MEMORIE m DKLLA up: ALE ACCADEMIA 3 MEMORIE DELLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIEIVZE DI TOKINO MEMORIE REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO SERIE SE€0]\DA To MO V. TORINO DALLA STAMPEIIIA REALE MDCCCXLIII. IIMDICE JCileiico degli Accademici Nazionali e Stranieri .... pag. vii Mutazioni accadute nel Corpo Accademico dopo la pubblicazione del precedente Volume » xviir Doni fatti alia Reale Accademia delle Scienze di Torino dalla pub- blicazione del Volume precedente sino all 8 di ilicenibve i843 » xxi ClASSE DI SCIEXZE FISICIIE E MATEMTICHE Notizia Storica dei lavori della Classe delle Scieiize Fisichc e Ma- lemaliclie nel corso dell' anno 1842; scritta dall' Accademico Professore Giuseppe Gene, Segretario aggiunlo di essa Classe» lix Mouograpliia Nostochinearura Italicarum, addilo Speciu".ine de Rivu- lariis ; auctore Professore losepho Mekeghinio . . . . » i Monographia Lycoperdineoruni ; auctore Doctore Carolo "S'ittadinio« i 45 EKperiences sur Ics rapports cntre I'induction electromagnetique ct raction eleclrocliimi([ac, suivies de considerations sur Ics ma- chines elcctroraagneticpics; par*J.,,D. Botto n aSy Sulla cmissione di uu li([nido coloranT^; per parte dei molhisclii, e sulla causa produUrice della . siumietrica ed unifomie sua distribuzione nella superficie delle conchiglie; considcrazioni del Marchese Francesco Baldassihi « 2^3 Memoirc sur la clialeur des gaz permanens; jiar J. Plana . n 2S3 lUustrazione della Portnlaca GilUcsii correJata deH'analisi chiniica comparaliva colla Poitulaca o'.eracea : tlell'Avv. Luigi Colla » 867 o'Ooi Df\ Prioiiiii, o iloi ColooUeri nil cssi p'lii aflini; osservaziorii del Marcliese Mnssiniiliaiio Spinoi.a iiat'. 38" J i? y Osservazioni geolpgiclic sui tcrreiii ilcUc formaziotii icrziaria e ore- tacea in Pieinoiitc; del Profcssoi'c Aiigelo Sismonda . . » 4 '9 01>ser\ations sur la famillc ili's Rulacees , s«r Ic genre Corrcu , cl forinalion ilu nonvcaii genre ^rttoiitmcirc/iia; jiar TAvdcat Louis Coi-i.A ). 47'^ ELENCO DEGLl ACCADEMICI ^AZIO^AlI E STRANIERI NEL OICEMBnE MOCCCXLIII. ACCADEMICr NAZIONALI. Presidente Saluzzo, Conte Alessandro, Grande di Corona, Ministro di State, Luogotenente Generale, Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Nunziata, Cavaliere di Gran Croce decorate del Gran Cordone dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere di Gran Croce del Real Ordine Elienico del Salvatorc , Commendatore dell" Ordine Imperiale di Leopoldo d' Austria, Vice-Presidente della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria. ' Vice-Presidente Plana, Giovanni, Regio Astronomo, Professore d'Analisi nella Regia Universita, Dircttore Generale dcgli sludii nella Regia Accademia Militare, Commendatore dcU' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere e Con- sigliere dell' Ordine Civile di Savoia , Cavaliere deUa Corona Ferrea d' Austria. Tesoriere Peyron, Abate Amedco, Teologo Collegiato, Professore di Lingue Orientali nella Regia Universita, Membro della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, Cavaliere dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Laz- zaro, Cavaliere e Consigliere dell'Ordine Civile di Savoia. CLASSE DI SCIEXZE FISICHE E MATEMATlCflE Direltore AvoGADRo m Qi'AREGNA, Coiilc Aiiicdeo , Maslro Uditore nella Regia Camera de'Conti, Pi-ofessore cinerito di Fisica Sublime nella Regia Unireisila, uno dei XL della Sociela Ilaliana delle Scienze residente in Moticna, ^Icinbro della Conimissione Superiore di Stalislica, Cavaliere dell' Oidinc de' Ss. Maurizio e Lazzaro, e dell' Ordine Civile di SaVoia. Scgrelario Careka, Giacinlo, Professore di Filosofia , Meinbro della Reale Ac- cademia di Agricoltura di Torino, Cavaliere e Consigliere dcU' Ordine Civile di Savoia, Cavaliere di Croce in Ore del Ileal Ordine EUenico del Salvatore. Scgrelario Aggiunto Gene, Dotlore Giuseppe, Professore di Zoologia e Direttore del Museo Zoologico della Rogia Uiiivcrsila , uno dei XL della Societa Italiana delle Scienze residente in Modena, Mendiro della Reale Accadeiuia di Agricoltura di Torino, Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, e deir Online Civile di Savoia. ACCADEMICI RESIDEiVTI MicHEi.oTTi, Ignazio , Ispettore generale nel Corpo Reale degli Ingegneri Civili c delle Miniere , InlendeiUe generale , Direttore dei Resii i-anali, uno dei XL della Societa Italiana delle Scienze residente in Modena , Meinbro della Reale Accadeniia d'Agricollura di Torino, del Congrpsso perniancnle d'acque e slrade, e del Regio Consiglio degli Edili, Decurione della Citta di Torino, Cavaliere dell' Ordine de'Ss. Maurizio c Lazzaro. IX Plana , Giovanni , predetto. CarenA , Giacinlo , predetto. CisA Di Gresy , Cavaliere Tomaso, Professore emerito di Mecca- nica nella Regia Universilili , Cavaliere dell' Ordine del Santi Maurizio e Lazzaro. Bellingeri , Dottore Carlo Francesco , Medico della Real Corle e Casa , Membro e Cousigliere del CoUegio di Medicina nella Regia Uni- versita, Membro della Societa Medico-Chirurgica, Medico Ordinario e Cousulente dell' Ospedale Maggiore dell' Ordine Ecjuestre de' Ss. Mau- rizio e Lazzaro , Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia. AvoGADRo DI QoAREGNA, Amedeo , predetto. CoLLA, Luigi, Avvocalo Collcgiato, Meinbro della Reale Accademia di Agricoltura di Torino. MoRis, Dottore Giuseppe Giacinto, Professore di Materia Medica e di Botaaica nella Regia Universita, Consigliere nel Magistrate del Proto- medicato, Direttore del Regio Orlo Botanico, Meinbro della Reale Ac- cademia di Agricoltura di Torino , Cavaliere dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere e Consigliere dell' Ordine Civile di Savoia. Lavini, Giuseppe, Dottore in Filosofia, Professore Straordinario di Chimica Medica e Farraaceutica nella Regia Universita, Consigliere Straordinario nel Consiglio Superiore Militare di Sanila per la parte Chimico-Farmaceutica , Membro della Reale Accademia di Agricoltura di Torino. Cantii, Gian Lorenzo, Dottore Collegiato in Medicina, Professoi-e di Chimica generale nella Regia Universita, Consigliere nel Magistrate del Prolomedicalo, Membro del Consiglio delle Miniere, Membro della Keale Accademia di Agricoltura di Torino. Gene, Giuseppe, predetto. BoTTO, Giuseppe Domenico, Professore di Fisica nella Regia Uni- versita di Torino. Sismonda, Angelo, Professore di Mineralogia e Direttore del Miiseo Miiteralogico della Regia Universita di Torino , Membro del Consiglio delle Miniere, Cavaliere dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, e deir Ordine Civile di Savoia. Martini , Lorenzo , Professore di Medicina Legale nella R. Univer- sita, Consigliere nel Magistrate del Protomedicato , Membro della Giunta di Statislica per la provincia di Torino , e della Regia Commissione Serie IL Tom. V. a ill lloisionc ilci lihri c tlelli- slumpc, Direttore Generale cklle Vacci- iiiizioiii, Cavalierc doll' Online ile" Ss. Maurizio e Lazzaro. Menabhea, Luigi Feilcrigo, Capitano iiel Cnrpo Rcalc del Genio Mililare, Dollorc CoUegiato di Matcmalica, Profcssore di Geomelria de- scriuiva nolla Rcgia Arradciiiia Mililare, Piofessore di Meccanica applicala nelhi Scuola d'applicazione dclle Armi speciali. GiULio , Carlo Ignazio, Professore di Meccanica c Consiglierc della Classe di Matcmatica iicl Cnllcgio di Scienze e Lcltere della Regia Uni- vcrsita di Torino , Menibro della Commissione Supciiorc di Statistica. RiBERi, Alessandro, Profcssore di Operazioni Chirurgiehe nella Regia Universila, Chirurgo di S. M. e della Rcale Famiglia, Chirnrgo Primario dclle Gnardic del Cor|io di S. !M. , c del Vencrando Spedalc Maggiorc di S. Giovanni RallisUij Consigliere nel Magistrato del Protomedicato , Presideute del Consiglio Superiore militare di Saiiila , Vice-Presidenle della Sociela Medico-Chirurgiea di Torino, Cavalicre dell'Ordine de'Ss. Manrizio e Lazzaro , e deU'Ordlnc Civile di Savoia. .MoscA, Carlo Bernardo, Primo Archilello di S. M., Ispetlore di Prima Classe nel Corpo Rcale del Genio Civile, IMaggiorc ne'Reali Eserciti, Meinbro del Consiglio degli Edili, della Reale Accadcinia delle Belle Arli di Torino, dell' I. c R. Accadcniia dclle Belle Ai'li di Milano, Cavaliere dell' Ordinc de' Ss. Maurizio e Lazzaro , Cavalicre e Consigliere deir Online Civile di Savoia. SisMONDA, Lugcnio , Uoltore in Medieina, Assistente al Museo Mine- ralogico della Regia Universila degli sUidi. ACCAnEMiCI NAZIONALI NOX RESIDENTI BoROMS, Giuseppe Anionic, Ingcgncre Civile, Menibro dcU' L R. Isliuito Loaibardo, Profcssore Ordinario di Malemalica applicata nell'L R. Universila di Pavia. Bertolo.m , Antonio, Cavalicre dell'Ordine Civile di Savoia, Pro- fcssore di Botanica , a Bologna. Marianini, Slefano, Profcssore di Fisica e di Matcmatica applicata nella Ducale Universita di ^Nlodena , Cavaliere dell' Ordine Civile di Savnia. Uf. Notaris, Giuseppe, Doltore in Medieina, Profcssore di Bolauiea nella Regia Univcrsili di Genova. Macistrini, Gianibatista, Profcssore di Calcolo Sublime nella Ponli- ficia Uiiiversita ili Bologna, Cavalierc dell' Online Civile di Savoia. Paaeto , Marchesc Lorenzo , a Geneva. Spinola , Marchesc Massiniiliano , a Genova. BiLLiET , Monsignor Alessio , Cavaliere di Gran Croce decorato dil Gran Cordone dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro , Arcivescovo di Sciamberi. MossoTTi , Ottaviano Fabrizio , Professore di Fisioa e di Meccanira Celeste neiri. R. Universita di Pisa. Belli, Dottor Giuseppe, Membro dell' I. R. Istituto Lombardo di Milano, Professore di Fisica nell'I. R. Universita di Pavia. '•»»H •««««•-« XII riASSE DI SCIENZE MORALI, STORICHE E FaOLOGlCHE Dircttorc Saui-i d' Igliano , Cavaliere Lodovico , Consigliere di Legazione , Commissai'io Gcnerale de' Confini , Membro della Regia Dcputazione sovra gli studii di Sloiia pallia, Cavaliere deU'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, e deU'Ordine Civile di Savoia. Segrelario Gazzera, Abate Costanzo, Professore di FilosoGa, INIembro e Segrelario della Regia Depulazione sovra gli studii di Sloria palria, e della Giimta d'Aulicliili'i e Belle Arti, Assistente alia Biblloteca della Regia Universila, Cavaliere deU'Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, e deU'Ordine Civile di Savoia. ACCADEMICI BESIDEAITi Saluzzo, Cavaliere Cesare, Luogolenente Generale, Grande Scudiere, Governalore delle LL. AA. RR. i Duchi di Savoia e di Genova , Ca- valiere deir Ordine Supremo della Santissima Nunziata, Cavaliere di (•ran Croce decoralo del Gran Cordone deU'Ordine de'Ss. IMaurizio e Lazzaro, Cavaliere dell' Ordine Civile di Savoia, Cavaliere di Gran (jrorc drirOrdine lU'alc di S. Slefano dUnghcria, Ispetlore della Regia Accadeniia Mililarc, Presidenic della Regia Depulazione sovra gli studii di Sloria |iairia, Membro della Giunla d'Anlichita e Belle Arli, e del Consiglio delle Arti , Segrelario-PerpeluoDlrettore Emerilo della Reale Accademia Albertina deUc Belle Arti , Dec-urionc della Cilia di Torino. Carf..\a , Giacinto, predetto. Pkyron , Amedeo , predetto. CoRDERo de' Conti di San Quintino, Cavaliere Giulio, Mcrabro della Realc Sociclu Agraria di Torino. Gazzera , Coslanzo , predetlo. Manno, Baroiie c Presidciitc Giuscjipc, Rcggentc di Toga nel Supremo Consiglio di Sardcgna, Commendatore dcH'Ordinc Militare de'Ss. Alaurizio c Lazzat'o, Cavaliere e Coiisiglicre doH'Ordiue Civile di Savoia, Vice- Presidenle della Coinmissione Siiperiorc di Staiislica, Membro della Hegia Deputazione sovra gli stiidii di Storia patria, e della Giiinta d'Anlicliita e Belle Ai'li. Sauli dIgliako, \iOi\o\\co, predctto. ScLOPis ni Salerano, Coiite Federigo, Senalore nel Real Senato di Piemonte , Membro della Regia Deputazione sovra gli studii di Sloria patria, Cavaliere dell'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro, delP Ordine Civile di Savoia, e dell'Ordine del Merito sotto il tilolo di S. Giuseppe di Toscana. Balbo, Conte Cesare, Colonnello ne'Regii Eserciti , Membro della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria, Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia. CiBRARio, Nobile Giovanni Luigi, Collaterale nella Regia Camera de' Conti , Sostituito del Procuralore Generale di S. M. , iSJembro e Segretario della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia palria, Membro della Giunta d' Anticliita e Belle Arti , Cavaliere dell' Ordiiic de' Ss. Maurizio e Lazzaro , dell' Ordine Civile di Savoia , ileiP Online del Merito sotto il titolo di S. Giuseppe di Toscana, e deU'Ordine Belgico di Leopoldo. Saluzzo , Alessandro , predetlo. Law, Filippo, Mastro Uditore nella Regia Camera de'Conii, Membro del Consiglio dcUe Miniere , Cavaliere dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro. Baudi di Ves.me, Cavaliere Carlo, Membro della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria. Bertolotti, Davide, Cavaliere dell'Oi'dine Civile di S'avoia, fregiato deirimperiale Medaglia d'oro di ])rima classe del Meiito Civile d'Austria. Promis, Douicnico Casimiro , Bibliolecario di S. M. , Membro della Regia Deputazione sovra gli sludii di Storia patria, e della Regia Coin- missione di Revisione de' libri e stampe , Cavaliire deU'Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro. XIV PETrTTi Di RonKTO , Coule Carlo Ilarionc , Cousii^liere ili Slulo Ordiiiario, Coinmeiulalme ilell' Ordinc ilc'Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere dell' Online Civile tli Savoia. PnovANA DEI. Saiihione, Cavaliere L. G., Membro dolla Rcgia Depu- tazioiie sovra gli sliulii di Storia patria. RicoTTi, Ercole, Luogotencnte nel Corpo Reale del Genio Mililare, Membro della Regia Deputazione sovra glj studii di Storia patria. Ea>di , Avvocalo Giovanni , Vice-Intendente Gcncralc d'Azienda , Ainniinistralorc in sccondo intcrinale delle Regie Zecchc, Mcnihro cUlla Coinmissione Snperiore di Statislica, Cavaliere dcll'Ordine de'Ss. Maurizio e Lazzaro. BoN-CoMPAGNi, Cavaliere Carlo, Sosliliiilo Avvocalo Gcnerale di S. M. presso il Senato di Pieinonte, Membro della Commissione Superiore di Statistica. Promis, Carlo, Professore di Arcliileltura Civile nella Regia Uni- versita, Regie Archeologo, Membro della Regia Depiilazionc sowa gli studii di Storia patria, Accadcmico d'onore dell'Accademia Reale di Belle Arti. GoRREsio, Abate Gaspare, Dottore del Collegio di Scienze e Lettere, Assistente alia Biblioteca della Regia Universita. ACCADEMICI NAZIONALI NON RESIDENTI De Maistre, Conte Saverio , Gencrale negli Eserciti dell' Impei'atore di tutte le Russie, Cavaliere dcll'Ordine Civile di Savoia, Socio onorario della Reale Accademia delle Belle Arti di Torino , a Pietroburgo. Ferrero della Marmora, Conte Alberto, Maggior Generate, Tspet- lore delle Miniere di Sardegna, Membro della Commissione Superiore di Statislica, Cavaliere degli Ordini de'Ss. Maurizio c Lazzaro, del- rOrdinc Militare di Savoia, Cavaliere e Consigliere Onorario dell'Ordine Civile di Savoia, Comandante della Regia Sruola di Marineria, in Genova. Spotorno, D. Giambattista, Bibliolecario e Professore di Eloquenza latina nella Regia Universita, Cavaliere dell'Ordine de'Santi Maurizio e Lazzaro , Segrelario della Regia Deputazione sovra gli studii di Storia patria , a Genova. Casi.na, Luigi, Archilello , Cavaliere dcU'Oidinc Civile di Savoia, della Legion d' Onore di Francia,c dell'Ordine di Dauebrog di Dauimarca, XV Accademico di merito resiilenle cklhi Ponlificia Accadcinia di S. Luca , Socio ordinario della Ponlificia Accademia di Archcologia , a Roiria. Taoini , S. Em. il Cardinalc D. Placido Maria , Carniclitano , Cava- licre di Gran Crocc decoralo del Graii Cordone dell' Ordine de'Ss. Mau- rizio e Lazzaro , Arcivescovo di Geuova, \'arese , Carlo , Doltore in Medicina , Cavaliei'e dell' Ordine Civile di Savoia , a Voghera. Coppi , Abate Antonio, Membro della Ponlificia Accademia di Ar- cheologia , a Roma. Charvaz , Mousiguor Andrea, Cavalierc di Gran Croce decorate del Gran Cordone dell' Ordine de' Ss. Maurizio e Lazzaro, Vescovo di Pinerolo. XTI ACCADEMICI STRANIERI. CLASSE DI SCIENZE FISICIIE E MATEMATICIIE Arago, Domenico Francesco Giovanni, Ufiiziale clella Legion d'Oiiore, Membro e Segretario dell'Islituto di Francia per Ic Scienze Fisiche e Mateinaticlie, Membro dell' Uffizio delle Longitudini, a Parigi. Berzelio , J. Jacob, Ullizialc dclla Legion d'Onore, Professore di Chitnica , a Stoccoltna. Sati , Gactano , Cavaliere dell'Ordine del ISIevilo sotto il litolo di San Giuseppe , Professore di Bolanica , a Pisa. Di Humboldt, Barone Alcssandro, Uffiziale della Legion d' Onore, Membro dcU'Istiiuto di Francia e della Reale Accademia delle Scienze di Berlino. Gauss, Consigliere Carlo Federigo, Direllore della Specola Astro- nomica e Professore nell' Universita di Gottinga. Venturoi.i , Cavaliere Giuseppe, Professore emerlto nella Pontificia Universita di Bologna , Presidente del Consiglio degli Ispettori d'Acque e Slrade, a Roma. Gay-Lussac, Luigi Giuseppe, Pari di Francia, Ufiiziale della Legion d'Onore, Membro dell'Islituto, a Parigi. El-IE DI Beaumont , Gianibatista Armando Lodovico Leonzio, Inge- gnere in Capo delle Miniere, Membro dell' Istituto, Professore di Storia Naturale nel CoUegio di Francia, Ufliziale della Legion d' Onore , Cava- liere dell" Ordiiic de' Ss. ^laurizio c Lazzaro , a Parigi. Dut.ROTAY DI Blainvilt.e ■, Arrigo Maria, Professore d'Analomia com- parativa nel Museo di Storia Naturale, Membro dell' Istituto di Francia, Cavaliere della Legion d'Onore , a Parigi. Herschel , Giovanni, Astronomo, Membro della Societa Reale di Londra. XVIt CLASSE Dl SCIEXZE MORAM, STORICIIE E FILOLOGICnE Deperet, Professore cmerito , a Parigi. Mai, S. Em. il Cardinale Angelo, Prefi'Uo tiella Sacra Coiigrega- zionc deU'Intlice, a Roma. BRUGifeRE Di Barante, Baronc Amabile Guglielmo Pi-ospero, Ufliziale (Iclla Legion d' Onore , ISIemljro deirislituto, Pari, e Ambasciatore di Fraiicia presso S. M. 1' Imperatore di tutle le Russie , a Parigi. Manzoni , Conte Alessandro, Accademico della Crusca, Cavaiiere della Legion d' Onore di Frantia , a Milano. Savigny, F. C, Ministro delia giustizia, gia Professore nella Regia Universita e Membro della Reale Accademia delle Scienze di Berlino. Letronne, Giovanni Antonio, Membro deirislituto di Frantia e della Legion d' Onore, Conservatore della R. Biblioteca, a Parigi. BoHGHESi , Conte Bartolomeo , a San Marino. Di Hammer-Purgstall , Barone Giuseppe , a Vienna d Austria. im'l ib oil' xvm MITVZIOM accculule net Corpo Accademico dopo la piihhlicazione del precedente yolitme. MOUTE UI ACCADEMICI II a5 di giugno 1842, il Cavalierc Gian Carlo Leonardo Simonde DK SisMOMOi, Accademico Straniero della Classe delle Scienzc Mornli, Storirlie e Filologiclic , a Gincvra. 11 10 di novcmljrc 1842, il Barone ISIaria Giuseppe De Gerando, Accaiicmico Straniero della niedesinia Classe, a Parigi. 1! - di giugno i843, il Cavaliere Alessio Bouvard, Accademico Nazionale non residente della Classe delle Scienze Fisiclic e Matematiclio , a Parigi. NOMIAE AIoscA, Cavaliere Carlo Bernardo, Priiiio Archilelto di S. M., Maggiore ne' Rpi^ii Escroiti, Ispetlore di Prima Classe nel Corjio Rcale degl' Ingc- "ucri Civili , noniinato il dl 8 gcnnaio i843 ad Accademico Nazionale residente per la Classe delle Scienze Fisiche e Matematidie. SisMONDA, Eugenio , Doltore in Medicina, Assistenle al Miiseo Miiie- ralngiro della Rcgia Ilniversilu , noniiiialo i! 3 dlcembrc i843 ad Acca- dcniivo jSaz'onale residente per la Chissu inciiesima. Belli, Doltor Giusepjje , da Calasia, RIenibro dell' I. E. Istitulo Lonihardo di Alilano, Professore di Fisica nell' I. R. Universita di Pavia, noniiiialo il 3 dirembre i843 ad Accademico Nazionale non residente per la niedcsinin (classe. XIX PuoMis, Carlo, Arcliitclto, Rcgio Archeologo, jVIcuiljro tlella Kegia DejiiUazione sopra gU studii di Storia palria, nominato il i5 dicenilire 1842 ad Accndemlco Nazionale residente (ler la Classe delle Scieiize Morali , Storiche e Filologiclie. (joRRESio, Abate Gaspare, Dollore del Collegio di Scieiize e Lelleie della Regia Universita, nominato il 26 gemiaio 1843 ad Avcadcmico Nazionale ixsidente per la raedesima Classe. FIEZIOI^E DI IFFIZIAII 11 Coiite e Cavalicre Ainedeo Avogadro di Quaregka fu eletto il 3 luglio 1842 alia carica tricnnalc di Direttore della Classe dclle Scienze Fisiclie e Matematiclie , rimasta A'acante per la morte del Cavaliere Vittorio MiCHELOTTi, avvenuta il 4 aprile dello stesso anno. l/o«i ZXI DO]\[I FATTI ALLA REALi: ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORiniO DALLA rUBBLlCAZIUNE DEL FRECEDENTE VOLUME SINO ALL '8 DI DICEMBRE ltV15. Sf auiiglie celebri Ilaliane , di Pompeo Litta. Duchi tU Savoia. Parle VIII." IX." X." Milano, Ferrario, 1842- 1 843, fol. fig. La Reale Galleria di Torino, illusti'ata dal Marchese Roberto d'Azeglio. Fasc.° 24-25-26. Torino, Fontana, 1842-1843, fol. fig. Flora Brasiliensis sive enumeratio plantarum in Brasilia haclenus de- tectarum, quas , cura Musei Caes. Reg. Palat. Vindobonensis, suis aliorumque botanicorum studiis descriptas et melhodo naturali di- gestas, sub auspiciis Ferdinandi I. Austriae Imperatoris et Ludovici I. Bavariae Regis, ediderunt Stephanus Endlicher et Carolus Frid. Phil. de Martius. Vindobonae, Beck, 1840-1842, fasc. i-5, fol. fig. L' Armenia, opera di Giuseppe Ga[)pelletli. Firenze, Fabris, 1841-1842. 3 vol., 8.° fig. Busto, in marmo, deirAccademico Cavaliere e Professore Carlo Boucheron; iavoro dello Scultore Angelo Bruneri. Offer to all'Accademia Reale delle Scienze dal signer Giuseppe Avena. Letlrc sur I'institution agricole du Marcpiis Ridolfi a Meleto (Toscane), adrcssee a M' F. Burdin aine , par Michel Saint-Martin. Turin , Chirio et Mina, 1842, 8.° Memorie intorno airiiuluslria scrigena dei signori F. Bui'din maggiore, c F. Meill'edy. Torino, Chirio e Mina , 1842, 8.° fig. s M. iL nc CAIU.O ALBERTO .K\ E^A SirST-MAUTlN BLlUli^ in:tvi;iore KuiinEns Hoclu-irlies experiir.cnlales sur les propvieles vl Ics foi.dioiis ilii syslciiic iicrvcuv iliins les aniiiiaux verlebres, par P. Floiirnis. :>..'''' c'lilioii , loirigt-e, aiigiiuMilre el enlieremeiit icl'oiidue. Taris, 1842, i \ol., 8." Nvaiis Di alciini c-llbui (Icirclc-Urico so|)ia I'aiiiiiialc ecoiioinia , e scgiiataineiile iiello umaiic inliiinit.i ; osseivaiioiii di Giatiiilo INauiias. Vcnezia , Aiulreola, 184 1 , 8.° B Arr^nmiv Nuovi saj;gi tlcUa Iinjicrialc Reale Accadcmia di Scicnzc, Lcttcre cd i/i '/'..i/o.',i Arti di Padova. Vol. V.°, Padova , Sicca, 1840, i vol., 4 ' ^'g- (:»Ki.>* Desi rizioiic di Cere aiilica, ed in jiarticolure del uioimmenlo scpolcralc scopcrlo neHanno i836 da S. E. il sig. Generate Vincenzo Galassi, e dal R."*" Areiprete D. Aloss. Reguli\ii , per servire di preliiniiiare illuslra/.ioiic degli oggolli in esse ritivenuli e collocali ucl miovo Miiseo Gregoriaiio del Valirano; deirArcliilcUo Cav. Luigi Caiiina. Roma, Caniiia, i838, i vol., foi. fig. Monimienli di Cere antica , spiegati colic osscrvanze del culto di Mit''a dal Cav. Liiigi Grifi. Roma, Monaldi , 1841, i vol., fol. fig. Storla e Topogralia di Roma anlica, dcirArcliilctio Cav. Luigi Canina. Parte i.' Sloria. Vol. V. - Parte 2.' Topografia. Vol. Ill, con pianta liip.ografiea. Roma, Canina, i83c)-i84i, 2 vol., 8.° Gli Edifizii di Roma anlica c sua campagna, cogniti per alcunc reliquie, desei-iiti e dimoslrati nella loro inlera arcliitettui-a dal Professore Cav. Lnigi Canina. Parte i." Edifizii di Roma antica. Dispense I-IV. Roma, Canina, i84") lol- niass. fig. L'.Vrcliitettura anlica, descrilla e dinioslrata coi monuinenti dairArclii- letto Cav. Luigi Canina. Sezione 2.° Arcliitcttuca greca. Fasc. I-X. Roma, Canina, t834-i84r, fol. fig. P°Umio>v Paleonlologie Francaise. Descn|)tion zoologique et geologique de tons les animaux niollusques ct rayonnes fossiles de France, comprenant leur application a la reconnaissance des couches; ])ar Alcide d'Orbigny. Livr. 4 « -66. - Terrains jurassiques. Livr. 3-:4- Paris, Cosson, 1842- 1843, 8.° BvMrri Pellegrinazioui aulunnali ed oiiuscoli di G. F. Barufli. Fasc. 11 e 12. Torino, Cassone e Marzorali , 1842-1843, 2 vol., 8." .Nt..m Del vario grailo d' iinportanza degli Stati odieriii, opera di Cristofoio Negri. ^Milano, TJeniai'doni , 1841, i vol , 8." Sulle vicende dell' inlerno diriuo pubhiico di Roma anlira; del Doltore in Leggc Cristoforo Negri. :Milano, Rernardoni, 1842, 8.° XXIII Maladies commuiiicahlcs dcs aniniaux a I'espcce hiiniainc. Tumeurs fon- gueuses survcnues aux deux seiiis d'unc fcmmc a la suite de rallal- teinent d'un agncaii , dont Ics levres elaient atlcinles de la meine maladic; par le Doclcur Nozeran. Montpcllicr, Wartcl, 184^, 8." fig. Accadeiniche dimostrazioni Icorico-pialiche di fisica, di oltica, di elel- tricitii e di clcttro-magnclismo; programma dell' Ingegnere oltico Luigi Brenta. Milano , Manini, i84r, 8.° Fisica razionale ed esperinientale diclro i principli di Galileo , di Liiigi Brenta (Estr. dalla Gazzetta pvivilegiata di Milano 22 ciprile 1842), 8.° Monographic de quelqiies genres de Coleopteres Heteroineres, apparle- nant a la tribu des Blapsidcs; par le M" F. de Breme. Paris, Saintin, 1842, 8." fig. Saggio di scene e di racconti sociali, di Gaetano Giordano. Torino, 1842, 8." Bnllettino deirAccademia dcgli Aspiranti Naturalisti. Anno I.° N." ^ e 5. Napoli, 1842, 8.° Idee della Storia anlica della Grccia; del Cav. Airedeo Peyron ( F3slr. dalle Scene Elleniche di Angela Brofferio). Torino, Fonlana , Disp. 1-3, 1843-43, 4.° fig. Albo ofTerto agli sposi eccelsi , Francesco Ferdinando d'Aiistria d'Este e Adelgonda Augusta di Baviera, dalla Reale Accademia di Srienze , Letfere cd Arti in ISIodena. Modena, dai tipi della R. D. Camera , 1842, I vol., 4.° Recherches sur la cause des phenomencs eiectricjues de Tatmospliere , et sur les nioycns den recueillir la manifestation ; par M. A. Peltier. Paris, Bachelier, 18 '12, 8." Dclle Inscrizioni Vencziane , raccoUe ed illustrate da Einmanuele An- tonio Cicogna. ^ ol. IV. V. Veiiezia, Picotti, 1884-1842 , 2 vol. , 4.° fig. Osservazioni di BaSilio Gratnmatica sojira I'articolo inseiito nel Faglia di Vcnezia, 10 agoslo 1839, ]\.° 32, intorno alle Inscrizioni Vene- ziane di Emmanuele Cirogna. Vcnezia , Picotti , 1839, /, fogl. , 8.° Notice sur quelques pretendus Evcques de Geneve. Geneve, 1842, 8." Catalogue des Hvres, dessins et estampes de la bibliotheque de feu M. J. B. Huzard ; mis en ordre et redige par P. Leblanc. Paris , iinpr. de M"" \' Bouchard-Huzard, 1842, 3 vol., 8.° .No/.r.EA.T! BIlE^T» Ui Brehe ClORDASO Costa Pi:ybo.'» di Modeita Peltier Cn OG>'4 SnrrtT\'.STOB;ro- ,\iu;m:c>i ot.iCA di iiiiievra BUKAFOUi i)c-r.Ti t'.AHV SlU II r\' ZlMILlM'.IrA lil /.nM(/r(l i;e:«^ TtsTE .Mtr.F.XDIE H t>H>Lirs II ItxLLIIT III HI HBET LLOVD IIi>rKi:<» Mi rcikoj* Noli/,U> sloik-lii' dclla cilli di Casale « del Moiifenato ; di Viiiceiizo De-Coiili. Vol. 10 ed ult. Casalc, Casucrio c Bagiia, i84i, i vol., 8." Eleiico dcgli uccolli ilie irovansi iioUisola di Sardegiia , od Oniilologia sardii; di Gaetaiio Cara. Torino, IMussano, iS/p, i vol., 8.° Traiisaclions of Uic Zoological Society of London. Vol. II, Part. \. London, Richard and Taylor, i84i, 4-° fig- Proceedings of the Zoological Society of London. Part. VlII, i84o, I vol. , 8." Reports of the council and auditors of the Zoological Society of London, read at the annual general meeting, april 29, i84i. London, Ri- chard and Ta\lor, 184 1 , 8." Menioria per servire alia Sloria nalurale di alcuni Imenotteri: del Cav. (Muspppe Gene. Modena, tipi della R. D. Camera, 1842, 4° Explication de la Carle Geologicpie de la France; redigee sous la di- rection de M' Brochant de Villiers, par M" Dufrenoy et £lie De Beaumont, et publiee en 1841 par ordre de ]\P Teste, Ministre des travaux publics. Tom. i""^. Paris, imprinierie Royale, 18415 i vol., 4°, avec la gr. Carte geologique en 6 feuilles et la Cai'te d'as- sendolagc. Rcchcrchcs pliysiologiques et cliniqvies sur le liquide cephalo-rachidien ou certibro-spiiial; par F. Magendie. Paris, Terzuolo, 1842, i vol., 4°, avec atlas foi. Rapport fait a I'Academie des Sciences, dans sa seance du lundi 2 aoiit i84r; par AP INIagcndie, au nom de la Commission dite de la Ge- latine. Paris, Bachelier, i84i, 4°- Coup docil sur la Geologic de la Belgique; par J. J. D'Omalius d'Halloy; avec line Carte geognostiqne evlr. de la grande carte de M' A. H. Duuiont Bruvelles, Uaycz, 1842, 8." Account of the magnetical obseivalory of Dublin, and of the instru- ments and methods of observation employed there , by the Rev. IIuni|)hrey Lloyd. Dublin, 1842, 4-" fig- Theoretical investigations on the motions of glaciers , by W. Hopkins. Cauilnidgc, 1842, 8." Address delivered at the anniversary meeting of the Geological Society of London, on the i8lh of february, 1842; and the announcement of the Award of the Wollaslon medal and donation Fund for the same year ; by Roderick-Inipey-Murchison. London , Richard and Taylor, 184a, 8." XXV Proceedings of llic London Eleclriral Society, sessions i84i-i843. Pari. SDnrTnEiFTrmrt III. V. VI. \II. London, i84i-i843, 8." ''' '"'"'''" Li romans de Raoul de Cambrai et dc Bernier, public pour la premiei-e j.p »;, ,v Ibis, d'apres le mauuscrit unique de la Bibliolluque du Roi, par Edward Le Glay. Lille, Lcfort, i84o, i vol., 8.° Fragments depopees roniancs du XIP siecle , traduits ct annotes par Edward Le Glay. Lille, Lefort , i838, i vol., 8." Ilistoire de Jeanne de Conslanlinople, Cotntesse de Flandre et de Hainaut, par Edvvai'd Le Glay. Lille, Vanackere, i84i, i vol., 8." Memoire siir cpielques documents Genois relatifs aux deux Croisades de .i«i- Saint-Louis, et a d'autrcs evenements maritimes qui interessent la France; par M' A. Jal. Paiis, inopr. Royale, 18425 i vol. , 8." II rifiorimento della Sardegna, jiroposto nel miglioraincnlo di sua ftr-ri- SrBB\ collura da P. Francesco Gemelli, riprodotlo in compendio,con rooUe osservazioni cd aggiunte, dal Cav. Luigi Serra. Torino, Fontana, 1843, I vol., 8." I fre Tempii. Cantica sopra Tantico ed il nuovo Testair.ento. Libro I. i>.4>.irm II tempio di Salomone ; dell'Avvocato Giulio Frauciosi di Cari)i. Modena, Vincenzi e Rossi, 1842, 1 vol., 8." Necrologia di Gian Carlo Leonai'da Sirconde de Sismotidi , sci-itta da Vni.ssrLi Bcnigno Bossi. Firenze, tipografia Galileiana , 1842, 8.° Annali della Reale Sociela Agraria di Torino, ^'ol. 2.° Torino, Cliirio e n .>i,)r Ai.bibu Mina, 1842, 8.° '''''"""" Sommaire des seize chapitres de la Physique de la creation; jar >i' iir«o>Mii.r Dcmonville. 8.° Le Guide du Catechumene Vaudois, ou cours d'instrurtions destinees a ( imm/. lui faire connaitre la ve'rite de la religion calholique, ouvrage ulile a tous les dissidents ; par Monseigneur A. Charvaz, Eveqne de Pi- gncrol. Tom. I-III. Paris, Schneider et Langrand, 1840-1842, 3 vol., »2." Biografia di Giovanni BaUista Rlabellini, saviglianese , Professore di lingue .n.heliis orlcnlali; per Carlo NoveUis. Torino, Castellazzo, 1842, 8.° Con rilrallo. Observations astronomiques failcs a lobsei-vatoire de Geneve , dans ri.v>T\Mocp. laniK'c 1841, par E. Plantamnur. Premiere serie. Geneve, Ramboz, 1842, 1 vol. , 4° fig. Relatione del viaggio fallo, iii-lla ( riniavera dellanno i838, dalla Maestu BuMauro Skiuf. H. Tom. V. xwt Sor.. FlL050FIC\ di FitaJelfia De-CoBTi Rr\u. SoriKT*' SorirTv' I.i'orv^i i/t Lottdrit r^TTv>ro Oa«HOL->' 8." fig. ^ ' Liste des Membres de la Societe Imperiale des Naturalistes de Moscou juscju'au 22 raai 1842. Moscou, Semen, 1842, 12." Index Planlarum anno ,840 a eel. Karelin et Kirilow in regionibus \1- taic.s ct confinibus coUeclarum, q„as Sociclas Imperialis naturae cu- riosorum Moscpensis pro mulua commutatione ollert. 1 foojio 4» Index anniudiu.u annis i84o el z84i a ccl. Karelin in regionibu's 41- taic.s ct con(M.,l)us coilectorum , quae Sociclas Caesarea naturae scrn- latorum Mosqucnsis pro mulua commutatione oilert. '/. di fo-1 A " Catalogus Colcoplerorum in Siberia orienlali a eel. Gregorio Silide Ka- rehn coilectorum; auclore G. Fis.> CdNSlcl.lo 1)1 St»T(i ticl Tititm (;kba • JIBRARIO W»I,rKFM£R SodF.TA' ImPEFULE I'll >»TIR»LIST1 di A/osra KjSClIf.R l.OHBARDOI xvviii F ls^\RUl lAlltltk HiileSim' Amvtu'v Ji LouJnt Or. CnrcoKT orii.r Sriisit ai Bertimo tli f'rrriirit De C\ijmo>t B'li./oo Domtii lulorno ul sislcma itlraulico ikl To, ai piincipali cangianicnti che ha sub'ilo, cJ alio piu impoilanli opere eseguitc o proposte pel suo re- golamcnlo ; ceinii dell' Ingcgnere Elia Loinbartliiii. Milano, Pirola , 1840, 4." Aicheologia. N." G aiiliche inscrizioni scolpite , le juime qualtro in ca- i-attcri scinigolici , Ic due altre in lettere romane , scoperte nel p. p. lualio nella facciata della Cliiesa di Santo Stefano in Genova, a cura dell" HI.'"" sig. Cav. Vcrani, ColonncUo del Genio militare. Genova, Pagano , 1842, '/^ fogl., infol. Lettre de M' I'Abbe Constance Gazzera i M' N**^' sur la fausse inter- pretation dune inscription romaine decouverte en Valachie. Cham- bury, Puthod ( Extr. dcs Mem. de la Soc. R. Jcademique de Savoie, Tome XI). 8." The Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain et Ireland. Vol. VII. London, 1842, i vol., 8." fig. Notice hisloritpic sur I'Abbe Losana; par M' le Pre'sident De Gregory (Extr. dc la Biographie universelle, Tom. LXXII). Paris, Bruneau, "A di fogl., 8." Abhandlungen der Koniglichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin. Aus dein Jahres 1839-1840. Berlin, 1841-1842, 2 vol., 4-° ''g- Bericht iiber die zu Bekanntmachung gceigneten Verhandlungcn der Kiinigl. Preuss. Akademie der Wissenschaften zu Berlin. Aus dem Jahres 1840-1842. Berlin, 1840-1843, 8.° Accademia Mcdico-Chirurgica di Ferrara. Programma di concorso al premio piovinciale di una mcdaglia d'oro per Tanno i843. Ferrara, 1842, ■/, fogl., 4.° Statislicjue routiere de Normandie; par M'^De Caumont (premier fragment). Routes de Caen a Cherbourg et de Caen a Rouen. Caen, Le Roy, 1842, 8." fig. Pro|)Osition faite au Conseil General d'Agrieulture , pres le Ministre de rAgricultnre et du Commerce , concernant la confection d'une Carte agi'oiiomi(pie dc France; par M' De Caumont. Caen, Le Roy (Extr. de YAnmuiire Normand pour 1842). '/,, di fogl., 8.° Versnch ciner objectiven Begriindung der Lehre von der Zusammen- sctzung der Kraefte ; von U.' Bernard Bolzano. Prag, 1842, 4° Ueber das farbige Licht der Doppelsteme und ciniger anderer Gestime des llimnieis, etc.; von Christian Doppler. Prag, 1842, 4-° XXIX Piodromus zu einer neuen , verbesserten Darstellungsweise der hoheni analytischen Dynaiiiik, etc.; vora Grafen Georg -von Buquoy. Prag , 1842, 4.° Sacugetliiere aus der Ordnung dcr Nagcr beobachlet im nordoslllchen Africa; von D/ Eduard Riippei. Frankfurt, a. M. 1842, 4.° fig. Beschrcibung mchrerer neuer Sacugetliiere in der zoologischen Saminlung der Senckcnbcrgischcn naturforschenden Gesellschaft beCndlich, vou D.' Eduard Riipi)cl. Frankfurt, a. M., 1842, 4.° fig. Note sur le genre Ceratitis dc M' Mac Leay , ordre des Dipteres; par le Marquis de Breme ( Extr. des ^nn. de la Soc. Eiitomologique de France, Tom. XI). 1842, '/., fogk , 8.° fig. Note sur I'huile essentiellc dc bouleau , par M. A. Sobrero. Paris , Fain et Tliunot ( Extr. du Journal de Pharmacie et de Chiniie , 1842 ), 8.° I)e I'eflicacite , et particulierement du mode d' action des eaux thermales de Vichy, dans les maladies designees sous le nom d' obstructions ou il'engorgemens chroniques; par Charles Petit. Paris, IMalteste et C, 1 836, I vol., 8." Trattato elementare di Farmacia; di Lorenzo Angehni. Voghera, Giani, 1840 , 2 vol. , 8.° Novi commentarii Academiae Scientiarum Insliluti Bononiensis. Tomus ([uintus. Bononiae , 1842, i vol., 4-" fig- Esame della polemica insorta suUa riforn.a delle carceri, considerata nelle ultime produzioiii dcile opj-.oste scuole , e riflessi relativi ; del Conte Pelitti di Roreto. Miiano, Firola, 1842, i vol., 8." Notizie suU'educazione tecnologica dcgli Istituti caritalivi in Torino; del Conte D. Carlo Ilarione Petilli di Roreto. ^lilano , 1842, 8.° SuU'elettricita clie si sviluppa iicl niercurio coU' immersione , con una nota sul potcre defercnte del velro , aggiunlovi nn discorso sulle proprieta della volpinite, di Antonio Perego (arlicoli estr. dagli .i4n- nali di Jisica, ecc. Fasc. rG.°, 1842). Miiano, Guglieliuini e Re- daelli. 8." Kpitre, sur I'iiidependance, a M' le General d'Arlillerie Paixhans; par le Baron De Stassart. Paris, Fournier, i&aS, 8." ^Notice sur YEUrjpterus de Podolie et le Chirotheriiim de Livonie par G. Fischer de Waldheim. Moscon, Semen, 1839, 4-° fig- Phylographla Canariensis , auctore C. Montague ( Extr. de VHistoire BtQlOY RiirrEi. Di Dkemi'. SOBBr.BO Petit Argklihi liTlTLTO di Bologna I'ETITTI I'l BtCO De Stas;art FurnuR MonT.tG.^E x\\ Kl \1 r SoritTi" dt LoMiIra A SoiRERU Di BiiFUe Km BStT i'lEXE Tcbrui-Roc.tLLk t>»r:iA Pksitt* rhitnrcllc dcs I'/es Ctmurics , par M" P. Barlicr-JFchb et Sabin Ber- ihelot. Torn. S/"'", 2.""' Partie. J'uris, 18.(0). i vol., 4." fig. Proilroimis giiu'riiiii specierniiKjue l^liyc'(\u'iini iiovariim, in iliiicre ad |ioluin Antardiciiin , Reikis Liulovioi IMiilii)]"! jiissii, al) illuslri JJiuiioiit il'l rvillc [loraclo collcrlai'uiu , iiolis diagnoslicis hue evulgalariuii , (lescnjilionibu.s vero fusioriltus ncc nou iconibus analyticis iam iainqne Uliis(raii(lanini ; auclore C. IVIoulagne. Parisiis , 1842, 8.° rUilusi)|ihi('al '1 raiisactions of llic Royal Society of London, for the years i83a, Part. I; 1842, Part. I-II, and i843, Part. I. London, i832- 1843, 4 Part., 4." fig. Mode of preventing the disastrous effects of collision ; preceded by an enquiry in to the causes of the briglitoii railway accident; by the Jlcv. J. Power (From the Tra7isactions of the Cambrii/ge Philoso- p/iical Societj. Vol. IT. Part. III). Cambridge, 1842, 4" Tableau des caracteres que prcsentciit au chalumean les alcalis , les lerres el les oxydes nielalliques, soil seals, soit avec les re'actifs (Extr. du Traite des essais au clialumeaa, par M- C. F. Platijier); tra- duit de rallemand par A. Sobrero. Paris, i843 , 4° Essai monographi([iie ct iconographique de la tribu des Cossyphides ; par le M" F. de Brcnie. Premiere partie. 'S augirard, Delacour, 1842, I vol., 4.° fig. '■;,',"■'.'■''" ''1.:, ",!';!'' Notice sur Ic Tripoli dcs environs de Privas, deparlement de I'Ardeche, |iar M' J. Fouriiel. 8.° Catalogo ragionalo dei Diplonii esistenti nel tabulario della Caltedrale di Palermo, ora coordinati , per ordine del Regal Govei'no, da Vin- cenzo Mortillaro , Marchese di Villarena. Palermo, stamp. Oretea , 1842 , I vol., 8." Statulo organico per I'Associazione Agrana stabilita in Torino per liii- cremento deiragricollura, e delle arti ed induslrie alia medesima di- rctlamenle atlincnti. Torino, Chirio e Mina, 1842, 8.° Risposta d'un Accadcmico dcUa Crusra ad iin amico che lo interrogava iiitoi-no all" imminenle pubblicazione del ^'ocabolario. Fircnze, Pez- zati, 1842, I vol., 8.° II sudore anglicano, suppliinento medico alia storia del decimocpiinto e decirnosesto secolo, del D.' G. Fed. Carlo lleckcr; versione dall'ori- ginale ledesco, con note storico-crilichc, del Dolt. \ alentino Fassctta. Veiiezia , Cecchini , 1842, i vol., 8.° XXXI Esjiosiz.ione popolarc del iiuovo sisteins niclrico dell' impcro Franc-ese , coin|).nralivan)cnle alle niisiirc, jicsi e moiicle Toscane, con lavolc e conlrotavole tli ragguaglio. Firenze, Piatti, i8io, i vol., 8.° Alcune osscrvazioni criliche sulla sloiia d'llalia scritla dal sig. Carlo Rotla. Poligrafia Fiesoiaiia , iSaS, i vol., 8.° Indicc dcgli articoli del Miiseo d'analomia fisiologica e palologica umano- comparata dell' I. e R. Universita di Pisa a tulto il decembre i84i, |)ubblicalo dal D. Filippo Civinini. Lucca, tipogr. Ducalej 1842, I vol. , 8." Annuaire magne'tique et meteorologique du Corps des Ingenieurs des Mines de Russie , ou Recueil d' observations inagnelicjues et meleo- rologiques faites dans I'etendue de TEmpire de Russie et publiees par ordre dc S. M. VEinpereur Nicolas I , et sous les auspices de M' le Comte Cancrine; par A. T. Kupfier. Annee 1840. Saint- Petersbourg, 1842, i vol., 4° Relazione dcUe Memorie lette nell'I. R. Accademia di Scienze, Lcttere ed Arti iu Padova negli anni i84o-i84i- Padova , Sicca, 1842, I vol., 8." Considerazioni intomo al calcolo degli oculari per i cannoccliiali astro- nomici, dirette a distru£;gere le aberrazioni secondai'ie di rifrangir bilitu e di sfcricita da essi dipcndenti; memoria del Cav. Giovanni Santini. Venezia, Antonelli, 1842, 4-° Memorie sopra rantico debito pubblico , mului , compeie e banca di S. Giorgio in Geneva; deirAvvocato Carlo Cuneo. Geneva, slamperia del Sordi-Muti, 1 vol., 4° Sulla invenzione del cannone a vapore attribuita ad Archimede; discorso di Marco Antonio Costa, a.*"' ediz. Napoli , tipegrafia della Guerra, . 1842, I vol., 8.° fig. Essays on the philosophy of vitality as coutradistinguived from chemical and mechanical philosophy , and on the modus operandi of remedial agents; by Martyn Paine. New-Yerk , 1842, 8.° Discourse on the objects and importance of the national Institution for the promotion of science, established al Washington, 1840, deli- vered at the first anniversary ; by Joel R. Poinsett. Washington , 1841, 8." Constitution and by-laws of the national Institution for the promotion of science, estabhshed at Washington. Washington, i84o, 8.° Carf.mi CiMNIM C*KrBI«E Arr.ADFMiA 1 R. Dl LI.K ScIE«/.i; di Padova S^^T1IM Cl NEO Costa I'AIKE Poinsett IjTITi:Tn tioiil t»MDOtrO 111 UriFrrwBtBi; V\Li. vvm XXTIt l'roi;raniiiia dcll'Accadcmia dellc Scicnzc dcU' Istitulo di Bologna pel roiicorso al Premio Aldini, sugli iiiceiidi, per laniio i843. Bologna, 1842, K fogl., 4.° Prose di Moiisiguor Slefano Rossi. Parte I.° Firenze, slamperia Giati- ducalc, 1 84 1 , I vol., S.- Delia nioncta antica di Gctiova ; di Gio. Cristoforo (jandolfi. Genova , Fei-rando , 1841 , a vol. , 8.° Mi:«tiitr\ (Lconr) L'Abbaye d'Auljis, d'aprt-s des documents inedits; nu'moire pour servir a Ihistoire dos Monaslcres ; par RP Leon IMenalirea. Cbambcr\ , Put hod, 1842, r vol., 8.° ttat de rinstrurtion primaire en Belgiquc. Rapport decemial presente aux Ciiambres legislatives, le a8 jaiivicr 1842, par i\P le Ministre de riiitcrieur, etc. Bruxelles, Rcmy, 1842, i vol., 8.° gr. Thomae Vallaiiri de studio antiquilatis. Oratio habila in R. Taiirinensi Allienaeo iil Non. novembres an. m . dccc . xi.il. Taurini , Favalii, 1842, 8.° Investigazioni sulla vera origine del |)iedc liprando , e sopra I'iufluenza di lui nel sistema metrico d'ltalia: di Pietro Rocca. Geneva, Casa- mara, 1842, 8.° Diem nalalem Aiigiistissinii Regis Caroli Joaniiis ab Universitate Rcgia Fredericiana , die xxri januarii mdcccxli, ceiebrandum indicit Colle- gium Acadeniicum. De prisca re rnonetaria Norvegiae et de numis seculi duodccinii nuper repertis , proludendi causa , scripsit C. A. Holmboc. Christianiae , Griindhal, i84fj i vol., /\° iig- Con N.° 65 monete. Frammento inedito di iino scrittore Napolitano del secolo XVI,intorno alle grotfe inca\-ate ncl promontorio di Posilipo, in cui e parola di (piella delta volganiicntc di Seiano, con lui conimento ci'itico-archeOL- logico; di Gmfatggve. Nap-oli, Miranda, 1841, 8.° Giuiita al commento crilico-archeologico sul frammento inedito dl Fabio Giordano, intorno alle gi'otte del promontorio di Posilipo. Napoli , Vara, 1842 , 8." Genera ct species Staphylinorum , insectoinni Coleopterorum familiac , anctore Guil. F. Erichson. Bcrolini , ]\Iorin , i84o, i vol., 8.° (Ig. Memoria sobre os vasos Minrhinos , por Joaquim Jose da Costa de Maccdo. Lisboa, 1842, i vol., 4° Osservazioni sovra una nolizia pubblicala wel Messagg. del 17 agostu 1842, nULC4 IIULMBOE S. Fisro Ekici]o:< Df. MtCEDO C0LL4 xxxm num. 35 (lal sig. Taolo Einilio Colombo circa VElcphcmtusla macro- carpa del WilUI; .li L. Colla {E^traUo ilal Giornale delle Scienzc medichc, fascicolo di ottobrc 1842 ), '/^ fo"l. 8.° niclionnaire encyclopcdiquc de la languc Cl.inoise, par J. i\). Gallery Call.rv ( Prograininc ). Paris, Didot, 1842, 8." Systema phonelicum scripturae Sinicac , auctore J. M. Gallery. Partes prima et sccnnda. Macao , 1 84 1 , i vol. fol. Jlecherclies generales sur rorganographic , la pliysiologie et I'organogenie des vt=geta.ix; memoire qui a parlage, en i835 , le pHv de physio- logic experimentale fonde par feu de Montyon; par Charles Gaudi- chaud. Paris, Impnmei-ie Royalc , 1841 , 1 vol., 4.° Breve cenno storico-arlistico dell'organo di Donato del Piano, esistente nel tcmpio di S. Niccolo L'Arena di Catania; per Giovanni Cafici. Catania, Giuntini, 1840, 8.° Apologic de I'licole medicale de Montpcllier, en reponse k la lettre ecritc par M' Peisse a W Ic Prof. Lordat ( Insere dans le iV.° 8 (i84t) de la Gazette Medicale de Paris). Alontpellicr , Martel, 1842, 8." Des Ecoles medicales de Paris et de Woutpellier a I'occasion de la'mort de W Double , par H. Kuhnholtz. a.'" edition. Montpellier, Martel 1843, 8." r , , Sulla causa geoguostica della fertilita nei campi che attorniano lOnobola, su i mczzi d'irrigarli e prosperarli. Discorso alia Societa dei Zelanli di Aci-Rcale nella slraordinaria adunanza del 3o maggio 1842, oc- correndo il faustissimo giorno onomastico di S. R. M. Ferdinando II, Re del Regno delle Due SiciUe ; per 1' Ingegnere Camillo Buda! Catania, Giuntini, 1842, 8.° Due Carte topograilche Chinesi , delle citti di Peckino e di Canton. 2 fogl. Notions sur la machine analytique de M' Charles Babbage , par M' L. F. Menabrea (Tire de la Bibliotheque Uiwerselle de Geneve, octobre 1842). 8." Olfrande au Dieu de lunivcrs , par Anguste Fabius. Lyon, Marie aine 1842, 8." . , RecueU de memoircs et dobservations de physique, de meteorolo-ne d'agriculturc et d'hisloirc naturelle ; par le Baron L. A. d'Hombres- Firmas. Kismes , Ballivet et Fabre , 184 1 , r vol., 8° fi" Serie II. Tom. V. ' * fiAunirim n C«Fir.i LORniT KiillxnoLTj Bin\ CvlLEBV F. Menvbfev FlBIUS lIOMBEKS-FlEMtS S«<:llT\' I.IIMVMA iti Lioiie I'oinTE SUIMUE JlLLUn WALCtUltCK PCtI\>A SoriFTv' JICDir.o-CniBi Ri'.irv di Torino DI AtCBEUi.noii Bri I (inn rniLirrr CuFirtin Maiti^i ArriD. piAcmroLT. di t'troMa .\X\IV Socit'lc Limicenne tic Lyon. Comple-rciuUi iks annccs i83(), i84ar J. P. Pointc. Lyon . 13oilcl, 184 J, I vol., 8.° Desciiplions et figures des cereales europeennes, telles que orgc, seiglc, ble , niviera , avoine, phalaris, riz, millet, mais , etc. a"*" edition; nar N. C. Seringe. IT' Livraison. Lyon , Barret, 4-° fig- Exjiose de la niellioile dediieation de Pestalozzi , telle qu'elle a cte suivie et |)rali(j«ee sous sa direction pendant dix annees (de 1806 a 1816) dans rinstilut d'Yverdun , en Suisse; par le Cliev. Mavc-Antoine JuUien. 2''' edition, ornee dun portrait dc Pestalozzi. Paris, Crapclct, 1843 , I vol., 8." Meinoire sur la elironologie de I'liisloirc des Javanais , ct sur I'epoque de la fondation de Madjapaliil ; par 3P WalcKenaer. Paris, Iinpri- iiierie lloyale , 1842, 4-° Storia della cilia di Parma, continuata da Angelo Pezzana. Tomo 2." i4oi-i44i)- Parma, tipogr. Ducalc, 1842, i vol., 4-° Giornale delle scienze nicdiclic della Soeicla Medico-Cliirurgica di To- rino. Anno VI, Vol. XVI-XVII , ed i fascicoli di settembre a di- cembre del Vol. XVIIL Torino, Mussano , i843, 8.° Procramma della Pontificia Accademia Romana di Arclieolo"ia. Concoi'so slraordinario al premio per la illustrazionc di un monumento Bor- gliesiano. Con 5 tavole di mosaic! antichi. Lezioni di Sloria universale, proposte dall'Ab. Giovanni Bellomo. Vol. 2° conlenenle la storia del medio-evo. Venezia, Antonelli , 1840, 1 vol , 8.' E)ssai historique sur Caque , anricn ehirurgien en clief de ITIolel-Dieu dc Reims; par le Docteur Philippe. Reims, Jacquet , 1842, 8.° Ramayana. Pocma Indiano di Valmici, teslo Sanscrilto sccondo i codici uianoscrilti della scuola Gauduna ; per Gaspare Gorresio. Vol. L° Parigi , stamperia Reale, i843, i vol., 8." Storia della filosofia; per Lorenzo Martini. Serie 3.' Vol. I-IL Milano , Pirota , 1842, 2 vol. , 8.° Memorie dcU" Accademia d'Agricoltura , Commercio ed Arli di Verona. Vol. XVI-XrX. Tipografia Libanti, 1840-1841, 4 vol., 8.° DiotioiHiaire Egyplicn en ecrilure liieroglyjiliique; par J. F. ChainpoUion (:hampoi.i.io>- le Jeunc ; public, d'apres Ics manuscrits aulograplics , jiar M' Cliam- poUioii-Figcac. Paris, Diilot, 1841-1842 , i vol. fol. Cliai'tes incJilcs de la Hiljliollu'qiic Royalc, en dialijcte Catalan on en Arabe , conlcnant des trailes de pais et de coinniercc conclus dans les annees la'jo, la'yS, i3i2 et i33g, entre Ics Rois Chretiens de Majorque, Seigneurs de Montpcllier , et les Rois Maures dc Tunis ft Alger, et dc Maroc ; judiliecs par M' CliampoUion-Figeac ; les textes Arabcs publics par M'' Reinaud (Extr. des Documents ine'cfits sur Vhistoire de France, etc. Tom. II). Paris, Didot , 1842, 4-° Ricerche per discoprire nel sangue, neU'urina, ed in yarie altre secre- »i: Kkvmek zioni animali , le combinazloni minerali amministrale jier bocca; me- moria di Antonio de Kramer (Eslr. dal Vol. I delle Memorie dcll'I. R. Istituto Lombardo). IMiiano, Bernardoni , 1842, 4-° Studii medici suU'acqua di mare ; del Dott. Augusto Guaslalla. Milano, <;i vstai.h Bonfanti , 1842, i vol., 8." llistoire chimique , medicalc el lopographique dc I'eau minerale snlfu- nirAsmitR reuse et de Tetablissement thermal d'AUevard ; par Alj)h. Dupasquier. Lyon, Perrin , 1841 , i vol., 8.° fig. Des eaux dc source et des caux dc riviere , comparees sous le double rapport hygicnique ct indnstricl, et spccialemcnt des caux de source dc la rive gauche de la Saone , pres Lyon, eludiees dans leur com- position et leur propriet^s , comparativement a I'eau du Rhone ; par Alphonse Dupasquier. Lyon, Perrin, 1840, 1 vol., 8." Menioirc sur la construction et I'cmploi du sulfliydrom.eti-e, contenant tons les details neccssaires pour proceder a I'analyse des eaux sulfu- reuses au moyen de I'iode; par Alj>honse Dupasquier. Lvon , Deleuze, .84., 8.° Delia legge e della moi'ale. Orazionc dclPAwocalo Ferdinando Maestri. .M.vE>Tm Parma, Rossetti , 1842, 8.° Traile de I'education des vers a soie et de la culture du murier, sui%i Bo^.vfocs de divers memoircs sur I'art sericicole ; par M"' Malthicu Bonafous. 4'""' edition, revue ct augmentee. Paris, Bouchard-IIuzard, i84o, i vol. , 8." fig. Note sur un precede nouveau propose pour la condition publique des soics de Lyon, par L° Talabot. Lyon, Barret, i832 , i vol., 8.° Jardin experimental d'agriculture cree a Saint- Jcan-de-Maurienne par I'oimt Mjii-Jte Bo;fjct> M\uifins\ Uoemcr. > M»?i>o XXXVI M' Ic Clicv. Bonafous, iliiige par M' le Docteur AJoltard (Exlr. du a'' Vol. tics Annales de la Soc. R. dJgricullure tie Tuiin ). 8." Aniuiiiire d'obsorvalions fiiites, i Saint-Jeaii-de-lMauricmic, en i84i,pai" Ic Doit. Moltarcl 7''""' anne'e. Chanibcry, Pulliotl , iS/fa , 8.° Rapport sur Ics cJucatiotis aiUomimles ; j>ar M'" Bonafous, Bertalazoiif, Villa lie Montpascal , Duboiu el Beitola. Tratluit tie I'llalien ( Exti'. des yJtiiitdes de la Societc Sericicole ). Pavis , Boucliard-II»zanl , 1 84 a, 8." Discoi'so iiiangurale letto nella Riunione generale delta Sociclu Biellese per ravanzaiiiento delle arli , dei mestieri e deiragricoltura, dal Cav. Bonafous, il 39 agosto 1842. Torino, Chiiio e Mina , 1842, 8.° Delia norma die per dipingere le ombre deve dediu'si dalle osscrvazioni lisii'he pill o lucno reccnti , etl ora qui anche maggiormeiite estese; memoria di Girolamo Calvi. Milano, Pirola , 1842, 8." fig. ]Nolioe sur TUopital de Guy a Londi'es , et sur rhospice departemental dalieiies d"Aii'L(!rre (Yonne); par J. P. Poinle. Lyon, ]5oitel, 1842, 8.° Du pi-rfcclioniiement de ragriculture el de la multiplication des aaimaux douiestiques , etc.; par M' Magne. Lyon, i84i , 8." Memoire sur Ics modes de perception des di-oits d'octroi sur les bestiaux, lu a la Soc. R. d'Agric. de Lyon, le 4 j"*" '84i; par M' Magne. Lyon, 1 84 1, 8." Fails chimiques, to.\icologiqucs, et considerations medico-legales rela- tives a rempoisonncment par I'acide jirussique; par J. Bonjean. Lyon, Marie aine, i843, 8." Auliclie opere in |)lastica tkscriUe, raccolle e dicliiarate da Gio. Pielro Campana. Dislribuzione I-IV. Roma, Salviucci, 1842, fol. fig. Opcre del Marcliese Antonio Mazzarosa , Tom. II-III-IV. Lucca, Giusti, 1841-1842 , 3 vol., 16.° Das DeulscLe Staatsrecht untl die deutscLe Reichsverfassung. Erster Theil: historische Enlwictelung seit Karls des giossen KaiseitriiuuTig bis auf das zvviilfte Zalirhuiiderl; von W. Doiuiiges. Berlin, 1842, i vol., 8.° Report of the Commissioni>ers apjjointed to consider the steps to be taken for restoratiou of the standards of weiglit and measure. London, Clowes , 1 84 1 , fol. Sloria moderna della Sardegna, daU'amio i^-jS al 1799; del Barone Giu- seppe Manno. Torino, Favale , 1842, 2 vol., 8." Quallro opuscoli del Barone Giuseppe Waano. Cagliari, Timon, 1842., J vol., 4." Oile j'our cclebrer la joic de la v'lUe ilc Nice h I'oconsion dc ramvee do Sa Majeste la Heine veuve Marie Clirisline et de son sejour pen- dant riiivcr dc 1842 a i843; par Ic Baron Louis Durante. Nice, Societe lypographiqne, 1842, ^\." Considerazioni sopra i coslumi degl'Inienotteri del gcuere Sirex Fab. , e sopra il niiglior poslo dei Sirccili nel nietodo razionale; meinoria del Marchese Massimiliano Spinola. Genova, Ponthenier, 184 3, 8." Osservazioni sopra i earatleri nalurali di tre famiglie d' insetti Imenot- teri, cioe Ic Vesparic, le Masaride e Ic Crisidide. Genova, Ponthe- nier , 1843, 8.° Address of the most noble the Martpiis of Noithampton, etc., the pre- sident, read at the anniversary meeting of the Royal Society. London, Taylor, 1842, 8." Report of a Committee ajipointed « to consider of the rules by which the Nomenclatxu'e of Zoology may be cstabliscd on a unifonn and permanent basis n. 8.° Programma di concorso ai premii proposli dalia Reale Accademia di Scicnze, Lcttere ed Arli di Modena. Modena, 1842, '/, di fogl. , 4° Terza statistica nosologica del venerando Spedale Maggiore del Sacro Ordine Equestre Mauriziano per il biennio 1841 -1842; compilalo da Bernardino Bertini. Torino, Mussano, i843, i vol. , 8.° Mose Corenesc , storico Arnieno del quinto secolo ; versione di Giuseppe Cappelletti, dedicata alia Reale Accademia ctclle Scienze di Torino. Venezia , Antonelli, i84i, i vol., 8.° Handbuch der Entomologie, von Hermann Bnrmeisler. Driller Band. Berlin, Enslin , 1842, i vol., 8.° Handboek v6or de Vaderlandsche Landhuishoudkunde, door C. A. Bergsma. Utrecht, 1842, 1 vol. , 8." Beschrijving van de verbeterde inrigting tot Spijsbcreiding voor minver- mogendcn, te Utrecht, en over het gebrnik der gelei uit beciideren als voedsel voor den mensch, door C. A. Bergsma. Utrecht, 1842, 8." fig- Bibliograha critica delle antichc reciproche conispondcnze ]ioliliclv€ , ecclesiasliche, scicntifiche , letlerarie, artistiche dcir Italia colla Russia, colla Polonia cd allre parti settentrionah, il lullo raccolto ed iliu- strato, con brevi cenni biografici dcgli aulori meno conosciiiti, da Sebastiano Ciampi. Tomo IIL Fircnze, Piatti , 1842, 8." fig. DlBAMK SriNOL* R. SocietV tti Londra Societa' BRITANKir\ PEB L'AVAnlAME^TU DELLE SCIEMLK U. ACCAD.DI SCIEME (ii Modena Bertim Cappelletti BlEMElSTER BeRgsha CuMPI COLLA Itvstvi R ISTITI TO DCLLI SrIEME i/i Amtltrdam SorltTA'OLAKBESE utLLE S<-trniE i/i HurUni PHTUlEa Febb\>d Elice SoCIETv'BniTAWtlrA pen L'\^AM.^ME^TO DELLE SCIEME Vehturi SlLIEBMAKK BlROX BxLtRDIM e UlUIDOM BoriFABOLA XXKVIIl Caiiiellios;rafKi , ossia tenlalivo ili una miova disjiosizioiie naliiinle (Idle varicta della Camellia del Giajijione, e loro descrizioiie ; di Lni^i Colla. Torino, 1843, 8.° fig. Della Cerlezza ; traltato del D.' A. Basevi. Livorno , Yamilni , 1842, I vol. , 8.° rs'icHwe verhandclingen der Eerslc Kiasse van het KoninUlijk-Nedeilandsche Insliluut van \Vctcnscliap])en , Lellerkunde en Sehooiic Kuiislen le Anislerdani. Peel VII. Sinks I-III. Ani.slerdam , 1837-1838, 4.° fig;. Kalunrkuiuiige verliandeliiigen van de Ilollandsclie Maalseliii|>j)ij der W e- lenscliappen le Ilaarlein. 2.° dccl. Hai-lem, 1842, i vol., 4-" Extrait du Programme dc la Sociele IloUandaisc des Sciences, a Ilarlein. y, fogi. , foi. Sinico-itgypliaca. Essai sur I'origine, et la formation similaire des ecri- turcs figuratives Chinoise et Egyplienne , compose principalement d"apres les ecrlvains indigenes, Iraduits pour la premiere fois dans une languc europeennc ; par G. Paulliicr. Paris, Didot, 1842, I vol , 8.° Rapport sur 1 Elablissement Royal agricole Fictor - Emmanuel en Sar- daigne; par 'SI' II. Ferrand. Turin, Fodratli, i843, 8.° JN^uovo melodo per cccitarc I'eleltricila collo schioppo, e proposta di un fulmine arlificiale ; lellera del sig. Doll. Ferdinando lilice. Genova, 1843, ■;, ill logl-, 8." Report of the ciglilh meeting of the Brilisli Association for the Advan- cement of Science; held in august i838 and i84o. London, r83i) and i84t, 2 vol., 8.° fig. Studi Micologici, di Antonio Yenturi. Brescia, 1842, 4° ^B" Notice sur lllelioslat, de J. T. Silbermann. Paris, PoUet, i843, 8.° fig. Ilisloire abregee de la litlerature fran(j:aise, depuis son origine juscpi'au XMP sieele , par A. Baron. BruxcUes, 184 1, 2 vol., 8.° Sulla lorba della provincia Bresciana ; meraoria dei DoUori Lodovito Balardini c Slefano Grandoni, prciniala dall'Aleneo di Bi'escia. Brescia, Ti[)Ografia della Minerva, 1842, 8.° fig. Memoria sullo stafiloma , con una nuova maniera di opcrarlo; di Tom- maso Bonparola. Napoli , Marolta, i8ic, 8.° Memoria sulla frallura della rotola, guarila ])er conlatto immedialo, da Tommaso Bonj)arola. Najioii, Tizzano, i834j 8.° fig. Memoria sulla perfclla guarigionc di un braccio, aiitibi'accio , e mano , XVXIK (livciiuti slorjjii in scguilo tii una scottatina, con un mezzo meccanico- ii'.cclico, cscguila da Tuiniiiaso Boiijiavola. Najioli, Tizzano , i838, 8." fig. llisloirc iialurcUe gciierale ct parliruHcre ties insccles Ncvropleres, par F. J. Pictet. Premiere monograpliie. Famille des Perlides. Geneve, Pick, 1841. Texle et planches, 2 vol., 8." Ibn Kliallikau's biographical dictionary, translated from the Arabic, by B.° Mac Guckin de Slaiie. Vol. I. Paris, Dondey-Dupre , 1842, i vol. , 4.° Sur les resultats des comptcs de radministration de la justice criminelle en France, do i825 a i83c); note luc a 1' Academic des Sciences morales ct polilitpies, dans sa seance du 2 avril 1842, par M"' Be- noislon de Chalcaiineuf (^Exlr. du Moniteur Uniwrsel du i3 mai 1842). 8.° SuU'elettricismo eccitato coUo schioppo ; lettera seconda del sig. Profes- sorc Fcrdinando Elicc. Genova , Pagano, i843, 8." Nota del Dotl. Franccsc'Orazio Scorlegagna sopra le Nummolili , seguita da un' appcndice ( Estr. dal Bim. Ill, 1842 degli yinnall delle Sc. del Regno Lombardo-J^eneto). 4° Obbiezioni del sig. C. Porro intoruo alia Nota del Dott. Scortegagna SuUc Nummoliti, seguita da una seconda appendice dello Scortegagna (Estr. dal Bim. V, 1842 degli Annali delle Sc. del Regno Lombardo- Feiieto). 4.° Observations sur le Tephrite Kai'ron, ou mouche de TOlivier, par L. M. Cauvin. 1"" et 2''° parlies. Nice, Suchet , 1840-1842 , 8.° Memoires de la Societe Royale Academique de Savoie. Tom. XI. Cham- bery, Puthod , 1843, 1 vol., 8." Histoire du livre de I'lmilation de JesusChrist, et de son ve'ritable auleur ; par le Chev. G. De-Gregory. Paris, Crapelet , 1842, 3 vol. , 8.° Catalogue dc la Bibliolhcque de M' le Baron Silvestre de Sacy. Tom. I" Imprimes: Philosophic, Thcologie, Sciences naturelles ; redige par R. Merlin. Paris, imprinierie Royale, 1842, i vol., 8.° Het Instituut, verslagen en ^Icdedcelingen uitgegefcn door de vier Klassen van het Koninklijk Nederlandsche Instituut van Wetenschappen , Let- lerkundc en Schoone Kunsten. Over den Jahre 841, N.° i-4- Amsterdam, Miiller, 1842, 3 fasc. , 8.° fig. PiCTrr Dc Sum Bekoistow DE CnATEAUNEtF El.ir.F. Sr.OBTEr.AGK* C ^v^ m B. SOCIET* AcCAniMir* di Savoia De-Gbecobt II. MERLI.f IsTIT. ^EEElANDESE DI SCIEME di Amsterdam ?tl. CitesT.vDaito DE0\>DOLLE(Gglio) Ar.r.ADEMiv Rr.m.e DCLLK Si'.IKME Accademia Reale UELLE ScitKZK Ji Lisboita De Macedo ACCVDtMI\ TELLE Sr. I1ATL'll\LI di Fitadelfia Sapgio d\ inslitu/.ioni sulla farolla tlclla [laroln;. tli A. Ci'esiatloi'o. Torino, Miissano, i843, 3 vol., 8." Portrait de M"' /4ugHStin Pjramus Je Candolle , j^ssocie etravger dc Vfiislitut. Geiirve, Srhiniil , fol. Ahliaiullungen tier hislorisclicii Classc tier Konifijlich Bayerisclien AKa- tlemie der Wisscnscliaften. Krsler Band, Tlicil II. — Zveiier Band, Ahllieilung I-IIT. — Driller Hand, Al)lheiliuig I. Miiiichcii, i833- .84,, 4." fig. Alihandlungeu der pliilosophiscli-philologischcr Classc dcr Kotiiglich Bavc- mchen Akadcmie dcr Wisscnschaftcn. Drilleii Band, Abllieil- I-II. Miinclicn , 1840-1841, 4-" Abliaiullungen dcr malhctiiatisch-pliysikalischoi Classc der Konigjicii Bayc- risciien Akailcmie der Wissenschaflen. DriUcn Band, Abllieil. II. Miinchen, i84i, 4-° ^g- Gelclirtc Anzcigen hcransgogcben von Mitgliedern der K. Bayer. Aka- demic dcr Wissenschalten. Band XII-XIIT. Miinolicn, 1 84 1, 2 vol., 4" Historia e ^Icniorias da Acadcinia Real das Seicncias tie Lisboa. Tom. XII. Part. II. Lisboa, 1889, i vol., 4.° fig. Disscrta^.oes chronologicas c crilicas sobre. a historia e jurisprjwlencia ecclesiaslica c civil de Portugal, pnblicadas por ordem da Acadetnia R. das Seicncias dc Lisboa pclo seu Socio Joilo Pedro Ribeiro. Tom. V. Lisboa, i836, 4.' Discurso lido era 32 de Janeiro de i843 na sessao publica da Acadeniia Real das Seicncias de Lisboa ; por Joaqnim Jos«i da Costa de Macedo. Lisboa, 184 3, 4." Proceedings of ilie Academy of naluj*al Sciences. Vol. I. ]N°* i-»6. Phi- ladclpliia, 184 I- 1 842 , 8." Address delivered on laying the Corner stone of the Academy of na- tnral Sciences of Philadelphia; May 35th, 1839. By Walter R. Johnson. Philadelphia, 1839, 8.° A biographical sketch of the late Thomas Say, read before the Academy of natural Sciences of Philadeli>hia; December i6 i834, by Benjamin II. Coates. Philadelphia, i835, 8." A memoir of William Maclure; by Samuel George Morton. Philadelphia, 1841 , 8." A memoir of the late Lewis David von Schweinitz; with a sketcii of his scientific labours , read before the Academy of. nat. Sc. of XLI Philadclplua, may lalh iSSoj by Walter R. Johnson. Philadelphia i835, 8.° ' Notice of the Academy of natural Sciences of Philadelphia ; with an Appendix. Third edition. Philadeljihia, i83G, 8." Act of incorporation and by-laws of the Academy of natural Sciences of Philadelphia. Philadelphia, i84o, 8." List of Members and correspondents of the Academy of natural Sciences of Philadelphia. Philadelphia, i84i, 8.° II Scgistan, ovvero il corso del fiume Hindmend, secondo Abu Ishak-El- Farssi-El-Isstachri, geografo Araboj di Antonio Madini. Milano, Ber- nardoni, 1842, 4.° fig. Appendice a tous les traitcs d'analyse chimique , recueil des observa- tions publiees depuis dix ans sur I'analyse qualitative et quantitative; par C. Barreswil et A. Sobrero. Paris, Crapelet, i843 , 1 vol., 8.° Di alcune odierne utopic; discorso del Dottore Andrea Zambelli, letto ncUa grandaula nell'I. R. Universita di Pavia, nel solenne riapri- meiito dcgli studii per I'anno scolaslico 1842-1843. Milano, Pirola 1843, 8.° Report to her Majesty's principal Secretary of stale for the home de- partment , from the Poor lav» Commissioners , on an inquiry into the Sanitary condition of the labouring population of Great Britain; by Edwin Chadwich , Esq. With Appendices. London, 1S42, i vol 8." Cg. Ou the determination of the intensity of the earth's magnetic force in absolute measure; by the Rev. Humphrey-Lloyd. Dublin, 1843, 4.° Account of the induction Inclinometer, and of its adjustments ; by the Rev. II. Lloyd. London, 1842, 8." Observations of the Aurora Borcalis from September i834 to September 1839; by Robert Snow, Esq. London, 1842, 8.° Tables for the extemporaneous application of con-ections for temperature to barometric observations , etc. ; by S. EUiott-IIoskins. Guernsey 1842, 8." •' ' Address of the most noble the Marquis of Northampton, etc., the Pre- sident, read at the anniversary meeting of the Royal Society, on Wednesday, November 3o, 1842. London, 1842, 8." Proceedings of the Royal Society , N. Seeie II. Tom. X. Maijim SOBBEP.O ZtMBELI.I Ch*D»1( K UlMPBBEY-Ll.oin Skow UnfKiNS n. SOtlETA' di Londra 51-57. London, 1842-1843, 8." ^"^■rr^^F.o Amiri%,m Ucii D'IIO»tRF.i-FlRM\N PtKLATORE \r.n List of llic Royal Society of London 3olh November 1842 , 4" Bibliotora ili Farmacia, Cliiniica, Fisica, Medicina, Cliiringia, Terapeutica, Storia naUnale, ecc; (U Anionic Catlanco. Scconda scrie. \ ol. XV- X\ III. .MiUino , 1841-1843 , 4 vol. , 8.° fig. Lo scadimcnto esterno della farinacia in Francia , sue cause , e niezzi oiide lidouarla al vcro sue stato; di H. A. IMcynier. a."*" cdizione ilaliana ; con note del Dott. Antonio Cattaneo. Milano, Chiusi, 1842, I vol., 8." •, . Istromenti per I'agricoltui'a pratica; del Dott. Antonio Caltaneo. Milano, 1843, fol. fig. L'Econoinisla ; giornale di agricollura tcoi'ico-pratica , di ragioneria , annuinislrazionc , tecnologia, commercio, ecc. Vol. I.°, fasc' i-3. ISIilano , Manini , 1842-1843, fol. fig. Cenni su la vita di Galileo-Galilei, scrilti da Antonio Cattaneo. Milano, Chiusi, 1843, 4°j PoJ litratlo del Galilei. Cucina cconomica ; invenzione del Dottoi'e Antonio Cattaneo. '/« ^^ fogl., 4.» Calalogo delle niemorie , note, ai'ticoli , opere , giornali , poesie, ecc; pubblioatc da Antonio Cattaneo. i fogl. , fol. Regolamento della scuola privala di agricoltura teorico-pratica , di coui- inercio, di amministrazione , di ragioneria, di propriety e diretta dal Ragioniere Vincenzo Cavenago in Milano. '/^ fogl. , 4-° Des eau\ uiinerales alcalincs de ^ ichy , considerces corame moyen fon- dant et I'csolulif dans les afleclions chroniques , et particulierement dans celles des organes abdominaux; par Charles Petit. Paris, Mal- teste et Comp% i843, 8.° Terza Appendice al 2.° volume delle opere di Giacinto Andriani inti- lolato : Dubbii apposti alle grandi eta geologiche , ecc. Dialoghelli lennti nel giugno 1842 Ira Torriano ed Erittono , ecc; di Giacinto Andriani. Napoli , 1842 , 8.° Delia distribuzione deirelctlrico ne'corpi condiittori ; meinoria del Dott. Giuseppe Relli (Inserila ncUa Parte Fisica del Tomo XXII delle Memorie della Societa Italiana delle Scienze residente in Modena). Modena , i84o , 4- Suite des memoires ei observations de physique et d'histoire naturelle; par M' le B" dHombres-Firmas. 8." Come possa considerarsi la Botanica ncllo stato atluale delle scienze IsTlTLTI) di Framiii xi.m nalurali ; prolusioiie lelta in occasione deU'apertura della cattedra di Botaiiica e di Fisiologia vegetale nell'I. R. Museo di Fisica e Storia naturale di Firenze,il i.° diceinbie 1842, da Filijipo Parlatore. Fi- rcn/.c, PiiUli, 1842, 8.° Nota sulla Pacliira Jlba , della famiglia delle Bombacee ; di Filippo Parlatore. Firenze , i843, 8." Sulla slatua cqueslre dedicala a S. M. il Re Carlo Alberto dalla Citta "'»» di Casale; ragioiiameulo di Bartolomco Bona. Torino, Fontana, i843, 1 vol. , foi. fig. Tijdscrift voor natuiirlijke geschiedenis en physiologic; nitgegcvcn door hoemss J. van der Hoeven en W. H. do Vriese. Leiden, Luchtmans, 1840, 2 vol. , 8." Fragmens zoologiques sur les Batraciens; par J. van der Iloeven. 4-° fig- Memoires de TAcademie Royale des Sciences morales et politiques de rinslitul de France. Tome III. Paris, Didot, i84i, i vol., 4° ^lemoires de I'Academie Royale des Sciences morales et politiques de rinslitut de France. Savanls etrangers. Tome I. Paris, Diilot, 1841, I vol., 4.° On the distribution and classification of the older or paloeozoic deposits mibchiso> of the north of Germany and Belgium, and on theii' compai'ison with forniations of the same age in the British isles ; by the Rev. Adam Sedgwick, and Roderick-Impey-Murchison , etc. London, Ri- chard and Taylor, 1842, i vol., 4°> and Atlas, fol. Address delivered at the anniversary meeting of the Geological Society of London, on the 17th of February i843; prefaced by the an- nouncement of the award of two Wollaston medals, and the donation fund for the same year; by Roderick-Impey-Murchison. London , Richard and Taylor, i843, 8.'' Researches on the decomposition and disintegration of phosphatic vesical iioskins calculi , and on ihe introduction of chemical decom|jonents in to the living bladder; by S. Elliott lloskins. London, Richard and Taylor, 1843, 4.° Beitraege zur Kenntniss der Teniae i-^'erstein erungen des nordwestlichen I'muni Deutschlands ; von D.' R. A. Philippi. Kassel, 1843, i vol., 4.° Abbildungen und Beschreibungen neucr oder wenig gckannter Conchylien, untcr mithiilfe mehrerer dcutscher Conchyliologeu herausgegebeu von D.' R. A. Philippi. Cassel, 1842, 4.° fig. XI.IT Bkbtini Iilrologia inincrale, ossia descrizione di lutle le sorgcnli cViicque ininerali note sinora negli Stati cli S. M il Re tli Sardcgiia, crc; per Ber- nardino Bcrliiii. a.*"' ediz. accresciuta, correlta c migliorata. Torino, Mussano, (8^3, i vol., 8.° tiiRELi.i ProspcUo iiiotlico-slatistico degli spedali dei pazzi e pazze, in Bresfia, per gli aniii i838 a 1841 ; del Doltor G. Friincesco Girelli ( Eslr. liagli Anmdi Unh'crsali di Medicina). Milano, 1842, i vol., 8." »,\M'>» L'archilctlura antica; descritta e dimosti'ala coi tnoniimenti daU'Archi- letlo Cav. Liiigi Canina. — Sezioiie prima: Architettura Egizia. Fasc' lI-^ . Roma, co' tipi dello stesso Canina, i843 , fol. fig. Fi»''iv Traile du droit inlcrnational prive, on du conflit dcs lois de dilVei'entes nations en malicre de droit prive ; par M'' Focli'c. Paris, Fain et Thunot, 1843, I vol., 8.° SociETi" Zooi..«r.ii-t Transactions of the Zoological Society of London. Vol. III. Part. I. London, Richard and Taylor, 1842, 4-° ^S- I'roceediiigs of the Zoological Society of London. Part. IX. London , 1 84 I, 1 vol., 8." Reports of the Council and Auditors of the Zoological Society of London, read at the annual general meeting, april 29, 1842. London, Richard and Taylor , 1843, 8.° A List of the Fellows and honorary, foreign and coiTcsponding Members of the Zoological Society. London, Richard and Taylor, 1842, 8.° ir.Vno Delia economia polilica del IMnnicipio di Mantova a' tempi in cui si reg- geva a repubblira, ])rcmessa una rchizionc storica dei diversi gover- namenti fino all estinzione di quello dei Gonzaga ; memoria di Carlo d'Arco , corredata di documenti autentici, per gran parte inediti, e di alcune tavole. INlanlova, 1842, i vol., 8.° Iiitoriio al rarattere nazionale che aver debbono le arli ilaliane , aggiun- t<;vi alcune osservazioni praliche sopra varie opere esposte in Milano dal i83'j al i84i ; memoria di Carlo d'Arco. Manlova, Caranenli , 1842, I vol., 8." lurnri.iir. Specimen de rim|>rimeric de Bachelicr, rue du Jardinet, 12. Paris, Bachelier , 1842 , 4° i.o-ico Pensieri di civile economia ; memoria del Dolt. Agatino Longo. Catania, Sciulo, 1842 , 8." i>i c*ii>o:iT Programme du Congrts scicntiCf^e de France. 11" Session. Angers, 1843 , 4." \h\ Riccrchc ed espeiimenl'i inlorno alia fornoazionc ilella cotcnna ncl sangue, ed al suo valore sintoir.at'uo iJcUc malallic; del Doll. GiovanDi PoUi. Milano, i843, 8." Coiisidcrazioni inlorno al calcolo degli orulari per gli cannoccliiali aslro- nontiici, direltc a distruggere le ahcrrazioni secoudarie di rifrangibilita c di sfcricitii da cssi dipendeiili; memoria del Cav. Giovanni Sanlini (Inserito nel Vol. I." delle Mem. delVI. B. IslitiUo Feneio di Sc. , Lcttere ed /irti). Yeiezia , Antonelli, 1842, 4-° Calcolo delle perturbazioni prodotle dall'azione di Giove e di Saturno negU dementi ellitlici della comela di breve periodo delta di Biela, dal suo passaggio pel perielio nel iSSg fino al prossimo suo ritomo nel 1846; del Cav. Giovanni Sanlini (Inserito nel Vol. I.° delle Mem. delV 1. R. Istitiito Feneio di Scienze , Lettere ed Jrli). Venezia, Antonelli, 1842, 4.° Scoperla di due nuovi alcaloidi nella china gialla filosa , e del vero componimenlo organico amaro della medesima ; opuscolo chimico di B. Jori. Rcggio, Davolio, i843, 8.° Teoria elementare delle frazioni-coefiicienli ; memoria del Prof. Giovanni Barsotti. Lucca, Berlini, i843, 8.° Della Sociela d' incoraggiamcnto per le arli e i meslieri in INIilano, e della prima distribuzione de'preniii fatla da essa il aS aprile i843: cenni storico-critici di Goltardo Calvi. Milano, Guglielmini, i843, 8." Osservazioni di Carlo Porro sulle Nummoliti. Milano, i843 , 4° Discours d'ouverture de la seance publique de la Sociele Royale d'Hor- liculture de Paris, du dimanche i4 mai 184 3, el Compte-rendu des travaux de la Sociele; par M' le V" Hericart de Thury, President. Paris, Bouchard-Huzard, i843, 8.° Rapport fait a la Sociele Royale et Centrale^d' Agriculture de la Seine ; par W le V'° Hericart de Thury, sur le concours des puits arte- siens, fores, en 1842-1843, dans Tinlei'et de lagricullure. Paris, Bouchard-Huzard, i843, 8.° Platone , I'apologia di Sorrale , il Crilone ed il Fedone, tradotti con note criliche c fdologiche, e con prolegomeni al Fedone, da Barto- lommco Prieri, e preccduti da una breve inlroduzione suU'origine e suUo stato della (ilosoiia Gieca avanli Platone. Torino , i843 , i vol., 8.° Ricerche suirarchitettuia piu propria dei tempii cristiani , e applicazione roi.T.i Sartimi J OR I Babsotti Calvi PoBRO IUricart de TniBV Prieri Carina I, \T I TITO nrMVBH SOC. riFOLOCIC.V f/j Lomlra Ubaeierc da IIehsu J a nioniM S.iKTi Lin Mil Clice I.OBDVT CtllEKk xi.vi lUlhi moilesima ail una idea ili sosliluzione dcUa Chicsa Caltcdrale di S. Giovanni in Torino; di-l Cav. Luigi Caiiina. Roma, coi lijii dollo slesso Canina, i843, i vol., Ibl. fig. Progi'anima dcirAccailcmia dcllc Scioiize dell' Istilulo di Bologna , pel concorso al prciuio Aldini , sal Galvanismo , per Tamio i844- Bolo- gna, 1843, /, fogl. Risposta al tema proposto dalla Societa Medico-Chirnrgira di Bologna sidle Mctastasi ; meinoria del Dollor Carlo Demaria, prcmiata dalla suddetla Societa (Estr. <\vl\ \o\. Wi AcWe. Mem. dcUu Socielu Medico- Chirurgica di Bologna). Bologna, i843, 4-° Transactions of the Geological Society of London. Second series. Vol. \T, Part II. London, Richard and Taylor, 1842, 4-" fig- Ultimi progressi della geografia , siinlo letto ncUa 4-" riunione degli scieiiziati italiani in Padova, nel settembre 1842, da Jacopo Graebei"g da Hemso ( Estr. dal 6.° vol. del Politecnico di Milano ). Milano , Pirola, 1843, 8.° Virgilius Naiiticus. Examen dcs passages de Tfiiieidc, qui ont trait a la marine ; par M' A. Jal ( Extr. des Annales maritimes et Coloniales. lilcii 1843). Paris, iinprimerie Royale , i843, 8." Nuovo saggio di studi di chimica , di fai'macia e di terapeutica, ossia Suppleinento al Coinmcntario di preparazioui, analisi ed ossei-vazioni chimiche e fartnaceiitiche del Chimico Giovanni Righini. Pavia, Biz- zoni, 1842, 8.° Telluro-eleltricismo. — La scossa e la decoin])osizione dell'acqua per mezzo delle correnti indotte dal magnclismo terreslre ; nota dei signori Luigi Pahnieri e P. Santi Linari ( Estr. dal N.° 9 del BeTi- diconlo della R. Accademia delle Scienze di Napoli). '/{ fogl. , 4-" Osservazioni sui parafulniini ; del Professorc Ferdinando Elice. Genova, 1843, 8.° Essai d'une caraclcristique dc Tenseignement medical de Montpellier , developpee dans les qualrc premieres Iccons du cours de ])hysiolog\e de I'annee scolaire 1841-1842; par le Professeur Lordal. Montpellier, Martel, 1843, fol. fig. Delle memorie storiche dei Tizzoni , Conti di Desaua , e notizia delle loro monete; di Costanzo Gazzera; lelte alia R. Accad. delle Sc. di Torino, nclle adunanzc del g e 23 dicembre i84i, e pubblicalc nel Tom. IV (Ser. II); cenni di G. Cristoforo Gaudolfi (Estr. dalla Rivistu Ligure,fasc. 6.", i843). '/^ fogl., 8.° XLVIt Quadro elcmenlar tlas rclacoes politicas e ili|ilomalicas dc Portugal com as (livcrsas potcncias do iiiiiiido , dcsdc o principio da Monarcliia Portiigueza ale aos nossos dias; ordcnado, e composto pelo Viscondc de Santarem. Pariz, Fain c Thunot , 1842-1843, 3 vol., 8.° Notice sur Andre Alvarez d'Almada , at sa description de la Guinee ; par M' le Mromle de Sanlareni. Paris, Fain et Thunot, 1842, 8.° Memoire sur les institutions polilicpies, administratives, militaires et le- gislatives des colonics anglaises dans les differentes parties du globe; par M' le Vicomte de Santarem ( Extr. des Nouvelles Annales des voyages, i84o). Paris, Fain et Thunot, 1840, 8.° Recherchcs hisloriques , critiques et bibliographiques sur Amcric Vespuce et ses voyages; jiar M' le Vicomte de Santarem. Paris, Maulde et Renou, 1842, i vol., 8.° Recherches sur la pi'iorite de la decouverte des pays situes sur la cote occidentale d'Afriquc, au-dela du cap Rojador, et sur les progres de la Socicte Geographicpie, apres les navigations des Portugais, au XV"" siecle; par le Vicomte de Santarem. Paris, Dondey-Dupre , 1842, I vol., 8.° Lettre a IMonsieur Guigniaut, sur le teste demoticpie du decret de Ro- sette ; de M' F. de Saulcy, 4.° Ecriture dcmotique egyplicnne ; lettre de M"^ Champollion-Figeac , a 1\P Ch. Lenormant. Paris, 7 fevrier, 184 3, 4-° L'obelisque de Louqsor transporte a Paris. Notice historique, descriptive et archeologique sur ce monument; par ISP Champollion-Figeac, avec la figure de Tobelisque et I'interpretation de ses inscriptions hiero- gljphiques , d'apres les dessins et les notes maimscrites de Champol- lion le Jevjue. Parir , Didot, i833 , 8.° Manuale delle piii usitate preparazioni chimico-farmaceutiche, colle rispet- tive teoriche, ora redatto a forma di dizionario; di Luigi Del Grosso. 2." edizione. Napoli, 1840, 1 vol., 8.° Giornale di farmacia, chimica e scienze affini, redatto da Luigi Del Grosso. Vol. 4.°, ed i fasc' i a 5 del vol. V. Napoli, 1842-1843, 8." Sopra la comunicazione vascolare tra la madre e il felo ; del Dottor Mauro Rusconi (Inserito nel Tom. 7.° del Giornale delVT. R. Istituto Lombardo di Scienze, Lettcre ed Aiti, c Biblioteca Italiaiia). Jlilauo, Bernardoni, i843, /, fogl. , 8.° Sur les vaisseaux lymphaliques des reptiles. Leltre du Docleur Rusconi I)r .Sx?.T(BI M Sallcv Ch»mpoli-ion FlGEiC Del Grosso '.UUSCORI 5I.VIII R\D<'I.IFFe iRLSTtl > P S*vi Z1MTF.DESCB1 SiLUxio (fnlelU) SOCIET\' R. DtGLI A;OIN[.T a M' le Professeur Okcn (Inscrita ncl Tomo 6." del Giornale (kWI. R. Istitiito Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti e Bibliotecu Ila- liana). Milano , Beinariloni, i843, '/^ 'I' f"a^- > ^•° Astrononiiial observations maile al the Ratli-lille observatory, Oxford , in the Year i84o; by Manuel J. Johnson, RadeliU'e observer. Vol. T. Published by order of the Radclillb Trustees. Oxford, Baxter, 1842, 1 vol., 8.' Sopra i carboni fossili dci terreni mioceni delle maremme Toscane; me- moria del Professore Cav. Paolo Savi. Pisa, ISistri, i843 , 1 vol., 8.", ng. Sugli involucri felali del Camelus Drome darius, Lin. ; osservazioni del Prof. Cav. Paolo Savi, state comunieate dal Dottor Pietro Duranli alia riunione dcgli scienziati italiani , lenuta in Padova, nel 184?. ( Eslr. dalle Miscell. di Cliimica , Fisica e Storia naluvule di Pisa , Anno I.', 1843). 7, di fogl. , 8." Elenco delle principali operc scienlifiche presentate ad Accademie o pubblicate dall'Abate Francesco Zantedeschi , con alcuni brevissinii cenni istorici. Venezia , Antonelli , 1842, 4-° Risposta alle accuse date sulla priorita di alcune scoperle dal sig. Pro- fessore Majocchi al Prof. Zantedeschi ( Estr. dal Biin. P' , 1842, degli Annali delle Scienze del Regno Lonibardo-F'eneto ). Mcenza , 1843 , 4° Poesie postume di Diodata Saluzzo, Conlessa Roero di Revello; aggiunte alcune lettere d'illuslri scriltori a lei dirette. Torino, Chirio e Mina, 1843, r vol., 8." Liste des Mcinbres de la Sociele Royale des Antiquaires de France , an i" scpteiubre i843. Paris, Duverger , i feuille, 8.° Lcttre sur I'ulilite des musees ethnographiques, et sur Timportance de leur creation dans les ctats europeens qui possedent des colonies , ou qui entretiennent des relations commereiales avec les autres parties du inonde, a M' Edme-Francois Jomard, par M' Ph. Fr.de Siebold. Paris, 1843 , 4.° Rapport fait a la Societe d"encouragement pour I'industrie nationale , par M' Jomard , sur la souscription au monument a elever a An- necy , en Savoie, a la memoire de BerthoUet. Paris, i843, 4-" Esquisse d'unc iheoric des phenoinenes magnetiques; par J. A. Grandvoinel. Lyon, Ayne, i843, 8." XLIt Di/.ionario aiialitico ell dirilto e di economia iiiiluslrialc c coniniercialc ; del Cavalierc Aiigelo Mclaiio di PorUila ; con apjiendicc dclle diile- renze tra il Codicc di rommercio de' Rcgii Slati e cjuclli iu \igore prcsso altre nazioiii d' Eiuopa. Torino, i843. Parle prima, 4-° I liioghi pill oscuri e controvci'si della Diviiia Comniedia di Dante di- cliiarali da lui stesso; con tre appendici di Giuseppe Picci. Brescia, 1843, 1 vol., 8.° i'roposta di osservazioni medico-meteorologiche da pralicarsi ncUa sla- gione estiva di cadauii anno negli slabilinieiiti per l)agni marini d' Italia ; lettera del Dottor Auguslo Guastalla di Trieste. Vcnczia , Audreola, i843, 8." Alti della quarta riunione degli Scienziali italiani tenuta in Padova nel settembre del 1842. Padova, co' tipi del Seminario, i843, i vol., 4-° Happortsur les fouilles d'antiquites failes a Aix, en 1842; par M' Rouard. Aix, Vitalis, i843, 4.° fig. .Memorie dell'I. R. Islituto Lombardo di Scienze, Leltere ed Arli. Vol. I.° Milano, Bernardoni, i843, 4° fig- II musaico Anloniniano rappresenlanle la scuola degli xitleti, Irasferito per ordiiie del regnante Sommo Pontefice Gregorio X\T dalle terine di Caracalla al palazzo Lateranense, ora delinealo, descritto e illu- StratOj per cura dell' Eminent."" Principe Cardinale Antonio Tosti, dal P. Giampietro Secchi. Roma, Salviucri, i843, i vol., 4-° fig- Coleccion de obras y documentos relalivos a la historia anligua y mo- derna de las provincias del Rio de la Plata; illustrados con nolas y disertaciones por Pedro De Angelis. Buenos-Aires , imprenta del Estado, i836-i837, 6 vol., fol. Ccnno suUa lebbra; del Cav. Dott. Benedetto Trompeo. Pisa, Nistri , 1843, /. fogl., 8.° Nuova maniera di catelerismo contro i ristiingiinenti dellurelra; me- moria del Dott. Pietro Biagini (Estr. dalle Miscell. Medico-Chirurgico- Farmaceutiche di Pisa. Art. XVII dellanno I.°). 8.° De la production des metaux precieux au Mexique, consideree dans ses rapports avec la geologic, la metallurgie et Teconomie politique ; par S'-Clair Duport. Paris, Didot, i843 , i vol., 8.° avec planches. Precis elcmcnlaire de Geologic; par J. J. D'Omalius d'Halloy. Paris, Boucluird-lluzard, i843, 1 vol., 8.° fig. Serie II. Tom. V. 7 ni POtlTlLA rir.ri Gl'ASTiLLt Dr Visum RoUAHn I. R. ISTITI TO di Milaiio TosTi De .\NGEI.Ii TBOurEo BlkGIM DtPOBT D'Omai.us DllALLOr SiTtrrui Pl'RFCO MtM I.M CoMlBEC. »ll<»E .MlMr.lP\LE di MUanQ N\>ii\s I)E i.A Rim- DimCOMtM?!! 0««r * Roucc Qunilii orislallografiii , e disliihnzionc sistematica tlei niinerali ; per cuia ili Arcant^clo Scacclii. Nanoli, t842 , i vol., 8." fig. Meinorie iniiicraloi;iclie e gcologiche ; tli Aicaiigclo Starchi. Tom. I. Napoli, 1 84 1, I vol., 8." fig. Aiitologia ill Siienze natuiali, publjlicala da R. Piria ed ^.. Scacclii. Vol. 1." Napoli, i84i , r vol., 8." fig. Intonio ai proccssi meccanici alii a svilujiparc ne' corpi solidi relettri- cita statica, e di alcune applicazioiii die no dcrivaiio ; memoria di Antonio Pcrcgo. Brescia, tipogr. della IMinerva, i843, 8.° Delia riforma delle carceri e di un'opCra del Conle Peliui di Torino inlorno alia polemica jicnilcnziaria; rapjiorlo alia R. Accademia delle Seicnze di Najioli dcU'Avvocato e Prof, di Uirillo Pasquale Stanislao Manciiii. Napoli, Puzziello , i843 , 4-° Programnia di un pi'emio di austriaclie L. io,ooo proposlo dalla Con- gregazione Municipale di Milano per ranno i844- Milano , Pirola , .843, K fogl., 4.° Studio di alcune circostanze, nelle qiiali il medico deve essere poco o nulla operoso ; del Dollor Giacinto Namias. Veuezia , Anda-eola , 1843, 8.° De Taclion chinaique d'un seul couple Toltaique el des moyens d'en augmenter la puissance. Memoire sur Ics .eiFels de temperature qui acconipagiicnt la transmission dans les liquides , au moyen de divers electrodes, des couranls elcctriques , soil continus , soil discontinus et alternatifs ; par W le Prof. A. de la Rive ( Extr. du Tome III des Archives de Velcctricite, Suppl. h la Biblioth. Universelle de Geneve). 8.° Rapporto delle corrispondenze dell' I. c R. Accademia della valle Tibe- rina Toscana dell' anno 1841-1842, lelto nella generale adunanza de' a4 novembre 1842 dal Segrelario perpetuo Francesco Gherardi Dragomanni. Lucca, Giusli, i843, 8.° Istruzioiii di incdiciiia o vero di terapeutica generale , del Dollore Er- nesto Dan. Aug. Bartel ; traduzione italiana , dall'originale tedesco , per cura del Dottore Carlo Ormea. Torino , Speirani e Feri'ero , 1843, I vol., 12.° Grammaire italicnne, ou cours theoricpie ct pratique de langue italieniie, conlenant les regies generales de prononcialion, etc.; par C. E. Rouge. Thiers, Closlre-Riffier, i843 , 1 vol., 12.° I.I Delia contlizione csordieiile della riforma delle careen ; discussioni e latli relativi , con alcuiii riflcssi derniil'ivi; del Contc Petilli di Rorelo (Estr. diigli j4nnali di Giurisprudenza , vol. I). Fiicnzc , coi tipi della Galilnana, i843, 8." Slalistiquc rouliere de Caen a Roui-n; par M' Do Cauinont. Caen, Hardel, 1843, 8.° fig. Raj)port verbal sur les antiquites de Treves et de Mayence ; par M' dc Caumont. Caen, Hardel, i843, 8." fig. Seances gene'rales tcnues en 1842 par la Societe Fran^aise pour la cou- servalion des monumcnls liisloriques. Caen, Hardel, 1842, i vol., 8.° fig. iMemoire sur les figures cUipsoidales a Irois axes inegaux, qui peuvent convenir a I'equilibre dune masse licpiidc honaogene , douee d'un inouvement de rotation; par M"' Liouville (Extr. Ats Additions it la Connaissance des temps pour 1846). 8.° jj par J. Liouville ( Extr. du Journal de Sur I'equation -r^,-T- t— ^ dx^ dj'^ Matliem. pares et appliquees , Tom. \ III , i843). 4-° Magnetische und meteorologische Beobaclilungen zu Prag, in Verbindung mit mehreren Mitarbeilern ausgefiihrt und auf oiientliche Kosten he- rausgegcben von Karl Kreil. Tom. I-III. Prag, i84r-i843, 3 vol., 4.° con tav. Le leggi del magnetismo nel filo congiuntivo percorso dalla corrente Voltiana; del Professore Francesco Zantedeschi. Venezia, Antonelli , 1843 , 8.° Notizie topograficlie e slalistiche sugli Stati Sardi, dedicate a S. S. R. M. Carlo Alberto. Opera preceduta dalle teorie general! suUe statisliclie, e speciali alle riconoscenze militari, compilata dal Capitano G. Luigi De Bartolomeis. Lib. II. Vol. II-III. Torino, Cliirio e Mina , i843, 4-° pice." Memoric di fisica sperimentale , scrilte dopo il i836 dal Dolt. Stefano Marianini. Anno 4-° Fasc.° I-II. ISlodeua, pei tipi della R. D. Camera, 1841-1842, 8." SuUe societa di mutuo soccorso per gli artigiani , proposta di Gottardo Calvi al quinto Congresso scientifico italiano in Lucca ( Estr. dal fasc.° I -J -1 8° della Rivista Eiiropea , die si pubblica in Milano ). Tipogr. Guglielmi, 8." I'f.TITTl DI ROBET" I>r Cmmont Liouvn.iE Kkeii. Z*NTEDESCni De BiKTOLOMris Habiarim C.^L^ I Lll IMITITO B(RE Btmrri CBESTiDOKO Ttx MuRRFN el Dr.MLLF. PUJIA UllLlll I.EI! Aiir?in\ GrirB»i.E DtLl'I.ITEBitO MoTT»»D Extiail lies rapports siir les resultats sciciitifiqiics du voyage ilo ISr Alcide il'Orbigny dans TAinenqxie du Sud, pendant les annccs iSaC) a 1 833. Parlic Geograpliicpie. Impr. Bachclier, fol. McTcW/JsXsyixai ccc. ossia Osservazioni inctcorologirlie fatle in Atcne dal i.° novenobre i83g sino al 3o giugno 1842 ila (jcorgio Dure. Alenc, Stamperia Reale, i843, 4-° Pellegiinazioni aulunnali ed opuscoli ; di P. F. BarufTi. Torino, Cassoiie e Marzorali, i843, i vol., 8." Delia organizzazioue delle casse di risparinio , dei monli di picla, e delle bancke gencrali. Nuovo mezzo facile di stabilimenlo a tulle le localita degli Stati di Sua Maesla , fornilo di una nuova semplificazione dii rclati^i mctodi di contabilita e scrilturazionc; con luia Raccolla delle regole fondamentali di economia fuianziera ; di A. Crestadoro. Torino, Mussano , i843, i vol., 8.° Mcmoire sur Tcrgot du seigle et sur quelques agamcs qui vivent para- sites sur les epis do cette cereale; par A. L. A. Fee. i" Memoire. Strasbourg, Berger-Levrault , i843, 4-° Observations sur la feuillaison , sin- la lioraison , sur la maturation des fiuits ct des graines , etc., faites aux jardins botaniqucs de I'Uni- versite de Liege (aiicien et nouveau), et aux environs de la ville^ pendant I'aniiee 1841; par M" Ch. Morren et \ict. Deville (Extr. du Tom. >XV des Memoires de V Academic 11. dc Bruxelles). 4" Appendice au Memoire sur I'atlraction de rdlipsoVde homogene , im- primc dans le Tome XX dc ce Journal; par M' J. Plana (Exlr. du Journal des Matliem. pares et appUqudes de M'' A. L. Crellc, Tome XXVI). Berlin, i843, 4.° Sulle Ic^gi del moviniento ddla popolazione negli Stati di tcirafcrma di S. M. il Re di Sardegna ; osservazioni cslrallc dal sccondo volume delle Inforinazioni pubblicate dalla Commissione Superiore di Stati- stica. Torino, i843, 4° gi'- On the ganglia and the other nervous structures of the uterus ; by Robert Lee. London, Richard and Taylor, 1842, 4-° fig- Ricerche sulla fabbricazionc dei fili di ferro negli Stati di S. M. il Re di Sardcgna, e sui miglioramenli di cui essa e suscettibilc. Torino , Favalc, i843, i vol., 8." fig. ^iotice historique sur la vie el les travaux du Professeur Fodere, Docteur en Medecine ; pai- Ic Doct. A. Mottard. Chambtry, Pulhod, 1843,8." i.m rpcrixtj.aztn-h i\o70ftAh- Grammalica filosofica, ossia ragionata, della lingua ilaliana ; per Giuseppe De-Cigalla. Atenc, i836, i vol., 8.° r pociilioaiY.n MsSoJjxr). Grammatica melodica della lingua greca , raccolta da piu operc ; per Giuseppe De-Cigalla. Ermopoli , iSSg, 8." Uivot^ 'loTOjO(xo-xf !Ttxig. Quadro istorico-critico della fdologia latina, com- posto per uso della giovenlu greca da Giuseppe Dc-Cigalla. Atenc , i83G, 8." Uepi '£[j.ar,yi>v. Dissertazione sui mestrui, e suUa clorosi; per Giuseppe De-Cigalla. Ermopoli , i838 , 8.° Tltpt Auffsrj. Dissertazione suUa rabbia; per Giuseppe De-Cigalla. Ermopoli. 1 839, 8.° Usp{ g;v!7iz(uv. Del vaiuolo, e particolarmente dell'epidemia die afflisse I'isola di Tera nellanno i84o-i84i; dissertazione di G. De-Cigalla. Atene, 1842, 8." Commenlari dell'Ateneo di Brescia, per I'anno accademico 1840. Brescia, tipogr. della Minerva, 1842, i vol., 8.° fig.' Sulla lorba della provincia Bresciana; memoria dei Dottori Lodovico Lalardini e Stefano Grandoni, premiata dall'Ateneo di Brescia, giusta il programma pubblicato li 16 aprlle i84o. Brescia, tipogr. della Minerva, 1842, 8.° fig. Notices et extraits des manuscrits de la Bibliotlieque Boyalc de Bruxelles; par Ic Baron de Reillenberg ( Tires des Tom. IX et X des Bulletins de I'Jcademie Rojale des Sciences de Bruxelles). 8.° Traite sur I'administration du comte de Provence; par M" I'Ab. de Coriolis. Aix , veuve Adibert , i'-8G, 3 vol., 4-° Paris et Moutpellier sous le rapport de la philosopliie medicale , etc. ; par H. Kiiluiholtz. 1^' edition. Montpellier , Martel, i843, 8.° Des journaux. de medecine de Paris, et de la Faculle de medecine de iNIontpellicr , a I'occasion de Tiuauguration de la statue de Bichat ; par H. Kiiluiholtz. Montpellier, Martel, i843, 8." Le National aristocrate, ou les Faculles de medecine de Montpellier et de Paris, considerecs sous le point dc vue de la centralisation et de la decentralisation ; par H. Kiilinhollz. Montpellier , Marte! , 1843, 8." Analyse apologetique et ci'itique de la brochure du Doct. J. A. Tedinn- garov , intilulee : Esquisse dune theorie des phenomenes magnetiques; par II. KiihnhoUz. Montpellier, Martel, i843, 8.° DE-ClCtLLt Atrm:o di Bi'rstia De RElFFENBKnG Baron DE Corioli* KirHMlOLTl l.onr»T L\ COMMISSIOMIi Dci. MnMLMF.^To ArrvnFMiv di Lisbona Glulobv SlOTTO-PlNTuR Socirxi' MKrir.o-<'.niBtBr.ir\ Ji Bologna Df TiriLDii Fi ^orKRi I-TITITO di Framuu Sor. m Gt:oGi(\rr\ rf> Pariiji Societa' b" 0«TirOITtB\ a Parigt AKMMISTKMln.ie Dri.i.r. .MintERt d$ Franrta Analyse de la juirole pour servir a la llicoric clc divers cas d'alalio et de paralalic (dc nmtistne et d'iniperfcction du parlcr) que Ics noso- logistcs ont mal connus. Lecons tirecs du Coiirs de Phjsiologic de I'annee seolaire 1842-18/13; par le Prof. Lordat. MontpcUier, Marie), 1843, 8.° Monumeuto alia memoria di Carlo Botla , eretto in S. Giorgio Cana\ese sua ])atria ; opera del Barone Carlo Marochclli. Torino, stamperia Reale , 1843, fol. Ilistoriu e Mcmorias du Acadcinia R. das Seiencias de Lisboa. 2.° Scrie. Tom. L Parte I. Lisboa, i843, i vol., 4° fig- Rapport sur la deuxieme session du Congrcs de Vignorons francais , reuni a Bordeaux, en septembre i843 ; par M'' Guillory ( aine ) ( Extr. des Bullet, de la Sue. indiistr. d'Jnger.s et du dep. de Maine et Loire. N." 5 et 6 de la 14." annce). Angers, 1843, 8.° Sloria lellcraria di Sardcgiia del Cav. D. Giovanni Siotto-Pintor. Vol. I.° Cagliari , Tinion , i843 , i vol., 8.° Memnrie della Sorietu Jlcdico-Chirurgica di Bologna. Vol. Ill, Fasc.' i-4- Bologna, 1842-1S43, 4.° BuUettino delle srienze mediche , della Societa Medico-Chirui-gica di Bologna. Serie III, i fascicoli di fcbbraio 1842, a luglio f843, col- \ Indice del Tomi VII a XII della Serie II. Bologna, 1842-1843,8.° Biografia dcgl'Italiani illustri nelle srienze, lettere ed arti del secolo XVIII, e de' conleuiporanci, compilata per cura del Professorc Emilia de Tipaldo. ^ ol. VIII, Fasc.' 1 a 4- Veiiezia, Alvisopoli, 184I5 8.° Annali dcllc scienze del Regno Lombardo-Venelo. Dal bimeslre di no- vembre e dicembre i84i, a quelle di novembre e dicembre 1842. Vicenza, 1S4 1-1842, 4° Coinptes-rendus liebdomadaires des seances dc rAcadcmle des Sciences de I'Instilul R. de France; par M" les Secretaires perpetuels. Tome XIV, N" 22-26; Tomes XV, XVI, et XVII, N"' 1-2 1. Paris, 1 842-1843 , 4.° Bulletin dc la Societe de Geographic de Paris. Deuxieme sei'ie. Tomes XVII-XIX. Paris, 1842-1843, 8." .\nnales de la Societe Royale d'Horticulture de Paris. De la livr. I'yi* ( fevrier, 1842), a la livr. igo*" (septembre, (843). Paris, 1842- 1843 , 8." Annates des mines, ou Recueil de memoires sur lexploilalioii des mines, et sur les sciences et les arts qui s'y rapjiortent ; redigees par les Iiigcnicurs des luiues. Troisieine Scrie, Tome XX, livraisons 5' el (>'. Quatrierac Se'ric, Tomes I, II, et III, livr. r et 2'. Paris, 1842-1843, 8.» fig. niillelin do la Societe Geologiquc de France. Tome XIT , feuilles 32-36; SoriETA'CEOLocicA Tome XIII, feuilles i-34; Tome XIV, feuilles 1-40. Paris, 1841- 1843, 8." Le Propagateur de rindustrie de la soie en France. Journal mensuel redige par unc Societe de cullivateurs , d'cducateurs el de filateurs des departements du midi de la France; Diiecteur M' Amans Carrier. Du cahier 47% Mai 1842, au 62°. Aoiit 1843. Rodez, 1842-1843, 8." Gazzelta della Associazione Agraria. Anno I." N.' i a 34- Torino, Chirio e Mina, i843 , 4.° Gazette de I'Associalion Agricole. i" annee. N°' i a 34. Turin, Chirio et Mina , 1843, 4." di Frartcia A. CARniFR Assoiniiotir. Agr\ria 11 signor Luigi Ornato avendo espresso il desiderio die , dopo la sua morte , i suoi libri passassero nella Biblioteca dclla R. Accademia delle Scienze , la signora Chiara, sua sorella , eseguendo religiosa- mente le intenzioni dell'amato fratello, li rilascii) alia medesima, in nuraero di circa 700 volumi di scelte opere concernenti alle mate- matiche, alia lingua e letteratura Greca e Romana, alia storia, ed alia filosofia. Obnati) S C I E ]\ Z E F 1 S 1 C H E E MATE M A T 1 C U E Serie II. Tom. V. NOTIZIA STORICA del lavori delta Classe delle Scienze Fisiche e Matematiche nel corso dell' anno 1842, scritta dalV Accademico Professor e Giuseppe Gen^, Segretario Aggiunto di essa Clnsse. 9 gennaio. l Segrelari inf'ormano la Classe essere col giorno 3 1 tli dicenibre spi- rato ii termine fissato pel concorso di Fisica aperto con Programma del 31 aprile iSSg, senza che alcuna menioria sia stata presentata alia Se- greteria accadcmica suirargomeuto proposlo. Sulla j>roposizione del Conle Avogadro , la Classe stajjilisce che il concorso abhiasi a rinnovai-e con la pvibblicazione del inedcsinio Pro- gramma, modificato a Seconda dei progress! falli dalla Fisica negli scorsi due aniii in cio che si riferisce al Qucsito. II Cav. Prof. SisMONDA, depulato col Cav. Cabena e col Conle Avo- OADRO, legge il parere intorno a una douianda di privilegio fatta al R. Governo dai signori FftfeREJEAN per la ridiizione della ghisa coi gaz omanati dallalto forno. I Cotnmissarii fanno osservare die i principii fondamentali, su cui i Ricorrenti slabilirono il loro forno, non diffei'i- scono esscnzialmente dai gia noti e cpialificanti il melodo del sig. De Faber-Dofo«R. Sono (piindi d'avviso che non abbia il R. Governo a con- cedcr loro il chicsto privilegio , col (p\ale si ritarderebbe la jtronta dif- ftisione nei Regii Stali di un metodo , che per luUc le ragioni e a de- siderarsi che venga prontamente e nnivcrsalmenle adotlato. Ma se I'ntilila stessa del melodo e il non avervi i signori Frerejean , siccome appare dalle carle annesse alia loro supplica, recato miglioramcnli 0 cambia- meuti di fpialchc rilievo, inducono i Commissarii ad emettcrc nn awiso 1.x contiai'io alia ioro doinaiula, essi crcdono lutla\ia clic nitrili di esscrc in qiialchc altro inodo prcmlata la sollcciludine , con cui miseio in pratiia ncgli Slati di S. M. un uietodo lanto vanlaggioso. Chiudono quinili la Ioro relazione opinaiulo die ai Ricorrcnli si possa applicare il a.' alinca dellait. i." dcllc Regie Lellcre Talcnli del 28 ftbbraio 1826. 13 febbraio. II Prof. Gene, depulalo col Cav. Carena, fa relazione intonio a una ueinoria maudata airAccademia dal sig. Solier di Marsiglia , intilolata Essai siir les Collciptcrides de la tribu des Moluvites. II Prof. BoTTO legge una sua scrittura inlilolala Experiences sur les rapports entre f induction eleclro-magnctique ct taction electro-chimicjue , suivies de considerations sur les machines electro-magnetiques. E slampala in qucsto volume a pag. 239. 27 febbraio. II Prof. Giui.io, depulato col Cav. Carena e col Conte Avogadbo , fa alia Classe la segiicnle relazione : Con memorialc dato in Parigi il 28 dello scorso dicembre il signor Conte Euamanuele Caccia, novarese, Banchicre rcsidcnle in Parigi, an- nunziasi acquisitore del dirilto di propriela di un nuovo sistema di il- luniinazioue , e supplica S. M. albncbc gli si conccda un privilegio esclusivo di quindlci anni per rinlroduzione, la fabbricazione e lo spaccio ne' R. Stall di una sostanza da esse designata col nome di Idrogeno li- qiiido , e de' becchi da adaltarsi ad ogni fomia di lampade per renderle altc alia coaibustione di quclla. In una carta separata, che porta la uiedcsima data del iZ di dicembre , il Supplicanle espone i pregi del nuovo sistema di illuminazione , e conchiude coll' aggiungere alia soprad- detta domanda , quella di una diminuzione di dazio, per tre anni al- nieno , sulla inlroduzione ne' R. Stati delle lampade proprie ad attuarlo. A queste carte , trasmesse alfAccademia con leltera della R. Segre- teria di Slato del aS di gennaio ultimo, andava unito un foglio di di- segui , ed un plico cliiuso con tre sigilli di cera jiortanti le lellere C. S, c con qucsta sovrascritta u Specification delaillee de la metliodc ct des )i procedes de fabrication du combustible ccluirant dit I/jdrogi-ne liquide LJtl )> et dessins cl descriptions des iiislrumens jiroprcs a en favorlser la » combustion. — A lappui d'unc demande de Brevet extlusif pour » quinze annec, faite i)ar le Coinle Emanuel Caccia ». II s\'^. Carlo SArciii , agenle c prociiratorc del sig. Conle Cactia , avendo ilichiarato esscre desiderio di qucslo clic si tenes5cro sefrcle la coniposizionc e la prcparazione del cosi dello icirogcno licjuUo, i Dc- pulati per adcrire a queslo desiderio , prcsa cognizione delle cose coii- icnutc ncl plico sigillato sopra descrillo, lo lianno nuovamenle cliiuso, apponcndovi il sigiilo dcirAccademia. Conforme alia ofl'erta fatlane dal procuratore del Supplicantc, veiinero messe a disposizione dei Deputali parecchie lampade munite del miovo becco, ed una ampoUa conlcnente una cpianlita del cosi delto idiogeno liquido , bastante agli sperimenti che essi propoiievansi di fare. I \an- taggi , che dal Suppllcante si atlribuiscono a questa soslaiiza , sono : i.° Di poterardere, merce la nuova foraia di bccchi, in lampade di cpialsivoglia forma, senz'uopo di lucigr.olo , seiiza lasciar depositi , senza spandere odore di sorta. 2.° Di dare fiamma vivacissima, salda, simile a quella del gas il- luminante, e di luce due volte almeno piu intensa. 3.° Di essere di uso comodo, e non soggetto al riscliio di esplo- sioni : e di potersi , come ogni altro combustibilc solido o liquido, a"c- volmente trasporlare, senz'uopo di spendicsi tubi di condotla. 4.° Di ardere senz'alterazione di Gamma malgrado qualunque agi- tazione, e comuuque esposla alle intemperie : e di poter quindi essere con vantaggio sostituila al gas iUuminante, all'olio ed alia cera per I'il- luminazione cosi delle officine e degli appartamenti, come delle pubbliche vie, e piu specialmcnle delle carrozze, delle navi, ecc. 5.° Di essere di prezzo moderato. A verificare compiulamenle lesatlezza di lulle queste asscrzioni, sa- rcbbcro state necessarie prove e piii estese e piu variate di quelle cui I Dcputati potevaiio comodamentc proccdere, tanto piii che non si scorge che questo nuovo sistema di illuminazione, malgrado tanti suoi vanta""i, sia slato finora in alcun luogo altuato. Tuttavia, le cose, che si yti- ranno nella presente relazione esponendo , potranno bastare a formare una giusta stima de' pregi e degli incouvenienti di questo mode di illu- inniazione. La soslauza designala col nome di idiogeno liquido e un mislo di sostanze ben trnle, prcjaralo con operazioni semplic'i e faclli acT eseguirsi in graiKle. Dal prezzo attuale di qneste sostanze e tlalla natnra delle operazioni cui esse deggiono venire soltopnste, si puo argomentare che il prezzo del coniposto sari probabilmcnle assai superiore, certamenle non inferiore, a quello del migliore olio a(lo|>erato ad alimentare le 1am- pade di liisso. — E pure da osserTare , come queste medesime sostanze provenendoci, in massima parte almeno, daU'estero, qualora il nuovo si- stema di illuminazione inconlrasse favorc , il ]>aese verrebbe a rendersi Iribulario dcllo slraniero per ragguardcvoli somnie, ed a pregiudizio dei prodwitori nazionali di olio da ardere. Yero c, die il Supplicante spcra di poler cnl tempo ricavare da' prodolti conosciuti del noslro suolo gli elenienti del suo ufrogerio liqiiido in copia bastante, e di scemamc an- cora il prezzo coll' inlrodurre nclla fabbricazione di essi notabili iiiiglio- ramenli : ma qnanto \algano lali speranze , e cpianta diminuzione di pi-ezzo se n'abbia da aspeltare, non si polrebbe per ora pronunciare con fondiimento. La denominazione di idrogeno liquido ii afl'atfo impropria , la so- stanza cui essa vier.e applicala non contenendo di idrogeno piu di dodioi o trcdici cciitesimi : la buona fede parrebbe consigliare che si abbando- nasse un nome, il quale, col dare a credere clie la sostanza cosi dcsi- gnata abbia, per la sua composizione o per la sua preparazione, qualchc stretta analogia col gas illuniinante, puo essere occasibne di errore pel pubblico, e di pregiudizio per gli slabilimenti in cui attualmenle si fab- brica questo gas. II nome di idrogeno liquido o solido,w\ eguale od anche a miglior diritto, conven-ebbe a moltissimi altri corpi , quali sono gli olii grassi, il sevo , la cera, il butirro ccc, che tutti contengono cpianlila di idro- geno eguali , 0(1 ancbc; notabilinenle maijgiori di (piclla che si riiniene nella sostanza di cui i-asioiiiamo. I becchi delle lampade deslinale alia combustione di questa sostanza, sono ordinali in modo, che essa si affacci in istato di vapore a forcllini od a fessi ■variamenle disposti , a simiglianza di quelli dc' becchi a gas , c sboccando da essi si iiifiammi ; tutto il liquido contennto nelia 1am- pada Tienc siiccessivamente ridotto in vapori , ed arde di mano in mano che passa in questo stato. Quest! becchi formano il solo caraltcre csscn- ziale delle lampade , di cui si tratla, ed a;lattati a lamjiadc ad olio di qualsiroglia forma, le rendono alte alia combustione dell'idrogeno liquido; LXIII cssi ponno essere a semplice corrente d'aria^ od a doppia coirenlc come quelli di Argand. Poichc il llquido, prima di infiammarsi, dee essere stato ridotto iu vaporc , ne segue , die per accendere la lampana convien prima ridurre in vaporc una piccola porzicnc del liquido raedesimo , il clie si fa ac- coslando al becco un coipo di forma annulare iuzuppato di spirilo di vino iufiammalo : qucsla maniera di accendere le lampade , luUochc facile , non tralascia pcro di essere lenta ed incomoda, massime cjuaiido si tratli di lumi sospcsi a qualche altezza sopra il suolo. Quando una volla la flamma si e appresa , il calore della fiamma stessa e qiiello che successivamenle riduce in vapori il liquido che la vienc alimcntando : quindi e che ne' primi istaiiti la flamma dee essere ed e assai debole , e ch'essa vlen poi acquistando volume ed intensitu uiaggiori , e perviene dopo cfiialche tempo ad un grado di splendore che iudi Icntamente diminuisce di mano iu mano che il liquido conte- nuto uella lampada viene vaporizzato ed arso. — II liquido adunque lenlamenle si risolve in vaporc , il quale si consuma di mano in mano che si forma, ond' e rimosso ogni rischio di esplosione. La coinbustione de\Y iclrogeno liquido non tramanda^ per quauto ab- hiamo potuto accertarcene con alcuni sperimenli, odore sensibile: bensi se una lampada veiTa accidentalmente a spegnersi, seguitando cssa lut- lavia a tramandar vapori che piii non si arderanno , si sentira tosto un odore mollo ijitenso e spiacevole, che svelera in parte la natura del combustiblle. II nuovo combustibile e per questo fatto in condizione poco dilTerente da quella dellolio, del sevo, e del gas illuminantej i qtiali, spenti senza precauzione, tramandano odore piu o meuo iuteuso , e piii o meiio grave. Provvide in parte a questo scoucio I'inventore del nuovo modo di illuminazione , col munire le sue lampade di certi spe- gnitoi che, serrandosi a vile sul becco, ne impcdiscono I'uscila agli ia- «ouaodi vapoi-i: ma qualche iucomodo porta pur seco I'uso di questi spej;tiiloi. La fLtmnia prodotta dalle nuove lampade e veramente bianchissimaj spieudeulissima , mollo somiglianle a quella del gas-luce : la combuslione si fii in jnodo costante e tranquillo. L'assenza d'ogni lucignolo toglie di mezzo quegli incrostamenti , cui vaujio soggetlc le comuui lampade ad oHo. Ma e egli ]>ermesso di aflbrmare che riutenslta del lume che si otlieue sia molto maggiore di qucLLo die sommiuistia il gaz-luce mcdcsimo? I.MV Kgli (■ ir.aiiifcslo , clic per isliibillrc un coiifi-oiilo su le facolla illnnii- iianli ili due cotubuslil)ili, si clebboiio jiaragonare le quaiilila di luce oltenute anlentlone cpiantila determinate, oiide, conoscetidosi il [rczzo di ciascnuo, si possa cnnchiderne la ragioiic in mi slaniio Ic qiuiiitita di hice otlciiulc a pari disj)Ciidlo, chc e cio rhc in soslanza iuiporla di conoscere, quando si dee decidere della rispettiva conwnieiiza de' due combuslibili proposli. II Relalore lia falli alcuni sperimenli sullc (jiiaiitita di luce son.mi- uistrate dall' idrogcno iiquido, c dall'olio
  • ada di Carcel. La tinta della luce delle due fiamme e diflbrente, quella doH'olio mostrandosi d'un giallo rossiccio rispcllo alfaltra : qnanto alia iiitensitii del lume, essa \a variando in cnlrambe, ma con ordinc contrario: nella lampada di Carcel Tintensila massima si manifcsla jjochi istanli doj o ch'essa vennc accesa : 1' incrostamcnto del lucignolo, tultoclie minore in questa clie nolle allre lampade ad olio, fa clie quesla inlensita vada poi lentamcntc s\ , ma sensibilmente scemando, mcntrecche, alF incontro, nella nuova lampada 1' inlensita del lume va per qualche tempo sensibilmente crescendo. La ragione dellc tluc inlensita va dunque continuamente va- riando, e cosl infaUi trovo il Relatore con venli confronli succcssivi falti col nolo mctorlo del paragone delle ombi'e. II risultato medio di quesli venti confronli o stato qucsto , cioe , che 1' intcnsila del lume della lampada di Carcel equivalea agli 81 i millcsimi di quelle del luu.e della nuova lampada : per pareggiare il lume delle due himjiade si sarebber dunque dovuli ardere quarantasei gramme e mezzo di olio all'ora, invece di 37^'-, 7 : cioe a parila di lume, le quantita di olio e di idrogeno liquid o ,\o^wAie in cgual tempo, stanno Ira loro come 46,5 : 7g,o.ssia prossimamenle come 10 al i^, e nella slcs.sa ragione stara pure il LXV (lispendio , ammesso die Ic due sostauze sicno dello stesso prezzo (i). Secondo il sig. Dumas (2) , quaranladue gi'amme di olio arse in una lampada di Garcel danno lume eguale a quelle di loG o iio litri di gaz illuminaute del carbon fossile: ed im becco a gas ordinario logora 1 38 litri di gas aU'ora , cd cquivale a nove candele di cera da dieci al chilograinma : quindi per un' illuminazione equivalente a quella di un becco a gas ordinario, si richiederanno per ciascun'ora, secondo la sperienza del Relatore, 1 38 litri di gas del carbon fossile; 53,7 grammi di olio; 91,2 grammi di idrogeno liquido ; 70, o grammi di cera. Assumendo adunque pel gas illuminante il prezzo di 60 centesimi per metro cubo, quale risulta dalla tariffa attuale della Societa, per I'olio e per I'idrogcno liquido quello di una lira e sessantacinque centesimi il chilogramma, e per la cera di sei lire e cinquanta centesimi il chilo- gramma, la spesa per una illuminazione ecpiivalente a quella di un becco a gas ordinario sara per ogni ora: Col gas del carbon fossile di cent. 8, a8. Coll'olio >) 8,85. Coir idrogeno liqp.ido « 1 5, 1 5. Con la cera » 45, 5o. (3) (1) Heno favorcToli ancora al nuovo modo di illamiDazioDe sono li risultali ottcnnti dai signori KABMASCn od llEEREN , sutori di numcrose c belle spericnzc sulla facolla illuminante di diverse ipocic di lampadc e di combustibili ( Vcd. il Giornalc U Tcrlmotogistc , Tom. I. pap, 247 e seg. , « Tom. III. pag. 1G7 e RCg. ); infalli il risultato medio di Ire sperienze falle da que' signori con- durrcbbe a concbiudcre , cbo per ollenerc eguali qnanlila di luce, conviene ardere qunnlila di olio e di idrogeno liquido die stanno Ira loro nella ragione di 10 : $4 circa: essi operarono sulla lam- pada conosciula in Gcrmania sotlo i nomi di lampada di Ludcrsdorf, o lampada a vaporc , od a gnz di alcool, nella quale si arde on liquido idenlico, per la sua composizione, col cosi detio idrogeno libido. (2) Chimie appl. aux arts. Tom. 1. pag. 669. (3) Secimdo i risullati sopra rifeiili dellc sperienze de' signori KABMASrn ed IlF.ERtri , per avere una illuminazione pari n quella prodotta da un becco a gas, cnnvcrrebbc logorare 137 gramme di idrogeno liquido all'ora . c supponendo il prezzo di questo combuslibile eguale a quello dell'olio, la .tpesa sarebbe di 31 centesimi all'ora. Serie II. Tom. V. 9 I'are duiique clie sla vaii.i lusinga qnclla cli vctlore il iiuovo com- bustibilc, sostiluilo all'oUo, nellu inoilcsla ofiicina dell' operaio : ma puo piaccrc ai ricclii di accrcscere , od anclie di raddopjiiarc la spesa , per godere di quella splciulida Qainina clie Inilla siille lampade alinientalt- dall idrogeno li(pi'ulo. Di quale vaiilaggio possa risullare I'uso di qucsla soslaiiza per le laiilei'iic delle carrozzc , delle diligenze, dcUo corriere, dellc iia\i, e per i scgiudi lelografici di nottc, i Dej)iitali iiol possono accertare, mancaudo loro ogui opportunila di fai'iie acconcio c b.-xslaulc speriincnto : in lutle queste applicazioni 1' iutensita del luine e la sua facolla di resislere allc agita/.ioiii cd allc inteinj erie soiio Ic piii essenziali coiulizioiii , mentre quclla dclla cconomia r.on ha die un' itnportaiiza afiatlo secoiidaria. Tutto cio clie precede era scrilto , quando giunse a Torino il N.° ^5 del Moniteiir Universel (del i4 di febbraio), clie contiene un arlicolo o notizia slorica suH'uso dell'idrogeno liquido, pubblicalo probabilinente per opera del sig. Doltore Guyot, il quale da piu aniii attende a per- feziouare questo novello ramo d'induslria, che dicesi uato in America: leggesi in questa nollzia clie V iilrogeno liquido risulta dalla cooibina- zione di un corpo spiritoso con un olio essenziale, che il Governo fran- ccse ha coinrresso ad una Deputazione spcciale I'incarico di fare lunghi e varii sperimenli suUa applicazione dell' idrogeno liquido ai segnali not- inrni : e che il sig. Conte, Direllore delle carrozze corriei'C di Francia, dopo molle e lunghe prove fatte dalle corriere che percorrono le strade di Valenciennes, Slrasborgo , Calais, Bordeaux e Cherbourg ha pur egli dato ordine accio si congegiiino in modo conveniente all'uso del nuovo combuslibile le lanterne delle corriere dipendenti dalla sua ammini- slrazione. Dopo questa esposizione di fatli, egli e ben tempo di esaminare la convenienza di concedcre il privilegio e la diminuzione di dazio che si domandano , e le condizioni cui qucsle concessioni paiono dover essere soltoposte. L'uso di un misto di alcool e di (pialche olio essenziale ridotlo in vapori per l' illuminazione , e la disposizione delle lainpade atte a tal uopo, sono da auni conosciule in America, in Inghillerra, in Germania, in Francia , ove il solo dispendio cagionato da fpesto modo di illumi- nazione ne viclb i progressi. — Se vi ha cosa che possa dirsi nuova, e propria del Supplicanle, essa dee consistcre unicamente uellc operazioni, l.XVII rlel reslo semplicissimc, cui secomlo il mclodo del sig. Dollorc Glyot , e (li cui il Siij>]>licaiilc c ccssionario , si sollopougono le materie dalla rni unionc risulla il combustihilc di cui si Iralta: il privilcgio dovrchbe (luiKjue in ogni caso cssere rislrcllo al ros\ dcllo idrogcno liquido pre- parato secondo il melodo del sig. Dottore Guyot. Le sostanzc iinpicgate in quesla fabbricazione ci provengono ora , alnieno in inassima j)artc, dall'cslcro, c da' loro prezzi attuali si puo conchindcre clie ogui fiamma di lainpada, C(]ui\alcnte ad un becco a gas, cagioneru un' uscita annua di un centinaio di lire almeno. Tl Supplicantc spcra , cgli e vero, come si e pur delto, di poter ricavare, e con nsinor oosto, da'prodolti del nostro suolo cpanto e nccessario alia iabbricazionc deir idrogcno liquido; ma non polendosi per ora dimoslrare quale saldo fondamento abbiano siiTatle spcranze, parrebbe convcnienle , qualora il (loverno di S. M. giudiclii di dover concedere il privilcgio domandalo , di limitarne la durata a sei od a nove anni , riserbandosi in capo a lal terniine a consentirne il prolungamento , qualora sia riuscito al conces- sionario di inlrodurre negli Slati di S. M. un nuo-vo ramo di industria atlo a rcndcre la fabbricazione dell' idrogcno liquido independente dalla imporlazione di prodoUi estcri, e dalle vicende del commercio. Tantn ])iu convenicntc ci pare il ridurre la durata del privilcgio , clie per la nalura medcsima dcUa cosa, I'esercizio di esso non csige T investimento di sifTatti capilali, che a risarcirsenc sia necessario il lungo tcrmine di quindiii anni. Ogni lampada a olio facilmenlc si trasforma in lampada ad idrogcno liquido col cambiarne il bccco c viceversa: il concedere adunque una riduzionc di dazio all'enlrata di qucste ullime lampadc, potrebbe aprir I'adilo ad abusi noccvoli egualmenlc aU'Erario, ed a coloro clie traffi- cano di lampadc ordinarie: poichc le lampadc introdotle ncllo Stalo col bcneli/.io del dazio rldoUo, polrcbber poi facilmcnte mutai'si in lainpade ad olio: cppcro la diminuzione domandata pare che abbia a restringersi ai soli bccclii di lampada utti alia comhustione dell' idrogcno liquido, od in altrc jtai-olc, quesia ridiizione dovra cssere cosi lenue , che labuso indicato non possa Irovarvi il suo lornaconto. Tcraiinala la leltura di questo parere, il Cav. ^'illorio IMichki-otti c i Professori Rotto c Cantu fanno varie osservazioni , specialmcnle leo- riche, suUa conibuslione del cosi detto idiogeno litjuido, e il Professore I.WIIf Cantu fa sapere, die gi;\ da varii anni, ncl suo inscgnamento della chiinica tecnica nella Rcgia Universil;'i , lo fcce oggetlo di dimoslraziorii e di speriincnli. La qual notizia vieu cpi rcgistrala a richiesta del- I'autore. II Prof. Giui.io , a nome anrhc dei Profcssori Botto e Menabrea condepulali, fa relazione inlorno a due scrilli mandati airAccadeinia dill sig. Maggiorc Ponno, inlitolali il i.° Circa il mtcrometro ^// Green, conosciuto sotto il nome di stadia, e pcrfezionato colV iiweiizione dello stereogonismo ; il 2.° Sperienze sii gli assi rotalorii cicloidi in fil di ferro soi'ra anima di legno. I Comrhissarii conchiudono col proporre die TAccademia ringrazii il sig. ftlaggiore Pouro per queste due comiinicazioni, e die se ne faccia dai Segi'etarii onorevole meiizione uella parte storica dei volumi. II Scgretario Aggiunto comincia la leltura della Memoria del Socio corrispondente sig. Marcliese Francesco Baldassini di Pesaro , iritilolata Chnsider-azioni suUa emissione di unjluido color ante per parte deimol- luschi, e sulla causa produttrice della simmetrica ed uniforme sua di- stribuzione sulla superficie delle conclnglie j la qual Memoria fu gi;i oggello di favorevole rapporto neU'adunanza del giorno 21 novembre p. jt. \Z marzo. 11 Segretario Aggiunto tei'mina la lettura, cominciata nella prece- dente adunanza , della Memoria del Marcliese Francesco Baldassini sulla colorazione dellc condiiglie. E stampata in questo A'olume a pag. 268. L'Avv. Luigi CoLLA legge un suo lavoro avente per titolo Illustra- zione della Portulaca Gilliesii, corredata delfanalisi chimica compara- tiva colla Portulaca oleracea. Vedasi a pag. SG'j. 3 aprile. II Segretario Aggiunto legge la Notizia storica dei lavori della Classe net corso delVauno 1841. £ premessa al volume IV della serie attualc. Lo stesso Segretario Aggiunto comincia la lettura d'una Memoria su / Prioniti, deU'Accadcraico no/.ionalc non residente Marchcse Massiini- liano Spinoi.a. 8 raaggio. In qiiesta adunanza vengono letli i seguenti' lavori : Su i Prioniti ; del Marchesc Massimiliano Spinola ( continuazioiic e fine). E stampata a pag. 387. Essai sur les Collapterides de la Iribu des Molurites ; del sig. Soueb. Da slamparsi nel volume VI. Observations sur la famille des Riitacdes , sur le genre Correa et formation dii nouveau genre Antommarchia ; deirAvv. Collji. Vedasi a pag. 473- Sur la chaleur des gaz permanens ; del Vice-Presidenle Coremen- datore Plana. Trovasi a pag. 283. 12 giugno. II Cav. Angelo Sismonda, deputato col Prof. Lavini, fa relazioue in- lorno a una Memoria del sig. Prof Marcel de Serres , intitolata Du soufre et de son origine. I CommissarU lodano I'accuratezza di qnesto lavoro monografico , nel qtialc si contcngono la descrizione dello zolfo native e di luUe Ic sue combinazioni coi singoli corpi conosciuti , I'enu- inerazione di tuttc le modeme scoperle , non clie le osserTazioiii di fi- siologia animalc e vegetale, relative a questq minerale. Propongono quindi che la comunicazionc del dolto Professoi-e di Monpellieri abbia ad essere con tutto onore ricordata in questa Notizia storica. Si leggono i seguenti lavori : Osservazioni geologiche su i terreni terziarii e cretaceo del Piemonte; del Cav. Prof. Angelo Sismonda. Sono slampatc in questo volume a pag. 4'9- Micromycctes Italici novi aut minus noti; Decas III ; dell'Accade- mico nazionale non residente, Prof. Giuseppe De Notaris. Saranno stampate nel volume seguente. Nota suit Ecclisse solare die avra luogo la mattina del giorno 8 del prossimo luglio; del Yice-Prcsidente Commendatore Plaka. La Classe, tousiileraiulo lalluale oppoHunila ili qucsla Kola, c ol- teinito rasscntimento deirAutorc, incaiica i Scgictarii cli iinirla all'an- luiiizio ilci lavori tlclla prcscnlc atluniinza accaiieniica, peicht' con esso sia |iul>blicala nclla GazzcUa iH Torino. Da ultimo, il Cav. Prof. Moris, a nome del Prof. Dk Notahis , espone, ad oggcllo di prender dala, Ic seguenti osscn-azioni suUa Se- rapias triloba di N'iviani : « Quesla Orchidea dilFciiscc dalle Orchidee del gcucre Serapias » i.° pei segnienli del perigonio liberi e non connali, divergenli e non )) ronvergenti a guisa di cappuccio ; q." pel lahello non rifral lo, ne pen- » denle, ina piano; non ristrcllo nel mezzo, ma ivi dilalalo; 3." pei » lobi lalerali non avenli origiiie dalla base del labello, xie ri\oUi all'lnsii; » 4-° pel lol>o di mezzo non molto piii grande , ne per la forma diverse » dai latcrali, ma invece qnasi affatlo simili e quasi ngnalnientc ampio. 1) Devc adunque formarc nella famiglia delle Orchidee ini nuovo e distinto gcnere al quale il Prof. De Notaris si riserva di dare piii tardi uu nome. 3 luglio. II Prof. Gexe, depulato col Cav. Carena, fa relazione inloruo a un lavoro SugU Echinidi fossili del contado di Nizza presentata all'Acca- deniia dal Dolt. Eugenio Sismonda, Assistente al R." Musco Mineralogico. II Prof. BoTTo Icgge un suo scrillo intilolato Note stir les rapports entre la forme des ferro-aimaiits et Ictir force magndtique. E slampalo in queslo volume a pag. 253. II Cav. Moris legge, per I'aulorc Prof. De Notaris, i due srguenli lavori : Micromycetes Italici novi vel minus noti; Decas If-^. Isias , novum Orchideum, genus. Saranno inseriti nel volume seguenle. 24 luglio. II Professore Caktu, depulalo col Conte Avogadro , fa relazione in- torno a una domanda di ricompensa fatla al R. Governo dal sig. Luigi Rossi , genovese , per un melodo da lui immaginalo per fitr aderire sta- bilinente la calce al legno nei varii generi di costruzioiii architettoniclie. TAVI I Coininissarii , non contenti ilavor i-iconoscinlo esscre il sct^rclo ilil sig. liossi in pei'fetta armoiiia coi principii Icorici tlella sciciiza, vollcro provarlo speriincntalmeiite in roncorso tlelTAulwc , c gli sperimenti riu- sciroiio favorcvoli: pcnsauo soUauto die abbisogiiino prove piu lutiglic e falle pill in graiule , perchc I'lililila del ritrovalo abbia a polersi (jiia- bficare per plena e posiliva. Con Uillo cio sono fin il ora d'avviso , che il Ricorrente meriti dal Regio Governo protezione e incoraggiaTnento. II Prof. Lavini espone, in via di semplice comunicazione, 1' idea di iin lavoro, gia da liii coininciato , diretto a scoprire e a detcrminare la iialura del principio vescicatorio , del quale sono dotati gli insetli del genere Meloe di Fadricio, i quali vengono utilmentc adoperati invece (lella Cantaridc oflicinale in alcune parli della Spagna, in Sardegna , iiella provincia di ^ crcclli , ccc. L'Aulore si propone di estendcre le sue riccrche alle Milahridi , alle Cerocome , alle Zoniti c al maggior numcro possibile degli allri Coleotleri, che, colla Cantaridc officinale, coi ^leloe e coi gencri anzidelli , fonuano ncl sisteiiia naturale la fa- n)iglia degli Eteromeri trachclidi. 18 dicerabre. 11 Prof. BoTTo, depulato col Cav. Carena e col Conte Avogadro, fa relazione intorno a una Memoria inviata all'Accadeuiia dal Cav. Despine, Ispettore nel Real Corpo delle Miniere, intitolata Notice sur les greles tombees en i84o dans les Etats de terreferme de S. M. le Roi de Sar- daigne , d'apres les donnees recueillies par la Commission Superieure de Statistique. MOAOGRAPHIA NOSTOCHINEARUM ITALICARUM AODITO SPECIMIHE »E niVVEiiiRIIS A n c T o n E PROFESSOUE lOSEPHO MEXEGHIMO (itosiui-a AO ACcloBk i>ui>ict:s^ « Dcus aulcm ita est arlifex magnos in magnis , » nl minor non sit in parris ». August. Lili. 41. De Civitatc Dei cap. S2. Dn S augmli i84l, a R. ScUiUianm Acadimia, prarmio doiiata. l\OSTOCHI]\EAE Ijrlobulus simplici VEsiciila constilutus , malcrie fluida farctiis, indivi- duulem vitam gerit : materiem qnam continet efTundit , et ex eadeiii granula gignantur nnda , et mucositate cxpertia ( Protococcus ) , vel in communi substrato mucoso degentia ( Palmella ) , serius evoluta ct tolidcm iiovos globulos constitnenlia. Granula in siua globuli matricalis CTolvuntur Sekie II. Tom. V. ^ a MONOOnAPHlA NOSTOCHlNEAniM ITAI.ICAniM ETC. et in novos i^lohiilos ininores , maloro iUo et primordiali cominchcnsos convertiiiiUir , quo taiulcm disrupto libere di\agaiitur ( Chlorococcuin , Haematococcus , IMeurococoiis ) , vel eodem ii\ imuuni converso , a mucoso illo subslrato in dclinitam frondem couijuchcnduntur ( Cocco- cliloris , ^licrocyslis, Anacystis). Contentnm globiili ilidem vesicacformis, quin grannla gignat, in nucleum distinctum coUabiliir, quod, exteriori sua meniliramila a |)eriplicria ad centrum seiisim duplicala, dimidialur, idque plui-ics, el tlu'innogcncsi quateruaria in nunierosas partes dividitur, quaruin uiuiquacquc, involucris dilaccralis , novum globulum constituit, liberum ( Pleurococcus ) , vel in communi subslrato mucoso degenlem ( Microcystis , Cylindrocyslis ). Globuli granula sinu foventes ad lolidem novos globulos constitucndos apla, alias ihcuuiogenesi qualernaria in plura individua secedentes , tandem et dislinclas spoi'ulas gerunt ( Cy- lindrocyslis). Granula in sinu globuli malricalis exlanlia, successivac di- midialionis processu lolidem fila moniliformia constiluunl, quorum arliculi sive globidi a fronde malricali elapsi novis granulis in fila evolutis far- ciuntur novascpe frondes consliluunt ( Nostoc ). Tandem granula in sinu globuli malricalis in lolidem vesiculas textum cellularem referentes evol- vunlur , granulis niinoribus jiosl elaj)sum in novas frondes evolnluris , in singulis ccUulis gcnilis ( !Micraloa , Botrydina ). Globulus vesiculosus individuum constituit et cpiousque perdural , quaevis sit intemarum parlium evolutio , individuum est. Sporidia minutissima inconspicua ( Prolococcus ), sporidia manifesta in totidera globulos iam evoluta ( Hae malococcus , Chlorococcum , Pleurococcus ) , sporidia inconspicua et substratum cum ipsis effundendum ( Pahnella ) , sporidia in globxdos vel raoniliformes globxdorum series iam evoluta, globulis post elapsum novas frondes elTormantibus (Anacystis , Nostoc) , sporidia in vesiculas conversa, quae granulis farctae et in mucosam substantiam conversae substratum totidem novis frondibus praebent (Coccochloris, Microcystis), vel tandem granula in vesiculas conversa, sporidiis farctas, post elapsum evolvendis ( Micraloa , Botrydina ) includit. Morpliosis igitur progi'essiva : sporidia nuda , post elapsum tantum conspicua ( Protococcus , Palmella ) , vel in globulo malricali evoluta (Haematococcus, Chlorococcum, Pleurococcus, Anacystis, Nostoc, Cy- lindrocyslis), vel inilia novarum frondium ibidem iam constituentia (Coc- cochloris, Microcystis): vel sporidia in vesiculis ( sporangiis ? ) in sinu globuli primitivi evolutis , inclusa ( Micraloa , Botrydina ). ■ "AUCTOnE PROF. lOSEPHO MKNECniNIO 3 -Thcmnogenesis ( Plenrococcus, Microcystis, Cylindi-ocystis ) regcta- tionis processus , rcprodiictioni iiiscrviens, cum reproductiouis processu speciali minimc confundeiitUis et eidem accessorius. Sporulae distiiiclao in nnico genera apparent ( Cylindrocystis ) in quo sporidiorum ct themnogencsis tpoque ministerio reproductio perficilur. Genus itaqiie quoad locum systematicum dubium , et Nostochineas cum Dcsinidieis coniungens. Tribus ilaque Nostocliinearum omnium prima in Algarum ordine, individua ampleclitur vesiculosa, materie gelatinosa farcla, in (p.ia spo- ridia: nuda, inconspicua, \e\ in novos globules conversa, post elapsum cvolvendos, vel in sinu frondis matricalis initia novarum frondium iam ellbrmaiites: vel vesiculis comprcliensa gignuntur. Series generum systematica, quum linearis esse debeat ab organogra- phicis rationibus nonniliil rccedens, characteribus facilius dignoscendis, el evteriorlbus similitudinis nolis innixa. Ita Protococcoideae a Nostocoideis scparanlui", propter globulos in illis nudos, in his mucoso substrate de- gentes , dum organogi'aj)liice singuU globuli Protococcoidearum frondes ipsas Nostocoidearum repraesentant, sporulis intus plus minusve evolutis. Genus Palmella illis intermedium, fronde mucosa , apparenter tantum- modo instructum, eadem nempe a substantia sporidia concitante formata, vel ab eorum superficie secreta non a sporidiis ipsis evoluta. Primum itaque Nostoclioidearum vel postremnm Protococcoidearum adnotandum. Caeterum Protococcoideae sunt alj^ae Nostochineae quarum frons pri- raordialem globuli formam servat, et substantiam mucilaginosam quidem includit sed in mucum non resolvitur. Nostocoideae frondibus instructae sunt initio quidem globulosis sed serius magnitudine summopere adauctis et demum in mucum omnino conversis. Anacystis , inter Nostocoideas, Protococcoideas , Chlorococcum , inter Protococcoideas , Nostocoideas re- jH'aesentat. Genera (jiioad organorum cvolutionem considerata sericm paralk'lara servant : Protococcus Palmella Chlorococcum Coccochloris Pleiirococcus Microcystis. Variae auctorum in hac re sententiae ab iniico fonle oriuntiir , sci- licet a praetermissione characterum ipxos evolutionis et reproductiouis 4 MOXOOnAPHIA NOSTOCHINEARUM ITAUCAnUM ETC. M'atio pracbet. Hinc omnes veras Nostocliineas tain(pinai e pliiribus iiicli- viiiuis m muco comrauni niilulaulibus constitutas, haljens, huncqiie cha-^ ractereni essentialem iudicaiis CI. Agardhi: (( Indh'iilua phu'a globulosa vel filijormia in gelatina defimtae fomiae » nidulantia n. Nostochineis uisciipait, BatrachosperiBeas tantum a CI. Lyngkke simul receptas excludens. lisclem limitibus CI. Bory S'-Vincbnt seclionem Tre- inellariarum in sua Cliaodincaium fatnilia circumscripsit. CI. Reichenbach fauuiiain siiaiu Nostochiuearuiu iisilein i'ero liniilibus ac Viovi ChaaJineas suas exteuden-s in distinctis sectioiiibus : Chaodineae, Undinoae, Batra- uhospermeae : eamdcm parlivit , Pi-otococcoidcas nostras in pi'ima et Nostocoideas in secunda recipiens. PraclCF taiuea diversas has quoad algarum aflinitates opiniones, alia (juocpie eitat causa , cur alieua propemodum entia Nostochineis atlscripta fuerint, quae vel ab Algaram quoquc farailia vol ab ipso Plantarum et Ora;anicorum Regno excludenda sunt. AUiumiua in aquis omnibus dulcibus. et mariiiis, miueralibus et tiierraalibus soluta, demum chemica ratione suj)er cor])ora submersa deposita, ■vegetationis primordium a CI. Tiris habita (Pliycomater, Fries; Chaos (ex parte), B»ry; Cryptococcus , KiJTZiSG ; Pabnella P. Savi ) a Chemicis qua peculiaris substantia ho- raiuibus iiuiumeris derorata ( Baregina , Glairina , Plombierina etc.), corpora aliena vel earumdem detrita obducens et sinu fovens, erroribus pluribus caute cavendis ansain praebere potest. Lichenum gonidia anamor- phice evoluta , Muscorum sporulae, aliarum algarum sporidia, sporulae et sporangia totidem Nostochinearum species mentiri possunt et plui'ies ab auctoribus pro taliibus habita sunt. Auimalcula, animalculorum ova et spolia heu nimis! auctores plures in errores adduxeruiit tpioruui ditissima exempla in matcriei viridis Priestley historia a Clarissimis auctoribus nunc temporis illustrata de- prehendenda sunt. Spontaneae evolutionis theoria et inter summos auctores asseclis adhuc gloriatur. Huic tamen nullum ab algarum studio ])raeberi argumentum demonstratum credimus. Tandem demetamorphosi plantarum in animalculis et animalculoi'um in plantis, a CI. Agardh, Gaillon et Bory prae ceteris altissime proclamata nee verbum hie addiuius. Aliam tamen ofTendimus quaeslioiicm et quiclem gravissininni. Arridet nemjie pluribus sentcutia algas inferiores propter structurac simplici- latcm et faciles vitae coaditiones anamorphosibus prae aliis omnibus AUCTORt Pnor. IOSEPHO MF.NEGHrmO .1 plantis subiici pofflftv Nos vero tam ex observatione quam e ratioiie in scntentiara advcrsam adducimur. Observatione eiiim constat nuUam ali^aui iiiferiorem vel seiunctam eiusdem jiarlein formas alicnas induere (i): mutatis vitae conditionibus, formac, diiiiensioues cl colores cjwidem mu- tantur, evolutio impeditur vcl niagis perficitur, typus vero proprio ge- neri alienus numquam in conspectum venit. Ratio persnadet Lichenes vel Lichenum partes in alganun morj)hosim (piidein ti-ansgredi posse, algas vero quod ad ultimas vegclationis formas in nullum aliain abire posse. Genera seriem morphologiciim utique repracsentant, sod eiusdem serici gradus limitibus certis praefiniuntur , nee species uila praeter illos trans- gredi potest (2). Diflicultas ilatpie et crrorum periculum in speciehus tantum distinguendis et defniieiidis inest, hascpie difficultates summas olTcndimus, nee errores semper vitarc potuisse spei'amus. Genera exclusa : Alcyonidium, Ac. Batrachospermum Rth. Chaetophora, Ac. Cryplococcus, Ktz. Draparnaldia, Ac. Echinella, Lyngb. Enactis, Ktz. Glojonema , Ac. Hydrocoryne, Schwab. Hydrurus, Ac. Hygi'ocrocis, Ac. Lcathesia, Cry. Leptomitus, Ag. Mesogloja, Ag. Ova molluschi Batrachospermeae Chaetoplioreae Alhumina Batrachospermeae Desmidieae et Diatomeae Rivularia ? Hydrureae Chaetoplioreae Hydrureae Leptomiteae ? Chaetoplioreae Leptomiteae Glojocladeae (1) fi Non t.Tnlum sin^lao section! , scd specie! eti.im priva est idea , primitiva differentia , » quae mutatis extcrnis momentis personari , non lolli potest ». Fries Lichen. Tlu'or. p. X!-l. (2) tt cnmmiinem naturae corporura le^em ; ea nuinquam supra staluni stium typicuni a adscondero posse , sacpo vero intra hunc in evulutione sulisislerc ». Id. p. Xl.Vl. « Mil supra suam ideam adsccndit , sod facile infra banc subsistil '. » Id. p. LI. MONOCRAPIIIA KOSTOCniNEARUM Myrionema, Grev. I'hycomater, Fries Rivulaiia, Ac. Schlerothrix, Ktz. Scythymcnia, Ac. Stylobasis , Schwab. Sphaerozyga Ac. (AnabainaBRv) Ulvina, Ktz. ITALICARUM ETC. Chaetophoreae Albumina Rivularieae Rmilaria ? Byssacea Rivularia Oscilliirieac Albumina. Genera nobis plane ignota . Aerophyton, Myn. Arthrodia, Rafin. Coccophysiunij Lk. Merettia, Gry. AUCTORE PROF. lOSEPilO MENEGHIMO I\OSTOCIII]\EAE Char. Individua vesiculosa , materie gelatinosa farcta , in cpia sporidia : nuda, inconspicua , vel in novos globulos conversa, post elapsuiii evolvendos , vel in sinu frondis jiiatricalis initia novarum fVoii- dium iam efformantes: vel vesiculis comprehensa gignunlur. SUBTRIBUS PRIMA PROTOGOGGOIDEAE Gloljulis liberis non mucosis. StBTRIBUS SECUXU-V NOSTOCOIDEAE Globulis in substrate mucoso degeatibus. MONOGRAPHIA KOSTOCHINEARCM ITALICARUM ETC. CLAVIS GENERUM 1 mucosa Pt'OtOCOCCUS I incoDspicnt Lmacosa Palinclla rXhcmnogcn. nulla . f viridia. . . CklorOCOCCWn [ coiorau. . Ilacmatococczfs fTiada / /Don mucosas < /poat elapsnm J eTolatoros ^mncosas in globulos convcrsa I Themnogenesi manifesla PlCUVOCOCCUS 'globniis sine ordine dispcrsis AtlCtCyStiS [glolnilis monilifurmib.scrislis NOSlOC I Sporidia/ ^ .■-■= © -I* , Themnogenesi nu\la CoCCOCllloVtS initia novarnm frondium in \ sinu nialricalis efformantes 1 [ Themnogenesi manifesla .... 3TiC7'OCyStiS r Tcsiculis elabcntibus MlCVdlOCl vcsiculis cnmprchensa Ivcsiculis rosorplis BotjnjdiTia . Spornlao dialinclac praetcr sporidia P CylilillrOCyStiS AUCTORE PRrOr. lOSEPUO MENEGIllNIO SinXRlBUS PRIMA PROTOGOCCOIDEAE CONSPECTUS CiCilERlJIM ET SPECIERUM PROTOCOCCUS , Ag. KEDULOSUS , Ktz. coERUi.Eus , Ktz. PERSiciNus , Dies. ROSEUS, ■* NIVALIS, Ag. IIAEMATOCOCCUS , Ag. Cordae, * (Protococcus monospennus , Corda). Grevillei, Ag. (Protococcus nivalis Grev. non Ag.). NoLTii, Ag. viOLACEus, * (Microcystis violacea, Ktz. Pi'olococcus vio- laceus, Corda). FRUSTULOSUS , HaRV. CIILOROCOCCUM, Fries. Agardhii, Mgh. (Protococcus viridis , Ag. ). iNFUSiONUM, * (Lepraria inlusionum, Schrank ). MoNAs, Endl. (Protococcus Monas, Ag.). MURDRUM, Grev. Montagnei, * (Ghlorococcum murorum, Montag. non Grev.) PLEUROCOGCUS, Mgh. thermalis, Mgh. MEMIinANINUS , * COHAERENS, Bred. luLiAHUs, Mgh. Serie II. Tom. V. b 10 MONOGRAPHIA NOSTOCHINEARUM ITALICARCM ETC. ANGULOsus, * (Microcystis angulosa, Ktz. Protococcus an- giilosvis, Cord a), vulgaris, * cinnamomeus, * Magma, * (Protococcus Magma, Bred.). NAVICULATUS, BrEB. ? ELLIPTICUS, MgH. ? STEREOCOCCUS, Ktz. viniDis, Ktz. PROTOCOCCUS, Ag. Char. Globuli liljcri , non mucosi , colorati , in stratum pulvereum sine ordiue aggregati. Obs. Genus hoc inter Mycetes, Lichenes et Algas adhuc forsan am- biguum , species conaprchendit globulis parvis, coloratis praeditas, (pii iniiluni intemae organisalionis vestigium nullumcpie matricale substratum, quo evolvantur, mauifcstant. Earumdem specierum vita ephemera est, hiiic nee diutius observari nee in cubiculo educari possunt. Globuli in eadem specie variis dimensionibus donantur, ideocpie minores iuniores ffuoque iudicantur; hoc tamen praetermittendum non est cum mi- nores turn maiores saepe omnino hyalinos et vacuos obvenire, ad illam nempe vitae aetatem evectos, cpiae plantarum superiorum disseminationi aequiparanda est. Cavendum ne cum vcris Protococcis res alienae et praecipuc Lichenuin gonidia asynthetica anamorphice evoluta et in proprium genus Lcpruria vcl Puk'eraria iamdiu immerito constituta , confundantur. f/ist. CI. Agardh genus constituit ad .spccicm nivem rubro colore tiugentcm desiguandam (Nov. Act. Pliys. Med. Ac. Caes. Leop. Car. Nat. Cur. Vol. XII. 1824. pag. 737). In systemate algaiura (p. XVII) ut Protococcimi quoque viridcm comprchenderet, generis charactercs am- ]>iioribus limiti1)us definivit, quos tamen deinio in Iconibus Algannn Euroj>acarum restrinxit (1828. N.° XXI), species tantum coloralas rcci- piens. Hinc dare patet ab ipso genere cxcludendas esse cum speciem in AOCTORE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO I I Diario Ralisboncnsi (1827. j). 629) sub nomine Piotococci glomerati pio- posilam , luni al'uun in Ironil)ii.s ijjsis (N.° XI) exhibitam, cjiiam ille, Protococcus Montis, denomiMavtrat. CI. Turpin |)lures huiusce generis species in Mcmoriis Musei Parisiensis ( T. XIV et XYl ) descriptioue et icoue illuslravit, duo nova genera, GlobuUna et ProtospJiaeria , con- slituens, quibus tamen multas plane alienas res adscripsit. CI. Kutzino species illas iure ad genus Protococcus Iranstulit, species vero virides a CI. Agardh iani exclusas iterum recepit, et novas addidit, quae pro maxima parte fictitiae sunt , et gonidia asynthetira Lichenimi anamor- pliice evolula designant (Linnaea Vol. > II. p. 335, sq. ). CI. Brebisson (Alg. Falais. i835. p. 39) et species virides iu genere Protococcus vr- cepit, et characterem ita reformavit ut Haematococcos quoque in ipso comprehenderet. CI. Grevii.i.e Haematococcos cum Protococcis confundeus, primus tamen species virides proprio genere, Chlorococcum, inclusit (Scott. Crypt. Fl. i8a3 et sq. ). CI. Endlicher (Gen, Plant. I. p. 3) genus Protococcus latioribus limitibus circumscripsit , substratum mucosum eidem trlbuens et Palmellas Protococcis coniunxit. CI. Harvey (Hooker Brit. Flor. Vol. II. P.I. i833. p. 394) Haematococcum Grevillei et Pro- tococcum nivalem unum et idem esse arbitrans, contendit Protococcos omnes globulis constitui in fi-ondc mucosa nidulanlibus, genere Haemu- tococcus ad species substrato gclatinoso carentcs includendas scrvalo, tarn vero illos quam hos granula continere asserit. Claiissimus denique Shuttleworth affert Protococcos gi-anula sive sporulas, Haematococcos sporidia sive thecas gi-anulis vel sporidis repletas includerc, ambo vero substrato mucoso carere (Bibl. de Geneve, mars i84o. p. 383. sq.). Protococci species quas ipsi vidimus augmenlis miUium diametrorum numquam granula continere comperimus , sed quum globuli materie colorata farciantur, inficiari nolumus et ipsos granula sinu fovere le- nuissima tameu et minime conspicienda. I. Protococcus nebulosus, Ktz. Linnaea 1. c. n.° i. T. III. f. 2 r. « P. aquaticus , nutans, globulis minutissimis , hjalinis , ulbidis in pel- )) liculam tenuissimavi laxe disposilis ». Ktz. 1. c. Nab. Ad superficiem acfuae stagnautis. 13 MONOr.nAPniA KOSTOCIIINEARI'M ITAMCARt'M ETC. Dcscript. rollicMila sunini.ne tomiitatis afpiac innatat, a(1sj)cctura si- iniiiuiis (jiu'iu jmlvis Lycopodil a([uae iiispcrsus jirotluclt. Color eiuscleni variiis pro varia liicis iiiflexione: ex albiclo in virciitem vel et lutescentem vergit. Sub mioroscopio non conspiciiintur nisi globiili vix (jiiingen- tesiuiain milliniotri partem diaiiietro aetpiantes perferte spliaerici , hyalini excolorcs, saepe biiiatiin, cpialoriialiin \'el iiionliiialc in acervulos agglo- merati. Pellicula ilia eliartae vel Micae siiperimposita et exsiccata vix animadvcrlitur. Turn in [ilanta viva, cum in exsiccata mucositatis nullum adest indicium. Obs. CI. KiixziNG monel speciem banc facilUme comparandam uni- cuidam esse, qui Oscillariam alicpiam ut, exempli gratia, autumnalem vel limosam noclis unius spatio atpia in vase lato et parum profundo iinmersam relintpiat. Idem evcnit quum aliae quoque algae praesertim Nostoehlneae sub aqua demersae relinquanlur. Hoc tamen memorabile est quod huiusmodi productio tpiae arlificialis fere dici potest , non quidem semper nee si omnes circumstantiae eaedem serventur gignitur, sed fortuilo quasi semel cvenit et vigesies vel centics frustra desideratur. Occurrit species baec alicpiando etiam ad superficiem aquarura in fossis quietis , sed fugax et instantanea. Quamquam albumina in aqua com- muni soluta et conditionibus mutatis ab eadem secessa, alias plane formas assumere soleat , tamen suspicionem non omnlno exclude et globulos hos eadem albumina cliemice ab aqua separata constare et omni organisa- tione destitutes esse. Tab. I. fig. I. Pellicula area nigra superimposita ut conspici possit. I. a. Globuli dugenlies i I. b. lidem oetingenties. I. a. Globuli dugenlies diametro adaucti. 2. Protococcus caeruleus, Ktz. 1. c. n.° 3. M P. terrestris , globuUs sphaericis , amocne caeruleis , in maculas sa- » turate caeruleas hie illic conjiuentes aggregatis ». Ktz. 1. c. Globulina caerulea , Tdrp. Mom. Mus. T. Xrv. t. III. f. 3. Hab. Ad nudam terram in sylvis Euganeorum , autumno. Descript. Maculae scmipollicarcs , subrotundae, pulchcrrimum ferri Borussici colorem essiccatioiie quoque servanles, globulis minutissimis ArCTOnE PROF. lOSEPnO MENF.CHINIO 1 3 oinnino constitimntur. Eorum diainctrns sesquimillesima miUinietri parlc vix constat; pei-fecle spliacrici sunt et sacpe binalim vcl ternatim aj^glo- mcrati ct arete sbnul coniiexi. Obs. Dubius hacreo an revcra planta Euganea cum Kiitzingiana om- nuio convcniat, dimensiones enim glohulorum auctor ille non adnotavit, quas in j)lantis tanta siinplicitate doiiatis magni faciendas esse y'xx quis dubitet. Ilaec nostra quoad formain et magiiitudinem globulorura cum Protococco persicino , nebuloso et roseo summa certissime devincitiir aflinitate. Loci etiam nalalis diversitas plantam tpiam CI. KiixziNG lignis putridis adnatam collegit a nostra hac diversam esse indicaret, quam- quam in specilica definilione plantam terrcstrem esse habeamus. Tandem et adspectus alius videtur: CI. enim Kutzing Protococcum suum caeru- leum crustam efformare asserit siccitate consistentiam cpioque adipiscentem, quod de ])lanta nostra minime dici potest , tenuissimum enim eiusdem stratum siccitate fere evanescit. Tab. I. fig. 2. Planta terrae adnata, naturali adspectu exliibita. 2. a. Globuli dugenties diametro aucti. 2. b. lidem octingenties. 3. Protococcus pfrsicinus , DiEsiKG in lilt. P. aquaticus , globulis minimis , sphaericis , hjalinis in stratum persi- cinum coadunatis. Hub. Ad algas maiores aquarum therroalium incolas , in Thermis Euganeis. Descript. Stratum e rubro violaceum. Oscillarias membranaceas in aquis thermalibus vix demersas late cooperit. Si instrumento quovis, di- ligentiaque qua fieri possit maiori , frustulum microscopio subiicicndum separare conaberis, tanta semper erit rerum alienarum mistio ut nihil discernere fas tibi sit. Si tamen membranam illam ab Oscillariarum filis effonnatam et Protococco superfusam in aqua dulci demersam relincpias , post liorae circiter dimidium pulverem rubcUum vel e rubello-violaceum aquae superficiei innatantem reperias. Microscopii ope globuli turn in conspectum veniunt, minimi, vix milleslmam millimetri partem in dia- metro habentes, perfecte sphaerici , hyalini, tincturam roseolam inteu- 1^ MONOGRAPHIA NOSTOCHINKARUM ITAMCARUM ETC. siorcm manifcstrtiitcs ubi plures simul ooateivmitur. Acervuli illi irrcj^n- lares suiU, at sal iiia{;;iii , nulla taiucu inncosilale ol)voliili. Occurnuil s. Etiam speciinina sicca in iisilem condilionibus clegenlia ansaui inaebcnt formatioiii jielliculae iUius natantis ad superficierii aquae in t|ua siibnicrguutur : iilque in causa fait quaro iilculitateni luiius nostiae speciei cum Diesini^iana agnovinius, specimina cniui a viro Clarissiuio ut caclc- raruni oinniuui Ilisloiiae naturalis partiuni ilidcni ct Algologiac cullori exiuiio , in Tliennis Batlensibus Austriac lecta et amicissimc communicala jiracslo sunt; descriptio vero hucusqiic nobis latct , quamquam species iaui divulmUa in herbariis adsit. o Tab. I. fig. 3. Fi'ustiduni strati al) Oscillariis elTormati et Proto- cocco persicino superfusi. 3, a. Globuli dugenties aucti. 3. b. lidem octiugentics. 4. Protococcus roseus. 1'. terrestris , globulis minimis , sphaericis saepe binatim vel qimternatim connexis , in niaculas late extensas amoene roseus aggregatis. Hub. Ad mures calce illitos in cubicidis humidis. Descvipt. Maculae quoad formam et magnitudinem indcfinitae , plus minusve intense roseae muros calce illitos, humiditati saepe obnoxios et luci clirectac numcpiam expositos toto anni tempore tcnent: siccitate pallcnt et evancscuut , humiditate reviviscunt. Nee solae superficiei circumsoribuntur, primum enim calcis stratum quod per frustula facile secedit, omnino com penetrant roseoque colore exomant. Frustulum huiusmodi acpia suB- mersum illico albcscit, nee causa coloris rosei in eodcm amplius repe- rientla est. Sed si diligenter et pauUatliu submergalur , pulvis U'nuissimus a(|iiae innatat , qui caute coUectus et microscopii ope observatus globulis minimis millesimam millimctri partem diametro vix tenenlibus per paria quatenialim arete connexis vel in accrvnlos irrcgulares laxius agglomeratis omniuo conslitutus conspicitur. Globuli ipsi hyalini sunt ct jiropter exi- AITTOIVE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO l5 miam parvltalcm colore quasi ex|)ertes vkleiitiir, iil)! vero plures simnl coaccrvantur roscaiu tincluram inaiiifcslaiit. Obs. Conncxio biiiaria vel tjualernaria globulonim , quain in aliis quoque speciebus adnotavimus, nuUibi tamen adeo frequens et arcta ac in specie hac reperitur. Utrum vero globuli iam efl'onnati invicem ad- ncclantur vel globuhis unviscpiisque per repetitam dimidiationem in tpiatiior rcsolvi possit comperire non potui. Tab. I. fig. 4- Frustulum calcis a Protococco roseo coloratuin. 4. rt. Globuli dugenlies aucti. 4- b. lidein octingenlies. Hue spectat: PnoTococcus NIVALIS, Ag. Syst. p. 1 3. « P. globulis sanguineis, sphaericis , inaequali magnitiidine » . Ag. Icon. Alg. Europ. N.° XXI. PHOTOcoccns KF.RMESI^aIS, Ag. Nov. Act. Acad. Caes. Leop. Car. Nat. Cur. Vol. XII. p. 737. Tremella nivalis, Brots-n, Ross Voy. Suppl. p. 4S. Ubeiio nivalis , Bacer F. Journ. of Scicn. and Arts Vol. VII. p. 222. I. 6. Palmella nivalis , Hook. Append, to Parry second. Voy. p. 428. Lepr\ria kebmesina , Wrang. Act. Acad. Hauds. p. 71. I. 3. Spbaerella ni\ahs, S0M.MERF. Magaz. for Nat. Wid. 1824. Cah. IV. p. 249. Hub. Ad nives alpiuin. Obs. Specimen a CI. Brebisson largituru ^lobulos offert magniludinc varios a sestpiicentesiina ad quadragesimam niillinietri partem , pcrfecte sphaericos , opacos , intense rubros. Quaiuquam ncc granula globulis coniprchendantur , ncc raateries inclusa uUuni pracbeat strnctnrac graiiu- lavi.'? vestigium, fateor tamcn magnitudinem globulorum, eorum rcgula- ritalem, opacilatem et colorem me in suspicionem iniicere an reapse species haec cum praecedentibus in eodem genere comprehcndi possit. Plures vero et diversissimas res ciun vero Protococco nivali confusas fuisse plui'imi iam disseruerunt auctores et praecipue Clar. Ehrenberg (Poggendorff's Ann. d. Phys. i83o. Bd. XVIII. N.° 4). Quam CI. Uncer (Flora i83o. N.° 33. II. p. 772) descripsit globulis duas lineas in diair.clro iG MONOCillAPIII.V .NOSTOCHINF.AHIM ITAMCARVM ETC. Iial)ciitibus el in imioo liyuliiio nitlulaiilibiis a specie Agardhiana j hn;e divcrsam esse dare [nUel. Species amblgiiae el cum gonltUis Lichentim aiinitior/j/i/ce evohitis comiiaruiidtte : PrOTOCOCCUS CINEREOSULPHUnEUS, KtZ. 1. C. 11.° 6. « p. slrato tenitiori , primitm viri(U , denium gviseo-virescenti vel ci- » nereo , globulis plcruinquc sphaericis ». LEPRABIA CINEREO-SUI.PnUREA , ACHAR. Hah. In piiictis ad corticem pinoniiii. PrOTOCOCCU.'? BYSSOIDES, Ktz. 1. c. 11." 7. (( I', globulis minutissinus, subsp/ujericis , in stratum pulvcrucciim lolis- » sime expansuni cinereo-viride aggregatis ». LEPn\BIA BY5S0IDEA , ACDAR. ^LL^ERAR1A BY.SSOIDEA , FLOEBBE. Hub. Ad iiiidani lerraiii. Protococcus ater , Ktz. 1. c. n." 8. « P. globulis subanguloso-globosis nigris , medio hjalinis, soUdiusculis i> in stratum latissime expansum aterrimum plus miiuisve densutn » aggregatis ». Globulina atra , TCBP. Mem. Mus. T. XIV. T. 3. fig. C. a. (exclus. * cl r. ). Hab. Ad ramos decorticatos salicis. AUCTORE PROF. lOSEPUO MENEOIIIMO PnoTococccs nuBENs , Ktz. 1. c. n." g. « p. globulis sphaericis,hjalinis , aurantiaco-rubescentibus , in stratum II tenuissimum rubruni aggregatis ». GlOBULINA BtJBENS , TCRP. I. C. fig. 4. Lefhvrm bobba, Ach. I'noTor.ocr.us nivalis , Fries. Hab. In sylvis ad corticem Betiilae et Fagi. Protococcus sulphureus , Ktz. 1. c. n.° lo. « P. globulis sphaericis , hjalitiis, in stratum leprosum densum uequale n sulphureum aggregatis ». Globulina sulpuueea , Turp. 1. c. fig. 5. Lepraria sllphurea , EttRn. PI. crjpl. Dec. XXI. Hab. Ad corticem Quercus , Populi et Betulae. Protococcus lacteus, Ktz. 1. c. n.° ii. « P. terrestris, globulis sphaericis , hjalinis , albidis , in stratum le- n prosum albidum densuni aggregatis ». Globui.ina LACTEA , TURP. 1. c. fig. 2. Lepraria lactea, AucI. Lepraria farinosa , Ach. Lepraria LEipnAEHA, Ach.? Hab. Ad truncos arborum et ad saxa. Species exclusae : Protococcus viridis Ac. Protococcus Moiias, Ac. Protococcus glomeratus, Ac. Protococcus nivalis, Grey. Protococcus nivalis, Corda Protococcus roscus, Corda ■Serie II. Tom. V. Chlorococcuin Agardhii * Chiorococcum Fionas * Micraloa olivacoa, Ktz. Haeiiialococcus Grevillei, Ac. Microcystis sangiiinra , Kte. Illosporium roscum, Mart. c 1 8 MONoanAPHiA nostochineahum italicarum etc. Protococcus \lolaccus, Corda = Ilacinatococciis violaccus, * Proloi-occus angulosus, Coiida ^ riourococous aiigulosus, * Protococcus atrovircns, Coniu = Microcystis atrovii'ens, Ktz. ProtococoTis Magma, Brkd. ^ PIcurococcus IMagiria, * Prolococous saliiius , Din. =: Ova MonaiUs Dmialii , Joly. IIAEMATOCOCCUS, Ac. Cluv. rilobuli libcri, non mucosi , gramila colorata includcntcs in stratum non mucosum sine ordine aggregati. Obs. Ova el sjiolia aninialculoi'um facile pro Haematococcis sunii j)ossunl , id quod Ilaeniatococcus saliinis , Dunal, amplissime testalur. (JoLY, An. d. Sc. PSat. octobr. iSSg. T. XII. p. 248. pi. 5). Ilaemato- foccum cpiocjuc Noltii, Ac. auiinalculum esse contcndit CI. BREBissorf (in litt.) idque quidcm suspicor dc Haematococco fuligiiioso (Mgh. Cons]>. Alg. Eug. p. 5 ) qucm seincl obsei'vavi nee serius imquam repcri. Hist. A CI. Agardh condituui est genus ad suam PalmcUaTn sangui- neaui, Protococcum a CI. Greville pro nivali habitum, alianique pro- ductionom a Professore Nolte aquae innatantcm collcctam veluti tres distinctas species coinprchendendas (Icon. Alg. Europ. N.° XXIT-XXIV). llaruui lanion |)riina pro|)tcr nalurani globulorum mucosain, et disposi- tionem granulorum quaternariam ad ^licroryslides spectat. Postrerna am- biguae naturae adhnc !ial)ctur. CI. Kutzing (Linnaea T. VII. p. 335. sq.) llai-niatococcos Microcyslidlbus associavit, species tamcn rubras in propria sectione gcneri Agardhiano respondente comprchcndens , atque iisdem adscripsit quoque Palniellam roseam, Lyngb. ct Gbev. pro Coccochloridc a CI. Sprengei. , pro Protococco a Corda habitam, quae inter Lichencs a ScHREBER, inter Mycetcs a Persoon et Schumacher einuneraliatnr. Quum poslreuia haoc sententia a plcrisque in pracsens sccpiatur et rationi magis consona videatur illam nos quoque amplectiinui-, Ilaematococcum roseum ail fungos amandando. CI. Harvey substratum mucosum Protococcis Iriluierc, Prolococcos ilidem ac Haematococcos granidis fuctos esse con- tendere , liinc Jfaficatoroccum Grevillei ciiin Protococco nivali coniun- AUCTORE PROF. lOSEPIIO MEKEGIIINIO lO gerc ct species taiiliiin substrate iiiucoso carentcs generi Ilacuiatococco atlscribcre, iaiu sii|)erius uttiiHimis. CI. veio Shuttlewohth (1. c.) Iii- sloriain Protococoi nivalis diseitissiino cxamiiii st'biiciciiilo, synonvnia ilaematococci Grevilki eniuneraiulo el auctoium tlesciiptioucs rite ner- l)eiulendo, substratum mucosum ab Harvey, Hooker ct Greville ol)- .sei"vatuni, ab Ac.ardii vero omnino piaclcnDis.siiiii , essciiliale vl rlia- i-acterislicHin e\istiinaiis novum genus constiluit Gloiococcus (ibid. p. 4"5), cuius characteres statuit: (c Globuli massae gelalitiosue afficci , sessile.s, » spovldia sporulis repleta includenies n. Quoad vero Haeinatococcos sta- tuit eoruin globulos spovidia sive ihecas spoiulis foelas includerc. E^olll- tionem tauicn , (piani in unica specie a nobis rcperta compcrtam lia- buimus , perpendentes valde dubitamus de convenientia denominationis organographicae huiusmodi, sporidia euim ipsa in nova individua evolvi, nee sporulas emittcre ex obscrvationibus noslris dare patet. CI. iMoRREN Haematococcitm Grevillei ct Protococcum nivalcm ununi idemcpie esse putat ex eo quod CI. Greville substantiam in Scotia a CI. Carmichael lectam, et nivem rubram a navarcho Parry communicatam idcnticas esse asseruit. Ens vero huiusmodi, A'iridem cnioque coloreui nonnomcfuara exhibens , et nivem viridcm efiiciens ( Marmier , Expcdil. au Spitzberg, Revue des deux IMondes S. IV. Vol. XX. j). 656), ani- malis naturae esse suspicat ipse CI. Morren, genus ilidem Protococcus ex integro respuit, et cpuim Haematococci quoquc species omncs Agai- dhianas praeter sanguineum algarum censui minime spectare credat , genus ipsum characteribus circuniscribit ab iis quos attulinius omnino divcrsis : « Gelntina mucosa figurata , globulis vesiciihsis sphupvicis tiitt suh » sphaericis , granuUs sphaericis , deinum globulus rumpcntibiis faelis )) farcta , membranula ad llmen minime obvoluta » ( Morren, Beclierch. sur la rubefaetion des eaux etc. Cruxellcs i84i- p- io4 )• Haec vero definitio Haematococciim sanguineum , Ac. ct fjaemato- coccum mucosum , INIorr. quidcm noslro generi HJicrocjslidi spcclantes comprehendere potest , minime vero aliam spcciem ab auctore ipso pro- ]iositam nempe Haematococcuni vesiculosum , quern propter pcculiareni evolutiouis rationem dubitative ad genus Coccocbloris amandamus (i). (1) Fructificalionis or^aii;*. varic .i variis auctoribiis deliiiiln ot iioniiuala. >os sjioiidia dicimuii MOSOGRAPniA BOSTOCHINEARUM ITAI.ICAIHTM ETC. I. IIaematococcus Cordae. * H. globulis parvis , exacte sphaericis , purpureo-cinnabarinis , margine diapJutno cinctis , granula uumerosa includentibus. Protococcus HONOSPEtiML's, CoRDA in Sturm's beutscli. Fl. II. Abllioil. V.cs Dacndch. Hub. Ad rupcs ilolomiticas in spelunr.i Oliero agri Bassanensis legit D. Za.nardini. Ad imiscos et alias algas in ndis Eugancoriiin fretpiens. Descr. Crusta tenuis vubcns , cxsiccatione soi'dida maciilas late e\- tensas irregulares elFormaL , quae , maxima ex ])arte, Oscillaviarum filis, Lvngbya niurali , Scytoncmatum primordiis , aliiscpie diversissimis rebus constant. Substrato illi globuli insident copiosissimi , intense colore rnbro facile distingucndi, sphacricitate pcrfecta insignes, diametro varia a ccn- tesima ad \igesimam cpiintam millimctri partem , margine diaphano ct incoloro , plcrumque tenuissimo, cincti, nucleum purpureo-cinnabarinnm includentes , in cpio granula numero varia semper tamen copiosa , dia- metro vix dugentesimam millimctri partem habentia includuntur. Nucleus ille , in globulis nounullis, fere continuus videtur dum in aliis e gra- imlis omnino elToruiatus conspicitur ; tandem adsunt ct globuli pauca granula, tria , (piinquc vel sex tantum includentes. Alii occurrunt quo- que colore viridi , lioctpic vario a viridi intense ad lulesccntem et gra- nulis vi\ dislinctis foeli. Globuli ipsi sine ordine jilcrumquc S])arsi sunt; minores taincn sacpius simul coacervantur et tres, (piinquc, sex vesicula communi vel ex inlcgro obvoluti, vel eadcm lacerala, tamen adhuc coaceiTati hie illic adsunt. formas fruclus omninn infpriorcs, corpuscuLi nompc repn^clndiva, ^rnniilis Gloliulinac sive Clilo- rophjllac, vel C}tol>laslis pinnl.iriim siiporioriiiu rcspoiideiitia: line osl iir'-ana si^'nirmalionom or- gaDOLTrapliicain iiondum lial)i-nlia et iixlislincto vcj^flaliuni item ac reproduclioni iiiser>ientia : sporulas . nr^ana peculiaria repruductioni inscr\ieiitia , ah orpanis ve^elationis peeidiariler evo- liiti* r\urla ; sporiiitgia , or}{aiia sporulas incIiidiMitia ct ipsa a niodificatinne or^'anorum vepela- tionift repetenrla. Ilinc ^(ostochineis omnilius sporidia trihuinius : sporidas in unico et , tpioad svAlcmaticam ciilluratit>nriD , dubiu pencre Cylhiilrvctjstif admillimus : vcsiculas in Micral'iis el Bolndinis tporidia im ludciilos pro >cris spuran^iis habere uolunius. AUr.TORE PROF. lOSEPHO 5IENEC1IIM0 2 [ Obs. Globnli jiUires vcsicula ooinTniini rompreliensi cvolnlioncm spe- cici huiiisinodi inaiiireslain rciUlcrc \ulcnlur : graniila uem|ie in sinii globuli iiiatricalis in tolidcin globnlos cvolvi e\ hoc ipso patet. Glol)ulos gramila pauc-iora iiu'liuU'iilos propagationi pvac raetcris inservire ex co deduciinus fjiiod , vesiculae membranida ex integro servala , graniila lamcn numero adeo imminuta conspiiciantur caeteris nempc ab xiltcrius ovoliituris rcsorptis ; fpiod insnpcr nnmerus qnoqne globnlonim simnl aggrogaloruin vel vcsicula inalricali iuclusoruin codoin granuloruni nu- mero respondeat ; landein ex oo (piocpie fpiod globuli iidcm onines ea- dem magnitudinc et evolutionis gradu donati rcpcriantur. In Haemato- cocco Nollii contra , globuli in sinu cpiidcm globulorum uaatricalium evolvunUir, scd antea tpiani numerus granuloruni inminualur , liinc plures, sed varie evoluti , et simul cum rcVupiis granulis immutatis , globulo primario includuntur usque dum , cjui maximam iam consequuti sunt cvolutioncm eiusdcm mcmbranulam dilacerent et una cum granulis caclerisque minus evolutis globidis etfundanlur. Suspicamur ilacpe CI. Shutti.ewortu globidos in vesicula matricali iam evolutos pro sporidiis sumpsisse. Quoad vero substratum gelatinosum, de Haematococco Gru- villei uiinime iudicantes , de hoc nostro tamen asserere possumus, tinn in speciminil)us a Doctore Zanardini in spelunca Oliero Icctis , cvim in specimine a CI. Welwitsch in loco classico una cum CI. Corda lecto nobisquc communicalo et in frequentissimis quae nos ipsi in Euganeis collcgimus , substratum illud quidem existere scd plane alicnum ct Hae- matococco omnino cxtraneum. Globuli cniin propter perfectam sj)haeri- citatem , eorumque soliditatem ct mucositatis absentiam , a corporibus submcrsTs facile elabuntur ct illibi tantum morantur atquc alligantur quo (ila et mucus aliarum algarum impedimenta ct vincula praestent, quibus retineanlur. De identitate plantac Imius noslrae cum Protococco mono- spermo Cl. Corda a specimine ipso authentico superius indieato certi facli sumus, nomen vero specificum tamquam erroneum mutare neces- .sarium duximus ; ex eo enim CI. Corda ipsum dcprompsisse videtur (juod nucleum continuum putaret , nee granula in eodcm conlcnta vi- derct. Tandem memorabile hoc animadvertendum est specimen a Cl. Wei.xvitsch lectum Basalto incinnbere , nostnim vero ex Oliero calcari dolomitico. Ex quo novinn ducimus argumcntum ])lantam banc in aquis evolvi , et accident aliter tantum substrato illo ab aliis algis constitute ct sa\o cuicumque afllxo incumbere ; Acardh cnim ipse auctor nobis est 3 3 MONOCRAPHIA NOSTOCHINEAnVM ITALICAni'JI ETC. nlcas infcriores rubro colore ilonalas sa\is tantuniiiiodo laliaicis ncc alibi ntlnasci Tab. I. fig. 5. S|>criinen c\ Olicro. 5. a. (ilobuli cenlies adaucli. 5. d. liclcm dugcnties. IIaematococcus OftsiNii. * H. glofxdis fxtrvis , cinnamomcn-awdntiacis , margine Jiyalino , latitudinc vario praecinctis , in stratum atirantiacum coadiutatis. Hub. Ad iiudain terrain in « Cavaccjipo » legit CI. OnsiNi. Descr. Stralum cruslaeromie imisi-os obvolvcns c rubro-auraiitiaco , anrantiai-o-cinnauiouieo ct (jUvaceo-liilcsccnle variegaluin , ab Oscillaria (|iiadaiii maxima ex parte constitutiini cuius fila tenuissima ('/i5„ millim.), fasciculata, e viridi-luleo et aurco colore sub microscopio tlncta sunt , ^lobulos llaemalococci iioslri in irrcgidares accrvulos coadunatos , nee non IMeurococcuni cohaerenleni hie illic iucludit. Globidi omnes jier- fecte sphaeriei deprehenduntur , ct maguitudinc a centesima ad A'igesi- niam quintaiu millimetri partem in diauietro variant; omnium frccpien- tL-Jsiini (juin([uagesiniam lenent. ^largo liyaliniis in omnibus adest, niuu' vcro angustlssiiiius etiam in globulis niaioribus, nunc adeo latus ut iniclci eolorati diametrum aetpiiparct. Nucleus inten.sc cinnamomeo-auranliacus in omnibus globulis obscure granularis conspicilnr , c granulis \ero di- stinctis manifesle cironnalus in niaioribus tantinn , ([uorum exterior su- [icrficies irregularis et partim resolula est. Gi-anula ipsa minutissima sunt, millimilliiuelrum vix tenent et arctisstme stipantur. Globuli oinnino vacui lineola concentrica marginem praefmiente donati caeteris immixti adsunt. Obs. Quuin in Tlacmatoeoecis color propter cxsiccationem saepc mu- tationes nonnidlas ineal, animadvertenduni est, nos spcciem banc vivani non vidisse , ex quo etiam factum est quod de varia marginis hyalini lalitudine , utrum ab evolutionis periodo pendeat vel nullam cum eadem seivet rationcin , indicium nullum expromere possiimus. AUCTOnE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO 23 Tal). IT. fig. I. Frustulum strati ah Cscillaria nov. sp. , Haemato- cocco Orsinii et Pleurococco cohaereiilc eiror- mati , vigcsics anctum. I. a. Glolnili Ilacmatococci centies aucti. I. b. lidem dugesics. a. Globulus inagis evolutus, superficie iiiaecpiali , hoc est stralo extci'iori muroso fere resoluto. Huc spectant : Haematococcus GnEViLLEi, Ac. Icon. Alg. Europ. N.° XXIII. « li. globtdis exacte sphaericis miniUisslmis , vlride-purpureis , inclu- I) dentibus granula subdena ». Ac. 1. c. Pkotococcus nrvALis , Gbev. Scott. Crypt. Fl. T. IV. N.° 231. (cxcl. sjn. ), Gloiococcus Gbevillei , Shlttlw. Dibliotk. Uniy. d. Gen. Fe\T. 1840. p. 403. Microcystis Grevillei , Kxi. Linnaca I. c. p. 372. n.° 2. Hub. Ad rupes calcareas insulae Scoticae Lismoriae. Haematococcus Noltii, Ac. Icon. Alg. Europ. N." XXII. « H. globuUs elliptico-sphaericis , sanguineis , includentibus granula » conferta numerosa ». Ac. 1. c. Microcystis Noltii , Ktz. Linnaca 1. c. p. 372. n.° 1. Hab. In stagnis tiirfosis Slesvici , tempore vemo, Ac. In stagnis Savoniac , Welwitsch. Ohs. Specimuia cpiae ad maniis sunt , a Froelich , a Suhr , a Le Normand et a Weiavitsch lecta , quoad glohulorum colorem, uiagiii- tudineui et forinam inter se conveniunt. Froclichianum tamen dilFert ab aliis cohaerentia globulorum meinbranam cellularem mentientiuni : glo- bidi elliptico-sphacrici vel angulosi vigcsimam miirniietri partem in dia- inetro uiaiore tenent et granula continent oblonga dugciitesimam milli- luelri partem vix longa, iiec non corpuscula sphaerica iutcnsius colorata niagnitudine varia a centesima ad (piadragcsimam miilinietri partem , quae tandem elabimtur et cacleris globulis immiscentur. a/, MONOCRAPHIA NOSTOCHlNEARt'M ITALIOAJIUM ETC. Haematococci'S vioi.aceus. ' i( n. Strata viohiceo ; vesicuUs maiuscuUs magit ininusve compressi's , >i pelliicidis, iitcludmtibus globulos pancos, hjalinos, violaceos ». Ktz. Microcystis violace.v , Kti. Linn. 1. c. n." C. Protococcos vioLACEUS, CoBu.i , Stlrm's Doulsclil. Fl. Hal). All uuiros liumidos , Corda. Haematococcus frustui.osus , Harvei ( S|)ecics nomine tanliuii nobis nota ). •> Species exclusae: Haematococcus sanguineus, Ac. ^ Microcystis sanguinea, Ktz. Ihuiiialocoicus roseus, Mgh. = lUosporium roseum , Mart. Haematococcus luliginosus, Mgh. =: Ens dubiae naturae. Haematococcus salinus, Dun. = Monas Dunalii, Joly. Haematococcus uiucosus, Morren. =i Microcystis Morreni. * Haematococcus vcsiculosus, Morren. = Coccocliloris ? vesiculosa. * CHLOROCOCCmi, Fries. Char. Globnli liberi , non mucosi , limbo hyalino cincti , materiem vi- ritlem in granula tandem colla])sam includentes , in accrvulos ir- i-egulares aggi'egati. Obs. Genus ab Ilaematococcis colore tantum diversum , a Pleuro- (■orris iirojiagandi ratione apprime distinctissimum , Protococcos virides CI. .Vgardh anipU^ctitur. Pluribus tamcn dubiis adhuc vcxatur ex eo praesertim quod aliarum algarum sponilae , vel spoi'idia , vel et status primordiales , turn et Lichenum gonidia , Muscorum ( ex. gr. Tctraphis pellncida , AInium andiogynum , etc.) ct Hepaticainim (ex. gr. Jungcr- manuia bidcnlala , Trichomancs , graveolcns , nemorosa etc. ) propagula. AOCTORE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO 25 tandem et Infusoria complura sphaerica itidem forma donantur et viridi poUent colore , hinc pro totidcm Chlorococci spcciebus , nisi co- rum progressivae evolutioni attendatur , facile sumi possunt. Character a CI. Grevii.le luiic gciieri tributus « Granula omnino n libera , minima , aggregata , absque gelatina « , speciel)us tjuidera omnibus a nobis eidem adscriptis convenit, sed nimis latus et indefinitus videtur , omnes enim Protococcoideas eodem iure compreliendcre posset. Hist. Nomen a CI. Fries iamdiu propositum ad res aiubiguas indi- candas , CI. Greville restituit ad species virides Protococcorum compre- hendcndas. Et quamfjuam unam tantum ex speciebus a CI. hoc auctore proposilis hie smnamus , aliam ad genus P/earococcwi' refercntes, nomen ser\andum esse putauius tamcjuam aptissimum ad praecipuos huius ge- neris characteres designandos. I. Chlorococcum Agardhi, Mgh. Lett, sulle Alghe luliane n.