Camilla sua consorle , cliiainala Inline dell'onigenito liglio Anton-Maria, nominb pure a tutori, ooi due iVatclli siioi , Aulo Aiuloa/.o c Francesco Tizzoni, il conte Antonio Biandrate sno luocero , Meolo Tizzone, c Gian Giacomo Pagella di Trino. La nwina di fjuesti tre oontutori della parte della raadre del pupillo, parve surrrt- tizia ed estoiia dal conte moribondo, dal letto del quale, in quegli ul- limi lnomenli, lennero Inntano chiuoqne non appartenefise alia famiglia dei Biandrati. Onindi nasqnero subito fbrti dissapori tra i fratelli del defunto conte, e gli altri tre contutori. Frattanlo furono sollecili sia il conte Andoazo chc il Pagella di rccarsi a Milano, pressp il gOYcmatore spagnuolo D. Fe.rdinando di Yelasco duca di Frias , coD'apparcntc scopo di seco compire in name della contcssa tutricc e del conte pnpillo, ma in verila per fare che fosse approvata , ciascuno , la nomina propria e de' suoi, a danno dei rivali. Convennero, in questo mentre, ainbidue neirindurre il duca di Frias, a che fosse conservata ed estesa al conte Anton-Maria pnpillo eziandio , quclla capitolazione della (piale abbianio parlato, dal conte Dellino padre sno conlratta col duca di Terranova , per la quale era riccvuto al scrvizio deU'iinpero coi dirilti e pesi cola indicati. Dopo il ritorno di cssi da Milano, il conle Francesco Tizzone cntrato nel castello, ne aveva prcso il comando a nome del nipote, il che non piacendo al conte di Biandrate e agli altri suoi cnllcglii , insi- nuarono al Vclasco di dovcr inviare esso stesso , chi a nome deU'iuipcia- tore occu]>asse il castello , per sola e semplice prccauzione , e sino a che fosscro calmati i dissidii sorti tra i tutori del conte pupillo. II Velasoo dunque, con ordine del i4 di agosto, ingiunse al capitano Gianpietro Mariano di recarsi ad occupai-e il castello di Dcsana, introducendovi venti soldali ilaliani, e di teucrlo a nome deH'imperatorc , PtT quanta liaviendo jallescido desta presenle irida Del/ino Tizone Qmde de Desana , dexando por su unico lliyo MBMOntB STOUCHE DEI TIZZOXI (ONTI DI DESANA ECC. vento della contessa tut rice fossero stability i capiloli della medesima, da esscrc poscia approval! dall'allczza sua. Recatasi percio la contessa Camilla Tiz/one Biandiate nel hioga di Mcsserano , ivi cil alia prescnza delHll."1" ed well."10 principe Francesco Filiberlo Fcrrero Ficsco c dpi tcsiimoui Gian- lialtista Confallonicri, generate audilore, e Gian-Francesco Roasenda gcn- tiluomo del principe , ai i\ di maggio dell'anno 1606, convennero nei segnonli capiloli : Essendosi di comune concerto stabilito chc S. A. vesta seivita c contento di restituire la signova Contessa e il signor Conte sito Jiglio nella pristtha libevtii, dominio et amministrazione di dctlo luogo et castello di Desana, levando ogni presidio de' soldati et vevocave tutti gli ordini, provision i , pvotetlioui, licenze et autorita che sin qui habbi concesso a qiuilsivoglia persona contrarianti alia libertii di domi- nio sodetlo et di ritinirglie gli uomini alia pristina ubidienza et compellire il governatore et li soldati et ministri a restituirla et j'arle buone tutle le robe consumate ecc. II an no inteso: i." Che S. A. accetta sotto la spcciale protezione sua il signor conte e contessa, il loro slato e terra di Desana, con difenderli all' occasione contro chiunque vorra recar loro danno o molestia. 1° Di conferire al signor conte le insegne dcll'ordine deU'Annunziata subito che sara giunto all'eta legittima, con la provvisione solita di detto ordine. 3.° AU'incontro la signora contessa, e per essa il signor Francesco Filiberto Ferrero Fiesco principe di Mes- serano promette, che ne da lei ne dal conte suo figliuolo sari mai per- messo, che il castello e luogo di Desana passi in potere o cuslodia di verim altro principe o potcntato, ma lo terranno sempre sotto la pro- tezione di S. A. 4-° Promettono eziandio di non molestare in alcun modo gli uomini e sudditi suoi di Desana per qualunque trattalo fatto o azione seguita tra detti uomini e S. A. e suoi ministri, ma di accettarli e tenerli per buoni sudditi. = Convien dire che la capitolazione incon- trasse qnalche ostacolo, giacche, per nna lettera autograft della contessa Camilla scritta al duca Carlo Emanuele, il 6 gennaio 1607, s'impara che ancora non era stata ratificata la convenzione , supplicando essa 1 A. S. a volerlo fare, come si puo scorgere dalla lettera stessa. DEL CAV. COSTAN7.0 CA7.Zr.IlA. « Sercnissimo Signore « E slato da mc il sig. Contc di Yerrua, il qnal ma prcsentalo la » bcnignissima Letters di Voslra Altezza Seraussima, et a anchor tralato » di diucrsi partiti circa il particolare di Disana, et li;»m-iili detto quelle » chio posso far in questi tempi, csscndo mio ligliolo pupillo, come nc » scriuera dcstintamente a V. A. S., coiitultocib nou lascicrb con qucsta •« mia, come faccio, con tutta quella riucrenza et huniilta chio posso el « deuo di supplicar V* A. S. , che si uoglia degnare d'accctlar quella » capitolatione che li ha fatto ucder il sig.r Prencipe tli Messerano ao » cib possa con quest'ocasione che si puotra puoi ncgotiare pin libcra- » meiitc, far conoscere a V. A. S. il desiilerio grande che ho semprc » hauuto di tal proletionc, ct descerli ucra et deuota serua, et spero » nelfinnata huonta sua che debbia acettar quesla mia buona uoloulu, » et anchor clalla clamenza di V. A. S. d'ottener questo giusto con- » tento della restitutione del castcllo et giiu-isditione di Desana nel modo » sudetto, et tor a proteger el puoncro mio pupil In et cose sue, come » di cib ine ne ha el detto sig.r Conte asaisimo consolata, hauendonii » detto che V. A. S. sij di tal intentione, et spcriamo che dalla bene- » gnissima mano di V. A. S. che mio ligliolo debbia haucr fauoii che » le puorteranno utilita tale alle cose sue, che d'imnano in mano ch'an- » dera crescendo, conoscera li segnalati fauori et bencfitij fatoli dalla » sua propria buonla, che credo certo che sara sempre per dar a V, A. S. » ogni douulo gusto, come si pub asicurare ch'io nc tcnerb semprc » buona mano, et col spcrando dalla magiKiiiimita di I . A. S. di essere i) in brcue compitamente consolata, resto con farli humilissima riue- » renza, et pregar N. S.re che longamente conserui la persona di V. A. S. » con tutta Serenissima casa sua. Di Casale a 6 di genai'o iGcj. » Di V. Alt.0 Ser."n« » HumHiss.ma et Diuolt.ma Seruu n Camilla Biandra Tizzona « Contessa di Disana n. ia8 memoiiie STonicnE dei tizzoni conti di desana ecc. Possiamo credere che la lcttera conseguisse il bramato intento, giac- chi- tanlo il castello che il luogo di Desana venncro restituiti, e nel mese di aprile, la contessa n'cra di gia in possesso. Precedentcmente, e nel giorno 20 di marzo, gli uomini e l'universita dclle persone per capi di casa , d'ordine del podesta Benedetto Bonino , congregati nella chiesa collcgiata di S. Alcssandro , prestarono al conic pnpillo, ed in presenza della contessa Camilla madrc e tutrice, il solito giuramento di fedclta e sudditanza, nel "modo e nella forma di quello prestato neH'anno i585. Awisando poscia il duca Carlo Emanuele che avesse a potersi rompere la guerre, co' Spagnuoli padroni del Milanese; ordinati alcuni ripari da farsi alle mura di Vercelli, ne voile informata la contessa con la se- guente lettera. » AlVIll* Sig.ra la Sigf D. » Camilla Biandrate Tizzone » Contessa di Desana. » Per qualche avvisi che ho avuti, ho giudicato conveniente al mio » servitio di dover rinforzare il presidio di Vercelli, et di riparar al- » quanto quella Citta, mandandovi anco un Personaggio per governarla » come ho fatto: ma perche nell' istesso dubbio resta ancora il castello » di Desana, io per il pensiero che debbo havere della conservatione » di cotesta piazza al suo signore come a me racccomandato , ho voluto , » con queste poche righe, avvisar V. S. di far usar qualche straordinaria » vigilanza nel guardarla, acciocche talvolta non venesse sopra presa. Al » qual effetto s'ella havra bisogno di gente, o altro potra mandare dal » Comendator della Manta a Vercelli; il epiale ha ordine mio di pre- » starle ogni assistenza , non desiderando io cosa piu che di compire » a quanto resta; obligato per il nostro contratto, come all'incontro mi » prometto ancora dal suo canto ogni buona corrispondenza. Et N. Si- » gnore le conceda intiera feliciti. Da Torino li 10 di febbraro 16 10. » Ai piaccri di V. S. « ZJ Duca di Savoia n C. Emanuele. » Pare che le pretensioni del duca Carlo Emanuele per l'omaggio e la fedelta dei conti Tizzoni, come l'altra pure piu inlollerabile, per la quale DEF, CAV. C0STANZO CAZZMA. 129 si csigeva che tlai conti non si potene liberamente, ed a piacer loro disporro del feudo, pare clic non aiulassero iroppo a talcnto della con- tcssa tutricc. Tiovo di faito che dell'mmo iGi3, ad isianza, per qnanto pare, del conte di Desana, emaab mi decreto imperiale, ncl quale era detto che S. M. Cesarea aveva StabiEtO di ricercare diligcntemente a quali htoghi dovesse potec easere eatesb, ed in quali termini fosse da inteiulersi il vicariato imperiale dci duchi di Savoia. Da questo decreto prese ansa la conlessa Cainilla, ed il 12 di agoslo del 1 G 1 4 '' surcessi- vamcute, presento alcuni memoriali al consiglio auuco, nc' quali ohiedeva per se e pel feudo la protezioue del re di Spagna. Qnesta protezione venue tauto piu volenlieri assunta da quel re, che di quest'anno stesso, era stata rotta la guerra, Ira esso e I'animoso duca Carlo Emanucle. Hi- mangono le segueuti ragioni che dai Tizzoni vcnneio opposte alia recla- mata superiorita del duca di Savoia. Si opponeva: i." che i conti di Desana sempre riconobbero immediatamente L'imperatore, e ad esso presta- rono fedelli ed obbedienza. 2.0 La prescrizioue: poiche dallinveslilura data al conte Lodovico a questo tempo, erano passati pin di 100 anni, ne mai s'era reclamata tal pretensione, o prestalo omaggio al duca. 3.° Che anche dopo la confernia del vicariato imperiale in favor del duca, dell'imperator ^lassimigliano , il quale venne anche esleso allc diocesi di Vercelli e di Mondovi , tultavolta lo stesso imperatore neH'anno i5io concesse in feudo a Lodovico Tizzone castrum et locum Dccitmae , creando e costiluendo ipsum Ludovicum et successores Comites Vicarios Imperiales perpetuos in dicto loco et territorio. 4" Perche il conte di Desana, come conte e vicario imperiale perpctuo habet iura regalia et impcrialia quae soli Principi sunt reservata; nam citdit monetam, de qua re cum dubiuttum alias fuisset , in concilio aulico fuit pronunciation pro eodem comitr; luibet ius vitae et necis sicut alius Dux, Comes, vel Marchio, nam ex regalium concessione veniunt reservatu Principi, di tal modo che se un re od imperatore concede ad un conte i regali o gli imperial!, lanto vale come concedesse quanto s'appartiene od e inerente a principe, il diritto di far leggi, di crear magistrati, c di batter moneta , che sono i regali unicaineute riservati ai principi. 5." Che il conte di Desana non c semplice feudatario, ma feudatario col titolo c eolla dignita regale e col vicariato perpctuo, e quindi non compreso Del vicariato del duea. G.° Che giurando fedelta immediatamente alTimperatore non pub essere sottomesso a giurarla eziandio al rappresentante. Non mi consta che si Seme II. Tom. IV. 17 l3o MEMORIE STORICHE DF.I TIZZONI COST! ni DESANA FCC. sia risposto, come se li potcva con facilila. Forsc la gucrra in pria , poseia la morlc del iluca Carlo Emanuele sopi quclla conlroversia di suprcma/.ia. Credo anzi clie esso slesso, non die i duclii successori di Carlo Emanoele I, DOa ahbiano fatto easo veruno della fatta opposizionc, e dclla unione colla Spagua, essendo cerlo, che di lulli i conli di Desana, il conte Anton-Maria e il solo che abbia godulo il favore della Casa di Savoia, sia slalo adoprrato in niolti distant! impicghi e comandi, e dc- corato in fine dellc insegne del supremo ordine del collare. Non era appena stato eletlo ad iinperatore Mattia re d'Ungheria, che la contcssa, a nomc anche del conte figlio, supplieo per la investitura del fendo c contado, nella forma di quelle che dagli antecedenli impera- tori erano state conecdute, la quale loro venue rilasciala nella slessa con- formit'i. Indiri/.zatosi poscia al conte Anton-Maria l'imperatore Mattia, con lettera del 6 di giugno 161 4, reitcrb l'ordine di nulla innovare nel feudo in cosa di qnalelie niomento, senza previa partecipazione sua, e di cercar anzi modo a che rimangano illesi i diritti tutti dell' nnpero e suoi (1). Indi il giorno 3 luglio i6r4, concesse loro ampia salvaguar- dia , eon premiere le persone dei feudalarii e tutto quanto appartiene al feudo, cose mobili ed immobili solto la sua impcriale cesarea proi c- zione , ]>atrocinio e salvaguardia. \uovc investiture chiese indi a non molto, ed ottenne il conte Anton- Maria, uscito che fu della tulelare podesti, dagli imperatori Feidinando II, il 26 seltembrc 162a, e dal successore Ferdinando III, i3 febbraio i63S. Aveva sin dalfauno [6fy condotta in moglie la damigella Coslanza Maria de'eonti di S. Giorgio, di nobile ed antica fainiglia di Casale , dalla (piale citla erano slate scelte pure le antecedenti due conlesseDoroleaGrassi, e Camilla Biandrate. Per le guerre accesesi fierissime tra gli Spagunoli ed il duca Carlo Emanuele, aveva questi di nuovo e per prcvidrnle pre- cauzione , ed accib non cadessero nelle mani dell' inimico , occupato il borgo ed il castello di Desana, che poi nel doverli restituire smantellb, atterrandonc le nmra e le forlificazioni. Quest' alio di autoiita se non fu cagionc prima, diede eerlo 1' impnlso al conte Anton-Maria di cercar modo da togliersi dalla dipendeuza del duca , e lo spinse a cercar la 'II Ap|icii(l. n. 55. DEI. CAV. COSTANZO C,AZ7.F.HA. I 3 I protezione della Spagna, c poco poi a presentare le sopra recate rag'ioni per le quali , eoino alihiamo vrdulo piu sopra, si ercdcva dispcnsato verso il duca di Savoia dull'omaggio e dall'ohbcdicnza. I duehi o 11011 eurarono, o fecero sembiautc di aon cssersi accorti del raal umorc del eonte, c la buona armonia continuo, c crebbe ami assaissimo sotlo il duca Vittovio Amedeo I, del quale ho BOtt'occhio BOB pocbe lettere autograft; al eonte Anton-Maria , piene d'alleHo e di stima. Kbhe i di governare. Et riposaudo nei rimanente su la diligenza et accura- )i tezza di lei , prego nostro Siguore che la conservi. Di Torino a 6 di n ma«"io iG35. uu » Ai piaceri di V. S. Ill.ma n II Duca di Savoia » V. Amedeo. » La lunga minorita del eonte , e la tdrbida routrastata lutela della contessa Camilla Biandrate sua madre, le goerre, le oecupariotri reite- rate del borgo c del castello, le depredazioni dei bandtti , le ritolte dei sudditi avevano in tutlo esausto il gia nou molto pingue lesoro del I 32 MEMORIE STORICHE PEI TIZZONI CONTI DI DF.SANA FCC. conte. Gostretto dal bisogno, avova dovuto alienare non poche giurisdi- zioni feudali , e di dare L'asseriso alia vendita di ccrli pascoli pubblici , dalla tntrice madre fetta al comune, die gia da tempo li tenera occn- pati, c«l a segnarc pear fine certi capitoli di grande pregindurio del feudo. Tutte ([ueste cose, ed erano intrvnsecamente viziate dal non spontaneo, ma for/.ato consenso , e iiianca\ aim per soprappiii ded'approvazione pre- via, e della successrre ratifica imperiale. Per il die, rivoltosi il conte alia maesta dell'imperatore, suppUca umiknente il favnre di una restito- zione vi integrum intonio ai sopra esposti capi. Avendo poi riconoseiutn, che coll'aver esso assolto la madre da ogui atto della tutelare sua ain- ministra/.ionc , aveva recato a sc niedesiuio non mediocre danno, Ma- iestatem vestram quoque supplicat, quatenus ilium, pro hoc etiam. ca- pite , in integrum reslitucre dignelur , et matrem ad magis dilucidas et exactas rationes reddendas compellcrc possit. Questa domanda del conte Anton Maria venne grandemente caldeggiata, presso 1' impcratore Ferdinando II , dal duca Vittorio Atnedeo, prima con lettera ad un minislro imperiale, poi con scrivcre all' imperatore mede- simo , molto atreltuosamente in suo favore. « Sacra Cesarea Maesta. « Racorre humilmcnte da V. M. Cesarea il Conte di Pesana per ot- « tener gratia di essere restituito in intiero contro alcuni contrail i » ch'egli ha fatto in troppo notabile suo prcgiudicio. Io uolonlieri con- » corro a suplicarne la Maesta nostra, et per l'equita, ch' accompagna » la sua dimanda, et per le. qualita sue, die lo rendono meritevole d'es- » sere dalla M. Vostra fauorito , c graliato, perchc all'honore, ch'egli » ha d'esserli Vassallo hereditario di molti sccoli, congiongc ualore e » fede capace e degna del suo imperial seruicio. Suplico duuque V. M. » Cesarea di consentire benignamente , che 1' intercessione mia uaglia » anco per stimolo presso la bonla sua incomparabile , accioche epicsto n Canaglicre ueughi consolato nclle sue preghicre, mentr' io constilucu- » domi principalmente obligato per tal rispetto uerso la M. V. , prego » il Signorc che la persona sua per longhissimi anni felicemente conscrui. » Torino li \r di maiv.o iG3/|. » Di V. Cesarea Maesta » Hum.™ et uhedicnt."'" Fuss." e Seru.re » V. Amedeo. » nr.I. CAV. COSTAKZO CAZZEBA. l33 Altra raccomandazione, per La stessa domandu del conte, reoiie alia cesarea Maesta per opera della ducbessa Margarita « 1 1 Mantova, la quale, alle altre ragioni che adduce per muovere la giustizia < i • Ferdinaudo ml accedere allc suppliche del conte, v'aggiunge la seguente tutta particolare: « Questo n Cavalicre, soggiungc la duchessa, ha maritata di presenter una sua fi- » glia, mia Damn, alia quale per mja disawentura non mi trovoiustato » di potcr d'unostrare quegli effetti di buona volonta che richiedcrebbe » roceasione. : ondc se la Maesta Nostra favorira questa mia inter cessione, » siehc s'ottcnga la bramata gratia con quell'ayantaggio et facilita che si » pu?) socrare dalla sua benigna protettione, Btimarb d'bauer in ([uesto » modo corrisposto in parte ai meriti di questa Dama, et alia mia obli- » gatione. » La figliuola del conte Anton Maria, e daina dclla duchessa Margarita di Mantova e di Mouferrato, e la primogenita Camilla, la quale in queU'anno appoitto i634, si sposo in Mercurino Alfano Arborio di Gattinara, uobilissima femiglia di Vercelli. Mosso dalle ragioni addotte dal conte, e dalle possenli intercessioni che 1c accompagnavano, con lcttera del 5 di agosto i634, a Gioanni An- drea Doria suo commissario generate in Italia, Illustri nostro et sacri imperii Ji deli dilecto Ioanni Andreae ab Auria Landi , Principi Melplti, Marcliioni Turriliae et Sancli Stephani Jralli Avanti, Jiostro per llaliam Commissario Generali, li comincttc: Ut captis ex iustitiae praescripto siifRcientibus informationibus de statu ulriusque causae, nos quam pri- mum in formes et quae de (/ualibet rarum lua sit opinio cdoceas (i). Abbiamo veduto gia che nelli capitoli concordats in Messerano dalla contcssa Camilla, ed accellali dal duca Carlo Cinanuele I, v'era la condi- zione, consentita dal duca, di decorare il conte delle insegne delcollare dell'or- dine della SS. Annunziata. Ora la duchessa Cristina di Francia, vedova del duca Yittorio Aniedeo I, tutrice e curatrire de'principi suoi figliuoli, con lettera del 21 di maggio dell' anno iG38, al conte Anton-Maria stesso, lo invila a dovcrsi trovare a Torino per la vigilia della SS. Annunziata, giorno per cssa lissato per il capitolo dcU'online , onde potcr conferire il collarc a que' cavalicri che aucor non I'avevano o erano stati di fresco nominati , tra quali era il Tizzone stesso: Ay ant assigne , mercredi vigile de V Annonciation notre dame, V assemblee du chapitre pour dormer le grand (1) Append, n. 5C. 1 34 MEMORIE ST01\n:nE DEI TIZ7.0M CONTI Dr DESANA ECC. ordre mix freres et chevaliers qui ne tout encore rec.u, a cause des in- comodites des guerres, et a eeux que fay nouvellement esleus et coninie i>ous e'tcs du iiombve des dils eJus ; je vous domic cet cms en toute diligence, a Jin que vous vous rendies icy au jour susdit promp- tenienl pour rccevoir le dit ordre. Non piu di tre anni sopravisse il conte Anton-Maria a cpicsto ultimo onorifico segno delta slima c dell'allezione chc nutriva per esso la eorte ili Sevoia; clie pose fine a' suoi giorni in Yereclli , il 18 di aprile i6/{t , lasetaodo oltre ad alcune (i^lie, per erede del feudo, il solo suo ligliuolo Carlo Giuseppe Francesco Maria Delfino. ZECCA E MONETE Sine dall'anno i5c)5 era stato sospeso l'esercizio della zecca per online dell imperatore Rodolfo, sino a migliori informazioni inlorno ai riclami dci principi vieini, per le falsifieazioni dclle inoiiete loro eredulcsi fatte coniare nella zeeca di Desana. Questa sospensione si manlenne in tutto il tempo dclla ininorila del contc Anton-Maria , non essendo liola veruna locazione di zecca fatta dalla tutrice Camilla Biandrate Tizzone, come neppure moncta ehe porti il suo nome. Scorgesi poi ristaliilita la zecca sul finire dell' anno 161 j, dal conte Anton-Maria uscito di miuorita e dopo lunga intcrruzione , ma senza clie si conosca verun nuovo ordine imperiale, per cui venga per- nu'sso di riprenderne l'esercizio. Di fatto il giorno 21 di gennaio 161 8: volendo , dice il conte Anton-Maria, clie la nostra cecha di Desana lavori con lutli quei ordini die convengono a ceche reali, e vi sii per- sona die assisti a delta impresa col carigo di superiore e di generate di essa cecha, pcrcio confidati delta sufficicnza, integrita et nitre lodes'oli qiudita del signor Chrisloffaro Porta nostro Podesth in detto luogo , lo elegiamo e deputiamo per superiore e generate di dctta nostra cecha ecc. E con altri decreti dello stesso giorno nominb per custode di essa zecca Luigi Oggero , e per inlagliatore delle slampe il capitano Luigi Porro di Casale. Ala gia sino dal 10 ottobrc deU'anno antecedente 1617, si erano intesi, stabiliti e concordati li capitoli per l'affitlamcnto per 3 anni della zecca, 1011 Francesco Maria Grcppo di Casale, in virtu de' quali era fatta fa- colla al Greppo di poter Ear battere nella zecca inonete d'oro con anna del conte, intiera o spezzata, motti , iinprese , santo, nome e cognome DFI. CAV. C0STAN7.0 GAZZEIU.. iZj e tituli del detto conte, che siano a bonta di raratleii 21 sino a 21 c grani 6 del giusto peso delTuogaro. Piu all istessa bonta c con gli stessi impronti, doppie, doppiani e mezae doppie che siano di giusto peso di quelle d' Italia. Cosi pure tallari della bonta di oncie cinque c mezzo d'argento lino e siano pezze dieci al marco. Cosi oaiefiorini da due e da tre fioriui al peso di quclli fabbrirati nelle zccehe circonxicine. Cio mediante, il Greppo pallida per ogui anno al conle Anton-Maria doppie duccento d'oro d' Italia ere. eon tulti gli altri ohhlighi c diiilli elie giu in altre capitola/.ioni si sono iudieati. Al Greppo suecedettero per mae- stri di zecca Silvestro Guidi, un Cortella, Gio. Baltisla Borgatto, iS'icolo la Ferle colonuello d'infanteria di Savoia , Morizio Sonnet scudiere di Lorcna. Dal libro dclTamniinisliazione della zecca si raccoglic, clie dalli 10 ottobre 1G19, al 21 di giugno 1621, furono coniati marehi J 277 , on. 5, cioe doppie 3oG, doppioni 89, imgari i(>5, fiorini d'oro 180. Si sa poscia che la zecca conlinuo a lavorare con uguale altivita sotlo ai sovra indicati zecchicri sino a tutto giugno dellanr.o it>3"j, onde falta la proporzione con quanto vennc fatto Del solo corso di due anni di esercizio della medesima si vedra di Legmen quanlo grande fosse la somnia delle moncte che uscivano da una sola zecca di piccolo conle feudatario; e come fossero giustc le qucrele del governo di Milano e dei dnchi di Savoia e di Monferrato, sc non sempre ne uscivano integre e quali ve- nivano predicate nelle convenzioni scritte, ma si bene scarse per lo piit c adulterate. A questc zecchc feudali s' indii'izzavano non gli ebrei solo, banchicri, o traflicanti, nia alcuni principi altresi e grandi signori, onde per conto loro fossero batlute, non monetuccie di rame soldi o sesini soltauto, ma di argento c di 010 eziandio. Avevauo questc impronti e motti che 1 e- rano propri, ed hnitanti per lo piu quelli delle piu accreditate monete de' principi italiani c di oltremonte. Di si criminosa pratica fu pure convinla la zecca di Dcsana. Per una deposizione giuridica di Annibale Riz/.o di Casale impariamo di fatto, che l'aiuio i583 si erano fabbricatc nclla zecca di Desana inollc migliaia di moncte chiamate tallari sotto diverse slampe d' iinperatori , i quali tallari erano fabbricati all'istanza di Messer Alberto BertareUo abilante in Casale di Monferrato, e da lui erano estratli di delta zecca di Desana c condotti in altri luoghi. Altro c luminoso esempio di si fatto abuso ci «■ somministrato da uno scritto piu sopra indicato, fomitoci dal cavaliere Peyron , il quale diamo I 36 MEMORIE STOR1CHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. qui per intiero, in quanto ci fa inoltre palesi alcuni nuovi tipi di 1110- nelc fattc couiare dal conte Anton Maria. « Car.™ Collega , « Negli archivii del ministero degli afiari esteri di Parigi, ed in un » volume intitolato ^ Turin iG3n = io ho trovata una dichiarazione » giiulizialc, per cui varii attestano, « Che ncll'anno i635 ai due dicembre nclla zecca di Desana ad istanza » di Ridolfo Massimiliano duca di Sassonia , che in quel tempo lornando » d'ltalia andava in Francia , il conte Antonio Maria Tizone coule d'esso » luogo e vicario perpctuo imperialc fece fabbricarc fiorini d' oro 64 >i doppi , di caratteri 1 2 per caduna oncia in circa , e coll' iinpronta » delta testa del suddctto signor conte da una parte , colle letlere at- » torno Ant. Mar. Tit. Bla. Com. e dall'altra parte Parma dello stesso » conte colle lettere Dec. Vic. Imp. Per. e sotlo delta nrmnjlor-. am: a. n Piu 1 63 talleri di bonta di oncie sei in circa per lira al peso di Pa- » rigi, parte con limpronta da una parte del padre del suddetto signor » conte con le lettere che dicono Delphmus Pater Ant. Maria Tit. Bl. » Com. D; e dall'altra parte l'arma suddetta colle letlere Sacriq. Rom. » Imp. Vicarius perpetuus. E parte coll' iinpronta del suddctto signor » conte armato di frczze in mano ed ai piedi un lione colle lettere in- » torno che dicono Confi. in Dom. non perib. in eter. Le quali monete » fabbricatc nella zecca di Desana furono ritirate con mandato del detto » signor duca di Sassonia, essendo restate le cesaglie di dctte monele » nelle mani del preposto di detto luogo, ecc. « Suo Dev.m0 Amico » Peyrou. » Di tanta quantita di moneta coniata col nome, colle armi e colla cfli- gie del conte Anton-Maria , poche sono quelle che rhnangono o sono a noi note. Questc non ascendono che al picciol numcro di cseinplari di battiture diverse , delle quali diamo il disegnc ; e sono : DEL CAV. C0STANZ0 GAZZE1U. l3j TAYOLA IV.1 I. ANT • MAR • TIT • COMES • DEC • PRO • IMP • Antonius Maria Titionus comes Decianae pro imperio. Busto barbato e loricato. SACRIQVE • ROM • IMP • VICARIVS • PER • Sacritrue Romani imperii vicarius perpetuus. Scurlo coronato, con arma Inquartata al i.° e 4-° delVlmperoj al 2." e 3." tre pall rossl In campo d'oro. Sid tutto scudctto de Ire tizzi accesl nerl e rossl In banda In campo iTargenlo. II. ANT • MAR • TIT • BLA ■ COMES • DEC • VIC • IMP • PERPT Antonius Maria Titionus Blandrate comes Decianae vicarius impe- rialis perpetuus. Testa barbata a deslra. DEXT • EIVS • FORTITVDO • EIVS • Dextera eius fortitudo eius. Flgura allegorlca In piedl, capo scoperto a sinistra. La manca posta sopra una colonna , la destra sul petto. III. ANT • MAR • TIT • COM • DEC • PRO • IMP • Antonius Maria Titionus comes Decianae pro imperio. Busto loricato a destra. SOLI • DEO • HONOR • ET • GLORIA • Scudo coronato con arma Inquartata al i.° e 4-° delTlmpero, al 2.° e 3.° tre pall rossl In campo cforo. Sul tutto scudetto del tre tlzzl accesl nerl e rossl. IV. ANT • MAR • TIT • RL • COM • DEC • VIC • IMP • P ■ An- tonius Maria Titionus Blanderate comes Decianae vicarius imperialis perpetuus. Testa barbata a diritla. SANCTA • DOROTHEA • Donna stante con iumbo,Jiore nella mano destra. Seme II. Tom. IV. iS |3€ memorie rtorictie rvr.r VMMMN conti nr perana ecc. V. ANT • MAR ■ TIT • BLAN • COM • DEC • VIC • IMP ■ P ■ An- tonius Maria Titionus Blamlcrate comes Decianae, vicarius imperialis perpetuus. Scudo coronato dhnso ti-awrsulmcnte, al primo aquila, al sc- condo due pali. Sotto, leone rampcmte. SANCTVS • VBERTVS ■ EPISC • PROTECTOR • J'escovo seduto con phiafc e mitra circoitdata dal nimbo , nella destra libro, nella manod pedo. VI. ANT • MAR • TIT • BLAN • COM • DIC • VIC • IMP • P • Antonius Maria Titionus Blan derate comes Decianae, vicarius impe- rialis perpetuus. Scudo coronato dh'iso traversalmente , al primo aquila. Secondo scacchi. Sotto, leone rampante. SANCTVS • GEORGIA'S • PROTECTOR • DECIanae • Sajito a cavallo -hricato cite cohfigge il drago. TAVOLA V.a VII. ANT • MAR • TIT • BLA • COM • DEC • VIC • IMPE ■ Antonius Maria Titionus Blanderate comes Decianae , vicarius imperialis (tra due rosette ) T . M • C • forse M ■ G • F • Fran- cesco Maria Greppo zecchiere. Testa barbata a destra. I "J DEXTERA • EIVS • FORTITVdo ■ ILLrvS • Donna , capo scoperto rivolto a sitdstra , manca appoggiatn ad una colonua , destra al petto. Vin. AN • M • TIT • COM • DEC • PRO • IMP ■ Antonius Maria Titionus comes Decianae pro impcrio. Busto vestito di ferro , capo scoperto. Destra al petto, sinistra sultelsa. VIRTVTE • CAESAREA • DVCE • Aquila bicipite coronato. con ali spiegate, scudo in petto a due pali orizzoutali. DEI. CAV. COSTANZO CAZZEHA. 