\ \ ^. //^3-2.Jc^- MEMORIE BELLA ACCADEMIA DELLE SCIENZE DELL' ISTITUTO DI BOLOGNA TOMO VIII. BOLOGNA MDCCCLVII. TIPOGRAFIA A SAN TOMMASO D' AQUINO COM APPROVAZIONE kUNk MOMAMBI MAMZ©! ILJil^ Ji Li:-. Ancr-tifii s:(Di;a:^vH" K&Mi^um ELOGIO DI GIOVANNI, E DI ANM MOMNDI CONIIGI MAlVZOimi SCRITTO DAL PROF. CAV. MICHELE MEDICI ( l.clto nella Sessionc dei C Novemlire tSJG. ) s. 'e fra' benemeriti della scoltura anatomica ha meritato luogo Ercole Lelli , del quale vi ho, o collegia dottissimi , tenuto r anno scoiso parole , e pur degno d' esservi anno- verato Giovanni Blanzolini. E poiche in quest' arte instrui egli la sua consorte, la quale dall' istruzione dal marito ricevuta trasse tanto profitto da divenh'e essa medesima famosa , ed operarono poscia entrambi molte cose in co- mune , 11 parlare dell' uno mi gnida a favellare quasi ne- cessariamente anco dell' altra : e diro innanzi di lui. L' anno 1700 nacque Giovanni Blanzolini in Bologna da un Francesco , e da una Alessandra Marzocchi. Imbevuto appena delle nozioni elementari solite ad insegnarsi nelle prime scuole a' giovinetti di bassa condizione , il padre lo trasse al medesimo mestier suo , che alcuni hanno scritto fosse di calzolaio (1). Fatica , alia quale il garzonetto di (1) V. Salmrdi Nalalc. Almanacco slatistico bolognese per V anno 1S36. pag. 126. i Mu^iiLi.F. Mr.nici gracilc, e dcbolc complessione iioii potcnJo resistcre , e senleiidosi cliianiato a tiitt' altio geiiere d' occupazloni , ii padre acconsenti , die si dedicasse alia pittura, nella qua- le braniava instriiiisl. Aiizi fii il jiadre stcsso , che lo com- riiise, e raccoinaiido ad uii Giuseppe Pcdretti pittore iiou aflatto incelehre , e sno amico. II quale poi da Bologna dipartitosi per girsene in Poio- iiia, pass6 il 3lanzolinl nclla scuola di Francesco Monti dipiiitorc di niolta rinonianza per tutta Italia , dagli am- inaestramenti del quale non comune profitto ricavo, e chia- niato auche questi fuori di patria , coniincio il 3IanzoHni ad esercitarsi da se raedesitno negli studi, che condur lo potessero a diveniie huon disegnatore; e con tutta 1' at- tenzione si rivolse a copiare le piii insigui nostre pitture , infra le quali la Santa Cecilia del Saiizlo , ed il claustro di S. Micliele in bosco ( capo d' opera , pur troppo ! piii che dall' ingiurie del tempo, da quelle degli uoniiui mal- trattato, e quasi perduto ) primeggiarono. Dopo di che pinse egli niedesimo varie tele sopra diversi subietti per lo pill sacri, dalle quali riscosse premio di lode. Ed il premio di lode e certamente desiderabile , e fregia di mol- to onore chi se ne rende nieritevole. Ma la vita dell' uo- mo abbisogna d' altre risorse, e d' altro pascolo. Ondecche per procacciarsi men tenue lucro applicossi all' Aritraeti- ca, ed alia Geometria , nelle quali tanto avanzo, che fu reputato degno d' esscrne eletto precettore nel CoUegio Montalto. Nulladimeno ravvolgea egli sempre in sua mente I'idea, e la speranza , che ampliando , e perfezionando i suoi stu- di intoruo la pittura , fosse questa per divenirgli sorgente di piu dicevole , e consolante guadagno ; e reputo maniera a conseguire tal fine opportuna quella di consacrarsi al- io studio delia Notomia, e specialmente della Miologia , e della Osteologia : perciocche era egli pittore figurista. Per la qual cosa entro nella scuola d' Ercole Lelli anato- mico espertissimo, e di anatomiche sciilture egregio ope- ratore, eve apprese a modellare figure anatomiche in ce- ra. Ed eccolo di pittore divenuto scultore. ElOCIO DEI CONIUGI MaNZOLINI 5 Pervenuto al qnarantesim' anno di sua eta condusse a moglie Anna 3Iorandi, della quale in appresso favellero. Ma voleaci un' occasionc , clie csercitasse vieppiii il 3Ian- zolini neir arte ultimamente abbracciata , e conoscer Aices- se come, e quaiito in essa fosse per riescire: occasione , che gli si presento 1' anno 1742, quando Benedetto quar- to decimo P. O. 31. commise al prelodato Ercole Le/li le molte sculture, che voile poi generosamente destinate alia forrnazione del nostro museo anatoniico. Nella quale circo- stanza abbisognando il Lelll d' un compagno, che lo aiutasse in tanta opera, elesse dappria a tale ulTicio Domenico Fid; ufficio nel quale non avendo questi lunganiente durato,il Le/- li chiamo a se Giovanni Manzolini , il quale poscia per tre anni circa in compagnia dello stesso Lelli oper6 con tanta industria, e bravura, che non manco chi fortemente so- stenne (credo pero piii a torto, che a ragione ) , il mag- giore, e principal merito delle statue, e dell' altre prepa- razioni anatomiche in cera al Lel/i tribuite doversi al 3Ian- zolini : qucstione, sopra la quale io ora non riedo, aven- dola ventilata nel mio discorso intorno al Lelli. Spirato il triennio , il Blanzolini cesso dall' essere com- pagno del Lelli, e ritirossi alle propria case, ove prosegui i suoi lavori con incredibile assiduita, rendendoli in certe particolarita anco piii pregevoli di quelli del Lelli, in quan- to che sapea con certi suoi artificii mescolare colla cera alcune materie, che rendeanla piu duratura, e piu vivaci faceano i colori delle parti imitate. Nelle quali arti instrui la propria consorte , dalla quale in compenso riscuotea, come consolazioni , e pace alle tristezze dell' animo suo, cagionate dalla sua separazione dal Lelli, cosi comodita, ed aiuti ne' suoi lavori percepiva. E molti , e diversi, e famosi ne condusse egli a fine. Esegui nove non mai innanzi tentate preparazioni anato- miche in cera, e le invio alia chiedente Maesta del Re Subalpino (1) e simihnente trasraise alia Societa Reale di (1) V. Crespi. Fehina PiUrice ec. Roma 1796. pag. 303. 6 MicHELE Medici Loiulra cinque cassette coiitenenti gli organici apparecclii i\e\V occhio, dell' orccchio, del naso, della lingua, del tat- to, e della laringe, le quail ripete per conto del Procuiatore Mocenigo di Venezia , poscia Doge Serenissii.io di quella un tempo fiimosa, e temuta Rcpubblica , Siguore dottissi- nio , bramosissimo di possedeile (1). Quelle poi dell' orecchio furono da Uii altra volta ese- guile ad istatiza di Pier Paolo MoimeUi , che teneale in gelosa custodia, ed erangli carissinie : il quale in tanta estimazione avea il Manzolini^ che posseder voile altro ar- gomeuto della perizia di lui in cosi fatto magisterio. Mori una donna sei ore dopo il parto. Affermava il Bloliiielli, niun anatoniico, ed ostetricante aver dato alia luce figura esatta dell' utero muliebre iiello state, in che trovasi, ap- pena avvenuto il parto , non escludendo il Weibrodilo , ed il Rocdercro avvcgnache scrittori lodatissimi di quel tempo. Per la qual cosa supplir volendo a tale difetto , si rivolse al ManzoUni , raccomandandogli di modellare in creta 1' u- tero di quella donna con tutte le particolarita , dalle quali lo stato transitorio di quel viscere e accompagnato : lavoro eseguito con tanta precisione, a verita, e del quale il Molindli fu tanto soddlsfatto , che ne fece fare il disegno, cui, unitamcnte all' utero stesso, espose alia vista della sua sciiola in una prelezlone al corso di operazioni chirur- giche sopra i cadaveri : utero dalla sullodata consorte di lui Anna Morandi copiato in cera , ed anco a maggior per- fezione condotto. Ma che dice io un utero, quando dir potea molte altre parti deir apparecchio uterino ? E qui cade in acconcio toccare d' un punto storico, di molto onore alia scuola anatomica di Bologna. Una nobile schiera di valenti anato- mic!, coltivatori specialmente della parte di Notomia , che somministra le fondamenta all'Ostetricia , un Roederero , ui\ Moricean^ un Deventer ^ un Fiardel, un 3fesnard, per ta- cer d' altri, aveano dato fuori libri eccellenti corredati di (1) V. Crespi. I c. ElOCIO DEI CONIUGI MaNZOLINI 7 figure nlutatrici all' intelligenza , ed alia pratica applicazio- ne delle dottriiie in quelii irisegnate. Niiiiio pero avea pen- sato (o sc pensato 1' avea, noii avea rivolto al ben pub- Llico il suo pensaniento ) di rendere piii sensibili, palpa- bili, e mancggiabili gli obbietti , che fin a quel tempo non eransi veduti , che disegnati , od incisi sopra la carta. Venne questo nuovo , ed utile pensiero alia mente del nostro Gian Atitonio Galli medico, anatomico, ed ostetri- cante dottissimo, di cui dovro tencre altrove discorso. Fe- ce egli csegLiire in diverse niaterie numerosa copia d' ute- ri gravidi della naturale grandezza , e del naturale colorito con entro i feti giacenti in diverse posizioni ed ordinarie, e straordinarie , onde agevolare per tal mode a' cliiruigbi, ed alle levatrici 1' arte d' operare sopra i corpi de' feti , e compiere tutti gli atti, secondo le varie emergenze neces- sari ad ottenerne il nieglio possibile 1' estrazione : suppel- lettile di novella invenzione, e di molta utilita , ammirata da un Giuseppe II. Imperatore di passaggio allora per Bo- logna, e da tutti coloro, che traevano [alia nostra citta bramosi di vederla, ed esaminarla, acquistata dal non niai abbastanza laudato , e riverito Pontefice Benedetto A'/F, e da lui porta in dono al nostro Instituto , principal fonda- mento del nostro Museo d' Ostetricia. Sopra di che pero sebbene alcuni , ed infra gli altri il Fan- tuzzi (1), abbiano scritto , che degli uteri artefatti compo- nenti cotesta suppellettile d' Ostetricia ( de' quali uteri il numero si fa ascendere fino a dugento ) fosse autore il solo ManzoUni, pure piu esatte , e circostanziate notizie , e di niaggior fede meritevoli discoprono la verita , e con- ducono a credere, altri scultori, oltre il Blanzolini , avere in quelle preparazioni operate. Lo che e comprovato da una Risposta inedita del dottissimo Carlo Bianconi alle co- se scritte nel terzo tomo della Felsina pittrice del Maha- sia : il quale , siccome e noto , fu tanto tenero della fama del Manzoliiii da offendere la storica veritu a pregiudizio (1) V. Fanluzzi. Aotizie degli icritlori bolognai. T. 4. pag. 31. 8 MiGHELE Medici d' altrl , e segnatamente d' Ercole LcUi. Ecco le parole stesse del Bianconi. Faho e, che il Galli commettesse V impresa dell' ideata sua opera al solo ManzoUni. Falso , che il Matizolini in cento, e pin tavole ne ahbia poi espresse le idee in crcta. Falso , die I' altre cose ahbia esegi/ife in cera la di lid mo- glie. Scrivendo per la verita , quest a si e , die qiiando il Galli si detcrmino di fare eseguire il lavoro dell' opera , che aveva ideata^ commise prima al ManzoUni di esprimere in cera due placente , una colle membrane , e colla dirainazio- ne de' siioi vasi sanguiferi, e vediita dalla parte ^ in cui gli e attaccnto il fitnicolo , e /' nUra vediUa qnaV e strnttnrata nelhi parte , con cui resta all' utero attaccata. Contento il Gain di queste due tavole^fece parimenti in cera lavorarne altre al ManzoUni fino al nurnero di venti , prestandogli pe- ro sempre 1% sua direzione , ed a^sistenza , accio nel forinar- le non si scostasse dalV espritneiv' quanta era di piacere , e di volere del Galli. Che nella forinazioiie di queste tavole in cera la moglie del ManzoUni desse mano al marito non e improbabile , ma che ella sola le eseguisse , come il Signor Crespi vorrebbe far credere, non e da accordarsi , poiche il Galli asserisce d' avere piii volte veduto in tale lavoro occu- pato il marito. Compiacciiitosi il Galli del lavoro , che in dette tavole avea esegidto il IManzoUni , avrebbegli connnes- so di lavorare in cera V altre tutte , che avea ideate , e se- gnatamente gli uteri con entro i feti , ma , secondo le pre- tensioni del ManzoUni per un tale lavoro, computando it Galli , che la spesa sarebbe stata esorbitante , e non da per- sona privata, e di piii, prevedendo dal tempo impiegatosi dal Dlanzolini pel lavoro delle predette venti tavole , che sa- rebbero stati spesi pin anni pel compimcnto dell' ideato la- voro , egli che ne voleva sollecitare questu compimento , de- terminossi di fare eseguire il restante in creta. E per avere chi fosse idoneo a tale lavoro , e stesse di continuo presso del medesimo , ricorse al Sig. Ercole Lelli , il quale gli pro- pose Gio. Battista Sandi scultorc bologncse tutt' ora viven- te ; e questo fa il soggetto , che da se solo colla scorta de' feti naturali sotto la direzione, ed assistenza del Galli ElOCIO DEI CONIUGl MaNZOLINI 9 esegui , e lavoro quel tutto , che nella camera ostetricia tro- vasi scolpito in creta. Qualche hacino , ed altro difficile la- voro fu cseguito dal Sig. Antonio Cartolari holognese indu- strioso intagliatore in legno. Alcuna tiwola in cera e statu pur anche ma gist raiment e eseguita dai due fratelli Ottavio , e Niccola Toselli scultori, ed intagliatori bolognesi tanto in legno , quanto in viarmo. Dalla quale Risposta diligente- mente circostanziata , e scritta con tutta 1' ingenuita , die desideraie si possa , io Iio avuto notizia , ed agio per leg- gerla dalla singolare cortesia usatanii dal non niai abba- stanza da me ringraziato cbiarissinio collega nostro Signer Prof. G. Giuseppe Bianconi , il quale, oltre questa scrittu- ra , altre molte ne possiede inedite , uscite dall' eruditissi- ma penna di quell' illustre suo antenato. Determinata per tal niodo la parte , ch' ebbe il Manzo- lini ne' lavori deila suppelletile anatomico-ostetrica del Gal- lic vengo soggiugnendo cli' egli ( lasciate stare altre, e di- verse sculture anatomiclie , le quali usava per la sua scuola ) scolpl in legno una statua d' uomo in piedi sopra un pie- distallo , la quale niostra al naturale 1' andamento de' vasi sanguiferi superficiali del corpo , data poscia in dono dalla mogiie di lui morto al nostro Senato , clie la colloco nel- r Istituto , e la niemoria del beneficio perpetuo con iscri- zione apposta a' piedi del dono (1). (1) L' isciizione 6 la segticnie OPUS JOANNIS MANZOLINI BONONIEN. QLOD ANNA MOHAN DI A UXOR SUPEP>STES SEiNATLI DE SE OPT. MER. D. D. ANNO MDCCLVIir. V. Notizie (kW orifjine , c proi/refsi dell' Jsiitiilo dcUe Sciense di Bologna t sue Accademie cc. In linlogna 1780. II Crespi nella sua Fclsina PiUvice cc. pag. 307 scrisfe = Fecc in ollre il Manzniini una stalua di cera al nalurale analnmica cogl' inlegumenli , die poi dopo la .M((i moric fu ncl 1754 rjenerofamcntc do7mla dalla mogiie all' Jnfli- tulo = Vcramenle in non so quanta I'ede accoidar si possa a tale racconlo , per- ciocchJ egli siesso , il Crcfpi, siibilo dopo soggiiigne , die 11 SJanzolini mori d' idropisia di pello , e d' inlarco di fegatn /' anno 1755 li 7 d' Aprile , vale a dire un anno circa dp]io il dono fatio dalla mogiie. T. viu. 2 10 MicHELE Medici Oltre che non fu solamente il Blanzolini anatomico in qnanto clic seppe egrepiamcnte inodcllare in cera , cd in altie niatcrie le parti del corpo umaiio esterne , ed inter- ne , ma fu anatomico eziandio uel senso ordinario, e rigo- roso della paiola. Conciossiache mediante gli studi suoi so- pra i cadavcri corresse alcune osservazioni da altri pubbli- catc , cd altie ne fece del propiio dal Crespl , e da Fran- cesco Maria Zanotti rimembrate , ed inedite , circa le qnali il nostro storico Fantuzzi , dopo avere afTcrmato col Crespi^ che il Dfanzolini fece con meraviglia de' pin csperti anato- niici nuove scoperte , mnove lamento ninno scrittore ab- biale al pubblico notificate, come sarebhe stato ( die' egli ) molto oppnrtuno (1). Difetto pero , al tjnale posso io ora , in parte almeno , provvedere dandovi contezza di due au- tografi del Blanzolini da me posseduti, ne' qnali sono re- gistrate alcune sue ricercbe anatomiche comunicate da lui a quest' Accademia negli anni 1750-1751, ad istanza del- la quale aveale egli intrapreso. Quelle del 1750 partecipate a questa Accademia il 16 Aprile risguardauo la struttura dell' oreccliio. Nolle due ossa temporali (die' egli) contenenti 1' organo deir udito veggonsi cose niirabili : una delle quali e un cospicuo foro nella loro apofisi petrosa scolpito, ricevente in se i nervi del settimo paio , od acustici, del nome di foro uditivo interno appellato , e, mediante im osseo tra- verse, terminante in due fossette 1' una dall' altra distinta: delle quali una coutiene la base della cbiocciola, denomi- nata fossetta grande , 1' altra ( di questa a!([uanto minore ) chiamata fossetta piccola. La porzione moUe , e la dura del nervo acustico, dal foro uditivo interno capite , corrono , insiemc conginnte , lino al predetto traverso osseo, ove se- paransi di guisa die la porzione moUe va ad occupare la maggiore fossetta, incontrando in essa la base della cliioc- ciola. E posciache la trova cribrosa , la penetra, e nelle pill riposte parti della cbiocciola stessa s' insinua , tranne (J) V. Fanluzzi. T. G. p. 114. Nota 9. ElOGIO DEI CONIUGI MaNZOLINI 11 alcuiii filetti , i quali luiigo il lembo della predetta base vaniio al vcstibolo. La porzion dura poi diiiggesi alia fos- setta minore , e partesi in due rami entrant! in due parti- colari fori in essa aperti : uno de' quali c principio d' un canaletto speciale nominato acquedotto del Falloppio , nel quale scorre il ramo maggiore della porzion dura , proce- dendo verso altre parti , aile quali suoi rami dispensa. L' altro foro fa capo al vestibolo , ed in so riceve della mcdesima porzion dura il minore filetto. Si e sempre cre- duto ( soggiugne egli ) , chc questo filetto abbia termine nel lembo circolare del predetto foro. Ma , giusta le osser- vazioni di lui, esso procede piu oltre, ed entra nel vesti- bolo per niodo che diviene nervo d' un fascetto di fibre carnee aventi il loro punto fisso in un notevole proccsso locato nella parte interna del vestibolo a lato della finestra ovale , ed il punto moljile alia base della staffa per 1' una parte , ed alia membrana , clie naturaltnente chiude la fine- stra rotonda per 1' altra : fascetto , cbe varia di mole , e di colore ne' diversi individui , del quale , a giudizio del Manzolini , niun anatoniico avea fatto parola. Esposta questa sua osservazione , passa egli ad esaniina- re le tavole anatomiclie date fuori dal Valsalva nel suo Trattato De aure humana, e ne propone le seguenti cor- rezioni. Nella Tav. I. Fig. III. il Valsalva nota nell' oreccbio esterno tre muscoli posteriori segnati c c c : ed il Blanzo- lini afferma , non trovarsene cbe un solo , qualcbe volta due , e non mai tre quando non se ne faccia tal numero coll' aiuto del coltello anatomico. Nella Tav. VII. Fig. IV. indica il Valsalva due canali insieme riuniti per mezzo d' un terzo piii breve : cosa , cbe pel 3Ia?izolini non si verifica in questa maniera , co- me non si verifica nella Fig. V. della stessa Tavola , ove que' canali sono indicati nel loro luogo naturale. Nella Tav. VIII. Fig. I. veggonsi i tre canali semlcirco- lari a b d; ed i\ Valsalva della parte estrema del canale fl , e di quella del canale b, forma altro canale c, il quale , secondo il Manzolini non ha verity j perciocche 12 MrcHELE Medici dair incontro delle due estremita de' stuUletti canali nasce un orilicio coinune , die immediatainente niette al vestiholo. Vciiminsi nella Fip;. II. dell' oia detta Tav. VIII. cinque foraini g nell' esterior parte del vestibolo , l' iiso de'cjuali, a sentimento del Valsalva, e di serviie all' ingresso della porzione niolle del nervo lulitiso , onde s' iiitenii nel labe- rinto. iMa il i\fanzoliiii airernia , que' forami nou rlnvenir- si a riserva di qualche individuo, in cui solarnente uno se ne vede. In questa stessa Fig. II. e rappresentata la chioc- ciola h nella sua esterior parte traforata , e piana , come vedesi eziandio nelle Fig. IV., e V. deila stessa Tav. , e nelle Fig. I. , e II. della Tav. X. Intonio a die il 3Ian- zoUni asserisce , clie, secondo il vero, le circomvoUizioni della cliiocciola non sono ne traforate , ne plane, ma chiu- se, ed elevate 1' una sopra 1' altra. Nella Fig. VII. di questa medesima Tav. VIII. e espres- sa la lamina spirale ossea della parte interna della cliioc- ciola in piano, mentre , pel 3Ianzolini , va essa alzandosi alia foggia di pirainide, dividendosi in tre piani, l' uno sopra r altro, mediante ossei tramezzi. Similmente nella Fig. VIII. della Tavola stessa sono dal Valsalva indicate certe zone, le quali pero , per quanto fa stima il JSIanzolini, non si trovano in modo alcuno , ed in vece loro il periostio circoscrive tutte le interne parti del laherinto: ed in questa figura medesima vedesi la porzion molle del nervo acustico c insinuarsi nelle parti interne del laherinto specialmente mediante i cinque fori dal Valsalva presupposti. Ma il Manzolini non dubita d' afliermare, che r ora nomata porzion molle , merce del foro uditivo inter- no , recasi alia base della cliiocciola, e per essa, e pel suo leinbo si fa strada ad entrare nelle interne parti del laberinto. Similmente la Tav. X. Fig. II. mostra 1' acquedotto del Falloppio a distantissimo dal canale semicircolare minirno 3, mentre e questo si aderente a quello da averc entranibi le pareti coinuni. Termina poi il BTanzolini il suo scrltto , dicendo essere nelle tavole del Valsalva certe ( siccome egli le chiama ) ElOCIO DEI CONIUGI MaNLOLINI 13 cosette , die non istarino del tutto a dovere, ma che pon- no attiibuirsi ad imperizia del disegnatore senza colpa del- r autore, e dichiaraiido , ch' egli a suo tempo ponu in pleno lume niediatite disegni , e preparazioni desunti dal vero tutto che lia afTerniato : cosa poi , la quale se slasi per liii I'atta , 1' ignoro. Del rimanente lascio a clii e piu di me addomesticato in qi.esto genere d' atiatomiclie inda- gini giiidicare della validita di si fatte osservazioni criti- che del Manzolini , contento ad averne dato al pubblico contezza. Vengo invece alio sponimento d' un' Importante osserva- zione propria del Dlanzolini comunicata da lui a qiiesta Accademia il 3 Marzo del 1751, e risguardante vari inve- stigamcnti sopra gli orecclii , e le parti ministre della vo- ce , e della loquela , iiistituiti in un cadavero, che , viven- te, era muto, e sordo dalla nascita. Avea sostenuto la pubblica Anatomia il Galcazzi , e per servizio di essa eransi notomizzate diverse membra di ca- daveri , infra le quali erano la testa, ed il collo d' un in- dividuo di 35 anni circa, nato , e vissuto sordo-niuto. Vennero essi diligentemente osservati, e vidersi i muscoli , i nervi, e tutti gli altri ingegni, pe' quali si ha voce, e loquela, in istato d' integrita. Per la qual cosa accreditossi r opinione, i sordo-muti dalla nascita essere tali non per vizio degli organi delta voce , e delta loquela , ma per (piel- lo degli strumenti dell' udito. Bramoso infrattanto il 3fanzolini di porre ulteriore stu- dio in questa sentenza , scuopri dappria tanto nell' una quanto ncll' altra orecchia otturato il nieato uditivo ester- no dal cosi detto cerume aureo : fatto pero , che accade similmente in tutti cotoro , die muoiono di tunga , e pe- nosa infermita conservando nulladimeno V udito. ]Ma prose- guendo le sue ricerche, vide, che uella parte interna del- la chiocciola d' uno de' due orecclii mancavano nelta soni- taitk di essa le spire, ed il nocciuolo , rimanendovi sola- men te una semplice cavita. L' altra orecchia non solo ofFeriva alio sguardo lo stesso difetto, ma quello eziandio dell' ora nomata cavita, di 14 MlCIIEI.E ]MeDICI guisa clie della chlocciola non preseiitava clie 1' inferior parte, la quale nc tonna esternamciite la base, e die in- ternanieiite colla sua lamina spirale fa capo alia scala del timpano, montie tutto cio clie tanto iiell' esterno, quanto neir interno all' era detta inferior parte s' appartiene era del doppio maggiore del naturale : particolarita ad entram- Li gli orecclii comune. I quattro ossetti poi, avvegnaclie serbassero le loro naturali forme, e guerniti fossero de'lo- ro muscoli, erano talmente conglntinati insieme da sem- l)rarc un osso solo, e cosi fitti nci loro posti da non po- ter godere d' alcun movimento , o se pure concepir ne po- teano alcuno, essere non potea, die debole , e confnso, non essendo il martollo coll' aiuto de' suoi muscoli abile a tendere , ed a rilassare la niembrana del timpano senza che nello stesso tempo non obbligasse 1' incudine a muoversi di- versamente da qucllo , che dee, e puo fare naturalmente. Per le quali osservazioni egli reputo vera la sentenza che i sordi nati dalla nascita sono anclie muti per vizi delle parti componenti 1' apparecchio uditivo, Osservazioni tanto pill pregevoli , e da aversi in conto quanto che a que' tempi erano assai poche , ed anzi che dirette a conoscere lo stato degli organi piii interni dell' orecchio , limitavansi air orecchietta, al meato uditivo, ed al timpano : manie- ra d' investigamenti, a' quali poscia pose mano Carlo Mon- dini , siccome io scrissi nella Vita di lui. Osservazioni pe- lo alle quali il Blanzolini poco sopravisse , avendogli affret- tato il termine di sua rnortale carriera varie afflizioni del- r animo , ed il suo naturale temperamento melanconico. Mori d' idropisia di petto, e di vizio al fegato li 7 Apri- le del 1755 nella fresca eta d' anni 55, e fu sotterrato nel tempio metropolitano di S. Pietro (1). Ma veramente gli uomiiii che hanno speso la vita loro a beneficio dell' uma- nita . non inuoiono. Vive egli ancora, e vivru nellc egre- gie sue opere di scnltura anatomica , le quali sono di tan- to onore alia scuola di Bologna. Vive , e vivra nella memoria (1) V. Sahara Nalale. Almanacco ec. 1. o. ElOCIO DEI CONIUCI MaNZOLINI 15 di tuttl colore , i quali non ignorano doversi agli insegna- menti di lui la celebre scultrice anatomica sua consorte Anna Morandi. La quale sorti i natali in Bologna sotto la parocchia di S. Niccol6 degli Albari in una casa vicina all' oia distrut- ta chiesa di S. Gabriele 1' anno 1717 giusta il Crespi^&^ per quanto avvisa il Fantuzzi ^ il 1716. Le fu padre uii Carlo: madre una Rosa Giovamiini. Ebbe cducazione con- venevole alia civilti di sua stirpe : ornossi degli studi del disegno , e della scultura : e fu d' indole virtuosa, e soavis- sinia. Neir eta d' anni 2-4 , o 25 si strinse in conjugal no- do col sullodato Giovanni ManzoUni gia esperto disegnato- re , e pittore , e nelle anatomiche discipline instruito. II quale, due anni appresso, siccome davauti e detto , diven- ne per tre anni circa compagno d' Ercole Lelli lie' lavori di scultura anatomica in cera ordinatigll da Benedetto XIV: passati i quali , rotto ogni consorzio col Lelli , ritirossi ad operare nella propria abitazione. Ma essendo egli d' umor tristo , e di aninio dimesso , trovo nella donna sua pronto, ed opportuno sollevamento. La quale teneramente ainan- dolo , siccome facea,e temendo potesse egli desistere dal- le sue pregiate opere, od in esse con sempre minore ala- crita di animo proseguire, diedesi tutta a confortarlo non solo con dolci , e soavi parole , ma col divenire ella stes- sa scultrice anatomica rinfrancandosi nello studio del dise- gno , leggeiido libri di Notomia , consultando tavole , e preparazioni anatomiche , ricevendo lezioni teoriche , e pra- tiche dal marlto, compiendo seco lui varie opere di scul- tura, e, cio che reca meraviglia, accostandosi clla stessa a' cadaveri, e con virile, e forte animo , e con incredibile costanza notomizzandoli , e scrutandone le parti piu segrete. Troppo lunga sarebbe , ed al solo ascoltnrla noiosa la descrizione di tutte le sculture anatomiche in cera escite dalle industri mani di questa celebre donna. Per la qual cosa mi basti darne brevi cenni tanto piii che da alcuni scrittori vennero esse partitamente narrate. Furono esse , come fra poco diro , collocate nel nostro Museo anatomico , e distribuite in cinque eleganti armari. 1 6 MicHKLE Medici iiel primo dc' quail crano le sculture spettanti all' Osteolo- gia con le ossa parte disgiunte, ed isolate, onde cliiaia- inente vcderle in tutta quant' e la esterior superficie , e parte insieme congiuute con una esattczza da mentiie uno sclieletro naturale. Amniiravansi nel secondo le pieparazio- ni appartenenti all' Osteogenia , e dimostranti 1' origine, ed i progressi dcU' ossificazione dal cominciainento della vita fino alia pnherti : preparazioni di piu difficile indagi- iie, clie le sopracccnnate. Presentava il terzo la Notomia delle articolazioni superiori, ed infcriori del corpo lunano , divisa questa pure in piii tavole, alcune delle quali oiTe- rivano alio sguardo le ora dette membra coperte de' lore tegumenti, altre di essi dis|iogliate , altre iudicanti i vari strati succcssivi de' niuscoli lino alle ossa, le quali pero , mentre tntto il resto era di cera , erano vere , e naturali. Contenea il quarto delicate , e fine manifatture di tutte le parti componenti gli apparecchi dell' odorato, dell' udito , della vista, del gusto, e del tatto : lavori egregi , ne' qua- li lascio dietro se il marito , e lo stesso Ercole Lelli. E nel quinto, ed ultimo armario raccliiudeansi bellamente effigiati gli organi generativi, ed oriuari tanto separati, quanto riuniti ne' rispettivi organici apparecchi. Oltre clie nel bel mezzo della camera , ove questi pregiati lavori cu- stodivansi , era locata sopra elegante piedistallo , e da cri- stalli difesa un' orecchia umana di cera di grandezza su- perante di gran lunga 1' ordinaria, onde piu agevolraente discnoprirne la mirabile costruzionc. Per non breve tempo serbu Ella questa suppelletile nel- la propria casa , ed ognor piii la veniva ampliando, tanto che , diffusa anche per lontane regioni la fama di opere cosi illustri , non era personaggio alquanto dotto, e cospi- cuo , it quale per Bologna passando, non si rendesse sol- lecito di visitarle, e personalmente conoscerne 1' autrice. La quale poi con graziosi modi , e con erudite, ed elegan- ti spiegazioni alia brama di tutti appieno soddisfacea. In- fra i quali personaggi vuolsi nominare il sopra rnenzionato Giuseppe II. inq^eratore, il quale li 14 Maggio del 1769 vedute che le ebbe, e uditi que' sermoni, rimase cosi ElOGIO DEI CONIUGI MaNZOI.INI 17 peiietrato dagli straordlnari merit! di questa doiiiia , clie non pote acconiiatarsi da lei senza averia riverita , e di soinme landi , e di ricchi doni ricolma. Ne solamente co- loro, die per Bologna passavano, ma non poclii a hello studio dalle patrie loro di[)artivansi al solo fine di vedere, ed ammirare \a Manzollrn , e la sua anatomica suppelletile. Ma jiel 1755 Dio le tolse 1' amato, e dolce compagno di sua vita: jattura amarissima, cui Ella con cristiana , ed eroica rassegnazione seppe sofFiire. Alquanti anni appresso un Girolamo Ranuzzi Conte , e Senatoie bolognese temendo , che , dopo la morte di lei , lavoii tanto pregevoli sen gisseio dispersi , o fossero , sic- come correa allora la voce , acquistati , e condotti fuori della citt^ , ov' erano nati , propose a lei la vendita come di tutte le sculture, cosi degli strumenti , e de' libri aua- tomici , de' quali era in possesso. Alia quale proposta aven- do Ella acconsentito , 1' ora nominato Signore fece traspor- tare il tutto nel proprlo palagio , ofFerendole in esso nobi- le appartamento , acciocche 1' abitasse, e fosse sempre in mezzo a queste sue dilette creature , e le custodisse , e sempre piu abbellisse,e perfezionasse. Nella quale novella, e piu decorosa sede il numero de' viaggiatori , che accor- reano a vederle era parimenti frequentissimo. Cosi durarono le cose fino all' anno 1774 : anno fune- stissimo , in cui passo Ella al numero de' piu. E volendo pure i Senatori Prefetti al pubblico Studio rendere la Man- zoliniana suppelletile monumento d' istruzione , e di gloria patria, due anni appresso, ne fecero I'acquisto, e nel museo anatomico dell' Instituto accanto alle egregie opera d' Ercole Lelli collocaronla apponendovi questa onorevole memoria HUMANI CORPORIS ANATOMEN ANN/E MORANDI.-E MANZOLIiNiE OPUS CELEBERRIMUM QUOD SENATOR HIERONIMUS COMES RANUTIUS JAMPRIDEM SIBl COMPARAVERAT T. VIII. 3 18 MiCHELE Medici DUM An EXTERIS EXPETRnETUR PATRI/E UTILITAII, ATQUE OIUNAMENTO CONSULEM'ES ULISSES GOZZADIINI - 10. FHANCISCUS ALMOVANDI PVniTEUS M\LVEZ/1 - JOANNES LAMBEUTIiNl JOSEl'll ANGELEl.LI - UJDOVICUS SAVIOLI ANTOMUS nOVlO SENATORES INSTITIIII PR\EFECTI UUiNC IN LOCUM TUANSl'ERRI CURAHUNT ANNO R. S. CIDI'JCCLXXVI. Snppelletile riconoscinta dl tanta importanza , ed uti- lity, die iiel 1777 die' sopra di essa , quasi come so- pra veri cadaveii, uii corso di lezioni un Luigi Galvani, alle quali precede con dotta, ed erudita Orazione De Alan- zoUmana suppellcctili , nella quale iinprese a spiegare qnan- to vantaggio da quelle prepaiazioiii piovenga alia studiosa gioventu, onde conoscere la positura, la forma, il proce- dimento , e la direzione de' vari organi : cose tntte, che non iscorgonsi bene , ed interamente nel corpo stesso dei morti se non a' sensi di chi e colle sezioni anatomiclie addomesticato. Oltre die ( omesso che le membra de' ca- daveii presto passano , e si disfanno ) que' preparati lungi dair essere sozzi, e ributtanti , hanno tale apparenza di venustd da attirare a se gli sguardi ,6 1' attenzione di chic- cliessia. I quali pregi avvegnaoclie confessi il Galvani non essere cosi propii delle Maiizoliniane prepaiazioni , che non lodinsi eziandio in altre anteriormente fatte , pure in quel- le riconosce maggiore accuratezza, e veriti\ , e le gludica meritevoli di moltissitne laudi conducendo quell' arte verso il perfezionainento. Conciossiache sogliono gli iiomini (die' e- gli ) reputarsi piu presto debitori a colui , che perfeziona una cosa anzi che a chi la scopii , ed anco, senza cerca- re pill oltre , concedergll il mcrito dell' invenzione. Laotide , r cagion d' esempio , vengono onorati come scuopritori Gi/gliclmo IJarvcjo della circolazione del sangue , ed Alber- to Ilaller dell' irritabilita , quantunque prima d' essi Paolo Sarpi , e piu poi Andrea Cesalpino avessero Fatto nienzione dell' una, e Francesco Glisson { e potea anco aggiugnere Tommaso CorncUo da Cosenza ) dell' altra. Innanzi Fidia, ElOGIO DEI CONIUCI MaNZOMNI 19 ed Apelle ( cosi prosegue il Calvani ) vissero altrl diplnto- ri, e scultori, cui e dovuta la prima lode dell' invenzione. E nondimeno, obbliati quasi quegli antichissimi , e statue, e pittuie di cento, e cent' altri artisti de' tempi posterio- ri si ammirano, si ceicano, ed a prezzo di molt' oro si comprano. Di simil guisa i Moderatori dello Studio bolo- gnese sapientemente intesero a rendeie il nostro Museo anatomico piu pregevole , e piii hello , volendo die alle preparazioni ivi esistenti quelle delia ManzoUni si aggiu- gnessero (1). E queste Manzoliniaiie , e quelle del Lelli fe- cersi in Bologna innanzi die per le cure di Felice Fontana il Museo anatomico di Firenze abbellissero i commendati lavori di Clemente Sitsini. La quale arte, la Dio merce , appo noi non fini col LcUi , e co' BlanzoUni. Conclossiache al dichi- iiare dello scorso secolo Carlo MonJini diresse i lavori de- gli abili scultori Giamhattista Manfredini , ed Alessandro Barhieri a cosi buon fine , die non solo piu doviziose di preparati anatomici in cera rendette la suppelletile Lellia- rza, e la ManzoUniana , ma fece nascere in altri brama di possederne , e di tanti fece inchiesta la cittu di Mantova , quanti per un completo corso di lezioni d' Ostetricia ab- bisognassero , e tanti ne domando l' Emo Zelada a vantag- gio deir Universita di Roma , quanti 1' insegnamento della Notomla esigesse. Ed anco a' giorni nostri sotto la direzio- ne degli anatomici valentissimi , de' quali il nostro pubbli- co Studio si gloria, l' abilissimo modellatore anatomico in cera Giuseppe yistorri lia compiuto opere da moke parti d' Italia, non che da Bologna, ricercate, ed ammirate , suUe tracce de' quali animosamente cammina, e s' avvan- za r attuale modellatore anatomico Cesare Bettini, di gui- sa che, anco per questo solo motivo, la scuola anatomi- ca di Bologna occupa posto primario nella storia de' pro- gress! della Notomia. (t) Gahani. De Maiizniiniana suppelleclili Oraiio etc. V. Opere edite , ed inediie del P. L. Gahani raeeolle , e jmhblkalc per cura deW Aecadtmia delle Scienze dell' Instiluto 1841 pag. 45 e seg. 20 MicHKLE Medici Ma alia MiinzoUni ritoiiiando, altre speciali osservazloni pratic6, cni Ella iion diessi ciira di pone in luce, con- tenta al sodisfacimento d' averle fatte. Cosi , per cagione d' esemplo , a Lei e trihuita la scoperta , clie il muscolo obliquo inferiore dell' occliio , aiizi die arrestarsi all' apofi- si nasalc , come generalmente opuiavasi , procede , e si di- stende terminaudo nel sacco lagrimale. Ed a lei similmen- te e dovuta altra osscrvazione al pubblico notificata daU r illustre niio antecessore Germano Azzoguidi^ per la quale divcnnero insussistenti le appendici venose dell' utero in pr6 delle quali tanto avea scritto 1' Astriic. E poiche le parole dell' ora mentovato anatomico , e fisiologo bologne- se , oltre 1' annunzio dalle ricerche della 3IanzoIini, rac- cbiudono 1' elogio di questa celebre donna, mi gode 1' a- nimo di qui riportarle. Novum apud anatomicos , vel etiam apiid non vulgares homines Annae ManzoUnae nomen non est. Celebritatem enim tantam sihi com.paravit ob incredibi- lem in cadaveribiis incidendis peritiam , obque artem praepa- rationes anatomicas cera exacte representandi , ut ad Mo- scoviam usque quum fama advenerit ejus nominis , Impera- trix Augustissima , quae a Magno Petro , viro , in quo na- tura quid efficere potuisset videtur experta , acceptam gloriam multis auget virtutibus , atque lionorijicentissimis conditioni- bus scientiarum, artiumrjue custodes suas advocat in regiones, Ea , inquam , Imperatrix munificentissima Annum Manzoli- nam semel, iterumque ad suum Archi gymnasium invitavit. 3faluit ea ipsa imparem se tanto honori judicare quam , Regiis incitamentis obsequendo , cives suos , academiamque nostrum in sui desiderio relinquere. Haec ipsa mulier pluries occasioneni nacta est intuendarum appendicum venosarum : de iis saepius cum eadem sum loquutus : fassa est numquam id genus observationes potuisse confirmare, idque pro sum- ma qua est in me humanitate , ut publicum facerem conces- sit (1). (t) V. Azzo(juidi. Observationes ad uteri conslructioricm pertinenles. Bono- niae. 1773. pag. 36, 37. ElOGIO DEI CONIUGI MaNZOLINI 21 Per le quali tutte cose furono premi, ed onori da lei giustamente meritati se in patria venne accolta in quest' Ac- cademia dell" Istituto delle Scienze, e nella Clementina di arti belle , se le venne decrctata una pubhlica cattedra di Notomia , se fuori di patria fu ascritta all' Accademia del disegno di Firenze , ed alia Societa lettcraria di Foligno , se bramarono di possederla Milano , Londra , Pietrobur- go offerendole amplissime,e nobilissime ricompense. Ma vinse in lei 1' amore alia patria : quell' amore , che in ogni tempo ha potuto tanto sopra 1' anitno de' bolognesi da pre- ferire il poco ne' patrii lari al molto in lontane regioni : ed invece di s6 inviava ella altrove le sue preparazioni anatomiche, quasi volesse con ci6 significare , non essersi poi ingannato chi avea concepito di lei cosl alta riputa- zione , e cosi vivo desiderio d' annoverarla fra' suoi. Ma in questa sua patria, cui Ella tanto amo, ed ono- r6 depose, pur troppo ! la vita il 9 Luglio dell' anno 1774- cinquantesimo settimo, od ottavo di sua vita. Abit6 nella contrada detta Case Nuove di S. Martino , e lasci6 due figli : Giuseppe 1' uno gli accolto nell' Orfanotrofio di San Bartolommeo di Reno , cui tocco in sorte la pingue credi- ts d' un Solimei , del quale prese il nome : Carlo V altro eletto Ganonico della perinsigne Basilica Petroniana. I qua- li in argomento di figliale rispetto, ed amore a tanta Ma- dre r onorarono di solenni esequie nel tempio di S. Pro- colo , ove le consacrarono un sepolcro , nell' esterior mar- mo del quale scolpito vollero questo onorevolissirao epi- tafio A f n ANN/E MANZOLINI IN PATRIO GYMNASIO ANATOMIC/F. IN FLOREMiSSIMAS ITALI.f; ACADEMIAS COOPTAT.E AMPLIFICATRICIS FAfAJLTATIS SU.F, IN FINGENDIS E CERA IIUMANI CORPORIS PARTIBUS SUPRA OMNES RETRO ARTIFICES PR/ESTANTISSIM.E IN EISDEM EXPLICANDIS DISERTISSIM/E 22 MiciiKLE Medici TANTA rFJ.F.RRITATE !• AM.r, , UT EAM JOSLl'IILS 11 ALGUSTL'S oi!ii:niT TANTA IN PAIHIAM CIIARITATE UT COMHTIONIIUIS AMI'LISSIMIS S.Kl'h; llKl'LDIATIS CIVIUM Sl'OllUM CAUSA IN MRl)10LA!^E^SIllM, L0^D1^■ENSIUM l>LTr,Ori)LirANOI\UM ACADEMIAS IJLTRO AUClvSSI I'A VEMaE NOl.L'EniT. Ql.E VIMT AN. lAir. OmiT VII 1I>. JUL. ANN. iMDCCIA'MV. JOSEPHUS SOLIMEIL'S, ET CAROLUS MANZOLINUS FII.II MATRI CARISSIM/E INCOMPARARIU BENEMERENTI ^LES^1SS1MI I'ObUEllUNT. E siccome nell' odierno mio favellare ho compreso en- traniLi i coiiiugi Nanzolini, bene sta , o Accademici , che io da ultimo richiami alia memoria vostra cio che ha la- sciato scritto di qnesto anche scientifico coniugio France- sco Maria Zanotti. Non est hoc loco de Joanne ManzoVmo egregio mehercule artifice, defjue Anna Moranda iixore ejus praeterniittenduin : de qnibus si pauca dixcro , non me poe- nitehit digressuni esse longius , ut meoriim civiiim glorias consulam. 31anzolini opera in condendis iis , qiias si/pra dixi, imaginibiis ( 1 ) , magni Gallo fiiit , neque ea maxima laus est honiinis : illiid praecipuum quod anatomes studium pictor ingressus , brevi tempore tantos progressus fecit , iit partes ali- qiias novis inventis aiixerit , omnes (quasi id unum in vita egerit ) mirifice calleat. Qiiin etiam illas e cera pulcherrime fingit , cui res alias admiscens , praeterquam quod colores veros perbelle imitatur, mirani etiam duritiem comparat , et posteritati consulit. Quod autem fidem vix capit , Annam iixO' rem cadem arte imbuit , fecitque anatomicam-, et humana- rum partium fictricem praestantissimam. Cadavera enim , et tabescentia jam membra pulchra mulier, atque ingeniosa^ novo quodam exemplo , tractat , neque ut ficta posteris (1) Qucsle immagini sono le sopramentovate preparazioni die il ManzoUni coslrui a ricbiesta del GaUi. ElOGIO DEr GONIUCI Manzolini 23 mandet, ahliorret a veris. Haec ergo domiim hwnani corpo- ris partihus sibi ornavit mira arte perfectis , elegantissimeque disposiiis, quas concurrentihus ( concursus enim. fiunt ad il- larn maximi ) disertissime explicat , ct in hoc etiam excel- lit. Nitidissimo sermone utitur nativo, et puro in quo nihil quaesituni apparent , perspicuitate tanta quantum in anatomi- co vix ullo repcrias. Cum hac , et Galli domo , si Institu- ti aedes et Lelliunas exceperis , quam comparem non ha* beo (1). Del rimanente molte virtuose donne ed antiche, e mo- derne puo giustamente varitare Bologna , e forse quante niun' altra cittA pu6 enumerare , una Bitisia Gozzadini , una Bettina, ed una Novella Calderini, una Gioi>an7ia, ed una 31addalena Bianchetti, una Dorotea Bocchi , una Vir- ginia Mabezzi , una Properzia de' Bossi , un' Elisahetta Si- rani , una Lavinia F ant ana , una Jppolita Grassi, una Ma- ria Vittoria Delfiiii Dosi , una Laura Maria Catterina Bas- si, una Clotilde Tamhroni per tacer d' altre di minore ce- lebrita. Se non che 1' acquisto delia virtu e tanto piu dif- ficile , e stimabile quanto maggiori , e piu forti sono gli ostacoii, che superare bisogna per arrivarla. E certamente anche gli studi delle lettere, dell' arti belle, e delle scien- ze fisiche , nelle quali le snllodate donne riescirono faniose ( avvegnacche abbiano in se certe quali ta cbe rendonli gra- ziosi, ed amaliili ) esigono pazienza^ e faticlie. JIa niuno studio esige piii pazienza , niuno studio costa piu fatica , niuno studio e piu lontano dall' ofTerire grazie, ed amabi- lita, niuno studio e piu fastidioso, piu tristo, piu ributtan- te , niuno studio in somma comancla anche al viril sesso pill sagrifici di quello della Notomia. Ora che in esso sia divenuta dottissima, ed espertissima una gentile, e leggia- dra donna , un' Anna Morandi Manzolini , ([uesta e vera- mente gran cosa, ed innanzi Lei inaudita (2). (1) V. De Bon. Scient. et Art. Insiit. alque .4cad. Commcul. etc. T. 3. pag. 88. (2) Alciini critic! , come scrissi allrove , diibilano di qiianio luiiii Aletsan- dro 31acchiaveUi nelle sue Effemcridi sacro-civili pcrpeiuc bolorjncsi cc. , cbe , 2-1 MiciiF.Ln Medici vivcnie il famoso Mondino de' Lu3zi , vale a dire fra il 13.°, ed il H.° secolo do|)o CiiMo, fosse in Bologna ceria Alcs^amlra Gujliani da Persicelo , ponla detla Noiomia, e mollo ben accella al Momlino niedesiiuo peixhi^ sapea npm-- "are Ic vene , e le ailcric anco pin sollili , ed iniellaric di vaiia adallala ma- rc'ria clio siibito si ciindensava , e indniiva senza conoinpersi , dando ad esse. e ad'allie paili del coipo il nalnrale coloiito. Ma se ciu t^ dubbio , della verilii della siiaordi laiia d.illrina, e pcrizia nella Nolomia i.V Anna Murandi Manzo- lini non piit'i esser lecilo a vcriino diibilare. E poi, presnpposli anco veri i det- ti del Maahiavclli , sarebbe la Cifiliam iin cliiaro noma da aggiugnere a fiiiel- li dell" allre illiisiri dnnne bologiiesi. Olire le sopra discorse sciillure analomiclie altre molte in conipagnia del mariio lie condiisse a compinienlo la Maiizolini. Lo cbe per me si anemia in qtianio cbe in una casa nobile di quesla cilia se ne H iccenlenienie rinvcnula raggnaidevole copia iiinanzi ignorala. Sono 3-2 tavcdc , a ciascnna delle (piali affidale sono piii , e piu preparazioni di varie parti del coipo uniano , la niassi- nia parte lavoiate in cera , alcune sul veio : tutte , avuto riguardamenlo al tempo in cui fiiion falte , pregevoli , alcune pregevolissime , coll' aggiunla di pareccbic allre isolate, e diverse di guisa cbe e di quelle, e di quesle dir qua- si si potria, formare esse un rausco anatomico : nolizia, di cui vado debitore alia genlilezza del Cb. Collega nostro Sig. I'rof. Francesco Rizzoti , da ine ora rinTaziato, il quale non pago d' avermela coraunicata mi permise ch' io polessi "averle sou' occhio in casa sua , perciocch^ vennero porte a lui in do- no dalla N. D. Signora Contessa Paolina Pepoli Zucchini , cbe le eredild in quanto cbe contrasse matrimonio con un discendente da Giiiseppe figlio d' Anna Morandi , il quale , siccorae S delto , and6 in possesso e del nome , e dell' ere- dili Solimci. Eccone la Nota. ElOCIO DEI CONIUGI MaNZOLINI 25 NOTA delle preparazinni di Annlomia IJmana model/ale in cera dai volen- ti Arlefici GIOVAy.M MA\ZOUM, fd AN.\A ilORANDI MANZOUM, conCenule in un annario chc era prmsn la Aobile Famiglia SOLIMEl di Bulorjna. Tavola 1 )) o M 3 » 4 » 6 n 6 )) 7, » 8, » 10 » 11 t) 12, » 13, » 14. n 15. » 16. 1) 17 1) 18. M 10. » 20. » 21. n 22. n 23. » 24. M M U U M » 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. Torace apcrlo anieriormente, che lascia vedere le pleure, il media- siino aiileiiore, cd il pericaidio. Maiio desira , e siniilra. Mtiscoli della faccia. Appareccliio ciilaneo. Ciiore avvollo dal peiicardio. Cuori aperli per far veileie le cavii;\ (feslre , e sinistre. Aspera arleria co' poliiinni, ed il ciioie. Poliiione desiio con la tracliea , ed a sinistra di questa 11 bronco corrispondeiilc colle sue diianuizioni. Felo a lerinine colla placenia ; T addorae i aperto, in cui dislin- gtionsi i visceri adilominali. Lingda co' suni nuiscoli. Oreccliiclla desira del ciiore. Lingna co' nervi , e nuiscoli lingnali. Appareccliio respiralorio ^ e cenlro circolalorio. Caviia della bocca. Mascella inleriore porlanle la lingua fornila de' propri muscoli. Valvole del cuore tanio venlricolari , clie auricolari. Vollo di una donna. Ossa della t'aceia iinile fra di loro. Lingua , e parlicolarila cbe ha sul dorso. Due reni unili in un solo, e disposizioni de' vasi emaigenti. I'alpebre, glanddia lagriniale, e sacco lagrimale. Muscoli della faccia, e caviia del naso. Occliii) fornilo de" niuscnii propri. Vari buibi dell' otcliio forniii de' muscoli propri, e de' nervi ^ che vanno a' muscdli. Vari biiibi dell' occbio , ne' quail scorgesl la coslruzione inlerna del bulbo. Regione del nienlo. Mano privala della cute ove vedonsi 1 tendini de* muscoli flessorl , ed 1 nervi , che Irovansi sollo la cute nclla palma della mano. Ulero nelle dimensioni , che ha quando si 6 sgravato da pocbe ore. Vene del collo. — Carlllagini della laringe. Larlnge , sue cariilaginl, ed i muscoli, cbe spettano all' osso joide. Vari bulbi dell' occbio. Farioge, T. VIII. 4 26 MiCHELE Medici Preparazioni in cera non numerate, Mascdla infeiiore porlante la lingua, la faringe aperta, ed in fondo a quesla si vede 1' cpislolidc. Regionc della faccia co' muscoli facciali- Cuore co' suoi muscoli. Faringe , laringe , lingua , cd ugola. Nervi clie vanno a' muscoli dell" occliio. Vasi , e nervi, clic dislribuisconsi cniro 1' orbila. Orcccliio porlalo ad una grandczza, die passa le naturali diracnsioni. Vaso di veiro contenente un I'elo in cera. Vaso di vetro contenente ua caso di gravidanza gemella. SUNTO DI OSSERVAZIOiM SPETTANTI ALL' ANATOMLV DEL PECARI DICOTILES TORQUATUS CIT. -- SUS TAJASSD Lll. ME-lJOfilA DEL PROFESSORE CAVALIERE AIVTOIVIO ALESSAIVDRINI ( LcUa ncllj Scssione del 20 Novcmlire ISiG. ) XJ America merirlionale possiede un animale assai co- mmie ed utile die, per la siiigolare sua rassomiglianza col cignale divenne scopo di studiate indagini per Coloro clie priini visitarono quella parte del Nuovo Mondo, o clie si occuparono della classificazione e descrizione degli oggetti cola veduti e raccolti , intendo dire del Pecari : cosi e che ne parlarono piu o meno estesamente e veridicamente Desmarches, Cereal, Oviedo, Marcgrave e nioltissimi al- tri, copiati poi e cotnentati da tutti i Zoologi clie venne- ro in seguito , ancorclie non avessero avuto occasione di osservare cogli occhi proprii il nuovo animale. Lo stesso nostro celebratissimo Aldrovandi nel trattato = De qua- drupedibus bisulcis, pag. 9.39 = parlando dei porci ri* corda il Pecari sotto la denominazione di = Sus umbili- cum in dorso liabens =. Ma per quanto i citati Natura- list! fossero solleciti nel descrivere e rappresentare ancora grossolanamente le esteriori forme , ne trascurarono del 28 Antonio Alessandrini tutto r anatomia. Nel Catalogo del Museo Wormiano piib- blicato in Leida del IG").") vien detto, che nel 1637 nella niedesiiua Citta piaticossi piil)l)licamoiite la sezioiie del ci- gnale indiaiio ( il pecaii), ed a! Wonnio vennero da En- rico Fiiiren rifeiiti i lisultati di una tale sezione, che ri- duconsi a poclii ceniii a!?sa dal foodo del- 1' utero alia vulva, distanza clie airiva a piii di qiiattro centiiiietii , si trova la ragioiie del notabile alliiiigaiucuto della vagina. Le glandole mammarie {z , z , Tav. -i. fig. 1. ) , situa- te sulla regione posteriore della parete itiferiore addomina- le , colla breve lore estensioue, ed il piccol nunieio di ca- pezzoli , diniostratio pure uon potere questo auiuiale, per legge generale , dare pid di quattro piccoli in ciascuna portata. Non trovando che da Colore i quali fitio al presente sonosi occupati dell'anatomia del pecari , siasi tenuto discorso del- r orgaiio centrale del sistema nervoso I'asse cerebro-spinale, notando soltanto il diligentissimo Daubenton = clie le sinuo- sita del cervello e del cervelletto non erano figurate come quelle del porco = bo creduto utile rappresentare quest'or- gano nella naturale posizione nel feto , non essendo quello deir adulto in utio stato di sufficiente conservazione. In questo mi fu dato soltanto di potere esaminare, non per ancbe interamente scomposto massime nelle membrane, il bulbo detr occhio : era esse piuttosto piccolo , di forma quasi sferica , se si eccettui la prominenza prodotta dalla cornea lucida ; 1' iride strisciata di color rosso fosco e ne- rastro con larga pupilla circolare. La coroide nella faccia rivolta verso la retina offriva un elegautissimo tappeto, este- so fino al contorno dell' uvea , di unifonne colore verde-az- zurrognolo cbiaro , imitante quello dei Ruminaiiti : partico- larita tanto piii meritevole di rimarco in quanto cbe nei Principii d' Anatomia Comparata del de Blainville (1822. 44 Antonio At.essandrini pag. 396 ) si logge die le specie del Cen. Sus noii mo- stiaiio tracria di tappeto. ]\Ia ritoniando al discorso sal fe- to, la tavola cpiarta fig. 2. rappreseiita 1' orgaiio cefalo-spF- iiale, vediito dal lato superiore nella natmale posizione, spogliato \l cervelio aiiclie della dura niadie , e diligente- mente scoperta da anibi i lali la liiiiga serie dei nervi spi- nali. Cli emisferi cerehrali listictti aiileriorinente, molto piu vasti nella regione [)osteriore , smio ioriiiti di iiiiimte cir- convolnzioiii {a, h, fig. cit. ), alle qnali perciu si iiiter- pongono complicatissime solcature od iiitercapedini , e rasso- uiigliano piiittosto alia complicata stnittiira del cervelio dei Cetacei , od aiiclie a qnello della OiialFa , giusta le figure datetie dall' Owen ( Transactions of the Zoological Society torn. II. J8'(l. pag. 217.), di qiiello clie alia piu sempli- ce di molte altro specie, collocate nei qnadri zoologici in maggiore prossimita dei pacliidenni; ad onta di cio la no- tata disposizione e quasi completainente simmetrica a de- stia ed a sinistra , massime al lembo interno degli emisfe- ri, e nel lato posteriore , il quale, troncato quasi trasvcr- salniente, lascia alio scoperto \\ cervelletto ( c ). E qnesto di piccola mole rispetto al cervelio, ma ben distinto in tre lobi , il medio dei quali , molto promincnte , si vede tras- versalmente solcato , laddove i laterali, piu depressi, fiiruiti sono alia superficie di solcature contorte,, clie emulano quelle del cervelio. La midolla spinale, abbenche coperta ancora dalla dura madre, dalla quale non si sarebbe potato spogliaria senza malajnente scoinporne la forma e struttura, non ha dovun- que lo stesso diainetro, seguendo la regola comune di in- grossare di piu corrispondeiiteinente alia inserzione dei piu gross! tronchi nervosi : cosi degli otto cervicali [d] i mag- giori essendo i quattro posteriori , e dei dorsali i tre an- terior!, qnivi il ciliudro midollare notabilmente ingrossa , dovendo fiirmarsi a spese dei nervi stessi 1' insigne plesso bracchiale per gli arti anterior!; il rinianente della regione dorsale fin presso ai lombi [c, fig. 2.) notabilmente si assottiglia, in forza della debolezza dei tronchi comunican- ti , ingrossandosi d! nuovo alquanto posteriormente fino oltre Del Pecari 45 la metu della regione lomhare, corrisponJentemeiite all' iri- serzione dei piii gross! tronciii del plesso dello stesso nome destinato per gli aiti poslerioii. Giusta la gii fatta eiiume- razioiie delle veitebre cinque troriclii nervosi assegiiaiisi al- ia regione lombare , e gli altri clie rimangono, in numero di sette, appartengono alia regione sacro-caudale. Percid a trentaquattro paia ascendono i nervi spinali, distinti in ot- to cervicali , rpiattordlci dnrsali , cinque lomhari , sette sa- cro-caudali ; quindi la priiicipale diHerenza , confrontando questo sisteina con qnello del cingliiale e del porco dome- stico , riferire si deve all' ultima regione, la sacro-caudale (g"), svilnppatissinia nelle nominate specie, del tntto ru- dimentaria nel pecari, stante la quasi totale mancanza del- la coda, per cui le ultinie due paia dei nervi caudali esi- lisslmi sono da ciascun lato contenute in una comune va- gina , di modo clie a prima vista questa estrema regione apparirebhe composta di soli sei tronchi nervosi. Le poclie cose esposte ad aiiipliazione dell'anatomia del pecari fornir possono argomento sufficiente a due serie di deduzioni di non poca importan7;a , 1' una risguardante 1' ap- parecchio digerente, spettante 1' altra alia piu evidente di- mostrazione del posto clie meglio compete a questo ani- male nella zoologica distribuzione della classe dei mamnii- feri. Rapporto all' appareccbio digerente viene ad evidenza dimostrato clie , a guisa delle altre specie congeneri , la dentizione proccde nelle regole coniuni , percbe esistono veri denti di latte si nella serie degli incisivi , che in quel- la dei canini, e dei primi molari , e cbe del tutto erronea si e r opinione, pure per lungo tempo da Scrittori auto- revoli sostenuta , clie cioe, in quanto al numero dei denti, siavi difFerenza tra il mascliio e la femmina. Come e pure eccezione singolarissima la mancanza della vescichetta del fiele : parve infatti di taiita importanza una tale anomalia al Tyson che suppose, poter essa esistere nascosta entro la sostanza del viscere , il che certamente non si verifica. Per ultimo molti sono i caratteri pei quali sembra che il pecari collocar si debba in prossimita dei Ruminanti, tali sono , citando solo i principali , la semplilicazione del 46 Antonio Alessandiiini piede , e massime del posteiiore , in cui il metatarso ofTre soltanto la doppia testa articolare iiiferiore per le due dita medie , essendo il dito laterale estenio del tutto scompar- so , e lidotto ad esilissinio rudiniento l' interno, quasi a fojTiiia del cosi detto sperone del ruminanti. La qualiti delio stomaco , diviso non solo in quattio distinte conca- nieiazioni, ma avente ancora nel piimo sacco epitelio aspro, rugoso , soiido, ad itnitazione di quello del luniine , e par- te del colon ripiegato spiralmente, quasi a foggia di quel- lo del vitello: I' esistenza di ampio tappeto neirocchio,e la conformazione della raassa encefalica, che molto rassomi- glia a quella della Giraffa. Dunque ad ottenere una piu naturale successione di specie, desunta dalia loro organiz- zazione, si colloclu il genere Sus all' estremo limite dei Pacliidermi , e la specie del Pecari li congiunga ai Ru- minanti. SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE TAVOLA 1. CoDtiene trc figure spellanii alia icsla dcllo schelctro. Gli oggetii sono rappre- senlali di naliiialc giMtidezza. Fig. 1. II lescliio vediilo per la base, lolla la raandibola, e collocalo obbliqua- mente u\\ sinislro lato. a, incisivi medii. b , b , incisivi lateral). e, d, e, i tre prinii molari permaDCDti in formazione. f, canino di lalle. g, canino permanenle. Fig- 2. La mandibula dal sinislro lato. a, b, c, la corona dei ire molari permanenii anterior!. Fig. 3. L' es.tren)ili della slessa mandibola dal lato stiperiore. a, a, t qnallro denii incisivi del centro spellanii alia prima denlizione. b , b , \ due lalerali. c, gernie dell' incisivo medio permanenle. d, idem del dente canino. Fig. 4. L' eslreniiia della mascella superiore , vedula dal lato sinislro. a, la corona dell' incisivo permanenle medio. TAVOLA 2. Fig. 1. II poloione ed il cuore veduii dalla faccia inferiore, di grandczza na- tnrale. a , a , le ossa siiloidee. a', a', corna stilnidee dell' osso joide. b, il di Ini corpo. c, spazio menibrannso inlerpnsto alia laringe ed ail' osso joide. d, d, le corna liroidee di quest' ultimo. e , r ampia cariilagme liniide. ^, singolari pmihizioni discendenli della cricoide. f , fendilura cenlralc delle raedesime. g, la trachea. ft , il cuore sollevalo in alio. i , i , process! ascendent! o joide! della carlilagine liroide. A, t, t/i, ! ire lob! principal! della desira massa polmonare. n , piccolo lobo appartencnte alia massa slessa , e poggiante sul pericardio. 0, p, 9, ! trc lob! principal! della sinistra massa. r , 1' aorta posteriore. s , r estremiia della cava posteriore slirata verso il destro lato. Fig. '2. Laringe vednlj dalla faccia snperinre , spngliala dei moscoli. a, Q, regioni laterali della grande cariilagioe liroide. i8 Antonio Alessandrini b, b, nalurale |icrforamcnlo della medesiiiia. c , c , process! siiloiilei. d, d, pi'occssi cricoidci. e, la cricoidc \ediita dalla faccia siiperifrc. f, prodiizinne lesamoDiosa dcnliculala ilie imisce il lerabo posteriore della cri- coids a! piiciio aiii'llo della Irachea. g , r epii;l(ilide. h , feiidilma iiiterpnsia alio arilnoidi. Fig. 3. Laiinj,'e apeiia pel liiii!;i) nella resione snpeiiore , Ironcando la gemma della cricdide, cd i priini due anelii della Iracliea. a, a, la cricoide lioncala iiel ceiilio. b , V arilnoidc sinistra. c , la desira. d , il processo discendenle della medesiraa. e , r epigloiide. f, f, le conle sonnrc , o picglie lalerali della mucosa inlerna. g, ventiicolo lariugeo medio. TAVOLA 3. Fig. 1. Un felo di sessn femminino , vedulo giacenle sul lato siiiistro, e rap- preseiilalo di naliiiale grandezza. a, il fiinicolo ombelicale reciso. b , c , d , (ii)cclii di giossi peli , quasi setole. Fig. 2. L' csirema regione doisalc dello stesso felo. a, il I'lidimenio di cnda. I, spazio piivo di peli, clie cnprc la glandola seccniente 1' iimor felido. c, forellino centrale coirispoadeule a piccola vascliella nella ([iialc si accuraula r umore predello. TAVOL\ 4. Fig. 1. Lo slesso feto vediilo giacenle sul sinistro lato, telle in gran parte le pareti dell' aildome e del lurace , onde rappresenlare i visceri contenuli nel- la posizione nalurale. a, 6, c, i Ire lobi principali del destio polmone. d, il CHore. e, il tronco della cava addominale dirclto alia desira oreccliietta. f, fascio di vasi e nervi die vanno , o parlono dal cuore , e passando al dissnpra della prima cosia (g), conservata intera, ascendono pel coUo. h, il diatraiuma staccato del liilto dalle cosle. t, lo slerno. k, I, il fegato. m , la vena ombelicale. n , In slomaco. 0 , r omenlo. p, la milza. q, q, complicali rawolgimenli dell' intestine teniie. r, il renc deslro. s , s, la vescica i rinaria. 1 , il funiccdo ombelicale Ironcaio. 14, il padiglioue de^Iro disteso della tuba falloppiana. Del Pecari 49 V , r ovaia corrispondcnle. X, la vulva. y , V ano. z, z, le glandole mammarie. a', r osso sliloidco deslro. h', la glandola sottomascellare. c, la lingua rovesciala in basso. Fig. 2. Lo stesso feto vednto pel dorso, aperta 1' ossea teca del cranio e delia spina, onde dimosirare nella posizione naturale 1' asse cerebro-spinale , tolla ancora la dura madre nella regione encefalica. a, h, il ccrvcllo. c, il ccrvellello. d, gli olto nervi cervicali. e , i qualtordici nervi dorsali. f, i cinque lombari. g, i selle sacro-caudali. h, esile filamento centrale composlo di cellulare proluDgantesi dagli inviluppi. T. viir. \ t2 ^ ./I ^f A 1 ■■ e 3 a ■A \^: o i ^ J- '\ X ■^ f\ lis'-, . -:?? >4^V\ ^■.\ *.^ \ 4 t \ S c 1- LI UNA AIRISU COIfiillTA Dill' m IN UNA FANCIULLA COA' ISBOCCO DELI' LMESTIXO RETTO NELLA YL'LVA. PROCESSO OPERATOrxIO POSTO m PRATICA OXDE KIUEDIARTI. MEMORIA DEL PROF. CAV. FRAIVCESCO RIZZOLI (Lelta ntlla Sessiooe dteli >1 Deccmbre t8J6' ) XJ atresia congenita dell' ano costituisce una organica innormalita degna di merltaie la piii attenta considerazione degli anatomici, a dei cliirurghi, conciossiache, sebbene in alcuni casi , 1' anatomica disposizione delle parti sia ta- le, da potere permettere di togliere questa atresia, con mezzi assai facili, e sicuri, in altri invece o non e possi- bile il ripararvi , o non vi si riesce se non che mediante operazioni cliirurgiclie difficili , assai delicate, od ardite. E di vero (juando la cUiusura dell' ano e soltanto pro- dotta da una sottile organica membrana, o dal derma, con una semplice incisione si potri senza stento , e stabil- mente togliere 1' atresia, e dar canipo alia facile evacua- zione delle feci per la via normale. Ma quando invece al- ia chiusura dell' ano si associeranno la completa oblitera- zione del retto intestino, la di lui parziale o totale man- canza, il di lui sbocco neU'urctra, nella vescica urinaria, TiZ Francesco Rizzoli iiella repione dci lC5ticoii,o qnalciino del molii altrl o ri- levanti deviatiionti di s-triittiira nelle parti ad csso aiio adiacenti, clie i piii celehri scrittori di anatoniia patologi- ca ci disvelaiono , in allora per quatito 1' ingogiio del rhi- rnrgo sia posto a tortura , o non giimgerassi a trovar nio- do clie valga a forinar quella via uonnale, clie iiatiira non opeio, o spesso non vi si ginngera, clie con cliirnrgiclie operazioni picne di diflicolta, e di lischi. Di qneste atresie per altro non intendo oggi occuparmi, proponendonii soltanto di trattonermi su qnella in cni il retto intestino sbocca nella vagina, o nella vnlva , e della quale gia fecero menzione Moebio, Mercuriale , Benivieni , Morgagni , Daniele Senneit, Tommaso Bartolino , Giovan- ni Radio, Isacco Contarino e vaiii moderni. Fra questi autori , ritennero alcuni, clie chi aveva la sven- tnra di nasceie con tale atresia, non poteva vivere lungamen- te, altrl si mostrarono persuasi clie la incontinenza delle feci lie fosse una necessaria conseguenza , altri infine dicliiara- rono, clie non essendovi fondata speranza di poterla toglie- re, nulla si avesse a tentare, e clie I' opera del cliirur- go tutt' al piu dovesse liniitarsi ad allargare alquanto 1' a- pertura di sbocco del retto intestino, se fosse cosl ristret- ta , da impedire che le grosse , e dure scibale venissero e- vacuate. ]\Ia oltrecbe non ripugna alia ragione il pensare , che ad onta di questa atresia , possa la vita lungamente pro- trarsi, ce lo confernia poi fra le altre, una osservazione di Mercuriale, per la quale sianio rassicurati, clie una ebrea di Padova nata cosl, pote giungere fino a 100 anni ; mo- strandoci pure non pochi fatti, avere errato coloro i quali ritennero la incontinenza delle feci nei suindicati casi es- sere inevitabile , errore che io stesso ho potuto di recente constatare. Che poi sia sano consiglio, pel solo timore di incerta riescita, il non pensare a togliere una tale schifezza , cui ponno succedere non pochi gravi incomodi, e mali , clie sia miglior partito , pel solo dubbio di non raggiungere lo scopo bramato, 1' abbandonare alia sua triste sorte , ed il Dt UNA Atresia congenita ec. 53 lasclare per seinpio in uno stato cosi ril)nttante nn essere, die posto in coiulizioni nonnali, potrehbe fruire di molti beni , formare la delizia di adorato marito, la consolazio- ne, la felicita di uii' amorosa famiglia , non saravvi per certo ai gioriii nostri alcuno che lo dicliiarl , ed aiizi i cliiiurglii presi dal desiderio vivissimo di riparare a tanto ])isogno , con nuovi studii , ed osservazioni sorgendo, rie- scirauiio a far brillare di viva luce quella densa , e ciipa caligine , die tuttoia ottenebra questa parte di chirurgia assai importante. Intaiito, io vi diro quel poco che ho fatto , e vl espor- ro con veriti il risultato , che con cio mi riesci di ot- tenere. Nel giorno 13 Maggio dell' andante anno ( 185G ) mi veniva presentata dalla propria madre un' avvenente fan- cinlla di Massa Lonibarda, di moltisslma intelligenza , dcl- r eta di nove anni , abbastanza robusta , e mi si faceva preghiera, acciocche 1' accogliessi in Clinica , per fare in lei quei tentativi, die avessi creduti convenienti a liberarla da una assai affliggente iniperfezione con cui era nata , e che consisteva appunto in un' atresia dell' ano con isbocco del- r intestino retto nella regione vulvare. Non mi rifiutai all' inchiesta, e postomi all' attento esa- me delle parti ove esisteva la innormalita , rilevai difatti la mancanza dell' apertura dell' ano nella regione naturale, ove invece il derma mostravasi alquanto infossato. Ivi pre- mendo col dito , non si sentivano che tessuti piuttosto resistenti. Dall' indicata infossatura diriggendosi anterior- mente verso la commessura posteriore della vulva, appari- va la regione perineale , la quale era alquanto promincn- te, e della lunghezza di quattro linee circa (1), sporgen- za che mediante un diligente esame pareva potesse in ispecial mode ripetersi dalla presenza di alcuni dei mu- scoli proprii di detta regione , e rnolto probabilniente dal trasversi. Limitava poi la parte posteriore della descritta (1) Tav. 5. fig. 1. a. 54- Francesco Rizzoli iiifossatura la regione del cocige, clie mantenevasi nello stato fisiologico. Rivolte da ultimo le mle indagini all' apparecchio genito- -urinario esterno notai, clie il Motite di Venere, la Clitori- de, il vestlbolo, il nieato utiiiario esterno, erano in istato iiormale , le grandi labbra invece , e le ninfe erano a da- stra pill sviliippate clie a sinistra, aumento di volume, die non mancava pure di verificarsi nella natica corrispon- dente, e clie riscontravasi ancora piuttosto marcato nel sot- tostante arto pelviano. Scostate fra loro le grandi e piccole labbra , la di cui interna superficie trovavasi molto sensibile, ed in uno stato di irritative turgore , si vedeva V imene esso pure alquan- to ingorgato e sensibile, di figura circolare, forato nel suo centro, ed occupante il posto ordinario. Nella regione della fossetta navicolai'e rinvenivasi im' a- pertura di figura circolare, del diametro poco piii di due linee , increspata nel suo contorno, ricoperta all' interne da una niembrana mucosa di color piuttosto pallido , la qua- le apertura per le materie che ne venivauo espulse , fa- cevasi riconoscere per lo sbocco del retto intestino (1). Questa apertura iiell' atto della defecazione si potcva pre- stare a tale allargamento da permettere la escita a scibale anche grosse. Introdotto in essa apertura vino specillo, si poteva con facilita penetrare nel retto intestino, cbe era alcjuanto incurvato nella sua regione anteriore, per cui ele- vando verso la sinfisi del pube 1' estremita esterna libera dello specillo stesso, introdotto per piix di un pollice nel retto , si giungeva a sentlrne alquanto profondamente la punta in corrispondenza alia regione mancante dell' ano. L' innormale apertura era limitata anteriormente dalla porzlone inferlore della grande circonferenza dell' imene (2), clie si continuava con un tessuto resistente, teso , dell' al- tezza di una linea circa (3) ; ai lati , dall' estremo inferiore (1) Tav. 5. fig. 1. b. (2) Tav, 5. fig, 1. d. (3) Tav. 5, fig. 1. c. Dl UNA AtAESIA congenita EC. 55 delle grandi laltbra, posterlorniente dalla commessura, cue ivi le grandi labhra stesse riunisce. L' ano preternaturale congeiiito descritto presentava pol questo dl notevole, e cioe die esso serviva molto bene ad impedire la incontinenza delle feci , il die mi fece cre- de(^, die i contorni deir innormale apertura fossero provve- duti d' lino sfintere pioprio , di cui mi confermai mediante r applicazione di corpi freddi fatti sull' apertura medesima, nel quale modo mi fu facile l' osservare in essa delle ma- nifeste contrazioni. Le feci nell' attraversarla, se pluttosto dure, si dirigge- vano in avanti , ed in alto fra la vulva initandola , ed im- brattandola ancoia, se sciolte spruzzando pure in alto, ed in avanti : agli indicati inconvenienti aggiungevasi quello di non poterle raccogliere con facility nei vasi di cui Aissi uso comune , per cui spesso lordavano i panni della fanciulla. Gosl csscndo le cose, pareva a me sano consiglio il pensare , se eravi modo di migliorare la condizione infelice in cui ([uest' essere disgraziato per sua sventura trovavasi, e specialnicnte se la cliirurgia operatoria era posseditrice di qualche particolare risorsa , della quale io avessi potato con molta speranza approfittare. E in realta i cbirurghi aveano a do, gii\ dato mano. Consiglia diffatto il Velpeau in siniili casi di incidere con un bisturi retto condotto su di una tenta scannellata dalla fistola fino entro lo iutestino, e ricondotto dall' avanti al- 1' indietro, o dal perineo verso il cocige, dall' alto al basso, tutti i tessuti che separano l' ano anormale dalla situazio- ne ordinaria del vero ano. Vuole die dipoi una cannuccia sia fissata entro il retto intestino, e discenda fino all' an- golo posteriore della ferita , onde permettere ai tessuti di riunirsi anteriormente , ed alle materia di riprendere il lo- ro corso naturale (1). Bradiet segui in un caso la proposta di Velpeau, facou- do pero una modificazlone non sostanziale al processo di (1) Vcdi Malgaigne. Manuale di Medicina Opcraloria. Milano 1835. Vol. 2. pag. 635. 56 Francesco Rizzoli qiiesto ilhistre chirurfjo. Introdiisse egli , il Biachet , una soiula scaiHiellata per 1' apertina anorinale nell' iiitestiiio , e divise colla scorta della sonda mcdiaule lui l)istari tutti i tessuti del periiieo, nel modo cl»<3 d' ordiiiaiio si usa ope- lando la fistola ail' ano.