° i. Ch. globulis sphaericis , parvis , margine diaphano incolore cinctis, ma- teriem viridem continuam, in granula minima parum numerosa tandem collapsam includentibus , in acervulos irregulares varie agglomeratis, stratum obscure-viride effbrmantes. Protococcos vmiDis, Ac. Sjsl. p. 13. Globulina botrvoides, Turp. Mem. du Mus. T. XIV. T. 3. f. 1. a. d. (end. e. f. g.). Protosphaeria simplex, Turp. Mem. du Mus. T. XVI. T. 11. f. 7. LicDEN et Bvssus botryoides , Auct. ex parlc. Hah. Ad saxa in udis , toto anni tempore. Descript. Stratum tenue , crustaefoiTne , saxis arete adhaerens, in- tense viride , cuius fnistulum microscopio subiectum a gloliulis parvis viridibus , in glomei'ulos variae magnitudinis , irregulares coacervatis omnino constitutum conspicitur. Globuli tamcn nulla mucositate cohae- rent el laevissima quoquc compressione inter laminas vilreas invicem se- cedunt et libere natant. Perfecte sphaerici sunt , diametro a millesima ad centesimam millimetri partem variant , margine diaphano cingimtur et materiem viridem continuam includunt. Hacc tandem in granula pa- rum numerosa , minima , rotunda acI in unicum maguiun et irregulare collabitur , margine lineola itidem praelluilo , vesicula nempe interiori , Serie II. Toji. V. ^ D aG MosonnAPHiA NOSTocninEAnuM italicartim ktc. tiua uinterics viiidis iiicludeljiilur , eliam post eiusdem coUapsmn , cpic- luuihnoilum iu Jlaeniatococcis , iutcgra scrvata. Olis. Oinnes hucusquc auclores , CI. Gbeville tantiim excepto , S|)c- liein hai\c cum rieurococco vulgari confndisse viclentur, tinde factum est ut characleres cl desoriptioncs ab iisdcin propositac ambas ilLis species coan>relieiulei'eiil. Ad huiusuiodi confusioncm vitandam ])liriuluni lainen est i])suni sjieoiein lianc t'liin aniinalcnlis (puhnsdam i-oulinult'ie poluissc, quae in iistlem comliliouibus tk'guiit el tbnnaiu ilulein spliaericam pracsefcruut. Quot aniiiialcula acpiain viride colore tin- cere \alcaiU iain dcmonstravit CI. Eiirenberg in variis snis operibus. Cuius obscrvationibus et iliac cpiocpie addi'iidae siail, quas Clariss. Djn. a Wrangel (Kongl. Vctens Kaps-Acad. Handling, fur iJr 1826. i. Haelll p. 96-112. Tab. III. ) in variis produclionibus nomine ^.jjM^^/Zoi-a^Mrte iiisigiiitis iustituit. Quod vero globnli sphaerici huiiisce Chlorococci cum sporangiis Confervac vcsicalac vcl rivularis, aut Spirogyrarum et Zygne- matiun confundendi non sint , clare coniperlum habebit qui sporangia ilia eonimque evolutionem rite examinaverit. Hypothesis sporangia ilia, cvolutione normali impedita, itidem ac Lichenum gonidia, vcgetationem anamorpliam , Pulvcrariis aecpiiparandani , inire et Chlorococcum men- tiri posse, nullis observalionibus sancitur, cpiinimmo eidem observationes nostrae omnino adversantur: sporangia enim ilia din servata vel. evolu- tionem illis propriam cito consccpi vidimus, vel, circumstantiis minus faventibiis deperire , numquam tamcn quid similitudinis cum Chlorococco praeseferrc. Tab. II. fig. 3. Globuli Chlorococci infusionum, in variis aetatibus, quadringenties aucti. 3. ? Chlorococcum Monas, Endlich. Gen. PI. p. 3. Ch. globulis minutissimis , sphaericis , Iijalino-vij'idibus , punctilio hja- lino ad ambitum notatis, in stratum tenue, viride aggregatis. Protococccs Monas , Ac. Ic. Alg. Europ. N.° XI. Hab. Ad truncos arborum emortuos. Vescript. Stratum tenue, vii-ide vel viridi-lutescens , per humiditalcm tumescit et intensius virct , sub levi compressione omnino secedit , et in atpia tamquam nubecula effiinditur. Globuli perfecte sphaerici vix centesimam niiilimclri partem diamctro adaecpiant, inordinate et coacer- vatim distribuli videntur: sub microscopio hyalini levi tinctura viridi omati conspiciuntur , et punctulo hyalino ad ambitum notati , qnod vesiculae minutissimae faciem praebet : qiium enim e latere globuli ob- servantur ibidem tamquam crosi videntur. Saepe globuli bini sinuil co- haerent , idque semper in eodem punctulo evenit. I AUCTORE PHOF. lOSEPHO MEKEGHINIO 2 9 Obs. Immerito tamquam synonymum huiusce specie! retulit Clariss. KiiTZiNG ( Linnaea Vol. VIII. p. 335.) Chlorococcum muroruin , Grev. quod auctor ipse, ilidcin perperam, idem esse ac Prolococcum virideni, Ag. autumatus est. Forma perfecte sphaerica globidorum specicm banc a Grevilleana rite distinguit , eamf£ue tantum cum sporulis Muscorum confundere sinit, quae tamen et diametro plerumque maioii et rapida evolulionc facillime dignoscuntur. Potius siispicandum est spcciem lianc animalculum esse: vitae tamen conditiones, tpiibus degit, molus nullus, et coloratio nulla vesiculae sive punctuli iilius Indaci ope consequuta nos in adversam sententiam adduxerunt. Tamen quum nee margo diaphanus adsit globulos cingens , nee inlernam materiem viridem umcpiam in glo- bules coUabi compertum habeamus , spcciem banc a caeteris Chloro- coccis recedentem putamus , et hie dubitative tantum adnotamus. Tab. III. fig. I. Frustulum ligni Clilorococco tectum. I. a. Globuli centies aucti. I. b. lidem quadringenties. " Hue spectant : Chlorococcum murorum, Grev. Scott. Crypt. Fl. T. W. N.° 325. « Ch. granuUs viridibus , simplicibiis , minutissimis , ovali-oblongis n. Grev. 1. c. Hab. Ad sasa. Obs. CI. Greville Protococeum viride, Ag. cum suo Chlorococco murorum coniunxit fide CI. Agardh ipsius, cjiii specimen a Grevili,e_ missum pro suo Protococco habuit. Quum vero nomine Protococci vi- ridis plures et alienae I'es a CI. quocpie Agardh comprehendantur , nee eiusdem testimonium hac in re magni faciendum esse putamus , characteres enim repugnant , dum Protococeum suum globulis constare asseril Agardh , Chlorococcum vero murorum granidis ovali-oblongis ef- formatum descriliit et repraesentat Greville. Clarissimus ipse auctor suspi- cionem non omnino excludit Chlorococcum suum nil aliud nisi primordia Licheiiis esse. Id asserere nolumus, confitcmur tamen nos pluries gi-anula oblonga in stratum viride coacervala deprchendisse cpiae pro Chlorococco murorum initio habuimus. Ipsorum tamen evolutionem persequuti com- 3o MONOGRAPHIA NOSTOCMIKEAJVUM ITALICARUM ETC. pei-imus eaclcni alianim rcrum et praesertim Confervae jninclalis pii- mordia esse. CllI.OROCOCCUM MONTAGNEI. * Ch. ^/ofmh's magnis ellipticis hjralinis , gr-anulnm itniim alternmve par- Kiim oblongum virUle indudentibus , in strato virieli agglomeratis. Hub. In insula Cuba: Montagne. Obs. CI. Montaone specimen communicavit nomine Chlorococcuni niuroi'uin , Grev. quod a specie Grevilleana nolis gi-avissiniis diliert. In eodem cnim globuli sunt niagni , cpiinquagesiiuam ad cjuadragesunam millimelri partem in diametro maiore habenles , perfccte elliplici , rare nonnumcpam in-egidareS; fere omnino hyalini, ad centrum enini tan- tuminodo granulum iiuum allerumve sphaericum vel plerumcpie oblon- gum , parvum , dugenlesimam millimctri partem in diametro maiore te- nens , viride includunt. Species exclusa : CUlorococcum vulgare, Grev. = Pleurococcus vulgaris. * PLEUROCOCCUS, Mgh. Char. Corjiuscula subglobosa , vesiculis diaphanis inclusa , serius ordine quatcrnario partita, unaquacpie parte propria vesicula plei'umque veslila, niucosilate omnino destituta, libere vagantia, vel in stratum crustacforme aggregata. Obs. Genus hoc , quamquam species includat rationibus organogia- phicis tarn arete inter se devinctas ut nulli propemodum praeter dimeu- siones et colores , sane diversissimos , habcantur characteres ad easdem distinguendas , duos tamen Algarnm ordines hucusqiie tamquam dissi- tissiaios habitos simul connectere videtur. Species cnim maiores Desmi- dieis non immerito referi-i possent , cum quibus vivendi et propagandi ratione quodannnodo convcniimt ; minores vcro caetcris Prolococcoidcis ita alljues sunt ut cum ipsis facile confuudantur. Processum tamcn \\- 1 AUCTORE PROF. lOSEPlIO MEKECIIISIO 3 1 lalem ad dignitatem muko niaiorem evectum esse in Pleurococcis ac in Chloroooccis manifestnin habchiinus si characleres horum generum per- pcndainus. Globuli in Chlorococcis quo p. corpiiscuUs pan'is , clUpticis aerugitwsis , partltionibus angtdosis , vesiciULs ampUs inclusis, in sU-atum menibratii/'orme MgS^'.^S'^iis. MjCiOCVSTis lULiosA , McH. Consp. p. 6. excl. «yn. 'd M.^-.' I'viil* ft' Hah.' fn tlicnnis EuqaiKis ubl ciilor ad -4- 35° R. ascendit. Descript. Duabus foniiis nobis se obtulit obsei-vanda dislinctissiina haec Sjiecics. Earuin jiiiina in ihermis Divac Ilelenae inter strata latis- s'une extcnsa Oscillariae Cortianae hie illic occurrit , sid inicroscoj)io lantiun deteqenda. lMeml)ranulas cfrorniat variae magniludiiiis ct foniiae irregularis , ex unico corpiisrulorum slralo conslitulas , quae iuler se arete adhaerere videntur , conipressione lamen inter laniinas vitreas in- viceoi secedunt et dispcrdinitur qwin dilacerentur , nee niucosit.atis ul- luin praebeant indicium. Corpuscula iUa cUiptiram habeiit foniiam, et sphaerica turn soluniniodo quvim c facie conspiciuntur apparent; cente- simam vel ad sumnium scptuagosimam qviintam inillimelri partem in dia- metro maiori tenant et pulcherrimo acruginoso colore ornantur. "\ esi- cula , qua laxe vestinnlur , tennis est et eadem auiplo niargine incoloro praccingit. Pleraque dimidiata occurrunt , raro qnadriparlita. Aliani eiusdem speciei formam in tlicrmis Montis Ortonc in slralo nlvaeformi ab Anabaina tenui fere ex iiilcgro consliluto , aquis vix -t-aS'R. altin- genlibus, innalante inveniniiis. Corjtusrula indivisa fere nulla, dimidiata parum numerosa , ouniiuin fre(piciilissima 4"8-i6 partita, parlilionibus omnibus angulosis subquintpiangularibus, et iuvicem discretis. Themnoge- nesis vero adeo evecta plurics irregnlariter quam nniformiier perficilni', ex quo fit , ut cum in simplicioribus corpusculis , tuin in magis coui- positis , pars nounidla sacpe adsit vel ad aliarum partilionis graduni nondiuu perventa , vel caeteras omnes evcctiore |)artitioiie antecellens. Vesiculae partiales quae in prima forma ct maximis quoqnc amplifica- tioiiibus iucoiiS|)icuac servabanlur , Lie egregie in coiispectum veiiiunt , et itidem ac generales , eorpuscnla vel earuin partiliones laxo et am()lo niargine diaphano praecingunt. Obs. Specimen Palmcllae builosae in collectlone Kiitzingiana (Dee. Aig. aq. dulc. XVI. N." 1 54) extans , rebus alienis pliniinis foedatum AUCTORE PnOF. lOSEPnO MEKECHIIflO 35 el Plcurococcum qnoque nostrum includcns uos in errorem addux'it quoad primain liuiiisce spcciel fonnain. Quoad vero specificain formarum illarum identitatem \ix duhilare ))ossc nobis videtur, diversas vitae conditiones in quibus dcprchcndunlur j)er|)endenlibus. Prim.i enim inter crassa et gelatinosa Oscillariae Cor- tianae vel IMicrocyslidis buUosae strata degens, externis influxibus minus obnoxia , vitain individualcm evectiorem consequitur; posterior contra, in tenuissimo Anabainae tenuis slrato nidulans , aeri ct luci exposila , themnogenesi iterata , reproductionis ministerium aptins aditnplet. Tab. IV. fig. I. Mcmbranula a Pleurococco oinnino constituta , quae inter strata Oscillariae Cortianae invenitur, centies diametro aucta. 1. a. Fragmentum eiusdein membranulae quadrin- genties auctum. 2. Stratum ulvaeforme ab Analiaina tenui et Pleu- rococco efformatum. 2. a. Fragmentum eiusdcm centies amplificatum. 2. b. Corpuscula quadringenties diametro aucta. 3. Pleurococcus cohaerens , Breb. in litt. P. corpuscidis parvis, sphaericis , ellipticis vel geminato-didjmis , tandem quadripartitis , fusco-^iridibus , margine diaphano tenui praecinclis, in stratum teniussimum simiil cohaerentibus. Hab. Ad muscos in udis Euganeorum cum Haematococco Cordae, autumno. Cavaceppo , simul cum Haematococco Orsinii et Oscillariae nov. sp. in stratum crustaeforme : Orsini. Descript. Puloherrima haec species summa corpusculonim regulari- late , constantia dimensionum , marginis diaphani tenuitate , colore et cohaei'entia globulorum a caeteris omnibus facillime distinguitur. Stratum tenuissimum quod efformat superficiem muscorum tegit et nudis oculis vix distinguitur. Sub microscopio tolum conspicitur a corpusculis consti- tutum inter se quidem inordinate cohaerentibus , nulla tamen mucositate devinctis. Color fusco-viridis ; sidjstantia interior contiuua , unifonnis. Corpuscula sphaerica ccntesimam , elliptica scptuagesimamquintam mil- 30 MONOGRAPHJA NOSTOCHINEARDM ITAUCARCM ETC. limetii partem diamt'tro tcncnt; hinaria, lamquam e cluobus compressis, geminatis, coiislituta ail quiiujuagcsiinain perveniunt. Cum hemisphaeria corpusculorum ellipticonim , timi globuli bini in illis quos biiiarios di- ximus nonnumquam iterum dimidiaiitur, ulterius tamen evectam themno- gencsim numqiiam vidimus. Obs. Specimina a CI. Bkebisson commiinicata , in excavationibus ni- pium inundatis ab ipso lecta fuerunt. Praeter tamen banc loci di\ersi- tatcm et cohaerentiam non nihil maiorem, nulla in his detegi potest dillVientia a speciminibus Euganeis ; corpuscula enim el ([uoad colorem et (pioad formam et quoad dimensioncs pcrfccte eadem sunt. Imo et globuli Ilaematococci Cordae in speciminibus quocpie Brebissonianis PIcurococco immixti repcriuntur , sicut in Euganeis adnotavimus. Tab. IV. fig. 3. Corpuscula quadringenties aucta. 4- Pleurococcus Iulianus , Mgh. Giorn. Toscano T. I. N.° 2. i84i- P. corpusculis minimis , ellipticis, bi-quadripartitis , partitionibus ple- rumque sphaericis , viridibus , vesiculis partialibus , generalibusque saepe coerulescentibus. Hub. Inter fiia varietatis muscosae Scytonematis thermalis ad sum- mos parietes aquaeductus molendinarii Aponi, turn et ad parietes aquarii ubi aqua thermalis frigcscit in baUiels Divac Helenae. In thermis lu- liauis ( in balneo frigido ) legit et communicavit D. Cghinaldi. Descript. Inter fila Scytonematis corpuscula Pleurococci huiusmodi quaraquam magna copia coacervata , nullum tamen distinctum stratum elFormant , sed fila ilia ii-regulariter obvestiunt et simul coUigant. In a(juario Divac Helenae stratum intense viride constilimnt , late cxtensum et rude; in thermis vero luliaiiis cum Lyngbya murali, aliisque alienis in stratum cinereo-coerulescens , exsiccatione friabile nidulantur. Quae inter fila Scytonematis occurrunt solitaria semper stmt , dum alia quae stratum cllormant in acervulos irregulares aggregata et simul devincta quamquam mucositate expertia omnino sunt. Praeter tamen has diffe- reutias characteribus omnino conveniimt. Inter parvitatis limites ma- gnitudine summopere variant: omnium minima millesimam millimetri partem diamctro tenent , maxima ad centesimam usque ad septuagesi- I AUCTORE PROF. lOSEPllO MENEGUIKIO S^ inainquintam, cpiamquam admoduin raro, perveniunt. Forma quoque con- Stantia cai'et , sacpius tainen elliptica coiiS|)icilur , eliain ia corpusculis intlivisis ; sphaerica vero in illis quoque cpibus segmenla quaterna coni- prelienduutiu" nonnumquam occurrit , quae taiuen postreina corpuscu- lorum faciebus complanatis ad cubicapa vergunt, cjuemadmodum in Tro- chischia quadriiuga. Partitiones plerumque perfecte sphaericae : quo binae tanlum occurrunt aliquando hemisphaericae et quo plures pro iiumero varimodc angulosae ; earumdem color prasino-viridis plus mi- nnsve intensus , substantia omnmo contiima. Cyslides quibus partitiones singulae inchiduntiir semper conspicuae, et partitiones si\e granula ipsa margine sat lato praecingunt , cystidem vero primariam vel puncto tan- gunt , vel ab eadem seiuuetae et remotae sunt pro gi-anulorum ipsorum eollocatione. Vesiculae ipsae turn primariae cum secundariae tinctura amoenissime coervdea ornantur , quae a peculiari lucis refractione pro- ducitur et pro varia eiusdem inflexione varie nitet. Corpuscula adsunt , granulis elapsis , ai'cas eorum vacuas gerentia , quae omuino incolorae conspiciuntur. In hac specie frequentius ac in aliis corpuscula occurrunt, quorum dimidia granula bina includentia cruciatim superimponuntur. Obs. Nomen a localitale sane non exclusiva dcsumptiun minus aptum videri potest, sed quum publici iuris iam factum sit idem servare potius quam novum proponere satius duximus. Tab. IV. flg. 4- Globuli quadringenties aucti. 5. Pleurococcus angulosus. * P. corpusculis compressis ellipticis , serins didjmis viridibus , bi vel quadripartitis, margine diaphano praecinctis libere natantibus. Microcystis angulosa , Ktz. Linnaea 1. c. d.° 1. PnoTococcus ANGULOscs , CoRDA in Sturm's Flor. Globui-ina BOTHYOiDES , TuRP. Mcm. d. Mus. T. XIV. I'l. I. fig. e. f. ? Pleckococcl's Mekecbimi , DnEBiss. iu liU. Hub. Ad Confeivas atpiae dulcis , frequens. Cavacep])o , inter fda Lyngbjae cuiusdam , simul cum Pcdiastro Borjano et Scenedesmo qua- dricauda: Orsini. Descript. Corpuscula solitaria hie illic fortuito tantum inter Confcr- varum et Spirogyrarum fda invenienda, e facie consj^ecta praeter dimen- 38 MONOGRAPHIA NOSTOOHINEAKDM ITAI.ICARUM ETC. sioiios ininorcs ct colorem vh-ulem uec acrnn'mosum vix a PlourococTo tliennali ililU'ire n'kUmiIui-, sed c latere obscrvala, coinpressa coiiS|)iciiiiilnr ft (limidio vol Iriplo aiigustiora. Maiora in loiigiore dianielro vix quiii- qua^csimam niiUiinetri jiartein su]icraut , et adsxmt dimidio minora. In- divisu iiumquain vidimus , adsunt cnim vel diniidiata vol cjuadripartita , parliliouibus plerunujuc angulosis , lanicii el rolundatis, vesiculis parlia- libus in noniiullis conspicuis , in cacteris indlis. Obs. CI. Brkbisson speciem hanc cum Pleurococco therm ali convenirc iudicans nomen huiiis postrerai utpote incongruum mutavit. Binas vero spei'ies distinelas esse praeterquam e characleribus palet, et observatio- nibiis quoque nostris in forma Pleurococci thermalis in aqua dulci culta Auclor. ex parte. Lichen BOXRYOinES ' Bvssus botrtoides Hub. Ad parietes humidos et ad arborum coi'tices, toto anni tem- pore , vulgatissimus. i ArcTonE raoF. lostpiio menechinio 3g Descripl. Crnsta inuros uiiibrosos hile tegcns , Iiiiiiiiditatc crassiu- sciila, inaeqiialis , utroviridis , nulla iimcositale ' vel lenacUatc donata , et laovissimo ([uo(|iie allactu sccedeiis atqiie dinitos lingens , siccitate tennis , nic;\ csrtMis , nidis in frustula fiitisccns ; vi'l tincliu-a viridis ar- horiuii cortices serpens, sipcitate jiallens ct fere incdnspiciia, tota con- stituitur ooi'jniscnlis viridibns , forma et magnitudine Tariis, irrcgwlaritcr et unllo vinculo siniul coacervalim aggivgatis. Onmiuin freqnenlissiina tctradyina sunt, tanipai'cnt diim e facie conspiciuntur , in motum acta ct e variis faciebus obscrvala solida et subrotunda vcl tantum depressa esse clare manifcstanl. Taudcm nio- dificationes fere innumerae quae tum quoad contcnti divisloncs cum quoad areolarum dispositionem observandae occurrunt, ex icone melius quam e descriptione intcliigi possunt. Fonnac fere omncs semper im- mixtae reperiuntur , in variis vero speciminibus haec vel ilia frequentior occurrit , ex quo fit quod primo intuitu totidem diversas species referre videantur. Omnibus tamen inest peculiaris cliararlrr marginis ncmjie corpuscnlorum pellucidi sed viridis , et conlenti lineolis obscurioril)us quacumfjue directione cruciatim percursi. Obs. Ilanc spcciem tot nomiuibus et opinionibus vexatam quam CI. Wali.roth ct Fries pro Sorcdiis asvnthetice evolutis Parmcliac jiai'iclinae aliorumtpie Lichenum lialmcrunl , Lichciiibus sive Liclieinnn anamor- phosibus miuime spectare CI. Koerber (De Gonidiis Lichenum) demon- 4o MONOGRAPHrA NOSTOCHINEARUM ITAHCARUM ETC. stravit. Immcnlo tameii eaiiidein cum IleterocarpcUa ( Trochiscia ) (fiia- driiuga, Ti'rp. coniuuxit (viil. Synops. Desmid. auct. Menegiiini in Liii- iiaea T. XIV ). Forniac iiiagis irregulares cum Ulva ( Prasiola ) furfu- racea quamdam habent similitudincm , nee noii cum fdis irregidariter evolulis Ulothricis muralis , Ktz. sive Pricslleyae botryoidis, Myn. Prae- sertim vero iconibus respondent Ulvae (Prasiolae) terrestris cjnam CI. Unger a Scytosipho velutino sive Priestleya bolryoide evolvi contendit (1. c. T. IX. fig. g. T. X. fig. i-g ). Ab TJlolhrice tamen sive Priestleya difTerunt co quod a filis simiil coalitis minime constituuntur ; ab Ulva (Prasiola) furluracea vel tenestri eo quod membranosae sive in laminas extensae num(juam sunt, hinc similitude in iconibus quidem magis quam ill nalura ipsa extat. Quum cor])uscuIa ilia nee Lichenuin , ncc Muscorum jirimordia lia- beri possint , lutissima vidclur seiileutia eadem ad Algarum familiam re- ferenda esse. Et quum Clarissimorum virorum Meyen et Unger obser- vationes maximis scateant dubiis utpote quae res plane alienas compre- Iiendunt, nostra alicpiid facienda esse studia putamus qui verum Pleuro- coceum vuU^arem vivum et in conditionibus faventibus servatum , iterate et patienti examine subiicientcs , nullam aliam algam ab eiusdem corpu- sculis unquani exoriri vidimus. A caeleris huiusce generis speciebus liacc nonnuUis notis quidem re- cedit , essentialibus tamen et organographicis characleribus omniuo con- venit, ex quo novum ducimus argumentum ut eamdem distinctam Al- gamm speciem praedicemus. Tab. V. fig. I. Corpuscula plura in omnibus evolutionis stadiis qiiadringenties aucta. 7. Plecrococcus glomeratus. * P. corpusculis magnitudiue variis , globosis , ellipsoidcis , didjmis vel teti'adjrmis , lutcscenti-viridibus , graimla miuuta , sphaerica , coe- rulescentia includentibas , in aceri>ulos variae magnitudinis simiil glomeratis. Ilab. In fonte plateae « al Borgliello » in Tyrolo Italico, legit D. C1.E.MEXT1. i\ AUCTOUE PROF. lOSEPnO MENECniSIO 4 i Descr. Stratum sortliile viriili-lulcsccns , rude a particulis terrosis et a glomcnilis Pleurococci noslri eirorinulur. Glomeruli microscopii one uiagititutliue varii et forma omniuo irrcgulares consijiciuiitur , sub com- pressione inter laminas vitreas omnino segregantur, et corpuscula eosdem coiislitucnlia nullo mucositatis indicio dc\incta libcre elabuiitur et ]ier guttulam aquae circum\agantur. Pleraque ellipsoidea siuit, el tres tpiiii- geulesimas millimetri partes in diamctro maiore tenent. Color plus mi- nusve intense olivaceo-lutescens. Granula in q\iocumque corpusculo bina, miUimiHimetrum vix ci'assa coerulescentia. Fere eadem copia corpuscula adsunt globosa gi'anulum unicum includcnlia. Corpuscula maiora eamdem fonnam cUipsoideam pvacscferentia, sed intensius colorata, granula sphae- rica coerulescentia bina vel quaterna tandem et octona includunt. Di- dyma et tetradyma quintpiagesimam millimetri partem ad summum con- scfjuunlur. Tandem adsunt et corpuscula subspliaerica , vel irregulariter quadrilobata , dilutiora granula numerosa , inordinate distributa inclu- dentia. Granula ipsa quoque libera , corpusculis immixta magna copia deprelienduntur. Obs. Themnogencsis in foiTna corpusculorum didyma et tetradyma , uec non in cpiatcrnaria granulorum distributione manifesta ; granuloruni tamen ipsorum formatio quomodo perficiatur nobis omnino latet, eadem enira tantum perfecta vidimus, nee contentum pluries dimidiari sicuti in aliis speciebus vjmquam dcprehendimus. Adde cpiod contentum ipsum in globulos illos non omnino coUabitur , viridis enim globulorum tinctura minime a refractione lucis ut in Pleurococco luliano repetenda est sed reapse a materia colorante corpusculorum cavitatem praeter globulos tenente. Nomcn spccificum consulto idem sumpsiraus quod CI. Agardh ad Protococcum suum in spelunca rupestri ad Carlsbad inventum designan- dum adhlbuit. Quamquam enim CI. KiiTziNG speeiem illam ad genus Micraloa referat , charactcres tamen a CI. auctore eidem tributi , nos in suspicionem adducunt banc nostram cum ilia convenire. Tab. V. fig. 2. Glomendi nonnuUi ccnties aucti. 2. a. Corpuscula quadringeuties aucla. Serie II. Tom. V. 4a monognaphia nostochinearum itai.icarum ktc. 8. Pleurococci's cinnamomeus. * p. corpusculis mlnutis, sphaericis cinnamomeis , granula plcrumque qua- terna iiitetisius colorata includciitibus , in stratum cirmamomcum cru- staeformc irregulare agglomeratis. Hill). Ad terrain algarum muscoruinque primordiis tectam in ollis Horti Patavini , aestate. Descript. Crusta ter vel quatuor lineas crassa , inaequalis , rudis , iove jiluvioso aui'anliaco-ciiuianioniea , siccitate dilutius rubescens pei' menses plm'cs jierdui-ans. Glol)uli diametro perquani variant, extant enim vi\ millcsimain niillimctri partem crassi, et sunt qui ad centcsimam et ultra perveniunt. Turn vero miuores, cum maiores spliaerici plcrumque sunt , cl saepc biuatim quaternalimque simul cohaererc Tidentur. Adsunt tamen forma depressa vel et hcmispliaerica donati qui divisionem sive themnogenesiin oslendunt quemadmodum in caetcris Pleui'ococcis mani- festam observavimus. Globuli omnes cinnabarino-aurantiaco sive cinna- momeo ornantur colore , mai-gine dilutiore , pellucido, amplo praecin- guutur et nucleum intensius coloratmn includunt in quo granida pauca obscura nidulantur ; horum plerumcpie extant quatuor, sacpe rcgulariter disposita, turn vero et copiosiora ad centrum irregvdariter coacervata. lu globulis nonnuHis duo tantura granula includuntur , in aliis unicum, reutrum teuens ; tandem vidimus cpioque globvdos didymos et quadri- partitos , limbo jiellucido carenles , granula quatuor ad oppositos tam- quam polos rciecta includcntcs. ^ ariationes hae omnes tum in globulis minimis , cum in maximis itidem occurrunt. Obs. Themnogenesis quamquam uon adeo regulai'is ut in Pleuro- coccis evenii'e solet , satis tamen manifcsta est ut species haec eidem ge- ueri adscribi possit. A caeteris tamen irregularitate et colore differt , quibus notis cum Pleurococco Magma eximie convcnit. Tab. V. fig. 3. Plauta viva. 3. a. Globuli ducenties aucti. 3. b. lidem tpiadringcnties. AUCTORE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO 4 3 Hue spcctant : Plecrococcus Magma. * P. globuUs parvls qtuidripartitis, in glomerulos subglobosos agglomeratis, crustam bruneo-rubescentem efformantibus. Pbotococcus Magma , Br^b. Alg. Falais. p. 40. PI. IV Hab. Ad rupes humidas. Obs. Specimina a CI. auctore largita tpiantum in sicco fieri potesl examini subiiecimus. GlobuH a centesima ad decimam millimetri partem diametro variant , maioribus lamen a pluribus globulis prioris diametri et clarissime cpiadripartitis irregulariter stipatissimeque simul cohaeren- tibus efformatis. Globuli ipsi aurantiaci sunt , granulis inclusis ad viridem vergentibus , limbo pellucido , dilutiore, in nonnullis sat amplo, in aliis fere inconspicuo. Crusta vero maxima ex parte constat Clis Scytonematis cuiusdam colore itidem aurantiaco donatis. Coloris vero ad magma ac- cedentis, quo crusta haec oculis nudis inspecta donari videtur, sub micro- scopio nullum apparet vestigium. Quamquam non omnis dubitatio exoludenda est circa huius speciei naturam , tamen affinitatem eidem cum Pleurococco cinnamomeo inesse certum est. Aliquid his speciebus simile etiam in Microcystide umbrina, Ktz. ( Alg. Dec. X. N.° g i ) conspiciendum est , quam ipse auctor idem ac Haematococcus GreviUei, Ag. esse et in Alysphaeriam chlorinam , TuRP. evolvi serius asseruit (Flora i834. IT. p. 673). Hanc vero nihil aliud esse nisi Pulverariae formam, sive gonidia Lichenum anaraorphice evoluta certissimum est. P1.EUROCOCCUS NAViCDLATus, Breb. In lilt. ( Species nomine tantmn nobis nota ). 44 monochaphia nostochinearum italicabum etc. Species nmbigua : Plevrococcus? eli.ipticus, Mgh. Consp. Alg. Eug. ]>. 20. (I P.? corpuscuUs inagttis , ellipticis, viiidlbus, ad lutiis ciuv/itis, omnibus uequalibus , soUtariis, aut biriis (jitateJiwtis\'e in cjstide conwiuni coni- preliensis , libere natantibus «. Mgh. 1. c. Hub. Inter Confervarum fila et ad folia plantarum deinersa in aquariis Ilorti Patavini. Descript. Corpuscula haec ilidein ac ea Pleurococci angiilosi solitaria et fortuila tantum obviam veniunt in aliis algis exaininauilis. Siinpliciora formam ellipticain ex uno latere praeseiilant , ex alio vuro oblongo- reuifornieui. Dianietrus minor constat septuagesiniaquinla niilliu\eln parte, inaior cpiadragesimam excedit. Margo diaphanus corpusculum huiusmodi toto ambitu praecingit, et materies intus contenta intense viridis, obscure granulosa conspicitur. Duo liorum corpusculorum saepe coliaerent et cystide coiumuni suljspliaerica omnino diaphana coniprehenduntur : itemcpie quatuor cystide magna , lacunosa et elliptica inclusa saepe reperiuntm'. Haec vero corpuscula nee per paria in propria vesicula continentur nee ordinate distribuuntur, ct nunc pro facie recta, nunc vero omnia pro curvata in conspectum veniunt. Obs. Species haec a caeteris huiusce generis, forma et distributione cor|)usculorum omnino recedit. Practcrea coi-puscula ipsa non dimidianlur ut in superioribus speciebus , nee iisdem niodificationem inesse nobis constat per quam illonun interior materies ad partialis vesicidae centrum in formam seminuli condensetur. Substantia tamen ipsa plus minusve granulosa semper apparet. Haec omnia genericam huiusce speciei collo- lalionem nee non eiusdem naluram dubiam reddunt. I AUCTORE PROP. lOSEPHO MENECHINIO ^5 STEREOCOCCUS , Ktz. Char. (1 Frons durissluia , globosa , sicca , non mucosa , e granulis minu- )> tissiinis coraposita ». Ktz. Obs. Genus iinpcrfccte cognitum, nobis plane ignotum ex definitione hue spectare iudicaviinus. Species unica: Stereococcus viridis, Ktz. Linnaea 1. c. p. 879. « S>. fronde hemisphaerica , minuta , viridi , arctissime adnata ». Ktz. Hab. Ad saxa « in der Wipper bei Aschersleben ». Ktz. Obs. Structura omnino rudis; globuli cpiibus durissima frons consti- tuitur adeo parvi sunt ut augiucntis ducentarum et quinquaginta vicium eorum forma determinari non possit. Magnitude frondis circiter seminum Sinapis ( ex ipso Kutzing ). ^C MONOGRAPHIA KOSTOCHINEARUM ITALICARUM ETC. SUBTRIBUS SECtJNDA NOSTOCOIDEAE COxHSPECTIlS GEMERIJIM ET SPECIERIIM PALMELLA, Lvngb. CRUENTA, Ag. HORMOSPORA , * MONTANA, Ag. (Palmella alpicola, Lyngb. ) RUBRA, Fries. AURANTIA , Ag. MINIATA, LeIBL. EFFUSA , Ktz. ? uvAEFORMis, Kxz. (primoi'dia Tetrasporae ? ) grumosa, Breb. BiTUMiNOSA, * (Chaos bituminosa, Buy.) COCCOCHLORIS , Spreng. protuberans , Spr. muscicoi.a, * parietina, * Orsimana, Mgh. stagnina , Spr. CRASSA, Mgh. (Palmella crassa , Nacc. ) HYALiwA, * (Palmella Iiyalina, Lyngb.) terminai.is, Breb. (Palmella terminalis, Ag.) SORDIDA, '* (Palmella sordida, Ktz.) CYHNDRicA, Breb. (Palmella cylindrica , Lyngb.) DEPRESSA , * (Palmella depressa , Brki.y. ) globosa, * (Palmella globosa, LeN^ non Ag. ) I 1 AUCTORE TROF. lOSEPIIO MENEGHINIO 4? MICROCYSTIS, Ktz. RUPESTHis , Ktz. (PalmtUa rupestris, Lvngb. ) LiviDA, * (Palmella livida , Carm. ) NIGRA, * ATROViRENS, Ktz. (Piotococcus atrovircns, Corda. ) Paroi.iniana, Mgh. BULLOSA, * (Palmella bullosa, Ktz. Palmella gclatinosa, Mgh.) MICROSPORA, * DEUSTA , * SANGuiNEA , Ktz. ( Ilaematococcus sanguineus, Ac. Proto- coccus nivalis, Corda). GRANOSA , * ( Palmella granosa , Brkly ). adnata, * (Palmella adnata, Lyngb.) Brebissonii, ■* (Palmella miniata , Breb. non Leibl. ) mellea, * (Coccochloris mellea, Breb.) atra, Ktz. (Globulina atra , Turp. ) rubescens, * (Palmella rubescens, Breb.) ? MoRRENii, * (Palmella alpicola, Morren non Lyngb. ) CYLINDROCYSTIS , Mgh. Brebissonii, Mgh. (Palmella cylindrospora, Breb.) coerulescens , Breb. LeNormandii, * ( Nostoc confiisum, LeN. non Ag.) ANACYSTIS, Mgh. marginata , IMgh. MiNUTA , ■■* (Palmella minuta , Ac.) furfuracea, "^^ ( Palmella furfuracea, Brkly. ) SPARSA , Breb. ONCOBYRSA, Ag. FLUVIATILIS, Ag, RivuLARis , * ( Hydrococcus rivularis , Ktz. ) Breuissonii , * (Nostoc fluviatile , Breb.) BOTRYDINA, Breb. vulgaris, Breb. (Palmella botryoides, Lykgb. ) Grevii.lei!' (Palmella Grevillei ^'ar. a. Brkly. Palmella bo- tryoides, Grev. ) Berkeley? (Palmella Grevillei var. c. Brkly.) uda ? ( Palmella botryoides ^. uda , Ktz. ) 48 MONOGRAPniA NOSTOCHINEAHUM ITAl.irAnUM ETC. MICRALOA, Bias. PROTOCEHITA, BlASOI.. IcTYOLABE , Brku. ( Palmella Iclyolabc , Kuwze. IMit'riiloa aeruj;iiiosa , Ktz.) Er.ADFNS, Brkb. ROSEA, Ktz. VIOLACEA, BrEB. OLivACEA , Ktz. NOSTOC, Vauoii. COMMUNE , VaUCH. VESICARIUM, DC. VERRUCOSUM, VauCH. SPHAERICUM, VaUCH. COERULEUM, LynCB. RUFESCENS , Ag. MouGEOTii, Breb. (Nostoc verrucosum Molg. non Vatch.) RoTHn , Ag. (TrcmcUa verrucosa, Rth.) PRUKIFORME , Ag. CONFUSUM , Ag. ( Rlvularia Liiickia , Rth. ) PAPVRACEUM, Ag. ? Quoji, Ag. MCHENOiDES , Ag. (Nostoc lichenoides, Vauch. pro parte.) MUCROSPORUM, * ( Nostoc crassisporuui , Mgh. ) MINUTUM , DeSMAZ. MICROSCOPICtJM , CarM. FURFURACEUM , KtZ. FOLIACEUM , Ag. MUscoRUM, Ag. CORIACEUM , VauCH. laciniatum, dc. ? Calcicola, Ag. var. schisticola , Breb. INTHJCATUM , * ( Monormia intricata, Brkly. ) CARNEUM , Ag. ( Nostoc commune |3. canieum , Lyngd. ) SPOSGIAEFORME, Ag. ACCTORE phof. iosepho menecbinio 49 NOSTOG Lemaniae , Ac. SIOLLE , Ac. HUMIFUSUM, CaRM. P ALMELLA , Lykgb. Char. Frons mucosa indefiiiila, glolnilos hyalinos includcns, qiiiliiis sub- stantia colorata , contiiiua numquam gi-anularis iiiest , granulis in uiucoso frondis substrate primuin cvolutis, novos globulos tandem constituentibus. Obs. Genus hoc a caeteris omnibus Nostochinearum generibus sum- mo|)ere differt fronde ab initio quoque indefinita. In caeteris enim irons vel per totum vitae curriculum definita servatur vel saltem initio certa forma et peculiaribus bmitibus circumscribitur. In hoc vero frondem definita forma numquam gaudere posse necessarium est, ab organogi-a- phicis enim generationis et evolutionis rationibus directe pendet. Globuli enimvero in mucoso frondis substrato degentes illis caeterarum Nostochi- nearum aliunde simillimi , in hoc tamen ab illis omnibus summopere diflerunt cpiod materies colorata in iisdem contenta numquam granulans fit , et eo propterea granula a cjuibus novi globuli gigni dcbent nee evolvuntur nee evolutionem inchoant in sinu globulorum matricalium. Hi enim vel in mucum omnino resolvuntur , vel mucosam substantiam cpiam continent eiTundunt, quae, nullo involucro obvoluta, indefinite diflim- ditur et ab exterioribus tantura circumstantiis circumscribitur. In hac vero mucositatc tumi primum punctula minutissima apparent sive gra- nula , quae paullatim evolvuntur et ad dimensiones globulorum matri- calium tandem perveniunt. Forma itaque firondis necessario indefinita ; absentia vesicularum , nee non globulorum maiorum granula sinu fo- ventium; materies globulis inclusa omnino continua, fluida et numquam granulans ; pracsentia tandem punctulorum sive granulorum minulissi- morum in mucoso substrato dispersorum, notas pracbent distinctissimas ad genus sub examine microscopico facillime dignoscendum. Hist. Genus Palmella a CI. Lyngbye coustitutum Noslochineas omnes Serie n. Tojr. V. G .'yO MONOCRAPIIIA SOSTOCIIOICAIVUM ITAI.ICAJIUM ETC. frondc gclatiiiosa douaUs granula solitaria glol)osa mcliuleiitc compre- hciulit. Species iionnullas addidit CI. Agardh. CL"' vero Sprengel iiomen a gracca radice desumptuin emu appendicula lalina servare nolens rebus diviTsissimis siiuul coacervatis genus suum Coccochloris cfTorniavil. CI. KuTziNG turn Lyngl)yanuni cum Sprcugclianum genus recipiens aliisque novis additis , liniites restrinxit , evolulionis tamen et reproductionis niodos ill gencribus suis slruendis omnino praetermisit. Ills jierpcnsis genus cliaracteribus ipsis dellnilum cjuibus idem hie circuniscribimus pi'oposuil Me.nkghini ( Conspcet. Aig. Eugan. p. ij ) nonien a Turpin nonnullis eiusdem speciebus datum Globalina servans. Serius nonien illud significatione organographica iam inditum resimens, aliud suinpsit a CI. Bonv S. ^'incekt ianidiu ad species generis eiusdem nonnullas in- dieandas adliiljilum P/ijtoconis ( Cenni sulia Organograf. e Fisiol. delle Alglie p. 26 ). Hoc vero nonien planlas pulverulentas indicans et species plerastfue designans, tpiae sub nomine Pulverariae a Lichenologis re- ceptae fuere , nunc vero temporis pro vegetalionibus ananiorphicis Li- chenum rite agnoscuntur, minus aplum iudicantes hie iterum respuimus et Lyngbyanuui quamcpiam legibns bolanicae glossologiae non omnino consonum admittere malumxis potius quam novum itenira proponere. CI. Desmazier fpioque typicam huius generis speeiem a caeleris Nosto- chiueis generice distinctam habuit (pium illam sivb nomine Chaos san- gidiiarius , Bory in classica sua Collectione publicaret. I. Palmella cruentA, Ag. Syst. p. i5. P. frondc indcfmita crustapformi , latissime expansa , cruenta , tubercu- losa, globulis subangidosis hjalirus et granulis minutissimis puncti- formibus sparsis farcta. Byssus plrplrea , Lambe. F1. Tr. Telepdoba SA>Gimi!A , I'ERs. Sjnops. Fung. p. 575. TBEMELLA CBtESTA , SMITH E. B. t. 1800. CoccocuLORis CBUEMTA , SpBENo. Sysl. Vegel. IV. p. 373. Gi.OBUi.iNA SAKGCINEA , TuBP, Mem. (1. Mus. Vol. XIV. f. 4. a.' b.' c. GLOBCLmA CBCEWTA , Mcn. CoDsp. p. 7. Pbvtoconis purpukea , Bby. S. Vine. Cdaos sakguinabius , Bry. Diet. CLiss. — Dehai. Cryp. Fr. N.° 1. Coccochloris sanclmnea , Wallr. Crjpt. II. p. 5. n." 1088. Coc.coDE\ .SANGUINEA , Palis. d. Beauv. Diet, des S. Nat. de Lcmac. SaBCODEBMA S\NCCmEUU , Ehaenb. AUCTOBE PBOF. lOSEPHO MENF.GHINIO 5 1 Uab. Ad vias , muros et loca humidaj vimbiosa, sordlda mbium, toto aani tempore. Descript. Maculae ruLrae initio irrcgulariter orbiculares cite con- fluentes , particulis terrosis , saxulis aliisque alicnis cjuibuscumque simul coiigluliiiatis , crustain late cxpansam coiistitiuiiit , quae humiditate tur- gcscit et turn sanguinem coagulatum apprime refert, siccitate iunior fu- scescit et evanescit, magis vero evoluta areseit, inlensius coloratur , scinditur , revolvitur et in frusta secedit, iove pluvioso perdurante aliis- que algis evolutis inter (pios praccipue Oscillaria autumnalis et INIicro- cystis atrovirens, virescit, tandem nigrescit. Si crusta ilia alicjuot horas iu aqua demcrsa servetur, mucosum eiusdera sidjstratum tenuissimae pelliculae ad instar aquae sviperficiei innatat. Huius frustulum micro- scopio suhiectum , globules hyalinos, levissima tinctura carnea ornatos, subangulosos praesentat , qui tarn adpresse coaccrvantur ut membranam cellularem primo intuitu quasi efllcere videantur. Nulla tamen adhae- rentia simul iunguntur et pressione , licet levissima , sub lamina vitrea illico inviccm sccedunt. INIucosum substratum incolorum et gi'anula pun- ctiformia slve globuli minores intensiusque colorati turn in conspectuin veniunt. Frondis ipsius frustulum cpiin aqua pi-ius submergatur micro- scopico examini subiectum eadem organa manifestat , minus tamen ad- pressa , ct mucosum substratum maiori consistentia donatum deprehen- ditiu'. Giob\ilorum diametrus constat jdcrumque centcsima vigesimaquinla miirmictri parte , adsunt tamen et centesimain in diametro maiori ha- bentes. Granula pinictiformia sive globidi minores vix millesimani milli- metri partem crassi , aliis sensim maioribus immiscentm-. Ohs. Diutine in cubiculo sub aqua demersa culta pcUiculam inna- lantem , tenacem , intensissi'me purpureo-rubram gignit e globulis efibr- raatam egregie angulosis pentagonis \el hexagonis , invicem discretis sed laleribus conforinibus sibi respondcntibus ita ut faciem Ulvae apprime exhibeat. lidcm globuli dimcnsionibus maioribus donati et tenuissimum limbum hyalinum praeseferentes materie opaciori intensiusque colorata farciuutur, quae tamen nee lentibus millies aiigcntibus observata granu- lorum vestigium unquam manifestat. In nonnuUis tamen materies ipsa globulum non ex intcgro farcit et adsunt qui cadcni omnino expertes perfectc hyaliui ct excolores conspiciuutiu-. Ex hoc videlur globulos non saltern semper in mucum omniuo resolvi sed potiiis raateriem in ipsis 53 monochaphia nostochineahum itamcarum etc. conlentam cffundere , ex qua iimcosuin frondis subslratum clTormatur. (.inuiula vcro utnim miniiiia cl miniinc conspicicnda in sinu globidorum gigiiautur vi-l in niucoso lanluin subslrato in contentu iicmpc globulo- rum ab iisdem iam elapso , hoc laincn cerium est scrius lantuimnodo in conspccliun venire. Ilacc ilaque gcnerandi ct cvolvcndi i-atio summa aflinitale dcvincitnr cum ilia quaui in Protococcis deprclicndimus qui a Pabnellis absentia tantum mucositatis diflerunt. Quamquaui species haec, nostra saltern sententia , Ij'jHim generis Pal- mellae clTorniet , eiusdera taincn histoi'ia ab ilia generis ijisius scorsim considerari incretur, varie enim a variis auctoribus inlelleeta fuit et nunc Mycetibus turn vero Lichenibus relata. Tandem Cl. Bohy S. Vincent eamdem ad suum genus Cliaos retulit. Quid vero de gcnerc illo iudi- candum sit iam superius altulimus. Tab. VI. fig. I. Planta maxima evoluta in ollis calidarli Horti Patavini. I. a. Frustulum frondis centies auctum. I. b. Pars eiusdem cpiadringenties aucta. I. c. Frustulum pelliculae aquae innatantis a planta in eubiculo culta exorti, itidem quadringenties aniplificatum. I. <•/. Globuli nonnulli ex eadem pellicula sexcenties adaucti. 2. Palmella hormospora. * V. J'londe maculacformi , tenuissima, rubra-, globulis parvis subsphae- ricis , hjallnis , saepe in seriem moniliformem dispositis , aliisque minoribus spar sis farcta. PnvTocoNis noHMospOHA , Mon. in lilt. Ilab. Ad mures calce illilos in cubiculis humidis. Descript. ^Maculae initio suborbiculares , semipollicares, saepe con- fluentes , miniatae , muros calce illitos tingunt eadem fere ratione tpia Protococcus roseus. Madcfaclac tamcn tamquam tenuissima pellicula mu- cosa , hyalina secedimt quae globulos continet subsphaericos (pungcnte- AUCTORE PROF. lOSEPIlO MENKGIIINIO 53 siiiiam iniUiinetri partem crassos , hyaliiieos , roseos, quorum saepe duo tres vel qualuor simul in scriem monilifonDcm Jistributi conspiciuntur. Globulis illis maioribus alii quoque quadruple miiiores sparsi cominixli Siuit. Subslraluui mucosum leiiuissiinum est ct fere inconspicuuin. Obs. Species haec externis characteribus a praecedentc suinmoj^ere diversa , et colore rubro tantum cum ilia coiiA'eiilens , microscopicis quoque notis distinctissima genericos tamcn ch.iracteres clarissimos ofTert. Substaiilia euim globulorum conlinua et granulis nuUis donala , frons indefinita , granula in mucoso subslrato evoluta. Summa vero allentione digna videtur dispositio ilia serialis globulorum , quae in causa esse posset cur species haec gencri Nostoc referenda videretur. Et re quidem vera CI. Brebisson algain communicavit , cui nomen imposuit Nostoc calcicola var. rubescens , cpiae huic nostrae simillima est : differt ta- men cnista crassiore magisque mucosa et globulis duplo crassioribus per- fecte sphaericis. Cum vero in hac nostra turn in Brebissoniana globuli valde diversi sunt ab illis qui in Nostoc calcicola caeterbque illius ge- neris speciebus conspiciuntur, eorumque series moniliformes semper bre- vissimae et minime cohaerentes sola appositione ellormari videntur, dum in illis organica connexione convalidantur. Tab. VI. fig. 2. Frustulum calcis frondibus Palmellae hormosporae ornatum. 2. a. Frustulum frondis eiusdem centies auctum. 2. b. Globuli quadringcnties adaucti. Species inquirendae : PalMELLA MONTANA, Ac. SjSt. p. 1 5. « V.frimde dijjbrmi , rugosa, molli , rubra; granulis internis minutis, » ovatis , rubris ». Lyngd. l'ii.MELL\ ALPicoLi , Lv^Gn. llyilropli. p. 206. Tab. C9. B. ll.VA MONTANA , LlGHTF. Fl. Scoll. p. 973. HUDS. Fl. Angl. p. C52. Wither. Arrangom. of Br. PI. Vol. IV. p. 189. Smith. E. B. T. 2193. C.occocni.ORis ALPicoLA , SPR. S)Sl. Vcg. rv. 1. p. 373. PnvTocoms alpicola , Men. in liU. ( Cenni sull' Organogi- ccc. p. 90 ). J) { MONOCRAPHIA NOSTOCHINEAIVt'M ITAMCARUM ETC. Hub. Suiicr imiscos ct Lichencs in summilalc rupium aUissiinarum Faroeusium : Ly.ncu. Obs. Descriptioncm a CI. Lyngdve exliibilam hie adtliinus : « Frons geladiiosa rubra , diffbrinis , riigosa duos tresi'e pollices » in diametro tenens , scmipollicem circiter crassa, mollis solida. Gra- « nula inter substantiain ovata vel globosa , atrorubescentia. Color )) frondis ruber , exsiccatae intensior. Substantia gelatinosa , mollis , » viscosa, exsiccatae coriacca vcl crustam atro rubentcm relinauens ». Adspectus a CI. Smith (1. c.) Ins verbis expressim pingitur : « Frond » leatlierj , dark red, of numerous ascending , rounded, Jlaiiish , finely » granulated lobes n. Icon CI. Smith globulos uniformes tantum praesentat , ilia vero CI. Lyngbye praeter globulos niaiores gi-anula minutissima punctiforinia illis iinmixta pracbct, ex cpio dncimiir ad speciem banc praecedentibus cou- genereni iudicaiulam. CI. vci-o IMorren rem plane alienam eodem Pal- inellae alpicolae nomine (Verliaiidcl. over dc Blaasjes etc. in Bydrag. tot do natuurk. Wetenschap. Vyfde Deel i83o. p. 55) descrlpsisse , iuie et merito declaravit Ci. Schi-echtendai. ( Linnaea Vol. V. Litterat. Ber. p. 193 ), de (jiio vide ad genus Microcystis. Palmella rubra , Fries in lilt, ad Horn. P. « Thallo crustaeformi , Icnui, deternunato , contiguo , rubra; gra- » nulls niinutlssimis ». I'ALMELLA RUBRA , HOBNEM. Fl. Bail. T. 1952. I', i. Ktz. Linnaea 1. c. p. 379. Hab. (I In saKis in rivulis ad Kongsmoellc, Sielandiae n : Hornemann. Palmeli.a aurantia , Ao. Syst. p. if\. P. V. fronde explanata subpUcata, granulis sphaericis aurantiacis n. Ac. Hab. In pontc inundato ad Traneberg: Agardh. Obs. Clarissiraus auctoi' observationem addit : « Jn fungus ? Fila » enim quaedam intcrspersa. Sed locus natulis Algam indicare videtur » . I AfCTOHE PHOr. lOSEPHO MENFXHISIO SS PALMEtLA MIMIATA, LtlBLEIN , Flora 1 83o. 1. p. 328. P « frotifle gelatinosa , diffhrmi, explanata , verrucoso-tuberciUosa , » miniata; grnnuUs globosis , mi/tiatis , inaeqiialibus d. Ktz. Palh£LL\ miniata, Kti. I/mnaca 1. c. p. iH. Tal). VIU. f. 19. Hab. Wurzburg : Leiblein. Obs. CI. KiiTZiNG ex iiispeclione spccimiuis eiclcm ab i[)So auctore coirununicato , asscrit globulos in hac specie raaiores esse illis omnium caeterarum specierum ab ipso in geneie Palmella lecensitai-um , iiscjuc alios valde minores immisceri , noiinuUas tandem sporarum ( sive globu- lorum maiorum) omnino hyalinas et iiicoloras obvenire, alias vero opacas ct coloratas. Ex his tleduximiis algam a CI. Brebisson hoc eodem nomine PahncUae miniatae insignitam nobis benevole communicatam , a Leiblei- niana omnino diversam esse , eamque ad genus Microcystis attulimus. Alia vero a CI. Le Norma:. Ktz. Ilab. In acpia quieta, ad culmos graminum aliisque plantis im- uiersis , prope Eilenburg : Ktz. Ill rivulis prope Pragam: Welwitsch. Obs. CI. Bkebisson humanissimis litterls nos monuit de suspicione sua hanc nihil aliud esse nisi prlmordia Ulvae (Tctrasporae ) minimae. Spccimina a CI. Welwitsch Iccta et amicissime communicata sub no- mine Palmellae hyalinae pcrfecte cum Kiitzingiano congruunt. Globuli sunt angulosi centesimam et vigesimamquintam millimetri partem in diametro maiore aequantes binatim per latera confoiTnia approximati, minime ta- men contigui. Vesicularura vero sive cellularum quibns globidi illi com- prehenduntur nullum adest vestigium. Palmella grumosa , Breb. ( Species nomine tantum nobis nota ). Palmella bituminosa, * P. fronde viscosa , bruneo-nigra , bituminosa granulis minimis , bruneo-viridibus. Chaos bituminosa , BoBV S. Vincent ( Voyog. sonter. pag. S73. — Annal. des Sc. Physiques T. I. p. 270. — Diet. Class, art. Chaod. ). Hab. Ad parietes cryptarum Maestricht et Kannes : Bory. Species exclusae: Palmella Myosurus, Lyngb. Palmella hyaliiia, Lyngb. Palmella frondosa, Lyngb. = Hydrurus penicillatus , Ac. = Coccochloris liyalina, * = ( nobis ignota ). AUCTOnr, PROF. Palinella ailiiata , Lyncu. PaliiK'Ua cyliiulrica, Lyngb. I'aliiiclla bolrjoides, Lyngb. Palinella rupcstris, Lyngb. Palmella rosea, Lyngb. Palinella globosa , Ag. Palinella protuberans , Ac. Palmella? sanguinea, Ag. Palmella minuta, Ac. Palmella termiiialis , Ag. Palmella sorcUda , Ktz. Palmella bullosa, Ktz. J'almella rubescens. Bred. Palmella cylindrospora , Bred. Palmella Grevillei , Brkly. Palmella furfuracea , Brkly. Palmella depressa, Brkly. Palmella granosa, Brkly. Palmella globosa, Le Norm. Palmella crassa , Naccar. Palmella alpicolae affinis, Morren. Palmella livida, Carm. Palmella miniata , Breb. Palmella Ictyolabe , Kunz. Palmella globosa, LN. non Ac. iosepiio mekechinio 57 = Microcystis adnata, * ::= Coccocldoris cyliniU-ica , Breb. = Botrydina vulgaris, Breb. = ]\Iicrocystis rupestris , Ktz. ^ lUosporium roseum. Mart. = Coccochloris stagnina , Sprenc ? ^ Coccochloris protuberans, Spreng. ^ Microcystis sanguinea , * = Anacystis? minuta, * = Coccochloris tenninalis , Breb. = Coccochloris sordida, * = Microcystis bullosa , * = Microcystis rubescens, * ^ CylindrocystisBrebissonii, Mgh. = Botrydina? Grevillei, * = Anacystis? furfuracea , * ^ Coccochloris depressa , * = Microcystis granosa, * ;= Coccochloris globosa, * = Coccochloris crassa , Mgh. = Mici'ocystis Morreni , * = Microcystis livida , * = Mici'ocystis Brebissonii , * = Micraloa Ictyolabe, Breb. := Coccochloris ? globosa , * COCCOCHLORIS , Spreng. Char. Frons mucosa definita , serius tamen saepe effusa, in qua globuli nidulantur materie plerumque viridi granular! farcti, in vesiculas mucosas globulis repletas et novas frondes gignentes tandem con- versi. Obs. Globuli in substrate mucoso nidulantes materie granular! fai- ciuntur. Non tamen omnes ad evectiorem evolutionem perveniunt: non- Serie II. Tom. V. h 58 MONOCnAPHlA NOSTOCHFNEARUM ITALICAHUM ETC. iiuUl ciiim taiilum inaiorcs ilinieiisioncs coiiscquuiUur eoniinquc interior suhslaiilia iu dislinelos glolmlos coiiformatur. Glol)uli liuiusinotli , pro- jiagiUioni insei'vientes vel ad siiiierficiein tantum fiondis reperiuntur \el inordinate ct sparse in quacumque frondis rrgione eA'olvinitur. In primo illo casu a fronde matricali facile cxtricanlur ct totidem novas frondes constiluunt quibus ila definita forma semper incst; in sccundo \ero pri- mordia iUa novarum frondiuin a mucoso frondis matricalis snbstrato obvohita et impcdila extricari neqneunt et ibidem evolvuntur usque dum tandem eodem dissolute et evanido lil)crc disscrainantur. In primis illis frons tota vita perdin\inte semper definita remanet : in his primum definita quidem est sed ab initio usque elTunditnr et dissolvitiu-. Dilfe- inint itaqiic Coccochlorides a Palmellis in eo quod graiiula in sinu glo- bidorum ipsorum et gignuntur et evolvinitur , proptereaquc frons definita his neccsse inest , dum illae eadem necesse carent ; et quamcpiani serius in multis quoquc Coccochloridibus frons ipsa effuiidatur, originp tamen summopere ab ilia Palmellarum dilTert. Ita ut Palmellae Protococcos in muco indefinito nidulantes repraesentant sic Coccochlorides, a Chloro- coccis in fronde mucosa definita inclusis efibrmatae dici possunt. Histor. Nomen Coccochloris a CI. Sprengel conditum ad speciem qtiam typicam huius generis servamus designandam ( Mant. i. ad Fl. Hal. p. i4), serius ad Palmellas omnes auctorum comprehendendas la- liori significatione donatum, entia diversissimae naturae simul confusa amplectitur. CI. Kutzing finibus sat angustis illud definivit: « Frons )) determinnta gelatinosa ( hjalinooiridis ) , granuUs intemis demuvi » in glomerulos coaccrvatis, corpuUsque maioribus oblongis ellipticisque » mixtis ». Quid vero corpuscula huiusmodi sint ex descriptione et icone CI. Kutzing certe non constat. Quiun autem planta ipsa ab auctore iilo delineata observatione subiiciatur svispicio irrepit corpu- scula arenosa in eiusdcm fronde saepe extantia et formam oblongam vel ellipticara praeseferentia ab eodem tamquam plantae pertinentia ha- bita fiiisse. Extant qiiidem globulis minoribus interiecta corpuscula ma- iora , haec vero niliil aliud sunt nisi globuli illi qui ad maiorem evolu- tionis gradum evccli et uovis globulis fareti propagation! destinanliu'. Apud species illas quarum iuniores frondes in sinu frondis matricalis ulterius evolviuitur, membranula mucosa easdem vestiente laceratione vel resorptione tandem ablata globuli adpressi tair.en remanent et toti- dem acervulos referunt. 'S'crum itaque non est « granula demum in ACCTORE PnOF. lOSEPHO MENEGHINIO 5c) » glomerulos coaceivari » seesiculis gratiida mijiutissima gerentibm: Tiec tdlo marginc diaphauo cinctis in slrato siipetJicUdi jndulatUibus. CoccocnLORis STVONiNA , SvRENr.. Syst. Veg. IV. 1. p. 372. pxclus. syn. — Kti. Linnara 1. c. n." 1. Tal>. VIIl. f. 22. pxrliis. svn. ^— — Dccad. Alg. aq. dulc. Germ. D. III. N." 29. Hub. Ill fimdo aquarum stagnantium evolvitiir, deiu cariim supcr- ficic liberc iniialat ; in Euganeis raro. Descript. Frondes subrotundae, lohatac a magnitudine pisi ad earn cerasi variant ^ hanc vero poslremam raro excedunt. Quamqviain suin- mopere gelatinosae formani lamcn et in exsiccatioiie constanter servant. Color piilcherrimc aeruginoso-viridis , actate tantmn fuscescit , tumquc tota frons elabitiir et in massam informem acpioso-gelalinosain convertilur. Frustulum microscopio subimpositum , si ab interiore frondis parte siimptum sit, nihil praeter unifonne stratum globulorum a rotunda in cl- lipticam formara vergentium diamclro circiter ducentesiinam et cjuincpmge- simam millimctri partem habentium ostendit. Si vero portiuncula super- ficialis sumatur , stratum illud periphericum globulis maioribus angidosis membranae ccUularis adspectum praesefereutibus constitui conspicitiu-. In vctustioribus vero frondibus in ipso superficiali strato vesiciilae sub- rotundae ellipticae vel irregulares magnitudine variae a quinquagesima ad vigesimain niillimetri partem gi-anulis sive globulis minimis ducente- simum niillimetri vix meticntibus omnino foetae nee ullo margine dia- pliano umquam cirictae hie illic globulis immixtae deprehenduntur. Obs. Auctores quamplurcs Palmellam hyalinam a CI. Lyngbye de- soriptam et Palmellam globosam a CI. Agardh in suo Systemate Algarum paucis et vagis qiiidem verbis definitam hue rcferre sclent taniquam sy- nonymam Coccochloridis stagninac. Palmella globosa species admodum am- bigua nobis quocpe fere ignola : specimen lamcn a CI. Lenormakd sub hoc nomine communicatum insignibus characteribus a specie hac difierre videtur , de quo infra sernio crit. Palmella vero hyalina , Lyngb. qualis ab auclore pracclarissimo describitur et re[>raesculalur , qualis item a I AUCTORE PROF. lOSEPIIO MENEGHIMO 65 CI. Brebisson ill suis Algis Falaisiensibus codem nomine dcsignatur , ct cuius specimina cum ah eodcm lum a CI. Lenormakd largila fucrunt , summa quiclem characterum afliiiitatc cum Coccocliloridc slagnina devin- ciri videtur , ab eadem tameu spccifice diversa. Tab. VIII. fig. 2. Frondes nonnullac nalurali magnitudine cl ad- spectu exhibitae. 2. a. Sectio verticalis frondis, centies adaucta. 2. b. Portio substantiae interioris , cpiadringenties aucta. 2. c. Portio strati superficialis, eodem augmcnto. 2. d. Idem e vetustiore fronde vesicuHs novas fron- des gigncntibus in stralo ipso superficiali evolutis. 6. CoccocHLORis crassa , !Mgh. apud Zanard. Bibl. It. T. gg. seors. p. 4- C. fronde crassa , laevi , explanato-sinuosa , vel rotundato-Jlabelliformi, olivaceo-viridi zonata ; granulis globosis, vesiculis parvis , subro- tundis , raris , ad superjiclem semper sitis, margine diaphano cinctis. Palmella crassa, Nacc. FI. Yen. A'l. p. 41. n." 1134. — Alg. Adr. p. 12. n." 18. Hab. Ad rapes profunde submersas, Istriae. Descript. Frons bipollicaris, crassa, hyalina fonnas diTcrsissimas in- duens , sacpius tamen sinuoso-plicata, lobis flabelliformibus , et quia colore quoque olivaceo-viridi plus minusve intenso zonata est, adspe- ctum Padinae Pavoniae quodammodo sumit. Zonas illas successivas evo- lutionis epoclias denotare Cl. Zanardini nos monuit , cui et alia (juoque observatio tribucnda est : quum alga recens et viva adhuc in aqua dulci demergatur illico sponte in frusta Iragillinia secedit. Etiam exsiccala, et aqua dulci madefacta eadem praebet admiranda phaenomcna. Interior frondis substantia a muco solido , hyalino constituitur in cpo globuli ro- tundi degunt tria ad tpiinquc millimillimetra crassi. In strain superficiali spissiorcs occurrunt et siiiiul cuin illis conspiciuntur vesiculae duo atl tria ceutimillimctra in diamelro Iiabentes , margine diaphano cinctae et granulis minulis farctae. Si.RiK II. Tom. V. i 6G MONOGRAPHIA NOSTOCHINEARUM ITAT.ICAIHTM ETC. Hue speolaiil : COCCOCHLORIS HYALINA. * C. « fronde gelatmosa , cjrlindracea , sublij-alina , granulis internis mi- )) ftutissimU , globosis viridibus ». Lyngb. PaLmella nY\LiN\ , LvNGB. Il)dro|>li. p. 201. T. 69. C. Bfieb. Alft. Falais. p. 3D. PI. IV, Hab. In aqiiis dulcibn.s Icuiter flncntibus prope Thorshavn Faeroae (Lykgb.). Ill stagnis de la l^our (Bueb. }. Obs. Hanc CI. Lyncbye clescril>it: « Massa gelat'mosn, cjUndracca , » soUtaria , solida , ar/iiae supevficici innatans , pollicem uniun tilte- » rumve lojiga. Color fere aquose pelliicidus , nisi quod ob granula in- )' tenia viridia sit viridi dilute tinctu's. Substantia maxime lubrica,siccitaie )i chartae adhaerct ». CI. \ero Bredi.s.son eamdeiu pedetn uiuim alte- rumve in longitudine et poUices sex ad octo in crassitudine altingere dicit. Speciinina a CI. Brebisson et Lenormand bencTole communicata tpiin- cpicpoUicaria sunt et cpiannpiam chartae arcle adliaerentia maiorem strati superCcialis prae interioi'i substantia soliditatem manifestaut. Com- pressioiie enim lacerata interiorem substantiam eflusam hyalinam, et exteriorem pelliculam intensius coloratam et opacam per frusta irregu- laria divisam ostendunt. In substantia ilia interior! globuli uniformes niiiiutissiini tres duomillesiraas millimetri partes vix metiti nidulantur; exterior vero pellicula globulis nonnihil maioribus ducentesimo-quinqua- gpsinium millimetri diametro tenentibus constituitur quibus vesiculae oblongae Tigcsiinam ad vigesimamtpiinlam millimetri partem longae glo- bulis uiinutis omniuo foetae immisccntur. CI. vero Brebis.son spccimina quoque misit a primis minime adspectu recedentia et iisdem microsco- picis characteribus insignita (piibus tamen nomen imposuit Coccochloris stagnina , ex quo patct CI. ilium auctorein binas species nnum et idem esse credere. Oppositam nos niliiloininus seiitcntiam ampleclimur, no- strain superius descriptam cum specie Sprengeliana minime vero cum Lyugbyana convenire arbitrantes comparalivo examine suiVulti specimi- num Coccochloridis stagninac, Spr. (piae in loco classic© legit et bene- volc commuuicavit CI. Wallroth. auctoue prof, iosepho menechinio 67 CoCCOCHLORIS TERMINAr.IS , Breb. in litt. C. « fronde dijfbrmi , lobata , elaslica , gvanulis globosis subqiia- » term's ». Ag, Palmella terminalis , Ac. Icon. Al(,'. Europ. 1N.° XIV. Ifab. In aquis dulcibus Succiae ct Germaniae (Agardh). Vire (Lenormand). Obs. Specimen a CI. Lenormand largitum , quantum ex sicco con- stare potest nonnihil a specie Agardhiana diirerre videtur, fronde et- fusa nee defiuila, consistenlia non adeo magna qucmadmodum de ilia CI. auctor asscrit donala, tandem limo innata , qiiam in Palmella sua terminali saxis vel plantis deinersis adnasci \cl libere natare dicit Agariih. Quoad vero intcrnac structurac cliaractcrcs evidcnter constat speciem Lenormandianam, nisi cum Agardhiana conveniat, eidem certissime affinem esse : globulos enim continet sphaericos, magnos centesimum cii'citer niiUimetri in diametro liabentes saepe cpiaternatim approximates aliis sensim maioribiis materic granulari evidenter foetis taudcmque vesiculis subsphaericis vel lobatis trigesimam circiter millimetri partem ci-assis et globulis minutissimis omnino farctis inordinate et copiose immixtis. Quae omnia descriptioni et iconi Agardhianae minime repugnant: auctor enim ipse corpuscula indicat , vesiculis granula includentibus respondentia , quae ille pro animalculis infusoriis itidem ac pro statu evolutionis glo- bulorum suscipit, metamorphosin animalium in algas ex sua sententia comprobantia. Haec vero nihil animalitatis habere et Clariss. quoque Berkeley nobis auctor est (Gleanings of Br. Alg. N.° 2. p. ig. ). CoCCOCHLORIS SORDIDA. * C. « gregaria , frondibus determinntis , oblongis , hie ilUc cotijluentibus , » sordide J'liscescentibiis , gvanulis hjaliiiis globosis u. Ktz. Palmella sordioa , Ktz. Linnaca 1. c. p. 377. T. VIII. f. 18. Hab. Ad parietes , in cryptis humidis Schleusingen , Ktz. Obs. Constat ex speciminc ab ipso auctorc koto , ct a CI. Martens 68 MONOORAPHIA NOSTOCHINEARUM ITALICARUM ETC. nobis amicissimc coininuincalo , globulis spliaciicis ti'es duomillesimas milliuictii jjartes vix crassis vesiculas niagiias spliacricas usque vigesimum vel quiiidicesimum niilliinetri inetilas et globulis minoribus foetas immi- sceri. Utrum vero vesioulae iliac in solo stralo superficiali niilulentur nee ne , ex parvo spcciniiuulo criicre diflicile est; hoe tamen a dclerininata frondis forma ciusque consislentia deduclmus. COCCOCHLORIS CYLINDRICA , BrEB. in Utt. C. « fvonde gelatinosa , viricii subcjlimlrica ; granulis iiiteriiis ininu' » tissimis , solitariis vel submonUiformibus ». Lyngb. Palmell\ cylindbicv, Lvngb. Hydroph. p. 205. Hab. Ad littus Acbeloe prope Fioniam saxis adnatam : Hoffmann Bang. Obs. Descriptio cjuara CI. Lyngbye addit haec est : « Frons gelati' » iiosa ex snbslantiis duabus constituitur , quarum exterior colore est )) saturate viruh , interior dilutiori vel hjalino. Granula interna mi- « nutissima , globosa , maiora minoribus immixta , plerumque solitaria, n sed interdum ita congesta utjilum submoniliforme abbreviatum aemu- 1) lentur. Color viridis. Substantia gelatinosa cfiartae adhaeret ». COCCOCHLORIS DEPRESSA. * C. <( fronde subhemisphaerica , depressa , viridi , granulis globosis vel » irregularibus n. Brkly. Palmella depressa , Brkly. Gleanings N." 2. p. 19. Tab. 5. 1. 4. Hab. Ad ligna submersa Norluraptoushire : Berkeley. Obs. Granula irregularia caeteris maiora et quemadmodum a plu- ribus simul agglomeratis et communi tegmine eomprehensa ab auctore depicta genericam huius speciei coUocationem persuaserunt. Comparatio quoquc quara CI. auctor huius speciei cum Palmella terminali , Ac. iii- stituil sententiam hanc fulcire videtur. AUCTOHE PROF. lOSEPIIO MENEGIHNIO 6q COCCOCHI.ORI.S GI.onOSA. * C. Jronde cffusa vivldi Intescente , globulis minimis viritlibus a'csiculisque sphaericis , limbo hjalino cinctis gra- iiula parum numerosa intensius viriJia demitm includcvtibus. Palmella glodosa , Le N'ormahd in lilt. Hub. Virc : Le Noi\mand. Obs. Speciininuliun a CI. auctore largilum nimis imperfeclum ut de- scriptio iiule eriii possit, characteres tamen animadversione summopere dignos examinandos praebel. Substratum mucosiim hyalinum levissima tinctura lutesceiite doiiatum globulos minutissimos virides millesimam millimelri parlem diamctro \ix liabentcs , et vesiculas sphaericas cenle- simum millimelri crassas limbo hyalino incolore praecinctas, substantia, ut videtur, continua ex integro vel partim tantum farctas, vel granula tantum tria ad sex intensius colorata sinu foventia , tandem et perfecte vacuas et incoloras includit. Nisi granula distincla vesicuHs includerentur banc sjjeciem veram Palmellam baberemus , sed character ille ad Coc- cochlorides exclusive spectat. Observandum tamen est resiculas ipsas ab illis huius generis propriis quodammodo diflerre , in hoc enim globulos numquam effundunt ut in hac evenire videtur. Species ilaqne haec melius cognita ad aliud forsan genus Iransferenda erit ; ad nullum ta- men ex illis quae hie proponuntur sed ])0tius ad illud cpiod CI. Shutt- i.EWORTH pro Haematococcis substrato mucoso insideutibus proposuerat sub nomine : Gloiococcus. Hoc interea cei"tum est spccicm banc ab Agardhiana eodem nomine proposila omnino ditTerre , quam auclor ille granulis ellipticis , viri- dibus pracditam dicit. Hanc tamen inter synonyuia Coccochloridis sla- gninae adnumerave ausi non suraus ex eo epiod res plures et omnino diversae eodem nomine Agardhiano insignitae in herbariis et auclorum operibus extant. Sic ex. gr. Palmella globosa a CI. Unger ( Nov. Act. Phys. Med. Acad. Caesar. Leop. Carol. Nat. Cur. Vol. XVI. P. II. i833. p. 543.) dcscripta granulis pollet primum sphaericis, scrius cvlindrico- clongatis , demuni dimidiatis vel et transversim in Ires partes monilifor- miter divisis ; nee quid sit extricarc possumus. A pluribus vcro eodem hoc nomine Palmellac globosae Micraloam Ictyolabe accepimus. 70 MONOGRAPHIA WOSTOCHINEARl'M ITALICARCM ETC. CoCCOCIlLOniS? VESICULOSA. * C. ? V. fronde orbiculari , pinna aut toraloso-colamnari , mevihraniformi, » •viridi-Jlavescenti aut rubescenti , mucosa j gloOulis subsfyhuericis , » demum irregularibus , granulis vesiculosis primuni ucervatis , de- )) mum liberis formatis ; gelatina Ivyalina tenui ». Morrf.n. H\F.M\Tococcus vESicuLOSUS, MoRREN , Uccli. sur la rubef. des eaux etc. p. 104. T. VI. Gg. 1-lX. Obs. Evolutionis ratio adeo singularis a CI. aiictore describitur , ut eiusdem verbis iili neccssariuiu sit : « chaque granule en forme un 1) autre plus petit , et cela exterieurement k sa surface , comme un x bourgeon nait sur un mcrithalle. Ce nouveau granule grandit soude )i a celui cjui Va product , et I'on a un globule comme divise en deux » parties par une double cloison. Alors un troisieme s^ajoute aux deux It premiers , et ainsi successivement , jusquh ce que douze et plus de » granules vesiculeux soient ainsi re'unis en globules ^) (1. c. p. io8. log.). Species exclusae : Coccochloris radicata , Spreng. = Coccochloris criienta , Spreng. = Coccochloris sanguinea, Wallr. = Coccochloris nivalis, Spreng. = Coccochloris rosea, Spreng. = Coccochloris alpicola , Spr. = Coccochloris rupestris, Spr. = Coccochloris Myosurus , Spr. = Coccochloris raiiiuta, Wai.i.r. = Coccochloris mellea, Breb. in litt. = Botrydium granulatum, Grev- et Bolrydina vulgaris , Breb. Pabnella crucnta, Ac. Palinella cruenta , Ag. Protococcus nivalis, Ag. et Haeaiatococcus Grevillei , Ac. Illosporium roseuni. Mart. Palmclla montana , Ag. Microcystis rupestris , Ktz. et Microcystis adnata , * Hydrurus ])enicillatus , Ac. Anacystis ininuta, * Microcystis mellea. * AUCTORE PHOF. IOSEPHO MCNECniMO MICROCYSTIS , Ktz. 7» Char. Frons tniicosa initio definila, serius efTusa, globulos vesiculis ve- stitos et themnogencsi quaternaria multiplicatos, vel granulis intus evolulis totidcm novas frondcs constituenles iiicliulens. Obs. Unusquisque globulus Pleurococcorum more all involucre pro- prio coUapsu secedit , tuuiquc vesicula propria vestiri videlur. Processus huiusinodi pluries rcpctilur et totidem vesiculae concentricae globuluin parvuin in centro interioris includentes inde oriuntur Saepius globulus a proprio involucre scccssus dimidialur, et unumtpiodque dimidium ite- rum a vesicula idem vestiente secessum in duas partes abit idcpie pluries. Vesiculis dcmum dilaceratis vel in mucum conversis et resoi-ptis , glo- buli ilU thcninogenesis ope geniti in commimi substrate mucose effun- duntur. Alias globuli pi-imitivi vel saepius secundariorum interior sub- stantia, theuniogenesi suspensa in granula minutissima secedit, et globuli ipsius involucre in mucosam substantiam converse , ex eodera nova gi- gnitur frons initio quidem definita cite tamen defluens et indefinite ex- pansa. DilTcrt itacpie tantum genus huiusmodi a Coccochleride globulerum themnogencsi , cpae idem Pleuroceccis affine demonstrat. Ita duo illae series paralleliter progrediuntur : Pretococcus = Palmella Haematococcus = Gloiococcus ? Chlerococcum = Coccochloris Pleuroceccus :^ Microcystis. Hist. Genus Microcystis a CI. Kutzing institutum liis cii-cumscribilur characteribus : « Vesiculae pellucidae , membranaceae , globulos inclu- « denies, in stratum plerumque viucosuin aggregatae ». Ex qiiibus clare patet Haematococcos item ac Plcurococcos in eodem genere simiil cum veris Microcystidibus ab auctore illo comprehensos esse. Haemato- coccos quidem in propria sectione cellegit, Pleurececcos autem plerosqne non agnovit vel cum Protococcis confudit. Generis Microcystidis fines quos hie sumimus cum in Conspeclu Algologiae Euganeae, tum in Specimine de Organographia et Physiologia Algai-um propesuit Meneghini. CI. vero MoRREN huius generis historiam pro parte saltern omnium pri- -3 MONOCnAPHIA NOSTOCHINEARUM ITALICARUM ETC. imis illuslravil , si>0( ieui lllain quam iniustc snb nomine Palmellac alpi- folac inilu-a\it dost rlbens. Sj)ecics vcio nonnullae apiul anctores (piain- quain cum ralnullis confusac , aplc descriptac et in iconibus exlnbitae extant. Sic CI. Agardh Pahnellae sanguincac structuram exactissiuie in- dagatiis et niucosi siibstiali j>raesenliain ab Hacniatococcis non cxchnlens eaintUnn liiiic gencii atlst ripsil. CI. Lyngbve rahnellaui nipeslrem vesi- cuUs et fjuateniaria globulorutn ilistributionc insignitam descripsit et fi- gurayit, iteincpie CI. Berkeley Pahncllani gianosani et adnatam. I. Microcystis rupestris , Ktz. Linnaca 1. r. p. 374- "•" 9- ^l. fronde gelatinosa , viridi-Iutescente , riigosa, plicata , globuUs splme- ricis vel pavuni oblongis , raro nudis , parva cjstide vestilis , vel plernnique quatiior aid pluribus , singulis vel binatim propria cjstide donatis in vesicnlis mnioribus inclusis , vesiculis cum generalibus turn partialibus multiplis. PxLMELH RUPESTRIS, Lv>f.ii. llydropli. p. 207. Tal). G9. D. ^— Ac. .Sjsl. p. i3 — Hreb. AIr. Falais. p. 39. — BisciifiFF Lohrb. d. Dot. T. 1. f. 4. Protococcus rupestris , Corda. Hub. Ad muscos et rapes madidas in Euganeis. Monte Corno , Orsini. In vallc Inlrasca legit CI. De Notaris, et cum Nosloc lichcnoide in crypta Oliero CI. Zanardini, cpxi amicissime communicaverunt. Descript. Frons hyalina, gelatinosa, viridl-lutescens, facile secedens, polUcem circiter in diametro tenens , difforniis , riigosa, pellucida, medio crassior et elevata , exsiccatione collapsa , nigresccns , cartilaginea , fra- gilis. I^Iicroscopio subiecta vesiculis hyalinis , subsphaericis , globulos prasino-viridcs , spliaericos vel leviter oblongos includentibus fere ex in- tegro constituta manifestatur. Globuli enim solitarii quae vitris non adeo ainplificantibus liberi et nudi vidcntur , acutioris microscopii ope fere omiies propria cyslide vestiti cernuntur. Vesiculae vero maiores minores amplectuntur , totaque frons areolata conspicitur, areolis loculosis, glo- bulos solitarios vel binatos foventibus. Vesiculae cum generales turn par- tiales duplices , triplae uno verbo multiplae idque abscpie idlo ordine cons[)iouo fere semper obveniunt, circulos conccntricos plerumque approxi- matos oculis sisteiiles. Typus vero qualeruarius cum in vcsicularum turn AUCTOIVE PHOF. lOSEPnO MEKEGHINIO rjZ ill globulorum distributione jilerumque servatur. Globulorum diamctrus ducentesima millimetri parte constat ; vesicularum a centesiina ad vige- simam quinlam variat. Aetatis progrcssn globuli nonnulU crassiores evadwit et granulavem snbstantiam manileste inchidiint , vesicxilis partialibus codem tempoiu solutis et evanescentibus. Ad peripheriam vero frondis sacpe inveniuntur areolae globosae vel ellipticae, vel in forniam loljoriim irregulariuni pro- duclac , quae gelatinosae cdnspiciunlur , et graiudis niiiiutissiinis qiiin- geutesiinain millimetri partem vix crassis omnino foetae. Videtur itaqiie unaqiiaeque ex maioribus vesiculis , partialibus ab ipsa inclusis resomtis et globulis in granida secessis in no\am frondem mutari. Obs. Quamquam CI. KiiTziNG nullam addat liuius spcciei descriptio- nem, in plirasi tamen loco citato adducta : « vesiculis dcmiim loculosis, » viindi-fuscescentibus , includentibus globulos rotundas 2-4 ; strata vi- » ridi granula minutissiina continente invohUis » ; indicium praebet hauc reapse plantain quam ipsi reperimus et descripsimus et cum specimi- nibus a CI. Le Normand largitis perfecte respondentem , observasse. Quoties enim frustulum frondis inter laminas vitreas comprimatur cor- pora illn oblonga gelalinosa granula minima includentia , tpiae pro novis incipiciilibus(jue frondlbus nos habuimus , quaeqiie magna copia non- numquam adsunt , dilacerantur, elTunduntur et inucositate tenuiori qua donantiir cacteras partes obvolvunt ; atcjuc id pix)pterea videtur Clariss. KiiTziNG vcsiculas strato viridi granula minutissima includentc involutas esse asseruisse. Mimm tamen est cum clarissimo Kiitzing tum oculatissinio Ltkobye vcsiculas multiplas et concentricas eflugisse , idque consuito moneo , diibitationcm enim iion ex integro i-eiicio speciem banc a L-yng- byeaua fortassc diflerre , cuius dcscriptio et icon pluribus huius generis spcoiebus accommodari posset , ideotpic ad speciem exacte desigiiandain miiiime sufliciunt. Tab. IX. fig. I. Flanta naturali adspcclu, Musco insidens. I . a. Portiuncula frondis , centies aucta. I. b, Frustulum eiusdem, quadiingenticsamplifiraluni. Serie II. Tom. V. 74 mokographia nostochineabcm italicaecm etc. 3. Microcystis livida. * "M. fronJe rotimdato-lolxita vcl {liffarmi , late expansa, gelatitiosa, molli, Jusco-olh'ucca , globuUs pcvfecte spliaericis , gcminatis, riutlis vel or- dine pleritmque qiuiternctrio vesiculis fijalinis compre/iensis. Pai.mei.i.a MviriA , CAnMicn. in Crev. Flor. Edin. I*HYTOCOniS LIMDA , Bheb. in lid. Hab. Ad niulani terrain , super rnuscos et inter Scytoncinata in udis Eugaiicorum. Gcnuac ad inusros in fonfibus hortoruin. In fontibus « tiel Coppo » inter Scyloncmata et Ri\ularias: OnsiKi. Dcscvipt. rianta Euganca constat fronde laic extcnsa , siibrotnndo- lobata, gelatinosa, jiellucida, fusco-olivarea. Frusliduui uiicroscopio sub- imposituiii levissima compressione sccedit ct globulos ostendit virides , perfectc sphacricos dianietro ducentesimo-quintpiagesimam inillimetri partem tcncutes copiosissimos et constanter geminatos, facie planinscvda inviccin sibi adversanles , spaliolo angustissimo interiecto , nee (pio de- vineiantur vinculo acutioribus quoque inicroscopii aiiginentis detegere iicuit. Inter globulos inordinate dispcrsae vcl saepius in glomeres coa- lervatae cystides conspiciuntnr pleriimcpie rotxmdae , hyalinae , globulos solilarios, binos , qualernos , octonos vel et numerosiores includentes, quaruin diainetrus pro numero globulorum a centesima ad vigesimam niilliinctri partem variat. Oinnium fi'ccpientissimae sunt cpiae globulos orlo oomprchendiinl , qui cmum itidem ac caeteri gerainati sint saepe superimjiositi conspiciimtur. Ilac eadein ratioiie binos includcnlfs saepe unicuin conspiciendum pranbent et tpiatuor gerentes duos tantummodo incluilcre vidcntur. Rariores sunt, cpiae temos vcl scnos sinu fovent. In maioribus vcsiciilis globidi gcminali quidem scd inordinate et laxe dispo- ninitur. Tamlcm raiissiiiie occurrunt singida globulorum paria parva et adpressa cystide circumdata , (piae e facie consjiecta unico globulo con- stare vidcntur. Quemadmodum in Microcystidc rupcstri et in hac conspi- riunlur lobuli tenuiori mucositate praediti granulis uiinutissimis viridibus farcti , atque in hac praeterea observavimus glomeixs vesicularum mi- iiorum globulos caeteris dimidio minores et pallidiores includentium , fpii evolutionis liisloriam in S|)Ccie ilia iam inanifcstam, darius oslendunt. Ubs. Quum descriptio CI. Gueville ad inanus non sit, speciem banc AUCTORE pnor. losEPno MENEcniNro <-5 CK coinpaialione tantum cum spccirainibus a Clarissimis Le Normakd ct Bredisson liumanissiiue largitis dcteriniiiavimus. Cum iisdcm eiiim Eu- ganei quoque quoad structuram omncsquc microscopicos characteres omnino coiiveniunt. Si quid vero diireiuiit , hoc est in cliaracteribus exterioribus frondis prout id in speciminibus siccis constare potest. Planta enim Falaisiensis fronde pollere videtur magis membranacea , minusquc lobata, coloreque ornatur vaiiegato ad luleum et fusco-viridem magis vergentc. CI. denique Brebisson specimen cpiotpie communicaTit plantae , ut videtur , magis jmlposae , intense fusco-viridis , corpora aliena inve- sticiUis , characleribus tamen microscopicis omnibus cum Microcystide livida convenientis cui nomen imposuit Palmella sordida Ktz. a cpia tamen omnino' differt. Tab. IX. fig. 2. Planta Euganea , ad vivum depicta. 2. a. Porliuncula frondis , centies aucta. 2. b. Eiusdem frustuliim, quadringenlies auctum. 3. Microcystis nigra. * M. fronde gelatinosa , rudi, crustaeformi , indefmila , nigra, globiitis sphaericis , solitariis , nudis , vel binatiin approximalis , et ordine saepe quaternario vesiculis pi-o numero globuloritm niagnitudirie variis hjalino-nigrescentibus inclnsis. liab. Ad detrita Muscoruni in fissuris murorum in Euganeis : autunnio. Descript. Crusta inaetpialis, rudis , perfecte nigra , humiditate Ui- mescens ct tunc papilloso-rugosa , siccitate fere inconspicua muscos de- tritos prorepit. Frustubim inter laminas vitreas compressum tincturam profcrt c.v cinereo in olivaceum vcrgcnlcm : sub microscopio mucus per- fecte diaphanus et incolor conspicitur, globuli vero sat magni a duccii- tesima ad centesimam et vigesimamcpiintam inillimetri partem virides. Vesiculae hyalinae cpiidem sed pro variis lucis inflexionibus saepe nigro- scunt. Globuli inclusi saepius ordine (piatcrnario distributi, inordinati tamen quoipie et valdc numerosi occurrunt. Qui quaternario ordine di- strihuuntiir per paria superimponimtur eumdemcpic proferunt adspectiun -G MONoc.nAPHiA NOSTOcniNEAnuM itamcahum etc. I ac in ^riorofvstiile liviila (painffiiain iiullo viiuulo ik-viiuti, el cjni nudi sunt nmncjiiam t^ominati occuiruiit. Mai^iiiUido vcsicularuui iulcr cente- siiuuni cl vij;esumiiii uiiUiiiutri anil)igit. Globiili ijisi cystide peculiari sin- j;uli noimuiiujuam te£;untui', obscura , cincrea, opaca ita ut nihil pviino intuitu in conspoctuin venial nisi globuli raetcris inaiorcs el inlensiiis loloi-ati, pnrva enim ct obsc\ira cyslis sub nonnnllis tanluin lucis inde- xiouibus conspirienda est. Globulos ])cr pnria in paitinli vesicnla inchisos nunuiuain \idi. Vesiculae quoque conccntricae omnino dcsiderantur ; in maioribus tnntum ttlobulos nia£;na ropia inrludonlibus niargo anguslus foiispicitur , qui tamon a rcfractione mucosilatis inlcrioris, polius qnam a formalione novae vesiculae oriri videtur. Obs. DiU'crt a Microiystide livida, cum ei-venit. Obs. Memoi'Jibilis species! Vesiculae ct globuli iisdem inclusi quam- (juam tlicmnogeucsim manifeste praebeant, typuin tamcu quatcrnarium in epic pleraeque Microcystidis species cum Pleurococcis conveniunt rarius praeseferunt. Adsunt quidem duo, (piatuor globuli propria cyslide veslili 8o MONOCrRAPHtA NOSTOCHINEARUM ITAT.ICARUM ETC. \csiciila maiori roin]nThciisi , cystuks vcro ncc toliim spaliuin vesiciilae illiiis impleut nee ullcrins qualcrnalim dividuntur. Quae res ol).ser\alione iterata melius iutelligilur (jiiain propriis verbis cxpinmi possit. Pleui'orocctis membrauinus in speciminnlo Kiitzitigiano Palmellae l>ullosac nidulans errori ansam praebnit, banc nostrain ab ilia diverstun autuinare qiieniadmoduin superiiis attuHmtis. Tab. X. fig. 3. Frons libcre natans , minoi'is dimensionis. 3. a. Portio eiusdem speciminula nonnuUa Gonidii Prasiolae Mgh. includcns, lentibus centies augeii- libus conspecta. 3. l>. Frustulum, quadringenlies auctuin. •J. Microcystis microspora. * M Jrondibus parvis , sphaericis in stratum lobatum , viridi liUescentem /ijuliniim , gelutinosum coujluentihtis , globulis ellipticis , nuignis in granula minima quaterna secedentibus vesiculis inconspicnis. Hub. Ad margines fossariim, mu.scls adnata: autumno, In Euganeis. Descvipt. Stratum gelatinosum viride-lutescens , hyalinum , irregu- lariter lobatum muscos obducens , lente conspectum e pluribus frondibus globosis, ])arvis simiil confluentibus oonstitui videtur- In muco tenui le- vissiina tinctiira viridi-lulescente donato globidi dc£;nnt: intensius colo- rati ovalem vel ellipticam fonnam praesefcrunt et in diametro maiore centesimo-vigesimam qiiintam , in minore tres quingentesimas milli- metri partes babont. Plerique tamen dimidiati conspiciuntur , constant. iieinjM! e duobus globulis sjihaericis per facieni jdanam simul approxi- matis nee semj>er contiguis quamquam nexus quo simul dcvinciantur nee vesicula qua comprehendantur ocuUs pateat. Denicpic hie illic glo- buli minimi sive granula sphaerica tres dueentesimas millimetri partes vix emensa tpiatematim disposita simul coacei-vata repex-iuntur. In eodem innco nidulantia ct valde numerosa corpuscula quoqiie obveniunt oblonga, elliptica centesimam millimetri partem circiter in diametro habcntia , nucleum fuscum limbo hyalino praeeinctum includenlia , cpiae tamen e\- tranea videntur. Obs. Absentia vel potius inconspicuitas vesicularum genericam hiiius AUCTORE PHOF. lOSEPHO MENECIIINIO 8 1 speciei collocalioncn .h.hia.n cjnocla.nn.odo .ccUlere vuletur. Ratio tamen wend, el p.opasa.Kli ca.L.n est ac iu aliis In.ius generis speciehus , global, cunn s.vo g.anula .jualc.nala a divisione giohulonun ...aionun prove,.uu.t , cuius divisionis indicium i„ globules sphae.icos per paria approx.u.aios iau. habemus. Id tan.e,. i„ hac specie .wn.o.abile est quod grauula adeo parva sint nee ul iu aliis spe.iebus globulis ae<,«alia eadem euuu a U.e.uuogeuesi exo.la confundenda uon sunt cu,„ ,.annlis m,nul,ssnnis quae ad novas f.ondes producendas in sinu ^lobuloauu .na'- gua cop.a evolvuntur. Ex eo deducimus evolutionen, u. hae specie serius perfic. nee ut in aliis globulorun. parti.ionem comilari et inde forsan exphcandum est quod vesiculae non eonspiciantur. Tab. XI. fig. ,. Massa lobata musco adnascens, c pluribus f.on- dibus siuiul conflueiilibus ellbrniata. I. a. Eiusdeui portio , ceiilies aucla. I. b. Fiustulum, quadringenties auctum. 8. Microcystis deusta. * •^.frondibus adnads, maculacformibus , orbicular ibus , cori/luctibus olivaceo^iridibus siccitate nlgerrinus ; globu/ls magnis sphaericis imuo contamis, deln quadripartitis ; parlitlone vcro quatemaria ad aU^ss.miun ordinem electa, didjnus , giguntcis , Umbo vur pellucido cincUs. CoccocuLORis DELSTA , McH. Alii 2.' Riun. Scicnz. Ital. p. 173. Hab. Ad n.pcs Marnae argillaceac scissilis in ipso limite maris atque ab undis tautum irro.atas : Quarto in viciniis Genuae. • Descript. Maculae alcrrimae formas et diinensioncs Zona.iae deustae Ag. praeselercutes , diametro initio linea.es cilo veto .onfluentes irre- gulanter orbiculares , pollicares et ultra, superf.cie inaecpiaii rudi vix e lapidis superficic prominent. Madefaclae turgescunt et avulsae atcnu- lente conspectae olivaceo-virides conspi.iuntur, inaocp.alis crassitudinis mdlimetrum tamen ad summum adaequantes , supe.fioie compacta el tuberculosa. Sectio verticalis et simplici lente observata tola conspicitur Iracla globuhs u.lensissime olivaceo-viridibus , niagniludinis summopere Serie II. To.M. V. 8a MONocnApniA nostochineahum itamcart;m etc. varine a1>sqne ullo onlino distribulis , ad siijierfiiMein lamen c\\m sujip- riorem luiii iiifcriorcm iiiai>is i'oacer\atis ct in nuico diaphano nidulaii- tibus , invicem seiunclis. Qiuim its altento examine subiiciatur c|uatuor praecipnas "loljuloruni fornias distinguere possunius. Minores formara sphacricani vol elliplicani jiraescfeiciiles , viridioros el limbo pi'llncido inininic lanicn hyalino pvaecincli conlcntum iiulivisnm yel dimidialum aiit saeptus quadriparliluni gcrcnlos in distinctas areas coaoei-vali oc- curnuU. Omnium maxiuii sesqui-deeimillesimum et idlra diameiro ma- iori lenenles didymi sunt lindjo et lineola trans\crsa duo dinndia | ar- tiente diluliore , el conlenUnn quod includunl jier series transversas et longiludinales regularissimas in corpnseula qnadrigemina conformia resolulum ostendunt ; eorumdem color ivilensior esl et ad olivaceum vergens. Qui quoad ningniludincni intermedii sunt formam sphaericam , ellipliram vel el didymam ileui serAanles limbo \ix diluliore praeein- giuitiir el eontentum eadem ipsa ratione ac maiores illi in corpnseula qnadrigemina sei'ialia , arete sed regulariter invicem approximata par- tilum pracscntant. Corpuscniorum inclusorum niagnitudo cp\ae plerumqiie cenlesimum millimetri udaequat in nonnuilis non nihil minor conspicllur: eorumdem x'ero forma semper eadem el propter quatemariam disposi- tionem ad circuli qiiadranlem plus minnsve accedens. Tandem alii quo- ffue adsnnt globuli quoad magnitudinem maximos et didyinos aecjuantes sed sphaerici x'cl elliplici colore diluliore el ad \iridem magis aceedenlcs Umbo perspicuo hyalino cincti eontentum in globulos sive granula sphae- riea minora vix ducentesimum millimetri diameiro habenlia irregulariler coacervata et arcle stipata resoluUun gerentcs. Vidimus quoquc globulos maximos huius postremae formac ex parte resolutos in acei'vulos globu- lorum abire cpios minimos et viridiores initio deseripsimus. Obs. Binac cvolulionis et i-eproductionis rationes in hae specie ni- tide in conspeclu veniunt, quae alioquin el extcrioribus characteribus ct statione et vivendi ratione admodum a caeleris omnibus recedit. Suspicio ita(pie produetionem banc thallum Fueoideae cuiusdam \el anamorphicam sporularum ad alias algas perlinentixun evolutionem referre omnino excludcnda nobis videlur. Tab. XI. fig. 2. Frustum marnae argillaceae scissilis frondibus plu- ribus cum minoribus tum maioribus Microcy- slidis deuslae ornalum. AUCTORE PnOF. lOSEPHO MENEGHINIO 83 Tab. XI. fig. 2. a. Portio froiidis madefaclac , a saxo avulsa. 2. b. F.iusclem seclio verlicalis siin|>lici leiile cruin- quies augenle conspcula. a. c. Scclionis c'mstlcm pars , ccnties adaucta. 2. d. Globuli miiiores viridioresque : 2. e. (jlobuli iiiedianac magniludiiils cl pars unins ex iiiaxLiiiis et didyiiiis : 2. f. Pars unius ex globulis maximis gi'anula coacer- vata includciitibuS; omnes quadringenlies adaucti. 9. Microcystis mellea , * M. fvonde molli effusa , Jlavicante ; globulis rotiindis vet saepius cjlin- draceo-oblongis , solitarie , binatim vel quaternatim vesiculis simpli- cibus , teiiuissimis , taxis coinprehensis . COCCOCnLORIS MELLEA , Bbeb. in Litt. Palmellv MmiATA , Le Norm, non Leibl. Hah. Monte Corno et Cavaceppo: Orsini. Obs. Speciinina a Cl. Orsini in ISIonte Corno lecta crustam referuiit variegatam a fronde Conocephali vulgaris et a primordiis Lichenum et Muscoriun ctl'oruialam. A Cavaceppo inter fila Petalonemalis simplicis tantum misit. Ilinc adspectus exterior huius specie! ab iisdera specimi- nibus minime deprcheudendus est. Frondem mellis colorem et consistentiam praebere monet in huina- nissimis lillcris Cl. BRiiDissON , et quantum ex spcciuiinibus siccis iudi- care licet , arenosas particulas corporaque aliena arete conglulinat I't obvolvit. In speciininibus a Cl. Le Normand largitis aliena quainplura inveniuntur ct praescrtim Oscillaria quacdani , cpiae rubiginosum suuni flavicanti ct coerulescenti ^licrocystidis colori iniiniscens , variegatum producit adspectum ex quo fortasse Cl. Le Normand co adduclus fuit ut nomen Palinellae miniatae iisdein iinponcrct. Sub inicroscopio mucus quidem flavicans conspicitur, corpuscula vcro eodem inclusa coerulc- scentia. Eadem maxima ex parte cvliiidracco-oblonga occurrunt vel el- liptica , apicibus obtusis, quinquagesimam millimetri partem in longitu- dine, ducenlesimam , vel centesimam ct quinquagesimam in diametr<» 84 MONOr.»Af«IA SOSTOCniNEARUM ITAttrARUM ETC. tenonlia , vcsicnla tcnnissinia simplici , \a\n voslita ; iisdcm alia immi- sccntur ill (l\i:«s [laiics actuniK's lacic |)laiia sihi advcrsaiilcs Iransversim iliinidiala: inaiora, parte singula dimiilia in duas ilidom ohlongo-cUipticas sibi(iue adprcssas loiigiludinalilcr partita : in globulos qualuor ducente- siinain vcl rentosiino-tpiiiiquagesimain tnilliinclri partem diametro te- nenles , vcsieida sphaoriea vel raro didyiiia ineliisas , resoluta ; tandem rarissime obveniunt corpuscula maiora cylindraeco-elliplica , dimidiata uno(pio(pic diinidio propria vesicula vcstito , quae tainen adeo arete ve- sieiilae generali adnectuiitur ut earum praesentia in diaphragmate lanlum in apertiun prodeat. Frons inadcfacta suavissiimun ^'iolae odorcm spiral. Forma cylindraceo oblonga corpvisculoi-um speciem hane Cylindrocy- stidibus alVincm demonstrat , et fortasse Cylindrocystis eoerulescens cum hac oumino et specifice eonvenit. Corpuseula enim maiora diapliragmate transverse dimidiata Cylindrocyslidis corpusculis itidem dimidiatis omnino similia conspieiuntur. Vesicularum tamen et in caeteris praesentia, qua- ternaria globulorum partitio , granulorum quae saltern adeo magna sint ut conspici possint absentia et corpusculorum ipsorum forma ab oblonga in sphaericani vergens tandemque omnino conversa , in causa sunt cur eamdem generi Mierocystidi spectare putavimus. Formae caeterotpiin ob- longae cum sphaerica commixtae plura habuinius in praecedenlibus etcmpla , cum in Microcystidibus tum in Pleurococcis inter quos prac- cipue in Plcurococco thermali. Tab. XII. fig. 2. Portiuucuia froudis madefactae granula arenosa includcns , centies adaucta. 2. a. Corpuscula , quadringenties magnificata. Hue spectant : Microcystis sanguinea, Ktz. Liiuiaea 1. c. p. 3'j2 n'° 3. M. « globulis cUiplicis , niinutis , peUuc'ulis includcntibus gruniila paiica, » rosea laxc disposUa )i . Ac. H.vF.MATOCoccus SANoriNF.Ds , AG. Icon. Alg. Europ. N." XXIV. Palhella? sangdinea , Ag. Syst. p. 15. PnoTococcos MVALis, CoBDA in Sturm's Dcutschl. Fl. Ildb. Ad rupes vcrticales insulae Lilla Hessingen, circa Ilolmiam: AcARDU ; circa Pragam : CordA. AUOTOnE PnOF. lOSEPHO MITNEGHINIO 8S MlCnOCYSllS CUANOSA. • M. Jronde granosa , irregulari , pallUIe vlriili , vesiciilis hjaUnis , sub- ellipticis , gelatinosis , graiiulu pauca ( 2-4 ) oblonga includentibus eon sti tula. Palmklla cranosa, Berkley, Cleanings of Bril. Alg. 11. p. 19. _T. 5. f. 5, Ilah. Ad surculos submersos 'Ilypni stellati in paludibus circa (I Willlesea Mere » : Brkly. Obs. CI. aiictor monct spcclem hanc practer colorem Haematococco sanguineo , Ac. similliinam esse : et eiusdeni afiiiiitatem cum Palmella rupeslri aiiiinailvertens limiles gcnerum Haewalococcus et Palmella incertos esse denionstrat , sumino iieinpc acuniine novi generis Micro- cystis instituendi necessitatem pracsenserat. Microcystis adnata. * M. n fvovde depressa , ftrma , ij-regulari , conjluente, lucida , luteo- n brunea tota 'vesiculis globosis , pellucidis incoloribus , granum n uniim vol plura elliptica brunea continentibus et in gclatina im- » mersis conslituta ». Brkt,y. Talhella adnata , LvNGB. Ilydroph, p. 205. T. 09. A. Ac. Sjsl. p. 14. n." 6. Brkly. Glcang. IV. p. 40. T. 15. f. 9. Trehella adnata, Uedwig , Fl. Angl. p. 565. Hab. Ad nipes maritimas Faroenses : Lyngbye ; prope Margate : Uedwig. Microcystis Brebissonii. * }i\. Jronde Jirnia irregularitcr expansa , sordide lutea , glolmlis sphae- ' ricis , olivacco-lutcsccntibus , singulis vcsicula magna diaphana pcr- J'ecte sphacrica inclusis. Palmella miniata, Bbf.b. in lilt, non Ltnii. JIab. Falaisc: Bredisson. 86 MONOGRAPHIA NOSTOCHINEAnUM ITALICAnUM ETC. Obs. Maxima devinciliir species Iiaee affiiiilate cum praccedenle : item eniin ae in ea , in miicoso Iroiulis subslralo iiiliil praelcr vesiculas globiilum luiieuni includentes deprehendere est. Proporlio tamen vesicu- larum ad glohulos diversa videtur , in nostra eniin laxior: forma globu- lorum elliptiea in adnata , sphaerica in liac , color et adspcctiis frondis omuino diversus. Diiaruni liai'um spocieruni cliaraclercs ab illis qui in aliis deprehenduntur sane divcrsi cum quoad illarum naturam, turn quoad gcnerlcam collocationcni aliquid dubii iniiciunt. Naturam vcro indubie vcgctalcm esse assererc possumus , quod facile crcdat (pi in rebus niicroscopicis utriusquc rcgni cxaminandis opcram impendent. Hanc tandem a Pabnella miiiiata , Leibl. omnino dillerre ex descriptione et icone a CI. Kutzing in loco citato adducta clarissime patet, qua de re eamdem novam iudicantes clarissimo auctori dicavimus. Tab. XII. fig. I. Planta madefacta. I. a. Eiusdcm portio , centies aucta. I . b. Frustulum , quadringenties auctum. Microcystis atra, Ktz. Liniiaea 1. c. p. S'jS. n.° lo. M. « vesicuUs nigrescentibits , hjalinis , siibsphaericis , includentibus » globnlos miniUissimos siibhjralinos , stratum nigrumforinantibus ». KilTZING. Globclina atra, Tokp. Mem. du Mus. T. XVIII. T. 5. f. 6. b. et c. non a. Hab. Ad lapides arenosas et nipes calcareas in altioribus montibus sylvarum Thuringiae , autumno pluvioso : KiiTziNG. Microcystis rubescens. * M. « fronde gelatinosa , firma , tuberculosa , rubescente , vinoso-olivacea; » graniilis elliplicis ». Breb. Palmplla rcbescens , Breb. Alp. Falais. Ad. p. 63. COCCOCHLORIS BUBESr.ENS , Beed. in litl. Hab. Ad lerram humidam in cricelis Gondc et Ladaye , hyeinc : Brebisson. AUCTORE PROF. rOSF.PHO MKNF.r.IIIMO 8" Ohs. Puk-licrrima et disliiictissinia species cuius specimina cum auctor ipse praeclai'issinius luin CI. Le Normand largivcrunl: corpuscula oblon^o- elliptica , elliplica laiulcui cl spliacrica quartam tlccimilliinelri parlcm us(|uc ailipist'ciilia lutescculia, tcnui.'^siino limbo liyaliiio ciiicta iiulivisa , rcgularllpr liaiisvcrsiin diiniiliula landem el Iransversim quaclripartita : ve.siculae ciusilciii iiiagiiiludinis vel inaiores spliaericae , cUiplicac A"el et clitlymac uiulliplac globuluin uuicuiu ceiilcsimuin niillimelri aequans centre foventes vel duos luulos aut vesiculis siniplicibus vel sacpius niulliplis et uumerosissimis inclusos, vel quatuor itidem propria cystide partiali cinctos, vel iiudos cl rcgulaiiler disposilos circuinscribenles. Hac jiostrcniae ma- gna copia coacervalae el arete simul adpressae areas nonnullas ex iiitegro occupant. MiCROCTSTIS TMoRRF.NI. * M. ix fronde lineari, parietibus ajjixa , vel libera aut membranacea , >) continua vel irregulavitev lacerala , interdum pimctiformi , rubra, Y) Jlavescente et virescente , mucosa; globulis pet feci e sphaericis, » in iuniori aetata dilute viridibus, deinum suture viridibus , semper » mobilibus , liberis , in statu adulto in membrana muco iunclis ; » quiescentibus , granulis non vesiculosis, solidis , rubris , perfects » sp/iaericis , numerosis ; gclatina Jlavo-hyalina , demum Icviier zo- » nata , zonis exterioribus ejfluentibus «. Morrf.n Rech. stir la ru- befacliou des eaux etc. Bruxell. i84i- p- io4- Tab. ^ I. fig. X-XX. Palmf.i.la alpicolae *ffims , Monni'.N , Byilrn;;. lot. rd» Deel 1830. p. 55. sq. - noa Lykgb. Uaematococcus mucosus , MoRREN Ucch. I. c. Hab. Aquae puteorum diu scrvala innatal : Morren. Obs. Cl. auctoris descriptio Microcyslidem apprime desigiiat ; tcmere lamen forsan .speciem hinc condimus, a loco nalali nulli alii speciei pToprio desumptam , sed distinguere malumus potius quam confundere. Cl. auctor nos monet globules tpiamquam magnitudine pro diversis ae- latis periodis summopere varios , tamcn plerumque '|,, millimetri partem dianietro tenere. Ipse obsei'vavit quatuordecira dierum spatio globulos ad perfectam evolutionem pervenire, et reproductionem itidem tpiatuor- decim diebus cgere. Confitelur insuper se alias iniuste Haemalococcum 88 MOSOCnAPHIA NOSTOCHINEARUM ITALICARUM ETC. Ininc ]>ro vcio Protococco nivali hahuissc (Ue riiifl. de la luinlere sur le cleveloppcnient tics iiifiisoircs: (Ann. lies Sc. Nat. Zoolog. i835. T. IV. p. 3o. S({. — Essai sur Iheterogeiue doininantc i838. p. 83. sq. ). Species exclnsae : Microcystis Grevillei , Ktz. Microcystis IS'oltii , Ktz. Microcystis rosea , Ktz. Microcystis innbrina , Ktz. Microcystis violacca^ Ktz. Microcystis marina , Ktz. Microcystis angulosa , Ktz. llaemalococcus Grevillei, Ac. Ilaematococcus Noltii, Ac. Tllosporiiun roseum , Mart. Goniilia Lidienuui. Ilaematococcus violaceus, * Monas Dunalii, Jolv. Pleurococcus angulosus, * CYLINDROCYSTIS , Men. Char. Frons mucosa inilcfmita , corpnscula cylindrica , sporidiis farcta, copulantia, sporas biiias tandem gerentia, vel ti'ansversim dimidiata includens. Obs. Genus quoad systematicam collocationem valdc ambiguum ; Closteriis enim inter Desmidieas item ac Microcystidibus inter Nosto- chincas afline quidem est,ab utrocjue tamen diversum. Praesertim vero a cactcris Noslocliineis recedit sporis definitis , quae in nuUo alio eius- dem tribus generc extant. Inter Desmidieas lamen recipi nequit propter frondem mucosam. Aniinadvertimus idcirco Closteria quoque initio sub- strato mucoso insidcrc, cpiod tamen a vetustioribus coi'pusculis emortuis et resolutis conslituitur et iisdem nee essentiale nee necessariura est. In hoc gencre contra corpuscula in substrato ipso mucoso nidulantur nee libere natantia unquam oeeuri'unt. Hist. CI. Brebisson speciem huius generis tj-picam jirimus invenit el descripsit. ^Ienegiiixi caindem a caeteris ralmellis gcnerice distinctam iudicavit et novum genus proposuit , cui novam serius addidit speciem CI. Brebisso.n. AUCTOUE PnOF. lOSEPnO MENEGHINIO 8<) 1. Cylikdrocystis Bredissonii, Men. Ceiuii suir Organogr. etc. pag. 5. et 26. C. fronde mucosa , indejinita , crustacformi , late exlcnsa ; corpusculis cjrlmdricis, magnis ad apices rotundatis , substantia granulari wridi farctis. Palmella cylindrospoba , Bbeb. Alg. Palais, p. 64. Hah. Ad parietes stillicidio contiuuo aqiiarum irroratos, hyeme et vere : Palavii. Descvipt.. Stratum crustaeforme mucosum amoene viride parietes per quos aqua gutlatim decurrit, illiiiit; seiiectute pallescit et alienis per- mullis iniinixlis limocpxe coacervalo crassiludiuem pollicis dimidii et ultra consequitur. In priore illo et noriuali statu mucus uniformis , firmus, hyalinus, sub microscopic fere incolor conspicitur, in eoque corpuscula cylindrica coacervatim nidulaiitur. In scniore stralo, muco fere evanido, frondis pcculiaris nulla adest facies et corpuscula ipsa confusa alienis immixta deprehenduntur , Diatomeis in primis quamplurimis, Desmidieis permultis, Oscillariis nonnuUis , Lyngbyae murali et primordiis cpoque Confervaruni. Corpuscula cylindrica*pleracpie lios pracsefcriuit charactcres: forma perfecte cylindrica donantur, apicibus rotundatis, longiludine >i- gesima , diametro quincpiagesima millimetri pju-te constant. Margine le- nuissimo hyalino constanter praecinguntur , caeterum substantia Yiridi granulai'i farciuntur , granulis ipsis magnitudine summopere variis ; ma- iorib\js tamen quingentesimum millimetri vix superantibus. Ab his con- ditionibus c]uae plcrisque communes sunt praecipue recedunt: i) Cor- puscula cylindricam quidem fomiam servantia sed lunulatim curvata : 2) Corpuscula cum et valde minora , tum et duplo malora materiem granularem in duas partes per areolam transversam , mediauam , hya- linam , divisam gerentia : 3) Eadem maiora corpuscula per diaphragma in areola ipsa evolutum reapsc dimidiata : 4) Corpuscula variae magni- tudinis granula numero imminuta includentia: 5) Granula nuda intensius viridia libere in muco matricali elfusa : 6) Eadem diapliano margine praecincta : rf) Diametro adaucta formam ellipticam adipiscentia et ma- teriem viridem in duas partes divisam fovcntia : 8) oblonga in cvlin- Serie II. Tom. V. m QO MONOCRAPIIIA NOSTOCIIINEARUM ITALICARUM ETC. dincam fonnam vcrt'cnlia duas illas portiones viridis materiel ilidem se- mioUiiUicas iiu-hulciilia : 9) Corpuscula prioribus similia sed binatim con- iugata , caquc vcl laiilum loni^UiidiiiaUlcr adprcssa , vel islhnio plus uiiimsvc lato ot proilucto , incdiano vcl ct cKtrcinilatcm versus sito con- iuncta; corpusculis laiidoui ipsis iionnumquam Icvilcr iiitiorsum vcl sacpius cxtrorsuin luiuilalis. 10) Alia corpuscula primis omnino acqualia ni'c diniidiala nt'c coiiiugata ^ substantia graiiulari niagis lioinogciiea foeta globulos oblougos vel sphaericos biiios , intense olivaoeo-virides extremi- tates versus sitos gerentia. 11) Eadein reliqua substantia granulari omnino expertia globulos tantuni eosdeni uiaiorcs includcntia. 12) Globuli illi a corpuscidis iain clapsi libere nalanles , a granulis nuilis (sub 5 et 6) colore lantuni olivaceo , diainelro niaiori , et substantia interna magis coutinua diversi. i3) lideni dianietro adaucti , perfecte sphacrici , dia- phano margine praecineti el interiore substantia viridi atcpie granulari. 1 4) Oblongi , elliptici et cylindracei sed breves, dein diauietrum iam maximaiu adepti in longiludinc tantuin crcseentes. Has modificationes , diutunia evolutionis observatio , tali pacto sibi succedere demonslravit : in corpusculis sive solitariis sive geuiiuatis granularem tantum substan- tiam includentibus , uonnulla cv iisdeni granulis, caeleris resorptis, dia- metro augcnlur et larcratione clabunlur: eoriundem interior substantia dimidiatur et in duas sphaerulas serius heiniellipticain formam adipi- scentes partitur: corpuscula hoc modo efibruiantur itidem ac priora a quibus proveniunt cylindrica sed multoties minora conlcnta per areolam transvcrsaui hyalinam dimidiato : corpuscula eadem sub obsei'vatione opportunis in conditionibus dcgentia serius areolae eiusdem nullum am- |)lius praescferunt vestigium: liic illic tantum caetcris immixta coi-puscula adsunt maiora primigeniam illam dimidiationcm scrvantia areolaii^ipsam pracseferentia imo et diaphragma in areola ipsa evolutum gerentia, quod a coniluentia vesicularum a binis dimidiis evolutarum producitur. Cor- puscula globulos binos olivaceos , praeter qranularem substantiam inclu- dentlii iliiiem propagatioi\i inserviunt : substantia ilia granulari resorpta, globnli ipsi maximam consequiuitur evolutionein et tandem elapsi dia- metro primum augentur , dcin clongantur ustpicdum corpusculoriuu , a ([uibus oriuntur formam et dimensiones omnino conscqnantur. Obs. Duplex pro|iiigalionis ratio ab ilia itiilem duplici Clostcriorum tamcn divcrsa: in illis enim proj)agnla et seminula ( INIohren ), in his sporidia cl sporulas habemus : propagulis sporulae accpiiparandae vi- AUCTOnE PnOF. lOSEPnO MENEGHINIO Qt dentur ; sporiilia vcro Closlcrils propagandis iiiserv'irc compertum non est : seiniiiula in Cylindrocyslide nulla adsunt. Gopulalio quidem perfi- citur, sed corpuscula coniiigala, diligcntissima ct repclita observalionc, prae aliis propagalioui inscrvirc nunupiam comperinius; iino in- ij)sis spo- ridia quidem nuinquam tamen sporulas cvolvi vidimus. Sumina enimvero adest siinilitudo inter corpuscula hacccc et Closterium CjUndrus , Eiin. lufus. p. g3. n.° 108. T. VI. f. YI. quod taincn sporuiis (piatcrnis et lorica cxlus striata, striis grauulatis a nostro diflert. Siispicaiiduni tamen et speciem illam ad Closteria minime.spectare et potius cum Gyliiidrocysti- dibus coniungcndam esse. Quoad vero systematicam generis collocationeiu id postremo hie aniniadverlimus mucosuni substratum quo Cyliiidrocyslides degimt in hac saltern specie faciein pracscfcrre alliuminosi illius lini- uienti quod chemica ratione ab aquis omnibus sub certis couditionibiis praecipitatui". Tab. XII. fig. 3. Portiuncula frondis, centies aucta. 3. a. Corpuscula in omnibus duplicis evolutionis gradibus augmento quadringentupli diametri exhibita. Hue spectant : Cylindrocystis coerulescens , Breb. in lift. C. corpusculis parvis , cUametro sesquilongioribus coerulescentibus . Hab. Falaise : Brebisson. Obs. CI. auctor speciminulum quidem communicavit , ampliorcm ta- men phrasim nee descriptionem eondere non audemus, extant enim corpusculis cylindricis centimillimetrum crassis, plures aliae res simul com- mixtae, quae ulrum ad eamdem speciem pertineant nee ne plane nescimws. Corpuscula eiusdem diametri, ciusdcmque coloris coerulescentis , margi- neque diaphano itidem cincta, ex duobus partibus ovalibus simul iunctis constantia hinc didyma, eadem videnlur ad dimidiationis epocham per- venta. Tandem silentio praeterire nolumus corpuscula eadem siunmopere illis Microcyslidis melleae similia nobis vidcri, ncc suspicionem nos et integro reiicere posse banc cum ilia unum et idem esse. ga monographia nostochineahum italicarum etc. Cylindrocystis Le Normandii. * C. corpusculis Tninimis , diamctro cluplo , quadruplo loiigioribiis , viri- dibus , saepe concatenatis , in stratum palUde vircscens iiidulatis. Hah- Falaise : Le Normand. Obs. Nomine Nostoc confusum) Ac. communicavit CI. Le Norm and jnilcherrimam hanc speciem, characteribus genericis cum Cylindiocystitle Brebissonii omnino convenientcm. Corpuscula centesimam et vigesimani- quiutam millimetri partem \'\x crassa , coniugata nuniquam vidimus , saepe tamen quatuor sex simul concatenata in seriem submonillformem disposita. ANACYSTIS, Mgh. Char. Frons mucosa definita , globulis farcta ; globidi serins liberi toli- dem novas froudes constituentes. Obs. Punctula intensius colorata simul cum globulis maioribus in mucoso frondis substrato nidulantia Palmellis propria : vesiculae granulis foetae globulis immixtae , quae in Coccocldoridibus dcpreheuduntur : ve- siculae loculosae simplices vel multiplae globulos ordine cpatemario di- slributos per themnogenesim exortos Microcystides designantes , in hoc genere desiderantur. Quibus negativis characteribus si alium ilium frondis constanter dcfinitae addas facillimam et tutissiniam reperias generis hu- iusmodi distinctionem. In frondibus specierum ad hoc genus spectantium globuli extant perfccte uniformes pari gressu ac frons ipsa dimcnsionibus increscentcs nuUis punctis, vesicidis vel granidorum acerviilis intcrmixti, hique globuli turn soluinmoilo cpiando a fronde ipsa clabuntur volu- mine cito augentur , eoruuique interna sulistantia quae priiis continua et fluida videbatur gi-anulosa quidem Gl , sed non tola prorsus; eiusdem enim porlio in mucum convertilur .substralumquc praebet novae frondi quam globulus unusquisquc consliUiit , eiusdem exteriore mcmbranula in legmen commune quo tola frons circumscribitur conversa. Huiusmodi auctoue prof, iosepiio meneghinio g3, evolutionis reproductionisque modus cum illo congrucns quem Clariss. Vaucheh in genere Kostoc detexit, systematicam generis coUocalicncm rile delcrminat. Hist. Meneghini characteribus hie adductis , genus deOnivit , binas species : marginatum et botryoidem, eodem comprehendens. Peculiaris vero huius postremae structura a CI. Bredisson primum indicata, eam- dem quaniquam propagationis typo cum prima ilia omnino con\enientem in proprio genere I'ecipere astrinxit. I. Anacystis marginata, Mgh. Consp. Alg. Eug. p. 6. A. frondibus orbicular-ibus , parvis, saepe confluentibus , pallide viridibus, margirie diaphanis , caeterum globuUs subsphaericis minutis farctis. Hub. Inter Confervas et LjTigbyas in aqua thermali ubi calor ad -f- 20 R. tantum pervenit in Euganeis. Descript. Maximarum frondium diametrus ad millimetri dimidium vix pervenit, valde minora tamen occurrunt, et nonnumquam fi'ondibus plm'ibus confluentibus massam efibrmant quidem maiorem, in qua tamen singulae ii'ondes semper distinguuntur. Earvun forma sphaerico-complanata sive orbicularis vel potius lenticularis constantisslma est , itemque con- stanter diaphanus est margo quo singulae praecingimtur. Globuli formam subsphaericiun semper servantes in frondibus maioribus diametro vix quingentesima millimetri parte constant. In fronddjus minoribus minu- tissimi sunt et pro frondis ipsius incremento et ipsi diametro magis ma- gisque increscunt. Eiusdem speciei evolutionem persecpiuti comperimus : granula subspliaerica vel leviter angulosa viridia (piingentesimam milli- metri partem diametro tenentia seorsim et libere vagantia : serius eadera granula diametro aucta , complanata punctulis obscurioribus numerosis notata : magniludine itcinim adaucla : limbus pellucidus diaphanus in- color iUico in conspectum venit , et globuli interni distincti apparent : frondis et globulorum diametrus uniformitcr crcscunt donee hi quingen- tesimum millimetri adipiscantur : turn denique mucoso fi'oudis substrato resoluto glolmli elabuntur et libere divagantur. Obs. Huiusmodi species , procid dubio , maxlmam cum Palmella uiinuta , Ac. analogiam praesefert. Haec tamen frondibus hemisphae- ricis et super lapides sess'dibus pellet, nee nostram miquam aliunde ac g4 MONOCnAPIIIA NOSTOCHINEARUM ITALICARCM ETC. inter Confervarum et Ljngbyarum fila, nee iimqiiam liemisphacrica IbiTTia doiiatam iiiYcniinuS. Praeterea animadvcrtcnduin est (piod si mar- ginis iliaphaui cliaraclcr in Paliiiclla niinula C.vislei'Ct , oculatissimUS AcARDH eumdem silenlio non praeterivisset. Tab. XIII. fig. I. Exliibct omnem Anacystldis marglnatae histo- rian! , figuris omnibus augmculo quadringen- tupli diametri depictis. Hue spectare videntur : Anacystis minuta , • A. u J/'ondibus sparsis , minutis hemisphaericis ; graniilis miniUis glo- n bosis ». Ag. Palmell\ MimiT\, Ac. Icon. Alf;. Europ. N." XIII. CoccocntoBis MINUTA , Wallb. F1. Crjpl. II, p. 5. n." 1085. Hab. In lapidibus fluviorum Germaniae , ut e. g. fluvii Tepel eo loco , ubi cum. finvio Eger confluit: Agardh. Obs. Forma constanter definila, substratum mucosura egi-egie con- spicuum et globuli omnes diametro eadem donati quemadmodum in icone a CI. auctorc cxhibcnlur, in causa sunt quare liuic generi speciem ad- scribimus quam caetcroquin numquam vidimus. Anacystis furfuracea. * A. (( frondc di/Jhsa , irregulari granosa , parum gelatinosa , granulis >) minimis globosis vel leviter subangulosis tola consiituta ». Brki.t. ( ex angl. trad. ). Palhella furfuracea, Bbrly. Gleanings. II. p. 18. T. 5. f. 3. Hab. Ad parietes umbrosos , Northamptonshire : Berkeley. Obs. Quamcjuam fiondem difTusam dicat CI. auctor eamdera tamen et granularem et adspeetu Palmellae botryoidi simillimam dcscripsit et pinxit. Ex eo quod tamen CI. ii)se anelor asscrat globulos sectionc frondis facillime elabi : « under the Knife falling down into a mass of minut* AucTonE pnor. iosepho meneghinio gS » or less ronmloil granules, with scarcely any aj)iiearance of jelly » et eosdeni in glonierulos coaoervalos ([uoqxic tlcpingal , dubium non exclu- dimus liaiic fonnani esse cvoluliorciu cuiusdaui spccici ad genus Botry- dtna perliueiilis. AnAcystis sparsa. Bred, in litt. (Species nomine tantura nobis nota). Species exclusae : Anacystis boli-j'oides , Mgh. ^ Boti-j'dina vulgaris , Breb. AnacysUs glomerata, Bred. =: Micraloa glomcrata. * ONCOBYRSA, Ac. C^iar. Frons coriaceo-gelatinosa , globulis punctiformibus omnino farcta (ex Ac.). Obs. Quum nullas CI. auctor addat in hoc genere observationes , nee specimina praesto sint, in liac re indicium alTerre nerpiaquam pos- sumus. Ex comparatione tamen eiusdem defiiiitionis cum ilia cpiam CI. KiiTziNG de suo genere Hydrococcus exhibuit : « Frons (olivacea) mi- H iiuta hemisphaerica , subcoriaceo-gelatinosa, subtus excavata (adnata); » granuiis hjalinis mlnutissimis farcta » iudicare licet duo ilia genera in luium coUigenda esse, nomine Agardhiano priorilatis causa ser\ato. Huic gencri sunt: Oncobirsa fluviatilis , Ag. Flora 182'y. (Nobis plane ignota: phrasis nulla specifica a CI. auctore additur). 96 MONOGtlAPHIA SOSTOCniNEAnUM ITALICARUM ETC. Oncobyrsa RIVULARIS. * 0. vfiondibus numerosis , leviter adnads , hinc soliiariis, illinc aggre- » gatis n. Ktz. Uydrococcus RIVULARIS , Ktz. Liunaea I. c. p. 380. Hab. Ad tabulas Pini demersas in tovrentibus inter Schleusingen et Suhl : KiiTziNC Obs. Monet CI. auctor frondem magnitudinis Pezizae atratae , lente observatam medio hyalinam , ad inargines incrassatam et opacam , con- spici , superGcie plana lacvissima. Speciminulum ab ipso auctore benevole communicatuni , madefaclum ct compressioiie inter laminas vitveas mi- croscopico examini subiectum , stratum exterius ostendit a globulis mi- iiiitissimis vix miilimillimetrum crassis, omnibus conformibus ^rctissime slipatis et rcgularissima dispositione quaquaversus seriatis constitutum. Quid vero solidiore illo strato comprehendatur deprehendere non pc- tuimus. Oncobyrsa Brebissonii. * O. J) ■ on dibits perfecte sphaericis maiusculis , gregariis, oUvaceO'Viridibus. >"OSTOC? FLUVIATILE, Breb. in lill. Hab. Ad muscos demersos , Falaise : Brebisson. Obs. CI. auctor spccimina pidcherrimae huius speciei communicans, adnotavit se uuUam distiactam globulorum dispositionem deprehendere potuisse. Frondes magnitudinem pisi raro excedentes , sed , ratione habita caeteris speciebus , maiusculae , madefactae stratum solidum exterius manifestant a gloI)ulis , qiiingentesimum millimelri crassis omnibus con- fonnibus, arctissime stipatis et regidarissima dispositione quaquaversus seriatis constitutum, substantiam ( ut videtur ) aquoso-gelatinosam iti- nludens globulis maioribus ( trium millimillimctrorum ) mmoribus ( mil- limillimelri) intermixtis omnino foetam. Impcrfcctis hiscc nolionibus genus superstruitur , a caeteris tamen omnibus plane distinctum et illustratione dignissiraum. AUCTORE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO BOTRYDINA, Breb. m Char. Frons globulosa, gelalinosa, serins vesiculis granula includentibus lota conslituta , tandem , vesiculis internis resorplis , inembranula cellulari definila, et globules in muco nidulantes fovens. Obs. Singularc hoc genns unicam hucusque certain speciem compre- hendcns serins cerlissime ditescet; formae enim liabcntur nonnullae ab auctoribus tamquam varictatcs Palniellae botryoidis vel species eidcra aflines adductae , cpiac melius perpensae et cjuoad structuram in diversis vitae aetatibus investigatae hue forsan erunt amandandae. Affinitates BOTRvoiDES , Auclor. pro pnrlc. Lichen J Hub. Ad terrain humidam et surculos Muscorum in udis Euga- neorum. Descript. Frondes magnitudinis variae, aciculae tamen caput raro su- j>ei'antes, foiina subsphaerica donatae, magna copia aggregatae mu- scorum surculos stralo pulveraceo atrovu-idi tegunt, quemadmodum CI. Agardii apiu'imc pinxit. Granula initio solilaria hie illic afiixa subsphae- rica vel leviter angulosa diamctro maiori vix quingenlesimum mUlimetri aetpiiparantia, sensim volumine augentur , et quum ad ducentesimum per- veniant interiorem siibstantiam granularein manifestant. Scrius formam perfecle sphacricani adipiscentia interiorem substantiam ad centrum coa- cervatam gcrunt et pellucido margiiie praccinginitur. Denuo diametro increscunt et interiora granula in totidem vesiculas minoribus gramdis foetas conversa conspiciunlur. Ycsiculae illae numero et magnitudinc adauctao frondis masimas iam dimensiones adcptae substantiam ex in- tegro occupant et diaphanus margo tandem evanescit. Tota frons turn vesiculis arctc stipalis et granida centi'o foventibus constituitur. IMem- l)ranula primitiva conlcxlum ilium sinu fovens cum peripherico vesicu- lanun strato tam arctc ncctilur , ut separari nullo modo possit. Evohi- lioae ulterius peracta stratum illud pcriphericum vesicularum granula oniuino amiltit , sive haec per rcsorptionem evanescant sive extcrius elabanlur , quod tamen numquam vidi. Tali pacto frons iterum dia- plianum marginem conscquitur scd ab illo quo initio praecingcbatur oiunino diversum. Dum vero vesiculac eiusdem peripherlci strati vacuae AUCTORE PnOF. lOSF.PHO MENEGHINIO OQ evailunt , intcriores a ceiilro ad perii)heriara sensira evmipsciml , tt membranulis quibus constituebantiir resorptis \el in nnirum oinniiio conversis , grauula liberc et inortlinate in imuosa ilia stilislaiilia tlispei- tlunlur. ^'csiculae tamen peripKericae magis magisque inter se coalescunt et stipautur, et hexagona forma propter cotnpressionem consequuta mem- branani cellularem ellbrmant qua frons tota circumclatur , qua tandem disi'upta , granula clabuntur et uiuimquodque eoruin ad novam frondera gignendam transit. Obs. Organisationis diversitates, cpias in siucessivis vitae pcriodis species haec ostendit in causa esse possunt cur ab aucloribus cadem varie definiatur. In prima et posti-ema aetate granula in muco nidulantia a membranula tantum superficiali frondis includuntxn- , quae tamin sim- |)lex et ab luiica cellula producta initio est , composita et vere cellu- laris in postrcma vitae periodo. Evolutione vero admodum nondum evecta granula ipsa peculiaribus cellulis sive alveolis includuntur , et in hac tantum rilae conditione eamdem CI. Brebisson observasse videtur. Pro varia etiam aetate mucus tpio granula obvolvuntur variam praesefert densitatem : fere nulius conspicitur dum Tesiculae omnes adsunt ; ipsis vero resorptis manifestus redditur , qui tamen quo magis ad maturita- tem granula perveniunt eo tenuior evadit et tandem evanescit. Ita evenit ut frondibus disruptis granvila mdia tenacitatc inter se cohaerere \i- deantur et per aquam sub forma levissimae nubeculae facillime diffim- dantur. Postrema haec observatio quae nee CI. Agardh effugit in causa fuit cur ipse de identitate suae specie! et illius a Greville descriptae valdc dubilaret , quo dubio altius evecto, CI. Berkeley banc poslremam lanquam distinctam et nomine proprio : Palmella GrevLllei , insiguitara descripsit et figuravit. Huius iterum tres dist'mxit varietates , quae rite perpendi debcnt et novo examini subiici ut de iisdem certum iudieium pronunciari possit. Species Lyngbyeana , cxclusis tamen synonymis vel saltern dubiis I'eiectis hue certissimc I'eferri debet : imo eiusdem de- scriptio melius quadrat quam Agardhiana. Grcvillacea quoque apprime i"Cspondcret nisi character adesset globulorum formam ellipticam praese- ferentium. Berkeieyaua vero pcrfecle cum planta nostra convenit imo videtur ipsum nonnuUas peculiaris structurac condiliones delexissc, acer- vulos enim sive soros globulorum descripsit et pinxit tpii rcapse tali adspectu observandi se praebent. Yarietas tamen c al) illo descripta pe- culiaribus characteribus distingui videtur. 100 MONOGRAPHIA KOSTOCHINEARUM ITALICARUM ETC. Tab. XIII. ic. 3. Omnem evolutionis progressum a prim.i granuli evolutione usque ad globulorum eirusionem deinoiistrat , figuris omnibus sub augmcnto qiiailringentupU iliaineli'i exhibilis. 2. Giobuli lil)cri vagantes sivc frondes iuniores. 3. a. Substantia interiore granulari farcti. 2. b. Limbo pcUucido ciucli. 3. c. Grainilis in lotidcm vcsiculis granula minora includentibus conversis. 2. d. Vesiculis cavitalem integram giobuli primitivi teneiilibus. a. e. Vesiculis sivc cellulis periphericis evacuatis hinc limbo hyalino alia ratione iterum in conspectum veniente. 2. f. Fi'ons praecedenti similis sod a mici'oscopio remotior conspecta ut superficies cellularis distingui possit. 2. g. Sectio fiondis a cellulis simul stipatis et gra- nulis farctis eflbrmatae. 2. h. Sectio fi'ondis cuius cellulae iam resorptae et granula coacervatim agglomerata. 2. /. Frons disrupta granula effundens. Formae inquireuilae timiqiiam ad hoc tjrnus fortiisse si)ecta7iles : Palmella Grevillei, i'«r. a., Brkly. Glean, p. i6. Granulis ellipticis. Hab. Ad nudam terram , Wansford, Northamptonshire: Brkly. Palmblla Grevillei, var. e. Brkly. Glean. II. p. 17. T. 5. f. 2. Hab. Ad caules emortuos Asparagi officinalis: Berkeley. Obs. CI. Auctor globulos dicit duplo crassiores ac in praecedenle specie vel varietate, omnes uniformes et sparsos, post exsiccationem in distinctos soros coUectos. Facies Haemalococci viridi colore insigniti. AUCTORE PHOF. IOSEPHO MEKEGHINIO 10 1 Palmella BOTRTfoiDES, j3. UDA , Ktz. Liiinaca 1. c. p. 376. p. « fronde effusa tuberculoso-papillosa , palUdiori hyalina , granulis » pauUo maioribus ». Ktz. Hab. Ad surculos Hypiii splcndentis ct lungermanniae qiiinqiic- dentatac in sylvis Tliuringiae: Kutzing. MICR.\XOA, BiASOL. Char. Frons membranaceo-mucosa , areolata , areolis a vesiculis arete invicem adpressis globulos includentibus et post globulorum exitum membranam cellularem simulantibus constitutis. Obs. Genus a praecedcntibus omnibus sane distinctum cum mox sub- sequente Botrydina aflmitate devinctum. Hac enim organogi'aphica con- ditiouc simul conveniunt cpiod vesiculae cellularum moi-e simid coale- scant ct tandem membranam mentiantur. Areolarum nomine Clarissimiis BiAsoLETTO cellulas ipsas sive vesiciilas indicavit , quas CI. Kutzing glo- bulos dixit: nos contra areolarum nomine glomerulos a Kutzing de- scriptos indicamus eo quod et slrato proprio densioris mucosilalis quasi propria membranula glomeruli illi vestiaiitur , et areolarum more certa regularitate disponantur , anibulacris hyalinis, mucosis, uniformibus in- leriectis. Nomen itaque a CI. Biasoletto propositum quamquara diversa plane ratione inlcllectum aptissimum est ad genus hoc designandum. Hht. Genus a CI. Biasoletto propositum attaraen minus apte defi- nitum , a CI. Kutzikg et scrius a CI. Brebisson spcciebns apprime ge- nerico cliaracterc convcnientibus ampliatum. I. MiCRALOA protogenita, BiAsoi.. Alghe microscop. p. 47- T. XIX. M. strata tenia , membramiceo , viridi , areolis parvls , I'csiculis minimis angulosis , granula rubiginosa minutissima includentibus. Hab. Ad pai'ietfs poculorum, rpiae laleis ut liumiditate degant in lOa MONOGRAPHIA NrtSTOCntNEAnt'M ITAI.ICAHUM FTC. caliihirio Ilorti Paliuiui supcriinjionmilur : turn et in opcrculis concavis inferiuscjue aperlis ])liialis aqua semper repletis appositis. Descript. PcUuMila temiissinia pallulo \ircns, A'itrcac superficici atlnata plus miiuisve irregularilcr I'xteiisa. Initio maculae punctiformcs apparent, fjuae lamen cito diametro auf;entiu' et simul confluunt. Fragnientum eiusdem pelliculae inicrosco])io suliimpositum lolum arcolis coeriilescenti- viriilihus constiliiluni eernitur ()rbiculninl)us, plaiiis , diametro summo- pere variis a vigcsima ad dccimain uiillimetri parloni , ambulacris hya- linis incoloris mucosis circumscriptis. Maiores ex iisdem areolis adspeetmn a caeteris sane diversum oU'eruut et colore quocjue minus intense distin- giiuntur. Pleraeque cellulis subrotxuido-angulosis pentagonis vcl hexagonis, viridibus tres quinqueccntesiuias niilliinelri ])artes diametro teneiitibus, invicem discretvs , centro diaplianis, ibique punctiila rubiginosa minu- tissinia inclndenlibus consliluuntur. Spatiola cellulis ipsis inleriecta se- dulo evauiinata liueola tcnuissiuia inodio porcursa coi)S]iiciunlur. In aliis areolis cvolutionem provectiorem consequutis cellulae iliac virides partim a fronde elapsae, deprelienduntur , granula interna maiori copia et ad vii-idon colorem vergentia includeutes , tximcpie areola ipsa ex parte omuiuo liyalina , vcl pro lucis inflexione coei'ulescens et lineolis tantum tenuissimis supcrius iiidicalis reticulatini percursa conspicitui'. Cellulis elapsis et dilaceratis magna copia globidi immiscentur sexcentcsimum. millimetri diametro iara adepti , sphaerici , virides. Tandem areolae ma- iores quas colore dilutiore donatas esse supex'ius adnotavimus cellulas tantum includunt orbiculares vel cllipticas, vel et didymas a centesima ad quin(juagesimam millimetri partem diametro varias, sine ordiiic coa- ccrvatas et in niuco tenuissimo iiidulantes a quo compressione facile ex- trjcantui- : turn jjraccipue conspiciuntur colore coerulesccnti-vireute do- natae et centro dilutiores. Quibus omnibus perpensis videtiu' lineolas textum cellulosum in areolis vctusliorilius rffcrciilcs vcras cellulas primilivas definlre, cpiae in areolis maioribus aliain evolulionis direct ioncm consequutae seorsim augentur et inordinate coacervantur : in minoribus vcro ordinate stipantur et coale- scunl: tumtjue singulae novam cellulam interius gignunt granida propa- gationi inservientia sinu foventcm. Color ndiiginosus granulorum ipsorum sul) ccrtis tantum lucis inflexionibus apparct , alias in viridcm conver- titur , atcpc eo proptcrca mediis quibus lux refringitur ct microscopio ACCTORE PROF. lOSEPHO MEKEGHINIO lo3 magis quam naUirac tribuendus: globiilos virides, liberos a cellulis elabi liinc idem esse ac graiiula minora, riil)ii:;inosa in ijisis contenta certis- simum videtur, quomodo vero novas frondes gignanl , sive simul coa- lescant , sive singuli intcgram frondeui producerc valeant diiudicarc ncquimus. Obs. Nonnullae areolae elementis tanta regularitale distribulis ron- Stituuntur, ut j)ro Desmidiea queniadmodum ex. gi\ Enastro quodam primo intuitu suini possint. Eacpie similitude etiam maior facta est a praesentia granulorum riibiginosi coloris , quae punctis rubris in Desmi- dieis fere onuiil)us extaiitibus valde similia sunt : niotu lanien gi'anula ilia carent quo punctula rubra in Dcsmidieis rapidissime circumaguntiu'. Ex CI. BiAsoLETTO descri])tione et icone sane diflicile foret speciem banc agnosccre ct determinare , globulos cnito tarftiim discretes et inordinate in acci'vulos agglouieratos indicavit, et suspicandum est ilium speciem banc magno quidem augniento repraescntavisse , nimis parvo tameu eamdem observasse. Characteres vero in caeteris buius generis speciebus manifestos et haec perspicue praesentat , et conditionibus degit illis ana- logis qiiibus CI. BiAsoi.ETTO suam degentem reperit ideoque iudicavimus banc cum ilia specifice convenire. Tab, XIV. fig. I. Portiuncula pelllculae a septem areolis magni- tudine et evolutionis gradu diversis constituta, centies aucta. I. a. Areola perfecta, quadringenties aucta. 1. b. Portio areolae vctustioris cum cellulis elapsis et globulis iam effusis, et I. c. Portio areolae maioris , eodem augraento. 3. MiCRAl.OA PjNI TURIONUM, BlASOI.. 1. C. p. 49- T. XX. M. 11 frons parva , difformis , Jieibaceo-viriilis , membranacea ; mem- » branula e pluribus areolis composUa , libera, nuda ; areolis vero )i ut in untecedente ». Biasol. Hab. In aqua destillata Pini turiontun: Biasol. Obs. Cum ex descriptione tum ex icone impossibile est diiudicare an species haec reapse a praecedente diversa sit acI non. io{ MONOGRAPHiA nostochineahum itat.icahum etc. Hue pertinent : MiCRALOA ICTYOLABE, BreB. in Utt. yi. strata mucosa, tenuis simo , membranaceo , aeruginaso , ai'eolis mn- gnis , vesiculis parvis , rotundis. Palmell\ Ictyol\be , Kimzc. Mir.RvLO\ \ERur.iNOS\, Ktz. Linnaoa 1. c. p. 371. n." 3, SpU VKROTIIROMBILM AERUC.INOSCM , KTZ. in lilt. Palmella clobosa , AG. Sysl. p. 13. ( \el polius aliorum ) ? Half. In aquis stagnantibus Stuttgart : Martens ; Weissenfels : KilTZING. Obs. Ex spcciminibus siccis diiudicare non possumus iitrum species haec fronde globosa vel plana poUeat: synonymum laiuen CI. Agardh liic ilubitativc adducimus , quum speciem banc a pbiribus illo nomine insignitam accepissemus. ISIiCRAi-OA elabens, Breb. in iitt. M. strata membranaceo, oUvaceo-fusco ; areolis parvis, vesiculis obloiigis. Hab. Falaise , Brebisson. Obs. Ex spcciminibus a CI. auctore amicissime commimicatis, species haec a jiraecedente insigniter differre videtur : mucositate pcne nulla , ita ut frons exsiccata furfuraceum sumat adspectum et chartae vel micae vix adhaereat, dum prior quasi pictura collabitur. Areolae ti'es rpiinquagesimas millimetri partes in diametro ad summum adaequant. Vesiculac quingente.simum millimetri in diametro maiori, tres duo-mille- siraas millimetri partes in minore tenent , globuli itidem oblongi sunt et lucentissimi. Auctor tamen ipse monet speciem banc praecedenti valde aflinem es.se. MiCRALOA ROSEA, Ktz. Linuaca 1. c. p. 871. n.° 4- M. « strata submucasa , tenuissima, membranaceo, rosea j e glomeruli s » globularum. globasis raseo-carneis compasita ». Ktz. Hub. In fossis Cliara putrcfacta rcplctis : Kutzing (Ilalle). AUCTORE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO Io5 Obs. Aquarum superficiei innatat sub forma mcmbranae tennissimae, i-udis , pallide roscac , mucosae facile secedenlis: Ktz. Hanc quoque sub nomiue Spliacrotlirombii amicis communicavei-at. MiCRALOA VIOLACEA, BrEB. in litt. ( Species mihi nomine tantum nota. CI. Auctor animadvertit : (( an praecedentis varietas? » ). MicRALOA oLivACEA , Ktz. Limiaea 1. c. p. S^i. n.° 5. M. « strata olivaceo , e glomerulis globulorum subsphaericorum inae- 1) qualium constituto ». Ac. Protococcus glomekatus , Ag. Bot. Zeit. 1827. 11. p. 649. Hab. Ad Carlsbad in spelunca rupestri : Agardh. NOSTOC, Vauch. Char. Frons gelatinosa definita, plerumque globosa, expansa et plicata tandem cava , vel sphaerica solida , filis monilifoniii])iis curvatis farcta ; articulis maioribus demum elapsis totidem novas frondes constituentibus . Obs. Species a nobis observatae in duas series distingui possunt. In prima enim eas species comprehendimus , quarum frons strato periphe- rico poUet fdis arete stipatis inslriiclo, ct materiem mucosam tenuioreni fdis laxius disposilis percursam includentc. Huiusmodi frons scrius cava efficitur , interiore enim substantia elapsa stratxim pcriphericum tantum remanet vesicae formam referens. In altera vero , species adnumerantur fronde sphaerica vel A^arie lobata inslructae, cpiae tamen numqnam cava vel vesicaeformis efficitur, fila enim in inleiiore ct ccntrali eiusdem frondis parte coacervantur, et strato peripherico filis carente obvolvuntui'. Tam vero species ad primam seriem cjuam ad secundam spectantcs demersae et terrestres occurnmt , siugvJac tamen certa habitationc donantur. Serie II. Tom. V. o 106 JlONOr.RAPHI.V NOSlOrillM-.AUVM ITALICAnUM ETC. Quoad filorum inouiliforiniiun struclui'am communis est opinio cadem a £(lobulis liberis in lineam coralli aut margaritarum uionilinni inslar se- rial is consliluta esse. Saepe tamen occurrit praecipuc in \etuslioribus spt'ciiniiiibus , j;lol>ulos inter so dissilos ct sununopcre laxos (piam([uani nuUo \iiiodo, \isii dc|)rfliendcndo , inter se vinclos, in serieni tanicn co- haerere : et huiusmodi fda , cliamsi compressiouc inter laniiiias vilrcas a mucoso frondis subslrato expriniantur, contiiniitatem tamen servant in- le£;rafnie natant et yicv aquae oursum circumfernnlur. Adde in nonnuUis filis arliciilos globosos per Iraclus jiius niiuusvc longos (piaiuloquc desi- derari , ibique tububnn diaiiietro valdo niinorem eorum locum tenere. Numquam Acro indicium idlum couspicitur lubuli exterioris in quo ar- liciiU illi glol)osi indudantvir. Patet hinc globes illos liberos lion esse et lanluin conliguos sed reapse continuos, hoc est ununiqnodcjuc filum tubulo conslare per spatia aecpiidistantia regularitcr constricto articu- los([ue formante, tot distinctos globulos referentes. Hoc enimvero ab evo- lutionis processu quoque patet per quam fila eadem efforraantur , ab initio scilicet uscpie fda apparent brevia et paucis globulis constituta , quae scrius articulorum sive globulorinn niuncro increscente elongantur ct flexuosilatibus suis frondem farciunt , nee unicpiam depi'elienderc est globulos initio liberos per iuxtapositionem seriari. In statu vero depe- ritionis articuli illi coUabuntur, tumque fdum cylindricam formam dia- uietrumque longs minorem consequitur, tandemcpxe materies viridis eodem iuclusa \cl rcsoi'betur \cl elabitiu' et tubulus diaplianus et incolor ocnlis quidem et ^itris latet , sed tractus e globulis adluic efformatoSj vel glo- bulos adlmc hie illic extanles vinculo nectit. DifTerunt hinc fila huius- modi a parvis illis seriebus globulorum in nouiniUis Palmellis monile ilidem simidantibus , quae reapse a sola fortuita conliguitate globulorum producuntur. DilTennit insnper a fdis Anabainainnu , quae duplici tu- bulo semper constant , exteriori nempe cylindrico et continue , interio- rique moniliformiter articulato. Globuli ipsi cp.ioad formam varii appa- rent in diversis speciebus , examine tamen diligentiore compertum ha- buimus eorumdem lormas in una eademque specie pro vitae aetatibus summopere variare , ct rationem patefacere qua globuli ipsi numero increscunt el fda elongantur. lidem sphaerici initio sunt , dein in elli- pticam vel subtelragoiiam formam vergnnt , tandemcjue dimidiantur fonuamque plus miinisve perfeclc hemisphaeric.am praeseferunt, et hmc didymi conspiciuntur : hi iterum sphaericam formam consequuti casdem subeunt vices et sic pon'O. Aur.TORE ri\OF. losEPiro meneghinio to" Hist, riiircs Imius generis species a rcmotissiinis (piidcm temporibus iiolae , propter earuimlem evlerioribus circumstaiitiis asscrvalain et iii- lennillciitcin vilain hypotlicsibus mine leinporis omnino a scientia dclclis ansam praebuerc. Aliae laincu ct gravissiinac tlissensiones quoad varies huius generis species , apud auclores extant. CI. Wallhoth as.seriiil se verum Nosloc coniiiimie apollieciis inslructum iineiiii;se , spceiemcpie illam a c.ietcris seiungens genus Tltrombiuni constituit quod Liclienibus ainandavit. CI. Fries simul cum Nostoc commune et alias cpioquc spe- cies terrestres ad Byssaceas pertinentes iudicans ct CoUeraatibus afliiies, liinc ab Algarnni familla excludeiidas , species demersas lanlum inter has poslremas recipicns noviun proposuit uonien LtuUtia , aiititpiius illud Nostoc servaus ad species iam antiquitus notas designandas adhi- bitum et Byssacearum familiae adscribens. Quae.stionem lanli momenti resolvere nobis eerie non est qui inter- Iropicalem illam Byssacearum familiani per dissita et imperfecta membra tantuui iiovimiis; hoc tamen addei'e possumus , CoUematum fi'ondem ab ilia Nostocomm sumnioperc dilTen-e : quaecumque enim sit CoUematum morphosis eorum tamen frons hypolhallura a thallo apotliecia excipiente nou colore scd slructui-a distinctum semper exliibet : eorumdem vero gonidia asynthelica evoluta et anamorphiee frondem liypolhallo carentem eirormautia nuuiquam vidimus. Qua de re praeter immortalia CI. Fries scripta consulendae sunt qiioque observaliones quas iiuper CI. Korber ia Diario Ratisboneusi edidit (Flora i84i. i4 ian. ). SERIES PRIMA Frons strato pcripherico~filis moniliformibus arctc implexis farcto , mu- cositatem tenuiorem Clis laxioribus pcrcursam includente instructa, tandem cava vesicaefonnis. I. Nostoc commune, Vauch. Conf. p. 223. PI. XVI. f. i. N. fronde expansa , diffbrmi , pUcata , luidulata , viridi , filis monili- formibus crassiusculis , articulis sphaericis duplo mmovibus inter- iectis terminalibusque. Tremella Nostoc , L. Sp. PI. p. 1C25. — E. B. t. 461. LinCKIA TBRKESTBIS etc. JIicH. Nov. geu. 1*1. p. 1J6. T, 67. f. 1. I08 MOKOOnAPIlIA NOSTOCIIINEAnUM ITAI.tCAnUM ETC. Tbemella tebhestkis etc. , DiLLEN. Musc. p. 59. T. 10. f. 14. Foods TnEMELiA-Nosroc , Gmei,. Fuc. p. 223. Lmr.Kiv No-sTor. , Rtii. Cat. 111. p. 3^15. Tbemell\ atbovibens, Bull. Hist. d. Champ, p. 38. T. 2. f, 1. cl p. 995. T. 184. KosToc vulgabe, ^VAnLE^'I. Fl. Lap. I'LVA AETHEREA , DC. Fl. fr. V. p. 3. Thrombium Nostoc , NVallb. Crjpt. I. p. 995. Hub. All nudani Icrram , in licrbiilis apriciscpic ubique , iove plu- \ioso. Descript. Frons obsciirc virulis , olivacea vel luteo-viridis taiulcm et coerulesceiis, niliila , initio globosa , pai-va , cito vero extenditiir , pli- catur, magnasque adipiscitur dimcnsiones: siccitate contrahitur et in cru- stam nigrescenlem, rugosam , nitentem ai'cscit. Fila monilifonnia flcxuosa copiosissima , diainctro circiler ducenlesinio-fpiinqiiagesiinam millimetri partem crassa; varia enim in spcciminibus innumeris in examine tradilis nobis occurrerunt a septem duomillesiniis ad duocentesimum millimetri, quae varietatcs speciflcas forsan dilFcrentias indicare possent nisi exterioris fonnae tanta esset versatilitas ut nulla tam peculiaris adsit cpiam gra- dationes intermediae cum communioribus non devinciant. Globulos ma- iores perfecte sphaericos diaraetrum trium ad quatuor quingentesimarum milliniclri parlium adipiscentes, leiTninales tantnm occiirrere auctores asscfunt; attanien inlermcdios quocp.ie vidimus et suspicamur auctores in earn sententiam incidisse a facili secedentia filoi'um ibidem praecipue ubi glohuli illi maiores adsvuit , cpiae a compressione inter laminas vi- treas \cl a disscctionc producitur. Ol)s. Ill prima tantum huiusce speciei aetate deprehendenda est in- terior substantia acjuoso-gelatinosa , qua cito elapsa frons excavata potius quam vesicaeformis eflicitur , stratum enim periphericum I'ationc habita cavitati intcriori multo crassius est ac in caeteris omnihus speciebus. 2. NosToc vEsiCARiUM, DC. Fl. fr. Ed. m. T. II. i8o5. p. 3. n.° 4. ^. fronde globoso-pltcata , viridi lutescente, muco viscoso interno elapso , vesicaeformi , cartilaginea , Jilis curvatts tenuibiis, aj'ticulis duplo maioribus crebre interiectis terminallbusque. Tbemella vEsiCARiA, BuLL. Champ, p. 221 T. 427. f. 3. Flab. Inter muscos , in udis Euganeorum. AVCTORE PHOF. lOSEPHO MERrCHIKIO 1 09 Dcscript. Fi'oiidis diamctnis a millimetro ad jioUiccm umim alle- nunve variat. Color in froiiddjiis ininoriljus obscure viridis ad luteo- fuscuni in iiiaioribiis vni'git. Subslaiilia finna, carliiaginca succum A'iscoso- iluidum iiicludcns, serius subslantia gclatinosa elapsa vacua, vcsicacformis, membranacea. Fila moniliforniia in substantia intcriore summonere laxa in strato cvlcrno inulto niagis curvala cjiiam in Nostoc commune , dia- mctro minora, vix enim tria miUimillimetva atlingunt : globuli vero maiores sphaerici , duplo crassiorcs, crebri occurrunt ct nonnumcpiam nullo minore interiecto Iractus phis uiinusve longos constituunt. In adul- tioribus individuis fda varicosa quandoque occurriint. Obs. In Euganeis specimina minora tantum hucusque invenimus , nullum enim ad polUcera pervenit , eadem tamen omnibus charactcribus cum illis convcniunt quae CI. Lenormand a Vlre et CI. Bredisson a Calvados largiverunt. Omnium minima solida initio sunt et exsiccata quoque itcruinque madefacta solida servantur, tumcj^ie facillimc, exterius tantum conspecta, cum Nostoc lichenoide coufundi posscnt, intei-ius vero longc differunt. 3. Nostoc verrucosum, Vauch. Conf. p. aaS. PI. VI. f. 3. N. Jronde magna , globosa , initio solida , extus subcoriacea , intus ge- latinosa , tandem cava , vesicaeformi , bruneo-viridi , -verruculosa ; Jllis curvatis , Jlexuosis , tenuibus , dense compactis et intricatis , initio subaequalibus , demum monilij'ormibus , articulis crassioribus sphaericis terminalibus et itUeriectis. Tbemella ^-errdcosa , L. Svec. p. 429. LmcKiA \EEBUcosA, Rin. Cal. III. p. MS? TkEMELLA FLUVIATILIS Clc. DlLLEN. Musc. Tab. 10. f. 16. LiNCKiA PALUSTRis etc. Micn. Not. gen. PI. p. 126. T. 67. f. 2. Nostoc coriaceum , Ac. Disp. p. 44 ( non Syst. nee Vauch. ). Hab. In rivulis nemoris IMantelli agri Tenisini , saxis adnascens. Descr. Frondes bipollicares, globosae saxis demersis vel irroratis adnatae bruneo-, vcl fusco-virides , siccitatc aeruginosae variegatae, nitcntes, adul- tiores superficie verruculosa donatae , intus substantia gelatinoso-aquosa cito defluente farctae , strato solidiore circumscriptae , post interioris substantiac elapsum vesicam referentcs. Fila intus parciora et laxe impli- cata , extus magis curvata et densa a tribus ad cpiatuor milliraillimetra V I 10 MONOCHAPIII.V NOSTOrillNEAnrM ITAI.ICAIIUM ETC. rrasSci articulos sphaericos , tliliitioros, cliiplo crassioiTS \ioii lanliim tor- minalcs scd et intcrieclos, quandoquc phires shmil scriiilos jnacbcnt. In iiinioribus fronilil)us fila saepe subacqiialia conspiciiuilm' ct fere cylin- drica articulis vi\ dislinclis , quibus pcvfeotiiis cvohitis moniliforniia evailtint. Ii» slralo \cro cxieriori \cluslanini iVondiuin fila (jiiaiidocjiie i-esoliila occumiiit , arliciilis oblongis , cylindraceis, sphaericiscjiie simnl i'oinnii\tis et invicem discretis allaiticn seriatis. Obs. Sj)eciiniiia a nobis leela dillerunt a Falaisiensibiis quae Clariss. Brebisson largivit , consistentia froiulis niaiore ct colore dilutiore. 4- NosToc sphaehicum, Vauch. Conf. p. 2 23. PI. X'S'I. f. 2. N. fronde parva , globosa , olivaceo-viridi , solicia , iutus aqitosa , fills impUcatis crassiusculis , articulis maioribus interiectis termirudibusfjue. Tkemf.lla spnvERin\ , Tom. Encycl. n.° 23. Tbf.mf.li.a gbarci.ata , L. Syst. Nat. Ed. XII. Vol. III. p. 720. Trf.mcll.i globosa etc. Welss. Crjpt. 28. Conferva pisim , Oed. F1. Dan. T. GOO. f. 9. ( p.irlini ). LiNCKiA CKANULATA , Rth. Keu. Bcitr. I. p. 297. , Cat. III. p. 342. NosTOC. PUSiLLUM , MouG. el N. n." 799. Hab. Ill rivulis ct fonlibus aqiiantm didchim, ad saxa vix demersa vel taiitum irrorata, in Etiganeis, in agi'o Veronensi et Genuae. Val Pantcr.a , Ci.ementi. Descript. Frondes saepe gregariae a diinidio miUimetro ad duo cen- tiinetra et ultra diametro perveniunt, formam perfecte sphaericam su- perficicinquc laevem nitidam semper sei'vantes. Colore donantur intense olivaceo-viridi , senectute lutescentc. Substantia interior aquosa pellucida, suminopere elastica arete cum tenuissimo exteiiore strato connectitur nee facile elabitur , ut in vesicario et verrucoso. Fila in interiori sub- stantia insigniter laxa abscpie ordine distributa , parum flexuosa , in cuti autcin externa flcxuosissiina et arete implicala diametrum plerumcpie servant quadringentesimum milliuietri , articulis cpiarta parte maioribus perfecte sphaericis intensiuscpe coloratis in flexionibus vel extiemitatibus niorum pcripheriam versus conspicientibus sitis. Species haec cxsiccala et ileruui madcfacta nonnumqiiam gratissimum spirat violae odoiem ; sicuti Clu-oolcpi species nee non aliae cpioque algae ex hac ipsa Nosto- cliioearum familia. AUCTORE rnOF. lOSF.PHO MENEGHINIO I I I Obs. Ill nonnuUis S|ic(;imiiiil>us a CI. Lenormand largitis , fila vari- cosa ocfurriitit, c |)liiril)iis lauiqiiam inordinate coadunalis coiiijjosila diamctro usque ceiiliiniHiuietruiii adipisccntia. Caeteriiin specimina no- stra j)erfecle conveniunt ct cum LcnonnaucUunis ct cum aliis nobis a Clarissimis JIartens ct Wallroth bciieyole communicatis. Non omnia tamcn synonyma hie adducla eamdem merenlur fidem; multae enim ct (juidcm diversissiniae res globulaiem adspectum et naturam gelali- nosam huic plaiilae propriam praeseferunt et indistinote a veteribus coaccrvabaiitur. Sed ncc in recentiorilius omnino fideudum censem'us , in haiw; cuim suspitionem adducti sunius lam a summa huiusce speciei exterius larilum conspc< tae cum aliis ut exempli gratia cum Kostoc li- clienoidc similitudinc , cpiam ab habitatione eidem varia a vai'iis aucto- i-ibus tributa. Vaucher eamdem terrcstrem dicit , Agardh et Sprengei. demersain ; Bredisson et Welwitsch eaindein in udis Ici^erunt. Ipsi de- mersam lautum vel abundc inundatam taiitum vidimus eamque a Nostoc lichenoide, dimensionibus maioribus, consistentia multo minora, colore viridlore et praesertim substantia interna aquoso-mucosa cuti externa solidiori comprelicnsa, liinc ct fdis non miiformiter dislributis sed intus laxioribus , extus arclis, diamctro maioribus ct globulis maioribus eviden- liori regidaritate distributis apprime distinguimus. 5. NosToc coerulelm, Lyxgb. Hydroph. p. 201. n." 6. T. G8. B. Grev. Scott. Crypt. I. n.° i3i. N. fvonde parva globosa , solida , intus aqunsa tandem vesicaefovmi , laevi , coerulea , subpellucida , Jilis cinvatis , articuUs sphaericis maioribus terminalibus , et regulariter interiectis. Hab. Ad plantas submersas in fonliljus atpiae dulcis in Euganeis. Descript. Frondium diametnis variat a linea una ad quatuor: color plus minusve intense aeruginoso-coenileus , senectule plenimque pallidior, siccitate nonnnmquam obscure vircscens. Sphaericae quidera sunt semper tamen aflixae rare grcgariae. Fila in strato peripherico non multo spis- siora ac in substantia centrali, ratione habita caeteris speciebus minime tennia quemadmodum ab auctoribus dicuntur , eomm enim diameti-us constat ducentesimo millimetri: articuli maiores ad filorum extreroitates I I 3 MONOGRApnrA NOSTOCHISEARUM ITALICARUM ETC. ot post vigiiiti circitor ininoruin irgularilcr inlcriccti repcriiinlur , mi- norcs vcro quoquc lonnain coiistanter s|iliacricaiu sci-^-arc vidcntur. Obs. Species hacc N. sphacrico tpioail lUmensiones, forinam perfecte sphaericain el atlspectum priino intuitu A-aUle similis , diU'ert tamen prae- tenpiam colore , ct slructura diversa , et mucositalc insigui qua chartae arclc ailiuuTOl cl quasi piclura coUabiluVj ct quia niuscis vel aiiis plantis submersis parasitica quoilaniinodo iunascitur duni N. sphacricum saxis \ix adhaei'ct vel libera natat. Specimiiia Euganca dilTenint a Falaisiensibus «niae Cl. Brkdisson ct Lenormakd largiverunt , colore intensiorc et con- sisleiitia nou nihil niaiorc. Iluius speciei varictatem, spongiosam, extare e\ litteris Cl. Brebisson novimus, eiusdem vcro cliaracteres nobis latent. 6. NoSTOC RUFESCENS , Ag. Syst. p. 22. \l.° IQ. N. Jronde initio gelatinosa , tremejite , serius firma , tandem vesicae- forvii , globosa vel laciniata , filis nionUiformibus Jlexuosissimis , articulis sphaericis maioribus regulariter interiectis terininalibusque. NosToc RUFESCEKS , Bbf.b. Alg. F.il.iis. p. 37. n." 8. PI. IV. Ktz. Dec. Alg. aq. dulc. IV. n." 31. Hub. Ad parieles ct liloere natans in aquariis Horti Patavini. Descript. Iluius speciei formae, pro aetate, adeo diversae occurrnnt ut ipsi vix crcdercuius easdem omnes hue indistincte spectare nisi iterata observatione evolulionem ct successivas mutationes persequuti essemus. Monuil iam Cl. Brebisson plantaui banc in iuniore sua aetata Palmellam hyalinam fpioad adspectum simularc; et rcapse frons turn tcnuissima apparct , summopere gelatinosa, pcllucida, lincturaque aeruginoso-viridi omata. Si chartae turn vel micae superimponatur margines frondis le- vitcr nibcnt , charlaquc ipsa areola rubra frondein cingente notatur. Aetatc progrcdicnlc frondes forinam sj)hacricam suscipiunt , excavanlur et tauKpiain vesicae libere natant, vel latcralilcr afilxae corporibus sub- mersis insident. Color dbscure viridis vel viridi-rufescens fit, substantia firma opaca. Dimensiones variant a linea ad pollicis diinidiiun ct ultra. Maximas tamen adcplac dimensiones dilaccranlur el in fonna membranae irrcgularilcr lacinialae aquae supcrficici innataut. Fila inlcrua in iunio- ribus frondibus bxa, in sphaericis substauliam tenuiorcm sinu foven- AUCTOHE PftOF. lOSEPHO MESEGHINIO 1 l3 tibus, reiitro laxioni ad ainbituui spissiora, in vetiistioribus tandem fle- xuosissima cauulem semper crassitudinem nimiruin triuin inillimilliTne- Irorum servant, arliculis inaioribus tcrthi parte maioribus, rpictnadniodum in sjiccio praecedente post viginti eirciter minoruni uniforuiiter interie- ctis , terminalibusque. Obs. Nisi praesto esscnt specimina a CI. Kutzing in venali sua col- lectione emissa , et a CI. Lenormakd humanissime largila identitatcm huius nostrae cum specie Agardhyina vix asserere audcremus. Speciuiina ilia cum Kvitzingiana turn Lenormandiana plantam in iuniore suo statu praebent , et cum iuiiiorilius a nobis obsei'vatis ct lectis perfectc con- veniunt. Nee ilia tanicn nee adulliora phrasi Agardliianae perfecte qua- drant in (jua frons « vesiculosa^ tremens, cava, plicata, laevis, nifescens » dicitur. CI. tamen Bredisson in humanissimis suis littcris nos monuit varietatem huius speciei extare qiiam illc sub nomine a'ar. viridcscens adnotavit, cui forsan haec nostra adscribenda est. CI. Welwitsch spe- cimen communicavit in calidariis Horti Pragensis lectum quod dubita- tivo nomine insignivit : Nostoc confusum vel verrucosum? Frons eiusdem globosa , parva , semipoUicaris , gelatinosa subsphaerica fuisse videtur , colore luteo-rufescente e fusco-viridi variegato : fda crassiuscula ducen- tesimum nempe millimetri, articulis cum sphaei'icis, tum ellipticis ma- ioribus centesimo-vigesimam quintam millimetri partem aequantibus ir- regulariter intermixtis. Formam banc qua exterioribus characteribus cum specie Agardhiana convenientem hue memorare voluimus. Tremella cuprina , Bry. a CI. Agardh hue dubitalive inscripta , nobis plane ignota. Huius seriei sunt : NosToc MouGEOTii, Breb. in lilt. N. V. fronde solida , laevi, atr'Oi'ii-idi n. Breb. Nostoc ^taftticosoM , Mouc. non alior. Ifab. Falaise : Brebisson. Obs. AUatis characteribus CI. Brebisson speciem banc a vero Nostoc vei-rucoso differre contendit. Quoad structuram roicroscopicam , quantuui Serie II. Tom. V. p Il4 MONOGRAPHIA NOSTOCHINEAHUM ITAMCAIICM ETC. ill spcciminibus siccis cxuminari potest , ab illo itiilem difierrc vitlctur. Fila (Jiuiuclro varia a (|uiii(juu cluoniillesimis ad qviatuor uiillesiinas mil- limetri partes , articuUs maioribifs sex millimillimetra crassis interiectis tenniualibusque. NOSTOC PRUNIFORME , Ac. D'lSp. p. 45- Lyrgb. Hydr. p. 200. T. 68. A. Brki.y. Glean, p. 48. T. ig. f. a. N. « fronde solUaria , sphaerica , laew , olivacea , gelatinoso-coriacea , )) intits aquosa,Jilis implexo-crispatis «. Ac. LiNCKu rivL'NiFOBMis , Utu. Cat. HI. p. 343. Vlv.v rniMFOBMi.s , I.ix. Siioc. p. 433. non Gunn. Tbfmell.v fbcmfoumis , llxn. Fl. G«rm. III. p. 548. Hab. In lacubus Daniae : Lyngbye. Germaniae: Agardh. A Peters- bourg misit CI. Lehormand. Obs. Pulcherrima haec species cum nulla alia unquam confundenda, filis poUct vaklc flexuosis quatuor millimillimetra crassis articulis duplo maioribus raro interiectis , saepius terminalibus , fere semper geminatis, vel duobus magnitudine intermediis comprehensis. NoSTOC CONFUSUM, Ag. SySt. p. 2 2. n." 1 6. N. II fronde tubulosa supeme dilatata , sinuata , tandem in laciniis pli- » catis , lobatis , dilacerata ; Jilis crassis, rigidis , parum ciirvatis ; » ariiculis maioribus sphaericis vel ellipticis , facile secedentibus «. Breb. ( a Gallico trad. ) Alg. Falais. p. 38. n." 9. PI. IV. RiVCLARU CIC.VNTE.V, TrELTEP. RiWLABU LiNCKiA , Rth. Neu. Beytr. I. p. 2C5. L'lva papyhacea , Bai.bis? Miscel. alt. p. 38. LiwcKiA , Web. el Modb. Arch. 11. N." XVII. p. S13. llab. In slagnis Germaniae borealis : Agardh. Falaise: Brebissok. Obs. In specimine a CI. Wallroth largito fila serpentina nee rigida occurrunt , diametro varia a tribus ad quatuor millimillimetra , hinc non crassa , articiUis duplo maioribus , sphaericis nee unquam ellipticis inor- dinate intennixtis. Quibus omnibus innixus , et algam a CI. Lekormand lioc eodem nomine insignitam missam ad mentcm revocans quam ad \ AUCTORE PnOF. lOSEPnO MENEGHINIO II.') genus Cylindrocjslis ainandavimus : praeterea et iconcm CI. Bredisso?; ])erpendentes iurc dubitamus clarissiinum ilium Viruiii , speciem hanc rile giiovissc. Addc ipsum phintam inisisse Falaise Icclain hac indica- tione : « Nostoc sp. nova , natans vesiculosum , crispum , fuscum )■! quae quoad fiiiorum distribulionem, diinensiones et adspectum cum Isostoc ronfuso apprime convcnit: allatis tamen charactcribus, coiisistentia prae- cipuc iiiugis gelatinosa et colore in lutescentem vergente ab eodcm dif- ferre videtur. SECTIO SECUNDA Frons S[diacrica vel lobalo-foliacca solida riumquam excavalaj filis moni- liformibus uniformiter distributis vel ad centrum coacervatis. ■y. NosToc I.ICHEBOIDES , Ac. Syst. p. \Cj. n.° 3. ^. frondibus sphaericis , gregaiiis, minimis, duris , elasticis , oUvaceo- lutescentibus vel nigrescentibus ; filis diamctro variis obsoletis , laxis, articulis sphaericis caeteris vix maioribus inordinate dispositis. Nostoc licbehoidbs , Vauch. Conf. p. 227. PI. XVI. f. 5. quoad partem. Ktz. Dec. V. N." 43. Nostoc muscobum , S- lichenoides , Ac. Syn. p. 132. Hab. Inter muscos et in rupium fissuris in udis Euganeorum. Cum Microcystide rupestri et Paroliniana in crypla Oliero : 2,anardini. In Arona ad Verbanum : De Notaris. Monte Corao: Orsini. Descript. Frondes minutissimae a quinque millimillimetris ad milli- metrum variant , hoc raro excedunt : plerumque perferte spliaericae , ailsunt tameu elliplicae , ovales et oblongae : semper aggregatae , raro tamen confluentes , omnium minimis exccptis quibus maiores obsitae sunt : durissimae sunt ideoqiie difiiciUimc inter laminas vilreas comprimuntur ad penitiorem earumdem structuram uiicroscopio indagandam ; et adeo elasticae ut compressionc ablata iterum in formam sphacricam reddantur. luniores olivaceo-lutescentes et "pellucidae sunt , vetustiores olivaceo- nigrae. Fila semper laxa obsoleta , diametro varia, a quadringentcsima 1 iG MOXOORAPHU XOSTOCIIINTAniiM ITALICAnUM ETC. ad ducentesimo-quinquagcsimam inilliinelri pnrtcin , arliculis jicr longa intervalla collapsis eliaiu in frondibus minoribus, in cjiiibus filuin unicum vix ourvatuin saepe diametrum tenens conspicilur. Articuli maiorcs a (Hitcris forma spliaerica magis quam diauiclro dislinguunlur , constant cniiu vix ducentesiino millimetri , et saepe occurrunl per tract us plus minusve longos continui nullo minore interiecto , alias omnino deside- rantur. Adsunt etiaui fila ab articulis sphaericis omnino constitula , his tanien discretis , distantibusquc , inlermediis collapsis cvanidis(pe. Ol>s. Species Agardliianu typica videlur cpiamquaui panels verbis de- finita ; plantae nimirum hoc nomine in herbariis insignitae sicut ct illi a CI. KiiTziNG productae qucmadmodum huic nostrae apprime respon- dens. Species enimvcro Vaucheriana impei-fecte descripta ct iconc exhi- bita adeo anxbigua est, ut auctores sunimae auctoritatis non dnbitarent eamdem cum unius timi alterius speciei formam indicare , inio ad Li- chenes relegare. CI. Sprengel illam ad Pai-meliam fascicularem pertinere autumavit ; Agardh ipse speciem Vaucherianam tainquam^ varietatem Nostoc miiscorum in antcrioribus suis operibus adnotaverat ; CI. Poiret tandem illam cum CoUemate (juodam associavit sub nomine Tremellae nigricantis. CI. enim Vaucher « frondem expansam , mcmbranaceani , » crispam , nigram , granulis magnitudine summopere variis obsitam , » licheni tremelloideo simillimam « describit ; caeterum frondis huius- modi structuram nee descripsit nee indagavit, ideoque suspicamur que- uiadniodum et nos Nostoc UchenoUlem pluribus aliis Nostochineis super- im))ositum et adnatum deprehendimus, itidem CI. Vaucher evenisse el frondem illam expansam , mcmbranaceam, vero Nostoc lichenoidi alie- nam fuisse , eamque in causa extitisse cur de hac planta admodum vulgari tot variae sententiae proponerentur. 8. Nostoc macrosporum, * N. Jronde minutissima solida , poljinorplia aeruginoso-vitidi , Jilis cur- vatis crassissimis , articulis subc/uadratis maioribus sphaericis inter- iectis , terminalibusque. Nostoc crassispoiilm , Men. Consp. Alg. Euk. p. 7. Hub. Inter .Muscos et Scytonemata in fissuris rupium in Euganeis. ALCTOnE PROF. lOSEPIIO MENEGIIINIO I I 7 Descvipt. Frons tot sumil foraias tjiiot sunt fiii inlenii siuninopcre Auriae ilisposilioiu's. Siin|)licior forma ilia est ubi filnin rrclum \cl jiarce ilexum occuiTil : lunujne Irons cj lindrica , aequalis , filiforniis adest. Saepius filum spiraliter contortuin tlecurrit cxtrcinitatibus protensis ct frons ovalis , fusiformis vel et cylindrica extremilatibus tantum acumi- nalis conspicitur. Fihiin rectum vel parcc flexum ad extremitatcm con- volvitur vi'l in arctam spiram, vel in noduni ])lus minusvc implicalum et frons clavaefonnis evadit. Nonnumcpiain fdum spiraliter convolutuin post duos tresve passus nonnihil protenditiu- , fronsquc coustricto-loracn- tacea idem recipit , articulo sphaerico constrictionibus semper rcspon- dente. Tandem filum in glomendum subsphacricum convolvitur et frons globosa , quod fretpienlius est , occurrit ; saepe tamen frondes ipsac globosae coUum cmittunt filo unico longitudinaliter percursum in aliam minorem frondem transgrediens. Fila ilia caetcrarum omnium specierum diametrum longe superant constant cnim fere centiraillimetro , rigida sunt et curvata sed parce flexuosa ratione habita caeteris speciebus. Articuli spliaerici caeteris maiores hyalino-lutescentes per intervalla oc^ cuiTunt, in frondibus minoribus saepe desiderantur vel terminales tantum adsunt: in nonnuUis ut ex. gr. in eonslriclo-lomentaeeis certum habent locum nee alibi conspiciuntur. Caeteri vero articuli formam didpnam constanter servare videntm', tinctura viridi ornantur et punclis obscu- rioribus notati sunt , quae in unocpioque dimidio inordinate distribuuutur, artieulis vero ipsis serins dimidiatis in duplicem seriem transversfim coUocantur. Articuli tandem maiores ad fines, quiljus cum caeteris iun- guntur globulum minimum intensiusque coloratum aflerunt. Quae con- ditiones omnes et aliis quoque speciebus communes sunt , in liac vero clarius in conspectum veniunt propter magnas prae aliis dimensiones. In provectiorc aetate articuli coUabuntur et fila attenuata , vacua , dilace- rata vix cpiingentesimum millimetri diametro servant : sed articuli sphae- rici in his qiiofiue filis persistunt intensiusque luteo-colorati videntur. Alia quoque observatio pi'aetermittenda non est cpiamquam huic speciei non exclusiva et Nostoo lichenoidi aliisque communis: frondes nonnuUae hyalinae et excolores occurrmit tamcpiam essent Acsicula loculosa vacua rircumscriptac , filaque materie mucosa colorata earumdem cylindricam forinam servante obvolvuutur sicque diametrum triplo maiorem conscqui videntur. Obs. Genus Monormia a CI. Berkeley constitutum ( Gleang. N.° 5. I 1 8 MO\0(~.llAPHIA NOSrOCHINF-Ani'M ITAUCAnUM ETC. |). 4*-"'- l- '8.) cliai-acteribus siijicrslruitiir in hac quocpic nostra specie deprchenilcndis , praecipiius enim ille est cjiiod filum unicum flexuosila- libus suis integram frondem vel fiondis ramos percuriat. Memorabilis itacpje haec species ad £»cneris cpiocpie illiislralionem ])lurinnini confert, deinonstrat enim novum illud genus a Nostoc niinimc evcllendiuu esse. Nostra enim Nostoc lichenoidi certe summoperc aflinis est : difiert tamen insigni fdorum crassitie , solidilate minore, fiondibus polymorphis et peculiaribus filorum dispositionibus. Cum Nostoc ininuto, Desmaz. par- vitate tantum frondium convenit ; filis vero Iriplo ct ultra crassioribus et laxis , cpiac in illo maxime arcta ct implicata sunt apprime distinguitur. Tab. XIY. lig. a. Frondes nonnuUae augmento centum quinqua- ginta diamctrorum exhibitae. 2. a. Duo fragmentafiloruui, quadringenties adauota. g. Nostoc foliaceum , Ac. Syst. p. iq. N. fronde membranacea , erectiuscula plicata, oUvaceo-viridi, fdis te- jniUms vakle Jlexuosis saepe obsoletis , articuUs globosis inaequaliter ilistributis. Hab. Ad muros disruptos in moeniis Patavinis, vere vix incipiente. Descript. Frondes foliaceae , membranaceae , plicatae, varimode con- tortae , pollicares , olivaceo-virides , siccitate nigrescentes , pellucidae per refractionem olivacco-lutescentes. Fila tenviia diametro a tribus ad tpatuor millimillimetra varia, flexuosissima , densa, sacpe obsoleta , artieulis in- distinctis vel globosis laxis. Globuli niaiores saepe desiderantur , alias magna copia adsunt ct tractus plus minusve longos fdorum ex integro cfliciunt , diametro constant filis duplo maiore. Obs. Et adspectu quoque et statione facile species haec distinguitur a Nostoc communi cui quoad cliaracteres externos nonnuUos similis vi- detur. In formam vesicae numquam tumescit , slructura enim tota uni- formb, membranae ad instar extenditur et lobis plicatis humiditate erigitur : saxis innascitur et hyeme vix cessantc evolvitur quum Nostoc commune nondum non apparet. ACCTORE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO I 1 9 10. NosTOc MUSCORUM, Ag. Disp. p. 44 } Syn. p i32, Syst. p. 19. V. /ronde papilloso-tuberculata , subcoriacea , aU-oviriJi , filis tenuibus, Jlexuosis , serpentinis , articulis maioribus spfiaericis terminalibus vel ad Jlexiones superficiem versus sitis. Hub. Ad Muscos in uilis in Montibus Tendae: De Notaris Descript. Frons foliacea , lobato crispa , viridi-nigrescens , superficie tola papillis inagnis obsila ; fila a duo ad quatuor millimilliirietra varia, articulis in Icnuioribus fdis oblongis discretis , in caeteris didymis, ma- ioribus sphaericis vel terminalibus tantum vel in flexionibus superficici proximioribus constanter sitis. Obs. Hanc speciem CI. De Notaris communicavit sub nomine Nostoc lichenoidis. Quid vcro pro Nostoc lichenoide habendum sit superius ad- duximus , et hanc cum alia hac specie Agai-dhiana propter allatos cha- racteres arbitramur ; non omnino vero suspicionem excludentes hanc potius ac illam speciem Vauclierianam reapse referre. Hoc tamen cerium est , Nostoc lichenoides a nobis definitum et in herbarlis sub ilio no- mine geueralim extans ab hoc toto coelo diversum esse. II. Nostoc coriaceum , Vauch. Conf. p. 226. PI. XVI. f. 4- a. Jronde solida, coriacea , difformi , crispa, sordide-viridi ; fdis rc- curvis, articulis saepe obsoletis , globulis sphaericis , maioribus sine ordine interiectis. Hab. Ad terram arenosam humidam in Insula flurainis Athesis Pestrino dicta: Clementi. Descript. Frondes coriaceae, obscure virides , initio parvae et orbi- culares, cito confluunt in expansionem sinuosam plerumtpie linearem sabulo cui adnascitur arete connexam. Fila diametro poUcnt (juatuor milU- millimetrorum, articulis maioribus e tertia parte crassioribus interiectis. Arliculi minores saepe obsoleli sunt et fdum tunc formam cylindricam servat et diametro valde minore donatur hoc est qiiin(£ue duomillesinia niillimetri. I JO MONOCn.VPHiA NOSTOCHINEARUM ITVLICARUM ETC. Obs. CI. M.VRTKNs specimen coiniiuinicavit in aqui.s slai:;naiilibus Stuttgart led inn codcni nomine Aostoc coriaceum insignitum al) hoe nostro , ilcmqne a spceiebus omnibus Vaucherianis longe diversum. Fiondem habere videtur vesiculosam diametro iiltiapolHcareni , fda fle- xuosissima serpentina, tcnuissima, vix sesqui-milliinilUmetrum crassa * articulis laxis , saepe obsoletis et sphaericis fere duplo maioribus inor- dinate interiectis. Huius seriei sunt: NOSTOC MINUTUM , Desmaz. PI. Crypt. N.° 5oi. N. froniUbus gregariis , minimis , sphaericis vel oblongis , solidis , filis arctissime implexis , tenuissimis , articulis ellipticis , sphaericis duplo maioribus absque ordine immixtis. Hab. Gallia: Desmazier. Obs. Defmitionem e\ speeiminibus a CI. auctore humanissime largitis deprompsimiis. Fiia vix tria millimillimetra erassa , magis quam in ivlla alia specie arcta et implicata , ita ut primo adspectu massam inordinatam globulonira referant ; margine diaphano , magis etiam regiilariter qiiam in Nostoc lichenoide praefinito ; color sub microscopio coei'uleo-viridis intensus. Specimina copiosa inter muscorum primordia lime adnata sunt. NosTOC FURFURACEUM , Ktz. Flora 1826. II. Intellig. bl. N.° I. p. 14. ^. Ji'ondibus sphaericis, minutis, solidis , olivaceo-viridibus , filis Jlexuo- sissimis implicatis , laxiusculis , articulis maioribus sphaericis vix distinctis , raris. Hab. Inter muscos in alpibus Helvetiae : KiiTZixc Obs. Species haec , filis tenuioribus , laxioribus, et frondibus mol- lioribus a Nostoc lichenoide , cui caeteroquin summoperc aflinis , di- stinguilur. AUCTORE Pnor. lOSF.PIIO MENEGHINIO 121 NoSTOC MICROSCOPICIM , CaRM. ( Sppcics nobis ignola, quam propter speciflcum nomcn praecedcn- tiljiis afliiicm iudicamus ). NosToc LAciNiATUM, DC. Fl. Fr. Ed. III. T. II. n." 5. ^. Jronde coerulescenti-viridi , carlilagineo-gelatinosa , profundc laci- niata , Jilts arete implicatis , ienuibus , articuUs maioribus inlerlectis terininalibusque. Tremeli,\ nr.iNiATA, Bull. Champ, p. 920. T. 499. f. I. Ildb. \\\ Austria ail rupes humidas : Diesing ; Caen el Brest ad terrain liuniidam inter muscos: Le Normand. Obs. Pulcherrima liaec species (ilis pollet trigintaduo decimillimilli- inetra crassis, globulis maioribus quingentesimum millimetri emensis , terininalibus et sine ordinc interieclis. Secundum CI. Duby eadem nihil aliud est nisi CoUematis initium ( Bot. Gall. II. p. 1021 ), nos tamen animadvertinnis Collematum cpiidem initia extare , formis et characte- ribus extcrioribus luiic specie! perfecte similia , ab eadem tamen hvpo- thalli praesentia sub microscopico examine illico dignoscenda. ? NosToc CALCicoLA, Ag. Synops. p. i35. n.° 8, Syst. p. ig. n.° 6. N. « fronde membranacea tetiuissima , plana ; fills densissime intertextls , » tenuissiniis , varie curvatis , Jlcxuosis et crispis , aeqiuillbus » Ag. OsciLLATORIA CALCICOLA , AG. Disp. p. 37 , Docad. 11. >'." XIX. p. 57. Hab. Ad mures calce illitos , Falaise : Brebisson. Obs. Spccimina a CI. Brebisson hunianissimc coinmunicala fdis pol- lent non adeo aetpialilius ut ab Agardii dicuntuv. Diamelro cnim constant duorum millimillimetrorum, articulis sphaericis sex millimiUimctra crassis crebre interiectis , aliisque diamctri intcrmcdiae irrcgulariter immixtis. Serie n. Tom. V. q I 33 MONOGRAPIIIA NOSTOCniNEARl'M ITAMCARUM ETC. Adspcclu cl \ivenili ralionc species liaec aclinotluiu a caelcris huiusce generis siiock-bus tliU'crt ul ct ipse Acardh eamdem ad Oscillarias ivi prioribus suis opcribus rcfeiTCI. Quuni speciem \ivam non viderimus ardiuim cl iiicaiUuiii forel de re lam diflicili iudicarc : suspicamiir tamen rSosloc calcicolum ad Aiialjaliias spectare. f^ar. scHiSTicoLA, Brkb. ill lltt. Obs. Diflerl praclcr slationem , fronde iutciisius virente , luccnte , filis magis unifonnibus , ct praesciUia filorum teuuissiinorum niillimilli- ineti'iim habentium, ad aliam , iil vidolur, rem spec tan tiuni , vcl Bys- saceam Collcmalibus affiiiem iiidicaiilium. far. rubesccns a Cl. Brkbisson ilidcm adnotata cuius specimina inisit, hue minime spectat, eamdeuiquc ad Palmcllas amandavinms. NOSTOC INTRICATUM , * ^. fronde gelatinosa lobato-multipaj'tita , lobis elongatis Jlaccidis , filo moniliformi iinico pluries com'oluto percursis , ai'ticulis perfecte sphaericis. .MoNORMiA INTRICATA, Bbkly. Gleanings N." 5. p. 46. T. 18. Hab. Cum Enteromorpha intestinali in fossis, Gravesend: Berkeley. Obs. lam animadvertimus characterem fili solilarii in aliis qiioquc speciebus occurrere. Conditiones tamen quibus species haec degit et frons, adjiarenter saltem, indcfiuila inagnam iniiciunt circa eamdem dubilalioncni. NoSTOC LITTORALE, KtZ. Hab. Ilabcinus specimina Surinam a Cl. Weigelt lecta a Clariss. DiESiNG et Ian commuuicata. Obs. Fila tria millimilliractra crasSa , aecpialia, articiilis omnibus .sphaericis , nuUo crassiore interiecto , parce flcxuosa. AUCTORE PnOF. lOSEPHO MENECHINIO 123 NoSrOC MICROTIS, MONTAGSE. N. (I frondc minuta , cochleata sen (UQ'ormi , margine acuta , sinuata , » sol'Uaria , coevulea , pcllticida ; Jilts iiitcr/iis simplicibus , cuivaio- n Jlexuosis , monilijormibus ». IMontacne: Voyaj^e dans rAineriqiu' mcridionalc par M. D'Ordigny Botaiiique. Serluin Palaj'oiiicuin ct Florula Boliviensis. Cryplogamic pag. 3. Obs. Clariss. A. niouel speciein hanc JS. coeruleo afljnem esse. NoSTOO BiRNBAUMI, CoRDA. * N. « pulvinlforme , tremulum , laeve , pellucidum , 'viridi-olivaceum , » dein rubro-bruneuni et purpureo-rubrum , utricuUs longis filifor- n Jormibus , cellula mediana expertibus et sporas o%'oideas contlnen- » tibus ». CoRDA (ex Gennan. ): Sturm Deutschlands Fl. II.' Abtli. 3o und 3 1. Heft. p. 46. Tab. XV. Hub. In caiidariis horti Comitis Salmischen , Pi-agae , mense de- cembri. Obs. Clariss. A. speciem siiam N. riifescenti affinem dicit , ab eo- dem tamen divcrsa : fronde non plicata, solida et fere mucosa, utriculis cellula mediana carentibus ct forma sporarum. Species nobis minus notae : NoSTOC CARNEUM, Ao. SySt. p. 23. n.° 18. N. M terrestre, fronde expansa, diffornn, plicata, undnlata, carnea ». Ac. KOSTOC COMMUNE |S. CARNEUM, Ly>GB. Ujdropll. p. 198. Hub. Ad rupcs basalticas Faeroe a([iia dulci irroratas; Lyngb. NoSTOC SPONGIAEFORME, Ag. SySt. p. 22. n.° 1 7. N. n fronde repente , tuberculata, carnosa , solida ». Ac. flab. In Ilypno fluitaiite staguorura Scaniae : Agardh. 134 MONOGRAPHtA NOSTOCHINEAHUM ITALICARUM ETC. NosToc Quoji, Ac. Syst. [>. 22. n.° i5. N. « fronde sinuoso-lobata , obscure viricU , intus cava , integumento n firmo , coriaceo n. Ac. Hub. All rupes Mailieporicas Insularum Marianarum: Gaudichaud. NosTOC Lemaniae , Ag. Syst. p. 20. n." 9. N. (( fronde olh'acea , maxime rugosa , cava hemispluierica , filis te- •> nuissimis n. Ag. Obs. « Minula , aggregala , alterum latus fila Lemaniae fluviatilis n perrepit ». Ag. NosToc RoTHii , Ag. Syst. p. 20. n.° 10. N. « fronde vesicaeformi , globosa , intus cava , integumento coriaceo , )> anguloso n. Ag. LiNCKiA VERRDcosA, Rth. Cat. III. p. 343. n.