V9^(v/? MEMORIE DELL L R. ISTITUTO LOMBARDO 0. /JoA-^-y- MEMORIE DELL I. R. ISTITLTO LOMBARDO DI SCIENZE LETTERE ED ARTl VOLUME SECONDO MILANO DALLA TIPOGRAFIA BERNARUONI 1845 ELENCO DEI MEMBRI ATTUALI DELL' L R. ISTITUTO LOMBARDO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI PRESIDENTE. PiOLA nubile Gabrio, nialemalico , racmbro di varie Accadcmie scienlifiche. VICE I'RESIDENTE. Z.VMBELLi nobile Andrea, professore ordinario di scienze e leggi politiche ncll'l. R. Universila di Pavia , socio coiTispondenle deli'Ateneo Ifalico, dell'Accademia dei Georgofili di Fircnze , ec. SEGRETARIO. Labus dotlor Giovanm , cav. del Real Ordine Sardo de' ss. Maurizio e Lazzaro, e deH'Ordine Poiilificio di s. Gregorio Magno, I. R. epigrafista aulico, socio del R. Islitulo di Franeia (Accademia delle iscrizioni e belle Icllere), dell'Accademia delle scienze di Berlino, di Lilla e di Praga e niembro di molte altre Accademic scienlifiche, letleraric e di belle arli. VICE SEGRETARIO. De Cristoforis nobile Unci. VI MEMBRI OINORARJ. S. A. I. R. r.Vroiiluca d'Auslria Francesco Cahlo Giuseppe, Prineipu Iinperiale, Principe Reale d' Ungheria e di Roeniia , cc. , cav. del Toson d'oro , Gran Croee dcU'Ordine Reale di s. Sle- fano d' Ungheria, ec. S. A. I. R. I'Ariiduca d'Auslria Carlo Luici Giovanm Giuseppe , Principe Imperiale , Principe Reale d' Ungheria e di Roemia, ec., cav. del Toson d'oro, Gran Croee dell'Ordinc mililarc di Maria Teresa (in lirillaiilii, ee. S. A. I. R. I'Areiduca d'Auslria Giuseppe Aistomo Giovanni, Principe Imperiale, Principe Reale d' Ungheria c di lioeniia, ec, cav. del Toson d' oro, Gran Croee dell'Ordine Reale di s. Stefano d' Ungheria. Croee d'oro dell'Onor civile, ee. S. A. I. R. I'Areiduca d'Auslria Giovanni P.attista Giuseppe Fabiano Sebastiano, Principe Im- periale, Principe Reale d'Ungheria e di Boemia, cc, cav. del Toson d'oro, Gran Croee del- rOrdiiie mililarc di Maria Teresa, dell'Ordine Imperiale Auslriaco di Leopoldo, ee. S. A. I. R. I'Areiduca d'Auslria Ranieri Giuseppe Giovanni Miciiele Francesco Girolamo, Principe Iinperiale, Principe Reale d'Ungheria e di Roemia, ec.,cav. del Toson d'oro. Gran Croee (leli'Uriline Reale di s. Stefano d'Ungheria, e dell' Ordiue Imperiale Auslriaco di Leo- poldo, cav. di prima elasse dell'Ordine Imperiale Auslriaco della Corona di ferro (in brillanli), dcir Urdine Imp. Russo di s. Andrea e del R. Ordine Sardo dell'Annunziala , Vice Re del Regno Lonibardo Venelo, ec. S. A. I. R. I'Areiduca d'Auslria Luici Giuseppe Antonio, Principe Imperiale. Principe Reale d'Ungheria e di Boemia, ec, cav. del Toson d'oro, Gran Croee dell'Ordiiie Reale di s. Ste- fano d' Ungheria , ec. S. A. S. il Principe Cle.«ente Vencislao Lotario di Metternicii-Winneburg, ec, Grande di Spagna di prima elasse, cav. del Toson d'oro, Gran Croce dell'Ordine Reale di s. Stefano d'Ungheria (in brillanli), Gran Croce dell'Onor civile, I. R. Consigliere inlimo, Cancelliere •Iclla Casa, della Corle e dello Slalo. ec, Minislro di Stato e delle conferen/.e. .S. Eniincnza Re\tren(li.>sima Carlo G.vetano conic diGaisruck, Cardinale prete della S. R.C. , Gran Cruce del R. Ordine di s. Stefano d'Ungheria, ca\ . di prima elasse e prelalo dell' Ordine Imperiale Auslriaco della Corona di ferro, I. R. Consigliere inlimo , ec , Arciveseo\ o di Milano. Vfl S. E. il signor conle FRA^CESco Antonio di Kolowrat-Liebsteinsky , cav. del Toson d'oro, Gran Croce dcirOrdinc Iniperinlc Auslriaco di Lcopoldo, Crocc d'oro deirOnor civile. Balio' onorario e Gran Croce dcIl'Ordine sovrano di s. Giovanni di Gerusalcn.n.e, I. R. Consiijiiere intimo, Minislro di Slalo e delle conferenze, ee. S. E. il signor conte Francesco di Hartig, Gran Croce dell'Ordine Imperiale Auslriaco di Leo- poldo, cav. di |)riina ciasse dcIl'Ordine Impcriale Auslriaco della Corona di f.-rro, ec. I. R. Consiglicre inlinio, I. R. Ciainbcllano, cc, Capo sczione i.t-ll'I. R. Consiglio di Slalo e delle conferenze per gli affari iiilcrni. S. E. il signor conle Giovanni Rattista di Spauu, Gran Croce dell'Ordine Imperiale Auslriaco di Lcopoldo, cav. di prima ciasse deH'Ordine Ii.ipcriaie Auslriaco della Corona di ferro ec. I. R. Consigliere inlimo, 1. R. Cianibellano, ec, Govcrnalore della Lonitardia. Vacani Camillo, cav. di Forl'Olivo, cav. di pi.i Ordini, Generale raaggiore presso la Dire- zione generale del Genio, socio onorario dell' I. R. Accadeniia di belle arii in Milano. Ue Capitani nobile 1'aolo, barone di Vimercato, cav. di seconda ciasse dell'Ordine Iniperiale Auslriaco della Corona di ferro, socio onorario delle II. RR. Accaderaie di belle arli di .Milano e di Venezia. 1)1 Hajlmer-Purgstall barone Giuseppe, cav. dell'Ordine Iniperiale Auslriaco di Leopoldo, e Cav. e commendatore di piii altri Ordini, menibro di niolle Sociela seientifiche e lellerar'ie. S. E. il signor conle Vitaliano Rorromeo, Grande di Spagna di prima ciasse, I. R. Consigliere inlimo, I. R. Ciambellano, cav. dell'Ordine .Sardo de'ss. Maurizio e Lazzaro, Gran Coppiere del Regno Lombardo-Veneto , ec. Aporti sacerdole Ferrante, cav. di lerza ciasse dcH'Ordine Impcriale Auslriaco della Corona di ferro, e di prima dell'Ordine di s. Lodovico di Lucca, mcndjro di varie Accademie scienlifi- che e lederarie, Direllorc dell' I. R. Scuola elemenlare maggiore maschile in Cremona. Cairoli Carlo, dollorc in medicina, professore e Direllore emerilo dcllo studio Medico- Chirurgico-Farmaceulico nell' I. R. Universila di Pavia. Manzoni nobile Alessandro, membro onorario dell' I. R. Accademia di belie arli in .Milano. Mil ME.MBRI EFFETTIVI PENSIONATI. C\RLi.M Fra>cesco , cav. doirurdinc Iinpcriale Auslriaco di Lcopoldo, del Real Ordinc Sardo (le'ss. Maurizio e Lazzaro, socio onorario dell' I. R. Accademia di belle arli , c di altre So- ciela scicnlifielic c lellerarie, prinio astrononio e Direltore dell' I. R. Osscrvatorio di Brera in Milano. Ka>tom;tti Giov.vnm Battista, cav. del Real Ordine Sardo de'SS. Maurizio e I^zzaro, dot- lore in mcdicina dcllo Faeolta di Pavia e di Torino, medico pralico e priinario dell'Orfa- notrolio dc' inasclii e della Pia Casa degli esposli , consulcnle di altri pubblici slabiliinenli in Milano , e menibro di varie Accademie nazionali e straniere. I.iTTv conic I'oMPEO, cav. di Icrzaclasse dell' Ordine linperiale Auslriaco della Corona di ferro, Conimendalore del Reale Ordine Sardo de' ss. Maurizio e Lazzaro, cav. della Fx'gion d'onore, Consigliere straordinario dell'I. R. Accademia di belle arti in Milano. lioRDOM ANTONIO , cav. di lerza classe dell' Ordine Imperiale Auslriaco della Corona di ferro , socio onorario dell'I. R. Accademia di belle arli in Milano, Dirollore provvisorio dello stu- dio inalemalico e professore ordinario di gcodesia ed idromctria nell'I. R. Universila di Pavia. 1'a.mzza cavalier Bartolomeo , cav. di lerza classe dell' Ordine Imperiale Auslriaco della Corona
  • o , I. R. coiisigliere, cav. del Real Ordine .Sardo de' ss. Maurizio e Lazzaro c deir Ordine Imperiale Russo di sanl'Anna , cav. di scconda classe di quello lucchcse di s. Lodovico, cav. dell' Ordine Ponlificio di s. Gregorio Magno, Crocc d'oro del Real Or- dine greco del Salvatore, e del Real Ordine del Leone Neerlandcse, membro di varie Accademie nazionali e ^lraniere. RlscoM dollor .M.aR0 , membro di varie Accademie nazionali c straniere. IX FEnnABio Padre Ottavio, ex provincialc ilei PP. Ospitalieri in Milano, menibro di varie Acca- deiiiie scieiitificlic. Labus dottor GIOVA^NI, aniidctto. Catena doUor Bartolomeo , sac. Prefetto della Hiblioteca Arabrosiana in Milano. MoRETTi doltor Giuseppe, professore ordinario di botanica ncll'I. R. Universila di Pavia, socio di varie Accademie scienlificlie. Saleri avvocato Giuseppe , cav. di lerza classe dell' Ordinc Imp. Auslriaco della Corona di ferro, e di secoiida deH'Ortlinu Diicale Lucchcse di s. Liiigi e del Pontificio di s. Gregorio Magno, socio di varie Accademie e Presidenledel Bresciano Aleneo. Bals.vmo CniVELLi nobile Giuseppe, dollorc in meilicina e zoojalria, professore di storia na- turale negli II. RR. Licei di Milano, socio di varie Accademie. Bellani canonico Ancelo , merabro di varie Accademie scienlifiche. Feurario dottor Giulio, sac., cav. di terza classe dell'Ordine Imperiale Auslriaco della Co- rona di ferro, socio deH'Accademia della Vallc Tiberina Toscana. Zambelli nobile Andrea, aniidello. De Cristoforis nobile Luigi, antkktlo. 9IE3IBRI EFFETTIVI NOiX PEi>SIOIVATI. Castiglioni conte Carl'Ottavio , cav. di terza classe dell' Ordine Imperiale Auslriaco della Corona di ferro, I. R. Ciambellano, socio onorario dell' I. R. Accademia di belle arli in Milano. PiOLA nobile G.vbrio , antidetto. Acerbi cavaliere Giuseppe, cav. di lerza classe dell'Ordine Imperiale Auslriaco della Corona di ferro , I. R. Consigliere di Govcriio. b X Dc Kramer nobile Antonio, professore di Chiniica Iccnica. fillERARDIM (lotlor GIOVANNI. Frisiam nobili- I'adlo , sceoiulo asliouomo Ucll'l. R. Osservalorio di Brera in Milano. Ambrosoli liollor Framiesco, professore ordiiiario di filologia latina e greca, di lelleraluraclas- sica e di eslctica iicll'I. R. Uiiiveisita di Pavia. BoRGMs dollor GiL'SEPi'E A>TOMO, professore ordiiiario di nialematica applicala iiell' I. 1^ I'niversila di Pavia. Cattaneo doUor Carlo. I.usiBARDiM Elia, ingcgneic di prima classe presso 11. R. Direzione gencrale delle Pubbliehe Coslruzioiii in Milano. Rossi doUor Francesco , bibliolecario dell' Imperiale Regia Biblioleca di Brera in Milano. V1TT.VDIM dollor Carlo , assislcntc all' I. R. Scuola d' Oslelrieia in Milano , menibro di varie Aceadeiuie. Bassi nobile dollor Paolo. Caoolim Giuseppe, ingegnere presso I'l. R. Delegazione Provinciale di Milano. De Filippi dollor Giuseppe, eav. di lerza classe dell'Ordine della Corona di ferro. CvRioNi nobile dollor Giulio. Bruoatelli dollor Gaspare, professore ordinario di sloria nalurale generale ed anziano dcllo sUidio (ilosofico ncll'I. R. Universila di Pavia, inembro di varie Aecadeinie nazionali e slraniere. XI SOCJ CORRISPOIVDEMI IN LOMBARDIA. Arrivabene ingt'gncrc Antonio, in Mantova. Bassi doltor Agostino, cav. del R. Ordinc francese della Legion d'onore, agronomo, in Lodi. liECCARiA nobiie GucOMO, I. R. consigliere di Governo p.-nsionato, in .Miiano. Bill, dotlor Felice , nol.ile di Sandorno, I. R. professore d'osletricia, membro di ,arie Acea- deniie scienliiiche, in Miiano. BiONDELLi dollor Bernardino, membro di varie Accademie scienlifiche, in Miiano. Bonicelli sac. Vincenzo , professore ncl Seminario vescovile di Bergamo. Cattaneo dollor Francesco, professore di raatematica ncH'I. R. Licco di Conio. Cenedella dotlor Attilio , ciiimico-farmacisla , in Lonato (Provincia di Brescia). Cesati barone Vincenzo, relalore presso la Congregazione provinciale di Brescia, inembro di varie Accademie. CoLOMBANi ingegnere Francesco, in Lodi. CossA nobiie Giuseppe, doKore in malemnlica, sollo-bibiiotecario della L R. Biblioteca di Brera. professore di palcogralia e di diplomalica , in Miiano. Geromini Felice, dottor fisico, in Cremona. Guossi TOMASO, dullore in anibc le leggi, Nolajo , ec. , in Miiano. Rrentzlin nobiie Galeazzo, ispeltore dei canal! navigabili, in Miiano. Magrini dotlor Luigi, professore di f.sica nell'L R. Liceo di Porta Nuova, membro di varie Accademie, in Miiano. Pezza Rossa sacerdote Giuseppe, professore nel Seminario vescovile di MantONa. XII PiA.NTA.NiDA Carlo , doUor Osico, socio corrispondcnlc della Socieliv luedica di Vienna, in Milano. Pou.1 Giovanni, dollor (isico, scgrclario della Coinmissione di cliiiiiica Icciiica presso la Cassa d' incoi-aggianiento per le arii e \w\ nicslieii, niembro di varie Accadeniie, in Milano. i'oRTA IxiGi, dollor fisico, professore di cliuiea chirurgica c di leiapia spcciale ncll' I. R. Uni- ver^ila di I'avia. PosSEMi ingegncrc Carlo, in Milano. RtSTELLi avvocalo Fra.ncesco, in Milano. Kezzomco awoialo Krancf.sco, I. R. consigliere di Govcrno, rappresentanlc fiscale presso la Conlmi^sionc li(iuid;ilricc del debito pubblico , in Milano. RuscA conle Luici, I. R. consigliere di Governo, niembro di varie Accademie, in Milano. S.vRTORELLi Gi.uiBATTiSTA , ispellore dei Boschi nella provincia di Bergamo , in Bergamo. Strambio GiovAiNM , dollor fisico , medico municipale , socio corrispondenle della Societa me- dica di Livorno, in .Milano. loRTi GiovAAM, scgrclario presso 1' I. R. Ispettorato delle Scuole elemenlari in .Milano. Trincbinetti .\ugusto, dollor fisico, in Milano. TuRROM GiR0L.\.M0, professorc disloria universale ed austriaca nell' I. R. Universita di Pavia. Ugom nubile Ca.uillo , in Brescia. Veladim ingegnere Giovanni, professorc di maleraaliea nell' I. R. Liceo di s. Alessandro in .Milano. Verca Andrea, dotlor fisico, in Milano. Zardetti dollor Carlo, consigliere slraordinario dell' I. R. Accadcmia di belle arti di Milano, Direllorc dcir I. R. Gabinello nuniismatico, in Milano, raembro di varie altre Accademie. XIII SOCJ CORRISPOrVDENTI FUORI DI LOMBARDIA. ALESSA^DnINI (loltor A^T0NIO , professore di luateniatiea coinparala nclla poiilificia Univcrsila di Bologna. - Bologna. Amici cavalier Giambattista , professore d'aslronoraia neli'I. R. Museo di sloria naliiralo in Firenze, ec. - Firenzc. AvOGADRO di Quaregna conle Amedeo , professore emerilo di fisica suhliiiie nella R. Uni\ ersitii di Toriao, cc. - Torino. Berchaus professore Enrico. - Gola. Bertoloni cavalier Antonio , professore di bolanica nella pontificia Universila di Bologna. - Bologna. BiOT cavalier professore Giovanni Battista. - Parigi. Bonaparte Carlo Luciano, principe di Canino e di Musignano. - Roma. BuFAiiNi cavalier Maurizio , professore di clinica medica nell' I. R. Arcispedale di saiila Maria Nuova a Firenze, ec. - Firenze. De Buch barone Leopoldo. - Bcrlino. De tA Rive Augusto , professore di fisica neH'Accademia di Ginevra, ec. - Gincvra. He Notaris cavalier Giuseppe, professore di bolanica nella R. Universila di Genova. - Genova. Ferrero della Marmora conic Alberto, maggiore generale, comandanle la R. Scuola di marina , cc. - Genova. Gazzera abate cavalier Costanzo, professore di lilosofia, scgrelario della R. Accadeniia di scienze di Torino , ec. - Torino. Gen£ cavalier Giuseppe, professore di zoologia, scgrelario della R. Accademia delle scienze di Torino , ec. - Torino. XIV GioRc.iM cavalier G.\eta>o, soprintciuloiilp agli sliiilj del Grnncliicalo tJi Toscana, professors onorario c proNvcditore gcncrale dcll'l. R. Uiii\crsilu di Pisa, cc. - Pisa. Hallasciika doltore coiisiglicre Irancesco Cassiano, presidente delia Facoita filosofica deli'I. R. Uiiivcrsita di Vienna , cc. - Vienna. UniBOLDT baronc .Alessandro. - Beriino. IiNcniRAUi P. GiovAMHi, professopc d' aslrononiia ncl collcgio di s. Giovannino dellc Scuole Pie di Firenze, ec. - Firenze. Jacobi cavalier M. H. - Pielroburgo. Kreil Carlo , direllore dell' I. R. Osservalorio di Praga, ec. - Praga. I lEBiG eav. professore Gusto. - Giessen. .Macistrim Giova.nni Battista , professore di mafematica superiore nella ponlifieia Universila di Bologna. - Bologna. Mai S. Eminenza il cardinale Angelo. - Ronia. .AIari.usim cavalier STEFA^o , professore di fisica nella ducale Universila di Modena, presidcnlw delta Socicla Ilaliana delle scienze , cc. - Modena. Mattedcci cavalier Carlo, professore di fisica nell' F. R. Universila di Pisa, ec. - Pisa. >L\zzarosa uiarehese Antomo, direllore della pnbblica islruzione ncl diicalo di Lucca, ec. - Lucca. .Medici doUor .Micdele , professore di fisiologia nella ponlifieia Universila di Bologna, cc. - Bologna. .Mellom cavalier Macedomo , direllore dello Slabilimenlo fisico-meleorologico di Napoli , ec. - Napuli. Mezzofvnti S. Eminenza il cardinale Giuseppe. - Roma. Moris cavalier Giuseppe Gi.acinto, professore di materia mcdica e bolanica nella R. Univer- >il;i di Torino. - Torino. MossoTTi cavalier Ottavia>o Fabrizio, professore di fisica c meccanica celeste ncll'L R. Uni- versila di Piisa. - Pisa. XV Oken Lorenzo, professore di storia naturale, ec. - Zurigo. Orioli professore Francesco. - Corfu. Pareto niarchese Lorenzo. - Genova. I'EZZANA cavalier Angelo, bibliolecario dclla duealc Uihlioleca di Parma, ec. - Parma. I'lLLA Leopoldo, professore di mineralogia e geologia neil'I. R. Uiiiversilii di Pisa. - Pisa. PljVna eomiuendatore Giovanni, professore d'analisi nelia R. Universila diTorino,ec. Torino. Prechtl consigliere Gio. Giuseppe, direltore dell'I. R. Istiliilo poiileenico ia Vienna, ec. - Vienna. Promis Carlo, regio ardieologo, professore di architellura civile nelia R. Universila di To- rino. - Tor-iiio. QUETELET Adolfo, direltorc dell' Osservalorio astrononiico c segretario perpetuo della R. .\c- cademia delle science di Drusstlles, ec. - Brusselles. R.\.Ui«ER Fedebico, prof, di scien/x slorico-filosofiche nelia R. Universila di Berlino, ec. - Berlino. Repetti Emanuele, bibliolecario e socio ordinario dell'I. R. Aceademia dei Georgofili di Fi- renze , ec. - Firenze. RiDOLFi marchese Cosmo , professore di agraria e paslorizia nell' I. R. Universila di Pisa, ec. - Pisa. S.uuzzo (di) S. E. conte Alessandro, minislro di Slalo, presidenle della R. Aceademia delle Scienze di Torino. - Torino. Selys de Longchamps Edmondo. - Liegi. Serra di Falco duca don Do.memco. - Palermo. Spinola marchese Massimiliano. - Genova. Studer Bernardo , professore di geologia nell' Universila di Berna. - Berna. ToMMASiNi cavalier professore Giacomo , direllore della clinica medica nelia ducale Universila di Parma, prolomedico dello .Slalo, ec. - Parma. Venturoli cavalier Giuseppe , professore emcrilo di malemaliea applicala neila poulificia Uni- versila di Bologna , ec. - Roma. MEMORIE STORIA DEL GENERE GORDILS E I)' UN MUOVO ELMIINTO AUTOPLECTUS PROTOGNOSTUS DETTO VOLGARMENTE GRINGO 0 FILO DAI COMADINt LOMBARDI. DEL PROFESSORE GIUSEPPE BALSAMO CRIVELLI. (Lclta nell'adunanza del giorno 20 Luglio 1843.) ilcll'anno 1B40 ioaveva inserito nella Biblioteca ftaliana, (omo 9G, una Nota sovra una specie di verme dcllo dai contadini lonibardi Grincjo o Filo. In questa Nola conchiudeva colle scguenli parole : Possano qiieste poche notizie servire di stimolo a qualche naturalisio pit) di me sperimentoto, per istudiare gli indicati esseri sinfjolari, pro- ponendomi d' approfondire le mie osservazioni sovra quesf argomcnto . fjuundo la slaxjione piv avanzata sara per forninni copia decjli esseri medesimi. Nessuno, per quanto io sappia, corrispose all" invito, ed io stcsso non me ne sono piu in quell" anno c nei susscguenli occupalo, avendo dovuto dirigere ad allri oggelli I miei studj. Verso la fine dello scorso anno, nel legcere una Memoria del cliiarissimo sicnor F. Diijardin , inserita nel fascicolo di setlenibre desli Jnnahs dcs scien- ces naturelles (i) ^ sulla strultura analoniica dei Gordj. e dun allro (1) Tom. 18. Seconds seric. Parte Zoologica, pag. 129 e seg. 4 STORIA DKL GENERE GORDIUS Elminto (lollo Mvrmis^ clie con ossl vcnnc conliiso, mi si risvciilio il (losidorio di miovaiiuMilo sludiaro il Giiiigo o Filo, die mi scinbrava noil avcre somiglianza alouna no coi Gordj, ne col nuovo Elmiulo del Diijaidin; c lanlo piu mi liiifranoai nel proposito, Icggcndo qiiaiilo lo slesso Diijai'din puhblicava nella sua classica opera, inlilolata VOb- senafcur ait Mivroscopc, ove liatlundo delle microscopiclie osservazioni sui vermi. oosi si esprime : VObsprvak'nv , qui it I'uida du microscope .s'atlache a la recherche dcs plus petits annellides , est siir de trouver chaquc jour des objets nouveaux et par leur forme, etpar leur slriicture inli'rieui'e. Prima di poler ben dclerminarc la natura d'un esscro c rilcvarne le analogic, il clie c lo scopo clic devcsi proporrc il naluralisia, e ne- cessario premellere la sloria degli esseii die con quello olTi-ono qual- chc rassomiglianza. 11 Dujardin nelP inlrodiizione alia sua Memoria esposc la sloria di quanlo fu fatto sovra i Gordj , la quale avendo io trovata mollo incompleta, mi sono proposlo riformarla con quelle ag- giunlc cd osservazioni chc ho credulo opportune inlrodurvi per meglio iiluslrare larijonienlo. Vermi esilissimi di indcterminata lungliezza, die ad un filo rasso- niiifliano ravvolto in nodi, erano conosciuli andie dacli anlidii natu- ralisli. II fitulus aquaticus del Gesner, deirAIdrovaiidi , del Planco sembra cerlamenle riferirsi ad uno di quesli esseri, c probabihnente, come opinava lo Gmelin, al Gordio acquatico. Chi pel primo diede il nome di Gordio ad un verme filiforme fu il celebre Linneo, il quale pero in seguilo modifico la frase generica del Gordius, probabihnente dietro esame di alcune allre specie da hii osservate. Nella decima edizionc del suo Systema i\atur(e assegnava al genere Gordius i seguenfi caral- leri : Corpus fli forme, teres simplicissimum, as bifidum, maxillis orizon- talibus obtusis, c \i comprendeva il Gordio acqualico, die denominava Seta aqualica , al quale come varicla riuniva la Fena Medinensis. Nel- Tedizione \II trovasi alliiicontro il genere Gordius cosl definilo: Cor- pus fill forme, lequulc, la'\e, e nc annoverava cinque specie, cioe il G. aqualicus , il G. argillaceus , il G. Medinensis, il G. marimis ed il G. lacustris. La prima c la scconda specie , probabihnente , sono vcri E D'UN NUOVO ELMIMO, EC. S Gordj, la lerza c la quinla sembrano die rcaliiiciile debhansi rifcrirc al gcncrc Filaria, nicnlrc la quarta o qiiella che il signer Eudes Dcs- longcliainps denomina Filocapsularla communis. Miillcr fii il priino che slabili il gonerc Filaria , le specie del quale crano slate in parte ripor- lale alle Ascaridi , ed in parte ai Gordj. Grnelin adollo ancli egli il gcncrc Filaria, e \i riporto giiistanienle la Filaria Jfedinensi.s che Miiiler rilencva tra i Gordj; ma in realta la separazione della specie del gc- nere Gordius vivcnte entro aniniali , dalle specie clic esclusivameiile vivono neir acqua e nella terra iimida , venue j)rosentila d;d cbiaris- sinio Goeze. 11 doltor Federico Treutler di alcune specie di Filaric ne aveva fatto un niiovo generc die cliiamo Ilamularia, che fu riferilo dallo Zeder, e die lo stesso Rudolphi aveva adollato, ma die soppresse in seguilo, essendosi accorto, dietro accurate osservazioni, che Ic prelesc specie, le meglio caralterizzate di queslo gencre, non erano che ma- schi di Filarie. Anclic Lamark , nella sua Storia degli animali inverte- brati , aveva ancora ristabilito questo generc Ilamularia ; ma nella lerza edizione di quest'opera dei signori Deshayes e Milne Edwards, que- sli dichiarano doversi lal genere, come e indicalo, sopprimere, giacche le due prime specie compresevi son dubbie, e la lerza doversi riferire al genere Trichosoma. Nuove modificazioni subl poi sino dal principio del prescnte sccolo il genere Filaria. Giovanni Giorgio Zeder adotto anciregli il genere Filaria per alcuni Elminti parassiti, ma ne separo da quesle alcune specie che risconlransi tra il pcritoneo d' alcuni pe- sci, riunendole in nn genere che denomino Capsularia, gencre che -vennc poi dal Rudolphi abolito, riportandone alcune specie al genere Filaria, ed altre alle Ascaridi. 11 Rudolphi pero non ne aveva sludiala F interna organizzazionc, cio che all" incontro fece Eudes Dcslongchamps, che ristabili il genere dello Zeder cangiandone il nome in quello di Filocapsidaria ; giacche, come egli asscrisce, olTre nn tal vcrme il corpo cilindrico allungalo , clastico , ravvollo in disco , e contcnuto in una membrana, e vi riporla il Gordius marinus di Linneo, due Filarie, e Whcaris capsular is di Rudolphi, ec. in una sola specie compresi, che deno- mino Filocapsidaria communis, specie nella quale non potc mai osservare gli organ! riprodutlori. II Lamark, nella sovracitata opera separo ancora (J STORIA DEL GENERE GORDIUS il iicncre Goidi us ilal ijcncrc Filarla , riponcndolo pcro nel suo secondo online doi vonni clic oliiaino liiiidiili. i (|iiali conispondono ai Nema- fitidi del Uudolplii. I'arlando poi del gencre Gordius^ ncllc sue Osscr- vazioni dieliiaia, die prohabiliiienic i Gordj non sono chc Filarie, glac- clio Ic tlilTeron/e di dinioia non cquivalgono a quelle desuntc dal- rorganizzazlone, c non polrehhero ollrirc un carallerc assolulamente generioo; ed in seguito soggiunge, chc fu solo per adaliarsi all' use, che egli separo i Gordj dalle Filarie, c nello slcsso tempo per far compren- dere elie il earallerc stesso della classe dei vernii non devc dcsu- niersi dal luogo d ahilazione. In seguito dichiara avere i Gordj il corpo lililorme. gracile, liscio, quasi ugualc in lulta la sua lunghezza, ed in gcnerale Irasparenle; indica chc la maggior parte non oflVono appa- renza alcuna di bocca o d'ano, senza dubbio per la picciolezza di tali aperture, che dallronde sono in uno stato di contrazione, quando si osservano quest i animali. Due sono Ic specie di Gordj annoveratc dal Laniark , luno il Gordius aqiialicus di Linnco c di Gmclin , che cosi lo dcfinisec ; G. filiformis, long issirmis , paUidiis, una extremitate sxib- bifida, e del quale ne cita la fig. deirEnciclopedia ( tav. 29, fig. 1). L" altra specie e il Gordius ductus di Oltone Fabrizio (Fauna Groen- fnudica, pag. 270, fig. 3. Encycl. method.^ tav. 29, fig. 2.), del quale lie da la seguentc frasc: G. cinctus, albus, doi'^o. ciucjxdoK^e antico (jri- seis, die accenna essere lungo quattro linee. Oltre queste due specie vi si trovano cilati i Gordj descritli dal signor Charvet , dci quali parleremo in scguilo. Bose, nella sua Sloria dei vermi , che fa scguilo a Cuffon , separo alTalto i Gordj dalle Filarie; tra le specie che pero annovcra con cer- lezza solo vi rilerisce il Gordio acquatico, ed il Gordio di Medina, che egli dalle Filarie tennc dislinto. Del gencre Gordius tratto pure il professorc Yalcriano Luigi Brera ndla sua opera sopra i princijiali vermi, cc. Esaminando la classifica- zione del Brera si risconlra die il quarto online che egli stabili pei >ernii uinani. da lui denominato dci Linomorji, comprendc due gcncri: I uno lo dcnomiiia degli ./nchilocofoli . al quale rilerisce Vllamularin finfalica. chc c poi la Filaria bronchialis di Rudolphi; il secondo ge- E D'UN NUOVO ELMINTO, EC. 7 ricre lo dcnomino dci Foxocefali, ossia venni filirorml a Icsla guarnita dun' appeiulicc appuiilala, al qual gciicrc riporta il Gordio acqualico, chc iK'lla IVasc spccifica dcscrivc averc la bocca lotonda, c piu non licoi'da rappcndicc appiintala che da per caratlcre del suo genere Foxocefalo. Da (juanlo ho csposlo, nil scnibra polcr asserire chc il Brera non conosccva il Gordio acqualico, c chc quindi non sono ammissihili Ic opinioni chc riporla onde conij)rovarc quest' essere peter divenirc parassitico delFuonio, penetrando in qucsto il scminio per mezzo dellc aequo , o dell' uso dcllc carni dei pcsci. Un' altra prova chc il Brera non avessc I'orsc mai veduto i Gordj , si ha nell' csanic dellc sue figure V, ^ 1 c VII della lavola quarla, chc a me sembrano rappresenlare non Gordj, ma bensi csseri non solo di specie , ma ben anche di divcrso gcnere. lo sono d'avviso chela figura V, piu alia testa d'un Echinorinco rassomigli che a quclla d'un Gordio, e le allrc due non rappresentano certamente la figura del Gordiusaqiialicus, ma, p. es., la sctlima puo esser forsc quclla d' un Tricocefalo chc fu male eseguita. II chiarissimo Cuvier, tanto nella sua prima edizionc del Regno animale, quanlo nclla seconda, annovera il genere Gordius nella classe degli Anncllidi, nell' ordine degli Abranchi, e ncir esposizione dci caraltcri del genere dichiara avere il Gordio un corpo in forma di filo, chc olTrc dcllc Icggiere pieghc trasversali che nc marcano Ic arlicolazioni, chc non vi si scorgono picdi, branchie o Icnlacoli , ma che pero offre nel suo intcrno un sistema ncrvoso a cor- done nodoso. Qui io credo opportune il far osservare chc non era assoluta 1' opinionc del Cuvier pel collocamento sistcmalico dci Gordj nella classe degli Anncllidi , giacche lo stesso soggiungc chc forse tal genere dovra essere annoveralo tra i vermi intcslinali cavitari, come vcngono annoveratc le Nemerti. II Dujardin pero fa rimarcare che il sistema ncrvoso nel Gordius non si riscontra , e che le Nemerti per moltc speciali circostanze diversificano dai Gordj. La classificazione del Cuvier, per riguardo al collocamento dei Gordj tra gli Anncllidi, vcnnc dai seguaci del suo sistema adottata. Altri pero, ritenendo la frase generica data dallo stesso autorc, opinarono il Gordius dovcrsi riportare alle Filaric, tra i quali spccialmcnte Audouin, senza pero aggiungervi propric speciali osservazioni ; cd alle Filaric riporto pure il Gordio il 8 STORIA DEL GENERE GORDIUS niaiiivillo. Nella Filosofia zoologlca del Flcniming, Iradotta e con note illustrala ilal cliiarissiino piofcssorc Zcndrini^ i Gordj (rovansi annove- rali lia <;li Aiiiu-llidi a oorpo nudo, c vl formano una faniiglia a parte, denoininata dcllc Gordiuslde, alia quale rlporla il genere Linens del Sowcrbv, die e la IVenieilis del Gn ier. II Flemming, parlando del Gordj, assorisoc die forse c probabile die alcune specie di Filaria, che si sono Irovate nclle lerre separate dagli animali ne'quali hanno d'ordinario diniora. possano essere slate a questo genere riportate. II signor Eu- des Doslongdiamps , che nelFEnciclopedia metodica, coi chiarissimi I.aniouroux c Bory S. \incenl, tralto dei Zoofiti animali raggiati, ed in parlicolar modo dei Vermi intestinali , nel volume pubblicato nel- I'anno 1829, all" articolo Filaria, espone la slruttura anatomica degli animali di lal genere, ponendovi in confronto quella del Gordhis aqua- livus. Dietro quanto asserisce Eudcs Dcslongchamps mollo le Filarie dai Gordj dill'eriscono, e per riguardo al loro intcgumenlo , c pei loro organi intimi , c nelle femmine ben distinte sono le ovaje , nel ma- scliio marcalissimi gli organi riprodutlori. Nei Gordj vide la bocca , non vi pote scorgerc esofago distinto; F intestino allungato gli si olTri pieno duna materia bianco-polposa , e F ano consisteva in un' aper- tiira rolonda niolto visibile , collocata al centro delF estremita poste- liorc, e non vi pole osservare parte alcuna destinata alia riproduzione. Indica il Deslongchamps vivere i Gordj nclFacqua o nella terra umida, ma egli assicura pure aver vcduto uno di qucsti vermi introdotto per niela tra le valve d'una Cyclas cornea, ed un altro inserilo per alcune linee nelFano dun insetto: cd avendo esaminato tal verme, osservo non essere una vera Filaria, ma bensi il Gordio acquatico. INeir anno lHo^i venncro dal Charvet pubblicate negli .Innales du Museum d'Hist. Xalurelle (tom. 5, pag. 57) le sue osservazioni sopra due specie del genere Gordkis. L'aulore non accompagna la sua Me- moria nc con deltagli accurati, ne con figure; c quantunque il Dujar- din sembri die inclini a ritenere come di grande importanza le osser- vazioni {\v\ (Jliarvet. non si e fatto pcro carico alcuno di riferire che aiidie Charvet opina die possano i Gordj rilenersi e come animali esterni, c come parassiti d" inselti, ossia vcri vermi intestinali. Due sono Ic spe- E D'UN NUOVO ELMINTO, EC. 9 cie clic venncro dal Charvel descrille : in anibcdue dislinse i scssi, ina solo per la forma ddla coda, giacchc non pole mai nel maschi consla- larc Tcsistonza di organo maschilc distinto. Dopo il Charvct, ncl susscgucnlc anno, vennc dal Gcrvais pubblicato il sue arlicolo Filaria ncl Dizionaiio del Guciin, ncl quale si occupo pure del genere Gordius Per riguardo ai dcltagli anatomici dci Gordj, il Gcrvais ripcte quanlo venne asserito dal Charvet. Oltre accennare poi trovarsi i Gordj nelP acqiia fredda e corrcnlc, assicura di aver tro- vato iin vernic nc) Blaps mortisar/a, die, dietro Tanatomia dello stcsso latla da Carlo Leblond, opina doversi assolutamente ritenere per iin Gor- dio. Diijardin , nella sua Mcmoria gia altre volte citala , accennando Topinione dei signori Leblond e Gcrvais, dichiara averc questi aulori voluto riunire ai veri Gordj dci vermi filiformi, Filarie o Mermis, che troAansi talora nel corpo degli inselli o delle loro larve, c cbe talc opinione venne comballula da Leon Dufour, che osservo pero molli di questi Elminti, senza averne studiata ranalomica loro sfrultura. A me sembra pero che Leon Dufour non abbia bastanlemente combat- tuta r opinione dei signori Leblond e Gcrvais ; difalto , ecco quanlo asscrisce Dufour: lo non saprei ancora abbracciare I' opinione di al- cuni naturalisH che vogliono in uno stesso (jencre confondere le Fila- rie ed i Gordj, e nemmeno la reccnte convinzione del sujnor Gervais, relativa all' idenlita speclfca d'una Filaria del Blaps mortisaga con il Gordius aquaticus. Le Filarie appartencjono alTordine degli Entozourj 0 vermi che vivono neWinterno del corpo degli animali, ed i Gordj a quello degli ./nnellidi che abitano le acrjue ed i luoghi iimidi. La ras- somiglianza, dice lo stesso Dufour, e piii apparente che reale , e forse la stessa che cj e (ra il lombrico terrestre e I'ascaride lombricoule. .//- Vanatomia spetta giudicare tal rjuistione. Ba cio ben si puo coniprcn- dere che le obbiezioni falte a Gervais e Leblond da Dufour non erano appoggiate che alia maleriale classificazione adotlala dal Cuvier, men- tre per Gcrvais e Leblond militavano in favore le opinioni di Lamark, ed in parte quella accennata, come abbiamo piu sopra esposlo, del Cuvier. II chiarissinio Siebold piu volte Iratlo dei Gordj in varie Mcmorie inserilc negli Jrchivj di storia nafurale del Wiegmann. INcir anno Fol. II. 2 10 STORIA DEL GENERE GORDIUS 1837 trallaiulo (logli Enlozoaij, riferiscc olie Beaumont Irovo ncl 5/«p mnrtisncfa un vorine, clu* vissc, come ril'eiisce Frorieps, due mesi nellac- qua pura, c ilie Lehlond asscri avore la sfrultina del Gordio. Siebold slesso, nclla cavlla iulcshnale duna Succinea amphibia, osservounveime, che vissc molle selliinanc nelPacqua pura, c che era piu somiglianlc ad un Gordio die ad una Filaria. Pero nclfanno 185U pubblico una Momoria sui Ncmaloidi , ove, dopo aver accennala Fopinionc del Bui- mcisler , che asscriscc essere il Gordlus simile alle Filarie , c che percio devesi tra i Nemaloidi annoverare, dichiara lo stesso Siebold, die ii Gordio non puo riferirsi ne ai Nemaloidi, ne agli Annellidi, e soggiunge pol di aver piu volte anatomizzato questo vernic enigmatico, G di aver talmentc riscontrala strana la sua strutlura, clie, dopo averne fatto F anatomia, era per lui divenuto ancora piii enigmatico di prima. Egli assicura die la slruttura del Gordio di mollo s'allontana da quella dei Nematoidi. INel Gordius aqiialicus non pole mai riscontrarc ne bocca, ne ano; non pole dicifrarc quali de'suoi organi interni sieno i digcstivi, c non vl riconobbe organi respirator], vasi sanguigni, e si- stema nervoso. Osservo avere il Gordio un sistema intcgumentario mollo complicato, un appareccbio muscolare ben dislinto, scnza fibre trasversali, e vide mollo sviluppali gli organi sessuali con uova e sper- malozoarj. Riconobbe Siebold degli individui solo forniti d' organi ses- suali mascliili^ altri al conlrario di soli femminei, ed assicura che il sesso dei Gordj si puo facilmente riconoscere per la forma delF estre- mita caudalc, giacclie lianno i masclii la coda fessa o bifida, mentre Festrcmita posteriore delle femmine e un po'rigonfia, rolondala cd oltusa, ed indica essere i maschi piu dcUe femmine abbondanti. Nello stesso anno 1838, nel secondo volume del Giornale sovracitalo, nella Relazione sopra quanlo fu fatto per FElmintologia nelFanno 1837, il Siebold, dopo aver csposlo cio die dice Burmeisler, per riguardo alia collocazione del Gordio tra i Nemaloidi , riferisce pure F opinione die aveva ammessa F Elirenberg nella sua Memoria sugli Acaleii , ove asserisce die il Gordio per la separazionc de'sessi, per la posizione degli organi femminei alia meta del corpo , e per F organo mascliile;, essere molto somigliante alle Ascaridi, c che per la forma del suo E D'UN NUOVO ELMLNTO, EC. n intcslino cieco ha il Gordio molla analogia cogli Echlnoriiiclii. Lo slesso Ehrcnberg pcro nclla sua Simboke Physiccc e certo clic aveva un' opi- iiione divcrsa. In qucsl' opera Ehrcnberg propose di separare le Naidi, le Planarie c molli allri animali vermifonni dalla Sezione dei Vcrmi, oio die aveva glii fallo il chiarissimo Oken, e di formarne una classe aflalto parlicolare col nome di Tuibellaria. In questa classe , ncl suo secondo ordine, cioe delle Turbellarie ad intestino semplice, cilindrico e conico die cbiama Rlaibdocada , colloca il chiarissimo Ehrenberg il Gordio. Per scgnire approssinialivamente iin ordine cronologico, io deggio qui accennare die nelF anno 1840 il doltore Francesco Orazio Scortegagna pubbHco nella Gazzelta di Milano, del giorno 10 agosto N. 223, alcune sue considerazioni sopra una specie di Dragoncello (Gordius ocfuaticiis). Nulla egli aggiunse di nuovo all' argomento, ed anzi io trovo inconcludenle la crilica chc fa al Charvct, pcrche chiama due specie di vernii i Gordj da lui scoperli ; giacche , come egli dice, fino dairanno 1817 li moderni nahircdisti Irasportarono li Dra- goncoUi dolla classe del Fermi a quella degli AnnelUdi. Per riguardo poi alia specie Irovata dallo Scortegagna , faro rimarcare che dopo d'aver data la descrizione della piccola biscia, cosi egli la caratterizza, trovata a Lonigo, dice che da qxiesta descrizione apparisce che questo animaletto oppartiene al Gordio acquatico di Gmelin, menlre poi dopo aver riporlalo le descrizioni dei Gordj del signer Charvet, ed altre inu- tili riflessioni, chiude la sua relazione col porre il nome specifico al- Y individuo A^ lui descrillo, denominandolo Dragoncello di Lonigo o Leo- niceno, dal luogo in cui fu rinvcnuto. Nello scorso anno il Dujardin pubblico, negli .innales des sciences na- furelles^ ima Meinoria sulla strullura analomica dei Gordj, e d'un allio Elminto, il Mermis , che con essi venne confuse. Quest' ultimo Elminto trovasi , come dice T autore, abbondante sulla terra umida subito dopo la pioggia, o il mattinodopo una forte rugiada, talorasulle ajuole da poco tempo lavorate , o sovra i vcgetabili che circondano le ajuole , spccialmente sul Buxus sempervivens , d" inlorno al quale si ravvolge come un filo biancaslro piu o meno macchiato di nero internamcnte. II Dujardin opina essere quest' Elminto quelle che Goeze confuse col 12 STORIA DEL GEiXEr.E GORDIUS (iordins aquaticus, c clic asscri aver iisoonlni(o ncl suo giardlno. Al Moriiiis rijiorla pure qucH" Eiitozoario (lovalo da Audoiiiii nolle larvc dolla Melt)lo))tli(i. od iiidiiia a credere die inoiti vcrini lililoimi, limglii da 10 a 20 ceiiliinelri, die furoiio iiulieali li'ovarsi ncl corpo di niolli brudii. giilli, forllcule c Blaps e Caiabi forse possano csserc stall del Merniis, die venncro coi Gordj confusi. 11 Merinis, come risulla dalle osservazionl ed indagini del Diijardin, dislingiiesi dal Goidj e da UillI gli allii Elniinli: l.^Per il suo inlegumento, die consla d'una epideiinide olno^enea, la quale copre un doppio stralo di fibre obblique incrocic- chiale, cd un tubo cartilagineo a grossc pareli, forinalo da quindici a IreiUa slrali sollili concenlricl. 2." Pel niodo di sviluppo delle sue uova solitarie in allrcUantc capsule, die lianno la slrullura duiia pis- side, porlanli ai poli fascicoli fibrosi. Sembra die Dujardin non nbbia sino ad ora risconlralo cbe individui femniinci : egli ebbc canipo di osservare lo sviluppo dell cnibiione raccliiuso nolle uova del Merniis, cd assicura chc rassomiglia alle Anguillulc abboiidanli nella terra uniida e tra i Muschi, come pure nella cavila viscerale dei Lombrici, dci Liniaci, desli insclti e loro larve. L'cmbrionc del Mermis, assicura lo stesso Dujardin, olTre Tintestino distinlo, mentre nclladullo diviene incomplelo per lo sviluppo straordinario del sistema integumentario, e dcgli organi riproduttori. Dall esposlo sonibra si possa credere die questo stato possa esscrc 1 ultimo tcrniine dollo sviluppo d' un Eliiiinlo diverso da tutli i Nematoidi fino ad ora conosciuli, die molli cambia- monti subisca con Tcta, e cbe a quest' ultimo terniine non vi giunga chc nolle larve o nogli insctti, la di cui vita sia sulficicntomonte pro- lungata. 11 Merniis adunque, socondo Dujardin, non vorrebbc alia luce cbe per deporrc le uova , come fanno le Tonic doi Cani , die , ospulse ancbe in frammcnti , conscrvaiio ancora baslante vitalila per trasci- narsi a deporrc lo uova ad una data dislanza. Dallosposto no verrebbc la conseguenza cbe i Mermis non sarcbbcro vermi torrestri o acquatici, ma bonsi veri intostiiiali, aflatto diversi dai Gordj o dalle Filario, o dagli allri Nematoidi, per la rimarcbovole strultura del loro integun\cnlo, c spccialmcnte pel modo singolarc dello E D'UN NUOVO ELMIMO, IX. 15 svilnppo dcllc loro nova. Per qucslo singolarc Elmiiilo, Diijardiii opiiia cho si dovra aminctlere un luiovo ordiiic iiilcrincdio Ira i ?Scniatoidi e gli Acanloccfali , i qiiali pure lianno uii aj)[)areccliio dlgcsllvo iii- coinplolo, ed iiova isolate ravvollc in un doppio o Iriplo involucro. Due poi sono i Gordj csaniinati dal Dujardin , I'uno il Gordius aquu- ticus, die erode essere quello descrillo dal Cliarvel sollo il nonic di Dragotineau lU Claix^ laltro il Gordius Tolusaims, dislinlo dal Gordius aquadcus per essere fornilo d" un' epiderniide squisitanienle areolata. Anche Dujardin accenna avere i niasclii d ambedue le specie la coda bifida, e semplice ed ollusa esser quella delle femmine. Ajiprofittaiido del riassunto faUo nella sua Memoria dal signer Du- jardin, dopo di aver trallalo de!le due specie di Gordj, faremo rimar- care clie egli ritrovo essere privi di bocca e di ano, d' intestine, di veri nervi e di vasi ; che Tepidennide si scorge sul loro integumento solo in una specie, c clie questo integumento c formate da sedici a ventiquattro piani di fibre obblique, incrociccbiate o alternativamenle dirette da destra a sinistra, e da sinistra a destra, circondante tullo il corpo come un'elice da un'estremita all'altra. Airinlcrno olTrono un lubo carnoso , niuscoloso, a grosse pareli , di strultura raggiata, cioe colla paretc del tube composta di lamine longitudinali, collocate nella direzione delPasse, ed evidentemente molto contratlili. In questo tubo hanno un tessuto a maglie poliedricbe, del quale ogni cellularaccliiude una sostanza semifluida, o una massa rotonda con un globule, clie prender si polrebbe per un novo. Questo tessuto areolare e attraver- sato in tulta la lungliezza del tubo da un trammezzo pro^eniente dal ravvicinamento della lamina cbe separa le cellule , nello spessore delle quali veggonsi scavate a ciascun lato uno o due canali. Final- mente quesli animali non hanno cbe una sola apertura posteriorc, cbe serve, senza dubbio alcuno, alia generazione. I Gordj mancano adunque ancb'essi di organi destinali alia conscr- vazione delFindividuo, per il cbe si e quasi indotti a credere cbe, come il Mermis, non siano cbe 1' ultimo termine dello sviluppo dun Ebninlo. prcsso il quale gli organi nulrienti si sarebbero atrofizzati per elTello dcir cecessivo accrescimento del sistema inlegumentario e degli organi 14 STOIUA DEL GENERE GORDIUS (Icslliiali a rijModurio la specie. Sc ciu e probabile, il signer Dujaidin opina die si potraniio faciliueiilc riscontraie tlei giovani Gordj nelle larve esscnzialinenle aoqualiche, c piu ancora nclle Ninfe degli Idio- iili e dei Ditischi. Da qiianto asseriscc il Dujaidin si puo lilcvarc, che egli sia dcH'o- piiiioiie esscrc il Gordio ora un Elminto entozoaiio , ora iin Elniinlo estenio. e percio non si puo concepire come qucsto aiitorc ncll" intro- duzioiie della sua Memoria abhia sempre insislilo ncl cercare di abbal- lere lopinione di quelli che ritenevano esserc il Gordio acqualico ora un Elminto cslerno , ora im entozoario. I Gordj, per la loro scmplicila c forse cnigmalica slrullura Ira gli animali inferiori, non isfuggirono agii occhi del volgo , che general- monto credc esserc tali animali infesti. Linnco asseriva esserc opinionc dei villici che la morsicatura del Gordio polesse produrrc il palcrec- cio, c dice pure che Rinmann aveva confermato qucsto I'atto. I Gordj pcro non possono ccrtamente morsicare, non avendo, come abbianio detto, ne Sicbold, ne Dujardin riscontrata apertura che dir si possa la bocca, ed e probabile che Linneo abbia descrilla la coda dun Gordio maschio per la testa , ncl carallere generico ch' espone nclla decima edizione del suo Systema Nalurce, ove dice avere il Gordio os bifidmn, maxillis horizonialibus obtusis. II signer Gmelin ripele anch'egli che il Gordio possa produrre il patereccio, c rifcriscc Fopinione che possa pure essere causa di morle pci pesci , ed all' uomo dannoso. Per la facolta che hanno i Gordj di trascinarsi per T argilla e passar quindi facilmcnle da un luogo alFal- Iro in un terrcno mollc, Gmelin gli attribuisce la proprieta di poter dar origine a molte fonli. In alcuni paesi esistono anche presenlemenlc dclle fallaci opinioni per riguardo ai Gordj , tra le quali quella che i bestiami bovini che bevono acqua ove Irovansi i Gordj possano essere attaccali da quella forma di malatlia anlracica detta Jnticuore. Cio che poi deve rimarcarsi si c che il volgo ritienc che alcuni vermi che cscono dal corpo di alcuni insetti siano Gordj, ed opina che possano pure avere questi vermi la proprieta dintrodursi ncl corpo degli in- selli. Sono qucsto opinioni che noi abbiamo vcdule ommcsse da cele- E D'UN NUOVO ELMIKTO, EC. ig bri autori, e di ciii il fatlo clic probabilmcnte sieno Elmlnli eslcrnl, ed anchc enlozoaij, vcnnc quasi diinoslralo inleramenlc dalle osscrva- zioni del signor Dujardin, per riguardo al Merniis da lui csaUaincnle descrillo. Ai Gordj vcnne pure aUribuita la facolla di rivivere dopo esscre stali disscccali per alcunl giorni e persino alciinl mesi ed anni, (juaiido siano riposli nelFacqua. 11 signor Bosc, per verificare se i Gordj sieno di quesla iacolta I'orniti, esegui mollissime esperienze, dalle quali fu indotlo a conchiudere, che i Gordj perfeltamente essiccati ancbe al- Tombra non sono piu suscellibili, riposti nelFacqua, di ritornare alia vila. Quesle esperienze e Topinione del Bosc vennero in scguito con- I'ermale dalle nuove esperienze islituile dal CharA et. Quest' ultimo as- sicura che se talora un Gordio essiccato, riposto nelFacqua ofTre alcuni moviinenti, quesli deggionsi attribuire alFacqua che, per la facolla igro- metrica della pelle del Gordio, penetra nclla loro cavila e la fa gonfiare. Egli e noto dalF esperienze di alcuni dolti naturalisti che i diversi pezzi staccati delle Naidi ed altri Elminti possono per qualche tempo sopravvivere, ed anche riprodurre la loro parte talora in modo di for- mare nuovi individui. II signor Charvet voile ripetere lo slesso esperi- mento sui Gordj, ma osservo che i pezzi staccati dai Gordj non hanno la facolJa ne di sopravvivere, ne di acquistare nuove parti, e nemmeno riparare alle perdute. Ecco cosi lerminata la storia del genere dci Gordj di Linneo ncl modo migliore che mi fu possibile, e coi pochi niezzi che vengono forniti dalle noslre pubbllche biblioteche. Devo pero qui avvertire che per completare la Storia di quanto si conosce sui Gordj avrei dovulo esporre anche Fanalisi d'una Memoria pubblicata nelFanno 1842 dal Berlholdt, che forse a^Tebbe potuto giovarmi nellc indagini ch'io ho praticato su di una nuova specie d' Elminto, che non e raro nol Basso Milanese, e della quale verro qui csponendo quanto ho potulo osser- varne. II singolare Elminto , di cui intendo parlare , trovasi di solilo nella terra di natura argillosa , sparso qua e la nelle campagne del Basso Milanese, c piu frequentemente in quegli ammassi o cumuli di terra, If, STORIA DEL GliNERE GORDW^ die vengono a bolla posla fonnnli per esscrc nioscolala al conciinc, c sparsa in sciiuilo sovra i piali. lo riUMiova dappriina oho nel solo cslale si rilrovassc (pioslo vorino , ma in queslanno no lio polnio averc alia niola di gciuiajo, c no" susscgnonli mcsi (ino ad oggi : alcuni anzi no consorvo ancora vivi avnli sine dal nicsc di maggio. II nonio di Gringo o File gli fii forsc dato dai noslri conladini per csscro bianco oonie la ncvc . p(M- la sua grossczza che rassoniiglia ad un lilo di role ordinario, Inngliissimo c ravvollo sovra sc stesso, o eon allri in grnppi o nodi. La lungliezza degli individui e varia: quelli ehc dal niio esanie risullano esserc leniniine giungono sino a cin- ({uantasei cenlimetri, di piu lunglii non nc ho risoonlrati. I masclii sono piu esili e piu corii , eioo li Irovai lunghi al piu dodici cenli- inelri, c per riguardo al nunicro dci lore indi\idui, semprc niinore di qnello dellc fenimine. TaiUo il maschio che la fenimina del Gringo offrono la loro cslre- inila anlcriorc che si assolliglia dalla parte inferiore alP insu lerniinando alia tcsla, la quale offrc sempre movinienli piu vivaci, e che dislingucsi per averc un' aperlura non perfellamente rolonda ma bensi ovale, che e la bocca, liniitata da due sporgenze tondeggianli non sempre vi- sibili, e che comunica con un sottil lubo che lermina spesso serpeg- giando con una parte che scnibra piu oscura allesterno, che e un tubo menibranoso contenenle una materia granulare d'apparenza adiposa. Al di sollo delle due ora leggieri , ora marcate prominenzc scorgesi un altro lubo, che, come diremo, e fibroso, e che lermina non molto lungi dalla coda in forma dun intcslino cieco, forma che pure offre il tubo membranoso adiposo, che lermina unpo'piu superiormenle del tubo fibroso ; nei maschi c piu distanlc dalF apicc della coda , e tor- mina prima deirorigine degli organi riprodutlori. L'estromila posle- riore e molto piu ottusa in proporzione nellc femmine che nei maschi, c per quanta diligcnza io abbia usata per scorgervi qualche aperlura, non sono mai riuscito a risconlrarvene Iraccia. La supcrficie esterna o r inlegimienlo doi Gringhi, allorche sono vivi, compare inleramente liscia ; quando pert) sono morli , o Ingliali in piccoli pezzi per assog- gcUai'li ad csame , si corruga simulando degli anelli. L' involucre E D'UN NUOVO ELMINTO, EC. 17 del Grinco e fornialo da due slrali di fibre le une Irasvcrsali ohbli- que , Ic allre loiigiludiiiali. Quando tagliasi Irasvcrsalmenle uno di qucsll auiniall, di cjualunquc scsso egli sia , la pelle imnicdialanienle e con vecmenza cornigasi, c spiccia fuori dalF interna sua cavilii un budello adiposo, clie con difficolla si pu6 rilcvare csscre rcahnenle raccliiuso in un esilissimo lubo nicmhranoso. Schiacciando poi ancora linlegumento di quel pezzo di vcnne dal quale e uscilo il sovraciJato budello, tanlo nella fenunina die nel niascliio, ne escc un lubo fibroso formalo da [ibie aiijrcnlinc lon^iludinaIi, niollo dilalabili. Questo lubo senibra esscre quello die conlinua sino alia testa del Gringo, c che non ha coniunicazioiie alcuna coIF esofago che conlinua , come ab- bianio dello, serpeggiando, col budello conlenenle maleria che scmbra adiposa. Per riguardo alia materia adiposa contenula nel sovracitalo tubo si osserva ora molto appressata in modo di offrire un vero bu- dello, ora offrire qua e la delle cavita, ora prendere Taspetlo d' un lessulo cellulare piu o meno marcato, ma le di cui pared o maglie presentano una strultura granulare. Sc atlentanicnte si osscrvano gl'individui che alia parte posteriorc non offrono appendicc alcuna, c che rilengo esscre fcmminc, scorgonsi quatlro cordoni collocall ai lati del corpo, due per ogni lalo, luno su- pcriore, Tallro inferiore. Quesli cordoni sono aderenli alia superficic interna dcirinleguniento. Osservati in questo inverno tali cordoni of- frivano i loro globuli pochissimo sviluppali, ed alPincontro mollo di piu gli ho poluti scorijcre nel niesc di giugno. I globidi pero di lali cordoni sono sempre piu voluminosi di quelli del tessuto contenulo nel tubo mcmbranoso, e che rassomigliano a granuli adiposi. lo pero non posso con ccrlezza affermarc da qual punto parlono quesli cor- doni, e dove hanno fine: mi sembra pero probabile che abbiano prin- cipio alia testa, a fianco del tubo fibroso, e che terminino non molto distantc daireslrcmila posteriorc. GPindividui maschi offrono, appena terminalo il tubo mcmbranoso conlenenle materie adipose, due aj)pendici, ora ricurve ora retle, che rassomigliano a quelle che scorgonsi nelle Filarie, nei Cucullani. nelle Ascaridi, ed altri vermi inlestinali, e che furono riconosciute per gli Foi IT. 3 18 STORIA DHL GENERI-: GORDIUS organi maschili. Alciiiil iiidlvidui olTiono rappaicnza iravcrc una sola (li (|uos(o appciuliri . e lalora due 1)(mi dislinlc. Uii iiulividiio pcro cliiaiaimMilo mi diinostro av(M-e qticsti venni la lacolta di allonlanaro c ravvic'inare le duo a|)pondi('i, ed in quest' ullimo caso in niodo clic diflieiluienle disliuijuer potevasi la linea di contatto. Qucslo fallo mi senibra poler spiegaic ooinc alouni venni inlcslinali, Ira i quali, p. es. , la Filaria papUtosa , possano lalvolla prescntare V aspcllo d'avere una verija semplice, mcnlrc in altrc specie dello slesso gc- nere due verglie scnipre riscontransi. INel noslro Elniinto io non ho niai poluto scorgerc che queslc appendici possano rilirarsi in una cuaina, come si osserva nellc Filarie ed in allri vermi inteslinali. Per riguardo all' interna struttura degli organi, che sembrano proba- bilnicnte cssere quelii della nulrizione, gFindividui maschili non dif- feriscono dagli individui fcmminci sovraccennati. Nci niaschi pero non ho mai poluto scorgerc Tesistenza dei quattro cordoni che ho osser- vato nolle fommine. Esaminati pcro anch'essi nel modo indicate per iscorgcrc le loro parti interne, si osservano due fasclcoli, che nelfarli uscirc dal corpo si conlorcono come ansc intestinali, che sono piu esili dei cordoni annoverali dagli individui femminoi, e che olTrono una di- vcrsa struttura. So ancora io non oso ben determinarc la natura e Tuso degli or- gani che ho descritti, spero non mi si vorra fame accusa, tanto piu se si consider! , come Io asscriscc il signor Dujardin per riguardo ai Gordj, la grande difflcolta di anatomizzare metodicamente degli ani- mali COS! esili e lunghissimi; difficolta che ccrtamente si fa maggiore neiresamc dei nostri Elminti, che sono esili piu dei Gordj, e lunghi ta- lora trc o quattro volte di piu. Assoggoltalo ad un ingrandimcnto di quattro cento venticinque volte la testa dun individuo, mi olTri questa Tapparenza di due punli oculi- formi , r uno per lato , non pcro in linea perfetlamente orizzontale , ma r uno collocato un po' piu in basso delP altro. Da quest' osserva- zione si potra forsc asserirc essere il Gringo vcramente dotato di oc- chi? Qualunquc osservalore che dclle apparenze si accontenta non avrcbbe dubbio alcuno ad ammetlere 1' esistenza di tali organi , e E D'UN NUOVO ELMINTO, EC. 10 lanio pill la sua pcrsuasione aumcnlerebljc sc, consullando moltl aii- lori, li'ova allri esscri della classc dei vcrmi del Lamark, come per cseni- pio le Planaric, ec. , esserc forniti d'occlii; nia Lamark slesso dubita che possano esscre occlii i puuli oculiformi delle IManarie. Dira alcuno chc non solo nei vermi, ma die anchc ia allri esscri piu semplici, quali sono grinfusorj], I'Elircnberg asseriscc csislerc veramenle degli occhi, e dei (|uali egli sc ne giovo per dcdiirne dei caraltcri spcciali. Ma qucsli occhi realmcnle esislono ncgli infiisorj? Carlo Morrcn, nclla sua dollissima Memoria sulla rubefazione dclle acquc, dimoslro die il punlo rosso delV Eucjlena sanguinea non devesi che ad uno speciale colo- ramciilo dcirendocroma conlcnulo, che anzi osservo T endocroma vcrdc ncl corpo di qucsto infusorio lulto divenire rosso. Lo slesso autore, parlando della Trachelomonas volvocina che V Ehrcnberg di- chiara avcre un occliio rosso , dimostra non csser qucsto che una parzialc colorazione di alcune vcscicule niucose del corpo, colorazione chc lalora si eslendc a tuUc le vcscicule, c termina a convertire tulla la Trachclomonade in un globulo rosso. In appoggio poi delle Osser- vazioni del Morrcn vien pure quanto asseriscc il Dujardin nella sua rinomala opera intitolala Sloria degli Infusorj, riportando anch" egli spccialmenle V escmpio delF Euglcna. L' allento csamc ch' io ho fatlo sovra una specie d' Euglcna, chc colora in rosso, quando il sole illu- inina V acqua d' una delle vasclic di qucsto giardino botanico di Brera. e che e verde quando non c dal sole illuminata, oppure anche arlifi- cialmcntc ombrcggiala, mi scmbra provare quanto instabilc sia il caral- lere di punli colorali negli esscri microscopici. Questa specie, che pel suo coloramento dipendenle dalPazione della luce solare, e ccrlamenle divcrsa daW Euglcna sanguinea, e non fii sino ad ora dai microgiafi descrilta, mcrilcrebbe il nomc di Euglena varians. Dujardin slesso poi, come Lamark, nega Fcsislcnza degli occhi ncllc Planaric ed in allri Annellidi, cd asseriscc pure essere qucslc macdiie di tanlo poca importanza (isiologica die spesso non polrebbero essere sufficienti per fonnarne un assolulo caratlere spccifico. Dopo di averc esposlo quanto ho polulo rilevarc dalP csamc dell c- stcrna apparcnza c dell" interna strutlura dei Gringhi d' aiiibedue i 20 STORIA DEL GENERE GORDIUS scssi , scgucndo il coslumc dci natiiralisli , indichcro qiiali sono le dilToronze riinarclun oli die si osscrvano Ira gl' iiidividui del Gringhi e (juclli del gonorc Filaria, Gordius e Mermis, die probabllmentc ven- nero talora coi Gringlii coiifusi. Lc Filaiie sono in gencrale lungliissime , scmpre cilindridic , fili- fonni, non altenuate o ben poco allc estreniila. 1 Gordj sono un po' pill sollili alleslreniita anteriore, chc e di mela ininorc della posle- riore. II Mermis oflre il capo un po'rigonfio ed un po'piii della coda \oluminoso. iNei Gringlii rassolligliamenlo verso il capo e riinarclic- vole , ed il diametro del loro capo e molto piu della meta minore della parle posleriore. L'integumento culaneo dellc Filarle, come asseriscc il signor Eudes Deslongclianips, c forinato: 1." d'una pelle sollilissima, chc offre al nii- croscopio un gran nuinero di pori visibili, c coperla di strie circolari esilissinie. Al di soKo della pelle sono ben marcati due piani di fibre inuscolari, luno Irasversale , formato come da una scrie di piccoli a- iielli muscolari, ognuno de'quali corrispondc alle slrie esterne della pelle, lallro longitudinale die non forma un tubo, nia solo due naslri longiliidinali. Quesli due piani sono inliinamente uniti alia pelle. Alia jiarte inediana del corpo dellc Filaric viene indicala la prcsenza d' un lilaniento, che dalFeslremila anleriore va alia posleriore, ed aderisce alia facciala inlerna della pelle : alcuni opinano che possa essere il cordone nervoso. Le Filarie lianno la bocca piccola e rolonda, il loro inleslino ha mi- nor volume degli ovarj die sono lungliissimi, ed in numcro di due. I maschi lianno generalmente doppia la verga, e retratlile in una guaina; il loro coiulollo scniinale e mollo ampio, c dapprima e anch'esso piu voUuninoso dcII" intestino. L inviluppo culaneo dei Gordj e, come risulla dalle osservazioni del signor Dujardin, in una specie ricoperlo d'epiderinide, in un'allra non si scorge,ede formato da 16 a 24 piani di (ibrc tulle obblicpie, incro- cicchiale le une da deslra a sinistra, le allre da sinistra a destra cir- rondando Inllo il corpo. Quest' integumenlo , generalmente di colore bruno, lascia vcdere qua e la dei punti piu cliiari o pori, che furono E D'UN JNUOVO ELMINTO, EC. 21 rimarcati anche dal Charvct. II loro tubo inlcrno e menibranoso ed a grossc pareli , c raccliiudc un Icssulo arcolarc , Ic cui niaglie con- tcngono una materia flulda, o un globulo, e si osserva pure die quc- sto tubo intcrno c attraversato da un trammezzo. Nci Gordj non si riscontra la bocca ne V ano , e solo vi si osserva un' apcrtura die il Dnjardin opina servirc alia gcncrazionc. I mascbi dalle fcmmine di- stinguonsi per avcrc i primi la coda divisa in due parti o bifida, in- liera alFincontro e quella delle femmine. L' Elniinto cbe fu scoperto dal Dnjardin , e clie venne dallo stesso dcnominalo Mermis, offrc un integunicnto con epidcrmlde oniogenea, die copre un doppio stralo di fibre obblique incrociccbiate , cd un tubo cartilagineo. Particolare poi a tal gcnere si e il mode di strul- lura dclle sue ovaje, cbe offrono le uova solilarie disposte in allrel- tantc capsule o pissidi. II Dujardin non descrive individni mascbili di qucsto nuovo gcnere d'Elminli. II nostro Elminto, da quanto ho gia esposto, differisce adunque: 1." Dalle Filarie (non considerando qui la diversila d'abitazione, ma la struttura) per la natura del suo integumento, per la disposizione c struttura de'suoi organi interni, cbe sono d'unaseniplicita maggiore di quella cbe osservasi nelle Filarie. 