- In seguito insinuo egli pure una cannula nell' intestine, colle norme descritte , la piaga s^ci- catrizzo , e la operazioiie eld)e il siio intento (1). II Martin per altro temendo, che quando 1' ano innor- male e situate alquanto piu in alto nella vagina , la cicatrice uon possa nell' indicata guisa ottenersi ; senza scostarsi dai succiiati autori nei prinii tempi dcU' operazione , consiglia , dopo avere applicata la cannula, di riunire su questa la su- perlicie anteriore della ferita, mediante la sutura cruenta (2), il die non persuade il Velpeau, ritenendo egli tale sutu- ra di assai difficile esecuzione, e credendo egli pure, che ogniqualvolta la cannula sia convenientemente applicata e serva a condurre fuori a dovere le materie fecali, la riunio- ne della vagina , e del perineo si possa operare su questa cannula stessa, senza che vi sia bisogno di ricorrere a mez- zi unitivi (3). II IMalgaigne poi per non comprendere nell' incisione il perineo, propone di introdurre per l' ano anormale una sonda scannellata, onde fare sporgere nel perineo la parete posteriore del retto, di incidere sopra questa prominenza senza dividere la forchetta, e dopo avere ristabilito cosi r ano naturale , di trattare l' apertura innormale come una fistola retto-vaginale (4). Vidal da Cassis e dell' avviso me- desimo del Malgaigne, se non che invece della scorta del- la sonda per eseguire la incisione al perineo, raccomanda di servirsi di un uncino, la di cui estremita smussata e con- dotta in corrispondenza del luogo su cui si apre ordinaria- mente K ano, ove si forma un' apertura , da mantenersi pervia mediante una cannula. Una volta che 1' ano anormale (1) Sedillot. Traill' de MiVlecine Opcraloire Tom. 2. pag. 3'23. (2) Malqaifine Opera cilala. (3) Vidal Traliaio di Medicina Opcraloria Tom. 2. pag. 1247. Firenze. (4) Malgaigne Opera cilala. Di UNA Atresia congenita eg. 57 fosse stabilito, non sarebbe secondo il Vidal, difficile il fa- re sparire 1' a no innormale (1). Ma nel caso che a me si offeriva , doveva io valer- mi di uno degli or ora descritti processi ? E fra (jiiesti a quale era piii convenieiite dare la preferenza ? Era forse meglio fatto il trarre profitto da uno di quelli , con cui illeso mantiensi il perineo , od era invece pin saggio parti- to r anteporvene uno die obbligasse a comprenderlo nella incisione ? I primi processi, da quanto ci viene narrato (2) non so- no stati per anco posti al cimento , e quindi riguardo ai niedesinii 1' esperienza non poteva alcnn lume sommini- strarmi. Fra i secondi, null' altro ci e detto , che il solo Bracliet avendo tentato il suo processo , in un caso otten- ne r intento (3). Ma questa nuda, e non circostanziata dicliiarazione , era per me troppo poco , per indurmi ad adottarlo senza esitanza. E di vero come avrei mai pota- to per esso decidermi, pensando che debitamente studiati il processo operatorio del Brachet e suoi analoglii , chiaro apparisce , non potersi con essi sperare quel complete ri- sultato che si annunzia avere il Brachet stesso ottenuto. Col processo del Bracliet infatti 1' incisione che si va a for- mare nel bordo inferiore dell' ano innormale, comprenden- do in se soltanto le parti sottoposte ad esso bordo , ed in- tegra lasclando tutta quanta la restante circonferenza del- 1' ano istesso , ne deve in seguito di cio risultare , che non essendo cruentata I' abnorme apertura dell' ano in tutta la sua circonferenza , non potra per questo 1' aper- tura medesima obliterarsi, e coUa operazione non solo non raggiungersi lo scope che si desidera , ma correrassi pur anco il rischio gravissinio , che formate il nnovo ano , riu- nitasi la ferita esistente fra questo e l' ano innormale non cruentato, rimarra percio quest' ultimo superstite , e per- (1) Vidal Opera cilat.i. (2) Malgaigne Manuale di Mpdicina Operatoria Part. 2. pag. 609. Pisa 1853. (3) Sedilloi. Trailt^ de Mcdi-cine Operaloire Tom. 2. pag. 323. T. viu. 8 58 FUANCESCO RlZZOLI o vio qnello die si e coll' arte formato , e 1' operata sa.vk qiiiudi costretta di evacuare le feci non piu per una sola, ma invece per due aperture. E se per evitare tanto riscliio allontanandosi dai precet- tl del Bracliet , tiitta quanta la indicata anale circonrerenza venisse cruentata , non scansere])bersi per questo altri incon- venlenti, clie a niio avviso sono di assai importanza. Av- vc^uaclie in codesta guisa operaiido, essendo nccessario di niantenere nella regione dell' auo una cannula che serva all' einissioiio delle materie fccali , la presenza della mede- siiua non solo saru causa continua di temibilc irritazione, ma spesso non potr^ neppure servire alio scopo pel quale venne collocata , giacchc, se di piccolo calibro, le materie fecali alqnanto cornpatte non csciratmo per essa che assai dillicilinonte e si diriggeranno invecc, almeno in parte, per qnella via die vorrebbesi obliterare; se molto sciolte, trapelcranno tanto piii facilniente tra essa cannula ed i tes- suli cruentati , e ne impediranno nei desiati luoghi la unio- iie. Se poi la cannula sara piuttosto grossa , in allora rie- scira tanto piu difficile 1' ottenere 1' accostainento di quel tessnti , dal cui stretto contatto dipendo il buon esito della operazione. Ne sorgere potea in me la speranza di fortuna migliore, appigliandomi ad imo di quel processi con cui risparmiasi la incisione del perineo, e die vi dissi non essere per an- co stati posti alia prova , giaccbe neppure con qnesti avrei potnto ottenere 1' obliterazione dell' ano anormale nel pri- me atto opcratorio , o non vi saiei forse di poi riesclto , mostrando la giornaliera esperienza , quanto sia difficile il chiudere stabilmente le fistole retto-vaginali quantunqne assai piccole , per cui anche in cotale guisa comportando- si, potevano rimanere snperstiti due anali aperture, ed ag- gravarsi del pari cosi le triste condizioni delF operata. Ed oltre a quanto ho detto, era poi a riflettersi, che qua- lunque dei descritti processi venisse adottato , 1' apertnra anale die si andava a Ibrmare coU' arte , sprovvista essen- do dello sfintere , di uno dei piu potenti mezzi cioe , che servono ad impedire la incontinenza delle materie fecali, V Di UMA Atresia congenita ec. 59 ne potca per questa niancanza la incontinenza di esse ma- terie con assai proljabilitu derivare. Nc a mio avviso vi era ragioiie tli sperare , che la ho- iicfica natura avesse potato siipplire a cpiella maiicaiiza , datido luogo a qualche particolare lavoro , che si accostas- se a qiiello che il Valsalva osservo nei cani, e nell' uonio , quando iiei medesimi per varie cagioni crario stati dislnit- ti gli sfuiteri, e che scrvisse qiiiiidi a prndiiire miovi tessuti , capaci di fame le veci. Iniperocche il Valsalva osservo questo gran fatto, lu dove in antecedenza gli sfin- teri esistevano, ove cioe la disposizione anatoinica delle parti ad essi adiacenti, la loro organizzazione, e la partico- lare forza plastica di cui sono dotate, mostrasi tale, da potere dar liiogo a qnclle successive evoluzioni di tessuti, che possano, giiinti che siano al loro complete sviluppo, presentare quella struttura, che li renda capaci di supplire a quelli che niancaiio. Le quali favorevoli circostanze nel caso mio non ve- rificandosi, doveva percio temersi , che in causa di avere la natura e nella disposizione anatomica , e nclia struttura delle parti costituenti la regione ano perineale, deviato dal- le normali leggi , la regione anale stessa presentasse per- cio elementi del tutto incapaci di fornire il nuovo ano di tessuti analoghi alio siintere mancante. Ad evitare per altro la maggior parte almeno degli in- convenienti descrittl la chirurgia operatoria mi ofFerrva un processo, che il Dieflenbach pel primo aveva con buon esi- to, non e molto, eseguito. Una infante di tre mesi era ve- nuta alia luce col retto aperto alia parete posteriore della vagina senza traccia dell' ano all' esternor Dieffenbach vl rimedio con due operazioni fatte ad epoche differenti. Si occupo dapprima a sitnare 1' orifizio del retto nella sua naturale posizione. A tale effetto una sonda scannellata fu introdotta nell' ano vaginale, 1' operatore in seguito con uno scalpello, mediante la scorta della scanncllatura di que- sta sonda, divise il perineo dalla vulva sin verso il cocige, usando la |)recanzione di non aprire il retto intestino. Di poi disseco il tessuto cellnlare, che circondava 1' estremita 60 FllANCESCO RlZZOLI di questd stesso intestino , lo mise alio scoperto , lo iso- 16 un poco dalla vagina nella sua circonferenza anterio- re, ed aveiido fenduto il lembo clie ne risult6 in una plc- cola estensione , fissi le due meta di questo lembo con due piHiti di sutura alia estremiti posteriore della ferita del perineo. Qiiando la riunione fu compita , 1' operatore pass6 alle seconda operazione. Incomincio dal terininare col histuri la separaziono della parete di retto che inferiormente si riuni- va colla vagina , ed ivi lesolo libero, 1' intestino potc ri- tirarsi da nove a dieci millinietri all' indietro, per cui lav- vivate le parti inferior! ed anteriori della divisione del pe- rineo , non rcstarono che a riunlrsi i margini della divi- sione della vagina col mezzo di punti di sutura interrotta, e la ferita del perineo ( eccettuata la porzione posteriore destinata all' ano), con due punti di sutura attorcigliata, e cosi ebbe fine 1' operazione. Che il processo del DiefFenbach abbia tali pregi da ren- derlo jireferibile agli altri processi operatorii che vi ho in- dicati , mi sembra fuor di ogni dubbio, evitandosi con es- so tutti gli incomodi che derivar possano dalla introduzio- ne della cannula nel retto intestino , e facilitandosi la emis- sione delle feci per la nuova strada , in causa di essere la medesima in parte tappezzata dalla parete posteriore del sud- detto intestino. Ma se operando alia Dieffenbach si ottengono gli indica- ti compensi , si ha pero lo svantaggio , di dovere col pro- cesso di questo illustre chirurgo eseguire non una sola , nia due operazioni cruente ad epoche difFerenti , la prima delle quali produce un' apertura di communicazione fra r estremita posteriore ed inferiore del retto e la vagina di tale ampiezza, da non potere poi sperare di obliterare , me- diante la sutura cruenta che vassi ad efFettuare, con quel- la facilita che alcuni supporre potrebbero. Ad evitare pertanto anche ([uesti diiTetti, e ad ottenere con maggiore sicurezza un completo risultato , bisognava quindi battere vie alquanto diverse. Bisognava secondo me per rag- giungere questo scopo , pensare a trovar modo di condurre Dr UNA Atresia congenita ec. 61 nella normale posizione tutto 1' estremo inferiore del retto intestine, in un coUa sua apertura di sbocco iiella vulva, affine di obbligare cosi immediatarnente , e stahilmente le feci a prendere senz' altro aiuto nn lihero corso per la via normale; bisognava rnantenere provvediita 1' indicata porzio- ne di retto intestine del suo sfintere , per iion avere a deplorare, una volta clie formato fosse il nuovo ano, la in- continenza delle feci; ed era opportuno il cercare di con- servare debitamente i muscoli perineali , per poterli rnan- tenere nei rapporti anatomici che lore sono propri. Tutto questo pertanto potei ottenere nella fanciulla cbe venne a me affidata , seguendo le norme die passo ad indicarvi. Postala sulla sponda di un letto alquanto duro, in posi- zione orizzontale supina, coUe natiche alquanto sporgenti in fuori, ed usato il cloroformio per mantenerla almeno nei primi tempi dell' operazione in uno stato di anaste- sia , dopo averle fatte da degli assistenti divaricare e tener ferme le coscie , con un piccolo bisturi panciuto jjraticai nella regione ano-perineale una incisione paralella al rafe , incominciandola nei mezzo della forchetta, e prolungando- la fino verso la punta del cocige. Questo primo taglio non interess6 che la cute ed il tessuto cellulare sottoposto , in pari modo mi condussi nei dividere la fascia superficiale , 1' aponeurosi esterna del perineo, e cosi mi si presento manifestaraente tessuto musculare, che stando alia direzio- ne delle fibre, lo ritenni appartenere ai muscoli trasversi. Nella linea mediana cellulosa che separava i detti muscoli approfondai cautamente l' incisione, e poscia col medesimo bisturi distaccai dal cellulare sottostante le dette porzioni musculari, mantenendole pero aderenti ai sovrapposti tes- suti (1). Cosi furono formati due lembi, divaricati i quali, insinuai dolcemente un dito nell' apertura vulvare del ret- to intestine e lo internal in modo d' assicurarmi con faci- lity, che la direzione della porzlone inferiore di esso in- testine era alquanto ricurva antei'iermente. Allora mi accinsi (1) Tar. 6. fig. 1. d, d, d, d. I 62 Francesco Rizzoli colla scorta di quel dito ad isolare tutto all' intorno la por- zione deviata dell' inteslino , non clie la sua apeitura este- riore, o vulvare , avendo la niassirna cura di non ledere le fibre musculari che ne costltuivano lo sHntere , il che ot- tciiui niediante piccoli , e cauti tiatti di bisturi. Separata pertanto dai circonviciui tessuti , e dalla parte posteriore tlelia vagina pel tratto di circa un pollice , la porzione inferlore del retto, questo tratto di intestino cadde quasi spontaiieamente verso la regione cocigea (1). E quan- tunque nell' cseguire questo distacco il tagliente del bisturi fosse stato portato a poca distanza della grande circonfe- renza dell' imene, su quello stretto cordone che superior- niente notai (2), e fosse cnndotto rasente alia parte piu bassa della parete posteriore della vagina , ove questa ave- va aderenze col retto, ed ove era assai difficile il ricono- scere se eravi tessuto cellulare intermedio, tuttavia usan- do la conveniente diligenza, e pazienza mi riesci a conser- vare tutte le indicate parti completamente illese. Mantenuta con dolcezza la porzione isolata di retto in- testino verso la regione cocigea in modo che la di lui apertura inferiore corrispondesse alia regione cocigea stes- sa (3) , fra 1' orlo anteriore dell' apertura anale , e 1' orlo che osservasi nella regione posteriore della imboccatura del- la vagina rimaneva luio spazio che presentava le ordinarie dimensioni della regione perineale (4), il quale assai bene poteasi riempire e fare scomparire totahnente, insinuando- vi e fra loro riunendo le rispettive porzioni de' lembi mu- scolo-cutanei del perineo , formate nei primi tempi dell' ope- razlone (5). In seguito di che onde conservare tutte le anzidette parti, intestino retto cioe , perineo, e sessuali organi nei rapporti anatomici naturali , mi prevalsi della sutura ; e (1) Tav. C. Og. 1. a. (•2) Tav. 6. (is- 1. c. Tav. 6. fig. 1. c. (3) Tav. (i. fig. 1. b. (1) Tav. 6. fix- 1- b, c. (o) Tav. 6. fig. h (1, d, d, d. Di UNA Atresia congenita ec. 63 quindi con un pimto di sutura Interrotta fissai verso la re- gione cocigea 1' estremo inferiore della parete posteriore del retto (1). Con due punti laterali, uno destro, I' altro sinistro assicuiai nella regione dell' ano il corrispondente boido di retto intestine (2), con un quarto puiito riunii anteriormente ed in alto i lembi muscolo-cutanei perinea- li (3) , con un qniiito conipiesi anteriormente ed un poco pill in basso i lembi medesimi (4) , e con un sesto li riu- nii inferiormente in un col bordo superiore di retto in- testino (5). Cio fatto mi fu piacevole 1' osservare , cbe difesa ante- riormente dal perineo 1' apertura del nuovo ano, e retrat- tosi il retto intestino che io aveva in antecedenza alquan- to allungato onde riunirlo alia nuova anale apertura, erasi questa in causa di cio infossata ed increspata in modo da non distinguersi da quella d' un ano normale (6). Applicato un semplice appareccbio di medicatura, fu ri- posta la fanciulla nel proprio letto consigliandola a tenere le cosoie , e le gambe in adduzione, percbe non avesse a soffiire molesti stiramenti nella regione operata , ed a ri- manere in dieta severa. Passo essa il restante della giornata in sufficiente calma, e COS! pregredi per altri tre giorni , sul terminare dei qua- li fu soggetta ad una piccola perdita di sangue venoso dalla fcrita pcrineale, cbe si arresto applicandovi sopra alcu- ni globi di fila, imbevuti nell' acqua emostatica del Pagliani. Nella snccessiva giornata la fanciulla non avendo anco- ra scaricato il ventre, le prescrissi due dramme e mezza d' olio di ricino, con cbe si ebbe una abbondante alvina evacuazione , cbe si ripete nella successiva giornata, senza che avvenisse il pin cbe piccolo sconcerto nella operata (1) Tav. 6. fig. 1., e fig. 2. a. (2) Tav. 6. fig. 1. f, f, f, r, e fig. 2. b, b. (3) Tav. 6. fig. 1. 3, 9, e fig. 2. c. (4) Tav. C. fig. 1. A, ft, e fig. 2. d. (5) Tav. 6. fig. ^. I, I, e fig. 2. c. (6) Tav. 6., e Tav. 5. fig. 2. a. 64 Francesco Rizzoli Ioca1it£l. Fino al giorno 22 Maggio, settimo dall' operazione, non ebbe hiogo alcun'altia particolarita, ma nclla sera di quel giorno, tentando nuovameiite la f'anciulla di evacuare I'al- vo , non pote riescirvi , presentandosi all' ano delle scibale dure, ed assai grosse. Le ruppi col dito e se ne ottenne la espulsione. Dopo di die mostrandosi abbastaiiza resistente il perineo, ed inutili riesceiido i gia vacillanti punti di su- tura posti onde rianirlo, poclie goccie di marcia soltanto scaturendo dalT esterna perineale ferita , del tutto li estras- si. E sebbene 1' estremita del retto intestine sembrasse aver presi sodi attacchi coi contorni della nuova anale apertu- ra , e caduto fosse senza danno il laccio, che a questa lo tenova posteriormente legato , pure per maggiore sicurezza lasciai ancora in sito i due punti lateral!, mantenendosi i medesimi abbastanza serrati, e non li levai che dopo altri tre giorni, essendosi in allora resi vacillanti, e quindi del tutto inutili. In seguito mentre non si ometteva di som- ministrare all' occorrenza alia fanciulla piccole dosi d' olio di ricino , non si trascurava neppure di introdurre degli stuelli di fila nell' ano, acciocche i di lui margini con maggiore regolaritu del tutto cicatrizzassero. E cosi perve- nuti alia 45 giornata dall' operazione, la guarigione era com- pleta , e la fanciulla esternando nei piu afFettuosi modi che per lei si potevano la sua riconoscenza esci dalla Clinica. Rimase pero in Bologna altri quattro mesi , e prima di partire per Massa Lombarda sua patria, ebbi cura di fare modellare in cera la parte operata, incaricandone il Signer Bettini, distintissimo modellatore in plastica in questa Pon- tificia Universita. La preparazione fu fatta con quella ve- rity ed esattezza che tanto mi interessava , e che servira a farvi formare un' idea precisa dello stato finale della parte operata, la quale presenta le seguenti particolarita (1). Ncl mezzo della regione dell' ano si trova un' apertura infossata che perinette d' introdurre nel suo interno 1' estre- mita del dito mignolo, essa e dilatabile , di figura anulare, (1) JSola. Qiicsle preparazioni in cera vcnnoro prescntate all' Accadcmia nel giorno in cui reoae letta questa roemoria. Di UNA. Atresia congenita ec. 65 manifestamentc contiattile, citcondata da tessuto cicatrizio di consistenza alquanto niolle, ed increspato (1). Per qucsta apertura anale si penetra ncll' intestino retto, il quale Iia assunto una direzione uii poco obliqiia dal basso all' alto, e dall' indietro all' avanti. I due lembi muscolo-cutanei peri- neali in parte iluniti per adcsione, in parte per tessuto inodu- lare cicatrizio formano un perineo alto quattro buone linee(2). Divaricate le grandi, e piccole labbra, iiella regione della forclietta , eve esisteva 1' innormale apertura dell' ano , si scorge invece lui setto dell' altezza di due linee circa, ri- coperto da una membrana mucosa di nuova formazione che continuasi col piccolo, e teso cordone die si unisce alia porzione inferiore della grande circonfereiiza dell' imene (3) il quale presentasi intatto ed un pochino stirato all' indie- tro (4). La fanciulla ritiene gli escrenienti , qualunque ne sia la lore consistenza , avverte il bisogno di espellerli , e pu6 ancora quando il voglla favorirne, o ritardarne la escita. Ma se da quanto ho esposto e palesamente dirnostrato, che fortuna niaggiore io non poteva sperare di quella , che in questa cura mi arrise , non meravigliate per altro , se era vi dico , die ad oiita di cio , essendorni stata presentata, non molto dopo la descritta ottenuta gnarigione, una bara- bina di pochi mesi , affetta dalla medesima innormalita, non mi piegai in ailora ad operarla , e me ne scuserete, io spero, sapendo , che in questa bambina , oltrecche le fe- ci passavano per 1' abnorme apertura liberamente e senza dar luogo a molto temibili irritazioni nelle parti esterne generative, niun altro fenomeno di rilievo in cssa mostra- vasi riferibile al vizio di conforiuazione cui soggiacea , che obbligasse a sollecitaniente provvedervi. Per questi moti- vi ritenni migliore partito il temporeggiare, e Io ritenni ancora perche la vita di cosi tenere creature , andando soggetta a gravi morbose eventualita, poteva per la opera- (1) Tav. 6. Rs;. 2. a. (2) Tav. 5. fig. 2. 6. (3) Tav. 5. n-. 1. c, e Tav. 5. fig. 2. c. (4) Tav. 5. Dg. 2. d. T. VIII. 66 Francesco Rizzoli zione essere tanto piu facilmente compromessa, perche in esse le parti su cui deve cadere il coltello chirurgico non ponno essere dominate con quella sicurezza , che e neces- saria ad impedire conseguenze temibilissime; e perche i tessuti compresi nelle cruente suture, non prestano in si- mili casi quella resistenza , die serve a rassicurare di po- terne evitare anclie per piccolo sforzo lo squarcio. Snpposte perc) fanciuUe di tale eta , e robustezza da pre- sentare le condizioni piu favorevoli onde essere operate, potro io lusingarmi che il processo operatorlo da me adot- tato sla per soddisfare sempre al bisogno ? Forse questo non e sperabile , giacche indipendentemente dalle indicate cir- costanze molte, e varie innormalita anatomiche alia descrlt- ta potrebbero aggingnersi , o complicarsi da costringere a variare, od a cambiare affatto il processo. Perche adunque la pratica chirurgica possa in cio ritrarre il maggiore pos- sibile vantaggio, prego voi, o Anatomici celebri , che qui sedete, di interrogare nuovamente a quest' nopo la oatura, di sorprenderia nelle sue evoluzioni , di indagare le cagio- ni piu probabili di tali suoi deviamenti, e di somministra- re cosi al chirurgo quella copia di material! , che serva a condurlo alle pratiche apphcazioni piu razlonali ; e raentre anslosaniente cio aspetto da voi e vivo nella speranza di udirne nuovi , e brillanti risultati , per ora mi basta di ave- re potuto alia mia volta , ed in propizia circostanza , costrin- gere la natura a diriggersi per quella via da cui aberro , e di averla suo maigrado obbligata , cedendo all' arte , di modellarsi con quella simmetria , che da alia macchina u- mana le impronte di tale perfezione , e bellezza , da ren- derla opera veramente subhrae , e degna della mano del Creatore. ^ \ I. ,^' s' -ii v- *v' V SULLE BORSE MUCOSE SOTTOCUTANEE DEL CORPO UMANO AK^OTAZIONI ANATOMICUE DEL PROFESSORE CAV. LUIGI CALORI ( l,clt( nella Sessionc dci 22 Gcnnaio 1807. ) D= 'appoiclie i Patologi Cliirurghi in suldeclinare dello scor- so secolo ebbero dimostrata 1' importanza dello studio delle borse mucose sottocutanee del corpo umano descrivendo i morbi, e soprattutto le idropisie delle medeslme, molti Anato- mici e Chirurghi , fra i quali meritano particolaie menzio- ne Camper (1), Beclard (2), Velpeau (3), a specialmente Schreger (4) , dieronsi ad esplorare con maggiore accura- tezza la superficie interna del derma , a la cellulare die lo unisce alia parti sottoposte tanto per conoscere il sito pre- cise e la vera disposizione di tali borse , quanto per isco- prire, se oltre le conosciute , altre ve ne avessero, e scorti (1) P. Camper. De fractura patellae IlaRae. Coinit. 1789. (2) Elem. J' Anat. gi'ner. par 1*. A. Ileclard. Rriixcl. 1825. Veil! pure le ag- giiinlc ili Heclard all' Anat. gener. de Ilicliat , e il Diction, dc MM. (3) Trallato conipl. di Anat. Cliiriir. ec. per A, Velpeau. Venezia 1835, non che Reclierches anat. pliysiol. ct palliol. sur les cavites closes natur. el accid. de r economic anini. Paris 18'i.3. (4) T. Sclircgcr. De Imrsis mncosis snhciitaneis cum Tab. IX. Erlang. 18'25 — Forse coi citati autori dee pure andare Rielkiewiez , che lia una memoria allresi intitolata = de bur.sis mncosis snbcutancis rz inserita in Collect, rai'dico-cliirurg. cacs. acad. med. chir. T. 1. Viluae 1838, ma io oon bo poluto coQSuUarla. 68 Luici Calori dagli usi loro non trascurarono veruna circostanza di rlpe- teie Ic investigaziorii in indiviclui ed in condizioni attevoli ad agevolare lo svilnppamento di esse. Dal quale studio conseguiiono, come ognun sa, ben larga e proiita licompen- sa;cliein assai breve tempo le boise mucose sottocntanee tanto moltipllcarono da enuilar quasi il novero delle profonde cos'i bene illustrate da Jaucke (1), Fourcroy (2), A. Mon- ro, e Rosenmiilier (3), Koch (4), Gerlach (5). Di die ab- biamo prova ne' moderni trattati di Anatomia e di Patolo- gia Chirurglca, e soprattutto nell' elenco clie sen legge al- ia pag. 77 del secondo Volume delia stupenda Opera Clii- rurgica de' Chiarissimi Professori G. Regnoli e A. Ranzi stampato a Firenze nel 18i7. Questo elenco o quadro die voglia appellarsi , appartiene al Padieu , ed e verameute insigne per ricchezza , ne solo comprende le borse mucose sottocntanee normali o naturali, ma eziandio le anormali od accidentali , e 32 sono le prime, 19 le second e •, intor- no alle quali ultimo i lodati Professori poi avvertono non potersene ben precisare il nuraero , conciossiache ovunque sorgono stabilmente accidentali protuberanze, e ovunque la pelle scivola spessamente sulle parti sottoposte , svolgonsi pure borse mucose accidentali, come gla Velpeau , e spe- cialmente J. Guerin aveano dimostrato (6) , ed altri simil- mente prima di loro : avvertenza , die quantunque sembri avere tutta la sanzione dei fatti, incontra tuttavia eccezio- iii, come apparir^ piu innanzi. Intanto per cio che mi so- no proposto , converrebbe , die io ora vi riportassi il quadro anzidetto; ma poiche la sullodata opera cbirurgica corre (1) Dc capsniis lendiniiin arlicnlaribiis. Lipsiae 1 753. (2) Hist. me serie Tome onzieme an. 1843 pag. 138. — Vedi pure Mem. Sur I' unite et la solidaril6 de I' aoalomie etc. SULLE BORSE MUCOSE EC. 69 bmal per le mani di tutti , e questo quadro e ben cono- sciuto , cosi per aljhreviarvi la noia voloiitieri tralascio , molto pill che verr6 considerando ad una ad una le bor- se, die in esso figiirano, ed esaminando se veianiente ap- partengano alia categoria , in cui vennero collocate; die per qiiaiito 1' osservazione mi lia appreso, necessario e, se non pei cliirnrglii , si certainento per gli aiiatoinici rifarne la distribnzione , ed aggiugiiere quelle die esso uon coni- prende, osservate da me o da altri. E cominciando dalle normali , dice die la prima situata dietro 1' angolo della mascella inferiare , ed attribuita a Beclard, e liingi dal meritare il posto assegnatole in quel quadro; imperocclie se e vero rispetto al proposito nostro die normalita impliclii I'idea, cbe un organo fisiologioamen- te coslituito esista se non sempre, almeno per le piii volte, o sopra la meta de' casi ne' quali si ricerca, ed acciden- talita sol qualche volta e in date circostanze , certamente questa borsa non e a collocarsi fra le normali. Diffatto in venti cadaveri di adulti di varia eta e di diverso sesso , tut- ti spettanti a persone del basso ceto , appositamente esa- minati per rinveniria, non contando i molti altri tagliati ed esplorati nella regione, in cui il Beclard la ripose, sen- za intcndirnento di ricercarla, in uno solo mi apparve da ambo i lati , ed esso era di un uomo cinquantenne cane- pino morto di acuta peripneumonia. Questa borsa rappre- sentava un sacclietto semplice a destra, doppio a sinistra, e questi due sacclietti erano 1' un presso T altro , e quasi toccavansi, ed insiem presi formavano la grandezza di una nocciuola , mentre a destra 1' unica borsa sorpassava di po- co la mole di un pisello. Giu Beclard aveva notato , cb'es- sa esisteva solo qualclie volta ; alia quale avvertenza se si fosse atteso , tengo per fcrmo , die non sarebbesi posta a capo delle normali. Aggiugnero, cbe la trovai in un mostro iimano paracefalico ed anasarcatico enormemente dilatata in ambidue i lati, si die eccedeva il volume di un novo gallinaceo , ed estendcvasi al davanti dell' oreccbio fino al- ia regione delle tempia , alia spalla , alia regione posteriore del coUo e snperiore del dorso , ove le due borse idropi- cbe si addossavano. 70 LuiGi Calori La seconda , di ciii e inventore Velpeau, corrisponde al bordo inferioie della sinfisi del mento. Debbo confessare cbe mi sono sempre liuscite vane le licerche fatte per isco- piirla. Con tutto cio iiotomizzai , aviu intoino a died an- iii, an tumoretto cistico svoltosi in detta regione,del vo- hiine di nn' a\ ellana , a pareti rol)uste, stratificate, ed in- ternamente liscio , sieroso, pieno di un umore torbo, spes- so, e carico di albumina. Osservando questo tumoretto ven- nemi naturalmente il pensieio, ch' esso altro non fosse, clie la borsa mucosa sottocutanea , ivi ammessa dal Vel- peau, fattasi niorbosa e idropica. Dietro la quale opinione datomi a nuove e piu moltiplicate ricerclie che per innan- zi, non riuscii a meta piu fortunata; onde ritengo, die la pretesa borsa mucosa sottocutanea del bordo inferiore della sinfisi del mento non sia che una cisti di nuova formazio- ne. Non pero di nieno , se alcuno volesse pur ivi porre r esistenza di una borsa mucosa sottocutanea, io non vor- ro contraddire, ma si veramente, che solo vi si ponga co- me rarissima, ed afFatto accidentale. La terza sta suU' angolo della cartilagine tiroide , ed e stata pur essa accennata da Beclard. ]Mi sia lecito avverti- re, che questa borsa vuol essere bene distinta dalla sotto- joidea o tirojoidea di Malgaigne (1), la quale e profonda j e situata tra il legamento tiro-joideo per una parte, 1' os- so joide ed il muscolo tiro-joideo dall' altra ; borsa per Io pill a cavita unica , e talora a due, a quattro , a cinque celle distinte fra loro per sepimenti quando completi , quan- do incompleti. Mi sono permessa quest' avvertenza , peroc- die ho udito piii volte chirurghi anche niolto istruiti con- iondere questa borsa colla sottocutanea di Beclard. Abuse- rei della vostra sofFerenza , oltre 1' escire dal niio proposito, se io qui mi facessi a discorrere i vantaggi , che nella pra- tica possono venire da cosi fatta distinzione. Diro intanto, che la borsa tiroidea di Beclard giace nella lassa cellulare (1) Trait<5 d' Anat. Chiriir. et de Cliirur. expdr. par I. F. Malgaigne. Brn- \el. 1838. pag. 240. Sui.LE BORSE MUG09E EC. 71 sottocutanea , clie conispontle al jiorno di Adamo ; clie di rado occorre ; clie sol sette voltt? 1' ho veduta in cinquan- totto cadaveii di adidti di vaiio sesso ed eti, e tie volte assai distiiita e sviliippata, niassimameiite in tin uorno, dov'essa era pur anco in contatto colla tiro-joidea o sottojoi- dea di Malgaigne, con la quale pero non comunicava. For- se tra queste due l)orse esiste taloia una cotnunicazioue, la quale amniessa spiegherebbe ceite difFeienze che corro- no fra gli x\utori iiel descriverne 1' estensione; che alcuni fanno discendere la borsa sotto-joidea di Malgaigne sull'an- golo dclla cartilagine tiroide , o sul porno di Adamo , men- tre altri 1' hanno per estranea a questo punto. Vidi qnesta borsa sotto-joidea enormemente dilatata in nn feto settl- mestre, e suddivisa in molte cellule piene di sangue gru- niato : fu presa per nn gozzo congenito ; ma un piu atten- to esame istituito posteriormente mi disvelo la glandula tiroide nella sua propria sede , e solo atrofizzata per la compressione fattale dalla gran mole di tale borsa einulau- te quasi il pugno di un adulto. Figura come quarta nel quadro in esame la borsa mu- cosa sottocutanea acromiale, di cui pure scopritore si fa il Beclaid. E opinione generalmente ricevuta, che questa bor- sa per solito esista , e che mai non manchi in coloro che usano portar pesi suUe spalle, o mediante larghe cinghie sul dorso. Sembra che i brodoni dello imbusto nelle donne e gli straccali negli uoinini ne abbiano altresi a favorire lo svolgimento. Con tutto cio essa non mi e occorsa si di fre- quente com' e stato detto; clie in cinquantasette cadaveri di adulti, parte uomini , parte donne , di varia eta e condizio- ne , non la riiivenni che in diciannove , sette dei quali era- no di portatori, due di militari , quattro di muratori , il re- stante di uomini e donne di cui non seppi il mestiere. L'ho poi veduta mancare in questi diecisette cadaveri tre volte a destra ; e due volte da questo lato la incontrai doppia , una tripla, mentre sei volte mi si offerse molteplice a sinistra. Schreger ha similmente trovata molteplice questa borsa. La quinta e la sesta delle borse mucose sottocutanee di questo quadro corrispondono una alia epitroclea , e 1' altra 72 LUIGI Calori air epicondilo. Parl6 Boclard dclla prima, Vclpeau dell' ul- tima, e Schreger , parmi , innanzi Velpeau. Stando alle mie proprie osservazioni diio, chc tali horse in sessanta cadave- ri di adiilti non mi apparvero clie sette volte in ambo i la- ti , e due solo a destra ; e fn quella che giace siiU' epi- condilo ; perche sembra essere alquanto piii frequente del- r altra ciii non rinvciini clio otto volte a dostra similmente. Trovai quella dell' epicondilo idro[)ica , ed estesa in al- to sul braccio sinistro di una fanciulla morta di tisi pol- nionale. La settima e la borsa mucosa sottocutauea dell' olecra- 110, o retro-olecranica , la quale viene attribuita a Camper. Neppure una volta bo veduto in sessantasette cadaveri di adulti di varia eta, sesso , e mestiere fallare questa borsa , che secondo 1' osservazione degli anatomici inglesi sarebbe sviluppatissima , e soggiacerebbe di frequente alio igroma ne' lavoratori alle miniere di carbon fossile. L' ottava e la iiona situate una suU' apofisi stiloide del- r ulna, altra sulT apofisi stiloide del radio, diconsi scoperte da Bourgery, ma erano per innanzi state descritte e deli- neate da Schreger. Incostanti sono quests horse, ed in qua- rantadne cadaveri di adulti solo in quiudici le rinvenni , dieci volte tutte due in ambo i lati : quattordici volte si- milmente in ambidue i lati quella dell' ulna, ed una solo a sinistra. Vidi tre volte maucare a destra, e cinque a sinistra quella del radio , la quale percio sembra essere me- no frequente dell' altra. Raro e, che si offrano ben distinte le horse mucose sot- tocutanee aiumesse da Beclard sulla faccia dorsale delle ar- ticolazioui metacarpo e metatarso-falangee , non che delle articolazioni delle prime falaiigi delle dita coUe seconde , ed aggiugnero quelle, che Velpeau dice di aver ritrovate sulla faccia palmare di queste ultimo articolazioni; horse tutte indicate e in parte delineate da Schreger, e die non mi venne mai fatto d' incontrare , quantunque non abbia risparmiato di moltiplicarne le ricerche. E rispetto alle ac- cennate da Beclard diro, che quasi sempre sono rappresen- tate da una sottile cellulosa laminare, rarissimaraente in SULLE BORSE MUCOSE EC. - 73 corrispondenza di alcuna tlelle nominate articolazioni confor- mata in apparenza di borsa mai bene distinta. E gii Beclard stesso aveva notato , cho tali borse erano per solito con- fuse con quelle dei tendini vicini : lo cbe , se nial non mi appongo , significa, cb' esse per le piu volte non esistono , come in realta. Nel novero del quadro figurano come de- cima, undecitna, duodecima e decimaterza. La quarta decima e quella, cbe Bourgery delinea sulla spi- na anteriore superiore di ciascun' ileo. lo tengo questa bor- sa per assai rara, non avendola in cinquanta cadaveri di adulti veduta cbe in cinque, due volte in ambidue i lati, una solo a destra , e due solo a sinistra. Gunter pero I'avreb- be di frequente osservata a destra nei tessitori , siccome quelli cbe sostengono in quel punto una pressione quasi continua legata con 1' esercizio del loro mestiere. La quinta decima posta in corrispondenza della punta del gran troncantere e stata indlcata da Beclard. Alcuni I'am- mettono se non costante, frequentissima. A me non e riu- scito vederla , cbe cinque volte in ambidue i lati , tre solo a sinistra, due solo a destra in cinquantotto cadaveri di adulti , uomini e donne. La sesta decima accennata da Velpeau, ma descritta pri- ma e delineata da Scbreger, si trova sulla tuberosity iscbia- tica. Nessuno dubiteri, cbe questa borsa non debba essere costante, sendo cbe corrisponde ad una sporgenza, e non manca ivi ne pressione, ne attrito ; condizioni cbe favoreg- giano lo sviluppo delle borse mucose ; ma in onta di cio essa di frequente ricercasi in vano ; e per verita in settan- ta cadaveri di adulti non mi occorse cbe diciasette volte. E pensando , die le donne per la vita piii sedentaria, cbe elle conducono, fossero piii acconcie a dimostrarmela , pre- scieglieva i loro cadaveri per la ricerca, ma in quaran- tatre non la rinvenni cbe in otto : lo cbe prova cbe quan- do noi imponiamo fini e condizioni alia natura , corriam pe- ricolo , cbe il fatto non torni vere le nostre conclrtsioni , e cio sia detto a conferma della proposizione superiormente enunciata. Non pertanto Scbreger vuole , che questa bor- sa mai sempre esista , e cbe apparente siane la mancanza, T. VIII. 10 Ti Lmci Calori asseveraiido, clie spesso riempiesi di plnguedine (1). Lo clie vorrebbe dire, cb' ella spesso non ci ha , e che in suo luogo tiovasi im amrnasso pingiiediiioso, com' c veramente. Noil men curioso che utile sarebbe investigare , se nelle donne de' Boschimani il mostruoso sviluppo delle natiche dipenda soniplicemente da Iiissureggiante pinguedine, op- pure vi abbia ancbe parte, e come nel caso ve l' abbia, la borsa mucosa sottocutanea di detta regione. La decima settima giace suUa faccia antcriore della ro- tula , e ne e attribuito a Camper il discoprimento, quan- tunqiie fosse gia per innanzi conosciuta (2). Questa borsa h quasi costante, non avendola veduta in ottantauno ca- daver! di adulti fallare, che in quello di un giovane tisico di 26 anni , da ambidue i lati. Dicesi sviluppatissima in co- loro che costumano di stare a lungo in ginocchio. Ha di- versa sede, poiche trovasi quando nella cellulare subito sot- to ai comuni integumenti, quando tra due lamine dell'apo- neurosi fascialata , la quale , come ha scritto Petrequin al- ia pag. 725 del suo Trattato di anatomia medico-chirurgica stampato a Parigi nel 1844 = se dedouble pour loger une bourse muqueuse etendue sur toute la iace anterieure de cat OS, et destinee a favoriser le glissement de la peau = Ella ha questa estensione , ma talvolta e assai piu' ridotta , e suol essere cellulosa , e non infrequentemente divisa in ca- vita aiTatto separate e talor addossate , e tre volte mi occorse doppia, due a sinistra, una a destra, delle quali due hor- se una giaceva subito sotto i tegumenti , e 1' altra fra le due suddette lamine della fascialata. Schreger la vide triparti- ta. Soventemente in cadaveri di uomini vecchi , che a piu di un terzo giovarono delle mie ricerche , la trovai a pa- reti grosse e robuste, con I'apparenza, nello interno, di mem- brana mucosa , e con sepimenti incompleti e briglie , e si spinta contro la rotula da aderirne strettaraente al periostio. (1) Qiiesia maniera di vcdere i legala alia leoria di Schreger stesso , che i lipomi cisiici altro in molti casi noo siaao clie borse mucose enormemente di- suse e piene di grasso. (2) Yedi Jancke e Koch sucitali. SULLE BORSE MUCOSE EC. 75 Sotto dl essa ve ne ha altra , cliiamata da Lusclika , che ne h salntato inventore, borsa patellare profonda , posta tra la fascialata ed il periostio della rotula ; borsa pur essa tal- volta scompartita , e spessissimo in comunicazione coUa sot- tociitanea, e di una esistenza quasi costante ( Arcli. di Mul- ler 1850). Avendo istituite osservazioni in proposito ho ri- trovato in trentadue cadaveri di adiilti, parte uoniini, parte donne, undici sole volte questa l)orsa , otto in ambidue i lati, una soltanto a destra, e due soltanto a sinistra, e nove in comunicazione colla sottocutanea. Questo ragguaglio numerico diversifica molto da quello del lodato autore, il qua- le ha ammesso trovarsi questa borsa profonda dieci volte in dodici cadaveri , ed esserne come eccezionale la man- canza. NcUa quale senteiiza non saprei convenire , poich^ il numero delle volte die mi e occorsa , non solo non giu- gne alia meta del numero dei cadaveri , ne' quail 1' ho ri- cercata , ma ne e anche riuscito molto al disotto : perch6 tengo , che tale borsa dcbba noverarsi fra le accidentali. Ci6 posto , e considerato , che assai di frequente comunica colla sottocutanea , e a credere, che ella sia stata pur veduta da- gli anatomici anteriori al Luschka , ma conlusa colla sot- tocutanea medesima (1). (3) lo aveva consegnala questa Mcmoria, e ne era prossima la stampa, qnan- do fra i varii libri vemili in dono alia nosira Accademia eravi il BiiIIciId pliysi- co-malheniatiqiie de I'Acadeinie de Sainl-T'i'lersboiirt; Tiiiii. XV (l8o7) , nel qua- le alia paj,'. ISO leggevasi una Meinoria del Duit. Mi'd., el cliir. Wenzel Giuber inlitolala — die IJiiria accideotale. Nelle oiie osservazioni non ho 76 LuiGi Calo»i La decima ottava spetta all' autore del quadro in esame, ed e da lui ammessa suU' angolo superiore esterno della ro- tiila. lo lion rui sono niai incontrato in questa boisa , ma ho soventi volte veduta fiiio al detto angolo estesa la bor- sa antirotnliana sottocutanea, di cui quella e probabilmen- te una pertinenza, raro non essendo , clie 1' antirotnliana predetta sia divisa in piu celhile , fra le quali ne hanno talora alcnne affatto distinte, non comunicanti cioe colle al- tre, come dissi poco sopra ; particolarita , die mi e venuto di osservare anche pochi giorni sono, nel cadavere di im vecchio. La decimanona e la ventesima rispondono ai condlli fe- morali, e fuiono indicate da Velpeau. Anche queste borse non mi si sono mai presentate. La ventunesima posta suUa tuberosity della tibia, ed ac- cennata essa pure da Velpeau esiste frequentemente , avendo- la trovata trentauna volte in cinquantadue cadaveri di adul- ti piu o meno sviluppata , fra le quali cinque solo nel la- to destro. Due anni sono mi si oiferse doppla sul cadave- re di un decollate , duplicita perfettamente simile si a de- stra,comea sinistra. Trovavasi una borsa niaggiore sulla tuberosita , ed altra piu piccola superiormente, distante dal- la prima intorno a due linee. In un muratore , die aveva la pelle callosa in corrispondenza del legamento rotuliano sinistro , non solo era doppia , ma le due borse erano an- che ingrossate ed ampliate e idropiche, e la superiore esten- devasi fin presso 1' angolo inferiore della rotula, Una con- simile osservazione fu da me fatta in una vecchia accatto- na , con questa difFerenza, che le due borse si erano fatte innormali in ainbo i lati. Qnesti due casi ricordano 1' igro- ma del capo della tibia ammesso da Cooper. La ventesima seconda e la ventesima terza situate una dislinia la media , ccrtamenie p«rclift avendola sempre vcdiila in comiinicazio- ne cnlla profunda , ho prese le due borse per una sola , e per verili Gniber non ha trovata disiinta la profonda clie due volte, raa per solito unita alia media, od alia superficiale , ovvero perchi le tre borse, come non di rado avviene, non formano veramente che una borsa sola. SULLE BORSE MUC08E EC. 77 sul malleolo esterno , altra sul malleolo Interne , delle qua- li si fa scoprltore il Velpeaii , ma che Schreger gi^ aveva conosclute, s' incontrano assai di rado; perocche in sessan- taotto cadaverl quasi tutti di uomini adulti non rinvenni qiiella del malleolo esterno che nove volte , cinque solo a destra e quattro in ambidue i lati , sette quelia del mal- leolo interno, sei a destra ed a sinistra, ed una solo da questo lato. Dicesi, che quelia del malleolo esterno acqui- sti un ragguardevole sviluppo, od anche sol si sviluppi nei sartori : io ho quest' asserzione per gratuita ; imperocche , posta la mentovata condizione, non mi e venuto fatto di incontrarla. Le tre ultime del quadro , la ventesima quarta cioe , la vi- gesima quinta e la vigesima sesta appartengono tutte alia pianta del piede , e furono indicate da Lenoir intorno a venti anni fa. Una di esse corrisponde alia tuberosity del calcagno , e le altre due giacciono sotto le teste del priaio e del quinto metatarso. In sessantasette cadaveri di adulti , ed in undici di bambini, ho quasi sempre ritrovate queste borse piu o meno sviluppate, e chiare, e sempre distintissima e chiarissima quel- ia in corrispondenza della tuberosity del calcagno. SI disse dapprima, che la pressione e 1' attrito erano causa dello svi- luppo di tali borse, ma in appresso essendosi osservate an- che in feti ed in bambinelli , che non si erano per anco- ra retti su' piedi , si abbandono quelia spiegazione , e sem- brava, che gli anatomici piu moderni 1' avessero dovuta unanimamente sbandire dalle loro scritture; ma la cosa non e andata cosi ; che anche recentemente il Jarjavay nel Tom. Sec. pag. 74^8 della sua Anatoinia chirurgica stampata a Parigi nel 185-1 segue la prima maniera di considerare. Io posso accertare di avere in undici neonati vedute cotali borse , e specialmente quelia che trovasi in corrispondenza della tuberosity del calcagno ; perche tengo , che la pres- sione e r attrito non abbiano parte nel loro sviluppamento , o per dir piu esatto, nella loro formazione. Lo Schreger nella citata dissertazione de bursis mucosis subcutaneis etc. descrisse altre borse mucose sottocutanee pretermesse dal Padieu nel suo quadro. Io verro brevemen- te enuraerando queste borse. 78 LuiGi Galori Ammette egll alcune piccole borse mucose sottocutanee nella regione occipitale e nelle palpel)rali, le quali tutte bor- se, conl'orme si rilcva dalle parole tlello Schreger stesso , altro non sono die tumoretti cistici. Pone una boisa mucosa sottocutanea tra la mascella su- perioie e I' inferiore, la quale liorsa si riempie di pingue- dine, e die, sccondo ho potuto arguire , corrisponde al lobo od ainmasso pinguedinoso, die trovasi costantemente presso il massetere nella regione intermascellare o genale, e die costituisce ne' ben nutriti la pienezza, o rotondita del- la guancia. Indica una borsa mucosa sottocutanea ascellare o mam- maria , una alia base del torace sui lati : borse tutte an- ch' esse piene di grasso. Delinea e descrive alcune borse mucose ipogastriche ed inguinali rappresentate , come le precedenti , da lobetti pinguedinosi. Vede una borsa mucosa nel cuscinetto adiposo del monte di venere nella donna , ed altre due ai lati del legamento sospensorio dell' asta virile. Parla ilnalmente di una borsa mucosa sottocutanea po- pli tea, essa pure convertita in un sacco pinguedinoso, e di un' altra borsa in corrispondenza del capitello della fibola. Di tutte queste borse mucose sottocutanee io non mi so- no incontrato die una sola volta in quest' ultima nell' ar- to inferiore sinistro del cadavere di un uomo di 40 an- ni circa. Per le quali tutte osservazioni cliiaro apparisce, die le borse mucose sottocutanee normali sono ben poche in con- fronto del gran novero datone dal Padieu , e credo deb- bansi ridurre solo alle seguenti. 1.° Borsa mucosa sottocutanea olecranica. Camper. 2.° Borsa mucosa sottocutanea antirotuliana pur essa a Camper attribuita. 3." Borsa mucosa sottocutanea sulla tuberositil della ti- bia. Velpeau. 4..° Borsa mucosa sottocutanea in corrispondenza della tuberosita del calcagno. Lenoir. SULLE BORSE MUCOSE EC. 79 5.** Borse mucose sottocutanee corrlspondenti alia faccia plantare della testa dei metatarsi primo e quirito. Lenoir. La altre tutte die ho discorse, vanno, secondo me , ad ampliare il quadro gia molto esteso delle accideiitali. Con- siderando, clie un dato numero di queste Lorse si trova su parti fisiologicamente costituite, e nulla offre di morboso, e die altre corrispondoiio a parti, die per vizio o mala disposizione congenita , od avventizia , o per altro sono de- formi, manche, deturpate ec, presentino esse o no morbo- siti , parrni, che sen possa stabilire la distinzione in fisio- logidie ed in patologiclie. Le borse mucose sottocutanee accidentali fisiologiche o sono legate, in quanto alia loro esi- stenza e sviluppo, alia frequente ripetizione di certi atti , air esercizio di alcun mestiere ec, quasi che una parte abi- tualmente operante si crei 1' organo , che ne agevola o ne rende possibilmente innocua 1' azione , e la fa durare contro la poteiiza die la spinge ad agire; oppure tali borse non of- frono questa correlazione: donde la possibilita di distinguerle in due serie , le quali peio non possono avere limiti ben precisi per ragioni che appariranno piu avanti , ma che non ostante voglionsi ammettere , si perche in fondo ne e sostan- ziale la differenza , si perche piii ordinata ne torna 1' espo- sizlone. Serie I.* Borse mucose sottocutanee accidentali fisiologi- che corrlspondenti alia frequente ripetizione di certi atti , alio esercizio di alcun mestiere ec. Fra queste borse si para innanzi come prima quella che talora svolgesi in corrispondenza dell' apice dell' apofisi spi- nosa della settima vertebra cervicale o vertebra prominen- te, e che trovasi in quel che sono usi portar gravi cari- chi sul dorso. Beclard , e Schreger sembrano essere stati i primi a descriverla. lo ho veduta questa borsa in tre ca- daveri di portatori, o faccliini che si chiamino, non pe- ro semplicemeute limitata all' anzidetta apofisi spinosa. In uno estendevasi in alto fino all' apofisi spinosa della se» Sta vertebra cervicale; in altro fino all' apofisi spinosa del- la prima vertebra dorsale ; in un terzo aveva questa estensio- ne 5 ma era doppia , una borsa cioe corrispondeva alFapice 80 LuiGi Calori dell' apofisi spinosa della proniinente, e 1' altra a quella del- la prima dorsale : le due borse erano addossate. Lo Schieger in oltre aiiimette due altre borse miicose sottocntaiiee, che nel qiiadro ilcl Padien non veggoiisi iscritte , una delle qua- il corrispondc al processo spinoso della sesta vertebra cer- vicale , ed un' altra al medesimo processo della quinta. Giam- niai queste borse mi occorsero, Vengono in secondo luogo quelle borse mncose sottoca- tanee rispondenti agli apici dei processi spinosi delle ver- tebre di altre regioni, e specialinente della lombare. Anche queste borse sono state indicate da Sclireger, ma preter- messe dal Padieu. Troverebbonsi queste borse pur esse di preferenza ne' portatori? lo confesso di non averle mai pO" tuto vedere. Annovero come terza quella borsa mucosa sottocutanea , clie Beclard , ed in seguito Cruveilhier e Velpeau , afFerma- no di avere osservata sulla faccia esterna del m. gran dor- sale ai lati della colonna vertebrale ne' portatori„ Mai mi e venuto d' incontrare questa borsa. Segue come quarta una borsa mucosa , che rinvenni sul- la meta circa della spina di amendue le scapole in iin por- tatore , e che era partita in tre cavita a sinistra , e sem- plice a destra , a piu piccola ; poiche quella emulava un uovo di piccione, e si estendeva in basso sull' aponeurosi che copre il muscolo sottospinoso , 1' altra non giugneva ad eguagliare il volume di una nocciuola, e di poco eccedeva la larghezza del dosso della suddetta spina. La quinta e la borsa mucosa sottocutanea acromlale, di cui ho ragionato sopra. La sesta appartiene al Velpeau, che la rinvenne sulla fac- cia anteriore dello steruo de' legnaiuoli o falegnami, e che io vidi una sola volta in un calzolaio, che aveva lo sterno oltremodo infossato. La settima , 1' ottava e la nona situate sulla parte po- steriore del cubito sinistro, sulla faccia dorsale del secon- do e quinto metacarpo destri furono dal Padieu ritrovate negli operai in carte dipinte. La decima s' incontra sulla spina anteriore superlore de- gli ilei , e di questa borsa ho gii parlato superiormente. SULLE BORSE MUCOSE EC. 81 L'undecinia e la dnodecima corrispondono alia faccia an- teriore ed esterna deila regione femoiale, e veggoiisi tal- volta ne' calzolai. Sclireger, e Velpeaii. Dicesi, clie qiiella situata sid rnalleolo estenio occona ne' sartori. Notai gia di noti averia riiivenuta, qtiaiitiinque non mancasse una tale cotidizione, e di aveila incoiitrata senza di qnesta. Cosi forse alcune volte si compoitaiio pu- re, aiineno in parte, la Jjorsa mucosa sottocutaiiea acro- miale, quella della spina anterior superiore degli ilei ec. Dissi almeno in parte, poiclie non mi consta clie esse non siansi rinvenute nello esercizio di quel niestieri , ne' quail nianifestansi, ed ottengono il niaggiore svilnppo; avvegna- che siansi talvolta incontrate senza quella circostanza : ecco perclie di sopra avvertii nello stabilire le due serie di que- ste borse mucose , che i lirniti non ne potevano essere ben definiti , benche sia piu che sufficiente e plausibilissimo il motivo della proposta e da me seguita distinzione. Serie II. Borse mucose sottocutanee accideutali fisiologi- che , nelle quali non puo verificarsi , quanto alia loro esi- stenza ed al loro sviluppo , la condizione notata nelle pre- cedents La prima e quella che B(^clard aramise sull' angolo del- la mascella inferiore. La seconda rinviensi sul bordo inferiore della sinfisi del mento. Velpeau. La terza trovasi suU' angolo della cartilagine tiroide. Beclard. La quarta e la quinta corrispondono alia epitroclea ed air epicondilo. Schreger e Velpeau. La quinta e la sesta hanno sede all' apofisi stiioide del radio e dell' ulna. Schreger e Bourgery. Come settima, ottava e nona riguarderemo tutte quel- le, che talvolta occorrono sulla faccia dorsale delle articola- zioni metacarpo-falangee, e falangee, non che quelle sulla faccia palmare delle articolazioni falangee. Beclard, Schre- ger, e Velpeau. La decima corrisponde alia tuberosita ischiatica. Schre- ger, e Velpeau. T. viir. 11 S2. Lurci Calori L' undecima all' angolo superiore esterno della rotula., Pail i en. La deciina terza e quarta a ciascuna tuberosity condiloi- dea de' feniori. Velpeaii. La decima quinta al capitello della fibola. Schreger. La deciina sesta al malleolo iiiteino. Sclireger, e Velpeau. La decima scttitna alia fiiccia dorsale dello scaioide. Velpeau. La decima ottava alia faccia plantare del medesimo os- so. Velpeau. La deciina nona all' articolazione tarso-metatarsea. Brodle. La ventesima e la ventnnesima ai lati esterno, ed in- terno della testa del primo metatarso. Brodie , e Velpeau. La ventesima seconda e la ventesima terza al lato ester- no delle estremitii anteriore e posteriore del quinto meta- tarso. Velpeau. Sotto la ventesima quarta e la ventesima quinta com- prendo quelle die Beclard e Schreger pongono sulla faccia dorsale delle artlcolazioni metatarso-falangee e falangee. Ora delle borse mucose sottocutanee accidental! patologich©. Fra queste noverera primamente una borsa mucosa sot- tocutauea nucale, cite rinvenni idropica in due feti emiace- falici ed anasarcatici, si che sendjrava un tumore avvenuto per spina bifida cervicale, od occipitale. In uno di quei feti enudava essa il volume di nu ovo gallinaceo , e si estendeva in alto fin presso l' angolo lambdoideo , in basso verso la base del collo , e sui lati alle regioni mastoidee. Nell' altro era piii piccola ed aveva il volume di una gros- sa noce : ascendeva fino alia meta circa della faccia ester- na della porzione lambdoidea dell' occipite, ne eccedeva inferiormente la seconda vertebra cervicale, A primo aspetto io ed altri creileinn>o si trattasse di spina bifida, o anche di ernia cerebellosa congiunta ad idrocefalo ; credenza che ben presto svani completamente mediante la dissezione. La seconda h quella che Brodie riscontro sulla parte piu eminente di una gibbositA della colonna vertebrale. Indichero come terza e quarta due borse mucose sotto- cutanee, che ritrovai nel feto paracefalico , di cui feci men- zione trattando delle borse mucose che Beclard osserv6 SULLE BORSE MUCOSE EC. 89 dietro gli angoli della mascella inferlore , ed erano esse altresi idropiclie. Una di tali borse presentavasi a ciascun lato del toiace , ed aveva il volume di un ovo di piccio- ne : dopo un tratto di tie in quattro linee se ne offcriva un' altra presso a poco della medesrma grandezza , bor- sa clie era similmente da ogni lato, e copriva le regioni ipocondriache , ed in parte le epicoliclie. Corrispondeieb- bero mai queste borse a quelle clie Sclireger amniise nel- le regioni ascellare e mammaria , ed ai lati della base del petto ? La quinta e quella che talvolta esiste sul moncone de- gli amputati , e fu indicata da Beclard. La sesta e la settima si rinvennero da Beclard e da Bro- die sui kti del piede nei vari e nei valgi. Nunierero come noiia una borsa mucosa sottocutanea compartita in cellule di diversa grandezza, da me osserva- ta lungo quasi tutto il lato esterno del quinto me*^^atarso di ciascun piede in una donna, cbe portava nella pelle di quel lato un callo enorme. Ammetto per decima una serie di borse mucose che vi- di fra le teste dei metatarsi in una giovane donna, ed erano patentissime alia regione dorsale del piede destro. Le dita erano deviate e assai raccolte ed in parte soprappo- ste , e tutto cio sembrava fosse avvenuto per troppo stretta calzatura. Di queste borse feci gia pubbiica dimostrazione neir aprile dell' anno scorso. Menzionero finalmente due borse mucose sottocutanee occorsemi una al lato esterno, 1' altra alio interno dell' arti- colazione falangea del pollice in un individuo che portava una curiosa deformita della regione digitale di anibo i pie- di, deformita che consisteva nell' essere assai corte le quat- tro ultime dita, ed il pollice proporzionatamente assai lun- go, il quale piegava alio esterno sotto le altre dita facen- do un angolo quasi retto col suo rnetatarso , e volgeva il suo margine esterno posteriormente , ed alquanto in alto, ricevuto nei soico cutaneo corrispondente alia faccia plan- tare delle articolazioni metatarso-falangee delle dita sud- dette, ed il margine interno in basso ed in avanti. Oltre 84 Ldici Calori te due borse menzionate, tie me ne apparvero alia testa del metalarso pur del pollice , una interna, 1' altra esterna che proliinsravasi aiiclie nil' articolazione metatarso-falangea e siipeiavala ; la teiza inlVrlore o piantare , tie horse che pia iiulicni nclla minierazione tlelle uonnali e delle acci- deiilali fisioloiiiclie. Tale e il novero e la distribiizioiie die ho creduto do- ver fare delle horse inncose sottociitanee. Se qiiesta niiova distrihiizione sia veraineiite natiirale, e consegua i vantag- gi c!ie dalla sistcmnzione dei latti g(Mieralinente s' iiiipro- mettono , a Voi , Signori , il giiidizio. E qui dovrei per fine a questa iioiosa diceria; tna permetteteuii ancora al- qnante parole intorno ad alcune lioise mucose profonde, ed a quelle sotto la lingua che da Fleischinann , sedici ati- ni or sono, si descrissero. Theile nel Tomo III. della Enciclopedia Anatomica pone una borsa mucosa fra i due strati del nuiscolo massetere, ed e proclive ad ammetterne altre fra le carni del musco- lo quadricipite crurale, e precisamente di quella porzione che ha nonie di crureo. Ho sempre cercate inutilmente queste borse; perche tengo siano purarnente accidentali , e le ultiine Tors' anche patoiogiche. Credo altresi accidentali le borse mucose ammesse alia estremita terminale dei teiidini d' inserzione de' muscoli radiali, e del pari (juella veduta da Isenflamm ( Enciclop. Anat. Tom. cit. ) tra la linguetta esterna del tendine di origine del muscolo retto anteriore del femore e il bordo superiore dell' acetabolo, perocche in qnarantadue cadaveri di adulti, le prime iion mi apparvero che tredici volte, Hon sempre da ambo i lati, ne sempre in ambidue i ten- dini del medesimo lato , e la seconda dieci volte, sette a destra , e tre a sinistra. Non e a mia notizia clie alcuno abbia parlato di una borsa mucosa fra il legamento laterale interno dell' artico- lazione del ginocchio e la tibia. Nel 1810 trovai questa borsa in due cadaveri di iiomini adulti; la prima volta in ambidue i lati, la seconda solo a destra; e la feci fonna- re in cera dall' espertissimo modellatore anatomico Giuseppe SULLE BORSE MUCOSE EC. 85 Astorri , e si conserva tuttora iiel Miiseo di anatomia uniana alle mie cure affiJato. Era tale borsa lunga circa un centinietro, eJ a caviti lineare. D' allora in pol cer- cata e ricercata iion mi e mai piii apparsa questa borsa mucosa. Parmi che qui abbia naturalniente suo kiogo una osser- vazione fatta nel 1839 insieme coll' Ilbjstre e venerato mio Maestro e Predecessore , Prof. Francesco Mondini sopra il cadavere di un uomo cinquantenne ascitico ed anasarcati- 00. Trovanimo in amendue le gambe tra il muscolo ge- mello ed il soleo una vescica piena di liquido sieroso , la quale non tardo a metterci in sospetto , cbe ivi potesse normalmente esistere una borsa mucosa. Ma le ricerche istituite dippoi per convertirlo in certezza, ne fecero cono- scere trattarsi di una cisti di nuova forniazione. Finalmente la borsa mucosa sublinguale di Fleischemann data generalmente dagli anatomici per costante, ed anche, non ha molto , dal Jarjavay nel Tom. sec. delia succitata opera pag. 146, 6, secondo me, affatto accidentale , se pur non appartiene alia categoria delle cisti di formazion patologica. Nel 1812, un anno dopo la pubblicazione del- la Memoria del Fleischemann intitolata = De novis sub lin- gua bursis. Norimb. 1841 =, mi die occasione di occu- parmene un caso di pretesa ranula inviatomi dall' Illustre Collega Cav. Prof. Francesco Ptizzoli. Avendo iiella disse- zione trovati intatti i condotti Warthoniani, e veduto che ]a ranula consisteva in un tumore cistico, della mole qua- si di un ovo di gallina , pieno di iln umore giallognolo assai denso; tumore cho distendeva enormemente la muco- sa in corrispondenza del frenulo e delle sue adiacenze, e spingeva in alto e in addietro la lingua, e discendeva tra i muscoli genio-glossi e genio-joidei oltremodo divaricati, ed aveva grandemente avaliato, disteso, ed assottigliato il muscolo miio-joideo ec; pensai che questo tumore altro non fosse che la borsa mucosa sottolinguale posta a' lati del frenulo enormemente dilatata per inalattia. Allora comin- ciai le mie ricerche per vedere questa borsa , e fame pub- blica ostensione ; le ho proseguite fino al presente, ma 86 LuiGi Calohi fortuna non mi c stata arnica. Cercata c ricercata sotto il frcimlo , al lati di esso , tra i muscoli genio-glossi , io non ho niai rinvenuta clie una lassa e fma cellulare , la quale stiiata, sembrava conformaisi in cellule o piuttosto lacune , ma mai e poi mai non ho veduta una vera borsa mucosa distinta. Ed eccomi al line di qneste anatomiche annotazioni , le quali mi sono determinato di sporre al pubblico non pel" erigermi a censore degli altii , ma per solo amor di esattezza nell' Anatomia Normale che professo. 1)1 UNA PELVI OBBLIOUA-OVALE ESISTENTE NEL MUSEO ANATOMICO DELLi POMIFlCli UAlTERSITi DI CiMRINO RELAZIONE DEL DOTT. GIAMBATTISTA FABBRI PROFESSORE D' ISTITUZIOM CHIRURGICHE E DI OSTETRICIA KELLA PO.MIFICIA UNIVERSITA DI BOLOGNA ( Letla DcIIa Sessioae del 16 Aprile 1857. ) A Vol e noto , Accademici Collegia rlspettabilissimi, come , prima che alia nostra di Bologna , io m' avessi r onore di appartenere per nove anni alia P. Universita di Canierino. Ora nel ]\Iuseo Anatomico di quella Univer- sity primeggia tra le altie preparazioni una pelvi di donna che offre 1' esempio di deformita, rare ad incontrarsi se- parate , rarissime ad incontrarsi congiuiite , e forse accu- mulate questa per la prima volta in una medesima perso- na. Durante la mia dimora in quella Citta, io non ebbi agio , benche ne avessi desiderio , di pubblicarne la descri- zione corredata delle necessarie figure copiate con esattez- za dal vero ; ma dopo il mio ritorno in patria, questo mio desiderio voUi porre ad effetto. Dalla singolare cortesia del Sig. Cav. Tommaso Batti- bocca Rettore dell' Universita Camerte ottenni d' avere per qualclie tempo qui in Bologna il pezzo originale, si die mi fu dato presentarlo e descriverlo nelle pubbliciie lezio- ni di Ostetricia ; ed ebbi pure la soddisfazione di averlo V - 88 ClAMBATTISTA FaBBRI disegnato con tntta precisioiie rial valeiite artlsta Sig. Ono- frio Nannini , nolo ?o[)raUutto pel disegni litojiial"ioi del- r Atlaute dc\ cclebro iiostio Aiiatoniico Sig. Prof. Luigi Calori. II quale ilaiido opera perclie colla bcUezza degli og- getti da se preparati e desoritti , gareggiasse in Tavole di assai comode tnisnre, la piu scriipolosa rappresentazione del vero , nieglio di cjiialuiKpie altro^ Iia ragginnto lo scopo di offeriie alia Gioveiitu studiosa un Atlante anatomico rlcchissimo di limpidissime figure e clie , pel inodico prez- zo, puo cssere posseduto da' meiio facoltosi. Oltre ai disegiii del Nauuiiii, io noii volli preteriie di valermi ancora dell' opera di cpiell' egregio nostro Scultore anatomico Signor Cesare Bettini, al quale, or sono poclii niesi , in questa stessa Accademia la grave autoritu del Medici , nostro venerato Maestro , larglva conforto di lodi. Questi, cavata con tntta diligenza la forma delia Pelvi Camerinese, ne trasse un getto in cera che fu collocato nel nostro Museo di Ostetricia , e che oggi (1) in uno coi disegni dianzi ricordati e qui esposto alia vostra osser- vazione. Ne tacero che, animato da un sentimento, cui spero non vorrete biasimare , io adoperai ogni rnaniera di pre- murose diniande e di convenienti offerte afEnclie la nostra Universitii potesse pure arrivare a possedere la preparazio- ne originale. Ma la niia brama e la conceputa speranza furono in questa parte deluse ', e tra i segnalati favori con- cessimi da' Camerinesi io non potei quest' uno annoverare. Non e pero nienomata punto la stima e la riconoscenza , delle quali mi gode 1' animo conoscermi e confessarrai ad Essi pubblicamente e perennemente debitore. La descrizione di questo nobilisslmo pezzo patologico sara dunque 1' argomento delle mie parole; al quale parti- to tanto piix volentieri mi risolvo , in quanto che, per le ricerche da me fattene, non bo potuto scoprire che altri fra' nostri CoUeghi d' Italia siasi occupato nel dare contezza (1) 16 Aprile 1857. Dl UNA PeLVI OBBLIQUA-OVALE 89 d' alcuna Pelvi afFetta tla deforniita della specie di rjnclla, iotorjio a cui souo in procinto di teueivi discorso. Una prima occliiata ciie diasi alia preparazione dianzi accennata , basta per giudicare clie qui trattasi della = Pel- vis oblique ovata = del Naegele. La composizione del Ba- citio ol)l)li Unri li„.r>reve tempo, tra i quali mi basti accennare certo Emidio Monti, il quale dopo averc per 15 di bevuto in convenieute mi- snra 1' ac(pia solforosa di Riolo , appena arrivato in Bolo- gna, colpito dal male, infra poclie ore ne mori. E pure una verita dimostrata dalle osservazioni che i fabbrieanti di zolfanelli e di fosfori , nel corpo de' quali per ie vie della pelle e della mucosa interna e a supporre s' introduca quotidianamente una certa dose di zolfo, ban- no soggiacinto al mortifero contagio. Al quale proposito sarebbe stato mio dcsiderio di rifeiire 1' esatto numero di costoro attaccati dal morbo in Bologna; la qual cosa non mi e stata conceduta , dappoiche fra qnelli cbe avevano il modo ed il potere di appagnre quel giusto mio desiderio , solamente si piacque soddisfarlo 1' egregio e benenierito nostro collega Dottore Caetano Scaudellari Medico del Laz- zaretto del Ricovero, siguificandorni cbe in esso Lazzaret- to erano stati accoiti tre fabbricanti di zolfanelli die ne niorirono, e tre ragazzetti impiegati nella preparazione dei fosfori, due de' quali perdettero la vita, ed nno ne usci guarito. E se non bastassero ad infirmare la facolta anti- colerica dello zolfo le n)olte prove addotte , aggiugnero cbe ancbe negli abitauti de' lorreni zolforosi , o zolfatare situate nelle Romagne; che ancbe in coloro i quali lavorano col4 nclle uiiniere,e faticano nelle diverse iMcparazioni di quel niinerale, il colera si allargo , ed infieri oltre misura. Per- sone autorevoli di quei luoglii da me interrogate su tale avvenimeuto mi banno graziosamente partecipato, che nella vallata del Savio , nel quale influiscono i torrenti cbe scen- dono dalla Perticara , e da S, Pietro di Baguo, ove scatu- (I) Cenni siill' etiologia del Colera. Fano 1856. T. VJII. 17 130 Marco Paouni riscono Ic acqne solforose delle Terme tli S. Agnese , H niorbo ha fatto di lante vittlme quante In quelle contrade dove ha magglormente iinperversato ; clie le Parrocchie di S. Donato, e di Savigiiano di Rigo,i di cui abitauti usa- iio alia minieia della Perticara e della Marazzana, ne sono state pill afflitte d' allre circostaiiti , le quali e per la po- stura , e per la iniseria trovavausi a peggiori condizioni di quelle; die anche a Forniigiiano , che e una miiiiera di zolfo nolle montagne soprastaiiti a Cesena, il coicra ha fatto egnali stragi, e specialmente nei miuatori, in guisa che havvi clii si mostra inclinato a credere, che il lavorare in quelle niiniere predisponga grandemente i corpi a contrar- re la nialattia. Da altra lettera inviatami di cola si raeco- glie che in Perticara e ne' limitrofi luoghi moltissiini fiiro- no g!i attaccati , e ha qnesli parecchi i quali lavoravano nelle cave od avevano 1' ufficio di atteiidere alle caldaie , ed anche alcuni, che come soprastanti^ vivevano coiitinna- inente f'ra le solforose esalazioiii. Nel villaggio poi di San Donato vicinissima a Perticara, il quale somministra la jnaggior parte degli operai alia niiniera, infurio si orri])il- mente il colera, che stremo quasi della nieta quella popo- Idzione. Oltre le esposte generichc notizie , altre io ne ho ricevute , non ha guari , piii esatte e precise da un egre- gio medico di S. Agata Feltria , nn di mio aiTezionato di- scepolo , il Dottore Girolamo Bucci,che con indefessa sol- lecitudine assistette gran parte dei colerosi di que' luoghi, le quali notizie per la loro importanza sono degne di es- sere brevemente ricordate. Nelle miniere sulfuree di Ma- razzana e Perticara discoste fra loro breve tratto, e divise da nn fossato, lavorano giornalmente 30ft operai, tutta gente avventiccia che va e viene , gli uni surrogando gli altri dopo tante ore di lavoro. Sul luogo accaddero nella state deir anno 1855 8 casi di colera, e 3 morirono in meno di 8 ore, dei quali lui cavatore, e due addetti ai doppioni ove si distilla lo zolfo. Altri ancora furono colti dal morbo nientre stavano intenti al lavoro , d' onde reca- ronsi o furono portati ai castclli vicini, c morirono nelle proprie case. II Castcllo di Perticara, che giace all' Est, COKSIDEKAZIONI CbITICHE EC. 131 discosto dalle miniere circa un quarto di migllo quasi sul- la sommita del nionte , nelle cui viscere si scava lo zolfo , e foruiscc moiti operai, ebhe molti casi e molti morti. Anclie ii castello di Ugriguo a mezzo miglio circa al SuJ delle solfatare , clie da parecclii lavoranti ne' zolfi , ebbe a perdere non pochi individui, ad orita clie questo come il castello di Perticara sieno esposti a deuse esalazioui solfo- rose di dieci calderoni, che come densa nebbia invadono tutta la vallata. Ancbe Maiano sulla cima del monte al Nord-Ovest di Marazzana, e da questa distante breve trat- to, ebbe simibneiite alquanti casi. In S. Doiiato poi , ca- stello a due miglia circa all' Ovest delle solfatare e poco discosto da Maiatio, non havvi famiglia,la quale non som- ministri uno o piu lavoranti in quelle miniere, onde av- viene che le persone e le case mandano grave odore di zolfo , del quale pure sono imbrattate le vestlmonta. Cio nulla meno fu la dove maggiormente infieri il morbo , e si videro colpiti e morti quegli stessi che vivevano le intere giornate o le notti in uu' atmosfera estremamente satura di molecole snlfuree, come quelli clie addetti agli scavi del mincrale o ai calderoni avevano sull' epidermide e sul- le vestimenta un velo assai denso di particelle di zolfo. Dalla Tabella posta in fine si puo rilevare la popolazione , i casi, ed i morti di questo castello, siccome pure il nu- niero de' colerosi di altri piccoli paesi che fanno corona alle miniere, e che danno tutti lavoratori nelle medesime. Per le qtiali cose tutte io non saprei q>;ale maggiore evidenza di I'atti, quale copia maggiore di prove si potes- eero recare iimanzi contro la supposta virtu dello zolfo ; onde e dura necessity di chiudere 1' animo nostro alle bel- le sjieranze, che taluni ci avevano fatto concepire in quel presidio per preservarsi da una si grande calamita. In pa- ri tempo dalle esposte osservazioni pare a :ne se ne possa ricavare un argomento di non lieve valore per dimostrare I' invcrosimigliaiiza dcH' ipotesi della miasmizzazione , od animalcolizzazione. Imperciocche a rendere salda una ipotesi non basta II nietodo sintetico che e frutto della semplice intuizioiie, ma fa d' uopo che queila regga ad un' analisi 132 Marco Paolinx acciirnta de' fattl, eJ abhia una coiitroprova dalla pratica applicazione. Laoiule io credo di non andare lungi dal ve- ro affermaiido, che se alcuni de' paesi giacenti iti vicinan- za di sorgetitl niinerali solfoiose furono salvi dal morbo od ebbero a deploranie pochissimo vittimc, c\6 s' abbia con niolto fondameiito a credere dipendente da ben altre ca- gioni di qnello sia dalla virtu dello zolfo. Ad entrare nella quale opinione, oltrc i fatti superiormento riferiti , mi vi costringe aiicora il riflettere , clie se nel Granducato di To- scana il morbo asiatico non si dilFnse in luogbi ove scatu- riscono accjne snlfiu-ee, come per esempio Rapolano, cio avvcnnc nel CoiiipartimeiUo di Siena, cbe ebbe moiti vil- laggi e castella immuni, ed altri appena toccbi dal con- tagio (1). In quanto alia seconda proposizione sin da princlpio sta- bilita, vale a dire , essere andati esenti dal colera borgate, villaggi , castella qua e la , e nella nostra Provincia e fuo- ri , avvegnacbe in que' luogbi niancasse qnalsivoglia vesti- gio di zolfo , troppo a Inngo porterei il mio ragionamento se volessi tutti qne' luogbi soltanto enumerare. E come nelle diverse pestilenze die afflissero l' Italia, narrate dal Mnratori , alcuna volta qualcbe citta o castello seppero pre- servarsi in mezzo ad una quasi universale difFusione, me- diante 1' attivita, la filantropia , il coraggio de' loro magi- strati cbe troncarono a qualunque costo ogni comunicazio- iie coi paesi iiifetti , cosi non mancarono eziandio di re- startie altra volta illese altre citta, come per modo d' e- sempio Milano e certi paesi vicini alle Alpi nella peste cbe ncir anno 13i8 giunse ad infettare tutta Italia, seb- bene l' incontrata salvezza non s' avesse punto ad attribui- re a saggi e providi ordinamenti di pubblica Igiene. E il simigliaute accadde eziandio nelle nltime epidemie di co- lera, cbe banno qua e la infierito in diverse contrade del- la nostra Penisola , e fra gli altri antorl 1' illustre De-llen- zi dicbiara esserne alcuna volta andati immuni paesi po- (1) V. Monilore Toscano 2 Kovembre 1855. CONSIDERAZIONI CrITICIIE EC. 133 polosi lungliesso le vie del commeicio da ogni parte clr- condntl dal morbo , e dove il germe del inorbo stesso era siipponibile per le libere comiuiicazioiii di robe e di per- sone vi fosse state introdotto (1). II quale fatto aiizi che opporsi alia natura contagiosa del coiera porge invece una prova a favore della medesima; poicbe gli stessi capricci teste indicati accadono in altri evidenti contagi , come per esempio nel vaiuoioso, nei quali questa variabilita e queste anomalie osservansi giornalmente da tutti. E quantunque non sia cosa molto agevole date delle indicate anotnalie intera spiegazione , pure in qualche modo si potra inten- dere quel fenomeno , ove si ponga mente, che a rendere popolare un morbo contagioso in un paese non basta 1' ar- rivo di una cosa, o di un infermo clie contenga il ger- me del morbo , ma si ricliiede a cio il concorso di altre condizioni , di cui le principali e piu conosciute sono la disposizione meteorico-teilnrica , e la predisposizione degli uomini. Onde avviene talvolta che per non compresi , o non bene osservati ostacoli, aicune potentissime cagioni non possoiio produrre i soliti loro efFetti : e percio e a suppor- re , die nel caso in discorso il germe niorbifero giunto in un hiogo vi si estingua senza riprodursi e difFondersi. Ma lasciando ad altri piu capace di me 1' occuparsi di tali im- portantissinie disquisizioni , io mi faro solamente ad espor- re due osservazioni, delle quali ebbi plena contezza per jjropria testimonianza. La Parroccliia delle Capanne situata al Sud-Ovest di Porretta, che conta una popolazione di 950 aniine, uell' agosto deli' anno 1855 ebbe a deplorare numerose vittime dell' asiatico morbo. La borgata di Lu- Strola pero di iS foclii, compresa in quella Parroccliia, di cui ha una chiesa sussidiale, essendo dovunque circuita dall' iiifezione . ne ando salva, sebbene un paesano colpi- tone in Porretta a tutta forza volesse essere trasportato a Lnstrola suo luogo natlo, ove pervenuto cesso di vivere. Ne nieno importante, ne meno singolare si e la storia (I) lolorno al Col^ra di Napoli dell' anno 1&54. Rtlazioae ec. pa^. 148. 13t Marco Paolini deir epldeiuia osservata nella Parmcchia di S. Cecilia della Coivara , o Croara nolla state del predetto anno. Quella Panocchia, a tie migiia di distanza dalla citta fiiori Porta S. Stefaiio , si conipoiie di due sezioni, 1' una detta di Miserazzano , 1' altra detta di Corvara. Quest' ultima situa- ta air Est b formata da una catena di aineni colli di ter- ra fertilissima , mentre la prima posta all' Ovest giace so- pra un teireno gessoso , alle di cui radici c la vallata del Savena. Nella Gioaia proptiamente detta non ammalo nep- pure un solo individno anche leggermente di colera : per lo contrario nella sezione di Miserazzano il morbo di noa poco si estese , giacche di li attaccati 8 ne morirono , senza poi contare 18 colerine e diarree senza numero. In appoggio della verita di quanto ho esposto, io posso addur- re eziandio 1' antorita di quel reverendo Parroco D. Luigi Fame dei Canonici Lateranensi, die mi fn cortese delle notizie suiiidicate. Al quale degnissimo sacerdote mentre io rendo [)ul)l)liclie grazie della gentilezza usatami , e mio debito ancora di tributare sincerissime lodi per lo zelo , e la cristiana carita di cui egli fu esempio ammirabile , per- che non perdonando a faticlie, di giorno e di notte norx solo soccorreva i miseri colerosi dei conforti della religio- ne , ma eziandio dei presidii iglenici e terapeutici de' qua- li avessero abbisognato. Considerando attentamente le con- dizioni topogi'aliche, cosmico-telluriche , igieniche, eJ in- dustriali degli abitanti della Ciovara e di Miserazzano , io non saprei a quali speciali cagioni assegnare i' incoUiraitu dei pritni , e la grave invasione dei secondi ; ove pero io mi dilettassi di creare fantastiche ipotesi iion me ne man- clierebbe 1' opportuiiila , avuto riguaido alia natura del ter- reno gessoso , pel quale il morbo apparentemente sembro avere particolare predilezione. Ne mancherebbero all' uopo osservazioni valevoli ad appoggiare un tale concetto , dap- poicbe in altre colline parimeuti gessose, quali sono, per esempio, Monte Donato, Gesso, e Gastel de' Britti , do- mino il colera presso a poco nelle stesse proporzioni. Se non die la geologia , che fu audi' essa invocata dagli stu- diosi per investigare le ragioni delle vie percorse dal morbo, CONSIDERAZIOKI CrITICIIE EC. 135 Tie mos(rerel)l)e ben presto la falsitii avendo incgolarineii- to scrpcggiato per tcvrerii di qualuiique indole e coniposi- zione. Questi fatti mentre per 1' una parte concorrono ad esclii- dere la S[>ecifica virtu dello zoifo, del)bono per 1' altra ec- citare i cultori dell' arte medicinale a porre ognl studio nel meditarli ; poiche da un esatto confronto di tutti gli ele- meriti , o le condizioni relative de' paesi in cul Iia o non ha fatto comparsa il colcra , io stimo con assai di ragione si possa discliiudere una via per trovare i modi acconci onde preservarsene. Al qual fine appunto credetti prezzo deir opera di fare iiuove ricerche ed indagini intorno 1' in- fluenza di certe arti od industrie, i di cui risultati io bre- vemente esporro , ponendo cosi un termine a questo trop- po lungo e fors' anclie noioso ragionamento, » Stimano alcuni , dice il piu volte citato celebratissi- mo Muratori , die sia giovevole preservative in tempi di Peste r odore ossia il puzzo , clie esala dalle Concie , e fabbriche de' Corami, Cordovani ec, siccome ancora dai Maceratori delle canape; ma vien posta in dubbio una ta- le opinione da altre esperienze, e da accreditati Autori , essendosi veduto entrar molto bene in que' luoglii o stra- de il contagio , e farvi forse piu strage die altrove (1) ». La lettura di queste parole fece nasceie in me il desiderio di indagare, se durante 1' imperversare del colera nella cit- ta e provincia di Bologna, i Conciapelli , ed i contadini impiegati nei lavori delle canape clie si eseguiscono nel- r agosto , fossero stati colpiti , o preservati dal morbo ; tanto piu clie taluno afferma d' avere osservato in alcuni luoglii r immunitu dei Conciapelli all' azione del principio colerico. Circa questi ultimi, le mie ricerche hanno addi- mostrato, che gli esercenti 1' arte predetta non ne sono stati eccettuati , siccome non Io furono in Napoli nell' e- pidemia dell' anno ISoi. Imperciocche di 8 persone la- voranti in una concia di proprieta del Sig. Minardi due (t) Opera cit. pag. 88^ 1 36 Marco Paoltnh ne fiiiono colpite , ed una di esse ne movi. In altra con- cia del prelodato sIj!;nore situata in S. Giovanni in Persi- ceto, ove lavoravano 7 individiii noii penctrtN piuito il male. Da altie iiiJagiiii praticate piesso i IIR. Parroclii di tre Parrocchie in cui specialmente abitano coloro , die danno opera alle diverse piepaiazioiii de'corami, ne ricavai le secneiiti notizie. In 6 faini"lie domiciliate sotto la Parroc- chia di S. Bencdelto non si ebbe nessun animalato. In 10 faniij;lie della Parioccliia dei SS. Fibppo e Giaconio si eb- l)ero due niorti di colera, iino de' qiiali pero per veccbiez- za avea lasciato da aloun tempo 1' esercizio dell' arte. Fi- jialmente in 3 f'amiglie abitanti sotto la Parroccbia di San Martino ne ammalarono due tintori di pelli, i quali ricu- perarono la sanita. Laonde dalle cose esposte mi pare se i)e possa ricavare cbe 1' arte del Conciapelli tutt' al piii lion sia fni quelle, cbe a preferenza predispongono a con- trarre la colerica lu(^ In quanto all' iiitlueuza esercitata sulla pubblica incolu- rnita dalle esalazioni dei maceratoi in seguito della mace- lazione e lavatura delle canape , e in quanto ancora al- r influenza delle laboriose faticbe , cui sono astretti i nostri contadiui per le diverse preparazioui alle quali si sottopone la canapa per estrarne la tiglia , a me pare di avere rac- colto abbastanza di prove per dedurne, che se le sopradet- te condizioni non valgono assobitamente a preservare gli uomini dal colera, certo non ne favoreggiano la predispo- sizione. E veramente e cosa cbe genera maraviglia a me- rita ad un tempo ogni nostro studio il considerare , cbe mentre nell' agosto dell' anno 1855 infieriva piu cbe niai il morbo nell' alto Appennino, cbe presenta sotto ogni ri- spetto le pill desiderabili condizioni di salubrita, nella bas- sa pianura invece in quel tempo fosse ridotto a minime proporzioni , malgrado le fetide esalazioni prorompenti dai maceratoi, e malgrado le aspre durissime fatiche cui sono condannati i coloni. Impercioccbe i lavori indispensabili al- ia estrazione della tiglia, e sopratutto la lavatura delta ca- napa obbligano il contadino a gravissimi patimenti del cor- po , ai quali solo puo reggere una gagliarda robustissima CONSIDERAZIONI CaiTICHE EC. 1 37 iiatura; in guisa che ognuno vede come per quelli afTie- volciidosi r organismo avesse ad atteggiarsi maggiormente a sentire 1' azioiie del contagio. Eppure clii il crederebbc ? Malgrado que' patiinenti , resi ancoia vieppiu acerbi dn'.la inancaiiza del vino, niuuo de' contadini dediti a que' la- vori , lie alcnno iia cjueiii che abitavano in vicinanza dei niaceiatoi solliirono il colera , come io stcsso ho potuto sincerarmi mediante esatte informazioni attinte da ricchi proprietaii di fertili e vaste campagne delta nostra piaiiu- ra. Nella Parrocchia per esempio di S. Antonio di Savena fuori di porta S. Vitale furono colpiti nell' agosto solamen- te pochissimi pigionanti esercenti arte o mestiere ben di- verso da qnello dell' agricoltore. Nel tenimento del Cav. Minghetti in Cadriano morirono 3 pigionali , due donne ed un uomo nel giugno , ed un solo contadino alia fine del settembre; ma nell' agosto non si presento neppure un anuiialato di sempllce diarrea. Nel tenimento di S. Marti- no in Soverzano a miglia una e mezzo all' Est di ]\Iiner- bio di propriety del N. U. Sig. Conte Carlo Marsili due sole famiglie coloniche ne furono colpite nel settembre, in una dclle quali il morbo infieri, e fu quella clic fra tutte ha piii distanti i maceratoi dalla propria abitazione. Nel tempo poi della lavatura della canapa nella predetta tenuta , niuno di quelli che esercitavano tale operazione ne fu preso , mentre ne furono attaccati un pastore avvcn- tizio, ed alcuni braccianti, i quali niuna opera davano al- ia macerazione , lavatura , o ad altri lavori di quella pre- gevolissima pianta. Parimenti da accurate osservazioni a me partecipate da Giovanni Donati agente dell' Illustrissi- mo Sig. Raffaele Bassi , che ognuno di noi sa di quanti poderi sia possessore nella nostra pianura , evidentemente risulta , che neppure uno solo de' contadini occiipati in agosto nei lavori delle canape od abitanti in vicinanza di niaceratoi ebbe a patire il morbo dominante. Dai quali fat- tijove sieno attentamente ponderati, sembra a me si pos- sa primieramente ricavare con Parent-Duchatelet (1) che (1) V. Nuovo Giornale de' Lellerali. Pisa 1833. T. 2G par;. 