° 3. Hab. la stagnis Ducatus Oldeaburgici : Trentepohl. Obs. « Videtui" distincta a Nostochio verrucoso et ad Nostoc pruni- » forme accedere , cum cuius synonymis conferatur ». Ag. Nostoc papyraceum, Ag. Syst. p. 21. n." la. N. u fronde niembranacea , fUis crassissimis ». Ag. Ulva papyru:e* , ScHLEirn. cxsicc. Ilab. In paludosis Ilelvetiae : Agardh. Species nobis nomine tantum notae : Nostoc moi-le, Ag. cx Breb. in litt. Nostoc humifusum, Carm. id. AUCTOUE prof. IOSEPHO MENECniNIO Species exclusae: Nostoc flos-acfuae, Lyngb. ■=: Nostoc anisococcum , Spreng. -^ Nostoc thermale , Turp. =: Nostoc mesentcricum , Ac. = Nostoc mariiiutn, Ac. ^ Nostoc boti-yoides , Ag. = Nostoc Trenlepohlii , Mohr. = Nostoc fluviatile, Brkd. in lilt. = An.'fbaina Anabaina Anabaina St'ilophora siniiosa , Ac. Coryncpliora marina , Ag. Botrydina vulgaris , I5reb. ChactopLora elegans , Ag. Oncobyrsa Brebissonii, * .11.1 B -I I. I MONor.n.vpiitA NOSTOcniNEAnrM iTAi.rrAiitrM et<:. i\DEX myamM et synomiiorim Alysphaeri.1 clilnrina , Tunp. . . pap. 43 Anacyslis furfuracfu , * )> 94 margiiiataj Men » 93 mittula, * >. 94 sparsa , Bbeb » 95 Bicliatia vosirulinosa , TuRP. ...» 76 Dotrydiua Boikcloyi '.' * 47 Grcvilici? ' 47 uda ? • 47 vulgaris, Bbeb 47. 98 Byssus Lolryoidcs , Aucl. . . 25. 38. 98 purpurea , I.asik » 50 Chaos sanj^uinarius , Bry » 50 bituDiinosa , Bry » 5G Chlorococcum jigardhii , Men. ... u 25 infusionum , * » 27 Monas , Em)L u 28 viilgare , Grev « Cofcochloris alpicola , SPB » crassa , Men » cruenta , SPR » cylindrica , Breb » depressa , * n deusta, Men « globosa , * « kyalina , * » mellca, Breb » minuta , Wallr u muscicola , * » .Myosurus., Spb >i Orsiniana , Men » parietina , * i> Coccochlofis protuberaiis, SPR. . . paR. 59 rosea, Spr « 70 rubescons , Bred >■ 86 sanguinca , Wallr. ...» 50 sordida , * » G7 stagnina, SPB ) 64 terminalis , Breb. ..'..» 67 ? vvsivulosa , * )) 70 Coccodea sanj^uinoa , Pal. d. B. . >» 50 Conferva pisum , Oed » 110 Cijlindrocystis Brcbissofiii , Men. . . » 89 cocrutescftis , Breb. ...» 91 Lciifirniandii , * » 92 Fiicus Tremclla-Nosloc , Gmel. . . » 108 Globulina atra , Turp IG. 86 bolryoides , TcRP. ... 25. 37 coeraica , TuRP » 12 cruenta , Men » 50 laclea, Turp » 17 rubcns , Tcrp » 17 sanRuinea , TuBP n 50 sulphurea , Turp » 17 Gloiococcus Grevillei , SnuTTLw. ■> 23 I/aematococcus Cordac , * j 20 fuliginosus , Men 24 frustulosus , IIaRV » 24 Gi-evillci , AG u 23 mucosus , SIoRREN > 87 NoUii , Ac u 23 Orsinii , ' 22 roscns , Men » 24 salinus , Dun » 24 sanguineus, Ac » 84 vcsiculosus , MoERCN ...» 70 Al'CTORE Pr.OF. f/acntatoroccvs violarcus y * . . pag. 24 lljdrncnccus rnularis, Kxi. ...» 90 Lepra liotrjoules , Auct » 38 Lcpraria buli-yoidi-s , Aucl » 38 lijssoidca ^ Acu » 1G cincrcu-sulpliurca , Ar.n. " 16 fariiiosa , Am » 17 infusionum , ScnKK 37 kermcsioa , WnAG. ...» 15 lactea , Aucl » 17 Icipltaona , Acn » 17 rubra , Acn » 17 sulphurca , £ni\n >i 17 Lichen liolryoiilos , Aucl. . . 2i. 38. 98 Linckia j^raiiulata , Rtu >j 110 Nosloc , Uth ..108 palustris etc. Mir.Ii .109 pruniroimis , Uth. . . . .. llj tcrrestris cic. , Mien 107 verrucosa , Rth. . . 109. 124 Micraloa aeruginosa, Ktz » 104 elaliiiis, Breb ). 104 Ictyolabe, Bbeb « 104 olivacea , Ktz ..105 Pini-turionum , BusOL. . . .. 103 prntogotitii , BiASOL. ..... 101 rosea , Ktz » 10.4 violacea, Breb „ 105 Ukrocystis adnata, • 85 angulosa , Kti ..37 atra , Ktz ). 86 atroehcns , Ktz « 76 Brebissonii , * ..85 bullosa , Mgh .1 M bullosa, * 79 deusta , * „ 81 gclalinosa , Men i. 79 graiiosa , * » 85 Groillci , Ktz ..23 livida , * .1 74 marina , Ktz » 88 microspora , * >. 80 mcllea , " >. 83 Morrcnii , ' ..87 nigra , * >. 75 Noltii , Ktz » 23 OSEPHO MENKCHIMO 137 Microcystis Paruliniana^ MCH. . . pag. 78 . 1. 88 ruiiescens , * .. 86 rupestris , Ktz .. 72 saitffuinea , Ktz. -. 84 umbrina , Ktz. .. 88 violacea , Ktz .. 24 Monilia viridis , Sph « 08 Monorniia intricata , Bbkly. >. 122 JVostoc anisococcum , Sl'R. . .. 125 Binihaunii ^ CoBDA . , . .. 123 bolryoiiics, Ag 98. 125 valvicola , An » 121 var. schisticola , BA£B. .. 122 carnvuvi .. 123 cocrulcum, Lyngb. . . , » in commune , Vaich. . . . .. 107 var. caniciim , Lvngb. .. 123 confusum^ Ag » 114 coriaccura , Ao. Disp. » 109 coriaceum , Vauch. , . » 119 crassisporum, Mgh. . . » 116 flos aquae , Lyngb. . . >. 125 fluviallle , Breb. . . . 96. 125 foliaccum , Ag „ 118 furfuracvum , Ktz. . , .. 120 humifusum , C.UIM. >. 124 intricatum^ * .. 122 Ittciniatum^ DC .. 121 Lematiiae^ Ag " 124 liihenoidvs, Ac. . . . .. 115 iichenoides, Valcu. . . >. 115 littorale , Ktz .. 122 macrospot-um , * , . » 116 marinum , Ag » 125 mesontcricum , Ac. » 125 microsvopicum , Cabm. .. 121 microtis , Mo^TAG^'E . . .. 123 minutum^ Desmaz. . . . -. 120 mollc , Ag >. 124 Afougeotii , Bbeb » 113 muscorum^ Ac .. 119 ■ B. lichenoides , Ac. .. 115 papyratium , Ac. . . . .. 124 pruniforme , Ac .. 114 pusilium , MoCG. . . . >. 110 la 8 MOSOGRAPniA NOSTOCHINEAnUM ITAI.ICAnUM ETC.. .Vojt/oc Quoji, AG pag. Ro(hii, Ac » rufescens , AG » I'ar. viridesceiis , Bred. » sphaericum , V,\UCH. . . . » sponfjiaffonne , Ac. . . . » tlicrmalc , Tubp « Trcnlopohlii , MOHR. . . . » vorrucosuiu , MuuG. . . . » rerrucosum , Vauch. . . . u trsicarium , DC » vulgare , Wahl » Oncobyrsa Brehissonii ^ * » fluviaiitis , Ag )' rii'ulttris , " » OficiUatoria calcicola , Ac » Palmella adnata , LuisGB >> alpicola , Lynob » alpicolae aflinis , Mobrer » auraritia , AG » ititumiitosa, * » holivoidcs , Gre\' » hntryoidcs , Lyisgb. . . . » (8. uda , Ktz. . . . " bullosa , Ktz » crassa , Nacc » cruenia » AG » rylindrica , LvNGn. . . . » cylindrospora , Breb. . . . » dcprcssa , Brkly » effiisa , Ktz « frandosa, Lyngb » I'urfuracea , Bbkly. . . . » globosa , AG " globosa , LeN » granosa , Brkly » Grc\illci, a. Bbkly. . . . » Grcvillei , c. Brkly. . . . u grumosa, Bbeb i> hormospora , ' » hyaliua , Lyngb » IcIyolaliF , KcNz » livida , ClURM » miniata , Brf.b n miniata , LEIBL » ■niniala , LeN m Palmella miniila , Ag P»R- 91 Hi montana , Ac w 53 Its myosurus, Lyngb. . . . >, 56 113 nivalis , St.vbk . .. 15 110 protulicrans , Gbev. . « 59 1-23 rosea , Lykgb . .. 57 125 rubcsccns , Bbeb. . . . .. ac li5 rubra, Fbies . .. 51 113 rupcslris , Ly'ngb. . J, 79 109 snnguiiiea , Ac. . . . „ 84 108 sordida , Ktz . .. 67 108 terminalis, AG . 1. 07 96 uvaeformis , Ktz. . . . 1. 56 95 Pbytoconis alpicola, Men. . . 1) 53 96 bormospora , Men. . . . .. 53 131 livida , Breb. . . . . >■ 74 85 purpurea, Bry » 50 53 Pleurococcus angutosus , * . .. 37 87 cintiainomcus , * . .1 ^2 5i cohaercns , Breb. . >. 35 56 communis , Men. . . . . » 38 98 ? clliplicus , Mgh. . . . . .. 44 98 glomeratus, " . . . . . » 40 101 luUanus , Men . » 36 79 „ 43 05 membraninus * . . . . 34 50 Mcnoyliinii , Bbeb. . . 37 68 itai'iculatus , Breb. . . .. 43 89 thermalis , Men. . . . » 3S 68 » 38 55 Protococcus angulosus , Cord. . . » 37 56 ater , Ktz . » 16 94 alroYircns , CoRD. . . . .. 76 104 byssoidcs, Ktz. . . » 16 C9 vncruleuA , Ktz. . . . . » 12 85 finereo-sulphurcus , Ktz. . » 16 100 glomeratus, AG. . . . .. 105 100 kcrmcsinus, AG. . . . » 15 50 lactcus , Ktz » 17 53 Magma , Brf.b . .. 43 66 munas , Ac . » 28 104 li. aqualicus , Ktz. . ., 27 74 monospermus , Conn. . .. 20 85 nebutosus, Ktz . .. 11 55 nivalis , Ac . .. 15 83 nivalis, Cobd „ 84 AUCTORE PnOF. Proloeorcus nivalis, FniES nivalis , Ghev. . ptrsicinus , Dies. rose us , ConD. . roseus , " . . . rubens , Ktz. . rupcstris , Cord. salinus , Dun. sulphurcus , Kt7.. vii'idis , Ac. . viritlis, KT7.. . violaccus , Cord. Prutospliaeria simplex , Tukc. Pulvcraria hyssoidca , Floerk. Kiviitari:i ^i^anloa . TRENT. l.lncKia , Urn. Sarcoderma sangiiincnni , Eiin Spliacrclla nivalis, SoM. . . Spliaerotlii'ombium acriiginosuni , roseuni , \\Ti. Stercocoijcus viridis ^ Htz. Tliolcpliora sanguinca , Pers. Throubiuiii >\>sUic , Wallh. Kt pag. 15 23 13 17 \i n 78 18 17 25 38 3i 23 10 Hi Hi M 15 lai 10 i 45 50 108 lO.SEPIIO MENECHINIO I 2() Troraclla atrovircns , Bell . . pag. 108 cuprina , Brv » 113 fluTiatilis etc., Dillen. . . » UK) laciniata , Bill » 121 nivalis , Bnws » 15 globnsa etc., Weiss. . . . i 110 sphacrica , PoiR » tlO granulala , L » 110 Nosloc , I 107 pruniformis , Uxn >► 114 tcneslris elc. , Dili » 108 verrucusa , L » 109 vosicaria , Bull » 108 iTucnla , Sm » .M) adnala , UtDW ■> 85 Lolryoiiles , .\nct. . . • . » 08 I Iva acllicrea , DC 108 montana , LiCHTF « KJ papjracea. Bald *» 114 papvracea , Schl » 124 protubcrans , Sm >i 59 pruniformis, L » 114 Credo nivalis , Bauer >• 15 Sgrie II. Tosi. V. i3i SPECIMEIV DE RIVULARIIS A U C T O R E PROFESSORE lOSEPUO MENEGHLMO RIVULARIA, Rth. Char. « Frons gclatinosa subglobosa , filis e communi centio prodeun- )) tibus , radiantibus , globulo iusidentibus continuis, intus annu- )) latis farcta ». Ac. Syst. p. XIX. Genus cum Nostochineis , quibus adscribi solet , nulla aflinitate de- vinctuin , Chaetophoreis vivendi ratione et exteriori I'oi-ma simile , ofganisatione omnino diversum , cum unico in Algarum familia genere Scytonema (ad quod species plures Calothricibus ab auctoribus adscriptae itidem spectant ) ralionibus organographicis maximi ponderis arete con- nectitur. Rivulariae a Scytonematibus differunt suljstrati mucosi prae- sentia quo Ilia deguut, globulis basilaribus , quibus fila et rami insident, tandem dispositione filorum radiata. Adsunt tamen species nonnuUae, globulis basilaribus carentes , filis min'une radiantibus, sed quemadmodum in Scytonematibus a superficic cui iunascunlur sursum ercctis, parallelis. Praesentia hinc tantum mucositatis matricalis essentialis est character ad species nomiuUas Rivulariarum a Scytonematibus distinguendas. Adde inter Scytonemata itidem et inter Rivularias species recenseri filis du- plicis naturae donalas , quae ad genus Dichonema inter Byssaceas refe- rendae assent. Species Rivulariai'um exteriori forma et interiorl organisalione plc- rumque similes, spionymia implicatissima vcxatae, cxlricatu diilicillimae, monogi'aphico studio maxinie egent. Dum hoc in votis sit obscrvationes nonnullas hie adducimus ad gcueralem generis historiam illustrandam serius in usum trahcndas. i3a SPECIMEN nE rivulahiis RiVULARIA HAEMATITES , Ag. R. frondilnts subsphaericis , gregariis , compactis , laevibns , intus zo- natis , zonis variegatis , Jilis vigidis sitnpUcibits , diametro variis , utiiformibiis , apice -vix atteniiatis. R. |I\EM\T1TES: " frontic hcmlspbaciica , compacla , lacvi intus rubrozonata , ciliis i> yiriJi i>. Ao. Syst. Alg. p. 2G. n." 6. BATRACiiosrEBMLM II \i:M xTiTi's , DC. Svnops. p. 11. « subglobosum alro\iri(lc , crn- » tpxlu carnoso , intus zonaliini ». Encyetop. melli. Supp. T. 1. p. 546, CnAETOPnoRA HAEMATITES , Boi\Y ( Dicl. Class. T. 111. p. 430. ) « fronde pulvinala D subglobosa, laovissima , atroviridi , filamentis subsimplicibus . adpressis , clon^ » galis ». Ul'BY Bflt Gall. 11. p. 961. COXFEBVA HAEMATITES , RAMO^D Ms9. Hab. Ad saxa in fiindo I'ivuloruin rapidc fluentium Fori Julii, legit Comes N. Contarini et vivam couimunicavit. Descript. Frondes subglobosae raro hemisphaericae a millimetro ad centimctrum et ultra diametro variantes. Plures saepe confluunt in mam- millare stratum, atque cautem ciii insident lotam obducuiit. Si aqua rxtrahaiitur superficiem ofTerunt laevein luiintpiam tamcn nitidam , ut- pole quae sub aqua teituissiiuum praebet tomentuui. Color intense y'\- ridis , sub aqua lactior , in planta exsiccata ad lutecium uonnihil vergit. Frondes ininores uniforincs , quacumque directionc secentur ; maiores /.oiins pracbeiit quarum iiiferae in gregariis individuis ])liiribus com- iiiuiK's , siiperac \ero siiperficici exacle parallelac semper deprehen- duntur. Omnes , proportionem quainquam , (pioad spissitudinem inter .sc ininime sci-vantes et in diversis individuis summopere variae, liuiitibus lamen dislinctissimis , nudis quocpie oculis facilliine cernendis circum- soribunlur. In niaximo tamcn individuoinim iiuniero hoc nobis conslans se se oblulisse asserere possumus zonas centrales aliis spissitudine prae- slarc externasipie anguslissinias esse. Color zonaruin varius Jiec obscurior rarum iiifinia semper est; omiics plus iiiinusvc \irides fusco sive ochraceo eolore viridi immivlo. Ad zoiiariiui liiniles ffotis fragdlima , idquc pro- ptcrea sumtuam olTendimus diflicultatem ad lila ipsa per lolnm eorum decursum persequenda. Fadcm omnino simplicia sunt unifoiTnia et ad apu^cm vix altentiata , diametro sumn!opcre Aaria , stmt eniin quae vix quiugcntcsiuiuin uiiUiiuclri altiiigunt el adsmit duo centiiniUimelra et AVCTORE PROF. lOSEPHO MENECIIINIO 1 33 ultra crassa. Tanta vcro iliversitas , magna ex i)artc , triLuctida esl absenliae , in teuuioribus , exU rioiis vaginae e qua omnia faoillimi; ela- buntur. Inlcrna subslanlia in filis uiinovibus ronlinua vol liiieolis viv conspicuis ilivisa, in raediis, intcrrupta , jiorlioiiibus tlianiclro duplo quadruple longioribus, spaliolis hyalinis dimidio minoribus inleriectis , in crassioribus ol)Scure annulata , annulis ipsis diamelro quincjuies bre- vioribus. In nonnullis taiulem sporangia spliaerica scriala in\iccm di- screta conspiciuntur. Sporangia ilia muco obvolula cl in acervulum coadunala corporibus submcrsis adnectuntur ct opporlune strvata in cubirulo quoque lotidcm novas frondes consiituunt. Obs. Species liaec a Rivularia dura in Flora Danica (T. i^SS. f. i) depitta , zouaruni tantum praescnlia dilTerl. Illam vcro Clariss. Agardh prime ad Chaetophoram luberculosam (Synops. p. 129) dein una cum Linckia dura CI. Lynguye ad Rivulariani Tisuiii tamquam varietatem adduxil. Rivularia dura Cl. Roth ad Chaetophoras spectans hie excludenda est hinc dc specie Lyngbyeana iudicandum , synonyniis qnidcm ab ipso auctore adductis omnino cxclusis : Linckia dura : « frondc globosa , solid;i , dura , viridi ; fdis intra )» substantiam , excentrice exeunlibus , simplicibus , reclis , inferne coa- » dunatis , superue acurainatis, fissis ; arliculis inconspicuis )). Lyngb. Hydroph. p, ig'j. n.° ■y. Clariss. DuDY Rivulariam duram Florae Danicae inimcrilo referens , canidem speciem Lyiigbyeanam luribus Ilaliac regionibus legimus : Frondes mininiac, iiiillinielrum vix attingenlcs, pcrfecte .sphaericae, solidae, atrovirides, disruplae pulcUerrirae aeruginosae, plantis submersis alUxae. Fila omnia e centre radiantia flexuosa in diametro ducentesimam niillinielri partem servant sursuni leviter altenuantur , globule triple uiaiori singula iiisident , apj)ositione ramosa , ramis ilidem nlobulo sed minori sphaerice vel clliptico insidentibus. ArtiruVi inferiores dimidiati tantum, superiores transversim cpiadriparlili, tandem obsoleli. Vaginae ,34 SPECIMEN DE RIVCLARirS laxiusculac rainuluin singulum comilantcs , supcrius obsoletac vol tlila- ceralae ulicis suis totiilem fimbrias sub microscopio simulanlibus. Cum hac itacjiie Riviilaria haematites nee comparanda cjuidem est , bene tamen cum Rivularia dura Fl. Dan. a synonyinis omnibus expur- i;ata , quae distincta quidem species ab ipsa esse potest eerie tamen uflinis. Tab. XM. fig. I. Planta cauti adnata, sub acpia, ad vivum depicta. I. a. Eiusdem seetio. I . b. Segmentum , simplici lente conspectum. I. c. Pars, microscopii ope observata. I. d. Accrvulus filorum , centies auctus. I. e. Portiunculae filox'um, tercenties auctae. RivcLABiA Lens, * \\. frondibus Icnticularibus , adnatis, parvis, intense aeruginoso^viridibus., nitidis ; Jilis simplicibiis , crassiiisculis , undique radiantibus,Jlexuosis, apice longe attenuatis. Hab. Ad jiaginam inferiorem foliorum Nymphaeae albae et Trapae natanlis, tum et ad radices huius postremae in aquariis Horti Patavini, autumno. Descript. Frondes magnitudine variae diametrum duorum millime- irorum raro excedentcs, numquam confluentes, initio hyalino-aeruginosac, moUes , dein intense vlrides , nitentes , siccitate nigrescentes et rudes. Sive inferiori foliorum paginae vel fdjris submersis adnascantur puncto tantuin adhaerent et formam non hemisphaericam , sed lentieularem vel menisci similem consequunlur. Disscctae et microscopio subjectac ex in- tegi'o constitutae conspiciuntur a filis radianlibus in mueo tenui hyalino fere inconspicuo degentibus. Fila omnia simjdicia sunt nee ap])ositione ramosa , apposila tamen , non omnia cnim ex cadem basi exsurgunt duiii longioribus et minora et brevissima quoque innnixta sunt , quae oninia ad superficiem apice pertingunt , hinc ex omniljus punctis perlplieriam versus radiatim dii'igunlur. Omnia eiusdem sunt crassitudinis, ccntimil- limetrum nempe in mediana eorum parte diametro tcnenl; basi incras- santur , sursum scnsim attenuanlur el in cxlremilatem (onuissiniam He- AUCTORE PROF. lOSEPHO MENEGHINIO 1 35 xuosam producuntwr. Omnia globulo magno hyalino virescente insident, punctulo obscviro ibidem noliito, n quo vagina exsurgit, qua filum i])sum comprehenditur, laxa, hyalina rcsoluta ct in iunioribus quoque filis nee unquam ultra dimidium fdi ipsius producta. Incrassata filoinim basis in- ferius rotundata a globulo eodem ciicitcr spatiolo distat quo diaphano margine a vagina ipsa praccingitur. Filorum organisatio pro evolutionis periodo summopcre varia. Exterior eorumdem tubus vacuus in senio- ribus tantum conspicitur, articulisque pellet diametro duplo circiter lon- gioribus. Inferior articulus continuus saepe obvenit et materie uniformi viridi vel saepius granulari omnino farcitur. Alias et ipse inferior arti- culus dimidiatur, itidem ac caeleri , qui ex inde didymi efliciuntur , et quum serius unacpiaequc eorum portio iterum transversim in duas se- cedat , articidi inde exoriunlur diametro dimidio breviores per paria approximati , tolidcm articulos didymos diametro aequales referentia. Turn vero in his postremis articulorum divisionibus a se invicem ali- quantisper remotis sporangia evolvuntur , pleruraque bina, quae aegre in conspectum veniunt anteacpiam fila ipsa ad resolutionem vergant. Arlimilis tunc secundariis omnino evanescentibus sporangia manifeste oonspiciuntur annulorum faciem praeseferentia et piinctulis nonnuUis obscurioribus notata. Eadem sporangia elapsa et libere vagantia magna copia dcprclienduntur et sedulo examinata adparenter tantum ipsa annu- laria videri certiim fit; forma enim discoidea gaudent, medio vacua et coUapsa , materie viridi , quam inchuiunt , ad arabitum coacervata , et punctulis obscurioribus paucis in ipsa degentibus. Clto tamen forma di- scoidea in anguloso-sphaericam abit, granulisque diametro adaucta es ambitu removentm" et irregidarller disponuntur. Nee tamen semper spo- rangia elabuntur , saepe enim articuli filorum primarii invicem secedunt t(uin dilacerentur , vesicae ad instar dilatantur , eoinimquc membranula in muco tandem conversa sporangia quae includit in acervulum coUigat et ad individui grcgarii produclionem devincit. Ex eo fieri vidctur cpiod froudes cum omnium minimae lum caeteris maiores in omnibus evolu- tionis et aetatis periodis deprehendantur. Obs. Species haec Rivulariae Piso quoad adspectum et dimensiones: Hivulariae angulosac quoad slructuram et microscopicos characteres si milis ah ulraque diversa vidctur. Rlvularia Pisum , Ac. a CI. auctore harac cuiusdaui adnata : frondes sunt initio niaculaefornies deiu in Ibrniam globuloruui niiUinictruni diametro \ix exccdentiuni exsiliunt fusco-virides , \cl lae\iter lutcscenles. Sub niicroscopio fdis simjdicibus , fusco-viridibus e centre xiniformiter radiantibus , niuco tenuissimo de- j^entibus ex integro constare cernuntur. Fila globule parvo basi bulbesa valde ini-rassata singula insidcnt, et diametro quinquagesimam millinietri partem usque adipiscente pollent ; rapide vcro attenuantur et in extre- mitatem acumiuate-attenuatam lengissime producuntur. Eorumdem in- ferior articidus diametro quadruple lengior semper indi\isus et materia granulari fusca rcpletus; caeteri pre evelutionis periodo diametro aequales vcl dimidio breviercs, granulis el ipsi repleti vel sporangia includentes; vaginae aiete inicrius adpressae , superius dilaceratae obseletae. Et in hac specie observavimus tubuli interioris portiones plus minusve longas nonnumquam elabi , exteriore tube hyaline et vacuo relicte articulorum taaicn constrictione servante. Rivularia angulosa , Rth. vel uatans , Hedwig, cpiae in rivulis quo- (pic Euganeoruin deprelienditur frondibus constat anguloso-globosis, viridi- lutescentibus , rudibus, filis exilientibus taniquam tementesis, diametix) a linea ad pollicera variis tenui pedunculo plerumcpie aflixis, vel libere iiatant'd>us cavis , vesicaefermibus. Fila simplicia qucmadmoduui in liac nostra ex omnibus punctis peripheriam versus radiantia diametro a cen- tesima ad sepluagesimamquintam millimetri partem ambigenlia, globule duplo crassiere insidentia , a basi ad apicem sensim attenuata , articulis omnibus semel vel bis transversim dimidiatis , sporangia bina in uiia- quaque partitione tandem gerentibus. Vaginae adpressae sunt, numquam ad apicem usque producuntur et saepe desiderantur. Et in hac quoquc specie sporangiorum evolutiouum eo usque persequuti sumus quemad- modum in Rivularia Lente, quemodo vere e sporulis fila gignantur nee in Lac deprelicndcre potuimus. In specimine eiusdcm Rivulariae angulosae in Alsatia leeto el a Clar. Wallroth largito, dimensiones maiorcs habcute nee tamen cavo , el AUCTORE PnOF. lOSEPHO MENEGHINIO 1 37 colore viridi aeruginoso insignilo fila conspiciuntur itidem ex omnibus punclis pcriplieriam versus radianlibus, scd basi valde incrassata dia- metrum ([uinquagesiini milliinetri in infcriore eorumdem portione, primo articulo respondente , servanlia dein acuminalo-altenuata ct longe pro- ducta , uno verbo illis Rivulariac Pisi omnino similia. IIos itidem cha- racteres et in speciuiinibus parvis solidis, fuscis Ilypno cuspidalo adnatis, Falaisc Icctis et a CI. Lenormand communicatis reperimusj dum in aliis ex atpiis stagnantibus Stuttgardii quae CI. Martens largivit , par\is , colore atro-viride donatis, solidis , fila \idimus e ccntro tantum frondes irradiantia simplicia , lenuia scptem millimilliinetra vix liabcntia, sursum scnsim attenuala , nee basi incrassata , globulo duple maiore insidentia, articults omnibus uniformiter partitis , vagina adeo adpressa ut in filis tantum resolutis conspici possit. Ex quibus omnibus clare patet vel tres has species Pisum, Lentem et angulosam sive natantem in unum conve- nire , vel sub his nominibus species plures latere quas nemo poterit extricare nisi easdem vivas et examinaverit et depingendas curaverit. Tandem quoad nostram asserere possumus nos eamdem quotannis re- dcunte autumno observasse, nee unquam dimensiones maiores adipi- scentem nee cavam deprehendisse. Tab. XVI. fig. 2. Frustum folii Nymphaeae albae ex adversa facie, frondibus Rivulariae Lentis oraatum. 3. a. Apex radicis Trapae natantis id. a. b. Sectio verticalis frondis , vigesies aucta. 3. c. Eiusdem portio, centies. 2. d. Fila, tercenties aucta. 3. e. Acervus sporangiorum. 3. y. Sporangia , 4oo. RiVULARIA CALCAREA, E. B. l\. froiuiibits convexis, aggvegatis in stratum mammillosum, incrustans, niliduni intense coeruleo-virens conjluentibiis , intus zonatis , zonis concoloribus ; filis flexuosis siiperne dicholomis , apice valde atte- nuatis. U. r.vi.CAREA ; ic Uemisphacrical , cluslcrcil , sessile, hard, green. iDtcrnal niamonli Serie H. Tom. ^^ s I 38 SPECIMEN DE mvi'i.Aniis " siraighl, compact, cntanglcil, simple , ■with scarcely any appearance of juiiils ». E. B. (ah. nOO. LlNC.KU niR\,y. cristvcea , Lvncb. « filis Tiridibiis siriclis , lubricis , pailiculis » calcarois iiniiiixtis ; liinc siccilatc crustacois ». •» I.ineam fere aUa , non globoita , setl pultus caespilosa diceiKla , !ral)es xiridi swo it volamiuc , quod siccitato cruslaceum evadit , per polticem cl ultra oliductt ». LvK'GB. Ilydroph. p. 197. //ud. Ad saxa demersa in fontiLus alpiiiis, Salisburgi, legit Clar. Sauter. Descript. Frondes adeo arcle simul connatae ut stratum continmiiii uiaiuniillare eflficiaiit , lineam unam alteramve crassuni. Color in planta inadcf'arla (vivani non vidimus ) intense cocruleo-viridis, in sicco nigve- scens: superficies atlactu perquam lubrica, oculis sericura refei't tomentuni: \erticaliter sectae plura praesentant strata sive zonas c{uarum superior eaeterns nitore praecellit , et sub microscopio pulclierrime viridi-coerulea conspicitur, caetorae ad lutescentem tinoturam plus minusve vergmit. Zonae ipsae uumero vai-iae, oculis quocpie nudis conspiciuntur , sub microscopio, maiori salinorum granulorum copa definiri videntur, quo- rum acervuli dispersi qtioque obveniimt sed maxima copia ad infimam partem colliguntur. Fila omnino continua ct apicc tantum dichotonia a basi ad superfiriom usque facile scquuntur. Eorumdem vagina in infe- riore parte manifesta apparet , fdumque internum diametro quinquics et ultro supei'at , superius vero dilatatur infundibuli ad instar et tenuitatis causa cum muco fila obvolvente ad extrcmitatem confunditur in eoque resolvitur. Ipsorum filorimi diametrus in supcriore parte sensim augetur; hinc rapide attenuantur, cpae denique in longum acumen pioducuntur. In eadem crassiore parte torulosa apparent , ibique lanlum interior sub- stantia obscure annulala conspicitur, annulis ipsis sumniopere approxi- matis, vel plus minusve discretis, terliam vel quartam diametri partem inter utramque tenentibus. In nonnuUis filis annida duplo crassiora , magis rai'a et binatim appi'oximata occurrimt , in aliis landem , annulis evanidis vel sallem obsolells , sporulae minimae, solilariae , binatae vel tenialae in unoquoquc spaliolo apparent. P^ila omnia globulo insidenl diaphano nueleolum fusco-viridem includente, itidcmque rami e globido file primario lateraliter apposito exsurgunt. Nonnumqnam inferior ra- morum articulus in formam bulbosam lumescit alterum globulum primo superiinpositum menticns : alias inferior rami p.irs , liyalii\a et vacua AUCTORE PROF. lOSEPIlO MENE6IIINI0 I 3l) occurrit. Filonim dianictrus in inferiore parte constat vix qulngcnlesinio iiiilluiictri , ill orassiore cenlesiino-(juiiKfuagesimam acquat. Obs. Coinparationis causa descriplioiies CI. Smith et CI. Lyngb\e al- luliiiius , ut constet quantam synonyma ilia Cclcm inercantur. Tab. XVII. fig. I. Planla madefacla. I. a. Eiiisdem sectio pcrpcndicularis. I. b. Segmenluin, vigcsies aiictuin. I. c. Acervus filoruin, ccnlies auctus. 1. d. Fragmenta filoriun , qiiadringenties cl I. e. Maioies filorum portiones, diicentics audac. RlVULARIA BlASOLETTIANA , Mgh. Alti della I." Riun. degli Scienz. Ital. p. 128. R. frondibus plajiis , orbicularibus , coii/Iuentibiis , nitidis , atioviridibus; fUis loiigissimis , Jlexuosis , apice dichotomis. Ilab. Ad nudam terram ipsumqiie liiuilcm maris, in Istria legit CI. BlASOI.ETTO. Dcscvipt. Frondes plures initio orbiciilares , diamelruni unius lineac pniillo siiperant, scd illico confluunt ita ut frondis late pollicaris irre- giilarilerquc lohatae iaciem exliibcant. Color atroviridis , in exsiccatione nigrescens , sub niicroscopio anioene vlridi-lutescens. Superficies nitida , liicens. Fila flcxuosa omnia eiusdem fere diaiuetri unius centiinillimetri, r ccniro late ad pcriplieriam irradiantia , singula globulo rotundo eius- dem fere diainetri , j)cllucido insident , apicein versus sensiin altenuan- lur , ibifpie ramum unum alterurave ita emiltunt ut dichotoma appa- leant. Rami a globulo elliptico cpiidcm assurgunt absque tamen ulla vaginae exterioris coarctationc. A agina raro ad apicem ustpie pervenit , saepius enini laccrala occurrit et infundibuli ad inslar dilatala , a qua filorum et rainorum apices exsiliuut. Substantia filorum interior initio omnino continua videlur, serius lincolas cxliibet spatiola subquadrala incliidenles , tandemque in spo- rangia annularia , diniidium diau:elri altiludine acqiuintia , distribuilur. Nonnuinquam eadem in partes cum maiores luni minores alternas se- ccdii , quarum priinae diaraetro quadruplo-octuplo longiores, extremita- 1^0 SPECIMEN DE RIVl'I.ARIIS tibiis t-otive\is , iiovissimac diamelro accjiiales ct su])crficicbus roncavis jjracfiniiiiilur. Tab. XV. fig. I. Planta madefacla. I. a Fruslulum frondis, vigesics adauctuin. 1. b. Portiunculae filoriun, tcrcenlies ainplificalae. RivuLARtA minis , * Y{. fronde indeftnita , hicrustanie , atroviridi, nidi, intus zonula, zonis concoloribus ; fdis simpUcibus, subreclis , diametro summoperc variis, maioribus base ^>aldc incrassatis , opice loiige atteiiuatis , aciUis. Hab. Ad saxa demersa \\\ rivnlis Euganeorum: autumno. Descript. Crusta duas lincas vel pariun amplius crassa , extus alro- viridis ad olivaccnni vcrgens , supcrlicic vcrruculosa , rudis , intus zonis plus niinusve olivaceis jiercursa. Microscopii ope granula salina fills iii- leriecta coiispiciunlur ad limites zonarum coaccrvata : mucus olivacco- viridis, hyalinus, vix conspicuus; fila simplicia, subrecta, diametro per- (juam \aria , sunt cnim cpiac in parte crassiore uscpie duo centimilli- mclra adipiscimtur, duni pleraque vix quatuor millimillimetra superant, adsunt quoqiic ct minora , quae autem confundenda non sunt cum iis Oscillariae brevis , Ktz. sociatim super Rivulariam nostram degentis. In fills maioribus apex longe producitur et attenuatur : minora cyliii- drlca scrvantur , apice tantum acutiuscula. Interior filorum substantia aimulatlm dlsposila videtur, annulis in fills maioribus diametro quadruple brevloribus , in tenulorlbus diametro aequalibus. Obs. Globulorum basilarium absentia , duplex filorum natura , nisi lorsau a re aliena simid crescentc mentita , et filorum maioruni crassi- tude longitudiiii non proportionalis , ratlone habita caeteris spericbus ; liaec omnia specieiu liuiusmodl, Rivulariae scytonemoldeae, Mgh. aflineni demonslrant. Quoad cresccndi ratloncin Rivulariae liiicmatilidi et cal- careae adfinis videtur. Tab. XV. fig. 3. Planta ad vivum de|)lc(a. 2. a. Eiusdem scctio verlicalis, siinjdici Icnle con- specta. AUCTORE PROF. lOSEPIlO MESECIIIMO l4l Tab. XV. fig. a. b. Frustulum, vigcsics aiictnin. 2. c. Pars ciusclem , cenlies aucla. a. d. Fila noimulla , lerccntifs aucla : * (ila O.sill- larlac b rev is , Ktz. IllVULARIA CONTARENII , ZaNARD. Lell. II. ji. 5. R. (( fvondc planiuscula, lain'i , arbiculata , minutissiina , (icfUf^inom n . Zakard. I/ab. Ad sa\a , quibus promiscuc IIilileiil)niii(lia adliacrt-l , arrlo aflixa : CI. Contarini. Descript. Frondes minimac, planiusculiie, lineam uiiaiii vi.K diautctro .superaiitcs , orbiculares couflucntcs , aerviginoso-viridcs a saxi siifn'rlicie vix proininulae. Microscopic iiispcclac ct niiniinae qiioque a pluribus siinul coniluentibus constilui dcpreheudimtur , quarum unaquacque (His constat a ccnlro radiantibus , siinplicibus , brevibus , flexiiosis , .saepc spiralilcr lortis , a basi incrassata sursuin attenualis , a[)icc aculis , ai-- ticulis torulosis, diamctro duplo longioi'ibus, amndis iuconspicuis. Vagina exterior teuuissima , obsoleta. Glol)uli basilarcs nulli. Filorum diauielnis ad basim diinidiuin centimillimetrum vix aequat. Obs. Summa exterioris adspcctus siniilitudo liuic spcciei cuui Riwi- laria plana , CI. Harvey inest , attamcn microscopicis cliaractcribus loto coelo diflcrunt. Rivularia plana , Harv. ( Hook. Br. FI. ) a CI. Desmaziers ( Cryi>l. N.° 808) exhibila , schisto micaceo adnata, frondibus plaiiis , minimis, orbicularibus , confluentibus donatur , quae lamcn dimidium (juoque cenlimctrum diamelro attiugunt ; color obscure viridis ; superficies ae- qualis. Vcrticaliter sectae colore viridi lutescente donatae conspicimitur, et fdis crcctis parallclis slipalissimis , cenlro longioribus, ad ambituni scnsim brevioribus, leviter inclinatis et ad pcriplicriam I'adiantibus. Fila simplicia sunt, vel ad basim obscure dichotoma sensim gradatimquc at- lenuala , apice acuta , articulis omnibus , diamctro duplo longioribus . vel quadripartitis, hinc diamctro dimidio brcviorcs , per paria eviden- tiores ; in nonnullis annuli sive sporangia iiiviccm discrcta ; alias , in fdis fere rcsolutis, sporulae minulissiniae trausversim seriatac; tandem tubo fdi omnino evanido , sporangia libera , rotundato-angulosa in \a- 1^3 Sl'F.CI.ME.N DE RIVl'LARIIS i^'uia evlciiori incgiilarilcr coacei'vala. A'agina )|isa cras.-^a , filo incluso Iriplo lalior , sursuin j)rodiu-ta ct ad apiccm fimbriala. Globuli basilares nulli. Maxima filorum crassilutlo quatuor millimilliinetrorum, canidcinque sporangia si'rvaiil. Ilaec ciiiiiiviTo filoniin disiiosilio, qiiam cliam in praeccdciilc Sjiecie adnotaviinus , ah ilia caclcraruin sj>eciei'iun valde I'ccedens attentione siuuinopere digiia videlvir: jier has oiiim fonnas Iraiisitus manifestus est a mMicre Rivulaiia ad illiid Dichonenia , Nees iiilcr Byssaceas mine leni- i>oris item ac Stigouenia rcr('[itiiiii. Forma ilidnii iulcriiiedia, imo magis Diehoiicma quani Rivularia, nobis exhibct Rivularia scytonemoidea , Mgh. (in Hu. ), quae ad species nonnullas Scytouematvim , et ipsas for- lasse Byssaceis ref'erendas , Iransilmu monslrat : Bh'uhirid scytonemoidea: fi'onde O'lislaeformi , plana, tenuissima , obscure viridi , iiigrescciitc , diorgana; lilis lenuissimis conlinuis et fills Crassis sursum atlenuatis, annidatis, vagina crassiore comitatis,- onniibus Prcctis, parallelis , stipalis constituta. Huh. Ad ]iariclcs aquarii in Ilorlo Pata\ino. Fila tenuiora \iridia aequalia, conlinua vix duo millimillimetra eniensa. Fila crassiora cenlimillimetrura ad basim aequantia sursum rapide attenuantur , egregie annulala conspiciivnlur; aiunilis diainetro quadruplo brevioribus. Hue referendum (piocpic est genus Listia a CI. Meyen constitutum: « Listia: Thalhis a fills covifervoideis, articulatis , simjdiclbus , » tencrriniis, densissime conlextis. Sporangimn tubulosuin raniosuin , ex « membrana liyabna , tcnerriina constitutum , intus massa sporas eon- )) stitiicnte farctum ». i( L. Crustacea : Thallus a fills viridi colore tinclls , articulatis , » articulis linio inde tumescentibus , sporas uullas coiillueiilibus. Spo- » ranglum ramificatione fascievjlata thallo indutum , lliallo llberatum » ramificatione vaga, apicibus ramulorum iutuinesrenlibus dein delii- » scentibus virides sporas sjiai'gens ». (Beitr. zur Physlolog. luul Syst. d. Algen , In Nov. Act. Med. Pliys. Ac. C. L. C. Nat. Cur. T. XIV. 1839. p. 409). Singulareui banc plantain apud nos quoque habennis in acpiariis llorli Palavini , el rea])se nihil aliud est nisi Rivularia (His non radian- l°d>us, aeq\udibus , uiallilldo-raniosis , ramis globulo iiisidcntibus \fl AUCTOUE PROF. lOSKPHO MENECHINIO 1 43 Srylonematum more geminalis , ogrogie anuulatis, A'agina crassa conii- latis; quibus fila valile teuuiora obsnire articulata immiscentur. Si haec omnia comparcntur cum iis , quae cle genere sue Dichommiu CI. Neks afiert : « Thallus floccosus expansus , e filis iluplicis iialurae constitulus , » quorum organicus nexus hucusque latel : Iiaec ramosa conlinua, hya- » lina ; ilia ad ccnlrum magis coaeervata , simpiicia , valtlc crassiora a )i duplici mcmbrana couslilula , in innumcras cameras partita ct suli- » stantia graiuilari viridi replcta ». (Das Syst. der Pike 1837. p- 3(.). T. 6 ). Aflinitas summa inter producliones huiusmodi cvtans clarc pateal. Hinc Bolanicorum mentem ad dissila haec membra familiae, nobis nor- dicas terrae regiones colculiljus fere ignotae , Byssacearum revocamus. Tab. X\ II. fig. 2. Planla saxo adnata. 2. «. Frons, lente conspecta. 2. b. Frustulum, vigesies auctuni. 2. c. Porliuncula , centies aucta. 3. d. Fila nonnulla, tercenties amplificata. /.;,/,/, ^ ',///, .4\ ,// ,y,/v//r O"//-' ///'// ' //^>. .?."■>' /■■^y/y//r /.'//f/,/ //-/ T,i/> / )o 2.^ ^:md" 3 /e •'*;•■ 4/- . r. ,„„/.,„. , . ^ • p 'h ^ K.-.^y//':,^//, .'^ y/.y,.,./,,,. /:/;,y,, ,,,..,/ ,y,,, ?:'.„y//,.M,.i:A,„^y;^ Ta/- // • tv-V* » ► y) ^^•••» »#«.^ ?* • # • V ^^*fM ?".'//• ,/em< I A'^y /// /-•//' U/ 1,1 i 2 /- (A 1 ^s)'€ #i Wy • •• V 1 ^ • #) ^ '^' ^'^ ^ *^ :>•? .•;: ♦** ;; s- .'r *'^/ .» /. ,,;/,/. '4.,///; ■ /■ ,// ,4/y/u' r/a/.). ///,//, //■'..?"■>. Jc-t-Jr--/' ,//^'//,, /-/uy /// . •;-.r. =^" a*. J A ,>.■•■.•■ 9, . V. ■'.: ■&.'*.•;'• ■• "' * .. .-. r»/>. i: !• ••■•.-•.■.••"-". .V '- .: JA . • , ''"mvv//'/' .'V^ f/^^^ S/e. /■//■i/(>?<('/uf r^^ ///a/. /■ y^/. Z'^iA^.%'ym' 1<'A^. /^/ 7u/> 17 2.^ 4. • 55t S^^^^' t^^?*- SMI^if^*.^ §t^^^^^^M. .<• .A,.//,, ,.r , {. • At////, //ff, //, ■/'///, :>//<■/;/ /;//' I// / SM 9M w •# # # • /^ v/. ' /y /> V///-, /■,f//, . \\n. f f,r,, ,/,/, ■/■/:> ////■/.•,■/,; X/ •,/ r,'rf^^,;/t /<>/■/, I //,//■,, //y/if_ • /),;/,/..'//. f/Z/'J' ,/(•. /■// ,^^/9yj^/;> ''(^/^/iJ. ///,// ,//.'. ?:'.',/■.. '^f '////■ I A^''/. /-/■/' r,i/> nit ^AT? ,/n.^)^^. 4/^7/,' ///a/ '//.>. ?"^,Mr.. IX. %0 'J'9 ./T-y-,,.'.K iM'^s ■••yAit,, ^,1" .^, .AV/n -.fa-. /. ^(/,/'//,) /■////,. I //■/.' SW \ . ,/, 'Y/r />/■//.'//.' //r/i/f/^*,'). ^^frAr//.'//^> ///y/i/^ f,it///.-yi ////'/ ■'r.i'// ,y>/y y //I ' ////•'. ///. ■/,// ' //■' Y. ".h /■ , y, ■///, ■ / A''^'/ // T,7/> X ■■^ist., ^ .?//.> -^<'/J"/^/'//^/y<'^//llli.^l.V . ?. ///('/■fry.///.' ////A-fr/,*^ ^-^c^./^.^y.^^^^^^;,,^ -^ W .^, ^.>.^-.^. /^,.^ ,,, /if AM /a. ^mmk ^r^ ^ w -*■"»)»-*.«/ ^^ ^^v> / ' /c/r/t^c^^/^^ //mmy,6'mf V ^ ddeCta^ Ar ^. iy^f}^rtft^M a^/A>i^ '/^■.V^y://',/y^:'5^, ,/r/^^. :^> ^/A// .-4^. ?1i:>^^^,J^^^„ ^^ ^^ /■«// ^7/ <- «^4( # ^ ' .'J&e/Si J€. ^^txy/a( ^.'a!i>/^ M- y/, ,%'/■//,,' ^/^^ m///. f/,;^. 2":^f>?t ^/r,> lyu/,/ /^4 # 9 # /.^ m %• .y TalrHa. -« •• ,•-.^5 '% mm m •*'^fi(in, y,f ^ 'o/^/ , /^v*^/;^.//^ ciii.^i,; .^ liit^a ^Ki 'l36<-/^y/:^u/ tf/^/ij,^.^^ y^pw /■44 Ta^nV /^"l '-j\^ f •v^ '»«AJ>' ••:^».f •••^**S«^«^ j£^aoi»>>». Z.t^'^f^eV' imM'Tt^i^'^'e/^', 2>*v/,'^../^ ^^^<^ ,j4> ^A>y,j ^. ly^/ZV/My. /y^/ /y/^/y'f. 4yy^y //t./'^^ ^. y/.'^vh.. 9*^ ^^^^y/r^. J^. Z";^^^^. [■r/u^^ /44. /.fi T,!A .nz •■Sftrf^A*»^ /4-A' / m^iY/Zri'/-/,/ /v/< //M///ei^, t 'i^ V,vy/,/. .y/' ,///^ ,^. ,// yy, '/•//,,■ ^/^kyj. //^^^ , //:> '^'-'r^-'^/u^ ly/^y. AU Smt i/r/. Jfr. ^^fir^h r»r / l^/rf//^.f?^ (Vi/fx//^a, & ^iS. .a. J'A//t//a'r/a vlici constant substantia , exteriore nempe , corticali, parietes uteri sen peridium constituentc ; interiore parenchymatosa , ab ilia involuta , fructificationis apparatum , sive fungi receptaculuin componentc. Peridium igilur et receptaculum |>raecipua sistunt atrptc essentialissima Lycoperdincorum organa , quae Serif, II. Tom. V. t I j("' -IIONOCRAPIIIA I.YCOPERDINKOniMI Uterus eoiUjilecliUir. I'arenchymatis involucrum sivc peridium , iiiicro- sco|)ii acie iiispectum , floccis sen fills fere semper ailmoduin stipalis e\ integro coiiflatum iiis|>icilur. Ilauc ipsissimam slructuram oireii sub- stantia uteri iiUorior sive ])airnohpiia, tpiod pro ipsius peridii conli- nuatioue hahcri potest. Flocci tauicu jiarenehymatis , minus celeruni stipati , ila disposili sunt, ut in nonnullis speciebus massam com[)a- etaui fericie homogeneaui , in aliis vero cellnlis plus niinus\e exaratis exhiheant. S:-il cjuacnaui sunt huiusmodi floccorum structura alcpie ollicium ? Floi-ci de cpiibus seruio est, penitius scrutati, sunt tubuli tenuissimi, plus vel niiiuis longi , mode simplices, uiodo ramos'i; nunc lenacissimi, elastici, pei'sislenles ; nunc niollissimi , pulposi, faliscenlcs , etc. Eonnii cavitas in simplicibtis ab inio ad smnniuni aeijuc ampla est ; in ramosis vero e trunco ad ramulos sensim dccrescit. Hi tid)uli , sub vegetationis pro- cessu , limpido utplurimum humore replenlur , a fp'.o diversae fungi partes proprium hain-iunt nutrimcntum. ^ identiir igitur organa elemeii- taria haiuni plantarum , ductuuni lymjiliaticoruni muncra fun^entia , (juae cum animalium vasis hliud male coitiparari possunt (i). Omnia reapse Lycoperdineorum organa ab ipsis plane formantur. Flocci longi- tudinaliter decurrcnles, atquc in funiculos plus minusve rompactos imple*i, fibras eomj)oninit. lidcm flocci solitarie decuiTcnles, ac in telae modum re- ticulatim implexi atque anastomosati, Tel in massam amovpliam labjTinthi- foniiem slipali, iu\olucra mcmbranacea, cellularum parictes, loculorum disscpimenta , parcnclnina ol nnmes similares Lycoperdineorum partes (I) Simiirm contoxlum onVninl ft rolii(iu I'iiiil;! . uti ex obscr^atioiiilnis a me pUirics repflilis in diversis speciebus a^l diversa genera speetantibus , coniporlum biibui. Mycetes carniiso-corincci prae reli<|uis banc slriictuiiini clare patelaciunt. llacc auteni adei> nianil'esta est in funi^is ela\ae- rormil)US , ut nonnuUae buiusce familiae species, ex. j;r. Clm-ariu pUtiUitris, L>coperuinei in\ersi diei raercanliir. Est ne slrui-luia baec cmnibus \e^'elal)ilil'us piopria ? Qnae.^lio haec niomenUi- sissima I'ors nunquani resoUelur. Cerium 'est interea enindom or^anorniu adspeetnni snl> inicrose'>- pica parlium cum iiin^'oruui, lura plaiibirum perlVetinruui inspectinne ^bser^al■i. Ne^ue iialuriK.- eonsonun) vidctur planlas minus pi-iltclas, peilectissinias qnud ad tir^anurum labrieani et usnin superare. Quibus perspeclis non adeo nbsnrda mibi vidctur I'ruleRsoris Vimanu circa slructuram pbaii- Inrum nupcr edila tlieoria. Sed butanicus ^cnaeusis putins ex antecapta liypolliesi , (|uam ex ob^^^rvationibas fidis pro^riaita deduxit 'doclrinam. Et ubi a 'simpliciofibus inctioare , et &d fnni^is rnmpO»ila eiusdem rCKni cnlia ndscendere debnisset ; ipse ciintra , no^dcclis iirfimis "plantis , ipiiliUH eliani lonj^'e aliam faliricam ctincedit, ex animalium orfianica rompaj;e ^e^elalliIlum perle- rliorum strueluraui iimuium primu deducit, liiuc experimenlis el ul>ser\atio»ibns tibi prhjs iu- nixu9 , ipsis aoato^ani treat. AUCTORE DOCTOUE CAROLO VITTADINIO 14" consliliiunt. Si has inicroscopio coinposito perluslres, moclo cellulis r.oluii- dato-elongatis , inodo tubulis brcvilius diverso modo implexis , fomiatas I'acilc crcdas (v. Vittadini Moiiogi-. Tul)(;rac. tal). l\ . fig. I\ . }. Sed hac cellulac , hi tuhiili raentitac species sunt, et a floccorum varia iii- lerscctioivc sivc decussalionc cnascuiitui'. Diun huiusmndi floccorum con- lextus disciuditur , pecuharcm edit solium tpiasi si sriiidorotur spongia , extremilalcsqui! floccoruui e IVustulis disruplis nou raro exeunt, uti tracheal; c\ i'oliis discissis plantarum inonocotyledonearuin. Tanta adest vevo in iiaiiiiuHls speciclms siuiihliido inter hos iloccos et tuhillos (pii Iraelicas coiiiponunt , ut diflicillinie etiain sub in*roscopio lios ab illis seceriiere hceal. In hoc floccoso organoruni conlexlu exstaut meatus diversae formae et magnitudinis, qui pari ratione sub microscopii compositi acie inspecti , ceUulas plantarum cpiodainniodo refciunt, dum tlocci a tjuibus circumscribuntur interccUulares ductus rcpraesentant (v. ^ ittadi.m 1. c. tab. I\'. fig. V. ). Hi meatus vel vacui oinnino sunt , vcl nialerie di- versae naturae ab ipsis floccis .seeiTla farcli , ev qua partes diversae adspectum peculiarem et indolem sumunt. Floccorum decursus variat pro diversa specieruin natura et \ivendi ratione. In speciebus basi radicali praeditis , flocci e puncto basilari exurgunt , et peridium omnium jirimo contexunt ; ex interiori deinde eiusdem sujierficie in uteri cavum transeunt et parenchyma componunt. Vel , iam ab ortu divisi , partim peridium , partim uteri centrum sub- eunt , ubi in speciem placentae seu columellae conveniunt. In hoc ul- timo casu parenchyma nunc tantum e columella, nunc e columella simul et peridio originem ducit. Columella , de qua sermo est, seorsim considerata , Isariae speciem <[uodammodo repraesentat. Si vero fungus basi careat , flocci e cuncta ipsius superficie exoriuntur , et mox in |)e- ridium et parenchyma distriljuuntur. Sed de hoc alibi fusius. Nunc illud unuui addain quod mirabilissimum in genere comju'ritur naturae magi- slcrium in floccis ordinandis sivc ad pcridii , sive ad parenchymal is fa- bricam delectis , et in modificanda ipsorum floccorum indole secundum inorphoseos naturam et leges unicuiquc generi t't speciei ad banc absol- vendam constitutas. Lycoperdinei fere oinnes radice vcl thallo floccoso instructi sunt. Ilia tantum in uteri basi occurrit ; haec totam fungi superficiem obvcstit. Quae organa absorbcntia ex ipso flocconim nucleo, vel e floccis sparsis, inversa dircctione cxcurrentibus, originem ducunt. I \^ MO.tOGnAIMlI.V I.VCOPERDINEOIU M FructiJ. Flocci qui receptacuimn fungi compoiiunl , ac M-gclalioiii l)ro|)rie inscrviuut , ahsol»ila eiustlem orgaiii fahrica, altcnmi iiou minus siugulaitMn ft luoinenlosuin organorum apparaluni conU-xunl al(|ue cxin-- iliunl, a|>j)araluni scilifol frudificalionis. E vaiiis oiiiiu lionuii flocrorum puurlls, apioibus aul nodulis innncnsa ranuiloruni progenies exui'git, (pii ininun in modum subilivisi ar in scuiclipsos complicali, omne spalium a floccis priuiordialiljus reliclum opplcnl, cl pareneliymati tali pacto ])ropriam soliditatein indoleniqnc liouiogeneaui cai'noso-couipaclaui inijierliunlur. Hi llocci li'iicliiicalionis pedelenliui crcsconles apice \aiio ii.oilo luigeul el seininuui eonceptacula ponunt. Haec conccptacula vesiculas diversae lijnijae el niagnitudinis refcrunt , quarum parietcs, oninino dlaphani , duplici plennncpu! ac tenuissinia constant nicmbranula. Tn Lyiopcrdincis ipioruin coiUexlus exiniie oelhdosus est , seminuni eonceptacula inlcinos leUularuni parietes obvestiunt , ubi in uicml)ranae spccieni stipala, hj- iiictiium , uti Yocant , cfliciunt (2); in illis vero carnc compacla, baud (■eUulosa, sed in locula tantum a disscpimentis divisa, praeditis , seminuni i-onceptacula in loculis sparsa vel in glomerulos conglobala occurrunt, nee ullmn hymenii vestigium praebent. Conccptacula apice libera, hymeniuui roniponcnlia , sporophofa ; eonceptacula vero in fungi , ut ita dicam , .substantia innuersa , ac undique prcssa , sporangia nuncupantur. In conceptaculi cavo, peculiari huuiore constauler repleto, forniantur prima seminum rudimcnta , borvmi scilicet reproduclivu fuiigorum or- gana , sporidia dicta. Seminum rudimcnta quae in sporangii ca\itate i\idulautur ibi , de more , usque ad completam evolutionem remanent ; ipiae vero in sporophori sinu continentur , numero saepe determinato , i-n-ca conceptaculi apiccm exeunt , membranulam internam eiusdem con- i-e|>taculi , uti videtur , secum duceiites , quae pedicelli ad modum sin- gula sustinet emersa sporidia, ibi(pic ad maturitalem j.crducit (3). (i) Hoc modo furmatur hymcDium .i<;nricoriini , btileturuni , nniniuiuqiie fuiigorum ex clause ilMncnomycctimi Fbiesi. Rcceiilluri ocvo liaoc i|tsissiui:ini slruclnrani ipse ol)serva\i in nuiiiiuUi« 1ij5li*rniu)'cctibus subtcrrancis , propriiim subordiucm nyiiifnogastvrcarurn hac de causa coiisli- liiriitihus ( ViTTAD. yfonogr. Tul/eracearum pap. 13 ). (3) Uanc (tporidionim dispnsitioncm quara ipse tarn in llymenomycelibus , quam in Gaslorc>m\- cvtibus iam pri'ec duliilo (]uin illoruDi lubulerum formalio, a membrannla sporopliori iuterna , uli de f;rannlis ptiHineis accidit , a sporiditi emerj^enle sub- durla , repetenda sil , ila (|uidciu ut sporopiiori ca^itas cum illarum nppendicum caNilale ccm- iiiuiiircl. l5o MOXOC.nAPIIIA LYCOPEnDrNEORl'M rem maceralo aUjuc solulo fruclificalionis apjiaralu , macerala attpe soluta materie mucoso-gclatinosa inter contextus meatus concreta, moUior fit caro et sul>])ultacca, ac demiim ex integro fatiscit. Sub hauc carnis rosnlutioniMn arpinsus humor , in nonnullis S|>cciel)us (juanlilalc sat no- tabili expressus , exleriora pctcns pcridium pei'vailil , quod liaud dissi- milem proccssura pcrinde subit, eidemque morphosi subiacet. Evaporato denique , sub leraperalo acre perfuse humore , arcfactis atque a se in- viceni distractis floccis , resolulisfjue in propria slamina cellularuni |)a- rietibus et loculorum disscpiuienlis, interior fungi sulistanlia in massam iloccosam, siccani , plus miimsve relaxatam , ac tenuissimo pulvere, ex miriadum sporidiorum congerie exurgenle, inidique inspersam ex integro convertitur. IJace floccorum exsiecalorum iiiassa capillitium vocatur. J laud dissiniilem processum , uti dixiinus, ingrediens peridiu^ ■vel fru- stulatim demnm scindilur , atque inlernam massam sporidiiferam demi- datara relincjuit ; vel relaxatis floccorum apicibus , rjui circa uteri ver- ticcm gencralim conveniuiit , ibi de more dehiscil, inclusisque sporidiis exitum parat. Singulare ac coustantissimum sub hoc processu phoenomenon otfert interioris fungi substanliae, sive parenchymatis progrcssivus color. A sporidiorum progressiva maturatione et perfectione color iste delermi- natur; de specie ad speciem generatim variat, scd in eadem specie, sub morpliosi nonnali constans , utplurimum observalui'. Inter causas quae horum fungorum morphosim impediunt suffocant aut praecipitant , re- censendae sunt humiditas vel siccitas nimiae, et fungi, nondum plane maturi , e loco natali avulsio. Sporidiorum deroloralio morphoseos prae- cipitatae certum indicium. Non in omnibus Lycoperdineis tamen nior- ))liosis haec pari passu inccdit. Adsunt species in (piilius pulj ae resolntio absque sensibili eiusdem liquescentia contingit ; uti et abac quaruni jie- ridium nuUae feruie morphosi subiectum est. Sed haec , et praesertim «(uae specialiorem peridii morphosim proxime respiciunt, in specicrum historia ot descriptione copiosius perlractabimus. ■^ffin. Myxogastres maturi , idcst post completam eorum morphosim, cum Lycoperdineis adeo congruunt, ut facile cum ipsis in lioc statu commutari possint. Differunt vero Myxogastres vegetatione vel maxime singular! et a reliquorum fungorum prorsus diversa. Eorum contextus primilus nuu-ilaginosus est; et sub vegetationis processu utplurimum mirificc variant. Sunt tamen limites evidentissimi , et , ni fallor, omnis AUCTOUE DOCTORE CAROI.O VITTADIMO l5l ililiercnliu in diverso cohacsiouis gi'adu , sivc in iiatura [)ul|)oso-iiiuciUi- "inosa flocconiin priinordialiuin Uilet , ex tput rliain pendent lam ver- satik'S eiusmodi fungorum primitivae fonnac. Tricodermacei Friesi , |ieridio iniixTfecto inslrucli , facile a Lyeojierdiueis distinguimtur ; cum aliis confundi necpiemit. Analogia multiplex adest Lycoperdinoorum cum Tul)erarcis. Sic Scle- roderma et Elaphomyoes cum Tubere, Lycoperdon cum llymcnogaslre et Rl)izo])Ogone (Tuber virens Ai-d. *t Sciiw. ), Polysaccum cum Octa- viania etc in statu iuniori facile confundunlur. Analogam etiam mor- plioseos spcciem subcuiit (Jclaviania et Rhizopogon; longe tamen differunt hiiiuscc morphoseos elibctus et finis. Tuberaceac maturae nunupiam ijoccoso-pulvcrulcntae observantur. Hist. Ordo , ut iaui monuit Fries, summa attentione dignus. Omnes i'cre Botanici , cum e\ternas niniium fonnae atcpie substanliae niu- laliones animadverterint , intiniam et ])rimordialcm horum fungorum strueturam ac praecipue reprodactivarura partiuin morphosim neglexerunt. Ijtse primus iam anno i83i nonnuUas circa hoc argumentum obse^^a- liones in Tuberaceariim Monogriiphia publici iuris feci. Praccipua Iniiiis oriiinis geuera a Michelii lemporlbus iam optime distincta (Geaster, Lycoperdon, Scleroderma, Poljsaccum ) ; mox sub proteo genere Lj - coperdon, una cum pluribus Myxogastris , confiisa. Haec genera, a variis sensim restiluta, bene sLabilivit Persoon ; exactius circuniscripsit Fries. Species, genuinac saltern , baud nuuiei'osae, bucusque, excepto Fnir.so, iiimis leviter examinatae , *t mirtivn in niodnm confusae ac dila- nialae ; tpiarc synonymia numerosissinia, intrieatissima. Caeterum cha- rarteribus optiinis , aculissiniis ])ri«iditae , forma tautum et volumine iuconslanles , liinitatu plermncpie faciles. Quae adsinit icones numerosae, pleraecpie tamen infidae ac mere habituales.; saejie ex diversis diver- sarum specierum individuis , vel ab individuis exoletis dcpromptae el ad varios fungi status sive aetates accommodatae ( v. Ljcoperdon pe- tliincuLitiim , lucuiiosum , pyry'onne, hjemale, etc. Bull. )! Tnternarum partium structura in omnibus fere semper aut praetermissa aut maV: expressa. Ex hoc ^>lmrim;rs ncgleici , «t non paucas dubilans allegavi. Lycoperdinei inter omnes fiingos apiul ros vulgatissimi , ubitpie obvii. Ineolnnt plagas nemorum consilas, loca aj)rica et inculta pralorum , <'amj)orum versuras , viarnui mar.gines etc. Solum praediligunt laxum , arenosum : et (piotannis in eisdeni locis eaedem apparent formae. Duo l5a MOXOGRAPniA l.YCOPEnniNEORUM tantuni genera plane subterranea ; noninillae lamen species fere omnem vegclatioiiis pcriodum sub terra absolvunt. Ilorum vita magis diutina, soepe per menses , imo etiam in annum producta. Maxima vero pars in ten-ae superficie libere evolvitur , liorumqne vita brevior. UsHS. Lycoperda immatura , a nol)is admodum expelila , Ilali fere oDones comedunt. Praeslant quae carnem duriorem et magis compactam habent , odoremque gratum. Etiam Solerodermata in nonniillis Longo- bardiae locls , ubi £;encralim cum Tubei'ibns confunduntur, in usu sunt. Capillitiuni compactum Lycoperdorum ad sanguinem sistendura et ad parandum fomitem liinc inde inservil. Polysaccis ntuntur Hetrusci , MiCHELio et BoccoNio teslibus, ad tingendos pannos. Boiini diarrhoeae orienlales Europae gentes sporidiorum pulvere mcdentur. Sjnopsis generum e fructijicatione potissimum et perixUi indole distinctorum. I. EXOSPOREI. Receptaculum cellulosum , labyrintliiforme ; parietes cellularum hymenio vestiti; spoi'idia demum emergentia, spo- rophoris suffulta (Ljcoperdei , Fries). Observ. Fiocci vegetationis TCre ramosi, maximc cvoluli , lenaces , pei'sislenlcs , r peridio ulpturimum et columella centrali exsurj^entcs, contextum plus minusve laxum, amorphum cfTurmantes^ et post fungi morpliosim verum constituontes cn- pillitium. Fiocci fructtGcationis subaoqualcs, rcticulalim iniplcxi , atqiic ubiquc anastomosnntcs , c variis praecetleutium punclis oxsurgpnles , celhilaruni<;i>aeum, liauil rollulosufn, sine ullo hymenii vesti^io , efTorniaut , disti'ilmli. Flocci lam vej^otationis, qiiam fructiljcatiunis post fungi morphosim cum sporidiis fruslulalim evauescuu( , nee verum ct persielenteni oxbibcnt cBpillilium. 4. Scleroderma. Peridium corlicatum ., dehisccns. Loculornm disse- jjiinenta pai'uin disliiirla ; londi absque iilerulis discretis. 5. I'oLYsAccuM. Peridium baud corticatuni , dehisccns. Loculoruni dissepimenla distiiictissima ; loculi tot vcluti utcrulos subdi- scretos, peridiolo cinclos , iucbidentes. 6. Et.APHOMYCES. Pcridiuui corticatum , indehiscens, arrbizuiti. Lo- culorum dissepimenla rara, parum dislincta; loculi absque ute- rulis discretis. III. FRUCTIFICATIONIS IGNOTAE. « Capillitiuui nullum, sporidia primo conglutinata » (Cenococcei, Fries). 7. Cenococcum. Peridium baud corticatum , iiulehiscens , arrhizum. Cridca. Exosporeis principem tribui locum utpote qui fructificatione cum fuDgis pcrfectissimis Agaricinis et Polyporeis plane conveniunt ; Trichogastrium centrum proprie constituiint ob capillitium prae caeteris magis cvolutum ac persistens. Endosporei fructificatione a fungis per- fectioribus iam magis recedunt , atque ad Angiogastres transitum efli- ciunt. Cenococcei Friesi, structura longe diversa , a Lycoperdineis meo sensu removendi. I. GEASTER Mich. MicnELi Nov. plant, gen. pag. 2J0. Pebs, Uisp. nictli. Fung. pag. 5; Sjn. Fung. p. 131. Fbies Sysl. myc. 3. p. 8 Chevallieb Par 3. pag. 489. Lycop. Geasltr Scor. Cam. 4. pag. 489 Lycop. steltatum hiKtt. el anct plur. Lycop. iperief Sohmid. Ic. el an. planl. elc. cic. Char. Uterus forma varius, plermnque radicalus. Peridium tenuc , papyraceum aut membranaccum , apice utpbirimum determinate dehi- sccns, a cortice, demum stellatiiu lisso ac rcvoluto , discretum. Pulpa cellulosa. Capillitium laxum pcridio vel etiam columella centrali adnaluni, sporidiis inspersis. Sporidia in fungo iuniori sporophoris tetrasporeis suJfuUa. Serie II. Tom. V. u I 54 MOMX.UAPlllA l-VCOPEUDI.MiOIVl M Obs. Uterus scssilis , jiriina aetalc omnino claiisiis, suhtcrranciis, ;i(- plus ininusvc ileinersiis. SubslaiUia iilcri iiilcrior iiiilio alliicla, sulxroiii- l)acla , cclliilis minutis elongalis circa j)i'ruruiin cl colmiu-Uam ceiilralcin railioruiu iiislar tlisjiosilis (■Mich. I. c. lab. loo. fig. g); vel cclluli.s inaioribiis rolundalis, jieriilio umrujue aclnalis (Micii. 1. c. fig. e ) , ronflata ; deimini, afliiiiuin ad luorcni, in jndvcrem sjioridiifcruiii , co- loialiiin , fatiscens. Morjihosi.s liacc al)S(juc seiisibili carnis ru|ucscciilia coiilingll. Ill .spocicbus cobiuu'lla jiraciUlis flocci fi'uclHicationis ante iiiorphosim brcvissinii graniiloso-raccino.sl, iniuuiicra sjiorojihora obovata vi\ j)cdiccllala ferciilcs , sub fungi inorpliosi c\ iiitcgro cvanescentes ; sjKiridia iiuimta simi)licia, lolunda , S|ioro|ihoii ajiicc inscrta al)S(i[iio ullo pediccUi vcsligio. In illis contra cohmicUa deslilutis flocci frnctifi- r^tionis iiiimis congesli , longiorcs; scmiiium couceptacnla clavata , loii- gissinie pcdicellata , spoi'idiis intus rcpleta (an sporangia); sporidia rn- I Hilda , iiiaiuscula c granulis ]ihii'il)us composita ac luuupiani iili in reliquis einersa. Peridii cortex, in fungo vivo, dupbci stralo cbinponitur. Stratum exterius fibroso-ooriaceum aut floccoso-inenibranaceiim , icnax , persistans, cuticula nitida subdecldiia, vcl floccis plus ininusvc conlextis (^iiipiiibraiia llocculcnta , Sciimid. I. c), cpidcrniidis ad iiioduiu separa- bilibus , sal)iilo quisipiiliisvc inquinatis obductinn ; inlcrins crassuin , ho- inogeneiiin , fragile , ac pro specici dlvcisilale pulposuni , ccraceo-molle, subcartilaglneuin , subcorneuni. In huius strati peculiar! slructiu'a ratio latet dehiscentiae et vis hygroiTictricae corticls ipsius. Interioris ]ni!pae nior|)hosis in terrac sinu absolula, totus vegelalionis processus, sub liac iihinia vitae periodo, in corlicem convertilur. Quare dum humorc uii- di(pie jirofiinditur cortex, stratum eius interius tumet , expanditur , at(pie in slraluin extcrius huie expansioni ])ropria teiiacilate renitens , insiinul ageiis, eflicit ut cortex ipse ex inlegro a peridio sccedat ac demmu dehiscat. Rumpitur reapse , superveniente praesertim tempestate phivia , peridii cortex, atque in lacinias plus minus regulares ac pro- liindas , radiorum instar ex apice ad uteri basira protcnsas , finditur. Laciniae hae sub contiuuato ciusdem strati interioris incremeulo, iiti in llmum dehiscenlia accidil , pedetenlim aperiuntur , refleclunlnr, talicpie parto in circumanibienlcm luuuiim iiicuinbentcs , globnluin I'nictiferuin decorlicatum ac basi taiituin corlici liaerenlein, singular! naturae arti- ficio, e lerrae sinu extralmnt , in eius superficiem extollunl, fornicisfpie ad modum siilTulciunl. Ajicritur subinde j)eridii os, vcl peridiuni ipsum AUCTOIIE DOCTOHE CAROI.O VITTADIXIO l55 superiic scindilur , ct sporulia sub tnininia globuli succussioiic in acra avolaiit. In plurihus spcciebiis stratum corticis interins post complclain Itingi evolutionem clclujucscentlo vcl exsiccando clilal)itur , turn radii sou corticis laciniae explanati vel reflexi perpetuo manent. In nonnullis \ero stratum hoc interius immutatum persistit, ct turn radii , hygromelri ad speciem , sub iove sicco circa glohuluin scminiferuni , ob eiusdem strati cnarclalioncm , inflectunliir ac rccollimuitur , iuiniiditatc favente , ad pristinain normam itei'um redituri. Globulus sive capituUim seminiferuin pedicello ])lus minusve manifesto intra corticem instructum, raro omnino scss'Je. Pedicellus e strato corticis exteriori intus producto exiirgit , stra- tum corticis interius perforat, at(pie in peridium ct columellam transit. Species pedicello plane destitutae etiam columella carent ct contra. Quare non dubito quin portentosus ille Geaster coliformis tot columellas (|uot pcdicellos el ostiola gcrat. Peridium in fungo maturo molle , siccum , laeve, vel, e pellicula exteriori scparatione, floccoso-reticulalum (v. Geast. hjgrometricus). Peridii os plano-conicum , plerumcpie varie eiTiguratum, idest ])licato-sulcatiim ( corouatum sive radiatum Mich. ) , fimbriato- ciliatum [Jimbriatum , Mich.), dcntatnm , papillaefornie , et sic porro, raro substellatim laceruin ( stellatuiii , Mich.), vel plane amorphiim ; nunc determinatum , idest disco marginato plerumque discolori insidens, sive orbiculo basilari cinclum ; nunc indctcnninatum disco et orbiculo destitutuni, ac a rcliqua peridii fabrica parum abludens (4)- Columellae Ibrma in variis varia , sed in eadcm specie constans. Capillitium in spe- ciebus columella dcstilufis aequalc , floccoso-rcticidatum , peridio undi- que adnatum ; in illis vero colutnella pracditis inaequale, floccoso-radiatum, parliin peridio , partiin columellae , penicilli instar , adfixum. Flocci ra- (4) Ostioli fnrinam , in sprciclms detoriiiinnndis , maximi esse momcnti , Palrcs iam docuere. Quapropter stiiuma in hoc organo descriiicudo npus est dili^entia , nc concoplns anil)ii;uus cva- Jai , uti e sc(|uenlil)us patct : ossuliini coroHarum MicHELii nonnulli ad plicato-sulcalum y pcctinato- striatum aut ftabeltiforme ( Fries ) ; alii ad vere pectinatum ubi ncnipo tibrae ad normam radio- rum coronae , iu couos surrcctos coadunantur et intcn'allis inter sc invicem di}iiun>^uDtur , uti Tiderc est in CnEVALLitRI iconc 1. c. tab. 10. fig 3. ( Scdmidel ) ; alii demnm ad Jenlatum rc- ferunt. Oilio\\im ptrtinatum Schmidclii, quod c fil)ris simplicibus rectis quasi poctinatis for- mator , nunc ad fimbj-iato-riliatum , nunc ad plicato-sulcatum refcrtiir ( Fries , CnE\ ALLIER ). Hi osliolum plicato-sulcatum el ciliato-fmbriatum sub nomine ciliati-fmbriati insimul iuDgunt ( Her\t ) ; illi tot ostioli formas pcctinatas , ciliatas , coronatas , etc. confundunt ( Pers. ). Nee deTucrc qui foliciori ominc , ad varias ambiguitutes aufcrendas , qualcmcumquc ostioli figuram io • pecicrum desciiplionc ouiiltendam censucrunt ( SecRETAN ). l50 MO.NOCnAPIltA I.YCOPERDINEOni'M iiiosi varic rolorali. Sporidia, sallciii in speciebus a me e.xaminalis, pe- dicL'llo dcsliluta, laxa , colore vario fusco-rufesceiite avit brimneo, seel iu eadem specie coiislanli. Afjin. Genus priniariuui cvidenlissimum. Lycoperdo corticis slruclnra, peridii indole ct pulpac uiorpliosi liinc inde afline (v. Ljvop. marginatum, plumbeum, defossum). Analogia tantum adest cum Splinerobolo et Mi- ircniyce. Hist. Goaslres inlcr maxime mcmorabiles funpos certe recenscndi. Sed lain slruclura (piaui ve£:;etalio iuiperfeole cognilae. Cuius praecipuae ratioues , uti iam moiiuil Fries , iu niorphosi subtenanea , figurae et Icxturne nouuuUarum parlium repentina mutatione , provcnlu sporadico ac privis pcrsaepc locis innixo etc. inquirendac. Nonnullae species ve- teribus iam notae. Michilius genus oplime cousliluil, denominavit, no- visque speciebus locuplcs fecit. Genus ilerum penitus extinxere poste- riores botanici , et sub Ljcoperdi stellati nomine omncs fere species coacervarunt ; rcstituit Ekhart, retinucre Peusoon , Fries omnesque recentiorcs IMycologi. Species genuinas Bryaktio, Schmidelo , Frieso etc. debcmus , sed Imcustpie minus acute limitatae. Plurimae enim in statu .exolelo , baud normali , dcscriptac , vel nimis lev iter examinatae fuere. jNlirandum sane neminera e recentioribus Mycologis columcllam et varias subinde quas offert formas inspexisse. Haec tamen non effugerat oculatissimum Michemum, qui 1. c. tab. loo, fig. g, fungum columella instructum intuenlis oculo exliibuil ; nee rccentiori aevo accuratissimum .ScHjiiDEi.iTM , qui , loco paritcr citato , nonnullas Geastrmn species co- lumella instructas egregie descripsit et pinxit. Omnes Geastres pedicello vel ore figurato aut determinato donati , etiam columella inslructi sunt. TnliT liiutcnus descriptos luiicus Gcaslcr hygrometricus columella caret. Oplimos cliaracteres offerunt dlversa corticis , praesertim eiusdcm strati interioris , nalura , columellae praesentia aut dcfectus , ostioli et colu- mellae forma , subinde etiam praesentia aut delectus pedicelli ( conf. .*^c:i(Mm. op. cit. ). Giobidl sporidiiferi forma, radiorum immcrus atque iigura, color , magnitude etc. nil ad species iimitandas valent. Propter characterum inopiam vel ineptam eleclionem vix ullam e deseriptis spe- ciebus ad proprium typum aljsque dubitatione referre liciiit. Quarc |)lurimae S]iecics sub novo nomine, etsi invito animo, describere coactus fui. \uHius significationis nomina reliquis saepe ambiguis ante tuli. Ce- tennn deseriptas a me .sjiecics satis acute luiiilatas esse confido ; atque AUCTORE D0CTOHE CAROI.O VITTADIMO 167 cxemi)laria sicca, omni cura scrvala, quae penes lue volentibus datur iaspiccrc, et iconcs a fungo vivo desuinplac , ad omnia dubia loUenda non parum conlvd)iiciit. Geaslres propriam vitac historiolain , dcfossi , in aunum uti videlur complent ( v. Sciimid. loc. cit. pag. loi ) ; ubi vero c terra emergunt cilissime pereunt. Exsiccati vel exoleti diu perduranl et loca natalia indicant. — Nomen a jr, el ' aazrp derivatuni. *•■ ore plicato-sulcato ( coronato Mich. ). SPECIES I. Geast. ScHMiDELi, Nob. Tab. I. fig. VII. Cortex pcridii in lacinias subaequales ad medium fissus , strata intcriori crasso , evanescenti instructus. Capitulum pedicellatiim. Peridium pa- ' prraceum ore determinato , conico- acuta, plicato-sulcato. Columella brevis , subcylindrica. Geastcr aspcr, panvs ^ umbttico curottato , jittluulo ptrirt-vi domitus , Mich. Gen. lab, 100, fig. J. l-yeop. voham rc/leiitin ore pcclinatn ? ScilMip. Ic. ol an. Lib. SI. fig. 11-I.t ( OS quidom fimbriatum dicitur, scd in citalis iconibus patcnlissimc plicato-sulcatuni). Gcastrum pectinalum , Chevall. Par. 1. pay. 3G0 ( adcsl ue osliolum dcleiniinalum?). Ceaitrum minimum, eiusd. I. c. lab. 10, fig. 3 ( os CTuleotac marginatum piu^ituc ). Uterus prima aetate ovatus , dciu ovato-aculiis , cxliis niembrauula (loccis tenuibus varie et laxe intertextis , sabulo sordibusque inquiuatis, formata ac facile separabiU cinctus; vix exfossus albidus, mox rubescens vel purpurascens , basi floccis lavis , coarervatis , corj-mbosis , radican- tibus instructus. Cortiris laciniae crassac , rcvolulae ; eiusdem basis in- tegra , plane convexa , ac fornicis ad insfar elevata. Stratum corlicis exterjus tenue , floccoso-nieuabranaceura , flexile , papyraceuni , albido- rufescens , hunioso-inquinalum vel glabralum , idcst ])eUicula exleriori , solo firmiter liaerenli, dcslilulum; stralum interius ccraceo-niolle , 1-2- lin. crassum , albido-jiallidum , fragile , ab exteriori facile secedens. Ca- pitulum globosum vel ovatum , basim vcr.sus atlcnualum ac veluti con- striclum. Peridium rigcns, albido-fuligineum , albido-cincreum etc. , I 58 MONOCnAPniA I.YCOPEnDINEORUM superne iiistriu-tuni orbiculo marginalo , dcprcssiusciilo , in quo ostioli plicae (loterininale circumscril)untur. Plicae liae oinnino coiuinuac , fla- bc\lifonnes, apice tantiim fimbriato-lacerae. CapituU pedicellus , in slrato corticis inleriorc plane imniersds , haiul visibilis. Coliunella crassa , Jloc- coso-conipacta , obtusa, ultra ca|iituli ccnlnuii non cxcurrcns. Capillitium laKuui <-olinncUac et peridio adnatuni , fiisco-fuligiiicum. Sporidia luli- gineo-rufescenlia. In f'migo CNsiccato corlicis laciniae patcnies vel Icviter deflcxae , te- niies , plus minns flaccidac. Slralnni corlicis inlerius fusco-brunneuiu , tenuissiuiuin , laeve aut riinosum , exaridum , fnigile , ab exteriori pal- lido secedens , in exoletis interdum plane obliteratum. Pedicellus ob cius- tlcni strati exsiccationein vel defluxuni , manlfestns , 1-2-lin. longus et totidein crassus , albicans , sacpe compressus , snrsum dilatatus ac in peridium et coliimcliam transicns. Peridium tenuissimum , glabniin, fir- iniusculum , elasticnm , parum tenax , in exoletis fusco-fuligineiun. Re- Tupia ut supra. In locis aridis sabulosis circa la Torretta, in nemore della Rossu supra Roncuro , et secus Ticini flumen prope S. Sojiu , Torre cTIsola , S. Varese etc. in agi-o ticinensi obvius. Germinal martio-aprili ; ma- turus e terra crumpit septembri-octobri , in sequens usque ver, exoletus, persistens. Affm. Species eleganlissima a Geastre fornicate Friesi vix ac iie vix (piidein distincta ; cum iconibus saltern ii-i5 Schmideli , I. c. , cjuas Fries ad Geastrem fomicatum refert, omnino congruens. Sed rare in nostra specie pellicula corticis externa liumo adfixa manet , quod tamen a diversa soli natura pendere probabile est. Geasier asper pan'iis etc. MicHEi.ii liuius esse loci baud dubito; eius enim ostioluiii , ut Michf.t.ivs describit et pingit, disco umbilicali marginato insidet. Geaster striatus Friesi , cuius ostiolum umbilico central! plane marginato baud exci- pitur ; eiusdemque Geaster umbilicatus, peridio iitteriori sessili instru- ctus , hue referri nequeunt. Geastrum minimum Chevali.ieri, a Geastro pectinato eiusdem auctoris baud distinctum , ad nostram abscpie dubio pertinet speciem ; sed in icone adest ostiolum vere pectinato-partitum , lion snlcato-plicatum , quale in de.scriptione adnotatnr (5). Ljcoperdon (5) Nescio cui scopo cIDngaatur icoucs , iiuaruiu cliaractcres iu perfccta antitlicsi cuiu ilUs AUCTORE DOCTOnE CAnOI.O VITTADIMO 1 5g vol<>>am explaiians ScnMiDEr.i ad liaiic spcciem ([uoque |)roviino acccdit. Tcoiics perfcclissimc coiignuinl, seil obslal oslioli forma (juac in dcsci'iplionn e Jibris rectis quasi pecdnatis formari dicitur. Ilaec ipsissima tainen ostioli forma Lycoperdo volvam rejlectenti , in codeui Schmideli opere dcpiclo, adscribiliir , quae species, uli figurae praesi-rtiin 12, \!\qX i5 demonslranl , ad illas ore plicalo-sultalo douatas ccrlissiine pertinent. SPECIES n. Geast. ei.egans, Nob. Tab. I. fig. W. Cortex peridii in lacitnas diffbnnes supra medium Jissus , strato inte- viori crasso , evanescenti instruclus. Capilulum sessile! Peridium Jlaccidum, ore conico , plicato-sulcato , haud determinato. Columella longiuscula , clavaeformis. Geatler strialus? Fries Sysl. 3. pag. 13 (peridium in hoc subpcdicellaluin ). Giaslium badium, I'ehs. .Iiiurn. Iiolan. 2. lab. 27. ( non ^idi ). Mebat >'ouv. Flor. dc Paris pag. 94. Uterus prima aelalc oval us, Icviler acmninalus , extus floccosus , luinio sordibusque iiiquiiiatus, basi subradicatus : vix exfossus albidus , deinum e\ albido-rubcsceiis. Corlicis laciniae 4"7 j revobitae; ciusdcm basis inlcgra , convexa , cupulam obversam refereiis. Stratum corticis inlerius lineani et ultra crassum , circa peridii basim aetpialiter atte- nitatum , ceraceo-moUe , subpulposmu , fragile , undo saepe rimoso-dif- fractum , aquoso-albidum , aut pallide carnemn , facile secedens; exterius tenue , floccoso-mcmbranaceum , flexile, tcnax, humoso-sabulosiim , raro glabratum. Gapitulum ovato-iolumlatuni, ex ostioli figin-a subconoideum. Peridium albido-cincrcum , moUiuseulum , non nilidum , superne instru- otum ostiolo elevate , promincnli , conico-acuto, concolore , orbiculo basilari plane destitute. Ostioli plicae continuae flabeUiformes , apice •ual . qui in dcscriplionc adnoUinUir. Id dcscriptinnc revora os dicilur jincmrtit piisse ^ ttftoujte f-t citic au somtriet , ncc ulla dc unibilicn inar^inatn nioutio infcrlur ; in iconc coutra eciem tjuoque in- vcnit atfjue descripsit IMichet.ius I. c. ; eiusque icon , etsi ad aliam Sjic- ciem eam releget Fries , cum nostro fungo pcrfectis.sime congruit. Serie II. Tom. V. i6a MONOcn.vi'iu.v lycoperdineoiium SPECIES IV. (Ieast. tunicatus , Nob. Tab. III. fig. III. Cortex peridii in laciidas maiiiscidas ad medium fissus , slrato interior e crasso ewmescente inslructus. Capituliim sessile. Peridiumjlaccidum ore minuto conico-Jimbriato haud determinato , zona pallidiore sub- obsoleta circumcincto. Columella longe pedicellata , pjrinversiformis. Gi'tislir fimbrintus? FRIES Sysl. 3. paj;. 16. Uterus initio globosus , apice promiuiilus , cpidermide contigua , membranacea , huino acubusque incpiinata , aetate autem ex integro se- cedente veslitus , basi le>'iter i-adicatus. Corticis laciniae 6-g , crassae , acutae , revolutae; ciusdem basis integra, leviter saccata. Stratum cor- ticis exlerius tenue , papjTaceum , cpidermide deslituta , glabratum , al- bidum ; inteinus ceraceo-moUe, lineam et ultra crassum, fragile, ex albido- carneum , facile seccdcns. Capilulum mammaeforme , magniludinis nucis avellanae, basi lata cortici stcUato insidens absque uUo pedicelli vestigio. Peridium tenue , fuligineum , iiou nitidum , osliolo laevi , haud deter- minato, conico-elevato , apice floccoso-lacero instructum. Capillitium la\um, tenue , fuligineum pcridio et columeUae adnatum. Columella ma- iuscula pedicello tenui e basi peridii central! exsurgens atque ad apicem usque peridii ipsius excurrens. Sporidia fiisco-fiiliginea. In fungo exsiccato corticis laciniae patentes aut circa capilulum col- lectae, teiuies , papjraceae , flexiles. Stratum corticis interius exlenua- tum, floccoso-stipatum, flexile, noi-maliter albido-fiiligineum , in fungo recenti humidilate adhuc I'^viviscens et radios ad pristinam normam ex- planans , in exoletis vero plane immntabile ; extcrius glabrum, nitidum, lalis epidermidis frustulis liinc inde obtectum , vel omnino denudatum. In exsiccatis et exoletis zona quae ostioli margines cingit uqjlurimum desideratur. Inter acus Pini piceae in regio viridario prope Modoetiam autumni initio. Rarus. AJfin. Species pulcherrima , praecedenti cpiodammodo aflinis , a qua tamen abunde differt forma uteri primordiali , ostiolo non determinato AUCTOUE DOCTORE CAHOLO VITTADIKIO 1 63 nec a relujua pcriilii icvlura diverso, coliimcUae forma, epitleniiKlis , ex intcgro dcimim solulae , slruclura , vegelatioiiis loco etc. Rcmotam cliara afliiiitalcm cum Geastre fornicato ostendit , ob idenlicam cpider- inidls structuram et dehiscendi modiim. Dantur eiiim individua in qiiibus radii corlicis stellali laciniis ei)idermidis , pariler slellati ac liumo iiifixi, insidcnt. An Geaster fimbriatus Friesi cum liac conveniat specie nec ne, aegi'e dclcrminaudum. SPECIES V. Geast. marginatus , Nod. Tab. I. fig. VI. Cortex peridii in lacinias subaequales ad medium Jissus , strata interiore crasso , evanescente instructiis. Capitulum pedicellatum. Peridium papyraceum , ore plano-conico , ciliato-fimbriato , rima marginali circumscripta. Columella brevissima, canica. Geasler minimus? ScnwEIN. Carol, n." 327 ( ex descripl. ). Fbies 1. c. 3. pag. 16. Uterus prima aetata ovato-rotundatus , flocculosus , liumo quis(jui- llisve inc^iinatus, basi leviter i-adicatus. Corticis laciniae 4-io, rcvolulae; eiusdem basis integra , convexa , subtus fornicala. Stratum corlicis in- lerius '/, , i lin. crassum , ceraceo-moUe , sul)pulposum , albidum aut pallide carneum , fragile, rimoso-incisum , facile secedens ; exterius floc- coso-membranaceum , tenuissimum , albido-pallidum. Capilulum ovale , circa basim constrictum, magnitudine a seminis cannabiiii ad pisi ma- ioris et ultra. Peridium aU)ido-fuligineum , umbrino-pallidum etc., apice instructum areola discolore, rima sen sulco orbiculari dcterminata , in cuius cenlro adest osliolum dcpresso-conicum, piloso-sericcum , laevc, in- tegrum , apice fimbriato-ciliatum. PcdiccUus , in strato corlicis inli-riore plane immersus , baud visibilis. Capillitium tenue, fiiligineum, (;olu- inolla et peridio adnatum. Sporidia fixsco-rufescentia. In fungo exsiccato corlicis laciniae patentcs vel rcflcxae uli in fungo vegeto. Stratum corlicis interius atlenualum , rigidiusculum , lacve aut rimosum , fusco-bruneum , in exoletis plane dilapsum, exterius albiilum, floccoso-membranaccum , flexile , tenax , humoso-sabulosum , rare gla- braiuin. Pedicellus brevis , tenuis, saepc compressus , apice in discum rolundatiim , peridii basim veluti cfliciens, et in columellam transien.s. lG\ MONOGIIAPIIIA I.VCOrKUUINKOlU M JVruliuni Iciiiu-, iluriuseulum , claslicum, nllulum , ciiiiiTimi, fuligiiieum, iiiiilii'imiin . liniiiiuMiiii elc. llclujua ul sii|>rii. In locis ariilis arniosis una cuiii Geastre Sohmiuki.i circa l'a|)iain IVetjuens. Aulumno. ■'(ffi't- Sjiccies painlcr iioliilissiina , inter iniiiiiiias Imiuscc gcnei'is a)>s([ue tlubio recenscntla ; n<'c lanicn cum Goaslre minimo Chkvali.ieri ciinfundenda. Ostioli el coliiniellae forma a Geaslre SniMiDEi.i aciilc (lisli'icla. (jeastri limhalo Friesi, iili videlur, aflinis; seil cjuitl sub oris li)nl>aii nomine intcHigat auclor nescio. Icoiies interim Schmidei.i et SowERBYi sill) Geaslre limljalo a FniEso cilalae , fungum a noslro jilane iliversuin exliiiient. Melius sane convcnil tlescriplio Gcasti'is minimi Sc:hweIi\izi a Frii so relala, etsi nulla do rima marginali meulio in- feralur. SPECIES VI. Geast. vui.gatus. Nob. Tab. I. fig. III. Cortex pcridii in lacinias maiusculas , inaeqnales ad mcdii'in Jissus , strata interiore crassissimo , evanescente instriictus. CapUiilum pedi- cellatum. Peridium Jlaccidwn , ore clevalo , fiinbriato-lacero , hand deierminato. Columella loiigiuscula , conica. Uterus initio globosus, e\lus pellicula tenui , laxa, floccoso-lomeii- losa, sabulo sordibuscpie inquiuala, ac facile separabili vestitus , vix defossus albidus , mox albido-rubescens , basi floccis raris , radicanlibus inslructus. Corlicis laciniae 4-8 , crassissimae , i-evolulae. Slraluni corlicis exterius temie , floccoso-membranaceum , inquinaliim; inlerius oeraceo- inoUe , subpulposum , i, 2 lin. crassum , alljido-rubescens, fragile, utplu- rimum rimoso-diffraclum ac facile scparabile. Capilulum maunnaefonnc Peridium lenuc; , albidum , iion nitiilum , osliolo concolore, elevato, liaud determinalo, lacvi , integro ac ajiice lanUun fimbriato-lacero instrucluni. Capilnii pedicellus , a slralo corlicis inleriore circumcinclus, baud \i.si- bilis. Columella crassa, ultra jieridii centrum cxcurreus. Capillilium la\um, coliiiiiellac et pcridio adnaluni. Sporidia fuliginco-inifesccnlia. Ill iiiiigo cxsiccato corlicis lariniac patentes vel jiunim dcflexae , le- nues , flaccidac. Stralum corticis inlerius lenue , rngulnsum , brunneum, Al'CTOnE DOCTOKE CAROI.O VITTADINI" l6~> in arcolas tliirormes hinc indc tlivisura ac convoluUmi , in exolelis |>laii(' ililapsuin; cvlcrius iiii'inbranacciini , flc\ili', in(|iiiiialum , \cl c pcHiculac ainissioiii- glabraluin. (^ajiiliili peil'u-cllus 1-2 liii. loiij^us, 2-4 lin. rrassus, ijieriiiiKpte comprcssiis, subaenualis , floccoso-comi)aclus, in columellam et periiliiim ahiens. Peridium brunneuui anl fuligineum. Rclitpia nt siij>ra. In ncinore i/ella Rossa supra Roncaro , in licineiisi provincia, obviiis. Aulumno. /iffiri. Species vulgalissima, magnilutline sacpe insigiii; oslioli cl co- liuiiellae forma ab ()m)iil)us hucnsquc clescriplis sat distincla. SPECIES VII. (jEAst. mammosls, Fi\. Tab. I. fig. IX. Coilex peridil in la'cinias aequales , aciitas , ad basim usque partitus , strain interiore sublenni , persisteiite , /ijgromeli'ico instructus. Ca- pitulum sessile. Peridium Jlaccidiun ore determinato , conico-acuto , Jimbriato-riUato. Columella brevis , ovaia. tifiL^Ur meilius , uitiltilitu fimbrintn ^ MirH. Gen. lal). IfHt. fif<. 3. Lycojivrtkm revriUigenJ , Sowrmn lab. 401 (oi>liino^. Gcastfr titainmv.'ius , Vriy.s Sssl. 'i. pag, 17 (nun CnF\ all.). Uterus prima aelalc ovalo-acuiniiiulus, ratiicalus, sordibus iiKpiinatiis. Corlicis laciuiae 7-10, tcnucs , subhuiceolalae, elegauler refle\ae; eius- dem basis levilcr de].'ressa, uniboiic cenlrali insliuria ! Slralum corlicis exlerius tenue , fibrosum , pellicula glabra , argeiileo-slriata , sididecidua vuslituni ; liiicrius quoque subtenue, ceraceo-carlilagineum , persisleiis. Capiluluu) mammacforme , magliilndiiiis Ht|.luri!iuuTi iiucis avellanae. I'cridiuni albido-slramiiieum , albido-bruiineum , lacve, l.asi lata dejircsso- innbilicala corlicis umboni ikisidcns , ore discolore , canesceiile , |)lns iiiiiiusve elcvato, orbiculo margiiialo circumscriplo inslrucluni. CoUnnella l)rc\is, basi obluse conica (parte cenlrali corlicis stcllati ) sulVulla. Capillilium deiisum, inolle, brunueum, parlim coluincllae, partini suj^er- ficiei intemae peridii , adfixum. Sporidia nigro-rufescentia. In fungo evsiccato corlicis laciniae rigidae, peridio incuuibeiitcs, vcl sn])ra ilium iiiflc\ae et coarclatae. Stratum corlicis exlerius , pellicula i66 MONOCRAPHiA i.YcoPEnniNEonuM ut|)luriinuin orhaliun, fiiscum , lignesccns ; inlcrius corncuui, iioii rimo- suin , fusco-castancum , valilc liygromctricum , uncle huinectaUim radios illico reflertil ; atcjue iterum , mutata coudilione , ad pristiiiain uormam componit. Rcliqiia imimitata iie.rsisluut. Ad sepes prope Lavdirago ia licincnsi proviiicia liinc iuile obvius. Autumno. jlffin- Species aeqiie insignis, a Geastre hygi'ometrico , quocum sacpc coiifundilur, ostioli figura ct coluinellac pracseiitia ahundc dislhicta; ueo rum Gcaslrc florifonni , ostiolo indelcrininato , et coluincUa longissima filiformi instructo, certe commutanda. Vis hygrometrica radiorum a rc- licpiis facile discernit. Michelius primus invcuit ac delineavit ; FniEsis |)rimus optime descripsit, ac scicntiac rcstiluit. Sowerdyi cilalac iconos hunc fungum oplime I'cferunt. Geaster mammosus Chevai.lieri , ab ico- nibus BuLLiARDi depromptus, ad aliam pertinet speciem (v. Geasl. hjgromet. ). «•»;:- Qf,f, dcntato. SPECIES Vlll. Geast. Schaefferi , Nob. Tab. I. fig. I. Cortex pericUi in lacinias subaequales ad medium Jissus , strata interna crassiusculo, c'anescente instructus. Capituliwi pedicellatum. Peridium Jlaccidum , ore acutiusculo , dentato , haud dcterminato. Columella globosa. Lycoperdon stcllatum, SowERBY lab. 312 ( os adcsl rovera dentaluiu . moridia sessilia, fusco-fubginea. In fiuigo cvsiccato cortex ct radii flaccid! , tenues, revoluli vel pa- leiites ; slratuin corticis inlerius tenue, exariduin, fuscum , ruguloso- laceruni, vel j)laue dilapsum. Pedicellus manifeslus , bneam et ultra crassus et lotidem altus, subaequalis aut coinpressus, in peridiuin el coluincllani supcrne evanesccns. Rcliqua ut supra. In ncinore della Rossa prope Roncuro circa Paj)iam. Aulumno. yl0ln. Species admodum rara , cum Geastre rufescente Persooni oslioli figura conveniens ; sed ob pedicelli praesenliam et columellae formam (v. Schmid. lab. 43- fig- lo) plane distinela. Lycoj)erdon slel- latum SowEnBYi 1. c. , saltern (pioad icones, liuc referri posset; sed Friesus qui specimina sicca examinavit , Sowerbyanam speciem ad Geaslrem limbalum , ore fimbriato-piloso instructuin, retulit. **"*■■ ore papillato. SPECIES K. Geast. floriformis , Nob. Tab. I. fig. V. Cortex pevidii in lacinias aequales ultra medium partilus , strata inle- riore tenui , persistente , hjgrometrico instructus. Capitulum sessile. Peridiuin popjraceum , ore minuto , papillaej'ormi , haud determinato. Columella longissima , filiformis. Uterus prima aelate ovalo-oblongus , luimo haud inquinatus, radi- cibus cmorluis gramincarum, tliallo iloccoso, insideus. Corlicis laciniae 5-8, slrictae , sublanceolalae, clcganlcr revolutae , subteniies ; eius basis saccata, subinlegra , partem inferiorem capitidi quasi in cupula inclu- dens. Stratum corticis exlcrius tenue , albidum , subnitidum, eximie fi- brosum ; inlerius (pioque Icnue, ceraceo-carlilagiiicum, carnco-fuligineuni, |68 MOSOGRAPIIIA I.\c:0PEnDINEORUM |.ersisloiis , Ingroiuctncimi. Capilulum oblongum, ovale. I'crKliiiiii al- l)i(luiii , albiilo-cinercum , nitidum , apice ore papilloso-lacero , ilisco oi- biculari hand insideiUe instructum. Columella leiuiis , conijircssa , e hasi >iS(]iu' ad apiocin uteri evcuneiis. Cai)iHiliuin laxnin, colunieliar, peiiicilli iiislar , Una cliani pcriilio , adiiaUun. Sporidia fuligiiieo-iuiescentia. Ill fungo exsiccato corticis laciniae clausae , idesl pcridio incuin- bentes , uli calicis laciniae in rosis semiapcrtis corollae incumbunt, ela- slicae, iiaud rigidae. Slraluni corticis CKlerius Icnuissimuni , membra- iiaceuui ; interius subcorneum , aeque Icnue, brunncum, baud riinosuin, humectatum ilerum reviviscens, iterutnque floris instar aperiens et re- volvens radios. Peridium cinereum aul brunneum ; reUfpia iirnnutala. Circa la Torrelta prope Papiain , in locis aridis sabulosis, fre([uens. Aufumno. Jffin. Species parva , elegantissima , solum laxum sabulosum prae- dlligens , quare etiam primitus profunda in terra dcmcrsa. Ob colu- inellae praescntiam et ostioli formam a Geastrc mammoso et liygrome- Irico acute distincla. Cum relicjuis baud commutanda. ***** ore stellato-lacero. SPECIES X. Geast. hygrometricus, Pers. Tal). I. fli;. Mil. Cortex peridii in laclnias varias ad buslin partitas , strata interiore crassiusculo , persistente, valde hjgrometrico instructus. Capitulurn sessile y deciduum. Peridium Jlaccidiim , ore indetermiualo , piano ^ irregu/ariter lacero vel subsiellatim Jisso. Columella nulla ! Gtaster maior et mcdius osculo steltato t'lc. , Mirn. Gen, paj^. 2^0 n." '1 el 5. lah. 100. lig. 5. 6. Lycoperdon steilatum y BuLL. tab. 238 et 471 ( fofiiiao plurimae ). Lycopcrdon vulvam recoltigens , ScHMin. Ic. et an. tab. 27 et 98 ( optimc ). Gctnlrum hygrome- tricum , Pebs. Syn. pag. 135 ( ex Schmid. descrlpt. ). Geastrum hygromctricuni , mam- mosuin, rufesiens kI duplivalum, CnE\ ALL. Par. 1. p. 359 (species ontnes ad Bulliardi icoDcs ileterniinatac ! ). Gcasltr hygrometricus ^ Fries. Syst. 3. pag. 19 (excluso syno- nvrao SowERDYi). Moris rt De NotaRIS Flor. Caprariae pag. 225. Uterus prima aetale profuiicle In lerra defo.ssus , globoso-depressus , AUCTORF. DOCTORF, CAUOLO VITTADIXIO iGtJ cepaeforiiiis , pellicula leinii , niliila indulus, fihrlHis ratlicantUjus fiiscisj subreticiilaliin dispositis ct circa hasim coacervalis , iiiKliquc cinctus. Corticis laciiiiae G-20, revoliilae aut palcntes; eiusilcm basis convexo- plana, subfomicata. Slratiun corticis iiUcrius albo-palliiliini , 1, '/, iiii. crassuni , ceraceo-carlilagiiicuin , iiikIuui vcl pellicula externa pcriiiii in areolas discissa vcslilum (v. Schmid. I. c. fig. i8-33), persistens, valde hvgromclricuin. Capiluluin glol)oso-tU'|)rcssuni , basi lata cortici, cui laxe adhaercl , iiisidctis. Pcridium normaliter laeve , subcinereum ; sed pelli- cula cxtcriore, a corlice ulplurimum dccerpta, denudatuin , non raro reticulato-laceruin , idest celluloso-floccosum. Pellicula liaec (tunica cel- lulosa ScHMiDELi) iiilordum , omiiino libera seu discreta , capituluiu , iudusii ad inodum, cingit (v. Bull. lab. 47'- ^J?- o, p; Geast. duplicat. CiiEVALL. ), sed cito dilabilur (6). Os tardc forniatur, quare persaepe deesse videtur. Capillitium niiiuis quam in relifjuis specicbus manifestuni, floccoso-reliculatum , aequale , in pcridium , cuius slructuram ofTert , manifeste abiens. Sporidia coaccrvala , brunnea vel rufa , ob iiidoleui peridii et capillilii tarde et vix quidem erumpenlia. Puipa seminifcra initio albida , mox rosea , purpurascens etc. In fungo exsiccate corticis laciniae involulae et globulo semiiiifero arete incumbentes (v. Schmid. 1. c. fig. iS-i^), rigidae. Stratum cor- ticis exterius cancscens , rugulosum , fibrillis radicantibus , turn eliam jjellicula extima denudatum , eximie fibroso-sublignosum ; interius sic- cum, durum, corneum, brunneum, nigrescens, valde rimosum (v. Bull. tab. 238. fig. G, h), humiditate iterum re\iviscens, unde vis hygrome- irica radiorum ('j). Pcridium fuscum , flaccidum, laceratum (Bull, ibid.), vel a cortice slellato plane separatum. (6) Summa attcntione digna in hoc fango est peridii morpliosis. In individuis normalitor o\<>- lutis pcridium omnino laove adosse diximus uli in rcliquis spcciebus ( v. Bull. tab. S.'W. B. V.. 1>. E. ) { ulplurimum taiuon peridii pars cxlima , ol> ciusdom organi tcxluram valde retaxatam , al> liiantc cnilicc dirompta , sub pelliculac' tcnulssimao fumia inlcriorem slollulae si'pciGcicm obvestit , vol indusii ad nindum capituluni libcrc circumdat. Quaproptcr peridii supcrtJLMcfi , t)b detractam culiculam, reliculalo-larcra cvadil. Quum lamen circa globuli verliccra pcridium ra- rissime cuticula dcnudctur , ibi ulplurimum orbicularc spatium remauet ubi rcticulalum upus non observalur ( cunf. Schmid. cil. icon. ). (7) llyfjromelricam propriclalem omnibus a so dcpictis Lycoperdi stellati formis tribuit Brt- LIARD. Cn£v\LLiER qui cx BuLLIARDI iconibus quatuor , a(i supra monui , efiiuxit species, qua- rum no utlam quidem in natura oxaminavit , soli Geastri pro quo hygromctrici nomen relinuit, banc adscripsit qualilalcm ct scnsu quidem piano inverse j Bulliardiaoa enim species per sicci- Serie it. Tom. V. X '7*' MO.NOOnAPIIlA I.YCOPKRDINEOr.l M III loiis aiiilis salmlosis sub qiicrciiljus , ubiquc. Acslale , auluimio. ■ IJfm. S|iecies trilissiiua, vulgalissinia , magnitiulinc et laciiiiaiiim foriiui lU'i-quaui imUabilis , sed cliaracUM-ibus hidicaUs al) omnibus hu- ciisque fognitis facile tlisliiicta. IViiUi aflinis. INIichelius iiivcnit ac ileli- lu'avit . ScHMiDELus jiiimus cgregic descripsil cl acutissime liinitavit. Ohs. Oinues Lycoiicrcli sullali foniias a Buli.iardo tlc|nclas, adlianc piTliiicrc s]iecicm cerlissiimis sum: casque iion sine atliniralione, in no- vissimo Secretani opcre {Mjcograpli. Suisse), ab hac ipsa specie plane ilireiiiplas video. Cilalae Ciie\ ai.i.ieri species, e\ Bur.i.iARDi iconibus ef- ficlat- , hue quoque refcrendae veniunt. Species hac ralione eouslitutae , ul iam alibi monui , scienliac frustra molcm semper augebunl. II. LYCOPERDON , TotRNEf. ex emend. Inst, ri'i lierh. pag. 563. Mich. Gen. pag. 217! Lycopcrdon ct Bonsla, Pers. S}Dop. pag. liO ot 136. Disp. mcth. fang. pag. 6-7. Fries Sjsl. mvc. 3, pag. 26 et 21. Ly- iO)ierdon Bovisla , LiNN. Succ. n.° 1280. Char. Uterus Ibrnia varius , radicatus. Pcridium papjraceum vel menibrauaceum , su]ienie incgulariler dehiscens vel fruslulalim evane- scens , cortice vaino sccedenlc vel innato-persistente vestituin. Pul])a cel- iiilo.sa! Ca|iillilium densuni, variuin, jieridio, Uun etiain basi uteri sterili adnalum , sporidiis miiiulis , coacervatis capillilio inspersis. Spoviclia in futigo iuniore ascis plerumque tetrasporeis siiffidta. Obs. Uterus subrotundus, sessilis , idesl slipile nuUo discrete in- slnictus ; in nonnuUis tameii speciebus uleri basis in sti|)itis specieni jilus minusve manifeste producitur , unde fungus ovi , lurbiuis , pyri , liilein railios inflectit , el circa f^loLulum rccolligil (por la ftiniltr r/u'eilc a de rt-nfernn'r hs di- visions de son volva , di-s qu'il fail see etc. Bull. I. c. pag. 161 ) , miDimc vero reQectil nee sul> illo Idrquel ul ipse ail fcette espice tire son nom de ce i/uc datis les temps sees its segments de son envetoppe cxterieure sc rccoquilknt en dessous. CnEVALL. 1. c). Celcrum liacc ipsa prop^ie^1^ a Bi:i.LURno adnntala clarc demoiislrat ipsum unicam Gcaslris epccieni , sive \erum Geaslrem l>\- ^romrtricuni , a ScuMfDELO optimc eonslitutum , inspcxisse. Gcastcr enim mammosus ct flun- rurmis , pariler hygromelrici , longe alios ofTerunl cliaracleres , nee BllliaBDI iconcs ncc de- scriptionos cos fpiidcm adumltranl. AUCTORE DOCTOHE CAROLO VITTADIMO I- I xilris , clavac vel e.vcipuli formain , in ijisa specie mire jici'iiule varia- bilem , cxhibet. Substantia uteri interior initio all)i(la , plus minus coni- pacta , esculenta , cellulis niinutis, clongalis , radinnuu inslar , e basi in uteri superficiem directis ; vel ccUulis sulirotumlis labyrinthiforinibus, peridio undi({ue adnatis conflata ; dcmuni in pulverem sporidiifc-nini, uli in reliquis, fatiscens. Sub hac morphosi interior pulpa fluxilis fere evudit, et diversos assuniit colores iuteuni, luleo-aurantiacum, kileo-vircscenteiir, olivaceuin , fusco-purpureum etc. Basis uteri stipitiforinis , a pulpa spo- ridiifera pkis minusve distincta , sterilis est, et sub fungi morphosi jia- rum mutatur. Flocci fructificationis ante morphosim tenues brevissimi, rainosissiini , anastomosantes, innumera sporophora raceraorum forma fe- rentes, sub morphosi ex integro CA'anescentes. Sporophora maiuscula oblongo-obovata. Sporidia minuta subrotunda simplicia, sporophoro pri- mitus sub granuloruni forma inchisa, dein eniersa ac pedicello plus mi- nusve elongato sullulta, demuni Ubera , sessilia aut pedicellala. Cortex peridii dupliei, uti in Geastre , strato componitur. Exterius {^cortex primus seu primarius , Mich. ) menibranaceum aut floccoso-farinaceum , laeve, papillosum aul spinuloso-verrucosum ; interius (corteoc secundiis, Mich.) homogenciuii , ceraceo-raoUe, fragile et plus minusve crassum. Stratum hoc interius sub fungi morphosi coUicpiesccndo plerumque eva- iiescit, unde cortex, iuxta maiorein vel minorem ipsius strati ci'assitiem, vel plane a peridio secedit, vel cum ipso arescit atque innato-persistit. Peridium ( cortex tertius , Mich. ) , in fungo perfeete evoluto , rigens aut flacciduin , tenax aut fragile , persistens vel plane evancscens , cor- tice denudato , nitidum aut subtomentosum, sed in variis varium. Basis steinlis sicca , eximie cellulosa aut flocroso-compacta , tenax , clastica , persistens. Capilliliuni laxum vel compactum , aequalc vel inacquale , fugax aut persistens , colore varium , interdum c basi sterili in specieiu rolumellae elevatum. Sporidia sessilia vel pedicellata; eorum color varius, fusco-luteus , fusco-olivaceus , oUvaceo-fuligineus , fusco j)urpureus , etc. sed in eadcm specie sub morphosi norniali constans. yljfin. Genus medium inter Geastrem et Polysiiccum. Cortex turn Ly- coperdorum turn Gcastrutn e duobus componitur stratis, eiusdemque niorphosis in pluriinis huius generis spcciebus cum ilia Geastrum prorsus convenit. Et revera cortex Lycoperdi margiiiati, supernc stellatim non raro finditur; et in Lycoperdo plumbeo et nigrescente ex integro a peridio secedit el uteri basi adhaeret. Lycoperdon insuper defossum 1^2 MOiNOCRAPIIlA I.YCOPERDINF.ORUM Jiahiluni el vivcmli locum oiun Gcasli'is coinmunem liabct , el in statu iuuiorc facile cuui ijisis coiifuiiili potest. Airinitatem cum Polysaccis ostendit ideutica pulpae frucliferae morphosis , ct baseos natura. Haec cnim uli in Lyeojicrdo ex eadem uteri substantia abortiva origincm ducit; ex quo sul)inde |iolymorpha specicium indoles utriusquc generis explicatur. Hist. Fungi terrcstres, subinde eliara truncicoli, una tantum species subterranea, teniperie calida el j)luvia totius anni vigenles. Formae plu- rimac obviae. Ob provcnliim idiiquilarium iam a primis Botanices cul- loribus observali. (ienus nouiinavil TourneforTj oplimc limilavit Mi- «:hei.ius, deminn, lalissime fluctuans, arcto nimis limite constrinxil Persoon. Bovistac Persooni specie tantum a Lycoperdis Micheiji distinctae. Bovi- slarum characteres a Persoonio propositi omnes ambigui , ct ad species potius, quam ad genera slabilicnda apti. Hoc abunde coufirmant non- nullae species ab ipso auctore sub Lycoperdo et sub Bovisla insimul descriptae. Variae a me detectae species Bovistarum et Lyqoperdorum cliaracteres coniunctos oflerunt, ul ad quod genus referas iure anibigas. Quare genus uti Micheluis proposuil retinui. Species baud numerosae, pleraeque tamen polymorphae, el ob specialem morpliosim determinatu diflicilcs (8). Ilucusquc sane incredibili negligentia tractatae (9). Veras species Friesus primus adumbravit. Optimos characteres oilerunl \e- (8) Les espcces du genre Lyeoperdon sotit si voisines , inqiiit Mehat ( Nouvelle Flore de Paris, pag. 93 ) , yu';7 y a lieu de rroire t/u^elU-s ne noiit que des varietes rune de Vautrc. On manque de charneteres pour hs distinejuer vettement On pourrait en (aire iiulant d'esp'eees que d^individus, suivant leur dye , te lieu , te temps ou eltes croissent etc. (9) Qui Mjcologiae praxim in scicutiac cmolumcDlum cxcolcrc ciipit , nccrssc est nmiiiain prirao ul vcram sppciorum idcam sibi eflingnt , ct quid species , quid varietas sit probe digno- seal ; oporlet praelerea ut statutas species propriis sivc essentialibus characteribus a rcliquis se- iungcro nddiscat. >'am qui omnia ei passim occurrentia individua uti species assuniit, earumquc fusas seil incongruas eibiliot descripliones , mycologi noraen iure quidem non meretnv , ciug- demqiic improbus lal)or scientiac semper officiet. Ilac nola manifcsle redargui debet opus Seceb- T.\NI fl/i/cologie Suisse inseriptum , nude non mirnm si species et ^arietates fungorum auclor ille in iutinilum fere produxerit. Nil vcro grayius et infoecundius liarum specierura descriptionibuB. Ipse enim indi^iduonnn lialiitum , nonnunqiiam accidentalera , persaepo mutnbilissimum , unice depingunt, Quare elsi amplissimae , plerumque tamen futiles et fere semper incompletae. Quid l>oui ex Iiac nominum et descriplionum farragine scientia erucre possit non \ideo. Hoc unvm aulem scio mo c lot Ljcoperdineonim spcciebus et Tarietatibus in illo opcrc descriptis (spec, 33. var. 31 ) , vix unam absque dubitatione meis subiungero potuisse. Hoc raodo ccrto nee Sjnonj- miae cbaos , nequc absolutarum descriptionum defectui , ul ille putal, obviam itur : tout cela rient du chaos de ta synonymie , et du dt'faut de deseriptions exactes. Cette confusion rlgne encore dans des e'crits moderncs , publics par des homtnes habiles. SecRETAN I. c. 1. pag. 38. AUCTORE DOCTORE CAROLO VITTAUIMO ir!5 Stilus (lo), corticis slriiclura , atquc iiiorphosis, peridii et capillitii indoles, sporidiorum color, asl praecipuc basis slcrilis nalura. Lj coper- don excipuliformc , hiemale el [lolymorpluiiii, fonna liahilufpic siiiiilliina, solo hoc bascos cliaraclerc aculissiiiie liinilanlur. ^ ix aliiul genus cxislit, uti iam monuit Fries, iibi verae species plures el insigniores ofTeranl difTercnlias. Cclerum in specierum delerminatione intcgram fungi mor- phosim invesligare necesse csl. Qui hoc ncgligit veram specierum idcam vix cpiidein concipicl, el ipsissiuium fungum iion raro in plures dirimet species. Hoc salis demonslral Lycoperdi plunibei hisloria, quod (ul re- tieeam Lycogala plumbcuin, Fl. Dan. lab. ao8o pro hoc ipso fungo iu- niore venditatum) inimalurum sub nomine Lycoperdi cepaeformis et pralensis , adultum sub nomine Bovislac plurabcae el lunicalae, exole- tum sub nomine Lycoperdi ardosiacei descri|)lum occurrit. Nomen a luao el neSx derivatum. (10) Corticis Tcslilum in speciebus huiusco pencris delcrminandis roaximi esse momonli cer- tiisinium est. Quum ipse enim ab inflole atquo disposiliono Ooccorum , qui peridii corticem , ac ■abiodc totum funpi contoxtum componunt , orif^incm ducat, notabiliter varlare non potest, quin ct ipsa funpi structura variet. Hoc abunde osleiidit hiiiusniodi iunporum status morbosus , ubi una com interna uteri compaginc corticis etiam habitus insigniter mutalus cernitur ( v. Lvcop. ntri- forme Hull, lab, 450. Cg. t , Lyoop. pjrlformo Schaeff. lab. SO."!). Cunctas a me descriplas species , (fuas eerie omni inUiitu bene limilalas sprro , e solo corticis vestitu iam nunc distingue. Confusio quae in specierum huiusce peneris dislinctionc observatur, variabili individuorum eius- dem .spcciei \cslilui non est eerie tribuenda , sed variabili eorum formae. llucusque enim spe- cierum characteres a lorma ma^is quam ab interna l'un|^i siructura desumpli fuere. Et quum fere omnes species idcnticas olTerant formas , palam est sub ipsa forma corticis vestilum variabilis- simuro subinde adessc posse. Vycoperdon Proteus BuLLURDl formae nnice saperslmcturo , fere omncs includit Lycoperdineorum species, ideoque variatissimum quoque praebet vestitum. El hac de causa mullirormem offerl ve.slilum Ljcoperdon gemmatum Frie.si , ex unico fermc columcllae rbaractere conslilulum , cl onines liine species basi slerili instruclas includens. Atlamen in spe- cierum delerminatione non soli corticis vestitui , et multo minus singulis illius varialionibus lia- benda csl ralio. Diversac eniin species ideuticum offerunt vestilum ; cl eadem species sub pe- culinribus soli, lempesUilis et acris conditiiuibus , >e9titum plus minusvc a nurmali rectdcnlcm rxliibere potest. 1^4 MONOGRAPHU LYCOPERDINEOIXUM Caro unclique homogenea, aequalis. a. basis sterilis nulla. ^' sporuUa fttsco-jmrptirea. SPECIES I. Lycop. plumbeum, Nob. PeriiUum deitudatum , papjraceum , tenax, griseo-plumbeuvi , uie an- gustato dcliisceus ; cortex initio laevis , dcmum discretus , ac tunicae ad niodum peridium cingcns. Basis sterilis nulla. Sporidia J'ascu- purpurascentia , pedicellala. I.t/cfljH' felon globoium , canditluni , uitidum ft esculcntum? Micii. Gen. pag. 218. n.° 7, et Lycoperdon sp/iaencum ^ album , cortire primario in fwfuraceas portiunculas abeunte, eiusd. lab. 97. fig. C optimc. Lycopcrdon cepaeforme , Bull. lab. 405. fig. 2. lin. su- perior, cortex in his laevis , eximie ! ( iuniiis ) ; ct Lycopcrdon ardosiaceum , eiusd. lab. 192. fig. Ires maiores , liberao ( exolclum ) , reliquae figurae ad Lycogalaclis specicra porlincnt ( conf. Bull. Champ, pag. 14G ). Lycopcrdon plumlicum, Vittad. Uescrizioiie dci Funglii mangerccci piit comuni dcll'Jialia, lab. 33. fig. 1. Bofista plumbea, Pebs. Synop. pag. 137. lali. 3. fig. 4, bene (adullura), Fries SjsI. 3. pag. 2i. Bo- vista tunicala? eiusdcm 1. c. pag. 25. Bovisia furfuracca , Pers. I. c. pag (.38 u. suberosum. Peridium crassissimum , in exoletis durum , lignosum , fragile. Vittad I. c. pag. 257. Bovista subcrosa? Fries I. c. pag. 26. Uterus regularissimus , globoso-depressus , subtus leviter plicalns. , liumo tenaciter adllxus , ac fibrillis radicanliljiis loiigissimis , all)i(lis , proliferis instruclu.s. Cortex albidus , vel albido-fuscesceiis, nitidus , su- perne hinc inde in arcolas superGciales divisus; stratum eius iiilerius crassiusculuni , aquoso-albiduni , fragile , a peridio facile seeedens. Peri- dium initio albidunij tenacissimum, membranaceum , deiu luteum etc., iliu pei'sislens. Caro initio nivca (i i), compacla, homogenea^ odoris grali, (II) Pehsoo.n ad banc spccicm rererciis in sua Sjnupsi I.jcoperdou ardosiaceum BiLi.uRDi , AucTonr, DOCTOnE ( ahoi.o vittadimo i -jf) quasi Polyanlhcs tubcrosac, saporis (juiclcni gralissimi , lU-iii liilca, liiltti- vir'ulesccns , fiisco-olivacea etc., demuin fusco-iiurjmrea, jmlverulcnla. CapiHiliutn dcnsuin, siibcompactuin, acqualo, roloris fnsri ad purpnronni vcr^iMitis. Fungus exoletus, corlicc plane destilulus, ac c terra cvulsns, fonma et colore globulum sclopetarium aeniulat; in lioc statu diu persistit. Abuiidc ill graniiiiosis , locis sterilibus, secus vias etc. >erc, autiiinno. Affin. Species sc([uenti valde aflinis; sed forma, ir.agnitudiiu- ct prac- serliin pcridii, colore el natura distincta. Obs. Ilaec est vera Bovisla pliunbea Pehsooni , uti ex descriptionibus, variis in locis occurrentibus , at praecipiie ex iconc ab ipso auclore I.e. exliibila clare patet. Ljcoperdon globosnm , candidum etc. Micheli 1. c. Iiuic specie! evidenter afline ; eertissime autem hue referri debet Ljrco- perdon spliaericiim , album etc. eiusdem auctoris , ab iconibus supra- eitatis cxjiressiun, tpiaruiii media cum icone Persooni adeo convenit, ul haec ab ilia mutuata videatur. Hue Micheli icones, sub Bovistae plum- beac descriplione, uli speciem optime exprimentes, a Frieso in luedinin jirolatae, Bovislain tunicatam Friesi ipsius exactissime cjuoque rcfiiiiiit. lieapsc cortex primus sive exterior in furfuraceas jiortiunculas abit in (jui suli ln>c noniinc in luLula 192 lumc luiiguni cxuitflum cum L\co^ulaclis specie comrmilalLni ilcscripsil ct piuxit , in errorcm duxil fere ouines hiiius aevi nijcologos , qui, aucloritalc Peb- >00M (lecepli , non solum falsum BuLLUnDi sjnonymon relinuerc , rerum cliam BuLLUKDi L>- rof^alam, Bovistae plumbeae loco dcscripserunt, L^cu^ala Bclliardi in truncis crescil, ac rubram in statu iuniori offert pulpam ct snperficiera pluml)co-caesiam (>id. ti/i-cijalu ptumbeum ! Fl. Dan. lab. 2086. fij^. 1 ); Ljcoperdon vero plumbenin , sive Bovisla plumlica Prbsooni , tcrreslris csl , alquc candidam Iiac aelate et pulpam cl supcrliciem habel. Galliae Bidanici , et omnes qui eoruni scripla expilarunt, I'ollim, Nof.r.v etc., idcmquc Fnii:sL's Bo\islam plumLcam Pebsoom came rubra vcl rubcscenle donalam ilescribnnt. Quod (|ui et tunicalani FiiiESt eaindeni sistcrc spccicin. Et rcvcra si liariiin Bovistanini dcscri|itioMCS a FniESO e\liibi(as insiniul compares , facile perspicias omnem iiiler utramque difterculiam solo sporidiorum colori inniti. Bovista enim plunibea , iit ipse aftirmat , sporidia fusca ; Bovista tunicala contra sporidia olivaceo-fuliginca conliuct. Sed hac dif- I'erentiac miiioris sunt mouienli. Scimus enim Bovistam plumbcam , e praecipitata morphosi , sporidia offcrre olivaceo-fuliginea ; ct limic spo- ridiorum colorem omnia ilia individua servarc , quae ante perfectajn maturitalcm c loco natali cvelluntur. Adde cpiod, dum fungus exolescil, sporidiorum color fusco-purpui'cus in fusco-fuligineum mutalur. Quam oil rem Secretanus sporidia brunneo-viridescentia in hac specie adesse dixit. Quibus omnibus perpensis , Bovistam timicatam FniESi ut syno- nymon Bovistae plumbeae Persooni, sive Lycopci'di plumbei, de quo agitur, rctuli. Figurae citatae Bulliardi liunc fungum iuniorem et exo- letum evidentissime pingunt ( coiif. Vittad. 1. c. pag. 261). Hoc tix effugii Secretakcm ( Mycog. Suiss. 3. pag. SSg ) , qui de Lycoperdo cepacformi Bulliardi, 1. c. depicto, loqiiens , ait: Est-il bien certain que le Bovista plumbea de M. Persoon , qui ne (liffere pas trap de ce-ci , soit la meme chose que la Vesseloup ardoisce de Bulliard ? Icones Lycoperdi pusilli Batschi , cpiod probabilitcr ad Lycoperdon po- lymorpluun referri debet , non vidi. Sed Bovista pusilla Persooni , ex eiusdem descriptione , videtur nostrum Lycoperdon dermoxanlhum. Bo- vista denique furfuracea Persooni, ex Michelii iconibus supracitatis ef- ficta , plumbeam sistit eiusdem auctoris Bovistam. SPECIES n. Lycop. nigrescens, Nob. Peridium denudatum papjrraceum, nitidum, tenax , nigrescenti-umbrinum , ore angustato dchiscens; cortex initio lacvis, demum totus evanescens. Basis sterilis nulla. Sporidia fusco-purpurea , pedicellata. AUCTORE DOCTORE CAROI-O VITTADINIO l-jn Lycoperdon album , globosum , nitiilum el esmUnlum ^ Mich. Gen. pap. 218. n." 6(iunius ex loc. nat. ). Fungus ginlwsus , sessiits , T/irfU.« , BocrON. Mus. tab. 306. Gg. 1. Bo- visla tiigrcsrcns , Pebsook Sjnop. pag, 13G , FniE.s Sjsl. 3. pap. 23, MoRis ol IIk NOTABIS Flor. Caprar. pap. 225. Lycoyenlon Bovisia, SowERBY lab. 331 (ox Fbiesio), in icono os adost amplissinium , denUlo-laccrum ac vcluti slcllalum. Uterus globosus vcl transvcrsim clongalxis, inaqnituiline nucis ad ovi galliiiacei , basi liinc indc subplicaUis, Icvitcr radicatiis. Cortex initio albidiis , lacvis , uitidus , conlimius, molliusrulus; siratum cius interius frassum , aquoso-albidiim, fragile. Peridium initio albidum , tenacissi- inum , a cortice facile sejiarabile , dein lutescens etc., demuin rufo- nigricans , in cxolclis superne pallidum, laeve, glabrum. Caro initio alba, compacla , liomogcnca , dein lutca, luleo-cinerea etc., demuin fusco-j>ur|)urea , |>iilverulenta. Capilliliniii subcom[)actum , aequale, co- loris fusci ad |)ur|nircum vcrgenlis. In pratis et ericetis monlosis baud infrcquens. Aestate et autximno. Affm. Praccedenti afllne , sed cbaracteribus citatis dislinctum. ** sporidia fusco-olivacea. SPECIES III. Lkcop. defo.ssum , JNoD. Tab. II. fig. II. Peridium corticaium , rigens , persistens , ore angustalo dehiscens ; cor- tex Jloccoso-lanatus , huino inqidnatus , i/muto-persisteus. Basis sterilis nulla. Sporidia J'usco-ollvacea , pedicellate. Subtcrraneum. Uterus sessilis , globoso-diiVorniis. Cortex aibidus , tenax; stratum eius interius aquoso-albidum , pcllucidum, crassum, ge- lalinoso-granulosmn, peridio , turn eliam strato exteriori tenaciter adbae- sum , odoris grati. Peridium tenav , albidum, demum fuligineum. Caro initio nivea, granuloso-compacla; dein laete citrina , lutea, iulco-axiran- liaca, aurantio-rufa ; demum, morpliosi absoluta, fusco-olivacea, pulve- rulenla. Capiliitium densum , subcompactum, accpiale, colons fuligineo- rufcscenli.s. Sub fungi morphosi , corlev a peridio , ob strati ceraoei SiniK II. Tom. V. y I 78 MONOCHAPHIA I.YCOPERDINEOnr.M dissoiutioucni , ex integro separari potest uti in vcris Bovislis , quiim tameu ob lociini iiatalcin ilciuulari neqiieat fungus, cortex ( strato ce- raeeo evaniilo) cuui pciidio arclissime nectitur alquc innato |)ersislil. Peridii color in cxolelis caslaiico-rufus; eius slrucliira eximie floccosa , cjualis in Ibmitc , ex Polyporo fonientario parato, observalur. Crescit in locis arenosis, secus vias campestres , \\\ subterraneum, quare luaturum ex huino plus minusve emcrgit ct vcl sponle dehiscit , vel calcaluni frangitur , lalique paclo sporidia in auras dimiltit. In jjro- vini'ia ticinensi obvius. AuUunno. y/ffiri. Species exiinia, vegetationis praeprimis siibterranea , vestilu et sporidiorum forma etc. a reliquis abunde dislincta. SPECIES IV. Lycop. dermoxanthum , Nob. Tab. IT. fig. I. Peridiiim corticatum , tctiuissimum , flaccidum, persistens , ore angu- stato dehiscens ; cortex initio subgi'aniilosus , deinuin in areolas minutas , furfuraceas , innato-persisteiUes divisus. Basis sterilis nulla. Sporidia luteo-virescentia. Lycopcrdon ghbosum , album , cortice primario in stcUulas etc. Mien. Gen. lab. 97. fig. 3. Lycopcrdon puslllum. Fries Sjst. 3. pag. 33, sed cum Lycoperdo plumben et poly- morpho , uli vidclur , ronfusum. Bovista pusilla ? I'ERS. Synop. pag. 138 (ei dcscripl.). Uterus sessilis , globosus, subirregularis , pisi ad nucis iuglandis ma- gnitudine , basi interduin |)Kis minusve plicatus, radice simplici, teoui, longiuscula , filifornii instructus. Cortex tenuis, initio albidus, subconli- iiuus; stratum eius intorius, sive ceraceum, crassiusculum, iam abori- gine laele luleum ! nee admodum fragile. Caro initio alba , molliuscula , subexsucca, odoris intensissimi quasi croci salivi; deinde flavescens ; demum , morphosi absohita , olivaceo-fuliginea , floccoso-pulverosa. Pe- ridiuui initio albidura , di-muiu olivacuo-fuligineum , umbrinum , maculis aibido-cinereis , furfuraccis, confer liusculis, e corticis lacerati atque ex- siccati granulis prodeuntibus , utplurimum notatum (v. Mich. tab. cit.). Ca|)illitium tenuissimum , laxum , coloris fuligineo-lutescentis. In graminosis secus vias campestres, circa Papiam el Mediolanum , abunde. lulio-octobri. AUCTOUE DOCTOnE CAROLO VlTTADruiO 17c) yijfiii. Species itidein eximia, Lycoperdo pusillo Friesi forma et flac- cidilate , morphoscos natiira et s|)oridioi"uin colore evidenler aflinis. Auctor (amen nee slrali ceracei priniordialcm colorem, nee penetran- lissimum (juem nosier fungus S|iargil odorem notat. Cortev insuper Lycoperdi pxisilli iunioris laevigaUis dicitur. leones Bulliardi a Frieso cilalae ad Lyco|ierdon pliunbeum et polymorphum spectant; cui ultimo referri dehenl eliam allalae Sohaefferi icoiies. Melius sane cum nostra specie convenit supracitata IMichelii icon , sub Lycoperdo pusillo a Frieso cpioque adiiotata, quamvis slellulae, e strati corticis exterioris divisionc formatae , mihi saltern , exaggeratae nimis videantur. SPECIES V. Lvcop. tomentosum, Nob. Tab. I. fig. X. Peridium subcorticatum , lenuissimum , fusco-castaneum, persistens , ore minuto dehiscens ; cortex tomentoso-inquinatus , supeme demtim modo vix palpabili evanescens. Basis sterilis nulla. Sporidiafusco-oUvacea, pedicellata. Uterus sessilis , rotundatus, basi depressus , fibrillis tenuissimis, sub- simjdicibiis, longissimis , albidis iiistruclus. Cortex initio all)idus, conti- guus ; stratum eius interius crassiuscidum , albidum , fragile , demum ex Integro evanescens. Peridium initio albidum, dein olivaceo-flavescens, (lemum , cortice denudalo, nilide castanemn , tenax. Caro primo com- |>acla , nivea , vix cellulosa , saporis et odoris gi'ati , dein flavescens, demum fusco-olivacea , pulverulenta. Capillitium laxum , subfriabile , aecpiale , coloris fusco-fuliginei. In pratis siccioribus humo scmiimmersum , circa Mediolanum baud frequens. Augusto-scplembri. j^ffin. Species Lycoperdo plumbco aflinis , sed corticis et peridii in- dole , sporidiorum colore , pulpae iunioris odore etc. optime distincla. l8o MONOGRAPIIIA LVCOPERDINEORUM b. Basis sterilis floccoso-stipata, cum capillitio confiisa. * sporidia fusco-pitrpurea. SPECIES VI. Lycop. fragile , Nob. Peridium denudatuin tenue , fvagilUmum , fusco-purpureiim , superne frustulatim evanescens ; cortex initio laevis , aut subtomenlosus, de- mum ex parte secedens. Basis sterilis Jloccosa , subcompacta, cum capillitio raro , Jugaci continua. Sporidia sessilia atro-purpurea. Lycoprrdon csculcnturn , nitidum, molh ^ albo-ccrvinum , radicihus crassioribus pracditum? Mich. Gen. paj:;. 218. n." 4. Lycoperdon Bovista! Vittad. Descrizione ttei Futiyhi ma»- gtrecci clc. tab. 3. Og. 9. Uterus vai'ius subrotundus vel late obconicus, magintudine nucis iu- i^landis ad pugiii , subtus hinc hide pliratus, radice [ilcruinqiie amorpha, orassa , longhiscula , e floccorum congerie humo iindicpic incpiinata , exurgente , instructus. Cortex albidus, albido-ochraceus , albido-fuligi- neus etc., molllssimus, nitidus, superne interdum areolis superficialibus, subpolygonis nolatus; eius slraliiin iiiterius crassiusculuni , acpioso-albi- dum, ceteris minus fragile, a ])cridio, morpliosi ingredienle, vi\ cpiidem sejiarabile, circa uteri basiui altenualum. Peridium initio albiduin, tenue, fragile, cortice denudalo, floccoso-lanuginosum , vix a pulpa distinctum; ileiu lutcum , fuligiiieo-|)alliduin; demum fusco-purpureuui ! Caro initio uivea , s|)oiigioso-ui()Uis , liiuid oonipacta, lioiisogenea , saporis ot odoris grali ; dciii laete lulea , lulto-viridesceiis etc. Morphosis onuiino praece- (ientiuni. Capillitium dcuiuni laxiuii . rarum , fragile, fugax, fusco-pur- (lurasreiis. Sporidia nuuinic coaccivaia. iNIorpliosi absoluta, cortex, jie- I iiliuiu et capilliliiMii liiislidalim seceiluiil , cl in fungo exolelo sola uteri basis sub forma cupulari apcrla, marginibus peridii laccris circum- scripta, per aliquot tempus observalur. Sjioridia et capillitium sub nior- j)liosi praecipilata colorcni fusco-olivaccuni servant. In locis sicrilibus graminosis, secus vias in provincia licineiisi et n:c- diolanerisi hand infrcqncns. Aeslale-auluinno. ri AUCTORE DOCTOnE CAH0I.0 VITTADINIO l8l AJfin. Species nobilissiina, hucusque hand tlcscripla, vcl sallcm cum Lycoperdo Bovisla, in slain iuiiiorc siinillirua, jconfusa. Difii^rt slalura ininore, pcridii et sporidiorum colore, et praecipue capillilii indole. Cum hac specie, in stalu ilidem iuniore, facile confundi possunt Lycoperdoii plumbeuni et nigresccus. liaec tamen Lycoperda peridium eliam in prima aelalc lenacissimum ct a cortice e.x. integro separahile cxliibent; dum in specie dc (pia agiliir peridium admodum fragile esl, et uonnisi per la- ciuias a proprio corlice detraLi potest. **■ .sporidia fusco-oUvacea. SPECIES VII. Lycop. Bovista, Linn. Peridium deriudatum crassiuscuhim , fr^agile , fusco-fuligineum , ureolatim cvanescens ; cortex initio laevis , subtoinentosus , dentum ex integro fere secedens. Basis sterilis Jloccoso-stipata , cum capillitio valde compacto , pcrsistcnte continua. Sporidia sessilia fusco-olivacea. Lyfnjn-rdon csfutftitum y maius^ subobscurum el ixibasperum? Mien. Gen. pajj;. 518. d " i. Lycnpcnion maximum ^ Scaiieff. lab. 191. fig. 1 ( quoatl forniam ). Lycoprrdon arto- liitum , ciusd. lab. 190. Lycopcrdon Bo\-isla? Bull. Cliainj). lab. 417. fii;. A ( (juoad I'onnam). Lyvoperdou fjitjanteum oc/irtiteo-aiburn , deformr^ giotittvm ; tana tenera, dutisu^ fiavu-virailc! B\Tscu Eleucb. Fung. pag. 23". lab. 94 i" 99? fig. 165 ( lion vidi ). Uterus roluiulatus vel lale obconicus, obtusissimus , magnitudiue pu!;iii ad (■a;dlis liiiiiiani ct ultra, sublus bine ii:de plicatus , radice , |ir(i liiiigi volumiuc , lenui , floccoso-terrosa inslruclus. Cortc.v albidus , all)o-cerviuus , albido-fuligineus etc. , moUissimus , sub lente tomentoso- lacerus, superne ob uteri incrementum in areolas subpolygonas plerum- (pie divisus ( Lj'cop. areolatum , Sciiaf.ff. ) ; eius slralnin inlcriiis cras- sissiiniuu, atpioso-albiduin , non admodum fragile, a pcridio \ix ipiideni sej)arabilc , circa uteri basim aequaliter attenuatum. Peridium initio al- l)ldiun , crassiusculum , fragile, \\s. a pulpa dislinctum ; dein luteuin , luligiiipd-jiairulum , dcmum fusco-fuligiiieuin , sub]nirpurascens. Caro initio c'< 183 MONOGIV\PHIA I.VCOPERDINEORUM iiivea , dura, compacta, undiquc homogenca ( basis sterilis in hac aelatc haiul dislinguilur) , sub lente cellulis minutissiinis labyrinthiformibus iuuli([ne cxarata , odoris fungini peculiaris, saporis gratia reliqiiis prae- llfiis , ill cil)ariis valde cvpctita. Morpliosis omniiio praecedcntiuin. Clapilliliiim deiiiuni inollissiimmi , densum, compactum, tolum peridiiim iiifarciens , Iciiax, valdc contextum, massam veluti gossypinam, ad fo- initem parandum a|)tissiniaiii , rcferens, diu persislcns, coloris fidigineo- lutosccntis. Basis slcrilis cximie floccosa, idesl floccis tenuibus , moUis- simis , adiiiodiim slipalis , al)sque uUo ccUidarum vesligio , contexta , iuxla iilei'i forniam nunc inagis nunc minus manifesta, in capillitium sive partem fungi fructiferam modo baud sensibili evanescens. Sporidia rariora floccis inspcrsa , minutissima , vei'e scssilia. In fungo mature peridii cortex fuscus, exaridus, tenuissimus, frustulatim a peridio sece- dcns. Peridium pariter fragile , scariosum, in squamas areolatas , capil- litio et l)asi sterili liacrcntcs , divisum , ac demum ex inlegi'o fere eva- nescens ; quarc in fungo cxolcto sola massa floccosa sine ullo pei'idii vesligio, a venlis hue illuc circumacta, rcmanet. Forma baseos ciipulari- aperta , ob extremam peridii fragilitalem et capillitii indolem, nunquam obscrvalur. Fungus adhuc carnosus sub manuum ictu resonat uli glo- bulus aereus. In locis sterilibus gi'aminosis, secus vias, in horlis etc., in provincia ticinensi et mediolanensi baud fi-equens. Aestate , autumno. Affhu Individua iuniora huius specie! facile cum Lycoperdo fragili confundi possunt. Et revera quura et ipse hunc fungiim , nunquam anlca nisi in statu iuniore adhuc carnoso exaniinare jiotuerim, cum supradicio, in opere citato, coniunxi. Postquam autem Prof. Moretti eximium liuius speciei exemplar, perfecte evolutum , solila erga me liberalitale, com- municavit, eximias et acutissimas differentias illico perspexi , ct non- uulla synonyma cpae, dubitans , ad praccedentem' speciem iam pridcni reluli, hue (piidem certissime perlinere compertum habui. Praestantiores (lilTereiilias , uli iam supra monui , olferunl capillitii indoles el sporidio- I'um color. Iluic summopere aflinis , ob idcnticam capillitii indolem , videlur Bovista clavata Friesi. Sed peridium in hac papyraceum, tenax , pcrsistens, sporidia fusco-purpurca etc. Perfectissirae etiam cum hoc convenil , quoad capillitii indolem aUpie jjcridii morjdiosini , Lycopcrdon saccatum Friesi ipsius ; huius lanieii basis sterilis eximie cellulosa , el habitus prorsus diversus. AUCTOBE DOCTORE CAROI.O VITTADIKIO I 83 Obs. Hacc est vera Bovista oflicinalis omnium velerum, el spccialim |)rimi Bauhini, ad sanguinis fluvus sislcnilos , ob capillilii el basis sle- rilis singularem coiilevtuni floccoso-sli|)atum, summopere luutlata. Reccn- liores tamen Botanici , et forsan ipse Linnaeus , speciem lianc cum variis at speciatim cum Lycoperdo caelato Bulliardi confuderunt vel coiiiniu- (ai'uiit. Icones cerlae prorsus desideranlur. Ipsae enim gcncralini liabi- luui fungi non veros eiusdem characteres adumbrant. ]Meliorcs hoc in- tuilu videntur cpiac iii citata Schaefferi tabula, sub nomine Lycoperdi areoiati , prostant. Icones Bulliardi quoad habitum commendabiles, sed fungi cxoleti forma, cupulari-aperta, eiusdemcjue basis slerilis, evidenter celluiosa , speciem ad Lycoperdon caelalum pertinere suadeiit. Etiam descriptiones fere omnes aut incompletae, aut a Lycoperdo caelato de- promplae. Ipse Friesus sub Lycoperdi Bovistae nomine Lycoperdon caclatum Bulliardi dcscripsit (Lycop. caelatum Friesi ab omonyma Bi'l- hardi specie prorsus dislinctuin esse infra videbimus ). Hoc dare de- monstrant struclura baseos subceUulosa in descriptione adnotata, peridii vestitus, indoles alque niorphosis, et potissimum capillilii contextus laxus, fugax , etc., cum illo Lycoperdi Bovislae nuUimode comparaiidus , ne<" ad sanguinem sistendum , uli perhibent Palres, nee ad fouiilem paran- dum certe aptus. Foi'ma baseos cupulari-aperta ab liac specie quocjue prorsus percgrina. SPECIES vm. Lkcop. polvmorphum, Nob. Tab. IT. fig. VIIT. Peridiuin corticatum ,Jlaccidum , persistens , ore subangustato dehiscens ; cuitcx initio granuloso-punctcUus , suhfarinaceus , demum subdimi- diatus , irinato-persistens. Basis sterilis plus minus numifesta , Jloc- coso-stipata ! cum capitlitio continua. Sporidia utplurinnim sessilia , olivacco-Juliginea. Lycoperdon furfuraceum , Schafff. Fung. lab. 294 ( cximic ). Lrjinptrdnn iipacforme , Bull. Champ, tab. 435. Cg. 9. linca inferior ; super/iiie in ittis sub ec/iinaca ( bene ). Lycoperdon pyriformc , eiusd. tab. 32 ( rxulelum ). Uterus forma et magnitudinc mire varius ; nunc plane sessilis , sub- rolundus , basi depressus ac subplicatus; nunc ]>lus niinusve stipilatus , l8.{ MONOCHAPHIA I.YCOPEnDINEOnUM uvaltis , turbinatus , pyriformis , ulrUonnis, cxcipuliformis etc., umbo- iiatus cl obuisus , Icviter pro more racUcatus. Cortex albitlus , albido- cinereus, albido-fuligineus, verrucis mhiulis sen jiunclis prominulis, ro- hiiidatis , fariiiosis coiislaiilcr obtccUis ( v. Bull. 1. c. ) ; stratum cius intcrius sublenue , minus fragile quam in relitpiis speciebus , \ix a pe- riilio ilistinctum. Peridium initio albidum , fragile; demum olivaceum vd lutescenti-f\iligincum , ob corticcm innalum papilloso-asperum, in cxo- letis vcro sublacvc ac circa basim plerumque rufcscens. Caro initio al- bida subcompacta, subhomogenea , brevi molliuscida primo sordide lutea, mox sordide olivacea, olivaceo-fvisca , fluxilis fere ct sub prcssioue ma- gnam acpiae cpiantitatem etfundens; dcmum olivaceo-fuliginea , pulveru- lenta. Capillitiuni aetpialc , tenue , moUissimuui , fuligiueo-rufescentis pcridii ct basi stcrili adnatum in columeliam \ix clcvatuin. Basis sterilis eximie floccosa (v. Bull. 1. c), idest flocco dense slipato, sine ullo fi- brarum ant cellularum vestigio exurgens (v. Schaeif. 1. c.), tenax , ela- stica , ad fomitcm parandum a])tissima , coloris e fuligineo-rufescentis. Fungus exolelus niUTicpiam cupulari-apcrtus. Omnium vulgatissimum in pratis, arvis, campis sterilibus etc. AestatC ct autumno. yiffm- Peridii indoles atque vestitus, sporidiorum color, et praecipuc basis sterilis contextus, speciem banc proteiformcm a reliquis acute di- stingunnt. Huic aflinis est Lycoperdon pyriforme Schaeffeki, scd huiiis basis cellulosa est non floccoso-compacta , et corticis vcrrucae magis ele- valac , acutae (12). Obs. Lycoperdon furfriraceum Schaefferi et ce[>aeformc Bulliardi ad banc speciem cerlissime pertinent , uti ex citatis iconibus atque ex (12) Null.-i osl corlp spocii's, in lota Lycopordiucorum f.tmlli.T, hac maj;is distincla , eodem<|ur tempiire a myroiof-is ffre nnmibus lam varic sumpta el commulata. Si enira a forma recodas, quae sane varialiilissiiiia esl , el t-oi licis \eslitiis , cl basis slevilis lexlura cliaracleres adeo acutos el conslanles olVeniiit , nl ex his solis pi'iiuo inltiilu Iiaec spceies , inlor millena eliam aliarutn specierum individua , disliii^ui possil. Hi duo cliaraclcrcs in citalis lii lliardi el SciUF.FFEni tc4inlbus oplimc expressi occurrunl , el nescio cur fere omncs botanici iconcs istas cum illis , quae ad Lycoperdon plumbcum el excipuliforine spcctant, confundant. Priraae cnim , sive quae ad Lycoperdon phinibcum referuulur, liasi slerili prorsus carenl el supcrficiem hahcnt laeviga- lam i alterac basim eximie ccllulosam exbibcnt, earuni({Uo suiieiUfieui aculeis [dus niinusvc ma- fiifeslis ornatam. Si haec perpcndisset Frifm..s absque dubio cum suo Lycopeiilo pusillo , quod ex MiiiiKLM cilala iconc , fungus esl basi slerili deslilulus , liauil iLufudisscl islas Si inEFFtlii cl Bt'LLMRDi iconcs , fungum basi stei'ili insi^'uitum exprimeiites. AUCTORE DOCTORE CAROI.O MTTADIMO 1 85 iiisorum ilescription'ibus clarc piiU-l. Lyropcrclon pjriforme Bulliardi , I. c. , ill slatu cxoleto ilcpiclum , huius loci quo(£iic videtiir. Iiulividiia minora liuius spcciei , fonnam rotiindato-depressani cxliihciilia , ac basi slorili vi\ inanifesla praodita , cuiii Lycoperdo pusillo Frif.si coiifusa. Lycoperdon pusilluni Friesi , si descripiio fida, ouin hac certe non coinmulanduiTi. Caio lam a Funj;! cxordio inaeqiialis. Basis slorilis celliilosa a capillitio dislincta. ■■■ sporidia fusco-jmrpurasccnlia. SPECIES I\. Lycop. marginatum, Nod. Tal>. I. fig. XT. PcvitUnm dccovticatum , flaccidum , tomentoso-pulverosum , fiisco-umbri- iiuni , ore ungusluto hums; cortex initio vcrrucoso-acideatus , su- pe/'ne deiuum discretus , ac laciniatiin seccdens. Basis sterilis cellulosu, cum capillitio conlinua. Sporidia Jiisco-piirpurascentia , sessilia. Lifinpcrtlou ctliirti spaltiufji fnnttu , Battar. Ariiii. , lah. 31. Ug. C. ( quoad formain}. Lijiiiperdon papitlatutn ? ScnvEFF. Fung. lah. 1S4. I.yiopcrdon marginatum , Mobks cl Uk Not\ris Flor. Ca)>rai'iap pag. 236. Uterus tiirljiualus sen late obconicus , obtusus, inaguitudiuc iitplu- riinuin nucis iugiaiidis , basi levilcr radicalus. Cortex aibidus vel albiilo- cinereus, aculeis confertissimis , e \ariis spinalis siibjiyrainidalibus di- stinctis apice arcuato-conuiventibus conflalis, liirtus; sti'atum eius interius crassiuscidiiin , circa basim slcrilcm evaiiescciis , acpioso-albidum. Peri- diiDii initio albidiun , dein biteuin , demuni fuligineuin vcl fusco-innbri- nuni, circa basim sterileiu acute iKarginatiim; supcrne plane decorticatum, inolle , tomcnloso-pnlverosuui , inferne e corticc innato-|Prsistciitc papil- loso-scabnun. Caro initio albida, celluloso-striata, .sidjcoinpacta, deimim in |>ulverem fusco-p\u-piirascontein solula. (JupiUitium la\um , |)eridio el basi stcrili snb colunieUac forma adiiatiim, cinerco-fidiginenni. Basis SrniE II. Tom. V. z I S(> M0.\O('.fl\PIH\ I.YCOPERDiriEOni'M slorilis cximic colliilosa , diii-a , olaslica, siii>orne aciilc inargiiiala (TJatt. 1. c. )I, iliu |nM'sisiOiis. Fniii^us cxoletus rarissiinc rupulari-apeilns. In loris sterilibus sahulosis circa Papiam cl Mediolaiiuiii frc(|iiens. Aiituiniio. tiffin. S])ccics Y\\\v\\f:r\'\\w:\, I^ycopcrdo albo,lanuginoso etc. MiniEr.i (lab. c)-. fig. 2), ob ronsiniilcin jicriilii moriiliosiin aflinis. Sod in Mi- cHEi.ii specie corticis (aiitiim slralum exlcrius sive corlcx primarius , ul, ille ail, inanifcslc ab iiitcriore scu secundo corlice sccedit; in nostra ronira SjH-cic, nlracpio corlicis strata, sen corlcx jiriiniis ct sccundus , itisiniul a pcridio sivc a tertio corlice dirimunlur. Basis insurer acute margiiiala lianc al) ilia facile seinngit. Ljcopevdon echini spatangi facie a Battarra, loco cilalo, adinnbralum iioslrum fungum non male referl; ob inipcrfcctaui taincn descriplioneni Iiuc ccrlissime Iralii netrnit. Ad banc spcciein tpioquc rcfcrre baud dubilarcni Lycojicrdon [lapillatum ScHAEFFERi , ill labula cilala depiclum, nisi obslarcl figura S.", fungi sectioncm exbibens , in qua basis sterilis ccUulosa lexlura baud obser- \atur. Fungi enini iunioris forma atque babilus cum nostra specie non male conveniunl ; el in figura g.' fungus repraesenlalur corlice supcrnc destilutus el colons fusci, iili sunt indivldua malura Lycoperdi marginali. SPECIES X. Lycop. atho-purpuueum, Nob. Tab. II. fig. VI. Peridiiim corticalum , flaccidiim , rufo-fuUgineiim , ore miniito, obtuso dchiscens. Coj'tex initio villis scu spinalis mollilms , ienuibus hirtus, demum subderiudatus , innato-persistens. Basis sterilis cellulosa cum rapillitio continua. Sporidia maiiiscula , pediccllata , fusco-purpurea. Lyvnpnihin csrulculum , hfifusplnicritum , griseum olc. Mien. Gen. tali 9". fij;. 4 , cl t.yrnpcrdim griseum, hirsute aspcrutii vie, eiusd. piig. 51". n." 3, Lycopcriioii vmbri- tittm pi quertinut)! , I'KRs. Synop. paj^. li'-48. Lycojicrdon gcnimatum var. hirtum? Fries .Sysl 3. pag. 38 I.lcius umbonalus, nunc omnino sessilis, rolundato-depressus, mam- mae foruiis, sublus bine inde plicatus ; nunc in slipilcm plus minusve maiiifi^slum basi produclus, lurbinalus , cxcipuliformis etc. Cortex al- biilo-lnligineus , vel albido-rufesccnSj spiuulis plerumque umbriuo-purpu- AUCTORE nOCTORE CAROLO VITTADIMO 1 8- msceiUibtis , suhsiinpricilius , |iilil'i>rinil)iis , lloKuosis, siiixicciiluis, foact-r- valis, liberis aiil iclicularnii (•(imicvis slcllai iformilnis liispidus; stratum eius inlerius initio tenuc , all)i(lo-fulij;iiit'uiii, |iarinn iVagilc. Fcridium initio alhidiim , dcmuin fiisco-castaneinii vcl rufo-fidii^iin'iini , in c\olctis dcniuui collahcscens. Caro initio albida, siil)com|jacla , snbi'vsucca , rel- lido,so-(il)i'osa. CapiHitiurn laxuui , vamnn, (usco-|>nr|)ura.sc('ns , iicridio vl basi sterili adlivum , persistens. Basis sterilis admotbini relliilosa, crassa, linna, clasli<-a, a sti*ato superiore fniclifero baud discrela, din persislnis. Funi;us e\oiclns nun([uani cupulai-i-aperlus. In sylvis qucrcinis circa Papiani et Mcdiolanuni rrc([iMM]S. Aiilumno. AJftn. Lycopcrdo excipubibrini et pcrlalo afline ; sed vcstitu et spe- ciatiin capillilii colore , sporidiorum colore , forma ct ma^rnitudine di- versum. Obs. Icon MiCHELii nostrum fungum quoad formani ct vestilum ])r(i- fecto refert; tamen ob strictam nimis descriplionem hue certissime re- ferri neqiiit. Lycoperdon umbrinum Persooki corticis vestitu et colore cum nostra quidem convenit specie ; sed auclor nullum de sporidiorum et capillitii colore verbum facit; et iuxia Friesum haec Persoom species, sub ipsius Lycopcrdi gemmali varietatibus allegata , sporidia baberet luleo-virescentia. SPECIES XI. Lvcop. vEi.ATUM , Noi!. Tab. II. fig. III. Peridiumjlaccidum, corticatutn, ore minulo dehiscens , persistens ; cortex papilloso-muricattis , strato crasso , floccoso-molli , coriliiiuo, (leniiim in verrucas amplas subsccedeules dk'iso, vestiliis, iniutto-persistcns. Basis sterilis cellulosa , cum capillitio conlinua. Sporidia hiteo-vi- rescentia , demwn fusco-purpurea. Lycoperdon album, tanuginosum , covticem primarium ntaiiifi'ste vxuenf, SIicH. Geu. lab. 97. fig. 9. Lt/cnpei-Jon mammacformc , TeR-s. S\iiop. paj;. 1 i5. SEcnF.TMV ! Slycopr- Siiiss. 3. pas. 348. Uterus subglobosus , turbinatus , pyril'orniis , cxcipuliformis etc. , obtusus et umbonatus, magnitudiuc vulgari, basi levitcr radicatus. Cortex papillis sen aculeis minutissimis , confcrtissimis, pcrsislcnlibus nuiricalus. Sli-atum corticis exlcrius initio laeve,intus niveum , exlus albido-tlavescens 1 88 MONOCnAPllIA I.V(.OPERDINEOnUM \ol iilbiilo-ruligiiicmii ; \fiiiic;u', sfii sUali ijislus fruslula ^ raraC; plaiiae, |>i)lygoiiae , cvsucrac , circa fungi basim in frusUila lata hinc inde se- ccdcnlcs, in cxolctis loiiuissimac , ariilae , ac saejic sacpius clcganlissiinc liiilialo-stfllutai'. Stratum corticis iiilerius iuilio crassuui, albitlo-caruciiin , subcartilagincuin , fragile, etc. Pcriclium in fuiigo iiiaturo membrana- couui, luloscenli-fuligineuin , e corlice atlualo ubicjue |ia|)illoso-inuricaluin. (]ar() all)a , couipacla , cclluloso-librosa, odoris et sajioris grali. Ca])illi- liuin teiuic, la\uni , inolle , c\iniic floccosuni, coloris ruro-j)urj)urascentis, |)eridio pt basi stcrlli aduatuiu. Basis slerilis cellidosa a capillilio baud discreta. In sylva (jiici'cina circa Quintosole ct in nemorc di Rrdccecio in provincia mcdiolancnsi , cpiolannis redeunlc aulinnno, olivium. Jffiii. Species liabilu singidari pracdita. 01)iter visa Agaricum slro- l)iliforniem Vittadini, ev Amanitaruni scclioiic, nonduiii plane cvolulum diceres. Ob specialem veli cbaraclereni nuUi aflinis. Obs. Hoc est profecto singularc illud Michelii Lycoperdon (v. 1. c.) c|Uod Persoonus sub mammaeforniis nomine in sua Synopsi iam adum- bravit. Persooni lamen descriplio e fungo exolelo deprompta videtur. Fusam huius speciei descriptioneni , suIj codem Persooni nomine , nu- perrime dedit Secretanus 1. c. , qui tamen ab hac ipsa specie citatam MiCHEi.li iconem excludil. Friesus, qui probabiliter linnc fungum in na- tura nondum examinavit , Lycoperdon mammaeforme Persooni sub innu- meris Lycoperdi geinniali varielatibus ( var. excipidiformis ) asseverans coUocat. Huius fungi dcscriptio a Chevai.i.iir, 1. c. , cxhibila , ex Per- sooni Synopsi mutuata. "■' sporidia fusco-olhHicea. SPECIES XII. Lyoop. caelAtcm , Bull. Pcridium denudatuni cvassiusculum , frugUc ,fuligincum , superne areo- Itiiiin evanescens ; cortex initio inolliter aculeatiis , aetate demum , ex parte, secedens. Basis sterilis ceUulosa , compacta , cum capillilio ALflTORK DO(T(>nF. CAIIOU) MTTADI.MO I Si) raro , valdc rclaxalo , ftif;aci cojitiiiuti .' S/joru/ia sessilia oUvaceo- fuliginca. I.yrnperilon nivcum , sji/iacricurn , superfivie in arrohs adamalitis instar ifUsecta ac distri- titita , Mich. Geii. |i:i}^. 218. Futtguf <-tn-ttosus , nivetl^ , fjlidwaus , atUiiiiantirtus , in mon- ii/ius /'vllrinis, Bor.r.iiN. .Mus. tab. .'tOU. /.i/ropcnlaii ciicluliim , Bull. Champ, tab. 430. /.i/inprrdoi! grmiiKilum , .S(:ii\kfk. Kun^'. tab. I8i)(cMl. lij;. 1 cl 5 ). l.ijcnperdoH eilii- iiiiiiim , eiusd. tali. 18G ( cirl. fi;;. 3). I.i/ii'pcrdoii Boi'istii , I'KBs. Syiiop. pap. 141, I'liiEs Syst. 3. p 29. Lycdpirdoii ijiijunleum ol laclalum , CiiEV all. Par. 1. p. 362 eir. Ulcrus foruia vnriii.s, plcninujuc lamcn laic obconiciis, su) erne ob- tusus , inferuc attciiualus ac basi ain|ila llorroso-lcriosa iiisideiis. Eiiis magiiiliulo a pugni atl capilis iufanlilis lariat, maior raro observatur. Cortex pcridii albitlus , ciiiereus, lulescens , pallule fuliginexis etc. Stra- tum eius e.Kterius crassmn in arcolas subj)yianudalos lalissimas utpluri- muui ilissectiun. Slraluui iiilerius sive fciai'cuni aquoso-alljidiim , cras- siusciilum , basini vei\sus allcmialum, fragile. Peridiuiii initio aU)idun) , parum tenax, cortice destituluui sublanugiuosum ab interna substantia vix distinctum ; dcin albido-lulcscens , demunm fuliginco-palliduni , non uitiduni , circa basim , ob corlicem innato-pcrsistenlem , llocculoso- furfuraceiun , subareolatum , perfricatione nilide rufesceiis. Caro initio nivea, compacta , ab ilia baseos, texturae evidenter cellulosae, distincta, non vero discrcla , odoris fungini peculiaris, saporis minus grati. Mor- phosis uti in speciebus praeccdenlibus. Capilliliitm raruni , la^um , fuli- gineo-fuscum , subfriabile, cum maxima peridii pai'te frustulatim secedens. Sporidia niaxime coaccrvala. Uteri basis manifcste ccUulosa, idest cel- lalis sat aiiiplis , nilentijjus exarata , tenax , dura, clastica, a parte fungi fructifera distinclissima, pcridio et capillitio innata! absque uUo mem- branae intermcdiac vestigio, post fungi morphosim , sporidiis cl ca|)il- lilio difflatis, sub foiTna cupulari, marginibus peridii laccris , palcntibus i-irciiuiscripta , din pcrsistens. Flocci sive capillitii sive basis sterilis crassiusculi , rigidi, substrigosi , texturae omnino pccidiaris, nee ad san- guinem sistendum , nee ad fomitcm parandum apti. Ad camporum versuras , viarum ct sylvarum margines etc. baud frequens. Autumno. jijfin. Species haec in statu iuniore cum Lycoperdo Bovisia, ob forinam j)raesertim et volumeu uteri , facile confundi potest. I'raet i- piias dilfcrcntias , uti ex descriptionc patel , olVerunt fungi \eslitu« , eorticis , jieridii el capillitii indoles , et speciatim basis slerllis cellulosa iqo MONor.n.vpHi.v i.ycopkrdineorum tevlura. Difl'ert eiiim Lycopertlon caclalum a Lycopcrdo Bovista ut Ly- copcrclou cxcipulifoiine dilVcrl a Lycoperdo polyuiorplio (i3). Obs. Haec species a ^Iichelio cl Boccone iain adiiotata , atque a ScHAEFiEno sul) vaiiis foriuis dcpicla, veruivi sislil Lycoijcrdon c;iclaUiiu a Bfi.i.iAKDO oplime coiislilutiiui , aUpie in tal)ula 43o delim'aluni. Ly- «ro|ierdoii oadalum Friesi , iiti ex ipsius dcscriplioiie collijj;iUir, ad aliani perlinet speciein (v. Lycop. liieinale , Bull.). Meiiibraiia eiiiiii peridii inlenia , (juae cainlliliuin Lycopcrdi caclati FniEsi a hasi slcrlli spcernil, et cui potissiimiiii iiiliUir spocici crilcriiuii, in specie de ipia scriiio est prorsus dcsideratur , nee rerupii congvuunt peridii et capillilii cliara- cteres. Ad hanc spcciem conlra certissime rclcni dcbel Lycoperdoii "Bovista eiusdem auctoris. Descriptio eniin quae de hoe fuugo exliibet Friesi'S dum ex una parte charaeleres Lyeoperdi caclati Bdi.hardi fgregie exprimit, illos verae officinalis Bovistae prorsus exeludit. Opliniae liuius Lyeoperdi icones in citatis Schaefferi talmlis adsunl ; praestant tanien quae in Buldardi tab. /(So observantur. leoiies istae perfeclis- sin»e conveniunt cum individuis huius speciei a Prof. Balsamo circa Alcdiolaninn leclis ; sola basis sterilis textura minus evidenter cellulosa est delineata. SPECIES XIII. Lvcop. uiemale j Bull. Tab. II. fig. V. Pevidium corticatum , JlacciJum , collabescens , apice lacero-dehiscens ; cortex initio verrucoso-aculeatus , demum subniulus , innuto-persi- stens. Basis sterilis exir/tie cellulosa , a capilliiio discreta ! Sporidia sessilia , fuligineo-liitescentia. Lyropcrdnn esculciitum , obsrurum , ec/iiuis quailraiiguhiribus ct quadripurtitis insigtiiturii , Mich. Gl-m. (nh 0". (i\;. 5 (quoad lialiilura ). l.t/i-opcrdo/t fiicmatc , Bl'LL, Champ. (i;i) Roccutiori .ipvo FniE.st.^ p.irllcr Hescripsil Lycoperdon Bu^islaIu Li?i!NAEi el Lycoperdoii caelaluDi Bii.livrdi uli dt.stiaclas .species, cerlissiinos atque aculissiiiios ulriu.sque speciei clia- raclcres io medium proferens. lli vero charaeleres dum ex una parlc Friesi species oplime sc- cernunt , Bulliardianas contra in unam coniun^uut. Tcridii enim iiiterioris pracsentia quae Ly- coperdon coelatum Frie.si a reliquis distinguit , cliam ab omonyma Dulliabdi specie eura acute seiuDgit; el duplex Lyeoperdi Bovistae forma a FnlE^O aduutata . ulra^que Bl'LI.iabui .species comprrheodit. ALf.TORi: DOCIORE rAIlOI.O VITT.VDIMO Hi I Inb. 7J. fig. B. D. E. rcrlissimo ( cxnlotiiin ) ; ot lab. 475. fig. E. ( ailullum ). I.yio- prrtlnii tavlntum y FniF-.'i S\sl, .1. p.Tf;. 32 (ex (Icscrlptiniio). Lymjertlfin cc/iinotum , .S("ii\rFF. Fiinp;. lab. ISO. l\\;. 'i ( i|ti(iairi|iuli fonnam rciVrcns; iilpJuriinnm laucii lurhi- iialu.s v<'l late obcon'u'us , supcriie oblusus, inagniludliie a niici.s avellanae ail ovi gallinacci , raro maioro, railicc aniorpha floccoso Icrrosa ii^slrucUis. Covlc'C initio albiilus m'1 flavcscciis , laio ililute fuligincus , acuieis lior- ridibsiiiiis , confei'lis, e variis spinalis subiiyraniidalibus , a[)ife arcualo- conuiveiitibus conflatis, \cslilus ; straUira eius interius crassiusculuin , fragile , aijuoso-albidum , basim versus atlt'iiuatum. Peridiuni initio al- biduiii, fragile, in fuiigo lualuro Icnuc, incnil)ianaceuni , | allescens , ciiicrasccns , lutescens etc., in cxolclo jderuinqne cainiiu , late aj erlum inarginibus inflexis collabenlibus , cupulaeforme (v. Bvli.. 1. c. fig. e); subtus , scu circa basim slerilcin , rivuloso-plicalum , rcliculalo-scrobi- culalum , lacuiiosuin \el cmnino laeve. Caro initio albida, subrompacta, cclluloso-fibrosa , a basi stcrili facile ex integro separabilis , odoris sub- naiiseosi , saporis gi'ati; dcmum olivaceo-fuliginea, pulveruleiita. Capilli- tium laxum , coloris cinerei pcridio undique adnatum , inox liberum , ac demum , pcridii ore ampliato , cum sporidiis evancscens. Basis slerilis adinodum crassa, dimidiuin fere uteri caviim occupans, elastica, Icnax, ccUulis jiracgrandibus exarata, pro fomite vix apta, superne veluli trun- cata et membrana tenui , innato-persislente obducta. Membrana haec in fungo cxoleto , capillitio sporidiisque deslituto , laevis et nitida est. Tn pratis siccioribus, pascuis etc. circa Papiam et Mediolanum abunde. .\estale-autumno. yljfin. Species vulgaris, Michelio, uti videtur iam nota ; a Bl'lhardo vci-o optime limitata. Lycoperdo excipulifornii el niarginato , iunioribus, forma et liabilu similis. Ab omnibus tamen a me descriplis Lyroperdi •sjieciebus dislincta propter basim sterilem a capillitio plane discretam. In liac enim specie peridii lamina interior , ab cxlerioie , circa baseos slerilis summitalem , sensim reccdens, basim ipsam a superna ulcri parte, fructificalionis apparatum includenle , secernit. Baseos cellulosus con- lextus spatiiim a peridii Ijiminis a se invicem recedentibus relictum oc- cupat (v. SciiAEFF. tab. 189. fig. l{ t\ ^). iga MONOr.nAPniA T.YCOPEnDINEORUM Obs. IMirHF.i.u allalu icou liahilnni Imins fungi iunior'is exaclissimc refert ; vcrriicac taincn solidae, uoii spinulis dislinctis oiliclae ; iconcs vero citalae Buluardi habitum et charactcres fungi exolctl (fig. a etc, funf^iun iuniorem exhibenles fictitiae sunlj et ab exoletis, paiicis mutatis, tlriii'ouipUir). Vcrisiniililcr ad hanc spccicm iuniorem referendae quoque veniunt Bii-liardt iconcs n, c, n, mn in labula 47^ dej>ictac ; certissime autem Inie special ipslus lahulac fig. k, slatum fungi adukum , eius- dcmque magis obviam formam cvprimens. Ipse Bulliard liane figuram Lveopcrdo hieniali adscribit. Sed quum figura n racspilis mn Iiuius for- mam et veslilum plane relineal ;, eo proliabilius fit lelicpias luiius ta- l)ulac cilatas figuras ad hanc pertinere speciem. VW omnibus ScHAEFFERr ieonibus figurae tantum ^ ^X 5 tabulae iSy huius fungi lial>itum el charactcres ofTcrunt (i/j)- Lycoperdon eandidum et eehinalum PEiisooNr forma et vestitu cum hac specie perfecte coin'eniunt ^ sed ob iuq)erfe- ctam dcscriptioneni hue cerU* I'cfcrri ne([ueunl. {l\) Fries sub nomine I-yooiK'nli caclali Bii.i.ixnm describit fiuij^um a specie do qua agitur haud diverpum. Videhir lainen Lvcnucvdon oaelaUim Bi i.i.iAnm ab hac prorsus distinctam sislere (ipeciem. Et revera Bi i.M\Rn in I.jcnperdi raclali deseriplione nullum de poridio intcrno discrete, t-apillilium a basi sterili, dlapbr;i|^nia(ls ad niodum diseerncnle , verbum facil ; cui cbaracleri contra putissimuni nilitur in K^roperdi biemalis descriptione ; quia imo in boo ipso characterc jpeciei criterium ponit (sou peiiirulc est divise iuttrteuremtnt par une membrane qui ne permet tie cotmnun teat ion avec la partie superieure de cette plante f ce characttrc en determine Vesphcc d'une manihrc sensible. Bull. I. c. ). Adde quod BuLLlARD suum Lycoperdon biemale cum plnribus uti- que Lycoperdorum speciebus in texlu confundil , sed a caeiato probe dislinguit. Lycoperdon hiemalc rarissime mngnitudinem ovi ftallinacei superal, Micbeliana fifi;ura mains nunquam vidi , eius(pic cortex nunqnam in areulas adamantis inslar disscctus reperilur, uti in li[j;ura A citalae Ht I.I.I vitni tabulae obsewalur. In I.ycoperdo insuper caclalo Bi:LLiARri pars peridii superior cum rapillilio et sporidiis brevi evanescit, et sola basis slerilis remanet {bientdt il ne rcste plus dv fttte plante tju'un ironcon forme d''unc substance jibrmse cowmc dii feutrc)-, in nostra contra specie peridium din persistil , et in individuis cliam admodum exoletis, quae in sequens ver collii;untur. ndliuc integrum ulplurimuni observalur. Quoad Si^HAEFFtRi iconcs a Frieso allatas iani adinpla\i 6j:^iras taulum 4." el 5.a talpulac 189 ( Lycop. gomraatura ) nostram probabiliter speciem refcrrc. In ipsis enim el formam et volumen uteri el basis stcrdis cellulosa textura eiusdemque a ca- pillilio , per mombranam peridii interiorem , separatio ej^regic expressa observantur. Rcliquao figurae eiasdcm lahulae cum ieonibus Lycoperdi caelali Bllmardi adamussim conveniunt ; eliaui in hiscc fungiis maturus superne dilHalus, cupulavi-apertus. Icones tabulae 100 (Lycop. areo- latum'; faciem el ebaraetorcs Lycoperdi Bovistoe lJ^^,\^;l pr(u'8us cxbibont i in figura 3.^, fun^m ad porpendiculum seclum referente, nullum adest basis sterilis vestigium I caro ubique liomo- genea esl ; in figura autem 2.^ peridium adesl superne dilTlatum cupulari-aperlum. Fig. 2 =" ta- bulae 186 (Lycop. eeliinatum), bahitum Lycoperdi biemalis quodammodo \eslit ; sed in fij^'ura 3* buius fungi sccliunem praebeute , basis slerihs cellulis destitnl.i eeinilur : reliquac figurae Ly- coperdon caelatura Bli.liardi adumbrant , al(|iie in bis quiiqne I'uii^^iis lualurus suprrne dilUalus pexizaeformiv. AUCTORE DOCTORE CAROLO VITTADIMO igS SPECIES XIV. Lycop. excipuhforme , Scop. J'eridium covlicatum , Jlaccidtim , persistens , ore miniito dehiscens ; cor- tejc initio verrucoso-hispidus , demum subdcnudatus, iunato-persistens. Basis sterilis cellulosa , cum capillilio continua. Sporidia lUplurimum sessilia luteo-virescentia. /.i/top. allium elc. , JIiCH. Gen. pa;;. 217. n." 5. C. Lycop. excipuliforme , Pebs. Sjii. paR. 143. Buu,. Champ, lali. 450. li«. 2 , pI lab. 475. fig. A. F. G. H. I. Schaeff. Fung. lab. 187. Lycop. gemmatum , var. cxcipuliformc^ Fries Sysl. 3. peg. 37. Uterus formci et magnitudine varius , superne utplurimum iimbo- natus , ac basi persaepe in stipitem sat elongatum productus , raro sub- sessilis. Cortex furfuraceus, candidus, cinereus , fuligineus, rufescens etc. , verrucis coiifertis, fiagilibus , subdeciduis , spinulis subpp-amidalibus sen lamellulis distinclis apice connivenlibus compositis, exasperatus ; stratum eius interius initio crassum , albido-carneiim , subcartilagineum , fragile , a peridio facile secedens , circa basim attenuatum. Peridium initio al- biduin , inolle, subtenax , dein luteum , demum siccum , membranaceum, mollissimum , flaccidum , fusco-olivaceum vel lutescenti-fiiligineum, e cor- tice adnalo subscabruui ; exolctum laeve, coUabescens. Caro initio aquoso- albida , fibroso-cellulosa , subcompacta, odoris subnauseosi, sapoiis grali. Capillitium laxum, moUe , peridio ct basi sterili , ubi in columellae spe- ciem clevalur , adnatum , persistens , colons fuliginei. Basis sterilis cel- luloso-spongiosa , cellulis maiusculis exarata, sacpc insignis , atque in stipitem 4-6 poll, altum , 2 poll, et ultra crassum noii raro producla , tlastica, a strato superiore fructifero baud discrcta , diu perdurans. In fimgo exolcto , nunquam cupulari-aperlo , pars supcra pcridii , corticc exuta , laevis et nitida quandoque obscrvatur. In pratis et sylvis quercuum , salicum ct populorum , circa Papiam et Mediolanum, omnium frcquenlissiinuni. Acstatc-autumno. ^JJin. Species clcgans, spectabilis, ab omnibus fere mjcologis obser- vata at({ue descripta , sed cum similibus formis diversarum specierum coufusa. Praecipuae quae cum hoc Lycoperdo commutari possuut species sunt Lycoperdon hicmale ct pjrifotme ; illud cnim colore et vestitu, Serie II. Tom. V. .*a Iq4 MONOGRAPHIA LVCOPEKDINEORVM hoc colore, et partiuui inleinarum structura quoclammodo conveniunt. Sed in Lycoperdo hicniali basis sterilis a capiUilio discicta est ; in Lj - coperdo aiilein pjTiformi corticis vestitus prorsus divcrsus (i5). 0/>s. Inter omnes liuiusre fungi quas vidi iconcs, praestant quae in tabula 45o. llg. 2 ctlinxit I^illiakd. Icones quae in tabula 47^- fig- a eiusdem aucloris observanlur . statum liuius fungi iuniorem exaclissiine quoque evliibent. SPECIES XV. Lycop. perlatum , Pers. Peridium Jlaccidum y coj'ticatum , albido-cinerenrn, ot'c umbonato-lacero de/iiscens j cor^tex initio verrucis siinplicibus , compactis suhpjrami' dalibus in mucroneni porrectis , daman snbdeciduis ^ aculeatns , in- natO'persistens. Basis sterilis cellnlosa cum capillitlo continua. Ca~ (15) Fries sub Lycoperdi upmmali nomiuo omnes illas coniungit Lycopenlorum spooies , qna- rnm capillitium , p basi storlli oxur|;ons , in spccicm colnmellac conformalur. Charnctcr cohi- iiiollao in determinandis huius faniiliac specicbus plurimi esso momcnti baud nego ; sed dum ct :dii cbaractercs species columellatas acutissiroe limitaut , non video cur in boc lanlum nili de- I>eamus. Pari enim ralione cranes quoque Geaslres columella inslructos in unam coniungere spe- ciem oporleret. Ceterura bacc floccorum congeries a Frieso notata vix (juidera columellae no- iDine dij^na. Flocci euim qui earn coostituunt prorsus iiberi sunt , in prima fungi aelate baud ohser\'atur , atque a basis slcritis praesenlia unice pendet, qnarc potius cum uteri forma, quam cum fungi indole coniuncta videtur. AdesI revera in omnibus Lyeoperdis basi sterili instructis , deest in illis cadem deslitutis; undc fit ut non raro in eadem specie individua adsint columella praedita , et alia ipsa prorsus destiluta. Sic Lycoperdi polvmorpbi individua subrotunda , basi sterili termc carenlia , nullam babent floccorum columellam , dum conira quae basi slerili , in stipitiMii sal manifestum producta , inslructa sunt, manlfestlssimaiiJ quoque oslendunl flnccorum columellam ex. ipsa basi stcrili prodeuntem. Quod si dantur species basi slerili iiisignilae absfjue apparent! columellae vesli^in , boc vel ab ipso uteri eavo lentilormi \alde depresso et lato pen- det, ex i[Ui» flocci e basi lalissima pri;ileuntes in columellam elevari baud possunt ( vid. II.)Cu{i. biemale); vel a capillitin peculiiui fragilitale . rui Tuin raro neclitur eliani iVagililas peridii . quam ob rem flocci una cum sporidtis truslulatim secedunt (vid. L>cop. fragile, INob.j eaelatum, Bull. ) , nullumtfue relinquunt columellae vestigium. Si lamen etiam baec L}Copcrda matura caute aperies, huius floccorum dispositionis rudimenta ubse^^are poteris. Haec sunt praecipua momenta i|uae ad reiiciendam Fhiesi specicra, uti e variis corapositain, me impulerunt. Vmbo ffui ia plu- rihus Kycupcrdnrum speciebus observatur praesenliam columellae certe indicat ; urobonis lamen absenli.i illins absentiam baud semper declaral : adsunt onim quanipturinia indi\idua iidiimeDa pateutissime inslructa, absque ulln umbonis vesliyio. Cbaiaclercs ideu qui ex unibonis praesenlia ^t'l delt'riu dcsumunlur niinnris sunt rnonicnlr. AUCTORE DOCTOnE CAROr.O VITTAUINIO jq5 pillitium albido-cinereum. Sporidla sessilia ot pedicelluta , Ititeo- virescentia. , Lycoperdon album ^ totum aculeatum , attinri hasi donatum ^ Mtcil. (ion. (nb. 97. fip. I. l.yinprrdoii liirtum , UuLi,. Cliamp. tab. 3i() ( bene ). I.ijcoperiinn latuiiosum , eiusilem tab. 53 ( exoletum ). Lijcopenlim jiirlatum , Pf.bs. Sjnop. pa}-. 145. I.yioprrtlou gem- mnlum , Kl. Han. tali. 1120 ( bone ) , var. prrlnium , FniEs Syst. S. paj;. 37. Uterus vere umbonalus , lentiformis, circa basiin ut|)lui-imuiii coii- strictus, laevis aut lacunoso-plicatus, atque in stipitem plus minusve inanifcstum productus. Stipes baud raro reticulato-scrohiculatiis vel fossis longitudiiialihus lacunisve exaratus. Corlev plerunique candidus vel dilute iiicarnatus , raro albido-fuligineus , fuscus , vennicis maioribus, distaii- tibus , aequalibus , a verrucis minoribus , confertiusculis circuincinctis , ornalus. Cuiusvis verrucae basis, rotundato-corrvexa , foveolam e peridii depressioiie forniatani, ab initio occupat; qiiapropter dum hae fovcolae , sub peridii evolutione, sensim complanaiitur , verrucae omnium primo circa basim in orbem a peridio secediint , ac demum e\ integro deci- dunt. Verrucis decedentibus remanent areolae nitidae subpolygoiiae , oanescentcs, diversae magnitudinis , margaritas quodanimodo referentes, unde nomen. Verrucarum color albns , fuligiiieus , fuscus. Stratum cor- ticis interius initio crassinsculum , cei'aceo-cartilagineuTn, aquoso-albidum, fragile etc. Peridium in fungo mataro tenue , membranacenm , persi- stens , ob corticom iimatum baud nitens , sed pulveroso-scabrnm , in exoletis ac plane dccorticatis canum , nitidum. Caro initio albida,com- pactiuscula , fibroso-cellulosa , saporis et odoris grati. Capillitium tenue , inoUe , rarum , peridio et basi sterili aduatum , persistens. Basis sterilis cellulosa , minus corapacta et elastica cjuam in relicpiis spcciebus, a strato superiore sporidiifero baud discreta. Fungus exoletus nuiiquam cupulari- apertus. In sylvis tpiercinis circa Papiam et Mediolanum, sat fre([uens. .\estate et autumuo. Solilarium , gi'egarium et cacspilosuni. AJJm. Species habitu proprio donata ; Lycoperdo excipuliformi af- fmis , sed corticis vcstitu , caniis indole et capillitii colore ab illo di- stincta. Vulgus ipse a relitpiis ob saporis praestantiam facile seiungit. Obs. Florae Danicae citatae iconcs luiius fungi habilum ft cresccndi modum egregic referunt, INIicheliana iron, etsi nimis ruditer dclineata , liuius fungi babitum baud male quoque repraesentat. Icones tamen Iq6 MONOGRAPHIA I.YCOPERniNF.ORTIM IJt'i.i-iAnDi , ill tabula 34o di-piclae, spcciem ile qua scimn est, piac reli(|uis , sat bene aihiinbraiit. Iconcs tabulae 32 ciusdeni aucloris c f'ungo cxolcto deproinptae fuerc , quapropter figura a, fungi slaluui in- niorem expriniens, onniino ficlilia. Reliquae Bulliardi icoiies ad lianc specieui a Frieso relatae alio siuil amamlanilae. SPECIES XVI. LyCOP. PYRIFORMi;, ScHAEFF. Talj. II. fli;. IX. Peridiiint corticatum , meml)raiiacewn,ore aiigiistt/lo dehiscciis ; cortex initio papillis minutissimis , acutis aspcr, demum siibdcnitdotus , in- riato-persistens. Basis sterilis minute cellulosa! cum capillitio con- tinun. Sporidia sessilia , virescenti-lutea. Lycoperdon parvum, suba.entes , proliferae ; deiiium flaccidum, in exoletis subdenudatum, cine- rascens. Pulpa fi uctifera compacta , subtenax , odoris et saporis grati , e.sculcnta. Duni iiaec .scinditur jieculiarem edit sonum veluti si spongia scindatur. Capillilium laxuin , albo-fuligineum , cincrascens etc. , peridio et basi sterili adnatum. Flocci qui e basi sterili exurgunt in specieni columellae conico-elongatae coadunantur. Basis sterilis minutissime cel- lulosa , elastica , a capillitio baud distincta , umbone cenlrali praedita. Fungus iunior exsiccatus parum de proprio volumine amittit , colorem brunneo-i-ufescentem sumil, et in hoc statu diu immutatus persistit. Aur.TORE noCTonr, cAnor.o vittadimo K)'^ III locis apcrtis ad camporuin vcrsuras inter gi-amina etc. prope Me- iliolamiin hinc inclc legilnr autuniiio. Nmiicrosi iil|iluriiriiiin occurriiiit liiiiiis fungi caespilcs, a iluol)iis ail (juiiKjuc I'l ultra iudivitluis insiiiiui ronnatis constituli , atque ex cadem fibraruin railicalium massa jiro- deuntcs , raro soiitarius observatur. Afjin. Species ccrta , Lycopcrdo polymorpho ct cxcipidiformi quidem alUnis , scd ab hoc, vestitu ; ab illo, basis slei'ilis textura, distincta ; ab utroque vero, habitu , crescendi modo ct totius fungi pracsertim iunioris contcxlu. Ohs. Lycopcrdon pyrifoniic Schaefferi uti speciei prototypus ha- bendum. Eius icones coninicndabilissiinae. In ipsis cnini forma fungi normalis , habitus, crescendi modus, basis sterilis character etc. optiuie piuguntur ; verrucae modo nimis ruditer eflictae. Lycoperdon ovoideum BiJi.i.iARDi ad banc spccicm quoque |)ertinct. Icones loco citato depictae, etsi ab illis Sciiaeiferi forma prorsus dilferant, nou minus eisdem com- mendabiles. Est enim haec forma, quamquam minus obvia, huic speciei ALCTOnE DOCTORE CAROI.O VITTADINIO 199 sentiuiiduui sit , e supra exposilis palel. Nam flocri eapillitii , ante sti- i)ilein fonnati , in stipitcin altolli ne(jucunl. Pulpae ir.orphosis , ffnne sicca , (Mun ilia Bovislaniin niilliinode coinparari potest. Ratio dt-irupie coloris sporidiorum , considerate morpiioseos loco, etiam per se cadit. Fateor tamen nnain me speeicm ( Tulosloina inammosum, Fn.) in na- tnra observasse , ideoqiie integram morpiioseos historiam ab ea lantnm d('sunn>sisse. Num relicpiac species easdem subeant nmlationes, de quo vi\ dnbito , (piibus occasio erit obsei'vandum rclincpio (17)- Nomen a 7v).o? et jW'JiK derivatuni. SPECIES IBilCA Tii.osT. MAMMosuM , Fr. Tab. II. fig. I"\'. Peridiuin subiiuduin , papjraccum , ore ininuto, vix prominente , siib- cartilagineo , tuberculoso-papilloso instructum. Stipes valiclus , fibroso- lignosus , aequalis. Sporidui pallide ferruginea. Lycoptrdoii mammosum clc. , Mien. Gen. pag. S17. n.° 10. LijcuptrJoii pcdumulatum , Linn. Suoc. n.° 1276, Bum., Cliamp. tali. 294 ot 471. fij;. 2, Sowf.bii. Fun};, lab. 400. Tulo.iloma Itrumalc , Dec. Fr. 2. pag. 2G9 , Chevall. Par. lal). 10. 6p. 1. Uterus radicatus, prime depi'esso-roluudatus, cepaeformis, deiii sub- globosus , ac circa basim leviter productus , j)j riformis , demum (emersus) spliaericus. Cortex pei'idii flocculosus, tenuis, simplex, liuiiioso-inquinatus, superne demum evanesccns. Peridiuni siibtenue, albicans, non iiitidum, basi i'ovcola lacero-marginata, stipilis apicem excipicnle instructum. Pe- ridii os baud tubulosum , sed vix elcvatum, niargine crasso , dure, sub- lacero , iiiberculoso cinctum. Substantia uteri initio albida, subcom])acta, lioiDogenca . nin\ cxsiicca , albido-flavescens , rufescens , demum pallide ferruginea, pnlvcruleiita. Capillitium coloris fla-\escciUis , tenuc . laxiim , f^i propriain fatcri ij^nuranliniii , ininni };liii'i()lae sUuiiu sricnliaui dolurpare. Michelics memo- ralos iiiniorrs fun};os so luin vidisso allirmans , verara coruni morpliosira adumltravit mihiqur , ad illam dclc^ondani, viam aperuil, (17) Tuloslnma si|uamosiini Persoom , sive Lijioperdon squamosum ptc. Mk'.iiei.ii . ox ipsiiis unftitoris obscrvatione , liuic iiuoquo subiirilur morpliosi ; oaradeinquc siibiro Tuloslnma quoqup rmihriatuni Kbie.si , rlaro di'iuduslranl d'i.«rup(i rorlicis vcslinia , ijuac ad basim slipilis oiu.Mlpm fungi ohirrvantur ( v. FniEs 1. c). 300 MONOGRAPIIIA LVCOPERDINEORUM floccoso-contextuni , peridio undique adnalum, superne demum cum spo- ridiis secedens , sed ob oris angusliain nunqnam ex inlegro evancscens. Stipes rectus aut flexuosus , extus rufo-fuligiiieus, squamuloso-diirractus, substriatus, intus albidus, exiniie fibrosns, jdenus vel Icviter flslulosus, rij^idus, durus , apice oblusus , subuinbilicalus, a peiidio facile separa- bilis , basi veluti truncatus et corticis vestigiis, volvae ad instar, fibril- lisque albidis corymbosis , radicanlibus iiisLruclus. Stijies in exolelis, ob squamularuni separationem , laevis et albidus plerumque occurrit. Abuude in locis aridis sabulosis circa raj)iain , auluinuo. Utplurirnuni gregarie crescit , et dum e terra emergit, incrcdibili interdum vi, cras- sissimas et durissiuias terrae glebas findil alquc cxlollit. Affin. Species cxiinia, a pUiribus uiycologis oliscrvata atque dcscripla, a Ljcoperdo sqiiamoso Michelh habilu ot cliaraclcribus prorsus distincla; nemo enim post Michelii edita hunc funguui ( Tidosloma squamosum , Pers. ) vidit aut vivinn descripsit (i8). Obs. Omnes quae de hoc fungo exhibentur icones , seu ad statum fungi iuniorem , uti illae quae in tabula 192 Bulliardi adsuut, seu ad eius statum adullum referantur , ex individuis maluris atque utpluri- iiium exolelis depromptae fuere. Idem dicalur de descriplionibus , si euim hunc fuiigum iuniorem, sive ante pulpae fructiferae resolulionem, vidisset quispiam, eum certe stipitatum in hac aetate haud dixisset. Mirandum lamen nidlam iconem, nuUamque descriptionem foTeolam patentissime marginato-laceram , quae slipitis apicem excipit, exhibere ; quum haec in fungo quoque exoleto persistat. (18) Tulosloraa rimbritttuni Fries!, ex ipsius aucloris dcscripliunc , species oimiiiui diversa \\- fletur. Atlnotaodum lamen etiam in Tuioslomate Diammoso , usculum non raro adesse obtusiu- sculuni , flocctiso-lacerum ; et vohulae , ul illo vocat . vcsligia in hoe cjuoque palenlissime «d>- servari. Roliquao differentiae roinoris sunt raomenti ; fnn{;us enim lirn. Goii. pa[». 319. Srlvrnih-nnotis sj)ot'ies , I'KRs. Svudji. p;it- I'lO. Scterntlerma, FniFS Syst. 3. pag. 44. Li/cnpardi species , I.iptN. alinrunic|nr. Char. Uterus subglohosus, radicalus. I'ci'iilium crassum , finiiuiii, carnoso-coriaceuni , irvcgulariler dehiscens , rortice \ae\\ aiit vcrniroso- tlifli-aclo , innato-persislente obchu'tum. Pnlpa solicla. Capillitium subcom- pactuin , rcticxilato-cellnlosuin , sporiiliorum glonierulos, proprio carentes peruliolo, includcns. Sporidia in Jurigo iuniore sporangiis monosporeis contiru'utur. Obs. Ulei'us scssilis, radice utplurimum ramosissima, ac saepe saepius ill caudicis speciem eloiigala, inslrucUis, in statu iuniore plus nainusvc in terra defossus , vel omnino einersus. Interior inassa initio camoso- coinpacta, hand cellulosa, dura, albida, aquoso-variegata uti in Tubere; dein coeruleo- vel purpureo-atra , lineolis albidis reticulatim dispositis in- terstincta; demum in floccos sporidiiferos soluta. Morpliosis haec absque sensibili cariiis deliquescentia contingit, et a centro uteri ad peripheriam extenditur. Ante morphosim flocci fructificationis numerosissimi gi-anuloso- serpentini , iiuiumera sporangia circa eorum apices exhibentes. Sporangia obovata , minuta unicuni sporidium e granulis pluribus compositum in- cludentia. Peridium, morphosi absoluta , vel iimnutatuin persistit , vel extenualur et deinum fragile fit , vel deliquescendo destruitur ; nop raro stcllatim finditur uti in fieastre , vel flaccescit et rumpitur uti in Lyco- perdo. Corlcc iiinatus nnnquain sponte secedit , raro jier aetatem eva- nescit. Capillitium omnino solutum absque basi sterili. Sporidia in cel- iulis a floccis capillitii formatis dense conglonierata. Eorum color fuli- gineus , olivaceo-fuligineus , fusco-purpureus, niger , etc. y4ffiii. INIicHEi.ii'S sub Lycoperdaslri noniine Sclorodermata et Eiajjlio- inycetes insiniul iungcns, huius generis afllnilalein iampridem indicavit. Differt tamen ab Elaplioniyce vegetalionis loco, radicis praesentia, atque praecipue partium fructificantium indole atcjue structura. Analogia cum Tubere itidcni cvidentissinia , praescrtim in statu iuniore ob carneni conipactam , nunc albidaui aquoso-variegatam , nunc coeruleo- vel pur- pureo-atrara venulis albicanlibus distinctam. Rustici reapse in nonnullis regionibus vulgatissimam Imiusce generis speciem sub Tuberis ( vulgo Skrie if. Tom. V. bb nOa MONOr.KAPHlA I.VCOPERDINEORI'M Fioroni ) iioiuinc i-oUiguiU atqtie comcilunt. Etiain Michei.ii Icnijioiiljus iioineii lis iinposilum ( P'escia-tartufo ) hanc analogiain dare indicabat. Hi^t. Fiuii^i niaiores , jiei'sistentes , sublerresires , cl saepc arcnarii , lolo aimo, asl praecipue sero auliuiiiio vigcntcs. Una alte.rave species BoccoM , Doouvo , ^ Aii.LAKTio iuiH uota. MiCHEHus primus geims pro- |)osiiit ac potiores indicavit species ; reiecerunt sequenles Botanici, atque oimies fere species jn-aetermissae fuenmt. Genus restitnit Persoon, atque ;i duro intt'giuiieuto Scleroderma dixit; FniEsus exactius liniitavit. Spe- cies |)aueissinuie , seil adco jwlymorpliac , ut nisi post longaiu t'xj)erien- tiam determiuari queant. Diirercntiae e peridii colore , uteri inaguiludine et forma, stipitis praesentia vel defectu elc. desumptae , tuiUius eerie l>onderis. Amliigaae sunt quae e ])ul]iac ct sporidiorum colore dedu- i^uulur: ipsissinia oiiim species (v. g. Sclerod. Geaster , Fn. ) pro di- versa soli ct aeris condilione , ex qua oiniiis luorphoseos plus minusve praecipitatae ratio ])eiuiet , pulpain et sporidia diversimode colorata exhibet. Et multo minus pcriilii naturae credeudmn; ipsam enim in una vel alia fungi aetate , ac sub una vel alia ex supracitatis sive soli sive atmospherae conditionibus , summopere variare extra dubium est. Plu- i-ium individuorum, in dissitis regionibus oecuri'entium , repetitum exa- nicn ; niorphoseos sub diversa aeris , soli et lempestatum conditione sedula investigatio ; partium demum fructificantium inspectio raicro- s(-opica, in specierum determinatione maximi sunt momenti. Fere omnes liucusque descriptae species sunt merae imius speciei formae ( v, g. Sclerod. vidgare ) ; et ijisuni Scleroderma verrucosum Friesi a Sclero- ilennate vulgari eiusdeiu aucloris baud diversum esse certissimus sum. In tanlu horum fuugorum copia, ubique enim apud nos numerosissima occurrunt individua, duas lantum species extricare potui, quarum una a MiCHELio iam optinic distincta ( Sclerod. Geaster , Fr. ) , altera vero ab omnibus fere mycologis descripla, a nemine probe distincta (Sclerod. vulgare, Fr.). An ab hac specie ditferat Scleroderma Bovista Friest ailirmiare non audeo. Certmn tamen est quamplurima Sclerodermatis vulgaris individua cliaraclcres illius praeseferre. Reliquae Friesi species incertae. AUCTORE DOCTORE CAROl.O VITTADIMO 20?5 sPECirs I. SCLEROD. (jF-ASTEI! , Fr. Peridium crassissimiim in lacinias slellatas per verticem dehiscens ; cortex laevis , subsericeus nut subfurfuraceus , cinerco-Jlavescens , innato-persistc/is. Pulpa atra vel fusco-purpureu . Sporidia Jusco- olivacea. ■ Duo occurruiit formae separatiin Iractandac. . a. Ericetorum. I.yinperdon rolunilum , maiua , teucop/uuum , Plc. Micii Con Inh. 99. lip. I Si h milt i- ma Geaster , Fbies Sysl. 3. pag. 46. Uterus emersus, inacqualis , globoso-gibbosus vel transversim eloii- gatus, sessilis, iibrillis radicaiUibus implexis , floccoso-laniellosis , hunio sabuloVe intcrtexlis ac facile secedentibus inslruclus. Peridium carnosuni, compactum , fibrillis saepe saepius subradiculosis, innato-adpressis , ba- sim versus hinc inde, uti in Rhizopogoiie, aiiastomosantibus, obdurlum. Pulpa initio aqtioso-albida , admodum couipacta , inox atra!, e ceUula- rum parietibus albo-variegata. Capillitium conipactuin , a peridio, demum aperto ac revoluto, facile secedens. Gleba sporidiifera , peridio denudata, menibrana tenerrima, fugaci, a floccis formata, unila est; luide fungus apertus Geastris specieni refert. Substantia peridii interior , in fuiigo recente, albido-flavescens; in exsiccalo ligneo-pallens , subsuberosa. In fungo iuniore e.xsiccato peridium exiinie plicato-rugosuni , caro alfrrinia , fere lapidea , perfricatione nilens ! In quercetis et pinelis inter Ericas, circa Mediolanuin fn'ijiiens. AulHinno. If. Arenariuni. Tab. II. fig. XI. Vegetatio subterranea! Uterus subregularis , substipilatus , pyriforinis, 2-5 poll, crassus, basi fibrillis corymbosis , radicantilius , varie implexis, floccoso-lamellosis , innato-intertextis , atque in stipitis spccicm una cum 3o4 MONUOKAI'lilA I.YCOPEnDllSEORl'.M periiUo proiluclis , iiislriu-lus. PcriiUuin a-3 I'm. crassum , cariiosuiii , intiis albi(lii-i>miiuriiscciis , iiiferiie liiiic inilc slipilis uuiboiic |)i-acdiliiiii , veslitu proprio sahuloso-rurturaceo , et colore conslanli ilavesccnle ili- stiuctuiu , exsiccaluiii viv rugulosuni. C'aro iiiilio aquoso-albiila , dura , foiuinu'ta, inox sorditle [iur|nirca, molliuscula, c floccis albo-inarmorala, deinum \alde relaxala , pulveruleuta. rulpnc fructiferae morphosi per- acta , peridium supenie slellalim deliiscil , eiusqiic laciniae duin a se invicein reccduul , supcriniposilam hiinmm siiblevant et dividunl , ule- iiiS(jue deinum apertus in hunii superficic , quasi olla demcrsa , liial. Gleba sporidiifera niox , pcridio dehisceute, faliscil, et parlini parielibus peritlii inteinis adliaeret , partini in uteri fundo dilapsa mauel. Peri- dium tandena ad l)asim usque parlitum cxplanalur, el tunc fungus om- nino emersus, capiUilio sporidiisque deslilulus, lerrestris slellulae specieui otVert. Ill queicelis, locis sabulosis prope Roncaro , et sccus Ticini fluiuen, prope I'apiain, obvium , acstale, autumno. Solum laxum , clevatum prae- dibgit ; bumiditale imliuluin nimia, brevi marcescit. Obs. Has duas formas uti species distinctas iamdiu rctinuerara , pulpae potissimum colori , ad Friesi mentem baud variabiU , innixus. Sed quum paucis ab hinc annis loca mixta pineto-montana viserim ;, iiieum errorem detegi. Has cnim formas unam in abam sub diversa sob conditione transire patentissime vidi , earmiique pulpam fere omnes co- loris gradus inter atrum et coeruleo-purpurascentem assumere. Atque anno i835, feUciori non minus casu, siccissimo recurrente autumno, omnes ericetorum formas demersas pulpa sordide pur[)urea et laxa cae- terum compagine donalas , ut vix ab arenariis distingui possent , non absque animi ol)lectatione ileruin observavi. .'