1 3i) IX. AJN'T • MAR • TITIO • COM • DEC • Antonius Maria Titionus comes Decianae. Scudo coroiiato con anna i/trjuartata al i.° e 4-° aWimpero, 2." tre pali , 3.° leone rampante. SAC • ROM • IMP • VICA • PERPE • Sacri Romani imperii vicarius perpetuus. Aquila bicipitc coroiiata con ali spiegate con un sciuletlo in petto , ncl quale il numero 3. X. ANT • MAR • TIT • BLAN • COM • DEC • Antonius Maria Titio- nus Blanderate comes Decianae. Scudo coronato inquartato, i.° di cinque tizzi in banda, al 2/ di tre pali, al 3." del leone rampante, al quarto di aquila. Sul tutto scudetto di leone rampante. SAC • ROM • IMP • VIC • PERPE ' Sacri Romani imperii vfetfus perpetuus. Aquila bicipite spiegata e coronata con scudetto in petto. XI. ANT • MAR • TIT • BL • COM • DEC • V • BP • Antonius Maria Titionus Blanderate comes Decianae , vioarius imperialis. Testa scoperta rivolla a sinistra. IN • HOC • SIGNO • CONFIDO • Croce gigliata. XII. TIT • BLA • COM • DEC • Antonius Maria Titionus Blanderate comes Decianae. Nel campo Jflfc coronato con due rami di palma. IN • HOC • SIGNO • CONFIDO • Croce gigliata. XIII. TIT • BLA • COMES ■ D • Nel campo JOJ coronato e due rami di palma , sotto una rosetta. Rovescio. Scudo coronato con leone rampante. Senza Icggenda. XIV. ANT MARIA • TIT • B M • Antonius Maria Titionus Blanderate comes. Bus to a dirilta, barbato con corazza. DECIAN • VIC • IMP • PER ■ Decianae vicarius imperialis perpetuus. Scudo coronato con leone rampante. I ^O MEMOIIIE STOniCHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. XV. A\T • MAR • TIT • BL • COM • DEC VIP- Antonius Maria Titionus Blaiulerate comes Decianac vicarius imperialis per- petuus. Testa a sinistra , scoperta e barbata. AB • IIS I VID • • • ERIP • ME • D • Ab inviilcnlibns eripe me Domine. Orso in piedi. TAVOIA W XVI. ANTONIVS • MARIA . TITIO • COMES • DECIANE • Busto loricato, capo niulo, nella clcstra scettro, la sinistra sulVelsa delta spa da. SACRIQVE • ROM • IMP • VICARIVS • PERPETVVS • Manila bicipite corona ta; in petto scudo con tizzi, argento. XVII. ANT • MAR • TITI • COM • DE • VI • Antonius Maria Ti- tionus comes Decianae vicarius imperialis. Milite loricato in piedi posto tra due scudetti coronati , in uno tre pali ritti, nelfaltro aquila; nella destra scettro, la sinistra sultelsa. LVX • ETIAM • IN • TENEBRIS • POS1TA • LVCET • In cinque linee rinchiuse in un quadrato ornato d'arakescfii. XVIII. ANT • MAR • TIT • BLA • COM • DE • VIC • IM • P • Antonius Maria Titionus Blaiulerate comes Decianae, vicarius im- perialis perpetuus. Scudo coronato con arma inquartata dci Biandra e Tizzoni. SVB . VMBRA : ALAR : TVAR : PROTEG • Aquila bicipite coronata, croce tra le due teste , ali spiegalc, in petto scudetto col numero arabico 1 1. XIX. ANT • MAR • TIT • BL • COM • DEC • VI • IMP • P • An- tonius Maria Titionus Blaiulerate comes Decianae , vicarius impe- rialis perpetuus. Aquila bicipite coronata. S • CAROL • BOROM • AR • ME • P • M • Sanctus Carolus Bor- rommeus Arcliiepiscopns Mcdiolani, pastor ma\imus ? Busto di vescovo con ph'ialc e mitra col niinbo. Nella destra pedo, nel campo , ed ai lati del busto. 1G19. DEI. CAV. COSTANZO GAZZEIIA. I ^ I XX. ANT • MAR • TIT • BL • COM • DEC • VIC • IM • PE • Antonius Maria Titionus Blanilerate comes Decianae, vicarius imperialis per- petuus. Figura del conic armalo di ferro, testa nuda, spada ad arma- collo. Mario sinistra sull'elsa delta spada, nella deslra scettro. Scudo coronato inquartato. LVX • Mlv\ • LVCEM • AB • ALIA • NON • MVTVAT ■ Scudo coronato con arma inquartata. Le scguenti piccole moncte, poste sotto il titolo di anonime nella ta- vola I, si devono pure atti-ibuirc al contc Anton Maria. Si legge di fatto nel libro sopra citato della amministrazione della zecca, il aa di marzo 1618, = da tre reali con S. Leonardo da una parte, e l'acpjila impe- riale , e arma tizzona dall'altra. = I. MON • NOV • COM • DEC • Moneta nova comitis, o comitatus Decianae. Nel campo, aquila bicipite coronata , ali spiegate rivolte al basso ,• sotto, arma. SVNCTVS • LEONARDOS • Vescovo barbalo con mitra in capo col nimbo , piviale e pastorale. IL MON • NOV • COM • DEC ■ Moneta nova comitis Decianae. Atnxila bicipite coronata , ali spiegate rivolte alfalto. Sotto , arma. SANCTVS • LEONARDus • Jescovo barbato rnitrato , nimbato; nelVuna mano scellro, pedo nell' alt ra. III. MONETa • DECIANae • A del conte Anton-Maria, successe nel feudo il figliuolo Carlo Giuseppe unico avuto dalla sua mo- glie Costanza ]\Iaria di S. Giorgio e Biandrate. II giorno 17 del succes- sive giugno, convocati e congregati nella chiesa collegiata di S. Alessan- dro, il consiglio del comunc, uomini e universita dclle pcrsone di Desana per capi di casa, onde prestare il debito giuramento di fedelta nelle mani del siguor conte Carlo Giuseppe Francesco Maria Delfino Tizzone conte di Desana e del sacro romano imperio vicario perpeluo : « con animo » deliberato, con ogni miglior modo, via, causa e forma, con la quale n meglio e piu efficacemente hanno potuto e ponno, spontaneamente per » loro e soi posteri heredi et successori hanno riconosciuto e confessato, » confessano e riconoscono, essi e detta coniunita e singolari persone del » presente logo di Desana, essere stati, sempre voler e dover essere in * perpetuo Tcri homini et fedeli sudditi et vassali del sudetto illustris- » simo signor conte et ad esso e soi heredi e successori esser tenuti et » obligati all' homaggio et fedelta in perpetuo. » Prestarono l'omaggio di fedelta e sudditanza, e si obbligarono di pagare il censo dovuto e gli altri carichi ab antlco conscutiti, e ricevettero dal conte Carlo Giu- seppe, assislilo dalla signora contessa Costanza Maria, vedova del conte Anton-Maria , di felicc memoria , madre, tulrice, amministratrice e reg- gente del predetto conte Carlo Giuseppe , giuramento di osservare le franchigie, i privilegii, gli statuti e le consuetiulini loro e del comune. La lutela della contessa Costanza Maria si passu tranquilla c senza lo scontro di tantc e si funcste opposizioui e discordie , er il feudo , ■av«ndone assai prima ottenula 1' inveslitura , la quale li venne poscia rimtovata dab" imperatore Leopoldo, il 1 3 di giugno 16G1. Gia sino dal- Tanno 1637 aveva pensalo a contrarre matrimonio, il quale, mediante i baoni uflizi e la protezione della duehessa Cristina di Francia vedova del duca Amedeo
  • . FU. Fcrd. C. Dec. felic. pp." : ovvero altre le ipiali lianno Yuomo arm do con le frczzc in mano col motto Concordia parwi res crescit, c dall'altra moneta nov. aur. C. Dec: ovvero altre che da una parte lianno luomo arinato come sopra, con la spada cinta, col motto concordia par. res. crescit ; dall' altra Lcop. f. fmp. FU. Fei-d. m;i. f.Av. costanzo r.A/.zrnA. 1^7 Fetid, pp.: ovvcro ahre , che da una parte banno I'aquila col motto non semper v'wit, dall'tdtra IHomo annate coUa freeze e spadu in nana eel motto non semper depss C. Pec. Altri e successivi zeccliicri furouo il marchese Carlo Emilio S. Mao* tiuo ili Patella, cognato del conte stesso , Giamhatiisla Grondona , e Gianandrea Oliveri genovesi, ed il sigoor Anionic) Moftet di Mines, da' (|iiali si lenne la zecca di Desana, da] 2 di apiile dellanno 16G7 sino al i()^3. Bisogua dire, che nel teni])o stesso che allidava la sua zeeca al francese Mottet , non fosse tranquillo il conte Carlo ititomo alia mo- ralita e fcdelta di esso, o che fossero giunli degli avyisi non hroppo fa- vorevoli al mcdesiino , se con suo decreto del i5 giugno iGc)3, da To- rino, ordina al suo podesla di dovcrsi trasferirc di quando in quando liell' oflicina sua monetaria per csaminarc (juanto si faceva, e se erano osservale le imposte condizioni di loca/.ione. II 18 poscia di settembre dellanno stesso, fatto chiamare a se dinanzi il signor Carlo Gioanni Bat- tista Tosetti suo podesla e sovraintendentc della zecca, e per moti\i a lui noti, gli ordino di costitub'si in arresto nel palazzo suo. Qucsti niotivi, per un manifesto del conte, dello stesso giorno, s'impara esscre derirati da IT incuria del podesla , il quale intcso 1 arresto fatto a Milano di un Giorgio Palazzo di Desana quale inlrodultore di false monete in (pel ducalo , aveYa trascurato di fare le opportune indagini e pei'(juisizioni per iscoprire, d'onde procedessero, e da chi fossero fabbricate cpielle mo- nete. Mando ~4' ad islanza del conte, per le molte dogliaHU che nei conjini di Milano e Vercellese si spendino monete false, e mus- sime soldi simili a /pielli del medesimo stato di Milano, del che s' incolpi hi zecca di questo luogo. Qucsle indagini riuscirono alio scoprimento di 1 48 MEMOniE STOIUGHE DEI TIZZONI CONTI DI DESANA ECC. battiturc notturne fatte fuori della zecca del conte, in una rasa del borgo dai zecchieri mcdesimi francesi, ai qaaU era stala aflitlata la zecca, i signori Mottet padre e figlio , Bellavache, e Rigaud, ai quali eransi n- niti i fratelli Moia di Messerano. Questi zecchieri non appena s'accor- sero, che le loro notturne hattiturc di moneta adulterata eransi scopcrte, ed ineoniinciate delle indagini dagli audilori duealc Mella , e coinilale Colleto , che si diedero alia fuga. II conte Carlo diede subilo avviso d'ogni cosa al duca di Savoia Emanuel Filibcrto, il quale, col viglietto che diamo nell'appendice (r), pennettc che i delinquent! zecchieri pos- sano essere arrestati ne' suoi stati quando vi fossero scoperti. Convicn dire , che due tra essi lo fossero poco poi , e condolti prigioni nel ca- stello di Roddi , scorgendosi da alcuni atti del fisco dclla citta d'Alba, che il franccse TSellavache e l'Antonio Moia eransi sottratti dalle Career! del delto castello, il di 2 di aprile dell' anno \Q»r]rj , tre anni dopo che vi erano stati rinchiusi. Lc monete, delle quali si ritrovarono i ponzoni, erano coniate ad imitazione dei soldi di Milano , ma di infima qualita. Dalle dej>osizioni in questo stesso tempo ricevute si vengono a conoscere alcune altre specie di monete uscite dalla zecca tenuta dal conte Carlo Giuseppe, per es. , pezze da soldi sei con la croce intrecciata o fatta a fiorami , con le parole all' intorno Marchio et Comes da una parte : dall'altra l'efligie del conte ed intorno Carolus Jo. Tit. Comes De. : un- gari con uomo in picdi armato, da una parte, con le parole intorno Con- cordia res parva crescit: dall'altra con le parole Ducatus novus Comi' tatus Decianae: tallari , i quali da un lato portano l'arma del conte, cioe aquila coronata con cinque tizzi in petto, e le parole Moneta nova argentea. L'ultima locazione della zecca venne fatta pochi mesi prima della morte del conte, 1676, al capitano Pietro Francesco Bartolino, che fn gia zec- chiero del principe Paolo Besso di IMesserano. Curiose sono alcune con- dizioni della locazione fatta ai Grondona ed Oliveri genovesi : sara in facolta , dice , de1 medesimi signori di far travagliare a loro arbitrio altre sorti di monete d'oi'O , argento o rame , mentre pero Voro non sia di minor bontk di dieciotto caratteri e V argento di unoncia di fmo per ogni libra et anclie perche dctte monete in niuna maniera si spendino (I) Append, n. 57. Dr.I, CAV. C0STANZ0 OAZZF.nA. 1 4iu frequenti, sebbene fosse provalo non polersi in verun modo ad csso allribuire , elic nulla aveva tralasciato di cure e di solleciludini onde ovviare a tali abusi, non lasciarono tuttavolta di recare gravi e molcsli disturbi al Tizzone. Vcnne di nuovo contestata al conte la podesta della zecca, ed cccilato a dover indicarc il privilegio in virtu del quale era da csso coniata mo- neta. Mancaudo al conte Carlo , sieconie era pure mancato a tutti i conti suoi predecessor! , colesto litolo primitivo o speciale privilegio , cerco di procurarsi atti di notorieta pubblica , pe' cpiali fosse manifesto avere i conti tutti di Dcsana usato ognora di tale facolta e dall'origine stessa del contado, cpialuiupie fosse stata la ragione che avesse indotto il conte Lodovico ad aprir zecca nel feudo , ad csso ignota. Tanto giuridicamente atteslarono a Torino, in gennaio 16^5, monsignor Begiano arcivescovo di Torino, il conte Agostino delle Lauze coinandanle le corazze di S. A., il conte S. -Marlino di Parella governalore d'lvrea , il conte di Fabbrica ciainbellano del duca, il uiarchese Mercurino Gallinara governalore di Chieri , l'abate Goria protonolario aposlolico, elemosiniere e preposto di Vercelli eec. In Vercelli l'arcidiacono della caltedrale Dalberlo Monlcnaro, e successivainenle 1'intiero Capilolo della caltedrale a tal uopo convocalo in nuinero di 27 tra canonici e dignita. La morte, 11011 piu di 1111 anno dopo accaduta, del conte Carlo, sospese per allora le istanze del fisco aulico, die vennero poscia, e non molto di poi, caldamente riprese. II di 23 di giugno deU'anno 16^6 furono rilaseiate le cilatorie, colle quali 1' iinpcratore Leopoldo cita tutti coloro, i quali , dopo la morte del conte, avessero o pretendesscro avere diritto alia successione nel feudo, a com- parire cntro il terinine di tre mesi, annuii/.iando loro die dal fisco im- periale erasi mossa istanza alia camera aulica, onde fosse dichiarato che il feudo di Desana, stante il duplicc delitlo di lesa JIacsta , dei quali eransi renduti colpevoli i conti di detto feudo, sia per l'usurpato dirilto I.")0 MEMOIUE STQRICBI DEI TIZZONI CONTI DI DES.'.NA l'(. di batten monota coniro al pxescritto delle sacre costitu/.ioui dell'iinpero, olie per 1'alli'o di adulterata pecunia , era e s' intendeva di f'atto devo- lulo alia camera stessa imperials : = apparent fciulum hoc Dccianae ex duplicl turn iuris perperam in eo usurpati ct contra surras Imperii Constitutiones elocati qnam monetae ctiam adtdleratae , duplicique adco laesae Maies talis crimine ad camcram nostrum sett Jiscum imperialem esse devolution (i). Uguali citatorie venncro pure indirizzato, tanlo alia vedova eontessa Klconora Margarita Dolibcra, che al marchese Fihppo deHa ChieSa di Cinzano. Convien dire, che le ragioai allcgale delta 11011 intcrrotla continuita deU'esercizio dclla zecca nel feudo fossero ritrovale sufficient! , se con sentenza del 2 di agoslo del 1679, vennero le parti liberate dalla molcstia del fisco aulico, e lasciata al feudo la facolta della zecca (2). Egli e per ragione di epiesta finale e favorevolc sentenza , che nella compera del feudo fatta dal duca Amedeo II. si -voile fosse inchiuso il diritto della zecca; non perche la corle di Savoia avesse me- stieri di tale diritto, che gia da tempo iminemoriale , e per ragione della schialta sua regale, lo esercitava, ma per togliere il pretcsto a chiunqtic tra i discendenti de' Tizzoni volesse far valere epiesta pretesa facolta, la <|ualc non potrebbe non tornare dannosa alia camera sua ducale, ed al buon ordine di governo. Delle tante monete, che, come vedemmo, uscirono dalla zecca del conte Carlo Giuseppe , di una parte delle quali siamo riusciti a poter dare certa indicazione del conio , tipo , forma e leggenda, poche sono quelle che ci siano note o ellettive o in disegno. Anzi col nome espresso del conte, sin ora non conosciamo fuorche il disegno di quella, che e con- servata nel museo imperiale numismatico di Vienna, aruto per la com- piacente gentilezza del valente archeologo il conte Giovanelli di Trento, che lo impetrb per noi dal cortesissimo custode di quel ricco e prczioso deposito, il signor Bergman. Ed e la segueute: (1) Append n. 58. (2) Append, n. 59. DEI. CAV. COSTANZO GAZZEIU. I 0 I T.WOIA Yla CAROLVS • TIT • D • G • (XV) COM • DECIANAE • Carolus Ti- tionus Dei gratia comes Decianac. Busto , capo scoperto con capelli lunghL II numero XV chc si scorge dope- il Dei gratia non so a chc possa alliulcre ; se toIcssc itidicare ch'esso era il quiii ■liccs'uno route di J)esana, a\iebbe fatti male i conti ( Vedi lav. genealogica ). MONET A • NOVA • ARGENTEA ■ iGChj. A Rov. Uomo armato con freccie, e spada in memo, e intorno NON ■ SEMPER • DEPressus ■ COMES • DECIANAE ■ V. Uomo armato in piedi, attovno CONCORDIA ■ RES ■ PARVA ■ CRESCIT • Rov. In mezzo DVCATVS • NOVVS • COM • DEC • Nelle ricognizioni poi istituite nclla zecca per online del conte e descritta, tra le altre, una stampa di tallaro cosi: VF Busto. Intorno CAROL • TIT • D • G • COM - DEC ■ Rov. Aquila con leggenda intorno VIC • PERP • S ■ ROM ■ IMP ■ E pure prescritta la battitura di un crosazzo cosi: VII. Croce , e intorno CAROLVS • IOSEPII • TITIO ■ CO ■ DEC ■ Rov. La B. F. Maria , e intorno PROTECTRIX • NOSTRA • Non ha dubbio poi che il priino dei due seguenti ungari non pu6 ad altri essere attribuito che al conte Carlo, nessuno tra i conti Tizzoni di Desana potendo aver augurato perpetua felicitii aH'impcratore Leopoldo , il epiale non ascese il trono imperiale che il 1 8 di luglio 1 658 , dal no- stra conte Carlo in fuori, che fu padrone del feudo dopo il 18 aprile 1641. L'altro ungaro poi e in tutto, ed in ogni sua parte, simile al prinio, portando inoltre la stessa leggenda VIRTVS ■ VNITA ■ FORTIOR ■ EST •• per non crederlo opera dello stcsso zecchierc, e falto batlcre per online dello slesso Tizzone. I disegni di quest! due ungari sono presi da quclli dati nel Supple- ment al sontuoso volume delle monetc d'oro del gabinello imperiale di Vienna , pag. ^3. NB. / disegni di questi due ungari, per s eletlo per forza da C. Cesarc nel 1541. TAVOLA GENEALOGICA DEI TIZZONI SIGNORI DI DESANA E SERIE DEGLI USURPATORI DEL FEUDO FRATELLI TIZZONI GIOANNI - t nel 1411. I LODOVICO I. nel 1411 signor di Desana. 11 ANTONIO succede al padre nel 1440. I'SCRPATOM ANDOAZO BERTOL1NO FRANCESCO DELFINO FRANCESCO nceede al padre nel 1459. IV. LODOVICO II. per donazione infer vivos succede al fratello nel 1482. Conte, e Vic. Imp. nel 1510. 1 GIO. DARTOLOMEO VI. CAIO CESARE succede al padre nel 1525. succede al fratello nel 1555. GIO. ANTONIO TIZZONE delle Rive 6glio di N. N. 1." FRANCESCO MAROLLES Rarone Momoreo. 2." PIETRO BERARD signore della Focaudiera. 5.' F1LIPP0 TORNIELLI Conte di Brionna. I VIII. GABR1ELE o GABR1EL1NO IX. GIO. AGOSTINO elelto per Ibrza da C. Cesare succede al fratello nel 155b; nel 1541. cspulso dal feudo nel 15bo. VII. GIO. MARIA eletto da C. Cesare nel 1540. X. DELFINO succede al padre nel 1585. XI. ANTON MARIA succede al padre nel 1622. MI CARLO GIUSEPPE FRANCESCO DELFINO 6uccede al padre nel 166 1 ■f nell'anno 1676. Lasciale Ire sole figliuole. APPENDICE DI DOCUMENTI .57 APPENDICE IV.0 1. Postca vero eisdcra anno (1411), ct indictione (4.ta), die dccimo sepiimo mcnsis scptembris hora tcrtiarum suprascripti nobilcs Succius de Sonomonlis , ct Georgius de Cagnolis cives Vcrcellarum volcntcs ct cupicnlcs sil)i ut premit- titur commissa, et imposita cxccutioni mandare el facere que ipsorum dccet defattlim, et honorcm accessciimt una cum suprascripto nobili Ludovico de Ti- zonibus rae notario et tcstibus infrascriptis ad suprascriplum locum Dexane, et accipiendo ipsum nobdem Ludovicum per manum dcxtram eumdem introduxe- runt , et posuerunt in corporalem possessionem et tenulam dicti loci ct burgi Dexane, et iurisdictionis ciusdcm poncndo in manibus ipsius doraini Ludovici clausuras portarum et introiluum ipsius loci ipsas apcricndo, et claudendo ac dando ipsi Ludovico de terra, herba, ct frondibus cxistcntibus in dicto loco et burgo Dexane in manibus ct gremio ipsius Ludovici dc Tizonibus, el sic suc- cessive ducendo ipsum per vias magistras ad plateas, el ad furnum existentcs in ipso loco Dexane, ponendo dc lapidibus, ct tegulis in ipsis ct super ipsis cxislcn- tibus in manibus ipsius nobilis Ludovici, faciendoque amplocti muros ipsarum platcarum ct furni in signum verc et adeptc corporalis possessions et tenulc predicti loci et burgi Dexane ac iurisdictionis et aliorum donatorum, et tradi- torum ipsi Ludovico ut supra et alia faciendo que in similibus fieri consueve- runt , ullcriusquc precipiendo iubendo , et in mandatis dando infrascriptis de diclo loco Dexane videlicet Antonio de Rovaxenda Ferrario, Guillelmo becbo , Pcrrino de Gratianis, ct Anthonio de Gualono ibidem prcsentibus, ct inlelligen- tibus, quatenus de cetero parcre ct obedire debeant dicto nobili Ludovico de Tizonibus ipsumque venerari tractare, repulare et habere pro vero domino Rectore, et possessore dicti loci et burgi Dexane, ct iurisdictionis eiusdem, et omnia alia, et singula facere , et adimplere debeant versus dictum nobilcm Lu- dovicum de Tizonibus. . N.° 2. Filipus Maria Comes Papie ac dominus Vcronc etc. Informati quantum ulililalis et comodi succedat ciuitali Vcrcellarum ac singulis locis circunslantibus ex do- natione condigna quam fecerunt comunitas ac generate consilium et ciues dicte ciuitatis Vercellarum nobili dilccto nostro Ludouico de Tizonibus f. q. nobilis viri Iohannis de Tizonibus pro se ac hcredibus et successoribus suis de burgo ac posse et finibus loci Deciane districtus Vcrcellarum cum mero el mixto im- pcrio omniraoda iurisdiclione et recto dominio ct hoc moti certis lamlalibus respectibus maxime quia locus ipse inhabitatus longo tempore stclit ex cuius inhabitalione memorate ciuitali Vercellarum et toti patrie immensa iliscrimina scquebantur. Etiam moti dicti commnnitas generalc consilium et ciucs Vcrcel- 1 58 larum honcstis requisitionibus ct Uteris super hoc cmanatis pro parte illustris principis et excelsi domini patris noslri carissimi domini Theodori niarchionis Montisferrati etc. scriptis manii Svmonelli eancellarii ipsius domini niarchionis sub datis in Pontesturia die quinladecima scptcmbris mcccc undecim. De qua itaque donatione suprascripta constat publico ct solcnni inslrumento tradito ct rognto per Iohanncm Cabaniam ciucm Vcrccllaruin notarium publicum ct can- cellarium ciuitatis predictc die xvi dicli mensis scptcmbris. Ecce de probitate sincera deuotione et conditione laudabili ipsius Ludouici confidentes ad plenum memorcsque sincere et intrinsicc dcuocionis quam dictus Ludouicus suique pre- deccssores ac singuli de eius stirpe Tizonorum continue gesserunt rcrsus illustrcs dominos predecessorcs nostros ct adhuc gerunt erga nos , sponte et ex ccrta scientia animoque deliberato et iuste cause cognitione dictam donationcm cidem Ludouico ut supra lactam in omnibus et per omnia ac prout iacct ad literam approbamus ratificamus et prcsentium tenorc confirmamus. Dantcs et nos Ludo- uico prcdiclo pro se ct heredibus ac successoribus suis sponte ct ex ccrta scientia animoque deliberato ct iuste cause cognitione mcrum et mixtum imperium ac omnimodam iurisdiclionem dicti loci Dcxane ac territorii ct posse eiusdem nccnon rectum dominium ct omne ius quod habemus et seu vcrisimiliter habere possumus in dictis loco territorio ct posse Dexane. In quorum testimonium pre- sentcs fieri iussimus et registrar-! nostrique sigilli appensione muniri. Datum Papie die primo martii mcccc duodecimo quinta indictione. N.° 3. Filipus Maria Anglus dux Mediolani etc. Papie Anglerieque comes. Memores donationis quam fecerunt generalle consilium et comunitas Vercellarum nobili dilecto nostro Ludouico dc Tizonibus filio condam Iohannis de loco et iurisdi- clione Dexane recolcntcsquc confirmationem et donationcm per nos superinde factam ut igitur ipsum locum cum eius pertinentiis idem Ludouicus libere ct quicle ac sine ullo ranchore iuxta predictas donationes et confirmationem lenere possit , ipsum Ludouicum cum dicto loco sub nostri recomendatione ct prote- clione suscipientcs. Harum serie decernimus predictas donationes et confirma- tionem ut supra facias valere et tenere omncm roboris firmitatem predictaque omnia sponte et ex ccrta scientia nunc confirmamus et de nouo concedimus non obslantibus contradictionibus siue obstantiis quibuscunque que ullo tempore in contrarium dici vcl opponi possint quibus omnibus in contrarium opponendis uel allcgandis sponte et ex ccrta scientia tenore prcsentium derogamus. In quo- rum testimonium presentes fieri et registrar! iussimus nostrique sigili munimine roborari. Datum Mediolani die decimo maii . mcccc decimo septimo . indictione decima. Iohanncs. 1% N.° 4. Sigismotulus Dei gratia Komanorum Rex semper Augustus Sane pro parte nobilis Ludouici ile Tizonibus ciuis Vercclarum illustris Tiieo- dori marchionis Montisferrati principis et consanguinci nostri carissimi prolono- tarii , nostri et imperii sacri fidclis, dilecli , cxposilum extilil coram regia ma- gcstatc, quod cum consilium el comunitas ciuitalLs Yercclensis cidern Ludouico pro se et heredibus ac succcssoribus suis, locum vocalum burgus Dexane et distri- ctus et diocisis Vercelensis cum omnibus perlinenciis ac iuribus suis . . . dcderiut et donauerint, ac ipse Ludouicus in ipsius loci possessioue pacifica vel quasi sil et fuerit lanquain dominus et posessor volens quoque idem Ludouicus de codem loco ac iuribus ct perlinentiis suis singullis ad ipsum locum spectan- tibus niaioi i securitate et bonore per noslre celsiludinis munificenliam consolari, nobis per supradictum Theodoruni supplicari fecit instantius qualenus de beni- gnilate solila sibi ac suis beredibus legiplimis, predictum locum cum suis per- tinentiis in feudum nobillc paternum auitum ct proauitum concedere gratioxius digneremur. Nos igilur considerantcs atentius magne fidelitatis et deuotionis obsequia que prefatus Ludouicus nobis ct imperio sacro exbibuit ac cum soli- ciludine indeffensa exbibere poterit et debebit promptius ac feruentius in futit- rum sibi suisque heredibus legiplimis de romane regie poteslalis pleni- tudine ct gratia, prefatum locum cum omnibus et singullis suis iuribus. — in feudum nobille, paternum, auitum et proauitum dedimus concessimus ct damus et concedimus per pracsentes, nostris tamen et imperii sacri ac aliorum quo- rumlibel iuribus in premissis omnibus semper saluis Datum laude anno a natiuilate Domini millessimo quadringentcssimo lertio decimo , sedeciraa die dccembris, el regnorum noslrorum anno ungarie etc. vigcssimi seplimi, roraa- norum vero quarto. N.° 8. lull. nines Iacobus inareliin Monlisferrali etc. Considcrantes grata servitia noliis dudum impensa et que dicliiu nobis impcnduntur ac in futurum exbiberi spe- ramus per egregiura Ludovicum de Tizionibus dileclum canccllariura nostrum , ciusdemque Ludovici requisicionibus annuentes videlicet ut locum eius Dexane quern ob imperio tenet recipere vellimus sub nostri proteclione salvaguardia et deffensione attenlis guerrarum discriminibus que in pati ia diversiniode oiiri vi- dentur et prout eiusdem Ludovici requisilio conlinebat. Ecce quod ipsum Lu- dovicum, dictumque eius locum Dexane cum boroinibus dicti loci el corum bonis acceptamus sub nostri proteclione, recomandatione, et saluaguardia pio- mittentes barura serie prediclum locum cum bominibus et corum bonis pre- dicts deffenderc , et manutenere tarn de iure , quam de facto contra omnem raundi personam, comunc, collegium, ct universitatem, ipsumque Ludovicum, et dictum eius locum Dexanc, cum dictis suis bominibus et bonis includere in omni contractu pacis, treugarum , sen alterius generis per nos celcbrando pro recomandato , et adhcrentc nostro sub reciproca promissione nobis facia per ipsum Ludovicum videlicet quod de dicto loco Dexanc ad instanciam alicuius pcrsone nobis , ac tcrris nostris guerram non faciet quinimo nobis et gentibus nostris propicius erit, ct favorabilis de dicto loco -quantum potcril , quantum- quc sua patiatur bonestas contentique quod ipse Ludovicus iuxta sui requisieio- nem de dicto loco nullam guerram , nullamque offensionem alicui mundi per- sone facere tcneatur nisi fuerit de eiusdem Ludovici beneplacito voluntatis, ctiam contcnli de cxpressa , et speciali rescrvatione , quam fecit de non oflfendendo ullo unquam tempore civitati Vercellarum neo territorio Vercellensi de dictis loco, et bominibus Dexane reservatis tamen in singulis prcmissis, lam pro parte nostra, quam pro parte dicli Ludovici omnibus mandatis Serenissimi Domini nostri Domini Romanorum Regis, in quorum testimonium presentcs fieri ius- simus et sigilli nosli'i imprcssione muniri. Dat. in Pontestiiria die vj januarii mccccxxviiij. N.