2." Dai Gordj, per la natura delF integumento, c per la struttura cbe a me scmbra ancor piu complicata nci Gordj cbe nel nostro Elminto, c per avere il masdiio del Gringo organi della riproduzionc ben mar- cati , c la coda semplice. 3.° Dal Mermis, per la struttura delF integumento, per quella degli organi interni, c per non avere le fcmmine, come il Mermis, le uova so- litaric in altrcttante capsule o pissidi. II Gringo percio, Elminto dai nostri contadini ben conosciuto , era affatto ignorato dai naturalisti, o per troppa superficiale osservazione confuso coi Gordj. Dietro i risullamcnli ddlc luie osservazioni , cbe pero mcritano ancora d'essere conlinuate, mi pare di poter csscre in diritto di formare col Grincio un nuovo cenere. Siccome ofb'e il Gringo la propricta di ravvolgersi sovra se stesso in mille modi e varia- nienle intrccciarsi , bo creduto opportuno di cbiamarlo .^it/oyj/ecfHs da 22 STORIA DEL GENERE CORDIUS avTo^lexroi^ (jui SB ipsum impUcat, applicando il nomc spccifico al no- slro Gringo di protognoslus. oioe il prinio conosciulo. Avrci ben vo- loiilini consorvato il noinc di Gringo a qucslo Elminlo, sc iion mi fossi ton\ ink) clie con tal nonie pure chianiano i villici il Gordio accpiatico. La frasc dosorilliva del Gringo da mc dcscrilto mi pare possa esserc slcsa nel segucnlc modo: Jutoplectus protognostus f'ermis, corpore longissimo filiformi, elastico, ontice summopere at- teuuafo, capitc subacuminafo, ore tcrminatus ovali, intestino simplici, po- xlice ob.solcto, ono uti <:idetur nullo. fwrnino'. i,'ulva ignola, ovaria qnatuor lateralia, funiciilos simulaniia duo superiora, inferiora duo, ova nondum evohita visa. Mares, duplici vlrga prcedili, fceminis adultis mullotics tninores. Per riguardo al sistcmalico collocamento del Gringo (lutoplectus) diro clie se da molti dati pote il Dujardin dcsumcre csscre il Mermis od i Gordj ora vcrmi inlerni o entozoarj cd ora vermi esterni , tal cosa almeno a me sembra dir non si possa del Gringo, giacche trovasi in lutlc Ic slagioni nella terra, ed anchc principalmente nel verno , c diro pure die io non oso riferirlo a qualcbe sistematico collocamento conosciuto, giacche sono persuaso che per le classi inferior! dei corpi organizzati occorrono ancora studj severi e profondi per ben fissarle, e naturalmente delcrminarne i limili. APPENDICE. Prima di terminare qucste mie notizie suW Jutoplectus ^ credo op- portuno esporre in loro aggiunta alcune osservazioni clie mi si ofTri- rono durante Tesame di alcuni individui per indagarne la loro strul- lura, le quali potranno formare oggetto di speciali sludj. Nel mese di gennajo un individuo femmineo ancora vivenle ofTriva qua e la alcune maccliie sanguigne o solo di color rosso. Osservata la parte colorila, mi risulto esscr questa la materia adiposa continuata nel tubo membranoso, ma clie non offriva alterazione alcuna. Nel mese di maggio poi io ritrovai un individuo femmineo lungo circa 47 cen- E D'UN NUOVO ELMINTO, EC. 23 liiuctri; la parte postcriorc era dotata di poco molo, ma la testa nio- vevasi ancora con agllila; lal individuo nella parte postcriorc offrlva ([uasi lutla la materia adiposa ripiena di esseri spcciali che per la forma rassomigliavano a vcrc Aiiguillule. Sarcbl)cro forse tali Anguillule feti del Gringo, o suoi Entozoarj , come scorgonsi nci Lombrici? Se pro- pizia occasione mi dara campo di osscrvarc ancora questi piccoli es- seri, formeranno essi oggelto di mio spccialc studio micrografico, giac- che per ora io non oso cmetlerc opinione alcana in proposito , rite- nendo che nellc scienze naturali e mcglio rimanere in un saggio dub- bio , di quello che emctterc opinioni ardite , spesso alia scienza piu nocive che vanlaggiose. SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA. li;;. 1. Parle anlcriore o (csla d'un individuo femmina ingrandila 30 voUe. a) ApiTliira (loH'osofngo o l)orca. b) Due proniincnze latcrali dcll'csofago. c) Esofago. rf) Tiibo fibioso. e) TuLo mcmbranoso adipose. rig. 2. i;>trcinila postrriorc alio stcsso ingrandimenlo. L'iiitcgiimento, che scorgexasi liscio iifircslreiiiila anlcriori', qui vedesi corrugalo. a) c) Tubo mcmbranoso adiposo. b) Tiilio filiroso cbc Icriiiina un po' piii in basso del prcccdentc. rf) liipiegalura del lubo (ibroso osservala in qiicslo solo individuo, forse I'aperlura genilale? rig. .3. Individuo niascliile lungo scUe cenlim. largo mezzo mil!., ingrandilo 47 volte. a) Parte anleiiorc o bocca. 6) Prominenzc latcrali dclI' esofago. c) Esofago. d) Tubo fibroso. e> Tubo mcmbranoso adiposo. Fig. 4. Parle posleriore dell'individuo sovraccennalo ingrandila 47 volte. e) Tubo mcmbranoso adiposo. f) Vcrga in apparcnza scmplicc. (/) Tubo fibroso. Fig. 5. Pczzo susscgucntc all' cstremita superiore della fig. 2. ingrandilo 30 voile. a) a) 1 due cordoni lalerali supcriori. b) Porzionc del lessulo adiposo aggrumato. Fig. fi. Globuli adiposi isolati ingranditi .30 volte. Fig. 7. Gli sicssi glol)uli ingr.inditi 4.35 volte. Fig. 8. Un pczzo di'l rordoiie a della (ig. 5 ingrandilo HI volte. Fig. 9. Tubo (ibroso fallo uscire dali'iidividuo della fig. 3. Fig. 40. Tubo adiposo fatto u.stire dallo stcsso individuo. Fig. II. Parle auleriorc d'un individuo maschilc lungo cenlim. 3, ingrandilo IH volte. Fig. 12. Parle posleriore dello slesso ingrandila 111 volte colle verghc appressatc. Fig. 13. Parle anleriorc d'un individuo niascbile pill grandedell'antecedente, ingrandilo HI volte. Fig. 14. Parte posleriore dello stesso colle verghe allonlanate. Fig. 15. Un individuo del Gringo vcduto alio slalo naturale. ^ ~^> -^" ll St- H K \^ /^€S^ SULLA LAMPREDA MARINA DEL PROFESSORE BARTOLOMEO PAMZZA (Fresenlata il 20 Aprile 1842.) Ija lainpieda e una sorla di pesce che, e per forma , e per abilu- dini, e per allre parecchle condizloni anatomiche e fislologiche, occupa a huon drillo iiella sua classe un poslo speciale e distintissinio; 11 per- che merito die varj e pregiati zootomi la scegliessero a soggetlo de" loio sludj (1). Ed era naturale e ragionevole; imperocche se Tesame nou dello sole forme esteriori d'ogni maniera di animali, ma si e piu quello della loro inlima organizzazione torna ognora vanlaggioso ed intcressante ; la perfetla conoscenza di quelli fra gli animali che per alcuna ragguardevolc spccialita si dislaccano dagli allri, mentre riesce e utile e inleressanle, e nello slesso tempo pienissima di diletto. Ma abbenche pregevoli e degne veramenle d' ogni lode sieno le opere che intorno alle lamprede si scrissero, pure la loro notomia non e ancor compiula, ne la scicnza puo per anco compiacersi di piena- (i) Traltarono delta lainpreda ITonip, Ralkc, Born. Carus e Miiller. VoI.II. ■* 2e SULL.\ LAMPREDA MARINA, inontc ooiiosccre la struUuia di siffalli pcsci, c di poter con esattezza indioaro gli usi di tu[ti gli organ! gia in lore noli, massimo quando si rifloUa ilie lo opinioni degli autori sono in molli punli tra loro in a- porla oontraddiziono. Avvcrtendo a cio, ho pcnsalo non dovesse es- scrc scnza vantaggio roccuparmi dclla lampreda marina ( Petromyzon viarinHS Lin.); c cio tanlo piu, in quantoche io mi trove ayvenlurosa- incnto nclla circoslanza di avcrne delle vive. Avvegnache esse alF e- poca doijli amori. clie cade in priniavera, dalle aque salse salendo alle doici dci liinni. arrivano per il Po persino ncl Ticino, ove nelle vici- nanze di Viwia procaccio di avcrne quante per avvcnliira se ne po- lessero pescare (le quali a dir vero sono ben poche). E cio die par- vemi che in lali pesci fosse degno di fissare specialmente T altenzione 111 la sliiiHura del cervello, Torigine eil decorso di alcuni nervi, la ca- vitanasale. lapparalo respiratorio, il sistema sanguigno, eil genitale. 1. Comeche baslanlemente ampia la cavita sia del cranio, pure la massa cncefalica racchiusavi dentro e piccolissima , e quale appena suole risconlrarsi negli infimi pesci: tra la massa poi e la superficie interna del cranio esiste una particolar sostanza semifluida, che ha cioe una densila che sta tra Taqua e la gelatina, e che nelFalcool si rapprcnde e divienc alTatto solida. Ma Fencefalo non resta ad imme- diato contalto dclla sostanza, essendo rinvollo da" suoi inviluppi, de' quali il piu esterno e una soltile e trasparente membrana, sotto cui sta un tessulo celluloso soffice, lempeslato tutto di punteggiature nere, . il quale per sottilissimi fdi si congiunge alia pia madre, chiazzata an- ch'ella di macchie nere. 11 cervello vedulo superiormente e quale fu disegnato nella tav. 1, lig. 1 e II. e differisce assai da quello della lampreda Iluviale . che il Ralke ra|)presenta nella Tav. Ill, fig. 41% siccome da quello della marina, che il Cams ci diede nel suo trattato di Anatomia Comparala alia fig. o' della Tav. IX. Esaminando con diligenza parecchi di silTatti ccrvelli. ho sempre visto che gli emlsferi cerebrali (Tav. I, fig. I e II) sono corpi oblunghi. eliltici, assai irrcgolari pero, i (piali per le eleva- lozze (he ofiVono nel loro contorno superiorc ed esterno. divider si SULLA LAMPREDA MARINA. • 27 polrcbbero in lobo anlcriore, supcriore e posleriore. Quella parte poi chc Ralke e Cams concordi coiisiderano conic ganglj dogli cmisferi. diflerisc'C da quella clie essi ci dcscrivono non solo quanto al volume e alia poslzionc, ma anche per la forma. Giacche ella si olTre alia fog- gia di un'cminenza conica (fig. I, n. 3; fig. II, n. 1) niidollare, direlta in alio e alF avanli, e chc tcrmina ad apice smussalo; eniinenza che, chi la esamina diligenlemente, puo considerarla composta di tre lamine, due lalerali ( chc sono prolunganienli della parte interna dogni emi- sfero cerebralc), ed una mediana e posteriore, le quali vanno ad in- conlrarsi verso Tapice. Aircslremita smussata di quest' eminenza ap- ])oggiasi una granulazione londeggiante , bianchiccia , molle ; grande quanto un grano di Irifoglio, connessa alia pia madre, e che si deve riguardarc come una di quelle gramdazioni dette cerebrcdi^ enon gia come una parte integrante della massa encefalica, da cui e distinta e pel colore e per la struttura microscopica. Due sono i lobi ottici, ed avvi tra loro un rialzo di sostanza midol- larc pertugiato nel mezzo da un ampio foro (Tav. I, fig. II, n. 2). iVella lampreda dei fiumi la cosa e assai diversa, essendo, giusta Ratke. le masse ottiche in lei rappresentatc da un unico rigonfiamenlo rotondo. Dietro ai lobi ottici sta il cervellello { fig. II , n. 3 ) che , alia fog- gia di una striscia midollare Irasversale, forma il contorno anteriore del calamus scriptoriiis. Tra i due lobi ottici e sopra il calamus scriptorius giace un corpic- ciuolo (Tav. I, fig. I, n. ii) di color bianco-sporco, di forma irregolare. ma chc pure potrebbe paragonarsi alPosso slerno. Esso trovasi sopra in parte alle masse ottiche, in parte al cervelletlo ed al calamus scri- ptorius e quarto ventricolo, e col suo contorno rimane obbligato alia pia madre, la quale anzi pare posteriormente vi scorra sotto. La sua fac- cia supcriore ha striscie longitudinali e trasversali punteggiate di nero. e la inferior posteriore, che poggia sul contorno del calamus scriptorius. c raggiata: e la ove corrispondono i lobi ottici e bianca e membranosa, e si altacca al contorno di quellapertura chc si e dctto esisterc Ira i lobi stessi. Sulla nalura di tal corpo non concordano tra loro Ratke e Carus, giacche, menlre quesli e davviso chc sia una dipendenza della 28 SULLA LAMPREDA MARINA, pia madre, quegli lo considcia siccome una massa nervosa rapprcsen- tanle il cervcllclto, c cio per la molta analogia che ha col cervelletlo dcllo razzo o doi pcsci cani, jiercho ooprc il A." ventiicolo e si indura nellacido nilriio. - Inollro, cgli dice, sc i)cr ccrvellctto voglionsi con- » siderare le slrisoc Irasvcrsali rappresenlale al n. 7 della fig. II, non poliobbo darsi che nelle lampiedc il cervelletlo si presentasse sotto una duplice forma, una per la quale il nostro pesce s'accosta agli . animali inferiori, e lallra per cui si parifica ai superior!? - Ad onta di quesli argonicnti io trovo prcl'cribilc Fopinione del Ca- ms: e inlatti la nalura nel modellare le parti centrali nervose mantiene Qf'nora una foima costante, ed assai di rado oiTre dellevarietti. Orase tal corpo lo si esamina ne' diversi individui, scorgesi che varia inolto in ^randezza e forma. Oltre a cio esso e sempre in continuazione della pia madre, e puossi levare senza scomporre menomamente la superficie cercbrale. II suo tessuto e omogeneo, e consla di una so- slanza ccllulo-gelalinosa , diafana , e per conseguenza diversa affatto dalla cercbrale. Quindi e che anch'io inclino a credere con Cams che, anziche sostanza nervosa, debba ritenersi come una dipendenza della pia madre, e quasi direi un plesso corideo. La base del cervello della lampreda marina e assai diflerente da quello della fluviale, se vuoisi giudicare dal disegno di Ratke. Onde per tal cagione, ed anche perche nissuno ci ha dato finora il disegno di lal parte nella marina, ho pensato darlo io, imperocche meglio giova a fornire un" csatta idea di queste cose un buon disegno , che la let- lura di una lunga c minuziosa descrizione (Tav. L fig. Illel\). Come rilevasi dalla figura, ogni emisfero cercbrale inferiormenle per un solco Irasversale vien diviso induclobi;di cui uno e anteriore ed intcrno, e lallro quindi poslerioreed eslerno: questoe piii piccolo del primo. L'e- Icvalezza clitlica (fig. Ill c fig. IV, n. 1) situata tra i dueemisferi ce- rebrali, porlandosi in basso dirigesi aH'avanli, s'adagia in un infossa- ujenlo che offre nella parte media la base del cianio, che ivi e mem- branosa, e vi si allacca col mezzo della pia madre. Essa non e in mezzo bucata, ma offre un esil velamento, levato il quale si entra in una cavila. AH" eminenza poi succede il midollo allungalo, il quale of- fre una traccia del solco longiludinalc. SULLA LAMPREDA MARINA. 29 Per le ragioni ondc fui iiidotlo a discgnare la base, ho voliilo anche moslrarc nella fig. IV il profilo del ccrvello, c nella fig. \ la sua inleina superlicie. NelP csainc dell' inlerno ho conosciuto, che gli eini- sferi ceiebrall e Ic masse ollichc non solo sembrano, come dice il piu voile lodalo Ralke, ma sono realmentc cavi. Se iendesi longitudinal- mente nel mezzo il cervello, si scorge che la cavita mediana e ampia e si trova in rapporto colle due aperture esterne supcriori, e colla in- feriore, ed anche col quarJo venlricolo. Esaminando poi I'una e 1 al- Ira parte della sezione, si vede una fenditura corrispondentc al pedun- colo cerebrale; fenditura, la quale si conlinua con una piccola cavita deir emisfcro; e si ritrova poi ancora un' altra piccola fessura, per cui si enlra nel lobo otlico, esso pure cavo, come gia fu detto. Tale con- figurazione ci autorizza a dire che il cervello del nostro pesce e una lamina nervosa piegata ed accartocciata variamcnle in modo da for- mare diverse eminenze, le cui interne cavitii comunicano fra loro. II. I nervi ccrebrali sono stati in generale ben descritti da Born ; ma avendo nelFesame che anch'io ne feci trovata qualche diflerenza, ho sti- mato conveniente di qui rimarcarla. Secondo quel valente zootomo, tutti i nervi ausiliarj alF occhio, tranne Tabducente, entrano neH'orbila per un sol foro, quel medesimo per cui passa il nervo ottico ; ma la cosa e ben allrimenti. L' ottico ha passaggio da un foro a lui proprio ed esclu- sivo; e dietro a lui, una linea circa, sorte un altro nervo che Born chiama V abducente. II quale, staccatosi dalla parte laterale inferiore del midollo allungato, dirigendosi air avanti ed all" infuori, entra nel- Torbita, ove si divide in due diramazioni. Di cpieste, una va al mu- scolo retto superiore delF occhio, V altra, volgendosi alia parte anteriore ed inferiore delP orbita, passa sotto al nervo ottico e si disperde nei muscoli retto anteriore, e grandc obbliquo o obbliquo anteriore. Co- teslo nervo, anziche abducente, parmi si debba dire il terzo o il mo- tore comune delF occhio, giacche e si presenta terzo nella serie nu- merica, e si disperde non in un sol muscolo, ma in parccchi. I zootomi insegnano che il quinto e nella lampreda un solo e indi- viso nervo dalla sua origine fino all' uscita dal cranio ; ma chi lo esa- inini con diligenza potra convincersi che cgli e diviso in due rami . 50 SULLA LAMPREDA MARINA. de" (juali uno, olic e il siiperiore e piu grosso, Irae orlglne dalla parte lalciale dolla inidolla allungala vicino alia supcrficic superiorc, men- tre I* allro, chc c piu piccolo cd infcriorc, nascc pure dalla parte late- rale di delta niidoUa, nia in basso e vicino al mezzo, e die, come na- scono, si conservano distinti infino all' ingresso nelPorbita, iiella cpiale peiietrano passando per un foro della dura madre speciale a ciascun ramo, ed ivi si congiungono. Tra le diramazioni del quinto e rimar- clievole la superiore, che puo chiamarsi oftalmica, la quale, scorrendo nella parte superiorc e profonda del cavo orbitale dalF indietro all'in- nanzi, e un po" alP esterno , fmisce distribuendosi con esilissimi fila- menli dalla parte mediana del muso fino al margine del labbro. Lungo la parte superiore del quinto, ma da lui palesemente distinto, bo quasi sempre trovato nel cranio un sottile e molle filo nervoso che deriva dal soico che e tra i lobi oltici e il midollo allungato. Egli, scor- rendo sul quinto, per arrivare al foro d'uscita non segue la direzione di lui. Da quanto bo potuto scorgere si direbbe che vada a formare ([uel nervello che si disperde nel muscolo piccolo obbliquo, o obbli- quo posterioi'e, il quale a tutta prima si giudicherebbe un ramo del (piinto. Cit) parmi tanto piu probabile, in quanto che, oltre air aver un punlo di partenza dal cranio diverse dal quinto , non si miscbia con lui fuori del cranio ; percio si polrebbe considerare per il quarto del nervi cerebrali. Un esame superficiale farebbe credere che un ramo della seconda porzione del trigemino, dividendosi in due, entri nel muscolo retto po- steriore ed inferiore. Ma accompagnando tale ramo verso il cranio, si trova che ha sempre un colore molto bianco, che e consislente e te- rete, e che sebbene scorra sopra labranca mascellare superiore, pure ne da essa deriva, ne con essa, ne con altri rami del quinto si immi- schia ; ond" e die si potrebbe giudicare per il sesto o Tabducente ; pure debbo confessare che non vi ho scorta una special origine. III. Curiosa certamente e degna di rimarco e nella lampreda la cavila nasale, perche, oltre alP essere la sede delFolfato, serve ad espeller 1 aqua con bel zampillo nel memento delF espirazione, ossia nel mo- mento stesso chc viene cspulsa dai fori branchiali. Ponendo attenzione SULLA LAMPREDA MARINA. 31 soltanto a lalo coiiicidenza, era troppo naturale il pensarc che il cavo nasalc coinunicassc colic vie respiratorie , e talc infalti era V idea di Cams. Ma cio non impose ad Home c a Bojaiius, i quali, csaminata bene la cavita, riconobbero che non c punlo in comunicazionc colle vie respiraloric, ma tcrmina a fondo cicco. Ralke Irovo la stcssa cosa nella fluvialc , e rappresenlo quest' organo alia fig. 39 e 40 della III Tavola. iNon e a dir vcro gran che differente la conformazione di tale cavita nella marina: luttavia , siccome vi passa qualche divcrsita che torna mollo acconcia alia spiegazionc del fcnomeno del zampillo, cosi credo convcniente di descrivere anchc con una tal qual minutezza sifl'atta parte deiraniraale, e di darne il discgno nella Tav. I, fig. Vll. Allapertura esterna nasale (1), die sta nel bel mezzo del capo, suc- cede un condotto imbuliformc, colla parte larga indielro e in basso, condotio olfaKorio, il quale , dopo due o tre linee , tormina nel sacco olfaltorio con im foro gucrnito al suo contorno inferiore di un esile prolungamento membranoso, che, alia foggia di una valvola , dirieje r aqua verso il foudo lamellate del sacco olfattorio, pimto ove pre- cisamente espandesi il nervo dell* odorato. II sacco comimica con un' altra cavita, delta da Ratke oppendice na- sale. Questa incomincia con un' apertura elittica membranosa praticata nelle pareti del sacco olfattorio, alia quale succede un canale cartila- gineo-membranoso, che portasi all' indietro ed al basso, scorrendo sotto il sacco olfattorio, e la base del cranio, e sopra la doccia della se- conda cartilagine embriciforme. Se nella lampreda de' fiumi (a giudi- carne dal disegno di Ratke) I' apertura dell' appendice nasale giace di- rimpello all' apertura del condotto olfattorio, nella marina invecc si (I) ImmcdialaiiiL'iite diitrol' apertura nasale col cavo del cranio. Ora colesia fossa e tulta avvi nella cute un'area elittica dell'arapiezza piena di una soslanza cinerea, mollc, gelati- c|uasi di un cece, cliesi dislingiic dalresloper nosa. .V die serva, io non lo so. V. deslinala esscr bianca di colore. Sotto (|ue>ta rinviensi forse a coprirc e diffiidere il cranio? oppure una fossa ovale limitata anteriormente dalla soniminislra un niatcrialc che, penelrato nel parele posteriore del sacco olfaltorio, inferi• sulle lamprede marine, chiamassero ad esame la mia opinione, mi (n- - rebbero cosa gratissima. 11 fenomeno c unico nel suo genere e ben " degno di ulteriori indagini « . E quesla dichiarazione onora altamente 1" autore. Impcrciocche, a dir veto, quantunquc la .spiegazione addotta sia ingegnosa, non e pero Vol. II. ^ 5 S4 SULLA LAMPREDA MARINA. oonviiu'ontc, in quauloche ne c dcsunla dalle circostanzc die devono \ aliitaisi. ne c conloiino alia sempllcita del pioccdere dclla natura. 11 Uatke la uraii taso della rolazlonc di iinione c di conlatto dclF appen- dico nasale ooUa laiiiige o coiresolago, e pensa chc alF ingresso del- r aqua ncl cavo debba necessarlaincnte antecederc la contrazione dei iiuiscololli collocali poslciioiinenle alia faiinge, cd al priiuipio delPe- sofago, contrazione in virtu dclla quale rimane stirala in basso la parte inferioro dcirappeiidicc, e per tal niodo dilalala; e avvlsa poi , che r usciir (loll a(|ua con inipcto tutto ripclere si debba dalla contrazione doll apparalo nuiscolare, di cui vanno munite le pareli dell'appendice. Parnii die il far dipendere la dilalazionc dclla cavita piu volte no- niinata dalla contrazione dei inuscoli della faringe e dal principio del- lesolago non consuoni col raj)porto dcllc parti; sendoclie solo per breve tratto del suo contoi'uo inlcriore V appendice resta a conlatto colla faringe e lesofago, e quindi solo per un assai corto spazio po- tra csscre slirata c pocliissimo di conscguenza dilatata. E cio riuscira pill chiaro quando si rifletta cbe le polenzc muscolari atte a portare in basso il canal nasale non esistono che la ovc corrispondc il principio dcllcsofago (T. I, fig. VII, n. 6), nel qual punto si dispongono a guisa d'anello o sfintere , capace, contraendosi, di trarre in basso per breve tratto la parcte infcriore corrispondcnle delF appendice na- sale, che ivi e ancora ristrctta. E se la cosa stesse veramcnte cosi, come la pensa il Ralke, noi tro- veremmo qui un esempio unico forse ncl regno animale, ed opposto cerlo alia scniplicita del procedere della natura, giacche vi sarebbe un canale (il (piale negli allri animali, (piando non serve al passaggio de- gli aliniculi, rimane scmj)rc chiuso) continuamcnte in un altcrno moto di contrazione e di rilasciamcnto per favorire V azionc c soccorrere alio funzioni di inia cavita, con cui non ha rapporti fisiologici di sorta. II voler poi ripetere il getto con cui sorle V aqua dalla contrazione delle pareti delP appendice nasale, indotta dalle fibre muscolari di cui sono provviste, forse varra per la lampi-cda csaniinata da Ratke, voglio dire la fluviatilc; per la marina no: imperciocclic in lei io non ho potulo trovare libre muscolari nellc pareli; e quand' anche vi fos- SULLA LAMPREDA MARINA. 33 sero, tornerebbero vane, esscndo le parcti non libere, ma obbligatc alio parli vicinc. Quale sara aclunque la causa di un si slrano fenomeno? 0 m" in- ganno, o la splegazione di cio fluisce spontanea ed evidente dall" e- same die si faccia delP estesa relazione di conlallo che hanno le parti latcrali dclP appeiidice nasalc coi due sacchi broncliiali. L' aperlura na- sale rimane ognora aperta, ne per stuzzicare o maltrattare (piesla parte neir animale, avvienc niai di vodorla cliiusa. L' aqua puo dunque per lal foro entrare a suo grand' agio, e passare dal sacco oll'attorio al- Tappendioe, essendo questo sacco situato inferiormenle a quelle. Ma se r appendice colle sue pareli lateralmcnte resta obbligala per un bel Iratto ai due primi sacchi brancliiali, c questi, affinche possano rice- vcre ed emcttere V aqua necessaria alia respirazione, devono essere in continuo movimento, sara ncccssario che anchc 1' appendice si muova, e si nuiova in arnionia coi moti dei sacchi branchiali. Ora nell'atto del- r inspirazione dilatandosi il torace, si allargano anche i sacchi bran- chiali, e vengono portati aU'esterno; per tal movimento anche le pa- reli deir appendice nasale saranno tirale alFesterno, e per conseguenza verra aumentala la capacita del cavo, quindi vi affluiraraqua in molla copia. Nel momento delPcspirazione poi restringendosi il torace pro- durra un rcstringimenlo anche de' sacchi branchiali, che sara seguito dair angustiarsi del cavo delT appendice, onde 1" aqua non potendopiu soggiornarvi in quella quantita, con cui entro. sortira in buona parte: c siccome cio avviene non lentamente, ed a gradi, ma ad un tratto, e con una certa violenza, V aqua dovra necessariamente sortire con un zampillo, zampillo che cade appunto nel momento delF cspirazione. E parmi tanto piu consona al vero la spiegazione che ho data, in quan- toche ho le mille volte veduto che la forza del getto e in ragione di- retta della forza con che si fa Tespirazione. — Non basta cio? Pongasi sotl'aqua il cadavere di una lampreda, con acconcie pressioni eserci- tate sul torace. Si rinnovi artificialmente la respirazione, e vcdrassi chiaramente entrare Paqua pel foro nasale nellistante in cui si dilata il torace, ed escirne con impeto e getto quando si stringe. Ma perche mai natura, la quale nulla opera a caso, e dovunque sa- 56 SULLA LAMPREDA MARINA. pienloinoiito si govorna, ha nolla lainpreda ooinbinala una si curiosa stnitlma di narici? Ecco come io la pcnso in proposlto. Nca;Ii allii pc- sci due sono, od assai cslesc, le narici, ed a parcli conliaUili , peiche annnoltciido molt" aqua possano mcglio i ncrvi olfattorj riccvcre Ic im- pirssioiii. ^olla lamprcda il volume della Icsla e per la massima parte occupalo dallampia bocca, poco spazio quindi vi rimanea per il cavo nasalc, e icggieri c liiggcvoli percio doveano esscrc le imprcssioni, non ari'i>ando alle diramazioni dei nervi deirodorato clic piccola quantita di aqua. Ora, per ripararvi, nalura al cavo delle nari aggiunse V appen- dice nella ipiale entra I'aqua dopo essere passata nel sacco, c da cui sorte pel" ripassarvi novellamenle : per lalmodo nel piccolo cavo cmol- t aqua entra, e due volte vienc a conlatto dei nervi sparsi coi lore rami nelle sue pareti. IV. E Uatke e Born hanno assai bene descritto lapparato respiralorio della lampreda: ad onta di cio ho voluto ancli'io occuparmi di qucsto inleressante aigomento, cd esporrc in lutte le sue minuziosc parlico- larita il lisullato delle niie osservazioni, afllnche piu chiaramenle si manifesti (juanto ingcgnosa sia la costruzionc di tale apparalo, e quanto mirabilmente corrisponda al fine cui e destinato. Ciascuna cavita bran- chiale e un sacco niembranoso elittico, un po' compresso dalFinnanzI allindietro, col massimo diametro diretto dalFindictro e daircslcrno allavanli ed allinterno. Agli estremi d'ogni sacco vi ha un'apertura, di cui la interna, che e piccola ed a contorno legamenloso, dicesi tra- cheale, e leslerua, maimior delFaltra, c mobile e munila di trc valvolc. Spaccata per il lungo, cioe da un' apertura all' altra, una di lali cavita, si vedono dislaccarsi dalle sue pareli molte pieghe e lamine membra- nose (che possiamo chianiare lamine primitke) ^ Icse da un estremo al- laltro ad imilazione dei sepimenti di un melarancio, o meglio delle valvolc conniventi dellintestino. Ogni pioga o lamina ha un margine, con cui e unila alia parele del sacco, die puo dirsi marrjinc dorsale, e un altro libero, ha due superficie e due cslremita. Di queste la estcrna, corrisj)ondente al foro branchiale cslcrno , e per breve trallo libera , r altra e obbligala al contorno del foro tj-acheale. Cotesle pieghe mem- branose poi sono disposte in modo che nel terzo infcriore della parele SULLA LAMPREDA MARINA. 37 anlcriorc d'ogni sacco le siipcriori slan sopra lo inlcriori, c ne coprono circa iin lerzo, c nolle allre parti Ic siipcriori slaiino sopra le inrcriori in inocio da copriric iiilierainente e da sporgere tin |)o ollre (jiieste. Le due siiperlicic d" ogni lamina priniiliva sono flocciilenle, ed esanii- nandoic hen bene lasciano scorgere iin buon numcro di crespe mcm- branose chc dal niarginc dorsale vanno un po'' tortuosc al libero, e die si possono cliiamare lamiue secondarie. AlP estcrno i sacchi bronchiali non prcsenlano die dclle linectte longitudinali, die percorrono la lun- gliezza del sacco c corrispondono al marginc dorsale delle lainine pri- mitive. Per potere csaminar bene la distribuzione del sisleina sanguiijno che dal cuore va allc brandiie,e da queste all' aorta, conviene allontanare Pun dairaliro due sacdii brandiiali, uno sinislro, Taltro deslro. co- miiiciando dalT esterno e venendo alP interno si die sc nc possa ve- der bene la sunerficic csterna, come si c fatto nella Tav. I, fig. IX Queste superficie sono separate' da uno strato niembranoso splendente. forte, n. 1 , clic si connelle alle dcttc superficie per vaij (ili. ■ — Allon- tanati adunque due sacchi brandiiali, si vede die Ira mezzo a loro, in vicinanza all" estremita interna o tracheale, decorre una grossa dira- inazionc sanguigna inviluppata dal setto niembranoso splendente c de- rivante o dall' arteria polmonare, o da uno de' suoi due rami (I). Que- sta gi'ossa diramazionc si decompoiie (juasi seniprc in due rami , uno piccolo die resta inleriore, e Tallro piii grosso e superiore, il <|uale si dccompone in una doppia serie di ramoscelli, una delle quali va sulla superficie esterna di un sacco branchiale, laltra sull" altro (fia;. IX, n. 2). Cotesli ramoscelli, staccatisi dai loro tronchi, venijono verso le parcli del sacco, ma non vi adcriscono chc dopo lo spazio di una o due llnee. Toccata poi la parete, ciascun lamoscello da una picco- lissima diramazione, chc portandosi verso il loro interno. percorrc qucllo (l)L' arteria polmonare partita dalcuorescor- vergcnli c direlli airavanli. Dai lali ileli'arleria rendo in vicinanza delle pareti tegunientaii del polmonare o de'suoi rami sorgono i rami clie jwtlo nella linea media giiinge indi\ isa sin quasi vanno ai sacilii brontliiiili diiilli in alio cd in in conispondenza della (|iiarla apcrtura bran- fuoii, e girando all'eslerno della trachea tra chiale eslerna, ove si divide in due rami di- I'una e TaJlra aperlura interna brancliiale. 58 SULLA LAMPREDA MARINA. spnzio dclla parcic di una o due lince, a cui non erasi allaccato il ra- inosoollo. e vi si dispordo: indi il dello ramosocllo si dirigc verso il foro esterno, scorreiido sul dorso delle lamine membranose pcndule nel cavo del saoco. In queslo decorso mandano conlinuamcnle delle dira- nia/ioncine su quelle orespe membranose, onde sono picgheltale le la- mine primitive (Tav. I, fig. \I). Le diramazioncinc poi confluiscono tulle in un troncolino generale, chc percorrc il margine libero d'ogni lamina per arrivare all' eslremita trachcale. Quivi tutti i troncolini ve- nosi sboccano in due rami principali, uno superiore alFaltro, chc sono ai lali del foro Iracheale , c clie finiscono in un tronco generale , il quale , ascendendo e dirigendosi verso il mezzo , sbocca nelF aorta (Tav. 1, fig. \). La quantita delle lamine membranose, che staccansi dalF interno de* sacchi branchiali, c il modo con cui su di loro si dislribuiscono i vasi sanguigni, mostrano chiaramente che anche nel sistema rcspira- lorio di quesli pesci la natura cbbe di mira di procurarsi in breve spa- zio un' eslesissima superficie tutta percorsa da vasi sanguigni, e a con- talto deir aqua. Esaminando la respirazione della lampreda, scorgesi che V aqua per i fori branchiali entra nel torace allorche si allarga, e ne esce con un getlo palese quando si restringe. La bocca per nulla concorre alia re- spirazione, ossia per lei non passa giammai I' aqua che va alle bran- chie; giacche, e non sempre vi polrebbe cnlrare (come c allorquando r animate colla sua bocca, quasi con una ventosa, s' attacca a qualche corpo), ed anche quando ha la bocca libera (come nel tempo che si move) nessun movimento accadc nell' aqua vicina alia parte anteriore del corpo. Di questo puo ognuno di leggieri accertarsi col semplice ac- costare alia bocca del pesce ima soltile ragnatela atlaccata ad un ba- stoncino. od altro simile oceetto facilmente movibile, in cui non si av- vertira verun movimento. Avvicinando all' opposto la ragnatela alle aperture branchiali, ho scorto che se si accostava alia parte postcriore deir apertura, veniva con lal forza attralta che vi si insinuava , men- Ire vivamente era respinta quando recavasi verso la parte anteriore : sicchc ne veniva spontanea la deduzione che nelP inspirazione I' aqua SULLA LAMPRIiDA MARINA. 39 cntrando rade la parlc posteiiore dclF apcrtura branchiale. c la anle- rlorc invccc F aqua usccnte ncirospirazionc. A dare silTalla direzione al liquido iiidispensabilc alia respirazione dcvono cerlo contribuiie le Ire valvoleche gucrniscono il conlorno dei fori branchiali (Tav. I, fig. YIII), di cui una esilc conformala a se- miluna si altacca al contorno anteriore, e le altre due triangolari ed allungate sono obbligatc per un lalo alia parte supcriore cd inferiore un po" air interno. Coleslc valvole nel uiomenlo dell" inspirazione si ri- lirano indeulro, e senibra quasi clie coi loro apici dividano il varco della branca in due vie, una anteriore, posteriore laltra, per la quale ultima specialinentc pare si insinui V aqua. Se e cosi diflalto la cosa. come sembra, quella papilla dura, schiacciata , ordinarianientc bifida al suo estremo, cbe sorge dal contorno posteriore del foro branchiale frammezzo alle due nicmbrancllc triangolari , sarebbe opportunamente collocata per impcdire, ai-restandoli, ai corpi stranieri di introdursi in un coir aqua nel cavo delle brancliie. Ma nella cspirazione le due val- vole accartocciate sono spinte fuori tanto che coi loro apici rosseg- gianti sporgono dall" apertura branchiale ; e V aqua che va rasente la parete anteriore delle brancliie esce in una direzione obbliqua, e per opera della piega scmilunare che guernisce lorlo anteriore d ogni foro branchiale, e perche altre due valvole avvicinate Ira loro formano un canale obbliquo, che imprinic alP onda crescente una direzione dal- 1 innanzi alP indiclro. Per tal nianiera il nostro pesce non si discosta dagli altri , che tutti niandando fuori I" aqua, la spingono all" indietro ondc non disturbare quella che loro sta avanti , e fors' anche per la- cilitare il moto [irogressivo. INe sara senza interosse il richiamare che il canale branchiale e ob- bliquo in guisa che dallesterno va all interno portandosi dall indietro all" innanzi , e V aA vcrtire che la parte posteriore di tal canale. per la quale enlra V aqua, c piu ampia delF anteriore. La prima considera- zlone mostra come V aqua aspirata dalle branchie per il dilatarsi del torace non solo non disturbi il moto progressive, ma sibbene lo favo- risca ; e V altra ne fa inclinali a credere che la libcrta nell ingresso , e la diffieolta che inconlra nelPuscire T aqua e per conscgucnza il suo 40 SULLA LAMPREDA MARINA. ritardo. sicno oppoilunissimi perclie le pleglic dcllc braiuhlc slando jKM- uii po" di Icinpo a conlallo del liqiiido, da cui devoiio riliarrc gli olfinoiiti por la oinalosi, possano agevolineiile adempicrc allc loio liin- zioiii. Vj |)oi- iilliino, poiiendo monlc alia via chc ncl cavo dolle bran- chio porcorrr I" a(pia , od alia disposizionc dclle picghc delle brancliie slosse , scorgosi che Uilto c mirabilincnlc coordinalo in giiisa che Ta- ipia debba radere successivamenlc Ic frangic dclla paretc postcrioi-c , iridi dolia anlcriorc, porcbe inolliplicando il contalto sia conccsso im |)iii facile scanibio di priiieipj tra il sangue e V aria dell' aqua. E sc le eslretnila eslenie dello laniiue primitive sono, conic si disse, libere per nil piccol Iratlo. cio I'u perclie Taqua nelF enlrarc le polcssel'acilineiile rialzare, e cosi insinuandosi Ira 1' una c Y allra venire a contatlo d'ainbo Ic superlicic. II nieccanisnio poi della respirazione non solo puo a bel- lagio sludiarsi sul vivo, ma ancora riprodursi artificialmente nel ca- daverc. V. Anclie del sisleinasancuicrno Ratke diede una buona descrizione. per cui io non mi fai'o a descriverlo in tulli i suoi parlicolari; solo no- lero alcuiie cose piu degnc d'interesse. — L' aorta, formata dalle vene braiicliiali, scorre lungo quella linca mediana interiore del corpo che i"ippresenla la colonna vcrtebralc (a cui aderisce fortemente) Ira le due cave, c sopra il gran plesso venoso mediano. Nella parte poste- riore si mantiene unica lino alFestremo; ma anteriormente, quando si trova in corrispondenza di quella parte del cranio ove Irovansi i sac- clii acuslici, si divide sotto un angolo acuto in due rami, che si pos- iiono dire le carolidi^ i quali, curvi in loro stessi, dapprima s' allonta- nano, indi si avvicinano senza communicarsi , formando cosi una pic- cola elissi. In qucslo breve tragitto le carolidi ricevono un ramo che deriva dal sislema venoso della supcrficie interna ed anteriore del primo sacco branchiale, c che conliene per conseguenza sangue arte- rioso. Ap[)resso, discoslandosi Tuna dallaltra, coperte da un esilc ve- lamento carlilaa'ineo-membranoso, vensono alia base del cranio diri- gendosi in alto cd all" iufuori (Tav. I, fig. VI, n. I). In questo tragitto, che e di due linee circa, danno : 1." dal lato interno una piccola ar- teria, la cerebrate posteriore (fig. VI, n. 2), la quale, ])ortandosi all' in- SULLA LAMPREDA MARINA. 41 dictro, da nil raino alia parte posleriore del cervello; qiiiiidi. veiuila ai lali del midollo alliiiigalu, si disperde nel midollo s|)iiiaie. e con un ranio anelu; nei inuscoli della doccia vertebralc. 2." .Irleria oftalniiai (fig. VI, n. 4), chc passando sopra il Ironco dircUa aireslerno ed al- r iiiiiaiizi, peiielra uelT orbila per un foro chc e al di dielro di ({iicllo del iiervo ollico. Qiiivi da uiio o due rainoscelli al nuiscolo rello su- periore, ed allc parli circoslauli, indi, scorrendo luiigo la parte posle- riore del nervo ottioo, penetra nellocchio. 3." Ln raino die si dirige allinnanzi, e che scorrendo tra il nervo ottico e T eniislero cerehrale, finisce in lui. Qneslo ranio, che talora nasce dall' oftalmica, puo dirsi V arleria cerebrale anleriore (fig. \I, n. 3). Dopo cio la carolide sorte dal cranio e fa due inflessioni, colla prima delle quali discende, e colP altra si dirige in alto e all' infuori per ar- rivare, scorrendo ai lati del sacco olfattorio, al inuso. Dalla con\ essila della seconda curva si staccano due arteriuzze, che, penetrate nell or- bila, si distribuiscono al relto interne, ed agli altri inuscoletti dell" oc- chio, non che al cellulare di queste parti, hidi la carolide da un allro ranio, chc per il suo andamento si deve dire V arteria Ungxude'j e in ultimo, dato un rametlo al sacco olfattorio, venuta alia parle superiore del muso appena solto alia cute, piegandosi aireslerno, forma un arco, dalla cui couAcssila staccansi numerosi vasellini che si disperdono al labbro, e segnatamente alia parle lalerale di lui. Considerando ora V aorta verso la parte posleriore, si Irova che essa da molli rami lalerali, che polremo dire, per il loro modo di distri- buirsi, inlercostali, e che sono piu numerosi anteriormenle che poste- riormcnle: da loro partono piccole dlramazionl che vanno a dislribuirsi nel gran plesso venoso teslicolare o ovario. Oltre a cio, dall" aorta hanno origine allri vasellini , cui si polrebbe dar il nome di lesticolari o ova- rii, perche vanno nella massa teslicolare o ovaria, e che sono piu spessi nella parte anleriore che nella posleriore, giacche V anzidetla massa e piu grossa anteriormenle che posteriormente. L" aorta da ancora un considerevole ramo , che chiameremo la celiaca, perche, sommini- slrale diraraazioni alio stomaco, va alia superficie concava del fegato, al quale da un piccol ramo, indi si insinua nelle pareli del principio del- Voi. u. 0 42 SULLA LAMPREDA MARINA. I" iiileslino, e decorrciulo serpoiilina ncl mezzo di dcllo canale involta da una osilc i)le"^a dclla imicosa, da contimiamenlc lainoscelli trasvei- sali, olic si spaiulono nolle pareli dell' inleslino. RidoUasi poi cotesta ar- leria a niolla soltiiiliezza in vicinanza al rcllo, si anaslomizza con alcuni rami. die. nali dalla parte posteiiore delFaorla, si dislribuiscono nella park' posleiioie dell intestino. Inline dalF aoiia si slaccano allri ranietli olie. scorrendo ser[)enlini Ira Ic lainine che Icngono in silo i reni, si dis- |)erdono in quesli ort!;ani eonununicando Ira lore in niodo da cosliluire un canale ailerioso lungo il mezzo della faccia inl'eriore dci reni. Kslesissimo e il sislema > enoso in quesr animale , c per niolte cir- coslanze desno di riinarco. 11 seno venoso , ove confluiscono le vene cave anleriori c posteriori, forma im'ampia cavita, che sla sopra il cuore. c che si apre nella vasla orecchiella in cui sbocca pure un Ironco venoso formato dalla vena epalica, e da quella che raccoglie il sangue venoso superficiale delle parli inleriori del capo. Aprcndo il seno vcdesi nella sua parte superiore 1" aorta, die direbbesi ad imme- diato conlalto del sangue del seno, ma die infatto non lo e, essendo iiniluppala da un velamento membranoso delle vene, come e la ca- rotide interna nel seno cavernoso nelF uomo. Anche il resto dellaorta sembra bagnata dal sangue del gran plesso ventrale, ma in realta ne e separata da una spccialc membrana nel modo il piu evidente. Que- sto Kran plesso venoso ventrale, che e segnatamentc il scrbatojo del sancue de" cenilali. cioe del lesticolo e dell' ovario, si prolunga tra le pagine dell" ovidiitto e del testicolo, ove i suoi vasi I'ormano un intrec- cio meraviglioso a guisa di un corpo cavernoso, e tanto piu compli- cato. e tanto jiiu decomposto in sottilissimi intrecci flessuosi , quanto pill lo si considera verso le pieghe testicolari e ovarie. Ajutato da fine injezioni ho potuto piu volte accompagnarc cotesti intrecci vasco- losi nello sjiessore delle fidde testicolari, e persino iiegli inviluppi esi- lissimi (Idle uova. I tronchi del plesso venoso ventrale metlono loce con tanti ramoscelli nella parete inleriore delle cave, mentre nella pa- rete superiore sboccano numerose venucce, provenienti dalla muscola- tura della doccia verlebrale, delle parti laterali del corpo e dei reni. E nd plesso gcnerale confluiscono anche alcune vene della parte po- SULLA LAMPREDA MARL\A. 43 sleriore noi sli-ano il vodcro die Home siasi laiito illuso da credcr rcni (iiielle sirisoie di soslanza neia, che csisle Ira il da lui dello leslicolo 0 la coloiiiia \ei'tel)rale. nientre non e altra cosa che una niera picga poritonealc spalinala di pigmeiito ncro. e Ic arterie e Ic vcne del renc. Aduiunie con pace di si distinto e benemerilo culloro della Yofomia cnmparala V organo che egH considei a leslicolo e, a non dnbilarne, il rene; imperciocchc. stando con Home, non trovercbhesi nessnn allro oriiano che lo rappresenli, e d alUa parle la posizione, la consislenza, il colorilo, la slrnllura, la disposizione inlerna dei vasi, e Intli infine i momenli analomici ci provano alP evidenza che non puo essere allri- menli che il rene. Pill avventm-oso fu THome nell'ilhislrazione degli organi femminili, ove si merila cerlamente molla lode. JNella Tavola relaliva a lali parli annessa alia sua opera, se ridaconsi a minori dimensioni le nova, tullo si trovera (ignrato con molla precisionc e verila. A lui andiamo debi- tori della eo2;nizione che nella lampreda Tovario manca di ovidullo, che le ova s'annidano in nicchie dell' ovario e vi sono Iratlenute da un inviluppo membranoso, il quale roltosi quando esse sono giunle a maluranza, cadono libere nel cavo deiraddome, dal quale passano nella cloaca per due aperlure collocalc una a destra e V allra a sini- stra: coguizioni al cerlo di grande cnlila (Tav. I, fig. \1I, n. 7). Ne e minore il mcrilo che il Ralkc si acquisto anc.he in quesla in- leressante parte dell anatomia della lampreda , imperciocchc, ollre al- Paver dil'esa la dilTerenza del sesso in siilatli animali , ne fece avver- lire di piii che in diversi pesci i leslicoli grandemenle si assomigliano allOvario. ond" c che specialmenle in alcune slagioni I'acilmente puo avvenire di scambiare Tuno per T allro organo (1); e fece ancora mollo ()) Osscrvando i lalli di alciiin; lamprcde die risiill;:vano da parli lobulari elillicho , non nncora giimte a! pcrfilto sviluppo, iio \i- ogimiia di'llc (piali iieli' liili'iiio pr('t;ci>ta una slo che haiino TaspcUo di una massa bianco- seric di piccoiistsinii grani londeggianli, che t,i lalti-a pieghettata : ed csaminandoal microsco- polrebbero credere nova, c che forsesuno grani pio alcune porziuncelle di laic massa, hoscorlo speraialiei. SULLA LAMPREDA MARINA. 41$ a |)roposilo nolare che quando la fcmmlna lia un solo ovarlo, di un solo teslicolo (' foriiito il mascliio. Aggiunse poi die ncl nostio ani- male e piu (acih; labbaiilio di credere ovario il teslicolo. in qiianto- che qiieslo ha rapporli e slrulliue diveisi assai dell' ordiiiario. attac- candosi a que' puiiti in cui nellc femmine si altacca Tovario, e come esso coinpoiiendosi di laiuelle Irasversali, flessuose, ondecjjianti , li- beie, le quali si congiungono pure, come quelle dell" ovaiio, nel plesso sanguigno, e lasciano allresi scorgcre la medesima estensione nel cave deir addome. Per riguardo alia via che deve tcnere T umorc fecondanle. prepa- ralo da quesl'unico teslicolo, Ratke dice parergli assai pi-obabile che. come le uova nella femmina, egli passi nel cavo dell" addome, e di la air appcndice anale. (Jueslo dellalo dell' illnslre zootomo, se ha in se lulla V apparenza della probabilila, e pero ben lungi dal cosliluire una cerlezza , o un (alio posilivo: giacche per queslo occorreva che si fosse Irovalo lo sperma 0 nel leslicolo o nell' addome, o lo si fosse sorpreso nell" i- stanle in cui veniva ejaculalo dalla papilla anale. A laic scopo mira- rono di preferenza le mie ricerchc, e lanto mi giovo fortuna, che ho polulo dar corpo di realla a quello che per Ratke non era che un so- spetlo. Sul finire del maggio del 1859 mi fu recata una lampreda marina pescala presso Pavia nelle aque del Ticino. Vivace piu che altra mai era dessa lunga un piede parigino e pollici nove, ed avea una gros- sezza pro()orzionale. Quel cordone molle gelalinoso, che scorre lore lungo il dorso, nella nostra era sviluppalissimo; lungo quasi sette pol- lici, iucominciava sollile all' ullima apertura branchiale. ma un pollice e mezzo allindielro si ingrossava lanlo da presenlare il diametro di quasi mezzo pollice: verso I'eslremo assolligliavasi di nuo^o, e scom- pariva in vicinanza della pinna dorsale. L'eminenza papillare conica che sporge dalP apertura anale, era mollo avanzala in fuori, adi tratto in tratto facevasi piu sagliente: e quando, estralla dallaqua, per la sola parte caudale le si litiilava il ventre, si drizzava. aiiungavasi ad ollre due linee, ed appresso spruzzava con forza un filo di un umor bianco 46 SULLA. LAMPREDA MARINA. lalleo un po" saiiijuinoloiilo: insomina avcvasi una vera orezione con emissione di un uniorc. Haccolto csso in un vclro concavo, subilo se- parossi in duo parti, una rossigna, bianco-lallata Pallra; e messane una piocolissinia quantila di questa sollo il microscopio composto di Pliissll coll" ingrandimcnlo lineare di 500 , la si trovo composla di una iniriade di corpicciuoli clipsoidi, oblunghi, con una coda lunga da Ire a quatho volte il corpo, i quali si niovcvano in ogni sense, e con grande velocita (Tav. I, fig. XIV). Per pill di un quarto d'ora in varie riprese si continuo, assienie a nwlti uiovani die frequentano la sala delle dissezioni , scgnalaniente laniico dollor \ erga, in allora assislenlc alia cattedra di Notomia, ad esaminare Pumore, e sempre ci presenlo lo slesso fcnomeno. E certo adunque die quest" uniore emesso dalla papilla era sperma, e quci cor- picciuoli seniovenli, di cui I'ormicolava, erano zoospernii. Alio sperma poi si univa anche qualclie stilla di sangue, perche, soltoposta al mi- croscopio la porzione rossa delF umore, la si vedeva risullare per la massima parte di globelli sanguigni. L' animate visse due giorni, e in questo frattempo si rcplico piu volte rcsperimcnto, e sempre coUo stesso risultato. — Appena lii mor- to. se ne apri il cavo addominale, c quivi si Irovo in buon dato di quel fluido bianco-rossigno, die aveva, quand' era vivo, emesso dal- r apertura anale, il quale al microscopio presentava un numcro ster- miiiato di animalelti s|)ermatici, alcuni senza moto, allri moventisi , vivaci, 6, se puo dirsi, in pieno vigore di vita. Esaminato poi contem- poraneamenle V umore trovato in que' canali, giudicati da Home i vasi deferenti, si rinvenne trasparentissimo, e tult'affalto diverse dalFal- tro: per cui ragion vuole che quei canali sieno i dotti uriniferi, e non gia gli spermatici. Le pieghe membranosc del testicolo poi in quest' individuo erano posleriormenle floscie, e quasi dissi appassile, e privc di umore, men- tre anteiiormente in prossimita del fegato erano turgide ancora c bian- clie. Ma non mi venue lalto di poter riconoscere la via che lo sperma tiene per uscire da (pielle pieghe del testicolo. Se egli cioe ne sorta per condolti escretori, o trasudi dalla porosita delle laminc. LSULLAMAA MARDPREINA. 47 Ripolendo P osscrvazionc sii altri individiii, chc mi venivan recall, ho Irovato coslanlomonlc clio (|iiolli clio prcsciitavaiio 1 caraltcri eslcrni nolali ncl priino, cioe conloiie dorsale Uinildo e lungo, e la papilla analc inolto sporgenle, crano luasolii (Tav. II, fig. I c II), c da loro. col mezzo di IVegagioiii falle sul venire, quasi sempre olteneva im bel spruzzo di umorc scmliiale (parlo di esperienzc falte alP epoca degli amori, epoca iiella (jualc sollanlo posso aver laniprcde marine dalTi- cino e dal Po). Allre invece, die aveano in genere niinori dimensioni. oflVivano il cordone dorsale poco palese e gracile . pocliissinio protn- beraiile la papilla conica, e die alF inconlro presentavano tumidi i con- lorni del podice per due rialzl lalerali, e la linea mediana inCeriore della rcgione caudalesagliente, molle, lurgida, di una tinta giallo-rossi- gna, si polevano senza pericolo di errore dichiarare femmine (Tav. II. n. 3 e 4); ed infatli, se a loro si premeva leggermente il ventre, iie usci- vano delle noAa. E qucsli caraltcri esterni, a chi sa ben riconoscerii e valularli, bastano (alnicno al tempo degli amori) a distinguerc il sesso; sicclic dopo un po' di osservazioni istituite nei primi esemplari, allor- che me nc recavano dc'nuovi, io non andava a tenlone per Irovare chi mi somaiinislrerebbe Io sperma, e chi le uova : ma con sicurezza diceva: da colesrindividuo avremo Io sperma, e da cotest' allro le uova. Dalle femmine poi assieme alle uova usciva il piu delle volte anche un umore limpido, il quale nulla ci lasciava scorgere di simile al seme del masdiio. — Avendo sparale parecchie femmine a variale dislanze dal parlo, mi sono assicurato: 1.° Che Io sviluppo delle ova era in ra- gione diretla della vicinanza all' epoca della loro cmissione; 2.° Che le uova sono inviluppale da una esile membranella dell ovario, che in (pialdie modo rappresenta la vescicola del Graaf; 3.° Che giunte a ma- lurita rompesi rinvoglio, per il quale rimangono obbligate all" ovario. e cadono libere nel venire per poi uscirne; 4." Che tale uscila e fa- cile, scndodie in questa circoslanza si allargano d'assai le due aper- ture delFaddome; 3." Che Tovario (cadute le uova) si avvizzisce. e non oflre die numerose lacinie membranose esili. inesualmenle lun- ghe, a margine fraslaglialo, composle come di due strati. 48 SULLA LAMPREDA MARINA. Diro da ullinio chc non sono restato dal lenlarc la fecoiulazione ar- tificialc per depurare scnipre piu la cosa ed aver T agio di segiilrnc lo sviluppo; ma sveiiluralanionte i miei (entativi, falll colla inassiina ciira e van'ati In millc fogge, loniaroiio ognora vani; I'orse perche io non soppi procurarc alio nova fccondale quelle oondlzionl di id)icazione e di leniperatura necessarie ed opportune al loro svolgimenlo. Ne pas- sero solto silenzio il ftitto strano nella gran famiglia de'pesci, chc cioe tanto i masclil che aveano gia cvacualo Tumor seminalc, come le femine che si erano gia sgravale delle uova, furono sempre pescali morli. Bisogna dire che quesli animali , come certi insetti , si esam-i- scano nella funzion gcnerativa, e che la nalura non li conduca a lanto volume e a si complicalo sviluppo, chc per la conservazion della spe- cie. Che se il fallo non si avverasse in allri fiumi , sospelterei che le aque del Ticino e del Po sieno piu atle a soddisfare agli amori di questi animali, che alle esigenze del loi*o tubo alimenlare, il (juale in falto si trova sempre vuoto c ristretto. SULLA LAMPREDA MARLNA. 49 SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE. '»>'S«<«' TAVOLA I. Fig. i. Ccrvello vedulo alia superiicie supcriorc. N. I. Emisfcri ccrcbrali. N. 4. Lotx) otlico. •> 2. Lobo poslcriorc del ccrvello. « ti. I'Icssu coroideo. » 3. Eminenza conica. » (>. Midollo allungato. I'ig. 2. Rapprescnta la stessa superficie , Icvalo il plesso coroideo. N. I. Eminenza conica dimostrante le Ire N. 3. Ccrvellctto. laiuinc chc la compongono. •> ft. Calamus scriplohiis. N i. Eminenza olivalc. I'ij;. 3. Cervello osservato alia sua superiicie inferiore. a) Nervo olfattorio. ■ 4. Istino dellc fauci. » 0. Linguctta valvolosa sinistra, la quale^ abbassan- " S. Gran cavilii delle fauci. dosi, concorre colla cooipagna a toglicre del >> 6. Istniodciresofago ncl cui contorno tutto la comunirazione tra le fauci e la tr^- vi e un ancllo muscnlarc tagliato chea. cd indicate dal fine della linea. •> 10. Canal tracbeale. Vol. II. 7 . 50 SULLA LAMPREDA MARINA. N. II. Aporliiia inlcrna Jci trc priiiii Siu'clii l>raiicliiali. .• 19. Aperture cslcrnc dci sacchi hraii- cliiali. ■> 15. .\pcrliira nasalc. » U. Canal nasale. " 18. Sacco nasale in ciii noii fiirono tracoiale lo pieglio membranosc. n 16. Mcalo (lell'a|ipen(lice nasale. N. 17. Coniliilto ilell'appciulicc nasale. .1 18. Fonilo ck'co ilell'appiiiilicc nasale » 19. Kialzu nicmbranosu niediaiid. n) Nervo olfallorio. /)) " oUii'o. c) » motor comunc. d) " trijjeniino. c) " coinnnicante ed acnstieo. f) g) h) Gli altri nervi ccrcbrali. Fig. 8. Rappresenia gli oggelli die attorniano raperUiia esleina dei sacchi branchiaii N. 1. Estrcnii dell' aperture. N. 5. Mcnibranclla scmilunarc cbe forma uii lialio .. i. Tubercolo lej-amentoso bifido ncl fluttuantc. uiczzo del margine postcriore. '^ H. Due pieglio valvoloseaccartooxiate insestcssc. Fig. ;i. Rappresenia due sacchi braiichiali discoslali tra loro uno aH'innanzi, I'altro all'indielro in niodo di vcdere tulta la loro parele eslcriia corrispoiidcnte sino all' eslremitii profonda vicino al canale Iracheale. I\. H. Foro inlerno del sacco brancbiale. » G. Arteria polmonale sinistra. >• 7. Hanio di quest' arteria cbe ascende fra I'unoe I'altro sacco, inviUippata dalla membranella legamentosa N. 1. " 8. Diramazioni artcriosc cbe decorrono sulla su- perlicic eslcrna del sacco. " y. Margine corrispondente alia sczione della pa- rete esportata dell' altro sacco. N. 1. Piccola porzione della niembrana legamentosa frapposta fra i due saccbi. .. 2. Superlicie esterna del sacco bran- chiate postcriore e porzione della superficie estorna deH'allro sacco die fu esportata. » .>. Superficie interna lamcllosa deiral- tra parete del sacco aperlo. >> 4. Parle del conlorno del foro eslerno brancbiale. Fi". 40. N. 1- Superficie interna di una parete di un sacco brancbiale con le sue lamelle. >> 2. Raniosccllo gencralc venoso die de- corre lungo il margine libero di (|ucllc lamelle. Liia larainella generale del sacco branchiate che appalesa le laniinetle membranose secoiidarie. N. 5. Comiinieaxione di lutti qucsli ramoscelli e for- niazione dei due rami principali. » 4. Due rami della parete interna dcU'altro sacco. " 5. Tronco principale cbe sbocca ncll' aorta. >! 6. Aorta. Fig. 1 1 N. 1. Vena chcdccorrc lungo il margine inlerno liboro della laminetta nuotante neirac(|ua. " 2. Diramazione arteriosa cbe scorre lungo il margine dorsalc della laminetta ob- bligalo al sacco brancbiale. N. 3. Laminette sccondarie. Fig. -12. Porzione posleriore del Petromyzon inarino inaschio. N. 1. Porzione ultima del teslicolo la- mellosa. '• 2. Vasi sanguigni e Icgamentl di re- laziune Ira il lubo inlestinalc, I'aorla, le vene cave posteriori, c la vena porta. N. o. 5. I rctcrc disteso cbe scorre lungo il margine esterno del rene. .. 4. Kctio intestinn fesso al suo estremo postcriore. " B. Appendicc anale spaccata. >> 6. Apertuia urclerica. >) 7. Apcrtura venlrale. SULLA LAMPRLDA MARINA. Si f\g. iS. Porzione del lesticolo dimostrantc la suu struUura lainellosa piegheKata. rig. 4 4. Sperinnlozui. TAVOLA 11. rig. 4. Pcti'oiii) zon inaschiu. N. I. Apcrtura nasalc. N. 5. .^ppcndice atiMle. •> 2. Cordonc dorsale pronuncialissimo. rig. i. Dinioslra la luassa tcsticulare. N. I. Torzloiic del fcgalo. N. 3. Testicolo. >> 2. TuIki inlt'sliiiale. » 4. Appendice analc. Fig. 3. Una femina coH'ovario a pcrfcllo sviluppu. N. C. 1. Tubo intestinale. >. 