(ffin. Species eximia a Michelii temporibus iam bene nola, deinde cum reUquis confusa , et a Schweinitzo et Fkieso scientiae iterum re- stituta. Ob singularem peridii crassitiem et corlicis laevigationem a re- liquis distincla ; quibus cliaractei-ibus addi posset etiam uteri dehiscenlia in stellae modum , in bac specie normalis. AiJCTonE DOCTonF. r.Anoi.o vittadimo aoS SPECIES II. Sci.EROD. \ULGARE, Fh. Peridium crassiusculum , apice indefinite dahiscens ; cortex nan laevis , plerumquc verrucosus, colore varius. Pulpa coeruleo- vel purpureo- iitra. Sporiilia fusco-fulis;inea. l.i/iopcrdaslrum , Jlirii. Oon. paj;. 219. n." 9. 3. C. Sclerndermn vulgtire ct verrucnsum , Fr. Sjsl. 3. pag. 10 el 40. Si-Ivrotkrnia Bovisla? elusd. I. c. paj,'. 48. SvUrotUrvia au- rat/tium , iltrirtiiiii , I't-rrucosum , spatliceum vt Cvptt ^ I'tns. S\iu)p. pag. 53-6. p| an- ctoruui plurium. Uterus ylol)oso-tlilVoriiiis, sacjic conijircssus vel lobatus , rciiiformis , niargiualo-jnlcatus, scssilis vcl sul)slij>ilalus, magnitiuline a pisi ad pugni et ultra, basi fibrillis ramosissimis, albido-lutescentibus, lamellosis, coiii- pactis, ill radicis spcciera compUcalis , ac subinde in stipitem plus uii- iiusvi; iiianifcstum coeuntibus, inslructus. Peridium \ariabilissiinum, nunc crassiusculum fu'inum persisteus , nunc tenue niolliusculum, fragile aut flaccidum et brevi marcesccns , apice utplurimum indeterminate et ir- regulariter dehiscens , ac non raro in lacinias substellatas hians , uti in specie praecedente. Cortex in maioribus areolatus, rimoso-diilractus aut squamosiis ; in minoribus verrucoso-gutlatus, interdum tantum miiiutis- siine rimulosus, inaequalis , furfuraceus , sive in areolas minutas valde adpressas, parum distinctas, partialiter d'visus ; rarissime et nonnisi in individuis iunioribus vel male evolutis, prorsus laevis, sive in verrucas aut areolas nullibi divisus. Color corlicis variat sordide albidus, ciiierco- pallidus, spadiceus, rufescens , fuscus , flavus , iut«scens , aurantiacus etc. vel e variis compositus. Color peridii albidus, flavescens, purpurascens, rubellove vario tinctus. Pulpa iuvenilis in individuis vegetis , admodum corapacta , albida , aquoso-variegala , mox vero coeruleo- vel purpureo- atra , lineolis albicantibus reticulatim dispositis percursa, deinde griseo- fuscescens , mollis , exsucca , demum in pulverein fusco-fuligiueum vel fusco-purpurascentem , floccis griscis vel flavescentibus immixlum, solula. Terrestre , solitarium, grcgariuni ct cacspitosum. Ubitpie in liortis , pratis , campis sterilibus , ericetis , sylvis etc. frequentissimum. ^ ere , restate et autumno. aoG MONOonAPHiA i.yc:operdikeorum -Win. Praecedenli in statu iuniorc iioii raro siinilis. DilTerl periilio tenuiorc magis coriacco , et cortice normalilcr vernicoso-diffracto. Obs. Friesus a colore potissimum pulpae iuvcnilis compaclae , iio- stram specicm in tluas secernit, nt supra adiiotavi. Fateor tanien me e\ hoc cliaractcrc ccrtos liinites imlliinode statucre poluisse. Tenuis eniin est omnium primo inter colorein cooruleo-atrum el purpureo-atrum tliflerentia ob saepe commixlura colorem rubcUum pcridii et stratorum disseptantium. Puljia insupcr atro-coerulea plurium individuorum , sub digilis pressa , in atro-purpuream coiivertilur. Nonnulla autem individua pulpam in ccnlro atro-coerulcani , circa pcripheriam vero atro-purpuream exhibent. Adde quod in eodem caespitc individua iuniora pulpam fuscn- purpurasceiitem , adultiora fusco-coeruleain habent. Et denique noii est practermitlcnduni antccedentcm quoqiic speciem pulpam pariter diver- simode coloratam sub notatis conditionibus offerre. Quod si observationes autoptarum , recentioris praesertim aevi, quibus FniEsi scrjpta nondum pervenerant , consulas , banc polychromam pulpae indolem in omnibus fere descriptis speciebus jib ipsis notatam (19) ; et oppositum persaepe pulpae colorem in iconibus atque descriptionibns ab eximio Mycologo ritatis indicatum invenies (20). Ex his omnibus facile colligas cur omnes has formas sub unam coniunxerim speciem, cuius charactcres potius in pe- ridio, atque in eiusdem corticis natura, quam in colore pidpae quaesiverim. Differentiae quae in uteri foi-ma et raagnitudine , in peridii colore et speciali eiusdem vestitu etc. , in tanta et tarn varia individuorum copia observantur , adeo gradalim ex uno in alterum transeunt , ut ex his omnibus notis nc ullam quideni varietalem constituere liceat. Forsan Friesi species a nostra omnino differunt , diveisae enim regiones , ut ille ait , diversas alunt ; forsan ex cilatis Friesi speciebus una (19) ( Lycop. auranttum , Bull. ) Ln chair niarbrti' tie /Hcu ardoisc vt tie blnncy tourne nu rou- geutrt , puis au grisdirc. ( Ljcop. veirucosum , Blll.) Elte renferme une substance il'abord dure, gre'aue et noirdtre ^ puis gris violitdtre. ( Sclerod. citrinum , Pers. ) La chair est blanche dans It premier ilge ; elle passe en suite au rougedtre , plus lard on y distingue une enveloppe blanche , laijuelle renferme une substance marbree d' ardoisc et tic blanc ; it la fin offre une marbrure plus noire. Secbetan Mycolot;ic Suisse 3. pag. SeO-II. ( Lycop citrinum , Poll. ) I'nlp.i immalura coenileo-rubra. (Lycop. verrucosum, Bull.) Carnc cacsio-rulioacenle. (Lycop. auranliun), Bull.) Caroe caesio-ruLesceule . pulvere fusco. POLLIM Flor. Veron 3, pag. 714-16. (20) (Lycop. verrucosum) Vans t'etat de jeuucsse elle est remplic tC une substance d'un bliu li'ar- doisr. Bull. Champ (al). ii. ( Ljcnp. auranliun)) carao caesir.-rubisccnlc. Bull. I. c. pag. IJS. AL'CTORE DOCTORE GAROI.O VITTADIKIO 207 tiiiiluiii a|>ufi nos occurrit. Sed quociinK|iie se sc rr.oilo res haheat , vi- licant mycolof^i mc funf;os iion in alioniiii scrij)lis setl in nalurae simi observasse , idooque jmi'uni iiilercssc an S|i<'cics descriplac sub uno im- tius quain sub alio nonaine, veniant. IV. POLYSACCmi , Desp., DC. Uii'i'. vnj. I. paj;. 8, FniES Syst. 3. pag. 51. Lyiojmrtloidis , Mini. Gcii pa;;. 219. I'i- solithus , Alb. cl Sciiwein. Consp. p:iL^. 89 , PUocurpium , LiMt. Lytopcn/i spocies , Linn. Scop. Sowrrb., Svftrodenntitis spcoie.f. Pits. Svnop. pap. 159 etc. C/uir. Uterus forma varius , subradicatus , peridio subsimplici , ri- "ido , indelerniinali! dehi.soente instruclus ; intus in celbdas nitidas di- stributiis, in qiiibus nidulantur uteruli discreti, proprio pcridiolo involuti, ac sporidia filis intertexta includentes. Sporidia in fun go iimiore sacculis monosporeis inchisa. Ohs. Uterus basi sterili mauifesta, in stipitem plus minus elongatum et crassum producta , sufl'ullus, radice rrassa, ramosissinia instruclus, vel lerrae arrhizus. Substantia uteri interior iam primitus cellulosa , succo.sa , latice acpioso , veluti e spongia expriraendo , perfusa , inature- seeiido indurcscens. Cellularum parieles rccentes floccoso - glutinosi , exsiccati tenues sublamellosi , fragiles , evanescentes. Massa interior uterulorum initio gelatinoso-pulposa , albida vel albido-lutescens , dein .subcoinpat'la , fusco-nigricans , dcmum in pulvrrem fusco-ferrugineum , (loccis inlertevluin faliscens. IMorphosis liaec, fcj-e Myxogastrum, incipil ab uteri ^ertiee et pedetentini basim versus extenditur ita , ut fungo ad perpendiculuir secto , nlernlos summos pulvere plenos, medios adliuc suceulenlos , imos et lalerales exiguos et mere gelalinoso.s invenias; et sif ex unius individui intuitu , uti bene monuerunt Alb. et Schvs'ein. , lotam fungi historiam dedueere possis. Qui tamen uteruli intus in uteri basi stipitifornii rej)eriuntur , utplurimuui abortiuntur, ac subinde iniiiiu- tati , una cum textu floccoso-celluloso ijisos ambtente , persistunl. ^lor- pliosi peracta, uteri et cellularum parietes arefacti, ac demum fru- slulatim diifracti decidunl , pulvisque seininulis uterulorum , peridiolis siinul olabentibus , disperditur. .\nte morphosim (locci fiuctificationis ao8 MONOGRAPIIIA I.YCOPERDINEORUM iiutnei'osissimi nodoso-serpenlini, circa corum apices solilariuin fcreiiles sporangium. Sporangia niiiuita monosporea. Sporidia e granulis pluribus coinposita, rotunda, uiaiuscula. ylfjln. Genus inter Tuberaceos et Geogastres, uti iam monuit Fries, exacte medium, Sclerodermati habitu, Lyeoperdo bascos sterilis praeser- tim natura, afline. Ab iilroque tamen peridio et fructificationis apparatu diversum. Polygastri Friesi tantum analogum. Hist. Fungi terrestres , autumnales, firmi, diu persistentes exsiccali, loca elevata , sabulosa incolentcs. Primam notioncm Buxdaumio debemus. Genus cum tribus speciebus constituit Michelius. Linnaeus , Scopoi.i , SowERBY etc. cum Lyeoperdo; Persoon eiim Sclerodermate commutarunt. Uesportes , Decandolleus Ai.bertini et Schweinitz eodem ferme leni- pore iterum posucrunt. Friesus denique generis characteres exactius de- (inivit et praecipuas species fusius descripsit. Quatuor tantum species genuinae hucusque cognitae. Nuperrime enim innoluit seeundam et ter- tiam MiCHELFr speciem ad aliud omiiino genus ex fatnilia tuberacearum pertinere (21); et singularissimam Scopohi speciem ipsissimum esse fungum quem Michelius sub Lycoperdoide albo, tinetorio etc. , et Ai.ber- TiNi et Schweinitz sub PisolUhi ai-enarii nomine descripserunt. SPECIES liVICA PoLYSAc. PisocARPiUM, Fr. Tab. n. fig. Vin. Subarrldzuin , substipitatum. Peridium ex albido-jmfescens , subseviceum, superne demum areolutini d'anesceiis. Cellidae maiusculae angulato- diffbrmes. Spovidia fusco-rufa. Lycoperdoides album ^ tinctorium , radicc amplisxima , MlcH. Gen. tab. 98. li^. I. Lijto- perdon arrhizuin! Scop. Dcliciac Faunae et Florae Insubricac pag. 40 cum icuue. /'/- sotithus arenurius , Al.BF.RT. el Sr.nwEii\. Ciiiisp. paj,'. 82, lab. 1. fi;;. .I ( bene ). Po- tijsaccum ucaulc , DC. Fl Fr. G. pa};. 103. Pnlysaccum Pisocnrpiwn , Fbif.s Syst. 3. pag. 54. Polysuccum subarrhizum et crassipes , eiusd. 1. c. Uterus magnitudine a nucis ad pugni el ullra variat , superne ol)- (^1) Sporid.a illorum fun(;oruin . in ccllulis parenchymatis uiiluluntia. lloccis destituuiilur, ucc utlaui siibetinl morpliosini l^uiusce fumUiae I'un^is pruprlam. AUrTORE DOCTOIVE CAROLO VITTADINIO aoc) tusus, Iiasi in stipitem plus minusve elongalum et manifesluin prodiictus, unde varias oflcrtovi, lurhinis, pyri , c.\ci|)uU etc. fonnas. Stipes mine aeutus , nunc veluti praemorsus , fibrillis i-ailicanlihus flavesconlibus iii- structus , vel ferme anhizus. Pcridiunx initio albido-cincreuin , sericen- fibrillosum , humiilum, deiu albido-nifescens , ferrugineum, fusco-maeu- latuin, evaridniii , denmin fnistulatim , furfuris ad modiim, secedens. Ulcruli i-a lin. erassi, polyedri , dilFonnes , exlus flocculosi , inliis primo albido-citrini , iriox amoene lutei , nitidi , dcin luteo-aurantiaci , auranlio-rufi , brnnnei , nigrescentes etc. Peridiola e floccis centralibus laxe eonlextis formata. Flocci tenues, albidi. CelUdarutn parieles initio floccoso-gliilinosi , viscidi , brunnei , dein lividi , demiini fusco-\ire- seentes, extenuati, nitidi, arescentes; maceratione ( glutine fiiseo se- cedente) in floccos luteos itenim faliscentes. Basis sterilis conipacta , brunnea , flavo-varicgala, din persistens. Fungus iiniior exsiecatus durus, iunnutabilis. In qnercetis aridis .sabulosis , apertis , ad camporuin et vineanim versxiras , inter Ericas et Genistas etc. circa Papiam et Mediolanum , locis deterrainalis , quotannis occurrit. Anlunnio. yiffin. Hanc tantum speciem in naiura inspicerc licuit. Videtur ta- inen non omnes descriptas species ab liac absolute esse distinctas ; et ipsum Polysaccum crassijies Fries (Mich. tab. 98. fig. i) , ad nostram procul dubio pertinerc speciem , iiti e spcciminibus in agro florentino lectis , atque a Professore Balsamo benevolc communicatis , coUigere potui. Ipse Professor Ottattam qui phira individua Lycoperdoidis albi, tinctorii etc. Michelii circa Florentiam legit atque delineavit, descriptam speciem , cuius numerosa penes me individua examinavit , cum illo ad nnguem convenire affinnat. Inxta enim eiusdem obsei'vationes , adsuiit etiam in Michelii fungo individua ferme sessilia et arrhiza. Quantum vero diversa soli natura in radice evolvenda conlribuat , Sclerodermata satis ostendunt. Ohs. Hoc est portentosum illud Lycoperdon quod Scopoli in Deliciis Florae et Faunae insubricae, sub nomine arrhizi describens, oviparum simul et viviparum dixit. Immortalis enim botanicus pidvereih e supe- rioruni ulcrulormn resolulioue emanantcm pro scraine ; uterulos vero inferiores discretes, morphosi nondum subiectos wti perfect a.s habuit plantulas. SeniE II. Tow. V. cc aiO MONOGRAPHIA lycopehdineorum V. EL A PH OMYCES, Nees. Fries Svsl. mycol. 3. pag. 58 , Vittadim Monof;. Tuberac. pag. 62 , Fbid. Nees Sjst. der Pilze pars 1. pag. C3, Tulasne Obs. in ann. des scicnc. natur. 15, iul.-ang. i84l. Tuberis species Velcrura. Lycnperttastri species , Mien. Gen. pag. 220. Sctcrodermatis species , Pers. Sjn. pag. 160, aliorum(|uc. Ilyporjcum, eiusd. Disp. pag. 7, Coamp. com. pag. 208. P/njmtitium , Chevall. Par. pag. 3C0 drauiiium , AVai.i.k. FI. Crypl. Germ pars pnsl. |)ag. 4tVi etc. elc. CIuv. Uterus subglol)osus, subterraiieus , arrhizus. Peridiuni iiule- liiscens, varium , corlice laevi, papiUoso vel verrucoso-aculeato obtecluni. Caro homogenea hand cellulosa, dissepimentis e poridio in centrum uteri irregulariter directis ac complicatis in loculos divisa. Capillitium laxum, araneosnni , fugax. Basis slerilis nulla. Sporidia in fungo iuniore spo- rangiis nornialiter octosporeis inclusa. Ohs. Uterus ajjpendice intcrdum vel foveola basiiari praeditus ; in jirima fungi aetate ihallo floccoso-Gbrilloso varie colorato ac plus mi- nusve manifesto vestitus ; demum crusta floccoso-terrosa, e floccis thal- linis humo et radicibus plautarum circumambientium insimul commixtis formata, utplurimum iuvolutus. Cortex continuus, plus minusve crassus, <;oiore varins , nunc durus fragilis , nunc mollis elasticus ; in exoletis inlerdum a peridio plane secedens. Peridium pro more crassum, colore varium , similare vel variegatum , texturae evidenter floccosae, plus mi- nusve stipatae, diu persistens, continenti tamen extenuatione evanescens. Substantia interna primo carnoso-pulposa , albida ; dein brunnea, pur- pureo-nigricans vel eaeruleo aut griseo-viridescens (in unica specie albido- flavescens, dissepimentis subimmutatis variegata uti in Tubere ; matu- ritate demum in pulverem copiosissimum , spoindiiferum floccis araneosis interlextum se se ex integro resolvens. Sporangia pracgrandia subro- tunda subpedicellata , i-8 sporidia maiuscula sphaerica , sacculo altero veluti obducta includentia. Sporidia initio pellucida e duplici utplurimum vel triplici meinbranula , granulis irregularibus rcpieta , formata , de- mum oolorata, opaca, laevia aut granuloso-papillosa; eorum color varius griseus caesius viridescens , rufo-nigricans , aler etc. , in una tantum specie albido-flavcscens. Capillitium floccis longlssimis subsimplicibus gy- roso-serpentinis , subconvolulis ac in glomerulos congestis fonnatum , raruin, tenue, fugax. Hi flocci in fungo imniaturo sub lente observati AUCTOKE DOr.TOnE CAHOI.O VITTADIMO 21 t iiiassani iiitesliinfoniiein simulant, ct iliim pulvis ililTlatur resdiuli uinueae lelani e\acle referuiil. Iluiusinoili caplllitiunt in iiullo alio genere obser- vatur. Disscjiimenta c slralo pericUi iulerno, capillitiuin a peritlio el dissepi- iiientis, papillae vero verrucae et aculei a cortice diffracto orii^inem duciuit. Disscpiincnta sub fungi inorphosi in oapillitium haud inutanlur, sed frustii- latiiu cum pulvere sporidiifero dccidunl, vcl jieridio adfixa remanent. In noniiullis liuius generis individuis tota niassa fructificans, vel eiusdem ma- xima pars in floccos tenuissimos veluti gossypinos , la\os, fugaoes, mu- tatur , undo non raro uteri ravitas prorst\s varua reperitur. AJJin. Elapliomyccs cum Tubcre habilu, vcgetalionis loco.et fructi- ficalione luculenter analogus. Differl tamen structura loiige diversa et prae- sertim morphosi sicca floccoso-pulverosa. A Sclerodermate et Polysacco, tpiibus vi'i-e affmis, dislinguitur peridii indcliiscenlia, bascos radicalis de- fectu, fructificalionis demum et capillilii indole. De Cenococco vide infra. Hist. Fungi subterranei nunquam sponte emcrgentes , persistentes , subfragrantes, iam a Teophrasto , veteribuscjue omnibus botanicis cele- brati ; non esculent!, seil a cervis , suibus etc., uti perhibent auctores, summopere expetiti. Tubcra cei^vina dicta, quod e genitali cervi semine, dum maris impctum fugiendo frustratur foemiua, elapse, enasci dim cre- debatur ; non aliter ac Phallus impudicus a Priapi genitura. A nonnullis aphrodisiaci dicuntur (v. Bauh. , Gleditsch Metli. pag. if)6). Proprium hos fungos eflicere genus Erhart primus observavil. Species numerosae, eximiae, idest characteribus acutissimis distinctae; hucusque tamen fere omues praetermissae, vel saltern sub eodem nomine (Cervi boletus , Tuber cervinum , Lfcoperdon cervinum , Scleroderma cervinum etc.) insimul confusae atque dcscriptae. Fries primus duas distingiiens species (muricatum et granulatum) Mycologorum attentionem excitavit. Duabus Friesi speciebus duodecim alias adiunxi in Tuberacearum Monographia. Nuperrime Tulasne I. c. duas insuper huius genei'is species descripsit ( Elapli. hirtum et Levellei ) , nonnullasquc observaliones de Elapho- inycetum vegetatione ct fiuctificatione iu medium protulit. Quibus omni- bus speciebus iu hoc opere quinque novas addo. Elaphomycetes , apud nos communissimi , incolunt sylvas praecipuc tpiercinas ct caslaneas , pineta etc. ubi a canibus apposite edoctis una cum tuberaceis facile effodiuntur. Eorum vita in annum , uti vidctur, explctur, et quovis anni tempore individua matnra atque immatura divcrsarum speciemm coUigi possunt. Nomen ab ilcffOg, cervus , et fj-wTig, fungus, Aer'w alum 312 MONOGRAPHIA L1;C0PERDINE0RUM I. HIalacodermei. Cortex mollis, tenuis, cxsiccatione plicato-rugosus. Sporidia minuta. SPECIES 1. Elaph. papii.latus, Vittad. Peridium mo lie , laxum , cortice sublaevi , spadiceo , fuscn puncUito. Sporidia minuta. ViTTvDiM , Mono^raphia Tuberacearum pag. 64. lab. IV. fig. III. Odor foi-tis veluti Thymi Serpilli. Fungus magnitutliiie j.leruinque pisi vel nucis avellanae. Uterus subrotuiulus , hinc illinc dcpressus , thallo fugacissimo obductus. Cortex laevis spadiceo-umbrinus , maculis seu verrucis minutissimis obscurioribus , e stralo superficiali diffracto prodeuntibus , insignitus (corticem Sclerodermatis vulgaris quodammodo referens) , derauin fuscescens. Peridium succulenlum , crassum , intus fusco-purpurascens, texturae laxae celluloso-floccosae. Dissepimenta tenuia subevanida. Flocci tenues cinerei, numerosi, laxi, araneosi. Sporidia illis Elaph. anthracini dimidio minora. Exsiccatus plicato-rugosus. Abundantissime in quercetis et castanetis agri mediolanensis et tici- iiensis , autumno decedente et ineunte vere. Solitarius. Affin. Corticis indole et caniis odore a reliquis facile distinctus. SPECIES U. El.APH. ATRO-PURPUREOS, VlTTAD. Peridium crassum extus iutusque atro-purpiireuni , similare. Sporidia minuta griseo-virescentia . Vittad. I. c. pag. 64. lab. IV fig I. Odor gratus peculiarb. Fungus minimus , pisi magnitudinem rare excedens. Uterus tiiallo floccoso fugaci vcstitus. Cortex subscaber, venulis AUCTOUE DOCTORE CAROLO VITTADINIO 21 3 tumidulis , ramosis sparsis , initio coloris j)uriiurco'rubesccnlis. Ptri- dium laxum , molle, jtulposum. Capillilium e floccis rarioiil)us lemiis- simis laxum. Si)oridia cum illis Ela|iliouiyiclis j)ni)illali magniludine con- veniunl, pcrfecle sphacrica, uilida. Sub cxsiccalione summopere con- trahitur et piicato-rugosus c"vailil, in acpia ilerum rcviviscens. In nt-more ilella Bossa supra Roncaro , et in sylvis jiropc Tone iVIsola in agro ticinensi. Aprili-octobri. Rarus. Jffin. Elaph. papillalo magnitudine et peridii natura pio^imus. Dif- f.'i aut inaequaliter ver- rucoso. Sporidia nigro-rii/escentia. ViTTAD. 1. c. pai;. G8. Odor subnauseosus. Fungus magnitudine pisi vel nucis avellanae. Uterus e\tus crusta crassa lerroso-floccosa, cortice tenaciter adhaerente, coloris albido-terrei obductus. Flocci thallini albidi. Cortex tenuissimus vix a peridio distinctus , coloi'is pallide flavescenlis brunneo-punctati , sublaevis vel minute verrucosus; verrucae diflbrmes, depressae , demuin fusco-nigrescentes. Caro peridii compacta nitida texturae veluti corneae, corticem versus subalbida macubs rarioribus maiusculis variegala, versus capillitium contra brunneo-fusca, demum subnigi'a. Dissepimenta parum visibilia. Capillitium laxum , flocci tenues albido-sericei. Sporidia illis Elaph. variegali maiora atque intensius colorata. Abunde in sylvis prope Carbonaru in LaunielUna , et della Merlatii jirope Garignano , nee non in pinetis di Uboldo in provincia mcdiola- nensi: vcrc et aulumno. ■/(ffin. Elaph. variegato simillimus; peridium intus aeque vai-iegatuin, ast crustae atque corticis natura^ sporidiorum colore et magnitudine etc. facile distingui potest. a 20 MONOGRAPHU L'XCOPERDINEORUM SPECIES XU. El.APH. VARIEGATCS, VlTTAD. PerUUum crassissinium alhido-rubescens , maculis brurweis areolatim i/ispositis variegatum ; cortice eras so atirantio Jiih'o , appresse ver- rucoso. Sporidia nigro-riifa. ViTTAD. I. c. pag. 08. lab. IV. Og. IV. TlILAS^•E 1. c. pag. 23. tab. 1. fig. 4, { Elaph. hirtut , eiusdcm, >idclur mora varielas liuius spccici ). Elaph. muricatus , Fbies S)St. myc. 3. pag. 59. Ceraunium scabrum, Wai.lb. 1, c. Odor intensissimus suballiaceus quasi llutae graA'eolenlis. Fungus inagnitudine a pisi ad ovi gallinacei. Uterus exlus crusta crassa lerroso- fibrillosa, fulvo-pallida obductus. Haec crusta facile a peridio secedit , eiuscjue interna superficies fibrillis seu radiculis planlarum ' diversarum percursa cernitur. Hae radiculae innumeras ferunt spongiolas, quae inter verrucas infixae fiingum abscpie dubio emungunt (22). Cortex crassus initio nitide hiteus , in exsiccate obscure fulvus , in prima fungi aetate sublaevis, vel in areolas minulas, superficiales diffractus, thallo albido- flavescente undique vestitus ; demum cum crusla confusus atfpie oblite- ratus. Verrucae subregulares nitidae slipatae acutae augulosae Iri, telra, raro peutagonae , dui'iuscidae. Peridiura ci'assissimum coriaceum , initio albidum punctis aquoso-albidis niaculatum , demum albido-rubescens areolis m'uiutis difformibus brunnescentibus perbelle variegatum. Sjx)- rangia ulplurimuni telrasporea. Laminae disscplanlesrufo-fuligineac. Flocci immcrosl albido-sericei. Sporidia coloris Coffeae torrefaclae ad nigrum el (92) Radices plantarum quae baud raro Elaphomycclum superficicm obvesliunt, illornmqne tballum diversimode pcrvadunl, fungum , contra TtLASNEi opinionem , polius emungunt ([uam nutrianl. Ipsae eniiu desiderantur in pluribns Elaphomycelum speciebus, desunt constantcr in prima fungi aplatc, vegetanl in fungo vegeto , et pereunt de more cum ipso. Adde quod fmigi, classium prac- serlim eupcriorum, perraro in plantis vi^is ct vegetis parasitantur. Ceterura ratioiii liaud conso- uum mihi vitletur pluntas fungo p.nrasilanli projirias suppcditarc radices , oasAPH. MOKETTII, VlTTAD. Pcridium inlus albido-fitscescens , cortice duro , fragili , nigro-brunneo , obtuse verrucosa ; appendice basilari nulla. Sporidia fusco-nigre- scentia. VlTTVD. I, C. pSR. 71. Ul). IV. fi({. XVII. odor gratus aromalicus quasi pulveris coriarii. Fungus rotundato- gilibosus , magnitudinis nucis avellanae. Uterus crusta tenui teri'osa , fusco-purpurascente ac difllculter secedente obductus. Cortex crassus , durus, fragilis, vei'rucis appressis, obtusis, rotundato-dilVorinibus exaspe ratus. Peridium albido-fuscescens, crassum. Laminae disseptantes parum visibiles. Capillitium laxum a peridio facile secedens. Sporidia illis Elaph. anthracini duplo raaiora. In sylva mediolaaensi secus flumcn Lambro : augusto-oclobri. Rarus. AUCTORE DOCTORE CAROf.O VITTADINIO 3 25 Affm. Praccedciili aflinis. Diffcrt crustae colore, verrucarum forma, basis absenlia, odorc , ac praecijnie sporidiorum colore el inagnitudine. SPECIES XVUI. El-APH. ECHINATUS , NoB. Tab. III. fig. VI. Peridium intus albido-Jlavescens , cortice duro , nigro , minute uculeato, subnudo. Sporidia fusco-nigrescentia. l-Uap/i. nculeatus? TuL\s>K I. c. pag. 24. lab. I. li"; 5. Odor debilis. Fungus rotundalo-diiTormis , sulcis sive lacunis plus injnusve manifestis ac profundis cxaratus, magnitudine vuigari. Uterus initio thallo tenui , fusco , dcmuin evanescenle obductus. Cortex ilurus, fragilis , aculeis nitidis, pjrainidalibus , strictis , aculis, basim versus sensim decrcsccntibus, ornatus. Peridium ci-assiusculum , exsiccalum floc- coso-moUe , sub sectione baud nitens. Capillilium iaxum ; flocci araneosi moUissimi , albido-cinerei. Sporidia illis Elaph. aculeati duplo maiora. In nemore della Merlata prope Garignano , in pro\incia mediola- nensi baud fretjuens : vere et autumno. Affin. Elaph. aculeato corticis forma et colore aflinis. Diflert thallo tenui , fugaci , diversimode colorato , pei'idii indole , camis odore , ac demnm sporidiorum colore et magnitudine. SPECIES XIX. Ei.APH. FOETiDus , Nod. Tab. II. fig. X. Pevidiiun intus fuscuin , cortice submoUi hand rigido , nigro-brunneo , depresse verrucosa; basi laeviuscula vix prominula. Spoviditt fuscn- fuliginea. Odor oleoso-rancidus , ingratissimus. Uterus rotundato-ditVormis, ma- gnitudinis nucis avellanae vel iuglandis, thallo tenuissimo, fusco, fugaci vestitus, basi plus minusve manifesta , obconico-depressa pracdilus. Cortex crassiusculus , verrucis amorphis planis , circa basim sensim evanescen- tibus ornatus ; inter has verrucas hiuc illinc observantur verrucae maiores, SERn: II. Tom. V. ee a-lfi MONOGBAPIIIA LVCOPEHDINEORUM lima oibiculari profiindiorc cinclae. PcruUum omnium crassissimum , comnacluii) , coriacciini. Capilliliiun dcnsum ; flocci crassiusculi, albido- cinerei. Sporidia illis Llaph. Moretlii dnplo maiora. In sylvis della Merlata prope Garignano haud infrequens: vere et aiitunino. Solilariiis. JlJ'tn- Elajihomyceli Peksooni et MoRETTii afTinis. Diflert ab illo ver- rucannn forma ct sporidiorum colore; ab hoc basis praesentia, peridii indole , sporidiorum niagnitudine : ab utrocjue autem odore fortissimo iiauseoso. YI. C E N 0 C 0 C C U M , Fr. Fries Syst. Orb. vcgct. 1. pag. 364. Sysl. mjc. 3. pag. 65. ^VEINMA^N. Linn Lycoperdi species, SOWERBY 1. c. Char. Peridium nudum, non corticatum, crassum, suberoso-corneum , Munquam sponte dehiscens, « intus primitus similare , dein in sporidia » pulveriilenta , nullis Jloccis intertexta fatiscens » , el centro cavum. Obs. I. Subterrancus, arrhizus, sed thallo floccoso uti in Elaphomycete passim insidens. Peridium iam primitus induratum, intus prorsus uni- forme , donee in sporidia fatiscit absque omnibus floccis et cellulis. Fries. Obs. II. Peridium similare absque corticis vestigio, durum, fragile, corticem nonnullorum Elaphomycetum prorsus referens, extus sub lenle obsolete granulosum, intus, inicroscopio inspeclum, celluloso-alveolatum, a peridio relifjuorum fungorum huius ordinis, textura haud floccosa, diversissimum. Fruclificatio huius generis mihi plane ignota. Substantia uteri interior in individuis exsiccatis a me examinatis, massam amorpham, tloccis sporidiisque plane destitutam refercbat. Affin. et Hist. Omnium huius ordinis generum dislinctissimum, nee fum Elaphomycete certe comparandum, cui tantum vegetationis loco et liabilu analogum. Priniam liorum fungorum speciem sub genere Lyco- pt-rdo desci'ipsit SowEnuY. Fries alteram speciem a Weikmakno Petro- poli dctectam priori adiunxit. Recentiori autem aevo nonnuUae aliae species descriptae fuerc a WeinmAnno in Ephemcride Linnaed nuneupata. Apud nos una tantum species hucusque lecla. Genus , cuius nomcn a z£>5j el xoy./.sj dcrivatur, constituit Frif.s. AUCTORE DOCTORE CAROLO VITTADINIO 337 SPECIES l]\ICA. Cenococcdm geophilum , Fr. Tab. III. fig. V. Atrum , sporidiis concoloribus. Fries Syst. myc. 3. pag. 65. Lycop. qraniformt , Soweeb. Fung. (ab. 2"0. Odor dcbilis. Uterus laevis, glaber, ater, magnitudine seminis viciae vel pisi tninoris. Pcridium adiiiodum crassuin, comeum fere et rigidum, aelate vero fragile fit , inlus demum cavum. « Sporidia primo conglo- » bata compacta. » Fries. In sylvis quercinis et castaneis circa Mediolamim , inter musconim radices liinc iude occurrcns. Vere, autumno. 228 MONOGRAPHIA I.VCOPERDINEORUM CXPL.1CATIO ICOMVM TAB. 1. Fi^. I. (jeastkr ScnAEFFERi, Mob. ^. Fungus perfecte cvolulus ; a. capitulum sporidiiferuin , ore icgulari dentato-coronalo instvucluni ; b. cortex peridii stellatim fissus atque reflc\u.s , suffulciens capitulum. B. Fungus paritei' maturus, per verticem sectus ; a. capitulum in ruins centre observatur placenta rotunda pediculo tenui suffulla, i-a- diorum instar dimittens floccos sporidiiferos in capituli cavum ; b. capituli pedicellus strato corticis interiorc clrcumcinctus , ut mode in exoletis ob eiusdem strati evanescentiam appareat ; c. stra- tum ceraceum rimis transversis exaratum ; d. stratum exterius bu- rn oso-inquinatum . Fig. II. Geaster lagenaeformis , Nob. C. Fungus immaturus, sub terra adhuc delitescens, lagenae formam re- ferens; a. riniae longitudinales ab inchoata corticis deliiscentia formatae. T>. Idem fungus per verticem sectus ; a. stratum corticis iuterius circa uteri basim acute evanescens, qua de re capitulum in liac specie pediceilo constanter caret; b. columella sivc placenta clavaefor- mis ex qua cellulae hymeniferac exurgunt et radiorum instar in uteri cavum distribuuntur ; c. capituli apex a cortice iani ex parte solutus , futurum parans ])cridii osculum. E. Fungus ])crfecte evolulus, e loco natali, singulari naturae artiiicio, sub- latus atque in terrae superficiem adparens ; a. peridii cortex in radios divisus atque reflexus, centro saccatus, capitulum suffulciens atque veluti in cupula includens ; b. capitulum apiee inslrurUim ore piloso-ciliato , intK'gro ^ basi orbiculo clevalo cinclo. AUCTORE DOCTORE CAROLO VITTADINIO 2:^9 Fig. III. () E A s T E II V I' I. r. A T V s , Nob . F. Fungus adhuc immalurus, in terrae sinu profunde delitescens, forinae subrotundae , ac pellicula iloccoso-cellulosa, liumo inquinatn luuli- <[ue vcstilus; a. fungi porliuncula jicllicula denudata. G. Idem fungus per vcrticeiii sectus; a. stratum corlicis inlcrlus: b. pc- dicclli rudimcntum, superne in columellam conifo-elongatam pro- ductura. ff. Fungus pcrfectc evolutus; aa. corte< jieridii in radios divisus alqur fornicis ad modum reflexus; b. rimac Iransversac ex strati intcrioris ceracco-moUis ruplura enatae; c. capitulum apice instructum osculo elevalo llmbrialo-lacero. /. Fimgus alter, paritcr perfecte evolutus, per verticem sectus; «. stra- tum corticis exterius pellicula floccosa dcstitutum ; b. stratum cor- ticis interius; c. capituli pedicellum in eiusdem strati substantia delitescens; d. columella conica penicilli ad modum floccos spori- diiferos in capituli rentnun dirailtens; e. capituli paries internus floccis sporidiiferis pariler obsitus. FUff. If^. Geaster elegans , Nob. Fungus immalurus adlnic defossus, per verticem sectus ut strati ocracei crassities, et eiusdem circa uteri basim evanescenlia , coluniellae forma , et carnis structura conspiciantur. L. Fungus perfectc evolutus , e loco nalali ob radiorum reflexioncm duremplus , atquc ad humi superficiem evectus; a. cortex rellexus convexo-planus, quorum radii fornice fere ex integro obteguntur; h. rimae variae c strati ccracei ruptiira exortae; c. capitulum apice instructum ostiolo conico-elcTato , integro, plicato sulcato. M . Fungus pariter perfecte evolutus , ad medium sectus : «. stratum corticis exterius; i. sti'alum interius circa capituli basim evanescens, quam ob rem capitulum ipsum pedicello constanter caret; c. ca- pittdi cavitas tibi conspiciuntnr columella et llocci sporidiiferi, qui e columella ipsa et peridio onginem ducnnt. a3o MONOGRAPHIA I.YCOPERDINEORL'M Fig. V. Geaster floriformis , Nob. N. Fungus immaturus adhuc clausus, liumo alte delitescens , graminis surculo iusiilens. O. Fungus aller, eiusdem circiter aetatis, per verlicem seclus, ut stratum corticis interius, columcUae forma et parendiymatis natura pateant. P. Fungus jierfecte evolutus, e loco nalali liberatus atque in liiimi su- perfieicm translatus. Q, R. Duo fungi exsiccati quorum radii circa capitulum recompositi conspiciuntur. Fig. VI. Geaster marginatus, Nob. Fungus perfccte evolutus, in statu exsiccationis depictus; a. rima orbi- cularis quae capituli ostiolum cingit; b. capituli pedicellus ob strati ■ ceracei exsiccationem in conspectum prodiens ; c. stratum cera- ceum tenue exaridum coutractum, rimis longiludinalibus exaratum; d. stratum exterius membranaceum , supenie circa radiorum mar- gines, ob strati interioris coarctationem , denudatum , inferne hu- moso-inquinatum. Fig. VII. Geaster Scmmideli, Nob. A. Duo individua gi-anum miliaceum vix superantia, in humo ad bines pollices circiter delitescentia. Martio lecta. a. Fungus paullo maior, per verticem sectus , in quo iam conspiciuntur peridii et parendiymatis rudimenta. C. Fungus maturitati proximus, in superficie visus. D. Fungus alter, ad maturitatem valde accedens , per verticem seclus, ut diversa corticis strata, columellae forma et parendiymatis stru- ctura pateant. E. Fungus perfecte evolutus ac vix e loco natali exorlus; a. cortex pe- ridii stellatim flssus ac fornicis ad modum revolutus, b. capitulum basi constrictum , apice instructum ostiolo plicato-sulcato , disco orbiculari circumscripto. Capituli pedicellus, in strato corticis in- teriore imtuersus , baud conspicitur. AUCTORE DOCTORE CAHOLO VITTADIMO 23 1 Fig. VIII. Geaster hygrometricus , Pers. Fungus matuiltati proximus, sed adhuc clausus et in terra defossus, j ev verticem seclus; a. (ibrae radicifoiines uterum undique cingenles, ac basim versus coacervalae uli in Rhizopogonibus; b. stratum corticis exterius ; c. stratum corticis interius; d. pars extima pc- ridii a cortice decerpla; e. superficies cellulosa seu floccoso-lacera peridii , ob pelliculae exterioris detractionem ; pulpa fructifera sub inchoata morphosi ; g. thecae una cum contcntis sporidiis micro- scopio auctae. Fig. IX. Geaster mammosus , Fries. F. Fungus perfecte evoUitus; a. cortex stellatus; b. capltuUun sessile, mammaeforme , apice instructum ostiolo conico-elongato , intcgro floccoso-ciliato , orbicido basilar! circumscripto. G. Idem fungus per verticem sectus; a. stratum exterius; b. stratum interius; c. basis conico-elevata peridii, cui insidet columella; d. flocci sporidiiferi partim e columella, partim ex interna peridii superficie exsui'genles. H. Fungus exsiccatus , ubi corticis radii ad pristinam normam rerom- positi globulum seminiferum ex integro obvelant. Fig. X. Lycoperdon tomentosum , Nob. /. Fungus iunior, pulpam adhuc niveam ac solidam gerens, cuius epi- dermis in areolas rainulas diffracta conspicitur; a. terrae gleba cjuae conslanter uti in Lycoperdo jilumbeo uteri basi adhaeret. A'. Idem fungus ad perpendiculum sectus. Fig. XI. Lycoperdon marginatum , Nod. L. Fungus immaturus, pulpa adhuc Candida el solida donatus, per \er* ticem sectus ; a. basis slcrilis cellulis maiuscul'is subrotundis exa- rata; b. pars uteri fructificaiis cellulis elongatis e basi ad uteri superficiem radiatim directis composila ; c. stratum ceraceum ; d. stratum corticis exterius aculeis siipatis Iri-cjuadripartitis obsitus. 23a MONOGRAPHIA. LYCOPEnDlNEORUM M. Fungus matiiritali proxinuis, corticcin supcrne manifeslissime exuens; a. cortk'is strata iu frustula secedculia; b. pericUum corli(;e tlenu- (latum ; c. pars peridii quae basim uteri sterilem circumdat, cor- tice iiinato-pcrsistenle vestita. N. Fungus malurus, supernc ore lacero hians; a. pars peridii quae floccos sporidiileros ciugit, cortice exuta; b. pars peridii quae basim ste- rilem ambit baud decorticata; c. margo acutus qui partem ste- rilem sive basilarem uteri a fructificante sive sporidiifera disceruit. TAB. II. Fig. I. Lycopehdon dermoxanthum , Nob. A. Iiidividuum mediae aetatis , morpbosi nondum subiectum , externe visum. B. Individuum eiusdem ferme aetatis, per verticem sectum , ut na- tura pulpae seminiferae ct strati iiiteriorls crassities et color ad- pareant. C. Fungus perfecle evolutus. Fig. II. Lycoperuon defossum , Nob. D. Fungus immaturus , in superficie visus. E. Individuum aetatis ferme praecedentis, per verticem sectum ; a. stra- tum corlicis extcrius floccoso-tomentosum ; b. stratum interius car- nosum ; c. pulpa semiiiifera morpbosi baud subiecta. F. Duo individua insimul connata , per verticem secta quorum pulpa fructifera primordia morphoseos offert. Fig. III. LVCOPERDON VELATUM , NoB. G. Fungus vix evolutus ac superficie adbuc laevi donatus. //. Inilividuum magis evolutum ; a. stratum corticis exterius in areolas crassas subpolygonas divisum. /. Idem per verticem sectus. A. Fungus perfecte evolutus; a. verrucae e veli seu strati corticis exte- rioris divisioiie formatae. AUCTORE DOCTOUE CAROLO VCTTADIKIO 233 Fig. If. Tl'f.ostoma mammosum, Fn. L. Iiidividuum inimaturuin, plane sessile, sub teiTa alte delitescens. M. Indivicluum iam magis cvolutum, per.Verlicem sectiim ; a. pediceili rudinienlum intra corlicem et peridii basim lalciis. N. Iiidividuum post complelam pulpae fruclilerae morphosim e terra divulsum ac per rerticem pariter sectum ; a. pcdicellus se evohi incipiens disrupta epidermide circumambientc ; b. porliuncula eius- dcrn cpiderinidis quae volvae inslar pediceili basim cirigit, O. Fungus pcrfecte evolulus. P. ludividuum maturum , per vcrticem sectiiro. Fig. V. Lycoperdon hiemale , Bull. S. Individuum adhuc immaturum , ad perpendiculum sectum ; a. basis sterilis eximie ccUulosa, a pulpa fruclifera prorsus distincta. T. Individuum exoletum , floccis pulvcrecpie seminali plane destitutum , pariter per medium sectum ; a. membraimla quae cavum frucii- ferum a basi sterili nitide seiungit. Fig. VI. Lycoperdon atropurpuheum , Nob. Q. Fungus iramaturus, per verticem sectus; a. basis sterilis cellulosa a pulpa fruclifera baud distincta. /?. Individuum maturum , per verticem pariter sectum. Fig. VII. Lycoperdon polymorphum, Nob. A. Individuinn maturitali proximum, ferme sessile , ac circa basim iii.'si- gnitcr plicalum. K. Individuum immaturum pyriforme , per verticem sectum ; a. basis sterilis compacla baud cellulosa , a pulpa fructifcra baud distincta. C. Fungus maturus , per verticem sectus. Serie II. Tom. V. \r 334 MONOCRAPHIA LYCOPERDINEOKUM Fig. VIII. PoLYSACcuM Pisocahpium , DC. D. ludWiduum supeme matiiruin, in areolas diffraclum et sporidia ef- fuiulcns. E. Fruslulum eiusdem, seoisim delineatiun, ul progressiva pulpae, frii- ctifcrae morphosis palcat; a. iileridi inaluri pulverulenti ; b. iile- nili adliuc ])ulposi scd nialiirilali proxiini; c. ulcndi morphosi noiidum subiccti ; d. ulcruli aborlivi basim fungi coiisliUiciUes. /'". Ulerulus immaturus, seorsim visus, lente auctiis. Fig. IX. LVCOPERDON PYRIFORME, ScHAEFF. Fungus immaturus , per vertieem seclus. Fig. X. Elapiioiiyces foetidus, Nob. Individuum maturum, in latere sectum, ut peridii crassities, textura , el substantiae seminifcrae natura pateant. Fig. XI. Scleroderma Geaster , Fr. G. Individuum immaturum. //. Idem per vertieem sectum j a. peridium; b. pulpa IVuctifera. TAB. III. Fig. I. Elaphomyces i.eucosporus. A. B. C. Individua pex'fectc evoluta, magnitudine varia. D. Individuum maturum in latere sectum iit peridii et massae interioris sporidiiferae indoles pateat; a. b. duo sporangia cum sporidiis inalurilati proximis; c. sporidium maturum, seorsim visum. Fig. II. Elaphomyces pyriformis. E. F. Duo iudividua malura, diversae magnitudinis. AUCTORE DOCTOUE CAROLO VITTADINIO a35 G. ladlvlduum maturum, in latere sectum ut s. Fig. III. Geaster ttjnicatcs. H. Individuum immaturum, adhuc clausum. /. Individuum maturum, per verticem sectum; a. sporophora et sporidia Gcastris lagenaeformis. Fig. IV. Elaphomyces decipiens. In latere sectus ut s. Fig. V. CeNOCOCCUM GEOPHILUM. K. L. M. Individua raatura , magnitudinis variae. N. Individuum, Icnte auctum, in latere sectum ; a. frustulum peridii, mi- croscopio inspectum. Fig. VI. El.APHOMTCES ECHINATUS. In latere sectus ut s. Fig. VII. Elaphomyces granulatus. O. Individuum adhuc immaturum, ad dimidium seclum; a. flocci fructi- ficationis eiusdem individui , microscopic aucti; bbb. sporangiorum rudimcnta. P. Individuum maturum, in latere sectum. Fig. VIII. Fructificatio Elaphomycetis varjegati. a. Quatuor sporangia in diverse evolutionis gradu, brevi pedicello floccis capillitii gjToso-convolutis adfixa; b. sporangium seorsim visum sporidiorum rudimenta , saccule altero vcluli inclusa , in centre exhibens; c. sporangium magis evolutum iria immatura exhibens sporidia ; d. sporangium maturum tetrasporeum ; e. sporidium ma- turum, seorsim visum. a36 MONOCRAPHIA LYCOPERDINEORUM Fig. IX. Fructificatio ELAPHOMYCExrs mutabii.is. Floccus subrainosus capillitii ex parte resolntus, cwi vaiia sporangia maturu , brcvi pcdiccUo suffulta, aclinic adllxa obscrvarilur. Haec figiira extra oninc (lubiiim ponit capillitiiiin ck ipsis floccis Sporan- c;ifcris ortum duccre, alque apparalum sporigeneiiin Tulasnei a capillitio , contra eiusdem opinionem , iiaiul dislinclum esse. Fig. X. Elaphomyces reticulatus. Ill latere sectus. Fig. XI. Elaphomyces citrinus. Immalurus, ad ditnidium sectus, cuius pars fruclificans , vera carnoso- pulposa , a dissepimentis in loculos dlvlsa cei-nilur uti in Tubere. Fig. XII. Varia sporopliora ( an sporangia ? ) clavata et longissime pedicellata Geastris hygrometrici. Sporophora haec tantum in individuis vaWe immaturis observantur. Fig. XIII. Fructificatio Polysacci Pisocarpi. a. Flocci fructificationis ramoso-serpentini , spoi'angiornm rndimenia exhibentes; b. sporangium iam magis evolutum sporidii nulinieii- tum in centro patefaciens; c. floccus cum tribus sporangiis matu- ritati proximis ; d. sporidium maturum, seorsim visum. Fig. XIF. Fructificatio Sclerodermatis Geastri. a. Flocci fructificationis fpii in parenchymatis loculis nidulantur, cuin |)lii- ribus sporangiis in diverso evolutionis gradu ; b. duo sporangia immatura , sporidii rudimentum in centro exhibentia; c. frusluiuni compactum pulpae fructiferae , in quo flocci una cum sporangiis ad invicem compressi conspiciunlur ; d. trla sporidia malurilati proxima , seorsim visa ; e. sporidium maturum. AUCTOHE DOCTOBE CAHOI-O VITTADINIO aJ- Fig. Xf^. Frnclificatio LYCoPEnni nrFOSsr. aa. Floccus vegctationis, anlc fungi morphosiin , microscopic inspectus. Eiusmodi flocci in fungo iiiiitiiro capillitium cllbrmanl ; hb. flocci fruclificationis varia sporopliora in jiriino evolulionis grai'.n fe- renles ; c. sporophora iinmatiu'a nucleum sporigeiieum in cciilro exhibcntia ; d. sporophora immalura granulis ( sporidiorum ruili- nientis) intus repleta; e. f. sporophora immalura in racemos ilisposila; g. h. i. k. I. sporophora matura Iria vcl qualuor ulplii- rimum sporiilia , longo petlioello sulluha , ferenlia ; m. n. o. p. sporidia matura , libera , pedicellata. tyzr &turt/ff Q^^i^n/laf I. ZcatJT->:i^ara kr/iu^,i^-,Maf4»m.-?^r II Oi'/ji V TV//. /. ria J M^. J/. ftf mi /•/,/. XI. fimm^^t T ft^fMf "^^/jyee/irrr//// r r ■^ 'Qi 'Q 4 ,,,/'■ ■^i>-.y.^^uy.,„„/V,^„,./^r\ii>\.^^^^ JW,.///. 1 K ) ««**« „ ^//rr <>yrry/>^ /r/z-y/, , EXPERIEIVCES SIR LES RAPPORTS EMRE L'IXDlCTIO\ EIECTROMAGXETIQIE L'ACTION ELECTROCllIMIQUE SLITIES DE CONSIDERATIONS SUR L.ES niAGHIMES EliECTROMAGllETIQUElS J. D. BOTTO PROFESSElm Di; rnTSIQCE A I.X'.MVERSITE ROVALE DE TITIIS Lues dan$ la seance du iSJevrier i&i2. L application de relectromagnelismc , comme force moti'ice, reiiconlra des son origiiic vni obstacle serieux dans les conditions physiques ;, cp.»i a£fectcnt raclion reguliere et leconomie de I'cleclronioteui- ordinaire. Des physicicns d'un merite eminent regarderent comme fort douleuse I'utilile pralii[uc d'une semblable application , tandis que des homines lion moius competents , et ccux la memes , qui en avaient eu la pre- miere pensee , cncourageaient par leur excmple les cssais qui se nndti- plierent bientot de toute part , pour la realiser. Peu d'anniics suflircnt, pour prouvcr du moins, tpie les idees de ces derniers nc sorlaient pas des jusles previsions de la science. Les ame- liorations introduites par Grove et aulrcs physicicns dans la pile, ame- liorations dont on s'est prevalu ensuite dans les tcutativcs faites en gi-and a4o EXPERIENCES SOR LES RAPPORTS ENTRE l'iNDUCTION ETC. sur releetromagiiclisinc applicpie , furent une preuvc eclatanle tics per- fccliomicnu'iils doiit est susceptible cc mcrvcilleiix appareilj el des ef- lels qu oil pcul attciulre des forces mysterieuses mises en ieu dans celui-ci, pour le developpeinent eflicace et rcgulier du courant electrique. Dun autre cote les importantcs reclierclies de MM. Lenz et Jacobi sur I'induction clectromagncliquc, ct sur la constitution des ferro-aimants, eiitainaiit par sa base la tlicoric des inacliincs clectromagneliqucs, hate- rent lepotpie dc leur introduction dans la mecanicpic industrielle. Les fonmilos que ces physicicns ctablisscnl , ct les deductions analyticjues auxcpielles ils parvienncnt , pennettraicnt cffectivemcnt dc discuter d'unc uiaiiicre pcicinptoire les diflcrenlcs questions qui se rattachent a la cons- ti-uction de cello classe de machines, si les pi'incipes sur lesquels elles reposeat etaient a I'abri de toulc objection. Au fond c'est d'apres le principe des resistances, autrement dit loi de Ohm, qu'a etc determinee la forme dc la fonction qui exprimc le magnetisme d'un aiinant elec- trique , ct qui a servi de base a une telle analyse. Aussi les partisans de la theoric chimiqvie de la pile ne sauraient accepter un tel prin- cipe fondc sur la doctrine opposec du contact, qu'autant qu'il repon- drait aux resultats de I'observation dans touts les cas possibles. Mais comme cette correspondance a paru precisement se verifier dans les epreuves doiit cc principe a ete Tobjet , I'emploi de celui-ci comme iiioyen de rcjiresenter et d'apprecier les circonstances qui president a lexcitation electriqvie dans la chaine galvanique, on qui I'accompagnent , devient par cela meme legitime , sauf les changements que pourraient necessiter dans la formulc qui I'exprime , I'etude ullerieure des pheno- menes , dont cllc doit ctre api'es tout I'enonciation fidele. Parmi les faits generaux concernants Taction de la pile avec lesquels toute theorie de oet ap])areil devra necessairement pouvoir s'aecorder , est la belle loi de Taction dcfinie decouverte par Faraday. Cette loi, qui determina son illustre aulcur a se ranger du cote de ceux , qui avec M. De-la-Rive rapportent a Taction chimique Telectricite de la pile , est en effet la manifestation la plus eclatante, quoicpi'on en dise , de Tintirae liaison qui subsiste cntre ces deux phenoinencs : mais en ne Tenvisageant |)our le moment que dans ses rapports avec la question qui nous occupe des macliines electroraagnetiques, non seulement elle sert a Tinterpretation des resultats iheoriques sur Taction et Teconomie de ce genre de mecanismes, mais a evaluer Tune par Tautre les trois classes PAU I.E PnOFESSEUft J. D. DOTTO 24 1 d'cffcls qui s'y manifcslent, inccaniqucs, ehimiques et electi'iqucs. En efl'et cMi ia|)jnochant une lellc loi avec cellc elahlic par MM. Lenz el Jacobi sur k'S ra|>j)oils cntrc Ic magnelisme induit dans Ic fcr doux et I'iutciisite dii couraiil inducleur, aiiisi qu'avec les resultats dc M. Poimixet sur revalualion du courant par ses cffets eleclrolyliqucs, on est conduit a cettc consequence reniartjiialile savoir, que les trois pouvoirs du cou- rant voltai(jue, galvanometrique, cliiinique, inagnctique, sont proportionnels liin a raulrc. Une telle dt'duclion parail rigoureusenient c.xacle : ce- pendant son importance scienlifique rendait desirable , que des expe- riences directes , et entreprises sur une convenable echcUe, \inseiit la confirmer. Difficile, tant qu'on |)uisait relectricile a la pile ordinaire, le precede que ces experiences cxigcaicnt , devint praticable apres les ameliorations introduites par Grove dans cet appareil , a cause de la Constance qui en resulte dans Tintensite de son action. II fiit alors en effet possible, operant sur un coui'ant d'intensite invariable, dobtenir dans revaluation ties faits a observer une serie de resultats comparables. C'est precisement de cette maniere qu'ont ete obtenus ceux qui ftirent I'objet de ma communication du 20 juin dernier , et dont j'ai Tlionneur d'enlretenir encore 1' Academic. Un electromotcur a courant constant, un appareil de decomposition, un mulliplicateur a double aiguille, un comp- teur , et un aimant electricjue dont on mesurait la force avec une balance, voila les instruments dont je fis usage dans ces recherchcs. Pour plus de j)recaulion un electroscope a court fd du Prof. Majocchi avail ete aussi introduit dans le circuit, alin qu'il allestal a chaqiie instant de 1 invaria- bilite du courant pendant les experiences. La pile en platine et zinc amalgame, preparee d'apres la methode de Grove , elail chargee avec de I'acidc nitrique ct sulphurique etendu, la plaque negative denviron 60 centira. carres de surface plongeant dans le premier licpiide contenu dans un recipient de teiTC cuitc, ct la placpie oxidable dans I'acide sxdpliuriquc remplissant un gros verre, au milieu duquel se plarait le recipient susdit qui servait de diapliragme poreux entre les deux liquides. L'aimant electrique, ou le cylindre de fer doux destine a le deveuir, etait verticalement fixe au dcssous dun jiarcil cylindre suspendu et eqxii- libre a un des points de support dc la balance dcslinec a en niesinxr la force, de maniere que les deux cyliudres, ayant leur axe sur une meme verticale , ne pouvaient exercer leur pression I'un sur laulre <[\i\ Serie II. Tom. V. gg 2.ja EXPERIENCES SUR LLS RAPrORTS ENTRE L INDICTION FTC. mio ilistrtiicc iriiii uiillimrlrc environ, moycnnant rinlernosilioii dune |ili\qiu- circiihiire ilc vcrre soiulec avec dc la cire d'Espagiic :i Vcxlrc-. iiiitii supericurc dii cylindrc fixe. Dans une lelle disposition, la circulation elcctriqnc tnic fois elablie, cc qui etait annonce jiar les aiguilles galvanomctri(£ues aussi bicn que \y.\r I'adhcsion snbitc des dcnv cylindrcs magncliqucs, j'ajoutais dans le |>iat(Nui dc la balance les jioids necessaircs jiour vainerc unc iciic adhesion , en attendant que les aiguilles se reduisissent au repos. Fixanl alors I'instant precis oil le licpiidc dans Tapparcil dc decomposition rc- pondait h une dcs divisions du tube graduc qui rccucillait le produil gazcux , j'atteiulais lautrc instant oii re liquidc s abaissanl uiiifonnemenl inarquait dans le meme tube un nombre exact de centimetres cubes de gaz degage , jc notais la duree d'un tel degagement, et aussitot apres je comptais le nombre d'oscillations accomplies dans un temps donne ]iar la double aiguille galvanometrique : enfin apres m'etre assun! encore au galvanometre de I'invariabilite du coiu'ant, je mesurais a la balance, par luie scconde charge, la force de pression magnetique entre le ferro- aimant et le cylindre de fer doux. C'est cette seconde pesce que je tenais pour bonne , et que je portais au registre des observations. Les tableaux, suivants contiennent les resultats de ces experiences. PAn I.E PROFESSEUn J. D. DOTTO ai3 TABLEAU D^EXrifeRIEHCES sua LES RM'l'OKT.S enlrc Vinduclioii cleclromagncUque ct Vaction clcctrochimique faites avcc uiie pile de Grove. NO.MUIIE >OMrii'.'^ NOMBUE (Ics 1" '01 OS I'UODUITS I'RODlirS ill's en pour rei'ueillir grammes du carrii du carrc .los ^ oscillations 5 ccnlim. oubfs qui du temps du notuLre acconipiics raesu re 1.1 force dcs oscillations couples ilans 1' mclango [^azeu^t Iraclion par Ic poids par lo temps 13 G8 40 21 34400 Z849G0 G JO 73 61 3525l 180000 9 Go 5o '4 35ooo 180000 12 84 26 53 35828 183456 6 64 45 '7 34425 184320 9 7^ 3i 36 35076 i885o4 I a I 10 i5 .54 3465o i8i5oo G 76 3i •^7 35557 179056 9 98 '9 97 35017 182476 13 121 i3 216 365o4 189033 (5 84 26 52 35i52 i83456 9 106 16 i4o 35340 '79776 a44 EXPERIENCES SUR LES RAPPORTS ENTRE l'iNDUCTION ETC. HIEHIES EXPERIEIVCES mais qui etant faites clans des circonstances differentes ne sont pas comparables avec celles qui prdctdent. NOMBRE iNOMBUE POIDS PnODUlTS PnODlHTS NOMBRE des des 1" en grammes du carre pour rccucillir lies i oscillations qui du nombre accomplics 5 centira. cubes mcsure la force du lemps des oscillations couples dans 1' de melange gazcux de Iraction par Ic poids par lo temps 20 53 3o 725 GSaSoo 81112 '7 49 33 600 653400 79233 10 4t 47 298 658282 79007 5 28 100 64 640000 78400 3 20 2o5 .51 65 1 387 82000 L.i S.*""" colonne demontre que I'iiitensite de lactioii chimiqiie on electrolytique est proportionnelle au magnetisme intluit , ou a la racine carree de la force de traction , que ce inagnelisinc exerce siir le fer doux. On deduit de la 6.""" que I'intensite galvanomctrique est propor- tionnelle a Taction chimique , et par suite a I'intensite du magnetisme. Comme on voit ccs lois soul I'enonciation litterale des rapports' qui evistcnt entre les trois classes d'eilets dus au courant , el dircctement ojjserves, et ne rcposent sur aucune liypolhcse. Pour introduire maintcnant ces memes lois dans la formule, qui d'api-es MM. Lenz et Jacodi e\prime le magnetisme dun aimant electritpie, considerons, comme rout fait ccs deux pliysiciens, un c>liiidre de fer PAH LE PnOFESSEUR J. D. DOTTO 245 doux garni de sa spirale, qxi'on peut supposer formee de plnsieius sji'iralcs supcrposiies. Soil a la longueur , b Ic diametrc du cylindre inagneliquc , u Yt- paisseur de la spirale , 3C le diametrc du fil conducteur : si la spirale recouvTc le cylindre sur loule la longueur — ^ expriinera le nombre de ses circumvolulions , en sorte que en dt'signant par fi. le magnelisme in- duit , et par i I'intensite du courant inducteur , et prenanl pour unite de magnelisme celui relatif a un tour de la spirale parcourue par le courant i , on aura aui f^ = -^- Maintenant soit s le zinc voltaicpiement oxide , relatif a lunite de surface active dans chaque couple de la battcrie, lorsfpie toute lelectri- cite que peut developper sa force electromotrice est mise en circulation, a la grandeur de cette surface , / la longueur du fil conducteur qu'on peut supposer reduite a celle de la spirale eleclromagnetifjue developpee, enfin z le nombre des couples; on aura, en prenant pour courant i, celui qui repond au poids du zinc oxide dans le temps i. z^^ , ou , observant que an[bu-\-u*) Z X' -J- £ fffl S ( A « -H «' ) (^> On pent voir que cctte formule exprime de la maniere la plus simple ces fails generaux et connus relatifs a Taction de la pile ; i.° Que rintensite ou grandeur du courant est proportionnelle a la grandeur des couples lorsque toute Telectricite se decharge , cest-a-dire lorscpie la reslslancc du fil conducteur peut «5tre censee comme nuUe. 3.° Que lorsque cette demiere circonstance n'a pas lieu , savoir lorsque le fil conducteur oppose a la circulation elcctricpie une rcsis- ?..\6 K.\PERiENri:s sen i.t.s rapports entrk 1,'ikduction et':. tanre (|uelcon(jiic , la grandeur du courant augmentc avec le iioiiibre loli([ue de eelle qui re- pondrail a nne resislance nullc, ct cela d'autant plus rapidemcnl (lu'unc telle resistance est plus petite , et celle de la pile est plus grantle. Dans la Ibrmulc (2) cette dei*niere resistance pour chaque coiiple de la pile serait exprimee par — , (pii est la reciprocpie de la conducli- £0- bilite, taiiilis (juc celle-ci est proportionnellc a ev , c"csl-u-diri' a la quantilc de zinc oxide voltaiquemcnt repondaiitc a re qu'on appelle force clerlromotricc d\i couple. Imi coinbinant niaiutenant cette formulc avec I'expressioii i on ob- lient pour le magnetisine induil la valeur suivante zx''-^aT:;(7(bu-k-u') ^ ^' On voit que p. n'adnicl pas de niaxiunnii j«r rapport a z. En dif- fcrentiant done par rapport a x et u, on a '-j^=i,—U-£G(Ou-^U')—ZX'> (4) ; t/tJ. ... -j—=o:^a~eau' — zx'' (5). till ^ ' Ces wpialions ne peuvent subsister ensemble ; ainsi jul n'aura que des maxima relatifs. Combinant par consecpient la premiere de ces equations condition- nelles avec I'equation (3) on a I I auiu 1 ( auiaz j' -. ''"■-I-^=;|;:(Z limile a lacpiellc elie s'approche en di- minuant le nombre dcs couples et augmentant leur surface. Si enfin dans I'equalion (3) on suppose a variable , en sorle que on ait s etant une constante , les ecpiations derivees du. du. du. y- = o-y-=o -r- = o , ax a z a u deviendront identiques et donncronl I f^«=- auis I * 7:(b-i-u) \ On peut resumer ainsi les resultats qui precedent. 348 EXPERIENCES Sl'R I.ES RAPPOnXS ENTHE l/lNDrCTION ETC. 1.° Le inaxinimn de magnetisme que peut recevoir un axe ile fer doux par \inc coordination convcnablc dcs difTcrentes parties qui coin- poscnt la cliaine galvaniqiie , est proporlionnel a la racine carree de la consoinmation ou de la depense. a.° La de'pense relative an maximum de magnetisme, est la moitie de relle qui aurait lieu reunissant les poles de la hatterie par un conduc- teur de resistance nulle. 3." Lciret econoniique qui correspond au m.iximum de magnetisme et a line %'paisseur donnce de la spirale est constant, et e'gal a la moitie de sa valcur liinile. 4-° Lc inagnc'lisnic maximum qui repond a unc surface donnee de zinc et a une spirale d'epaisseur aussi donnee , ainsi que le gaz qui donne la consommation , et I'etret economique relatif, sont independants de la manicre dont on peut coordonner la pile et y distribuer la plaque de zinc dont on dispose, pour obtenir un tel maximum. Ces deductions renferment la iheorie des machines electromagne- tiques , et jointes aux donnees fomniies par I'experiencc , sur la consti- tution de ces machines , contribueront a leur perfeclionnement , ainsi {pi'a la solution de la question econoniique qui les regardent. Le systeme rotatif parait devoir etre defiuitivement la forme plus avan- lageuse pour la transmission utile de Taction electromagnetique, malgre I'lmmense perte de force motrice, cpii meme dans ce systeme se verifie, par suite de I'obliquite de cctte force a la direction du mouvement , et I'inevitable influence des points morts. L'emploi exclusif des feiTO-aimants dans ce genre de machines semble aussi devoir resuller d'unc supcriorile incontestable , d'apres les lois de I'induction electromagnetique. En effet il resulle de I'expcricnce , ainsi que font averti Messieurs Lenz et Jacobi , que Taction reciproque entre deux ferro-aimants d'egale force, est a tres-peu pres quatre fois plus forte que celle qui s'cxerce entre un scul de ces aimants et le fer doux. Ceci de'pend evidemment de ce que le magnetisme induit, dans lui individu d'un couple, excite a son tour dans Tautre individu un magne- tisme de nom contraire qui s'ajoutc a son propre magnetisme, ou le de'- iruit, selon que les deux poles agissants sont de nom contraire ou omo- nymes. Voila pourquoi dans les aimants electriques la repulsion ne resulte pas la reciproque de Tallraction, circonslanee qui rend inutile, PAR I.E PROFESSEUn J. D. DOTTO 249 (111 inoiiis sous Ic r.ipport du il(ivelopj>einent ile force molrice , le sys- tcine d'inversioii dans les inacliiiies eleclroinagnc'liqucs. Enfui uiie donnee esscnlielle de technologic (ilcclromagnetiqiu; est rexallatiou de pouvoir alLiaclif , qui derive dc la forme arcuce dc*s lerro- aimants. Aucune loi n'est etablie sur uii lei phenomene : mais il suflit pour le mcttre en evidence d'appliquer mi barrcau de fer doux centre les exlremites corrcspondaiites do deux cyliiidres eleclroinagnelicpu'S places a cole I'un de faulre avee leurs poles reiiverses, taiidisqu'uu porte-poids adhere aux polt s opposes avec son maximum de charge : on veri a (pie relte charge pourra etre alors augmenlcc d'une fraction considerable, niais qu'elic devicndra excessive en ecartant le barreau des deux cylindres. II scrait maintenant possible, dapres ces principes, de discuter dune maniere comparative les diflerens systemes jusqu'ici adoptes y.xr ceu\ (pii se sont occupes d'electromagnetisme applique a la mecanique , si nous en eussions une notice asscz precise. Mais les vrais clemens d'une telle comparaison n'entraient pas dans les vucs des aiiteurs de ces systemes, et nous manquent generalement. Parmi les essais plus reniarcpiables relalifs a rapplication dont il s'agit, je citerai ccux tenles par M' le Prof. Jacobi , doiil le nom sc rattache a I'origine memo de celle nouvclle branche de technologic industrielle , ct qui le premier employa la force electromagnetique a faire mouvoir un navire (i). La batterie dont ce jihysicien fit usage dans cette experience elail formee de 64 paii'cs de plaques platinees de 2, 34 decimetres carres de surface , ct chargee d'apres la melhode de Grove avec de f acide ni- trique, et de I'acide sulphurique elendu. La force qui emanait dune telle batterie fit marcher sui- la Nc'wa un bateau de '7 metres de longueur, 2"", 5o de largeur, calant o"", gi6 d'eau, et portant i5 individus, avec une vitesse d'environ 5ooo metre par heure. M' Jacobi en rapportant ces resultats observe, que ce nieme bateau mu par la meme machine et avec une batterie de 32o paiics de jilaques de 2,34 decimetres carres de surface, et chargee avec du sulphate de cuivre , n'avait pu marcher tp'avec une vitesse moitie moindre ; ajou- tant que les 32o plaques de zinc pesant 200 kil. , avaient perdu 12 kil. en poids pendant les epreuves, qui furent de deux a trois heures de (1) V. Ic Technolof;. decembr. 1840. pag. 131 SeRIE II. To.M. V. HH 230 EXPERIENCES SIR I.ES RAPPOHTS ENTRE I-INDIK TION ETC. navigation par jour pendant deux inois, et attribuant les avantages ob- teiius dans sa seconde experience soil a la conslilution de la battcrie, soil a des cliangeniens judicieux apportes dans la distribution dcs verges, et dans la construction du commutateur. Ces resultats paraissent sans doute deja bien salisfaisants, lorsqvi'on pense euvent s'y rattacher ; le projet d'une mecanique electromagnetitpie se recommande par des considerations toutes particidieres , qui juslifient jdeinement les elVorts de ceux qui s'occupent de le realiser. a63 AOTE sun LES RAP POUTS ENTRE LA FORME DES FERRO AIMANTS ET lElR FORCE MAGNETIQUE Lut dans la seance du 5 juiltet f842. ■'7>^iKS» Un nc connait jusqu'lci sur ces rapf)orts que Ics travaux de M. Jacobi. Conduit par des considerations llieoriques partieulieres , je fis ronslruire trois cylindres de fer des dimensions suivantes: Cylindre N.° i. Longxieur en millimetres 60,00 diametre idem to n 2. n 1 20,00 » ao » 3. » 180,00 » 3o. Trois autres cylindres de meme metal et de n:en~.e diametre, mais d'une longueur moitie moindre , furent aussi prepares pour etre soumis a Taction des premiers, changes en aimants lemporaires. Lcs trois spirales clectrodynamiques formecs par un mcme fil , devaicnt aussi , d'apres nies \ues, satisfaire a la condition d"une simili- tude parfaite , et se composer ]>ar consequent d'un mcrac nombre de s])ircs egalement et semblablemcnl espacees autour des trois cylindres susdits. A cette fin et en mcmc leinps pour assurer Tisolemcnt , lcs memes cylindres ont etc au prcalabic rcvelus avcc \\n ruban ilc jiajuer sur une epaisseur telle, cpie I'axc du fil des eliccs lut tenu a un distance de leur surface proporlionncUe a leur diametre. Les trois elices ayant etc ainsi formees autour des cylindres, ccuvci furent disposes de mauicru 254 NOTE sua LES nAPPORTS ENTRE LA. FORCE DES FERRO-AIMANTS ETC. a les faire agir successivemcnt chacun sur le cyliiidre tie; fcr doux de diatnetrc ocjal au sieii, convcnablcinent suspciidii an fleau dc la halaiico, t[ui m avail scrvi dans mcs experiences pixjcedcnles, tandis (ju'un itumiic courant parcourait les elices. Mesurant alors, comme dans les experiences susdites , la force de traction par des poids, j'oljlins les resullals siiivauls. N." FORCE DE TRACTION NOMHRE (les couples (les cvlintlrcs on grammes do la pile I 38, 5o 3 71,00 > 1 1 3 100, 00 1 2 100, 20 3 i55, 00 2 I 80, 5o ■1 160, 00 3 3 220, 00 O i85,5o i 4 3 270, 00 1 Oil voit aiseuient , que la force de traction suit a-peu-prts la raisoii des diametres ou des dimensions liomologues: d'ou on deduirait que I'in- duction suit celle de la racine carree de ces meines dimensions. Cette loi admise , il etait facile de voir que si on eut enveloppe les trois cylindres sur toute leur longueur avec un fd spiral de meme dia- metre et a spires contigues, les rapports des forces de traction auraient dA resuller ceux des nombres i, 8, 27. En eflet on aurait pu regarder •lans ce cas le second cylindre comme revelu dc deux spiralcs semblables a celle du premier, et le troisieme comme entoure de trois spirales egalemcnt semblables a ccUe-ci. Jc n ai enveloppe ainsi que les deux preiniei's cylindres , formant la PAR I.E PHOFESSEUR J. D. DOTTO 355 spirale dii Iroisieine scmblable a celle du plus petit, et j'obliiis les re- sultats suivaiits : ?i." FORCE DE TRACTION NOMBRE lies ouuples des cjiindrcs en grammes (Ic la jiile 1 28, 00 I 2 220, 00 I 45,00 2 390, 5o I 2 68, 00 56o, 5o ! ' I 1 5, 00 2 I i5, 00 I 3 45, 00 I 40, 5o 3 33o, 00 2 3 i3o, 00 I 80, 00 2 58o, 00 3 3 235, 00 Ces resultats repondent assez exactement aux deductions precedeiites, d'apres lesquclles les forces de traction des trois rylindres auraient dii etre proporlionnelles aux nombres i. 8. 3. On dednirait aussi, en considerant, dapres la theorie electrodyna- raiquc , des aimants electriques dans la condition de similitude ci-dessus supposee, coinuie formes de parlicules semblables symctriquement dis- tribuees aulour de Icur axe geometrique, et ces parlicules comme des solenoides aussi semblables, que pour des parlicules semblablcment situees, 256 NOTE Sl'R I.ES nAPPORTS ENTRE I.A FORCE DES FERRO-AIMAM.S ETC. les potits courauts indiiits dans ccUes-ci devi-aient avoir une inteiisite proportionnellc a la distance do lours plans, ccttc distance etant com- jn-ise dans leurs dimensions lioinologucs. En eiret Taction qui s'cxerce cntre une nioliicule niagnclique el le circuit est evprimce par Oil X est I'aire des petils courants du solenoi'de, qui dans chaque par- licule de laiinant representent Ics deux molecules niagneliques de nom contrairc qui s'y devcloppciit ct s'y separent dans la tlieorie des deux fluides, g la distance des leurs plans, i' lour iiitensilii, i celle du courant inductcur , enfin D une function de trois intcgrales, qui resulte de la dimension — i par rapport aux lignes qui y entreut , ces integrales I'etant egalemcnt, ainsi que leurs diflercnlielles, lorsqu'on comprend dans ces lignes»-les difTercuticUes des coordonnees du circuit. Si maintenant le magne'tisnie induit est projiortionnel a la force qui e'mane du courant inducteur, et par consequent ii la racine carree de Taction totale ci- dessus exprimee ; si ce meme magnetisme pour deux systemes seniblables est proportionnel a la racine des dimensions homologues comme nous Tavons troiwe, du moins entrc les limites oii nous avons opere, il faudra aussi qu'une telle action resulte pour deux molecules seniblables et sera- blablement placees dans les deux systemes proportionnelle a ces memes dimensions; ce qui suppose evidemment que - soil une quantite cons- tante. (11.0 2) NOTE SUR LES RAPPORTS ENTRE lES EFFETS DYNAMIQUES DES MACHINES ELECTROMAGNETIQIES LES DIMENSIONS DE LEURS ORGANES. De|>uis I'epoque ou mon dernier Menioire a ele lu a celte Academie , j'ai pii effectuer, au moins en partie, les arrangements que j'annoncais alors concernant nia macliine rotative , arrangements qui donnerent lieu a des experiences comparatives subsequentes suivies de resullats qui me pennirent d'entamer la question sur la force comparative des machines eleclromagnetiques d'apres les dimensions de leurs organes. Deux systemes de six verges ou branches de ferro-aimants, I'un fixe, et I'auti-e mobile , ont ele agences autour d'un axe , de maniere que les poles dii systerae mobile coincidaient en projection horizontale avec ceux de lautre systeme six fois dans le temps d'une revolution entiere. Les plus grandes precautions furent prises pour Tisolement des verges en- chassees et fixees a cette fin dans deux fortes boites par des vis et avec du mastic , qui leur donnaient une position relative absoltnnent inva- riable dans chaqiie Systeme. \oici les resultats obtenus par cclte disposition avec une pile de Grove de 12 couples, preparee avec des liquides differents, chacpie '"ouple ayant une etendue de lao centimetres carres. Serie II. Tom. V. 11 358 NOTE SL'R I.ES RAPPORTS ENTRE LES EFFETS DVNAMIQUES ETC. l." cxp. 2.C cxp. S.t cxp Nonibre des tours de la roue reduite a I'uni- foniiile 74, 00 44; "" 23, oo Nombre des ! oscillations accomplies par I'aiguille dans i' 6i, oo 48, oo 42, oo Gaz melange recueilli ou calcule en centi- metres cubes 68, 75 5o, 00 Sy, 00 Travail depense en kilogrammes eleves ■' I'" '1 7,92 70,63 33,00. Or il est facile de reconnaitre que les nombres de la 3.'"" ligne sont assez approximativement proportionnels aux carres de ceux qui leur correspondent dans la a/' ligne , et aux racines cai-rees de ceux de la 4"""'- II est bon de remarquer que les reophores commencaient a s'echaulFer sensiblement sous I'influence du courant relatif a la 1 .*" des experiences ci-dessus rapportees. Ces reophores etaient formes, ainsi que les 12 spirales des verges, de deux fils de i"" de disimetre, qui tendus entre Jes deux aiguilles du systeme astatique remplacaient la spirale galvano- melrique. Dune autre part les 12 spirales susdiles etaient reunies de maniere a en former deux de section double et de longueur sextuple , qui par consequent etaient parcourues par une electricite moitie moindre que celle mesuree par I'aiguille galvanometrique. Le courant pouvait done elre doulile sans danger, ce qui aurait double aussi le magnetisme dans les verges. La forme de I'expression £(TZ S-4-£(7^ , fait voir que pour un tel rcsultat il aurait sufti de doubter le nombre el letendue des couples. Mais, toute legitime que cette deduction paraisse, Texactitude de la formule une fois admise, jai enlrepris pour la constater les experiences suivantes. Dans la pile de douze couples dont je disposais, et qui resultait de la comhiiiaison de a/j couples plus petits reunis deux a deux, je fis PAR I-E PHOFESSEUR J. D. nOTTO 35g choix de i6 de ces derniers d'egale surface, el en les conibinaiit ronvenahlcment j'en construisis dcs ])ilcs de i. 2. 3. 4- couples, ces couples ayant une etendue j)roportioniielle :i lour nombre: en Iransmet- tant ensuile le oourant dans une des 12 spirales , tandis que le galva- nometre etait inlroduit dans le circuit , j'oblins les resultals suivanis : l.' cxp. is cxp. 3.' cv|i. 4.1- oxp. Nombre des couples de la pile i 2 3 4 Etendue de cliaque couple en centi- metres Carres 60 1 20 i6o 240 Nombre des J oscillations dans 1' . . . 4" ^^ ^8 ry. On voit que les nonibres de la seconde ligne resullent a tres-peii- pres proportionnels aux carres de leurs correspondanls dans la S/""" II est done certain cju'une pile de 24 cou])les de 240 centim. carres de surface, aurait double le magnetisuie des 12 verges, comparalivement a celui qui dans les experiences precedenles repondait a 68,'^.') rentini. cubes de gaz melange recueilli au Volta'iinelre. II est egaleraent conforme aux donnecs que la science possede, que trois spiralcs superposces d'un nombre de spires egal a celui dont re- sulle formec chacune des spirales qui entourcnt ces verges , si elles etaient parcourues par un meme couranl produiraient un triple magne- lisme , sauf la diminution, assez faible d'apres M. Jacobi, provenante du plus grand eloignement des spires exterieures. II sufiirait pour ccla, d'apres la formule ci-dessus, de mettre en rapport chacune des Irois spirales avec une pile forniee d'un nonil)re de couples proporlionnel a leur longueur developpee , ces couples ayant d'ailleurs une meme etendue , et etant toujours au nombre de 24 dans la premiere spirale. Or , le diametre des verges resultant denviron 38""", el la distance de leuis axes dans chaque systeme de 100""", on pourrait bien plus que tripler I'epaisseur de leur spirale , par la superposition de deux autres formees dun meme double fd , dont la longueur relalivemcnl a celh; de la precedente serait respectivement de l ct de \ plus grande. Par consequent les trois piles relatives aux trois spirales devraient etre res- pectivement de 24, de 28, et dc 32 couples. aGo NOTE SIR LES RAPPORTS ENTRE I.ES EFFETS DYXAMIQUES ETC. De ces doiinees out decluit aisemeiit, que inoyennant une consom- mation double de cclle reju'escntec par 68,75 X 84 :^5'7'^5,oo cenliin. cubes de gaz melange, on oblieudrait uii inagnetisme six fois plus in- tense dans les deux systemes, que celui relalifala premiere experience du tableau precedent , et par consequent un efiet dynamique 36 fois jilus grand. Get cllet serait done egal a 4245'', 12 elcves a i"" de liauleur dans i' : ou u 6,112,973 kil. elcves a la meine hauteur dans a4'', on a tres-peu-pres an travail d'nn clieval de feu; et repondrait a i6,63 metres cubes de gaz melange, qui, toute cori'ection faite relative a la tempe- rature et a la pression , se rcduisent a i5"'',35, equivalents a 8'',i() d'eau decomposee , et ;i 2cf,3'] de zinc oxide. Voyous maintenant ce qui arriverait , si on faisait varier en meme temps les dimensions des verges et de leurs spirales. Je supposerai que pour ccs devnicres , le diametre du fd conducteur augmente propor- tionnellenient avec le diametre et la longueur des verges, le nombre des tours restant le meme. Comme I'axe du fd de chaque spirale formera tonjours dans cette hypo- these avec le volume de la verge (pi'il entoure im systeme semblable , il sensuit que I'intensite electrique demeurant la meme, le magnetisme induit croitra , d'apres ce que nous avons etabli dans la precedente ?»'ote , comme la racine carree du diamelre ou des dimensions homo- logues. D'une autre part I'expression dune telle inlensite etant de di- mension I. par rapport aux quantites a, I, x ; si avec le diametre x on augmente proportionnellement a, comme la longueur / augmentera alors necessairement dans la meme proportion, I'intensite du courant aug- mentera aussi pareillement. Mais voulant que I'electricite transmise resulte proportionnelle a la section du fd conducteur, son intensite, au lieu de suivre la raison simple du diametre et des dimensions homologues , devra croitre suivant celle de leur carre : resultat cpi'on obtiendra d'apres rex|iression susdile, si z suivra la premiere de ces deuv raisons, et 7 la seconde. Dans le cas qui nous occujje le diametre des verges electromagne- tiques ne pourrait etre que double dapres leur distance: done Ic ma- gnetisme ne sera augmente que dans le rapport de 1:2', tandis que la ronsommation augmentera dans celui de i : 2*. Or, nous avons vu, que pour une pile de 24 elements de 240 cent. PAR I.E PROFESSEL'R J. D. DOTTO uGl d'etendue , celte consoinmation serait double de celle relative a I'expe- rience n." i du tableau mis a la page 258; et que le magnetisme serait par consequent double aussi dans les verges actuelles ; done pour des verges et des spirales de dimensions doubles , et moyennant une pile de 48 couples de 960 cent, carres de surface , un tel magnetisme augmenterait compai'ativement a celui de Fexperience susdite , dans le rapport 1:2*, tandis que la consommation ou la depense n'augmenterait que dans celui de i : 2^ D'apres ces donnees on aurait les resultats suivants : KiTet dynamique dans i' en kil. eleves a i"' 1 5098,76 Id. dans 24'' 21,735,014,40 Consommation dans 24'' en metres cubes de gaz melange reduits 35,2 1 5 Id. en kil. d'eau decomposee i8,gi Id. en kil. de zinc oxide ^7>79- Le travail dun cheval etant de 6,570,00 kil. eleves a i"", on voit que celui de la machine electromagnetique constituee comme nous I'avons dit , serait plus cpie triple : et le developpement de cette force n'exi- gerait qu'une plaque de platine de 4>6o8 mictres carres distribues dans une pile de 48 couples, avec une consommation de 67,79 kilogr. de zinc. I 263 SVILA EMiSSIO^E Dl IN LIQIIDO COLORWTE PER PARTE DEI MOIJJ'SCIII E SVLLA CAVSA PRODUTTRICE DELLA SIMMETRICA ED VTVIFORME SUA DISI'RIBl'ZIONE NELLA SUPERFICIE DELLK COXCIIIGLIE CONSIDER \Z10IVI DEL MARCIIESE FRANCESCO BALDASS1M COIRISPONDKNTK DELL'«i:C«Dkai« Letle nelVadunama del 13 inarzo I1M2. Ija varieta e laccordo costante dei colori rlie ornaiio la su|ierficie delle conchiglie, la regolare ed uniforine loro dislribuzioiie in tulti grindividui (Iclhi specie iiiedesinia , sono oi^getli (legiiissimi delle meililazioiii del na- liiralisla fdosofo, il quale beii compreiide die fra le opere delia natiira nulla v' ha che non meriti la nostra piii attenla considerazione. Non senibra jicro che il niodo con cui si elfellua nn tale coloramento abbia richiamala moho ralteij/ione dei Malacologisli , paghi sollaiilo di (|iiant() viciie al- fernialo da UiauMURi e dai siioi seguaci circa le parllcelle coloraiiti die si trovano fraiiimezzo alia soslanza imicoso-<-alcare che viene trasudata dai pori del coUo dellaniinale, e che si sovrappone in tutta la superficie del corpo onde foiuiarc la conchinlia. Una tale snpposizione, anzi che ilarci ragioiie della regolarita, dell'accordo, dcUa unifonnila , e dclla coslauza dei colori, non ci fornisce altra idea che (piclla ili \iiia einissione, i cui effelti non possono essere che casuali , cd il puro caso non da ragione iie aG4 SlT.r.A EMISSIONE DI UN MQUIDO COLORANTE ECC. ileUordiiie , ne della costanza dell'efielto. Se nella fonna , e nelle pro- tnheranzc si rinviene ruuiformila coslantcmente scguita in tuttc le specie, cio e dovulo al modellarsi clic fa la sostanza Irasudala sul corpo stesso deiranimale , da cui riceve la forma, e le differcnze che esso presenta. Ala pei colori noii vi e fonna sovra cui possa modcUarsi una emissione ili sostanza, c lanto mono quanto che sccondo Reaumur la materia cal- rarc una volla trasudala nulla ha piii che fare con I'animale, e rimane un corpo puramente inorganico. Ad una emissione adunque di materia roloranle col mezzo di organi a cib destinati conviene far ricorso onde spiegarc il fcnomcno. Ma per cio fare conviene del pari ammettere la iialura organica duUa ronchiglia, la diretia sua comunicazione con Tani- male di cui e parte, come IIerissant , Ki-ein, Marsigli e Poli hanno gia affcrmato. Altrimenti come concepire una emissione di colori dal roqio del Molhisco scnza ammettere una comunicazione direlta fra I'ani- male e la sua conchiglia, come altrovc ho cercato di dimostrare? Come ammettere ima emissione di materia colorante alia rinfusa con la ma- teria calcare, e ad un tempo spiegare come awenga che I'animale per riparare un'offesa fatta alia conchiglia cmetta bensl nuova materia cal- care , ma pei'6 priva del lutto dei colori del rimanente , ed anzi per- fettamente bianca? Sc i colori fossero disseminati nella sostanza calcare, perche le emissioni successive ne sarebbero mancanti? Che esistano nei Moiluschi serbatoi di materie coloranti ; che concorrano a tale uflicio organi a cio destinati e distinti dagli organi secretori della materia cal- care, e fuori d'ogni dubbio. Che la conchiglia sia di natura organica, e parte dell'organizzazione dell'animale , cjuesto e cio che sembra dimo- strato , e che il modo stesso con cui puo presumersi che si effettui il coloraraento dclla conchiglia sembrerebbe maggiormentc confermare. Ed infatti molti Gasteropodi si contraggono con molta facilila , e nel con- trarsi trasudano e separano un umore mucoso e licpiidi particolari , per cui divengono colorati, come osserva Mii.ne Edwards (i). Alcuni fra i Cefalopodi, come a cagione d'esempio le seppie, hanno macchie brune che omano la loro pelle , le quali appaiono e scompaiono altemativa- mente a volonta dell'animale. Cio sembrerebbe provare che I'emissione (t) Cahiei) d'fllst JVnl (Jualriinio , psR. 73. rOSSIDERAZIONI DEI. MARCIIESE FRANCESCO BALUASSnci jfjj'i avvicnc per mezzo ili oigaiii a cio proprii, e die percio la distribuzioiic Ji tal fluiJo c I'dlctto clic iie risulta, non al caso, ma bensi a quci^li orgaiii slessi (iebbnusi alU'ibuire. Ld in pari moJo polru provarsi altresi che 1 e- luissione iiidioala si lit non solaniente dai pori del coUo , ina da tulta la supeificie del corpo, sparsa di pori escretori, e che la regolm-e distribu- zione della materia calcare e della nialcria colorante si opera , non per una diilusione alia rinfusa del liquido dall'apertura in lutto il corpo, e percio con una sovrapposizione di parti , ma bensl per una interna emanazioue locale dai pori die vi rispondono. E questa comunicazionc immediala fra laniiiiale e la sua concliiglia rinviene la sua spiega- zione ael niodo slcsso con cui Carus (i) da ragione della rcgolare costanza del colori alia superficie di quella. Dice il citato autore cbe i discgni che si osservano nella superficie della concliiglia dci Gasteropodi si spiegano mediante I'accrescimento di quesla ultima , la quale va di pari passo con quello della superficie cutanea sottoposla, la cui organiz- zazioiie secretoria non e la stessa su tutti i punti della sua estensione. Se raccrescimcnto adunque della concliiglia sta in relazione direlta e. siegue randamento della superficie cutanea del MoUusco , e se il suo coloramento regolare sta iii rapporto con la posizione dcgli organi se- cretori, si dovri ammettere del pari la natura organica della conchigHa, e I'organica formazione de' suoi colori. Ne si potra a meno di aggiun- gere che se I'accresciraento della concliiglia siegue lo sviluppo stesso deH'animalc col quale crescc ad un tempo, riinarra priva di fondamento Topinione di Beaumur , il quale -vTiole che I'accrescunento dell'uno pre- ccda sempi-e quello dcU allra ; c se la varieta coslante e regolare nella dislribuzionc dei colori sta in rapporto peifetlo con qucUa degli organi secretori nella superficie cutanea, cio sara una dimostrazione che per una emissione di sostanza e per interna dilatazione , e non per una sovrapposizione di parti , avviene la formazione ed il coloraiiicnto della conchiglia. Ne , cio posto , la solidila dell' inviluppo concliiglifero potra fare ostacolo all' azlone degli organi coloranti ; meiitre la luollczza pri- mordiale dell' inviluppo ne agevola la compenetrazionc c I'assorbimento, e quindi il successive e gi-aduato induramento , contetnporaneo sempre (1) C\iiu,s , Trait, clem. d'Anat. cuiii|iarec , t. i pag. 131. Serie II. Tom. V. kk a66 SULLA EMISSIOKE DI I'N I.IQUIDO COI.ORAKTE ECC. alio sviluppo niaggiore delle forze vitali ilellanimalc , ne rende poi co- slaulc la distribuzione , c la vivacila. E cio in parlc si accorda con quanto avcva gia detto il Villis (i) , il cjuale dando xnia csalta descri- zione anatomica dell'Oslrica aiTcnnochc: testae in Ostreis ab ovo con- uatac , et primo moUes, prout mole accrescunt , sensim mdiiidulitr. Se il tluido coloranlc emana da orgnni intcrni e i)ro])rii , cd imprime niac- oliie fugaci sopra il sacco muscoloso della seppia perche forse ivi non puo fissarsi durcvolmente , o per volonla deiranimale , quel fluido slesso Irasfuso da organi somiglianli imprime colori stabili sull' iiivilup|>o cou- chiglitero una volla clie ivi sia giinilo a fissarsi, jierclic forse il carbo- nate ed il fosfato di calce componenli in parte la conchiglia ne favo- riscono la combinazione , e rendono pcrmanente la colorazione. In fatto a niisin-a die si solidifica rinvilup|-o, piu vivaci si rendono i colori chc sono proprii della specie. Se Ic conchiglie nclla prima eta sono in ge- nerale biancastre e pallide, e solo in progresso si colorano . con inten- sita, cio avvicne perche I'azione della luce ha una gran parte neU'ec- citare lo sviluppo e la vivezza dei colori , osservandosi gia che sono tanto piu intensi e vivaci anche in allri animali , quanto piu calde sono le regioni da essi abitate. L'organo adunque che separa la materia cal- care e mucosa c ben diverse da quello che separa il fluido coloi-anlc, altrimenli I'apparizione della materia anzidetta e dei colori essere do- vrebbe contemporanea e irregolare. Posta adunque lale separazione di organi, questi per la costante loro situazione daramio ragione al- tresi della costante uniformita del coloramenlo nelle conchiglie. jNe di minor valore sara il consiilerare che il giado del maggiore o minore coloranienlo in cui si rinvienc una conchiglia separata dal sue ani- male puo decidere della maggiore o minore antichita della morte dell'a- nimale medesimo. Mentre al dire di Bi.ainvii.le quanto piu anticanienle e avvenuta , piu i suoi colori Icndono a scomparirc o ad illanguidirc , e per cio piu una conchiglia c scolorita, piu si sui)pone anlica la mortc dcllanimale. Questo stretlo rapporto che hanno i colori con la vila dell'animale nell'atto che la soslanza calcarc sino ad un cerlo |mnto ••onserva la sua esistenza , a meno che 1' influenza degli agenti fisici (I) >Oili Relazioiie dei rllru\ameiilo dclle uo\a ili Cliinccinlc ili A ¥. .M. in uni Irttrra 3) »ig. Marccllo Malpiglii. Bologna 1683. pag. 34. <:ON"SIDERAZIOM DFT, MAIICHESE FRANCESCO BAI-DASSIKI 2G7 e clii.nici non ne ahbia promossa ia deromposizione, dimoslra a inio |ianM-e, die il fluiclo coloraiitc fjoile di una azione speciale dcgli orgatit vilali durante la vila dcU'aiiiinale , per cui veneiido questa a cessare , i colori lendono ad dlaiiguidire , cessando per essi la forza e raiimenlo clie possoiio conservarli. Ma la quislione del modo con cui avviene il co- loramento dellc coiicliiglie e lalmenlc conncssa con quclla della loro fonnazione , che dall'avcrc bene determinata ([uesta, rciidcsi ai^i-vole la soluzione dell'allra. Pcrcio dimoslrata la iiatura orgaiiica dcl!"in\ilup|jo, 11011 put) non rimanere manifesto i-Iie un'azione orgiinica e miclla pur anco , la quale deve produrre il suo coloramcnlo. Ammellasi pure die r involucro testaceo sia una secrezione della pelle , e percio un' im- mediata sua dipendenza. Cio non provera la sua natura iiiorganica. Mentre se il suo coloramento sla in uno slrello rapporlo con lo stato pa- tologico deir animale e siegue le vicende della vita di esso, cio prova che per mezzo di una circolazione esistono rapporli vitali fra I' animale e il suo involucro, da doversi considerare quale prodolto e parte del suo organismo. E siccome si osservano nei MoUuschi conchiglifcri secrczioni jmramente calcari senza ombra dei colori del rimanente della conchiglia lal quale fu alia prima fonnata, potra dedursi con ogni probabilila, die esislaiio organi coloranli dislinti da quelli ddia materia calcare. Ve- diamo infatti die le riparazioni , che opera Tanimale quando per un qualche accidente siasi bucata la sua conchiglia, sono di natura calcare, ma perfi^tameiite bianca e percio dissimile dal rimanente, jiero solo uel colore , osservando altiesi die la riparazione si elFeltua nella super- ficie interna. Questi latti neU'atto che mostrano la fonnazione della con- chiglia av venire per interna dilatazione, e nou per una sovrapposizione di parti , mostra altresi die il inantello, il cpiale spesso la ricuopre, o almeno in gran parte, non e il solo die fornisca la secrezione, e specialmente che da esso non deriva qudla emissione di parti co- loranti , e molto meno la simmetrica e costante loro distribuzionc. Pure il sig. Deshayes (i), seguendo I'opinione di Real'mir ualla piu parte degli scrittori abbracciata, con altri argonienti cerca di convali- dare la qualita inorganica della conchiglia. lo non ])iglier6 qui a con- futare le idee , con le quali il chiaro autore , per combalterc la teoria (I) Traite eleni, ilcs Concli. lulroductioD pag. il. a68 SULLA EMISSIONE DI L'N LIQUIDO COLOHANTE EOC. ilell'unita di composizione afiermala e con calorc sostemita dal signor Gkoffroy St. Hilaire , si sfoi-za di provare chc le ossa dei verlcbrati uulla hanno di comune con 1' inviluppo tcstacco dei Molluschi , seb- bene il fosfato di calce entri come uno dei componcnli s\ iielle line che nellaltro ; bensi diro il mio jmrerc circa la poca costanza , che egli crede di i-avvisare nei pezzi lestacei che riciiopror.o i MolKischi , e in conscgiicnza circa la poca iinportanza che loro attribuisce nel ri- guardo della organ izzazione di questi aniinali. L'imporlanza di una cosa si deduce dall' uso a cui e dcstinata. Se la conchiglia rudi- mcntalc della Testacclla e della Parrmicella e deslinala a difendere gli orgaiii della respirazione ; se la conchiglia che ricnopre per intero il corpo dcgli altri Molluschi e destinala a proteggerlo nella sua lo- talila dall'urto dei corpi stranieri , cib dimoslra 1' imporlanza dell' uso cui sono destiiiatc le j^arli teslacec , c percio la loro iinportanza nel piano della organizzazione. Questa infatti varia a scconda- che I'ani- male e destinalo o no ad essere ricoperto da una conchiglia. I Mol- luschi nudi , come le Ascidie , le Bifore , ed altri, sono forniti di un involucro muscolare , ma abbastanza grosso e resistente. I Molluschi a conchigha hanno il loro cos\ detto mantello, che li ricnopre, assai sot- tile , perche 1' inviluppo lestaceo e qucllo che lo deve proteggere dal- l'urto de'corpi stranieri. Non e adunque la conchiglia un oggetto di poca o niuna importanza, dappoichc I'organizzazioiic slessa dcHaniinale e in certa guisa modellata sulla presenza , o suU'assenza di un involucro te- staceo. Infatti la cura che si prende di tosto ripararlo allorche per qual- sivoglia accidente viene ad essere rotlo, mi sembra provare all'evidenza la sua imporlanza come incrente al piano generale della sua organizza- zione , e la costanza altresi delle sue parti. Lo stesso sig. Deshaies uni- formandosi al sig. De Blainvii.le dice che dal luogo che occupano questi pezzi testacei sia nell'interno, sia ncH'esterno, si vede che sono destinati a proteggere una seric di organi , come qiielli della respirazione e della circolazione ; anzi afierma che ne sono in certa guisa luia dipcndenza. Ma se tale e I'uso cui sono destinati , e se ne sono anche una dipcndenza, converra dire che non indilFerente ma importante sia ruffioio che prestano, e che inoltre organica sia la loro natura come voleva Herissakt. La ma- niera stessa con la quale avviene la riparazione potrcbbc palesare un fatto contro la teoria di Reaumur. Dice questi che quando il Mollusco e cresciuto oltre alia capacita della conchiglia preme le glandule del collo conli-o i CONSIDERAZIONI DEL MARCnESE mANCESCO BALDASSIM jGcf iiiargini deU'apcrtura , ed eccita in tal modo uno Sgorgo di materia cal- care , la quale dcpositandosi sul margine deH'ullima circonvoluzione forma in tal modo un nuovo giro alia sua conchiglia, jicl quale viene a rimanere co])erlo inlcrampnle il suo cori o. Ma quando si Iratla di ripararc, a cagionc d'csempio, un j)crlugio futtosi nel lato Oj)j)osto del- Tapcrtura o ncl bel mezzo del suo corpo, noi vcdiamo loslo seguire hensi la riparazione , non pcro si \ede come possa esscrsi operata se- rondo r idea di Reaumur. La parte anleriore del corpo del Mollusco e interamente al coperto, ne in tal caso si concepisce come awenga la pressione dei pori del collo contro i margini deU'aperlura ; e volendosi anche suj>porre , non si osserva traccia alcuiia del jiassaggio allesterno della materia calcai'e dallapertura slessa sino al luogo ncl quale ha do- vuto depositarsi. Si osserva bensi la riparazione avvenire nella snperGcie interna in qnclla guisa die vi si osscrvano prolvdjeranze, ed altre de- viazioni , allorclie forse lo stato patologico dell' animale lo lia eccitato a produrle. E qui cade molto in acconcio di far parola delle belle osservazioni del sig. Prevost (i), le cpiali confcrinauo la sentenza da me abbracciata. Avendo questi sotloposto ad esame le uova dei Mol- luschi , cd in particolarc quelle dell' Unio Pictorum , ha riconosciuto che alcuni giorni dopo di essere state deposte si cominciano a vedere i primi cangiamenti in esse operali dalia fecondazione ; il giallo aumenta di volume e diviene piu fiuido ; alia sua superficie si manifesta un iratto in linea retta pii\ bruno del rimanente; pii\ tardi si osservano svolgersi ai lati del tratto due curve simmelriche. Queste curve laterali si esten- doiio , ed allorche le superficie che circoscrivoiio hanno acquistato una qualche opacita si riconosce in esse il lembo delle valve della conchiglia, e la linea media, die compare per la prima, corrisponde alia cerniera. Questa ultima parte acquista rapidamente molta consistenza ; e se si esamina il feto di profilo la si trova piana, o al piii leggieraiente con- cava , di molto convessa che era in suUe prime. Lo spazio situato im- mediatamente al dissolto della cerniera e molto trasparente : esso e circondato da una striscia piu oscura sotto fonna di mezza hina. Se si colloca la giovane Unio in modo che si presenti interamente aperta sul il) Annates des Sciences Katurelles , I. 'i. pag. 447 a-o Stl.r.A EMISSIONE Dl UN MQL'IDO COI-ORANTE EC.r. |jorla-oggetlo , si vedc die questa striscia e composla di due lamiue siinili, ciasouna dellc quali corrispoiide ad una valva , al dissotto della quale essa si e sviluppata. Beiiche raccliiusi ancora neiriiivilu|)j)o esteruo dell'uovo , nondimeno i piccoli MoUusclii eseguiscono moviinenti spessi e rapidi. Questi movimenli hanno anclic una cslensione maggiore; e cio avviene pcrclic non esisteiido per anrhe la sutura media dcU'addome , lo scoslameulo dellc valve della eoiieliiglia non iiiconlra alcuiia opposi- xioue. Ne da (ale senlenza si alloutana gran fatto Isidore Bourdon (i) quaiito aH'origiue ed alia fonnazione della conchiglia. Tutti i MoUuselii Aeefali, esse diee , de' quali fanno parte le specie diverse di Oslriche , fanno jiieeoli vivenli; non sono gia uova , ma sono piccoli animali forniti di conchiglia , clie sorlono dal loro corpo. Traltando ((uintli della fonnazione delle Oslriche propriamenle delle riferisce le osserva- y.ioni di un dolto naturalista, il quale dice die le uova sono espulse sotto la forma di un fluido bianco simialiante ad una goccia- di sevo; ed appunto nel bel mezzo di questo fluido si osscrva col soccorso del micro- scopic una (piantila innumerevole di piccole Oslriche. Questa malei'ia , uella quale nuotano , serve senza dubhio alcuuo ad alLaccarle ai corpi sollo-marini, e piu sovente agl'individui della loro specie medesima. AUora le giovjmi Ostriche sviluppandosi sofibcano, per cosi esprimerei, le an- tiehe , poiehe impediscono che l' accpia giunga insino ad esse , ed ollu- rano ad un tempo Taperlura delle loro conchiglie. In tal modo formansi quei banchi enormi di Ostriche che si mostrano lungo le nostre coste , e che, malgi-ado I'immensa consumazione che se ne fa, sembrano non do- versi mai esaurire. Lo stesso avviene per molte specie di bivalvi, nelle cui branchie si rinvengono piccoli MoUuschi viventi e forniti delle ri- spettive loro conchiglie. Se percio rimane manifesto che la conchiglia si foi*ma nell'uovo insieme al IMollusco, il quale viene alia luce gia in essa ronlenuto, come aveva osservato Marsigi.i, rettamente avviso il gia citato sig. Bourdon (3) alTermando che i Molluschi formano la loro conchiglia, come i Polipi il loro polipaio , le Teredini il loro fodero, i Granchi il loro guscio, gli Uecelli le loro piume, i Pesci le loro squame, gl' In- setti i loro elilri , i Quadrupedi i loro peli e le loro difese , e 1' Uomo (I) PriDcipes de Physiologic comparee , pag. 91. (S^ Op. citata , pog. 8. CONSIDERAZIONI DEL MARCHESE FRANCESCO RAI-DASSIM 2-1 i suoi capegli, le sue unghie e la sua epidermide. L' importanza adunque deir inviluppo resla dimoslrala dall'uso cui e deslinalo, la sua coslanza dalla cura che si prende raiiimalc in ripararlo, e la sua riatura orga- nica dal modo con cui si produce e dallo slrelto e coiilinualo lajtpoi'lo con gli organi che csso conliene, e resla pur anche provalo che il colora- nicnto, 0 scoloraincnlo dell" inviluppo testaceo si opera non a caso o per una azionc spcciale della luce die si e supposta capace non solo di renderc piii intensi i colori , ma nnche di produrli, ma per una emissione da organi a cit) destinali, come gii si e dello avvenire per la formaziotie stessa della con- rhiglia, prodolln da un'emissione interna di una sostanza che ne opera la dila- tazionc, nascendo il MoUusco con la concliiglia rudimentale bens\, ma com- ])iutamente fonuala, e non per Timmaginata sovrapposizione4 In quella guisa pero, che, come si e vislo, vi sono deposit! di materic calcari, vi sono pur anche serbatoi di fluidi coloranli, e molti MoUusclii ne sono forniti, come le Aplisie, lePorporc, i Murici, e le Sc])pie. Per riguardo alle Aplisie due sono gli oggetti mci'itevoli di attenzione. II primo, e che forma uno de' suoi caratteri , si e un' appendice carnosa, o co- razza simile a quella dei Limaci , libera nel suo raargine dritlo , clic ricuoprc un largo sacco branchiale , e che conliene nel suo interno un rudimeato testaceo. Questa appendice e attaccala j el suo lato sinistro, ed e mobile a guisa di un coperchio a cerniera ; il suo margine libero e flcssibile in modo da poter formare inia specie di ranalelto alio a condurre I'acqua alle branchie. II secondo si e I'emissione che si opera di un tluido mollo abbondanle di un colore rosso-porpora assai vixo. ) cipali che si osser-?ano nclle specie dc' nostri niari sono il giallo , il « rosso, il bruno , il bleu, cd il bleu-cielo, i qxiali dividonsi in laiili » ordini quanli sono i colori. II numero degli ordini che si rinvengono » in ciascuna specie e vario ; in alcune si Irovano tuUi , in altre se ne » vedc un nunicro minore , ma giammai nieno di due. La sede di quesli » follicoli o globclti colorati c ncl derma dell'aniinale , e specialnienle » nel corpo mucoso : essi sono in seguito ricoperli daU'epidermide che » e Icvigata, e Irasparcnte; non hanno rapporto alcuno visibilc con » alcun sislema vascolare , ne con le parti del corpo che .sono situate n al dissotto ; hanno solamente alcuni soltilissimi filamenti nervosi ap- )) pena visibili col soccorso del microscopio ». Lo slesso autore che ])er priino ha fatto conoscere queste macchie, le ha considerate come un sisiema di organi che qualifica col nome di organi cromofoii, o co- loriferi. II colore di cui sono dotati non e prodolto da liquido alcuno che vi circoli, o che vi si trovi racchiuso in inia cavita propria : esse e inerente al loro tessulo. E aduncpie dimostrata per le osscrva- zioni riferite I'esistenza di organi coloriferi nella superGcie dell' inviluppo dei MoUuschi. Che poi questi organi debbano avere un qualche rapporto col resto dell' economia animale conlro il parere dell' autore, lo rendc assai probabile I'esistenza di quei sottilissimi (ilamenti nei'vosi da esse rinvenuti , i quali per se soli sono suflicienti a mantenere una decisa comunicazione , non senza osservare che quegli organi coloriferi che ha cosi bene detenninati , dcbbono avere un rapporto intimo con le altre parti dell'organizzazione , e partccipare alia vita dell' animale , anziche essernc indipendenti, ed avere un'azione loro propria, isolatamente dalle altre parti , cosa che non sarebbe facile a concepirsi. E quanlo alia proprietii delle Aplisie e di allri MoUuschi di conlenei-e un fluido di un colore di porpora lo hanno gia dimostiato le belle osservazioni (1) Annalcs do ScicDccs Nat. Mars 1829. paf. 308. COKSIDERAZIONI DEI, MARCUESE FRANCESCO BALDASSrKI 2'-3 del Bi/iio (i) sill Murex brandaris, e triuicidus , non che saWActinin purpurifera. Lc quali sc jirovano I'esistcnza di fluidi coloranli iici >Iol- lusclii , r«;inissionc volontaria ciie ne fa raiiimalc dimoslra altrcsi die (juegli oif^aiii pai-tecipano aU'azionc aiiatoiiiica e fisiologica ileiraiiiinale jnedcsimo in fap]!orlo al piano gcnerale della sua organizzazione. Tiitlo cio a mio parcrc sarebbc suflicientc a dimostrare che la colonizioiic delle conchiglic anziche csscre rcirelto di una sovrapposizionc di parti , iielle fjuali si ti-oviuo confuse soslanzc coloranli, e airoj)poslo I'dletlo di organi coloriferi sparsi nell'ordinc proprio dcila specie su lutta la superficie del corpo, o dalla cui emissionc iiasce poi quella regolarita nella loro distribuzione. Sia pur vero , come dice il sig. Sangiovanki, rhe (piesli globuli coloriferi non siano prodolti da un licpiido circolante. Ammette pero che esistano nel derma dell'aniinale , e specialinente nel corpo mucoso , e li considera come un sistema di organi speciali, la cui azioue forse sara ancora ignota. Sara pero suflicientc , per ora almcno , di conoscere I'esistenza di organi di talc natura per potersi con ogni fondamento ]jresumere la probabile loro influenza nelia colorazione tlel corpo dei ISlolluschi iiudi , ed anche dell' inviluppo teslacco che ha cosi Strctto rapporto con I'anirnale , del cpiale fa parte. E questo sistema di organi speciali coloriferi rende ragione molto piil plausibile della coslante e simmetrica distribuzione dei colori nelle conchiglie , di quello che una casuale difl'usione dalle glandule del collo deiranimale che si e fiiio ad ora supposta. Ed in fatli ponendo mente a (pianto afferma Carus (a), trattando dell'organo cutaneo degli animali diversi , ed in parlicolare dei Molluschi , si comprende che organi speciali concorrono alia colora- zione della superficie del corpo sia cpiando essa e alio stato di un invi- luppo puramcnle mucoso come negli Ozoari , ed in una parte dei Mol- luschi nci (piali la pelle allro non e che una niembrana mucosa , la otrcbb(^ soinigliai-si ai cotiledoni sparsi sul corion del Rumiiianli. Da qucsti puiili deriva principalmeute il gioco particolare dei colori die prcscnta la su- perficie del corpo dei Cefalopodi vivcnti. Questo e pui-e cio die osservo Sangiovanni, e die esso descrive couie un sislcnia di organi pavticolari die esso cliiaiua cromofori. ]\Ia quesli organi, i quail icngono racdiiusa in altrcttante cavita una sostanza colorante, se rende ragione della com- parsa dello luaocliie in suUa pelle dclle Scppie , non dara ragione suffi- ciciite della loro scomparsa come Milne Edwauds riferiscc avvcnire per volonla deiraniniale, senza aver ricorso ad un fluido circolante. Comuiique pero sia , e sufliciente chc sia dimostrata la esistenza di organi diretti ad essere il scrhaloio di una materia colorante, perche per essi soltanto, e non per una casualc emissione di jiarticelle abbia origine la distribu- zione dei colori. jVllorche pero si forma il cosi detto dermato-schelelio cartilagiiico o calcare, soggiunge Carus , trovasi sempre alia superflcie esteriore una sottile epidermide coniea, d'onde soventc partono alcuni prolunganienti particolari die sono i |)rimi indizi della formazione dei peli. E siccome abbianio osservalo che la superflcie del corpo dei Mol- luschi e tulta ricoperta di papille che separano una inalcria mucosa o albuminosa, cos'i si osserva del pari, che una tale secrezione si conserva anche attraverso 1' inviluppo reso pin solido dalla sostanza mucoso-cal- care , che si e coagulata. Al dissotto di questa epidermide esiste uno strato comparabile alia rete mucosa degli animali superior! che e la sede del pigmento, e che per conseguenza determina il colore. Sotto questa retc vanno a depositarsi gli strati del dermato-sc/ieletro , coniposti essi stessi di lainine cornee e calcari alternant! fra loro , e dei qiiali i piii esteriori sono ancora inzuppati dei colori della rele , iiell' alio chc i piu interni rimangono bianchi. Ma lutto cib che fu annunziato c da Sangiovanni e da Carus , era gia stato osservato dal nostro Poi.i , <■ |)uo dirsi non essere che una riproduzione di tpianto aveva an- nunziato nella sua grand' opera Teslacea utriusque Siciliae. ^ ide esso infatto che la colorazione ddle conchiglie era dovula air(i];era di un r.ONSlDERAZIOKI DEI. MAHCHF.Sn FRANCESCO DAI.DASSIM u-5 inez/.o puraincntc organico , e clie fra gli strati, diversi incnibraiiosi , tlei (juali soiio formate le coiichiglic , la iiicinbrana relilbnne al pari (Iclla ret«: ^lalpiyliiana era quella in ciii tlepoiiendosi il pigiiieiito co- loraiile , ossia quella materia pai-ticolarc, alia quale la pellc cleve il suo eolorauicnto, e che ha la sua sede principale iiel corpo niucoso , era la cagiouc come del coloramciilo della cute iiegli aiiimali supe- riori , cosi pure di quella dei INlolluschi. Le condiiglie pcrlanto , le cui parlicelle terree contenute nella membrana indicala sono moUo pel- lucide , si appvopriano esattamenle i colori della rete animale die esiste nelle siugnle lamine testacee delle quali osservo il Poli essei'e ibrmala la concliiglia. E che la colorazioiie sia I'eiretto di organi ap- positi e non del caso , parmi potersi dcdurre aucora dalla inleiisita le viccnde patologiche' dell' animale. Le quali osscrvazioni provano, a mio avviso, che se la luce puo aver parte iielTaccrcscere rintensita ilei colori, non puo esserne poi la causa produtlricc, come Carus (i) sembra credere in riguardo ad alcuni aiiimali arlicolati : a meno di supporre che* razionc direlta dclla luce possa promuo%ere uno sviluppo ed una secrezione niaggiore di materia mucosa, e pcrcio di parli coloranti con- tenute nei cosl detti organi cromofori, da accrescere l' intensiu'i dei co- lori nelle conchiglie. E che I'eta del MoUusco , e non I'azione per se stessa della luce, sia la causa della vivezza dei colori puo dedursi dall'osser- vare che un individuo giovane di una specie conserva i suoi colori languidi al confronto di allro giunto al suo sviluppo eompleto, comunque ambeduc siano stall esjiosti ad una pari azione diretta della luce. Nel- I'osservare aiizi, che i corpi organizzali, siano animali, siano vegetabili, si ornano dei piii vivi colori auche nella maggiore profondila dei mari , si rinviene un mezzo uUeriore per convincersi die pub avvenire la loro colorazioue senza il concor.so della luce, o almeno della sua azione viva e diretta. Nel tratto di marc presso le isole Canaric Humiioldt e BoMPLAND ritrasscro la Caulerpa viiifolia ornata del color verde piii bdlo. A cinquccento piedi circa ncUa rada della tciTa di Lewin , Malge e Peron estrassero Retepore, Sertularie , Isidi, Gorgonic, Spugne, ed Al- cioni che vivameute fosforeggiavano. A seiceiito piedi circa, Bory de (t) Op. cil. I. i. pag. 1J7. nola 1. ayO SLLLA EMISSIONE DI UX LIQUIDO <:OI.ORA^•TE IXC. S. \ iNCENT (i), fra le isole di Frauciii e di Mascarcgna, j-.ote ollcnere mi ccspuglio ivi railicato del Sai'gassum turbiriatum simile jierfellauicnle a qiiclli die raccolgonsi sul liilo. Finalnicnlc a (piasi inillecciUo [licdi di profondila , a 79 gradi di lalitudinc Nord , cd a 80 migUa dalle s|>iagge dclla Groenlandia, fu divcllo quel Polipo siraordinai-io figurato da Ellis , e divenuto la Pennatula encrinus di Linneo , animale liirigo sei picdi , Onibella vivente, formala da Idrc che brillaTaiio della piu bella liiita gialla. Tali sono le osseiTariorii riferite da Bort de S. Vikcert, le quali sono una prova che un essere organizzalo , animale o pianla che sia , puo ornarsi de' colori j)iu belli scnza che vi abbia parte la luce , a mono di supporre , esso dice , che i raggi della luce glungano a penelrare sino nellabisso. Ma se cib escluderebbe la luce daU'avervi inia parte diretta, le osservazioni da esso fatte mostrerebbero che la vivacita dci colori , che ornano ccrti corpi organizzali [losli in quelle profondila, scomparisce , o almeno illanguidisce, a misura che i corpi stessi avvicinansi alia superficie. Presso alia superficie delle acqne bril- lano , dice esso , con lulla la vivacita dei colori dell' Iride i tentoni di quelle Actinie che il loro bel cangiante fece denominare Ajiemoni di muj-e , ecc. ; il carminio delicato , il bleu vi ornano le Meduse , le appendici delle Porpiti , delle Talie, dei Glauci, menlre i Beroe, e le Anfinome vi agilano i cirri scintillanti. Al dissotto di questo strato quasi superficiale sw cui agisce decomponerdosi ogni sorla di raggio luminoso, si vedono molti Idrofili, nei quali il rosso insieme al color porpora passano per tutte le gradazioni come il corallo sanguigiio che incomincia con fjuesto strato. II verde delicato che adorna le f/A-e e le Conferve esiste indifierentemente in ambi gli sti'ati ed e coslante sino alia grande profondila di 200 piedi. II bmno giallastro che si osserva anche piu supcrficialmente nelle specie del genere Lichina umettata dalla sola spuma delle ondc durante I'alla inarea , fu rinvenuto in un altro Idrofito che crcsce circa a 600 piedi di profondit^. II giallo puro che non si Irova nelle regioni sujicriorl, lion si osserva che assai piu inferiormenle , ove colora a 236 braccia rpii'tla Pennatula Encrinus die e divenuta VUmbellularia Groenlandica di Lamarck. (1) Diclionn. Class. d'Uisl. ^'al. (. 10. |). 409. COKSIDcnAZlONl DF.I. MARCUESE FRAKLESCO DALDASSIM 3"; A confermarc inagg'iormcnle il sin qui detlo oi-giungero qnaiilo rifeiisce il sig. Jacquemin (i) iiclle sue Ricerchc sullo svilupj)0 dcgli csseri orgauiz/.ali. 11a csso osscnalo le trasi'orinazioiii successive clir si oj">crniio iicl vUellus, il quale Irovasi in un movimento contiiiuo di rotazionc sopra se stesso, ed in guisa da iTiidere ognora piu visibitt- la fonna del giovar.c aniiiiale. Avendo seguito gioriialmentc il lento jic- riodo dello sviluppo neU'enibrionc dcUa Planorhis coniea ha osservato rhe dieci giorni dopo la deposizione dcH'uovo incominciano n manife- starsi le jirime tracce di luia concliiglia clic invilupj)a\a inleraicentc ranimalc solto la foriTia di una pellicola Irasparenlc e mcmbranosa. Ma quando Taniinale ha lascialo I'uovo, Ic niolerolc successive, chc debbono rendcrla piu solida , perdono la loro liasparenza e divengono opache , e percio non e pifi dato di distinguere gli organi ceulVBli dell'animale . che prima vedcvansi agevolinente. Dal colore bruno-cupo che acquisla la eonchiglia ripele csso la cagione di quesia opacila. Avveiieudo adunque la colorazionc nel tempo in cui I'animale trovasi ancora alio slato di embrione, • re fatli risullano in confci'ma di cpianto si e fine ad ora acccnnato, e sono chc fino daU'origine la concliiglia inviluppa interamcnle I'animale; chc il suo ingrandimenlo non si opera per una meccanica sovrapposizione ; che final- mente la colorazione e puramente una emissione organica , e non un inor- ganico e casuale trasudamento. E quanto ai primi due oggelti le osservazioni recenti del sig. Van Beneden (2) coneorrono a confermarli. EgU e vero che questi afferma che in tale epoca la conchiglia ha la forma di quella dellargonauta. ftia siccome I'animale nello stato di embinone non ha per anche tutti i suoi organi sviluppati ed e agitato da un movimento con- linuo di rotazione sopra se slesso , percio non e iiiverisimile che queslo movimento influisca poi sulla forma dell'animale, e quindi su quella della conchiglia , che trovasi allora in uno stato di moUezza. Infalli , (ouiunque ne dissenta Jacquemin, 1' illustre Cards opiua che le circonvolu- zioni della conchiglia siano le tracce dei movimenti di rotazione deU'em- brione, che si sono poi solidificate (3). E quanto al coloramento , (I) JvcQUEMiN. Mem. conleDant I'Hist. du d«\<>loppemeDl du Plonorbit cortita. (S) Itistitul. 1841 , n." 378. (3) .Mrrila moHa cousideraiione una !;pecie di Elice per la quale il aignor Gbat ha isli- luito UD auo>o gencre sotto il nomc di Slreploxis, rimarcbevolc per una aorta di diilorsioac 2-8 SL'I.r.A EMISSIOKE DI UN r.IQriDO COLOTANTE ECC. rosscrva/ionc sucimnriata non c che la coiifcrnia di qiianto a\e\a airer- mato Klein , U cjualc parai^ona un talc fenomeno a qucllo che si opera pel coloranienlo tlelle farfalle e dei bruclii. Vuole quiiidi che dalTuovo stesso si svihippino i colori specificainentc proprii alia ualura ileirani- male , e che per mezzo di soltilissiine fd^rc s' iutroducano nella conclii- glia f il cui coloramenlo si operi dalla ualura in quella guisa slessa con cui coloransi negli altri corpi \i\ culc, i peli , le piumc e'e a raio av\iso potreUie consideraisi couie una ano- malia cio che c particolare nun ad nna specie, ma bensi alia riunione di moltc sperie , cumv annunzia Gray. E noo potrebbc all'opposto essere una conseguenza di alcuno fra quui movi- mcnli \olontarii , dai quali , secoudo Carus , e agitato Tanimale, c che cssendo particolare « qxicsle Elici le faccia doviarc dalla forma ordinaria , allorche trovansi nello stalo di mol- Iczza? ?ic puo supporsi una tale dcviazione della concTiiL-lia un efletto dclla conformazione or{^a- nica del corpo. del Mollusco, mcnlrc il sig. SorLKYET, il quale lia avuto a(^i.o di ossenare e di di- sc^nare I'animalc di una nunva specie del t;oncre Streptoxh sunnomiuato , non vi ba potuto scuoprirc , almeno nei caratleri esleriori, alcuna differenza o alterazione , a se^no che non Iro- vcrchhc f^iusliCcata la creazionc di un nuo\o gcncrc per qocsta riunione di Elici. Comun- qae sia pero di un talc sentirc , mi scmbra che qucsto fatto escluda la emissione pura- menle casuale dclla materia calcare dalle glandule del collo, e che invcce I'azione volonlaria Aoltanto delPanimale produca quella deviaziooe dclla conchiglia dal tipo coBiune , nulla pre- scnlando la sua orj^anizzazione che giustlficbi P accennata alterazione , e nioUo meno 1' iD- dizio di una sovrapposizionc di parti. Quindi polrebliesi con maggiore probabilita renderc con- fcrraala la natnra organica della conchiglia , non che lo stretto rapporlo semprc piu evidente di questa con Tunimale. Si cunsulti sn tale proposJlo la Revuv Zoolofjujuc par la Socit-tt: Cuvie- titfine^ n." i. I8il. pag. 9B. CONSlDEHAZIONI DHL MAHCHESE inANCbSCO BALDASSIKI 279 BE S. Vincent allu materia verde di Priestley. Ma i-eccnti osservazioiii del sig. Valenciennes (i) hanno luoslralo 1' iiisussislt'iiKu di quesla c di allre spiegazioni che sonosi date sin tpii, c lungi clie un tale colo- raincnto derivi da una materia iiitrodottasi dal di fuori nella coii- «;liiglia dell' Ostrica , si e all' opposto coiivitito a])partenere ad una materia animale distinla da tutte le sostanze organiclic vcrdi fin qui esaminate. Esso opina clie un tale coloramento sia dovxito ad un elFelto particolare della bile , e percio alTeirctto di luia secrezione ]>arlicolare, e di una interna cmissione dcgli organi corrispondenti. Quel fluido co- lorante , che come si e detto , e contenuto da alcuni Mollusclii in sci-- l)atoi speciall , viene emesso daH'animale a sua volonta , c ]>cr un og- getto anclie delerininato. fe nolo come le Seppie , le Loligini lo emetlano onde con intorbidare I'accpia, nella quale soggiornano, evitare le insidic che lore tendono i nemici. Se esistono organi pei quali emanasi per lo scope accennato , e se ne esislono altri per lo sviluppo di una materia calcare per la formazione della conchiglia , non pub sembrare che assai verosimile la esistenza ancora di organi , dai quali si STilupj>i un fluido dirclto a colorirla. Dimostrata poi I'esistenza di un pigmento colorante contenuto entro cavita sparse su tutta la superficie dell' epidcrmide , e percio di or- gani secretorii , rimarra spicgata jjur anche la regolarita con la cpjalc i colori sono distribuiti alia superficie delle conchiglie. Se I'accresci- mento di queste siegue passo passo qucllo della superficie cutanea soltostante , cib null' altro prova , se non che per esso conservasi <■ si estende quclla regolarita slessa che giu esiste\a per la simmetricn dislribuzione degli organi cromofori attribuitagli nel piano della sua or- gauizzazionc , ma non mai che per tale suo accresciniento gli pervenga una regolarita die per se stessa non avesse prima ])osseduto. Dallo svi- luppo pcrfetlo dellanimale ne nasceri Y incrcmento nellu vivacita dei colori , o potra avvenire che se ne rendano visibili alcuni allri, de' quali I'eti giovane , o la debolezza dell' individuo avesse ritardato lapparizione. Ma la loro distribuzione rimarra sempre la stessa. Sia pure che I'orga- iiizzazione secretoria di tutta la superficie cutanea non sia la slessa . c sia varia lungo la sua estensione. Ma siccome il piano deU'organizzazione ;i) luslilul 18il , II." 3T8. aSo SUI.I.A EMISSIONE DI L'N LIQUIUO COLORASTE ECC. o il mcdesimo pei' tutti gl' individni ilella specie , percio ne iiastei'i'i sein| ro una pari ilislribuzionc dei colori a norma ilclla variela die pre- scnla la secix'zionc. Nou c pcro die lalvolta o per allt-zioiie iiiorbosa tleH'aiiimale , o per cause puramenle esleriori Tembrlone non possa andar soggetto ad una ([ualche alterazionc ne'suoi lessuti da inodificare ill (jualdie parte la sua coudizione aU'eslenio, c percio aiiche iiei colori. Ma siccoine questa pure e la sorte cui possoiio amiar soggclti gli atiimali tutti di quaiunrpie siasi dassc, senza die percio gl' individni alfetli da tale alterazionc forinino una ecoczione ragionevole al j)iano genernle pre- senile dalla natura , percio so una condiiglia , conservando tutti i suoi caratteii principal!, solo variera in cpialdic lieve parte ncl suo colore, ollVira hensi resempio di una modificazione accidentalc soirerla dairaniinale nellatto del suo sviluppo o del suo accrescimento , ma tale deviazione parziale non avra mai forza di distrnggere quella orgaiiica e sinime- trica distribuzione dei colori che e propria della specie, e che percio si osserva costantemente in tulli gli altri individui. E che altro soiio le iinomalie se non qualunque siasi parlicolarita oiFerta da un essere orga- nizzato, il quale si allonlana in qualsivoglia niodo dal tipo specifico ? Vi sono alcuni individui die possoiio presentare alcuiie diU'erenze niera- inente arcidentali sotlo varii rapporti , ed anclic nel colore, e cib o per I'eta , o per la looalita , o per altre ragioni , senza che una tale dilFerenza formi un obhictlo fondato contro le regole generali dell'orga- nizzazione , e senza die si propaghi per la via della generazione , fa- cendo anzi ritorno al tipo della specie. Sara questa una lieve anomalia, una variela , la quale non forma eccezione alcuna positiva a qnanio e state prescrilto dalla natura. Cio dovra dirsi degli organ i coloranti la superficie ddle conchiglie. Le cause acc-eunate poti'anno apportare una qualche modificazione leggiera nei colori ; ma cio non pi'overa mai contro la loro distribuzione simmetrica e costante in tutti gl' individui, e molto meno contro la csistenza degli organi che la producono , che PoLi aveva gia annunzialo , c die Sangiovanmi con osservazioni dirette ha confermato. Tali sono le congetture che ardisco di soltoporre al giudizio dei Malacologisli , e che tcndono a confermarc I' opinione da me piu volte ripetuta in riguardo alia natura organica della conchiglia , che Marsigli , Herissant , Klein , e Poi.i hanno sostenuta , senza che r opinione coiilraria di Keaumur , comunque seguita da moltissimi rONSIDERAZIOM DEI, MAHCHF.SE FRANCESCO BALDASSIM 281 scrittori , abhia jiotulo , a mio avviso , abbattere la forza delle os- servazioni die i pi-iini lianno proclaraato. Spettera ad essi il tleci- (lere se io abbia raggiunto lo scopo cui ho scmpre miralo , c ([uale valore jiossa attribuirsi a qiianto per me si e ora affermalo. Pago se avro richiatnata I'alleiizioiic dei Zoologi sopra iin argoineiilo cosi iii- teressante , e se li avro eccitali ad istituire osservazioni positive , sole valevoli a loglicre ogni dubbiezza. Che se tali miei pensamenti non fossero giudicati suflicienli a rendere ferma la tesi da me soltanto pro- posta , si vorra altneno coiisenlirc con Mohveaij chc « nous somnies » des apprentifs de la nature, qui lachons do penetrer dans le sanc- » tuaire des ses lois par des chemins divers. Celui qui s'egare , avail » egalement dessein d'y parvenir, que celui qui atteint son but ». Serie II. Tom. V. mm 383 M E M O I R E SUR LA CHALEUR DES GAZ PERMANENS PAR M« J. PLANA Lu dans la stance tlu 8 mat tS42. S I- Mja question que j'entreprends de trailer dans ce Meinoirc est une de celles qui ont puissammcnt contribue a mettre en evidence I'enchaiue- inenl entre les verites physiques et matliemaliqucs. Laplace la develojipee le premier dans le xii'""" Livre de sa Mecanique Celeste avec luie su- periorite de vues qui honore son genie. La partie de cette theorie qui a un rapport plus intime avec le sujet de cet ecrit , a ete ensuite per- feclionnee ct etendue par Poisson dans un de ses Memoii'es public dans le Tome XXIII des Annales dc Physique ct de Chimie , et reproduit , dix annees plus lard , avec quelques changemens , dans le second Vo- lume dc son Traile de Mecanique. Le mouvement imprime par ces deux grands Geomctres a cclte branche iuiportante des Sciences Physico- Mathematiques a donne lieu a d'autres travaux, digncs du plus vif in- leret , qui se distingucnt par I'hcureuse influence qu'ils ont excrcee sur d'autres recherches faites pour agrandir la sphere de la Philosophic naturelle. Dans les recherches de ce genre, les theories ue suflisent pas; il faut aussi consultcr les experiences. A cet egard , on pourra lire dans plusieurs Trailes de Physique les details de celles qui ont ete faites , soit pour verifier et connaitre les liniiles des principes adoptes , soil :»84 MEMOinE sun LA CIIAI.EIIR DES GAZ PF.RMANENS (loiir (Ictcnniner Ics constantcs qui eiitrent dans la rouiposilion de qucl- <[ucs rorinulfs parliculieres, dcdiiilos de la theoiie gencralc d'aj)rc's les liypotlitscs qui out paru plus ou uioins conformes ii I'elat reel des ehoses. Cost en conccntrant sur cliaquc question de la Physique-lSlathema- tiquc toutcs les ressources qu'oHVent 1' Analyse , la Mccanique , et Ics donnecs experimentales, qu'on pent csperer d'cn avoir une solution con- fonnc aux phenomenes ; ou , du moins , de bien etablir les equations et conditions auxquelles on doit satisfaii'c pour y parvcnir par de nou- veaux ciTorts. Je ne puis rien ajoutcr aux experiences qui ont ete faites; mais j'ai cru utile de reprendre cette question de Physique-Mathematique sous un point de vue purcnient the'orique pour y ajouter plusieurs nouvelles ibrmules avec des developpemens j)ropres a mieux eclairer la compa- raison de la theorie avec les resullats de I'observation. Le rapprochement de mes formules avec celles donnees par d'autres auteurs fournira , je pense , une explication simple relativement a tpiel- tpics points, qui, consideres autrement, pourraient devenir un sujet de discussion. C'est ainsi , par exemple , que j'ai ramenee a sa veritable signification une formule de M' Ivory , a lacjuellc lui-meme et Dulokg paraisscnt avoir altribuce une etendue (ju'elle ne comporte pas. On verra que mes equations renferment , comme cas particulier , une formule donnee par M' Clapeyron dans la page 167 du XXIir°" Cahier du Journal de I'Ecole Polytechniqiie pour exprimer la cjuantite de chaleur d'un gaz permanent. La brievete de ce preambnle ne me permet pas de donner ici une idee assez claire sur les reflexions que j'ai faites pour explicpier quelques particularites de la vapeur aqueuse. En composant cet ecrit , la succession des idees m'a fait rclrouver quelques vucs que j'avajs cues autrefois sur une raatiere analogue. Alors, j'ai voulu relire deux Icttres, r, = A-p(n-«e); oil a a la meme valeur OjOoS^S pour tous les fluides elastiques ; les temperatures 0 etant mesurees en degres du thermometre centigrade. La lettre A: designe un coefficient fonne par le produit de la gravite et de la hauteur (en metres) de la colonne du meme gaz, capable de balancer la pression barometrique de o'",'yG avec la densite torrespon- ^^o, 0153728 ; .6=0,0000673. De sorte que , dans la formule ( 1 ) on pourra faire (4) . . . A=- 3 o-,76 -J{ioo-0)-n(ioo-6y' lorsfjue il sera question d'exprimer la pression de Tair atmosphcriquc en fonction de sa densite et de sa temperature. En appliquant I'equation (1) , il ne faut pas j)erdre de vue qu'elle a ete etablie d'apres I'experience seulement et dans une e'teiidue limitee. Des qu'on voudra depasser certaines limiles de temperature ou de den- site , cette circonstance devra etre prise en consideration afin d'eviter des consequences illusoires qui scraient dementies par une preuve di- recte si elle devenait possible. On sait, par exemple , que I'acide car- bonique assez comprime et assez refroidi pour devenir liquide,ou sous la foi-nie de flocons de neige , redonne par sa dilatation une vapeur telle, que I'equation (i) cesse de lui elre applicable sans modification. C'est sur-tout a I'egard des temperatures tres-basses et des den- sites tres-petites que cette equation a besoin de veriGcation. Sans i-ela , Ifs argumons manquent pour admettrc, que, a la temperature (5= = — 266°,G'j , I'air atmospherique et tous les gaz perdenl en- lierement leur ressort et prennent une forme qui pourrait etre liquide ou soli30 du Tome IV des Auuftles de Chimie et de Physique 3^' S^rie. a88 MEMOIRE SL'H I.A CHAr-EUn DES r.AZ PERMANENS en se rcfroiiHssaut dans Ic caloriniulrc il'iin ilcgre cenligi-atle. Le cpio- tient fjue nous venous trindiqner cxprinie lies unites oonforuies a la de- thiition de lanile de chaleur donnee par Poisson dans la page 9 de sa T/ie'orie Matftc'viatique de la Chaleur, on il dil: « Je prcndrai pom- » unite dc chalein- la cjuantite de cetle substance inipondei-able neces- n snire pour reduirc en eau , a la temperature zero, un gramme dv )) glace a 1« memo temperature ». La conversion des quanlites de cha- leur exprimees par la premiere unit^ en unites de celle-ci est fondee sur le fait , (jn'un gi-amme de glace pilee a la temperi>*urc tero , et un gramme d'cau ;\ 'j5 dcgi't-s A\\ tlicrmometrc centigrade constituent, par leur melange, deux grammes d'eau litpiide a la temperature zero. Con- formement i la definition de Black , cela revient a prendre pour unite de chaleur le calorique de fluidite de la glace. C'est sans doute par une pure meprise, que Poisson, dans le Tome aS des Aimales de Physique et de Chimie ( p. 348 ) et dans la page 653 dn second Volume de sa Mecanique , prescrit d'operer cette meme conversion en muUipUuiit an lieu de diviser par 'j5. Comnie les trois variables p , p , 0 sont liees par I'ecpiation (i) , on pourra toujours re'duirc la lonclion q anx deux variables p ct p seulement , ce qui revient k dire , que (5) 9=fiP> ?)'■> on bien, en eliminant p , on pourra ecrire (<5) <7=/(aK'"^«6),p); et en eliminant p , on aura ^7) 'J=f(P' hT^))- Des (jue la forme de la fonclion J' sera connue , il faudra emjjloyer la formule (■j) pour exprimer la loi de la quantite (j , relative a lui gaz soumis a une press io?i constante, et il faudra employer la formule (6) pour exprimer la loi de la quantite (j relative an meme gaz maintenu a une densite constante. Ces deux lois, considerees par rapport a la temperature 0 seulement, PAR J. PLANA 289 seroiil , en geuciral , fort ililTcrenles dans le.ur composilion ; niais on aurail ini resultal de la forme (8) P = 'i{(l, p)- mais dans tel etal dc gencralitc on ne pent liier de la aucune conse- quence sans faire des lijpolheses sur la constitution de la fonction f. Si on admct , par exemple, qu'elle est du nombre de cellcs qui se for- mcnl ]iar Ic produit T (q) .■li(p') de deux fonctions qui contienncnt sc- parcnient, unc, la seulc variable q , et laulrc la seule variable p , on |)Ourra , en supposant d'ailleurs connue la fonction ^{p) de la densite, tircr de la la loi de la force elastique f> , dans le cas particulier , oi\ la (juaiilite (j de clialcur denieurerait invarialjle , ainsi que cela a lieu ( au moins par approximation) lorsque les variations dc densite se suc- cedent avec une tres-grande rapidite. Car, alors on peut faiie T ((i)^=A , et rcgardcr yl comme une ([uantite conslante dans Tcqualiou f)z=yl "■-^J^ r,,^ i-^cQ' _p 'Hl)_p_ p^ ^ ^ ^^<^^~ f'^{?)~fp ■ Telles seraient , suivant i'hypolhese faite a I'egard de la fonction , nous avons a la fois cl(j=f-^\dp ; kdp(i-^-c($)^kocpd$ = o ; e ' \dpj I -»-«e p \dpj d'nu Ton tire Maintenant, si on suppose la densile p constatite, ou dp = n, nous avons ;i la fois '^'^~\dl)^P ' dp=iakp.d9 ; c'est-ii-dire II suit de lu que en posant (■« — ^'(?0- (■=) '-"'fo^ on a dqz=.cdO ou dq = c,dd pour les variations dilVercnticlles dc la quantite q , suivant qu'on suppose constante, ou la pression , ou la den- site de la masse gazeusc , pendant qu ellc est soumisc a nne action aqa MKMOini: slr i.x <;iiAi.F,(;n des caz permaneks capable tie I'echaufier ou ile la refroidir. Ces deux expressions analy- • iKliies lie c el c, constiluciil la meillcnre (U'fiiiilion tic la Clialcur spe- ri/i(jiie ties gaz dans I'lm ou I'aulre dcs deux elals donl il est iei tjueslion. II ne faiit pas perdre tie vne, cpie les resultats moyens des expti- rienecs faites avec des caloninelrcs donnent encclivcmcnt dcs f|uantites confornies a cette tk'llnition. 11 est vrai tpie les ■variations tie teinpt'ra- ture n'y scut pas tie la petilesse touIuc par la significalioii attacliee ici a (10 : mais en partageanl raceroissement fini ^0 tie temperature ( c]ui ne serait pas fort considijraWc) en uu nonibre « assez grand dc parties, on a SO^ndO. Done en designaut par AdO , A'dO , A"dO ^ ... ^("-0^5 les variations tlifferentielles correspondantes tie la variation finie Of/ , on aura Tetptation dq=i{J-^A'->f.J"...->rA'-"-''')dO : tl ou I on lire ' II ou bien d(]=zcSO , en dtisignant par c la valeur moyenne des quan- tites differentes A, A', A", ... A''"-'l Si la tjuantite (j etait tlonntje direclement en fonction des deux variables p et 0 , il faudrait tl'abord remplacer 0 par sa valeur 6 =: - — ; — - , avant de former les egressions tie c et c, conformement ukp ' aux formules (i4) el (i5). Mais , il est aisti de transformer eelles-ci de maniere a pouvoir operer sur la fonction mt^me de /) et 6 tpu repre'sente la valeur de //. En elfet ; en considerant q comme fonction de p cl p , on a ""'-

    el en considerant q comme fonction de p cl 0 , on a PAn J. PLANA aq!i oil I'acccnt marcpie la iliirercncc de la conception el celles cles valeurs absolues lies cociricicnls aux diircrenccs parlielles. Ccs deux valeurs de (Iq devant etre parfaitement cgales, on a (;^)'"'*(;;?)''^=(:;;)*-(;;o- : inais, ' k{i-ha.O) k i-+-aO A" (i-haS)' done en subslituanl celle valeur , et comparant ensuite les coefllcieuts de dp et dO , on aura d'ou Ton tire \dpj—\dpj'^ up KdeJ ' \dpj— av \d0) ' Si, au lieu de considerer q corame fonction Ae p ct 0 , on voulait considerer la meme quantite comme fonclion des deux variables p et G, on aurait de la meme maniere de la el de I'equation dp:=kdp(i -^a$)-i-kxpdO 3L)4 MF.MOIRE sun LA CHAI.EUK DES GAZ PERMANE»S Oil lirera et par consecpieiit (■«■■ '-m-7^xv- Si, au lieu de la densite on voulail iiitroduiie le voluiiie, il laii- drait remarquer , que p et D etant ies densites correspondanles aiix Aolumes V et U successivement occupes pai' la meme masse de gaz, on a requation (■«) i=^- et par consequent (0' ;'=-7-('-^*^) ' au lieu de I'equation (i). De soi-te que Tequation (5) reviendra a dire , qu'on a w .=/(.. ^) Soit ^HPJ-"'olhese coiiipreml, coninie cas par- liculier , I'expressioii 1 J ^P^ P qui a lieu en supposant constant le rapport y lies tleiix clialenrs speci- fiques. Mais c'est le seul cas ou les ileUx expressions 1 peuvent renlrer I'une dans lauUe. Laplace, dans son premier Menioire sur la vitesse ilu son, In le 12 decembre 1821 au Bureau des Longitudes ct public dans le Bulletin de la Societe Phylomatique , supposail (p. 171 ) r/ = '■ ee qui ana- lyliquement parlant est bien diflerenl de I'hypolhese qui fait y constant. Va\ posant f[p)z::zBp\i — 'f C/')! j "'• ^ designe une constante arbitraire, les forinules (i4) et (i5) donnent ; PAn .r. PLANA ac)"! Et CCS formulcs rcvicnneiil ;i celles employees par M' Mossotti. (Voyez Tome XXI. delle Memorie dclla Societa Italiana tlellc Scicnze). Toulcfois il lie fiuit perihe ilc vuc que Poisso.n , dans la page m lic sa Tke'orie mathdinalique tie hi Chuleur , ileelare son opinion sur celle hypothesc par ces mols : » on pent aussi presumer que la ((uanlile c n tlemeure conslaiite a toules Ics temperatures dans les gaz qui soul loin » de la liquefaction; mais rexpe'rience ne nous a encore rien ajjprls de » certain a cet egard n. L'c— 'y log:'/; j i cc qui revicnl a riiypothcsc de M' Mossotti (Voyez son Mdinoirc cite plus haul). Comiiie I'equalion q=:f[p, p) donni- /? = 9(r/, p) , il est ilair que Ton a a la fois les deux ccpiatious Serie II. Tom. V. 00 agS MEMOIRE SUR LA CHALEUR DES CAZ PERMANENS "'=(:^)"'-(;f;)"^> *=(:7?)'"-(;^)"» ■ iloiu- eu substituant dans la premiere la valeur dc dij doiinec |)ar la seconde , et cgalant ensuite a zero les coefficienls de d(j nl do on aura \dp) /,ip\ ' \dp) /■dp\ \dq) \dq) Mainlenant, si Ton siibstitue ces valeurs dans les formules (i4) et (i5), il viendra (1 4)'. (.5)'. d'oii Ion tire \dq) cf. k p .dq . \dq) c.—p-\dpj ' pour lexpression du rapport des deux chaleurs specifiques. Si I'on fait I'hypothese cpie I'equation pz=z(p(q , p) soit de la forme p — p\ai'(:tiil hie II PAR J. PI-AXA c aa/5' 2 bfi* _ c, p 3 ^ ' c \p — bp^ I b p^ c, \ P 3 /J c I 1 b p^ '99 Mais dor c 4 k''(i-\-a6y.p' ce qui s'accorde avec la valeur de •/ qu'on voit dans la page 89 du A'olume tpie je viens de citer. § V. Les premieres notions sur la dilatation des gaz par la chaleur suf- lisent pour demonlrcr, que cdQ doit surpasser c,dO ; c'esl-a-dire tpie le c rapport — doit surpasser Tunite. Mais, ce rapport tftant cxprime par une fonctiou des deux variables p et p , 011 conceit qu il deraeure in- connu, si une condition, ou une hypotlicsc , n'oITre pas le moyen de liiniter au moins tout ce qu'il y a d'arbitraire dans la fonction J. Adinettons, pour un moment, (pic la loi de ce rapport soit connue par des observations directcs : alors il faudra remanpicr que , ayant identiquement la question serait reduite u trouver 9 d'aprcs I'equation (loi (lOUUO 3oo MtMOlRE Sl'H I.A CHALEDR DES CAZ PERMANEKS ■ ('> o-',-a;)=- c Cettc eqiLition apparticnl a la classe tie ccllcs qu'oii nomine aux tUfforences particUcs dii premier ordre : et comme elle est lineairc , sa fomhinaison avec I'equation '"'=(:J;)"'-(s-;)'" ' r^.j.....,=('^;)}.,-,/ij^ En \erlu dun principc I'ondamental connu , pour integrer cetle ecpiation , il suflirait d'avoir I'integrale complete de I'eqiiation (P) fip-yZdp = o , qui esl censee i"cnfeiTncr les deux variables p c\. p seulement, puisque on y regarde 7 comme uue fonclion donnee explicitement entre ces memes variables. Or on sait que de loute necessite il doit exister un facteur R capable de rendre le binome dp — y.-.dp une differentiellc exacte. Soit done R(dp-y^dp) = d.n(p, p) : alors , I'ecpation {j4'J deviendra et de la on tire la consequence (jue Ic i'acteur ■dr Ii\dp) ' PAR S. FLAHA 3o I doit clrc lui-memc une fonclion dt* \\{p , p): ce qui revienl a dire que , en general, on doil avoir C^V q = F\\\{p, p)j; oil la caracteristicjue F est arbitraire , et n une fonction telle que requalion n(yo, p)^constantc satisfait conipletcmenl a I'equation fB). L'equalion Cy4"J etant celle qui pent loujours reinplacer I'etpia- tion (5), on concoit que , au lieu de I'cqualion (8) , on pourra etablir une equation de la forme f^'V n(p, p)=r(<7), ou la fonction dc (j representee par ^ ((j) demeurera arbitraire , nieme en supposant connu le rapport 7 des deux chaleurs speeiGtpies definies plus haut. Si on veut adapter la meme analyse au cas oii q est considere comme une fonction de p et 9 , W faudra rcmplaccr dans I'equation f^^'J le coefficient ( ; ) pai' sa valeur donnee par I'equation (iti), et on aura "^^^m w-y-'-'i mats lip — yp-^=kdp(i-^-(x9)—ykp(i-\-a0 ^--i-kpadO ; done en substituant cette valeur on aura II suit de la et du principe ra]>pcli; plus haut, (jue pour avoir I'ex- prcssion generale de q il sullil dc savoir inlcgrer I'equation dillerentielle CB'J ,V!j_ClZll.)(,^.«5)'if — u . « ^ p 3o3 MEMOIRE SIR I.A CHAI-EUR DES G AZ PERMANENS En tlesignanl par /{' le facteur qui rcndrait ce liinoine une (liir*'- rentiellc evade cnlre les ilcii\ \ariablcs p ct 0 , on anrait ])our tj \ine expression analogue a celle de la Ibnuulc fyf"J. L'equation CB'J etant ecrite ainsi ; riT'j Jii^=(y_,).l^ ' ^ i-t-«!J ^' ^ p s'accorde avec celle que Poisson trouve dans son Memoirc sur la -Vi- tesse du son, impriine dans la Conixiisscmce des Terns |)Our I'annee 1826, par des raisouncuicns toul-;i-fail dillcrcns (Aoyez p. 264)- M' Ivory a eleve des objections centre la justesse de celte equa- tion dans deux de scs Memoircs publics dans Ic Philosophical Magazine ( Voyez Toui. 1" p. 254-55 ct Tom. 2''""' j>. 345-47). IMais ccs objections onl leur source dans le mode mcme que Poisson a employe pour parvenir a l'equation (B"): si on avail suivi exactement les principes du Calcul integral aux differences particlles, ct non ccux du simple Calcul diirercnliel et integral, on aurait d'abord compris que icxislcnce de I'equalion (B"J est incontestable. Si ce ^lemoire parvient a la connaissance dc ^I' Ivory, je pense qu'il me fera I'lionneur d'accorder, (pe ses objections cessent d'avoir lieu en considerant la question sous le point dc vue que je viens d'cxposer. Si, conformcment au raisonncmcnt dc Laplace expose dans les pages 10- ct 108 du ^ ''""' Volume dc sa Mecanique Celeste, et , avec plus de clarte , dans les pages 161 ct 162 du Bulletin de la Sociele Phylo- matique pour I'annec 1821 , on admct que la facultc rayonnante d'un gaz soil jiroportionnelle a '-, l'equation (BJ nous fiiit voir , f[uc la quan- P tile q demeurant conslanle , on ne pent avoir d(/ = o sans avoir en meme temps; port '/ jilus petit que I'unite'; ce qui diininuerail le rayonnemenl au lieu dc raugmenler par la compression. PAR J. PLANA 3o3 11 fviirime cette opinion dans la page 129 tlu Tome V de la Mecanicjue (k'lcsle. Et dans uii de ses Memoires public en 1821 dans le Tome XVIII des Annales de Chimie et de Physique , je lis ces mots « plusieurs » observateurs ont cm remarquer unc diminution de chaleur par nne » augnienlalion de pression » (page 2'jg ). L'equation ('B''J odre le moyen de determiner, par experience , la (piantite 7. En elfet; cetle equation assignc le rapport que doivent avoir entr'eux les accroissemens diircrcnliels dO et dp ])our que I'accroisse- ment dq de chaleur soit mil. C'est ce cpii aurait lieu par une legerc compression du gaz effectuce avec une tres-grande rapidite. Alors on a d(j^o , et l'equation (B''J donne oidO p (f^) 7='-+- — - «0' dp Mais, d'aprts I'expericnce decrite dans les pages 641 et 642 du second A oluuie de la Mecanique de Poisson on peut etablir, avec une approximation suflisante , les deux equations p-\-dp p" p' ixdO p p p" I -+- «9 oil p, p' , p'' designcnt trois pressions barometriques consecutives dont la mesure eOective est possible. Done en substituant ces valeurs, il viendra ^^^ ^-'^(p"-p)p" L'efjuation (i) donne dp = kdp( 1 -i-ci(0)-t-kc/pd9 : si la pression demeure la meme dans le passage de ,0 et 5 a p-^do et 5 -^ do , on. aura o:^kdp( i-+-aO)-i-kc(pdO . Done si on fait en sorte que les quantites p et dp soient ici les memes tjuc celles qui cntrent dans I'ecpiation fB''J , il faudra necessai- rcmciit que cette derniere valeur ile dO soil dillerentc et dun signe contraire a cclui qui alFecte dQ dans l'equation fB"J. Soil — dO cetlc 3o4 MKMOinr, srn i a rTiAi.Euii dps gaz. permanens valfur do ilO : on aiii'a ,lp_ ad'O _ et )i;\r consequent Cf^") dQ Celtc transformation do la valeur do 7 itihI jilus sensible la lie. Enfni p" est la j>rcssion de lair inlericur apres la dissipation de la chalcur dO produite par la compression. De cette manicrc la signification de toutes ces leltrcs devient conforme aux idees qui rallachenl cette experience avec la theorie. Ainsi il faudra prendre /j = o'",75269 ; /)'=o"',7665 y3" = o"',76a889 pour calculer la valeur dc y par la formula prccedente. Pour acquerir des notions plus etcndues sur cette celebre experience il faut lire les pages 123-127 du V''"" Volume de la Mecatiiqiie Celeste. Pour avoir une idee precise sur le mode d'exislence de la formule i3,"""-8i 10,"""- 1 97 13, 8f qu'on voit dans la page 1 35, il faut observer, (pic le nombre —^ := i ,354 PAB J. PLANA 3o5 tient ici la place du rapjiort y iles dciiv ilialeurs spiicifiqucs. Mais , Laplace , au lieu d'employer sa vdritaljlc expression telle quelle est donnee par le second membre de I'equalion precedente designee par (u.'), il faisait un raisonnement qui lui donnail Eirectivemenl , I'equation (fji') pent elre ecrite ainsi : (u;^^ .,- . //-/V' (p'-p")_p'-P (P'-P") . Kl^ ) ■■■• /— ' ' i,n_^ ^// —p"—i, p" ■ p' p" /■ (lone I'll iiegligeanl la fraction -— I fort petite en comparaison dc la quantite '—jf — - j on pourra prendre '-r, — - pour la valeur de 7. La reduction de I'ecpiation (/v.') a Tequalion (fJt'") elant ainsi pre- sentee nc saurait laisser la moindre obscurite : mais les raisonnemens qu'on lit dans les pages 132, 1 23 , ct 124 du Volume que je \icns de citer sont loin d'avoir ce degi'e de clarle. El je dois avouer qu'ils n'ont pas ete tout-a-fait compris par moi a I'epoquc ou Laplace fondait cette iheorie. Je pense que les Lecteurs de ce Memoire liront avec interet la lettre suivante , sur ce nierae sujet , qui ni'a ete ecrite par Laplace en 1822. Paris, ce i5 mars 1822. Monsieur , « Depuis le dernier envoi que jai eu I'honneur de vous faire de » inon analyse sur la vitesse du son , je suis parvenu a deduire dc » celte analyse le theoreme fp»e j'ai donne dans les Annales de I'hysicpie » et de Chimie pour lannec 181C), et qui eonsiste en ce que, pour » avoir la vitesse dii son , il faut multiplier la fonnule newtonienne par » la racine caiTe'e du rapport de la chaleur spticificpie de I'air sous une 1) pression constante a sa chaleur specifupie , lorsque sa densilc est cons- )> lante. Les nouveaux developpemeiis de uion analyse s'impriinent dans Sehie n. Tom. V. pp 3o6 :»iE.MOinE sun i.a ciiAr.trn des caz pehmanens )i lo bulletin dc la Societc Phyloiiiatiquc (*), et j'aurai I'lionneur de » vous Ifs iulrcsscr yiar l;i premiere occasion. Cela in'a fait exjuniner » |>ln.s ])ailiculiereinent Vdlre ohjcclion coiiire nion tlieoreme , et si je » ne nie trompe , en voici la solution. » Je ilesigne jiar /'' in chiileur contenuc dans une masse d'air doiit » la deiisite est p et h la j-ression. En la condensant presque subile- » ment , et de maniere qu elle passe de la densile p a la densile tres- » pen dilVerente p' , comme cela a lieu dans une vibration aei-icnut- donl M la durec n'excede pas une tierce; on pourra supposer, dans ce court " intervalle , la perte dc la clialcur f, insensible, et fairc par conse- )i (pient 5/^^=0 , 5 exprimant une A'ariation tres-])etite. En nommant /;' » la pressioii de la masse d'air aiiisi condense , on aura . specifiques dc I'air dans les deux etals dont je viens de parler ; car « si Ton ne fait varier que la densite , la prcssion rcsfant constante , » on a » . )) ainsi I'accroissement de chaleur , necessaire pour augmcnter la tem- )i perature de la masse d'air , d'un dcgre , sera en la dcsij^nant par C , Cs=. — o, 01)375 .c| —T— J ; ' \ clover (Van dcgre la temperatmc dc la masse tl'air , sera C' = o,oo375./^(^) r). rt j^i est evidemment le rapport ties clialcurs specifitjues de Tair dans )i les deux etats ; on a done C C )i Mais, si Ton concoit que la masse d'air condensee reprenue leii- » tement sa temperatm'e primitive, sa deiisile restant la meme,etqiie fj h" n sa pression se reduise de // a //', il est clair que Ton aura -z=-j- ; » re (pii donne C _h'—h " C'~h"—h ' )) en sorte qu'il faut, suivant men iheoreme, multiplier la vitesse newto- » nieiuie |iar la racuie carrec de -p-, — j-. C est aussi ce que vous dites; n mais nous difierons en ce que rtiquation precedciile iie vous parail n pas exaete. Je suppose que vous avez sous les yeux le ealcul tpu- » vous m'avez adresse , et dans lequel je \ois que \oiis failes o, oo'i']5 .in h C — C » ct vous vous fondez sur ee que iii C est la chaleur qui se developpe, H lorsque I'ou fait passer lentemcnt , par la compression, la masse dair {') Les formules (14) cl (15) dunoent ,- "P -/'^n . a/. /■. /»"= 763™", 889 ; » Ce qui donne h'—h i3,8i /i" — h 10, igc) » En multipliant la vitesse du son que la formule de Newton donne » egale a 28 2 '""•,4 P*'r ^^ racine cai-ree de cette fraction, on a pour » celte vitesse 328"', 6; ce qui ne differe que de 8"', 6 de robservation >> des Academiciens francais. Le milieu des experiences de M" Lap.ochk C 3 . » et ]3erard donne -tt,^— et la vitesse du son egale a 345"", ce (rui 6' 2 B 1 ' 1 » dilTere pcu de I'observalion. Toutes ces experiences concoHrciit done » :i faire voir I'exactitude de la Theorie. Jose vous prier de vouloir » bien suivi-e mon analyse dont les fondcmens sont dans la Connaissance H des Tems de 1824, et dont vous recevrez inccssamment les develop- 11 |)emens nouveaux. Veuillez bien , Monsieur , agre'er I'assurance do | » tous mes sentimens d'estime et d'atlachement bien sincere ». « M'^"'* De Laplace ». PAT* J. PLANA 309 C 3 . . . L'equation —,=:-, atlmise ici j)ar Laplace, a besoin crune cxpli- cation. On verra dans le § Xll que I'evpericncc dc Laroche et Berard dont jiarle ici Laplace conduit a rcqualion "''oe=C^) C C 3 d'ou on tire -rr, = lj4^57- ^^ sorte que en prenant -^,z=:-, au lieu de ce nombre , on s'eloigne un pcu Irop du ve'rilable resultat. Au resle on se tromperait bcaucoup , si Ton croyait que cetle difle- rence provient d'une erreur inaterielle de Calcul. Au moment ou Laplace ecrivait cettc lettre il n'avait pas encore adopte le principe, qu'il publia peu dc teins aprcs , dans le Volume de la Connaissance des Tems pour i'annee 1825 (page 30^), savoir que le rapport des deux chaleurs spe- cifiques peut etre suppose constant. Suivant sa manierc de voir du mo- ment il supposait la chaieur , que je designe par q , telle que P en substituant eette valenr de q dans I'equation (j4) on en tire Done en applicpiant a ['equation F(p) kF(p), P P le raisonnement que j'expose dans le § XI de ce Menioire pour par- venir n I'equation (47) , on trouve I'equation '•/ — ?■ _F{p) . q"-q\-F{p') • tie laqutlle on tire q"-q\^F{p^^p)^^^5p pF'(p)^^ ^ Sp ^ q — q. . F{p) p ■ F{p) p' -i' 3 10 MfeMOIRE sun I,A CHAI.EUn DES GAZ PERMANENS Et conimc 'l"~l"< -i r i,oo58 „„ 'l-'h o,74o5 ^ on :i — = 0,35837 ' 0,2396^0,35827.- , ou biiMi o, 35837 3 , . 7 = -2 5—^^- (environ). ' o, 02390 2 ^ ' On veil j)ar la que I'liypothese actuelle de Lapi.ace , c'est-a-dire q = — ^^^ (lonne C,=«kF'(p) ; ce qui, en general, cUffere essentielleinenl de 1 hypothese de y constaut qui domic Le Meuioirc <|\i'ou lit dans le BuUelin de la Sociele Pliyloinalique pour Tannee 1822 (page i^o et 171) et prcisenle le 13 dereinhre 1821 elait done anlcrieur au\ idecs etpriniees dans la Jtage 307 de la Coii- naissaiiee dcs Tenis ( iSaS) , dans la page 127 du y"""' ^ ohune de la j\lecani(pic Celeste , et dans inie autre lellre qu'on Irouxera dans ce Meuioiie. .1 ai d('j;'i dil i>li)s haul , que les detix e(|ualions rcnlrent 1 une ilans I'auti'e , lorstpie on prend F{pl)^Bf~, et ?(/'-' = ^'7^^ i PAn }. PLANA 3 1 r niais c'l'st le seiil cas oii Ton jxnit Ics faire coiiicidcr. Laflack a Irouvd son tlieoreine sur la vilesse du son, en raisonnant siir requatioii el lion en adoptanl d'abord le jirinri|ie que -/ soil conslanl. C'esl ee qui dcviont clair en tradiiisant algebriqiieincnt le Menioire quil a j)ii- blie en i8i() dans le Tome Iir'"" dcs Ainiales de Plivsique el dc (Miimie. § VI. Four ai)pliqucr des considerations analogues a celles du § jneredent ail eas oii Ton considere q comme fonclion de /) et 6 , il faiit [larlir de lequalion el reinarquer , que I'equation (i) donne par sa diiTercntiation dp dp adO p p I -\-a/j tic SDilr (|ii on a '^'l-\dp)P\\ y ) p-TTVO\ ■ Mass, fii lbrii;ant les etjualions (i4)' et (i5)' on a trouve' {'''l\r— il±J::'^){'^fl\ . \dp)^'- u \d0) ' ,/,,=_ ^'-^'^^) ( i'l \ s Cizii \ ''[' _ ^'^^ j parlniil Done il sullira d'inlegrer requalion jiom- aM)ir 1 Integiale de lequalion (AJ. 3ia MEMOinE sun i.a CHAr-Eun nr.s gaz pEnMANEWs ■ En desigiianl i>ar VI \p , 0 \ z=consianie , f riulegralc complete de cette equation diirerentielli.' , on aura C^V q=^\^(r> o)\ , f r jiour I'inltJgrale complete de requation C^JJ. Sur cela, jc fcrai reintirquer , avant d'aller plus loin , que Ics cfjua- tions fB"'J ct fyi^J devicniicnt importanles loi-squ'on \eul appliquei' cette tlieoric a la \apeur aqueuse dans son clat de densilc maximum. Alors, quelle que soit la forme de la fonclion ariiitraire F\7s{p , 0)\, on conroil que la (pantite q pent demeurcr constante pour toutes les valcurs de la temperaliu-e 0 , pourvu que I'expression de p en 0 ait la propriete de rendre identique I'equation (B'"). Done , en connaissant d'ailleurs la loi de la tension de la vapeur aqueuse en fonction de la leuqierature , on pourrait tirer de I'e'quation (B'^) la loi correspondante ilu rapport y de ses deux chaleurs specifiqucs. Si on admet, par exemple, qu'au moyen de certaines valeurs coiis- tantes de A , m , u convenablemcnt clioisies , on pent representer par (>0 p = J{i^mQ)'' , la tension de la vapeur aqueuse , amenee au maximum d(* densite , on tirera de I'equation fB'"J; n/) 7— '__ JL '-+-»^^ ^ •/ mn' I -f- a9 ' (X") y. '-^'-^ V nm) \ n) Suivant celle maniere de voir , le phenomene imjioi'lanl iSa^Si t ; log: 0,0025 . . . =8,4001007 ; on trouvera 7 I „ I-HO,025l25.9 '- ^ O, 03q8q I . T— f — 2 y ^ » i-j- o, 00375 . 0 I -4-0,00375.5 ' 0,9701 1 -+-0,003 .9 ' d'ou Ton tire en faisant 9=; 100° ; 7 I 0,020801 .3,5X25 r- re V = ^73^5 =0,076256; . y=— — '- — =r 1,08260 . ' 1,2701 Celte valeur de y est a-peu-pres e'gale a celle quon aurait, en prenant pour p la formule exponentielle — jfioo"— e)—B( 100°— 6Y-i-c( 100"— ey /j=io'",76. 10 ^ ' ^ ' , .-/^o, 0153728 ; 7?^o, 0000673 ; C=: 0,000 000 o34 , j)our I'epresenter la tension de la vapeur aqueuse (*). En elVct , I'equa- lioii Ci("'J donne alors 7 — I ccM 'I ( n-aS) I A-JriB{ ioo° — (?) — 3 C{ 100— 5)'' (i-»-«5)|.^-t-2^(ioo — S) — 36Xioo — e)'| v= ■ ; (1 -4-afi)L^-t-2/;(ioo— e) — 3C(ioo — 5)' — «il/ ('} VojffF p. i77 du Tome I. du Traile de Ph)siquc par Mr Biot eo 4 Volumci. PAR J. PLANA 3 1 5 37 = 0,4342945 ; aM=:o,ooiG286 . V.n faisnnt 5= 100°, res fornuilcs iloiineiit i-^ — ^0,077064 ; 7;^i,o835 . Kn ))reiiant 5^i44°> ces inomes formules doiineiit ^— — = 0,11435 ; 7=1,1291 . D'aprcs ces formules, le rapport y dcs deux chaleurs specifkjuf.s dc la xapi'iir aqueuse est iieccssaireinent variable. Dans I'elat particulier ou nous siipposous la va|)eur , clles doivent olTrir au moins uue verilablc approx'nnalion dans une (itendue limilee de 0. I\Iais en supposanl la \a- j)eur fort eloigiiee de la densile maximum , et coiistiluee en =i8i8. Done en evaluaiit le ' 08, 55 iioiiis di" Teau en kilogrammes el Ic volume M en metres cubes, on aura ou bien o'",76 (i-4-o;g)/^'-"- i»/=i"'%8i8. ^ ■ i,375( I -»-w5)" Cette fonnule repond a celle employee par Navier dans la page 3 16 du second A'olume de sa IMecanupie: il prend i"'' , 7 au lieu de i°" ,818. mais cc dernier nombre est cclui <|u'on oblient en prenant —-. — , pour ^ ' 7<59'4 ' la densite de I'air a la lemperature zero et sous la pression barome- trique de o, 76. Cela suflit pour raeltre cette tlieorie en contact avec celle qui a pour objet la mcsure des effets qu'on peut obtenir a I'aide des machines mues par la vapeur. Sur cela il faiit consulter I'ouvrage de Navier que je viens de citer , celui de Tredgold el plusieurs autres qu'il est inutile de nommer ici. § VII. Si au lieu du rapport —:=:•/, on voulail supposcr conuue la dilTe- rence c — c, des deux chalcurs specifiques , il landrail observer, que les equations (i4) et (i5) donnent de sorte que la question serail reduite a integrer cetlc equation lineaire. Or , on a ^"=(,f;)"''-(?;)"' ■ done , en eliminant ( 7^ I enlrc ces deux equations , on aura PAR J. PLANA 3l7 11 suit de Id, et d'un theoreme de'couverl.u la fois par Lagrange et MoNGE , que rinlegi-ation de Icqualion (K) depend de I'inlegralion simultanee des deux equations dp — - (lp:=0 (K'J on bien de I'integration simultanee des deux ecpations dp — -', a) = r'(a).log:y9 . Done , au lieu de lequation ('K"'J on aura celle-ci j C.5)....,^^.r'(^)los:;, = F.(-|-). Cette etpiation revient a celle que M" Clapeyron a donnee dans Ic aS*"" Cahier du Journal de I'Eeole Polytechnique (p. 167). Par la ma- niere donl nous la retrouvons ici, on voit mieux le mode de son exis- tence , et on conceit que c'est ini cas parliculier d'nne equation plus generale. II est d'ailleurs utile d'avoir ainsi rattache cette equation avec les formules fondamentales (i4) et (i5). Pour rendre la coincidence plus complete, il suffit de remplacer T' el F, |)ar c/kDUT' et ukDUF, ; ce qui est permis, puisquc akDU est lui facleur constanl. Alors, en observant que — r— = — J- S, si Ion ' ak.p a PAR J. PLANA 3iq fait pour plus tie simplicite , (->OK^-^0=^"(->0' la fonnule (aS) donne (26) 7=«AD£/JF.( !-!-(/")- r"(^-|.5)log:pj . De la on lire , u I'aide des formules (i4)' et (i5)' ; (37; C=xknU\ '\U J \rx ) \ ; \ Tq T^ '"S^^j lit comme c — c,:=c,(y — 1) , il est clair qu on peut aussi ecrire C29) ^. =7 w— — T\ r"( - -t-e ) ■ (7— i)(i-t-a5) V« / En diiFerentiant I'equation (26) on a dp di)—cd6 — (xkDU.r"f--^o\.^ done , dans le cas parliculier oii la chaleur q deraeure invariable , ce qui rend dq^Lo , on a I'equalion cdO — akDU.T"(^^oY- ' ou bien LV-qualion (ay) donne de lueme 3-.>o MF.MOIHF. SIR i.A CHAi-rva des gaz pf.rmanens J'obsei'vc maiiitenant qu'on ne pent avoir (l(j = o sans c|uc Tenua- tioii CB'"J soil siilislailc : et coinnic ccllc equation domic 0 , a. il est clair que nous avons Mais ^ = A-apl — y-0 1; partant on a V-' ifi + A ^^^ ^ (0 { a \« / ou bien, en obseiTant que DU=ipv ; kDU c = « (0 I Le produit kDU exprime le poids d'une colonne de gaz. Pour I'air atmospheriquc , par cxemplc , on a DUk^'j(^^i^'-,i2. Lorsque 0=:.o, on a , comme nous veiTons ci-apres , c = 0,2667, 7=1,421; PAR J. PLANA Jar parlaiU on lire ilc la premiere des deux ecjualions (£'); f'^ -")=:», 70666 . On voit par la , que la iheorie ge'nerale de Lapi.ace el Poisson- peul donner ce rusullat nuiiierique de jM'' Clapeyron. En appliquant la formule (27) a deux pressions eonseciilives pctp', la leinperalure deineuranl la meme , 011 aura, en d«signant par c el F les valeurs correspondanles de c ; in c-c = crkDUcl.r"(^L^o).\og,.(^0 . CeUe etjiialiwi tiots fotimira plus loin un atitre resullat nnnieri+^'(^)=F,(7), pour I'iutegrale complete de l'ec£ualioii (0/j ; la fonction F^(^q) etant arbitraire. On concoit que ce cas aurait lieu, si les chaleurs specifiques c el c, etaient exprimees par des fonctions de la forme c=n.(^,p)./(0; c.=n.(^,p)./(0 . En appliquant I'equation (3i) au cas considere dans le § III, on aura , pour deux pressions qui se succedent sans depcrdition de calorique p=) '»k0-h;-)-h?)=°- ■ Lorsque la fonclion if' sera telle que son expression sera logarithraique, on aura <^)=i..f(;-)^ cc qui changera I'equation (Sa) en celle-ci ; (33) ^ C'esl a ce cas que se rapporte la formule (i3) donnee comme exemple vers la fin du § III. En meltant I'equation (3i) sous la forme (34) Iog:(^) + ^'(^) = i^.C7)-lo8=P > on voit qu'il est possible d'en tirer la valeur de — par une fonction de F,{q)—\oa;.p. Soit PAR J. PLANA 323 (35) ^=n.j^.(7)-'o8=/'j . P cette valeur. Si la cjuanlitc q demcurc la mcine lorsque p et p devien- nenl p' et p' on tire de la (36) ou bien p'_p' n.JF.(r/)-log:p'j (37) . . . I -+-« 0' ^^\i'\(.q)-H-p'\ •«^ P n l/rr n.j^.(7)-l«8--pj Cette equation renferme la loi des temperatures successives qui est iiitinicnient liee avec Thypothese y^=o'l -1 • § VIII. Certes, I'hypothese la plus simple qui est comprise dans ce cas ge- neral est celle d'imaginer constant le rapport y des deux chaleurs specifiques. Cette hypothese , qui revient a dire que Ton a pour c et c, des expressions de la forme c = ^9XP>?) ; (^. = -'?-(P' P) y dans lesquelles A tl y designent des f juantites constantes , pourrait etre vraie (enlre certaines limites) pour les gaz simples, et cesser de I'etre a I'egard des gaz composes. Car, en designant par c'=^'^:(p,p') ; c.'^^^^:(p,p') , les quantites analogues ]>our im autre gaz , on sail (pie le rappori 3a4 MEMoinE sin i.\ chaleuh de5 gaz permanens c" y'=z— jj relatif au gaz compose ties deux premiers., supposes simples, est donne j)ar la formulc (38) /^ ...vH-cVy^'a'-^.-n; . ^ ' iic,-^-nc, c TV y c n Y n et n' etanl les quantiles ponderales des deux gaz, qui, par leur me- lange , coiisliluent un volume doiine du gaz compose. De sorle qu'on a ,„_'/'/ \^n f,-+- J' ft' o.'\ Or, cetle expression nc peut devenir indepentlante de /j , p et p', sans AVftir y'-s^^^ Qu.bicn y,;=if)/, ce qui donnerait Any'-\-A'ii-l En ecartant les valeurs particuliei'es , il est clair que les deux fonc- tions ff,{p, p) , ^ e^') <^^=al.p~y-'F'Y-\ r, = — « ^ /'' 1' — I 7' ( /> ' comine consequences inseparables de I'liypolhese que le rapport des deux clialcurs speciflques demeure une tpiantite constante. On voit quelle pent etre salisfaite par un noinbre infini do fonclions dont le caractere conimun, est, d'etre I'eductiblcs a une fonction de la seule variable u, v\\ faisant I P'^ ■ u = ' P Kn iiinltipliant par p cctte expression de c el oliservant que ' I -k- 0.0 on obtient (3c,)... cp^-^.F'\fi^\ = -^P^Ap^''\{.+uO)\ ■ Or il est evident, que le second raeinbre de celte etpiation ue peut devenir (algebriquement parlant) de meme forme pour tous les gaz, a inoins que I'exposant - ne soit le meme pour chacuii d'cux. Les expe- riences paraissenl de'montrer d'une maniere presquc incontestable , que eela est vrai pour les gaz simples , mais non pour les gaz composes. Et conime les produits cp, c' p' , c'' p" etc. sont les clialeurs specifiques de plusieurs gaz ayant ineme volume et meme pression , il faudra com- parer les experiences avec la formule (09) pour savoir a quoi sen tenir sur ce point, si Ton admet rhypolliese que le rapport — est constant. PAR J. PLANA 3a'7 En accordant que a ct y sont les nu-nics iionihres pour tous Ics gaz , on ne poiirrait jamais accoi'der que A" soil aussi le meme noinbre pour cliacun d'eux. C'est seulement tlans le cas oil la fonction F Ur serai I du premier degre ; c'est-a-dire de la forme que la fonction F' se reduirait a une constante absolue N pour tous les gaz. Alors on aurait et il sufTirait (jue le nombre a et le rapport y fussent les memes pour tous les gaz, pour pouvoir dire « que tous les gaz simples ou composes » ont , sous le meme volume , et a force elaslique egale , la meme » chaleur specifique ». INIais la variete entre les nombres 7 etablie par les experiences de ]\P Dulong , rend inadmissible un tel pruicipe , et on doit interpreter autrement les experiences qui ont ete faites par MM" De la Rive et Marcet pour en demontrer la verile (*). § IX. Sans defiiiir la fonction (4) "■f il est clair que la formule (A"') posee dans le § V doniie, dans le cas actuel , (') Vojoz Annates tic I'hjsiquc cl dc Cliimic Tome XXXV, page 5. 3a8 MEMOIRE sun I.A CHALEUH DES GAZ PEnMANEKS I on bien ' — ^ constante , y (4o) p=h' , jioin- exprimer la pression par la densite , lorsque la quanlile (j ile I'haleur demeure invariable. Lc coefficient /3 titant constant, on aurait /j'=r|3.jo' ponr une autre pression p' correspondantc a la densite p' ; ce qui revient a dire, que -P II suit de la et de la formule (12) , <£uc Ton a I'ecpiation (40 P'=P(A1 ~~ -P ou bien I'equation <^y-' (4^^ v:^o=\:-a) ' pour calculer la temperature 0', en coiinaissant y et le rapport — des deux densites qui se sont succedees avec une tres-grande rapidite. Lorsque la condensation est fort petite , le rapport - diflTerant peu de lunite , on peut remplacer I'exponentielle ( - ) par son dtivelop- pement H-V.los:(^^-»-'^log:'(e-)-Hetc. ; dc sorle que, en negligeant les tcruics multiplies par •/', on aurait, au lieu de I'etjuation (4') > (43) 'i = H-ylog:(^') PAR J. PLANA Sag D'lin autre cote , en developpant Ic logarilhme , on a (lone en negligeant le carre de I ^^ 1 1 on a «« ;-=-v(^'-)=vH.-v). Par les nieines raisons, Tequation (42) sera reinplacee par celle-ci ; «=) ^"r:=-(v-.)(2-.)- En faisant dans cette e'qiiation 0 = 0 et /3'=^(n-5;), on a I -4-a9'=: H-(7 — i)c( , on bien S'^y — i . C'est en vertu de cette egalile , que Dulomg pouvait , avec raison , rcgarder la quantite -/ — i comme exprimant la temperature produite par la compression d'un 267*"'° dans Ic volume primitif d'un fluide elas- ticpie ayant la temperature zero et une prcssion de o"', 'y6. Et que , M' BiOT , pouvait dire , apres avoir fait y = 1 -<- ,a dans la page 80 du second Volume de son Traite de Physique en 4 Volumes, que « ,a )) est un coefllcient dependant de la tpiantite de clialeur qui se degage » instantaiiement par la compression h. On ne doit pas oublier que ce resultat est une consequence de I'hy- pothese que le rapport 7 est constant, et ne point le regarder comme un resultat de I'experience independanl de toule liypothese. Cette dis- tinction ne me parait pas assez bien elablie , en disant , comme M' C1.APEYRON c( M' DuLONG a fait voir que fair et tons les autres ga/ » pris i la temperature de 0° et sous la pression de o'°,76 de mercure, » etant comprimes dc — -r- de Icur volume degagenl une quantite tie Sehie TI. Tom. V. ss 33o ME.MOIRE SUR I.\ CHAI.EUR DES CA.Z PERMANENS » chaleur capal>le delevcr de o°,42i le memc volume tVair atmosphe- )) ricjiie » (*). Je dois a la rigueur des raisoiinemens mallic'maliques de faire ob- server, que cclui de Dui.onc qn'oii lit vers la fin de la page i85 et au coinuicncenient de la page suivantc (Tome IX cite ]>lus haul) lie saurait elrc exempt de toute inexactitude, puiscpi'il iie licnt ]ias couipte des termes qui sont negliges dans le developpenient de reqnalion (42), pour poiivoir la rediiire k I'enonce qu'il lui donne. Certes , cela est permis eut etre remplacee par p' _ i-t-v-log:p' . ^~"i-H7.log:,o ' ou bien par (46^ /i'='-v-'"S-P-. (■; Voycz ji. 100 cl ttit till 23*""^ Ciliicr tin .loiii nal ilc rKigle rolvticliiiiquc. PAK J. pi,ArrA 33 1 Or il einporle il'observcr , fine re(|iialion (43) est, par sa fonm- , iiicomiKitiblc avcc la llicoric, si I'on vciil la cons'ulerer comme unc equa- tion finie , landis que I'equation (46) rcsulle dc i'hvpothese JI '-i-//log:p ' // (itant un coefficient constant. En efTet ; la substitution tic cctte valeur de •/ dans Tequation (JiJ (qui conviciit a toutes les hypotheses) donne dp II do p I —in^^.f p L'integrale complete dc celte equation t'lanl p( I — //log: p):= constante ; nous avons d'apres la formule (yl'") , q = F\^p{x-mos;.p)\^ , ou bien ;,(i-^log:^) = r(7) . Si la c[uantite q demeure constante , cette equation donne y.'(.-/nog:p') = r(9) , lorscpie la pression p el la dcnsite p deviennent respectivement p' et p'. De la on tire I'ecpiation p~i-mo^.p" qui s'accorde avec I'equation (46) en donnant a // une valeur constante. Cette explication suflit pour demoulrer (jue requation de M' Ivonv ne saurait jamais etre idcnticpc avec cellc de Poisso.n et Laplace. Elle est comprise dans la generalite des formules ; non comme loi absolu- ment composee d'un nombre fini de tcrmes ; niais coinuic Ibrmuit' aji- prochec. C'est ainsi , par exemple, qu'on peut confondrc la ligne droile 33a iviKMOiRE sun la chaleuh des ga/. permanens avant pour equation j^=iax avec la rourhc ayant jioiir equalion _^- ^ rt log: ( I -i-j:), en siipposant le coefficient a assez ])ctit , el Ics abscisses x infcrieiires a I'uuite. En appliquant ;\ requaliou les lonnules (i4) cl (i5), on obtient c=«hHp.F'\p{i-mo^:p)\ , r. = «AKi-//log:p)F'j/.(.-/yiog:p)j . Aiusi , sans exclure les approximations par Ics scries, ct sans rejeter la substitution de I'equation (46) a requation (43) , il n'esl pas perniis de soulcnir , que I'equation de M"' Ivory rcA'ient a dire , cpie les clia- leiirs specifiques c et c, sout constantes pour toules les temperatures et pressions. Mais , rien n'autorise dans cette hypotliesc a regarder la constante // comme la meme pour tons les fluides elastiques simples et composes. De sorte que le principe que M"^ Ivory enoncc par les mots: « It follows » from it that the quantity k (c'est celle que j'ai designee par y) on » vsliich the velocity of sound depends, has the same value for air and )i all the gazes » est inadmissible (''). On trouve cette meme remarquc dans le ISlemoire de Dulong (page i84): mais je pense que M' Ivory a cntendu parler de tous les gaz simples seulement. Au resle, la formule _ H ^-.-/yiog:^ ne saurait etre conforme aux rcsultats des experiences de IMM" Gav-Lussac et Welter citees dans la page lo.'j du S**"" Volume de la Mecanique Celeste. D'ailleurs en diminuant la densite p de fair almospherique , cette formule donnc yy~'A(i-H«5)j , on cii tire I 1 336 MEMOIRE sun LA CHALEUn DES GAZ PERMANENS pour la quaiitite de chaleur perdue par un gramme dc gaz en s'abais- sant de n degrcs ccnligrades sous la memc pression /;. Ccltc formule doune pour la quantlle analogue correspondantc a la pression p'. En conside- ranl uu egal volume de ce gaz il aura uu poids expriuie en grammes par le nombre — . Done q — q, , et seront les pertes de chaleur relatives au meme gaz, a volume egal, et sous des pressions dillerentes. Le rapport -j, ^^, pent etre determine par I'experience , et on aura Tequation (47)- •v/'—^"."— Y^^ Tzr, p'rlp'y ' k(i-^c/.Q')l—p'F\p'y 'a(h-«5'— ««)! pour comparer, sur ce point, la the'orie avec I'observation. En develoj)pant le numerateiir et le denoniinalear du scconil membre de cctte ctpiation par le the'oreme de Taylou, apres avoir rcmarque (pie pc est le coeflicient difFerentiel du numerateur , on aura (48). n (Ic n^ itc i q — q. _'' r~2'^"^3~3T/$'~''^''-( ' '' // V I etc ^ OH c designe ce que devient c par le cliangement simultaue de p et 0 en /)' et 0'. Pour ecarlcr les diflicidu's qu'on pourrait elever sur la PAR J. PLANA 33" convergence dc cos series, il sufiirait d'ecrire le reste conformement :m iheoreme de Lagrange. • § XII. Si Ton veut considercr le cas le plus simple qui peut avoir lieu, il flc n'y a qu'a supposer -t^^^o ; ce qui rcvient a dire, que la elialeur spe- cifiquc c depend seulement de la pression p : ou , en d'autres lennes, que les equations (|3') sont reductibles a celles-ci ; P ((3"). — I c=Bpy B V ' C.zzz—p' oil B designe une constante arbitraire. Alors I'equation (48) donne ^^y^ (f'—q!'p' c \p'J ■ En appliquant cette dernierc formule a luie experience de Laroche et Berakd faite sur Fair atmosplierique , ou Ton jtvail |£f7 = T:^-' ^'-'"'°-8; ;, = o-,74o5, on obtient I'equation laquelle en prenant pour y le nombre i,42' 'rouve par Dulosg devient sensiblemcnt vraie , pulsquc le second membre donne i, 24o5. Serie II. Tom. V. tt 338 MEMOIRE SVn I.