° 6. In nomine Domini amen. Anno nativitatis eiusdem Domini mcccclviiii. Ind. 6 die viii octob. Actum in castro Dexane Vercellens. Dioc. videlicet in sala magna presentibus . . . testibus ad infrascripta omnia vocatis et rogatis. In quorum , et mei infrascripti notarii prescnlia accedentes ante presenciam cgregii domini Fran- cisci de Titionibus domini Dexane f. q. speclabilis domini Anlonii de Titionibus olim genitoris sui . . . ac omncs consiliarii, et de credentia dicti loci Dexane . . . Rrverenler exposuerunt eidem egrcgio domino Francisclio sicut debitum est , et dignum fore cognoscunl quod propter decessum prefati domini Anlhonii sui patris, et eorum domini , et superioris ipsum dominuin Franciscbum tamquam heredem et successorem ac domiinim suum castri et loci in verum dominum recognoscant et acceptent tain virtute pactorum vigcnlium inter spcctabilem oni lideles, ct legates el quod nuinquam facicnt tractabunt aut operabunt per se vcl interpositas personas publice nee oculte dirccte, nee per indirectum aliqua rationc, occasione, vel causa epic dici aut cxcogilari possit aliquid quod cedal contra bonorem , damnum aut conturaeliam ipsius domini sui scd ei attendant et observabunt puram meram , sinccram el intemeratam fidelitalem , et obedientiam, et gencraliler omnia adimplrhunt, et facient que boni et lideles subditi laccrc tenentur , et dcbenl pro suo, et na- turali domino et prout ct sunt in capitulis tain vetcris quam nove fidclitatis 1'ormc lacius continetur. Quibus omnibus, et singulis ila aclis, ct geslis ct adim- pletis prcfali consiliariuin ct dc consilio , et de credentia suprascripti loci De- xane suis nominibus propriis, ac vice et nomine tocius communitatis lieminum. el singularum persenarum dicli loci cum inslanlia debita supplicarunt I). Fran- ciscbo domino suo prescnli audienli, el intelligent! qualeuus jilaccat ex sui hn- manitate confirmarc , et omologarc , ac de novo concedere dicte comunilati bominibus et singularibus personis dieti loci Dexane pacta immunilatcs exem- ptiones conventiones ct francbixias quas se que babebant cum prefatO bone memorie domino Ludovico avo suo , ct per ipsum sibi conccssas , et concessa . . . Qui quidem dominus Franciscus tamquam successor, et universalis beres in solidum in dominio, et segnoria dieti caslri, audita, ct plene intellecta requi- sitione Suprascriptorum omnium de credentia el censilio loci Dexane compla- cere volens dictis bominibus in requisilionibus ct in quibuscumquc, aliis qua- tcnus licilis , el bonestis sponte, et ex eius certa scienlia per se, et quoscumquc suos beredes et successores in dominio dicli loci Dexane predicla pacta, im- raunitates, exempliones , ct franchixias dicle communilati , ct bominibus De- xane factas et concessas , ac facta et concessa per memor. quondam dominum Ludovicum avum suum laudavit , approbavit , et confirmavit , et dc novo fecit , et concessit laudatque approbat , et confirmat ct de novo fecit et con- cessit in omnibus suis partibus articulis, et scnlentiis lYomitlens per se et quoscumque suos beredes, ct successores in dominio predicto banc confir- mationcm , el novam conccssionem pactorum , conventionum el cxcmptionuni perpetuo grata rata ct (irma habere, et tcnerc eamque attenderc et obseivare . . . et sic iuravit ad sancla Dei evangelia corporaliter tangendo scripturas prefalus dominus Francischus omnia ct singula promissn omnia esse vera ncc aliquiil opponcre contra ipsa sic promissa racione minoris etatis nee alia quam supra- scripta certioratus ppus inter OMten I'ublius Victor de \\ urbis rcgionibus continelur. Si integer csl 6at est: si non a ate integrum babebis, cum non nullis die urbis magiiiludiueac dignitalc aniiotalionibus, a gravissimis aucloribus turn graeeis turn latinis. Misis- sem libi nonnnila nunc: scil fcstinus nuiiciiis non |HIIB|H est. In aliuil dillcre- raus tempus, in quo ct tibi aliquid otii at luibi nnnnulla alia Icctu digna acccdent. Nunc autcui cacptis omni diligcnlia insistendum est, ul quae agemus pro nepo- tibus nostris praeclara uirlulis sinl fulura iiionunu-nla. Tunc dabilur otium, tunc biis antiquilalibiis poterimus nos obleetari, quum imiictissimus Caesar ab Italia Gallos cxpulleril, suis ac sacri Imperii (idclibus libertate dignilaleque reslitula. Tunc bibendum tunc pedc libcro pulsanda tcllus, et Saliaribus implcmlum pulvinar Deorutn. Haoc satis pro tempore. Vale, cl cum qui te veneratur, ama. Decianae 26 apr. 1507. M.° 10. Sacra ac Inviclissima Cacsarea Maiestas Litterac invictissimae Maicstatis tuae, uigesima quinta novembris, niihi redditae sunt, Inspmg sexta decima octobris datae, c quibus facile perspexi magnaniuiita- tem, eximiam liberalitatem, elementiam, pietatem, ct commiscrationem qua erga scruulos tuos, non minus prudcnler quam bunianc ainccris. Imniortalcs Deo ma- ximo optimoque ago gratias quod, in bis nostris calamitatibus ac crumnis, te talcm nobis praebuit. Profeclo si secus fuisset, de nobis omnibus pocnitus actum esset. Nostrorum hostium plusquam barbara soevilies ita crudeliter ct inhumanc nobiscum agit, ut nil aliud quam intcrnitionem ac fundi tus nostram avcant de- siderentque ruinam, et lo. Bartholomei filii seruuli tui sanguincm siciant. Ipsuni mira diligent ia inquisierunt Galli, ipsum insectati sunt, ut iudicarc facile quis posset omne gallorum odium in boc unura esse coniectum. In cum maxime con- spiranlibus iis qui Maiestali tuae Caesareae fidelitate dcuicti esse deberent, turn quia pro eorum uoluntatem in hiis quae Maiestatis tuae rem ac honorcm, con- cernebant, obsequentem ac morigerum minime sc~ praebuit, ct in tuas non ut ipsi in Gallorum partes declinabat, turn et ut a Gallis, in eorum recessu, bona nostra consequantur ct habcant. Hostium nostrorum profeclo dolebuntur oculi. quum eundem lo. Bartbolomcum tam liberaliter lam pie tarn honorificc et bc- neste abste susceptum intelligent, et dum cum pcrtlcre uolunt singulari lua de- mentia ac bonitate in ahum magis magisquc elovatur ac cxtollitur. lmmensns. el quascumque possum, omni buniilitale ago babeoipic gratias pro dementi ac be- nigna consolatione, tua ac liberali promissione honorum meoruni maturae resli- tulionis, rpiac quidem scmimortuum mc in vitam lucrni<|ue rcstaurarunt. Non sine lacrymis cruddis Scyla aut ferns Sarmatba conspiceret me senem, pauyercni. 1 66 inlirmiiin , omnium egenum, qucm sequitur infelix coniux, ac miseranda minis, et c\ quinque onus qui milii supcrest filius. Itinera omnia mihi perolusa sunt, I. mm liii- omnia mihi inlerdicta. Non amicus, non sanguine vinctus hospicio me sumcre audet. In tanta turba et multiliuline comitcm Maxini, ac hos dominos Yalpergiae comites reperii, qui me mcosque invitis ac minantibus Gallis tute benigneque scusccpcrunt. Et profecto Maicstalis tuae Cacsareae penilus sunt, ac pro talibus taxantur uniccquc te venerantur ac observant. Sed saeva tcmporuni condicio necessilali parere iubet. At si te viderinl aut senserinl pro luo impe- riiquc bonore ac commodo in pidebram mortem ruent properabunlque. Dolet equidem earo istbac bonorum meorum cxpolialione, duraque ac extrema meluens. (■audcl tames inuictus animus ac laxalur, quod pro tuo amore ac pro nomine patiatur tuo. Nil aliud penitus mihi obiicitur nisi, quod imperialis sum et teu- lonicus: sum equidem ac esse uolo, et in bac opinione beresique mea ultimos- qne dies meos (inire decretum est. Cactera quae ad noslram in parte levandam ealamitatcm cxpediunt narrabit seruulus tuus Io. Bartholomeus filius meus. Hu- militer oro ac obtestor, ut elementiac pio commiserationisque oculo, nos misellos respiciat intueatque sacratissima ac clemcntissima Maiestas tua, ad cuius prostra- tus pedes, cum infelici ac miseranda lamilia mea etiam atque, etiam bumillime commendo. Dat. Valpcrgae 2 decembris 1515. Seruulus Ludovicus Decianae Com. N.° H. Sacratissima inviclissimaque Caesarea Maiestas Humillimus scrvulus tuus Ludovicus Ticionus tui gratia ac benignilate Decianae comes; a quo comitatu iam peracto anno omni iniquilate ac iniuria per Gallos extorris detrusus eieclusque est; pedibus clemenliae tuae etiam atque etiam se se commendat , obsecrat , obtestaturque sacram maiestatem luam, ut elementiae tuae viscera super eum ac miscrrimam eius familiam commoveantur. Sencx, in- firmus, omnium egenus , cum infelici uxore ac miseranda nuru, servuli tui lobannis Bartholomaei coniugc, vagatur; quibus omnia fere inlerdicta sunt nee est qui eos, propter crudeles Gallorum ac facliosorum minas, hospitio suscipere quasi audeat. Potissima horum malorum est causa, (|uod fere nulli bis regioni- bus, aut saltern paucissimi, reperiantur Imperiales. Multi sunt qui commoditati- bus imperii frui, ac sub eius umbra, in quantum e re sua est, vivere volunt ; imperio aulem qui pareat aut adicialur, profecto est nemo. Quapropler oro ac obsecro ut commiserationis tuae oculos super nos aperias, curetque Maiestas tua, aut pace aut bello rcstiluamur. Poterit inviclissima maiestas tua si volet aut nostri sit memor. Commovcatur piclas ac dementia super servulos suos ea quaeso commiseratione, quas super eos qui a durissimis calenis crudclissimorum pira- tarum aut sacvissimorum lidei boslium dilapsi aufugeiint , et super bos omnes infidetieraa orudelioreaque aunt Vasconcs, quibus vaatandtu diriprenduaque co- mitatus mem datua eat DiveraiaaUnia quaeatumum gcncribus pro aum argenio- que habendo subditos meos excruciant. Sed harum regiomun facliosi nequiores ac ti'iiculcntiorcs sunt, omni enim studio cura ac diligcnlia his iniquis rapto- ribus t'avcnt, vias oiiines apcriuiit, adilus oslciiduul , ncrasioncs proponunt, ut omnia inca dcpopulentur, depraedentur, exportcnt. Scd ni me deaerat iustissima Caesarua maicslas tua habcul profecto umle reddant ac damna mea rcsarciant. Non cnim peccat qui pcccat, sed qui peccatori consulit. Si inviclissima maiestas tua ad hoc iustissimum helium se sc accingct , obsecro, cui raalucril ex ducibus suis inslaurationcm ac rcintcgrationcm mcam commillat. Non solum in comitatum luum avaras inicccrunt manus ; scd ncc ab ccclc- siasticis bonis se abstinuerunt. Divina omnia ac bumana confundentes, usurpa- iunt uxoris ac nurus meac dotes , quae a pontificio cacsareoque iurc privile- giatac sunt. Nulla iustilia , mdlum ius , nulla acquitas pro nobis est , quia im- periales sumus , et si ( quod rarum est ) in favorem nostri pronunciatum fuerit, ut a nobis sportulas exlorqueant , iudicati nulla unquam fit executio. Asserunt nos Gallorum hostes ; filii servitutcm contra divina iui-a mihi improperant ob- iiciuntquc , ait Dominus , non portabit paler iiiiqiiitilcm (ilii, nequc filius ini- quitatcm patris. Si Integra sinceraque fide supremo dominio suo servire iniquitas appellai-i potest. Non pluribus maicstatem tuam occupatissimam taedio afficiam , sed iterato pedibus clementiae tuae me comraendabo cum prole ac infelici fa- milia mea. Crexentini 20 seplembris 1516. N.° 12. Mtiximilianus iliiiinu fauente dementia electus Romanorwn Imperator semper Augustus ete. Nobilis fidelis dilecte. Seruiuit nobis diligenter ct fideliter fidelis nobis dilcctus lo. Barlbolomeus filius tuus familiaris nosier, ideo cupimus recognosccre fideni et seruitutem suam ad nos: quod speramus breui Deo duce posse faccre. Sed uolumus sicut bactenus nobis bene seruiuit, quod etiam in hac nostra expedi- tione llalica, una cum altero filio tuo fralre suo, etiam nobis seruiat. Ideo dedi- mus cis conductam , pro ut ab eodem filio tuo lo. Bartliolomeo latins inlelligcs. Ambos igilur pro tua fide observantia et affectu ad nos bene expeditos et instruclos. bona societate et equis transmittas. Nos eis, ct tibi in primis, in omni comodo et incremenlo honoris et condilionis uestrac semper prompti erimus. Dat. in oppido noslro Strezingi die vi iunii , anno domini md ■ ix. Ad mand. Cacs. Maiesi. Iacobus de Banissis. .G8 MturimXaimg divina jbumfe clcmcnlin elceltts Ronmnonim Impcralor 111."" Carolo duct Subnudiae jtrmUpi cnnsantjuinco nostro. llluslrissime princcps consanguincus nosier carissime. Conduximus ad stipcndia nostra nobilem fidelem nobis dilectum Ioannem Bartholomcum Ticioncm I'ami- Harem nostrum (!ilccl\im, et eins fratrem qui cum iussu ct nomine nostro sint eonducluri aliquas Rentes eipicstres, cum quibus audiae Duccra Maie- stati vestrae deditissimum (idelemque agnoseo. Hieron\mo autem Korario eius servo feci quod debui. Sed breve tempns ac fcslinus eius recessus intercepit quae facerc decreveram. Rcsarcicmus obmissa si dabilur occasio. Nil aliud su- pcrest nisi me toto corde pedibus Maiestatis vestrae Caesareae commendem. Datis Maxini die 24 aprilis 1517. Eiusdcm Maicstatis vestrae Caesareae servus Thomas Valpcrgia Maxini Comes. Sacrae ac invictissimae Caesareae Maiestati. W.° 19. Nobili noslro, et imperii saeri fideli dilecto, Ludovico Ticioiio comili Deciauae. 3Taximilianus etc. Mobilis fidclis dilecte. Legimus litcras tuas quas honcstus religiosus devotus nobis dilectus Hieronymus natus tuus nobis reddidit, et ea quae is tuo nomine cxposuit intelleximus. Cuius verbis cum edocti fuerimus, praeter cacteras animi perturbationes et rerum tuarum incommoda quae bis temporibus passus cs, bona ea pauca quae tibi in Marchionatu Montisferrati relicta erant , iussu Mairhionis illius tibi ablala. et in potestatem eorum qui caclera tua cceuparunl redacta fuisse: id mirum in modum moleste tulimus et tuas istas calamitates quae te tarn indigne in dies aflligunt commiserati , vchementi animi nostri dolore aflecti sumus; cum praesertim ea te nullis luis demcrilis , sed aemulorum potius in- solcntia et tomporum malignilate perpeti singula perspiciamus. Ut autem ea te ope iuvaremus quae pro tempore oft'erebatur, expedivimus quamprimum Petrum Iulianum secretarium nostrum ad Marcbionem predictum ut nostio nomine re- Stitutionem ablalorum diligenter curct. Fratrcm autem Hieronymum hie apucl nos aliquanto diutius dctinuimus ut paullo post ilium ad te cum aliqua pecunia remittamus. Te horlantes ut forti animo, ut pro tua prudentia solitus es, ad- versa mundi huius superare nilaris: quantum cnim in nobis est non decrimus et tibi ct natis tuis omni favore ct benivolenlia adesse et pro meritis fide el observantia vestra erga nos grato animo rcspondere. Dalis in civitate nostra irn- periali augusta die x mensis septembris m . d . xwn . regni nostri Ro. xxxm. Ad mandatum caesareae maiestatis proprium P. Episcopus Tergeslinus. '74 Sacraiissima Inviclissimaque Caesarca Maiestas Cum semper summam tuam illam bcneficientiam qua Supcris quidem te parem cficis, in me filiis ac rebus meis defuisse numquam cognovi. Turn vcro in re- stitutionem bonorum quae mihi in dilione Monlisferrati inkpie occupabanlur ni- miam tuam benignitalem in me servulum tuum nuper sum contemplalus. Dum uno alleroque nuntio cgisti scdulo ut mea mihi resliluerentur, vellcm oa mihi csset dicciuli felicitas ut gratis tuae maiestali gratias quales me in animo habere sentio refferre possem; profecto non ita aride in scribendo nunc me haberem, sed et contido quantum modestissima tua Augusta virtus animi sinceritatem fi- demque uicam inviolabilcm, non minus quam verborum ambitum considerahit. Et ego qui omni ex parte tuae me debere maiestali in immensum intelligo; faciam quod solent qui Deum adorant, siientio magis quam verbis tibi gratias pcrsoluam, hocque cpistolium devotione omni potius quam elocutione repletum tr.iiismitiain. Id quod et prius ctiam fecissem per D. prepositum Brixinenson oratorem tuum, ni tardatum adco fuisset in huiuscemodi expcdilione, ut prius fere ipsum a nobis abiisse quam Iitcras mihi summe necessarias intellexerim im- petratas. Nunc hiis habitis visum est tuae Maieslati has exarare. In quibus non minus ago immortales gratias de maxima tua ilia humanitate qua religiosum fi- lium meum fratrem Hieronimum ad audicntiam suscepisti , eumque plerosque apud te dies detinuisti , dum cupis calamitatibus meis ab eo cxpositis pecunia tua subvenire. Qua in re denique etsi facultas defuerit bona tamen voluntas at- que animus vere caesarius tuus non defuit quemquidem ita omni cum reveren- tia , filio ipso referente suscepi , ac si aurum omne ad me transmisisset maiestas tua, ad cuius pedes deuolutus mccura omni familia mea etiam alque ctiam commendo. Diu felix valeat Maiestas tua. Ex Crescentino 8 febr. 1519. Servulus Ludovicus Ticionus Decianae Comes. N.° 20. A venerable personne nosire ame et feal conselller et ambassadeur de nous et de notre bon fils et frere le Roy catholique vers le Roy de France messire phelibert natttrel don preuost dutrecht Maximilian par hi grace de Dieu esleu empereur des Rotnains. Venerable personne treschier et feal. Nous nous confions et anions espoir que ires hault tres excellant et tres puissant prince nostre treschier et tres ame1 frere el bon (ils le Roy de france deust a nostre contemplacion et requestc rendre .75 reetituer et rcmcllrc le Conic loys de Ticion en tous cl qucleonques scs biens tcrrcs cl scigneuries par luy prins usurpcz ct dctcnuz vcu que a noslrc favcur il a redintegrcz ct remis tous les fugitifs ct cxpultcz dc sa duche de iinl.ni par- quoy a plusgrande raison ne dcusl mettie dillicuUe no dilay en ItdLiiie dudit Conic Loys qui est feudataiie vassal et subgect dc nostre saincl empire et na fait cliose a quoy il nestoil tenu et oblige. Toulesfois il nous a prescntement csuript ct fail faire slcnsion de MltrilMS lellrcs (pic luy aucz cscript et niande par lesquellcs laducrlissez ladile reslilucion non eslie faicte el que par il est perdu lespoir dy scauoir et pouoir parucnir a nostre grand desplaisir et a la desolacion et perpetuelle ruyne dudit Conte. Sy ce nest que en escripuons plus amplcincnl donl attendrcs ce que dit est. Desirant grandement preseruer ledit Conte de telle destruction et laydcr assistcr et fauoriser comme noslre bon sub- gect ct vassal. Nous escripuons prescntement de rechief pardeuers vous desirant cl vous ordonnant tresacerlcs que insistez tencz la main et vous employez en- uers nostre dit frere et bon filz par tous les mcilleurs moyens que pourrez et scaurez aduiser quil vueille promptcment ct sans autre diflicultc et delay rein- tcgrcr et remeltrc icelluy Conle en tous et qucleonques scs biens dctcn\iz. Scm- blanimcnl aussi quil luy soil par icellui nostre bon frere el fits ou le dctcnleur de sesdits biens fait reslilucion ou recompense des fruiz diceulz par luv parceuz et leuez. Et ne luy doit adommaigier et prejudicicr que icelluy conte a eu ung sien fils en anglcten-e qui ail pratique dit et prefere aucunes cboses allencon- tre de nostredit bon frere et his en tant que se ainsi est il la fait auant la paix faicte ct conclue entre nous et icelluy nostre bon frere cl fils. Et ne crovons quil se doye trouuer que depuis lamitie ct confederation dentre nous deux il ait fait chose allencontre de luy. Entant mesraement quil nen a cu charge dc nous. Et combien que ayons amplement parle et communique de ccdite affaire a lambassadeur dicelluy nostre bon frcrc et fils cstant lez nous affin den cscriprc et aduertir a nostredit bon frere son maistre et neantmoins pour plusgrande coroboracion et affin que icelluy nostre bon frere ct fils le preignc et ait delant mieulx a cueur. Nous en escripuons semblemment au seigneur de bussy grant maislre de fi-ance ct a Roberlet bicn cxpressement les rcqucrant quils ajetA ledit affaire pour rccommande et quils insistent et tiengnent la main quil sor- tisse effect a nostre desir comme en auons nostre parfaicte fiance ct confidence en luy ct faire vouldrions pour luy en cas seniblable. Ainsi que vcrrez par la copic dc nos lettrcs que vous enuoyons cy encloses. Sy nous aduertissez par les postes de ce quil vous y suruiendra pour au surplus le signiflier audit Conte. Et ny failtes faulte. Car nostre plaisir est tel. A tant, venerable personne trcs- chier et feal , Nostre Seigneur soit garde de vous. Escript en nostre ville de Lynlz le xxn jour de deccmbre Ian xv et x\u. ,76 N.° 21. A nnstre treschier et grant ami maistre florimont de Robertel tresorier de France. Sernblable. A nostre treschier et tres ame cousin le seigneur de Hussy grant nuiistrc de France Lempercur eslett des liomains touiours Auguste. Treschier et grant ami. Nous auions cspoir quo trcshaidl trescxccllant et trcs- puissant prince nostre treschier et trcsame frcre et bon fils le Roy de francc deusl a nostre contemplacion et rcqueste rendre restiluer et remeitre le Conte Loys De Ticion en tous el quelsconques scs biens tcrres et seigneuries par hii pr'uis usurpez el detenuz veu que a nostre faueur il a reintegrez et remiz tous les fugitifs et expulsez dc s» duche de milan parquoy a plusgrande raison ne delist mettre ditticulte en laffaire dudit Conte Loys qui est feudatairc vassal et subgct de nostre sainet empire et na fait chose cnuers nous en quoy il nestoit tenu el oblige. Toutesfois il nous a presentement fait aduertir et remonstrer que ladite restitucion nest enconres faicte que tourne a nostre grant desplaisir et a desolation et perpetuelle ruyne dicelluy Conte. Parquoy desirant grandement le preserucr de telle destruction el layder assister et fauoriser comme nostre bon subgct et vassal nous cscripuons presentement a nostre ame et feal conseillcr et ambassadeur vers nostre dit frere et bon filz lc dom preuost dutrccht que de nostre part il insiste tiengne la main et semployc enuers icelluy nostre bon frere et filz et vous quil veuille promplemcnt et sans autre difficulte et delay reintegrer et remcttre ledit Conte en sesdits biens. Et cntant quil y a pilie et compassion oudit affaire nous vous requerons chierement que de vostre part vous vucilliez auec nostre dit conseillier et ambassadeur tenir la main a la dresse dudit affaire qui est tout raisonnable et fauorablc de sorte quil puisse sortir effect a nostre desir comme nous en auons nostre parfaicte fiance ct con- fidence en vous et vous nous ferez chose tresagreable que recongnoistrons en- uers vous comme A tant trescher et grant ami nostre seigneur soit garde de vous. Escript en nostre ville de Lyntz Ian xv et xvij. N.° 22. lllustri domino a Lutrek Regni Francie, Mareschalco, et Regio statu Mediolani locumtenenti gcncrali sincere nobis dilecto Maximilia)ius divina fauente dementia elect. Romanonon Imperator sem>>er augustus etc. llluslris sincere dilccte. Cum nos erga omnes dc nobis benenieritos propensos nos reddcre, turn praccipue illos qui a Sacro Romano Imperio dependent quo- '77 quoruraquo- inrnneussn fides et in rebus pcragcmbs cxpericnlia nobis ac ipsi Im- perio indefesse cxliibita est , opportuiia defensione protcgcre mcrito debemus. Qutim igilur nobilis noster et imperii sacri fidelis dilectus Lvnovicvs Tvuoxvs Comes Dixian.e, cuius ac eius filii Comitis Bartiiolamjf.i consiliarii nosli-i singu- lares animi dotes singulaiiaque erga nos ac ipsum Impcrium bcncmcrita luce splemlidius claresciint, iaimludum ex eius GowUVV quern a nobis et sacr© Ro- mano Imperio iure vasallagii obtioebat indebite gpoliatva extiterh , quemdnot dinn ex |)ioccssu detuper agitato ac diffinitWa sententia lata per Leonem Bello- num Screnissimi fratris et filii nostri cbarissimi Francorum Regis Consiliarium et Commissarium ad id deputatum late constat. IdcirCO ipsum fratrem et (ilium nostrum cbarissimum, per lilteras ac per oratores nostros mullotiens rcquisivi- mus quo et iusticiae et muluao benevolentiae noslr.te intuitu dictum Comitem in praefati sui Comilatus suortiniquc boiinrum omnium possessionem restilui fa- ccret, quo 1 et serenitas sua nobis dictisquc oratoribus nostris se faet\iram fir- initer pollicita est, nee nobis idco abler nisi le iam lileras |>ro buiusce rei exe- cutione adimplenda a serenitate sua percepisse persuadeinus. Te prnptcrca eliam ■ i ' 1 1 1 • ■ eliam cobortanles , velis, et pro iuris debito et noslii <-nuieinplalion« buiuseemodi literas absque ulla dilatione plenae execution! maodai f, alque ipsum Comitem ita indebite et nulla sua culpa oppressum in praedieli C.omilatus ac omnium eius bonorum possessionem, omni occupatore inde reraolo, quampri- ■ ti ii i ii restituere , eumque et in hoc et in aliis quibuscunquc suis occunentiis ita I'oiiiini'iulaiiiiii babere, ut lias nostras suum omnino soilitas elVeelum esse perspictamus. In quo rem iusticiae et aequilali coirespondenteni nobisque per- gratam eQicies , condigna erga te vicissiludinc reeognoseendam. Datum in civi- tate nostra Impcriali Augusta, die xxviu mensis iulii anno Domini m. u. xviii, Regni nostri Romani xxxiu. N.° 23. 1525. 5 auytisti, oi'mnfojii Iwra vesjierarutn, ac regitante sereitissimo w invietistimo illccto intperalorc Charolo llispnniavtim Retjc. Actum deciane in sala castri dicti loci. lllustris dominus budouicus Titio deciane comes volens et intendens uti bc- ncfitiis, priuillegio, et auctoritale sibi dalis et concessis ex suprascriptis inue- stituris elligendi unum ex (ibis suis idoniorem in diclo comilatu deciane, con- lisus de virtute, legalilatc, suflicientia moribus scienlia ac probitale domini Io- bannis Bartholomei eius filii legiptimi et naturalis, considcratoquc ac diligcuter examinalo quod ex dominis lolianne Bernardino, Iobanne Bartbolomeo et Caesare eius filiis legiptimis et naturalibus conspieial et inlbuealur. dominum lobannem Bartholomeum fuisse et esse idoniorem, eo quia ipse per plures annos in aula Seiue II. Tom. IV. a3 ,78 ct scruitiis constantcr versatus, scrcnissimo impcratori notus et charus sict, ct multis et aliis de causis ct rationabilibus rationibus aniraum cius ad id ut as- seniit mouentibus, et ctiam quia sic sibi faccrc placuit et placet dixit et proteslatus fuit, dicitquc et protestatur prcfatum dominum lobannem Bartho- lomcum fuisse et esse idoniorem pro dicto coraittatu , sicque ipsum do- minum lobannem Bartholomeum prcsentcm et cum gratiarum actione recipien- lera et acceptantem cum benedictione domini ellegit constituit deputauit et norainauit etc. N.° 24. Trhlanus Calchus in Senatu Mediolanensi Secretarius Ltidovico Ticiono salutem. Nuper circba forum deambtdantem, magnifice domine, me apprebendit iu- venis quidam rci littcrariae non ignarus. Et tibi, inquit, salutem affero, nomine nobilissiini et ditissimi bominis Vercellensis, qui non illiteralitcr eruditus et me- moriae praeclarorum virorum studiosus, bistoriam tuam iuvare plurimum cupit, siue tu ad cum acccdere hospes pergratus et optabilis futurus: siue transcribi volumcn et hue mini malueris. Ad quern ego conversus, bene habeat reverendus iste, quisquis est, tam benignus et liberalis ciuis, qui ea quae ego perquirere et rogitare deberem ultro offert. Subinde de nomine tuo sciscitor: ut audivi Aloisium Ticionum Decianae dominum lactatus sum non mediocriter, et pariter gratulatus claritudini familiae quae iam scriptis meis celebrata , virum etiam tempestate mea tulerit cum quo maiorum laudes conferre liceat, et a quo mulra quae desiderantur, ut uberior narratio fiat, condiscere possem? Igitur me ad te venturum pollicitus sum. Scd negotia quibus implicitus sum non patiunlur ut ante pascales dies bine commode reccdere valeam. Interim cpistola confirman- dam bonam mentem tuam duxi, et pignus meae erga te voluntatis dandum. Exemplum eius libelli quem proxima estate de celebritate in urbe nostra acta scripsi, ob restitutam potentissimo regi nostro vitam ac valetudinem, et me tibi commendo. Datum Mediolani die 17 februarii 1506. Lndovicus Tieionus Tristano Calcho salutem. Salve Tristane Calcbe nostri seculi decus. Redditae mihi sunt litterae tuae una cum supplicalione in corporis Cbristi celebritate ob regiam salutem per tcmpla, aedes, aras et quaeque urbis puluinaria iterata, tersissimo eloquio tuo luculentcr ac perpolite celebrata, quibus gratius iucundiusque nihil, hoc in meo gallicano ocio, accidere potuissct. Multum Arpinati meo debeo qui nouos in dies mihi parat amicos araore dignissimos. Dum apud nos Hyacintus Arpinas esset haberemusquc prae manibus Merulae doctissimi acerrimique ingenii viri commen- "™- ""'"IT T W»WM«W|6 <<,WC gflftN «•»» W manus immature inieccri, et _um nob.le nob.s mu,ilave,it 0|,us; R,^ Somenlius (>(;inont,lsis JJJJ ESSE: ,l" ;le ,n8e,ui lui ,io,,i,iti,ie detiue ~>-- *£* t «naKn.l„.,- „arrav,t; d.x.tque to vel.e historian, hanc prosequi ac manum ultimam np«, Slc c. Cacsari A ^ *»£, ^ -n, «m .Egvpt.u.u ... prosequenda histo, ia su^ssissc legimus, nee libi oration s S„ Jar* piis tuis n,cii° ,,",s",xi: ^SS M« 2 uS:z bbell us qu, 1 m quern ut ot.um vitaret aliquando lectitabatur. Continct cnim is •n epben.er.du more vernacula lingua Pbi.ippi Vicecomitis gesta, qui m gl ».Ute, cl ,nen,,a , lil)cralilate t, ^.^ ^^ ^ TtaZE «n,m U d.c. solet e l.mo aurun. ooligere. I.ibellu.n ipsum nunc per presen- tem nunt.um m.s.ssem: s,l destiti ne vote f.ustra.-er n.eo: nam tui videndi med.,„que an.p.ectendi desiderio s..mmo ae siti quadam tentor. Litteris tui post pascaba ad nos venturum pollicitus es, si nos falles tuam requiren.us fidem S,f tz cilc,he ut coepisli> ncc scribenda™ hisiori— SMS e. mate Magna et d.gna est prouincia abste suscepta, quae te et bos de «ui- bus son ,s .mmorta.itatem donabit. Mu.ta tibi debet praesens aetas, plura de- beb.t futura postentas Innumerabilia pene bona aOert his,oria; non solum ho- m.nem deleetat, sed docet, instruit, cautum reddit ac caUentem. Longo rerum usu sexagenar., senes prudentio.es omnium fere iudicio babentur. Hiis iuvenes rerum per.Ua equat bistoria, ut tot annorum milia quisquc vixisse videatur quot annorum acta s.b. imbibit bistoria. Stude in primis in ea contexenda fidem lr- vare, quae .ucund.tat.s auctoritatisque multum solet afferrc. Nee te moueat affe- ctus ullus, non odium, non amor, non elata non humilis ac depressa fortuna sed qu.d ego sus volo docere Minervam. Vale interea et me tuum ama. Decianae 5 nonas martias 1506. N.