60. T, viii. 1 S 138 Marco Paolini tutto ci^ fclie e stato detto sui pretest danni arrecati alia salute degli uoniini dai niaccratoi della canapa non e pro- l)al>ilmente altro che un effetto di alterata immagiiiazione, aiizi che il frutto della vera osservazione. In secondo luo- go, che le emanazioni provenienti dalle canape macerate , ed i lavori necessari per estrarre da esse la tiglia non so- lo non hanno reso piu attivo il contagio colerico , ma piut- tosto pare ne ahhiano arrestato la dilTiisione (1). Forse ta- luno potrebl)e iiisorgere contro quest' ultima conclusione dicendo, che nelT agosto trovandosi 1' epidemia nel periodo di decrescimento, il contagio avesse perduto molto della sua forza. Al che si puo rispondere , che se clo avverava- si in certi luoghi delle nostre campagne, non accadeva altrettanto in altri specialmente della montagna, in cui grandemente infieriva. Ad ogni modo egli e un fatto ab- bastanza manifesto, che mentre nell' alto Appennino la trebbiatura del grano era ai contadini cagione assai idonea a contrarre il colera, i lavori della canapa per lo contra- rio , che si eseguiscono nello stesso tempo nella pianura, furono ai coloni, per quanto ne apparij un espediente op- portuno per preservarsi dal morbo. Non avrei ardito certamente di sottoporre in oggi al vostro savio giudizio , o Accademici , questa mia rozza Scrlt- tura risguardante 1' istoria di semplici fatti , se non cono- scessi per prova quanto nella contemplazione delle cose (1) t, nolo (la tempo immeraorabile di (;nali energiclie propriela incbrianli sia fornila la canapa delle liitlie, Caimabis Indica , die vep;ela in quelle conlrade e ncir Asia meiidionale. Secondo Lietitand molli espciiinenli falli nell' nspiiale di Calciilla cM' hafchisch , che t> un farmaco picparalo colle fot;lie o Ic sonimi- \k della predella piania provano di una nianicra evideiile i biioni cU'elli die si possono olleneie dalT iinpiegn di questa soslanza in diverse nialallie , e iiiassi- iiiamenlc nel colera asialico. Ora la nostra canapa ordinaria, Cannabis falira, die l)onavan asserisce essere della mcdesinia specie dell' Indira, gode secondo lialier , di un' azione analnga snll' economia aniniale doviila per qnanto sembra ad nn olio volatile esislenle nellc sommilJi della pianta fresca le qnali snno odo- raiilissinie ed atlivissimc. ( Vedi Rnspini Mamiale liclellico di I'liniedii nnovi. Sesia Edizione pag. 605 ). Supposto lulto cio per vero , c chi oserebbe niegare agli cllliivi pioronipenti dalla nostra canapa inacerata un' attivila spcciale di ncn- iializzare il contagio colerico o di ciodificare in guisa 1' uiuano organisiuo da rcudcrlo incolumc dal mcdcsiiuo? CoNSIDERAZIONI CrITICHE- EC. 139 naturali grandelaente apprezziate i frutti dell' osservazione e deir esperieiiza. So die da taliino cotesti nmili studi so- 110 teiiuti in dispregio , dappoichc, come afTerma Bacone , per una sovercliia riverenza e quasi adorazione dell' uma- no intelletto pietendono spiegare i fenomeni della natura , e stabilirne le leggi mediante la foiza dell' interna intui- zione :. ma so aucora clie Voi siete al pari di me persuasi della verita della sentenza del prelodato Filosofo, la quale dice » Causa vero et radix fere omnium malorum in scien- tiis ea una est, quod dum mentis humanae vires false mi- raniur et extoUimus, vera ejus auxilia non quaeranius «. Laonde mi giova sperare che questa mia debolissima fati- ca sara da Voi accolta colla solita benignita ponendo men- te in ispecial modo alia purita del vero , che senzui pas- sione alcuna ho preteso di raccontare. 140 Marco Paolini NUI\rERO ED ESITO DEI COLEROSI Nella I'arroccliia di rciticai-a tU CGi abitaiUi nell' anno 1855. JNeiia Puiroccbia di TaUnioUo di 900 abitanti. CASI GUARITI MORTI CASI GUARITI MORTI Ma- schi Fern- Ma- miue schi Fem- miiie Ma- schi Fem- inine Ma- schi Fern- mine Ma- scbi Fcm- mine Ma- schi Fem- mine 3G 22 20 1 9 16 13 3G 38 17 16 19 22 Ugrigno di 211 abitanti. Mercatino di 521 abitanti. 1 CASI GUARITI MORTI CASI GUARITI MORTI M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. 20 13 10 5 10 8 32 29 17 11 15 18 Maiaiio di 304 abitanti. Torricella di 406 abitanti. | CASI GUARITI MORTI CASI GUARITI MORTI M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. 5 2 4 1 1 1 21 27 14 18 7 9 S. Donato di 434 abitanti. Sai'tiano di 369 abitanti. CASI GUARITI MORTI CASI GUARITI MORTI M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. 49 35 20 15 29 20 5 6 3 2 2 3 S. Agata Feltria di 1200 abitanti. Savignano d' Enrico di 380 abitanti. CASI GUARITI MORTI CASI GUARITI MORTI M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. M. F. 20 17 11 8 9 9 13 17 8 7 5 10 DEIiLA ATROFIA CONTAGIOSA MALATTIA DEL FILIGELLO DEL MOUO LA I'RIMV VOLTA COMPARSA IN ALCUNE COLTIVAZIOM DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ycc/^ Qiz/a^Mo Clef / S3 (f MEMORIA DEL PROF. GILSEPPE BERTOLONl ( Lotla nella ScssiODC dci 27 Nortmjire 1856 ) E el passato anno vi descrissi , Colleglu UmanlssimI, le nostre coltivazioni del baco da seta del Moro, a vl fe- ci note le principali vaiieta e razze del Bolognese , nou clie i loro pregi , la loro utilita , a la ciescente industria serica della provincia. In quest' anno non saiei tomato sulla stessa materia se Vina circostanza sfavorevola della coltlvazione ultima passata di questo fra i lepidotteri utilissimo non mi avesse presen- tato fatti degni di essere ricordati, tanto sotto il rappoito della loro novitu, quanto pel buon effetto e pel moltissi- nio vantaggio clie da questo malanno , cosi infesto e nocivo a quasi tutte le altre coltivazioni dell'Europa, e riesclto alia bolognese provincia; utilita, come piii sotto sentirete, veramenlc singolare, e per cosi dire favolosa. La malattia appellata Atrofia contagiosa del baco del Moro, alia quale alcuno di 1' epiteto ancora di maligna, e di peteccliiale, e nuova all' Europa, nuovissima all' Ita- lia e certamente al Bolognese ed alle provincie piu meri- dional! della penisola. Cotal morbo da sei anni a questa 1-12 Giuseppe Bertoloni parte cornparve in Europa, e secondo alcuni si mostro di tale intensiti da essere distinto dall' antica Atrofia , che e pure malattia prodotta da cause non ben determinate , ma lion contagiosa. Anche se si ammette questo ultimo modo di pensa- le intorno all' origlne del morbo, sotto il grado maligno contagioso esso attacca l' anlmale in tutte le sue eta , e nelle dilferenti sue forme di bruco , di crisallde , e di farfalla. lo oplno per6 che il novello malanno non sia una derivazio- rie o modificazione in grado maligno e contagioso dell' an- tico, il quale non attacca che il baco nel suo primo na- scere, e to ainiienta atrolizzandolo , mentre la malattia mo- derna ha caratteri speciali suoi propri non comuni con r altro morbo ; che anzi giudico che malamente sia stata appellata Atrofia contagiosa, perche cotale denominazione ci richiama nell' idea che sia un grado maggiore dell' an- tica atrofia non contagiosa. II novello morbo non ci lascia travedere la sua causa, ha sintomi certi e distintissimi, e a differenza dell' altro riesce moltissimo dannoso pei suoi effetti. Di recente ne hanno parlato alcuni giornali, ma in Italia a tutto l' anno passato non era stato ancora descrit- to da alcun autore , lo che mi fu accertato anche dagli espertissimi coltivatori Veronesi, e di fatti nemmeno si da la descrizione del medesimo nella Monografia del Bombi- ce del Gelso , che e opera grandiosa venuta in luce in questo stesso anno 1856 in Milano per cura del Sig. Prof. Emilio Cornalia , il quale ne ritrasse condegno premio dal- r Istituto I. e R. Lombardo di Scienze , Lettere , ed Artl. In quest' opera si descrive pero fra le altre malattie V atro- fia non contagiosa a pag. 352 art. IV. Per progredlre con regolarita e brevita nel narrare le circostanze tutte che mi fecero avere notizia del morbo suddetto prima di vederlo , sebbene non si trovasse descrit- to negli autori , conviene che io premetta fatti die ac- compagnano la storia del medesimo. Dissi di sopra che gia da sei anni comparve in Europa, e primamente si dilhise e devasto le coltivazioni delta Francia meridioualc, della Spagna, della Svizzera meridionale, discendendo da due Detj,' Atbofia contagiosa del Filugello 1 i3 aniii a questa parte nella Lombardia e nel Veronese , e gino al Gingno passato non era ancora penetrate al di qua del P6. Per cagione di qnesto malaiino le coltlvazioni tut- te del mentovati paesi appena nel totale rendevano la me- ta del consueto prodotto di seta, e qualclie localita spe- ciale deir Italia, come accadde nel Veronese, perdeva qua- si tutta r annuale ricchissima entrata. Per la qual cosa I coltivatori francesi pei primi e poi tutti gli altri successi- vamente facevano ogni sforzo , onde trovare un preservati- vo contro tanto disastro. Finche la Lombardia ed il Vero- nese furono sani, la Francia ritraeva dall' alta Italia le uo- va pagandole a carissimo prezzo anche di un napoleone d' ore r oncia , e bene andava contenta di cio , come si impara dai giprnali di sericoltura francesi, i quali ci assl- curano che le coltlvazioni fatte colle uova itallane avevano tin eslto felicissimo in Francia in confronto delle coltlva- zioni fatte colle uova francesi di generazioni infette. Ma da due anni a questa parte si cangio la scena , e quella Brianza tanto ferace delle migliori razze cadde malata sot- to la stessa epidemia. Siccome poi la Brianza annualmen- te somininistrava uova al Veronese e ad altri paesi non escluso il nostro, cosi le uova di Brianza furono mlcidiali e pel Veronese , e probablimente lo sono state e lo saran- 110 anche per noi , e per tutti que' paesi che di la ritrassero le uova infette da alcuni spacclatori, che loro poco cale di diffondere il male , purche sla per essi il guadagno. Ben presto gli esperti coltivatori conobbero che le uova di Brian- za riescivano malisslmo , ed erano pei paesi sani , come fu il nostro sino al 1856, massimamente pericolose , e se vi fu persona che voile, secondo V usato e contro il nilo suggerimento dichiarato pubblicamente per le stampe onde evitare, non qnesto contaglo , ma quello della Muscardlna, servirsi di cotali uova, I'esperlmento riesci nocevolissiino e contrario alio scopo, siccome io avevo asserito, che po- teva accadere. Frattanto i coltivatori delle provincie europee infette dal contagio richledevano uova nella primavera di questo stes- so anno 1856 dalle provincie tuttora immuni dal morbo. 1 i i Giuseppe Behtoloni Fra qiieste si distlngueva la bolognese, la ciu seta gode in Eiiropa di buona fama per la tenacitii e lucentezza. In quest' anno tale circostanza ha portato un sommo vantag- gio a! nostro paese , dal quale si domandava copiosisslma quantitu dl uova nel princlpio dl priniavera tanto dalla Francia, cbe da quella Loinbardia, la quale pochi anni avanti , per non dire un solo anno prima ci sommlnistrava abbondanza dl uova delle migliorl varleta, e qui e nella vicina Romagna si sono vendute le uova sino quattro scu- di r oncia. Nel mentre che dal difuori venivano fattele prime richleste nel Bolognese durante 11 principio di primavera, le nostre col- tlvazioni progredivano colla staglone nel generale prospero- se e sane. Ma le gazzette e le lettere commerciali dl Fran- cia, di Spagna, delia Lombardia, e del Veronese princl- palmente annunziavano che 1' epidemia distruggeva le coltiva- zioni intiere di que' paesi. Questo disastro viepplu infervoro i forestleri ad acquistare da nol le uova da far nascere nel- la futura primavera del 1857, e qui si apri un novello ramo d' industria lucroslsslmo ed utilissinio; di fatto molti filatori della citti per non dire tutti ebbero ordinazioni grandl di uova dal di fuori d' Italia e dall' alta Italia. So per certo che una sola casa di conimercio dl Bologna eb- lic commisslone di venti mila e piu once di uova anche prima che cominciasse la fiera de' bozzoli nolle varie citta dello Stato Pontificio ; durante poi le fiere e nel finire del- le medesime giornalmente alia stessa Casa pervenlvano let- tere , colle quail le erano richieste da vari luoghi altre cento ed anche dnecento once per giorno. Inoltre molti de' nostrl maggiori proprietarl diedero ordine ai loro fatto- rl di preparare uova nioltissime per gh amici , e conoscen- ti Lombardi,e delle provlncie Venete ; che piii ? alcunl fo- rcstieri vennero a Bologna appositamente per acquistare in grande le migliorl qualitii di bozzoli sempre alio scopo dl ottenerne le uova, ed luia speculazione di questo genere fii staliilita entro i molti e vasti ambienti del palazzo Ben- tivoglio,non clic negli ambienti di altro grande fabbricato dal francese Sig. Poidebard, il quale sotto ua' abile direttrlce DeLl'AtROFIA contagiosa del FlLUCELLO 14.5 teneva un centinaio e piu di donne all' opera di raccoglle- re dai Ijozzoli le farfalle appena nate , porle sopra un pia- no orizzontale alio accoppiamento, e poi dopo es&ersi accop- piatc attaccarle sulle tele veiticali , affinche deponesseio le uova. Difettosa e la prima operazione di staccarle dalla po- sizione verticale appena nate per ragioni lisiologiclie ben note e die sarebbe luiigo qui ripetere. Anche la Dita Trouve e Compagno di qui adoper6 pure in grande le stes- se praticlie , e 1' Illustre Societa d' AgricoUura e Conimer- cio di Verona faceva amichevole invito alia nostra Societi Agraria, ed alia Camera di Commercio di Bologna, perche aiubedtie si volessero interessare di fare ottenere alia citta di Verona alcune migliaia di once di uova sane, ed aff'at- to immuni dal benche minimo sospetto di niorbo. A que- sto scopo qui mandava distintissimo ed esperto Signore accompagnato da persone dell' arte sericola per impiantare secondo 1' uso di quel paese le cosi dette arpe onde otte- nere la piu facile, a conveniente nascita delle farfalle, a la piu vantaggiosa deposizione delle uova. Ma nel bel nien- tre clie nella prima meta di Giugno si disponevano all' o- pera, a si era gia ritrovato ampissimo ed adattato locale, la notizia , die primo di tutti io ebbi , die il contagio compariva nelle nostre coltivazioni dalla parte Ijassa della provincia, e veloce si innoltrava oltre il Ducato di Gallie- ra a San Benedetto , del che quegli espertissimi stavano gia in tiinore avendo per cosi dire odorati i primi sinto- nii del rninacciante morbo nelle coltivazioni , die avevano visitate nel Ferrarese, soUeciti si partirono da Bologna per raggiugnere in Romagna paese immune affatto da qualiin- que sospetto di morbo, a posero le loro arpe entro un am- pio e novello palazzo sopra un colle vicinissinio a Savigna- no, e die soprasta alia strada di Cesena, colle che io va- rii anni sono esplorai, ed erborizzai , ed e da questo stes- so colle die il forestiero si diletta osservare il corso di quel Ridjicone , che Cesare con deterininazione piii che iimana trapassava. Frattanto il morbo si difFnse vieppiii nella bolognese Provincia ed anche oltre qnesta , perche io ebbi notizie T. vni. 19 Ii6 CiusErpE BeRTor.oNi certe Ja alcmil Signorl Hi Rimino, che etanziavano in Bo- logna , che in quel paese , come pure nella Marca Anco- netana a lesi si era sviliippata la maligniti , e percio ave- va veloce oltrepassato i premiirosi e diligentissimi Verone» si , che ogni sforzo fecero per restare lontani ed immiini dal contagio. Ci6 premesso, passo a dire come io ebbi precise notizie dei sintomi e dei caratteri di questo morbo , e come po- chi giorni dopo comparve nella niia coltivazione che ali- mentavo entro la casa dell' Orto botanico da me abitata. II distintissimo Sig. Conte Antonio Sparavleri di Verona, col quale ebbi 1' onore di tenere lunghi discorsi intorno a tan- to nialanno, instrnivami che il primo sintomo che compari- sce del male e 1' inappetenza de' bachi , il secondo Io scom- pagnarsi che i bachi fanno nelle dormite , e la difficolta di nuovamente appastarsi dopo la levata ; il primo sintomo deir inappetenza si scorge anche prima della prima levata ; onde r occhio pratico , che tutto bene osserva ed a cui nulla sfugge , anche prima della dormita puo travedere da questo segnale se i bachi saranno attaccati dopo la le- vata : per terzo sintomo comparisce sul corpo da prima una macchia rossastra tendente al nero , vagante, poi si fa fo- 6ca o del tutto nera la punta dell' appendice o cornetto caudale , od anche annerisce tutta quanta la detta appen- dice. Contemporaneamente il baco irapicciolisce un poco , affievolisce , e flacido presto si muore , come se restasse quasi vuoto nel suo interno , mostrandosi i cadaveri anco- ra freschi sempre di pelle bianca, soltanto coUe stome ai lati divenute piu fosche , ed il cornetto caudale pure od annerito nel solo suo apice , o per tutta la sua lunghezza, II cadavere non tramanda puzzo nel decomporsi, e nel di- vidersi de' suoi anelli, come invece tramanda nel Negrone, perche nel novello morbo gli umori ed i visceri si annien- tano a poco a poco durante il corso della malattia, e si prosciuga o dissecca I'animale acquistando una tinta piu o meno fosca od anche oscura a guisa di mummia. DicevamI che il baco attaccato da picciolo grado di questa malattia puo filare abbastanza bene il 3110 bozzolo , e puo anclio Dbll'Atrofia contagiosa del Filugello 147 dare nasclta alia farfalla , che mostrasi segnata da striscle e niacchie nere , ed anclie con tutto T addome nerastro , e colle ale strisciate di scuro , oppure quasi mancante di ale, od appena coi rudimenti di queste, inerte , immobi- le , di difficile accoppiamento, e di facile disunione. Quati- do poi la malattia attacca 1' animale a preferenza nello stato di crisalide, questa diventa nera lungo le stome , e si fende come se fosse tutta tagliuzzata negli anelii, che sono ristretti in vicinanza della testa , ed anclie annerisce sul dorse nella linea longitudinale. Innoltre aggiungeva die pure alcuni coltivatori Veronesi credono che questa malattia sia T atrofia antica resasi maligna , e petecchiale per ra- gione delle macchie fosche, e contagiosa perche si propa* ga come i contagi : di mode che quando anche una gian- de coltivazione e minimamente attaccata dal morbo, nemme- no le uova partorite dalle farfalle sane pioducono bachi immuni dal male , per la qual ragione e Veronesi , e Lom- bardi, e Francesi oggi sono ricorsi ai paesi, che hanno cicduti assolutamente sani, per lo acquisto delle uova. Tutlo questo mi era riferito verbalmente il giorno sesto di Giugno , quando la mattina del giorno appresso si reca- va da me un fattore di egregio proprietario , che primeg- gia fra i coltivatori dell' industre filugello, non che per molte perfezionate pratiche agricole bolognesi , il qual pro- prietario aveva in una sola tenuta cinquanta once di nova in coltivazione , e portavami alquanti bachi morti accotn- pagnati da una lettera dello stesso proprietario, nella qua- le mi diceva che in San Benedetto si era sviluppata una malattia sino ad ora sconosciuta , che non trovava descrit- ta in alcun autore, e che gli distruggeva le bigattiere , per cui gli sapessi dire qualche cosa iiitorno a tanto ma- lanno. Appena aprii 1' involto contenente que'cadaveri, I'oc- chio mio ed una sollecita ispezione riscontro subito i sud- descritti segtii , e ben gravi dichiaratimi il giorno avanti dal Sig. Coute Sparavieri, perche ogui individuo aveva 1' ap- pendice caudale non solo nell' apice, ma tutta quanta ne- ra, il corpo flacido e come vuotato nello interne, la pelle bianca con segni scuri e le stome fosche, innoltre non tra- 148 Giuseppe Behtoloni mandavano alcuno fetore. Allora dissl al fattore , che pre- sto fuggisse meco da qiiella sala dove eravamo , perche vi stavaiio collocati 60[)ra due castelli dieci arelloiii comutiL lipieni di baclu clie avevaiio gia doiniito per la teiza vol- ta , ed erano sanissimi, della mia razza di brianza biaiica, die I'anno passato mi aveva dato le 160 libl)re di bozzo- li per oiicia di setnente. lo discesi con lui in fretta nel giardino , dove nell' apeita aria osservavo con maggiore agio e diligenza que' cadaveri, e confermavo la natura del mor- bo, indi subito feci gettare que' baclu nel canale, perche la corrente li trasportasse lontani, e li distruggesse. Col mezzo dcUo stesso fattore mandai la risposta alia lettera col- le dovute informazioni, e presto partecipai il fatto al Sig. Conte Sparavieri , anclie perche ne' giorni antecedenti a me faceva varie coscienziose interrogazioui per vieppiii garan- tirsi della sanitA delle uova verso i suoi concittadini, il quale prestamente si allonlano co' suoi, come dissi di so- pra , daila nostra citta. L' epidemia vieppiu si diffondeva dalla bassa pianura si- uo alle colline, ed i miei bachi seguitavano prosperissimi a crescere , quando il sabbato prossimo , giorno quattordi- cesimo di giugno venne da me il suliodato proprietario ac- compagnato dallo stesso suo fattore per chiedermi se vo- levo dargli i miei bozzoli di quella piccola coltivazione di casa, perche li conosceva di belia qnalita , e perche. li ve- deva sani. Nella stessa giornata li osservava sanissimi , ed avevano cominciato appena a salire al bosco , anche l' II- lustre Sig. Cavaliere G. Giuseppe Bianconi : che anzi il sul- iodato proprietario si espriraeva cosi mentre si parlava del- r epidemia , e de' suoi danni : i vostri come mangiano be- nd i miei non facevano sentire questo squasso , che in bo- lognese idioma esprime rumore di pioggia dirotta , perche tale od analogo e quello, che fanuo i bachi riuniti in mol- ta society ^ quando si cibano con appetito. Questa asserzio- ne fatta da chi nulla sapeva teoreticamente dei sintomi precursor! della malattia faceva sperare a me di andarne esente. lo I'isposi che avrei dato volenti«ri tutti i bozzoli che braraava , e che il veuerdi prossimo sarebbero stati ca- Deix' AraoriA coNTACtosA del Filucello 149 vati (lal bosco. Dopo il mezzodi non voltai piu roccliio al haclii , nulla mi fii detto intorno ai medesimi dalle doiinn, die li goveriiavano durante tutto il sabbato, quando il gior- no appresso di buon' ora mi accorsi che erano sui letti alcuni baclii l)iancbi , flacidi , moiti , die subito esaminai con pill diligenza e vi scoisi 1' apice soltanto del cornetto caudale annerito , e rese plu scure le stome dei lati del corpo. Questi segni mi destavaiio subito il sospctto dell' in- vaslone del contagio atrofico , e di fatto esaminando i ba- clii vivi, scorgevo quasi tutti col solo apice del cornetto caudale annerito, e svogliati di mangiare, la qual cosa le donne crodevano dipendere dall' essere vicini a salire tutti al bosco. Feci sui medesimi scrupolose osservazioni col mi- croscopio assieme a mio Padre , ma suUa nelle niuna alte- razione si osservava fuori di quella dell' appendice caudale annerita nell' apice, e delle stome appena piu fosclie del consueto ; a me innoltre parve di vedere sopra alcuni in- dividui la maccliia rosso-fosca instabile. Ordinal subito die fossero cangiati di letto con molta prestezza , nella quale operazione si trovarono circa trecento morti, tutti cogli stes- si caratteri, ma nessuno mostro mai 1' appendice caudale tutta quanta nera , come in quelli , che otto o nove gior- iii innanzi mi erano stati mandati dal comune di San Be- nedetto; innoltre mutai lore qualita di cibo presentando- misi il destro di somministrarli foglia di coUina invece di quella del giardino botanico. Cio fatto i bachi proseguiro- no a salire al bosco. II di dopo non si trovarono sui letti die una cinquantina o poco piu di morti , sempre cogli stessi caratteri della contagione, ed una tale mortalita si ripeteva nella medesima proporzione ad un dipresso nei successivi giorni. Quelli andati al bosco lavorarono abba- stanza bene i loro bozzoli , il silirvi pero fu assai lungo e protratto , ed una settima od ottava parte si trovarono mor- ti senza avere tessuto, od imperfettamente tessuto il filu- gello. II bosco con tutto cio puzzava pochissimo, e non in proporzione della mortal! ta, trovandosi fra i morti pocliissi- mi col carattere del Negrone. I bozzoli erano abbastanza ben compiti di seta , nitidi alio esterno, abbastanza resi- 150 GiUSErrE Beutoloni stent! , assai durl sotto la presslone della mano, ma legge- ri abbisognandone un niolto maggior numero del consueto degli altri anni per faro la libbia , e furono smerciati al prezzo di trentotto baiocclii la libbra nella fdanda del Sig. Guccinl. Dai medesimi sciclsi poco piii di una libbra del niigliori per ottenerne la nascita delle farfalle, e delle uova. Nella stessa niia abitazione avevo coltivato ancora altre raz- ze in im anibiente ben lontano dal ]niino , e fra queste quella bellissima del Sig. Principe Don Rinaldo Simonetti , quella del Sig. Conte Don Giovanni Gozzadini , e la no- strana carnea del Sig. Conte Emanuele De Bianclii. Mini- mamcnte ne' bacbi di queste coltivazioni piii ristrette si eb- bero indizi dell' epidemia , pero vi trovai malati, e morti con certi caratteri della niedesima. Scielsi pure un' altra libbra ricca di bozzoli della razza Simonetti alio scopo di ottenerne le uova,unaterza libbra della razza San Martina del- le tenute del Sig. Duca De Ferrari , che avevo fatta coltivare da un mio amico alia Stellata Pepoli, ed una quarta libbra pu- re scielsi di bozzoli della mia brianza bianca coltivata nei colli di Zola ; e tutti questi diversi bozzoli collocai a nascere in luoglii separati per ottenere le uova, e per osservare gli effetti del contagio nelle crisalidi , e nelle farfalle^ seb- bene il coltivatore della Stellata , ed i miei contadini di Zola asserivano clie non avevano osseryato alcuna rnalattia uuova , per cui i medesimi sostenevano di esserne andati salvi, come forse lo furono molti altri, oppure ne furono appena attaccati; e non osscrvando con quella diligenza che si richiedeva non riconobbcro il morbo , anche perche non sapevano i caratteri e segni esterni del medesimo ; ed in fatti, se non se quelli, che ebbero la massima mortalita, non si accorsero che le loro coltivazioni furono invase da tan- to malanno , sebbene in quasi tutte le coltivazioni da me visitate sotto qualsivoglia delle tre metamorfosi segni certi deir epidemia io abbia coiistatati ; ad esempio ini giorno parlavo con certa persona che non credeva ave- re avuta la rnalattia , perche diceva che le sue non pic- colo coltivazioni avevano dato molto guadagno in quest' an- no , sebbene i bozzoli fossero molto leggeri. Per la quale DeLl'AtrOPIA OOTTTAGIOSA pel Fif.UGELLO 151 asserzione io le dissi : flunque non nel baco ma nella cri- salide soltanto , e per consegnenza anclie nelle farfalle si 8vilu[»p6 il morbo; etl inteirogatala se dai bozzoli rniglioii lasciati per ottenere le uova aveva niolta nascita di far- falle e percio inolta semente , mi rispose negativamente , per cui io le ripctci die mi facesse portare alqnanti bozzo- li dei lion nati, assieme ad nn paio di forbici. Qnesti boz- zoli ai caratteri estenii erano perfettissimi , duri , e resi- stenti nelle pareti sotto la pressione delle dita , nitidi, sen- za mostrare alcuna maccliia esterna. Appena li ebbi in ma- uo le confermai cbe qnesti non nascevano piii perclie la ma- lattia colpi la crisalide , la quale o si essicco annerendo un poco, o si squaglid , evaporizzandosi tutti gli nmori sen- za tramandare puzzo, ma appena odore come di farina di grano, e macchiando pochissimo 1' interne del filugello. Di fatto aperti colle forbici que' bozzoli persuasero subito tut- ti i presenti che 1' epideniia aveva invase quelle sale. Ma ritorniarno al fatto nostro dopo questa digressione, per la quale viene provato , che non per malizia, ma pel nou avere osservato, dalla maggior parte dei coltivatori si asse- riva cbe le rispettive coltivazioni erano riescite immuni dalla malattia, anche percbe ne avevano ritratto molto pro- fitto e forse piu degli anni passati , mentre tutti si lamen- tavano del poco peso dei bozzoli. Da ognuna delle quattro mie diverse razze di bozzoli nacquero per la massima par- te farfalle sane, insieme ad alquante malate e coi caratte- ri deir epidemia dominante; ma dai bozzoli di ogniuia del- le quattro razze non nascevano tutte le farfalle. Alcuni di questi mostravano appena un segno alio esterno di maccbia derivante da umore che si era sparse internamente suUe pareti dei filugelli stessi, altri poi , e questi erano la mag- gior parte, mostravansi nitidi , come quelli che sviliippa- vano farfalle sane , ed i macchiati ed i non macchiati rie- scivano leggerissimi. Aperti colle forbici questi bozzoli non nati, alcuni si scorgevano non macchiati nemmeno sulla pa- rete interna, sebbene il baco dopo avere bene e perfetta- mente filato il bozzolo fosse morto la dentro rinchiuso sen- za poter passare in crisalide, restando come quasi annientato 152 Giuseppe Bertoloi«i e mummificato per la ragione die si erano volatillzzati I suoJ iimori tiitti senza punto imputiidire , ne tramandare puz- zo , acquistando il colore di manone alia superficie , o qua- si nero ; altri bozzoli non macchiati alio esterno e non na- ti contenevano nello interno loro la farfalla morta e dissec- cata perfettamente, ma che visse e persino depose le uo- va non fecondate per cntro la cavita, a mostrante i ca- ratteri della niaiattia , la qual cosa ci fa conoscere che non pote aprirsi il varco a traverso le paretl, perche il morbo la colpi fieramente e con maggiore intensita di quelle , die lianno le forze di nascere , sebbene sieno malate, insporcando anzi piu delle sane il follicelo , ed il loro ad- donie, e parzialmente le ale di un umore giallo fosco. I bozzoli poi che dissi non nati e sui quali appena si scor- ge alio esterno un qualche indizio di inacchia , aperti si trovano colla crisalide affatto vuotata dei visceri tutti , e quasi squagliata : i quali visceri si direbbe si fossero come liqucfatti e consumati in quell' umore , che si e espanso sulla parete interna del bozzolo, dando appena indizio alio esterno di ci6 e per conseguenza insporcando limitatlssi- mamente la seta. In questo caso si scorge che il morbo lia colpito r animale sotto lo stato di crisalide. Tutte que- ste tre sorta di bozzoli , da' quali non venne alia luce la farfalla per cagione della contagione atrofica cosi detta,fu- rono perfettamente tessuti dal rispettivo baco , come ne accertano la spessezza , la durezza e la I'esistenza delle loro pareti , per cui riescirono nutriti di tutta quella niaggior quantita di seta, come i piu perfetti bozzoli, da' quali si svilnpparono le farfalle sane. E conseguenza dl queste osser- zioni lo stai)ilire che il morbo non attacco I' animale se non se dopo die il bruco ebbe ultimato [>erfettamente il suo bozzolo, e lo ammalo la dentro chiuso o sotto lo stato tiittora di bruco, o di crisalide , o di farfalla, come ve lo dimostraiio le preparazioni che avete sott' occhio. I bozzoli dai quali sebbene conipitissimi di seta non isvi- liipparono le farfalle, e che dissi contenere nell' interno od )\ bruco muuiificato, o la crisalide squagliata, o la farfalla disseccata , pesano molto meno dei bozzoU vivi e sani , nei Dell' xVtrofia contagiosa del Filugello 153 quail sono tutti gll umori dell' animale , che dee perveni- re all' ultima inetainorfosi, e percio da uno stesso peso di bozzoli vivi , e niorti si ottiene molta piii seta da questi ultimi, ne' quali gli umori volatilizzatisi vengono sostituiti da altrettanto peso di seta. Nelle bigattiere del Sig. Cava- liere Marco Minghetti si sviluppo la malattia non durante lo stato di bruco, ma ne' bozzoli. Egli mi fece l' onore di consultarmi intorno a ci6 col mezzo di lettera , clie ac- compagnava le farfalle malate. Allora tutto cio che io ave- vo osservato intorno ai miei bozzoli nialati a Lui parteci- pavo , ed egli mi rispondeva con lettera , e piu tardi mi confermava a voce di avere precisamente vedute tutte le stesse circostanze da me riferitegli. Ai pin soUeciti colti- vatori de' bachi sotto lo stato di bruco 1' animale non am- malo, perche 1' epidemia comparve in provincia soltanto nella prima metu di Giugno , e vi si diffuse passata la meta dello stesso mese. II Signer Principe Don Rinaldo Simonetti, che per consuetndine colle sue cure e prati- che una settimana almeno prima degU altri coltivatori to- glie dal bosco i bozzoli, non ebbe certamente malattia nei bachi , ma non e andato del tutto esente quando l' ani- male stava racchiuso nel bozzolo, e nella nascita delle far- falle; perche quasi tutte le grandi intraprese che si sono fatte in quest' anno per ottenerne uova da commerciare , al quale scopo si acquistavano i migliori bozzoli del mer- cato, tutte ebbero qualche indizio di morbo nelle farfalle, inorbo che io vi constatai colle mie proprie osservazioni ; e quello che mi certifica che il contagio fu generale, e la circostanza che i bozzoli perfetti e riccbi di seta rlesciva- no di poco peso per detto dei maggiori coltivatori , la qual cosa ])er me esprime la morte dell' animale per entro ai bozzoli, e la disseccazione del medesimoje tutti I coltiva- tori converranno meco che nello sviluppo delle farfalle mol- te di queste nascevano coi caratteri sopra descritti della contagiosa malattia, e conveniva gettarle onde non parto- rissero; per la qual cosa questa eliminazione fatta dalle persone che avevano la mira di ottenere, se sara possibi- le , Sana generazione nell' anno avvenirej dava per risulta- T. vin. 20 1 5 i Giuseppe Eeetoi.osc to die da una libbra di bozzoU si ricavavano appena due teizi di oncia di nova paitoiite da feinmlne, clie presen- tavajio r aspetto di sanita , e fecoudato da masclii pari- nieiite dollo stesso aspetto. Se poi i nascituri di qiieste uova nel venturo anno audranno esenti dal morbo nella nostra provincia, non abbiamo alcun dato da poterlo argiii- re. Cbe se dobbiamo prognosticare da quello che e ac- caduto neir alta Italia, e da (juanto mi baniio riferito , ed hanno confeimato successivamente in questi due ulti- mi anni i Veronesi, diio cbe siamo minacciati da niag- gior male, peiclie il seme del contagio e giu tra noi , mentre in quest' anno vi e peivenuto assai taidi, e pu6 diisi , quando i bachi erano nel generale per andare sul bosco. Tuttavia non debbo tacervi lui fatto avveuuto nel nostro paese , e che sarebbe contraiio per Jniona sorte al sinistro prognostico. Vi dissi di sopra che nella Lom- bardia e nel Veronese principalmente il danno cagio- nato dal nuovo contagio de' bachi ha tolto a que' pro- prietari le maggiori loro entrate, la qual circostanza com- binatasi con quella della mancanza delle uve in un ter- litorio dove queste con quelli erano quasi gli esclusivi jjrodotti per la sussistenza della popolazione , il proprieta- rio dovette soccombere , e privarsi delle maggiori agiatez- ze della vita. Frattanto da que' paesi si chiedevano con tutto r impegno le nova delle nostre generazioni sane per tentare di ritornare il piii presto possibile ad ottenore le necessarie entrate. La Signora Contessa Anna Teresa Goz- zadini Sencgo AUighieri , per provvedere alia ricliiesta del proprio tVatello, che da due anni a questa parte perdeva le sue maggiori entrate , aveva ordinato al Signor Carboni uno de' fattori espertissimo di sua casa, che provvedesse una data quantitu de' migliori e piu belli bozzoli per far- li iiascere ed ottenerne le uova necessarie alle non picco- lo coltivazioni del fratello. II Carboni adopero i bozzoli di bella , e sanissima razza ; ma durante la nascita delle liirfalle il contagio penetro ad ammalaria , e gettate via scropulosamente tutte le fartallc non sane , come furo- no costretti di fare i coltivatori tutti della provincia , DeLl'AtROFIA contagiosa del FlLUGELLO EC. 155 COS! quel fattore ottenne le uova da quella razza. Ma al- cune cli queste nel liiglio piesentarono il bivoltismo ilando sviliippamento ai hruclii. Partecipata subito dal Garl>oni la iiotizia alia suliodata Signora, Ella ordiiio die fossero al- levati que' baclii con tutta diligenza e massima cura, lo che fattosi , non ammalarono di sorta alcuna nello stato di bruco , diedero de' bozzoli perfettissimi sotto tutti i rap- port!, da quest! nacqueio perfette faifalle, clie si accop- piarono eneigicamente, e partorirono uova d! una gene- lazione sana , die derlvava pero da una generazlone che nello stato d! farfalla presentava individui attaccati dal contagio , i quali tutt! pero eiano stati esclusi dal genera- re, selibene fossero vissut! a contatto dcgli apparentemente sani. Questa esperienza fatta nel cuore della state ci du belle speranze, e c! lasda nella lusinga di andare esenti dal morbo nell' anno venture. M! venne pure riferito che !l Signer Cane da una coltivazlone bivoltina ebbe lo stesso risultato. La vera cagione d! tanto malanno a me e tuttora see- nosciuta, come e sconosciuta ai piu espert! coltivatori Lom- bard! e Veronesi. Alcun! ne hanno incolpato le foglie od il cibo non perfetto, ma questa non e che una mera sup- posizione. E certo che il microscopio non iscorge sopra r animale alcun indizio d! mufFe, come invece scuopre nel Calcino sulla pelle , ed io non vi ho osservato che la li- vidura delle stome , e 1' apice annerito dell' appendice caudale , o tutta intiera questa annerita, il totale della pelle si rimane naturale anche per qualclie tempo dopo la morte, e per me quest! poch! scgni estern! non sono al- tro che effetto delle alterazion! interne ; poiche il male co- mincia dall' inappetenza, e da una inazione del tubo ga- stio-enterico per cui viene a mancare la nutrizione , e si impiccioliscono percio , e si atrofizzano tutti i visceri ri- manendo la pelle inalterata quasi vuota, e per necessaria conseguenza il verme nell' ultimo stadio della malattia , e dopo la morte riesce flacidissimo, privo d' umori, e di vi- sceri ristrettissimi , non avendo la tendenza di impuU"idi- re , ma di sciugarsi. 156 Ciusitrrn nutiToi.ont L'umoro nutritivo non si pu6 supporrc sortlto cogll escra- mer.ti , come accade in altre inalattie dello stesso animale , perche i lettl non restano inaggiormente inumiditi del con- sneto , ma e venuto nieno a poco a poco, perche il ver- nie non mangia per del tempo, e la traspiiazione piutto- sto lo dec avere consumato, e fatto volatilizzare, per cui r animale sembra morire come di inedia. Qneste sono le poclie cose che mi somministro l' osservazione accompagna- ta dal raziocinio. Per lo contrario le farfalle malate a me nacqnero nel generale col ventre tiimido , molto bagnato , colle ale alcune volte imperfette, od appena rndimentate, od anche perfette, come vedete nelle preparazioni , cogU anelli posteriori dell' addome di colore giallo fosco pin o meno intense, e pin o meno esteso sngli anelli anteriori ; innoltre erano torpide , si staccavano facilmente dalle pez- ze cadendo a terra, si accoppiavano con difficolta, e molte emettevano le viova con assai facility. Feci scrupolosa- mente gettare via tntte le farfalle malate delle quattro razze appena venivano alia luce, alcune pero le ho con- servate e separate subito dalle sane accoppiandole a' ma- schi malati, ed anche a' maschi sani in una camera Ion- tana dalle generazioni sane, per ottenerne le uova , onde sperimentare se i baclii nascituri saranno maggiormente infetti dal contagio , di quelli che nascono dalle genera- zioni fatte coll'accoppiamento di individui denotanti la mi- gliore sanita. L' effetto del morbo suUa crisalide gia vl indlcai supe- riormente e lo potete osservare nelle preparazioni , colle quali constaterete che piu spesso dessa si squaglia e si con- suma quasi tutta nella sostanza interna , restando entro il bozzolo appena il solo guscio , altre volte non si squaglia , ma il guscio intatto e perfettaraente chiuso evaporizzo tut- ti gli umori intern! con impicciolimento massimo Je' vi- sceri non cagionando la benche minima efFusione di liqui- do 5 e perci6 il benche minimo insudiciamento della seta. E degno pure di registrarsi che nelle due coltivazioni di casa niia furono pivi attaccati i bachi di brianza blanca dal morbo , e meno le farfalle della stessa razza , nientre i Dcll' Athofia contagiosa del Filugello 1 57 hachi della razza Simonetti appena diedero indizl del mor- bo , e le farfalle di questi invece riesclrono molto piu ma- late di quelle di hiianza l)ianca. In minor niimero fiirono le farfalle nialate e nate dai bozzoli derivati dalla mia col- tivazione del colli di Zola , e niente da quella della Stel- lata Pepoli. Tale e la storia del morbo comparso per la prima volta in quest' anno nella provincia Bolognese ; e dove in realtu ha danneggiato non poco il prodotto senza die i proprietarii abbiano risentito il danno^ che anzi van- taggio, attese certe circostanze, delle quali per ultimo pas- so a parlarvi. II prodotto della seta appo noi , come vi dissi 1' anno passato, e in molto aumento per le niigliorate e sempre crescenti piantagloni del Moro , per cui naturalmente la quantita della merce cresce anno per anno. Per tale ca- gione ancbe quest' anno 1856 il prodotto ha sorpassato in quantita quello dell' anno antecedente ad onta della mor- tality de' bachi avvenuta in alcune eomuni della montagna pel freddo , quando i piccoli bruchi si schiusero dalle uo- va , e ad onta della mortalita e del poco peso de' bozzoli prodotto dal contagio atrofico; e se queste due sfavorevo- li circostanze non fossero state , di necessita piu grande sa- rebbe riescito 1' annuale aumento della seta : dunque in sostanza per questa parte vi e stato un danno reale , ma che non viene sentito ancbe per cagione del caro prezzo , al quale sali la merce: ed il massimo vantaggio di questo prodotto sta nelle seguenti circostanze. Da pochi anni nian- ca una meta della seta alle entrate della Francia , della Spa- gna , e piu che meta ancora del Regno Lombardo Veneto. I giornali forestieri annunziavano nella primavera scorsa , che le fabbriche non avevano genere greggio bastante per soddisfare alle commissioni , perche anche le coltivazioni asiaticlie avevano somministrato poco prodotto , tutto cio fece alzare moltissimo i prezzi nei listini di Milano^ che regolano il commercio della seta d' Italia ; per tal ragione anche da noi si parlava di prezzi favolosi, e si comiiiciava il mercato pagando sino i treiitotto e quaranta baiocchi la libbra i bozzoli di bella qualitu. Frattanto confermatasi la 158 Giuseppe Bertoloni notizia clie quasi tuttc le coltivazioni d' Europa erano de- cimate dal contagio , ciedendosi dai ibrestieri clie qui non fosse pervenuto, si cominettevaiio migliaia e migliaia di oncia di uova ai nostri speculatori , come dissi di so- pra , i quali percio facevano sempie piu aumentarne il piezzo di guisa , clie nel finire del mercato fu spinto al segno di pagare piu di cinque paoli la libbra, qualsia&i va- rietii di bozzoli clie 1' anno innanzi si vendevano due paoli o poco piu j per la qual cosa i proprietari incassaro- no le stesse somme , ed alcuni anche maggiori dell' anno avanti , e la cosa riesci di moltissimo vantaggio ai coni- pratoii sia clie ne ricavassero le itova , le quali si sono vendute per ogni oncia anche piu del triplo del costo de' bozzoli , clie occorrono per ottenerle, oltre che si sono venduti con bellissimo sinercio i bozzoli sfarfailati , sia che si adoperassero per trarne la seta , perche il bozzolo ren- deva moltissimo al trattore essendovi sotto lo stesso peso sostanzialmente piu seta del consueto degli anni passati di non epidemia, poiclie questa non aveva disturbato nel gencrale la tessitura del bozzolo , ma aveva piuttosto at- taccato ed annientato i' animale dopo che ebl>e ben tes- suto il proprio recinto come dissi di sopra. La circostanza dell" essere le nostre coltivazioni de' ])a- chi colpite per la prima volta in quest' anno dalla micidia- le atrofia contagiosa piuttosto quando 1' animale era nello stato di crisalide , che di bruco , ha prodotto un grandis- sinio vantaggio pel nostro paese, mentre la stessa cagione e riescita di danno gravissimo ai maggiori coltivatori della vicina Lombardia , e del Veronese per non dire di tutti gli altri clie stanno oltre monti , poiche da varii anni col- pisce le loro coltivazioni assai presto e sotto lo stato di bruco principalmente. Qui nietto fine al mio dire , col quale ho preteso di farvi conoscere le circostanze die lianno accompagnato lo svihippo di una novella iiialattia del baco da seta , coni- parsa tra noi , senza sapervene dire la cagione, la qua- le si esprime soltanto tlagli efletti coile parole di atro- fia contagiosa da chi primo cosi 1' appello , e senza sa- Dell' Atrofia contagiosa del Filugello 159 pervl indicare ii mode di evitaila , di prevenirla , e svl- luppatasi di guariila. Colle ipotesi avrei potuto vieppiu le- car noia a Voi clie coitesementc mi ascoltate e per fj[ue- sto appunto mi taccio, anche perchc il natmalista di og- gidl lion dee basaie le propiie dottrine . die sui fatti ceiti e positivi. SULLO SCHELETRO immis mm\ m. ( VARANUS ARENARIUS DUMERIL E BIBRON ) I\OTA DEL PROFESSORE CAV. LUIGI CALORI ( LcUa nclla Sesjioue del 31 GeDnaiO I8S7. ) Ge [eoffroy Saint-Hilaire nella grande opera suU' Egltto da una Leila figura del Monitor Terrestris ^gypti Guv., e ne rappresenta il teschio osseo dalla faccia superlore (1). G. Cuvler (2), lo stesso GeofFroy Saint-Hilaire (3), Gam- per (4), Spix (5), Meckel (6), Eichwald (7), Gorski (8) hanno istituite ricerche diligentissime tanto suUa osteologia intera di altri Monitori , che su diverse parti di essa, ma poco hanno atteso a quella del terrestre suddetto ; perclie fattami opportunita dall' Illustre nostro Gollega e Preside (1) Descriplion de 1' Egypte etc. Tom. Vint-qnalrifme , Hist, naliir. Zoologie. Paris 1829. pag. 18. Planche HI. des reptiles lig. -i. Planciie IV. fig. 14. (2) Recherches sur les ossein, foss. Tom. cinqui^me l\. partie. Paris 1824 pag. UK (3) Op. cit. Tom. cit. Vcdl pure Philosnphle anatomique Tom. prem. pag. 111. (4) Annal. dii Miis. Tom. XIX. pag. 215. Mi^in. sur qiielqiies parties raoins conniies du squelclte des Saiiriens fossilcs de Alueslriclit. Piancbe 11 fig. 5. (5) Ceplialogenesis etc. Monaciiii 1815. pag. 27. § 10- e pag. 75. non die Tab. V. fig. HI-IV-V. (6) Traiie d' Anat. compar. Tom. deiixifSme. (7) Fauna Caspio-Caticasica ec. Pelropoii 1841. (8) Ueber das Cecken der Saarier. EIne Vergleichende anat. Abandlung mit 2 lithogr Taf. Dorpart 1862. T. VIII. 21 162 Luici Galori Cav. Prof. Antonio Alessandrini di notomizzaie un tal Mo- nitore, ed essendomi posto principalrnente alia osteologia del medesimo, ne conoscendo che alcuno 1' avesse per an- cora ritratta interamente , erami ingegiiato supplire a que- sto difetto con una figura dello sclieletro, e con altre che meglio ne mettessero in vista i particolari piu notabili , e ne aveva in oltie scritte varie annotazloni con I'intendimento di leggerle innanzi al cospetto di cpiesto veneiato Consesso. E gia si appressava il tempo di qiiesta mia lettura, quando pochi giorni sono ci peivenlva il fascicolo 17(6 dei ret- tili ) della grandiosa opera , clie il Sig. Emilio Bhinchard sta pubblicando = 1' Organisation du regne animal = , nel quale fascicolo trovava ( Reptiles-Sauriens PL. 10 ) delineate in profilo lo sclieletro di questo Monitore. Con- templatolo alquanto , tale rinscivami che anziche tornii dal mio proposito , mi confermava nel medesimo; perocche^ di- rollo francamente , qiiello sclieletro delineato dallo stesso Sig. Blancard non e di quella bonta , o veritil anatomi- ca , quale si converrebbe ad un' opera destinata dal sue autore a far testo. Lo scheletro che ho fatto delineare , appartiene ad un individuo maschio^ e mostra una certa grandiosita e robu- stezza , qnali non si avvisano in quello del Sig. Blanchard. Vero e ch' egli per adattarlo al formato della sua opera , r ha ridotto a dimensioni minori , e che il mio e grande al vero; ma cio non dovrebbe togliere quelle caratteristi- che. Ho poi fuggito quel perfetto profilo, che niente sod- disfacevami 1' occhio^e troppo sottile e scarsa rendeva la figu- ra, presentandosi il rettilc vivo, quale io lo vidi, ben altrimen- ti ; e 1' ho fatto ritrarre in un' attitudine abituale ad esso , contemplandolo di fianco , ed in parte come a volo di uc- cello ; perocche cosi appariva con tutta cliinrezza un mag- gior numero di parti , donde a prima vista una idea pill intera di questo scheletro. So che sono voluti dai Na- turalisti e dagii Anatomici que' perfetti profili , e sono altresi comandate altre vedute degli oggetti per render- ne pill piena ed esalta 1' iinmagine, ma cio vuol riferirsi piuttosto a particolari piu important! di un tutto , die al Del Monitor terrest^is er. 16 3 tutto niedesimo , niassime nel caso nostro ; e quando con una vetluta sola ben divisata si possa conseguiie 1' iu- tento, io non duhito piuito clie ognuno noii sia del iiiio pareie , die (juesta maniera di adopeiare non torni , senza fallo, niigliore. La fig. 1. Tav. 10. niostia questo sclieletro. Condotta una linea dalla punta del muso alia estieoiitu delia coda niisura 101 centirnetri, 48 dei quali appartengono al tron- CO , e 53 alia coda; lungliezza di corpo conscntanea alia notata da Geoffroy Salut-Hilaiie nel siio Tupinaiidjis arenas rius di Egitto , die e appunto questo nostro Monitor (1), La colonna vertebrale si compone di 119 vertebre cosl ri- partite nelle difTerenti regioni : 6 nella cervicale , 22 nella dorsale , 1 nella lombare, 2 nella sacrale , e 88 nella cau- dale. H numero delle cervicali corrisponderebbe a quello ddle stesse vertebre nel Monitore di Giava stando alia Tavola inserita nella nuova edizione delle lezioni di Anat. Compar. di G. Cuvier (2) , ma stando a quella die trova- si nell' opera sulle ossa fossili , questa identita scomparireb- be, poiclie sette ne vengono assegnate al citato Monitore, ed alia settima sola costole cervicali (3). A quale credere delle due tavole non saprei, mancando del confronto col vero. Le sei vertebre cervicali segnate da a ad a fig. cit. Tav. cit. distinguonsi perfettamente come di solito dalle dorsali per le spine o creste inferiori prodotte dalla parte posteriore delle faccie inferiori de' lore corpi , le quali cre- ste portano nell' apice una epifisi, die il Sig. Blancbard lia di- nienticato di dilineare nella cit. fig. della sua Tav. lOde'Retti- li-Saurii; creste piii lunghe nella seconda , tcrza e quarta vertebra die nelle altre, ne mica a punta acuta come nella predetta figura, ma ad ottusa e direi quasi bitubercolata. L' atlante fig. 2, 3 Tav. 11. (i), die non diversifica punto (1) Description de 1' Egypie. Tom. ci[. p. c. (2) Lerons d" Anat. Couip. Tuni. piem. Bi'uxel. 1836. p. 88. (3) Osseni. Foss. Tom. cit. pag. "288. (4) La fig. 2. rapprcsenta 1' atlante dalla faccia anteriarc, la fig. 3. dalla posteriore. 16i LuiGi Galori da quello di altri Monitor! , come del Nilotico e del Ca- spio, pur non ne nianca, ma quella, che vien definita per qnesta spina o cresta inferiore , non senibrami tale ; e sa- rei inclinato ad amuiettere, die la cresta infeilore anterio- re deir asse fosse veramente la cresta inferior postcriore dcir atlante, sicconie quella che qui si attiene all' apofisi odontoide , la quale omologicaniente consiclerata altro non e die il corpo dell' atlante medesinio. Questa vertebra con- »ta dei tre soliti pezzi ossei , uno inferiore nilnore, che con quasi tutta la sua faccia esterna degenera nella cresta inferiore degli autori , a due laterali , che sono gli archi riuniti superiormente sulla linea media e non proUingati, come di regola , in un processo spinoso. L' anello , che ri- sulta dalla unione di questi tre pezzi, resta diviso nel suo vano da un largo legamento trasverso a in due fori , uno superiore minore che contiene il principio della midolla spinale, altro inferiore maggiore, che posteriormente ricet- ta il processo odontoideo , ed anteriorniente il coiidilo oc- cipitale articolantesi a con la cavita glenoidea anteriore della faccia interna o superiore del pezzo medio dell' atlan- te, e colle due cavita glenoidee attigue dei rudimenti di processi articolari anteriori degli archi : particolarita assai bene in accordo con la composizione dell' anzidetto condi- lo. Sopra (juesti processi articolari , o 1' iiiserzione del le- gamento trasverso ,trovasi in ciascun arco una incisura ner- vosa , data cioe alia formazione del primo foro di coniuga- zione : analoga incisura osservasi posteriormente negli archi intesa a scopo eguale, sotto la quale appaiono in rudimen- to i processi articolari posteriori. Questi ofFiono una pic- colissima superficie articolare piana un po' obbliqua dallo avanti alio indietro a dallo interno alio esterno, la quale corrisponde ad altra consimile posta sui lati della faccia anteriore del corpo dell' asse, che a propriamente parlare manca di processi articolari anteriori distiiiti e prodotti da- gli archi. Ma com' a piccola questa superficie articolare dell' atlante, estesissima per converso e quella che vi sta al di sotto, a corrisponde alia parte posteriore della faccia interna del semianello inferiore di questa vertebra, perocche Del Monitor terrestris ec. 165 misura il tratto di arco situate sotto il descritto processo articolaie posteriore ed il pezzo medio infcriore della ver- tebra medesima. Questa si estesa faccia articolare e leg- germente concava , e si articola colla forte prominenza se- inicircolare convessa dell' apofisi odontoide. Finalmente so- pra r incisura inferiore sorge una piccola apofisi clie la li- mita , situata nclla linea dei processi articolari dclle altre vertehre. L' asse fig. 4,5,6 Tav. 11. (1) merita altresi una spe- ciale descrizione. Questa vertebra , gia niolto piu colossale deir atlante, ha il corpo lateralmente compresso nella par- te media, ed ingrossato nelle due estremita , ciascuna delle quali sostiene una spina o cresta inferiore. L' anteriore di queste spine e conformata ad uncino o a becco piegato posteriormente : e una vera apofisi coracoide o piuttosto epifisi , poiche non e saldata al corpo, ed appartiene alia prominenza anteriore di questo similmente epifisaria a* co- stituente 1' apofisi odontoide. Cotale epifisi non fu descrit- ta ne delineata da G. Cuvier (2) , ne da Eichwald (3) ; Mecliel pero 1' ebbe notata generalmente ne' Saurii , scri- vendo die il processo odontoideo suol essere in questi ret- tili un punto di ossificazione distinto (4). Nella figura del- la Tav. cit. del Sig. Blanchard la cosa e assai curiosa, pe- rocche la cresta posteriore dell' asse rappresenta evidente- mente luia epifisi , mentre 1' anteriore si vede perfettamen- te saldata col corpo di detta vertebra: insomma la dispo- sizione e inversa, ne si puo a meno di averla per molto sospetta. Levando quella epifisi odontoidea si avrebbe nel- la faccia anteriore del corpo dell' asse in luogo di una prominenza una cavita , a' cui lati rimarrebbero due piccole apofisi fornite di faccette articolari , e con cio si ridurrebbe (1) La fig. 4 rappresenta 1' asse di latn , la 5 dalla parte anteriore, la 6 dalla I'aric posleiJDre. (2) Oss. loss. Tom. cil. pag. 283. Art. V. Osserva allresi la PI. XYII. fig. 13. IG. (3) 0|). cit. pag. 68 , e Tav. Vill. fig. 5 a 8. (i) Op. cit. Tom. cil. pag. 602. 166 LuiGi Caloiji questa vertebra alia forma delle retroposte, E per veritii uessiino oggigiorrio piu dubita , che il procegso odoiitoldeo lion appartciiga di ])roprio all' asse , ma bensi all' atlaiite , al quale concedendolo le due prime vertebre cervical! sono condotte al tipo delle altre vertebre della regione. La spi- na posteriore del corpo dell' asse e , come l' anteriore , volta in addietro , ma non ha I' apice rotondato e come bitubercolato posteriormente a somiglianza di qiiello della spina inferiore delle vertebre seguenti, bensl piatto trasver- salmente, e come lanceolato. La Aiccia anteriore del corpo Dotabilmente rigonfiata e costituita per la massima parte dalla grossa epifisi del processo odontoide; perocche da cia- scun lato vi ba un piccolo spazio triangolare estraneo alia epifisi ed appartcnente al corpo dell' asse ; spazio fornito di superficie articolare plana leggiermente obbliqua dallo interno alio esterno e corrispondente all' analoga superficie di ciascun processo articolare posteriore dell' atlante. II processo odontoideo assai largo e corto e trasversalraentc depresso od infossato nella parte media , e rilevato supe- riormente ed inferiormente si che ne di la figura di una sella da cavalcare. La rilevatezza inferiore e semicircolare , tondeggiante , fornita di superficie articolare convessa arti- colantesi con la cavita. glenoide della parte posteriore del semicerchio inferiore dell' atlante. La rilevatezza superiore niolto me no estesa della inferiore ed in contatto col lega- niento trasverso sorge a modo di apofisi larga nella base a stretta nell' apice , che e ottuso ed insignito di piccola fossetta ; apofisi plana in corrispondenza del legamento pre- detto e convessa verso la rilevatezza inferiore. La depres- sione trasversa che separa queste due rllevatezze , ricorda quella die vegglamo riempiuta di cartilagine all' apice del- r apofisi odontoide del feto umano e del mammiferi e che scompare per la formazione di nuclei ossei costituenti la parte superiore od anteriore di tale apofisi. Nel Monitor questi nuclei non si sono formati , oppure sono rimasti piccollssimi, affatto rudimentarli , ed hanno probabllmente abbandonata 1' apofisi odontoide per recarsi, come vedre- mo 5 alia porzione basilare dell' occipite fra i condlli alia Del Monitor terrestris eg. 167 coinposlzione di un condilo solo. La faccia posteriore del coipo [nil giossa dell' anteriore porta una testa o condilo articolare a superficie convesso-semilunare ricevuto nella cavit^ articolare profonda della faccia anteriore del corpo ddlla terza vertebra, con la quale si articola per enartro- si. La porzione anulare dell' asse e composta di due ar- clii comprcssi come il corpo, piu larglii clie alti, mostran- ti una incisura anteriore ed una posteriore per la forma- zioiie dei corrispondenti fori di coniugazione, i quali ar- clii ascendono e riunisconsi in una grande cresta longitu- diiiale, qnadrilatera, ad angoli aciiti superiori , nel poste- riore dei quali esiste una epifisi, che il Signor Blancliard non ha delineata. In qnanto ai processi articolari, io non ho veduto die gli archi ne portino anteriorineute veruno , giacche i piccoli rudimenti di processi articolari posteriori deir atlante si articolano coUe due piccole superficie arti- colari triangolari della faccia anteriore del corpo dell' as- se, situate ai lati della grossa epifisi, che forma il pro- cesso odoutoideo. I processi articolari posteriori sono assai bene sviluppati, ed oflVono una larga superficie articolare ovale articola 11 tesi col process© articolare anteriore della terza vertebra. Le vertebre cervicali che seguono fig. 1. Tavola 10., sono di mole presso che simili all' asse, dal quale poi si dillereiiziaiio iu quanto die esse hanno la faccia anteriore del corpo profondamente cava per ricevere la testa o con- dilo articolare convesso-semilunare della faccia posteriore del corpo della vertebra che vi sta dinanzi; in quanto che vanno fornite di processi articolari anteriorij assai svilup- pati , ovali , con laccetta articolare superiore ed un po' obli- ([ua verso 1' interne ; in quanto die sono provvedute di processi trasversi distintissimi , triangolari, compressi dal- r alto al basso , tanto piii robusti quanto piu posteriori, e senza faccia articolare per 1' unione con la costola cervi- cale , tranne pero quello dell' ultima che sola sostiene da ciascun lato una di tali costole. In tutte maiica la cresta anteriore del corpo notata nell' asse, e vi ha solo la posterio- re. La cresta superiore e molto meno lunga di quella 168 LUIGI GaLOIII dell' asse, soprattutto poi nelKi terza, quasi clie natura ali- bia alia cresta di qiiesta vertebra del pari die agli arcUi deir atlaiite tolto , qiianto lia dato alia cresta supcriore della secoiula, j)er si fattaineute allungarla , come appaii- see, sopra qnella dcUe altre. La regioiie dorsale della colonna vertebrale e soprammo- do difettosa nella figiira della Tav. cit. del SIg. Bianchard, primamente perclie olFre una certa arcuazione die non e uaturale, e che il rettile vivo non mostra; secondamente, perche apparisce composta di sole 21 vertebre , mentre do- vrebbe essere di 22, e qnesta mancanza trovasi nella par- te anteriore, dove si veggono due vertebre sopportare tre costole , cbe sono le tie asternali situate subito al davan- ti delle tre vertebro-sternali uniche, e al di dietro del- r unica cervicale; terzamente perche i fori di coniugazione sono troppo artati, passando per essi indistintamente la luce, quasi vi fosse una sola meti di colonna; errore ri- petuto nella regione lonibare e nella sacrale. Le vertebre dorsali comprese tra J , e Z> fig. 1. Tav. 10. forraano un' a- sta, o colonna orizzontale, in cui i fori di coniugazione non si possono , come dicono i disegnatori , cavar che per scuro. Hanno esse in generale il corpo un po' piu corto di quello delle cervicali , ma piii grosso e robusto , piano jnferiormente e senza cresta inferiore di sorta. La faccia anteriore de' loro corpi e cava , reni forme , pur cosi la po- steriore, ma prominente e convessa. Gli archi audi' essi assai robusti e quasi orizzontali si riuniscono sulla linea media, eve prolungansi in una cresta superiore molto me- no lunga e meno alta di quella delle vertebre cervicali e quadrata. I processi articolari partecipano della notata ro- bustezza e sono orizzontali : gli anteriori hanno la faccia articolare volta in alto, i posteriori in basso. I processi trasversi sono cortissimi e robustissimi , e tanto piu corti e men robusti quanto piu posteriori : vanno forniti di una faccia ai'ticolare plana che per una depressione orizzonta- le o leggermente obliqua e come distinta in due, e per mezzo di questa faccia tali processi si articolano con le costole. DbL MoNITOn TEHRESTIIIS EC. 169 La prima vertehra dorsale presenta , quanto a forma ge- nerale, i caratteri delle cervicali , se non che va senza la cresta , die discetule dalla parte posteriore della faccia in- feriore del loro corpo : in luogo di questa cresta il corpo e alqiianto rigonfiato e prominente in corrispotidenza del pun- to doiid' essa in quelle producesi. Le costole sono 23 per ciascun lato , compresa altresi quella che appartieiie alia sesta vertebra cervicale. Questa costola c fig. 1. Tav. 10. e corta , piatta , robusta, molto piu larga nella estreniita interna congiunta al processo tras- verso robustissimo della vertebra anzidetta , e coperta in parte dalla scapola. Seguono da ogni lato altre tre costole da d a d, clie nella fig. della Tav. X. dei rettili del Sig. Blanchard non sono sostenute die da due vertebre ; costole aventi i caratteri della precedente , la prima delle quali h alquanto piii lunga di questa stessa , e le altre due si al- lungano vie[)piu gradataniente si che la terza ha il doppio della prima in Innghezza. Queste costole hanno la loro car- tilaginc di prolungamento, ma corta; onde non raggiungono r apparecchio sternale , e restano in parte ascose dalle os- sa della s[)alla. Per tale inancanza di articolazione col det- to apparecchio vengono esse chiamate costole collari o cer- vicali , e le vertebre che le sostengono , sono pure nove- rate fra le cervicali , onde queste aumenterebbero di tre. Ma siccome queste vertebre mancano del carattere distin- tivo delle cervicali, e la costola e qui un accessorio , cosi considerar voglionsi le tre costole descritte, come costole toraciche anteriori libere. Vengono poi da e ad e le tre costole vertebro-sternali di ciascun lato articolate con la quarta, quinta , e sesta vertebra dorsale, le quali costole hanno la loro cartilagine di prolungamento si lunga , quan- to la costola cui spetta, ed anche piu, e per mezzo di questa connettonsi coi pezzi sternali posteriori. La prima di queste costole e robustissima , piatta, e piii corta non solo delle altre due, ma di quella eziandio che le sta dinauzi : le altre sono men robuste , piii lunghe, piu gracili e ton- deggianti : le cartilngini per le quali prolungansi ad artico- larsi coi detti pezzi sternali, sono nn po' piii sottili di esse, T. VIII. 22 170 Luici Calori c vanno crescendo in lunghezza dalla prima all' ultima , la quale supera la lungliezza della costola da cui procede, e conviene anteiiortnente con quella del lato opposto : le cartilaiiini /", y, delle due prime costole vertehro-sternali si articolano coi margini laterali posteriori della cartilagine romboidale i,e la cartilagine g coi pezzi h considerati dd Geoflroy Saint-Hilaire aualoghi all' ap|)eiHlice xifoide (1). La natura di queste cartilagiiii e simile a tpiella della rom- boidale, cio e dire non verainente di cartilagine, ma di particolare osso granuloso. Non e d' uopo notare che le tre costole descritte uiiitamente ai pezzi sternali , piu le co- stole toraciclie anterior! lihere e i larglil sciidi onde si con- forinano le ossa della spalla, cotnpongono la cavita toracica. Le 16 costole retropiste indicate da / a / sono costole addominali tutte libere. Le prime cinque si allungaiio viep- piu, e sono meno arcuate delle precedenti, e piu ingraci- liscono e tondeggiano: le undici die seguono , trovansi nol- le niedesime coudizioni , ma si vanno via via accorciando ed assottigliando, finclie 1' ultima e si piccola da appena scernersi. La cartilagine di prolungamento di tutte queste costole e assai corta , e tanto piu , quanto piu posteriore. L' unica vertebra londiare m non si distingue dalle dor- sali se non perclie manca di costole, ed lia i suoi proces- si trasversi piccolissimi, e gia senza faccia articolare. Le due verlebre sacrali n, o, sono un po' piii piccole della unica vertebra lombare , niassinianiente poi la secon- da; ma nella forn)a del corpo, della cresta , e de' process! articolari a quella perfettamente somigliano. Non cosi ne' process! trasversi, che oltremodo s' ingrossano ed allunga- no , e rigonfiano nella estiemita , e col rigoiifiamento si toc- cano ed uniscono , come assai bene apparisce dalla parte inferiore , si clie ha luogo da clascun lato un fore , che altro non e die un foro sacrale , ed una sola superficie ar- ticolantesi coll' ileo. I processi trasversi della vertebra sa- (1) Phi'.osnphie anat. Tom. cit. 1. c, non die Tav. II. Gg. 'JO. p, p. Del Monitor TEnansTnis ec. 171 era anteriore sono nella parte media tiella faccia suporiore un po' coiitratti , ed ingrossano in corrispondenza della ra- dice e dclla estiemita estcrna ; nella faccia iiiferiore appa- riscono convessi e presso die uniformi tranne alio esterno. Sono piu grossi di qiielli della posteriore , e si estendono col rigonfiatnento della estremitii piu in alto , e portano nella parte [)Osterioie del rigonfiamento una incisura. I pro- cessi trasversi della secotida vertebra saorale sono piu gra- cili, piani snperiormente , come nolle vertehre candali, con- vessi inferiorinente , ed hanno un rigonfiamento esterno molto piu piccolo , che non si estende in alto , ne e visi- bile dalla parte siiperiore. Viene la Innga serie delle vertebre caudali da p ^ q a q, le quali facilmente rafiignransi alia lungliezza e gracilita dei processi spinosi tanto snperiori che inferiori, alia lun- gliezza e compianameiito orizzontale dei processi trasversi, ai due tubcrcoli della parte posteriore della faccia inferio- re de' loro corpi , tubercoli destinati ad articolarsi colle due branclie o processi spinosi inferiori bicruri od ossetti a mo' di Y , alia maggiore robustezza e Innghezza dei pro- cessi articolari anteriori , i quali dapprima obliqui in avanti vanno via via raddrizzandosi, finche alia decimasettima ver- tebra sono quasi verticali. La prima caudale p somiglia molto all' ultima sacrale , e va senza il processo spinoso inferiore , e senza quiiidi i tubercoli , coi quali esso si ar- ticola. II processo spinoso siiperiore ritiene ancora del cre- stifurmCj ed e un po' piu liingo di quello della seconda sacrale, e tende ad obliquare in addietro. I process! tras- versi sono liinglii , orizzontalmente compiaiiati, alqnanto piegati alio indietro : sono piu larghi nella base, ed offro- no nel margine anteriore di qiiesta una incisura semiluna- re , dal coriio esterno di cui comincia il processo a restrin- gersi, si che va nella estiemita posteriore come in punta smussata. La seconda caudale ha gia i caratteri divisati superiorinente. II processo spinoso superiore ha perduto an- che di piu della forma di quello dell' ultima sacrale, ed e piu luiigo di quello della precedente ; vi hanno i tuber- coli posteriori della faccia inferiore del corpo e 1' ossetto 172 LUIGI Calori a mo' di Y, o bicrure : questo e in un qucUo della seguente sono i piu liinghi : la loro direzione c quasi verticale , od un po' obliqua alio indietro : il trentesimo settimo lia le sue gam- J)e gii disunite e scostate , le quali ganibe nelle seguenti vertebre sempre piii fra loro si allontanano ed impiccoli- scono. I process! trasversi della seconda caudale sono piat- ti, quasi orizzontali , e piii lunghi di quelli delle altre ver- tebre che vengono dopo. Questi processi tanto piu si ab- breviano, quaiito piu sono posteriori, finclie riduconsi ad un minimo vestigio. Alia terza caudale il processo spinoso superiore si e gia ristretto ed allungato anclie piu, ed lia quindi assunto i caratteri che presenta nelle maggiori ver- tebre della regione : questi processi vanno via via allun- gandosi , ed i piu lunghi sono 1' ottavo e il nono senza pero essere i piu stretti , che tali si offiono piuttosto i tre che vengono appresso : dopo di che si allargano di nuovo. Non e d' uopo dire, che a partir dal nono si ac- corciano e riprendono una forma quadrata , od a cresta. Rispetto ai corpi di queste vertebre, s' impiccoliscono tan- to piu quanto piii si accostano alia estreniita caudale , eve sono minimi. Tali corpi mostrano la faccia anterio- re concava , e la pnsteriore convessa come nelle verte- bre delle altre regioni. Conteniplando la descrltta region caudale nella fi. Del Monitor terrestris eg. 175 eccezionalmente conforinato per essere quasi in due parti- to iiiediante una ragf^uardevole depressione trasversale av- venuta pel difetto o rnaucamento del nuclei ossei della cre- Sta del processo medesimo. Ora questo e rimasto frammen- tario, ed i framnieuti disgiuiiti si sono ailontaiiati : una parte di essi si e unita al corpo dell' asse , nieiitre Taltra si e associata agli elementi che costituiscono il condilo oc- cipitale , od alia faccia posteriore del corpo della prima vertebra craniale, la quale f'acria riunisce, couie i' anterio- re del corpo dell' asse, la superlicie articolare, qui poste- riore, del corpo vertebrale, e quelle dei processi articola- ri posteriori. Questa porzione aggiuuta al condilo gli toglie r apparenza di tre tidjercoli , e ne fa una prominenza se- niicircolare a superficie articolare convessa tutta unita. Fi- naluieute ai lati del grande foro occipitale trovasi da cia- scuii lato un forame nervoso scolpito negli occipital! late- rali, pel quale forame passa altresi un' arteriuzza analoga ad una spinale. La seconda vertebra craniale e costituita dal corpo del- lo sfenoide posteriore, dalle grandi ale , e dal parietale. II corpo dello sfenoide e fig. 10. Tav. 11, fonna il cor- po o centro della vertebra , ed e congiunto al basilare di- rei quasi per combaciaineuto , si sottile e addivenuta la cartilagine intermedia. OtFie cinque processi, quattro late- rali , ed uno imparl medio che e anteriore. Questo segna- to /" fig. cit. e assai grosso nel suo ceppo, ma dippoi si assoltiglia, e degenera nella lunga apofisi g, ibid, g , g ■> fig. 9. Tav. 11., gracilissima e sliliforme, la quale si pro- lunira in avanti correndo tra le orbite sulla linea media so- pra il livello del gran vano circoscritto dagli ossi pterigoi- dei e palatini , e sostiene il setto intraorbitale A, ed in parte anche la cartilagine priiuordiale i, che chiude il cra- nio anteriormente, e comprende V ossetto sigmoideo / fig. 9. Tav. 11. /, /, fig. 10. Tav. 12., preso da Cuvier per un rudimento di ala orbitale e temporale dello sfenoide (1). (I) Oss. fos. Torn. cil. part. cil. pjg. 2o9. e I.crons clc. Tom. cit. pag. 35S. 176 LutGi Calori La descrltta produzione stiliforme g-g , g. fig. cit. e stafa paragotiata al rostro sfeiioidale qui sviluppatissimo (t) , rner>- tre il ceppo deila medesitna altro iion e die un nulimen- to di corpo sfeiioidale auteiiore , e qiiindi estraiieo in iiu coll'apofisi in cui degenera, alia seconda vertebra craiiiale. Rispetto ai qiiattro processi iaterali , due soiio anteriori pill liinglii e robusti , e due posteriori. Questi si uniscoiio ai due ossetti e* iig. 9. Tav. 11. e*, e* ilg. 10. Tav. 12., i quali dalla parte esterna si portano alio indietro corren- do prima tra il corpo dello sfenoide ed il basilare, poi tra la rocca di Guvier e 1' occipital laterale , e cessano di es- sere visibili sotto la fenestra ovale : circoscrivono superior- mente la fessura liinitata in basso dall' occipital laterale, e die rappresenta la fenestra rotonda, sopra cui sta 1' altra ovale gia. cliinsa dulia sua stafFa columellarc , deila quale ul- tima fenestra forinano tali ossetti il bordo inferiore , man- tra il superiore e costituito dalla rocca di Guvier, a in piccola parte dall' occipitale laterale : in una parola i de- scritti ossetti sono intercalati fra le due fenestra (2). Qua- le significanza abbiano questi due ossetti , e*, e* parmi non difficile argomentare. Gonsiderato cli' essi fanno parte del- r otoscheletro ; considerate le loro connessioni con le ossa suddette , sembrami cli' esser debbano le vera rocche , i veri ossi petrosi , e non quelli , die per tali defini il Gu- vier. Nel qual parere mi raflferma il pensare die i petro- si ne' Saurii , come negli altri rettili, sono assai ridotti e generalmanta parlando esclusi dalia cavitu del cranio , e che per quasta loro poverti ed esclusione non possono piu valere ad avviluppara e proteggere il labirinto, on- de assumono questo uffizio gli ossi circonvicini , a spe- cialmente gU archi deila prima e seconda vertebra cra- niale. Men convince poi V osservazione fatta da Owen (1) Eicbiwald op. cit. pag. 52. scrive che nel Psammosauro giigio il rosiro sfcnoidale non i sviliippato — minime evolutum — lo die non concorda col ca- so presenle. (2) Ncfjii anlori, che ho potuto consiillare, non trovo fatta raenzione di que- sti due ossetti. Del MoNiTon TEiiREsrnis En. 177 8ui crocodilli , e da nie noii ha guari veiificata sul croco- dillo volgaie , di due ossetti apparent! sui lati della cavita del ciatiio tea gli occi[)itali lateral! e le rocclie di Giivier da iui rettatnente sigtiilicati come ossi petrosi rndiinenta- rii , o per denoniinarli colla sua nomenclatiira , petrosal} (1). Ma ritornaiido ai processi lateral! dello sfenoide dico , che gli anteriori piii rohusti e liinghi dei posteriori si prolun- gano obliquamente alio esteriio ed inferiormente, e rigon- fiano nella estremita, per la quale congiuiigonsi cogli ossi pterigoidei wz, to\ w, to', fig. 7, 9. Tav. 11. fig. 10. Tav. 12. vicino air unione delle columelle con quest! ossi niede- simi. Al loro pnnto di origine in corrispondenza del lato esterno del corpo sfenoidale apparisce un foro vascolare, die Cuvier disse condurre nella fiissa pituitaria , e che Corti ha riconoscinto come apertura esterna del canale carotico da Iui esattamente descritto (2). Quanto alle altre parti del corpo sleiioidale ed alia fossa predetta, nulla trovo di dif- ferente da quanto presentano gli altri Monitori. Non poca contesa e fra gli autori nello stabilire quali parti ossee presentino ne' Monitori le grandi ale dello sfe- noide , o gli arclii della seconda vertebra craniale. Vedeni- mo gii, che Cuvier considerava 1' ossetto / fig. 9, Tav. 11. Z, I fig. 10. Tav. 12. come una grande ala ruditneiitaria ; interpretazione contraddetta da GeofFroy Saint-Hilaire e da Meckel (1), i quali meritaniente hanno giudicato quell' osset- to r ala minore o processo ingrassiale si pel suo sito come per le connessioui che ha con il corpo sfenoidale anterio- re e coi frontali , e molto piu per il rapporto che ha col forame ottico , di cui forma I' orlo esterno o posteriore. Lo stesso Meckel (2) e Eichwald (3) pensano, che la gran- (I) Principes d' Osl6ol. corapar. par Richard Owen Paris 1865, pag. 59. 60. Vcdl pure la Tav. IV. (1^. 2. N. 16. (i) De sysicmale vasoriira Psaminosauri grisei Auct. Alph. Corli Vindobonae 1847. pag. 26. (3) Trdii6 d' anal, cnnipar. Torn. cit. pag. 7?9. (i) Op. cit. Tom. cit. pag. 715. (5) Op. cit. I. c. T. viii. 23 178 LuiGi Calori de ala sia 1' ossetto n n fig. 7, n fig. 9. Tav. 11, clie Cuvier appello columella, e non determino diceiidolo osso nuo- vo sol proprio ai lacertiiii (1) : parere da non accoglier- si ; perocche la columella non ha veruno del caratteri della grande ala. Owen avendo tiovato nel teschio del crocodilli il vero osso petroso , o petrosale, si aporse e spiano la via die doveva conduilo ad avvisaie la vera grande ala sfenoidale, da lui cliiamata alisfenoideo , e la riconobbe nell' osso die Cuvier difini come rocca (2) Es- sendomi pur io incontrato negli ossetti suddescritti da me significati come petrosali , per me altresi diventeranno grandi ale le ossa /? , fig. 9. Tav. 11. le quali ne han- no bene i caratteri , sendo che chiudono il cranio la- teralmente , e insieme cogli occipitali laterali concorro- no alia composizione di gran parte dell' otoscheletro com- pletato poi dai petrosali : colla loro incisura anteriore for- mano in un colla cartilagine primordiale il foro per il pas- saggio del quinto : connettonsi col corpo dello sfeuoide, coi petrosi , cogli occipitali laterali, col sopraoccipitale, col parietale e con le columelle, le quali colle loro estremita su- periori poggiano contro il margine superiore di (jueste grandi ale, e se vi ha difFerenza coi crocodilli, questa consiste nella mancanza di artlcolazione con le piccole ale , o processi dell' Ingrassias per essere questi nel Monitor affatto rudimentarii, mentre nei crocodilli sono sviluppatis- sinii e pin estesi delle grandi ale. Avute le rocche di Cuvier come le grandi ale, o gli ar- chi della seconda vertebra craniale , parmi si possa tentar di determinare con qualche probabiliti di successo le co- lumelle. Siccome le vertebre possono avere processi trasver- si moventi e dal corpo e dagli archi vertebrali, e siccome alle parti dello sfenoide descritte costituenti il corpo e gli archi della vertebra craniale in esame appartengono i pro- cessi pterigoidei, cosi sembrami che le columelle altro non (t) Oss. fnss. Tom. cil. part. cit. pag. 2i2. non die Logons etc Tom. cit. (2) Op. cil. I. c. Del Monitor terrestris ec. 170 eiano die processi trasveisi degli arclii della seconda ver- tebra cranial(!, o le radici esterne dei processi pterigoidei, sicconie (jiielle die tnuovoiio dal lemho siiperiore ddle graii- di ale, e discendono un po' ohiiquarnetite in avanti per an- dare ad articolarsi cogli ossi pterigoidei , meiitre poi i pro- cessi trasveisi del corpo veriel)l)ero rappreseiitati dai pro- cessi laterali ariteriori del corpo dello sfenoide posteriore, e fornierebbero le radici interne de' processi pterigoidei me- desiiiii audi' esse articolate cogli ossi pterigoidei , i quali altro non sarebbero die 1' epifiisi delle indicate radici enor- memente allungata anteriormente e posteriormente per con- giugnersi col palatino, col trasverso e con l' osso timpani- co. II foro esternaniente ed inferiormente circoscritto dalle due descritte radici, o dalla columella, e dal processo la- terale anteriore del corpo dello sfenoide , e cliiuso interna- mente da questo corpo e dalla grande ala, acquisterebbe la significazione di foro vidiano , foro ad un tempo vascolare e nervoso , come quello de' processi trasversi delle vertebie cervicali di moiti animali. So die a questa maniera di con- siderare si obbiettera, die il processo trasverso della secon- da vertebra craniale e costituito dal mastoideo ; ma qui il mastoideo e, come veggiam non di rado, incorporato nel- r occipitale laterale , cioe in quella sua lunga apofisi prolungata all' osso timpanico e die entra nella composi- zione dell' otoscheletro , apofisi che qui non puo essere significata che come processo trasverso della vertebra oc- cipitale. Le grandi opere osteologiclie di Cuvier e di Blain- ville dimostrano in piix figure all' evidenza questa fusione del mastoideo nell' occipitale laterale. II parietale uiiico o fig. 7, 8, 9. Tav. 11. forma il pro- cesso spinoso della seconda vertebra craniale. Quest' osso confrontato con quello die Cuvier delinea nei Mouitori Nilotico e Giavano , riesce piu largo , ma un po' piu cor- to (1). Gonsente nieglio con la larghezza di quello del (1) Oss. foss. Tom. cil. part. cit. Tav. XVI. fig. 1. 2. 7. 180 LuiGi Calori Monitore Casplo , la quale poi e superiore (!)