\ CTIAI-EUR DES OAZ PERMANENS En negligeant dans la formiile (48) les tcnnes multiplies par n on iiurait aussi TiMjualion 1997 0, l6t 0 0, 25i8 0, 3469 0, 1967 0, 2694 0,0791 0, 0764 0,0691 0, o65G 0, o85i 0, 0645 0, 0842 0,0923 Oviseiie 0, 2603 0, 2688 0, 2266 0, 3369 0,4114 0, 2809 0,3617 Azote Ilydrogene Acide carbonique Gaz oleiiant Oxide de carbone Oxide d'azote Moyenne .... 0,0770 Ell examiiiaut la premiere de ces deux tables, il est assez naturel ilattribuer aux crrcuis de robscrvation les differences entre les valeurs de y qu'on voit ici a I'egard des trois gaz simples, I'oxigene, I'azote , el riiydrogene. Si cela est ainsi, il devieul tres-probable , que, en nature. \>.\T, J. M.ASA 543 C le vappovl — ties deux clialcurs sj)t'cifi(jucs est Ic inemc j)our tons Ics i:;az simples, et dc plus, egal au nomhre 1,421 'fui so rapj)orle ;i 1 air alinospliei'itpie. La sceoiulc table nous clevoile un fdil plus general , cpii a deja etc reinarquc par Ics IMiysiciens : ear clle scmhlc etablir le principe que la iliUcreiice cp — c,p est (a la tcmperalurc zero ct sous la jiression de I)'", -76) la meme pour tous les fluides clastitpics simples ou composes. De sorle que, sans les erreurs dues aux observations, on aurait le meme nombre pour cluunuie des dilTerences cp — c,p. Et comme , pour I'air almospherique , on a c — r, = r,(v — 0 = 0, 421.0, 1878 = 0,0791 , ou jiourra former les formules suivantes. Designons par (y) le nombre 1,421 et par (c), (c,) les deux cha- leurs speciliques cpii se ra])portent a Tair atmospheriquc ; tandis que y, c, c,, p sont les quanlitcs analogues pour tout autre gaz jointcs a la densite p. Cela pose , nous aurons De la et de I'cqualion on tire (55) ^-c,=c,(7— i)=c(^i— i.) p I 7— I I p(y)\ V— I \ (56) .=.(f^)vS(vlzilU(£).7 j(7kljj ou I )ieu o>079i o>079' p(7— I) ' p 'y— 1 En appliquant les formules (55) et (56) aux (piatre gaz composes 344 UEMOinE sun la ciiai.eur des c.az pehmanens tie 111 table precedente , et laissant en evidence Ics facteurs (c,) el (c), on aura ; pour racidc carbonique le gaz olefiant . . I'oxide de carbone I'oxide d'azote pc = {c pc, = {c, pcz=(c pc, = (c. pc=(c pc.=(c. pc=(c . I, 2456 = (c)o, 8765 , . I, 1728 =(c.) 1,6667 ; . I, 7541= (c) I, 2344 , . I, 53o7=:(c,) 2, 1752 ; .0,9836=1(0)0,6922 , .o,9885=(c,)i,4o47 ; . I, 2274 = (c)o, 8638 , . I, i6oi=:(c,) 1,6434 • Je n'entre pas dans les details des relations que les coefticiens 7—1 ont avee la theorie atouiisliquc des gaz composes , pour ne point trop ra'ecarter du sujet de ce Memoire. Pour reunir ici les nombres relatifs au\ gaz que je viens de consi- derer , je donnerai les valeurs de c, c, , cp , c,p calcule'es en prenant pour unite le nombrc correspondant a I'air atmosphe'rique. PAH J. PI-ANA 345 c c, CO ^.P I , 0000 I, 0000 I, OOOil I, 0000 0, 8846 0, 8883 0,9754 0, 979i 1,0378 1,0378 1,0071 1, 0634 12, 34o3 12, 463o 0, 8490 0, 8075 0,8280 0, 8794 I, 2623 I, 3406 1,5762 i,8o63 I, 5416 I , 766G i,o8o5 1,0754 I, o525 1,0474 0, 8876 0,9391 1,3554 .,4340 Air atmosjiherique Oxigenc Azote Hyilrogcnc Acide carboniquc . Gaz olefiaiit Oxide de carbone . Oxide d'azote . . . . , D'apres les formules (55) et (56) on peut ecrire les trois formules (5o), (5i) et (52) dc maniere qu'elles soient applicables a tous les fliiides elastiques. Pour ccla, il suflit d'y remplacer o, 2669 par o, 2669 0,421 V _o, 079"74 7 1,421 7 — I V 0,2669 ^ 0,1878 0,421 0,079074 I par . — . ; 7 P 7— • P 7—' ce ([ui donnera y-' (57)...,-./'=^:^4._^j(,66",67H-6)(q2^) "'' -2G6-,67J ; (58) h\ 0,079074 y S »"'> 7^' I ^ P '7 0,079074 I Serie it. Tom. V -I I h 7 — uu 346 MEMOIRE sun I.A CnALr.UR DF,S r.AZ PKRMANENS Ainsi , il snflira tie connailrc la densite p ct Ic rapport 7 ilu gaz donne pour pouvoir ajiplitpicr res formules. J'ai erriP p an lieu dc p pour indiqucr cpioii doil prendre pour la densile J du gaz celle tpii a lieu a la temperature zero sous la pression de o"", 76: la densite de I'air atmospliericpje etant prise jiour unite dans les memes circonstances. Soit c[ la valeur dc c, (pii repond a h=^o'", 76 ; et designoiis par C, le produit J-c,: alors la Icltre C, representera la clialeur specifique dun gaz quelconque ayant im \oluiiie cgal a Tunite , la temperature egale i\ zero , et soutenant une pression dc o'", 76. L'equation (Sg) donne C,= o, 079074. V— ' partant _ __o, 079074 ^ '- C. ' Cela pose , si on substitue cette valeur de 7 — 1 dans I'equalion i^c(0~\pj ' (pii detennine la chaleur degagee par une compression subile, on aura, pour tous les fluides elasticjues, I'ecpiation o, 0790^4 •P ou bien i-i-x6~~\p ) Kn supposant (J = o, cette equation donne log:(.^«S') = ^^^.log:(0. Maintenant , si on veut remplacer log:(i -t-aS') par la serie aO' — ^^ -t-etc. , PAR J. PLANA 347 il fiiudra siipposor iz5' quautitc plus petite que I'uuite ; e'est-i-dire la teinperature (5' iuferlcurc a 367°, aulremcnt la seric serait divcrgentc. Lorsqu'il sera permis do retcnir Ic scul premier terine aO', on aura 0,079074 pj\ ICn vertu de celte equation on poiin-ait dire couime Dulong (') (1 que les variations de teinperature Ap B B p I -+-a9 ' ' 7(n-ae) De sorte que , pour I'air atmospherique , on aurait 1 o, 2669 o, 1878 Les resultats donnes par ces formules sent dementis par les obser- vations: on s'eloigne beaucoup moins de la ve'rite en employant les trois PAn J. PLANA i/^Ci ••qnations (5o), (5i) cl (Sa). Pour s'eii coiivaincre, il siiflit tie taUniler avec; cctle valeur de fj rcxpericncc j>osons la vajieiir aqucuse coiilcnuc ilaiis iin cspace fcrim; sans aucunc roiniminication avec la cliaiuliere qiii pourrait en fournir une nouvclle tpianlite , ct amence a un etal lei que la precipitation ou litpiefaction d'une partie lie la vapeur soit impossible. Helativcmcnt a la valeur de c on doit reinarquer, que Poisson dans son Menioire deja cite a pris c = 0,847, conformenient aux experiences de M" Laroche et Berard en ajoutant ces mots: « a la verite ils n'ont » pas donne ccttc valeur avec une grandc assurance ; mais il y a lieu » de j)cnser qu'ellc lie s'ccarlc pas beaucoup de la verite, et nous pou- » vons ladmcltre jusqu'u ce qu'elle ait ete modLfiee par d'auti'es obser- )) vations. » ( Voyez page 344 )• Poisson ecrivait cetle reflevion en i823. Mais, dix annees plus tard, il a reproduit le meme norabre 0,847 ^^ I'accompagnant de la remarcjue n (Tapres une experience assez pen concluanie et qui merctet'ait d'etre n repelde » (*). Cela preuve assez, que sur ce point les opinions de Poisson n'etaicnt pas Ics memes en 1823 ct i833. INIais il y a une autre circons- tance plus frappantc : en 1823, Poisson, faisait y= 1,073 et regardait cette valeur comme approchanle de la verite , au point qu'il qualifiait comme iniportante la remarqne de Clement et Desormes qui lui avail servi pour la determiner. Mais en i833 il a renonce complctement a cette valeur approchee de y, en ajoutant « quelle nous est , jusqii a present , « tout-h-fait inconnue n. Ainsi il faut croire que Potsson avail des motifs gi'aves pour ne point adopter le nombre 1,073 dans son Traite de Me- caniquc. II parait aussi qu'il n'admeltait pas le resullat c = - doiil parle Dulong dans le Tome 48 des Annales de Physique et de Cliimie ( page 376 ) , pour la clialcur specifique de la vajicur aqueuse sous pression conslante. Encore moins il aura accorde quon pent faire 3 7 = -. El je le pense d'autant plus, epic dans la page 638 du second Volume de sa INIecanique il dit expressemenl « je vais exposcr dans ce » chapitre ce que le calcul et Fexperieiice nous ont appris , jusqui » present, sur celtc malicre n. (*) Voyei page G5i du second Volume do sa Mccaoiiiuc. Serie II. Tom. V. vv 354 MEMOIRE sun I.A CHALEUR DES GAZ PERMANEKS En rctenant pour c le nombre - , la formule (56) , en y faisant lO /} ^ -^ , donnerait requatioji I 10 3" I d'oii Ion tire g ^,079' Zni-, 7=1,3384 ; ^0,253 1 ; ' - J- 4 • c est-a-dire 7=0 environ. II parait que ces valeurs sont inadmissibles pour la vapeur aqueuse qui a la densite maximum ; mais en la supposant fort eloignee de cet etat , ces nombres s'approcheront de la verite. II faudrait les employer ])our delerminer la piopagation du son dans une atmosphere de vapeur a(jueuse ainsi constituee. Cette distinction me parait admise dans la page 376 citee plus haul: car Dui.ONG dit « en prenant - pour la chaleur specifique de la va- 1) peur deau a 4 atmospheres d'elasticite et a la temperature de 5oo° etc. n . On voit done qii'il entendait parler d'une vapeur aqueuse foi-t eloignee (In maximum de sa densite. Pour une telle vapeur , les deux formules 76y. 253 1 ._ de laquelle on lire II suit de la que nous avons 6"— 9 I Q<—0 7 — 1 ■ ct (jue par consequent, lequation 6" — 9=^5' — 9 employee par M' Biot dans la page citec est inadmissible. Si nous supposons 0:=o, on a 6' = (7 — i)6". Mais cela ne suffit jias ; il faut obsei'ver que M'' Biot etablissait I'equation . en V faisant «=— r— , d'aprcs Ics experiences d'AsiONTONs ; et qu'il eta- blissait ensuite I'equation o 35 , , en y faisant «:=:-^ — d'aprcs les experiences de M' Gav-Lussac. Or, on sail aujourd hui que ces deux coefliciens sont egaux : en les suppo- sant diflerens , cela revient a ecrire /,'=;.(. H-5)( I -H«e') ; PAR J. PLANA 357 apres avoir fait I , o, 35 Done eii remplacant 0' par sa veritable valeur (y — i)5", on aurait ;,' = /,(. -4-5)1, H-«(y-i)(5"j ; c'est-a-dire au lieu de la veritable expression A>'=/'(H-^)(i-+-(7-0^)=/'(i-+-7^) . Par le raisonnement de M' Biot on aiu-ait p'=p{l^$){l-^uO")=p{l-^^){l-k.^)=p{l-^2^) , en observant que o!z=.ol (■'). Or, cela reviendrait a dire que le nombre y~2" est celui par lequel on doit multiplier la vitesse de Newton pom- la rendre conforme a I'observation. Et INP Biot observe lui-meme que son resultat n'est pas admissible , et tpx'il fallait d'autres considerations (*) Mr Biot trouvait 1,95 au lieu dc 3 , a cause qu'il prenait I -1- — , = I -t- 5 =7? = I -*■ : =: a — o, o5 = 1 , 95 . a! 3.0,35 1,03 Mais ('equation (40) I''' donnc ;)'=;)( I +• 5 ) ' = ;) ( I H- y J ) , loriqu'oo neglige le earre de 5, dcmonlro qu'en posanl i + -^ = y , on fait pcrdre au cocfli- cicDl cc' la signiGcalion ijui lui est attribace par le raisonnement de Mr Biot. 358 M^MOIRE SIR I.A DENSITE DES GAZ PEHMANENS pour pouvoir calciiler a priori riufluence de la cause assignee par Laplace sur la Vitesse ilu snii. On voit par la quo, a I'epoque oi\ INI'' BiOT ecrivait cc Memoirc , on pouvait seulemcnt elablir \iiie equation ile la forme sans rien statuer a priori sur le coefficient ft-t-i. La vitcsse ilu sou obser\ee fournit tl'apres cela le moycn ile calcuier ce coefficient, ainsi ([ue PoissoN I'a fait voir en iSo-j dans la page 3Go du 14''"" Cahier du Journal de I'Ecole Polytechni(jue. L'explication que je vicns dc donner fait mieux sentir la jnslesse de la remarque placee par Dui.ong au has de la page 161 du Tome X des Memoires de 1' Academic des Sciences dc Paris, laquelle est ainsi concue: (( C'est sans doute par inadvertence, que le savant Auteur » (M' Biot) cherclie a deduirc de la seule connaissance du coefficient )i de la dilatation des gaz , Televation de la temperature qui I'esulterait » d'une compression dtiterminee ». § XVL La iheorie exposee dans le cours de ce Memoire est fonde'c sur I'aucienne equation (i) : mais si, conforme'ment a ce que j'ai dit en linissant le § II , on voulait la remjjlacer par I'equation (60 /. = Apji-t-(« + i3^)5J , on troHverait, en operant comme dans le § IV; ^ -^ ydp)'p{a^a{i?)-k^^^' (63) c.= (g).AK« + ,3,»), pour lexpression analytique des deux chaleurs spccifiques. De sorle PAH J. Pl.ASA 35o cjue, pour determiner la fonclion q , en supposant donne le rapport 7 = — , on aurait (64)... p(« + /3p)(;^)-H7}/^(«-H2f3p)-Al3^>'{(^^) = o, au lieu de I'equation (JJ posec clans le § V : et requation correspoiv ilantc a celle designee par (BJ serait ; (65) Celte equation est lineaire lorsqu'on prend pour y une fonction de la densite p seulement. Et , en continuant I'hypothese de •/ quantite constante , on en tire immediatement ,J p C« H ■Ip p («-t-pf) J H etant une constante arbitraire. Done on aura (ti6) q=z/I^F /(<,M./3pf Jp (y.-i-fip) ) pnur expression de la quantite de chalcur ; la constanle /I ot in forme do la ioiiction F etant arbitraircs. II suit do h'l ([iic en ('•frivant jiour plus df siinplicil(' on aura 3Go MEMOinE sun i.a chaleur des gaz pehmanens ^ (a_H|3p) AF.' P^ '(« + l3pf" ail lieu lies foriniilcs (/3) trouve'es dans Ic § ^ III. L'eijuation (fi6) donue r(()f} designant vine fonclion arbiti-aire de q. Done en posant d y/ («+(3p) on trouvera par la repetition dii raisonnement fait dans le § IX ; (70) ... H-(«-t-r3|»)^-HA-/37.p^ \y.^^jpfn(p)\ au lieu des equations (40 et (^2), relatives au cas ou la quantite q de chaleur demeure invariable pendant le changemenl rapidc dc la densite. PAR J. PLANA 36 1 Pour facililcr I'evahialioii dc l"ml('grale n(p), il faiit observer que lou a ; / ^ ni- ■^ (3 «-»- 2,^/5)0" ^ 2(3—27)/! '-y, . a \'~>' La j)Ctitesse du coefficient ^ et de I'exposant i — y ofirent le moyen dc developper cette integralc par une serie couvergenle. II est facile de dcmontrer, que cette expression de p ne modific pas considcrablcmcnt la -vilesse de la propagation du son. En effet ; la com- binaison des deux ecjuations (61) et (65) donne _ J J °'^"- ',044737 — 1 _ 3> 8^7" — ' — /p-r fir ^— 0,00378075 —0,00378075 — -^9^'°' ' et la formule (42) , donne 5'= -^-^-^=^^-2^^ = 465",. 4 . o, 00075 o, 00075 On voit par l:i , que Tecart des deux fornndes augnicnle avec la ileusile. Pour le rendre plus sensible, preuons js'=:ioi : alors on aura ^,^,o.''"".,44737-x^io,.o.8-. ^ 0,0048220 0,0048225 ' et par la forinule (42) , 0, 00375 o, 00375 "^ ' PAR J. PLANA 365 Si la comparaison de la theoric avec I'observation devenait possible |)Our dc I'air atinosphcri(|ne aussi forteinent condense, on saurait inieux :'i quoi s'en tenir sur ces dernieres formnles. Mais , pour le moment , je nc pousse pas plus loin cette rcclicrche. II sufllt davoir ainsi indicpjcs les principes d'apres lesquels on pourra calculer Ics modifications dues a la nouvellc expression do la force developpee par les fluides (ilasliqucs en fonction de leur densite et de leur temperature. 367 ILLUSTRAZIOIME DELLA PORTULAC A G ILLI ESII CORREDATA DELL' ANALISI CHIMICA COMPARATIVA cnlla PORTULAC J OLERACE.l ' dkll'itvoc»to I^UICil COIiliil Leila nelV adunania del 13 mario 1842. ll genere Portulaca , che e Y Andrachne di Dioscoride , come gi:i awiso il Mattioli (i), e che pare avere per la prima volta ricevuto da Plinio ranzidetto noma (a), questo genere, dissi, venne formato da TouRNEFORT di novc in dieci specie o varieta (3) ; esso fu ricevuto da tutti i Botauici posteriori, ma ando soggetto a parecchie mwtazioni. Adanson Id creo tipo di una delle sue famiglie, clie dal nome del genere chiamo Povtulacee (les PourpiefsJ , ponendolo fra le Salicarie ed i Sedi , comprendendovi 33 allri generi, dal tpiale pero doveva (■) Qaesta momoria fu lotla per prendcre data m-lla Sczionc di Bolanica dclla Icrza riunionc dcgli Scicnziati italiani convocati in Fironzc nclla secomla mcta di seltenibrc delPaoDO 1841 , e «e DO feco un transunto ncgli Atti vcrbali dclla Sfzione mcdosima. (1) Disc, sopra Dioscoride cdiz. Valp. 1585. torn. 1. p. 5(H. — Sihlliorp. Fl. gr. torn. 1. p. 340. (S) Est cl Portulaca quam Peption vocanl clc. ( Plin. St. Nat. cap. SO. lib. SO ove nc e.'agera \e Tirlii). (3) TouBN. Inst. V. 4. 336. t. 118. 3(>8 It.LUSTRA7.tONF, DEI.I-A POIITULACA GILI.IESII ECC. csscre esclus.i la inangior yaile tU essi, sia per il loro abito paiticolare, sia jier Ic rlspcllive loro aiVmila (i). Qucslo lavoro fu intraprcso dairociilatlssimo Antonio Lorenzo Jussieu, il (jiialc nel suo ordine delle Portiilacee fPortulace'esJ ritennc come tipo la Portulacu , rcstringendolo a 1 5 geueri divisi in due sezioni prcsc dalla t?ousiderazione del IVutlo a casselta uniloculare o moltiloculare ; ma «|nesla seconda sczione pareva dovcrsi escludere, come anche alcuni ge- neri della prima ; e lo riionobbe Tesimio autore istesso neU'osservazionc che fece a'picdi dcUordine (2). Era riscrvalo all' ingogno sublime del De Candoli.e , la cui prema- tura morte amaramenlc piangiamo, di mcglio calcolai-e Ic aflinita dei gencri fra di loro, di ponderarne il valore, e di riunire in un gruppo naluralc quei soli chc rcalmcnte vi potevano aver sede. Cio fu tratlato in una memoria Ictta il 23 agoslo 182'j alia Societa di storia naturale di Parigi, e nel 1828 nel Prodromo del sistema na- turale, ove, ponendo I'ordine delle Portulacee fra il piccolo gruppo dellc Fouqideracee , e I'allro piCi esteso delle ParonicJuee , vi uni i4 dislinti gcneri, il cui tipo rimase sempi'C la Portulaca (3). Passando ora ad accennare le mutazioni che seguirono particolar- niente nel genere Portulaca dopo che fu stabilito dal Todrnefout , os- servcro die Linked ponendolo nella sua Dodecandria monoginia sulla sola considerazione del numero de'stami e dei pistilii, gli diede i seguenti caratteri essenziali : corolla di 5 petali; calice a-fido; casseUa i-locio- tare che si apre circolarmerite , owero per mezzo di tre valvole (4)" Era pert) naturale il vedere che il carattere preso dal frutto , il quale doveva essere esscnziale, doveva pure essere unico , e cosl non potevano confondersi nello stesso genere le piante con capsule che si aprono in si diflerente maniera; ed Adanson prima di Linneo a\eva ri- conosciuto la necessitu di dividerle, attribuendo al fjutto della Portulaca il carattere particolai'c di capsule a 2 valves horizontales (5), il che (1) Knvxs. Famil. dcs pi. II. p. 235. (2) Jiss. Ccn. p. .312. (3) DC. RcTuc (Ic la fam. . Sjsl. voj;. cdil. 15. MuBBAY p. 3C5. (i) Au.vNS. 1. c. p. 242. dell'aw. l. colla 369 equivale alia capsida x-locularis circumscissa di Lisneo, ed cscliidc la capsula Z-valvis dello slcsso aulorc. Ed e qui da notarsi clie il parti- colar modo di aprirsi, o meglio roinpersi della cassetta circolarmenle , ossia orizzontalmente , e proprio di alcunc piante, in cui concorrono gli altri caratteri essciiziali , e principalmciite I'abito iiuifornne, e clie percio debbono natiiralineute formarc ua genere disliiilo. Cos! la pens6 il Jussiec, il ([uale circa al frutto della Portulaca lo defiiii : capsula circumscissa poljsperma receptaculo libera , rimaiidaiido al genere Talinum di Adanson Ic specie di Portulaca a frutto 3-valve del LiNNEO (i). Limitato cosl il genere Portulaca, avrebbe ai tempi di Linked com- preso non piil di 4 specie (2); se non che le scopcrte clie si fecero posteriormente sino all'epoca della pubblicazione del lavoro del DC. , il quale adotlo il caraltere csclusivo di capsula i-locular is medio circum- scissa, le fecero ascendere a 20 circa, fra cui ve ne hanno pero 5 am- messc dall'autore come assai dubbie (3). Pero anclic dopo I'cpoca anzidetta furono rinvenute alcune nuove specie (4)> f'"'* ^c quali la piCi esimla si e la P. GilliesU , oggetto di questa mia illustrazione. Noi la dobbiamo al D. Gillies, il quale nell' anno i83o la trovo nel Chill presso Neighburing provincia di Mendoza, e nc spedl semi alia Societa di orticoltura di Loiidra , nel giardino della quale essa prospero egregiamcnle, maturando i semi, che furono poscia distribuiti a parecchi altri pubblici stabilimenti agrario-botauici ; onde in oggi trovasi comune in nioltissiini giardini, ovc serve di mirabile ornamento. Giustamente le venne imposto il nome dell' illustre viaggiatore e sco- pritore , al quale era gia stato intitolalo da Lindley il genere Gilliesia tipo della piccola faniiglia delle GilUesee (5) ; e giuslamenle pure fu- rono sollccili i Botanic! inglcsl di pubblicarne la dcscrizione e figura , (I) Juss. 1. c. p. 31i. (5) P. oleracea , pihsa , quadrifida , halimoides. (3) DC. I'r. 111. p. 355. (•i) P. adcpostcmott VE^T. ill Bull. univ. 185. juiii p. 39" ; P. iiusirnlis ENDi.icn. in Ano. »c. not. p. J41. t. 6. — prolifern ScnuM. PI. guinecns. in Bull. un. 1831. mars 383^ P. GilliesU Bol. mag. 308.i , scnza parlarc della P. grandi/tora che io credo essere una sola varieta. (5) LiNDi.EY. in miers. Irav. cliil. II. 5i9. Ann. Sc. >al. ISiC novemb. p. iiO. Serie II. Tom. V. yy S'^o ii.i.rsTHAzioNE deli.a ponxui.ArA gii.i.iesii ecc. die furoiio ripetute d:ii Bi-lgi iiella recente esiinia mccolta diretta a Bru- xelles dal Drapiers, scgiclario di cpclla R. Societa d'orticoUura (i). Ma dalle cure che io intrapresi nel coufronto di quelle coUe piante viveiiti da me estesamente collivate od atlcutamente in tutte le loro fasi osser>ale, mi risulto Irovarsi in esse iion poche lacune , e qualche er- I'ore , ed csserc percio pregio dell opera di dare di una cotanto brillante specie una piu estesa descrizione, e piu esalla figura, accompagiiandola dairanalisi chimica comparativamcnte alia Porcellana comune (Portulaca oleracea L. ) , aiialisi fatta a mia pre^liicra da un nostro distiiito chi- mico il sig. ^ alcrieo Cauda, e mai , per quanto io sappia , eseguita da alcuiio , per riconoscere cosi, se esista in questo gencre di piante qual- che |n-incipio producente quelle virtu che le si attribuirono. DEStCRIZIOIlE. Radici. Le radici di questa specie, perenni cd anche annue, perche sog- getle a deperire iiellentrare dell' inverno , sono poco camose, molto fibrose, coUe fibre sottiUssime ed estesissime. Fiisto. Essa s' innalza da 3o a 4° centimetri con un fusto di diametro medio di 5 a lo millimetri , crbaceo , molto camoso come tutta la pianta , dritto ma debole per il peso delia parte superiore , cilindraceo ed ingrossato verso I'apice , liscio, glabro , lucido , rosseggiante speciai- mente verso la, base , ramosissimo dalla base alia sommita , con rami sparsi , divergenti , e vellosi nelle ascelle. Foglie. Le sue foglie sono alterne , alcune sparse , alia sommita del fusto e (1) Bol mag. 3084. — Dbap. Encyclograph. du resn. vcget. \ol. 11. f. G. i£ pcccato cli« t)ii09rnpera ppriodica , conic lanlc allro . nun ,<;ia piii slnl.i rnnlinnala. nEI.I. AW. I.. COI.I.A .J- I rami vcrlicillale , ai)crte oriw.oiitalincntc , spcssc voile poco incliiiaie , alcuiic ( le pill graiidi ) pendeiili disegiiali Ira loro , cioe di lunghczza (la 3 a 5 ceiitimetri con diainetro di 3 a 4 milliinclri ; tiiUe brevissi- inamenle picciolale e quasi sesslli , cilindracee , poco deprcssc, |)iu ri- slrctlc verso lapice ma oUuselle , iiilide , liiceiiti , tenuissimaiucule eil irrcgolariTieiite papillose, di uii verde glauco, vellose iiellc ascciie. Le papille viste coUa lente presentano piccole elevazioiii relicolale foi-male da laiile vescichelte milliari , globose, caniose, argciilco-luride, ii]iieiii- di nil siigo aqiieo ( fig. i ), oude male i preccdeiili aiilori ohiainarono puntate le foglie di (jucsla specie. Impropriaiiieiite aiiche essi le dissero pelose ; i pcli che crescono fra le ascelle dei rami , e delle foglie , ed ill mezzo al verticillo terininale sono veri velli secoiido la dcfiiiizione Liiiiieaiia; essi sono sotlilissimi , moUissimi, argenleo-luciili , disposti in fascetti diseguali die coprono in parte, o circoiidano per Inllo le ascelle, pill o meno lunghi cioe da 3 a lo millimetri , drilli od apjilicati nd orizzoiUali o pendenli, il piii sovenle crespi ( fig. 1 ). J'are die essi sieno deslinati dalla natura a riempiere le funzioni delle stipule nelle piante che ne sono fornite ; cosi pensb pure dubitativamcute il DC. ( i ). Prefiorescenza ed infiorescenza. Alia sommita dei fusti e rami nel ceiitro del verticillo delle foglie in mezzo ai velli iiascono i fiori die sono percib lerminali ; essi sono sessili e jier lo piu solilarii in qiiesto senso, che piu d'uno non si apre mai nello stesso tempo, ma per lo piu si succedono nello slcsso silo; ivi comincia a .spuntare un bottone ovalo-oblungo acuto intieramente co- perto dal calice ; nello spazio di tie o quattro giorni esse lascia vedere i petali avvohi fra di loro, i quali preseiUano percib una pvpftoresccnza od estwazione com'olUi ( fig. 2 ) ; I'aperlura del fiore , ossia anlcsi si opera due o ire giorni dopo circa le ore 9 del mattino, se la ])ianta e esposta ai raggi solari, e dura sinche ne e colpita; se essa e situata in luogo ombroso , il fiore si apre appeiia e malamcnte ; in tiilli i casi , chiuso il fiore non si apre piu , e toslo immarcisce ; pochi giorni dopo compare a lato del priino fiore altro boltone , e cosi successivamente (t) Rcvuc dc la faiu. dcs Porlulac p. 19. 372 nXCSTRAZIONE DEI.LA PORTULACA GII.I.IESII ECC. pendente la fioritura, cioe dal mese di giugno a quello di ottobrc, fe- nomeno coinune a tutte le specie di queslo genere , ed alia maggior jjarte degli altri dell'ordinc dellc Portulacee. Calice. Ciaschedun fiore prescnta i.° un calice profondamente diviso in due parti ; queste o sepali , o nieglio laciiiie voglian chiamarsi, sono ovalo- acute , lunghe poco meno di i cent, della larghezza media di 5-6 mil- limetri , liscie, vcrdi-rossigne e caduche nell'aprirsi dei petali o poco dopo fendendosi ivi circolarmente, e lasciando la base del calice ade- rente all'ovario (Gg. 2 e 7 a. ). Coj'olla. 2° Una corolla di cincpie petali inserti alia base del calice ed ivi assai approssiinati e quasi aderenti , eguali fra di lore, cuneiformi, am- piamenle smarginati alia sommita, lunglii 2 cent., superiormente larghi non meno di un centimetro, e gradatamente piii risti'etti verso la base, aperti orizzontalmente, di un brillanic colore purpureo con una macchia biloba bianco vcrdognola alia base lunga 3-4 millim. c larga 2-3 (fig. 3e 4> Slami. 3.° I sUimi sono numerosi (da 20 a 4o)j insei'li pure alia base del calice, de' quali per lo piii alcuni sono slerili; \ filatnenti sono filiformi, liberi, ma molto approssimati e quasi aderenti alia base, due volte piu brevi dei petali , dritli nell'aprirsi del fiore, e poco dopo inclinati in fascctti so\Ta ciascheduno dei petali, portanti alia sommita antere ovate 2-loculari irrcgolarmente oscillalorie gialle ; esse si aprono longitudinal- mente lasciando cadere un poUine globoso sottilissimo (fig. 5. 6). Questa specie di movinicnto dclle antere da me atlentamente osscrvalo non e propriamente oscillatorio come vedesi in alcune altre piante, per esempio nelle Passiflore , ma e affalto irregolare ; e cosi forse provvide la natura perclie il pislillo supcrando di alquanlo gli slami , diflicile riescirebbe il suo conlatto rolle antere, onde mcnlre quello si inclina di poco per mettersi a livcllo di esse co' suoi varii stimmi ricurvali , queste vanno DELI-'aTV. I.. COLLA 3^3 per COS! dire in loro ricerca con giri irrcgolari, finchc meltcndoN isi in contatto vi attaccano cpiel grano del polviscolo die dee poscia scoppiare nel modo cosi luminosamente scoperlo dall' insigne Professore Amici ap- punto per la prima volta nella Porcellana comunc (i). PiStillo. 4.° Un solo pistitlo composlo , i .° di un ovario aderente per meta alia base persistente del calico, i-loculare, quasi rolondo , acuto , da principio verdognolo , prendendo quindi una tinta rossigna che si rende poco per volta pifi intensa sino a divenire purpureo come la corolla , perfeltamente lisclo e lucenle ( Gg. 7 ) ; 2.° di iino stilo vmico , fili- formc, poco piu lungo degli slami, alquanlo inclinato, purpureo, poco piii grosso verso la sommila, ove si fende in piu stimmi (5-8) semplici incur>'ati, lungln 3-4 millim. , rossigni , glaiidulosi (fig- 6. 'j); lo slilo cade poco dopo I'antesi ( fig. 8 ). Frutto. Giunto I'ovario alia sua maturita , il che succede tpiindici o venli giorui dopo I'antesi, a seconda deiraltczza della temperatura, esso prendc un colore e consistenza legnosa , e poco dopo si fende orizzontalmenle circa la sua meta, cioe al sito , ove comincia la sua aderenza coUa base persistente del calice (fig. 9); questo frulto per il suo modo di aprirsi chiamossi dal DC. pjxis o pj-xidium ad esempio di quanlo erasi prali- cato da Mirbel per Vuma dei musci, colla quale ha molla analogia : esso e della lunghezza di 8 suUa larghezza di 6 mlHini. circa, compreii- dendovi amendue Ic valvole , ]ioco acuto , i-loculare , 3-valve colla val- vola inferiore {amphora) pollsperma, e superiore (operculum) asjierma. Semi. I semi sono nuineroslssimi , ]>iccolissimi , cioe di un diametro minore di un millimctro (fig. 10); visli colla lente compaiono chiocciolafi, poco (1) Vcggasi la mcmoria del cliiarissimo sig. Luigi Calam.m inserta ncgli atli dei Gcorgolili di Fircnic , vol 18. 3^4 IM.USTRAZIONE DELI.A PORTULACA GILI.IESII Err. aspri, ma luccnlissiini , di colore del ])ioni!)o (fig, 1 1 ), altaccali a jila- cenle cciUrali nolla valvola inferiorc jier mezzo di fill eoiidnllori len- denti alia base dello stile, i quali, operata la feeondazioiie, si ronnpono; il loro albume c ccutralc e faniioso ; Veinbrione ])erisferieo colla I'ntli- cetta ciliiulraceo-lunga , ed i coliledoni ol)liinij,lii. Colthmzione. Si colliva siiiora questa specie per solo oniamoiUo; iicl iiostro clima esige necessariamenle un calore costanle snperiore almeno ai i5 gradi Reaumur ; si scmiiia iiel mese di aprilc in vasi clie dchboiio essere esposti al mezzodi c lenersi sollo Ic iiivctriatc ; la terra dec essere so- stanziosa ma molto sofliee ; il terriccio vegetale frammiscliiato con un quarto di arena fina mi pare il piu jiroprio ; s' innaffia moderatamente con acqua esposta prima per qiialche lempo ai raggi solari ; giunte le pianlicelle ( le f[iiali iiascono in quindici gionii circa) alPaltezza poco pill o poco meno di lo centimctri debhono essere Irapiantate colle loro piote ed in vasi separati , ovvero anclie in aiuole preparate all' uopo coiranzidetto lei-ricciQ contro un miiro \erso il mezzodi ; esse debbono ricoprirsi iiella nolle e nei tempi burrascosi con invetriate , sarchiarsi sovente e diligentemenle , ed iniiafliarsi come sopra ; cosi otterrete una successiva ed abbondante fioritiira dal giugno aU'ottobrc , durante la quale sarete sollecili a raccogliere i semi ; le pianlicelle coltiYale in vasi dovranno essere sovente ricangiate a cagione della voracita delle loro radicette , dando loro un vaso maggiorc ji)-o])orzionatamente al volume delle loro piote, le quali pero e bene siano alquanto i-ecise airintoriio; cpieste cure necessarie nel noslro clima piemontese sono sovercliie nei paesi piu meridionali d' Italia ; a Napoli , siccome mi riferi il cliiariss. sig. Prof. Cav. Tenore nel suo trop'po momentaueo passaggio per la citta di Torino, si coltivano alio scoperlo, e si semiuano da per se stesse; anche a Firenze c Pisa le vidi cosi collivale. Virtu ed itsi. Per molto tempo la Poreellana comune passo per lassativa, dal che ha forse origine il iiome di Portalaca, cioe piccola porta (i); piii ra- (I) l.iTi. IMiilos. bol. ed 11 J) 167 DF.I.I.' AVA'. L. COLLA 3~5 gionevolmcnte i fraiiresl la chiiiinaioiio Pourpier , alliidendo al colore rossigno e quasi pnrpitreo ile" siioi slcli e rami. Esageralc poi di troppo sono Ic altrc virtu die vi si allribuirono ; i semi si aunovcrarono fra i (pialtro minori frcdtli c si rigiiardaroiio come vermifiigi, ciitraiulo pcrrio iicirelclluario cli Psii.i.io, iiclla coiife- zione ili giacinto , nelle polveri anleliniuliche e siuiili ; il Medico napo- litano Lico gli somministro contro ravvelenamento prodotto dalle can- taridi, rcputandogli un antidoto; Ic foglie forniano uno dcgli ingredienti dei brodi riiifrcscaiili ; la decozione di tutta la piaiita si vanto utile nelle einorragie e nelle I'ebbri ardenti (i); le foglie fresche masticate si dissero pulire gli nlceri della bocca, ed essere diuretiche (a). In Isvezia si strofiuano con esse i bernoccoli che vengoiio alia faccia ed alle mani per farli staccare. I iiegri all' isola di Francia usano la decozione della P. meridiana (3) unila al latle contro i tumori od ulceri maligni dei piedi (4)- S. Giorgio pero non ne parla punto nella sua storia delle Piante medicate. In ordine agli usi si sa , come la Porcellana coinune , massline la varieU'i coltivata (5), si mangi criida in insalata, e colta si apprcsti sola o negli intingoli. In Piemonte si usa eflicacemente la sua decozione per fecilitare la cottura de' ceci ed altri legumi secchi. Dall'analisi cUimica di cui infra, meglio potra giudicarsi della stima che possano meritare le sovra accennate proj)ricla. Intanto non debbo omettere la diagnosi del genere e della specie colle modificazioni ed osservazioni analoghe alia sovra fatta descrizione. Diaynosi ed osservazioni. Portulaca Todrn. inst. t. ii8. Adaks. fam. des pi. 1 1. p. 342. Juss. gen. p. 3i2. = Portulacae spec. Linjj. Syst. ed. i5 cur. Mlrr. p. 365. = Meridiana Link. Schranck. = Lemia Vald. in Roen. script, p. 116. (I) V. Encycl. univ. art. Pourpitr. (J) L\M. diet. art. Pourpier. (3) L. f. suppl. 348. Qlucsla specie Jelle Indie orienlali (//. nialb. X. Ct. t. 31 ) c tonsiderala da DC. coine una sola \ariola della P. i/uadnfida di L. (DC. I'r. lit. p. .354). (4) Flor. medic, des Antilles. (5) P. oUracea yar. S saln'a DC I'r. 111. p 353. 3-6 lI.I.USTnAZIONE DELLA POIVTULACA CIM.IESII r.C.C. t. 7. f. 1 5. = Mcrida Neck. = Portulaca DC. Pr. iii. p. 3S6 ct Revue de la fam. iles Portulac. p. C. M Caljx aut liber , aut irao ovai'io adhaerens , bipartilus , demuiix )) basi circumscissus et deciduus. Petala S-H ac([nalia , libera , aut iina n basi concreta , calyci inscrta. Stamina 8-r!0 ; filainentis liberis, inler- 11 duui ima corolla adnatis. Ovarium subroUiiuhiin. Stylus i npice 3-6 » 6dus , aut stylus o. et stigmata 3-8 clongala. Capsula subglobosa i-lo- )) cularis medio circumscissa. Semiiia nuinerosa placentae cenlrali adlixa. » DC. Pr. 1. c. «. « Caljx 3-parlilus cadurus. Petala 4-5 basi calycis iiiserla. Stjlus » 3-5-parlitus. Capsula i-locularis circumscissa, polysperma. Scmina » fills singulis ad (ilaccutas plures liberas fixa. Spr. Syst. 11. p. 44^ ». 0ns. I. Genus forsan divideiidum inonente ijiso DC. et tune pule evcludendas species calycem liberum et filameiita ima corolla adnata gerenles ; sed liabitu et fructus structura inspecla melius in imiun rcti- nendum , ne naturalcs afTinilatis leges dii'umpantur. Obs. II. Portulacae geiicrc retculo uti ex DC. , divisioncs reformandae, et duo tantum admiltendac inter species nudas et villosas utpote magis naturales et constantes, characteribus e florum colore depromptis tam- quam vagis exclusis , et ad singulas species amaudaudis. Attamen ani- madvertendnm , moncute cl. Professore Morisio , Portulacam oleraceam etiam pilos axillares emiltere etsi oculis nudis \ix conspicuos. « P. Gilliesii caidibus subei'ectis basi ramosis ; foliis oblongo-cylin- )i draceis , subcompressis , obtusis, punctatis ; pilis axillai'ibus , fascicu- » latis , erectis , appressis ; floribus tcrmiualibus ; pelalis calyce longio- » ribus «. Bot. ma^. 3o64. Bot. reg. 1672. Drap. eiic. ri. f. 4> « P. Gilliesii caide suberecto ramosissimo , ramis divaricatis, ran ii- » losis; foliis allernis sparsisve apice ramorum verticillatis, inaecpialibus, » subdopendentibus, subsessilibus, oblongo-cylindraceis , subdeju'essis, ob- » tusiusculis , nitidis , reticulato-papillosis : ciliis axillaribus in fascicules » inaequales directione varia dispositis ; calyce imo ovario adliaerente ; » petalis 5-cuneiformibus , calyce longioribus ima basi subconcretis ; » filainentis 20-40 liberis nonnullis slerilibus; stylo 5-8-fido, stigmalibus » simplicibus recurvatis; floribus terminalibus purpureis ». Nob. ic. nostra. Ods. I. Duin genus servalur characteribus suj)ra allatls necessario oportet in slirpium phrasi ca ex adliaesioru; calycis rum ovario et fda- mentorum indicarc quod oniissum a praecedenlijjus auctoribus. DELL AW. r,. COI.LA Z-jn Obs. II. Ill spccienim ilistributione afllnitas conservanila juxta obs. I. ad genus ct obs. I. ad speciem. Obs. III. Stirps haec collocanda inter P. pUosam L. et P. lauatam Rich., quibus magis aflinis habitu et nolis praecipuis, sed difiert prae- sertim foliis oblongo-cjlindraceis , siibilepressis nee lineari-luticeolatis planis , ciliis rarioribus et tenuioribus , pctalis valde maiorlbus. ANALISI DEi.LE PORTVLACA GILLIESII ED OLERACEA (*). PORTV'LACA GiLLIESII. La Portulaca Gilliesii recente e inodora, di un sapore fresco aci- detto , e le di lei foglie , se si compi'iinono, lasciano sopra le dita una sostanza inucilaginosa. Sugo. Questa pianta somministra un sugo assai denso e mucilaginoso , il quale aiTOSsa la carta di tornasole, e colla feltrazione assume un colore rossigno analogo a fjuello del fusto della pianta stessa. Da questo sugo feltralo , portandolo aU'eboUizione, si separa una pic- cola porzione d'albuniina , la quale si scopre eziandio rol cloruro nier- curico. Questo sugo boUito e feltrato , e ridotto a consislenza sciropposa , se si versa nell'alcool a g. 4o dell'areometro di Beli,a«i lascia prccipilare una certa quantita di inucilagine. II detto sugo contiene una materia colorante bruna , poiclie versando in esso deU'ammoniaca caustica a neutralizzazione perfetta , I'accennata materia colorante si fa libera , ed aggiungendovi alcune goccie d'un acido quahuujuc di nuovo si arrossa. (*) Quosl'anaUsi c lavnro dcU'cgrpgio Cliimico si;.;. Vclcrico Calda. Serie II. Tom. V. zz 3^8 II.I.USTRAZIONE DELLA PORTULACA CII.I.IESII ECC. Questo sugo contiene Cloi'iiri , poicUe col uitrato argentiuo forma un prccipilalo quasi del tutto ridi- setolto dall'anmiouiiu-a, ecc. — contiene iin Fosfalo salubile , poiclie collaccjiia di calce forma un precipitate di fosfato calcico ridi- sciolto dairacido nitrico , ecc. — contiene Solfati , poichc col cloruro barltico forma del solfalo baritico insolubile nell'a- cido nilrico , ecc. — contiene Calce , coU'ossalato ammoniacale forma dell'ossalato calcico in abbondanza ; — contiene Potassa, coH'acido tarlai'ico si formano plccoli cristallini di bi-tartx'ato potassico; come pure col cloruro platrnico-ammoniacale; Ibrmasi un precipitate giallo di cloruro doppio platinico polassico. In qiuislo sugo aggiungeudovi alcune goccie di ammoniaca e lascian- dolo in riposo si formano dei crislalliui prismatici di malalo di calce ammoniacale , come si potra vedere nel seguito ; trattato questo sugo colla potassa si forma un precipitato alquanto gelatinoso, e ncllo stesso tempo si svolgc del gaz ammoniaco. La tinlura di galla non indica cangiamcnto veruno in questo sugo ; ed in egual modo si comportano varii altri realtivi , cioe il solfato fer- rico , il solfulralo ammoniacale ed il ciaum'O fcrroso-polassico. Nel sugo bollito il iodio non vi scoprc la benche mcnom.a traccia di amido. Dal sugo, ridotto a consistenza eslratliva e trattato con acido sol- forico , si svolge un'abbondante dose d'acido idroclorico unitamente a vapori nitrosi. DEM. A^-^^ i.. coi.i.A 3-q Qucslo siigo tleve i snoi oaralleri di acidita ad iin malalo di oalce acido ; poiclie coiiccutramlolo lascia prccipilarc coteslo malalo die «"• poco solubile, owero, come si e osservato superiormente, aggiungeiidovi •lell'amraoiiiaca caustica, si separano dei cristalliiii di puro malato doppio di calce c d'ammoniaca. Si comproA'a I'esistcnza deU'acido malico nel sugo salui'andolo com carbonato sodico , iiidi feltrato il liquore Irattandolo con azotato di piomho ecc. , cosi procedendo successivatnente I'operazione come si i'a nella dirella prei)arazione dciracido malico (i). L'acido ollenulo non fu possihile di farlo crislallizzarc alteso la pic- cola cpianlita di jiianta , sulla tpiale si c opcralo , ma peio si sono ve- diiti molti dei principali caralleri cliimici clic ad esso competono. Tiniura acqiiosa a freddo. Fatta macerare la pianta recente neiracqua distillata , e iraltata la soluzione actpiosa nel mode del sugo , i carattcri chimici sono analoghi ai sopra acccnnati. Tintura acqiiosa a caldo. La tintura acquosa fatta per decozione oflVl pure risultati eguali. Acqua disliUata. L'acqua distillata della pianta recente non ha ne odore ne saporc alcuno. La Portulaca GilUesii non contiene acido pettico , poiche fatta bol- lire recente con potassa , indi fcltrata la soluzione , saturandola con acido idroclorico , non ha falto alcun precipitato gelatinoso. Tintura alcooUca. La soluzione alcoolica versata nell'acfjua non s' intorbida — ])erci('i non contiene resina. (I) Vcdi TnENARD , Traik- dc Cliimie tom. 2 Acide maliqoe, edition dc Bruxcllcs iSlli 38o II.I.ISTRAZIONE DF.I.I.A PORTULACA GILMESII ECC. Lalcoolalo tlella piaiUa recente non rende latliginosa I'acqua — pcrcio iiou contieiie olio volatile. L'alcool a ^o g. deirareomelro di Bellani esporta dalla |)iaiUa sec- cata la cloiofilla ed un sale die e nitrate d'amjnoiiiaca. Pianta secca. La pianta recente della Portulaca G'dliesii fatta seccare diligcuti- niente al sole perde lo 73 per ''|„ del suo peso. La pianta seccata gettandola in un crogiuolo di phitino infuocalo produce una specie di ileflagrazione dovuta ai nitrati die la inedesinna contiene e perde l' 82 per °|„ circa del suo peso primilivo. In questa incencrazione, li varii jirincipii immcdiali scoinjionendosi , vi succede forniazione di acido carbonico , il quale trovandosi in cou- tatto a basi alcaline , le fa passare alio stato di carbonati ecc. CoU'acido nitrico puro si sciolgono queste ceneri quasi intieramente facendo viva effervescenza, ed il gaz die si svolge e puro acido carbo- nico privo d' idrogeno solforato. Nella soluzione nitrica delle ceneri col nitrate d'argento si forma un doruro ridisciolto dairamnioniaca ; — col nitrato baritico — precipitate bianco insolubile neU'acido nitrico dilute ; — colVacqua di calce — precipitate di fosfato solubile neU'acido nitrico. Aggiungende alia soluzione nitrica dell'ossalato di ammoniaca in ieg- giera eccedenza si precipita dell'ossalato di calce; feltrato il liquere so- prastante vi si versa dellammoniaca caustica, ed in tal niodo si ottiene ralumina precipitata con un poco d'ossido di ferro; finalmente trattando il liquere residue con petassa caustica si precipita la magnesia. La perzione di cenere insolubile neU'acido nitrico se s' infuoca in un cucchiaio di platino con polassa caustica inanifesta delle traccie debo- iissiiue d'ossido di manganese; la materia poi rafiieddata, se vicne sciolta nellacqua dislillala e saturata con un acido lascia depositare dellacido silicico stato preso in combinazione dalla potassa. deli.'avv. r. coi.LA 38 1 I semi della Portulaca Gil/icsii : i.° Se soiio coiiij>ressi inarcliiano la carln {liui olio fisso. 2." Contengoiio tlella inucilaj^inc in abhoiulanzn. 3.° — traccie d'albumina. 4-" La lo'ro lintura acquosa non e acida. 5." Coir iodio nella tintui'a acquosa falla a faldo scoprcsi dell' ainido. (i. " La decozionc dei semi contiene del tannine, poiche col solfalo fcrrico precipita in nero , come pure con una soliizione di colla forma un precipilalo bianco fioccoso. 7." La loro ccnere c alcalina e presenta li stessi caratteri gia os- scrvaii in quclla della pianla. 383 H.I.USTHAZIONE OELLA PORTUt.ACA CII.LIESn ECC. ANALISI QtfANXn ATIVA GEiVERALE dei principU immediati c del varii sail della Porlulaca Gilliesii operata sopra una gramma di pianta stata essiccata al sole. Clorofilla e materia colorante bruna solubile nell'alcool . . gr. o, 1 37 Lcgnoso c traccie d'albumina » o, aan Gomina ed estrattivo solubile nell'acqua » o, i36 Salt ipotassico ammoniacale calcico Cloruro < magnesiaco alluminico Malato di calce acido \)) o, 887 di un fosfato solubile di iin solfato solubile Traccie < di silice d'ossido di ferro e » di manganese Acqua d' idi-atazione n o, 026 Perdita » o, o85 (i) Totale » 1, 000. Finora non si sa che questa pianta sia stata impiegata come dotala di virtu medicinale , ovvero nell'economia domestica. (I) Quesli numeri suno 11 risultato di uaa media proporzionalc Ira Ire successive analisi. DEI.I.'avV. I.. COLI.A 383 PORTUI. AC A or, ERACEA, L. La nalura chiinica ilei varii inaleriali componenli la Porlulaca ole- racea L. e aiTalto identica a quella dclla Portulaca Gilliesii ; e quesle due pianle differiscono solo fra di loro nella relaliva proporzione colla quale gli acccniiati materiali si trovano in esse distribtiiti ; percib pre- scindciido qui dal ripetcre la desorizione delle varic opcrazioni auali- tjiche , sembra piii conveuieate di euutuerare i trisullali olteuuti da cia- scuna di esse. La pianla della Portulaca oleracea recentc ha li mcdcsimi caratteri della Portulaca Gilliesii per quanlo si riguarda al gusto, sapore ecc. , e la stessa cosa dicasi pure del sugo, del macerato, del decotto e del- r infuso alcoolico che ofTrono li medesimi caratteri chimici , anzi con questa ultima analisi si comprova maggiormenle la natura chimica del malato calcico isolando Facido malico , e cosi indagandone piu partico- larmente i caratteri. La Portulaca oleracea essiccata al sole perde il 68 per °|„ del di lei peso. La pianta cosi seccata coll' incinerazione da il 28 per "!„ di pura ce- nere , succedendovi nell' opcraeione una \iTa deflagrazione doTuta ai uitrati. La cenere della Portulaca oleracea L. e akalina, ed i reatlivi sco- prono in essa le slesse cose osservate nelle ceneri della Portulaca Gilliesii. I semi , come nell'altra Portulaca , contengono un olio fisso , della mucilagiue , dellalbumina , dell'amido ecc. , se vengono incinerati per- dono per °l„ il 92. '|,„ del loro peso, ed il residuo e alcalino , ecc. 384 ir.LUSTRAZtONE DELLA PORTULACA GILLIESII ECC. ANALISI QUANTITATIVA GENERALE dei principii immediati e del varii sali della Porlulaca oleracea L. operata sopra una gramma di piaiita essiccata al sole. Clorofilla e materia coloraiitc bruiia solubile iieH'alcool ..ax. o, i85 Lcgnoso e traccie cli albumina » o, 261 Comma ed estraltivo soliibile nell'acqua » o, i4o Sali , potassico Nitrato I ammoniacale calcico Cloruro < magnesiaco alluminico Malato di calce acido \» o, 383 di un solfato solubile di un fosfato solubile Traccie ^ di silice d'ossido di ferro e 1) di manganese Ac({ua d' idratazione ' » o, o i a Perdita n o, o 19 Tolale n 1 , 000. Ora paragonando la Portulaca GilUesa colla Portulaca oleracea L. vedrassi che amendue sono formate da sostanze di natura cliimica iden- lica , che Ic medesime sostanze ben j.oco difieriscono nelle relative pro- porzioni in cui stanno unite in ciascheduna pianta , e che eziandio tutle due oflior.o il fenoir.cno di non contenere nella piania dellamido, menlre i rlspcllivi seiiii nc conlengono. DEM-' AW. L. COLLA 385 Per Ic (juali cose ne ileiiva die, preso beii bene a disauiina ciascuno dei cornpoiieiui in particolare, si ilovra conchiudere che taiito per I'uso medico, quanto per I'econoinia doinestica I'luia di cjuesle pianle potra sempre venir sostituita all'altra. Fra le citate virtu niedicamentose della Portulaca risulterebbe dalla sovrapposla analisi clie incite delle medesime sono csagerate ; (juella pero che gode celesta pianta in molte malattie delle vie urinaiie sembra po- tersi abbastanza spiegare ; contenendo dei nitrati e della mucilagine , soslanzc tutte due assai conimendate in tali afTezioiii ; coir.e pure pare polersi spiegare come il di lei decotto faciliti la cottura dei Icgumi , imperocclie la preseiiza del nialato acido di calce impediscc ai sali cal- cari contenuti ncll'acqua di jirecipitai-si alia superficie dei legumi , cd in tal nioiio possono cuocci'e uella loro pasta interna. Sehie II. Tom. V. 386 ILLI'STRAZIONE DEl.LA PORTULACA GILLIESII ECC. SPIEGAZIONE DELLE FIGIRE. Fig. I . Uii pezzo di fusto e foglia aumentali in modo da polersi osser- vare le papille di questa cd i velli che trovansi neH'ascella. » 2. Bottoue del Gore prima di aprirsi per conoscere la prefiorcsccnza convolta. » 3. Fiore totalmente aperlo. » 4- Un petalo staccato per hen distinguerc la macchia biloba esi- stente alia base. » 5. II verticillo de' stami per vedere la lore quasi coei'enza alia base. » b. Uno di essi aunientato ncl momenlo in cni si aprono le antcre vacillanti , e lasciano cadere il poiline. » 7. L'ovario aumentato , visto dope la caduta ossia la roUnra del calice in a , e mentre persiste ancora lo stilo b.' » 8. Lo stesso in gi-andezza naturale, dopo la rottura del calice , e la caduta dello stilo. » 9. II frutto o pissidio in grandezza naturale mentre si I'ompe cir- colaruiente e scopre i semi contenuti nella parte inferiore di esso ( amphora ). )) 10. Semi in gi-andezza naturale. » II. Uno di essi molto aumentato per conoscere la forma e le asjirezze della superficie. ScUnxe^fu e^Mairm tft'j'i*- //. Tom /.' ^ > to 'ii .•1>. // m ■Jt-mJii- r.n-J^A^t 387 DEI PRIONITI E DEI COIEOTTERI AD ESSI PIL AFFIM OSSERVAZIONI DEL MARCBESE iMASSIMlLlAHO SPlilOL.fL tCCADEHICO KlZlunALB KO!l REatDEXTE Lettf nnW aduiianza dt:ll' S mafjgio /843. M. niedesimi principii che devono regolare lo stabilimento dei generi degli insetli, sono pure da osservarsi per tutti gli allri gruppi maggiori che diconsi, a piacere, classi, ordini, tribil, famigUe, sottofamiglie, ecc. ecc: in questi, siccome in quelli, iin complcsso risultante dalla costante riu- nione di piu caratteri semplici sara coiminc a tuttc le specie del griippo, e sara pure ad esse esclusivo. II numero dei carattei'i semplici contem- plati in inassa, nel caratlere complcsso, si accrescera necessariamente a misura clie si moltipliclieranno Ic divisioni e le suddivisioni ; qiiindi molte considerazioni eiitrate nella diagnosi del Generc, non saranno av- verlite in quella della famiglia c di tutli gli altri gruppi maggiori. La diflicolla di piegare gli umili risuUainenti deU'analisi alle ambiziose ten- denzc della sintesi, si accrescera jiarimcnte a misiira che rosservalorn s'innoltrera nella pi'essa delle piu iniiiule parlicolarita. Ammellcndo per- tanlo che si possano dire ruitiirali quel gruppi che soddisfanno alio sin- letiche esigenze, e che gli allri s'intendano ortifiziali, e chiaro che un ordine concesso per naturale sara diflicilmente diviso in famigiie natii- rali, e piu diflicilnienle ancora suddiviso in geiicri pure nuturali. Ma I'altissima diflTicoUa degenererebbe in impossibilili assolula, sc si volesse, ad un nicdesimo tempo, entrare nel minuto deU'aiialisi, e riuianere nelle generalita primordiali della sinlesi. Se si pretendc che il caratlere desunlo 388 DF.i pivioNiTt E nn coleottehi affini da una forma estcrna sia la particolare condizione cli una leggc vitale , si ilcve consentire clic rimportanza ilclla legge non sia superiore airim- porlanza tlcUa parte carattcristica. ]\Ia rosservazione passiva sufTiricntc al riconoscimento delle fonnc, camminando sempre a passi piii ccleri die I'ossei'vazione altiva ncccssaria alia scoperla dcUe leggi organiche , ne awerra che molte modifirazioiii delle forme saranno pienamente co- nosciutc, prima che si alibia ncmmeno il sospclto delle Icggi corrispon- denti. Nel periodo presente di dubbio e d'igiioranza , avremo noi da mel- tere in wn fascio tutlc qucste modificazioni, c davvero che sono gia molte c moltissime, e sbandirle dal sistema natiirale, sotto il pretcsto che non sappiamo in oggi cio che forse sapremo domani? In contraddizione al sentimcnto di alcuni Natui-alisti autorcYoli, ho opinalo altrove che ti sarebbe tcmerita neUommcttere i fatti osservati, e che gioverebbe rite- nenie la memoria coiraiuto di im solo vocabolo, dopo avcrli imparati per mezzo di molti. Ma il gruppo espresso da questo Aocaboljo , essendo, 0 per un tempo, o per sempre, artifiziale, ho piu-c opinato ch'egli debba essere confinato all'iiltima fda della tavola sinoltica, e che non vi possa esscre mi gradino intermedio fra esso e la specie. Si sa che qucsta ul- tima fila e quella dei Generi. La Famiglia, non che tulti gli altri gruppi ad essa superiori o inferiori, purche supcriori al genere, si possono sempre, c (piindi si devono sempre, distinguere per caratteri maiiifcsta- menlc iiaturali. Ho colta Topportunita di riprodurre questi canoni del giiisto melodo, avendo altualmente in animo di fame una fcdele applicazione alia fa- miglia dei Prionili. Ma gli ho presentati senza accompagnarli d'argomenti dimostrativi, perchu ho giudicata questa dissertazione quasiche estranea alloggetto ristrelto e speciale della presente Memoria. I Prionili fiiroiio chiamati Prionii da Latreii.le. IIo mutata la desi- neuza del nome, per manlenere I'utiiformita del suono, in tutta la fila delle famiglie. Sino dallanno iScy, quel padre deU'Entomologia modcrna introdusse questa famiglia, nel lerzo tomo del suo immorlale Genera, c la compose del G. Prioniis, staccato dall'antlco G. Crambyx di Linneo sino dallanno 1800 dal Geoffroi, e dei G. Spondjlis Fab., e Pa- randra Latr. Ma in allora, mal fermo sopra il valore dei caratteri da esso lui ado|)erati, egli espresse i proprii dubbii nella frase correttiva , Jamilia artificitdls sequenti (idest Ceramhy elms') forte adjungenda.Trt . aniii dopo, lo slesso autore sempre mosso dai medesimi dubbii, soppresse ossF.nvAzioNi nri. m. massimiliano spinola 389 la fiiinic;lia, e ne ricello Ic varie iiiciiil)ra in qiiclla (lei Cerambicini ; cosl iicllc Considerations generates sur ronire nalurel ties Crttslace's , des Araclinides et dcs Insectes. Molti anni dopo, nel 1825, Latheille Membro tiell Instituto ili Francia, pubblico le sue Families naturelles du Regne animal, opera, nella sua parte cntoinologica, niollo inferiore al Genera primilivo, alleso cli'egli vi avcva troppo sovcnte sagrificato la giustezza clelle proprie vistc analiliche ai pregiudizii de' suoi Coileghi piu polenli, Naturalisti senza dubbio di allissimo grido, ina al Latreille inoUo iuferiori nella cognizionc deglinsetli. In quesla terza opera , i Prionii ricompariscono, ma come Iribii della faniiglia dei Longicomi , la quale equivale, mutato il nomc, a quella dei Cerambicinl, La quasi die ultima volonla del Latreille ha fatto legge presso gli Entomologi franccsi fiiio ai giorni nostri. La ritennero il Dejean nel calalogo della sua collezionc, il SKnvu.i.F. nella sua rivista dei Longicomi, e il MuLSANT nella sua monografia dei Longicomi della Francia. Gli autori inglesi, memori forse che il meglio talora e nemico del bene, e convinti che il Latreille aveva deteriorato parte della sua fabbrica per volerla troppo ripulire, non tennero conlo delle ultime riduzioni. Leach mantemie la famiglia dei Prionii, ma voile darle il nome d'l Prionidae. Lo seguirouo i signori Curtis e Stephens, parlando dellunica specie che vive nelle Isole Britanniche; ma nulla nggiunsero ai caralteri proposti dal vero Scientiae heros, e lasciarono indecisa la gran quistioiie, se la famiglia fosse natwale o artifiziale. Non conosco neppure uscita dai torchi della Germania, o di altra conlrada Europea, opera sislematica ed ori- ginale che accrcsca ulilmente la somma delle nosti'e cognizioni in questo parlicolarc. I molli che lavorarono dopo di Fabricius, e che scguitarono la di lui scuola, Monografi, Faunisti, Iconografi, Peregi-inanti , ecc. ecc. , raccolsero molti individui, fecero moUe specie, apersero molte bocclie , crearono molti generi, e gli dissero tutti naturali, mentre gli direi tutti artifiziali , se non avessero altri carattcri se non quelli che furono dctti essenziali dai loro fondatori. Ma nessuno tratto delle fannglie, perche le famiglie non hanuo |)osto nel sistenia del maestro. Siamo in diritto di aspcttarc molto di jnu da due scriltori vivenli, che hanno semprc lavo- rato con animo piu indipendente, e che non ebbci'o fniora occasione di spiegarsi sopra dei Prionii. Speriamo che ne parlino finalmente il signer Burmeister nel lerzo lomo del suo Ilandbueh dcr Entomologie , ed il signer Erichson nel secondo volume del suo Die Kafcr der Mark- 3o'> nil PHIONITI E nEi coleotteri affini Brandcnbiirgeti. Fraltanto voglio correre il riscliio tli csjiorre la rriia uersonale opiniono, csscmlo iiella jicrsiiasione clic i /'/TOmVt dchhano for- mare una fainiglia pcrrcltatiiente isolata da caratteri proprii e nalura- lissitni, e neU'impegno cli presentarne le prove giustificative. Crederei die sarebhe slata sriolla piii facilmciilc la (|«istione vertente, se inolli non avessero peiisalo die il carattere naturale dcUa fainiglia si dovesse cercare escliisivaineiite negli organi dellc funz.ioni essenziali ddla vita, cioe negli organi dei sensi, del respiro, della nutrizione, e della riprodn/.ionc. Eppurc riflctlendo die si Iratta di una fainiglia di Coleotferi, die i Coleotteri sono una sezione deU'ordiiie i\e^Vinsetli, die gli insetti soiio una classe X invertebrati , e ehe ^Unvertebrati formano una delle due prime division! del Regno animale, era facile antivedere die Ic fun- zioiii priinarie ddla fainiglia erano le slesse comuni a lutli i Coleotteri, c die gli organi di (piesle funzioni dovevano essere inoddlali sopra un lipo fouiune a tutto I'ordine. Questa verita si fara piu cliiara sottomet- Icndoli, ad uno ad nno, a una rigorosa rivista. rrinci[iiaino dagli agenti sensilivi. I due occhi reticoluti, die sono gli iinici organi ddla visia nei Prioniti, mentre maiicano gli ocelli lisci , come in quasi tulte le specie del iiicdesimo ordine, si eslendono sopra la faccia superiore della testa, e sotto la sua faccia inferiore, di modo die rauimale vede nguahnente sopra e solto a se. Ma questa facolta non e parlicolare di questa famiglia. \'arie altre la possedono del pari. Ne cio poteva essere diversamente. Tutti gli aniinali die noii sono inabili a iraslocarsi, e die non vivono fissati conlro il terreno dalla parte in- li;riore del loro corpo, conoscono o la necessita o la convenienza di guardare solto a loro. Ora se I'ocdiio e da se slesso immobile, se la lesla e il corpo inliero incontrano diflicolta in rivoltarsi , siccome accade in mollissiini fra i Coleolteri, converra die Tocchio niedosimo sia collo- calo, almeiio in parte, nella faccia inferiore della testa. Quiiidi una coiiibiiiazioiie di una ulilita lanto gcnerale non puo essere il caraltere escliisivo di una sola famiglia. Ma aggiungendola ad allri , per loro es- senza jtiii particolarizzanli, si potra introdurla conic nii naturale drmento nel carattere comj-lesso e definilivo. Le atUenne , da alcuni credute le sedi dellodorato, da altri giudicale coil dati pill probabili gli organi deU'udito e da essi cliiamate gli orec- clii degli inselli , dolale per altra parte d'uua gran finezza di tatto,ed abili sovenle ail uHizii iliversi e sccondarii ai (piali corrispondono pure OSSERVAZIOM DEL M. MASSIMILI.VNO SPINOLA SqI Ic forme allrcllanlo diverse, tlovevaiio allirarsi ratlcnzionc dei primi Na- liiralisli die allcsero alio sludio inelodico drU'Lliilonioloyia. Linm.o iw trasse le prime divisioni gcneriche, uel siio Sjstema Naturae. Fabricius lion ricuso di amiiiellerle nella compagnia degli sli-iimenli ribani. Latrkille slcsso, luUochc tciiesse in niiglior conlo le allre parli del coqio, non tralascio di avere le antenne in granilissiuio concelto e di inantcnerlu nelle prime file delle sue divisioni. Per me, lemo e le»:o nioltissimo che sieuo slate favorile e oiiorale al di la dei lore nierili. Mi spicgo: i.° Se si U-attera della loro azione sensiliva cssenzialc, diio die non ne abbiamo Onora certa cognizione , e die a dispetto dei aostri migiiori liloli di presunzione, i caratleri dedolli dalla considerazione di una faeolta ignorala, saranno, sine al suo discoprimcnlo, caratleri ailatlo arlifiziali. 2." Se si Iratla della linezza del latto, faro ossei-Aare die il sense ri- sicde nelle porzioni della superficie le piu tenui e le piii molli, e per- tanto die tulti i caratleri ricavati dal iiuinero o dalle forme delle parti dure e cornec, sono stranieri a qucsta considerazione. 3.° Se si traltera degli iifi'izii sopraiinmncrari da altribuirsi a qualclie antenna, in ragione della sua forma, mi confermerb neU'opinione gia professata, die i caratleri delle famiglie, non ireiio die quelli dei generi, non possono aver relazione alle funzioiii primarie della vita animale. II numero degli arlicoli non e mai eiitralo nel caratleri dei Priuniti, altesodie diversifica da genere a genere, e che varia da undici sine a einquaiila. Le loro forme, ugualinenle variabili, sono iigualmeiite rimasle uella calegoria dei caratleri geiierici. Ma Latreille, cainminando dielro alia scoria di Linneo, si e prevalso della loro lungliezza, non solamenle per caralterizzare la fainiglia, ma pur anco per allribuirle un nonie si- gnifiealivo. I Longicorni delle sue Families nalurellcs coirprendono i Priunii e i Cerambicini del meglio iiileso suo Genera. Ma la lunghezza dell'antenua non e, in se, die un caraltere I'dativo, e ogni caratlere re- lalivo suppoue un dalo criterio di relazione, senza il quale rimarrebbc iudetermlnalo quel tale punlo in cui il corpo caratleristico cessa dall'es- sere corto, e principia a essere luiigo; ora questo iudispensabile crilerio, ue il Latreille, ne allro Entomologo finora il diede. Ma fosse pur dalo, la lunghezza delle antenne non sarebbe ne comune, ne propria a lulli i Prioniti. Non comune , perche sono quasi meno che mediocri nei 0. Spoivljlis Fab., Cantharocnemis Serv., Torneutes Reiche ecc; non 393 DEI PRIONITI E DEI COI.EOTTERI AFFIX! propria, poichc anlcnne luiighe, quanlo o piii del coi'po intiero, s'in- coiitrano iti molli chc iion sono ne Prionii, ne Cerambicini , a ragioii d'esempio, nel G. Mormoljce famiglia dei Carabici, ncl G. Oedemera fa- iniglia degli Stenelitri, nel G. Brontes famiglia dei Cucujidi, nel G. Ptj- choderes famiglia dei Curculioniti , sezione degli Antribiii, ecc. ecc. II senso del giislo esisle senza duhbio in una dclle parli della bocca, e probabilmenle fra quelle che contribuiscono airinlrodnzione del cibo nel tubo alimentare, gio\ando assai che il piacere del senso basli a ri- compensare raninudc della fatica della n:aiidiirazione. Le alli'C jiarli , pii\ sporgcnli al di fiiori , scmbrano mcglio situate per resplorazione delle sostanze prima della loro introduzione, ed una maggiore finezza del latto basta a questo uflizio senza il concorso del gusto. Tale ho scmpre creduta la missione dei palpi, i quali hanno tale e tanla somigliaiiza colie antenne da potersi dire le antenne inferiori del capo. L'opinione la piu verosimile, e per quanto io sappia, la piCi generale, si e che il senso del gusto risieda nella membrana che veste superiormente la parte della bocca chiamata oi-a labium , ora lingua , era Ugula , second© il suo diverso aspelto. Questa giudiziosa congetlura non e pero appoggiata a nessuno esperimento dimostrativo, menti'e consta visibilmente che qiiella stessa parte e un agente principale della deglutizione. Ogni carattei'e de- sunto dalla bocca, dietro alia considerazione del senso del gusto, sarebbe per ora un carattei'e ipotetico. Ma I'analisi raccoglie i fatti e sbandisce le ipotesi. Dunque le parti della bocca non possono entrare in un sistema entomologico o naturale o soltanlo razionale se non come strumcnti manducatorii , e quindi agenti della nutrizione. Esaminiamolc , nei Piioniti, sotto questo sccondo aspetto. Sono oramai decorsi venl'otto e piu anni dall'epoca in cui esposi all'in allora Accademia ddle scienze , letlere ed arti di Gerio^'a, alciini dubbii sopra I'importanza altribuita alia bocca degli insetti considerata come base sistemalica, e tpiesti furono pubblicati sino dal 181 4 nel ler?.o volume delle Memorie dell'Accademia predetta. Lo scioglimento di (piclla SocietA , accaduto nel 18 (5, m'impedi di pubblicare la parte del mio la- voro che avrebbe abbraccialo i due oixlini dei Lepidotteri e dei Ditteri, non che quelli Jpteri che devono rimanere nella classe degli Insetti. Poco o nulla me ne duole. L'esperienza e la riflcssione mi hanno di- mostrato I'inesatlezza di alcuni fatti, mi hanno condotto a vederne :dti-i sotto altro aspetto, e mi hanno insegualo a dubitare di alcuiic couse- OSSERVAZIOM DEI. M. M\SSIMILIANO SPIKOLA SqS i;ueii7.c Iroppo assoUite. Pero tuUo iion e sbaglio in quello aiitico lavoro. (]on <;.sso credo esscre slalo il primo a sinuovcre qualc-lie pieira della (lecantata base del Sistema Fubriciuno , meiilrc il Latreili-e si era coii- tentato di aggirarvisi airintorno, c di rinforzarne i deboli fondamenti ron nil rinvestimento fallo d'altri inalcriaii die iie cainbiassero laspetlo, ie dimcnsioni e la solidita. (>i'edo [)ure di avervi data la sulVicieiite ra- gione dci princij>ii ciie atlcsi a dimostrare. Non e cjiieslo il luogo d"im- jueiidere a ripetere le fatte argonientazioni. Ma una breve menzione dei priiieipii diinostrati non sara iiioppoiMiiiia , niontre siamo per fame una imniciiiala applicazioiie agii iiisclli, die soiio gli oriina provvedula, e I'altra sprovveduta di niascelle, stanteclie il nome di inascella e stato impropriamenle asscgnato a queste seconde a])|)en- dici, il cui uffizio varia in raglonc della loro varia forma, e nelle quali la facolta di tnasticare e un caso meramcnte cccezionale. 8." La maslicazione degfinsclti, quando lia luogo, e quando e falta dalle mandibole 0 dalle mascelle , non e mai una trilurazione, ma bensi nn taglio o una lacerazione, .e chi vide denli molari negli y/cridii cbbe una fantastica visione. OSSEHVAZIONI DEI. M. MASSIMII.IANO SPINOLA .Jt)5 9.° Uii tUverso niodo di maiuliwa/.ionc sii|)|ioiie una lale iliversila iiclla coslriuione tlella hocca, die clue itiselli die prcsenterebbcro queste dif- ferenze spettercbhero a due diverse classi. Uii simile raraltere sarrbbe sempre qualehe cosa di piil che un carattere di geiiere o di famiglia. 10." Viceversa, se la di versa forma della bocca comporla la slessa manducazione, (piesio medesimo caratlere e qualclie cosa di meiio rhe un caratlere di famiglia, e non Tammetterei fuordie come un distintivo di specie o di genere. 11." Per distintivo di specie, tullo e buono. ^fa per disiintivo di ge- nere, la prima condizione d'ogni caratlere sara di essere tacilmenle ac- cessibile. Non e verosimile che cio si possa dire delle parli delta bocca, che sono talvolta minutissime , e lalvolla per inticro recondite. Qucsti principii londamcntali della dassazione enlomologica , sopra i (juali cinque luslri c mezzo di esame e di meditazione non mi lasciano piu la mcnoma dubilanza, mi confermavano nel primilivo giudizio, cd ero persuaso che il carattere naturale dei Prioniti non si troverebbe nella bocca. Eppure il Latreii.i.f., e dopo di csso lui, il signor SEnvii.i.E, vo- lendo separare la loro tribii dei Prionii dalle allre tribii dei loro Lon- gicorni, scelsero, a carattere essenziale della prima , /a irew'ta rfe/ ZaAAro superiore. Mi do a credere che qiiesto connolalo non \alga ne piu, ne meno della lunghezza delle antenne. Manca ugualmente il crilerio ddla graudezza, e ci tocchera di domandare perche il labbro dei Cirtognati, dei PecilopcpU , delle Egosome e di altri Prioniti sara corto, e perche sara lungo quello dei CalUdii, degli Asemi e ili altri Cerambicini. Sa- remo ugualmente impossibilitati a slabilire xma connessione fra la forma eslerna dellorgano e la legge organica. In tulti i Coleotteri, quando la bocca e aperta e attiva, il labbro e lonlano dal luogo della manduca- zione, non pui) prendervi parte immediata, e suole starsenc inoperoso e immobile. ]\Ia quando la bocca e diiusa , il labbro le serve di coper- chio superiore, mcnlrc il mento e(piivale al copcrcliio inferiore. J'-siste >ni neccssario rapporto di grandezza fra i due coperchi, e questo rap- porlo essendo lo stesso, cioe un rapporto di quasi uguaglianza nei Prioniti e nei Cerambicini, comunrjuc sicno la lunghezza e la brcvita del labbro, la legge organica e indipcndente da quesla circostanza e il carattere che si vorrebbe ricavarne e artifiziale, e quindi non puo essere caratlere di famiglia. Alcuni Naturalisli, guidali dal filo deiranalogia , hanno paragonato pur anco il labbro al naso degli animali superiori , 3o6 DEI pntONITI E DEI COI.EOTTERI AFFINI ei\ liaiinn imaginato esservi la scilc tlcU'odoi'alo. Non sono per dissoiilirc tla uuoiniiioiic die mi sembra avcre jior sc moUi ilali di probabilila. Ma ainmetlendo il fallo clie il laziocinio ha falto siipporre, e che I'cspe- rienza noii ha aucoi'a tUmoslralo, sarcbbe scmpre vcro che la sede del sotiso lion sarcbbe neUa poiv.ioiie dura o coniea dcH'orgaiio, siccome suol essen; la sua faccia supcrioio, c che bisogiiercbbe cercarla o iiei cigli inarginali, o nella sottilc uicnibrana che veste la sua faccia infei'iore. Cio essendo, mi si dica quale influenza avra la lunghezza del Inbbro , ogui altra cosa essendo pari sopra Tesercizio dell'odorato? Ozio soverchio sarcbl)e il solleruiarci a trallare deU'allra estremila del tubo intcstinale, nou che delle slimmale tracheali. Sappiamo che la posizioue di questi orifizii, e la loro forma semplicissima, sono presso che le stesse in tutti i Colcotteri , e che le loro niinime differenze non bastano alia divisione dell ordine in faiiiiglie o in tribii. Uh molivo diverso ci fan'i escludcre parimente gli organi.della ripro- duzione. Nei Prioniti e nelle famiglie aflini, I'apparato copulatore dei due sessi e abitualmentc rilirato nella cavila abdominale, ed egli non perviene in evidenza se non negli intervalll passaggieri del suo operare. La sua forma non e duncpie riconoscibile per mezzo della semplice os- ser\azione passiva. E necessario il ricorso allesperimento. Dunque I'ap- parato copulatore non e una parte esterna e non e un carallere ammis- slbilc in un sistema razionale. Dopo avere esclusi successivaincnie tulti gli oi'gani eslerni dci Fciisi , della nutrizione, del respire, e della riproduzione, ci restano ancora da esaininare i soli organi del molo. Ma pur anco fra tpiesti non i)OSsia;no aspellarci di trovare nella famiglia facolta essenzialment*- siraiiiere a quelle deH'ordine, e vi sarebbe essenziale estraneila se y'\ fossero allre membra, oppuie se le stesse membra avessero itn'allra ori- gine. I Prioniti non sarebbero piii Colcotteri se potessero volai-e senza il concorso di qnaltro ale iiiserite sopra il dorso laterale del mesotorace , cioe due anleriori o superiori , distese , inflessiblli e coriacee o cornee, e due posteriori o inferior!, membranacee, distese nell'azione e piegate nel rijioso in due j)ieghe, una longiludinale, Talfra trasversale. Cessereb- bero pure di esscre Colenlleri , se potessero cammiiiare o nuotare, indi- pcndentemenle delle tre paia di piedi appiccali al di sotto dei i.", 3.° e 4" segmenti del corpo, e comjMSti di cinque parti serialmente arli- colato , cio(~' (\(A\\moj;gio dei nuiscoli niu valiiU che rogj^ono rjue'i movimenli straortlinarii. II scroiulo |)iTlcvainoiUo sarohhe qm^llo dcgli Elatciidi , i soli che possano, cpiando souo rovcsciati colla paiicia all'aria, alzarc iii- sieme il lato posleriore del protorace e Tanteriore del mesotorace , iiidi mcdiante una distensione propoiy.ionata alio sforzo dclia lensioiic, nl/arsi ill aria, farvi la giravolla clic gli Acroliati cliianiaiio il sallo ninrtalc , c fiiiahnentc ricadere sul terrcno, nella posi/.iotie nonnale. Ancoru (jiiivi , il signor Stuauss lia con ragione osservalo che it carattere csterno delta facolta non era ne nel proslemo, ne net inesoslerno, poiche te stcsse fonne s'iiicontravano in altri Coleottcri che non potevano esegiiire il salto degli Elateridi , e ctie hisognava riconoscci-to net canaletto trasversale delta base degli elitri, iicl quale penctra il lato posterioi-e del Tergo protoracico , ed ove si appoggia con llherta e sicurezza durante to sforzo che precede il salto. Che dopo qucsti due eccezionali prelevamenli, la forma dei tarsi soin- ministri carattcri abhaslanza variati per ottenere un discrete numero di sezioni nalurali, il dara a divedcrc una prospetliva generate detle pos- sibili varicla di forma, ommctlcndone pero Ic jiarticolarila clie discoii- vengono alia faiiiiglia del Ptionili. Ogni articolo larsalc e tiberamentc articolalo coi due pezzi adiacenti, o saldalo con laluno di essi c dislintone soltanto da una sutura inflessi- bile. In tutli i Prioniti , dei cinque articoli sempre facili a nnmerarsi, qualtro haniio te libere arlicolazioni ; solo il penullimo e di minima grandezza e satdato col quinto ed ultimo. Gli articoli litieri puonno avere detle appendici, o non averne. ]\"ei Prioniti non ce n'e uno che abl)ia appendici. Gli articoli, fuori delle appendici, possono essere armati o incrmi. Nci Prioniti, I'ultimo e armato, alia sua estrcmita, da due uncini jrotiili che esislono pure in quasiclie tutti i Coleotteri. Gli allri qualtro sono inermi. Gli articoli armati o inermi, puonno essere nudi o pelosi. Nei Prio- niti, i tre primi hanno dei peli, i due nltimi sono nudi. Prescindendo da fpielle sottitissiine selole , che sono confusamente sparse sopra tulta la superficic del corpo, ognuna traendo I'originc da una pic- ciola cavitii puntiforme, e servendo, secondo ogni probabilila, di con- dutlrice delle sensazioni generali ai punti pii teneri di una corteccia cornea e poco impressionabilo , i peli che le loro particolarita dinotano ossehvaziom dki. m. massimiliamo SPI^0I.A Syg roiiu' agouti di (larlicolari iifii/.ii j)ossoiio cliircrire priiiiicramenlc , per la loro j)Osi/.iouc. ^Nei trc priuii articoli larsali ilui Prionili, essi staniio esclusivameute suUa faccia infcriore. I [leli, nella inctlcsima j)osizioiie, possono essei-vi d'inuguale liinghezza e fonnarvi uiio o iiiu inazzoliiii , oppure ugiiali fia loro ma flessibili e solligliali ai puulo cla rassenibrarc uii laj)pelo vcllulalo, o fliialmentc iiguali pure, ma pifi grossi e piii rigicli a guisa dei crini di una spazzola. Kei noslri Prioniti, i peli dei tarsi sono giusto disposti a spaz/ola^ i; perlanlo direino griiisclti scopitavsi , e i tarsi scopii^eri. CAxt: Ic spazzole larsali prescnlino uii caratterc iiatiiralc, ce I'insegna la considerazloiie gcuerale che lo strumento fatto a spazzola essendo inu- tili:, s;; iion contrario, al camminare deiranimale, egli deve meltersi all'opra la altro iiflizio suo proprio , oiide iion e iicppiir necessario il conosri're la uatuia clcUuflizio, per coiioscerc Timportanza del caraltere. Coil questo argomenlo di pid, die eonoscendo bene lo sti-umento, non sianio piii esposti a vagare in xmo spazio senza fine e che colle condi- zioiii delle forme, polreir.o sempic determinare i limiti estremi degli iisi possibili. Le spazzole taisali, in qnanlo che punli d'appoggio , puonno aiutarc Tinsetto a manlenersi a suo posto, in qualunqiie circostanza di stazione operosa, ex. gi". nel metlersi in cammino, nel prendere il volo, e piu ge- ueralmeute in tulli quei movinienti che non esigoiio trasporto da un luogo all'altro, presa del cibo, scai-icamento delle feci , contatto dei due sessi, deposito delle uova ecc. ecc. Le slesse spazzole, impicgatc all'unizio indicate dal loro nome, possono servire all'insello a neltare il suo corpo e la sua aliitazione dai lorduuii polvorosi, ad asciugarli mediantc piu lunga fregagione, e persino, ope- rando a guisa di gratuccic, potrebbero attaccare ed espellere pezzi in- tieri di sostanze piu solide siccoinc arcne agglomerate, fango asciugato, detriti organici, e altre consimili, jiurcht: poco resistenti e sempre polverizzabili. Le due spazzole del medesimo paio, colle loro faccie rivoltate I'una contro I'altra, c adopcrate di concerto, possono farsi uno stunieiito di presa e di trasporto, la cui idoneit;\ si stimera dal rapporlo esistente fra la forza dei crini e la resistcnza del corpo preso e trasportato. Gli articoli scopigeri sono piu scnsitivi che cpielli che hanno cornea tiitla la loro superficie, ma il sono mcno di (juelli che hanno la fac- 4i)0 DKI PRIONITI E DEI COLEOTTERI AFFINI cia meuibranacea scnza peli o crini, e cpiindi sono esploratori di mez- zaiia \irlu. Sono alieno ilal voler altribuirc, alia rinfusa, tulti questi divcrsi ufiizii ai tarsi scopigeri dei Pfioniti. Non snno per diparlirmi, cos'i alia leg^icra , dal principio chc ho profcssalo alt rove, c che mi giova di ri- dire; le parti esterne (fun aniiiiale ci dircmno cio cliegli pub fare, ma non possono dirci cio ch'egli vuoie. Ora, mi basta aver diniostrato clic i tarsi scopigeri possono fare cio che non possono ni; i tarsi di ultra forma, ne veruna allra parte del corpo, per giudicare nalnralissiiDo , secondo il mio assunlo, il caratlere chc potremo formolare nei termini seguenti : PRroNiTi. Tarsi di cinque articoli senza appendici. J primi qnattro inermi. I primi tre inferiormcnte scopigeri. Il quarto minimo , iiudo , saldato col quinto, e non distiuto da esso se non niedianie iin solco trasverso suturiforme. Il quinto, nudo, armato alia sua cstrcmita di due uncini mohili e laminiformi. Ma qucsto caratterc naturalissimo, comune a tutti i Prioniti, non o esclusivo di essi; egli conviene ugualmente non solamente a lutti i Longi- corni del Latreh.le, ma pur anco a tre altre famiglie della sua sezione dei Tetrameri , cioe ai Curculioniti , agli Eupodi, ed ai Ciclici. Abbiamo duntpie bisogno di trovarc un secondo carattere, naturale quanto il primo, comune anrh'esso a tutta la famigUa, ma piu esclusivamente suo. Questo secondo carattere, \err6 a cercarlo nciraltro pezzo estremo dei piedi, cioe ncl primo , ossia \anca. Queslo pezzo e il primo a riccAerc glimjiulsi della volonta niotrice, e sara giusto il dire ch'egli e il media- lore fra il tronco e il piede, siccome si poteva vedere nel tarso il me- dialorc fra il piede e il corpo estraneo. hanca dei Colcolteri e composta generalmente di due articoli; il primo, delto il trocantiuo dal siguor Audouin, e sovente minimo, nidimentario o recondilo, ed in ogni caso , pur anco in quello del suo massimo svi- liq)po, desso c cosi stretlamcnte avvinto coirallro, il quale ha usurpato a se la dcnominazione di anca, die i due articoli si nmovono forzata- uiente ad un medcsimo tempo e ncl medesimo verso. Le loro arlicola- zioni sono a testa perforata, come tutte cpielle degli Animali Endoiniarii, e sono i contorni della testa quelli che obbligano il movimento in dati ■versi, c limpediscono in allri. A ragione d'escmpio, si sa che fultima articolazione dvW aitcu, quclla col trocantero , e senipre laic \\e\ Coleot- OSSEnVAZIONf DEL M. MASSIMILIANO SPINOLA 4"' teri, clic il trocanlei'o, c con csso liii, i\ Jcinorc , non si jiuonno muo- vere die ilaH'iillo ul basso e vice versa, e clic la loro direzionc allavanli u aHiiulietro dipeiulc clalla posizione presa daWanca. Cio procede dacche il foro della testa e oblungo e non rotondo, essendo il diaoictro ma^;- giore paralcUo al diamctro trasversale del corpo, nello slalo normale del riposo, e dacclie le due pareti, nel verso della niaggior luiii^hczzn , sono rette paralellc e proininenti al pari delle pareti di uri caiiale , inentre nel verso della minor largliezza sono piane e al livello del foro articolare, onde possoiio paragonarsi alle due aperture opposte del canale. La prima articola/.ioue , cioe (jucUa dellaiica col troiico, lascia al novimenlo una liberla piii vaga di direzione, ma ne liiuita piu o meno il rispettivo ar- rivare. II fatto dipende da una singolare ch'costanza. In tulli i Coleotteri , le anche delle tre paia sono conleinite in certe cavilu del tronco, clie si dicono volgarnicnte Cavitii ancali e in latino Foveae coxales. II foro dellarticolazione e nel fondo della cavita. II suo contorno, liscio e uguale, non si oppone a nessim movimento. Qiiindi la liberta assoluta della direzione. JMa le dilFerenze di graudczza e di contorno, Ira il foro articolare e il margine esterno della cavita, non che le necessarie con-elazioni fra le forme deU'anca contenuta e la su- ))erficie curva della cavita contenente, possono rendere certi movimenti difficili ed altri impossibili. Ora credo die j)otremo ridurre, al numero di quattro, tulti i diversi movimenti supponibili dell'anca: r." II moto semplice e retto di estensione c di conlrazione, die ser\'e a cacciare I'anca fuori della cavita e a fai-vela rientrare, e cpnndi ad alzare e ad abbassare il corpo. 2.° II moto rotatorio nel senso del piano longiludinalc, e questi ser- vira al progrcsso c al regresso deU'animale. 3." Uii allro moto pure rotatorio, ma nel senso del piano trasversale, e (piesti servira ad avvicinare o ad allonlanare, I'lino dall'allro, i due piedi del medesimo paio. 4-° Finalmente un terzo moto pure rotatorio, ma nel senso dd pianu orizzontale, c queslo servira a cambiare la direzione dellasse del corpo. II primo, fra questi quatlro movimenti, e I'unico che sia indipeudente dalle diverse cause limilatrici, e die uon possa incontrare opposizione . purclie I'anca non sia peifettanienle iunnobile. L'immobilita deU'anca lia luogo, quando e intimamenle saldala col tronco in tutlo il contorno del SeriE II. Tom. V. 'c 403 DEI PRIONITI E DEI COI.EOTTEHI AFFINI foro arlicolare. Nei Prioniti , le anclie tlcl teiv.o jiaio sono immobiU come in cjuasicclie luUi i ColeoUcri, c cj>iolle ilclle allre due paia sono seinpre mobili come nelle jnii fainiglic del incdesimo ordine. Non incon- treremo perlanlo, iu quesla coudizioiie, il caraltcrc esclusivo di cui cam- miniaino in cerca. Non cosi dej^li altri Ire , comunquc U considcriamo appartali o coiiibinali. Molle sono le circoslanze di forma clie possono impedire un dato giro, o fermarlo defiuilivanienle in un dato punto. A ragione d'escnipio , la supcrficie curva dcH'anca, sVlla si allontana piu o meno da quella di un solido di rivolnzionc , i suoi inoli rolalorii si faranno piu o meno diflicili. Ogni giro sara pui'c feruialo, in qualche punto, se la cavita .incalc avra dclle inu^uaglianze I'icntranli, oppure se la sua supcrficie ugualissima non si adattcra a quella dellanca, op- pure se adallandovisi la stringera a segno lale da non lasciarle spazio libero pel suo movimcnlo. D'altra parte, certc circoslanze agcvolanli pos- sono talvolla compensare la disconvenienza apparenlc delle fornic. Lc pareli dcUa cavita ancalc possono in parte essere niembranacec , e cedcrc al([nanto alia prossione dcU'anca. La cavita stessa puo essere aperta dal- I'un lalo, e non oppoi'vi resistenza. Qucsto caso e frequente nei Coleof- teri , ma generalmente particolare a! primo paio; Tapcrtura delta ca- vita ancale, e allora atligua al lalo postcriorc, e durante il pcrfello ri- poso , lanca puo appoggiarsi immediatainenle sopra il inargine anteriorc del Mesoslerno. Fra tutte lc combinazioni dclle forme conccpibili, una delle piu pro- pizie alia celcrita e alia vai'iela dci movinienti , sarebbc senza dubbio quella in cui il foro arlicolare sarebbc prossimo al cenlro della cavita a.icale; in cui i contorni dell'anca e della cavita fossero presso che sfe- rici e adaltati Tunc all'altro con sufiiciente liberla; in cui il trocantino fosse o rncondito o mininio, c cosi bene adagialo in un piuito deH'anca da riempirvi una lacuna e slabilirvi la convessita sferica. Ora (piesta combinazionc cotanto favorevole e appunto quella che il piii sovente si osserva nellc due paia anterior! de' piedi degli Scopigeri, ma non niai nei Prioniti. Oppositamente, fra le combinazioni contrarie, una delle piu rimarca- bili sara quella in cui il foro arlicolare sara posto verso fcslremila esierna della ca\iti'i ancale; in cui la cavita sara ellillica e trasversale , ed avente la sua niaggiorc cajiacila in prossimita del prostcrno e ad una notevole dislanza del foro arlicolare; in cui lanca proprianienle delta OSSEnVAZIONI DEL M. MASSIMILIAKO SPIROl.A ^o3 e fatta a cilinclro o a coiio rovcscialo; in cui noii puo rilirarsi dcntro la cavila sciiza coricarvisi trasvcrsalincnte; in cui il Irocantino fatlosi di un volume a])|)arente, s'iiiterponc fra Tanca e la jjarcte aiileriorc ilella cavita. Ora quesla combinazione , colanlo contraria, c a|)|)unlo quclla die si osserva sempre nei Prioniti, e ch'io propongo, in conipannia di altro preso dall'ossalura del pi-otorace e da spiegarsi in appresso, sircome il caralterc esolusivo della famiglia. Che il carallere proposto c desunto dalla forma delle anche sia ria- turale, prendcndo qucslo vocabolo ncl scnso usalo in lutlo qneslo di- scorso, potrei forse j>rcleiulcrc di averlo gia provalo, ina Taggiunla di un csempio non sara su|iei'flua, in quanto clic porlera, nclla prova, il chiarore deU'evidenza. Suppouiamo ehe linsetlo fermo e posato, in una data direzione, sia dcciso a traspoiiarsi, al piu presto possibile, cioe volando in linea retla, in un punto dclcrniinato nei confmi della sua vista, ma fuori della direzione del suo corpo. Lo Scopilarso , now Prio- nite, se avra le anche globose, liberauienle mobili denlro recipienti emisferici, c non incagliate da incouiodi trocanlini, sara padrone di cITet- tuai'c rop])orluna ri^olllzione orizzontale, girando insieme un'anca dal di fuori al di dentro , e laltra dal di denlro al di fuori, finche I'asse del corpo si disponga nella direzione dell'oggelto in vista, indi prendere il volo e recarsi a tennine senza disviare. ^la il Prionile coUe sue anche assotti- gliate e quasi cilindriche prcsso la loro origine, globose e fatte a ca|)i- tello verso I'opposta estremita, distese orizzontalmente e strettamente rinserrate in uno stuccio trasversale angustissimo, coU'impedimento di un trocantino voluminoso la cui superficie inugiiale male si adatta a (ptella deiranca , potrcbbe forse con raolto stcnto girarle un tantino ncl verso longitudinale, ma sarebbe inabile a torcerle in altro senso; quindi avendo da volarc in luia diversa direzione, o ch'egli dovrebbe eavar I'anca fuori dalla sua guaina, c poi girarla a suo piacerc, o ch'egli avrebbc da pren- dere prima il volo e poi cambiare direzione colic ale c non coi picdi. Dunque la particolarila rilcvata nelle forme dello slesso pezzo mobile produce una notevole particolarita neU'esercizio della stessa facolta, e dunque il caralterc desunto da quelle forme e un carallere naturale che si u\erila di essere formolalo nei termini seguenli: Cavita ancali ellittiche e trasversali: foro articolaie collocato fra U ceniro e Vestremith esterna della cavita. Anche jatte a ciliinlro o a cono rovesciato , terminando a globo a una discreta distanza dalla loro ori- 4o4 DEI PRIOSITI E DEI COI.EOTTF.HI AFFINI gine, sdraiate traswrsalinente dcntro la cavita ilurantc il riposo. Tro- cantini grandi ed apparenti nelle cavilU ancali , fra le sue pareti an- terior L e le anche propriainenie dette. La fainiglia naturale del Prioniti suflicicntetnente tlistinta tlal caraltere complesso die abbiamo ricavalo ilai tarsi e dalle anche , abbraccia il bello numero di ciiujwanla ajciicri nclla Rivista goncrica fattane dal signer Serville nel primo lonio dcgli Annali delta Societa Entotnologica di Francia, anno i83a. Questo numero, j>assibile di jioca ridiizione, e Stato accresciuto dai lavori di diversi anlori. Ma aleuni, non avcndo a iiarlare se non di generi isolali, si sono conlcntati di dcscriverc minu- tamente tulte le parti esterne che essi credettero degne di considerazionc, e non entrarono nella discussione dei cai-attcri comparativi ; cd altri, r> ducendo le loro pubblicazioni alle condiz.ioni dei scinplici annunzii, lianno inserito i nomi nei loro cataloglii, ed hanno taciuto i carallcri, siccome cnigmi da esercitare I'intendimento dei curiosi. La Rivisla del signer Servili-e e Tunica opera che abbraccia il soggctlo nella sua generalita, *: che lo tratta sotto I'aspetto sislematico. Uscirei dai liniiti ch'io mi ho prefissi, sc dopo aver discorso del posto che i Prioniti hanno in na- tura , volessi ragionare minutamente di ognuno dei generi della copiosa (amiglia. Non lo potrei, neppure volendo, non pochi essendo quelli che sfug- j»irono finora alle mie ricerche, e di cui non ho ancora ottenuta la ne- cessaria cognizione de visa. Meno sconvcnienti al mio oggetto saranno aleuni cenni intorno ai varii carattei'i eletti da queU'aulore. Ve nc sono »legli ottimi; ma non tutti hanno il inedesimo valore. Osservero nel suc- fessivo esame I'ordine delle diverse parti, piuttosto che tjuello del quadro sinottico. Le Antenne. — Mi sono gii spiegato in ordinc alia loro grandezza. Non ho neppure bisogno di parlare lungamente del numero dei loro ar- licoli, potcndovisi applicarc tutto cib che ho detto dei tarsi in ngual proposito. Le forme caratleristiche mcritano tutta Tattenzione, c dob- hiamo lodare il signor Serville di averle avute nel debito concetto. Perb la presumibile importanza andera gradatamente dechnando , a misura che i'ufllzio corrispondenle alia forma, essendo conosciuto , sara meno impor- lanle, Ojipiu'e essendo di pari importanza, sara proprio di un solo sesso, o finalmenle, essendo comune ai due sessi, sara supposto e non conosciuto. Le Ale. — La loro presenza e necessaria perche I'insetto abbia la fa- colt;! del volo, e Timportanza del carattere corrisponde evidentemcntc OSSERVAZIONI DEL M. MASSIMILIANO SPmOLA /^uS aU'importanza dcUa facolla. Ma Tespcrienza ci ha iiisegnato che essa i miiiore nei Colcotleri , clie negli altri ordiiii tlclla stessa classe animale. Molli, pretleslinali a una vita (jnasi scdeiilaria, si coiileiilano dl fare, a lenti passi, i loro brevissiini tragitti, ovvcro non ricorrono al soccorso delle ale fuorche in casi rari ed eslrcmi. Ne avvienc che qucsle membra lion acquistano, in tutti, il regolare sviiiippo, si fcrmano in uno stato imperfello, nel quale sono sempre incite a qualunquc servizio, cd ora si riducono a minimi rudimenli, ed ora sembrano aOiitto aborlitc. In alcune famiglie, vi sono pertanto dei geiieri che coniprendono specie alate , ed altre senza le ale ( il G. Feronia Latr. ) ; c vi sono pure dei generi nei quali vi sono iiulividui della medesima specie apteri, ed altri alali ( il G. Calathus Bo». ). Vi sono famiglie intiere sprovviste di ale ( le Mclasome Latr.): altre, in cui molli generi sono apteri, i Curcu- lioniti. Nei Prioniti , invece, il volo c benissinio lento e stentato, ma le ale si olfrono costantemcnle , fuorche nelle due specie conosciule del G. Prionapterus Guerin, genere che le niolte sue afFmita naturali collo' cano accanto agli yfnacoli, ed ai Mizomorji. Un caraltere che divide la famiglia in due parti tanto inuguali, e che non ha un valore reale di urimaria imporlanza, non meritava furse di esserc posto alia icsla delle divisioni della tribu, ed andava confinato nelle sue ullime file. La Statura. — II signor Servili.e distingue i Pfioniti che lianno il corpo drillo e lungo, da altri che I'hanno, secondo esso lui, sufliciente- mcnte corlo, suflicientemente largo, c sovente alquanto chinato in avanli. Altri troveranno siflalte espressioni cliiare e precise qufili si vorrcbbero. Per me, non so farmi una giusla misura deU'cstensioiie c dei limiti del loro significato. Mi manca il crilerio della sufficienza per conosccre quando il corpo divenli suflieienlementc corto e suflicieutcmcnle largo. L'autore non me I'ha date iu termini espliciti e I'altre sue parole non mi aiutaiio a discuoj)rirlo. Se il corpo drilto allude alia dirczione dcH'asse, non sa- prei Irovare dlUercnze nei Prioniti, menli'e hanno, senza cccczione , questo assc in linea rclta e in piano orizzontale. Se si allude a un pa- ralcUismo supposlo fra cpiesl'asse e i lati del corpo , osservero I'insussi- stenza del fatto. I lati non sono niai in linea retta, e le loro curvature sono opposlc c non paralcUe. Se il corpo chinato in avanti si dovesse giudicare dal contorno della superfioie dorsale, direi che il raiglior cri- lerio di (|uesta superlicie sarebbe la sua linea d'intersezione col piano vtTticalc che si farebhe passarc dall'asse del corpo Ora osscrvo che in .'(()() nil pniOMTi E DF.i coT.roTTiini affint tuUi i Prioniti , senza eccezione, qucsia linea e una curva superiormcnte couvessa ed avente il siio maximum di altczza iiellc vioinanze dello scu- tello, e quiiuli che nou vi e mi Prionito clie noii abbia il suo corpo pill o mono cliinalo in avanti. Le TiniE. — Un caratlcre supcriore a ogni critica, di mi valore facile a stabilit'si in un sistcma naturale e di un uso coixiodissimo nci nietodi arli- fiziali , si e quello die il signor Servili.e e slato il primo a dednrrr dalla presiMi/a n dail'assenza delle spine tibiali. Fra i inolti usi ciie un Prionile puo fare delle spine della faccia inlcrna delle sue libie , lino si j)rcscnla rosi frcquentc e cosi manifesto, die cgli salta , dii'o cosi, agli occhi dcirosscrvalore. Voglio dire il particolare aiuto che preslano all'inselto, quaiulo vuole fissarsi sopra una superficie liseia c tondeggiante, e rimanervi in qualuncpie posizione obbliqua, ycrticale o rovcsciala. In quesle circostanze , le spine tibiali concorrono alia sicurezza , durante tulto il periodo della sua stazione operosa. Quando le fonne estcrne hanno una tale importanza , chi polrebbc privarle di mi posto fra i ca- rattcri naturali? L'autore poteva forsc spingerc piu in la le sue ottiinc vedute. Egli non ommctte mai di dislinguere i generi, in cui tutle le tibie hanno inlernamente due file longitudinali di spine \alide, da quelli die hanno le tibie inernii. ]Ma le due file lianno un diverse sviluppo uelle diverse paia. Talora non sono appareuti se non nella prima, sic- come nel G. Aulacopas che il signor Sfrville annovera fra i generi a tibie inermi. Talora si riducono a una sola, nel terzo paio, siccome accade nel G. Titanus. Talora spariscono quasi inlieramcnte in quella me- desiina, siccome in alcune specie del G. Macrotoma (Ex. Mac. leiuna Kl.) ed altre. Dallra parte, le spine interne dei feinori non merilavano minor attenzioiie. Distribuile anch'esse sulla faccia infcriore, devono concorrerc, colle tibiali, alia sicurezza della stazione operosa. La loro ugual presenza sopra tulta la faccia, la loro concentrazione verso la sua cstremita ti- biale , la loro totale assenza, non erano circostanze iiidilferenti. Credo che sarcblicro state da annoverarsi fra i carat leri essenziali di alcuni generi buonissiini, ex. gr. nei G. Titanus, Ctenoscelis, Macrotoma, ecc. , meglio assai che il contorno latcrale del Prolorace, sopra il quale avro da esporrc in a])presso le mic diflicolla. Le Mandibolf,. — II sapiente autore ha chiainato le mandibole a in- ter\'ento della sua classazionc, considerandole i.° sotlo il rapporto della loro grandezza assolula, carattere che suppone sempre un tijio di OSSEnVAZIOM DEL M. MASSIMILIANO SPINOLA /\0' misura per potcrsi i'iuslaincnlc :i])|irc7.zare, e che pur anco apprczzato, nulla iiiscgna sopra le diverse al)itiuliiii (IcU'insello; 2." in ragioiie tlelle loro diirerenze nei due sessi della inedes'mia specie, rarallere inroiiiodo perchc esige il confroiito di piu individiii per la determiuazione del ge- uerc c della specie; 3." riiialmenle in riguardo alia iiudita o alia \esle pelosa della loro superficic; c ((uesta lerza coiisiderazioiic e appunlo (piclla che mi seuibra la piu fdosofica. Che i peli siaiio seriati a frani^ic lunqo le coste e il laglienle dcllc niandibolc, o sorgano filli c dcnsi sopra uno dei loro piaui a guisa tli arrazzi velulali o di rigide scopctle, e chiaro che lion avraiuio forza da parlecipare ai lavori affidati alle jtarli dure e cornce delle inandihole. Non potraniio ne pungere , lie lagliare , iic la- cerare. Ma potranno raccogliere corpicciuoli, irasportarli e deporli ove occorrcni. La \este della iiiandihola sara il coiitrasseguo di una facolta negala alia raandibola igiiuda, ed altro non si cerca perchc il carattcre enloinologico sia caratlere naturale. Dobbiaino dolerci che il signor Ssrvili.e non abJua pcnsalo a gnai- dare le inandibole solto uu quarto aspcllo, cioc badaiido alia loro dire- zionc nonnale jiosta a conli'oiito di cpiella di lutta la parte superiore del capo. In tutta la faniiglia, rinlicra porzione della testa che puo dirsi Dorsum capitis, i coiivessa, a dcbole curvatura , sovcnle con un canale scavato sopra la linea mcdiaiia, e scm])re in disccsa daU'orlo postcriore sino allorigine dcllc inandibole. Ora, sono quattro le diverse direzioni di queste apj'.eiidici , da nicttersi a coiifronto colla costante pendenza della lesla: i.° Le maiidibole puonno manlenersi nel piano orizzontale. 2.° Esse j)unnno seguilarc la modcrala curvatura del cajio. 3.° Possouo ripicgai'si aU'iiigiu e accost arsi alia verticale. 4-° I'ossono ollrcpassarc anco questa c rivoltarsi aU'iiulictro. Ora dice, che ad ognuna di (jueste diverse dire- zioni delle inandibole, corrispondera iiecessariameiile una divcrsa posizione del corpo, durante tullo il tempo di un lavoro di ugual nalura, fatlo sulla stcssa sosUuiza, e lendentc alio slcsso Icrniinc. Sn|>poniaino, per via dcsempio, ch'egli abbia da fare un buco orizzontale, in una sostanza arcessibile da ogni parte. Se Ic niaiidibole saranno orizzontali, il Pi'ionite non avra bisngno iic di alzarc, ne di piegare il capo o altra parte del suo corjio; cgli potra Icrminare il s\io lavoro, avaiizando, sc si vuole , di qualche passo, ma senza cambiarc piano o direzionc. Se le mandibole avraimo I'incurvatura della superficie superiore del capo , il Pr/on/^e saru eostretto di farlc sorlire forzatamenfe dalla posizione ordinaria e por- .^o8 Dr.I pniOMTl E DEI COI.EOTTEHI ATFIM tarle al ])iano orizzontale; gli converra perlanlo rialzare la testa, ontle il suo lavoro iliventcra piu faticoso e sarii piu liinilato, alleso che la diflicolt^ del rialzamciito dcllc mandibolc aiidera crescendo colla profon- dila del buco. Se le mandibolc si accosleranno alia verlicale, il Prionite lion potWi farle lavorare in ini piano orizzonlalc, scnza passare lui stesso nel piano verlicale, e qnindi la prof'ondila del buco non polra oltre- passare la lungliez/.a delle mantlibole. Finabneiile se le mandibolc fossero rivollate all'indielro , non si potrebbe concepire la possibilita del lavoro, fuorche fii^nrandosi rinscUo ])osalo sotto e sopra un allro piano orizzon- tale colla testa fuori dal corpo solido, e colle mandibolc rivoltale conlro una parete del medesimo faciente col piano dcll'insetto im angolo retto o acuto. Ma in allora il lavoro, sempre piu stentato, avra, ollre la bre- vita dello striunento , un secondo limite nella picciolezza dcllo spazio libero fra le mandil)ole e la faccia inferiore del corpo. Sono pure mi- nute tutle queste considerazioni , sono pure d'infiuio grado i caralteri che non giustiflcano i titoli piu allij niji li riterro mai sempre preferibili a tutti quegli accidenti di forma, dei quali ne si sa,ne si sapi'a mai ren- dere una benclie nicnoma ragione. Il Protorace. — 11 signor Serville ha fatlo una particolare atten- zione a tutte le circostanze dei conlorni laterali, ha ammesso generi di- stinti nei suoi Priouii , serondo che avcvano i lati del protorace lisci, crenati, o spinosi, secondo che le spine diilerivano in niunero, in |)o- sizione, e in direzione; ed ha avuto tanta fede in queslo carattere da proporlo come il principale distintivo di molli generi. Molti condanna- rono questo mctodo , siccome oltre modo artifiziale , ed alcuni , passando aU'estrenio opposto, ebbero animo di asserire francamente che // pro- torace non pud fornire se non caralteri speci/ici. Quesla sentenza as- soluta si merita tutta la nostra riprovazione. Vi sono due casi almcno, a mio giudizio, nei quali le dilTerenzc proloraciche sono ottiuie distin- zioni generiche, o piu che generiche. II primo, quando e diversificato il numero dei pezzi integranti, vale a dire, quando non e lo stesso il numero delle ossa. II secondo, (juando in parila di numero le sole dif- ferenze di forma o di situazione portano apprezzabili dilfcrenze nei mo- vimcnti deU'iiisetto. Ma niente di cio si verifica nei caratteri Servilliani, e ad essi si applica benissimo la sentenza che abbiamo ricusata per la sua iroppo grande generalita ; il protorace dei Prioniti ha sempre il me- desimo numero di pezzi, e i suoi movimenli sono sempre indipeisdenti OSSERVAZIONl DEt. M. MASSIMILIAMO SPINOt.A 400 dai suoi conloriii laterali. F,p|)ine vi si polevano Irovarc Jei raratteri veramciite natuiali c tli iioii ultima iniiioilaiiz.a. >Ia bisogiiava amlaili a cercare nei contoriii ilelle sue ai-ticola/.ioni coi pioili aiiloriori, colla lesla, e col mesolorace. Deirarlicolazioiie coi jiit-di, lio ilcllo il piii, Iral- tando del caraltere della faniiglia, oiide mi resla il uieiio jjei caralteri del generi. Le circostanze da osservarsi soiio relative airapcrlura o alia cliiusura della cavita ancalc, e non sono iiidiireicnti alia liberta dei uioviuienti. Nel inaggior uumero dei Prioniti la cavita ancalc del prolorace c jiiu o inciio aperla |joslerioriucnle. Qucsl'aperlura dcriva dacclie gli aiigoli postero-intenii deU'episterno non raggiungono restremila posleriore del prosterno. In poclii Taperlura occupa tutto il lato posleriore, in altri ne prende una porzioiie ; dirimpctlo al centre, quando rcslrcmila del prosterno c dilatata; dal cenlro sino aircslreniila interna, (piando la stessa estremita prosternale non ha dilatazione. L'apertura, gia piccolis- sima nei G. Cantharocnentis e Spotuljlis , si riduce a una aiigusla fessura nei G. Parandra e Caelodori. L'articolazione del jiroiorace colla testa non mi ha olTcrto, nei PrionUi, nessuna dilFerenza di forma, die moslri avere influenza sopra i movimenli dei segmenti arlicolati, e credo che in lulla la fauiiglia, non vi sia un solo genere dislinguibile mcdiante il conlorno antcriore del suo proloracc. Non cosi del conlorno posleriore. Non luUe le forme del prosterno e del mesosterno producono combina- zioui ugualmente favorevoli alia mobilita propria del protorace. La mi- gliore ha luogo, scnza dubbio, (juando il prosterno non ha ne risalto al di solto, ne prolungamctito airiiidictro, c quando il nicsostcrno non ha prominenza in avanti. Allora la facolta del protorace di discoslarsi ahjuanto del mesolorace, e poi di dirigersi al di sopra, al di solto, o ai lati, non conoscerebbe altro limite fuorclie la resisleuza del legamento articolare all'azione dei muscoli molori. Ma sc il prosterno e il meso- sterno fossero costrutli in guisa tale da doversi anticipalanientc incon- trare e fermare il moto del protorace allingiu, ne avverrebbe un nuovo ostacolo indipendente dallubbidienza del legamento. Mi sorprende come non siasi dalo un jieso maggiore ad una circostanza cosi rilevante. T ne- cessarii rapporli fra le forme e h; facolta sarebbero slati posti facil- meute in evidenza , e raolti generi che rdezione di altri caratteri fa sem- brare arlifiziali o inammcssibili avrebbero occupalo i lore posti natiu'ali. Mi sia permesso indicanic alcuni escinpi. • Serii: II. Tom. \ . ^o 4 10 DKI PRIOMTI r. DF.r COI-EOTTERI AFFIM Se il jiroslcrno ha lui risalto, convorra esaminare se qiiesto giiuige aircslremila poslcriorc , pcrche in caso coiilrario alzcra Ic parcli dclle oavila aiicali iicUe ■viriiianzc della linea inediaiia, fara j)ifl diflicile la liberla deiranca, ma sara senza influenza sopra il movimento del ]iro- toracc. So il risallo proslcrnale giunge sino aU'estrcmita postcriore , bi- sogncra guardarc se qucsta eslremila corrisponda a un risallo o a un piolunganienlo del niososierno, perche allora la piogatnra del protorace all'ingiu sarebbe se iioa impossibile, almeno molto diflicile, cd esigei-ebbe uno slraordiiiario disroslaniento. Se il risallo proslcrnale non trova una barriera nel niesoslerno, bisognera vederc se non vi Irovi (jiialche aper- tnra di riliro, cioe se la supcrficie del mcsoslerno sai^a concava o falta a fossa. Se avendo o non avendo risallo, il prostcrno si prolunga sotlo al mcsopectus , bisognera osservare se jmo passeggiarvi senza ostaoolo essendone la superficie iigualc e piilila, oppuve se dcve slrisciarvi lon- gitudinalmente dentro xni angnslo canale a pareli vilevate,- oppin-c se debba cacciarvisi nel fondo di ima adatla cavita , o finalmcnte se a una data distanza egli debba dare di contro a qualclie ostacolo insn])crabile. Gli esempi non mancherebbero all'appoggio di ogiiuna di queste os- servazioni , c li darei sio mi fossi proposlo di dare im Geneva dei Prionili. IIo pur delto il gran niolivo che mi rimove per ora dal iroppo oneroso assunlo. Ala se non lio da nominare tutli i generi della famiglia, citero, per escluderli, alcuni allri che vi sono stati a lorlo in- trusi. I Generi Trictenotoma , Omallopodes ed Hippocephalus non sono scopitarsi, dunque non sono Prionid. II Trictenotoma puo stare nei Lucaiiiti quando questi sieno isolati, non stando troppo bene riunili agli altri Lamcllicorni. li' Omallopodes ha i tarsi spinosi, e non scopigeri. Pero tulte le altre sue parli sono quelle di un Prionite , e non si puo introdurlo in altro gruppo naturale. Ne consegue ch'egli resta senza fa- miglia, e sta bene ch'egli non I'abbia, se il Crcalore non gliela diede , e se non possiamo inipreslargliela, senza ofleudere la ragione e la \erita. Egli non sara I'unico genere dei Colcotleri condannalo a una solitudine provvisoria. QneW Ilippocep/taliis , che fu il soggetlo dei piu conlrarii )ia- reri, che fu da taluno regalalo ai j\ccr<>/tigi , da alui alle Melasome , da allri ai Prionii , i cui cosUnni sono pure il soggetlo delie piii con- iraddicenli relazioni, ehe alcuni vogliono divoralore dei cadaveri, altri infeslo ai ironchi o alle radici degli alberi , avra anciiesso da slarsene da se solo, altesoclic se ccrli Iratli lo avvicinaiio a qiialouu allro, sono in molto maggior luimero quflii che ne lo allontanano. OSSEUVAZIONI DEI. M. MASSIMILIANO SPINOr.A 4'* Dubilerei di essermi ferinalo a niczza stra(]a , se dopo aver disliiito i Prioni/i da Ivitli gli altii Scopitarsi , non faccssi un cciino di l\itle le allre faiiiiglic dclla medesima trihii. Ma spcro clie basloia quivi il dime a|)|>eiia il poco assolutaineiile necessario per riiilcUigeiiza del qiiadro si- iiollico, ciie proporro in fine, e per conchiusione del preseulc disforso. L'osteologia del protorace ci somininisli a i materiali di un prin:o spar- tiuiento della tribu. Nella prima gran divisione qiicslo scgn.ento i' tvi- dentemenle oomposlo di qualtro ossa prive di p.arlicolare inobilila , ma perfettamenlc distinte per suture rilevale o incavale. i.° 11 tergo, die occupa lullo il dorso, che non si ripicga mai fopra i fianchi e clie si se|)ara dislinlamentc dalle due ossa laterali, mediante xnia sutiira sempre rilevata , ma di rilievo diilVrente sccondo le famiglie e i generi, era uguale e allora falta a guisa di costa o di carena, ora incguale c allora spinosa, denlata o creiiata. 2.° I due episterni , die occiipano, al di solto, tulli gli intervalli compresi fra il tergo ed il quarto osso, e che sono distintamente scparali dairullimo, niediante una sutiira incavata c fatta a solco. 3.° II prostenio , che occupa, o in tutto o in parte, la linea luediana del pvopeclus. Tutte le specie di cpiesla prima gran divisione liaiino il protorace meno alto che largo. Scnibrano poco atli a insinuarsi ed a rivoltarsi in cavila lunglie , slrette e tubiformi. Qucsla divisione comjirendcra i noslri Prio- niti , i Clclici del Latr. Fam. nat. e le sue Bruchele ytcr no'i Bruchiti, die faccvano parte dci CurcuHoniti. I Prionili si dislaccano a suflicienza per la forma delle loro anche. Gli allri dalle anche globose, li suddivi- deremo dietro una considerazione di non contcsa iniporlanza, cioe in ra- gione dellasscnza e dclla prcsenza della facolta del sallo, slanteche questa facolla ha un caratlere cslerno cost ante e facile a riconosccrsi, cioe i femori posteriori piii robusti degli allri. I Saltatori e i Camminatori , lornereino a spezzarli, in ragione ddrcslensionc dclla loro vista. I Scil- Uitori che polranno guardare , iiel mcdcsimo tempo , al di sopra e al di sotlo, forineranno la famiglia dei Brncluli, e i Camminatori dotati dclla medesima facolla , sai anno gli Ispiti die comprcnderanno le Ispide e le Cassidarie di Latrf.it.i.e. I Sidtafori, quando non potranno giiardare sotlo a loro, scnza girare la testa, o scnza cambiarc poslo, formcranno la famiglia dcgli Jllicili , e i Camminatori ridolti alia medesima coiidizioiie, saranno nuovamenle suddivisibili in due famiglie, in ragione della divcrsa origine ddle loro antennc. Nella famiglia dei Galleruciti , le antcnnc sor- 4 I a DEI PHIONITI F. DEI COLEOTTEBI AFFINI i;ono sul ilorso del ciipo , in iiioz/.o agli occhi , a dislanza notevolc dcl- rcslreniita anlcriorc lU'lla Icsta. Durante il perfctto rijioso , qualunquc posizione e per esse iigualc, se non preferibile, al loro riliraniciUo sollo alia superficie inferiore del corpo. Nella fainiglia dei CrisomelUi, la quale foinpreiulcni , oltre le Crisomele, Ic CohispUli , gli Eiimolpi, le Clitre, i Criptocefali , e per sino le Erotileite , ad csolusioiic degli /igaddii e degli allri generi che non hanno i tarsi scopigeri , I'origine dclle antcniie e innanzi a^li occhi, accanto all'origine delle maiidibole e quindi, ncllo slalo di riposo pcrfetto, il loro iinico ritiramcnlo e forzatamente sotto alia superficie inferiore del corpo. Nella seconda gran divisione, il protoraee e falto di un solo pczzo , o al pill, di due, i due episterni esscndo sempre saldati col tergo, senza residua traccia della saldatura, e il solco die li dovrcbbe dividcre dal jiroslerno esscndo sovcnte oblilcrato. II passaggio dal dorso ai fianchi, c dai fianchi al petto, sono indecisi e senza risallo, sempre presso al mar- gine anteriore, c sovente in tuUa la lunghezza del protoraee, il quale risulta, in scguilo di questa conforinazione, singolarmcnte atto a insi- nuarsi e a rivollarsi in cavila lunglie, strette e tubiformi. L'ossatura del capo ci servira a suddividcrc questa seconda divisioiie. Vi troveremo i tipi di tre diverse famiglie. Ma a scanso di ogni equivoco, intorno alia giusla circoscrizione dclle jiarti , mi si coiwiene di preniettere la spiega- zione del significato ristrelto c convenzionale di alcune parole volgar- inente impiegate in un senso piu largo o piii vagamente circosci-itto. La parte posteriore della testa non prende il nome di collo , se non quaiido il suo piccolo diametro conlrasta colla maggior larghczza del capo misurala suUa linea Irasversale che si suppone passare dai ceiitri dei due occhi. Chiamasi vertice, la porzione della superficie superiore compresa fra il collo, quando cgli esiste, o fra il lalo posteriore del ca])0, cpiando non vi e collo, e la linca trasversalc die supponesi passare daUeslremila posteriore degli occhi. haj'ionfe e la parte anteriore del capo, compresa fra il vertice e I'origine delle antcnnc. La faccia suc- cedc alia _//'o«/e , daU'origine delle antenne sino sWepistoma, quando cjuesti e realinenle disliiito, c sino al labbio superiore , quando la faccia e I'episloma sono confusi insicme. Le facciate lalerali del capo, comprese fra gli occlu e I'origine delle mandibole diconsi le gene, e si possono distinguere in gene frontali e. gene facciali , seeondo die stanno accanto alia fronte o accaulo alia faccia. Per le piu volte, l:i Icsta dei Coleotleri a ossehva'/iom del m. massimh.iano spinola /^i^ e fiiH.i ill uii solo pczzo, e i limiti licl verticc, <\c\\sifronle, AcWAfaccia e ilfUu gene soiio soltanlo coiivciizioiiali. Ma la roiivcnzione, essenilo bene csju-essa, le diverse regioiii soiio delemiinate, (£uanto occorre, per la dislinzione dei tre diversi lipi che abbiaino aniiunziali, siccome lipi di aitrcUante fainiglic. Ncl prime tipo, la fronlc e di mediocre grandczza, prcsso che uguale (piella dclla f'accia, cd aiiieiidue si dirigono insensibilmente dairalto al basso e dairindielro aU'inavanli. SillaUa peiidenza dclla facciata sxiperiore perinelle alle maiidibole c alio allre parli dflla bocca, di lavorare nclla direzioiie dcll'asse del corpo, quaiido iion vi facciano ostacolo le loro forme parlicolari. Viceversa, I'origine delle antenne c troppo distante tlaU'eslremila anleriore, perclie possaiio coniodamente dislcndersi sotlo del corpo, nello stalo del perfetlo riposo. Qucslo priino tipo spetta alia nostra famiglia dei Cevambiciti , la quale coinprcnde noii solo i Ccram- hicini , le NecidaliiU , e le Lcpturete del Latreille e del sigiior Serville, ma pur anco gli Eupodi del priino, menlre m\ e stalo impossibile

  • asso, e per- che abbia libero e facile I'accesso in un pnnlo distanle e recondilo. Ma lo straordinario prolungamento aiiteriore del capo, quanto gioverebbe |l4 IlEI PRIONITI E HF.I COI.F.OTTfRI AFIINI nel tempo del lavoro, altrctlanlo nuocerebbc ncl pcriodo del riposo, se I'iiisetlo non avcsse, a guisa di comjieiiso, la facolla di ripiegarc la sua lesla sollo del corpo c di ritciicrvela applicala oonlro al ]ieUo. Ne a\- viene che le anlenne passano anch'esse sotto del corpo, c clie altra non puo cssere la lore posizione nel riposo, oppositamenle a «juella die le due famiglic preeedcnli pofrehbero cleggere nella pari circostaii/,a. Quest" terzo tipo spctta alia nosii'a raniii;iia dei Curcitlioniti , che e ]^urc quella dello stesso nomc presso il Laiukii.i.k e il I)/ Schonherr, dopo averne esclusi le Bruchele Latr. e i BvudiuH Sen. clic sono i noslri Bruchiti. Efconii arrivato al mio tennitie. Altre rieerche sopra le particolarita di ciascuna famiglia sarebbcro oziosi divaganienli. In conformila dei prin- eipii cmessi nel principio del mio discorso, oIFro a lilolo d'esempio il (juadro sinottico finale, il quale se sembrei'a ginstificalo, quanto riio avuto in ])eiisiero, diinoslrcra die le J'amigUe iiatuvali non sono incompatibili coiranalisi dicotonui , e che la siutesi superba e lanlo piu sicura dei pro|)ril passi, nlmi casi ccceziuunli. SI]\OTTICO 'i'7 ESTKNSIO.NE U F. L L \ VISTA OUICINE l-ORO I'OSUIO.NE MiL R1P0>0 DKCLIVITA DZJ.LK rftO>TK E UflLLA I'ACCI posIZ^o^E dkl capo ^EL mpo^o FAMICLIE Of^riii. .lUi a vedrrc al nrniii:ili soIId alia fac- cia iitrcriuri* ticlla losla j Orriu, nnn conlimiali nella i t'iitcia iulVriurc lii'lla tc- J sta , inciti a \<'ili>ro , I iifllo slcssii U'liipn, al di ; sotlo 0 al di S' pra. Orrni, cnnlinuati ludhi t";tc- cia iiilViloro iK-ll.i to- sta, e alii a \odi-n\ iiello slesso It'inpo, al di sotlo come al di sopra. Orr.ni, non conlinuali sottn la faccia inrcriurc del capo, e tnotli a vedcre nello slesso tempo al di sotto e al di sojira. Ocrni, mnlinuati nella fac- cia iiifi'ridre deDu te- sta, e aiti a vciU'io nello slesso tempo al di sotto ijuauto al di snpra. Oc.cni . le pin volte conti- I niiali sollo ia testa , c al- 1 lora, nlli a \edere uirual- ' menle al di sopra. sotlo e al di Antknnp., inserile I'la mezzo ai due oci-lii. trnppo di- stanli dalTestremila aii- leriore do! cajio, per ri- pnsare sotto del eorpo ijiiiiiido la testa non >>ia loveseiata airinj-iu. AfNTENNE, inserile me/zo au;li ocrlii nanzi ad essi. lira Ira ura in- OlUr.lNF. DHLLE AM'EKKE , seiiipre in mezzo ayli ocelli. Origine pelle come sopra, ANTE^^E , Origine dellk A^^^NNE semprc innanzi aj;li oc i\ chi. Atitvime aliilualmcute \ ritirate sotto il corpo , \ durante il riposo. ' < A.^Tl:^.^^, sempre inserite I fra i due ocelli, e non ri- tiratf aliitualmrnU i del eorno . du ' poso. l It I , I IKIll II- I Lilmeiite sultn <, duranle il ri- I Oorni, non conlinuali sollo / la faceia inferiore. e inelli \ a ^ede^e nel nuMlesimo ■^ leiimo al di sollo come j al di sopra. ' Origim. nnj.E \>ti:n>k , Ciniie sopra. .-intftmc^ ahi- liialmcnle ripiegatc sul dnrso duraule il riposo. Origini: i>eli,k \NTt^>(; , innanzi c a dislanza degli ocelli, laterale nel punto di separazionc delle Giv/c front, tli c ftrriiili. Antcnnc se^uilando la lesla sotlo del corpo durante il ri- poso. Frontk 0 Faccia, declivi ilalTallo al basso, e dal- I'indielro aH'inavanli. 7V- slii aldliialinenle rijiie- j^ala sotlo il corpo , du- rante il riposo. ProNTE e Facci \, ul supra. Tfstii, non ripie^ata al- lin^iu durante il riposo. FUONTE e F\(:ci\, declivi dalTalto al Ita.sso , e dal- rinavanti alliudictro. FflONTE e Faccia, declivi dalTalto al Itasso, e dal- I'indietroairinavanti. Ti- stii non cssendo abitual- niente ripicgata airin<;iu durante i\ riposo. Fronte c Faccia , ul supra. Declivita della Tcsta^ co- me sopra. Fronte, F^cciv, e decli- vita della Tistit , come .sopra. Fro>te e Famiv. presso clie uguali. Loro decli- vita. come si»pra. Fosi- zione della Testa , nel riposo, conic sopra. Fronte, brovissima. /Ve- nn spaziosissima, vcrli- eale , o declive dalTina- vanli aUindielro. Fosi- zinne della Tiita , nel rip'so, come sopra. Fr(»tk scmpre prolun^ala al di la det;li ocdii. Fac- citi variabile in j;randez- za. Amendue declivi dal- rindiclro airinavanti. 7V- .iM.sempreripiej-ata sollo del corpo, durante il ri- poso. Skrie II. Tom. \ . I .a BRCClim. 2. a ALTICITl. 3.^ ISFITl. 4 a GALLERIXITI. 5.a CRISOMELITI. G-» PRIOMTI. ■?.» CERAMBICrn. 8^ I.AMUTI. 9.» ClUCLLlOMTl. it. 4i9 OSSERVAZIONI GEOLOGICHE SlI TERRENI DELLE FORMAZIOM TERZIARIA E CRETACEA IN PIEMONTE ANGEL.O SlStMOHDA. FROFESSORE Dl MI^EHALOGIA jtpprovate ncWadunanza del 12 di giugiio f84i J. terreni terziarii, dalla cima degU Apennini negli Stati SariU, si esten- donb alle falde delle Alpi, formando nel vasto spazio da queste due catene circoscrilto pianori c coUine. Le valli, die in vaiia cuisa i^li solcano , sono in massima parte opera delle furiose acque alluviali^ in seguito modificale dagli agenti atmosferioi di conlinuo luttanti contro I'ultimo ordinamento del nostro globo. Esistonvi i due teneni meno an- ticlii della forinazioue, ii lerziario medio, cliiamato dal Lyell Mioceiio, ed il lerziario superlore ( Subapeimino ) dello dalle stesso autore Plioceuo anlico. II terrene inferiore , ossia Eoceno , finora uon si e trovato nel Paese noslro. Pel solito risiedono sulla creta superiore , v quando sono ammanlali , lo sono dal lerrcno alluyiale. La giacilura non e sola ad aprire la via alia coiioscenza dcir eta loro, svelandocela in niodo a logliere ogui sorla di tUibbiezza le numcrosissime spoglic animali , clie vi lianno naturale sepoltura. Or riunili cd or disgiunti corrono dalle Alpi alleslrenio punto opposto dell'Ilalia senza mulazionc 4^0 OSSERVAZIONI GEOLOGICHE ECC. cssciizialc , e scn/.a perdcre ccrlc rolazioni coi deposili dcUa stessa epoca di allre parli trEuropa (i). II terreno tcrziario inciiio riticnc iielle iioslre coUine cVislocazioni sco- uosciutc agli slrali tlcUepooa posteriore. Le sue roccie soiio dappertutlo incl'mato, c lalvolla vcrlicali. Spcsso anclic disorclinate , ma ncl disordine stcsso im occliio appena appciia esercitalo ravvisa e distingue scgiii dei sollevamcnti doUe Al[)i occideiitali , e dclle Alpi orientali. Coinliiiiazioni di disordinameiUi clie iioii si daiiiio iiel terreno tcrziario superiore , il quale qui da noi suole gcneralinente giacere in islrali orizzontali ; e seppurc avvienc die sia inclinalo , la sua direzione coincide coUa via percorsa dal soUcvamento dalle Alpi orientali. Dal canto della composizione iion ofTrono somiglianza. II medio e for- mato di varle maniere di deboli congloiiiorali (Ntigel/lue) lutli pin o mcno ricelii di massi e di ciottoli di serpentina c di calcare argilloso, rompatto , bigio sporco. Queslo particolare impasto di roccie fluitate alterna con gliiaia, sabiiia, e con diversissime qiialita d'argilla sabbiosa, nieglio conosciula dai Geologi col nome di INlolassa (2). Tra le sostanze avvcntizie, la sola rimarelievole , pcrche capacc di grandi cd lUili ap- piicazioni, si e la lignite, la quale in certe ree;ioni vi c accumulata in copia ragguardevolissima , separata in islrati , gli luii di qualita piu o mcno bnona dcgli altri secondo la riccliczza della soslanza bituniinosa , per cui lalvolla (isicanicnte noii si distingue dal vero litanlrace. I ma- teriali del terreno lerziario su|)eriore sono di tiitt' allra natura ; consi- stono in sabbia e in argilla ; ciascuna occupa un posto deterniinato cd invariabile. La sabbia e superiore , distribuita in istrati ]iiu o mcno gi'ossi ; col variare di localita varia di colore ; non e seniprc sccvra d'argilla, cd in ispecie ncgli slrali pin profondi. Un sugo lapidescenle, cli(^ suol cssere calcare , cauibio in parecclii Inoglii siffatlc cpialita di (r Lo mP'ifsimo sjiccic .iiiMiia'' lin%aU' in Pirmnritp rd in allro ri'[;i( ni d' Il.ilia . fnnno p::rtc do* spdiinrnli Ipr/iarii dell.i Fn:iiria, liol Bclj;io, della I'olonia occ.ecc Si confronli In Cnncliiolo^'ia fossile del Brorchi , con (|uaaio si scrisso ?u f|uesli Irrreni noi lonii 10, II, 12 del IluUclin tie ta Snri^fr G^nliitfi^ue de France co]\.\ Cfirivhii'logie , et apcrrti fjaigtiofllffuc dcs formations du pluh'au ff'olhini-Pnd^tifu par J)u Boig de A/onlpcr^ux ^ colic Memorie insrrllc ncl loin. 12 dcs Mt'moircs eouroiines par Pjicademie R. de lirujreltcs. [i) Tiai ci scrviremo in scguito ili queslo nonic, a^giungcndovi gli opiloli di suhhiosa, argillosa, miracea , fipcondnclie alP ispezioDC oculare la roccia coniparira plii do^iziosa delPuna o dcIV altra soflanza , cli'essi iodicaoo. ni A. SJSMOXDA PROF. DI MIKERAT^OCIA. /ja I sahliia in vere arcnarie , la oiii leiiacili dipeiule tlalla quaiilita e striil- lura dcU' iiigrciliciile agijlomcrantc , dalla sua purczza c ilalla |)urczza della sabbia slessa. L'argilia, che si trova sotlo, e bigio-scura, dolce al tallo e facilinenle sfarinabile ; assorbisce con avidila I'accpia, e qiiando n'c inzii[)i)ata divicne azzuirogiiola e mallcaljilc, ossia plaslica , qualila die la fa rii-ercarc jiella fabbricaziouc dellc tegolc , c dcUe allre slovi- glic grossolaiic. Vi csistono eziandio deposit! di soslanze particolari ; tra le allre abbouda il gesso in forma di slermiiiate clissoidi irregolari, di- sposle le uiic in scguilo al!e aluc a lafTigurarvi filoiii con frecpienli stran- golauienli; non sale alia sabbia , lallezza niaggiore a cui mi sia capitalo osservarlo si e Ira questa e largilla azzurra, nella quale suole al solito giacere. La lignite e comunc in qiiesto terrene, ma sempre in piccolis- sima quanlita, e con caratteri e qualila non ossiivabili in quclla del terreno mioccno; d'ordinario conserva Taspctlo legnoso, bruciaudo svolge un odore diverse daU'odore esalalo dalla lignite piu antica. Vi sono luoglii ed anche regioni ove la sabbia e rimpiazzata da un calcarc impure, bianco sporco, con struttura grossolaua, e pieno zcjipo degli stcssi fossili marini soliti a rinvenirsi nclla sabijia. La nalura e la giacitura delle mentovale roccie ne aulerizzerebbcro quasi da se la separazione in due terreni, se maggiori prove non for- nisscre le speglie animali in esse confinatc. Qui occorrercbbe enu- merarne le specie, c di ijarugonarle coUe vivenli, ma non esislendo lavori abbastanza compiuti sui fossili d' Italia, non si puo con frutto en- trare in ccrte considerazioni a questo riguanlo ; laondc mi limilo a (uii tiarc la lista di certe specie linora in Piemonte riconosciule nel solo teiTeno raioceno. Alveolites matlrcporacea , LxMKt Scky-asler Ajitssizii , Eug. SiSMOXD.i. Spattingus c/tiloiiosus , Euj;. SlsM. Evhinolampas affint's , ACAl. Clijpeaster vrassU-ostattts ^ Ac.at,. Ttrctiralfitct Irurnala, DE-Utin. Tliccidacii tfstuttinafia ^ Mli.n. Spoiuli/lus railula , Lamk. Pa-U^n burtiiijiitcitsis ^ Lamr. arcuatux , Ilnoc. flitbellatus , L\MK. J.ima scabra , Dcsa. miovenii-a E SlSM. Avicula fiirundo ^ Likn. Afytllus Tiiuriiicnsix ^ BONFL. Area poUjfttsviata , E. Sism. Aucutit Taurinn , Gfne. Oirdium trigonutn , E SiSM. inioctntca , MlcTIEL. Axinus aiigulatus , Sowerb. Aslarle dinnnomensts ^ Lamk. Murchisonii , Michel. yenvs tvtula , Bast. Saxicava arctica , PHir.. Potlicipcs antiquvs , Mir.H. Pileopsis favanidtii , GciMi. 4aa 0SSERVA7I0NI GEOLOGICHE ECC Hipponix sulcttlus {patella ), BORSOPf. Cali/ptniea (iualteriana , GenE. /faliolis monilifera , BONEL. Fissurtlla hijantula ^ LvMR. Patella piUata , BONEL. savcharina ^ LvMK.. Dentalium rectum^ Gmf.l. Sigaretus catKiliculatus , SOWERB. HiHgictiiu Bimclli , DCSH. yerita polita , L\MK.. plutonis , BvsT. Hisingeri^ Bell, ol Mien. Ampullaria lompressa^ Bast. Proto catheUralis ^ Uf.SU. Turbo carina tus ^ BoBS. (Trochus). Trochus bencttiae , Sowerb. Solarium luteuni , Lamk. Ctjpraea gibbosa , Bons. /'olula papillaris , BoRS. magorum ^ Broc. Marginella vburnea , LamK. Oliva luteola , L\mk. canalifera , Lamr. Ccnus imperialis , LlNN. Strombus Bonvllii , Al. Brongnurt. Purpura pUcata , Lamk. CanccUaria acutangularts , Fer. lahrosa , Bell. doliolaris , BaST. G»«(5 ihcsci ^ Al. BnoNGNiABT. Oniscia cyihara , SowERB. Bucciiium desnoyersii ^ B.\ST. ( Nassa J. Melannpsis Dufourciy Fer. Cerithium Taurinum , Bell, ct Mir.ii. Mures vitulinus , Lamk. rurfi'i , BoRsow. ■ . Swaisonii , MiCHEL. Ram'lla spiitosa , Lamk. Turbinclla Lymhii , Bast. polonica , Puscu. Pyrula clava^ Bast. carica J Lamk. Fusus syracusanus J LamK. RosUllaria curviroslris , Lamk.. Pleurotoma Chinensis , BoNEL. Tuberculosa , Bast. II lerreno subajienniiio possiede esso pure un gran numero di fossili iiiancanli al mioceno (i). Le specie comuni a liilti e due i terreni non sono molle. Per alcune coutrade fuvvi chi fece conoscere quale sia il rapporto in numero tra esse e le viventi. Noi non siamo per anco in grado di fissare queste proposizioni ^ tutto cio clie possiamo accerlare , si e die il terrcno suhapennino soprabbonda per risjietto all'altro 'alurale del Uc^no Lombnido-Voncln Hl-IV Binioslrc 18)0. Mono- jjraGa del urnore mui-ex , A'iccnza 1841 ; c il Tom. XXU dollo Monjorie dclla Sncicla Ilaliana delle Scienzc residente in Modcna. Mkhielotti c BEi.l.\nDi il Tom. HI dolla snnnd.i scrie dfllc Me- morie della R. Accadmiia dellc Scicn/c di Torino. Bii.i. \nDi, sullc concellaric , lo stesso Tonm or citato. Sismonda Uullorc Eugonio , il Toin. IV dclla scconda sciie dcllc iMcniorip dclla R. Ac- rademia delle Sienze, ed il C9X^\o^o Synapsis tncthodiia animalium irtvcrltbralvrum Pcdemoutii fos^ sHium. Tour. 1^42. DI A. SISMONDA PROF. DI MIXERALOCIA 4^3 Le generarit;\ narrate, a inio avviso , baslano ad appoggiare la divi- sione iii due tcrreiii dci sedimenli erelli in colliiie c piaiiori luntjo il Po c il Tanaro. Se per avvenlura riinaiiessero dubbi , qiiesti verranno sciolti dalla descrizione alcjuanto particolarizzata che sto per fame. Le coUiiie fiaiiclieggianli il Po tra Moiicalicri e Gassiiio sono tutte dell'epoca terziaria media , salvo qualche piccolo Iralto coperlo del de- posito subapenuino, e salvo alcuni circosci'itli spazii verso quest' ultimo paese , dove sorgono un calcare ed una specie di arenaria , la cui epoca e oggetto di coiitestazioiii , ma ch' io credo la parte antica della creta superiore, come procurero di dimostrare in progresso di questo scritto. Le roccic miocene sono in piccolo numero , e col riprodursi a vicenda senza grandi cambiamenli di composizione , il terreno assume la sua an- cora rimarchevole grossezza ( potenza ). Sogliono essere varie qualita di molasse sabbiose , micacee e argillose , di arenarie e di ghiaie serpen- tinose , spesso ricche di fossili , ed insieme piii e piii volte alternanti , a cui in certi siti sono fi-ammezzati grossi banclii di un fievole con- glomerate (^ Nageljlue) , dove primeggiano ciottoli e grossissimi massi di serpentina , coi caratteri stcssi oilerti da (puella componente I'ossatura degli Apennini. La probabilita che provenga di qui, vien quasi fatta cer- lezza daUa presenza di parecchi ciottoli delle roccie a lei associate in quelle giogaie. A profusione vi si trovano ciottoli e massi d'eufotide con dialaggio or d' un bellissimo verde ( smaragdite ) , or bigio cenerino e in certi versi gatteggiante , oppure con mi lustro , die le da un aspetto tutto suo proprio , ed ora inline riflcttente una tinta gialla di bronzo ( bronzite ). Con queste roccie , e nello slesso banco stanno rac- chiusi porfido quarzifero , graniti , sienite, protogina, gneiss, micascisto, amfibolite spesso granatico , calcare compatlo, bigio sporco , poddinga metamorfosata ed altre roccie del terreno giurassico sue contemporanee. Tra i, tal (|u:ili i Gcoloc;! Ic inteniioiio , roil;i coiiligiwa/.ione e allezza altualc. GU iiigreilieiili ilelle areimrie e del conglonicrato soiio si (k-holinentc legati iiisicinc , die qncste tlue roccic ilcmulalo o yn-r allra cagione es|>osle aU'a/.ioiie imineiliala tiegli agciiti alniosfcrlri , si sfarclaiio , )a- sciando lo prime gliiaia sciolta , e i cioltoli (U'lsoroiulo I'ololaiuio soj)va tli SI- limgo il (lorso dolla collina viuiiisronsi alio sue faltle in iiiucclii paragonahili , dove alle moriccie tie" gliiacfiai , c tlove ai ileposili allu- viali. Alciuii (icoloi;i inganiiali da (jiicslc soiiiigliaii/.c giiidicarniio lasciate dairuUiino catarlisma le nialerie di queslo seii)j)lirc disl^iciiiicnlo dcgli strati lerziai'ii. L'eri'ore vieiie avverlito clalla natura ddle roccie sciolte, lion dissituili dalle componenli gli slrali , ma la convinzione ci proviene dai luiiiuz/.oli e dai tritiinii dcUe spoglie animali esislenti ncUa sabbia -c nella gliiaia. Le differenze tra roccia e rocria occupanlc un niodcsiino poslo, ma ill localita diversa , eonsistono principalmeiUe nella grandezza dc' com- ponenli , ovvero lU'Ua cpianlila e struttura del sngo agglulinante. Le allerazioni e le mclaiuorlosi cosl scnsibili c spiegalc in ccrli sedimcnli del nostro paese , non si nolano a <]ue' dell' epoca lerziaria , come noii vi si nota nemmeno nesstma coiUorsione , piegatiira ed altri consimili accident! , clie palcsino uira/.ione rabbiosa e eonvulsiva di agcnli inlerni, inenlre soggiacevano aireiiergica pressione , (juale doveva essere cpiella ilelle accpie dell' Oceaiio , ove si deposero. INon resta pero celato , anzi e cvideulissimo , clie lYirono urtati in piii maniere , e da diverse parti ; vi dovcltero essere iirli verlicali, e in-ti obliqui , c fnialmeiite iirti per sossiilli, clii! produssero negli strati rotture cd altre j)arlieolari aiioinalie. Nel tratto di coUina sopra nominato , dcUo comunemente collina di Torino , vi sono per buona fortuna parccchi sili , dove le roccie es- sendo semplicemciUe soUevate , vale a dire non iiiollo sconvolte e disor- dinate , si puo dalla direzionc degli slrali con facilita distingiierc (juali delle catastroli abbiaiio niaggiormentc contribuito a caiiibiaine 1 origiiiaria giacitura. In gencrale gli slrali si protendono nel verso del sistema delle Al|)i occidentali , e lo sloeameiito di (jueslo sistema persisle al segno, die lutla la collina si direbbc fallura di questa sola cataslrole gcologira , se a luogo a luogo non accadessero negli strati rnutazioni e scompigli, die avvertono V intervenlo del sollevanienlo iminedialainentc dopo. Le cose deducibili da questi ininuli |)arlieolari iiilorno alle viccndc loccale ur A. SISMONDA PROF. DI MINEnAI.OGIA. /[j.') n ({uesl:> c'licoscritla parte siiualpiiiii , meglio si comprciuloiio dalla sua gcncialc lopogialia. Noii occorrc nemmeno cercare i fatti nella parte, montiiosa e lupcstre del paese, rinvciiciulosenc tU bastantemeiitc conviii- cculi nclla graiulc vallc del t*o , quali sono le frequenti sue iiiflessioni e Ic sue giravolte, I' indole svariata dclle roccic di trabocco clie la fian- oheggiano, e la giacitura diversa dollc stratificate ad esse addossate. Slaiite i giri e rigiri tlel I'o , le due sorta di dislocazione si trovano iiidisliutamentc ora paialelle ed ora perpendicolari al suo rorso. La li- Jica antieiinale del terrcno mioceriico non si scosta dalla direzionc delle Alpi occidenlali. Lc poclie eccczioni , coire altresl gli sconcerti d' altra iiatura , vogliono csserc tenuli quali modificazioni apportatevi dalle Alpi orientali. Tra Torino e Chivasso mancano in generate gli strati in- cliinati dalla parte del Po , forse perclie furono rigettati e dispersi dal sollevanicnto , oppui'e tolti e portati via dalle impetuose acque alluviali. I poclii restalivi , trovansi alle falde della eollina , e prineipalniente alia testa delle propagini , che sc iie staccano e avanzansi tra i seni del Po. A questa mancanza si deve la ripidezza della eollina dalla parte prospi- cieutc il Po , nicntre il dorso o pendio opposto inchina dolceuiente , e va a perdersi sotto i depositi subapennini ; e gli si deve la brevita delle valli tagliale pcrpendicolarmentc alia direzionc degli strati , e fmal- inente il rapido loro declive , causa di lavine , dirupamenti ed altri consimili guasli in occasione di pioggie alquanto continuale. Gli strati in tal guisa abbassati, meglio clie altrovc si mirano alio sbocco delle valli. In siiFatlo inodo stanuo aU'enti-ata della vallc, clie riunisce le acque delle colline a sopracapo del luogo detto la Hatteria appena fuori di qucsla Cittii. Sc ue incontrano al fininiento della valle di Sassi, oltrejiassato il borgo della Madoima del Pilone. Con tale posilura giacciono appic della eollina di Superga , c in parecclii luoglii altorno Gassino. La molassa micacea eiU'iiia, soslanza clic sojirahbonda a liille lo altrc. A' siioi liaiK-lii liavvi una gliiaia ser|icnliii()sa a.ssoolata a slralicelli ler- rosi iloviziosissimi tli C()iichii>;lie frantumalc, tra rui ])otci luUavia rico- noscere nunierosissimi irnliviihu i\c\V Opercu/ina complanata D'Ordig. La- sciamlo il rivolo lungo cui a volla a volla vedonsi codcsle roccie, e di- rigciulosl verso S. Geuisio jicl vioUolo lungo il doiso dciia coUina si passa sopra la molassa frainmezzala da frequenti strali di salihia giallo- verdognola dcbolmenle aggliilinala da soslanza (•alcarc. Won differisce dalla molassa di Siipcrga. JNc rilicnc la linla , la slnUtuia e perfino I'a- spcllo , ina non \i scppi disccinere i sollili fdaincnli con appareiiza cornea, rlie soiio aculei dello Schjzasier canall/i'rus , abhondanlissimo a Supcrga , dove spesso sono congiimli al guscio od a piastrelle di queslo echinide , alia IJjalaea Tauriiiensis E. Sism. e Iljalaea aurita Bon. e alia Lima scabru Desii. ( Lima glacialis Lamk. ). La sabbia e piir essa idenlica in ogui cosa a quella di Superga. E composta di quarao ialino granoso e di moke squanimette di mica, e Ira essi sono disseininali rari granellini verdicci. L'ossido idrato di ferro la tinge in gialliccio , o piutloslo la inaccliia , essendo copioso in certi punli , e scarso anzi scarsissiino in cerli altri. Da esse scaturisce sotto la chiesa di S. Geuisio una poUa d'acqua miueralizzata dall'idrogeno solforato in- sieme con parecchi sail (i), e di la si prolungano scnza mulazioni nel- I'attigua valle di Casalborgone. La strada clie vi conduce corre iu pros- simila del ciglione della collina , e quaiido si giunge viciuo al jiasso , che in essa da adito, le roccie inclinano all'E. 30° S. di 45. La scatu- rigine solforosa , parecchie fessure pciietrauli nelle parli piii recondite della collina , e Ic nuincrose discordanze nella dislribuzione e iiella suc- cessione delle roccie annunziano una rottura con spostamenlo verticale (2) ( Faille ). Dove un tal fatto si accerla ineglio , si e uella valle di Ca- salborgone. Arrivandovi da S. Geuisio , dopo un' ora circa di camniino (1) II signor DoUore CaJITU' Professorc ili Cliimira nolla R. I'nivcrsila Torinosc riprrsc ail an.i- lizzare qiiest^ac(|ua , c vi scopn V iiulio liirallura sfugj^ito allc ioda^ini dc' Chiniici die lo prccc- dettero nelToprrazionc. (i) Per lo pas^ato tradussl il lermiDe fiitle ora rottura , era ftalto , era disln^amcnlo rd nra spostamenlo. Parcndomi die qucsrullima voce convcnga meglio d'ogni altra a dare un' idea prrcisa di quanto i Geologi d'oltremonte intendoDO signifirare con questo vocabolo , d'ora innanzi Tado- prerb esclusivamcnte cotl'aggiunla di appropriati epiteti indicanti il modo c il verso della rottura. DI A. SIS.MONDA PUOF. D! MIVERAr.OCIA. 4^7 liiiij'irussa , si mcUe pit-ilc su una coUiua , dove gli strati da verlicali , od al'.neao inclinaLissimi , cli'eraiio poco prima, diveiigono tutto ad uii Iratto, sc lion orixzontali aflatto , alineiio con una posiUira nochissinin da quesla lonlana ; e se non fosse clie gli alzati e gli orizzontali hanno la inedesitna composi/.ione , e se non si vedesse cola una fessura verti- calc,lungo l« quale le roccie non si corrisj)ondono dalle due parli, ma che una si Irova sul piano di un'altra , e se non fosse finaluienli-, clie poco lonlaiio riacquistano la solita loro iiicliuazione , le roccie in suoli orizzontali si |)otrebbcro conghiclturare meno anliche delle circoslanli alzale. (V'. fig. i.', lav. i.' ). Le collinc susseguenli constano di molassa micacea bigia cencrina iin- pielrila da sugo calcare. Iiiclina all'O. i5° S. , e va fuiire solto banchi di una specie di [joddinga o brecciola clie rilicnc la mcdcsinia positura. I suoi cioltoli stanuo coUegali per mezzo di soslanza argillo-calcare bigio- Sj)orca. La natura loro e dilfcrenlissima. Ve ne sono di quarzo ialino , di varie qualitii di scisli e di serpentina. Quel di tpiest'ullima roccia sojH'abbondaiio e sono scantonati , mentrc le altre sono semplicemente frantumale. In mezzo a questi ingi-edienti annidano aniioncini di feiTtt |)iritoso in corso di scomposizione. I banchi di poddiiiga sono separali dall' interposizione di strati d'arenaria , la qual roccia termina per accu- mularvisi sopra , e coprirla insienie con una molassa argillo-niicacco- sabbiosa. Lungo la strada di Casalborgone al Piazzo a edonsi tratto tratto queste stesse roccie, senza che ne sia mutata f inclinazione allO. i5" S. , indinazione , che in quelle regioni rimane invariata oltre ancoia il ler- ritorio di Casalborgone. Gambia quando si e alquanto innoltralo su miello del Piazzo, e divienc S. i5" O. di 65", ma non gia per conservarsi a lungo , giacche al cociizzolo della collina ovc e fabbricalo il paese , le roccie abbassano di nuovo all' O. 1 5° S. In quci contorni esse giacciono or con luna c or con I'allra indinazione , c per tal inodo svelano, clio furono ripctulauicntc smossc , non essendo probabile , che siuiili fre- quenti mutazioni di giacitura sieno semplici accidenlalita di una sola e medesima rivoluzionc terreslre. Solto il Piazzo dalla parte di IraTUOnlana arrlvano qua e la a fior di terra molle leslate di calcare argilioso coinpalto, bigio cenenno, altra- ▼ersalo in piCi versi da soUili rihgature e venucce di calcare spatico. Vi sono frapposti slrali di uu' arenaria solida e conipatla , pressoche imicamenlc cosliluita di quarzo vctroso bigio. Colla lenlc vi si scoproiio /jaS OSSF.RVAZIONI GEOLOCTCnE ECX. ilisscniinali graiulliiii rossi oil allri oscuii. I primi scnibrano di porfiilo (luar/.it'oro , i secomli si tlirebbcro cli serpentina. Vene di calcare cri- staUino scorrono parimente per cssa ; cosa clic avviene di rado ncUe arenarie niioceniche, Ic (piali del leslo difleriscono Iroppo da cpiesla, pcr- che si possano insieinc coufondere. II calcare si scava in piu punti; non si iavoia dappertutlo intonio ai veri suoi slrali. Si attendccon pari al- livila a disline una specie di poddinga nalurale ( Nagelflue) per averne i massi calcarei , i qiiali , sicconie hanno i caraUeri di (picllo la presso Stratificato , nc lianno altresi Ic qualita. II calcare e separalo da cjuesla poddinga o luigcljluc , nicdianle una molassa aWjuanlo argillosa ed una breccia doviziosissima di pczzi angolali non niaggiori della grossezza del pugno , di calcare conipalto. Sollo quesle roccie hav\i di nuovo un grosso banco di nageljlue calcare, dimodoche sopra il calcare compatto stralificalo alternano molassa , breccia e nageljlue , ossia questo giace ti-a un'alternanza delle due prime (V. fig. 2.", lav. i."). Sludiando le roccie del Nagelflue, m'avvidi , che in mezzo ai copiosi ciottoll c massi di serpentina ve ne esislono non solo del calcare sottogiacente , ma ben anche dellarenaria interposta. Maccerlai di (juesto fatto, il quale mi pare di grande importanza, confermando vieppiii ranleriorita del calcare e delle sue roccie per rispetto al Nagelflue, e alle roccie a lui associate. Mollissime ragioni portano a risguardare qucsla seconda seric tli roccie del terreno miocenico , e corrispondeiite agli strati della medesima natura nella colliua di Superga. Cio poi che importa maggiormente di precisare, si e I'epoca del calcare stratificato sottogiacente. Rappresenla esso una formazione indipendente dai conglomerati , ecc, oppure spelta alia parte inferiorc del terreno terziario che lo copre, oppure finalmente e d'esso il terreno piu antico della formazione terziaria? Ecco le domandc falle a noi stessi, e che abbiamo ceicalo di schiarire. La mancanza di fossili uel calcare e nelle roccie a lui accoppiale, ossia il non averne nelle nostre ricerche incontrali, ci obbliga a ricorrere ad altri argomenti, onde appoggiare e dimostrare le nostre induzioni. Parecchi anni addietrp ab- biamo annunziato, che il calcare di Gassino apparticne alia creta su- periorc (i). Credemmo dover preferire qnest'opinione stanle la presenza (I) Fin (lai primi anni ch'io aUrndcva alio slujio della Gcologia, il Conle Alberto della Maiimoba mi comonico la sua idea, che il calcare di Gassino appartenga alia creta. La presenza dei Num- DI A. SISMONDA PROF. DI MINEIIALOGIA. ^2C) in esso dci Nnminiilili, e st:iiil£ la sua giaciliira {liscordantc colle roccic sujicriori iiuluhUalaiiK'ule ter/.iaric mcdie. II Cavaliere Professore Coi,i,ec:>o pnbblieo su qnci IciTciii un'iniporUiiilissiuia c iiiolto particolarizzata IMeinoria (i), iiella quale dimoslra iiel miglior niodo possibilc, die il calcare cli Gassino e iiuUpeiideiitc dalla fonnazionc terziaria, e come noi, lo slima nn scdiineiilo degli idlinii teinjii didl'epoca cretacea. Nella gita fatlavi da alcuni Gcologi jircsciili al Congi'csso sciciilifico teiiulosi in Torino nel i84o, e tra' qnali mi trovava io pure, dopo una luiiga di- scHSsione, t, Df.ulcu, pcc. V. Bililiolera italiana torn. 7C, Milanti, 1835. (I) V. Mcjiinircs tif la Socicte gcohgitjue dc France, torn 2, pag. t93. II Cavalicro Coi-LECItO fltndib in sei^uito i torreni della Toscana, e rendendo conio delle sue osserva7.ioni confemia dav- Tantaggio ([uanlu disse inlorno all'eta del calcare di Gassino. V. il n.** 713 dcWKcho ilu Mond« tatant 31 niarzo 1842, 0 il n." 431 AfW Iiisliluto. (3) V. gli AUi della scconda Riunione degli Scienziali ilaliani, pag. 141 c scguenii, Torino, 18-tl. 43o ossehvazioni geolociciie t.c.c. fossilifcrc soiio distesc soju-a il calcare; restano a dire Ic ragtoni per cui slhiiiaiiio (jueslo ilolla foriiiazioiic cretacoa. Prima di lutto richiamiaiiio rallen/.ioiie suiriiu-liiiazioiie dc'suoi strati. 11 Cavalicrc Profcssorc Coi.t.egno iH'lla sua Memoria dice, chc il calcare ininiinidilico e I'areiiaria con lerchratule rilengono uu'iuclinazioiie , dinotaiile nito slogamento, di ciii lion si ravvisauo Iraccie ncUc roccic Icrziarie; del che noi pure abhiamo avuto pill e piu volte occasione d'accertarci. II calcare fu diuujue smosso c dislogato prima deU'cpoca leraiaria, c lo fu da quella stessa catastrofe, che disordiiio il Icrrcno con fuclii, clie occupa cosi vasta parte della nostra penisola , posciaclie si aeconioda in geiicrale al soUevaniento della catena pireneo-apennina, e non alle catastrofi posteriori ne anteriori , ciocche ne restriiige e ne linilta la forraazione dentro certo spazio di tempo corrispondentc precisaniente alia creta supcriorc. Non bisogna at- tendcrsi di rinvenirc dappcrtullo siflatte dislogazioni esattamente con- cordant! col sistcina di soUevamento, a cui le attribuiamo, essendo state in diversi luoghi, anzl si puo dire quasi in ogni dove piu o meno alterate dal sollevamenli coin])i>ilisi in seguito, i quali talvolla recaroiio a quelle roccie uu tal disordine, die puo dirsi eonfusione, a cui pero non parlecipano mai le roccie inioceniche. Queste, alzate dalle Alpi occiden- tali, non ebbero dopo a soffrire altro scompiglio fuoriclie quello generato dall'apparire delle Alpi orientali, laonde non possono avere una giacitura cosi sconvoha, come le roccie di piii I'einota antichita, a cui toccarono maggiori perturbazioni. II Pareto lienc un'opinione contraria sul calcare in discorso, e di- versamcnte di noi la pcnsa per rispetto alia sua giacitura. Egli lo vede in alternanza colla niolassa tcrziaria (V. fig. 4-" tav. i.'),e lo pretende in conscguenza della incdesima epoca. In quest'idea lo persuase davvan- taggio un denle di squalo in esse rinvenuto. SilTatli resti animali sono bensi piuttosto comuni ne' noslri dcpositi lerziarii, ma il dente trovato nel calcare di Gasshin, mi parve dissimile da tutti quelli della stessa razza d'animali fin qui capitalinii sotto gli occhi, e dissotterrati dai de- positi lerziarii. D'altra parte non si puo Iroppo conchiudere da una spoglia di nn animale , il cui generc esisleva aire[>oca del INIusohei.kai.kk, e die non scoinparve piu dalla faccia lerrestre, dimodoclie ve ne sono in tulli i terreni di quello nieno antidii. Onde il fatlo provi cio, che gli si vuole far dire, bisognerebbc fissare le specie proprie di ciascun terreno, lavoro finora semplicementc desideralo. Ndla gila fallavi dai PI A. SISMONDA PROP. DI MINEnALOCIA. 4^' Memhri ilella scz'ionc geolo^ica ilcl Coii^resso riiinilo in Torino, si (lis- seppelli, dalla iiiolassa sujjcriore alio slralo in cui si Irovo il Naiililo leslc ramincnlalo, iiii pclliiic consiinile al Burdigalensis , ini Peclunculus , una 7)irbinolia , alcinie ostriche, ed alcunc madrepore, i quali fossili soiio assai coniuni nel terreno niiocenico. l\Ia I'errore sla in rio, die quo' signori avvisano queslc roccic fossilifere in alternanza col calcare nuinmiilitico, inenlre sccondo noi gli sovraslano, e dove il falto j>are corrispondere alia loro opinionc, la molassa sla compresa nelle pieghe del calcare. L'accidenlc, clie qui e causa d una crroiiea interiirelazionc del lalto, regna eziandio nella collina del Piazzo. II calcare vi si scava ill pill luoghi, senza presenlare diflereiize di nalura o di slruttura. Ma non liene in liUle Ic cave la stcssa giacitura. In una del signor Rossi i suoi grossi l)anclii indinano al N. i5° O. di 65°. In un'allra lion molto distanlc ahbassano al S. i5° E. di 55°. In una terza, che si trova prccisamente soUo la lorre di Monteu incliinano all'E. 20° N. di 60. II calcare quivi e diviso in due banchi da uii grosso stralo di aronaria con crani rossi. II suo colore Icgsermenle roseo lo rassomiclia al calcare di Gassino. Oltre qucsta coincidenza, in verila di poca im- portanza, presentano poi nella giacitura anomalie dcllo slesso genere. Non essendo opera del caso , ma lutto coordinandosi a fenomcni di temj)i dcterniinati, resta evident e, clie Tesistenza del calcare nei due luoghi ilala da una stess'epoca. Non (• a inia nolizia , che siansi scoperti nelle roccie del Piazzo fossili di sorta, vale a dire iie i Numiniilili cosi abbondanti a Gassino, iie la Terebratula gracilis, frccjuenle nell'arenaria, clie lo fiancheggia. Nulla- ineno la discordanza dalle roccie mioceniche, meiitrc concordano colle cretacee di Gassino, inc le fa credere del tempo di quest' ultime; colla difierenza pero, che il calcare nuinmulitico di Gassino ne forma la parte inferiore, il calcare e I'arcnaria del Piazzo la superiore, chiamala da al- cuiii Gcologi Fljsch: terreno die da queslc colline si prolcnde agli Apennini quasi coslanlemenle ammantato dai deposit! terziarii. L'arbi- trario e I'azzardalo, che j>u6 parere in i!r1ic suIIp Alpi dol Prof. SiSMO^m, slampatc nei quaUro primi lomi dclla seconda scrip dcllc Moraorio dclla 11. Accadcmia ddlo Scicnie di Torino ; dove si parla anclic del tcrrciio crclacco degli Apoiiuiiii i- delle .\lpi. E il sunlo gcneralc sulla slruUiira gco- logica delle Alpi del siKnor Stchfr . inserilo nelln Hiblwt/iiijue uiii^'errcllc ilv Cum , lponc iin altrito, e quindi uii Irasporto da lonlanc contrade. ISIa milli; c mille sono i casi in cui Siip- uliSce al rotolamcnto iin allro fcnomcno, senza mutazione ncl definilivo risullanieiito. Basla lalvolta la sola ,T/.ionc prolnngata deiraccjiia, e S|U'- cialmcnto se la sua qualila scionlicntc vienc allivala da qualche acido, o da ccrl'i sali. II calcarc del Piazzo servi di fondo al mare uiioceiiico, e chi sa per qual tempo sia state esposto ali'influenza immcdiata di quelle rodenti acquc, le quali a poco a poco consuinai'ono gli aiigoli e gli spi- i^oli df' mlassi, die per tante cause di continue dovevano staccarsi da (pu'U ineguale fondo. Concorsero fors'anche al compimento del fenomeno le marce e le tempeste, insomma ogni movimento per cui nasceva tra il li- quido ed i corpi in lui iuimersi ini atlrilo. Codeste cause potrebbero cssere tcnutc di poco o nessun momcnto. Ma se si riflelte alia loro durata , non si stupira , cU'abbiano bastato a consumare le parti proeminenti d'una roccia cosi facilmcnte distruggibilc , quale si e il carbonate calcare. Abbiame asserito, e rijietutamcnte dctto, clie I'inclinaziene delle roccie cretaeee non e rinclinazione delle terziarie medic. Clb e osscrvabile in parecclu luogiii, dove le due serta di terrene seno visibili; ma dote oil) si discerne cliiaramente, si e lunge la strada del Piazzo a Montcu. Ivi la niolassa, non dissimile da quella del resto della collina, e le roccie a lei aggregate iuclinano al N. 3o° E. di 4^°, inclinazione ehc scompa- risec nelle roccie cretaeee, le quab, siccome abbiamo teste ricordato , si abbassano da un'altra parte deU'orizzonte. Dope un certo tratte le me- desime roccie mioceniche ar(piislano un'altra disposizionc. Sono curvate in modo, ehe le slralo della supcriorc avvolge quelle della sua inferiere. Questa configurazione, rimarchevolissima, perclie singolarizza roccie mio- ceniche, scnsibilmente va via ccssaiulo, e gli strati riprendene infiue rinclinazione N. 3e° E. con un angolo di 1 5". Tra Brusasce e \errua si distciulono collinc , le quali anzi si proten- dono ancora molto eltre ^'errua, ceniposte dei due neminati terreni, il cretaeee, c il miocenico, su cui riposano lenibi del teiTene subapcnnino. I due primi non mutane di natura , essendo il miocenico costituite delle consuele roccie, molasse, sabbie, e gi'ossi strati di nagelflue (Gemfolite), ricce di massi calcari , che i calcinai prefenscono agli erratici nel letto di que' rivoli; ed il crelaceo, di calcare argillose compatto, bigio cene- rino, frammezzato da una specie d'argilla, e dalla solita arenaria con Serik II. Tom. \'. "g 434 OSSERVAZIONI GEOI.OGICHE ECC. un'inclinazione al S. 30° E., siccome m'acccrtai in una rava apcrta ncl teri-eno luioceinco, a mezz'ora ch-ca prima del castello di Vernia. II t£r- reno subapemuno diviene cliiaro ed inconlestabile presso VeiTua soltanto. Dal supremo ciglione, ove s'eleva tpieU'aiilii'o castello , disceiule al Po. Le sue roccie sono un calcare grossolano giailiccio sporco, lalmente ricco di frautumi di teslaeei, elie si puo considerare un conglomerate di spo- glie animali. Pende al N. i5° E. di 5o°, e nello stesso mode s'abbassa ima sorta d'arenaria giallo-calrare meno ricea di fossili, che gli sta su- bito sotto. Le poche sjjecie annidate in essa, sono le medesime del cal- care. Fra le taiite la sola distinguihile si e il Peclen scabrellus Lamk. comunissimo in tutti i nostri sediinenti terziarii superiori. Quesla parte della formazione lerziaria d'ordinario e in Piemonle dislesa orizzontal- raente , od appena appena inclinata. Ne' poclii luoghi ove avviene incon- trarla fortcniente alzata, conibina col sollevamento delle Alpi orientali. Ella e questa catastrofe, die porlo le roccie di Verrua nell'attuale loro jiositura. II suo elTetto si estende in tulta la propagine, e si ravvisa pur anclie ncUe roccie mioceiiichc sottostanti , jier le modificazioni re- rate all'orditura anteriore secondo il sistema delle Alpi occidentali. In queU'occasione operossi cola una spaccatura con spostamcnto verticale delle I'occie (^faille ), da cui scaturisce una polla d'acqua imjiregnata didrogeno solforato, e con alcuni sali dellindolc dei conlenuti neU'acqua di S. Gcnisio, che dobbiamo alio stesso avvenimento. Inoltrandosi ncUa valle, che sbocca presso il molino stabilito sopra un braccio dacqua dcrivato dal Po,si giungesu roccie inchinale airE.2o:3o°N., sprovvcdute di fossili, che ne svclino Teta, la quale per altro si capisce dalla composizione, e dall'ordinamento loro, essendo non solo le mede- sime roccie di Superga, ma avendo ancora la medesima maniera di di- stribuzione : cos\ si vcdono le varie qualila di molassa separate oi'a da strati di ghiaia serpentinosa, ed ora da grossi banchi di nagelflue o gomfolite con massi di varia sorta di roccie, fra cui la serpentina tiene il primo ordinc. Verso I'origine dclla vaile la molassa cambia alquanlo di natura: divieue maggiormente argillosa, lo che si maiiifcsla coila sua divisioue in sottili sfoglie per mezzo del scccamenlo, come accade coU I'argilla azzurra subapenniiia. Quesl'analogia e tult'affatto indipcndenle daU'eta, essendo quella, di cui ragioniamo, una delle tante varleta, che eutrano nel tcrreno mioccnico, allcrmandolo la sua giacilura in pcrfetto accordo colla ghiaia, coUa gomfolile, ecc. La medesima cosa persisle ueile DI A. SISMONDA I'ROF. DI MINERALOGIA. 4^5 coUiiie deiratligua valle, delta de.'Gioliti, dove la iiiolassa diviene a gradi raaggionneiite argillosa con linta or bigia llvida, e or ccnerina. Dopo Irascorso un ccrto Iralto su roccic in (juesto modo composlc, si perviene a una specie di marna bigia cliiara, piuUosto compalta, la quale all'aria si sfacela in isferoidi. Nascoude solto di se un'arenaria grossolaiia, o piulloslo un vero niacigno, tanto e dura, compalta e tenace. II quarzo ialino ridotto a minimi grani ne forma la parte principale. Le allre so- stanze consistono in grani di serpentina, e in grani minuti rossi,somi- glianli al porfido quarzifcro, ed in alcuni bianchi lattati forse di felspato ? i quali pero si scoprouo solamente coiraiuto della lente. L'ocra di feiTo vi ricsiipie numerose cavila, cite la figura fa credere ripostigli di pi- riti. Superficialmente le acque la portarono via, e tutti que' nidi rimasti vuoli daiuio alia roccia una carta somiglianza colle lave vulcaniche. Nella propagine tra Murisengo e Villadeali i suoi strati sono scparati da una sorta di brccciola con pezzi angolali di calcare cretaceo. Queste roccie inclinano al S. 20° 0. di 60° , inclinazione conservata eziaiidio da alcuni poclii strati di molassa, clie gli si elevano conlro su cerli tralti di quella propagine. Alia sua estremila regna un poco di disordine nella stratificazione, e dal mezzo di quelle roccie scompigliate vien fiiora una abbondante poUa d'acqua idrosolforala meno tiepida deirambienle almo- sferico, lo che non lascia credere, clie passi ad una ragguardevole j)ro- fondita. Da quel poco, che potei constatare , percorre una via slata aperta dalla calastrofe, a cui dobbiamo niedesiniauiente le sorgenli della stessa natura gia nominate in questo scritto. Un tofo argillo- calcare risiede sconcordemente suUe roccie alia cima della coUiua. Le acque piovaue togliendole la sostanza calcare , clie abbonda in concrezioui cristal- line lungo il sue dorse, cambiano quel sedimento in lerriccio bianco , dolce al tatto, die alia vista si prenderebbe pel calcare polveroso chia- malo crela. Ncssun allro fatlo di speciale interesse si presenta nel reslo di quelle collinc. II confuso disordinamento dcgli strati e ristretto al solo punto ove scaturisce I'acqua solforosa, dopo ripigliano la disposizione , e la re- golare distril)uzioi!e poc'anzi rammentala. Alia cinia della salita, ossia alia vetla della collina per cui travcrsa la strada, clie conduce a Villa- deali , si distende sulle roccie mioceniche un deposito ancora considerevole di gesso selenite. Nessuno acconsentiru per certo, che faccia parte del terreno su cui riposa, e tal cosa si comprende principalmente dalla sua 436 OSSERVAZIOKI GEOI.OGICHE ECC. j;iacltura in contrasto col iiiacii:;iio soltojioslo, e dallrt nalura sua c dal- rargtlla unilavi , iion ilissiniili cla cjuauto si vede nel gesso del Icrrcno suba|ienniiio , di cui e un reslo cola riniasto a dispelto delle cause di- struUive, clic risolarono. A' suoi coiifini, dalla parte del paesc, cscono da soUo il macigno divcrsi baiichi di una solidissiuia breccia con grossi jiezzi di calcare argilloso conipatlo, bigio scuro, ed altri cencrini; e si gli uni, (pianto gli altri attravcrsati sono da venucce c sottili fdi della stessa sostanza cristallina, che s'iiitersecano come i fili di una rete. L'are- naria, la gliiaia serpent inosa, la poddinga forniata di \arie sorla di roccie anliclie, sono i niateriali delle coiline fin presso Moncalvo, c siccome a volta a -volla s'incontra or Tuna, or Tallra di esse, cosl e indubi- talo, die alternano Insienie, cosa die si rileva ]uirc dairinclinazione , in lulte ui;uale, di 5o° al S. 4° O- Orossi bandii di sabbia bigia cliiara e finissinia vi sono sopra adagiali con stratifica/.ionc discordanle , giacche inclinano all'E. aS" N. di 5o°. NcUe vicinanze di Ponzaiio cssa finisce contro luia seric di strati e banchi gli uni frapposti agli altri di ar&- iiaric e di poddiuglie con una loro particolarc indinazione. Fra le roccie componeiiti le poddinglie havvcne mollc in corso avanzatissimo di scom- ]>osizione, e riduconsi in una terra bianca, dolce al latto. Gli strati si abbassano al S. di 5o°; c con tale posilnra si jn-otendono molto innanzi nelle coUine dalla parte delTE. N. E. Abbonda su (piesta pro- lungazionc principaluienle la molassa , ma dove la slrada gira , e ])assa sotto il cocuzzolo d'una coUina, per continu.ire poscia al Sanluario di Crea, i suoi ingrcdienti cominciano ad ingrossare, quindi le pro|ior/.ioiii relative cambiano, aumentano gli scarsi, c dimiuuiscono i numerosi, e le roccie per mezzo di ipieste mulazioui gradatanienle sidenliiicano con quelle della coUina di Superga. Si scorgouo le stesse arenarie, le slesse ghiaie serpentinosc , lo stesso nagelflne o gomlolite, insomma il piii aculo r ililigcnte osservatore iion giunge a rilcvare tra le roccie di qucste due localila una scnsibile dilVerenza. Esislono jierfino quelle ccrte vene, obli- iu superficiale, dove gli agenti atmosferici ne alterarono la strut- tnra, e cade, diro cosi, in efllorescenza , ossia si disaggrcga. In laic state fisicamrnie non dillerisce dal calcare polveroso appellate creta; ma 1)1 A. SISMONDA prior. DI MINERALOGIA. /^3n il fallo si o, flie (jueslo calcarc riempic fcssure del icrrcno niioccnico, ciocclie |iii6 esserc avvciiuto tliiraiilc I'cpora subapcnnina, come ]>ii6 ugualmciilo csscrc, die sia un'oslinizioiic clelle accpie, clie inccssaule- mente trapelano e feltrano per quegli strati. La colliiia n'c attraversata su tutti i punti. Ne esistono alia vclta, ne csislono alle railici, c ne esistono al mc/zo (.Iclla sua allc/./.a, scnza jicro rilencrc ne dire/.ioiie co- stante, ne altra regolarita, clie dia a! fallo una qualche iinporlanza gcologica. E un mero accideiite ili localila, da cui non si i-ilrae altra cognizione, fuorichc quella deU'indole pii\ o niciio uaicare del suplo, o delle acfjue antiche. A queirallc/.za le rorcie iiiclinano al N. lo" 0. di 65°; disccndendo ne vidi, die mi parvcro con altra positura. Cosl alia mcla circa dclki collina dove clcvasi luia cappclletta, apparisce scoperlo un grosso banco di nagcUlue con numerosi massi e ciottoli di serpentina, inclinalo al N. i5° E. di 55°. Ajipie di cssa si presenta interpolata- menle una sahbia vcrdiccia con ciolloliiii di serpentina, e una mo- lassa, le rpiali inclinano nel modo delle roccic al ciglione della col- lina. Le succedono iminedialamcnte pareccliie molasse di tiitt'allra in- dole della prccedente , dislribuile in istrati Terticali colla direzione E. 10° S. O. 10° N. Nonoslanle I'opposla giacilura di queste roccie in complesso, non sliino sabbiano a separarc, e couiprendere in ter- reni d'eta diversa. Tutle, secondo me, appartengono al periodo mioce- nico, c Ic incertczze, che potrebbcro nascere per causa del contrasto di giacitura, si dileguano compiutaniente arnAando all'opposta coU'ma di Moncalvo , dove una sabbia quarzoso-ocracea del periodo sobapennino atlesta quanto le due sorta di roccie differiscono nclla composizione, ed anrinpnlc il calcare c frammc/.zato tlall'ai-gilla , e iiiforioviiUMiln (lall'aroiiaria e dalla jisainiiiilo. Esso, sccoiulo raltoz/.a nii occiipa, cambia e pclla ricchezza tlelle soslanze eterogence , e [lella strutlura, e |)clla linta. Solilaincnte gli strati siipciTiciali abhoiiilano inaggionneiUc di iiia- tcric terrose, dci inodii, c (pipsli dogli iiifm-iori alliitto. Nello stcsso modo jirogi-edisre la coiupacit;'i, c si rinlorza la sua liiila oeneriiia. Lc dislo- cazioni di (|nesle rni-cie soiio variatissiino da nu luogo aH'altro di quella coUina, dove iiicliiiano al N. 20° E. di 5o", dove al S. 3o° E. di 60° , dove al N. aS O. di 55", come diriiiipello ad Oz/.aiio, dove rinalirieiite al N. 20° O. di 60°. TaiUc muta/.ioni iiou possono riguardarsi clVctlo di un solo soUevamcnto , la qual cosa si rileva eziandio dalle roccie sopia- staiiti, le (juali peudono verso un altro puiUo deirorizzonle senza le trcqucnti variazioni c la confusione deile prime. Vi c duncpie una disparita d'ela tra quesle due sorta di roccie, e lo spazio tra il fini- mento delle unc , e il principiare delle allre iion si passo traiiquilla- mente, ma successe luia delle grandi catastrofi, clic a volla a volta vcn- nero a sconquassarc la sottilc corteccia della terra, come annunzia la discordanza delle roccie. La medesima cosa dinotano i fossili, essendo uelle superior! dell'epoca miocenica, e nelle iiifei'iori, cioe nel cal- care, nell'arenaria e nella psamniile nnmerosissime imjironte del Fu- coides Targionii e del Fiicoides j'urcatus Ad. Brong. ambi jiarticolari alia crcta. La m.iniera prccisa, con cui la qualita de' fossili comprova il princi|)io desunto dalla semplicc giacitura delle roccie dovrebbe ac- crescerc I'autorita di un tal carattere, e diuiinuire le dubbiezze sulla separazione da noi fatta dei calcari e di certe arenarie, dalle roccie mioceniche, nelle colliue di Snjierga , del Piazzo, ccc. La prescnza do" fossili in mi luogo, e la mancanza lotale in un allro scbbene poco dislanle , uon dcve sorprendere, vedcndosi tutlodi con quanta spro- porziouc sieno sparsi gli esseri organizzali de' due regni ne' golfi c ne" seni de' nostri mari. \ edendosi anzi, clie ve ne sono degli abitati e de' dcserti , senza die se ne possa ap|)rczzare la vera cagionc. I mniimuliti ristretti al calcare di Gassino ravvicinano davvanlaggio i falli di queste localita a qucUi delle Alpi c degli Apcnnini, dove il terreno erctacco supcriore si compone di roccie con fuclii e di allre con nummuliti , le quali risicdono sotlo alle prime. I' uora di Casale per andare in Alessandria una serie di collinc mioce- niche atlornia a guisa quasi di scmiarco uno .spazio ancora ragguardevolc m A. siSMONDA pnor. m minehai.ocia. 4i' ot^otipalo da collinfUc e pianori siihapciiiiini. Siijicrficialmenle appari- sce, secondo i luoglii, la mania azzuri'a, il calcare grossolano, il gesso, oppure la sabbia giallognola, e non e raro il caso di localila , dove due o piu di quesli sedimcuti allernano insieine , oppiire die I'lino sia airallro soprapposto in suoli piani, o con dolce ed insigiiificaiUe inclinazione. Nella collina a sopracapo di S. Germano havvi un considercvole dcposito di gesso selenile, frammezzato di suoli d'argilla piiittosto magra ed al- miaiito dura, tnlta piena di dadi selenilici, e di ca vita ingemni ate di cj-i- stalliiii niicrosropici della stessa sostanza rifletteiile linte svarialissiir.e , Ira Ic qiiali distingucsi un giallo cosi puro e cosi vivo, die si direbbe cagionato da pagliuzze anrifere. Questi strati foggiati a guisa dei Ludus Helmont'd sono associati ad altri puramcnle argillosi, e su questa alter- naliva reslano qua e la tralli isolali c di certa estensione della solita sal)bia subapcnnina. Or luno or Tallro dei diversi falti accennati sin- contrano inoltrandosi nclle coUine fianclieggianti il rivolo Piallo, oppure procedendo innanzi verso Mirabcllo, od iuilne risalendo il torrente Grana. Lungo la strada di Lu, alia distanza di mezz'ora circa da quclla di Ales- sandria , essa coprc insieme coH'argilia un calcare siralilicato, ed inclinato di 65° al N. 3o° 0. Somiglia moltissimo al calcai-e crelaceo delle colliiie di Gasale, se non die vi sono degli strati pieni di cavernosita piu o mcno graiuli ingeminate di cristallini calcarei, frammisti a zolfo na- tive. Codesla paiticolariti non obbliga a toglierlo dai scdimenti cre- tacei , e puo essei'e un mere accidente, proveniente dalle emanazioni , che ne accompagnarono la deposizione, o dai sali sciolti nelle actpie in cui si operarono, come avvicne a' tempi nostri, che si separa e si de- posita zolfo ne' luoglii ovc esistono svolgimenti d'idrogeno solforato o d'altro fluido solforoso, e dove solfati sono insieine con corpi animali e vegetali in corse di scomposizione. Se fosse una sublimazione, le roccie dovrebbero ritenere alcuiii di que' taiiti cambiamenti, die ne palesano I'assoggeltazione a fenoraeni ignei, e lo zolfo mi pare die non dovi'ebbc pcnetrare nella soslanza della roccia, coine dimostra la sua tinta legger- mente citrina, c come si conosce sogliendola neU'acido nitrico iuacquato, con quale mezzo si otliene una soUilissima polvere gialliccia, die al fuoco brucia con odore d'acido solforoso, odore, die tramandano pari mente i cristalli coll'esposizione alia fiamnia del caiinello. II terreno subapennino in prossimila di S. Salvalore riposa orizzon- talmente su alcuni poclii strati di niolassa miocenica inclinata S. 3n° (). Serie II. Tom. V. 'h ^^■i OSSERVAZIONI GF.OLOCICnE T.C.C. di 60 , la tnial molassa c una conliiiMazioiie del ciglioiic di quelle col- line , che al)biaino dello disposle a foggia di seiiiiarco fiiora di Casale. Avviaiulosi di la a Valenza, si caiumiiia sempre su depositi subapennini, cd e solo uel mezzo dclle colline a niezzogionio di essa cilia , che s'in- contraiio di nuovo roccie inioeetiiclie, sopraslaiiti ad allre del lempo della crela. Di queslo pcriodo scavasi solto Pecello , iiella valle delta degli Scarponi, iiii calcare argilloso couipatto, perfellamenle idenlico a qiiello della collina del Piazzo. L'allomia da ogni pai'te una molassa cenerina inolto argillosa avida d'acqua, con ciii forma uii fango assai glutinoso. Al calcare e frapposta un'areiiaria. ]\Ialgrado il graiide disordine, die regna in quesle roccie, mi parvero incliinare al N. 20° 0. di Go"; qiieslo al- mcno si e il risullaraento die ho ottenulo da moUe osservazioui, senza curare le piegalure e le allre evenluali accidenlalila. Le roccie cretacce durano quanlo la propagine, la quale finisce presso le sponde del Po. Ora sono scojierle ed ora ammantate dalle mioceniche. Supcriormenle esislono qua c la deposili subapennini. Da quelle clme dirigcndosi nella valle di S. Barlolomeo, Ic cui accpie vanno immcdiata- inentc ncl Tanaro, dopo un ccrlo Irallo di slrada per essa, si uola, che la molassa si nasconde sollo I'argilla azzurra con fossili subapemiini , la (juale piu al basso soggiace a un calcare gialliccio grossolano simile a ((uello del castdlo di Verrua. La posilura dellargilla non e costante , vale a dire, non c dessa scinpre infcriore al calcare, giacche nei con- lomi di Pavono, c di Rivarone quesle due roccie altcrnano insieme. Non eosi riguardo alia sabbia, avendola in ogni do\e mai sempre osservata riposare su di csso. II calcare contiene ne' primi strati molt'arena, e percio si sfarina con tuUa facilita. Quelli , die sono posli a cerla profondila, sono meno impuri, piu compalli, e piu resistenti alle cause disaggrcganli. Internamenle e piutlosto cavernoso , per cui rassomiglia alia varieh'i diia - mala concrezionala spugnosa. Le pareli ddle cavila sono tappezzate di crislallini, oppurc cariclie di bernoccolini slalaginiliformi. La iVatlura Sf^opre quanlila di striscie spaliche, e noduli circolai'i diversamente colo- rati, e talvolla vi fa vedcrc cioltolini in corso di scomposizione, clic sembrano di roccie giurassiche mclamorfosalc. Non giace orizzonlal- menlc come avvieiie di pressoche tulti i deposili del suo tempo. Esso, c I'argilla azzurra incliuano cola al S. 20 a 3o° O. dove di podii gradi , c dove fiiio a 35°. Racdiiude fossili, c piu ancora di fossili, coii- liene mollissimi moduli di cssi , delle specie coniuiii iidle sabbic subapen- 1)1 A. SISMOSDA PROr. DI MINERALOCIA. J^.