° 25. Ludouicus Decianae Comes D. Mercurino Rancio lurisconsuUo nepoti suo salutem. Magnif.ce nepos . . . Summa alacritate maximoque gaudio obuiis manibus, ut dici solet, tuas accep. lilteras, ac luculentissimas orationes apud Hispanos coram cae- sarea catbobcaque maiestate habitas, in quibus legendis perlegendisquc nonnullas bonas boras ot.atus sum. Vidi pracclara ornatissimi viri iurisconsulti Bernard! Wrmerzer oraUonem, cuius stilus is mibi videtur qui C. Iulii Caesaris, aut Crispi telust. .„ romana bngua. Est enim oratio non trivial! arte facta , non bractheata non torta, sed suo ingenio erecta , Candida, et quadrata, nee tamen excurrens' sed pedem servans, ncc luxurians, nee iciuna, ncc Iaxiuiens, nee ingrata- dul- c.ter grau.s, grauitcr amabilis, verba elecU et non fucata , nccessaria et non Ida quaesila , non explieantia rem Bed ipsis oculis subiicientia. Qua uisa , ingenue f.itebor, niaximo cordolio afleclus. a lachrymis non me continui. Non quod uiros oderim doctos , eos profocto cuiusciimquc generis sint amo, colo, ac ueneror. Soil prafa dolor super miseram laceram ac prostitulam fleui llaliam, cuius infe- liiciu ac miserr'nnam scruitutcm nosmcl [tali, nostris dctcstandis scditionibus, procurauimus ac confecimus, cl niinduni finis. Facundus Apollo deseruit ltaliam, lugcrc musac, bonae artcs quoquc migrarunl ad barbaros: slipendia quibus bonac foucbanlur litterae, bomicidis lenonibus obsoletis, el cuiusque pessimi generis boininibus Iribuunlur. I.uget ac flet desolata ac destitute llalia. Doctissimis diser- tissimisque viris abundant Gcrmaniae, Galliae, magna Britannia. Scircm berele, si pro re et tempore essol . super ducentos doctissimos viros libi numerare, qui Hebream Graecam Latinam Chaldeamque Linguam optime callent et ita in biis fulgent regionibus literati uiri, qucmadmodiim radiantia sjdera in sereno coelo. El linguae crassae ac impedilae qua ab imo pectore stridentia banelatiaque verba vix proferre poterant, nunc dulces Italo.s graiosquc accentus in labiorum sumniitate ila soaviter proferunl . ul indc oriundos ac indigenas censeas. Sedavit tamen aliquantulum maerorem trislitiamque lenivit meam illius potenlissimi ac prepotentissimi viri patriotae nostri illustrissimi domini suprcmi canzcllarii cae- sarii doctissima ac nitidissima oratio, quam exleniporaneam , ut aiunt , vix credo. Cernunlur enim in ea facillima electa verba, casta lalinitas , alicus nilor, iun- ctura tenuis, neruosus ambitus, grata concinnitas, bilaris color, pura uenustas; ornalus facilis , agentes figurae, sensus acres, apta excmpla, argumenla fortia, grauc consilium, subtile iudicium, vis alta, mira maiestas 5 adeo non extempo- raneam scd trulinatam benequc limatam unusquisque literatim iudicabit 0 felix patria Vercellentium ! 0 arboria familia gralulor comuni patriae nostrac, gralulor et tibi quod tanto viro aliqua iunctus es affinitate, gaudeo et mibi qui inter munieipes suos annumerari possum el debeo. Vale felix cum di- lecta uxore. Crescentini sexto idus maias m . d . xx. .WavhitUiaiiits divina favetdc dementia electus Romanorum imperator semiwr auguglui. Mobilis fidelis nosier dilecte. Cum primordium dominii vicccomitum in M.'iliolano seriatimque a primo ad nltimum ipsorum dominorum genesim , quaeque per illos fuere gesla , perciperc et scire cupiamus quam maxime ; filius luus lo. Bartholomew secretarius fidelis dilcclus nobis exposuit nonnnlla eorum monumenta, el in primis codicem unum dictum Visconlinmn, in quo eo- rumdem facta contincntur penes le esse. Itaquc volumus ut ea omnia, et quae- quo alia ad rem ipsam facientia quem indngare poteris, ad nos quam primum transmittcre omni studio et diligentia cures. Nostram in co bene gratam factu- iBi rus voluntatem. Dalis in oppido nostro Inspruch die x august i m . n . x Rcgni vcro nostri Horn. \xv. Pro Rege ail mandat. Caes. Maicst. lo. Barlh. Ticionus. n: 26. .\ii/ttc etrmcicia elrclits Itomniwrum Finpertilor geatper attqustus etc. Xob'li ft If!! nobis dilt'.cto lo. Ilartholameo Tlciono Comiti Clurasclii , Consiliario et Orator! twstro apud Sereiiissimum Rejem .Imjliar. Nobilis fidelis dilecte. Plurcs tuas accepiraus a • > 1 1 .1 1 11 expeditionem in Gallos, Eluetiosque ad id ihterfineridos, el conducendos denUO ad slipcndia, ac de pecunia reuocala, deque aliis pluribus occurrentiis, et maxime de Revercndissimi Domini Gardinalis Eboiaecnsis bonis offieiis, scripsisti; abunde intelleximus, ac grata habuimus, nee possumus, nisi li.li'in, studium, et diligenciam tuam super illis negociationibus summopere lau- diire. El qiiuin multa in illis sunt, quae responsione non indigent, et proxime per nostras , datas in Wanga de 16 praedicti ad magis necessaria tibi respou- dimus, solumrnodo nunc satisfaeiemus ad ea, quae ad praesentera communem, et maxime nostram necessitatem pertinent, et nobis responsionem exigere ui- dentur. Et cum praedictae tuae de 17 et xviij magis resolulae sunt circa punctos principales; circa illos, et nos principaliter insistemus. Dicimus igitur placuisse nobis multum dictas litleras et responsiones datas a praedictis Serenissimo Rege, et Domino Cardinal! super liberatione nobis el Oratoribus suis facienda de illis Lxm florinis datis a Friscobaldo, ac super optima Serenitatis suae inclinatione, ad foedus incundum, Italicam nouam ex- peditionem capiendam pro expulsione Gallorum ab Italia, Bluelios intertinendum, ac ad stipendia nostra condueendum, nobisque etiam subueniendum et auxilia pecuniaria preslandum pro intertinenda armata nostra Veronensi', ([iiae sane non parita nobis uidentur. Sed et quae magnanimitatem Serenitatis suae et summam in perducendis rebus ad prelixum fincm constanciam praeseferunt, et digna omni commendatione uideantur, ac etiam gratiarum relatione ab bis cum quibus hoc bellum , et cxpeditio erit sibi communis. Inter haec tamen duo eueniunt nobis presertim aduersa.Primum reuoeatio illorum quinquaginta millium florinorum, quia nos super pecunia Serenitatis suae fundati conduximus ilia iiij mitlia Elueliorum, putantes cum ilia eos posse intertineri. Sed cum reuocatam audiuimus, multum perplexi remansimus uidentes quod nos opi- nio nostra lefellcrat, ct quod alius modus nobis nqn suppetebaf eos retinendi in seruitio nostro, quodque relinquebalur oceasio Cantonibus Elueliorum co^i- tandi, quod si nos et Serenilas sua non uolcbamus iulertinere ilium numeruni quatuor millium multo minus eramus maiorem summam de eis condncturi, et sic po- terant se facilius a nobis ad Gallos alienarc. Quodque Serenissimus Rex Catholicus 1 88 films noster, qui in offoctu nobis nunc auxiliatur, ut scit ipse Scrcnissimus Rex Crater nobler, unions auxilia Angliea nobis suspendi et prolrahi, ipse cliam sua protrahore posset. Alterum est tarditas ferendi nobis auxilii pro sustinendo bello aduersus iluos polonies bostes, intereaque noua paralur expedilio. Nam dum idem Serenissimus Rex f rat or nosier diem ex die ducit, omnia bona pracmiltendo, et in rem praesonlem nil nobis auxilii prestando (uli expediens el necessarium est) ad commune benelicium suum et nostrum, interim iustus palilur, et nos soli relieti cum illo auxilio Serenissimi lilii nostri qui nobis concordauit octin- eeotaa lanceas, et equites leues de ordinanlia ex Regno Neapolilano, ae quin- decim millia duealorum singulo mense pro intcrtcntioiH.' quinque millium pedi- tum , ac insuper nobis auxitiari cum sic omnibus suis uiribus contra quoscumque impetentes nos ct status nostros, ad sustinendam lanlam belli molem non sufii- cimus ponderi ferendo ; unde cum tali dilatione ferendi nobis auxilii , imminet nobis periculum de amitlenda Verona, qua amissa, perclusa erit nobis porta Italiae, et sic noua cxpeditio ac communes bonae cogitaliones omnes nostrae cor- ruent, cum maxima Serenitalis suae et nostro damno et dedecore, et ultra hoc omnes status nostri manebunt in maximo periculo. El ideo dum adhuc in tempore sua Sercnitas potest nobis opem ferre, pecunia nos adiuuando ad sustinendum bellum Vcronae, et nostra defendenda, et hostcs offendendum, ad omnes nos assecurandos, resque communes labantes hoc modo subleuandum: cumque hae copiae quae Veronae sunt non sint sufficientes ad offendendum bostes nostros, qui sunt in longe maiori numcro, tibi demandamus, ut sis cum pracdiclis Serenissimo Rege et Cardinale, ostendasque ambobus periculum, ex tali reuocatione et mora, imminens rebus communibus; rogando cum omni eCQcacia, ut non amplius differre uelint ad ferrendum nobis tale, et tam neces- sarium auxilium, ne quandoque eos peniteat id non fecisse in tempore oporluno. Et quia de dimittendis Eluctiis Veronae exislenlibus cogitauimus, ut eant ad Relinzonam sub spe quod acceptabuntur ab agentibus pro Serenilate praedicti Regis Angliae in Eluetiis, ad numerum aliorum Eluetiorum, quos Sercnitas sua intendit conducere pro noua Italica expeditione, sicuti etiam Oratores Serenitalis suae nobis consuluerunt: ex q\io deest nobis modus intertentionis eorum , ages cum Serenilate sua, et cum Reverendissimo Domino Cardinale ut scribanl dictis suis agentibus in Eluetiis, ut in casu quod fiat expedilio, illos aceeptent ad nu- merum aliorum conducendorum ad stipendia sua pro dicla expeditione, ad hoc ne male conlenti babcant causam seminandi aliquam zizaniam inter suos. Practerea cum ilia . Lx'" florin, a Leonardo Fiischobaldo nobis et Oratoribus praedicti Serenissimi Regis fralris nostri exbursata, totalcm ruinam communium rerum auerterint, et non minus illis prol'uerint , quod reliqua omnis summa a Serenitate sua in promplam expnd tionem erogata, cum et Veronam conserua- uerint, ct effecerint quod pedem adhuc lirmum in Italia habemus, cum opor- lunilate maxima rerum benegerendarum in reassumptione novae expeditionis, non debet tedere praedictum Serenissimum Regem illius tam ulilis impensae. i8y Immo suniniac lnmli debet lib! asoribere, quod eonsenutio Verenae, et com- munium rcrum illi suae pecuniae accepts referatur. Quoeiroa hi tratan apud Serenitatem suara, et ipsum Dominum Cardinalcm ages nostro nomine, rogando ut nos et Oratores suos al> eorum onere liberct , tl l.< ardo Frisobobabb) suam facial salisfactioncm , uti iioii duhilamus candem aiitoliitis. it his <|iiod eliam a preiliclis Oratoribus suis seripta lucre rite considcralis, pro* uldubio facturara. Quae ucro scripsit nobis Sercnitas sua, et quae per Oratores suos significari fecit circa proscqucudam cxpcdilioncm llalicam contra Gallos cum ilia exhibi- tione dc qua scribis, erga nos, menti tenemus: et quae eliam medio Riccardi Pacei , ac Galeaeii Yiccc omilis iussit tractari in Eluelii*. quacue ctiam factura tunc esseL medio Secretarii Reverendissimi Domini Cavdkialifl Scdunensis, apud ipsos Eluetios, ac quid etiam per litleras apud Suramtim Pontilicem, ex luis co- gnouiraus , nee possumus nisi ca summopere commendare. Sed quod dicat Serenitas sua, quod babita rcsponsionc a nobis el Heluetiis super suis rcq'uisitis, non sint nobis defuturac pecuniae. Respoiidcmus, quod quem- admodum ad nos illis plene consensimus , et consenlimus , ac in omnibus sibi Salisl'acii'imis, sicuti ab Oratoribus suis, quibus cum ea eommunicaiiinms. (loluit intelligere, ct denuo pro nobis poles promittere. Nos quippc auxilium nostrum omnimodo resolutum ad rcassumplionem nouae expeditionis, et quid cum cflcctu tunc faceremus , illis aperuimus. Nos Serenissimum Regem Galholieuni Idium nostrum cbarissimum reduximus ad pracstanda nobis ilia subsidia anletlicta, de quibus iam Serenitas sua debet esse inforniata ad fauorcm dictae communis expeditionis, et insupcr ad consenlicndum in foedus particulare cum Sercnitate sua et nobiscum , quod prope modum iam conclusum esse arbitramur. Et item n aliud generale cum Summo Pontifice et Eluetiis, ultra nos ambos. Adeo quoe, POto , „,L.t ,„,:,„„„:,:;:: ; :;:r que el qit.litcrcnm.pic in predicto loco at comii-.i.. ,.. „ . I '"mo.iocum- apparc,,fueritque ctiam ct sit quod I£T3t lUti" T T m;mHa,° supraprcdic,i magr.mei domin! ,.„.,.„ ! ! !, :i; '^ c-es dccianac concordaucri,,. ,,„,. ,„„ , ,, £ l^L^S^ rccepu, snbscnpta ct autcnticata per mc i. ,„,„,„ (le cruci. l;m. , '^ cretartum ct ootarmm iu,ascrip,m .p.ornm capitu.orun, tenor ^^ N.° 33. IftuM Caro/o AMbmi c< Ahtmia* dud, principi et eonsan.jnineo nostra tharissmo, ac in Italia locmtenenli et ca<>itanco nogtra generati Carol,,*, didna favente clnnmtia. efeefw Il.nnanon.m narrator semper . Inijiixtiis. Ulus.ris Princcps, consanguincc cbarissime. Comitcm Pl.ilippuxn Tornicllun, de fee o ac manu armata , nobi.cm nostrum ct imperii ZftfcJ Zl Banholomacum T.c.onem comitcm Dccianac nuper .oeo Dccianac spoliasse, ml leste admodum audmmus. Mcretur cnim bominis virtus tides,..,- J nos * J. crum Romanum Jmpcrium, ut omni eum bencvolentia proSequamur. Ouare di- lccuonom ...am hor.amur . ut nos.ro nomine p^fa.o Comiti Bar.holomaeo ita asststas, «t expulso proiliga toque Philippe, buiusmodi locum [ ut praemittitu occupatum reeupcre eumque ab omni vi , iniuria. atoue mo.estia defenderc valeat. Faetura est ,u hoc dilcctio tua rem nobis admodum gra.am. Datum in opptdo nosu. Yallisoleti die „„ maii anno Domini mo.,,. Rcgui nostri ZZ SSwT^ Caesareae ct Catholicae Maiestalis All,b- Valdesius- Vitlit Carolns divina favente dementia El. Ronumorum imperator semper .-/f/94 cupientes praefato Barlbolomaco Ticiono pro iusticia providere; dilcctioni tuae, vobisque omnibus evpresse committimus ft iubcmus per praescntes , qua- tinus conslito de liuiusmoili spolio , pracfatum Comilcin Barlbolomaeum in possessionem liuiusmodi Comilatus, expulso praefalo Comitc l'liilippo, et quo- cuiiquc alio illicilo iletenlorc , noslro nomine imponatis , impositumquc nianu- teneri , et conscrvari curetis, ipsumqne Comitem Pbilippum ad restitutionem et recompensam liuiusmodi damnorum, ut praemitlilur, illalorum compellalis, omni impedimento , el dilatione cessanle , barum testimonio littcrarum manu nostra subscriptarum, et sigilli noslri a tergo imprcssione munitarum. Datum in oppido nostro Vallisoleti, die quarts mensis maii anno Domini millesimo quingentesimo vigesimo septimo, Regnorum nostroi-um Romani octavo, aliorum vcro omnium duodecimo. Carolus. Ad mandatum Caesareac et Calbolicae Maiestatis proprium. .\lpli. Yaldesius. N.° 34. Carta d! compromesso 28 giutjno 1529. In nomine Domini. Anno a nalivitate eiusdem millesimo quingentessimo viges- simo nono, indictione secunda, die lunae vigessimo octavo mensis iunii. Cum sit, quod infrascriplus lllustris Comes Petrus Bellardus sit in posscssione loci et terre ac mi isdii 'tionis, et cechc terre Desanc terre imperialis, et infrascriplus lllustris Comes Pliilippus Torniellus pretendat babere ius in dicta terra cecba, et iurisdiclione dicte terre Desane, prout, et quemadmodum babet prcfatus lllustris Comes Pe- trus Bellardus. El propterea prefatus illustris Comes Pliilippus Torniellus, films quondam illustris Comitis Manfredi porte Verceline parocbie Sancti Petri intus vineam Mediolani parte una. Et prefatus illustris Comes Pelrus Bellardus Comes Desane , et Capilancus de Lange , et dominus de Facodera filius quondam illu- stris domini Alani nunc moram trahens in porta Cumana parocbia Sancti Tbome in terra mara Mediolani parte altera, et uterque eorum. Volunlarie, sponte , et ei cerla scientia , nulloquc errore iuris , nee facti ducti , et alias omnibus modo, iure, via, et forma, quibus melius singulariter, et debite relferendo potuerunt, et possunt , sc se comisserunt et compromiserunt et comittunt et compromit- tunt preceplis, arbitriis, et arbilramentis, ac amicabilibus compositionibus , et disposilionibus magnificorum dominorum Constantii Del Mayno , et Iacobi de Onart secrctarii ct argenlarii lllustris Comitis Sancti Polli, ct in cos tanquam in arbitros, et arbilralores, et amicabiles compositores , et dispositorcs comu- niter, et concorditer ellectos a dictis partibus. Nominative, el gcneraliler de omnibus, ct singulis diflerentiis, litibus, questionibits, controvcrsiis, debalis, ct causis verlentibus, el que in futurum verti, et esse possent inter suprascriptas partes causa, ct occaxione suprasciiptc terre Desane, iurisdiclionis , ct cecbc eiusdem, et iuris stampandi, el imprimendi , ac imprimi, ct stampari faciendi i95 quascumque monetas cuiusvis generis ct mancricy, ct causa, ct occaxione om- nium, el singulorum ab hide dependentium, conexorum, et emcrgenlium etiam penilus extrlianea et incognita. Ita, et taliter, quod prcsens compromissum pro rcspectu dictis causis ut supra sit, ct intelligatur esse, el iataUigi debeat lar- gbum, et geuerale, et generalissimum , et quod omnia, et singula M de, pro et super (luilnis pro respectu dictis causis ut supra , prcfati niagnifici domini arbitri, et arbitralores ut supra dicent, precipicnt , et arljitralmiilur, Ma arbi- trati fuerint in causa presentis compromissi deducta sint, et esse iutciligantur: ac esse, et inlelligi debcaut in presenti compromisso , ac si de, pro, et super eis nomiuatim , el expresse fecissent compromissum , dantes, et conccdcnlcs ex nunc dicle paries prclalis magnilieis dominis arbitris ut supra arbilrium, po- tcstatem, ba\liam, auctoritatcm , et omuimodam facultatem, quod prefati ma- gnilici domini arbitri, et arbitratorcs ut supra possiut, et valeant, eisque liceat, ct licitum sit eorum auclorilate propria inter dictas paries facere, et proiuintiare precepta, arbitria , ct arbilramenta, ac deelarationes, el condemnationes in causa presentis compromissi quolibet die feriato, et non feriato, sedendo , vel stando, ac eundo, vel moraudo , ct ipsis partibus prcscntibus , vel absenlibus , citatis , vel non citatis, vel una parte, vel altera absente , et dc hire, et de facto, et de amicabili compositione , et semel , ct pluries , et in una vice , seu pluribus vicibus , et prout prcfatis dominis arbitris ut supra videbitur , et placueril. Quod quidem compromissum, et terminus, tempus, et instantia eiusdem duret, et dura re debeat , ct ita volunt, el mandanl prediete paries bine ad annos vi- gintiquinquc proximo futuros cum baylia dillatandi , et quod prefati magnifici arbilri, ct arbitratores ut supra possint, et valeant terminum, tempus, et in- stantiam eiusdem presentis compromissi prorogare, et dilatare , ac ex nunc prout ex tunc prediete partes prorogaverunt , ct dillalaverunt , et prorogant, et dil- latanl ipsum terminum, tempus , el instantiam dicti presentis compromissi se- mel, et pluries, et lotions quotiens, el ad lolum illud tempus, et tola ilia tcm- pora , ad quod, et ad que prorogatum, et dillatatum fuerit per jirefatos domi- nos arbitros et arbitralores ut supra, et eisdein videbitur , et placueril. Ouare prediete partes promisserunt , et vadiam dederunt, et danl , obligando proinde se SC, et omnia sua singidariler, et debits relleiendo bona mobilia. et iniubilia presenti), ct futura, et etiam suppelleelilia, et utensilia domus, et ea, que alias vcrisimiliter non veuiunt , seu non comprchendunlur in obligatione genei-ali pignori sibi vicissim , et ad invieem videlicet una pars alleri . et altera allni presenlibus, slippulautibus, el reeipienlibus per semper, el omni tempore ra- tum, gratum, et firmum, et rata, grata, et iinna babebunt , et lenebunt, ac atendent, observabunt, adimplebunt , et executioni mandabunt presens instru- mentum compromissi, et omnia, et singula in eo contests, nee non precepta, arbitria, et arbilramenta, ac deelarationes, et condemnationes, que ficnt, ct fieri contingent per prefalos magnilicos dominos arbitros, et ut supra in causa prcsenlis compromissi , et nullo tempore contrafaticnt, nee venient aliqua oc- OKUOne, causa, »e| ralione, que ilici possit, vel cxcogitari moilo aliquo, causa, vel ingcnin de iurc, nee de facto, nee aliquo quesito , nee querendo colore, eliam sub rctVeclione, et reslitutione omnium expensarum, ilamnorum , et in- teresse litis, el extra, el Bob pena, et nomine penc sollemniier apposite, et deduote per, et inter dictas partes ut supra scliutorum diiorum mille auri a sole solveiulorum per partem non attenilentem , non observanlem, non adim- plentem, non exequentem, et execulioni non mandanlem , et attendere, obser- ver, adimplere, et exequi, et execution! mandare volcntcm, recusantcm, et negligenlem parti allendenti , observanti, adimplenli , excqncnli , et exequi, et executioni mandare volenti predicla prccepta, arbilria, et arbitramenta, ac de- claration's . el condemnaliones que fient , et lieri contingent per prefatos do- minos arbitros et arbitratores ut supra in causa ipsius prescnlis compromissi cum omnibus expensis, damn is, etinteresse, que proinde fierent, et patcrentur pro predielis denariis prediele penc petendis, exigendis, consequendis , recuperandis, et babendis, vel ab aliquo alio mutuo recuperandis, qua pena soluta, exacta, vel non, nicbilominus prccepta, arbitria, et arbitramenta, ac declarationes, el condemnaliones que fient, et fieri contingent per prefactos dominos arbitros, et arbitratores ut supra rata, grata, et firma sint, et remaneant , et esse, et remancrc debcant, et exequanlur, et execulioni mandentur, et exequi , et exe- cutioni mandari per, et inter dictas partes ut supra. Cum hac tamen lege, et eondielione, pacto, et conventione spetiali spetialilcr, et expresse apposito per, et inter eas partes , videlicet, quod prefatl illustres compromissary possint , et valeant interea , donee facta fuerint dicta arbitramenta ut supra , et quilibet eorum possit , et valeat imprimere, stampare, et fabricare, et imprimi, stam- pari, el fabricari facere in dicta terra, iurisditione , et cecha dicte terre De- sane quascumque monetas cuiuscumque generis, et manieriey, ad earum partium, debite, et singulariter refferendo ut supra libilum voluntatis iuxta solitura. Et uterque eorum babeat, et babere debeat medielatem dicte terre, ac iurisdictionis, el pertinentiarum , dignitatum , bonorum, frucluum, et preheminentiarum dicte terre ac cecbe, et iurium suorum debite, et singulariter refferendo ut supra cum auctorilale et baylia ut supra et prout supra; et boc donee, et quousqiie aliud per prefatos dominos arbitros declaratum fuerit renuntiando exceptioni predicte paries ul supra non facli , et non celebrati buiusmodi instrumenti com- promissi laliter ut supra et predictorum cl infra dictorum omnium, et singulo- rum non ita, et taliler actorum, et factorum, omnique probationi, et deffen- sioni in contrarium, renuntiando etiam, et renuntiaverunt, et renuntiant pre- dicte partes ut supra, quod non possint ullo futuro tempore dicere, opponere, nee allegarc predicta prccepta, arbitria, el arbitramenta, ac declaraliones, et conderanationes, que fient, et fieri contingent per prefatos dominos arbitros, et arbitratores ul supra fore, nee esse nulla, nee iniqua, nee iniusta, seu ad ea non teneri, ncc proinde fore, nee esse moderanda, nee corrigenda, nee ad nr- bitrium Iioiii viri, seu bonorum virorum, ncc cquitatcm reducenda, nee ab eis aliquo modo appellari, qucrcllari, supplicari. ncc de nullitnte agi, scd ea, prom iacebunt, ad literam partes ipse tcucanlur cxrqui, el cxcqittiuiii mandarc. El ex nunc partes ipse renuntiaverunt omni appellation-!, qucrelle, ct supplirationi nl supra, et proul supra, ac omnilnis Uteris Impcrialihus, Hcgalibus ct llucalibus, que conccdcrcnliir contra tenor prcscutis instrument!, el ilirtormn arbilra- incntorum (iendornm ut supra. Et pro observationc, ct convalidatione prcmis- sorum, diete partes siipplieaverunt, et supplicant lenorc presenlis instrumenli Ccsarce Maicslati, ac Serenissinio Regi l'rancorum , et Rcvcrcndissinio Meiliolani Scnatui, ipiatenns dignentur literas cum amplissimis dcrogationibus confirmantcs presens instrunieutiiiu eiunpromissi, ac arbiti amenloriiin ficiidnrum conccdere , et deccrnerc, el consliluunt se se vicissim procuralorcs, spetiales, ct irrcvoca- biles ad supplicanduiii ut supra, ut dignentur per suas lileras presens compro- missum, et contenta in eo, et etiam arbiliaincnta lienda, si que fieri eoulin- gerint, convalidare, et conlirmare, el suplere oinnes defectUI eiimslibct solem- nitatis (pic epiovis modo inlervenisse diei vcllet cum amplissimis derogationibus, et possit quandocumquc suppleri etiam lapso mense, et anno limitatis secundum si ill ii in canzcllaric, eui stillo renuntiaverunt partes prediele. Oiw omnia, el sin- gula facta fueriint , et sunt, eo cnim acto, dicto, ct pacto, cpiod si liorum oc- caxione aliquo tempore agi contingent possint predicte partes ut supra semper, et omni tempore, die, loco, ubiquc. el sub quolil>et iudicc, eonsule, et audi- tore realiter, el personaliter conveniri ad predicts omnia, et singula, et quod- libet corum, non obstantibus fcriis aliquibus, dillationibus causarum, nee aliquo interdiclo carum. Renunliando proindc omnibus, et singulis statutis, consiliis, provixionibus , rcformotionibus, constitutionibus, et ordinamentis factis, et liendis per domi- num, ct Commune Mediolani, ct quamlibet aliam personam inde virtutcm ba- bentem in contrarium. Et pro prediclis eonstituerunt predicte partes ut supra se se tenere, et possidere vel quasi omnia sua debite, et singulariter reflerendo bona, res, ct iura nomine videlicet una pars alterius, et altera alterius presen- tium stipulantium, et recipient ium, ct pro eis, ita quod, adveniente casu pe- tendi, et agendi possit, ct valeat pars ilia , quam babcre debueril, et cui casus agendi evenerit, cique liceat, et licilum sit sua auctoritate pro|>ria, ct sine ali- quo servitorc, banno, ct nuntio Comunis Mediolani, vel parabulia alicuius ius- dicentis ubicumque invencrit de bonis, et rebus alterius partis debitrieis, el contra quam agi contingent ea bona, et cas res accipcre , robare. saxirc. se- questrare, caperc, orcupare, possessionem intrare, vendcrc, et alicnarc, sibique exliinari (acere, et in solutum accipcre, et rclincre usque ad plenani . et com- pletam solutioncm, ct inlcgram satisfactioncm omnium prediclorum , et totius eius , pro quo agi contingent, ct expensarum , damnorum , interesse litis ct extra. Instiper diete partes iuravenmt, ct iurant ad Sancta Dei Evangelia sin- gulis eorum manibus, corporaliter taetis scripluris in manibus mei Nntarii def- ferentis semper, et omni tempore habere ratum presens inslrumciilum cumpro- <98 missi, et arbitraments que ficnt per prcfatos dominos arbilros, ac atlenilerc , oli>.i v.iie. et adimplere presens instnimentum corapromissi , et omnia, et sin- gula in present] instrumento contenta; et item arbilramenla , declaraliones, et eondemnationes que fient ut supra, et non conlravenire ut supra sub reffeetione, et restitutions omnium expensarum, damnorum, et interesse litis, et extra. Et de prediotia prefate partes rogaverunt me Franeiscum Sachetum Notarium infra- scriptuni publicum confiei debere instrumentum unum et plura tenoris eiusdem. Actum in domo habitationis Magnifice doniine Iullie del Majno sita in porta Vercelina Parocbie Sancti Vincenlii Mediolani presenle lobamie Luclia de Tachis filio Domini Aluisii porte Gumanc Parocbie Sancti Tbome in terra Mara Medio- lani, et Iobanne Antonio de Rasoliis, fdio quondam speclabilis Domini Iobannis Gabrielis porte novc Parocbie Sancti Fidellis Mediolani, ambobus Mediolani, INotariis, et pronotariis, interfuerunt in testes dominus Georgius Lazaronus iilius imondam domini Angclini porte orienlalis parocbie Sancti Raphaelis Mediolani, dominus Thomas de Grassis Iilius quondam domini Luce suprascriplarum pro- xime porte, et parocbie, et magnifieus dominus Bcrnardus dc Comite , (ilius quondam magnifici domini FUippi, nunc moram trabens in porta Cumana paro- chia Sancte Marie secrete Mediolani, notus, omnes testes idonei vocali et rogati. Ego Franciscus de Sacbetis (ilius quondam domini Leonis porte Ticinensis pa- rocbie Sancti Sisli Mediolani: publicus Imperiali auctoritale Notarius rogatus tradidi , et subscripsi. N.