4. Appendice aiiale. " 2.2. I'ieghe dcH'ovaiio. >• H. Tuigcsccnza del contorni dcll'aiKi. " 5. I'ova gia .staccalc. >• 6. Cordonc sotlo-anale assai pronuntiato. Fig. 4. Feminn dopo d'avcr deposlc le uova. N. I.I. Laniclle meinbraiiose dcirovario. N. 2. Cordune sollo-auale. b c d J'ia.P' /jV/Z F^JII K,ir Ra X. FvXir Nff.xm I: t ! fttrrrn tit^ *»/ i ..Jii-r-^-V-h- '/:'«■■//. SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA JDlDeiltOlia- DI GABRIO PIOLA (Aniiunziata neH'arlieoIo Ictto all'I. R. Istitulo il giorno 6 Marzo 1843, e inscrilo nd Tomo VI del Giornalc dello stesso Istilulo.) 1 geomctri sanno qiianlo impcrfetta sia tuttora ridrodinamica ana- litica : pero quella parte di cssa che si riferisce al moto pcrmanenle e suscellibilc di grande aumcnlo, si da polere in progrcsso fonnare un ramo scparalo di scienza ; del che spero s' abbia qualcurio a per- suaderc dopo la Icllura della prcsenle Memoria. Oggelto piincipale della medesima si e di presenlare olleiuita final- mente , pel caso piu ovvio , V analisi rigorosa del moto pcrmanenle delFacqua in canali superiormenle aperti, considerate tultc e tre le dimcnsioni. Gia dicdi una simile soluzione pel caso delle due coordi- nate (') : aggiungendo che mi sarei provato a trattare il problema an- che colle tre coordinate. Pero accintomi al lavoro , serbando le stesse traccc del Capo 111 di (juella Memoria, trovai che lo sviluppo delle moltc operazioni analiliche era bensi possibile, ma tanto esteso e laticoso, che i calcoli di quel Capo 111, gia assai lunghi e complicali. (') Vedi il primo volume delle Meinorie del- cilar piii voile della Memoria, la chiamcro, a ri. R. Istitulo lombardo, pag. 217. Dovcndo tilolo di brevila, la Memoria precedenle. i»4 SUL MOTO P1:RMA!NElNTE DELL'ACQUA. (livonlavaiio IxMi pooa oosa al coiifrouto. LoHai per piii inosi conlro que- lle (lillicolta . (|iian(lo dopo una piu atlenla considcrazioiic cbhi ad ac- I'orjforrni die si lalle (|ueslioni eoinporlavano di osseie Irallalc inedlante unanalisi parlicolare relalivanieiilc a ccrtc quanlita coslanli sotto un aspelto c variabili sotto un aUro, per la quale il camniino da percor- rcrsi veuiva nuiabiluientc abbrcvialo. Ad una tale analisi dcbbo la riuscila dolla soluzione del probleina generalc clic lorsc alia maniera sopra iiulicala . o non avrei polulo eonsegulre, o Tavrei polulo solo dopo onoruii laticlie. A ben ooinprcndernc lo spirilo credo non sara grave al lettore 11 vcdere Iraltato con essa di nuovo nel primo Capi- lolo il pi'oblema del niolo delF acqua in un piano. Incominciando dal- r ottenere In allra maniera e con notabile prontezza risullanicnti gia conosciuli e segnatainenle quello indicante la nalura della curva del pelo ncUa correnle libera, clic nella cltata Memoria mi coslo tanto slenlo . lo sludioso s' addomeslicliera colle nuove considerazioni ana- liliche: ed io mi preparcro tulti i prcccdcnti opportuni per essere ben inleso quando nel secondo Capitolo vcrro alia soluzione colle tre coor- dinate. Inlorno a questa dissi di sopra di volerla dare pel caso piii ovvio, ne poteva esprimcrmi diversamenle , perclie, come vcdrcmo, di simili casi se ne possono immaginare quanli se ne vogliono col va- riare la forma dellc sponde che circoscrivono il canale. Trattando il caso dellc sponde plane, non omeltero di dare le formole general! da cui potra parlire chl vorra in appresso analizzarne altri : e forse i geo- melri troveranno qui apcrlo un campo non piccolo di ulili riccrchc. CAPO I. Del moto permanenle dell' acqua in un piano. % •■ Formole generati spettaiiti al moto pennaiiente quando si coiisidcrano due sole coordinate. l.° Domando di pot ere in questo primo paragrafo riprodurre, quan- lunque nolisslme (se parlasi del maggior numero di esse), le formole generali : si perche conviene averle sempre soil' occhlo , come ancbc SUL MOTO PERMANElNTE DELL'ACQUA. iii*. pcrche m' inlcrcssa scrivcrle in modo chc al)l)ia a rlspondcrc a f|uanl(t saro per csporrc ncl Capitolo scguenlo. Lo faro colla niaggior possihile brcvila. I due assi orlogonali sono delle x orizzonlali e dellc > verlicali : H, V, p csprlinono Ic due velocita del punlo (x, y) alia fine del tempo t paralh'lamenlc ai delli due assi, e la pressione: dp (') ''-da: dp ' 'J ' ~ dy avendosi pel mole j)ermancnte , , , da du (2) «_l/5^+.^ dv dv L' equazione della conlinuila e <3) % dv a cui si soddisfa poiicndo <4) .. j; dR ' ^'- da: e la R{x. y) resta una funzione da delerminaisi per mezzo delle equazioni segnale (i). 2." Se facciasi le equazioni (a) si Irovano idenliche colle seguenli 6 u =: - ^—j -4- c A =z o ; v = - -^ -' — "A ; ^ ' 2 ax- ' vi dy ' in virtu delle quali le (i) possono scriversi dp I ^(if+v) , i- . '^/P . ' '^(«*+ d^-^-^—JZ HvA=o ; jyH--^-!--— ^ o«> SUL MOTO PERMANENTE DEI.T.'ACQUA. e questc, facendo (7) ^ 9J -^P-^-^i^'-^ ^'") diventano (8) dX .. dl .::::2 fra le quali cliniinando la iT, si ottiene dX dX s«-+- 55^^ = 0 che , pei valori (4) , si riduce dXdR dXdR ' '9' ^ ^ ^ ^ — '^ ' 3. Lemma analilico. Se fra due funzioni F{x , j) , R{x , y) di due variabili indipendenli x, j sussiste Fcquazione a derivate parziali <">: (10) r(x) R'(y) — F\y) R'{x) =0 , sussiste anche T equazione integrale (11) F—4)(R) dove 4) e simbolo di funzione arbllraria. Per convincersene basta prcndcre le due derivale per x e per y di delta equazione integrale, cd elinu'nando fra esse la c/^'(/?), si trovera T equazione precedente alle dcrivatc parziali. 4." In consegucnza di questo Lemma V equazione (9) ci da (12) X—. 4i(R) {') E nolo che questa maniera di esprimere annunciare qiialclie piincipio di calcolo pure : per via di apici c di parcnlesi le derivale e e di preferenza la sceonda (piando le deriva- omiai fatniliarc ai geomclri qiianlo I'ordinaria zioni aftcllano (jiiaiilila ciii soiio annesse idee coi simboli diffcrenziali. Uso di prefcrcuza la parlicolari alia ineccaiiica. prima qiiando (come in queslo Lemma) ho ad SUL MOTO PEUMANENTE DELL'ACQUA. o7 dalla quale , sosliluendo per X il valorc (7) , dcduciamo (13) p —^(li) —ay — ^(«'H-v^) ; formola nolabile clie fa dipcndere la pressione p dalla slessa funzio- ne /?, da ciii, giusla Ic equazioni (4), dipendono le due vclocila. Sc soslitiiiamo il valore (12) ncUc equazioni (8), riponeiido in luogo delle zr. "> J' ) ^"'ic vi si generano, i valori dalici dalle (4) , cavianio da enlrambe I' unica ossia (richiamando la (5)) la <-4) !-£=*(«)■ Quando si sostiluiscano in questa per w, v i valori (4) , si ollerra (|uella equazione che nella Memoria precedenle chiamammo Fintegrale di Mossotli. Giova notare che la funzione arbitraria di R nel secondo niembro e la derivata per R di quella funzione che entra (equaz. ( 1 3 )) nel valore della pressione. Consiileiazioni sttl moto pennanentc e appUcazioiic a correnti chiiise da parcti. ij.^^Cerchiamo di rappresenlarci alia mente un'immagine chiara del fenomeno , perche cosi faccndo vedremo emergerc quasi sj)onlanea- nicnle certe verita che si sarcbbero credute lontani corollarj della leorica. Per fissare le idee, il piano sia verticale : considcrcremo in esse uno spazio S limitato supcriormente e inferiormenle da due linee o pareti, che per maggiore generalita supporremo entrambe curve, e chiuso inoltre da due relle verlicali. Considereremo nello spazio S lo scorrere continuo di un vclo fluido, e non lo considereremo che Vol. ir. 8 58 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. deiiiro ([110810 spazio. Era in noslro arbilrio Icncr lonlanc Ira loro piu o mono quollo duo rolle die chiamcromo Ic due sezioni, Tuna supo- riore o di parlonza, Tallra inloriore o di sbocco: c quindi abbraociare niacciorc ostonsiono di fluido : ma non badoromo a (luanto avvonca dol fluido prima dolia sozione supcriorc c dope V inloriore. La vena scorra da doslra a sinistra poronnomonto. La massa dol fluido dcnlro lo spazio 5 e ooslanlc , ma di una costanza sui generis die non si ri- forisce allidenlila dolla materia, ma alia sola quanlila dolla medcsima. Infalli lo molecole die conlinuamonle scappano dalla sezione inforiore sono esallamenlc compensate da allretlanle che sopraggiungono alia sezione supcrioro : e nondimono il fenomono e perinanente in lulle le sue apparenze, quantunquc il fluido die lo cosliluisce in un tempo non sia il modosimo che lo cosliluisce in un altro lompo. Possiaino per maggiore scmplicila far coincidcre la rolta dolla se- zione inforiore colF asse delle y , lalclie 1 origine dollo coordinate sia lid punlo piu basso di essa retla : ma di cio non facciamoci un vin- colo, polendo occorrere di dovor prondere T origine dellc coordinate fuori di delta sezione. Lc coordinate x, y di una stossa molecoladopo il tempo t si considorano funzioni (i5) X z=z x(rt, b, I) ; y = j(o, 6, t) dollo coordinate o, 6 dolla slossa molecola per (zrio, o di t. Qui pero abbisogna qualchc avvertenza. Dollo T il tempo piu hingo die ci \ nolo affinche una molecola passi dalla sezione superiore alF infe- riors la ^ariabilo / dovra manlonorsi niinore di T. Durante il tempo / una parte del fluido che era nollo spazio 5, no e nscila, e quoUa parte die al principio di t era verso hi sezione superiore, si e trasporlala verso r inforiore : a qucsla sola soconda parte sono eslensibili le for- mole (id). Una contomplazionc montale del fenomono ci fa vcder chiaranienle ch'osso 6 formato dalPaggrogalo di lantc fila di molecole die si inuo- vono in linee determinate c invariabili. Di quoslo una e la parole su- periore, I'allra I" inforiore: c che le molecole le quali vi si trovano in SUL MOTO PERMANliNTE DELL'ACQUA. A*} qiialun([uo islantc del tempo , vi perseverino per lutla la diiiala del inoto lino air uscita dallo spa/io 5, iion c piu ora un'ipotesi, sibheiie una verilu dimostrala (Veggasi il Toino M del Giornale dell" I. R. Isli- lulo Lombardo, pag. 324(">). Ma aiiche nciriiilernodellainassa vediaino nil giuppo di tiajellorle slabllineiite percorse : le paieli non sono die le due cslreme di tali Irajellorie. G." Ora denoliamo con (1 6) }—M V equazionc di una qualunque delle Irajeltorie interne : derivando |h'I tempo, e sostituendo alle dcrivatc pel tempo delle ) , x le velocita corrispondenli , abbiamo (17) v{x, y) = w(a-, y)y'{x) . Uicordiamoci chc nelle «(x, j), 9(x, y) non puo intervenire il tempo t esplicitamenlc alle ac, j, giacche il molo si suppone permanenle. Queste i({x^ j), t (x, y) colic x, y fra di lore indipendenli appai- tengono al punto generico (x, y): pcro nella equazione (17) de\esi intendere clic la > sia diventala quella funzione della x che e espressa dalla (16). L' integrazione della (17) ci dara T equazione della trajettoria (i8) fix, y) — a significando a la costante inlrodotta dalP integrazione. Qui subilo si presentano inqwrtantissime osservazioni. L'equaz.' (17) e eslensibile a tutte le trajcKorie: passando infalti dalluna all allra le forme delle h(x, y), v(x, y) non mutano, e nemmeno muta di valore alcuna costante cbe entri in tali funzioni, le quali si eslendono a lutta la massa. Dunquc ancbe T equazione inlegrale (18) dcve eslendersi a tutte le trajeltorie , ne V equazione di una di tali Irajellorie puo (*) La peniiaiicnza dullc molecule allc pa- che dal sig. Svanber(j iti una sua Mciuoria Sitr reli, non come i|H)tesi ma come conscguenza le nioinement des flnklcg iiisi'i-i(u iiel Toino 24 iiecessaria ciclla conliimita della massa li(|uida, del giornale di Crelle. (Berlin, 1842, p. 162.) Ncniic per uii caso parlicolare diiiio?lrata an- 60 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. (HITeriro da qiiella di uii" allra se non per un divcrso valorc della co- slanle a. Fino dai riuliinonti del ealcolo dilTerenziale e iiilegrale ab- biaino Imparalo chc le equa/ioni diffcrenziall, dove per la derlvazlonc possti considerarsi sparlta una coslantc csistcnte nelle prlmlUve, sono piu general! di qnesle primitive : una stessa equazione dilTerenziale , j)er esempio. puo apparlenere ad inflniti circoli. E il nostro caso: tulle le Irajetlorie lianno la stessa equazione alle derivate (17) O. 7." Dal dovere tulle le trajettorie essere rappresentale da una stessa e(piazione (18) col solo niutalo valorc della coslantc a, infcriamo: I ." Si put) slabilire ad arbllrio una delle parcli chc limitano lo spazio .S, uia quando abbiamo cio fallo, non e piu in assolulo nostro arbilrio lo slabilire P allra parele: bisogna cbe T equazione di questa scconda possa lengono delle coslanli cli iiieiio dcll'equazione » geiieralts que Ics equations d'oij dies deri- j> Gnita, riguardar debbunsi come piii general! « vent,araison des conslanles qui ont disparu, n di cssa, giiicciie non . 8." Sappiamochclcduefunzionigeneriche m(x-, j), p(x, j) si fanno dipendeje da una sola /?(x, y) inediantc I valoii (4)- Per progiedire nclla ricerca della funzionc R(x, y) supponiamo di conoscerc 1" equa- zione (i8) die appartiene a tultc le Irajetlorie, avendovi isolata quella costante a die muta passando d' una trajettoria neiraltra. INon diro ora piu, come nella Memoiia precedenle, che puo prcndersi (19) n—(fif(x,y)} (*) II prinio, die io sappia, a no(arc la di- niaggior massa del fiume le rclciizc prodolle pundenza della linea del fondo da una data dalle scabrezzc del fondo e delle sponde, Iro- eur\a del pelo fu il signor ingegnere Giuseppe vasi ora in plena aimonia co'niici caleoli. Mi Bruschetti. YeggasilasuaMemuria Sulla nuof.a premc quindi per 1' esaltezza sloriea far osser- tvorica del tnoto delle acqiic. Milano, ^829, vare cli' essa edovulaoriginariaiucnteal G;nn- pag. 48 e seguenli. — E pure di origine i(a- dij il quale ne niostro la ragionevolezza nello liana 1' idea elic la corrcnle .si form! medianle Seolio della prop, xxxiv, Cap. V del suo Trat- una porzione di llnido slagnanle il fundo sul talo (jeomclrko del moi;imenlo delle aaine. Fu quale seorra, spianando cosi liille le discgua- poi rinfraneata dallo Ximencx, e adollala dal glianze del lerreno ove vc ne sia: e Io slesso L'oxhuI nel Cap. XII del vol. 11 della sua Idro- av>enga il piii delle voile anelie alle spoude, dinamiea. Da ulliino il Fiisi fecc eiilrare que- rasente le i|uali una .specie d'inlonaealura di sto principio tra i fondamenlali della sua 7('0/io lluido tolga tulle le a.sprezzc cd irregularila. genende de'liiimi (Vedinu le opere. Taulli Frisii Quesla su|)posizione per cui verrebbcro pro- operum. Tonius secundus. Mediolani , 1783, vale di poca o niuna cfCcacia per rilardarc la pag. 332-33.) 62" SUL MOTO PERMANENT^ DELL'ACQUA. osscndo o un slinbolo di funzionc arbitraria , il clic lasciava luogo a (liibilare clie polosso avorsi aluimcnli. Diro chc (/ew prendcrsi la R come nell aiilocodeiile (19), c die la nalura della qucslione non puo pormcHcrc allra siipposiziono. Per provare quesla importanlc proposizionc dcrivlamo la (18) pel Jeni|)o : avrenio f'{x)u -+ f"(y)v =: o 0 niotlcndo per », c i valori (4), (20) f'{x) R'iy) — f(y) /?'(x) = o equa/.ionc dolla slcssa forma della (10), dalla quale si sale in virlu della seguenle (11) all' altra (21) fix^y) — ^{R) ; e questa, inlendendonecavaloil valore dl /?, non dlversifioa dalla (19). Qui puo i'arsi unobbjezione che sulle prime lia una ccrla apparenza. La rclazione fra le equazioni (10), (11) c legillima e indispensabile, iinclie le x, y sono variabili fra loro indipendenti : ma quando si cava la (20) dalla (18) derivata pel tempo, sostiluili i valori (4), in que- sla (20) la y non e indipendente da x, ma ne e quella funzione che viene detcrminata dalla stessa (18). Per questo molivo polrebbe non essere legiUimo il passaggio dalla (20) alia (21). Ammello T osserva- zione c non ammetlo la conseguenza. Quantunque la y nella (20) sia funzione della x, dico che inlendendo assegnale le forme /", /?, V e- quazione (20) deve verificarsi per idenlila , senza cioe ricorrere al- 1 inlerna composizione della y per la x. In falli, non sia che Tequa- zione (20) si verifichi per identila , ma per soddisfarvi sia d'uopo ricorrere a quell" inlerna composizione : residuera allora dalla (20) , dopo sciolle luUe le diverse forme delle funzioni , un' cquazione non identica fra x, y, da cui polrassi cavare y in funzione
  • ') csprimcndo rrr la prossionc atnioslcrica coslanle. Qiicsta cquazionc vuol cssere considcrala ne piu ne mcno die quclla di una parete fissa : e in falli, essendo il niolo slabilito, qiiandanclie s' immaginasse che al di sopradella coiTcnle si solidificasse T almosfera non alterandosi il suo peso . quclla liiiea seguiterebbe ad cssere il limite supcriore della corrcnle senza cangiamcnlo ncl inolo. Cio poslo , gia vedemmo che r cquazionc di una qualunquc altra Irajelloria interna non puo diflerire da quclla di una parete se non pel diverso valore di una coslantc. Ma dove puo eflelluarsi nella cquazionc (26) questo canibiamcnto di va- lore in una costante? Non ccrto nella I'unzione p{x^ y) del secondo mcmbro , perchc significando cssa la prcssione, non mula ne di forina ne di costanti pcrcorrendo i varii piinti anche interni della massa fluida: il che gia si sa . ma puo facilniente scorgcrsi esaminando il secondo mcmbro dell" cquazionc (2 3). Rcsta che il canibiamcnto della costante si efletlui ncl primo mcmbro della (2G). Ivi, quando la linea e quclla del pelo, una costante generica a prcndc il valore detcrminato e noto w, c lo ha poi differcnle per ognuna delle trajeltorie interne. Pcitanto r cquazionc gcneralc di tuttc le trajcttorie sara (27) a = /){x, j) che surroghcrcmo alia (18), stando la p per la /'. Cosi se in questo caso dclla corrcnle libera non ci e nola a priori la forma /"(x, y) della cquazionc (18) appartenente a tulle le trajcttorie, il sapere che deve cssere quclla mcdesima della prcssione p(x , y) , ci mcttc in islrada per rilrovarla , siccome fra poco vedrcmo. \icnc come corollario del precedcnte ragionamcnto c dell' cqua- zionc (27) che la prcssione e costante per tulte le molecole del fluido SUL MOTO PERMANElNTE DELL'ACQUA. 67 cho scorrono in una incdesinia trajollorla, varlando dall'una all'allra di qucsle liiice. Vuo ossorvarsi die il numcro rs cambicra per divcrsi luoglil della Icrra , per escmpio , a diverse altczzc sopra il livello del mare: in lal caso ognuno scnlira ragionevolc clic la forma p(x, y) nel secondo membro dclla (26) non al)bia a cambiarc, ma cambii solo il valor numerico del primo membro , come puo cambiarsi il valore di un paramclro per una curva di cui si manticne la natura. Se quindi s'innnaginino due canali in identiche circostanzc, uno piu basso, Tallro pill alto relalivamentc al livello del mare: in questo secondo polra tro- varsi una trajelloria eguale a quella clie coslituiscc il pclo del primo, e sara quella interna dove, tra pel peso deiralmosfera, tra per un elTelto provenienle, non oslante il moto, da una massa d'acqua al di sopra scor- rcnte, la pressione eguaglicra quella deiralmosfera nel luogo piu bassoCK (*) II cliiarissimo geometra sig. Eordoni, in una preziosa Nola posia in fondo ul suo opuscolo iiilitolato : Eleincnlari dimostrazioiii delk for- mole per le porlalc dclle bocche onlinarie, Pa- iia, 1844, riconformando con divcrsi anda- incnli di calculu i risultamcnli da me otlenuli nel Capo III dulla Menioria precedcnle, venne anclie al piinlo di dovcr ainniellcrc le pressioni eguali per tulle le nioiccoie die percorrono una incdesima linca (piando il nioloe stabiiilo. Pare ch'cgli eerctii far disccnderc pnintanK'nte la coblanza di pressione per ognuna di tali liiiee dai due falti conibiiiati dclla pcniianenza del niolo e deirincom|)n'ssibilita del licpiido. li sara huona anctlie quesla slrada: nia forse il ragio- nanieiitu non tuglie alTatlo ogni dubbiczza , della quale ponno dar segno alcuni modi cir- eospetti di dire usati dairaulore a pag. 56, e sul fine della prefazioncella del suo libro. Vor- rei sperare che il lenore della diniostrazione addolla nel testo valga acon\intere il lellore i-lie r cquazione (27) non si I'cgge pel solo ap- poggio di una i|)otesi, ma come neeessariu con- seguenza dclle cose giii rieonosciute \ere. Per me il ragionaniento dolalo di forza di- inostrativa ( giova ii|)elerlo ) e quelle chc si londa sui due princljij gia ben cliiarili del non potere I' cquazione di una Irajeltoria interna diffcrire dalla (26) che pel niulalo valore di una costante, e del non peter esscrvi qucsia co- stante che mula nel secondo membro dclla slessa (26). I\Ia per chi volesse un ragionanien- to, non avendo riguardo agli antecedenli, ptio valcre quello che ora soggiungo, il quale ba- stera per lo meno a provare una grande ra- gioncvolezza econ\enienza nel corollario poslo qui sopra al num. 12. Nel moto stabilito con una parcle superiormente fissa , gcneralmenle parlando, la pressione non sara eguale per tulte le molecole della linca fluida che lambisce delta parcle , c ncnmieiio sara eguale d'uno in allro puiito nclle Irajcltorie inferiori ; pero la legge con ciii la pressione varicra da un punlo all'al- tro della prima trajelleria alia parcle, sara la mcdesima di (|uclla con cui variera in una qua- lunque dclle inferiori , polendosi iiimiaginare che al di sopra di qualsivoglia trajelloria inter- na il fluido si solidilichi, e quindi essa liguri come fosse la prima p;iretc. Ora, nel nostrocaso, la legge con cui proicde la pressione iiella prima trajelloria del pclo, passando da puiito a punlo, e quella deU'eguaglianM : la mciloima legge adnn({ue si avverera anche per ciascuua dclle Irajcltorie solloposle, e la pressione non mu- tera chc passando da una ncUallra: il die e un ripelere quanlo ci vieu dctto dall'equaz.*^ (27). (iit SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 13." Adollala la (27) in hiogo dclla (18), le formolc (22) divenlaiio (^-8) « =), p(y,), k(p) di p e la stessa p in funzione di x. y: c cosi otlcrremo que' niedesimi risultamenli che nella Meraoria prece- dente abbiamo conseguilo siccome frulto di lunghi calcoli. Caveremo dalPuna e dalP altra delle (38) il valore di ^, e dal confronto dei due valori, adollando per comodo di csprimere con in- dici al piede dellc leltere le derivate per p , otterremo V equazione '' doc ' , r , = ■ Sostilucndo in cssa allc ^^ , ^ i valori (38), e ordinando lequazione risultanle secondo le potenze delF j esplicita, trovcremo la scgucnte -h gkk, — ,j^^^ _ A(pp. — /■) H- X-.p' = o ; 72 SUL MOTO TERMANENTE DELL'ACQUA. la quale deve vorincarsi indipendcnlcmcntc dall' y espliclta , allrimenli iinina<;ii)aiido note le tre lunzioiii di p chc coslituiscono i trc coclfi- cicnti di > ', y, >", se ne potrebbc dedurrc p fiinzione della sola j , il die ripugiia colla natura della stcssa p {x , y) . Perlanto nella (39) dovranno scparalanienle annullarsi i Ire cocKIcienti di >', > ., y" : e cosi si hanno Ic Ire cquazioni 2 g VI ^ = o (4o) V(^^, —V) —gl'f>\ — illAf -^ f)1<) —o gkh, — jfpp, — /c{pp, — V) -\~ A-,p' = o . Di quesle la prima si riduce alia /, = o , 0 alia / = costanle ; cioe c" iiisegna che la / e una coslantc assoluta non solo per riguardo al tempo ma anche per riguardo al luogo, essendo indipendcnte da a, che eguaglia p. Dope di cio la seconda delle (4o) si riduce (4i) pp. — r— ^A. =0 intcgrabile riguardo a p : se ne lira subito (42) Vp=^ —gk ^A essendo A una costante assoluta come la / . Osservisi die la lerza delle (4o) puo scriversi — k{^^, —V — grA.) H-p(pA-, — r/p.) =0 e che per cITelto della (4i) ammetle una semplificazione dopo la quale diventa (43) pA. — j/p, =0 . Qui un' inlegrazione per p ci da pronlamente (44) A = A' -h • fra Ic (42), (44)i f^'-l'' C^^A — (jK . 16.° Deuotiamo con H la coslante binoniia h -{- g)i , die entra nclla equazione (37) , e di cui abbiauio dctlo dover essere anch'essa lunzionc dclla sola a : rescrivendo quella equazione con questa sosti- tuzionc , (46) g Arc. tan. ^LtL^^-zJ!): _ |/"p' _ (/y _ A)'- -= // — I'x , vi riguarderemo era la I come coslante assoluta, le A', p come I'un- zioni di a dated dalle equazioni A- (a) —K +^log.p(a) (47) Ta —-fioc) — j/Mog. p(a) -h C (dicsonole (44), (45), rimessa a per yj) e la //(«) come una fun- zione della sola a die rimane tuttora a dcterminarsi. Per riuscire a (juesl" ultimo intento risoslituiamo, solo mcntalmente, nclla (46) dap- |)ertullo la p alia a : sara essa allora una equazione cbe dovrassi xerificare come le (38) indipendenleniente da ogni rclazione fra u-, y . Cio dimostrasi collo stcsso ragionamento usato per le (38) : c quindi la (46) ove le p, /, // riguardinsi come funzioni di /), sara una ecjuazionc identica die potra derivarsi lanlo per x quanto per ) . Deriviamola per j, indicando aiicora con apici al pledc le derivate |»er y>, c trovcremo dopo varie riduzioni Dal cocfficienle di j- nel nuracratore del prinio mcnibro sparisce nn dp Ty Vol. II. <0 74 SUL MOTO TERMANENTE DELL'ACQUA. Iciminc a niotivo dcircquazionc (43), c I'ahio, a molivo dclla (.\i] si riducc — pi'. Pcrlanlo lutlo quel niimeralore puo scrivcrsi fp((y-A-»_|) c si lic'oiioscc zero in viilu dclla prima dellc (38). Conchiuderemo in forza di qiiesr ultimo risullamcnto clie H, e zero, ossia die la // e indipendenlc da p , ovvcro da a , cioe e una costanlc assoUila come le / , ,y , K . Dori\ ando la (4^)) per x , abbiamo un' cquazione dove nel numera- tore del prinio membro il cocfficicnte di 4^ e quel medesimo di j^ nel nuinerafore del piimo membro della (48) , che vedemmo ridursi a — pi'. Pertanlo r equazione derivala risulta -''£ V p'-i'y-f'y i e divcnla idenlica poiiendo per -~ il suo valore dato dalla seconda dellc (38). Nulla qiiindi di nnovo si cava da questa derivala per x, ma serve essa a giuslificare il segno negalivo assunto pel radicale nella ecpiazionc (35) ; in fatti sc quel segno fosse slato positive, sarebbc rin- scilo negative quelle del radicale nella seconda delle (38) , ne pin la precedente derivala sarebbesi trovata un' equazione che si verifica da se stessa. 17. Rimane a determinare la -p in I'unzione di x,-) e di coslanti che siano tali nel piu lato sense della parola : ed ecco come vi si ar- riva. Nella (46) , ove la // fu dimoslrala una costanle assolula come la /, mellasi per k il suo valore datoci dalla (44), avremo (49) ry Arc. lan.^^^;^^:^^-^^^ -\/-p-[l:y-K-cj\o^.pY = II-Vx; - —K—fj log. p)^ e per lal niodo Ic «, p risulteranno ancircsse funzioni nolc di x, j V. costanti assolute. L'equazionc poi generale di tulle le trajclloric, chc ticne il luogo della (i8), e la stcssa (49), eve si consideri p funzione di ex. e quindi coslante. La sola differenza fra la (49) colla p(a), e la (18), si e che la costanlc gcncrica a non si vcdc cavala i'uori : per il che V equa- zione che piu veramenle lenebbe il luogo della (18), sarebbe quclla che cl csprimcsse il valorc di a , eliminando p fra la (49) c la se- conda dclle (47). Una lale operazione non si puo eflelluare in Icrmini iinili per la circoslanza che le due equazioni sono trascendenli , nia ben possiamo formarcene una chiara idea. 18." Del reslo e assai fiicile ridurre la presente noslra soluzione alle lormole del Capo III della Mcnioria precedenle. Dalle (34), (35) dc- duciamo prontamenle (5i) r> — A- =(/ -h/w ; p' rz /\'" -h (i si fanno entrare le tic coordinate. 19." Dei trc assi ortogonali quclll dclle x c dclle y si prcndoim oi'izxontali : u, v, w sono le Ire velocita del piinlo (x, y, z) secondo i tre assi alia fine del tempo (: p la prcssione^ y la gravita. Le tre eqiiazioni dedoUe dalla meccanica dei fluidi sono w' =^ dz (1) u = _dp -dx ; —^' , dp 5 y essendo pel moto permanente u du dx du -hu- du dz (^) r' dv - « dx d^> -+-W dv dz ^v dw — ""dx dw + "*■ -\-w dw dz Si aggiunge 1" equazione della conlinuita du dv dw (3) ^ + ^ + ^ = »^ • Lagrange c'insegno a far dipendere la delermlnazione delle tre fun- zioni incognile «, <', w da quella di due sole /?, 5, prendendo per M , V , w tali espressloni falte di /J , 5 che soddisfacciano alia precedente equazione (3) quali sono dR dS dB dS 78 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. COS! cho nella Mcinoria precedcnlc io ho fatto uso di queste espressioni. Ora pcro un plu approlonJito csanie dell' argomcato mi ha condollo a capire che convicne ritcncrc la massiina fondamenlale di Lagrange, ina che relalivainciilc alio espressioni delle m, v, w fatte colic /f, S. in voce delle surriferite giova assunicre quest' altre (4) w dR dS dS dR dj dz dy dz dS dR dR dS dx dz dx dz dR dS dS dR dx dy dx dy dR dx u -h dR H- dR dz w dS dx u -H dS -4- dS dz w Che qiiesti valori soddisfacciano airequazione della conlinuila (3) , noii ahbianio che a soslitiiirvcli per convincercene : come anche per vedere cir essi rendono identiche quest' altre due equazioni (5) tta da ds If'' -^-dT^ =« • 20." Poniamo per comodo ^ . dii dv d\v du ^ d\' d\v <") ~d^ 5i ' ^ — d^ Tz ' ^ — d^ ^' e ci sara facile verificare che le equazioni (2) riescono identiche colle sesuenti 1 d{u'-^v---hw) . „ M = - • -^^ J -^vA — wB 2 dx (7) V = -^^ -i- WC — U.i ^' ^ I , '!(:;:±r±2n ^ uB - ,c . 2 dz Metlianio in esse al luogo dei primi mcmbri gli oquivalenti valori dalici SUL MOTO PERMANENTE DIXL'ACQUA. 70 (lalK; equazioni (i), c faccndo (8) l~gz-hp-+-l(u'-^-v'-^-^v') polremo (ramutarlc come segue (9) ^'^ — ^'-^ = i i "'^ — ^'^—ip ' ^^— "^ = S • Ora molliplichiamo qucste rispettivamenle per u , r , ^\■ , e poi soin- luandole , oUerreino V unica dA, di d^ 21.° Lemma analitico. Se fra Ire funzioni qualunqiie di Ire variabili indipcndcnli x,y,;j, chc esprimiamo per F(x-,r, c), R{x,y^z). S(x, -) , ;;) , sussiste Teqiiazione a derivate parzlall F'(x)\R'{y)S'(z)—S'{y)R'{z)\ (, ,) , -f-r(j) \S'(x) n'{z) — R'(x)S'{z)\ -f- F'(z) j /J'(x) 5'(j) — S'ix) I{(y) ( = o ; sussiste allresi fra esse una rclazione espressa dall' inlcgrale completo (I a) F = '(/f), ^'(-S) alF oggelto di fare sparire ogni traccia della funzione arbitraria, si trovera lequazione (11). 22." In consegueiiza di questo Lemma e dei a alori (4) , 1 equa- zione (lo) ci somminislra (1 3) X = $(/?, 5) 80 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. (lalla qu.ilo, sostiluito per A il valorc (8), ollcniaino (i4) ;) = $(/?,5) — //- — ^(M'-hr'^hu-') formola inollo notabilc die fa dipendcre la prcssionc p dalle stcssc fuiizioiii /», 5, dalle quali, per le esprcssionl (4), dipendono le Ire veloella. Se limellianio nelle cquazioni (9) in liiogo delle . (5) nei secondi membri delle equazioni ora trovate sono le derivate parziali per /?, e per S di quella funzione di /?, 5 che entra (equazionc (i4)) »cl valore della pressione. Quando si fa la supposizione che il noto trinomlo delle velocita sia dilTerenziale esatto, sono zero i binomj espressi nei secondi membri delle equazioni (6), e quindi per mezzo delle precedenti equazioni (i5) si provano zero le funzioni dcrivale <&'(/?), ^1>'{S)^ e si conchiude che la (/f. S) ncl valore (i4) della pressione riducesi ad una costante. §2. Cotisiderazioni sul moto pciinancnlc: Applicazionc a corrcnli in iubi o canali chiusi. 25° Procuriamo anche qui di formarci una rappresentazione chiara del fenomeno. II moto del fluido si elTettui da deslra a sinistra in un canale chiuso sopra c sotto da due superficie delle quali diremo fra SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 81 poco dovcr esscrc di una slessa famiglia , c davanti c di dieiro da due allrc supeiTicic di famiglia, gcncralinciUc parlaiido, affatto divcrsa da (juella dellc prime. Di queslo canale considercrenio la sola porzione i compresa fra duo sezioni piano vorlicali e parallele, dellc quali cliia- nicrenio Tuna superiorc o di parlonza, e P allra infeiiore o di shocco. E in nostro arbitrio lener col pensicro loniano (pianto vogliaino detlc duo sezioni parallele, nia poichc lo ahhianio fissalc mcntalnionlc, non ilohbianio curarci di quanlo avvcnga del fluido prima della scziono su- periorc c dopo rinl'criore. Puo convenire, ondc ridurre le cose a mag- giore semplicila, far coincidero la sezione inferiore col piano yz; per lo meno gliela lerremo senipre parallela. Qucsle coordinate x, j, z di una molecola qualsivoglia alia fine del tempo t si polranno riguardare I'unzioni delle a, 6, c coordinate della stessa molecola per f=o, 0 di t. Donlro lo spazio 2 il lluido si muta conlinuamente, ma pre- senla nel suo muoversi apparenze semprc coslanli. Lo scorrimento e costiluito dalla congerie di tante fila di molecole, le quali si muovono in lineo determinate ed invariabili , die per maggiore generalila sup- porremo curve a doppia curvatura. Un gran numero di queste fila suc- cedenlisi le une accanto alle allre rimangono scmpre alio pareti su- periore, inferiore, anteriore, posteriore, talchc le estreme superficie del fluido scorrente possono concopirsi formate da aggregati di tali fila. E queste Irajetlorie alle superlicie sono poi le estreme die ten- gono in mezzo quelle altre di numero incomparabilmente maggiore dalle quali e riempiuto lo spazio tutto della corrente. 24." Denoliamo cori (if)) y—yi^) ; z = z(x) le equazioni di una qualunque delle trajettorie interne: derivando pel tempo avremo le (17) c(x, ;•, z) =z u{x, J, z)y(x) ; w(x, y, z) = u (x, y, z) z(x) . Noteremo che le w(x,j, z), p(x,j, z), w(x,/, z) sono funzioni spet- tanti al punlo generico pel quale le x, y, z si riguardano come Vol. n. n 82 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. iiidipeiulonli fra loro, ina clic nolle ulllinc cquazloni (17) dcbbonsi poi iiiU'iuU're sosliluito alio >, - lo lunzioiii dclla sola x osprcsse dalle (iG). Iininuiiinianio inlograte per x le due equa/ioiii (17): una tale oj)c- lazione inlrodm ra due coslanli aibllrarle a , 6 . Si consldeiino scioUe le due ccpiazionl inlcgrali per (pieste coslanli, c siano rappresenlalc colle (18) a = /"(x,j,c) ; g=:(j3(x,j, s) . Qui ci si offrono sponlancamonlc parccchic osscrvazioni die fanno ri- sconlro a quelle gia sorittc al num. 7. Le eqnazioni (17) sono equa- zioni alio derivatc cho rimangono le stosse per lullc le Irajeltorio. Cia- scuna di tali curve ha per sue oquazioni finite le due (18), le quali non possono diffoi'ii'o passando d" una trajcttoria alF altra so non per divorsi valor! dali alle coslanti a, c. Le duo precedenti oquazioni (18) possono considerarsi anche conic due oquazioni di suporficic percorse da veli fluidi forniali di tantc trajotloric. Di qui voniamo a capire clic lo due pareti suporiore od inforiore del canale dobbono csserc super- ficie dolla slessa natura , lo cui oquazioni non abbiano a diversificaro se non per un divorso valorc dclla costanle a : e verremo alio stcsse conclusioni ancho per le altro duo paroli antcriore e postoriore. Per- tanto, fissata una parole, non c piii in assoluto nostro arbitrio (vo- londo nel molo dolla massa fluida una continuita tutta abbracciata dalle stcsse oquazioni) il (issarc la parete opposla. ma convicnc adompioro alia condizione indicata : e so la parole suporiore non e posla di no- stra elozione, come avviene nolle corrcnli supcriormente liberc, non ci sara lecilo stabilirc precedontcmonlo quale ossor dobba la suporficic del fondo del canale. Dallaver poi veduto come rioscano in gonorale di due diverse I'amiglie le suporficic conlcrminanti , sianio condotti a ricono- sccrc chc una puo rimanere mentre si muta V altra , e comprondiamo fin d'ora, cio che sara moglio sviluppato in appresso, qual grande ef- letlo venga a produrro sulla corronlo il variare la forma dcllc sponde. 2o." Derivando Ic (18) pel tempo, abbiamo le due /■'(a)M -+-f(r)v' -^f\z)w — o ('9) , , , o (a') u -4- o (_r) V -F '^ (r) u- r:= o . SUL MOTO PERMANENTE DELLACQUA. 83 Pongansi in esse per »/, v, w i valori generali u(x, j, z) , v{x, j, z) , u'(a;,j, c) o i loro equlvalcnti esprcssi dalle formole (4): '{z)z^s ; quindi le equazioni (29) divcntano H :=mM{a, §) \r(f/ -+- w') — sp'j (35) V =; J/(a, €) \su' — q(f/ -\- w')[ vv = y>/(a, §) |fyv'— rw'i ; SUL MOTO PERMx\NENTE DELL'ACQUA. 89 avendo liposlo nclla />/(;>, (p) le coslanli a, S in luogo dellc fun- zioui corrispondcnli. Si dcdiicono allicsl dalla (Sa) derivata pel tempo una c due volte, qucslc altre qu -{- rv -{- sw ^z o qu -{- rv -\~ sw m o . Dalle (35) combinatc colla seconda dellc (.36) si cavano (richiamando air opportuiiita la (33)) Ic scguenti yJ/sw'=: gMqs' -\- v (r^-j- s") -+- qrv. (37) MsK>' rzn gMrs^ — n ( Mw =: ru — qK' — gM{q^-\- r') . La prima dl quesle, derivata per f, ci da Si moltiplichi per Ms e si mettano nel secondo membro al luogo delle (piantita Msii\ Msi' i valori equivalent! fornitici dalle due prime del- le (3'-), ollerremo M'u" zn g3Ir — u . '^ -+- ■«/'■ = §'' • Dalla (42) e dair ultima delle (43) cavando i valori di sin. (n-h/O cos. (n -H It) , ti'oviamo die posla per abbreviare ^—.vZ^Z ' r- + r si ollcngono le due ^\/ r'-hq's' sin. {n-\~ll) = r/iv -|- qs{l"z — k) 3 (/"j-H- f/'s* cos. {n H- //) = y.'i/w — r{rz — A-) . Qucste. quadrate c sommale, ci menano all" altra (45) y=/'u'^-f-(rc — /f e, divise Tuna per I" altra, ci presentano , rlw -\- as (Pz — h) Sotlracndo poi alia prima delle (43) moltiplicata per /• , la seconda inolliplicata per (/ . veniamo a conseguire r(fx — f,) — qiPy — o) ■+- gltiq'+r} nr — ,Tr^. sin. (/t-f-Zt) - j;^ cos. (n + k) :, c questa e la lerza delle (43) , quadrate c sommale , ci danno (47) ]r{rx — ix) — q{iy—a) -}- rjlt(q'--hr')\' -f- d'' — h' — ^^ ■ Uitornorcmo fra non molto a qucste due equazioni (4G), (4:)- le quali sono quelle chc ci conducono all' eliminazione del i esplicilo Ira le tre 92 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. oqiinzloni (43), c qiiiiuli al ritrovanicnio dollallra lainii^lia di siipcr- ficic dcsorillo da veil fliiidi, ollrc quclla dci piaui paralloli alia spoiula. liitanto osscrviamo chc derivando la (42) pel leinpo e dopo la dc- ri>a/.ionc coiifrontandonc il secondo nicnibro con (juollo dolla Icrza dollc (43) , otlcniamo m w=:—(l'z — k), V clie in conscguonza 1" ullinia delle (37) ci f'orniscc quest* allia (49) l{rn — qv) = Vz — k — y{q^-\- r^) . Associandovi la prima dcllc (36) ahbianio due equazioni da t-rii dc- durre i valoii delle velocila «, v dale per la terza ^v, la quale lia un'esprcssione conosciula medianlc lequazione (45): delli valori sono i secuenti /m((/^-+-»'') =r r(r- — /) — n(r(«'-t-r') — qslw (5o) lv(q^-h r-) 3= — q{l'z — /.) H- (jqiq'-Y- r') — rsl^v clic derivali per t. dopo aver sostlluilo alia ^v', jiascente nella ope- razione , il valorc (48) , ci guidano agll altri i quali a momenti ci saranno di molto vanlaggio. .■>1." \edeninio inlrodotte da varie precedenli integrazioni cinque coslanli per riguardo al tempo, cioe Ic n, !&, ^, tj, /;, delle quali diccmmo doversi in generale considerarc funzioni delle o, b, c coor- dinate iniziali : ed era anche permesso diric funzioni delle ex. c, c, giacche le equazioni (18) sussistendo per tulli i valori del tempo, sus- sistono anche per f ^ o , c cosi si lianno le due a = /■(«, 6, c) ; c — (p («,/>. c) SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 95 dalle quali possono intondorsi dcdoUcIe o, 6 cd csprcssc per mezzo dcllc a , o , c . Ora vogliaino piovare di due fra Ic cinque coslanli suninientovalc, cioe dellc /<, S^, clie sono funzioni soltanto delle a, c, scnza la c . II ragionamento e simile a quelle gia tenuto pel caso ana- logo del num. 14. Ogni equazionc fra le ac , y, z scnza tempo espli- cito non puo essere che una delle (i8), o una comhinazione delle medesime , c per tal molivo , a non trovarsi in conlraddizione colle stesse (i8), non puo contencrc che due sole di quelle coslanli che variano per diverse Irajellorie. Cio premesso, Tequazione (49), ove inlendansi sosliluile ad «, v Ic espressioni equivalenli in x,j>, z senza t esplicito , contenendo la / , che (riveggasi Tequazione (38)) e funzione dellc sole coslanli a, c, ci prova che funzione delle sole a, c e anche la A- . E provala lale la A , veniamo a conchiudere la slessa cosa anche della 3" per eflelto dclla equazionc (45), nella quale s'im- magini stare in luogo della terza velocila w 1' espressione corrispon- denle in x, )-, z senza t esplicito. Non puo dirsi allrellanlo di cia- scuna in parlicolare delle altrc ire coslanli n, ^, a, ma polra dirsi di una coslante ff che sia una comhinazione delle medesime nel se- gucntc modo (5 2) Hziz gn {q--i~ r") -+ rjj. — qa come passiamo a vedere. Premelliamo dedursi dalla (45) (53) Iw — — 1 avendo chiamalo per brcvila (54) A = 1/3 — {I'z — Ar ed avendo assunto nclla (53) il segno negalivo . come si e lallo nel caso analogo delP equazionc (35) del Capo precedcnte. Caviamo dalla (46) , altesa la (53) , n -f- /( 3= Arc. Ian. . ,^ )■„ tt qsl + r({'z — A) 94 SUL MOTO PliRMANENTE DELL'ACQUA. e dalla (4;) f/lt(q^-h V) = A — r(/ x — //) -t- q{iy — o) . Fra fjucslo due climiiiala la /, c richiamala la (Sa), ollcniamo (55) rjief-^n A.T.lan.'^^^:^|i^-A =//-r(rx'-7.r) , la quale ora si prcsta al solilo ragionamenlo per provarc auchc la // funzione sollaulo dcllo coslanli a, S, csscndosi gia provale tali Ic /, h\B. Quoslo preliminare ci giova: pero lo quallro costanli I ^ k , ^ ^ fl sono tutlavia lunzioni incognilc di a, S. Ecco come si riescc a dctcrmi- iiarlo usando di un arlificio clie fa riscontro a quello messo in iiso iiel caso analoaio del num. lo. 32." Ricliiamalc le equazioni (i), c le (48), (5i), (53), e fatta per abbreviare (56) h z3 -^-7—1 = s giungiamo a (piest altrc '^£z^rh\ — qshiVz — k) (57) % — — 'i'>^ — '''f'i^'- — ^) In quesle abbiamo nei second i membri le coslanli /, A , 3, clie sono iunziuni dollc a, o, giacche la A non vi sla cbe per rapprcsenlare il radicale corrispondente (equazione (54))- Immaginiamo sostituile enlro le /(a, c) , A(a, c) , 3^(a, S) in luogo delle costanti a, b le funzioni cqnivalenli delle x,j, s, cioe Ic p,(D (equazioni (26), (82), (34)): allora delle equazioni (Sy) dovranno esscre idenliche ; se non lo fosscro, si avrebbero equazioni fra le af, >, z senza lempo esplicito e senza le coslanli a, 0, in conlraddizione col significato delle equa- zioni (18). Provale idenlicbe le (5-;), polrenio dedurre da esse due valori per ciascuna delle dcrivale scconde -rA- • , , : , ■ 1 i » dxaj (IX dz - A, |1 Per ridurlc ad espressioni piu maneggevoli osserviamo che dalle (56) . (57) si cavano le seguenti equazioni di sussidio ,59) /,(,-+n = , ; ,| + ,.* = -,(r:-*, ; ,;i£-,| = A. Ora nioltiplicando la seconda delle (58) per ^,{l'z — k) — {I'z — A) (3// : - A-') -+- hs^\2ll, z-k,) = o . Le (63), (63), (64) tengono il liiogo delle (58) e sono piii Irallabili: ordiniamole sccondo le potcnzc inlerc e cresccnli dclla z apparcnte, avremo (65) si'— />'+ gsk, + ■?.l{l' — gsl,)z = o ( 5(.v3'-(;3.+ ^k,) + k{P- Sr^.-h gk- sli) (66) -h\2skli:- 2(9^- 4- 5V^- l\P-^^.-+- g^- sk')\z ^ — 2i\d'—gl,)z'=o 3(5'- hs^k,) - k(k'- /j535.) (67) ( + J 2AY/'+ ahsBll,-^ r(A'- lis^^,)[z - 2/Tz'= o . 53." Ora avremmo bisogno di scomporrc quesle equazioni in tante quante rlsuUano annullando in ciascuna separalainenlc i diversi coef- licienli dclla z . Qui pero non e si cvidente la ragione di polcr cio ("arc. come lo era in un caso analogo per Tcquazione (39) del num. i3. In fatli nelle prccedenti equazioni i diversi cocfficienti di z°, z , z' sono in gencralc funzioni di />,

    , z, potrebbe SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 97 avvcnirc die mescolandosi Ic quaiitlta nei cocfficionli dl taluiia dolle dcllo equazioni , sparissero Ic vaiiahili x. >, e liinancssoro tali liin- zioiii della sula z, chc per vcdeie I idcnlila dell eqiiazioiie bisogiiassc nieltere a profilto lulti i suoi Icriniiii. Avverto pero die (|iieslo noii polrebhe succedere nello slesso tempo di due delle equazioni (65) , (66), (G7). Se si dessero due fra esse die non riuscisscro identidie indipendenlemente dalla z appareiile, allora polrebbero iiilendersi sciolle per p. © : e cosi polrebbero assegnarsi alle jt. cp valori cbe sarebbero funzioni della sola - : il cbe manifeslamente non e ammis- sibile. E quesla uu" estensionc dello stesso ragionaineiito cbe ci valse al num. V6. Dunque al piu e permesso supporre cbe una delle pre- cedenli equazioni (65), (66), (67) si vcrificbi non essendo zero a parte i diversi coefficienti di z", z, z' : nelle altre due I" annullamenlo dei mentovati coefficienti non puo mancare. Ebbene (cosa mirabile) ani- mettasi la propriela delP annullarsi i di\ersi coefficienti delle potenze di z in due sole di dette equazioni presc a piacere (il cbe da tre di- verse combinazioni , tra le quali e necessariamente compresa qnella che in forza del precedente ragionamento deve esser vera) e si arri- verd sempre ai medesimi 7isultuti. Per tal modo non solo Tandamento e provato legittimo come al citato num. 13, ma di piuTanalisi e as- sicurata , vedendosi cbe ritorna sempre la stcssa qtiantunque condotia per tre diverse vie. hiteressa di cio >edere. Supponiamo sieno le (66), (67) quelle equazioni in cui si annullano i diversi coefficienti delle potenze della z apparentc : avremo sei equa- zioni. Le due originate dal porre a zero i coefficienti della z'' nelle due equazioni ci danno (68) r— i, — o. Quindi vien provato cbe la / non contiene ne cp ne p , ed e una costanle assoluta e sempre la medesima per tulti i punti della massa fluida in molo, come trovammo ancbc al num. 15. In conseguenza delle (68) le altre qualtro delle sei equazioni sopra indicate si riducono (69) /»_53,H_^/_ ,,/•':= o Vol. 11. 13 98 SUL MOTO PERMANENTE DELLACQUA. (70) sb' — g'^.H- ^^i =: o (71) A' — /j«53, = o (70) y — /»s3-/>, =: o . Colla simullanca sussislcnza dl qucste sei equazioni non solo vcngono ad avverarsi Ic (66), (67), ma anchc la (65), pcichc in essa it cocl- ficicnte di z si anmdia a molivo dclle (68) , e la residua cquazioiio (73) sr — /' -f- gsk, = o non c clio una combinazione di due delle precedcnti, cioe della (69) nioltiplicata per lis. a cui sotlraggasi la (71), falla osservazione alia (74) i-h lis' = h conseguenza della (56). Sieno ora le (65), (67) quelle equazioni nelle quali debbansi annul- lare i coellicienli delle ^ arie polenze della z apparente. Avremo cinque equazioni. Lc due provenienli dal coefficientc della z nella (65) e da quello della z~ nella (67), ci riprodurranno le (68): allora le allre tre si ridurranno alle (71), (72), (73). Presentemente convien nolarc che nella (71) possianio mellere (equazione (74)) '* — ^*' invece del- r unita coefficienle di A', dopo di che T equazione e lutla divisibile per h e si ha /■' — .s'/' — sS'^, == o . Soniinando quesla colla (73) ci viene un'equazione lutla divisibile per «, che e la (69). Ricomparsa cosi la (69) , V annullarsi dei coefficienll di 2, z' nella (66) vedesi una conseguenza necessaria di quanlo si e animesso per le altre due equazioni. c non una supposizione o jjrj'on. + L = o g log. 5 — III. -H /t.vf (p + K dove adcsso le L , A significano costanli assolule nel piu lalo senso della parola , come la / . Possono le Irovale eqiiazioni ridursi a due allre coiitciienli clascima una sola incognita, die sono , ©), //(p, ©), come si e gia praticalo al num. 32. Quanlo alia I, sappiamo adesso essere una costante die non conliene nc y), nc fp, e qucsta notizia agevola le derivazioni alle quali do- vrenio passare. Dopo di cio quell' equazione (55) converra die sia una equazione identica , come si e delto delle (57), c polra derivarsi Ire volte sepai-alamenle per x , j\ z. In virtu di tali derivazioni verremo a sapere die (anto //', quanto JJ, sono zero, ossia die la // e una costante assoluta come la /, e le Z,, A delle equazioni (77). Non possiamo pertanto dispcnsarci daireseguire le indicate deriva- zioni . (juantunque sia operazionc laboriosa. Per altro non facendo I operazione lulta dun colpo, ma parte per parte, si riesce a dominare SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 101 Ic difficolla. Dicasi ft tiitla la quanlila sotloposla airarco dl tangentc: r cquaziono (55) molliplicata por li sara (79) jf Arc. tan. ft — /(A = hll — hl'rx -f- hl'fjy . Coniinciaino a dcrivarla per x : e priinieramcnte Ora , visto il valorc di ft , Iroveremo dopo facill rlduzioni — A ^'' IP. _ V) — dx da: dx 1 -f- ii" ^"^ e la precedente equazione potra porsi sollo la forma dh . ... ., ,„„. . ^A s .A«^-+},(/^— A.)_w=;A_ =A(^'•, arri- verenio a quest' allra (8.) ^V-+-^,|=:o. Soltraggasi alia (80) moltiplicala per r la (81) moltiplicata per ly , e ricordandoci della terza delle (Sp) , ci vcrra //, A = 0 : dove il lallorc A non pu6 essere zero , altrimenli (attesa T equazione (53)) sarebbe zero la velocita w . Sara dunque zero V allro fallore , dopo di che, o per Tuna o per T altra delle (80), (81), ci verra provalo lisullare insienie (82) H'—H,— o come fu piu sopra annunziato. Si polrebbe essere curioso di sapere a clie conduca la derivazione della (79) per z . Ho cseguito anche questo calcolo un po' lungo, nel quale pero si verificano bellissime riduzioni, ed ho trovato per risul- lalo finale Y equazione Ogiuin vede che questa pure e verificata dalle equazioni (82). Non mi fermo a descrivere V operazione , non essendo essa necessaria al- 1 intenlo che abbiamo di gia conseguilo arrivando alle equazioni (82): e pero utile il sapere che si ha per essa una riconferma delle opera- zioni precedenti. oS." Presenlemente siamo giunti al punto di cogliere il desiderate Irulto di lunghe fatiche , quelle cioe di ottenere le equazioni finite fra le tre velocita , la pressione e le Ire coordinate , con costanti che ri- mangono invariate per tutta la massa fluida in movimento : equazioni SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 103 insomma chc conispoiulono allc (Sa), (54), (55), del Capilolo prc- ccdcnlc. Dalle (53), (54) dcduciamo ed avendosi dalla (49) (83) /';s — X = f H- l(ru — qv) , la precedente puo mularsi nclla (84) 5 = [/^l^^v'-^ j|_|_/(,.M_fyvOJ' • Eliniinando k frala (83) e la seconda delle (77), e richiamando le equa- zioni (34), (84), Iroviamo hl'z rr: /if H- (/ -f- lil(ru — qv) -+- hsl'{qx -+- ry -h sz) (85) Sflog.[/~/^v^-t- ||-+-/(r« — 9s?)j^ Questa e una delle richieste che fa risconlro alia (54) del Capitolo precedente. Un'aUra ci verra dalla (55) ove adesso sappiamo che la H e una costante assoluta: e cio col mellervi in luogo di A il valorc — Iw dalo dalla (53), einvecedi Vz—k ilvaloiepoc'anziscrillonella (83). Abbiamo per tal maniera (86) l\rx — qy) — H~^-f Arc. tan. -ff— — /^^■ equazione che fa riscontro alia (5 2) del precedente Capo. Le (85), (86). a cui aggiungasi la prima delle (36) , cioe la (87) qu -+- rv -f- su- :=: o , sono le tre equazioni finite fra le velocita, le tre coordinate e coslanti che non mutano valore percorrendo i diversi punti della massa fluida. 104 SUL MOTO PERMANENTE DELLACQUA. Cavercnio una formola simile per la prcssionc dalla prima delle (78) die ci da (88) p — O — gs{qx-h >•) -f- sz) —^ log. ^ -f- ^ 5' dove si e posla O in luogo della oostantc ' .« , e si dcve iii- teuderc soslituito alia ^ il suo valorc espresso nella (84)- La formola risponde alia (55) del Capilolo preoodenle. Polrei qui tratlenermi a far notare chc le eqiiazioni (85) , (86) , (88) coiitengono come caso parlicolare le simili gia lro\ale pel molo a due coordinate : ci si presentera pero una maggiore opporlunita per tale dimoslrazione nel Capo seguente. 37.° II complesso de' risultamenli ollenuli puo presenlarsi sotlo uii asj)etto pill semplice c piu facile ad essere pienamente compreso, come al num. 42 del Capo III della Memoria precedenle. Essendo q^ r, s le tre coslanli angolari clie cnlrano nellequazione del piano della sponda, e Ira le quali sussislc requaz.*= y' + r' + «'= i ; H( , h due qoanlita fallc di q^ r, s come segue (89) »'' = -r^ ; h = ^r^ • /, //, A', O quatlro costanti assolule tanlo per riguardo al tempo, quanto per riguardo al luogo ; p, 9 due funzioni delle tre coordinate x, j, z determinate per mezzo dellc due equazioni trascendenti l\rx — qy)z=H-\- mp (r sin. G + qs cos. Q) — 9 i t r\z- hs{qx + ry)\ ~ K + mho {r cos. d - qs sin. 0) + g log. p [/m; le quattro formole clie danno le tre velocila e la pressione pel punto generico (x , r, z) dl tutta la massa fluida in moto , sono lu zzz — gr -\- lip cos. S Iv rzz gq -+- mp {s sin. 0 — qr cos. 0) ^ /vv = — )Hp(r sin. d -f- r/scos. 0) V — 0 — gs(qx -h ry -+- sz) — |; log. p j/m H- '^ p' ; SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. iOJ5 [/ cquazionc poi dclla siipeificie libera e data dall' ultima dclle prc- ccdenti (91), ovc ncl priino menil)fo in Iiiogo di p mellasi ts die significa la picssionc alinosleiica coslaiite. Per vedere come quesle formole dipcndano da quelle del numero preccdcnle , conviene porre (js\j -}- l(ru — ^c)| -+- rlw =: — p sin. Q (92) r ||-H l(m — qv)i — qslw rz p cos. d cssendo p, Q due funzioni delle x, j, c da detcrminarsi. SI dedu- cono da queste le equazioni inverse £/ = — Arc. tan. — ^- -, (93) r^f-hl{ru — qi-)^-~qstw mp' = rH'=-h j|-H/(ru-,7.)j' la seconda delle quali , confrontala colla (84) , da (94) 3 = p |A^ . Le slesse (92) , sciolle come due equazioni di primo grado a due in- oognite, somministrano i risullali Iw^ — mp (/• sin. f) -f- qs cos. Q) I -I- /(»•« — ^r) zzz mp(r cos. d — qs sin. Q) . Di queste la prima e la tcrza delle (91) : si lianno poi la prima e la seconda dclle (91) determinando m, v per mezzo della seconda del- le (95) c della (87) ove siasi poslo in luogo di w il suo valore dalo dalla prima delle stesse (95). Durante la descrilta operazionc occorre di far uso della i — «' = ^ (equazione (56)). Quanto alia quarta del- le (91) si ha dalla (88), messo per 3 il suo valore (94)- Le due equazioni poi fondamentall (90) ci risultano alia scgucnte maniera. La prima ci viene dalle (86) a colpo doccliio. vista la prima Vol. II. 4 4 lOG SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. (lello (!)3) c la prima dolle (gS). La scconda dellc (90) si ha dalla (85), soslituondo il valorc dato dalla scconda dclle (9^) , e sollo il logaritmo (jucllo ciic vedcsi nclla (94). Si osservi che trasponendo ncl primt) membro la quantita fixr(qx -f- ry -h sz) , il coellicienle totalc della z licscc I (h — fis-) , ma si riduce ad T scmpliccmcnlc per cflello dclla (56). 38." Imporla di vcrificare rcsaUezza del sislcma dellc equazioni (90). (91), provando anchc mediante una dimostrazione a posteriori, ch'esso soddisfa a liiltc Ic equazioni del problema primitivamente assunte. Comlncio dal far osservare cavarsi dalle equazioni (89) e dalla «/' -f- '■' -i- s" rz:: I le seguenli tre (96) 9'=!-- ; »-=:^-h--i ; 5—1-,-. Dalle due equazioni (90) derivale per x deducansi i valori di ^ ' ^ ■" il die non esigc se non la risoluzionc di due equazioni di primo grado a due Incognilc j pol si derivino le stesse equazioni (90) per j, e in iin modo similissimo ritraccransi i valori di '-J^ ■> y- : da ultimo facciasi lo stesso per avere i valori di ■£-■> -r: dalle derivate delle (90) per z . Poncndo per abbreviare (97) D = m/('p' — (f i > alori . che insegnammo a (rovare , risulteranno D £ z^ hty(gqs-^h^s\n.6) Dj- = hVo\ grs — mp (s cos. 0 -\~ qr sin. d) [ D-£ zz: hl'p\mp{r COS. 6 — 9s sin. 6) — 1| D^ ^z hl'igr -f- Ap cos. 6) Z)-j = hr\mp(ssin.d — ^rcos. 0) — gq[ D^ zz. — hi'. »ip(r sin. d -+- qs cos. S) . m SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 107 Avcndo qucsti ci sara facile dcdurrc, derlvando Ic prime trc delle (91) rispellivamente per x, y, z, 1 valori di ^ , ^ , ^ , che rmsciran- 110 , ricordandoci dl far giuocare opporlunamente Ic (96) , Dj- = — glp • /i''(rsln. d — ^rscos. Q) (99) Z> j^ = — glp ]r(m — h') sin. Q -|- q. rr ,, in vale parziali X'^'rfx'^'^'J"' ® qumdi per elletto delle equazioni (2) e delle (91) anche qnclli delle derivale tolali pel tem- po «', v\ w', e cio air intento di verificare le tre equazioni mecca- niche (i). La strada pero c un po' lunga. Val mcglio cercare i valori di m', k>\ w\ in quest' altro modo. Dalle equazioni (90) apparisce che le p, 9 sono funzioni delle ae, y, z senza tempo esplicito : pertanto le loro derivate tolali pel tempo saranno , dl-) d:j dp (100) -^ (., do do d9 ^ = ^« + 47^ -+- T/^' • Pongansi qui nei secondi membri i valori (98) e quelli dati dalle prime Ire delle (91), c svolgendo pazientemente tutli i prodotli, e ricor- dandoci di sostiluire i valori (9^) quando capitano i quadrali 9', r% s\ trovercmo che per la prima vanno separalamente a zero tutli i coef- ficienti totali di sin. 6, cos. 0, sin. 6 cos. 9, sin." 9, cos.^ 0, e per la seconda riescono eguali ad mhp^- quelli di sin.' 0, cos.' 0, talche Tan- golo sparisce : e dopo allre facili riduzioni ci verranno i due seguenti 108 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 1 isullali molto osscrvabili , dai quali Iraireino profillo anche in ap- prcsso (loi) 0'= o ; &ZZZ I . Ill virtu (li si fatti valori Ic prime tre cquazioni {91), derivalc lolal- inonte pel tempo, ci daiino subito w'rr: — /(O sin, 0 (102) p'= Hip (s COS. 6 -t- grrsin. 0) w'zzz — »«p(r cos. 0 — ^ssin. 5) . Ora prcndasi la quarta delle (91) e se ne traggano i valori di ^, j^, ^, soslituendo alle '-f-^'-f-^^ '4;, clic si generano nelFoperazione, i valori somminislrati dalle prime Ire delle (98): otterremo per ^, , ^,5' + ^ tali valori clie saranno qiiei medesimi dei secondi membri delle (102) eol segno mutato. Dopo di cio V avveramento delle equazioni mecca- niche (i) si rende evidenle. Resta a provarsi cbe il sistema delle equazioni (90), (91) soddisia anche alle due condizioni del rimanere le molecole del fluldo per lutla la durata del movimento , altre alia superficie libera , allre aderenti al piano di sponda. Quanto a quelle del piano la condizione e espressa dair equazione qu -f- )T -f- sw zz: o la quale e soddisfalta per la sostituzione dei primi Ire fra i valori (91). Quanlo alle molecole che si trovano alia superficie libera, T equazione che esprime I" anzidetta condizione , si ha derivando totalmente pel teinpo la quarta delle (91) dove siasi anlecedentemente messo (come gia dicemmo) nel primo membro al luogo della p la costante trr . Tale derivata e , , mWii' — iSf" (dp dp dp \ \ edemmo che la sostituzione dei valori (91) gia annulla la prima parte SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 109 del sccondo nicinbro: e peiclie lulta l"cquazionc sia avvcrala convienc die abbiasi altrcsi dp dp dp identita dl gia vcrificata quando giugncmmo alia prima delle (loi). 39.° Prima di por lerminc a qiiesto secondo Capilolo faro osservare die se a laluno piaccsse averc per la pressione un'allra formola ana- loga a quella (68) del Capo III della Mcmoria precedcnle , o alia (56) del Capo I di qucsla , formola die da la pressione per mezzo delle Ire ^elocita, polrebbe olleneria facilmente nel modo die segue. Presa la (88) vi si elimini g log. 5 mediante la (85) , avvertendo die il radicale sotto il logaritmo eguaglia i&, come si ba dalla (84), poi con qucsla stessa (84) si elimini dalla (88) anche 3' : dopo al- cune facili riduzioni ci risullera (io3) p — Q — gz-\-^ {ru — qv) -h J ) w'-f- [ru — qvy \ essendosi fallo ^ 3-^ sK La formola (56) del Capo I e contenula in quesla (io3) come caso particolare. CAPO iir. Di alctine applicozioni della precedente teorica. 40.° Non parnii fuor di ragione il ripromellersi dalla teorica prece- dente molte utili conseguenze per conoscere un po" piu addentro che non siasi fallo finora le parlicolarita del moto permanenle dellacqua nei canali aperti e nei fiumi. Fra le varie questioni die vi si riferiscono ve ne ha di quelle che esigerebbero d' essere trattate a parte in ap- posite Memorie. Qui mi limitero alle considerazioni piu spontanee, e in piu d" un luogo mi acconlentero di avviare ricerche , le quali po- tranno poi Irovare in altra sede un maggiore sviluppo. 