\i nine, la qual cosa mi fa cicJere ne tenga il poslo, tuUoclie nelle parll iiifcriori quesle clue roccie allcrnino insieme; fallo del resto, che si verifica cziaiulio a! primo incontro tra la sabbia e Targilla, iioii essendo luai la separazione iictta e precisa al segno, die cominciamlo I'una , I'altra cessi compiutamente. L'esame dei fossili e de' moduli suacceniiali svelo le seguenti specie: Solrcurtus cnarctatus, LiKN. ( Soten ) Balanus tintinjtiibalum , LiNN. TcHiita planaUi? LI^N. muricala? UtNicni. Lurina scrrnUiy ( TeiUiui J Rew. Lucina CarJium echintttum ? LiNN. — ^ — muttii-ostiitum .■* Broc. jirca Nni L\MK. Pcclunvulus pilosus LiNN. ( Area J violascesrcns ^ Lamk. nummarius , Lamk. (Area Bboc. J Aokula liiruniln (Mijlilus LiNN. ) Pet-ten lutissimus , Broc. ( Oslraea ) pleuroiuctes , Lll\N. BbOC. Peetcn /labelliformiA , Broc varius, I'ENN. scabreltus, Lamk. Sponilijius gaederopus , LaMK. Oslraea edutis , LlMS. Ostrea Terehratuta ampulla, BROC. ( Anomia ) IJentalium radula ^ Gualt. Bulla ampulla, LmN. Lamk. Natica marochiensis , Lahk. epiglottina , LaMK. Trochus infundibuluin , BROC. . • eiiigulatus , BrOC- Monodonta aegyptiaca , LamR. Murex irunculus , Linn. Lamk. Le coUine di Bassi^nana, S. Salvalore, Filizzano suUa sinistra del Tanaro , e cpielle di Oviglio , Castellazzo , Serravalle , Tortona , ecc. suUa dirilta cingono la spaziosa piaiiura, la quale fu il tealro di quella bat- taglia, che diede agli Oltremoiitani la signoria del iioslro jiaese. Sotlo Tortona il circolo n'e rotto, girando e prolungaiidosi esse al sud di Voghera, e j)er lal modo restavi un'ampia apertnra, die mette iu comunicazionc il fondo di quel bacino colla vastissima piaiiura lonibarda, e rallu\ioiio del priiHO prosegue nella seconda coperta di terrcno vcgclale ugualmeiilt- buono e ferace. Le coUine di Filizzano, Oviglio, Incisa, Nizza non niu- tano da quelle dei contomi d'Asli, e come cpieste soiio coniposle d'ar- gilla azzurra, vestita di sabbia gialliccia, o bigia sporca. In parecdii luoglii quesle roccie imprigionano niimcrosissime spoglie organidie dd- I'epoca subapennina. La sabbia suole esserne piii ricca deU'argilla, c ciascuna di essa roccia suole anche avere alcune poche specie sue pro- prie; ]>cr queslo sccondo falto non vi sono osscrvazioni abbastanza estese, perche si possa dare come verita assiciu'ala, c fuora di contcslazione. A mezzogiorno di Alessandria qiiesto terreno si estende poco, e le sue col- line all'enlrata della valle della Bormida si vedono appoggiale alia molassa 444 OSSERVAZIONI GEOI.OGICHE ECC. miocenica iiiclinala N. aS" E. Lc colline, die da quel punto si cstcndono a Suiuo, Corleiniglia, Muuesiglio, Camerana , Ceva, Millesinio, ecc. ccc, sono tutte costitiiilc di varic inaniere di niolassa. Sccondo i luoghi al- tenia ora con calcare, ora on poddinglie, ora con breccie , ed ora con altre sorta di conglonierati. II calcare, congiunto ad \\na (jiialila parli- colare di molassa , forma la niassinia parte dclla coUina delta il monte Stregone , che sovrasla alio slabilimento de' bagni d'Acqui. Si divide in parecchi strati distinti per struttura, e per lc niaterie eterogenee mesco- late. La molassa con cui alterna e particolaii/.zata da ima prodigiosa (piantila di minimi grancUini serpenlinosi , clic lc altribuiscono una linta verdiccia, non riconoscibile nelle roccie mioceniche di que' contorni, la qual cosa non e punlo miova nelle roccie sue contemporanee di altre con- trade, come si awert'i cpii avanti. Piu innaiizi nella valle della Bormida, vicne essa di nuovo sott'occliio, e l;i presso rinviensi nel naturale suo stato la serpentina, che preesisteva all'epoca miocenica, come abbiamo procuralo di dimostrare nella Memoria suUe Alpi marittime e sugli Apennini (i). \'i si rinvengono fossili, ma ne in gran copia, nc sempre ben conservati. La molassa mi parve esserne maggiormente provvista del calcare. Nelle poche mostre di cpieste roccie da me raccolte si discernono le seguenti specie: Theredo navalis Linn., Lima miocenica E. Sism. ( fossile rarissimo de' colli torinesi ) , Pecten pi envoi icctes Linn. , Terehralida vilvea Lamk. , Ihtiea navicularis Broc, Nautilus pompilius Linn. ( di varic cla ). Gli strati incliuano al N. 35° E. di 35", ed in tal modo restano eziandio uel pezzo di coUina tutta franata alia sinistra della Bormida , dii impctto quasi alia fabbrlca de" bagni. Nelle colline sulle due parti del rivolo , che passa a lato dello stabilimento prima di gellarsi nella Bormida, gli strati sono sinclinali , scnzache I'uno corrisponda al suo idenlico dell'op- j)OSla banda, ciocche rcnde palesc esseie quella specie di piccola valle una spaccatura con sposlanienlo veiticale. Convien dire che arrivi molto profondamente nella corteccia terreslrc, giacche ne scaturiscono parec- chie polle dacqua minerale con assai elevata tcmperatura (a). (I) V. il lomo IV dclla soconda serio dcllc Momorie della U. Accadcmia dolle Scienzc di Torino. [i) Jiei cintorni d'Arqui scaturiscono jiarccchie pnllc d'acquo IcrmaH piu o meno rariclie d'idrogono snlforato. La roaggiormcnic c.tlda dcnominala la liollcnic cscc nella cilia, cd ha la lemperatiira di -»-G8° cent. Le polle sunrganli appic del monic Slrc};onc , sono qiiclle die ali- mentano lo fttaliilimento de' bagni, e godouo di una tcmpcralnra nicuo elc^ata. U signor Katti Dt A. SISMONDA PROF. DI MINERALOGIA. /^/^J La roccia dominanlc nei (linloriii cli Miinesiglio si e aiicora la molassa, la quale tralto trallo c canibiala in areiiaria ila sugo calcare, chc ne lega e vincola gli ingi-cdieiiti. A Cainerana qucsta mulazione diviciie gene- rale. Nella coUina delta la Culcinera e davvanlaggio solidificata, ed i suoi Strati sono separali da una specie di breccia contenente molte delJe roccie dello scheletro degli Ajjcnnini. A levante di cjuel paese, la mo- lassa altema con un conglorncralo assai conipatlo, ]iressoche unicamenle cosliluito di moduli di fossili e granelliiii di serpentina in isfacimento. I loro strati incliinano al N. 20° O. Gl'involucri animali sono per la mas- sima parte distrutti, e dai moduli si pub con grande difficolta indovi- uare la Sjiecie che figurano, cssendo fortcmente compressi e guasti. ^'ella grande cpiantila cola riunila, mi ])arYe riconosccre le seguenti specie, notissime nel terreno miocenico di altre regioni. TwbinoUa duo- decimcosUita? Goldf. , Peclen burdigalcnsis Lamk. ( frequentissimo nel calcare di monte Slregonc), Jlstarle Murchisonii Mich., Bulla cjlin- dracea Penn., Bingicula Bonellii Desh, , Natlca monilifera Lamk., So- larium luteum Lamk. , Trochus benettiae Sowerb. , Trockus turritus Bon , Dentalium Bouei Desh., Turbo carinatus ( Trochus Borson ), Pleuro- toma ramosa Bast., Pleurotoma rustica? Broc, Fusus sjracusanus ? Lamk., Fusus semirugosus Bell, et Mich., Murex rudis Bors. , Cassi- daria echinophora Lamk., Cassidaria striatu Sowerb., Cjpraea gibbosa BoRS. , Conus pelagicus Bors. I/inclinazione N. 20° O. rcgna generalmente in tulte quelle coUine , la rui slentata vegclazione si fa annunzialrice della loro aridezza c sle- rilila. Tanta salvatichezza diminuisce assai rapidamcnte approssimando alia citta di Ceva, essendo i suoi contorni abbcllili da amene e graziose roUine vestite dove da folia e ricca vegetazione, come alia parte sinistra tlel Tanaro, c dove di nmile e men rigogliose piante, come alia parte diritta dello stesso fiume. Un tale canibiamenlo nella floridczza della na- lura organica segue congiunto a inia mutazione neU'indolc delle roccie. Ai macigni c alle arenaric di Camerana , ivi succcdono svariatissime mo- lasse argillose a luogo a luogo coperte di sabbia. Trovansi ben anche IroAu I'acqiia ilclla vasoa rhiamata cliUica -v51° l|i cenl. Quella della %asca delta di mezzo -t-SI" I|l. Quella presso il fonlanino +50°. Quella Gnalnienle del gran lago dello del fancto .4-43® 3|i. Quesle temperature restano invnriabili in tulle le ore del giorno e in lutle le stagioni ddranao. V. le Uegic rermc Acquesi illustrate dal I', InnnceDzi) Ratti, Milano, 1841. 44^ OSSEUVAZIONI GEOI.OGICHE Ef.C. in (jiielle regioni potlilinghe eil areuaric, ma noii alia superficic del suolo. Clii vuole ossiTvarle, deve ricercare nc' profondi burroni, ovvero ne'siti ove si pralicaroiio lagli per dare scolo o passaggio alle acque, oppure per aprirc slradc. 11 calcare colaiUo coimuic nolle eolline soltoSpino, ed in rpielle poste Ira queslo villaggio e Corleniiglia , pare maneare alle colline di ra cotlesle roccie risieilc una inolassa piulto.sto argillosa, fra cui a luogo a luogo giacciono strali piu o meno grossi, e piii o meno estesi di ligiiile biluininosa. La sabbia, die copre lutll qiicsli sediineiili, conscrva una grandc analogia con quclla de' colli subapenniiii. Non occupa grandi spazii di scguito: ma i brani, clie ne reslano dispcrsi, dinolano abbastaiiza la soininersione ncl mare di tutta la contrada, dopo la deposizione della mo- lassa colla lignite. Vi conobbi un solo fossile, ed e YOsti-ea eclulis hiKti. Avvienc cola cio, cbe accade in ogni paese, clie le roccie olb-ono d'uno in un allro luogo, sebbene non mollo dislante, parlicolari canibiamenli, e modificazioni nella slrutlura e nella composizione. Cosi la molassa di- viene gradatamentc arenaria, e da arenaria si convcrte in macigno, e spesso anche si trova mulaia in quest'ulliino senza la transizione nella roccia inlermcdla, ossia senza presenlare ne la slrutlura, ne la lenerezza proprie delle arenarie. Non intendo con queslo di dire, che dove vi e arenaria o macigno manchi la molassa, o dove vi ha qucsla manchino le allre due roccie, ma intendo semplicenienle di far nolare, che la molassa ben caratterizzala non risiede sempre sopra arenaria o macigno ugualmente bene definili, ma che Ira Tuna e I'allre di queste roccie ne giacciono dellc parlicolari, che non si sa Irojipo con'.e chiaraarle , sembrando per ccrli rispetli molasse, e per cerli altri arenarie o maci- gni, insomma roccie che parlecipano delle une e delle allre. La cosa e lalmente vera, che esistono perfino arenarie con aruioni angolati di mo- lassa. Egli e in una roccia cosi costiluita, che rinvenni nella regione denoininata Costa-Bella il Coelop/jchium acaule Goldf. ; nella sab- bia alia stcssa collina addossata la Lima miocenica E. Sism.; nel ma- cigno la Cassiilaria striata Bon. Sowerb. , e ncUa molassa la Lima sca- bra Desh. e il Nautilus pompilius , due fossili frequenti nella molassa dietro il duomo di Ceva. La strada da Ceva sino a Mondovi segue le capricciose contrappen- denze di poggi composli delle accennate roccie, che si avricendano per causa della naturale loro allernante dislribuzione. I fossili non vi sono uumcrosi ne comuni. I pochi che per avvenlura m'e accaduto di Iro- vare sono le stesse specie ricordale nei colli circoslanli a Ceva. Essi pero baslano a caralterizzare il lerreno, e ad accertarne ridentita con quello della collina di Superga. Una sola obbiezione vien presenlala del 4^8 OSSEnVAZIONI GEOLOGICHE ECC. citato Coeloptjcliiiiin acaule Goi.df. esscndo fiii'ora, ch'lo sappia, sco- nosciuto nel lerrcno miocenico. Al dire del Goldfuss noii csce dal ler- i-eno cretaceo. II j>resente fatto dimostra il contrario, giacche la roccia in cui iioi lo trovammo fa evidcnteiiienle parte del lerrcno ler/.iario medio, siceoine lo accerlano i tcstacei fossili con esso rimcscolati. Tl Museo ne possicde due mostrc. Una di esse risicde nel inasso rinve- nuto, dal signor Royea Notaio, alio sbocco del torrentello discendenle da Roascio, e del quale si e fatto menzione; I'allra, in cui si vede la sezionc transvcrsalc del fossile, la staccai io stesso da iin banco d'are- naria hrecciformc frapposta al macigno e all'arenaria con parecchi fossili miocenici. La sua esistenza nel lerreno miocenico resta pertanto cos\ bene assicurata, clie non si puo sospettare iin moniento, che il Coeloptjchium acaule non abljia contimiato a vivere do])o il cataclisma, die segno il fine del periodo cretaceo. Non e cpiesto il priino esempio d'aniniali te- nuli particolari a un dato terreno, o ad una formazione, c dc' cpiali in progi'esso di tempo nuove indagini abbiano diniostrata I'esistenza in altri o pill antichi, o piu moderni di cpielli in cui furono per la prima volta osservati. Lo stesso Lophiodon or ora citato viveva gia durante la de- posizione del terreno eocenico (i), come viveva pure a quel tempo I'An- tracoterio. E non ostante il sollevamento avvenuto, essi non scompari- rono dalla faccia terrestre, rimanendone avanzi nel terreno miocenico assai bene conseivati, onde non si possano sospettare fluitati da lonlane re- gioni, ne rovine di terreno preesistente. Di Lophiodon in Piemonte si rinvenne finora il solo pezzo citato, ma deU'Antracoterio se ne scava- rono moltissimi, e particolarmentc mandibole, dal deposito di lignite mioccnica presso Cadibona, edalcuni dalle argille della lignite di Bagnasco. Avendo gia lenuto discorso delle cose da me vcdule nelle valli del Bellio, e della Bonnida, mi faro a raccontare tutto cio, die mi cadde soll'occliio pcrcorrendo la valle dell'Orba, ed i suoi contorni. La massa principalc dcllc coUine c composta del terreno miocenico, rapprc- sentalo dalle medcsiine roccie fin qui nominate, le quali verso la pia- nura alessandrina, come s'osservo, sono vestite del lerrcno snbajtennino. Dallo sbocco in cssa di quesla valle, fin presso IMonlaldo d'Acqui sono deposili di tal epoca, ap[)0ggiali su raolasse mioceniche alternanti con (I) Terzlario iDfcrioro. Dr A. SISMON'DA PROF. DI MINERALOCIA. 4^9 arenaric c ghiaie in islrali A'erticali dirctti ora N. 25" E. S. 25° (). , come Ira Carpeuclto e Rocca tic' Baldi , cd era E. 3o° S. O. 3o° N. , come sotlo quest' ultimo villaj^gio. La uiolassa al Castelletlo si alijjassa di 45* al N. 1 5° 0. Proseguendo nella vicina valle del Lemmo, ollre Vol- tas;i»io, Ic roccie 11011 niulano di naliira , ne acquistaiio positura coslaiile ed invariabilc. Le roccic niioceniclic in prossimita di Ga^i sono aucora nascoste dal terreno subapennino. Traversando nella valle della Scrivia non si presenla uii nuovo ordine di cose. Le coUinc mioceniclie seguono ad essore composlc di molasse , sabbie , ghiaie e j)oddinglie in altcnianza , per cui (ratio tratlo il \ iaggialore passa su Tunc e su Taltre. I deposili subapennuii consistouo in sabbia, e dove anche in argilla azzm-ra e cal- care grossolano. Da Serravalle colline di qucsla natura e di questo tempo si prolungano fm'oUre Tortona , velaudo, diro cosi, le falde dellc miore- niche, clie le slanno a sopracapo dalla parte di levante. A S. Agata I'argilla azzurra un tantino sabbiosa e ricchissima di fossili , de' cjuali alcuni le sono esclusivi , tuttavia non puo per molte altre ragioni riguardarsi d'cla diversa dall'argilla subapeiinina. Vi sta sopra del gesso scleiiite in talc quantita, clic il cocuzzolo della collina puo dirsi constare di quesla sola soslanza. Si scava a settentrione del villaggio iiu calcare argillosi) compatto. L'argilla, fra cui giace, non vi passa sotlo, ne con lui e frani- niisla. Resla pcrlanlo cliiaro, clie esso le e iiiferiorCj e 11011 csseiido\i probabilila clie apparlenga all'epoca niiocenica, si deve riferire ai depu- sili d'ela anleriore , e si e la cretacea a cui io credo spettl veramente. Col icrreno subapennino e cretaceo esiste anche a S. Agata il n;ioccnico, c voleiidone couccpirc la disposizioiie uno pvio figurarsi coUiiic del priiuo fasciaiili colline del sccondo , o piultosto un seiiiicircolo tutto fraslagllalo internamente , ricinpito di terreno miocenico , laonde percorrendo certe lince a volla a volta si e su I'uno e su I'altro teri'eno , come se aller- iiassero insieiiie. L'aualogia dellc roccie, e la vcgctazionc chc nc maschera lordinaineiito, reiidono diU'iclle il disceniere iinii.cdialauieute i due terreni, la cui csislen/.a e altestala dai fossili in £;rau nuiricro riunili lungo i burroni e alia supcrflcie del terreno lavalo dalle acque piovane , op- pure di fresco aralo. Io ne prcsi moltissimi , e alle listc delle specie raralteristiclie di ciascuno , ne aggiungo qui una terza , nella quale comprcndo ic specie non ancora riconosciute in altra contrada del 110- slro pacsc , scnza assicurare se anuidino nel terreno miocenico 0 nel subapeiiiiiiio, aveiidoli raccolli lungo un rivolo , che nel suo corso passa Serie II. Tom. V. ^ 45o ossF.nvAzioKi ceoi.ogiche ecc. su lulli e due 1 Icrreni. In mezzo a qiicsli dcpositi iiidubilalaniciilc niarini riuiane uuo slrato con fossili d'acqiia dolce, il che fa credere clie a'lcmpi, «iii (jvicsli falli riferisconsi , arrivassc cola lui fiuinc. La coinposizionc delle roccio fra cui {;iace uii lale slrato noii the sinciilirc , accrcsce anzi la j>robabilila dell' induzionc , posciache colla argilla azzurra e colla sabbia haniiovi banchi di ciotloli , cosa die si osscrva eziandio Ira sedinienti di alto inare , nia costante ne' deposit! lilorali , ove le accjue dolci si rallentavano e si arrestavano jirinia di niescolarsi colic salse. L' ialercalazione di queste due tpialila di rociic si scoprc facilineiite no' colli tra Villalveniia e S. Agata (i) (V. fig. 6", tav. i."). Fossili del ierreno miocenico del Torlonese. Turbinnliti cibesa , Mich. ^^ clai-us , Lamk. Ailrea astroilcs , BljUNV. Bulla cyliiidratea , PENW. ^— Forlisii , BroNG. .^— Ofulalit, Lamk.. Scaltiria rclusa , Broc. ^-— torulasa , Bboc. — — lanccolata , Broc. *^-^ canrellata , Bboc, M*— lamelL'Sa , Broc. Solarium milU'granum , Lauk, Mnrgiitella oblongata , Bolt. f'olula /ituUria , Lamk. Mitra rupressiita , Broc. Turbo. Amillaria glandiformis , Lauk. — — obsoleta , Broc. Cimcclhtria Bonellii , BELL. Bucdnum flcxuosum , Broc. ^■^ Caroiiis , Brong. ( Nassa ). Murcx latilabris. Bell, cl Mich. ^— Sph-itlus , Linn. ^^— granarius , Lamk. Raiiclla gigantca , Lamk. Turbinclla labellum , Boil. Fusus crispus , BoRS. Pleurotoma ramosn , Bast. ^^— Borsonii , Bast. — ^ fusoidca , BoNEL. Del terreno suhapennino. Sptttiilglus muticus , Mien. Corbuta intermedia , Mien. Umbrella mediterranea , LaMK. Bulla lignaria , Linn, cl Lamk. Tornatella aghalitia , BoN. Sih'ffuaria lerebrlla , Lamk.. Turbo fimbritirus , BoRS. ( Trochus ). Trochus crispus , KoNIG. ^■^ striatus , Linn. — colUgens , BoNEL. Solarium stramineum , Lamk. Cypraea nucleus , BoRS. (I) II Marchese P\Hr.TO in ana sna dolla Mcmoria Iclta al Congrosso Scirnlifico in Torino p.wld di (jucslo curiii<^o fatlo. V. gli .\Ui dilla srcnmla Biunione dogli Scifnziali llaliani , pag. 09, Torino 1841. I'rcscnliv inirc Bii iiiiplle localila dug tpaciati , i qiiali dimostrano quanio Ei vcde nelle fig. 6 e 7. DI A. SISMONDA PROF. DI MINERAIOCIA. ^fargitiflla ctjpraeola , Broc. Afitra pupa , Bonel. ■ plicatuta , Broc. Conus Mercati , Broc. ^— Baldkhieri y BoRS. Buccinum reticuiatum , Lamk. ct Droc. Burchnim cosiulatum , Broc Cerithium ctnctum , BbuO. — srafnT , Broc. Columhclla subulata , Broc Pieurotoma reticulata , Bboc. ■ I cancellma , Broc. 45 f Fosslli delCargilla azzurra del Torlonese fion ancora vinvenud in altra parte del Piemonte. Slephanophitlia elvgans^ Micn?t. ^^ italica , MiCHN. Turbittolia pyramidata , MlCII. Filodendroii flcxuosum , Mini. Cardita quadrilatera ^ iMicn. Crepidula mijtlloidca ^ Bell, el MiCB. Dentalium raduta^ Gualt. TurriU'Ua varicosa , Broc. Solarium pseudo-perspecti%'um , Broc. Marginella glabella , Lamk.. f^oluta rarispina , L\mk. Mitra scrobinilata , Broc. ■ caricellata , BoNF.L. Caiuellaria Bonellii , Bkll. Buccinum angulatum , Broc. Buccinum grntiuliire , BOBs. ( IVassa ). — I ■ turbincllus , Broc, ^^— ringens , Bo>EL. Cerithium plicatum , LaMK. — iiltvratum , Brokg. ^^— grntiulinum , BoNEL. Murcx horridus , Broc. ■■ ■■ varicosi.isimus , BONEL. — ^ graniferusy Michel. Fusus lignarius , LiNN. el Bruc. ■ ' — tcrcbrinus , Boisel. ■ ■ glomus , GEi\e. Pieurotoma rotulata , BONF.L. ^— Sismondae , Bell. el Mien. Fossiii ierrestrl eJluviatilL Cyclostoma decussatum , Bonel. ■ ■■■ subcarinatum , Mien. Melania patula , Bonel. Melania semiplicata ^ Lamk. —^^ laevigata Lamk. Metanopsis pracrosa , Ll>?(. La stessa qualita di calcarc in iscavazione a S. Agata si eslrac presso Tortena etl in allre regioni di cpiel paese , laonde si puo arguire die il tcrreno cretaceo serva di base ai terreni tcrziarii. INon si scosta dalTin- dole di qncllo clic romponc i monti sopra Tarzi nclla \alle dclla SlafTora, essendo dapperlntlo Ic slcsse sorta di roccic. II ralcare di Torlona t- compatlo , bigio sporco , intersecato da rare venucce spaliche. I sedi- nienti miocenici , che lo circondano , scguitandonc lulle le inflessioni , in- clinano al N. So** O. Non vi notai indizi di avanzi orc;anici , ma iiou ])er queslo si deve dubiUu'C intorno allela assegnalagli, osscndovi nelle valli la prcsso tratti di carta estensione, dove restavi un calcare perfet- tameiile idenlico a queslo, sia die si coiisideri mineralogicamente, per- 45a OSSERVAZIONI GEOI.OGiniE F.cr. rlu' no \\a la slrullnra e luspoUo, sia (he si ronsideri gcologicainente, nerchr orcu|ia il incclesinio jioslo , e jiorche conliene miinerose iir.- proiilo del fueo crclacco appellate dal Brongni\rt Fucoules Targionii. Ill pareeehi liioglii della valle del Ciirrone si alza in mezzo ai scdimcnti mioceniei , od in uu pinilo si vede sovrastare alia scrpenli\ia ( V. fig. ■y.' , tav. t.'). La faseia snbapennina intcrroUa nci contomi di Tor- lona ripigliasi a tramonlana della cilia poco soUo Vignzzolo. Da prin- ciple resta in parte nascosta da im tcrrieeio sabbioso I'osso sporco con graiide ([uantita d'Elici alio slalo snbfossile , cio elie c una ripelizionc di qiianto si osserva appie della coUina di Torlona gnardanle oslro. II terreno subapennino enlra, e s'avanza nella \allc del Currone oltre an- cora Volj>edo ( V. la cilala fignra ). SoUo fpicsto villaggio I'argilla az- zurra avvolge moltissimi strombi della specie, che il Bonei.li cliiamo Stfombus italicus. Di la si puo dire ch'cgli segue addossato alle colline inioceniche fine nel Piacenlino, conservandosi iuallerato uella composizione, e rilenendo le medesime soslanze da noi considerate come accidental!, perche non sogliono formarvi strati estesi e continuati, come si e il gesso. Questo coslituisce da se cpiasi Tinvicra co\Vir\A i\ct\,a.\a^ Copra bianca , alio sbocco della valle dell'Aversa. Alterna con csso un'argillu bigia cencrina, ilolce al tatto , piena d'imjironte di foglie , che furono in parte fattc conoscere dal Professore Viviani di Genova, con una Icttera diretla al (icologo Marchese Paueto , impronlo del reslo che si vcdono riprodottc ill lutte le argillc associate ai noslri gessi subapennini. Parccchi depo- sili di quesla sostanza si conoscono in quelle rcgioni. I ])iu ragguarde- voli ch' io fibbia visitati sono , ollre il cilalo di S. Agala, que' di Mon- tescano , di Codevilla, della collina sidla sponda dcstra del rivo Falcone che si getta nella Stalfora , e que' finalnicnle delle colline della Cosla , c di Sandigliano. Sotto Torricella presso S. Giulielta non e piii il gesso che risieda siiU'argilla azzurra, e cpiasi starei per dire , che ne occupi il posto, si e invece un calcare concrezionato consiniile al Iravertino. Anche nella valle deU'Aversa vi ha un calcare, secondo me, meno antico della creta, ma non lo credo coetaneo dell'anzidelto, con cui non ha neppure corauni le qualita fisiche. Si e una specie di breccia calcare bigia cerulea , rimescolala a slruli bigi Sjtorchi , con pezzctli d" arenaria c di macigno, e pezzi au- rora considcrevoli di calcare , per niente dissimili dalle roccie di qucsta ni A. sisMONDA pnor. di :>!inf.rat,ocia 453 nalura coinponenti la catena dcgli Apennini. Frammezzo giace un'arenaria renciina, die iion saprei dire in cosa diireiisra dalle arenarie mioccniche delle colline di que' contoriii. S' iiicoiitra neile collinc a un'ora e mezzo di cannnino dentro la valle , e segna precisainente il fine de' sedimenti subapennini, ed il priiicipio de' miocenici. Questa importante circostanza dclia gianilura, c l' iiidinazioiic S. 45° E. di 55°, clie si e pure quella delle roccie miocciiidie snlloslanli , con questc , a prefercnza clic colle supcriori dell'epoca subapcnnina, fanno classificare quella breccia calcarc, e raienaria intcrposta. A Godiasco nella valle della Staflbra \i soiio colla medcsima giacitura, vale a dire frapposli al tcrreno miocenico e subapeii- nino paiecrhi sLrati di una roccia, die diflerisce uiiicamentc dalla de- scritla per avere i componcnti rotondati in cambio d' angolati , c per possederc tra ciottolo e ciotlolo sgonfi o cellule lappczzali di cristallini calcari, e rieinpiti da zolfo puro, come il calcare delle colline sotto Lii. Con tiillo cio non sono dcila sless'epoca, e lo dimoslra il posto die oc- cupano in mezzo ai due tcrreni terziarii. Al miocenico e non al sub- apennino , io penso s'abbia ad unire cpiesta poddinga , poiche si c con (juello , ch'essa ha comuni tutti gli accidenli di giacilura , mcnlre di- scorda dal subajieiinino die le sta sopra. Ln zolfo combinalo coU' i- drogcno , ossia il gasse idrogeno solforato vicn fuora in quelle regioni scioilo nelfacqua da pareccliie fcssure del sistema pii-eneo-apennino u- :;ualinenle visibili ne' due teneni. Non staro ad annoverare le sinsole fonti d'acfpia idrosolGuata , ne le sempliccmeiite salsc, solo ramn-entero die ne colano nelle colline di Codevilla, Castana , S Giuliclta , Casteggio, Relorbido , Rivanazzano , ecc. La valle ddla Slallora e una grande spaccatura ncl verso del N. N. O. S. S. E. occupata qua e la da roccie mioceniciie distintissime , le quali entrano in liilli i seni e piegature delle crelacee , die le sorreggono, ne ugualizzano le irrcgolarita , ne altorniano Ic prominenze ; insomma regiia Ira <[ucsle due sorla di tcrreni una lal cpiaie disposizione , da cui si concepisie, clic Tapertura della valle, c gran ])arte del disordine del terrene cretaceo, sono fenomcni anleriori alia deposizione delle roccie niioccnidie. Di qucsto tempo si e la molassa argillosa, die passalo Godiasco forma sulla sponda dirilla ilcWJriHi-esta una collina cogli strati iiidiiiati N. 20° E. Poco dopo se ne raggiunge un' altra , il en: dosso e costituito di niacigno , die iiasconde strati di calcare argilloso , compatto , bij^io cenerino. Qucste due roccie altcrnano insieme , incliiiando di n5° 454 OSSERVAZIONI GEOLOGICHE ECC. al S. i5* E. Se rineguale c dilTercnle loro giacitura non bastassc a con- viiicere, che passo tra esse e la dcposizione dcUa molassa un vastissimo spazio di tempo , lo proverebbero le improiitc del Fucoides Tnrgionii che veggonsi nel calcare e iiei macigno , ma pu\ numerose in quello , che non in rpiesto. A poca distanza di la , le roccie cretacee stanno con nuova jiositura , e Ic vaviazioni di (jucsto gencre si moltiplicano cotanto , che s' indovinerebbe la configurazione areata c piegata dcgli strati, (pialora non si vedesse chiaramente su mollissimi pinili. Quando riceveltero siiFatta forma , dovcvano ritenere una certa ■vischiositii per cui cedevano alia compressione ed agli urli scnza frangersi , posciache non mi fu dato di scoprire in quegli strati inarcati ne rotture, nc fcs- sure , anzi notai che s'assottigliano gradatamente elevaiidosi dal livello del suolo. II terreno miocenico si componc priiicipalnicnle di molassa , di cui esistono ntmicrose varicta proveiiicnli daila (pianlita relativa di alcuni tra' suoi componenti. Alterua spesso con istrati di varia grossezza di sabbia pura , ed anche di ghiaia cpialche Yolta agglulinata in roccia te- nace. Ilanno generalmenle una tinta \erdiccia ; la serpentina che n' e cagione , diviene in certi strati abbastanza abbondantc , perche la roccia assumi la fisionomia de' conglomerali serpentinosi di Superga. Le incli- nazioni sono alia sinistra della Stafiora al S. 20° E. ed alia diritta al N. 20° E. Non concordano coUe roccie ad esse inferior! , e se in cjualche luogo combin.ino insieme per cjuesto carattcre , cio e un mero elfetto dclle varie manierc di curve e di pieglie , ed in consegucnza un' acci- dentalila di cui non si dcve far caso, volendone giudicare I'eta relativa, o rcpoca del soUevamento. I monti di calcare e macigno cretacei sono atlorno Yarzi coronati di roccie mioceniche. Al luogo delto la Trinila si e la molassa argillosa, su cui ordinatamente sono allogate dal basso all' alto una sabbia sottodivisa in niolti strati da molassa bigia sciu'a , c ini'are- naria con tale solidila da confondersi col macigno. Tra gli altri suoi principii costituenti possiede numcrosi granellini di serpentina. Incliinano concordemente N. 20° E. , la qual cosa cambia vci-so il ciglione della catena, cambiamento clie di-\icne mcglio dctcrminato suH'opposla china lie" monti, dove le roccie senza acquislarc un nuo\o ordiiianicnlo, si abbassano all'O. 20° S. di 4o". Questo terreno arma quasi a Zavalarello, ed in que' dintorni rinserra della lignite stala eiToneaminte giudicata Lilantracc , e come tale se ne intrapresc su un certo punlo la scava/ione, Dt A. SISMONDA PROF. DI MlNnRALOGIA. 4^3 che si lascio poscia , pcrclie provata di ncssun vanlaggio. Nei uiinuz- zoli ili'gli scariclii, c ilall' islcssa is])czione ilcgli strallcelli , che arrivano a fior tli terra, se no tUscernono clue qualitu: una alqiianto bituminosa, lallra in islato ineno avanzato d'allerazione , ed averile ancora la strut- tura fibrosa del legno. Le inedesime roccic a Castelverde sono vcrticali. Ad uii' ora sotto il luogo rliiainato il Camiinc si abbassano di /\o° al N. 20" O. Ivi pcro manca larenaria e vi resta la sola sabbia frammezzata da letliciuoli di molassa. Coiitiiiuaiido il cammino alia volla di Canevino, e di fjui a Moiilecalvo si e seinprc su roccie crelacee , copcrle pero verso il foiulo dclle valli lateral! , della Coppa da un canto, e dell'Aversa dair allro, da scdiinenti inioceaici. Consistono quelle in calcare di tinla caire-latte molto intensa coxi strultura compatta e frattura quasi con- coide , al quale e associata una varieta di colore chiaro sporco con slruttura grossolana. Alternano con parcccliic qualita di macigno e di argilla indurila. Alcune varieta di questa hanno una tinta bigia scura, ed altre rossa. Cadono per la sola azione degli agenti atmosferici in isfacimento , cd il suolo I'esta strisciato d' ampie liste teiTose bigie e rosse insieme allernauti siccome le i-occie da cui procedono. II terreno miocenico, secoudo quanto si c teste accennato, veste il cretaceo, il quale in certo qual modo forma la parte principale dell' os- satura di quelle coUine o monli che si vogliano dire. Dappertutto dove viene in acconcio il calcax-e si scava , onde averne la calce. Tra gli altri luoghi dove cio si pratica con qualche atlivitu , si e sotlo Montaldo, e alle radici della collina su cui sta il villaggio di Slaghiglione , le cui acque , come quelle di Montaldo si raccolgono ncl torrente Coppa che va nel Po , rasente Casteggio. Ivi il calcare e bianco sporco , alquanto argilloso. Lo attraversano numerose vcnuccc e fill spatici in piu versi serpeggianti. Gli sono intercalati psanimitc, macigno, e argilla azzurro- gnola alquanto solida con altra leggei-mcnte rosea. Roccie di questa na- tura e della medesima el;i escono fuora del lerrouo miocenico lungo il letto del Coppa oltrcpassato Borgo-Priolo. L" inchnazione S. io° O. di 60° si nota di frcquente, ma si capisce beuissimo, che gli sti-ati delle roccie non iscorrono semplicemente inclinando, ma che sono altresi variamente inarcati e piegati (^'. fig. 8.', t.iv. i.*) come ne'monti tra Canevino e Montecalvo , ove si vcdoiio le stesse roccie e fors'anche gU stessi strati; dico forse , pcrche lo spazio intermedio essendo occupalo dal terreno 456 OSSERVAZIONI GEOLOGlCHE ECC. miocenico , iioii v' c mezzo di conosccrc sc gli strati proscguano da iin luogo allaltro. 11 calcare c le roccic iiilerposlevi liaiino numcrose im- pioiile del Fucoides Targionii c F.ftircatus Ad. Bronc^c eon esse hav- vciie di iin terzo, che mi pare una speeie ancora sconosciuta. Diseeii- deiido la valle dell'Avcrsa siiccedc al leri-eiio erelaceo il niioccnico ed a (jueslo il siibapeunino. Una disposizionc ora identica, ed ora consimilej secondo i liioghi, si nota nelle colline del Piacenlino. A Rivergaro , lungo il coiso della Trebbia , il tcireno subapennino oHre alcun ehe di paiii- colare. Tra le solile sabbie sono distesi strati di ciottoli , clie le danuo una ccrta fisiononiia coi sedimcnti alluviali , dai quali si distingue pei fossili trattenuti negli strati puramente sabbiosi. Ne' ciottoli sono radigxirale le roccie di paiecchi de' monti precsistenti al period o subapennino, e in f'alto essi ne sono le rovine. Nou deve dumjue far nieraviglia il rinveriire le roccie degli Apennini , e ciasciuia in quanlita die si puo dire |iropor- zionata alia superficie che coprc. II calcare soprabbonda su tuttc le altro che sono, rispetto alia quantita de'loro ciottoli, il macigno, larenaria, la serpentina e il diaspro rosso. Oltrcpassato Rivergaro d'alcuni centi- naia di uictri, e prima che cessi il terreno miocenico, escono nel letto della Trebbia alcune testate di calcare compatto, bianco sporco, incll- nato N. 0 , con impronte minutamente delineate del Fucoides Targionii. Trovai medesimauieiUe qucsta pianta naturahnente figurata nel calcare, uella psammite e nel macigno, che riuniti in altei-nanza rompongono quasi tutti i monti della \alle. Nei contorni di Mezzano in mezzo alie citale roccie frapponesi an banco di psammite con stampc del fuco prcdello, la fjual roccia quivi presenta numerosissinie macchiette allungate , iicre, uidubitatamente di sostanze vegetali. L' inclinazione e di 5.5" verso il N. 35° E., che lasciano di 1:\ di Ti-ovo , ove si abbassano al S. 3o° O. I rambiamenti nell' inclinazione succedonsi con frequenza , e la cosa tion puo essere diversamente in una contrada, i cui nionli sono cosliluili tli roccie cogli strati sconvolti , eil in varia guisa cur\ali e |)iegati. Non vi sara nessuuo , che non veda hi lutti codesti curiosi fenomeni r azione della ser[)entiua forraante cola monti incastrati nelle giogaie calcaree. II naturalisla che non si arresta ad una prima soluzione de' falti , ma che ne vuole conoscere ogiii parlicolare, cerchcra di scoprire in (pial tempo siansi (pie' fenomeni com|)iuli , la 'ero se datino dalla apparizione della serpentina , non avenilo potulo acccrtarmi se si eslendano ai se- dimenti terziarii. Ne scaturiscono varie poUc d'acfjua mineralizzata, che vanno a Tersarsi nella Trebbia. Una, sopraccarica di muriate di soda, geme presso inonlc Barberine dalle coinmeltilure di un calcare argilloso ce- nerino , die pai-e iiidinato allE. i5° S. Depone sul suolo die percorre, c molto piii dove si raccoglie , un cospicuo deposito ricco di perosside idralo di ferro. Due ne colane sulla riva dcstra della Trebbia in pro- spelto alia serpentina del monte a lalo del Penice , attravcrso un ter- rene (iingoso , die dirci limaceioso, colla temperalura di -f 2a /', cent., r ambiente deiratmosfera essendo a -j- iG. Tulte e due contcn£;eno a saturazionc l' idrogeno solforato , il cui odore fetente scnlesi dall' una aU'altra jiarte del lorrente , abbcnclie abbia a quel luogo un letto spa- zioso. II monte, alio sbocco quasi del Bobbio nella Trebbia , ha alcuni dei 4^2 OSSERA'AZIONI GEOLOGICHE ECO. suoi strali formati tli calcarc argilloso in massi globosi ed elissoiclall pii\ o mono grossi c piu o nicno allmigati. Non haiino la stnillura il'accrc- scimento , ossia la inaloria non e disposla in isUati coiicciitrici. Diviciu- inaggiormente cristallina ilall' esterno all' iiitt'rno , dove liavvi una cavila della figiu'a dello sfcroidc , oppure fessurc dispostc a gixisa di raggi in- gommati di cristalli roinhocdi-ici , prismalici , c dodccacdrici di calcarc purissiuio. Non senibrano dillcrirc d:ii cosi ui IikIiis Itclwontii ; non credo tutlavia , che la sostanza cristallizzata , cIk; nc occupa Ic cavita centrali, sia un' infiltrazione. L'idca di una sccrezione dei massi stessi , soUecitala dalle cause nicdcsime die modificarono la roccia , parmi ac- eomodarsi assai nicglio col fallo. L' inclinazione dcgli slrali globifoiini segue appuntino cpicUa del calcarc argilloso che gli rinserra. Gli si nola pero la scguentc significantissima disposizione. II grande loro asse e ri- vollo nel verso delta pendenza. Larenaria della propagine tra Bobbio e il torrente Carlone si sfiirina con facilita , ed al tatlo palesasi alquanto dolce , pcrclie si direbbe ricca di maggiore quantiti di sostanza argillosa, ciocche non si puo asserire scnza riccrclie d'altro generc , potendo benissiino provenirc dallo stale, o dal grade suo di uiclamorfosi. Al nominate torrente altcrna eel cal- care e con une scisto argilloso nero , inclinando all' O. 3o° N. di 65°. Le indagini di cpiesto gencre mellono sulla via d'accorgersi di uno spo- stamento verlicale nel verse del torrente , unite a svariatissime curve c piegature degli strati. Raggiungende il villaggie di Pietra-Nera, si raggiungc ancora la serpentina , sorgende essa cola in due diverse localita. Su un piccolo spazio accanto la slrada prima d'entrare nel paese, e sul cocuz- zole di un mente situato al suo nord. Fra (picsti due punti giaccione roccie crctacce metamorfosate , Ic cpiali ceU'accumularsi formano i monti air intorno , dove inclinano al S. 3o° O. Vene di calcai-e spatico srego- lalamente corrone per esse , c all' incontro della serpentina , senza abbandonare la lore dirczione vi penctrano dentro ; ma la sostanza cambia di struttura , posciaclie in cambie di preseguire colla struttura lamellare , c dividersi colla percussione in bellissimi romboedri , divienc rd)resa , e colla struttura granosa. Ollrepassalo Pietra-Nera conliniia larenaria ad essere la roccia piii comune de' monti, ed acquisla talvolta una tale sulidita da confondersi coi piu duri macigni. Non cessano di scrpeggiarvi vene spaticlic con vuoti guerniti di mazzoletti di bellissimi cristallini romboedrici e prismatic!. Alciuii de' suoi strati sono caridii DI A. SISMOSDA PnOF. DI MINERALOGIA. 4^3 tU macchielte nere, allungatc, die riuclole loro carbonosa aulorizza fouda- lainente a sospellare residui di fucoidi cosi comuiii in questa sorta di ter- reno. Gambia cpjasi ad ogiii passo d'iiiclinazione : ora e all'O. 35° S. ora al S. 25" K. Insomnia a misura clie si eslcndono le indagini , e a mi- sura die si analizzano i fatli generali si comprende sempre piii , che quella contrada per acquistare lo slato suo prcsenle dovette provare pa- recchi sconcerti meccanici , e le sue I'occie subire lente e prolungate azioni diiniiche aliuienlate parlicolarmenle dal calorico. La brecoiola vcstc da ogni parte la serpentina della gola delta del Collcgio. Su essa e allogato il calcare compatto cenerino; e concordemente iuclinano al S. 3o° O. A ponte Ognasco alle roccic faseianti la serpen- tina sono iiiterposli maeslosi banclii di poddinga con cioltoli e massi di calcare compatto iudistingwibile da quelle ch' entra nclla composizione di tulti que' monti. Le stesse acque dunque, non si tosto abbandonata la materia di una roccia , lavoravano a distruggerla e fluitarla. Per cib operare richiedesi una forza , die loro niancava iiello stato ordinario , ma che acquistarono in occasione di tempeste e burrasclie , ciocche si fa palese colle alternatiye di strati di sostanze eslremamenle divise, di brecciole , poddinghe ecc. , mentre die sareb})ero ordinate secondo I'or- dine della grandczza degli ingredient! , sc luUi insieme si fossero trovati nello stesso fluido. Ne' monti tra Luzzo e Ottono la poddinga , oltre le solite roccie , eontiene massi di quelle stesse con cui e in contatto, che sono psammiti ed arenaria indlnate al S. O. ^ arcato il torrente deno- miiialo Venlura , la poddinga ricomparisce in mezzo ad uno scislo ar- gilloso bruno scuro , inolto consimile alio scisto della stessa formazione, die si scava iiella riviera oricntale di Gciiova col nome di Ldvagna. Un'allcrnanza di molassa e arenaria conseguita a queste roccie, e va a ciicondare attorno allorno la serpentina a qiialdie dislanza di la. A un certo puiilo di quello spazio la serie di roccie e come interrotta dalla interposizioiie di una poddinga diircrenle dalle ricordate , per avcre un cemeiilo, die il colore fa iuclinare a credere di iiatura serpenlinosa. Un congloiiicralo die non era coiifuso coi sedinienli crctacei , si e quello de' monti al piccolo Ponte di Cagnola. Egli eontiene niimerosissimi pezzi di serpentina , c la sua fra|iposizioiie infra questa roccia e i sediment! cretacei didiiara abbastanza , die in lei sono riunite le rovine de^li strati urtati c roUi dalla serpentina , mentre usciva dalle visccre terreslri. Gingnendo ne' monti di Rovegno si erede d'essere pervenuto su uu'altra 4^4 OSSEHVAZIONI GEOLOGICHE ECC. ([ualita di terreno. Sconi|iaiono Ic fiiiqiu dcscriue roccic , ed in loio vcoo si prcseiita uii diaspro rosso con allrc sostanzc medcsiinamt'iilc ine- tainorfosale , le quali seivouo di suolo ad una poddinga , clie Ira gli allri suoi com|)oncnti racchiiide nioltissimi ciotloli c niassi di diaspro non dissimilc da quello , chc le sla solto. II diaspro in mezzo al calcan- argilloso compallo polrclibc parere un fatlo contrario airazionc iinnie- diata della scrpeiuina nella mclaniorfosi ; ma sparira Tanomalia risguar- dando lo stato atluale di quel calcai'e come una conscguenza dt-ila nic- tamorfosi solVerla , locche si dcvc cguahnenle vedcre ncllo scisto iavagua, nelle arenaric , no' macigni ecc. Potrcbhc forso venire in nienle, che la poddinga sia jiosteriore alia mctainorfosi di lulle quanlc quesle roccic, di cui infnie essa stessa e composta ; codesta opinioiie non |iu6 a nessun conto sostcnersi, conciossiachu forza e toglicre dal Icrreno crelacco una roccia , che giace in mezzo a sedimcnti jirovali da cento fatli dilTerenli di ima tal' epoca. Tutti i cambiamcnti cliimici e meccanici successero alle roccie di quella contrada coU'uscire della serpentina, ciocchc vuol dire alia fine del periodo cretaceo. II non avere le roccie delle poddin- ghe e degli altri conglomerali pcrduta la forma rolondata , si e perche la metamorfosi non e fenomcno chc richieda la fiisione, come non la richiede il ferro ondc unlrsi al carhonio nella prepai'azione dell'acciaio, ciocche succede ancora in niollc altre o|)crazioni. , La conversione in diaspro della molassa avviene a grado a grado, cosicche se ne vedono i progressi. Essa si rinviene cola semplicemenle indurita e compatta; si rinviene rossiccia con tutta facilita disaggregabilo ; ed infine si vede cambiala in diaspro perfetio , scintillante f(nteniente coU'acciarino. Codeslc variela di diaspro sono distribnite con tale ordinc da fissare la sede dell'azioae chimica nella serpentina, imperocchc la mo- lassa che al suo contatto e trasmutata in duro e conqjalto diaspro, ri- acquisla i suoi carattcri di niano in mano chc se ne scosla. Tra il dia- spro c il rilorno alia roccia madre esisLoiio roccie con ben allre altera- zioni dcUe indicate , Ic quali acceunaiio 1' illanguidamenlo del fenomcno nel verso di raggi divergent!. Le cose raccoiilale ad una ad una si rinnovano ne' monti di la di Rovegno. La poddinga , chc abbiamo delto risiedere supci iormcnte al diaspro , gli si vede quivi soggiacere , e quando un tale ordinamenlo non |)rovenghi da un rovcsciamento , ma che le roccie restino disposte secondo Tela, si ha una prova di piii , chc le loro metamorfosi scguirot;<» DI A. SISMONDA mOF. DI MISERALOGIA. 465 ill fine del pciiodo cretaceo. Lc veiie spaliche si fanno in que' monti pill imincrosc, la molassa piil crislallina; insomma si vecle gcneralmeiite uno sLato di cose, die amuiiizia, clie le roccie soggiacquero a una viva reazione cliimica. L' inclinazione cambia ad ogiii passo: la dominante si e verso rO. i5" a 20° N. Frequenli sono le |)iegature e le curvature. Ve ne soiio dellc molto straue negli strati di molassa e di calcare , die alter- nando iiisieme fonnano i moiili sulla diiilta della Trcbbia prima d'ar- rivare a Montebruno. Essi si eslciulono come se fossero orizzontali , poi lutlo ad un tratto divengono iudiualissimi , ed altre volte restaiio verticali (V. fig. io.° e ii.% tav. 1."). Mezz'ora di cammiiio dopo Mon- tebruno , ed alliottanto prima di giungere a Torriglia, la serpentina dalla cima del monte discende scoperta alia strada , e cosi continua fino a Oporto, dove Tattornia uno scisto indurito pressoche quanto il diaspro, franimezzalo da calcare nericcio colla slruttura seiisibilmente manosa. Lungo la discesa, clie inetle capo al paese , lo scisto acqnista le stesse qiialita fisiclie della Lavagiia , ed inclina aH'O. i5° S. di 55°. OUrepas- sato il paese rivicne la serie di roccie calcaree e scistose spesso colla I'ltata inclinazione , ma piii spesso ancora curvata , piegata , ed anclie cogli strati avvolti gli uni negli altri. La configurazione areata non e un fenomeno esclusivo alle roccie delle regioni di cui si tratta, egli si estcnde a tutta la catena degli Apennini. Ma le arcature non sono dappertntto alia slcssa guisa foggiate. Cio nou pertanto in ogni dove comprovano , che in origine tutte quelle roccie giacevano orizzontalmente , posciache in ogni dove sono curve e pieghe a supcrficie Si'iluppaOili. Nel corso di questo scritto abbiamo sovenle in- dicate localita in cui un tale ftitto apparisce distintissimo. Ne noterei ancora parecchie altre , ma per lema di comiiarire soverchiamente pro- lisso , mi restriiigo a dire , die se ne presentano delle molto curiose ne' monti della valle del Bisagno , per cui da cpiella della Trebbia si aiTiva in Genova. Sono sempre le inedesime roccie , cioe a dire , calcare, are- naria e macigno dellepoca cretacca. La sua sterminata forza (grossezza) non e cbe apparente , csscndo in parte cagionata dalle pieghe e curve degli strati. Trovandorai in Genova voUi rivisitare la riviera di levante, onde ac- certarini deU'esatlezza delle osserv;izioni fattevi due anni prima. Pervenni al golfo della Spezia senza clie le cose vednte m'abbiano snggerlta nes- suna opinione e conseguenza , che non sia gia conscgnata nella Memoria Sehie II. Tom. V. 3, 4''G OSSERVAZIONI GEOLOGICHE EC.C. sulle .VI|ii inarittiinc e siij^li Aiieiiniul Ligin-i (i). Impicnai alcuni gioriii ad una iiuova es[>lorazioiie dc" inoiili circoslaiili al goll'o dclla Sjiezia. E conobhi, che parecchie cose con molla dubbiczza da me avanzate in (juoUo scrilto vogliono essere emendate , ciorchc iniiu-endo a fare per anioi'e del Tero. In qiianto all'epoca delle i-occie ebhi a convincci'mi davvaiilaggio , die aj)parlengono alia forniazione giiirassica , ed ai Icrreni di essa , il liassico , c 1' oolitico inferiore. Asscrii , die la poddiiiga di Capo-Corvo jnio aminettersi per meiio anlica delle roccie sovrastanli , risguardando ratlualc suo posto come una conscgiienza dello spostanicnlo e di alli'e uianiere di disordinc proracciali dai siiccessivi sollt'\anienti cola accadiili. Conoscendo era mcglio quelle localita dcbbo ingenuamcnte coii- fessai-c d'avere erralo cio diccndo , poiche il couiplesso dei fatti noii gin- slifica la da me ammcssa roltura con spostamciito c rovesciamcnlo dei tcrreni , mentre daU'una e dall'allra parlc del golfo le roccie inclinano alio. 1 5" S. , dove pero non sono inciirvale od allnmente piegale. La deposizione pertaiito delle roccie segul in ambe le catene coll' ordine con cui sono le \uic alle altre sovrapposlc ; dunquc non e vero che la poddinga di Capo-Corvo sia meno antica del calcare , essa le e vera- mente anleriore , come indica la sua giacitura, e non puo in conseguenza coi-rispondere alle roccie con antracile, che abbiamo consideralo raffigmarc nella foniiazione giurassica delle nostre Alpi , il lerrcno dcW Oxford-Cinj. Essa deve corrispondcre al basse. Paragonando queslo lerrcno a quello delle Alpi , c ]ier prendei-e un luogo determinalo e ben conosciuto , al liasse di Pelit-Cwur nella Tarantasia, si Irova, die I'arenaria quivi sotto- giacente agli scisti bdemnitici associali ad altri con impronte di pianlc della flora carbonifcra , e a Capo-Corvo rapprcsenlata dalla poddinga , laonde gli scisti ad essa sovrapposti tengono il posto degli scisti impron- lali della Tarantasiii. Le roccie a Capo-Corvo svelano UiUa la potciiza dcUagente, qualunquc sia stalo, che trasmulo l' indole pi'imiliva dc' se- diiiienli. I componcnli della poddinga , c pcrfino il suo ceinenlo hanno aspelto e strutlura de' corpi rimasti per tempo lunghissimo ad elevata temperalura. II calcare e bianco di neve con strutlura cristallhia a guisa del calcare, che gli sia solto in islrati arcali. 11 quarzo e vilreo. 11 cemcnto llnalmente , che lega questc sostanze , e violaceo con aspetto e tallo (I) V. Tom. IV. Scrio 11. dcllc Mcraoric della K Accad.mia dcllc Scicnic di Torino. ni A. SISMONDA PROF. DI MIHF-RAI-OGIA. 4^7 ilelle matcrie talcose. Lo scisto sujicriorc alia poddinga ajtpare alia lente , secondo gli strati ed anclie secondo il punto dello stesso strato, oinoge- nco, oppure picno di detriti di varie sostanze , i quali sono poi anchc qua e la voluiniiiosi abbaslaiiza perclii; sicno disceriiihili ad occiiio nudo. fe compatto con tinta costantemente violacea e luceiile ; al tatto e dolce- ruvido. Sojira vi riposa una roccia talcoso-cloritica verde , avente con qut'llo (pialche rassomiglianza , perclie ne tiene la slruttura , e pcrche ancii'essa conticne granellini crislalliui di sostanze particolari ; ma qucslc vi sono radunale in venucce, ed anclie in vene scorrenti irregolannenle, cosa chc non sep|)i vedere nello scisto violaceo inferlore. Coprc ogni cosa un calcirc scistoso bruno apparcntemevite compatto, ma in cui la lente fa distinguerc una tessitura fitlamenle cristallina. Lc acque del mare coUe loro Icnle, ma continuate azioni meccanica e cliimica aprirono in esso cavernucce , ove ricoverano pareccliie specie d' animali marini. Al dire de' barcaiuoli alcune sono ristretti aditi di am]>ie e vastc caverne dalle cui pareti e volte pendono grosse stalatliti a guisa di colonne, die scmbrano sostenere 1' immensa mole del soprastante monle. Mi feci ad- ditarc alcune di queste bocclie , e se e A'ero quanlo mi fu detlo , le caverne trovansi sulta direzionc della dolomia, che si estende ne' monti dall'una all'altra parte del golfo. Aggiungcro ancora , clie il terreno alluviale dopo la Spezia , non si estende cotanto come indica la carta unita alia citata Memoria , e che non va compreso con esso il lerriccio rosso di mattone , die apparisce su certo spazio alia supcrficie delle roccie attorno Lerici. Questo c una produzione giornaliera preparala dagli agenti atmosfcrici consumando im conglomerate alluviale , composto di pezzi di roccie giui-assiche e cre- lacee. Le cose narrate ncl oorso di cpicsla Memoria dimostrano , che le col- line subalpine sono composte di tre tei'reni riferibili a due sole forma- y.ioni, la terziaria e la cretacea. Quella vi e rappresentata dai due suoi terrcni meno antidii , il medio ed il superiore. Questa dal supcriore solamente. II terreno terziario medio e il crctaceo sono sconvolti, e alzali, ma clascuno lo e in modo particidare. Lo slato di cjiiesti scompigli avvcrte essere Fun terreno pil^ deU'allro slalo esposto alle cagioni geueralrici delle .\C^S OSSERVAZIONI GEOLOCICHE ECO. graiuli cataslrofi. II lerreno teraiario supcriore giacc al solito siil metlio, ed avvionc rarissiinainonlc d'osscrvarlo sollovato , c qiianilo cio accadc , si e iiel verso su cut spicii^ossi tuUa la gaglinnlia ilciriillinio graiulc soUc- vamcnlo. Dal canto tlclla coinposizione i due lei'ieiii lerziarii diireriscono essenzialmente. II medio e foiTnato di molasse, arcnarie, sabbie, ghiaie c poddiiighe (nagelfliic) insienic altonianli, a rui s'aggiiingc in qualclie luogo nil calcare grossolano, dico in (jnalclic luogo seiii|»liccineiitc, per- che come feci notare , la niaggior parte ilfi calcare coiisideralo da al- cuni lerziario , e da me collocalo nella crela supcriore. Le roccle del terreno tcrziario superiore sono in cambio nn' argilia az/.uvra inferior- menle, e varie qualila di sabbia, raramenle aggliUinala, snperionnciHe. Esse scorrono senza ([nasi scostarsi dalla posilm'a orizzontale. Un calcare grossolano c sabbioso , alcune volte compalto, ed il gesso seienile rini- piazzano in parte o in totalila or I'una e or I'altra di queste due rocric. D'ordinario il gesso licne il poslo dcU'argilla , e il calcare dclla sabl)ia. I terreni crelaceo e terziario medio concorrono coi piu anliclii a di- mostrare insussislcnte I'opinione di que'Geologi, i qiiali pensano che la iiatura abbia niai si-mprc agilo, come agisce ])resentemente. Cercano con- ciliare il ragguardevolc iniial/.amento, e gli altri sconvolgimenti colla snp- iiosta debolezza delle cause, facendole lavorare da tempo remotissimo, cosic- che atlrlbuiscono al nostro globo un'antichila concepibile solo neircslensionc della nostra mente. IMa suppongasi pure il nostro globo anlico quanlo si vuole, cio jianui tutlavia inabile a spicgare la complicazione dclla sua struttura, non baslando un' azione debole , fosse anche prolungatissima, la dove se ne richiede una forte ed energica. Cosi una spinta rcsta senza elTetto, quando non sia tale da vincere la resistenza, che nianliene il corpo urlalo al suo posto , come nessuna reazionc si svilupjia tra corpi incapaci ad uiiirsi , quand'anche rimanessero insieme per quello spazio di tempo il jiiii durevole , che la nostra immaginazione sajqna idearc. Qtieste cose sono talmente vere , e talmentc conosciute , che nissuno , p. e., accagioncra del trasporto dc' grandi massi disj)ersi qua e la sul suolo i nostri torrenticiuoli , incapaci di trascinare un ciottolo di qualche pol- lice di diametro; medcsimamente non si accordcra sulle correnti clelhi- che tali quali percorrono prescntemenle il globo nostro , la facolla d'avere sceverato la quantita immensa delle sostanze metalliche, e d'a- verle radunate nelle migliaia di filoni , che con varia forma \i serpcg- DI A. SISMONDA PROF. 1)1 MINEnAl.OOIA. .\Cn) yiaiio. Lalmosfera t; pure antica quaiilo il inondo, luUavia iifssuiui am- meUcra , chc siavi slala rcazione tra i due suoi principali ingi-odifiili r ossigeno e I'azoto. E vcrissimo, clie la nalnra e in un coiUinuo slalo il' azionc ; c vcrissimo, die la parte secca del iiostro globo si degrada incessanlcmente; ma ii risultameiilo di questi fenomeni a fronte delTo- perato dagli aiitichi sono cose microscopiche e di pochissima ciilila. 11 lore allualc inipicciolimcnlo divinie piu apparisccule e scnsibili- pa- ragnnaiuio ai moilcnii gii antichi vulcani. Prima de' tempi slorici code- sti monti ignivomi mandarono fuora tanta materia da formare cstcse propagini. Gli odierni sono pochi ed isolali. E ciascuno appena appena rignrgilo in taiiti secoli materie da costniire colline di cpialclie miglia di circiiifo, scppurc non diciam troppo. Animandosi, spcsso furono cansa di tcrribili calaslrofi. ^lonli si sono scpiarciali ; il suolo si c fessuralo profondamentc ; monti e colline iurono sohissali, e reslarono laglii. Ce- lebri sono gli avvenimcnti di tal sorta, die atterrirono i Sicdiani poco dopo la iiiela del sccolo deciinosettimo. Eppiire liitli quesli sconvolgi- mcnli sono cose minimc , rispetto a (juelli di simil genere , die scon- (juassarono il globo ne' tempi anterioi'i all'epoca pixsenle, e si riducono a mere inezic , sc si paragonano coi \iolenli e subilanei sollevanenli (Idle grandi monlagnc , che replicatair.ciile cambiarono la faccia non di una regionc, non di una contrada, ma del inondo iiitiero. Tl nalii- ralista filosofo vede e riconosce per tutti le medcsime cause , ma com- prcndc allrcs'i die qiieste cause sarebbero state incapaci di produrre siiuili scompigli , qualora la loro inlensita fosse stata rcgolala, cousc lo e presenteinenle. Vi furono dunque circostanzc in cui le mcdesime cause sono state capaci di maggiori efTctli, e cio forse per le coiidizioni in- terne delta terra , die d'allora a questa parte mutarono moltissiino, e seguono tuttavia a mulare. Cio nullamcno si e tanta la sproporzione , che passa ancora tra la parte solidificata e la tutlora fluida, che fa me- raviglia , die non si rinnovino le grandi calaslrofi. Quale c quanta fosse la polcnza dellc acquc antiehc si comprende da que' grandi massi di varie qualita di roccie rinserrati nei terrcui d' ogni tempo , e che sono cosl niimerosi nel nagdflue miocenico della collina di Siiperga. II trasporlo di questi massi , secoudo me , si collega ed ha grandissiiiii rapporti colla traslocazione de' massi dispersi qua e la sul suolo e sul dorso de' monti , e delti percio erralici ( trasportati). Non si vuolc da laluiii die vi sieno stati rccati da' cataclismi , e spiegano 4^0 OSSERVAZIONI GEOLOCICHE ECC. il falto aminctlcnilo , che il gloho iiostro sia stato avvollo da un im- meiiso i^liiacciaio sii cui i inassi sarcbbero corsi da un ad nn altro luogo, varrando inoiiti , \alli , laglii ecc. I fossili non favoriscono qxicsla spie- gazione , Ic sono invece coulraril provando , die la Icrra godette nei lenijii passali di una tcnipcratura ass.ii superiore che a' di nostri. La disposizioue del tcrreno alluvialc su certi punti della terra consiinile ai cunioli dctti moriccie , ch' oggidi si formano apj>ie dc' gliiacciai , c che ne seguilano i niovimenti , e dai difensori di questa teoria invocata , ina credo senza ragione , jiosciache panni scmplice fatlnra dclle acque, la cui azione sui terreni disaggrcgali, quali sono gli alluviali, c sempre grandissiina. Le colline di questa sorta , che con vario nome s' ergono e corrono alle falde delle nostre Alpi , si vorrebbero moriccie de' ghiac- ciai anlichi. La grandc iiiclinazionc del loro dorso verso la pianura , la nalura delle loro I'occie che sogliono corrispondere alle componenti i monti lungo le valli piii prossime , i loro profondi tagli, e varii altri fatli distolgono da una laic credenza, ed invitaiio a considerare siffatto deposito come un scdinicnlo di fiumane discendenli dalle Alpi; e le sue solcaUire a foggia di scaglioni si devono piutlosto alia gradata diminuzione delle acque nicdesime. Si pretcsero prove di ghiacciai, il pulimenlo e le striscie o righe , che si vcdono sulla supcrficie dclle roccie lunghesse eerie valli. Ma prolraendosi in curve regolari di parecclii dccimelri di lunghezza , scnza ncssuna sorta d' inlerruzione, ne di altra irregolarita, che le palesi prodolte slentatamente ed a riprese , siccome dovrebbe essere , qualora fossero generate dal movimeiito de' ghiacciai , la cui allezza ed cslensione dovevano subire iniUazioiii pii\ o n.cno grandi, e per raccresciuienlo e per la diminuzione giornalicra della teuipcratura, e per la rinnovazionc delle stagioni, ossia pei cambiamenti annui. Simili osservazioni se diminuiscono la probabilita dell'esistenza d'immensi ghiac- ciai, favonsrono in caii'bio 1' opiiiionc del fondalore dclla Icorira de' sollevauienti , il sig. Elia di Beaumont, die il Irasporlo de' inassi dispersi sia opera del cataelisma istantaneamente succeduto pel soUevainento della catena principale delle Alpi. Questa inlerpretazione ha il vantaggio di sdiiarire il inodo di traS|.orlo dei inassi grandissiir.i , che enlrano nella composizione dd terreno iniocenico, i quali per certo non vi arrivarono per inizzo di ghiacciai , posciache tra essi , anzi aderenti ad essi Stessi, vi sono spoglie d'animali tropicali. Qiiesliouc di non poro interessc si e quclla ddla forniazione dcgli DI A. SISMOJfDA PnOF. DI MIXERAl.OGU. 4;' Apcnniiii. SoUcvaronsi essi in una sol volta , ovvcro la loro altezza al- liiale e il risullainento di parccdii sollevamciili ^ L'csjjlorazioiie a parte a parlc ilclle roccie niassiccio-crislallinc ( iioii stralificate) c tlcllc slra- lilicalc inilitano in favorc di qucsta scconda supposizione. Le loccie massiccio-crislallinc sono di varia nalura, e ciascuna sta con direzione particolare. La serjionlina forma iiionti disposli parallelaincnlc cntro iiionli di roccie stralificate. 11 graiiilo \i e molto nicno couimie, e noii giunge mai alle allezze cui si inoslra la serpentina. Parecchie altrc roccie di trabocco percorrono la catena in filoni, od otturano vene die I'allraver- sano nel suo inliero, c le (jiiali possonsi considerare come anlichi sfiatatoi delle viscere terrestri , e condotti o fornelli come altri direbbero , per cui si feccro le c nanazioni gassose. La giacitura delle roccie stratificale concorre a comprovare queste idee. Esse estendonsi nel verso del sollc- vamento Pircnco-Apcnnino , ma con modificazioni die le mettono in disaccordo e con questo e con altro soUevamento. Ora cpieste deviazioni accennano, clie dopo il primo innalzamento quelle roccie furono ancora smosse , la quale cosa riceve conferma dagli sconvolgimcnti del terrene miocenico sovrapposto , e dal riaprimento delle vaili Pircneo-Apeniiine ('li'cgli aveva colmate. Egli e un fatto riconosciuto, che il nostro terrene cretaceo e estre- mamente povcro di spoglie organiche. Quale ne sia la cagione , non e lacile ad interpretarsi ; ma fra le tante che se ne potrebbe immaginare, (juella che maggiormente io credo sia probabile , si e la slcssa suppesta dal Beaumont , quando voUc render ragione della loro quasi lolale raan- canza nel terrene giurassico delle Alpi cenlrali , vale a dire la grande profondita del mare, cio che, riguardo al terrene cretaceo, viene mede- siuiamcntc suggcrilo dai suoi pochi fossili , che sono , come abbiamo netate , fuchi e nummilili , piante e animali in quesli ullinii tempi ri- conesciuli viventi a profondita considerevohssime. dc-.-ct:i. Tvr .\('/v Sc.y, t'o^H.o, ef.v^i. d; Jc^iro^vt. e'Jii. z? i^v.^ovvv. v. \'ic]. 1. -wx*'-:^.,^ , Kg. J. - JpoiLxtm'i'^ Jig. 10. u\04iU \Jb\uuo HfCpA I'txXC* i^etltiL' V'*ta'M. .'^iX^CAK*. ff»tjy*v ]6.. U « tfJ «Act« VOL - 4;3 OBSERVATIONS SUR LA FA3IILLE DES RLTACEES (0> SUR LE GE^RE CORBEA ET FORMATION DU NOUVE\U GENRE AI«TO:)lIMARCin.«. PAR SI. I. COLLA. Lues datu la seance du 8 mai iS4S. AVAXT-PROPOS. V-iC ^lemoire a ete ilresse par moi en rannec 1826 pour etre presente a la Societe de physique et dhistoire naturcUe de Geneve; m'etant trouve en cclle ville an mois cl'aout, j'eii ai donne lecture dans la seance d>i I 'J, a laquelle assislaient, cntrc aulrcs, les celchrcs professeurs De Candoi.i.k et Vauchf.r que la science vicnt do perdre; )"ai eu a soutenir aycc ciix (I) J'avais termiiie cc Moiuuirp, lorsiiuc j'al cu connaissancc du travail de I'illuslrc M. Adiirn JussiEU sur Ic meme siijet, travail digne d'un naturalisic qui porte un nnm des plus honorablcs pour la liotaniquc ; j'ai licsite qurlijue Icms sur le parti qui me restait a prendre, ou dc nu presontt'r que cclles de mes ubservaliuns, qui pouvaienl rlTrir ipictque nouveaule, el surtout colles qui licimont a la gencralite de nielliode; ou de les laisser tellcs que je les avals tracees, en y ajoulant ties notes soil sur quolque point essentiel de diveriience enlre cc bolaniste el moi, suit sur les uraissioDS que j'avais pu faire. J'ai pris ce dernier parti parceque je I'ai jugc de qiielquc utilitc , et <|ue je Tui trouve plus tlatleur pour moi, en ce que les amis de la science verronl que je mo suis rencontre dans presque tontes les idces de ce savant, el en ce qu'ils sanronl mieux apprecier la verite par rapporl aux resultals nuuveaux, ct a la dilTcrente maniere ilc par- veuir a la decouvrir, scul bul dc mes reclicrches. Sekie II. Tom. V. 'm 4^4 OBSERVATIONS Sm I.A FAMII-LE DKS nUTACEES ETC. line vivc discussion, surtout par rapport aux nouvcllcs bases que je pro- posais pour facililcr la coiinaissaucc des rainillcs iiaUirelles dcs plaiites, uii des objcls priucipaux de men Memoirc; n'ayaut pu nous raettre lout- a-fait d'aecord dans unc seule seance, M. De Candoi.le cut rexlreme <'omplaisance de s'offrir de rexaniiner avcc ])lus d'attention, cl dc mc comuiunicpier ses idiics par ecrit; j'acceplai les oflVcs du grand inaitre avec bcaucoup de reconnaissance, et je lui remis mon travail qu'il retira; ayant dii quelques jours apres quitter cette ville, j'esperais toujours de ri'cevoir cliez moi Ics observations de ce savant ct ami distingue; inais soit a cause de ses graves occupations, soil par nn peu de negligence de nion cote a les reclamer dans la corrcspondance que j'avais I'honneur de sui^TC avec lui, je ne les ai jamais recues. Ce ne fut que par une lettre Ires-obligeante du 3 avril dernier, que M. Alphonse De Candolle son fils eut la complaisance de me faire parvcnir mon travail, en me marquant qu^il Vavait trouve en raiigeant quelques parties de Vherbier et dc la bibliotheque de son pere , et quLl craignait qu^il eut ete egare, et que d'aprcs la place ou it etait, il supposait qu'il eut ete transporte ou de- place a Vinsu dc son pare. Ayant relu ce Memoire qui na jamais i-ecu la moindre publicite, si Ton en excejite la simple citation que j'en ai fait dans mon App. II ad Hort. ripul. p. 345, not. 3 pour annoncer mon nouvcau genre Antom- tnarchia, ainsi que dans lllerb. pedemont. vol. I, p. 547, et I'etat des (glioses n'ayant point change depuis lors, a I'egard de la matiere cpii en I'orme Tobjet, j'ai cru de ])orter quelque ulilite a la science en le sou- mcllant an jugement de cetle Academic, en conscrvant toulefois la prio- rite sous la dale de la lecture que j'en ai donne a la Sociele de Geneve, par rapport aux nouvelles observations et au nouveau genre qu'il renferme. ^'euillez, ^lessicurs, acceuillir mon travail avcc votre bonle et im- parlialite ordinaircs. Mimoire lu dans la siiaiuc (If la Societe de Physique ci d^Histoiye ttcilurcllc de Geneve du 17 aotil 1836. J. A letat actuel dc la science, la famillc des Rutacccs doit-clle resler telle quelle a ete elablie par un de vos celebres coUaboraleurs M. De Candoi.le {if. 'i) Ka nrgatite en general esl tU-jii jirouM'C par l"ou\ra^'e dc M, Ad. JtssiEU. PAR M. I.. COI.LA. 475 2. Quelques espcccs du genre Correa faisant partie de cetle fainille doivent-ellcs en elre detacliecs pour en former un noiiveau? 3. Tels sont les doutes qui m'out paru digiics d'etre soumis au juge- ment dc ce Corps scientifique daprcs Ics recherches et I'etude parti- culiei'es c[ue je viens de fairc sur una famille dcs plus difficiles a detemnner, ARTICLE I. PRECIS HISTORIQIE. 4. Lc grand Linnee aprcs avoir travaille treize ans, depuis 1738 dans lacpielle epoque il publia son Classes plantarum sous le litre de Fragmenta metliodi naturalis, justju'en 1751, lors qu'il nouiina ses ordres d'apres cette melhode, reconnut la gi-ande difliculte de placer dans un ordre vrainient naturel le genre Btita, qui foruie acluellement le type de la famille dont nous parlous: aussi crut-il devoir le rapporter dans son ordre 68.™" parmi les plantes vagae et etiamnum incertae sedis, en le placant entre le J^allisneria , et Yjirmala, avec le premier desquels il n'a pas le moindrc rapport quoiqu'il s'approclie du dernier. 0. L'infatigablc Adanson, moins modeste que son devancier, ne fut pas plus heureux que lui en voulant ranger dans un ordre determine beaucoup de plantes, qui, a I'etat de la science d'aloi'S, nc pouvaient en- core sortir de la classe des ])lantes incerlaines: il plara la Rue dans la premiere section de sa XLiV famille (les Pistachiers ) , Aaus \Ai\\\e\\ti il considera particuUerement la circonstance, que i'ovaire e'to'^^Zace 5h;' un disque orblciUaire charnu cVei'e sur lefond du calyce ne faisant corps ni avec Vun ni avec Vautrc (3). Le caractcre, qui est essenliel dans la Rue, et ses congeneres, ainsi cpie nous le verrons plus bas, manque absolument dans le Pistachier qui etait le type de cette famille, et qui entre maintenant dans I'ordre des Tei'cbintliaceesyoes^we ellerent les Rutitce'cs. Mais cet ordre, cjui est le 21.""^ de la olasse XllI d'A. L. Jussieu (5), ne renferme que Ires-peu dc genres, qui puissent 'se lier ensemble. La premiere section k fcuilles slipulees soiweiit opposecs n'en a que quatre, el dilKre des autres par des caracteres Ires-saillaiis. Dans la secoude l\ fcuillcs altcrnes nues on n'en comptc que Irois, Buta, Pegamwi , Dictamnus. Une troisiemc section enfin i-enfernie les gcui'es, que I'auteur a cru a\oir de I'afllnite avec les Rutucc'cs: tels sont le Melumthus , le Dlosmu, V Empleurum , et YJraba. L'on nc pouvait alors uarler ui de la Correa , ni d'aulres genies places mainlenant dans celte famille, puisqu'ils n'etaicnt pas encore connus. 7. Nous devons observer ici, que parnii les caracteres des Rutace'es, Jlssieu ne fait point mention du disque sur Icquel Adanson avail remar- que etre place Tovaire de scs Pistucliiers; il n'eu lient pas meme compte dans les caracteres du genre : celte observation nous en fournira d'aulres bien plus importautes lorsque nous aborderons la question. En attendant poursuivons riiistoire de cetle famille. 8. M. PoiRRET en donnant dans rEncyclopedie melhodique les ca- racteres des Rutacees, el rapporlant les genres qu'il jugeait en dependre, na rien ajoule au travail de Jussieu (6): on n'y Irouve pas encore le geiu-e Correa, qiioique deja decrit, et figure [lar Andrews (•7) , et rap- porle par Willd. dans son Species plunlarum (8) imprime a Berlin en 1799, et ainsi cinq ans avant le volume de I'Encyclopedie. 9. Ce ne fut que dans son supplement public en i8i i que M. Poihret, VM rapporlant le Correct, aiuioiica 'TIFIQLE. \\. iSI. De Candolle, a reseniple de M. Brov'n, conimenca d'abord par cxclurc dcs BiiCacces lous Ics genres de la premiere section de Jussieu, qu'il rappoiia dans I'ordre des Zjgophjllees en relenant dans le meme ordre la Lorrea, et en y ajoulant la Porlieria de Ruiz el Pa v. 12. L. Jussieu avail presciile I'ulilile de eelle separation, lorsque dans robscrvalion qui suit le rapjiort des genres de ses Rutacees, il avait dit a Tegard des deux premieres sections: an uir-aque rede con- sociata, licet habitus dissimilis? an potius duplex distiugitendus ordo , et in fruclu dejiniendus (i5)? 13. La famille des Zjgophjllees jiarait elre assez nalurellc, soil en considerant le port des plantes qu'cUc renfenne, soil en cxaminant se- paremcnt chaque organe. Le defaut lolal du disque channi , doiit jai (10) S. UiLAin. F.imill. ties plant, vol. II, p. 102 ol suiv. (11) Gencr. rcmarc. p. 13. (12) Nov. acl. Acad. Cacs. Lcop. naL curios, p. 110, ISO cl 18-i. Bmiiwt , 1853. (13) Mciiioiros du Museum lorn. 10. (14) DC. Prodr. vol. I, p. 709. (15) Jlss. (jcn. plaul p. 299. iJiyS OBSEHVATIOKS SVR L\ FAMII.LE DCS RUTACKES ETC. tleja parle , la diirercnte stnicliire du fi-uit , cpii ne s'ouvre point par des cocpies clasli([ucs, ct la proscnce coiislanle dc dcuK slipides a la base des Icuilles, la dislingucnt au premier coup d'ucil de Tordre des veri- tables Rutacees. 14. JIais rpiant a ce dernier, il mc semble cxiger quelque cliangement pour Ic rendre ])lus naturcl , aulant neanmoius qu'il en esl susceptible a letat des connaissanrcs acluellcs; ce qui nie porle a cnlrer dans quel- cpies observations generales sur la niarclie a suivre pour facililcr I'in- lelligcncc de la methode naUirelle. 15. Kt en premier lieu je ne suis point d'avis que dans cette tenta- tive tres-epiiieuse, on puisse ni fiver un noiri)re determine de families, ni y placer ^os/hVe/ne;jf les genres, cpii ou par leur port, ou par quelcpic ditFerence notable dans leurs organes, nous laissent apercevoir cpielque vide dans I'ordrc que la nature a certainenieiit elabli parmi les etres organises: celle-ci ne niarche point par sauts dans ses productions; c'est nn pi'incipe qui ne parait plus conteste aujourd'hui. IG. Je considere done I'ordrc dc la nature comma un grand cerclc , dont cliaque rayon ne differe que Ircs-inscnsiblement par des nuances (pie I'ocil le plus exerce pent a peine saisir; ccs nuances se suivent dans les ctres organises par rapport au nombre, a la simpUcite , et a la ^ro- portion des organes jusqu'i ce que queUpies uns de ceux-ci comraencent a manquer, ou que d'autres s'y ajoulent, selon la manierc de fixer le premier rayon par I'clre le plus complique, ovi par le plus simple, ce qui est tres-indilFerent a la science, et a Tordre de la nature. 17. Uabsence des organes donnes, comme la presence de nouveaux organes, ainsi que leur sinipUcile , ou leur composition , doivent, ce me semble, dans ces deux hypotheses, elrc le seul guide certain pour fomier un groupe des premiers rayons, et le separer de ceux qui doivent im- mediatenient le prece'der, ct le suivre: vous auiez alors ime famille tres- naturcUc, dont les genres et les espcces devront etre places d'aprcs les memcs regies. Vous formerez votre secondc famille sur les memes bases, et vous aurez enfin marque sur votre grand cercle la progression de la nature en evitant ou en dimiimant ainsi ces indications douteuses et trop souvent rcpetees de tantot, souvcnt, quelquefuis , ravement etc. qu'on rencontre toujours dans la definition d'unc famille. 18. Vous pouvez encore, en comprenant dans votre grand cercle les animaux, parvenir a coordonner tous les etres orgauise's, et Irouver ainsi PAR M. I.. COLl.A. 479 Ic point tie contact qui lie les premiers avec Ics vegetaux par iin in- Icrmcdiairc ([ui cvistcra sans doiite enlre Ics verilables roo/;/ylacercz d'un cote {est) Ics zoophjies , ct dc I'aulrc (cn'cst) Ics Jijdroplijtcs , ct con- tinuant par la progression sns-cnoncce, vous obtiendrcz un demicercic comprenant tous les etres animes, et un autre rcnfermaut Ions Ics vc- getaux. IMais ces dcmiccrcles doivcnt cti-e regies de manicre, tpvc Ics ctrcs les plus conipiiques sc trouvcnt j'.laccs aux deuK extremes rayons est et o\-est, et (ju'ils soient suivis par dcs autrcs n;oins complitjue's avee une espece de progression negative envers les dc\i\ cxlremilcs nord et Slid. Voire cerclc sera par cette regie conjic en rpiatre parties soit arcs pavfailement egaux, et Ic cerclc aura a Tcxtrcnic rayon nord la Con- ferva comoides , i I'extreme rayon est V/iommc, a rexticmc rayon sud les Poljpiers , ct a Textreme rayon ovesl unc Renonciilacee. Reduiscz en cerclc les deux arcs est, vous obtiendrcz celui du rcgiic anin al ; faites-cn aulant dcs deux arcs oce^^, el vous aurez le cerclc dcs vcgelaux tel que jc I'ai propose an numero precedent. 22. Les cercles pcuvent etre subdiviscs en autant d'arcs que vous voudrcz, et ces arcs peuvent etre reduits en autant d'autres cercles subaltcrnes, jusqu'a celui (pii ne comprendcra qu'un seul gciu'c, oi\ seront placees les dilTerentes espcees toujours en suivant la meme marche, savoir nombrc , simplictld cl proportion d organcs ( n. i6). 23. .\. cote de ces cercles, et aux dillcrens points de la circonference eoiTcspondant aux rayons pi'incipaux, vous pouvez noter dcs numei'os en ics considcrant commc autant dc degres divisibles commc tous les autres degres, ce qui vous scrvira soit pour aider la memoire, soit pour y noter les noms dcs families, des tribus, des genres, ainsi que Ics ca- racteres de toute valeur ( voycz tabl. I ). (18) Tlieor. clem. p. 213. PAR M. I.. cor.i.A, 48 1 24. Si nous nous ecartons taut soit pen cle ces regies, nous toniboiis clans rarHilrairc , clou iiait la confusion f(Hi nuit aulant a la science; il vaul beaucoup mieux alors cle suivrc pour celie-ci une inethode arli- ficiclle reglcjc comme cellc cle Linnee, de fa9on que i.oxis puissions cle suite dciici-miner tine planle cpiclconcpie. C'cst uiiicpeineut en ce sens , epic dans Ics discussions, ct I'analyse que j'ai presenles sur la inethode nalurclle, ct la uicilhode artilicicUe dans cjuelcpi'iui do lucs ouvragcs (19), j'ai loujours donne la preference a cette derniere; mais je n'ai jamais eu la moindre intention de condamner la premiere par esprit de systeme, ni de mc merilcr I'lionncur d'etre jugc: comme tivp Linn e'en , a'xus'i ([\n- qudfjue bolaniste fi'ancais a soupconne, jieut etre en uc m'ajanl pas mc'me compris, faute dc ne m'uti-e point explicpui assez clairement. L'esprit de systeme par cela mcme qu'il est trop exciusif, nc pent que uuirc au veritable progres dn la science ; aussi dans mon Herbarium pedeniontainim ai-je suivi la mcilliode nalurclle telle tpi'elle a cite proposce par De Candoli-e, sans ricn prcjjuger a la valcur qu'elle puisse mtiriler. 25. Je con^ois fort bien la grande difllculte cpi'on rencontre a suivre I'ordre epic je ])ropose, soit par la ditlcreiite mauiere d'apprecier la valeur de chacun, et de tous les organes, soil a cause des nouvelles de- couvertes, dent Ics savans naturalistes enrichissent chaque joui- Ic plus vaste rc'gne dc la nature: c'est peut-ctre cette difficulle qui fut la caiuse de rimperfection du travail cpie Linnee a consigne dans ses fragmcns de la mcilliode iiaturelle, dans lescpicls on troii\e a peine un tiers ties ordres cpii soient vraiment naturels, aiiisi cpie Adanson avail exactement observci (20): ce cpii est encore la cause dans ce momenl-ci dc la di- vergence des opinions dans la classification naturelle (21). (19) Aiitolog. botan. vol. U, u. 507-5IG. — ^leninires sur la r/iieirtMlia nf;vo5n , cl sur la /'iiw^xM/a p-iyrhnlrioidi'S etc. (iO) Fainill. des plant, vol. I, p. XLVII dc la preface. (Jl) I/obaervalion trcs-sage do M. Ad. JussiKU vienl a Tappui des divergences dimt je parle : » Pourrait-un ( dit-il pag. 9 el 10) jamais exprimcr par des nnnilires pt par des ligoes les aT- j' 6nites des plantes rcsullant de la sommc dc leiirs caracleres.' Ces caracleres^ d'uiie part on u ost eocoro loin d'en avoir fi:te les Taleurs alisniues et relatives, de Tautre il est impossible , M par Ic dctaut des raatcriaux, dc les \criiicr tons d;ins Imilcs Ics plaolcs, dont traite queltjue M travail botaniquc que cc soit. Et lors nii'mc ipiVin aurait toutes les donnccs da probleme , » poiirrnit-on souniettre ii la precision des lois niatliematiqncs le lois iiicalculables de Tori^ani- H sation ? » C'cst ponrlant le but que se sont proposes tous les botaitislcs qni ont Iravaillc a la inctliode naturelle; c'est celui que jc voudrais obtenir moi-memo au iuo>en des regies que je vicns do suggorer, ot que j'ai regarde comme Ics pins analogues ii la marcbc de la nature. Serik II. Tom. V. > 4Sa OBSEUVATIONS sun I. A KAMI ILK DES RUTA(.Ei;S ETC. 2G. Mais CCS tliiTiciiUes doivciil-cUcs arretcr Ic naluralislc dans la ve- ritable luari'lie ((iie la iialuri; lui a iiKrK|ueo,? Doivcul-cUes Ic tlelcniiiiicr u fixer iravaiice un uonibrc do fainilles, a les raracleriser vaguement, y placer dcs plaiUcs, doiil Ic vcrilable siege se Irouve peut-etre dans uu arc du ccrcle bicn cloigne? On bien n'csl-il jias plus a\antagcux a la science dc suivre la iiiarche ci-dcssus indicpiee, en laissant dcs vidcs entre quclqiies arcs du ccrcle, el dans les cercles n.euies, vidcs qui seront remplis a mcsiire dcs nouvelles decouverles, ct des iiouveaux progres dc la science? 27. J'abandonue hi solution dc ce problcme au\ verilables savans , et je nie borne a dc sim|)les obscrvalions, a dcs projets bases sur les principcs sus-indiques, dont en altendant le but sera celui de siniplificr la faniille des Rutacees, et de la rendre anlant natiu-elle que possible en ecartanl les genres qui ont moins d'affinite avec elle, en placanl dans leur vcfrilable siege ceux qui en paraissent susceptibles, en laissant a part ceux qui nc sont pas encore assez connus, el en rangeanl enfin dans chaque famillc les genres, de manicre qu'ils se suivenl avcc cetlc progression qui parait la plus confornie a la nature; bien entendu que ces placements ne seront jamais deCnilifs, et quon jiourra loujours trouver des rayons miloyens, pour y faire cntrer les planlcs iiiicux elu- diees, ou qu'on dccouvrira par la suite. 28. Jc m'arrcle d'abord sur le disque dont j'ai parle ci-dessus ( n. 5 et " ) , et que M. De Candolle a su si bien apprecier, qu'il le rapporta comme un des organes principaux , dont la presence de\rait etre pre- sumee dans lous les genres de ses Rutacees dapres la defaiition que eel auteur nous en a donnee sans la moindre exception. Discus curnoso- i^landulosus ovarium ciugens , e receptaculo ortus , exttis petala , superius stamina gerens (22). 29. En cvaniinant en detail avcc la plus grandc attention lous les genres de cetle faniille (jui sont au nonibre de trenle (a3), j'ai di\ me convaincre que plusieurs d'entre eux (un tiers environ) ctaient depourvus \ii) DC. Proilr. I, p. 709. (*;>) Je paric Iniijnurs des RiUucies de M. Dk C.\ndoi,LE; d'nprcs Ic mf moire dc M. Ad. JussiPU qni a rduni a «es RuUicies les Zi/jnphytldn , el lc« Simarubdcs, en ajiiulant quelques genres nnuteaui , el en admeltant la divi.iiiin du genre Viiisma faite piir MM. Bartling el Wf ^DLAKS, doni je parlerai dans la nole n. 3.^ , Ic nouibie actucl dcs genres s'clcvcrail a 57. I'AR M. r- COI.I.A. 4^3 du di.S(pe propremenl dit; ce qui exige ne'cessairement ou de lis «ii ecartcr, ou de modifier en cette parlie la siipposilion generalisee de la presence de cet organe en tons les genres: sans quoi on scrait induit en erreur par la definition inenic de la faniiilc. 30. II est encore a observer sur lo meme point, que la seconde tribn des Rutacees ( les Cusparices ) a ete caracterise'e non par I'absence de cet organe, mais par sa forme et par ses fonctions diflerentes - ibi - m;'- ceolus carnosus owtrii basim cingeus , stamina nec petala gereiis (24): sans cependant que parmi les caracleres distinctifs de la premiere tribu (les Diosmees), I'ajiteur fassc mention de I'cxistence, de la forme et des fonctions do cet organe. 51. II est enfin a reniarquer que I'existence dun discpie dans les Cuspariees snpportant seulement les etamines, et non les pctales, ne jicut pas meme servir d'un caracterc ge'neral pour les plantes de cette tribu, puis(pic d'abord a I't'gard de X ErytlirocJnton (aS) ]M. De CANroi-LK nc fait aucunc mention ni du disque dont parlent MM. Nees et Martius, ni de I'insertion des etamines sur le meme , qui ne fut non plus annonce par ces derniers : et dans les Galipea (26) la coroUe se Irouve inseree sur Ic disque cupulifonne qui entoure I'ovaire (aij). 32. Mais encore ce disque est-il un organe reellement essentiel? Sa valeur doit-clle avoir de la preponderance sur les autres organcs pour que sa presence et ses fonctions puissent nous guider a former dans le grand cercle un arc, dont les rayons nous prescntent un groupe de ve- getaux qui se lient entr'eux, et rcstent separes de leurs voisins par des nuances scnsibles (28)? Je passe a en faire I'analyse d'abord sous le raji- port anatomique, ensuite sous le rapj)ort physiologique. (24) DC. I. c. p. 729. (25) Gen. n. XXVII, p. 732. (iG) Gen. n. XXVI. (27) La fij^urc Ires-dclaillco que M. Ad. Ju.ssiFU vioni «le donner des organcs lloraux de re genre cnnlirmc mon asRertinn. Vojez tab. 10, n. 3-i, fig. D, nn. 9, 5. (28) M, Ad. Jlssieu ne parail pas fairc ^and cas de cet orpanc ; il ne s'en sert que pour des caracleres tres-subalternes, et iic dit rien dc parliculier sur sun organisation: les naturatistes sauront en apprccicr la valeur et Tiniportance , d'apres Tanalyse que j*cn tais , par rapporl a laquelle je crois d*avoir la priority. 48"4 OBSEr.vATioss sin la kamii.le dis nuiACKES etc. RAPPORTS ANATOMIQIES. 33. a Forme. Le disc{nc est polyniorplic dans Ics iliflerens genres qui en sont pourvus; il sc prcsente lantot eu forme de pores nectarijeres (Rula); le plus souvcnt en celle tie glandcs scparees Ics uncs des autres (Correa, Melicope), ou ayant uuc conlinwite (P/o^ma); dans ccs deux cas Ics pores et Ics glandes sont toujours en nonibre determine corrcs- ])ondant a celui des etaniincs, excepte le Melicope qui a luiit elamines el seulcnient qualrc glandes, mais celles-ci sont didymes. Quelque Ibis c'est un veritable anneau a surface plane ou anguleuse ( Diosma, Cy- minosma, Eriostemon (■2C)) ): tantot c'est une espece de nectaire cylin- drique, campanule ( Spirant/iera ) , ou cupuliforme {Jlmeidea). 34. b Insertion. Get organe ne parait jioinl faire rcellement corps avec I'Dvaire auquel il adhere; j'en ai examine aulant que j'ai pu sur Ics difiercntes especcs vivantes que je possede ; il est trop petit, et sa substance trop aqueuse pour letudier sur les plantes seches, et on doit se meficr des assertions positives que certains auteui'S vous donneront sur Torganisation de ces corps fugaces, lorsqu'ils ne les ont analyses ipie sur des ecbanlillons souvent muliles: d'aillcurs commc la plus grande partie des especes pourvues de cet organe sont exotiques et fort rares, je n'ai pas ele a menie de faire des experiences assez repelees et suivies poui" vous presenter ici un resullat ])ositif: mes observations sur les plantes vivantes se bornerent a quelques especes de Rues , de Correes, d' Eriostcme , de Diosmes , ct de Ci^owee. Celles que j'ai failes sur la Fraxinelle ( Dictamims albus L. ), plante qui abonde dans notre pays, surtout sur la colline dite de Superga, ni'ont convaiiTCU (pie cette plante est tout-a-fait depourvue du veritable disque qui nous occupe, quoique I'ovaire soil place sur un support, a la base duqucl sont inserees les elamines et les petales. Dans les especes prccedcmmenl cilees j'ai toujours remarcme que cet organe est plus ou moins adherent a I'ovaire, dont (50) Kn\ especes A' Erimltmon Hroriles pnr M. I)F. Candoi.i.e il fnni ajoiiler le cnnjmhusim dc M l.s. BiLnnoiKBE, donl il iimis dcnina uiic disiriplion Ircs-dcHaillce avcc une ciccllcnlc ligure dam SOD oaagnifique Scrtum {lustro-iatedunituiu p. 59 ct tab. 58. PAH M. I.. C.OLLA. 48^ 11 se delache, ou s'eloigne nalurellement plus ou moins au-dcssus de sa base juscju'a sou e\ti'emile superieurc ; qu'il s"y trouve comme sonde ou coUe, mais jamais reuni par la coiillnuile du meine corps, ou par le inojen d'aulres organes; que la partic la plus adlierenle est loujours rinlerieure, meme lorsque il est gianduleux; qu'enGn sa veritable base, ou pour a'uisi dire sa naissauce part plulot d'unc espere de receptacle parlicidier a 1 ovaire appele par les bolaiiistcs tanlot support, tanlot pled (^stipes), tautot gjnophove etc. (3o). 53. c Substance. En general le disque est d'uue substance analogue au\ "laiidcs, quoi(jue son organisation et ses fonctions soient dilTcrenles, n'etaut point destine, comme les veritables glandes, a la secretion d'une liqueur: cette substance est plus ou moins aqueuse, charnue a-peu-pres comme celle de I'anneau neclarifere qui couvre I'ovaire de quelques Rutacees, et que j'ai particuliercment obseii-c dans ma Vmauia psjcho- trjoides (3i); rarcment cartilagineuse, ou aridc; jamais e'cailleuse comme cellc qui accompagne le disque charnu dcs fleurs des Nerpiuns , que M. IMiRDEi. a considere comme elant destinees a separer de la masse des fluides le nectaire cache an fond dcs perianthes (32): elle est lisse, plulot luisante, mais toujours opaque; en se dessechant, elle pcrd son luisant, se retrecit, et a peine peul-on rcconnaitre ses formes primitives; ce qui rend tres-diflicile et prcsqu'impossible I'etude de cet organe sur les plantes se'cbes , ainsi que j'ai deja dit au n. precedent. 3G. d Organisation interne. Le tissu du disque ne parait j)as elrc purcment cellulaire; il est traverse par des vaisseaux Ires-minces; jamais dans mes experiences repctees je ne me suis apercu de la inoindre excre- tion sensible dune li(pieur quelconque. 57. e Okganisation externe. II est convert par une membrane Ires- fine, que je regarde comme un veritable epiderme: cette membrane (30) Mes observations paraisseot confirmees paries snperkes desseins pnblies par M. Ad. Jt'ssiEU dans ledil ouvragc , oil Ics disques ne sonl pas figures en detail , mais oil ils soni loujours des- sinos auldur des ovaires des genres (|ui en soul pourvus : du resle, malgre loules les facililes que cc dignc bnlanistc a jm avoir a Paris, il n'y a qtie luiil sur 49 genres qui aienl elc dessines sur le frais. (31) Memoire sur le MelanopsiJium nigrum etc. par I.. CoLLJl p. 7, n. 9. Paris, tSiS (^^majona conjmbosa Sen. cur. post. p. 139. Billoltia Psychotrijoldes DC. Prodr. IV, C18 ). (32) MiRBEL, analom. yegcl. 1, p. 288. 48G OBSERVATIONS SLR t.A FAMTI.I.E DES RUTACELS ETC. parait elre identique avec cclle de la base dcs clamincs et des pelales: ces deux orgaiies, oii I'un d'euv sent inseriis sur difTercns points dii dis(aic selon les dillerens genres: en les detachant dii disque, celui-ci prcscnte des cicatrices sur les points d'attache: on observe la memc chose au point d'attache du disque sur Ic support. RAPPORTS PIIYSIOLOGIQUES. 38. Des observations que je viens de faire sur I'anatomie de I'organe qiii nous occupe, on pent tirer a I'egard de ses fonctions les inductions suivantes. 39. a II n'est destine a la secretion d'aucune liqueur: son organisa- tion interne et le fait ( n. 36 ) rejettent cette supposition. 40. b II ne pent eti-e regarde ni comme une veritable glande, ni comme un neclaire ( n. 35 ). 41. c II semble done etre destine a eiaborer au rnoyen dc son lissu cellulaire, et a transmcttre par rintermediaire de ses vaisseaux (n. 36) les sues necessaires aux etamines et aux petales, ou seuleinent aux pre- mieres dans les plantes dont le disque ne porle point les deniiers. 42. Cela pose, ou peut conclure avec queique foiidenient que cet or- gane est reellement essentiel, et cpie sa valeur doit avoir de \3i prepon- derance sur les autres organes dans I'etude de la famille des Rutacees ( n. 32). Je dis dans I'etude de rette famille, piiisqne d'apres les prin- cipes gencraux que j'ai proposes par rajiport u la niarche a se lenir dans la melhodc nalurelle, cliacun peut voir qu'il n'cnlre pas dans nion plan dc considercr la valeur d'un organe quelconque comme absolue , mais sculement conmie relative, cxccptes pourtant ceux qui rcglent Ics premieres coupes entre les vegelaux cellulaires, ou acotyledones, et les vegetaux vasculaires ou colyledones, la dcrniere descpielles nous fournit I'autre entre les exogenes et les endogenes: les caracteres tires de ces organes sonl constants et ils ticnnent a Torganisation tolalc de la plante; ils peuvent done avoir une valeur absolue: les autres sont inconstants, et ne peuvent avoir tpi'une valeur relative. 43. En passant maintenant aux autres considerations subalterues par rapport aux RuUicdes , je me bornerai a quelques observations sur la PAIX M. I.. COI.I.A. 4^7 coroUe, vn qu'a di-s pelilcs dilTcrcnces prcs les autres organes de la IVurlificalion sont j)rcs(ju'unifornics (33). ii. Les planles ile la Irihu des Diosmees (3^) , dans laquelle, d'apirs les bases que j'adoplcrai ci-aj>i'es, sont reufenues ces genres qui seals peuvent conslilucr les verilables RiUacdcs , onl loules une coroUe a pe- lales reguliei's, el en noinbrc cgal a celui des divisions dvi calyce ( or- dlnairemenl 4-5 ), excepte la Diplolaena , qui n"a point de corolle. 4o. An contraire cclles de la Iribu des Cuspariiies , dout le disque supporte ordinaircment les sculcs etaniincs, et non la corolle, ont les pelales souvent inegau\, ct plus ou moins reunis en corolle appeles par De CxtiDOVLE . gamopctale au lieu de nionopcUile. 40. Je m'arreterai un instant sur cette parlie de la glossologie, puisque jc la crois essentielle nienie par rajiport aux planles qui nous occujient. \1. Je pensc que Ic Icrtnc gamopctule est tres-expressif et tres-propre pour indiquer les corolles couiposees de plusieurs pclalcs soudt's entr'eux. Mais je ne suis point d'avis de substituer generalenicnt ce terme a celui de monopetale , ce qui fcrait supposer que toutes les corolles a une seule piece fussent composees de plusieures jiicces soudees entr'clles (35). Je crois que ce fait peul-ctre aj)plicable a la majovUe des corolles moiio- petales rcguUeres , comme dans les Convohnilacees , les Solanees etc. , mais presque jamais au\ corolles nionopc'tales irre'gulieres par exemplc des labiccs , des pcrsonnees etc., dans lesquellcs on n'apercoit pas la moindre soudure, et aucune continuite des claniiiics dans le corps de la base du tube jusqu'a la base de I'ovairc, oii elle est inseree. Ne (33) Par rapporl a cos considerallons pultaltprnes on ne pent trouver rirn dc plus parfait qne le travail He M. Atl. JussiEU, qui nous fournil *lo8 dclaits les plus preeieux iiolammenl sur Tovaire, le fruit el les graines de ses Kultiaics : je pense comme lui que jamais un carattirre iiole^ tfuvl- qu^importtttU (fu'it soit^ ne sufpt pour lU'jinir un groiipe (p. 2? ); raais je suis d'avis que la valeur relative d'un organe donne pent avoir de la preponderance dans la definition de cliaquo groupe; los details de M. Jussicu noas conduisenl plutot a regulariser des coupes suhallernes dc triLu , de section, de genre etc. qu'a clablir des coupes principalcs. (3-i) MM, B\RTLiNG et ^VF-^DL\M onl recemmenl pulilie un travail sur les Hiosmees, dans lest|uelles ils n'admeUcnl plus que le scul genre Diosma ^ donl ils en onl forme neuf, savoir Em-htHtis , Diosmii ^ Cttitrtntrna, Acmadenia ^ AdetMniira , Burosma ^ AtjaihosTna , MtJcrostylh ^ Km- pleuruni , desi)ui>ls le 5.""c , G.'"'' et 1."*^ dejii clablis par Wii.Ln. forment les trois premieres sectitins du Viosintt de M. De Candolle, el le deruicr qui avail deja etc forme par SoL.sWDBF, fut conserve par le nieme auleur. {Tj) Vi.yci DC. Tbeor. clcoj. p 3li3 ct 477. 483 ODSERVATIONS SUR I.A FAMILLE DES HUTACEES ETC. serait-il pas peut-etre plus evact d'applicjuer le terme de gamopetale a ces corolles il'uiie scule piece qui sout ilistiucles ties etainincs, eii con- servaut oclui cle monopetales pour celles tlont les elainines sont plus ou moiiis ailhereiiles h la meme coroUe? 18. II parait que I'observation reponilrait a cetle Uieorie. En efTet tle- taclicz unc ooroUe li'uiie seule piece qui ait les elamines separees d'elle, par example X Jntommarchia : faite-la dessecher laul-soit-peu, vous verrez qu'elle so divise naturcllemeiit a la base du tube en qualrc petitcs dents, i. II n'est point ecliappe a Toeil penetrant dc votre coUegue, que les deux premieres especes portaient une coroUe a (piatre pctalcs distincts et courts, et les deux autres une coroUe tubuleuse et bcaucoup plus longue; c'est sur ces considerations qu'il fouda les divisions sus-cnoucees. Go. II parait pourtant que cette dillercnce seule devrait suflir pour constituer deux genres distincts d'aprcs les regies reciies en botanifjue; une difference essenlielle dans une des parlies de la fructification, sur- tout lorsquc ccUe-ci est la plus apparente dans un genre donn^, est mi motif puissant pour en etablir un nouveau: aucun ne prcndrait la co- roUe des Correa speciosa et -virens pom* telrapetale, sans etre bieu instruit de la theorie des soudures, sans prevoir que dans ce cas elle est constante en nature, et sans s'en assurer par des experiences (pie Ton n'est pas toujours dans le cas de faire: la diversile de I'organc doiil nous parlous nous forcerait aussi a donner xnic definition du genre qui ne serait pas asscz precise: petala 4 basi subconui<,'eiilitus persistens. Pet. 4 patcntia radiica. Stam. 8 subae- » qualia patentia. Ovar. lanuginosuni 8-sulraluin £;laiidulis 8 basi cin- n ctum. Styl. I persistens. Caps. 4"^<"^<"*> locnlis a-S-spermis uno » quandotpie aborlivo. Sem. nitida, cotyledonibus ovalibus extus convcxis )) ( flores erecti ). I. C. alba foliis orbiculato-ovatis subliis albo-loinentosis, laciniis ca- lycinis acutis distantibus ( caetera ut in DC. Prodr. i, p. 719). a. C rufa foliis ovato-oblongis subtus tomenlosis, laciniis calycinis latis obtusissimis ( caetera ut in DC. 1. c. ). 69. Antommauchia Nob. ( Correa Smith ). » Cai.. subintegerrimus persistens. Cor. gamopetala, cylindracca, limbo « 4-fi*^o erecto. Stam. 8 inaequalia erecta, quorum 4 >"i'^ exscrla ( llores )) penduli ). Cuelera ut in Corre.a. t. A rubra foliis ellipticis acutiusculis cilialis jietiolatis sublus f'ci- rugineo-tomentosis , calyce truncate, coroUis rubris. Nob. tab. V. Sub Correa Smith Ex. bot. 2, n. aG. C. revoluta Vent. Malm. i3 in adnot. n. 4- C. speciosa DC. Prodr. i, p. ■yiy el ic. ibi cit. (49) Kn honneur do Taulcnr dcs mcmoircs sur les dcvtiifi's momens tie MapoUtm^ M. ANroMM\t\ciii, qui dans les loms Irs plus dillicilcs, au riscjue do su lll)vrlc et de sa yie, tout en sc consnrraiit aux soins de I'liumanile, a sa trouvor dcs momens pour contcmpler Ics richcsscs que la nature avail parscraees sur co roc fatal ^ qui dcvait un jour dcvcnir a jamais memorable, richosse*: que ce celebre anatoniistc a ajoutces a colics simpU-iurnt cileos par KnxBOURG, en nous prcscntanl une esquisse de la flore de Tile dc ^. Ueleuc rtidigoe d'iipres lu molhudc naturclle. PAR M. I.. COLI.A. /^Ijd 3. j4. virens foliis ovato-oblongis corJatis ajiicc atlciiualis cilialis siibscssilibus suhtiis alhidiusculis, ralyce acute 4"'^c'-'*'"'"'"> coi-ollis virescentibus. Nob. Sub Corrca Smith E\. bot. 2, j). aS, t. ■ja. D('. 1. r. (]. viricliflora J/u/r. Bot. rcj). t. 436. C. reflexa Pefs. Eurli. 1, 4'9- Mazenloxcroii reflcxum Labill. Voy. •?, p. 6G, t. 19. 494 OBSERVATIONS Sl'R I. A FAMII.I.E DKS RITArEES ETC. TABVLAl I. CIRClllS METnODI NATUIULIS. TABULA. II. ZANTHOXVIEAE. TABUL.A III. RUTACEAE. TABUIjA IV. CISPARIEAE. ANTOHMARCHIA RIBRA. ICOINUM TAJJULAE V. EXPLICATIO A>TO.MMARCHIA niBRA I. (^aly\ inlegerrinius Inuualus, rum sljlo peisisleiitp. T. r.orolla gamopclala visa post oiiis casuiii : u a dlvisionos ail l)a.siui tiil)i liinbi laciiiiis corrcsjjoiiflciitcs. 3. Una ex divisionibiis ah aliis .su))lala. 4- Slauiiiia iiiaequalia ilisco glaDcinloso iiiscria. 5. Utium ex slamiiiibus brevioribus adaiutiiin. 6. TIniiin ex staminibus Inngioribns adauclniii. "•. ONariuin S-siilcatuni Itasi disin glaii(luli)SO ciiitluui aiiaucUim. PAR M. ,.. c.Ol.,.X. ^ CORREAt; PARTES FRLCTIFIC ATIO.MS 1. Ciilyx 4->. Pet. lot quol cal;ycis divisiones. Stam. quandoque petalorum numero aequalia saepius dupla et tunc nonn)h sed ovarii basi , vel stipili inserta. Ovar. plerumque stipilatum. Styl. 1 vel aliquando tot quot caliis divisiones, vel (aborlu?) pauciora, vel in capsulam coalita. Semina albuminosa; embr. rectus; roiliolo Arbores, vel frtUice$, raro herbae perennes ( in Dictamno et Pegano ) foliis plerumque opposis. CALYX COROLLA ST.yWlNA ZANTHOXYLUM DC. ■2. CALODENDRON DC. DiCTAMKi species Lin. F. 3. DICTAMNUS L. DC. 4. PEGANUM Lin. DC, 5. PfflLOTHECA Rudg. DC. 6. PHEBALIUM /'e;!(. DC. Ebiostemonis species ex Spr. 1. PILOCARPI'S rahl. DC. 8. CHOISYA Kunlh. DC. 9. EMPLEl RIM So/. DC. DiosMEAE spec, ex Lin.¥. 4-5 rarius 3-6-9-diYisus. S-partit. deciduus. 5-parlit. deciduus. 5-partlt. persisteos, laciniis saepe pinnatifidis. S-partit. 5-0diis minimus cahcis basi adiiaereiis. 5-partil. minimus. Scpala 5 docldua. 4-fidus turlfinalus pct'sislons Pet. lot quol divisiones. Cahjc. rarius O. Pel. 5 aequalia glandulosa. Pet. 5 subinaequalia. Pet. 5 aequalia eglandulosa. Tot quot caljcis lobi , oppi sita j fitam. libera; antt 2-locular. 10 quorum 5 anthcrifera, sterilia pelaliformia; anti versaliles. 10 filam. omnia fertilia d(j cliuata subinaequalia apic] ^'landulosa; anth. tetragona' i5 filam basi dilatato-glandij losa, apicc subalata; anti lineares. Genera dubia inter Zanthoxylh Pet. 5. Pet. 5. scssilia cnljci? irao inserta extus cum caljce lepidota. Pet. 5 basi latiuscula. Pet. 5 bre\issinic uui;uicu1ula. 10 filam. usque ad medin^ in urceolum monadelpba antk. oscillatoriae. 10 filiim. glabra ; anth. ttt\ iiiiuales. 10 qunnira ^ longinra ; fitani liljcra ; anth. cordalae S loculares. 'I ftlftm. ral^fp loiif:;iora ; rt»M ma'j^nac , ovalae . ^-locula res, iipice ^laiululosae 497 I. flclusis generibus disco hypogyno desUlutis. ) c^isus, raro in Zauthoxylo 3-9-Iobus, Cor. polypctala ( in Empleiiro, el nonnullis ZantlioxijU speciebus 0 ). R rilia, rarissinio tripla, rcapse h^pogyna uti petala, seu non disco quo dcsliluuntur plantae huius farailiae, d'isioncs, liberi, aut rarius connati, intcrdum nonnisi sligmatibus cobaercnlcs. Carpella tot quot calycis t'Dcra^ cotyletL foliaceae. i'.crdum allcrnis, composilis, vel simpliclbus, glandulosis aforaaticis, vel eglandulosis inodoris. PISTILLI'M FRUCTUS SEMLXA OBSERVATIO>ES lOmr. stipilatum 2-9-coccum, ! in flov, masculis minulum, inlerdinn olilitemtum; styl. tol qiiol cocca , quaudoque connali, aut apice coUac- rpntcs. stipilatn 9-o\ulalis; slyl. dcclinatus; stigm. simplex. ih'iir. villosura stipitatum 5- loliutn , 3-lociilavc ; loc. 8- n^ulalis; sti/l. dccliuafus; stigm. siinpiux. ^Ovar. sub-sossilc 3-p;onuni ; styl. oreclus ; sltgm. Iri- qucliura. Carpella 1-9 libera, vel basi coDnata S-valvia 1-3-sper- ma. Capsula 5-aUf»ularis , n-locul. 5-valv. loculis 2-speimis. Ciivpclln 5 In capsulani in- terne coniiexam coalita , abortu 1-2-spernia. Capsula subspliaerica, 3-gona, 3-locular. 3-valvis, poly- spcrma. It RuTACEAS nunc retinenda. ! "I if (har. styl. I ; stigm Ovar. 5-sulcalum ; styl. stigm. .' Ovar. 5 unicnm slmnlanlia : styl. a apicc coalili lu stigm 5-lubuni. Ovar. sessile 5-Ioculare ; lov. i-o\ulali9; styl. 1; sligm. capitalu-5-lubuiu, Oi'ar. obIon<^iim ; stifl. O ; stigm. cjliudraccuiii glan- duU><;um. Serie II. Tom. V. Carpella 5 et verosimiliter aiiorlu 2-4 1-speruia iolus coalita. Capsula calycc cincla 5-locul. 5-Yalvis; uligosperma. Carprlla 5 basi approximata, aut abortu pauciora , 2- vahia, 1-sperma. Capsula ovala 5-rostrata 5- sutcata, 5-locul.; lov. i- spermis ? Ctirpclla 9 vel aborlu solita- na . le'^uminiforinia, 2-\al- via , aboitu l-spcriua. Subglobosa, nitida; alb. car- nosum ; embr. inclusus; co- tyl. foliaceae ; rad. supera. Tndrscripla : vercsimililer ut in Diclamno. Globosa , rostellata, nitida; alb. earnosum ; embr. in- versus ; cotyl. obovato-re- tusae; rad. conica brevis. Ovalo-acula; embr. rectus. Indescripta. Indcscripta. Solitarla ; coiyl. raagnao 2- auriculatae. Indescripta. Nitida, ovaMa ; cotyl. impnrcs con\itlulae. Gaertn. Frnct. I. p. 333. t. G8. L\M. III. t.HlI.Flores dlclini ( aborlu ? DC. ) , ra- rius bermapbroditi. Lam, III. t. 344. f. 2., vix dif- fert a Dictamno^ a quo for- san non seiungcudum secus Lam. Gaertn. I. c. p. 337. t. 69. Lam. III. t. 344. f. 1. Bull. Herb. t. 343. Lam. 1. I. 401. Genus non satis notnm ; for- san Enostemonis species , sed de disco nulla meutio apud auclores. Vint. Malm. n. et t. 102. Genus non satis notuni ; an ad Myrtatcas referendum sec. PoiR. ? Vaiil. Eclop. 1. t. 10. Nees. et Mart. Nov. act. bonn, I\. p. 170 t. 19. f. 1. et p. 177. t. 30 An ad Evorti- mcajreferendumsecPoiR.? II. Bel. KuNTTi. Nov. p. C. t. 513. Lam. III. t. 86. :en VI. 498 TACDI RUTACEAE (DC. excl. trib. €al nionosepaUis plus minusvc 3-4-5-divisus ( in C>pnmosmn 4-sepalus. ) Cor. polypetala , rarissil luniiero saepius diipla, rarius acquali, quorum nonnulla frequcnlius slcrilia evaclunl. Discus carncf ct lunc coaliti. Carpella lot quol calycls divisiones, inlcrduui aborlu pauciora , distincla, vel basi cos"' invcrsa. Embv. rectus; radiv. supcra ( except a Boronia ); cotykd. foliaceae. Ftiiiices, raro in Rutae^ aul opposilis, siraplicihus, aut compositis, constanter e\slipulalis. 1. nCTA Tourn. Liu. DC. 2. AMTOMMARCHIA A^oA. CoRRE\E species DC. 3. CORREA Smith. DC. 4. BORONIA Smith. DC. 5. MELICOPE Forst. DC. EiNTOGANUM Gaertii. 6. ZIERIA Smith. DC. 7. EVODIA Forst. DC. non Gaertn. 8. ERIOSTEMON Smith. DC. 9. CROWEA Smith. DC. 10. DIOSMA im. DC. II. SPmANTHERA5.//i7./)C. Tebplakthus NccSQi Mart 12. ALMEIDEA 5. Hit. DC. Arusa AVei ct Afart. non Aubl. CALYX 4- rarius S-S-partiliis pcrsi- sleDS. Suljintcgcrrimus persislens. 4-dentatus persislens. 4-fidus persislens. 'l-partilus persislens. 4-fidus. 4-fidus, vel 4-parl. persislens, laciniis obsoleteglanduloso- punclatis. 5-parl. 5-part. membranaceus. 5-part. persislens. 5-denlat. cupulaefnrmis. 5-part. deciduus. COROLLA Pel 4- rarius ^-5-siibcoc!ileala disci lateribus iuserU. Gamopctala cylindracca, lim- bo 4-fido ercclo. Pti. 4 patentia caduca. Pvt. 4 pcrsistentia. Pet. 4 basi in lubum Iclra- Ronum approxiniala , limbo pateule. Pet. 4 calycis lobis npposita. Pet. 4 membranacea. Pet. 5 patentia. Pet. 5 sessilia. Pet. 5 sessilia. Pet. 5 longa subfalcala. Pvi. 5 spalhulata crecta. STAfllLNA 8, rarius C-10 disco supern inserla. 8 , inaeqnalia ; filam. basi di lalala disco infcrne inscrli 8, aequalia; caclcra ut i Anlonimarchia. 8, nntberifcra, quorum rariB 4 abortiva ; filam. basi sub ]ilana, superius glandulosr 8i filam. subulala, glandal inferne inserla j anth, sa giltalae. 8 ; filam. g! superne glabra , glanduli^ inserla. 4; filam. pelalisdimidio !ji. \iora, linearia, glainluli superne inserla; «»//(. re nitormes. lO; fiUim. liispida, cili.tla an, iiuda ; ajilli. vcrsulilos. i {{), filam. omnia fcrlllia, cilia la, superne npiculaUM el ap pondiculata ; m/th. adnatac 10; filfim. 5 sterilia pnI\mor pbia, 5 t'crlilia; anth. ovalac 5; filiim. filiformia; anlh. \'\\ ueares basi 2-lidae. 5; filam. mmplanala api^'im barbata; atith. liucores basf|r 2-fidae. ^ ki9 •en. 2. 5. i. G. 9. 12. 18. 20. 21. tiiij. [. ) ,t ipt'tab ( in Autommarchia ). Pet, tot quot calycis divisionrs, O in sola Diplolaena, Slmn. pctalorum . iiiuipbus ovarium plus minusve cingens, pclala el sUuiiiiiu j^ercus. Shjl. 1 vcl raro lot quot ovaria . oinaino connala, saepius cocculosa ^-valvia elaslicc tlehiscenlia. Scm. alhuaiinosa angiilo intcrno ailfixa j»lifl)US lierbac pcrenncs, fere omnes glandulis scalvnlcs, et aromatico odore pollcnics, foliis ahrinis, PISTILIAM i\ar. poris ncclarii'f lis (di- \'.mis) 8 lariuR U-IO ciacliuui l>'/f//. 1 subtiJLilus ; stigm. I ^iiiiplox. (/;■. lamiiiirHisum, 4-Iocularo I H';'i"l"lis iiocUnireris 8 ad \'ar. ovale i-slrialiim supra tlisi'um ^laniuliisuni ; sttjl. I 4 breves in ununi coai'iii ; stigm. peltuluni. v-ar. Isunorne connexa, Liisi glaudulis i Uidymls ciucla; styl. i lililnrinis; sltgm. le- Iragonuiu cenlrocoucaviim. var. 'i-lolium liasi glandnlis Scincliiiii^ .s/y/. 1- stigm. : 4-lobum. var 4-coceuin basi j^landulis 4 cinclura; cuetis l-locul. 9-ovuliilis \ ■'*'//'. 1 l)rcvissi- mus ; stigm. siibcapltatum. I j*far. 5-strialuin disco glan- dulnso ciiictum ; slgl. 1 Lre- , Tissimus; sllijm. olitusum. har. 5-8ulcnliim disco plan- dtdoso cinclimi ■ slgl. hre- vissimus; stigm. ubtusura. har. 5-anp;nIosinn Lasi disco \ario ciiu'luiii ; styl. brevis; stigm. simplex. Ovar. sUpitalum 5-lobinn, di- scus cjlindricus campanu- latus (iicclarium 7>C.) sli- piteni i-in^'cns; styl. i ; stigm. b-lobuDi. Orar. disco cupulaefnrmi (ne- ctar. DC.) ciucluni ; stijl. 1 ; stigm. obluse 5-lobum. FRICTVS Ciip.fula subf^lobosa 4- rarius 3-5-loculuns ; loc. poly- spermis. Ci'psulii -l-cocca, loculis 5- 3-spermis. Idem. Carpclla A '2-vaIvia, inlrorsinn connala in capsiilam 4-lutu- larcm; loc. sul)raoni;s[)Ci mis. Ciiniclla 4 sutiuoriacea , di\a- ricala, supernc dobiscentia, 1-speima. Cnrpi'lla 4 inlus connexa in c^psulam 4-iocuiarem i /oc. monosperrais. Capsula 4-cocca, cuccis basi connexis l-locul. I-spermis ( aborlu ? ): vel drupae 4 oxsuccae in E. drupaceu Labill. Curptlia 5 basi coalila, coccis 2-spermis, aul (aboiUi) 1- spennis. Curpclhi 5 coalila in capsulam 5 anMnl. 5 locul. ; lor. 1- ^juMiuis. Cnrpillu 5 (nboilu ^2-4) inhis conniventia et delusceulia l-^-sprrma. Indcsciiplus [ovarium est 5- bjcularo, loculis 2-spurniis, ovulo supLT. adscendenle , inlcr. susjieiiso). Carpdla 5 2-ovuluta; ovulo super, ascendonte , infer. susjicnso , libera , aburtu I - sperm a. SEMINA Reniformia an<;ulosa scabra; all), carcosum. >'itida , colyl. ovales exlus convexae. Idem. Ovala. cnmpressa; nib. car- Elliptica , lenliculai'ia^ alb. carnoso-crassum. Cunipressa, ovala. Obli(|ue ovala, lenticubii, arillala. Reniformia ; cmbr. subcurva- tns; riulic. b)ni;a ; alb. car- Nilida; colyl. oblongap, plauo- convexae. Renifurmia; embr. curvalus ; colyl. uiagnac biauriculatac, coirui^atae. OBSERVATIONES L\M. 111. I. 345. Nob. Fig. Vent. Malm. I. 13. Gaeetn. FrucL 3. p. 155. t. 210. Vfnt. 1. c. I. 38. Gaertn. 1. c. p. 15G. I. 211. Gaertn. 1. p. 331. t. G8. f.9. Lam. 111. t. 294. f. 2. III. Gen. suppl. cent. 10. FoRST. Gen. 14. t.7. Labill. 1. c. p. 73. t. 74. Cal>x4- 5-narlitus; pet. 4-5 ; glan- dulat toUdem ex DC. ? Gaertn. Fi-ucl. 3. p. 154. 1.210. L\iiiLL. Scrl.auslro- caled. p. 59. t. 58. Vi,^T. Malm. p. cl t. 7. G \i rtn. Fruct. 2. p. 82. t. 94. f. 7. L\M. 111. t. 197. Genus ill plura di>isum nuperrime a BsRTL et ^VE^DL. >'rES et Mart. IVov. act. bonn. XI. p. 152. 177 U 19. f K. Nefs el Mart. I c. p. 159. 172. I. 19. f. H. I 5oo seq. TAB! Genera RuTAdi 13. CYMINOSMA G,in/n. CC. II. DIPLOLAEN A Br(m-n.Z)C. 15. ELArilRlVM Jacy. Kuntk. DC. A.MVRiris species ex Spr. CAL\-X 4-sopalus, sepal, iiiaoquiilibus. 'i-5-paleaceus j paleae linca- res glabrae , iiisuner invo- luci'um duplex muUilloriim, exler. 5-lobuin , inl. 10-15- parlitum longius. 4-part. deciduus (DC), per- sistens (Kuiitfi,) , in I'undo disco aunulari-iDslructus. COROLLA Pil. 4 ex nC. (8 ex Cm-ln.) lanceolala, cxlus subpube- seenlia. O. ni nialis palcas pro pelalis accipere quod magis conso- iium ob eai'um inserlioneiu. Pit. 4 sub disco inserla. STAMINA 8 aUernalim 4 disco, 4 pi lalorum basi inserla; fitan basi piiosa. 10; filnm. supcrne linearii inlerne planiuscula et vill sa; unt/t. obtusac vcrsatil 8; fil. itam. sub disco inscrl aiilh. i-locular. innia. B I'lSTILLUM ,// i-locnl. l-sperraiim, di- sci, larnoso 8-angulari cin- ctum; siijl. 1 ercclus; stigm. simplex. '■var. Iiibcrculosum 5-lobum I anmiln ^laiululoso cinctiim; sttjl. t filii'ormis; jfi(/;7i. 5- dt'Utalum. yar. 2-locu!are; o\u1a 9 in quulihot loculo ; slj/l. bre- vis i stigni. 2 subcupUcilaU. FRUCTUS Bucca 4-locular. locultim. in- tus cbartaceo-cruslacea I- sperma. Carpclla 5 2-valvia, I-spcr- raa, Iraiisvcvsc slriala, intus dcbistentia. Capsula {DC.)\ drupa {Kunth.) piriformis, 2-valvis, 2-sper- ma ; sacpe ( aborlu !* ) 1- locul. l-speriD. SEM1>A Ovaio-acuminata; alb. carno- sum ; cmbr. inversus; radio. brevis ; cotyl. elliplicac. ObloD^o-cylindracea, hilo la- teral i. Suborbiculata ; cnti/l. corru- f^atae cl piicalae ; radio. supera a colyledouibus ob- tecta. OBSEKVATIOES Gaertn. Frucl. 1 . p. 280. t. 58. f. 6. A yer'xs Rutaccis dillVrl calycc et IVuclii. An i stami- na pelalis inscrla,aG\ERTN. pro pelalis considerata ? Desf. Mem. mus. 3. p. 4i9. cum icone. A \^T\sHutaceis difl'cit caljce cl corolla. Jacq. Amer. 105. I. 71. L\M. 111. I. ;iOi. C. 1. Avcris/iu- tavcis diiferl inscrtione disci cl fruclu. An ad Amyrideas referenda monenlc Spr. ? TABU r.t'SPARIEAE (PC. Mom. imis. 9. p. 14 Citl. monoscpnhi^ rnro 4 s;»i'|Vms o-denliilus vel b-fidus. Co?\ gamopotula rogiilaris tubulosa, limbo in Discus carnosus ovarii hasiii cinj;ens picrumque stamina, raro corollam gorens. Sltjl. 1 indivisus, Fruiicea gUbri ( coni<.si in D'ujhttulc)\ foliis allcrnis vol sparsis, satpius 5-folialis, rarius simplicib) 1. GALIPEA Auhl. l^L'SPARIA DC. Huillh. TICORI-^A Juhl. DC. OiOPHYLLrfti Schrcb. Seiuris At'is et Mart. X DI^,LOTTIS;^V«el;V^ir^ DC. 4. EUYTHUOCUITO.N .\fcs et Mart. DC. 5. MO'NIERA Liti. Nees el Mart. DC. CALYX 4-5-dcnlal. brcMS. j-ilenlat. minii 5-fid. campanulatUF, COROLLA Oiiiii ipelaU . liypociMiPri fur- mis disco iiisrri»,/w/'/)brcvi, Umbo -i-j-fiilo, lucui. i»a[eu- tibus aculis. Camopolala iiiruiuliltuliroiiiiis rrccpL^rnlo insorla , tuhn loiiij;o , luubii paieulf 5-rido Gamnpoiala tubulnsa , litlm limbuin erccLiim 5-fiduiu subactjuanlc. STAMINA i-7 Inbn rornUan iiisiMia io" (i'vdum omnia I'orlilia, sao- Y'mlIs. ^2 maioia anllicril'ura, caelcra slerilia. 5-K qiinnira 2-(» saepc slerilia; 'fi/iifn. moi)adt>lplia tubo ad" ^luliuala, dUco iuserU. 5 quorum 2 lantum ftMlilia; filam. libera corollac siib- auhaoronlia disco insQrla. Genera Cusparibi Bilabiatus, lab. super. 2 infer. Camopelala subbv]ii.cralcri- 1 J omnia forlilia; filam, basi 3-dentatn. i'urmis, /im6o 5-fni() palciilc. munadelpba. 5-partit, lobis dissimitilius. Moiiopolala "irrr^ularis , 5-Ip- bialLi , lab iniViion? i-fido. Di;iclclpba; nballanpcs supe- rior 2-andra, inferior 3- andra slcrilis. GencM'a uon satis nola inter Cispaihea 6. BARRALDEIAPe/.r/i./^C. 6-urccolalus 5-fidus. B\BKUI-TI\ Sleud. 7. IIOKTIA faud. DC, 5-denl. persislens. Tctala 5 minima ^-fula laci niis cal>cinis inscrla. I'otala 5 ad basim glaaduloso- pilosa. \0 filiim basi dilatala, fjuonira it pelalis opposila lonyiora. 5 disco b)pogioo inserla ? ws 'frACEARUM trib. 11. DC. Prodr. 1. 729.) nias quot calvcis divisiones. Sfam, varia, saepiiis 5 quorum 2 antherifera maiora, 3 sterilia minora. 1(3 5 in uniim coalili. Carpella 1-5 saepius (abortu?) monospernia. Sem. (ex S. Hil. ) cxalbuminosa. nSTlLLLM t'rtr. l-D-ponum ; sUjl. 5 in uuiim luox coaliti, et sligm. 4-5 sulcuin consliliicntL's. *var. 5-lobum (Ippressam; Inc. 9-spi'rmis; .•id/l. -1; stigm. 5-lobu capUaluiii. pvar. ? siyL I brcvissiuius. ^nnia. Oi.'ni\ ? sh/l. 5 in iinum coa- lili j stiym. 5-sulcatum. •.Oi'ar. 5-lolmm basi neclari- I ferum ; sli/l. 1; stigm. ca- pitatiuii. FRLCTIS Crtr/)f//(i5aulabnrtu pauciora, •^-ovulala cocculil'ormia. Ctifpclia 5 obtusa , tlorso ca- riuata disco iusidentia. Carpella 5 cupula carnosa (discus) basi ciucla. SEiMlNA ( Abortu? ) solilariaf cotyl. ma^'nae '2-auriculatae. Indcscripta. Indoscripta. OBSERVATIO.NKS Carpella 5 aggrcgala 'i-valvia, ludfsciipla. 2-spernia. Carpella 5 basi subcoalita 2- valvia l-spcrma. Ovalia, alb. sulicarnosa; cmbr. inversus; racUc. iullcjka ; toli/l. loliaccis complicatis. t RuTACEAS interim retincnda. Oi'ar. calyc. tubo adhaerens annulo ylanduloso cinctum; shjl. I. Ovar. 5-Iocularc 5-ovulntnra ; styl. 0 aul brcvissimus ; stigm. capitatum. Indescriptus. Capsula 5-locuK ; he. 1-spcr- Indescripla. Indescripla. Ad Persoiiatas sec. Lwi. in- ccrtae sedis sec. Ji.ss. Ad Meliaceas sec. PoiR. et Juss. DilTcrl a veiis Cuspmicis ca- Ijce bilahialn^ el praescrlini absentia disci. Difforl cor. irregulnri , aIj?on- lia disci, filan). diadelphis , albuminis praescntia. Ad Rfiamneas sec. Pkt To. ol Pom. ; sed fruclus et sc- mina indescripla; liutmeis poliusquam Cusparicis a(B- nis cum sequcnli corulla polijpctala. .o«rL H? A\faO .\'l'Cc c'i.-.oi Cvutur CfAji/D. .5c. "Ou).^ '■llWt.-r'v^fi'L.OMu.V I "0~ . •-. \\ •. •, \\ -.1 ; I ' ; / / / / ; / / / .■ / ,• / ■.•■ .••■ ; ■ / / / / ./■ / ./■ ..•' .•-• ;///////vv:.--^..-'-:.-- --■••' '-^ r / ' / •' / ' / -^ ,-'' .'' ."' .■■' I'!//// l:i;///y ''//■,■//■••-■ ■i: I: './■.'■ .■ ^ — oiir- K tnon/udarzcf iio .J •■« Homme. h90- 09* .,>A- •o = Pole ? Sivl \ i Y '*mAW '''1'''*'''' I ibtin/. ^ •)il-.„,..\iT» jV a.v:.^.' Aff. .«.■ ,K iv...,., et'a.,.,':?;., .'Wi-^t r .<„ f...,„ a; t^tit* pa.ttc<> [-.u/,E MORAL! STORICUE E FILOLOGICHE TORINO STAMPERIA REALE MDCCCXLIII. J\ O T I Z I E SULLA VITA n SEVERING BOEZIO E SllLA STORIA DE'SIOI TEMPI DEL CAVALIF.be CARLO BON-COMPAGM Letti' ticW adunaiiza del 3 marzo 1S42, JLia caduta (leH'impei'o occidentale in Italia, ed il sorgere in suo luogo prima del regno di Odoacre, poi di qucUo dei Goti, non fiu'ono ciFelti di una rivoluzione siibitanca, e violenta. Fino dai tempi, in cui Timpero Romano fix diviso in due parti governate sotto I'autorita di Onorio, e di Arcadio, i capitani barbari, nelle cui mani stava tutta la ibi-za delta milizia, avevano avuto parte principale nel governo dello state. Stilicone , Ezio, Ricimero, ed altri capitani bai-bari avevano in realta rautorita sovrana ben pii\ che quei simulacri d'imperatori fatti , e disfatti dai condollieri barbari , e costretli ad avere per Icggc ogni loro talento. Cosi non e da credere, che allonpiaudo Odoacre, e sopralutto quando Teodorico prese con mano piu feruia il governo d' Italia, alincnte ammirato quel jirincipc somino per sapienza civile tra i re harbari. Era pur Iroppo iiivalsa nei costuini di cpiei secoli, e durb aiicora luugamente la consuetudine chc allorquando il governo cadeva alle mani di coloro, die professavano una fede rcligiosa, quelli che se- guivano una divcrsa crcdenza fossero privati di ogiii dignitii , c spesso perseguilati nella persona, e nei bcni. Pcrcio Teodorico, il (piale non poneva difTerenza tra gli ariani alia cui setta egli apparteneva, ed i cat- tolici , merita lode di avcre in qualche modo anticipato sulla civilta dei popoli moderni. Tuttavia non e da credere, che le cose procedessero cosi cpiiete, che alcuni Romani, giacche con tal nonie chian)avansi tiitti glTtaliani, non risentissero niai alcun rammarico di non avere un go- verno proprio, e alcuni Goli di non potersi prendere quelle licenze, che secondo I'usato stile dei barbari parevano non dover essere impe- dite allorquando essi soli esercitavano signoria nelle provincie prima sog- gettc, almeno di nonic, all'autorita dell'impero. Le grcttc c meschine nar- razioni degli storici contemporanei non ci hanno serbato memoria di tpieste fazioni. A supplire in qnalche parte al loro silcnzio, credo possa sei-vire lo studio della vita di Boezio, come tjuella in cui le sue opere possono tener luogo di altri documenti contemporanei, cd in cui la gran- dezza della sua fama fece durare qualche piii dislinta memoria dei fatli ai quali egli si trovb frammesso. NeU'intraprcndere questo studio si ha altresi la soddisfazione di conoscere il pii!i illustre filosofo di qiiei tempi, colui, per cui merce fu trasmessa ai secoli barbari qualche memoria della fdosofia antica, e la consolazione di vcderc, in mezzo a lanto mi- sera condizione della nostra patria, risplendcre in lui tutte le piii gene- rose virtu d'uomo, e di citladino. Anicio Manlio Torquato Severino Boezio nacque in Roma dopo la mcta del quinto secolo senza che si possa mcglio determinare la data della sua nascita, quanlunque alcuni eruditi, non si vede con qual fon- damento, vogliano fissarla nei 470- Discendeva egli dalle due genti degli Anicii, e dei IManlii, I'una e I'altra illustri fine dai principii della repub- blica romana, e molte volte onoTate della dignita consolare. iSei fasli DEL CAT. CARLO BON-COMPAGNL 3 consolan (lell'anno 487 trovasi regislralo il nome cli un Flavio Boezio. Questi fu certamente diverso dal filosofo, die non porto mai il nome di Flavio, e che non trovasi mai iiidicato come console la seconda volta. In eta sincor tenera Scverino Boezio rimasto orfano del padre fu rac- collo e protctto dai piii illuslri personaggi di Roma (i), e soprattutto da Simmaco. Dalla prima gioventii si dedico alle leltcre, ed alia fllosofia, chc ebbe poi sempre care sopra ogni cosa. La cura con cui si diede alio studio dei classici antichi appare nel suo stile, per cui merito di esscre piuttosto paragonato a loro, che lodato fi-a i suoi conlemporanci. Da qucUi probabilmente ritrasse coUa nobilta del pensare, e del dire I'amore della virtu, e della libertii antica, a cui doveva fai'lo j)iu propcnso il fastidio d(>lla corrutlela, e della servitu presente. Se cgli si couducesse in Atene a studiare fdosofia, c soggetto di controversia fra gli cruditi. Alcune parole di Cassiodoro paiono accennare, chc senza scostarsi dall'Italia si erudisse in quella discij)lina (a). Ne abbiamo altro documento che ci dia luogo a credere in contrario. Boezio rimasto orfano del padre in eta ancor tenera, incomincio flno d'allora, e continuo per tutta la sua vita ad essere tenuto in affezione da Simmaco insigne fra i Romanl per chia- rezza di natali, d'ingegno e di virti. Questi gli diede in isposa la pro- pria figlia Rusliciana, donna degna del padre, e del marito cui fece lieto di due figliuoli (3). Le opera matematiche dovettero essere le prime divolgate da Boezio, a giudicarne da tma certa timidezza dei giudizii del pubblico, che appare in una leltcra a quelle prcmessa. L'aritmetica non e che la traduzione di un'opera greca di Nicomaco, traduzione condotta assai liberamente, ed in cui ora si restringe, ora si allarga il tcsto dell'autor greco. Circa nello stesso tempo pare probabile chc siano stati dettati da Boezio i cinque libri della niusica, e la geometria ricavata da Euclide: di cpesta mai si potrcbbe dar giudizio dai testi che si hanno a stampa, e sarebbe meglio conosciuta se fosse date in luce quello che conservasi in un codice manoscritto della biblioteca Laurenziana (4). Quantuntpie non (I) Taceo qtioJ dcsolatum parenlc summonim lo virorum cura susccpit (Cods. phil. lih I prosa 3. pag. C3. Luf;d. Batavurum ox oflicina Ilackiana 16CI). (3) Sic enini AMicnionsium scholas loogc poBiluii introisU (I. 1. cp. 45). (3) Vivil Qxnr, ingcnio mnri'- vitcr includam, palri siniilis. Cons, pliil. lib. 9. pr. i. pag. "0. (I] I.ibri Hisl.dcs sciences maUicmaliques en Italic, V. I. pag. 89. 4 NOTIZIE SULI-A VITA HI SEVERING BOEZIO ECC. fossero che traduzioui libcrameute fatte dal grcco , tuttavia con tali opere , Boc/.io incrilava assai ilelle scicnze cUvolgando fra gl' Ilaliani un generc d'erudizione iiisiiio allora assai iieglelto. NcU'accoglicrc la colliu-a grcca, i Romani, disdegnate le dottrine speculative, avevano accolte quelle sole, che tenevano strelta rclazione o colla virtu civile, o coU'cloquenza dei coinizii, e del foro, o colle arti del govemo, a cui I'iferivano ogni pubhlica, e privala disci|)rina. Percio iion fara lucraviglia, se Boezio che si annovcra rullimo fra gli scrittori roinani , e pure c^asi il primo , die detlassc uu'opcra lalina di niatcmatica , giacche le sole scritte nei tempi anteriori a Boezio su (piesta parte di sapere in cui egli si esercito consislono in un libro d'aritnietica inserito da Varrone in un' opera in- titolala Delle discipline , di cui non ci pervenne che il nome ; e nell'opera di un ccrlo Albino scrillore a quanto pare d'oscura fama, il cui nome ci sarebbe ignoto, sc Boezio medesimo non ne avesse serbato mcmoria (i). L'ingegno e la virtu di Boezio lo fecero onorare dai Roman! , c dal re Goto Teodorico, che quantunque barbaro, e conquistatore, si guada- gnava la venerazione dei popoli mostrandosi largo di favori ai piu illustri Romani, e governandosi secondo i loro consigli. Gli storici di quel tempi ci nominano Boezio, e Simmaco come quelli che primeggiavano fra tutti nel senato romano : essi illustri per la nobilta del loro casato, ricordavano I'antica gloria ai Romani caduti sotto signo- ria dei barbari, soccorrltori d'ogni miseria senza guardai'e a paesano, od a straniero, valcnli ncgli studi delle lettere, e della fdosofia, elo- quenti ed imperterriti difensori dell'equita e della giustizia (2). II re Goto attenendosi agli esempi degl'imperatori aveva elctto alcuni senatori, che formando il consiglio del principe lo assistevano e nei giu- dizii delle private controversie , e nel governo della cosa pubblica. Essi erano dislinti col titolo di patrizii (3), e raccoglicvasi in loro la di- gnita, e lautorila del senato; Boezio fu onorato del titolo di patrizio in eta giovanissima. A tal dignita accennava Ennodio allorche diceva: (1) Tiraboschi. Tom. I. parlc 111. cap. IV. § xxii. (2) Symmachus, et eius gcner Boctius Patricii alto maiorum sanguine, principos vcro senatus Komani, cl consules fuere, pliilosopliiac, ot aequilati supra cacteros morlalcs sluilucrnnl , mul- lisquc egcnis turn romanorum lum cxlerionim suis opibus subvcncrc- Procopius Mist. Gotbicac. lib. I. (3) Brissonins de Tcrborum significationc V. Patiicius. BEI- CAV. CARLO BOS-COMPACM. 5 « fi palrizio Boezio, che appcna in eta d'iinjjarare , e gia talc, da po- » tcr iiiscgiiare altrui ». A questa dignlla cgli accennava probabilmente, allorquando cadiito nella disgrazia ricordava i tempi felici, e richiamava la inemoria dellc digiiita negate ai vecclii, ed a lui concediitc iiientre era aiicora adolescente (i). Un'allra prova del conto in cui era tenuto da Teodorico si trova nella deciina dcUe Icttere scritte da Cassiodoro in nome di quel re, mandata probabilmente nei principii del regno per consultai'c Boezio sul peso, e sul valore delle monete con cui si pagava il soldo delle guardie del re 5 su di che erasi suscitata qualche lagnanza in quella milizia. Boezio dettava le opere fdosofiche nello stesso tempo, o poco dope aver pubblicato le opei'c matematiche. La prima e un connncnto su di un'opera dialettica di Porlirio tra- dotta in latino da Vittorino retore afTricano, che insegnava in Roma verso la meta del quarto secolo. Ncl maggiore rigor deU'inverno Boezio con alcuni amici vaglii di cosi fatti studii eransi ridotti in una villa del monlc Aurelio. Ivi, lonlani dai rumori, e dalle cure cittadinesche , go- devano spaziare nelle speculazioni della filosofia (2). Quanto Boezio amasse frammettere le meditazioni della filosofia alle dolcezze degli amichevoli trattenimenti vedesi in una sua lettera scritta a Simmaco , le cui parole belle ed alFettuose meritano di essere qui riferite. u Gli studii della filosofia in cui ho trovato la piii gran consolazione » di questa vita non mi riescono mai ne cosi utili , ne cosi grati come » allorquando teco gli comunico; che tpiantunque la contemplazionc del » vero sia bella per se, tuttavia comunicandola altrui si fa piii ama- » bile. Se poi le cose per se stesse piacevoli siano partecipate agli amici » pii\ cari, allora la dolcezza dcgli studii riesce anclie piu soave per la » tenerczza di un mutuo afietto. Percio, se Timmensa fatica mi riteneva )) talvolta dal proseguire I'impresa incominciata, a confortarmi bastava » il pensare che io mi ci era indotto per amor tuo (3) ». Egli stesso professava di aver volute spiegare ai suoi paesani quella (I) I'raclerco ( libct cnim practorirc communia ) sumptas in adulcsccntia, negatas scaibus Ji- gnitatcs. Cons. phil. 1. 9. pr. 3. pag. 03. (Jj In Porphirium a Victorino Iranslatum. In priucipio. (3) Dc Sjllogismo liypolliclico ad Sjmaiachum. 6 NOTIZIE SULLA VITA DI SEVERING nOEZIO ECC. dottriiia, clie niuno scrittore lutino aveva infmo allora iiiscgiiato, c clic |)Oclii m'eci avcvano esposlo in brevi , c tlifllcili scritture. Co' siioi libri dialctlici, c metafisici Boezio compiva per la filosofia a uu tlipresso la stessa opera che avcva gia compito per le malcmatiche. Dopoche Boezio aveva gia incominciato, c piibblieato parecchie dellc opci'c luatcinalirhe , c filosofiche, gli I'u itulirizzata da Teodorico la Ict- tera, che trovasi la (piadragesima (piinta del libro primo fra (pielle di Cassiodoro. Fu scritta per dargli incumbenza di procacciarc uu orologio da accpia, ed uiio da sole, c di cercare insieme un artefice per mandare a Gondobaldo re dei Borgogiioni. Lo loda di aver i'atto conoscere agl' Italiani la musica di Pitagora , 1' astrouoinia di Tolommco, I'aritnietica di Nicomaco, la geometria di Euclide, la tcologia di Platone, la logica d'Aristotele, e la meccanica di Archiinede. Troviaino poi un' ultima leltcra indirizzata da Teodorico a Boezio neiranno 4g6 per commettergli la scclta di un citaredo da rhan- darsi a Clodovco re dci Franchi. E da notare, che le Ire leltere di cui abbiaino fatto menzione , in cui Boezio e consullato su materie dipen- denti da' suoi studi , sono le sole di silFatte , che trovinsi nella raccolta di Cassiodoro. Le lodi dale a Boezio mostrano quanto la sua erudizione fosse ammirata , e tenuta per portentosa, e lo stile ampoUoso in cui sono espresse, ci la conoscere come la letteratura di tpiei tempi volgesse alia barbaric , dcclinando dalla severa e dignitosa semplicita degli antichi di cui Boezio era rimasto solo imitatore. Nel 5 10 Boezio fu innalzato al consolato. Per quanto fosse menomata dai tempi antichi I'importanza d'una tal dignita, non puo tuttavia af- fermarsi che fosse in Boezio onore disgiunto da ogni ingerenza ncl go- verno dello stato. Tra le lettere di Ennodio , allora vescovo di Pavia , ne ritroviamo alcune indirizzate a Boezio mentre era console, in cui gli si raccomanda per riavcre una certa casa propria della sua chiesa. Men- Ire Boezio era rivestito di tal dignita proseguiva nella sua iuij)rcsa
  • » per lueritare dci miei concitladini plausi , nia Ira i Roinani nou ebbero iviolli imilatori e » seguaci n (i). Lesaminare quaiito Boezio aggiinigcsse allc doUriiic della filosolia ajiparterrcbbe a clii volesse di projiosilo illustrare la sloria di quesla disciplina. In (juesLc opere di Boezio la iilosotia non compane piu adoi'na di tpiella spleiuUda \cste di cui Taveva abbellila rdoquciiza di Cicerone , V. die prociirarono di coDservarle gli scrittori laliui vcnuli dappoi. Boezio iiiTecc si attenne alia severita del metodo , di cui gli Eleatici avevano date il j)rimo eseinpio , e le r\ii Icggi furono con insuperabile accuratezza descritte da Arislolele. I dottori del medio evo attinsero nelle scrilture di Boezio la cognizione di metodi siiralti , e delle opere in cui si racchiudono i fondamcnli delle dollrine peripatetiche. Le traduzioni di Boezio furono sino al sccolo XII il solo lesto che servisse agli sludi di quesle disci- pline, e die tencssc viva tra I'oscurita di quci tempi inia scintilla della luce, che aveva gettato tanto splendore nei bei tempi della greca ' sa- pienza (2). Gli studii fatti sul testo di Boezio nella dialettica fiirono il fondamento della scolastica nella cpiale si racchiuse per limgo tempo la sapienza filosofica dcgli Europei, e di cui Boezio suol essere nominato primo maestro dagli storici della filosofla. Boezio fu altresi il primo che desse esempio di applicare i metodi e le discipline della filosoGa peripatetica all' illustrazione dei dogmi cristiani. Questa ossei-vazione mi conduce a discorrcrc dcgli opuscoli teologici di Boezio, i quali meritano di essere presi in atlenta considerazione da chi scrive la sua vita, siccome quelli clic hanno pii\ stretta I'dazione colle vicende di quci tempi. Da molti amii, la chiesa era travagliata dalle eresie di Nestorio, che voleva vedere in Cristo due persone distinte, e di Eutiche che riconosceva in lui una sola natura. Da questa era insorla quella degli Accfali, che tribolava la chiesa ai tempi di Boezio; vi si era accostato Timperatore Anastasio, il quale incrudeliva contro i vcscovi caltolici dcponendogli dalle sedi, cacciandogli in esiglio , racchiudendogli nclle cai'ceri. Nel 5 12 i cattolici perseguitati scrissero una Icttera a papa Simmaco in cui profcssavano la loro fede , ed invocavano il suo aiuto nellc i)re- (t) Tiraboschi Tomo III. cap. IV. 5 i. Ci) Cousin, lolrodiiclion aux ouvragcs incdils d'Aln'larJ, pag n. DEL CAV. CARLO DOX-COMPACSI. Q scnli tribolazioiii. EgU congrcgava a iidirc qucste lettere i principal! del clero, e, come usavasi a qiici tempi, alcuni laici insigni per dignita e per dolti'ina: tra questi trovavaiisi prcsenti Boezio e Simmaco (i). Ai- lorcpiando si icsse quel periodo della lettcra niandala da Costantinopoli, in cui era delto che i seguaci della vera fede credono die Crist o con- siste di due nature e in due nature , si suscito una viva discussione neirasscmblea. Poca parte vi prese Boezio meno uso a siffatte disputa- zioni. Poi ripensaudoci seco stesso piu maturainente, scliiari i suoi peii- sieri , e gli detto nell' opuscolo De Persona ct Natura contra Eutichen et Nestorium. Le parole con cui cgli descrive riinpressione che risentiva dall'udire le dispulazioui alle quali intervcniva, serviranno a dar con- cetto della tempera deiriiigegiio, e del caraltere di Boezio: « Udivasi , i> dic'egli, un nnnore incomposto e confuso di tutte le voci che grida- » vano non esscrci oscurita nel sense delle parole che erano state lette, rt e Irallaiilo in mezzo a tanto tumulto non vi era persona che si acco- » stasse alia cpu'slionc, ne tampoco che la risolvesse. lo scdeva lontano » da qucllo in cui sarei stato piu voglioso d'allacciarmi , e talmente col- >» locato, che il uumero delle persone fi-apposte non mi permetteva , » per ciuanto ne avessi desiderio, di mirare il suo vollo ed i suoi cenni, » per coglierne qualche indizio del suo sentire » . Non si puo stabilire una fondata congettura suUa persona a cui accennano queste parole , quantunque il Vallino afiermi risolutamente die si riferiscono a Simmaco suocero di Boezio. « A questi coUoquii io non portava nulla piu anzi, » assai meno dcgli altri , che al par di loro io non sapeva nulla della » questione proposta, ma io aveva meno degli altri la presunzione di » una falsa erudizione. In quella turba d'ignoranti mi tacqui per non » parcr pazzo , quando tra forsennati mi fossi sfoi-zato di farmi ricono- » scere savio. Meditavo dunquc su tutte le questioni, ne accoglievo nella » mente le cose udile, ma le rivolgevo nell'animo tornandoci fi-ecpien- >» lemente sopra col pensicro. Finahnentc dopo lunghe riccrclie mi si » ailaccio la verita , c dissipb tutte le nebbie degli errori eutichia- » nil). Egli definiscc dapprima la natura, la persona, e passa cpiindi a confutare gli errori dei Nesloriani c degli Eutichiani. Quest' opuscolo put) riguardarsi come inia succinta c precisa esposizione delle pid sane (I) VallioDS in nolis ad librum Ud Porsuiia, el datura. Serie II. Tom. V. lO NOTIZIE SULLA VITA Dl SEVERPNO BOEZIO ECC. dotlrinc iiitorno a cjuclli ai-gomcnti allora agitati con tanto calore. Lc definizioni filosofichc prcmcsse per illuslrare la tratfazionc delle materic souo tlcllate con tanla jirecisione, clic potrebbcro esscrc ancora oggidl di molta utilita a chi dalla considerazione della personalita , che compete a tulli gli essei-i intelligenti e liberi,e di cio che costituisce la propria natura di ciascuno di qucsli, volesse procedere a confutare i sistemi dei pantcisli. L' opera e iiititolata a Gioanni diacono della cliicsa romana. Di questo che piu tardi vedremo papa , sappiamo esserc stato di nascita toscano, di famiglia patrizia , dalla prima gioventi\ aver coltivato lc lettere con grande amorc (i). Nei termini con cui in questa, ed in altre scritture Boezio gli sotlopone il giudizio delle proprie opinioni , appa- iono una Aenerazione ed mi affetto sentiti nel piii profondo dell'animo. Egli scrisse altrcsi iin opuscolo della Trinita dedicato al suocero Sim- maco, in cui applica le definizioni filosofiche alia dollrina cattolica di quel dogma. Di cpicsto affcrma il Berti nella sua pret'azione biografica premessa alle opere di Boezio, che fosse dettato dopo la disgrazia di lui, ma non ne adduce prova speciale, e si debbe piuttosto credere in contrario, pei'chc lamentando egli nella prefazione le disposizioni degli animi rispetto a quelle credenze non avrebbe probabilmeute mancato, secondo il sue costume, di notare le circostanze in mezzo allc quali scri- vcva, e di accennare alia persecuzione che si esercitava conli'o i catto- lici. Detto un altro brevissimo opuscolo indirizzato a Gioanni, che porta il titolo: Utvum Pater ct Filius , ac Spiritus Sanctus de dmnitate sub- stantialiter praeclicentur. In questi opuscoli di argomento teologico e facile ravvisare le abitudini duno spirito usato a S|)aziare nelle specu- lazioni della filosofia anziche a raccoaliere le tradizioni e le autorita. Percib egli incomineia lopuscolo intitolato a Simmaco con professare di voler togUere le ragioni del suo discorso dalle piu intime dotlrine della filosofia (a), e chiude quello intitolato a Gioanni con esortarlo a con- giungcre, per (pianto riesca possibile , la ragione e la fede (3). Ci per- venne inoltre di Boezio ima professione di fede cattolica: Brevis fidci christianae complexio. Trovasi finalmente unito a questi un altro opuscolo (I) Bollandistl die 37 maii. (%) Idcirco slylum lircritalc coDlraho, ct ex intimis snmta philosophiac disciplinis novoruoi vcrborum sij^oiiicationibus vclo. (3) Fidem si poteris rationeuiquc coniiinge: vtrum patei-, et filius ett. DEL f.AV. CARLO DON-COMPAGNI. I I (ledicato pure a Gioanui , e die porta il titoio : Quomodo substantiue in eo quod sunt, bonae sint, cum non sint substantialiu bona. Qiiesta bre- vissiinu scrittura che espone le dollrinc di lui nioderalo ottimismo ap- partienc anzi alia Teodicea raziouale, che non all' esposizione della teologia rivelata. h estratta da ccrte memorie intitolatc Ilcbdomadae , nelle cjuali Boezio raccoglieva le sue opinioni sugli argoinenti che occupavano la sua mentc; ne comunica tpicsta parte a Gioanurcorae a persona che gli era congiunta coi legami di una inlima amicizia: « lo voglio, diccgli, » serbare per me stesso queste nienioric, piuttosto che coinunicai'lc a » quelli uomini tanto leggieri , che framinettono ad ogni cosa le I'isa , » e gli schei"zi ». Chi consider! riin|)ortanza degli argomenti trattati da Boezio, e T indole dei tempi in cui egli visse, comprendera di leggieri perche a (pielli si applicasse con tanto amore. I dogini del cristianesimo segnano il pii alto grado a cui 1' intelletto uniano sia pervenulo nella cognizione dell' Essere Divino , e delle natui-e spirituali. Da due secoli erano divenuti argomento agli studi dei piu potenti ingcgni tra i cri- stiani, i quali, o propugnando la fede cattolica, o disseminando le eresie, si esercitavano di continuo in quelle speeulazioni. Ai tempi nostri molti, i quali non ammettono 1' autorita di alcuua riTelazione soprannaturalc , danno pure tra le speeulazioni dell' intelletto un luogo importante a quei misteri, alia cui cognizione i popoli d'Europa fiirono eruditi dal cristia- nesimo: cadendo cosi in una di quelle contraddizioui, a cui c fowata la fdosofia quando si faccia dissenziente dalla religione. Silliitle speeulazioni erano poi di tanto maggior niomento ai tempi di Boezio , in quanto avevano un' immcdiata relazione col vivere civile dei popoli, giacche era vizio d'allora che, non sapendo stara in pace i se- guaci di diverse credenze religiose, appena gli uni erano fatti potenti, spogliavano d'ogni grandezza , e spesso erudehnente perseguitavano (pielli che non tenevano dalla loro. Ai tempi di Teodorico , in cui il re e la nazionc dominatricc professavano 1' arianesimo , gl' Italiani seguaci della fede orlodossa dovevano avere frequcnti occasioni di difenderla dagli ia- sulti , e dalle obiezioni dei seguaci dell'eresia. Ed aloune delle parole premesse da Boezio all'opuscolo De TviniUite accennano a lamentare lo disposizioui comuni degli ingegni rispetlo a queste parti delle dottrine religiose (i). In questi studi adunque, come in quelli della fdosofia ra- (I) Quocumquc igitur a Tobis deicci oculos partim ignara segjnUics , parlim calUdus livor IX NOTIZIE SULLA VITA DI SEVERINO BOEZIO ECC. zionale e come nel soslenere le cariche dello Stato, Boezio contimib ad adempire qiianto apjiartienc al debito di zelanlc c gcneroso cittadino. Non si vuole oinmcltere , clie alcuiii pii cd crudili scrillori cattolici, in capo del tpiali debbe collocarsi il Fleury , biasimarono i dottori sco- lastici rpiasi adoperaiido aU'esposizione dei doi^mi cristiani i metodi della scicnza uinana, e quclli ])i-incipahnente della Hlosofia peripatetica, siansi alloiUanali dalla scmpKcila di discorso, clic convcniva airinscgnamento della fade crisliana , ed abbiano ridotlo questa ad essere occasione di sottili dispiUazioni anziche sorgente di sante ispinizioni. Se cjucslo rimprovero fosse ibiulato, una parte ne cadrebbe ccrlamcnle sopra Boezio, il qnale diede il prinio eseinpio dei metodi scgnili dagli scolaslici. Al qiial pro- posilo e da considerare che Ic verila couosciute pei- rivelazione divina, parimente clie cpielle conosciute per osservazione dei fatti naturali non possono apprendersi allaniuio quando non ci si impicghi I'opcra d'una con- tinuala ed attenta riflessione. La filosofia espone appunto i metodi di questa riflessione : non e dubbio, che tra i diversi metodi cpielli della fdosofia aristo- telica introdotti da Boezio non siano maravigliosamente adattati a svilup- pare le potenze dell' ingegno umano. Ne cio vuol dire , e sarebbe una gran- dissima esagerazione , che niun altro sussidio debba procacciarsi negli studi che si riferiscono alia religione; non si Yogliono negare alcune imperfezioni , che s'incontrano in tutti, anche nei sommi degli scolastiei; non si vuole negare che parecchi abbiano incoiso per pii!i dun titolo in gravi e giu- stissimi rimproveri. Questo solo si vuole affermare, e credo sara con- sentito da chiunque voglia esaminare i fatti c le scritture con maturo cd imparziale giudizio : che , fatta ragione dei tempi , gli scolastiei con- lerirono moltissirao al progresso dell' intelletto umano. La prima parte di questa lode appartiene a Boezio , il quale promovendo I'unione della fede uraile e sincera coUa fdosofia generosa e libera , si affatico a pro- cacciare uno dei maggiori benefizi , che I'umana generazione possa in- vocare dalla bonta divina. Quesle considerazioni parvero necessarie ad illustrare la condizione degli studii e delle opinioni ai tempi di Boezio, e r influenza che egli esercito. Ora chiuso il novero delle scritture det- occurrit, ul contumeliam yidcatur diMnls Iractalihus irrogare qui talibus homioum monstris non agnoscenda haec potius quam proclamanda praeiecerint. DtU CAV. CARLO BON-COMPAGNI. l3 talc ila Boezio in tempo ilella sua prospcra fortuna, rorJine del discorso ricliiede che si ritorni alia narrazione della sua vita civile. Nel 52 2 fiirono innalzali al consolato i suoi due figliuoli Simmaco e Boezio amendue in tcnera eta, onore solito coinj)artirsi ai soli figli degli iinperatori (i), e che il re, il senato ed il popolo celebrarono con pub- bliclie festc, lieti di vedere cosi solennemente premiate le virtu del piu illustre ciltadino di (juei tempi (2). Sappiamo altresi, che nel 52 4 Boezio era maestro degli uffizi, senza che possa tlcterminarsi I'anno in cui fosse investito di quella diguila. Dall'uso di quci tempi di rautare frequentemente i primi ufliciall dello stato (3) puo farsi congettura , che una tal carica gli fosse stata conferita poco tempo dianzi. II maestro dcgli ufiizi sopraintendeva alia disciplina delle genti di corte, cd nlle poste del regno, riceveva le appellazioni dalle sentenze del giudici provinciali, deputava gli ufficiali alia distribuzione dell'annona (4)- Tocchiamo ora ai tempi in cui la vita di Boezio si fece piu ti'avagliata, e piu dolorosa; qncsta parte dclla nostra narrazione non si puo inten- dere senza fermarsi a considerare le condizioni di quei tempi. Per quanta fosse la prosperita e la quiete dell' Italia sotto il regno di Teodorico , principalmente paragonandola alio stato antecedente , non mancavano le cause di disunione tra i! re Goto, ed i popoli conquistati. Provenivano queste non pure dalla condizione di dominatori, e di sog- getti, ma eziandio dalla diversita di rcligione fomento alle discordie po- lentc in tutti i tempi , potentissimo in quelli di cui discorriamo. Molti Goti dovevano vedere di mal animo la moderazione di Teodorico, per cui mancavano loro i vantaggi che si ripromettevano dalla concjuisla. Forse in questi tempi erano fatti piii baldanzosi per I'aggiunta fatta al loro impero delle provincie di Francia, e di Spagna, dove gli ordini di governo dovettero essere assai meno moderati. Agli abusi introdotti nel govemo dei Goti, accennano probabilmente le parole di Boezio, che gli (1) Si quis rerum morlalium fruclus ullum bcalitudinis pondus habct, poteritne illins memoTia lucis quantalibct ingrucntium malorum mole dclcri? Cum duos pariirr consoles liberos luos domo pruvoiti sub frciiucntin palrum, sub plebis alacritatc vidisti; cum eisdem in curia cnrules insi- dentibus tu regiae iaudis orator ingcnii ^loriam, facundiacque mcruisti : cum in circo duorum medius consulum circumfusac multiludinis exspectationem, triumphali largitionc saliasti. (i) V. Cons. phil. I. J. pr. 3. p. 71, el ibi Vallinum. Muratori, annali anno 533. (3) V. Sarlorius. Essai sur Petal civil et pol. des pcuples d' It. sous le gouvern. des GolbSj I. 4. pap. 55. (4) Cass. Var. lib. 6. form. 6. Sartorius c. 4. p. 45. 1 4 NOTIZIE SULLA VITA DI SEVERINO BOEZIO ECC. j)iangeva raniino cli veilerc ie fortune del provincial! manomessc dalle private rapine, e dalle pubbliche gravezze (i). Non mancano poi nellc lettere di Cassiodoro gli cscinpii di prcpolcnzc private, die rautoritii del principe procurava d'iinpcdire scnza polcrc antivcnirlc. Uomini libcri od anche rivestiti delle cariche municipali ridotti in servilii (2). I piu poveri cittadini oppressi dalle gravezze da eui si esentavano i piCl po- lenti (3). Erano talvolla invase, cd occupate a viva foraa Ic possessioni dei privati (4). Talvolla gli iifliciali del principe pi-evalevansi della pi'0])rla podest;'i per sovercliiare i deboli (5). Talvolta ei'ano impanriti nell'esercizio dell'autorita, a loro deputata, dagli odii privati, che snscitavano contro di se (6). Non radc voile poi accadeva, che i Goti di Teodorico confidati nella propria forza , e nclla loro cpialita di contpiistatori , coniuiellessero contro I'ordine pubblico, e contro la sicurti dei privati (y). Sono tutti tpiesti abusi che trovi-amo accennati nelle lettere scritte da Cassiodoro per ordine del re, e coU'intenzione di impedirgli. Se nei do- niinatori nou mancavaiio le oppressioni, non doveva mancare quello rho ne e inevitabile effetto, il desiderio di mutazione nei sudditi. Ed ai tempi di cui discorriamo le covidizioni general! erano tali, che qiiesti desiderii potevano piii facilmente prorompere in ribellione. Nella depressione in cui era caduta I'ltalia non poteva concepii'si pos- sibile alcun tentativo contro la dominazione dei barbari, senza la coope- razione degl' imperatori di Costantinopoli. Pur troppo I'ltalia era fin d'allora in tale condizione, che niuno poteva meditare un'impresa di qualche momento senza ricorrere col pensiero al desiderio d'aiuti stra- nieri. Ne questi potendo aspettarsi da alcuna delle provincic d'Occi- dente tutte dominate dagli invasori barbari , non rimaneva da invocare altro soccorso, che quello degli imperatori d'Oriente. Queslo soccorso sarebbe stato vano lo sperarlo finche regnava in Costantinopoli Zenone, il quale per allontanare il pericolo, che per ragione dei Goti sojn-astava alia capitale, ed alle provincic piii vicine dell'impero, aveva mosso Teo- (I) Cons, pliil. I. I pr. 4. (i) Cassiodoro Var. 1.2. ep. 18. (3) Ep.94. (t) F,p 29. 1. 3. 20. I. 4. 20. 1. 5. 12. (5) Ep. 3C. (6) L. 3. ep. 27. (7) L. 3. ep. 13. lib. 4. ep. 14. 27. 39. 40. 47. lib. ,i. op. 5. 12. 29. DEI, CAV. CARLO BON-COMPAGSr. 1 5 dorico alia occupazionc (Vltalia. Succcduto Anastasio, quesli aveva fallo sulle coste di Calabria qualchc diinostrazionc di volerc distniggcre la potenza di Tcodorico, ma con niczzi troppo S|)ropoizionati alia difli- colla deirimpresa. Ne, regnando Anastasio, diedero gravi inqnictiidiiii al re Goto, o la potenza dellimpero continuamcntc turbato dalle discordie religiose, e dalle guerre conlro gli Isauri ed i Persiani ; o I'inclinazione del popoli italiani verso iin principe odioso agli ortodossi per le sue per- secuzioni conlro la chiesa. Cos! duranti molti anni del regno di Teodo- rico non erano disturbati i suoi consigli di tenere riuniti in concordia i conquistati cd i conquistatori, proteggendo con pari condizioni le cre- denze, e gl'inleressi dcU'inia, e dell'altra nazione. Ma ben diversa dove riuscire la condizione del regno dopoche Giustino succeduto nel 5i8 ad Anastasio ebbe occupalo il trono di Costantinopoli. Era fpiesti altrettanto zelante per la fcde catlolica quanto il suo antecessorc le era stato av- verso. L'impero quictava dalle piecedenti agitazioni, ed ogni cosa era governata coi consigli di Giusliniano, il fpiale probabilinente fin d'allora foment ava nell'animo, e lasciava trasparire il desiderio* di distruggere la dominazione dei barbari in Italia. Cos! dovevano fomentarsi negli Italiani la speranza, e nei Goti il sospetto di qualche mulazione. Era naturale, che in tpeste occasioni trovassero ascolto presso il re i Goti che erano pii\ avversi agli Italiani e che vedevano di mal occhio il favore, c gli onoi'i, di che il re si era mostrato largo a questi: segno d'inclinazione di Teodorico verso qiicsta fazione era stato il sollevare nel 5 in al con- solalo Eutai'ico successove presunto del regno, nolato dai contemporanei per la sua awersione ai catlolici , ed il celebrare questa elezionc con pompa d'insolita solennila (i). Di quesle cattive disposizioni dei tempi ci danno argomento le parole in cui Boezio accenna a parecchic occasioni, in cui incontro gravi, ed inesorabili discordie coi malvagi, ed in cui spiegando lutla la liberta della coscienza, non euro Toffesa dei potenti, che egli suscitava contro di se col difendcre il dirilto. Esprime egli che qucste soverchicrie erano sempre impunile. Tra quelli, che davano maggior fastidio ai sudditi annovera un certo Cunigaste, Goto certamente al nome, a cui dovetle spesso opporsi per rendere vani gli sforzi di lui per appropriarsi le sostanze dei piii deboli. {i) Aoonimus Valcsianut. id SOTIZE SUI.LA VITA Dl SEVEIVINO BOF.ZIO ECC. Forse questi sara slato lo stesso , a ciii Iroviaiiio una letlera scrilla ila Cassiodoro in noinc tli Alalarico (i) ed in occasionc di ccrle usurpa- zioai, che alruui Roinaiii lagnavausi di avere sofferte dai Goti. Troviaino pur aiicUc nomiuato da Boezio un allro Goto , Triguilla , prefctlo del palazzo rcalc, che cgli dove mollc volte far cessare da in- giuslizie e da soverchieric gia tentatc , e pressoche consuinate. Similmentc dovette adoperare ogui sfoiv-o, afllnche i cortigiani non spogliassero delle sue ricchezze Paolino, clie Boezio dice d'avere tolto dalle fauci dei ca- gnotti di corlc. Ebbe da lottare con un prefetto del pretorio di cui non ci e pervenuto il nouie per iinpedire che la Campania non fosse impo- verita daU'incetta dei grani che voleva farsi a nome dell'erario e a danno del privato commercio, sotto pretesto di rimediare ad una carestia che travagliava 1' Italia (2). In qual tempo appunto succedessero questi fatti , e cosi se precedes- sei'o o scguissero quelli a cui siamo per accennare , da quali circostanze fossero accompagnali, sono pai'ticolari che uon si trovano espressi ne da Boezio, nc dili suoi contemporanei. Soltanlo piio argomentarsi con molla somiglianza di vero, che succedessero allorquando egli era inve- stito della diguila di prefetto degli ufTici , in quanto gli atti, a cui esso ac- ceana, spettavano appunto alle incumbenze di quella carica. Nondimeno i mali umori di Teodorico e degli Italiani stettero per Imigo tempo sopiti in- sino che nuovi fatti non li fecero apertamente prorompere. Nel SaS Giustiuo promulgava in Oriente ordini severi contro gli eretici, vietava che si ammettessero alle dignita ed alia milizia, concedeva ai cattolici le chiese degli ariaui (3). Succedeva intanto un fatto non di gravissima importanza (I) L.8. ep.28. (9) Tu mihi et qui le sapiontium mcntibas inseruit Dcus, conscii, nullum me ad magistratum, nisi commune bonorum omnium studium, delulisse. hule cum improbis {graves inexorabilesque discordiae , et quod conscicntiae llberlas habet pro lucndo iurc, spreta polentiorum semper of- fcnsio. Quolies ego Conigastum in imbccillis cuiusque fortunas inipclum facicnleui obvius ex- cepi! Quolies Trit^uillam regiac pracpositum donius ah inccpln, pcrpctralaque iam prorsus iniuna deieci ! Quoties miscros quos intlnitis calumniis impuaila hni-liarorum semper avarilia vcxabal, obiecla pericuiis auctorilale protexi! Numquam me ab iurc ad iniuriam quisquam delraxil. Pro- vinciaiium forlunas lura privalis raplnis, turn publicis vecli^aiibus pessumus Iraxi , lib. I. pr. 4. pag. 24. (3) L. 12. Cod. lust de liacrclic. el maoich. Muralori, annali 523. DEL CAV. CARLO DON-COMPACNI. IT ill sc meilcsimo , ma die in cjuelle disposizioni degli spirili l)astava atl eccitare gravissime turbolenze. Mentrc Teodorico slavasi in Verona per sospetto di qualche nuova invasione dei barbari, i giudei levatisi a tu- multo jicr dispelto che i loro si sfoi*zasscro al ballesimo (i), gettarono iiel fuiiuc le ostie (2), oho scrvivano al cuUo dci crisliani. I Rarennati accesi d' ira , senza dare ascolto ne agli ordini che loro si davano in noine del re, ne ad Eutarico, ne a Pietro vescovo, si condussero a fii- ria di popolo verso le sinagoghe e le arsero. I giudei corsero a Verona presso il re, e raccoinandatisi a Trivane suo maestro di camera, olten- nero un ordine indirizzato ad Eutarico ed al Tescovo, die tutto il po- polo romano di Ravenna pagasse un contributo per rifabbricai-e le sina- goghe, e chi non pagasse, fosse piibblicamente frustato a grida del ban- ditore. Quesl'ordine , quantunque severe , era giusto in quanto prescrivcva la riparazione d'un delitto; ma gl' Italian! gia male inclinati coutro Teo- dorico, lo chiamavano persecutore della fede (3). Dicevano, che Trivane eretico aveva favorito i giudei, sussurravano secondo le idee e le locu- zioni di quei tempi , che il demonio aveva trovato modo di trarre alia sua un principe, die prima governava lo stato senza cpierela di chic- chessia (4). Correvano per le bocche delle genti portenti, il cui annun- zio era secondo le superstizioni di quell'eta segnale di calamitu inevita- bili; una cometa era comparsa in cielo, il suolo era commosso da ler- remuoti ; aggiungevasi che in Ravenna una donna aveva partorito quat- tro dragopi , che due erano stati veduti in cielo trasportarsi sulle nubi d'Oriente in Occidente, e quindi precipitarsi in mare (5). A simili ru- men dava eziandio occasione I'avere in cpiel tempo Teodorico fatto di- (i) Questa mi pare la slgnificazione dclle parole <1ciranonimo Judci haptizatos nohntes dum ti- vident. II Muraturl c dubluoso circa la si^nifica/ionc di tali parole, net testo riferiscc roriginale latino, e dice che non s'intpnilc bene il niotivo delta contesa tra i crisliani e i giudei. In Dola egli propone la traduzionc / giudei conlrarii a* batlezzati mentre Vinvidiano. Ma non si vede a qual Dome si possa riferiro il \crl)o Vinvidiano ^ ed il latino noUntes non pare espresso coll'italiano contrarii. IVella vorsione che io propon^o livident vorrebbo dire veder con dispelto^ invece di in- vidiare die e la significazionc propria. Ma questa allcrnzionc di significato non e dillicilc ad am- mettcrsi nclla corrotta lalinila di ([uei (cmpi alia cui indole concorda che gli ebrci si sfonassero al battcsimo. (i) Cosi il Muralori traduce oblatas dcll'anonimo. (3) Anonimus Valcsianus. (4) Idem. (5) Idem. Serie II. Tom. V. 3 l-ft NOTIZIE SUI.I.A VITA DI SEVERING BOEZIO ECC. stniggerc, probabilincnle per difesa della citta (i), iin oratorio di santo Stofauo poslo fuori delle mura di Verona. L'aiiiino del re si lurbava IbrtCQieute a vcdere come le incliaazioni degli iinperalori che governa- vano rOricntc e dei popoli italiaui rendessero vano il suo desiderio di impedire le dissensioni clie procedevano dalhi diversita di netzione e di religione. P'allora in poi il suo governo che era stato sempre moderate e giusto, fece sentu'c tiitto il peso d'una dotninazione di straniero e di ix)acpistatore. Ai Romani vietava I'uso di tutte le armi, e persino delle coltella (3). Legge svd fare di quelle die sogliono sempre pj-omidgarsi in tempi di sospetti e di fazioni , e che soiio piii atte a fomentare nei j>opoli il mal talcnto, che non ad assicurare la quiete ai governi ed agli stati. II re prendeva in odio i pi'uicipali fra i Romani, credeva, o fin- geva credere, che macchinassero cont.ro di lui coUa corte di Costanti-. nopoli , cercava pretesto di accuse e di condanne (3). AI re dei Goti niiino doveva dare maggiori incpiietudini che Boezio primo fra i Romani per fama, per ingegno , per seguito, zelantissiino difensore della fede cat- tolica, stretto amico di Giovanni, che eia stato innalzato al papato I'anno precedente. E tosto si presento I'occasione di sfogare questo mal animo. Cipriano refereudario , c poscia in premio delle scelleratezze tesoriere, e j-apitano dell'esercito accagiono Albino patrizio consolare d'un carteggio rolViinperatore contro il re. Albino chiamato innanzi a Teodorico negava; 15nozio, il quale, come maestro degli uffizi si tratteneva presso il re, futtogHsi aaimosamente innanzi diceva : « le iusinuazioni di Cipriano sono )i false, che se Albino e reo di cio che gli si appone, ed io, e tutto il senato » labbiamo fatto di commie consiglio, ne I'accusa e falsa ». Forse con que- sto discorso accennava a lettere vei-amentc scritte a Costantinopoli , ma negava, che contenessero macchinazioni. Teodorico non si ricredeva alle parole di Boezio , ma anzi cercava far ricadere I'accusa su tutto il senato , ed egli non curando il pericolo a cui era certo d'andar incontro, lo difendeva dalle imputazioni. Cipriano procurava falsi tcstimoni non pure coutro Albino, ma e contro Boezio per sostcner I'accusa. A questo im- patava, che avesse ritenuto una spia, e cosl fosse cagione che non ri- velasse la conglura fatta dal senato contro la maesti del re. I tcstimonii (1) Muratori an. 52i. {i) Anonimus Valeeiaous. (3) Idem. DEL CAV. CARLO BOM-COMPACNF. K) craiK) Basilio gia iifliciale del re, poi cacciato, Opilione, e Gaudenzio gia conduDiiati aU'esilio per decroto regio, che secondo I'uso di qnei tempi slaiKlosi in franchigia per Ic chiese di RaTcnna, crano slali condannali ad essere suggellati nella fronte, e poi cacciali, se dopo uu tempo de- terminato non avesscro lasciato la citti. Teodorico, che aveva risoluto di perdere iRomaui, ])restava intera fede a qiiei falsi e scellcrati testi- moni. II senato consultato sul fatto di Boezio, con vilta dcgna dei tempi consenliva alia condanna. Di questa dcliberazionc del senato non si trova fatta menzione da alcuno slorico contcmporaneo. Tutta^via non pui> dii- l>it«rscne dalle parole in cui Boezio accenna alia sua disgrazia. Dalla nar- I'azione dell'anonimo del Valois, il quale ci diede i maggioii raggnagli su questo proposito, si ravvisa che Boezio fu condannato per ordine di Teodorico e senza forma di gindizio. II senato non pote dunque esseie consultato che dopo il fatto. Boezio ed Albino furono dapprima Irattenuti nel battiste.ro delta chiesa di Verona, poscia Boezio condannato dal re senza udire le difese, era consegnato ad Ensebio prefetlo della citti di Pavia, e da questo mandalo in Calvenzano' nel lerritorio milanese poco dtslante da Melegiiano. Fu tenuto non si sa! bene se in esiglio od in carcere, ma piit probabilmente in esiglio. In tanta oscuril;r di tempi, ed in tanta scarsitii di memorie, ci riesce impossibile il giudicare qual fondamento avessero le accuse portate contro Boezio , se egli veramente macchinasse contro il govemo de' Goti , o se dal desiderio d'una condizione piu ono- i"evole per Roma, e per I'ltalia procedessero in lui iuclinazioni per cui suscitasse contro di se Todio dei Goti e del loro re. Le sole parole che accennino ai pensieri di Boezio sono tpielle, che egli ci lascio scritte di se medesimo. i-oiii. - « Se tu mi domandassi , dic'egli volgcndo il discorso allai filosofia se- condo lo stile tcnulo nel suo libro De Consolatione , « se tu mi doman- » dassi brevemente (jpial sia la somma di quel peccato, del quale sono )) incolpato, dicono me avere voluto il senato esser salvo: se cerchi ora » in che modo, m'appongono che io ritenni una spia, c fui cagione, che » non rivelassc al re la congiura fatta da lui contro la persona sua per n ricoverare la liberta. Che dcbbo far dunque o macslra mia? Che mi » consigli? Debbo io negare cotal colpn per non farli vergogna? Ma come n posso io cio fare, che voUi semprc che il senato fosse salvo, ne mai )) lasciero di volere ? Confesscro ' Ma allora non potro cessare dalle 2 0 NOTIZIE SULLA VITA DI SEVERING BOEZIO ECC. )) iaiputazioiii 'ilei ileliitori (i). Chiamero io inai sccUcralczza I'aver » desideialo la salute d'l cotal ortUne ? Merilava bcu cgli per i par- n titi, e tleliberazioiii contio me fatte , chc io altramente stimassi » di lui, ina non jnio I'impudenza dcgli uomini chc dicono le bugic » a sc stessi , e crcdoidesi ancora coutro sc mcdesimi , liire tpiello il « quale e buono, e lodevole di sua propria natura, non sia lodcvole » e buono : nc giudico die a me sia lecito ( sccondo chc Socrate sen- » tcnzio) ne nascondere la verita negando quello cUe e vero, ne conce- » dcrc la meiizogna, confessando (piello chc c falso, ma di cjuesto mi » riinctto al giudizio tuo e degli uomini sapicnti, e perchc i posteri « nostri e tutti coloro i tpiali verranno dopo noi sappiano I'ordine e la » veriti di questo falto, mi e piaciuto di scriverlo, ed alia memoria » delle lellere raccomandarlo. Ne mi pare di ragionare di quelle lettere » le quali falsamente dicono me avei'C sci'itto, sperando di lornare in « liberta Roma, perciocche se m' avessero conceduto, come dovevano, » avendo cio in ttilte Ic cause forza grandissima , Io stare alia ripruova )) cogli accusatori miei, la frode ed inganno loro si sarebbe manifesta- >i mente conosciuto; perche quale liberta si puo sperare oggi mai? vo- » lesse Dio che alcuna se ne potesse ! Io avrei risposto come fece Canio , » il quale dicendogU Caio Cesare figliuolo di Germanico, come era con- » sapevole d'una congiura fattagli contra: Se io ( dissc ) I'avessi saputa » io, tu non I'avi-csti saputa tu (a) ». Qualsiasi il giudizio che altri voglia formare da queste parole delle accuse che si facevano a Boezio da chi governava 1' Italia; la severita dei giudizii della storia debbc ca- dere tutta sovra coloro, chc si facevano nemici gli uomini piu generosi e pill virtuosi della nazione. Tosto giunto al luogo dcUa sua condanaa, Boezio scrisse quelle che noi col vocabolo che si usa oggidi chiameremo memorie della sua vita, in ciii nari-ava i fatti chc erano stati occasione della sua sventura, cd il modo in cui esso vi aveva partecipato (3). (1) la questo luogo abbandono la traduzionc del Varcht, la ijualc c cspressa io ({uesti termini: «( Confesscromo dunque questo cbo c vcro, e negheremo quello chc c falso, d'avcr rilcnulo ed >■ impedito Taccusatorc ». Queslc parole non mi paiono corrisponderc abhaslanza a quelle del testo, le quali escludono mono risoluiamcntc che Boezio partecipasse io qnaiche modo alia con- giura. >i laruiahimur crijnen no tibi pudori simus? Al \olui, ncc unquani vclle dcsinam. Falcbi- » mur? Sed impcdiendi delatoris opera ccssabil ». (9) Cons. phil. I. I. p. IV. trad, del Varchi. (3) >'el testo dianzi addolto. DEI. CAV. CARLO BON-COMPACNI. 3 1 Quest' opera ando perduta con grave danno di chi studia le slorie di qwei tempi. Durante la sua disgi'azia, Boezio scrisse I'opera, che ha ren- duto pill celebre il sue nome: De consolationc philosophiae. I primi tre libri constano pressocUc per intiero di quei testi volgari sull' avversa forluna che abbondano nelle opere degli scriltori niorali ; i due ullimi contengono una matura e grave discussione dei piii iinportanti argomenti della (llosofia: dcH'origine dei mali, della provvidenza, del fato, del caso, del libero arbitrio, dcUa concordia dcUa libei'la uinana colia divina pre- scienza, di tutte le materie insomma che hanno velazione coUa priiicipa- lissima di tutte le tpiestioni filosofiche, con quella dei destini dell'uomo. In quest 'opera abbandonala afFalto la sevcrita dei metodi pcripatclici, a cui si era altenuto ncllc altre scritture filosoficiic, cgli prese quel fare pill largo a cui si erano altenuli, ad esempio di Cicerone, gli altri fi- losofi romani. Lo stile spesso duro cd oscuro risplende pure delle doti, che appartengono alia potenza del comprendere, e dell'iinniaginare. Ad alcuni fece meraviglia, che un'opera dettata da uno scriltore cosi zelantc della fedc caltolica, quando la sventura doveva richiamare tulti i suoi pensieri alle consolazioni della religione, si rimanga tutta nel discorso fi- losofico , e non contenga pure un cenno alle doltrine del cristianesimo. Percio Pietro Berti porto opinione che a quest' opera manchi il com- pimenlo di un sesto libro , nel quale Boezio si fosse riserbato di esporre le ragioni di consolazione tratte dalle massime cristiane. Ed Enrico Gla- reano vedendo nel libro De consolatione una scrillura piutloslo filosoGca che cristiana, come sarebbe dovuta aspettarsi da Boezio, immagino die fosse opera di alciino o di alcuni dotti di ([uell'eta per conservare me- inoria e della fama e della vita di lui (i). Una siffatta opinione e contrad- delta dal tcslimonio di tutti gli scritlori e dalia natura dei tempi , in cui non si Irovava chi fosse abile a condurrc quella finzione che si suppone del Glareano. L'opinione del Berti e meno strana; tuttavia (I) Si opus de dualms Christi Salvaloris nostri naturis, ac item de Sanctissima Trinilale Boetii suDl, ut litulus pracfert, ncc stylus repngnat, <|ui factum est, ut \a opere illo dc pliilosophiae coDsolalinnc i|uoluil liacrclicos cxlcrminare, uaiD summo DEI, CAV. CARLO DON-COMPACNI. a5 linopoli a cclebrarc la Pasqiui coa luiova poinpa di solennitu. II j)a- triarca , ({iiaiitiiiKjiic rcnileiile dapprima , consentiva poi chc sedesse sopra un soglio al/.ato in cliicsa a destra del siio ; celebro in lingua latina , e sccondo i riti lalini, dicdc la comunioac a tulti i vcscovi d'Orienlc, tranne a Timoteo d' Alessandria , e pose colic proprie mani la corona in capo a Giustino. Questo particolare e degno di speciale considcrazione siccome quello, clie ci oonscrva la mcmoria pii\ antica d'lina incoronazionc di principe celebrala dai pontcliol della chiesa cattolica. Si dehbc lultavia avvertire chc non se ne trova menzione presso gli storici Bizaniini, o che ci c narrato soltanto per testimonianza di Anastasio (t), e degli al- tri scritlori latini delta storia dci papi. A Tcodoi'ico scppero male qiieste significazioni d' onoi-c c di bitona armonia scainbiatc in Oi'iente tra rim|)eratorc ed il papa (2). Onde in- ferocl vieppiu contro gli Italiani cattolici. Allora puo congetturarsi che si acccndcsse nuovamentc I'ira del re contro Boezio, per cui omincssa oc;iii forma di rcgolarc giudizio, mando i suoi sgherri e fece comandamcnto che fosse fatto morirc; gli fu schiacciata la fronte con funi , e dopo che fu lungamcnte tonncntato , fattone schizzarc gli occhi , fu ncciso a fiiria di niazzate. L' ira del re, sccondo il barbaro slilc di quella et;\, non si ri- inasc alia mortc di Boezio ; furono atterratc tuttc Ic statue che gli erano State innakate , furono tolti i beni ai figliuoli : fu condotto da Roma a Ravenna e carcerato Simmaco di etik allora caimta , principe del Senate, gi;i console ({uaranl'anni addietro. Teodorico temeva, che il dolore d'aver jxjrduto il gcnero T inducesse a qualclic macchinazionc contro il suo regno, ed aspettava il momenlo di potcrselo levare d'innanzi. Ritoraati da Co- stanlinopoli papa Giovanni ed i suoi seguaci, Teodorico gli accolse con animo gravemente corrucciato, c mostro inclinazione di condannai-e an- fervoro occlesias Arianorum in calliolicaft dcilicavit. E\indc iratus Tlieojoricus Arianus voluit totaiii Ualiam g1adi» lUTdcro. Tunc loauoes vonoraliilis papa, r^rcssus cum Ilelu, et mugilu am- Iiiilavil ct viri rolii^iosi p\consulcs, ot patrlcli acfipiontes Iioc in mandatis lo^'ationuoi ab ipso re(;p, nl rtddcrcniur ccclcsiao liaercllris in partihns Orienlis; quod si non fucrit faclum, oroncm Ilaliam ^jladio pcrdcret. luslinus aulcm Au>;uslus cum cis simul, et Unlis senatoribus, ct palriciis. urbis Homao occurrissct , omncm concessit pctillnncm', ci propter sanguincm Romanorum red- didit liacrcticis ccclesias secundum viduntatem Tlieodorici re^'is liaerelici, nc clirisliani ma\imt' tacerdotcs ad gladiuni mitlercnlur. Calalogus PonliUcum apud Dolland. Do S. loliannc I. cap. 1 . 