° 35. In nomine Domini Amen. Anno a natiuitate eiusdem Domini sumpte currente millesimo quingentesimo vicesimo nono indicione secunda cum eodem anno sumpla et die undecima mensis nouembris. Actum in castro thaurinii in garda roba cdifficii supcrioris cxistente a parte episcopatus, presenlibus ibidem reue- rendo in cbristu patre domino Glaudio de Stamaco episcopo Bellicensi cancel- lario ordinis annuncialionis Beatc Marie, magniflico domino Bertollino de Mou- tebello comite Fruzascbi magno magislro bospitii ex mililibus ordinis, reuerendo patre domino Iobanne de Foresta priore Manluani et prcposilo monlis Iouis, magniffieis speclabilibus et generosis dominis Claudio domino Ballersonis, Ludo- uico de Caslillione domino de Musmens magno sculiffero scutifferie, Chaberto ex dominis Scallengianim et ex comitibus plozaschi, Ludouico de Bonovillario do- mino dc Mczieres gubernatore Vercellarum, et Ludouico de Malingris domino Bagnollii magislro bospitii testibus ad infrascripla astantibus vocatisque et rogatis. Uniuersis serie presentis instrument-! notum sit alque manifestum quod cum milites et soldati existentcs in loco et castro deciane nomine magistri domini Petri Bcrardi domini de la facaudiere varias inuasiones superioribus mensibus fciciient in agro Vercellensc ac pleraque spolia iniurias dampna et incommoda inlulcricnl non solum Vercellensibus et aliis subditis duealibus, sed etiam cxteris •99 ilhic Iranseunlibus pcrsonas, et bona corundcm violcnlcr capiendo ct transdu- ccndo ail dictum locum decianc, ibidemque cos inhnmaniter mctanda et <\< -ti- ncndo el peiora in dies atlemptarc non ccssarent. Ita <4uiid null! lulus palcrcl accessus ct proptcrca ratio in dies quer< ll<- n iiinlur conlliientibus imdequaque coram illvisti issiuio primoipa et domino nostro demmo Carolo Sabmidie ducc turn subditis lum extcris ab cisdeni militibus et soldatis decianc grauatis et op- pressis; cuimpie picfalus illuslrissimus dominus nosier omnibus lioncslis >iis pra- cticis el oblationibus sluducril eosdem mililcs et soldalos a lalibus facti nperi- Ijus el violcntiis ct iacluris coliibcre aucrtere et distrabere ad quod acquiescere neelexernnt, ad doteriora in dies prarompendo in ducalis auctoiiiatis non me- diocrem iaclui-.mi, ac propriorum nequc subdilonnn sod aliorum iliac Iranseun- tium ruinam ut precsl: el boc idco videns exccllentia sua quod operc preeium foret Iniic rei prouidere pro rcipublice indempnitate el viarum securitate, ani- maduci lens quoque id nequc melius Dec commodius sine epic scandalo fieri posse qua m medio infrascriplo, traclari feccrit cum eodem domino de la facaudiere , ut caslrum et locum ipsum decianc, diclis mililibus et soldalis cvectis, eidem re- milcrc el relazare vcllcl, ad ((nod landem mollis precibus argumenlis ct suasio- ni'iius deuictus annuerit ut infra, et boc titmen salus in principio medio ct line infrascripti contractus beneplacito serenissimi ct inuictissimi domini domini Caroli diuina faucnte dementia Roinanorum lmpcratoris semper augusli: idcirco conslitu- tus personalilcr in mci notarii ac prelatorum doniinorum icslium prcscntia picfalus magnilicus dominus dc la facaudiere. Qui quidem informal us ut (licit plene de iuribus sibi spectantibus in castro loco et bonis infrascriptis, non seductus coa- ctus ucl alias circumucntus, sed dc diclis iuribus suis ipsoruniquc vero valore informalus gratis et sponte quia sic sibi fieri placet, vcndidil ccssit quictauit transtulil ct rcmisit et scrie prescntis instromenti, vendil ccdil quiclal transfert ct perpctuo remictit vcndilione pura mcra simplici ct irreuocabili niemorato illustrissimo domino noslro domino Carolo Sabaudie etc. duce present! pro se et suis bercdibus , et successoribus quibuscumipic acceptanti el me notario pro eis stipulanli, memoralos castrum villain iuridicionem et mandamentum cum toto tcrritorio decianc situm in agro Verccllense, ct cobcnl a liibus parliluis fmibus larizotc lignane et conslanzanc mandamcnli el dislrictus \ ercellarum ab alia fmibus auxiliani districtus cappitaneatus sanctc agatbe, ct ab alia finibus triczerii dominii marquionalis saluis suis aliis verioribus confinibus, cum omni- bus et singulis bominibus bomagiis fidclitalibus im idicione alia media ct bassa, seruitiis tributis pedagiis molendinis furnis baptitoriis cornalis vineis pralis al- tenis prcdiis piscariis piscationibus vcnalionibus aquis aquagris aquarutn de- cursibus ct aliis bonis el pertinentiis appendentiis et connexis suis uniuersis omnique usu ct proprictatc corundem el Ben quicquid iuris actionis rationis qucrelle proprielatis flut allerius reclamationis quam quod et epias in cisdera babet babercque polesl quacumque ratione actione occasione uel causa quomo- documpie et qualitcrcumquc ad eadem babendum tenendum regendum et quic- 20O quid eidem illuslrissimo domino noslro Duci Ct Suis predictis penitus el pcrpc- tiin placucril faciendum: et hoc precio et nomine precii quiilluor mill'ium scu- lorum ami de sole per cum doininum de facaudiere ab eodem iUustrissimo do- mino noslro emplore realiler til asscril babilorum el receptoruiu et quos sic habuisse el reeepisse confiletur, exception! non nnmerale pecunie tolalilcr re- nuuciando, de qua quiilem souima quatluor millium sculorum prefaluni illustris- siiuuni doininum nostrum el sues quoscunque el quos conccrnit quitat el qui- clos Iciiere promiltil cum paclo de non pelendo ac aliis clausulis in lalibus op- porlunis, el si bona el iura ipsa plus valeanl el ualilura sint in forma tus ul as- s.-. nil de vero valore ipsarum reruin venditarum el si consislat in magna et maxima quaniilalc id lolunt prefato illuslrissiino domino noslro duci dat donat eedil et remitit donatione pura mera si m pi ice et irreuocabili que dieilur inter viuos, quia sic sibi fieri placet. Dvuestiens propterea ipse magnilicus dominus de la facaudiere venditor se ct suos predictos de predictis rebus bonis et iuribus supra vendilis ct eundem illuslrissimuin doininum nostrum et suos inuesliens tenure presenlis instrument! nicliil iuris actionis rationis qiierelle aut allerius proprietalis in eisdem relinemlo, sed in eundem illustrissimum dominion no- slniin el suos lotaliter transfcrendn conslilueiidoque insuper se sc prefalum ca- slrura locum pertinentem et bona quecumquc supra venditos tenere et possi- dcre vice et nomine el ad opus prefali illuslrissimi domini noslri Ducis el suo- rum predkloriim donee corpoialcin realem et aclualem eorundem possessionem fucril adeptus ipse illuslrissimus dominus nostcr per se vel ab eo depputandos quam apprehenderc possil el valeat nullius expeclata vel obtenta licenlia sine penc ineursione aul alicuius iuris a missionc ; mandans et precipiens presenlis in- slrumcnli scric eappitaneis el soldatis predictis inibi agenlibus, ill castrura et locum ipsuni vacuare et vacuum expcdilumque eidem illustrissimo domino no- stro duci seu pro eo agenle remictere habeant et debeant. Promiclens propterea ipse magnilicus Dominus Petrus Berardi Dominus de la facaudiere vendilor pro se et suis predictis per iuramenlum suum ad sancla Dei evangelia in manibus suis nolarii et seerelarii subsignati corporaliter preslitum, et sub suorum quo- runcunque bonorum mobilium et immobilium presentium cl futurorum expressa obligatione et vpothoca omnia et singula supra et infrascripta in huiusmodi in- strumento contcnla pcrpeluo babere rata grata et firma et nunquam contrafa- cere dicere opponere vel venire necpie contrauenire volenti in aliquo consenlire clam palam tacite uel exprcsse quouis quesito colore verum eadem omnia et singula aclendcre ct obseruare reuuncians insuper ipse magnificus Dominus Pe- trus Do-minus dc la facaudiere vendilor, ex eius ccrta scicnlia et sub vi iura- uiculi sui predict! omnt et cuicumque iuri actioni cl exceptioni doli mali vis metus erroris el in factum actioni condilioni indebite ob causam sine causa vel ex eius iniusta causa execptionique premissorum omnium non sic non rile et non legitime factorum ac iuri quo deceptis in suis contraclibus subuenitur iuri- dicenli quod si dolus del causam contraelui vel incidal in conlraclum sit ipso ao i iure nullus ct rcscindi possit nmniquc dispensation absolulioni et rrlaxatinui .< iuramcnlo restitution quoque in integrum ex quacumque causa ct omnibus aliis iuribus, c.inonicis ciuilibus <;t immicipalilnis quibus mcdiantibus aducrsus pre- miss;, geu ipsorum aliqtia sc iuuare posset ant in aliquo tuhcri signantrr iiui- ilicenti generalem renunciationem non valere nisi BpeciaH precedeati, l>e qnil.us prcmissis prclaliis illuslrissimus dominus nostcr dux inssit, ipse vcro magnificus dominus venditor rcquisiit per me notarium et secretarium Ilihli^Mliiiii fieri ct eonliei publicum instrumciilum seu publica instrument;! dictaminc sapicntis si opus sit corrigenda. Suprascriplis omnibus et singulis, (him, sic agerentur, vocalus, interfui ego loliannes Valliet de Chamberiaco publicus impcrialis auctoritate nolarius ac du- calis Sabaudic cclsissimi secrelarius primarius , etc. K." 36. In nomine Domini. Amen. Anno nativitatis eiusdem miilcsimo quingentesimo quadragesimo secundo , indicione quintadccinia, ct die ultimo mensis augusti. Actum extra mocnia civiUilis Casatis videlicet in conventu S. Marie Angelorum, et in camera foresterie sub sccundis claustris dicli conventus, present ibus specta- bilibus dominis Marco Antonio de Pontc , ct Io. Thoma de Blangeriis quondam domini Iacobi civibus Casalensibus teslibus notis , etc. Cum sit , et fuerit quod illustris Gayus Cesar Ticio modernus comes Dcciane, et territorii , non intendat disponere de dicto suo comitatu , nisi iis modis , et formis , prout cautum , et disposiium repcritur in suis investiluris, et privilegiis tarn concessis quam con- lirnulis per screnissimum quondam Maximilianum Regem Romanorum quain per scrcnissiranm Carolum modernum imperatorem , non intendatque modo aliquo capitulis, ac aliis dispositis, ct factis, contentis in dictis investituris, et privi- legiis, quoquomodo dcrogarc , scd potius quod ilia pcrpetuo obscrventur ct suum sortiantur robur, et effectum , prout in eis continctur , quia non fuit, nee est voluntatis derogare, ct per viam alicuius contractus, scu distractus, aut alio modo preiudicium afferre, quin sui descendentes , ct alii dc illustri sua domo Ticiona, tarn vcrbo quam virtualiter comprehensi, et nominati in dictis inve- stituris, et privilegiis, il lis gaudeant, ct consequantur , tempore debito , prout factum est , et disposiium repcritur, et sic iuravit, et iurat, corporalibus tactis scripturis, cum protestationc exprcssa quod pracsens iuramentum suum obti- ncat effectum, et prevaleat quibuscumque aliis iuramenlis, quae contigerit pre- stari , et fieri per illustrem ipsuin comitem , super quibus vis contractibus, aut distractibus , aut alia quacumquc dispositionc, que per ipsum comitem fieri con- tingent , super , ct de dicto comitatu in quemvis principcm, aut quamcumquc aliam personam quacumque dignitate , et prerogaliva fatgentem . quin ipsi con- tractus, ct iuramenla prestanda non procedenl, nee erunt ex libera cius volun- tate, que est, ut in omnibus, ct per omnia, et quo ad omnia dicte investiture. Serif. II. Tom. IV. 26 et privilegia, dc quiblia supra observcntur, ct suum sorliantur effcctum debito tempore, sed diclos contractus', et iuramenta et donationem faciet et prestabit, quia abler facerc non potest, salvo suo Statu et Comitatu prcdicto, et lieet dictc protestationes facte in absentia parttum, cum quibus postea contingit eontrabere parum videantur relevare, tanicn ex nunc, et cum iuramento declarat suam vo- lunlatem, quod premissam protestationcm facit ignorantibus, ct in absentia par- tiuin, cum quibus eontrabere continget, quia idem melus, per quern deveniet ad ipsos contractus, et donationem pariter mililat, ct impedit, qviin prcmissa notificentur. Imo eorum notificatio maior csset causa, quod ipse illuslris Comes non posset sibi, et illis de domo sua dictum comitatum conscrvarc ultra peri- culum sue pcrsone, in quo evidentcr se exponcrct prcmissa notilicando; bine full, et est, quod cxistens predictus illustris Comes in conspeclu venerandorum fratrum Bernardini dc Vercellis Lectoris , Francisci de Frinco, Antbonii de Mo- rano Guardiani, nee non testium suprascriptorum, ad corroboralioncm omnium premissorum diclt, et protestatur, quod fuit plurics interpellalus ad faciendam donacionem de dicto suo comitatu post eius mortem in personas Matbei Longbi. et Domini Ioannis Babtiste Speciani in persona magnifici Iurcconsulli Domini Bernardi Spine procuratorio nomine Illustrissimi et Exccllentissimi Domini Mar- cbionis Vasti , et semper ipse renuerit asscrendo quod illius voluntatis est quod investiturae et privilegia maxime novissimae per Sercnissimum Carolum concessc observentur in favorem domus suae et nequaquam illis contravenire , sed potius ilia confinnet, et propter premissa fuerint sibi facti plurcs execssus, et trans- niissi milites ad hospitandum in ipso loco Decianae, et qui bospitati fuerint per novem menses ct ultra vivendo, et faciendo ea quae deficiunt a recto ct quae tacentur bonis ex respectibus, et etiam ipsi comiti fuerint facta plura precepta penalia et sub comminatione amissionis feudi, et aliarum penarum quatenus se i ransfcrre deberet ad civitatem Mediolani ad illustrissimum Marcbionem Vasti, el licet notoric infirmus totalitcr fucrit, et sit impotens ad premissa fucritque etiam saepissime per officiales Ccsareos cominatus quod volebant transmittere ar- icllariam ad castrum Deciane, et salveguardiae sibi concessae, et suis bominibus per Summum modernum Carolum Imperatorem totics presentatae, nunquam fue- rint observatae, sed potius conlrarium, et opus fucrit tarn ipsi comiti quam suis bominibus solvere maximas pecuniarum quantitatcs in diversis temporibus, et etiam fuerint faclae aliae comminntiones quod volebant castrum et locum De- ciariae in suis manibus, sciens quod si illud tradcrel amplius non posset reba- bere, quia ipse fuit, et est inabilis, et impotens ad resistendum potentiae prae- dictorum, et etiam alii quamplures excessus fuerint facti tam contra ipsum locum quam contra personam suam el nnmquam potneiil se libera re nisi facere dona- tionem de dicto comitatu, et statim quam fecit verbura de ilia facienda incon- linenti fecerunt rceedere milites a dicto suo loco Decianae; proptcrea praefatus illustris Comes in iis scriptis prolcslaliir ct auimum suum declarat quod donatio ant alius contractus qui contingcrct fieri per ipsum comitem in personas pre- |!cta5 nut ta tara quod il.os „„„ ^ Iihl.rc S(,, l.cet qu,a abtcr saluli sui corporis, c, conservation; s„i Lus ct „, ,", pro nunc p,,,v,dere „o„ potest sed v„.t ,,i,„s eontrae i„„; ' ^ ! -c et baberi pro „on fac.is „ „„„ p,,,,.,,,.,,,,,,,,, ~ £ ^ ■t LI-, voluntas, sed polius met,, 0II1Iullm ,, .;,„,.„„, mja|^ ^ -pr-a protcstatione quod ubi cessal.it potcntia p, ,,„„,,, ,, ,,„. c ^ nculo s,„ eo,po,1S, ct amissionc sui comitatus pLri, ,„„, ,, ,,„„„„. ' | alvo bo,„,e Status sui et personae et iustician, obn,,,, „,..,„,„ '„. 'il,L S "X1,,'eSSe 1uod ™'1 I-aescntem protestation,,,, ,„,,,!,,, omnibus S r1':"" ,M '""""^ in ** donatiopibu, e, c„„,,,„il L ,le dicto Z! alu faccnd.s protestari et assercre cum iuramento quod nullam feeit protcsta- :i'" ™niTm ,,cc q,,i,1i a,u,d ,,c s,,° -*- im **« *s co . nactdus prac.ud.care, et quod ubi aliquae protestationes essent factae cum iu- ■amento dl.s rennnt.aret cum clausulis derogatoriis et derogaloriarum deroga- .on,s qu.a quascumquc clausulas, cautellas , ct renuntiatioms , et alia „uae- cumque d.eenda lacienda ct apponenda in dietis contractus omnia precedent ex uno, et eodem mctu, et non ex libera cius voluntate seu quia vellit buic protcstat.on, derogare imo yult earn prevalere talitcr quod quaecumque cautehe o clausulae ut supra quomodocumquc et qualitercumque apponendae potius tuulant ad conbrmat.onem praesentis protcstationis ct declarations quam ad dUus .n.rm.latem, nullitatem, et revocationem, rogans instrumentum piescnli- busqu.bus supra ad laudem sapientis si fuerit opportunun, Ego Iohannc, ue Comcrns etc. N.° 37. In nomine Domini nostri Icsu Christi. Amen. Anno a nativitatc eiusdem cur- rente mdlcsuno, quingentesimo, quinquagesimo , indic.ione octava, die decima mens* marln. Actum in sala magna Castri Deciane, Vcrcellensis die,-, sis, pre- sent.bus,...,cst.bus nolis, et per infrascrip.um lllustrem Dominum Tcstatorem ore propno vocatis, babitis et rogatis. Quoniam nil est certius morte, et nil inc. ,- t.us bora mort.s, animoque prudenti pertinere ut mortis semper oogitetur even- tus, cum slatutum sit bominen, semel mori; premissa consider,™ lllnstris Do- imnus Cesar Ticio filius quondam Uluslri Domino Ludovico, Dominus el Comes Dec.anc, sanus Dei gratia mentc, sensu et intellcctu, pro,., ex cius aspect,, , e. verborun, prolatione evident,., apparet, licet aliquantulum corporc Inunien volens dum ral.o mentem regit, primo saluli animc sue provider*, dcindc de su,s temporabbus bonis a Deo collatis tiaponare, ne eorum occasione inter pos- sessors et successors suos aliqua subsit materia sen s, intila diseordic oriatu, in suun, prout intra legitur condidit ct facit tcstamentum nuncupation,, sin, scriptis, beet „, scriptis reddatur in bunc qui sequitur modun,. In primis quia 204 .mini;) i-sl nobilior corpore, ipsam Altissimo Crcatori Domino nostro Icsu Cliristo, eiusque gloriosissimc Marie Yirgini Genitrici, ac divo Alexandro Palrono nostro, loliquc Cwie cclesti bumililer, et devote ronimendavit, et commendat , corpus vero suum cum cadaver factum lueril sepelliri iussit, voluit et mandavil in Er- clesia Collegiala Sancti Alexandri loci predict!, et in monumento, in quo se- pulla sunt oorpora lllusirium Dominorura suorum predeccssorum. lubens ct man- dans in eiua funcralibus fieri debitas exequias, ct debita ollicia, prout in simi- libus fieri solent. In omnibus autcm suis bonis mobilibus, et immobilibus, ac se nioventibus iuribus, et actionibus, ac nominibus dcbilorum ct creditorum praesenlibus el futuris ubieunque sint, el esse reperiantur, salvis ordinationibus suprasiriptis, suum liercdcm universalem insliluit ct constiluit Magnificum Do- minum loliaunem Mariam Ticionum lilium quondam Magnilici Domini Delphini, eius proxiniiorem Agnatuin, ut idem Illusler Dominus Testator dixit ct prote- status fuil coram me notario infrascripto et tcslibus prcmissis, quern Magnificum Dominum loliaunem Mariam predictus Illusler Dominus Testator nominavit, ct nominal, et banc predictus lllustris Dominus Testator dixit el protestalus fuit , et est esse suam ultimam voluntatem, et suum ultimum teslanienlum nuncupa- tivum sine scriptis, quam ct quod valerc voluit et iussit, ac vult et iubet iurc sui ultimi testamenli sine scriplis et sue ultimo voluntatis, el si eo iure non valebit vcl valere non possit, valerc voluit et iussit, ac iubet el vull iurc co- dicillorum iurc crepto, iure donationis causa mortis, et omni alio iure quo me- lius effectum sorlirc polerit. Cassans, irritans, annullans, cancellans et revocans idem lllustris Dominus Testator quaecumque alia lestamenla, quascumque eius vikimas voluntales, donationes causa mortis, et quoscumque codicillos bactenus forsan facta, factas ct factos, ac condita, conditas et conditos per eundem II- lustrem Dominum Tcstatorem, cum omnibus derogatoriis de quibus in eisdem , et quomodocumque conceptis, et per quoscumque Notarios reccpla, receptas et i-eceptos, etiam si reperirentur aliqua verba specialia in eisdem sive in qnolibet eorum apposita pro derogalione presentis eius ullimi testamenti, et de quibus verbis specificis derogatoriis, ct forsan positis in dictis eius ullimis volunlatibus ut supra dixit se ad praesens non recordari, ct quod ipsum penituit, et penitet e.is apponi fecisse, et que ut supra forte alias ordinala valere non voluit, sed luniiiiin intendit ct ordinat quod praesens sit eius ultimum testamentura et ul- tima voluntas, quod, ct quam revocare non intendit, nisi in alia eius fulura disposilione testamentaria vcl alias suprema reft'erirenlur scripUi, ct apposita verba consimilia scilicet boc carmen: Felix quern faciuut alieiut yericula cautum , cum anno, indictionc, mense ct die, ac loco et tcstibus, et tenore totius pre- sentis testamenti, et nomine niei notarii infrascripti prccipiendo et rogando idem lllustris Dominus Testator de premissis omnibus et singulis per me notarium infrascriptum publicum fieri debere instrumcnlum , dictamine sapicntis, si opus fuerit. Actum ut supra presenlibus tcstibus quibus supra. 21M N." 38. Ieltera ili D. Ferrante al X. Gcnrsio castellano di Drsana. Magnifico signor per la v. . . (maucu la carta /»•)■ vix-n- rosicchiata , presentc hayemo intesso con molto nostro dispiacerc la morle del signor Guar Ticione Conte di Dcciana, ct perche uic domandalte il parer nostro circha il govcroarvi in quel luoco maximc sc dovete lasar goucrnar la juslicia el pigliar li redili al Conle Gio. Maria Ticione, si come ha falto sempre in uita del suddetlo signor Conte Cesare, vi diciaino, el cxpressamcnlc comandiamo che sopra tulle le cose dobiate hauer diligcnlissima cura et cuslodia cosl della terra come del caslello per special servilio di Sua Cesarea Macsta. sino clie da noi hauerete altro ordine, accio non sia in possanza ne del Conle Gio. Maria , ne del Conte Gabrielino di farvi una burla che polesse porlar molto desservizio a Sua Cesarea Maesl'a et trauaglio a noi, il che polria succedere lacilmentc per le diffcrentie che ten- gono insieme, e sopra questo slarne auertito. Piu che sopra tulle le allre cose hauendo puoi il suddctto Conte Gio. Maria posseduto et regnato quel Contado cum tute le sue pertinenze in vita del detto signor Conle Cesarc, non so cum che iusticia polessimo noi rimoverlo dal pacilico posscsso in che egli si rilrova. et che il detto Conte Cesare li ha permesso stare, pero non turbandogli il gia detto suo possesso, gli ordinarete per parte nostra che per servizio di S. Cesa- rea Maesta debbi farvi consignar tulti li frutti di csso Contado in potcr vostro per monitionc del luogo ct caslello, accioche bisogniando iuuarvi in pagar U soldati che vi stanno per guardia per servilio della gia detla S. M. in quesli calamitosi tempi, che possiate fare, non mettendo pero mano in essi senza nostro expresso ordine: di poi gli ordinarete che uolendosi partir di quel luogo ct ca- slello la signora Contcssa Dorothea che fu moglic del suddelto signor Conte Cesare, che non debbi per modo alcuno fargli conti-adizionc ne resistenza, ma lassarla andar liberamente dove gli piaccra, e che gli lasci portar seco tulto lo spoglio del detlo castcllo che gia fu del suddetlo signor Conle suo marito. puoi- che siamo informati, e specialmente da voi che non vi e eosa che vaglia t. . . . che il detlo Conte Gio. Maria facesse qualche erete senzaltra replica gli dctli frutti di v autorita. e darelc brazo alia detta signora Contcssa che possi partir cum le sudete robe, perche cosl e la detcrminata nostra volonta, e nostro Signorc vi conservi. Di Milano ali 20. aprilc del 1551 , subscripta: vostro Fcrrando Gonzaga , et a tergo al Magnifico signor Capitan Bartolomco Genes castellano di Desana per sua Cesarea Macsta. ao6 N.° 30. Fernando Gonutga Capitano Generate di S. Maesla Cesarea in Italia, e nello Slalo di Milium suo luagotenenle generate. Essendo stato ordinate per S. M. Cesarea clic facciamo inlrodurrc il Conte Gabriele Tizzone ncl posscsso del luogo, contado, etgiurisdizionc di Desana el sue pcrtinenze, come const a per litters di S. M. solto il giorno xv di marzo proxime passalo, non volendo mancar di obedir, ct esseguir a quanto dalla Maesla Sua ne vien commesso, per virtu della presenle deputiamo noslro speciale com- missario , et eseculore il nobile Messer Camillo Becio, e non potendoci attcn- derc, in luoco suo Messer l'hilippo lnginicro cittad'mi di Casale, clie subilo a ricever della presenle debba trasfcriisi Del detto luogo di Desana, ct ivi in nomc di Sua Maesla el noslro meltere il dello Conle Gabriel o vero i suoi legitlimi agenti el officiali al possesso del detto luogo, contado, e giurisdizione di De- sana, e sue pcrtinenze conforme al delto rescritto Cesareo, reraossa ogni ecce- zionc e contradictionc di qualsivoglia persona. Ordiniamo et comandiarao a qual- sivoglia officialc, soldato, c subdito mediato, ed immediato di S. M. che non osino contradire, ne opporsi al presente noslro ordine, ed a quanto in virtu di questa nostra si eseguira, anzi lo favoriscano et aiutino ad eseguire, non facendo al contrario per quanto stimano cara la grazia di S. M. et nostra , e solto la pena a nostro arbilrio riservata. Dat. nel felicissimo exercito Cesareo in Cervere a xxvij di maggio 1552. Fernando Gonzagba ; Evasio Ardicio. N.° 40. Henry par la grace de Dieu Roi de France a tous ceux qui ces presenles leltrcs verront , salitt. Comme notre ami et feal Jean Marie Tizzon Comte de Desane se soil depuis quelque terns en ca liberalement venu rendre a nous et a notre service pour vivre et mourir en icelui, et demeurer avee ses enfans et biens en notre obt;- issance, au moien de quoi il auroit envoye" devers nous notre cber et bien aimr Delphin Tizzon son fds aimS avee procuration spe'eiale, pour et en son noni nous faire et homage a cause de la ditc Comte ct autres terres a lui ap- partenantcs pour d'icclles avee leurs appartenanccs ct dependances "ii8 -tou ; :z fa.t depute quds sont en notre di, serviee en ee qrfil sVsi dependv d'icelui ayanl regard et consideration tant aux vcrtus et merites d'icelui Um.e qu a k , «ng»l,er amour, aete et action qui. nous porte , et au bien et prosp, it- dc no affa.rcs, >c vou.ant pour cette cause bien et favorab.emcnt LZ en tout e chacun ses fans et affaires que nous esperons quil faira connoi.re par «*« et apros; pour ces causes et autres a ce nous mouvant , icelui Delphin *«on au nom et commc Proeureur de Jean Marie Tizzon son pere a nous recu ses ttr s rmage' ^ SCS "" Vi"eS Cl C°mt6 dC DCZa"C' Ct ™ el ch-u" es antra, b.ens pour ,ceux tcnir tant pour lui que ses suceesseurs en foi et homtnage de nous et de notre Couronne , et tout ainsi qui. les a tenues ci- devant sous ces dits feu Empereur Maximi.ien, et Char.es cinquieme a present It: coi ae lui avons de sracc spt!ciaie' p,cine pui-- - ~s aZlr ,,mtS - -aPPr°UVtS ,0UtS Ct ChaCU" ,es P^vi.eges et immunity a .ui accordees e concedees par .e susdit Empereur Maximi.ien , et Charles cinquieme comm.I es plus amplemcnt contenu es Iettres patentes dont le vidimu eTc ^ 77' ^ d —«•*«* - P»r .iieeux jouir et user p ted,, Cone de Desane et ses suceesseurs, tout ainsi, et par la forme et ma- nure que lu, et ses predecesseurs en ont ci-devant bien duement e, jus.ement join, et use\ joit, ct use encore de prdsent. Ordonnons en mandement par ces presentee a nos aimes et foals les Gouvcr- neurs , et notre Lieutenant-Gdneral en Piemont etc Donnrf a Paris le 4 novembre 1550, Ian de grace et de notre regne le x ainsi signed sur le repli. b ' Par le Roi le Due de Montmonrcncy Connetable de France, et Sire de Brissac Au.h.o Procurator Genera.i regio, et prout in arres.o hodie lato continetur' Taunn, >n Parlamento die octava aprilis millesimo quingentesimo quinquagesimo nono. Ghignonis. ' ° ao8 Clutrles de Cosse seiyneur dc Brissae , Chevalier de I'ordre du Roy , 3Iareelml de France, Gouverneur et Lieutenant General l>our Sa Majestc deca des JMonts. Vu par nous lea It'ttres patentes du Roy donnees a Paris lc iiij jour de no- vembre en l'annce passee mil cinqcenl cinquant six, cxpiklie'c sen forme dene qui sonl cv attachees sous notre contre seel par les quelles le dit seigneur Roi en nxevant le dit seigneur Jean Marie Tieion Conle de Desane en foy cl hommage avcc scs Villes et Conle1 de Dezane, et tous et ehacun ses aulres biens pour les lenir tanl pour lui , quo scs succcsseurs en foy et nominate do Sa Majestd et de sa Couronnc , tout ainsi qu'il les a lenu ci-devant sous le feu Empcrcur Maximilien, et Charles cinquiemc 'a present regnant, a confirmo' et approuve touls et ehacun les privileges, et iinniunilcs a lui accordces et concedecs par le dit Empereur , coramc il est plus de plain ampleraent conlenu et declare" es lettres patentes, dont le vidimus est attache a iccllcs lellres du Roy pour d'icculx jouir et user par le dit Conle de Dezane et ses successeurs tout ainsi, el par la forme et manierc que lui et ses pr&hicesseurs en ont ci-devant bien diie- ment, et justement joui et use , joist et use encore de present. Kous en suyvant la voulentd de Sa dite Majesty r en inttSrinant quant a nous les dites lettres avons dit et ordonne , disons , et ordonnons par ces presentes que le dit Comte de Dezane et les siens susdits jouiront du profit et utility d'icelles lettres selon leur forme et teneur. Donne a Turin le l.cr jour dc novembre roille cinqcent cinquanle sept. SigniS Brissae. Henry par la grace de Dteu, Roi de France a touts ceux a qui ces presentes lettres verront, salut. Scavoir faisons que vues par notre Court de Parlement de Piemont stfant a Turin, nos lettres patentes donnees a Paris le 4 novembre 1556 duement scellees a double queue, et ainsi signers sur le repli par le Roi , lc Due de Montmo- rency Connetable de France , et Sire de Brissae Marcchal et autres prtcsens en temoin Dutier , par les quelles , et pour les causes y contenues nous avons recu uotre aime et feal Jean Marie Tizon Contc de Dezane a £oi et hommage avec sa ville et ConttJ de Dezane , et tous et chacuns ses autres biens pour iceulx lenir tant pour lui que ses successeurs en foi , et hommage dc nous et de notre Couronne , et tout ainsi que les a tenus ci-devant sous les Empercurs feu Maxi- milien , et Charles cinquiemc , et confirmed et approuves tous et ehacun les privileges et immunity's au dit ContiS accorde's et conce'de's par les dits feu Em- pereur Maximilien, et Charles cinquieme , pour d'icclui jouir et user par icelui Comte et ses successeurs , tout ainsi et par la forme et maniere que lui et ses 2(>0 predecesseurs en ont ci-devant bieir, ducmonl el justemeut jani, et use, joist, et use encore . Autres ksttrea d'entdrinement dasansdites faitd par notre bien aime* et r<-;< I cousin le sicur de Brissac, Marecbal de France, GouTOi'iienr el notre Lieutenant Ge- neral deca des Monts , sons le 1." jour de iiouiudirc 1557, ainsi tame1 Bviatec, et au pied Gerard. La requele presentee li BOtre ditc Conrl par icelui Orate tendanl a fin d avoir rciili'-iincinent des diles lettres, leg conclusions de noire Procureur general, a qui la communication a cle faitc , e| le loul im'ii ipiuiiI el ililigcmenl considcrc, et ainsi communique au dil Marecbal, sur son advis noire Court a ciitcriuc et interim ses diles lettres , et ordonnc que noire ami el Mai Contc dc Dezane susnommc el le siens susdils jouironl du profit, commodate' . el ulililc d'icellea scion leur forme et teneur. En lemoins de ce nous avons fait meltre noire seel a ees ilites pi-cscutcs. Donne' "a Turin en Parlement, le buitieme jour du mois d'avril 1559 , et de noire rcgnc 15 , ainsi signe. Par arrest de la Cour Ghignonis. Henry par la grace de Dieu Roi de France, a nos alines et feanlx les gens de nos Comples de Tlmrin , nos Aduocat , Procureur, et Ttrrevrur an dil lieu, et « tous nos autres Justiciers, el Officios qu'il appartiendra , salul et dileclion. Scavoir nous faisons que noire ami et foal Jelian Marie Tizon Conte de De- xane nous a aujourd'luiy par notre chcr ct l>icn aime Dclpbin Tizon son fi Is aind , son Procureur sufnsamment fonde de lettres de procuration quant a ce fait, es mains de notre tres-cber et fcal Mcssirc Jean Bertram! Cbanccllier Garde des sceaulx dc France , les foy et bommage qu'il nous estoit tenu faire et pres- ter pour raison de la dite Conte de Dezane ct autres terres nobles a lui appar- tenantes, assises en notre pays dc Piedmont, leurs circonslanccs el dcpcndancc tenus ct mouvants de nous, a cause dc notre dil pays du Piedmont, ant quel foi et bommage nous Favons receu et rccevons , sauf notre droit el laultruy. Si vous mandons, ct commandons, el a un cliacun dc vous enjoignons en droit soil que pour raisons , et a faulc des diOj foy ct bommage a nous non faitcs , la dile Conte ct autres terres nobles a lui appartenanles sont ou eloicnl pour ce present saisis, arrestcs, ou aulrcmcnt empeebces. failes le tout rcparor et rcmettre incontcnant ct sans delai , de pleine el enticrc dclivrance et au premier ctat cl deu , pourvcu que eclui Conle dc Dezane baillera les advenns et denombrcment dedans temps en faira ct payera les autres droits et devoirs pour ce deuts, si fails cl payes nc les a, car tcl est notre plaisir. Donne a S. Germain en Lave le deuxieme jour de decembre . Ian de grace mil cinqrenl cinquante six, ct dc notre ri-gne le dixieme etc. Serie II. Tom. IV. a; 310 N.