• E piano nella faccia superiore, ed offre snlla linea media a poca distan- za dalla sutura fronto-parietale il solito foro , unico avaiizo della primitiva paitizione dell' osso in due. Porta sui lati una incisnra semiliuiare teriniuata anteriormente e poste- riormente in apofisi , e sotto 1' incisura le faccie lateiali pur esse semilnnari e concave: incisura e faccie, clie in- ternaniente circoscrivono l' anipia fossa teinporaie , alia cui formazione concorrono. Le apolisi anteriori sono piccole, angolose , e si articolano col frontale principale e col fron- tale posteriore di Cuvier. Le posteriori sono molto pin robuste e lunglie , piatte , a faccie un po' oblique dall' al- to al basso e dall' interuo alio esterno, e piu presto pro- duzioni delle parti laterali die della superiore dell' osso , le quali si divaricano portandosi alio indietro ed alio ester- no , e si applicano alia faccia interna delle ossa mastoidee di Cuvier , colle quali si articolano prolungandosi fin pres- 80 r estremita esterna rigonfiata dell' apofisi degli occipi- tali laterali. Per questo divaricamento la porzione plana o superiore del parietale riesce largamente incavata nel mar- gine posteriore. Queste apofisi poi in un co' mastoidei di Cuvier liniitano superiormente da ciascun lato un' ampia apertura cbiusa in basso dall' occipitale laterale, ed alio interno dall' occipitale superiore, la quale mette nella fos- sa temporale e al timpano , ed e occupata da muscoli. II margine anteriore del parietale e retto ondulato, e si arti- cola coi frontali principali di Cuvier. L' articolazione col- r occipitale superiore e , speciahuente nel mezzo , per sostanza cartilaginca intermedia, residue della cartilagine primordiale. II parietale in un coU' occipitale superiore corn- pone la maggior parte della celata craniale, e copre anche un poco il detto occipitale, e le grandi ale dello sfenoi- de , con cui si articola mediante le sue porzioui la- terali. (1) Ed. Eicliwald Op. cil. Tav. cit fig. 2. Del Monitor teruestris eg. 181 Fra la vertebra descritta che chiameremo parietale , e la vertebra occipitale trovasi il temporale in un con V o- toscheletro che fa parte di esse , e che secondo Garus co- stituisce 1' intervertehra uditiva (1). Vedemmo superiormen- te I' osso che veramente rappresenta la rocca , od il petro- so o petrosale che voglia chiamarsi , non die la porzione inastoidea incorporata alia apofisi degli occipitali lateral! , che perci6 entrano nella composiziorie dell' otoscheletro. Restano a trovarsi gli altri pezzi del temporale, lo squa- moso cioe, 1' apofisi zigoinatica , e cjuella che costituisce il quadro del timpano, od il meato uditivo esterno. L' osso q , <7, fig. 7,8,^ fig. 9. Tav. 11., che Cuvier defini- sce come mastoideo , io non son di parere che sia tale ; perocche il mastoideo ha rapporto con 1' otoscheletro , cui in parte compone , ed e, come dissi , incorporato nella lunga apofisi dell' occipitale laterale, come avviene frequen- temente. L' osso q , q , non ha 1' indicate carattere oto- scheletrale, e percio non piio essere il mastoideo. Sembra- mi piuttosto la squama temporale affatto estranea , come suol negli ovipari , alia composizione delie pareti del cra- nio , coiisiderato die quest' osso q , q s\ articola col parie- tale , colla pill volte menzionata apofisi degii occipitali la- terali , col sottil osso r,r, ed in fine col timpanico od articolare s, s. Attenendoci a questa significazione, 1' osso r, r, che Cuvier chiama temporale, diverrebbe T apofisi zigomatica , la quale congiunta col frontale posteriore o postfrontale costituisce 1' areata zigomatica; e ne ha, se nial non mi appongo , le caratteristiche nell' uffizio che detto osso r, r, adempie, e nelle connessioni tanto con lo squamoso e V osso timpanico, quanto col postfrontale predetto. Lo squamoso q^ q, V apofisi zigomatica r , r , e quella degli occiptali laterali, piu 1' epifisi t fig. 9. T. 11. che sem- bra apparteiiere al timpanico, formano una specie di peduii- colo , a cui quest' osso e appeso non gia perpendicolar- (1) Trailtr elomeiit. d" anat. coropar. Tom. Irois. Paris 1835 pag. 27o-279 ec. 182 Luict Calohi inente , ma in direzione alquanto obliqua in avaiiti. Quo- sto tiinpanico e osso piatto, robusto , uii po' piii liiiigo clie laro;o , qiiadrilatero, doppiamente scanalato od incavato iiella faccia posteriore , e semplicernente nella aiiteriore , couforinato nel inargiue inferioie a troclea articolaie t'', Z* fig. 10. Tav. 12., mediante la quale si articola per ginglimo aii^ golaie colla mandibola , o mascella inferioie. Qual parte di teinporale rappresenti quest" osso, e stato lungamente qui- stionato dagli aiiatomici, e diverse ne sono state le sen- tenze. Chi ha voluto Fosse la porzione ascendente della mascella anzidetta^ porzione rimasta distaccata e hbera ; donde al tiinpanico ii nome d' intermascellare; chi 1' incix- dine; chi il cercliietto osseo, che sostiene la niembrana del timpano, per la ragione, che tale inembrana si an- iiette al tiinpanico medesimo ; chi il cerchietto indicate e r apofisi stiloide insieme , e chi infine la porzione arti- colare del temporale dei mammiferi (1). Quest' ultima opi- nione , di cui e autore Tiedemann e di ciu si e fatto, non ha guari, propngnatore Garbiglietti {2), ha, a mio parere , molta probabilita, considerato che 1' osso timpani- co si articola costantemente colla mascella inferiore : ma accogliendo questa opinione , non tengo pero che 1' osso timpanico presenti tutta T anzidetta porzione articolare , ma semplicernente quel tanto, che a questa porzione som- niinistra la radice trasversa dell' apofisi zigomatica , persua- dendolo la maniera della sua superficie articolare , la poca estensione di questa, il genere dell' articolazione cui ap- appartiene , ed il mancare di radice trasversa la suddetta apofisi. Ne solo credo che il timpanico rappresenti questa radice dell' apofisi zigomatica , ma quel ramo ancora della radice superiore, longitudinale od antero-posteriore dell' a- pofisi medesima si bene descritta da Cruveilhier , ramo che passa fra il condotto uditivo e la cavita glenoide , e che (1) Per tulle queste opinion! vedi Traill g^ner. d' Anat. comp. par. I. F. Me- ckel Tom. III. I.« Pallia pag. 256. a 2U.5. (2) Ricerclie zootomichc fisiologiclie sopra 1' osso timpanico ossia quadralo de- gli uccelli Dcl Vol. IV. degli atti dcUa reale Accad. medico-cliirnrgica di Tonoo. Del Monitor terrestris eg. 183 forma un tutto contlnuo con questo condotto , o col qua- dro del timpano (1). Alia quale significazione mi conduce r osservare , clie il titnpanico non solo si articoia con la mascella inferiore , ma presta eziandio attacco alia mem- brana del timpano : onde per me quest' osso rappresenta insieme fuse e la radice trasversa e la Ijianca timpanica della radice antero-posteriore dell' apofisi zigomatica , ed il quadro del timpano. Le tre ossa descritte nnitamente alia mascella inferiore di cui in appresso , piuttosto clie appartenere alia verte- bra parietale o seconda craniale ap|)artengono alia terza ossia Irontale , colla quale sono congiunte mediante il fron- tale posteriore , mentre alia seconda vertebra sembra spet- ti r osso joide, come Owen opina (2). La vertebra fron- tale poi si compone come di solito, dalla porzione o pro- cesso y fig. 10. Tav. 12. in un con l' apofisi g, parti che definimmo superiormente come corpo sfeuoidale anteriore, e rostro sfeuoidale; degli ossetti Z, I ibid. /, fig. 9. Tav. 11., che considerammo con Geoffrey Saint-Hilaire e INIeckcl ale minori , o processi ingrassiali , e dei frontali u, u fig. 8. Tav. 11. fig. 10. Tav. 12. Le indicate parti ossee f ■> g ^ co- stituiscono il corpo, o centro della vertebra saldato col corpo della vertebra parietale, mentre gU ossetti /, /, ne rappresentano gli arcbi assai gracili a vero dire, ma am- pliati dalla cartilagine primordiale, die hanno al di dietro, e che per una sinimesi li congiugne agli archi della se- conda vertebra od alle grandi ale. Tali ossetti cominciano presso la base del processo f , e si elevano descrivendo un arco concavo anteriormente, e dippoi biforcansi in due ra- mi , uno dei quali si porta in avanti lungo la parte poste- riore del setto intraorbitale, e termina al frontale , l' altro assai corto dirigesi similniente in alto , ma alio esterno : la porzione concava e in relazion coi nervi ottici circnscri- veutlone il foro di egresso. Questi archi sostengono in un (t ) Anal, dcsnipt. par I. Ciuveilliier Tora. prcra. Bnixcl. 1837. pag. 66. (2) Op. cit. in piu liioghi. 185 Luicr Cai-ori colla porzione anteiiorc della cartilagine primordiale 1 fnin- tali u, u fig. 8. Tav. 11. fig. 10. Tav. 12. clie conipletaiio superionneiite la vertebra. Qiiesti froiitali soiio allmigati , piani , triangolari , riimiti iiisieine colla base sulla linea me- dia per sutuia : arcuati esteriortnente circoscrivorio dalla parte superiore ed interna le orbite, e sembrano corne ri- piegarsi sotto loro stessl forniando le porzioiii orbitali , clie vauno r una verso 1' altra rjnasi a toccarsi sulla linea me- dia , e compongono lui canale percorso dai nervi olfattorii ; canale cliinso in alto dalla parte superiore dei frontali istes- si , ed inreriorniente dal margiue superiore allargato del setto intraorbitale h fig. 9. Tav. II. nel quale in avanti scorgonsi alcune grannlazioni ossee , che dagli Autori sono considerate come rndimenti di lamina perpendicolare del- r etmoi Je , della cpiale il setto rappresenterebbe la base cartilaginea. In avanti i frontali si vanno grado grade re- stringendo, e si prolungano in sottili apofisi nasali insi- nuate tra i frontali anteriori di Cuvier c' , v fig. 8. Tav. II., ed il nasale unico y compreso nella incisura formata da ciascuna delle apofisi nasali niedesime. Posteriormente ed esteriormente in fine i frontali terminano in un' apofisi an- golosa articolata col parietale o , e col frontale posteriore di Cuvier, o postfrontale x, a;, il quale forma l' apofisi trasversa della vertebra , ed e definito come processo orbir tale esterno o zigomatico sviluppatosi per un distinto ger- nie di ossificazione, e riraasto distinto. Geofifroy Saint-Hilai- re pero lo ha diversamente considerate dicendolo ora tem- porale , ora jugale (1). Questa ultima determinazione par- mi che non possa rifiutarsi affatto pel motivo, clie 1' osso X si articola con l' osso r, che significammo per apofisi zi- gomatica del tetnporale, e concorre a formare 1' areata zi- gomatica , mentre 1' apofisi orbitale esterna del frontale non ha quest' uffizio : avvalorerebbe poi tale determinazione il vedere che 1' osso x 6 in connessione con la cartilagine primordiale, connessione che rammenta quella che il zigo- (I) Annal. clu Museum d' hist, natur. Toiu. dixiime pag. 249. Del Monitor tkhrbstris kc. 185 matico ha con la grande ala dello sfenoide. Non bisogna per6 (Jissimulaie die questo argomeiito favoreggia del pari la significazione , che sia 1' apolisi orbitale predetta, molto pill che r osso x e pure articolato col parietale. L' ultima vertebra del teschio e la nasale od olfattiva da Carus indicata come una intervertebra (1), ed ofFre il suo corpo o centre nelle due ossa 8, 8 fig. 10. Tav. 12. situate per una parte tra i palatini, i mascellari superiori, e r intermascellare, e per 1' altra coperte dai turbinati in- feriori e dai mascellari superiori non che dai frontali an- teriorl di Cuvier, o prefrontali. Le quali ossa 8, 8, sono i vomeri , conforrnati a modo di due lamine divaricate po- steriormente, insiem riunite per sutura in avanti ove sono alquanto piu strette. Nella loro faccia inferiore offrono antc- riormente una doccia limitata da due creste longitudinali esternamente concave , nella parte anteriore della quale doccia vi hanno due forellini per il passaggio di nervic- ciuoli : sempre in avanti, ed ai lati appariscono due altri fori esternamente completati dai mascellari superiori, i qua- li fori conducono alia faccia concava dei turbinati infe- riori s , z. Gli archi della vertebra olfattiva vengono costituiti dai frontali anteriori di Cuvier, o prefrontali p, c fig. 8. Tav. 1 1, che Geoffroy Saint-Hilaire defini come turbinati etmoidali da lui chiamati etmofisali (2) e che Oken (3) con mol- ta piu ragione disse ossa plana , o come si esprime Bo- janus, etmoidei laterali, poich6 i turbinati superiori sono rappresentati da pieghe della membrana pituitaria a quel- li annesse , e separate da una produzione del setto intraor- bitale prolungantesi fino ai turbinati inferiori od anterio- ri, ed al lungo process© dell' intermascellare, conciossiache quel setto medesimo resosi oltremodo sottlle si attacca al marglne inferiore di detto process© , e s' insinua nella rima (1) Op. cit. I. c. (S) Annal. dii Miiseum etc. Tcic. cit. 1. c. (3) Isis 1828 pag. 2!j2. T. VIIl. 186 LuiGi Calori che trovasi fra i turbinati infeiiori indicati. La quale de- terniiiiazione degli ossi v, v, viene convalidata dallu loro giacitura e dai loro uffizi , perocche sono incastrati tra il froiitale , il mascellar siiperiore, 1' osso lagrimale, il so- piaciliaie ed il palatino , e formano non piccola parte del tetto o parete superiore delle fosse nasali , completata poi ncl mezzo dalle estremit;\ anteriori assottigliate dei fron- tali e dair unico osso iiasale fra esse compreso, e con esse articolato per sutura : completano in oltre il canale che racchiude le espansioni dei nervi olfattorii, limitano in avanti 1' areata orbitale superiore od interna, e separano r orbita dalle fosse nasali^ delle quali formano quasi tutta la parete posteriore : da ultimo insiem col lagrimale con- corrono a comporre il canal nasale. I quali tutti argomen- ti sembranmi superare di gran lunga 1' unico addotto in contrario dal Cuvier, che le ossa j/lana non si mostrano mai suUe guancie (1). La vertebra olfattoria e completata superlormente dal nasale unico / fig. 8. Tav. 11., il quale e incastrato , co- me dicemmo , tra le apofisi nasali dei frontali , ed e nella estremita anteriore fesso in due lamine , le quali si appli- cano ai lati del lungo processo dell' intermascellare , e lo comprendono. Questa divisione anteriore del nasale e un indizio della sua primitiva duplicita , come lo e del pari un' ultra incisura niolto piu piccola, ch' esso mostra nella parte media del suo margine posteriore, e che riceve una piccola spina dei frontali ; le quali due incisure conducono per transizione alia scission permanente di esso in due presentata dal Monitore Cloro-Stigma, da quel di Ameri- ca ec. Finalmente la parte media inferiore del nasale pre- sta attacco alia produzione suddiscorsa del setto intraor- bitale. Pertinenze di questa vertebra sono i palatini , I trasver- si, i mascellari superiori, l' intermascellare o premascella- re , i jugali di Cuvier, i turbinati anteriori e le ossa la- (1) Oss. fos. Tom. cU. part. cil. pag. 73. DtiL Monitor TitanEETjiis ec. 187 gi'imali col sopraciliare. I ])alatini 7,7, fig. 10. Tav. 12. molto fra loro allontaiiati posterionnente , e assai ravvici- nati anteriormente coiistaiio di una porzione interna piat- ta, longitiulinnle ed obliqua dallo interno alio esterno, la quale in avanti si aiticola con i vomeri 8 , 8 ed in addie- tro co' pterigoidei 7/2 , /ra , w* , 11^ gia descritti , e cliiudo- no anteriormente 1' ampia apertura periforme mediana del- la faccia inferiore del teschio ; apertura limitata lateralmen- te da' pterigoidei prefati , e posterionnente dal corpo dello sfenoide , e da' suoi processi lateral! anteriori. L'altra por- zione de' palatini, die e esterna , e molto piu piccola e breve , c si dirige ai mascellari superlori ed ai trasversi , con le quali ossa si articola. Questa porzione e come mez- zo di separazione di due aperture , una anteriore ed altra posteriore ; la prima circoscritta dai palatini, dai vomeri, e dai mascellari superiori presenta le narici posteriori; la se- conda limitata dai palatini stessi , dagli ossi trasversi , e dai pterigoidei rimane chiusa da una membrana otturatoria fi- bro-cartllaginea. I trasversi 6, fig. 9. Tav. 1 1. 6 , 6, fig. 10. Tav. 12. situa- ti tra i mascellari superiori , i palatini , i pterigoidei ed i jugali di Cuvier , coi quali tutti ossi si articolano , vengo- no diversamente definiti. Nella nuova edizione delle lezioni di Anat. Compar. di G. Cuvier Tom. 1. pag. 358 1' anno- tatore inclina a credere , die il trasverso possa essere pa- ragonabile alia porzione pterigoidea de' palatini , la quale ne' cetacei erbivori apparisce gia distinta. Altri anatomici lo chiamano pterigoideo, e V hanno come simile all' aletta interna de' processi pterigoidei de' Mammiferi, raentre poi serbano la denominazione di processi pterigoidei a quelli , che descrissi sotto il nome di ossi pterigoidei , i quali son per essi i processi pterigoidei esterni del mammiferi mede- simi. Vero e che 1' indicata aletta forma un osso distinto anche nell' embrione umano, ma le counessioui del trasver- so sono tali da favorire piuttosto la prima che 1' ultima opiiiione. I mascellari superiori 2, 2 fig. 8. 2 , fig. 9. Tav. 11. 2,2, fig. 10. Tav. 12. situati gia conic di solito ai iati 1 88 Luici Calori del'muso, sono assal robust!, compianati , eccetto nella parte posteriore, che ne forma come il corpo , e si eleva- no colle apofisi montati fine al livello della estremita an- teriore delle apofisi nasali dei frontali con le quali pero non si articolano, impedendolo gli etmoidei laterali inter- posti. Le apofisi montanti neppure si articolano col nasale unico, ma solo hanno connessione coi due pezzi dei la- grimali e coi detti etmoidei. Essi mascellari tondeggiano alquanto sui lati in corrispondenza del processo alveolare, e presentano una sei'ie di forellini al iiumero di sette od otto da ciascun lato , oltre qualche altro fuori di serie , e pill superiore. Un po' infossati nella faccia superiore sono impediti dallo articolarsi insieme anteriormente dalla por- zione allargata e dalla base del processo dell' intermascel- lare, in addietro dai turblnati inferior! : veduti inferiormen- te appariscono del pari disgiunti ed allontanati piii che nella faccia superiore per 1' interposizione dell' intermascel- lare 5 dei vomeri , e dei palatini. I process! alveolar! non so- no cavat! a doccia che anteriormente , o al davanti del- le aperture posteriori od inferiori delle fosse nasali ; doccia molto allargata e coperta da una lamina fibro—cartilaginea pertugiata per 1' uscita dei denti. Non mancano gli indizi dei sepimenti alveolar! osservabili nella lamina esterna del processo alveolare, e rappresentati da piccoli riaiti della fac- cia interna della lamina medesima susseguiti tosto da car- tilagine. I denti si attengono alia parte esterna della doc- cia alveolare , o alia detta lamina , e sono fissati dalla fi- bro-cartilagine di copertura, e dalla mucosa orale. Hannov! due serie di denti una esterna, 1' altra interna. La seiie ester- na e formata di denti Innghi , alcuni dei quali sono tron- cati , altri perduti : la serie interna ofFre denti molto corti e piccoli, sorgenti subito dalla parte interna della base de' lunghi ed accolti in fori distinti. Nel processo alveola- re destro veggonsi cinque denti lunghi, e dieci corti (Ve- di fig. 10. Tav. 12.); nel sinistro tie lunghi, ed un egua- le numero di corti ibid. Non e d' uopo dire , die i corti sono denti giovani di sostituzione ai lunghi logorati, o per- duti. Quest! denti sono lateralmente coinpressi , uncinati Del Monitor tehrkstris kg. 189 colla cusplde volta alio indietro, taglianti a doppio taglio , antcriore coiivcsso, posteriore concave; la loro sezione tras- versa , o la loro base e romboidale. I denti giovani sono pin dritti, ed ofTiono quelle miiiime differenze si bene trat- teggiate da G. Ciivier nell' opera suUe ossa fossili nel par- lare appunto clie fa della dentatura dei Monitor!. L' osso interniasceliare 1 fig. 8, 9, Tav. 11. fig. 10.t Tav. 12. costituente la punta del muso apparisce unico come negli altri Monitor! , ed e unito per sutura ai ma- scellari superior! fra i qual! e incastrato. Consta d! una porzione allungata , e di altra ristretta a modo di lungo processo laminare. Nella faccia inferiore della porzione al- largata veggonsi anteriormente quattro denti intatt! sulla parte media , ed a sinistra due fori o alveoli del tessuto gengivale che appartengono a due denti caduti; senza che appariscono quell! d! sostituzione , e due altri denti , uno per lato in corrispondenza della sutura predetta. Quest! denti sono evidentemente piu piccoli di quell! onde vanno armati i mascellari. Nella parte media d! questa faccia in- feriore deir intermascellare al di dietro dei denti prefati sorge una cresta , che ofFre nel mezzo ima rima, traccia della primitiva partizione dell" intermascellare in due , al termine posteriore della quale cresta ha una incisura limi- tata ai lati da due apofis! articolantisi coi vomeri; cresta ed apoBsi che sembrano quasi un' addizione , poiche ai la- ti della base della cresta apparisce una traccia di sutura che termina ai due fori incisivi. Nella faccia superiore del- la porzione allargata dell' intermascellare trovasi un rilievo medio , e due piani lateral! triangolar! e convessi , nei qua- li veggonsi due forellin! simili a quell! che incontrammo nella faccia esterna dei process! alveolar! de! mascellari. II rilievo segna 1' origine del lungo processo laminare , che si prolunga in addietro sulla linea media al di sopra della luiione dei turbinati inferior! oil anterior!, e non discende fra quest! , come nel Mouitore Caspio , separandol! (1) ; (1) Ed. Eichwald op. cit. p. r,3. 1\)0 Luic.i Calori die fra la detta nnione ed il maigine inferiore del pro- cesso rimane uivo spazio lineare lieinpiuto , come vedem- ino, da an proliiiigatueiito della cartilagine o setto intiaor- hitale : liiialiiiente ([uesto piocesso raggingiie il nasale iiiii- co y , che colla sua incisura anteriore lo ahbraccia. Fra 1 mascellari siiperiori veggonsi i turbiuati inferioi-i od anterior! z, z fig. 8 , z fig. 9. Tav. 11. clie dalla parte su- perioro appariscono per intero , mentre dalla inferiore solo in piccola parte per ritnanere coperti dai vomeri- Qnesti turbinati insiem rinniti suUa linea media mediante 1' in- terposizione di una sottil produzione del setto intraorbita- le non sono gia ex toto convessi nella faccia superiore , come scrive Eickwald essere nel Psaminosauro grigio (1) , ma dalla parte interna sono concavi, ed offrono un rigon- fiamento anteriore esterno, dietro cuL sta una depressione, ed un coarctamento corrispondente circa alia loro parte media, e posteriorniente a questo tornano a farsi pin ele- vati e convessi , salvo pero sempre alia parte interna. So- pra questa convessita corre un solco in avanti. Nella par- te posteriore della loro sutura coi mascellari notasi un piccolo foro. La loro faccia inferiore e concava , e guarda i vomeri, sui quali poggia , e coi quali congingnesi. I mascellari snperiori portano nella parte posteriore ester- na i jngali di Guvier 3, 3 fig. 8. 3 fig. 9. Tav. 11. i quali dai detti mascellari si estendono all'apofisi anterior inferiore dei frontali posteriori , e chiudono esternamente il cerchio , o la base dell' orbita senza pero contrarre veramente artico- lazione colla indicata apofisi. Alcuni anatomici tedeschi', che dietro Oken ammettono piu jngali, pensano, die il ju- gale di Guvier altro non sia che la porzione anteriore del vero jugale, e di tale parere e altresi Eichwald (2). Con- siderate le connessioni del jugale coll' unguis , col ma- scellar superiore e con 1' osso trasverso , io propendo a crederlo non il vero jugale , ne una porzione di questo , (1) Op. cit. I. c. (2) Op. cit. pag. 65. Del Monitor terrestris ec. 191 ma la porzione jiigale o zigomatica del mascellare supe- riore, e lanto piu mi conferino in quest' analogia in quan- to che Delia genesi del mascellare medesimo quella por- zione e distinta , ed in qnanto clie in allri rettili si tro- va gii iiicorporata col mascellare superiore medesimo. Restano l' unguis ed il sopraciliare applicati alia parte superiore e poslcriore dei mascellari superiori. Intorno al- r unguis 5 fig. 9. Tav. 11. parrebbe clie non ci avesse ad essere nulla a ridire, peroccli6 esso insiem con la parte posteriore dell' etmoideo laterale o frontale anteriore di Cuvier compone un ampio foro clie corrisponde al canal nasale , sotto cui altro sen vede piu piccolo clie e scolpi- to nell' unguis stesso , e mette similniente nelle fosse na- sali ; foro che mal prenderebbesi per 1' infraorbitale ; che questo e situato piu sotto , e sopra la porzione esterna dei palatini. Oltre che esso in un con la parte posteriore ed inferiore dell' etmoideo laterale cliiude posteriormente le prefate fosse , e si articola finalmente col corpo e con r apofisi niontante del mascellare superiore , col detto et- moideo ec. Ma coututtocio 1' Eichwald ispiratosi nella Ce- phalogenesis di Splx (1) crede 1' unguis un frammento del jugale, quasi niente sia il carattere di concorrere 1' osso alia composlzione del canale nasale. Credo bene con Uii che quest' osso sia analogo a quelli che ne' pesci appellansi ossi dei canali mucosi, un osso estraneo alio scheletro in- terno, un osso, come dicono , muco-dermale, ma non per- cid posso disconoscerne la vera significanza di osso la- grimale. Fra 1' unguis e 1' etmoideo laterale trovasi il sopraciliare 4, 4 fig. 8, ^ fig. 9. Tav. 11. assai sviluppato a confronto di quello degli altri Monitori, e prolungato colla puuta fino al terzo posteriore dell' apertura orbitale. Quest' osso e piat- to , triangolare, piu robusto in avanti. Col lato minore si articola coll' etmoidec laterale : ha il suo lato interno che (1) Op. cit. pag. 85. 192 LoiGi Calori e arcuato nella parte anteriore e quasi dritto posteiior- luente : 1' esterno pur quasi dritto. Gli angoli formano tre apofisi, due interne, delle quali una e anteriore e 1' altra posteriore , amendue cortissime , ed una esterna assai lun- ga e puntata clie tende alia parte posteriore od esterna del cerchio orhitale e precisamente al frontale posteriore di Cuvier , con il qual frontale si congiugne per legaiuen- to , e divide cosi il cerchio predetto in due aperture. Col- r apofisi interna anteriore e con parte della faccia infe- riore poggia sull' apofisi montante del mascellar superiore e sul lagrimale , colla interna posteriore forma In avanti una porzioncella del cerchio orhitale. Nella faccia inferiore fi- nalmente otfre una incavatura rhe completa superiormen- te la doccia che contiene il sacco lagrimale. Cuvier para- gona quest' osso ad uii coiisimile che rinvlensi nel cranio degli ucceUi (1) e rappresenta un distlnto osso lagrimale. lo per me tengo che sia una porzione di lagrimale , il quale talora trovasi similmente partlto In due anche nel mammiferi e nell' uomo j porzione oltremodo sviluppata , come in certi uccelli, p. e. nel papagallo , in cui il lagri- male e si lungo da attignere quasi il frontal posteriore. Nella significazione poi di questo sopracillare seguo I' av- viso di quegli anatomici, i quali lo considerano osso estra- neo alio scheletro interno, e lo paragonano alia squama sopraorhltale dei peiici. Finalinente la mascella inferiore fig. 9. Tav. 11. fig. 11. Tav. 12. (Vedi anche Tav. 10. fig. 1.) gia formata di due ineta laterali mohilmente riunite in avanti sulla linea me- dia e pur sempre assai notahile per la moltltudlne dei pez- zi ossei che ne compongono ciascuna delle indicate meta. II pezzo anteriore 9, fig. 9. Tav. 11. 9, 9 fig. 11. Tav. 12. chiamato dentario od alveolare, 6 complanato , piii stret- to anteriormente , piu largo posteriormente , e forma con il congenere l' anzidetta unione : ofFre nella faccia esterna quattro o cinque forelllni, e nella interna porta dei denti (I) Oss. foss. Tom. cit. part. cit. pag. 267. Del Monitor terkkstris eg. 19.? logori, troncati, e un po' piu corti dei superiorl , e molto distant! fra lore , i quali denti sono lateralmente compres- si , lanceolati , pieni di solclietti e rllievi linear! longitudi- nali , ed hanno una base assai estesa, eccetto pero i due anteriori, che sono piu stretti, curvati posteriormente , ed acutissimi , sicche rassembrano due uncini. G. Cuvler dice che questi denti aderiscono alia faccia interna del denta- rio, ne sono, come quei de' crocodilli, impiantati negli alveoli (t); e veri alveoli per verita non esistono. Ci6 non pertanto parmi non possa negarsi un vestigio , o rudimen- to di essi. Nell' esemplare che mi ha servito per questa descrizione, ciascun osso dentario ha perduto con regolari- ta alterna quattro denti, motivo per cui i denti rimasti trovansi tanto distant! come ho gia notato , e negli inter- valli di separazione veggonsi le fossette 10, 10, 10 ec. fig. 11 Tav. 12, a vero dire poco profonde , le quali ri- cevevano la base dei denti gia caduti : ne! denti rimasti si osserva che la sostanza del dentario si eleva un poco ad attorniare la loro base, cosi che credo di non dllungar- ml dal vero ammettendo un rudimento di alveoli. Non mi e poi apparsa veruna traccia di denti di sostituzione : os- servazione fatta altresi dal Cuvier. II dentario, presane la misura dalla parte esterna , riesce quasi altrettanto lun- go, quanto la restante met^ niascellare che vi sta al di dietro, come generalmente negli uccelll. Nel Monitore Ni- lotico e in quel di Giava, stando alle figure del Cuvier (2), sarebbe molto piii lungo; nel Caspio, secondo le figure datene dall' Eichwald (3) riuscirebbe piu corto. Alia parte inferiore interna del dentario si vede 1' opercolare 11, 11, fig. 1 1 , chiamato splenium da Owen (4) , il quale operco- lare e angoloso, e degenera in una lunghissima apofisi an- teriore applicata alia faccia interna del dentario , e in due (1) Oss. foss. Tom. cil. part. cit. pag. 274. e seg. (i) Oss. foss. Tom. cit. pari. cit. Tav. XVI. fig. A. .t. 8. (5) Op. cil. Tav. VII. fig. I. 6. (4) Op. cil. pag. 46. T. VHI. 25 194 Luici Calori posteriori molto piii corte articolatc coll' angofaie 12, 12, col soprangolare 13, 13, coU' articolare 15, 15, e col com- plementario, o coronoideo 14, 14. Questo ibid, e 14 fig. 9. Tav. 11. circoscrive il rnargine superiore della mascella alio indietro, e comparato a quello de' Monitoii Nilotico e Gia- vano si trova piu luiigo, e conviene con la lunghezza di quello della inandibola del Moiiitore Caspio. Dalla parte po- steriore del suo margine superiore , e nou dal mezzo, co- me scrive Eichwald (1), si prokuiga 1' apofisi coronoide, che e triangolare , cava posteriormente ed internamente , dal cui angolo posterlore nasce un processo , die si porta obliquamente in addietro sulia faccia interna del soprangola- re, e prenie suU' articolare. Sotto il coronoideo apparisce il soprangolare 13, fig.9.Tav. 11. 13, 13 fig. 11. Tav. 12., as- sai lungo e robusto, esteso dal dentario alia cavita glenoi- dea della mascella inferiore , cavit^ cui esso limita in avan- ti : sotto poi il soprangolare eta 1' angolare 12, 12, clie e il piu piccolo degli ossi componenti la detta mascella , di cui si attiene al margine inferiore. Finalmente 1' artico- lare 15, 15, apparisce al di dietro ed alia parte interna di questi ossi , ed e molto allungato giugnendo fino al coronoideo: manca di condilo, in luogo di cui si nota la cavita glenoidea 16, 16, un po' rilevata nel mez- zo, la quale riceve 1' estremita inferiore dell' osso timpa- nico fornita di una faccetta articolare trocleare : la porzio- fie di articolare, cbe rimane al di dietro dell* anzidetta ca- vita glenoide, ingracilisce alquanto, e piega alio indentro terminando in punta ottusa , sulla quale vi ha , come di sobto, una piccola epifisi. Notero ad ultimo, cbe riella faccia interna di ciascuna metk della mascella inferiore ap- parisce un foro tra il coronoideo e il dentario , il quale foro si prolunga in un solco anteriore, che asseconda I'unio- ne della lunga apofisi del coronoideo col dentario stesso, e che al davanti della faccia glenoidea suddescritta vi ha una fossa allungata circoscritta dall' articolare , dal sopran- (I) Op. cit. pag. 55. Del Monitor terhestris ec. 195 golarc , c (lal processo posterioio clie cliscoiide dalla basn deir apofisi coronoide , lossa die accoglie im vase sangui- fero dirainato entro 1' ossa. Ora degli arti , e prima degli anteriori , i quali , secondo Owen, sono una pertinenza del cranio, e specialmente del la vertebra occipitale , i cui arclii costali vengono costitui- ti dal prime segmento di questi arti stessi (1). Compongon- si delle qnattro solite regioni , della spalla , del braccio , deir avanbraccio e della mano. La spalla fig. l.Tav. 10. fig. 12. Tav. 12. (2) viiol' essere descritta collo sterno, siccomc quella obe insiem con quest' osso forma , per va- lermi delle parole di G. Cuvier , una s[>ecie di corazza al cuore ed ai gro&si vasi. Lo sterno consta, come negli altri Monitori piii volte ricordati, di una parte media k fig. cit. Tav. cit., allungata, stretta e piana, terminata anteriormente in due branclie laterali, si die rassembra la lettera T, e po- steriormente in punta : questa parte media e applicata ed unita alia faccia inferiore di altia assai larga i, che ap- pellasi dalla figura cartilagine trapezoidale o romboidale, qui divisa in due meta per una rima o solco antero-poste- riore medio, divisione che non fu deUneata da! Sig. Blan- cbard nella figura della sua Tav. 10. Reptiles-Sauriens. Que- sta cartilagine non e veramente tale, ma ossificata, e di luia speciale ossificazione ad aspetto granuloso, come noto Cu- vier. Seguono le due sottili appendici h della stessa natu- ra della cartilagine descritta, le quali da GeofFroy Saint-Hi- laire vengono con molta verosimiglianza paragonate al pro- cesso xifoideo (3). La spalla e unita al descritto apparec- chio sternale per mezzo della sottile clavicola acromiale v, e della coracoidea r, o per meglio dire della cartilagine epicoracoidea 5, 5, attaccata ai lati anteriori della cartilagine romboidale, e soprapposta la destra alia sinistra sulla parte (1) Op. cit. passim. (2) La fiR. 1. Tav. 10. rappresenta 1' apparecchio sternale e la regione delta spalla laleralnienle ed in rapporto collo sclicletro ; la 12 Tar. 12. dalla faccia infi'riore. (.'i) Anat. Pbilos. Tom. 1. $ IV. os de 1' epaiilc cliez Ics o\ipares. 196 LUIGI CaLORI superlore anterlore della medesima. La sottile clavicola acro- iiiiale V e co' suoi due terzi ititerni circa unita alle braii- clie laterali del pezzo sternale k, le quali vi sono paralle- le e posteriori , ma alia estremita libera di queste si ri- piega ed ascende arcuando fino alia unione della scapola con la piastra soprascapolare cui si congingne. La scapola offre tre pezzi distinti : due esterni e superior! ?, m , ed uuo inferiore r. II pezzo ^ e la scapola propriamente del- ta , che ha ordinarie dimensioni , ed e collocata a lato del torace e verso il dorso : e arcuata , triangolare , e nel suo angolo inferior posteriore porta una caviti articolare , che insieni con altra simile della clavicola coracoidca coinpone la cavitu glenoide : la base della scapola sostiene 1' enorme piastra u, detta cartilagine soprascapolare, gid ossefatta , ed estesa dalla costola della sesta vertebra cervicale fin die- tro a quella della terza vertebra dorsale : quantunque ossi- ficata questa cartilagine , non si e pero incorporata colla scapola , ma e rimasta distinta : lo che e , come scrive Cu- vier, di norma. L' osso o clavicola coracoldea r h, giusta il solito , costituito di una parte principale posteriore, trian- golare a lati concavi ed a base convessa , congiunta ai margini laterali anterior! incavati della cartilagine romboi- dale mediante la parte posteriore della cartilagine epicora- coidea s, s, gii in gran parte ossificata, e faciente come da epifisi. Questa parte principale porta nel margine ante- riore due appendici od apofisi r* fig. 12. Tav. 12., una interna allungata e stretta , 1' altra esterna larga e corta articolata con la scapola. Ambedue queste apofisi uniscon- s! a due corrispondenti appendici gia ossee della cartilagi- ne epicoracoidea, colla quale e in un col margine anteriore della parte principale, circoscrivono due aperture ovali chiuse da membrane otturatorie. Fra le radio! delle de- scritte apofisi vi lia un fiaro nutrizio. Ad ultimo la cla- vicola coracoide fijrma la meta inferiore posteriore circa della cavita glenoide, nientre 1' altra e contribuita dalla scapola. La caviti glenoide allungata trasversalmente e stretta si articola con la testa dell' omero v fig. 1. Tav. 10., !1 quale Del MoifiTOR TERRESmis EC. 197 e men robusto dl quello del Monitore Caspio (1), a con- viene piuttosto con quello del Nilotico (2). La sua testa e piatta , ed a mode di stretto e lungo condilo articolare costituito da un' epifisi piu larga nel mezzo che nelle estre- miti , e piu estesa della cavita glenoide. Nel margine e- sterno lia un' apofisi contorta , assai robusta e sporgente , che guarda in avanti , e sostiene i due nuclei x corrispon- denti ai tubercoli. L' estremiti inferiore e pur essa com- pianata , ed offie il condilo interno piu sviluppato e gros- so dell'esterno, davanti il quale sorge una piccola testa. Questa estremita presenta pur essa una epifisi conformata a troclea in corrispondenza dell' ulna , a capitello in corri- spondenza del radio. Sopra questa epifisi non vi lia alcuna fossa dalla parte della estensione , ma da quella della fles- sione una ve ne ha piuttosto profonda e larga. Le ossa dell' avanbraccio z, y fig. 1. Tav. 10. sono piu lun- ghe delle omonime del Monitore Nilotico (3) ed alquanto piu corte di quelle del Caspio (4). L' ulna y e compiana- ta , piu stretta nelia parte media , che nelle estremita, ed ofFre il margine posteriore tondeggiante , 1' anteriore acu- to , che ioYvna. una cresta longitudinale per 1' attacco del legamento interosseo: nella fiiccia inferiore presso 1' estre- mita superiore porta una fossa profonda. Questa estremita gii epifisaria presenta 1' olecrano non molto sviluppato; piu sviluppato il processo coronoideo. La cavita sigmoide e ovale. L' estremiti inferiore e rigonfiata in grossa testa articolare epifisaria ricevuta dal pisiforme e dal cuboide. II radio z e piu piccolo; sottile e tondeggiante nel corpo s' ingrossa nelle estremita: la superiore o testa e ovale, concava , formata da epifisi: 1' estremita inferiore e pur es- sa in tal caso ed alquanto rigonfiata, e triangolare : presen- ta un rudiment© di apofisi stiloide , che nianca affatto nel- (1) Ell. Eichwalii op. cil. Tav. IX. fig. 2. (■->) 0 y J/ Mu U. tv! «iet;a IllUfl Mem Tom VIIJ '■y./2. aifUi ;4;-:N NEURALGIA INTERCOSTALE SEGUITA DA BILHIIA E STORIA DI UN SUDOR NERO MEMORIA DEL DOTTOR FERDINAIVDO VERARDIIVI (Ulla oclla Scssioae del IS Dicembre 18se.) I Ll mio pratico eserclzio ml ha offeito clue casi che stl- merei meritevoli di nota ne' fasti della medicina , sicche mi par bene di narrarli , a massime in questo luogo si no- bilmente e con tanto utile dato alle scienze ; quindi li sot- topongo al savio e prudente vostro giudizio , o Accademici ch. affinche se veramente avessero quel merito che vi tro- verebbe la pochezza del mio ingegno, Voi slate cortesi di accoglierli con l)onta , e di accettarli quale sincera dimo- strazione di quella stima, o meglio veneiazione che le vli- tu e la scienza di Voi seppero mai sempre inspirarmi. La Signora N. N., ora in eta d' anni 23 circa, di tem- peramento nervoso , di assai dilicata costituzione , non eb- be a sofferire in tutta la sua vita che il vaiuolo spon- taneo , mitissimo pero , ed una grave rislpola alia faccia poco dopo dalla menstruazione', la quale si mostro in lei all' eta di quattordici anni , e fu poscia non sempre rego- lare , ed a poco a poco termino col cessare del tutto or sono circa tre anni , come diro seguitando. 20 i Ferdinando Verardini SI vuole avvertire clie in seguita alia grave sofferta ri- sipola, questa giovane di allegra e giovialissima che era, si face melancoiiica , e meno socievole ; ne and6 guari che per essersi indotta a credere d' inclinar poi, e piu col cre- scere dell' eti, a pinguedine, ed anche percio temendo inoltre la rinnovazione delia risipola, ferm6 il proponimento di mangiare minor quantity di ciba di quella a cui era abitnata , ne valsero a distorla da questo sue strano pro- ponimento le vive soUecitazioni di tutti di sua famiglia , a giunse a tale che di mala voglia ed appena appena, e male clbavasi. Perci6 non istando in porporzione delle perdite che adduce 1' esercizio delle funzioni, i materiali riparato- ri , necessariamente dimagrava , e perdeva quelle tinte del volto , contrassegni di buona salute. Giunta intanto all' eta di anni diciannove fu chlesta ia moglie da ricco e savio negoziante di questa nostra citti, e tutto fu combinato per il matrimonio che efFettuossi po- co stante^ benche in antecedenza degli sponsali fosse avver- tito il promesso dello strano capriccio della giovane, laon- de dicevano i parenti di lei , se in allora vedevasi si min- gherlina e debole , ne era colpa la quality e la scarsezza del pasto giornaliero da essa prescelto. Cui il giovane : sen- tirsi nella persuasione che l' atnore avrebbe posto riparo alio strano divisamento, e ne avrebbe fatto cessare le pra- ve abitudini. Diffatto le tenere cure del consorte indusse- ro dapprima alcun cambiamenta nel modo di vivere della sua compagna ; ma lo stomaco indebolitosi in questo lasso di tempo, non riesciva a bene digerire le sostanze alimen- tari e ne conseguivano strane innormalita che valsero a farla ricadere nelle interrotte consuetudini , e tanto da essersi ridotta a nutrirsi solo di poca nunestra in brodo. Ne tardo a risentirne gran noia, per cui si diede a pa- scersi solamente di poche foglie d'insalata, o di qualche altro erbaggio ; abborriva dalla carne, e cosi duro la bi- sogna per il non breve periodo di anni tre. In sulle primizie del matrimonio scomparve la menstrua- zione affatto , onde a poco a poco divenne clorotica ed an- cora ebbe a patire ben di frequente una molestissima sen- Neuralgia Intercostalk 205 sazlone al costato sinistro die pareva aumentasse d' inten- sity dopo lo scarso cibo. Non so quale diagnosi fosse fatta da quel inedico die in allora le prest6 assistenza, ne so tampoco quali fossero le amministrate medicine ; solo diro che mi pare si abu- sasse delle sottrazioni sanguigne generali , dopo delle quali trovandosi un passeggiero alleviamento del male, queste si andavano ripetendo, sebbene quel sangue inosti-asse anclie ai meno veggenti la scarsezza de' propri materiali , ritna- nendo a mala pena in fondo del vase un piccolo grumo natante in molto siero, come a me andava nairando la medesima inferma , quando ne intrapresi la cura. Gonse- guenza quindi di tale trattamento si fu di rendere in uno stato di sfinirr.ento di forze la Signora , la quale si ridusse di maniera da non potere neppure pin escire di casa , e tutto giorno era costretta di tenersi o seduta, o sdraiata, facendosi delle mani puntello al capo per sostenerlo. In queste tristi circostanze fui pregato dai parenti di lei ad assumerne la cura , ed ecco che verro in breve sponendo d6 che riscontrai circa corre T anno. Pallidissimo e quasi cereo il viso j occhio mesto; labbra biancastre ; capelli incolti, e che si strappavano facilmen- te ; mani pur esse bianchissime 5 poca la calorificazione cu- tanea; debole il battito alle radiali , regolare il ritmo; fre- quente e rumoroso il pulsare cardiaco; alle carotidi rumo- re di soffietto pronunciatissimo. La respirazione era come die naturale , e se pure si avesse voluto cennare a qual- che pecca , la si sarebbe detta un poco frequente ; alia som- mita per6 d' ambidue i polmoni s' avvertiva quaiche lieve soffiegamento che pareva dare indizio che quaiche tuber- coletto avesse la dentro stanza. Basso ventre avvallato as- sai , e con un leggiero rialzo alia parte destra corrispon- denteniente all' ovaio, come fu in seguito osservato anche dal ch. Rizzoli. Non tosse , non sudori notturni ne mattu- tini ; facile il decubito sopra ad ambidue i fiaiichi; quan- do pero il dolore al costato sinistro era piu vivo, obbliga- va r inferma a giacere sul sinistro lato. Tra i sintomi descritti quali di maggiore diagnostica im- 206 Ferdinando VEttAnniNi jjortanza? 1' anemia, ed il dolore al costato il "quale oc- cupava . come dissi , il torace sinistro , fra la cjuinta e se- sta costola , ptecisamente alia parte anterior'C , che qualche volta si estendeva siiio alio scrobicolo del cuore , peid as- sai di lado. Toccata questa parte, 1' inferma ne lisentiva dolore , ed a poca distanza dal punto dolente si poteva pigiare aiiclie con forza che rimaneva insensibile affatto. Ben esaminate tutte queste peculiari circostanze mi de- terminai ad istituire il diagnostico di Neuralgia intercosta- le in iin' anemica , in grazia e della poca alimentazione a cui erasi abituata , ed in vseguito per il trattameato cu- rative usato , con sospetto di minaccia di tisi , avuto ri- guardo speciahnente alle dubbieta che inspirava 1' ascolta- zione, ed alia neuralgia stessa intercostale che, siccome os- serva Valle'ix^ suole essere di comune evenienza nel corso di quella^ e nel caso nostro metteva bene che il medico valutasse anche tale circostanza nell' addottare il regime curativo. Ed a veio dire con quale altra alterazione morbosa po- tevasi confondere il dolore che la Signora percepiva al co- stato?... non con una pleurodinia , la quale si manifesta con un forte dolore lancinante, spesso maggiore di quello della pleurite , e la di cui seJe suole essere vicina al ca- pezzolo , che si esacerba sotto 1' inspirazione e la tosse , che imbarazza,ed alcune volte impedisce i moti del brac- cio corrispondeate J che non si diffonde in vari centri , ma circoscritto rimane ad un dato punto dell' ambito toracico. Meno poteva dubitarsi di pleurite acuta , non fosse altro che per il tenipo in cui datava il male ; non di cronica , giacchc quando si e dato luogo a questa forma di malat- tia vi sono tali esiti dell' infiammazione pregressa da non lasciare dubbio all' ascoltazione di rilevarli; non coll' angi- na di petto o neuralgia del cuore 1." per la giovane eta, per la sede del dolore che in questa e sempre nella parte inferiore dello sterno , che si estende verso il coUo, ac- compagnato da smania , da difficolt^ di respirare , da sen- so di costringimento alia gola, da inefFabile angoscia per r assoluta mancanza di sudori, che poi nell' a/2gma pectoris Neuralgia Intercostai.e ec. 207 sono freddi , e per non avere ofieito nessun modo di sin- cope; 2." per la maniera d'attacco che e senipre ad accessi inarcatissiini , all' opposto del sofTcrenti per neuralgia, nei quali il dolore e or piii or meno grave , ma pero questo si fa sentire quasi di continuo; 3." finalmente per la dilTeren- za dei rami nervosi investiti, rnentre per 1' ordiuario in questa grave, neurosi sono presi di inira i nervi cardiaci , i toracici , i rami provenienti dai plessi cervicali e bracliia- li (e da cio il dolore alia regione del collo e cervicale po- steriore e del braccio die si estende per lo piu sino al cubito ) ed anclie lombare e sacrale. Non rimaneva ([uindi che la neuralgia intercostale , e ci6 per la sede del dolo- re , pel trasporto irregolare del medesimo al plesso solare , per non essere legato ad alcuna condizione organica, inli- ne per sapersi che questa neuralgia per lo piu suole ac- compagnare le afFezioni clorotiche. Forniulato adunque tale criterio diagnostico ne venlva per conseguenza naturale che il metodo curativo doveva essere diretto a sedare lo spasmo nervoso, ed a soccorrere con molta cautela la nutrizione affine di ricostituire que- st' organismo di migliori e piu atti materiali, ed ottenere cosi il ripristino delle funzioni principali , in particolar mo- do della menstruazione, norma ordinariamente sicura di bene stare nelle donne in cui si compie regolarmente. E siccome in vari incontri di simil genera di mali mi era trovato molto soddisfatto dall' applicazione dei vescicanti , e pill dei caustici sul luogo dolente , cosi stimai bene di ricorrervi anche in questa circostanza, corainciando prima dai rivellenti ( che medical con attivi nervini , servendomi all' uopo e dell' acetato , e poscia del solfato di morfina ) e quindi passando ai caustici. Per uso interno, avuto ri- guardo al temperamento della Signora , ai sospetti di tu- bercolosi , infine alia grave denutrizione in cui trovavasi , credetti che nessun rimedio piu acconcio vi fosse dell' olio di fegato di merluzzo, c lo somministrai a principio di niia cura , vale a dire al cominciare del settembre 1855. Pas- sai poscia ad altri rimedi a norma dei bisogni, e delle evenienze particolavi morbose , come diro fra breve. 208 Ferdinasdo Vkrardini Essendo toUeratissiuio dallo stomaco quel formaco, lo man- tenni , diio cosi , a base di cura, e scorso alcun mese ve- dendo die erasi ottenuto un qualche miglioramento , cre- detti ben fatto di diriggere il mio pensiero a lidonare al sangue quel piincipi cbe parevacni a buon fondaniento do- vessero mancargli e perei6 m'aflidai ai marziali, giacche sappiamo, da Sydenham a noi, che il ferro e iiiuedio clie opera piu prontamente quale agente ricostituente , e fra le moltissime preparazioni scelsi quella che generalmente suo- le essere piu assimilabile all' organismo , il lattato di fer- ro , il quale venuto a contatto degli umori anitnali, e con- vertito in quella combinazione salina , come afFerma il Rus- pini, pill omogenea alio stomaco. Cercai poscia di persuadere alia Signora di procuiare di far uso di carni , per concor- rere anche con cio alio scopo d' aumentare la cifra dei globetti rossi , e procacciare cosi che quell' infermo corpo rinvigorisse. Questo trattamerito curativo coutinuato per vari mesi , non produceva in apparenza gran frutto , per- suaso per6 siccome era che i marziali fossero indispensabi- li in questa morbosa emergenza , ne andava tentando or un preparato or 1' altro, a seconda che ne insegnano i piu avveduti pratici , ne trascurava di unire a quando a quando ad essi qualche sostanza emenagoga, sul convinci- mento che determinatosi una volta il fliisso menstruo, fos- sero per tacere le varie accidentalit^ morbose. Ma pur troppo ogni tentativo falllva, ed a nulla giova- vano per sedare il dolore , e le misture calmanti , e 1' uso dell'oppio, del chinino,del valerianato di chinina , dell'os- sido di bismuto,del cloroformio si internamente come per uso esterno, dello innesto praticato sul punto dolente con una soluzione satura di solfato di chinina, che arrive tem- po che il dolore alia parte laterale sinistra del petto si cen- tralizzo ancora alio scrobicolo del cuore , ed allora la Si- gnora cominci6 a provare tale un bisogno di cibarsi da giungere al segno di dar luogo alia piii marcata bulimia^ la quale divenne pena quasi insopportabile, e forse voi mede- simi o Accademici ch. rimarrete sorpresi dalla quantita d' alimentazione glornalmente consumata dall' inferma , che Neuralgia Intercostale ec. 209 poco prima dell' albeggiare coininciava a manglare , e du- rava non inteirottamente sino alia tarda sera , e dietro uno sforzo non comutie, faceva tacere questo bisogno imperio- so di cibarsi per alcun' ora della notte in cui prendeva iin sonno che appena appena la ristorava. Le aliinentari sostanze prescelte da lei erano le seguenti : semolino , di cui consumava glornalmente due libbre a forza di ripetute minestre, a brevi distanze 1' una dall' al- tra apprestate , e pagnottine che mangiava in numero di sette, ed otto, tagliate in piecoli pezzi ; due o tre pani inzuppati o nel brodo , o nel caffe e latte; molte poma cotte; doici, confetture, e qualche volta abbondante quan- tity d' insalata. Alia neuralgia intercostale adunque si era aggiunta altra neurosi la bulimia , locche era tormento senza fine per la Signora , ad onta pero che ella potesse assai bene digerire la grande quantita del cibo divorato. Ne molto tempo scor- se, che di magra che era ingrasso , sebbene la pinguedine avesse meglio 1' apparenza d' enfiagione per la poca sodez- za delle carni. Tuttavia il mal essere, ed il languore del- le forze duravano , ed era obbligata a stare quasi sempre giacente, ed a mangiare quasi di continue. Nei momenti piii gravi della descritta infermita fui lie- to d' essere confortato pei consigli dei ch. nostri Alessan- drini e Rizzoli , i quali mi persuadevano ad insistere nei mezzi adottati si internamente , che esternamente , alia mira di modificare le condizioni dell' organismo , giacche solo con questa vista si avrebbe potuto per terniine pur una volta ai patimenti ai quali era in preda la nostra cliente. E siccome il ch, Rizzoli valutava a buona ragione il riaizo ovarico destro, gi£l innanzi accennato,ed innoltre tenea in gran conto d' analogia questo caso con altro di una Signora che fu affetta da bulimia gravissima nei pri- mi niesi di gestazione; cosi tanto piu vedeva facile una certa corrispondenza fra questa neurosi e 1' apparato ute- rino , quindi stimava molto profittevole ricorrere ad un ri- medio che avesse ancora per iscopo di fondere questo in- grossamento , il quale poteva concorrere se non altro a T. vni. 27 210 Ferdinando Vkrardini mantenere i fenonieni morbosi descrltti. Fu scelto il iodu- ro di feno , die si uso per piu di un mese , non senza persuadeie alia Signora d' insistere , e di pazientaie, men- tie che paieva a iioi tutti, che il piano curativo posto in opera sarehbe poi finalmeiite coronato da prospero successo. Ma il desiderio di trovar pure un qualche mezzo che prestamente la liberasse dalle sue penose condizioni , i ma- li consigli che di continuo si sussurravano alle orecchie di lei che sofferiva , infine la smania che per lo piu nasce liingo le protratte rnalattie di teiitar cose nuove , la fece- 10 abbracciare la determinazione di commettersi a cerre- tani , i quali al solito anche a lei promettevano e mari e monti. Ne fu scelto uno che di punto in bianco giudica la malattia della Signora prodotta dal verme solitario ; che al medesimo si dovessero riferire tutti i patimenti, e quin- di assicuro che avrebbe somministrate le medele necessa- rie per liberarla dall' ospite tormentoso. Pochi giorni dip- poi , non paga V inferma del metodo posto in uso , ed es- sendole parlottato che tale vi era medico fra rioi, che po- neva di subito in fuga la tenia, anche questo si voile chia- raato ; ed entro in iscena novello paladino, il quale con destrezza lusingando la Signora, e facendole conoscere che se non era persuaso die si avesse a die fare total mente di male verminoso , pur tuttavolta ci6 poteva se non altro complicare la di lei malattia , ne assunse la cura. Ma sic- come ne'ssun' altra strada poteva essere ragionevohnente battuta, da quella infuori tracciata da noi , cosi , fatto mi- glior senno , ad essa si attenne , come diligentemente ve- rificava io medesimo alia Farmacia tenendo nota dei me- dicamenti usati ; e voile fortuna che dopo pochissimo tempo la ridonasse a sanita. Furono applicati altri vesci- canti al costato, furono medicati colla morfina , si usaro- no gli emenagoghi insieme ai marziali , e finalmente risen- tendosi la fibra dell' azione dei rimedi da tanti mesi po- sti in uso apparve la menstruazione , e quindi cessarono e la neuralgia e la bulimia. A questo fu riserbata la pal- ma che era dovuta alle nostre fatiche ; e volendosi pur dare un nome alia malattia vinta , si ricorse ^ quello di Neuhalcia Intercostale EC. 211 corclalgia ( nome clie nulla significa ) e pubbliche lodi si resero al valoroso salvatore. Dato cosi un succinto raggiiaglio di questo fatto clie per se mi sembra pur degno di ricordo, spero che Voi , Accademici ch., siate per trovarlo di qualche efficacia agli studi patologici. E tanto piii ora che i medici sia Italia- ni, che stranieri , si volgono alia ricerca della patogenesi di coiisimih maiattie. E Voi ben sapete , per la lettura de' giornali scientifici, ed in ispecie di quelli che manda in luce la Society Reale di Svezia, come si confermi og- gi frequente la neuralgia intercostale , e come si tenga accompagnata e susseguita da varie alterazioni dei nervi che si diramano alio stomaco , e dalla cardialgia. Sapete che il Sig. Bonsdorf comunico alia Societa stessa d' avere osservato che qualora si faccia luogo a questo passaggio incontrasi uno sviluppo rimarchevole della milza ed un' e- strema sensibiliti della spina allorache si eserciti sopra di questa parte la piii leggiera compressione , od anche solo 86 sulla medesima si passi una spugna imbevuta nell' ac- qua calda ; e sapete che il Sig. Malmstein pensa che gli attacchi di gastrodinia sono spesso complicati a neuralgia intercostale , e che queste affezioni trovansi sovente as- sieme ad ingrossamento della milza , per cui ha verificato pur esso che in allora il solfato di chinino ed il ioduro di potassa sono mezzi valentissimi a vincere cotali morbo- pita. Dopo queste avvertenze spero quindi siate per trova- re che non disdicesse por mente a tale specie di neuro- si , ne sgradirete Vi dichiari d' aver pure verificata la fa- cility con cui trapassa ad assalire i nervi dello stomaco , di che ho veduto prevalere alcuni fenomeni morbosi del- 1' apparato digerente , senza che mi sia occorso mai di riscontrare ipertrofia dello splene. II caso narratovi non e poi il solo in cui mi sia imbat- tuto nel mio pratico esercizio , ma varie volte ho rlscon- trato che la neuralgia intercostale s' accompagna a distur- bi piu or nieno gravi del tubo digerente; e potrei accen- narvi che una graziosa e delicatissima giovanetta da me per lunghissimo tempo curata per un' ostinata neuralgia 212 Fkrdinando Verardini intercostale sinistra , nella quale si formarono due centri Circoscritti di manifestazione dolorosa , prima nel mezzo del- le costole, fra la quinta e la sesta, poscia alio scrobicolo del cuore, in allora qui pure apparve un' alterazione del- la digestione , manifestantesi con fenomeni ora di pirosi , ora di cardialgia, e di sviluppo non comune di gas, ed in questa peculiare circostanza osservata con me ancora dall' egregio amico Prof. Brugnoli, si e cominciato ora a ricavarne qualche buon frutto in seguito e dei marziali , e dell' acqua secan- da di calce, contemporaneamente adoperati. Quest' ultimo rimedio fu scelto riflettendosi al senso di bruciore pati- to dalla giovinetta alio stomaco poco dopo aver preso ci- bo, per cui era a supporsi che 1' umore die nell' atto del- la digestione trovavasi in rapporto coUo stomaco peccasse d' acidit4, e quindi che 1' azione irritante su di esso spie- gata fosse atta a produrre il dolore , la gastralgia , e tur- bare la chimificazione. Gorreggere pertanto questa soprab- bondanza d'acidi portandovi una saturazione con un qual- che alcalino, sembr6 al Brugnoli opportuna indicazione da soddisfare , e fu prescelta 1' acqua di calce gia da lui espe- rimentata in analoghe circostanze in una scala anche este- sa, sia nella sua pratica particolare che nello spedale mag- giore, e sempre con buoni effetti ; locche meritava fosse pur detto. Dopo di che rifacendomi al discorso della neuralgia in- tercostale diro che io pure ho verificato che questa e di una certa frequenza anche fra di noi , e che per lo piu ha due punti particolari di manifestazione dolorosa , a me- ta costola cioe fra la quinta e la sesta , V altro alio scro- bicolo del cuore, e qualora si faccia luogo a questa suc- cessione morbosa, che parmi venga prodotta per la relazio- ne e continuity dei nervi intercostali con rami del gran simpatico e del plesso solare , in allora si producono, co- me dissi, varie modalltii morbose dell' apparato digerente, e piu difficile assai e complicata ne addiviene la cura. Non mi sono mai incontrato nella circostanza che la neu- ralgia intercostale si manifesti ancora verso la spina , o qua- si nel punto dell' inserzione delle costole alle apofisi spi- Neuralgia Intercostale ec. 213 nose delle vertebre , locche per6 6 ammesso da tutti gli autori clie hatino particolarmerite fatto soggetto di loro stu- di questa determinata neurosi, e che costituisce il terzo punto in cui appare il dolore ai nervi intercostali , ed in allora ci si nana clie faciltnente si manifestano particolari sconcerti clie a chi ben non giudicasse si potrebbero di leggieri attribuire a lesioni funzionali del midollo medesimo. E necessario quindi che questa infermita sia diligente- mente diagnosticata dai medici per contrapporvi quella ciira che meglio si conviene, la quale a parer mio deve quasi esclusivamente fondaisi sopra i calmanti nervini sia per uso interno che esterno, ai vescicanti ed in ispecie ai caustici applicati sui punti dolenti , e ripetuti varie volte. Siccome poi sono d' avviso che questa neurosi sia spesso una con- seguenza della scarsezza dei inateriali che sono necessari per costituire il sangue in istato di buona vitalita , e quin- di non vada disgiunta o meglio sia un effetto di cacochi- mia, cosi sara indispensabile di procurare con tutti i raez- zi che ci fornisce la terapia , aiutata da giudiziosa igiene , di ridonare al sistema irrigatore rosso quei materiali neces- sari per costituirlo in istato fisiologico , tanto piii essendo ben nolo che alia salute occorre una certa proporzione tra gli elementi del sistema sanguigno col nervoso, e vicever- sa. D' altra parte siccome e pur noto quanta sia 1' effica- ce influenza del morale sm nervi , e in tutte le malattie dei medesimi da non trascurarsi mai anche 1' opportune aiuto morale , perche di questo modo pure s' abbia un' uti- le cooperazione terapeutica. Le cose poi esposte pare a me che port! no ancora a questa importantissinia conseguenza e cioe che il medico filosofo, mentre cerca di ovviare ai vari sconcerti nervosi che gli si parano innanzi , deve sempre aver di mira da quali peculiari condizioni sono mantenuti, per diriggere scientemente le vedute della cura a quegli apparati , or gani , o sistemi che sono la causa primaria per cui ne de rivano gli svariati efFetti, senza di che non si potra ma essere felici nel pratico esercizio , e si moltiplicheranno dissapori , anzi le pene che pur troppo non sono quasi ma 2Ii Fbrdinando Vkrardini scompagnate alia vita triste , affatlcata , e mal compensata del medico. Mette bene finalmente dl concludere rlepilogando la sto- rJa narrata dapprinia , die retto ed esatto ne pare fosse il giudizio formulato da noi sino dal principio in cui ci si offerse a curare l' accennata neurosi , e cioe che in gra- zia della scarsa alimentazione cominciarono a renders! de- ficienti i poteri vitali, e primo a lisentirne il malefico in- flusso si fu il sisteina sanguifero, e di qui la scarsa men- struazione , poscia la totale di lei scomparsa ; la quale ces- sazione, come nota recentemente Racihorski (1) induce impo- verimento dei globuli del sangue , e fa nascere dei feno- meni nervosi che appartengono alle forme di neurosi de- scritte sotto del nome di neuropatie proteiformi ; di fatto nel caso nostro si mostrarono e la spasmodia degU inter- costali, indi la difFusione al plesso cardiaco ed ai nervi dello stomaco , per cui si presento la bulimia , la quale fu in uno e malattia e rimedio , mentre pare a noi che me- diante la grande copia degli alimenti presi si desse luo- go a rifondere nell' organismo quel principi necessari a dar- gli maggior tono, e cosi riparare alia debolezza estrema in cui era caduta la nostra Signora in grazia della bizzarria da tanti anni adottata come norma di sua vita , voglio di- re il cibo searsisslmo e mal nutritlvo che giornalmente prendeva; giacche se la vita dura, dietro prolungata asti- iienza di cibi e di bevande, come osservo il ch. Beccari, (2) la perfezione della sanita durare non puote. E di re- cente il Dott. Federico Duriau (3) in una sua memoria premiata colla medaglia d' oro dalla facolta. medica di Pa- ligi , bellamente passa a rassegna le molteplici e varie al- terazioni che nascono per 1' astinenza del cibo , e fa cono- scere la necessita che i medici ben valutino questo ar- gomento. (1) Archives generales de Medecine Dccembre 1866 pag. 721. (0) Comment, de Bonon. Islit. Scient. T. 2. P." I.'' pag. 221. (3) Inlorno gli effelli dell" aslinenza del nulrimenlo. Parigi 1855. Neuralgia Intercostale eg. 21 li" Percio ancora parmi molto interessante il racconto sto- rico che Vi ho nanato, o Accademici ch., che le varie ri- SLiltanze niorbose discorsevi, sono state a parer mio un ef- fetto della scarsissima alimentazione, per cui Vi parra onesto se alia scienza di Vol lo volli consacrato in uno al raiis- simo fenomeno dl cui vado a favellarvi , se mi siete coi- tesi anche per poco d' attenzione. Fu sempre importantissimo studio in ogni tempo la traspirazione cutanea sla per lo stato fisiologico die pato- logico dell' uomo, ed in vero ne abbondano le storie negli annali della medicina , e relative tanto pel rispetto slnto- matologico, quanto per l' altro di cliimiche investigazioni. Di guisa che corporazioni scientifiche diedero per tema d' esporre con analisi chimica la natura dell' alito della cute e del sudore quando il corpo e sano , non che Tin- dole d' ambedue quei prodotti alterati dalle malattie , dai cibi , dalle bevande , dalle medicine, con esperimenti di va- rio genere; e qui lungo sarebbe se volessi enumerare la schiera di quei valorosi che si diedero a si noblle cimento e riportarono meritata gloria dalle loro fatiche. Pur tutta- volta credo che non riescira discaro se in grazia delT op- portunity Vi porr6 sott' occhio , o Accad. ch. i piu rag- guardevoli fenomeni del sudore, sia per rapporto all' odo- re di esso , al suo sapore , infine al colore. Ci narra il Prof. Speranza di Parma (1) una graziosa sto- ria di un giovine di 35 anni , di temperamento sanguigno, robusto , di pronunciata muscolatura , e di forma espressi- va del volto, il quale dopo avere un certo giorno affatica- to piu deir ordinario la mente ed il corpo , avverti nello spogliarsi dei propri abiti , che dalla parte interna del- 1' avambraccio sinistro in prossimita del carpo corrispon- dente sino quasi alia radice del dito pollice , esalava un odo- re particolare soave e fragrante che rassomigliava in certo modo a quelle del balsamo del Peru, o del succino, o del (1) Vedi Memorie diverse di medicina N. 27 , delta Societa Med. Ctiir. di Bologna. 216 Fkrdinando Verardini benzoino allorche vengano questi abbruclati , e fu scosso a tale avvenimento per non avere presso di se alcuna so- stanza odorosa , e molto meno mangiato della medesima nei giorni anterior!. II Prof. Speranza tent6 con tutti i uiezzi piu giudiziosi d' assicurarsi che non esistesse arte od inganno, e dovette persuadersi della veriti del fenome- no , che riesciva a maggiore entita se la parte veniva con- fricata in ispecie dalla nxano dello stesso individuo, ne va- levano a togUere questa proprietii le diverse lavande capa- ci d' inipedire od elidere la sensibile esalazione, la quale non alteravasi d' alcun modo , ed era persistente ad ogni era del giorno, solo piu grata e piii sensibile nel mattino alio svegliarsi del giovine , per cui nelia stanza non tanto piccola in cui dormiva facevasi sentire il grato olezzo. Que- st© fenomeno diu-o di continuo per lo spazio di due me- si , alloraquando V individuo che ne formava il soggetto , venne assalito da valida febbre avente sede specialmente nel sisteraa vascolare sanguigno e biliare, ed ai primi scon- certi, alle prime morbose alterazioni , scomparve il feno- meno, ne pill mai fece mostra di se anche ricuperata la primiera salute , e visse dopo sanissinio , e del fenomeno che il giovane ansioso aspettava non rimase , dice lo SpC' ranza, che la memoria , ed il desiderio di tramandarne ai posteri la sincera descrizione^ Fenomeni consimili e sempre rarissimi furono osservati nella remota antichita, e sappiamo da Plutarco che Ales- sandro il grande spirava di se gratissimo odore , quasi che le vesti di lui fossero state profumate ; ne diversamente accadeva a Leonardo Donato Principe de' Veneziani, a Ce- sare Augusto , a Cardano , alia vivace giovane di cui par- 16 Orteschi nel Giorncde Veneto. Sappiamo altrettanto an- che di alcuni animali , ed in ispecie per le storie di Hahn di una volpe dalle cui coda esalava naturalmente odo- re di viola e mosco ; e da Stenone intorno ad un orso che raandava particolare fragranza dai peli anterior! dei piedi , e che sottoposta 1' una e I' altra parte del corpo di questi animali al coltello anatomico da Gaspare Barto- lino e da Stenone medesimo, si rilevarono licche di vasi Neuralgia Intergostale eg. 217 sangnigni , e di glandole spirant! uguale odore. Fatti spe- cial! clie coincidorio cogli altri generali e propii ad alcu- ni hruti , non pochi de' quali, siccome iiisegtia la Zoolo- gia, emanano natiiralmente odori dal loro corpo , tanto gra- devoli clie fetenti. Cio pure avvieiie in alcimi nomini sic- come parte e detto , e massime in morbose condizioni. A quelli che gia la scienza possiede, e che a me basta avere cosi in genere indicati, piacemi aggiugnerne uno non ha guarl descritto dall' egregio, ed amico carissimo Dott. Cav. Gamber'nii (1) di un singolare fetoie prorom- pente da tutto il corpo di un giovine infermo , il quale era vissuto sanissimo e robusto sino all' anno 1844 epoca in cui contrasse una blennoraggia, della quale guar!, e a cui di nuovo soggiacque nel 1846, duratagli per ben due anni e seguita da adenite costituzionale. Riparo a questo spedale di S. Orsola e ne esci perfettamente sano dope conveniente regime curativo. Innamorossi poi cestui perdutamente d' una giovane per la quale cadde in si forte e tale gelosia che commise le piu strane e pericolose azioni. A tanto patire anche dell' ani- mo doveva conseguitare necessariamente pur qualche disor- dine fisico , e di fatto sul finire del giugno 1 850 apparve un' eruzione ai contorni del naso che cedette a pochi mez- zi terapeutici, ed alia quale tuttavia successe una singo- lare puzzolente esalazione , di guisa che 1' infermo veniva a noia a se ed agli altri , ed era astretto a vivere nel- 1' isolamento. E questo mal' odore era di tanta intensita e durata, che inoitre non solo rimaneva aderente a tutto che toccava , ma ne le lavande persino col cloruro di calce, ne il bucato erano sufficienti a mondarne gli usati pannilini. Fiiialmente sul proposito dell' odore che manda la per- spirazione cutanea accennero che pochi mesi or sono il cli. nostro Prof. Belletti ebbe nelle sue sale cliniche un infer- mo di terzane, il quale mandava un puzzo si spiacevole (1) Discorso letto il 3 aprile 1853 in una sednia della Sociela Med. Cliir. di Bologna , e stampato nel Vol. 24. pag. 5. del Bullellino. T. vni. 28 218 Ferdinando Verardini d' urina di gatto da tornare insopportabile agli altri mala- ti ed a chiunque gli si appressasse. Per6 si raccolse esser- gli questa nauseosa emanazione connaturale. Di die , Voi Sapientissimi , non meraviglierete ben do- vendo certamente non ignorare come altri individui abbia- no pure naturalmente patito di fetidissime traspirazioni e di uguali siidori in piena salute; come perdeiulola cessas- se ne' medesimi un si sgradevole cutaneo prodotto ; e che non riescissero a riacquistarla perfettamente che dopo il ritorno delle consuete fetide traspirazioni , e de' consue- ti fetidi sudori. II sapore poi de' sudori ora 6 stato riscontrato acido , specialtnente nelle puerpere ed in quegli infermi a cui sta per escire la migliare; insipido, salso , dolciastro, e del sapore del mele , e ci6 per lo pivi nei tisici ; ed e notato nelle efFemeridi dei Guriosi della natura che forse si e per questa circostanza che le mosche accorrono al sudore di questi infermi. Quanto al colore nota Acoluzio (1) d' essergli occorso il caso di un sudore a colore giallo pallido , o di zafferano che fu la crisi d' una febbre acuta; e cosi pure Shuz (2) descrive un sudore color di zafferano che tingeva i vestiti in giallo ; verde lo osservd il PaulUni (3) ; ed il Borelli (4) descrive un giovine in cui il sudore non solo , ma ben an- co i capegli presentavano un bel color verde. Lemery (5) in una sua storia recitata all' accademia di Parigi, narra un curioso fatto di sudore azzurro che tutti i panni tin- geva in bleu. Rosso lo osserv6 Fourcroy (6) ; Hoffmann co- lor di minio , sotto le ascella ; Winder (7) fosforico. Aristotile aveva parlato di sudore di sangue , ed un esem- (1) Eph. nat. cur. dec. II. An. IV. oss. 69, (2) Idem An. HI. oss. 170. (3) Idem cent. I. oss. 38. (4) Idem An. VIII. (.5) Hist, sur nne sueiir bleu ec. Paris 1701. (6) Fourcroy T. I. pag. 365. (7) Collect. Acad. T. III. pag. 266. Neuralgia Intercostalb eg. 219 plo eguale si legge nelle effemeridi dei Curiosi della natu- la (dec. II. An. I.° os. 179.) d' un giovine che sudava sangue; e leggesi ivi inoltre che Schilling vide ci6 stesso accadeie dopo gravi convulsioni. Un sudore rubicondo sot- to r azione del coito in un uomo , lo abbiamo pure da Ledelius , il quale sudore tingeva i panni di sua moglie. Un sudore di sangue per tacere di altri 1' osservo e lo descrisse Sedillot (1). Piu raro assai e da pochissimi osservato e il sudor ne- ro, e per quanto mi sia dato premura di trovarne delle indicazioni, non mi h venuto fatto che d' imbattermi nel- le seguenti : Hodges descrive un sudor nero riscontrato du- rante la peste di Londr^. Aitro esempio fu riferito da Olao Borrichio (2) , dal loung , da Langelot (3) , e da Zacuto Lusitano (4). Finalmente una descrizione di sudor nero fu letta gia in questa nostra Accademia dal Galeazzi (5) circa fa un secolo , e Voi, pochi anni or sono, udiste, dalla viva voce deir illustre nostro Medici (6) 1' elogio storico tessuto al medesinio in cui al sohto con lucido ordine di idee, con profonditi di sapere , con ricchezza d' erudizione, e con quella proprieta di lingua e forza di stile che tanto lo di- stinguono , e lo onorano tanto da raeritargli luminoso seg- gio non solo fra i piu chiari cultori delle scienze , ma an- cora fra i piii lodevoli letterati viventi d' Italia , cosi ne ragiona. « L' ultima osservazione del Galeazzi e rara : sudo- re ed orina neri. Lasciati i diversi malori che travagliava- no la vergine inferma , la nerezza apparve dapprima alle palpebre , e poco dopo nella faccia ; poscia s' estese a tut- to il corpo si che la camicia ne rimanea tinta , e mag- giormente ne' luoghi di essa corrispondenti alle regioni del (1) Rec. period, de la Soc. de Med. de Paris T. 52. p. 96. (2) Eph. cur. nat. dec I. An. 6. os. 10. (3) Idem. (4) Idem pag. III. oss. 75. (5) Com. Bonon. V. VI. pag. 69. <6) Memorie dell' Islituio di Bologna T. I. pag. 33. 