5. G. (f) In loanne t. (i) Uist. miscclla lib. 15. Serie II. Tom. V. 4 a6 NOTIZIE SULLA VITA DI SEVEIllNO BOEZIO ECC. che loro nel capo, ma si riinasc per tiinorc di Giuslino. Git fccc bcnsi ill risti'clto c diiro carccrc tratlcncre. Papa Giovanni slanco ilei pali- menti e ilt'gli stcnti in breve nion (i). Lo slesso aircnnano ilcgli alti'i alcune antiche ma dubbiose meniorie. Messa innanzi la solita accusa di maesla, fece trncidare Simmjico nel carccre, c teuiendo jirobabilmcnlc che la vista del cadavere non siiscilasse Tindegnazione del popolo, niando che fossero segretameiile disperse le sue membra. Levalisi d' innanzi tulli coloro che eoU' autorita del loro nome potevano prolcggerc i eallolici , coniando che le loro chiese fossero consegnale agli ariani. L'ordine daLo dal re fii detlalo da un cerlo Simmaco giudeo , ma nel giorno stesso in cui doveva eseguirsi qucslo precello, maneo di vita Tco- dorico. Gli storici contemporanei non concordano siii parlicolari della sua morte, ma sono unanimi nel descriverla come conseguenza delle in- giustizie, che contaminarono gli ullimi anni della sua vita. Alcuni nar- rano, che spirasse I'anima dopo un flusso di ventre, che gli duro ire giorni, e vi ravvisano un giudizio della divina giuslizia, che voile Teo- dorico morto dello stesso male che Ario autore della sua setta. Se- condo altri egli gia travagliato dal male si pose a sedere a mensa , gli fii imbandito in sul desco un pesce di straordinaria grandezza; turbato dad rimorso, ed agitato dalla febbre mirandone il capo s' immagino ve- dere cpicllo di Simmaco decapitato , il quale digrignando e torvi gli occhi lo minacciassc; colpito d'orrore e rabbrividito dal freddo si fece poi'tare in letto, dove deteslando c piangendo la propria iniquilu contro Boezio e Simmaco in poco dora spiro (2). « Cosi moriva, deturpato per una breve » tirannia nn lungo c gloriosissimo regnare, il gran Teodorico, il mas- » simo fra tulli i barbari fondalori di regni » (3). Golla sua morle cessava quella persecuzione contro gl'Italiani catlolici, nella quale Boezio risplonde di una gloria bt'lla cd illustre sopra tutte le altre di quellela. Dajipoi il suo nome fu posto come scgnalc ailc due (1) Vciiienlcs supradicti vlri cum loaaDc episcopo post omnia per orilinem acta (Ag.npilo pa- Irkio Wfl'unctn in Graccia ) susccpli sunt a rege Tlieodorico cum diilo, cl gramli odio: quos gladio \oliMt punirc. Scd mclucns indinnulionem luslini Augusti Oilodoxi non fecit: laincn omncs in I'ustodia cruciavil; ila ut B. loanncs papa in custodia maccralus, dclicicns morcrctur: qui dc- runctus est Ravenna cum gloria \v kalendas iunii in custodia regis Tlieodorici. Catalogus Pon- tilicum apad Bulland. cap. 111. 4. 3G (i) Procopius dc bello golhico lil). 1. (3) Ccs. Balbo, Storia d Italia, I 1 c. XII. DEL CAV. CARLO DON-COJIPACM. "in faxioiii clie volevano I'una proteggere, I'allra opprinierc i Romani. Ve- niila al governo, dopo la morte di Tcodorico, Amalassunta che teneva il regno a nomc del Ggliiiolo Atalarico , essa riprese i modi di Icinperato governo, olic Tcodorico aveva lenuto nei tempi migliori. Cessarono cosl gli apparecchi di guerra, a cui gia si disponcva I'iiiipcralore d'Oriente per vendicare la morte dei piil illustri fra gli Italian i caltolici. Come atto pill iiisignc della bcnignitu, o piutloslo della giiislizia di Amalassunta, ci c narrato d.igli storici , che reslituisse i beni palerni ai figliiioli di Simmaco e di Boezio. Di costoro uon si trova piu falta nienzioiie, o inorissero in giovanilc eta, o vivessero oscuri. Trent'anni dopo la morte di Boezio ritroviamo fatta menzione della sua vedova Rusticiana dagli storici , che narrano di Roma ripresa da Totila sii Belisario. Le larghezze fatte ai jKjveri avevano consunto parte delle sue facolla, Taltra parte fti preda dei soldati goti , che diedero il sacco alia citta , cosicche in povero e rozzo abito ella con altri patrizii romani fu ridotta a cercarsi da camparc limosinando il vitto dai nemici. Alcuui Goti, i quali pro- babilmente serbavano ancora 1' ira contro la memoria di Boezio e di Siinmaco volevano farla morire, apponendole d'aver corrotto con denaro i duci greci per far guaslare le statue di Tcodorico uccisore del padre e del mai'ito di lei: ma Totila nol concedette (i). Le tradizioni dei popoli dimostrano come si conservasse venerata c santa la memoria di Boezio , come fosse detestata quella del suo persecutore Tco- dorico, che pure per molti litoli aveva mcritato la lode e la gratitudine degli Italiani. Narravano, che il gionio in cui inanco questo re, un solitario di santa vita , che stava nell' isola di Lipari , ravessc veduto condotto da Simmaco, e da Giovanni, che gli stavano dai due lati, e lo piombarono nella bncca d'lin vulcano, che la vicino gettava fiamme. Boezio fu ve- ncrato siigli allari come martirc, principalmente in Pavia, dove il sno corpo fu trasportato nella chiesa cattedrale. Presso gli abitanti invalse la fama che slcsse prigione , e che fosse decapitate nella loro citta: « Raccontavano cssi per cosa cerla , esscrgli a mano a mano dai loro )) maggiori vcnuto a notizia , che Boezio avcndo ricevula dai carnefice » una mortalissima ferita si tenesse con ambcdue le luani il capo stac- 1) cato dai busto, e che dimandato da cui credesse essere stato ferito , (1) Procopiiu de hello gothico, lib. 3. 28 NOTIZIE SULLA VITA DI SEVERING BOEZIO ECC. « rispondcsse: dagli empii; c cosi andaloscnc al tempio vicino divota- » meulc a giiiocchia chine verso raltare, e ricevuto il Corpo del nostro » Siguore poco dopo no iiscisse la bciiedella sua anima » (i). La memoria di Boezio conservata dai popoli in qucste volgari leggende, si raccomandava ai dotli per le scritturc da lui dettate, c principalmente ]>er rultinia Do consolation^ , la tpialc iiisiemc colic sue doltrine conscr- vava la memoria dellc sue virtu, e delle sue sventure. Non ve iic ha un'altra che fosse piii letta, e piu celebrata nei tempi del medio evo. Tutte le lingue moderne conlano fra i lore testi pii\ antichi vm qualche volgarizzamento di fjucl trattato (a). Ed e gloria di (piesto libro il potere amiovcrare tra i suoi traduttori Alfredo re degli Anglo-Sassoni il jnii colto dei principi, e tra i suoi commcntatori Tommaso d'Atpiino il piu insigne dei filosofi di qiiei secoli. Nella nostra eta in cui si ridcsta tra nol I'amore dellc antiche raemo- rie, era dovere che alcuno, raccogliendo (juellc di Boczio, cercasse di rendere un tribute d'onore alia vu'til di qxieH'ilhistre cittadino italiano, a cui , non per esagerazione di lode , ma per stretto rigore di verita sto- rica, e dovuto il titolo di ultimo dei Romani. (t) Vila Bootii a Marliano Hola, trad, del Varchi (i) MazzuccbelU scriUoii lUI. Boczio. DEL CAV. CARLO DON-COMPAGNI. SQ APPENDICE La notizia clei fatti , clie segnarono gli ultimi auni del regno di Teodo- rico si ricava principalmente da mio storico anonimo , la cui scrittura fu per la prima volta pubblicata dal Valois in cake della sua edizione di Ammiano Marcellino. II finire della sua narrazione colla mortc di (juel re, ed il suo entrare in certe particolarita , la cui memoria sarebbe dif- ficilmente pervenuta ai poster!, lo fanno credere eontemporaneo di Teo- dorico. ISIi pare utile il riferire la parte della sua narrazione , che rac- eonta gli ultimi anni di quel regno ed il soggiungere alcune riflessioni sulle opinioni degli storici pii recenti. u Ergo Theodoricus date consulatu Eutharico, Romae, et Ravennae » triumpliavit , qui Eutharicus niinis asper fuit, et contra fidem calho- n licam inimicns. Post haec Theodorico Verona consistente propter me- » tuni genti\nn, facta est lis inter Christianos, et ludaeos Ravennae: » quare ludaei baptizatos nolentes dam livident, fretpienter oblatam » in acpia fluininis iactaverunt. Dehinc accensus est populus non rest-r- » vantes neque rcgi, neque Eutharico, aut Petro qui tunc episcopus rt erat, consnrgentes ad synagogas ino\ cas incenderunt: ((uod et in coena » eadcm similiter contigit. Mox ludaci cuiTcntes Veronam ubi rex erat » agente Trivano praeposilo cubiculi: et ipse hacreticus favens ludaeis, >■> insinuans regi factum adrersus Christianos: fjui mox iussit propter X j)raesunilionem incendii, ul omnis populus Romanus Ravennates sy- >i nagogas , quas incendio consmnmaverunt , data pecunia rcslaurarent : » qui vero non habuisset unde dare , fruslati per pubblicum sub voce Stf NOTIZIE SULLA VITA DI SEVERINO BOEZIO ECC. » preconis ducerentur. Data praeccpta ad Euthcriciun cilligam , ct Pe- )) trum e!)iscopuin, sccuiuluni lioc teiiorc pracccpit: ct ita acViuiplctuni » est. Ek vo I'liiin iiivenit diabolus locuuij qucinadmoduin lioiniiicin Ijciic » rem publicain sine querela gubernantcm subreperet. Nam mox iussit n ad foiiticulos in proastio civitatis Veroncnsis oratoriiim Sancti Stefani n idem situm allarium subverti. Item ut nuUus Romanus arma usque ad )) coUellum utereliir veluit. Item mulier pauper de gente golliiea iacens )) sub porticu non longe a palatio Ravennae quatuor generavit dracones ; 1) duo de Oceidenle in Orientem ferri in nubibus a populo visi sunt, et in » mari praecipitari ; duo portati sunt unum caput habentes. Stella cum » facida apparuit quae dicitur cometes splendens per dies xv, et terrae » motus frequenter fuerunt. Post haec coepit adversus Romanes rex sub- » inde fremcrc Inventa occasione. Cyprianus, qui tunc referendarius erat , n poslea comes Sacrarum et magister , actus cupiditate insinuans de n Albino patricio co cpiod literas adversus regnum eius Imperatori n lustino misisset: quod factum dum revocitus negaret, tunc Boethius n patricius , (pii magister officiorum erat in conspectu regis dixit : falsa » est insinuatio Cv|)riani: sed si Albinus fecit, et ego, et cunctus Se- » natus uno consilio fecimus: falsum est domine rex. Tunc Cyprianus » liaesitans non solum adversus Albinum, sed et adversus Boethium, » eius defensorem, deducit falsos testes adversus Albinum. Sed rex do- » lura Romanis tendcbat, et quaerebat quemadmodum eos interficerct : n plus credidit falsis testibus quam senatoribus. Tunc Alliinus , et Boe- » thius ducti in custodia ad baptisterium ecclesiae. Rex vero vocavit » Eusebium praefeclum urbis Ticini, et inaudito Boetliio protulit in » eum seutentiam. Qui mox in agro Calventiano, ubi in custodia habe- » batur, misit rex, et fecit occidi: qui accepta chorda in fronte ' diu- 1) tissime tortus, ita ut oculi eius creparent, sic sub tormenta ad ultimum » cum fuste occiditur. Rediens igitur rex Ravennam tractans non ut Dei » amicus, sed legi eius inimicus iuimemor faclus omnis eius beneficii, » et gratiae quam ei dederat, confidens in bracliio suo, item credens , » (piod eum pertimesceret lustinus imperator milieus et evocaus Ra- il vennam lohannem sedis aposlolicae praesulem, cl dicit ad eum: am- 1) bula Costantinopolim ad lustinum imperalorem, et die ei inter alia » ut reconciliatos haercticos in catliolica restituat religione. Cui papa » loannes ila respondit : quod facturus es rex facito citius. Ecce in » conspectu tuo adsto. Hoc tibi ego non pi'omitto me faolurum nee illi DEI. CAV. CARLO nOK-r.O'.lPAr.NI . 3 I » ilicliirus sum. Nam in aliis causis qiiihus mihi iiiiuiixeris, obtincre » ab codeiri auiiuciitc Deo polcro. lubcL ergo rex iralus navem jiraepa- » rai'i, et supra imposilum euni cum a'tiis episcopis, idest, Ecclesiuni » Ravcnuatcm, ct Eusebium Faneslrein, Sahiiunu Cain[)anum, et alios » duos siiiiul, et seiiatores Theodoro, Iinporluiio, Aj^apilo , et alio Aga- » ])ito. Sed Deus (pii fideles cultorcs suos non deserit cum prosperitate » perdiuit. Cui lustiiius im[)crator venieiUi ita occun-it ac si B. Petro: )) cui data Icgationc, omnia reprojnisit faclurum, praeter reconciliatos , » (pji se fidei catholicac dcderuiit, Ariauis restitui uullateuus posse. Sed » dum haec aguutur , Simmachus caput Scnati , cuius Boethius Oliam » liabuit uKorem deducitur de Roma Rav^nam. jSIetuens vcro rex, iie )i dolorc geiierl aliquid adversus rcgiuim cius traclarct obiecto crimine » iussit interfici. Revertens igilur loannes papa a lustiuo quern Theo- » doricus cum dolo suscepit, et in offensa sua cum esse iubet: qui post » paucos dies dcfunclus est 11 Igitur Symmachus scholaslicus ludacus iubcnte non rcge sed ty- 11 runno dictavit praecepta die quarta fcria, septimo kalendas seplembr. )) Indictione IV Olybrio consule ut die domini adveniente Ariani basilicas )) catholicas invaderent. Sed tpii non patitur fideles cultorcs suos ab alic- n nigenis opprimi, mox intulit in eum scutentiam Arii, auctoris rcligionis » cius : fluxum ventris incurrit , et dum intra triduo evacuatus fuissel , » eodem die , quo se gaudebat ccclesias invadere simiil regnum , ct ani- » mam amisit n . Passando ora airilluslrazionc dei fatti narrali dallanonimo non parmi che gli storiei abbiano descritlo sotto il Aero loro aspetto la disgiazia di Boezio e la sua connessione coi fatti contemporanei. Per supplire a cio, e mestieri dapprima ordinare la scrie, e la cronologia dei falti , poscia stabilire le congetture [)iu probabili circa la connessione dellc catise, e degli clFetti. II principale eiTorc da cracndare si c qiiello, che riguarda I'esilio, e la morte di Boezio come un fatto assolutamente separate dall'am- basciata di papa Giovanni, e dalla prigionia, e dalla morte di cpiesto. A me pare che i lalli degli ultimi tempi del regno di Teodorico delj- bano distribuirsi in (piestordine. I." Tumulto di Ravenna, e distruzione dell'oratorio di Verona. 2.° Condanna di Albino, c di Boezio. 3.° Legazione pvcsso Timpcratore commessa al papa, ai senator! ed ai vescovi. 39 NOTIZIE SUr.I.A. VITA DI SEVEHINO BOEZIO ECC. 4-' Uccisione tli Boezio. 5." Iinprii-ionanicnto (U Simmaco. • 6.° Ritoruo clei legali da Costaulinopoli , loro imprigionamento , e inorlo tli Giovanni. ■J." Uccisione tii Siininaco. 8." Mortc ili Tcodorico. In ([luinto alia cronologia di quesli fiilti non panni si possa scguirc I opinione del dottissimo Muratori, il quale coUoca ii tumulto di Ravenna nell'anno 5^3. Al rinianentc nello stabiiire una tal data il somino uomo non fii iiidotto dall' aiitoritA di alcuno specialc doeumcnto ; giacche la dislruzionc deU'oratorio di S.«Stefano, chc daU'anoniino Valcsiano e nar- rata come sncceduta nello stesso tempo, e da lui collocata nel 524- G'e- derei auzi, che questi due awcnimcnti si potrebbcro con Ibndala con- gettnra trasportarc verso il fine del 525, od il priiicipio del 5^6 per i niolivi,clie or ora saro per aecennare. Secondo i Bollandisti il viaggio del papa, e dei Suoi compagni alia volta di Costantinopoli sarebbe succeduto ncl mavzo del SaS, la Pasqua fu celebrata il u) di aprile, la morte di Giovanni ebbc luogo il i8 di inaggio. Essi colloeaiio I'uccisione di Boezio, e rimprigionainenlo di Sim- maco ncl mcse di mai'Tio, o ncll'aprile. L'uecisione di questo nel prin- cipio di agosto , la morte di Teodorico al di a6 dello stesso mese. La data dclla Pastpia e certa, quella della mortc di Giovanni si fonda suiraulorita dcgli aiitichi marlirologii, quella della morte di Teodorico sulla data, che si trova i-egistrata dall'anonimo, e sull'autorit;\ d'un an- tico catalogo manoscrilto dei papi, il quale pone la morte di Tcodorico (piarant'otto giorni dopo quella di Giovanni. Finalmente la data delTuc- cisione di Siinmaco, si fonda sulla tcstimonianza di Procopio, il quale narra la mortc di Teodorico essere succcduta poco dopo I'uccisione di Simmaco. II tumulto di Ravenna, la distruzione deU'oratorio di S. Stefano , la |>rima condanna di Boezio, c di Albino paionnii doversi collocare imme- diatamente prima della Icgazione a Costantinopoli, e perche questi fatti ci sono narrati dall'anonimo Valcsiano come immediataniente consoguenti, e perche ci si nan'a die I'idea di mandarc queU'ambasceria si era su- bitameute destata ncl re al conoscere le cattive iiiclinazioni degl'italiani cattolici ; cattive inclinazioni che si erano manifestatc nel tumulto di Ra- venna, e secondo credeva Teodorico nel fatto di Albino, e di Boezio. DEI. CAV. CARLO D0N-C0MPA(;M. 33 E poi forza supparre, che tra la prima coiidanna e la morte tli Boe- Bio si frapponesse 1' indugio tU qualche mesc per conccpire possibile che egli nel frattcmpo dcttasse il Kbro De consolatione scrilto ccrtamente dopo la sua prima disgrazia , e cosi. nel fratleinpo della legazione di Costaiuinopoli. Ne a questa opinione pno opporsi che 1' anonimo parli prima della condanna, e della inorle di Boezio , e poi della legazione a Costantino- poli. Ad una siiratta distribiizione dei fatti , si atlenne probabilmente r anonimo , sccondo osservano i Bollandisti , perche avendo egli detto deir imprigionamento di Boezio , gli sari parse luogo opportune di pro- seguire la narrazione dei fatti che ad esso si riferivano. Nello stesso modo , come osservano pure i Bollandisti , che nel progress© della nar- razione il medesimo aulore per non interrompere il filo del discorso narra scnza interruzione prima 1' imprigionamento e poi la morte di Simmaoo; indi il ritorno di papa Giovanni, quantunque sia certo, che quest'ultimo nvvenimento sia succeduto nell' intervallo tra i due primi. Per confcrmarc cpiesta osservazione , debbe anche avvertirsi , che nell'un Hiogo e nell'altro lo scrittore si serve di una stessa locuzione che pare adoperata per riprendere il filo della narrazione di im fatto da riferirsi a tempo anteriore. Rediens igitur rex Ravennam nel primo e revertens igitur loanncs papa a lustino nel secondo, quasi come se nel nostro idioma usasissimo questa locuzione solita^ allorquando si riprende il filo di una narrazione dicevamo dimqite. Ne anche si potrcbbe ricavare una grave obbiezione dalla cronaca di Mario Aventicese , il quale pone la morte di Boezio sotto I'anno 524 ' giacche facilmente poteva ingannarsi quello scrittore troppo lontano dal luogo in cui succedevano i fatti. E che egli non fosse troppo bene in- fonnato delle date dei fatti, si ricava eziandio dacche egli colloca la morte di Simmaco sotto I'anno 535;q\iando e certo che non ebbe luogo che nel seguente anno 5^6. Se poi si volesse ad ogni modo attribuire qualche autorila alia tcslimonianza di epiesto scrittore, converrebbe sup- porre che egli confondessc la data dellcsilio con quella della uccisione di Boezio ; ne e da maravigliare che il tempo e le circostanze di fnicsto fatto rimanessero alquanto incerti tra gli Italiani , e piii tra gli stranieri, siccome di quello che succedeva in una parte rimota d" Italia, e che non era preccduto da alcuna dclibcrazione , ne da alcun pubblico de- crcto. Ma per quante siausi cjucste incertezze , la teslinionianza degli Serie II. Tom. V. 5 34 NOTIZIE SUI.I-A. VITA DI SEVERINO DOEZIO ECC. storici ai quali pervemic la tvadizionc dei falti (i), e la verosimiglianza delle congelturc non lasciano collocare 1' iiccisionc di Boezio in altro tempo clie tra I'aiulata ed il ritorno di Gioanni da Coslaiitiuopoli. Stabililo come probabile, che 1' uccisione di Boezio succedesse dope che papa Gioaniii era partilo alia volla di Costaiilinopoli, pare altresi vei'osimile il credere die seguisse dopo raiiminzio delle accoglienze clie gli furouo fatte da Giuslino. Teodorico desidcrava far cessare le persc- cuzioni che questo imperatore aveva incominciate contro gli ariani; per ottenere questo intcnlo egli aveva inviato rambasceria del papa, dei ve- scovi e dei seiiatori. Per quanlo si fosse allonlanato dalla sua primitiva moderazione non si puo supporre, che quel principe sagace ed accorto qual egli era, si fosse lasciato trasportare ad tin atto di crudelta che avrebbe reso impossibile I'esito da lui desideralo. Pare dunque confor- tata dalla probabilita dei fatti la lestimonianza dell' aulore della Storia Miscella, il quale narra che gli onori renduti in Oriente al papa dessero a Teodorico sospetto di corrispondenza tra l' imperatore e gli Italiani. E seguendo la probabilita dei fatti, alia quale e forza attenersi in difetto di documcnti , pare verosimile il supporre , che il mal animo di Teodo- rico prorompesse all' annunzio degli onori fatti al papa nella solennita della Pascpia, anzichc all'annunzio delle feste, clie gli fiirono fatte all'ar- rivo a Costantinopoli. Quaiido volesse tenersi per certo il fatto dell' in- coronazione , facilinente si comprenderebbe che quest a piu di nessun' al- tra solennita rendesse Teodorico avverso al papa ed agli Italiani. Non pare verosimile che Teodorico volesse alienarsi 1' animo dell' imperatore per motivo di si poco momento prima che fossero aperte le trattative tra lui ed i suoi ambasciatori. AH' opposto, si comprendera facilinente , che r animo di Teodorico , gia male inclinato , si risentisse vivamente all'udire una ceriraonia fin allora incognita , per cui poteva sospettare , che il papa significasse di riconoscere l' imperatore come vero sicjnore deir Italia. Non pare dunque inverosimile , che coi primi rigori usati contro Albino e contro Boezio , e colle rainaccie fatte portare a Giu- (1) Paulas diaconos, I. VII ad Eulrop. Anast. bibliolU. in loanne I. Ado Vionn in clironico, Ayino do pcstig Francorum, lib. 2. cap. I. Qiicsli due uUimi onllocano I'uccisione di fioozio dopo il rilorno del papa; ncl cbe paiono ancb'essi meno esatti; ma concorrnno a conferniare ciie seconda I'opinioDC comoiie I'uccisir no di Dcczio era conncssa iielle sue cause coll;i di.sgrDzla di Giovaoni. DEL CAV. CARLO BON-COMPACNI. 35 stino dai suoi , Teodorico si proponesse di far cessare la persccuzione contro gli ariani : che la relazione degli onori resi al papa , e soprat- tutto deir incoronazione dell' imperatore lo rendcsse aflatto avverso agli Ital'iani cattolici , lo rimovesse da ogiii idea di accordo coll' imperatore per rendere libero Tesercizio delle due religioni, lo incitasse airuccisione di Boezio e dcgli altri , che potevano riguardarsi come principali degli Italiani, lo induccssc a loglier loro le chiese, e ad impedire per tal modo I'cscrcizio del cullo caltolico. Pci-cib io crederei, che I'uccisione di Boezio alia quale i Bollandisti non assegnano una data precisa, si polesse con- getturare succeduta nci primi giomi di maggio anziche nel marzo, o nell'aprile come essi scri\ono, c cosi in tempo, in cui Teodorico poteva avere ricevuto notizia dei falti succeduti il di della Pasqiia. Che se la tradizione dell'incoronazione volesse tenersi per troppo dubbiosa, non si avrebbe pivi determinato il fatlo che diede occasione ai sospetti di Teo- dorico. Ma non tralascierebbe di essere fondata suUa probabilita la con- gettura che un sospctto di accordo tra il papa e rimperatore fosse quelle che lo rimuovcssc da un piu moderato partito, a cui lo niostrava dis- posto la legazionc mandata a Costantinopoli, e che questo sospetlo na- sccsse appunto dalle sigiiiGcazioni d'onore rendute al papa nel di della Pasqua. Per ischiarire questi fatti e anche da aggiungere qualche osservazione , e suirambasceria del papa, e sulla prima condanna di Boezio. In ordinc all'ambasceria di Giovanni, se volesse attcndcrsi soltanto alia narrazione dell'anonimo, converrebbe dire, che niun'altra domanda Teo- dorico gli commettesse di portare all' imperatore , se non quella di far tomare all'arianesimo coloro che si erano convertiti alia fede cattolica. Alcuni moderni poi negano, die Giovanni implorasse da Giustino la pace degli ariani , e la restituzione delle loro chiese ; che anzi dicono durante il soggionio di Costantinopoli iiveme egli d'accordo coU'imperatore con- secrate molte degli ariani al rite cattolico. Quando si ammettesse cjuesta supposizione , non potrebbcro piu Irovar luogo le congetture proposte SuUc cause del mal animo di Teodorico contro gl'italiani cattolici. La prima opiuione non potrebbe stabilirsi su alcun fondamento, giac- chc sarebbe assurdo il supporre che Teodorico avesse mandate a Costan- tinopoli il papa, sapendolo alFatto avverso alle domande, che esso voleva proporre. Percio tutli gli storici concordano neHaflermare , che Teodo- rico commettesse a Giovanni di chiedere la restituzione delle chiese aali 36 NOTIZIE SULLA VITA DI SEVERINO D0E7.IO ECC. ariani. Soltanlo alcuui narrano, chc egli faccsse lutlo in contrario. Ma questa oj)iuione jianni vittoriosameiitc confutata ilai Bollandisli , i quali I'iferiscouo le tesliniouiaiize di Teofane , e di Anastasio. Essi chiainano poi la lettera di Giovauni insulsa finKionc. Alia quale senteuza noii snra difllcile laderirc quando si consider!, die ci j)ervenne da c[iiell' Isitloro taiito fauiigeralo fabbricatore di documenti ajjocrifi. In ordiiie alia prima condai\ua di Boezio , si dubila so nel frattempo ira la prima disgrazia, e la morte cgli fosse tenuto in esilio, ovvero raccliiuso in carcere. L'anonimo dice in custodia habebalur , locuzione questa , die piio egualmenle intendersi di chi fosse racchiuso in carcere, o di clii fosse guardalo dai custodi seuza essere nel resto private della Ubei'ta. « fyXxxfl et carcerein signiflcat, et tpii ilium custodiunt, quae Roma- » nis custodia dicitur: et ad has duas noliones pertinent loculiones; » custodia militai'is. Militibus euim plerumque rei credebantur, et com- 1) mittebantur nisi grave esset crimen propterquod carcere claudi de- » berent, ut probant 1. lo. dig. ex quibits causis mai. in int. rest.\. f. » 1. 3. 1. 12 dc custodia feoi'um. Plln. 1. V. cp. ad Traianuin 3o. » Brissonnius dc verb. sign. V." Custodia. Che dove l'anonimo discorre di Boezio, il vocabolo custodia debba intendersi anzi della guardia, die gU si faccva nel suo esdio, che dello stare rinchiuso in carcere, parrai si chiarisca da queste parole di Boezio medesimo nella prosa terza del libro primo Dc consolatione. « Et quid inquam tu in hac exilii nostri soli- » tudine o omnium magistra virtutum supero cardine delapsa venisti? n. II Tiraboschi e di diversa sentenza, e per dimostrare che Boezio fosse sostenuto in car-cere si fonda su questi versi del Carme II. in cui egli dice pai'lando di se : Nunc iacel effeto luraine mentis, El pressus gravibus colla catcnis, Dcclivemque gerens pondere vullum , Cogltur, heu , stolidam cernere terrain. A me pare che queste parole debbano intendersi in senso allegorico ; e inc ne persuade il complesso di questa poesia in cui si accenna piut- tosto alia depressione dello spirito, che noii alia pena che sostcncva Boezio. Finalmente, da dii attenda alle parole deH'anonimo , uon credo die il nn. CAV. f.Ani.o bok. 424. suiv. (4) Memoires de rAcademie des Inscriptions et Dellcs-Lcttros , lom. XX. p. AUCTORE SPIRITU FOSSATI. 4 ' Tlieoileberlo Fi-ancoi-um regi illius doaiiuium confirmavit, ne ab ipsis (in quo taincii cum tjuoqce fefellit consilium) iii hello ilalLco tuibaretur. Ev CO tempore Franci Massiliae lotiuscpie raariliinae orae potiti sunt; ac tunc primuin , nt tratlit Procopius , Franconim icges auieos nummos cuderunt e gallicis mctallis non Roinanorum imperatoris, ut mos eousque fuerat, sed suo nomine iusignitos: cum. olim, ut ipse prosequitur histo- ricus, nnlli b.arbarorum aureos niimmos sua efligie cuderc liceret, ita uC huiusmodi nuuuni, si quis forte cudisset, ab ipsis barbaris non rccipe- rentur (i). Ilaec acta sunt anno dxlviit. S. Procopii testimonium infirmare mulli conati sunt; ncc tamen contra probatissimae fidei historiciim quidpiam certi attiderunt. Sane niiUi su- persunt aurci nummi , qui Fi'.TJicoruni regibus ante id tcmpus certo ad- scribantur, uti e converso diu eliam post Gallias a Francis perdomitas satis constat nummos ibidem Romanorum.imperatorum efligie cusos [§ 3]. E\ tpiibus apparet in Galliis, uti in ceteris romani imperii provinciis, quae in ditionem Germanorum cesserunt , romanae monetae iamdiu om- nibus cognitae usum non exolcvisse sub autiquioribus primae stirpis re- gibus, ita ut priscis temporibiiis ii tantum aurei nummi in Galliis re- cepli fuerint, qui sub postremis imperatoribus usu A'enerant. 0. Extremis romani imperii et primis monarchiae Francorum tempo- ribus duos in Galliis aureos nummos reperimus, foZiVMW, qui slmpliciter quoque aureus dicebatur, et trientes, qxiorum tres aui'eum efliciebant. Synonimam esse aurei et solicli appellationera constat ex Gi-egorio Tu- ronensi tradente Cliilpericura , Chlodovei patrcm, cum a suis pelleretur, aureum divisisse, et unam quidem partem secum detulisse, alteram tra-. didisse amico ; qui dein, pacatis Francorum animis, nimtios ad Chilperi- cum misit cum parte divlsi solidi, quo indicio ille se tuto regredi posse cognosceret. Ex eodem etiam loco dignoscimus solidum sen aureum Te- rum nummum fuissc (nionnaie effective), non aulem co nomine tantum certam pecuniae quantitatem designari ( monnaie nominale ) , cum solidus tesserae modo in duas partes sectus dicatur (a). Trientem quoque veram (1) Procopii do belli* gollliico , lib. UI. cnp. 33: » Kxt a;r* olvtov o't rspuAvoJv a.pyov7i^^ MxnaXiav tctcov (Paixaiosv dTtoixixv, xal ^ifiiravTix ri ir.i6oi}.i.33ia. xcjfi'a ix'*- 6aXaa(Sn -STtig ixtiyti exfi.T«aov. xx'i vOv xafliovrai fiiv cv 77) Jptka.Ta> t'ov izTiecixiy ayaiva iidyieioi. yifua^Ss j^yffoOv £x Tojv £v /"aXAoig nsraXXtov njjioiHvrai. ov ToD Pafiaiav ayroxpa-ofix; ( fi^Tff siBistm) ^ccpoxrn^ix ivSificyn to5 ffrarit/ii Tovrcu rnv ffmfr/fav ovrsiv cixova. «. (i) n (Jans etiam sigoura qaando redire possil in palriamj id est dtvisenint aimal uuaua Serie II. Tom. V. 6 4l DE RATIOSE NUMMORUM, PONDERUM ET MENSURARUM ETC. monctam fiiisse cognoscimus e duobus eiusdem Gregorii locls (i), in quihus tainen , iil vulgo apiul illius aevi scriptores, <^7rt«^ pro i/'/ewte appellatur. NounuUi aiircis Romaiionun ct Franconim iiumniis ctiam scinissem ad- immerant : et sane sub Alexandre Severo cusos Romae semisses constat (a) ; quorum tamen alia tunc aestitnalio fuit. Sed recentioribus temporibus uullos liuiusuiodi nuniinos apud Romanos reperimus; apud Francos au- tcui uuus , quod sciaui, profcrlur a Le-Blanc (3), scd non adnotato pon- derc, ut forte nonnisi pro solido iniusti pondcris atque etiam vctustatc detrito habendus sit. 7. Quod e veterum tcstimonio tradidimus vcrum numisma fuisse so- lidum et tricntein , id superslitibus eiusmodi nummis omiiino firmatur. De ipso autcm solidorum pondere gravis, maximique momenti disputatio est. Singuli i-omanl solidi extremis imperii temporibus vulgo traduntur aequassc grana hodierna (poid de marc) 85 -^ , atque ideo singulos Irientes fuisse granorum 28 —; libram autem, cum ea pondus "72 solidorum aequaverit [§ 10. lib. 2.°] , granorum 61 44- ^erum cum plurimi supersint aurei Romanorum nuTiimi, eorum sujira centum ad pondus hodiernum accurate perpensis comperimus tenuius fuisse solidi , atque ideo irienlis et librae pondus, ut sequens tabida demonstrat exhibens indicem num- uiorum aureorum a Conslantio ad lustinianum, qui extant in musaeo Lavv Regiae scieiiliarum Taurinensis Academiae , et in musaeo Regii Taurincnsis Athenaei (4). • aureum^ ot un;im quidem parlem sccum delulit Childericua, atiam voro amicus cius rctinuit .. . » amicus ille iidelis, pacatis occuUe Francis, nuncios ad Cbiidericum cum parto ilia divisi solidi, * quam retinucrat , miltit )> Hist. II. 13. (1) " Dcvolus unura triaittem merccdis intuitu detulit, quem custos loci coUcclum fralrihus )• occuttarc non mctait ... ait cum sacramcnto; I'er hunc sanctum locum ot \irtutes domni Mar- » tini, quia Lie amplius non venit ([iKun uniis argcitli-us . . . trianlcm ilhini, qucra paupcrcs re- w qiiirebani, poriuravi ». De mirac. S. Martini lib. 1. cap. 31. « Ij^itur de bnc ^/'I'a/ifc vinum com- >• parat, admixtisquc aquis itcrum per artjeitteos venumdans, diiplat pecuniam. Hoc itcrum atque J- itcrum agit, el tam diu turpis lucri sectator est fuctus, ustpicquo ceulum svlidos de hoc tiiarttt - lucraretur ». Dc Gloria confess, cap. 119. (3) Larapridius in Alexandre Severo. cap. 39. (3) Lc-Blanc op. cit. p. 17. (i) Numeri 2. 6. 1-2. 15. IG. 17. 24. 2G. 27, 31. 3-4. 37. 40. 43. 45. 40. 4!). 50. 52. 54. 57. 59. 62. 63. frl. G5. 71. 72. 74. 77. 78. 70. 80. 82. 83. 85. 8G. 89. 90. 92. 93. 91. 95. 9«. 97. 100. 101. 102. 103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110. 111. 112. 113. tli. 115. 116 exlanl in Musaeo Re^'ii Tauriaeosis Athcoaei ; ccleri iu Musaeo Lavy Uegiac scientiarum Taurineasis Acadeuii^c. AUCTonc spiniTu fossati. •I J Trirnlpii. Solidi, Coiislans 8^ Coiistaiiliiu 85 - 84 Vetranius ^g 5 Magnenlius 85 - 84 Decenlius ^4 - 38 ConslaiUius Gallius 84 10 — 84 Tiiliaiius 83 -8-L lovianiis 8i Valeiitinianus Sciiiur 83 1 5 — -. (opdme sei-\'alits J 84 — (leviter tcvebratus J 83 — 84 — 8i — 8o 20 82 — 28 N alens -6 76 — ( terebratus ) 81 25 80 — (bene seivatus ) 83 I'rocopius (terebratus et puruniper cjcesus J 80 Graliamis 83 — 84 3o — 83 Valentinianus II 83 — 82 — 83 44 DE HATIONE NUMMORDM, PONDERUM ET MEKSURARUM 35 Theodosiiis Mannus o o 02 40 Magnus Maxiimis tiigenius A re ad ills 45 _ 5o Eudocia Ilonorius — ( jHuuin cxesus Placiilia (loiistanfiuus II [ '>') Tlicodosius iunior — C terebratus ct cactus J — ( exesus ) ETC. Tricnics. Soliili I 2 82 83 - 25 83 C bene se/valiis ) _r 70 84 I 82 84 82 28 28 28 ffuxruin rxnstis) ^(; 82 79 83 83 84 84 83 83 80 82 -L 77 82 83 Ai'CTonF. spiRiTU rossATi. 45 Tricntci. Solidi, Theotlosius iuiiior 83 — 8a ICmlovia 83 ^o iohaiincs 84 — 28 Valentinianiis III 83 — 2 ;5 I'clroiilus Ma\iinus Olybrius 28 79 Marciamis 83 — 83 — 37 Pidchcria 27 — ' 2 80 Avilus 83 — f optima scivalits ) 81 Leo 81 — 83 — 83 85 — 2-. - ' 2 Maioranus 84 — 3 — 83 Libiiis Sevei'us 83 — 27 <■)') Anlhcniins 83 — 82 2G r ^'2 Gliccrius 28 c)5 Zeno 82 — 83 — 83 4§ DE HATIONE NUMMOnUM, PONDF.nUM F.T Mr.NSI^nAntM r.TC. Tricntci. Solidi. Zeuo 8 I — &i lOo — 37 Nepos 37 Rasilisciis 37 Aiiaslasius 82 — { bene servatus J 83 - I ()5 — 33 — ■ 37 36 i 3 lustinus I 83 - 2 — (terebratus et paruinper excsns ) 81 I 100 — • an - ' 3 Iiislinianus (terebratus et exesusj 76 — — 83 — f optima servatiisj 38 — (paruinper exesusj 37 - ii5 — 36 I — 37 - 9. E tribus et octoginla igitiu- solidts uullus excedit pondus granoruiii 85 ; UUU5 est granorum 84 - ; tredeciui sunt granorum 84 ; qualtuor sunt granoruiii 83 - ; viginticjpiinque sunt gi'anoruiii 83 ; duo sunt granorum 8a -; duodecim sunt granorum 82; novem sunt granorum 81; quattuor sunt gi-anonini 80 ; tres sunt granorum 79; unus est granorum 78 - ; AUCTORE SriRlTU FOSSATI. 4? unus granorum "yj; duo sunt graiiorum 76; unus est granoruin -jS - ; unus granorum ^5 ; unus denique granorum 'j^. E Irienlibus triginta tribus Dullus cxceclit pondus granorum 28 ; decern sunt granorum 38 ; I septem sunt granorum 2^ — ; novem sunt granorum a'j ; unus est gra- norum 26 -; quattuor smit granorum 36; unus est granoiiim 25; unus granorum 23. 10. Sed iam in ipso disputalionis limine quaeslio occurrit, cognito plurium eiusdem generis vclerum nummorum vario pondere, quaenam ratio Icnenda sit in legitimo cuiuscpie nuuimi pondere conslitucndo. Qui- dam scilicet ralionein pelciidani cciisent a nummis, quorum maximum pondus est, quantumvis ii pauci sinl: cum facile nummus sive principis sive monelariorum culpa infra legilimum pondus saepe cudatur; non autcm aetpio graviores nummos, praesertim aureos, sive princeps sive monelarius emillat. Alii e gravioribus quidem nummis ralionem pelendanx- cxistimant, si lauien eorum sat maguus numerus sit; si vero unus aixt alter hoc pondus exrcdat, oorum rationem liabcndam non esse, cum huiusmodi error diflicilis quidem sit, nee facile praesumcndus, nonnulla tauieu excmpla occurrcre possint, praesertim si onmiuo lenuem dicamus in paucis hisce nummis excessum. Alii ex omnibus sum prorsus aequet prloris divislonis quo- tientem : nccessario fiat ut ex omnium nummorum ponJcre simul sumplo ac clciu per corumdem numcrum diviso aliud jioudus pro le(;ilimo pro- deal; ul sic iiiliil cerli unquuiii ex hac iiietliodo staUii jiossil, cum iuxU numerum collatorum nummorum hoc ipsum iu incerto haereat necesse sit , quod pro medio nummorum omnium pouderc liabcndum est. Eodcm pcrtinet quod iuxla hanc melhodum singularum nummi parlium et in- legri nummi j)oiidus vix fieri jiolcst , ut inter so eaui rationcm seiTct, quam ipsa parlium indoles, ct integri nummi divisio exigit. Sic,ex. gr. fieri vix potest ut solidis ac trienlibus pluribus iu examen vocalis, om- nium solidorum pondus per numerum solidorum divisum ( quod unius solidl j)ondus repracsenlare Iradilur) , ac dein iu Ires partes subdivisum respondeat ponderi Irienlium , quod crnilur e diviso eadcm methodo tricntium in examen vocalorum pondcre per eorum numennn. i5. Quae Iradidimus collatorum a nol)is solidorum cl Irienlium exemplo lirmanda sunt. Trium et octoginla soliilorum a nobis in examen pelilo- j'um pondus simul sumptum est granorum 68o5 — ; mediam rationem i65 ineundo singulorum solidorum pondus esset granorum 8i -7^; idem numerus per tres divisus dabit singulorum trientium pondus grauoriun 55 2'j —^7. ■ E converso trium et triginta trientium pondus simul sumptum est granoi'um SgS , quo per trientium numerum diviso, singulorum tri- entium pondus erit granorum 27 „„ ; idem numerus per tres multipH- 2 catus dabit singulorum solidorum pondus granorum 8 r — . — Si e solidis , quos in examen vocavimus , vcl unus ille facili casu defuissct , cuius pondus est granorum 74 > reliquorum solidorum pondus simul sumptum esset granorum G'j3 1 - ; singulorum aulem solidorum pondus, ,5 inita ralione , ascenderet ad grana 82 —r-, ; al(pie idem fere dicendujn si cjuolibct alio e pauois, qui leviores sunt , solidis forte caruisscmus. E converso ubi defuisset unus c duobus solidis , quorum pondus asceudit ad grana 85 , omnium solidorum pondus simul sumptum esset granorum Sehie II. Tom. V. . 7 5o TE nATlONE NUMMORUM, PONDERliM ET MENSURARUM ETC. 6720 -, singulorum autcm solidonim pondus descenderet ad grana 81 -^ . Pari ratione si e trienlibiis, (pios contidiimis , defuisset unus ille, cuius pondus est granorum tantuui 22 , reliquoruin trientium ])ondus simul sumptuui csset gi-anorum 87 1 , singulorum aulem trientium pondus di- cendum esset granorum 27 J- ; quo per tres multiplicato , singulorum solidorura pondus esset granorum 81^: contra si unus defuisset e tri- entibus , quorum pondus est granorum 28 , reliquoi'uin pondus esset gi'anorum 865, singulorum autem trientium 27 5- ; quo per tres mul- 3 tiplicato , singidorum solidorum pondus fit granorum 81 5- • Cum igitur diversi prorsus numeri prodeant , si computatio a solidis ac si a trientibus desumatur , tum uno tantum plus minusve in examen vocato nummo, patet imiversam hanc ponderis statucndi rationem ancipitem esse atque in incerlo nutare. 16. Verum non ancipitem modo ct incertam, sed et falsam esse pro- bat quod nuper tradidimus [ § 1 3 ] , in veteribus nummis , qui iiostris temporibus in examen voccntur, neccssario frcqucntiorem ct graviorem defectum quam excessum in pondere : hac aulem recepla conipulaiidi ralionc contrarium plcrum462- Nam cum sex et viginti, ut dixi- mus, solidi sint granorum 83, (juatluor tamen sunt granomm 83 -, (1) ■■ Nullus solidnm integri ponderis calumniosno inipiohalionis olilonlu rcrusct ... Mainrani NoTcUar. tit. I. (in edit. Bcrol. nov. 9J ) § 1 1. — llacc novella in Bre>iariuni i|no<{uc rccepla i-sl (S) C. 1. Cod. Th. Si quia solidi circulum citcriorcm incident (IX. Ji); in Brcviarium quoqiie rccepla. 5* DE RATIONS NUMMORTAI , PONDEHl'M ET MENSURAHUM ETC. tredecira autem granoiiim 84 • Qiiotl pondns vix ties niiuiini paruinpcr exceilunl ; (jui error iileo vel slalerac vilio vol nioiielarioniin incuriac librain in solidos scraut'uiin , Iribuendiis est. Tricnlis ic'ilur pondus erit granonun 28 , qiiod sane pondus e tribus et triginta trlcntibus quos reccnsuimus snperius, plerique exhibent, ct iUi, ut nullus hoc pon- dus excedat , vix sopleni aulem sint 2'^ granis leviorcs. 20. lanivero ex allala [ § 8 ] aureoruin nunmiorum scrie apparet tolo hoc tempore , sen a Constautio ad luslinianiim mutalum non fuisse au- reoruin pondus. Quamvis enim quorumdain iinperatorum ])auci quidam, licet bene sorvali, leviorcs extent numini, cnni eorumdem iinperatorum alii extent ad legilimum modura exacti, patct non inutatum fuisse legi- timum solidi pondus , sed defectum vel i|>sis principibus esse Iribuen- dum, qui probrosa hac arte aerarium augere studuerint, vel monelariis, qui hand inlegra fide nnmus exercuerint , vel denique falsariis et clan- destinae monetae confcctoribus , quorum ingens numerus fuit labentis imperii tcmporibus. 21. Cognito aurei pondere, ut statuamus qnot hodiemis nummis eius pretium respondeat , definiendum est quae illis temporibus fuerit auri ad argcntum pi-oportio. Arcadii lege anni cccxcvii concessnm est ut in solvendis tribnlis pro argento aumm solvcretnr, ita nt ]iro singulis Ivbris argenti quini aurei solidi penderentm-. Cmn in auri libra , ut suo loco videbimus [§ 10, lib. 2], fuerint extremis romani imperil temporibus 5 . solidi duo et septuaglnta , crunl — , librae auri eiusdem pretii ac libra 72 una argenti , seu libra una auri aequabit libras argenti cjuattuordecim cuni duabus quintis librae, sive, quod idem est, erit proportio auri ad argentum ut I ad 1 4 -p- Haeclexnon modo in Tlieodosianum, sed etiam in lustinia- neum codicem recepta est(i): ex quo apparet adhucsaeculo vi camdem fuisse auri ad argentum proporlionem. A qua idcirco aestimandi solidi rationem petemus ad ea usque tcuipora , quibus mutaliones a Carolingiis in re monelaria inveclae auri pretium aliquantuui niinuerunt. 22. Dubiam facit banc a\iri ad argentum proportionem in Galliis Ma- (1) C. 1. C. Th. Dc arponii prolio quod tlicsauris infcrliir ( XIIT. S); scu C. I. C. I. cod. ( X. 18 ). AUCTORE SPIRITU FOSSATI. 53 iorani lex c\ qua compcrimus gallici solidi aurum fuisse « miiiore acsli- » malionc taxatuin » (i) ; cui consenlit vctiis quidain aiiclor(2), apiul qucm auriiin gallicum oppouilur obryziaco scu piiriori. Sic eliam po- slreiiiis vi saeculi aniiis gallicauorum soliiloriiin , lainquani pcculiaris cu- iuspiain inoriclae , cuius alia esset aesliinalio ac rcliquorum solidorum , mcininit Grcgorins Magnus (3). Venim cuui ^laioiani k-x ad Praefertuni I'raclorio Ilaliac data sil, paid cliani in Ilalia rcceplos fuisse gallicanos solidos , quainvis ininore aesUinatione laxarenlur. Ex alio praclerea Gre- gorii Magni loco romperiinus, extra Gallias quidem niinorem fuisse aurei gallici aestiinalionem , sed in Galliis codein ac celeros solidos prclio re- ceplos fuisse. luhct enim iit gallicani solidi , fpii ex romanae ecclcsiae possessionibus e Galliis Romam mitli consueveranl , et qui, cum ininore aesliinatione taxarenlur , sine dauino in Italia expendi noa potuissenl , in Gallia ulililer expendcrcntur (/|). Praeterca liaec non de omnibus forte solidis in (lallia cusis inlelligenda sunt , sed de iis tautum qui sub non- nuUis Francorum rcgibus cusi essent: nam iam Grcgorii Magni tempo- ribus non amplius iusti pendens ain-ei in Galliis cudebantur. Sic iatn uno ferine ante Gregoriiun saeculo in Addilamento secundo Icgis Biu"- g\nulionun» improbatos \idemus solidos Valentinianos ( forte sub Valen- tiniani nomine poslmodum in Galliis cusi ) GenM-enses , Gotthicos inde a tempore Alarici cusos , et Ardaricanos (5). Quin etiam cum Arcadii conslilutio , qua pro singulis libris argcnti quinos aurcos pendendi fa- cultas permissa est, post edi turn Tlicodosianum Codirem eliam in Galliis vim legis obtinuerit , palct ibi quoquc camdeui fuisse auri ad argenlum proporlionem ; adeo ut, si mixli non autcm ex jiuro auro nummi cude- renlur , idco factum fuerit, quod gravius in Galliis fueril auri pretium: undc necessiirio evcnit , ut nonnisi extra Gallias ii solidi n-.inore taxa- tione aestimarentur. Ilinc slalui potest gallicanos solidos legitimes ju'iscis temporibus in Galliis eodem prctio ac ceteros fuisse aestimatos , alquc ideo earn retincndam esse auri ad argentum proportionem , quam supra (1) Maioraui Novel, til. 1. (in edit. Bcrnl. Nov. 9J ) 5 14. (2) Veins auolor itc Urinij, pag. 31 (edit. Morelli ). (3) r.rrgnrii Jl^.yni Epp. lib. 111. (4) Ibid. lib. VI. (5) Legis Durgundiouum Additamtnliim II. cap 6 ( Georgisrb, Corpus lur. German. Aiiliq pag. 406). 34 DE RATIOSE NUMMOHUM, PONDERUM ET MENSI'RARUM KTC. proposuinius , et quae publica lege eliam in Galliis consliluta fiicral. 25. Cum igilur, ut supra probaviinus [§ ig ] , siiiguloruin solidorum (tonilus fuerit graiiorum 84, seu grammatuin 4>4^2, cuiusque solitli pretiuin 2 2 ill argoiUo fuit granoruin 8/(X'4'?j sen gi'ammatmn 4)4*^'6X'4r i ^^' (pic idi'o siiiguloruin soUilorura pretium respondet pi'dio argenti grano- 3 rum taoi")-, seu grammatum 64,24704- Mille aulcm argenli grammata amio MDCCCxxwn veniebant hodiernis nummis 222,22 (i). Unde pro- portione instiuita 1000:232,22 : ■.64)247o4:.x , habebimus pro cuiusque solidi prelio extremis roinani imperii temporibus nummos liodiernos 14,277, pro singulis autem tricntibus nummos hodiernos 4;7^9- Eodem modo pro[)ortionc iiislituta pretiuin singularum librarum aiu'i apud Ro- manos dicendum est nummorum hodiernorum io28,o35. 2i. Cum ab initio qui a Francorum regibus cusi sunt aurei numnii ita ad romanorum aureoriun imaginem exacti sint , nt ipsam etiam I'o- manorum imperatorum efligiem et nomina exhibeant [ §§ 2, 3]; quin imo diu adhuc qui a Romanis cusi fuerant aurei nummi in Galliis pro legitimis recepti fuerint: ea omnia quae de aureis eorumqxie pretio ex- tremis romani imperii temporibus tradidimus, de iisdem etiam sub an- liquioribus primae stirpis regibus dicenda sunt. Scd et postquam ad suam imaginem et suo nomine [§ 4] nummos cudere coeperunt Fran- corum reges , ex paucis , qui supersunt , antiquioruni i-egum nummis comperiinus idem eos servasse aurei pondus. E solidis enim Tlicodeberti, cum quo mcnioratam pactionem iniit lustinianus , imus est granorum 83 -, nnus granorum 83, unus granorum 82, unus denique nonnisi gi'anorum 79 (2), quem ad recentiorem Theodebertnm refero [§27]; (juattuor autem qui supersunt eiusdcm regis tricntes sunt granorum 28 (3) , solidos 84 gi'anorum expriraentes. Exlat praeterea sine regis nomine (I) Annuairc (tu Bureau des iMngituiles , iS37.p. 56; Gut'rard^ Du stjst'emc monttairc ites Francs , jou.t Ui deux premieres races; Douzieme Prnposition (Revue de la Aumismatif/ue Francaise , an fS37. p. 42gJ. (i) Guerard, I. c. Seconde Proposition (Revue, etc, 4837. p. 411). (3) E. Carlier; Lettres sur VHisloire moneluirc de France, I-'Il (Revue, cic IS39. 427 J. AUCTORE SPIftITU FOSSATI. 55 Iriens iinus raerovingicus granorum 29- (i) ; alter granorum 27 (2); alter dcnique adhuc granorum 16 - , quamvis ])aruinper exesus, serva- tiir ill Musaeo Numisinatico Lavy Kegiae Scicntiarum Taurinensis Aca- (lemiac. llorum superslilum numii;orum aucloritali addenduin tcsliino- niiiiu Lc-Blanc , qui ])ar jiondus fuisse asserit aureorum roinanoruin el eoruui , (Ror. Franc. Script. III. 55 1}. Go DE RATIONE NUMMOnUM, PONDERUM ET MENSURARUM ETC. 34. Cum nides et suae artis imperiti plerumqiie esscnt monelarii, prout eiiis tcniporis immmi ccrlo demonslrant , nccessarlo fiebat , ut saepe niaiorc cpiuin nunc sumpln , ac diulunio magis labore opus csset ut aurura purgaretur , turn maxime ul in nummos iterum redigeretur: oc- casio ipsa suadcbat , ut e\ ipsis nummis , (pii cudebanlur, desuineretur inerrcs fornacis , cuneorum , totins opcrae , quae a monctario impende- balur. Quin inio cum lerc omnes numnii rcgum nomina praeferenles iam pristine ponderc longe leviores sint [ § 26 ] , patet non tunc demum fieri coeptum esse, cum fisci rcgii in privatorum manus pervenerunt, sed iam ipsos reges civilibus bellis saepc ad pecuniae neccssitatem re- dactos, aurcorum pondus miiniissc. Quaproptcr si qui sive romani sive priorum regum nummi in monetariornm manus incidisscnt, ii procul dubio prae ceteris imminuto pondere aut adulterato aiu'o recudebantur. Hinc eliam apparet de aurcorum pondere et qualilale, qui monetariis debentur, ex ipso nummorum pondere vix quidpiam certi statui posse , cum pro singulornm monetariorum aut corum, quibus suberant, avidi- tate nummi corrumperentur; ita dumtaxat ne infra eum modiim descen- derent, ut in commercio non reciperentur. 35. Quod tamen ex ipso nummorvim pondere baud ita certe definiri potest, certo statnetur si aUquo argmnento raitionem recentiorum aurco- rum ad aureos Romanorum deGnire possimus. Sigibcrti solidus, tpiem vir clarissimus Cartier edidit (i), in parte aversa jiracfert notas xxi; idemcpie numerus legiSur in aho soilndo> a Gundebaldo Massiliae euso (2). Idem Girlicr tradit Irientes ferme triginta ipsi cognitos esse, distinctos numero vii. ^'el priino intuitu neminera fugit eamdem esse ralionem trientis ad solidum, ac 'j ad 21 ; quapropter dubitari nequit cpiin iis numeris portio aliquota sive ponderis sive aestimationis solidi et trientis signiflcetur. Ad aeslimalionem in francicos nummos haec referri non posse cvidens est; nulla enim est divisio solidi in denarios , aut si quae alia sub Francis viguit, quae hue aplari possit. Superest igitur ul huius- modi notas de pondere intelligamus. 36. Sub Romanis extremis imperii temporibus solidus dividebatur in siliquas vigintiqviattuor, atfpie ideo triens in siliquas octo. Sane notas viii (I) Cartier, Lettrcs sur Vllisloire moni'lairc de France, Ut, VII (Revue etc. fS39. 424 J. (3) Ibid. p. 435. AUCTORE SPIRITU FOSSATI. 6l duobus Uienlibus inscriplas rcperit idem Carlier; silupia autem ponderis nomcti est (i), nee nisi sequiorc tempore, quod vicesima quarta pars solidi cssct, sen solidns aequarol poiulus siliqunrum viginliqualtuor ad cerium pretium, sen ad quartam ct viccsimam solidi partem significan- dam siliqua translata est (2). Forlasse dicet tpiis numero vui duobus , quos diximus, trientibus inscripto, significare monelarium \oluissc trientis pondiis esse siliqaannn oclo, sen trientem esse ad roni:niorum Irientium pondus exactum , sivc verum id cssel, sive hoc edixisset, quo facilius cos, qui monetam acciperent, in errorem induccret. Milii tamen magis arridet sententia numeinim viu in allatis ti'ientibiis , tum numenmi vi in aliis duo- bus trientibus, quorum parilcr meminit Cartier (3), facili monclariorum errori triliuendura. Nolas autem vii ct xxi ])larimis merovingicis aureis inscriptas significare existimaverim cos trientes habuisse siliquas vu, so- lidos autem sirK[uas xxi. 37. Cum solidorum romanorum pondus fuerit granoriun 84, siliquam, seu —. solidi, fuisse oportuit granorum 3 - . Quod si ex allatis nummis legitimum solidi pondus sub Merovingiis fuisse dicamus siliquarum 2 1 , trientis autem silicjuarum 'j , erit solidus aequale granis 3 - X 2 1 ^ granis ^3 — , seu grammatibus 3,8706 ; tricns autem aequale granis 3 -X7^ granis 24 -, seu gi'ammatibus 1,2902. Quod si ea, quam exhibuimus coniectura pondere etiam superstitum cius aevi nummoruni firmelur, de vera solidi aeslimalione sub postremis primae stirpis rcgibus vix uUa superessc diccnda est dubitatio. Omnium igitur nummorum au- reorura catalogum exhibebimus , qui monetariis debcntur, et quorum pondus nobis cognitum est, ul inde eruere possimus cpiodnam plerumtjue horum nummorum pondus et vera aeslimatio dicenda sit : (jua in ro iterum (I) Cf. Forccllini Lexicon V. Sil'xpia 5 8. Idem probal Isidorus: « 5i7iyu(i vicesima i|iinrla pars » solidi est ah arboris stmim vocahnlum tennis » (Ori|;. XVI. cap. 21 ). Adde GloMrriiim Lalino- Gatlicum o MS. S. Gcrmanij « SiUifua, un arbrc portant fruite profilaUle ii poiircrau, oo ce " fruil, «u no pois, la nxiiil parlio d'un soil » ( ndaluni in Cnn;;ii ril<>ss.irio V. SiViywu ). (S) Theodosii ( vcrius Valenliniani ) Nov. til. 51 (in cd. Berol. .Nov. XXXV), § I ; c. JG C.J. De usuris ( IV. 3i ); Cassiod. Variar. lib. II. cp. 95; Grcgorii .M. lib. I. ep. 4J. lib. IX. cp. 14. (3) Heme ttc (839. p. 425 6a DE RATIONE NUMMORUM, PONDERUM ET MENSCRAJKDM ETC. (lolcnclum eos, qui veteres nummos ediderunt, tarn raro corum pondus adnotasse. 37. >'uninii I (auri puri. Parumper exesusj 1 (auri puri. Optime servatusj I (auri puri) I (auri puri) I (optime servatus ) 1 (auri puri) I (auri puri) I (auri puri) 3 (auri puri) I (auri puri. Parumper exesus) '7 I (auri puri) I (auri puri) grnnorum 27 (0 26 1 (2) 26 (3) 26 (4) 25 ^ (5) 25 abund, 25 (7) 25 (8) A ^ (9) 24 (10) 24 (II) 24 (12) 24 Ci3) (6) 23 - (.4) 23 (i5) (I) Gue'rard, Du systems etc. sec. prop. (Revue etc. iS37. 4H ). (J) Id Musaco Lavj' R. Scientiarum Taurinensis Academiae. (3) F. dc Sauliy. Monnaies Merovingiennes in^dites (Revue etc. tSSS. 266) (4) In Musaco Lairy etc. (3) F. dc .Stiulcy etc. (ibid. 269 J. (6) Gudrard etc. (ibid J. (7) Ibid. (8) F. de Saulcy etc. (Ibid. 268 ). (9) Ibid. 270. (10) In Musaco Lavy etc. (II) F. de Smhy etc. (Ibid. 372. 27i ). (li) Ibid. 270. (13) Guerard etc. (ibid J. (M) In Musaco Lavy etc. (15) Ibid. AUCTORE SPJRITU FOSSATI. ' 63 Nummi 5 I fauj'i pari. Optime servatus ) i) I I ( aiiri minus purl J granorom 23 (0 22 (=) 22 (3) 21 (4) 21 (5) 20 (6) Numm. 5 1 Varia pondera i3 39. Notatu tlignum est nuUuni esse monetariorvim soliiluni , seel solidis francicis omnibus qui supersunt, iiomina rcguin iiisciipta esse. E trien- tibus autem , quos recensuimus , unus est granorura 27 j uinis 26 - ; duo sunt granorum 26 ; unus granorum 25 - ; tres sunt granorum 25 ; unus est granorum 24 -; viginti duo sunt granorum 24; unus grano- rum 28 -; sex sunt granorum 23; decern sunt granorum 22; duo sunt granorum 21 ; unus est granorum 20. Pondus omnium frequentissimum est granorum 24; hoc pondus nonnisi novem trientes excedunt; reliqui Tigmti infi'a ipsum consistunt. 40. Cum legitimum trientis pondus fuerit granorum 28 ^ et imminutio sumptibus , qui in cudenda moneta impenderentur , necnon cupiditati monctariorum , ccterorumque magislratuum tribuenda sit , satis patet imminuto etiam poudere veterem Irientis aestimationem non fuisse mu- tatam. Plinc quo fl-aus minus oculos pereelleret oportuit non uno lem- poris puneto imminutionem fieri, sed ])er giadus cos infra legitimum pondus descendcrc. Cum praeterca Frauciae regno in plures partes ple- rumque disccrpto , necessario cvcnerit ut non pari gradu hacc imminu- ( 1 ) Gucrnrd. etc. ( ibid. ) (9) F. lie Saulty etc. (ibid. 27S ). (3) Gutrard etc. ( ibid. ). (4) Ibid. (5) F. de Saulcy etc. (ibid. 17S J. (6) Gu/rard etc. (ibid). 64 DE n.VTIONE NUMMORUM, PONDEUUM ET MENSUnARUM ETC. tio induccretur iu singulis regni partibus , (jwamvis iisdem causis ubicpie deberehir: huic tcmpori , quo noiuhun ccrta rcgula in imminutionc solidi sivc lege sivc consuctuinue rcccpla fuerat , rclcro graviorcs illos varii prorsus inter sc ponderis trientes , nee legilimum nee usu adhuc reccptum pondus exhibentcs; cpiorum idcirco in aureoium aeslinialione nulla ratio hahcri potest. Idem de numiinis diccndum est, qui infra ce- teroruni pondus niagis dcscendunt [ § 1 3 ] ; ii cnim aul vetustate de- Irili sunt , aut iani alj initio miuoris ponderis cusi sunt ab ipso inone- tario , qui dolo maiorem aequo lucrum ex opera sua capere studeret. Cum autcni plcrosque ex iis , qnos descripsimus, nummos tcnuem saltern sui ponderis partem amisisse satis pateat , apparet trientium pondus sub postremis pi'imae stirpis regibus recte a nobis statutum ftiisse grano- rum 24 - [§ 37 ]. 41. Cum, lit supra notavimus, ex ipsa trientis aestimatione monetarii raerces dcsumeretur , ila ut ea nunimi usualc idenupie legitinium pre- tium augei-et [ § 28 ] , patet in iis aestimandis divcrsam ac supra fe- cimus ineundam esse rationem, sou dcfiniendum cuinam pondei'i argcnti nostris tcmporibus ii numini reapse respondeant , idest quodnam fuerit metalli pretium; tuni statuendum pro quonam axgenti pondere tunc re- ciperentur, scu prctio ani-i adiicieuda monetarii merces et lucrum, quod sive rex sive ecclcsia sivc privatus , cui monetae ius erat , ex eodem nummo captabat. Quantum mercedis nomine et sumptuum ante Pippini legem [ § 28 ] monetario cederet , incertum est ; hoc unum constat , cum Pippinus vetuerit ne plus quam — acciperet , malus olim fuisse monetarii lucrum. Inter recentiorum et veterum aureorum pondus ratio est uti 7:8; vetere servata novis trientibus aestimatione, esset monetae domino et monetario lucrum octavi cuiusque nummi, cuius certa pars ( fortasse dimidia, scu decimus sextus cpiisquc nummus ) ad mouetarium pertinebat , reliqua ad auri dominum. 42. Quod tamen iradidimus aureorum prcliuni mutato etiam pondere idem pcrstilisse ac olim fuerat, id de legitimo ac uominali, si ita loqui fas est, pretio intelligi oportet ; nam imminuta aureorum aestimatione, rerum pretium aliquantulum saltem auctum fuisse dubitari vix potest. Cum tamen sensim ponderis imminutio facta sit, atcpic codcra tempore nummi vario pondere in coramercio vcrsarcntur , et lucri pai'S ipsis Al'CTORE SPTniTU FOSSATI. (>!> ciuleinlao monclac sumplibus responilerct, hoc pretii discrimen haud ila iiiagmim fuisse oportet , nee ralione servala inter vetus et recentius num- moruin ponclus. Praeterea si (piod fiiit huiusmodi discrimen , deficienlibus inonumcnlis cius prorsus ralio inslilui noii polesl. 43. Alaioris momenli lamcn imminulio in acslimalione anrooruin iiiuii- niorum interim contigerat. lis scilicet , quibiis perpendendi ac describendi veteres alieni iimnini permittunlur, facultas nulla est aiiri piiritatem nisi ex externa specie perpendcrc; quod si eliain suos fpiis nunnnos descri- bat , baud facile ad hoc induccre aninium poterit , ut resecto nummi iniirgine se de ami qualitate certiorem faeiatv Nonnidli tamen hoc mode auri nummorum merovi^igicoriun pcrieulum feeerunt; ex quo cognitum est saepe lioruni aui'eonun supciTiciein puri quidcm auri fuisse, iiiter- nani autcin nunnuonim partem ex impuriore auro , quiii imo fere ex mero argento (i). Hinc igitur huiusmodi nummorum ani-i ad ari»entum pro- portionem imminutam fuisse evidens est, qiiamvis non ita nummorum aestimatio poposcisset : aliquem enim fraudis fructum et ex ea hicruiri monetario supcrfuisse evidens est; cpiamvis enim minus purum auniui esset, pro puro tradebatur. 44. Non ca fuit eorum temporum seientia ut accuratam in minutiores partes am-i ad argentum proportionem slaluere possent ; id tautum aut usu aut lege cavebatiu", ut libra una auri vcniret certo numero libra- rum argenti. Sic et eultiore iam aevo, sen sub Carolo Calvo, cautum est ut libra auri puri veniret libris duodecim argenti; libra autem auri minus puri libris decern argenti (a). Ex ponderc supcrstitum denariorum argealeoruni e iNIcrovingiorum aevo erui vidctur libram uiiam auri ve- nissc libris argenti Ircdecim [ § 5 1 ] , sen proportionem auii ad argen- tum fiiisse i:i3. Hinc cum trientes circumferrentur tamquam si vetus pondus granorum 28 servarent, posita auri ad argentum aeslimatione nti I ad i3, apparebil singulos trientes emissos fuisse pi'o eo prelio quod habebant argenti grana 28 X '3, scu grana 364, q"*»e respondent ar- genti grammatibus 19,334, sen nummis hodiernis 4'296; solidum autem, seu tres trientes emissos fuisse pro prctio granorum argenti 84X'3, seu 1092 , qtiae respondent argenti grammatibus 58, 002 , seu nummis (1) Cartkr. Ltllres cic. Ill (Reeuc tic. IS39. 4'>S. 419 ). (2) Edict. Pislcnso cap. 24. an. 804 ( M. C. 11. HI. -lOt). Serie II. Tom. V. 66 DE nATIONE NUMMOnUM, PONDERUM ET MENSUHARUM ETC. hodiernis 12,889. Cum tamen trieus non haberet nisi graiia 24 ~ <-'* solidus grana ']^ - , veri horum nummorum pretii ratio ex hoc pondere deducenda est , ex quo supputatione inslituta , fiet triens par nummis hodiernis 0,762 , solidus autem par nummis hodiernis 1 1,287. CAPUT II. DE MJMSUS ARGE^iTEIS SUB MEUPVINGIIS 4o. De nummis argenteis sub Merovingiis anceps omnino quacstio est; nam et pauci extant , iique etiara saepe admodum incerti , merovingici argentei numuii, et ita vario pondere, ut vix quidpiam inde lucis erui possit. Sane sub Romanis postremis temporibus varii omnino ponderis argentei nummi fuerunt : ita ut , ex gr. , nummi tres et quadraginta a Constantio ad lustinianum, quos in quodam niusaeo conluli , exhibuerinl varia pondera triginta quinqiie a granis nonaginta sex ad grana decern ; singulorum autem pondcrum fuere singulares nummi , praeter grana 36, cuius ponderis duo nummi erant; grana 82, cuius ponderis item crant duo nummi; grana 3o, cuius ponderis erant nuunni tres, inter cpios tinus bene scrvatus; grana 26, cuius ponderis fuerunt item tres nummi; grana 23, cuius ponderis fuerunt nummi duo; c I grana 1 8, cuius pon- deris item fuerunt nummi duo. Hinc facile palet quanta confusio cjuan- tusque error in nummis argenteis fuerit labente imperio. Ilinc ad defi- niendum pondus nummorum ai-genteormn potius pondere et aestimalione nummorum aureorum , quae cognoscimus, uti cogimur, quam ipsorum argentcorum nummorum examine. 16. In lege salica solidus computatur dcnariorum quadraginta , ut do- cent singuli prope eius legis articuli. Sic in Tit. II, ca|i. 5 legimus : « Si quis porcellum fiiraverit , qui sine matrc vivere possit , in xl denar. » qui faciunt solidum unum culpabilis iudicetur » (i); in Tit. xi.i , cap. 1 5 autem legimus: k trientem , quod est tcrlia pars solidi , id est (t) Georgisch, Corpus luris Gcrmanici ADlicjai p. 15. AUCTOHE SPIRITU FOSSATI. 6n XIII den. ct tertia pars imius denarii » (i). In ceteris ctiam negotiis Francos usos fuisse solido (jnadraginta denariorum patet e testamento bcati Ilemigii, in quo solidi per quadraginta denarios coinputantur, ut evidcnter ostendit nota Ilincinari ad hoc tcstamentum , cuius hacc sunt verba : « Exemplar testamenti a B. Remigio condili , in quo lector at- « tendat (jiiod solidorum quantitas numero quadraginta denariorum )> coinputatur, sicut turn solidi agehanliir , et in Francorum lege Salica » conliiielur, et generaliter in solutione usque ad tempus Karoli per- » duravit , velut in cius capitulis invenitur n (a). 17. Hinc cum vctus auri ad ai'gentum proportio fuerit i : i4p [§ 21], quadraginta denariorum pondus sub antiquioribus primae stirpis regibus 2 in fuerit, oportct par granis 84Xi4?) sen granis 3o^ argenti piu-i. In nummis argenteis turn primae turn secundae stirpis animadvertit vir clarissimus Guerard fuisse circlter — y aeris (3) ; unde in singulis denariis fuere argenti puri grana 29 — — , aeris autem grana i ~ . Sed mo- dicae huiuscc quantitatis ratio habenda non est , cum constet pro piu^o argento adhuc sub Carolo Calvo illud habitum fuisse, ex quo sunt eius denarii (4), qui taraen eamdein aeris portionem continent. 48. Postquam autem solidus desccndit ad grana ijS - , et ex impuriore auro cusus est [§§ 87. 43], cum tamen solidus, ut ex allato Hincmari loco dinoscitur, denariorum quadraginta esse perstiterit, usque ad tem- ])ora Cai'olingiorum , manifestuin est etiam denariorum pondus et aesti- mationem fuisse pariter imminutam: quae coniectura paucis merovingicis , (pii supersunt , denariis, quorum pondus milii cognitum est, confirmatur. Ex quo etiam eruimus imminutam fuisse auri ad argentum rationem; si enim vetus perslitisset am'i ad argentum ratio, essel sub postremis (1) Gcorgisch. Corpus Iiiris Germanici Aniiqui p. 81. (J) Bollaodistac. Ada SS. ocloliris, torn. I. p. 1G9. n.* a. (3) Du syslbrac etc. prop. U ( Ucvuc etc. 1837. p. 4J8). (4) Ediclum PUtense cap. 10 ( M. G. II. III. 490. t)S l)K nATIONE NUMMOnUM , PONDERUM ET MENSURAHUM ETC. 73^X141 Vreroviiigiorum re^ibus (Icnni-iorimi ponilus par granis ^ '^ , sen 40 grants a6 - — , quoU jioiuliis vk uiuis Merovingioriim denai'ius attingit. 19. .Nuiiimi granorum 1 27 (l) I 23 abund. (2) I 24 abund. (3) 24 (4) I 24 defic. (5) I 23 (6) 5 22 (7) 4 21 (8) ■ ' 21 (9) 3 20 (10) . ' 19 (") I 18 (12) I 16 (i3) Aumni. 20 Variii pomlcra 10 51). Nullus igitur siiperesl merovingicus denarius, cpii pristinum pondus referat i^ranoruin 3o -_- , (luod cxhibnil dum solidiis csset cranormn 84- 5o ^ (I) ReviH- I'll- liiiu. II. p. tin. iioln (J) ll>iil. r.\) ihiii. (t) Ihitl. (.>) Ihid. (It) 1l>ipntci nummi utpote viliorcs, nnilto inagis c[uotidiano usu atqiie minutis ct frcquentioribus commcrciis teranlur. Qnum lamen ii nummi, quorum pondus exhibuimus, ex integrioribus et oplime servatis electi sint, nemo facile dixerit ullum ex iis obm fuisse granorum 3o ~ . Vel igitur merovingicos vetustiores argenteos nummos onines deperditos esse dicen- dum est , vel, quod verius crediderim, denarium francicum parem fuisse nummo alicui argenteo Romanorum: cum et argenteos nummos grano- rum 3o cxlitisse extremis romani imperii lemporilius iam supra uotatum sit [§ 45 ] > et in tumulo Chilperici , cuius alibi mciilionem fecimus [ § 2 ] cum aureis supra centum Theodosii , Valentiniani , Marciani , Zenouis, Lconis, lulii Ncpotis et Basilici, ctiam duccnti ferme romani nummi argcntci, nullus autcm francicus repertus sit, ncc dubitari possit , quin etiam recentiore tempore in Galliis Romani nnmmi recepti fuerint. 31. Sed ne pondus qnidem granorum 26 — — nummi illi [ § 4^ ] > primo excepto, attigisse videntur; quin imo fere omncs ab hoc pondere ita discedunt , ut defectus nee vetustati nnmmi , nee incuriae ant fi-audi monetariorum tribui possit. Auri pnri ad argcntum ratio , {(uae sub Romanis fiiit i : i4^ [§ 21 ], sub Carolo Calvo redacla est ad 1:12 [§ 44]' Quamvis autem pleraetpie c cansis , quibus auri pretium imminutum est , tempore , quod cxpendimus , recentiores sint [ § 79 ] , una tamen eaque gravissima fuil , ob quam saltern in re innnmaria, auri ad ar- gentum proportio imminuerelur, quod scilicet auri nunnni eo tempore ex impuriore auro plcrumcpic ruderentur [ § 43 ] • Cum autem e nummis, quos recensuimus, legilimnni denarii pondus videatur fuisse granorum ferme 24, si auri ad argcntum ralioncm redactam dicamus ad i:i4, erunt adhuc denarii acfpio graviorcs: supcrcst igitur tit dicamus in re monctaria sub postremis primae stirpis regibus aurum ad argentunt fuisse i:i3; nee enim, ut supra animadvertimus, in mimitiores partes divisionem palilur rudis ct impcrita illorum tcmporuni ratio. Hac re- ccpla am'i ad argcntum proportiouc , siuguli dcuarii erunt granorum no nr. hatione num.morum, ponderum et MENStnAni'M etc. 73-X13 , id est gi-anorum 28 J— , sen grammatum 1,269. Cum levio- 40 ' --„.-- g^ rum , qui sub poslremis regibus cusi sunt , aureonim nummorum idem esset legilimum prelium et aestimatio, ac olim fueral, atque eliam tunc crat nuiiunorum graviorum [§ 4' ]'• duplex argenteorum etiam dena- riorum incunda acstiinalio est, ut prinium statuanius pro quonam argenti pondere reciperentui* , dein cui ponderi argenti eoruni prclium nostro tempore reapse respondeat. 52. Statuto solidi prctio, cum denarius essct quadragesima pars solidi , et solidi adhuc reciperentur pro nunimis hodiernis i4,2'y'7, patet denarios item receptos fuisse pro nummis hodiernis — J— ^ , seu i)ro nummis 0,282. All vernm autem denarii pretium quod spectat, supra animadvcrtimus [ § 47 ] '" argenteis fraucicis fuisse —. aeris. Cum igitur denarii mero- 24 vingici eo tempore, de quo agimus, pondus fuerit granorum 23 ^ , seii grammatum i,268';8, erunt in denario grammata argenti 1,21578, aeris vero o,o53oo. Pretium grammatis argenti est nummorum hodiemorum o, 22222 ; ergo pretium argenti, quod in denario fuit, est nummorum 0,27015; pretium aeris est nummorum 0,01378; integrum autem de- narii pretium est nummorum o,283g. 33. Acerrime disputatum est utrum sub primae stirpis regibus fiierit solidus argenteus, non quidem vera inoneta, sed denarioriim duodecim summa et aestimatio. Nos nullum fuisse pro certo habemus; et quamvis asserenti, non neganti incumbat probandi onus, aliquibus tamen senten- tiam nostram argumentis probare studebimus. Ac primo argumentum ex eo desumo, ex quo maxime solidum argenteum probare sclent, seu e verbis legis Ripuariorum: « Quod si cum argento solvere con tigerit, pro solido duodecim denarios, sicut anticpiitus est constitutum » (1). Stalum fuerat in prioribus articulis pro quonam pretio certae res in compositione ac- cipiendae essent; si solidus ripuarius constitisset duodecim denariis, quid opus fuerat cavere , ut si quis in argento ( id est in [Kcunia , quam vo- cem eadem signiflcatione etiam num Francogalli retinent ) solvere vellet, (I) Gcorgiscb. Corpus luris Germ. Autiq. p. 1C3. AOCTOIXE SPlRiTU lOSSATI. ~l duodeciin denarii pro solido haberentur? Solidus ergo et apud Ripuarios fuit denariorum 4o, sed in compositionibus constitutum anticjuitus fuit, iit ,. , . .... 28 13 denarii pro soiido acciperentur, sou composiliones imminutae sunt y- . Nemo sane non videt quantum intersit inter fonnam, qua utitur let Ripuariorum, et earn, cpiae perpetuo occurrit in lege Salica, solidos tot, id est denarios tot. 5i. Apud Frisiones in compositionibus tres denarii pro solido liabe- bantur. « Pro freda solid, xii componat, hoc est xxwi denarios n (i): « Componat tutori eius solid xx, id est denarios i.x » (2); et alibi saepius. At quis dicet fuisse solidum trium denariorum? Fuit igitur in composi- tionibus apud plernsque gentes varia solidi per denarios acstimalio , quod adeo veruni est , ut in BaiuAvariorum le£^e praeter i a denariorum , in quo et apud banc gentcm pleraecjue compositiones solvebantur, etiain verus solidus J sen solidus aureus memoietur. Ilinc etiam patet nuUara es.se aucloritatem locorum c barbarorum legibus, in quibus ex gr. tremissis dicitur respondcre denariis qualtuor: nam quamvis loca ea maxime ge- nuina dicamus, de ficto illo coinpositionum solido intelligenda sunt. Im- minuendarum autem comjiositiouuin turn apud memoratas gentes, tum apud Langobardos et alias germaiiicas nationes haec causa fuit, quod \ix quis unquam gravissimo oncri par csset. 33. Aliae fuere argenteae monetae apud Francos , de quibus loqiii inutile est, cum nihil sint nisi varia nomina aut nummorum, de ([uibus locuti sumus , aut certae eorumdem quantitatis. lluiusinodi sunt saiga, seu denarius (3), chunna , seu centum denarii (4); et si quae alia id genus. Nee etiam de niinutioribus monetis loqui possumus, cum earum francica nulla supcrsit: ego ferroe solis romanis huiusmodi nuinmis usos Francos fuisse existimaverin). (I) Georgisch. Corpus liiris (ieriu. Anliq. p. -ilO. (8) Lex Frisiooum lit. IX. c. II ( Georgiscli. cit. p. 419). (3) ibid. p. 199. (4) Ilia. p. 13fi. DE IVATIONE NUMMORUM, PONDERUM ET MENSORARUM ETC. CAPUT III. 5I0NETA AUREA SUB CAUOLINfllS USQUE AD MUTATIO>[ES IN RE MIMMARIA A CAROLO MAG>0 I^VECTAS 3(j. Kk his ([uac dc varia numinoruin acstlinationc et pondcre tradi- dimus, tacUe colligi potest quanta coufusio cjuantiisque error in re mnn- inaria ftierit sub Mcvovingiis. Res eo redacta erat, ut monetam auream non iani numero scd jx)ndere interdum metiri moris csset (i), quamvis ne lioc ((uidem a fraudilnis nionetarioruai et falsarionim tutaretur. Iluir causae adscribeuda vidctur auroae monetae abolitio sub Carolingiis. 37. Indubitata res est monetam auream sub Merovingiis frequentissi- mam, sub secundae stirpis regibus exolevisse. Revera cum plurimae de moncta supersint leges tmn Caroli Magni, tuni Ludovici Pii , tum Lo- th arii, turn Caroli Cahi; omnes ad imam de argenteis nummis conceptae sunt , et de aureis prorsus silent. Horum postremus potissimum , qui rei monetariac sedulo providit, iubet dari « ad opus uniuscuiuscpie mo- » netarii de mero argento cum pensa libras quintpe, ut habeat unde « initium monctandi possit incipere » (2) ; et paulo post : « \\t omnes n ab ipsis kalendis iulii argcntum suutii in constitutis raonetis coneam- » biari faciant, scientes quia post missam sancti Martini nulli alii cle- « narii in regno nostro nisi istius novae monetae non recipientur » (3). Quae veriia aureos nummos penitus excludunt. 38. Praetcrea , cum pene innumeri supersint Carolingiormn mnnnii argentei , vi\ unum aut alteram ex aui'o prostant Caroli Magni et Lu- dovici Pii. Scd huiusmodi exceptioncs propositioncm potius confirmant (piam inlirnienl. IForuni insupcr nonnulli irrcgulares; novmulli quidem (1) '< .... in statcratn posuit, ut cognoscere posset an sulTiccrot jui lioc (|Uoil M>lclial ... cocpit » ipsa perutua in statera posittt miro modo cresccro ol praepoudcrare ». Vila S. Waldclrudis altbalis primac Caslriloccnsis in Ilaiinonia an, G8C ( Acta SS. Onl. S. Bcnodicti. Collc(jit Lucas d'Acliciy, et cum eo cdidil D. loanncs Maliillon. Saoculiiin 11. p. 835 ) (2) Ediclum I'islonse cap. 14 (M. G. II. HI. 491). (3) Ibid. cap. 15. AUCTORE SPIRITU FOSSATI. ^3 ill Italia , slvc Laugobardia couflati eoruin iiomiae fueruiit ul>i aurei iiuinmi perduraruiit , et ut obiter dicaia , more romaiio adbuc 72 ex unatjuaqiie libra adliuc cudcbantur (i): sed nihil dc Francia iiide iii- fcrri potest. •59. Iliiic ctiam patet quid concludendum sit cum in chartis illoruin tcinporuin inciilioaein aureoruia on'cadiinus. Etenim cum .impossibile sit imo temporis pimcto aaream iiionctain exolevissc ; nihil mirum si sub CaroUngioruni primis aurei nuuiiui adhuc occurrant (3). Cum autem se- quioribus tcmporibus reperimus: «... fisco vero auri sol. Ill coactus « exsolvat » (3) ; tunc solidus non pro nummo, sed pro pondere accipitur. GO. Nee absonum videatur suliduin pro pondere interdum accipi ; etenini luce clariora documenla id oblinuissc adsLruunt: « Sunt ibi calices ar- n gcntei 2, quorum unus de foris sculptus et deauratus penset pariter )» cum patena sua solitlos 3o, alter vero de foris sculptus et deauratus » penset pariter cum patena sua solidos i5. OiFertorium argentcum unum » pensantem solidos 6. Bustam cum cuperculo argenteam ad timiama X portandum i pensantem solidos 6. Aliam bustam avc^tnicAvo. pensantem » solidos 5 » (4)- Dubium , si quod supersit, toUunt ea scriptorum el chartarum loca, quae non tantum solidos, verum eliam (/ewaz-ios aureos memorant : « fisco vero auri denarios ill componet » (5); i< una cum socio fisco veri auri denarios xii componet n (6); « coactus tibi una et in fisco veri auri denarios quindecim com- ponat )) ("j). Quum autem nulli denarii ex auro cusi cxtilerint, sed ar-- gentei tantum, concludendum est huiusmodi phrases pondus, non verum nummum significare. 61. Sed de tempore, cpio abolita aurea moneta fucrit acriter dispur tatur. Ego liac in re tvia distinguenda censeo: primo lempus, quo aurei (1) « Si quis percusscril saccrdolcin , id est prcsbylcrum sivc diaconum, ul del pocDam auri » libras 10, id csl sotidos seplinqenti viginli cic. d Capitularia Langobardica an. 813 ( M. G. II in. 19-2 ). El alibi passim. (9) Guerard op. cil. (3) Vondilio propo Di\ioncm facia an. 8iC. (Pcrard Eslienne. Pieces curicuscs servanl a I'Histoire dtt Bourgognc etc. Paris, IG64. p. 144). (4) Mon. Germ. Uisl. 111. p. 176. (5) Donatio Diriono facta an. 849 ( Pirard tic. p. 146 ). (6) Donatio prope Divionem facta an. 8&4 ( Perard etc. p. 53 J. (7) Vcndilio Dlvionc facta an. 891 f Ibid. p. 59 J. Serie II. Tom. V. lo ^4 OE RATIONE Nl'MMORUM , PONDERUM ET MENSURARUM ETC. uumrui cuiU desierint, et solidus argenleus, scu denariorura la inveclus sit; secundo tempiis, quo solidi legis Salicac, qui 4° dcnariorum crani, redacti sunt ad la denarios; Icrlio leuipus, quo aurei nummi e Com- mercio ablali sinU (j2. Iain sub Carolomanno solidus fuit denarioruin 1 2 c( de » unaquaqiie casata solidus , id est duodecini denarii ad ccclesiam vcl ad » nionasterium reddalur » (1). Pippini extant pauci quidam argcntei lunnini, nullus aureus; uti iiuUain aureaui 'veraiu monetam francicani Caroli Magni esse vidimus [ § 58 ] . Ergo argenteus solidus aureo suli- stitutus est iam sub posti'einis Merovingiis, duin Caroli Magni avi non- regis solvere debent solidis daodecim denariorum solvant , excepta » freda quae in lege Saliga scripla sunt. Ilia eodeni solido, quo caeterae » compositiones solvi debent, comjjonantur n (2). Evideiis loci sensus est, si (juis cerium solidorum nunierum ad partem regiain deberet, s«- lidos intelligi denariorura 12, excepta freda quae in lege Saliga scripta sunt; quae alio solido solveudae erant, scu quo celcrae compositiones solvebanliu". Cum autem, ut mox videbimus, solidus li-gis Salicae adhuc auno 8 1 3 esset denai-iorum 40 [ § 64 ] , palet et ficda saliea et celeras compositiones adhuc solidis denai'iorum ^o solutas fuisse, seu cum soli argeutei nummi cudi coeperunt et duodecim denarii appellalionem solidi uacti sunt, non tainen umlctaruni gravitatem fuisse imminutam, .sed in his solidun adhuc denariis 4o liiis.se aeslimatum. SieiUi igitur (-niii suli veteribus Francis solidus esset denarioriun ^o , nonnunquam tamcn in rompositionibus denarii i 2 ant ctiam 3 pro solido liabiti sunt [ § 54 ] , ita sub Carolo Magno cum solidus iam essot denai'iorum 12, in compo- silionibus denarii 4o pi"o solido habiti fuorunt. (ii. Alius , difiicilior tamen , de eadem re locus est in Concilio Rhe- inensi anni 8i3. Cum in lege Ripuaria et ceteris plerisque Germanicis legibus solidi aestimatio iam a priscis tem|)orib\is a 4° ad 12 denarios redacta esset, in lege Saliea autcm in vcU-re sumnia perstilisset, necrs- (1) Cajul. ,nn. 7 i3 ( M. G. II. III. 18). •i] Cap 9 ( M. G. U. 111. 114 ). auctoue spiritu fossati. -jS sario fieliiit ut luulla periuria ct falsa testimonia cssent Saiicormn, qui lit luinorein mulctam persolvercnt , asscrebaiit sc Ripuaria , aliavc lege vivcre. Hiuc patres Rlicineiises a Carolo Magno peliermit: « ut doniiiius n iinperator scnuidnm staliilnm honae memoriae Pippini, misericordiam » facial, nc solidi qui in lege liabcntur per (piadraginta denarios discurranl; » quoniam propter eos raulta periuria multaque falsa testimonia reperinn- » tur (i) ». Pelilioni aiinuisse constat Carolum Alagiiuin; nam Iradit Ilinc- inarus sohitioncm solidi per 4" denarios usque ad lempus Caroli perdu- rasse (2). Ev Rlicmensis Concilii loco discimus iain a Pippiuo cautum fuisse ne couiposiliones legis Salicae per solidos 4o denariorum solverentur: sed hoc Pippini slalutum abrogalum fucrat a Carolo Magno , forte dum le- gem Salicam renovatain edidit , antiqua mulclarum gravitate servata. (>)>. Tertiam quaestionem , de tempore quo aurea moneta in regno Francorum c comraereio sublata sit , deficientibus monumentis cerlo definire impossibile est. lamdiu enim videtur aurea moneta exolevisse ante Ludovici Pii legem anni 825 , quin imo ante eiusdem constitutio- nem ibidem memoratam anni 822, qua sancivit ut moneta « una tene- » retur , et aliae omnes cessarent ; n nam ibi non de aureis , sed de veteribus denariis sermo est (3). Recentiores loci , in cpiibus monetam auream sub Francis reperimus, sunt diplomata duo Caroli Magni , al- teram anni 'yg8 (4) , alterum anni 800 (5). 66. lisdem causis adscribendae plurimae aeerrimaeque leges a Caro- lingis contra adulteratores monetae , sive falsos monetarios constitutae. Carlomannus falsatori manus amputationem, consentienti libero sexag'mta solidos mulctae , servo sexaginta ictus minatur (6). Carolus Magnus iussit ut falsatori dorsum excoriaretur , in eius fronte ferro candenti falsator monetae scriberetur, eiuscpe substantia fisco cederet (j^). Ludovicus Pius (1) Coiicil. Rliem. an. 81.1. can. tl (Mansi, Concil. lorn. XIV. p. 81 ). (3) Nota Uiocraari ad tcstamcnluro s. tlcmigii cpiscopi Rhcmcnsis ( DollandisUe : .A.cU SS. orto- bris, T. I, p. 169, n.« a). (3) M. C. U. Ill , «i5. (4) Litorae Caroli M. ( Le Cointe . Annalua Ecclcs. Francorum 111, 249 ). (5) RoTUo, J. 245. not. 3. (6) Capit. an. 744 circ, cap. 30 (Gcorgisch. Corpus lur. Germ, antiq. p. 497 ). (7) Id cruimu9 o reliquiis Capitularis primum a Georgia Henrico PerU editi in Mon. Germ. Hist. Ill, 159. r6 DE RATIOSE NUMMOnUM, PON"DERUM ET MENSUnARUM ETC. Carioinaiini poenas iu aduUeralorcs monetae reuovavit (i), et sic dein- ceps Lolhariiis I (a) , Liulovicus II (3) ; Carolus Calviis deiuuin , qui addidil , ut « in illis regioiiibus , in qiiibus secundum legem romanam » iudicia lerminanlur , iuxla ipsam legem culpabilis iudicclur n (4). Lex rouiana aulem , quae iu Francia viguit , alquc in IJriviaiio Alai-i- ciano full recepta , csl Conslanlii conslilutio anni 343 , (puic adullera- torem monetae igne plectebat (5). (>7. Falsus autem moiielalor , iuxla Caroli CaWi ediclum , habcbalur uoii tanlum qui absque iure et clam falsam monelam cudisset ; sed mo- neliui\is ipse , qui in contlaudis nummis praevaricasset , vcl alibi quam iu pracstilulo loco percussisset (6). Nee adulterator solus, verum etiaui G , cap. -2. ( i) Ediclum ristensc cilat. cap. 13. ;:■>) Cod. Th. de falsa moneta c. .i ( IX. SI ); Bret. Alar. lit. XVII (G) Edict. Pistense, cap. 13 (7) Ibid. cap. r. 18. (8) Capit. ao. incer. ( M. (,. 11 Jl 31 ) AUCTORE SFlRITf fOSSATI. >uninii I I fmalc hnbilus ) I f integer) Crana i8 20 (1) :,o 1 (3) 23 23 .il)uncl. ^^) 09. Quaravis niimcro pauci supersinl denarii pippinici, ex his cogiio- sciinus ab eo soliili pontlus imraiilatuni non fuisse, sed lantiim prohi- bitum lie aequo minorcs iiiiinuii cudereulur : quod et ipse conlextus sua- del , ex quo apparet Pippiiuun hac lege fraudibus monclariorum obviam ivisse. Eamdeui iuterprclalioucm coufirmant leviores illi denarii ])ippinici , (jui ideo ante memoi'alam legem cusi dicendi sunt. Vir cl. Guerard au- cloritate veleris scriptoris c tempore Caroli Calvi censet ante Pippinum solidos vigiuliquinquc in liln'a fuisse; verum auctoris, tpio nililur, diibia, <(uin imo in rebus fi-ancicis uidla auctoritas est, ut suo loco docebimns [lib. II. § i3— 21 ]. 70. Cum igilur nee denarii pondus [ § 69 ] , nee aestimatio [ § 28 ] a Pippino rautata sint; quae tradidimus de dcnariis sub poslremis Me- rovingiis hue eliam referenda sunt. In hoc tamen discrimen est, quod sub Pi[>pino denarius non tam pi'o quadragesima parte aurei solidi, sed pro duodecima solidi argentei hal)ebatur, solidus autem argenteus pro parte vicesima secunda librae. Solidi igilur prclium legale aequavit nuui- mos hodiernos 0,357, pretium verum autcm nummos hodiernos 0,284; librae vero argenti in monetam redacti prelium legale |)ar fuit nummis liodieruis 4,284, prelium verum fuit inimmorum liodiernorum 3,4o8. 71. lix hac dispulalionc aliam cliaui iililitatcm capimus, quod librae pondus sub Pippino cognoscamus; cum his tcmporibus denarii pondus fucrit grauorum 23 3- [ § 5 1 ] , in solido autem essent denarii 1 2 [ § 62] ; 80 ill libra vero solidi 22 [§ G8]; libra eo tempore fuit 23 ^ X<3X22, (1) Rovuc, p. 413. (S) Ibid. (.1) I.<-BlaDc, p. '0. 78 DE RATIONE NUMMOnUM , POSDEni'M El MENSUIVARUM ETC. 3 id est gi-anorum G3o() — , seu grainmalum 337,969331, sen alicjuauto inaior ([uain fuerat extremis romani imperii temporibus, ct sul) prioribus Meiovingiis : uti et mensuras cavas tractu lemporis immutatas videbimus ; cuius rei causas alibi fusius prosequemur [ §§ 7. 8. lib. II ]. CIPIT nil. MMMORIM PONDUS ET AKSTIM.VTIO SUB C.VROLO M.VGNO ET SEQUENTIBLS SECL'>DAE STIRPIS RCGIBUS 72. Brevius de carolingicis nummis dissereraus, cum et de eorum pon- dere satis constct, et massae argenti atque argenti in nummos redact! eadem pro ponderc, ut sub Romanis [§ 26], fuerit aeslimatio [§ 79]. Cum scilicet Carolus Magnus thronum conscendit denarios, ut patet, aliquo saltem tempore eo pondere fecit, quo patris sui temporibus fieri consue- ▼erant. Hue pertinent hi nummi, quorum iudicem exhibet vir cl. Gne- rard (i): Denarii cusi suli Carolo Magno Dena rii velercs pippiDici, <|ui sub Ca rolo Ma gno valebant g^- 20 30 I 2 ai aa 6 23 1 1 2 I 25 23 - a 24 25 26 I gr. 28 I 39 I 3o 3 3i 5 33 1 33 :a (1) Reruo, an. 1837. p JIS. adctoue sriRiTu fossatf. yjj 73. Verum sub Carolo Magno gravissima iiicominoda , quae ex iniuuo monetae pondere oriuiitur, gravius se proJiderunt. Devicta Italia, in qua et eleganliores el iusli ponderis nummi erant, gallicani monelam coni- merciis impedimcnto fuisse satis palet. Gallici iiuinmi rccusabantur turn in Italia turn forte eliam in praecipuis Galliae civitalibus , in quibus incliorein ilalicain iuvexerant turn Italorum conimereia, tuiii Franci in palriatn redeuntes onusli spoliis regionis, quam a Langoljardoruin domi- nalione redemerant. 7i. Antiquior Caroli Magni lex hac de re data est Manluac, incerto anno, sed, ut videlur, -jSi. Eius verba haec sunt: « De raoneta: ut nullus « post kalendas auguslas istos dinarios, quos modo habere visi sumus , » dare audeat aul recipere; si quis hoc fecerit vannum nostrum com- n ponat )) (i). Haec quidem lex ad Italiam tanlum pertinere ■videtur; sed cum rex denarios memorel, quos modo Iiabere visi sumus, et caro- liiigici denarii itali oninino fraiicicis pares sint: patet iam tunc a Carolo Magno denarii poiidiis fuisse inimutatum. 73. Sub Carolo IM.igno et eius successoribus 12 denarii in solido item fiierunt , sed in libra solidi 20. Id innumeris constat Icstimoniis: nos iinum proferemus, quia indc cognoscimus eius scriplorem , quem Ano- nyinum Agriinensorcm vocavimus, el cuius nobis magnus usus fuit, iion esse Carolo Magno antiquiorem; uti c conA'erso c manuscriplis , quibus eius opus exhibetur, patet non esse recentiorem saeculo ix. Huius scri- ptoris verba haec sunt: « luxta Gallos vigesinia pars unclae denarius » est, et 12 denarii solidiun reddunt: idco(pie iuxta iiuiiicruni dcnario- » rum Ires unciae 5 solidos complent : sic et 5 solidi in 3 uncias rc- )» deunt: nam 12 unciae libram ao solidus continentem efficiunt n (2). 70. Quamplurinii extant denarii turn Caroli Magni , lain Ludovici Pii , Caroli Calvi ceterorunu[iie Carolingiorum : levioruni pondus est granorum circiler 28 , graviorum est granorum 35 ; frequentiores denarii sunt granorum 33 ; tarn inulti taaien prostant granorum 34, ut hoc pondus pro legitinio oirnino habendum sit. Iluius rei uninn alferam cxemplum e denariis Ludovici Pii in (iallia ante paucos annos sinud repcrtis, cum ;i; M G. u ni. il. (J) Gocslus. Rci AgT. aucl. etc p. 340. 8o DF. HATIO.NE NUMMOnUM, PONDERL'M ET MEKSURARUM ETC. fere omnes ita opliine servati sint , ut in iudicio de jioiidere deuario- nim inslitucndo ma'simi habendi sint (i). //. ummi Grana I (tremisses duo) 20 I (tremisses duo J 3a 3 3o 10 32 1- 2 43 32—25 4 32 — 29 57 (e quibus 32 veneti '■J 32 I 32 -i 2 24 43 33 34 — 32 16 34—33 8 33 1 2 25 34 23 236 78. Quis igitur credat pondus, in quo nuinraorum tantus nunierus consenlit, soli monetariorum errori et negligeutiae deberi ? Praeserliiu rum niimmi adsiut eliam granorum 35, qiios idee ralioni uiagis conseii- taDeuin huiusmodi erroribus monelarioruni Iribuere. Licebit ergo sta- luere denarium carolingicum fuisse granorum 34 seu grainmatum i,8o588; solidum fuisse granorum ^0% , seu grammatum 21,67046; libram denique granorum ^o9), seu grammatum 433,4 1636. 79. lunovandae rei monetariae haec praecipua causa fuit, ut numiiio- rum prelium argcnti pretium aequaret. Hinc iam certum argenti rudis pondus, et quod ei responderel pondus denariorum ita eiusdem erant pretii, ul unum pro altero solvere liceret (2). lamvero victoriae Caroli (0 Revue elc. (8) CapUu^arc Caroli CaUi aD. 8&4. cap. 13. li 15 ( M. G. U. lom. III. p. 490. 491). AUCTonE spinnu fossati. 81 Magiii, qiiibus inagiiara auri vim in Gallias illalam fuisse consLat, nuri pi'uliuiii ininuerunt [§ 47 ] J '''- praccipue iil ex co eircclutn ccnseo, quod cum aurea pecunia abrogata fiierit, maior rudis auri copia in coiii- iiierciuni illala csl. 80. Cogiiito denarii carolingici pondere, facile est eius aestimationcui definire: cum in numiiiis argenteis fraacicis, ut supra animadvertimus, sil — ^ aeris , in libra carolingica erunt argenti grammala ^i5,'i5'j'i5 , 34 aeris grammata i8,o5goo; in solido erunt argenti grammata 20,26'jS'j , aeris gi-ammata 0,9295 ; in denario denique argenti grammata 1,6889, aeris 0,0752. Hinc turn aei'is turn argenti pretio suppulato, libra argenti, seu solidi 20 respoiidcbunt nnmmis bodiernis 92,289588 ; solidus , seu denarii 12 rc.sponiiebunl nuunnis bodiernis 4JG144794 j f^cuarius deniqwe rcspondet nummis bodiernis o, 38454- 81. Quamvis autera sub omnibus Csu-olingiis idem legitimura denarii pondus ct aestimatio perstitcrit, uonnulii tamen e postrcmis eius stirpis: regibus videntur denarios ex impuriore argento ct aliquantum Icvioris ponderis cudisse. Sed gravius malum , ex quo vel sub primis tertiae stir- pis regibus iam omnia pessum iverant , fuere priviicgia cudendae mo- netae passim sive ecclcsiis sive privatis concessa. Apponebatur quidem huiusmodi privilegiis conditio ne I'raus in conflanda uioneta fierct, atque ut meri et iusti nummi essent (i); sed buiusmodi temperamenta non suflieiebant , et undique usurpaliones et abusus excrevere. 82. llac de causa imperii potcns instaurator Carolus Magnus, mala radicitiis evellcre studens , priviU'gia buiusmodi cuncla irrita fecit. « De » falsis monetis (inquit) (juia in multis locis contra iustitiam et contra « edictum fiunt, volumus ut rmllo alio in loco moncta sit, nisi in palatio )) nostro , nisi forte iterum a nobis aliter fuerit ordinatum n (2). Id ip- sum paucis post annis conGrmavit (3); atque ad fraudem vitandam iussit ut pecunia publicc sub custodia comitis fieret (4)- Sed saluberrimum (1) " Qiinil ila facimus oa vidcUccl rationo ul ipse el sui minisiri hoc valtle prn\i(leant nc » aliqua frau.i in ipsa nwncta noslris futurisfjUf teniporihus apparent n, Theo an. G85, quo .\ij;iIberlo Cenomanacnsi episcopo privilcgium cmlcadac monetae ronccdil ( Annal. i> Eccles. Franc, lorn. IV. p. I2C). (i) Capilularc duplex in Tlicodnnis villa an. 805 promulsaluin; cap. 18 ( .M. G. H. III. 1.1) ). (3) Capilulare Noviomagense an. 808. cap. 7 ( M. G. II. III. 153). (4) Capilularc de Moneta an. 809 circ. ( M. G. H. III. 159). Serie II. Tom. V. i i 8-3 DE RATIONE NUMMOHUM , PONDERl'M ET MENSURAKUM ETC. iinjieratoris institutuin illico cius successores pcssumdarc coeperunt. Pro- slant ciiim ct Lmlovici Pii el aliorum imperaloruin ac rcgnm privilegia vel anlitpia confinnala vel noviter concessa(i). Quae res deniio Carolum (Jalvum coegit privilegia inonelac revocare ct iler(M-iicre « lit in nullo » loco alio ill oinni regno iioslio moneta fiat , nisi in palatio nostro , )) ct in QucntOi'ico ac Rotomago , quae moneta ail Qucnlovicum ex an- » liqua consuetudine perlinet , et in Rci/tis ct in Sciiortis ct in Parisio n et in Aurelianis et in Cavillono et in MctuUo cl in Narbona » (2). Postremo comiti praescribit ut caveat ne alibi , qiiain in praestitutis locis nuniml pcrcutiaiitur (3). 8.). Isliusniodi remedia laincn paruui ellicaciac habuere. Namquc re- gum siniultatibus , divisionibus, religione, ignavia dcmum sensim dcmi- nuta eoruin auctoritate, atque ob id gliscente iiobilium et ecclesiasticorum licenlia et cupiditate ; quod malum sub Merovingiis iniliuni sumpsei'at , quod Carolus Magnus et Carolus Calvus , Carolingionim potentissimi , averlere nisi sunt , totuin regnum invasit. 8i. Hinc plurima monetae privilegia ecclesiis, monasteriis , comitibus concessa, noiinuUa etiain usurpata. Hinc usu indue lum , ut monetae ius qui obtinuissent , venderent (4), testamento relinqucrent , donarent (5), in feudum darent (6). Postremo eo i-es processit , ut nisi certissima ex- larent documenta , vix in animum inducere possemus tot nummorum divcrsas rationes in Franciae regno extitisse, quot sub primis Capetingis reperimus (7). Revera noununquam publicae utilitalis specie huiusmodi (1) Luilovici Pii ex. g. , qui monetae facullatem facil S, Medardo Siiessioneiisi ( T.c-Tllanc clc. p. 73 ). Eiiisdcm confirmanlis privilegium Ccnomannensi ecclesiae (Baluz. Capil. lorn. II. p. 1194). (2) Edicliim Pistense an. 864. cap. 12 ( M. G. H. 111. 490 ). (3) Ibid. cap. 17 ( M. G. H. III. 491 ). (4) oluni sit omnibus bominibus pracsenlibus alqne fuluris, quod ego Girardus mnnrlariua » ttcquisivi a domino Centullo comite magisterium scctionis cognorum monetae huius villae mibi el >. postcris meis iure perpctuo ». Charta inc. an. (Gallia Cliiisl. torn. I; Instr. p. 201. col. 2. A). (.'») Tcstameiitum llerivei ^li^duensis episcopi, quo w1i)duensi ecclesiae \illam Ruilliacum , cc- rlcsias plures pl monetam lar};itur ( Planiher , Hist, dc Bovrgngnc , torn. I. p. IS ). Cr. parilor Chartam an. 1099, in qua Riclienis Virdunonsis cpiscopus ins mnnclae donal ec- clesiae S. Michaelis (Gallia Christ, lorn. XIII; Inslr. p. 5G6 ). (6) « ... slaluimus ul ncc episcopo nee advocalo vel cuiquc murlalium hoc infiingere \el ini- " mutaro sive in benefit ium alicui ifarc liceal >'. Ha desinil cliaria sup. nola cilata. Quae verba sali.* indicant ius monetae nonnunc|uam in bcneliriuin sen fcndum Iradi consucvisse. Cf. quoquo Bouquet, lur. Publ Franc, tom. 1. p. 205. (7) Cf. Glossarium Caogii eiasquc supplementum V Moneta. AUCTOnE SPIRITU FOSSATI. 83 privilcgia concessa fuere , ut nimiruin comnicrciis favor darclur (i); iionnunquaiu qiiibiistlam condilionibus et limilibus coercita (2), et sem- per apposita coiidilione , lit luimmi iusli coiiflarentur [§ 81 ]. Sed ii , ({uibiis fraiis liicro erat , iuslas liuiusmodi condilioncs parvi faciebaiit. 85. Ncc nostri iiislituli est perscvpii damna , quae indc comnierciis impendebant , turn populorum hac de re querimouias. Adiiolasse obiter sufficiat eo impudcnliae veiitum esse , ut summus pontifex Clemens IV Ludovici regis precibus inotus, cpiscopis Magalonciisi et Agathensi inter- dicere debucnl , ne mouelam litiilo Muhamedis in Ilispaniis cuderenl , ([uam in Franciam postea invcliebant (3). (1) «... Ansboldus Pruniiacoiisis monaslorii Al)l)a nostris serenissimis innotuil auribus qund » ipse locus propler merrati el monetnc loni;in(|uilatcm non modicum palilur discrimen : iodo » peliit clemciili:im raa^niludiuis noslrac ut iicculiam in loco tpii vocalur Romarivilia , non procul » ab codrm monastcrio silo mcrcalum et monetam ad utilitatcm eiusdim loci fieri non dedignarcinus. » Cuius pctitioni . . libenter acquicsccntcs has noslrac pctitionis litcras Deri dccrcvimus etc. ". Privilegium Lolbarii Romarivillae conccssum an. 861 (Gallia Christ, lom. XIII; Inslr. p. 314. CD.). (S) Priyilcgium Zucntiboldi regis, quo monetam cl mercatum concedit abbaliae Prumiensi ; mo- netam sine limitc; mcrcati vero duas tcrlias partes S. Clirisanlo cl Dariae. An. 898 fCalmet. Histoirc dc Lorraine, torn. II. cot. t64). — Cf. paritcr diploma Ilugonis Capcti , quo Salviniaconsi monastcrio concedit ius cudendi malias nomine et imagine S. Maioli , quae currercnt in terras Archimbaldi comilis lautum. An. 995 (Bouquet. Rer. Franc, script, tom. X. p. 365). (3) «... Sane de monela railiarcnsi, quam in lua diocccsi cudi facis, miramur plurimnm cuius " hoc agas consilio, nou (|uod iniuriam facias dido rcgi ( LudovicoJ si in feudis non snls fabrices, " sed Rcgi Gloriac, extra cuius dominium nee hoc poles, nee aliud operari. Quis cuim catbolicus » mouelam debet cudere cum tilulo Mahomeli? Quis cliam licite potest esse alionae monetae " pcrcussor; cum enira nuHi cam liceat cudere, nisi cui vel summi pontificis vel principis aulho- '■ rilate conccdilur etc. ». Epist, Clomcnlis IV cpiscopo Magaloncnsi, an. 1266 In eamdem sen- leuliam idem ponlifcx Agathensi episcopo scripscrat ^Gallia Christ, tom. VI; Inslr. col. il-i. 0. E.). 84 DE RATIONE Nl'MMORUM, PONDERUM ET MENSURARUM ETC. LllSEK II. DE PONDERIBUS ET CAVIS MENSURIS CAPUT I. PROLEGOMENA 1. Pondera ct mensuras cavas in iimim coniungendas et simul ner- pendendas esse duxi, tuin quia nonnisi, illis exploratis, hae definiri sub Francis possiint, tnin quia de nlrisque coniunctim nonnuUa generalim observanda in legibus occurrunt. Pauca praeterea, quibus ipsae qiiidem inensurae non definiuntur, sed quae argumcnto plenioreui lucera afierunt, brevi oratione perstringemus, antequam verba faciamus de singulis pon- deribus et mensuris cavis eorumque aestiinatione. 2. Instrumenta, quibus ad rerum pondus dignoscendum Franci ute- bantur, fuere statera (i) et tronia (2) seu trutina, cpios generatim pondus quoque , vel pensuin dicebant. Ex legibus Merovingiorum , quae banc ]iublicae rci |)arlcui niodciabanlur, nidla ferme ad nos usque porvenit. V.\ praccepto lainen Cluiperici regis coUigiinus earn ])rorsus ncgleclain noil iuisse, cum et ipse huius rei curam gesscrit, et praecepta praedeces- sorum suorum menioret: « De Lronia vero sic convenit observare, ut sicut 1) antea consuetude fuit sub lemporiljus palri (patrid) vel genitoris nostri, 't) « ... in stateram posuil , ul cognoscorc posscl an siifTicorcl ad hoc qiioJ voleliat . . . coopit »' ipsa pecunia in statera posila miro niodo cresccre el pracpomlorarc n. Vila sanctao AValdclrudis abhalissac primae Castriloccnsis in llannonia , an. C86, aiict. Anon. (.\cla SS. Ord. S. Bencdicti sacr. 11. p. 83J ). Glossarium Cangii ciiisquc supplemcnium voccm statera pcnilus omiltunt. (3; Glossarium non troiiiam sed troiiam adnota\it, cl excmplum, quod affert, anglicum csl. Sed Francis quoque usu vcnisse tcslimouium niox afl'erendum manifesto doce!. AucTonr. spiRiTU fossati. S'i » sic scqualur, el inali hoininis reju-iinanlur » (i). Praelcrea ex ]>ri\i- legio Dai^obci'ti I jjro nionastcrio sancli Dionysii, quo in violalorcs iin- inuiutalis consliluil inulclain ileccin librai-uiii auri, totitlemqiic argenli ad /icnsiiin palalii (2), manifesto eruinms sub j>riiriac slirpis regibus uli oliiii sub Jlomauis poniliis publicum in regis |)alalio fuissc asserva- Uini. Ex ([iio pronuiu est inferre unuui lioc ponilus, quod in palalio liabel)alur , pro legitime habitum fuisse, ut ad eiiis normam cetera per regnum exigerenlur. 5. Qiiibns auleni niagislratibiis universa liacc res esset commissa nullibi aperte tradilur ; Into lanicn coucluderfe possumus coinites, qui et iustiliae tutandae, et publicis ulililatibus procurandis ubique praeerant, ponderuin ct niensuraruin qnoquc curain gesslsse , uli jioslea sub Carolingiis. Illud constat , episcopis c[uoquc , quorum inagnae in rcpublica paries cranl , prout rudioribus tcuiporibus evcnil, id rci commissum, ut Pippiiii adhuc principis capilulare docct : « Et omnino decrcvimus , ut unnsquisque » episcopus in sua parrochia sollicitudineni habeat, ut po|)idus eliristianus » paganus uon fianl. Et per omnes civitatis legitiinus forus ct mensuras n facial etc. » (3). 4i De cura quam principes hac in re impenderent , uberiora proslant e Carornigiorum Capitularibus teslimonia. Slatuit nanique Carolus Ma- gnus: « Ut aequales mensuras et rcctas , et pondcra iusta et aequalia )) omnes habeant sive in civitatibus sive in monasteriis sive ad dandum n in illis , sive ad acci))iendum etc. d (4). Quam iussionem et ipse im- peralor alias saejie repelit (5), eiustpie successores Ludovicus Pius (6}, Lotharius (7) ct Carolus Calvus (8) identidem rcnovarunl. o. Quo autem cerlius iusta et aequa pondera et mensurae ubif[ue .scr- varentur, et lis dcfmiri posset, cpiae forte de eorum veritate orta esset, mcnsurarum exemplar scu modulus ( ut ita dicam ) in ]>alalio asser\a- (I) Cliilporiri rogis cilicluni c.ip. 10. Inter annum 561 — 584 ( M. G. II. IV. II}. (i) Cliaria DaKobcrli regis qua ecclesiaoi S. Dionysii ab omoi iudiciaria poteslalc inimunem statiiit an. 038 (Doublet, Hist. Je S. Deiiys , p. BoB ). (3) Capilulare Suessioncnsc an. 141 ( eap. 6. M. G. II. III. Jl) (4) Capilulare ecclesiasticum an. 789. cap. '3 (M. G. II. 111. G5). (5) Capilula cxcerpla an. 80J. cap. 44 ( M. G. II. III. IIMl); Capilula minora sub. an. 803. cap. 8 (Ibid. 115); Kxcorpla canonum, an. 813. cap. 13 (Ibid. 190). (G) Capilularia .\(iuisi,'rancnsia an. 838. c.ip. 1 ( M. G. II. III. 32G ). (7) Consliluliimcs papienscs an. 83i. cap. 17 ( M. G. II. III. 3Ci ). (8) Edictum Pislcnsc an. 8G4. cap. 30 ( M. G. II. III. lOJ) 8G riE hatione nummohom, poNnERiui et Mr.NSimAnmi etc batur (i") CK aere vol petra. Fa acre yc\ pelra , iiiqnani : licet ciiiin medio tempore nihil tale i-eperiamus , luiiusinodi erant sub Roinanis jioudora et mensurac , at([uc initio sacculi decinii ac seqniori acvo re- ncriinus fiiissn ia Francia. u Abbas ccllai'iiiin ingrcssus mensuram poltis » aerc'tim iuibi pendenlem reperit. Cumque a cellerario stanpum iiistiti> est , aut secundum suam legem so indc sacraraeiito idoneum reddat , » aut si hoc fecisse, vel fieri iussisse aut consensisse comprobalus fuerit, )) hoc unde mensuram adulteravit, idest vinum et annona, a ministris )> rei publicae tollatur ab eo ; et insuper bannum nostrum, id est solidos n sexaginta componal. Si autem colonus \el scrvus inde reputatus fuerit, » nut iudicio Dei se inde examinet, aut si inde convictus fiierit hoc , ut )) supra diximus, unde mensuram adulteravit, pei'dat, insuper et virgis )) nudo corpore vapulet. Et sive liber sive colonus vel servus de hoc n coHvictus fi-ierit, post legalem emendationem cpiscopale iudicium su- » scipiat (5). n (1) « Voluraus ul iinusquisque iudcx in suo ministcrio mensur.-im motlioniin , so\tarioruni, cl " situlas per sexlaria octo, pi corlmrum eo lenorc habeanl, sicuC et in patatio lutbemus ». Caroli Magni Capitulare ilc villis cap. 9. an. 812 ( M. G. H. III. 182). (2) llislt3ria >"ovienlensis nionaslcrii, anno lO.'iO circ. aiirtore Anonymo cius loci monaclin (Mar- lenne et Durandc. Thesaurus uovus anecdol. etc. torn. III. p. 11-13). (3) Velus statutum de .Mrnsuris apud Catellum in Hist. Tulosana p. 327 (rclal. in Can^jii Gloss. V. Carteria). (4J Caroli Calvi Ediclum Pistensc cap. 20 ( M. G U. III. 4D2 ). (5) Ibid. AUCTORE SPIRITU FOSSATI. 87 7. Verum frustrainlis legibus imperantes ipsi adilum reserarunt immu- iiitales coiicedciulo. Quod ciiim in rc inonetaria [ §§ 83. 84- 85 ] hoc idem in pondfrihus rl inciisuris reciirrit; eoque inagis, quia privilegia monetae rariora, iiiiniunitales vcro et sub Mcrovingiis cl multo magis sub Carolingis fie{|nenlissiinac faclae sunt, ut demum vix superesset lo- ons , qui innnunitate non fruerctur. Accedit, non rcgcs tanluui, sed sunnnos quocpie pontificcs non raro iniiniinilales concessisse, (utibus in- lerdum regias conlirniabant , inlerduni ctiain ampliabant ab ccclcsiasti- corum quoque praesniuui iurisdictione loca immunia eximentes (i). Im- niunitas autem erat privilcgium quo rex vel summus pontifex ecclesiam, nionasteriuui aut loc\un qucnivis a iurisdictione ordinarii magislratus vel superioris ecclesiaslici immunem conslituebant. Verba priviiegii huiusmodi ferine erant: « Et nullus index pnbUcus vel missus noster discurrens , » seu cjuislibet ex iudiciaria potestate ad causas audiendas vel freda exi- )) genda, auL mansiones vel paratas fatiendas, aut fidciussorcs lollendos, I) aut homines eoruni tani ingenues qnam et servos dislrlngendos, nee » alias redibiciones aut illicitas occasiones recpiirendas , uUo uncpiam tem- » |)ore in eorum rebus , quas iuste praesenti tempore possident , vel » usque deinceps dominus voluerit augeri, ingredi , aut ea quae prae- » missa sunt penilus exaclai-e praesumat » (2). 8. Cum autem locus ab ordinaria iurisdictione semel exemptus esset, ii ({uibus fraus lucro erat, maioribus mensuris et ponderibus in exigcndo, niinoribus in tribuendo usi, debiliores prcmcbant [§ 6]. Id iam sub Homanis usitatum in tribulorum praesertim exaclione; in exigendis cen- sibus colonorum multo magis sequiori aevo frequentalum est, cum reges debili inanu rei publicae habenas vix tenerent , et bellis civiUbus rcgnum exaidesceret. Quid plura? In quibusdam immunilatibus reperimus iudi- cibus expresse velituui ne « mensuram viui sive annonac quamvis falsam » accipere ibidem, neque extrahere aliquid violenlia » possint (3). Quum vero saeculis x et xi vix monasterium vel episcopatus vol locus nundinis (1) Cf. ex. gr. privilcgium Grpgorii papnc I pro monaslerio S. Medardi Suess'ioaeosis ao. 591 ( Cointc: Annal. Ecclcs. Franc II. 59^1 ). Epistolam Agapili papac II, qua monaslorium S. Maximioi Trevirensis ab archirpiscopali potcsUlc libcrum aiiclorilale apostolica confirmal. an. 950 ( Calmtt. lliitoire dt Lorraine II. t96). (J) Diploma imp. Lolharii pro mona.itcrio Criidatonsi ( B. F. S. VIII. 39* ). (3) Cliarta immuoilatis domihus caDonicoruDi S. I'elri an lIO-l (Gallia Christ, lom. XII. Inslr. col. 555 D.). 88 PK RATIONE NUMMOnUM, PONBERUM ET MENSURARUM ETC. aptus essct, qui iininunilate vel concessa vel usurpata non frueretur; eirectum est, ul poiuUn-a et uicnsurae paulatim iinnnitarcntur atque cor- inimpcreiUiir, ooqiic res procetlerct , uL posl sacciiliiiu x tot fere men- surae occurrant , cjuot civitates vel pagi tunc icmpoi is in Francia cssent; proiit viclcrc est in Cangii Glossario ciusque supplemento (i) , aliisque liauc rt'in li-aolaiilibiis rccenlionbus scriptoribus. CAPUT II. DE PONDERIIIUS. 9. Mensurae ponderum legitimae Francis sub primac et secundae stir- pis regibus fuere libra ct iincia, ut innuincra passim documenta Icslan- liu'. Libra duodecini unciis , ut sub Romanis , constabat : adhuc cniin post Caroluui Magiium cadem divisio rece])la erat , ut testatur Anouy- uius Agriuiensor : « Tu\ta Gallos vicesima pars unciae denarius est , et » duodecim denarii solidum reddunt. Tdeoque iuxta numeruni denario- n rum tres unciae quinque solidos complent. Sic et quinque solidi in » tres uncias redeunt. Nam duodecim unciae libram xx solidos continen- » tern efjlciunt » (2). 10. In quantilalcm autem librae et unciae inquirentes , non eamdem sub Merovingiis ac sub Carolingiis reperimus. Superius de moneta sub primae stirpis rcgibus agentes [ §§ 5, 34 ] probavimus prlmos Mero- viugiorum reges conflasse aureos eiusdem ponderis ac romani fuerunt. Valentiniani autcm lege , quae anno ccci.vir lata est , cautuni , ut » in » septuaginta duos solidos libra feratur accepto n (3) ; qiiam sanctionem octo ct triginta post annos firmavit Honorius , statuens ut essent « in » una libra auri solidi septuaginta duo obryziaci n id est auri purioris (4). Utraque sanctio non modo in Theodosianum , sed eliam in lustinianeum codiceui recepta est (5) ; ex quo patct anno dxxxiiii suIj lusliniaiin cani- ^l) V, iModius. (3) Gnesius. Rci a^rariac auclores etc. p. 333. (3) \.. 13. C. Th. de suscpploribas (XII. C ). (4) L. 1. Cod. Th. de obloliono votorum ( VII. 24 ). (5) C. 5 Cod. lust. Jc siLsccploribus (X. 72); C. 1 Cod. Iiisl de oblalinnc xitorum (XII. 48 ). auctoue spiniTu fossati. fig clcin atlhuc fu'isse proportionein inter soliiliiin ct libram, seu aiiri librani constasse soliilis duobus ct scptuagitila. Quia imo in Italia adhuc sub Cai'olingis , ul supra aaimadvcrlimus, eadeiu fait solidi ad libram pro- portio. 11. Gum igitur, ut supra demonstravimus [lib. I. § 'gjj i'bs teni- poribus legilimum aurei pondus fucril granorum 84 , seu grammatum 4,46^- libra, quae solidis duobus ct septuaginta constavil, fuit granorum 84X72, idcsl granorum 6048, suu graminatuin 321,338. Qua in re animadvcrtcndum, incautius egisse cpii veterem romanam libram reipu- blicac lemporibus ( cuius pondo fuit granorum G160, seu gi'ammatum 337,18 (1), atquc ideo hac nostra aliquanlo maior ) ad solidi pondus slatuendum et coguoscendam quaiililatcm corum, quae ponderc iiumero et mensura dcfiniuntur , post quattuor saeculorum lapsum et maximas in re publica ac praesertim in re numraaria conversiones , adhuc tra- xerunt. 12. Ilanc tamen libram , quam Franci a Romanis accepierant, paulatiin iimtatam fuissc dubitari vis potest , cum cl nummorum pondus muta- lum , ct mensurae , ut tradit vetus auctor e temporibus Ludovici Pii , u ad votum principum vcl iudirum » maiores minorcsve ficrenl (2). Sed hiic de re adest mcmorabile testimonium aucloris Carolo Calvo coiivi; quod tamen , cum ct per sc satis diflicile sit , ct vir cl. , qui primuf nostris temporibus in luccm protulit, aliam lectioncm, atque idee aliam loci intcrprctationem cxhibeat, iuvat accuratius pcrpcndcre. 13. Ut statucret quot solidi essent in libra sub Mcrovingiis, Guerar- dius in saepius laudata commcntationc (3) ex opere conscripto ab Aqui- tanico viro, an. 845, locum profert his verbis: « Tres nummi moderni « tantum pondus habent , quantum habent ci.iii maxima grana ccnilci » Aquitaniae trilici nostri . . . trcceuli Tamen uiimnd aniiqiuim vigenti » et quinque soUdorum pjpciimt libram. d Dc operis auctore plura dis- serere a proposilo, quod clarus Guerardius tractabat, prorsus alieniim erat ; nihil idcirro de ea re adiicit , sed scriptoreni suum Anotiymiim ^quitanicum tanlum vocat. (1} l.cti'onDe f Cunsiduralions gcnoralcs siir rc\aluati()n Jos mnnnaic^ grccq'ics ot romaincs etc. p. 7. 8. Paris 1817. (S) Gocsius etc. p. .12 1. (3) Du Sijsllme monelaire etc Propos. /^ll ( Rtfut tic. IS37). Serie 11. To.M. V. 12 go DE hatione nummorl'm, ponderum et mensiharum etc. II. Quae Guerariliiis rctnlit verba, inanifcsluin est e manuscrijito co- dice desumjita esse ; auctor taincn, ct (juo ea dcsunijita sunt, iamdiu fditus fueral e codice bibliolliccae valicanae (i). Operis inscriplio liaec est iu codice : « Revelatio , quae ostcnsa est venerabili viro Hispanlensi » Eldefonso episcopo in Spirilu Sancto meiise septimo )>. Iniliuin operis est: (I Anno oclingenlcsimo quadragesimo quiulo Incanialiouis Domini » iioslri Jesu Christi etc. » , undc ct auctoris aetateni definivit Guerar- dius. Vir cl. auctorem jdquitanicum dixit procul dubio e\ allalis verbis u Jniiitaniae triiici nostri » ; sed ea desunt in edilo, in (pio, iit vidi- mus, auctor Eldefonsus vocatur, ct Plr Hispaiiiensis dicitur. Ipsa auteni loci verba, quae ad rem faciunt Uaec sunt: « Tres jiummi modcrni tun- « turn pondus habent, quantum cliii maxima cerulei grana, quod ti'i- » ticum dicitur: et maior ilia Ilostia adluic cruda lantum pondus habet, » quantum tres uummi appensi iu statera; igne decocla, minuitur pondus » parte sexta. Minor etiam hostia non amplius quam luiius nummi ha- » beat pondus, aut unius nummi unacpiaequc sint minores hostiae, aut » trium nummorum trcs simul pondere . . . Et ecce tres tales mimmi, i> quorum pondus non amplius nee minus, quam maior continet hostia , )) si iustissimo fuerit pondere factum, nee plus nee minus secundum » consuetudinent antiquam suscipiunt pondus, nisi quantum habent in » se centum (piiiupiaginUi Ires magnitudinem Irilici maioris. El trecenti » talcs numnil antiquum per viginti et quinque solidos efficiunt libram , » el duodeeim talcs librae, quae fiunt per tria millia sexcentos num- )) mos, sextarium triticl efficiunt unum: ex q\io septem panes formari » possunl , de quibus per lolam hel)domadam homo vivere unus potest ; » aut scplem iu una die. Etcnim modius accpuis et iuslus debet esse per rt decern ct septem tales sextarios aequos , qui potest in una , Domino )) protegente , centum decem ct novem homines die paslui conductos n suslcnlare. Hactenus de pondere et forma el mensura , adiuvanlc Chrislo )> el operante, dispulavimus etc. » 15. luxta variam loci lectionem variam esse oporterc inlerprclationeni manifeslo palct: iamvero ubi Guerardius liabet tercenti tamen nummi, in cdilo est tercenti talcs nummi. Nihil fermc lucis rci nostrae ad'erunt adiecla verba tres uummos modcrnos , id est ( si quidem Francus auclor (1) Opu>cnliim lie Pane Eiulwrisliro ; Malilllvn cl Uiiiiiarl OKm. I'oslli luiu I. y. 18'Ji. AUCTORE spin ITU FOSSATI. t) ( fail, ct ill Fraiiciii scripsit ) carolingicos denarios , quos graiioruiii 34 fiiisse vidimus, idem pondus habere ac ci.m graiia inaviini irilici; nam in lance perpendens comperi nummo uni caroliiigico respondere noii 5 1 , sed 33 magna , nee tamcn maxima trilici graua : ut esset num- miis unus par trilici granisSi, opus fuil ferme minima quaeque trilici grana eligcrc. In re igilur tam incerta pi"o trilici qualitatc ct varia sin- gulorum granorum magnitudine nihil lucis hauriri posse evidens est. IG. Sed ([iiod e pcrpcnso trilici pondere in inccrto manet , manifesto evincit loci coutcvtus. Ilaec enim est loci sentcntia ; Pondus maioris ho- stiae esse par granis trilici i53, idemque Y>ondus secundum consueludi- jiem anliquam nee plus nee minus habere tres nummos modernos ; ter- centos autem talcs nummos efTccisse libram aiititjuam , quae ideo j>ar esset solidis modernis viginliquinque ; duodeciin autem Udes llbras , seu libras antiquas , trilici efficere sextarium unum : ex uno autem huius- modi scxtario formari panes seplem. Verba igitur antiquam vigenti ct quinque soUdorum efficiunt llbvam , sen (intiquam per viginti et quinque solidos cfficlunt libram , respondent superioriljus tcrcenti tales nummi (cum enim sint duodecim denarii in solido , erit 25Xi2 = 3oo), et iis , quae proxime sequuntur, duodecim tales librae , quae Jiunt per triu millia sexcentos nummos (est enim 3ooX i3 = 36oo ). 17. Vocem autem tamen pro tales integer contexlus respuit: sed De- que ea recepta locus ita interpretandus esset, ut ibi numerus solidorum in libra antiqua , sed ut librae pondus, definiretur. Ea enim scriptoris mens est, ut sextarii et panium mensuram statuat , quod nisi demon- strato librae pondere definiri non poterat. Si igitur verba antiquam li- bram vigenti et quinque soUdorum , seu per viginti ct quinque solidos ita interpretemur , ut significcnt non antiquam libram, quae respondel hodiernis solidis viginliquinque seu nummis 3oo, sed libram antiquam, quae dividebatur in solidos 25 , seu in nummos 3oo : cognitns quidcm esset numerus solidorum in vetere libra , in quem auctor non inquirebat, incei'tum anlem semper esset librae pondus, quod slatuere satagebat. Quod si dicamus terccnti tales nummi anliquam cfjicinnt libram referenda esse ad veteris librae pondus c\primeudain , tpiod idcirco ae- quaverit denarios carolingicos 3oo ; verbis autem vigenti ct quinque so- lidorum significari eamdein libram divisam fuisse in solidos viginliquinque, cum sit 25Xi2 (seu per numerum denariorum , (jui erant in solido) 03 DE P.ATIO.NE NUMMORUM, PONDERUM ET MENSI- IIA« L .M l.TC. ::=:3oo , essenl ■veteres denarii pares ponderc dcnariis carolingicis, (pioil nemo dixerit. 18. Supcresl igitur nl allalo Eldcfonsi Icsliinonio , si fieri possll, u- taniur nou iani lit inde eruanms quol solidi sub Mcrovingiis fiierinl in libra, sed ut ipsam nierovingicam libram defluianius; \ix eniui dubilari potest , qiiin si auclor in Gallia scripsit , andquae librae nomine earn inlelligal , quae iisu fuerat anlequam Carolus Magnus pondera , monetas, pleratpie Vetera Francormn inslitiila mularel. Cum aulcm legilimum ca- rolingici denarii pondus fuerit granorum 34 , sc\i granimatum 1,8059; oum vetus libra iuxla Eldcfonsuiu acquavcrit pondus recenlioruni so- lidorunt aS , seu denarioruni 3oo; cril libra antiqua par grauis 10200, sou grauimalibus 541,7706; alquc idco fcrme duplo gravior (juani libra extremis romani imperii temporibus, el quinta jiarlc gravior (piaui libra (Airoli Macni. 19. Libram a Carolo Magno fuisse inimulalani dubilari non potest. I'-lsi enim locum ex charta Caroli Magni, qwi » sexaginla solidos Jiostri )' ponderis inemorat n, omitlamus utpole nimis vagum et suspectae fidei ( i) ; jHjrspicuum aliud , licet posterius, extat testimonium. « Haec paclio de- » sponsationis fuerat inler imperatorem et regem Daciac , ut qiiatluor » millia marcarum cum filia persolverct, Ubrata ponderc publico, quod >' Carolus Magnus insliluerat etc. » (2). Adde , inter pauca aenea jiondera, quae supersunt medii aevi, unum exlitisse, quod adhuc anno MDi.xii circiter Achilles Malleus Romae habebat , cuius imago postea a (irnlero edita banc praefert inscriptionem : Pondus Caroli (3): quae inscriplio satis probat Carolum Magiuun aliquid in ponderibus innovasse. Doleiidum sane est neniincm comparationem liuius poudcris cum rrceu- lioribus j)onderibus insliluisse. 20. Sed res inde indubilata efficitur , quod unlversus rei nummariae ordo sub Carolingiis ita cum libra carolingica cobaereat, ut eodem tem- pore ulrunique stalutum diceuduni sit. Rem mouetariani autem a Carolo Magno fuisse mulatam satis conslut. Pondus librae sub Carolingiis ita 1) I'rivilct-ium Caroli Majjni imporaloris Osnabriifjcnsi Erclcsiac dalum etc. an. 804 ( Monu- mrnU Padcrboncnsia ex Uisl. Rom. Franc, etc. .\raslcloilami IG72, p. 3-21 ). {i) Chronica Slavorum, scu Aniiales Hclmoldi I'rcsbjlcri etc. lib. HI, cap 2 (Opera el sUJio Iti-incri Reinecii : Francofurli 1581; p. 119). (:i^ Jaoi Grutcri Corpus Inscriplionum etc. ; p ccxxii [ Aoisldodami , HOT ). AUCTOUE SPIRITU FOSSATI, C)/? rma diniai'ii poiuk'fc rcspomlcbat, lit viginti sol'ulijSCu denarii argeiitei (liicciUi qiiadragiiilu ("lliccrciil libi-aui argi'iili. Cum igilur fueril caroliii- gicus denarius granoruni 34 , libra fuil granorum 8i6o , sen gramma- tum 433,416, uncia auteni granorum 4"8 , sen grammaluni 36,ii6. 21. Si allalum Eldcfonsi locum spcclcuius, libra a Carole Magno non aucta , sed quiiita j>arlc imminula diccnda est; sed multa sunt , quae cius auctoritatem uiinuaut. Priiuum cnim opcris auctorem Francicum esse uno jtrobalur argumenlo , seu verbis quae sunt apud GuerardiiUTi cerulei Aquilaniac trilici noslt'i. Sed iiiaior fides lialienda anticpiu codici, in quo ipse opcris titulus, ct auctoris nomen et patria proferlur : nam facile fieri poUiil uL AquUaniae mentio amanuensi Aquitano Iribuenda sit; contra origo meiilionis auctoris et patriae ni genuina est, liaud fa- cile explicari polerit. Sed ipsa, quae profert Eldcfonsus Galium cum non esse evincuut : tradit enim sextarium constare libris tritici anliquis duo- decim, seu, iu\ta eius existimationem, aequare pondus nummorum Iriuni niillium scxcenloruni ; id est si carolingici denarii inlelligendi sint , sex- tai'ium aequare lil)ras carolingicas quindeciin: si vero locum iuxla Gne- rardium inlerpretemiir, aequai'c tamen libras carolingicas ferme novem: iMim tamen conslet sextarium Icgitimum sub Carolingiis constasse tautum libris sex [ § 38], ceteros aulcin , qui in usu eranl , sextarios adhuc Icviores fuisse [ § Sq ]. His si addamus ab Eldefonso numinos ubique vocari , nee ullam denariovum mentionem fieri, quae vox et ad pondus el ad monetam significandam perpeliio oecurrit sub Carolingiis; magis ailliuc infirniabitur Eldefonsi auclorilas. Quod si locum ila intcrprelemur, III Guerardio suggessit sui codicis lectio , denarii nierovingici leviores esse debcrent , quam ii sint , qui etiamnum supersunt: nam si libram anrKjnaiii , seu romanam , statuaraus granorum 61445 singuli denarii merovingici non erunt nisi cranorum ao — — ; si vero , ut a nobis la- ^ * too' ' clum est , libram statuamus granorum 6048 , denarii erunt i^anorum ■10 -p\ quod utruincpic pondus fere omnes Mcrovingiorum supersliles denarii post decern et ultra saccula adhuc excedunt [lib. I, §§ 49-5 il. 22. Vix credibile est unciain fuisse minimum jiondus a Francis adhi- bilum; sed cum poiidera minora rarissimi usus sinl, liinc circctum ut oonini alicpiod vix reperiamus. Dragmam tamen, sive diaclimam adhi- bilam constat : « Dragmas argenti damns ccclx >> iiiquit Ludovic:is Get- g4 DE ratiom: nummorvm, ponderum et imensi-rarum etc. mauicus in diplomale anni 8/(5 (i). Ulrum vcro dragma tunc Icmporis eailcni esset ac drachma Roinanoruin non ronslal. 23. Praelcr libratn el unciain, qiias pci'spiciiiuuis gratia legalut poii- dera diximus, aliis poiideribus, nomine lantuin vel cliam re divcrsis atque consuetudine inductis, Francos usos fuissc constat. Huiii.sinodi snnt donarius et solidus , quibus sul) Ctirolingiis , cum jiondcri quod lex iu- bebat accurate rcspoiulerent, non tantum moneta scd et pondus .signifi- cabatur, ut solidus vicesiniam partem librae, et denarius duodecimam solidi, seu duocentesimam et quadragesimam librae significaret. Ut enim libra ponderis translata fuil ad monctam nominalcm indicandam, sic vi- cissim solidus et denarius ad pondus exprimendum. «... Sanctitati tuae » ( scribit Alcuinus ) duas direxit armillas auri obryzi pensantes xxiv » denarios minus de nova moneta regis quam libram plenam etc. « (2). Et in vetere beneficiorum descriptione: u Habentiir ibi inaures auvei 4; « pensantes denarios I'j. Sunt ibi calices argentei 2, quorum unus de n foris sculptus et deauratus pensct pariter cum patena sua solidos 3o, » alter vero de foris sculptus et deauratus penset pariter cum patena 1) sua solidos i5 » (3). Quibus testimoniis simul manifestum fit denarii et solidi pondus nonnisi de argento et auro usurpatum fuisse ; et expres- sisse quantitatem metalli aecjuaTitem pondus vel unius vel duodecim de- nariorum cusorum, prout de denario vel de solido ageretur. 24. Pensam quoque in rebus francicis frequenter reperimus, varie inflexa et corrupta voce: nam pensa , pen sum , pcnsio, pcsa, pisa dico- batur (4). Multiplicem insuper praefert siguificationem: nonnunquam .9^/- teram vel trutinam significavit (5); alicubi pro rei cuiuslibet gravitate, (1) SchoepQini Danielis Alsal. Diplom. torn. I. p. 118. (5) Alchwiui ( B. Flacci Alliini sivc ) abbalis Oppia. Sludio et diligcntia Andicac Qucrcolaiii Turonensis. Luioliac Parisioriim ICll. p. lC-22. (3) Benef. fiscorumq. rc};al. describ. formulae ( M. G. II. III. 176). (4) « ... de {-AYXWA pt:jisas M^ de alia i-ATin^ pvnsa.t qualluor etc. » ( U. F. S. VI. 1)61 ). « ... de furmalicis pensum ii diiuidiura elc. " ( fraj^rn. ainpliora I'ohpljcbi Sitbiensis in Ap- pend. Polyptyclii Inninniiis, p. 405). « ... de foriualico pcnsiones treccnte triyinta clc. ». Cbarla an. 832 (Maljilion. Dc re dipbuu. p. 520 ). " ... De terra Tancbradi / pisa casei. Dc terra Everbaldi el Vulfidis i pisac ca.icorum ». Cbarla an. 9Cl (Gallia Cbrisl. lorn. V; Instr. col. 353. B ). (5) «* Xi pensum nosU'i I'alalii », pondus nimiruiu quod in palalio afforvabaUir; Icgimus in fliplomatc Dagoberii I ( Doublcl, Ilisl. de S. Denys, p. 059). Cf. cpiociue Edict. Pislonse cap 11 (M G. II III. 491). AUCTORE SPIRITU FOSSATI. f)5 vel niassa, ul loquuaUir (i); alibi deinuin accipitur pro libra ipsa (2). 23. GlossiH'iuin Galliac cliristianac a Sammarthano adpositiiin (3) tradil peusam plerisque in locis constare libra cum quadraulc, et in butyris diimtaxat caseisquc appendcndis usn venire. Quidtpiid sit de liac propo- sitionCj certain est cc traditis anU; saeculuni X pcnsam non taiitutn dc cascis usurpatain , cl liret niuUiplici signiGcatione acceptam , non tamcn libram cum quadranle expressisse. 20. Ponderis , varia similiter significatio: clenim non tantum corporis cuiusvis massam expressit (4); verum etiam stateram , triUinam (5), ct postremo libram ipsam (6); quo sensu iam a Romanis adhibebatur, licet abusive, ut ait Isidorus (7). Vox ipsa varia inflexione adhibita; modo pondo , raodo pondas ; nunc ponda vel pondera; alias pondere (8). Ut plurimum de argcuto, rarissime de auro dicebalur (g), in quo libra usu veniebat. 27. Tulentiun qtiocpie non raro invenies in rebus francicis eorum tem- porum , non tamcn pro veteri talento Graecorum et Romanorum , sed , (!) '< .. cascorum pcnsas ?/ per libras 75 .. . caseorum pensas i5 per tibras 72 etc. ». Gesla ahbatum Fontancllcnsiuin ( M. G. U. II. 299 ). Quo in exomplo pciisa manircste ponjus, massam significat, cum moJu "5 , motlo 72 lihrarum sit. (2) <> . . . iiidc dclicnl pen.mc ill >.. (Frag. Anipl. Polypi. Silli. in .\ppcnil. Polypi. Irmin, p. 405). » . . . corlios 90, i|uao possunl fieri Jc farina pi-fisas -iaO clc. ». Bcnef. fiscor. regal, describ. for- mulae ( M. G. 11. 111. m ). (3) V. Pensio, ad calcem instriimcntorum, torn. 111. (4) II . . . adimc supereral ei discus argcnti liabens ponilut libras scpluaginia duas clc. Vila S. Arnulplii episcopi Metlensis, an. 610. n. li. auclore monachu .Vuonjmo coaevo (Acta SS. Ord. S. Bened. sacc. ii. p. 1 13 ). (5) cc Ul aequales mensuras el rcclas, el pondera iusla et aequalia omncs babcant clc. ". Capil. cedes, an. 189, cap. 73 ( M. G. II. 111. 65 ). (6) «... XII millia pondera argcnli puri al>(uc probali cxigunl etc. » AuQalcs Mettenscs aa. 881 ( R. F. S. VIII. 05 ). (7) Orig. lib XVI. cap. XXIIII. (8) «... auri libras decern , argenll pondo viginti ». Cliarla an. 711 ( R. F. S. IIll. 707 }. "... fisco auri /i4roji xxx, argcnli /)o«cre epislolam finullatis, ut per res^'iam aucloritalem dcinccps olitl- t nuissct vir Dei cellulam suam , quae viro Dei Irausmillehalur cum duobus tibris auri, el binis talentis argenti etc. ". Vila S. Galli an. C13, .aucl. Anonymo fcrc coacvo ( M. G. 11. II. 12 ). (3) « Oblatio ad sepulcbrum S. Ricbarii valel omni hcbdomada mat-ens diicxntns^ aut trccetitm 'I libras , praeler alia donaria »>. Summa provcnlus ex oppido Conlula ad monasterium Cenlulense ( Relala a M.ibill. in Acl. SS. Ord. S. Boned, saec. nil. pars 1. p. 99 ). (I) Rclalus in Cangii Glossario V. A/arva. (5) Cf. Scbiltcri Glossarium in h. V. (Tbes. Antiq. Teuton, etc. torn. Ill) ; iiec niui Clossatiuui Can;;ii einsque supplomenluni in b. V., ubi ex professo de marca agilur. (6j 'I ... de foeno varradam unam etc. ( R. F. S. VI. C52 ). (7) '« . . . adducant eis petras in saumas viginti, si opus est ». Capltularc Ai[uisgraii. an. HIH. cap. to (M. G. II. III. 188 ). Saumada asino Ires mczaittas etc. ». (iharta an. 1197 ( Gall. (Christ, tom. VI; Instr. col. 115. A). (8) «... honus I den. etc. » telonci solvat ; ex (juo cruimus nnus fuisse levins saumuta 'Gall. Christ, ibid. ). (9) « Cnrgn de castaneis siccis iii den. solvet .. ( Gall. Cbrist. ibid. ). auctoue spiniTU fossatf. CAPUT III. DE MEKSCRIS CAVIS. 97 50. " Ilauil facile negolium suscipiet quisquis scnipulosiiis mcnsuras » aeslimare tentaverit » , aiebat Cangius (i). Erudilissiini viri senteii- liam licet persuasam liabcamus, noa lainen deUnTcbiiuiir, (|iio minus incoeptum prosequamnr. Cum vero pliircs alias ineiisuras cavas praeter logitimas , ut fit, consiieludo invexerit, aul canmi percgrina nomina scri- plores aliunde mutuati sint; diligenlius de legitimis agere satagemus,ex quarum notilia illorum icmporum commerciis lux affertur: cetera breviiis pcrslriiigemus. 31. Cavarum mensurarum praccipua apud Francos scxiavius fuit, ila ut ceterae cavae mensurae ad eius modum exigerentur; ipsius autem ratio nunquam peleretur ex alia quapiam id genus mensura. Sic modhim a variis auctoribus vavio sextariorum numero aestimatuin videmus [§ 33] ; ac simili modo occurrunt situlae per sextaria octo [ § 47 ] j ct alia id genus plurinia. Certus sextariorum numer6s modium faciebat, atque sex- tarius in Jieminas dividebatur. Hae fuervint mensurae cavae legates eX Francis usitatissimae, liisqiie liquida aeque ac arida metiebautur. Occiu'- runt enim niodii et scxlarii non lantum cerealium ct vini atque olei, sed saponis, mellis, casei, butjri, farinac , salis , adipis (2). Heniina vero, quae sefpiiori aevo frequens, imo potissima quibusdam in rcgionibus mensura ovasit, nuncjuam occurrit Mcrovingiorum tempore, rare etiatn reli(piis quae percurrimus saeculis. Earn lamcu fuisse mcnsuram lege (1) In Glossarirt V. metre ta. (2) «... dare facial de sapone sc.rtaria 8 cli*. ". C.ipit. de Villis .in. 813. cap. .lO ' y\. (i. 11. in. 185 ). •1 . . . de rn.tro autem modium unum, el dc le'.^uminc modiiitn iinum ». <;iiarla an. 8tO circ. ( nalu7. Miscel. lib. III. p. GG). ic Afcl modios 3) dc ccnsu butyrum modium I ■■ Benef. fiscor. regal, doscrib. rnrmulao ( .M. G n. ni. 179 ). ■' .. . diiodecim moil'm de furina olo. " C.apil. dc Villis, an. 8U cap. Gi. (M G. II. III. IG6). «... do adipe mndia Iriginla quinquc; dc sale modia duccnta clc. •. Cliarla. an. 831 ( R. F. S. IV. p. 41). Serif. II. Tom. V. i3 98 l)K RAriO.\E NUMMORUM, PONDERUM ET MENSURARUM ETC. defiiiitain constat ex diplomale Cai'oli Calvi , et ex regula monachorum in (jUii legiiniis; « Ubi autern viiuim noil est, unde emina detur, duplicem » einitiiic rnensuram de cervisa bona n (i). 52. Licet vero has mensuras Ilomani quoqiie habuerint, non lanien inde certo tradendiiin est, euindem perdurasse sub Francis numerum scxtai'iorum et heminarum in modio, eamdemtjue cunctonim capacitalcin. Quiu iuio vel sub ipsis Romauis huiusmodi mcnsurae mutatioui obnoxiac fiiissf dicendae sunt : cum eniin postremis reipublicae temporibus et sub primis imperatoribus , modius sexdecim sextariis , sextarius vero unius librae esset (2) , post occasum vero imperii romani res alitor se habueril [ inf. § 34 ] ; concludendum est extremis imperii saeculis aliquid muta- tionis iam supervenisse ; non enim verisimile est uno temporis puncto mensuras ubique immutatas. Nee pariter e frequentissimis testimoniis saeculo \ posterioribus, in quil)us res est de hisce mensiiris, quidquain inferendum de modio sextario, hemina iMerovingiorum et Carolingiorum. Ut enim superius observavimus [ § 8 ] post saeculum x plurimae ac diversissimae diversis in locis mensurae usu venerunt. 55. Sed ncc ipsi auctorcs coaevi et documenta tutam omnino nobis praestabunl rationem liuius rei expediendae ; cum et ipsi in diversas tlistrahuntur sententias. Isidorus sane, qui initio saecnii vii florebat , modium viginti duorum sextariorum, sextarium duainim librarum facit, huiusque dimidium, seu heminam, imiiis librae (3). Eldefonsi, cpii anno 845 scribebat, et septendecim sextarios in modio ponit, in re nostra, ut superius [§21] vidimus, incerta auctoritas est. Sed et Vetus Agri- mensor, qui saeculo ix in Galliis floi'uit, ita diversas de modio sententias refert: « Aliis placuit xri sextariis modiain iinplei'i ; vXviS xx et duobiis ; » aliis vero xxiiii. Sed has mensuras ad votum principum vel iudicum » esse deprehendimus . . . Nobis vero videtur esse rectissimum ut trium » librarum sextario vicies et quater multiplicato modius impleatur (4) " . (1) Cap. 2J. an. 817 ( M. G. H. III. 201) (2) «... sextarius aequus aequo cum librario siol, scxdccimque librae in modio sicnt ». Plclii- ^citum Sillianum an. U. C. 510, rel:ilum a Fcstf» in />uA//fn/jo«(/e;-fj(HauboId. Anliq. Rom. Monum. Lpi;al. Berolini 1830. p. 2 ). (3) " Emilia aiitcm appcndit librain umim. r|uae |,-cminal:i scxlanum facit Moilius diclus J ab eo quod sit suo raodo porfectus. Est aiiU'in luonsura libninini Ti.nn , id est icxlariorum \mi '• On-, lib XVI cap. XXV. (4) Goesius. Rei .Vqrariac .\ucl. cic. pag. 321. Al'CTOnE SPiniTU FOSSATI. 99 ol. Quaestio igitiir Jc liiscc mcnsuris absolvenda esl testiinoiuis de- promptis e scriiUoribus francicis et coaevis, potissimum e capitularibus et diploinalihus, (pioad fieri possit. Haec autciti tcslimonia licet numero |)auca, tamen bono falo satis pcrs[)icua sunt; alquc c\ iis cognosciinus : sub secundae stiipis rcgibus modium scxdecim sevtariis, triginta duobus lietninis constasse, ita ut duac in sextario heminae essent; in sextario fuisse libras 6 ; inerovingicum medium cai'olingico parte lerlia minorem fuisse. 5o. De scxdecim sextariis in modio nos dubitare iion sinil textus e statutis corbeiensibus ab Adalhardo conditis anno octavo imperii Ludo- vici Pii, seu Dominicae Incamationis 822: w De potu detur quotidie » cervisa madias dimidius, id est sextaria nil; de quibus dividuntur » sextaria iiii inter illos xii suprascriplos, ita ut unus(juisque accipial » calices n; ex aliis quoque narii qnatuor. Si vero in pane vendere vohierit, duodccim panes de n frameiito habentcs singidi libras duas pro denario dare debeat etc. » (2). Modius tritici (piatuor denariis venire dcbebat , vel si quis triticum in panes redactum vcndere mallet, duodccim panes duarum librarum pro denario dare. Ex tpio efficilur qiiattuor denariis quadraginta octo panes duarum librarum, sive nonagtnta sex jiauis libras emi potuisse, quae unum modium tritici aequabant. Nee obiiciat tpiis a pane confecto ad triticum illationcm institui non posse, quod scilicet e nonaginta sex libris tritici conficiantur plus quam nonaginta sex libras panis. In superius ad- duclo euim cupilularis textu considerandum est modium tritici aequipa- rari non in pondere, sed in pretio nonaginta sex libris panis confecli: (1) Lib. I. cap \ ( Poljjil. Irminon. Append, p. 300 ). (2) Capit. Francofurl. an. -9i. cap. 4 ( M. G. U. Ill Zi). 100 DE nATIONE NUMMORL'M, PONDEnUM ET MENSURARUM ETC. qiiaproptcr necesse est ut ralioncin liahcainns turn furfuris, turn operac luoliloris cl pisloris. Pro quorum incrcede conipulanius cessisse illam iionaijjlnta sc\ llljras exccdenlein quaiUilalem panis, (piac moclio uno , sivc iiouagiiita sex libris Iritici, subtluclo qnoquc lurf'urc , ol)lineri jiotuerit. 37. Alter locus hie est in Garoli Calvi diploniate : « Et haec mensura i» per dies singulos : Saccrdoles eiuiiiam , id est tres libras ; Diacones » duas, subdiacoiies vel minoruni ordiiuiin clcrici iinicas villi libras acci- )) plant » (i). Quo nianlfcsluin fit lies in hemliia libras esse. 38. Hlnc nonaginta sex libras, rpiol in luodlo fuisse vidimus, dividendo per tres libras, quas hemina conliiiel, erunt in modlo hcmiiiae triginta duae. Uiide et illud eruiraus, cum fucrhil in niodio sevtarli scxdecim , duas heminas in sexlario fuisse. Nee inslilulae a nobis ralioni obslat, quod modii Iritici et niodii vini par pondus nequaquam sit; hoc enim discrimen (non e spccifica, ut vocant , gravitate corporum cognoscendum, cum in modio trllici vacua innuinera interstitia supersliit) minimum omnino est, quod idcireo vix vcrlslmile est illis Ignoranllae lemporibus aeslimatani fuisse, ila ut dllferentia notaretnr inter pondus heminae tritici et vini ; quum penilloris doctrinac atque scientiac tantum sit perpendere huius- niodi miiilmas diversltates, quae in vulgaribus comnicrclis, uti hac ipsa in specie , vix attenduntur. 39. Demum nullum dubium supererit de veritate eorum, cpiae tradi- dimus, ubi perpendamus superius adducta Caroli Magni et Garoli Calvi testiinonia optime inter se congruere, atque alteram alteri lucem ferre, quod vix evenii-e potuisset, nisi de cadem legitimatpie mensura actum fuisset. Quod si praetei'ea animadvertamus duas heminas in sextario, sex- decim sextarios in modio congruere cum Romanorum mcnsurls, atque illationem a romanis ad francicas res per se minus firmam, in verso or- dine a fi-ancicis ad romanas, seu a recentiorlbus ad antiquiores, firraio- rem esse , novum argumentum ad rem propc certam eonfirmandam adlicietur. iMcmorandus praeterca saepiiis citatiis Vctus Agrimensor , qui varlas de sextario scnteutias rcfcrciis, et a qulbusdam llbrarum duarum, a quibusdam trium , et paulo post libraruin quinque scxtarium tradi 'I) De 9lipcniliis cicricorum, qui insorvituri suul Suc9$ioQCDsi S. Mariac muaaslcrio, au. £7!^ rirc. (n. F. S VIII. 612). AUCTORE hl'IKITU lOSSAll. lol ineinorans, in hoc tamen omnes conseiUire aflirmal « ul tluac lieminae >» sextai'iuin faccrciit » (i). -iO. Sed statuto sextarii carolingici poudere , eius 3 [j^ ;i">]. Kcvera sexlarium magnum (i), silulum maiorem (2) , corbum nd novum modiiun (3) occurril ; quae loculioncs noii nioiliiiin l.-iulum , sed cmiclas mcnsiu'as auctas fuisse, tleinonstrant. i(5. I'raetcr moclium, sextarium, liemiuam, aliac occurnint cavac mcn- siirae , ([uac consueludiue priiuitus (ul aulunio) iiivectac, utjiole cominodi iisus , Icgibus jjoslea confirmatae ac defiaitae fuerunl. lluiiismotli sunt staupas , situla , corbis. — Slaupus mcnsui-a Htpiklorum et aridorum fuit , Icgalis procul dubio , cum in censuuin meiisura cl cxsiclionc cam adliihilani rejjcriamus (4). Ut plurimuin aenea fuisse videlur , at(|u<- poliii minutioribusque rebus mensurandis inserviisse : « Abbas ccllarium )) ingressus mensuram potus aeream iuibi pcndenlcin reperit. Cumquc a 1) cellerario staupum iustidae fratruni esse cognovisscl etc. n (5). Quae buius capacitas fuerit liaud salis bquel; veruui liaud magnain fuisse al- laUun exempUnn adstruit. Si ratio sumenda sit e potus quanlitate, cpiain nionachis corbeicnsis monasterii concessam vidimus, fiet staupus pai- dujt Ijus parlibus hetninae , sen litris 0,87. i7. Situla , sicula , sittUus , siclus usurpatur de lic[uidis acque ao de aridis , veluti de melle, sapone, butyro, cerevisia, medone (6). Legaleni poiTO banc mensuram esse probat, inter cetera, superius allatum nota a.' testinioaium, in quo sitidi maiores memorantur; ac potissinuim aliud CaroH IVIagni , quo eius capacitatem definit : « Volumus ut unusquisque index » in suo ministerio mensuram modiorum et sextariorum, et situlas per » xextaria octo , et corborum eo tenorc babeant , sicut et in palatio » babemus » (7). Quae verba docent situlani diinidiuin modii fuisse, sen (I) « ... de mellc fexlarium mngnum I tic. «. Frag. Ampl. Polypi. Silli. n. 2i (Append. Pnlvpl. Irmiii. p. 405 ). (i) " ... ex mclle vcro situlox maiores 400 cic. » Diploma Otiionis Magni an. {U" relatum in F.lofxin S. Malhildis reginae (Ada SS. Ord. S. Bened. saec. u. parlc II. p. 350). ;:i) V. inl'. nolain I. § 48. (i) « ... solvit . . . dc .sinapi plenum staupum clc ». I'olypl. Irmin. p. Ti. (J) llisloi'ia IVavicnIensis mnnaslerii an. lU^id riri'. aucL Anonymo rius lori roooacho (Marlcnr el Durand, Tlic.iaurus novus Anccd. clc. HI. 1143). ((i) " l>e melle sielus diinidius, de butyru sicli ? ... de sapofic sich 3 elc. ". Benef. Gscor. re- gal, dcscrib. formulae, an. 813 ( M. G. II. Ill 177 ). •< . . . viginli situti de metUme , \igiuli de mellila eereisa^ quadraginta dc iion mellila etc. ». Diploma Ludovici Ccrmaniac rei;is an. 8J3. Bclalum a .Maliill. in Obscr. praeviis liliello dc Traualat. S. Vili marlyris (Ada SS. Ord. S. Bcned. saec. n. parte 1. 501). (7) Capil. dc Villis an. 8ti. cap. 9 ( M. G. U. 111. 18J). 10 f DE HATIONE NUMMOnUM, PONDERUM F.T MENSUHAninl ETC. litrorum 30,98; sinuilcjue indicant praeter legalcm alias moilo maiorcs inoilo minores silulas iisu venissc. Forte ex vetcri liac sitiila vcl sicula oiri'cta ost Francoruni hoclicrna scan , Italorum secchia. 48. Corbis vel corbus inensura aridorum fuit , atque Icgalem csst; evincit superiori paragraph© allatum testimonium e capitulari de Villis. Iu\ta statuta corbeiensia duodecim novi modii in corbe sunt (i); contra in descriptionc bcncficiorum fiscalium anni 812 ex unorpioque corbe speltae traditur fieri posse quincpic iibras farinae (2). Quae eveinpla toto coelo distant. Nee minus discrepant quae in Glossario Cangii adducun- tur (3). Ex cpiibus arguendutn est pro locis ac temporibus corbem va- riasse , et prout usu inductus fuerat , sic usu mutatum. 49. Quartaritis inter mensuras liquidorum atcpie aridorum Francis usitatas occurrit. Tiixta Laurentium in Amalthea est quarta pai-s sextarii , dimidium heniinae ; iuxta Papiam , quarta pars modii (4). Sed cum ex (jrcgorio Turonensi cognoscamus quartarium minorem sextario fuisse (5); dubitari vix potest quin quartarius, iiti sub Roinanis, fuerit quarta pars sextarii. Iluic mensurae convenit tpiod legimus in statutis Gorbeiae, i>au- peribus venicntibus et eadcm die proficiscentibus dari a monachis ojioi-- tere quarlariiim panis (6). oO. Scapilui mensura aridorum fuit , sed noil tarn a Francis , quam a populis orientalibus , veUiti Saxonibus , adliibita , ut probat unicum , ([uod invcnimus in scriptis eorum temporum , excmpbim e capitulari Caroli ^lagni : « De annona vero bortrinis pro soUdo uno scapilos cpia- » draginta donant , et de sigula viginti. Seplentrionales vero scapilos » triginta do avena, et sigulae quindecim » (j). Ex quo testimonio simui (I) n ... do spelta bone ventilala alqup mnadala corbi dccl unusquisfjue cnrhus hahcns motlia tii » bene coagltata rt rasa ad istum 7iOi'Uiii ?7i'tdiuin, quern dnmnus imporalor posuil '>. !.ib. 1. cap. VI (Append. Polypi. Irrain. p. 311). (S) «... spella veins dc aono prartnrilo eorbcs SO, quae possunt fieri Jc farhin pensns 400 . » Spella veins de anno praelerilo cnrhcs 30, quae pnssnnl fieri farina pensas iOO elc. ». Benef. fiscnr. regal describ. fiirmulae an. 812 ( M. G. II. III. 179 ). (3) V. Corbus. — Corbem apud llalos lantum nsii vcnisse Irafiil ; sed Francos enrbein aequo ac corbum di\isse allahim sup. nola teslinioniuni probat. (1) Glossarinm Cangii V. Quartnriux , (5) i< . . . per oraru ipsam undis iotunieseenlibus snperfltiere, et, nt credo, ad ineredulitaloin >• meani argucndam magis ac magis auperi; ita nt in nnius borae spalio plusffuam sexfnnum red- » deret vascutum , ifuod r/uartarium nnn tenebnt ». Opp. p. 72(i. (C) Lib. I. cap i ( .\ppcnd. Polypt. Irmiii. p. 30!)). ' (■7) Capilulare Saxon cap. 11. an. 797 (M. G. 11. Ill 76 ). AL'CTORE SPIRITU FOSSATI. Io5 quae scapili capacUas circiter fucrit coniicerc coQabimur. Pi-acmittenclum ill hoc capitulari agi tie solitto argentco duodeclm dcnariis constante ; eodem enim capite statuit Carolus Magnus ctiain pro Saxonibus , iit « in ai'gciilo eUioducim denarii solidiini faciant » . Cum Tero ex. decretf> eiusdeni Caroli sigalis modiiis novus Iribus dcnariis vciiirct sive tempon- abundantiac sivc Icmpore caritalis (i); concludciidum est solido aigeiili quatuor modios sigalis venisse. Cum vcro apud Saxoues solido viginti scapili cinercntur ; couscquitur modium novum Carolingiorum scapilos quinquc circiler acquassc. Circiter, iiiim Lisce in rebus accuratam pro- portionem insliluere impossdjile foret. 51. Maltrum pariter vol malcidum licjuidis el aridis mcnsurandis adhi- bitum sub Carolingiis inlcrdum inveuiinus (2). \ooabulum el res, ut alia plura , e Germania invccla fucrunl, praeserlini postquaui Carolus iMa- gnus Germaniac quoquc maximae parti iraperilaviu Glossaiia Galliae christianae et Cangii tradunt quatuor modios in maltro fuisse (3) tesli- monio Goldasti , ut equidem crediraus , suCTulli , ((ui scribit : u Maltrum )) mensurac genus est , continens quatuor modios ; ttloltCC 9mC bltC 1) tout )) (4). Sed Goldastus de sais forte temporibus loquebatur; at sub Carolingiis diversa prorsus maltri capacitas. Etenim in formulis Isonis anni 827 circiler legimus : « ut censum iiule aunis singidis persol- » vamus , idesl duos denarios , vel duos maldros de grano » (5). Cum vero tiitici modius ex saepe citato Caroli Magni cajiitidari quatuor de- uariis venire dcberet (6) ; cfficitur hinc maltrum quartam modii pai-tem , sive quatuor sextarios circiter aequasse. 52. Duae iu Grcgorio Turoncnsi occuiTunt Romanorum mensurae, id est corns et amphora. Nee minim est Turonensem episcopum a romanis temporibus non valde remotum et in Romanorum scripiis vcrsatum l)lures Romanoinim voces el res adhibcre (7), quae nunf[uain in Francia (,1) Capil. Framof. f«p. 1 an. "9i ( M. G. H. III. ~i). (J) n . . . de medonc ad bibciidiiin mnltros L otc. ». Charta l-uHorioi I'li ( U. F. S. VI. 061 ). «... frumrnli malleros cc etc. " IVipl. Ludorici imp. an. 845 (Schoopfl. Alsal. Diploni. I. 108). (3) Gloss. Gall. ClirisI torn. Ill ad h. too. ; Cangii Glos<. ad h. voc (4) Goldasti Glossae in Ilopidanni Annales ( Ror Alaman script, aliipiol velusti etc.; Franco- fiirii et Lipsiac 1730; torn. I. p. III. (5) Isonis Monaclii Sangallcnsis formulae scriptae kal.iun.in.wn rrgni Z.o. dirigCTe ». Epist. Pauli Virdun. episc. ad Di'sitlcrliim papam an. 632 ( U. F. S. torn. lUI. 45 ). (6) Gloss. Latino-Tlicoliscura ex MS. I/indcnhrogil codico bililiolh. ptibl. llamburgonsis sacc. X r^arato ( Eckarl I. Georgii Commonl. dc Ucb. Franc. Orient, cic. torn. II. p. 991 ). (7) «... in uno vasculo capicntc , ut reor, mcirHas qualernas paruraper habebal \iui ». Vita S. Ilernienlandis abbatis etc. an. 720; auct. Anonymo fere acqiiali (Acta SS. Ord. S. Bcncd. sacc. iii. parte I. p. 375). (8) <• Roplelo vase musto, unum qiiod illi \ocant cupam fcrrac viginti inctra capicns etc. «. Vita S. Aaslrcgisili episc. Biluric. an. C21: auct. Anon, coacvo (Acta SS. Old. S. Bcned. saec. II. p. 89 ). (9) V.Mctrtla. AUCTORE SPIRITU FOSSATI. 10^ crat nc vidercmur negligeiiter oinisisse cjuae sub Merovingiis et Carolui- giis xisu veniebant. 36. Carrum et melius carrata laliore scnsu accipitur pro cpiovis onere carri [§ 20], strictiore pro vini , rncUis, cuiuslibct demuui litjuoris dolio, quod curru vcliitur. Cerlae quidem capacitalis est eo scnsu , quod de- lermiuata A'ini media in carrata sint ; scd modo pKira modo pauciora luisse pro rcgionibus, itineribus ceterisque adiunctis , res ipsa doccl. Liquidoruni carrata plerumcpic modiis oclo constasse videtur (i). 37. Calix secundum statula corbeicnsia videri posset Icgitima mensura, cum sex calices in sextario tradantm* esse (a). Sed alia excmpla prostant, in quibus calix unius sextarii capax perliibetur (3). Quapropter conclu- dendum est caliccm fuisse modo maius modo minus vascuhun vitreum, argenteum , vel altcrius mclalli. 08. Cantrum vel cantharum, cantharus, nil aliud erat nisi vasculum forma tautum a calice discrcpans, potando adhibitum, proinde incertac capacitalis (4). A graeco barbaro y.d'j'bcf.po^ dictum fuit ; atque hodic quoque Italis cantaro vas coctile significat, et nonnulUs in locis inter Icgitimas mensuras scrvatur. 39. Cupam vel cuppam vulgo diccbant Franci dolium vinarium incerlae capacitatis , eo scnsu, quo adhuc cuve (j). Nonnunrpiam ctiam erat vas argenteum vel aeueum cantharo vel calici sunile (6), hodiernis coupe, Italis coppo. Sed cuppa mensura frumentaria non fuit nisi post saecu- lum X (7) ; et in nonnidlis provinciis , veluli septentrionalibus Itaiiae (1) « ... do mcUc carraila una ex modiis octo etc. ». Charta an. 829 ( R. F. S. VI. 559), « . . . de trihillo ctirra dun de modiis sedccim etc. i'. Cliarla an. 833 ( H. F. S. VI. 580 ). (2) (( . . . dividunlur sextaria nil inter illos xii suprascriptos, ita ul uuiisquisque accipiat ca/icri ii u etc. ». Lib. I. cap. \ ( Append. Polypt. Irmin. p. 309 ). (3) «... qui argenteus calix sextarii tjailiti mcnsuram habeits etc. u. Adanani abbatis Iliieasis de Locis Sanctis ex relatione Arculplii episcopi Galli ( Acta SS. Ord. S. Bened. sacc. iii. parte II. p. 459 ). (4) «... acceplo vase vinario, quod cantrum vocalur etc. ». Vita S. Deodati episc. Niverncnsis an. C80 circ. aucl. Anonymo (Acta SS. Ord. S. Bened. saec. III. parte II. p. 459). Cf. quoque Glossarium Cangii. V. Cantharus. (5) <( Brploto vase musto, unum quod illi vocant cupam ferme vi^inli mctra capiens etc. ». Vita S. Aastregisiti episc. Rituric. an. 021: aucl, Anooymn coacvo ( .Vcta SS. Ord. .S. Bened. sacc. ii. 89). (6) «... imponit etlam super scpulcbrnin cOppam argenti fusiUm pondo vit^inli donariorum «. Hist. Translat. S. PUiliberti abbatis: auct. Brmcntario aldiatc , an. 8G3 (Acta SS. Ord. S. Bened. sarc. nil. parte I. p. 524 ). (7) < I'sus talis est: Do duobus sexlariis avonae, quam asportabunt exiranci ad veadenduin. 11)8 1>K. RAllONL M'MMOBUM, PONDERUM ET MENSURARUM ETC. «illiuc hcmiua (quae ibi praecijiua aridoruin meusui-a), in oclo cuppas ( vulgo i-oppi) suhdividiliir. 00. Siinili raliouc concha vcl coiica tcmporibus , de quibus ai;imus , pro vase argonlco , aeiieo acccpla fail ; ct post saeculum x evasit men- sura iVuincntai'ia , ex qua cliam concada, superficies quae conca sere- retur. Dc ub'aque consule Cangii Glossavium (i). 01. Humus ([uoque , Anio, Arna, cuiu anlc saeruluin x vasculum vi- nariuiu signilicaret (2), et rarissimi usus essct ; scfjuiori acvo meusura cava evasit , ut perspicua documcnta jn'obaut (3). 02. Barriclus ( nunquani enim iis temporibus invenimus barrilem , barrilum . ut postca dictum fuit, et adhuc Italis dicitur barrile) iam (^arolingioru'.n tem]>orc , el pi'obabilitcr antea , dolium vinarium erat Jerro utplurinuun praecinctum. But/is quoque eodem sensu acccpta : quetn sensum servant Itali , quibus la botte est vas vinarium ex ligno. Veluil cnim Carolus Magnus nc ex corio fierent , ut nimirum solidiores essent (4). Butlicula vero diminutiva significalione vas etiam vitreum exprimebat (5), ut adhuc Francis bouteille, Italis bottiglia. Huius- iiiodi autem vasa cuncta indcfinitae capacitatis fuisse vix est cur moneamus. 05. Lantema pro vase fictili aut ligiieo a Francis assuuipta fuit, nun- quani tauicn j>ro mcnsura : » ct maxlme lanlenias melle plenas » indcceuter evacuassc in cellam conliiuio introicns lanternis si- )) guum crucis imposuit ; et duni episcopus vcnit , plena omnia et per- )) fccta reperta sunt 0 (6). Turn in Glossario turn in supplemento Cangii liaec species desideralur. >' hahcal dominns unam copam , de uno srxtario mediam rnjwm etc. ». Cbarta an. I14'i (Calellus: Rcr. Occitan. lib. II }. Cf. qnoqnc Glossarinm Cangii in h. ync. (1) Canj;ii Gloss. V. Cowc/ia. (8) " Minister ingrcssas cellariuni onine invenil c\anuisso ^iniim, c\crplis tribus /mm(.s, quod ad « supplemrnlam vasorum c^ domestic o fiierat additum •<. Hist. Transl. S. Ilucberli episc. Tungrensi« a lona cpisc. .\urel. scripla an. 825 ( Acta SS. Ord. S. Boned, saec. nil. parte I. 287 ). (3) Cangii Gloss. V. Citrrala. (i) « Volumus ut bouos barriclos ferro Urates, quos in lioslcm et ad palatiuin miltcrc possini, >. indices singuli pracparalos semper babeaut, ct buttes e\ coriis non facianl ». Capit. do A'illis an. 812. cap. 68 ( M. G. II. HI. 18fi ). (5) «i . . . ubi iam retro a niensibus fere Iribus vasculum quod in modum pnsvonis jmn-vli (but- llcuhim appellant) vacuum el siccura dependebat ». *Hisl. Transl. S. Glodesiudis Meltensis ; aucl. lohanno nbbale saec. x ( Acta SS. Ord. S. Bcned. saec. nil. parte I. p. 495 ). (6) Vita S. Samsonis epise. Dolensis an. 565 circ. auct. Anonjmo subaequali ( .\cta SS Ord. S. Ben. ucc. I. p. 163) AUCToiii: SPiniTu iossati. log (ji. Laguena , lagetui mensura liquiiloruin accjuc ac ar'ulorum IcgUima Aiiglis I'uit (i) ; sed vix semcl aiil itcrum in rebus francicis occurrit pro granclioi'i mensura, nus(|uam vero in legibus. Eius maguilucUnis indicium ex eo suiui potest, ) nisquc furali sunt elc. ». Greg. Tur. llisl. lib. IV. cap. 4i. (4) Dc re ruslica lib. I. cap. 13. ^5) «... quod ncc una in eo fuissel vini p/tiafa etc. ". Uevclalio, scu Apparilio S. Micliaelis etc. auct. Anonymo anio sacc. x (.\cta SS. Ord. S. Bcncil. saec. iii. parte I. p. lUi ). ((!] «... Vos cmiucnlia vasa, et ut usilatius dicam , tuitnas decom eleganlissimi faterui tanlum » habuisLis dirigerc ». Episl. Tauli Virdunensis cpisc. ad Ucsidcrium papain; an. C3i (I\. F. S. Illl. 45). « Ubi novum vinum advcuit, quod cellarium iniplcvit, sc tuniiciia salisfecisse credit^ anle ponlones ct tonnut dcleccrunt etc. u. Vila S. Radegundis reginae; aucl. Baudovinia Moniali aeqnali au. .•.87 ( Ada SS. Ord. S. Beued. saec. I. p. 3li ). 110 DE AATIOSE NUMMOnUM, PONDERUM ET MENSURARUM ETC- LIBER III. DE MENSURIS INTERVALLORUM ET SUPERFICIERUM CAPUT I. PROLEGOMEIVA 1. Intervallorum quoque et superfic'ierum mensuras in uniim coniun- gendas existlmavimus, turn quia mensuranim intervallorum seu longitu- dinis ad superficies dimetiendas praecipuus usus est , turn quia pleraeque superiicieruiu mensurae a mensuris intervallorum directo depromptae sunt. Haec autem inter utrumque mensurarum genus cognatio tanta est, ut plm'a adsint mcnsui'arum nomina, quae de utrocpie promiscue accipian- tur. Alia praeterea inter utrasque has mensuras similitudo intercedit, in CD posita, quod pleraeque, ut passim notabimus, usu potius quam lege invectae fuerint , ac proinde incertiorcs sint , et variae in variis regio- iiibus, ul viv uiiquam eae accuratius definiri possint. 2. Dubitari nequit qiiin in palatio regis cum ponderibus et cavis men- suris [ lib. II. § 5 ] ca cpioque mensura servaretur , quae longitudinum et superficicrum modulus erat. Quomodo enim controversia, cpiae hac de re forte orta esset, dirimi potuisset, nisi coUata mensura, quae cunctis, praesertim iudicibus, tutam normam pi"aeberet, et quae tuto in loco as- servaretur? Id quoque consequitur ex capitularium locis superius allatis [ § 5 ] , (piae generatim iubent aequa pondera et aequas mensuras ubique servari, quae ponderibus et mensuris iu palatio asservatis responderent. 3. Longitudinum mensuras itineribus et superficiebus applicatas ut Ro- mani ita et Franci variis distinxerunt signis. Cum per omnes fere ditioni eorum subditas provincias, ac maxime per Gallias (i), ut monumenia (1) Jcllois: Memoire sur Ics antlquitcs du Dcjftirtcmciit clu Loirct { Paris fSSff , 4.'- AucToaE spiniTU tossati. probaat, Roinani soUiliss'tinas , pluribustjuc sacciilis duraluras vias con- struxeriiit, et caruin iulcrvalla lajtidibus signa\eriiit ; rem ct excmplum primis saltern mouarchiae teunporibus profuisse proliahilc est. Scd lapsu temporis cum barbari commcM'ciorum riules iliiicniin cura:u iici^lcxcrinl, vias comimpi ct cum iis paullatim iiitervallorum sigiia pcrirc iiccesse fuit. Equ'ulem Carolo Magno et Ludovico Pio haec cpiotpic publicac ad- miiiistrationis pars cordi fuit, tjua de causa vias pontesquc instam'andos iuipeiise curavcrunt; uiide ct intcrvallorum cpiorpic sigiia reslituta coniicere possumus; at(pie co probabilius, quod in corum Icgibus noniiunquam intervallorum praeGnilus numerus memoretur (i). Sed postinodum sub eorum successoribus, ut cetera, sic ct viae pessumdatae, adeo ut diffi- cillimus [ler Franciaui discursus cvaserit, ct iulcrvalla per /zorfl* distin- gueudi inos invalucrit; qxicinadmodum adliuc fit ubi confragosa ct iiiiqua itinera et rudes gentis mores commerciis aditura claudunt. 4. Superficies vero Franci, ut Roman;, limitibus sive terminis signabant. Ilac in re Roinanorum ars et sludium maxima fuere, adeo ut multa adhuc supersint agrimcnsoria eorum scripta, et quamplurimac numerenlur ter- minorum species ab ipsis adhibitae (2). Francorum rudior quidem, mul- tiplex tamen ars fuit; nam bodinae , quae bodae ct bodia et bonnae et bonnaria quoque diclae, quo vocabulo generalim terininum , spcciatim terininum lapideum significabant ; ct decusae , lapidcs nimiium vcl arborcs decussati, scilicet nota X impressi; et lachus, sive incisiones avborum quocpio mode factae; et archae, quae erant limites quadrati in modum arcae constructi; ct Jixoriae vcl 77J^^»7rte, seu petrae cuiusvis generis, in terram dcfixae; Iwvo. arbores generalim, sepes , ripae , fossae ; postremo si- gnum cuiusvis generis, ut cruces, monticclU, pro limitibus usu venerunt (3). o. Modum mensurandi fpiod attinet, Franci, ut a Romanis acceperant, superficies pcrtica meticbantur sen perticabant. Nonnunqnam tamen, sed rarissime, dextris [§ 23]; inlcrdum, areas praesertim ininoros. pedc (1) Bencilicli Levilac Capil. lib. VI. cap. 109; mooachi Sangallcnsis Gcsia Caroli Magni, lib. 1. cap. 30 ( M. G. 11. 11. 745 ). Capil. Liiiiov. I'ii an. 817. cap. 17 ( M. G. 11. III. 218 ). (2) Cf. prai-cipuc I'ra;;mcnlum ex \\h. WWnnoceniW Dt lilteris tt notis iuris exponrndis {f.'iW); (um aliud Frajjiiionlum Anonym, (p. 228); lum librum Marci naronis dc Geomciria (p. 235); dcmum generatim ccteros rei agrariae auclorcs cditos cura WiUcloii Guesii, Am.tlcladami , 1674. (3) Univcrsam banc quacslioncm de re agrimensoria sab Francis fusius aliquaodo, si otiam aup- petot, tractaluri sumus. Iia TIT. RATIONE NUM.MOnUM, PONDF.IIU-M ET MENSURARUM ETC. [ § 9 ] metiebantur. Ilac in re id gcncratiin notaniUiin est, perlicaiu non niiiiis fiiisse longitmrmis, soil modo loiigiorem , modo breviorcm , ct cam- ilcin supcrfieiein , buiuiariiini ex. gr. , vel aripcnnem, iion camdem iibicrue lerrae quanlilalem liabuissc, ut oplinic uola^ Vetus Agviiucnsor: « Per- » ticas autem iuxla loca vel crassitudinem terrarum, prout pi-ovincialibus » placuit, vidimus esse dispositas, cpiasdam decempedas, cpiibusdam duos rt addilos pedes, aliquas vcro cpundccim vel decern et scplem peduiii » diflinilas : ita dumtaxat ut crassiovibus tern's minores mctisuras , ste- » rilioribus maioves tribuissent , prout modiorum Humerus incremento ') frugum imicuique loco siifficeret « (i). Hoc vero inde ortum est , quod Homaiii ut acqua pracdiis tributa imponerent, in censn conficienilo terras in certas partes distribuerant, ab earum non quantilate sed fructii regulani sumenles (a). G. Ex quibus oiiiuil)us illud eflicitur: in agi-ariis mensuris definiendis accuratissimam et mathematicam ( ut aiunt), certitudinem nuUo modo obtineri posse. Nee tamen ab iucoepto abslerrebimur ; sed legalibus men- suris , quorum certior norma fuit , accuratius descriptis , reliquas etiam recensebimus ac pro viribus defuiicmus , quae usu magis ac rusticoruiii arbitrio inveclae ex ipsa sua natura incertiores sunt , el magis inter se dilTerunt pro varia terrarum indole et ubertate. CAPUT II. DE MENSURIS Ii\TERVALF.OBlM. 7. Prima ilomauis iongitudimim mensura digitus eral ; liuic iiroKinia imcia , huic palmus (3). Sed in omnibus , quae perleximus , de rebus Fraucorum documentis , iiunquam digiti vel unciae tamf[uaui mensura- rum longitudinis mcnlio occurrit. ^Minima , quam iuvenimus, mensura (I) Goesius : Roi .\gr. and. elc. p. 320. Etiam in .\n^lia liiinc morcra per mcctiom aovum oblinuisse leslanlur Hi>ciinienla: <■ ... in " arrentatione quorumdam vaslorum poiiica 20. 21 ot 21 pedum M?>Ai\ni] sttl semper 40 pertivutue " videlicet AO full, in limtjiludine et 40 fult. in latitudinc faciunt ttnam ttcrum etc. ». Tabularium abbaliac de Novo Loco in comiialu NollioRarahcnsi; rclaluin in fllos.sario Canpii V. Pea forcstae. (i) HygiDus: dc limilibus conslitaoDilis ( Rei Agr. aucl. p. 1!)8 ). (3) Isidorus: Orig. lib. XV. cap. 15; Vclus .\grimonsor pIc. ( Goes. Rei Agr and. p. 320). AUCTORE SPiniTU FOSSATT. Il3 pulrnwi csl , qui ol suli Merovingiis (i) ct sub Carolingiis (a) iisii veiiit. Nocjuc intle infercmus palinuiii fuissc pviinam ct miuimain Francorum inensuram: sed potius miiiores mensuras non occurrerc quod cum ra- rissimi ac nuUius fermc usus sint, raro a soriptorilms mcinorari conlingat. Palmus autcm, quern cumdcm fuissc ac romanum cviiicunt arguincnta pro pede adducenda, rcspondebat quartac parti roniani pedis, atque ideo mclris o,oiy4- 8. Sed noH est cur in hiscc parvi momenti inensuris tempus teramns. Etsi eniin omncs vel accuratissiiiic definiamus, vix ullum inde, aut sal- tern tenuissimura fructum conseqiieremur. Operam igitur omncni collo- ccinus in iis perquireudis ae defniicndis mensuris , quae maxima apud Francos frecpientabantur, ct ex quainim scicntia illorum teinporura roii> mcrcia , ct res agraria potissimum , lucem accipiat. 9. Mensurarum longitudiuis potissima fuit pes, quern frcquenlissinio sub priuiac aequc ac sub secundac stirpis rcgibns adhibilum offendi- mus (3). Fuit autcm sub Francis pes mensuraruui longitudinis, sou in- t(!rvallorum , unitas ac veluti fundamentum; xnide ct niaiora intervalla alifpiando non perticis sed pedibus mensurata reperimus (4), ct perticae ipsae ad cerium pedum numenim exigebantur [§ aC]. Ilunc vcro Fran- corum pcdem r.on alium cp\am romanum fuisse hacc probant argunicnla. 10. i.° Quod alibi gcneratim animadvci'timus [§ i, lib. I; § 5'^ , lib. Ill ] hie rcpeterc iuvat : Francos cum Galliis potiti sunt artiiim ac scientiarum rudes nil novi inveherc potuisse, quod ab artibus ct scientiis orirctur ; ideoque eos fere omnia Romanorum instituta reccpisse , cpiae inveteratis gcntis moribus non adversarentur. Ilinc et illud consetpiitur existimandum esse ea Romanorum pondera ac mensuras, quae non tarn (I) «... racnsoravor.Tl wisculiini quinqu.igcnarium cl rcpererat quatluor palmorum mensuram n elc. ». Grpgorii Tnron. Opera clc. p. 1158. (9) «... quasi triiim mcnsura aUiliidinis^a//«orKm liabcri dlgnoscilur ■>. .Vilamnaui abb. lliionsis, Dc I.c)cis Sanctis ex rclat. ArcuIG cpiscnpi Galli (Acta SS. Oril. S. Bened. sacc. III. parte II. p. 457 ). « ... Ut Inbiila qanedam parioti imponcnda brevior ceteris mensiira quatluor palmorum » apparerct etc. u. Vita S. Galli abb. auct. Walafridn Slrabo abb. Au<;icnsi sub. Lud. Pio (.\cta SS. Ord. S. Ben. saec. n. p. 23.T ). (3) Greg. Turon. Opp. p. "18; Le\ Haiuvar. lit. I. cap. XIV. n. 9 (Corpus luris Germanici Antiqui etc. cdentc Geor^iscb, p.2G3); Diploma Caroli Calvi , quo pcclesiam S. Crucis ecctcsiae .€duensi restiluit (R. F. S. VIII. hil). (4) "... habet de uno latere iuxt.i tcrram S. Mariao pedes c\\\ ; de alio latere iuxta terrain 11 S. Crispini pcrfct cxvi, cli- >• Polypt. Fossalcnse (Append. I ad Tolypl. Irmin. p. 985). Serie it. Tom. V. i5 I 1. 1 1>E RATIONE Nt'MMORUM, POiNDERUM ET MEKSL'R^^RUM ETC. .\h usii ([uain ab arte ct scicntia uormam haberent, sub Francis pei'du- rasse , nisi conlrarium iloceant certissiina tcstimonia. 11. 2." At jMjilein (jiioil allinet, scriploruin tcstimonia propositioneiii uustraiu noii inlinuaut, scJ inagis roborant. Auctores enim coaevi el reruui francicarum apprime cdocti, ut Isidorus, qui vii saeculo floruit, el Vetus Agrimensor , qui sul) Carolingiis scripsit, do mensuris ex pro- fesso a"entcs uullam notant divcrsitatcn, inter Francorum et Romanorum pedeni , cum taiuen alias diversitatcs notenl (i). 12. 3." Legum et scriptorum Francorum tcstimonia pedem memorantia iisdciu pciie phrasibus concepta sunt, quibus testimoiiia, quae dc pcde ro- mauo aguiil. Sic cum legimus: « Antsingas legitinias, hoc csV perticani decern )i pedes habcntem etc. » (a); vix duljium cuiquam siqicrcsse potest, quia Romanorum pes et pertica decempeda [ § 27 inf. ] meraoretur. 15. 4" Nulla causa esse potuit cur pes sive a regibus sive a populis luulai'clur; nee quidpiam inde lucri minislerialibus evenicbat, nee proinde ipsorum avaritiae et cupiditati quidpiam interesse poterat esset nee ne pes longior vel brevior. Sane cum a Francis invectae plui'es perticarum nu'usurae , uti Icgalis , maniudis , aliaque , varia item, ut vidimus, pon- dera , et variae cavae mensurae niemorenlur, pes unus his temporibus occurrit, nee uiicpam maiores minoresve pedes distinguuntur ; quod vix ac ne vix quidcm fieri poluisset, nisi antiqiuis a Romanis acceptus pes ubique servatus fuisset. I i. 5." Id nolalu dignum est vel nostris temporibus pedem Francorum eiusdcm pene longitudinis esse ac Romanorum pes erat: cum enim Ro- mauorum pes fuerit metrorum o,2g5, pes Francorum hodiernus est me- irorum o,3248, seu vix decima parte minor. Quod invictum praestabit argumentum consideranli mulalioncs iniuimeras, quae in Francia , post saeculum x praecipue , in mensuris inductac fuerunt. 15. 6." Postquam pluribus gravissimisque coniecturis rem prope cei'- taui fecimus, nunc evidentibus testimoniis indubia reddenda est. Stadii vo\ ct mensura gracca est, Romanis etiam usurpata, rcspondens meliis 184,375 [§37 inf.] ; arepennis autem iam sub Romanis mensura gal- lira fuit , aequans pedes 1 30 , sen melra 35,4- lam vero Gregorius (1} IaiiI-tiis , Orig. lib. XV. cap. 1.5; Vctus .\f;rimeiisor ( Gocsii elc. p. .320). ^i) I.ci Baiuvar III. I. cap. 14. u S ( Ceoigiscli etc p. 203); LuJo»ici I'ii Capit, an. 817 ( M. C. II III 310 ). AucTonr, spiniTU fossati. i(5 Tiiroueiisis ait unum stailiiim lial)crc arcpcnnes (juinfjiie (c); ergo ({niii(|iii: aripeimes aecjuabunt metra 177, qui numcriis vi\ — . ditTert a Icgiliina statiii mcnsui'a; ila iit tcnuem hanc fraclioncm , sicut a vetcribns scri- plorihus fieri solet , ncglexerit Gregorius. Ciun ergo imincrus i>c(liiiii , qui crant in aripenne , quae mensura gallica fiiit , quiiupiics suinptus conveniat cum stadii mensura , patet Roinanorum pedcm a Francis re- tcnlum fuisse. 1(J. 7.° Verum aliud evtat vetus testimonium, in (jiio stadii tiiciisma per mensuram cxplanatur , ct ita quidcm ut altera alleri non tantuni accedat , sed accurate respondeat : « Porrectae erant civiuin inaiisiones «... ({uasi sUuUis diiobus quod est qitarla pars tnilliarii (a), n Stadium fuisse vidimus mclrorum 184,375, ergo stadia duo acquant metra 368,7.'). lam vero milliarium fuit passuum looo, seu pediun 5ooo; cum igitur fuerit pes metrorum o,2C)5, milliarium crit nietrorum 147^, ct milliarii quarta pars metrorum 368,75 : quod accurate respondet mensurac sta- diorum duoruni. Iluius concordantiae inter romanas et francicas men- suras intervallorum , aliud , quamcjuam minus certiim , exempluiu niox proferemus , ubi de aripenne res erit [ §§ 32, 33 ]. 17. Tuto igitur statuere licet pcdem francicum sub primac et se- cundae stirpis regibus eumdem fuisse ac pedcm romanum, atque ideo aequasse metra o,2g5; palmum qui quarta pars pedis fuit, aequasse metra 0,078; unciam denique, quae fuit duodecima pars pedis, aequasse metra 0,027. 18. Praeter hunc pcdem, ([uem legalem nuncupare possumus, pedem mensura hominis memoratum invenimus (3). Sed cum vix semel aut iterum usu veiiiat, ncc pro vera ac legitima mensura haberi possit , non est cur ill hac aliisve id genus naturalibus mcusuris, (juac se ipsas defniiunt, re- eensendis ct aestimandis diutius operam insumamus. Idem de inaniibrio diccndum, quod inter mensuras lougitudinis item rcperiraus (4), at(|ue, (I) Greg. Turon. llisl. I. (J. (3) Vita S. Euscbiao abbatissae Uaraalicensis in Bolgin, an. G89. Anonym, and. ( BoltanJislac die 36 niarlii ). (3) n . . . ct iterum mensiiratum ptdem ct dimittium mnisitra finmiiiis hreviorom iavcncrant ». Vita S. Panlulli alibalis Waractcnsis in Lcmovicibii!i : auct. .\nnnymo eius subaequali, an. ^37 cirr. ( Acta SS. Old. S. Itoncil. sacc. ill. parte I. p. 5iO ). (4) «... qiioniam trabs duonim manubriorum men.iura lircvior esse videtur ». Vita S. .\mali abbatis Ilabcndeusis I. an. Gil. auct. Anou. fere suppari (Acta SS. Ord. S. Ben. saec. ii p. lii). I l'> DK HATIONK MMMOHL.M, l>t)M)KKlM IT MKNSLK.Vni'M l.TL. Ill iioiueu ilocet, erat tautae longitudiuis, quanta mami apprclieiuli [lolesl. 19. Ctibilo quoque Fraiici utebanlur: u ... munis cius ( ait (ji'egorius » Tiuoiicnsis ) cv coclili latere in fuso bituminc, in latum liahct cubilos )i quinquaginla^ alltliuliuis cubitos ducenlos etc. >> (i). Cliarta aulem auiii 833: « sarlilcs xli, unumquemque longuui cubitos xi , ct latum cu- bitos II etc. » (-a). Quibus pauca quaetlaiu ackli posscnt tesliinonia (3). 20. Cubitus coumuuiilei' est loiij^itudo a flcxu cubiti hoiuiuis ad suui- mitalem inedii digiti; sed cum huiusmodi longitudo pro houiinis stalura varia esset, leges accuralius cubilum defiuienint. Roinanoruin cubitus iuii palmorum scv , sen digitorum vigiuliquatuor (4), id est pedis cum di- luidio, quae uiensura acquat metros 0,443- Fraucici auteju cubiti lon- gitudo licet nullibi expresse Iradatur; lamen cum celeras intervalloium jueiisuras Frauci a Romanis acceptas servaverint , dubitari vix potest (piin banc quoque rctinucriiit. Accedit quod superius citatum ex cbarta anui 833 exemplum iudicat sartiles, boe est manlelia ad mensam iuslrueudam , longa cubitos luidecim, lata duos cubitos I'uisse. At raonachorum uicnsae oblongae ac parum latae superius notatae roinani cui)iti mensurae om- iiino conveniunl. 21. Allatum testimonium nos praeterea docet cvibito Francos in pamiis dimetiendis usos fuisse, ante quam ulna vel alna usu frequentius veiii- ret. Revcra post saeculum ix rare et forte nuuquam cubituin adhibitum invenies in pannis lincis et laneis mensm'andis ; eiusque loco occurrit ulna , quae et alna illis temporibus nuncupari coepit. Etenim licet non- nulli |)uteiit ahias scquiori aevo tantum iuvectas, tamen iisdera ferine temporibus utramque repcrimus: «... mappas 3 longitudinis ulnarum 11 10, latitudiuis 2 . . . lintea ad manus tergendas vellosa 3 , unumquemque » de ulnis quinque in longitudine , in latitudine 3 » (5) ; legimus in Uocuniento amii 84o circiter. Et jier idem tempus, anno scilicet 824 (1) Hist. I. t> [i) .\ppcnd. X. PoljpL Irmin, p. 3i.'>. i,:*») liiaciDari nrchicpisuopi KtiemcDsis 0pp. loiu. U. p. 677; — Rcvclatio seu Apparilio S. Mirli.-ielis Archan};eli in partibus occiduis, hoc est in mnntc Tumba in Gallia, ,iucl. Anoii>mo ante >aec. i (.