° 41. Parle delle legittime querelle delli poueri liomini , el parliculari de Deciana , per quale sono stall forutti absentarc dalle loro ease per mala administratione , sforzi , violenlie , exlorsioni , liomicidil, el altre eatise s\ nella presentc lisla eontetiute , come nelle querelle in piii voile date contra il signor Agostino Tizione Delle Rixie Conte di Deciana , quale a temjio, et luoqho con bona lice n tin de' superiori, et non allrimenti si produranno, ct giustificheranno. Et primo 11 solito, e consuclo conforme alii privilegii suoij ha solum di pagare ogni anno al vcro patrone Dc Deciana, et non a usurpatori, grossi sedici di Savoya di pieliol peso, che sono soldi vinli di Milano, ogni anno per eaduno fogolarc, el due guardic in castello in comune, mediante quali la comunita, et homini di Deciana herano exempti da qualunque gravezza; et dalla venula del predetto signor Agostino in qua sono forzati pagare ogni anno a lui doii scudi di oro per moggio di terra l'anno, oltra l'ordinario sopradetto, el allre gravezze in- frascritte. Piii eaduno anno li massari di esso luogo sono forzati tener uno fameglio con uno par di bovi de piu di quel teneriano per loro, acciocche lavoreno le terre , che riliene, in danno de' molti parliculari insieme con altre del castello de De- ciana senza pagamento alchuno, et a danno de' povcri forzati. Piu sono forzati seminar li lini, et rixi, cultivar la terra, adacquarli, mon- darli, fare argini, e darli lutti gli ordini necessarii a spese di essi homini con molti comandamcnli , pegliandoli, oltra di questo le loro terre, nelle quali se- mina li rixi senza salisfatione alchuna; ct ove in piu volte hanno supplicato a desistere, et non gravarli oltra il debito, herano subito impregionati, et datoli molti tormenti, et oltra di queslo non contcnlandosi di pigliarli le terre pre- detle, li faccva pagar le spese delle medesime possession!, che goldeva per esso lui, le quali in maggior parle al tempo, che li pigliava per far rixo, herano geminate di segale, el formenio, et le faceva guastare, a tal che perdevano la parte dominicale, et dil massarilio, morendo de fame per la maggior parte, et andando di necessita per altri pacsi, vagabondi, et peggio e, che esso eon certe sue nuove invcnlioni, et slracciamenli faceva, per le predctte medesime posses- sion! tolle, aggiongerli bona quantila de denari per lui, indi le goldute, sollo pretexto che le spese impoitavano quello, diceva, acci6 potesse manlenere sua mala volonla in divcrsi liligi per lui mossi per usurpar quello, non gii appartenerc. Piu li aggravava continuamente in farli sballere a terra le proprie case, quali herano fuori del castello senza muraglia a censo, convertendo le travi, asse, et allra materia in uso suo proprio, senza salisfatione de chi herano le case, facen- doli poi di piu pagar le spese di tali case ruinate, come fossero in piede. a I r m erano forzati, okra li predcui oarigW, pagarli ogni anno dojwato -bbW di formento in oomune, et oontwdioendo erano pregionati P.u ho.,,,0 forzati f;,e la fossa, come 1'hanno fat.a ,li fuori de. castello, ,, o U a la lossa so hta del la for.ezza alia n,s„,,,, et node di quella ,.,-1 eaatello di M.lano, nel qual s,.o Sli hen.no li ,ll.,KK, ,„, di essi poLi del valore circ d. scut, so, m.la, quali edi.itii g,i h:l ,,ill;ilo aUmo ,,,„„,„,, fond ■;•-,, ,,do le robe in suo ,so preprio ,,,,., peg nlll ,,,,..„-, ;,ohiI, , £ chc <,„,,., U1,|„s. piu vollc h povel. |ioiiiii . non poiep gusien|al t|||. ^ -||. car.gh,, gli respose, che si levasscro davanti, et essi andasscro a man,,,, dole predc o herbe, e chc per lavvenire voleva la.li s.i,,,,,, li u,tlculi " susientars, li suoy. ' Piu erano forzati si in comune, come in panicolare andarsi a consegnarc avant, lui, o suo castellano ogni volta volessero andar per suoy ncR„tii a \ ,, cell,, od altrove vendendo solum un minimo ovo, o ah, a rolia si mangialiva come d. akra sorte, accioccbe potesse pigliare, come ne pigliava a suo piaeere senza paga.nento alchuno, et dove conlradicevano facendoli intender che uuel tempo perso de tal consegna, era i„ detriment luoro per esser per la maggior parte habitant, alb eassinali dal castello distant!, senza altra risposta li p£i„- nava, et li forzava a taglia, o composa de' denari. Piu contra ogni giustizia , ct equita li forzava, occorrendo alcuno absence U tuogho per quais.voglia minima tronala di esso lui , gli pigliaVa li beni ct otra 1, suoi, gli toglieva le doti dclle moglii, non dandoli sue Legittime difese allegando non aver superiori salvo sua Maiesta Imperiale, ,,ual bera lontauo, e che muno ardiria querelarse. Piu occorrendo essergli qualcbe figlia da marito non voleva, cbe il padre mater, ct suoy p.u proximi parent! la marilassero, ma a suo bon piaeere la' mar.tava, dandoli quello voleva per dote, et ritenendo il restante de' suoi beni c denar, ,n lu, proprio, facendo prima cbe maritarla il suo voler di sua per- sona, et che sia il vero, essendoli una figlia di Francesco Peiila di detto loch,, qual esso s.gnor Agostino desiderava averla per copula carnale, ed il marito di cssa bera andato fuori dil contorno di Deciana senza liccntia sua, per il che non aspettando, cbe si difendesse di ragione , lo bandise, el gli tolsc la Bglia per forza, qual ancora al presente 1' ha nelle mani gravida, et per tal enorme debtto, esso povero padre di dolore e crepato. Piu senza fondamenU di ragione piit volte sopra il lenitorio, e ducato di Savo.ja e andato lui proprio in persona, et mandato altri suoij armati di diverse sort, d, malfattori, et sbanditi , chc ivi tiene nel castello de Deciana i pigliar molt, pover, homini di Deciana, et altre pcrsone di altro dominio, facendol, ammazzare, e sotlerrarli, et portarli cosl morli sopra il lerritorio di Deciana acc.6 non s, verificasse, et venisse in cognilione di sue mal opere. perch* oueMi tal, mort,, et straciati herano per la maggior parte stali suoij servitori, el ,1., 313 sapevano sue male operationi, et quali dimandandoli suoi selarii li pigliava la viia, I'onore, et la roba: Piu ultra le due guardie li forzava di allre trenta guardie, pigliando quegli 1 1, mhi in. clie li piaceva, el clie aveano le douue, et figliole belle, acciocche po- tesse eonipiaccrc al suo sfrcualo appetite catenate, ollra clie l'altra meta degli hoiuini li comandava per rilegno, procedendo eoiitiiiuatamente come corsaro di mare, et non come contc, cl signor di detto luogho, qual in vero non i. Et perche oltra le prcnarrate extorsioni, et carighi exeessivi, Ira le altrc cose, fece esso signor Agnslino dimandarc li credenzieri, consoli el agienti dc Deciana cvortandoli , et pregandoli a prima faccia, clie si contentasscro rattificare piu querelle dale all'illuslre signor eonte Gio. Maria Tizione luoro vero, ct unico patrone, quale a instigatione, el sforzo di esso signor Agoslino essi homini si in particulare, come in generate liavevano allre volte date non vere, ma false, et quale raltilicalione rccusando fare, subito senza allro dire li fece prigionarc nell'ayrale del castello reilollo in fortezza con bona guardia, facendoli star alia prima, et al tempo dell'inverno scoperli al numero dc quaranta sey bomini, dicendoli starctc ivi a crcpar sino a tanlo liarcle falto mia ricbiesta contra il mio iniraico, et rispondendoli uno del comune nominalo Giiglielmo Fava, che tali qucrelc berano false, ct contra la verila, et cbe in ragione non si potevano soslcnere, et cbe con il tempo questo facendo seriano castigati per giustitia, pregandolo si contcntasse darli copia di tal ricbiesta , accio si consultassero a fare quanto di ragione berano tenuti. Subito con gran furia lo fece prendere dalli bandili, che tienc per soldati, et lo fece conducere in pregione nel fondo del castello, nel qual tuocbo egli e stato per spatio di trc anni continui, et poy con laiuto del Signor Iddio scappo, rompendo il muro, ma per mali pa- tili in pregione, vedendo l'aria mori. Et quanto agli allri quaranlascy prigionati per tal ell'etto gli rcdussc, ct constrinse esso signor Agostino di novo a voler fare tal raltilicalione, ovvcro pagare una bona quanlila dc' denari, quali banno pagalo per forza, cbe ascende a scudi olio per caduno in circa, per la quale composa in quel tempo fatta detlero sigurla per quelli non puolcvano pagare in quello inslanle. Ultimamente, acci6 si conoscbi , cbe con pura, c mera nccessita sono stati lorzati parlirse dal luoro anticbo abitaculo de Deciana £, cbe dello signor Ago- slino gli ha fatlo desvalizzar le case, ct pigliato sue pochc facolla, dandoli il fuoco alle case, ct cbe volcndo cssi luoro recoglier suoij frulti, saltava fuori eogli Spagnoli, cbe ivi tienc nel castello di Deciana, amazandoli, ct dandogli de bone arcbibusate, come li piaceva, per usurpar li beni allrui , come tiran- nicbo, siccomc di poy per la impotenza, ct poverta dclli bomini, ct con agiuto de' Spagnoli gli ha lolto tulti li grani, per il cbe facilmcnte se comprendc es- ser abscntati con mera, et legillima causa di necessila, et se tale cosa non avesscro fatlo. li pregionava tutti insiemc con gli altri, maxime li figliuolini di 3l3 eta di uno, doij , tre, et quattro anni, el donnc, clic riticnc fuori clc ogni giuslitia. Volcndo pny ininulaiiiciite il signor Audilore vcnir allc information!, £ di nr- cessit'a per lantr cnoiiiic cxlorsioni, el usurpamcnti haver allra auctoritb di quella ticne. Quale havula essi povcri con bona liccnlia dc snpt-i iori maximc di S. A., al qual hanno avuto ricorso come Vicario liupcriah- pcrpctuo, ct di- fensorc del sanguc innocenle dc'poveri, si offeriscono il lutlo proTarc con pro- testa di aggiongere piu querele in partieolare. Li poveri sfortunati Comunita, ct homini di Dcciana. N.° 42. Protocollitm instrument! aecensamenti ceche. In nome del nostro Signor Xhiesn Miristo l'anno suo corrente mille cinque- cento ottanta, la inditione oltava, cd il quartodecimo giorno del mese di no- vemhre, falto in castello di Desana dela Dioeesi di Vercclli, e nella salcta supe- riore alia presentia dil magnifico niesser Gio. Gotofredo di l'inarolo, messcr Battista Soma di beagrasso habitator $i Desana , et di messer roclio Corbeta habitator del dito loco testimonii allc infrascritte cose dimandali cognosciuti , pregati e richiesti. Ad ognuno sia manifesto cbe il molto Illustrc signor Ago- stino Ticione contc di Desana Vicario lmperiale perpet\io considerate- quanto importi ad ognuno il valersi a suo tempo, et legitimamente dele autorita pre- rogative , et grazie concesseli da soy magiori excrcitando gl'oiricij et oppere ex- pedient! , desidcroso di remeter in qnesta sua terra di Desana la cecha allre- volte per molti anni quivi exercitata , et tenuta aperta c poy per molti impe- diment! et travagli occorsi dismessa, et sino bora tralaxalla come 6 manifesto a sua signoria molto illustrc et a tutti, et detta sua terra affeetuosamente ri- cerca seco cbe dcta cccha sia ben ordinata ct gouernata da persona bonesta da bene ct expcrimcnlala, la Dai oppera cioe tutti i denary, e moncta cbe farii possano cssere per la bonla et altre bone condition! luoro cssere rieeuute , ct tratte in pagamenti per tutlo il paese. e maximamente nel confinante, e ri- cino senza contraditionc c repplica, ovvero repulsa aleuna, e cosl valersi delli privilegy imperial! rbe tiene , el sentire la comoditii et bonor cbe nssultan da quelli, e perho ricercato dal molto magnifico signor Rolando Gastaldo cita- dino di Torino allrevoltc mastro dela cecba ducale di Sauova. del hi oeoha del revcrendissimo Vcscouo d'lurea bona memoria, et altre in diuersi tempi, et informato si per voce et fama, come per le opere sti-.se .1. -Ila suflicicutia c pratica di esso signor Rolando nel regulare c regerc le cecbe, e qual ha go- uernato fidclmcnte c bene le sudete cecbe , ba delibcrato conceder la delta »«4 sua cecha, ct licentia di far stampar, ct batter monctc in Desana al ilcto signor Rolando presenle et accetante, ct per vigor del presenle pubblico in- slrumenlo di sua spontanea volunta, et animo deliberato per lui, soy heredi el successori per tilulo di locatione, et affilamento da, concede, el afllta al predeto signor Rolando Gastaldo presenle et accetante per se, soy heredi et successori I'oflicio ossia magislrato et sopra intendenza dela ceelia comitale di Desana con- slititendolo si/o muslro di quella con le sue perlinentie ad liauer lener golder posseder exereitar et eomandar eon tuti i earighi lionori aulhorila previlcgij slipendij, inuminita, exentioni, prerogative, ct emolunienti solili, et consueti per tie anni proximi a venire da comenciarsi alia prima deliberations di mo- nele che si fara in dela cecha con li pati, convention'!, conditioni et capituli infrascrilli da esser osservati inviolabelmcnle, el non allrimentc. Et primo esso niolto illustre signor conle rimete al maslro di cecha sudeto per exercitarsi nela fabrica una casa posta in Desana presso li soy confuii nela qual hogy si fa hostaria, con tuti i soy membri et adiacenti necessary ct bi- sogncuoli alia fabrica, ma perche sara bisogno accomodar deta casa, et accre- scervi alcuni membri per la habitalione, detlo signor Rolando, soy domestici et officialli et per la fabrica dele monele, e slato conuenuto el stabililo Ira deto illustre signor conte, et maslro di cecha ehe esso signor contc deba dar come ha promesso tute le materie necessarie a la reparatione della sudela casa por- lare sopra il loco dela fabrica, et esso maslro di cecha si obliga et promele a sue spesc, ct del suo proprio ha promesso, et vole esser obligato di farla fa- brieare et pagar li membri che li bisogneranno senza speranza di recuperare giammag cossa alcuna di quanto havera speso, exceto che occorendo che sua si- gnoria niolto illustre finiti li tre anni sudeti conccdesse la cecha ad un altro mastro allora sara lecito al deto signor Rolando repeler et farsi remborsar, et consenguirc quanto havera speso, dal deto nuovo mastro suo successore in detlo officio, el in ogni altro caso, e tempo la spesa che lui hauera falto come sopra neli macslrali di muro, e di legname cada totalmente alia detta casa come spesa falta in allruy beni per suo comodo solo pel deto tempo del suo maqistrato et ufpeio solo, al elie sin al presenle ahsolntantentc cede, renuntia, et rimete at deto sitjnor conte presenle, et accetante. Piii deto molto illustre signor contc promeltc duranti gli anni tre sopradeti non conceder ne permeler a verun altro di poter batter ne stampar denari in Desana ne privar, o remover per qualsivoglia conditionc megliore che li venesse offerta da allri il deto signor Rolando mastro de la dita cecha se non per cause legitime, et sara parimcnle prohibito al deto signor Rolando il ceder et renon- tiar deta cecha ad allri ancorche sufficienli senza licenza expressa del deto si- gnor contc m iscritto, il qual in tal caso per palto expresso solennemente fallo dovra esscre avvertito di simile contralto di un mese prima die altro si faccia dal detto signor Holando in forma debita. Piu polra detto signor Rolando nel tempo di queslo affittamento far baiter e 310 stampar no la cecha ludela tuuia quantHi
  • eala Vergloe accompagnata con diverse impresc. Pin si sono fabricati ancora delli scudi d'oro e delli doppi scudi parimenti di oro i quali liavevano da una parte 1'arma delli siguori Ticcioni con due aquile e dall'allra parte una croce ec Fabricate elie erano le dette monete venivano molli mereanti a pigliarne in gran numero et a somatc, cioe le monete fabricate in forma ili quelle papali, gli tallari, li scsini con 1'elligie di S. Gcrmano da una parte c due hastoni in croce con <\\h- fngliami a .scmhiauzc ili palme dallaltra. le monete fabricate in forma di me/zi reali con allre monete fabricate in delta zecca di Desana, cioe con l'efligie di un cavallo volanle et allre con un efiigic di un bue 333 erano lcvatc et eslratte dalla detta zecca da un nominato Lucca Antonio P>er- gamasco, qual al presente lia inleso dire chc e maestro di zecca di Dcsana e di Frinco, non sapcudo a qual prczzo. El ho inleso dire die dello Lucca Antonio condueeva e faceva combine le delte moncle sopra lo Stato di Milano passando per lo Stato di 6. A. niassiine per il luogo di Sigliano; e nel ritorno condueeva archibugi ct arme di asla , pislolesi, el slortc in dello luogo di Desana. Che li scudi e doppi scudi come sopra fahrieali si spendevano nelli Slali di S. A., et anehe ne furono portali alia corle dcll'lmpcralorc. Interrogate se lui teste ahbia operate in allre zecihe loresliere, massime nella zecca di Cocconato, Frinco, Guastalla et Casliglione, etc. Risponde ch'cgli ha operato nella zecca di Passerano con I'ollicio di monelario circa lo spazio di tre inesi continui, durante qual tempo in delta zecca si sono fabricate delle monete simili a quelle clie si fabbrieavano nella zecca di Desana, cioe quarti con la lettera //, quarti con la lettera L et quarti con il delfino nell'islcssa similitu- dine di quelli fabbricali in Desana etc. Esaminato messcr Gioanni Pietro de ludicibus detto il prevostino orefice di Vercelli altre volte assaggiatore e guardia delta zecca di Desana dice, che del- l'anno 1581 o 82 fu richiesto dal signor conte Agostino Ticione conte di Desana a dovcrlo servire nella sua zecca d1 assaggiatore e guardia delle monete, ed ivi ha servito per lo spazio di 15 o 16 mesi continui, nel qual tempo si fabrica- cavano le infrascrittc monete, cioe delli quarti con da una parte una lettera D con due lettere MM e dall'allra parte una croce con lellere intorno Augusti- 7ius Ticio Comes Deciane et Vicarius perpetuus. Si labricavano ancora delle mo- nete a soiniglianza delli quarti, i quali da una parte havevano una lettera H con una corona sopra, e dall'altra parte una croce fatta a fioretta con le lettere attorno sopra designate. Piu altre monete che avevano da una parte un arma con due titioni in croce con un cimiero e lettere attorno monela Deciensis, e dall'altra parte l'cffigie di un Santo con mittria in capo ct bastone pastorale nella mano Sanctus Gemuinus. Piu allra monela cbiamata Cliiavariui, e gliene va quattrocento sessanta per marcho, da una banda uno Sanlo con una chiesa alia mano con lettere intorno Sanctus Petrus e dall'altra due chiavi in croce con una mittria papale di sopra c lettere attorno le quali si leggono P. bona Deciensis. Piu doble d'oro di valore di scudi due d'oro, quali avevano da una banda lefpgie del signor conte Agostino e dall'altra parte l'arma Ticiona inquar- tada. Piu monete di argento chiamate tallari , piu altre monete chiamale bianchi con l'arma Ticiona inquartata e corona di sopra e dall'altra parte una croce doppia con lettere attorno. Piu altra moneta cbiamata mezzo reale, quali avevano da una parte un aquila in piedi con le ale apcrte e una corona sopra il capo con lettere attorno Nobililas Titiensis, dall'altra parte un Santo in piedi con bastone pastorale nella mano e dall'allra mano una chiesa o sia caslello con lelterc attorno Sanctus Gemuinus. Piu altra moneta chiamala cavallolo quali havevano da una parte l'effigie del conte con una cellada in capo con lettere 223 attorno AutfusUnu*, <• daD'attra parte Ire scudctti , cioe uno con I'aqnHa in piedi, I'altro con I'aquila in piedi el ire sbarre c I'alira con ire ti.ioni denim con lettere attorno quali tficevemo Cornea T&tensit I inn-ins perpetuus hmmiaik Dedanae. Pin ultra moneta ohiamata soldo., quali avcvano da una banda lamia Ticiona inquartata con corona di sopra con lettere attorno quali si teggonnt) Auijustinus Titio Comes Decianiie I'icmiiis perpetuus fiaillll I'ah'l , e dallaltra parte eon croce doppia con lettere attorno qnali si leggevano in Deo spes mea 1581 K. G. e tutte lc Budette monete si sono fabricate nella zecca di Desana sotto il norae del conic Agostino, delli anni mille oinquecento ottanUnM e ot- tanladuc. Depone di pin, che dopo la mm tc del COntc Agostino lia servilo circa dieci mesi nella zecca prcdetta a nomc del signor conte Andoazzo c suoi fra- tclli conti di Desana, durante il qual tempo si sono fabricate piu sorte di mo- nete massime scudi d'oro del valore di uno scudo bono, i quali avevano da una parte Parma Ticiona inquartata con uno scudetto nel mezzo con cinque Ticioni et una corona di sopra e dall'allra parte una crocc fatta a fogliami. Piu allra moneta chiamata eavalloto da una parte una lettera G con una corona fiorita doppia ct lettere quali si leggevano Delfinins Tieio Deeiatme I'icarius ,• e dal allra parte una croce a fiorelti con lettere attorno Deus proleelor mens. Pin altra moneta chiamata Grosso quake aveva da una parte un arma con due cbiavi in croce con la miltria papale di sopra con le lettere attorno Sanctus Pelms pro- tector Deciettsis c dall'allra una grandc croce nclli campi dclla (piale vi crano due dellini e due corone con lettere attorno Delfinus Tlcio Comes Deciensis Vicarius Imperials perpetuus. Piu allra moneta ebiamata Grosso con da una parte un arma inquartata dclla casa Ticiona con la corona fiorita di sopra da ambe le parti di dettc armi vi erano due lettere // con una corona fiorita di sopra con lettere attorno Delptms Tieio Comes Deciauae Viearius Jmperiulis . e daD'attra parte una grande crocc nclli campi della quale vi erano due dclfini e due corone fiorite con lettera attorno Delfinus Tieio Comes Deeianae I'iea- rius Imperialis perpetuus. In quanto al luogo ovc si smaltissero dette monete rispondc, clic vedeva venire alia detta zecca di Desana niolti mercanti Francesi e Bergamascbi quali levavano delle monete ivi fabricate c le conducevano hor alia volta di Francia, hor alia volta de'la Romagna, el lc monete sudette gli erano dattc dal maestro della zecca al valore cbe erano fabricate e deliberate nella zecca. E li delti mercanti dicevano cbe luoro nclli luogbi i qnali portavano le monete per spendcre le portavano con gran ressigo et massime d'essere im- picati, e cbe faccvono di esse guadagno grandissimo. L'anno mille cinqiiecento ottanlasettc in presenza del Scnatore Manfredo Ga- lcano Lucca Antonio Bosio di Bergamo depone cbe da cinque anni in qua ba praticato la zecca di Desana et avuto cognilionc dellc monete quali ivi si stam- pano , perciocche e andato a detta zecca piu volte a prenderc e compel nr molta quantita di lallari e quattrini cbiamati llAitwni fin' per mandare alia volta di Venczia, li quali lallari crano di due spezic, una aveva da una parte un aquila 21\ imperiale am una croce in mezzo le due teste con le parole attorno Maximi- linnus Secundns Rom. Imp. sem. .In., e dall'allra parte Parma tli casa Tizzona inquartata con le lelterc attorno Mo. org. Impetia fnudala Com. De. e Faltra specie aveva dl una parte lelhgie deU'Imperatore con le leltere attorno Max. II. D. G. Imper. tamper .In:/., e dall'allra nn arma con I'aquila imperiale in mezzo col seudo ili casa Tizzone in mezzo al petto con le parole allorno Alum . Arg . Imp . fund . a . Delf . Titio . Com . Dec . etc. Esaminalo pure il signor Ro- lamlo Gaslahlo oilladiiio di Torino ha dctto et deposto die neU'anno I080 ac- eenso la zecca di Desana dal signore Aulo Andoalio Tilione come fralello e procuratore del conic di delto luogo conte Delfino, c durante il tempo del suo anitlamcnto lia I'allo baltcre in dctta zeeca delli talleri con un aquila grande con due teste da una parte e dal altra con 1'arma ticiona inquartala, non si ri- cordando dello scritto; pin altra sorte di talleri con da una parte refligie del- rimperatoie con le lettcrc 3Iaxim. II. D. G. Imp. semp. Aug., e dall'altra un aquila imperiale con uno scudetto in mezzo il petto dentro il quale cinque li- tioni, quali talleri gli faceva batlerc per Gioanni Alberto Berlarello. Tin ha ve- duto hatter in delta zecca di Desana in diversi tempi d'allri maestri di zeeca dei dinari detti cavalotli fatti a similitudine delle pugnalcllc di Franza salvo del- rinscriptionc altorno cosi scritta Delfmtts Tilio Coynes Dccianae Vicarius Im- perial! s perpetuus eon un II in mezzo maiuscolo e la corona regale di sopra e dalle due bande di sotlo trc gigli e dall'altro canto la sLessa croce delle pugna- telle di Franza con le parole Sit nomen Domini benedictum etc. N." 45. Rudulphus secitndtis diin'na fauente clementi'a elechis Romanorunt Imperalor semper Augustus , ac Germaniae , Ilungariae etc , Rex etc. Universis el singulis principibus ecclesiasticis et secularibus, Archiepiscopis , Episcopis, Ducibus, Marchionibus, Comitibus, Baronibus , militibus , nobilibus , clientibus, pracfeclis, praesidentibus, capitaneis, locumtencntibus, vicedominis, gubernatoribus, castellanis, vexilliferis, antianis, et potestatibus, ac urbium ci- vitalum oppidorum et quorumcumque locorum ac communilalum Rectoribus , Burgimagislris , et consulibus, ncc non portuum , pontium et passuum quorum- vis cuslodibus, ac aliis qui praescntibus requisili fucrint cuiuscumque status , gradus, ordinis, condilionis, vel praeminenliae cxistanl salutcm, bencvolentiam ct gratiam nostram Cacsarcam ac omnc bonum. Cum iam nobilis nosier, ct imperii sacri fidelis dilectus Dclphinus Titionus Comes Dccianae confectis iis quorum causa ad Cacsaream nostram aulam venc- rat, in ltaliam reucrtatur, sex equos currui iunctos, ac totidem famulos equilantes sccum habilurus. Nosquc eidem pro singular! qua ipsum proscquimur clcmcntiae aflectione liberum ac tutum passim iter patere , omnemquc bencvolentiam et humauila!,-:,, uktberi cupiamus. I,]circo dcvotiones „ ... ,„. Mbi6 DOn .ubieoUM l.o, vol,- c, H.-n,,,,. '""" ""*" " Mi"< r6 : '"■""— ■ rzzzz^sszz M08 ac suurum omnibus, nun mud.. Ill, n'!""' -»- — -'~: :1:;'':::1'':;;:":' "- Stirs." ?j si" """ ."•"'.' :'i.':: ::;:: Rudolphus etc. M." 46. Iflfewi S Cae^rffle MaUOatu ad Ducem Sabaudlae Rudolphus etc. Illustrissime consanguinee , affinis et Princcps charissimc. Exposuit nobis bu- rn . ter , Aobd.s noster et Irapcrii Sacri fide.is di.ectus Delphi,,,, Titionus C - me Dec.anae. Gun, superiuri anno octuagcsimo seenndo pcrCacsaream nos.