220 Fkrdinando Verardini corpo, nelle quail II sudore era piu copioso. Duro 10 glor- ni , e cessati gli altri fenomeni morbosi, 1' inferma parve guarita. Ma fra breve accadde, che la nerezza la quale da principio erasi manifestata nel sudore , comincio a corripa- rire tratto tratto nell' orina : e quando compariva , lo sta- to della inferma migliorava , talclie quella inaniera di se- grezlone fu creduta critica. Ed avvenne eziaiidio , che , oltre le orine, per due o tre giorni ricomparvero trasuda- menti neri sopra le palpebre e sotto gli occhi. Dopo di che gli altri malori persistevano ancora allorche il Galeaz- zi nel 1765 nella nostra Accademla comunico questa sua osservazione , meno soUecito dell' esito della nialattia di quello che di partecipare a' suo^ dotti colleghi la rarita del fenomeno che 1' accompagnava ». Fin qui il 3Iedici ; giova per6 d' aggiungere che 1' inte- ressantissima istoria fu proseguita poscia dal Laghi il quale nel 10 febb. 1785 recitava una dissertazione latina sopra la natura di quella materia che tingeva le orine ed il su- dore della monaca; ed altra pure latina il 2 aprlle 1789 sopra r ultima malattia della stessa monaca ; e finalmente neir anno 1805 il 15 giugno leggeva all' Istituto Nazio- nale qui residente una sua dotta memoria in lingua italla- na a complmento di tutto che era riferibile alio strano e rarisslmo caso narrato dal Galeazzi. Le due prime memorie erano perdute, pero si ricuperarono pel dono fattone dal- r illustre Medici da me commendato poc' anzi , ( e sol dopo che io aveva distesa questa memoria ) le quali sono tutta- vla inedite. Qneste particolarlta le ho attinte mediante la gentilezza del ch. nostro Segretario che mi compiaccio di nominare a caglone d' onoranza. Dopo di che tutto, spero vorrete fare buon viso oggi a me^, o Accad. ch., se do termlne a questo mio dire, sponendovi in poche e disadorne parole un fatto occorso- mi nella state ora scorsa di un sudor nero, il quale fu in- sieme con me osservato dal Sig. Dott. Manferrari Luigi , ed accettatelo , se non altro , almeno per la rarita del- 1' evento. Un giovine bolognese , di temperamento sanguigno ner- Neuralgia Intercostalb eg. 221 voso, molto irritabile , appartenente a ricca ed onestissima famiglia , visse senipie sano e robusto si no al siio vente- simo primo anno di vita, epoca in cui dietro coito im- pure contrasse alcune ulceri veneree delle quali gnari con la sola cnra locale, essendogli stato insegnato da un sue conoscente , d' applicare sulle iilcerazioni sfilaccia iinbevu- te in una solnzione di deuto-cloruro di niercurio. Poco dip- poi questo individuo rivolse interissimo 1' amor sue ad una graziosa e virtuosissima giovinetta che ottenne in isposa al cominciare del luglio prossimo scorso , un anno e qual- che mese dopo dalla ricuperata salute, non senza pero aver dovuto superare vari ostacoli , i quali furono motivo in esso lui d' agitazione e disturbo violentissimo di animo prima di venire in possesso della persona amata. Per cui con tutto lo slancio della passione si diede in braccio al- 1' amore alloraqnando ne pote gustare legittimamente le delizie. La mattina successiva alia prima notte in cui si era coricato coUa sua compagna , osserv6 che 1' origliere ove aveva posato il suo capo era qua e ]k tinto a mac- chie ed a linee nere , ed altrettanto pure nelle lenzuola; la camicia di lui poi conservava sul petto, e corrisponden- temente alle ascella moltissime macchie nere , e piii pro- nunciate di quelle che osservavansi negli altri menzionati pannilini. Venni chiamato dalla famiglia per osservare il fenome- no intorno al quale correvano le piu strane spiegazioni e le piu ridicole, e cercai quant' era in me di persuadere che la rarita del caso doveva unicamente attribuirsi al su- dore separate dal giovane nella notte , e posi in calma I'ani- mo di tutti , in particolare quello dello sposo che s' allie- t6 , tranquillatosi nella convinzione di non andare incontro a pericolo d' infermita, e lo pregai caldamente a procura- re di raccogliere anche una piccola quantita del suo su- dore, che desiderava assai di sottoporlo a chimica analisi. Di ci6 per6 non fui appagato e non so dire per quale motive; forse per trascuraggine, forse per timidezza; laon- de non rimanendomi altra via che quella di tentare i pan- nilini imbrattati , assistito dalla perizia e dalla cortesia soin- 222 Ferdinando Verardini ma del distinto chiinico-farmacista SIg. Francesco Bersani , Vi espongo il risultato delle osservazioni fatte. Nella camicia iiidossata dal giovine, e nelle varie parti tinte in iiero sovrappostovi dell' acido espresso da un frut- to di litnone , e fatte delle confricazioni , il color nero si cambio in giallo. Esperimentato 1' acido osallico, la tinta iiera scoinpariva quasi del tutto ; e tentato il prussiato, od idrocianato di potassa , le macchie nere acquistavano un colore tendente al bleu. Per le quali esperimentazioni si fece la congettura che il sudore dal giovine separato contenesse una sovrabbon- danza di ferro , e credettesi che coll' acido osallico si for- masse un ossalato di ferro insolubile ed incoloro; e che col prussiato di potassa , il quale dava un prodotto bleu , si desse luogo alia formazione del prussiato di ferro, od azzurro di Berlino. Se la congettura siasl ragionevole, a Voi ch. Accad. ne lascio il giudizio , facendomi sol debito di comunicarvi che il fenomeno descrittovi del sudor nero seguito per otto gior- ni successivi, e che anche la camicia che il giovane indos- sava nel corso della giornata era tinta di nero al collo , nel petto, e piii d' ogni altro luogo in quella parte che toccava le ascella. Gradatamente and6 diminuendo , sino a che del tutto scomparve entro dell' accennatovi periodo di tempo, senza che la salute del giovane si mostrasse mini- mamente alterata sia prima dell' apparire del particolare sudore , che dopo la cessazione di lui. Uniche prescrizioni che credetti di dovere addottare nel- I'attuale circostanza, si furono bibite rinfrescative e bagni generali in acqua tepida. Per darvi poi intera contezza di cid che e relative al soggetto in discorso , e porvi innanzi tutte le particolarita che lo riguardano , dirovvi che due mesi dopo la cessazio- ne del meraviglioso fenomeno , questo giovine Signore fu attaccato da papule mucose agglomerate al contorno del- 1' ano, conseguenza dell' antecedente infezione venerea di cui vi tenni parola, e che assoggettato ad acconcia medi- catura , all' idrargirosi , vale a dire , ai bagni a vapore, ad Neuralgia Intercostalb £c. 223 un* adattata dieta , scomparve del tutto la malattia , ed anche al presente il giovine e perfettamente sano , vegeto, e robusto. Ora che si potrebbe rispondere a cui chiedesse da qua- le causa sari stato prodotto quel nero sudore ? Innanzl tutto stimerei conveniente cosa d' allontanare dall' animo del chiedente il dubbio cbe alia produzlone del fenomeno potesse avere in qualche modo contribuito un elemento idrargirico , e cio per due ragioni , la prima delle quali si e che il soggetto di nostra istoria non fu sottoposto in an- tecedenza dello avvenimento descritto a cura mercuriale , e la piccola quantita del deuto-cloruro d' idrargirio appli- cato suUe locality affette, e tanto tempo prima ^ non mi pare sia sufficiente a spiegare il fatto; secondariamente poi allontanerei quest' idea anche in grazia delle risultanze ot- tenute coi mezzi esplorativi posti in opera sopra i pannili- ni tinti in nero; dopo di che mi sentirei fors' anche in- clinato a concludere che il case straordinario potesse attri- buirsi al nervoso esaltamento in cui trovavasi 1' individuo, pel possesso della donna del suo cuore , e troverei analo- gia somma fra questo fatto, e le istorie che ci vengono narrate di istantanea perdita del colorito dei peli in grazia di gravi perturbazioni d' animo. Ed in vero raccontaci Zim- mermann (1) che Pechin riferisce la storia d' un uomo che spaventato dal naufragio sofferto poco lungi da Livorno, si fece all' improviso canuto, e tale si mantenne sino al 40 anno del viver suo; 1' amabile Osorio carcerato per sover- chio amore verso la sua amante, vide nella prima notte cangiarsi in bianchi i suol biondi capegli ; ed all' inaspet- tata notizia della morte del padre divenne subito canuta r affettnosa figlia , come abbiamo da BTarcello Donato. Una femmina rinchiusa in questi ultimi tempi nelle car- ceri di Parigi , iniplicata nel famoso processo contro Lovel, tutta s' incanuti nella prima notte di sua detenzione , per quanto ne osserva Cassan. (1) Esper, ia Medic. L. X. C. II. 224 Ferdinando Verardini Se quindi questi fatti di subitanea alterazione nel colo- re dei peli sono efFetto di patemi deprimenti , come non vi e dubbio alcniio, e se non ebbero conseguenze patolo- giche, percbe non si potrebbe riteneie che il fatto del canibiato colore del sudore nel caso narrato , non potesse dipendere, come dissi, da esaltato eccitamento nervoso in grazia di passione amorosa , il quale eccita?nento avesse dato causa ad una specie d' alterazione del sangue, per cui i globuli di esso contenessero maggior quantity di ferro dell'ordinario ? E questa supposizione acquisterebbe tanto maggior peso, qualora si riflettesse che nelP organo cute trovansi , come avverte De-Renzi (1) due ordini di glandole destinate alcune alia secrezione del sudore , altre a quella della sostanza sebacea ; le prime sparse abbondevolmente in tutto il tes- suto adiposo della cute stessa a forma di otricelli che per mezzo d' vin piccolo condotto spirale si fanno strada negli strati interni della epidermide , dalla quale trasuda all'ester- no il sudore sia per endosmosi, sia per interstizi orizzon- tali delle squame epiteliche disposte ad embrice ; le altre che non sono che ammassi lobulati di cellule adipose poste alio strato superiore della cute , che aprono i loro duttoli- ni sia presso il bulbo de' peli , sia nello strato interno del- r epidermide. Ma non voglio piii oltre stancare la vostra pazienza , o Accad. ch., con supposizioni per tentare di spiegare un fenomeno si straordinario , e qui do fine , chiamandomi ab- bastanza pago d' avere potuto sottoporvi 1' esposizione del fatto , ritenendo che sia per se stesso abbastanza importan- te da meritare che non andasse perduto. (1) De-Renzi Lez. di Patologia Generale anno 1866 pag. 304. ANTONII BERTOLONII EQ. COMMEND. MED. DOCT. MISCELLAINEA BOTANICA XVIII. ( Lecta in conventu Academiae scientiarum Instiliiti Bononiensis habito Quart. Kal. Mart, anni MDCCCLVII. ) M: Liscellanea botanica decimaoctava vobis exhibeo, Col- legae praeclarissimi, quae more reliquorum in duas par- tes divide. Loquor in prima de Malogranato sub ani- madversione philologica, geoponica, et botanica; describe in secunda nonnullas plantarum species novas, quas in- ter est Filix pulcberrima nuperius in montibus Foro- corneliensibus detecta. Notitiae, quas babemus de Malogranato, antiquissimae sunt, cum Sacrae Litterae , quae Hber antiquior nobis sunt , pluries de illo loquantur nunc veluti de ornamento, nunc veluti de planta. Ut ornamentum repetito praescri- bitur pro tunica Summi Sacerdotis : » Deorsuin vero ad » pedes ejusdem tunicae , per circuitum , quasi mala » punica facies , ex hyacintho, et purpura, et cocco bis » tincto, mixtis in medio tintinnabulis » Exod. cap. 28. » vers. 33. » Deorsum ad pedes, mala punica ex hya- » cintbo , purpura , vermiculo , et bysso contorta » Exod. » cap. 39. vers. 22. Et tintinnabula de auro purissimo, » quae posuerunt inter malogranata in extrema parte » tunicae per gyrum » Exod. 1. c. v. 23. Tintinnabu- » lum autem aureum , et malum punicum , quibus or- » natus incedebat Pontifex, quando niinisterio fungeba- » tur » Exod. 1. c. vers. 24. T. VIII. 29 226 Antonii Bertolonii Lancius putavit (1) haec nialogranata, et tintinnabula nou fuisse per se vera, sed opere phrygio texta circa oram tunicae Summi Sacerdotis , scilicet malogranata ex bys- so, tintinnabula ex filis aureis; sed res ita profecto non est. Divinae Litterae , cum loquuntur de telis opere pbrygio ornatis, dicunt eas variatas opere plumario (2), quae verba in descriptioue tunicae tarn splendidae Sum- mi Sacerdotis profecto non omisissent. Quare malogra- nata erant globi fructum mali punici referentes, » qua- » si mala punica » Exod. cap. 28. vers. 33. , et de iis » agitur quoque in aliis ornamentis veluti in columnis » templi : » Et perfecit columnas , et duos ordines per » circuitum retiaculorum singulorum , ut tegerent capi- » tella, quae erant super summitatem malogranatorum : » eodem modo fecit et capitello secundo » Reg. lib. 3. » cap. 7. vers. 18. Et rursum alia capitella in summi- » tate columnarum desuper juxta mensuram columnae » contra retinacula: malogranatorum autem ducenti oi'- » dines erant in circuitu capitelli secundi » Reg. 1. c. » vers. 20. Quod autem tintinnabula essent vera, et » sonantia , eaedem Sacrae Litterae duobus locis demon- » strant: » Et vestitur ea ( ea tunica ) Aaron in officio » ministerii , ut audiatur sonitus quando ingreditur , et » egreditur Sanctuarium » Exod. cap. 28. vei's. 35. » Cir- » cumpedes, et femoralia, et humerale posuit ei (Aaro- » ni ) ; et cinxit ilium tintinnabulis aureis plurimis in » gyrum. Dare sonitum in incessu suo, auditum facere » sonitum in templo in memoriam filiis gentis suae » Ec- clesiast. cap. 45. vers. 10. 11. Praeterea vox Hebraea Pamganunim profecta a radice Pagm, quae significat frequentibus ictibus contundere, est substantivum plu- rale , quod tintinnabula inanifestat. Si autem auctori- tati inconcussae Divinarum Scripturarum auctoritatem hi- storicorum profanorum addere volumus , earn luculenter (1) Land. La Sacra Scriltura illus'raia. Roma 1827. p. 161. (2) Exod. cap. 26. vers, i., et Exod. cap. 36. vers. 37. Miscellanea Botanica xviii. 227 habeimis in Flavio Josepho, qui Hierosolymae habita- bat, antequain Vespasianus Judaeam invaderet, et Titus Hierosolymain expugiiaret, ideo testis de visu, et audi- tu de caeremoniis, quae fiebant in teinplo. Is vero ita vestein Siuumi Sacerdotis describit : » Ima vestis orna- » batur bnibo effigie malorum punicorum distincto, a » quo tintinnabula aurea sic dependebant, ut medium » esset quodque mabmi punicum inter duo tintinnabula » situm , et tintinnabulum inter duo mala punica » et paulo post addit : » Pontificis tunica . . . per mala puni- » ca fulgetra referens, sicut tonitrua per tintinnabulorum » strepitum » (1). Quibus sententiam Lancii de malo- granatis, et tintinnabulis opere phrygio textis cogimur rejicere. Venio nunc ad malogranatum , quod in Sacris Litteris afFertur veluti planta. Hebraei , cum essent in deserto Sin , in Moysen , et Aaronem insurrexerunt ita eos in- crepantes : » Quare nos fecistis ascendere de Egypto , » et adduxistis in locum istum pessimum, qui seri non » potest, qui nee ficum gignit, nee vineas, nee malo- » granata? Numer. cap. 20. vers. 5., et in Deuterono- » mio cap. 8. vers. 7. 8. habetur: » Dominus autein » Deus introducet te in terram bonam . . . terram fru- » menti , hordei , et vinearum , in qua ficus , malogra- » nata , et oliveta nascuntur , » atque in utroque loco agitur de planta in genere. In Sacris Canticis vero alia loca occurrunt ad florem, et fructum malogranati allu- dentia : » Sicut fragmen mali punici , ita genae tuae. » » Cant. Gantic. cap. 4. vers. 3. Emissiones tuae para- » disus malorum punicorum » 1. c. cap. 4. vers. 13. » Descendi in bortuin nucum, ut viderem ponia con- » vallium, et inspicerem si floruisset vinea, si germi- » nassent mala punica » 1. c. cap. 6. vers. 10. » Mane (1) Flavii Josephi Hierosolymitani Sacerdotis Opera quae extant etc. Grace, et Lat. Aureliae AUobrogtim. Excudebat Petrus de la Routre CD DC XI. lib. 3. cap. 8. p. 85. A., et p. 87. B. 228 Antonii Bertolonii » surganius ad vineas, videamus si floruerit vinea, si » flores tVuctus parturiunt , si floruerunt mala punica » 1. c. cap. 7. vers. 12. Hebraei, antequain terrain promissionis ingrederentur, sci- re iiequibant , si malogranatum ibi nasceretur ; quare in deserto Sin loquuti sunt de illo, veluti de plau- ta ^gypti. Re qiiidem vera vocabulum Rimmon , quo malogranatum appellabant , proficiscebatur a vocabulo Ramman yEgyptiorum, quo iEgyptii hactenus utuntur, ut habemus a Forskolio (1). Facile autem dignoscimus lioc esse nonien proprium malogranati, ita ut futile sit trahere significationem ejus a radice, quam interpretes exponunt pro alto , elato , excelluit , extulit se , ebidlit , efferbidt , decepit , fefelUt. Ego, si amplecti vellem adje- ctiva ab ilia radice desumpta , praeferrem excellens , pul- chrum , p r actio sum , prout interpretatur CI. D. Petrus Trombettus Sacrae Scripturae in Archigymnasio nostro Professor insignis, quippequae haec malogranato magis conveniant. Sed satis de Hebraeis; nunc transeamus ad Graecos. Ho- merus poetarum antiquissimus , imo alter ex antiquiori- bus poetis Graecis , hortuni Alcinoi pulcherrimum , et deliciis plenum describens in libro septimo Odissaaeae (2) ita habet : Alte vi crescon verdeggianti piante II pero e H melagrano. Sed qui inter Graecos uberius de malogranato pertracta- vit , fuit Tbeopbrastus , qui in Historia sua plantarum pluries de illo meminit (3) : w Nam in ramis quidem (1) Forskdl. Flora Egyptiaca p. LXVIf. (2) Odissea di Omero tradotta da Ippolilo Pindemonte Veronese. Livorno Dai Torchj di Glauco Masi 1822. vol. 1. p. 170. (3) Theophrasli Erem De Imtoria plantarum libri decern Graecc et Laline. Illustravil Bodaeus a Slapel etc. Amstelodami Apud Uenricum Laurentiuin anno 1644. Miscellanea Botanica xviu. 229 » quae acnleum gerunt vel inter arbores fruticesqiie >; inulta reperire possis : nt pyiiim sylvestrem, malum >) puuicam » Hist. pi. lib. i. cap. 6. p. .3G8. column. 2. » )i» Tinoius, Olympusque Mysius nucem et castaneam plu- » vimam ferunt : item vitem , malum puuicam In » Pouto Fici multae magnaeque, et puuicae amplae opa- » citatis, habentur » Theopbr. I. c. Bodaeus in com- )) mento suo observavit: Mirandum scribere Tbeopbra- » stum , quod in Ponto Punica etiam locum vicinimi » opacans ramorum luxuiia reperiatur » Tbeopbr. lust, p. 394. column. 1.; sed cur mirandum, cum in Ponto juxta Asiam miuorem praesertim in Bithynia sit caelum mite , sub quo malogranatum et nasci , et luxuriare potest ? Dioscorides post Theopbrastum agit de malogranato in Li- bris de Materia medica (1), sed ea tantum perstringit, quae ad morborum remedium valent. At Matthiolus in commentario suo supplevit , imo sat bonam figuram bu- jus plantae exbibuit (2). Tertius Graecorum , de quo dicere juvat , est Aretaeus Cappadox, qui in libro decimoquarto Deipnosopbista- i-um (3) ita babet de malogranato : » Ex Punicis grana » aliis sunt dura , aliis tenella , et inolliuscula » Exhibet locum Aristopbanis in Boeotia: » Afer ex agro mihi pu- » nica, quibus granum durius est », narratque Atbe- nienses cum litigarent de finibus cum Boeotiis, Epami- nondas malogranatum eduxit, quod sub veste celave- rat , et petiit ab Atbeniensibu? , quomodo appellarent , qui responderunt poa^i, , at nos , inquit , longe ante vos (1) Pedacii Dioscoridia Anazarbei , De Medica Materia Libri sex Joanne Hiiel- lio Suessioneufi interprele. Venedis. Dominicus Lilius Exciidebal. looO. lib. 1. cap. 127. p. 49. (2) Dei Difcorai di M. Pieiro Andrea MatlhioH Sanesc ec. \elli set libri di Pedacio Dioscoride Atiazarbeo Delia Materia Medlcinale. 1.585. In Vcnetia Appresso Felice Yalfirisio lorn. 1. lib. 1. cap. 128. p. 245. (3) Athenaei Neucratitis Deipnosophiflarum libri ijuindecim etc. in latinum sermonem versi a Jacobo Dalechampio Cadomensi. Lugduni. Apud .intonium De llarsy. 1583. lib. 14. p. 484. 230 Antonii Bertolonii Sidoii diciniiis, et in finibus, de quibus disputatur, » » pliuiuiae sunt inalipuiiicae, indeque principio nomen » est indituin » 1. c. , qua re prioratuin Boeotioruni super loca controversa deuionstravit , et causam vicit I. c. Si ab Hebraeis, ab ^gyptiis, a Graecis non multa didi- cinius de structura plautae , noviinus tamen eos , inio etiam Assyrios religiosuin ali(juid malogranato attribuis- se. Ergo ad religiones pertinebant malogranata, et tiii- tinnabula , quae Moyses praescripserat in limbo tunicae Sunimi Sacerdotis. Pertinebant ad religiones, quae Lan- cius viderat picta in scuto sacerdotis super arcain ca- daveris medicati (I). Pertinebant ad religiones restes malogranatoruiu in utraque manu bominum, qui in sup- plicationem incedebant , quos Lyardus detexit in pictu- ra palatii Nembrot apud Ninivites (2). Quare Lancius putabat flores modo tintinnabuli in pallio sacerdotis si- gnificare odorem sanctitatis in ministerio ejus, melius dicemus sonum laudum sacrarum , malogranata vero in candelabris ^gyptiorum ad emblema solis trahebat, quia et color pomi , et corona in apice , et rubor granorum erant attributiones solis , aut etiam oblatitium panem ad symbolum Divinitatis significabant (3). Sed et Gentiles ad Divinitates suas malum punicum refe- rebant. » Fabulantur, inquit Dolaeus (4), in Heraeo » templo Eubaeae memorabile fuisse Palladis simulacrum » ex ebore et auro factum opera Polycletis, quod alte- » ra manu punicum gestabat malum ; altera sceptrum « , addiditque , » Appollonium Tyanaeum malum punicum » in honorem Palladis plantari memoriae prodidisse » 1. c. , sed » cur malum Punicum , Pausanias secretins » esse ait , quam ut aliquo sermone eloqui possit w 1. c. Veneri vero idem malum attribuebant, quia cre- (1) Land. La Sacra Scrillura ilhistrala p. 162. (2) Lyard. Discoveries in the ruins of Nineveh and Babylon p. 338. (3) Land. La Sacra Scrillura illuslrata p. I6'i. , et p. 67. (4) Dolaeus in Commenlario ad Tlieophrastum edit. cit. p. 390. Miscellanea Botanica xviii. 231 debatur, earn in Cy|)ruin iiitrodiixisse, ut liabet Eriphus in Melibaea apud Atlienaeuni (1) : Haec vero mala punica Qiiam generosa! in Cypro namipie Venerem Arboreni hanc sevisse fama est. Luculentissimum insiiper documentiim possidemus de hoc nialo Veneii dicato in Patera Cospiana, quae antiquis- sima, et ab Etruscis profecta nunc pietiosum ornamen- tum est Musaei antiquitatuni in Archigymnasio nostro. In ea exsculptum est malum punicum cum fiuctibus, et coluniba in ramo sita positum juxta effigiem Veneris, quae Palladi e capite Jovis egiedienti assistit. Qui for- mam hujus paterae videre cupit , adeat Dendrologiam Aldrovandi p. 61. post mortem auctoris ab Ovidio Mon- talbano editani, adeat Musaeum Cospianum p. 313., adeat Disertationem de Patera Cospiana collegae nostri insignis Philippi Schiassii Bononiae impressam ab Annesio Nobili anno 1818. Crediderunt quoque Gentiles, malum punicum Proserpinae nocuisse ; nam cum a Plutone rapta esset , et in Erebum ducta , Jupiter Cereri concessit reditum filiae, si nihil in Erebo gustasset. Sed Mercurius ab inferis redux patefecit , tria grana niali punici comedisse : Rapta tribus , dixit , solvit jejunia granis Punica quae lento cortice poma tegunt. Ovid. Fast. lib. i. v. 607-608. et idem Ovidius alibi tradidit gustasse grana septem : jejunia virgo Soherat , et cultis dum simplex errat in hortis Puniceum curva decerpserat arhore pomum , Sumptaque pallenti septem de cortice grana Presserat ore suo. Ovid. Metam. lib. 5. v. 53i-538. (1) Alhenaeus in Deipnos. edil. cil. p. 64. 232 Antonu Bertolonii Quidquid sit Proserpina contumax ab Erebo redire iion potuit. M. Porciiis Cato Inter geoponicos latinos primus est, qui loquitur de nialogranato , et niali Puuici nomine distin- guit , et quod observatione dignum est , laudat ut re- medium ad lumbricos, et taenias : » Ad tormina, et si » alvus non cousistat, et si teniae et lumbrici molesti » erunt XXX. mala punica acerba sumito, contundito, » indito in urceum, et vini nigri austeri congios tres , » vas oblinito, post dies XXX. aperito, et utito : jeju- » nus hemiuam bibat » (1), et paulo post repetit : » Ad » dispepsiam , et stranguriam Malum Punicum , ut flo- » rebit coUigito. Ties miuas in amplioram infundito, » vini Q. I. veteris . . . addito . . . Id vinum tenias per- » purgat, et lumbricos. » 1. c. A. Cornelius Celsus po- stea extendit virtutem Mali Punici contra tenias de radici- bus ejus inquiens : » Mali Punici tenues radiculas colli- » gat, decoquat, donee tertia pars supersit, huic adji- » ciat nitri paulum , et jejunus bibat » (2). A quibus omnibus facile colligitur, usum Mali Punici contra taenias esse antiquissimum , et injuria a recentioribus sibi vin- dicatum ; quamvis liodie potiora remedia contra illas ha- beamus in Abyssinia reperta, quorum alterum sub no- mine Brayerae anthelminticae notum , alterum longe praestantius , et ibidem a Schimpero detectum , neque hactenus a botanicis denominatum, quod ab incolis vo- catur Rasenna. Extat exemplar ejus in herbario centra- li Musaei Florentini ab ipso Schimpero missum. Filius mens obtinuit folium ejus , et pauculas notas ab eo eduxit , quae ita sunt: » Folia bipinnata, foliolis obo- » vatis, basi obliquis. Petioli glandulosi. Cortex albus. » Nascitur In montibus secus flumen Fucage ad Die- » scheb ads die ratine. » M. Terentius Varro post Catonem de Malo Punico eglt (t) Scriplores rei rusticae edit. Pombae 1828. lorn. 1. § 1"26. p. 122. ^ cl § 128. p. 199. (2) Cels. De medicina edit. Palav. 1750. cap. 17. p. 227. Miscellanea Botanica xviii. 233 monens, quod si in inserenda vite opportet earn prius incidere, ut humor superfluus decidat, id necessarium uon esse in Fico, et in Malo Punica: » Contra in fico, » et in malo Punica », et de fructihus servandis ita » docet: Punica mala et in arena jam decerpta, ac ma- » tura, et etiam imniatura, quum haerent in virga sua, » si demiserls in ollam sine fundo, eamque si conjece- » ris in terram, et obteris ramum, ne extrinsecus spi- » ritus afflet » (1). L. Junius Moderatus Columella tertius aulo brevior, nj)ice iucurvus. Stigma breve, crassiusculum , bitidum. 240 Antonii Bertolonii Capsula lata, conipressa, orbicularis, in utroque diame- tro qiiinque-sexlinearis, rostello brevi mucronata , di- cocca , coccis valvaeformibus , connatis , parallelis , are- cendo secedentibus, unilocularibus, monospenniis , extus viridibus , scabridis , nervulisque pluribus striatis , qui superne abeurit iu raniulos reticulato-confluentes, in fa- cie interna pallenti-albidis, et rachide media, quae con- tinuatio stili, conjiuictis. Semen orbiculare, compressuin , multam partem loculi occupans. Tota planta sursum hispidulo-scabra. Caffri utuntur floribus hujiis plantae ad oryzam bullitam , quam Pulao vocant, colore croceo tingendam. ExpUcatio tabulae 14. Fig. a. Planta in statu naturali. b. Fasciculus florum corollis adhuc clausis. c. Calyx auctus. d. Corolla ex sicco. e. Capsula dicocca in statu naturali. f. Coccus ostendens semen. g. Coccus auctus, a facie interna visus. CLASS. DIADELPHIA. ORDO DECANDRIA. Orel. nat. Leguminosae Juss. 3. Tephrosia icthyneca : ca\\\e striate ; foliis abrupte pinna- tis, subseptemjugis, foliolis ovato-lanceolatis , acumina- tis ; stipulis lanceolatis ; pedunculis brevibus , sulcatis ; racemis multifloris Tab. 15. Mzagabaga Caffris. Perenn. Habui ex Inhambane Mozambici ab Eq. Forna- SINIO. Caulis teres, striatus, alterne, et valde ramosus, puberu- lus, plusquam ])ipedalis. Folia alterna, breviter petio- lata, abrupte piniiata, subseptemjuga, foliolis ovato-lan- ceolatis , acuminatis , vel inferioribus in pinna acutis , Miscellanea Botanica xviii. 241 intefierrimis , plerumque oppositis, junioiihus multo mi- noiibus, et adpresse canesceuti-villosis. Stipulae lanceo- latae, deciduae. Racemi oppositifolii, bieviter pediincu- lati, simplices, nmltiflori, pubescentes, folio subaerjiiales. Bracteae parvae , ovato-lauceolatae , aciiuiinatae. Pedun- culi sulcati. Pedicelli tenues, quiiique-sexliueares , flore paulo breviores. Calyx tubo brevi , subcampanulato , lim- bo bilabiate, labio superioie bifido , iiif'eiiore tritldo, laciniis apice lineari-subuiatis. Corolla calyce niulto lon- gior, extus pubescens. Vexilluia obloriguni, obtusum. Alae voxillo, ct carina paulo breviores. Carina obtusa , vexillo subaequalis. Stamina diadelpha. Legumen in sta- tu ovarii lineare, compressum, villosum , perfectum non vidi. Stilus glaber. Stigma exiguuni, obtusum. Caffri utuntur iiac planta ad pultem conticiendam, quam conjiciunt in flumina, et lacus ad pisces ita necatos si- bi comparandos. Profecto non est Tephrosia piscatoria Pers. Syn. pi. 2. p. 329. n. 26., quae differt foliolis obiongis, obtusis, stipulis subulatis. Explicatio tabulae 15. Fig. a. Planta in statu naturali. b. Flos adhuc clausus. c. Flos evolutus, et auctus. d. Calyx auctus. CLASSIS CRYPTOGAMIA. Ord. nat. Filices Linn. , et fVilld. i. AcRosTicHUM microphyllnm : fronde longe stipitata, cir- cumscriptione lanceolata, iiiferne tripinuata, superne bi- pinnata, toliolis exiguis ellipticis, rotundisve , integris, convexis, supra glabris, subtus dense villosis Tab. 16. Ital. Acrostico rninuto. Perenn. Habui ex rnpestribus mentis Maiiro , vel Mavore in districtu Forocorneliensi a Tassinario. Fructilicat aestate. T. vui. 31 242 Antonii Bertolonii Rhizoma oblongum , crassnin , Joiise fibrosum , nigrum. Frondes e rliizomate plures, caespitosae, uni-quinquepol- licares , rigidae, circninscriptione lauceolatae, acumina- tae, inferne tripinnatae, superne bipinnatae. Stipes te- res, tenuis, fusee purpureus, parte frondosa bingior, vel subaequalis , adspersus ]>aleis scariosis, lanceoiato-li- nearibus , aut linearibus, valde acuniinato-attenuatis, ful- vis, deciduis, reinanente stipite scabro. Pinnae, et pin- nulae oppositae , vel alternae, praesertim superiores. Racbides more stipitis paleaceae. Foliola nnmerosa, du- riuscula, exigua, elbptica, aut rotunda, obtusa , inte- tegerrima, vel tantum juniora veluti lobulata, quia non- dum bene evoluta, convexa, supra saturate viridia, gla- bra, subtus dense tecta villo fulvo-ferrugineo. Concepta- cula exigua, gyrata, sparsa inter villos. Elegantissima Filicum Italicarum. Repertor ejus fuit Tassinarius , qui misit sub nomine ge- nerico Acrosticlii , nullo nomine specitico. Explicatio tabulae 16. Fig. a. Planta in statu naturali. b. Pinnula cum foliolis aucta, et visa a facie superiore. c. Pinnula cum foliolis aucta , et visa a facie inferiore. 5. ScoLOPENDRiUM brcvc : pygmaeum; stipite superne undo; fronde subrotunda, oblongave, crenata, basi cordata, auriculis rotundatis , deorsum versis Tab. 17. Ital. Scolopandria raccorciata. Perenn. Habui plura exemplaria ejus ex insula Caprearum a Prof. GiRALDio, qui reperit in cella juxta liortum do- mi suae. Fructificat Augusto, Septembri. Planta pygmaea. Rbizoma exiguum , saltem in individuis minoribus. Stipes tenuis , basi paleaceus , reliqua parte nudus, frondi aequalis, aut paulo longior. Frons junior tenuis, flexilis, adulta crassior, et firmior, saturate vi- ridis, ab ungue dimidio ad duos pollices longa, mi- nor cordato-subrotunda, obtusa, vel acutiuscula, major Miscellanea Botanica xviii. 243 cordato-ovata , vel cordato-oblonga , et acuta, utraqiie niargine leviter creiiata, auriciilis baseos ut pluriniuin parum profuiide excavatis , rotuiidatis , deorsum versis. Crura veuarum a[)ic(! sirn])licia, vel hrevissime hifurca, infra niargiucm fVoudis desinentia. Nervus dorsalis nudus. Sori alii breves, ovali-oblougi , alii longiusculi, lineares; subinde desunt. Nullain bonain figuram, vel descriptionem ejus habemus. Taiiieu Ileinionitis she sterilis Lob. Adv. p. 3.59. fig. frondibus integris earn appropincjuat parvitate sua, dif- fert vero fronde superne angustata, exclusa figura fron- dibus argute serrulatis. Non contendam nieana esse spe- ciem certani, forte erit varietas singularis hactenus igno- ta Scolopendrii offic'inaruni , aut Scolopendrii Hemioniti- dis. Ulterius examinetm- in loco natali. Explicatio tabulae 17. Fig. a. Frons naturalis grandior. b. Frons natvualis minor. c. Frons naturalis minima. (». Pteris vulcania: Fronde pinnata, pinnulis lanceolato-linea- ribus , linearibusve , margine planis , integrisque , basi leviter oblique cordatis, auriculis parvis, nullisve. Pt. longifolia Ten. Cenn. sulla Geogr. Fis. e Dot. del Regn. di Nap. p. 80.*, et FL Nap. 5. p. 307. * non Linn. Guss. Syn. 2. part. 2. p. 657. *, et En. pi. Inar. p. 398.* Schk. Crypt. Gew. p. 81. tab. 88. excL syn. Ital. Felce de' fiimaroli. Perenn. Habui ex regno Neapolitano a Viatri ab Eq. Bor- gia, ex spiraculis vulcaniis insulae Inarimes ab Eq. Prof. Tf.norio, et ab Eq. Gussonio , et ex eadem insula alia Stujfa del Cacciuto prope Casamicciola ab Orangero, ex Sicilia a Itala ab Eq. Gussonio, et in viciniis Taurome- ni a Brunnero. Fructificat ab aestate in serum autumnum. Colitur in borto bot. Bononiensi. Rbizoina sat crassum , ramosum , repens , nigrum , dense 2 i i Antonh Bertolonii tectum fibris lougis , ramulosis , ex apice i-amoruin fe- rens caespitem fiondiuin in orbeiii pateiitiuin. Frondes primordiales brevissiinae , circiiiatae, veluti birsutae pa- kn)b.s angiistissiniis , bneari-altciuiatis , caiiescentibus. Frondes plene evoUitae pedales-sesquipedales, macriores tantuin seiiiipedales. Sti[)es brevis , bine canabcidatus , nudiis, vel paleis raris adspersus. Pars fobacea longa, circumscriptione oblongo-lanceolata , pnuiata , pin nubs numerosis , brevissime petiolulatis , lanceolato-bnearibus, subinde Unearibns, acuniinatis, gUibris, niargine inte- gris , et planis , ora revolnta, basi leviter, et oblique cordatis, exauriculatis , aut vix auricnlatis, oppositis, vel alternis, inter se pavuin, et aequabter distantibus, disticbis, saturate viridibus, crebre venosis, venis bi- partitis, aut sinipbcibus, obbquis, parallebs. Longitudo pinnularum varia ab uno ad quatuor polbces , impari nunc prae laterabbus longissima, nunc laterabbus sub- aequab. In niacrioribus individuis pinnulae inferiores bre- ves, et latiores, imae interdum ovatae, et unguiculares. Racbis nuda, vel parce, et remote paleacea. Sorus in jMunuHs continuns sub earum margine revoluto. Indusium album, ad interiora menibranaceum. Conceptacula nu- merosa, gyrata, demum ferruginea. Sapor berbae leviter stipticus, nuUimode in ore excalfaciens. Sunt, qui babeant banc pro Pteride longifolia L.,sed ab ea evidenter differt, si compai'emus cum planta Plu- mierii, quam Linnaeus attribuit plantae suae, et quae est Filix non ramosa , longissimis , angustis , et ad basim auriculatis foliis Plum. Descr. des pi. de V Amer. p. 12. tab. 18. Loncbitis non ramosa, longissimis, angustis, et ad ba- sim auriculatis foliis Plum. Trait, des Foug. de l' A- mer. p. 52. tab. 69. Hae Plumierii figurae ostendunt frondem nostra multo grandiorem , jiiunulas semipedales, subsessiles , margine repando-nndulatas, basi exquisite cordatas , et insigniter auriculato-dilatatas. Copiose nascitur in insula S. Domin- go secus rivulos , et ideo in regione aequatoriali aquosa Miscellanea Botanica xvni. 245 Ainerlcae. Nostra vero incolit saxa vulcania Euiopae tem- peratae. Alii ad ostendendam Pteridem viilcaniam utuntur figura Phyllitidis raniosae Alp. Exot. p. G6. sed haec fert piunulas basi subsagittatas , longius petiolu- latas , et Alpinus dicit de ea : » Tota planta est auste- » ri gustus , et excalfacientis , quae excalfactio tarde in » lingua sentitur, tardeque resolvitur », quod in plan- ta nostra noii habetur. Haec planta Alpini hactenus ob- scura. Linnaeus in Mant. 1. p. 130. perperam retulit ad Pteridem creticarn suam. Vivianius in Annal. bot. vol.1, part. 2. p. 188. instituit ex ea novam Pteridem creti- carn a Linnaeana diversani Alpini figurae tantum innixus non plantae , quam non vidit ; ideo haec quoque est species nondum certa. Denique Polypodium mains acutiorib. foliis Cordubiense Barrel. Ic. nil. Bocc. Mas. di piant. p. 59. tab. 46. ab Eq. Gussonio Pteridi vulcaniae nostrae applicitum si- stit plantain in regione Boetica Hispaniae nascentem , quae fert radicem longam, horizontalem, crassitiae cala- mi scriptorii minoris, statis intervallis sursum emitten- tem frondes solitarias, praeditas pinnulis quam in nostra angustioribus , basi cuneatis , non cordatis , neque auii- culatis. Species hactenus obscura, magis Polypodium., quam Pteridem referens. Mem.Tom:VIir. ^ '/S. W \ (Lyo^^^t/oc-y-^U^rv .£ 0 ^' -^, / m% v'l 1^ ^_ ^^-ff \^ ^i 'v*v b' \ >l^ ":\ S o S / y / ' />' V ^^— - 1<. 'K A 'I ) 1 > ^ Mi-iuTom A'l "--^^i^ "%^. , 4 r d? Of 'O Bert Lit uatpd 1 Tom V[If cJ?^ x^ i e. ^^^^=''5*^>^'-5^«^.^^J^!.45»w <^<'. Dert Lit baib«ri MCERCHE ANATOMICO-FISIOLOGICUE SOPRA L^A MA^O MOSTRUOSA MEMORIA DEL DOTTOR CARLO SOVERINI (Letta nella Sessione dell' 8 Maggio 1856. ) N, lella sera delli 5 genuaio 1839, dopo 12 gioini di decubito nel letto N. 10, moriva nello Spedale Maggiore di questa cittk per acuta pneumonite complicata da con- trazioni tetaniche la bolognese Rosa Mignatti d' anni 58. Era questa di mediocre statura, simmetrica e ben confor- mata della persona, all' infuori dell' arto superiore destro, che invece della mano, presentava un moncone fornito di una sola piccola falange ungueale nel luogo del pollice. Ad onta di tale congenito difetto, questa donna fin dalla sua prima giovanezza aveva esercitato il mestiere di Cuci- trice e Stiratrice nella Sartoria da Teatri del Sig. Antonio Ghelli, servendosi, come asseriva, del moncone alia ma- niera di luia mano perfetta : dal quale mestiere unicamen- te aveva saputo trarre i mezzi alia propria esistenza. Pas- sate le 2i ore dall' accaduta morte, si procedeva all' au- topsia del cadavere, siccome e d' uso in quello Stabili- inento, tanto piu interessante nel case presente, in quanto cbe era mancata a priori la ragion sufficiente per ispiega- re le contrazioni tetaniche comparse nei due ultimi giorni 248 Carlo Soverini della vita dell' Inferma, per le quali ne era stata ac- celerata seiiza diibbio la morte. Si aprirono le tre cavita splancniche, si dischiuse il canale rachidiano. -- Nulla di abnorine e di inorboso nella massa encefalica e nei siioi iuvolucri. -- Preso dalla cosl detta epatizzazione gri- gia il polmone destro in tutta la sua estensione ; infiam- mate e adese, mediantc robusti imbrigliamenti, le due pleure tanto iiel destro che nel sinistro torace. -- Polipi alquanto organizzati nelle destre cavita del cuore e nel tronco dell' arteria polmonare: ristringiuieuto del foro ven- tricolo-aortico e rigidezza delle sue tre valvole semiluna- ri. — Norniali e saui gli appareccbi cbilopojetico, uropoje- tico e generative. — Injettati finissimamente gl' involucri piu profondi dello spinale midollo, dalla nieta circa della i-egione ccrvicale fine alia seconda vertebra lonibare , sano e normale poi essendo in ogni sua parte il midollo stes- so : tale in breve ei'a lo stato dei visceri di questo cada- vere e tali ne erano le patologiche alterazioni. -- Esauri- te per tal modo le indagini anatomo-patologicbe tendeuti a scoprire la sede e causa del male che aveva fatto perire r inferma, avvisai che non affatto inutile fosse per riescire alia Scienza il ricercare 1' anatomica struttura del prefato moucone , c stabilire per questa via se poteva prestarsi fede air inferma , la quale , come dicemmo , asseriva di avere esercitato con esso il mestiere di Cucitrice e Stira- trice. Ed e appunto il risultamento di queste ricercbe , o Accademici Prestantissimi , che intendo ora di sottoporre al savio vostro c;i"dizio. II moncone adunque [b Tav. 18. Fig. 1. e 2.) aveva una figura triangolare coll' apice troncato (c) in alto concor- reva a formare 1' articolazione radio-carpiana , e colla ba- se [d) in basso libera: la quale, nell' unirsi ai due lati, ulnare cioe (e) e radiale {/)■, si piegava un po' iuferior- mente per dar luogo a due prominenze coniche (^, A), simili ciascuna al capezzolo di una mammella, all' esterna delle quali o radiale era di piu congiunta una piccolis- sima liilange [i) fornita di proporzionata unghia. E ([uesta falange ( che altro non era che la falange ungueale del Soi'IlA UNA Mano MOSTRUOSA 249 pollice pochissimo sviluppata ) si uiiiva alia detta proml- ucnza, noil inediante articolazione , ma si bene con uii coUetto (k) formato da sole parti molli. II moncone inol- tre presentava due supeilicie, una palmare, dorsale 1' al- tra. La palmare ( Z» Fijr. 1. ) era in genere convessa ma pill superiormente clie interiormente , meno nei mezzo che iielle parti laterali , delle quali 1' interna o ulnare (/) aveva la figura in piccolo dell' eminenza ipotenare. La pelle poi che copriva questa superticie era callosa, al- quanto grossa e strettamente aderente alii sottoposti tes- suti. La superficie dorsale {b Fig. 2.) era parimente con- vessa pill in alto die in basso, e piu nel centro ciie nei suoi lati , ed era ricoperta da una pelle sottile, morbida, elastica e leggiermente aderente alle parti sottogiacenti. La lungliezza di qiiesto moncone, presa dalla sua faccia palmare con un filo condotto dal punto di mezzo dell' api- ce a quello della base, risultava di 55 millimetri ; quella del lato cubitale,compresa la eminenza mastoidea,era ugual- mcnte di 55 millimetri; quella infine del lato radiale , esclusa la piccola llilange iingueale e siio coUetto, non oltrepassava i 50 millimetri. Undici pezzi ossei forinavano lo scheletro di questa mo- stniosita, dei quali sette {c , d, e , f, g, h, i Tav. 19. Fig. 3. e A. ) appartenevano principalmente alia regione del carpo ; due {k, I) erano il quarto e quinto metacarpo in istato rndimeutario ; e gli ultimi {m , n) erano le due fa- langi del pollice pure in ritardo di sviluppo. Tutte que- ste ossa, meno le due falangi, erano disposte in tie ran- ghi : il priino superiore corrispondente all' apice troncato del moncone , il secondo medio , il terzo inferiore , for- mante la base e le appeudici mastoidee del moncone me- desimo. Dal lato radiale o esterno contribuiva alia forma- zione di tutti e tre i ranglii 1' osso, die chiameremo in- nominato , (c Fig. 3.,y'Fig. 4-. ) c die aveva la figura a un dipresso della lettera /, il quale, ben considerato, al- tro non era die il risultamento della fusione di tre ossa distinte : dello scafoide cioe { 1 ) die corrispondeva al ran- go superiore, del trapezio (2) die risguardava il rango di T. Mil. 32 i.jO Carlo Soverini mezzo, e del rudiineiito del metacarpo del poUice (3) che stava dicontro al rango inferiore. Alia parte superiore del- i' osso inaominato foniiata dallo scafoide ( 1 ) , succedevaiio nel prinio rango il seiuilunare ( il Fig. 3. e Fig. i. ) al- ciin poco atrofizzato, e il piramldale ( e Fig. 3. d Fig. i ) .sulla ciii faccia anteriore poggiava il [)isilofme [f Fig. 3. c Fig. 4-.) sviluppato piii dell' ordinario. Nel secondo ran- go, alia parte media dell' osso inaominato formata dal trapezio (2) teneva dietro inferionnente il trapezoide (g Fig. 3. i Fig. -i. ), il quale, oltre aver presa la figiira di una zeppa, era atrofico e I'uso col rudiiuento del secondo metacarpo (4), che a Ini si unlva a gnisa del mauubrio di una pistola ; superiormente poi veniva il capitato [h Fig. 3. e 4. ) , il quale, perduta la naturale sua confor- mazione, ed avendo la testa piu larga del solito riempiva con essa il vnoto veinito in seguito dell' atrofia del tra- pezoide. Quest' osso poi piu corto dell' ordinario era fuso col rndimeuto del terzo metacarpo ( 5 Fig. 3. e 4. ). Fi- nalmeiite compiva questo secondo rango 1' osso uncinate (/ Fig. 3. g Fig. 4. ), nel quale e da notare lo scarso sviluppo del suo uncino. Al rango inferiore da ultimo, oltre i tre rudimenti metacarpiani (3, 4, .5 Fig. 3, e 4.) lusi col trapezio , trapezoide e grand' osso , appartenevano ancora i due rudimenti metacarpiani (X;, / Fig. 3., e 4.) rispondenti alle dita annlare e minimo, 1' ultimo dei qua- li era il piu sviluppato di tutti , avendo oltrepassato la meti della naturale lunghezza, sebbene nella grossezza, ad eccezione della base , non giungesse al terzo di quella che aveva il suo analogo nella mauo sinistra. L' estremita inferiore di quest' osso formava il nucleo della prominen- za mastoidea ( g- Fig. 1 . e 2. ) che abbiamo notata nel- r annrolo cubitale della base del moucone. Delle due fa- langi del poUice, che sono le ultime ossa di questo mon- cone, la prima [m Fig. 3. e 4. ), che non giungeva al- ia meta della naturale grandezza, aveva una figura conica, la cui base leggiermente concava si articolava colla faccia convessa del rudimento del metacarpo corrispettivo ( 3 Fig. 3. e 4. ) , e I' apice un po' ingrossato a mo' di piccola SoPRA UNA MaNO MOSTRUOSA 251 testa si continuava nel Icgamento (o) di 7 in 8 millimc- tri di inngliezza, e che iiiiiva per inseiirsi alia l)ase del- la seconda falange («). Questa, conservando la naturalc figuia, non aveva conseguito die il terzo circa dello svi- luppo a lei proprio, e la sua base si continuava in una piccola appendice ossea di Ibrnia conica, per 1' inserzione deir ora noniinato legamento (o). 11 primo poi di questi due ultimi pezzi ossei formava il nucleo della prominenza mastoidea ( h Tav. 18. Fig. K e 2. ) accennata nell' angolo radiale della l)ase del moncone : il secondo f[uelIo della piccola falange ungueale ( i Fig. 1 . e 2. ) luiita alia pro- minenza medesima ; nientre il Lreve legamento (o Fig. 3. e K.) formava il nucleo molle del colietto [k Fig. 1. e 2. ). Malgrado le anomalie notate nelle ossa del primo rango, lo scafoide , il seniilunare e il piramidale riuniti insie- me, costituivano coUa loro faccia superiore una superficie articolare un po' inclinata dall' avanti all' indietro, la qua- le, leggiermente convessa ed ellittica trasversalmente, ve- niva ricevuta in un' analoga cavita glenoidea, formata dal- r estremita inferiore del radio e dalla fibro-cartilagine trian- golare che unisce quest' osso al cubito , articolandosi cosi il moncone coll' antibraccio per quella maniera di diar- trosi chiamata dagli anatomici artrodia^ siccome accade nello state normale. Rivestite le rispettive superficie arti- colari delle solite cartilagini, lo scafoide e il seniilunare corrispondevano all' estremita del radio, mentre il pirami- dale guardava la nominata caitilagine triangolare. Diversi legamenti ed una membrana sinoviale, erano le parti an- nesse a quest' aiticolazione. Uno di siffatti legamenti, il laterale interno (/Fig. 5. d Fig. 6. Tav. 20. ), alquanto robusto ed espanso , dal processo stiloideo dell' ulna si portava al piramidale ed al pisiforme. Un altro, il latera- le esterno [i Fig. 5. /"Fig. 6. ) , si stendeva dall' apofisi stiloidea del radio alio scafoide e al trapezio insieme fusi. Un terzo, 1' anteriore (g, g', g^ Fig. 5. ), era diviso in tre fasci separati , che nascevano tutti e tre dall' estremita carpica del radio, ad una ceita distanza 1' uno dall' altro, 252 Carlo Soverini e si portavano all' osso capitato ( fascio g ), al lunato ( fo- scio g' ), al piramidale (fascio g^). II quarto cd ultimo, il posteriore o romboidea ( e Fii;. 6. ), dall' estremita in- foriore del radio si portava obliquameute al lunato e al piramidale. In qnanto alia membrana sinoviale, rivestiva essa r una e 1' altra superficie articolare, e presentava nel suo interno pareccliie piccole duplicature , chiamate da taluni ligarnenta mucosa^ e che furono ritenute un tem- po quali glandole sinoviali. Le ossa poi di questo stesso primo rango si articolava- no fra loro ugnalmente per artrodia come nello stato nor- male, e le parti connettenti le loro tre articolazioni non si scostavano punto dalla regola ordinaria ; una borsa nni- cosa cioe, in comune con quella delle residue articolazio- ni inferiori da descriversi, ad eccezione del pisiforme che ne aveva una propria ; due legamenti interossei , uno fra lo scafoide e il semilunare , 1' altro fra il semilunare e il piramidale ; ti'e legamenti palmari , stendentisi dall' uno air altro osso ; due dorsali alle tre prime ossa limitati. Le tre prime ossa del primo rango si articolavano mo- bilmente , anziche con tutte e quattro , coUe sole due ultime ossa del secondo (Tav. 19. e 20. Fig. 3. 4. .5. e 6.), stante che il trapezio, come e stato detto , era fuso colic scafoide, e il tiapezoi^e, atrofico e sormontato dal capita- to , non poteva prender parte a questa articolazione. Lo sca- foide adunque e il semilunare si articolavano col capitato e coir uncinate , non per enartrosi siccome accade nella mano ben conformata, ma per artrodia, quasi piane essendo le su- perficie loro articolari. Nello stesso modo il piramidale si ar- ticolava coll' uncinato. I vincoli di queste articolazioni erano i seguenti : la borsa sinoviale delle tre prime ossa del ran- go superiore si stendeva eziandio sulle due ultime del rango medio; tre legamenti palmari (/, t , 1} Fig. 5.) che dal lunato, piramidale e pisiforme si portavano al capita- to e uncinato, oltre al fascio g (Fig. 5. ) del legamento anteriore , che sul capitato stesso si inseriva ; finalmente quattro legamenti dorsali {^i , k , Z, m Fig. 6. ), che dalle tre prime ossa del rango superiore alle due ultime del medio si recavano. Soi'IlA UNA Mano mostruosa 253 Due legamenti palniari [k, k^ Fig. 5. ) e tre doisali (h , h, h Fi^. 6.), sconeuti pressoclie trasversalinente dal- 1' imo all' altro osso, oltie la boisa sinoviale in comune colle ora descritte articolazioni , servivano per le tre ar- trodie risultaiiti dall' unioiie delle ossa del rangd medio. Nel terzo rango delle ossa del moncone, forinato dai cinque metacarpi in istato piu o meno rudiinentario, sic- come i tre primi erano fusi rispcttivamente col trapezio, trapezoide e capitato, cosi il quarto e il quinto soltanto si articolavano e coll' unciuato e fra loro per artrodia. I rapporti di ([ueste tre articolazioni erano mantenuti : l.^da un prolungamento della borsa sinoviale spettaute alle os- sa dei due ranglii superiori ; 2.° da due legamenti carpo- -metacarpiani palmari { m, m^ Fig. 5. ), e da altri due dorsali ( /z, n Fig. 6. ); 3.° da un legamento laterale (A Fig. .5. q Fig. 6. ), die dal pisiforme si recava al rudimen- to del metacarpo del quinto dito. Tutti e cinque i ru- dinienti mctacarpiani poi erano uniti fra loro mediante quattro legamenti palmari ( o^ n, n, n Fig. 5. ) ed al- trettanti dorsali [o, o, o^/jFig. 6.), che trasversalmen- te passavano dall' uno all' altro, non che da alcune libre interossee, limitate pero ai soli quattro ultimi rudimenti. Infine , delle due falangi del poUice , la prima colla sua base, mediante una borsa sinoviale ed un solo lega- mento capsulare {/? Fig. 5. r Fig. 6. ), si articolava per artrodia col rudimento del primo metacarpo ; e col suo apice si xmiva alia seconda mediante un semplice legamen- to rotondo [q Fig. 5. s Fig. 6. ), lungo 7 in 8 millime- tri , che continuava 1' asse di entrambe. I muscoli , die piu direttamente operavano i movimen- ti di questo moncone, o di tutto intero o delle sue parti, erano quelli dell' antibraccio, e alcuni altri situati nella palma del moncone medesimo. Prima pero di esaminarli , ci e d' uopo notare alcune cose lisguardanti 1' aponeurosi palmare. Questa forte aponeurosi adunque (/Fig. 7. Tav. 21 .) ricopriva la maggior parte della palma del moncone, ed aveva una figura irregolarinente triangolare , 1' apice della quale corrispondeva all' estremita inferiore dell' antibraccio, 254 Carlo Soverini e si continnava col tendine (2) del muscolo palmar gra- cile (c). Appena 1' aponeurosi palmare aveva superato il legameiito aiiulare proprio del carpo , sul quale scorreva , si biforcava al lato radiale , dando luogo ad uii' apertm'a piuttosto ainpia, di figiira ovale, pel passaggio del tendi- ne del flessor lungo proprio del poUice ( clie quivi era molto sviluppato ) ravvolto nella sua capsula sinoviale. In- di la porzione estenia o radiale assai piccola, restriiigen- dosi sempre piu mano mano che discendeva e ridotta qua- si ad un filamento, s' impiantava al lato esterno (6) della prima falange del pollice poco sviluppata; 1' altra porzio- ne invece assai piii ampia discendeiido s' allargava a mo- do da formare un' estesa base, la quale s' inseriva 1." al lato interno (7) della prima falange del pollice ora ac- cennata; 2." all' apice dei tre rudimenti metacarpiani (8, 9 , 10) corrispondenti all' indice , medio e anulare , dove mescolava e continuava le sue fibre con quelle dei tre primi tendini dell' estensor comune ( d , d Fig. 8. ) che agli an- zidetti rudimenti si recavano ; 3.° infine al lato esterno (11 Fig. 7. ) del radiinento metacarpiano del mignolo piu degli altri sviluppato. Lateralmente 1' aponeurosi palmare si continuava con altra aponeurosi sottilissima , che si por- tava fino al dorso del moncone, ricoprendo al lato cubi- tale i muscoletti della piccola eminenza ipotenare, e ri- cevendo ancora in questo medesimo lato ( piu in alto pero del consueto ) 1' inserzione del muscolo palmare cutaneo (/w), che scorreva obliquamente dall' interno all' e- sterno e dall' alto al basso, e si mostrava sviluppato piu deir ordinario. Queste cose premesse, veniamo all' esame dei muscoli incominciando da quelli dell' antibraccio. Dei venti muscoli proprii di questa regione otto si allontanavano dalla regola ordinaria e questi erano : il radiale anteriore , il flessor super- ficiale e profondo delle dita, fusi in un muscolo e tendine so- lo, 1' estensor comune delle' dita, V estensor proprio del migno- lo , r indicatore ^ V ahduttor lungo del pollice ■, e il radiale po- steriore lungo; i quali, per la mancanza totale delle dodici falangi delle ultima quattro dita, e per la condizione piii SOPRA UNA Mano mostruosa 255 o nieno riulimentaria dei cinque metacarpi non clie clelle due falaiigi del pollice , non avevano potuto inserire i lo- 10 tendiui inferiori nei soliti luoglii. E percio il Radiale anteriore ( h Fig. 7. Tav. 21. ) impiantava il suo tendi- ne (1) uella parte media dell' osso da iioi detto innomi- nato ^ la quale era forniata dal trapczio (2 Fig. 3. Tav. 19.); la Massa muscolare risultante dal la fusione dei due Mu- scoli flessori comuni delle dita ( e Fig. 7. Tav. 21. ) inseri- va il suo largo e robusto tendine nella faccia anteriore dei rudinienti metacarpiani spettanti alle tre dita di mez- zo ( i, 5, A Fig. 3. Tav. 19 ) ; 1' Estensor comune delle di- ta ( d^ <^/ Fig. 8. Tav. 21. ) intiggeva i cinque tendiui nei quaii si divideva (2, 2, 2, 2, 2) nella faccia posteriore dei quattro ultimi rudimenti metacarpiani (4, 5, /, A Fig. -i. Tav. 19. ), dandone due a quello del mignolo; V Esten- sor propria del ?iiignolo, e 1' Indicatore ( e, / Fig. 8. Tav. 2 1. ) attaccavauo il rispettivo loro tendine nella faccia pur posteriore, questo del secondo, quello del quinto rudi- mento metacarpiano {i^k Fig. 4. Tav. 19. ); I' Ahduttor limgo del pollice (ZtFig. 8. Tav. 21.) aderiva col suo ten- dine inferiore (5) al lato esterno della base della prima tklange di questo dito iniperfettamente sviluppato ; final- mente il Radiale posteriore lungo ( h Fig. 9. ) , immedesi- mata la parte inferiore del proprio tendine ( 1 ) con quel- la del radiale posteriore corto ( l*),andava ad appiccarne la estremita alia faccia posteriore del terzo rudimento me- tacarpiano fuso coir osso capitato. I muscoli poi della palma del moncone erano otto : quattro dei quali, situati al lato cubitale della medesima, costituivano la gia notata piccola eminenza ipotenare ( / Fig. 1. ): e questi , oltre il palmar cutaneo di sopra de- scritto, erano 1' ahduttore , il corto flessore e 1' opponente del mignolo {n, p, q Fig. 7. Tav. 21 ). I quali tre ultimi mu- scoli, assai piu brevi dell' ordinario, nascevano dai consueti luoghi, ma finivano coi loro tendinetti 1' un piesso 1' altro al- ia meti circa del lato interno e dell' anterior faccia del quin- to rudimento metacarpiano piu degli altri svilup])ato. Gli al- tri ([uattro situati nei mezzo della palma del moncone (Fig. 9. 256 Carlo Soveri NI Tav. 22. ) erano i loinbricali , i quali, mediante un solo tendine ( x Fig. 7. Tav. 21. ), nascevano dalla meta circa deir aiitibraccio, e precisainente dall' aponeurosi che co- piivii r oiigiiie radiale dei due flessoii insiemc anialga- niati : poscia, riuniti insieme, discendevano o])liquaineiite verso r ulna (/Fig. 7.) per passare sotto il legamento anuUuo proprio del carpo e guadagnare cosi la palrna del moncoiio ( Fig. 9. Tav. 22. ), dove si distinguevano i loro quattro piccoli veiitri ; due dei quali biforcati s' inseriva- no in ambi i lati del secondo e terzo rudimento del me- tacarpo , e gli altri due s' attaccavano al solo lato radia- le , tauto del quarto che del quinto rudimento del nieta- carpo medesimo. Fin qui dei muscoli ; ora delle arterie. Le arterie del nioncone , siccome quelle della mano ben conformata pro- venivano dalla radiale e dall' ulnare. — La radiale (a Fig. 9. Tav. 22. ) , giunta in prossimita dell' apotisi stiloidea del radio si divideva in ramo palmare [e) e in ramo dor- sale {d). II ramo palmare (e) discendeva nella palma del moncone sotto 1' aponeurosi palmare , e , dati dei ramet- ti [m, r) al legamento anulare proprio del carpo, si anastomizzava con un ramo (/) della cubitale per compiere r arco palmare siiperjiciale (/). II ramo dorsale (d) pas- sando sotto i tendini dell' abduttor lungo, e degli estensori del poUice, si portava sid dorso del moncone (/"Fig. 11.), dove sotto r unico tendine dei due radiali posteriori si divideva in parecchi rami superficiali ed in un ramo pro- fondo. Dei superficiali, due (i, h Fig. 11 ) camminavano lungo il lato esterno e interno della prima falange del pollice, distribuendosi tanto alia faccia anteriore che alia posteriore della medesima; un altro (g) si portava sulla fac- cia dorsale del moncone e anastomizzavasi con rami del- r interossea e col ramo dorsale della cubitale, formandosi percio 1' areata e rete arteriosa dorsale [c). Fra i rami, che partivano dall' areata e rete dorsale, e che si distri- buivano sul dorso del moncone, tre specialmente erano degni di rimarco (/, wz , n) , dacclie perforando essi gl' in- terstizi degli ultimi quattro rudimenti metacarpiani, pas- SOPUA UNA Mano mostruosa 257 savano nella palina del moncone (7, 8, 9 Fig. 10.) ove si auastoinizzavaiio coi rami ( i , .5 , 6 ) dell' areata palma- re profonda. II ramo profondo della radiale dorsale ( k Fig. 11.) passava fra la parte media dell' osso iniiomina- to ( formata dal trapezio ) e il trapczoide , c per questa via guadagiiava la rcgioiie piii profonda della palma del mon- cone { d^ Fig. 10.); (juivi , dopo aver dato il ramo (/), staccava da se un ramo (e'), che si partiva in due (y, g) i quali correvano lungo i lati del pollice rudimentario, per finire al polpastrello del medesimo, dove si anasto- mizzavano fra loro. Indi il ramo profondo della radiale si anastomizzava col ramo pure profondo (1) della cuhitaie e con un ramo {x) dell' interossea in modo da formare r arco palmare profondo o radiale (2), situate sotto il largo e robusto tendine dei flessori comuni delle dita in- sieme fusi. Da quest' arco partivano tre rami (4, 5, 6 ), i quali si anastoniizzavano coi rami (7, 8, 9) provenien- ti dalla *!rete e arco dorsale. \J Arleria ciihitale, somministrata poco dopo la sua en- gine la ricorrente cuhitale , forniva tosto dalla sua faccia posteriore 1' arteria interossea ^ die immediatamente si di- videva in due , anteriore e posteriore. L' interossea an- teriore ( k Fig. 10. Tav. 22. ) discendeva sulla faccia an- teriore del legamento interosseo, e giiuita al terzo inferio- re deir antibraccio si divideva essa pure in ramo anterio- re {m) e posteriore {n)\ 1' anteriore (w), passando sotto il muscolo pronatore quadrate, compariva nella faccia pal- mare del moncone per anastemizzarsi in [x) coll' arco pal- mare profondo (2); il posteriore («.) traversava il lega- mento interosseo, e anastomizzatosi in a' (Fig. 11.) col- r interossea posteriore [b] diriggeva i suoi rami sul dorse del moncone per anastemizzarli con quelli dell' ulnare e radiale [d , d^ ) e concorrere cosi alia fermazione dell' ar- co e rete dorsale (e). L' arteria cuhitale (/Fig. 10), for- nita r interossea, discendeva lino all' estremita inferiere dell' antibraccio, ove si divideva in ramo dorsale e in ra- mo palmare. II dorsale ( c Fig. 11- ) passando sotto il tendine del cubitale anteriore discendeva sul dorse del T. VIII. 33 258 Carlo Soverini moncone per concorrere a formate 1' aico e rete dorsale del inedesimo (e Fig. II. ). 11 palmare discendeva nella palina del inoucone stesso per suddividersi in raino super- ticiale e in ramo profondo ( s, 1 Fig. 10 ). II siiperficia- le {z) maggiore di calibro si piegava sotto I' aponeurosi palmare davanti ai muscoli lombricali , per formare 1' arco palmare superficiale o culntale (yFig. 9 ), anastomizzando- si col ramo palmare (e) dell' arteria radiale. Dalla conca- vita di quest' arco partivano dei piccoli rametti per il le- gamento auulare e per i muscoli lombricali. Dalla conves- sita si staccavano ({uattro rami [n, o, p, q Fig. 9.), ciascun dei quali si divideva in due, die discendevano lino alia base del moncone dove finivano. Fra questi il ramo />, e il ramo q si anastoinizzavano ( ciascuno con uno dei suoi sottorami ) colle diramazioiii dell' arteria t^ pro- veniente dall' arco pabnare profondo, mettendo in questo modo in comunicazione i due archi palmari fra loro. II ramo profondo della cubitale palmare (1 Fig. 10.), infossa- tosi dietro 1' origine dell' opponente del mignolo, correva trasversabnente la regione profonda della palma del mon- cone per contribuire alia formazione dell' arco palmare profondo (2). Non posso infine passare sotto silenzio alcune particola- rita risguardanti il modo di terminazione dei principali nervi , che dal mediano e cubitale provenendo , si distri- buivano sulla palma del moncone. II nervo mediano ( 1 Fig. 9.Tav. 22.) in prossimita dell' ar- ticolazione radio-carpiana si divideva in due brancbe, ra- diale e cubitale (2, 3 ). Dalla branca radiale (2) partiva- no due rami (12, 13), 1' esterno dei quali (12), scorrendo il lato radiale del pollice rudimentai'io , finiva alia sua ul- tima falange : 1' interno (13), dopo un certo cammino, si partiva in due (li, 15), 1' uno (li) andava pel lato cubitale del pollice e finiva alia sua prima falange , 1' al- tro (15) seguendo il lato radialp del secondo rudimento metacarpiano , arrivava fino alia base del moncone per ri- volgersi sul suo dorso, e anastomizzai'si con un ramo di questa regione formando cosi un' ansa nervosa (16) nella SOPRA UNA MaNO MOSTRUOSA 259 base del moncone medesiino. — La branca cubit ale (3) del mediano appeiia iiata si f'eiideva in due tronclii (17, 18), dai quali dcrivavano cjuattro rami ( 19, 20, 21, 22 ), due da ciascun tronco. Questi disceudendo scorrevano liingo il lato ulnare ( ramo 19) del secoiido, radiale ( raino 20) e ulnare ( ramo 21 ) del terzo , radiale (ramo 22) del quar- to rudimento metacarpiano : e arrivati alia base del mon- cone si piegavano essi pure sul suo dorso , ove si anasto- mizzavano con altrettanti rami , dando luogo cost ad al- tre quattro anse nervosa ( 23 , 2i , 25 , 26 ) nella base del moncone stesso. II nervo cubitale ( -i Fig. 9 ) si divideva al solito luogo in branca dorsale (5) e in branca palmare (G). La bran- ca palmare ( (i ) giunta in prossimita dell' articolazione ra- dio-carpiana si divideva in due rami , profondo ( 7 ) e su- pcrficiale (8). Quest' ultimo poco dopo la sua origine si scioglieva in tre filamenti (9, 10, 1 1 ). II primo di que- sti tre filamenti ( 9 ) discendendo si anastomizzava col ra- mo (22) provenieiite dal mediano. II secondo filamento (10) si suddivideva in due (27, 28), 1' uno (27) scorreva per il lato cubitale del quarto rudimento metacarpiauo, e arri- vato alia base del moncone si piegava sul suo dorso per anastomizzai'si con altro ramo di questa regione, formando COS! la sesta ansa nervosa (29) della base del piii volte nomi- nato moncone: 1' altro (28), camminando lungo il lato radiale del cpiinto rudimento metacarpiano , giungeva fino al suo apice dando dei rametti palmari e dorsali a quest' osso. II terzo filamento (11) da ultimo, dati alcuni piccoli ra- mi ai muscoli dell' eminenza ipotenare, si teneva al lato cubitale dell' ora nominate quinto rudimento, e dando es- so pure dei ramuscelli alle due faccie di quest' osso, giun- geva air apice del medesimo, dove finiva. La ora esposta descrizione anatomica porge per awen- tura occasione a diverse considerazioni , all' intendimento di spiegare il modo con cui ba potuto effettuarsi una mo- struosita cosi fatta, cbe secondo il Geoffroy Saint-Hilaire apparterrebbe al genere degli Emimeli. lo non intendo di estendermi nelle diverse teorie messe innanzi per 1' inter- 2 GO Carlo Soverini pretazione di cotali coiigenite auonialie. Notcio soltauto clie , dalUi contemplazioiie di qiianto e veiiuto scoprendo r anatomia, spontanee nacquero nella mia mente le se- jiuonti litlessioni. Nel descritto moiicone sono parecchio aiicliilosi per i'usiono congenita con atrofia e difetto totale di parti; nientre il sistema arterioso c nervoso , sia per la distrihiizione clie [)el nuinero dei rami , presentano quella nornialc integrita die alluderebbe ad un regolare svilnppo, e ad nna condizione organica evolutiva pure re- golare. Questo fatto verrebbe in contrario alle dottrine di (juelli cho credono , che la causa delle alterazioni organi- clie priniordiali dipenda , nelle parti in cui risiedono, da corrispondenti alterazioni delle arterie e dei nervi. E per altro verso, la forma tutt' aflfatto particolare della mostruosita, anche considerata nelle sue parti costituenti, escluderebbe, per quanto sembra, 1' opinione che un ta- le vizio di conformazione si potesse riferire al cosi detto arresto o ritardamento di svilnppo. E pero inclinerei a ritenere die questa alterazione in- teramente locale in una donna d' altronde, come dicem- mo, simmetrica e ben conforinata, appartenente ad una famiglia che non ofFriva sospetto da cio, non trovi ragio- ue di sua effettuazione nell' individuo, e percio costringa la mente a ricercarla altrove. Quindi, considerate che le circostanze della gravidanza e del parto , pel quale venne alia luce la Mignatti, ricercate da me con tutta diligenza escludono ogrii dubbio di niorbosa influenza sulla enuiicia- ta alterazione : considerato che la forma della mostruositi di primo tratto ricorda il risultamento delle perdite e le- sioni da causa meccanica ( motivo per cni 1' abbiaino di- stinta col nome di moncone ) , e che 1' assettamento del- le sue parti interne anziche contraddirvi concorrerebbe ad appoggiare una tale opinione: considerato che la immobi- lita. e la pressione delle superficie articolari sono dopo la nascita una causa validissiina di anchilosi e di atrofia a segno tale che veggonsi talvolta scomparire perfino quat- tro o cinque corpi vertebrali senza che verun vestigio di essi rimanga : considerato dissi tutto cid , crederei non del SopRA UNA Mano mostruosa 261 tutto iiiverosimile il riteneie che da causa estrinseca, niec- caiiica, e probahilineute da pressione, dipenduta sia la congenita oiganica aUcraziouc da nie descritta. Ma coinunque sia di tpiesta generica opinione, che co- me scniplice ipotesi viene da uie annunziata, flitto e che dalla suesposta narrazione cliiaraniente si rileva, come na- tura con provvidenza innarrivabile abbia disposte le parti costitiienti questo moncone a modo da renderlo atto, piii di quollo che esterioimente appariva, al disimpegno de- gli iillizi pioprii di una mano ben conformata. La qual cosa rifulge specialmente e nel modo uniforme e semplice con cui si articolano le sue ossa, e nella nuova inserzione presa dai teudini appartenenti a non pochi dei ixiuscoli de- stinati ad eseguiine i movimenti. Ed e appunto da queste due circostanze principalmente che emerge verosimile 1' asserto dell' infenna, di servirsi cioe di questa parte mostruosa alia maniera di una mano perfetta, esercitando con essa il mestiere di cucitrice e stiratrice. E tanto piu verosimi- le diventa tale asserto, se si richiamino alia memoria i prodigi operati in simili casi dall' abitudine, dalla diutur- nita dell' esercizio massime se motivata e stimolata quoti- dianamente dall' urgente bisogno anzi dall' istinto della propria conservazione. A contoito di clie potrei addurre non pochi luminosi esempi che si trovano registrati negli annali della Scicnza , se le cose fin qui dette non fossero gia sufficienti a far conoscere per la via positiva e sicura deir anatomia , per 1' una parte che il moncone , di cui fin' era ci siamo occupati poteva fiiio a un certo segno supplire agli usi della mano ben conformata ( il che mi era proposto d' indagare ) , e per 1' altra , che la natura sorprendente e misteriosa ancora nei suoi errori , se pure errori della natura si poinio chiamare le organiche ano- malie , e per il medico filosofo subbietto di utilissimo stu- dio e di grandissinia anniiirazione. ~ » Inest, lascio scrit- to r iminortale Morgagni, si modo res pcnitus introspice- » re nitamur, ut in sunimorum ingeniorum, ita in naturae » ipsius erroribus semper quiddam , quod discamus, quo » proficianuis, quod admirciiuu' ». SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE ■-^*«g>»*^ • TAVOL\ 18. Figiira I. Moncone , che tien liiogo dclla mano destra , iinilo alia poizione infcriore M- 1' aniibraccio , vcdiilo dalla faccia antciiore o palmare. a, faccia anlciioie della porzionc infcriore doll' aniibraccio. b, faccia anleriore o palmare c , apice troncato d, base libera \ del moncone. e , lato ulnare o interne f, lato radiale o esterno g, proraincnza conica ulnare o interna corrispondente al dilo mignolo. h, proniinenza conica radiale o esterna corrispondente al pollice. t^ falange ungneale. k, colletto che nnisce la falange ungneale alia prominenza conica radiale. L, convessita interna o ulnare avcnte la fignra in piccolo dell' eminenza ipo- tenare. Figtira II. Moncone, clic tien luogo della mano destra, unite alia porzione dell' antibrac- cio , veduto dalla faccia posteriore o dorsale. a, faccia posteriore della porzione infcriore dell' aniibraccio. b , faccia posteriore o dorsale c, apice troncato d, base libera \ del moncone. e, lato ulnare o interne f, lalo radiale o esterno g, prominenza conica ulnare o interna corrispondente al dito mignolo. i^, prominenza conica radiale o esterna corrispondente al pollice. t falange ungneale. k, colletto die unisce la falange ungneale alia prominenza conica radiale. TAVOLA. 19. Figura III. Ossa del Moncone colla porzione infcriore di qnelle dell' aniibraccio nci na- turali loro rapporii , vedute dalla faccia anteriore o palmare. a, porzione infcriore del radio. SOPRA UNA MaNO MOSTRUOSA 263 b, porzionc inferinre deli' ulna. c, osso «Hriom(«(j/o, lisiilianif dalla fusione dcllo scafoide ( 1 ) , trapezio (2), c rndinienlo del priiiio iiielacarpo (3). 1 , scafoide o parte siipcrioie dell' osso innominalo (c). d, semiliiiiare. e , piramidale. f, pisiroime , ossia osso fuori di rango , ehe in qiiesto caso i sviluppaio piQ dcir oidinario. 2, trapezio, o parte media dcir osso innominalo (c). g, irapczoide, clic , ollre aver a'ssnnta la figiira di una zeppa^ S fiiso coi rndiiuento del sccondo melacarpo (4). h , capitato o grand' osso fiiso col rtidimento del terzo metacarpo ( 5 ). i, iincinatn. 3, riidiinenlo del primo metacarpo o parte inferiore dell' osso innominaio (c). 4, nidiiiicnio del secondo melacarpo, fiiso col trapczoide {g). 5, riidiinento del lerzo metacarpo. fiiso col capitato (/»). Ic , nidijncnto del (jiiarto metacarpo. /, qiiinto metacarpo iniperfettamente sviluppato. m, prima talange del pollice. n, seconda falange del pollice. 0, Icgamcnto die imiscc le due falangi del pollice fra loro. Figura IV. Ossa del Moncone colla porzione inferiore di quelle dell' anlibraccio nei natu- rali loro rapporii vediile dalla faccia posteriore o dorsale. a , porzione inferiore dell' ulna. b, porzione inferiore del radio. c , pi>il'orme ossia osso fuori di rango. d, piramidale. e, scmihmare. 1, scafoide o parte snperiore dell' osso innominalo (f). f, osso innominalo risiillante dalla fiisione dello scafoide (1 ), del trapezio (2), e del rudimento del primo melacarpo ( 3 ). g, uneinato. h^ ca|)iiato o grand' osso fnso col rndinienlo del terzo metacarpo (5). 1, trapczoide, die, ollre aver assunia la ligiira di una zeppa , i fuso col rndinienlo del second© melacarpo (4). 2, trapezio o parte media dell' osso innominalo (f). k, metacarpo del qiiinio dito iniperfettamente sviluppato. /, rndinienlo del quarto metacarpo. 5, rudimento del terzo metacarpo, fnso coll' osso capitato (A). 4, rudimento del secondo metacarpo _, fuso col trapczoide (i). 3, rndinienlo del primo melacarpo, o parte inferiore dell' osso innomina- lo {f). m , prima falange del pollice. n, seconda falange del pollice. 0, legamento clie nnisce fra loro le due falangi del pollice. '264- Caiu.o So\eiuni TAVOLA 20. Fig lira V. Arlicoluziuni del Moncoiic, e della porziono infciioie di'lP antibraccio con i rispellivi Icganieiiti , vediite dalla faccia anlcriore o palinaie. , porzioiie infciiore del radio. a , porzioiK' irifiMiore dclT ulna. f,c , porzione infcriore della menibrana o sctlo longitiidinale interosseo dcil' an- (ibraccio. d , leganienlo sacriformc dclP arlirolazionc radio-cubilale infcriore. e, fibi'o-carlilagine intcrarlicolarc delT arlicolazione radio-carpiana. f, leganienlo la(cralc intcrno, che dal processo stiloidco dcir ulna va al pi- raiiiidale cd al pisif(Mnic. 51 _, j', g'-. Ire I'asci legaincnlosi separali , clie sono V analogo del Icgainenlo anlcriore dello stato nornialc. Le libic di qucsli ire fasci nascono tutte dalla faccia anlcriore dclT cslrcmilii infcriore del radio, e vaiiuo ad im- pianlarsi: quelle del fascio g al grand' osso, quelle del fascio g* al lunato , quelle del fascio g^ al piraniidale. h, leganienlo die dal pisifornie si porta al quinto mclacarpo iniperfetlamente sviliippalo. i, leganienlo lalerale esterno, che dall' apofisi stiloidea del radio va alia par- te siiperiore ( scafoide ) e media (trapezio) dell' osso innominalo (c Fig. 3. f Fig. 4. Tav. 19. ). A-^ A-', due leganienli palinari dclle ossa del secondo rango : il primo (A-) dal- la parte media ( forniala dal trapezio ) dell' osso innominato passando sopra al trapezoide va a finire sul capilalo ; il secondo (A') dal capita- te va air uncinato. 1,1', /'-, tie Icgamenti die dalle tre ullime ossa del primo rango passano al- le due ullime del secondo. II primo (/) dal lunato va al capilato e un- cinato ; il secondo (i') parte dal piraniidale, passa sopra 1' uncinato ciii aderisce colle fibre pii'i profonde,e va a linire al capilato ;il lerzo (l'^) dal pisifornie va all' uncinato. m, m*, due leganienti carpo-metacarpiani palmari, che dall' uncinato vanno al quarto c qiiinio rudiinento metacarpiano , i soli die non siano fnsi colle ossa del carpo. n, n^ n, 0, quattro Icgamenti metacarpiani palmari. p, leganienlo capsulare nielacarpo-falangeo del pollice. q, leganienlo rotondo die uniscc le due falangi del pollice fra loro. r, legamento che unisce il pisiforme al piramidale. Fignra VI. Articolazioni del Moncone e della porzione inferiore dell' antibraccio coi ri- spellivi Icgamenti , vedule dalla faccia posleriore 0 dorsalc. a , porzione inferiore della menibrana 0 setlo longitiidinale interosseo dell' an- tibraccio. 6, legamento sacciforme dell' arlicolazione radio-cubilale infcriore. c , libro-cartilagine intcrarlicolarc dell' arlicolazione radio-carpiana. SoPllA UNA Mano MOSTRUOSA 265 d , Icgaiiicnin laterale iiilerno. e, Ic'gaineiitu posicriurn di'll' arlicolazionc radio-carpiana ^ che dull' estremila iiireriui'u del radio si porta al liiiialo c al piramidale. f, IcgaiUL'iUo latcrale csleiiio. g, uno dci Icgaincnti dorsali delle ossa del primo rango , qiicllo die dallo scafoidc va al Iiinalo. h, h, li, legaiiienti dorsali dellc os.^ ,M^' Unuh iu, i,l ttrt ili. Su Mem Tom Vlll. cvf/y. )^ t ->-'«^,_^--^:9fjr' Q.Nin&Kil ill la pictra liur^ iu Silver* Lil Gaipsri. A-<- :^ '4"'' c^^ i _i A- % MiBir^ lit ia'i crs ill: S, 'Uf»n. W-m. Tom: VIII •y^.-py. / m N \ Mnirii W U\ U, (.■> Mem Tom VIII .^.s^ V, ESAME CIIIMICO DI MACCIIIE PAIITICOIAKI DI APPARENZA SANGUIGNA E DELLE MACCHIE m GEIVERALE PRODOTTE DA VERO SANGUE MEMORIA DEL PROF. CiV. GAETAIVO SGARZI (LetU nella Sessione del 12 Febbraio I8S7. ) L „ V esaminazione delle cos* non solo non deye es- „ seresfugsita , ma sempre mai desiderata; perciocche „ il vero , conforme e sua propriela, allora apparira „ piii cerlo , qiiando sara miralo con occliio piii fit- „ to, e piii perspicace. Vallisnieri. V egregio e distinto Medico Sig. Dott. Cesare Taruffi, mio Collega arnatissimo, pailavanii tempo fa del fenomeno di macchie paiticolari die si osservano nelle pezze, a mezzo delle qiiali si applica agl' ipocondrii un cataplasma preparato con Verbena fresca, albiime d' novo, farina di fava , e farina d' orzo ; maccliie clie somigliando moltissi- mo quelle da trasudamento di sangue , mantengono tutto- ra r idea antica, che realinente da questo provengano, e che da questo tutta 1' attivita risulti del cataplasma me- desimo ; macchie inoltre die, appiinto perche riputate san- guigne, ridiiamano qualclie attenzione, possono meritare delle considerazioni, non deggiono rimanere del tutto ne- glette e trascurate. Ne e gia che 1' esimio nostro Dott. Taruffi avesse intor- no a cio fissata una massima, alcuna credenza determinata ; T. viii. 35 27-i Gaetano Sgarzi ma il moveva soltanto certu tal qnal curiosita d' esamina- re chiinicamente il fenoineno suddetto, e di voderlo iiella sua eutita e verita di causa ; oude cosi distruggere pur uno alineno dei tanti pregiudizii chc 1' iguorauza conserva nell' Arte Salutare ancora , ovverosia disvelare un fatto da cui potrebbero venirne delle utili ed interessantissime con- segueuze; onde cosi giustificare una piatica che fin qui e a liteuersi enipirica, ovverosia disiugaunaie coll' eviden- za di falsa crisi , 1' illusa credulita sull' eflicacia di una cura ; onde togliere cosi un errore popolare non meno clic medico, a vantaggio della scienza e della sofFeren- te unianita , ovverosia rischiarare colla fiaccola del vero una nuova via forse di risoluzione, aperta dalla natura per malattie difficili, in quantoche lente, croniclie, ed ostinate. E diffatto, il pregiudizio che Cochin dipinge sotto 1' eni- blenia di un uomo circondato da nubi , nientre sta guar- dando gli oggetti attraverso d' un vetro colorato che ne muta il veritiero aspetto ; il pregiudizio che e il piu te- nace inciampo della pratica salutare, che dispregia i piu sani consigli per accarezzare le ridicolezze piu insulse , che s' insinua non meno nelle chiare menti , che nelle stupide ed abbiette;il pregiudizio infine che piu di spes- so nuoce di quello che giova od e utile, quegli per cer- to si fu che il Cataplasma di Verbena trasse lino a noi , o lo ricondusse da Formularii vetusti, da quello segnatamente che s intitola : Nuovo Tesoro degli Arcani Farmacologici di Pra- te Felice Passera da Bergamo pubblicato nel 1688 j essendo- che sperimentalmente non e peranco provato il suo preteso valore di spremere del sangue dalla cute; da questa spremi- tura non e peranco fondatamente a dedursene la decantata sua facolta risolutiva; razionalmente non e peranco da am- mettersi 1' indicazione sua negl' ingorghi , e nelle fisconie. La Verbena d' altronde ; dalle Are di Giove , cui servi- va a ripulimento; dalle Corone divote che s' intessevano a titolo d' olocausto per placare 1' ira de' Numi ; dalla su- perstizione dei Druidi che la tenevano a propiziazione di grazie e favori , a panacea contro le malattie , a concilia- trice d' affetto e d' allegria ; dalla mano degli Ambasciatori ESAME GhIMIGO EC. 275 Romani , quale segno di trattative c di pace ; passata la Verbena a quelle dei Medici e Natnndisti del primi tem- pi, avvegnaciie ne paiiano Galeno , Dioscoride , Plinio {\); passata nella Materia Medica antica, dove se ne veggono decantati gli usi » in dolore , aliisque affectihiis capitis (a r) frijriflis hiimorihus ) , in affectibus Oculorum , Pectoris, » in Tnssi inveterata , in ohstritctionibas Epulis ac Lienis , » Ictero , Torminihiis ventris , Dyssenteria , in primis atterit » ac expelUt Calniliun , Libidirieni coercet , Fehrim tertia- » nam fitgat, Arthritidcni rnitigat , Vulnera sanat , Partum n facilitat » (2); passata conseguenteniente, e successiva- niente ad essere riconosciuta siccome calmante , deostriien- te, astringente, non meno clie disseccante, antisettica, vulneraria; non e meraviglia che giugnesse a servire perfi- no da amuleto, che se ne fanatizzassero le virtu, che ve- nisse decorata col noine di Erha Sacra. Perche poi pvoveniva la Verbena dagli Altari, e da sa- cre funzioni ; perche la predicavano mirabile i Sacerdoti insieme ed i Medici ; perche nelle tante e svariate appli- cazioni doveva pnre darsi 1' apparenza o la realta di qual- che beneficio o vantaggio recato \ chiara a sufficienza ne serge la ragione , non solamente della specie di culto che si ebbe in antico, e dell' essersi stabilita una fama, ma benanco dell' essere perdurato fino a noi qualche uso del- la medesima. E sebbene Multa renascentiir quae jam ce- cidere . . . . (3), credo pero nel caso, che non si tratti , circa la Verbena , che di una continuazione di pratica , che possa avervi niolto contribuito la manifestazione delle accennate niacchie dalla sua applicazione esterna in forma di cataplasina, che sopratutto all' inveterato pregiudizio, anziche al sano criterio medico, alia ragion patologica, si debba non gia il repristinarsi , bensi il continuarsi , e lo indicarsi oggigiorno questo rimedio. (1) MatlioU. Discorsi nelli sei Libri di Dioscoride. Pag. 1106 e seg. (2) Passera. Opera citala. Lib. 2 pag. 613. (3) Hor. De Art. poet. Verso 70. 27 G Gaetano Sgarzi Checche ne sia, tuttavolta nou sara giudicato di lieve inomento 1' esame di un fenomeno che e anche singolare per se, prescindendo dai fiiii utilissimi consecutivi e d' im- mediato risultaiuento uotati disopra, il distruggere cioe un eiTore di piegiudizio, di pratica, di ciedulita se il trasudamento sangnigno e flilso, ovverosia il sanzionare un rimedio, un deiivativo , lui enuuitorio se il trasudamento avviene in realta ; ed i quali lini ci avvisammo col sullo- dato CoUega che si dovevano raggiugnere naturalmente, ed agevolmente, colla sola inspezione analitica delle inac- cliit" pur soj)ra nominate. Concorrendovi poi la circostan- za (Icir apparenza di sangue, ciie di necessita porta ad indagini comparative sopra macchie effettivamente prodot- te da sangiie ; questo lavoro di confionto insieme e di scrutinio analitico essendo stato alia nieglio per nie ese- guito ; ed avendone ritratto, oltreche un risultato di ve- I'ita intorno al fenomeno in discorso , un risultato di mo- dificazione processuale intorno alia discriminazione del san- gue , sembrami die s' aunienti a sufficienza 1' interesse dell' argornento ; il quale subito che tocca dei rapporti terapeutici, e dei rapporti chimico-legali , egli e d' assai presumibile , Accadeniici Prestantissimi , che vi debba es- sere in pregio e favore , che vi possa giugnere nuovo ed accetto, che la di lui qualsiasi esposizione non vi abbia alnieno ad arrecare noia e disniacere. Cosicche da tanta confidenza rafForzato, ogni altro pensiero lasciato a parte, ed alia benignita vostra tutto abbandonato , senza piii ven- go a raccontarvi quanto ho fatto , quanto ho ottenuto , quanto ho dedotto. Premettero , o Signori , che le macchie indotte dal ca- taplasma di Verbena e sottoposte all' esame, non erano distinte 1' una dall' altra od isolate , ma una sola ne ap- pariva in ogni pezza, continua, ed in grande dimensione ; il di loro colore decisamente rossigno, era carico ai bor- di pill che nel mezzo, senza alcuna sorta di lucidezza o di rilievo ; sembravano realmente come da slavatura di sangue. Guardate con una lente, vi si scorgeva quasi un velo di spessore , il tessuto nel luogo macchiato era piii ESAME ChIMICO EC. 277 consistente, era tolta la traspareiiza. Esposte all' aria per lungo tempo, il di loro colore piuttostoche dirninuire era reso piu intense ; lavaiulole seinpiicemente con acqua sten- tavano assai a sconiparire, rimaneva anzi una visibile ini- pronta di esse, e solo il liscivio poteva dissiparle. Un pez- zetto del tessuto niaccliiato, nei bruciarlo in capsuletta di platino colla lanipada ad alcool, manifesto annerimento, gontiamento, odore enipireiimatico animale. Fin qui probabilita di sangue se riel cataplasma non entrasse 1' albuiue d' novo, non vi fossero le farine di fa- v^a e d' orzo , non vi si potesse sospettare qualche altro juincipio animale [)er tiasudatnento e pel contatto avntu coir econoniia vivente nella parte ammalata. Passando quin- di a prove piii dirette , sottoposi le macchie agli speri- menti indicati da Orfila , da Lassaigne j)articolarmente , da Chevallier, della macerazione cioe in acqua distillata, dello sbattiinento , e del riscaldamento di parte del liqui- do, deir azion successiva e distinta in altre parti del me- desiino, dell' acqua clorata, degli acidi nitrico e tannico, della potassa ; ma il coloramento rossastro , lo spumeggia- re, il coagularsi del liquido pei primi tentativi, lo scolo- rarsi dello stesso , il precipitare specie di fiocchi , ed il ridisciogliersi di questo precipitate pei secondi tentativi, non fece che mantenere il sospetto che si trattasse di san- gue ; mentre lo scoloramento dal cloro liquido ne sembro preceduto da qualclie sorta di inverdimento, e la soluzio- ne potassica olfriva alcuna giiisa di dicromatismo per ri- flessione e per trasmissione. Quello poi clie spinse al mas- simo r illusione si fu 1' osservazione microscopica, e i da- ti deir esistenza del ferro; avvegnache tanto il liquido di macerazione suddetto , quanto la leggerissima raschiatura del tessuto macchiato e macerato, presentarono del glo- betti moltissimo somiglianti quelli del sangue, e diseccato il liquido stesso, quindi inceneritone il residue in un col- la rascbiatura suddetta , poscia trattata la cenere coll' aci- do idroclorico, cacciato 1' eccesso di quest' acido, e spe- rimentatovi il ferrocianuro di potassio, se ii' ebbe formato del bill di Prussia. 