110 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. Rinollcndo sull'aiialisi del Capo aiitccedente si scoigc siibito ch'essa put) applifarsi iinmcdialamciite al moto deiracqiia fra due sponde pianc connuique inclinale all' orizzonlc , ma pero fra di loro parallele. Ora qucsto niolo puo faoilinciilc prodursi in un canalc arlificialc , ma na- luraluiente nou puo occorrere chc assai di rado, esscndo d'ordinario le sponde dei (iumi non parallele fra loro, ma inclinalc alPinfuori per modo die i loi'O piani, prolungali mcnlalmcntc, concorrono al di sollo del fondo. Nondinieno io ritengo chc anche per I' anzidello caso piu frequenle puo trarsi vantaggio dalla prcccdente leorica. Torniamo col pensicro a quella sponda descrilla al num. 28 del Capo precedente, la quale interseca il fondo inclinalo alF orizzonte secondo una relta , la cui projezionc orizzonlale riescc parallela all'asse delle x. Conce- piamo delincata sul dctlo fondo inclinalo all" orizzonte la gia cola men- tovala rella L parallela alPintersecazione della sponda, e che sia quella la cui projezione orizzonlale coincida coll' asse delle x. Sul fondo slesso immaginiamo dalla banda opposta Tallra sponda piana inclinala aH'in- fuori come la prima , c tale che anche la sua inlersecazionc col fondo sia parallela alia rella L e discosla da essa lanlo quanlo T inlerseca- zionc della prima sponda. Se per la rella L liriamo mcnlalmenle due piani /*, P' paralleli alle due sponde , tullo lo spazio occupalo dalla correnlc vienc diviso in tre scomparlimenli. I due lalerali fra le due sponde c i piani P, P' presenlano ciascuno il fcnomeno di un'acqua chc scorre fra due piani Inclinali e paralleli, come si e accennalo piu sopra : e in mezzo residua una doccia falla di due piani congiunli a spigolo, di cui possiamo formarci un' immagine lenendo sollo gli oc- chi un libro semiaperlo. La prima idea che suggerisce e di credere che nei due scomparlimenli lalerali il molo si eflellui secondo Ic leggi risullanli dalla leorica del Capo precedenle, e che nella doccia di mezzo I acqua corra con leggi parlicolari non ancora csplorale. lo pero inclino a credere che anche nella doccia di mezzo I'acqua corra in piani paralleli alle sponde di qua c di la del piano verlicale che possiamo immaginare erello sopra I' assc delle x c conlinualo per tutla la lunghezza del canale. Parmi abbia ad accadere che delli piani paralleli, lagliali dalF accennalo piano verlicale, divcnlino, alzandosi. SUL MOTO PERMANEiNTE DELL'ACQUA. Hi semprepiu strclli coll' avvicinarsi al mezzo della correntc e alia supcr- ficie. II piano vcrticale longltudlnalc nou fa ohc so[)primerc una parte sempre niaggiore, vencndo dal fondo alia siiperfific, di que'plani pa- ralleli , nei quali (in allro slato di cose) il inoto si sarehbe elTottuato inleramcnle, come avviene in qiielli al di qua c al di la dei piani P, P'. Ben e vero die il piano verlicale longitudinalc non polrebbe essere lambito dalle molecole del fluido, come lo sono le spondc, perche le verc trajctlorie, nascendo dalP inconlro dei piani parallcli alle spondc colic superficie dove la prcssione e coslanlc , sono linee curve : e se le molecole lambissero il piano verlicale , dovendo ancbe stare sopra piani parallcli alle sponde, le trajettorie (come intersecazioni di due piani) sarebbero reltilinee. Da cio pero si verrebbe soltanto a conchiu- dere chc nella piassima prossimita del dello piano longitudinalc vi sa- rehbe nel moto delFacqua qualche inlerruzione di continuila, forse si piccola da non riuscire apparcnle al senso. Vedere quale delle due supposizioni ora riferite abbia luogo in na- tura e ricerca non difficile ad islituirsi per via di esperimenli sopra canall artificiali. Per esempio: crealo un canale colle sponde inclinate airinfuori, come il sopra descritto : quando la correnle fosse gia sta- bilita , introdurrei i piani P, P' parallcli alle sponde , falli di lastre sottili, e osserverci se il moto negli scomparlimenti primo e terzo viene a subire alterazioni. In falli , dopo V introduzione di quelle lastre , e certo che in delti scomparlimenti primo e terzo il moto si efleltua se- condo la teorica del Capo precedente : se quindi T introduzione delle lastre non abbia alterato il moto , si conchiudera che elTetluavasi quivi colle stesse leggi anche prima. Secondariamente formerei il canale ar- tificiale piu sopra indicato pel primo , a sponde inclinate parallele , cioe volte 1' una alP infuori , Y altra alP indentro : poi introdurrei in lastra sotlile sopra la retla media L il piano verlicale longiludinale. 6 osserverci se il moto dalla parte della sponda inclinata ail infuori viene alterato : e quando lo sia , se V alterazione si estenda soltanto alia mcta della dbccia compresa fra il piano verlicale e il piano P pa- rallelo alia sponda, o se pass! oltre il piano P. Potrei suggerire allri sperimenli per meglio illuminare la qucslione : ma i due ora descrilti semhranmi i decisivi. 112 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 41." Intanto io credo di aver buonc ragioni (") per adoUare la se- coiula dollc due supposizioni suinmcntovale: il die vuol dire (ammesso che il canale sia siinnietrico colle due sponde volte alFinfuori, siccome si e detlo di sopra in secondo liiogo) lener buone per la inela della corrente, dalia prima sponda lino al piano verticale longiludinale, le lormole (85), (86), (87), (88), ovvero il sistema delle (90), (91), c trasportarle alPaltra nicla della corrente col rendere negative le y e sostituire all' angolo i dell" inclinazione della sponda coll' orizzonte , (piello del suo supplemento. (*) Di quesle la principalc si c clie conside- ralo Io spazio prismatico coinprcso fra il piano P parallelo alia sponda, il piano verlicale longi- ludinale e la supcrficie dcllu corrente , posso immaginarlo diviso in un numero grande di sparlimenli per mezzo di raoiti piani paralleli alia sponda c di allrellanli paraileli al fondo. Allora in ognuno di tali sparlimenti si liannocor- rcnli fra piani paraileli siniili a quella esistenle fra la sponda e il piano P: e quindi ragione- vole il credere che il niolo in essi si effcUui secondo le slesse leggi. Ben vcggo avanzare , anclie dopo una tal divisione, varii minimi spazii prismatic! aderential piano verlicale lon- giludinale: ma siccome posso imniaginare mol- tiplicati air iiidelinilo i piani adoperali nell'ac- cennata oprrazione , posso pure concepire di- luinuite all'indelinilo le piccole masse d'acqua il cui moto non rienlrerebbe nelle condizioni di qucllo descritio nella Memoria. I'revedo un'obbjezione. A questo modo, mi si potra dire, potete anclie, per mezzo di piani vcrlicali paraileli a (picllo erello sul mezzo del canale, e molliplicati quanto bisogna, fare un siniil giiioco per diuiostrare die , non ostanle la sponda inclinata , il niolo si effettua in essi, come asseriva il Tadiiii. Allora i minimi spazii prisinalici d'avanzo capilerebbero invece ade- renti alle sponde. Rispondo : quel piano verli- cale e di puro concello acconiodalizio, laddove le b|M)nde sono reali e sono due , v il duver la corrente assecondarle fu gia riconosciulo come legge imprcscindibile : non c piii ragionevole credere clie quesle e non quello dirigano il niovimenlo ? La questione poi sembra ben de- cisa dall'esisleiua del (ilonc, il quale (come si dimoslra nel leslo) non sussislercbbe sup- poncndo il nioto fra piani verticali , e sussiste invece nella supi)osizione nostra del moto fra piani obbliqui paraileli alia sponda. Si sarebbe anclie potulo credere che nel caso altualc la corrente non ubbidisca ne ad una sponda ne all'altra: ma che per 1' effelto conibinato delle due venga a prodursi leorica- menle da ambc le parli una sponda neutra , probabihnente curva , che la corrente si crei da se medesima, come si crea il proprio fondo: reslando alle due sponde plane due rivesti- raenli di fluido 0 fermi 0 dotal! di moli par- ticolari e staccati dal movimenlo della massa principale. Non ho Iralascialo d' isliluir ezian- dio ricerehe su questa supposizioiie per inda- gare qual sarebbe quella sponda neutra, giac- ehe quando non vi sia ragione per cui una sponda eomand! il movimenlo piultosto che I'al- tra, sembra vanii che cosi dovesse necessaria- mente avvenire. Ma poi ho credulo ancora piii ragionevole la supposizione adotlala nel leslo, che di una corrente ne fa due, ciascuna delle qual! ubbidisca ad una sponda : parendom! slra- noche incorrenl! di grande larghezza un eam- biamenlo d'inclinazione ad una sponda avesse a modificare il movimenlo di lulla la massa fluida fino all' allra sponda : al piii Io modifl- chera fin verso la mela dell'alveo. Ripelo pero che qui e d' uopo cavar lurai dall' esperienzc. SUL MOTO PERM/VNENTE DELLACQUA. 113 Passo pcrlanto a moslrarc in ([ual inodo , cosi faccndo , si possa tcoricamcnte render conlo di varii lalli die si osscrvano nclle corrcnli acquee. Per maggior semplicita supporro die il fondo (il quale non e [)oi il vero fondo naturale, come si e detto anche al num. 28) sia orizzonlalc , cioe die nclla cquazione (3o) del piano della sponda sia zero r angolo n , di guisa die V equazione si riduca (i) /"sin. t = sin. i ' y — cos. i • z . Pero insislo affindie si rilenga die se io cosi faccio, e unicamente per rendere piu comodi i calcoli, e per la considcrazione die il piii delle voile nei casi pralici F angolo rj polra ritenersi nullo o estremamcnte piccolo : ma die alle conseguenze die ora dedurremo si verrebbe , quantunque un po' meno agevolmenle, anche trattando le formole ge- nerali, cioe la (3o) del piano e lutte le altre del Capo precedente. iielle quali si conscrvassero i valori delle p, q^ r, come furono dap- priina assunti. 42." CoUa modificazione qui da ultimo dichiarala vengono ad essere (rivedi le equazioni (3i), (89)) (2) 9=10 ; r = sin. t ; sizz — cos. t ; TOz=:A^-^-r; e il sistema delle equazioni (90), (91) si riduce p sin. Q — gsxnM' 6-f- /Tzz: Tsin.^i • x 0 cos. 6-1-9 sin.'i log. p -h A" = Tsin.^t (r sin. t -h y cos. i) 1 sin.^'t • « zz: — g sin.^t -\~ p cos. 9 / sin.'t • V rz: — cos. i • p sin. 9 I sin. t • w zz: — p sin. 9 prr: 0 + gf cos. t(jsin.t — CCOS. I) — ^^^' ' log. p -I- 2/'sin.*t dove si sono rimesse le costanti //, A', O in luogo delle costanti // sin. « ; K sin.^t — g sin.'t log. sin. i ; 0-4- I_j!L_i log. sin. i . Vol. II. 16 114 SUL MOTO PERM.\NENTE DELL'ACQUA. Qiicstc formolc, faccndo Tangolc i di 90°, ossia riducendo le spondc verlicali, ricadono nelle (71), (73), (74) del Capo III della Memoria precedente, avvcrtcndo die in esse Ic j', v dlcono le slesse cose che in qucslo luogo Ic r , u- . Da cio inferiamo essere esalla una propo- sizione la (juale risconlrasi nellc oj«ere dci chiarissinii gcomctri Venlii- roli, Plana, MossoUi , ma che a me non parcva ancora in ogni sua parte diniostrata : cioe che i' moto delF acqua in un canale a sponde verticali e paralleic potesse ridursi al moto in un piano c Irattarsi a due coordinate , cssendo nulla la velocita lalerale , ossia secondo la lar- ghczza del canale. Quello che io non vedeva, e che ora riconosco esser vero, si e che le costanti pel moto in uno dei piani paralleli alle spondc dovessero avere i medesimi valori anche pel molo in altro qualunque di dctli piani. Osservisi infalti per un tal caso delle sponde verticali e parallele, che sparendo nella seconda delle equazioni (3), a motive delFannuI- larsi di cos. «', Vy espHcita, risulla da quelle due prime equazioni che p, d sonc funzioni soltanto di x, z: c dalla terza, quinta, sesla, che le velocita it ^ w ^ e la pressione /) sono indipendenti dalla po- sizionc nel verso della larghezza del canale: la v poi, per la quarla delle (3), e sempre zero, essendo cos. t = o. Queste deduzioni con- cordano coif osservazione. (Vedi Tadini in piu luoghi della sua Me- moria Del moKimento e della misura delle acqiie correnti = Nuova Raccolla di Autori italiani che trattano del moto dellc acque = Bolo- gna, 1824, Tom. II, pag. 139.) Altra dedazione degnissima di altenta disamina si e che il (in qui delto non ha piu luogo se nella seconda delle equazioni (3) , sussi- stendo cos. t, sussiste Y y esplicita. Adunquc dalle inclinazioni delle sponde, e tanto piu quanlo minore e T angolo i, dipende il variare delle velocita «, p, w (e quindi anche della velocita assolula) nelle diverse sezioni longitudinali , poste le altre cose pari , secondo la di- stanza di esse dalla sponda , e in conseguenza anche la produzione del filone. Questa dipendenza della formazione del filone dalla inclinazione delle spondc, e un principio di cui io non avea notizia, essendomi risultalo dalle mie formole. Mi diedi quindi a frugare negli scritlori SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. Ho d' acque c Irovai varii falll chc V appoggiano (">. Tadini volea che il filonc dipendcssc dalla convcrgcnza o divcrgcn/a dclle spondc sup- posle piane e vcrlicali (vcdi luogo cilalo, pag. 197) : cosicche, sccondo lul , non potrcbbc darsi filonc in un canale di uniformc larghezza colle spondc pianc inclinalc alFinfuori: nclla niia Icorla invccc si da bcnis- simo, c credo chc il ("alto lo comprovi. Ma Tadini supponca (vcdi luogo citato, pag. 192) chc anchc quando Ic spondc non sono a piombo, possono , pel moviniento dcUacqua, considerarsi tali : invccc , stando allc niie formolc, cio c mollo lungi dal vcro, influcndo linclinazionc dclla sponda come clcmcnto principalissimo nel movimcnto di tulta la inassa fluida ("). 43. A meglio illuminare la questionc giova dcdurrc dalle nostrc formolc qualche nozione piu esplicita inlorno alio sccmarc della velo- cila orizzontale u (chc si clTcltua nel senso dclla lunghezza del ca- nale) coir avvicinarsi allc spondc inclinale partendo dal mezzo del canale medesimo. A queslo oggetto, non essendo agevole il traltare di- retlamenle Ic cquazioni pel motivo del loro carallere trascendenlc , tratleremo la scric (4) ^r^ = 5^ " -+- 7p T ^- *^^- la quale esprime 1' aumento finilo che prende la u quando v di- vcnta ^ -+- w , restando come prima le x , z . O Vi e in falli favorevole lulta quella dol- e seguenli , ove e recata anche uaa cilazione Irina die consiglia, nel caso che s'abbiaiio a del Duffon che fa mollo al caso niio.) Vieiie in coslruire sponde arlificiali di fiurai, a dar lore riconfcrma del qui asserito quanlo scrisse Rer- un dolce pendio , imitando cio che avviene in nardino Zendrini a pag. 208, 209 del suo Trat- natura. E in vero quando un fiume si forma le tato delle acque conenti. (Prima Raccolla di Bo- sponde da se , se le forma appunto cosi : e lal- logna , 1823 , Tom. VIII. ) voila pochissimo resislenli, lerrose, od anche (**) II falloche il Tadini reca in prova di sua coperle di erbe : eppure tali sponde baslano a asserzione, del non piegarsi > erso le sponde le conlenere fiumi rapidi e ricchi di acque. La asle rilromelriche quand'anche quelle siano in- vera ragions per cui le sponde molto inclinale clinate, non si oppone alia noslra dollrina deg!i valgono a conlenere il fiumc meglio che spon- slrali fluid! scorrenti parallelamente alle spon- de solidissime d' allra foggia, e la piccola ve- de , perche delle asle allraversano raolli di locila che s'ingenera in si fatle rorrenli verso tali strali e risenlono in diversi loro punli le le sponde in confronto di quella che ha luogo velocita proprie a ciascuno di essi , scnza che verso il mezzo. (Vedi Mengolli: fdraulka fisica per queslo motivo debbano piegare in maniera e sperimeiUale: Vcnezia, 1816, Tom. I, p. 211 scnsibile. 11(> SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. Abbiaino dalla tcrza dcllc (3) (D) /sin. t^=: cos.0;^ — psin.Q;^ ; Abbianio allrosi dalle duo prime delle (3) derivale per j , o piu pre- sto dai valori (68) del Capo prcccdente, ricordale le equazioni (a). III consegnenza caviamo dalla (5) ,^> du . . p' — ss'\n.''i pcos.O (6) T-Z=COS.l«/« -^ " - dj ' p^ — gWn. Posslamo faciimenle tramutarc qucslo valore in una espressionc I'alla folic velocila n , n- . Di faUo dalla terza e quinla delle (3) caviamo p"=: smMig sin. i -+- luY-+- Fsin.'i w^ c sos(iluendo anche per p cos. 0 il valore dedollo dalla lerza delle oquazioni (3) , ci risulta , , du . , | , riflellendo cbe quella e negativa percbe contraria all aumento delle x, la diflerenza finita A,?« deve essere positiva : po- silivo dunque convien cbe sia il valore del secondo membro della (7). >edremo piu innanzi cbe la coslante /, quando il pelo della corrente SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA ii7 e declivc, ha seinprc un valorc posllivo. Cosi cssciido, veniamo a ca- pirc die il sccondo nicnibro dolla (7) ha un valorc positivo. quanlun- quc u sia iicgaliva. Di i'alti poncndo (8) M = — y. ; ^—7— zzz v : -^—. = a e chiamando ^ rallro fallorc oltie cos./-/ ncl sccondo membro del- la (7), troviamo di polcr dare al valorc di 'C, la forma (9) ^ = I -+- k' — ai'jf-f-ff" L'andamenlo dei valori somminislrali dal sccondo mcnibro di qiiesta equazionc piio sludiarsi conic se cssa lossc Tcquazionc di una curva piana ohc avesse y. per ascissa e <^ per ordinata. hilanlo vcdiamo a colpo d'occhio chc ^ e scmprc posiliva quando x. e piccola, e quando as- sume un valore eguale o maggiore di 2V . Astrallaniente parlando polra darsi anche qualchc valorc di x che renda negativo il sccondo membro dclla (9) , ma sla poi a vedcrsi se un valore si fallo abbia luogo in nalura. Rilorncremo piii innanzi su queslo argomento esami- nandolo al hune di un' analisi piu accurala. 44." Un falto che fu osservato piu volte nelle picne dei fiumi si e che i' acqua corrente nel sito del filonc e piu alia di quella che corrc in vicinanza dclle sponde : di modo chc la sezione normale all' asse del fiume ricscc superiormenle limitala da una cur^a convcssa (Vedi Guglielmini. Trattalo delta nalura dei fiumi. Tom. II. Cap. YII. p. 17-18. Edizionc di Milano del 1821 ). Qneslo fenomeno e dal Guglielmini slesso chiamalo colmcfjfjiamenlo. Vcdiamo se le noslre lormole ce ne dicono (|ualche cosa. L' equazione di quella curva che limila al di sopra la sezione Iras- versale ci e data dair ultima dclle equazioni (3) nella quale meltasi ncl prime membro in luogo di p la m esprimcntc la prcssione atmo- slcrica e si consideri x costante: Qui pure per conoscere 1 andamento dclla z al crescere della y considereremo la din'erenza finita 118 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. di cui aumcnta la z quando y divcnla y -+- w : e per la ragione lifcrila nel nuniero prccedcnte ci restringcremo a indagarc il segno che porla il valore di -j- ■ La teste indicala cquazione della curva, derivata per y, riesce o == jf sin. t COS. I + pfsinM dy yj'-^^l^ ijfsinM Ifz) d^ ' Mettasi in essa per ~ il suo valore dalo nel numero precedente, e per -£ quest' altro ^1' I' :„ 3; p{pcos.O — g<^\n.h) "j~ « Sill. I r T—. -r-, dz p — g^sin.'i che si cava in maniera analoga all' accennala onde dedurre 1' antece- dente, ed otterremo dz pcos.Scos.i djr sin.i(g^sin.j — pcos.6) Qui pongasi per p cos. 6 il suo valore desunlo dalla terza delle (3) , poi jier u 1' espressione negaliva adotlata nella prima delle (8), e ci verra definitivamente /, ^> . dz . ffsin.i — Ix (10) — =; cos. I j^ ^^uo. t jT— — 7-: : — • aj gcos. i-\-lsia.i.x Questo valore e sempre positivo se x e minore di ^^'"'' , e ci am- inaestra die quando la velocita nei fiumi epiccola. I'ordinala z della curva supcrficiale trasversa va piultoslo crescendo venendo dal mezzo del fiume verso le sponde. Ma quando il valore di x e grande, come avviene nelle piene, e supera " '^ ' , il sccondo membro della equa- zione (10) diventa negative, e in conseguenza I'ordinata z scema avvicinandosi alle sponde : ed ecco messo in evidenza il fenomcno del colmeggiamento. Mi sono provato a cercare che cosa dicono le nostrc formole inlorno a qucir altro fenomeno singolare che si osserva nelle piene dei liumi. SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. H9 od c appellato il venire ^'^■. ho licoiiosciuto the medianle un'anaUsi si- mile i\\li\ teste iisata si puo intravedere qualche spiegazione anche di esso, sehhene non cosi pcrsplcua come del precedcnte: il die in parte dipende dal non avcre idee per anco perfetle circa alcuni dementi analitici dcdotti dalle equazioni (3) , si a molivo delP indole trascen- dente dclle equazioni stesse, si per esservi Ic costanti tultora indeter- minate. Potra questa indagine fornire una bella applicazione a chi vorra mettervisi di proposito. 4o." Ora scioglicremo, ritcnute le tre coordinate , un problema che nc abbraccia moiti altri ed e lo stesso gia trattato al num. 48 della Memoria precedente colle due coordinate : esso ha per oggctlo la de- lerminazione della costante / e il rilrovamento di due rdazioni fra le velocita in due sezioni. Cominciamo a considerare il passaggio di una molecola del fluido alia sezione supcriore , e siano ivi per la superficie (ii) a= £ ; b — T ; c — jx ; u — — '}. ; w — — a. .\lla sezione inferiore dopo un tempo T siano per la superficie e per la stessa molecola (i2) x = e, ; J=T, ; -s^/x. ; u = — X ; \v — — a,. Osserviamo che come necessaria conseguenza delle equazioni (loi) (Capo precedente) la p e costante in riguardo al tempo, e S e della lornm n -f- /f , essendo n una costante simile alia p . Con queste premesse la terza e la quinla delle equazioni (3) , ci porgono {cj sin. i — 0.) sin.'/ =r p cos. n ; la sin. i = p sin. n {gsin.i—ll,)sin.^i=ocos.{n+lT) ; /cr.sin.t r= psin.(H-+-/7') dalle quali passiamo facilmente alle due . /a, = /(J COS. IT -h sin. i(g sin. j — //) sin. IT (g sin. i — /).,) sin. i = (g sin. t — /).) sin. / cos. IT — la sin. IT (') fe qucsto una certa proluberanza che for- caiiimello , o alia curvatura di un arco. ( Vedi niasi sccuiidu il lungo del nunie, e che il Men- Cocconcelli. IstUuzioiii d'ldraulka teorico-pra- goUi paragouava alia gibbosila del dorso del tica. Parma, 1832, Tom. II, pag. 163.) 120 SUL MOTO PERM-iJNENTE DELL'ACQUA. ovc lion |)iu inlervengoiio le due coslunli p , n chc ci inconiodavano. SiiniliiuMilc Ic due prime dcllc cqua/joni (3) cl coiiducono allc quallro p sin. n ~ g sin.\' ' n + II z= /'sin.'/ • s p sin. (/) +IT) — a m\.H • (u + IT) -\- H — Tsin.'t • g, p COS. » + (/ sin.'t log. p 4- A'rr /'sin.'j(^sin. t 4- T cos. t ) p COS. (n + IT) 4- 9 sin.^i log. p + A'= Tsin.'* (^, sin. j + t, cos. /) . Per via di breve digressione faremo nolare che T equazione (i) del piano sussiste anche pel princlpio del tempo , e si ha /"sin. % zzz sin. i - b — cos. * • c la quale, sotlratla a quella (i), lascia (i6) o = sin. i(j — h) — cos. «(z — c) ; equazione chc per le sezioni estreme da , . COS. / , (17) T,— T=^y^.(/X.— //) . Dopo di cio, soltraendo la prima delle precedenti equazioni (i5) alia seconda e la terza alia quarta , otlerremo facilmente , richiamale op- porlunamente le {i3) e la (17), quest' altre due /'sin./(f, -f) = — gsii).''i-/7'+ la (cos. /T"— i) + siii.«(gsiii.j -lX)s\nlT (10) /•(^i — ^) = (gsin.t — /A)sin.{(cos. /Z"— i) — lffiut.lT che al pari delle { 1 4 ) sono liberate dalle 0^ n . \ediamo ora come dalle quatlro equazioni (i4), (18) possa oltenersi la determinazionc delle due incognite /, 7\ e si cavino altresi due relazioni fra le quattro quantita X, a, X,, ct, . 46.° Faremo per brevila e — e, zr: A distanza orizzonlale // — ytji, =: ^ differenza di livello. SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 121 Sollraendo la scconda dellc (i8) alia seconda dellc (i4) ci rimane la r^ -h sin. i{g sin. i — ll,) = sin. i(g sin. i — A) (lalla quale ricaviamo ('9) ' — s chc corrlsponde alia (98) num. 48, Mem. precedenle. Questa ci da il modo di trovare il valore di /, e ci fa capire che delto valore e po- sitivo quando il fiume e declive e si accelera : nozione di cui ci siamo gia servili in anlicipazione al num. 43. Sottraendo invece la prima delle (18) alia prima delle (i4)<^' risulla un' equazione dalla quale otteniamo prontamente la „ /Asin. i-f-o-, — ff 20) / =: ^-r. , gsm. I ' chc corrisponde alia (94) num. 48, Mem. precedente. Se quadriamo le due equazioni (i4) e poi lesommiamo, veniamo a conseguire la seguente simmetrica /'(T,'-4- sin.'t(' ; Vol. 11. '6 122 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 0 poncndo per v il siio valorc -j-^. u' die pionlamcnte si cava dal- la (16) derivata pel tempo, o anchc dalla quarta e qiiinla delle (3), ^■"■^l ' sin."! Ora duiique se chiamiamo 7', ff le velocita assolutc di una slessa inolecola alia superiicic, molccola chc e la (e, r, p.) alia sczione su- periore, e la (e,, T,, fx,) alia sezione infcriore, avremo in virlu delle equazioni (21). (22) (23) ^ = — - — ; la quale e la stessa (98) del Capo III della Memoria precedente, e ci fa accorti sussislere con generalita maggiore della gia conosciuta il teo- rema: la differcnza di livello del pelo pei due punt I nei quali le due sezioni so)w tacjliate da nn piano parallelo alia sponda, eguaglia ladif- fcrenza delle altczze doiyute alle due velocita assolute siiperfciali per gli stessi punti. Pero quesli due punli di velocila F, W non sono, gene- ralmente parlando, equidistanli dal piano verlicale xr, essendone uno distante di r, e T altro di t, che ha diverso valore ; se volessimo con- siderare le velocita superficiali per punli equidistanti dal dello piano nelle due sezioni, non sussistcrebbe per essi a rigore il teorema scritto nella (23), come avevamo cercato d'indovinare sul fine della Memoria precedente. Cavando dalle due equazioni (i 4) i valori di sin. /T*, cos. IT^ divi- (lendo il primo pel secondo, passando dalla tangente all' arco, e per nltinio sostiluendo a T il valore (20), otteniarao . _ /sin./ ■ g-,(gsin. / — IX) — / sin, t . ff(gsit). i — //,) /Vo-,-(- sin. /(g sill. < — W)(g'siu.j — //,) ^*' Msin.z -+- /((7,— (t) , gsin.'t ' equazione che risponde alia (96) num. 48, Mem. precedente, e che in- sieme colla (21) 0 (23) da le due relazioni dapprima annunciate fra le SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 123 quallro ),, ff, X,, rr,, c quanlita cognilc: giacche nella (24) 1^^ i puo in- tcndersi climinala mcdianlc la (19). 47.° Siano come sopra f\ fF le vclocila assolule superficiali nellc due sezioni superiorc ed inferiore per due punli che coincidoiio suc- cessivamenle con una slessa molecola , e siano ?, a gli angoli che le dirczioni di quelle velocila fanno colPasse delle x. Posslamo assumere le quallro quanlila F^ W, o, a invecc delle quallro )., _|-siii. i(ssin.i— (*) (49) // \ • 9 • A . '"■ -at. '■'' •^ l{\v — ir) rr ffsm. J Arc. tan. r ■. :-t — ^sin. i Arc. lan.r — -, — -. — ■ — tt • ' " siii.i(i;sin.i — /u) ^ sin.i(gsin. 1 — U) Ognuno vede die queste due equazioni contengono la soluzione del problema, giacche possiamo inlenderle risolute per le u, w, le quali cosl risulterebbero funzioni conosciute delle > , -, e di quanlita tulle date: e volendo ancbe la velocila a.ssoluta pel punto (s, >, r), po- Ircmmo assegnarla mediantc la formola (22). Tulta la difficolla sla nella tratlazione di tali equazioni, che sono di forma molto complicala. Non- dimeno possono pralicarsi alcune riduzioni per renderle piu maiieggevoli. 132 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. Cominciando dalla seconda : se compcnelriamo i due archi di (an- genlc mediante la formola Arc. tan. x — Arc. Ian. r :=: Arc. tan. ^~"^ e facciamo per abbreviare (5o) (Szirh ; y = sin. {(j/sin.i — 0) ; m^z ~ ; avremo, passando dalFarco alia tangente, tan. m — -^, — ; — -, j—. — —. y\ phv -\- y — y I sin.i.(u — A) dalla quale deduciamo (5i) Isin.i'iu — X) = y -h Iw „ ^°-^~>' . ^ ' / p -Hy tan. m Se facciamo altenzione air equazione (Sa) sin.t(gfsin. / — lu) = 7 — ls\n.i'{u — 1) che si manifesta idenlica ponendo per y il suo valore (seconda del- le (5o)), vedremo che la precedente (5i) puo scriversi ,ro\ .... , , y- — /Stan.m (3j) sin. i{osin.t — lu) = Iw'-x— — ; • Ora passiamo alia prima delle (49). Ivi la quanlila sotlo il segno lo- garilmico in forza delF ultima trovata equazione (53), e per le due prime fra le denominazioni (5o) , si semplifica assai e diventa (/3cos.m -4-y sin.m)' ' cosi che, ponendo per abbreviare (54) Q == / sin. {'{jx — z) -+- I cos. i • (x — j) , quella prima delle (49) si riduce (55) u — A =: u -4- ^-j-~log. 2 -r--. • / c p COS. m-|-y sin. TO SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 133 E adottando ancora per brcvila quest' allra dcnomlnazione (56) h = ^^"-.^-'"^ ■> ^ gsin.i caveremo dalla precedenle (55) (57) Iw =r (/3 COS. m -h y sin. m) e* . Metliamo questo valore nella (53) , e ci risuUera (58) sin. i (g sin. i — lu) = (y cos. m — /3 sin. w)e*. Quest' ullime due, quadrate e sommate, ci conducono a trovare (59) Iw z= l^(/3'H- 7')e^* — s\n.'i(g sin. i — /«)' • Sostituendo in questa per Iw il valore (60) /w = /3 -h gmsin.'i dedotlo dalla terza delle (5o), potremo cavarne quelle di mi da porsi nella precedenle (58) insieme con quello di A- scritto nella (56). Avremo allora finalmente la desiderata equazione fra t< , u , c costanti tutte note; la u ridotla cosi funzione, quantunque ancora implicita, di u, deve riguardarsi funzione di j, z, attesa la (54)- Se facciamo per abbreviare J ^ y cos. • ,. -h B sin. ■^■,- (61) .ff = 7sin. — P-T — /3cos gsm.i > g sin. « fi-sin.i r ^ e^ ; r equazione di cui parlasi risulta sin. i(g sin. i — lu) (62 . = .ii'-^-"cos. -^A/ (/3'+7')r''"~^~"'-sin.*%sin.t-/u)' f- Br—^-" sin. -^. I /~(/3'+ y')/^'—^—' - sin.' t (5 sin. i-hr 134 SUL MOTO PERMANElNTE DELL'ACQUA. Si ." E quesla Tesalta cquazionc da ciii dovranno parlire Ic indagini analiliclie direltc ad ollcnere esplicilamenlc per serie la funzionc u{q). Noil cntrcro io pcro ne' relalivi proccssi di calcolo, ricordandomi che roggctlo della prcsente Menioria e qucllo di stabilirc la Icorica, piut- tosto che di svolgcrne i varii particolari. Per allro, a non lasciaie a mezzo la soluzione di un problema lanlo iinporlanlc , diro che , accon- tentandoci di una approssiniazione, possiamo prcndere invece della complicata equazione (62) la segucnte (63) sin. i(g sin. i — lu) := yr "~* ""' in cui si cambia la (58) Irascurandovi il lerinine /Ssin.wi- e mettendo r unita in luogo di cos. m . Che cio si possa fare senza andar molto liingi dal vero, ce ne persuaderemo osservando il valore di m espresso nella terza delle (5o). Esso non puo essere che ben piccolo, perche piccole sono le quantita <7, u- a molivo del fattore sin. a (equazioni (2 5), (26)) il quale (equazione (87)) c di una grandezza dipendenle dalla quanlita § che e sempre piccola. Di piu, il metterc i per cos. m e Iras- curare soltanlo il quadrato di »», quantita di second' ordine, e di se- cond" ordine e pure il termine /3 sin. m per effetto del coefficiente /3 ovvero la colla a gia dimostrata piccola. Assunta pertanto la (63), se al prinio membro si soslituisce il valore equivalente portoci dalla (Sa), e poi si fa (64) u — A =: w — 'C, , essendo J^ una quanlita sussidiaria che presto esce dal calcolo , si Irova di poterla mcltere sotto la forma (65) cj = C— r^(»'-^— I)- ^ Ism. I ^ ' Lagrange ci ha insegnato {\cdi Mecanique Jnalytique, torn. II, p. 22) che avendo un' equazione SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 13o si ha pure inversameutc dove gli apicl indicano derivazioni per q . (Jon queslo canone otleniamo dalla (65) C = w -h -i^—r {1'-" — i) -t- ec; ^ /sin. I ^ ' ' 7 e metlendo per ^ V equivalente espresslone cavata dalla (64) , (66) u — ). = T^ 1 1 — -^ ^""^ ( I — »'-") -H ec. ' /sin. I \ g sin-'i ^ V / ■ seguono termini ch'io credo si possano lasciar andare, essendo niolti- plicali per potenze di y superiori al quadrato, e divisi per potenze elevate della g . La y, se ben so ne esamina il valore, non puo essere quantita grande. S2.° La formola {66) ci guida a molte sponlanee considerazioni. Non vi ha forse nella scienza delle acque altro punto intorno al quale le sen- tenze degll scrittori siano in inaggior discordia che qiiello risguardanle la scala delle velocitti in una corrente, procedendo nella slessa verticale dalla superficie al fondo. Chi bramasse aver sott'occhio la straordinaria variela di opinioni su queslo argomento, legga loHava delle Disserta- zioni Idrmdiche del P. Barlolommeo Ferrari, cap. I c X. A me ba- stera dire che mentre unlversalmente credevasi crescere la velocita scendendo dalPalto al basso, il celebre Bonati venne in campo colla sua teorica tendenle a provare che la velocita cresce invece salendo dal basso in alto {Memorie della Societa Italiana, torn. II, pag. 676). Tadini torno a far rivivere I'opinione di chi volea la velocita al fondo maggiore che alia superficie, pero di una quantita piccola e trascura- bile (Mcmoria sopra citata, pag. 193-6). E invece il signor Vcnturoli {Elementi di Meccanica e d'ldrmdica, tom. II, pag. 149, n." 541) con- chiude che la velocita dalla superficie scendendo al fondo, o si man- tiene costante, o scema, prima lentamenle poi rapidamente. Tanla 156 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. disparita di pareri fra uoinini di molto mcrito indicava la somma dif- ficollu della queslione, e die inefficaci dovcvano riuscire per risolverla alcune riccrche appogglate a soli mezzi s|)crimentali o ad imperfelte teoriche. Ora la difficolta di cui parlasi e icsa oslensibile : basla vol- ger r occhio alP equazione (62) per capire quanlo complicala sia la funzionc csprimenle la « per la w, ossia per la quanlila I sin. ('{ul—z), sparendo il secondo lermine dclla w (equazione (54)) qiiando si esa- mina la scala delle velocila in una medesima verlicale. Intanto la formola approssimata (66) ci inostra dipendere il segno della dilTerenza u — 1 da quelle di y, ossia della quantita sin. {(g sin. i — 11). AUorchc que- sla e positiva, e lo c nelle correnli lenle, il secondo membro della formola {66) e positive : quindi la velocila cresce, quantunque di poco, andando dalla superficie al fondo. Accadc il contrario sc la velocila 1 supera — j — { in corris{)onaenza a quanlo si disse circa il fenoineno del colmeggianienlo al num. 44) ; perlanlo nolle correnli rapide la ve- locila decresce procedendo d'allo in basso. Credo poi possibile in uno slesso Ironco di correnle, quando essa mollo si acceleri, uno slalo di cose inverso alia sezionc superiore e alF inferiore. La medesima formola {66) , se vi si fa coslanlc la z ed eguale alia jx (die puo appartenere anche ad un punlo poslo sollo alia superficie, giusla il gia dello al num. 49), ci da la scala delle velocila nel scnso orizzonlale , parlendo dal mezzo del fiume e venendo verso la sponda. E il problema die loccammo al num. 43 , dove pero mirammo solo a dimoslrare Tesislenza del fallo, scnza darne valulazione. E allresi quella ricerca di cui il signer Venluroli (luogo sopra citalo) manifesto desiderio , giacche si riferisce ad un oggetlo inlorno al quale niuno sperimentalore si e fine ad ora occupalo. Di fallo nel caso allualc Fe- quazione (54) si riduce w = / COS. t • (T — y) , e ne risulla w negaliva quando il punlo (£,j, /x) e piu vicino alia sponda che non il punlo (£, -, y:x) , e positiva nel caso contrario. Nel prime, rilenuta y positiva e oj piccola quanlo fa bisogno, il secondo membro dclla {66) e negative: quindi u e minore di X, il die fa SUL MOTO PERMANENTE DELLACQUA. 157 vedere come coIP avvicinarsi alia sponda la vclocita diminuisca. Ncl sccondo caso la fonnola da il segno opposto, ina toriia la medcsima conseguenza, pcrche la u inaggiorc di A apparllcnc ad un punlo piu lonlano dalla sponda. Tullo cio meltc in cvidenza il gia asscrito ai num. 42, 43. Nondimeno, se la qiiantila y fosse negaliva, come ac- cadc per le corrcnli rapide, Ic precedcnti deduzioni verrebbero scon- volte. Qucsto sembra accennarc alia doltrina dci iiloni molteplici , so- stenuta dal Guglielmini pel caso dclle picne (Vcdi Cocconcelli, Insti- tuzioni d'Idraulica, torn. I, pag. 212; torn. 11, pag. H4). Se sia wzzio, la fonnola (66) cl dii «!=).. Ora Tesscre w i=i <> (cquazione (54)) e propricla cbe si verifica per lulli i punti dclla relta la cui equazione e sin. i • (/J. — z) -h cos. i • (t — y) i^: o ; Ecco dunquc un bel teorema. In ogni sezione verlicnle e normale alia corrente la velocita orizzontale secondo la lunghezza del fiume e costanle per tutti i punti di una retta condoUa da un punto qualunque perpen- dicolarmente al piano della sponda. Se pero e coslantc in ogni retta perpendicolarc alia sponda, varia, generalmcnte parlando, col passare duna in allra di tali rette. Non si puo obbjettare che Tessere qucsto teorema dedotlo dalla formola (66), vera soltanto per approssimazio- nc, potrebbe lasciar dubbio sulla sua esattezza: esso inAuti si verifica anche usando Ic formole rigorose del num. i>0 (le (Sa), (Ga)). 53.° Da quanto si disse nel precedente numero apparlrebbe che la scala dellc velocita secondo Ic allezze e o continuamente crescentc , o continuamente decrescente. Per altro il signor Venturoli (luogo sopra citato ) ha scritto che alcuna volla la velocita sembra crcscerc poco sotto la supcrficie : e siccome, secondo lui, torncrebbe poscia a dimi- luiire, avrebbe qui luogo un massimo. Anche Tadini nella seconda sua Mcmoria idraulica (Di varie cose aW idraulica scienza apparlenenti. Ber- gamo, 1830, pag. 33, 36) paria di un fdone d'altezza cho suppor- rebbe appunto T esistenza di un massimo neiranzidella scala delle ve- locita. Valulate, come e dovere, queste autorita, puo nascere il so- spelto che siano erronee le nostrc deduzioni appoggiate alia formola (66), Vol. II. <8 138 SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. la quale noii o rigorosa. Cerchiaino pertanlo di risolvcre la qucsliono altonciulorl alio cquazioui csalle. Convorrcbbc, usando delP cquazlonc (62), ccrcarc il valorc di w die vi rende la « massima. L' opcrazione cpossibilc, cd aiizl presenla ri- duzioni di caloolo cleganti, ma e un po' liinga. Trovo die si giunge ai inedesimi risultainenti per quest' altra via piu spedila. Himonlando alle equazioni (49). nella prima di esse s'introduca w invecc dclla quan- lita equivaleute (equazione (54))- Dopo di cio si derivino quelle due equazioni per «, e traltinsi 17 '-7- come due incognilc delle quali si cerohi il valore per mezzo della risoluzione di due equazioni lineari. Ponendo per abbreviare (67) h = IS'+y' ; n=gs\n.'i ; X = s\n.l{g^m.i — In) ; F.— r"-'-" e osservando : i ." che la (59) ci da /'n'-f- sin. '/((/sin. / — /«)'=: hV ; 2." che il valore di X puo ridursi alia forma Xzzzn — ■ /sin. i • n ; otterremo, dopo alcune facili riduzioni, T equazione * (68) • nX — hr = J (n'— h r) . Siccome pel caso del massimo deve essere -1^ ^z o , caviamo dalla preccdente A = -r n di modo che. fatia per comodo X^ns (s nuova incognita), abbiamo (69) X r=: ns ; I" = n |/ ,^ ; il radicale nel valore di V deve avere il segno positive, perche se ben si osserva il primitive valore di Y. si capisce ch' esso non puo giammai diventare quantita negativa. SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. 139 Notisi prcsenlemcntc chc nclla cquazione (62) la quanlila solloposla ai siniboll di scno e coseno, puo ridursi in virtu delle precedenti de- iioniinazioni l^hr—X' — [Tsii — s) ; 0 chc percio, visti i piimitivi valori (67) dclle X^ V, e \ posteriori (69), la slessa (62) risulta (70) l^hs =r .) in I'unzione di w ovvero di j, z, possiamo a>ere in siinil modo ancbe law per elTello della (Sg), cd eziandio la velocita assolula V in virtu delP eqiiazione (22). E, quello cbe non e meno osservabile, assegnale le «, w in fun- zione dellc >•, r, potremo avere similmentc espressa anche la prcs- sione ;) medianle lullinia formola del Capo II modificala giusla le eqna- zioiii (2) di queslo. \n delta equazione potremo eliminare la costanle indelerminata Q, soltraendovi laltra equazione che da essa medesima si olliene ponendovi w per ;), e X, a al luogo di «, w corrispon- dentemente ad un punto della superficie. Ancbe sopra la formola della piessione, oltenula al modo descritto, potremo instituire ricerebe per iscoprire se si danno propriela di massimo o di minimo. E se in detta formola mclliamo a in luogo di p e riteniamo la co- stanle a suscellibile di mulamenli (num. 24, 27) col passare d' una in altra superficie di cgual pressione , avremo ( considerata la a co- stanle) tulle le curve secondo le quali le anzidette superficie vengono segale dal piano della sezione trasversale; con questo vantaggio che qui la a c cavata fuori c ridolta nel solo primo membro sotto forma lineare. iio." Aggiungero sul finire qualcbe cenno relalivamente alle porlate. La determinazione rigorosa del loro valore c forsc il problcma piu dil- (icile. Se in falli riconoscemmo per operazione assai complicala il de- (birre esplicitamente dalF equazione (62) la funzione m (y, z) , molto piu fastidioso sara sottoporre una tal funzione ad un integralc dupli- cato. cseguire le integrazioni. e definirle, siccome abbiamo descritto SUL MOrO PliRMANEiNTE DELLACQUA. Ml a parole al num. 49. Per allio si falla complicazlone sparisce in qual- che case parlicolare. Tale e quelle del eanale a sponde jjianc, vcili- cali e parallele, per cui sin. i zr: i. AUora essendo una retla linlerse- cazionc della superficic col piano della sezione, le due integi-azioni ri- sultano fra di loro indipendenli, ed una si elTeltua subito. Delta quindi /•' I inlera porlata, se no ha il valore mediante la formola (73) P—vf^dz.u{z) ■ nclla quale v significa la larghezza intera del canale. L'allro iutegrale duplicato da soltrarsi , di cui si e fatla mcnzione al num. 49. in que- sto caso non sussisle. Poniamo nella formola (-] 3) in luogo di m V espressione approssimala sommiuistralaci dalF equazione (66). Rifleltendo che nel caso altuale la formola (54) da semplicemenle w = /(^ — s) , si puo facilmenle eseguire e definire T inlegrazione ; dopo di che ritenute le denomina- zioni - '> y~cj — a ; k — e ' si otlicnc p — v/i), -(- v/i(f — ),) — 'i{a + -/ + ^ + ■■) *'^' + ^ (; + 1 + cc.) „_*.,_ il^ (4 + cc.) „ - P> + «■. II primo termine vulA di quesla formola e la misura della porlala da- taci dagli scrillori d'acque ai quali parve polersi ritencre costanle la velocila ). per tutti i punti della sezione. E queslo un risullamenlo che si appoggia anche ad una dimostrazione teorica del signer Mossolli (Vedi Memorie della Societa Italiana , lorn. XIX, p. 651) mantenula fra i limiti dell' approssimazione da lui adoUata. Presenlemenle il se- condo termine della formola (74), il quale puo essere positive e nega- tive, ci proverebbc che la porlata stimata mediante il solo termine v^a/. sarebbe minore del vero quando la vclocita e poca , e maggiere quando la velocila e grande. Quest' ultimo e tale risultamento che pare si ac- cordi cegli sperimenti. Essi furono istituiti sopra orificj dai quali I'acqua 14!i SUL MOTO PERMANENTE DELL'ACQUA. usciva solto la picssione di un battenle, e quindi con notabile velo- cila. Per lulll lu riconosciulo il bisogno di diniiiuilrc la slinia fornita dal lormlne vix\ • 11 celcbre BIdone si c accorto chc anche quando la vena fliiida iion va soggclla a conlrazionc , assccondando nel siio inuoversi le pareti di lubi o canali, o doi cosi delli rcgolatori, o trombc coporlc. cc, fa bisogno molliplicare T espiessionc della dispcnsa leo- rolioa per un oocflicienle minore delFunila, cocfficienle il quale in lal caso non corregge la sezione, cbe non e conlratla, ma la velocila media cbe debb'cssere alquanlo minore (Vedi Memorie deW Iccademia di Torino, Tom. XL, pag. 70, 75). Ora la formola (74) farebbc vcdere cbe r indicata correzione non deve effettuarsi coll' inlroduzione di un coefficienle minore delP unila , ma mediante un termine da sottrarsi. Qui ponendo fine , diro cbe ben comprendo quanto maggior pregio avrebbero varie delle precedenli deduzioni sc fossero riconfermate col sussidio di un opportune corrcdo di spcricnzc. Queste pero potranno istituirsi in appresso; e intanto conveniva precedesse una teorica per meglio dirigerle e indicarne lo scopo. Ed anche in essa e facile rico- noscere il molto cbe resla a fare. Svolgere con piu di cstensione la trallazione di alcune queslioni da me poco piu cbe sbozzata: analiz- zare, usando delle formole (29) del Capo II, i casi dei canali cilindrici, o conici, o di quella qualsivoglia altra curvatura cbe piu convenga per avvicinarsi alia nalura : cercar anzi qual sia quesla curvatura pei fiumi cbe s" inalveano da se medesimi, adottando 1' ipotesi piu ragionevole intorno alle escavazioni ed agli interrimenti in relazione colla velocita; ecco ricercbe lungbe, laboriose, a esaurir le quali si esige tempo e concorso di molli. Quanto a me, saro ben contento se taluno s'inoltri piu cb" io non feci nella via tracciala colla presenle Memoria : piu con- tento se ne Irovi altra migliore. AGGIUNTA da riferirsi alle par/ine 80, 84. Le cqiiazioni (i5) possono csscrc ridottc a due sole, cioc allc se- gucnli ^<, p. dS Idv dw\ dStdw dti\ dS idu dv\ dj:\dz dy] dy\dx dz) dz\dj doc) , , „ dRidx> dw\ dRidw M_'^^/^_^\ ^ ^ ' ~ ~ dl\di'~ 1^) ~ d}\ibc ~ dl) ~ ITzXdy'^ di) Ecco un andamenlo chc puo tencrsi per giungere a quesla riduzione. Prendansi le prime due delle (i5) e sc ne cavino i valori di $ (/f) •> <1> (5) alia maniera con cui si sciolgono due equazioni di primo grado a due incognitc. Tali valori avranno un denominatore comune, die per la tcrza dclle equazioni (4) si Irova cguale alia w. La stessa w enlra pure come fallorc in due termini di ciascun numeralore, e s' introduce anche nel terzo per mezzo di soslituzioni siiggerite a colpo d' occhio dalle equazioni (5). Allora si eflcttuano le divisioni per w, e compa- jono le due equazioni {A). Se invece di combinare la prima colla seconda delle (i5) volessimo combinare la prima colla terza, o la seconda colla terza, pralicando operazioni analoghe arrivercmmo egualmente alle equazioni (./). Puo vedersi prontamenle a j)os?er/or« che le due equazioni {A) com- prendono tutte e Ire le (i5). In fatti moltiplicandole per ^'7^ "' spetlivamenle c sommandole, troviamo subito (tenule d'occliio le equazioni (4)) la prima dclle (i5): moltiplicandole invece rispcttiva- menlc per j-' 7~ ^ sommandole, troviamo la seconda delle (i5): c AR A^ molliplicandolc per -tt' 777 ^ soniinandolc , abblamo la terza delle slcssc {i5). Ossorveicmo chc faccndo 5 :^ s le equazioni (4) di qucsto Capilolo si oambiano nolle (4) del Capilolo prccedcntc, c la prima dcllc (./) iieila (i4) di (5) perchc la $ non conlicnc piu la S: sono ,, , ,, , . , dw dw dv da . . , i < • nulle le cjuallio denvatc -7- , -77 , -7; i -ri ie prune due perchc c nulla la u', le altrc perche m, v non contcngono la z: finahnenle svanisce I" ultimo lermine di quella equazione , perche la R non con- A R tienc la c, e quindi il faltore -7; e zero. Si ha per tal modo una novella prova che V alluale analisi piu generale comprende quella a due coordinate. Anche le Ire equazioni (24) si compendiano nelle due che scguono N'(f) ^ (dv dw\ df /dw du\ d -f-i ^ ^^ sommino : ricordale le equazioni (21), vedrcmo risullarne la prima Af A delle (24), ed anche le allre due, moltiplicando per -j-'' j'-' ^ poscia per -j-t -T--, e nel reslo procedendo alio slesso modo. Le equazioni {/?) verranno mollo ulili per le ricerche indicate sul fine del § 2 di qucsto Capo. SOPRA UN INUOVO METODO UI GETTAHE LE FONDAMENTA DEGLI EDIFICJ IN ACQUA. JlllSewiotia DI G. A. BORGNIS (Lelta uell'adunaiiza del giorno 22 Febbrajo 184(1.) ijriuseppe Maria Beilini, di Pavia, antico capo-niaslro, uomo for- nito di molte praliche cognizioni e d'acuto ingcgno, fece varie prcge- voli invenzioni meccaniche, per una dellc quali (cioe il vcujlio a pev- dolo) fu da questo I. R. Istitulo premiato con niedaglia d" argento neH'anno 4822: imagine egli eziandio un nuovo ingegnoso metodo di getlare le fondamenta dcgli edificj in acqua. Qucst'uomo bcnemerito. avvegnache afflitto da cccrta e carico d' anni , aveva ragione di temere che la sua invenzionc rimanesse estinla con pregiudicio dclla idrau- iica architetlura, percio si rivolseauie, pregandonii premurosamente di pubblicarla ; crcdei di dovere acconsenlire a questa lodevole sua brania, d'allrellanlo piu che ho fiducia che il sue divisamenlo possa in mollc importanli circostanze essere di notevolc utilita , a' di nostri in ispecic, in cui s'altende con somma operosila alio slabilimcnlo dclle grandi vie di comunicazioni si celeri che ordinarie, dove ben anco ampj e profondi corsi d' acqua o palustri ristagni oppongono le pin ri- flessibili difficolta. 144 NUOVO METODO DI GETTARE LE FONDAMENTA Per proccdcrc con ordine c chiarczza nelF csposizionc del metodo dal Bertini proposlo, faro ccnno priinioranicnlc di quclli gia conosciuti ed usitatl, oho rldurre si possoiio in Ire categorie, hire, casso7ii gal- loygianfi. e parade. Metodo di piantare fondamenta in acqua mediante te tvre. Coi nomi di hire, ovvero di cassero., di palata., in francese batardeau, siiolsi indicare un recinto chiuso formalo entro I'acqua stagnante o cor- rentc per polere operare airasciulto dopo averne cstrallo il liquido. Quando la profondila deiracqua e piccola c non cccede un metro, Ic lure di semplice terra sogliono essere foggiale a guisa di arginetti ; nia se la profondila e maggiorc, convicne che il loro precinlo sia co- st itiiito da doppia fda di pali forteniente batluti c di convenevole ro- bustezza, destinati a soslenerc dei rivcstimenli di lavoloni o di palan- cole, i quali formino una ben allestita cassa che deve empirsi di buona terra argillosa dopo che il fondo di essa sara slato convcnienlemente espurgato coi badiloni o con aUri equivalenli ordigni. Le file dei pali ed i riveslimenti sogliono poi essere consolidali coUe opportune tra- verse, catene e filagne. Se stabilire devonsi delle ture ove la distanza fra il pelo ordlnario delPacqua ed il fondo eccede tre mctri, conviene per lo piu di ren- derle doppie, cioe con due casse parallele ben consolidate ed empiute in ugual modo di buona terra, tenendo piu bassa la cassa interna. In questo sistema, quando vuotasi il liquido contenuto nella tura lasciasi tra una cassa e Taltra una colonna d'acqua, la quale, essendo meno alta della estcriore, diminuisce in parte colla sua controspinta lo sforzo che la cassa niacsiore ha da sostenere. Ardue intraprese e di molto dispcndio sono la costruzionc delle grandi lure, Pestrazione dellacqua da esse, il mantenerlc asciutte, il prevenire e riparare i gravi e pericolosi accidenti che V impeto delle onde od il furore delle correnti sogliono produrre nelle grandi piene. Fra gli accidenti che piu contristano chi a tali lavori deve soprain- tcndcre sono da anno^crarsi le sorgive derivanti non gia dalle pareti DEGLl EDIFICJ IN ACQUA. 14-$ (Idle lure, ma sibbenc dal foiulo, le quali si manifestano d'ordinario quando si approfonda lo scavamenlo del teireno neHinterno della tura, e crescono con molta rapidila ; avviene lalora che tanlo aumentano di iiuincro c di forza da rendere raiie incapace di vincerlc. lo stesso ebbi occasione di sperimenlarne la malefica possanza, quando, anni sono, neHarsenalc di Venezia dovetti formare una grande tura per costruire la parte sott'acqua dello scalo, ossia piano inclinato su cui aveva da scorrere la nave il Rivoli per cssere varata. Ivi, dopoche lo scavamento del fondo giunse alia prol'ondita di circa sei metri sotto il livello me- dio della laguna, si manifesto uno zampillo d'acqua pcrfeltamente dolce e tanto abbondante che non trovai altro mezzo di padroneggiarlo se non racchiudendolo enlro un doppio involto di palancole, il quale es- sendo stato riempito di terra argillosa , formo un tubo ove V acqua sail a tale altezza da fermarlo; e pero da notarsi che rimase inferiore al pelo d'acqua della laguna. Scamozzi asserisce che nelle ture per la costruzione del ponte di Rialto si formarono delle abbondanti sorgive che tanta copia d'acqua versa- rono da impedire che si potesse continuar T opera. Tali fatli ed altri simili, messi a confronto con quanto Fausto Ve- ranzio afferma con decisa asseveranza, danno fondata lusinga che Ve- nezia possa fra le molte sue grandiosita e bellezze annoverare quelle di varie fontane monumentali ricche d'acque dolci zampillanti, quan- doche uomini peritissimi facciano diligenti trivellazioni con que' me- todi che mirabili inopinati effetti produssero non ha guari a Vienna, a Parigi ed allrove. Fausto Veranzio e quel Dalmata ingegnosissimo che sulP incomin- ciare del secolo decimo settimo pubblicava il libro sorprendenle inti- tolato Macchine nuove^ nel quale trovansi indicate molte delle piu pregevoli scoperte che generalmente credonsi nale a' nostri giorni. Quest' uomo superiore al suo secolo accenna d'avere scoperto un me- todo certo di formare delle fonlane d' acqua viva saliente, pei-pelua, chiara e dolce, in grande quantita in Venezia e ne' luoghi attorno. Egli soggiunge quanto segue: "Agevolmente si puo effettuare que- » si' opera, ne con si enorme spesa, quale gia facevano a' loro tempi Vol. II. 49 146 NUOVO METODO Dl GETTARE LE FONDAMENTA » li Roman! ; ma con tale che non ne scntirebbe gravame veruno ne » la repubblica ne i privali. lo odo csserc stati alcuni che hanno que- » sta istessa cosa posta similmente In campo , ma con vano successo : - non so pero se cio sia avvenulo per loro colpa, ovvero dl quelli che » ie cose proposte non capivano ed erano ingannatl dalla loro imagl- " nazione. Queslo so bene che alia mia invenzione non si pu6 nulla op- » porre con ragione e fondamento ; ma perche per il pregiudicio di >'molti, quasi tutli vengono in quesla maniera persuasi, servero con " silenzio il mio pensicro segreto enlro il mio pelto >■ . L'annuncio di Fauslo Veranzio e accompagnato da un disegno che rapprescnla la piazza di S. Marco con tre ornate fontane, i cui gelli d'acqua sembrano scalurire da quatlro o cinque metri al disopra del pavimcnto della piazza medesima. Dal sin qui detto arguire si puo con legiltima induzione che quel valent'uomo abbia eseguilo o vedulo eseguire in Venezia od in una delle isole contigue una trivellazione, la quale abbia raggiunto lo strato valevole a somminislrare acqua perenne alP indicata allezza. Siccome poi e cosa probabilissima che il loro non sara stato rivestito convene- volmente, cosi lo zampillo non pole mantenersi e sara scomparsa qua- lunque traccia dello sperimento. Metodo de' cassoni galleggianti. I cassoni sono una sorla di pontoni ossiano barche a fondo piatto ed a pareti verlicali. II fondo e composlo di Iravi parallele e conligue; le pareti poi sono connesse in modo da potersi disunire e togliere a piacimento. Si costruiscono sulle ripe a simiglianza delle navi, si lan- ciano in acqua, si conducono al luogo ad essi deslinati e si fermano ad immobili capi saldi per mezzo di grosse funi. Allora s' incomincia la muratura, il cui peso fa calare a basso il cassone, il quale o s'ap- poggia sul fondo anlicipatamente conguagliato a livello se sara sodo abbastanza per reggere stabilmente V edificio, ovvero dovra riposare sopra una palificazione. DEGLI liDIFlCJ IN ACQUA. l/i7 Tale palificazione, quando e nccessaria, deve essere fortemente con- ficcala sott'acqua coi noli nietodl , cd i pali dcvono essere recisi pur solt'acqua con lanla precisione chc il fondo del cassone riposi piena- menlc su di essi. A tale eflctto Pingegnere Yoglie invento una inge- gnosissiina macchina, la quale poi fu ridolta dairispetlore generate de Cessart a laic grado dl esatlezza, che a cinque melri di profondita si puo col di lei mezzo tagliare da un palo gia reciso una sollil fetta di poco pill d'un nullimclro di grossezza. I cassoni galleggianli furono la prima volta posti in uso nella costru- zione del ponlc di Westminster a Londra, poi furono impiegali in molli luoghi della Francia e segnatamente nella fondazione de' piu recenli ponti di Parigi. Questo metodo, quantunque moderno, trae la sua originc da quello usato dagli antichi Romani di aflbndare delle grandi navi cariche di muratura per servire di base alle costruzioni in acqua ne' luoghi pro- fondi. L' impiego dei cassoni galleggianti presenta molte difficolta , ed e ben fondata I'asserzione di Sganzin, il quale afferma che «ce moyen ne pent etre confie qu'a Texperience d'un habile ingenieur. " D' al- Ironde non si possono convenientemenle impiegare se non in que' luo- ghi ove la profondita dell' acqua di poco oltrepassa quattro metri. Metodo delle parade. La parada e una cinla continuala di pali a cui s'appoggia una pa- lancata che cinge esaltamente uno spazio che deve essere occupato sott'acqua da un masso di muratura, cosi che questa coslruzione co- stituisce una specie di cassone senza fondo, nel quale si versa tanta copia di calcestruzzo che basli per riempirlo compiutamente e cosi for- mar il masso richieslo. La materia cementizia componente il calcestruzzo deve essere di tale nalura da consolidarsi prontamente, e nel porla a luogo si adoperano apparecchi atti ad impedire che si dilati scendendo al fondo. Le paratie si lasciano poi sussistere per qualche tempo a di- fesa del masso. 148 NUOVO METODO DI GETTARE LE FONDAMENTA Qucsto inelodo non era ignoto agli antichi, ora si usa dl frequcnle nc' porti del Mediterraneo. II professore Cavalieri San Berlolo descrisse una solidissima paralia , che fu coslrulla V anno 1 822 per eseguire il prolunganienlo del niolo orlcntalc al porto canalc di Sinlgaglia. Sgan- ziii si servi pure di lal metodo alia fondazionc del ponle di Cahors, la oui profondita e di cinque metrl e mezzo sotf acqua. Melodo del Bertini. ( Vedi le (avole cbe ne contengono I'icnograGa, e gli spaccati tanto longitudinale che Irasvcrsale. ) Questo melodo e una ampliazione di quello gia anticamente nolo di approfondare gradatamente la muralura dei pozzi scavando nel loro inlerno; colle diflerenze essenziali che si Iratla d'un volume di mura- lura assai maggiore, e che il grande lelajo orizzontale, su cui questa deve appoggiarsi , non toeca da principio il suolo , ma e d' uopo che rimanga pensile e sia soslenuto e guidalo artificialmenle durante il suo abbassamenlo entro Facqua sinche abbia raggiunlo il fondo. L' apparecchio che lale melodo richiede consisle primieramenle in un forle lelajo deslinato a servire di base alia muralura , in secondo luogo ne' galleggianli e nelle armalure fisse necessarie per disporlo con tutta precisione al disopra del luogo che deve occupare, per servirgli di valido soslecno e di cuida invariabile duranle il suo molo verlicale di discesa e per difenderlo conlro gli urli accidenlali e conlro I impelo della correnle. II lelajo, il cui perimelro sara esaltamenle uguale a quello della base delle fondamenla, posa sopra un'allra inlelajalura di ferro inlerse- cala da Iramezze longitudinali e Irasversali che la suddividono in varj spazj quadrali o rellangolari, di circa qualtro melrl superficiali ognuno. L inlelajalura c coperla di Iravi addossale, disposle in modo che la sezione Irasversale d'uno dei lali abbia O^GO d'allezza e 0"',60 di lar- ghezza alia sommita , e sia corredalo al disollo da uno spigolo la- gliente di ferro, largo 0"',10, ed alto 0™,15. La sezione Irasversale del •agliente sollo i lali del conlorno sara un triangolo rellangolo, il cui DEGLI EDIFICJ IN ACQUA. 149 calelo verlicalc coincidera col prolunganiento della parele cslerna del Into islcsso. La sczlone Irasversalc pol dci laj^lienli dellc traniczze sara un triangolo Isoscelc corrispondenle alia mcla dcllc loro basi supcriori. II perimelro di quclla parte del fondo, su cui dovra poi scenderc il tclajo per inlernarsi nel Icrreno, sara conlornato da colonne verlicali distanti Tuna dall'altra circa due metri, collocate colla maggior prc- cisione e conficcate con forza. Tali colonne dovendo sporgere almeno seltc metri fuori d'acqua, si formeranno di due pezzi se sara d'uopo. Su di esse si stabiliranno delle cajrriate con banchine, terzere e colmo, unite con fdagnc e catene, ac- ciocche servano primieraniente a fissare e congiungere stabilmente le colonne ; in secondo luogo presentino gli appoggi necessarj alle funi destinate a sostenere il telajo e |a niuralura sovrapposta ; in lerzo luogo costituiscano un telto da coprirsi con tela a comodo dei lavoratori. 