^n ntent.am, verus quondam Cacsaris Titioni Cumitis DeciLe , successor dd- atu , ac ra hanle dem suntemiaj possessionem dici. (,om. a^pus sunuloue u,gore priuilegiorum antiquorum , in eodem Comita.u Sac, i Roman, ..npen, V.canus perpetuus effectus esset , cum iuribus, honoribu., ,i- tubs d,gn,lal,bus ac prceminentiis , per inuestituras maiorihus suis Decide Com,l,bus, a praedecessoribus nostris Romanorum Imperatoribus et FU-ibus eon cessas ac per nus confirmatas , ipsi competent, Se ni.,i. prius "magil ■ curae habu.sse, quam ut Comitatum il.um , ab iis, qui eunde.n Lllo iu« oc- cupation eousque defnuerant, mirum in modum labefac.a.um . e. ob oceupato- n«n .Ilorum saevtiam ab habilaloribus magna ex part, ,.,!,,„„■ . ,, ,"1,,, ■■-cum ,amqne ad totalem fere ruinam redadum in pns.inun, sunn, J,,,,,, redaeeret Meoque bona subditorum , Fiscal! Camerae pa detentore. illos „ ee qtudem baud exigui ualoris, illorum veris dominis, una cum IV„r.ih„s '„,,- c.p.end.s rcst.luisse. Accidisse anlem nt eum nunnulli dues VerceUenaea vi'„,, decretorum bac de re promulgator res.ituerc d,ln„,„. ,,;„„,, ali.n.o, hJL ten-arum turn temporis in lerrilorio Dccianae pusaesaa, ae» po.ius iniqueV- •upata, detcntaquc, aegre antem IVm-nt pan. Comitis nu-nu-m. qoaerite. ,;,„!,„, .DStttUtl causa, mox ad dileclionem tuam m-u.sum hahuerun,. Quo ttoum s„ ut ddecl.o tua datis ad Comitem Uteris, dictoruu. ciuium YcrcclU-nsium 2 Seiue U. Tom. IV r ?.l6 trocinium susceperit. Ipse ucro, pro sua in dilectionem tuam obseruanlia , Tau- riiiuin in eiusdem presentiam uenerit , ac demonstravit , se ncmincm grauasse, sed in liis quae egisset, suo iurc usum, ac iuxta terminos iusiiiiae processisse, el ali hoe i[iiiclrni suo pio institute nee deinceps xielle discederc , neque quen- quam ullo modo injuria aflicere. Eo addito quod si Vercellenses per dicta dc- ereta se aliqua in parle grauatos esse praetenderent , de iuribus suis legitime modo agerent , neque dubilarent , iustitiam acqua lance ipsis administratum iri. Et quamuis eives illi . ralione bonorum in dicto Comitatu Decianae sitorum, ibidem litigare tenerentur, nihilominus tamen ipsum Com item, quo tanlo magis testatum reddercl, decreta ilia ncquaquam ad lerlii alieuius iniuriam promul- gate esse, memoratam ciuium Yercellensium causam in ea ipsa ciuitale, non sine inagno subditorum suoruni dispendio , cuidam Antonio de Nigris iurisconsullo , eognoscendam, ae sola facti veritatc inspeeta tenninandam , delegasse. Verum lite sic coram delegalo pendente , inslructoque processu , Vercellenses exci- tasse facinorosos quosdam bomines, incendiarios, fures, assassinos , et sicarios, qui praetcr damna illata, ac pcrpetrata furta et incendia, subditos quosdam uin- ctos et ligatos extra Comitatum ducere conati sunt , quin eliam Consulem loci Decianae , sclopeto in cum exploso uulnerarint : uti haec ex informationibus , non solum per ipsum Comilem , sed et Vercellarum iudiccm captis , ac coram nobis productis , plenius constant. Quibus de rebus etsi dilectionem tuam saepius certiorem feeerit, simulque iisdem remedium adhiberi, ac ita prouideri petierit, nc bomines in dilectionis tuae ditione degentes, tot mala in Comitatu Decianae palrarenl, quin potius ad damnorum, tam Comiti quam eius subditis , datorum restitutioncm siue reparalionem adigerentur, compellerenturque. Tantuin tamen abesse , ut ulla secuta sit prouisio , ut cum Decianae subditi facinorosos illos bomines intra dictum Comitatum persequerenlur , neque tamen in eodem illos romprebendere ac capere possent , sed in domo quadam , dilectionis tuae di- tionis , reclusos tenerent , Fiscalis Vercellensis, a dictis Decianae subditis requi- silus , ut res ablalas restitui curaret , malefaclores uero condignis pocnis aflice- r. I . nihil is horum feceril , sed eosdem una cum rebus ablatis dimiserit. Quin etiam facinorosos istos ( quod sane pessimi exempli est ) iuslitiae in ciuilate Vercellarum ministros , quos apparilores uocant , extitisse , undo facile collitii polucrit, a Magistratu eiusdem ciuitatis illos foueri. l*raelcrea cum Vercellenses bona aliqua in Comitatu Decianae babeant , quo- rum ratione praedicto Comiti subiecti sint , quo ad collectas, conlributioncs , BC alia onera, ijiiae tarn de hire, quam uigorc priuilegiorum et consueludinum in eodem Comitatu receptarum , per aes et libram imponantur , Vercellenses , icnuentes soluere eiusmodi impositiones et onera, iuxta iaxalionem ipsis respe- i line factam , ac diffidenles de iuribus suis , processnm iam inslruelum coram dicto delegato reliquisse , et ad dilectionem tuam denuo reeurrisse , producta coram cadem contra Comitem querela, calumniae et falsilatis plena. In qua pe- l irrint , ipsis conccdi repressalias . tam aduersus ipsum Comilem , quam eius 227 IxMia et subditos. Ac hide sccutum esse, cpind ctsi Comes, piaclcr nos. it Sa- crum Imperium, alium superiorem minime reeognewMt, adeoqoe dilcctioni toae haud ulla uel in ipsius peraottuni, vcl suliiliios suos , curumipic us et bona, uirisdictio uel superioritas coinpelat . nibilominiis lumen dilcctio lua , data ad ilium super Yerccllcnsium querela lilciis. ad MM iiu is.li< litmis , tanquam superior , pcruenirc inteuderit , uli corum omnium, quae sic acta sunt, plena nobis fides facta bit, demisse supplicando, ut hisCC rebus Opportune prouidcrc dignaremur. Cum igilur non solum Caesarei DOBtri iniiniiis ratio illud a nobis exigat , ut (idclium nnslrnrum el Sacri Imperii \ asallorum , ad nos confugienlium. palro- cinium siiscipianius. Verum ctiam boc loci , dc Cacsarca nostra autborilalc, Sa- orique Imperii iuribus, quae a nobis oegligi minime possunt, agatur, omittere baud debuimus, quin ad dilectionem tuna lias daremua literas. Ouibus eandem beneuole cleinenlerque bortamur el requirimus , ne dcinceps saepefali Comitis Decianae personam, ettume subditos, res et bona ulla ratione molesiet sine tuibci. Bed eundem, tampana immndiatum Vasal tun nestrum, ac in suo islo Comitalu Sacri Imperii Yicarium, sua iurisdictione, tarn ratione sub- ditorum suorum , quam circa bona, in eodem Comitatu exislenlia, ciuietc, ac sine ullo impedimento, uti permittat, ac turn ab boc, turn cacleris quibuscun- quc iiost i is ac Sacri Imperii fcudis ( ncque enim dilectionem tuam celare uo- lumus, tarn dc Coconali Comitatu, quam aliis nonnullis feudis, talia ad nos per- lata esse, quae si ita se habeant, nostrac, de tua erga nos Saerumque Imperium obseruantia , expectation!, parum conueniunt, adcoque dissimulari a nobis ne- quaquam poluerunt ) plane abstineat; ca uero , quae line usque in nostrum ac eiusdem Imperii praeiudicium atlenlata sunt, in priorem stalum rrstiluat. I)e- nique facinorosos illos bomines , de quibus diximus, tarn ad ablatorum , qnam damnoiurn , uel ipsi Comiti , uel eius subdilis datorum reparationem compellal. ac eorundem insolcntiam et lemcritatem condignis poenis cocrceat. Hacc uti di- lectionem tuam, quae cius alioqui est aequanimitas, facturam esse eonfidimtis, ita sacpedicto Comiti iniunximus, ut talem se gerat atque exbibeal , ne quia iuslani dc ipso conquerendi causa m babcat. Ouod si uero abler eueniat , re ad nos relata , ea adbibituri sumus remedia, quae pro eiusdem qualilulc conuenire iudicabimus. Otiemadmodum ctiam tali casu, quo dileclio tua ius aliquod sibi uel in diclo Comitatu , uel aliis quibuscuuqiif uoslris cl Sacri Imperii fcudis competere praetendal •, illud coram nobis, lanquam Romanorum Imper.ilorc. el supremo eorundem domino, ad quern ctiam cognitio ista pcrtini I , debito modo proponcre atque deducere poterit. Nos uero, cum in iustilia aequa l.ince admi- nistranda , nostrum oHilium desiderari baud passuri sumus . turn s.inc dileetio tua facile aeslimabit , nos, si ( quod minime spcramus iuBtiasfanis notfris i" stulalis , ac monilis nullus locus sit, siiprad'uli (laesarei noslri muncris ratione facere baud posse, quin eas incamus uias. epiibus nostra ac Sacri Imperii au- thoritas atque iura , salua cl intcgra conservari queanl. De dilcctione autem tu > 228 ita nobis persuasum esl , sc , ut res co deucniat , ncquaquam passuram esse. Ouod com maxime eupimus, lura uero dilectionis tuac ad has nostras literas responsun) intra IcTiiiiniini trium mcnsiura ab earundem praescntatione imme- diate sequentium expeotamus, dilectioni tuae quod rcliquum est, bencuolen- tiani et gratiam aostram Caeaaream propenso animo defferentes. Datum Pragae die decima quarta mensis oclobris anno millesimo quingenlcsimo ocluagesinio sexto. Rudolpbus. E.vemplutn Sacrae Caesareae Maiestatts literatim ml Senatum Mediolanensem scrijilarwn. Rudolphus etc. Rcuerendi , magnilici, nobilcs, spcctabiles , docti , deuoti et fidcles, dilccti. Minimus vobis bis annexis binos libellos supplices, nobis pro parte nobilis nostri et Sacri Imperii lidelis dileeti Dclpbini Tilioni Comitis Decianae, nee non co- munitalis el bominum dicti Comitatus Decianae porrectos. Ex quibus inlellige- tis, quid iidem ratione diuersorum grauaminum, oppresssionum , et damnorum, quibus per nonnuilos homines proscriplos siue bannilos, eosdemque Ulustrissimi Caroli Emanuelis Ducis Sabaudiae et Principis Pedemonlis consanguinei, affinis, et Principis nostri charissimi subditos , praesertim Vercellenses ciues, propter rem ameianlur, bumililer petant. Cum uero haec pessimi exempli ac talia sint, quoad nostram cxislimalionem et authoritalem Caesaream haud parum perli- ueant , ac tanto (pjidem magis Cacsarei nostri muncris ratio exigat , ut cum alias nobis incumbat , benignam quorumcumquc nostrorum et Sacri Imperii fi- delium suliditorum , opem nostram imploranlium , curam ac palrocinium susci- pere, turn uero hoc loci opportunum adhibeamns remedium , operae pretium , ac neccssarium omnino exislimauimus, ut, quo commodius reetiusque id, quod rerum qualitati conueniat , staluere possimus , uberiorem super his , quae sic nobis cxposita sunt , caperemus informationem. Ideoque freti eximio vestro, turn aequitatis et iustitiae promouendae, turn in nos obseruanliae studio, vestra hac in parte opera utendum duximus. Quapropter vosbenigne, clementerque horlamur • l requirimus, ut primo quoquo tempore, personam aliquam probatae fidei, in- tegritatis atque industriae , quae de huiusmodi grauaminibus , oppressionibus , liomicidiis ac damnis , omnibusque eorum circumstanliis , diligenter , secreto tamen, ac tpiasi aliud agendo, inquirat, ad loca ilia destinare , ac denique de iis , quae ex personae islius relatione cognoueritis , nos plenc , addito etiam voto uestro , cdocere uelitis, in quibus offitium nobis apprime gratum, Caesarca nostra benignitate per occasionem recognoscendum facturi estis. Datum Pragae die H mensis octobris anno 1586. Rudolpbus. sag IV.0 47. Rudolphus SeeunduS , diuiiia fauente dementia rlectits Ro>na:i<>rum Imperator, temper Augustus etc. Nobili nostra et Imperii Sacri jUMi dUeelo NicolaO Carrelto ex Marehtonibus Sauonae Comiti Millesimi el Cingu. Nobilis, fnlclis dilecte. Ex incluso his libcllo supplici, noliis pro parte nobilis nostri et Sacri Imperii fidelis dilecti , Delphini Titioni . Comitis Deoianae por- recto , nee non scripturis cidem annexU, uberiufl intelliges , quid tile ralione coniugis suae l>i lis fidelis dilecte. Accepimus literas tuas tertia mensis aprilis proxime praeteriti ad nos datas: atque ex iis benigne intelleximus, nihil tibi prius atque anliquius esse, quam noslris mandatis promptissimam humillimamque obedien- tiam, illustrissimo vero Sabaudiae Duci, etc. consangnineo affmi et principi no- stro charissimo earn quam par est obscrvanliam praestare. Quod quidem ut no- bis cognitu iucundum exlitit, tequc maximc decet, ita te ul in ea menle per- severes, neque ab ea te ulla paclo divelli patiaris, benigne admonitum volumus. Ceterum ad eas diflerentias, quae tibi cum quibusdam civibus Vcrcellcnsibus tarn ratione bonorum ipsis per te ablatorum, qxtam alijs de causis intercedunt, dcqne qutbus non modo in praedictis Uteris tuis, sed supplici etiam quodam lihcllo nobis tuo nomine porrccto, agitur, quod atlinct, nos sane cas reverendis magnificis nobilibus spectabilibus doctis devotis noslris el imperii sacri fidelibus dileclis N. pracsidenli magno caneellario et consdiariis Senatus Mediolanensis, cum omnibus carumdem circumstantiis annexis connexis ac qnomodolibet de- pcndenlihus benigne commisimus atque delegavimus. Quos, cum utrique parti brcvem atque cxpeditam iustitiam aeqna lance administraturos non dubitemus. idcirco ad eosdem te benigne remittimus. ■8i ( GbgnM vero .C pro* ,i, ,„s ,„, facinorosos homines, ,,m no,,mM pro l.,i ter- mor,, delens.one an.ehae ,■,,,,,„,,, an, in ,,„„„„„, ,,,,,„,„.,„„ ^ „,. amen „l ah ,lhs. ,,„,„•„„„,„, ,„ .Ojbwiul ,„,,,,m„ poatbac reoipiandi. tihi em,,,,., ,.,,,,, is ,,mMS ,,„;,„„„, n(ls|i.m|i 1|1(,Viii|i1iis b u nortamur «i ubanua. I'os.rcmo, M quae de moneta „o„ satis proba in tua toonttari. oflicina tuo- que nom.ne cusa, pro ,ui excusationc in medium affers, hoc aquWen, tempore 7 0C° ".'"". ""s; 1~"u,h,s .il,i p.ocessuum quorumdam adrenZ te Ufa .lo re .natuutonun «emph, bemgue ,ibi express,, ,„, mndairtea, ut a,l eoa quampriraum d.sertc opeoifioequo respondeat Insupcr etiam privilegium , ouiui rigora wdendaa monaUa autboritatem tibi sunns, ,n for.ua probante nobis sine mora transmit*. , quo nos super eo puneto benigne resolvere, atque id, quod aequitati eonsentan, mm rfdebitur, eons.ituerc poss.mus. In ,p10 fae.urus es rem cum tua in nos fide digram, lum Vcro be- mgnam cxpressam omnimodamque roluntateta nostram. De reliquo, Caesaream gratiam nostram tibi benigne deferimus Dat. ,n arce nostra Regia Pragae, die octava mensis mau, anno Domini mil- les.mo qmngentesimo octuagesimo nono, regnorum nostrorum, IWmani decimo- quarto, Hunganci deeimoseptimo, at Bohc.nici itidem deeimuquarto. Rudolpbus. N.° 50. Rudolphus secundus, diuina fauente elemcli,, rlectus flseaajSMraaa Imperalor semper Augustus etc, Nobilis lidelis dilecte. Ex Uteris tuis , vigesima seeunda proxime praetent mcns.s august, ad nos datis , benigne intelleximus , quibus fere argument ac ratlOlriblM no., modo de monetis falsis in ollieina monelaria Decianae eusis H exeusare et purgare atque attestations ea de causa eontra te sumptas, libiquc per nos communicatas , in pOnctia tibi adve.santibus conlnla.e. adeoqoe inno- centiam tua.,, oalendere, reran etiau. ius monetae cudendae tibi ac maioribus tn.s, .am inde a prima Deeinnae in cmnitatnn, ereelione, compctiisse atque in usu fuisse, et adhuc esse , deducere pnbareqne humilher conaris. lis vero omnibus, hoe quidem tempore, sno loco relictis cum non tollatur. monetae, quae in tua ilia officina cuduntur , quasque tu einsden, U.nitatis et llgae cum Sabaudiae et Monlisle, rati due...., monetis auhn.as, non DBgBJ valoris esse; qnin etiam monetas nonnullas, lieet parvas, Uau BUMS, lequc. ut as- seris, inscio , per quosdam tuos ofliciales excusas fuisse. Nm Mne M serio a> [>nss,q„e nobis ndmonendum cnhnrlandumque duximus. p,„„| lenore pracsen- lium admone.nus atque hortamur, ut officina.n tuam monelaria,.,. in pattern a3a ministris rci peritis ct bonis viris eidem praclYclis , ita insliluas, omnkque tarn probe administrari euros, ne quid in ilia commiltatur quod praediclis Sa- baudiae et Moniisl'eiWi ducibua iustam oonquerendi occasionem praebene posait. Id enim si te negligere , iiistasque desuper querelas a quopiam ad noa deierri oontigerit, oomittere non poierimus quin eas omnino ratioues ineamus, quae iusiit'uu- atque aequitati oonsentaneae fore et opportunum bis malis remedium allaturae videbuntur. De cetera libi Caesaream gratiam nosiram benigne defe- rentea. 1> ii ii in in arce nostra Regia Pragae, die duodecima mensis octobris, anno Domini millesimo quingentesimo octuagesimo nono. Regnorum nostrorum, Ro- mani docimoquinlo, Ilungariei ilecimo octavo et Boliomici ilidem decimoquinto. Rudolpbus. N.° 51. Sacra Caesarea Matestas Benignis Maiestatis vestrae resolutionibus super suplicalis meis factis, primo de rcscribendo domino Gubernatori Mediolani, ne me in posterum molestet,nec non et de iniungendo Antonio Blandralae, Iacobo Pagella, et Nioolao Tizono, asser- tis contuloribus, ul intra terminum trium mensium, coram Maiestatc vestra exhi- beant originate Comitis Delphini fratris mei defuncli testamenlum, ac lutelae conlirmationem petant, ct alia faciant ut in dictis resolutionibus de Maiestatis vestrae benigno iusu mihi communicatis continetur, obsequentcr acquiescere , si l.amen Maiestatis vestrae pupilli , et meis iuribus plene preuisum remaneret. Scd cum dicto D. Gubernatori, ct aliis suis succcssoribus liber remaneat cam- pus caslrum , et comitatum iam dictum magis usurpandi ; dictis uero contuto- ribus bona pupilli abulendi, me, et fratrem Aulum Andoatium conlutores per- sequendi , et ex dictis castro, et comitatu, ac bonis nostris eiiciendi, et a con- tutela excludendi , sic confisus in Maiestatis vestrae dementia, que deuolissi- morum vassalorum suorum oppressorum preces numquam recusare solet. Scquentia pro modum bumilis aduertentiae replic ire deereui. Super quibus omni qua pos- sum bumilitale Maieslatem veslram exoro dignctur spelialem ac seriam suam facere resolutionem. Et primo Maiestas vestra elementer aduertcre dignctur. Non tanlum D. Gu- bernatori scribendas esse dictas literas , sed quoquc nccessariuni esse , quod omnia per ipsum D. Gubernatorem in dictis comitatu el castro attentate specia- liter cassenlur, et annulentur, praeserlim (|ue castri occupationem , et mililum in eo factam intrusionem respiciunl. Non enim iure, maxima sine Maiestate vestra tam- quam feudi domino Licentia, ciusmodi allentari polcranl, nee sub dicti iuramenti mililaris praelextu, quod defuncti personam lanluin, non autem succcssorum et a33 multo minus caslrum ct comil;.tum nmplectabas, ct prnpicrea me in postcrum attcntata isla in consegucntiam trahalur prout pi -orul.lnl.io | dloto l>. Guhcma- tore, et suis succcssoril.us trahentur, si speculRer Don caaaaiwetur « annula- rentur, sic in primis .1 in spclic eassamla. el annulanda sunt, ac eidcm I). Gu- bernatori quoquc resciibendum , nc tie cctcro in romiiatu M castro iam dirt's Be intromitat. Quo aero a pracfatos tres asscrtos contutorcs attinci humiliter quoque rOpHco, illos nullo modo conlirmandos, nee noeandos ad aulam s.-.l penitus pro \b,i. - statis vestrac, |>upilli, et meo inlercssc tamquam illr»itimos et tUapseUM M 4 tamquam proprium filium diligo , ct in cuius personam domus mcac propaga- tionem sumraopere dcsidero, in dilapidationc prcmissa nullum impedimentum illis afferre possim. Ouare attentis predietis ct aliis Maicstati vestrae ante exibitis, cnixc Maicsta- tcm vestram exoro dignetur talent facere prouisioncm, qua comitalus ct castruni in Maicstatis vcslrac dcuotione ct bona pupilli salua conscruari possint. Ego ucro ct Grater tamque testamentary tutorcs ct proximiores ac Icgaliorcs lulclam banc sine ullo dicti Blandralae impcdimcnlo cxcrcerc, iustitiam admi- nislrare, et in dicto comitatu ct castro proul antea babitare , fructusque ct pro- uentus noslros libcrc cxigerc ualcamus, pa rati ea facere el prestare, que ad ueros et legates ttttores et fidelissimos Maieslatis vestrae uassalos decent, ct alia omnia quae Maiestate vestra clementer mandare dignetur. S. C. M. V. Dcuolissimus senilis ct vassalus Comes Franciscus Ticio de Dcsana. IV." S2. Rudolnhus secitndus diuina fauenle dementia electtis Romanorum imperalor, semper augustiis. Nobilis dcuota nobis grata. Cum intelligamus gravies ac perniciosas a tempore mortis Delphini Titioni Comitis Dccianae mariti tui, circa tutelam ct curatclam pupilli Comitis Anlonii Mariae subortas esse contentiones , cupiamusque nos, tamquam supremus tutor ac feudi dominus turn dicti pupilli , turn comitatus islius Dccianae rebus quam optime consuli. Idcirco ad tollendas omnes hac in re dissensionum materias maioraque scandala praecauenda , nos eo superindc benigne resoluimus. Quod nimirum tibi tamquam matri pupilli pracdicti, donee in statu viduali pcrmanseris , memorata tutcla et curalcla ac una cum filio usu- fructus bonorum vigore testament! relinqui debeat. In eadem vero tutela ac curalela tibi nobiles nostros ac sacri imperii fideles dilectos Franciscum et Aulum Andoatium Titiones fratres Dccianae Coinites solos uti proximiores defuncli mariti tui agnatos ( aliis contutoribus el cuialoribus icmotis ) adiungendos, iisdemque bonorum ctiam administrationem demandan- dam decrcvimus, sub caulionc lamen ac ea insupcr conditione quod tibi et pro- prinquioribus tuis consanguineis de redditibus cxactam annualim rationem tc- ncatur. Quin etiam ipsi Francisco tauquam seniori Comiti in specie castri et comitatus Decianae gubernium iurisdictionisque exercilium annuo cum salario committendum duximus. Ideoque nobili nostro ct sacri imperii fideli dileeto loanni Baptistae de Carreto ex marcbionibus Sauonae comiti Millesimi et Cingii , in mandatis dedimus , ut tamquam Cacsareus nostcr commissarius, banc reso- a35 lutioncm noslram quanto citius exequatur. Dc quibus quidem omnibus ct prac- sentibus clementer eommonefacerc voluimus turn vero tibi expressc mandamus ut buiusmoili provisioni nostrae acquiescas ac obscquenter pareas executura hoc loci benignam ac omnimodam voluntateiu nostram. Datum in arce nostra Regia Pragae die vigesima scxta mensis marlii anno Domini millesimo (iiiingentcsimo nonagesiraonono, regnorum nostrorum Roniani vigesimoquarto, Hungarici vige- simoseplimo , Robemici itideui xxiiij. Rudolplius. N.° 53. Riulolplms II divina favenle dementia eleelus Ronianontm Imperator semper Augustus Xobili, devotae, nobis ijralae. Carnitine lilandralae Titionae Comitissae Decianae viduae. Nobilis devota, nobis grata. Cognovimus ex quae nobis non ita pridem lam de obitu quondam nobilis nostri, et imperii sacri fidelis dilecli Francisci Titioni • oiii'ilis Decianae aliisque surrogandis tibiquc adiungendis demortuorum loco tuto- ribus ac curatoribus , quam de investiture tibi nomine filii Anlonii Mariac adhuc pupilli conccdenda humiliter rogasti. Nolumus autem te latere varia nobis similiter cum ab aliis practensis agnatis propter res quasdam e castro Decianae per te abductas, turn ab ipsa etiam com- munitale, hominibus, ac subditis illius ( ut qui praetermodum , el consuetudi- nem anliquam novis imposilionibus ac aliis insolitis indebite graventur) demisse suppliciiri , et propter imminens buic feudo periculum ne aliquae forte istic turbae dentur, aut maior inde offensa aut incommoda sequantur officium nostrum ac auctoritatcm cacsaream implorari. Quae cum talia sint ut priusquam nos ad petitioncm tuam resolvamus, aut quid certi slatuamus, quod pro rei qualilate opporlunum esse videatur maiortm itidagationcm, ac considerationcm adhibenda duximus. Interim vero te bortamur, libique serio iniuugimus, ut non taiilura pecunias, sup|ielletilem argenteam, et si quid aliud per te uuper ablatum sit, in castrum Decianae referas ac restituas. Sed et communitatem ipsam bomines ac subditos illius vel per te vel per ministros tuos, ultra id quod ex antiquo facerc et prae- stare tcnentur ac obligati sunt, minime aggraves , aut niolestes, aut si quid eiusmodi forte iam actum sit, citra moram abolcas, teque Udem insuper gcras ne iusla illis de te ulteriiu COnquerendi causa praebealur, sed omnia ac singula in statu illc- ac feudo Decianae, usque ad ultcriorem resolulioncm ac ordinatio- ni-iii nosli am ]>rope diem emaiisiii-ain , salva traiiquilla ac pacata conscrventur . factura es in eo begnignam ac expressam voluntatcra noslram. Datum in arcc 336 nostra Regk Pragac, die terlia mensis iulii, anno Domini millesimo sexcentc- sinio. regiiorum nostrorum Romani xxv, Hungarici xxvm ct Bohemici itideni \\\ . Sig. Rmlolphus. N.° 54. Rudolphus secundus diuina fanente dementia electus Romanorum Imperator semper augustus etc. Xobili deuotae nobis gratae Carnitine Blandratae Comitissae Decianae viduae. • Nobilis deuota nobis grata. Variis de causis adducimur, ac maxime quidem ut nostrum ct sacri imperii foudum Decianae, in quo filius tuus comes Anlonius Maria pupilus, lcgilimus hacrcs et successor est, res, quae praelerea illius om- nes in Into collocenlur , et saluac sint ; pupilus insuper ct communitas Decianae pacatc, pacifice et quicte gubernentur, tuque commissum tibi onus tutelae ad- ministrationemque lanto facilius sustineas recteque peragas, omnino necessarium nobis visum est, alios tibi in demorluorum loco conlutores, curatores rerum- que pupillarium simul gubcrnatores et administratores adiungere. Elegimus ita- que prac caeleris nobiles etiam nostros et imperii sacri fideles dilectos Marcum Antonium Spinulam et Hieronymum Adurnum de quorum fide prudentia inque rebus agendis dexterilate multum confidimus ; borlamur aulem tibique iniungi- mus, ut omissis aliis consiliariis, eorum tantum, qui a nobis tibi nunc adiuncli sunt ductui consilio et auxilio conuenienter te accommodes , inque iis rebus quae maioris momenti sunt, et vel ipsum pupilum, statum et gubernationem , eommunitatcmque, vcl subditos Decianae conccrnunt, sine istorum adiunctorum contutorum scitu et consilio nihil agas aut suscipias, quemadmodum et ipsi si mentem voluntatcmque tibi nostram sunt dcclaraturi , cui alias benigne cupimus. Datum in arce nostra Rcgia Pragae, die sexta mensis scptembris, anno Domini millesimo, sexcentesimo primo. Regnorum nostrorum, Romani vigesimo sexto, Hungarici vigesimo nono , et Bohemici itidem vigesimo sexto. Rudolphus. N.° 5S. Matthias diuina fauente dementia electus Romanorum Imperator semper Augustus etc. IVobili nostro et Sacri Imperii fideli. dileelo Antonio Mariac Comiti Decianae. Nobilis fidelis dilectc. Etsi non dubitamus le pro ea fide ct deuotione qua nobis sacroquc Romano Imperio obstrictus cs, quamque praeclaro cxcmplo ct «%* constant, „,, to eomitatus beeianJ,e feudo aducus variorum — i*rj ; -'— * ium -zjszzir (d n J** ' ""' •** <"*"— — mmm ,.«,.,. l,,i onion 1 , **T """7 '"'"l— •' 'I-.,,-. .-, s„io amboriu,,,,, ,,.,,,„ , parte ,„terpo,,„da„, du.inu.s. I,, ,„,, benigna „„,, ,, ^JJ J rel.qu.s nostns .en,,. ,„,,,,,,! bdelibus vasallis, turn „,., ,„:ix ,„ , / per aetal.s unl^Ui.a,,™ |p, ., Sllllllil(11. , ,.,.,. „ |J --.-esse non possunt, ***/*« consul,,,,,, ,,,,,; ,,.,. M . d.slnue ,„l„ben,us, ne qu„,p,a„, i„ ,<■ ;„.,licto Decianae Bomhtu „ ,,,,,, ,, „ ."- -ns.LoU.nen,, lib***. ,, rHudegia. quae a nobis „,,is .,,, ^ "'!•-> reoogno^mu, mill8iri „,, in,U)U;iI,, imo ne „.aclilI, , om ~ praes,,,,, ,, evp.esso conscnsu nostro sinaSi (Iucmadmodum rJ ' 2J que taper,, ,ur, tote in loci* praedeeessorum nostrorum excmplo sarta „.,,, conscru.u, on,„,no volumus, ift si quid for.c iussioni huic nostrae contrariu, ,uc ,a,n antea ,„„, vieinos armorum s.repiu.s quoeunqne mode „,l pra,t,xtu ct .nva.dum declaramus, poenamque factiosis istiusmodi consiliorum nuthorib.K affigendam nob,s reseruamus. Ouam po.ro „ti te euilaturum mandatoque 2 nostro prompte morem gesturum eonfidimus. ft, auxilium, sicubi neeessitas re quimt, et grat.am tibi nostram Caesaream benigne elementerque offerimus Da turn ,„ arcc nostra Lincii die sexta mensis iunii, anno Domini millesimo sex- centes.mo decmo quarto. Regnorum nostromm Roman! secundo , Hungarici sexto, Bohemia vero quarto. Maltliias. JY.° SG. Ferdinand* sean,dus diuina fnueute tk * elech.s Romanonon tt+rator semper Akgtutm eic. lUustr! nostra el Meri imp** fidrli di'helo loanni Andrew ab Aurin Laudi 1, -inapt MApK , Mmxkbni T„rrili<,e et S. Stepl,a,,i lalli A„au,i. Carissimo per Itah'um comwissarm qnirrali. Ulustris fidelis dilecte. Ex adiuncto libelli supplicis exemplo intelliges , qua rat.one apud nos nobilis nosier et imperii saeri (idelis dileelus An.onius Maria l.t.o comes Dccanae, se tam in transactione cum subdilis .li.ti fe„di q„am pos,t,one ratiomim adminis.rationis tutelaris, laesum ae grauatum eonqueratur atque hmc quid ab illo rogemur. f.upie,,,,, igitw supplioan.i i„ „,„„,,„■ rM,^ de conuenienti ius.itiae rcmedio prouidere, benigne tibi commi.timus „t eaplis a38 ox iustitiae praescripto suflicicntibns in forma lionibus , de statu utriusquc causae nos quamprimum informes, ct quae de qualibct canim tua sit opinio edoceas. Faclurus in boo benignam nostram voluntatcm, cui de caetero gratiam noslram oaesaroam integrant consoruamus. Datum in ciuitalc nostra Viennac die quinta moans augusli, anno Domini millosimo sexcentesimo trigesimo quarto, regnorum nostrorum , Uomani decimo quinlo, Hungarici docimo scptimo, Dobomici voro docimo octauo. Ferdinandus. N.° 57. II Duca di Savoia Prendre di Piemonte Re di Cipro. Sovra le rappresentazioni fatteci dal marcbese di Rodi dclle frodi commosse da Antonio Mottet, Bellavace, c li fratelli Moya tutti stranicri de' Stati nostri, suoi zeecanti di Dosana, nclla ballitura delle monete conccssale, e conlraven- zione de' prcdotti alle capitulazioni con loro scguite in prcgiudicio d'esso Mar- chose , e di sua riputazione per quel fatto, ne vicne ora il medesimo a ricever molestie dalli Ministri di Milano, e fattoci sapere siansi rifugiati no' nostri Stati, le permetliamo percio di potcr quelli far captivare dovunque si ritroveranno luoii pcrd dc' luogbi sacri, c captivi farli condur nellc career! de' nostri Stati ebe le pareranno potranno esser piu sicure, se cosl eleggera. A qual effetto le ooncediamo il territorio, mandando intanto a tutti li governatori comandanti referendari prefelti giudici e loro luogotencnti di darle ogni assistenza ovc ne venissero richiesti aceid possa farli castigare, e seguire tutti quei atti che di giuslizia saranno opportuni. Tanto dunque eseguirele. Che tal e nostra mentc. Carlo Emanuele. M.