278 Gaetano Sgarzi Colpito veramente ila consimile analogia di risultati , voUi rivederli al paragone con quelli die mi avessero pre- seiitato delle inacchie di vero sangue clie tengo seinpre nel laboratorio per lo stesso titolo di confionto, nei caso di perizia chimico-legale ; e tale una idenlita di fenomeni ne venne, da rendere perfetta 1' illusione, e da spingere alia credenza , clie le niaccliie da Verbena procedessero etlettivainente da trasudamento sanguigno. Se non ciie in ricerche di tal fatta ognuno dovra convenire cpiante false apparenze, quaiite sorgenti d' errore, quanti inganni si possono incontrare da indiuie un convincimento clie dopo poi si e torzati d' abhandonare, pel sopravvenire di risul- tati contrarii , per ragioni superiori, per opposti fatti che non ammettono eccezioiie. D' altronde sono da ricordare le giuste riflessioni d' Orfila all' asserto di Dulong circa i globetti caratteristici e distintivi del sangue diseccato, e le esperienze fatte in compagnia di Lebaille che vi con- trappose (1); sono da considerare le assolute affinita di caratteri fra gli albuminoidi ed altre materie organiche , e la facilita puranco a presentarsi sotto forme globulari ; so- no da esaminare le circostanze di trovarsi il ferro in una iniinita di corpi , e del non aversi poi sempre alio scru- polo e nella maggiore evidenza tutti li dati delle esperien- ze. Troppa infine e la singolarita del trasudamento san- guigno di cui si va in traccia ; troppa la delicatezza dei chimici artificii dei quali e d' uopo servirsi nella ricerca; ti'oppa r indecisione in che lasciano pur nullameno dei risultati, in sulle prime ottenuti , quand' anche favorevoli alio scope desiderate ! Egli e percio che credetti di ritentare gli esperimenti ; seguendo il processo di Brame (2) , onde avere la verifi- cazione di un insieme di caratteri ; amtnettendo 1' un do- po r altro i metodi di Zollikofer e di Hoff per contrasse- gnare 1' albumina 1' ematina il ferro , i metodi di Rose e (1) Giornale di Farmacia-Chiniica ec. dpi Dnit. Callanco. Vol. 6 pag. 320. (2) Annali di Cliimica applicata alia Medicina del Dot). I'olli. Vol. 3 pag. 22. EsAME Ghimico eg. 279 di Moride per constatare particolarmente la fibrina gli al- buminoidi la materia colorante, i inetodi di Braconnot e di Piria per avere anclie piii evidente la presenza della fibrina, del pari clie il proporzionale della globulina col reageiite di Dertazzi, e la qiialita perfino in genere di materia organica fibrinoide disciolta, niediante 1' osserva- zione alio stato sferoidale di Boutigny; e non lasciando in tutto questo, d' adoperare 1' aiuto del confronto, di ripe- tere pazientemente ciascuna esperienza suUe macchie da sangue siccome sii quelle da Verbena, di livellare con tutta la circostanza i moltiplici risultati clie fossero per ottenersi , a dissipaniento delle apprensioni, a schiarimeii- to d' ogni dubbio, ed a maggiore convincimento della ve- rita, di qualsiasi modo , che avesse a risultarne. Le quali cose per certo non occorrevano in siffatta estensione, quando che date a quest' unico scopo soltanto, di svelare la natura delle niaccbie di Verbena; ne sareb- be stato ragionevole un cosi lungo lavoro, e tanto ripete- re di indagini, senza 1' intendimento, che io mi era nello stesso tempo prefisso, di valutare cioe la portata di con- siniili mezzi nel diretto esame di Jnaccbie sospette di san- gue in rapporti chimico-legali. Ella e si grave 1' idea di concorrere coi Tribunali ad un giudizio di vita o di mor- te, che qualsiasi sforzo si dia per sorreggerlo e drizzarlo al vero, sara sempre da commendare da benedire. Che se poi inoltre nell' atto di farsi capace , niediante 1' esperien- za, di ricalcare le orme da altri segnate , si ha in mira di pure agevolare in alcuna guisa 1' aspro cammino che si deve percorrere, e di alleviare la penosa fatica che si soffre per la contenzionc dello spirito e per la preoccupa- zione dell' aninio in consiniili frangenti ; non vi ha cred' io chi possa condannare d' inntilitii, o chi non debba trova- re invece giustificato ogni lavoro suddetto, egualmenteche ogni modo di pensiero, e di studio relativo. II perche mi feci adunque a seguire Brame nel sotto- porre del liquido avuto dalla macei'azione d' ambedue le ([ualita di macchie, alia spontanea evaporazione, indi al discccamento sopra lastre di vetro , quindi al microscopio; 280 Gaetano Sgarzi nonche altre porzioni del liquido stesso al calore , al clo- 10, alia potassa, all' acido nitrico, all' acido acetico, alia tintnra di galla; e debbo confessare d' averne tratfi de- g[' indizi pressoclie egiiali, consistendo le varieta in diver- se piccolo apparenze, di colore, d' inalbamento, di coa- gulo, di piecipitato pocliissinio rilevanti. A tal die volli aggiugriervi la calcinazioiie, e la ricerca del feno per coni- pletaie le indagiiii, e in un conferinare senipre piii 1' aiia- logia risiiltante, che n' ebbi di fatto. Tuttavolta degl' in- dizi d' albuiiiina , di fibrina, di colorainento rossigno non bastano a caratterizzaie delle inacchie di saugiie clie allo- ra quaiido le prime sono constatate seiiza eccezione ed il terzo sperinieiitato pioveniente dall' einatosina ; lo che non essendolo fin qni nel caso nostro, e dai tentativi eseguiti, ne essendolo con quella precisione se non altro e qiiella cliiarezza che sono necessaries mi determinai a trattare al- tro liquido di macerazione , da macchie sempre da sangue e da Verbena, e ad esempio di ZoUikofer (1); prima col calore, e a facilitare poscia il coagulo con goccie d' acido acetico ; separato detto coagulo , ridiscioglierlo colla potas- sa caustica; e taiito su questa soluzione, quanto sul liqui- do lasciato dal coagulo medesimo , versarvi dell' acqua clo- rata per ottenerne precipitati albuminoidi. I qiiali non tardarono a manifestarsi ; ma come si ebbero questi preci- pitati pressoche eguali da entranibe le qualita di macchie; dalla parte di quelle da Verbena non si dimostro la solu- zione potassica perfettamente dicromatica, quale dalla par- te delle macchie di sangue. E comeche questo fenomeno e dei piii importanti per 1' ematosina ; e comeche dessa e la sola materia colorante rossa organica che contiene del ferro ; cosi mi diedi a scuoprirlo nei liquidi sopranuotanti li precipitati albuminoidi dopo il trattamento coll' acqua clorata , mediante il solfocianuro di potassio. Ne poco me- ravigliai in vedendo comparirne il bel color rosso caratte- ristico solamente dal lato della macchia di sangue, doveche (t) Jour, de Chim. Med. etc. Tom. I. Ser. IV. pag. 699. ESAME ChISIICO EC. 281 nulla dair altro lato, o dalle macchie di Vei'bena, cora- parvo di simile coloraniento. Maiiili'sto seinl)iava fjiiiudi die il non esservi ferro nel- le macchie da Veilieua decidesse la quistione in esame, se non fossevi la circostanza clie nelle sopracceiinate espe- rienze, ed in quelle a seguito del piocesso di Brame, ne erano soititi indizii chiaii abliastanza ed assoluti. L' assi- curarsi bene adiinque di cio divenne una necessita , e trascelsi a tale effetto 1' artificio di Hoff (I) il (juale dal- r avere piovati gli albuminoidi in macchie sospette col mezzo coinune della macerazione , e coi reagenti die sono atti a precipitarli , e piu coll' esplorarvi la suscettivita della putrefazione all' aria ; rispetto alia materia coloran- te, passa a trattare porzione delle macchie con alcool contenente acido solforico, ad evaporarne a secco il li- quido otteuuto, indi ad incenerirne il residuo, die disciol- to poi coir acido nitrico lo sperimenta, rispetto alia pre- senza del ferro , a mezzo del ferrocianuro di potassio. Tutto die infatti mi fu dato verificare nelle macchie si deir una, die dell' altra specie, financo alle stesse trac- cie del ferro. Ma nuUanieno essere poteva forse die que- sto ferro, ora manifestatosi dove altra volta non erasi ve- duto, nelle macchie cioe di Verbena, fosse proveniente dall' erba medesima o dalle pezze su cui poggiata in for- ma di cataplasma , estrattovi dalla forza del solvente ado- perato. Al die scliiarire, non tardai a ripetere, egualmen- te sopra porzioni di tessuti non macchiati , 1' azione del- r alcool con acido solforico, il diseccamento dei li([uidi, e r inceueriinento dei di loro residui, nonche 1' inceneri- mento di porzione di Verbena; ma non fu tardo neppure lo accerlarmi, dappertutto in egualc maniera, della esi- stenza sempre del ferro. Che fare quindi neU' incertezza die ne conseguiva e rimaneva; molto piu die un dato so- lo si aveva escludente il sangue nelle macchie di Verbena, (t) Anmi.uin (li-llo Srionze Cliim. Fann. c Medico-Legali di G. B. Sem- beniiii. Amio 18i6 pag. 3i8. T. VIII. 36 282 Gaetano ScAnzi e quelle pei'tanto era il ferro ; molto piu che il medesi- mo ferro era risultato da tutti gli antecedenti fatti in tutte le macchie egualmente, in traccie se iiou altro ; molto pill clie in questo caso unico era avvenuto di os- servare tale dilTerente risultanieiito? A giiista ragioiie parve, nella contingenza, il dovere esperini(Mitaie degU altii niezzi che sono proposti per I'in- vestigazione delle niaccliie di saiigiie. E per questo si fu che lion rispariniai con Rose (1), dopo la inacerazione delle macchie, il coagiilaniento del liquido, e lo scioglie- re il coagulo collf^ potassa caiistica, in conformita degli antecedenti, di adoperare sopra detta soluzioue il cloro liquido , e 1' acido nitrico per gli albuminoidi ; non rispar- miai con 3IoricIe (2) , oltreche la potassa caustica hoUente e direttamente siille macchie, per distingueile dallo sco- lorarsi o dall' annerire , il trattaniento in un tuho affila- to con misciiglio di soda e di calce per averne reazione alcalina su cartine blu arrossate da un acido, e senqire per rigiiardo agli albuniinoidi ; non risparmiai , segnata- mente per lo stesso rigiiardo delia fibrina, con Bracon- not (3) r immergere in acqua alcalizzata con ammoniaca dei pezzi di tessuti macchiati , ed altri pezzi di tessiiti pure macchiati ma dilavati innanzi , ed anco lisciviati , e sul liquido otteniito lo sperimentarvi 1' azione dell' acido acetico, e dell' acido nitrico; del pari clie con Piria (4-) la distriizione del legnoso mediante 1' acido soUorico con- centrato , onde osservarne 1' avanzo fibrinoso per lo piu costante nei tessuti stati macchiati quantunque lisciviati, e la reticella gelatinosa superstite al caustico , che ne puo essere 1' indizio ; non rispariniai in fine col Prof. Bertaz- zi (5) r acqua jodata, a goccie nel liquido di inacerazione (1) Aiinali di Cliimica siiddelli del Doll. Polli. Vol. 22 pag. 129. (2) Jour, de Chiin. Med. sudd. Tom. IV Ser. Ill pag. 615. (3) Gioiiuile Callaneo siiddcllo. Vol. 41 pag. 133. (4) Jotir. de Cliini. Med. siidd. T. IV Ser. Ill pag. 163. (5) Anniiar. delle Scieiize Cliiiii. Farm, di Seuibetiini siiddello. Anno 1841 pag. 201. ESAME ChIMICO EC. 283 delle macchie , per vederne il coloramento rossastro e senza sollecito precipitate, ovverosia di qualche giiisa al- triinenti per 1' uno e per I'altro, a seconda della pre- senza od assenza, della maggioranza o ininoranza della globuliiia; e con Bout'igny (1) di ridurre il solito lifjuido di inacerazione delle niacchie a sferette in una capsula d' argento riscaldata a rosso, c di togliervi e ripristinarvi interpolatamente colla potassa e coU' acido idroclorico, e viceversa la trasparenza e 1' opacita ; lo che e distintivo di albuminoidi disciolti. Una tanta moltiplicit^ di tentativi non basto tuttavia a fare conseguire I' intento di conoscere 1' intinio delle mac- clue del cataplasma di Verbena, il quale, intimo quasi fosse il nodo gordiano, o uti enimma della Sfinge di Te- be , niantenevasi indisciolto tuttora ed inesplicato ; ne aven- dosi in aiuto la spada d' vVlessandro, ne il senno di Edi- po , minacciava il riscbio di doversi abbandonare 1' iinpre- sa qual cosa di esito inattendibile sperimentata, e di do- versi incontrare cosi in una dispiacenza sensibilissima, sebbe- ne non si trattasse dell' inipero dell' Asia , come pel nodo gordiano, o di rimanere Irucidato, come per 1' enimma della Sfinge Tebana. Pero sopravenne un fatto, di piccola entita per se, e tale nullostante che come la colonna di fuoco per gli Ebrei al passaggio del mar rosso, servi per me di luce a dissipare 1' oscurita, e togliere il mistero del- le macchie di cui ci occupiamo ; ed ecco come ando la bisogna. Fermo che gli albuminoidi appartengono ad alfri umori , oltreche al sangue ; fermo che 1' ematosina, piu ancora della fibrina, ne costituisce 1' essenzialita distintiva; fermo che le iiubigini sopra descritte, concludenti per esito ot- tenuto in qnanto agli albuminoidi, non lo erano state in quanto alia materia colorante, ed al ferro ; volli ripeterle per r uno e per 1' altro insieme, col solito confronto fra il sangue e la Verbena rispettivamente alle macchie da (1) Annuario siiddelto Anno \%Ai pag. 510. 28i Gaetano Sgarzi entrainbi , ed esclusivamente colla sempUce sospensione neir acqiia distillata per osservarne il colorainento , col trattarne il liquido coll' acido nitrico per disceruerne il precipitato od il coagulo, e coll' iiicenerire poscia il tut- to onde nel residiio esplorarne la piesenza del ftnio. Per tal modo, noil essendovi possibile altra giiisa d' estrazione di essa materia coiorante, ebbi una non molto sensibile differenza, di grado piuttostoche di qualita, nei colori dei liqnidi, e nelli precipitati, bensi assoluta 1' esclusiva del ferro nelle ceneri delle niacchie da Verbena j questo peral- tro se adoperavo, dopo 1' acido idroclorico e dopo il cac- ciarne 1' cccesso, il sollociannro e non gia il ferrocianuro di potassio \ iinperocche ogni volta che di questo mi ser- vivo a reagente, ottenevo il segnale del ferro, ogni volta che deir altro, niun indizio di ferro mi era dato avere. E tale siiigolarita di fatto appunto che conciliava la ra- gione deir esito contrario nelle esperienze disopra accen- nate dove lo stesso ferrocianuro di potassio aveva agito, e deir esito eguale dove invece era concorso il solfocianu- ro ; tale fatto che -assicurava bene dell' esito delle espe- rienze, mentre toglieva un errore di osservazione, e diffi- dava la porfettibilita di lui reagente finora riputatissimo; tale fatto clio puo dirsi inaspettato, quello fu linalmente che decidendo della mancanza del ferro nelle niacchie prodotte nelle pezze dal cataplasma di Verbena, sonnnini- stro il dato nnico e positivo invano fin qui ricercato , on- de poter giudicare die le medesinie non provengono al- trimenti da sangue. Perclie poi a simile giudicato non mancasse estremo alcuno , e fosse in tutto e per tutto ridotto a verita; pro- curai asgiugnervi pure dei dati di controprova. Infatti pre- parato il cataplasma suddetto di Verbena, e niantenuto fra pezze per alciin tempo in una stufa a tepido calore, macciiio le dette pezze siccome fosse stato applicato sulle parti affette da malattia. Dietro una pratica indicata da Raspail {\) , fatto impasto colla Verbena e 1' albume d' no- li) Gioniale Caltaneo suJilelto Vol. 7 pag. 301. Vol. 8 pag. 63. ESAME ChIMICO EC. 285 vo, e costituitone una specie di cataplasma, che tenni fra pozze per lo stesso spazio di lempo, ed alio stesso grado di temperatuia, ne risidto una iiiaeeliia rossastra eguale, tanto a quella del vero cataplasma di Verbena gia Stato al contatto dell' ecoiioniia aniiiiale, qiianto a qiiella dello stesso che era stato solainciite esposto alia stufa. Altro impasto fatto ad uso di cataplasma; egiialmente col- r albume e le farine d' orzo e di lava ; egualmente man- teniito ill stufa; e coiulizionato egualmente fra pezze, non somministro per avventura una maccliia che potesse dirsi eguale alle altre. Assoggettando di cotali macchie, che diremnio artificiali , a moiti degli esperimenti di confron- to disopra discorsi , ed al paragone inassime colle macchie del cataplasma di Verbena stato in contatto dell' econo- mia vivente, se ne sono ottenuti degli analoghi risulta- menti. Che cercare di piu conseguentemente, onde af- francare delle deduzioni, che di per se stesse da cio di- sceudono ! Da tutto il sin qui detto adunque egli e da concluderne : Che le macchie che veggonsi formate dall' applicazione del cataplasma deostruente risolvente ec. di Verbena , non sono da trasudamento sanguigno , bensi da un principio colorantc della Verbena stessa. Che questo principio colorante differisce dall' ematosina, ancora perclie non contienc ferro fra i suoi elementi. Che r analogia osservata in diversi rapporti fra tali macchie e quelle da vero sangue , e da attribuire se non alia detta materia colorante per la sua parte, per tutto il resto certamente , ai materiali albuminoidi , feculenti ec. che entrano nella composizione del cataplasma medesimo. Che r ap])licazionc di esso cata|)lasma e totalmente a dichiararsi empirica e da abbandonare , quando da altra attivitii, fuorche dal presupposto trasudamento sanguigno, non possa esserne giustificata 1' indicazione. Che se, in fatto di medicamenti, e a dirsi un acquisto utile il trovarne dei nuovi, qnante volte pero corrispon- dano neir esito favorevole ; non e da altra parte a rite- nersi del tutto privo d' interesse il disvelare falsa la facolti 286 Gaetano Sgarzi di alcuni anclie in uso giaiulissiino, quandoche, se non altro, quest' uso inefficace toglie 1' opj)ortuiiit;V spesso del- 1' uso di quelli clie sono dotati di assoluta virtu , e di provata utilit;\. Se non die a cio limltato non intendo , lo sapete o Signori, pur solaniente il mio dire, e questo mio qualsia- si lavoro ; clie anzi aspiro innalzarlo a qualclie niiglior punto d' interesse, rivolgendolo di subito al lato del la di- scriniinazione delle maccliie da sangue , e piegandolo verso i rapporti chimico-legali , in cui nulla puo avervi tl' cqui- valente ])er esse macchie, nel grado d' iniportanza, e nel- r alto valore. Dappoiche alia disamina di maccliie d' apparenza san- guigna, che era per me a farsi, conseguitava indispensa- bile la pratica dei mezzi valevoli per quelle sospette di crimine , e come vi esposi , adoperai appunto i piii rino- mati e sanzionati da insigni Periti Chimici ; ne risulto di conserva, che di nuovo, ed in maggiore estensione mi si schierarono innanzi le difficolta di travaglio immense che vi si daniio , le incertezze gravissime fra le quali e d' uo- po aggirarsi , le estreme necessita che per tutto occorro- no di premunirsi da illusioni da errori facili ad un tem- po ed assai fatali. Purtroppo mi e avvenuto nel lungo sperimentare in passato , prescindendo dal presente che non e stato breve , di rimarcare : quanto sono rari i casi nei quali le macchie di sangue da esaminaie si presenta- no coi loro caratteristici bene distiiiti e marcati : quanto piu spesso le si vedono slavate e con ogni sorta d' artifi- cii distriitte o quasi distrutte: quante le volte nelle qua- li rinveugonsi confuse da loidure o da macchie d' altra natura. Egli e quasi impossibile 1' averle sott' occhio re- cent! e tali cui 1' aria, se non altro, ed i comuni eleinen- ti stessi non abbiano prodotto del cambiamento ed intrin- seco ed estrinseco. Egli e ovvio, secondo che deducono parimenti per le pioprie esperienze, ChevalUer , e Dal- piaz ; » che si possono distrnggere le macchie di sangue » col liscivio, e colla semplice lavatura ancora all' acqua; » che cio e piu facile quanto piii le macchie sono recenti; EsAME ChIMICO EC. 287 » che qiiand' anclie non le si distruggano interamente, » seiiiprc pero se ne toglie tale quaiitita da rendere im- » possibile il giudizio su di esse » (1). Egli e istinto del reo il procuiaie di nascondere per ogni guisa queste par- laiiti tiaccie del suo delitto. Olid' e che le risorse recate sognatamente , dall' acqua aninioiiiacale di Braconnot, dall' alcool con acido solforico di Ilojf, dair acqua clorata di Zollikoffer , cui si puo ag- giugiieie, qiiella dell' acido ipocloroso di Persoz (2), qiiel- la deir acido idroclorico di Moriri (3) , e quella del mi- scuglio di soda e di calce di Moride ; sono lontane dal prestare 1' aiuto che la di loro aggiustatezza senibrerebbe dovere riproniettere ; sono soggctte alia vaiiabilita, ed in- costanza di effetti che consegnitano tutti gli altri mezzi di scrutinio e di I'icerca in ogni tempo proposti; sono ta- li che riescono il piii di frequente inutili, e solo qualche volta giovano , in cumulo poi anclie riunlte, anziche se- paratauicnte adoperate;di guisa die egli e forza conchiu- dere con Favrot: Que, dans nn cas de medecine legale, il faiit , pour aff^rincr , que toutes les reactions conniies vien- nent s' oppnyer mutitellement , et que ce n est que de leur reunion que pent resulter la preuve que les taclies exami- nees sont hien des taches de sang (i). Essendoche d' altronde e provato ; che non si puo di- partire dagli allmnoidi o protcici , dall' ematosina, e dal feno nella disquisizione dcUe macchie da sangue;che fra gli albiuninoidi la fibiina segnatamente e quella cui si de- ve diiiggere inaggioie 1' attenzione ; che questa fibiina sopiatutto e la piii persistente ai tentativi avvanzati per distiuggere le macchie medesime. E provato parimenti ; che dove la materia colorante del sangue puo venire fa- cilmente tolta e separata ; il ferro iiivece puo anche esi- stere per parte degli stessi tessuti niacchiati, contenutovi (1) .lour. (le Cliim. Med. siuld. Tom. V Scr. Ill pag. 661. (2) Ji.iir. de Cliiiii. Med. siidd. Tom. 1 Ser. Ill pa^. 186. (3) Gioinale sudd. 'I'oni. IX Ser. Ill pag. 744. (4) Jour, dc Cliim. Med. sudd. Tom. I Ser. IV pag. 702. 288 Gaetano Sgarzi fra i di loro elemcnti; clie altrc materie od allro cause possono poitare del coloiamento in rosso , senza che il ferro, per la ragione suddetta, garantisca senipre della presenza del saiigue ; che lahilissinio e il coloraiiieuto in verde che produce il cloro nell' einatosina prima di sco- lorarla, siccoine ilhisorio facilmente il dicromatismo che ne acquista la soluzione potassica. E provato inoltre; che la stessa tihrina piio cangiare di solubilita in certi suoi solventi dall' esserc di fresca o di antica data e lo cspe- rimento Draconnot pure (1); clie non diversamente si di- mostra costaute nel niodo caratteristico di suo precipitato pei reagenti niedesiini ; die le altre distinte sue proprie- ta diff'erenziali fra gli albuininoidi, sono facilmente con- fondibili, e in un discernibili con altrettanta diflficolta. Per lo che non e giammai soddisfatto il sentito bisogno di un mezzo migliore per la verilica delle macchie di sangue , non e tranquIUo 1' animo giammai nel fare iiso di quelli clie vi sono, non e riposata giammai conseguen- temente la smania di fame ricerca di nuovi. E se questo e in chimici espertissimi, di dovizie pieni per essere giu- dici , per rispondere ai quesiti del foro criminale, e lo dimostrano le incessanti proposte, i recenti processi che ne vengono tuttogiorno ; come non deve esserlo in me meschinissimo di scienza e d' arte , di valevoli forze po- verissimo , e che pur di spesso richiesto , debbo azzardare a farla da perito ? Puo dirsi invero che la necessita so- spinge al coraggio , che V opportunita ([nasi inspira, che r esercizio addestra d' alcuna maniera tutti, quando io ho posta mano ad esperimentare ulteriori mezzi d' investiga- zione delle macchie sanguigne, quando io le ho assogget- tate a tentativi od inusitati o modificati, quaudo io mi sono dato all' intendimento di raggiugnere qualche scopo in si delicato ed arduo rapporto; ed il poco frutto che tuttavia ne ho colto, che poco esscr doveva veramente nelle mie circostanze, in poche parole eccovelo esposto. (1) Join-, (le Cliim. .Med. siidtl. Tom. X Ser. II pag. 704. EsAME ChIMICO EC. 289 Riflettendo clie le macchie da sarifjue o mantengono alcuu die del proprio colore , o sono state cancellate per mode da non rimanerne che delle traccie od una sempli- ce inipronta; riflettendo che i tessnti sii cui poggiano ta- li maccliie, ([iiantuiique bianchi alcniia voita, sono piii di sovente colorati od inibrattati da lordure, per cui fa- cilmente riniangono velate e nascoste; riflettendo che le stesse macchie possono essere state prodotte da tutt' altro die da sangiie. Da altra parte ; consideraiido che il cloro non distrugge gli alhuminoidi o la fibrina siccome certe materie coloranti organiche ; considerando che il cloro per questo designa , ove pur siavi , la (jiialita della materia colorante, meiitre non pregiudica quelle degli altri de- menti costitutivi delle macchie di sangue ; considerando che il cloro coll' imbiancare i tessuti , in qualche guisa sbarazza 1' impronta anche pur sola che vi possono avere lasciata le macchie medesime ; riflettendo e considerando in fine tutto cio, dopo 1' inutilita sperimentata di presso- che infiniti sfoizi adoperati, esposi entro vasi a tappo smerigliato ripieni di gas cloro ; dei tessuti di tela , di la- na, di cotone, di seta, colorati e non colorati , macchia- ti pill o nieiio da sangue ; dei tessuti stati macchiati pur da sangue, poscia dilavati con acqua, con sapone, con liscivio ; e dei tessuti medesimi d' ogni genere non mac- chiati afFatto a termine di confronto, e tiitti quanti ba- gnati od inumiditi. Scorse alcune ore di esposizione ; esa- minati un per iino i singoli suddetti tessuti, potei rileva- re : Che tutti quanti erano , per cosi dire , scolorati di qualche guisa o del tutto , owerossia imbiancati a grado superiore di quello di prima : Che tutti avevano acquista- ta certa tal qual maggiore consistenza : Che questa consi- stenza era per6 oltremodo piu sensibile, e giunta perfino a tale da somministrare dell' dasticita al tessiito nei ri- spettivi luoghi delle macchie , di quelle ancora che crano state slavate in antecedenza, siccome di quelle divenute scolorate nell' esposizione al cloro , e di quelle rimaste , anche dopo la detta esposizione , colorate : Che il colore appunto di queste ultime erasi fatto bruno e quasi nero; T. VIII. 37 290 Gaetano Sgarzi del pari die erasi reso piu ciipo, relativamente nelle al- tre inacchie , disgradate in qualclie guisa di colore dal cloro medesitno. Di piu; ad esenipio di inacchie supposte solaniente da sangne, e prodotte da altre materie, ho tentato il cloro sotto forma di gas; tanto nelle inacchie, di cui si e di- sopra parlato , indotte cioe dal cataplasnia di Verbena che lu applicato alT ecoiioinia aniniale , quauto in quelle dal medesinio cataplasnia, die pero non aveva avuto alcun contatto; tanto su inacchie da robbia, coccinigiia, rihes, quanto da lordure di vaiio genere ; tanto in tessuti di di- versa qualita , quanto sul legno , sul terreno , sul ferro. E comeclie sul ferro segnatamente e frequent issimo il do- vere esaniinare delle inacchie da sangne, ed iinporta estre- mamente distinguerle da quelle di rnggine, o da sali di ferro. Cosi sopra lamina di ferro con macchie di vero sangue ancora esplorai 1' azione del gas cloro ; per con- fronto, se non altro , dei metodi e processi d' investiga- zione relativa fin qui conosciuti e praticati ; e per ccm- ferma della preferenza di questo espediente, che dagli ottenuti effetti or ora specificati , sembrava risultare. E cosa naturale invero si era che io avessi ad osservarne dello scoloramento universale , e totale insieme , con quel- la specie d' indurimento delle fibbre dei tessuti notato disopra ; del pari die naturale il distruggersi sollecito di ogni macchia qualunque, che mi fu dato vedere; siccome ancora naturale 1' analogo mutamento di colore nel legno, nel terriccio esposti al cloro, che egualmente ne venue; ma sul ferro il rilevare invece , rapido 1' irruginirsi di tut- ta la superficie, lo scomparire delle macchie varie non provenienti dal sangue , e per lo contrario farsi piu inten- se ed annerire le sanguigne , indurire inoltre , e rendersi facili a staccarsi ; ne parve cosa rimarchevole e che tor- nasse assai a conforto del process© del gas cloro nelT e- splorazione delle macchie di sangue , che io ero sul pun- to di determinare, e per le antecedenti esperienze , sic- come per queste ultime, di dichiararlo non di poco uti- le, e preferibile forse, perclie di facile esecuzione, di ESAME ChIMICO EC. 291 effetto abbastanza sicuro, e valido si j)ei tessuti d' ogiii geiiere , clie pci corpi duri aventi di tali macclue, e pei ferri egualmente maccbiati. Iiifatti in disarninando i processi particobiri per le mac- ciiie di sangne sopra coltclli, strumenti di feiro , aimi ec. di Lassdigne (1), Clievallier (2), Rose (3), Persoz (-4); quaiituiique non si possa negare cbe i mezzi: della mace- lazione prohingata, pure in cjnesto caso, nell' acqua di- stillata coll' artificio di un cercbietto di cera : dell' acqua l>ullente: dell' acido idroclorico diliiito: della soluzione di potassa : del trattamento a forte calore in un tube d' as- saggio con cartine reattive sospese : della tusione in esse tubo con parti eguali di soda caustica : della niiscela di cloride-idrico, e di cloruro stannoso ec. , cbe sono i mez- zi per essi complessivamente in parte ed in parte separa- tamente proposti, sia poi sulla rascbiatura, o direttainen- te sulle niaccliie eseguiti , e per ine tedebnente, ed esat- taniete rifatti e verificati ; quantunque non si possa negare, dissi , cbe tali niezzi riescono ntilissimi, cbe in nnione almeno, se non isolati, sono di nioltissimo scbiarimento , cbe costituiscono in fine un criterio preziosissimo di ra- gione e di fatto per 1' incbiesto criminale giudizio; nulla- nieno soffrono delle eccezioni, banno delle lacune, lascia- no alcun cbe a desiderare ; percbe il composto , per esem- pio , cbe spesso si forma fra 1' albuminoide e 1' ossido di ferro nella stessa niaccbia, niassime col tempo, si rimane ad ogni modo insolubile nell' acqua; percbe se d' ordina- rio 1' acido idroclorico discioglie la ruggine , del pari cbe la potassa i materiali proteici solamente , per cui si ba una necessaria distinzione nella perizia di maccbie sospet- te , non e sempre escluso il caso cbe un velo segnata- mente di materiali proteici possa pure venire disciolto dair acido idroclorico, siccome alcun cbe dalla potassa. (1) Gioinalc Callunen siitld. Vol. 2 pag. 286. (2) .lotir. di' Cliini. Meil. Tom. V Ser. II pag. 5 41. (3) Aniiali ili Cliini. smid. del Dolt. Polli. Vol. e pag. cilati. (A) Jonr. de Qiiiii. Med. sudd. Tom. 1 Ser. Ill pag. 191. 292 Gaetano Sgarzi se non di ferro, d' altra materia venire trasportato, da mentire una Jissoluzione del proteici suddetti , trattandosi massiinainonte di minime quaiitita ; perclie lo sviluppo d' ainnioniaca per forte calore, puo essere insensibile per la stessa ragione della poca quantita, e di sovente le trac- cie che se ne ottengono potrelibero provenire , non diro dalla rngginc niedesiina, l)ensi da tntt' altra materia azota- ta clie dai materiali albumiiioidi del sangue ; cosi il for- marsi del cianogene per la reazione della soda nell' atto della fusione accennata ; e perche finalmente 1' imbianchi- mento delle macchie per I' azione del misto d' acido idro- clorico , e di cloruro di stagno , che vuolsi caratteristico della ruggine, egli e dilTicilissimo clie lo sia, quando le maccliie non sono bene marcate, e la ruggine rispettiva- mente in poca quantita. L' avere adunque un processo per le macchie di san- gue ; tanto su di un tessuto qualunque, clie sul legno, sul ferro ; tanto se recenti o d' antica data , se visibili o appena tracciate , se integre o dihivate; tanto di realta, o da vero sangue, che di apparenza, o da materie colo- ranti diverse ; il quale processo consiste unicamente in esporre al gas cloro gli oggetti macchiati, inumiditi in- nanzi , e per lo spazio di poche ore ; e dal quale proces- so si ha un indurimento notevolissimo nel corpo della macchia, fosse pure scolorata e slavata, oppiire si ha del- r annerimento od imbrunimento di colore sensibilissimo, distintivi li due principali elementi del sangue, la fibrina cioe, e 1' ematosina, e tali che a nessuu altro dato dai reagenti fin qui posti in uso stanno al disotto. Simile pro- cesso non meritera egli qualclie considerazione, non sara egli almeno provato, non potra egli fra i tanti, che gii si hanno, venire benignamente accolto e ricevuto? Si potra opporre, che non e applicabile in tutti i luo- ghi dove possono essere macchie sospette di sangue, sic- come nei muri, nelle armi ^ in oggetti di grande mole, e da dove non si possono le dette macchie intatte espor- re ai cloro , come porta il processo medesimo. Al che e facile rispondere che puo supplirvisi , col sostituire al cloro ESAME ChIMICO EC. 293 in forma di gas 1' acqua clorata, da bagnarne di frequen- te le rnaccliie per un date tempo , o da soprapporne iino strato siiUe macchie mediante im cerchietto di cera for- mantevi una specie di capsula. Si potra opporre che 1' indurimento che vuolsi caratte- ristico in questo processo, trattandosi di esili macchie, si rimarri facilmente confuso col rassodamento che in cer- to modo acquistano tutti i tessuti stati esposti al cloro fino ad un tal date punto ; che dove non trattasi di tes- suti, ma di corpi diui per se, sara difficilissimo lo scor- gerlo quest' indurimento, e lo assicurarsene ; ed egualmen- te sara del farsi piu scuro il color delle macchie pel clo- ro, che sara notahile solamente quando le sono intense, mentre quando le fossero appena discernihili pel colore, tutto scomparirii invece , e nulla si otterra di distintivo. Al che e da rispondere : che 1' indurimento della macchia nei corpi solidi e duri , lo si puo conoscere ahbastanza ancora col procurare di raschiarla, e coU' osservarvi as- sunto r aspetto di una vernice; che riguardo ai tessuti, la diligenza del tatto , oltre il confronto con altri non macchiati e sottoposti al medesimo trattaniento, puo ba- stantemente giovare ; e che pel resto non si da miglior fortuna d' esito in tutti i fenomeni che vengono dagli al- tri processi , per cui tutt' al piu questo va del pari con quelli, e soltanto puo esservi di risorsa, siccome la e per tutti i processi egualmente, il cumulare i fenomeni rispet- tivi che si possono ottenere dalla varieta dei processi me- desimi evocati in soccorso ed aiuto. Si potra opporre ; che il cloro non e nuovo nelle ricer- che di simil genere; che 1' acqua clorata poi figura anzi di frequente negli autecedenti metodi proposti ; che faci- lins est irwentis adilere ha detto QiiintUiaiio nella sua Ret- torica. Al che e da rispondere; non convenire il cloro, nel processo per me indicato, con andainento eguale, ma ben diverso assai , del pari che e diversa la forma gasosa dalla liquida , lo inverdire ini colore rossigno dal render- lo piu intenso e fosco, la mira di scolorare da quella di produrre un indurimento ; che la stess' acqua clorata , dove 294 Gaetano Sgarzi e come io la iiupiego, ha tutt' altio line die quello di precipitare i niateriali proteici die adeinpie ii(>gli altnii nietodi; die iion ebbi neppur 1' oiiibra del pciisiero dl una invenzione o scoperta, aspiiaudo soltauto, iiel presce- gliere la seniplice esposizione al gas cloro, ad una sem- plicissima nioditicazione, ad una lacilitazione assoluta di procodere e di operare nellc ricerclie in discorso. Che se non fosse per avventura raggiiuito questo scopo, di cui da lunga pezza correvo in traccia, ed a ciii vorrei lusiniiaiini tuttavia d' essere anivato, di anevolare cioe al- quanto le difficoltu immense delle discriminazioni del san- gue. Che se col propone il gas cloro a valido mezzo di scorta in tanta asprezza di cammino, non ho designato nei I'enomeni die ne vengono, di indurimento, e di co- loramento delle macchie relative , viu vero vessillo di si- curo appoggio , un aiuto vero per bene percorrerlo. Che se nelle incertezze in che purtroppo di sovente lasciano le risultanze di una infinita di tentativi , quantunque sag- gi e profondi , dettati dai sommi nell' arte; questo mio non vale ad alcun migliore effetto , a somministrare un fondamento migliore, una migliore via ad aprire per si grave giudizio ; in allora a rassegnazione e difesa mi faro manto della coniune sorte, che innanzi a me tocco a tut- ti quelli che ebbero Io stesso pensiero , il desiderio stes- so, Io stesso intendimento ; mi confortero in allora col- r idea che ad un grande edificio di puliblica utilita il re- care anche una sola pietra non e poco , quand' anche ad un servigio di puro sussidio, a coadiuvare solamente, ad essere di concorso coi fatti degli altri si riducesse il fatto mio; mi sara in allora di lieto augurio almeno , e di co- raggio per gli sforzi avvenire , anche 1' avere ottenuto in- veceche piena la vittoria , d' avvanzare d' vui passo nondi- meno verso quella. Imperocche a fornire d' altronde tutto r occorrente al delicatissimo impegno di una decisione chimico-legale nel nostro rapporto di macchie di sangue, pervenuto che io fossi pure al massimo intento , che e quanto dire, a fissare un criterio di verita circa la causa delle medesinie, mancherebbc nuUostante 1' altro criterio. ESAME ChIMICO EC. 295 di conserva ricercato tlai Tribnnali, e per cui afferma- re se trattasi di saiigiie uiiiauo , o di sangue d' altro aniniale. Ill (juosto, clie tanto occupo per rapporti fisiologici co- me per ra[)porti legal!, 1' ingegno di Malj/iglii e di Leuwe- noeck , di Prevost e di Dumas, d' Hewson e d' Eller , co- me di Barruel e di Taddei , segnatamente circa la fi^rma e la grojisezza dei glohidi, I' aroma particolare, la coaliz- zaljiiiui e la fluidilicabilita del saiigue iielle varie specie d' aniinali ; nulla per ora posso venirvi esponendo, o Si- gnori, attesa 1' iiiiitilita di qualclie tentative praticato, trasportandoini ai casi , non di sangue fresco ed in mas- sa, hensi ad impressioni anticlie od a macchie semplici di sangue; ne forse il potro in seguito, stante 1' esser que- sta opera d' altra forza clie la mia. Frattanto il sin qui detto , die riguarda lo stabilire se trattasi di sangue o no in macchie sospette, egli e tutto quelle che ha determi- nato il hniite delle risposte al fisco fiiiora date, egli e tutto quello che c stato elaborato dai Periti Cliiinici fino al giorno d' oggi, egli e tutto quello die nello stato at- tuale della scienza pud dai medesimi richiedersi. Udiste, o Signori, che molto e stato fatto in tanto argoniento, ma che molto nuUostante rimane a fare ; che poi sgraziata- merite non molto possa influirvi a vantaggio il niio sugge- rimento, lo avrete senza dubbio, in onta al mio deside- rio, ed all' animo vostro a comprendere e riconoscere. Co- sicclie cio che uiiicatuente vi ha di fisso e determinato nella chimica giudiziaria, e di piii importante veramente stabilito, egli e; doversi andare con somnia cautela e pru- denza al Tribunale \ doversi attenere piiittosto a giudizii dubitativi di ([uello che affermativi; doversi ascoltar seni- pre, pill clie la voce della giustizia, la voce della coscien- za , che grida con S. Ambrogio : E cosa peggiore condan- nare un innocente , che assoL'ere iin colpeifole. ILLUSTRAZIONE DEI Lil. DISSERTAZIONE VI. INTORNO AD I]\SETTI COLEOTTERI DEL PROF. GIUSEPPE BERTOLOIVI (Letta nella Sessione del 7 Maggio 1857.) s, lin dal bel principio, che io intrapresi 1' illustrazione dei vegetabili , e degli insetti del Mozaiabico, fu mio de- siderio, Golleghi Umanissinii, di portare al suo termine il pill presto che fosse possibile la ricognizione di tutte le specie, che negli anui ultiniamente trascorsi incomincian- do dal 1842 in diverse spedizioni mi furono mandate dal benemerito Signer Cavaliere Carlo Fornasini , come Voi ben sapete , onde rendere di pubblico diritto le novitu in Europa sconosciute ; ma le molte , e svariate mie occupa- zioni ed incombenze me lo impedirono di fare, tanto piu perche conoscevo il bisogno per facilitate, e ben condur- re a termine il lavoro di visitare antecedentemente le maggiori coUezioni delle grandi capitali d' Europa, per cui tanto ritardo derivo non dalla mia volonta di non fa- re, bensi da necessita che mi costringeva a non fare. In frattanto il lavoro delle piante , per la massima parte da me gia pubblicato in quattro dissertazioni, onde solleci- tarlo alia completazione , affidai in jiarte a mio padre , il quale anche in quest' anno Vi fece conoscere generi e T. VIII. 38 298 Giuseppe Bertoloni • specie novelle di vegetabili utili nell' econoniia domestica di quel paese. Sono pero da dvie anni o poco piu die niente io pubblicavo intorno agli insetti, sebbene fossi * spesso soUccitato di failo da illustri Entoinologi oltranion- taui niiei coirispoiulenti , alcuni de' quail avevauo visitato le nostre coUezioui , ammirando con massima compiacenza, e desiderando di possedere le rarita aflTricane di qucUa pocliissinio couosciuta , e per gli Euiopei difficile provin- cia, ed alcune di queste rarita sono tuttora uniclie in Europa del nostro gabinetto. Siccome poi i diversi indi- vidui di luia specie dope e non prima, clie sia stata pub- blicata e descritta, per costuuianza si dispensano onde ar- riccbire le altre coUezioni , cosi i proprietarii di queste e per lo amore e progrcsso della scienza, e per accrescere le loro raccolte si facevano i miei sollecitatori. Percio ri- prendo oggi il lavoro di descrJvere alcuni Goleotteri no- velli ; ma prima di farlo credo opportune manifestarvi bre- vemente lo stato dell' Entoniolo^ia in Italia e fuori d' I- talia, ed il pregio della Bolognese collezione. Sappiate pertanto che il numero degli studiosi degli insetti fra i Zoologi e grandissimo in Europa, e fuori d' Europa, e di necessita moltissime sono le collezioni dei privati , e dei governi , alia maggior parte delle quali mancano molte delle nostre rarita mozambicesi. Questa e la cagione per- cbe dagli Entomologi Prussiani , Frances! , ed American! non die da altri miei corrispondenti sono state fatte a me ed al nostro gabinetto offerte riccbissime, e die si direb- bero favolose per chi non conosce quanto sia forte e gran- de la passione pel dilettevolissimo studio di questa parte della Zoologia, ed e per la grande estensione e trasporto alio studio di questa scienza, che le citta oltramontane posseggono Societa , ed Accademie Entoniologicbe , e gior- nali Entomologici , mentre non esistono Society e giornali special! per gl! altri singoli rami della Zoologia. In Italia poi non e alcuna Societa , e giornale Entomologico nenime- no nelle principal! capital! , sebbene in queste ed an- cbe in citta minor! si conservino ricche collezioni prin- cipalmente di Goleotteri, e di qualche altro ordine, od Degli insetti Coleotteri 299 anche di tntti gli ordini depli insetti, come e quella di Bolo- gna , e vi esistoiio Eutoniologi di niolta rinoniaiiza per opera da loro pubblicate , perche vi possiamo annoverare un Marchese Massimiliano Spinola di Geneva, che e il Ne- store degli Insettologi Europei, il Cliiarissiino Ditterologo Parniigiano Prof. Caiuillo Rondani , il Marciiese di Brt^iiie di Torino, il Dottore Gliiliani della stessa citta, il Com- moiidatore Carlo Passerini di Firenze, il Professore Costa di Napoli, ed alcuni altri. Ma il nuniero degli Entoniolo- gi Italiani e sempre scarso in confrouto di quello delle grandi capitali dell' Europa, e percio nelle citta d' Italia anche le piu grandi non ponno crearsi oggi le Socie- ta Entoniologiche , ne conipilarvisi un giornale di questa scienza. Le pill ricche e pregevoli collezioni Italiane sono a Torino dove quella sola regalata al Museo del Governo dal Marchese di Breme possiede 22,000 specie di Coleot- teri, a Milano, a Geneva, a Firenze, a Bologna, a Napoli, a Parma, ed anche in Imola, se non taiito ricca, che le altre, pero pregevolissima perche e tutta europea, e ben or- dinata dal Sig. Dott. Odoardo Pirazzoli Entomologo distintis- simo di quel paese. La nostra collezione del Museo Zoologico di questa Universita , come dissi , e generale , ed estesa a tutti gli ordini d' insetti, ed in tutti, ma principalmente nei Coleotteri, Ortotteri, Emitteri, Lepidotteri, ed Ime- notteri, possiede specie, che tuttora raancano alle altre anche primarie collezioni Europee, e per questo solo il gabinetto zoologico bolognese e superiore agli altri delle maggiori capitali europee perche le specie mozambicesi si trovano soltanto diffuse in Europa per quel poco di du- plicati che io diedi ai miei corrispondeuti dietro le loro soUecitazioni , e siccome quella provincia alFricana ed ino- spite non e stata visitata siuo ad ora che in qualche parte della costa marittima dal Sig. Cav. Carlo Fornasini, e nella stessa costa, non che per trecento miglia eutro terra lun- ge il fiume Zambese sine a Tete dal coraggioso Sig. Det- tore Peters, il quale poi nel trasportare in Europa le sue raccelte incontro avaria negli insetti da una fortuna di 300 Giuseppe Bertoloni mare, cosi pregievolissimi e rari nel generale si manten- gono tuttora le specie di quel paese, ed e per la stessa cai^ione che varii Eutoniologi forestieri, come dissi, si re- carono in Bologna ad osservare, e studiare queste nostre novita iiegli anni andati, ed aiiclie in quest' anno, ritor- nandosene contentissimi di aver veduto le specie non an- cora descritte , e le autenticlie da me descritte e figurate in cinque dissertazioni, clie Voi conoscete, non che di riportarsi individui nella loro patria di quelle , che io possedevo in molto numero ; tutti poi volontieri esibironsi e principalmente il Sig. Dohrn di Stettino di mandarmi per lettera gli schiarimenti e le notizie, che mi facessero a proposito nella illustrazione da farsi delle specie tuttora ignote coir aiuto delle proprie coUezioni, e delle piu ric- che oltramontane di Londra, di Parigi , e di Berlino, che presentemente egli visitava, e da me non ancora visitate. Dietro tante premure usatemi riserbandomi la proprieta scientifica non fui dubhioso nel dare all' lUustre Signer Dohrn Presidente della Societa Entomologica di Stettino , ed- al Signor Thomson distmtissimo entomologo americano individui di alcune di quelle stesse specie , che oggi sono per farvi conoscere, e descrivervi, e Loro le diedi col nome specifico appropriate , col quale a Voi qui le faro note. A confermai'e vieppiu il molto pregio della bolo- gnese collezione entomologica permettetemi per ultimo che vi riferisca un brano di una lettera scrittami il 1 .° Di- cembre 1856 di Stettino dall' lUustre Signor Presiden- te Dohrn nell' occasione che mi mandava vma preziosa spedizione di centocinquanta specie di coleotteri di mol- tissima rarita , ed indigene delle provincie diverse dei va- rii continenti del globo Z3 et j' y joindrai d' abord deux » diplomes de la Societe de Stettin, 1' un poiu" Votre » Seigneurie , 1' autre pour M/ le Directeur Bianconi, que » je vous prie de lui presenter de ma part comme hom- » mage a ses merites distingues pour 1' histoire naturelle. » A r exception du Musee de Turin les autres Musees » Zoologiques en Italic, que j' ai vus , sont presque tons » si negliges quant a la partie entomologique, que c' est Degli insetti Coleotteri 301 » avec plaisir, que je rends la justice a M/ Bianconi » come clief du Musee de Bologue , qu' il a reconnu, que » la section entoniologique est aussi digne de sa prote- » ction que les autres sections. Puisque Vous le secondez » dans ses id^es , j' espeie que la partie entoniologique » ne tombera chez vous jamais dans 1' etat neglig6 . . . » Cio premesso passo a descrivervi sette specie novelle di Carabici , che tutte rif'erisco a generi gia fondati da- gli autori. 1. 0n6NT0CHELiA B'lancoTii : supra nigro-cuprea , subtus vio- lacea; capite, thoraceque cupreis, subtiliter rugosis , an- tennarum articulo sexto, septimo, et octavo compressor mandibulis nigris , labro superior! albo, palpis pelluci- dis vix rubris, postremo articulo nigro ; elytris opacis, nigris , subtiliter punctulatis , in mare ad basim lineolis lutescentibus duabus , interiore longiore , suturae proxi- ma et parallela, exteriore brevissima, divergente, pun- cto lutescente prope suturam ultra medietatem longitu- dinis, macula triangulari apicali albescente ; in foemina puncto tantum lutescente prope suturam. Long. 16 ad 17, lat. 5 ad 6 mill. Tab. 23. Fig. 1. Reperta est ab Equite Karolo Fornasinio in ripis lluniinis Magnarra provinciae Inbambanensis Mozambici, et Bo- noniae ego obtinui anno 1848. Questo raro insetto al primo osservarlo e studiarlo cre- detti potesse costituire un genere novello, poi cereal di riferirlo a qualcbe genere vicino a Cicindcla se pure convenisse ne' caratteri, e percio lo ho riferito al no- minato genere Od6ntochelia perche vi sta meglio che al- trove pei proprii caratteri , e perche anche i maggiori Entomologi da me consultati se cpnvenga erigerlo ad un 302 Giuseppe Bertoloni genere novello non hanno risposto con certezza intorno ai miei dubbi. Oggi presso gli studiosi di tutte sorta di esseri natiirali e invaisa la usanza di creare generi nuovi anche suUe specie antiche per piccole difFereiize che presentino, e che da loro veiigoiio considerate d' iniportanza piu che specifica , per cui con grave danno della scienza il nome geneiico si canibia e nioltiplica tutto giorno, e sentesi grave lamento dei scienziati provetti per hi smodata sino- nimia, e perche il nonie generico delle specie anclie le piu note debba essere mal fermo , moderno e non 1' antico , col quale sono conosciute da chichessia. Trattandosi poi di una specie novella, come questa, non ho creduto hen fatto erigerla in un genere novello per caratteri non ab- bastanza decisi e certi , essendo poi nel totale dei carat- teri una vera Odontochelia. Altra fiata adoperai cosi e ue fui contento intorno al Goliathns Fornasini, perche con- servo lettere scrittemi da chiari Entomologi , che mi di- cono giusto , e conscienzioso quel mio lavoro. II maschio e appena un millimetro piii corto della fe- mina ; ed un poco meno largo. L' uno e 1' altra superior- mente sono neri con riflessione cuprea nella testa e nel coi'saletto , ed inferiormente nel totale mostransi violetti e splcndenti. La testa di audio i sessi nella faccia supe- riore fra gli occhi coUa lente si vede tutta scolpita di rughe spesse, paralelle, dirette in linea curva dall' avanti air indietro attorno alle orhite degli occhi, e nella por- zione posteriore della stessa faccia le rughe si fanno tra- sversali sino alia articolazione del corsaletto. Gli occhi grandi protuberano ai lati del di sopra anteriore della te- sta , come e proprio di questo genere ; colla lente si scorgono sagrinati , splendenti , di color nero nel centro , fosco appena giallastro verso il contorno. Le antenne han- no la lunghezza di due terzi del corpo, presentano la particolarita non comune alle altre specie del genere tan- to nel maschio che nella femmina del sesto, settimo, ed ottavo articolo compressi ai lati, ed allargati a foggia di logliette con decrescimento fra di loro di estensioue an- dando dalla base verso I' apice delle medesime , il qual Degli insetti Coleotteri 303 carattcre non esteso ad altra specie, del genere concilia una lisononiia a qnesto insetto da escludeilo a prima giun- ta dal genere stesso ; suU' articolo quarto e quinto si scor- ge colla lente qualche spina. II labbro supcriore e spor- gente all' avaiiti, grande, rotondato, convesso, bianco giallognoio, coll'orlo Iosco, di aspetto spugnoso nel maschio, di superticie liscia e lucida, coine di smalto, nella femi- na ; le niaiidilxjle sono nere; ed i palpi hianclii appena rossastri , pellucidi, nell' apice neri ; alcune setole bian- che, opache, rigidc scorge la lente sui palpi, ed attorno alia bocca. La superficie inferiore della testa e violetta, con ruglie seniicircolari attornianti 1' orlo inferiore delle orbite degli occlii , ruglie die sono il seguito delle supe- riori : nel resto della faccia inferiore niostransi strie e pun- teggiature minute. II corsaletto e cilindrico fiuamente rugoso grinzoso ; nel- la faccia superiore lia una dcmarcazione mediana poco sentita, e lungo la quale nel maschio si osserva da ambe le parti una serie di setole bianclie dirette trasversalmen- te : uella vicinanza dell' orlo anteriore del medesiino si veggono setole analoghe poste in direzione longitudinale ; ai lati poi a traverso la rugosita e la deinarcazione sigmoi- dea , clie si parte dall' orlo superiore e posteriore ed at- traversaudo ol>li([uamente la kuigiiezza del rispettivo lato fiuisce neir orlo anteriore ed inferiore dello stesso corsa- letto, il quale ai lati ed inferiormente e puuteggiato , ri- spleudente piu clie altrove, di color violetto luetallico , eccettuato alio esterno nella vicinanza dell' inserzione del- le zampe anteriori , dove e guernito di molte setole corte , bianche, spesse, appressate, clie si estendono sulla artico- lazione. Le zampe anteriori siccome le altre liaiino la strut- tura propria del genere Od6ntoclielia: sono fosco-violette, eccettuato il primo terzo delle tibie, che e un poco ros- sastro, iuoltre rade setole bianche discernibili colla len- te, ed alcune spine delle articolazioni le guerniscono. L' addome e coperto superiormente da elitre scure, opa- che, che colla lente scopronsi fuiissimanieute ])unteggiate, limitate nel loro contorno da un orletto poco rilevato, 304- Giuseppe Bertoloni insieme unite riescono piuttosto convesse, ed hanno una tonna ovata assai allungata, pero nella femmina sono un poco piu assottigliate posteriormente. II rnaschio nella base di ogni elitra e segnato da due lineette giallastre, la piu interna delle quali , interrotta verso r estremitd posteriore, riesce paralella e vicina alia sutura mediana, ed e niolto piu Innga deH'altra, perche si estende circa sino al piimo terzo della lungliezza dell' elitra stessa, mentie la piu corta tiene direzione divarica- ta, ed ha quasi la figura ovata; ai due terzi della lun- gliezza di ogni elitra vicino alia sutura e un punto gial- lastro, di contorno irregolare, qualora si osserva colla len- te ; ed una niacchia biancastra , ossia meno giallastra del- le due lineette, e del punto descritti, triangolare piutto- sto die di forma lunulata sta vicina all' apice dell' elitra, avente il contorno esterno convesso , come e convesso r orletto nero posteriore dell' elitra stessa , il quale confi- na con detta maccliia avente gli altri due lati retti. L' ad- dome nella faccia inferiore e violetto , splendente , con spessa peluria setolosa ai lati fra 1' inserzione delle due paia di zainpe , e meno spessa su 1' altra porzione dei la- ti stessi , ma nudo affatto in tutto il resto della parte me- diana longitudinale. Anche i trocanteri delle zampe di mezzo sono un poco setolosi , quelli delle posteriori inve- ce sono nudi , reuiformi , e di color castaneo. Auche que- ste zampe addominali risplendono di violetto, esseudo cosperse tutte quante di setole bianche e rade , e con acute spine nelle articolazioni dei tarsi. I due perfettissimi individui die avete sott' occhio di cotale specie, e che appartengono ai due sessi, mostrano protuberante posteriormente dall' apice dell' addome 1' e- stremita posteriore del tubo alimentare colla parte estre- ma degli organi genitali , perche forse sotto lo spasimo di morire infilzati dallo spillo si spinsero in fuori questi organi, e sortirono restando spalancati alio esterno, mentre altri individui, che furouo gettati vivi nell'alcool ed in questo conservati , nulla di somigliante mostravano. Alcune femmine di questa specie per cagione delle Degli insetti Coleotteri 305 premurose richieste fattemi dall' illustre Entomologo Ame- ricano il Sig. Thomson, il quale stava per pubblicare un lavoro intoino alia famiglia delle Cicindeliti, a lui mandai sino dair estate passato, piu tardi mandai altri individui della stessa al Sig. Presidente Doliru , per cui oggi questo novello e raro insetto in Europa si conserva con individui intatti appartenenti ad ambo i sessi nella collezione Bolo- gnese , e col sesso femminino in quella riccliissima di Ci- cindeliti del Sig. Thomson, che esiste in Parigi, ed in quella di Stettino del Sig. Presidente Dohrn. Un mio corrispondente , entomologo illustre, mi scrive- va di recente cho il Sig. Thomson negli Annales do la Societ. Entom. de Franc. 18.56. IV. 2. ha formate un ge- nere nuovo di questa mia OdontocJielia Dianconi chiaman- dola Bostrythoplioriis Bianconi Bertol. lo non ho di quel- r opera periodica ancora avuto il fascicolo die contiene que- sto lavoro ; frattanto lasciando da parte la questione del genere , poiche i generi sono I' effetto qualche volta del diverso modo di sentire e vedere delli studiosi , sebbene spero che di molta importanza sieno i caratteri di questo novello genere , io vi ho descritto ambo i sessi della pri- ma specie, che lo costituirebbe. 2. Dromica rugosa: oblonga, tota nigra, subnitida ; man- dibulis, palpisque flavis , apicibus nigris , labio superio- re nigro lateribus flavis; thorace subquadrato, supra transversim rugoso; elytris antice flexuoso-costatis, ru- goso-scrobiculatis, postice ad apicem scrobiculatis ; ti- biis posticis fusco-rubris. Long. 23. lat. 6. mill. Tab. 23. Fig. 2. Reperit Eq. Fornasinius in ripis fluminis Magnarra pro- vinciae Inhambanensis Mosambici , et ego obtinui Bono- ni£e 1848. Quest' insetto e tutto quanto nero, poco splendente, di forma allungata, e la sua maggior larghezza corrisponde T. VIII. 39 306 Giuseppe Bertoloni al terzo posteriore dell' addome , il quale poi si ristringe neir apice. La sua testa superionneute e segnata da rughe curve , clie si succedouo paiaiellc le una dopo le altre. Qneste rughe neir elevazione o rialzo, che resta fra 1' inserzione delle autenue, sono piegate a ferro di cavallo attorno al- ia parte posteriore della niedesiina, rette mostransi ante^ rioriiiente, ed il ceulro della detta elevazione e come pun- teggiato in senso trasversale. Le rughe del contorno degli occhi seguitano curvaniente 1' andaniento delle orhite , e nella parte posteriore si fanno piii sottili, e trasversali alia testa, cancellandosi vicino alT articolazione del corsa- letto, dove questo ha come un rialzamento rigato da ru- ghe trasversali. Gli occhi sono s|)lendenti, giallastri e la lente vi scuopre niacchie nore disposte a foggia di quelle della pelle di pantera, ed una finissima sagrinatura. Le antenne hauno la lunghezza di circa la meta del corpo : i primi cinque articoli rotondo-cilindrici , gli altri succes- sivi sino all' ultimo compressi ai lati , a foggia di fogliet- te. II lahhro superiore e grande, nero, liscio, sporgente, convesso , spleudente , col margine anteriore subtriloho , e col lobo di mezzo maggiore allungato all' avanti con tre punte ed un incavo per parte tra la punta maggiore cen- trale, e le laterali , i lati dello stesso lahbro sono gialli , e col margine orlato di nero. Le mandibole ed i palpi mostransi jDure gialli, le prime coll' apice nero, i secondi coll' ultimo articolo nero ; i palpi innoltre nel loro late interiore sono tutti spinosi di setole rigide , le inferior! gialle, quelle vicine all' apice fosche; la faccia inferiore della testa risplende di color cupreo-fosco-metallico, dessa e pure segnata da rughe trasversali curve, che attorniano le orhite prendendo 1' andaniento circolare di queste , e si continuano colle ruglie superiori. II corsaletto e quasi quadrilatero cilindraceo; nella fac- cia superiore mostrasi longitudinalmente segnato da un solco ; questa faccia superiormente finisce come in due lobi elevati sopra la restrizione posteriore, colla quale si articola il corsaletto coll' addome, dessa colla lente si Degli insetti Goleotteri 307 scorge tiitta quanta segnata da rughe trasveisali, clie non oltrepassano i liiniti lat(;rali cic^lla iiicdcsiiiia , iiei quali si eleva in un orletto. I lati del corsaletto lisci e splenden- ti , come pure la farcia infcriore liscia dello stesso, pre- sentano discernihili colla lente qualclie punteggiatura, ed anteriormente all' inserzione delle zanipe alcune setole ra- de, e giallastre. Le zainpe anteriori liantio i femori lisci, spleiidenti, e la lente vi scorge rade spine neie inferior- niente; e setole nieiio rade, corte e hiancastre superior- mente. Le corte tibie, die tali sono proprie del genera, mostransi pure radaniente spinose e setolose , e due spine maggiori si osservano uell' artioolazione della tibia col pri- me tarso; anclie le altre articolazioni dei tarsi sono spi- nose, e setolose. Le ungbiette si scorgono sottili ed adnncbe. L' addome ba la forma quasi di niostacciuolo , percbe e ristretto nella base quanto il corsaletto, a poco a poco si allarga fin verso i due terzi di sua lungbezza, indi si ristringe sino ail' apice, cbe e assottigliato ed un poco sporgcnte dalle elitre. Queste prese insieme banno la stes- sa forma dell' addome, cbe superiormente ricuoprono. So- no porcio convesse , anteriormente costate, rugose, scro- bicolate sino oltre la meta della loro lungbezza, ed atte- sa la molta rugosita 1' occbio dell' Entomologo solamente discerne dette cinque coste. Dalla ([iiinta costa esterna r elitra si ripiega sino al margine sue sotto ai lati del- r addome , abbracciandolo. Posteriormente verso i due terzi scarsi della lungbezza dell' eliti-e le coste vengono meno, e le elitre mostransi quivi soltanto scrobicolate ed appena rugose; e nella porzione poi ultima sono soltanto finamente scrobicolate, siccome lo sono per tutta la lungbezza in vicinanza della sutura mediana delle stesse. Questa sutu- ra e limitata da ini orletto pocliissimo prominente, men- tre pill largo, prominente, e rosso fosco mostrasi colla lente 1' orletto, cbe mette limite ai lati esterni delle elitre stesse. L' addome nella faccia inferiore e tutto quanto nero, liscio, e spb'udente ; qualcbc punteggiatura rada , e ])ocbe corte setole stanno vicino all' inserzione delle zampe. 308 Giuseppe Bertoloni Queste pure sono nere , splendenti , cosperse di qualclie setole rade , seriate , biancastre nei femori , e setole con spine nere veggonsi nelle tibie, e nelle articolazioni dei tarsi. Pochi individui mi sono stati mandati della descritta specie, la quale perci6 si conserva sino ad ora nelle sole tre collezioni europee sunnominate. 3. Dromiga lirnhata: oblonga, obscure cuprea, subopaca ; labro superiore maris albo, foeminae nigro, splendenti- bus; capitc, tlioraceque rugosis; elytris regulariter scro- biculatis ; lateribus externis albo-marginatis. Tab. 23. Fig. 4. Mas. long. 15. lat. mill. 3 1/2. Fig. 3. Foem. long. 18. lat. mill. 5. Legit Eq. Karolus Fornasinins in ripis fluminis Magnarra provinciae Inhambanensis Mozambici , et Bononiae ego obtinui anno 1848. Questa specie ha un colore fondamentale fosco terreo, tendente al metallico, quasi opaco nella parte superiore del corpo, nero blu splendente nell' inferiore : il suo cor- po massime nel maschio e molto allungato e snello , prov- veduto di zampe assai sviluppate e lunghe. La testa superiormente e rugosa , con rughe semicirco- lari , ma anteriormente longitudinali attorno e sopra al- r elevazione che sta collocata fra gli occhi. Questi sono pure circondati da rughe incurvate e fra di loro paralelle, che seguitano 1' andamento delle orbite, e rughe trasver- sali si scorgono nella parte posteriore di questa superficie. Gli occhi sono sporgenti, giallastri, e la leiite vi scuopre una fina sagrinatura con qualche macciiiuzza nera. Le an- tenne nere hanno circa la meta delia limghezza del cor- po; il terzo ed il quarto articolo principaliiiente nella femmina risplendono metallicamente e sono radamente Degli insetti Coleotteri 309 spinosi in tntta la loro liuighezza, f^li altri soltanto lo sono neile articolaziuiii ; iiioltre iiella leininiiia priiicipalmente gli articoli quinto, sesto, settimo, ed ottavo mostransi compressi, appianati , e larghi. II labbro superiorc del mascliio anteriorniente triloho e fosco, nella base, e in tutto il resto della sua snperficie uii poco convessa, bian- co giallognolo, splendente come uno smalto ; nella fem- mina invece e tiitto <[uaiito nero , splendente, appeiia con una sfiuuatuia bianco-giallastra ai lati. Le niandibole , ed i palpi mostransi pure bianco-giallognoli, splendenti , le prime coll' apice nero, i second! coll' ultimo articolo nero; inoltre i palpi sono nel lato intcrno gucrniti di se- tole o spine bianclie. Nella feininina i palpi sono un po- co piu foschi che nel maschio. La faccia inferiore della testa risplende del colore verde metallico, ed e tutta fina- mente e trasversalmente rujjoso-nunteiiiriata. II corsaletto O 1 ~~ subcilindrico presenta la sua costrlzione anteriore, e po- steriore , colle quali si articola colla testa, e coll' addo- me, e la sua faccia siiperiore fuiamente striata di traver- so con molta regolarita analogamente alia striatura della parte posteriore della testa : ai lati e splendentissimo , ed appena striato scorgesi colla lente nel mascliio , piu mar- catamente striato nella femmina ; la faccia sua interiore e pure striata, ed assieme ai lati risplende nel mascbio di un bel lucido color verde piu metallico , mentre nella femmina e meno splendente. Anche i troncanteri delle zampe auteriori risplendono dcllo stesso color verde-blu metallico, e nella faccia anteriore portono un gruppo di setole biancbe nel maschio, mentre poclie e rade setole sono in rpiella della femmina. Setole biancbe rade e se- riate guerniscono gli oscuri femori , le rossastre tibie , ed i tarsi , le quali parti al diverse percuotere della luce banno riflessioni metallicbe. L' addome e molto allungato, ristretto nella base come il corsaletto, gradatainente dalla base si allarga un poco sino oltre i due terzi di sua lungbezza, e poi si ristringe neir apice, il quale e sporgente , e giallastro. Le elitre, che lo cuoprono, unite assieme prendono la stessa forma 310 Giuseppe Bertoloni convessa, alliingata, amigdaloide di esso. Sono tutte quan- te regolannetite e finamente scrobicolate, e posteriormen- te ogiuuia linisce in piuita acuminata, e piotratta all' in- dietro, un poco scostata dalia vicina nel mascliio, inentre nella feinniina e breve e non protratta all' indietro. Ad occhio nudo le elitre danno appena indizio di litlessione metallica, ma colla lento questa si scorge bene nell' in- teiiio tlegli spessi scrobicoli, ogni elitra inoltre vicino al- r orlo del lato estcrno e posteriore nmstra nna i'ascia bianca per tutta la sua lunghczza, die ai due terzi d(;lla medesima manda un piccolo segno dello stesso bianco colo- re, diretto a guisa di nn dente verso 1' interne dell' e- litra. Questa fascia bianca osservata colla lente direste fatta di una vernice di biacca , sulla quale si scorgono tutti i fori degli scrobicoli, cbe ricuopre. Inoltre sullc eli- tre longitudinalmente alia sutura mediana , poco distante e paralella a questa si vede una fila di punti larghi, de- pressi , radi, piu graudi degli scrobicoli in mezzo ai quali stanno, e cbe colla lente si veggono nel mascliio e nella femmina risplendere appena metallicamente. La faccia in- feriore dell' addome del mascliio e liscia, splendentissiina, di color nero tendente al blii, nella femmina nerastra. Le zampe sono assai sviluppate, i femori di esse risplen- dono , come 1' addome , sul quale esse sono impiantate ; le tibie ed i tarsi guardati coiitro luce mostransi rossastri tendenti al metallico. Tutte le articolazioni delle zampe sono guernite di setole, e di spine rade. II niaschio di questa specie e piii piccolo della femmina. Pocbi individui, e quasi tutti imperfetti della medesima furonmi mandati dall' Affrica, per cui nelle coUezioni eu- ropee non esiste se si eccettuino le due sunnominate. Un individuo mascliio piii piccolo, somigliantissimo nel totale alia descrittavi specie , presenta la differenza di avei-e la zona bianca dell' orlo esterno delle elitre inter- rotta corninciando dal punto, dove si rivolta all' indentro a guisa di un dente sino quasi alia base dell' elitra, dove scorgesi un indizio o principio bianco della zona stessa; inoltre ha gli articoli quinto, sesto, e settimo compressi , Decli insetti Coleotteri 311 come nella descrittavi femmina, ed anclie qualche picco- la diftbrenza nel labbro superiore, con la inaiicanza del- la fila di puiiti larglii iiicavati paralelli alia siitura di mezzo deir elitre. lo per ora coiisidero qiiesto solo indi- viduo come una distinta vaiieta : die se si avessero altri individui colla costanza di questi caratteri , dimensione del corpo, ed abito suoi proprii, forse se ne potrebbe fare una specie chiainaiidola Droniira consimilis. 4-. Anthia rniit'illoides : oblonga, convexa , nifrra, pilosa ; capite , thorace punctatis ; la])io , mandibulis , palpis splendentissiinis ; aiticulo secundo, tertio, quarto an- tennarurn pilosis, reliquis nudis; scutello, basi elytra- rum tomento albescenti tectis ; elytris apice oblique truncato, incavato, costato-sulcatis , maculis duabus al- bis transvcrsalibus. Long. 22. lat. 6 1/2 mill. Tab. 23. Fig. .5. Pieperta est ab Eq. Karolo Fornasinio in ripis fluminis Magnarra provinciae Inliambanensis Mozambici; et indi- viduuin unicum ego obtinui Bononiae anno 1848. Di quest' insetto rarissimo pertanto in Europa non esi- ste che 1' individuo che avete sott' occhio, perche un solo esemplare io ne ebbi dal Fornasini , e sul quale di- stinguo e descrivo la specie. Dessa e nera , ])elosa princi- palmente nella testa, nel corsaletto, nelle zampe piii che neir addome e nelle elitre. La sua testa, un poco depressa, e grossamente, e di- sugualmente punteggiata, non die radamente cospersa di peli biandii corti, e di setole nere piu lunglie. Nella faccia superiore fra gli occlii sta una jiiccola elevazione. Gli occlii sono grigiastri, lucidi, sporgcnti, e la lente li 312 Giuseppe Bertoloni vede finamente sagrinati. Le antenne misurano la lunghez- za di circa la ineta del corpo; hanno gli ai'ticoli secondo, terzo, e quarto peloso-setolosi , gli altri quasi uudi sc si eccettuauo le piccole spiue, clie souo nelle unioni delle articolazioni. Gli articoli nudi mostransi compressi princi- palinente verso le estieiuit;\. Gli altri peloso-setolosi por- tauo peli corti bianclii non inolto spessi , e setole rade , luuglu» e ucre. II labhro superiore e rotoudato uel mezzo e inostra coUa lente una depressione per parte nella sua convessitii. Le niaudibole coi palpi, e coUe parti adiacen- ti della testa sono assai lucide e splendenti. Splendeutis- sima e ancora tutta quanta la faccia inferiore della testa, la quale comparisce punteggiata, non clie guernita late- ralniente e posteriorniente di peli bianclii, radi. II corsaletto ba f'lgura subglobosa, poco allungata, al- largata nel mezzo di sua lungliezza quasi a guisa di corto mustacciuolo. Esso e tutto quauto e superiormente , ed ai lati, ed inferiormente scolpito di grossi punti fra di loro eguali , come mostrasi la testa. Nella sua faccia superiore assai convessa comparisce cosperso di peli neri irti, mentre che vicino all' articolazione colla testa, e coll' addome, siccome nella faccia inferiore , i peli sono biancastri e piu spessi ; inoltre nelld faccia superiore assai convessa e scol- pita una linea mediana longitudinale appena discernibile a vista nuda , che la divide nel mezzo ; ne' lati poi osser- vasi r orletto sigmoideo , clie e il liinite di questa faccia superiore. I troncateri delle zampe anterior!, siccome i fe- mori, sono di superficie punteggiata, e guernita di peli bianchi radi, dritti, e di setole nere piu lunglie e piii rade. Ancbe le tibie, e le articolazioni dei tarsi anteriori sono provvedute degli stessi peli piii corti bianclii , e di- stesi sulla superficie della loro inserzione nella direzione dal di dietro all' avanti , e dalle spine nere proprie di queste parti. L' addome e convesso, un poco piu lungo delle elitre, che lo cuoprono, e lo abbracciano ai lati. Queste consi- derate iHiite assieme sono molto convesse, e mostransi un poco piu allaigate posteriormente che nella base, mentre Degu insetti Coleotteri 313 neir apice sono troncate obblirjiiamente, ed un poco in- cavate nell' orlo di tale troiicatura; lianno percio una forma obovata alliuigata. La base loro, siccome lo scudetto, ed una corta porzione della sutura mediana , e coperta della solita peluria bianco-siidicia piii fitta che altiove. L' eli- tra nella faccia sua superiore e solcato-costata, punteggia- ta, e cospersa di qualclie pclo nero, rado assai, ed irto, inoltre vi si osservano due macchie grandi, l)iancbe, tra- sversab , costituite da una peluria assai fitta, e corta; 1' anteriore cbe e quasi nel mezzo della lunghezza del- r elitra, si estende trasversalmeute dalla costa terza all'ot- tava, la posteriore die sta vicino alia estremita dell' elitra, dove finiscono le nove coste che la guerniscono , resta compresa fra la costa seconda e la nona, perche e piii grande dell' altra, ma e trasversale come questa, ed un poco obliqua. La corta porzione dell' elitra, la quale re- sta fra questa macchia bianca, e 1' apice troncato dell' e- litra stessa, non essendo guernita da coste, riesce piii splendente, punteggiata, e porta qualcbe rada setola ne- ra. La disposizione di queste quattro macchie bianche e molto analoga a quella delle macchie che hanno varie specie di Mutille snlla faccia superiore dell' addome, lo che mi suggeri di cliiamare la specie mutilloides. La super- ficie inferiore dell' addome e splendente, radamente pun- teggiata , oltre che scorgesi coll' occhio armato di lente consi)ersa di corta e rada peluria bianca sdraiata, e nella direzione dall' avanti all' indietro, anche gli ultinii anelli sono cospersi di qnalclie setola nera, assai rada, e lunga. Le zampe addoniinali sono parimente punteggiate e guernita di peli bianchi, dritti , spessi , e corti, e di setole nere rade nei femori, non che di soli peli bianchi distesi, e di spine nere nelle tibie e nei tarsi. Quest' insetto e della massima rarita, non conservandosi oggi in altra collezione europea che nella Bolognese. 5. Anthia minima: elongata, nigra, nitida; capite elonga- te, splendentissimo, postice supra punctato; thorace ob- longo , obovato , punctate , supra costato ; elytris vix T. VIII. 40 314 Giuseppe Bertoloni truncatis, sulcato-costatis, punctatis , maculis duabus al- bis, inarginibus externis vix tomentosis. Long. 12. lat. 3. mill. Tab. 23. Fig. 6. Karoliis Eq. Fornasinius legit in ripis fluminis Magniirra provinciae Inhambanensis Mozanibici, et ego obtinui Bo- noniae anno 18-48. Fra le specie di Antliia, che io mi conosco, od ho studiato negli autoii , questa e la piii piccola. Dessa e nera, di forma molto alhingata e sottile anteriormente, allargata posteriormente massime nella femmina, la quale e un poco piu grande del maschio. La testa di cotale specie e depressa assai , allungata principalmente in tutta la porzione, che e anteriore agli occhi ; essa risplende nella faccia supeiiore piu die in tutte le altre parti superiori del corpo. In questa stessa posteriormente e fra gli occhi e punteggiata, mentre an- teriormente a questi e liscia , con due depression! longi- tudinali, che dagli occhi si estendono quasi sino alia ba- se del labbro superiore. Gli occhi sono allungati nel sen- so della lunghezza della testa, fosco giallastri, e finamen- te sagrinati. Le antenne mostransi huighe come la meta del corpo , cogli articoli della base piu sottili , e gli altri successivamente piii compressi ed allargati. I primi cinque coir aiuto della lente si scorgono coperti di corta peluria, gli altri sembrano di snperficie sagrinata. II labbro supe- riore e convesso, levigatissimo , e nella sua liase ha un solco trasversale. Le niaudibole ed i palpi sono di color di castagno. La faccia iuferiore della testa e levigatissima, e la lente vi scorge appena qualclie punteggiatura. II cor- saletto ha una forma obovata, cioe mostrasi molto ristretto nel davanti, ed ingrossato posteriormente. E tutto quanto punteggiato, e nella faccia posterioie inoltre porta sei co- ) ste longitudinali rilevate, considerando fra queste le due Degli insetti Coleotteri 315 che ai lati mettono limite alia stessa faccia, e si esten- dono dalla costrizione anterioie alia posteiiore, coUe cjua- li costrizioni si articola il corsaletto stesso, inoltre ai lat ed inferiormente e guernito di peli bianchi coiti, e rad disceriiihili colla leiite. Lo zampe anteriori sono pure guer iiite degli stessi peli corti biaiiclii e radi , e le elitre co tarsi inostransi di color castaneo. L' addome e convesso -depresso superiormeiite, di figura pure obovata, perche e pill largo molto verso 1' apice cbe nella base; esso e coperto dalle elitre, che considerate prese insieme haiino del medesinio la figura. Mostransi queste un poco tronca- te air apice, costato-solcate, puuteggiate. Sette sono le coste, che si elcvauo sopra ogni elitra, e tutte dalla ba- se pervengono quasi fino all' apice. Sopra ogni elitra inol- tre sono due macchie bianche rotonde non niolto intense, che anzi sbiadite , la prima si scorge un poco oltrepassato il priino terzo dell' elitra stessa, la seconda un poco piu oltrepassato il secondo terzo; la prima resta compresa fra la quarta e la sesta costa , la seconda fra la seconda e la sesta costa, perche e un poco piu grande dell' altra , e direi quasi un poco allungata tiasversalmente. Lo spazio che rimane fra la settima costa e 1' oilo esterno dell' eli- tra, P piuttosto largo, e guernito di corti peli bianchi, ra- di, sdraiali, ed a[)pressati. La siiperficie inferiore dell' addo- me splende, ed e provveduta di qualchc rado e corto pelo; i femori e le tibie delle zampe addominali hanno gli stessi caratteri , ma questc ultime coi tarsi compariscono di co- lor di castagno scuro osservate ad occhio armato. Di qiiesta specie ricevei ahjuanti esemplari, per la qual cosa ne dispensai alia collozione del Sig. Presidente Dohrn di Stettino, e se ben ricordo anche a quella del Signor Thomson di Parigi. 6. Tefflus Thomsonn: niger, vix splendens ; thorace supra rugoso-punctato , subtiis parum punctato , lateribus me- dio angulatis; elytris costato-sulcatis, sulcis tubercolatis , tuberculis rotundis, triseriatis, alternantibus. Long. 3 1/2. lat. 1 1/2. centim. Tab. 23. Fig. 7. 