11 tutlo avra la configurazione di una sorta di capanna isolata nclFacqua e circondante esattamenle il telajo a cui sara ad un tempo guida e so- slegno. Suir asse della capanna, a venti metri da essa alP insu ,' si stabilira un taglia-acqua angolare per difenderla dagli urti , il quale sara for- mato da nove colonne ben conficcate, della lunghezza necessaria per sovraslare circa qualtro metri alFacqua circostante; valide fdacjne con- caleneranno le suddetle colonne. II taglia-acqua sara ben anco oppor- tune per divenire un sicuro capo saldo, al quale si raccomanderanno le funi de' salleeeianli che devono servire alia costruzione della ca- panna, ed indi servire di ponte di servizio per murarc e per le ma- novre successive. Si allestira una pimtata di due grandi barche piu lunghe che il te- lajo ; si uniranno con travi alia parte anteriore in modo che siano esat- tamente parallele e distanti quant' e la larghezza del telajo. Un ponte di servizio avra per appoggio le barche istesse e le travi Irasversali. Sorgeranno ai lati opposti della puntata, normalmente al suo asse, due asle verticali per servire di Iraguardo quando questa sara da collocarsi. Collocata che sia la puntata con tutta precisione , sara fissata con due iincore e colla conficcazione di pali laterali a poppa cd a prora. 130 NUOVO METODO DI GETTARE LE FONDAMENTA Cosi sard atta a giudarc c soslenere le colonne della capanna menlre si condccheianno, ad iinpcdire ch'csse deviino dairesalta loro verlica- lila, ed a dar niodo di ultimare la capanna stessa, dopo die sara stalo inlrodolto il telajo sovradescritto. A sostcgno del telajo si preparera un buon nuinero di stanghe di fciTO lunghe quanto basli per sopravanzare il pelo d'acqua non meno di un metro, cd avenli sei millimetri sopra trc di riquadratura. Le stanghe saranno uncinate alia eslremita inferiore per attaccarsi alia base del telajo, cd avranno ciascuna superiorrnente un anello a cui si ag- gruppera una fune di canapa della miglior qualila , grossa quattro centimelri. Ogni fune s'avvolgera suUe filagne del tetto; ed il loro complesso sosterra il telajo a fior d'acqua. Cio essendo, si formera diligentemente la muralura, di buon mate- riale e di cemento idraulico, tanto sul contorno quanto su tutte le tra- mezze del telajo, sino aH'altezza di metri due; indi superiorrnente ai vani si porra un coperto di assoni, grosso cinque centimetri, appog- giato sui Icmbi della muratura per soli dieci centimetri. Dopo di cio si calera pCr mezzo delle indicate corde il gia fatto muro, lasciandolo sopravanzare soli quattro decimetri fuori d' acqua , e si proseguira a rialzarlo quanto basta perche calando di bel nuovo il telajo debba toe- care il fondo. I coperti servono soltanto a sollievo della corda dimi- nuendo il peso da sostenersi, e devono essere tagliati e distrutti quando la muratura abbia appoggio sul fondo; in allora, dopo levate le corde e le stanghe di ferro, si procedera alio scavamento del terreno nei vani. Si lavorera contemporaneamente in ognuno di essi cogli ordigni che si usano d'ordinario o con altri equivalenti di maggior perfezione , qualora Taltezza delPacqua permetta di lavorare con comodita, altri- menti si applicheranno delle trombe in ciascnn vano per ridurre Tac- qua ad un' altezza non maggiore dl tre metri. Ad eseguire convenevolmente le operazioni dello scavo sott' acqua e per rompere od estrarre i corpi slranieri che incontrare si potreb- bero, rendonsi necessarj buon numero di pali di ferro ben temperati, alcuni a punta quadra ed altri a punta triangolare ; degli scalpelli da acqua; dei ramponi a punta od a semicerchio, ad una branca ed a due; DEGLI EDIFICJ IN ACQUA. i6l non die dci forconi a lie branchc c dei lanaglionl. E d" uopo impie- ^are a tali opcrazioni scelli muralori guidati da abili sorveglianli. TuHi devono lavorarc conlemporaneainente nei varj vani ; cd in caso chc alcuno incontri un qualche corpo duro od altro oslacolo, si dovra so- spendere il lavoio degli altri. Sara speciale cura dei sorveglianli di fare si che Tabbassamenlo sia uniforme e regolare. E meslieri davere in riserva dei lavolali di legno dolce ben con- nessi, di lale dirnensione cbe siano alii a coprire i vani nel caso die si dovesse sospcndere il lavoro per causa di piena,onde schivare die ie materic strascinate dalla correnle non ingombrino i vani. Le malerie che si eslrarranno dagli scavi, se saranno iangose si ri- gelteranno in acqua; e se ghiajose, si faranno passare per le ramme onde fame uso nella formazione de' cementi. Quando poi la fondazione sara giunla alia profondila che si credera di non ollrepassare, se il fondo sara sodo si deporra immediatamente in ognuno dei vani uno slralo di calcestruzzo. Se lale non fosse, si for- mera una palificazione , servendosi a lal uopo di batti-pali volanti, e del melodo conosciulo dei falsi-pali. Ullimata la palificazione si de- porra uno slralo di calcestruzzo che sopravanzi di qualche decimetri la testa dci pali, avendo cura di balterlo ben bene di mano in mano che si depone, in questo modo si avranno tanli pozzi impenclrabili alPac- qua quanti sono i vani , entro i quali agcvolmente si potra vuotare Tacqua per operare allasciutlo, e riempiere i suddelli vani con rego- lare muralura ben concalenala colla gia esistente. 11 masso essendo ultimato sino a fior d'acqua, si procedera al disfa- cimento della capanna, ed alia eslrazione delle colonne tanlo di essa quanto del taglia-acqua ; e lulto questo legname, come pure i galleg- gianli e gli ordigni varj valeranno per la fondazione di altri niassi. Ter- minati lulli quesli, saranno ancora capaci di servire per le armature delle volte, per i ponti di servizio e per altri usi. Senza ricorrere ai melodi dispendiosi e lalora nocivi o di divergere le acquc del fiume, o di costruire delle lure entro cui sia niestiere di estrarre non solo Tacqua conlenuta, ma pure quella delle filtrazioni si delle pareli che del fondo, medianle le descrilte operazioni conseguire 1 S2 NUO VO METODO DI GETTARE LE FONDAMENTA, ec. si piio di approfondare nolevolmentc Ic fondazioni al disollo del fondo, c cio scnza scavarc all' Intorno , talche la muratura clic scende rcsia di contiimo avviluppala ed inlimamcnle abbracciala dal terreno circo- stanle. Tale utilissiina prerogaliva del metodo proposto dal Berlini, oltreche favorisce non poco i rigiiardi economici , giova assai alia sla- bilita col loglierc V adito all' acqiia di operare dannosi scavamenti at- torno Ic fondazioni. Tale metodo da altrcsi facolta di piantare le pa- lafitte sotl'acqua qiiando siano opportune, e spingerle a profondita mag- giori di quelle a cui suolsi arrivare cogli altri metodi. Laddove, ser- vendosi dei cassoni galleggianti , s' incorre nell' inconveniente ripro- vato da varj distinti ingegneri, di recidere le teste dei pali al disopra del fondo , cosicche la muratura die deve riposare sulla platea posta sui detti pali , forma una massa non aderente ad essa e quindi esposla ad essere smossa da nrti violenti. Lo stesso metodo del Bertini , modificato come si conviene , vale pure ne'luoghi ove vi sia poc'acqua, od anche all'asciutto; ma opino die cesserebbe d' essere utile in quelle profondita in cui piu non so- glionsi impiegare ne le ture ne i cassoni galleggianti. Conviene per esse preferire le paratie, oppure gli affondamenti dagli antichi usati. Non e da tacersi die il metodo del Bertini, al pari di quelli delle ture e de' cassoni galleggianti , richiede, in chi ne volesse far uso , consu- mata pratica , attivita e prudenza , insomma richiede V abilita d" un valente coslruttore. ..n^ MI'IH blUtOa Lmiiimb rnn ■¥■■ I L V/- # Oi -^, m A " f.ilJiSltltit /^ani&^a-ifa r:j7 :^1 DFXL' OUBITA ELLITTICA DELLA COMETA ULTIMAMEINTE OSSERVATA E DI AI.CUiNE LEGGI CHE APPARISCONO NELLA DISTUIBUZIOISE DE'CORPl DEI. SISTEMA SOIAUE. DI F. CARLINI (Leita nell' adunanza deli'i. R. Istituto del di 33 Maggio 18&4.) PARTE PRIMA. La piccola comela chc fu scoperta nello scorso novcmbre al reale Osscrvatorio di Parigi dal signor Faye, e vcnuta a coUocarsi nelia faiiiiglia di quci corpi celcsli die si muovono in ellissi di mediocre eccenlricila e popolano principalmente lo spazio compreso fra Marte e Giovc. Siille prime osservazioni fiiUe dal 22 novembre, giorno in cui fu visla la prima volla a Parigi, al 18 dicembre dello scorso anno io avea tenlato di rappresentare le posizioni del nuovo astro per mezzo di un'orbita parabolica; ma nel pubblicare gli elementi da me trovati. feci awerlire che Eassunta ipotesi si allontanava notabilmente dal vero. Per passare alia delerminazione di un'orbita ellittica pareva conve- nienle attendere che la cometa avesse percorso un arco alquanto piu considerabile della sua curva. Cio nulla ostante il signor Goldschinidl Vol. II. 20 1S4 DELLA DISTIUBUZIONIL DE' CORPI si accinse loslo a silTaUa rlcerca, e col oorrcdo di soli quindici giorni di osservazioni riiisci a delorniinare un'' ellisse che lo rapproscntava liillc oniro il limito di un inozzo iniiiulo; c sucoossivainonto allri va- lonti cali'olalori lo soguirono nol dil'licilo arringo c si avvicinarono scinpir |)iri allcsallozza (|iiaiilo iiiaggioro era lampiozza deirarco su cui polcvaiio loiidaiv i loro c-alcoli; inconlrandosi pero tiitti nel rid'o- vart* una rivoluzionc coniprosa fra sei anni e mezzo e setlc e Ire quarli. Allorclie verso la line di gennajo si perdelte da noi la speranza di polcr seguire pill ollre, coi inigliori cannocchiali del nosiro Osservatorio, quest" astro divenulo successivainenle di luce deholissima, volli io pure esercilarmi nel calcolo delle orhite ellitticlie. inipiegando le osserva- zioni piu distanti fra loro e ineglio condizionate, e correggendole pre- ventivainente, col sussidio degli elementi gia prossiinainente cono- soiuti . daHefletlo dclla precessione, aberrazione, nulazionc e pa- rallasse. La prima osservazione fatta con suCficiente esattezza e quella di Parigi del giorno 24 novembre delK anno scorso ; 1' ultima, per quanto io so, e quella del 23 gennajo del corrente anno, istituita quasi con- temporaneamente a Ginevra ed a Milano, con accordo assai maggiore di quello che si poteva sperare, trattandosi d'un oggetto cli'cra di- venulo quasi impercettibile (*). Per la posizione intermedia, che con- veniva scegliere verso la meta dell' inters alio di tempo compreso Ira la j)rima e la terza, ho crcduto conveniente di far concorrere le os- servazioni di alcuni giorni successivi, e scelsi quelle dei giorni 24, 2o, 26 dicembre (atte a Padova, e quelle del suddetto di 26 e dei due susseguenli fatte a Modena. Per ciascuna calcolai le differenze, tanto in longitudine, quanto in latitudine, coUe posizioni date dagli elementi approssimali, ed applicai il valor medio di esse alia posizione calcolata del giorno 26. Scellc cosi le tre posizioni allintervallo di pill d un mcse I una dairaltra, il far passare per esse una sezionc (l)D«po la Icltura della presente Memoria lino al 24 febbrajo; e quelle fatte a I'ulkowa furono pubblicate le osscrvazioni falle a Roma pressoPielrobiirgodalcelcbreastroiKiinoStruve, dal eliiar. Padre Vieo, il (|iiale eo! gran rifrat- che anivano (Ino a! 23 del suddetto nicse. tore di quella Spccola lia pululo vedcr la coineta DKL SISTiiMA SOLARE. ^SS conica soggclta allc lege;! di Kcplcro e affare di puro calcolo, nol quale, essendo II luiinero delle iii(-()i da lui ehe da altri aslronoini per incglio as- im accordo vcrainenle niaraviglioso. sicwrare gli elementi della eomcta, fucendo con- I'assaggio pel perielio otlobre 16,91978 tempo correre alia loro delerniinazione il coniplesso medio a Berlino. delle migliori osservazioni. longitudine del perielio 49" 22' 46", 3 iN'el qiiadro sinollieo dalo alia pag. 40 della longitudine del nodo 209 32 7,5 stcssa .Menioria trovansi raecoltedodici diverse inclinazionc 11 22 33,3 Iczioni degli elementi medosinii. Noi ei limite- angolo d' eccentricila 33 47 52,1 remo a qui riferire quelli correlti la seconda seiniasse maggiore 3,80914. volta dal signor Nicolai c pubblicati nil iN. 501 Le longitudini sono riferile allequinozio medio del giornalc A$tronomische Nachricliten, cbe si del primo gennajo 1 844 . lo6 DLLLA DISTRIBUZIONE DE' CORPI venncro I'lconosc'iutc nel coiTcntc secolo, dimoslraho Tcsislcnza d'una classe specialo di corpl eolosti, la quale tiene un poslo di mezzo fra (|uella dei pianeli priinarj chc girano in orhlle (|uasi circolari e (juella delle oouu'le a liingo periodo iiiovenlisi in orbile elliuiche allungalis- sinie. la iiiaggior parte delle qiiali da noi si considerano come para- boliche. Le comcte a breve periodo, sul cui regolare rilorno non puo cader piu alcun diibbio, soiio (piella di Rncke e (piella di Biela. La perio- dieita della prima fu ricoiiosciula alia sua quarla apparizioue nelPan- no 1819, e fu poi coiifermala nel 1822, nel 182o, nel 1829, ece. Questa cometa si allende pel niese di giugno del prossimo aimo 184o. La periodicita della seconda si rese manilesla dalle osservazioni del 1826, e si riconobbc la coincidenza degli elemenli calcolali con quelli delle comete del 1772 e del 1803. I successivi rilorni ebbcro luogo nel 1832, 1839, e si altendc nel febbrajo del 1846. Percorrendo inollrei calalogbi dali dal Delambre nella sua /strouotnie thi'orlque et prat i(j tie, T. Ill, pag. 409, dal signer Gibers nell" opera .-/slronotnische Ibhandlunrjen^ pubblicala dal signor Scbumacber, Parle 1, pag. 1,6 dal professore Sanlini alia line del primo volume de' suoi Elemenli di Jstrononiia , noi Iroviamo altre quatlro comete a breve periodo, le cui ellissi sono state determinate, se non con piena certezza ( la quale non puo conseguirsi quando i calcoli s' appoggiano ad una sola apparizioue), almeno con grande probabilita. La prima e la cometa delta diLexell, i cui movimenti in un'orbila ellittica I'urono gia determinati dal suddctto calcolalore e conlermali dal Burckhardt e dal Clausen(>). Essa, in queirepoca, faceva parte del gruppo dei corpi celesti da noi qui considerati; ma in appresso, a motivo dell" attrazione del pianeta Giove, a cui si era molto avvicinata, aumento la sua distanza perielia da * a 5 ^ semidiamelri dell' orbila terrcstre, e si rese percio a noi invisibile. Questa cometa, se sussislono le plausibili supposizioni del signor Valz, sarcbbe ora, per PelTetto delle ulteriori perturbazioni gioviali, ritornata nella sfera di visibilita, e sarebbe idenlica colla cometa di Fayc. (1 ) ^slronomische Nachrkhten , XIX Band. S. 1 65. DEL SISTEMA SOLARE. 137 La seconda e la comcla del 1 7»3, vista la prima volla in Inghillerra dal Pijifol il di 20 iiovciiiIjit, iiuli osservala a Parigi da iMefliain e Messier fino al 21 dieeinhre. I'oithe ie orbile paraboliche non rappre- sciUavano eonvenieiileineiile le osservazioni, il liurckliardl iiitraprese il calfolo nellellissc e Irovo una eccenlricila di 0,o4 oirca ed una rivo- luzione di cinque anni e mezzo. La terza e la cometa seconda del 1793, osservata dal Messier dal 27 seKenibre fino all' » dicemhre di quell' anno. II celehre presidente di Saron (nienlre in carcere altendeva colla Iranquillila dell uomo giuslo una morte inevilabile ) si risolse di rendere uii ultimo servigio ad una scienza da lui con tanto onore collivata. calcolando lorbila pandjolica sui dali che dal Lalande gli venivano forniti. In un'cpoca in cui si aveva un solo esempio d'una cometa di breve corso, quel valente calcolatore riniasc sorpreso di non polere diminuire gli errori al disotto del liniite di IS o 20 niinuti. Ma molto tempo dopo, il suc- citato Burckliardt avcndo calcolali i luogbi della cometa con maggior prccisione, si valse di essi per determinare coi metodi di Gauss un'or- bita ellittica, ed ottenne una eccentricita di 0,75 ed una rivoluzione di do- dici anni c mezzo. Qualcbe sospetto gli nacquc, non ostante la disparita dcllc rivoluzioni determinate c dcUe longitudini de" perielj , che que- sla cometa fosse identica con quella del 1783, la quale neirintervallo di dicci anni avesse compiuta una sola oppure due rivoluzioni; su di che pero conchiuse essere impossibilc pronunciare un fondato giudi- zioC). La quarta cometa, di cui ci rimane a parlare, e pure la quarta di quelle apparse nelP anno 1819. Intorno ad essa ecco quanto lascio scritlo in una sua dotta Memoria il P. De Yico diretlore della Specola del CoIIegio Homano. « A di 28 novembrc 1819 Blancpain scoperse » a Marsiglia una piccola cometa che fu osservata a Bologna, a Parigi e • per Tultima volta, cioe il 26 gennaio 1820, a Milano. Subilo si pole • conoscere che la sua orbita era molto dissimile da una curva para- - bolica. 1 signori Encke e Carlini ne calcolarono gli elementi parabolic!. (1) Coiinaissaiac ilea lemt pour I an. 1820. 138 DELLA DISTRIBUZIONE DE' COHPI » ed il priiuo di cssi nc pubblioo ancora gli cllitllci. Or qucsia ap- -piinto e la coinota (.Todula idenlica con H compieva un >■ periodo nello spazio di anni 6,727; laddove dopo il IU17 lo avrebbe " accorcialo di circa un anno e ,^ ('). » A quesle comete avrei poliito aggiungerne allrc due, delle quali si e tontato di delenninare Torbita ellittica e la cui rivoluzione risuUo d' un piccol nnniero ili anni; e quesle sono la cometa del 1766, e la terza fra quelle del I»19. Ma rispelto alia prima, che il sig. Burckbardi cerco di delerminare per mezzo di cinque osservazioni lalle a Parigi uel breve inlervallo di qualiro giorni. e di allre latle all'isola di Borbone dal De la Nu\ con un semplice astrolabio di sei pollici di diamelro . nonsi potrebbe preslar fede ai risultali del calcolo, per sua nalura tanto spinoso, quando si vede cbe in esso non si sono potuli evitarc dei dissensi colle lonniludini e colle laliludini osservate, che arrivano ad undici o dodici minuti prinii (2). Rispetto poi alia seconda e da no- tarsi cbe il siitnoi' Encke , a cui e dovuto il calcolo dell" orbila el- litlica, in sulle prime era riuscito a rappresenlare con singolar pre- cisionc, per mezzo d'una semplice orbita parabolica, le osservazioni faltc a Marsiglia dal di 13 al di 29 giugno; ma avendo posteriormenle avuta cognizione di quelle cb'io stesso avea potuto fare dal di 14 al 19 luglio, ed avendo trovato cbe ad esse non s'applicavano con eguale consenso i Irovali elemenli, tento di dedurre dal complesso di lutte un" orbila elliltica ed ollenne una eccenlricila di 0,7i>i) ed una rivolu- zione di anni ii,618. II consenso pero delle osservazioni col calcolo non e piu cosi perfetlo, giacche le dilTerenze che prima erano al di solto di 8", salirono fino a So (3). Parmi invero cbe il signor Encke avesse riposla Iroppa fiducia nelle mie osservazioni, sebbene nel pub- blicarle io avessi avverlilo che quando le cominciai la cometa era gia mollo bassa e non poUna vedersi che nel crepuscolo ('^). Slabilita cosi la dislinzionc duna nuova classe di corpi celesli (1) NiKwa cometa di biwc periodo , ccc. ftu- (3) Jstronotii. Jalirbiich fiir das Jalir 1823. tna 1836. (4) ^Jppeiidicc alle E/jfcmeiidi astronomiche (2) Connaissance des lems pour fan. 1821. di Milano per I'anno 1820, pag. 94. DEL SISTEMA SOLARE. igg appmlencnli al sistcma solarc. la quale non c piii dipcndenlc dairapna- icn/a oandala o c.iniJa che lin (,„i avova se.vilo a divide.e le con.ele dai pianeli, ne viene la co,is<.g,u.„za clic .ulla classe incdcsiina convicn CO ocaro duo d(.i quatln, muni pianoli od asleroidi, cioe Giunone e lallado, le quali hanno una liNoluzione di quattro aniil e mezzo cd una eccoulncta che supeia il (jua.to della dislanza media rispeltiva. K |)oi(l.e SI e aperla a (jucsti piccoli corpi lag-reiiazione alia nuova caK'gona. non m e pn'i moliv,, di cscluderne il piccolo pianeta iMe.curio cl.o ha una ecconlncila di poco minoiT delle suindicale. Le orhUe iin qui ricordale dei dieci corpi celesli che. .secondo la das- sdicazione da noi pioposta, occupciebbero nel sislema solaic il hiogo uilermedio, lio>an,si raccoKe nel segucnie quadio, nel quale sono re- gisliate secondo Tordine delle longiludini dei perielj. Esse sono inol- tiv delmeal(> nelF annesso tavola , ovc, non potendosi aver n^uardo alle diverse inclinazioni aUecclillica, si e conseivata ad esse "quella hgura che hanno nel piano lispetlivo in cui eseguiscono il loro movi- mento. lOSGITlD. nei. PKKIKLIO UIST»>Z« rEUIELIA tCCE\TRI- CITA nivoLiz. I.N ANM GIULIAM LONClri'D. OEL .■HOBO iscli.maz. all'ec- clittica HOVIXE.NTO Coinela ili Lexcil Conicta (li Faye Comula 1783" Giunone .... 356" 15 49.23 50. 3 54.17 67.19 0,6744 1,7040 1,4554 1,9808 0,8926 0,7855 0,5563 0,5395 0,2356 0,6867 5,57 7,43 5,61 4,36 4,81 13L55' 209.32 55.45 170.53 77.14 1^35' 11.23 44.53 13. 2 9. 1 diretlo direlto dirello dirello direlto Couieta 4.' 1819 Mercuiio 74.20 75.69 109.46 121. 5 157.17 0,3076 1,4000 0,9026 2,1027 0,3455 0,2056 0,7348 0,7469 0,2420 0,8447 0,23 12,13 6,73 4,62 3,32 45.57 359. 5 251.28 172.38 334.29 7. 0 47.35 13.34 34.36 13.21 dirello direlto dirello direlto dirello Comela 1793 Coiiiela (li liiela P^illacie CoiiiLla d' Encke Ora ura CI convienc esaminare se fra qucsli corpi celesti, dei (piali ab- biamo formata una famiglia speciale fondandoci soltanlo sul dislintivo d'una ecccnlricila e dun tempo periodico comprcsi enlro cerli limiii. I GO DELLA DISTrxlBUZIONE DE' COP.PI sussisla qualohc allra condizione a lulli comune; poiche, se cio si av- vcra, si avra piii forte molivo per riconosccrc nolla disposizione di cssi nil loganie dipondcnle da (juaK-Iic logge mcccanica non ancora co- uosciiita ('). Ora si osserva in priino Iiiogo cU'cssi si imiovono lulli in soiiso dircllo, ossia sccondo rordinc dei scgni zodiacali ; la qual coin- cidoiiza iiuTita la inaggior attcnzione. sc si considera, die sopra Ic re- slanli ooniele, che si sono rilenule imioversi in orbile paraboliclie od in ellissi allungalissinie (Ic quali aU'epoca alluale ascendono al numero di I '54), ve ne sono precisainenle 72 di direllc e 72 di relrograde. Per lo die, scnza ripclere i calcoli di probabilita falli in nn caso pcrfcl- lanienle simile dal eelebrc Laplace (2), si scorgc col semplice raziocinio essere aflado iniprobabile cbe i dieci corpi circolanli, di cui si lialla, abbiano concepilo concordemenle un moto in un medesimo verso, quando una legge comune non avesse presieduto alia loro forniazione od al loro ingresso nel sislema solare. Ma un' allra propricla degna di considerazione del noslro gruppo (I ) Esscndo unico noslro inlendimento di rao- slrare Coir appoggio dei fatti I'esistenza di ai- cune relazioni fra gli elementi delle orbile dei corpi celesli apparleneiiti al sislenia solare, non ci arreslcremo ad indagarc I'origine delle re- lazioni slcsse che il calcolo ci manifesla ; ci ba- slera ricordare che le leggi dalle quali reggesi I'linivcrso possono distinguersi in Ire specie. Quelle della prima sono leggi priniordiali di creazione stabilile daU'eterna Sapienza e di- relte alia conservazione della niacchina celeste. Tale e la dislribuzione delle di^lanze e delle masse dei piancli, in \ irtii delta (piale , per quanto puo riconoscere I'uniano iiilellcUo, le diniensioni delle loro .orbile non polranno va- riare ollrc un limile stabilito. Quelle della seconda sono relazioni fra i moli dei corpi ce- lesli, le quali non sussislevano aH'origitie della creazione, ma si sono inlrodoUe collo scorrer del tempo; lali sono le equazioni che si veri- ficano fra le longitudini e fra i moti medj dei primi Ire salelliti di Giove; tale 1' eguaglianza che ora si riscontra frail tempo della rolazione del globo lunare e il tempo della sua rivolu- zione media atlorno alia Terra (Liplace, Expo- sition da sysli'ine du Monde, p. 235 e 306). Esenipj di colesle tendenze, che chiamano co- numemcntc forze della nalura , ne abbiamo, sebbene in assai pii'i piccola scala, sulla super- ficie del nostro pianela. Cosi un fiunie che da scossa sollerranea o dalla mano dell'uonio sia Irallo fuori dal suo alveo, giunge col tempo a scavarsi un nuovo letto con tali norme di si- nuosila e di pendenze, che possono essere sol- toposle ai principj del calcolo- Le leggi della terza specie fiualinente (qual e, per eseuipio, la proporzionalita delle aree descritle dai raggi veltori dei pianeti ai tempi impiegali a per- correrle) sono nccessarie conseguenze malema- liche della leoria dell' allrazione , e semplici trasformazioni delle equazioni differenziali del molo(Lagraiige, Mecaniqiie analyl.'l. I, p. ^44). (2) Liiplace, Tlicorie analyli'inc des probabi- lites^ pag. 258. DEL SISTEMA SOLARE. 161 planetario si e quclla della collocazione degli assi maggiori delle loro orbile, ossia dclla linea degli absidi: sc si gottano gli occlii sulla (i- giiia, seinhia vcderi' (juosle orhile come spiiile da iiii vcnio chcspiri nolla diiezione deiroUank'simo grado di loiigiUidiiio, e di.sper.>^e enlro uno spazio circoscrilto. 1 pciiclj sono infaUi riiuhiusi in un arco di 161", mciilrc i piancti primarj, iion mono die le cometc di orhile al- lungalissiinc, haniio i loro perielj ilissoniiiiali in ogni parle deHecclil- tica*'). Inlalli, poi rispello a quesle ulliine, dolle 144 oibile sopra ri- fordatc ve ne sono 72 per le quali la longiludine del peiielio e mi- noie di 180", e 72 per le quali e niaggiorc. E qui e da nolaisi die la regolare dislribuzione che quesle ulliine ci presentano veirebbe alle- rala nolabihiienle se le ronicte a breve periodo non si separassero (1) All'elenco delle comcle a breve pcriodo possianio ora aggiungerne allre due, (.-iilrambe di molo dirello e col poiiclio rivoito dal lato verso il quale abbianiu veduto essere rivoito quello delle allre. La prima fu scoperia a Rurna il di 22 agoslo dello seorao anno, e siill' appog- gi(> delle pi'iini' pcihi/.idiii id ne prescnlai gli eleiiicnli parabuliei nella radunanza dillaseziunu di (isica del Congresso seientilieo di Milanodel di 27 ilel sncce».si\o sellenibre, fiicendo nolarc a\er es^i qiialclie siiniigliunza eun (|iielli della eoiiieta deiranno 1585. I.e seguenii osserva- zioni feeero poi rieonoseej'e che lacomelasi al- ionlanax a iiulabilnienle dalla parabola, e ipiindi divcrsi valenli ealcolatori essendo>i applieali a ricercare un'orbita eliillica, si atcordarono nel rilrovare uii'eccentricila di parll 0,61 ed una rivolu/.ione di 5 anni e nie/./.o. iN'ui abbianio aggiunla nella ligiira quei^ta nuova orbila, la quale segna il liiiiite della minor longitudine dci perielj. Successivanienle i signori Laugier e Mauvais sotlomisero di niio\ o al calcolo le osservazioni della comela del 1585 faltedaTi- cone ad Uraniburgo e da Rollnuann a Cassel , e Irovarono anche per essa un' orbila ellidica con una eccenlricila di 0,64, ed una rivolu- ziorie di cinque aiuii ed un solo. ¥a quindi rilenulo come assai probabile, non u>(anle la nolabile differenza che sussisle sulla longilu- iline dei perigei e dei nodi, ridenlila di que- sle due coinele sia fia di loro , sia con allre egiialinenlc di breve pei'iodo. .Ma se I'ipolesi ch'io propongo d'una coniune origine di que- sli corpi venisse riconosciula come xerosimile. converrebbc andar piii a rilenlo nel coiichiu- dere sull'appoggio d'una remola somiglianza degli elementi , che le coinele u eui apparlen- gono sieno idcniiclie fra di loro. .Vijgiungendo inlantoledueorbile nuoxainenle acijuislale alia labclia che conliene le allre dieci, avremo: Vol. II. LOJiCITlD. OKI. PFHIFIIO I11ST\>ZV PEHIELIA CITA nivoi.f- ZIO>E Lll>CiriD. DEI. i>ri itA- ZIO>E 1 1 MOVniEXTO . 1 Comela di Ticotie Comela di Vice 342.44 1,0648 <,1863 0,6439 0,6179 5,16 5,44 3 8" 13 63.42 4''.34' 2.54 dinllo dirello 21 162 DliLLA DISTRIBUZIONE DE' CORPI dalle allrc; j)oiche allora su un nuincro tolalc di liJl se ne avrehbcro 79 di diiolle e 72 di retrograde, 78 colla loiigitiidiiie del perielio ini- nore di 1 80" e 73 colla lonijiludine niam»;iore. II I.aplace. nel luogo citato , dopo aver Irovalo un nuinei'o grandis- siino espriinente, secondo la sua leoria, la probabilita die una causa priinitiva abhia determinate le orbite dei pianeti priniarj ad appros- simai-si al |)iano deirecclittica, ricerca se questa causa abbia iufluilo sul nioto delle coniele. 11 nuniero di quelle ch' erano slate calcolale lino allepoca in cui egli inlraprese un tal calcolo, giungeva gia a cenlo, di cui iJo direltc c 47 relrouirade. La media di tutte le inclinazioni di risulto di 4(»" 3'i ; e poiche questo medio suj)erava dalquanlo i'an- golo seniiretto, egli ne dedusse la conseguenza clie " le comele, lungi ' dal partecipare della lendenza dei pianeti a muo^ersi in piani poco '< inclinali airecclittica, nioslrano di avere una tendenza contraria « ; concliiudendo per allro che < il grado di probabilita dalo dalle for- >• mole non era abbastanza giande per farci abbandonare Tipotesi d'una » eguale facilila delle inclinazioni delle orbite, e per indicare lesi- » stenza d'una causa primiliva che abbia influito su queste indina- '■ zioni » . II signor Cournot (') fu, credo, il primo a far nolare Terrore in cui era incorso lillustre autore della Meccanka celeste: >< errore, egli dice, " tacitamente adoltalo da quasi tutti coloro die dopo di lui hanno scritlo •' suUc comete. Infatti, prosegue il signor Cournot, il suddetto autore " suppone, che se nessuna causa influisse in un modo regolarc suUa di- " rezlone delle orbite cometarie nello spazio, tutti i valori deirinclina- " zione aireccliltica avrebbero una probabilita eguale; di guisa che la " media delle inclinazioni dovrebbe convergere verso Fangolo semiret- - lo " . Per mostrare T insussistenza d' una tale supposizione egli reca Tesempio dun globo sul quale siano segnati i circoli di longiludine e di laliludine, ed immagina che essendo lanciato alia ventura, si noli dopo ogni getto il punto su cui si ferma appoggiandosi ad un piano (1) 7'rni7ed'y^»7ro;ioHiie par Sir John Herschel, la dislribuUon des oibitvs cowctaiics dans I'e- traduit de I'anglais et suivi d'une addition snr space. Par Aiigustin Cournot, pag. 499. DEL SISTKMA SOLARE. 165 sotloposlo, e la distanza (run lal punto dalF uno de'poli. Esaminando allcntainonlc Ic circoslanzo del caso proposlo, si trova che (jiianto piii saraniio moUiplicali i geHi dd globo, lanlo piu il valor iiu'dio delic dislaii/,e did polo si andra accostando ad un cerlo liinite, per delor- ininarc il cpiale e iiccessario supporre clio il numcro V dci IA DELLE DIECI INCLI.NAZ. 396.57 NllMEUO IIEb CATALOGO PASS\GtlO PEL PtHlELIO Anno Giorno incli>az. all' ECCLITTICl 11 1301 243 12 1337 152 14 1362 70 15 1456 160 16 1472 59 17 1532 292 18 1533 165 19 1558 222 20 1577 299 21 1580 333 80. 0 32.11 21. 0 17.56 5.20 32.36 28.14 73.49 74.33 64.52 SOMMa DELLE DIECI INCLInAZ. 430.31 (1) AsiroHomische Nachrichten heransgegebeii von H. C. Schumacher. Altona. DEL SISTEMA SOLARE. 165 tll'MEHU DEL CATALOCO PASSACCIII pel. I'UBIIXIO Anno Giorno 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 33 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 1582 1585 1 590 159^ 1590 1618 1618 1652 1661 1664 I>CL1>AZ. ail' ecclittica sosnu nr.Ltv, DiK'.i INCLINAZ. 126 260 39 199 321 229 312 317 26 339 61.28 6. 4 29.41 87.58 52 10 21.28 37.12 79.28 33. 1 21.19 1665 1672 1677 1678 1680 1683 1684 1686 1689 1695 114 61 126 238 352 194 160 259 335 321 76. 5 83.22 79. 3 3. 4 60.40 83.11 65.49 31.22 69.17 22. 0 1698 1699 1701 1702 1706 1707 1718 1723 1729 1737 291 13 290 72 30 345 14 270 164 30 11.46 69.20 41.39 4.25 55.14 88.36 30.20 49.55 77. 5 18.21 1737 1739 1742 1743 1743 1744 1747 1748 1748 1757 159 168 39 10 265 61 62 119 170 294 39.14 55.53 66.52 2.16 45.48 47.11 79. 7 85.27 67. 3 12.50 429.49 573.53 446.41 501.41 MMKIIO ncL CATALOCO 62 63 64 65 66 67 68 69 70 72 73 75 76 77 78 79 80 81 83 84 85 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 98 99 100 101 102 103 104 105 106 l-ASSACGIO Pft PeiUCLIO Aniiu I Giurno i^ci.ixz. all' ecclittica SOMMA OELLE DItCI I I>CLI/CLI>AZ. 1806 362 1807 261 1808 194 1810 278 1811 255 4811 314 4812 259 484 3 63 4843 139 4845 415 35. 4 63.43 39.19 62.46 73. 2 31.17 73.57 21.10 84. 2 44.30 1818 56 1818 338 4819 478 1819 499 1821 80 1822 425 1822 197 1822 296 4823 343 4824 493 89.44 62.41 80.44 40.43 73.33 53.35 37.43 52.39 76.42 54.34 525.20 592".8 NUMERn CATAtOCH 4 28 129 130 431 132 433 434 435 436 4 37 138 4 39 440 444 142 443 444 4 45 446 447 448 4 49 4 50 PASSACCIO PEL PEIIEILIO ;\niio j (iidi'iii) IMCLIMAZ. I all' ECCLITTICA SOMMA DELLE DlECt I>CLI»AZ. 4 824 273 0 , \ 54.36 4825 150 56.41 1825 345 33.35 4825 230 89.42 1826 111 40. 0 \ 1826 281 25.57 i 1826 322 89.25 I 1827 35 77.36 \ 4827 4 58 43.39 1 1827 254 54. 3 / 1830 99 4830 361 4 832 270 4833 254 4834 92 1835 87 4840 4 4840 72 4840 93 1840 319 4842 349 4 843 58 4843 4 25 21.16 44.45 43.18 7. 4 5.57 9. 7 52.32 59.44 79.51 58.16 73.34 35.31 52.38 565.14 381.17 464.43 Riunendo le somme delle successive decine e dlvidendo i nuineri che risultano pel numero delle orbite, si ottengono i seguenti medj , i quali convergono verso un limite di poco inferiore a quello Irovato dal signer Cournol (^). Somma di 10 396.37 medio di 10 39.42 20 827.28 20 41.22 30 1237.17 30 41.33 40 1831.10 40 40.47 50 2277.31 30 43.33 (1) Non ci e sembrato nccessario rifareque- sto calcolo per inchiudervi le cinque comele che sono slate osservale dopo il maggio dello scorso anno 1844, giacche la loro introduzione di poco farebbe variare il limile che abbiamo determinato. DEL SISTEMA SOLARE. 167 Somina di 60 2779.52 medio di 60 46.20 70 3263.al 70 46.38 80 3808.14 80 47.36 90 43l2.oi> 90 47.33 J 00 4837.41 100 48.23 110 3363. 1 110 48.43 120 3933. 9 120 49.38 130 6320.23 130 30. 9 140 6901.40 140 49.17 143 7063.23 143 49.24 INoii oslanle pero che il medio Irovato si scosti di quasi otto gradi dal medio teorico, non credo che si possa ritenere come posta fuori di diibbio la tendenza dei piarii in cui si muovono le comete di orbite alluiigatissime a ravvicinarsi alF ecclitlica ; giacche e probabile che la |)reponderanza dellc piccolo inclinazioni sulle piu grandi dehbasi al- mono ill parte attribuire al latlo che sul nostro globo i cercatori e gh osservalori di comete sono, ed erano anchc in passato, collocati nel- r emisfero horeale e in dlstanza dalT equatore, cioe in Europa e nella Cina. Ora in questa situazione dovelte sluggire alle loro ricerche un certo numero di comete, le quali avendo una considerabile inclinazione all" ecclitlica, possono essere enlrate ed essersi mantenule nella sfera di visibilita con im arcomento di latiludine non molto discoslo dal li- mite australe; menlre con assai maggiore facilita si presentarono ai loro ocelli quelle altre che avendo una piccola inclinazione all" ecclittica non potevano notabilmenle allontanarsi dal tropico del capricorno. Questa eccezione non puo farsi alle inclinazioni delle orbite delle co- mete a breve periodo. giacche se fra esse ve ne fosse alcuna che avesse unorbita grandemente inclinata all" ecclittica, enlrando piu volte a non luiighi iiitcrvalli nella sfera di visibilita. non potiebbe a lungo sfuggire alia vista ilegli aslronomi di Kuropa ; ollre di che, consullando il re- gistro della pag. 139 si vede che non solo il valor medio delle inclina- zioni per gli astri che costituiscono la classe intermedia e notabilmenle minore di 37°, ma nessuna di esse ollrepassa questo liniite. 168 DELLA DISTRIBUZIONE DE' CORPI Noi ritcrrcnio iiitanto conic valor medio dolle inclinazloiil delle pr- bite dalo dall' iininodiata osservazione, i nuineri soguciili Pci piancli primaij 3.S6 Pei corpl celesli della classe intermedia 19.56 Per le comete di oihile alliinc;alissimc 49.24 II signor Cournot cerca per ultimo separatamcnte il limite del me- dio dolle inclinazioni per le comete diretlc e per le retrograde, e trova die il secondo supera il primo di 6". 22', dilVerenza in vero assai con- siderabile, c ch' egli propenderebhe ad attribiiire alle perturbazioni esercilale dai pianeti. Ma qucsta dillercnza verra notabilinente dimi- nuila, se dal novero generalc delle comete si separino , come abbiam fatlo fin ora, quelle a breve periodo. Infatti si e veduto che quesle hanno generalmente una indinazione assai piccola , ed apparlengono tutlc alia classe delle dirclte ; c dunquc chiaro che cancellando dalle sonimc di questa classe delle quantita tutte minori del medio, si avra il nuovo medio notabilmente piu grande. Eseguilo il calcolo , trove CO. METE DIRETTE CO.METE RETROGR.\DE SOMMA MEDIO SOMMA MEDIO DI DI DI DI w 1 0 ' 10 375.46 10 37.35 10 383.13 10 38.19 20 879.10 20 43.57 20 941.46 20 47. 5 30 1300.35 30 43.21 30 1470.59 30 49. 2 40 1823.38 40 45.35 40 1948. 5 40 48.42 50 2400.55 50 48. 1 50 2478.39 50 49.34 60 2978.13 60 49.38 60 2990.28 60 49.50 71 3455.51 71 48.40 72 3607.32 72 60. 6 e quindi la differenza non e piu che di l''.26', onde siamo dispensati dal ricercare qualche causa cosmologica, che ne olTra una verosimilc spiegazione. DEL SISTEMA SOLARE. 161) PARTE SECONDA. l/cs|)iilslone di Mercurio dal novcro doi piancli primarj, lunji;! dal turbarc V online sussistcnle iiellc loro dislaiize iiiodit' dal Sole, serve a ridurlo a regolarila niaggiorc. Anchc quesla riflessione e dovula al signer Cournot, il quale in una nola alia cilata traduzione delTAstro- nomia di Herschel (pag- S'i-i), avendo presa in esame la legge gia proposla dal Lambert e riscbiarata dal Bode(^) per rappresenlare le di- stanzc dei pianeli dal Sole, cosi si esprime: « Giusta questa lee;ge, se " si concepisce il raggio dell" orbila terrestre diviso in 10 |)arli, il raii- " gio dcir orbita di Mercurio ne conlerra 4 ; il raggio dell" orbita di " Venere 4 -f- 3, ossia 7 ; qucllo deir orbita della Terra 4 piii due • volte 3, cioc iO; quelle delF orbita di Marie 4 piu qualtro volte 3, '■ ossia 16; quelle dell' orbita di Cerere (presa fra i quallro pianeti » lelescopici), 4 piu otto volte 3, ovvero 28 Quesli valori si scostano » di poco dai valori dei semiassi niaggiori , dedolti dalla legge di " Kcplero; ma cvidentemente (juesla maniera di presentare la progres- " sione degli intervalli e afl'allo arbitraria , c non e slata immaginata » die affine di salvare 1" irrcgolarita che offre il pianela Mercurio. Ora » e da notai'si die Mercurio (a egualmente eccezionc nel sislema dei '■ sette pianeti non telescopici, tanto per la grandezza delleccenlricita " della sua orbita , quasi eguale a qiiella delle orbite di Giunone e " Pallade, (juanto |)er la notabile dislanza del polo del piano in cui >' si nuiove dalla regione del cielo ove sono presentemente aggi-uppati " i poli delle sei altre orbite planelarie " . L obbieziouc del signer Cournot e giustissima , avvegnacbe, ollre Tallribuire alle dislanze dei pianeti dei valori che si allontanano notabilmente dal vero , la pro- gression* di Bode non soddisl'a neppure alia legge di continuila. In- falti , iudicati i diversi pianeti coi numeri progressivi 1, 2. 3. .... h (t) Einleitung zur Kenntniss des gestimten Himmels. Edizione scconda 1772. Vol. II. 22 170 DELLA DISTRIBUZIONE DE' CORPI 0 lo (lisJanzc medio rls|)eHive dal Sole con rf,, rf„ rfj . . . . c/„, la regola darebbe in goneialc (/„ = 4 -j- 3.2""% ovc fatto n = 1 si ba per Mercurio 4 -4- - =: i> - invccc di 4 a 2 La fornmla imniaginala non puo diinque esser quella die rapprescnli uii fatto costante della natura. Ma sc iioi , come propone rauloriran- cese, allontaneremo il valetto di Giove dal nobil conscsso degli allri dei niaa;2riori , lutto rientrcra nelF ordine naturale. 11 Bode nella composizioiie della sua formula si era invece im- posla un" altra condizione, clic non e punto necessaria; quella cioe die quando la distanza media dclla Terra dal Sole venisse rappre- sontata col nuiiiero 10, lutte le altre distanzc fossero espresse in nu- meri iiiteri. Ma poiclic per una parte la distanza chc si prende per unita di inisura 6 quanlita puramente arbilraria , e per 1' altra gia sappiamo die le distanze medic dei pianeti, del pari cbe i tempi delle loro rivoluzioni intoriio al Sole, sono quanlita incommensurabili fra loro, ci sara lecito il cercare di avvicinarci al vero, assumendo la formula gcncrole f/„ :=: x -f- y . z"~' e dcterminando le tre incognito, x, ), z, in modo die il divario sullo distanze medio date dalla logge di Keplero (escluso somprc Mercurio die per noi gia fa parte dei corpi celesti della seconda classe) sia il piu piccolo possibilc ('). A questo fine nella lormula i}„^z.x-i-y . z'"^' fatto successivamente n=l, n:^2 fino (1) Ci sara, erediam noi, facilmenle accor- posli ad eguale distanza dal Sole, uno de'quali date, chc i coefficienti x cd y, i quali dipen- si niova in un'orbila circolarc c I'altro in una dono da unita di raisura in lulto arbitraric, parabolica, esiciiranienteiiumeroastralto, per- possano esscre rappresenlali da numeri frazio- chc non dipendc ne dall' unita delle distanze, iiarj; ma forse alcuno avra difficolla ni'l farci nc dall' iiiiila del tempo; ora (|uesIo rapporlo I'islcssa concessione per rispctto al coefficienle e espresso da 1,4142, ossia dalla radicc di 2. 2 sosliluilo al numero 2 dalo dalla legge di (Lambert, Imirjniores orbilw comelanim pro- Bo diceva egli , un coefficient coninie un 4 , un » 5, un ff, etc.? ct n'y a-t-il pas de I'absur- >• dilc a supposer qu'un noinbrc puisse exister » reellenient, ou qu'un coefficient puisse elre ■ une qualitc essenlielle a la inalicrc?" Ma re- plicava il Clairaut. « Avant de lui repondre, je » le prie de me dire si le 2 qui scrl d'expo- » sanl dans la loi du quarre, el I'exposanl n » qu'il veul bien admcltre en recevanl la loi » d'un seul lerme , existent plus dans la na- » ture que le coefficient de nion second ter- n me » : Mimoires de I'Acaikmie H. lies scien- ces, annee 1745 p. 582 et 584. La controver- sia, la quale diede luogo a molli scritti prodotti in appoggio dell' una c deH'allra opinionc, ri- raase sopila , allorche il Clairaut cbbe trovalo che spingendo piu ollre le approssimazioni si oltcneva un valore del molo del perigeo lunare assai vicino a quello date dalle osservazioni senza dipartirsi dall'ipotesi ncutoniana. 172 DELLA DISTRIBUZIONE DE'CORPl Per risolvore qucstc cquazioni lio cominclalo dal soltrarre cia- sciinu (11 esse dalla succcssiva, iiuli poslo, per seinplilicarc il calcolo, Iqct. y (: — 1 ) = p, log .«!=:606 , d.,-y. .z"-' — 4,6727 5,25i>3 4,76/«7 10,7057 4,ii352 21,8841 3,7779 44,7430 7,2847 91,4789 5,9097 187,0322 valor medio 4,7917 X 4.8192 sarebbc dimquc la formola da sostituirsi a quella di Bode (/„ = 4,8192 +2,360603 (2,044ii40o)— {d). Questa cspressione non puo pcro ancora ritenersi come la piu pros- sima al vcro, ossia come quella la quale soddisfaccia alia condizione che la somma dei quadrali dellc diflerenze Ira le dislanze calcolale ed osscrvate sia un minimo. Infalti le equazioni che ci crano dale da risolverc cssendo esponenziali, non abbianio polulo applicaie ad esse il mctodo de'minimi quadrali se non dopo averle assoggcllale ad una prcliminare eliminazione d'una delle incognile, cd aver fallo passag- gio dai numeri ai logarilnii. Ma poiche ora abbianio un \alore ap- prossimalo dellc Ire incognile «, >, ;;, polremo immaginarc die sian esse rispellivamentc siccresciule d'nn aumenlo piccolissimo che indi- chercmo con Ax, Ay, \z. hilroducendo i nuovi valori nelle equa- zioni (fl), svolgcndo e Irascurando Ic potenze degli aumcnli supe- rior! alia prima, avremo setle equazioni di primo grado Iralle nuovo incognile alle quali polremo applicare innncdialamenle il nielodo suc- cennato. Ora indicando con A(/„ la difl'erenza fra Ic dislanze osser- 174 . DELLA DISTRIBUZIONE DE' CORPI vate, c quelle risultanti dalla espressione (t/), le equazioni da risol- vei*si saranno della forma A ar -+- z"-' A J H- { n — 1 ) yz"-^ A z =: Arf„ , die rappresentcremo per maggior seniplicila con Aac -t- ^/Ar -h iVAz = P; posto cio, avremo da risolvcre le trc equazioni y.^x-\-lM .^y-\-lN .^z^lP lM.^x -^im' . ^y -^2mn .^z — lMP lN.^x ~\~ IMN . ^y -f- I /V .Ax= INP Le sonime qui indicate dovendo essere estese solo da nz^ i ad nz=7 sono facili da eseguirsi con operazioni aritmetiche, ma si pos- sono , volendo , abbreviare oppure soltanlo vcrificare per mezzo di espressioni analitiche. Essendo M zz: z""' si ha infatti 7 iM—i-^z-^-z'-hz' -+-^6— ^ ' z — I IN ^y ( I -+- 2Z -h 3r' -f- 6z')^=j 6z' 1 e cosl delle altre somme. Operando in un modo o neiraltro, si troveranno i coefficienli nu- merici delle tre equazioni, le quali saranno 7,00000. Ax + 142,01204.Aj-i- 903,2668. Az= o 142,01204. Ax -t- 7012,306 .Ar+ 49935,82 .Az = — 1,7771 903,2668 . Ax + 49933,82 . Aj + 3601 1 9,8 . Ar = - 39,33 e daranno per mezzo delP eliminazione Aoc = — 1,0930, Aj = -h 0,278713, Az = — 0,036069 DEL SISTEMA SOLARE. 17i5 Qiiesle coiTCzioni doviaiino applicarsi al valoii assuiUi come prossiini al vero dclle tre incognile, ed allora si avra x-|-Ax= 3,7262, y-h Aj = 2,85931 G, z -f- Ar =: 2,008/i7i. Sebbene le correzioni sieno risullate assai piccole, cd il compulo nu- merico sia slalo csegulto coll' csallezza delle sesle cifre dccimali, pure slaino ancora lontani dall' aver oltenulo 1* inlcnto di rapprcsentare le selte equazioni originali in modo che la soniina dcgli crrori posi- tivi ricsca cgiiale a (juella dei negativi, c che la somina dei (piadrali dcgli crrori sia un miniino. Quesla imperfczionc del calcolo provicne dalla circoslanza che dovendo svolgere dei binomii elevali a potcnze alquanto considerabili, i coefficienti delle polenze superiori della (|uan- lila che si considera come piccolissima crescono rapidamcnle e fanno si che i termini omessi non siano affatlo Irascurabili a Ironle di quelli che si conservano. Per avvicinarmi possibilmente al vero mi convenne percio passare per una serie di successive approssimazioni, nelle (juali riteneva pei valori di x, ) , s, quelli di x H- A x, y -h A y, r -+- A s risultanli dalFapprossimazione precedenle. I valori successivi a cui pcr- venni Irovansi raccolli nella seguente labella : VALORE APPROSSIMAZIOISE X rii y z l.» 4,8192 2,560603 2,044540 2.^ 3,7262 2,839316 2,008471 3." 4,4032 2,683900 2,028189 4.= 4,4549 2,672193 2,030243 1 176 DKLLA DISTH1BU2I0NE DE" CORPI Arrestandoci a quest" ultima avremo d„ == 4,4JJ49 + 2,672193 (2,050243)— ovc fatta successivainente n = 1 , 2 , 3 . . . 7 si hanno i valori dclle distanzc dale dalla formula e le diflerenze colic osservazioni ossia i >alori di P (I„ calcolalo d„ osscrvato P 1 7,1271 7,2555 -t- 0,1062 2 9,8801 10,0000 H- 0,1199 3 13,4694 13,2569 — 0,2523 4 26,8170 23,6620 1,1330 S 49,8oS3 32,0277 -f- 2,1724 6 96,6288 93,5883 — 1,2405 7 191,3905 191,8259 Somma -h 0,2556 -4- 0,0045 Siamo dunque pcrvomiti a una esprcssione nella quale la massima diflerenza dal vero arriva a sole 2 parti, e la somma dclle diflerenze positive e negative a quattro millcsime delP unila di cui la distanza della Terra dal Sole ne contiene dieci; mentre nella formula di Bode la massima differenza arriva a 4 parti, e la somma doUe difleren- ze a — 9. Ma esaminando partilamcnte le diflerenze che ancora sussistono, si rilcva che la maggiorc cade suUa distanza media di Giove , il (pialc ha h-a i pianeti la massa piii considerahile ; nasce percio ii dubbio che la legge che si va cercando, dipenda in qualche parte anche dalla massa dei pianeti diversi. Volli percio lentare, procedendo sempre per vie empiriciic, se introducendo nelK esprcssione di d„ un terminc dipendente dalla massa di ciascun pianeta, si potesse otienerc di smi- nuirc le diflerenze sussistenti fra il calcolo e I" osscrvazione. Ma poi- che nessun raziocinio potrebbe condurci a riconoscere la forma che possa avere questo terminc, intorno al quale non sappiamo altro sc non che debb' essere una quantita piccolissima c delF ordine di quelle DEL SISTEMA SOLA RE. 177 che abbiamo fin ora considciate, adoUcrcmo per esso la forma piii sempllce e supporrcmo cbc sia cgualc alia massa

  • , z gia de- terminate, risullanli dall'aggiunta dei nuovi termini n Q„ nelle sellc equazioni fondamenlali , dovevano essere quantila piccolissime e dcir ordine del coefficiente n. Mi era percio immaginalo di po- ler giungere per successive approssimazioni alia deterniinazione di Ax, A J, A z, u parlcndo dagli ultimi valori approssimali dclle sud- detle coslanti ; ma dopo aver eseguiti diversi calcoli mi accorsi di essere Vol. U. 23 X H- r X -+- y- X + yz^ X -h yz^ X H- y,^ X H- r -' a; -f- rz' 1 7H DELLA DISTRIBUZIONE DE' CORPI caduto in uiio dci casi nci quali , glusta le riflessionl del Lagrange, il inclodo noiUoniano per la risoluzione dcllc cquazioni conduce a va- lori conlinuanicnte divcrgcnti e lonlani dal vero. Mi convcnne percio ccrcar di nuovo dei valori approssimali dcllc incognitc, cominciando, come si e pralicalo alia pag. 172, dall' eliminaic alcunc di esse, indi passando dai niuncri ai logarilnii, alfine di fare sparire le espres- sioni esponcnziali. Sciivcndo di nuovo le equazioni fondamentali , e trasferendo, per iacililare gli svolginienti die dovremo escguire in appresso nel sccondo mcnibro , il termine Q„ u , avremo 7,2353 — 0,874 . u : 10,0000 — l,OOO.t< : 13,2369 — 0,1 39. « : 23,6620 — 0,000 . u (e) : 32,0277 — 338,434 . « : 93,3883 — 101,063. m yz'' =: 191,8259 — 19,841 .u Prendendo, come prima, le dilTerenze, si avra Y(z — 1) = 2,7667— 0,126. M y(z — l)z = 3,2369-+- 0,861 . « y (z — 1) s^ = 10,4231 -t- 0,139. tt - y(z — 1 ) js' = 26,3637 — 338,434 . « ' ' J (z — 1 ) z^ = 43,3608 H- 237,389 . n J (z — 1) z' = 96,4334 -t- 81,224. m Per passare dai numeri ai logaritmi, si rappresentino con h-]- ku i secondi niembri di queste equazioni, si avra svolgendo e trascurando k u le potenze superiori di it, log. {h-\-ku) =: log. A -+- 0,43429 -^ ; ritenuti poi i valori precedentemenle altribuiti a /) e qr , si olterra p =1 0,44196 — 0,01978 .tt p -^ 9 = 0,71907 H- 0,071 40. M p -h 2q ^n 1,01808 -f- 0,00379 . tt /) H- 37 = 1,42104 — 3,37480. « ^^ p -4- 47 = 1,63710 -t- 2,37760 . u p -h 3r/ ^ 1,98424 -f- 0,36378 . t< DEL SISTEMA SOLARE. 17J) Prendcndo le dlffcrenze prime e le seconde fra le sci equazioni, si avra succcssivamcnlc q = 0,27711 -4- 0,0911 8. m q = 0,29901 — 0,06o61 .u q = 0,/i029G — 5,i>80o9 . u q = 0,21606 -f- 7,93240. « q = 0,54714 — 2,011 02. m 0 = -t- 0,02190 — 0,1 3679. t< 0 = -+- 0,1039o — 3,31 49« . w 0 =: — 0,18690 -f- l.">,33299 . u o = -h 0,13108 — 9,96422 . « Sommando Ic qiiatlro equazioni, dopo aver oanibiali i segni della terza, si a\Ta 0,44383 = 29,16898 . it, e quindi « = 0,013216. Da quesla prima approssimazione passai ad una seconda, scrivcndo u-\-^u al luogo di «, c riunendo la quantita cognita A« al primo termine del secondo membro delle equazioni (g). Fatto /«-!-/■« = /»' si ebbe allora a svolgere il logarltmo dr h' -\- k \ u , onde le equa- zioni suddette si Irasformarono nelle seeuenti p — 0,44166 0,01979 .Aw p -h q ~ 0,72016 -t- 0,07124 . Am p -+- 2q 1,01816 H- 0,00379. ,Am p ^ Tyq _ 1,32666 — 6,92803, . An p H- 4H-Aj, r-t-Az, u-i-Ati in luogo di a, j, z, m, svolgorc Ic funzioni csponenziali e Irascurare le potenze dei A supcriori alia prima; in queslo modo le equazioni da risolversi risullcranno dalla forma AxH-i)/AyH-/V Az-+-eAM = P , le quail , essendo ora il numero delle incognile eguale a qualtro , si ridurranno alle quallro seguenti 7Ax-f- I M . Aj -h 2 IS . Ac-h 2 Q . Am=2P lM\x-\- 1 M\ Ay -\- 1 M N . Az -\-l M Q . Au — 1 M P lNAx-\-lMN.Ay-\- 2 N\ Az^lN Q . Au — lN P che, ridolte in numeri, divengono 7,000 . A X + 143,629. Aj+ 888,604. As+ 461,373. Au— o 1 43,629. A a: + 7 1 81 .Ay+ 49622 . A z -4- iio83,7 . A u :r: + 1 45,23 888,604 . A x-t- 49622 .Aj)' + 347ii8 .As -4- 61834 .Au=i+ 1167.90 461,373 . A x+i'io83,7 .Aj+ 6i834 .Az + i25i6i .Au — — 489>'9 Di qui ho cavalo un prime valore delle quatlro incognite; indi per diverse successive approssimazioni, oUenni le quantita qui avanli regi- strale DEL SISTEMA SOLARE. 181 , APPROSSIMAZIONE VALORE Dl X y ; 1 u 1.' 4* 4,7680 5,3695 5,2866 5,2857279 2,48857 2,16129 2,21825 2,2186980 2,04883 2,09766 2,09252 2,0925015 0,014220 0,012950 0,012305 0,01230142 L' ultima approssiniazione ci sommlnistra la formula d„ = 3,2837279 -+- 2,2186980 (2,09230 13)""' + 0,01230142 . 0„, colla quale Ic distanze dei sette pianeti sono rappresentate entro assai ristretti limiti di differenze: in fatti si trova d„ calcolalo d„ osservalo diffcrcnza 1 7,3132 7,2335 — 0.2819 2 9,9407 10,0000 -h 0,0393 3 13,0021 13,2369 -+- 0.2348 4 23,6138 23,6620 H- 0,0482 3 31,9837 32,0277 -f- 0,0420 6 93,3366 93.3883 — 0,1481 7 191.7784 191,8239 -H 0,0433 Somma — 0,0002. La dislanza di Giove, sulla quale cadeva da prima la maggiore discordanza, ora e quella che meno si discosta dal vero, sicche scm- bra che la massa dei pianeli debba realmenle modilicare la Icgge delle distanze. 182 DELLA DISTRIBUZIOiNE DE'COUPI Tuttc qucslc Indagini, che rimarranno per lungo tempo ncl regno dolle pure ipotosi, possono assoniigliarsi ai primi tcnlalivi fatti dagli antichi aslrononii onde rapprcsentare per via di eccentrici e dl epi- cicli il nioviinenlo di corpi celesli. Ma, come osservo sagacemenle il signor\alz valcnlc aslronomo diMarsiglia in uii rccentc suo scrilto nel quale cspone delle idee alquanto arditc sulle allerazioni dellc or- bite coinelarie: cest en ne craignant pas d'cn emettre , ct en les soumettant a un examen public, qu'on peut parvenir 'par fois a recon- nailre des verites scientifiques , si bien cachees qu'il est assez difficile de les decouvrir (1). Cio per allro che c' induce a credere che nella legge di Bode vi ab- bia qualche cosa di reale, si e il riflesso che una relazione analoga ad essa sussisle per rispotto alle dislanze dal piancla centrale dei quallro satelliti di Giove. Supponendo che la distanza del satellite ennesimo sia rappresentato colla formula §„zzz a -i- b.c"~\ si hanno le quat- tro cquazioni seguenli, a lato delle quali sono scritte le successive differenze «H-6 = 5,8130 6(c-l) = 3,4357 «-f-6c=: 9,2487 6e_i c= 5,5037 « + 6 0—14,7524 6 c-lc— 111945 «-+- 6 0^ = 25,9469 Mc— l)c _ 11,1J45 Presi i logaritmi e supposto log. b {c — 1) nzp, log. 0 = 9, avremo le Ire equazioni p = 0,55602 p-\- (/ = 0,74066 p-i~2(jz=z 1,04900, le quali si compendiano nelle due 3/)-f- 39 = 2,32567, 3 /) -+- 5 7 = 2,85866 Di qui si deduce p = 0,51872, ry = 0,25650, 6 = 4,1008, c = 1,8051; (1) Astrononi. Nachr. N." 504. DEL SISTEMA SOLARE. 183 c quesli nuincri soslituiti nolle cquazioni originall danno i seguenli valori di a : 1,7122 1,8404 1,3904 1,8269 fra i quali si litiene il medio a^ 1,6940 Ometleremo per brevita di esporre le operazioni clie ahbiamo suc- cessivainente istituile per oltenere il valore delle costanti che piu pros- simamentc rapprescntano Ic distanze dci quallro satelliti, e ci limi- Icremo a trascrivere la formula finale, la quale fu ^„ = 2,3796 -h 3,33732 (1,88089)"- Questa, paragonata coi dati deH'osservazioni , somminislra le diife- renze qui sotto notate J„ calcolato ^„ osservato differenza M 1 , 3,9171 3,8130 — 0,1041 2 , 9,0333 9,2487 H- 0,2134 3 , 14,8943 14,7324 0,1421 4 , 23,9186 23,9469 -h 0,0283 Somma — 0,0023 ,/,//'/./!. /j/i/ii'« /.umi,'/,/o /,'/ //' {rilUVl¥. ,I,),I';,I i'i|)RFB a^IEL Jiyi'iTK.^aA SCilLAiiK '■r /^y:^/////^ //// /V/ y^'^/W/fj^ /////• /■///^y^'>/r/^ 4 f f f t , >»»fl*;j?. SUI TERRliP^I Dl SEDIME^TO irsFERIORE Dl^Li; ITALIA SETTKNTIUONALK JllDeutotia Dl GIULIO CUUIOINI ( Ltlta null'adunanza licll'I. K. Isliluto del giorno 2 Aprile l»(i3.) JJoloniieu , Brocchi, Brelslak, Hcricart de Thury ed altri gcologi di gran fama avcvano aminesso nei tempi andali, dletro un esame assai diligenle del suolo dell" Italia supeiiore, che vi esistessero presso che tiilli i leiToni di scdimonto inCeriore che si erano riconosciuti costituire la corteccia del globo in tulte le altie region! dove pole penetrarc Tar- (lito passo del naturalista. Dolomieu lileneva che i tcrrcni ad antraciti delle grandi Alpi, che per molti rapj)orli si mostrano connessi coi terreni pill hassi dellTtalia scttcntrionale, appartenessero eschisivamente ai ter- reni primilivi. Hericait de Thury dinio?trava in seguito che i terreni ad aiilracile dellOisans, connessi coi primi, erano associali ai terreni are- nacei ed allc roccc di schisto argilloso ripiene di inipressioni vegelali, |)er la (pial cosa dovevano essere cjassificali tra i terreni secondarj; e nel 1808 Brochant faceva T osservazione che i terreni antraciferi della Tarantasia e deU'Oisaiis, associati cogli schisti ad inipressioni vegelali. colle pnddinghe qnarzose, cogli schisti micacei, si legavano coi terreni primilivi, e ne concludeva che dovevano essere considerati come spel- lanti ai leireni di transizione; opinione che venne di quei lcmpi_ge- Vol. 11. 24 1»G SUl TliURCNI Dl SliDIMbLNTO INFEIUORE neralineiile ainniessa. Nel 1827 pcro incominciarono ad cicvarsi dubbj su tale classillcaziono (li (juosli lerroiii, per Ic ricerchc Isliluilc dal si- gner Elia di Bouumoiit iiolla Taranlasia e iiella Moriaiia. Egli scopcrse bekMiinili nei baiulii argilloso-cakaroi dl que' coiitorni , c si assiciiro die (juesti baiuhi Irovavaiisi lanlo al di sopra (|uanlo al di sollo delle arciiarie c degli sohisli neri con iinpressioni vegelali, laccliiudeiili aii- traciti connessi ooi gneiss. Nclla Taranlasia , il montc Biiel conliene banc lii ad antracile nelle parti inleriori, e i terreni a belemnili vanno a coslilnire le sue elevate ciine; menlre nella Moriana, nella niontagna di Chardonnet, gli schisli argillosi calcarei a belcmniti riposano imme- dlataniente sui terreni di gneiss , e sono ricoperti dalle arenarie e da- illi scbisti ad antracile the ne costilniscono la soinniila. 1! signer Dc Beaumont sostenne die i bandii a belemnili dei contorni di Pctit-Coeur nella Taranlasia erano i primi membri di una inimensa serie di schisli argillosi piu o meno calcarei e di gres ad anlracili, e che lutti questi banchi, in cui si trovano lalvolta belemnili, pentacriniti, aminonili ed allri fossili, apparlenevano ad una sola formazione. Osservando egli che le belemnili non si trovano mai in terreni piu aiilidii del Giurese, e facendosi forte del legame degli schisli della Moriana con qnelli dei contorni di Digne (Basse Alpi), riconosciuli general menle come appar- tenenti al basse, cioe al membro piu basso della formazione giurese, opinava che si dovesse riportare a quest' ultimo lerreno la serie inliera dei banchi ad anlracili, lanlo del suddelto luogo come di molte allre parti delle Alpi, poiche le impressioni vegetali degli schisli antracitosi, tanto a Pelil-Copur quanto al Chardonnet, cioe alle due eslrcmila della formazione, si inconlrano anche nei contorni della Mure, a Yalbannais, a Mont des Lens ed allrove. Quesla opinione vennc subito adoltata da molli gcologi; da altri non venne rigellala per rispetlo alia ben me- ritata fama di diligcnlc osscrvalore die seppe acquistarsi il signor di Beaumont, ma nemmeno ammessa derinilivamenle. 11 signor Adolfo Brongniart non Irovo Ira le impicssioni de' vegetabili fossili slali rac- colti in questi terreni, in diversi luoglii, specie alcuna che non fosse propria dei terreni carboniferi antichi. Cio eschide 1" opinione emessa in seguilo dal signor di Beaumont in favore del suo assunlo, di un Iras- DELLI'IALlA SETTE.NTr.lONALE. 