° 58. Leopoldus Divina favente dementia electus Romaiiorum Imperator semper Augustus, ac Germaniae , Hungariae , Bohemiae, Dalmatiae , Croatiae, Sclavoniae Rex .lrchidttx Austriae , Dux Burgundiae, Stgriae, Carinthiae, Camiolae, et Ifirttembergae, Comes Tgrolis. N.N. omnibus et singulis, qui, post obitum quondam Caroli Iosephi Fran- oisci Delpbini Tilioni Comitis Decianae, ad successionem in feodum nostrum et comilatum Impciialem Decianae practendunt aul praetendere quomodolibct p .i(|i^ ^ m - +mm ln,,,,,;,al, nostra Cancc.laria ass„,a,is «fr ,,,,,,,,„. ,,„,„ ,,, seu com.tatu, Dcc.anac aut cms possessor! bus vasallis privileghun C ,ndi ,„„- nctam aurean, v,l a,K,„.,an. aut aurean, maiorcm, ...in,,,,,,,,,, co„„ss„„, ,,- lr.balua.Te esse ve. faisse : prout aec alti.nus ,i„s , ««, ,llm „„„,;,„,„ eiuBdem ad aeta mandatario anno «perioM millesin.o seieentesimo septaaw, s.mo quarto ex coasilio nostro Imperiali aulico repeti.is ,1,,,,,;, i„i ,„,„ ^e. «t de allegata .. se monctandi iure vel privileSio do,,,,,. „„M„(„|, llui„luam baetenus produxcrit, aut prodaeere potaerit: notorium tame,, si,, ,„„,„„,,,„„ ult.mum d.ct, feud. Decianac possessore™ vasallum nostrum, quondam Comi.em Carolan. losepbum Franciscum Dclpbinum Titionam dictum monetandi ius a„„„ ofl.c.nam .n loeo Decianae cxcrcuissc ,t ..surpass,, qaanadmoAua nan s,,!,,,,, hoc acta reccnt.ora interquc carter, instrument.™ loeationis officinae monetariae •ater d.ctam Comitcm et Antoaiam Moilctum anno, superiore millesimo sexen- eentes.mo Beptaagesimo tertio initac sa.is demonstrent; sed d commissio nostra (.aesarea a,l mqu.rendum super moaclae in hoc loco cusae lalsi.at, emanaU .psequo desuper formatas processus consilio nostro Imperiali aulico t.ansn.issus e.usmod. smt, ex quibus affalim appareat, feudum hoc Decianae M duplici turn .ur.s perperam m eo usurpati et contra sacras Imperii constitutions .locali quam monetae ctiam adulteratac, duplicique adeo lacsae Maies.atis crin.be ad (.ameram nostram seu f.scum imperialem esse devolulum: bumillime supplieando Ut dlud pro tab dcclarare, insupcrquc omnes et singulos qui post sacpiusdicti ull.m. vasall. Caroli Iosepbi Francisci Dclpbini Titioni novissime subsccatan. mortem, .us quoddam ad memoratum Decianac feudum praetenderc posscnt tarn spec.ahter qnam in eventum etiam cdictalitcr ad videudun. se omni ems- mod, .ore cec.disse, ex officio atque aulboritate nostra Caesarea citarc dignaremur. Cu. aequ.ss.mae ac in iure fundatae implorationi cum pro iuris supcrioritatisqac ac regal.um etiam Maieslatis nostrae vindicationc atque conservatione eatcnus annuendum censuerimus, specialiter quidem eos citavimus, qui suas ad dictum feudum et comitatum praetensioncs iuraquc ad consilium nostrum Imperial, aul.cum iam deduxerunt- hiscc vcro etiam omnes singulosque qui iuris aut praetens.on.s quidquam ad eiusdem feudi successionem sibi competere quoquo IBodo existimant, edictaliter citamus et vocamus. ut intra Ira menses proximo* a die ed.ctalis huiusce citationis nostrae cum in ipso Decianae feudo, turn abis duobus vicinis et commodis locis publicc, ut et in valvis consilii nortri Impe- r.al.s aulici affixae continuo numerandos, quorum primum pro primo, allen.m pro sccundo ac tertium pro ultimo et peremptorio tcrmino illis piaefigimua, vel si dies ultimus iuridicus non essct ad proximum seq,.,,,,,,,, in aula nostra' Caesarea ubicumque locorum ca fuerit coram nobis vel consilio nostro Imperiale oul.co per se ipsos vel per legitimos procuratorcs sufficicntc mandato instn.ctos a 4° compareant , ad vidcndum ct auilicndum dcclarari saepius diclum Decianac feu- duin ob allegatas causas ipso facto ad Cameram scu (iscmn nostrum imperialern devolutum alque adeo cidcm incorpnrandum esse simulquc pronunciari, quem- cunquc .ili ii in omni praclenso ad illud iure cccidisse, vcl ad opponendura ra- tioncs legilimas ct in iure fundatas quarc ila declarari pronunciariqiic non de- heal; nam sive sic comparuerint sivc non, nos nihilomimis ad dcclaralionciu pronuneiationemve huiusmodi albque omnia prout inris ratio poslulabit, proce- demus, absentia corum vcl contnmacia non obstante do quo univcrsis el singulis constare voluimus per pracsentes manu nostra subscriplas et sigilli nostri Cae- sarci appressionc munitas (piae dabantur in civitate nostra Vienna die vigesima tertia mensis iunii anno Domini millesimo sexecntesimo sepluagesimo sexto, Regnorum nostrorum Romani decimo octavo, Hungarici vigesimo primo, Bohe- mici vero vigesimo. Leopoldus. Ad mandatum Sacrae Caesareae Maieslalis pro- prium. Christoph. Beiier. N.° 59. Sacra Caesarea Maieslas Domin\is nostcr clementissimus, visis in consilio suo lmperiali aulico, el mature perpensis iis, quae in causa citationis fiscalis contra omncs , et singulos, qui post obitnm quondam Caroli Iosephi Francisci Delphini Titioni Comitis Decianae ad succcssionem in feudum, ac comitatum Imperialern Decianae quomodolibet ius babent , aut habere possunt ad videndum se propter ius monetandi , ut pretendebatur pcrperam, in eo usurpatum, atque clocatum, nee non monetam adulteratam in eo ensam omni iure cecidisse 23 iunii anni superioris 1676 emanatae hinc inde producta, atque deducta fuerunl, benignissimc decernit atque declarat citatos a dicta citatione , atque impetilione fiscali omnino esse liberandos, atque absolvendos, proul adeo eos bisce clementer absolvit ac liberat. Pronunciatum in consilio lmperiali aulico 11 iulii 1679. Concordat haec copia cum registratura lmperiali aulica, id, quod bisce attestor. Viennae 5J augusti 1679. Ludov. Vloslorff Cancellariac Imperialis aulicae latine Registrator. Stiffiy VcK Sfirr /i'i'/iSoi/ ,*'rrt 11 Tom. IV. /,.-. i W////S/r ■Ji-fJo /S'JrJ'Yfi' 2- */'l'\ Vart ~ T~V. -1 - I" -' J J* f /r>tv: I \ 7«L.iii M'faras cu & •", Sis. f ossr/?//' &/*L£i ^ l-SSt r '/ffC.t/OH- mi .'". ■■•. J • - HTSn IV T... \\ ■■■i tJSr t^ r->> 1f\ ■ "V. Srirfti- Mor. Star. »JPI£to&a. Strir [I. An-. Mr. 7^^. v: . K'/,;.', 4 J// < /e/f/-*r ••'Wi^-H * wl a Jfx /3 JO JSk Jl .',-. fm Sfi«**%f Mor St{ *t>a .*'rrr< II Tim IV 71.. \ I ' {;'/*■>;/ . //rf/vrr J7 CR (ft 18 A 2Z Ch JS Z' ' rrsff &*4*O0M* W- a/ji SOMHARIO PROEMiO : autori che rccano moncte
  • 47 IXTOUXO AL TIPO ORDIXAMO DKLLIi ANTICHE MONETE LIBRALI ROMANE DISSERTYZIOM DEL PROFESSORE PIER VITTORIO ALDIM Letta mil' ailunanza del 9 tlicembre 1841. xxbbiamo falto alcun ccnuo nella precetlcnte memoria (Serie II, Tom. Ill , pag. 199) del modo con cui a principio venne simbolicamente lafligurata la citta di Roma sullc antichissime sue monelc di bronzo, secondo che in allora adoperavasi dalle circonvicine cilia latine ed etrusche, e si praticb in apprcsso dalle altre di Grecia e d'ltalia , priache si osasse di rappresentare le citta stesse sotto umane sembianze. II costume di personificare i paesi, le citta e i popoli lo troviamo soltanto all'epoca in che a Roma fu coniata la prima moncta di argento; in allora al puro simbolo venne sostituila l'umana figura allegorica, e Roma comparve sullc moncle in aspetto di guerricra con elmo alato al pari di una dea; e talc la riconobbero i piimi nummografi, parlicolarmentc dietro rautoritagi*avissimadell'Orsino,per noi citata nclla suddetta memoria. Se non clie nn grandc maestro in numis- malica de'nostri giorni tento di dare allra significazionc a quclla testa delle romanc monete di ai-gento, e trasse scco ancbc i piii dotli ed accorti l'ra i modern!; al cpialc, spinli dall'amore dclla vcriti, noi ci siamo fatio coraggio di contraddire , c di richiamare Del dovuto onore la prima sentenza. ■_> jS DISSERTAZIONE IN'TORXO AL J'11'0 OHDINAIUO ECC. L'uso ili s'unboleggiare le citla con un segno particolare c .diacrilico I'u adottato da' Romani fin da principio snlle monete pesanti di ramc, eioe SUgli assi c sullc sue parti e composti; chc sebbene in appresso venissero diminuili ncl peso, conservarono lo stesso tipo, fino al cessare della repubbUca: da una parte la testa di una deita dilferente in ciascun peso di valor divcrso; dall'altra una prora di nave, s'unbolo di Roma, che Stava in luogo del nome scrilto, e chc indicava la citta chc l'avea latta Eabbricare. La qual cosa volendo noi dimostrare nella suddetta memoria , eravamo cntrati ncl discorso di quelle monete in gcnci'ale, c ad esporre alcune noslre osservazioni ed opinion! suH'argomenlo. Dopo perb scritte, e prima di produrle alia luce e comparsa la bell'Opera de' chiarissimi pp. Marchi e Tessieri della compagnia di Gesti, portante il titolo di Acs grave del museo Kircheriano , nella epiale si tralta pro- londamcntc cpiella singolare condizione di antichissima pecunia propria alia nostra Italia, sc nc discorre l'originc, l'cta, la durata, la signilica- zione de'tipi, ed in particolar modo la patria di ciascheduna; divi- dendo qucsta classe di antiche medaglie secondo il sistenia geografico e cronologico gia in pratica per tutte le altre spettanti allc altre regioni: imprese in generate disparate finora per lo stesso Eckel, nonche per tutti i^li altri nummograli, ancorche nel particolare si fosse determinata la jiatria di non poche anchc fra le anepigi'ali. Alia qual opei'a de'due •lottissimi Gesuiti ineritamente hanno fatto plauso, e si sono generahncnte mostrali gratissiini i dotti, ed in particolar modo i cultori di qnesti dileltevoli studi: c ne hanno l-cso esatto conto i chiarissimi Raoul-Rochette in vari articoli del Journal des savants di Parigi (Janv. et seq. i84')> professore Cavedoni nel Giornale scientifico di Modena, professore Betti , e Visconti nell'Arcadico di Roma, Avellino in quello di Napoli, e nuilii altri in opere periodiche , o in altre ultimamente pubblicate. Alcuni de' quali hanno pienamente aderito alle ragioni ed alle congetturc (irodotle dagli esimii autori , specialmente rispetto al tempo in che ebbero prin- cipio e corso quelle singolari monete; altri pero vi si sono opposti cal- (lainenle, sostenendo l'opinione del celebre ab. Lanzi, in oggi quasi gc- [ifiahiiente adollata, per cui non si vuole accordargli un'antichita mag- giore del iv sccolo di Roma. In quanto a noi abbiamo trovata l'opera commendevolissima, anchc dove si producono nuove ed ardite congetture, pcrocche somministra grandi materiali alia scienza , ed apre un piu vasto e libero campo alia ricerca del vero. Solamcntc avremmo desidcrato, che DEI. PROF. PIER VITTORIO AI.DIM. 2^,. i dotlissimi autori , meglio confidando nelle loro forzc , non si fosscro ristretti alia sola raccolta esisteute ml iuumo della cclebre loro casa religiosa, per quanta esser potta copioso in questa parte, ma avessero dirctte lc loro faticlie alTargomento generals ddl". •/<•.»• grave} ed invcce di una museografla , ne avesscro falto dono della compiuta trallazione di questo imporlautissiino ramo dclla scicnza iiiininiaria : Inulo pin che questa rispeltosa nostra riflessione, ncl falto non cade quasi che sul sempliee titolo. Che perb in allora ne avrebbero daio alcnn cenno dclla condizione in che Uovavasi questa parte dclla scicnza, prima della ino- duzione della loro opera, ne ad alcuno sarebbe venuto in mente di largli lode coll'asserire, che tutte le mdhete deU'aef grave venivano classificatc generalmente fra lc roniane. Cosl non avrcbbero essi lascialo indietro un buon nuraero di tipi importanti, e gia noti; ed avrcmmo Bpecialmente ainato di sentire il saggio loro avviso intorno alle inonete di uguale na- tura trovate alcuni anni sono ncll'antica Elliopoli vicino ad Odessa, ed esistenti nel gabinetto del sig. consigliere di Stalo dc Blaremberg ( Paris 1822) portanti le lettere APIX, che sebbcnc riuvcnute cosi di lontano, potrebbero per avventura derivare dalla patria comune a retati , siccomc dipendenti da lingue in oggi perdule, e forsc da dialetli locali, o per appartenerc a pojioTi e citla, ile , che la cilia degli Ekrai fosse es|)rcssa dal cavallo, quclla de' Rulidi dalla ruola; c le palme ili nuuio, die gli aniichi di- cevano vola , significasse una cilia ctrusca , che per teslimoiiianza di Plinio portava coteslo nome. Solanicnle lo studio perlinace nellc antichc lingue italiche ne potra soinmiuislrare con ccrtezza qualcun altro; ma per la maggior parte debb'esscre sumcicnte argomento l'analogia e I'nso universale. Le quali ragioni ci hanno iudolti nclla ferma pcrsuasione, che presso i latini o gli ctruschi, od in qnalsivoglia altro linguaggio, povcro cerla- mente ed infornic , die parlavauo i Roniani ne ' primordii della loro citta, il nome di lei fosse unissono a quello di una prora di nave ; e la parola Roma o Rama significasse 1'una c 1' altra cosa; sieclie per iscrivere o piuttosto per rafl'igurare la parola Roma, dipingessero la parte anteriore di una nave. E quale altro motivo avrebbe potato indurre i Rouoani ad cleggerla iter loro stemma, e rappresentazione della loro citta, fuori della consonan/.a della parola? Non certanienle per fame nnWlwgoria del loro commercio, e della perizia neH'arte del navigarc ; perocclic all'cpoca in cui adottarono quel segno non erano ancor giunti fino al mare col loro dominio, ne la uavigazione del Tcverc polcva dare graude cslensione ai loro iraflidii ; ne la popolazione soinminislrava tale avanzo da occu- parsi in qndla iiidustria, oltrc le arti piu nccessarie dciragricoltura e ddla niilizia. La loro religione e la storia non somm'uiistrano verun plau- sibile motivo a quel shnbolo, il quale d'altronde dnveva esaere di facile intendiinento, e desunto da un uso gia invalso fra le vicine nazioni , accib che potesse indiearc abbastanza la propriela della inoneta a Roina piuttosto che ad alcun' altra cilia. Ncllodierno slato poi de' lumi e delfarle critica, sembia superfluo di 3^3 D1SSERTA7.I0NE INTORNO AL Tiro OHDINAMO ECC. eonfular seriamcntc la troppo volgarc tradizione conscrvataci da Ovidio, e ricordata poscia da Aurolio Vitlore , copiato al suo solito da Macrobio, rhe ne fa autore lo stesso Giano, la cui cfligie bifronle si vedc sull'assc romano, onde most rare la gratiludine di lui a Saturno per la visita fat- lagli per mare in Italia , e per avergli dato le prime cognizioni dell' a- gricoltura e delta arti , Era le quali anclie di fabhricar la moneta: At bona postcritas pttppim servavit in aero , Hospitis adventum teslificata Dei (Fast. 1. I.); la quale leggenda, ollre di essere evidentemente falsa e milologica, contrasla col fatto delle stesse nionele, le cpiali oltre la testa di Giauo liell'asse, portano cpielle di Giove, diJ'allade, di Ercole, c di Mercnrio nclle frazioni dell' asse medesimo , sempre accompagnate dalla pretesa nave di Saturno. Ma la pnra verita, forse non ignola ad Ovidio doltissiino , sarebbe stata troppo umile rosa , e contraria alio sropo politico, ed alia grandczza e superbia romana de' suoi giorni; di magni- ficar sempre ed al possibile, e di unire la origine della citta colle cose divine ; ut primovdia urbis augustiora fiant , siccome confessa T. Livio medesimo. Pert) i Romani, dell'epoca clie discorriamo, non si vergogna- \ano di quegli umili principii , ond' era sortita la loro citta, e d'onde derivano «eneralmente lo umane cose, per quanto splendidc e magnifi- che sieno divenutc da poi. Non fu clie per cmulazionc co' Greci, gran vantatori di nobilta di stirpc , e di origini divine, che i Romani per non rimaner da meno de' loro sudditi , preferirono lo splendore di magnifiche meu/.ogne, allc scmpliei bcllczze del vero: e non solo inventarono le fa- vole clie vollcro inneslare alia storia de'primi loro secoli, ma ne distrus- sero le memorie, e feccro causa di stato e di religione, come pure d'in- teressc private di moltc fainiglic , il sopprimcrc ogni traccia di verita. I Greci adulatori fomentarono colal debolezza ne' loro signori ; e vi tro- vavano assai bene il loro conto, poiche a pretesto di origini comuni , e di anlichissime discendenze, ottenevano i favori e i privilegi piu sogua- lati j che la Romana lU-pubblica usassc concedcre alle cilta ed a' sudditi allrati piu nenemeriti. Finalmcnte i poeti nazionali coronarono l'opera , e i versi di Knnio e di Virgilio fecero quasi prediligere la favola alia storia , anclie dalle menti piu sagge. Abbiamo delto, e se l'amor proprio non ci fa illusione, ci sembra di iver bastantcmente provato , che ne la religione, ne la storia sommini- strano atatm plausibile motivo, perche i Romani adottasscro una prora ili nave qual segno caratteristico della loro citta , fuori della consonanza DEI. PROF. PIER WTTOIUO AI.PIM. 353 del nomc. Avrebbc per ah,,, ,»,luU, ancl.e eonrnmi una cireostanza spcciale per dar motivo al nome n.cdcsimo , BOO che al modo di rap- prcsentarlo; ed e la stcssa lig.ua real,, c sen/.a n.elafora .leUa citta dl Ro.na. Perocehe a priucipio essa f» falduica.a ml montc Avcnlino , luogo forte, tutto allinlorno scosceso, e con in. o scoglio o rialzo a mez' zog.orno. Sicehc. veduta ,lal Tevere, e al ,li iunri a (Jllalel,e distanza , pOtCVfl bastanlonente rappresentare una pro.a di nave, e forse in tal inoilo essere stata pcrcio \olga.menlr deno.ninata. Le cose per noi esposle sinora suppongono ,,o , I,, no,, avnmmo osato mauilcsla.v ap.-rlamciile , senza che i chiaris.simi autori .1,11 Opera sul- VsJes grave del Kireheriano non ne avessero fatlo auimo; cioc che tali moiii-w abbiano avuto il loro e<„,m„ia..,e„lo fino dalla prima ela, e forse anche avanti lepoca, che gli storici asseguano alia nascita di Roma. Perocehe lenendoci a questa senteuza in unione a' reven mdi Marchi e Tessieri ci convien contraddire a uomini, che meritamente occupano i pnmi seggi nelle scienze delle antichita , co' quali cisia.no sempre fatti un onore di senlire finora , che la forza della persuasione non deve «•- derc al rispetto , specialmenle in cose di mera letteratura; e ci baati soltanto di addurre i motivi che ci hanno a cio persuasi. I quali molivi non li abbiamo certamente ripcluti dall'autorila , co- inunque in generale per noi sempre venerata , de' classic! scrittori, drf quali in questa circoslanza confessiamo non doversi tcner vcruu conto. Perocehe troppo deboli e incerte sono le testimonialize di Ateneo, di Kutropio, di Maerobio, di Suida c d' Isidore, scrittori tutti troppo di- stanti, e privi di ogni critica, i quali Mil londamento di auliche voci popolari, fanno inventori della moneta di bronzo e di ferro in Italia Giano e Saturno. Ugual fede per noi merita Oxidio, siccorae abbiamo ill sopra osservato, comunque per lui conosciamo la popolar t.adizione avere un'origine assai rimota. Plinio ne attribuisre I'origine a Re Servio, citando Timeo,c vergognandosi di dover mendicare le patrie notizie da greco scrittore; in appresso pero ne dichiara aulore Re >"uina , ma si londa sopra una congclt.ua piuttosto falsa che debole , cioe di essere slato per lui istituito il collcgio degli Erarii. Perocehe codesti artigiani nulla aveano che fare co' monctieri , siccome scorgesi da varic antiche lapidi , e piu manifestamente da Plutarco , il quale annovera tutti i .ollegi degli artigiani istiluiti da Numa , coll' intenzione di abolire la di- visione che sussisteva f.a cittadini in Taziani, e Romulei, ossia in Qui- 2J \ DISSF.RTAZIONF. INTORNO AI. TIPO ORDIXARIO ECC. riti e Romani ; dmsionc troppo pericolosa e conlraria al buon ord'me delle cilia. E (H sitnili collegi no nomina dodici , V ultimo do' quali si componeva degli Krarii e de' Figull : unionc die dimostra evidente- niente trattarsi di scmpliei ramai inlcsi al lavoro del ramc fuso 0 bat- Into per fame vasi c simili arucsi. Percib nc displace, clic i cliiarissimi Aniori diU\/<>.v grave del Kircheriano abbiaho voluto interpretare quella barola nel senso erroneo di I'linio , la etri autorita convongono cssi pure doverli escludere affattp da questa diseussione , e lenersi sollanlo al ra- ziocinio, cd aU'csalla osscrvazione dcgli original! monumcnli modesimi. La moncta grave di bronzn propria alia media Tl alia ci e scmbrata ill ogni Icinpo prcredere per anlicliita uella sua origiuc lulte (jiiclle di ogni allro paese ilella Grecia ov' ebbe principio la inonela di argento. Perocche qualora codesta moncta greca avesse esisiiio,c fosse gia stata ml eommercio , nou avrebbe poluto riinanor ignola a' lalini ed agli c- Irusehi , ed agli slcssi romani, i quali fin da principio ebbero con cssi grande coinunicazionc di lingua , di costnmi , di rcligione, ed ancbe di negozii. Volcndo dunque costoro introdurrc nc' proprii paesi una monela propria e nazionalo, e ccssare la troppo iiicomoda ed arbitraria contrat- tazioue col raine non contrassegnato dalla pubblica autorita, che poscia dissero aes nule : come avrebber cssi potuto mancare di seguir l'esempio di quella clic vedevano nsala da'popoli vicini .' Perche avrebbero adollalo mi metodo di monetazione cosi imperfetto, iucomodo, e disproporzionato al valore della moncta cstera, come quella di una inoneta pesante di hronzo; ancorche avesser voluto destinai'C a tal uso l'unieo met alio che. ricavavano dalle loro minicre? Sicche volendo valcrsenc cogli esteri , bi- sognava pel valore di pochc drammc dar tanti assi , clic un uomo avrebbe potuto appena portare: ed il eommercio esterno avrebbe in poco tempo spogliato il loro paese del suo rame , colanto in allora necessario agli usi dell'agricoltura, delle arti c della gucrra. L'arle stessa dimostra l'inven- zione di cpiella specie di pecunia affatto originate, e indipendenle dai conoscimento di ogni altro metodo. Non si parla per ora dcll'arte del disegno , ma soltanto della mcccanica , ossia della loro fabbricazione. L'incerlezza della forma, ora quadrata, ora ovale, pria di dclcrminarsi alia piu convenieute della piana rotonda , fa vedere la mancanza di ogni preccdente idea, e la novita dell'arte. Perocche pria di fondcre il raine hanno dovuto dividerlo, e fuso inlrodurlo separatamente entro le forme , die sembrano esser stale falte di creta sovente non raflinala, quasiohe DEL PBjOF, nr.R mttoiuo Aidim. Iiii d'allora volessero lenersi alio sparlanisino della leggr sui md.i j fa «■/«/ me polito. Emtio ,io eon ua layoro Undo ed iacerto; ondespesso Baw4»ra una grande, disugnagUanaa di pew oe'pezzi .In- dovevano rap. prcseniarc lo si.sso valo.e. Se mom el,e a voter reitamenie giudicare questa ciirostanza, mom ootpteti osservara sokanto i pochi esemplari eke si conscrvano ne'musci, c nclle raccolle degli Studiosi, sell, I, a i medio lavoraii, e die appena se w ii.,\;i „„„ fig, quattrq che originanauienie escono dalle visccre deUa terra, ove sono rimasli I'm dall el;', in che ave- vano corso. In questi si vede diiaraincnle quanlo fosse impel -fella la IpTO inanil'attura; nienlre nclla maggior parte mom vi si comoscoiio le figure, e mom rare voile vi inaneaMo all'allo; inoltre |.rolul)eranze frcquenti c colalure nc' contorni , mancanzc di una parte e siinili difetti, die oltre l'impcrfezione dcll'arte, diinostiaiio la poca com die se ne pivndevano 1 suoi artefici, solleciti appena di couservarc un qualchc peso approssi- malivo al valore che dovevauo rappresenlarc , siccomc dove\a arcadere enllVi' rude, che ad<)])cravaM da|>prinia. Si aggiugne in aleinii la raltiva mislioiie del rame col piombo, il (piale esseudosi calcinalo ha formato delle. ravila, c fatto pill incerto il peso originario. I quali in..li\i hanno seinprc persuaso, c tullavia iudueono gli abilanti ddle campagne ove trovasi codesla inercc, a guastarle ed a fonderle in l)uon dale ed ove occorra il bisogno , ne hanuo fatle oampane alle l..ro ehiese, mod sa- pendo qual uso fame lnigl'mre; dopo pcro aver sceltfi eon ogon' diligenza le poche perfelle, e conoseibili , die solo possono averc smereio presso i dilcllanli sludiosi, e Canto succede, dacche i dolli haimo posto nienlc a qucsto genere di antichila; ne ad cssi puo iinputarsi, se do troppo lardi aweuissc. II che sia delto a giuslifieazione di quella gettte da una taccia mvalsa conlro di cssa presso la comunc dei dolli ; onde lo Rtajso Eckel esolasaa, che quelle carapane risuoneraqno ae' secoli veniuri la barbaric di que' popolani (i): allorchc avrebbe piutlosto dovuto accor- gcrsi con quanta cura in que' luoghi si vadau oercande tutti gli oggetti di antichila, do' quali forse troppi se ne occupano per fame cnminercio, e per oampare la vita. Per la quale incerlczza del peso in conseguenza del catlivo lavoro, siamo d'avviso die nella inoneta librale romana, e nelle all re di agnate nalnra, mom possa cerlamentc aniinettersi la rapida dimiiiu/ione acccu- (i) D. N. v Tonu I p. 65. a56 dissehtazionk inzqhho ai. tipo ormnario rxc. nata da l'linio, dalle dodici oneie alle due; ma neppure qnella mmuta eradaunae di peso in mean , clic hauno crednto alcuni gummografi di osservare in ragione della minore loro anlirliita. Ma di scinbra die questa riduzione di peso legalmenle debba essere stala prima di unamela; tal- mente elic dal peso delle dodici oncie ibsse ridolto a sci ; poscia a cpiattro : e solainenle aU'epoca indicate del nomiiiato scritlore , ina pero per tut- t'allra ragione dcll'addntla da lui, a due sole oncic, onde fu delto assc scstantario. In seguito poi ad una, ed a mczzoncia, e sul piincipio del- I'impcro ad uu (piarto solainenle; finaltaiiloclic dalTimpexator Augusto l'u introdotio il Nummo o sesterzio di' rame del valore di quattro assi. Tutte le altre dill'erenzc di peso le crediamo accidentalij e consegueii/.e necessarie dell iniperfetlissimo melodo di fabbrii -a/.ione clie abbiamo nolato. Rispctlo al disegno di codesti nioiiiiimiili, ci reca niciaviglia con.e (jualeiuio lo abbia giudiealo buono e quasi pcrfelto; quando al contra- rio noi osserviamo primieramente , cbe in verun pozzo di questo geiuie l'arlc e slala capace di darne V intiera (igura uniana, argomcnto SUO prineipalissiino; onde a rigore la vera arte del disegno per essi non si conosce aucor nata. Per lo piu non vi sono rapprcscntati clie oggetti semplicissiuii , scrvendosi non di rado delle stesse produzioui della na- tura per ricavarne gl' iinprouti ; siccome scorgesi evidentemcnte nella conchiglia , nel talo , nella ghianda , e nel grano di orzo rivestito. Fra gli oggetti artefatti , le armi , l'ancora e siinili , non lr.ostrano che po- rerta e rozzezza non tanto dell' imitazionc quanto delle cose imitate. La nave slessa delle romane si vede fabbricata nella maniera piu grossa , e coraposta di poclie travi ; la qual forma primitiva si e ritennla sugli assi e loro parti fino al ccssare della Repubblica, allorquando erasi molto migliorata larchitcUura navale, e sulla poppa facea bella mostra MAcro- stolio, ed il Rostro , stromento di taute navali viltorie. jNIinore imper- fezione si scorge nelle figiu-e di animali , e specialmcnte nel cane che corre e nell'accovacciato, da lodati autori dichiaralo un Hirpus o lupo: ma nulla di piu infelice tpvanto il cavallo naturale e V alalo. Cib clie deve aver imposlo ed indotti alcuni a trovarvi l'arte portata ad un grado snperiore , sono alcune teste umane o divine , alcune delle quali per ve- rila souo disegnate in modo molto lodevolc , avvcguaclie la maggior parte ancbe di quesle nianifestino la solila imperizia degli artisti , spe- cialmfinte nel Giauo c nelle altre deiti indigene. Pero le teste di Giove, di Pallade e di Mercurio nel Seinisse Triente e Quadrante romano , DEL PROF. PIER VlTTOniO AI.OINI. 367 e le altre crednle di Apollo c di Yenere, piescntano assolutamcnlc un'artc avanzata. Le quali eccezioni ci sembrano dimostrarc semprc piu I igno- ranza nelle belle arti de' luoghi ovc fabbrieavasi V Acs grave: perocche gli artefici di queste poche , h impossibile die fossero quegli stessi che lavorurono le altre; e quelle sono di deita grechc ; c quindi lavoro di greci artefici. E siccome non v' ha dubbio che nella Magna Grecia le belle arti, le scienze e i civili istituli precedessero iiotabihnenle quelle delle altre due Grecic , cola certaincnte debbono aver ricorso i Latini, onde averne i modelli, i quali ottennero, sccondo i canom gia adoltati per essi; e le teste di Giove c di Pallade appariscono sulle roinanc mo- netc quali in nppresso furono cseguite nel modo piu sublime da Fidia in Atene. Ancorche in seguito copiando i greci modelli sicno stale la- vorate anchc queste pin grossamente dagli artefici locali sulle frazioui dell'asse diminuito ; quando invece avrebbe dovtito accadere il contrario, se fossero opera delle stessc loro oflicine. Nella stcssa guisa, e certanicnic per ragionc non diversa si distinguono le due teste, luna diademata at- tribuita ad Apollo ed al pacsc de' Volsci , l'altra di donna gal<'ata, co- mune al Decusse ed ai Tripondii di Roma, come jnire al Dupoudio cd all'asse de' Rutuli , secondo la dottrina de' chiarissimi Autori dell' Acs grave del Kircheriano , sebbene per ragione del peso spcttino ad eta molto inferiore. Al quale proposito non possiamo dissimulare, come quella testa fem- niinile galeata ci sembri da' suddetti autori troppo arbitrariamenle at- tribuila a Vcnere Frigia. Perocche fi-a le cento e piu Veneri che tro- viamo nominate negli antichi scrittori e ne' monumenti, non si vede giainmai distinta con quel cognome. D'altronde egli e noto, per testimo- nianza di Varrone, aU'etimologia della parola Vei\ che la deita di A e- nere fu sconosciuta a' Roman i , ed a' libri pontificali de' prima secoli, e che invocavano allri muni colic nazionali denominazioni di dea Murcia, di Bona dea, c simili, le quali in appresso dalle grcche favole furono con essa confuse. Similmente non crediamo opportuno cogli autori nie- desimi, lo immularc l'antica denominazione di Giano alia testa costanta dell'asse di Roma; e di attribuire a quella figura la significazione me- uforica della riunione de' due popoli romano e sabino, non oslanti gli escmpi di altri bifronti sulle moncte di altre citta, e rautorila