316 Giuseppe Bertoloni Misit ex Inhambane Mozambici Eques Fornasinius anno 18i8. Questa specie e assai vicina al Tefflus Delegorguei Gu6r. Menevill., col quale e facile coiifonderla in una superfi- ciale osservazione. lo lo ho ricevuto frammisto al T. De- legorguei, ed a prima giunta non lo avevo distinto da qiie- sto. La niia specie e tutta nera come 1' altra, ma molto meno splendente, e piu piccola. La sua testa nel mezzo della faccia superiore mostrasi trasversalmente rugosa, e punteggiata posteriormente ; gli ocelli sono giallastri come r esticmita dei palpi, e le antenne lunghe come la meta della lunghezza del corpo. II corsaletto nel ceritro dei latl suoi piotubera in un angolo piu sentito , e meno rotondato di quello del T. De- legorguei, per lo che la figura della faccia superiore di esso ha la forma di largo e corto mostacciuolo coll' estre- mita anteriore e posteriore troncate, inoltre e piu grossa- mente rugoso-punteggiata, o meglio direbbesi irregolarmen- te scrobiculata, e mostra un orletto rialzato piu ai lati e posteriormente die anteriormente. La faccia inferiore e piu radamente punteggiata. Le zampe anteriori sono liscie, splendenti, e conformate come quelle del T. Delegorguei. L' addome e ricoperto da elitre molto convesse, costa- to-solcate, coUe coste liscie ed i solchi larghi. Nel fondo di questi V occliio nudo sembra scuoprire tante lineette ti'asversali , paralelle , rialzate , ma coll' occhio armato di lente si distinguono tre serie longitudinali di tubercoli ro- tondi , alteriiantisi. La faccia inferiore dell' addome e po- 00 convessa , liscia, e splendente, siccome sono i trocan- teri e le zampe. Vicino al margine posteriore del mezzo deir ultimo anello mostrasi una fila di punti discernibili ad occhio nudo, ma meglio se e armato. Questa faccia in- feriore deir addome e le zampe addominali pochissimo dif- feriscono da quelle del T. Delegorguei. II T. Delegorguei Guer. abita i iiionti Makkalensi della CafFreria, dove probabilmente fu trovato per la prima vol- ta dair instancabile e coraggioso cacciatore di elefanti DeCLI 1N3ETTI CoLEOTTERI 317 e di leoni Delcgorgiie francese, del quale mi ricordo di aver letto poclii auni sono la desciizione del viaggio, del- le cacciagioni fatte, non che delle raccolte anche d' in- setti, che pubblico accompagnata da un catalogo di pa- role o vocaboli cafTri. II iiiio T. Thomsonii ricevei , come dissi sopra, fiainmisto al T. Delegorguei , il quale percio trovasi pure ad Iiiliambane del Mozanibico , e siccome si sa die neir AffVica il T. Megerlei abita i bosclii annosi e vive framezzo ai legni in conuzione, cosi e probabile che le due specie del Mozambico abitino le selve ed i tron- chi in decomposizione. 7. Rembus Dohrnil : niger, splendens , oblongo-ovalis: ca- pite punctulato; thorace supra grosse punctato ad ba- sim impresso , subtus vix punctato; elytris sulcato-co- statis, costis obtusis, levibus, sulcis minutissime pun- ctulatis. Long. cent. 2. et mill. 8. lat. cent. 1. Tab. 23. Fig. 8. Misit Eq. Foruasinius ex Inhambane Mozambici anno 1818. Neir Affrica 1' Egitto ed il Senegal presentano una specie propria di Rembus , che gli autori distinsero dei nomi del paesc , nel quale ognuna vive spontanea. La nostra collezione nianca di queste, che volentieri avrei confi-ontate colla mia, die percio ho distinta col mezzo delle descrizioiii ddle inedesime date dagli autori. II mio Rembus Dohrnii e tutto quanto nero , splenden- te, di figura obovale allungata, perclie mostrasi un poco piu largo posteriorniente die anteriormente, nella faccia superiore dcpresso appena convesso, nell' inferiore con- vesso. La sua testa e proporzionata al corpo. La faccia supe- riore della medesima , che resta compresa fra gli occhi 318 Giuseppe Behtoloni comparisce quadrilatera, uii poco allungata dal di dietro all' avanti, limitata ai lati da uii orletto poco prominente, ed anteiiormeiite inostra due depressioni , clie restano col- locate fra r iiiserzioiie delle anteiine, visibili anclie ad occhio undo, inentre la niinutissiina e rada punteggiatura di tiitta la sua sii[)erricie iion e discernibile che coll' oc- chio annato; e inostra la doinarcazione trasversale dell' al- tra porzione auteiiore di cpicsta stessa faccia die la divi- de dalla posteriore. La porzione anteiiore e pure quadri- latera allungata in senso trasversale, piii spleudente del- 1' altra , nou mostrasi piinteggiata , e sebbene sia di su- perficie disuguale e piu liscia dell' altra ;ai lati e limitata da nil orletto, viciiio al quale uno per parte sta uno scrobicolo. Gli ocelli sono piiittosto larglu, e sporgenti; coUa vista non armata od anclie armata di lente debole sembrano lisci , ina con lente acutissima si scorgono finissiiiiainente sagrinati, sono nel loro contorno giallastri, e nel inezzo si direbbero quasi pupillati di nero. Le antenne misurano la lunghezza della nieta del corpo ; gli articoli inferiori di esse colla lente si scorgono radaiiiente spinosi e setolosi , quel- li deir apice invece mostraiisi coperti di un toinento di color della ruggine. II labbro superiore si articola col da- vanti della descritta porzione quadrilatera, ha forma esso ancora quadrilatera allungata trasversalmente , ed e diviso nel inezzo da un solco longitudinale , per cui lo direste costituito di due quadrati uniti assienie. Colla lente acuta vi si scorge qualche flna punteggiatura, e sei punti maggio- ri vicino all' orlo anteriore, il quale e guernito di radi peli rossastri. Le mandibole sono nere sicconie i palpi, che le accompagnano, ma 1' ultima articolazione di questi lia il suo apice troncato di color rosso giallastro, iiioltre il lato interno di loro e guernito di poclie setole rade, corte, e dritte. I palpi linguali invece sono ottusamente appuntati, e di color rosso scuro marrone. II labbro iiife- riore presenta una prominenza mediana quasi ceiitrale iiel- la sua superficie coinpresa fra due depressioni larghe, collocate una per parte , e che continuansi col margine Degli insetti Coleotteri 319 laterale, die termina in un orlo rotondato. II restante del la faccia inf'eriore della testa anteriorinente presenta qualche indizio di ruglie trasversali , e posteriormente , dove si articola col corsaletto, protubera come in una larga quarta parte di sfera , liscia, e spiendentissima, sul- la quale 1' occhio arniato di acuta lente scorge una insol- catura corta longitudinale nel mezzo del davanti , e due altre linee ini|)re,sse longitudinali piu verso i lati , e die si divaricano Ira di loro , ijuanto piu sono vicine alia ar- ticolazione del corsaletto. Questo superiormente e di superficie quasi piana, di figura quasi (juadrilatera, uu poco j)iu ristretto anterior- inente, cogli angoli rotondati, ed i lati col margine ap- pena convesso all' esterno, e limitato da un orletto liscio, podiissinio rialzato, il (|uale orletto manca nel margine anteriore, die contina colla testa, e nel posteriore die si articola coll' addome. Tutta questa faccia e cospersa irre- golarinente di punti grandi visibili ad occhio nudo , un poco pill spessi e piu jiiccoli j^osteriorniente , inoltre e divisa pel mezzo della sua lungliezza da una liiiea o solco sottile , e presenta nella base una per parte due grandi depressioni, poste di mezzo fra la detta liuea, e 1' angolo posteriore die e un poco alluugato all' indietro, troncato, e rotondato iiell' apice , per cui la parte centrale del margine posteriore resta come incavata entro e frammezzo a questi due angoli. Ndia faccia inferiore il corsaletto ad occhio non armato seaibra liscio, ma coll' aiuto della lente scor- gesi radamente punteggiato, eccettuate le vicinanze del margine elevato in orlo molto sporgente dei lati. Lo ster- uo protubera all' indietro a forma di lancia: desso pure e radamente punteggiato, e guernito di (jualche pelo rado , come il resto di questa faccia inferiore. I trocanteri delle zampe anteriori sono suliglobosi , e lisci, ma nella loro base si mostrano colla lente guerniti di pochi peli corti. I fetnori piuttosto rigonfiati e le tibie sono pure di super- ficie liscia, e splendente, sebbene sopra di loro sia un qualche punto iinpresso, e qualche piccolo pelo rado, ol- tre le frange e spine degli angoli. I tarsi anteriori larglii 320 Giuseppe Bertoloni ed appianati inferiormente nelle loro tre prime articolazioni mostransi nel disopra assieme agli altii due couvessi e colle ungliie splendenti e nere, come le altre parti delle zaiii- pe, ma la faccia inferiore delle dette tre prime artico- lazioni e coperta di spessa peluria di color giallo rug- ginoso. Lo scudetto e triaiigolaie, diviso pel lungo da una li- nea impressa , die e il seguito di quella , che divide la faccia superiore del corsaletto. L' addome e coperto da elitre, che considerate unite assieme sono a[)pena posteriormente un poco piii larghe , che anteriormente vicino alia base. Ognuna di esse e se- gnata da solclii longitudiiiali che si alternano con sei co- ste rotondate, e liscie. Neila vicinanza dello scudetto e il principio di un' altra costa, che termina e si unisce al- r orlo della sutura interna, e che nasce assieme alia pri- ma costa dalla base dell' elitra, anzi si direbbe che e un certo ramo di questa prima costa. Le sei coste quasi per- vengono sino al margine posteriore dell' elitra, ma in vi- cinanza di questo 1' una rientra nell' altra piegandosi verso r angolo interno dell' apice, vicino al quale la loro unio- ne seinbra una costa trasversale. II fondo dei solchi e pun- teggiato, ed ogni punto con un' acuta lente vedesi guer- nito di un pelo cortissimo, nero, dritto. Lo spazio piut- tosto largo , che resta fra la sesta costa liscia e 1' orlo rialzato del margine esterno dell' elitra, e tutto quanto cosperso degli stessi punti e peluzzi anche nella parte po- steriore e sino all' apice dell' elitra stessa , il quale non e acuto , ma ottuso. Lo stesso spazio poi per tutta la sua lunghezza del lato esterno mostra 1' indizio di un rialza- mento longitudinale , non mai elevato come le coste , tut- to quanto punteggiato. Le elitre inoltre cominciando dal- la loro base sino alia meta della propria lunghezza nel lato esterno si ripiegano inferiormente abbracciando 1' ad- dome per un quarto circa di sua lunghezza , e la super- ficie esterna di questa ripiegatura vedesi liscia come 1' in- feriore superficie del corpo di questo animale. L' addome e un poco piii stretto delle elitre, principalmente dove Degli insetti Coleotteri 321 qucste si allaigano postoriorinente , e percio dove iion giuiigoiio pill ad abbracciurlo. II inedesiino inferiorineutc a vista niida seinhra liscio, e splendeiite in un colle zam- pe adtlomiiiali , lua coll' occliio armato di lente si scoige finainente puntciigiato. Piu spesse mostransi le punteggia- ture ai lati dci piiiiii aiielli , meiitrc gli ultiini anelli scor- gonsi colla Icnte molto piix levigati, sii tutti pero vedesi qualclie piccolo pelo rado. La siiperficie dei trocanteii e dci I'emori delle zampe addoiniiiali si mostra simile a quel- la degli ultiini anelli. Le tibie spinose, e setolose delle zampe di mezzo vicino all' apice od articolazione coi tar- si nclla parte esterna , ed in minor ijuantita anche ncl- r interna sono provvednte di nna ciocca di peli color di cannella , e dello stesso grado di tinta , die hanno le se- tole seriate dei margini nella faccia inferiore dei tarsi. Le tibie ed i tarsi delle gambe posteriori invece sono guerni- ti di spine e peli neri. Di questa specie ricevei varii individni clie dispensai al Sig. Dohrn, al (piale la dedicai , al Sig. Tbomson, ed a (pialclie altro entoniologo. Colla descrizione di cotali sette specie novelle ho quasi finito di trattare dei Carabici , eccettuate poche altre spe- cie intorno alle quali lio ancora dnbbiezza di novita, che mi pervonnero dal Mozambico sino al di d' oggi. In se- guito vi parlero di quelle di altre famiglie. Bene mi anenro di avere novelle del Sic;. Cavaliere For- nasini , le quali mi certiticliino della sua ristabilita salute, e robnstezza ingenita, che nelle lettere ultime di due an- ni addietro Egli diceva di aver perduto, poiche la sua prosperity, da tutti noi tanto desiderata anche sotto il rapporto di essere Egli il maggiore benemerito delle col- lezioni Bolognesi, darebbe a sperare di ottenere novelle spedizioni da quel paese, e probabilmente novelle specie di questa lamiglia de' Carabici, che e forse fra i Coleot- teri la maggiormente studiata e conosciuta , per cui le no- vita di essa riescono sempre piii pregevoli, e graditissime a tutti gli Entomoloai. T. VIII. 41 AU'iiiTom Vlll. /-r/ y^ ,•/, tf- i c;^ / 5^. ^/r* *- '^r- ^ '^z- / 4 .f n /*«*< J^I^-. 1,1 Sufiri- STUDIO STORICO COIIPARATIVO INTORNO AL COIVSOIO DELLE CAR^l NELLA CITTA 1)1 J{OLO(ii\A MEMORIA DEL CAV. DOTT. PAOLO PREDIEBI (Li'tta nclla Sessioiic del 26 Marzo I8S7.) A, ultie volte vi tenni parola , Accademici Prestantissimi, suUa quantita dei cereali clie occoiTono , e si consumano nella nostra Provincia , e vi dissi del modo migliore di evitare le carestie; avvegnaclie i cereali essendo quelle derrate che servono a comporre i principali alimenti del popolo, sono pure qnei coininestibili siii qiiall niaggior- mente cader deve 1' attenzione del medico politico pre- vidente, e delle autorita aininiiiistiative e sanitaria. Quel- rargomento, e quel inio lavoro ebbe 1' onore di essere gradito e da Voi pubblicato ; sicche per quella giiisa mo- straste di volerlo proseguito con ulteriori studi , e con relativi confronti , risguardanti quelle altre sostanze che servono per 1' alimentazione. Diro aduncjue in prinio luo- go essere bensi vero, che dall' uso abbondante del pane e degli altri cibi confezionati coi cereali, trova la popo- lazione motivo di sanit^ e robustezza , ma pure qnan- do fosse costretta di questi soli usare per lungo tempo. 32i PAOLO PREDIERI oltreclie il consume lore diverrcbbe maggiore , ed insuffi- cienti si farebbero le quantitA. attuali cbe si raccolgono , non potrebbe poi la popolazionc preseiilare (juelle con- dizioni di sanita. e robiistezza che abbisognano , perclie gli operai ed i biaccianti possano resistere ai faticosi la- vori , i quali quasi ogiii gioino per necessita di giiadagno debbono eseguire nclle aiti diverse; qnindi la forza mu- scolare dei iiieelesimi vedre!)besi diiiiiuuila, e la sanita e robustezza lore ben presto affievolirsi, e volgere il corpo al marasMio ed a nialattia. Conviene j)ertanto che in que- sli nostri climi, oltre del pane, 1' uonio faccia uso in pa- ri tempo di cibi animali , o come suol dirsi adoperi dei cibi azotati in copia sufficiente ; cioe usi di carne di anima- le o di pesce , di nova, di latticini, essendo essi qnei cibi che souuninistrano al corpo uniano dei luateriali adatti a riparare le continue perdite alle quali e soggetto, perche molto confacenti a' principii che gli abbisognano. Ora si e appnnto del consume deile carni diverse , e di quelle che occorrono fra noi , che ame tenervi oggi parela , pero do- pe che nc avro premesse alcune nozioni generali , che questo mio argouiento risguardano. Le diverse intluenze o gli effetti speciali dei cibi ani- mali erane ben cenesciuti dagli antichi e moderni filosofi, i quali ritenevane perfine che la indole morale di un pe- polo, quando sia differente da altri , provenga almeno in parte , dagli usi dietetici. Fra gli antichi filosofi puo an- noverarsi Apollonio Tianee , il quale esagerando la in- fluenza dei cibi animali, consigliava gli altri ad astener- sene,siccome egli faceva, perche li reputava propriamen- te adatti ad impedire nell' uomo le sublimi eperazioni dello spirite. Ed il celebre Pitagora in proposito di que- sti alimenti fece , come e ben neto , una legge ai suoi discepoli , onde si cibassere per la rnaggior parte di ve- getabili; ma, per quel che seiid)ra, a tale uso hi indotte dal- la influenza del clima della Magna Grecia, eve anche eg- gidi seno questi per il popole i cibi piii opportuni a vi- vere sani di corpo, e ad avere 1' animo piu disposto al- le filosofiche meditazioni. Pure fia gli antichi, il greco Del consumo delle Garni 325 Teopompo asseriva, che il soverchio manglare carne op- prinie I' intelletto, e rende 1' aniino piii iracondo, piii pigro, pill feroce e piii stolto ; quasi che per propria in- dole (juci greci ariticlii, die taiito si segnalarouo , fossero alcun poco pigri , un pocliino t'eroci , ed uii tautino stol- ti per loro natura. In meno antichi tempi altro dotto scrittore, il rabbino Maimoiiide, ci racconta, che i sacer- doti degli ebrei antichi erauo soggetti a molte inalattie esantematiclie , in quanto che vivevano delle niohe vitti- nie offerte nel Teinpio, le quali d' ordinario consisteva- no in niontoni ed altri aniniali ingrassati con particolare studio. Ne solamente ci6 asserivano filosofi antichi osservatori, avvegnache nei decorsi ultimi secoli, questa opinione sugli efFetti speciali dei cibi aniiiiali o vegetabili, riconoscevano uoniini per ogni titolo celebratissiini. L' illustre fisiologo Haller in proposito degli efl'etti prodotti suU' uomo dalla qualita dei cibi scriveva » Mihi iibique videtur qneinque » popuhnn aratorein mitiorem esse; deinde pastoreni ; fe- » rocissinios populos venatores , qui solis fere carnibus vi- » vunt (1) ». Ancora il celebre naturalista Pallas osservo nei suoi viaggi in Siberia, che i Bureti, il di cui vitto principalniente consiste in carni , sono d' ordinario di sta- tura piccola , e si deboli , che cinque o sei di essi usan- do di ogni loro forza non sono capaci di fare altrettanto che nn solo russo ; ed e pur noto ai viaggiatori , che tut- ti i popoli noinadi della Siberia, siccorne ogni altro po- polo, che vive quasi di sole carni, hanno il corpo molto leggiero, se paragonare lo si voglia colla sua grandezza : Fanciulli di una etii in cui a grandissimo stcnto potreb- besi con ambe le mani alzare il figlio di un contadino russo, si possono, dice Pietro Frank, presso queste nazio- ni prendere alia cintola , e ciondolare con una sola niano, come agnelli, e senza fatica veruna. Anche i Lapponi, che pel loro modo di vivere e di nutrirsi si presentano (1) Tom. 6. Lib. 19. Sec. 3. 326 PAOLO PREDIERI molto siniili ai nomadi asiatici, soiio pure, dietro le re- lazioni dei viaggiatori, inolto leggieri in proporzione della loro grandezza. Sebbeue questa lore qualita ascrivere si possa ancora alia forma speciale della razza, ed al modo di vivere della stessa, egli e pero osservazioiie coninne, che in generale le persone die niaiigiaiio inolta carne, giungano a rassoniigliare nel fisico gl' iiidividiii dotati di teinperatnento colerico. II predetto Pallas, ed il celebre Hmnboldt ci dicono ignoranti , rozzi e feroci i Tartari , perclie niangiano carni quasi crude ; ed a questa indole pill o nu'uo, al dire di Frank e di Morgan, sono disposti quegli altri popoli, clie in gran paite fonno nso di carni. Gli Indian! invece ed i Cinesi sono per contrarlo cosi umani, cosi niiti, civili, e docili, perclie vivono di riso, di latte, e di frutta diverse. Ne io vorro dinienticare il divieto assoluto, che leggesi nelle sacre carte per 1' uso del sangue di maiale, e di bue come cibo dell' uomo ; il quale antico uso in quel caldi climi orientali, forse aveva un reale motivo di insa- lubrita e di danno, mentre in oggi tale non si osserva in qnesti nostri temperati paesi. A questa credenza, non be- ne fondata dai fatti, ed anzi erronea per i popoli euro- pei, si debbono probabilmente attribuire i tristi effetti avvenuti a colore die si cibano di sangue, ora di questo, ora di quell' animale ; dal quale cibo credesi risentirne molestia il morale in modo afFatto speciale, ed anche, a quanto si crede , in ragione delle teudenze insite nell' a- niniale del cui sangue fecero uso. Ne certamente io vorro dar fede eiaminai ai racconti riferiti da certo Weinricchio , il quale in prova della cattiva influenza del sangue ado- perato come cibo , lascio scritto die una giovinetta , a cui uno spavento aveva accagionata 1' epilessia, poiche fu con- sigliata di bere del sangue di gatto, e ne fece replicato uso , si sent! voglia fra pochi giorni di miagolare , e videsi saltare qua e la per la casa , andando in cerca dei sorci , siccoine appunto praticano i gatti istruiti (1). (1) Comraentariiim De Monslris Cap. XV. Del consumo delle Carni 327 Ma lasciando in disparte (jiieste amene fole, in oggi e pero l)cne diinostrato , clie la niescolanza dei cibi animali e vegetabili si e quella maiiiera di cibo, colia quale noi favoiiaiiio quella tempcranza di forze e moderazione di spi- lito , die a mala pena saprernino contenere , se di soli cihi animali e stimolanti facessimo uso. Qnindi c che oggidi dobl)iamo ripetere qnello die V illustre Haller scriveva nel decorso secolo » Quare natura nos ipsa in viam reducit ; » sola vegetabilia debilitant, nisi multus labor copiae ac- » cesserit, solisque ardor; sola anirnalia putrefaciunt; utrum- » que ergo victum oportet commiscere, ut et vires a car- » nibus suflRciautur, et putredo per vegetabilem victum » avertatur (1) ». E per vero dire le giornaliere osservazioni dimostrano, clie le sostanze destinate per cibo all' uomo, non possono esseie in pari tempo salubri, e formare una buona alimen- tazione , sc esse non coutengono in una giusta misura del- la fecola , dello zuccliero e del grasso , owero sia , quel materiali organici clie esistono nelle diverse carni e so- stanze animali, cd anclie in alcuni prodotti vegetali. Egli e pero vero d' altra parte , clie gli eccessi notevoli , e prolungati dell' uso delle carni , e dei vegetabili apporta- no essi ancora tristissime conseguenze , anzi danno reale alia salute e robustezza di coloro clie ne fecero uso ; talche dopo non pochi studi ed esperienze a cio relative^ onde conoscere i limiti , o stabilire le qualita e le dosi degli alimenti, trovansi da poclii aiini gia compilate e pubbli- cate in IngbiUerra, in Germania , ed in Francia delle opere scritte, nelle quali all' appoggio di molti special! studi, onde riunire 1' cconomia della spesa coi maggiori effetti di nutri/ione o di torza , sonovi pcrfino ril'erite nor- ine utili per 1' alimontazione particolare degli individui,a seconda della eta, del sesso, e delle classi sociali, od operarie cui appartengono (2). Quei medici cbe trattarono (1) Thysiol. Tom. 6. pns- '2 12. (2) Gasparin. Cours d' AgriniliinT. Tom. V. — Boiissingaiill. Economie Riirale. Tom. 2. — Paven. Des siihslances alimcnlaires pag. 339. 328 Paolo Puedikri del la influenza dcgli alimenti siil fisico e sul morale dcl- r iionio, nuali sono a cagion di esenipio Olivier, e Col- lard du Martigny, conobbero come si riesca a modificarne le parti a seconda della S])ecialita dei cibi adopcrati. E omai conosciuta universahnente quella preparazione e qua- lita di cibi clie gl' Inglesi fanno subire agii atleti e pu- gillatori , ovvero agli uoniini dediti ai giuochi di forza e destrezza; ed aiiclie quel cibi clie si danno ai cavalli dediti alle corse od alia cavalcatura, jnuftostocbe al leggiere o pe- sante attiraglio ; cibi e metodi che gl' Inglesi sanno pure ap- plicare differentemente anclie ai Bovi, ai Maiali , alle Pe- core, ai Volatili diversi , e perfino ai Cani, otteuendone dei sorprendenti cand)ianienti , tanto sul fisico, come suUa indole di quegli animali; e tutto cio, a quel clie pare, mediante la formazione delle razze particolari, ottenute con una variata crasi del sangue , promossa da alimenti di qualita speciale , introdotti in date pi'oporzioni , per lungo tempo , e mediante ancora lo accrescimento di cer- te secrezioni ottenute abbondantemente , e di altre che rimangono o diminuite o soppresse. Gli stessi Inglesi, co- si speculatori ed esatti in tali emergenze, onde rendere pin robnsti al lavoro i loro operai e braccianti , conobbero quanto valga per questi un' alimentazione animale mista in niodo particolare, al confronto delle altre fatte a caso in proporzioni inadatte o disordinate. Ed a questa opinione generalmente ricevuta, debbesi il costume di quella na- zione, molto piu proclive delle altre al consumo ed al- r uso delle carni , e debbesi pure la quantita maggiore di lavoro , clie praticano i loro operai , e braccianti , al- lorche siano posti al confronto degli uomini di queste nostre contrade. D' altra pai'te, qualora si vogliano prendere in esame quelle particolari classi sociali, le quali abbenche sieno in piccol numero , pure si cibano per cosl dire lautamen- te, si scorgeranno colle classi operarie differenze notevoli nel morale e nel fisico , quantunque di spesso non vi sia negl' individui difFerenza alcuna di eta , o di condizione. D' onde si fa manifesta la convenienza ed il bisogno di Del consumo delle Garni 329 temperare 1' alimeiitazione del popolo colle leggi ed esern- pi, clie a questo fine conducoiio. E ditatti coiiosciuto da ognuno quanto la temperanza nei cibi serva utilmente a conscrvare la forza morale nell' uomo, ed a moderarne le passioni istintive; come invece 1' abbondanza degli ali- menti, e specialmente di quelli che dal regno animale si ottengono , sia favorevole alio accrescimento di istinti smo- derati, ed alia procreazione della specie; talche quest' ul- tima osservazione fece anco dire al Montesquieu , che r alimento del pesce si e la precipua cagione dell' ab- bondanza dei fanciulli presso quelle popolazioni, che ahi- tando in luoghi o spiagge marittime e salubri, molto si cibano di questo ahmento animale. Altri fisiologi perfino credettero , che per lo speciale uso abbondante di cibo animale , fossero oggidi maggiormente feconde di figli le nazioni inglesi e russe, in quanto che la osservazione sul- le nascite fa ivi conoscere, che quelle famiglie presenta- no una proporzione di 4 o 5 figli per ciascheduna ; men- tre air opposto di queste, sono meno provviste di figli le famiglie indiane e maomettane , ovvero altre di popoli meridionali , le quali di cibi vegetabili fanno un uso qua- si esclusivo. Ma se giovano le osservazioni degli anticlii filosofi sulla influenza speciale fisica e morale dei cibi a seconda delle loro qualita, ; se giovano pure le osservazioni dai viaggia- tori predetti, fatte intorno la indole di certi popoli per la qualita dei cibi dei quali fanno uso; se le esperienze an- zidette praticate in questo secolo sugli animali , e suU' uo- mo ne persuadono maggiormente di questi diversi efFetti , non e a dirsi di quanta utilita riescano gli studi , che i chimici ed i fisiologi moderni praticarono sulla composi- zione chimica, e sugli equivalenti nutritivi degli alimenti, tanto in riguardo all' uso che debbe fame 1' uomo, quan- to gli animali domestici. » AUora quando la Chimica fisio- » logica ( dice in proposito il Sig. Tholozan ) sara giunta » a fornirci dati analitici sufficienti e paragonabili fi-a lo- » ro, circa il valore nutritivo degli alimenti, la Igiene e » la Economia politica possederanno elementi indispensabili T. VIII. 42 330 Paolo Predieri » per la soluzione della qiiestione, die Interessa niaggior- » inente i Governi ed i Popoli, quella dell' alimenta- » zione ». Volgono tempi, o Sioiiori , iiei quali per il notevole auniento delle popolazioni, e per un tal quale disequili- brio clie potrebbe presentarsi fra il quantitative del pro- dotti della pastorizia, e gli oggetti principali di consumo clie ne abbisogiiano , potrebbero avverarsi difficolta gran- di sociali , riferibili non tanto al buon volere di alcuni , quanto agli imbarazzi economici del inaggior nuinero delle fainiglie j e forse anclie dovrebbe attribuirsi alle deficieuze, clie potessero nascere in causa di annate poco fertili, ovvero ancbe in causa di gravi epizoozie clie si potessero presenta- re di nuovo, e ripetersi assai d' appresso, siccouie nei de- corsi secoli si ebbero ad osservare. Lo studio quiiidi di questo argoniento dell' alimentazione considerate anche da questo lato del cibo animale , la cognizione risguaidante il consumo delle carni , cioe delle varie sue qualita e quantita , non puo clie riescire utile e gradito ad ognuno cui stia a cuore la pubblica Igiene ed il bene della po- polazione. Ed io leggo sempre con deciso piacere, ne mancbero di lodarne a dovere le indagini e le esperienze die a questo proposito praticarono i francesi Dumas, Bous- singault , Payen , Boucbardat , Persoz e Bernard ; i tede- sclii Liebig e Berzelius , e gl' italiani Malaguti , Piria, Tad- dei , Polli e Poggiale , intorno la composizione dei prin- cipali alimenti , in riguardo alia maniera di trasformare 1' u- no di questi in altro , e per quelle cbe si riferisce alia scala di nutriziene rdativa ai medesimi : dai quali utili studi, sembra in oggi esserne almene risultate due cegnizioni di molte pregie , dalle quali poi si potranno in appresso ri- cavarne altre di non lievi vantaggi ripiene. La prima si e die le sestanze azetate servone alia nutriziene dei nostri organi , mentre le nen azetate sono bruciate nella econe- niia, si trasformane in acqua, ed in acide carbenico, pro- ducendo il calore animale. La secenda cognizione si rife- risce alia misura del valore nuti'itivo degli alimenti, il quale valore e in oggi ammesse non doversi seltante cercare Del consuaio delle Garni 33 J nella proporzlone dell' :izoto ch' essi contengono; poiche se le sustanze piive di questo principio sono inette alia nutrizione , quelle azotate non possono bastare sole a qiie- sta i'unzione , ahhisogiiaiido esse del concorso di elernenti respiratoii , e di sali ininerali. A cio anzi pu6 servire di esempio la gelatina allorclie sia data per unico cibo ai cani, i qiiali muoiono dopo poche settimane di questo regime esclusivo ; ineutre colla sola came, che e ineno azotata della gelatina, vivono piu lungo tempo. Una ter- za cognizione si riferisce al potere nutiiente delle sostan- ze alimentari, il quale e stabilito dipendere ancoia dalia lore forma, dalla loro coesione , dalla loro digestibilita ; iuqjerocche di spesso una sostanza ricca di princlpi ali- mentari, ma di difficile digestione , nutrisce meno, e da minor forza di altra materia, la quale sia facilmente disciol- ta dai sughi gastrici. E per nominarne alcuna fra le sostan- ze animali ricordero a cagion di esempio , che la carne nutrisce molto meglio del bianco od albume di uova cot- te , abbencbe quelle due sostanze presentino all' analisi chimica gli stessi princlpi di composizione. La stessa so- miglianza puo dirsi esistere quando si confrontino i prin- cipi componenti il pane , con quegli altri che esistono nella farina niista ad acqua, i quali principi sono simili ai primi, e cio nulla ostante dei secondi molto meno nu- trienti. Quindi per le osservazioni e per gli studi anzidet- ti e ora stabilito, che se la facolta nutriente degli ali- menti generalmente cresce in proporzione dello azoto che questi contengono, pure non tutte le sostanze azotate debbo- no essere considerate eguahnente nutritive per I'uomo, es- sendo per tale fine necessario, che esse siano assorbite sotto la forma proteica. Inoltre a giovare alia buona alimenta- zione dell'uomo, e noto convenirsi una proporzione ed una miscela variabile a seconda»di circostanze individual!, ri- feribili queste alio stato fisico precedente degl' individui , alia loro eta e sesso, al tenore di vita, e alia durata del tempo di amministrazione degli alimenti stessi. Con tutto cio stabilire le proporzioni, e la qualita degli elernenti o sostanze che costituire debbono un pasto norraale all' uomo 332 Paolo Predieri adulto, al fanciuUo, ed al veccliio , fu sempre creduta utile cosa, e per tale riconosciuta dai predetti scrittori, dalle opere dei qnali tolsi le seguenti notizie, le cfuali in oggi sono pur niolto apprezzate c conosciutc le piii pros- siine al vero. E per indicare una dose fra tante stabilite a seconda della classe a cui un iiomo apparti(nie, dirovvi, o Signori , die gli studi teorici , e la pratica esperi(Miza ha dimostrato al Payen (1) che il cibo di un uomo carce- rato deve contenere circa due grammi di azote, e i2 grammi e due centigrainini di carbonio per ogni dieci chi- logrammi del peso dell' individuo. D' onde si conosce die la razione di vitto per un uonio adulto , ozioso , del peso medio di 62 cliilogramnii, deve contenere 12 granuni e mezzo di azoto, e 26 i grammi di carbonio. Quelle cspe- rienze fecero pure conoscere die 1' uomo adulto operaio, a differenza del sedentario ed ozioso, ed anclie del fan- ciullo, o del vecchio, deve raddoppiare la quantita del- r azoto nel cibo , ed accrescere di un quinto ancora la quantita del carbonio (2). Ma queste speciali ed appro- priate alimentazioni, lodevoli perche economiche e saluta- ri ove sieno praticate a dovere , sono fra noi sconosciute in teorica, e trascurate quasi sempre nella pratica, in causa dei costumi antidii delle nostra popolazioni cittadi- ne e campestri, e fors' anclie per le condizioni economi- che degli individui, e delle nostre famiglie, le quali in proporzione dello aumento grande avvenuto anche nella popolazione della nostra provincia, ed in causa dello sta- te attuale della lore intelligenza , econemia, e preduzio- ne, nen ponno sempre ne tutte trovare i giusti mezzi di possedere e di usare della regolare e properzionata me- scelanza voluta dei cibi vegetabili cogli animali , almene nella proporzione die lore si converrebbe : locclie porta poi daiino piu di altri agli individui miserabili , i quali sof- frendo di tale penuria, dimostrano specialmente negli anni (1) Op. nil. pag. 367. 1854. (2) Vedi Gasparin. Cours d' Agriculture. Tom. V. Op. ci(. pag. 368. Del consumo delle Carni 333 carestiosi, reale decadenza nel fisico, tendenza alio srro- fole, alia rachitide, alia pellagra, e quindi aiiclie avviii- mento nel morale per le afllizioni e sofferenze, che di continuo con tale deficienza sono ohbligati di risentire. Qiieste idee generali sngli efFetti dclla diversa alinien- tazione, e questo utili cognizioiii snile qualita del cihi e delle dosi appropriate alle specialita o classi degl' indi- vidiii volgevo nella mia niente , allorche mi venne in peiisiero di apprcndere alcune notizie clie piu d' appresso risguardano la nostra popolazione , perclie ci rischiarano 11 consumo attuale di sostanze animali , dimostrandone per qualche guisa cio clie sia per avveniro in appresso ; mi posi cioe a praticare delle ricerclie per conoscere quale sia il consumo attuale di carni, ed altri cibi animali che si pratica dagli abitanti in generale della nostra citta, confiontando tale consumo con quello dei trascorsi tempi; e ad nn tempo divisai di fame un qualche studio e con- fronto con»il consumo attuale di alcune altre citta italia- ne e stranierc. Ma poiche queste notizie da sole a po- co gioverebbero , mi venne pur anche il pensiere di co- noscere la quantita degli animali diversi che noi possedia- mo, e quella pur anche che posseggono altri Stati ita- liani e stranieri : credei quindi utile cosa il conoscere la provenienza delle carni che quivi si consumano , e lo sta- to attuale in cui trovasi presso di noi questo ramo di pa- storizia; se cioe per gli anni avvenire noi abbiamo moti- vo di temere qualche deficienza di animali bovini e caro prezzo di questi e delle altre carni , ovvero se non dob- l)iamo temere ne 1' uno, ne 1' altro dei due gravissimi in- convenienti. Questo studio politico-medico, che di presen- te si eseguisce presso le coke nazioni , e per ordine stes- so dei loro Governi r, 1 501 244 2.57 G32 68 1 582 336 451 299 617 833 678 527 302 171 2,129 l,21j 800 392 650 540 436 331 210 600 413 313 1,623 1,920 659 607 397 462 971 1,147 623 5G7 591 695 557 432 716 533 774 681 20,001 20,713 1,722 520 430 515 703 439 191 225 976 167 140 602 662 275 1,403 449 312 204 277 157 1,632 601 421 880 597 756 414 720 782 54G 3) ?) 5> 63 3> 3 J) 5> )? 1,980 J5 2,560 3) )) )? )) 55 3,019 3) 1,245 33 264 3) 977 33 112 33 152 53 234 53 1,301 55 660 :, 1,235 3 970 2 16 53 )) 53 )) 55 24 53 j> 5S » 55 17,172 33 15,397 2,100 427 661 525 566 1,071 527 338 679 468 401 791 676 294 1,767 654 610 371 520 422 1,318 457 279 500 532 642 285 514 435 18,890 348 Paolo Puedieri s = IX Z 9 COMUNI ISovi Vaccine Soprani Anininli c Maiui c Maiize e Viiclli Pc- corini Cajne Maiali Riporlo 30 S. Giorgio 31 S. Maria in Duno . . . . 32 Castcl S. Pielro 33 Casal Fiuminese 34 Castiglione 35 Camiignano 36 Piano 37 Loiano 38 Monghidoro 39 Monlcrcnzo 40 Monziino 41 Medicina 42 Castcl Guelfo 43 Poggio Renalico 44 Galliera 45 S. Pietro in Casalc . . . 46 S. Agoslino 47 Porrclla 48 Belvedere 49 Casio e Casola 50 Gaggio Monlano 51 Granaglione 52 S. Giovanni 53 Crevalcorc 51 S. Agala 55 Sala 56 Vergato 57 Castcl d'Ajano 58 Tavcrnola Toiale 20,001 476 757 1,986 809 373 525 424 401 258 581 432 1,370 I 456 ' 569 I 730 ' 701 1,023 132 159 264 387 32 1,602 1,570 535 636 268 170 446 38,139 20,713 433 592 1,267 213 315 248 299 131 326 »76 140 1,478 424 663 744 677 918 92 301 97 444 43 1,173 788 349 381 482 593 262 34,692 7,172 15,397 480 5, 920 ,, 1,534 3,100 223 5,188 93 2,CI0 21 1,903 153 3,377 124 2,206 291 2,157 214 5,002 51 1,970 1,609 244 345 60 463 188 489 243 608 254 637 758 14 1,007 144 10,682 198 1,279 130 2,964 15 2,258 1,359 1 1,191 48 427 6 617 5, 103 1,605 140 2,258 239 2,683 30,013 70,328 2 25 214 222 76 42 159 10 121 345 30 29 10 15 55 1,365 18,890 300 591 1,546 435 313 284 285 4li 161 573 317 626 268 232 267 376 394 77 151 203 323 21 1,140 814 401 412 417 351 422 31,016 Del consumo delle Cauni 3i9 HIASSUNTO (lella qiuiiiiiia dei Bcstiami da Macelln deniinziali nella Frovincia di Bologna. ANNI 1828 1840 18S5 Bovi c Manzi Vacche e Manze Soprani e Vilelli Monioni e Pecore Maiali Capre 37,540 32,943 28,359 92,471 38,526 1,642 41,211 33,684 30,339 98,785 40,066 1,706 38,139 34,692 30,013 70,328 31,046 1,365 350 Paolo Pjiedieri u ©1 2 CQ O > .2 « o O) o o o o o cs o o o w c o cr o « us C 6C •— • — o o r^ o so ■rt > '- — 1^ c^ r^ CO 1 - M c^ O c to .^ CO I-- P3 c o a w r* = •T o- o « •fl- CO -a o •.■:i oo 1 n CO ~~ 5J c^" •^ 1 O O CO o o o ra o o o 05 o o t3 **1n Ol t- 1^ r- -^ ^ rt t^ C^ CO CD 'O ^ o 5M 05 CA CD a 00 T, " •^ - o c^ »■ l_2 1 ' •T c •'T CM CO cc u 00 c ■N "«r o — o^ C^ o "«t c r, CN f> c» o o C^ 50 «r O Oi a r^ o M cs CS^ c OO »0 CO '£ •^ t^ o X J _ t* o c o tr ^ 05 »r5 o o o M c ) o OS o tc 1-^ C£ 5 M e^ CD O ro ir ! O CO C5 — *w « C "i. CO -n* ■— c= •T C^ O c •q« «5 o a ffl ■^ oo *T o o « "^ c^ •^ CO_ CO o c^ o — -o (« •^ o O (^ a O C > vl" CO ■o" CO < «r «c > o CO I^ M CO « o 0! ) o o 00 CO o c > o o (M CO n o c ^ O o rr r~. c o c r o 00 CO o c > o> 05 »0 o c > a CO ,t^ b in c^ o irT • o o js e o c 00 o to to = 4J cT t^ w^ — a Ti cr CO V ." > o u u a> a. c *« u ^o o C3 e3 ._ > o ^ o o *?1 a. CO Del consumo delle Garni 351 o '5) es a. s s H o to C3 S > .S I • '^ ■= ■9 V E o U3 4:1 C2 o 00 ■ 0 •u 0 c= c= w 0 es 0 >■ c 0 u > c « C- «^ E '^ 352 Paolo Predieri o -Eb H 2 §' •9 a>u .J oa 0- , 1 1 t .2 n M 1 1 1 o c c- C ,_ OC 1^ 50 cc e^ •«r •-__o CM CN c o o cc CO cs Jr oa c ^ C3 ^ >a*- < -" -I C 00 w: _" ff^ c «■ T3 O e ■^ C£ <£ E o O p 1 1 1 s o- 1 1 1 .2 r^ CA f^ 00 « V tC '•'' CN O '!^ O c «-) c^ ■^ V > CQ '=> 1 1 1 1 '3 ^ ' 1 1 1 « c^ ^ JD O N ^ 00 SI •«■ a era ■^ ^ o ^ e I 1 1 1 c 1 1 1 1 c c^ o m o: -^ a> a <£ "V o «: 'c^ t^ oc m oc X cr •r ^O 00 •^ X l-» J 5 CM o n ca o c O 1 1 1 1 .2 1 1 1 1 c- cr o <■: a 00 5 =M CT" X s O ^ ■— -< «i CO 00 U9 1 ir c<- P5 M 1 o> s § s cq ^ ■^ c^ CD CT o- b t^ •^ 2 2 O to 1 ^ •« o 1 s = o w s as C .•3 o c- r, r, bD bD S V — 05 O" O) p- u ^c *o u « > C > c c "c b o C2 c Del coNSUiMo delle Garni 353 N. 5. TABELLA dclle Bestie macellate nella Ciil^ di Bologna dal 1819 al 1856. Pccorc Capre ANNATE liovi Vacchc Vilclli Maiali MontoniCastrati c Agnelli 1819 N. 4,609 N. 2,203 N. 4,254 N. 8,554 N. 23,224 1820 4,751 2,001 5,134 8,944 27,520 1821 6,517 2,698 5,173 9,828 24,780 1822 4,847 2,413 5,579 8,199 28,630 1823 5,03 1 3,296 6,68 1 8,162 30,015 1821 4,969 3,190 5,066 7,671 32,714 1825 4,875 3,215 5,946 8,301 31,813 1826 5,289 3,108 5,121 7,453 29,987 1827 5,319 2,707 5,012 7,550 32,122 1828 5,737 2.791 4,419 7,113 36,217 1829 5,653 2.517 3,796 7,618 27,279 1 830 5,552 2,317 3,877 6,814 23,139 1831 5,301 1,874 2,151 6,472 35,37 1 1832 5,798 1,582 1,774 5,819 41,459 1833 5,387 1,915 2,809 7,550 41,110 1834 5,329 2,467 3,615 6,935 48,630 1835 6,159 2,798 4,029 8,203 43,813 1836 4,519 3,333 3,541 6,978 46,376 1837 4,855 3,436 3,001 7,510 41,150 1838 4,468 2,994 2,773 7,136 41,723 1839 4,144 3,334 2,566 7,289 43,117 1840 4,137 3,408 2,2-.3 7,202 44,686 18il 3,831 3, 1 56 3,645 7,318 45,053 1812 3,896 2,998 3,57 1 6,731 25,405 1813 4,134 2,591 4,210 7,197 33,819 1814 4,436 2,607 4,912 7,867 28,976 1815 4,201 2,528 4,326 7,107 27,930 184fi 3,858 2,439 3,901 7,131 26,227 1817 4,070 2,365 4,756 7,618 26,662 1848 3,881 2,542 4,188 7,428 21,989 1849 4,262 2,812 3,921 7,801 17,530 1850 4,688 3,761 3,570 7,135 25,047 1851 4,812 3,298 3,386 8,312 23,546 1852 4,391 3,474 4,203 7,754 20,813 1853 4,110 3,658 4,650 8,072 21,041 1854 4,394 3,491 4,291 6,789 12,735 1855 5,190 3,678 4,885 6,915 21,051 1856 4,907 3,067 4,066 6,448 30,361 T. VIII. 45 354 Paolo Predieri a e B S o a fcotj bo CO '— a -M s a 2 ••= 4) ° .2 ™ m H — .S S S ■« - WJ _ « 2 « '— eo .S 05 .S - — '^ .- 5 « ■= .S. •= « CO _ -S .2 • -o cuoo -3 o _ „ c/3 eg s s ** = S o ^ sa w C4 ;o 00 — a « 15 -a o c? OS O »fl o o ^s* t^ O OS 05 — — 00 "^p CO C^l CO o CO 05 >o '.M ^ *ri 05 m 03 CO 00 oo >a CO »>. CO "^ U3 o o o o o o o o O O o o o o o o o o o o (-» o o o o o o o o o <-> «5 o CD o o 05 o CO o o t^ OS o oo V3 00 (M r^ o n *■ ^^ ^^ ^- -^ s _2 Q. ^ o "T o _ ss CO 1^ ^^ n •« ■«• r^ ^ o ^ •T "V «5 U5 m « o »«p o ■*?• Wl 00 00 OO 00 00 00 00 00 00 00 00 00 00 SULL' ACCOJIODAIIEMO DELL'OCCHIOUMANO PER LA VISIONE DISTI1\TA ALLE DIVERSE DISTANZE DEL PROF. LOREI\ZO RESPIGIII (Lelta nella Sessiooe del 4 Oicembrc 1856.) 0. ^uantunque 1' uomo possa gloriarsi di avere conseguito nello studio dell' organo della vista dei success! uiolto pita felici di quelli conseguiti nello studio degli altri organ! della sua inacchina animale, avendo potuto in esso defi- nire con tutta la desiderabile certezza I' ufficio delle sue principal i parti, in modo da carat terizzare il meccanismo della visione come un semplicissimo risultato delle ottiche leggi , jiure e costretto di confessare , che anche sopra questo mirabilissinio oigano gli restano tuttora alcuni se- greti a svelare , specialmente per rapporto a certe prero- gative , delle quali 1' esperienza ci mostra essere il mede- siino fornito, senza che si possa riconoscere, per mezzo dei dati sperinientali finora raccolti , il come vengano es- se a quello procurate. Fra tali prerogative merita speciale considerazione quel- la in forza della quale puo il nostro occhio acconiodarsi alia visione distinta degli oggetti posti a diversissime di- stanze ; prerogativa constatata dal fatto , ma non ancora 356 Lorenzo Respighi dalla teoria dedotta come legittima conseguenza del mec- canismo della visione, deterininato secondo i dati finora stabiliti. Esaminando attentamente le diverse parti che costitui- scono il sistema rifraiigente dell' occliio umano, si ricono- scono tutte mirabilmente disposte a inodificare la direzione dei raooi luininosi, da cui sono attraversate, in modo da formare sulla retina, o vicino alia medesima, una iinma- gine distinta e fedele del corpo da cui provengono ; e da cio appunto si e dedotto, essere condizione indispensabile alia visione distinta degli oggetti la forinazione delle lore regolari immagini sulla retina, che costituisce la parte sen- sibile di questo mirabilissinio organo. Cosicclie si e dedotto, che 1' occhio fisicamente consi- derate pno ritenersi come un sistema di lenti , od una lente composta destinata a formare sulla retina le immagi- ni degli oggetti esterni , nella stessa guisa che gli obbiet- tivi degli stromenti ottici le formano nei rispettivi fuochi; e con cio il meccanismo della visione, considerato sotto r aspetto fisico , puo ritenersi come un risultato sempli- cissimo delle leggi generali secondo le quali viene modi- ficata la luce nel suo passaggio attraverso ai sistemi ri- frangenti. Se non che potendosi coll' occhio ben conformato ot- tenere la visione distinta degli oggetti posti alia distanza di pochi centimetri , non meno die alia distanza di molti metri e molte miglia, e necessario di ammettere che per tutte queste distanze degli oggetti venga sempre verifica- ta questa condizione, che la loro immagine si formi sulla retina. Evidentemente questa condizione non potrebbe verifi- carsi qualora la struttura dell' occhio si mantenesse asso- lutamente invariabile, e non fosse questo dotato di ima forza regolatrice , per mezzo della quale con apposito mec- canismo venga modificata la conformazione o distribnzio- ne delle sue parti, in modo da portare per qualunque distanza degli oggetti le loro immagini sulla membrana sensibile. Sull' accomod. dell' OCCHIO UMANO 357 Le modificazioni nella struttura dell' occhio, che dalla teoria vengono suggeiite come atte a produrre qucsto ef- fetto , sono le segiienti : 1." Una vaiiahilita nella lunghezza del gloho oculare , in forza della quale venga la retina convenientenieute av- vicinata, od alioiitniiata dalla Icnte cristallina, in modo da essere poitata dove si Ibrniano le inmiagini degli oggetti , corrispondentemente alle loro distanze dall' occhio. 2." Una niohilita della lente cristallina lungo 1' asse deir occhio , tai<^ da perinettere a questa di avvicinarsi , od alloiitauarsi dalla retina, in modo da portare sempre su di essa le immagini deeli oggetti. 3.° Una variahilita nella curvatura delle superficie della lente cristallina, atta ad aumentare o diminuire la con- vergenza dei raggi in confonnita della distanza degli og- getti , di maniera che la posizione della imniagine si man- tenga invariahile e sempre coincidente sulla retina. 4." Un camhiamento nella curvatura della cornea, per mezzo del quale venga moderata la sua forza di conver- genza in conl'ormita delle diverse distanze degli oggetti, di guisa die le loro innnagiui si formino sempre alia stes- sa distanza, e precisainente sulla retina. I fisici ed i fisiologi attentamente esaminando le circo- stanze e le condizioni, secondo le quali si ottiene la vi- sione distinta degli oggetti alle varie distanze, hanno cer- cato di provare per mezzo della esperienza , quale di que- sta modiHcazioni realinente possa produrre 1' accomoda- mento nella distanza focale del!' occhio, e in relazione a ci6 hanno proposto diverse ipotesi relatlvainejite al mec- canismo col quale pu6 ritenersi procurata' all'organo que- sta singolarissima prerogativa. Malgrado per6 gl' impor- tanti lavori dei qnali la scienza e stata in questo soggetto arricchita, e forza il confessare, che Hnora nessuna di qne- 3te ipotesi si trova abhastanza concordante coi dati am- missibili sulla struttura dell' occhio, da poterla accettare come soddisfacente spiegazione del fenomeno in discorso. L' importanza della presente questione e il desiderio di arrecare alia medesima qualche ulteriore schiarimento mi 358 Lorenzo Respighi hanno iinpegnato ad instituire su di esso un accurate e minute esaine ; e siccome i risultati che ie he potute ri- cavarne non mi sembrano del tutto indegni della consi- derazioue di questo Corpo Accademico , cosi mi faccio aniine a sottoporli ai suoi saggissimi giudizi. Priinieianiente mi sono proposto di piecisare le princi- pali condizioni uelle quali si opera 1' accomodamento nella distauza focaie dell' occhio, e da queste mi e risultate, che esso deve considerarsi come un cambiamento fisico della parte centrale del sisteina rifraiigente dell' occhio stesso. Discutendo poscia i diversi cambiamenti ammissibili sul- la struttura dell' occhio, per ottenere le richieste variazio- ni nella sua distauza focaie , trove molto improbabile lo spostamento del cristalline e il cambiamento di curvatura delle sue superficie , mentre trove molto ragionevolmente ammissibile il cambiamento nella curvatura della cornea, perche i ristretti limlti assegnati a questo dalla teoria so- no i piu compatibili colla struttura e costituzione dell' oc- chio, e perche 1' esperienza mestra che la curvatura del- la cornea ha una reale e grandissima influenza suUa fa- colta deir accomodamento. Per rispetto poi al meccanismo, col quale si pu6 rite- nere prodotto il cambiamento nella curvatura della cornea, anziche ricercarlo nelle pressioni esercitate esternamente sul globe oculare dai muscoli destinati a predurre in que- sto i necessari movimenti, ie trove doversi il medesimo ricercare nell' interne dell' occhio, e ritenersi come atto a predurre una aziene immediata sulla parte centrale del- la cornea. Consideraudo poi che 1' atto dell' accomoda- mento e sempre accompagnate da cambiamenti nella cen- fermazione dell' iride , in mode che esse sembra a questi necessariamente subordinate, cosi se ne deduce essere con- forme ragiene il supporre in questi cambiamenti e movi- menti deir iride la causa immediata delle variazieni di curvatura nella cornea ; e ridotta la questione a questi termini, si conchiude mostrando il mode secondo il qua- le pue ragionevolmente ritenersi che 1' iride ne' suoi mo- vimenti agisca meccanicamente sulla parte centrale della Soll' accomod. dell' occhio umano 359 cornea, per determinare nella medesima i vari gradl di curvatura necessari per la visione distinta alle diverse distanze. Condiziom secondo le quali si opera V accomodamento deir occhio. 1.° Neir atto deir accomodamento dell' occhio alia vi- sione distinta a diverse distanze avviene un cambiamento o alterazione fisica nel sisteina ottico del medesimo, in forza del la quale secondo la determinata distanza dell' og- getto osservato il sistema stesso entro certi liniiti prende una particolare costituzione , atta a produrre sulla retina la formazione della immagine distinta di quell' oggetto. Cio risulta dal veriticarsi costanteniente die guaidando o ad occhio nudo , o ad occhio armato di un diafiamma minore della pupilla, oggetti posti a distanze diverse, e situati prossimamente nella stessa direzione, non si puo contemporaneamente ottenere la visione distinta di tutti questi oggetti ; ma invece rendendo distinta la visione di uno di essi gli altri ci appariscono indistinti e diffusi , presentando delle apparenze del tiitto simili a quelle che si ottengono nelle immagini formate coUe ordinarie com- binazioni di lenti. 2.° Nell' accomodamento dell' occhio per le diverse di- stanze la posizione relativa del ceiitro ottico del siste- ma rifrangente oculare coUa retina e alterata, e cioe il centro ottico si accosta alia retina quando osserviamo og- getti vicini, e viceversa se ne allontana quando osservia- mo oggetti lontani. Cio si deduce dai seguenti esperimenti. Si gnardi un oggetto distante dall' occhio di O^jSO circa e disposto in modo da presentarsi fra due altri oggetti molto luminosi, p. e. due piccole fiamme molto lontane dall' occhio, e si fissi la distanza angolare o apparente dei centri delle im- magini diffuse di questi due oggetti. Cio posto si passi dalla visione distinta dell' oggetto vicino a quella dei due lontani, e si trovera notevolmente aumentata la lore 360 Lorenzo Respighi distanza apparente. Viceversa accomodate prima V occhio alia visione distinta dei due oggetti lontani , e fissata la loro distanza ajjparente , passaudo iminediatamente a guar- dare 1' oggftto vicino si osserveiu una sensihile diminu- zione nella distanza apparente dei centri deiie immagini diffuse dei due oggetti lontani. Questi fatti provano evidentemente che passando dalla visione distinta a piccole distanze a quella delle distanze maggiori, le immagini degli oggetti suUa retina si allon- tanano ; e che viceversa passando dalla visione distinta a grandi distanze a quella delle distanze minori le immagi- ni degli oggetti suUa retina si avvicinano ; e percio ne conseguita che nel primo caso il centro ottico del siste- ma ritVangente si allontana dalla retina, e nel secondo caso invece le si avvicina. 3.° La facolta deli' accomodamento dell' occhio trovasi ristretta nella parte centrale del sistema rifrangente, men- tre le parti eccentriche presentano sempre aberrazione di sfericita e di rehangibilita, producendo nella massima par- te i conosciuti fenomeni di irradiazione. Infatti guardando oggetti tanto lontani quanto vicini at- traverso un diaframma, portante un foro circolare minore della pupilla, appariscono questi molto piii distinti che all' occhio nudo, quando il diaframma corrisponde alia par- te centrale della piipilla, presentandosi allora i medesi- mi, quantunque nieno splendenti, pure meglio definiti al loro contorno e nei loro dettagli corrispondentemente alia loro reali forme e diniensioni, e quasi del tutto spogli da"li effetti di irradiazione. Mentre llicendo coincidere il diaframma colle parti eccentriche alia pupilla , gli oggetti appariscono indistinti e diffusi , presentando inoltre al lo- ro hordo pill o meno decisi i colori dell' iride. Questo feiiomeno si osserva nella sua massima estensio- ne esperimentando colla pupilla molto dilatata o artificial- mente coi mezzi a cio opportuni , o naturalmente nella oscurita della notte, e guardando oggetti piccoli e molto luminosi, come sono le primarie stelle, i pianeti principa- li, la luna, le fiamme a gaz ec. Sull' acgomod. dell* ocghio umano 361 i.° La parte eccentrica del sistema rifrangente dell' oc- cliio neir atto dell' accoinodaniento rimane invariabile. Durante iiiui notte serena si rivolga lo sguardo ad una Stella, nou niolto lontano dalla (juale si trovi uii' altra Stella niolto splendente, p. e. di prima grandezza, e si collochi davanti all' occhio an diafranima in modo da per- mettere ai raggi luininosi della prima Stella 1' ingresso per la parte centrale dell' occhio e nella direzione del suo asse, costringendo i raggi luminosi della seconda ad en- trare nell' occhio per una parte eccentrica. Cio posto , sen- za camhiare la direzione dell' asse ottico dell' occhio, si procurino a questo diversi gradi di accomodamento fissan- do successivamente lo sguardo a distanze minori , e si os- servera, che mentre la Stella vista per la parte centrale deir occhio va preudendo successivamente una forma od apparenza tanto piu dilFusa, quanto minore e la distanza per la quale si accomoda la visione, 1' altra stella invece, vista per la parte eccentrica dell' occhio , ci presenta sem- pre la stessa a[)parenza e figura. Invece di due stelle si possono usare in questo esperimento due altri oggetti qua- lunque, purche siano sufficientemente lontani, molto pic- coli e niolto spleiidenti , e purche la pupilla si trovi per oscurita abbastaiiza dilatata. E da avvertire che per que- sti esperimenti bisogna procurarsi la facolti di percepire simultaneaniente e con sufficiente distiiizione 1' aspetto o forma apparente dei due oggetti luminosi, cio che facil- mente si ottiene coll' opportune esercizio. 5.° Nell' accomodamento dell' occhio alle diverse distan- ze avviene costantemente una variazione nel diainetro del- la pupilla; e cioe la pupilla si dilata, quando si passa dalla visione di uii oggetto vicino a quella di un lontano, e viceversa si restringe quando si passa dalla visione di un oggetto lontano a quella di un vicino. Cio puossi facilmente verificare osservando attentamente 1' occhio di un individuo qualunque nell' atto die esse si va accomodando per la visione distinta di oggetti posti a distanze diverse , poiclie costantemente si osserva , che la pupilla si va successivamente dilatando, quando 1' occhio T. viii. 46 362 Lorenzo Respighi trasporta successivamoute lo sguardo dagli oggetti viciiii ai lontani, e viceversa si restringe quando lo sguardo passa dagli oggetti lontani ai viciiii. 6." Le variazioni nel diametro della piipilla iiell' atto dell' acconiodaiiuMito si piesciitaiio eguahncule, taiito nel guardare gli oggetti coll' occhio nudo o libero, qiianto nel giuuilare i niedesinii attraveiso a diaframmi di aperture minori di quella della pupilla. Infatti si osservi attentamente 1' occhio di un individuo, quando senza diafrainma si accomoda alia visione distinta a diverse distanze, e si deterniiiiino le corrispondenti va- riazioni nel diametro della pupilla; poscia si osservi 1' oc- chio stesso quando, guardando attraverso al diaframma, si accomoda alle stcsse distanze, e si rileveranno costante- mente le stesse variazioni osservate nel caso antecedente. 7.° L' occhio a pupilla o artificialniente , o naturahnen- te dilatata si mantiene piu facihnente e lungamente ac- coniodato alle grandi clie alle piccole distanze ; e vicever- sa r occhio a pupilla niolto ristretta, per efFetto di viva impressione di luce , si mantiene piii facilmente e lunga- mente acconiodato alle distanze minori, che alle maggiori. Si osserviuo durante la notte oggetti lontani, e si tro- vera, che 1' occhio senza sensibile sforzo si mantiene per qp^ialunque tempo acconiodato alia loro distanza in modo che essi ci appariscouo sempre egualmeute distinti ; si osserviuo invece oggetti vicini e si trovera, che la loro vi- sione distinta non puo prolungarsi senza un sensibilissimo e spiacevole sforzo. Al contrario osservando colla pupilla ristretta per efFet- to di una viva luce oggetti vicini, si potranuo questi per lungo tempo, e quasi senza sensibile sforzo vedere distin- tamente , mentre guardando oggetti lontani non potra questo ottenersi senza un continuo e doloroso sforzo. 8.° L' occhio nello stato di pupilla molto dilatata e presbita relativamente alio stato di pupilla molto ristretta. Sotto una forte impressione di luce, e quindi coll' oc- chio a pupilla molto ristretta, si determini la minima di- stanza, alia quale puo vedersi distintamente un piccolo Sull' accomod. dell' occhio umano 363 oggetto ; qiiindi lendendo la piipilla inolto dilatata sot- traendola alia viva luce, guardaiido 1' oggetto si trove- ra, die per vederlo distiiito e uecessario di collocailo ad una distanza maggiore di (juella ora detenninata. Ripe- tendo r esperiineuto in modo inverso si troveia un lisulta- to opposto. Lo .stesso intento si ragglunge eziandio col dilatare ar- tificiahnente coll' uso dc^H' atropina, o con allio simile mezzo, una delle due pupille, procurando che 1' altra re- sti nel suo stato noiniale, poiche allora si trova, die lo stesso oggetto, per essere visto distintamente coll' occhio a pupilla dilatata, deve collocarsi ad una distanza niaggio- re di quella richiesta per 1' occhio colla pupilla norinale. Mezzi pel quali deve ritenersi prodotto V accomodamento deir occhio. In conformita alle condizioni, secondo le quali si e ora provato operarsi lo stato di acconiodaniento dell' occiiio, possiaino iiii da questo momento stabilire, che esso risulta da una reale alterazione o modificazione prodotta nel siste- ma ottico dell' occhio stesso ; e che appunto per effetto di questa si ottengono suUa retina distinte e precise le im- magini degli oggetti posti a diverse distanze; e non gii per elFctto di proprieta gcometriche appartenenti alia strut- tura del sisteina oculare , per mezzo delle quali alcuni fisici e geometri hanno ainmesso potersi ottenere sulla re- tina distinte le immagini degli oggetti posti a qualunque distanza, senza il concorso di alcuna variazioiie nella strut- tura suildetta. Senza movere dubhio sulla verita delle teo- rie da cui si e dedotta questa conseguenza, si puo asseri- re die essa non e applicahile al caso nostro, perche 1' e- sperienza prova nel modo il piii incontestabile che nel- r atto dell' accomodamento avviene un caiubiamento fisico nel sisteina oculare. Considerando j)oi che la facolta dell' accomodamento persiste nell' occhio andie (juando viene al medesimo pro- curata una pupilla artificiale invariabile, per mezzo di un 364 Lorenzo Respighi diatVainma di apertura minore di quella della pupilla stes- sa, possiaino stabilire che la modificazione o alteiazione nel sistema oculare , alia quale deve attribuirsi 1' accomo- damento, non consiste seinplicemente nella variazione del diamctro della pupilla cousiderata coine diaframma ; poi- chc in (|uesto case venendo annuUata 1' influenza di que- sto diafrannna, dovrebbe annnllarsi ancora la facolta del- r acconiodaniento. Questa conclusione ci autorizza lin d'ora a rinunziare alle teorie, secondo le quali Pouillet, Miles ed altri hanno cercato di spiegare 1' accomodainento del- r occbio come semplice efFetto delle variazioni del diame- tro della pupilla , dispensandoci dal ricoirere per questo alle incite altre difficolta opponibili alle teorie medesime. Con questo non si intende pero di stabilire in mode assoluto die le variazioni del diametro della pupilla non contribuiscano ancb' esse alia visione distinta , cbe an- zi si riconosce nelle medesime iin mezzo mirabilissimo ed efficacissimo per moderare i sinistri effetti delle aberrazio- ni del sistema rifrangente dell' occbio ; ma soltanto si vuole stabilire che indipendentemente da esse 1' occbio possiede entro certi limiti la facolta di far coincidere sul- la iTtina le immagini degli oggetti, qualunque siasi la lo- ro distanza. Essendosi mostrato cbe nell' atto dell' accomodamento il centro ottico del sistema rifrangente dell' occbio si spo- sta relativamente alia retina, e cbe cioe esso si allontana da questa, quarido si passa dalla visione a piccole distan- ze alle distanze maooiori , e cbe viceversa le si avvicina , quando si |>assa dalla visione a grandi distanze a quella delle distanze minori, cosi si puo stabilire cbe F accomoda- mento deir occbio non e prodotto da un semplice sposta- mento della retina, ma bensi da una variazione nella for- za di convergenza del sistema rifrangente dell' occbio. Infatti se nell' atto dell' accomodamento dell' occbio il sistema rifrangente rimanesse invariabile , le immagini de- gli oggetti lontani si formerebbero piu vicine alia lente cristallina, e le immagini dei vicini si formerebbero ad una maggiore distanza dalla lente stessa; e secondo la teoria Sui.l' accomod. dell' OCCHIO UMANO 365 si puo stabilire die la difFerenza delle lunghezze focali corrispondenti alia massima ed alia minima distanza della visione distinta, ammonterebhe nell' occhio ben conforma- to a non mono di 2""". Percio nel passaggio della visione distinta dalle minime alle massime distanze, se la retina si trasportasse nel piano focale per raccogliere le imma- gini degli oggetti , dovrebbe avvicinarsi al cristallino di girnn circa , e perci6 dovrebbe avvicinarsi d' altrettanto al centre ottico del sistema rifraiigente ; mentre nel passag- gio inverse, cioe della visione alle massime distanze a qnel- la delle mininie, dovrebbe la retina allontanarsi dal cristal- lino, e qnindi dal centro ottico di 2™™ circa. Mostrando invece 1' esperienza die nel primo caso il centro ottico si allontana dalla retina , e cbe nel secondo caso le si av- vicina , dobbiaino necessariamente concbiudere cbe 1' ac- comodamento dell' occbio non piio consistere nel supposto spostamento della retina. Qiiesto argomento pno esprimersi ancora nei seguenti termini : se 1' accomodamento dell' occbio nel passaggio dalla visione distinta degli oggetti vicini a quella dei lon- tani si ottenesse per 1' avvicinamento della retina al cri- stallino, le inimagini degli oggetti sulla retina dovrebbero avvicinarsi fra di loro ; nel passaggio poi dalla visione del- le grandi a quella delle minori distanze, se 1' accomoda- mento deir occbio si ottenesse per 1' allontanamento del- la retina al cristallino , le immagini degli oggetti dovreb- bero fra di loro allontanarsi; ma essendo cio in decisa op- posizione coi risultati della esperienza, ne dobbiamo con- cbiudere cbe r accomodamento non dipende dal supposto movimento della retina. Dietro questa conclusione possiamo stabilire, cbe non sono ammissibili le teorie suH' accomodamento dell' occhio appoggiate da Keplero, Descartes e molti altri sulla sup- posizione dello spostamento della retina prodotto dall' al- lungamento e sdiiacciainento del globo oculare nella di- rezione del suo asse longitudinale , senza avere bisogno di mostrare 1' insussistenza di qneste teorie ricorrendo ad argomenti indiretti, dedotti dalla incompatibilita di 366 Lorenzo Respighi qiiesti luoviinenti colla stiuttura e costituzioue del bul- bo oculare. Escluso lo spostamento della retina, per ispiegare 1' ac- comodainento dell' occliio iion ci resta clie di ricorrere ad iin caiuliiaiiieiito tlsico nel sisteina ritVaiigente di questo, consideraiulo V accomodaiuciito stesso coine un risultato imiuediato di una altorazioiie nella forma o dis()()8izione delle parti inte{;ranti del sistenia suddetto , iu torza della quale alterazione viene, in relazione alle diverse distaiize degli oggetti, nioditicata la sua forza di convergenza in mode, clie Ic ininiagini di questi vengono seinpre formate suUa retina. Cio ne obbliga a considerare la parte centrale del si- stenia rifiangente dell' occliio come una leiite composta di luniibezza focale variabile, e soiiiietta ad una forza re- golatrice , die corrispondenteinente alle diverse distanze degli oggetti procura ad esso quel diversi gradi di con- vere;enza , clie sono necessari per mantenere costantemen- te suUa retina le immagini degli oggetti niedesimi indi- pendentemente dalla loro distanza dall' occhio. II grado di convergenza del sistema rifiangente oculare, supposti invariabili gli indici di rifiazione dei mezzi dia- fani clie lo compongono , non potendo dipendere clie dal- la distanza del cristallino alia cornea, dalla curvatura del- la superficie anteriore e posteriore del cristallino mede- simo , e final mente dalla curvatura della cornea , dob- biaino concliiudcie clie 1' acconiodamento dell' occbio non puo essere prodotto se non clie da convenienti niodifica- zioni o variazioni sopravenienti in qualcuno di questi ele- menti. Prima di indagare se 1' accomodamento possa plu ragio- nevolmente attribuirsi alio spostamento del cristallino, o alle variazioni dei raggi di curvatura delle sue superficie, o alia variazionc del raggio di curvatura della cornea , torna opportuno di determinare i liniiti di distanza entro i quali si ottiene la visione distinta ; poiclie egli e per mezzo di questi, clie si potnY poi calcolare la quantita o giandezza di quelle variazioni, per vedere quindi quali di Sull' acco.mod. ijkll' occiiio umano 367 esse siano piii consentanee alia struttura e costituzione del gloho oculare. La detcriiiiiiazioiie precisa dei liiniti di distanza, entro i quali j)u6 utilineiite operaisi 1' accomodaineiito dell' oc- ciiio, prcsenta graiidissiiiie dilficoita, non solo perche essi variaiio du iiii individuo alTaltio, ma eziandio perche variano secoudo le diverse circostanzo aiiclie iicllo stesso occliio, e perche non e possibile di stahilire an grade assoliito di distinzione nella visione degli oggetti, dipen- dendo in parte qiiesta distinzione da elementi estranei a quelli del sistema fisico. Qiiaiitunqiie pero non si possano in modo generale sta- hilire con precisione questi limiti, pure non e difficile il determinarli in modo ahhastanza approssimativo, per poter- li stahilire come hase del calcolo approssimato delle va- riazioni necessarie all' accomodamento dell' occhio. Per determinare la minima distanza della visione distin- ta ho preferito 1' osservazione di piccole immagini lumi- nosc ottenute dalla luce di un liime rillessa da superlicie sferiche convesse , perche nella visione di queste immagi- ni si possono facilmente rilevare le minime deformazioni o dilTusioni prodotte da un non perfetto aggiustamento della di-;tanza locale del sistema rifransrente dell' occhio. Avvicinate queste iminagini a pochi centimetri dalT oc- chio ci presentano vnia figura simmetrica irradiata, assai diffusa cd oscura nella sua parte centrale; allontanando poscia continuamente 1' occhio dalle medesime, si vede la loro figura restringersi ed aumentarsi di lucentezza , finche raggiunta una certa distanza ci si presentano nitidissime, e delineate con una precisione quasi geometrica. Procu- rando allora di accomodare la vista ad una minore distan- za, sforzandosi di guardare un oggetto piii vicino, posto sulla direzionedi quelle immagini, ogni sforzo riesce inef- ficace , restando totalmente invariahile 1' aspetto di queste immagini. Si puo quindi ritenere di avere determinata dalla distanza di ([ueste immagini dall' occhio la minima distan- za, alia ([uale piio utilmente esercitarsi la facolta dell' ac- comodamento. Questo intento pu6 raggiungersi ancora col 368 Lorenzo Respighi segiiente processo: nella direzione di un lume molto lontauo o di una Stella inolto luininosa collocato un piccolo oggetto, e iue:;li() luia iinmagine luininosa ottenuta per riflessione, come neir esperiinento antecedente , si avvicini questa suc- cessivamente all' occhio procuraudo sempre di ottenerne la visione distinta, e si vedra die il lunie lontano o la Stella va piendendo coutlnuameute una forma stellare ogno- ra piu dirt'usa ed oscura al suo centre : tinclie portato il piccolo oggetto o 1' inimagine riflessa alia minima distanza della visione distinta, 1' aspetto del lume o della Stella, raggiunto lui massimo di diffusione o di dilatazione, si niantiene invariabile sotto qualunque sforzo da noi eserci- tato per vedere distintamente l' oggetto vicino nell' atto che esso si va ulteriormente avvicinaudo all' occhio. Misurando la minima distauza della visione distinta cosi determinata, in ripetuti esperimenti ho trovato che sotto una mediocre impressione di luce , essa corrisponde molto prossimamente a 0'",20 ; misurandola poi sotto una forte impressione di luce riesciva minore di un centimetro circa, menti'e nella oscurita della notte mi e riescita di 0"", 22 circa. Da cio possiamo conchiudere che nelle circostanze ordinarie la forza di convergenza del sistema rifrangente deir occhio puo aumentare fino al punto di far converge- re sulla retina i raggi divergenti da un punto luminoso posto alia distanza di O^jSO dall' occhio stesso. Per determinare 1' altro limite, ossia la massima distan- za, alia quale puo ottenersi la visione distinta, io osser- vava contemporaneamente due oggetti posti prossimamen- te nella stessa direzione, uno lontanissimo e molto splen- dente come un lume, od una delle principali stelle o pia- neti, r altro vicino e anch' esso molto luminoso e spe- cialmcnte V inimagine di un lume ottenuta per riflessione da una superficie convessa. Rivolgendo lo sguardo sul- r oggetto vicino, il lume lontano o 1' astro si presentano dapprima molto diflfusi ; ma allontanando successivamen- te r oggetto vicino , direttamente osservato , si presenta- no quelli successivainente meno difFusi , finclie giunto questo alia distanza di 8"" circa, gli oggetti lontani ci si / Sull' accomod. dell' occhio umano 369 presentano sotto una ligiua identica a qiiella che si ottie- ne rivolgendo direttainente lo sguardo sui medesiini. Cio prova die 1' acconiodamento dell' occhio alle distaiize mag- giori di 8™ e quello stesso die serve per le distanze niag- giori , per le quali e quiiidi a riteiiersi che le variaziuiii nella distanza f'ocaie liescano oltre questo liniite insensibili. Possiamo pcrtanto stahiiire che le distanze, per le t[iia- li si puo ottenere l' acconiodamento per la visione distin- ta, souo comprese da 0™, 20 ad 8"; considerando pero che per cagionc del fortissimo grado di convergenza del sistema rifrangente dell' occhio la sua distanza focale per gli og- getti, posti a tutte le distanze superiori ad 8™, e sensibil- mente costante , cosi possiamo ammettere che i limiti di distanza nella visione distinta sono : distanza minima 0", 20, distanza massima co , infniito. Appartenendo il mio occhio alia classe dei ben confor- mati , si possono considerare questi limiti come quelli entro i cpiali prossimamente si esercita 1' accoinodamento deir occhio normale , e corrispondentemente a questi de- terminare le variazioni che si dovrebbero efFettuare nei diversi dementi del sistema rifrangente dell' occhio, per mantenere costantemente sulla retina 1' immagine degli og- getti posti a qualunque distanza dell' occhio stesso. Per valutare converiientemente queste variazioni, suppo- sta dapprima invariabile la struttura dell' occhio, propo- niamoci di determinare relativamentc al cristallino la po- sizione delle immagini di due oggetti luminosi, uno dei quali si trovi alia massima distanza della visione distinta, cioe ad luia distanza infinita; 1' altro alia minima, cioe a 0'",2(». Bastando al nostro intento di determinare approssimati- vamente queste posizioni, potremo fare le seguenti suppo- sizioni, che molto si accostano al vero, e cioe die la cornea sia una superficie sferica rifrangente convessa, aven- te un raggio di curvatura r=7""",5, e die il cristallino sia una lente sferica biconvessa, aveiite il raggio di curva- tura della superficie anteriore /il = 8""",5, e quello ddla posteriore R' = 5""°,5, con una grossezza 2k = 5""". Si T. VIII. 47 370 Lorenzo Respichi supponga inoltre chc 1' iiidice di rifrazione nel passaggio della luce dalP aria all' uinore acqueo, attraverso alia cor- nea, sia n=: 1,337; e che 1' indice di rifrazione nel pas- saggio della luce dall' umore acqueo, o dall' uinore vitreo al cristallino sia //=l,Oi(». Cio posto immaginando sull' asse ottico dell' occhio, o vicino ad esso, collocato un punlo lutninoso alia distanza a dalla cornea, i raggi luniinosi, da esso trasmessi sulla par- te centrale di questa , rifrangendosi attraverso ad essa , convergeranno in un fnoco coniune, ad una distanza D dalla cornea, deterniinata dalla nota formola nar a{n — 1 ) — r Sostituiti in questa formola per « ed r i valori superior- mente indicati, e facendo prima a=:co, poscia a=:0'",20, si trovera pel primo caso £> = 29""»,75, e pel secondo D =33'""',92: il che significa che i raggi provenienti sulla cornea pa- ralelli, o divergenti da punto lontanissimo dall' occhio , ri- fratti neir umore acqueo, convergono in un punto distan- te dalla superficie anteriore della cornea di 29""", 75; e che i raggi provenienti sulla cornea da un punto distan- te da essa di 0"',20 convergono invece ad una distanza di 33"'™,92. Volendo ora determinare il punto, in cui i raggi lumi- nosi gla rifratti dalla cornea convergeranno , dopo la se- conda rifrazione ricevuta attraverso al cristallino, si sup- ponga la superficie anteriore di questo distante da quel- la della cornea di i""™, e si cliiami A la distanza di quel punto o fnoco dalla superficie posteriore del cristallino me- desimo ; e si potra ricavare il suo valore dalla nota for- mola 1 A= ■ — , n—\ n—\ 1 2rt'M R K h K 2 Sull' accomod. dell' occhio umano 371 sostituendo in essa alle qiiaiilita R, W , n ed u i valori superiormente stabiliti , e per K il suo valore ricavato dal- la equazione n'hR facendo pel priino caso, cioe pei raggi provenienti dalT og- getto loiitanissinio, /i = — ( 29""",75 — "4""",00) = — 2r)'""',75, e pel secondo caso, ossia per i raggi provenienti dall'og- getto posto alia distaiiza di 0"',20, A = — ( 33'""',92 — i"""00) = _2<)"'"',;)2. Con queste sostituzioni si ottena pel primo caso A= 15""»,53 e pel secondo A= 17""", 63. Da cio risulta che, supposto iiivariabile il sistema rifran- gente dell' occhio, il t'lioco dei raggi che pervengono ad esso paralclli, o divergenti da nn puuto lontanissitno, si troverchhc posterioniiciite al cristaliiiio di 1. ")""",. ')3 ; e che il fiioco dei raggi divergenti alia distanza di 0",20 si tro- verebbe invece posterionncnte al cristallino di 17""", 63, e percio distante dal prinio iiioco di 2"'"', 10 circa. In relazione a cio si puo conchiudere che le immagini di tiitti gli oggetti, posti entro i limiti di distanza nei qnali d' onlinario si ottiene la visione distinta, si forrae- rebbcro liitte entro lo spazio di 2"'"',I0 circa , qualora re- stasse invariabile la Ibrza di conver iiidico solo soniinariamcnte ; e cioe la pre- cedenza di prodioiiii, fra i quali meiitano inolta attenzione la passaggcra perdita di t'orze agli arti specialmente infe- riori, la mancanza di segui conslderevoli di congestione, la costituzione debole o indebolita , l' avvenimento dcU' in- sulto apopletico non dopo il cibo o sotto 1' influenza di circostanze determinanti inia congestione verso il capo, ma per lo piii nelle ore mattntine ; la pallidezza del volto, il calore come del capo cosi di tutto il corpo non snpe- riore al normale , le jugnlari non turgide , 1' occhio lan- guido e infossato , il respiro non stertoroso nia leggero e senza runiori , il polso piccolo e debole , ed addoloramento o contratture negli arti paralizzati. Ai qnali dati aggiunge ancora clie la conoscenza spesso non e subito perduta e la paralisi non snbito perfetta. Una serie opposta di feno- meni appartiene all' emorragia cerebrale: ed allorche am- bidue le alterazioni sono unite nel cervello, ancbe il qua- dro dei sintomi e composto, prevalendo o precedendo quelli della alterazione maggiore e primieramente stabili- ta. Sopra di clie non mi intrattero, percbe non avendo cose da aggiungere al conosciuto , non credo farmi espo- sitore dello stato della scienza in faccia ad uomini tanto sapienti. Piuttosto restingendomi alia mia tesi cerchero far vedere che, esaminate le storie del Morgagni e del Fuchs coi dati che oggi si posseggono, la diagnosi non si sareb- be errata, come la non si erro dai succitati Autori, all' in- contro di quanto sarebbe avvenuto cogli insegnamenti del Trousseau. Ed in vero nell' uomo veduto dal Morgagni , alia costituzione di corpo che dispone all' apoplessia san- guigna, si nniva 1' abitudine del here smodato, che dove- va far propendere per il carattere piuttosto sanguigno del- r attacco ; e 1' essere avvenuto dopo il cibo , e la qualita del polso duro e vibrato non sono fra le circostanze e fra i sintomi veramente opposti a quelli notati nel rammolli- mento? Sul quale avverte il Fuchs fra gli altri dati che SoPRA UN NUOVO SEGNO DIAONOSTICO EC. 419 il polso e debole, e 1' individuo viene colto dal male in prcifcrenza uellc ore mattiittiiie. E nella prima delle due interme , la storia della cjuale ho riportato dal Fuchs, la costituzione debole della donna e la mancanza di ogni se- {jjno di coiigestione e la debolezza del polso ed il pallore del volto non sono dati per riconoscere il ramniollimento? Da quanto ho esposto superiormente rilevasi adunque essere troppo vero , che quando da un sintomo o da pochi soltanto si voile arrivare alia determinazione di una ma- lattia, r esito non corrispose per lo piii alle promcsse , e si sconto la prestezza e la facilita della diagnosi colla in- certezza e coll' errore del giudizio. Anche altra volta infatti fu proposto un segno differen- ziale fra le due malattie nominate di altrettanta facilita , ma falli il tentativo. Veggasi il Raccoglitore Medico di Fano (I) ove nel 1847 sono registrate aicune osservazioni del Chomel dirette a far conoscere la fallacia del criterio sul quale allora si contava assai nel diagnostico in discor- so. Si diceva cioe clie quando 1' emiplegia invade sollecita- mente si pu6 riportarla ad emorragia cerebrale, e quando si manifesta lenta e graduata indica ramniollimento. Or bene da due fatti raccolti all' Hotel-Dieu dal Clinico no- minate , risulta essere in un individuo comparsi i fenome- ni paralitici con andamento lento, ed essersi trovato in quello emorragia cerebrale; mentre un altro infermo fu improvvisamente colto da perdita della conoscenza, non che del senso e del moto, come semhra esser proprio della apoplessia fulminante, e alia sezione mostro ram- niollimento. Dei quali due fatti non sara senza frutto il riportare la storia meglio descritta alio scopo di aggiungere una nuo- va prova anche con essa al poco valore della formola del Trousseau. II quale esame sara tanto piii concludente in quanto che servi quell' osservazione per tutt' altro fine, (t) Vedi Vol. XX. pag. 121. 