1 »7 porlo ncllc Alpi ncircpoca liassica di vogclahili della flora primlliva. clio forse ancora csislevano in qualclio lonlano luogo. In qucsta sup- posizionc si sarcbbero dovuli scoprire, in lanta ahbondanza di imprcs- sioni vpgclali, pur (|iialchc Iraccia dclIa flora conteniporanea ai sedi- mcnli a beleninili. La cosa Irovavasi in qucslo stato, quando il signor De la Beclie pub- blico il suo Munuule e del terreno liassico, parini che prima di tutlo occorrerebbe di spingere piu oltre le indagini e di verilicare se 1 avvertita tliffe- renza inineralogica non accenni ad una diversita di origine. Lungo lo stesso lago di Como e nella \ alle Tellina trovansi in piu luoghi adagiati sul gneiss Jembi di terreno calcareo spesso doloinitico, privo di silicati lerrosi, in lal condizioiie geognostica da non poter essere considerato come contemporaneo al gneiss che lo sosliene. Credo dunque possibile che un lembo di quest! lerreni siasi deposto anche sul gneiss di Musso. al punto in cui vi si trova incassala la dolomia silicil'era die viene ora considerala, e credo a ragione, come contemporanea al gneiss. II giu- dicare la cosa altrimenti ci coiidurrebbe, a mio avviso, ad un assurdo gcologico. Parmi die anche i geologi che considcrano il gneiss come il membro piu aiitico del terreno giuresc , non potrebbero giudicarlo facihnente come contemporaneo ad una dolomia contenentc petrilica- zioni caratteristiche del giiira medio. Id credo per queste ragioni, che il fatlo osservato a Musso non ci au lorizzi a dcdurne che il gneiss c tulle le rocce che vi sono connesse debbano essere riferilc al membro piu basso della formazione giuresc. 200 SUI TKRREM Dl SEDIMEMO INFERIORS (ioe al liasso. Qnosia oj)lnionc sarebbc dunqiic appoggiala ancora uni- caincnto alio ossorvazioni ed allc inlcrprclazioni date dal celebre si- gner Ella dl Beauiiionl al fatlo che si osserva ncUa Tarantasia c nella Moriana dell' assooiazione apparcnlc dclle calcaroe a bclcmnitl proprie del liasse col gneiss e colle arenarie c scliisll ad anlracili con impronle della flora priniilna; ma gioveni avverlire che ([ucste inlerprctazioni dalano da un' epoca in cni erano ancora recentl e scarse le osserva- zionl dei fenonienl prodotti dalle rocce erullive. Esponcndo 1 fatti che si osser^ano in Lonibardla dl rovesclanienti dl intiere ed estese serie dl banclii petrosi, non ancora avvcrliti, e ravvicinandoll ad alcuni fatti che dan luogo a sospeltare che anche nelle grandi alpi sia accadiila \a slessa cosa, credo dl fornire documenti che potrebbero forse scr- vire di norma islruttlva ])er una dlversa interpretazione dl quelli os- servali in quest'iiUima regione. Parml che al naturallsta, che si occupa della geologia dell' Italia, ad ogni modo rlmanga llbcro di far servire dl orlzzonte geognostlco i fatti delle grandi Alpi secondo le interpretazioni del signor de Beau- mont, o piultosto quelli che si sono osservati nelPOisans in armonia colle chlare indicazloni dei terreni a noi piu vicini del Veneto e del Tirolo. Ma chl si attenesse al prlml incontrerebbe le obbiezioni che vi si sono senipre fatte, come abbiam detto, cioe che quel fenomeni non sono in armonia con quanlo si osserva in tutte le allre parti del globo, e che percio debbono considerarsi come fatti intieramente isolatl. Chi poi vuole farll servire di orlzzonte geognostlco per tutta T Italia, si trova costretlo a conslderare queslo paese slccome posto in condizioiil alTatto speclall; qulndi si porterebbero fuorl dalle loro sedl naturall le sue rocce sedimcntarle fondamentali, le cul analoghe Irovansl senipre in una sede assai piu antlca, ed 1 minerali che vi sono contenuti, non che 1 fosslli che Irovansl nel banchl specialmente del trias, che in al- cuni hioghl separano le suddette rocce dalle posteriori formazionl llas- siche e giuresi. Se in vece facciamo servire dl orlzzonte geognostlco i fatti osservati neirOlsans, 1 quail moslrerebbcro che 1 gneiss, gli schlsti talcosl, le giauwacke, le arenarie e gli schisti ad anlraciti, contenenti spesso DELL" ITALIA SETTENTRIONALE. 201 iinpressloni dclla flora priinitiva, erano gia raddrizzali (juaiido soprag- giunsc la forinazione liassica a holcmiiili , il liillo ricnlra nollordinc gcncralo dolla nalura. La gcologia dell" Italia csce allora dalle anoina- lic e dalle iiicerlezze in cni venne recenteniente getlata . e Irovasi d'accordo con (juella delle allre conlrade e con (|U('lla pure della con- ligua isola della Saidegna illustrala con moita dollrina dal cavaliere Della Marmora. Troviaino allora die le rocce di sedimenlo fondanienlale delP Italia conslano di quel complesso di terreni detli eniilisiani, foiniali da gneiss, schisti niicacei , talcosi . ec. . clie sono fondauienlo di tulle le altre rocce sedinienlarie per tutle le parti del globo sino ad ora esplorate. chc contcngono qui, come allrove, disseniinati nelle rocce o in banchi altcrnanli i niedesimi minerali di origine in queslc circostanzc non eruttiva, come il ferro olgisto (Splugen, YalTellina, \al Varrone, \ i- cenlino, Massa di Carrara, ec. ec), il ferro carbonato, la calcopirite, la galena argentifera, la giallamina, il rame grigio, il solfuro di nier- curio, Tantracite, la grafite , le staurotidi , il disteno, i graiiali . il (|uarzo latteo in vene ed in ammassi, e molti altri minerali (ora I uno ora Tallro di questi minerali e spesso molti di essi; Splugen, lago di Conio, Val Tellina, Val Cavargna, Yal Sassina c altre valli Lom- barde, Bellunese, Vicenlino, Ripa, Scrra Vezza, Massa di Carrara, Spezia, ec.) I cipollini, le dolomie con tremoliti. le emitrcne, cbe tanto abbon- dano nelle vallate cbe si estendono verso le Alpi a ponenle del ^ er- bano, (; sono connesse col gneiss e colle quarziti, si troverebbero del pari nella loro sede naturale. Lemitrene trovasi ivi in banchi spesso polenti e solo raddrizzati dalle rocce granitiche, e questi banchi sono spesso coslituiti da regolarissime alternazioni di calcaree pine, di cal- caree silicifere, lalvolt;. ripiene di franlumi di cristalli di silicati ter- rosi, e specialmenle di amfibolo. La calcarea non eccede talvolta il o per 100 della massa. La presenza in questa roccia della silice, clie in parte e ancora solubile negli acidi , e dei Iranlumi di cristalli di sili- cati lerrosi, parmi chc non ci permctta di consideraria come risultante dal nietamorlismo di altre rocce. In questo caso la silice dovrebbe aver Vol. II. 26 '>()2 SUl TERHEM DI SEDIMENTO INFEHIOUE pordula ojjni sua soliil)ilila. cd 1 silicall do^Tobbero trovarsi sollo liil- ( allra lonna obo di b'anlinni. Aocadc S|)OSSo di vedere in qucsla roc- c'ia il passaggio alia cak-area pura crislaUina, come nclla Valle Strona, aUa Gaiidoilia, a Musso, a Piona, cc. Da qucsli hioglii si eslrasscro tiiHi i inarmi con ciii furono costrulli i Diioini di Monza , (U Coino v di Mihmo. Cili osaiiii die obbi occasionc di islituiro a luna;o nol IHM nc'i inonli di Massa e di Carrara mi concbisscro ad adoliaro circa quei marmi la sicssa opinioiio cbo rocciitomciUe ba omessa il sigiior Baubco (0 dielro considorazioiii puramcnie minoralogicbc, cioe cbc quelle calcarcc deb- baiio ripiilarsi |)iii anticlie del basse c non melamorl'osate. lo le credo aiicbe parallele alle calcai-ec sopra descrittc. Nci inonti di Massa, di Perri- ma e di Laviliaiie la roccia rondamenlale c coslituita da gneiss, cbc nelle parti siiperiori si modiiica in unu scbislo lalcoso, conleiicnte areiie si- licee. cui succede una calcarea lalcosa, ed a quest e la calcarea bianca cristallina . talvolta nelle parti pin basse dolomilica. Quesia calcarea cristallina caricandosi in qualcbe luogo di carbonio , si modiiica in marmo bradiglio. La stralilicazione della calcarea nei monti di Massa , nel Monle Allissimo, ncl monte Corcbia, ec. e evidcnlissima, c spesso regolarc; i bancbi sono talvolta di un metro e mezzo di grossezza e trovansi divisi da un tcnuissimo deposito argilloso. Questi marmi, come e noto, presentano talvolta dei vani tappezzali da cristalli di rocca b'mpi- dissimi, e contengono in qualcbe luogo la silice gelatinosa e lo zolfo; le quali cose non si accordano, secondo ii mio modo di vederc, coi principj del metamorfismo. Neirinterno delle concbiglie rappresc nelle rocce calcaree di lutte le formazioni, dove la calcarea non pote pene- trare cbe alio stalo di soluzione pura, vedesi il carbonato di calce cri- slallizzalo candido coHaspetlo dei manni. La deposizione in un mare assai profondo, lonlano da correnti limacciose di calcaree tenute in per- fctta soluzione, poteva dunque produrre i purissimi marmi carraresi. lo non bo potuto inconlrarc nei veri marmi traccia alcuria di am- nioniti, ne seppero gli escavatori indicarmi di averne veduli. Credo (1) Vcdi Memoria citala. DELL' ITALIA SETTENTRIO.NALE. '20.-, (liiiKjuc clic ([iiolli indicaJi daiili scrillori come rinveniili a Carrara, pro- ccdaiio liilli (lai l)aii(lii oalcaroi osU'rni (livcrsilicaiili dai inarnii, laiito |>ei caralU'ri mincralogici, (|uaiUo pci rajiporli di j^iacilura. I hanclii pin inodcnii (Inaccc ricoprono i gneiss e gli scliisti niicacei e siliceo-lalcosi. Quesli hanclii, lungi dalla zona calcarea. sono in generale assai sconcerlali, e vennero sospinli ad allezza die in qualche liiogo raggiunge il limitc delle nevi per|)elue. Anche dove vanno a na- scondersi sollo la zona calcarea, come a Bellano, sono di una nolcvole potenza. lo no ho presa la misura tanto presso il lago, (pianlo hmgo la slrada della Scalotlola, die percone su (piesia formazionc a nieta al- lezza dal monte. Riesci facile di eseguirla, poidie i hanchi si succe- dono regolarmenle sollo un angolo di circa 60 gradi indinali dal AG al SE. Esdudendone i lemhi eslremi , in parte niasdierati dalla ve- getazione ed in [)arle discordanti nell angolo d indinazionc, cio die |)u6 lar supporre che appartengano a masse rovesciale, mi risulto la loro misura di nietri 25G. Alle arenarie rosse, die formano il jiiii esleriio niemhro di queste rocce, succede una calcarea magnesiaiia ccnericcia contenenle minute arene silicec die sembra esservi connessa. di I'rat- lura comjiatla, inlersecata da venc spalidie hianchiccie , la quale iion puo essere confusa colle allre calcaree carhoniose della zona calcarea che si eslende piu al sud verso la pianura. Diversifica essa da queste ultime tanto per la chimica composizione, quanto per la direzionc cd inclinazione de'hanchi. Questa calcarea maencsiana e chimicameiite ecuale alle altre connesse del pari colle rocce arenacee, che da Taceno si iunalza incas- sala quasi verticalmente sul monte Muccio, e da Barconcelli. nella valle del Varrone, si prolende alia costiera di Biaiidino. La mancanza di Ibs- sili in questa formazione mi indusse a fare diligenli ricerche in divcrsi 20/4 SUI TliKRliNI DI SEDlMliNTO INFERIORE piinti dove si vedono i conglomcrali, come a Bellaiio, al Pizzo de' tre Signori, a Boiulione, oc. , per riconoscerc la natura dclle roccc che nc fanno parte, nella speranza di ricavarne qualclie luce sulP epoca della sua deposizione. Non mi fu dalo di incontrarvi altro che qualche raro crislallo di feldspalo, e non frequenli ciottoli di (illade di aspeUo selaceo, c di iin porlido rosso cnpo, con crislalli dalbile in parte de- composti. c di schislo siliceo talcoso. \i predoininano i ciottoli (juarzosi, ora lattei, ora ferrnginosi. 11 lutto e poi cemenlato da una argilla silicca lerruginosa, con lamclle talcose e micacce, o dalla silice, la qnale vi ("orma anche banchi quasi pnri altei-nanli colic rocce conglomerate. Non mi riesci di vedervi ^eri gneiss considerati come rocce melamor- fosale. La natura del cemento rende tanlo 11 conglomeralo quanto Fare- naria di una notabilissima durezza; ma in molti luogbi il cemento siliceo sconq>arc, e ne risulta un" arenaria rossa non molto tenace che non si sostiene in dirupi, come nella Val Cagnolelta c contigue nel Val Sas- sina; la quale dovra forse essere separata dalle aUre e ril'erita piu dc- cisaniente alia vera arenaria rossa (/iothe Todt Liegende). La sua stra- tidcazione e discordanle da quella del sottoposlo terreno emilisiano. 1 ciottoli di schisto siliceo talcoso e micaceo , c di fillade dci suddelti conglomerati, dovcvano proccdere dalle stesse rocce che li sostiene; ma none facile di indicarc donde procedessero i ciottoli porliritici. La pasta di qucsti porfidi e omogcnea rossiccia; i feldspati che vi sono contenuti, ora piu ora meno abbondanli, trovansi spesso decomposti e convertiti in caolino, ma talvolta conservano il loro hicicorc vetri- gno. Non vi si scorge traccia di pirosseno, ne di quarzo. II loro aspetto pero ricorda quello di alcuna varieta dei nostri porfidi pirossenici; ma questi porfidi, avendo sollevato colla loro comparsa alia superlicie del suolo i terreni di sedimento medio, non potcvano somministrare ma- terie ai conglomerati che stanno inleriormeiitc ai detti terreni. lo mi occupai di islituire alcune particolari ricerche sulla composizione di questi ciottoli. parendonii che quando si trovassero composti egual- niente dei porlidi pirossenici, che vcdiamo in posto in piu luoghi nella Lombardia, cio dovesse condurci ad ammettere che incominciassero a fare irruzione in cpoche geologiche assai antiche e conlinuasscro ad Dlil.L ITALIA SliTTENTRIONALE. 'iOJ iiroinperc sin tlopo compiula la tloposizione dci tcrreni cretacci. Le ri- rerclie arialiliciic noii potovano foriiiro no/.ioni conchuloiiti a causa (Iclla notabile qiiantila di (Tislallelli di feldspalo, diffnsi noii uiiifonno- uiciite ncHa pasia pielrosa, la qualo non polova csseriic Isolata, c del loro stalo di decoinposizioiic assai variahilc. IVosl diin(|iio il partito di altcncrini ai mczzi di cni si vaisc, con inolto succcsso, lo Spaiiaiizaiii per giudicare dolla nalura intima dclle roccc viilcaniclie di dissiinili aspclti. Sotloposi diversi di (jiiosli ciolloli ad iiii calor siifficiciite a fon- dere il feldspalo, e inantenni ad uii egual calorc varj pezzetli dei no- stri porlidi pirossenici, prefereiido qiielli die vi si avvicinavano inag- gionneiile pei caraltcri esterni, e Irallai nello stesso modo anche qualche pezzo di porfido oriciitale. 1 risuUamcnti olteiuili mi dimoslrarono una dillerenza di composizione. La pasla dei ciolloli porfirilici perde il sue color rosso acquislando un color bianchiccio sporco. I feldspali. diflusi in essa. Irasudarono in gocciolelte velrignc, rinianendo inseii- sibili al calore i crislalletli decomposli, i quali soltanlo si indurirono. I pezzelti di porfido pirossenico, invecc, o si liisero in una scorie nera, 0 si moslrarono macchiati qua e la da una sostanza velrigna nera die dava indizio del posto occupalo dal pirosseno, anche dove non era da prima discernibile. II porfido orientale a queslo calore si fuse in im velro nero. Da quanto si e deUo risulta die i ciolloli porfirilici del noslro conglomerato non debbono riferirsi ai nostri porfidi pirossenici, ma bensl a porfidi argillosi fcrruginei, di cui si ignorerebbe ancora la procedenza. Lc arenarie rosse connesse coi consloiuerali conlencrono banclii di ferro carbonalo, di qnarzile, di calcopirile e traccc di solfuro di mer- curio (\al Varrone, Val Bondione, Yalle del Dezzo , \al Camonica, VallAlla). I banchi inferiori delF arenaria rossa del Aenelo conlen- gono Iracce di lilaiilrace dellepoca della carbonifera , le quali Iracce non possono piu essere considerate come accidenlali, e forse Iraspor- lale da lonlani paesi , da chc a Malunga, comune di ^ alii nel Mcen- lino, si pole recentemenlc lener dielro per piu melri ad un soltile banco di queslo combuslibile, die alF esame cliimico si mosUo della stessa composizione del cannelkoal. Alia Spezia , nei banclii raddriz- 20G SUl TERREM Ul SliDlMlilNTO LNFERIOlii: zali. conncssi ooi torroni analo2;hi ai nostri , si Irovaroiio pcli-ificazioni specialmoiito di aminoiiiti, gindicali da Sowcrbv dell" era carbonll'cra, i (|uali, in quesla inaniera di vederc, si Iroverebbero nella loro sede iiatui-ale. Dopo di qiiesle arenarie si e deposlo lo scbislo argilloso conlcnenle i piu ricchi deposlli di carbonato di I'erro ; (piesle nlliine due rocce li-ovaiisi spesso associate tra loro e lormano la i-iccbezza di molte val- late della Loinbardia, del Tirolo, della Sliria e della Carinzia. Ad Kisenlierz, i carbonali di ferro di quesla I'ormazionc, ad alleslare la loro antica origine, conlengono Iracce di solfuro di inercurio. Que- sle forinazioni. cbc generalmenlc abbracciano , per cosi dire, luUo il globo, si incontrano seniprc Ira noi quasi dovuinpie il suolo non e co- perto da piu inoderni deposili. Tulli i luinerali die abbiamo indicato trovansi anclie I'uori d" Italia in terreni piu aiiticbi del basse. A (piesle loece sueeede. iiel \ eneto e nel Tirolo ilaliano, la calcarea alpina e la for- inazione delta triasica, cosliluita dalle niarnc vario eolori (keuper). dal inuscliellvalk e dalle arenarie screziate; il qual sisteiiia di rocce separa, laiito ivi come dapperlutlo, i gia descrilti deposili da quelli del basse c del giura. II inuscbclkalk e senipre di limilala esleusione e, come e nolo, inolti j)aesi nc sono privi, come 1' Ingbilterra e il nord della Francia e della Gerniania. Quesla calcarea e cosi ben carallerizzala pei suoi fos- sili, clic non puo essere confusa con allri terreni, e dove incontrasi , serve di sicura guida nell" assegnare il poslo dei terreni inl'eriori e su- periori ad essa. I pelrefalti che si incontrano nel muschelkalk del Ti- rolo e del Veneto sono Iroppo caralterislici e nunierosi, perche si possa considerarli come accidenlali ; essi sono la terebroiula vnlffaris , la te- rcbraddairujonellu, la gervilia socialis^ V encrinites liliiformis, Vophmra .sciitellata , ec. , pelrefalti che trovansi sempre nel muschelkalk degli allri paesi. Maraschini, Pasini, Calullo, Trallenero indicarono gia da gran tempo 1" esistenza nel Venelo del muschelkalk nella sua natural sede. Venne esso descritlo anche piu recentenienle dal celebre B. De Bucb e da ZueschnerC), i quali attestarono essere esallissime le osser- (4) Neims Juhrbudi ioi» Leonhunl. I Helfl. , 1844. DliLL' ITALIA SETTENTUIONAI.E. liO" vii/Joni slate latlc dai siuldcUi scrillori italiani , o posero luoil di dub- bio la sua esislcnza appogijiiandosi ai carallcri zoologlci , al lapporti {jcologici cd ai coiiCronti con Icrreni analogbi di allri paosi. Parmi cbc qucsla cvidenza di cose non |)ossa essere lacibneiile revocala in diil)- bio. INella Loinbardia, la lorinazione del Irias non e per anelie slala evidentemenlc riconosoiuta. ma non puo dirsi con sicurczza che non esisla. I terreni j)oslenori alle lorniazioni gia descrilte, cosliluili spe- cialnicnle dal liassc e dal calcare giuresi, formano masse di monta- gne (juasi sempre divise dalle rocce gia descrilte da vallate trasversali. I ruderi di esse impediscono il piu delle ^olle di osservare \o, rocce cbc vi sono immedialamenle inleriori. ^ i e pero niotivo di sospellarc che vi siano lembi del Irias iiella Val Sassina, nella \i\\ Breinbana <" nclla \alle del Dezzo. Se valessero pocbe specie I'ossili per delermi- nare i ten-eni , quesla opinionc verrebbe convalidala dalla esislcnza nella calcarea con lamelle lalcose ricoprenle V arenaria rossa nella ca- tena dei nionti die separa la Val Sassina dal lago di Lecco . di Iran- tumi colonnari dcWencrinites liliifoDiiis ben evidenli, e dell encrnute.s inoniliforini.'i. Quesla calcarea e poi coperla da una seconda arenaria molto feldspatica c micacea, a grana assai minuta e di una grande sal- dezza, alia quale, procedendo dal basso alTalto, succedono dolomie car- boniose cd a quesle Ic calcaree marno-carboniose con avanzi di rettili e specialmente di pesci della lamiglia dei lepidoidi. illuslrati dal cbiaris- simo professore Gins. Balsamo-CrivelliO. Alle alUue di Esino. quesle cal- caree sono coperte dalle dolomie ripiene di franlumi di apiocriniti, le quali discendono in qualcbe luogo sino presso il lago di Lecco. La succes- sione di quesle rocce, tuttc assai sviluppate, > edesi manifesla nella ^ alle Vallori- nella Val Cagnolelta, ed in parte ancbe nella Valle de'Molini sopra Corle INuova in Val Sassina. I bancbi di quesle rocce indinano sollo un angolo di circa 06 gradi verso il lago, lungo il (piale non riescono per cio visibili i bancbi inleriori alle calcaree carboniose. Le numerose pelrificazioni die io slesso raccoisi nel muschelkalk del \ciielo supe- riore agli schisti lalcosi e micacci . ai conglomerali silicei , alle are- (1) Vedi Politcciiico. Maggio, 1839. •iO» SUl TliUliliM DI SliDIMliiNTO INFERIORS naric rosso . alTaHo siinlli a quelle ehc si eslendono iiella Loinbardia , in parle della Toscana od in altre parti d' Italia, benche in qiicsli ul- tinii iuoglu siano assai poco sviliippate, aggiunsero per me una niate- riale cerlezza all opinione indolta gia dai rapporti gcognoslici, che i suddotti terroni siano decisanienle indipendenli dalle posteriori lorina- zioni liassiohe e srinresi. (Juosli brevi oenni, i (juali lendono a diniostrare die I'opinione che nianc'lii noli Italia soltonlrionalo ogni torrono piu antico del basse, e unicamonte appoggiata a lalli osservali nolle grandi Alpi , eonsiderati gonoi-ahnonto oonio slraordinarj ed eccezionali , ed e conlraddotla da mnnorosi falli niinoralogici e paloontologici , non mirano soUanlo a oonsorvaro h\ dovnia imporlanza alio eslesc ossorvazioni islituitc eon gi'ando anioro o porsovoranza da niolli geologi ilaliani, nia sono di- rollo anobo ail evilare un gravissinio danno di bon piu iniportante si- gnilicazione. Tutii i ininorali di solito conlenuti nolle rocce scdimentario. i piu pro- gevoli per 1" uomo. non trovansi in abbondanza che nei terroni inloriori al basse, cioe noi terroni euiilisiani, nolle aronaric rosso, nolla calcarea alpina. So divonissc popolarc T opinione, che noil Italia suporioro inan- chino lutti questi terroni. appona si crcderebbe alF osistenza dolle ab- bondanti miniero, che pur sono in escavazionc , e si considorerobboro come vere anomalio. Cortamontc nessuno si arrischiorobbo di aprirc nuovo escavazioni di minerali utili, nemmeno dove so ne trovassoro le piu lusinghiere fioriture, poiche non esistorebbero nolla loro sede na- turalo assognata dalle ossorvazioni istituite da eminenti geologi in lutto lo parti del globo. La sopra indicata diversita di opinione circa il posto da assegnarsi alle rocce stratificate fondamentali doir Italia arroca anche grave in- ciam|)o alia compilazione della carta goologica gcneralo di quosto paoso. clu' per la grando variota di rocce sedimentaiio od orultivo , per gli iiilerossanli fonomoni prodotti da quosto ultimc rocce, che focoro na- scoro Ira noi lo tooiiche dolle emorsioui o doUo dolomizzazioni, lo quali vennoro poi sviluppale od esteso dal Do Buch e dal Do Beaumont, ed indi abbracciatc da tutti i geologi , o per V abbondanza e bellozza dei minerali che vi si annidano, e uno dei piu intorossanti del globo. DELL ITALIA SETTENTRIONALE. 209 Le carle parziali di diverse zone delP Italia, che si slanno da molti anni elaborando du iiatiiialisli dirnoranii siil cainpo dcllc loro osscr- vazioiii, lU' riseiitoiio una pn'iiiudicicvole influenza. JNclla carla geolo- gica del Belluncse del Fuelis, in (pu-ila di parte dell" Italia superiore che si sta conipilandu dal Pasini, in (piella della Lonibardia che io vado conducendo a lerinine; nella carta della Coi-sica di Parelo. in (juella della Sardegna che si sta ulliuiando dal Delia Mannora, ec, si aniniette Tesislenza dei terreni einiiisiani e delle rocce di sedimento inferiore, ben distinti dai terreni liassici e giuresi, menire (piclla di p;ule della Toscana del Savi, quella del Pienionte die sta ulliniandu il Sismon- da , sono basate sul principio della conteniporaneita dei gneiss e di rocce analogh(> alia grau\\ ake ed alle arenarie rosse , coi tenx'ni liassici a beleninili. A (pieste carte parziali devono aggiungersi anche (pielle clie si stanno conipilaudo per T Italia meridionale, dal Pilla, dairOrsini e da allri; ma ignoro su quail principj siano esse basate. Queste carte parziali non potrebbero dunque forniare un insienie ben annonizzato, e sarei lieto se quesli cenni giovassero anche ad impe- gnare valenti ed iniparziali geologi a ripelere studj sotlo gli indicati punti di vista , che conducessero a conciliare delinitivanienle tali di- verse opinioni. (1) La presenle Menioria era gia stampa- ria crede che, prescindendo anche dai sud- ta, quando arrivo a Milano il Bulletin de la delli rovesciaruenli, i falli in essa indicati, che Societe Gcoluiiiriuc dc Fiance^ conlenenle la si osservano nei Tirolo, nel Vcnelo ed in parte relazione dei lavori della Riunionc geologica della Lurabardia, possanu conlribuire a conva- straordinaria tenutasi a Chanibery nel 1844. lidare I'opinione della nccessila della nuova Da quesli lavori rilevasi che niolli geologi in- intcrprelazione sopraindicalu per e\itare auo- clinano, al pari dell'aulore di (jnesta Memoria, malie che altrimenti si ineonlrerebbero ad ogni a ritenere neccssaria una nuova inlcTpreta- passo. La determinazione recentemenle falla dal zionedei fatti osservali dal signer Elia di Beau- barone de Buch di Irigonie proprie del Mus- niont nella Tarantasia, ec. In luogo dei rove- chelkalk, cui applico il nome di T. AVIiateley, scianienti in quesla Memoria supposti, che non slate rinvenule nella Valle Brembana in terreni basterebbero piii per tale nuova interpreta- che separano la formazione giurese dalle are- zione dacche venne riconosciulo esislere in narie rosse , dai conglomerali, dai gneiss, ec, pill luoghi nei nicdesimi banchi iinpronte della e nuovo argoraento per ritenere inammissibilc flora carbonifcra ed avanzi di beleraniti, si ere- il riferimento al lias delle rocce arenarie e gne- detle da alcuni geologi di dovere ammeltere siache dcll'Italia. Vedi iVei(es7«/ir6iic/i /"«»• .Vi- che esislesscro bcleinniti anche prima della iieralogie, ec. con Leonlutrd. Jahrgang 1845, formazione liassica. L' aulorc di quesla Memo- Zweilcs Heft. Vol. II. 87 ALCLNE IDEE SOPRA LE VICENDE DEL DIRITTO NELTA STORIA JllDeutotiO/ DI FRANCESCO ROSSI (l.ctlu nolle Aduiiaiuc doi giorni 9 c 23 Gcnnajo c 6 Febbrajo 1818.) Lie storichc discipline sono oggidi costiluite in (ale condizionc di rinnovamcnto c di conlrovcrsia , che chi piglia a traltarnc , bendir una sola parte, quando qucsla sia essenziale alia vila di un popolo. eppero con cssa ne segna le vicende, sente la nccessila di aversi lor- mala un'opinione inlonio alia nalura tiilla inlera della storia, da poi die la sua parlicolarc Iraltazione non puo a ineno che non sia ese- guita secondo lo spirito o la natiira stessa ch'egli altribuisce alia sto- ria in generale. Per questa cagione, chi voglia istiluiie qiialche investigazionc in- lorno alle ^ icende del dirilto nella storia in generale , od in qualclie importantc periodo di essa, mi pare che abbia prima da produrre iiu qnalche cenno inlorno alia natm-a della disciplina sopraddella per giustificare da poi V ordine che fosse per osservare nella sua invesli- gazione. Due sono i modi . secondo i caratleri che vengono oggidi princi- palmente allribuiti alia sloiia, per i qnali essa polrebbe essere inter- 212 ALCUNE IDEE SOPRA LE VICENDE prolala c IraHala. II primo si e qiiello chc aocetta i falli , quali gli soiu) olTei'li dalla CvSpoiienza e verilicali dalla crilioa, li ooHsidera nei loro ra|)porli di causa e di cfletlo, riconosce talvolla dello rassomi- •^liaiize Ira i divcrsi griippi o seric, Ic quali sono da ossi cosliluilc, e da (jueste rassoiuiglianze infcriscc anchc qualchc cougcltura inlorno all' andamcnto dellc cose umanc in ccrtc delcrniinale circostanze. (Juosto e il niodo di Tucidide c di Tacito, di Guicciardini, c ncll' os- senza anchc di Machiavclli; e qucllo di luUi gli slorici chc non Iras- scro dalla sloria chc Iczioni di cspcricnza e di prudenza. Ma Fuonio, csscrc sislcmalico c cosliluito col bisogno di sapoio , vuolc ad ogni niodo (rovar la ragionc dcllc cose, Icnde ad unificarlc in sislema, a scoprire la leggc chc le govcrna, per polerc con cssa averc in inano la spiegazione del conlingibile. Emerscro quindi , quando il mondo divcnto un po'vccchio, di tempo in tempo alcune idee chc avevano significalo di ordinarc le cose umane in un qualchc sislenia. Di poi la niosofia, chc e la neccssaria cspressionc di quella lendeiiza ora ac- cennala , adopero di scoprire nelle idee e facolla dcllo spirilo c nei fatti avvenuli, sc pur fosse discernibile per Tuomo un principle legale die governi qucstc umane cose. Furono i suoi tentativi, come era na- tural cosa , da prima incidentali ed espressi per larghi lineamenti , quando, in sulla fine del secolo XVII, Vico propriamcnte produsse colle forme di una scienza distinta la leggc , secondo la quale egli si avviso che vivano le nazioni. Un secolo dopo e ncl prcsente , senza lencre qui conto se pigliando le mossc dalle idee di Vico o per na- turalc maturita dei tempi, questa scienza assunse un caratlere, per il quale polrebbe piu adequatamente nominarsi scienza dcW ximaniia. La dilTcrenza fra qucsti due modi di scienza sta in cio, chc nella scienza delle nazioni la leggc si compirebbe in ciascuna di esse , in quella dellumanila si richiederebbe di lutto il gcnere umano per Te- secuzione del preconcepito sislema. Nelluna c nell altra la leggc puo formularsi in un sistema di ciclo o di rilorno di cose umane; ma nella scienza dell umanila sola puo apparire il progresso. Per un altro as- petto cotcsti sistemi scicntifici vorrcbbero ancora essere dislinti , il quale sarebbe secondo che la leggc riguarda direltamente i fatti stessi DEL DIRITTO NELLA STORIA. 215 dclla sloria o Ic Ideo o facolla pmdiiUrlci ill questi fatli. La specie trattenersi dal non alTennare di si : ma in falto di leggo slorica po- tremo noi ollenorc la mcdcsiina . si piio diro , iieccssaria risposla da un dolto di cose sloriclie ? In fine, per liillo insieme possiamo noi ot- tencre (piel risullanienlo di scicnza, che nellc cose di csperienza ba- sla per acquietare la coscienza delP uonio e per ingeneraigli la opi- nione ciregli possiedc una scienza? !Nei fenomeni lisici si ha il carat- tere dislinlo e la costanza di ripiodnzione; in alcuni fenomeni moiali si puo fino ad un cerlo piinlo riconoscer\i quesle condizioni, siccome nella nianifestazione delK aniore di se slessi e della lendcnza alia le- licita, sopra i (juali principj furono fondati massiniainente i sislemi di economia pubblica; ma nei falli sloiici ha mancato spesso la pri- ma condizione, e dove anche ci sia, non vi si riconosce una sufliciente riproduzione da poteie slabilire una costanza della niedesima. II mondo morale, siccome il mondo fisico, e certamentc govcrnalo dalla Provvi- denza : il nostro pianeta, c lullo questo sistema mondiale che vediamo od imaginiamo, sono tra loro in lapporto; la nalura e Tuomo lo sono per conseguenza: nulla avviene d'insignificanle, nulla di conlingente al cospetlo della Divinita! Ma e dalo alP uomo di conosceie quesle leggi eterne , cosmiche o morali che governano le forme del suo vi- vere? Per i mezzi delle sue argomentazioni parmi che non lo possal Ma se la storia per Tuomo non puo assumere il carattere di scienza. e lecito pero, suIFandamento delle probabilila, di portare unopinione sopra il suo significalo. Si puo asserire che nel genere umano vi siano i germi della sua vita presenle, siccome quelll della sua vita av- venire. Essi stanno nelle sue facolta e nelle sue azioni ; nelle facolla, perche producono le azioni, e nelle azioni, perche sono occasion! di dclerminare le facolta ad altre azioni. Ma perche non e discernibile la legge secondo la quale avvengono coteste azioni, cosi questi germi di vita non sono inlelligibili , se non quando sono sviluppati. Osser- vasi che alcuni di essi si sviluppano in un tempo vicino alia loro ori- ginc, che altri hanno una portata pivi lontana. 1 primi assumeranno adunque piuttoslo un significalo in rapporto alia loro finalita, i secondi piu lardi : ma e gli uni e gli altri , fmche non sono sviluppati c per quella parte che non e ancora sviluppata , rimangono insignificanti , 21(> ALCUNE IDEE SOf'RA LE VICENDE continsrcnll , accidcniali. Ossorvasi chc cli uoinini riunili in iin dalo sistcnia ed 11 gonerc iiinano In ccrti pei'iodi di leinpo die pnr sono sislonn". per il conuncrcio d idee chc hanno Ira loro, translsj^cndo, rcl- lificando. convengono a tondere ad un dolcrminalo fine. I gerini die si sviluppano , i lalli die si ooinpioiio in queslo fine, ricevono allora un signifioalo ; (piella parl<; die vi riinanc slraniera od esnberanle, e forsc destinala ad un line ulteriore. Quei fini raggiunli, daiino il si- jinilioalo di vila ad un periodo di sloria , a Inlla la storia di un po- polo, ad un periodo della sloria deHiinianila. Findie silTalto periodo e in forniazione , la sua lendenza |)u6 essere seiilila dalF universale; I uonio di geiiio, die rappresenla i suoi conleinporanei , puo annuii- ciare. proinovendola, questa lendenza; ina il line a cui riuscira da poi il periodo, il significato die finalnienle ricevera , non e da esso pro- nunzialo. Diderol c Voltaire hanno potuto dire chc il loro secolo vo- leva dislruggerc gli errori dei loro maggiori, dislruggere Timpero di un" autorila pregiudicata , rigenerare il genere umano coUa ragione, ricostruire V edifizio della verita coll' csperieuza : ina die il loro se- colo alia fine avrebbe niulilalo I" uomo , separandolo dalla sua sloria; die lo avrebbe niulilalo nccandocli alcuni senlimenli die sli sono na- tiirali; chc il loro secolo, se ha dislrullo del male anlecedenle, avreb- be anclie dislrullo del bene : in fine , il significalo di crisi sensua- lislica c non di ricostruzione che ebbe quel periodo nel drama del genere umano, non T hanno avvertilo , perchc tulli i falli non erano compiuli. Se cosi e, il significalo della sloria del genere umano do- vrebbe essere iiiteso alia sua fine ? E lo polrebbe cerlamenle essere , se lulla la sua sloria polesse essere allora conosciula. Ma comecche rumanila non abbia la vedula die del lempo che si compie solto ai suoi occhi , lullavia, argomenlando da (pidlo che si sviluppo fino ad ora , se non puo delerminarc in quali forme ed in (piali modi essa alia fine sara per rendersi migliore , puo nondimeno fare congetlura ch' essa sia per progrcdire. I rilorni di barbaric che occorsero nella sua vila passata, non fecero che allargare il campo della civilta. Questa civilta, dopo lo sviluppo delle idee crisliane, si e falla piu intera e piu forte nella sua essenza. cd il mondo e oramai DFX DIRITTO NELLA STORIA. 217 COS! in mano doi popoli colli , chc non appair donde possa uscirc una niiova forza hriita a ricacciarlo nella l>arl)arie. L uinanita adunquc, secoiido die ci pare di poter congellurare , considerala nei gi-andi lincamenti della sua vita, si svolge secondo le sue facolla, Ic sue lendenze nel scnlimcnlo de'suoi doveri in un modo per noi contingenlc, ina coIPapparenza del progresso. Pare chc essa, quantiin(|ue non nioslri un ordinc costante di fenomeni, pure presenti niolli esenipj di analogic di falli. Ma ccitaniente essa riceve le Iradi- zioni e le inllucnzc dalla sua vita anleriore, la sua natura va senipre ()iii assuniendo elenienti stoiici , inline la sua vita prcsentc riassumo la passata. E per conchiudcie finalinente intorno alia natura di questa disci- plina per il presente scopo , sc ad essa non puo essere attribuito un caratlcre di scienza, laddove in queslo caso essa sarebbe da costruirsi a priori, si converra invece di accettare i I'alti in quelPordine in cui si prcscntano, di connessione, di causa e di efletto, rinianendo content! a quelle induzioni che per analogia si ponno da essa ritrarre. In quesla condizione vorra essere riconosciuto anche il carallere della storia del diritto, perche essa segue cosi strettamente le viccnde della storia generale. Ma prima di entrare nella sua invest igazione iniporla forse di avvcrtire che una tratlazione distinla di questo ele- incnto, dappoiche csso e parte essenziale della storia generale, non puo ricevere tutto il suo significato, se non nel coniplesso di quella, dove il diritto insieme cogli altri elcmcnti di vita entra in funzione a coslituirnc il compirnento. Una siflalta investigazione potrebbe adun- que essere per se un' imperfezione ; lo polrebbero essere con essa le slorie particolari delle diverse nazioni , le quali pure non sono che parti del drama complessivo del genere umano: questo principio spni- lo alia sua ultima conseguenza non troverebbe perfetta che la storia cosmica! Tuttavolta vi ha un significato ed una necessita per quesli lavori particolari; vi ha un significato perlestorie particolari, le quali cosliluiscono diverse unita, rappresentano distinte idee, e quindi un tutto per sc, il quale, comecche enlri in un sislema maggiore, cosli- luiscc pero sempre un agcnte distinto nel drama complessivo. M ha Vol. II. 28 •21» ALCUNE IDEE SOPRA LE VICENDE un significato per Ic slorie di colcsti singoli elcincnli di vila, siccoinc del dirilto, dolla (ilosofia c somigllanli, pcrchc cssi pure coslituiscono diversi sislcnii coinpiuli in so con idea propria, sebbciic passino al- latlo in conipagnia di altri eleinenli ; in fine vi ha nna necessila per l(> line c per le alt re, perolie niuna opera gencralc c verainenle ma- lura per la sua niigliore possibile lorniazionc, sc non c slala prima preparata nelle sue parti. Fin qui del significato c della necessila generate della sloria del diritto. Ma vi ha in essa un'utilila die vuole essere pin speciahnente avverlita , ed e, che se la nalura uinana va componendosi nella sua vita di antecedenli storici , come fu di sopra accennato inlorno alia storia in generale, e quindi dalla cognizionc della storia derivi anche un complemento della cognizione dirctla di qiiesla natiira. pcrcio an- che la sloria del dirilto prestera la speciale ulilita di somministrare una maggiore cognizione deiruomo per lo scopo di accomodare a lui una qualche legislazione. E queslo in fine il fondamcnto principale su cui si appoggia la distinzionc della scuola storica o della tilosofica di giurisprudenza nata in Germania. Ma ora si conviene di delerminare 1' ente che debb' essere il sog- getto di questa invest igazione ; nella quale determlnazione non si puo certamente prescindere dal punto di vista, solto a! quale chi piglia a trattarla nello stato attuale della scienza, ha riguardato questa mate- ria; perche in fine si conviene bene che si assuma solto al concelto enne in Koma e nelle socicla barbare del medio cvo. Fu detlo che fra le sociela barbare non vi abbia dirilto delle genii I'uoi'i d(!i Iraltali , perche in esse il sentiniento della forza e Iroppo |)iu forte della raii;ione. Per verila non so sc alcun barbaro. se alcuna na/ione rozza abbiano mai scbiellanu'nte asserito , lacendo violenza ad altri popoli, die la facessero per cio solo cherano i piu forti. Ma la causa giustificantc ed il prcleslo die ne inducono, sogliono essere COS! leggieri , die si puo afl'ermare non esservi nel fatto un senso vivo di giuslizia Ira i popoli, un dirilto delle genti razionale. Quindi e che questo loro dirilto fondalo sui Iraltali non puo essere che una pura espressione di una transazione di forze. II diritto barbarico, progredendo la civilta nella sociela, viene tras- mulandosi in diritto dei popoli colli; e questo mulamenlo , quivi in- dicalo sollanlo per i suoi due eslremi di barbarie e di civilla, siccome ogni mulamenlo in questa materia , viene effettuandosi colF allarga- menlo dei rapporti e delle idee, collentrare, per cosi dire, delle in- tcUigenze parlicolari nella sociela generalc delle intelligenze, con ogni siluazione che assume un |)opolo nel sislema generale della umanita , in fine coll' accogliere 1" universale nel proprio parlicolare, col quale quello si congiunge e ne doma la rozzezza e lisolamenlo. I/idea del dirillo nelle sociela colte si va aslraendo da ogni con- dizione nialeriale per ridursi ad un concetto spiriluale inerenle alia condizionc delluomo siccome essere spiriluale, sicche essa diviene sempre piu un'idea di rapporlo Ira le intelligenze. Quindi i simboli e le formolc sconq)ajono , perche basla la parola a rappresentare il concetto spiriluale del dirilto; quindi anche per avvenlura nasce, per- die si rende necessaria non per spiegare le formole matoriali del di- ritto, ma per intenderne il concetto fallosi piu sotlile nella sua es- senza e piu complicalo nelle sue applicazioni, una classe apposila di sapienli per inlerprclarlo. Ma nello svolgersi dcUidea del dirillo si svolge anclic e si rende piii avverlilo il concetto della personalita del- Voi. II. 3i 242 ALCUNIi IDEE SOPKA LE VICENDE I' iionio ed il significato dclla socicta. Quindi e die sebbcne la fami- glia conservi ancora il carattere di elemenlo sociale , scbbene in essa si (lebbaiio fare i priini esercizj di vita sociale, la preparazione d'ini- pero e dubbidienza e dammiiiistrazioiie, sebbene essa in fine sia scmprc r ancllo Ira T individuo e la socicta, pure anchc Tuoino com- pare sulla scena sociale co'suoi diritti d'individuo e diventa la mole- cola clemcnlare dclla socicta, perche la societa, lasciando pur sussi- stcre i rapporti di famiglia , penctra a governarli. E sc la condizione dciruomo e avvertita ne" suoi fini o ne'suoi mezzi, la socicta dcbbc pure essere avvertita ncl suo significato e nel suo scopo. Da cio deriva massimamenle chc i mcmbri della societa sono considcrati nel rap- porto dcUo scopo sociale, e non come forze individuali che entrano in transazione per manlencre una condizione antcriore. Pero e il solo ciltadino die compare suUa scena sociale; e non e il manifattore di lana, il giurispcrito che vuole mantenere i diritti del proprio corpo; non e V universita di Bologna o di Oxford che vuole essere rappre- sentata come un ente politico per se, perche ha avnto o le fu con- cessa la forza di averc un'esistenza propria ('). Finalmente, e cio e capitale di questo diritto, si pone la maggiore altenzione al sistema delle prove, perche profondamente si sente e si riconosce che la nostra vita, la nostra liberta, le nostra propricta, le nostre qualila o con- dizioni legali non sono in fine dentro alia societa civile protelte o ri- parate che da un sistema di prove. Nelle diverse specie di diritto il pubblico lende al pareggiamenlo dei diritti, se non politici, almeno ci- (I ) Se ad alcuno sembrasse die neH'uUuale iniglior ciltadino c quindi di piu opporluno I'oslidizione di Francia, p. p. i patentati e le ca- rappresentante dcgli iiilercssi della |)alria, ma pacila die cnlrano coi proprielarj di fondi per non di rappresenlanle di un inleresse spceiale. una proporzione nei collegi elellorali, rappre- E se pur si volesse credere die con quesle scnlassero pcrcio il coniinorcio e le arii libe- ammissioni di diverse condizioni di ciltadini rali, siceonie i proprietarj rapproscntasMTO la si \(ill(! sent ire I'esprcssione dci diversi inle- Icrra, mi sembra die andrebbe erraUi. Si ri- ressi della socielii, si polrebbe risponderecli'e- tennc la patenlc deirindustrialee ddmcrcante, gli e invece per lo scopo di conoscere ineglio 0 la eapacita ddio scienziatn del pari che I'im- tulli gli inleressi della palria comune, nia non posta prediale per una condizione di cilladino per allribuire una rappresentanza a dassi di- piii inleressalo, piu illuininalo nelle cose so- slinle di ciltadini die furono amniessi depulali ciali, per una garanzia, per una condizione di tolli da diverse dassi di ciltadini. DEL DIRITTO NELLA STORIA. 243 vili. La propriela si dislingue dalT iinpcrio , pcrche e avverlita I' im- porlanza del dirilto civile privato, pcrche si va scmpre piu scnlondo chc la socicta e mezzo e noii fine. Nel diiilto criininale al coiiccllo della vendetta individuale o della composizione fra Ic parii subenira lo scopo sociale di rimed iare al male |)rcsenlc e di prevenirc il danno fuluro della societa. Alle pene alroci e comuni a troppi delilli si sostituisce una proporzioiie , c se- condo il scnlirc del popolo, una sufficienza di pene. Lc pene per al- cune condizioni di citladini illusorie. siccome le pecuniarie per i ricchi, scompaioiio. Ad una procedura supeisliziosa e crudelc ed intjiusta si sosliluisce la logica ncllc prove ed il rispello alliiupiisito prima della condanna. \ i ha di piu : la societa o la scienza, dopo di avere provve- dulo ad uno scopo nieramente civile , al danno della societa . od alia spinta al delilto, avvertendo che Tordine morale oflcso vuol essere riparato, che il deliquentc non solo debba essere punito, ma ancora riabilitato in quelFordine, avvertendo che il senso del generc umano vuolc questa riparazione, cha nella vendetta stessa, quando e consi- derata in modo assohito, vi ha un significalo di compensazione: la so- cieta o la scienza, dico, avvertendo ancora di rendersi slrumenti di quel pcrfezionamenlo dell'uonio che debbe pure essere promosso dalla societa, elevando ad un sublime concetto lo scopo del diritto crimi- nale, vorrebbe con csso soddisfarc a quei bisogni di sentimenlo uma- nitario ora indicato e ad un tempo dare un mezzo all" uomo degradato dal delitto di riabilitarsi nelPordinc morale. In cio sta il principio del- Tespiazione, il quale tende ad agire sull' uomo inleriore e ad inge- nerargli il pentimento del commesso delilto, ed a fargli desiderare la pena siccome mezzo di riabilitazione. In (juesta leorica il delinquenle ha il dirilto alia pena. Questo principio sla di gia lullo intero nel cri- stianesimo. Importa lorse (pii di soggiungere che la correzione del delinquenle put) anche e fu calcolata in un sislema meramente civile. Ma cola questa correzione non fu considerata che come tma utilila. perche egli e scmpre utile alia societa di possedere il maggior numero pos- sibile di biioni ciltadini : huldove nel sislema dell espiazione. essa vi 214 ALCUNK IDEE SOPRA LE VICENDE e involta per un niotivo dl riparazione , siccomc un mezzo per riabi- litarc il dolinqucnlc neH' ordine morale. Nel dirltto civile privalo, perche il scnso individuale si fa piu vivo coir avverlirc della propria personalila, la famiglia si va disciogliendo nclla socicta; la mano inaritalc e la podesta patria divciilano piu mili, e [)crche il diritto si romie piu avvcrlito e piu svilup[)ato, la donna mag- giorcnnc c I'uori di malrimonio, c il minorcnne ed il menlccalto sono piii meditati nella loro condizione legale e piu provvcduti dalla sociela. Quivi la procedura e appoggiata alia parola ed alia logica. Ma il diritto dolle genii anclie in quesle sociela puo lavolta conservare lali condizioni da non parere in armonia colla civilta dominanle in lutlo il rimanente della vita sociale.L'uomo, quando agisce in comunione, si tiene meno responsabile dei risullamenti delle sue azioni. Qualchc volta egli si avvisa di separare la sua opinione dalla tendenza delle azioni sociali, si avvisa di agire come slromenlo passive, fa diverse reslrizioni mentali e qualche volla anche direttamente condanna celeste azioni sociali. E con tutto cio e i consenzienti e i dissenzienti quasi inavverlitamenle in fine si compiacciono dei grandi risullamenti di polenza, cui ponno aver prodollo le azioni inique della propria sociela. Se i fatli sono gia da tempo passati , gli scrupolosi si acquictano nel lungo lermine, evi- lano la questione d'origine e si compiacciono del presente come di cosa che li privilegia senza darne loro alcuna colpa. La severa morale di Catone il maggiore poteva disapprovare (forse non conlro a Carla- gine!) una guerra ingiusta. Ma egli nondimeno era fiero di essere Ro- mano, e quesla fierezza rappresentava implicilamente anche la com- piacenza nei grandi risullamenti delle iniquila commesse anteriormenle dai Romani. E gli uomini sogliono ancora non solo lemerc i forli, ma riverirli ! II Francese dei tempi fortunati di Lnigi XI\ non era odialo in Europa per cio die appartcnesse ad una nazione die era salita in potenza medianle guerre ingiuste, che anzi per lal cagione era sti- malo e riverilo. Per queslo seriso di minor responsabilita morale , per quesla rive- renza alia forza che Tuomo per scntimento conserva anche dopo clic e riprovata dalla ragione, il diritto delle genii manlenne ancora sino DEL DIRITTO iNELLA STORIA, 2^3 qiiasi (Icnlro all' eta piesenle ceili principj , e noinino ancora ceiti (Hritti di guorra e dl conquisla, i quali per se soli non haiino valore in raarionc. Tiitlavolta uii diritlo dclle genii razionalc emcrsc nellela modcrna. II cristianosimo oho s' indirizza a lulli gli uomini, 11 senso di cgua- glianza c di mansucludinc die da esso si diffuse fra Ic gcnti , le me- ditazioiii dci filosofi die formularono in dcltati dollrinali (jiicsti scnti- incnli doi popoli , coslituirono uf» corpo di proposizioni di diritlo che lianno pure influito nolle Iransazioni delle nazioni. Ma quosla questione presume di elcvarsi a piu alto principio, pre- lende di essorc una questione umanitaria ! II genere umano nella sua vita prescnia diverse fasi, per le quali progredendo e pervenuto alio stato altuale. Si dice che Ic nazioni che hanno finite le loro Atsi, che hanno csaurito il loro principio di vita, la loro idea che rappresentano nel drama delle nazioni, debbano rilirarsi, non piu imbarazzare, la- sciarsi fondere per lasciare il campo alle allre nazioni giovani, vigo- rose, che hanno un'idea da rapprescntare , un ufficlo da complre e la forza dl compirlo nel drama progressive del genere umano. Quella forza adunque che le cancellasse dalla sccna di azlone del genere umano, non commetlerebbe una leslonc di diritlo, ma bensi sarebbe uno stromcnto delle leggi del mondo morale , che sono anche le cos- miche , perche tutto e uno neir universo. Nel mondo (Isico conlorme a quesle leggi cosmiche i corpi invecchiali, esauritl muojono alia line per dare 1 loro element! alia composizione di altri coi"pi , i quail do- tall di vita complono la loro mlssione alio stesso modo su (juesta terra, c non si dice che 1' azlone fislca che 11 esaurlsce, che Tazione chl- mica che 11 decompone, sla una lesione; eppure sarebbe tale, se tutto cio che e nella economla dell" universo avesse scmpre II diritlo dl essere. Quesla questione cosi presenlata suppone da una parte reslstenza di una legge delle cose umane, la quale parmi di aver dlmostralo che non sia per nol dlscernlbile, e percio cade ognl edlfizio fondalo su di essa, e dairallra si congiunge con quella della presenza del male morale su quesla terra, perche ammetlc la vlolcnza e 11 dolore •>/t6 ALCUNE IDEE SOPRA LE VICENDE come inczzi di passaggio ncccssarj a produire quelle fasi che le di- verse nazioni (lehhono lappreseiilare. Ma basta noiniiiare il male per indicare una cosa desllluila di ogni diritlo. II male c uu falto che esiste per i disegiii imperscrutabili della provvidenza; ma per la sua natura e una lal cosa che Fuonio e luma- nila ne sono dalla divinita slessa eccilati a dislruggerlo. Dal male non puo nascerc alcun dirilto, e non sono legitlimi che i progressi , che le conquiste della vera civilta. Tra le cause di modiflcazione del diritlo in fine si pone ancora la diversa situazione dei popoli. La posizione geografica, il clima, lorienle piutfosto che loccidenlc sono enumerali sicconie gli elemenli conqjo- nenti di questa causa. Montesquieu fu il sostenitorc principale delPin- fluenza del clima sulle modificazioni social!, ed a Montesquieu fu fa- cihnente risposfo che sotlo al medesimo clima si mutarono diverse forme e diversi caratteri di uomini e di societa. Quanto alForiente ed aH'occidente, parmi che debbasi qui intcndcre, secondo I'opiuione di colore che producono questo principio, piutlosto un cumulo di circo- stanze lisiche e moral i , cioe di geografia fisica, di religioni, di storia, di forme di societa, dalle quali si presuma di derivare un caraltere orien- tale anziche occidentale al diritto, che non una semplice situazione geo- grafica. Tutlavolta, sia che si avverta soltanto alia posizione geografica od alia geografia fisica dei popoli , sia che vi si comprcnda anche il loro carattere morale derivante dagli altri elemenli morali, parmi che da queste cause non possono procedere che quelle modificazioni di diritto che furono or ora indicate, oppure eerie influenze piu dirette sulle forme della societa, di cui si ragionera piu solto; ma non gia una modificazione speciale di un diritto orientale piutlosto che occiden- tale. di un diritlo dei dimi caldi piutlosto che dei clinii freddi. Le modificazioni del diritlo ora accennale non hanno assunto e non e necessario che assumano una forma propria di societa. La monar- chia e Taristocrazia ponno Irovarsi tanlo nella costituzione del campo o deiresercito che in quella di citta; il fondo del diritto divino si puo riscontrare in una monarchia siccome in una aristocrazia, perche la teocrazia in fine non e che V una o Lallra forma; il diritlo barbarico DEL DIHITTO NELLA STORIA. 247 pu6 sussislere nel sisteina feudale, siccome nelle repubblichc di Svito e di Uri. Nondiincno il dirllto diviiio, quando emerge il civile, suole assumere anclie una fornta posiliva propria, siccome avvennc, come fu gill acceiinalo , in Roma pagana, dove alia fine si ristriiise nel di- rillo ponlilicale, c nel crisliancsimo, dove divento il dirilto canonico. Le so|)raddetle modificazioni del diritfo insieme con allre circostan- ze, siccome la posii^ione gcografica, il clima, la sterilila o ferlilila del lerrilorio, ponno luttc insieme od alcune di esse delerminare occasio- nalmenle Ic forme di governo dcUe societa: ma fra qiiesle circoslanze soprallutto il modo, con cui le sociela slesse realmenle si stabiliscono, vuole piu direllamenle delerminare la forma con cui coteste societa sono govcrnalc. Non si puo negarc die qucste forme di societa non abbiano dal loro canto influito sulle modificazioni preallegale del dirilto, die la monarchia c 1' aristocrazia non abbiano cooperato a mantenerc il di- rilto divino, cbe il sistema feudale non abbia nutrito il diritto barba- rico: ma esse hanno anclic influito nel dare al dirilto una fisionomia la quale si lascia piu specialmcnte dislinguere siccome dipendente da esse in quanto sono forme di governo. La nalura di questa trattazione richiede che si abbiano ad avver- tire anchc quelle forme di societa, le quali sono dai giuspubblicisli collocate tra gli abusi e le corruzioni delle forme regolari, pcrclie esse pure sonosi nel fatto verificate e pur esse sono la conseguenza di quelle modificazioni di dirilto o di circoslanze materiali cbe furono or ora avvertite. Le medilazioni sulle diverse circoslanze fisichc e morali, nelle (piali ponno Irovarsi i popoli, Fespcrienza slorica e le medilazioni ancora sopra i fini della societa hanno fatlo convenirc i giuspubblicisli a ri- conoscere per legittime tre forme essenziali di sociela civile, le quali sono la monarchia, T aristocrazia c la democrazia, a cui sono aggiunte le forme niiste. Ma nel secolo .passato una scuola filosofica, la permanente ed intrinseco sia il sovrano c Tallra sia il suddilo. Si dice in un niodo permanente ed intrinseco , perclie V aristocrazia e cssen- zialmente rappresentanle di una polenza propria che e tcnuta da una parte della sociela sopra V altra. Posto il principio sopraddelto di sovranita da una parte, di suddi- lanza dalFaltra, non importa che vi sia nel corpo politico una gradua- zione di classi con dirilti polilici diversi : basta che da una parte al- cune classi si possano riunire in classi sovranc e dalP altra in classi suddite. Cosi il sislema delle caste, il quale I'u riconosciuto di sopra non essere una forma particolare di societsi, ma bensi una forma che sia la stessa cosa con ogni altra, dove si trovino classi con condizioni diverse in qualsivoglia graduazione, si riscontra appartenere piu propria- mente all' aristocrazia , siccome quella che per propria nalura com- prende la dislinzionc della classe sovrana e della suddila. Del pari si puo collocare nclla aristocrazia il sistema feudale, da poi che la gra- duazione dei fcudi fu pur trovata non essenziale alia nalura di questo sistema, e perche nella inlima nalura della cosa non vi puo es- sere dislinzione Ira il cumulo delle famiglie che cosliluiscono la plebe in una sociela propriamenle della arislocralica e quello delle famiglie di clicnli e vassalli dislintamenlc allribuite ai signori feudali. Per queste cagioni il sislema delle caste ed il feudale furono assc- gnali air aristocrazia e non alia monarchia. Ne si dica in obbiezione Vol. II. 32 250 ALCUNE IDEE SOPRA LE VICENDE (li (jucsta aflcrmazionc die nella storia si trova 11 nomc di re presie- (lere a qnesti sislemi, perohe se le classi snperlori vi hanno polere per se c sullc infcriori, e sii di qncstc niun polere abbia il re, sicco- ine c oerto per il sistema feiulale nel suo pieno vigorc, c si lascia con- geUurare per quello dolle caste per la storia e per la nalura slessa della istituzione, si conviene bene che P essenza di siflalti sistemi sia aristocrafica piiitlosto che monarcliica. Di fatto, nel sistema delle caste se occorrono piu classi Puna sopra Tallra privilegiate, e naturale che la piu privilegiata abbia tanto potere da essere forse come una aristo- crazia, o uieglio. insieme colle classi privilegiate vicine, possa realmente coslituire la dasse aristocratica della societa, siccome pare che sia av- venulo in Egitto per le caste sacerdotale e militare. Determinate cosi le diverse forme di societa che ponno essere comprcse nella aristo- crazia. iniporia ora di osservare che questa forma rappresenta per avventura piu direttamente che le allre il mode con cui le societa si cosliluiscono. Percio se essa esprime la potenza e quindi gli interessi di una parte della societa sopra Taltra , il dirilto in tutte le sue ten- denze e poliliclie e civili vorra bene esprimere la natura di questi rapporti. 11 diritto quivi , perche la sovranita e in molti, non tende per se ad elevarsi a quel caratterc astratto e generate che e nelle monarchic. Esso conserva un carattere concreto che mira a proteggere piutlosto gl' interessi di uomini che vogliono mantenere un ordine di cose a loro vantaggio, anziche ad esprimere la persona legale tra il sovrano ed il suddito. Tuttavolta la prudenza civile , la (]uale nelle aristocrazie suole essere niolta, consiglia al sovrano una moderazione che, temperando il diritto pubblico, assicura il diritto private. Le aristocrazie si corrompono in oligarchie dove gFintercssi di po- che faniiglic dentro a\V aristocrazia stessa si sostituiscono ai rapporti legali tra il sovrano ed i sudditi. Nelle deinocrazie, dove ogni cittadino piu o meno direttamente, ma sempre neU'essenza, e sovrano, la tutela dei diritti, la quale nelle mo- narchie e esercitata in un mode generalc ed imparziale dal sovrano. che naturalmente. siccome rappresentante dello Stato, si porta come r«vvocato di ciascun cittadino, e nelle aristocrazie salva la moderazione DEL DIRITTO NELLA STORIA. 231 suggcrila dalla loro prudenza, e esercilala in inodo parziale ajjl' iiilc- rcssi della classc reijiiaiile , o mantcnuta in un inodo concreto dirct- laincnlc dai cilladiiii slessi. 11 diiillo se nella nionarchia ha un carat- tci'C di gcneralila aslralla , (|ui\j ha un caraltcre di gencralita con- creta, e pcro le diverse procedure che inirano alia sua tulela, hanno il carattcre di movere da ciascun cilladino, ossia di eseguirsi ad istanza di parte. Quando la plehe prevalc in qiiesta forma di govcrno, allora essa si corronipe in oclocrazia , e la parte piu clevata della sociela riniane oppressa dalla piu bassa. 