\cla SS. Ord. S. Bcnod. sacc. iii. parlc I. p. 7G). Ji) Vilruvius, de Arcliilcct. lib. IK. cap. 1. § 7. (5) M. G. II. II. p. 900; alia etiain e\empla suppelunt; " . . dc porris ulnne vi^inli, aut de » aliis herhis bunis tantum, quod boc coinpeusari posfiil etc. ». Parlitio boaorum oionaslerii i)in- OYsiiui facta ab Ililduino abbate an. 832 (11. K. S J. AUCTORE SPIRITU FOSSATI. II- rirciler , legiiuus: « ouines isle aiil faoiunl cauisilos tic nclo nlnis , ;iiil » salviinl denarios mi » (i). 22. Ulna velcribus triplcv luil , sciliccl (juaiiliim cxlcnclitur utriinrKjUf hrachiiim una ciun la'.itiidi'.ic pecloris (2) ; vel linicliiiiiii iiiuun evtcnsiiin , scu louj^ilutlo duoniiii ossiuiu ulnae et radii, addita longiludiuc inauus (3); \ci deinuin cum cubito confundebalur. Si exempla, ([uae supra rctuliinus, ronferaiUur cuni iis, L dubilari potest quiii pro ctihilo sub Francis idtiu nsurpata sit: id(|nc cliain tuin iiominis si- iiiililudo (iocct, turn cpiod ulnae seu aliuic appcilationc vclus cubili iioiiirii eiecluiii sit. 23. Sub priinis Mcrovingiis cum adliuc latina vocabula usilatiora cssent, siMiii'l aul ilcruin occ\\vy\\ passiis ad significandam loiigitudiiiis ir.en.iuraiii. » Inter autcm duas ccclcsias sunt pasaus quiiKpiagiiita » incjuit prac- oeptum Chiodovci (4). Postmodum raro haec vox occurrit , cl iionnisi fernie cum mille passus evprimuiitur seu milliarium. Eius vcro loco vel a primis tcuiporibus Jccctri, qui ct dextra neulro gcncre , usu rccepli lucrunt. i( . . . piscatoriam liabenlem perlicas (piadraginta se\ et dcxtrus » duos I) , Icgimus in citato Chlodovei praccepto (5}. In ciiarla anicni auni 817: « ... fpii habet ipsam terram in uno frontc dexlros 23 , et » in frontc dextros i6 etc. » (6). 24. Ncc inter passus et dextros quacpiam intercedebat divei-sitas , nt invicta argumcnta probant. Revera normit omnes templa olim Gent ilium, ar dein Christianoruin ecclesias iin-e asyli usas, neque lanlum templa oorumque atria, sed etiam, si quae aUio caruisscnt , spatium tcrrae circa ipsa, modo mains modo n.inus ])ro sacro liabitum fuisse , in quod si reus coufugis.sct, extrahi a persequentibus sine piaculo non poterat. Huius- Miodi vcro spatium, cui passus ccclesiastici nomen fiiit '-), froqueutis- (0 I'olv|>. Irmiii. XIII. II. no. p. i.->n (i) (( Arboris crassUudo qiuittiior Itoniiiiuiu u/»aj coniptcclenlittm tiiiplebat ». IMinii Hist. \VI. 40. (3) « Tcrrcstrium uai honiiiii iu^iili, liiiineri, ceteris armi ^ uni ulmte ». lliid. \I. -IH. (4) Aniiales eccloslaslici Fi'iMicoruni torn. 11. p. -iO. — lu\la liuiu- ain-tiirfni t-sl anni 'tCy\ : luilt Rrcquigny vero anni 500. (.=•) Il>icctr!iiAriiiD u cimiterinni de L\ passilnis ccclcsiaslicis Item conlirmo ibi ecclesiam S. Petri de Bnt^arris R simal cum ipso ciuiilcriu dc \\x passibus Item cjulirmu ibi ipsam ecclesiam S. Martini Il8 UE RATIONE NUMMOnUM, PONDERUM ET MEKSURARUM ETC. sime dexti'oruni nomine, in Francia pi-aesertim, vcniebat. « Praecipinius » ut qnillbet homo pro quacumqnc culpa ad ccclesiam coufugerit, non » sit. ausus aliquis eum intlc violentcr abstrahere , nee pcrsecpii intra 1) dextros ecclesiae , qui sunt triginta passiis n (i). Setl rem conlicil Papias, qui cxprcsse tradit: » Dcxtri i^icvmlwr pas sus mensurandi sc^wA n quosdam » (a). 25. Longitudinem quod altinet , oum cliam sub Francis mille passus pro milliario , sen pedibus quinque millibus fiierint aceepti, CTidens est eum cum passu Ilomanoruni prorsus convenire , et conslare pedibus (piinquc , ac rcspondere metris i,475. Uiiiun taiiien occurril exemphira dextri duplo longioris: « et de circi in terra dc sancta Maria iani » supra nominata , et habet dexti'os x et habel ipse dextrus cabilos sex n et medium pedem » (3). Sed huiusmodi dexter et secjuiori aevo, iiempc sub finem saeculi x occurrit, et in regionil)us conterminis Ilispaniarum, quae din sub Wisigotthoruni doniinalioncni fuerunt, ut ideo ex liorum loeorum mensuris ad francicas vix possit esse illatio. 20. Agrcstium mensurarum praecipuam perticam Francis fiiisse constat. Atfpxe hie recurrit cpiod superius [ § 5 ] ex Veterc Agrimeusore nota- tum est de maiori vel minori perticae longitudine pro regionum diver- sitate. Sic reperimus turn perticae voceiii saepissime simpliciter usurpa- tam , turn perticam legalem , sen legitimam , accingalem , agripennalem , manualem, perticam pedum octo cum dimidio , perticam pedum duode- cim cum dimidio. 27. Legalis (4)> seu legitima (5) videtur pertica decern pedum, turn quia legiliuia Roinanoruin pertica fuit, turn oh haec verba e lege Ea- tuvariorum a Dagoberto edita : « /Jndecingas legilimas , hoc csl perticam » decem pedes habentem , quatuor perticas in transverso , quadragiula .» de Allons cum suo cimiterio in circiiilu ipsius ecclesiae de xx\ passihiis ecciesiasticis ». Cliaria Pelri Scneccnsis episcopi pro monastcrio S. Victoris Massil. an. 1089 ( Gallia Clirist. tiini. 111. pag. 197. 198). (1) Concil. Coyaccnsc, an. 1050. cap. 12 (Concil. lorn. XXV. p. 5(12). (2) Cangii Glossar. V. Dextri. (3) Marca Uifipnnica: auct. Pelro de Marca archicp. Parisiensi, p. 951. Charla annl 951. (4) " L'triusqiie partis fltiminis Icncant nnam perticam lerrac /ijn/cm etc. u. Cliarla Cliildeberii, an. 528 (Gallia Christ. Inslr. Inin VII p. 7. C ). (5) <■ Iialiet in longo perticas leijiltimns XLii etc. ■■ Cliarta auni 780 ( ScoepOini Alsat Uiploui. I. 54 ). AL'CTOnE SPlKlIi; KlSSATI. I l<) » in longo » (i); quain catndein suuctioiieiii a Liulovico Pio rcnovataui rcperimus [§ 44]- Hacc eliam procul ilubio est, quae tliclliu- pertica accinga (a) ; quod ex iis , ut ex allato loco patct , legiliina antzingae iiicnsura desiimcrclur. Pcrlica deroin pedum aequabat iiu-lra 3,C)5. 28. Agripennaleni pcrticain indubiiiin tsl c\ eo diclain, quod in are- peiinoruia mensiira praecipuus eius usus essel. In pertica agripennali eranl pedes plus quam decern (3), ex quo susj)icor camdem hauc esse cum pertica pedum Xll. Sane pcrlicam xii pedum sacpe memoratam reperi- iims in italicis documentis carolingicis (4), uti ct perticani iugialem (5) quam eamdcm esse ccnsemus ac perticam agripennalem. In Francia oc- currit ctiam , scd raro, pcrlica xii pedum cum dimidio (6). Pertica xii pedum ae(piat mclra 3,54- 29. rerticac pedum vni cum dimidio uiiuni occurrit exemplum in iu- dicato secundum legem Gotlhorum habito anno dccclxxxxiv « habet » perlicas octuaginta, et habet ipsa pcrlica, quae est mensurata, y^et/e* » octo et medio etc. » (7). Nequc lameu haec pertica commmiioris usus luisse videtur. Ea aequavit meli'a 2,507. 30. Denique jjcrtica mannalis occurrit in diplomate Ludovici Pii, ex (juo eliam cognoscimus fuisse pedum xxx: « ordine quadrato per- il ticas xxx, quam perticam manualcm ad mcnsuram AAA pedum desi- gnavimus » (8). Aecpiavit igitur metra 8,85. 31. Locus , cpiem retidimus agenles de pertica pedum viii cum dimidio [§ 29] in suspicionem inducit nonnunquam ad metiendum locum perli- (1) Lex Baiuv til. Leap. XIIIl. n. 2 ( Ccorgiscli Corpus etc. p. (i) «... sitl> nicDsura \idclicet perlicanim itriiiifftirum ia longiliidine r|uingenlaruiD in latitu- i> diiic duccntarum ^iginli etc. ». Fundaliti uionnslorii .\rremarrcD8is, an. 837 ( Gallia Christ, turn XII. Inslr. p. 217 I) ). (3J «... habet in lougo perlicas aijiipenualcs XXMI, habet in uuo frontc perticam i prdts x, »» in alio frontc pcrlicam i pedes \ etc. » ( IV'rard , Pieces ciirleiiscs etc. p. 1 i et phiries alibi. (i) Cf. Chartac aun. 81S. 890. 9(10 ct aliae (lassim in Hist. I'atriae Munum. Chartar. luiu. 1. p. 31. a b; p. 70. d ; p. 95 b. (■>) Cf. Glossarium in b \. polissimum vcm Hist I'atr. Monum. Chart, turn. I p. 94, a: l(J4. c. et alibi passim. (6) « ... habet in luni,'um cum cutte et horlo perlicas IX, in latum pcrticas \ii, ct ipsa pcrtiia .. habet pedes xil et dimidium etc. u. Charta an. 87-1 ( K. F. S. torn. VIII. p. C41 ). .^liud exem- plum suppcdilat charta an. 855 circ. ( Gall. Christ. Inslr. torn. II. p. 129. C ). (7) Notitia iudicati pro ecclesia Gcrundensi (Balui. Capit. Append. Act. Vet. torn II. p. 1.M2 . C8) Anni 81(3 ( U. K. S. torn. VI. p. 198 ). laO DE RATtON'K NUMMORl'M, PONDEIHIM ET MF.NSl'RARUM ETC. cam aliquam seu scrobcin, cpiac sc agrlmensori prior ofTerret, snmptam fuissc , ct ciiis ope mciisiiram perantain , ac tlciii ailnolaluin cuius lon- giluilinis adhibila pertica esse coiiligisset. Cum lauicn niliil aliud adie- ctum est, vix diibitari potest, quiu inleUigcnda sit pertica Icgilima, scu decem pedum: cum cl in monumentls ubi /^er/iVwe, cius qiialitate omissa, uicntio est, numerus pedum, in cpicm ca dividitur, nuuquam ad dena- rium ascendal. Obiter notaudum est pcrlicnm, licet rarissiine , in dcxtros, non in pedes subdividi (i) ; turn phircs alias perlicarum species inveniri, quas utpote saeculo x posteriores omiltimus (2). 32. Arepennis iam sub Romaiiis gallica vo^c fuit , qua xemiiugerum designabalur (3). Iluic leslimonio adslipulalur Isidorus: « Actus quadra- » tus undique fiuitur pedibus centum viginti. Hunc Boetici avapenvem » dicunt » (4). « Arapennis ( subdit "Vetus Agrimensor ) vero , quern » semiiugerum dicunt, idem est cpiod et actus niaior, liabens undicpie » versum pedes cxx , perticas vero xii n (5). 33. Agitur ibi quidem de aripcnno pro superficie: sed ctiam loiigitu- dinis , seu inlervalli mensuram fiiisse arepennem patet ex loco Gregorii Turoncnsis [ § i5 ] , ex quo eliam cognoscimus usurpatum fuisse pro longiludine laleris unius semiiugeri , seu pro pedibus cxx. Iluic accedit testimonium a diplomate Clolarii. Iam superius [§24] innuiraus ecclesiis, quae atria non habuissent, asylo fuisse quoddam circa ipsas terrae spa- tium. Hocce a Nicolao papa II anno roSg defuiitum fivit sexaginta pas- suum maioribus ecclesiis , triginla minoribus ; sed saeculo v tantum « quinquaginta passibus ultra Basilicae fores » asylum definitur, ut fert constitutio Honorii et Theodosii (6); unde eruimus minoribus ecclesiis viginti quinque passuum asylum daliun fuisse. Huic porro testimonio rongruit decrelum Clolarii II , qui statuit : « Quod si sunt Ecclcsiae , » quibus atria clausa non sunt , ab ulrasque partibus parielmn terrae (I) « Esl aulein ipsa area in pnispectn ciNilatis Carnolis .. haheiis in ionium pL'rlii-as 3^!, et » in uno capile perlicas 8 cl dislrum unvm (•tc. » Cliaria an fiOO J Gill, (".lirisl. loni. VllI In^lr. p, 487. C ). (4) Cf. Can^ii Gloss, eiusque supplciii A". IKrhcn. (3) « Semiium'ium (pioquc aripnniuni voconl (Calli) r.. Columella, Je re rusl. lili. V. i;ip. 1. (4) Orig. lib XV. r.ip. I.i. (5) Gocsii Uci A|j;r. aucl. etc. p. 321 (C) Edila a Sirmoiulo in Appciul cod. Thcod = De eius fnh- dnliilanl viri doeli; sed nihil inde contra rem nostr.im : non cnlm ul iinocr^iloratu legem, sed ul \eUis documentnm onm cila\imMs. AUCTOUE SPIRITU FOSSATI. I 5 r » spacium aripcnnis pro atrio observe tur » (i). Arcpcnnis ii;ilur lespoiiilet vigiiili(piin(pic passibus , quot asj'li spatiuin in minoribus ccclesiis eon- stabat. nine arcpcnnis si pro mensiira intcrvalli accipiatur, respondel inetris 35,4- •li. Ad inensuras intcrvallorum gradum faciinus. Francis iisitatissima f'uit leuca , quae a vcteribus Gallis accejila, nee dominalionis romanac teinporilius in desuetiulinem abiit , ut passim moninncnta Francis antc- riora teslantnr (a). Vocis etymon a celtico vooal)ulo Icoaii; vel leak du- riuit , <[iiod lapidem significat ; quae res indicio est Tctercs (lallos itiiic- riun intervalla lapidibus signare consucvisse (3). Leucae longiliuliiicin • piod allinct Icsliinonia luce clariora decent, cam inille quingcntorum passnum fuissc, vel pedum scptcm millium quingcntorum. « Leicga anient » gu/lica mille ct ijidngcntnrwn passiiuin quaiilitatc nielitur » ait Jor- naiides (4). « Dicilur autem leuga apud Gallos spatium mille et (/iiin- » gentorum passnum » (5), ait Anonymus auctor vilae S. Rcinacli epi- scopi Ullraieclcnsis. Quibus addenda Isidori (G), et Veteris Agriniensoris testimonia (-j). Antiqua igitur Icuca in recentiores niensuras redacta aequat kilomelra 2,21 aS. 35. RasUt, praeter leucam, in Galliac regionibns Gemianiae finitimis nonnunquam occurrit, ad intervalla significanda. Rasiis imiversa Gerniania, ut ti'^dit Divus Hieronymns (8), utebatxir; vocisque originem a Teutonico fasten vel rusten ducunt, quod idem est ac quiescere (9). Eius longi- ludinem dupliccm longitndinc leucae fuisse indubium est: » ... de alia » frondcj ad partem orienlalem leucas sex, tpias homines loci illius (1) An. 595 circ. ( M. G. II. III. p. li ). (^) « Qui locus (Lu^dununi ) exordium est G.issiltus <^eti ^evgis ■ ilinora incliiinlur ». Aram. Jl:irccl. lib. XV. Adile D. Ilieron^m. in loel. cap. 3. (.t) Cr. Cangii Gloss. Supplementum , ubi cilalur torn. \XI Comment, .\cadem. Inscriplionnm , p. 66. (4) De Reb. Geticis, cap. 36 ( R. Hal. Script, torn. 1. parte 1. p. ii)0 V. ,. (5) Cap. 20 (Acta SS. Oril. S. Bcucd. sacc. ii p. ili). (6) Orig lib. XV. cap. IC. (7) Apud Gocsium etc. p. 332. (8) •( Unaquacquo gens certa viarum .spatia sui.< ap[)ellat nominibus. Nam ct Latini mille passus » vocantf et Galli leucas, Persac parasangas, ct rastas universa Germania i>. In loel. cap. 3. (9) K Rasta quod Graccis ffrod'juog, I.atlnis ntansio^ proprie ilineris tantum (fuantum absolvitur ' prius quam quicscas; a Germanico rastin, pro quo alii ruslen , hoc est quiescere ». Vossius: Ue Vitiis Serm. lib. II. cap. 16 ( Arastclodami 1695. p. 87. 88). Seuie II. Tom. V. iG IJ'i DE nATIONK NUM.MOnUM , rOXUERl'M ET Mt.NSLKAIU'M El C. n d'tcunt rastas tres esse « , Icgimus in iliplomalc aniii G^S (i). Ac((u.->biii iiiilur kiloinctni 3,(44- .!(). ^lilliariuui fjuo((ue idenliiluin iiou tunluiii in scriplorilius, scd el ill Ic^ibus usun;ulum iuvciiiimiSj et varie. Modo cnim n»7//rt7'e (2) , niodo inilliariuin (3); nunc mllle passus (4), aut milliu simjdiriler (5); laj)is (Iciiium , sod raro dicebalur (G). iMilliarium aultMii Romanoruiii , ill 110- incii ipsuin perliibct, millc passibus, sen quiiique niillibus |;edll)us cou- slabal (j); sub Francis aulem iniUiaiium idem fuissc ac sub Romanis I'ueral , supra [§ iG] probaluiii esl. IMilliarium igiliir acqiial Kilninc- tra i,47-^- 37. Poslrcmo noii ([uidcin univcrsa gens, scd scriplolxs nomuilli .v/rtr/Z/.s iiilerdum intervalla disliiixerunt, aUpic codem plane seiisu, quo Graeci. Ut enim Graecis stadium cenUun viginli quinque passuum crat (8), sic el istis scriploribus. u Uuum stadium habct arijKSiuies quinque » ail Grcgorius Turoneusis (g) ; «... poiTcctae craiit civium niansiones . . . » quasi stadiis duobus , quod est quarta pars nulliaj-ii » , scribit Ano- iiymus auctor vitae S. Euscbiae abbalissae Hamaticensis in Belgio ( 1 o). Cmn inilliariuiu niille passibus, ut vidimus, constarct, quarta pars mil- iiaril, scu duo stadia, aequant bisccntos quinquaginta passus, et unuin- (piodquc passus centum viginti quinque, pedes vero sexcentos viginli . Capitularr Caroli 11 an. 813 ( M. G. U. lom. III. p. 378 ). (i) CI Maves per siccum plusqiiain ) « Quinto ab ipso coenobin lapiilf esl fundus etc. » Liber de Translal. reliquianim samli Scbastiani and. Odiloao monacho, inilio saccuU x (Acta SS Ord. S. Bencd. sace. i\. paile 1. p. 377 ;. (7) Isid. Orig- lib. W. ran. 15; Voliis Agriinmsor elc. ( Goes. p. 3^2 ). (8) Isid. ihid. Vclu.s .\prinirnsor, \\m\. (9) Hist. lib. I. cap. G. MO) B'lllauJ. rjie 26 martii. AUCTOnE SPIRITU rOSSATI. 123 CAPIT III. DE .ve>si:ris SL'PERFICIERUM. 38. Mcnsurae superficicrum nihil aliud proprie sunt, quam longiuuli- iiiiin nicnsurae in longmn ct in Iransvcrsum tluctac, sen per sc niulli- plic-alac. Proprie , inquain: elcnim viilgi iisibus nonnullac superlicicrniii mcnsurae invcclae, quae nuUo prorsus niodo a incnsuris longitiuliniim oriuntur, ex. gr. pratuni ad carrailas duas , tres , aliactjue id genus. Turn prioris turn postei'ioris generis mensurac plures apud Francos nsn vencrunl. 39. Minimam superficierum inensurain pedeni quadratum reperinnis, cui quadri aut quadrelli (i) nomen fuit. Significari aiitem co nomine pedes quadrates hoc exeniplum evidenler prohal : « ... deprecati sunt » enixe quatenus . . . concederemus in palatio noslro compendio tciTae 1) quadras LXXX ad cappellam construendam in honore S. dementis 1) papae et martyris etc. » (2). Quo in exemplo si quadri non pedes f[uadi"atos sed maiorem quamlibet mensurani siguificarent, non capellae, sed templo aedificando abunde suflecissent. Pes quadratus autem rcspondel metris quadratis 0,087025. iO. Pedem evcipil dexter, qui raro occurrit: if Ava.1 xndc dextrnm i, » ad tramisum dlmidium » . « Gulframnus tenet de fisco ilominico dex- )) trum I » (3). Cum aulein dexter sen pussus conslarct pedibus quin(jue, hinc dexlri superficiem cruimus fuisse pedum quadralorum vigintiquinque, al([uc ideo conslassc metris quadratis 3,1^5. il. Pcrlica quoque superficies fuit: u dedit ibi mansuni 1 lia- 11 benlem de terra aral)ili bunuaria vit et perticas xxx , de pralo ari- » pcnnos ini el perticas xxrtii » (4). Cum in inensuris intcrvallorum (i) « ... do prato luinuarin ii et ijuadrelhs m.mii, el tJo sjlva bunaaria xx , el de conciso )' bunuaria v et quadrellos ii, ct do marcisco ijuadrelhs r.\ etc. ». Charla an. 8fi8 ( R. F. S. vin. cii. (9) Charla Caroli Simplicis an. 915 ( U. F. S Villi. 5« ). (3) Polypt. Irmin. p. 109. (4) Ibid. p. 139, ct alibi pas. «'>''" ('g>'ipenni/lis scu pedtiin tUioileciiu [§ 28]; in su- perllcii' iliineUciida ihiiiUccm j>ai'ilcr pcrlicam i'uisse oporLet, aliain pe- dum quadraloruin ceulum, seu mclrorum qaadratoruni 8,^0 25, aliain ■vero pedum (piadraloruin cenluui quadragiiUa quatuor , seu mclrorum (piadralorum i3,5g'^'j. \2. Alia superficies Francis usilatissima arepetinus fuil , (jui variis iuflexionibus arpenmis , aripennus , arapennus , agripennus , (t/uipennis dicebalur. Ul ])lurimum dc vineis usurpaluui invcnies (i) , saepe de pralo (2); rarissime vcro de agro(3), de silva (4). Aripenuem praelciTa iucti nomine I'uisse uomiunquam apj)ellalum nos docet polypliclii Floria- censis exempluin diceutis: « llabet ibi de vinea indominicala iucios id )) est aripennos 100 » (5). Ea aulem , ut supra notavimus [§ 32 ] iani sub Romauis gallica mensura fuil , aequaiis semiiugerum , seu pedes quadratos i44oo, id est perticas dccempedas quadralas i44> sive aras i2,53i6. 43. Andecinga quoque Franci valde ulebantur,et corrupta voce frcquen- tms antsiiigttiii , ancingam, uucingant , auciiiiam , ancingiam (pioquc dice- ban I (6); alque de terra arajjiji, de pralo, de silva usurpabant. Si vero dc andeciugae quanlitate quaeratur, vix dubitari potest, quin initio superficiem mode maiorem modo minorem habuerit. Id suadet turn vocis etymon , <|uae proprie significal quemvis a£;ri modiim emensuraUim : ducla enim vo\ est e Teuloiiico « aiide , quod hinc hide emcnsuvatuin , cl cingeii , ■n zingen , quod hodiecpie Argenloralen.ses «'«/;«* , niensurare ■» {'j). Sua- deiit pariter legis, in qua primum andecinga occurril, verba, quae an- deriiigas legilimas memorant ; undc pronuin csl infcrrc andecingas ctiam ' !) " ... (Ic vclerc vinen vix trigiiila aripc/ities cnntulimus ». Tcslain. S. Cacsarii cpiscnpi Arc- Lilrnsis aa. 508 ( Auiial. Eecl. Franc. Iudi. I. p 017 ). « [label ilii dc vinea aiipciiimm i etc. n. V'»lypl. Irmin. p. i\. Atque ila passim in cius acvi scriptnribus. (3) <» Haliet ibi dc prato aripennos xilil etc. ». Polypi. Irmiu. p. 33. «... mansum ununi cum >• duobus mipcnnis de pralo etc. ". Cbaila Ragcnfrcdi cpiscopi an. 950 (Acta SS. Old, S. Bcncd. MFC. iin. parlc H. p. ?81 ). Alibi p.issim. (3) " ... dc ttrra arabili itrpcn. ill el in aTm loco . . . arpcnn. iii clc. ». An. 8G2 ( Mabill. dc ro dip), p. 535 ). { i) « Damns etiam dc siliut bunuaria duo cl nrpcnitum ununi etc » an. 8 iO ( Mabill. ibid. p. 517 ). (5) Cf. Can;{ii Glossariuin V. luilus. (fi) Gloss. Can^ii, cinstpie siip|denienlum ad lias voces. (7) niossarium Teulouicum lobanuis ijcliilleri V yJnilecinija (in Thcaaur. Antiq. Tculoo. lorn. III. llmio I7i8). AUCTonE spinm; fossati. i :;.■> noil lej^iliinas, sivc inilefinitas exlitissc. Siiadet poslrcmo Icgis mcinoratae fiiiis, quae itluo lula full, »it colouis ct scrvis ccclcsiac cerium agri inodiiin ronsliluerct ab ipsis colcndum. IiKpiit cnim Baiuvariorum lex a Dagobcrto edita anno G3o: <.<. Andecingas legUimas hoc est perlicam decern pedes i> liabcutcin quatuor pcrlicas in Iransverso, quadraginla in longo arare, » scininare, claudcrc, colligcre ct traherc ct recondcre » (i). 4i. Probabilissimum vero est camdcni perdurasse andecingae quarili- tatein etiam sub Carolingiis; cum enim cilalum e\ Baiuvariorum lege de andecinga locum rcperiamus inter Capitulai'ia tpioque Ludovici Pii anni 817 in Codice Bibliolhecac Parisicnsis N.° 499^ {.^)\ pi'onum est colli- gere Ludovicum Pium legem illam de colonis et servis ecclesiae confir- masse, et proinde camdem andecingae quantitalcni eius icmporibus fuisse. Conslabat ergo andecinga legitima quadraginla perlicis decern pedis in longo , quatuor in U'ansverso , lioc est pcdibus (piadiatis sexdecim inil- lenis , qui respondent aris 13,924. io. Napatica superficies quoquc Francis fuit , (juam scmel aut ilerum lantum usurpataui inveniuuis. "Debet unusquisqui- mansus se^^ilis per » tolas ebdomadas dies \, et wnam napaticam in vinea etc. » (3). » Debet 1) tuipaticas 11, liabente unaquaquc in longum pcrticas xi. , et in trans- >i versum quatuor d (4). Ex quo posleriori exemplo napalicam idem ac anlsingani esse perspicaci coniectura infcrt cruditissimus Guevard (5). i(}. lovTialis , iurnalis pariter Francis fuit superficies teiTae arabilis, vineae, prali, silvae. Vox ducla ex eo ([uod signiGcaret superficiem , cui colcndae dies insumcretur: « Dono mansionarium cum Icrris araloriis 11 lid dies plus minus viginll duos , etc. n (G). Dubium auferunt loca ali([uol, in quibus pro iiirtiali, diurnulis vel mensufa diurnalis dicitur: » Donanuis libi \ii hobas ct vii casatas et cccc diurnales de terra clO) ("j). (1) Lex Baiuv. lil. I. cap. XIV. ii. 2 ( Ccorgiscli. etc. p. 203). (3) Cf. Mon. Germ. Hist. loin. III. p. 210 in ooilicurii rccunsiuae. (3) Polypi. Fossali'usc ( .\ppciul. I. F*oIypt. Irniiii. p. 286 ). (4) Iliid. p. 2ttj. (5) V. NajHitiia , in Gtos.>:nrio peculiari <|uihI Polyptico Irminonis ct appendiciltus adposuit. (6) Chaita an. :0G ( Anu.il. Eccles. Franc. IV. 55C ). (7) •( Bodium in villa Savra cum 1-1 bonariis ct t7 mcnsur. diurn. t. t» In Liswej;a €2 mensur. diurn. » In Vutkcrckc 79 mensur. diurn. »>; iJquo j;cnus alia. Clinria an. DO! (Gall. Cltri>t t' in V Inslr. 353. D ). Cf. quoquc Charlani an. 701 ( io Marlcnc .Voipliss. Collect, luui. I. col. 13). 1 jG DR RVTIONT NUMMOI\lMl, PONDEHUM ET MENSURAIIUM ETC. lit (jiio oliiun mimn osl , ut \n\ ipsa iornalis pro voce dies ai\ tempiis iiiilicaiuliiin atUiihcrclur (i). 17. Iornalis aiilcm quanlilatcin non solum ilivcrsis in locis, scd etiaiti in eailcni i'Ci!;ione et pcne iisilom annis invcnimus ilivcrsani fuissc. Eleniin inxla Tabuiariiim Fossatense iornalis iieqiiat duas tcrtias paries avipennis: X sciendum est ([uod tria iornalia faciiuit apuil nos duo arpenla terrae 1) tanUun d (2). K\ ([uo apparel in relitpiis pleri.squc locis niaiorem fuisse iornalis nicnsurani. In cliarta vendilionis aulcni anno 81G Divionc per- aclae, iornalis habet pedes quadralos circiler oclo iiiillenos supra quin- i^cntos octuagiula quinque, scu ai'as '],^2i (3). In cliarla permutalionis vero ilem Divione anno 84o peractae duo proslant exempla, iuxla quo- rum alterum iornalis habet pedes (piadralos circiler decern et oclo niil- Icnos biscentos quadraginta , seu aras i'j,8Q'iJ\, allerum circiler viginii tria millia , qnadringenla viginti pedum, seu aras 20,3713 (4). Demuni in cliarla anni sequenlis 84 1 Divione quoque confecla , pedes quadrat i duodecira milleni, tercenti viginii, seu ai'ae 10,7214 in iornali Iradun- lur (5). 18. Postrcmo vix dubitamus, quin alicubi iurnalis pro iugero fuerit su.nplns, qua cum conieclura cliam exempla superius allala fere con- sent iiml: cum pi'aeterea nomen iornalis a rlie labori insumpto ductus, conveniat cum iugeri definitione « unius diei opus aratoris n , quam I radii Papias (G). Quae omnia satis adstruerc vldenlur iornnlem uon le- (J) " . . f.ici.Tnt . . . iantals no\cm flii ipsas \inoas, cl iorntiis duos ad messes colligendas, et » iornals duos ad ipsa era etc. u. Cliarta an. 904 ( Marca Ilispanica etc. p. 88i). (9) Can<;ii Glossar. V. Jnrnate. (3) «... vcndidiraus . . . iornales duos . . . et liabent ipsi iornohs in longo pcrticas aj^'ripennales » tx\l et in lato de subteriore fronte perlicas agripennales \'n, et pede uno , et in medio per- »' tieas VI et pedes x, cl dc superiorc fronte perlicas a^^ripennales \i\ et pedes duos. Infra lias u lerminationcs etc. )> (Perard, Pieces curicuscs etc. p. 13). (4) « Dcdit domnus IngelranDus . . . inrnale I de terra culturale . . . liabel in longo perlicas » agripennales \xv , pedes w, do uno fronte perticas \, pedes \, de alio vero fronle perlicas \ , >• pedes IV etc. ». » . . . dedil Madalgerius . . . lornale de terra culturale . . . Iialiet in longo perticas agripen- » nates lvi, dc uno fronte perticas in, de alio vero fronte perlicas ii , pedes X etc. « (Peranl etc. p. i9 ). (5) « Uedit Geraldus . . iornales ii . . . lialiet in longo perlicas agripennales xi. , in »no fronte perticas agripennales iv , pedes x, de alio vero fronte perticas agripennales in, pedes mi eU'. . ( Perard. etc. p. 91 ). (6) Gloss. Caiigii V. lugcrum. Al'CTOIiE SPiniTIJ FOSSATI i 7."] gitiiiiaiu, sctl usiialem supcrficiem fiiissc, in caijiio arsliii.aiiila slriclam incnsnrae ralioueni habilam non fiiisse. iO. Iiitcrclmn ad cerium agri moilmii iudicaiicliun occurrit quartus , quarta , quartavium , qiiurttirias , qicarterius ct corrii|ilc cttrtarius , «... cum capcUis ct maiiso douiiiilcalo ft iaclis xxiii el quartis Iri- n bus etc. )) (i). (( Quartos tres ct dimidiam ct cainpelios quinque n etc. 1) (2). « Habet in Varena in longo pralo aripennos xxx et quar- » los tres )) (3). « ... de viiica qaartain (larlcin dc ai'ipenno » (4)- ic 111 Levisi villa mansum unum, iu VVadreio qiuirlariuin iinurii etc. » (5). « Similiter dono eis hoc quod liabeo in duohus quarleriis vinearum » etc. » (G). «... in quartario arpcnni vineae, quod dedit eis etc. ... )i duos arpcnnos viiicaruni uiio quarlcrio minus etc. n (■j). « Cum terris )) araloi'iis ad dies plus miinis viyinli duos cl quarluriis duobus etc. » (8). 30. Cum haec vox, ut e\ allatis excmplis palct, absolute nonnunquam accipialur, apparet non signiGcari co nomine quarlam partem incerti ruius|)iam lerrac tractus, sed esse cam certam et veram supcrficiei men- suram. Ulrum autcm lioc nomine significctur ea superficies , (piae quai'- lario seritur , an quarta pars aripennis , pro rerlo definire non ausim. t Cum tamen et quartarium vineae occurrat, nee quartanos ultra Ires - inemoratos reperiamus , cumque in aripcnni seu semiiugero scrcrentur sextarii viginli quatuor, seu quartarii nonaginta sex, vix did)ito quin tpiarlarius , sen quartus aequaverit quartam partem aripennis , atque liabuerit pedes quadrates ler millonos octingentos et quinquaginta , sen aras 3, iSag. 31. Atque banc quarti vel qiiariarii signiGcationem eonfirmant exempla similia , in quibus tertiarium , tertia pars , vel etiam octiiva pars ari- pennis occurrit, ex. gr. «... de vinea tcrciam partem de aripenno » (9); (1) Cliarta lUijcnfiedi cpiscoin, au. UoJ ciic. Uolala in pli.^iu \i-mi. AImm aliii. C iruoU'rihis ( Acta SS. OrJ. S. BcncJ. sacc. iv. parle 11. p. SSI ). (J) Charta inc. an. ( Gallia Cliiisl toin. II. Inslr. p. 941. 0 ). (3) Chaila an. IIGJ (Gall. Cliiisl. loin. X Inslr. p. iOl. B, C ). (4) Charla an 862 ( R. F. S. loni. VIII. p. 5:3 ). (5) Cliarla an. 873 ( R. F. S. loin. VIU. p. 644 ). (6) I'olypl. Irmin. p. 288. (-) Iliid. p. i?,». (8) Cliarla an. 700 ( Annul. Eccl. Franc. Um. IV. p. 436 ). (9) Polypi Irmin p. 211. Ill8 DE RATIONE NIIMMORUM, PONDEnUM ET MENSUHARUM ETC. « de pnUo octava parte de aripenno n (i); aliacpie eiusdcm generis iioii |iauca. Sic pariter in seqiUMili cxeinplo tcrdarium ])ro lertia parte ari- pcmiis accipiimis : « addiciimis Icrtiurium uiuun , in quo possunl » bouain partem focni coUigerc » (2). 52. lugevo quocjue Franci ad cerium ct dcfinitum agi'i modum iiidi- candum usi sunt; uou tautuui sub IVIcrovingiis (3), verum cliaiu sub Caroliiigiis (4) , ct adliuc sacoido x usurpatum inveuies (5) , dictumque de terra arabili , de prato, dc vinea. I'raeterea iugerum nonnunquam cor- I'upla voce iugiun ((5) ; iiouiiunquam iugatum fuit diclum (■y) ; imo in (piibusdam proviiiciis, ut fit, iugorum fuit iiiuiru])at\un terra unius bo- vis (8) eo sensu (ul ego coniicio), quo a Papia (pioque defiuilum « Uiiius diei opus aratoris « (9). 33. Huius supcrficiei quantitatem immutatam peuitus non fuisse , ct iuaerum horum sacculoruui idem ac rouiaiuuii esse cruimus ex Isitloro , qui saccule vii, ^eleri Agriuiensore, .. Charta an. G90 (Gall. Chrisl. torn. XMl. Inslr. col. 293. C ). (■ij «... de terra araliili iutjera > arabilis lugti xwiii cum terminis ct latcribus etc. » Dipl. CaroU Calvi pro Eccles. S. Hilarii Pictav. an. 8G2 ( R. F. S. VIII. 57G ). (7) V. Cangii Glossarium in h. voc. (8) t< . . . tradidcrunt S. Bonifacio bona sua in papo Ostropb in villa Baltremodorf ^^rrnm x hitum. n sicul apud illos raos dicendi est. apud nos vero X iugera ». Descriptio Opulentissimarum Do- nalionum, <|uas in provincia Frisiac posscdit abbatia Fuldensis, n. 19. an. 800 ( Aubcrti Miraei etc. Opp. Dipli>m. el Hist. etc. torn. III. p. G ). (9) Cf. Can-p'ii Glossarium V. Jugcrutit. (10) Veins Agrim. elc. (Goes. p. 321 ); Isidorus Orig. lib. XV. cap. 15; Papias in sno Glos- sario ad h. voc. AUCTOBK SPIBITl- FOSSAI I 1 2q meiisuraiu scrvalnm fuissc oportet. Pedes igilur bisccnti quatliayiiiia umU tiplicati jjer cenlum vigiiiti cfliciunt viginti oclo niillenos octingeiitos pedes quaclralos , "J [ R. F S. VIII. p. (KM). — His addc alia pene innumera. (3) Cf. Cangit Glossarium ad lia.s v. (4) erGciem bunuarii francici et i\igeri romani , si utrumcpie eadem tritici, ordei etc. quanlitate serebatur. Sed rein ita plane sc habere seqtientia testuuonia evincunt. I." ic Habet ibi de terra arabiii culturas vi, (piae habent btuniaria CL, •» ubi potest seminare inodios cci, » (2). Ducenti quinqnaginta niodii (1) IsidnriiJ, Oris. lib. XV rap 15. IG, Vdus .\griincnsor clc. ( Cuesii p. .IJO cl 5eqi|. ). (J) Polypi. Iriniu. p 52. AtTTORE SPiniTU FOSSATI. |3| tl'ivisi ]>cr buiuiaria cenluin elliciunt inodiuin uuum cum duulxis lerliis — =- :z=: I - I . a." «... culluras xr, quae liabent bunuavia ccLXX , el possunt » seminari de inodiis frumeiili n d (i). Modii quingenti |>cr bunuaria ducenta scptuaginta divisi producuut sationis modiuiii uiium cum septein ., . . r 5oo 23 1 octavis partibus circiter I = i H • I ■ ' L 270 37 J 3." u Habet ibi de terra doininicala culturas maiorcs x, iiiiiiores 11, » quae habent bunuaria cxcii , et possunt seminari de inodiis frumenti 1) cccoLxxx etc. » (2). Quadringenlos ocluaginla modlos dividendo per bunuaria centum nonaginla duo , habebinius modios duos ol dimidium sationis pro unoquoque bunuario I - — = 2 H — I . 4.° «... habentem de terra arablli bunuaria LX , ubi potest se- )) rainari modios CLXxr etc. » (3). Modii centum septuaginta ([uiiiqup per bunuaria sexaginta dividantur: erunt pro singuUs bunuariis modii fere tres I -J—=2-\ I . L 00 12 J 5.° «... habet culluras vii el canipellum i, quae habent buruui- » rios CCXX; et insulam r, quam domnus Irmino styrpavit, in qua con- )i tinentur bunuarii r/; et possunt seminari de modiis frumenti et si- 1) gali dcl; etc. » (4)- Habemus hie bunuaria ducenla viginti sex, quae divisa per numerum modiorum sexcentorum quinquaginta producuut sationis modios ferme tres I — - = 2H — —: \ . L 22b 1 13 J 6.° » Aspiciunt ad ipsum niansum de terra arabifi buniuiria III, » quae possunt seminari dc modiis sigali vim n (5). iSovem modios per bunuaria tria dividendo habebis tres modios sationis unicuique bunuario [§='] (1) Polypi. Innin. p. 2H (3) IbiJ. p. 131. (3) Ibid. p. 197. (4) Ibid. p. 271. (5) Ibid. p. 113. i!5t i)k ratione nummorum , ponderum et mensurahum etc. '•.° (< Habet de terra arabili bunuarios xr , cjiii possunt semiiiari » de modiis frumenti l » (i). Modios quinquaginta per quindecim bu- lutaria dividentes, habebimiis pro singulo bunuario raodios ti'es cum lerlia [%='*i] parte 8.' « Habet ibi cultiiras inter inaiores et minores inter tolas tres » dccauias xm, habentes bunuariu ccccx'tr/, quae possunt scmiiiari de )) inoiUis frumenti Mn , etc. » (a). Modios miHequiiigenlos pei' himuaria quadringenta quadraginta sex dividendo, habebimus pro singidis bunua- riis sationis modios tres et octuaginta unam e\ ducentis viginli tribus ... ., r 1000 8i -| lodii partujus I . ,,,-z= JH ^ I. L 440 220J 9.° « . . . de teiTa arabili bunuarios cxc , qui possuut scmiuari de » modiis finimeuti dc » (3). Modii sexceiiti per centum nonaginta bunuaria divi.si , aequant modios sationis pro iinoquoque bunuario tres et tres un- devicesimas partes I = 3 H | . *^ L190 19 J 10." « Habet de terra arabili culturas iiiij quae habent bunuaria » XLViii , ubi possunt seminari de frumento modios cxcti etc. » (4)- Modios centum nonaginta duos per quadraginta octo buiuiaria dividen- tes, liabemus pro singulis bunuariis quatuor sationis modios I -^r=4| • ri." « Aspiciunt ad ipsum mansum indominicatum de terra arabili n bunuaria X, quae possunt seminari de modiis speltae et avenae xl n (5). Quadi-aginta modii per decern bunuariia divisi aequant pro horum sin- gulo modios quatuor I — = 4 I . 12. « Habet ibi culturas vni, quae habent bunuaria Lxr , quae » possunt seminari dc frumento modios ccc it (6). Modios tercentos (I) Polvpl. Irniin, p. 2i5, (J) Ibid. p. S. (») Ibid. p. 343. (4) Ibid. p. 33. (.'>) Ibid, p 94. (6; Ibid. p. III. AucTouE spinirr fossati. i33 per lm:i\iaria scxagiiila quinquc dividcnilo, haJjcinus pro lionmi siiii;iilis ,. . . . , • r3oo , 8 1 iiioilios (iiialuor el oclo tiecimas lerlias i)artes I — —=i:i-\ — ., 1. ' L Oo 1 3 J 1 3." u . . . tie terra arabili hnniuiria ci.xxii , <\n:w. possmil scmiiiare n modios DCCC 1) (i) Oclini^enli inodii in cciiluiii se|)lnaginla iliio hu- Diiaria divisi elTicinnt pro singulis bunuariis modios quatuor et >'igiiili 1 » .• 1" rSoo , aSl oclo (juadragesimas terUas modii partes I =^4-t-77r I- L I "y i 4-5 J 14." " Habet ibi de terra arabili ciiUuras vi, quae habont Imnua- )) via ccLXXxrii , ubi possunt seiniiiai'i de finniicuto modios Mccc » etc. )) (2). Modios inille tercentos per ducenta octuaginta septem bu- nuaria dividcntes, haliebiinus pro singulis bunuariis modios (pialuor et <-cntuiii quadraginla duas e dureiitis octuaginta septem niodii partibus, ,. . 1- ■ 1- ■ • r i3of> , 142 1 sen modios gulis habebimus modios quatuor cum duodecim septenis denis partibus I — — = 4 "< — "- I • i6.° «... habent bunuai'ia CCLFII , et possiint seminare modios juc n etc. )) (4). Modli inille centum per biscenta quinrpiaginta septem bu- nuaria divisi tlabnnt unicuique bunuario modios sationis quatuor et se- ptuaginta duas c bisccnlis quinquaginta septem partibus ([uinti modii [1 100 73 1 17.° « Habet ibi de terra arabili bunuaria cxxii, quae possunt se- » niinari modiis DC n (5). Modii sevceuli per centum viginti duo bu- nuaria distributi, tribuunt singulis bunuariis modios paulo minus quinipie [600 , 5il 7^=4 + 67 J- (1) I'oljpt. Irmin. p. ICa. (S) Ibid. p. 151. (3) Ibid. p. 38. (4) Ibid. p. |9I. (5) Ibid. p. G. 1 34 "F KATIONE NL'MMOnUM , PONDEI\UM ET MENSURAHUM ETC. 18." « Habet ibi campellos x habenles bunuaria XL , (|uae possunt » seminari de mo(Uis avenae cc etc. » (i). Modii bisccnti per quadragiuta bumiaria distributi, horum singulis tribuuiil inodios quinque I -;— = 5 I . 19." « Habet ibi culturas VI, quae liabent bunuaria CLxriii, et pos- » sunt seminari de modiis frumenti dccci. » (2). Modios octingentos quinquaginta dividanuis per bunuaria centum sexaginta oclo , Iribuemus rsso _ 5 1 unicuique bunuario salionis modios quinque cnxitcr i ~gQ = ^~*"87 I • 59. Prostant igitur uumeri: iuxta quos ( raediam rationem ineundo ) uni- cuique bunuario sercndo modii duo circilei- insumuntur. I."' modius 2 2."' » 23 iH 27 3."' modii I 4.- )i 1 1 2H 12 5."' » 2+99 ii3 6."' » 3 ,.-' » '*5 8." « 3*% 220 9" » 3-hA '9 iuxta hos, uniuscuiusque bunuarii sationi (me- dia ratione supputando ) tres circiter modii insumuntur. (1) Polypt. Irmin. p 119. (J) Ibid. p. 179. AUCTORF. SPiniTU FOSSATI. 1 35 10."' inodii 4 I r."' » 4 I a."' » ^-^3 i3.'" )) ^-^43 .4.- » 287 1 5."' » ^-r, i6."' )) 2D7 .7- )) , r.6 iS."' » 5 .9.- » K 5 iu\U hos uniuscuiusi|ue btinuarii sutloni (me- dia ratione suppulando) qualUior circilcT modii insumuntur. iuxta bos demum quinque circiter inodii in- sumuntur. Ilaniiu aulciii omnium supputationuin mediam assumendo , coUi£;imus iinimiiqui- huiiuario serendo trcs modios circiter cum dimidio ^iiisumi consuevisse. 00. At vero totidem circiter modiis Romanorum iugerum seri con- suevisse tradunt rei ruslicac scriptores. Id aperlc docct Anonymus A^ri- meiisor sid) titulo De mensuratione iugei'i: « Iugerum unum (ait) pedes n r.cxi. long, et in latitudine ped. ccxx faciunt terram modiorum iii » (i). « ltac{ue castrense iugerum ( ait alter Anonymus Agrimensor) capit k n modios III » (2). Ncc diversitates has parvi moraenti , quae iiilerce- debant inter bunuarii el iugeri quantilatem sationis inirabilur, qui animo revolvat pro terrarum et regioimm ct cullurae diversa ratione, tuuj pro diversilale scminum iritici , iiordei , avcnae, secalis etc., turn pro niaiori vel minori terrarum crassitudine variare sationis modum. Quod et per- spicue docent rei ruslicae scriptores, et quotidiana experienlia nostris adluic temporibus obtinere demonstrat. (I J Goes. p. 2i>4. (i) Uiid. p. ;tli. I /it) |:E RATIONF, NUMHOTIUM, PONDERUM ET MEKSURAHUM ETC. 01. Huousqiie mensiiras recensiiimus, cpiibus qnamvis plerniDfjuc rainus Hccurate ob riidem temponim conditionem et agriincnsoriim inopiain , rerta tamcD tcrrae superficies desigiiabatur. Vcrani quo niagis diligens supei-ricieruui mensura ueglecta est, ab agricolis, ut fieri solet, alii ineii- surarum modi, et alia nomina invecta , non iani e penitioris scientiae principiis, sed e ([uolidiatio usu, et ex ipsis rci ruslicac curis et fni- ctibus. Ilinc huiusinodi iiomiiia rariora sub Merovingiis, romanaruin ar- tiuin et consucludinum magna adhuc parte superstite , sub Carolingiis frerpentissima facta sunt. Plerasque tamen ex hisce mensuris ad certuin superficiei tractum redigere prorsus impossibile est, cum ea e fructuum vel seminis quantitate , aut e tempore in opera impenso desumantur; liaec autem omnia maxime varia sint pro temporum , locorum , turn instrumentorura , quibus agricola utitur , diversitate. 02. Huiusmodi agrariis mensuris accensenda est modiata , quae sim- pliciter eliam niodius, et de terra culta incultave, de horlo, silva, pralo, vinea dicitur (i). Si de terra arabili, de prato, de silva res sit, vel ipsum nomen docet motliatae superficiem esse quantam modio tritici, hordei, etc. seri possit. Sed praeterea perspicua extant testimonial « par- 11 vulum spatium terrae reperiens, abscisso nemore , campellum fecit, » utpote capientem quartam partem modii, in cpio hordeum serere so- n lebat )i (2). Et clarius adhuc in charta saeculi xn: » tantum terrae )) arabilis, quae modio tritici posset seminari » (3). Cum autem de modio agitur, geaeratim observandum est, intelligendum ubique esse veterem minorem modium; cum mutationes a Carolo Magno invectae vix in ci- vitatibus obtinuerint, at certe hand ita facile ab agricolis receptac sint Sic et nostris temporibus quamvis commodiores mensurae, saecidi civi- litas et perspecta rei utilitas rem rainus difticilem eirecerint , oinnes norimt ne quinquaginta ferme annorum legibus et cuins potuisse veteres (1) " de vinca modiattis \II , itc prato mndiatas AI, de horto modiatttin miain, de terra culta et » inculta modiatas XL elc. )>. Cliarla an. 8J5 (R. F. S. VI. 540). «... alia terra ad modios vig'iDli , silva parva si semiri posset ad mitdins quioquagiDta etc. >». .Manumissio a Carolo roge Burgundiae facta an. 863 circ. ( Menestrier , Histoire eit'ile ou consti- laire de la ville de Lyon etc. Preuves , p. XXXVl ). (S) Vila S. Amati abbalis Ilabcndensis I. an. 627. and. monaclio Auonymo suppari (Acta SS. Ord. S. Bened. saoc. i. p. 192 ). (■')) (lallia Christ, lorn. X. inslr. p. 311. His innurocra similia passim in cliartis et scriptoribus reperire est. AorroRK spiniTU fossait. r.T-' ill Galliis tncnsuras penitns aboleri. — Quod si de vineae inorliala a<;a- lur, alio sensu accipi etiam posse videtur, nimirum ut vinea modiornm \ii, ex. gr. sit vinca e cpia coUiguntur vini modia diiodccim circiter. Id siia- dent nonmilla evcinpla: <( sunt ibi vineae, ex <\n\h\\!i exeunt modii ditn- I) deciin « (i); aliatpic id genus. (53. Hiscc praemissis difl'icile non erit motliatae priino sensu arccptae superficiem dcterminare. Cum superius [ §§ 58, Sg, 60] Tideriiiuis tri- bus circiter niodiis bunuariuin scri consuevisse , proniiin est colligere , inodiatain terrae , quae inodio seritur, aeqiiare bunuarn terlrain lerme partem; sive pedes quadrates novem inillenos et sexcentos; recentioris vero niensurae aras 8,3544- IModiatam autcm vineae secundo sensu a<-- oeptani defiiiii'e iinpossibile foret. Etenim fjuisque per se videt vineani pro terrae et regionis diversitate, pro vitiuin aetate, iiiuliiiiidiiie ct qua- litate modo maiorem, mode minorem vini quantitateni producers. 04. Ut modiatam, ita et semodialam terrae, vineae reperimus: «... )) dono campum unum habcntem semodiatam unani etc. : » legiinus in charta anni 8gg (2) ; '< cum una semodiata de vinea , » legimus in chartii anni loa'j (3). Semodiatam autem dimidium modiatac esse nemo non videt. Aequat proinde pedes quadratos quatuor millenos et octingentos circiter, sive recentioris mensurae aras 45' 772- ()3. Eodem sensu sexterata , quae sexUtria (piocjue, fuit dicta terrae quantitas , cui serendae insuineretur scxtarium tritici, avenae etc.: « In 11 hoc dono sunt sex sexteratae terrae et amplius » (4). « Dedit quoque » et camjiuiu unuin , in quo seminari possunt sexlavia acta » (5). Cum vero scxtarius legalis dcriina scxla pars inodii in Francia esset ; sic sex- teratam decimam sexlam modiatae partem fuisse inducimus, sen pedum quadratorum sexcentorum , qui respondent aris 0,522 1 5. (J6. Eiusdem generis postremo hcminata vcl heinina fuit, ut icstimonia passim probanl. u alodem iuxta civitatein heminas lit etc. » (()). Et clarius adhuc : « excepta parte vineae , in qua quintpie minae (I) Charta Ludovici rpgis Francoruin pro Lnnibcrto Matisconensi episcopo, an. 878 (Gall Clirist. torn. IV. Inslr. p. 971. A). (9) Histoire Gi}ni!rale dc Languedoc etc. torn. II. Preuvft, ji. 31. (.1) Gall. Clirist. torn. VI. Inslr. p 173, A. (4) Charta inc. an. Gall. Clirisl. (Gall. Christ, torn. II. Inslr. p. 970, B). (5) Charta an. 1016 ( Gall. Clirist. torn. II. Inslr. p. 77. A ). (6) Ghana an. lOiO ( Gall. Christ, torn. .VIH. Instr. p. 560. A ). Serie II. Tom. V. i8 iS"^ DK aATIOBE KCMMOnUM, PONDEBUM ET MENSURARUM ETC. )i amionae fert possunt » (i). Uli igitur hemina U'igesima secunda modii ])ars fuit , lieminae superfu-ics Irigesiina secunda modialae pars esse de- bebal, seu pedum quadraloruui lercenlorum, sivc ararum 0,261. G7. Inter incerlas deinum coUocabinius superficies tpioUpiot non ex- j)riinunt defiuitaiu lerrae cjuantitatem , sed potius quanlitatem frucluum, seu vini , foeni , etc.; cpiae ck vinea, pralo, etc. colligi potest; tcI nu- meruni liominuin, aut dierum, qui in pi'alo secando, silva cacdenda neces- sarii sunt. Eiusmodi sunt vinca ad carradas ill , ex. gr. , vel in qua colliguntur vini carradae tres (2) : Pratiim ad cafvaUas r ct. gr. (3) ; praluni ad falces ill (4); ad vivos X (5); siha, terra aratoria ad dies xx , ex. gr. (6) ; niiuirum pratuin eK quo colliguntur tot carradae foeni, cui secando tot falces vcl tot operarii impcnduntur; silva, cui caedendo tot dies necessarii sunt. Ilarum superficierum quanlitatem incorlam prorsus esse adeo evideus est , ut nulla probalionc indigcat. 08. Libratain , solidatam , deneratani , obolaUtni lerrae , vineac , etc. interdum in rebus francicis invenies : solidatam adhuc sub Carolingiis (7); ceteras aevo sequiori tantum. Glossarii Cangiani Supplementum has voces inlerpretatur modum agri , vineae , etc. pro cuius censu libra , solidus , denarius, obolus solvatur , atque huic interprelationi sulTragatur exem- plum, quod quamvis recentioris aevi, tamen perspicuilalis graliae addu- oimiis : « assignamus octies viginti libratas terrac ad Turronenses )i parvos » (8). 09. Extremis Carolingiorum temporibus aut proxlme subsequcntibus (1) Charta an. 1108 (Gall. Christ, torn. X. Inslr. p. 209, A). (2) . Cliarta an. 70G (.\nnal. Eccles. Franc, torn. IV. p. 457 ). (7) «... sntidatas XII cum Icrminis el lateratiunibus earum etc. ». Charta .in. 825 ( I\. F. S. lom. VI. p. .MO ) (8) Charta an iMi ( Gall. Christ torn IV. Instr. p 958 1) ) AVCTOHF. SPIRITI- lOS.SATI. 1 7»<) iirrain (jiioi|uc , vcl aclam , \A ucriam, viiyutttfii , argensatam , aliacque id genus uoii |)iui(ae, ut mencaldus , concada , scaqua elc. superfic\emm. nomine noii raro inveiiies in rebus Irancicis. Sod buiusmodi vocabula t-t res aliunde invccUie fucruiil ; virgala et acra ab Anglis , argensala al> IIis|)anis uuitualae, et in provinciis Franciae conlcruiinis adbibitae, aut a mcnsuris cavis saeculo x poslerioribus , ul inencaldus etc. sic diclae. Qua de causa eas al([ue alias ciusdeui generis utpole nee Francorum proprias, et posilas cvtra lenipora nobis praeslitula, oniiltiinus. Qui plura rupit de iis, adeat Caiigii Glossuriuni eiiiscpie Supplemenlum , et prae- i.'ipue Scliilteri Glossarium ad has voces (i). 70. Qiiauiquam, quae subliciinus, vocabula definitam ac certo pedum numcro constanlcm superficieni non exprimant, sed plurium superficie- rum maiorem , minoremve quantitatem, vel peculiarem alicuius super- ficiei condiliouem: tamen non abs re futurum duximus de iis breviter agere. Indc enim cfiicletur turn ne quisquam crrore inductus pro certo ac definilo agri niodo ea assumat , turn ut uberior hac in parte extet notitia de ratione rei rusticae per ea, qiiae discurrimus , saecula. Huius- modi porro siuit: mansus ; f actus ; hoba ; vilLi ; curtis ; ciiltura ; colonica ; lusata; hvspilium; metavitia ; pictura ; seticus ; sors\ bodium; bercaria; bordarium; clausus ; broilus ; stjj-pus ; idque genus pauca alia. 71. Mansus a manendo dictus, ut ait Papias (2), est praedium ru- sticum , seu domus cum indefinito agri mode. Uicilur quoque mansum, iiMHUi , rai'iiis vcro iiumsio , mansiira , mansiotiavium (3) ; et frecpien- lissiine adliibilus fuit sub primi accpie ac sub secundi stemmatis regibus. Mansus legalis ( si ila loqui fas est ) duodecim bunuariis constabat. II Voluuuis (ait iuiperator Lolharius) ut secundum iussionem domni et » geniloris nostri nuns mansus cum duodecim bunuariis de terra arabili " ibi dctur clc. » (4). « Si liabcat mansum liabenlem bunnaria duo- i> di'cliii elc. )) alt llincmarus (5). Vulgo tamen mansus indefinito super- (1) lulinnniH Scliilleri Tiicsaui*. Aolitj. Teutoo. etc. loiu. III. c&liiboDS Glossarium etc. L'Imae 1798- (i) Cf. Glossnr. Caii^^ii V. Mansus. (3; « Dctlimus ... tii loco lluvi vocato mansatn tinam , et in .\skc mnnstim unam etc. ». Charts au. 889 ( Miraci 0pp. Dipl. ot Hist. torn. I. p. U). — " ... ia loco qui vocalur Fcrromannis X mansiones v, hortum uuum etc. ». Cliarla an. 8i5 ( R. F. S. torn. VI, p. 510). — >• Dcdil » maasum . . . ct alias mansuras viii in cadcm Tilla, habcnles de terra arabili elc. > Polypi. Irmitt. p. lit. — « Dono . . . iuxtaquc liunc mansum aliam mansiotiarium cum tcrris aratoriis etc. ». Charta an. 706 (Annal. Ecclcs. Franc, torn. IV. p. 156 ). (4) Capil an. 833 ( M. G. U. tom. III. p. 356). — Adde id genus alia (5) 0pp. tom. I. p. "ilG. 1 i<> I)i; RATIO.NK NUMMOllUJl, PONDERUM LT MEKSUKAnUM ETC. iiciei'uni nuinero conslabal , ul |)luriii]€a icslimonia atlstruunt. Brevilalis gratia imiim taiilum adiliicimus : u IMan.sa xviii. Decern c\ liis constant » \>ei- Ounuaria \tt ; item quinqiic conslaut bunuartis x; ires bunua- » riis rim etc. » (i). Ilinc patet minus accurate Glossarium Papiae teslimoniis nouDullis legum innixum , traJerc niansi certam ac definitam superficiem esse , idost dnodcciin bunuariis semper coustarc (2). 72. Id magis inagisrpie eonfirmal niansclli , (juam iiilcrtlum inveiiiinus, vo\, ijuaequc niansuiu miiiorem aperte indical: « munselluin absuni «> unmn cum terrolis ct silvolis ad eum asplcientihus » (3). Confirnial poslicmo vox mansioniUs , quae maiisum minorcm sigiiificahat , cum |)luros iutcrdum mansionilcs uni nianso subiicerentur : ti Item dc nimt- » sionilUms , quae ad supradictum nianswn aspiciunt. In (irisione villa )i invenimus matisioniles dominicatas etc. » (4). 75. Mansl pro diversa conditionc eorum dispcrliebanlur in iiidomiiu- catos , vestitos , absos , ingenuiles, Udiles , servile s , carropenwios ,' ma- noperarios. Sed haec indicasse sufliciat ; pluribus enim perscqui a pro- posito nostro alienum est (5). 74. Factum quoque pro praedio , quod indefinitam superficierum quan- titatem liaberet, sub Carolingiis adhibitum constat. Idco ycvo factum ac mansum esse totidcm verbis tradit Polyptycuni Fossatense : « Habet in 1) ipsa y\\\9. factos idest mansos LX » (6). 75. Hoba , quae etiam huba , Jioaba , hiufa , giii/'u , httfa , hube , hobiiniia diminutive dicta fail (7) ( cuius vocis etymon a Teutonico ^Oft, ^ObC, receutioribus ^ufc , villa, curtis), interdum eodem sensu accepla fiiit ac mansus (8) el pracciinie adhibila in Franciae prnvinciis (t) l>'ra|;nionla ampliora Pol)|>l. Silliiciisis ( in Append. Polypi. Irinin. p. 401 ). (J) C.f. Cangii Glnss. V. Mcutsus. — llac in parlc iicc satis sibi cunslal Papias, ram ea ipsa , r]uao atiducil e\emp)a, ndstruaut indclinilam mausi siiperllcient. (U) tharla an. 833 ( R. F. S lluir4llnb; I; in 3cl(rd|cift fut giritil^tlidll 'XtitimWtnUlH , SB. I. S. 158). Volo Salis- rannruni esse sporamus cliirissinium Gudrard in Prolcgomenis et Commculariii , quae super Polyplico Irminonis ahbalis pollieilus est. (I!) Append. I. ad Pnl\pt. Iruiin. p. 485. (■) Inaunis Schiltcri etc. Glossar. V. Ilulm. (8) "... dono liiibam iWonii««nM/« nnam , .niiihs ii etc. ... Charla an. 8fi2 ( Miraci Opp Dipi. el Ui- Miraous rSolil. Eccl. Bel. p. 52 ( relaltis in Glas.s. Cangii V. Huba). (3) Eichhorn loc. nuper cit. (3) a . . . curtem tunimo circumdatam, desuperqae spiiiis munitam , cuin purta lignoa clc ». Benef. fiscor. rej^al. Descrili. formulae ( M. G. II. torn. 111. p. 179 ). (4) «< Dodiniaca turtis lialjcntem maiisos duodecim etc. ". Charla Liido\. Til an. 833 ( R. F. S. VI. 575 ). (5) «... curtitcm domiiiivatum cum aodlficiis desupor positis , tiahcnlem dc terra araloria do- >' minlcata iornales LXWii . . . cum mancipiis dcsirper ciiramanciitibus ». Cliarta an. 835 ( Martenc et Dtirand; Vctcrum scriptorura etc. lorn. I. p. Ot. — Hoc in sensn V. curttlij dec^t turn in GI05- 5ariu Cangii tum iu eius silpplemento. ((J) « Si quis in curie dncis. vel ubicumqiie pugnaverint campiiines etc. ». I.ex Baiuv. til. II. cap. XII. § 1 ( Corpus luris Germ. Aoliq. ). Item monachus Santiallensis lib. I. cap. XII. (7) Fragm. Toslamenti anni 090 circiler ( Fcllbicn: llUt. de I'Abbaye Royal de Saint-Dcnii rn France. Paris 1706. Rectuil de$ Pi'rcrs^ p. XI ). (S) « Ueniqae inln crtna rxpetivil ab eo villam fuanulam in nire Lemovicino . . . nesciebani » prnedium esse Eligio eonces ibi de terra arabili culturas \i , quae liabeut bunuaria CL etc. ». I'ohpt. Irmiu. p. 53. 1. 1 2 IH; RATIONE NITMMORDM, PONDERUM ET MENSURARUM ETC. et hobain idem fuisse, ita ut quibusdaiii in provinciis cultura dicereliir ani-i modus , qui in I'cgionibiis vicinioribus Gcrmaniac hoba diocbalur. 79. Colanica vcl colonia quoque Francis erat possessiuncida a colonis excrcitala, una cum casa , quam habitabant (i). Ilae in Germania cl linilimis ivi^ionibus /jo/wn«ae nomine veniebant : « novem Irado colonias « ( hoc sunt liobimnae ) intci^ras cum omnibus adiacenliis et finibus 11 suis « (a). Ut inansos , sic colonicas vestitas ct absas repcrimus (3); <[uod arj^umento est mansos et colonicas ditTcrrc tanlum in maiori vel minori agi'i modo , et in eo quod colonicas , initio saltern , coloni exrr- cerent , ut nomen indicat ; mansos vero cuiusvis generis cultores. 80. Casata similiter praediolum erat cum casa colonoi'um , ut nomen ipsum indicat; minor manso vel hoba, ut testimonia probant : d Dona- » mus tibi vii hobas et vii casatas et cccc diurnales de tei'ra etc. n (4). 81. Eadem ralione kospUia vel simpliciter hospites dicebanlur parva praedia cum casis. Plura Interdum hospitia sub uno manso (5); norinuUa servilia, nonnuUa absa (6) fuisse reperimus. Quare sic dicerentur, videre est in Glossario a Guerardo ad calcem Polyptyci Irminonis apposito. Nobis indicasse sufticiat. 82. In uno tantum diplomate Caroli Provinciae regis ( cpiod ipsum fitat Cangii Glossarium) metaritiae in&D.\Xox\e.Tn. inveni ; ex tpio rarissimi usus hanc vocem fuisse coniiciemus. Contextus docet hoc nomine mini- mum agri modum venisse (■j). 85. Fictura ( quae et pitera , pedecura ) interdum sub Merovingiis , aeque ac sub Carolingiis occurrit, et de vinea tantum. Glossarium Can- gianum generatim earn definit « quodlibet spatium certo pedum numero » definitum , in quo aliquid poni locarive potest « (8). Sed ex veteri (1) "... colonicas quatuor cutn maacipiis (lesupcr commancntibus vel aspic'ientibus ; ct in luco i> DODCopalo Vallis cohiiicns quatuor cum maocipiis, cum domibus etc. ». Charla Caroli Calvi an. 847 ( R. F. S. VIII. J9J ). (2) Charla an. 785 ( Annal. Eccl. Franc, torn. VI. p. JC2 ). (3) colonica restita una, altera apsa etc. ». Diploma Caroli provinciae rc(;i9 an. 801 ( R. F. .S. VIII. 398 ). (4) Cliarta an. 704 ( Marlene etc. Ampliss. Collect, torn. I. col. 13 ). (5) « ... ad ipsum mansum pertinent xxiiii hospitia etc. ». Polypt. Irmin. p. 60. (6) «... tenet hospitium scr^'itcm etc. ». Ibid. p. 313. « Pertinent ad ipsam ccclesiam bospi- » lia V, sed tamcn alfsa .sunt, praeter i etc. » Ibid. p. 116. (7) It ... in curte Metiara mctaritia una; in Cussano metaritia una etc. ». ( R. F. S. VIII. 398). 8) Gloss, in h. voc. ACCTORE SPiniTU FOSSATI. 1 4-^ ilocuineulo crui viilclur picturain fuisse quoquc villulam vineis consitain : > pcculiiiri siio » (i). Norucn traxisse videlur ex co <[uod luiiusniodi praedium cancellis circumdarclur. Pictura enim nonnuiujuaui cancelluin ramis confectuin significat (a). 8 i. Sellciis quoque , licet raro occurrat , Francis fuit praedioluni cum casa et nou ila magno agri luodo: » Iiivcnerunt in villa Til- » lonaco sclicum indoiiiinicatum supra fluvium Ararim cum granea el )) horlo el curli » (3). 85. Bercavia , vercaria , avergaria ( idem enim significant ) nil aliud erat nisi locus berbicibus sive ovibus custodiendis pascendisque aptus (4)- Hinc liodierna Francorum vox bcrge'rie. Nil vero obstat quominus ber- cariae nonnunquam parvus agri modus coniunctus esset , imo id expresse docent nonnulla testinionia: « Sunt ihi M'ergariae Ires ubi possunt semi- » nari de sigilo niodii xx » (5). 80. Bodium licet in Glossario Cangii habetur tanlum ut synonimon hodae , bodinac, seu termini (6): tamen nonnunquam occurrit ad prae- dium grandius significandum : « bodium in Villa Sarra cum 1 4 bonariis » et I '7 mensur. diurn. n (■j). Forsitan sic dictum full a Tcutonico {tplif, terra , humus. 87. Bordarium rarissime occurrit (8) , « et est praedioluni rusticum )) ab hominibus deterioris conditionis cultum » (9). 88. Clausus noc dcfiaitain superficiem, ncc superficicruni quantilaleni, sed condilionem tautum exprimit, eslque, ul noraen ipsuui aperit, locus (I) tharla an. 608 ( Annal. Ecclcs. Franc lom. IV. p. 318). (3) " Facit et pecturas ad ctaudcuilam corlem ct ad Icgumen scariarum . ubi de malcriamioc » quantum necesse sit mitlil •». Frii;;m. l*ol\[>l. S. Uemi^ti (in Append. 11. PolNpt. Irnjin. p. 290). (.3) CauRii GJdss. V. Scii'iu.i. (i) «... terrani duaruni bcrcaiiarum , (juam pastores tcncnt propter scrvitium o\iiiin etc. '•. Charta an. 1056 ( Gall. Christ, torn. \1. Inslr. p. 336. A ). (.■>) Fragm. Polypi. S. Henii);ii Reincusis ( Append. 11. ad Polvpl. Irniin. p. i'.ll ). (6) V. Bodium. (7) Dos Ecclesiao Prugonsis ele. an. 961 ( Gall. Christ, torn. V. Inslr. p. 353. D ). (8) «... cum ducenlis mansis et Irecenlis borJariis et totum quod pcrtinet ad isla etc. x. Charta an. 671 iu\ta Coinlium , 771 iuxta Broquigny (Annal. F.ccles Franc torn. Ul p. 71S ). (9) Glo.ssarium Guerarili saepc cilatuui ad h. voc. l44 "E nATIONE MIMMOnUM , PONDERUM ET MENSUFIARI'M ETC. sen pi-aedintn qnocUihet saope, muro, palis aliave tpiavis ratioiio prae- iMiiolum (i). 80. Sofs cpiorpic, sive allodium non .supeiTicicm dcfiiiitam, iion agrnni, seil fpioiUihet pracdium , quod sorte obtigcrit, sive mains sive minus sit, si^nilicare credimus re ipsa a modo acquisitionis nomen trahenle (2). Dein translata est vox ad sigiiificanda ea, cpiae ex liercditale parcnluin liaberentur, alrpie opponchalur emptn scu comparato. Primis tempoii- bus lioc uoiniue dislingucbanlur tcrrae, quae victis adcmptae inter bar- baros divisae fuerant. Id enim moris barbaris fuisse , ut jiro dignitate ruius(jue praedam parlirenlur, romperlum est. yO. Unciam glossarium defiiiit pro duoilecima iugeri parte , nee ni- titiir exemplis francicis. Sed unciam pro duodeciina parte hereditatis, Romanorum iurisconsultorum sensii acceptam, probant testimonia. « Et » habet unciam de terra arabili habentem, bunuaria tria et de prato » aripennum iinum, quae de hereditate proximorum suorum ei in here- n dilate successit » (3). 91. « Broilus, locus arbustivus vel dumosus, herbidusque, muris aut « sepil)us cinrtus, in quo ferae pascuntur: vivarium »; ait Guerard in glossario peculiar! saepe citato. Nonnxinquam etiam accipitur pro silva geaeratim (4) 92. Stirpus quoque [)ro modo agri acceptus nonnunquam , est ager arbustis et stirpibiis purgatus et redditiis culturae. u Habet ibi stirpos 11, 1) ■ midiara cum mancipiis desuper cnmmanentibus vel ad easdem iuste pertinenlibus, lerris cullis » el incuUis, pratis, silvis etc. ». Cliarla an. 865 ( Gall. Christ, torn. X. lustr. p. 148. C ). (.•l) Polypi. Irmin. p. S^S. (4) Glossarium Can{^'ii V. Brotium. (5) Polypi. Irmin. p 927. (C) •( El in nostra civitate Slrasbur^^a curam nnam cum mancipiis etc. ». Teslamentum Hcddo- nis cpiscopi Straburgeosis an. 762 (Aanal. Eccles. Franc, torn. V. p. 643). TABULAE Serie II. Tom. V. '47 TABULA I. Nummovum anveovum e.i/renicx Ronutni imperii tcmijoribus et sub aiitiquiorihus primac stirpis regidiis poiidits et ticsliinatio. Smiiii Mini;i PoMirs grains acstiinatiim roMiits ^i-nmmatilius nrslimalum Constant (lcuarii» I'arrs fueniiil ar};eiili lilJris Rospnndenl arj;rnii gramni.-iltbus 1 Rcs[tniiilont numuiiii lioilicrnis 7 2 .,■„ libr» jur. 6,o48 32 1,238 2,880 14 T 4625,83o io'.7,952 lO 84o 44,616 4oo ;i 642,476 142,771 j y 75G 4o,i55 36o • T 578,229 .28,494 8 672 35,699 320 I i 513,981 114,217 7 588 3 1, 23 1 280 • T 449' 7 34 99»94' 6 504 26,770 240 I 4 385,486 85,643 5 420 22,3o8 200 • 32 T. 238 71,395 4 336 17,849 i6o 0 256,990 57,108 3 252 1 3,386 I l! 0 5 192,743 42,83 1 2 1G8 8,924 80 X 1 28,495 28,554 1 84 4,462 40 f 64,248 •4>277 1 — scu somissis 42 2,23 1 20 10 32,124 7'' 39 — svu Irieiis 28 1,487 i3 1 1 2:,4i6 4,759 i.jS TABULA II. .\iimnioruin aureuruin sub extremis priinae stirpis regibus fKtndus el aesdmatio. SoLIDI AUllKI aostiDialinu 1 gramnialibus acsliinatum Conslanl deuariis PUETIUM usuale in nuinmis hojlcrnis Pbf.tiijm vcrura in nuramis hodicrois lO 735 38,706 400 142,771 I 12,873 9 66i '- 35,1 35 36o 128,494 1 01, 585 8 588 30,965 320 114,217 90,298 7 5i4 ~ 27,294 280 99'94i 79,0 1 5 6 44 1 23,424 240 85,643 67,724 5 367 T 19,353 200 7 » 5395 56,436 4 294 15,487 160 57,108 45,145 3 220 7 11,712 I 20 42,83i 33,862 1 >47 7,808 80 28,554 22,575 I 73 r 3,871 40 14,277 11,287 — icu tnciilos i 49 • 2,58i 26 1 9,5 18 7,525 — tcu semissis 36 1 1,935 20 7''39 5,644 •^ teu trlcDS 24 T 1,290 i3 1 4,7^9 3,762 "4o TABULA III. Denarii sub veliistioribiis primae stirpis ref^ibits ponclus et acstimatio. Dkkarii I'ONnns ^ranis aosliiii;itum l'OM)DS gramnialilMis aosliinatum Cnllliiionl arj;i'nti ^raiuinata CoiltinODl arris t;raiuiilala != , J'llETIlM iu Diimniis huriii!» lO 3o3 i 1 6, 1 1 5 1 1 5,4436 0,6715 3,569 9 273 1 i4,5o4i 1 3, 8992 0,6043 3,2i3 8 242 g 12,8931 12,3549 0,5372 2,856 7 212 ^ I i,3i 12 10,8 io5 0,4700 2,499 6 182 ^, 9^7294 9,2662 0,4029 2,1 42 5 '5. r. 8,0575 7,7218 0,3357 I'T 85 4 121 i ■ 6,4465 6,1775 0,2686 '51 28 3 9« To 4,8647 4,633 1 0,20 1 4 1,0 7' 2 ^7 'i 3,2232 3,0887 0, 1 343 0,714 • 3o^ 1,61 15 .,5444 0,067 ' 0,1 57 s T 20 ^^ i,i4io 1 ,0296 0,0448 0,2 28 •f •5 ^ o,8o58 0,7722 o,o336 1 o>i73 T 10 ^ 0,5705 0,5 1 48 0,0224 0,114 100 TABULA IIII. Denarii sub reccnlioribus priinae stirpes rcgilms potulus et aestimutio. DLK'ARII PoMllS f;r;inis acsliinulum PoKOLS grain inalilms aestiiiiiUuiu Conlineai ar^^t'uli giMiuiiiiila Conlincill ai'iis ^raillinala rilFTIUM iisualc in miiutnis llO(licrili.s VLM'Um in niimmis liotlioriiis lO 238 ^ I 2,6877 12,1578 0,5299 3,569 2,839 9 2l4 I 11,4190 10,9420 0,4769 3,2 1 3 2,555 8 191 t!: IO,l5o2 9,7262 0,4239 2,856 2,271 7 'fi7 S 8,87.4 8,5 1 04 0,3709 2,499 •5987 6 •43 i^ 7,Gi 26 7^2947 o,3i79 2,142 1,704 5 119 fo 6,3439 6,1489 0,2649 1,785 1,419 4 95 ::, 5,0751 4,863 1 0,21 19 1,428 i,i35 3 7> .^ 3,8o63 3,6473 0,1589 1,071 o,852 2 47 7. 2,5375 2;43l5 o,io59 0,714 o,568 I 23 j^, 1,2687 1, 2157 o,o53o 0,357 0,284 4 •5 r: o,8458 0,8 1 o5 o,o353 0,228 0,188 7 I' ^ 0,6343 0,6078 0,0265 0,173 0,142 4- 7 K 0,4229 o,4o52 0,017(5 0,11 4 0,094 TABULA V. Denarii et solidi sub Pippino et primis Carole Magni annis pondus et aestimatio. DENAItll Solidi PONDCS (;ranis acstiinatum PONDDS ^raniniatibus acstimaluiu Conlincnt ar^cnti Ijraniuiala Continent acris ^raoiiuata I'BFTH M usualf in nunniiis liodicrnis Phltm m vcruiii in nummi>; liinlicniis I 23 i^ 1,2688 i,2i58 o,o53o 0,357 0,284 2 47 rl 2,5376 2,43 1 6 0, 1 060 0,714 o,568 3 7 ' s^ 3,8o63 3,6473 0,1590 1,071 o,85.> 4 95 r, SjO^Si 4,863 1 0,21 20 1,428 1,1 35 5 119 - 6,3439 6,1489 o,265o 1,785 i,4'9 6 • 43^ 7,6127 7.2947 0,3 180 2,142 .,704 7 i<">7 'i 8.8715 8,5 io5 0,37 10 2,449 ',9^7 S •9> ^ IO,l5o2 9,7263 0,4240 2,856 2,271 9 214^: 11,4190 10,9420 0,477" 3,2 1 3 2,555 lO 238^ 12,6878 12,1578 o,53oo 3,569 2,839 I I 262,^ I 3,9566 13,3735 o,584o 3,927 3,123 I 2 I 28Gi:; l5,2254 14,5894 0,6900 4,284 3,4o8 TABULA VI. Denarii, solicit ct librae sub Pippino ct primis Caroli Magtii annis pondus et aestiniatio. < Q PoSDUS pprauis aestimatum Poivnus grunt iu;itilins acsiiiuuluiii 1 Conlincnl arm>ii(i grammata Conlincnl acris grain luala Pretium iisiiale in minimis liodieruis rRtTIl'M verum in Diimmis liodicrnis 12 I 286 i-! 14,6954 i4,o83o 0,6124 4,284 3,408 24 2 ' 573^ 29,3908 28,1660 1,2248 8,568 6,816 36 3 869:^ 44,0861 42,2490 2,0371 12,852 10,224 48 4 m46 4 58,7815 56,332o 2,4495 i7,i36 1 3,632 6o 5 1433-^ 73,4769 7o,4i5o 3,0619 21,420 1 7,040 72 6 '739;^ 88,1723 84,5980 3,5743 25,704 20,448 84 7 2oiG^; 102,8677 98,5810 4,2867 29,988 23,856 96 8 2293 i I i7,563o 1 12,6640 5,5198 34,272 27,264 108 9 260911 i32,2584 126,7470 6,2097 38,556 30,672 120 10 2866^ 1 46,9538 i4o,83oi 7,1238 42,840 34,080 180 i5 4299 T 220,4307 21 i,245i 9, 1 856 64,260 5i,i 20 240 20 5733 293,9076 281,6602 1 3,7994 85,68o 68,160 264122 I 63o6i 323,2984 309,8262 15,1793 94,248 74,976 r:.3 TABULA \ II. Denarii el solicit sub Caroliiigiis pondus et aestimatio. nr.NvRii SOIIDI PoNrcs grauis acslimatum Pondus grammatibus aestimatum Continent arf;enli gramniata Coulinrnl aeris grammata Reiipondcut hndieinis I 34 1,806 .,689 0,075 1 0,3845 3 68 3,612 3,378 o,i5o 0,7691 3 I02 5,418 5,067 0,225 i,i536 4 i36 7,223 6,756 o,3oi 1,5382 5 170 9^029 8,444 0,376 1,9227 6 204 io,835 1 0,1 34 0,352 2,3072 7 2 38 1 2,64 1 11,827 0,526 2,6918 8 272 14,447 1 3,5 1 1 0,602 3,0763 9 3o6 i6,253 l5,200 0,676 3,4609 lO 340 18,059 16,889 0,752 3,8454 M 374 19,864 18,578 0,827 4,2299 I 2 I 408 21,670 20,268 1 0,908 4,6145 Serie II. Tom. V. 20 j54 TABULA VIII. Denarii , soliili et librae sub Carolingiis pontlus et aeslimatio. 1 DrKMiii Solid 1 LisnAE PONDUS fjrnnis .lestlinatum rOKDUS ^rammatibuR ;icstimatum CniUinonl artrcnli graiDiuiit» Conlincnt iicris (;raiiimat.i Rospondonl numinis lludiiTuis 13 I 408 21,671 20,768 0,903 4,6.45 34 3 816 43,342 4 1, 5 36 1,806 9,2290 36 3 .224 65,oi3 62,304 2,709 13,8434 48 4 i632 86,685 83,171 3,6 12 18,4579 60 5 2040 108,354 io3,83g 5,5i5 23,0224 72 6 2448 i3o,o25 124,607 5,4.8 37,8688 84 7 2856 151,698 145,375 6,32 1 32,25.3 96 8 3264 173,370 166,343 7,224 36,9.58 J08 9 3672 195,038 187,11 1 8,127 4i,53o3 130 1 0 4080 216,708 207,679 9,o3o 46,1448 180 i5 6120 225,061 3i 1,718 i3,28i 50,7093 240 20 ■ 8160 433,416 4.5,357 18,059 92,3896 u4ooo 3000 100 816000 4334 r, 636 41 535,^30 1805,900 9228,9588 13 J TABULA Villi. Librae et unciae extremis Romani imperii temporibus et sub primae stirpis rogiius aestimatio. Vkciae Lisn.vE Respondent giammaliLus l'^ClAE Librae Hespondcnl grammalilius 1 26,770 12 I 321,238 2 53,540 24 2 642,476 3 80,3 10 36 3 966,715 4 107,079 48 4 1 284,953 5 1 33,849 60 5 1606,191 6 160,619 72 6 i927'429 7 187,389 84 n J 2248,667 8 214,159 96 8 2569,905 9 240,929 108 9 2891,144 lO 267,698 1 20 10 1 3212,382 1 1 294,468 600 5o 16061,909 I & I 321,238 I 200 100 32123,818 .56 TABULA X. Librae et unciae sub secundae stirpis rcgibus aestimatio. Vyc.wz Librae Respnuilciil gramniatibus Vnciae LlBI\AF. Ucspdntlcnl },'iamnialilni9 1 36,ii8 1 I 2 433,416 2 72,236 2 24 866,833 3 108,354 3 36 1 300,249 4 144,472 4 48 1733,665 5 180,590 5 60 2167,032 6 216,708 6 72 2600,498 •, 7 252,826 7 84 3o33,864 8 288,944 8 96 3467,32 I 9 325,062 9 108 3900,747 lO 36i,38o 10 120 4334,164 I I 397,398 5o 600 4767,580 I 2 I 433,416 100 I 200 5200,996 .57 TABLL A XI. Mensurae cavae in mensuras rccentiores conversae. Merovin- (UorUM HODIDS r,Anoi.i.NGioiu> I SlTUL.\ Mouius il<>sj)(indet lilri» QUABTABIUS IUMl^A SliXTARIUS 1 J 1 7d I i ! o,6j6 2 I • 1,3 1 1 4 2 I • 2,623 8 4 2 5,247 i6 8 4 • 0,494 32 16 8 I 20,982 4o 20 10 I T 26,239 I 42 1 20 4 10 ^ ' 1 27,310 I ^ 64 32 16 2 1 41,965 I 71 68 34 '7 2 1 I k 44)6o3 1 i So 40 20 2 -i- I ~ 52,4-4 2 \ 96 48 24 3 1 -I- 62,968 3 128 64 32 4 2 83,909 i.ilS TABULA XII. Mensiirae longitudinum in mensuras recentiores conversae. Pedes Cubitus scu ULNA Passus sivc DEXTEUM Pebtica decern- peda Abi- MlLMA- ElUM < (J p Respondent mclris — nH paJintu 0,074 I stu palnti 4 o,2g5 1 T • 1 0,443 2 I T 0,590 3 2 o,885 4 2 7 1,180 5 3 T I 1,475 \d 6 1 2 I 2,950 I 20 90 24 12 1 35,4 lOOO 666 1 200 100 8-r 295 5ooo 3333 f lOOO 5oo 40 T I ,475 75oo 5ooo i5oo 750 62 i » T I 2212,5 i5ooo lOOOO 3ooo i5oo 125 3 2 4425 ■ 59 TABULA XIII. Mensurae sitperficieriiin hi mensuras recentiores conversae. QUADHUS Dextf.b PEBt'ir.\ clcrem pcduiu !'FHTir.\ iliiiMli'c'ini pedum QlIABTUS Abi- PtPiMS • Ande- Buhua- cl^•G^ , niLM Rpspondpt mrlris qu.idratis I 00,87 25 1 2,175 lOO 4 I 8,703 i44 I r. 1 12,523 5oo 20 5 3 'i 43,5 I 2 720 28 I 7 i 5 G2,658 1000 40 10 7 ^ 87,025 1 440 57 f i4 f 10 I 25,3 1 G 3 100 124 3i 21 I I 3 13,29 6200 248 G2 43 ^ 2 G26,58 i44"o 576 144 100 4 I 1253, iG 16000 640 iGo H' V 5 i > 7 I 1392,4 28800 I 192 288 200 8 2 « i I ,2 5o6,32 i6i NOTIZTE SIL MONIMENTO DEI TUOFEI D'AIGUSTO DI TORBLV E SULLA VIA GIULL\ AUGUSTA DEL CONTE GIUSEPPE ANSELMO ILARIOXE SPITALIERI UI CESSOLE jlfpiwate ncH'adunuiiza del IS di maggio ino lU'i |)0|>ol\ (la Ani^uslo viiili , vd in <[i\clla nieu/.iouati. All' iuiporlanza ili s"i gran Mouunienlo si aggiungc (juella della via Rouiana, la quale ivi jiassava , chiantata \olgannenle fla Jiwclia , che in quel luogo dellc Al[>i niarilliiue era la sola slrada niaesli'a di comu- nica/.ione Ira la Lignria e la Provcnza. Uouiini crudili lianno i'allo riccrclic non solo inlorno a quel Monu- inento, ina eziaiidio intorao alia delta via; e quanlo al jirimo, Giofl'redi ( Nica-.'a i-i\itas, e Storia (Idle yllpi iiiarittiwc ) ee ne li;i lascialo la de- scrizione falla da due diversi aulori, eioe una da un anoiiinio in lingua italiana, e I'allra da rielro Aiilonio liojcro dellordine di S. Franeesro, in lingua latina, e nel Theatvum Pfifcnioiituiiniii trovasi il discgno della toiTC, e quelle presunto del Monumenlo de Tiofoi di Anguslo. I due suddelli autori, citati dal GioiTiedi , esan)inarouo allentamente le reliqule del ]Monuu;ento , e la tone, clie sugli a\anzi di qucUo fu edificata a' tempi dell' invasione de'Barbaii, o de' Guelli e de' Ghibellini; 0 giusla le prese dimension! dell'ampiezza e della forma della costruzione non che daU'esame dei framnienli rinvcnuli, polerono dare xui' idea di eio , che furono da prima i Trofei, ed ambcdue concordano nel credere, che r opera fosse quadrala al di sotto , e al di sopra rotonda con in einia la statua d'Augusto. Al dir dellanonimo ogni lato del monumento alia base era di 42 passi andanti , c secoudo il Padre Bojcro ogni lalo era di aSo piedi. La dilVerenza puo proTcnirc dalla diversita de' passi o dei piedi di cui in- lesero ])arlare. Ad ogni mndo il Bojcro jiare meriti maggior fede, se al liir d("l Giolfredi era storico e niatematico , ed e lo slcsso Bojero che ron FeiTanle ^ itelli fcce il discgno della nuova cittadcUa di Nizza sollo il Dnca Emanuel Filiberto. La parte rotonda era ciiitii , sccondo I'anonimo, di colonne, e secondo il Bojero, di pilaslri , ed avcva secondo quest'ullimo 100 piedi di pe- 11 metro. Concordano ambedue nellasscrire , che vi erano due scale interne per salire sopra il IVIonumeiito, c far.no a gara jier lodanie rarchitellnra , dieendo , spccialmcnte il Padre Bojero , cssere stalo sentimenlo di Pa- eiotto da Urbino ingegnere uiollo accrcdilalo, che il disegno del Monu- mento fosse di Vitruvio PoUione. Narra quindi il Bojero , che a' suoi tem])i csislcva nel recinlo della DEI, CONTF. GllJS. ANSF.r.MO II.ARIONF, SPITAI.IRRI 1)1 CESSOI.E. I G3 tone la testa d'un.T slatua colossalc di inarino creiUita (pitlla della slatiia d\ Augusto, e trovavansi nclla cliiesa tU Torbia due gi'an pezzi di inarmo creduti frainnieiiti della stessa statua , dojjo la ciii caduta eraiio slali interiiainciitc sravati , e ridotli, siccoine dice aiirlic lo scrittore aiioiiiii o so|ira citato , ad iiso di sarcof'ago. 11 I'aiire liojcro csaiiiinu iieU' anno i564 la testa suddetta ed i pezzi di niamio , ed avendoli con front a li , riconobhe dalle loro propoiv.ioni , die quei frammenli sarehhero slati parte della slessa statiia , e clic (picsla , secondo le regole dcllarlc e Ic prese dimensioiii della testa , sarebbe stata alta i8 piedi. Un solo di (piei sarcofagi csiste ancora davanti alia nuova cliiesa parroechiale di Torbia , sul quale , (piaiitiuupie guasto e .da lie lali lisciato con lavoro di scalpello , si scorge scolpila ncl (piarlo lato parte d'un corpo niiiano con tunica e cinlo , e con a drilla ed a ir.anca panneggiauicnto, opera da aversi per lavoro di antico eccellente artefice. II Padi'e Bojero parla anche dun uiarino da lui rinvenulo, chc rap- presentava un ginoccliio strelto da due uiaiii, come di \into supplichevole. GiolFredi aggiunge, clie molli de' uianni del Monuinenlo erano stati adoperati ad abbellire la caltedralc di Nizza , la (juale , terminate clie furono le fortificazioni del castello , divenne chiesa di qnclla Rocca , ambedue poi alterrale dai Francesi nel foG. Debbo aggiungere , clie a' giorni iiostri un bel buslo di Druso IroYalo tra le rovine del Moninnento e stalo actpiislato dal principe reale di Danimarca, e dcve probabilmentc trovarsi nel mnseo di Copenaghen. In mezzo a quel misto di costruzioni romaiie, e di lavori di tenq)i barbari o del medio evo, e di pezzi di cornici e basi del niiglior gusto, e di opere gotiche , cii) die trovasi di piil speziale, si e il frammcnto deir iscrizioiie Pliniana, in cui si leggouo non le sole lettere UVMPILI , come dice il jMalllii , scguendo le notizie dategli dal PiicoM , n'a iiella jiarle superiore dello stesso inarmo vi c pure inlagliata cpiasi la meta dclle lettere d' una ]>arola precedente nel niodo riferito dal (jioilredi ( Nicaea civitas) , come si puo vedere al n.° a della Ta\ola, in cui si ha, nella linea siqieriore , il fine di Gentes ///yy/H(7<' ; e nell' inferiore . le prime sillabe di TviimpiUni nieno il T. E son desse le nunlesinie jiarole , che tiovansi per inlero nell" iscri- zionc porlata da Plinio, e la voce Tvumpilim e lanlo ])iii alta a diuio- strare essore ([uella stata l' iscrizione j^osta ai Trofei di Torbia , clie Triimpilini sono gli abitauti della \ altdlina , ossia della vallc di Troppia iG.'i NOTIZIE SUL MONUMENTO DEI TROFEI d'aUGUSTO ECC. tra Bergamo , Brescia e Verona , il cui nomc non sarcbbe slato qui congiuiilo a quello ilci noslri Ei,'-/ii/uri ilella valle di Tinea, tici Nerusci ossia i\V/'M5/t, quell i di ^ cma. i\iMa. / iritiiim Nerusio/um , e tlei f^clauni quelli di ^'ucls ossia Ulellc, valle della Vesubia, abitanti tutti dell'Alpi uiariuiuie , se non fosse slalo per \\n Monumento consacralo alle viltorie oUenute di tuUi i popoli delle Alpi , dal mar di soj)ra al mar di sotto. Couvicu pero aggiungere , che 1' arco dove Irovasi quel frammento d' iscrizione e formalo di i6 pezzi di inarino tutli inlagliati a forma di cimco per adaUarli all' inciirvalura dell' arco. Tre fra di essi hanno alcuiic lellere della stcssa dimensioiie di RVMPILI , che possono aver fatto parle dell' iscrizione dei Trofei. Quesli Irovansi raj)presentati nella loro forma e positura al suddcUo n.° 2 della Tavola sopra citata. Ill iiiio di que' frammenli si li^ggc NOS , ed in allri due NT non se- guilo da allrc lettere. Finora si era creduto, che NOS dovesse leggersi a rovescio cioe SON, e che quella sillaba fosse parle di ABISONTES uno de' popoli nominati neir iscrizione. Ma la S di NOS e pin stretta nella parte alia, che nella bassa , cosicche rovesciala in SON e difettosa, ed in NOS ha vnia bella forma. Ho pure riconosciuto , che quell' S e susseguita dalla superiore estremita d'un T , e ho dovuto credere, che erano piu esatti i codici di Plinio, che notano due popoli VENNONETES e ^ENOTES, e che a ragione il padre Hardouin, e Brazen della Martinicre nel suo Dizio- nario scrivoao I'ullimo di que' popoli VENOSTES, ponendo questo alia sorgente dell'Adige nella valle che chiaman f^enosca, e I'allro tra i Reti a levante del lago di Como. Al di sopra di OS si vede , che v'era nella linea superiore una N seguita da allre lellere , come I , F , P , R ecc. Tutte Ic lellere di quesli frammenti hanno la slessa allezza,cioe 19 cent, coir intervallo di 9 cent, tra verso e verso. Mi e stato inoltre indicalo un allro pezzo di marmo della slessa ielra posta in lui ir.uro di sostegno della vi^na di Luis^i (laslaiid a poea dislanza di Torbia vciso Monaco , di im metro circa di altezza c di ahjnanto piii di larghezza , e rotta da ogni parte , in modo pcro da indicare che fosse assai piu grande. I carattcri in cpiella incisi sono d'ottima forma, alti 10 centimetri , e di una larghezza media , e vi si legge nella p.arle piana levigata Caesari AuguHo iu due linee fra cui lo spazio e di 7 cent. '/^ ( Ta- vola n.° 3 ). Questa pietra e stata scoperta dal signor cavaliere Boileau, lie so che altri iie avesse prima di lui nolizia. Le altre sono tutte pietrc milliari , due delle quali ( Tavola n.° 4 c 5 ) trovansi in Vcntimglia nella chiesa di S. ]Michele, e cpiella di Augusto notata col n.° 4 serve per rcggerne la pila dellactpia santa , e la pietra di Autonino ( n.° 5 ) a sostenere una cappella interna , a guisa di co- lonna , su cui posa lui' altra pietra per darle 1' altezza necessaria a quell" uso. La prima di queste vien citata da Giacomo Navone nella sua passeggiata per la Liguria oceidentale , ma non bene trascritla , e nian- <'ante del numero delle miglia. II signor avvocalo Rebaudo giudice di Ventimiglia mi ha irasmesso copia esatta di ambcdue colle nolizie , che ha ])otuto averne in quella citta. Queste due pietre erano anlicamente nella piazza [ osla (1), in cui egli iiarra di aver vedulo da- (I) mjpimitie Bihlinthcca slanipa(a iu riiincororlo ni-l 1008 , [>. 039. DKL rONTK GIUS. ANSEl.MO II.ARIONE SPITAI.lKni 1)1 CESSOI.E. 1 Ct v.iiili il vcstiliold tli (|iiclla cliicsa uiin lajiiilc coll' isrrizione Impcralor Antoninus Pius Felix Aug- /loiii cnnn'it , c dall' U^lieili ( llalia sacra, toin. f\ , pag. 42S, lelt. n ), il quale jiarlaiulo di r|ucl coiivciito , fa incii'/.loiic ill (|i\('lla la|)i(le ilclT imperatore Anloiiiiio , c dice die esiste davanti la diiesa di delto coiiveiito. Aiidie il GiolVrcdi iic la iiicii/.ione nella Corogralia ddle Aljii niarillime, col. icj , diceiido clic sia slata luiigo tempo davaiili il convenlo degli Agostiiiiani , c ne parla e/iaiidio ndia Sloria ddle Al|ii inarittiine, col. iG6, uia come se fos.sc allra da ii'i fu Irovata dallo slesso cavaliere Boileaii iiella regioiic di Pairolet lui'altra piclra sidla linea d'liii muro a secco, chc lia scrvito a sosleiicre 11 terrciio gia coltivalo. Se, come pare, non e stata mossa dal luogo dov'era in origine , la via Romana dovea essere a settenlrione , cioe al di sotto dalla parte dell' iscrizione. L'antica via piu noil vi si scorge , e la base della iapide e scoperla. Questa e la terza di ([uclle vcdule dal Ricolvi, ed avendola io falta lavare con acidi ho potulo leggerla uella conformila di cui al n.° i3. II miglio ivi notato C DCVII. Assai prima di giungere a (piella Iapide il terrciio c fpiasi tutto incolto e sparse di roveri , e la strada vicinale , die e succeduta a qnella degli impcratori, serve ora solo ai possidenti , e passa lOo passi circa piu aha deirantica. S' incoulrano ad an miglio piu solto nclla vcgione di Garchier due allre pietre ritrovatc pure lial signor Boilcau , e sono le prime due ve- dute dal Ricolvi a sci miglia circa da Nizza ( Tav. n.' i/\ e i5 ). Dalla loro positura e vicinanza si puo credere che trovinsi al luogo , dove da principio furono poste , ma sono inclinate verso trainontaiia a motive della terra caduta dallallo, da cui sono ricoperte a tale, clie la sola loro cima e visibile sul suolo slate in quesiaiino coltivato, e ch' io ho fatto scavare fino alia loro base per riconoscere se a quel livello esi- steva I'antico selciato , e per lavare e leggere diligenteincnte le iscrizioni. Non ho trovato alcuna traccia del lastricato romano, ma mi e stalo piu agevole di leggere le iscrizioni, ed ho chiaramente riconosciulo il numero delle miglia ncUa pielra d'Aiitonino. Ambedue segnano il miglio 608. Ksisle in line un'alira pictra milliare al luogo della Chiapjia , dipen- denle dal Comune di S. Rartoloniiiieo del Cervo sulla j>iazzuola dell'ora abbandonata chiijsa di S. Giacomo. Informato che fui dell'esistenza di essa, incaricai il signor avvocato Novaro giudice del mandamento di Diano Castello di esaininarla e copiarne I'iscrizione , ed egli ed il signor dottorc Bianchi collo neH'arclieologia , ed il signor medico Terrazzani , chc a lui si associarono in quella ricerca , dopo averia sgombrata dalle pianle critlogame , e dai licheni , che la pielra coprivano , vi hanno Iclta r iscrizione porlata nella Tavola al n.° 16. Quesla pielra porta Serie II. Tom. V. aa 1^0 N0TI7.IE SUL MONUMENTO DEI THOFEI D AUGUSTO ECC. it iiiigUo ni.iir, c |>u6 giovare a determiiiare il A'ero luogo di Luco Bor- mani , c succcssivaniente ilila la nu- inerazione delle miglia per averne nxc a "Ventimiglia, e dciv a Torbia; in terao luogo da qual j)unto della Trebbia comiiiclo la rislaurazionc fatla da Adriano della via Giulia Augusta, e se qiicsta piegasse verso le Alpi vicino a Venlimiglia od allrove ; appresso, da qual luogo abbia essa avuto (piel nome , e fino a qual Icrmine sia stata prolralta sotto lal denominazione ; di poi qual relazione vi sia Ira la via Giulia Augu- sla e la via Aurelia descritta nell' itinerario di Anlonino ; finalmente la probabile direzione di questa via da Albenga a Venlimiglia. Tl tempo della forinazione della via Giulia Augusta non pub aversi con csattezza , se non se dalla data della potesla tribunizia di quell' impera- tore , che le lapidi n.' 4 j 8 e lo indicano col numero xi , che rispoiide all'anno di Roma 'j^'x, 8 auni prima dell'era crisliana , il quale si con- verrcbbc quasi coll' epoca dell' erezione del Monumenlo dei Trofei, in ciii e notato Tribuno xviii volte cioe coU' anno di Roma '^49- L'evento che diede luogo tanto all' una quauto all' altra opera fu la vittoria ottenuta da Augusto sui popoli delle Alpi ( Lucio Floro lib. 4> rap. 12), e sui Liguri ca])illati (Dio. lib. 54 in Caesare Augusto). La ragioiie evidcnle di foruiai-e una lal via , fu di stabilire facili e. sicure comunicazioni tra 1' Italia e le Gallic lungo le Alj)i maritlime, le quali fiao allora erano state inlerrotte dalle scorrerie di que' popoli DEI, CONTE cms. ANSEI.MO II.AHIONE .SPITAI-IEHI DI CESSOLE. I" I alpiiii chc aveaiio tanta |)ro|)eiisioiie a iil)ellarsi, e dalle ioro giicire coi Hoinani. Per dctcrminare poi da qual liiof^o si dove- cominriare quella via , ronvioii rifleltero, clie ]ier roiii|>icie lo sropo dcUa mcdcsiu.a era d'uojm di pnUicarla liingo il lilloiale, tlove o iioii ve n'era alcuna , o se al- cuna ve ne avca , era imprrfetta e non formala giusta lo stile romano. Di fatli a quell' epoca si fa beiisi nelle stone nflenzione di transito di cscrciti o di viaggi latti per I'Alpi marittiine, ma non se ne paila, coim; se vi fosse una via spedita e sodaincnte costrutta. Strabone lib. ^, cap. (3, § 2 , parlando dclle vittorie anteriori a quelle di Augusto , dice che i Liguri erano cosi potenli , che dopo una gueiTa di 80 anni , i Romani poterono solo obbligaili a lasciare verso il marc uno spazio di dndiri sladii ( un niigiio e mezzo romano ) per servirc ad una piibblica slrada, e Cesare nel tornare da Marsiglia all'epoca della guerra civile, vi avvio bens\ alcune sue legioiii ( Stor. delle Alpi marittime c. i44))ii)a giunto ill Afonaco vi s' iinbarco per ricnova per giungere piii prontamenle a i'iaceiiza ed a Iloir.a ; e Urulo ( JCpist. fam. n.° i3 , lib. xi ) esscndo ]>assaU) a Vado ncU' inspguire Antonio, lo chiama ^ locus tid iter fa- cien'/iiin impeditissimus z=z come sono in generate tulli i luoghi paludosi, liiiclic vi si formino slrade serondo le rcgole dell'arle. Ne a motivo delle frequeiili guerre coi Liguri e coi popoli alpini po- teva ivi slabilirsi e maiitenersi una via regolare. Fu solo dopo le vitlorie d'Auguslo circa I'anno "^^o di Roma, clie quell' imperatore ebbe campo di eseguirc un tal disegno. Egli dove dunque far priiicipiare la via , cui diede il suo nome dal liiogo , dove terminava la via roinana fino allora in quelle parti condolta. E siccome abbiamo da Strabone (lib. 5, cap. 3, § 4 )j che Emilio Scauro viam Aemiliam stravit, quae per Pisani et Lunam ducit ad Subbiitos , duncpie Augusto fu in obbligo di principiare la uuova strada almeno da Vado , poiche sarebbe assurdo il supporre , che si fosse fatta selciare a nuovo quella via verso Torbia e Ventimiglia, e lasciata sussistere 1' antica nello spazio intennedio , e specialmente a Vado posto fra paludi. Sebbene poi ai Vadi Sabbazi questa via continuasse su per le Alpi non si puo presumere , clie la numerazione delle miglia si sia fatta u- scetulo dalla porta di Roma, e seguendo la via di lal nome , anche al- luiigandone il corso come lo segna I'ltinerario d'Anloiiiuo cW Genova a Tortona, e da Torloiia a Vado; poiclie il conic delle miglia percorse l~1 N0TI7.IE SUL MONUMEKTO DEI TROFEI D AUGUSTO FXC. «la Roma iinporteicbbe sole mij^lia 5i3 fiiio a Veiiliiniglia , t; SSg iino a Torbia , inenli'e abbiaino nellc lapuU 4" 5 5.' ed 8.' la prova , die \ enlimmia era ilislantf ila Roma 690 init^lia , c Torbm iniglia 604. >!• tlivei-so sarfblif il risullaiiiciito , sc si facesse (juel coinpulo sccoiulo le distanze nolate nella lavola Peuntiiigeriaiia vencndo ila Gcnova a Yado si passaudo per Tortoiia , e si aiidando lungo la marina da Gciiova pei luoglii ivi iiidicali tior Modeiia , Piaccnza e Toi'tona , giacche lal via e ancora piii breve dell'AiuTlia. Numerando iuvece le niiglia con qiieU' Ilinerario dalla porta Flaminia fiuo a Rimini si lianno iniglia N.° 221 Quindi per 1" altra via Emilia, j er (jiiolla cioe fonrata da Emilio Lepido da Riinini a Piacenza, e pel tratto da qiiesta cilia a Tortona , clie Irovasi compresa nell" Itinerario aft ^/7w/«o Ber- toiuim si lianno iniglia N." 224 v. fuialnieiile compulando le miglia clie si hanno nella parle della via ivi delta Aurelia da Tortona a \ entimiglia , niiglia N.° iS^ Totale N.° 582. Ora i numeri Sqo trovati alle due lapidi di "Ventimiglia presentano una dilVerenza di sole otto miglia, la quale in s\ lungo spazio e di cosi poco riguardo , che si pub attribuire ai varii erroi'i , clie si osservano in orre , che Augusto volendo dare il suo nome ad una via fra le Aljii da lui soggiogate labbia voluta stabiru'e in conlinuazione della Flaminia e dell' Emilia di tauta rinomanza. Cio e lanto piii da presumere, avendo da Dione lib. 54, che Augusto = f^'iarum , quae sunt circa Romam curator coiistilutus milliarium au- reum, quod vocatur , fecit = e trovo nella vita d' Auguslo n.° 3o di Svetonio: :=: quo autem facilius urbs adiretur , desumpta sibi Flaminia via Ariinino tenus municnda , reliqnas triumphalibns viris ex manuali pecunia sternendas distribuit r^ e dopo aver cio operalo e da credersi che nel formare posterioruiente la via Giulia Augusta avra gradita I'idea di congiungerla alia Flaminia da lui ristaurata e prediletla. Ainmessa siiralla numerazione , non e malagevole il deteririnare il punto dclla Trebbia , da cui priiiriiiio Adriaiio la rislaurazione della via Giulia Augusta , poiche non essciido essa ravvisata sc non die con.e una continuazione della via Flaminia-Einilia , di cui proscguiva a segnare ( I ) Notice Ji: la Gaulc , t. Alpis mariltimat. 1-4 NOTIZIF, Srr, MOMUMENTO de' TnOFEI d'ai'ci'sto Err. la dislanza da Homa , iion svMr.l)ra polcrsi eercarc uu allio |)iinto d'iii- ronlramcnlo tlclla via d'Augusto col fiuinc Trcbbia, se iioii qiiello dove la dt'tta via Flaminia-lMnilia altravcrsava quel fiiiiuc. Noi non ci fenncreino a comhattere robl)iczionc clie si |)u6 faro ad nil talc sistcnia con pretendere, clie la via da Tortona a ^'ado esislcsse i;i;\ prima di Ani^uslo, e clie anzi fosse stata selciata da Emilio Scaviro giusla il passo ili Strabone sojira citalo (lib. 5, cap. 5, § 4 )> dovo do[>o aver delto , clic lo slesso Scauro avea coiidotla la sua strada fiiio ai Vadi Sabbazii aggiunge , clic I'avea (juiudi protiatla siiio a Torlora ; poiclie e note quanlo qnel passo di Slraboiio sia stato allcrato dai co- jiisli , qual disordinc vi sia , qual errore vi abbiaiio inserilo i copisli ponoiido Acqui sulla via di Torlona a Gcnova , quanta occupazione abbia data agU interprcti per poterne tran-e un senso ragioiievole , c qiiali sforzi abbiano dovuto fare per rinveiiire i luoghi di Dlacuista e Jell'ui , f fame poi Aquae Slatjellac cainbiando alc-uiu' Ictlerc c la piiiitcg- giatiira. A cio si aggiunge , che malagevolmeute si polrebbe ii;lciidcrc per qual cagione Scauro avrebbe per cola |)rolimgata la sua via circa 1 anno 638 , meiitre clie fin dalTaiino 6o6 Spurio Poslumio Albino avea falla la sli'ada da lui delta Posluinia , clie da Genova aiidava a Tortona, c quindi a Piacenza , e di la a Cremona , a JMantova , a ^ crona , nel Friuli ed in Germania. In fine non abbiam finora ne iscrizione, nc luogo di storia che iiidichi , che il tratto da Tortona a Vado fosse falto priira di Augusto secondo lo stile romano , e la lettera di Bruto sopra citata prova anzi , che iiei dintorni di Vado non vi era certo una buona strada e regolare , e le iserizioni da noi riferite dimostrano che Adi'iano rista- bili la via Giulia Augusta dalla Trebia , e ne numerb le miglia come Augusto da Roma per Rimini, Piacenza, Tortona, Vado, e il littorale marlttimo al di la de' Trofei di Augusto, il quale ebbe un vero motivo di fare quella via non per andare da Vado a Tortona , ma per prose- guire la gi-ande via Romana da Tortona nelle Gallic lungo il mare in luoghi men disastrosi , e non esposti alle ncvi ed ai ghiacci, come altri luoghi delle Alpi. Del resto , rpialunque fosse prima la strada di comunicazione da Tor- tona al mare, basta al nostro assunto I' ossei^vare, che Augusto circa I'aiino ^42 la fece fare o rifare conforme alle vie Romane colic stazio:ii mentovate nell' Itinerario , fregiandola della nunierazioi:e delle miglia dalla inetropoli , numerazioiie , che in iiiun luogo e slala co.si eslcsa DEL CONTE CIUS. ASSEI.MO II.I.AniOSE SPITALIEKI DI CESSOLE. 1^0 come in (jiiesla via. Seiiza die iieppnre puo far ostacolo il dire , che vi fossero allre slraile clie ilalle spoiide tlel mare Liguslico salisscro le Alj)i e scciulessero nellc piaiiure d' Italia tanto da Genova a Piacenza per la valle dclla Trebia , cjuaiito da Mciilone o ila JSizza a Sospello, alia Briga e per Tciida alia valle tli Pesio alia Cliiusa, e in seguilo a Torloiia cd alia Trebia , imperciocche queste si debboiio avere per vie secoiidaric , clic meltevano iielle priiicipali per comodo de' luoghi , dove (jiiesle iiou correvaiio , e T imperatore Adriano rcstaurando la via Giulia Aiii^usla a coininciare dalla Trebbia,e niunerando Ic sue lapidi, come Aiiguslo dalla via Flaminia e dall' Emilia , dove, diceiido a Flu- mine Trebia , iiidicare il liiogo , in cui (piel fiiime intersecava una tal via , cioe vicino a Piacenza , ap|)unto dove Aiigusto avea dalo ])rincipio alia nuova sua nuniei'azione ; nc pare clie ofTra probabilitu alcuna I" ipo- tesi, clie Adriano avesse fatte operare tali riparazioni dalla sorgente dclla Trebbia , come si | ensa da taluno, ne da qualunque jiunlo del suo corso , conlluuando una strada in Piemonte Gno alia valle di Pesio, c di poi abbialc fallo percorrere un lungo spazio fino a Torlona , parti- colarilu liillc che non sembrano verisimili j)er lo scopo , cui mirava la via Giulia Augusta. In vano a cio provarc il Durando cita un' iscrizione Irovala alia Chiusa ( Picm. Cispadano c. 1 58) ncl castello di Mirabello.] Poiclie le espres- sioni di ({ueUiscrizione Pio Felici . . . omnium retro . . . Proconsul Al- nium maritimarnm dimostrano cli'essa non e cerlameiile de' tempi di Adriano, e i'anno dubitare della sua aulenticila, ed ancorclie una strada (pjaluncpic, detta Emilia, fosse slala prolratla da Torlona alia Chiusa, essa nulla avrebbe che fare con cpiella di cui ragioniamo , la di cui numerazionc dcllc miglia veniva certauienle da Tortona alia Cliiaj>iia , a Vcntimiglia , a Torbia ed a Cimella , cli' era la prima slazione dopo r.'Vlpe Somnia. Tolto di mezzo I'argomento tratto dall' iscrizione di ]Mirabello , non si puo a meno di non dire erronca I'opinione di coloro , che liaimo cre- duto che la via principale lungo il lillorale piegasse vicino a ^ entimiglia verso le Alpi. Lo slesso Mallei ingannato forsc da descrizioni inesatte de' luoghi , pare aver cio credulo, e il Durando ebbe pure tale credenza api>oggiaiidosi ad alcune iscrizioni Irovate nella Contca di Psizza , dalle cjuali trae conseguenze non giuste. Esclusa cosi la congcltura di Jacopo Durando , che la via Giulia I-G XOTIZIE SUt, MONCMENTO DF.I mOFEI D AUGOSTO ECC. Augiisla (lalla sinistra prcsso di Voiilimiglia si diramasse verso le Alpi , resta ad esamiuare dove essa terminasse , c per <{ualc Iratto abbia avuto ([uel noir.e. Dal iniglio 608, la di cui lajiide ( Tav. n." i/\) si e rilrovata nulla regione di Garchicr , si puo giudioarc chc continuando la stessa mmu'- razione dovesse c[uella via progrcdire fino a Cimella. Di fatti non v'era da Ventiniiglia a qnclla cilia allra slrada, da (juella in fuori , in cui sonosi rinvcnute le lapidi dal n.° 6 al n.° i5 sopra de- serille ; e dopo il miglio 608 per andare a Cimella, tanlo secondo I'lti- nerario di Antonino , quanto scconilo la Tavola Teodosiana ci volevano sole cinque luiglia per compire le nove segnale in ambedue que' docu- nienli ilali" Al|>e Somma a Cemello , ed aj)punlo dal iniglio 608 reslano a percorrersi con poche sinuosita cinque miglia. II senliero presente jiartendo da Torbia verso la valle di LaghcUo , scorse le miglia Go5 e 606 iielle rcgioni detle della Spei'aia e di S. Pietro, lascia poco dopo la direzione dell'antica via Romana , ed a 187 metri circa delle lapidi del iniglio 60G, il signor regio misuratore Asso, iieH'e- seguire T incumbenza da me dalagli di misurare lo spazio die corre tra le miglia 60G e G07 in linea ixtta , lia rilrovato un antico selciato largo 3 metri '/^ di pielre , i di cui lati hanno da 26 a 3o cent. , che puo credersi aver falto parte dell' antica via Giulia Augusta , ma il tratto e assai breve non ecccdendo 3 metri '/^ a 4 metri. La positura delle pielre milliari alle miglia 607 e 608 , le cui iscri- zioni volgono a tramontana come le prime , coincide appunto colla di- rezione di quel selcialo, e indica dove continuava quella via con uguale dolce pend\o. Pochi passi al di la del miglio 608 trovasi il principio d'un burrone, e dopo una elevazione di terra lale da non poter credere, che la slrada proseguisse in linea retta, salvo i luoghi siano stati cam- biati da uno straordinario scoscendimento. In lulti i modi pero o la via s' innollrasse direltamente, o lorcesse tra jionente e tramontana, la na- turale peiulenza e direzione dovea conduria in vicinanza del molino Fi- gor , dove sembra esservi stato un luogo adattato per istabilirvi un ponle sul torrente di Laglietto prima clic sia cresciuto dal rio del fonte detto Santo. Passato quel ponte e probabilc , clie la via corressc a livello sul poggio per cui si giunge al casale dclto Boiiui non lunge da Drappo , sul lia rifattavi da Augiislo , c le nra- ttcatevi o|>ere siano state tali da far si, die tutta qtiella via da Toitona a CiincUa abbia preso il noine dell' iin|)eratore , che la fece fare o rifarc, c luimcrare a un tempo stesso c iiella slessa fonna. Al di l;i di Ciinella nou abbiaino una jirova posiliva , come iic ab- biamo di qua per le tre iscriziotii di Adriano , ma e possibile che Au- giisto facendo formare uua strada cosi importaiite |)el littorale della Li- guria c proUuigaiulola fino a Fiejus, e foise fiuo a ]\imcs , colla niiia di uiiire le Gallic c V Italia da tpielle parli con comunicazioni sicure , le desse anche il suo norae. Pei" poter pero cio credere con sicuro fon- diunento , conveirebbe che si trovassero al di la di Cimella lapidi iuli- tolatc da quel principe, e colla nunierazioiie delle miglia da Roma, o lapidi di Adriano consimili a quelle clie sonosi trovate al di qua; iutauto si puo aver per probabde , die aiiclie quella via formata iu continua- zioTie di quella delle Alpi marittime coijscrvasse il nome di Aui^usto , come foudatore della mcdesima iiisiuo a Frcjus , ad Aries , e a Nimes. fiesta |>ero dubbioso assai , se essa idibia avuto lo stesso nomc di Giulia Augusla , dove si cambio la numerazione delle miglia , e dove queste |>iu non si contarono da Roma. Dalle riflessioni sin([ui fatte si riconoscc die la via Giulia Augusla a cominciare da Torlona si confonde con quella che e dcscrilta dalT Iti- nerario d'Antonino sotto uorae di via Aurelia , e cio pi-csenla una con- traddizione apparente ed una confusione di nomi, che ci obbliga a scio- gliere ogni dubbio a tal riguardo. Basla percio il distinguere a dovere i tempi; da principio la via Au- relia fu condolta dal suo autore lino al Foro di Aurelio, ed in seguilo la Emilio Seauro fino a Vado sotto nome di Emilia , e quindi non e la stupirsi , che Auguslo facendo coslrurre la vicina via lungo la sponda ( ( niarittima della Liguria al di la de' suoi trofei le desse il nome come ad opera sua propria : di poi coll'andare degli anni cpiesta strada, chegli avea ravvisata come di gran riUevo , e che voile stabilire e nimierare come una continuazione delle vie Flaminia ed Emilia , cesso d'esscre ri- g\iardata sotto quell'aspetto ; ed il piu frequente uso, cui sei-viva vcnendo da Roma ]>er la Toscana , e per la Liguria di levante lungo la strada piu breve , la fece ravvisare in realta come una continuazione della via Aurelia-Emilia , e fu chiamata da Roma ad Aries dal compilatore dell" f- liuerario Via Aurelia, ossia, come si disse j)er varii secoli in Provenza , l8o NOTIZIE SUL MONUMENTO De' TROFEI d'aUGUSTO ECC. loti camin Aurelian , nicnlre iiclla Liguria conlinuo a chiamarsi Emilia noil solo ucUa Riviera tli Icvaiite , cd in qiiella di jioncnlc fnio a Vado, ina cziandio piii ollre in lulti gli Slali della dominazione gcnovese , quasi che lungo uno slesso lilloralc ed in un mcdcsimo dominio dovesse avere un nouie inedesimo. Resta ora che si esamini il vero andainento della via Glnlia da Al- l)cnga a A entiuiiglia. E per delenninare in primo luogo la niisura dellc iniglia di ciii parlano 1' Ilinerario e la Tavola , e quelle di cui si fa USD generalmente nclla Liguria, imporla di dare un breve cenno sul rag- guaglio die vlia tra le antiche iniglia roniaiie e le moderne di Genova. II uiiglio roniano e coinposlo di due mila passi ordinarii (gfessus) ossiano looo passi lunghi detti geonielrici. Ogni passo lungo era di 5 piedi , ed ogni piede corrispoiideva (i), secondo gli uni, a lo pollici , ID linee e 6 punti , giusta il manuo die esiste in Caiiipidoglio , e se- condo altri ad 1 1 pollici del piede i-eale di Parigi, ed ogni metro im- portando piedi reali 3''o^g, il miglio romano viene ad avere nel primo case i47' metr. , aS cent., e nel secondo metri i488, i6 cent. II miglio genovese per altra parte essendo sei raila palmi di Genova, ed ogni 4 palini componendo un metro, corrispoude quel miglio a me- tri i5oo. La dilTerenza pertanto di quello a questo miglio e si poco iinportante, trattandosi di distanzc da calcolarsi per approssimazione , die non li distingiiero nel corso di questa Notizia. Nell'esame poi della strada da Albenga a Ventimiglia ho dovuto con- vincerini pochi ed incerti essere gl'indizi rimasli dell'anlica via, perche oltre i cambiameiiti cagionati ne' monli, nelle valli e nelle spiagge, dalle frane, dagli slraripameuti delle fiumare, e dalle alluvioni di esse e del mate , sembra che I'antrco governo Ligure trascurasse le vie pubbliche per rendere il suo lerrilorio piii inaccessibile alle invasioni slraniere, e jicr volgere tutli gli sforzi degli abitanti a correre di prefcrcnza Ic vie niaritlinie, come vera sorgenle di coinmercio , e di ricchezze. Risultamenlo di tali avveniraenti e stala la perdita quasi totale delle lapidi itinerarie da Vado a ^'elltimiglia a tale , che in quello spazio di iniglia Go, non si e riuvenuta finoni che la pietra della Chiappa n." 553, (I) Kaciclopedia , t. Pie. DEL CONTE GIIJS. ANSEI-MO II.ARIONE SPITAMKRI Dl CESSOLE. l8t meiUrechc da Ventiiiiiglia a Ciinella in un Iralto di sole 3 3 uiiglia sc lie sono coiisei-vale 12. Altra conscgueiiza c stata 1' incertezza nella Liguria del vcio corso della via Rouiana, che alciinl credoiio airalto liUorale, cil altri assai piu (icntio terra. L'opinione jiero piii probabile si e, clic i Romani rahhiano, per rjuanlo era possibile , tenuta vicina al mare, ma in varii punli hanno dovuta costruvla verso i moiiti e specialinente dove il littorale era |)oco sicuro dagl' iiisulli deH'oiule o i promoulorii Iroppo eievati, o v'cra inodo di reudere la via piu comoda o piii breve iiilcrnaudola , come nclla valle di Laglietio, od in fine dove la spiaggia si e formala piu lardi dalle alluvioui delle gliiaie ed arene di tanti iiumi e toiTenti portale al mare , C da csso respinte al lido. Tali sono in gi-an parte la pianm'a d'Albcnga , ove si erode clic In moderna citla non sia stata costrutla che nel 5.° secolo in riva al mare (1), le piaimre dclle valli di Diane e di Andora e qucUa esistente tra Bordighera e la Nervia, conquislale sul marc che si c riliralo a poco a poco , e che due mila anni sono dovea giiuigere quasi alle falde de'primi monti che circondano quei seni. II gia citato passaggio di Strabone in cui dice che i Romani obbliga- rono i Liguri a lasciare libero uno spazio di un niiglio e mezzo per farvi una strada , prova quanto fin da principio si riconobbe necessario, che essa fosse talvoka lungi dal mare per essere piu comoda, pid breve, e piCi sicura. E in fatti la via da Augusto fatta in parte verso i raonli, j)rova che poteva riuscire j)iii breve , giacchc da Vado a ^ enlimii^lia si hanno , secondo V Itinerario , 6'j miglia , o per meglio dii-e , ^5 , correggendo r errore sopra rilevalo di 3 uiiglia tra Vado ed Albenga, mentreche , secondo Ic distanze notate nella Storia delle Alpi marittime ( c. G" ) , si contavano in quel tratto a' tempi di GioiTredi 83 miglia. Questa maggior lunghezza proveniva dacche quella via era piuttosto (1) L'antiro Jlhigaumim era situalo sul pondio doll a montagnunla delta Crpolla a poncnic di .Klbcn^a , ed il poiio monzionato nell* llinorariu maritlimo era in un piocul seno di mare al di la di quella raontagnuola. Ora quel scno i" piono di terra , e la moderna rillii e cosi lontana dal marc e il di lei suolo cosi innalzato , die un'antica sua cliiesa ( il hattislero ) e quajii 4 melri al di snlto del livello della cilta , ed il punte lungo , opera roniana della slessa data di Albeo^a . Iia da pill secoli le sue arcatc pienaroeote ricolmc a segno ehe il flume Ccnta , cbe vi passava solto a levante della cilia , lasciato I' aotico letlo , ora scorrc a ponentc in un alvco piii alto dell'aDtico di G metri almeao. iSa soTiziE sur. monumento de' trofki d'auctsto F.rr. la via litlorale il'im liiogo alTallro anziclic una \ia macstra , cil cssa ora seguiva le siiuiosita di iiionti iliruiiali luiigo il mare , ora asceiuleva in liuea quasi retla j)foinoiilorii allissiini, c jtoi li sceiulcva con ucrirolosi scoscesi sonlieri , passaiulo lungn lo spiagge accrcsciule (iil)iaiio, irAii- ilora, ill BortligUora ecc. , abbamlonando ogni direz.ione vciso riiilcnio, e pill non segueniio Ic vetle de' colli sitiiali a qualche distanza dal trave. Se airahbaudono pressoche lotalc deU'aiilica via si aggiunge la forn^i e. la dinv.ioiu' dclla moderna non si jwlWi a uieno di coiicliiuilcrc , tlif riuscirebbe vano ogni sforzo per iscopvire in niodo sicuro 1' anlira ■xia Roinana; ma si puo pervenire coll' altcnto esame delle varie localila a stabilirc ora eon ipialchc probabilita , ora con minorc incertezza , dove corifsso cpu'lla via , c dove no lossero le slazioni. Non avendo poluto perlustrare io stcsso i luoglii al di la del tei-rilo- rio di Torbia, sono state secondato nelle mie rieerehe da persone anianti del ben pubblico c fornilc di dottrina c di zclo sufficicnli all' iiicarico, che si haniio assiinlo. SemLra pertanto, secoiulo le nolizie pei'venutemi da jiersoiiaggi espe- rimentati di Albenga , che la via Roniana dopo quella citla (i) salisse il coUe dalla parte di poneiile dirigendosi verso Irawionlana fin sopi'a la cresla di esso nel jmnto dctto la Rama , dove lorceva a sinistra, e segiieiido una specie di convalle, in cui trovansi pezzi di antico selciato in pietra quadra , die per antica tradizione si credono avanzi della via volgarmente delta AiircUa, conduceva al monte Tirazzo, ossia di nostra Signora della Giiardia supcriormente ad Alassio. Ricompariseono le traccie della via Romana non liingi dalla Rocca della Cliiappa , e poco dopo s' incontra un fonle di forma romana slato poi rislorato , vicino a cui si accerta, jier tradizione degli abitanli, es- sere avvenuto uno scoscendimento , che apparc anche all' oculare ispc- zione. Da ipiel sito deve essere allora cadula verso la Rocca la j)ietra milliare , che ha il'miglio 553, e quindi portata a braccia alia uon lon- taiia chicsuola di S. Giaconio , ove ora e stala rincliiusa per conserA'arla. La via quindi volgeva verso Tovo e Mllafaraldi , presso cui trovansi una fonlana cd lui |K)nte di originaria romana costruzione , veniva (1) L'andamenlo di (jiipsta via qui st*^natt> quasi passo a pussi) du Allicii^a ;i Diiino (^istcllo ^ nun discorda con (jijanlu ne dice il si'avoni nulla quarla lollera dclla sua pa$sr<^^iala. DEL CONTF. Cits. ANSF.I.MO II.AnlONE SPITALIKRI 1)1 CESSOI.E. 1 83 a Diano S. Piclro, e alliaversava il pontc ilcU'Eveno, L di cm {.ilastri soiio di coslruzioiie sudissima cd evidciilemeiite roinaiia , c mclteva a [)iano Caslello. La dire/ioiic della via (liidia Augusta dopo Caslcl Diaiio iinn nrcsenia indicazioni cosi |io.sitive come |iriiiia ; si civde }iiro clie coiiliuuassc a ponente di Diano , dove si tiova anche oggi uua bella foiilaiia, che si vuole lavoro roinaiio , e pare che secondo il coi-so del sentiero moderno ascciidcssc in cinia al iiiontc Uerta per disreiidere alia Cosia d'Oiie£;lia ed a Caslelveccliio , ove csisle uu poiile sul liuiiie Iiiipero, e cjuindi vi)lgeiulo verso Porta ^la\iri/.io seguisse il littorale. A piccola distanza tla S. Lorenzo si dubita se conlinuasse verso la sjiiaggta , ove ova soiio S. Slefano e Riva , o|)pui'c se salisse sul lerri- torio di Ciprcssa c poscia sul eoUe di S. Stefaiio, da cui sarebbe scesa cou dolce peiidio al torreiite Carpe, su cui esisleva uii poiite, e risalita quindi ad una delle borgate di Pompeiaua, cliianiata Costa Panera per passare tanlo in una ipotesi, (pianto nell'altra al Don, ossia S. Siro, e di poi progredirc a jionentc lungo il littorale altravcrsando la Taggia sul pontc di cui si vede aurora un arco scoperto dal barone di INIalzen (i), air inrontro della via deUArnia , c di cpiclla di Taggia in vicinanza del casino del signor marchese Spinola. Passata la Taggia, si puo credere, che la via romana prosegiiissc fin verso la Bordighera lungo il littorale , e ne abbiamo una forte presun- zione nel ponle che si crede roinano , ed e stalo descritto come esimio lavoro, sco[)crto in S. Rcnio nel iSaS, cadiito iTiticramcnte nel i834 ncUa aui|>liazi()ne operala in capo al passeggio orienlale di quosta ritta. Dopo Bordighera il lido fine alia Nervia e eTidentemente un'alhivione prodotta dalle gliiaie di quel fiume , e da cjuelle della Roia , e la via Oiulia Augusta dovea essere alle falde dei primi monti ove sono ancora le traccic d'una vecchia strada , c fors'anche piu in su , ma in tutti i modi dovea venire a passare la Nei'via vicino agli oliveti di S. Rocco , dove il luogo potea essere opj>ortuno per un ponte. Calcolando ora le distanze da Castel Diano a Pompeiana vi dcbbono essere poco piu di 5 ore di strada, che si i)Ossono comi)ularc a 16 (1) Mniuimonts trAntii|iiitc Ritniaiiic duos les Etats du JKv'\ do Sard.ii^nc ro tcire feroic. Turin, 18iG. I 84 XOTIZIE Sl'I. MONUMENTO F.C.C. DEI.COXTF.SPlTAt.IF.nl DI OESSOI.E. iniglia circa ; il;> Costa Paiicra alia Taggia v" Iia uii grosso uiiglio , c ilalla Taggia a Veiitiniiglia vi sono circa quiiulici niiglia , come scgua allelic Gioirrcili ncl giu citato passo tlclla Sloiia ilcUe Al|ii niaritlitne. \j Don trovaiidosi tra Cosla Paiiera e la Taggia, la incilia dislanza di Veiiliiniglia a Castel Diano cade apiniiUo lia Cosla Pancia e il Don, e il vero jiuiito medio riesce tanto piu dubbio, clie, siccome e gia stalo osservalo dagV iiitcrpreti , l' Ilincrario e la Tavola liaiino trasciiralo di iiotare i lolti dclle miglia, iion gia clie qiicste iion fossero esatlamente misiu-ale , ma liamio indicalo il nuiuero del uiiglio i>iii viciiio alia sta- zione, e pub essere accaduto , clie sebbenc siaiio nolate i6 miglia per ciascuiia dclle due dislanze da Liicus B»rmani a Costa Balenac , e da qucsla a Veiiliiniglia , una fosse in realta di i6 e mezzo, e Tallra di sole niiglia i5 J'', ed eziandio che la distanza lotale fosse di quasi 33 iniglia , se il miglio 574 trovavasi quasi mezzo miglio a poncnle della stazioiie Lncus Barmani , e se le due lapidi di Vcnlimiglia erano, come si ha luogo di credere, nel sobborgo di S. Agosliiio , cioe ad un quarto o cjuinto di uiiglio della cilta. Ill {[uesta iiicertczza la sola conclusione clie possa ammetlersi si e , clic, Oi)inando die il Lncus Bormani abbia dovuto ritrovarsi a Diano Caslello , o nelle sue vicinanze , si abbia pure da credere , che Costa Balenae e slata a Costa Panera, o al Don, o iiei loio contorni (i). Compito cosi I'esame delle questioni, ch' io mi avea proposlo d'inve- stigare sulle conseguenze , clie possono trarsi dalle lapidi receulemente ritrovate, messe a confronto colle notizie che gia si avevano lanto del Monumento di Torbla , quanto della via Giulia Augusta , altro non mi rimane, se non che il fare ardenti voti , perche nuove perluslrazioiii de' luoglii , dove ha dovuto esistere il corso di quella via , e diligcnti ricerche fra le antiche rovine giacenti sul silo, ove sorsero i Trofei di Auguslo, abbiano luogo, e conducano a nuove scoperte utili ad illuslrare quelle operc mirabili , e degne del regno di quel gran principc , che diede il suo uome ad esse non meno, che all'aureo secolo, in cui egli governo Roma ed il mondo. (I) Da Costa Pjnera al Don vi corre circa un ijuailo d'ora di sliada. 7s. 1 5 '<^ — 7 s^ ^ X :: V2 r- ^ ^^ '^ E- ^ O r -^ Mi^ j- w. ^ "". y ■^ ^^ 2£ 77 ^ ^ > ;:. a c/; i y =u / GT ^^ ^ ^ :^ c -: - C "^ :; ^ ^ cXi INVIU V v\(;\Nr\ l!\ rOl KSTVI K IHMI ANV.S 1IAI)KIASVS.V>G.\1\\. TKIH. IH)T.I\.C0SJI1A I VM.IV LI \>L (if) \^(;A.FL^M1SE.THEHU.U^ VK ^ F/nST VTE.I ST KIU'l DKH VT S\:\.PECN N1A.KE S'J^ TJ' M T- DCMIU (uj TOMSAN. pivxfelix.am;. poni.cvkvmt. nrviii t^ c/i ,_j M « 8 .\ 1 O a as fS y. C— w • Fd 7; Z 1^ >. ^ 5 •■ y O r , K^ SC' !/J £-. > , 5 - - ^ S 10t ^ O ^_ 5 a: 2 > \l — i r 5g r ^ z X Z 5S X r" . / — 3: 'J-- .. -^ — -< -^ ^ ^ a ss /* ZL A'^ s l/j c/i z — -^ "V* ■" ^ i-' _° ^ '"V *^ ~ — _J >• '*^ Z 2 v; -■ u^ ^ T. v: r- y; -y --^1 ^ y: ^ ic. V ^^ ?5 C r ^ < ^ ^ ^ < r-; ^ w. ^ o Z ^ X 2 r* BM !A ^ si H ^ 2j - ? T- ^ ^ o ^ 'r. rr. ^^ ■« ^ .> -^ ^ ■x. a pa x nj« .^ y' V ^ q 5 r ^ r * ^ r- i^ A X ^ O -^ w > ^ u > Z O" >► A V 21 c ^ "■ "■ ^ --- ^ M xf --^ 5 >• •^ k ~~~ r ^^ < ^ p 1 V 3 F^ 1 \ '■■■.- *" 1 >r fcJ 'J 1^ z i J k* '^ '^ J^ ^ . H S. d ^ 1^ (2) — r-s^ri (3) :0 (6) 7) ll Ll /iVGYSTO IMP CAES 11. V\GV5T I/VVIIX ■^I'R ?VNICI\ P( .^TATE.^I DXC IMRANTONINVS. I'rVS.FELlX.4yarire inticra- inenle fra noi quanto rimaueva ancora degli antichi ordini della sapicnza romana, cioe fra la calata dei Longobardi nel sesto secolo, ed il risor- gimciilo d' Italia a novella civilla neirundecimo e nel seguente. C\n: non sara raai chc io possa convenire col parcre di colore i qiiali lion vorrehbero per ancora escludere da cpicl pcriodo d'ignoranza e di torpore il secolo dccimolerzo , quando e Federico secondo augusto e Nicola da Pisa ed Aniolfo di Lapo e Dante e Giotto, e poi Venezia e Pisa c Gcnova e Firenze coU'estensionc del loro Iraffico , cogli slu])endi loro cdifizi, gia facevaiio risuonare si alto la fama dclle arti, dell' indu- slria e del sapere degli Italian!. E tanto incno io mi saprei iiidurre ad ammcttervl ancora i due se- guenti , come allri pur vorrebbe; il deciinoquinto soprattutlo, il tniale ([iicllo fu veramente clie preparo, che fu maestro e guida delP era lu- jiiinosissima di Leone X. Perciocchc se noi moslriamo di tenere in si poco pregio que' secoli che, dopo qnelli di Augusto e di Trajano, furono i pill gloriosi per cpiesta nostra patria comunc , lasciandoli fra le tene- brc dcU'eta di mezzo, dove vorremo poi finalmenle collocare la presente nostra mediocritu e miseria ? E per cio chc spetta alia scicnza numismatica in parlicolare, si i^etti, di grazia, uno sgiiardo sul bellissiino soldo d'oro dclto augustalc , bat- luto la prima volla da Federico II imperatore in Briiulisi ed in Messina nel laSi , e tante volte rinnovato di poi negli anni seguenti , sempre colla stessa macstria ed eccellenza di lavoro , e mi si dica se sia ben vcro che 1' Italia, gia allora cos'i inoltrafa nolle arti del discgno e dcH'in- taglio , non fosse nscita ancora da quel suo letargo ignominioso. " \\'d\ ptir4> nelta Uvula qui iiiiila i nuiueri 5 c G. ir)0 KOTIZIA ED OSSEnVAZIOM SOPnA ALCUNE MONF.TE F.Cr. Quanilo AiiIdiiio come re clivcune signorc dcUa zorra di Pavia, e, ad esempio dei suol jncdcccssori , \ollc inirc cseicilare quella euiiiicnle pre- rogaliva, la niigliorc moncta clic fosse in corso nel regno crano i deuari stainpati cola durante 1' inipero dei tre Otloni , nella seconda nicta del si'colo prccedente. Qiic^ denari di fine argento erano allora accredilati assai , e riceviiti con liducia per tutta Italia , siccome ne fanno fede i contratti, c gli scrittori conleinporanei. Conveniva quindi somniamenle a (picl re di ludla variare negli ordini di (juella oflicina, e di continuare a batlcrvi sugli anlichi punzoni i nien- tovati denari ottoniani. E cosl pare veramenle clie egli ahbia fatto, al- nieno nei priini anni del suo govcrno ; pcrciocclie, incntrc sono anclie oggi Irequenlissinii c comuni que' denari degli Ottoni, rari ollre niodo, come si e veduto , si presentano tpelli che portano il nome di Ardoino. Operando in lal modo egli ayrebhe seguilo 1' esempio dei Franchi , dei Visigoti , dei Longobardi c di altri barbari ancora , i quali, prima di fiir moneta coi propri tipi, cominciarono per contiaffiire quella degli imperatori regnanti ai lore tempi. Ovvero sc Ardoino voleva improntare del proprio nome 1 suoi denari, doveva conservar loro , quanto il potova maggiormenle , I'apparenza di ([uelli degli Ottoni, in modo clie appcna da qncsti si polessero distinguere; aftinche il volgo ignorante , clie appunto suUe apparenze suol fondare i suoi gindizi, colpilo dalla novila della moneta , non enlrasse in sospelto di frode, e ricusassc quindi di ricevcrla. Ma Ardoino era uonio troppo accorto per dovcr praticare diversamenle. Anzi egli sarebbe stato cosl fclice ncl suo divisamento che , forse non per altro motive che quello di una tale conformita di tij)i, avvenne che le nionetc coniate col suo nome sono rimaste ignorate fino al di d'oggi, sfuggcndo per anclie agli sludiosi amatori di questi studi. Ardoino , comecclie fosse debitoie della sua corona ai magnati del regno, voile fieri) , come abbiamo gia veduto sopra uno di quel suoi denari proclamarsi re per favore del cielo: Gracia Dei Rex. Fu Carlo il calvo il primo che inlrodusse questa formola nelle sue zecche di Francia; presso di noi il solo che ne abbia fatto uso sulle monete prima di Ardoino e stato il re Guido avanti di esscre promosso all' impero. I nolai ilaliani pero fin dagli ullimi anni del secolo ottavo , rcgnando Carlo magno, aveano gia cominciato a rcgistrarla nei loro atti, nei quali si legge: Carolus gratia, ovvero per misericordiam Dei rex. hi Giuno cohdero de conti di s. qiintixo. ipi Ma cio che poteva essere convenienlc a (jucl coiiquistatore, che do- veva il regno d' Italia airallriii ambizione , ai propri inancggi , alia sua spada , non s'addiccva cgualineiite ad iiii re t-li'llho tpial era Ardoino. Percio si osserva che i re dei Longobardi, priiicipi auch'essi eletli dai grandi del regno, benche fosscro, coine e nolo, cniinentemente rcligiosi, si che potevansi proporrc , per cpiesto rispello , in escmpio alle altre nazioni dci loro tempi , non ebbcro niai ricorso a (pie" modi di dire per dichiariu'C la loro indipendenza da tpialuncpie straniera podesla. Ma la sovrauita di Ardoino , a fronte del sue coinpetitore il re di Germania Enrico II, e dei potenti suoi fautori, era troppo vacillanle e mal sicura sicche non dovesse egli \alersi di tiitti i mczzi per consolidarla, e ren- derla venei'abilc agli occlii della sua nazioue. Non era pero meno Icgittiina per questo la sua reale dignita, poiche egli vi era stato innalzato dal consenso quasi unanime della maggior parte dei jn-incipi del regno, dall'elezione de'quali, come £;ia al tempo dci Longobardi, dipendeva allora il conseguimeuto di qiiella quanto su- blime altrettanto scabrosa sua prerogativa. Padre di Ardoino era stato Dodone, ovvcro Dadone , il quale aveva |)er fratello un Adalberto, Ggli ambedue di Berengario die fu da prima marchese d'lvrea poi re d' Italia, secondo di tal nome, dal g5o al gGa. II padre di questo Berengario , Adalberto I , aveva governata anch'esso la stessa marca ; principe d'origine salica , ed a' suoi tempi assai ripu- lalo in Italia, il nome del quale, giusla Tuso di que' gioriii c dei noslri ancora, noi vediamo riunovato nel menlovalo Adalbeilo II sue nepote *. Gisla figlia dell' imperalore Berengario era stata la madre dello stesso re Berengario II , la quale , come si vede chlaramente , voile far rivi- vcre nel figlio il nome illuslrc del proprio genilore '*. ' Clie AJalhpito I e Borcugarlo II fosscro di Uj:t;p salica , c iiuiiull d' ori^-iiir ollrrmontana, lo dice il padre della storia d* Italia, il prudi^ioso Muratori, nei stiui Jiwali all'anno 950; ed il siio dire ci dispensa dal recarnc allre dimoslraxiuni. Che profossassero ancora la stessa lejij^e ed Artloino cd i suui fi^li c fado cliiaramente palcse da tin islrumeiilo di donaziene falla da uno di que' suoi ligli, il cuDteOtlone, alia chiesa caUedralc di Pavia, dove si Icgge: JVos Ott/w comet filius serenissimi domni ac mctuvndissimi pa Iris nici doniui ^I'doini regis , ipso domno poire meo mihi voHSfHticntc atque iubente ^ qui prnfessus sum ex tiatiotte mea lege vifert salica dimo ccc. II (fUiclieooa , il i]Ua1c ci ha conservalo questo documento nella sua: Bihtioteca sebusiana. Centuria 3, n. 3, soggiunj^c in una sua nola: Questo conte Ottntte era il lerzo figlin maschin di .'frdoino ; da lui traggono la loro origins i conti di I'tilperga , c quelli di Sou Martino di Aglie e di Castellmnoule. " Berengario, Gglio del marchese d' hrea Adalberto I, io un placitu da lui leiiulu io iMilano, 193 NOTIZIA ED OSSERVAZrOM SOPRA AT. CUNT. MONETE ECC. Anloino leneva (Unique la marca d' Ivrca per successiouc creiUtaria dall'avo e dal bisavo suo ; c iiepole di un re, pronepotc di un impera- tore , io iiou duhito piuito die per tali preelarissinii vanli piii die per altro motivo, cgli, bcnclie signore di piccolo slalo, ed a fronte di tanti altri maguati di lui piCi polenti e doviziosi, non sla stato scello a reg- gerc quella irrequieta oligarcliia, clic era delta tutlavia regno d' Italia. E verameiite non si puo negarc clic non sieno argomenti di molla probabilita, per dover ammctlerc come ben Condala I'esposta discendenza del re Ardoino dal niarchese Adalliorto I e da Berengario II, ed il pos- sesso clie cbbcro que' prinripi dcUa stessa marca, e I'alternata rinnova- zionc degli slcssi noini nel rinnovarsl delle geiierazioni, e fnialmente I'o- rigine salica a tutti comune. Ma questi argomenti di probabilita facilmente acquistcranno grado di cerlezza sc si pou menle a quanto dicc\a Ardoino stesso in un atto di sua liberalita verso la cliiesa di S. Siro di Pavia , falto il di 2q di niarzo deir anno MXI ind. IX, in Bobbio nel palazzo del vescovo , di Pavia probabiliuente perche quella donazionc si faceva cola alia sua cattedrale suddetta di S. Siro, ed ancora perche , se vogliamo piullosto prestarfedc alio storico tedesco Ditmaro ( Chronic. Lib. vi) die a questo nostro di- ploma , non prima dell'anno 101 4 la ciUa di Bobbio sarebbe stata eretta in vescovado ad istanza dell' impcratorc Enrico. Ecco le parole di quel documento die fanno al nostro projiosilo: Igituv agnoscat perpe- tuitas qualUer nos pi'O Dei oinnipolcntis amore,ctpro anima patris nostri Doddonis *, et pro anima patrui nostri domni Adalberti, et pro reme- prima di csscr re, ncll'an. 918 ( Muralori Ani, Ital. diss. IX), i; delto: Nvpos ct missus domni Kcri-nijarii scrcnissimi impcratoris avio et senior eius. * Nel primo volume della raccolla torincse cbc lia per lilolo : Historlae patriae Mnmimcnta ccc. abbiamo le Ire carte n. 197, 939 e 267 , una delle quali aulentiea ed orij;inalc, nelle quali il mar- chese c poi re .Vrdoiuo c delto; jilius Dadnnis. Pare diinque clie questa lezione sia da prcferirsi a quella />(^(/i/o;ij.s del Guichenon, il ijuale, come tutti sauao, uella sevcrila della crilica, e nella correzione dci docuraenli non e scmprc da polersi proporre a niodeilo. A qual vero nnmc corrispondesse a que' di la voce alterata e popolare Dadone io non Io so dire. Si fatle alterazioni dei nomi propri delle persone crano piu che mai in use in (|uol periodo dolle vicendc italianc , quando i diversi popoli della penisola , e la plebe stessa di Uuma, i quali gia Cn dai tempi del dotto Varrone ( Dc lat. cinq. lib. VI ) parlavano , come di prcsenle ancora , eiascuno il proprio dialetto, coroiDciarono ad accostarsi tutti a qnello dei Toscani particolarmeDte, cd a formare una lingua comune illustrc , la quale poco a poco nclie cose civili dovcva subcn- traro alia lalina. Per 1' illustrazioDC di qucslo punto assai iroportantc dclln nostra storia, rimaslo DI CITLIO COnnF.RO DK CONTI DI S. (JUINTIN'O. l(-).j dium aniinaruni cueterorunique anlecessorum parentuin noslrorum , no- straeque rogante domiio fuilclnio marchione ( nella etlizione toii- iiese del 1778-1780 iUll;i Sloria , c tli-lla IVil)liolC(a st-ljusiaiia del (jiii- chcnon queslo lilolo di inarcliese e slalo onunesso ) carissimo consobrinn gerinano nostra etc Datum anno dominicae incarnationis MXI. Ill kal. apvilis , indict. IX. Aclum Bobii in episcopali palatio, feliciler. Qiiesto prezioso docutnento , colanlo npportuno ])er aiilenticare respo- sta geiiealogia di Ardoino , c stalo puljlicato , sono orinai iliie seeoli , come atto sincoro dal Guiclienon *, clie lo traeva dall'archivio della me- desima cliiesa di S. Siro in Pavia. Non iguoro jiero chc il Muratori dopo aver notalo in esso alcune in- debite omissioui ed iirrgolaiila , ebbe a dire che non sapeva tenerlo per affatto sicuro **; e che il cliiar. Durandi, di lui ineno circospetto, non dubito di proclamarlo inlieramente ajioci-ifo. Ma questo benemerito sciit- tore difendeva intorno alia gcnealogia di Ardoino opiuioni del liillo di- verse dalla nostra; ne io sono punlo disposto , ben ponderata ogiii eosa , a convenire inlieramente in quel suo giudizio. Ma sia pur sospetta,ed anche apocrifa , se cosi piace, una lale scril- txn-a , essa non ti-alasccra per questo di essere ancora sominamente aulo- revole , e confaeentc al proposito noslro , come semplicc slorico docu- mento. Perche , falta gia di ])ublica ragione da jioco meno di dugenl anni, non poteva quella carta essere che di un'eti assai piii remola , forse poco dislante dal sccolo stesso di Ardoino , (pando poteva essere anrora van- laggioso il falsificarla , quaudo viva c recente dovea essere tuttavia la memoria delle pcrsone e dei fatti in quella acccnnati , e cjuando , per contrario , non vi era ancora , sia per la storia come per le gencalogie , scopo o vanlaggio aleuno die polesse niuoverc chicchessia ad inventarla owero ad altcrarla ; anzi rischio e discapilo pel falsario ncUo allontanarsi piu del bisogno dalla veriu'j '**. Si sa die talvolta i monaci , ed i custodi tinora in molla inccrto/za , la U. Accailemia ili Lucca si va i-enHiMido sempre piii benrnieriia |>u- blicaodo le nii^liaia
  • i di <|uclla nubile cilia. * Biblioteca sebusiana . Cenl. i, o. 10, edii. del 1G60. ** Jimali d' Italia agli anni lOOJ c 1011. *** La stessa cosa non si puo diro di tanli documcuti die sono stali divulgall in <|ueslc oostrr contradc subalpinc per dare un qualclie foudamciito alia supposla discendcnza del raarchese Bit- . nifazio , figlio di Tele , delta inipcupi'iamente da taluuo marchcsc del Vasto , dal cclcbrc Alrranm. Serie II. Tom. V. a5 Ip4 NOTIZIA ED OSSERVAZIONl SOPRA AI-Cl'iNE MONF.TE ECC. dcgli archivi , allor clie per qualche accidenle crano vciuiti a smamrsi i tiloli priniilivi iloi loro |irivilct^i , dc'i loro possessi , iioii avevano difii- colta lU iabhricanio , coine loro riusciva mcglio , dei nuovi. TuUi gli ar- chivi degli aiUichi monasteri no fanno fedc. Ma quelle stesse loro falsi- flcazioni avevano per base la verita dei fatli , die la tradizionc , od allre meiuoric loro avcaiio coiiservala. Tale e il caso di uii allro diploma clie ci e stalo pariinenlc couser- vato dal Guiclicnon *, col quale ,'nel ioi4, Timperalore Enrico I coii- fermava il possesso dei suoi beni alia Badia di Fruttuaria ; documento apocrifo si , ma ancli'esso , senza dubbio , di molla anticliita. In qucsla carta noi vediamo apjiuuto ricordate , fra le altre cose , alcunc donazioni fattc , alcun tempo prima , a quel medesimo monastero da un conte Gu- glielmo cugino del re Ardoino, con istrumenlo dellanno 1019 , rifei'ito i>ure dal Guiclicnon **, sulla sinccritu del quale non e da muoversi alcun dubbio, perclie autografo si conscrva lultora in Torino nei regi arclli^i di corte ***. Si Icggono anzi in quello stesso diploma di Enrico del ioi4 ali-uiie particolarita relative alle donazioni descritte nella detta carta del I Dig, le quali in qiiesta carta medesima del 10 19 non si vedono, al lulln consentanee poi a cio che l' altro istrumeiito della donazionc gia sopra mentovata, falta da Ardoino ncl 10 ir alia cattedralc di Pavia, ci lascia travedere interne agli ascendeuti di quel re. Una tale convenicnza di |)crsone e di fatti , in tre documenti slipulali in luoglii e tempi diversi , fa sempre pid chiai'a la verita di quanto poco fa si diceva ; c c'insegiia quanto meinti veramente di essere pregiato I'atto pi'edetto del 101 r, f[uand'anche non gli si voglia concedere altro valoi'c clie quello di una niemoria storica. ,. |)roi;coUore , net decim^ secolo, de^li antichi rioomali maichesi del MoDferralo, |)crchr i]ucllo carU> , o per dir me^lio , quelle capie recenli ( cho degli origlnati od apo^iafi anlK-lii non se n'e roai vedulo alcnno ) da luili inticramonlc ignora),f, j»er lo innanzi , non prima die a' giorni nosiri ro- niinciarono a venire a lace quasi lulti ad un tempo. In una mia dissertazionp slampala ncl 18.16 uegli atli della R, Accademia di Lucca col titolo ; /*(■//' histituzionc ddle ziTilie gia posscdutc dai marcfieu di Siiiuzzo in Piemonle , parmi di aver abhastanza dimoslrato dondc sieno leniile l"iia mai cssere <|iu'll() die Anloino, nellatto precletto tlel loii, cliiamava suo zio, c slile, come io diceva poco fa, non pub essere cosa sincera , perchfe si vede per esso confernnla nclPanno 1014 una donazione die un docuracnlo luttavia in essere, aulenlico ed originale. ci assicnra non aver avuto effello se non cinque anni dopo , nel 1019; sejtpure con soverchio ar- bilrio non vorremo suppnrre che sia corso errore nelle dale deli' una o dell' allra di quelle due carle , cio che io non credo. Con luUo cib , in qualnnque concello si voglia avcre quel privilegio deir iuiperatore Eurico , non sara men vero che ancli'esso concorrc mirabilmeule colic allrc carle tummcnlovate a manifcslare come la proposla originc di Ardoino sia cousenlanca a cio che a ig6 NOTIZIA ED OSSERVAZIONI SOPRA ALCl'NE MONETE ECC. Questi , bambino ancora, cssendo stato Irafugalo in Borj^ogna |)cr cura di Gcrberga sua madre , ivi , adottato dal padrigno Enrico , a liii suc- cedeltc uella dignita di conte c di duca di cjuclla provincla, nella quale, scrivc Rodolfo Glabro : tarito egli crebbe in ricchezze, e forza militare die invmvo si sarcbbe cercato clii lo pareggiasse nella sua patvia *, la Lombardia. Qui'Sto Guglielmo sarebbe slato adunquc fralcl cugino del re Ardoino, coine quegU die era nalo dal suo zio paterno. E laic appxmto lo ab- biamo vcduto cpialificato da Ardoino stesso nella sovraccennala sua do- nazione del loii: rogante domno TVilelmo mafchionc carissimo coiiso- brino germano nostra e^6'. Egli era quello stesso Guglielmo poco faineu- tovato , il quale, nel lorc), donava alia Bad'ia di Fruttuaria i beni gia posseduti dai suoi maggiori nella iiiarca (Tlvrea, i quali per diritto ere- ditario a lui potevano esserc dovuti *''*. Percio se e vero che qucsto Guglielmo , dlvcnuto contc della Borgo- cna , era cugino germano al re Ardoino , mcmbro della sua famiglia , ed uno aucora del marchesi d' Ivrea , ne viene la consegiienza che il padre di lui Adalbcrto dee esserc stato lo zio , Bcrengario II I'avo , cd Adalberto I il bisavo dello stesso Ai-doino , come io gia asseriva da prin- cij)io. Non c peri) da tacersi , quando non si ha altro in niira che la verita , che il non vcder mai nei preaccennati documenti, ne pr;'Sso gli storici di que"secoli apertamente anuoverato il padre di Ardoino ti'a i figli del re Bcrengario; il non Irovar mai che gli sia dato il titolo di marchese, che gli sarebbe stato dovuto ; il dovere finalmcnte ricorrere jier dargli un posto in quclla generazione o ad iin supjiosto scandjio fra i due nomi Dodone e Cononc, o^•^'ero ad una colpevole omissione dello storico Ar- nolfo, il quale scriveva non piii di cento anni dopo la morte dello stesso Dodone , non e da tacersi , dieo , che quesle non sieiio lali circostanzc (jiic' It'iupi era tcuulo per vero ^ quando non vi era ulile alciino a Iravisare b verila , cil a hon allri intercssi si pensava clic a tramamlarc gcncalogic ai sccoli fiilurl. ' In tanlum convaiuit in di^'itiis et in militia ut won inveiiirclur scvuiidus in patria. Hist, loco tit, " Gcco il traUo di (jiieslo iitlrumcnto clic ha rclazionc col nostro assunio , lal quale si le^'};e nella per^amena originate : Ego comes Octo cognowento t'uilklvius ijuiilquid inihi secundum pitrentum succcssionem ius propriclatis conlingcrc decernitur iufnt Alpes Pinninarum , ct flurnvH Padum , el flumtn Duriae Dauticae , ijuod iujtii uibem Evmeium cuirit Inulo el ilmio etc. Di ciVLio conoEno de coxti di s. quixtino. iq^ tia gettare qualclie omhra sull'cviclenza e cerlezza delle cose fin qui ra- gionale. Ma non 6 da far gran caso di tale silcnzio , perclii; nci pochi anni in cui la forluna si nioslro favorcvolc ad Ardoino rnancliiamo afTalto di scrillori italiani i quali abhiano trallalo di iui c delle cose sue; e dopo la sua caduta , sotlo 1' iinpero dei suoi avversari , conic j)er lo pii\ in- terviene , non si parlo ])iu di quel re infelice che per dime del male. Ed c a nolan; clio lo storico Arnolfo , come e gii dctto allrove, tpian- tunque non faccia inciizionc die di Ire figli del re Bcrcngario, non dice pert) assolutamente clic non \e ne fosse pure un quarto , il quale forse per la sua eta tfoppo tenera, quando cadde suo padre, non dava ancora alia storia inolivo ondc parlare di Iui. Di que' figli di IJerengario il con- tinuatore di Reginone , per hen due voile clic ehbe a fame parola, ne nomina due soltanto, Adalberto , cioe , e Guido , come quelli che soli fra gli altri seppero mostrarsi impcrterriti a fronle della potenza del grandc Ottone *. Ed intorno al supposto scambio dei due nomi Dodone e Conone e ancora da considerare die, essendo que' nomi cosi poco dilferenti fra loro , non e cosa improbabile che uno sia stato all'altro sostiluito o per una catliva lezione dcgli anticlii testi , ovvero dalla ben uola negligcnza ilegli amanuensi. Ad ogni modo io tengo per feraio che Popinione, che io qui mi sono ingegnato di mellere in qualche maggior luce che prima non era, intorno agli ascendcnli di Ardoino , sia ]>cl valorc delle autorila die fanno per cssa , come pel maggior favore col quale e stata sumpre accolta prcsso i cultori delle patrie antichita si nazionali che stranieri, sia sempre ve- ramenle da anlcporsi alle altre gia jirima d'ora promosse dal Terraneo, dal Durandi e da altri ancora. In una ct;i colanlo caliginosa , c mancante di scritlori e di sinceri documenti , quale fu qudla di Ardoino , vano sarebbe il jiretendere maggior copia di prove , ed una piCi grande evidenza in quesle indagini. Alberi genealogici ingcgnosaincnlc arcliitottati dal bisogno di adiilare i graiuii se ne sono falli in ogni tempo , ma rare , rare assai sono oggi ' F'Uii vero rn/.< ( llprenj;arii ) Ailtilbcrtus cl Guido IttK illucijur irict-i'li vtigiibantur . Cosi il con- tinualorc ;ia ilianzi vpHulo , parlando (Ji Anloino . piiiua che fosse olctto ro ila-^li Ilnliani, lo donoiniiia: iVobilis //ipporegiar man-hio ; c*\ e |tur dello mar- cbesc ()al re di (lennaiiia c d'ltalia Corra(b> in un suo diploma sonza data, die ori^inale si con- sprva in Torino nogli arrliivi di ooHe , col quale sono confermali da <|uel monarca ai suoi frdrtis- simi Bnsonc c Gititlo fratclli, ed Avitoini murc/iiunis filii, tutii i doniinii e brni die lure erano slali lasciali dal padic. //is( puliiuc ntutmm.-nla. Vol. I. doc CCLXVI. 3.11) \OTIZrA ED OSSF.RVAZIONr SOPRA AI.Cl'N'E MOXKTF. r.C.C. si vede in (jiiasi tiUte le moncte pavesi
  • &v.|». tyMvr 'iykr t ■■)f,^/iy 'At VW II Tatr\ HH ."^^w ^v ,#n ^:\ ^jv-j; ty&it^fi^ /,r/»rf//r r/r/Za ^^ex.^^^^i^^ M .^>, 3>lJ DELLV PARTE DOITTA AGL'ITAIIVM NF.LI.O STUDIO DELLE MONETE BATTITF. ^EI, roBSO LEI SECOLI XIII E XIV ^PI.I.E PROVINCE MERIDIONAL! DELL' IMPEBO GRECO l^• H'ROPA COL TlPO DEI DENARI TORNESI L E Z I O H' E Dl GIULIO COnOERO DE'CO.MI DI S. QUI.>TI.\0 j4pprovata nelVadunatiza dt-l 30 giugno IS42 JLi egregio sig. de Saulcy , conscrvalore del musco dell' arliglieria in Parigi, al quale, comecche giovine ancora, la scienza delle monete va gia debitricc di tanti scritli erudili, di tante opere preclare, iiou nieiio pregevoli per la vastita del sapcre die per lo ingcgno , la cliiarezza e la critica con cui sono dettale , publicava, e ora un anno, un suo trat- talo, che lia per titolo: Monnoies des barons francois qui y apres la prise de Constantinople , en 1 204 , fomlerent des dtats hdrcditaires dans les provinces dcmembrdcs de Vempire grcc *. Revue numismaliijuc an. 1841, D 1 ; c 1845, n. J , d Bloit. 10 \ DEr.T.V PAHTT. DOVrr.V AGI.I IT.Vr.IAM NCI.I.O STUDIO F.rc. Quivi cgli, ospoiioiulo colla sua roiisucla cntdi/ioiio la sloria di quf' jiriacipi, e tlesi-rivciulo Ic moucle da quclli ballule ucl principalo d'Acaia, e nel ducato cli Atene, cosi scriveva : En i84o, une obscuvite profonde envcloppoit encore thistoire des djnastes francois ctablis duns les pro- vinces mcridionalcs de V empire grcc Des reclterchcs cxtremcincnt djficiles et mirmtieuses pomvient seules dissipcr une partic de ces td- nebres jusqii^alors impenetrables. M. Buchon a\>ec son zele si connu etc. V'erissima c , senza dubbio, qucsta pi'oposizione del dotto autore per cio olic risguarda alia sloria, chc dalle oroniclic e dai docuincnti deriva; j>ar:ni pcro clic audar pnssa soltoposta a qualclie rcstrizioiic per quanto spetta alia parlr iiuinismalica , la quale e pur anch'essa uiio dei pu'i saldi fondamciiti su cui poggia la sloria di mie' principi. Se io preiido ora ad csporre qucste ocrezioni, noii sia mai clie io il faccia ron aiiimo di contraddirc in alcun modo ad un tanlo scriltoix , cui pro- fesso quanta stima altrettanta amicizia; nia si bene per farmi slrada ad entrare alquanto piii addentro in tale argomcnto , ed affmche non ri- mangano ignorati , e senza un giusto tribute di lode alcuni benemeriti Italiani, i quali , gia prima del mentovato anno i84o, coUe loro ricer- rhc, e coi loro scritti avevano sparsa non poca luce sopra queslo ranio assai rilevanle dcUa nmnismatica dei bassi tempi dell' impero. IMa tale jiur troppo dee esscrc sempre la sorte delle cose nostrc letterarie che non mai , o troppo tardi giungano alia notizia degli slranieri. Matteo Egizio, chiarissimo scrittore napoletano, gia fin dall'anno 1705, aveva fatto conoscere alcune monete stampate in Morea, nella zecca di (Marenza, le qiiali poco prima erano state scoperte presso S. Agata dei Goti nella Campania; ma le loro leggende erano oscure e mai ridotte dal tempo , egli non le seppe ben leggere , ne interpretare ; le atlribuiva quindi con grave errore ai Longobardi. II suo scrilto in lornia di Ictlera sla fra gli alti'i suoi opuscoli stampati in Napoli nid 1^5 1. Alcune altrc monete somiglianti conobbe e publico il IMuratori, verso il 1 7 t(> DCI.I.A PARTE nOVUTA AOI.l ITAI.IANI NEt.LO STUDIO V.C.C. verra ilire clie i tlenari di Clarcnza, rijmtali anloriori al regno ili Carlo T tl'Aiijoii , sui ({iiali il nome lU'l j)riiK'i|>e loro aulore iioii t; allrimciili accennato die colic iiiiziali G ovvero G\ , non voglioiio csscrc a.sst'!j;nali lie airuiio ne alTaltro dei due GolFredi di Villardoino , rome jiensava ii ISIarchaiit, e dopo di lui il benemerilo Buchoii , ne al secondo Gitgliehr.o loi-o successorc (an. 1246 — •2']''-), giusla il parere del cliiar. dc Saulcy*: ina bensi al duca di Alene Guido II (an. i3o4 — i3o8), il quale, con- seguita nel modo sovraccennalo la dignil;\ di principe, die a' tpic' d'l era tuUavia la piii cmincnte c decorosa dopo quella di re , non c invero- siinile clie, sulle monele die slampava nei suoi slali , piu frequcnlemcnle si fregiasse del tilolo di principe die di quello iiieno elevalo di dura. E se i detti dcuari a que' prineipi piii anlidii non appartengono , neppure sareino noi piii costretti ad amineltere come un fatto inconlra- stabilc cio die dalla storia non si rileva cliiaraineiite, vale a dire die il iiientovato Giiglielmo II di Villardoino ])rincipe dellAcaia sia sLalo' un tempo in possesso della cilta di Tebe , e, comecche spettasse quesla al ducato di Aleiie , vi abbia pure coniato moiiela. Quindi a Guido ll e non al detto Guglielmo noi dovremo atlribuire un denaro toniese pu- blicalo poco fa dal prelodato de Saulcy , sul quale da una parte sta scritlo: G: PRINCEPS , e dairaltra: : THEBE : CIVIS : ''*. Ma qualunque senlenza si voglia lenere su tali particolari sara sempre cosa da far meraviglia come, gia prima del 12'j'j , quando mori il prin- cipe dAcaia Guglielmo II, anzi verso il laS^, quando si suppone die lo stesso Guglielmo II si sia imjiadronito , dopo la ballaglia di Caridi , della citla di Tebe, in contrada cos'i reuiola come la ^lorea, andie da prineipi d' origine francese, gia si fosse incomincialo , 11011 die a fab- bricare , ma ad adulterare la nuova monela tornese , allorche questa , introdolla da poco nelle zecclie della Francia , cominciava appeiia ad essere conosciuta negli altri stati d'Europa ***. Lo stesso fiorino d 010 , * Rcmt Sumls. Bloii 1841, n. 1, p 308, e 310. " Revue, ut sup.,pag. 312. Non e cosa facile il dar raf;ionc pcrche, coniro 1' uso cosliiiilc ili quelle lecche , dopo la paiola ;)ri«cf/).< , iiclla prima Icggcnda di (|ucslo prczioso dcnaio , sia slat" tralascialo il consueto aggiunlo Aclinic ; sc per avvcnlura cio non fosse coll' lulendimento di dimoslrare clic lo slato del principe Guido avc>a assai piii vasli confini clic non crano quclli del solo principato d8 nri.I.A PARTE DOVL'TA AC I.I ITAI.IANI NEri.O STUDIO Err. allro inotivo ogli al)l)ia ti'alasciato ili yiors'} sopra il siio iioiiie che ncr (lar luogo alia coiisucta leggcnda tutta propria di quclla zccca: Tunirius cii'ix , che piii d'oi^iii altra cosa era atta a tlinioslrarc I' originc di quel tipo , e la qualita della moncta. Questa parlicolarita unita all'accennata manicra della sci-ittura e per ine un forte iiidizio che un tale dcnaro doliba csscre stato uno dei primi che fiirono fahbricali da princijji franresi nell' Acaia ; quaiido , riparale le disaslrose conseguenze della sconfiua di Castoria , si trovarono final- mente , verso il la'jo, pacifici possessor! di qwel principato. Tl nome stesso della citta di Clarenza , che sul nostro denaro si vede tultavia scrillo coUa lellera T, e una prova non dubbia die esso dee essere stato coniato nel eorso del decimo terzo secolo ; essendo ormai oosa posta fiior di diibbio che nou prima del terminare di quel secolo si comiiicio a scrivere suUe monete dell' Acaia: CLARENCIA iiivece di CLARENTIA. Chi volesse attenersi al parere del Fusco , il tpiale , come abbiamo gia iiotato , atlribuisce al re Carlo I d' .Viijou 1' instituzione di quella zecca , non si allontanercbbc forse dal vero dicendo essere slato quel denaro una delle prime monete cola fabbricate da quel monarca, nel breve intervallo che ebbe a reggere quella contrada , non come sovrano, ma come amminislratore, diu'ante la minorila della principessa Isabella di Villardoino , vedoTa di Filippo suo figlio. II re Carlo non crede forse per allora convcniente di raettere il suo nome su qne'denari; non cosi quando , superato ogni riguardo, egli, che gia, fin dall' anno 1262, in Vilerbo era slato investito dell'allo doniinio dcll'Acaia , voile farla cola da signore assoluto. Allora all'epigrafe : TVRQNVS CIVI egli avrebbe soslituita laltra del suo nome , quale si legge sulla seconda nionela die abbiamo intagliata sulla tavola predetta del Cangemi : K ■ R • PRINC • ACK. cioe : Karolus rex princcps Ackaie. Ad ogni inodo noi avremo sempre in questo nostro denaro una no- vella prova della verita di quanto scriveva su lal proposilo I'egiegio de Saulcy nel trattalo di cui io cbbi a parlare sul principio di questo niio ragionamento , cioe : Personne ne me contestera que le tjpe presente pur les deniers toicmois frappes dans la principaute d' Acha'ie, est un type copiti , et non un tj-pe orii^imd. Les princes d' Achaic colquerenl certainement les monnoies des rois de France , el jimiais il ne viendra Dl CIUI.IO COnDEnO DE CONTI DI S. QIINTINO. 20() fluiis Vulee de personne tie supposcr que ce fiit le coritraire qui cut lieu *. Su cpiella tavola , oltre la suminentovata d'autore incerlo , sono rap- jiresentale varie altre moncle lavorate nella stessa ofliciiia tli Clareiiza, piiinieramente una tli quelle S|)cUauli ad uno di que' jniiieipi acccnnali coUa sola iuiziale del loro nome G , poi allre del re di Najioli Carlo I , e fors'anche del secondo dcUo stesso nome, poi di Florenle d'Hainaut, di Filippo di Savoia , di Filip[)o di Taranto coUa sua qualificazione di despota della Romania , finalmcntc di Matilde d'Hainaut. Una \e n" lia pure della zccca di Nepanlo, coniata dailo stesso Filippo di Taranlo de- spota. Per uUiii o due di Tebe colle iniziali di uno dei due Guidi de la Hoohe , chc furono diu-hi di Alcne. Non mancano die le monete som- niamente rare suUe quali e scritto CORIIVTUS , appartenenli anclicsse ai principi d'Acaia. Tutti questi preziosi denari , allora appena conosciuti , opgi sono tulli nolissimi ed ottimamente illuslrali. Un altro ve n' lia pero siinilmcnlc delineato su quel i-ame medesimo , sotto il numero lo, il quale, per quanto io sappia , non e stato peranche esaminato e publicato da al- cuno. Ora facendolo io di publica ragione mi provero a dichiararlo in qualche niodo , giovandomi ail'uopo degli scrittori bizantini di que' tempi. II ti|>o di un tale denaro e il torncse , per nulla diverso da quello di tutti gli altri summentovati; ai quali e pure intieramente uniforme tanto nel modulo e nello stile della sua manifattura , quanto nel peso e nel basso titolo del metallo. Con tutto oil) esso non appartiene ad alcuna delle zecche ciic a que' dl operavano nella Grecia ; e nel novero dei jirincipi ohe le reggevano non se ne conosce alcuno che abbia portalo il nome die su quel de- naro si legge. Ma il Cangemi non aveva ancora nolizia di un altro diverso tonio che noi abbiamo ora di questa stessa moneta. Quello che egli pcsscdeva, come si ]iuo vedere nella tavola qui unita al n." 8 , era stato fabbri- cato in una citta delta Neopati'ia ; qucslo in nllro luogo dclto Lapalra. Anzi di questo secondo tipo io ne ho veduto poco fa in Napoli Ire esem- plari simili , ma di vaj-io conio , ed appena different! fra loro o nella forma di alcune lettere , ovvero uei segni di abbreviazionc chc vanno uniti alle parole troncate |)er difetto di spazio ronvenienlo. " Rcv.te nttmi.im-jt. 1811, n. i, pag. 309. Seril 11. TuM. ^ . aiO DELI. A PARTE DOVL'TA AGLI ITALIANI NELI.O STUDIO ECC. L'esemplarc die oggi qui io aggiungo a (juello ilel Caiigemi , eil v uella tav. qui iinita il n.° t) , mi i- slalo con somina genlilezza comuiiicato dal cliiar. |)riuci|)o S|>iiiclli-S. Giorgio, clic ue e il possessore, cd e fra i Ire or mcntovati il piu iiitero c moglio conservato. Ecco la dcscrizione taiilo ili quosto tipo come doHaltro che la tavola del Caiigtini ci lia conservalo. 8.° + •■• ANGELA S • SAB' .■ C Crocc Vl + NEOPATRIE. II solito lipo del caslellello di Tours. 9.° + . ANGGLVS SAB • C • Croce ?l + DGNLAPATRAr. 11 caslelletto come sopra. La forma dclle due lellcre C cd G iii qucslo secondo cscniplare (; lunata e cliiusa , ed allulto conscntaiica alia maniera della scriUura ma- iuscola che gia era iuvalsa per tutto verso la meta del secolo XIV. Ivi pure la terza lettera delta leggenda sulla parte rovescia, non essendo benissimo conservata, ha liilta lapparcnza di un N , non e pero esclusa la forma di uii L. A quella io mi appigliero di prcfcreuza come la piu convenienle,' e la sola che possa dare un qualche senso a quella serie di lettere , e che si confaccia colle altre leggende di si fatle monete. Se una tal lettera , iiicerla egualmente in tutti i tre menlovati esein- plari, fosse auzi una L che un N, converrebbe dire che essa sia stata posta e raddoppiala in quelle leggende per ainore di eufoiua , afiine di logliere Io scoutro assai aspro della l(!ttei"a N coU' L , essendo assai piu dolce il pronunziare : Dellapatra , die Denlapalra. Comuncpie sia di cio, in qucsta stessa leggenda 1' iiUima lettera che, nel 11." g, precede la croce, presentandosi anche a.'ssai ambigua fra I'E e IL, io non saprei iiiterpretare altramente crucll'epigrafe se non: Denarius La- pntrae, ovvero Laputralis. Quest'ultima Iczione sarebbe appunto un'imi- lazioiie di quell" altra: DEN. RIOMENSIS, die il sigiior de Sauky lia letto sopra un denaro battuto in Francia nella zecca di Riom fra gli auni 1249 e 1271 , del quale opportunamente si giova\a per far vcderc che iiello stcsso modo pare che dcbbansi leggere le p.ai'ole abbreviate: 1) • CLAREJNTI A , e DE • CLAREiNClA sopra le monete poco dopo stam- pate ill quella citta capitale dell'Acaia *. " Hsvue numifmiit. Blms ^ 18 il , n. 4 , pag. 314. L'na sola difTicoUa si pun (tpporrc a <|ur,st parcrc Af\ sipnnr de Saulcy , od e clie su i|uelle ninnoto la voce Clarmt-ia non si Irova inai aldircviata , ma semprc nei primo , o piuUosto ncl sestu caso, relto dalla proposizionc 1>K , iiifiitre iicllc le^'^ende dplle stessc monete sono ijuasi seinpre Ironrlie liitte le allrc j)ainlo, sieno litoli , o nnmi propri. Quindi rimarra sciupre il dubbio se la luUcra U sia T iniziale dctia voce tft-nariu.* , ovvero della preposizione 1>£ , Di cnT.ro ronnnno de conti di s. quintino. aii CLTtamcnle ijiie" tli'iiari iion I'liroiio falli in Morea , ne in alcima al- Ira provincia o contrada tlella Grecia moilcnia, percioccho la noi cer- rliei'Pinmo invaiio le due rilla rirordale ncUc loro epigrafi. Ajipartciie- vauo esse allora verainente alia Tcssaglia, dove quelle sussislouo forsc anche oggi , ma oscure e con nomi diversi. Non o (juindi da confondersi la medilerranea Nuova-Palrasso dei bassi tempi coH'aiilica Patvac , ovvero Colonia palrcusis (K-i Romaiii , siluata, come ognuno sa, sul mare di Grecia, nel l*eloponnese, e goveniala allora in nonie del sommo ponlefice dai propri vescovi ; benclie , a dir vero , SI Tuna die I'allra sieno per lo piu indistinlameiUe chiamate Patras dagli slorici bizanlini del decinioquarlo secolo. Ncopalria , della quale fanno menzione fi-cquenle cpiegli scrittori , e le cronaelie meno anliclie , era citta posta alle radici dei monli della Locride , nel piano che si allarga fra i delti monli e le Tcrmopoli * , oapitalo degli slati lasciali nel 12(14 da INIicliele Angelo Comneno , de- spota deU'Epiro e dell'Elolia , a Giovanni il baslarilo suo figlio minore. Pacliimero e Niceforo , i quali nelle lore storie la cliiamano per lo pill sempliccmente Patras , dopo aver detto che era citta fortissima , posta suUa sommita di uii eolle , e si ben nninita allc difese da poter sfulare gli assalti di qualunquc maccliina di guerra , iiarrano a lungo il modo col quale riusci al suddetto Giovanni di sollrarla alle armi vit- toriose dell' imperatore Michele Paleologo, sul cominciarc del decimo- quarto secolo **. Qucsla citta coUa Blachia, ossia Vallacbia tessala, I'antica Phtiotide , della ^uale era inetropoli , dopo aver ubbidilo poco meno di cento anni ai suddclli polenti despoti dellElolia , die erano della famiglia imperiale dcgli Angeli , airestinzioiie di quella dinastia , verso il i3i3, fu ocou- pata dalla grande couipagnia degli avvciiluneri Calalani, die la vittoria sul Cefiso nclla Beozia aveva poco prima rcsi signori del ducato di Ateiie. Alia Blaclua fu dato allora il titolo di ducato di Ncopalria , e con tale denominazionc i Calalani ne feccro oinaggio agli Aragonesi re di Sicilia, ^ Znrouvty ev 6s^ju9:iv>x(> , nA [Ixr^xj sj nsoi'u :to6» rfi \/~optix ruv \oxp&v csotf, Laon. Clialcuiitl f/ist. Turc. " Paclilm //«(. ,)/. I'aUol. Lili. IV. cap. 31. Niccpli. Grcgors. Hitl. lib. Vll , cap. "; e lib. XIll , cap. 3 « G. DuTrcsnc. //isl. dc I'Emp. ile CP. sous Us enip. fniiirnis. EJ. paris. pag. 61. ai2 DELLV PARTE nOVUTA AGI.I ITALIANI Nlil.LO STUDIO ECC 1 quali allora alle allre dignita tlcUa loro corona comineiarono ail agg'iun- gLM-e ancora iiei loro iliploini qui-llc cli: Mhenarnm ct Neopatviae duces *. Ma la ilomiuazionc ili'i Calalaiii, e clei re ili Sicilia in quelle coiilratle noil III ill huiga liurata. CosU'etti ad abhandonarle do[>o cinque o sei luslri di contraslalo posscsso , quel ducalo, con una gran parte della Tessaglia, doveltc linalincnte tornare un'allra \olla alluhhidienza dell'ini- pci-o. BoUivano allora piu clie mai i niali iimori fra I'augusta Anna di Savoia, vedoia di Andronico il giovine, e Giovanni Cantacuzeno, coronalo poeo jirima impcralore dallesercito in Didimolico di Tracia. I magnali della BUu'lua e dt-lla Tcssaglia avendo abbracciate le parli di quest' ultimo , egli nc li ricompcnso dando loro uu principe clie li reggesse con gran- dissinie prerogative , a guisa di un grande feudo dell" impero , come si dira meglio fra poco **. Assai pill scarse cd incertc sono le notizie die ci rimangono deU'altfa citta pur mentovata, Lapalra , dove, come e detlo, alcimi fra i denari sopradescritti furono fabbricati. Vero e die fra gli scrittori bizantini i tpiali cbbcro a parlare della Tessaglia e delle sue vicende , io non nc conosco alcuno die abbia falto mcnzione di una cittii o castello di tal nomc. IVfa perdiu loro non venno forse il destro di farlo non e pcrb da mcttcrsi in dubbio la sua esistenza a que" tempi , perciocche la troviamo cliiaramente accennala con altri luoglii della slessa provincia dall'autorevoUssimo Dufrcsne nella sua storia deir impero di Costanlinopoli sotto gl' imperatori francesi , citando gli storici Sanuto e IMoncada ***. Ecco le sue parole : Les Catelans qui te- rioient le duchd d\4thenes s^emparereiit de la ville de Neopatrie (ipres la mort de Jean Ducas II, de nom due de Patnis , et prince de Valachie ou de Blaques. lis se rendirent encore maitres des villes et chateaux de Lapater , de Lodoricin , de Sidcrocastrum etc D\iutre part ceux de file de Ne'gropnnt leur firent Jortement la guerre , et les recoignereiit dans les bornes de leur seigneurie ****. Io non dubito punto die allre notizie ancora inlorno a questa cilia non si abbiano a trovare • Vodi net vol. II dcgti opuscoU scritli iccf. Grr^ora. Hist. Lib. XIII , cap. 6. '" Moncida. /fistnire de rcxptttition lics Ctitalans ct dcs Arnfjonnis vie. Barcclone , 1003. Dufrcsne. Oji. cil. Lib. VII, n. 21. DI GIULIO COnOERO Dk' CONTI DI S. QLINTINO. 2i3 registrate iii'i lihri del IMuiilaiKT, e tli allri cronisU espositori delle iin- prese dei Cutulani ia quelle coiitrade ; lilm che io finora uoii ho avuto ••omodo di consultare. Abbiamo da Tito Livio clic qiiaiulo i Romani guciTCggiavano in quelle parli conlro il re Pei-seo , iiellc slrclte dei monli pei quali dalla Mace- donia si passava nella cclebrata vallc tessalica di Tempe , era un ca- slello , o forle cilia ( caslrum ) dcUa Lapatlius. Non c iinprobabile , stanle la somiglian/.a tlei noini , e 1 idcnlila dei liioghi , che suUe ruine di quelle sia sorta la moderna Lapater o Lapalra , dove nel secolo XIV si faceva moneta non meno che nella capilale della Blachia *. Ma, cio che piu iinporta sapere, chi era inai quel principe di nome Angelo, che, in contrade soUoposte all" impcro grcco, cd airalto indipen- denli dai Franchi , batlcva monete, anzi denari , con tipo tornese, con legginide lalinc , simili in tulto a quelle che dai Franchi slessi erano stale fin allora stampale nelie vicine province della Grccia? Egli, a inio credere , non pub esscre stalo allri che quello il quale , come abbiamo notato dianzi , dopo la cacciala dei Calalani dalla Tessaglia era stalo mandato dallaugusto Gioanni Cantacuzeno a governare quella provincia. "S alcnle e rinomato guerriero era costui , grcco di nazione , d' illusive slirpe , auiico e fratel cugino dcllo stcsso Cantacuzeno : rsj ^y.^O.iv; Kyr^ii;, al quale in ogni incontro avea date le prove piu segnalate di fedelta , e di benevolenza **; lo aveva accorapagnalo in tutte le sue militari spedizioni lasciando gran nome di se per tulto, ma specialmciite neir Illirio e nella Persia. E quando , dopo la morlc dell imperatore Andronico il giovane , nel 1 34 ' > ^ Cantacuzeno si vide costretlo ad abbandonare Costantinopoh , e gire profugo e ramingo implorando asilo c protczionc ])rcsso gli stranieri , Angelo non lo abbandonava mai , sop- portando con lui rcsilio , la poverta ed ogni sorla di privazioni. Tanti merili c taiita fedelta non dovevano rimanere senza premio. Di fatto non si toslo il Cantacuzeno , superata la sua avvcrsa fortuna, ebbe conscguila la corona imperiale , Angelo fu innalzato all' insigne carica di |)incema, ossia gran coppierc nella sua corte **' , e jimmosso ■ T. Livii. HUl. cap. XI.IV , n. 2 , 6. ' ' Kvi b Tou ^sL'niifM iv£'j»cds 6 A-//e)9< I'j»xvv»i; etc. Cantacu2. Hist. Lib. II , cap 37. nttnr:6b7iroi a-jTao£>yo< r?,; jiMOiiai fic-j xvcio-j lw»A^^ Ay/t/s;. Cantacux. Hisl. l-ili. Ill, cap. W; e Lib. IV, cap. 38. ^ '"" A/yuss 0 niyxipv/;, i iv£|i6,-, Cantacuz I/isl. Lib. III. cap- J" c 3J , edit, paris pag. IDC. 2r4 nn.i.A paTxTE dovuta Ar.i.i itu.iam nf.i-t,o studio ecc. j)OCO (lopo , iiol 1342 indizionc X , al govcrno dcUa Rlacliia , per (juanta ■vita gli (lurasse , con potcrc e prerogative tuttc proprie dclla sovrauila , siecoine iie fanno tostiinoiiianza le siuliletle inonete , die egli prese su- bito a hatlervi in proprio nonie , oil alia foggia dcgli stranicri. A concedorgU un lanlo favorc aveanio niassiniamenle indotto i popoli dclla Tessaglia, i quali, comecrlic libori dal giogo dei Calalani, 0})prcsi pero tultavia da una Inrba di piccoU signori si indigeni clie forcstiei'i , aveano a Uii niandalo i lore seniori supplicandolo accio volesse provvedere al lore governo. II Cantacuzcno risj)ondeva clie , non potendo per allora venire egli stesso , mandava loro nelia persona del siio amato consan- guineo Angiolo un tal preside die piii d'ogni allro colla sua esperienza, roUa sua sagacita e fortczza d'tinimo saprcbbe procacciare il bene ddla loro provincia , e difenderla dai suoi nemici *. Tutte tjucste particolarita inlorno alle vieendc del nostro Angclo, od Angelo Giovainii , come spessc volte e chianialo , acccnnate appena 'da Niceforo , trovansi dilTusamcnte narrate dal Cantacuzcno medesimo nella storia dci suoi tempi, dall'anno iSao al i355, scritta da lui nella so- litudinc del chiostro, dopo aver abdicato l' impero **. Qnivi abbiamo tullora nulla meno die 1' intero pomposo diploma o bolla doro, col quale il detto imperatore e di s\ia autorita, ed in nome degli augusti Anna e Gioanni Paleologo , invcsle a vita il suo prode cugino del govcrno non solamente ddla BlacUia , ma ancora di tutte le altre contrade e citta die, intorno alia Blaclua stessa, egli avrcbbe potato colle anni ritogliere ai nemici dell' impero ; quelle sole castella eccet- tuale die, per avventura, fossero ancora al di la della Nuova-Patrasso occupate dai Catalani , coi quali il novello preside sarebbe tenuto di consei'vare la pace o di rompere la guerra secondo il beneplacito di lui suo sovrano ""'"*. Che al Cantacuzeno , nella difficile condizione in " T:to Si Toi; ovrots -/pivoii , xxl ex QiTtxiixi ^y.ov nfiiv^ni xxjou-nsi ^aiHx , xxt otd/i-fjat xp^nv ffy5iv Niv fiiv xayi-r:x xjroU tOi» Ay/eiov luawr^v £v(tt5v , TtpoTrJ/ovTa T£ ,aai(5Ta £? xtfxxzm, rxi OMviiJUvav e5*;- yics&ai, »cl dtaffod^ctv iird rfiv lTO>!/*fwv xi -zt-fii e^xiwffi. Kai cvvhsi xxl iv^jyjx xxl iiJ.TZitplx TjJ Ttpos TOi; iroXi,u9i$, Cantacuz. Hist Lib. III^ cap. 53, ** iy^TEp xftx /.xi Tifs* AfTwiofi Ti jtal SeTTaiot? ri-j X-/yuov aTTtrri^oyrt Iwivv>7v elc. Nicepll. ///.* , xal rr.v rx^tr,^ r,-/ffittviCa Avvav elc. Nicopll. Ore);. Hint. Lili. XUI , rnp. 6. "" Dufrcsne. Uistoirv tie V empire ilc Cvmtantinpylc etc- pag. 300. ai6 PFT.I..V PARTE DOVUTA AGI.I ITAI.IANI NEI.I.O STUniO Er.C. <|ucir imperalore , nel terzo libro di'lla sua sloria , tennina Icsposizioiie (lella sojira lodata lioUa il'oro : soiio qncste, scrivcva cgli , Ic oondizioni colic quali Angelo Giovanni ebbe dall' imiieratore il goAerno delia Tcs- saglia ; e dai Tessali fu accollo con gioia *. Fra queste condiz.ioni »M-a pur cpiella di dovcrsi tcnere scmprc apjia- reocliiato ad accorrcre col suo esercilo doMinqiie i bisogni dell' impero il richicdcsscro. Di fallo , non molto dopo il suo csallanicnto , noi lo vcdiaino spingersi coUa cavalleria del Tessali oltre i confini del suo go- Tei'no fino a Tessalonica in aiulo dcUo stcsso Cantacuzeno. Da cio si ]>uo facilmente argomenlarc a. ]\Ia per fiivorire e promuovcrc s\ faltc relazioni era necessario che ii preside Angelo provvedesse i suoi stati di tale moncta che avesse coi'so in epic' paesi , e fosse nella Grecia e nell' Italia specialmente ben rice- vuta. ?se fra le monete d'argcnto corrcnli a que' di ve n era altra piii conveniente all'uopo clic la torncse , quale era stata riformata in Fi'ancia dai re S. Luigi , verso la mela del secolo precedente ; sparsa da prima e coniata dagli Angioini nella nostra penisola, poi imitala per tutto altrove. Durante il soggiorno dei Catalani nella Tessaglia gia dovcvano essere divenuti comuni cola que' denari con tipo tornese , ma di bassa lega , che dai Franchi , come si e gia notato dianzi , erano stati battuti, pel corso di un secolo o poco meno , nelle vicine province della Grecia , ed erano riguardati come raoneta nazionale nel regno di Najioli , e forse anche nella Sicilia. II reggitore della Blaclua non aveva dunque miglior partito a pigliarc che quello di fabbricare anch' esso moneta al tullo conforme a quella * Ay/i/w /jtw Zj-j t'i Iwivvo -;nt T«tx-jTa(; jyv^iixxc; :iapi3t5ou Qitrxita; t>j s^&wv elc. Caolaciiz Uisl. Lib. Ill , cap. 58. DI CIUHO CORDERO UK CONTI DI S. QUISritlO. 317 «lrgli stall a lui conQiianti , aflinclie la sua confusa con quella venisse a godcrc degli stessi privilegi , c fosse cgualmenle bene accolla presso gli slraiiicri. Non allraiiienlc, alcuni sct-oli ])riina, ne per altra ragione , i LongobartU in Salerno c quindi i Normanni avevano prcso ad imitare le monete dei Bizantini , e quelle ancora degli Arabi ; e dope di loro i grossi matapani dei Veneziani furono conlratratti dai re della Rascia. Ora tpic' denari del conic Angclo esscndo slali dissollcrrali, jier quanlo pare , nel regno dl Napoli , e da ci-cdere clie la pnre avessero corso con tuUi gli altri anzidelti improntati del medesimo lipo. Ma in Napoli stessa sono rarissiini epic' denari di Neopalria e di La- patra in confronlo degli altri somigliauti stain|iali dai principi di Acaia V dai diichi d'Atenc. E cosi dee essere, perciocche sappiamo che il dello conte, sorpreso da morte immatnra, non tenne piii di cinque o sei anni il governo che gli era stato aflidalo. E il Canlacuzeno stesso che ce lo dice sul fine della sua storia * , dove riinproverando al Crale dei Tri- balli , o per dir meglio al re della Servia , la sua niancanza di fede , gli dice : Finalmente, morto appena il mio fratcl cugino Angelo , non sei tu forse che ti sei impadronito dclle province al govcmo delle quali era egli stato da me mandato? Tali lagnanze , foriere di nuova gucrra , crano mosse a quel re dall'au- gusto Giovanni Cantacuzeno nell anno i348, come si ricava da quanto scriveva nella sua storia Niceforo Grcgora solto quellanno **. 11 conte Angelo adunque do^cva giu aver cessato di vivere ahneno un anno prima , cioe nel i347> cincpie anni appunto dopo il suo arrivo nella Blaclua. In cjuegli anni pertanto debbono essere stati necessaria- Anente monetati que' snoi denari di cui trattiamo. Ed e meraviglia come in cosi. breve intervallo di tempo si ravvisi tanla dilferenza nella forma delle Icttere delle loro Icggende. Abbiamo quindi una nuova dimostra- zione come , nel corso del secolo dccimo quarto , e sopratlutto nella sua prima meta , la maniera della scriltnra sia una guida fallace e mal sicura per deteiininare Tela dei monumenti , e specialmente delle mo- nete. Non cosl nei secoli precedenli, prima che I'amore soverchio delle novita , ed il gusto dei cosi detti gotici ornamenti non movesse dallOrienle iX"5. Hist. Lib. IV , cap. 20 , pag 786. ** Niceph. Hisl. Lib. XIII . cap. 6. Serie II. Tom. V. a8 2l8 DEI. LA PARTE DOVUTA AGLI ITAI.IAM NELI.O STUDIO ECC. a variare ogni cosa fra di nni , sostitucndo al genio classlco c severo dcgli anlielii le hi/.zarre eil inlcniperaiiti faiilasie di quelle cla. Ma il principo inandalo a reggcrc il duciilo di Ncoiiatria dall'impera- tore Giovanni Cantacuzcno , il quale, nel menlovato diploma di sua in- vostitura, e presso gli scrittori bizantiui di quel tempo, e dello indislin- lamcute ora Isoa'vvy;? 6 AyysXsj , ora AyysXs; 6 luavycg , oppurc AyyiXog solanicntc , sar;\ egli quello stcsso chc slampava dciiari nellc divisate zecclic della Tessaglia , scrivendo su di cssi il iioine solo di Angelo ? 10 credo che non vi sia luogo a dubitarne, perciocchc il piu sovente con cpicsto iinico nomc noi lo troviamo accennato dallo slesso Canta- cuzeno , che bcu piCi d'ogni altro doveva avere intima conoscenza di lui , e di ogni cosa sua. Sarebbe oltre a cio cosa poco raeno che impossibile che tante singo- lari circostanze avessero a conibiaarsi nel tempo slesso in due persone diverse. Seuza dubbio il contc di SAB portava ambcdue que' nonii , ma Angelo dovea essere quello col quale era maggiormente conoscluto; seppure un tal nome non era per lui ad un tempo e pcrsonale e gcn- tilizio , qual disceiidente dalla faraiglia illustre degli Angioli , la cpiale , dopo avere occupato per alcun tempo il trono imperiale , da umili prin- cipii erasi fatta una delle piu cospicue dell'Oriente. Ad ogni modo certo e che il nome di Angelo dovea essere per lui il piu accetlo ed onorevole, poiche di questo solo noi lo vediamo far uso suUe sue mouete. 11 Cantacuzeno nel conferirgli il governo della Blachia non lo quali-' ficava altrimenti die di signore e di archonle , vale a dire preside di quella provincia: Kvpio; luctvvv;; o Ayyilog *. Percio noi vediamo chc egli stesso sulla sua moneta nou assume alcun titolo che possa rifcrirsi a quella sua dignita. Vi piglia bensi quello di conte di SAB — ; ma questa qualificazioue, propria anzi di un nobile signore latino che di un principe greco , era inferiore di troppo al grado emincnle che egli te- neva nell' impero , massimamente dopo che per le sue conquiste aveva cotanlo allavgato i limili della sua provincia. Convcrra dire adunque che la dignita di conte fosse a lui pcrsonale , o che gia ne fosse inveslilo , forse per dirilto credilario, prima della sua esaltazioiie. Di qual contrada o citta fosse egli signore io non lo so. Troppi erano allora , come lo ' CaoUcui. I/ist. Lib. Ill, cap. 53, pof. 521. DI GIULIO CORDERO DE CONTI DI S. QUINTINO. aiQ sono aiK-lic di presente , i luoghi i nomi dei cjuali hanno princij/io da quelle ti-e Icttere , oiido uoii sia cosa vana ii farne riccrca. Tl Cangnmi avvisava clic (jui-Ue due voci al)I)n;viate SAB" C, che vcngono doj)© il iiomc dcHaulorc dei mcntovali deiiari, dovesseio iiilcr- prelarsi: Sabaudtae comes; nc sono alieni dal tciier la stcssa ojtinione gli altiiali possessori di quelle moncte. Ma il Cangemi non aveva avver- lito che per quanto sia vero che i conti delta Savoia , fiiiche iioii civ hero consrguila la digiiita ducale iiel i/pG, usarono scrivere per lo piii ill quel inodo il titolo loro gentilizio , non c pero men certo che ncUa scrie di que' principi non ve ne fu alcuno nc allora nc mai , crcd" io , il quale abhia porlalo il nome di Aiigclo. E Filippo , e non Angelo, era dctlo <{uello die solo fia cssi ehhc vero domiiiio, anclie brcvissimo, in Oricnle, e che vi stampo moncta come principe d'Acaia, fra gli anni i3oi e i3o4. Porro fine a (piesto mio ragionare notando che I'illustre Dufresne, e «-on lui altri moderni scriltorl dcUe cose hizanline , indolli in crrore dalla soiniglianza dei nomi, c dalla corrispondenza del tempo , hanno con- luso 11 nostro conte Angiolo Giovanni col sebaslocratore Giovanni Angelo Duras, ultimo fra i signori dclla Blachla discendenti dal despota dcH'Epiro e dcir Elolia ]\Iichele Angelo Comncno ; il quale Giovanni, secondo di tal nome, gia aveva cessato di vivere nel i3io, come e gia detlo dianzi *. E dando quegli scrittori alia voce Asvx.aj, die era pur uno dei cognomi di quclla famiglia , il valore di dux o duca, lo proclamarono senza piii duca di Patrasso , ossia di Ncopatria, capitale del suo piccolo stato. Ecco le parole slesse del prelodato Dufresne: Le marquis d^Jjtone (Francesco de Moncada ) cap. 63 , dit cjiiun dcs ennemis du Due J'yttlienes ctait Jean Ducas, due de Patras , fds ct successeur du bastard Jean Ducas due de Patras , et quil nomme ylngelo prince de Blaquie , parcequ'U etait de la famille des Anges , et e'tait prince de cette province de T/ies- salie qui ctait nommee f^alachie ou Blaquie *'. II vero e che furono gli Arugoncsi i primi ed i soli a dare a quella contrada, ed alia sua capitale il titolo di ducato nel breve tempo che vi cbbero signoria , onde potcrne far vana pompa nei loro diplomi , sui quali continuarono ancora ad intitolarsl duehi di Neopatria quando gia piii non la possedevano. * Uiifrosnc. //ist. dc Vtmplre etc. pag 241. Eilil. paris. *' Oiifrcsac. Ilisl. dc I'cmpire elc. all'iiian 1310 Lib, VII, c, 81, aai INDICE CLASSE DELLE SCIENZE MORALI , STORICIIE E Fll.OLOGICUE N olizie iuUa vita di Severino Boezio e sulla Storia de" SHoi lempi ; del Cavaliere Carlo Bon-Compacni pag. i De ratioiie numiBoruin , ponderuin et inonsui'arum in Galliis sub primae et secundae stirpis Regihus ; auctore Spiritii Fossati I. U. D » 39 Notizie sul moiiumento del Irofei d'Augusto di Torbia e sulla via Giulia Augusta; del Come Giuseppe Anselmo Ilarioiie Spitaijeri ni Cessoi.e >i 161 Notizia ed osservazloni sopra alcune monefe baltute in Pavia da Ardoino IMarclicse d" Ivrca e Re d' Italia, e dall'avo di lui il Re Berengario II; di Giulio Cordero de' Costi di S. Quintiso n i85 aaa Delia parte ilovuta agl' Italiani nello sludio delle monete baltiite iiel corso del secoli xni e \i\ nelle province meridionali del- 1 impero greco in Europa col tipo dei denari tornesi ; di Giulio CORDERO DE' CoNTI DI S. QuiNTINO pag. 2o3 r." Si Slamiit! Conle ALESSANDRO di SALIZZO i'iiesiokntk. ■if JARO''^' £/ -i? © &i Hs?.