120 Cesaue Belluzzi e viene esclusa in chi la scrisse , 9 aniii or sono, qiia- liiiu|ue preveiizione contro la medesiina. Si trattava ili iin giovine il quale Irovandosi suUa piaz- za di Greve per farsi arriiolare, seiiti ad iiii Iratto tor- pore ad un braccio die nioveva a stento , 11 qual sin- tomo aggravandosi lo costrinse a ritornarsene a casa e po- te fare la strada a piedi. La dfficoltiY dei movimenti si ando pero aunieiitando nelle 2i ore, ed il malato recossi alio Hotel-Dien. Le olFese del moto e della scnsihilita si ac- crebbero allora rapidamente, si altero 1' iiitelligeuza, e r iiidividuo nou tardo a soccombere in uno state coma- toso. Durante la iiialattia si era diagnosticato, come bo detto , di un rannnoUimento percbe i sintomi erano com- parsi gradataniente , e alia autopsia si rinveune che trat- tavasi di un' emorragia. Ora esainiiiato questo fatto col Trousseau si sarebbe venuti erroueaniente alia medesima diagnosi di rammolliniento, poiche 1' intelligenza , il mo- to , ed il senso non erano stati profondamente e simul- taneamente alterati , in una pai'ola non vi era stata con- sonauza dei sintomi. Do quindi termine a questo scritto nella lusinga di avere provato cbe si possono dare casi di emorragia cere- brale senza die e senso e moto ed intelligenza sieno tut- ti alterati, meno poi che lo sieno profondamente e con- temporaneamente , come possono queste tre manifestazioni morbose trovarsi tutte nel rainmollimento. E cio con fatti osservati da rinomati Autori come un Morgagni , un Fucbs ed un Chomel, e con una osservazione pure da me rac- colta recentemente. Dal cbe ne deriva che il nuovo se- cno diaenostico della consonanza e dissonanza dei sintomi nel differenziare 1' emorragia cerebi-ale dal rammolliniento , tanto encomiato dal Trousseau, puo ben essere tenuto a calcolo come segno probabile e in concorso di tutte le altre cognizioni possedute dalla scieiiza, ma non ha quel valore assoluto che vorrebbe Egli attribuirgli. E se non lo ha riguardo al rammollimento acuto, tanto meno poi puo valere per il cronico , intorno al quale ne io ebbi in animo di occuparmi, ne a cio mirava la stessa legge del SOPIIA UN NUOVO SEGNO DIAGNOSTICO EC. 421 Trousseau. Intorno alia quale le istituite ricerche credo stimerete coJi me fornite di importanza, se molti giornali medici hanno chiamato quest' argomeuto interessante ed haniio eccitato altrui di farlo oggetto di studio e di os- servazioue. Che se il risultato cui mi lianuo condotto que- ste ricerche, e quasi affatto negativo , non cessera per questo la sua utiliti, poiche se il Galileo disse : che nul- » la tanto contribuisce a diminuire i falsi , quanto il sol- » lecitamente, e senza altra mira aumentare il numero » dei veri; aggiungeva egregiamente il celehre Prof. Mi- » chele Medici, che si giova anche molto al vero dimi- » nuendo il numero dei falsi o degli inverosimili ». S , A .SJJLJLJ: CBeACi,: Lih uak'pan GLOGIO DI GIAN-ANTONIO GALLI SCRITTO DAL PROFESSORE CAV. MICIIELE MEDICI ( Leitn nella Srssiooc del 12 Novcmbre 1857.) D. 'i somnia laude onoro la Medicina Marco Tullio quando sapientemente scrisse: homines ad Deos nulla in re propius accedunt , quam salutem hominibus dando. E come che le varie parti di quelia scieiiza mirino tutte al consegiiimen- to di si nobile, ed alto fine, alciine di esse nulladimeno per la maggiore, ed immediata utilita di cui sono appor- tatrici, vogliono essere all' altre preferite, e viemaggior- meiite commendate ; prima delle quali e 1' Ostetricia , sic- come qiiella, la quale, mentre l' ordinaiia Gliuica medica, e chirurgica ne' singoli casi provede alia salute d' un solo individuo, 1' Ostetricia si adopera a salvare la vita di due, e tal fiata anche di piii. Per la qual cosa meritano gran- demente d' essere ricordati, e lodati, colore, che partico- larmente alio studio , ed all' avvanzamento di essa si con- sacrarono. Infra i quali Bologna ricorda con onore Gian- Antonio Galli , della vita, e degli scritti del quale vengo ora, o Accademici dottissimi, a favellarvi. Apri egli gli occhi alia luce del giorno il 2 Dicem- bre del 1708, generato da Camillo , e da Maria Caterina ^2*4 MicHELE Medici AndrioU. Conipiti onc fiu(; alia sua diss(;r- tazione colle segueiiti parole: Uhi vera suriiiiia difficuUas, ant impossibiUtas eo peweniant , nt sola possint cxtractione toll] , tunc tandem, etiamsi conjuncta sit epilepsia, in voto essem extractionis. Quae enini rat/ones ejus necessitateui //ro- bant extra epilepsiam , eaedeui multo r/iagis s//b ilia probn- re videntur. Ei.ocio jiiiL (^ALii 44-1 Arjioinento p.ravissimo d' Ostctricia foiense tratto il Gal- li ill una sua () 112 MiGHELE Medici giudizio, contrappone i segiienti argoiiiouti. Ed anzi trat- to, die' egli, la ricerca, se il tcto abbia iiii circolo del saiigue suo proprio, ovvero comune con quelle della ma- dre, pel fine da quel Magistrate richiesto, e supeiflua. Perciocclie, presupposto eziandio, quel circolo nulla at- tenenza avere con quello della niadre, clii puo afferma- re che esso durera , ed il feto vivra fin tanto che faranno coniparsa i segnali di ccrta niorte , e che morire non pos- sa innanzi la loro apparizione. Secondamcnte il Galli e bensi favorevole al taglio dell' addome , ma non propVia- niente a quello stesso , che nella sezione cesariana suolsi praticare. Ed ecco come egli lo raccomanda. U/iico viilne- re penetretur in abdomen , atque etiani uternm usque dum detegatiir pars aliqua foetus , quod vjdnus inflictum non plus haheat dtmensionis , quani quae pernultat perfundere aquani pro baptisrnatis administratione : con che poi vien concesso adito all' esterno aere promotore della respirazio- ne, c della vita del feto. Terzamente reca in mezzo varie ragioni per provare, che la mano dell' ostetricante , per quanto sia pronta, ed esercitata, non puo, le tante vol- te, introdursi nell'iitero, ed estrarre il feto tanto che basti per aspergerlo della sacr' onda battesimale , ed estrar- lo per intero per le vie naturali. Ed in quarto, ed estre- mo luogo dichiara , che , tralasciati i generali ordinamenti circa il tempo , in cui fare si deggiono le sezioni de' ca- daveri e di uomini , e di donne , e limitata la questione al caso speciale, di cui si favella, egli non conosce leg- ge veruna, in forza della quale in una gravida prossima a morire, o di gia morta sia l' ostetricante obbligato a lasciar passare 2i, meno poi -40 ore, o ad aspettare la ri- gidity delle membra , o 1' opacita , o 1' offuscamento degli occhi innanzi di venire alia sezione del ventre della madre. E poscia che ho teste toccato il punto se fra madre, e feto sia comune la circolazione del sangue , mi cade in acconcio memorare alcune esperienze cui anco intorno que- sto argomento intraprese il Galli , notificate al pubbli- co dal suUodato Jzzoguidi , le cui stesse parole tanto plu volontieri voglio qui ripetute quanto che la dottrina i Elocio del Galm 443 confei mano , e la celebrita ili colui , sopra gll scritti del quale ora vi trattengo. Premesso clie le osservazioni dello Smellie , del Vast, e d' altri escludono un commercio di- retto di sangue fra madre , e feto , 1' Azzoguidi soggiugne. Et quod quidcm rei caput est , quodqiic ad quacstioneni omnino dirimetidam conduc'it , unum , idenique coiivincunt observationes medici doctissimi Joannis Galli , ohstetr'icantis grai'issimi , cui tantum debet ci vitas haec nostra, quantum homini , qui obstetriciam provinciam ad principia , ad ar- tem apud nos evexit , quique suinma doctrina eamdem su- stinet, illustrat , edocet , felicissimeque exercet. Nonimestris foetus sub partus hihoribus uteritm laceraverat , atque per vulnus ipsuni crurihus jam patebat in abdominis capitate : placenta utero adhaerebat : ob hujus lacerationem sanguis abnnde per vaginam effluxerat , ill/usque plurimum in abdo- minis cavitatem percolaverat. Mater ob tantam sanguinis jacturam viribus jacebat prostratis. Accedit interea vir sa- pientissimus , atque cum in extremis momentis videat mulie- rem versari , tentat foetus extractionem ex pedum parte, quam perfecit felicissime. Foetus mortuus quidem erat , at sanguine plenus non secus ac si a matre non exangui fuis- set extractus. Similis fere casus contigit eidem celeberrimo Professori dum fuerit advocatus , ut opem ferret mulieri cuidam, quae d/fficili partu laborabat ob foetus brachium, quod extra uterum prostabat. Tentaverat obstetrix foetus extractionem ex pedum parte , quod opus ruditer adeo pro- secuta fuit , ut et uterum , et vaginam laceraverit. Placen- tae adhaesio , sanguinis jactura , interitus mulicris , extra- ctio foetus , quantitas sanguinis ad liunc ipsum pertinentis plane convenerunt cum iis praecedentis observationis (1). Non ignore, che a' giorni nostri il Lauth , il Williams, il Biancini, il Rigacci , il Prevost , gA il Dumas non sono d' accordo circa questo pnnto di Notoniia fisiologica. Ne questo e il Inogo d' entrare nell' esanie di tale controversia. Dico pero, die il veder inoriro d' emorragia una madre. (1) V. Azzogttidi. Observationes cic. siiperiormente citate. pag. 72. i I i MiGHiiLE Medici riiiiaii(Mi'i magna, et X«fi« squama. Specimina Zoologica Mosambicana 453 dorsalibus disjunctis. Capitis latera squamis tecta , sub- operculo excepto. Linea laterali ramulosa dorso parallela. Squamae corporis magnae. Speciein dico GoUej^ao nostro Antonio Alessandrlni , cui tantuni tleb«;nt et Scientia propter ejus Anatoniiae ope- ra, et Uiiiversitas haec nostra propter magnum Musaeum, et ego ipse , quern in studiis Magister direxit. MEGALEPIS ALESSANDRINI. Nob. Tab. 2i. M. Capite decUvi, obtuse, maxilla inferiori breviore , gents undique squamosis , suboperculo excepto. Linea quae ex vertice rostri per dorsum ad caudam usque excurrit, linea est quasi aequaliter et leviter convexa , dempto tractu inter primam et secundam pinnam dor- saleni , qui planior et quasi concavus est. Linea vero ad ventrem excurrens prope recta est. Nuca , et capitis vertex lati , et plani sunt ; caeterum corpus mediocriter compressum. Altitudo cum longitudine comparata sunt inter se quemadmodum 5 ad .30, sive quemadmodum 1:6. Caput valde declive ex vertice ad apicem maxillae supe- rioi'is , quae tantum descendit ut proxima ac parallela sit lineae jugulari quae recte antrorsum discurrit. Infe- rior maxilla vix altera brevior; et utraque labro carno- so circumdatur. Oculus medlocris prope marginem su- periorem capitis positus , non tamem ipsum attingit. Nares inter se dissitae ; superior prope in vertice est supra anguium anteorbitalem , inferior media est inter orbitam , et rostri apicem. Os in maxillis denticulis perexiguis armatum , omnibus aequalibus, approximatis, quasi subulae densissimae. Lin- guae quidem ad basim adbaerent denticuli, duplici fa- scia longitudinali ; at apex linguae rugosus ac mollis est. Genas magnae squamae tegunt , item ac partes opercula- res , excepto suboperculo quod nudum est ; nee vestigia uUa conspiciuntur squamarum deciduarum. -ISi J. J. BlANGONI Praeoperculi inediocris margo ascendens rectilineus ac ver- ticalis est, et angulo rotundato conjungitur cum margi- ne iiircrno, qui subjugularis est, et longitudinalis. Un- dique ineriue taiituinodo carie ( ut ita dicani ) erosum est prope margines. Operculi inargines postici versus angulum spiuiferum convergunt ; et Spina haec sive acu- leus depressus sane et parum ex mollibus membranis eductus , usque supra insertioueni Pinnae pectoralis pro- ducitur. Rudimentum secundi aculei supra praecedentem conspici videtur, quod tamen inter molles niembranas oc- cluderetur. Caeterum margines operculi inerines sunt.Sub- operculum angustum atque elongatum, item inerme est. Pinna dorsalis anterior aliquantulum post pectorales inser- ta , septem spinis fulcitur decrescentibus , quaruin tres anteriores majores sunt : levi dorsi sulco occiuditur. Po- sterior vero ab altera distat, quantum circiter a cauda; octo radii in ipsa numerantur, quorum primus spino- sus , aliquantisper tribus aliis minor, qui tres omnes alios excedunt ; et ipsa quidem in levi sulco occiu- ditur. Pectoralis pinna altitudinem corporis aequat si quintam hujus partem demas; angusta est, et undecim radiis fulcitur, quorum prior spinosus , perbrevis, sequentium primi quinque longiores subequales, caeteris decrescen- tibus; inserta est infra medium altitudlnis latenmi. Ven- trales vix secus pectorales sitae, quinque radiis articu- latis, et uno spinoso tenui ac mediocri constant. Hae longitudine pectorales aequant, aliquantulum falcatae , et at basim inter se dissitae. Analis paulo post secun- dam dorsalem inseritur, et sex radiis mollibus, unoque spinoso tenui ac mediocri fulcitur. Gaudalis pinna valde furcata , lobis mediocriter longis , quorum inferior aliquantisper obtusus : sexdecim radiis ramosis constat, et uno alterove simplici utroque late- re ; priorum secundus major. Pinna haec ad basim ob- ducitur magnis regionis caudal is squamis , quae obtegunt pinnam per quintam partem ejus longitudinis ; at ejus- deni caetera pars, apicem prope tonus, exiguis squamis Specimina Zoologica Mosamdicana iSS olxlucitur, per liiieas (Hsliihutis secundum radios decur- reutes. Siuiilibus stjuaiiudis vestiuutur secuuda Pinna dorsalis et analis , caeterae vero inembranani liabent detectam. Squamae corpus tegcntes magnae sunt suhqnadrilateiae, et novem decemve numerantur in linea verticali, et vi- gintiseptem circiter in linea longitndinali. Marge earum qua lilxn- est aliqnid convexus sive undulatus, liispidus vel ciiiatus tot perexiguis, et acutis sj)inulis. Pars vero qua cuti liaerent, sive pars radicalis rectilinea est, ve- rumtamen septem digitationes in ea sunt latae, quarum duae extremae majores sunt. Harum vestigia in facie squamae dilatantur, et ad extus tendunt, obviamque currunt tot lineis, quae in externa facie squamaruni conspiciuntur. Squamae cujusvis diameter major quinque linearum est. Linea lateralis exorditur supra angulum hiatus branchialis, semper parallela excurrit dorso, et sine nlla interru- ptione proccdit usque ad finerii in medio pinnae canda- lis. Simplex est quatenus spectat ad stelum praecipuum, sed pluribus trunculis in parte siqjeriori divergentibus ornatur. ( Tab. 24 ). Color piscis in alcoliole servati obscure brunneus in par- te superior! corpj)ris ab apice rostri ad caudam usque ; pars inferior dilute lutescens. Pinnae albescentes zonis transversis distinctae. Longitudo tota poll. 5. lin. 10. Altitudo maxima poll. 1. lin. 2. Altitudo capitis in regione oculi lin. 9. Longi- tudo capitis ab apice rostri ad extremum apicem usque aculei opercularis poll. 1. lin. 4. Grammistes orientalis. Bloc. Cuv. Val. T. 2. pag. 205 pi. 27. Guerin Icon. pi. 1. fig. 2. -- Peters (1) Catalog. n.° 6. (1) Uebersicht der in Mossambique beobachteten Seefische 1866. •i56 J. J. BlANGONI Septeni zonae laterales conspiciuntur , et insuper altera impar in ventre. Ubi color niger, ibi et obscure ru- bescere videtur ; zonae quidem violaceo variae conspi- ciuntur. P elates quinquelineatus. Cuv. (Val. T. 3. pag. U8. - Peters Catal. n.° 32.) Macula brunnescens ac subrotunda secus caput, ac prope dorsum est, quaeque minima in Tab. .5.5. Cuv. Val. ( Atlas ) videtur. Macula haec bene conspicua in Pisce adulto, qui quinque zonis ornatur, et cujus longitudo est pollicum quattuor; minus conspicua in alio minoris dimensionis in quo quinta linea vix obumbrata est. Tres juniores tandem sunt , quorum duo vestigia exhibent quintae lineae, alter vero quatuor tantum. Plotosus lineatus. Cuv. (Valenc. T. 15. pag. 412. - Peters Catal. n.° 157.) Platycephalus insidiator Bl. var. aspera. Nob. (Peters Catal. n.° 47. Cuv. Val. T. 4. pag. 227.) Lineae partis superioris capitis quin simplices lineae vel rugae sint, saepe saepius verae cristae in obtusos acu- leos retroversos elevantur, quae posticam partem capi- tis serrulis obtusiusculis hirtam faciunt. Ideo transitio- nem quamdam ad alias species sistere videtur , et in primis ad Platyceph. asperum; aut verius utraque una tantum species sunt, in qua vai'ietates distinguere quis posset , quasque aliquis prout species affines considera- re malit. Quis tamen putet cristam plus minusve ela- tam , vel spinarum numerum una auctum vel imminu- tum characteres specificos , potius quam varietates con- stituant ? Specimina Zoologica Mosambigana 457 Trigla Uneata. Linn, varietas. Unicum exemplar quod e Mosambico accepimus, diffcrt a specie jam descripta a sciiptoribus naturalis historiae, propter amliitnni anteriorem capitis , qui declivior est , at quasi concavus , et propter aj)icem rostri, qui apex porrigitur in hoc Pisce Mosanibici; at in Tr. Uneata conimuni ambitus hie lineTi descendit aequaH ab ocuhs ad apicem rostri. Scutuin praeorbitale cristam habet elatiorem, et acrioribus aculeis praeditam. Item hispidis- sima spinuhs est series squamarum , quae pinnis dorsa- libus accedunt, ([uaeque in Tr. Uneata comuni margi- nes utplurinuim iutegros liabent , demptis tantum squa- mis anterioribus , quarum margo est bidentatus. Oculus insuper ampUor in mosambicana est. Nomen Triglae Uneatae factum est ex eo quod latera hu- jusce Piscis Hneis crebris verticahbus paralellis insigniun- tur. Turn in nostra Tr. Uneata, cum in ilia quam a Mosambico accepimus , lineae hujusmodi perconspicuae sunt , atque prominulae. De qua Trigla in mari Mcdi- terraneo expiscata verba faciens Princeps Gar. Bona- parte in magno opere cui titulus Fauna itaUca , haec ait =. iinicuique squamae Uneae lateraUs una respondet ex Uneis prominuUs paralleUs , quae cum ab ipsa proce- dant angulo prope recto , superne cristam dorsalem. attin- gunt , inferne ad carinam ventralem usque perveniunt , ita ut integrum, corpus Uneae circumeant. Tantummodo iisdem caret pars ventris , quae viscera abdominaUa ob- tegit =. Ego in Trigla e Mosambico accepta nactus sum , in regio- ne ventrali reapse minime deesse praedictas lineas; sed tantummodo in varias desinere circumvolutiones , quae serpunt in parte postica , et laterali regionis ventralis : ita ut tantum careat pars media, et anterior ubi ossa pelvina finem habent. Cuvierius autem sermonem faciens de hac singulari partium dispositione , haec ait, ubi loquitur de Trigla cuculo , quae quidem lineas illas verticales praesefert , licet T. viii. 58 458 J. J. BiANcoNi minores (I). = In. Jiujus generis fronte perccnsehimus duas species nostri maris , quaruni corpus circumamhitur par- tint vel undique lineis quae consurgunt ex squamarum dispositione , seu ah eo quod Naturalis Historiae Cultores appellant squamas verticillatas =. Pagina vero 31 ejusdein operis ait = Lineae quae latera cingunt hiij'us Triglae , ex cutis dupUcaturis consurgunt , quae supra squamas extolluntur , et lineas prominulas ef- ficiunt, inter se parallelas , et quae lineam lateralem an- gulo recto secant. Quoad usqu6 Piscis hie sit recens mor- tuus , plicae hujusmodi non valde prominent; at cum aliquanto maceratus sit , unamquamque lineam includere parvulam laminam cartilagineam ejusdem figurae ac pli- ca ipsa, conspicuum est =. Cum vero ipse Cuvierius ad describendam Triglam linea- tam accedit (2) , adnotat = lineas , quae corpus in- tegrum hujusce Piscis circumdant , excepto pectore , et abdomine , eodem esse numero quo squamae lineae late- ralis; et esse duplicaturas cutis, ac in unoquoque spatio inter ipsas interposito duas series haberi transversas squa- marum regulariter dispositarum ; est autem numerus se- rierum 130. Squamae vero parvulae sunt etc. =. Ex quibus Cuvierii verbis arguendum esse videreturp li- neas quae corpus ambiunt horum Piscium , simplicem plicam , sive cutis duplicaturam esse , uec scriptores alios inveni, qui hisce a Cuvierio traditis quid addant circa organuni hoc. Et fortasse hoc modo res perspecta vide- batui- non pluris facienda, ut praetium operis esset de ea plura inquirere. Mihi vero res non taliter sese exhibuit. Etenim , sive quod Piscis mosarnbicanus meliori modo servatus esset, sive quod majori quadam attentione rem perscrutatus sim , ego vidi lineas verticales , quae sicuti tot fila latera si- gnant, vasa esse, quae plus minusve parallela serpunt (t) Ciivier Valenc. Hisl. nat. des Poissons. T. 4. pag. 23. (2J Pag. 35. Specimina Zoologica Mosambicana 459 super latera , et reflectuiitur turn cum accedunt ad li- iieam dorsi, et prope liueain inediatn ventris. E quuvis hujusinodi vase identideni oriuntur' parvuli trunci , vel tubuli apice pertusi, ac letroversi , f[U()rutn quisque si- stit ac jacet supra squaniain. Atque hi tubuli tain fre- quentes sunt, ut supra singulas squamas unus appareat; ita ut unaqnaeque squama proprium tubulum ore hiante habere videatur. Quae partium structura niihi visa est similis quodammodo lineae laterali Piscium , quae est organum secernens quod summopere a natura variuin factum est in variis speciebus, atque familiis. Et re quidem vera linea late- ralis constituta est caule quodam principali, cui junguntur ramuli et trunci secundarii majori vel minori numero, quique finiuntur truncatura quadam , sive sectione in qua oscuhun est. Veruntamen ramificationes difFusae sunt su- pra unani tantum ex iis squaniis, quae lineam latera- lem faciunt. In Trigla autem Mosambici organum hoc omnes corporis squamas attingeret. Attamen ad bene noscendum atque statuendum quid hoc sit , oportet penitus rem observationibus perpendere ; quod quidem non adhuc niilii cencessum est perficere , quodque in aliam, favente Deo, diem remitto. Periophtalmus Koelreuteri. Pall. var. argentilineata. Nob. (Cuv. Val. T. 12. pag. 181. ) Pinnae ventrales quodammodo ab ipsa basi divisae sunt ; etenim postice conjunctio earum incipit tantummodo ubi illae inseruntur in corpore Piscis ; et inde, iis receden- tibus ab invicem, pars thoracica plana restat, veluti discus incompletus interceptus inter utrasquo. Formam hanc bene representat Tab. 1-i. Bloch Schneid. in qua Perioph. papiUonaceum pingit. Altitudo Pinnarum pectoralium circiter est sexta pars lon- gitudinls totius earundem. Oculi aliquantisper distant inter se. -460 J. J. BiANCONi Quod ad colorem spectat, Periophtalmus noster mosambi- canus intermedins est inter Per. Koelreuteri Pallas et Per. argentilineatum Valenc. quia plurimae lineolae ver- ticales argentei coloris exornant pinnas quasi tot fra- gnienta linearum , quarum nunierus ad viginti circiter ascenderet. Differt insuper a Per. Koelreuteri, ex eo quod pars superior capitis, et anterior carent quovis punctulo ; item facies superior P. ventralis grisea est, sed punctulis albis minime distinguitur. Dorsalis prior frequentibus punctis a basi ad medietatem et ultra or- nata est; quibus accedit linea alba, et inde zona nigri coloris brunneique splendentis , quae antice aliquantu- lum elata est, et fascia alba inaequali marginata. Dor- salis secunda tribus , ut ita dicam , zonis pingitur , qua- rum una brunnea punctulis albis ad basim notata , alia media nigra undique aequalis , lineola albidula inferne subsecuta, et demum tertia ampla fascia alba marginali vix ofFuscata clausa. Ruppel Piscem hujusmodi in mari Erithraeo expiscavit ; Peters autem non babuit ex aquis Mosambici. At For- nasinius reperiri in aquis dulcibus bujus regionis ani- madvertit, et insuper exire ab aqua et per herbas circum- vagare tradit. Singularis hie vivendi modus communis est cunctis speciebus bujus generis , ad banc usque diem cognitis. Addit etiam Fornasinius , sibi visum esse et in Flumine Goa hunc Piscem inhabitare. CHEILIO BICOLOR. Nobis. Tab. 25. Ch. operculi angulo ultra radicem pinnae pectoralis produ- cto, corpore supra ab apice rostri ad medium pinnae caudalis fusco , subtus ex flavo argenteo. Color omnino distinctus latera pingit. Dimidia pars lateris superior ex apice rostri in labio superiori , ad medium usque pinnae caudalis fusca est; pars inferior ex flave- scente alba. Linea, secundum quam fit colorum distin- Specimina Zoologica Mosambicana 461 ctio, nigrescit; atque vix supra radicem Pinnae pecto- ralis discurrit. Quamrnaxime vero notatione dignus est apex posticus operculi qui fjuammaxime retro protendi- tur, ita ut usque post radiceni praedictae Pinnae pecto- ralis producatur per quartam hujusce circiter partem. Apex autem de quo hie sermo est, cartilagineus et ob- tusus est. D. 23. C. U. A. 15. P. 11. V. 6. Altitude maxima poll. 1:1. - Longitude tota poll. -J : 2. Species ad quam hie noster magis accedere videtur, est Cheilio auratus. Quoy (1) { Ch. hemichrysos Val. ) (2), quam speciem in Catalogo suo percensuit Peters nu- mero 129 una cum alio Cheilio ex aquis Mosambici educto, nenipe Ch. cyanodoris. Phrasis, ut ajunt, re- vera quam Quoy exhibet, bene cadit Pisci nostro, sed cum sit ipsa incompleta, descriptio et icon quae a Quoy traduntur, differentias non pauci momenti interesse in- ter Ch. auratum et nostrum indicant. Etenim Figura apicem operculi ad radicem P. pectoralis non pervenire ostendit; et circa hoc descriptio tantum innuit = oper- culum in apicem valde productum obtusumque finem habere =. Insuper Figura eadem duos colores et in la- teribus capitis divisos non representat , uti divisos prae- bet per totum reliquum corpus. E contra caput undique coloris albescentis pingitur. Similis etiam est Cheil. Forskalii Val. ( Labrus fusiformis. Rupp. ) (3). Differt autem ab eo propter divisionem et distinctionem tam conspicuam colorum in mosambica- no , et propter longitudinem apicis operculi , et am- phtudinem oculi. Insuper caput et rostrum in praecita- ta icone breviora sunt si cum altitudine corporis ad ra- dicem ventralium Pinnarum comparentur. (1) Quoy. Voyage de 1' Uranie pag. 274. pi. 64. fig. 2. (2) Valenc. Iclilh. T. 13. p. 351. (3) Ruppel N. Wirb. pi. 1. fig. 4. 462 J. J. BlANCONI Scams sp? n.'' 1. ( Tab. 26. ) Duos Pisces e genere Scaro misit ad nos Fornasinlus , di- versos sane uniim ab alio, et ideo ad dims species di- stinctas j)ertinentes. Attanien nee nlla, si recte novi , ex tantis descriptionibiis specierinn bujus generis nostris Piscibus convenit. Quod tamen non sufficit ut novae species illae dicantur; tantum enim imperfecta est liaec pars Ichtbyologiae Va- lenciennesii , ut nullo niodo species distiiiguere datum sit. Et re vera, descriptiones quaedam specierum Scaro- rum minutissimae sunt, et difFusae, abac paucis verbis expediuntur. Quaedam characteribus e forma corporis eductis innituntur, abas vero, bisce omnino omissis, colores tanturamodo distinguunt : qui , ut Hquet , citis- sime in mortuo pisce immutantur, et in alcobole im- merso larvantur vel evanescunt. Malus etiam descri- bendi modus est ille , cum res aliqua comparatione al- terius designatur ; etenim si ille qui rem perscrutatur careat re cum qua fit comparatio ( quis autem cuncta naturalia objecta prae oculis babere potest ? ) incogni- tum incognito ei declaratur. Illud tandem prope incre- dibile est, cum ut designetur pars aliqua Piscis, as- sumitur comparatio ejusdem partis alterius speciei , in cujus desci'iptione ne verbum quidem est de parte sive organo illo. Cujus rei exemplum nimis sane perspicuum exbibent descriptiones specierum Scarus Bottae et Sc. cyanurus. Quum igitur in bac incertitudine versemur , abstineo me ab institutione duarum specierum ex Pi- scibus mosambicanis , et tantum eorum descriptionem tradam. Prior autem (n°. 1. Tab. 26. ) corpore suboblongo gaudet, ita ut altitude ejus quater ferme in longitudine coin- prebendatur. Versus rostri apicem , ut et postica corpo- ris parte, attenuatus ; ibiqiie margo corporis declivis valde ante pinnam caudalem. Oculus mediocris magni- tudinis, marginem superiorem capitis orbita sua attingit. Specimina Zoologica Mosambicana i&3 Maxillae denticulatae ; quivis denticulus tubeiculiformis, a proxiniis suis distinguitiir ope siilcoiiiiii qui per qnai- tani circiter partem faciei maxillae superioris extend uii- tur ; in inferiori autem sunt vestigia denticulorum in zonas secundarias disposita. Linea lateralis perdistincta, perramosa , usque ad extremani squamam caudalem producta. Corporis squamae magnae granuloso-striatae ; maximae vero postremae illae quae piiniani caudalem partim obtegunt. Harum vero major media est, quae et membraniformis , magna parte li- bera , et Pinnam ipsam , usque versus apicem , obtegens. Pinna caudalis obtruncata , vix rotundata in angulis. Color Piscis , in alcohole servati , brunneus , dilutior ad la- tera ventris ; macula fusca ad ladicem P. pectoralis , et supra oculos. Nulla macula distincta , sive zona su- pra pinnas est. Mensurae. Longitudo tota poll. 5 cum dimidio. Altitude maxima post finem pinnae pectoralis poll. 1. et lineae quatuor. Scams . . . . sp? n° 2. (Tab. 27). Ambitus corporis bujus piscis ellipticus ; et ad ambitum Scams cretensis accedit si figuram400a Valenciennes alla- tam respiciamus. Altitudinem ter, tertiaque addita parte, longitudo comprehendit. Oculus parvus ; sistit ad se- cundam ex tertiis partibus altitudinis capitis. Capitis ambitus obtusus per lineam aequaliter curvam descen- dit a nuca ad apicem lostri ; et consimilis linea inferne describitur. Linea lateralis simplex; caulis ejus baud raro solus, vei etiam duo et ad summum tres ramuli adduntur. Ramo- sior aliquantulum est in squama extrema quae caudam tegit. Tres squamae caudam et Pinnam caudalem obtegunt ad apicem usque , pauca parte extrema excepta : harum media quae lineam lateralem gerit, minor est superiore, (juae omnibus maxima. Omnes magna ex parte liberae ac membranaceae. i6i J. J. BiANcoNi Maxillae similes illis quae in 5c. cretensi repraesentaiitur a Cuv. Val. Atl. fig. -100; denticuli vero vix distincti li- neis griseis. NuUus dens ab aliis distinctus in angulo maxillarum. Color hujus piscis in alcoliole seivati brunneo-violaceus in dorso , et ad latera : violaceo pallente in regione operculari pingitur ; et albo roseo in gula , et ventre. Series inacularum albescentium ad radicem Pinnae dorsa- lis esse videtur. Pinnae ceterae nullo deciso colore pin- guntur. Cauda subquadrata , vix in agulis rotundata. Mensurae. Longitudo tota poll, quinque et linea una. Al- titude maxima in medio corpoi-e poUex unus cum di- midio. EXPLICATIO TABULARUM. Tab. 34. Megalgpis Alessahdrini. Nobis. Tab. 25. CiiEiLio bicoloh. Nobis. Tab. 26. Scams ( n." 1 . ) Tab. 27. Scams ( n." 2. ) T. VIII. 59 1 5 ''^A-^^.'-,^ -kjni. KiS iO-^ 1^ o S a: ("QS' s « CQ 1^ ^ ^ ^'%^%^ v^ > & o t ^ m I SI C u I s ^'... OPERAZIONI CIimURGICIIE ESEGUITE I^ DIVERSI CASI ONDE TOGLIERE l\ milOBILITi DELIA IIASCEILA INFERIORE DEL PROF. CAV. FRANCESCO RIZZOLI (Leila nella Scssione del 19 ^ovcInbre 1857.) L ia Cliirurgia moderna , sebbene con orgoglio possa vantare progress! della piu grande utilita e rilevanza , pur tuttavia e indubitato, che in alcune sue parti difetta an- cora di quel grade di perfezione , clie puo soddisfare a molti bisogni dell' uomo. Egli h percio che vol , o Accadeinici Prestantissimi , e specialmente voi che qui sedete espertissiini in Chirurgia, e che trovativi al cospetto di infermi posti in condizioni difficilissime , doveste in non pochi iiicontri dar prove del genio vostro , onde sopperire appunto all' insufficienza dei mezzi , che vi offeriva quell' arte , che con tanto onore professate , spero non isdegnerete , se io rammentandovi lo stento che incontra la parola, i danni e pericoli che susseguono alia difficilissima alimentazione pel serramen- to stabile delle mascelle, e la inefficacia , in molti ca- si di questo genere, degli espedienti niessi dai Chirur- ghi alia prova, mi faro a narrarvi la storia delle operazio- ni da me eseguite, per togliere in alcuni casi la indicata 168 Francesco Rizzoli iniioinialita , la quale presentavasi tale da richiedere par- ticolari provvedimenti. STORIA PRIMA. Nel giorno 16 Febbraio 1853 veniva accolta in Rico- vero la fanciulla sctteniie Enrica Vciituri , onde rimediare al senaniento delle mascellc in essa indotto da tessuto fibrose innodulaie retrattile, formatosi nelle parti raolli della regione intra-buccale adiacenti all'angolo destro del- le labbra. L' indicato inodnlare tessuto avea la forma di un paralellograniiuo , i di cui due maggiori margini luughi un poUice, erano paralelli alia linea longitudinale, che divide la faccia in due nieta , i due minori , trasversali , niisuravano mezzo pollice, la loro spessezza era di tre li- nee ; il nuovo organico prodotto Fortemente teso , e resi- stente, aderiva alia superficie anteriore delle due mascel- le , e le obbligava a rimanere in una perenne e forzata abduzione. Le aderenze al mascellare superiore corrispon- devano alia regione anteriore e superiore degli alveoli del primo e secondo molare , ed estendevansi fin presso la fossa canina , non aveano attacchi col la porzione piu bas- sa della regione alveolare suddetta, perche ivi il mascel- lare era completamente necrosato ', nella mascella inferiore pure, il nuovo aderente tessuto sorgeva dalla parete an- tei'iore alveolare del 1.° e 2." molare. Cotale alterazione patologica era stata 1' immedlata con- seguenza della cicatrizzazione di un' idcera cancrenosa , formatasi nei tessnti della notata regione, otto mesi prima deir ingresso della fanciulla nello Spedale, e mentre la medesima trovavasi oppressa da gravissima febbre tifoidea. Col fine pertanto di rimediare a questa patologica in- normalita, in seguito della quale avveravansi le penose inevitabili successioni clie dcnivano dalla permanente ab- duzione delle mandibole, mi decisi dapprima di tentare lo sbrigliamento degli aderenti tessuti , col quale diffatto ottenni la immediata apeitura della bocca. Avvenimento felice , che mi rese agevole lo asportare 1' alveolare porzione Oi'ERAZioNi CmnunoicHE -469 necrosata, ed i Jik; tlenti vacillanti clie vi corrisponJeva- no. Ma (iuantuiu[iie si usassero dipoi le maj^jriori diligen- ze, e non si ohhiiassero quei piu energici mezzi niecca- nici, die vengono dai Cliiruighi laccomandati , onde pre- veiiire la recidlva, non fn possil)ile 1' evitarla, e dopo due mesi dair esegiiita operazioiic, la Venturi trovavasi di nuo- vo coUe mascelle permanentemente serrate. Desioso io pertanto di iniglioie fortuiia, sperai Incon- traila candjiando i rapporti •anatoniici esistenti fra le parti adese , e mi decisi per questo a mettere in atto il pro- cesso operatorio seguente. Posta a sedere convenientemente la fanclulla, mediante un Listuri panciuto a lama stretta , feci una incisione, die partendo dall' angolo labiale destro, si dirigeva perpendi- colannente in alto, comprendendo in tntta la spessezza il labbro supcriore , e costeggiando il niargine interno del tessuto fibrose di nuova formazione (I); fatto cio collo stesso bisturi staccai le aderenze, che il morboso pro- dotto avea colla mascella superiore , e giunsi cosi sui tessnti sani interni della guancia ; in allora in qucsti me- desimi tessuti sani, e nella sovrastante cute, feci a tut- ta spessezza una incisione della lungliezza di circa un poUice , che conilnciando dalla estreniita superiore del- la incisione longitudinale gla fatta nel labbro superiore, si dirigeva a destra in linea quasi orizzontale, o diro me- glio alquanto incliiiata dal basso in alto (2), per dare co- si origine ad im terzo taglio , il quale discendeva a tut- ta spessezza nella guancia paralellamente alia prima inci- sione , e ripiegandosi verso 1' orecchio nella sua inferio- re estreniita , ivi formava come suol dirsi dai Cliirurglii una coda (3). Per tale guisa ne risulto un lembo quadrangolare la di cui superficie interna, per una sua meta circa, e cioe (1) Tav. 28. Fig. 1. a, b. (2) Fig. 1. b,c. (3) Fig. I. c, d. 470 Francesco Rizzoli verso r angolo labiale, era costituita dallo staccato tessuto fibroso patologico, per 1' altra metk invece era ricoperta dalla membrana mucosa intrabuccale in istato fisiologico. Qiiesto leinbo quadrangolare avea tre niargiui e due augoli liberi , di questi i due superior! (1), di quelli il superiore, 1' interiio, e 1' esterno; nieiitre 1' inferior mar- gine era continuo coi tessuti moUi , che foi'mavano la parte bassa della gota (2). Reclinando questo lembo a sinistra dell' infernia, e cioe verso la bocca (3), poteva essere posto in tali relazioni coi tessuti adiaccnti , da togliere i rapporti anatomici che dap- prima avea coUe parti sottostanti, da impedirgli quindi di riprendere gli antichi attacchi , ed obbligarlo invece ad atteggiarsi in modo da lasciare debitamente funzionare le mascelle. Per la inclinazione infatti che io diedi all' indicato lem- bo, ne risulto, che il suo margine superiore libero (4) pote essere posto stabilraente merce la sutui'a attorcigliata a contatto col bordo cruento del labbro superiore (5), che il margine interno di esso lembo (6) pote farsi continuo col bordo libero del labbro superiore stesso , ed ingrandi- re la bocca (7) , e che il margine esterno del lembo stes- so ripiegato in alto (8) pote essere riunito, merce la sutu- x"a attorcigliata, cogli adiacenti tratti di gota, in istato di cruentazione, e disposti a guisa di piccolo triangolo (9). In seguito di che la porzione di superficie interna del formato lendso, alia quale corrispondeva il tessuto fibroso cicatrizio staccato dal mascellare superiore, andando a fis- sare i suoi attacchi non piu snl mascellare superiore stesso. (1) Fig. 1. b, c. (2) FiR. 1. e. (3) Fig. 2. a. (4) Fig. 2. a. (5) Fig. 2. a, b. (6) Fig. 2. c. (7) Fig. 2. c,d. (8) Fig. 2. e. (9) Fig. 2. e. f, /: OpeRazioni Giiirurgiche 471 ma invece suUa porzione inferiore del labbro superlore, e coutinuandosi col bordo libero di esso labbro (1), la striscia inodulare fibrosa, gii staccata dal mascellare su- periore, veniva perci6 a poggiare sulla corrispondente sotto- p'osta regione dentaria, e poteva per questo debitamente medicata, ed isolata dalle vicine parti cicatrizzare. E cosi pure era permesso di isolatamente ricuoprirsi di cicatrice, alia cruentazione fatta nel mascellare superiore pel distac- co di quel tratto di tessuto fibrose che vi era in antece- denza aderente, in causa di rimanere la cruentazione stes- sa non piu in rapporto coll' indicato tessuto fibroso, ma bensi con quel tratto della superficie interna del formato lembo , che era ricoperto dalla mucosa intrabuccale in istato fisiologico. Per tal guisa restando stabilmente im- pedita la rinnovazione di quegli attacchi die avevano cagionata 1' immobilita della inferiore mascella, pote que- sta trovarsi in condizioni molto acconcie a debitamente funzionare. La cura successiva all' operazione non richiese clie sem- plici prowedimenti , e dopo 28 giornate la cicatrizzazione della ferita era completa. Ritenuta pero la fanciuUa pa- recchi mesi nello Spedale, onde assicurarsi della stabile riescita della operazione , e poscia rinviata alia propria famiglia, rimasero, come piu volte ho di poi potuto con- statare , in lei permanenti i benefici , e rilevantissimi risultati di gia ottenuti. STORIA SECONDA. Un contadinello d' anni 10, di costituzione gracile, nel Novembre del 1853 fu esso pure preso da febbre tifoidea assai grave. Lotto con molti pericoli, ai quali un ultimo se ne aggiunse, che credutosi dal medico curante foriere di prossima ed inevitabile morte, lo trattenne dal conti- nnare a visitare 1' infermo. Una vasta cancrena avea in (1) Fig. 2. c, d. 472 Francesco Rizzoli esso invasa a tutta spessezza la meta del labbro siipeiiore nel lato dcstro, porzione della corrispondente giiancia, del sottoposto 0S80 niascellare supeiiore, iion clie uu trat- to del labbro inferiore. Ma pure ad oiita dl tauto {;iiasto, iorluuataineute aiiclie in questo caso avvenue cio, die in vaiic altre circostanze per somma ventura e dato al Cliirurgo di osscrvare , e cioe clie sebbene alcuni infermi si tiovino in condizioui appaienteinente le piu dispeiatc, sorge beuefi- ca la uatuia , e reude palese , cbe quei poteri di conser- vazione che sembravano annientati , o soffocati dalla violen- za del male, lianno invece aiicora taiita possanza, da lie- scire a superare quei pericoli , che minacciavano da vici- no degli infermi la vita. E cosi difFatto fu nel gioviiietto, di cui ora parlo ; imperocche la inortifera cancrciia lungi dallo estendersi , o dall' influcnzare in niodo micidialissimo suir organismo, comincio a dare indizii di tendenza ad iso- larsij ed anzi dopo alquanti giorni, la vasta escara can- crenosa occupante le indicate parti moUi , si distacco la- sciando una piaga ampiissiina, ed irregolare in cui era compresa la sottostante porzione di niascellare superiore necrosata. Mentre pero la natura era riescita ad eliniinare dal corpo dell' infermo quei materiali morbosi , clie cotan- to intluivano a niinacciarne la esistenza , quella stessa na- tiua affievolita, e non soccorsa debitamente dava percio soltanto luogo ad una parziale ed irregolare cicatrizza- zione dei superstiti tessuti , la quale lasciava il ragaz- zetto in uno stato ributtante, e niostruoso. Costretta era quindi essa natura di rivolgersi all' arte, e cliiederle con fei'vore, che in tanto bisogno le fosse generosa di quel benevolo aiuto, clie le era indispensabile , e senza del quale nulla piu potea da se sola operare , e 1' arte in ri- cambio de' beneficii che da essa natura continuamente ri- ceve, e pei quali tanti e tanti prodigi puo vantare, con compiacenza la mano stendeale, e seco lei all' ardua im- presa accingendosi , largheggiava di quei sussidii , che al- r uopo potevano soddisfare. Onde per altro possiate formarvi un' idea abbastan- za esatta di quanto dovette V arte stessa occuparsi, e OpEKAZIONI GmilURCICHE 173 indispeiisabile che colla niaggior possibile esattezza coiio- sciate quale fosse 1' aiiatoinica iiiiiormaliti di (juelle parti, alia quale era desiderahile il ripaiare. Dal mezzo del lab- bro superiore in conispoiideuza del setto delle naiici, e del filtro dello stesso labbro progiedeudo a destra era in tntta la sua spessezza quel labbro distrutto in un colla adiacente gengiva, la quale veniva in parte sostituita da un tessuto cicatrizio aderente tenacemente al sottoposto osso mascellare superiore, e prccisaniente a quella porzio- ne di esso osso , clie forma la parete auteriore degli alveoli eve si impiantano le radici dei denti secondo incisivo , cani- ne, primo e secondo molare (1), i quali denti privi di quei naturali presidii clie li sottraggono alle maleficbe influen- ze degli agenti esterni, avevano perduto il loro naturale colore, la loro brillantezza, e si erano fatti seccbi, neri , e vacillanti. Cosi pure mostravansi il canino ed il primo molare destro della mascella inferiore, in causa di essere rimasta preda dello stesso cancrenoso processo disorganizzatore pai-te del sovrapposto labbro. Mancava 1' angolo cbe riunir dovea a destra le labbra , e la guancia , la quale era pure per non piccolo tratto distrutta, e in quella regione soltanto nota- vasi una cicatrice di figura semi-elittica a margine assot- tigliato quasi scindente, che sorgendo dalla mascella infe- rioi'e , e continuandosi coi superstiti tessuti della destra guancia, andava a prendere aderenza assai forte col ma- scellare superiore , in prossimita della fossa canina (2) , il che facea si , cbe all' orrida deformita , cbe disgraziatamen- te affliggeva il contadinello, si aggiungesse ben auco la impossibilita di abdurre le mascella. Anzi tale era la for- za con cui le medesime stavano fra loro serrate, da ob- bligare i denti della mandibola superiore a sormontare quelli della inferiore, inceppando cosi 1' emissione della voce, r articolazione della parola, e rendendo possibile r alimentazione merce soltanto liquide sostanze. Oltredich^ (1) Fig. 3. a, a. (2) Fig. 3. b, b. T. Via. 60 474 Francesco Rizzou le stipate parti nou permettendo di dominare l' interno del la bocca, era per questo impedito a quelle porzioni dl inasccUare superiore , che erano rimaste necrosate, di essere eliminate, e rimanendo iiivecc dai suddetti inorbo- si tessiiti strette, ed imprigioiiate , tale irritazione induce- vano nella guancia corrispondente , da crearvi profonde ulcerazioni, determinanti un continuo scolo dalla bocca di saliva cominista a sordida marcia. Da tiitto cio rendesi quindi palese, che per soccorrere in mode opportune 1' infermo, dovea I' arte non solo ri- pristinare i movimenti proprii delle mascelle, ma dovea ben anco riparare alle perdite fatte dal labbro superiore, dair inferiore , e dalla guancia , favorire il distacco coni- pleto, e la eliminazione delle parti dure vacillanti, e ne- crosate , e sollecitare la cieatrizzazione delle ulcerazioni dei molli tessuti. Lungi pero dal pretendere di porre riparo a tutti que- sti mali nel medesimo tempo, e specialmente ben lungi dair indurre in tessuti cosi malconci, merce varii contem- poranei operatori processi , tali irritazioni , cosi estese ana- tomiche lesioni e gravezze da rendersi capaci non solo di irapedire il risultato felice che cotanto braniavasi , ma da compromettere ben anco la vita dell' individuo, doveva io invece pensare ( come in altre analoghe circostanze ho fortunataniente fatto ) di provvedere a ciascun bisogno se- paratamente, e di tenere in cio quell' ordine che piia ra- zionalmente servir potea alio scopo. Per questo prima di tutto mi proposi di procui-are , temporariamente almeno, 1' abduzione delle mascelle, on- de potere in modo opportune nutrire 1' infermo, flivorire la eliminazione delle laniine ossee, e dei denti necrosati , e sollecitare la cieatrizzazione delle piaghe formatesi nel- r interno della bocca. A questo scopo insinuata colle dovute cautele, e gra- datamente una stretta leva di duro legno fra le mascelle, ottenni diffatti dopo parecchi giorni d' allontare le ma- scelle stesse in modo, da permettere con qualche facilita la necessaria alimentazione dell' infermo , e di dominare Ol'EIlAZIONI ClIlHURGICUE 475 pur anco il cavo della hocca qiiaiito conveiiiva onde faci- litare il distacco delle parti nccrosate , e la cicatrice del- le supcrstiti piaghe. Avuti questi vantaggi , potei allora decidermi con mag- gior fiducia a rifare la porzione di lahhro iiiferiorc nian- cante, la buoiia riiiscita dclla quale operazione nii avrebbe poi dato piu facile adito a rifar pure il labbro superiore , ed a togliere stabilmente il serrainento dellc mascelle, il quale gia minacciava di riunovarsi , in causa di non esse- re la leva piu tollerata. Per eseguire aduuquc la indicata operazione dopo avere cruentati i bordi ricoperti di cicatrice della discontiuuita di esso labbro infcriore, e dopo averne staccati alquanto i lenibi dalle vicine parti, posi i bordi cruenti a mutuo contatto, e li fissai mediante sutura attorcigliata (1). Scor- se alcuue giornate, la cicatrice non essendo abbastanza so- da, e gli aglii, ed i fili cbe avevano servito alia sutura mostrandosi vacillanti, onde non perdere il frutto della eseguita operazione , segueudo le regole da me in analo- ghe circostauze adottate, irapiantai altri due aglii, e li fermai coi rispettivi fili nei tratti intermedii a quelli in cui ven^nero i primi aghi applicati, i quali percio potero- no essere tolti, e lasciare le parti in condizioni piu ac- concie alia loro reciproca e stabile uiiione. Formatasi cosi una robusta cicatrice, io non avrei per certo diiazionato di niolto quell' ultimo atto operatorio che servir dovea a completare la cura, se una nialaugura- ta circostanza non me ne avesse ragiouevolmente distolto. Sorsero infatti nel nostro infermo disturbi addomiuali as- sai temibili da ricliiedere speciali provvedimenti , e quel che e piu , vennero i medesimi ben presto susseguiti da grave affezione scorbutica che si rese di assai difficile gua- rigione , e per la quale essendo stato impedito l' uso di qualsiasi mezzo meccanico, capace di mantenere le ma- scelle allontanate, si rinnovo il serramento completo del- le medesime. (1) Fig. 3. c, c. 476 Francesco Rizzor.r Mu appeiia il coutadinello fu giiarito dallo scorbuto , e non I'livvi piii controinclicazione alciina ad operare , non mi ristetti in allora dal ricorrere a quell' ultimo tentativo die mi rimaneva ancora a sperimciitare, e che avea per iscopo di ricostruiie la metii del labbro superiore inanca ri- te, e corrispondente porzioiie di giiancia, e di togliere nel tempo stesso stabilmente quella meccanica cagione che iinpediva 1' abduzione delle mascelle. Ap|)iofittaiido pertanto della cedevolezza della rimasta porzione di labbro superiore , dopo averla staccata con un bistuil panciuto nel suo interno dal sottoposto masccUare , e dopo averla resa totalmente libera da esso, merce una incisione trasversale fatta alia base del labbro, subito sot- to il naso, paralella al bordo libero del labbx-o stesso, pro- lungantesi orizzontalmente nel tessuto cicatrizio stipato for- matosi sul mascellare superiore destro in sostituzione del- la distrutta gengiva (1), stirai la poi-zione istessa di lab- bro a destra verso la guancia per lissarla poscia coi bordi della incisione fatta sul cicatrizio tessuto sopramascella- re (2), e formare cosi nel miglior modo una porzione del labbro mancante (3). Dopo di che col fine di completare la genio-cheiloplastica mi prevalsi di un lembo rjuadran- golare tolto dai tegumenti della stessa destra guancia me- diante tre incisioni , la prima delle quali molto piccola si continuava a perpendicolo col bordo della striscia di tes- suto inodulare , che pei suoi attacchi cagionava 1' immo- bilita delle mascelle (i) , la seconda era a questa paralel- la (5) , e da essa distante quasi un pollice , la terza aven- te ima direzione alquanto obbliqua da destra a sinistra, e dair alto al basso superiormente le riuniva (6). Isolato questo lembo dai sottoposti tessuti ed inclinatolo a sinistra (1) Fig. 3. e, e, e, e. (2) Fig. 4. o, a. (3) Fig. 4. 6. (4) Fig. 3. d. (5) Fig. 3. f, f. (C) Fig. 3. f, d. Operazioni Chirurciche 477 ill niodo die 1' ultima descritta incisione si ponesse ad imiiu'Jiato coiitatto colla estremita liln-ia di moncone foi- niato dalla porzione superstite di labbro superiore, resa essa pure cruenta (1), ne risulto che il bordo esterno del nuovo forniato lembo (2) si rese continue coll' inci- sione orizzontale fatta nella porzione superstite di lab- bro superiore , e pote cosi con una sua parte riunirsi colla incisione pariinenti orizzontale , praticata nel tessu- to cicatrizio che sostituiva a destra estesa porzione della superiore gengiva e parte della guancia (3). Per tal ino- do gli anticlii attacclii contratti superiormente dalla striscia inodulare fibrosa col mascellare (i) andando a porsi in relazione col bordo libero del labbro superiore (5), con- corsero a formare la porzione inancante dal labbro stcs- so , ed in seguito di ci6 rimasero stabilmente tolti quei rapporti anatoinici, e quegli attacchi die impedivano alle mascclle di divaricarsi, e delle medesirne si resero liberi i movimenti. Usata la sutura attorcigliata nella maniera che era piu acconcio, onde tenere insieme riunite negli indicati anatomici rapporti le indicate parti cruente (6) , in breve se ne ottenne la desiata cicatrice , per cui il contadinello pote fra non molto abbandonare la Clinica, ove era rimasto i mesi interi. Rivedutolo esso pure piu volte, ho col massimo piace- re constatato che non solo mantengonsi in lui liberi e facili i movimenti delle mascelle, ma che il suo volto per r attivo procedere delle fiiiizioni nutritive ha riprese nel miglior modo quelle simmetriche forme, che 1' anteceden- te sofferta distruggitrice malattia avea in lui rese orride, e ributtanti (7). (1) Fig. 4. c. b. (2) Fig. 3. A f. Fig. 4. i, a. (3) Fig. 4. f. (4) Fig. 3. h. (6) Fig. 4. e , b, t, c. (6) Fig. 4. c. b. (7) La Fig. 6 rappresenia il risiiltato finale di qnesia operazione. ^78 Francesco Rizzoli STORIA TERZA. Carlo Carpep:giani , giiinto all' eta di sei anni , fu sog- getto ad una allczione tubcrcolare, clie comprese non solo quella porzione di branca orizzontale del mascellare infe- liore, che dal terzo dente molare si estende fino all' an- golo posteriore di essa mascella, ina ben anco tutto inte- ro questo medesinio angolo, porzione della corrispondente branca ascendente, e buon tratto della parete anteiiore del mascellare superiore nella regione sopra-alveolare del 3." e i." dente molare vero. Questa tubercolare afFezione nel corso di alcuni mesi, diede luogo a tali succession!, da produrre la necrosi delle porzioni ossee ammorbate. Eliminati natnralmente i sequestri , la supcrstite vasta di- scontinuita venne rimpiazzata da un masso osseo fibrose, il quale a gradi strettamente , ed organicamente riunendo nelle indicate regioni il mascellare inferiore col superiore , rese percio impossibile il benclie minimo divaricamento delle mascelle. Scorsi cinque anni in questo triste stato , il Carpeggiani venne accolto in Clinica , e cio fu nel giorno 6 del Mag- gio 1857. Mostravasi allora il ragazzetto debole assai , molto gra- cile, e smunto; pallido era il suo volto, e come pu6 ben figurarsi , marcatamente deforme. Questa deforniita era infatti costituita da una rilevatezza assai notevole, ricoperta dalla cute in istato fisiologico,occu- pante i due terzi superiori della regione masseterica destra , e formata da parte di quel tessuto osseo fibrose cbe cola per le cagioni morbose anzidette erasi sviluppato. Da que- sta regione procedendo in basso verso la mandibola infe- riore, rilevavasi invece un marcatissimo avvallamento, con- seguenza dello scarso sviluppo di qucllo stesso osseo fibro- se tessute, die ivi sostituiva la perduta porzione di infe- riore mascella, e pel quale difetto, oltreche la mascella stessa mostravasi piu piccola, il mento era portato indie- tro, a destra, ed in alto ; le labbra protuberavane alquanto , Opi:razioni Chirurciche 4-T9 Ic clue commissure di esse labbia non crano piu paralelle fra loro, inostraiulosi la destra piu bassa della sinistra. Divaricati i labbri fra di loro nei dovuti modi, osservavasi , che i den- ti iiicisivi, dei mascellari superiori, cuoprivano e nascon- devauo diotro di se qiielli clie appartenevauo alia iiiferio- re mascella, i quali eraiio portati cosi -in alto, da pog- giare col bordo superiore delle loro corona contro il palato osseo. Sufficientemente sviluppati mostravansi i denti ca- nino, e molari del iiiascellare snj)eriore siuistro; mancava- no invece nella porzione corrispoiidcute di mascellare in- feriore il cauino, ed il primo molaro. Diretti gli esami a destra, ed iiisinnato pcrcio il polpastrello dell' indice di una delle mie mani all' interuo del vestibolo orale, esso dito mezzo poUice circa al di la dell' angolo laiiiale de- stro, incontrava quell' ossea fibrosa innormale produzione che mcntre serviva a rimpiazzare le porzioni di mascella iuferiore e superiore, die si erano necrosate e stacca- te, era poi causa della deformity esistente nella destra guancia , e cosi strettamente ed organicamente riuniva le due mascelle fra loro, da formarne una sola, e da renderne impossibili i piii che piccoli movimenti. In cau- sa quindi di questa completa anchilosi veniva impedito al Carpcggiani di do])itanieiite alimcntarsi, sorbiva egli sol- tanto con istento i li(iuidi, e tutto al piii riesciva ad in- sinuare qualche piccola porzioncella di trito solido alimen- to neir interno della bocca, merce lo stretto spiraglio la- sciato nel siuistro lato dal dente canino, e molare die dissi mancanti ; le parole non potevano debitamente esse- re articolate, e non facile la deglutizione rendevasi. Affine pertanto di togliere questo misero ragezzetto dal deplorabile stato in cui si trovava , 1' arte dovea una nuova risorsa cercare. Quel pochi • mezzi die la Chirur- gia lia proposti in varii casi di anchilosi vere, o fal- se, complete, od incomplete della mascella iuferiore, attesa la siiigolarita della alterazione anatomica avvenu- ta nel Carpeggiani , erano in lui inaplicabili. E neppure r asportazione della porzione superiore del mento osseo , integro lasciando il di lui orlo inieriore , che a tutta prima •480 Fhancesco RlZZOI.t io vaghc<;;giava , fatta collo scopo di formare una nuova apertura piu o meno ainpia, per la quale introdurre i ci- Li nel cavo orale , ini si ofteriva presaga di felice ri- sultato. Iinperocche la indicata parziale demolizione di nieiitu , oltreche uon avi'ebbe servito a ristabilire i moviinend di mastlcazioue, immobili rimanendo le mascelle, oltreclie avrcbbe cagioiiata la jjerenne peidita di alcuui denti , ed oltrecbe si sarebbe resa di assai difficile esecuzionc, per la innoruiale attitudine presa dalla regione mentale delia ma- scella , poteva pin- anco permettcre, ad onta delle niaggio- ri previdenze, attesa la freschissima eta del ragazzetto, la produzione di una nuova ossea , o fibrosa sostanza , che fa- talmeute servisse a ricbiudere quella via , attraverso la qua- le si sarebbe volute far penetrare , abneno con niinore difficolta , r aliniento. E se asportando del tutto il mento osseo , e regolando di poi debitameute la cura, questo pericolo potevasi men paventaie , rimaneva pero la certezza, cbe aggiungen- do con tale operazione una nuova perdita di sostanza a quella che la mascella avea gia fatta, si sai-ebbe accre- sciuta la esistente deformita, e tolti essendo colla ope- razione istessa quei naturali attaccbi niuscolari, che legano la lingua alia parte media della mandibola , e questa al- r osso joide , si sarebbe indotto pur anco in causa di cio notevole disequilibrio nell' adempimento di quelle funzioni , air esercizio delle quali essi muscoli prendono parte. Invece quindi di prevalermi delle indicate chirurgiche risorse, clie forse in alcuni casi diversi da questo sarebbe sanzionabile lo sperimentare , mi attenni ad un altro par- tito proraettitore di piu rilevanti vantaggi. Fatto invero riflesso , che nel mio infermo la immobi- lity della mascella inferiore era conseguenza di un' anchi- losi insuperabile dipendente da un masso oi'ganico osseo fibrose, che riuniva estesa parte del lato destro della ma- scella inferiore al corrispondente mascellare superiore in modo da formare dei due ossi un osso solo, e che quin- di resa in modo opportuno libera , ed indipendente Operazioni Chirurciche 481 dagli indicati attacchi tutta quanta la porzione anterio- re , e laterale sinistra delia inferiore mascella che inte- gra mantenevasi , in un coi muscoli che nella medesiina infiggonsi , avrei potuto perniettere alia stessa estesa por- zione di mascella di funzionare in modo quasi norinale , mi determinai percio pel processo operatorio seguente , come quello che secondo me, molto opportunamente parea potesse servire alio scopo. Preparato in antecedenza I'infermo, la mattina del gior- no 14 Maggio 1857 postolo a sedere in una seggiola , colla testa appoggiata contro il petto di un assistente, onde ri- sparmiare 1' incisione di esterne parti ed evitare un' appari- scente cicatrice, arrovesciai il bordo del labbro inferiore deir infermo e la sua porzione libera in basso , procurando nel tempo istesso, che 1' angolo labiale destro fosse por- tato posteriormente per quanto era possibile (1). Tenute queste parti nell' indicata posizione da un assistente, potei io cosi dominare assai bene quel tratto anteriore di ma- scella inferiore sana , che confinava colla porzione innorma- le, ed incidere con un bistori panciuto per alcune linee la mucosa intravestibolare , ove si ripiega sulla faccia in- terna deir osso mascellare inferiore per formare la gengiva , e precisamente in quel tratto che corrisponde alio spazio intermedio esistente fra la regione alveolare del 2.° e 3.° molare, cjoe a pochissirna distanza dal nuovo tessuto osseo libroso, che cagionava 1' anchilosi. Non limitai per6 il ta- glio alia sola mucosa , ma lo estesi ben anco agli altri tes- suti moUi, che aderivano nell' indicata localita alia por- zione anteriore, ed all' orlo inferiore di essa mascella, at- torno il quale orlo, scorrendo colla punta del bistori, potei giungere lungo la faccia interna della mascella in direzio- ne paralalia alia ferita fatta nella anteriore faccia della mascella medesima, ed incidere cosi i tessuti molli che la ricuoprivano , quanto era sufficiente a permettermi di insinuare al di sotto dell' orlo inferiore della mascella. (1) Fig. 6. a. T. VIII. 61 482 Francesco Rizzoli per la apertura ivi formata, la porzione ristretta , e non tagliente della niia cesoia osteotoma (1) , abbracciarne r interna niascellare parete di contro ai moUi tessuti da me divisi, e coUa lama tagliente della cesoia appoggiata contro il sovrapposto tratto di parete anteriore di essa mascella incidere longitudinalmente in un attimo dall' a- vanti air indietro completamente , ed a tutta spessezza la mascella (2). Non avevo appena ritirata la osteotoma cesoia dalla bocca del Carpeggiani , che allontanatisi fra loro i due frainmenti derivanti dall' artificiale frattura, per quasi mez- zo pollice, pote. il ragazzo spontaneamente ed ampiamente porre in abduzione le mascelle. Ma questo brillante im- mediate risultamento sarebbe stato ben poco, se io non avessi avuto motivo di sperarlo duraturo. Nel che mi con- fortava il riflesso che tenuti i due estremi dell' osso tron- cato debitamente allontanati fra lore, si sarebbe formata una pseudo-artrosi la quale avrebbe assicurato il perma- nente felice esito della operazione. Onde mantenere pertanto nel modo piii acconcio disgiun- ti i due ossei monconi , intromisi fra loro alcune filaccie , che valsero pure ad arrestare un lieve gemitio di sangue derivante dai tessuti cruentati. Nel seguito della cura che duro 38 giorni le fila furono all' opportunita cambiate, e quando i bottoni carnei cominciarono a spuntare dal gia inciso mascellare tessuto, e dalle parti molli adiacenti pur cruentate, non si omise in allora di intromettere fra le arcate dentarie un cono di sughero , per mantenerle con maggior sicurezza divaricate , e far si che il moncone mo- bile della mascella di tanto si abbassasse, e si allontanas- se dair altro ( che per le contratte aderenze mantenevasi fisso) da permettere con molta maggiore sicurezza quelle salutari evoluzioni che dovevano servire alia formazione della pseudo-artrosi , che nel caso nostro rendevasi neces- saria, onde raggiungere lo scopo che ci avevamo proposto. (1) Fig. 6. c. (2) Fig. 6. d. Operazioni Ciururciche -483 Ed ill vero, cosl bene oper6 natura, da non tardar molto a prodiure iiel tiatto fratturato della mascella una falsa articolazione, capace di concederle nel niiglior modo gli uffici, che le son proprii, e render cosi sicuro il fe- licc e stabile esito della operazione. Ricopeitisi infatti isolatainente i due ossei monconi di cicatrice, rimaugono ora i inedesimi in iscanibievol rapporto mediante un tessuto mucoso di nuova formazione assai di- stendibile, soito non gia dai tessuti ossci fibrosi innormali, che insieme riunivano le due inascelle , ma bensi da (|uel tessuto mucoso fisiologico che riveste internamente , ed esternamente la inferiore mascella dell'operato, nei tratti adiacenti al luogo ove questa venne appositainente divisa, il (piale nuovo tessuto pel divaricamento piocuiato nel- I' anzidetto modo negli ossei monconi , e cosi esteso da permettere a tutta quanta la porzione di mascella resa li- bera di agire con quella facilita che e propria dello stato normal e (1). In seguito di che potendo il Carpeggiani nella maniera ordinaria alimentarsi, ne e risultato, che la nutrizione , e la forza hanno prese in lui il massimo del vigore, che non piix scarna essendone la faccia il di lui volto ha per- duta quasi del tutto quella assimetria che lo deforma- va, e pel funzionare delle mascelle ne e pure deriva- to, che sciolta e libera essendosi in lui resa la parola , non gli e piu preclusa la via di trarre profitto dei molti ed indescrivibili beni , die derivar ponno dal conferire con uomini , capaci di convenientemente educare , e diriggere la mente , ed il cuore. Dei quali rilevantissimi beni godra pure fra non molto il fanciullo Enrico Guberti , da pochi giorni accolto in Clinica, affetto anche esso da immobilita delle mascelle, e dipendente dalla liunione ossea fibrosa della porzione po- steriore sinistra della mascella inferiore colla superiore cor- rispondente, susseguita ad una morbosita analoga a quella (1) Fig. 7. Questa figura rappresenta il risultato finale dell' operazione. 484 Francesco Rizzoli die afflisse il Carpeggiani , nel quale sunnominato fanciul- lo, aviito riguardo al permanente felicissiino I'isultato ot- tenuto in quest' ultimo, non esitai a poire in opera il mio processo , col quale divisa a sinistra la mascella inferiore al di qua della inorbosa ossea fibrosa riunione, se ne ot- tennero pure quegli immediati brillanti risultati, pei qua- li natura debitamente regolata dall' arte avrh campo di svolgere nell' artificiale discontinuity quella nuova artico- lazione che varrA a surrogare quella, alia quale per le indicate innormali aderenze non e piu permesso di fun- zionare (1). Se pertanto e fuori di dubbio clie in niolte contingen- ze morbose , e prudente e sano consiglio , il far di tutto onde lisparmiare le chirurgiche cruente operazioni , non e pero meno certo essere grandemente desiderabile , che il chirurgo , per quanto le forze del suo ingegno potranno permettergli , faccia ogni studio, onde trovar nuovi modi operatori ( quantunque difficili , dolorosi , e diro anclie arditi ) coi quali, morbosita ritenute insanabili affrontan- do, si renda palese, che ove serabravano imposti limiti all' arte , sorge essa invece apportatrice di nuovi ed in- sperati trionfi, e dominatrice potente, minora cosi la schie- ra di quel mali, pei quali una risorsa veramente efficace sembrava non potersi in alcuna guisa sperare. (1) Le particolariti relative alia ciira successiva, ed all'esito finale di quest' ultima operazione , non avendo potuto far parte della presente memoria , attesoch^ la medesima fu letta dall'autore ail' Accademia un mese prima del completo e fortunato successo della operazione, vennero perci5 separatamenle fatte conoscere nel fascicolo di Febbraio 1868 del Bullettino delle Scienze Mediche, che si pubblica dalla Society Medico-Chirurgica di Bologna. Mc.U:Tom:Vlll. ,, -^. J.3. f^ 4-. b.^ ^Ife??-' c n > 3 CMinjirdi atte destra dell' imboccatura , e lo scanno rimase sottilissiinainente aperto alia sinistra. Convien dire quindi che questa eccezione sia derivata da cagioni straordiiiarie. Straordinaria veramente e stata la stagione iiivernale asciutissima, e con dominio costante di vento tra Greco e Maestro. Ne mi e accaduto mai in 13 anni dacche osservo la costa pontificia di vedere le sec- clie di Febbraio e Marzo si grandi e permanenti come neir anno presente. Cio deve forse attribuirsi al prevalen- te insolito dominio dei mari di tramontana cbe hanno im- pedito in parte 1' ingresso delle acqiie del Mediterraneo nel Golfo dell' Adriatico , solite ad essei'vi ordinariajnente portate dalle Levantare. Ne 11 dominio dei mari di Tramontana ba solamente tenute piii basse le acqne, ma ha senza dubbio cagionati o-r insombri al Canale di Cesenatico, e a tutti i Porti-Ga- nali di la fino a Senigallia, eccetto quello di Rimini per la potente Marecchia che lo ha liberato. U mare di Maestro-Tramontana mettendo in moto le sabbie a sinistra del Ganale di Cesenatico le ha recate con forte inclinazione di circa 60° contro le due palafitte della bocca ; ivi hanno trovato un impedimento al loro corso massime dalla sporgenza del braccio di levante che non hanno potato superare, e sonosi spagliate a ridosso di questo braccio come si nota nel disegno. A rendere piu evidente la spiegazione di questo fatto mirabilmente con- corre il corso dei venti e delle burrasche dell' Anno, le quali mossero prima da Greco girando rapidamente nello stesso giorno a Maestro, dove piu lungamente durarono, poiche r impressione residua del mare di Greco fece for- se impedimento al corso del mare di Tramontana, e rese meno veloci le sabbie mosse in questa direzione, talvolta ingrossandole contro 1' imboccatura. Concorre poi forse inevitabilmente il rapido allunga- mento della spiaggia di ponente, che io con somma mia Sulla corhente utorale dell' Adriatico 507 meraviglia ho osservato nelle ripetute mie visite degli scor- si giorni. E qiiesto domiiiio dei tiatiioiitanesi come spiega r invasione delle sahhie , cosl quello delle moiidiglie , le quali stando naturalrnente sepolte sotto la sahbia doveva- no venire dopo queste per necessitu, essendo state sco- peichiate dalle precedenti burrasclie. Resa in tal niodo , per mio riverente avviso , una ma- nifesta spiegazione dell' avvenimento degl' ingombri della bocca di Cesenatico, non e qui luogo a soggiuiigere che la forniazione de' banclii sabbiosi e la direzione delle tbci prende forse costantemente origine dalla composizione del moto del Canale coUa direzione del inoto burrascoso do- minante. Che quindi la spiegazione del Montanari pu6 aversi per sicura in quel luoghi solaniente ove non ha do- ininio di traversia. Che lungo la nostra costa a stagione ordinaria le foci d' inverno sono volte a sinistra pel do- uiinio costante delle Levantare, nelle bonaccie estive pie- gano a destra, e dove uii torrente corra la inaggior parte dell'anno, il tenuissinio nioto radente non ne altera il corso sensibilniente. Onde mi e sembrato di poter conchiudere che il moto composto del Canale e del moto burrascoso dia spiegazio- ne alia mutabilita delle foci e dei banchi che continua- niente ho notata da Senigallia al Cesenatico. Estratto del 2." Rapporto. Questo Canale ( di Cesenatico ) posto nel vertice del- 1' ampio seno della spiaggia occidentale Adriatica fra la punta di Primaro e Rimini e; il niiglior ricovero delle pic- cole bardie dal Cesenatico alia rada di Goro ; forse mi- gliore anche dei ricoveri fra Cesenatico e Ancona , se si guardi non al fondo, ma alia quiete che vi godono allor- che possono superarnc I' imboccatura. Non e piccola feli- cita di sito 1' esser posto nel vertice di quel seno comun- que assai disteso, perche cio mostra che la linea media permanente del lido vi risente meno che altrove 1' effetto dei deposit! de' fiumi posti sopra e sotto veiito. Nondimeno 508 Maurizio Brighenti la generale natiua della spiaggia non inuta. Le acque tor- bide di una grand issiina porzioiie d' Italia vengoiio tutte a versarsi nell' intervallo fra le Lagune Venete e Cesena- tico : onde troviaiiio i fondi o sabbiosi o faiigosi , e lo scandaglio non segna 20 piedi d' acqua ( Metri 7, 0 ) che un miglio e mezzo dalla riva. Di qui deriva che tutte le bocche naturali o artificiali di questa costa sottilissima sono atte ad accogliere legni che peschino quattro o cin- que piedi veneti al piu (Metri 1, 40; 1,75 ); deriva la frequenza e la instabilita de' banclii che impediscono or pill or nieno 1' entrata , e assottigliano le acque; deriva finalniente 1' inquietiidine dei locali Marinari che sentono il danno, e corrono i pericoli dei fondi troppo scarsi ed irregolari. Quantunque da Cesenatico verso Ancona lo scan- daglio trovi la detta profondita d' acqua a un miglio solo di lontananza dalla spiaggia per la diminuita copia delle torbide cagionata dall' avvicinamento delle falde degli Ap- pennini al mare verso Rimini , e nondimeno troppo scarso r ingrossamento del lido , perche siano in questa parte di costa sensibilniente diminuite le pessime condizioni del- la parte precedente. Per le quali osservazioni si fa mani- festo come i voti di tutte le nostre Citta marittime, salvo Ancona , siano necessariamente disperati , e non possa 1' ar- te vincere , e ne forse mitigare le naturali difficolti. I limiti del fondo piu costanti in tutte le bocche della co- sta sottile dalla Brenta a Fiumesino sono i sopraindicati di 4- in 5 piedi veneti in colma mezzana. Cio si rileva dagli antichi e nuovi portolani, dalle tradizioni locali, e dalla qualita dei Legni che praticano quelle bocche da tempo immemorabile Parlando ora delle spiagge a destra e a sinistra del Porto , ho indicato nel disegno lo stato loro da me rile- vato neir Aprile dell' anno scorso e nel Gennaio e Giu- gno del corrente. Vi ho aggiunto quello del 22 Dicem- bre 1802 come appare da un' antica pianta del Caporali che ho negli Atti : non e notato in questa pianta lo sta- to delle acque , ne 1' ora del rilievo dalla quale si sareb- be facilmente ricavato. Finalmente vi ho segnata la linea Sulla gorrente litorale dell' Adrhtico 309 della spiaggia di levante dello stesso anno 1802 come si trova In una copia fninata dall' Ingegnere Sig. Perscgniti , ove si dicliiaia esseie stata cosi deterniinata dall' Ispetto- re Generale Sig. Brandolini. Se si guarda alle dette linee delle spiagge, si rileva t." Che quella di ponente e al- quanto accoiciata dall' anno scorso a tutt' oggi. 2." Che in questo tempo quella di levante tia 1' Apiile 1831 ed il Giugno 1835 si e allungata metri 1-i. 70, e Metri 36 fia Geunaio e Giugno 1835. Qnesti nKJvimenti nell' Anno sono oidinaiii, attesi i venti Sciroccali |)eiiodici di Mag- gio, e la difFerenza fra 1' Aprile 183i ed il Giugno 1835 e insignificante per la stessa cagione. 3." Che fra la spiag- gia di levante di Caporali nel 22 Dicembre 1802 e <[uel- la da me osservata nel Giugno 1835 cone una difFerenza di M.' 60. 20. DifFerenza molto rilevante., ma incerta at- teso r indicazione mancante del pelo d'acqua. Mentre fra la spiaggia Brandolini dello stesso anno 1802 e quella del Geunaio 1835, la difFerenza si stringe a M.' 40 nello stes- so stato deir acqua. La precisione somma del Ch. Ispet- tore die h citato nel rilievo , da certo molta confidenza a questa seconda indicazione, ed io la terro per questa ragione, e per essere riferita ally stesso pelo d'acqua, come la piii verisimile. Anzi la terrei per induhitahile, ove la stagione del rilievo fosse soritta , poiche ahhiamo visto le dilFerenze enormi tra la spiaggia estiva e 1' inver- nale, e sono in tutti i nostri Canali. Qnantunque pero manchi questa notazione, sembra potersi indiure dovere appartenere alio stesso Dicembre 1802, o alia stagione d' inverno. Nel 1822 io fortificai la diga di levante che in una grossa ])urrasca fu battuta in testa , e tenni la ba- se della palaHtta di fortificazione 8 in 10 metri lontana dal pelo medio. Questa testa se ne allontanava metri 20 nel Geunaio 1835, e pero nel 1822 questo pelo trovava- si 1 2 in 1 i metri piu avanti. II che in 13 anni di tempo produce un annuo avanza- mento di circa un metro dalla spiaggia da questa parte. Poco maggiore risulterebbe il prolungamento conteggiando Io spazio e gli aani tra la linea Brandolini e la mia. 510 Maurizio Brighenti Questo progresso del lido iiella parte di costa che discor- riamo, altra volta da me pubblicato, e con piu rigore da stabili del porto di Rimino, senibra non potersi contrad- dire. E la quasi insensibile piinta larga Metri 130, che le sabbie mobilissime fanno alia nostra palata, lascia cre- dere che anche inferiormente 1' avanzamento del lido se- gua una misura eguale o di pochissimo minore. Ho qui limitato le osservazioni alia palata di levante , perche il rilievo Caporali non ha 1' indicazione del pelo d' acqua , e nella Copia citata manca la spiaggia Brandolini da que- sta parte. Precisato colle precedent! osservazioni lo stato attuale del porto e delle spiagge , e circoscritto ad un metro cir- ca r avanzamento del lido , resta ora a guardare alia dif- ferenza che passa fra la spiaggia di ponente e quella di levante. Le due spiagge Caporali 1802 differiscono Metri 75. Le due spiagge dell' Aprile 1834- Metri 80. Le due del Giugno 1835 Metri 98. Le dette tre difFerenze segnano la sporgenza della spiag- gia di levante sopra quella di ponente. Alia quale spor- genza sembra doversi proporzionare anche quella delle due palate , come piii sotto vedremo trattando delle piu utiii riparazioni da farsi al nostro Canale Accennai e furono benignamente accolte le cagioni che generarono il piu forte e nocivo di questi banchi nell' A- prile 1834 , coir ossequioso Rapporto che unisco in copia. Neir annata scorsa quel banco si mantenne , sebbene piu depresso , e si mantiene tuttavia come mostra il disegno , lasciando aperta la foce a sinistra come 1' anno scorso. La stagione della scorsa invernata e stata simile alia prece- dente avendo dominate i mari boreali con tempo asciutto, ma vi si sono associati i Grecali , le Levantare con impe- to molto maggiore , ed hanno spazzato 1' ingombro recato dai Tramontanesi , il che non accadde nel 1834. Sonomi trovato al Cesenatico per attivare le zattere, come 1' an- no scorso a deprimere il banco , e una fiera burrasca di levante fece 1' opera mia, e cosi e intervenuto piu volte. Sulla corrente litorale dell' Adriatico 511 Le quali cose sempre piu mi conferniano a credere che in fjueste coste sottili torni di poco o di niuno ainto la ve- rissima considerazione siilla corrente litorale dell' Adriati- co ; e fors' anco nei porti di Lido , di Malamocco , e di Chiozza soccorre piu 1' effetto delle bocclie a destra la forma del vaso, e la obliqua linea da tramontana ad ostro de' murazzi , che la troppo tenue inclinazione generale delle acque. Si calcola a M.' C.' 2777 per 1" la portata della bocca di Malamocco in riflusso , e si appoggia alia meravigliosa opera delle scogli^re che la diriggono a de- stra , e sebbene patisca , pure supera 1' effetto dei mari opposti. Queste osservazioni ho fatte perche suUa direzio- ne da darsi al prolungamento opinerei doversi ritenere la presente, non trovando cagione di doverla mutare. ERRATA CORRIGE pag. 79 lin. 9 prescntino esse . „ 81 „ 30 la qiiinta e la sesta 300 1 Riiidi a niorboso presentino esse horse la sesia e la seltinia ( e leggi ili se- gtiito crescendo iin mimero fino alia decimaterza ). giiidica niorboso TNDICE MrciiELE Medici. Elogio dei Coniugi ManzoUni. Cot Ritralli . . pag. 3 Antonio Alessandrini. Sunto di ossermzioni spellanti aW Anatomia del Pecari. Tav. 1 , 2 , 3 , 4 „ 27 Fharcesco Rizzoli. Di una Atresia congenita dell' ana. Tav. 6 , 6. . » 61 LuiGi Calobi. Sulle Borse mucose solloctilanee » 67 GiAjiBATTisTA Fabbri. Di wm Pelvi ohbliqua-omle. Tav. 7,8,9 . » 87 Marco Faoiini. Considerazioni criiiche sopra un nuovo mezzo propla- lico contro il CoUra » 107 Giuseppe Bertoloni. Delia Atrofia contagiosa, Malattia del Filugello del Mora » 111 LiiGi Calori. Sidlo Schelelro del Monitor Terrestris /Egijpti Cuv. Tav. 10, U, 12 „ 161 Ferdinand^ Verardini. Neuralgia intercostale seguita da Bulimia , e Sto- ria di un sudor nero » '>0^ ApiTOHio Bertoioni. Miscellanea Botanica XVIII. Tav. 13, 14_, la_, •6' 1^ ), 226 Carlo Soverini. Ricerche anatomico-ftsiologiche sopra una Mano moslruo- sa. Tav. 18, 19, 20 , 21 , 22 „ 047 Gabtano Sgarzi. Esame Chimico di Macchie parlicolari di apparenza sanguigna ,,373 Giuseppe Bertoloni. Illustrazione dei prodotti naturali del Mozambico. Dissertazione VI. Tav. 23 „ 097 Paoio Pbedieri. Studio slorico comparativo del consumo delle Carni nella Citta di Bologna » 323 i-ORENzo Bespioiii. Sutl" accomodumento dell' occhio umano per la visio- ne dislinia alle diverse dislanze » 355 T. VIM. 65 Carlo Massarejiti. Rollura di un Callo deforme deW omero per acca- vallamenlo dei frammenli , complicalo a lussazione scapulo-omera- le . . . pag. 391 Cesare Belli'zzi. Sopra un nuovo fegno diagnostico differenziale fra I' emorragia cerebrate ed il rammollimento » ■109 AlicHELE Medici. Elogio di Gian-Antonio Galli. Col Rilratlo ...» 423 Gio. Giuseppe Bianconi. Specivuna zoologica Slosambicana. Fasciculus X. Jau. 24, 26, 26, 27 » 451 Francesco Rizzoii. Operazioni Chirurgiche eseguite in diversi casi, on- dc togliere la immobilita della mascella inferiore. Tav. 28 . . » 467 Maurizio Brighknti. Sulla corrente litorale dell' Adriatico . . . . » 486 IMPRIMATUR Fr. P. Caj. Feletti O. P. Inq. Gen. S. O. IMPRIMATUR Caniillus Elmius Gens. Eccl. ^ i /"'