11 diritto segue le vicende di questi rapporti di potere. Qucste forme dislinte di societa ponno riunirsi in diversi rapporti e formare altre forme che sono miste. La monarchia puo congiungersi colla aristocrazia , se non che il principe die deve dividcre il polcre sovrano cogli aristocratici, piu presto diviene il semplice capo di una aristocrazia , che non mantenga alcuna autorila da soviano. L' aristo- crazia puo unirsi colla democrazia, quando la classe permanenlc sovra- na divide la sua autorita col popolo o co'suoi rapprcsentanli. Finalmente vi ha una forma che comprende i tre dementi, monarchico, aristocra- lico, democratico, la quale contrabbilanciandoli a vicenda presume d'impcdire che ciascuno di loro possa abusare del proprio potere. Coteste forme introdottc per rapprescntare diversi principj sociali Ira loro riuniti , mirano ad esprimerli in lutte le loro combinazioni e nei rapporti dello Stato e dei cittadini, e quindi il caralteredcl diritto che in esse si svolge, risenle di tutte quelle condizioni che in modo distinlo lo modificano nelle diverse forme semplici sopra indicate. Tali sono le forme di governo semplici e miste indicate per la loro esscnza, c tali sono le modificazioni del diritto che da esse ne deri- varono. Ma coteste forme non furono tutte sempre avvertite dagli uomini che vi vissero dentro; dal quale difetlo pure derivo una qual- che modificazione ancora al diritto che fra essi si sviluppo. Le monarchic e le aristocrazie hanno o ponno avere presto la co- scienza della loro forma, perche quivi il sovrano, tutto o quasi tutlo occupato della sovranita, suole o puo facilmente esserc il piu sapienle 252 ALCUNE IDEE SOPRA LE VICENDE DEL DIRITTO, ec. politico dclla nazionc, c di poi la forma stcssa monarchica cd arislo- cratica, forma di privilcgio e di distinzione, avverte toslo dclla diffe- rcnza tra il sovrano cd 11 suddilo c quindi dclla condizione generate del Aivcrc politico dclla socicta. Ma nellc democrazie chc sorgono uatiiralmcnlc per im" cguaglianza di forze Ira i diversi elemenli dclla socicta scnza iiii prcparato disegno , puo avvenire una Iransazione di polcri, cflcttuarsi un' cguaglianza di diritti, ma non aversi il concetto c la coscienza dclla dcmocrazia. Cosi ncl medio evo in Italia vi erano rcpubblichc in falto, ma nciropinione c nclla leorica la forma di go- vcrno clie si riconosccva, era quella dclF imperio romano. Percio Te- scrcizio dci polcri rcpubblicani non era chc un godimento di franchi- gic, dcUc quali s'invocava quasi come a protcllore e conservatore lo stcsso impcratore romano ; e percio ancora , quando anche gli statuti contenessero disposizioni repubblicane , il dirilto nel suo complesso non j)otcva a mcno di non riscntire del caraltere impcriale. II concetto dcniocraiico vero non puo penetrare nclla societa , se non quando la teorica dci diritti politici puo essere confusa ed iden- lificata colla pratica e diveniare di ragione universale. In quanto alle forme raisle ora acccnnate, parmi di potere asserire cbe avendo lutte rdemento monarchico od aristocratico in se, ed al- cuna anchc essendo di artificiosa combinazione, siccome la monarchia mista dci nostrl tempi, non ponno a meno di non avere la coscienza dclla propria natura , e quindi la corrispondente fisionomia di diritto. Da qucste vedule intorno alle diverse modificazioni del diritto ap- pare quali siano le forme che esso suole assumere nel suo svolgersi nclla storia, e come queste forme sieno essenziali alle condizioni della sua natura ed ai rapporti colla societa, nelle quali si svolge. Donde si vorrebbe inferire che tali forme, non che essere contingenli delle con- dizioni legali di un determinato popolo, si trovano conformi alle con- dizioni comuni del gcnere umano. ALLEGORIE ETNICHE E CRISTIANE CONSIDERATE SOTTO L'ASPETTO DELLA LORO VERITA STORICA. DEL DOTTORE ABATE BARTOLOMEO CATENA (Letto neH'Adunanza del giorno 10 marzo iStS) i>tlalo iicl luoco. perdu"' non voile adorare queslo elemenlo a eiii preslavano ciiho i Caldei, ma di la sol- trallo per divino sussidio, pose sua diinora alliovel^i. K rilornando alle prol'ane storie, ahbiain pure un chiaro escmpio di cio nella favola di Scilla, figliuola di Forco , la (juale , sicconic narra Virgilio nella sesta Kgloga (vers. 74 e seg.), succinta di luoslri lalra- tori II candido lato , travaglio le navi d' lUissc , e coi cani niarini si shrano nel pi-ofoiido goi-go gli Itachi noocliicri. La qua! favola vedia- mo derivala dalla grcca ^oce OY.v/J.01;^ .sci/los, die, siccome al)l)iamo in Esichio, e sinonimo di cone, e dalla conlormazione di uno scoglio opposto a Cariddi, die Isacio Tzctze ne'suoi conicnlarii alia Cassandra di Licol'rone ci descrive sporgente in mare, di cui gli infcriori dirupi lianno molle cavila o spelundie, eniro le quali annidano belve ma- rine , die si divorano i naviganli, quando le navi sospinte dalle onde di Cariddi ^^i si Irovano ravvolte. Alle favolc perlanto, alle invenzioni allegoriche diedero vila ed in- cremento una prima necessitii di esprimersi , una immaginazione che rivesliva di poesia i piii reali avvenimenti. Ma a promovere qiiesto corso di nmane idee sorsero allresi le ragioni di una privala o pub- blica ulilita. Quali numi informi ed abbiciti venerava Tantico Egitto? Quante slranezze nella mistica spiegazione de' loro altributi? Gli onori della divlnita, negati al eielo ed agli uomini, erano largiti perfmo al bue solto il nome di Api. II cane, come Tullio attesta nelle Tuscu- lane (lib. V); il gatlo, come affermano Erodolo (neir Euterpe), e Gio- venale (SatiraXY); la capra e lariete, di cui parla Sirabone (lib. X\H); Tibl stesso, il nemico delle serpi , ebbero un lor culto. Tultavia una sentenza di Erodofo nelF Euterpe (2) ci consiglia a saliie da (piesle fa- tuila alle vcdute civili e politiche degli aniichi Egizii. Questo popolo, che traeva una principale sussistenza dai proventi della terra, slabi- iiva leggi scverissime e perfino la pena capilale contro chiunque im- (<) S. Girolamo. Qtwsf. m Gen. Medras Hag- (2) Lib. II, pag. 121 el seq. edit. Slepli., gada, Salomon Jarchi, Moses Gerundciisis. 1592. 2o6 ALLEGORIE ETNICHE E CRISTIANE. prendcssc la ruina degli aniinali dislruggitori de' rclllli , de' vermi , dcgli insclll nocevoli alio biadc o d'allro animalc proficuo alia prospe- rila, alia collura de' cainpi. Furono pcrcio tulli quesli in progresso di tempo dicliiarati sacri, inviolabili; ond' e il vcro dcllo di Cicerone ('*: ■ yiigyplii nullani belluani , nisi ob aliqnani utilitaleni , qnam ex ea oaperent , consecraverunt » . I sapienli delFEgillo non si spinsero piu oltre, ma il volgo, somnierso nelle immagini a liii venule dai sens! , comincio a vcnerare i bruli stessi coi piu stolidi rili , e (piiiidi addi- venulo crealore della divinila, se ne immagino tale calerva cbe troppo onla ne ebbe la ragionevole natura. Ne fra le sole terre irrigate dal Nilo si rattenne la foga popolare in idearsi divinita ; ma dalF Egitto , come da fonte inesausta, seguitarono ad altignere le loro teogonie e le loro superstizioni la Grecia e Roma. Se ne adontavano i filosofi; colla voce di Cicerone (2) chiamavano quelle mostruose forme religiose falsas opiniones erroresque turbnlentos et superstittones pene aniles. Hkc dicun- tnr, sclamavano(3), et crechaitur shdfissime, et plena sunt futilitatis sum- mcpque levitatis. E frattanto col loro modo di intendere le allegoric del culto popolare confermavano il principio gia innanzi stabililo : che le favole si appoggiano a fatti primitivi. Una ragione fisica investigavano nella favola di Saturno imprigionato daGiove; vedevano in Giove raf- figurato il cielo, il sublime candens di Ennio, e quello di Euripide : .... Tov U0OL) Tov^' ocTteipov dt^spa, Kac yfiv ixtpiE, iy^ov^' vyoali; ev dyxaXat• ; giacche Iddio voleva con tal mezzo conciliare a quel grande condottiere am- messo ai divini colloquii il rispetto e la venerazione di un popolo di (1) Cap. 3J , vers. 6. (3) Exod. cap. 34 , vers. 29. (2) Gen. cap. III. ALLEGORlt; ETNICHE E CRISTIANE. 265 dura cervice. II verbo ebraico pp , karan^ deiioniinativo di ]ip, ke- ren — cornu, fii crcduto corrispondcrc alia esprcssionc cornnu ha- bere. Ma appunlo porclie robrco parla della cute del r/.so di Mose, ne risulla chc • . Discendendo in Italia, non aspettatevi, o Signori, unamaggior man- sueludine. Nel Malleus Maleficarum, che ha per autori Giacomo Spren- ger ed Enrico Institutore, ambidue inquisitori, si riporta (3), che nel solo anno 1483 Finquisilore di Como nei confini di Lombardia qiia- draginta el unam maleficam incinerari fecit; il quale inquisitore, si ag- giugne, etiani adliuc continue inqiiirendo laborat. Ne queslo lavoro in- quisilorio rimase senza frutto, poiche per teslimonianza di Barlolomeo De Spina (-i), nella sola diocesi di Como la moltitudine di quelli che si inseguivano nel decorso di un anno, spesse volte eccedeva il nuraero di mille, e quasi ogni anno plusqiiam centum incinerantur. Rispetto alle regioni subalpinc, ci informa il nostro celebre giureconsulto An- drea Alciati (^), che gia piu di cento maliarde erano stale consunte dalle fiamme, e T inquisitore « quotidie, ceu nova holocausta, alias super alias Vulcano obtulisse, e quibus non paucK helleboro potius quam (J) In Proloquio. (4) De StrigibiiSjCap. XIII. (2) Dialog. , cap. V. (5) T jb. VIII. Parergon Juris, cap. 22. (3) Part. II, qiisest. I, cap. 2. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 281 igne purgandae videhantur « ; allorclie i nallvi del luogo, iinbrandilc le ariui, iinpcdirono uii ullcrlorc cccidio, deferendo la cosa al gludi- zio del vcscovo. E tutlavia, soggiugne lAlciali, vcuivano alcune in- colpalc dl non allro fatto chc quello di aver mcnate danze not tunic sollo un predilello loro albcro, o di esserc accorse a que'lrastulli. E sebbenc alcuni marill degni di fedc altestasscro chc, appunto nel tempo in cui si faccvano concoirerc a quelle danze, giacevano esse al loro fianco nella camera nuziale: pure vcniva risposto, che non esse, ma il cacodemone, assunla la forma dclla moglie, I'aceva illusioni al marilo. Sopra cio io rcplicava (cost proseguc il nostro giureconsullo): perchc non presumelc piuttoslo, che il cacodemone sia slato co' suoi demonj, c la moglie col suo marilo? Perclie andatc sognando un vero corpo in fintc danze, un corpo fanlaslico in un vero lelto? A qual uopo accumulare prodigj a prodigj, c nelle penc sccgliere Ic parti piu se- vere? Consta da'voslri alii chc in que'nollurni congressi avendo una femminuccia pronunzialo il nomc di Gesu, di repenlc Ic danzalrici coi loro amanli e con lullo il festivo apparato scomparvero: come cio sarebbe avvenulo se quelli fossero slali corpi vcrilicri, c quelle pianlc e que'frulli gli orti di Tanlalo? SilTiille illusioni non sono forsc i lu- dibrii de'Fauni, de'quali parlano Plinio ed allri anlichi, e chc si sven- lavano colPcrba peonia? E ben con tali rimedii c verisimile che curar si potrebbcro la maggior parte di costoro, sc non fosse che lutte es- scndo poverc fcmminuccic, non sono in grado di procurarscli. In quesli termini ragionava TAlciali, non altrimenli che Montaigne, a cui quella sciagura del suo sccolo inspirava una profonda pieta; il suo ingegno penctranle sospcllava di un fatto, che oggidi si rcpula come indubilabilc, cioe chc vi avcvano streghe di buona fcdc, di mcnle esaltata c di corpo infermo, allc quali, egli dice, in coscienza avrei apprestato piuttoslo elleboro chc cicula. Senza cio, come si spicghe- rebbc che quanto piu cresccvano i roghi e le inquisizioni e Ic re- cite di stregoneria, tanto piu aumentava il numero di quesli csaltali? E come non ammcllerc un mentalc disordine, quando si ha la cer- lezza chc gli accusali convcnivano per la maggior parte negli stranis- sirai dclilti che loro si imputavaiio? Nulla e piu formidabile allumana Vol. II. 36 282 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE incnlo, luiUa iinprinic in cssa pin profondc vesligia qiianto Tidca di qualolic podcsia Invisibilc, seniprc intcnta a nuocere a noi , creature di lorze ben disugiiali. Al Icrrorc clic ccclta siffalta idea va pur con- ijiunta una curiosa ansicla. I\e profittano gli uoinini studios! di cose nuove e slrane per narrarle con fiera volutta; loro giova incutcre qnc- sto senlimento del lerribile nel cuore degli altri, cd eziandio in se nie- desiini; siccome quelli di cui narra Tacito(<), che presi da lalso spa- venlo che Ncrone gia estinto ancora coinparisse, so lo fingevano vivo e credcvanio, plitribits vi\rere cum fimjenfibus credentibusque. Ma i giu- sti raziocinii del noslro Alciati crano traditi dal fanatismo de' tempi e dalla slessa immaginazionc donnesca, accusatricc di se medesima; nicnti insane sorprese dalle superslizioni dominanti, a quelle richia- niavano lutto cio che esse andavano fanlasticando ; e quella propen- sione che spingeva a prestar fede ai delirj de' demonografi , pertinace ne rendeva il fanatismo. Pero r Italia che in moltc provincie meno efferato vedeva lo spirito de'popoli, c qucsto lalora vinto c compresso dal Veneto Senato nellc sue ampie dominazioni, ben poteva dirsi avventurata a fronte delle re- gioni a noi settentrionali. Gli accennati inquisitori germanici, Institu- lore e Sprenger, senza avvolgimento alcuno di parole ci riportano che solto essi perire si fecero colle fiamme, nel solo spazio di cinque anni, non meno di quarantolto malefiche, principalmenle nella diocesi di Costanza (2). Con franchczza ancor m«ggiore INicolo Remigio ricorda nello slesso frontispizio della sua opera col titolo di Dcemotiolatreia, che nello spazio di quindici anni, in cui esercito torture e giudizj cri- minali nel ducato di Lorena, si fecero perire da novecento persone per titolo di sortilegio; e in mezzo a cio egli confida al lettore di avere serbata cotanla ilarita che da quegli infausti ed orrendi spetlacoli di sangue e di fiamme soleva ad mansiietiores musas divertere, e solaz- zarsi Panimo coi carmi. Di un fierissimo eccidio seguito nelle Fiandre fa menzione Jacopo Meyero negli annali di quella provincia, solto (I) Hislor., lib. 2. (2) Malleus, Malepc.j part. II, qusesl. I, cap. 4. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 28.> Panno i4o9(^), ne tacc (juanto allora liferiva iin piibhiico rumore, che vi furono yiudici cosi dctestabili da indurrc yli infclici torincntali a palcsarc come colpcvoli cerli loro j)^i^ ali iieinici, reis in tormenlis ad hoc coaclis. RispcUo alia Slcsia il gcsuila Gioiiiio Gobal lullc sue Opere morali (2) accenna che enlro pochi mcsi furono I'nccncrite ducccnto slreghc; e che ne'hioghi no' quali assai si defcriva allc semplici de- posizioni dellc maliarde, non si sarebbc Irovalo line capiendi, torfjtiendi^ comburendi feminas, viros, sacerdofes, adolescentes i^), sc quel fine noii fosse stato iniposto dalle guerre W. Ma la vessata unianila doveva affronlare un'epoca ancor piu fiera, prima di ridursi al sicuro. Nella guerra dei Irent' anni , o sia da die la guerra di religlone comincio in Alemagna, fine alia pace di Munster e al trallato di Yestfalia, ogni vincolo omai dcirordinc ptibblico rinia- neva infranto; svanila la buona fede, ne piu rispeltato il diritlode'cit- tadini, la forza sola regnava col suo scellro di ferro, e all' ombra dcl- r anarchia c dclla impunila Tuonio diveniva selvaggio. Fu allora che il volgo da un lalo senza frcno e senza regime, dair altro lato diveniie fieramente superstizioso. Come dai tempi di Carlo Magno il popolo (1) Lib. XVI. ans, de 1661 a 1665. Mais WurUbourg sedi- (2) Tom. II, tract. 5, c. 45. Seel. 2. stingua sous ce rapport , cnlre loules les vil- (3) Tract. V, cap. XLVII, n. 61. les de rAllemagnc: les Jcta Magica, dc Nau- (4) Come abbiamo nella Jinne Eiicyvhpedi- bers, prouveiil, que, de 1627 a 1629, eent- quBj qnatrieinu anneCj torn. XIV, an. ■1822, UBci vingt-scpl personnes ont peri, viclimes de ce a Magonza, il 1821, un'opera col lilolo: Zaii- genre de supertililion. C'elaient dc vieillcs fein- berbiOliolhek J odcr von Zaiibcrcij Thcurgie mes, ou dcs voyageurs, souvenl mt-me de pau- und MaiUik. — Bibliolheque de magie, ou traile vres enfaiis, dc 9 ii 10 ans; des lioiumes que »ur la magie, la Iheurgie, I'art divinaloire. — leur esprit axait eleves au-dessus de Iciir sie- llistoirc dc demons, sorciers, ec. par Thorst, cle, ou que Icur Industrie avail cnrichis, onl 2 vol. in-8.... On a peine a croire quelle pro- plus d'une fois subi la mcrae sort. On remar- digicuse quantitc de personnes onl ele livrees que sur cellc liste, qualorze vicaires, deuxjeu- aux flammes pour dc pretcndus crimes de ma- nes genlilsbommes, des conseillcrs, I'homrae gie, par des magistrals , qui .tssuremcnt n'e- les plus gros de Wurtzbourg ct sa femrac , la talent point dignes de ce nom. Les sorciercs, plus jolic fillc de AVurtzbourg, un cludiantqui surtoul, ont ele les plus mal Irailces: Christo- savail plusieurs langucs. Souvcnl, la torture ar- phe de Ranlzow, gcnlilhomme de Ilolslein, en rachait a ces innoccntes viclimes des avcux fit bruler dix-huil a la fois. On cilc un village, mensongcrs. .Mais que dire , lorsqu'on se rap- appele Lindheim, ou, sur 600 habilans, trente pelle qu'en 1749, si pres dc nous, une (ille fut furent bnilcs pour magie, dans I'espace de trois encore immolee a ce barbare prejugc? 284 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE Irattava di sovlilcgio lullo cio die a lui non parcva effello nalnrale od era inaspcttalo, c pcrclo atlribiiiva la moi'talila chc allora infierlva ne- a]i arincnli, a maligiic opcrazioni di Incanlalori , ciii facevano venire da un cotal pacsc dello Magodia, ond' erano pure i Teinpestarj, o ec- cilalori di tempesle; cosi ora i volgari, da millc calamita slretli ed at- laiinati, Ic lipetcvano dai maghi e dalle strcghe; e i magislrali, ligi a quel rozzo imniaginare, gridavano doversi rin venire , punire silTiHte pesti. Non mancavano principi die per secondare le brame di iin indocile volcto ne delerivano il giudizio a colali preleiti e consiglieri loro, die, slimolati da furiosi daniori, precipilavano in alii improbi ed illegali ; ne ad alcuni fu slraniera la volonta di ben provvederc agli esausli erarj. Scoprilori di slregonerie si gcltano in ogni parte; qual cb' ella fosse la condizione delle feminine designate dal cieco volgo sicconie streghe, di esse si inipadroniscono; delle scorrette si presume qual- sivoglia empieta; le probe si vogliono simulatrici di virtu e ipocrite. Chi trcma di spavenlo, e angosciata da una rea coscienza ; chi forte resiste, e rinfrancala da Satana. Domini della piu abbietta condizione, indagando i falli e le parole d'ognuna, tutto ritorcono a colpa di ma- gia. Non uno spazio alia difesa , non una protczione si concede ; chi protegge, segna a caratteri d' infaniia il suo nome : il Irionfo in ribat- tere le iniputazioni, e pcrlinacia. Affinche le accusate di maleficio pa- lesino le loro coniplici, si pongono ai lormenti della tortura; oflesa ne e la verecondia: quelle che negano (H aver coniplici, si strascinano a nuovi supplicj. Nellatrocita di questi, se mostransi intrepide, il de- nionio le avvalora: le infelici che negli acerbissimi slogamenti delle ossa rivolgono qua e la gli occhi incerti e natanti, cercano il loro de- monc amalore; lo scorgono, se tengono fisso lo sguardo; svenute, ten- tano di illudere; e sono caratteri impressi dal demonio pel patto con lui statuito. se il turpe littore discopre alcune macchie sopra la loro cute: ed allora piu fieri si apprestano i tornienli, ne'quali se la vita socconibe, e il demone amante, il (juale per ultimo vezzo loro infrange le fauci; se la vita ancora non fugge, sono serbate fra le catene, fin- die il rogo le arda. Ma a me medesimo incresce landarmi fra tanti orrori ravvolgendo: da cosi numerosi eccidj , da tutte queste epoche E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 28l> sciaguralc da mc percorse, a voi e facile, o Slgnori, il dcfidore se in- verislmilc sia quanto Filippo Liinhorcli iiella sua slorla. appoggiata (') airautorila di Ludovico da Paramo (2), die scrissc dcH'Orinine del- rinqulsizione, inquisilorc egli slesso, quanto, ripcio, il Linihorcli la- scio scritto « Spalio centum (piinquaginta annorum triginta lamiarum millia fuissc concrcmata » . Ma sorse alfine un amico deirumanita, il gesuita Fedcrico Spee, gia prima chiaro giureconsullo, die fra il silenzio universale, dottato dallo spavento, non temette col suo cclebre opusoolo (•'^), Caitlio criminal is, cc. di fare un appcllo gcncrale ai principi in favore degli oltraggiali di- rilti deiruomo. Egli che ricevute avea le sacramentali confession! di vitlime innocenti e piangeva sul loro destine, supplicando a'j)rincipi per que! divino tribunale cui non potranno evadere, e scongiurandoli che oraniai metlessero un termine allc torture, e quasi a giuoco non prendessero le umane vite, fu il primo ad aprir gli occhi ai deiiisi;e la provvidenza che operava ne' principi un totaleconvertimento di spi- rito, vi contribui con un fatto singolare, che lo stesso Spee ci descrive. Un principe alcmanno, di cui egli tace il nome, avea chiamati alia sua inensa due solenni religiosi, alFuno de'quali cosi prese a favellare : " Credete voi, padre mio, che si operi a fior di giuslizia, strascinando fra i ceppi chiunque da dieci o dodici streghe e accusato di essere intervenulo a quelle loro tresche nolturne? Temo che questo non sia un sicuro cammino alia verita, principalmente che non pochi gravis- simi e dottissimi uomini colle loro querele cominciano a perturl)are la nostra coscienza. — Abbiate piuttosto scrupolo , rispondeva il padre , nelFopinare che Iddio permetta cotali strazj in persone che sieno in- nocenti. Udendo cosi numerose denunziazioni non esiti il giudice a deliberare, e proceda franco - . Sopra il che essendosi scambiate piu altre parole, in fine conchiudeva il principe: « Or mi rattrista dav- vero, o padre mio, la vostra sciagura, perche in cosa capitale vi siete colle voslre risposte condannato. Non dieci, ma quindici streghe hanno (4) Lib. ni, cap. 21 , p. 234. (3) Cautio criminalis, seu de processibiis con- (2) De Origine inquisitioniSj lib. 2 . lit. 3 , da sngas liber. cap. 4, p. 296. 286 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE deposto ncgli alii giudizlarj chc in iin bailer d'occhio vi saran pre- scnlali, hanno deposlo, che voi pure sietc intervcnuto a'loro con- grcssi " . Qui aininuloli il scnlcnzioso padre; c ben credo chc gli sa- pesscro d' agro i rimancnli cibiC). Frallanlo la causa delFumanita cominciava a respirare ; il lanalisnio perdcva di quell' ardorc che pin e piu scmbrava avvainpare in faccia ai roghi moltiplicati; la voce di una religione, il cui principio vitale e carila, finahnente fu udita, c il suo celeste sorriso calmo la tempesta dcgli animi che da pin sccoli infuriava. La magia, lanto Tinnocua, chc pero si infingeva di operarc coi fcnomeni della natura sopranna- turali cflclli, c si arrogava un potere che lanlo esallo la barbaric del medio evo, quanto la denioniaca, che quasi furia uscita dalFabisso agilava tcrribili fiannne divoralrici suUa terra, non trovano esistenza che in qualchc residua fatuitti dclle menli piu volgari. L'uomo d'og- gidl, diro conchiudendo, se ode rumori di qualche insano machina- tore di incanti e sorlilcgi: me, egli grida, non muovono i suoi pre- sligi ; invano tenia assalirmi coUe sue nollurne larve il negromante ; >adano le Canidie sollo pallida luna, h-a le solitarie croci e gli avelli illacrimali mescendo lor farmachi, e le Circi con portentose note si at- tcnlino di trasformare uomini in belve; si sludj Tincantatore di gua- rire lussazioni e infranle membra, mormorando non intcsi accenti, e rammemori fillri, lalismani, amulctl, coppe magiche, armi incantale; loroscopo consulli coslcllazioni e pianeti, formi triangoli e quadrati , esamini le linee della mano, e poi predica: ed io, come gia un tempo proponeva il \ enosino (2) : Somnia, k-rrores magicos, piiantasmata, sagas, Nocturnos Icmures, portcntaque thcssala temno. Io diro chc vha un supremo dominatore de'mali spiriti, il quale sa- pientemenle gli aflVena, ne soffre chc a lor talento turbino il crealo; che Tuomo iniquo, il quale sollo velo di nere art! copre veneficj , infanlicidj, profanazioni di sacre cose, e reca alia sociela non fanlastico (1) II. Jausscns. Hcrmea. S. Vol. I. (2) Epist. Lib. 11. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 287 ma realo nocumcnlo , c rcprcsso dalle leggi vindici del giiislo c dcl- Toncsto; chc nclla invcstlgazione dl tali arii o scionze cliiamatc oc- cultc trovasi vcrissiino il dclto: a H«/i/ro mnlta;plnr(i fcta (^); chv in fine conlro ogni spavenlanienlo consciciiza m' assicuiu . L.I buona compagnia flie ruom fianclicggia Sotto Tosbergo del sentirsi piira (2) (J) Marescol, Mededu ik i an. 1598. (2) Dante, li<{. lant. 28, vers. 417, cc. 288 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE PARTE SECONDA. (Lctla neiradunanza del giorno 12 giugno 1845.) (^uaiulo vi Irallenni, o Signorl , inlorno Ic scicnze occulle c Ic avli divinaloric del medio evo, sembraini aver diinoslrato quale foi'za in- doniablle ahbian le incdcsime esercltalo sugli ingegni ancbe piu colli ; conic il loro iinperio siasi terribilincnle esteso dai cbioslri allc aiilc de" magistrali, dai tugui'j ai penetrali dci grandi; come in line per frc- nare le slolle fanlasic, o per impcdirne i colpevoli efl'elti, si cbiamas- sero a soccorso non i dcllami di una soda ragione, non le soavi leggi di una rcligione il di cui fondamcnlo e carita, ma carceri, torture ed ogni maniera di studiate carnificine. A tal segno era giunta nella opi- nionc degli uomini Tefficacia di siflalle arti e scienze; c il sentimento di esse cosi forte ragionava nel profondo degli animi ! Del qual mo- rale fcnomeno io non saprei immaginarmi altra causa precipua , se oltro la barbaric di que' tempi , ollre la infermila dclle menti tanto pill credule, quanto piu csaltate da fiere superstizioni, io non credcssi di rinvenirle anclie nel dominio tradizionale e variamente applicato, che le secrete scienze e le arti divinatorie spiegarono dai piu rimoti se- coli e fra le piu anticlie nazioni: dominio che poi rifulse quasi fiamma funerea nelle infauste epochc delFumanita, di tanto maggior vampa cre- scendo quanto maggiore esca le apprestavano ignoranza e fanatismo. Ma a ben rilevare cagioni di si alto principio , mi e d' uopo salire a quelle prime aberrazioni , in cui Io splrito umano , quantunque di- sconoscesse il supremo fontc da cui moveva quel potere soprannatu- rale che le pagine divine decantavano siccorae operatorc di porlentosi eventi ; pur voile conscrvarc le orme di quel potere e Tesercizio E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 289 arrogarsi, finche dai falsi ciiiti sempre plu pervertito, e levato in su- perbia, si fcce a riccrcarc la inlelligcnza dellc mistcriose opcro di Dio iielle Icnebre sue propiic. Da quel punlo si conccpirono arti che, a chiunque ne avesse il possediincnlo, conferlvano rarbitrio di lulta tur- bar la natura, di confondere gli clemenli , di signoreggiare, non che cogli alii , con mormoranli parole quaggiu in terra , nelF allezza dei cieli e neirabisso, di vedere in fine al sue cenno pallere superos, au- dire inferos, tremere terras W. La stessa natura dei culli rcligiosi che si profcssavano, non era di lieve incitamcnto a siffatte idee. Ben conoscevano i filosofi Caldei che il Creatore solo puo nelF immenso spazio de' cieli reggere con ordine iinpcrturbalo il corso degli aslri , ma non credevano che siflalta cura si dovesse imporre alia immediata Maesla suprcma. Istruili dalle tra- dizioni de' patriarchi che di mezzo alle due nature divina ed umana esislono buoni e forlunati spiriti , ai quali affida V Etcrno il compi- menlo de' suoi voleri, si avvisarono che fosse ai medesimi comunicato per sempre il governo dell'universo. Ebbero dunque i corpi celesti ciascuno un loro spirito animatore, chiamalo a regolare in misurali periodi gli influssi sugli enli sublunari. Costituiti una volta siflalli spi- riti quali ministri della divinita, si moltiplicarono senza fine, c si ebbc ricorso alle loro operazioni per ispiegare tutto cio che il naturalismo o le religioni degli idoli non intendevano. I Caldei tributavano tanlo stu- dio airastronomia(2), che il loro nome divenne idenlico con quello di raaghi ; e perche Zoroaslro , il quale regno nella Battriana , allorche Nino reggeva la Siria, fu gran cultore delle scienze aslrologiche, gli fu aggiudicata dallo storico Giustino (3) 1' invenzione delle arti divinatorie. In cambio presso i Persiani il nome di maghi era conseguito dai cul- tori delle lettere. Costoro salirono in tanta ripulazione che niuno po- teva sedere sul trono di Persia, se prima appresa non avesse la di- sciplina e la scienza dei maghi (4). L nolo quanto fosse in onore Ira (<) Quintilianus declamat. X — Sepnkrim De occulla philosophiiij lib. Ill, c. XVI. incantatitm. (3) Juslini Historia sub init. lib. I. (2) Stanleius Thomas, Hist, philosopb. Pars (4) Ckeroj De divinatiojiej lib. I, c. 41. XIII, sect. U. — Hcnricus Cornelius Agrippa, Vol. n. 37 290 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE ossi la pirolatria, o sia il culto del fuoco, derivalo da' Caldei che per simbolo della divinita prcscro qucsto elemento, onde ncgli oracoli di Zoroaslro Iddio suole chiainarsl TrOp, UTrarov TTiJp c -itaxprKov Ttup — sii- premiis ignis, patermis ignis. Slrabonc, leslimonio ociilarc(<), parla di un' ara che sorgeva nel mezzo de' loro tcinpj , c sopra la quale con- servavano i niaghi molta cenere e fuoco pcrenne: quivi rccandosi ogni giorno facevano le loro incanlazioni. Posta talc inclinazione de' popoH orientall per le arti maglche, V E- gitlo non vi potcva essere slraniero. Ancorche ottcnebrato dalla bar- baric, pur fino oggidi fornisce prove non dubbie che le Iradizioni scientifiche vi scrbarono sempre un doniinio; solo che i fenomeni dclla chimica , della fisica e del magnetismo animale assunsero nelle epoche deir ignoranza raspetto di una virtu soprannalurale ed occulta; e gli operatori di essi, ignari della causa, e purainentc dotti per empirismo, si ripularono persone aventi consorzio colic superior! inlelligenze. A sempre piii conservare negli animi la estimazione per le scienze ar- cane assai contribui V islamismo non nel solo Egitto , ma per TAsia lutta quanta. Non v' ha seguace di Maometto nelle Indie dotalo di qualche educazione , che non sia anche astrologo(2); e nessuno si ac- cinge a qualche rilevanle impresa senza aver prima consullate le stelle. Gli ignoranti Tartari assicurano ancora con gravila che i Chinesi sono altrettanti maghi ; e narrano i poeti persiani che allorquando Kaiomurs mosse col suo esercito per vendicare V uccisione del suo figliuolo Sia- muck, si unirono con esso lui tulti i lioni, tutte le tigri e le pantere de' suoi Stati. Le arli divinatorie e incantatrici gia da gran tempo eransi stabilite nella Grecia. Le omeriche Sirene, il Proleo multiforme e la maga Circe dell Odissea ne sono un chiaro argomento. Avanti la stessa guerra di Troja professavano magia Orfeo e Tiresia, perche evocatori delle ani- me dei morti : Orfeo che, secondo il detto virgiliano(3), potuit manes arcessere conjugis, Treicia frehis ciihara fcJibxisque canoris; Tiresia , che, al dir di Seneca (4), ne' suoi funerei riti carmen magimm volvit, (1) Rerum geographic, lib. XV. (3) iEneid., lib. VI, vers. 419-20. (2) Histoire de Perse par Sir John Malcolm. (4) OEdippus Irag., act. Ill, vers. 50 e seq. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 291 el rabido minax decantat ore (juidqiiid aid ptacat levies mil cogit lan- bras. Di Pitagora, di Empcdoclc , di Dcmocilto, di Platonc oi attesta Plinio die per apprcndere sllliitla scienza soflrivano pcregrlnazioni che meglio si direbbcro eslgli : poi ritornati in patria heme pnedicm-^ere, hanc in arcanis habuere. La Tessalia in fine ando si famosa in magic , chc il nome di donna tessala valeva quanto un' incantatricc. Che dircmo dc' Roniani, miniiti imitalori d'ogni rilo ed arte grcca? Gli slessi impcratori si rccavano ad onorc la magia; Fanior di questa non mcno prevalse in Nerone chc il guslo per In cetra c il Iragico canto. Adriano vi era follemcntc dcdilo(^); piu ancora lo era Giuliano apostala, al quale, come si esprime S. Gregorio Nazianzeno (2), PAsia fu iin' empia sciiola in tutto cio chc riguarda vanissimi presligi c la scienza divinatricc degli astri: egli ribellantc alia vera divinita, come scrive Prudenzio(3), litans Hecaten placabal sanguine multo. Fratlanlo luminosa spandcvasi la luce del Vangclo; animalo da quello spirilo di liberta nel quale Crislo ci libero (4), il pensiero de' nuovi crc- denli si ergeva a volo piu sicuro; e la voce di sacerdoli imposlori non piu rispondeva dai tenebrosi adili collo stromento degli idoli. Quan- tunque sarebbe audacia il porsi a leggere negli arcani consigli di lassu e Pimpugnar fatti individuali, pure il Salvatorc pronuntiato avea che il principe di questo mondo e giudlcato(^); e i novelli fedeli andavano persuasi non essere in podesla dell' uomo , quando piu gli aggrada , Faver commercio col ncmico demone. Tultavia ne' primordii slessi del crislianesimo lali pullulavano selte e dotlrine fallaci che viva manten- nero la scintilla dellc anliche arli magiche. II Simonc degli Atti apo- slolicl che pubblicaniente Ic professava , secondo la filosofia appresa in Alessandria, faceva credere alia plebe samarilana ch'cgli avea fa- colta di comandarc ai mali genii , e mililava fra' que' filosofi che con un Dio sommo e buono volevano coelerna la materia, c preside a que- sta il caltivo Nume. Dotlrine di questo genere lanlo piu avevano in- cremenlo, quanto piu i dolti pagani di quell' epoca vergognandosi dellc (1) Dio. Cassius, Hist. Rom., lib. LXIX. (3) Prudenlius - apothcos. vers. 460. (2) S. Greg. Nazianz. adversus Julianum, (4) Episl. ad Galalas, c. 5. orat. III. (5) In Joan, evang., c. XVI. 292 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE assurdita e dcllc turpitudini cui rivelavano ncl scno del politeismo gli apologisli crisliani, si adopcravano per ridurre il loro cullo sensibile a sollili allegoric e per cangiarc in attribuli semplici di una semplice divinila la nunicrosa schiera degli dei d' Omcro. Formarono costoro la nuova scuola platonica, die pralicava Tarte magica sotlo il noine di Thcurgia. Or gli anlichi Padri della Chicsa, i difensori deirorlodossia cristiana, per discutere i fatli di tale arte, per indagarne le cause, per additarne le illusioni, d'altro piii avventurato tempo avean d'uopo clie del loro , in cui la filosofia regnante non solo non forniva veruna luce, ma di piii rcndcva incurabile Terrore. Per tal modo, sebbene il cristiancsimo non solo ricusassc V autorevole sua mano all' opera deile scienze occulte, ma altresi nel suo spirito le condannasse; nondimeno queste si insinuarono ed ebbero vita anche fra mezzo ai seguaci del Vangelo. E come addiviene dcllc umane stirpi con non interrolto corso succcdentisi, che Tuna trasmette aH'altra i suoi usi e le sue opinioni; i popoli gcntileschi convertili alia fede da padre in figlio trasfusero le anliche magicbc credenze ; solo che queste rimasero spoglie dell' im- pronta che accenna al culto superstizioso degli idoli, e si modificarono secondo la natura delle genti che lor diedero asilo. Sotto Tartico cielo, in mezzo ad una triste e neghittosa natura prese Parte magica un aspetto di mestizia e di terrore. Fra le orride bufere e il fischio de' venti , fra le eterne nevi e i minacciosi dirupi la fantasia si imprimeva ella pure di tetre immagini, e sembrava pa- scersi dello spavento. E nella guisa che gli antichi Germani, al dir di Tacito(^), credevano di udire lo strepito che rendeva il sole giunto al- loccaso nelPattuffarsi in mare, e di vedervi apparizioni e spettri; nella guisa che gli abitatori di alcune isole delFOceanica (2) pensano di udire la voce delle potenze celesti nel romoreggiar del tuono, nel fischiar delle foglie, nel rombo degli insetti : nella stessa guisa opinavano gli Irlandesi, che il loro monte Hecla, monte turbinoso e vulcanico, fosse il soggiorno infernale. Nella loro fantasia vedevano que' popoli formi- colare d' intorno i demonj che entravano nella voraginosa gola del (i) De Mwibus Germanorum. (2) Revue Britannique, n. 4, avril ^843, art. des Isles Marqnisesj etc., p. 394. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 293 montc carichi delle animc dei dannati : c tanto erano assort! In qucsla opinionc, clie ripulavano II fragorc dc gliiacci urlantisi fra loro, o so- spinll contro Ic splaggle csscrc gli urli di que' reprobi ai quali era de- slinalo per supplizio non fiioco ma elcrno gelo(^). Ora in mcnti facili a tali esallazioni non c maraviglia se fieramcnlc abbiano dominalo Ic arli magicbe; ne solo cio ncll'Islandica terra, ma per lulto il seltentrionc. Perciocche a consultare gll storici della La- ponla, dclla Llluania, della Svczia e d'altre molle contradc, si direbbe chc la magia percorrente la terra avcsse poi negli agghiacciati climi un eletlo soggiorno. A questa cagione e insieme al molto onore chc si rendeva agli operator! di maravigliosi e terribili effetti, ascrivono En- rico Upsalense(2) e Giovanni Magno(3) le difficolta chc si frapposero alio stabilimcnto della fede cristiana ne'regni aquilonari. Ora le elTerate tribu di questi regni , spinte dal desiderio di meno ingrato cielo, irrompono nelle proyincie meridionall delFEuropa, coUe rapine, col turbamento dcH'ordine sociale spargendo le loro abitudini e ie telre idee del loro spirito. Gli Unni, guerrieri ispidi e feroci, che il Jornandes (**) ci rappresenta siccome nati dal commercio dei cattivi genii con magbe erranti pei nordici deserti, gli Unni, ovvero Oigori, dicdero esistenza agli ogri od orchi divoratori, e ad altri mostri spa- ventosi che appaiono negli antichi poemi, presso Olao Magno(5), e Sassone il grammatico (6). DaH'altro lato gli Scandinavi avean pure i lor maghi; e la mitologia ccltica sparsa in Europa non cedeva il campo al cristianesimo senza aver prima tramandale al mondo poelico del medio evo le sue virtu magiche, qualche sua maliarda benefattrice o terribile , e il bardo Merdhin, trasformalo neir incantatore Merlino , gli atli del quale intimamente congiunti coUe favole del re Arturo col- marono di stupore Francia e Britannia. In contrario, spoglie delle tetre immagini di che informavasi la ma- gia settentrionale , ma dominatrici dai piu antichi tempi le arti e le (1) La Martinicre. Dictionnaire geographi- (4) Jornandis Alani De Rebus Geticis. que; art. Islande. (5) De genlium septenlrionalium variis con- (2) Lib. L Hist. Suec. apud Loccenium. ditionibus. (3) Hist. Episcoporum Suecorum. (6) Historis Daoicx, lib. XVL 29i LNTORNO LE ARTI DIVINATORIE scienzc occult e si lenevano soggcllo rOrlenle, c ne rcggevano gll animi a lor grado. Soilo un limpido, ardcnte cicio, airaspclto di una nalura forte e feconda, la fantasia spaziava cssa pure lieta e ridente. A sem- prc pill adescaria nelle sue iliusioni contrIl)uivano le stessc filosofie piii celebrate di quelle regioni, c quel lore fondamcntale principio clic gli astri, gli elementi e gli animali tulti fosscro governati e mossi da genj o denioni, e che queste pretese inlclligenze disponessero d'ogni umano evcnto. Quindi i culti speciali alia copiosa famiglia dei genj abitatori de' pianeti e d' ogni corpo sublunare ; quindi i siderei c i IciTeni in- flussi loro attribuiti; quindi Tarroganza degli uni e la crcdulita dcgli altri, che uonio possa aver sociela coUe inlelligenze presidi alle cose niondiali ed operare efletti airuniana forza superiori. Egli e su questo principio che presso Cicerone (<) lo stoico Balbo fonda il polileismo e la religione de' Romania e che Celso(2), Giuliano e Porfirio tacciano di ingrati ed empj i Giudei, e quindi cristiani, che rifuggivano dalFa- dorare i genj distribulori dei bcneficj della nalura: per questo prin- cipio altresi tanto imperio fu dato all' aslrologia giudiziaria, alia tera- peutica arcana, airalchimia, alia scienza dei numeri, ai sorlilegi. Ora a mostrarvi, o Signori, le differenze della magia nordica e del- Torienlale, e come i loro rivoli furono tradolti a formare un sol corpo nelle medio eta per le irruzioni e il contatlo guerresco de' popoli , a moslrar cio e d'uopo seguirne le particolari improntc. E prima- mente i seltentrionali inspirati da fierezza d' indole si videro tratti a secondare antiche traccie lalmudiche e trisli racconti di poeti latini per formarsi le loro streghe dispettose e feroci. Aveano scrilto i rab- bini, che Taugello notturno di suono lamentoso e lugubre, chiamato dal profeta Isaia nM — lilithi^)^ fosse un demone femmina, o lamia notturna, o come essi spiegano, dxemonissa cum facie humana et alis, che rapisce ed uccide i bambini. E pcro i Giudei d'Alemagna, per di- fendere i neonati dall' invasione , solevano scrivere sulle qualtro pa- reli della camera ove giaceva la puerpera voci ebraiche che suonano (1) Lib. II. De nalura deoruin. (3) Isaiasjuxla tcxtuni hebr.,cap. 34, v. 14. (2) Orifj. ronira Ci'hitm,\. IV, penesub initio E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 29o T\i)i) yfn ^'^ oifj — /Idmn^ Eva., foras cslo Lilith (< ), con che alludevano alia leggenda di Bcn-Sira (2), che Iddio piima di croare Evi^, dato avca ad Abraino una compagna per nome Lililli, donna in(piicla e rlottosa, la quale non polcndo col inarito accordarsi, se no sbrigo pronunziando il noine di Jehova^ c sparve inconlancnte. La favola rabbinica accolta nel scltentrione doveva gia aver fondamcnto anche presso i Lalini, i quali racconlavano che uccelli noniinati stryyes volassero la nolle sopra le culle do' bambini, e loro succhiasscro il sangue (3), onde di loro scrissc Ovidio(4): Node volant, puerosque petunt nutricis egcntes , El plcnam polo sanguine guttur habent. Or questo scempio di fanciuUi, di cui prima si incolparono animal! volanli, fu poscia altribuilo a vecchie fcmminuccie, opcralrici, sccondo il volgo, di presligi e di fascini. Gervasio Tilberiense le denomina la- mic(5), e vuole che fossero »mt//eres, quce nochi domos motnenlaneo di- scursu 'penetrant., el ollas perscrutantur, .infantes ex cunis extrahunt., lu- minaria accendunt.,etnonnnmqtiam dormientes affigunt. Questo genere di maliardc si vide assai dominare fra i druidi ; nobili e dislinle fem- mine si riputavano cio ad onore, e gran fama ne riporlo Basina, mo- glie del re di Turingia e niadre del liranno Magnenzio. Gregorio di Tours paria di tali donne solto il nome di Plthice; I capitolari del re Dagoberlo delPanno 630(6) \q appellano stri(e; quelli di Carlo Magno del 793 danno loro questo medesimo nome , e suppongono che fa- cesser paslo di carni umane(7): Si stria hominem comederit, ec. Frat- tanlo nulla di piu ovvio che il riportare quesla voce stria., passala nello stesso dialetto vernacolo, al termine latino stryyes, e il condurre lo stryges latino all' italiano strerjhe. Le idee divenute fra loro confuse della lilith ebraica e delle strigi (\) Buxtorfius. - Lexicon Tbalmudicuni ad (5iDe OfiVs(//(/)en"a/i7/H.s\,lcrliaDecisio,5. 85. vocem Lilith. (6) Capitula addita ad leyem ^lamannonim, (2) Ben-Sira, qua;sl. 60. §. 22. (3) riinius. nist. nalur., lib. II, cap. 39. (7) Capitiiltim 67, §. 3. (4) Ovidius, fiistorumj lib. VI. 296 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE (lei Latini, dclle strice di Carlo Magno e dell' inlcrvento demoniaco in tulle le magiche loro operazioni diedero conccpimento agli immagi- nali dappoi nollurni congressi delle slrcghe. Quesle cupc orgie fanla- stichc si volevan celebralc nel bosohi , ne' cimileri, presso ruinc soli- tarie e infaini per avveniile stragi. Concorrevano ad esse le maliardc sopra slrani animali, o sopra nubi azzurre. Salana vi presiede in forme schifose; e compagni a lui un I'ospo coperto di piume, un corvo mo- struoso, un fetido capro, un uomo macilenlo, il cui gelldo fialo pro- duce brividio : lanipada senza alimenlo accesa spande una luce mesta e Iremolanle : i lurpi misleri delP anlichita pagana vi si frammischiano coUa lilurgia catlolica. Ma guai se alcuno e disennalo In guisa di pro- ferire il lemulo norae di Gesu ! Come dal cospello di Adamo scom- parve la di lui compagna Lililh, pronunziato avendo il nome di Je- hova; cosi, espresso quel nome, lulto, in fuori della persona, svanisce e si scioglie nel nulla. Non turpe, ma alroce e ributtante e I'altro concepimenlo delle nor- diche fanlasie, die produsse i vampiri. A siffatla creazione avea pre- cedulo una credenza invalsa dopo lo scisma della Chiesa orientale, che il corpo di un Lalino non poleva corrompersi se venisse falto di collocai-lo in terra grecaC). Tale credenza si dilalo e crebbe al segno di immaginarsi persone estinle da piu mesi od anni , che pero rive- nute fra noi parlano, infeslano i viventi, succhiano il sangue della gioventu e della bella, e ne cagionano la morle. E come liberarsi da cosi crudeli infestazioni ? 11 polente , V unico mezzo si riponeva nel diseppellire i loro corpi, nel troncarne il capo, nello slrapparne il cuore, o neirarderli. E ad onla dcirumanila, quesli vampiri domina- rono non ne' secoli barbari, non fra popoli selvaggi: il loro piu grande trionfo fu nella luce dei secoli a noi piu vicini. Spaventarono essi la Prussia, la Slesia, la Polonia, la Russia, tullo il nord dell'Europa. I filosofi d' Inghlllerra e di Francia rovesciavano con mano ardita le su- perslizioni e gli errori popolari ; e continuavano i vampiri ad emu- gnere il sangue delle lor villime, impinguando essi e trasudando dai pori il Iroppo sangue eraunlo(2). (1) Prefazione all' opera di Byron - // P^ani- (2) Collin de Plancy.-DictioDD. etc. art. f^am- piro. Versionc francese. pircs. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 297 Ma i popoli d'Oiicnle, guidall da licla c vivace fantasia, nc ammi- sero le Canidic deiranlicliita, ne dicdero ricelto alle (ierc slicglie bo- reali, apporlalrici di procellc c di grandini. Pci loinaiizicri persiani ed arabi le maglche laiimaliirghc c fatidicbe ch'cssi appellano Peri e Ginn, sono graziose creature di una specie lor propria, ne uoniini , ne angeli , ne demoni , le quali meglio si farebbero somiglianti alle ninfc , clic insiemc erano divinatrici , come appunlo ci si dcscrivono Egcria e Manto , c cbe da alcuni scrittori lalini de" bassi tempi si chiamarono albce domince. Queslc idee arabe e pcrsiaiic dell Oriente pervenneio in Europa medianle il ritorno dc" crociati da Terra Santa e lo slabilimento de' Saraceni nella Spagna ; talchc insiemc coir alt a Kabbala coltivata dagli Arabi, i principj dcUa quale si mescevano colle doltrine de' gnostici , sorse anche fra noi un genere di brillante ma- gia, accresciuta dappoi e cantata dai Trovatori. A quesli padri di nuove forme poetiche, die dalle anlicbe allegorie sol ritraevaiio i co- lori piu convenienti al gentile spirilo cavalleresco cbe infondevano nei loro scritli, e dovuto, non ch'altro, un quadro mitologico lutto na- zionale. In esse cominciano a far pompa di sc quegli enti privilcgiati die dal latino fatum gli Italiani chiamarono /'ttfe, perche presagbe delle sorli future : e da questo punto il popolo dicde loro universale domi- cilio. Se ne trovarono in tutti i rovinosi castclli. tra le piii dense fore- ste, negli splendidi palagi : i fonti , gli alberi, le grottc erano per la loro prescnza incantate. L' amena favola delle fate dicde luogo alia vivace creazione degli silfi e delle silfidi, o sia di quegli spiriti elementari composti dci piu puri atomi dclParia ch'essi abitano. Alia progcnie de' silfi si dicde fi- gura umana; le loro femmine e le figlie loro si fecero di una maschia belta, quali si diplngono le amazoni. In fine si vollero i silli grandi amniiratori delle scienzc, dingegno sottile e perspicacc, ofliciosi verso i sapienti, nemici degli zotici e degli ignorant!. Allra creazione men nobile degli silfi, ma bizzarra e capricciosa, fu lo spirito folletto^ cbe si usurpo le personificazioni degli anlicbi Icmuri. satiri e fauni, e sparse una specie di ilarita ncllc fanlasie altcrritc dai sozzi vampiri. Lo spirito follctto imitatore di que' satiri del dcserto, di Vol. II. 38 298 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE fui parla il monaco Cassiano (*), i quali ilerlsu tantummodo el tllusione vonlenti fatigare pofivs shtdenf quam noccre^ inipazza la nolle c leva rumori c ride dei soniplioi ; dolcc lah olta cd amorovolc, ha cura dei ca\ alli e ilcgli armcnli nci loio chiusi , custodiscc i grcggi per Ic baize montane, ajula ne' boschi il legnajuolo a tronoar piantc che re- sist ono alia scure , raccoglie per le lamiglic da lui protctle Ic spighe abbandonate, e quasi conipiacenlc in fine come qiiello spirito romano che in casa di IMinio il Juniore si recava la nolle a radere cd accon- ciare il capo del liberto Marco (2). l*er questo niodo un polere ideale sopra nalura che Puomo si in- finse, dal grande, dallo spaventoso, dal nobile si avvicino al burlesco. Non eosi le arti divinatorie sempre costanti nelle vane loro prelensioni, e sempre facili ad abusare dei falli scritlurali: perciocchc le rivela- zioni che dei futuri eventi facevano i veggenti d" Israelc, se da un lalo destavano la maraviglia di chiunque le vcdeva adempiule, dalPaltro non lasciavano verun dubbio sullazionc divina che svclava il corso do" luluri eventi, o con lipichc rappresentazioni falte ai scnsi corporci imprimeva neiranimo idee conducenli air inluizione immediala di qualche vcrita. Ma a poco a poco divenutc prcda deirerrorele genii che Iddio lasciava camminare nelle loro vie (3), uomini senza missione si arrogarono un commercio colla divinila, e supposero arti che loro aprivano un acccsso nelle fosche vicende delF avvenirc. Sebbcne {)ero (jucsle arti si diccssero arcane, e si aAvolgcsscro in mille trasforma- zioni e follie; pur ci lasciano sempre inlravederc una iniitazione di fatti e riti biblici, a guisa di una emanazione lorbida dal lonte piu limpido e intemeralo. Aoi sapele, o Signori, di Mosc, quale ci vicn descrilto nelFEsodo, ammesso al colloquio della divinila suUe fulminanti velle del Sinai per apprcndere ed intimare la leggc al popolo uscilo di schiavilu. \i e nolo che allorquando il sommo sacerdole degli Ebrei ne' casi dubbj di quel regno teocratico si presenlava avanti Tarca delFalleanza, collo- cata nella parte piu augusta del Tabernacolo. e poscia del Tempio. e (1) Cassiani, Collalio VII. (3) Act. aposl. XIV, ib. (2) C Plinii, lib. VIl, epislola XXVH. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 299 ricliiedcva i cclesli voleri, dal copercliio o propizialorio dell" Area ri- sj)oiulevA la voce del Signorc, c la risposla per mezzo del saocrdole si propagava fra lullo il popolo adoratore. Ora pariineiile e nolo clie i Icgislaloi'i dellc grandi iiazioni geiililesche noii [)iiiua inlimarono le loro forme civili e religiose die non fossero gia prepaiali gli animi a cre- dere che si(1i\ltc forme venivano insccnale dalla stessa diviiiila: e su questa credenza, quasi sopra base incoiicussa, stabilirono cssi le loro islituzioni. E siccome dopo le apparizioni del Sinai, rispondeva Iddio da una stabile dimora a lui sacra; cosi i pagani ripetcvano da luoglii e tempi dclerminati i divini responsi. 11 prime esempio di cio lo in- contriamo nellOdissea (^), la dove Fidone, re dei Tesproti, narra di Ulissc : "Okttwc vo(7Tr](7y) l^axric; ka ■n'lova ofiff-ov. Dulicliiuni petiissc viium Dodonida qucrcum Di villain, allicoinani Jo^is ul responsa rogaiel, Quae sibi parta via ad dulces remeaie penales. Dodona era cilia presso cui sorgevano qucrcie sublimi a Giovc sa- cre: la credulila c la superslizione face^ano lor rendere gli oracoli del sommo fra gli dei. Non allrimenli si inlrodusseio oracoli parlanti ncl tempio di Giove Ammone in Africa , ed allri nella famosa Delfo dei Greci. Fino aUempi de'romani imperatori Tacilo racconta come Ger- manico consullasse Toracolo d" Apollo a Colofone nelP Asia; c Luciano '2) acccnua un oracolo d' Apollo aiicor celebrate dal volgo, e suUc di cui predizioni false ed ambigue spande egli medesimo il niotteggio. Altra maniera con cui FEtcrno manifeslava i suoi voleri al popolo ebreo, fu per mezzo dc'suoi /VotfHi, o profcti. Costoro, potenlcmente mossi da un supcriorc impulse , o quando prcsagivano il future con tipi reali, come un Isaia che canuiiina scalzo e privo di manto. ed un Geremia che si pone catene al collo, ambidue per anuunziare (1) Lib. XIV, vers. 327 e seg. (2) Dc dta Syria. 300 INTORNO LE ARTI DIVINATORIE riinmincnle caHlvlta, o quando dcscrivevano purevisioni solo nelPintel- letto esisJcnli; come in Danicle (') la stalua di Nabucco c \e quaUro moslruoso belvc (2), poste a significarc I qiiaUro polenlissimi rcgni a ciii siicccdcicbbc il regno spirilualc del Messia: costoro in ognl modo ben pin chc i vati profani polevan dire di se: Est Dens in nobis; axji- lantc calescimus illo (3). Ma vivcano ancora consultali c vcncrali dal popolo i veggenli di Israele, che uno spirito di nienzogna fra le nazioni confinanti si im- magino e si coslilni pailicolari indovini sollo il nomc di oboth. Sic- conic qnesia voce nelFebrco del libro di Giobbe (4) significa vaso, e pin slreHamcnlc vaso concavo e profondo; da cio i rabbini inferirono che per la voce obolh intendere si debbano personc possedulc da spi- rito impnro che in esse parlava con un rinibonibo qnasi nscenle da cavila solterranee. Questi oboth sono i medesimi che nella Volgala no- stra si dicono habentes pythonem; perciocchc i pagani allribnivano ad Apollo la scienza delFindovinare, cd egli medesimo si appcllava Pi- zio o Pitonc dalPaver ncciso il serpente di qneslo nonie. Mason pure i medesimi che il teslo greco dei SeUanta ora chiama iyyaa-pijjiv^ov^ — ^entriloquos (5) ; ed ora lov:; ex t/ic y^^ ^f(^voi)v~oc^, die mwidano snoni di sotten^a (6), perche, come nola il Seldeno ('), i snoni da loro formati uscir parevano da speco solterraneo. Nel libro I dei Re (8), Saule vedendo che il cielo non pin rispondeva alle sue inchicste, ne per visioni, ne per sacerdoli, ne per profeti, slollamentc imponeva a'suoi servi che gli cercassero donna habentem pythonem^ secondo la Volgala, ventri- loquam, secondo il greco, o donna che possiede nn o6, numero singo- lare deU'ebreo oboth. Con queste voci perlanlo sembra che si indicas- sero persone le quali professavano engastrimantia, o sia V arte di par- lare dallo stomaco o dal ventre, i di cui fenomeni in que' tempi in- colti si volevano sopra nalura; persone che Isidoro chiama pnecanta- /ore«, o sia indovini, qui dccmonem in ventre se habere dicunt el ex ejus (1) Cap. 2. (5) I. Reguni, cap. XXVIII, v. 7. (2) Cap. 7. (6) Isaias , XIX, 3. (3) Ovidius, Faslonmij lib. VI. (7) De Diis Syris. (4) Cap. XXXII, i9. (8) Ibidem^ ut supra. E LE SCIENZE OCCULTE DEL MEDIO EVO. 301 inflalu futura prmlicereW. Questo sguardo gellato sulP engastrimisino finisce (••! pcrsuadcrnil chc di tal iiumero era altresi la f;\mosa Pizia, sacerdolossa del lenipio d'Apollo. INc abhiamo per mallevadore S. Gio- vanni Grisoslonio, che in una dellc sue ouiilie '2) ci descrive la Pizia nella sua alliludine di valicinare; alliludine viluperosa che Toralore non tace, pcrche della Pizia e del suo tripodc (roppo alto parlava lin- sania de' Genlili. Ce la descrive pure : xcc; ■zoiyaq /uou^jay /oittov kv.^(xx'/^iijio3ai T£, >tat ac^obv ex tw a~b[xuzo:; a(pt£vat, xat oyrwc £V TTapoivta ygvojxkvnv toe x/jc ff-CKvicc; (^^kyyeo^ixi OTiixc/r.a. — re- solutis crinibus, spumam ex ore emillentew^ et lanupimn temulentia cor- reptarn^ ea quce furor is simt verba proferentem. Pur talvolta la fatidica donna si amniansava; pcrciocche, come scherzevolniente riflelleva De- mostene, non indiflerenle ai doni del re Maccdone, erasi veduta filip- pizzare. Tra quesle divinatrici alia fama otlennero le Sibille. Come presso gli Ebrei la voce di Jehova si faceva udire dal santuario: cosi esse rendevano da cupo e solitario antro Ic loro risposte; a interprclare le quali era poi grande la cura e incsausta la falica. Crisippo , al dir di Cicerone (3), riempi un inlero volume degli oracoli sibillini ello I'ormano la separazione Ira queslo sistema e quello delFUral; men Ire i deserli abbaslanza pianeg- gianti della parte nord-est delK Arabia formano un' interruzione di monli sufficiente a far riguardare le ultinie propaggini del Libano, come aflatto indipendenli dalle allure , che si diramano dall" altopiano cen- trale della penisola Arabica. Le numerose montagne sorcenli nclle isole ofTrono dillicoUa non meno giandi nella loro classifaazionc. Converra lorse fame altreltanli sistemi indipendenli gli uni dagli altri? Ovvero sara meglio conside- rarle siccome dipendenti dal vicino sistema continentale? 0 (inalmente converra riunirlc in un sistema insulare? lo tenni come dipendenza del sistema Alpico le montagne di Sicilia, che lo stretlo di Messina se- para appena da quelle della penisola Italiana ; e come un' appendice r»lO DELLE PRIMAHIE ALTITUDINI DEL GLOBO. del sistcma Scandinavo la lunga catena disolc elevalissime sparse lungo la costa a maeslro della Norvegia; ma ho invece considerali qiiali si- slemi iiidipendenti le inontagne delP arcipelago Britannico , quelle delle Azoire c delle isole , die a setteiilrionc dell' Europa lormano il gi-iippo dello Spitzbcrg. Benche le alle cinie della bieve giogaja della Crimea Meridionale sicno aflatto indipcndenli dai sistcmi Slavo-Elle- nico c Tauro-Caucaseo, io non esilai pun to a tenerle come una dipcn- denza di quest" ultimo, si per la somma vicinanza alia catena del Cau- caso, 6 si per la poca loro estensione. Ma anclie V uso della voce catena ricliiede qualche osservazione. Non v" ha quasi alcuna delle grandi catene conosciute , in cui le basi visibili delle varie montagne che la compongono sieno contigue. Valli piu o meno larghe e prol'onde, piani elevati o mollemente ondeggianti se- parano a varj intervalli queste catene, che vengono rappresenlate come continue. Se adopero queslo termine si e per non discostarmi al tutto dalla consuetudine e per evitare lintroduzione di nuove denominazioni. Cosi ho consideralo come una stessa catena i Carpazj Orientali, i Car- pazj Occidental i^ i Siideti^ V Erzcjebirrje, il Fichtelgebirge e Io Svlnvarz- wald, non ostante le grandi interruzioni che li separano. La lunghezza rispettiva dei sislemi e delle principali loro catene e un altro elemcnto. che il a:eo2;rafo non deve trasandare. Altre occu- pazioni non avendomi lasciato agio per entrare in codesto particolare della geografia fisica, non posso certo appoggiarmi ad autorita migliore di quella del rinomato Berghaus, cosi benemerito alle scienze geogra- (iche pei molli ed importanti suoi lavori. Si possono partire le catene primarie in varie classi, che il Berghaus riduce alle (juattro seguenti. ISella prima pone quelle che hanno uno sviluppo longiludinale di ollre 4000 miglia; nella seconda quelle che oltrepassano le 2000; nella terza classe le giogaje fra le 800 e le 2000 ; nella quarta quelle inferiori ad 800. Ma qui vuoisi avvertire, che cotali classificazioni non possono ne devono aversi in un senso assoluto ; giacche la lunghezza di un sistema , o di una catena , dipende dal modo con cui il geografo considera la sua linea di continuazione. Cosi, a modo d esempio, quell' immense DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 311 sistema che, con varj noini e brcvi intcrruzioni, si estende dalle marine del Grande-Occano nella provincia Cinese di Fokien per lulta lAsia sino al monle Ida presso rEllcsponlo, se si considerasse col Bergliaus come un solo e mcdesimo sislema , chiamandolo Himalaya dal nonu* della sua parle cenlrale e piu sublime, sarebbe il piu lungo delFAn- lico-Continentc, anzi il piu lungo di lutto il globo , qualora , tenendo conto della soluzione di continuila Ira le Ande delFAmcrica Mei-idio- nale e la Cordigliera deirAmerica Sellentrionale, si considerassero que- ste due masse monluose come due sislemi separali. Infalli il sistema delFHimalaya avrebbe nella prima ipolesi uno sviluppo longiludinale non minore di 4800 miclia, mentre le Ande dell" America del Sud giungono appena alle 4000, e la Cordigliera delF America del Nord . la cui eslremila mcridionale si perde nelle allure sporadiche delPislmo di Teluianlepec, giugne a miglia 3200 circa. Ma se consideriamo quelle due primarie giogaje del Nuovo-Mondo come un solo e me- desimo sistema, riunito dalle alture sorgenti suIKistmo fra Panama e Telmantepec, questa grande dorsale dell' Emisfero Occidenlale sarebbe allora la piu lunga della Terra, giacclie si estenderebbe a circa 7600 miglia. 11 quadro sottoposto desunlo dal Bergliaus oflre con queste norme lo sviluppo longiludinale e la direzione dei principali sislemi cono- sciuli del globo. Non posso celare perallro cbe dissenlo dal cbiarissi- nio aulore non solo ris[)elto alle denominazioni date ad alcuni sislemi, ma eziandio rispetto alia loro dislribuzione. Credo pero miglior con- siglio di riprodurlo in lulta la sua integrila , per non introdurre ele- menti eteroaienei nel lavoro del dotto Alemanno. 512 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. Q U A D R O Delta lunghezza e della direzione del principali sisteini del Globo. NOME DEI SISTEMl DIREZIONE LUNGHEZZA PARTI COMI'ONENTI in miglia I. Classe. geograGclie Himalaya Dall'E.S.E all'O.N.O. 4800. Le catene Nanling, Siueschan della Ciria, V Himalaya pro- priamente dello, Vllindo-Ku- sclij il ParopaniisOj il Kohul BiirSjXcmonlarjnc di Talisvh.,. quelle del olive sellentrionale deW Armenia e dell V/sia Jili- nore sino all' Ida suU' Elle- sponlo. CORDiGLiERA DE LOS ANDES Dal Sud al Nord . . . 4000. La catena dellc Jndes dell'Ame- rica Meridionale dall'eslre- mita australe di quesia parte del uiondo sino all' i^tmo di Panama. n. Classe. Altai Uall'E.N.E. all'O.S.O. 3400. II clive sellentrionale dell' Asia Centrale dallo slrello di Be- ring , sino oltre il lago Dzai- sang, comprese anelie le mon- tagne Aldan. Lk .A.noes dell'Ameuica Settenth. Dal S.S.E. al N.N.O. . 3200. DaU'istmo di Tehuantepec sino all'Oceano Gelato del Nord, Vallopiano del Messico, le Bo- cky-Mountains. Thian-Schan, 0 Monti Celesti . Uall'O. all'E 2600. Col sue prolungamenlo orien- tals a traverse r/«sc/mn,sino al Sclian yan alin. Tauko Dall'E.S.E. all'O.N.O. 2160. Questo sislema inconiincia al delta dell'Imio, forma il ver- tente meridionale dell' Iran, del Kurdistan, deir.,/»»ieHiVi e deW'y/sia Minore. DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 313 NOME DRI SISTEMI DIREZIO.NE LLNOHEZZA in ini^Ila III. CIrnmc. (jcogralicbe KuEN-LW, 0 KuLKUN Dall'O. all'E Alleghanies Dal S.O. al N. E. . . GiiATS OiuEiNTALi ncU* India .... Dal S.O. al N.E.. . . Ural Dal N. a! S MONTACNE SCANDINAVE Dal S.. S.O. a! N.N.E. Ghats Occidentali, nell' India . . Dal Suil al Nurd. . . Carpati dell'Europa Occident. . Dall'E.S.E. all'O.N.O. 1840. 1400. 1200. 1000. 960. 880. 880. PARTI COMPONENTI Comprcndcndo WPdiwj sino al- rcslrcniila del verlenle orien- tate delle mont.''' della Cina. ViNDHYA, neir India Dall'O vest all' Est . IV. Classe. Monti del Buasile Dal S.O. al N.E. . . Alpi Dall'O.S.O.all'E.N.E Balkan [llemus) Dall'O. N.O. all'E. S.E C.\uc.\so Dall'O. N.O. all'E. S.E Monti Sirio-Petrei Dal Word al Siid . . I Carpati cd il sislema Ercinio che all'Esl inconiincia coi ^'n- deti ed all'Ox est tcrmina eolla Teutoburger ffalde. 800. Monti dell'Europa Occident. 640. 600. 600. 600. 600. Dal Tauro a traverse il Libano e la Palc^tixa Ocridriitale sino aU'cslreniita uieridionale della penisola del Sinai. Dal S. S.O. al N.N.E. 560. L' altofjiaiio Fiaiii:ese ( Hoch Frankreicli ) . i Forjesi e le moniaijne del Basso Ikno. Apennini Dal N.O. al S.E. . . . 560. Sierra di Parima Dall'Ovesl all'Esl . . 560. Catena Marittima di Venezuela . DaH'Ovesl all' Est . . 480. Atl.vnte Dal S.O. al N.E. . . . 480. I'irenei Dall'E.S.E. all'O.N.O. 220. Qucsto quadio cl mostra, che Ic .tlpi noslrc, le quali per tanti ri- guardi, c niassime per raltitiuiiiic, vanno Ira i priniarj sisleini del nioiido. Iiaiuio pero un posto assai umilc nclla scala dellc lunghczze. Dopo la posizione e la direzione delle inonlagne, la detcrmiiiazione delle loro altezzc, assoluta o relativa. dec princlpalmeiite attirare 1 at- tenzione del geogral'o. ^oi ben sa|)ele, egregi Signori eCollcglii, che Vol. II. 40 514 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. ragionando dcllc allure del globo, oltezza assoluta si e quclla di un piinto qualsivoglia sopra il livcllo del marc, da qualche geografo c da me desigiiala col vocabolo (dtitudine, ad esprimerc brevemenle il con- cetto e rendere la lingua scientillca nieno verbosa; oltezza relativu invece, e quella di un punlo qualunque sopra la sua base apparente. E qui va nolato clic quest' ultima lia una parte grandissima nclla de- terminazione dellaltezza dei monli, quando essi riposino, come spcsso succede, su quelle grandi masse elevate, denominate allipiani, e che vogliono cssere distinte dalle giogaje propriamente dettc. Un altopiano in fatti puo comprendere in se montagne, valli, pianurc irrigate da poderosc correnti e laglii , talvolta cosi vasti, da poter figurare fra i mari interni. Gli altipiani, clie ne' miei Elements de Gcographie Gmeralc trovai opporluno per molte ragioni di rannodarc alle alte valli, banno un livello generale molto piii clevato delle parti piane dei continenli, di cui ordinariamenle formano il nucleo ed banno cbine piu estese e meno ripide dei monti. La determinazionc delK altitudine del monti oflre infinite dil'ficolta. In ogni tempo i viaggiatori rivolsero la loro altenzione alle vette, die loro parevano piu elevate; ma le apparenze Iroppo spesso sono fal- laci. L'isolamento maggiore o minore di una montagna; I'inclinazione delle sue chine, la sua distanza, la forma, la disposizione e Taltezza dei circostanli terreni, finalmente lo slato delFalmosfera, sono altret- tante cause d'illusione, da cui Tosservatore piu esercilato mal puo assicurarsi, e cbc solo svaniscono merce il baromelro e gli strunienli geodetici. Colline isolate, alte appena un cento tese, giuppi di piccoli monti, sorgenti repente a 130, ovvero a 200 tese, in mezzo ad im- mense pianure prive d'alberi, inducono in errore I'osservatore poco esperto nel dcterminare con opcrazioni precise Ic ineguaglianze del terreno. Nulla e piu incerto dell' apprezziazione degli angoli formali dai raggi visuali di un oggetto collocato alF orizzonte. A quesle illu- sion! ottiche vogliono altribuirsi la celebrita di non pocbe mediocri altezze, anzi di modesle colline, cbe in alcuni viaggi ed ancbe in non pochi libri di geografia figurano fra le vera montagne. A questo DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 313 modo le allure sporadiclie sorgenli sulla vasla pianura Sarinato-Russa formarono per qualclie tempo nell(! moderne geografie 1 inimaginario Sistema Sannato. Cos! i Canadesi dicoiio inontagne eerte colline che secondo il dolto Mac-Gregor non ollrepassano inai i 340 piedi , c la cui elevazione media e dagli 83 ai 100. Gli ahitanti della pianura d"0- zieri s'accordano a riguardare il Girjanlinu come il |)unlo culminante di tulla la Sardegna; eppure le misure, eseguitc in questi ullimi anni dairilluslrc generale Della Marmora , dimostrarono che csso e 34 tese meno alio del gruppo di Genaryentu, per cui quest" ultimo lo supera di oltre un terzo. Ma le asperila del Globo, per molle cagioni estranec alle dimen- sioni loro , possono essere di gran momenlo. Tali sono le forme slraor- dinarie di alcunc e la costituzione geologioa di altre; le ricchezze mi- nerali che racchiudono; le osservazioni aslronomiche, le csperienzc fisiche e le operazioni geodetiche di cui furono leatro; le fortezze od altre costruzioni notabili sorgenti su esse o nelle loro vicinanze, come pure la prossimita di quelle gole celebri nella sloria solto il nome di Porte delte nazioni; le vie stupende di comunicazionc che le varcano o passano vicine ; le reliquie di antiche genti che racchiudono, le tra- dizioni mitologiche , le memorie storiche od i fasti della religione cui sono associate. A questo modo il geografo deve una particolarc altenzione a ({uelle niodeste allure sorgenli suir altopiano del Messico , dalle cui viscere si cavava la maggior massa d' argento mcssa in circolazione nel vol- gere di Ire secoli. Le brevi altezze di alcune conlee deir Inghillerra forniscono la maggior produzione di stagno e di rame conosciula , mentre da alcune allrc vengono estralte (juelle enormi masse di car- bone e di ferro , pregevoli assai piu delF oro e dell argento, e che per la loro quantila e la odierna importanza mcttono in circolazione maggiori capitali degli stessi metalli preziosi e delle gemme. Le umili colline, che coronano T altopiano del Decan, olYrono quei teri-eni da tempo immemorabile rinomati , come quelli che forniscono i piu bei diamanti conosciuti; e ire luslri non sono ancora compili. dacclie nelle Siberiane soUludini, e propriamente nelle propaggini dell* Altai , ven- 316 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. nero scoperle quelle arene aurifere, produccnli tanta copia di mclallo, che , ben senza csagcrazionc, potrebl)ono domaiularsi un raccolto d^oro, giacche ncl breve giro dl 14 anni V annua produzionc glunse a pa- reggiare quella di lulla ('America ai tempi piu floridi delle sue mi- ni ere. Ne altri polrebbc dcscrivere la splendida residenza dei Czar senza toccare del vicino coUe di Pulkova , su cui il regnantc Niccolo , al (juale la Russia dcvc tantc ulili riforme e splcndide coslruzioni , fa- ceva edifioare Y osservatorio aslronomico centrale delTimpcro, fabbrica immensa , riccamcnle provvcdula c niunila dei migliori c piu grandi slrumenli, senza dubbio il piu splendido tempio dagli uomini dedi- ealo alia scienza decli astri. Cosi domanda rattenzione nelle vicinanze immediate di Ratisbona , a Donaustauf, quell' agevole poggio su cui sorge il IJ alhalla presso alle rive del Danubio , vero Panleon Germa- nico, dal re Lodovico di Baviera consaci-ato a tulte le glorie nazio- nali ; monumenlo, per ogni riguardo splendidissimo, illuslrato gia ri- spello alia storia dal suo augusto londatore , come lo fu rispetto al- r arte dall' esimio architetto che ne governo 1' esecuzione. E cbi po- Irebbe negligere, nelle ampie pianurc dell'Europa Centrale tra I'Ems ed il Weser, quel Grotenburg presso Detmold, su cui fra poco tor- reggera a spese comuni di tutta Germania il monumenlo del grande Hermann , la stalua colossale dell' eroe dominante quei luoghi mede- simi, ove cadevano le legioni di Varo? Lo storico ed il geografo non polrebbero trasandare quel tumuli sorgenti nelle pianure dell' Eufrate e del Tigri , formali dalle reliquie delle due splendide metropoli degli Assirj e dei Babilonesi; fra quelle di Babilonia, secondo il giudizio autorevole di Ricb , Raymond, Raoul Rocbelte e Cancto , vi sarebbe persino un' altura , in cui voglionsi ri- conoscere le rovine della torre famosa, die i discendenli di Noe edi- ficarono nella pianura di Sennaar ; le traccie evidcnti del fuoco celeste che , secondo il Genesi , distrusse 1' orgogliosa mole, confermerebbero tale sentenza. E chi potrebbe non fermarsi su quegli umili colli, ova siede la citta eterna in riva al Tevere, rammentando e il Campido- fjlin , da cui emanavano quei decreti che per secoli ressero FOrbe Ro- DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 317 mano, c la suprcmazia polilico-rcligiosa del ponlcfici , i quali nellcvo medio, quasi rcalizzarono la monarchia universale, c 1 odierna scde del supremo Paslorc, che un quiuto del gcnere umaiio veiiera siccome capo della religione. II cristiano che pcllegrina nella Siria vi salula I" isolalo Tabor, che malgrado la modesta altezza e Icnulo pel punto cuhuinaiite della Pa- leslina; e dalla sua cima egli spazia su quella pianura d" Esdrelon, che dai tempi di Sisara e di Nabucodonosor fiuo a quelli di Napoieone fu il campo di battaglia di (juasi lull i conquislatori della Siria. Su (juella allura medesinia, la tradizione popolare e venerabili aulorila collocano r augusla scena della trasfigurazione di Gesu Cristo. E denlro alia cer- chia deir anlica Gerosolima o nelle sue vicinauzc , il Golcjoiha , il .)/o- ria ^ il Sion cd il Monte Oliveto, malgrado 1 umile allezza prendoiio poslo tra le alliludini le piu nolabili della Terra, di cui sono ad un tempo i luoghi piu venerabili. Sul Golgotha, si consumava il piu grande dei misleri del Crisliancsimo ; sul Moria , Salomonc inalzava a Jehova il tempio suo magnifico , ove piu tardi sorse la famosa moschea d'Oniar; sul Sion, Davide edificava la sua reggia, e quivi pure il di- vino Salvalore istituiva uuo dei misleri della nostra religione ; final- mente dall' alto del monlc Oliveto , il Redenlore prediceva a Gerusa- lemme la sua distruzione e, sccondo la tradizione poj)olare, saliva da (juel luogo al cielo in presenza dei suoi discepoli. Ma senza prolungare cotale enumerazione, rilorniamo all' argomenlo principale di qucsto discorso. Le ineguaglianze della superficie della Terra avevano gia atliralo rallenzionc degli anlichi, i quali ne diedero stime approssimalivc. Dicearco, fra i Greci, si nomina come il prime che misurasse varj monli, ma ignoriamo con qual melodo e con quali strumenli. Eralo- steiie si servi nelle sue misure del Iraguardo; e quel filosofo ed altri sostenncro niuna monlagna ollrepassare i dieci stadj in allezza; men- Ire Cleomede porlava il massimo a stadj 13. Le piu alle velle del- TAsia, secondo Topinione degli anlichi, erano il Caiicaso ed il Paro- pamiso secondo Arislotile, alle quali Agatemeros aggiungeva V Imao. Arriano considerava il Siagros come la piu alia monlagna della Terra. 318 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. Le Jlpi ed i monti Sarmatici si avevano come i plii alii dcU'Europa; V./tlonte ed li Corro degli Dei rcpulavansi le maggiori eminenze del- TAfrica. Sebbenc agli andclii non niaiicassero i iiiczzi matemalici per misu- rare con sul'ficiente precisiono rallezza dollc montagne, cssi pcro ave- vano idee per queslo riguardo erronee ed assai esagerale. Una mal intesa venerazione per (piegli aulori conservava a traverso il volgere dei tempi, e propagava fmo quasi al principio del secolo scorso cotali idee con grande sciipilo della geografia fisica. E appena credibile ohe antichi autori scrivessero, clie dalla vetta del montc Alhos il disco del sole si vcdeva Ire ore prima chc non sulle marine dell'Egeo! Lo storico Giuseppe non esitava ad accordare un'altezza di 50 stadj al monte Tabor, the nc ha appena tre! 11 pa- dre Martini stimava V allezza del monte Pin nclla Cina a 60 stadj , che equivalgono a 6000 tese, e Defoe, il celebre autore del Robin- son Crusoe , portava nel secolo scorso a 2 miglia inglesi , ossia a piu di 1600 tese lo Cheviot-Hill, il cui apice non arriva che a 26o8 piedi inglesi, pari a 416 lesc ! Che diremo poi vedendo il matematico Ric- cioli dare al piece di TenerilTa 10 miglia geografiche; e Nicliolls as- segnargli un' allezza di IS leghe! Ancora nel 166ij il dotlo padre Kir- cher si affalicava per provare rimpossibilita deH'asserzione di Aristo- tele rispetto airallitudine del Caucaso, e portava a 42300 tese la sua pill alia vetta , die misure recenti ed esatlissime riducono a 2892 ! Le diverse inlerprelazioni dello Slagirita resero assurda un' esage- razione sfuggita a quel sommo ingegno; e I'erudito Kircher, combat- tendo Tasserto di Aristotele, il quale, secondo la sua inlcrprelazione, avrebbe dello essere il Caucaso per una terza parte della nolle illu- minalo dal sole, dimoslra coi calcoli rimpossibilita del lalto. Ma il kircher medesimo andava lungi dal vero, dando una erronea latitudine al Caucaso ed apprezzando erroneamente I' elTello della luce crepusco- lare. Conferito in pro[)osilo col nostro onorevole collega, Tesimio astronomo Carlini, egli, dopo verificala la versione del testo aristole- liano ed esaminati i calcoli del Kircher, opinava, che cotale errore polesse provenire dalle relazioni dei naviganli, i quali nella sola sta- DKLLE PRIMAUIK ALTITUDINI DEL GLOBO. 319 gionc estiva correiulo il tcmpostoso Eusino, avianno vcdulo Ic })iu alle cimc del Caucaso rischiaralc dal crcpuscolo. Qucsto fallo rilciito ad Arislotcle, il grande filosofo lo a via addollo come una prova dclla grande alliludinc di quclla giogaja , Irasciirando la neccssaria dislin- zionc fra i raggi solari direlli cd i raggi crcpiiscolari , e senza riflet- lere chc cgli, die piir ainmelleva la rotondita della Terra, dava cosi a quei monli un' aUiludine superanle i limili del verosiinile. Le scicnzc esalte olTroiio uii mezzo facile e sicuro per diinoslrare qiianto fossero lontane dal vero quelle opinioni. II haronc di Hum- boldt ha calcolalo, che un osservatore, posto sulla cima del picco di Tenerifla, non vedrebbc il disco solare al suo orizzontc che 11 mi- nuti, 32 secondi e 5 terzi prima di un altro collocato alia sponda del mare; eppure Taltitudine di quella vetta epiu chc doppia di (|uella del monle Alhos. Secondo calcoli fatti a mia preghiera dal prelodato cav. Carlini, per- cbe la cima delPAthos potesse essere rischiavala dal sole tre ore prima delle spiagge delF Egeo , quel monte avrebbe dovuto avere un' altitu- dinc non minore di 1423 miglia geografichc, ossia 1300 volte circa la sua aUiludine efleltiva! Lo stesso esimio geometra , institiiendo a mia istanza allri calcoli dello stesso genere, trovava che dalla sommita del Dhawalagiri, che e la piu alta vetta misurata del globo, e la cui aUiludine e quasi cin- que volte maggiore di quella delPAthos, anche nelle circostanze le piu favorevoli, olTre una dilTerenza di soli 13 minuti e 17 secondi. Lo spec- ohio seguente da lui calcolato sulla base di una latiludine di 28° 40 , di un' aUiludine di 4390 lese, e tenendo conto dclla rifrazione ter- restre, offre le seguenti ore del Iramontare del sole alia cima di quella montagna ed al livello del mare. QUADRO COIV1PARA.TIVO del tramontare del sole. Alia cima Al livello dipfehmza del inontc del mare NcirEquinozio 6'' 1 4' 3" 6'' 2' 20" H' 43" Nel Solstizio jemale 5 20 43 6 7 41 18 2 Nel Solslizio eslivo 7 10 50 6 57 33 13 17 320 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. Questi calcoli fatti sul Dahwalagiri, mostrano qnanto fossero singo- larincnte esagcralc Ic opinioni degli anlichi sulI'aUiludine del Caucaso 0 dellAlhos. Prima di ragionarc dellc allitudini misurale coi metodi odierni, con- cedete, oSignori, clie io Irascriva, se non allro come un documento della slorla deU'orografia, Ic slime delle piu alio velte espostc dal pre- detto padre Kircher, le quali oflrono, per cosi dire, la misura delle co- gnizioni orografiche del suo tempo. Ne dcvo la comunicazione alF e- gregio segretario di questo noslro Istilulo imperiale, Tcsimio arclieo- logo Labiis. A scanso d'equivoco faro osservare clic le altitudini sono espresse in passi geometric! di iJ piedi Tuno. T A V O L A Delle altitudini di alcune moiitacjne secondo il padre Kircher. NOME DELLE MOMAGNE ALTITUDliNE in passi Pelio, nella Tessaglia 1250 Catalirio i 680 CiLLENE, neH'Arcadia 1875 Petra di Sogdiaiia 3750 Emo, nella Trada 10000 Olijipo, della Licia, neli'Asia Miiiore 1269 ', Petra di Sisiniitra, nella Bactriana 1875 Picco delle Canarie (Picco di Teneriffa) 1 0000 Etna 4000 Etna 5000 Caucaso 15000 Caucaso 51000 Casio 28000 Athos (Monte Santo in Macedonia) 20000 AtlaiME 15000 Stolp, delto VAltissimo dei monii Rifei 25000 Monti della Norvegia 6000 Monti della Luna 15000 Le altitudini del preccdcnte quadro sono tutte erronee e non pochc, devo dirlo, sono assurde per la loro esagerazione. 11 monte Pelio, per DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 321 esempio, portalo a I'iuO passi, corrispondenti a 1042 lese, non ne ha rcalmcntc chc 810; il Cillene, sliniato a lij72 tcse, no lia sole 1218. Ma VEmo, nella Tracla, il piinio culniinaiilc del (pialc, sccondo il nie- morabile viaggio di Bone, non ha che 87i> tese nell'apice dcHa catena del Gran Balkan e giugnc apj)ena alio loOO nel piinto cnhninante di quclla del RUo-darjh (Kodo[)c), vienc stiniato dal kircher sino a lese 8335! Che direnio poi deiriimile Jtlios, cui una recenle inisura Irigo- noniclrica del Copeland da appena 993 tese, e die Terudito monaco del XYIl sccolo innalza sino a 10G60? e dcW'./llanIc, la cui piu aha vetla, secondo un illuslrc ingegnere idrografo della niarineria inglese, gia secrelario della R. Societa geografica di Londra, il capitano W ashin- glon, non ha che 2200 tese circa, ed al quale il quadro preccdente ne accorda 12500? Chc diremo poi della scconda valulazione del Cow- caso^ dal Kircher portalo a 42o00 tese, quando rccenli niisurc deler- minavano Taltitudine del suo apice sul moH(e£/in9". Colal metodo in quesli ui- timi tempi vcnne singolarnientc pcrl'ozionalo, morce Ic cure di parcc- clii fisici , i quali calcolarono tavolc assai parlicolarizzale , in cui te- nendo conlo di tutle le circoslanzc che influiscono siilla detcrminazione della tcnipcralura alia quale Taoqua cntra in chullizione, si oltennero risultanienll cosi prossimi aU'esallczza da indurre il Berghaus a met- lere queslo processo a canlo al baiometrico. A me pare che non possa seguirsi senza inconvenienlc il parere del dolto geogral'o di Berlino. Anzi aggiugnero, che avcndo consultato a questo proposito il noslro collega, lesimio professorc Belli, egli mi comunicava lali schiarimenti da confermarmi sempre piu nella mia opinione. Le dilicate csperienze falte recentementc dai dolti fisici Bravais e Peltier sul Faulhorn , al- r altitudine di 2674 nietri , per determinare la temperatura deH'ebnl- lizionc deiracqua, vengono in appoggio air opinione del fisico lom- bardo. Egli e peraltro sccondo queslo metodo che fu delerminata T altitu- dine di gran numero di luoghi della Persia, delPAsia Minore, delPAr- menia, deirAfghanistan e di altre grandi regioni della Terra. 11 colon- nello Sykes lesse una dotta Memoria alia reale Societa geografica di Londra, nella quale, dopo un' esperienza di sei anni credelte di poler conchiudere, che termometri coniuni comparali fra loro, bene calibrati, e coi gradi suddivisi in quinti, o meglio in decimi, possono ulllmente rimpiazzare il baromelro , ogniqualvolta non sia richiesta una preci- sione matematica. Conclusione ch'egli rincalzava dimostrando la quasi identita dellc risullanze ottenule mediante questo metodo con quelle frutio di corrispondenti osservazioni barometriche. Infatti nelle tavole annesse a quella Memoria il punto culminante del ///// Fort di Pu- rundhur, secondo la media delle osservazioni barometriche, sinnalza a 4499 piedi inglesi , mentre , secondo la media indicata dal grado deU'ebullizione delPacqua, ascende a 4483 di quei piedi. Potrei de- sumere da quelle tavole e da altre opere non pochi escmpj ofTrenti una eguale coincidenza nelle risultanze ottenute dai due metodi in di- scorso. II secondo dei metodi approssiniativi consisle nel valulare Valtitu- o2\ DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. dine di loni iuouUkjuci dalla distanzn alia quale essa e visibile. Ma per- clie quoslo iiu'loilo possa dare risullanze di qualdic fiducia bisogna die sia dolormiiialo Pangolo sotlo il quale la niontagna e vcdiita alPoriz- zoiile, e die queslo dato sia aecoiiipagnalo dallindicazione dello slato deiratinosfora, dell" ora, del giorno e del inesc in cui ehbe liiogo I'os- servazionc , csseudo qucstl i dali ncccssarj per delerniinare V eflello prodotlo dalla rilVazione. 11 barone di Humboldt, dando al picco diTc- iieriHa 190i5 lese dallitudinc. dice che la sua ciina deve esscre visi- bile a 129 iniglia in mare, supponendo P occhio poslo a livello del- rOoeano ed ammelleiulo una rilVazione di 0,079 della distanza. Quelle slesso picco non lenendo conto della rilVazione non sarcbbe visibile che a sole 117 miglia. Questo dolto illuslre soggiugne che, secondo Ic osservazioni del generale Roy, le rilVazioni nelP Inghillerra variano da ^ ad un y; ed osserva che il Mowna-Roa nelP arcipelago d' Ha- waii nella Polinesia, lii vcdulo radcrc Torizzonle in un'epoca, in cui quella niontagna era spoglia di neve, ad una distanza di iii9 miglia. Esempio, csclama quel grande scienzialo, il piu notabile che sino ad ora si conosca della visibilila di una monlagna, tanto piu che si Iralta di un oggetto vedulo negxativamente. Egli e certo per non aver tenuto abba- stanza conlo deir eflello prodollo dalla rifrazione, che il Marchand ed il King hanno tanto esagerato Taltezzadi quel medesimo picco, por- tandola il primo a 2o98 tese , ed il secondo a 2377; vedremo in se- guito che la sua vera altiludine non arriva, secondo la recente misu- razione baromelrica del signor Douglas , che a 2063 tese. Alia slessa causa vuoisi altribuire ancora la diminuzione delF altitudine di alcuni punli deirOceania a me favoriti dalPillustre ingegnere idrografo \in- cendon Dumoulin, cirebbe tanta parte neirultima e memorabile spe- dizione del non mai abbastanza lamentato Dumont D'Urville ; c basti r esempio del Monte Balbi , che stimato nei miei Elemens de Geo- (jraphie Generale a 3223 metri , dev' essere ridolto a 3067 secondo una recente comunicazione dello stcsso Yincendon Dumoulin. Non mi resta piu a parlarvi, egrcgi Signori, che di altri due melodi approssimalivl, i quali riunisco, pcrche essendo ambidue basati sul de- cremento della temperatura, non devono essere disgiunti ; questi me- DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. ."520 todi sono: 1." qucllo fondato sullct progressiva (liminuzione della tem- peratura secondo die allri si allnntana verticnimenle dalla super ficie della tei-ra; 2." (juello basato suWaltezza^ cut troKasi la linea dclle nevi perpelue. Sono appena Irascorsi sei lustri dacche II gcogi-afo cd il fisico hanno riconosciuto Terrorc di coloro, die credevano ad una regolarila ncl dccrcnicnlo del calorico. La fisica del globo e una scienza de" nostri giorni, ed e nalurale, dice il baronc di Humboldt, clie tratlando di cio die cbiamasi vaganienle la dilTerenza di dimi googralici e fisici, lal- lenzione siasi fermata dapprima sopra alcune piccole cause locali di preferenza alle cause pciiurbalrici di un ordine superiore. Dopo V e- levazione parziale del suolo al disopra del livello dci mari , la cagione piu clficace della variazione della tcniperalura dei luogbi posti sotto una stcssa latitudinc , e la posizione rdaliva delle masse continental! c dci mari, cioe delle parti della supcrficie del globo, le quali fluide e diafane, o solide ed opache, differiscono egualmente per i loro po- teri assorbenli ed emissivi , per la quantila di luce die assorbono , per la quantila di calore che risulta da questo assorbimento, del pari die per le perdite sensiblli che Y irradiazionc fa loro provare. Dopo i grandi progressi fatti dalla dimalologia merce le faliche di tanli eletli ingegni e soprattutlo per quelle di Kiimlz, di Mahlniann, di Sdlou^^, bisogna confessare die non si conosce esattaniente il valore numerico dcirallezza, alia quale la temperalura sceina di un grado; giacdie que- slo valore e differente per uno slesso luogo , non solo a diffcrenti al- tezze, ma si bene nelle varie ore del giorno, e nei mesi divcrsi del- Tanno; questo valore varia del pari nelle diverse zone, e differente sugli allipiani in confronto delle basse pianure. e fra queste osservasi ancora una differenza nolabile fra le pianure dei continent! e quelle delle isole. Come potra dunque il viaggiatore od il geografo giovarsi di questo melodo per determinarc laltitudine di un luogo qualunque senza esporsi al pericolo di cadere in un errore, che potrebbe giugnere ad un quarto, ad un terzo e persino alia meta delF allitudine ricer- cala? Ne meno incerta e la determinazione del limite inferiore delle nevi 326 DELLE PRIMARIE ALTITUDUSI DEL GLOBO. perpehie. Esaminando qucsto fcnomcno con piu larghc vcdulc dl quelle cui potcvasi giugnere al tempi di Bouguer, di Saussure e di Ramond, si scoprc che il limitc inferiore delie nevi pcrpcliic non e gia la trac- cia di una medcsinia linea isotcrmica, ina che questa linea e ora su- periore, ora inferiore alio sirato atmosferico, la cui Icmperalura media e lo zero, di modo che questa linea oscilla daU'equalore al circolo po- lare fra-|- l",? ed il — 6",8 dcUa scala cenligrada. II fisico ed il geo- grafo. che sanno valutare i diversi elementi che entrano ncUa de- tcrminazione della linea in discorso^ ed i quali con lanla dottrina ven- nero non ha guari esposli dal barone di Humboldt , rigettano senza difficolta Topinione erronea, ma pure generalmente invalsa, sulP au- torita di Bouguer, di Saussure e di allri scienziati del secolo scorso, che il limite inferiore delle nevi perpetue si trovi nella massima sua altezza solto Tequatore e vada regolarmente abbassandosi da questo circolo ai due poli. I bci lavori e le osservazioni di Humboldt, di Bous- singault, di Hall, di Pentland, di Gerard, di Webb, di Herbert, di Hiigel, ec, ban dimoslrato lulta Terroneita di questa opinione. Infatti la maggiore altezza cui trovasi il limite inferiore delle nevi perpetue non e gia sotto Tequatore, come ammettevasi non ha guari, ma si bene nella catena sellenlrionale delPHimalaya alia latitudine di 31 grade, e nella Cordigliera Orientale della Bolivia, a quella di 17". Qui anzi vuolsi notare, che V interne della penisola Scandinava ed il sue litlorale , le catene Settentrionale e Meridionale delF Himalaya , le Cordigliere Oc- cidentale ed Orientale della Bolivia , offrono, sotto paralleli e meridiani vicinissimi, i contrasti i piu singolari rispetto alF altezza del lembo in- feriore delle nevi perpetue. I confini di questo discorso non consen- tono che vengano qui riferiti i calcoli e le osservazioni metereologiche su cui e appoggiato il sin qui detto. Resta dunque a conchiudersi che, nello state attuale della climatologia , le altitudini desunte dalla difle- renza della lemperatura e dalla posizione del limite inferiore delle nevi perpetue vogliono essere considerate come al tutto incerte, e solo utili in quei casi, in cui aH'osservatorc non sieno possibili nessuno dei me- todi precedenti. Prima di olTrire la tavola finale dei principali punti culminant! del DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 327 globo slimo opporliino il rlferirc le opinion! diverse eincssc sopra al- cunc altitudini, c cio lanlo piu die parecchie di esse, benche erro- nee, figurano ancora con detriinento della scienza nolle operc general], merce la giusla celebrila di alcuni noini autorevoli. TAVOLA COMPARATIVA Delle varie opinioni emesse sopra alcune altitudini. MONTE ETNA. Jonvilte <588 lese Needham 4672 fFaltersluiusen I69b Smyth 1 700 Cacciatore < 705 Lyell mo Skttckburgh 4712 Saussure I7'i3 Herschd 017 Schouw 1 723 Brydone 1772 Spallanzani 1900 Buffon 2000 Borch 2345 Recupero 2500 Kircher (4000 passi) 3333 MONTE SCincCIOLA, ossia il Volcano dell'isola Stromboli. Smyth 340 Borch 420 Hoffmann, seguito da Berghaits '162 GRAN SASSO D' ITALIA. Beuss ^376 Fergola ^488 Scliouw 1489 Tenore <497 Orsini 1583 Delfico *596 328 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. TCHATYRDAGH, apice del monti Cimerj in Crimea. Pallas e Clarke 200 Parrot e Engelhardt 790 Hommaire de Hell Sll KURBETSKA PLANINA , ossia Ohbelo nella Turchia Europea. Boue 832 Beaujour 1 300 Tutt'i geogra/i prima di Boue 4800 MONTE OLIMPO nella Tessaglia (Turchia Europea). Xenagoruj 10 stadj valutali da Bartlieiemy 960 da Bernoulli 1017 Beaujour 1000 Boue 1019 Fiiedlcrj citando le recenli niisure francesi 1121 Copeland 1 525 Conteaux 4 491 Mano 1700 GROSS-GLOCKNER noil' impero d'Auslria. La niisura Irigonometrica delio Stalo Magyiore Generate 1943 Sihiegg 1998 Moll : 2163 ORTLERSPITZ neli' impero d'Auslria. Lo State Maggiore Generate 2010 Gebhard 2200 Schiegg 2333 f JEUDO, nel canlone d' Uri. Saussure . , 4378 f^olta 1379 Tralles 4578 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 329 TERGLU iieir impcro d'Austria. 1,0 Stato Mayijiore Generate 4466 lese JJdsiii 1 469 Jlnquet 1549 Sliuckbiirfi 1563 Gehler 1608 Schuh 1624 DINARA neir impero d'Auslria. fetter 919 Lo Stato Magrjiore Generate 929 Haquet SPg,m[o da Berghaus , ec 1167 OETSCIIER neir impero d'Auslria. Lo Stato Maggiore Generate 951 Burg 958 Barun de fVetden 967 ff'eidmnnn 988 L' abljate Triesnecker 1001 Fallon 1010 ALTVATER nell' impero d'Austria. II doltore Boyer 702 Mosch • 751 Lo Stato Maggiore Generate 766 Prudtos 770 Lut- 774 SNOWDON nell" Inghillcrra. ffltl. Smith 480 fVottastoH 554 II generate Boy 556 Laurie, cilaiido una recentissiiiia misura 558 V^nnuaire du Bureau des Longitudes (1844) 559 PICCO DELLE AZORRE. Fteuneu 1100 Ferrer 1338 Tofigno 1260 D. Manuel Cagigal 1431 Vol. II. 42 530 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. PAVDINSKOI-KAMEN ncll' Ural , impero Russo. ffelmcrst'ii adoltato da HumhokU , etc 452 tese Sccondo una receiile inisura lavorilaini da Klaproth nel 1831 576 Bruguiire, dietro Ic migliori autorila e segiiilo da lulli i geografi ed i migliori au- tori che scrissero sulla Russia prima delle recenli misurazioni 1037 MONTE ARARAT, nell' Armenia. Tulli i geografi ed il dolto maggiore Straniz negli Annali di Berghaus , siiio ul 1832 2066 Balbi, per approssiniazionc, siuo dal 1826 nella carta della Persia 2500 Fvdoroi,^ seguito da Humboldt 26?6 Texier 2691 Parrot da 2700 a 2709 DJEBEL MAKMEL , apice delta catiena del Libano , nella Siria. II maresciallo Marmonl 1153 Hussegger 1 469 La niaggior parte de'geografi s'accordavano anni sono a dargli 1495 Stieler, nella carta delle principali altezze del Globo del suo Hand-Jllas , pubbli- cata nel 1822 1500 Berghuuit, nel suo Griindriss,ec 1500 Bruguim- da 1400 a 1500 Balbi, nella prima edizione dell'^iregie de Geographie nel 1832, ed il dolto conli- nuatore AcW Hand- A lias di Stieler nel 1845 1700 Laurie, nel Syslein of Geography pubblicalo nel 1842 1727 Mtirray, nella sua Encyclopcedla of Geography 1728 Mac Culloih , nel suo Dizionario Geografico, pubblicato nel 1842 1876 Ehrenberg circa 2000 MONTE ELBRUZ, punto culminante del Caucaso e dell'impero Russo. Malte-Brwij citando Eeinegg 900 Guldmstiidt 1500 Klaprolh 2400 Kupffer e Lenz 2573 ffisniexuski c Butsowski 2783 I raatematici russi che haiino fatto la livellazione Ira il Mar Nero ed il Caspio, FusSj Sawitsch e Sabler 2892 DELLE PIUMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 331 VULCANO D'AVATSCHA nel Kaincialka, impero Russo. Aoii c /'o.sfe/.ij compagni di Liiike 1250 tesc Ihfinann, coiiipngiio di Kotzehue. 1277 Moiigez, Bernizet e Recevew j iiaturulisli della spedizione di Laperouse (1787 ), e seguiti da Brwjiire ed altri 1 366 Liitke , secoiido una misura Irigonomelrica falla da lui slesso 1369 Beechey, mediaiile operazioni geoduliche falle in terra 1416 VULCANO UEI, KAMGIATKA (Kiiulschevskoi), impero Russo. Ennan, secondo la misiirazione trigononielrina eombin.ita eolla baroinelrica. 2465 Liitke, secondo una misura trigonomctrica falta in mare. 2580 Erman, secondo una prima misurazionc, elie gli avea dato 18805 piedi, adottala poscia da parccciii geografi, non eS'Cluso 1' illuilrc Zvniw nt'H' J/dusOiuli ties GcfHjraphiscen fFissens 3134 PICCO DI MUKURTU nella Penisoia di qua dal Gange. Riltcr , nella sua grande Geografia 1266 Benjhaus, nel suo Griindriss. 1376 Bei-ghaus, nel suo yltianlc Fisko 1575 Dennix , nella sua Introduction d la Geographie Physique et Politique dcs Elatx dv V Europe, pubblicata nel 1827 2.167 Stieler, nella caria 10.'' del giuslamenle suo riputalissirao Hand-Atlas, pubblicata nel 1822 2200 PICCO D'ADAMO, nell'isola di Ceylan. Davy, seguilo da Berghaus , ec 961 .Sawer 1016 Marshall 1063 milerman 1094 Forbes, seguito da Laurie 1160 GEDE, vulcano al sud di Rata via neH'isola di Giava. Hassel ed altri geografi i piu ripulali 1333 Junghulm 1538 Blume 1545 Brugnivre (cbiamandolo Gede o Tagal) 1666 /Mn(j(/n(/i)( , riferendosi alio Slamat 0 vulcano di Tagal. 1772 332 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. ARDJUNA , nell' isola di Giava. Lc recenti misure dcgV inrjegncri nccrlandcsi, favorilemi dal barone Van Der Capcllen 4191 lese Hamilton, nel suo Dizionario dellu Indie Orienlali 1659 Ilaf/lles 1664 MEBAPI, nell'isola di Sumatra. Perez, ingegoerc neerlandese ■1408 Baffles 2449 GUNONG PASAMAN, ossia OFIR, nell' sola di Sumatra. Berghaiis, nella Carta 2.'^ dclla sezione di Geologia del suo Atlante Fisico . . . 1500 Hoi^ citando il dottore Jitck 2037 II capitano Nairne 2044 Berghaiis, nella Carta 9." della sezione di Geologia del suo Atlanle Fisico, da al Gunong Pasamcin 2164 Bruguiere et Desjardins 2166 JIOUiNAH-ROAH, nell'isola Owahii, nella Polinesia. Vomjlas 2063 Homer 2220 Kotzebue '. . . 2480 King 2577 Marclmnd 2598 Mathison 2876 TOBREONU (Oroeno), ossia PICCO DI TAHITI, nella Polinesia. Beechey-j approssimativamente 1166 Dortel de Tessan 1257 Murray, nella sua Encyclopaedia of Geography 1305 Grimm, nel suo Globo Pneumalico, Dufresnoy e VAnnuaire dtt Bureau den Lon- gitudes ^705 Forster, seguito da Berghaus nolle sue piu recenti opere 1917 MONTE EGMONT, nella Tasmania Seltentrionale (N. Zelanda). Fincendon DumouUn 1149 Simonof, Biilbi nella prima edizione AeW'Jbrege de Geographic e Murray nella sua Encyclopedia of Geography 1274 Berghaus, nel suo Griindrlss, ec 2333 Grimm, nel suo Globo Pneumatico 2340 Forsler 2395 DELLE PRIMAHIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 335 L'APICE DE[ CAMERONES , nella Guinea. JJuotj nella 3.^ edizione 6eH' J bn-rje da Gcixjraphie Unwersvlle di Malle-Brun, nel quadro ligiiralivo delle principal! alliludini del Globo (1842) 667 lese La misurazione del eapitano f^idal, quasi idenlica a quella presa piii lardi dal ca- pitano Jtlen 2032 PICCO RUIVO, neirisola di Madera, monarcbia Porloghese. Sabine 923 Heinecker 950 Bowdidi 964 Gli uffiziali dell' ultima esplorazione Anglo-Americana, comandata dal eapitano fVilke. 975 VULCANO DI CORCOVADO, nella Patagonia (America Meridionale.) La carta dclla Patagonia, pubblicata dalla Societa per la diffusiune delle utili cogni- zioni, non da a questa montagna che 2500 piedi inglesi pari a 391 Le misure degli urfiziali della spedizione inglese comandata dai capilani King e Fitz Roy. H 73 BriKjuieie, preceduto e seguito dai migliori geografi e geologi 1950 Huot, nella S.'^ edizione ddW/brerji del Malte-Brun, ecc. 3386 ACONCAGUA, Vulcano del Chili. Poppvj, iipprosi-imativamentc 2667 Peiitland, segiiilo dM' Humboldt 3594 Beiyliaii^, nella carta 7^ della geologia del suo Atlante Fisico nel 1839 . . . 3600 Fitz-Roij , seguito da Benjhaus , nella carta I della geogralia delle piantc del suo Jtlanle Fisico. 3628 Beechey. circa 3700 Berghaus , citando la recenle misura di Pvntlandj nella I carta della Geologia del suo JUanle Fidco. pubblicata nel 1839 3745 BerglMus, nella carta V della Geologia del suo Atkmte Fisico e nel suo Griindriss der Geographic 3828 MONTE S. ELIA, nell' America Russa. /fei7oiirf, nelle due edizioni del suo grande Mappamondo (1835 c 1844) . 1977 Dagelel 1980 MalaspinOj seguito da Humboldt^ Berghaus., ec 2793 Galeano ? 2829 334 DELLE PRIMA HIE ALTITUDINI DEL GLOBO ECLA, vuloaiio dell' Islanda. Otafson e Povclsen 560 lesc Slauntey 672 II (jenerale Roy 766 Ohisen, Fetksen e Banks 799 Gliemann 868 PASSO DEL GRIMSEL, nella Svizzera. Esclier e Keller , 980 ff'ahlenberg i095 Trallcs U95 Frey seguito da Bruguiere ASIA ALTOPIANO MONGOLO. Tuttii geografi, Don escluso rillustre Killer nella sua ^sia, lo stiinavanu, prima dellc dolle invesligazioni di HumboidI, dalle 1300 alle ^700 Humboldt 660 ALTOPIANO VULCANICO, dell* Asia Interiore. Tulli i geografi, prima delle dotte invesligazioni di Humboldt, lo porta vano a circa 1800 Humboldt lo slima a circa 400 ALTOPIANO DI SENNA AR, nella regione del Nilo. Z^jKie seguito da tuttii geografi, ec 700 Riippell dalle 350 alle 392 LAGO DI MANASSAROVAR, nel Piccolo Tibet. MoMcroft, seguito dall' illustre e sfortunalo Buriies 2657 ff'ebbj seguito da Humboldt 2345 MADRID. Humboldt 309 Bcrghaus , nella carta 3." della Meteorologia ildl'Jllante Fisico 330 .finuxn, seguito da i)/a/i/wfln« neir Asia Cenlrale di Humboldt 340 Jnlillon 345 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 35i» La citta di MOSCA ucirimpero Russo. II livellQ dellc acquc della Moskva , secondo una livcllazionc es^cguKa sotio la di- rezione di Gcrstner 57 Icsc 11 pi'ofessore di fisica di quella uaivursita , Perevioslschikoff ed Uansteen, ban Iro- vato Id stesso livcllo a sole 48 Humboldt, nulla sua carta adolta per la cilia di Mosca un' aititudinc di 55 nel leslo la porta a 67 Uerrjhaus, dopo lunglic indagini, adolta 64. 7, ossia circa 65 Questa niedesima valulazionc e adottata dail' Ernian. Humboldi nella sua dotla memoria letta alia Societe d'Arcueil parecchi anni sono portava ralliludine della cilia a <45 L'abbate a Chappe a 259 BAGNl DI GASTEIN, nel circolo di Salisburgo (irapcro d' Austria). JUiltenberg 4050 Lo Stato lUaggiore Austriaco 486 INNSBRUOi nel Tirolo (impero d" Austria ). Fallon 219 Watcher 228 Baumijartner 252 Baumgartner 272 ZalUnger 290 Weiss 291 Wehrer 292 De Buck 294 SALISBURGO (Salzburg) nell'Alta Austria. Lo Stato Maggiore (la citta) ^'5 De Bach 217 Wagner . 232 Schiegg 233 Lo Slato Muggiore Generate (pre^so il Furstmbrun nella ciltadella) 278 D.\ZIO, villagglo del Canton del Ticino. Saussure ^"^^ II Padre Pint 645 33G DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. SOGUO, villaggio della Valle Brecaci-ia, nel Cantonc dii Grigioni. Etflier 666 lese £'4e/j cituiido Kastbenj 1050 Esaminando qucsla lavola molte riflessioni si presentano natural- inente. Scorgesi, per esempio, che tra le sedici stime dell' altilndine dell -fi'^jo , quelle sole di Smyth , Cacciatore , Shiickburg , Saussure , Herschel, Schouw, Lyell e Waltershausen meritano confidenza. Sopra qiieste sole puo il geografo prendere, se vuole, una media, rigellando lutte le altre , siccomc esagcrate in meno od in piu , qualunque sia d'altronde la celebrila dei loro autori. Nella slima del Gran Sasso d' Italia la misura del Reuss vuol essere rifiutala. Ho dato poi la prcferenza a quella dell'Orsini sopra tulte le altre, essendo questa altitudine la risultanza definitiva di quattro anni di osservazioni I'atte da questo nostro esimio e benemerito geologo ita- liano. L'altitudine del Tchatyrdagh nella Crimea, data dairillustre Pallas e ripetuta senza alcun esame dal celebre viaggiatore Clarke, vuol es- sere annoverata tra quelle stime fatte ad occliio e senza il sussidio degl' istrumenti. Essa e un grande e nuovo esempio della fallacia di cotali stime e di quanto possano andare lungi dal vero. Tntte le misure dcW Olimpo della Tessaglia vogliono essere rifiutate, salvo quelle del Conteau\ e del Copeland. Quest'ultimo, apparlenente alia marineria inglese, ha il merito di avere il primo misurato Tapice di tulto il sistema Slavo-Ellenico. Quella del Mano, tanto esagerata, fon- dasi sopra Ealtezza della linea dclle nevi perpetue, la quale abbiamo vedulo essere lanlo variabile e di poco memento nella determinazione delle altitudini. La descrizione topografica del Grande-Ararat., favorilami dalFillustre orientalista Saint-Martin, che Taveva desunta egli stesso dagli autori ar- meni, avevami indotto fino dal i826 a portare almeno a 2300 tese il punto culminante di quel celebre monte, cui tutt' i geografi s'accorda- vano prima di me a dare tutt" al piu 2066 tese; valutazione ammessa da DELLE PHIMAIUE ALTITUDIM DEL GLOBO. 357 uno dci pill dotll ul'ficiali dcirurmata priissiana in una serie d'inipor- tanli ('(Mini orografici iiiserili ncirii Aiiiiali di Goografia del piu volto lo- dalo liergliaus. La niisura tiigoiiouiclrica di Fedcrow c la baroniclrica di Parrot dinioslrarono (piaiito aiidasscro errali i geografi , e quanlo s' avvicinassc a! A'ero quclla niia congoUura. L'altitndinc del Picco di Taltili non era sino ai noslri giorni die una semplicc approssimazionc , come si scorge dalla lavola dclle varianti. Dehbo alia gentilozza del signer Dosgras, oonipagno di viaggio e dolto coUaboralorc del \incendon Dunioulin nelle iniporlanli pubhiicazioni snlle Marquesas e sullc Isolc Taliili, la comunicazione di quella mi- sura , presa recentcniente dal valente uffiziale della reale marina di Francia , signer Dorlet dc Tessan , la quale io pubblicava negli Ele- tnens lie Geographic Generale , purgando cosi la geografia fisica di un grave errore dovuto alle misure apjirossimalive di Forster e di altri dolli. Devo dire lo stesso di quella del Monte Ecfmont. tanto esagerala da quel dolto compagno dcllillustre Cook. 11 valente astronomo di Kazan e mio dolto amico, Sinionoff, ebbe il merito di avcrc pel primo sce- malo di quasi la meta lalliludine di quel picco, da me inscrila nella prima edizione ({eW Abrege ile Geographie. L illustre ingegnere idro- gralo Vincendon Dunioulin, incaricalo di conlinuare la pubblicazione del \iaa;gio al polo Antartico del non niai abbaslanza lainentato Du- monl Durville , diede di quella medesima montagna una misura, cbe per molli molivi credetli ben fallo preferire nc'miei Elhnens de Geogra- phie Generate, e la quale poco differisce da quella dellastronomorusso. Ma permellelc, o Signori , cb' io qui vi Iraltcnga un istanlc sulla misura del picco di Teneriffa. inlorno alia quale il barone di Humboldt nella doltissima lielazione Storica del niemorabile suo / iaggin alle lie- gioni Eqiiinoziali del IS'uok-o iMondo ^ eseguilo dal 1799 al 1804, ac- cenna cd analizza, con lutla la sagacila cbe lo distingue, le principali cause di queste discrepanze. A rendere piu agevolc lintelligenza della cosa riassumo nel quadro solloposlo, da me suddiviso in cinque se- zioni, i punti culminanti di quel dolto lavoro. Ho slimato di aggiu- gnervi la misura baromelrica presa nel 1857 dal gia lodaio \in- cendon Dunioulin nella sua ascensione al picco, a cagione del mi- Vol. II. 43 o38 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. rabilc suo aocordo colla media dedotla dalP Humboldt, come pure la resultanza dclla livcllazione falta nel 184J> dal signor Savinon, profes- sorc di fisica nell' iinlvcrsita di Lagiina, favoritami dal mio dollo amico Berlhclot, cui unitamenlc al Webb la geograda e la slatistica devono (juella slupenda monografia delF arcipelago delle Canaiic, vcro capo- la voro in qucsto genera di sludj. QUADRO COMPARATIVO Delle altitudini attribuite al picco di Teneriffa. Le osstTvazioni baromclriclie e tcrmometrii-lie falle da Lamanon nel 4785, e calculate dal ha- ronu di Zadi siilie diffcrcnii formule, diedero lu alliludini scgiienli : Culla fui'inula di Ik Liir 1866 tese di Jloy 4889 di Shiickbtinjli 4893 di Laplace 4902 Le misure gconielriche, falte a terra da differenli dolli e in diversi tempi, diedero le rt'spcltive altitudini segiicnti : Li misura di L'orda c J'iiirjic, nel 4771 4743 di Saiinon, nel 1815 4896 di ^o)(/«, nel 1776 4905 del padre Feiiillcc, raa niodificata da Jiowjiter 2062 del /jadce /■ei(i7/ce, nel 1724 2213 di Ileberden e Crosse^ nel 1752 (cinque operazioni) 2408 di Hermandcz, nel 1742 2658 Le misure falte alia vela da diversi dolti e in diversi tempi diedero le respetlive altezzc segiienti : La mism-a di Borda e Piitgre, nel 1771 1704 di Johmione 4899 di ManevUette, nel 1749 2000 di CImrnica, nel 1788 2193 Le sollo descritte misure barometriche , fatte dai seguenti dotti c calcolale tutte egualmente colla formula di Laplace, diedero le respcltive alliludini seguenti : La misura di ZafjmiioH , nel 1785 1902 di Cordii'r, nel 1803 4920 di Bnrda, nel 1776 4976 del padrr Feiiittce e J'enjidn 2025 II barone di Hnmholdt, prendcndo la media di quelle di Lamanon e Cordier^ e la geomctrica falla a terra da Borda, ma escludendo la baromelrica di questo ul- timo, trova nn'altitudinc media di 1909 La misura baromelrica di f^inccudon Dumoidin, calcolata col melodo di Ollmann, diede 1901 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 339 II somnio Humboldl soggiugne, che angoli il cui valore e deter- ininalo da callivi graroinotri ; basi le quail noii furono livollato, o la cui luiighczza venne dctcrminala dal soico dclla nave ; Iriangoli die alia somniila della montagna ollrono un angolo assai aculo ; altczze baroinelriche seuza indicazlone della leniperalura dell" aria e del nier- curio, non sono certo mezzi proprj a eondurre a resullanienli esalli. Que- ste osservazioni rcndono ragionc della prodigiosa discrepanza d' opi- nioni suiralliludine di questa celebre montagna, che si vede oscillare Ira le 1701 tese assegnatele dalla misura I'atla alia vela da Borda e Pingre e le 26i>8 tese della misura geomelrica fatla a terra da Her- mandez. Anchc supponendo che gli strumenti impiegati nelle osservazioni sicno perfetll e coniparabili , e che i metodi impiegati sieno esalti ed identici , vi sono pure varie cause, che possono rcndere di versa di moUo la stima di un osservatore in confronto di quella di un altro. Esaminata questa quistione, mi pare di poter ridurrc alle seguenti le cause primaiie di cotali discordanze. I. Le rivoluzioni della nahira. La storia naturale del Globo ci offre, cosl in tempi remotissimi , come in meno anlichi c persino negU odierni, esempj di asperita scemate nolabilmcnle, e d" iiiteri monti sporgentl dagli abissi del mare o dalle viscere della Terra. Basli accen- nare per quest' ultimo fenomeno le nuove isole sorte nelle acque di Santorini., quelle nel gruppo di Lipari e negli arcipelaghi delle ./zone e delle Canarie ^ delle ./leuti e quell* /so/e/fw /^ertZ/HOHf/eo che, emersa nel luglio del 1851 sino airallezza di 300 piedi nelle acque della Si- cilia, s'inabissava poi nel mare ond' era sorta; la j»on/a//«rt rf/ /ye/o«o, neH'Argolide , che offre il piu antico esempio conosciuto di questo gencre di fenomeni, quella di JuriiUo nel Messico, il Monte .\uovo presso Pozzuoll , i Monti liossi sulle chine dell" Etna, ec. ec. Rispetlo agli abbassamenli mi limilero a due soli esempj singolarmente degni di nota. Nel 1772, nel distrello di Cheribon nelF isola di Java, du- rante una terribile eruzione, s'inabissava II Popndayang . uno doi mag- giori vulcani di quell'isola. II breve periodo di una notle baslava alio spa- ventoso fenomeno, che costo la vita a 2957 abitanti e distrusse tutle 340 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. Ic coltivazioiii , sconvolgondo il tcrrcno per un Iratlo di parecdiie mi- glia. Cosi qiiesto monte, gia sporgcntc a qualchc migliajo di piedi c con una base vastissima, sconiparve in un modo cosi conipiuto che oggigiorno si distiriguc appena dalle circostanli pianurc. Prima del- r eruzione del 1822 il T'esm-'io aveva , secondo la niisura baromelrica presa nel niaggio di queir anno dal Monlicclli c dal Covelli, 648 tcse ; dopo quel terribilc fenomeno, niisuralo dalF Humboldt nel dicembre deir anno medesinio, fu Irovalo non averne che 607; per cui la sua altezza era sccmata di 41 lesa. II. L' i(jnora))za dcW altitudine del piano su aii posano i monti . Sino al 1818 e 1819 T altitudine dei colossi dell' Himalaya era incerta , perclic non conoscevasi ancora quella delF altopiano del Kohilcand , su cui erano basate le operazioni trigonomctriche per la loro niisura. Un' eguale incertezza regna ancora rispclto all' altitudine dei colossi lormanti il fjruppo di Dhayabung e quello di Salpu nel INepal , a ca- gione della diversa altezza altribuita da Hamilton, Colebrooke e Blaeke air altopiano di Aafhmandu. Per questo i due insigni geografi Rilter e Berghaus dilVeriscono tanlo nelle stime degli apici di quesll due gruppi ; infalti, mcnlre Ritlcr non istinia che 25044 piedi parigini la cima culminante del (jruppo di Dhayabung , il Berghaus la porta a 4026 tese, ossieno a 24160 piedi. II celebre monte magnetivo di Blagodat nella Russia ci oflre ancora un esempio notabilissimo dellc grandi discrepanze provenienti da questa causa. ISe riduco i par- ticolari, tolti dall' erudilissimo Humboldt, nello specchio seguente, ed espressi in piedi di Parigi. SPECCHIO GOMPARATIVO DelV altitudine del monte Blagodat. AUTORI Al.TITliDrNE ALTEZZA DEL BLAGODAT cli Kouclivinsk relaliva assolula Archipoff 441 503 944 Iluiiihoklt e Rose 667 483 iibO Helmerseii 800 460 1260 Einiaii 996 420 e 438 1284 c 1434 1 quali dati dimostrano quanlo la dilTerente stima dell altitudine di Kouchvinsk. influisca suUa determinazione deH'allitudine del Blagodat. DELLE PRIM AR IE ALTITUDINI DEL GLOBO. 341 III. La confusione dei nomi^ aUribuendo V altitudinc trovata ad iin punto dh^erso da quello viisuralo. A quesla cagionc deve attribuirsi la nolabllc dilTerenza esislcnle nclle misure del /i. 11 dolto fisico Parrot atlribuiva pure agli errori r»'i2 L)i:lle primaiue altitudini dfx globo. occoisl nellc sue osscrvazioni la grantle deprcssione di 30 tese da esso assc2;nata al livcUo delle acqiie del cosi delloMar Caspio ; depressione adollala da Humboldt, da nie inlrodotla nell ./irejfe dc G('ofjraplik\ v. poscia seguila da tulf 1 geografi. II doltissimo Hclmersen , al quale I'orosrafia e debitrice di lante alliludini misurale neirUral e nelPAI- tai , appoggiato ad una prima stima assai vaga dell' illustre astronomo Federow , avcva portalo a 1533 tese Tapiee dei monli cbe culminano nelle vicinanze di Bogoslow; egli anzi innalzava sino alle 1300 tese la velta del Donoschfiin ; ma misure precise e posteriori dello stesso Fe- derow non porlarono la cima del Kondjahowsky-Kamcn se non ad 8'5'i tese, altitudine ohe Humboldt lia adottalo come punto culminante di tutlo rUral. Queslo dolto insigne osserva, cbe F altitudine di 2298 tese, as- segnala da Ainsworlb al imco vulcanico di Demavend nella Persia , e ancora incerta ; giaccbe , ricalcolate diligentemente le altezze barome- tricbe , quail furono rese di pubbiica ragione nel giornale della R. So- ciela Geo2;rafica di Londra , si trova per la caverna di zolfo , situata presso la sua cima, un' altitudine di 19609 piedi inglesi , corrispon- denti a 5066 tese. Egli adotla per altro le 2298 tese, perche attri- buis'ce quella grande altitudine ad un errore di numeri occorso nel- F indicazione delF altezza del mercurio sulla cima di quel monte. \I. La confusione nelle misure esprimenti le allifudini. Questa e la causa primaria di un gran numero di altitudini diverse attribuile ad un punto medesimo. II diligente Antillon nella sua Geografia della Spagna e del Portogallo, confondendo le varus col piede castigliano, pare opini cbe la gola di Lunada^ nelle montagne di Santander, sia pill alta del ^Ji'cco di Mulhacen. Cosi un dotto geografo ha dato la pree- minenza al Monte Rosa sul Monte Bianco^ per non aver dislinto i piedi inglesi esprimenti F altezza del prime , dai piedi parigini designanti quella del punto culminante delF F>uropa. A questa medesima causa deve pure attribuirsi F esagerata altitudine assegnata vWOfir nelFisola di Sumatra. Non pare credibile quarito la negligenza nelF indicare la qualila della misura impiegata nel calcolo possa influire alterando le resullanze ottenute dalle piu esalte misurazioni. Troviamo nella dottis- sima descrizionc della Bassa-Austria delFesimio geografo Blumenbacli. DELLE PRIMARII' ALTITUDINI DEL GLOBO. 543 che la Ton'e di S. Slefano a Vienna, diligcnlcmcntc misurala dal valcntc ingcgnere Myrhacli, sorge a 417 piedi di I'arigi, 429 di Vienna, 432 del Heno e 46^< di Bavicra : la prima stima dilTerisce apparentcnienle dair ultima di piu di un nono, eppure sono cnlrambe identiche, anzi eguali. Cosi, con un altro csempio, il prcsidenle della H. Societa Geogra- fica di l.ondra, lillustre Murcliison, die tanla luce sparse sulla geologia della Russia Europea, porta a iJOTl piedi Vhemel, una dellc piu alte cime deir Ural , stimala a sole 4747 dal Klianikoff nella sua dolta illu- slrazione orografica del paesc d' Orenburg ; eppure anclie (juestc due altitudini, |in apparenza tanto diverse, sono perletlamenle identiche, essendo la prima espressa in piedi inglesi e la seconda in quelli di Parigi. VII. Gli errori tipngrnfici. Chiunque abbia curato la slanipa dei pro- prj scritti non ignora quanto sia difficile V evilare simili errori. Per questo ogni qualvolta vediamo un autore in apparenle contraddizione nella stima di un punto medesimo , a meno che non provenga da un cangiamento nelP allitudine dovuto al progresso della scienza, dovre- mo tenerlo per un errore sfuggito nella stampa. Cosi spieghiamo la piccolissima allitudine di 560 lese data dal diligente e dotto Zimnier- mann alP allopiano di H'Lassa , la quale devc oscillare tra le 1 600 o le 1800 tese. Hoff, nella 3." parte della dottissima sua opera inlorno ai cangiamenti subiti dalla superficie terrestrc, da al iw/co/io delliso- letta Koosima, nello stretto di Sangar , un' altezza di 700 piedi, invo- cando 1' autorita di Horner ; la quale stima medesima e dal Berghaus segui'la nel suo Lander nnd Wolkerkunde. Ma nel X volume delle Me- morie dell' Imp. Accademia di Pietroburgo leggo a carte 309 , che il dottore Horner , il quale V aveva misuralo durante la prima circum- navigazione russa comandata dalP illustre Krusenstern, non dava a que- sto vulcano che un' altitudine di 130 piedi. Ora quesli, essendo inglesi, equivalgono a 140. 70 di Parigi, ovvero approssimativamcnte a 141 pa- rigini, corrispondenti a 23 tese. Alia stessa cagione si attribuisca I'al- titudine di 1933 tese dal Berghaus assegnata al "picco Nelhou nella 2." tavola geologica del suo Atlante Fisico, quella delle 1 300 tese cui stima I'altitudine dellO/zr nella stessa tavola, mentre nella tavola 9." porta lo stesso monte sotlo il nome di Gunong Pasaman a 2164 tese. Del .>44 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. pari vogHono essere attribuite a qucsta causa Ic discordanze tra il testo e la carta dclPAsia Centrale dcirHumboldl, trovando in questa la tiUa di Ncrlchinsk portala a 290 lesc c ridolla in quello a 260; come pure ralliludiiie di Padova stimala a 9 tese sulla carta cd a sole? nel testo. 11 sin qui osposto, onorati Signoii e Colleghi, rispctto alle variant! stime di alcune monlagne, diniostra quanto fosse giusta Tosservazione del grande astrononio di Francia, allorche diceva non ha guari nel- V'/nnuoire du Bureau des Longitudes die, grazie alio zelo ed alFesal- tezza di Evelio , V uomo aveva conosciulo V altezza dellc niontagne della Luna niolto tempo piima die fosse pervenuto a conoscere la vera misura di quelle della Terra. Infatti , soggiunge Tesimio Arago, F a- slronomo di Danzica, sino dal 1647, porlava a 2668 tese le piu alte asperita del disco lunare , misura che poco differisce da quella risul- tante dal bel lavoro selenografico di Beer e Madler. Quesli due valenli astrononii. i quali misurarono non meno di 1095 monti lunari, hanno trovalo die in quel nuniero 6 soltanto ollrepassano le 2976 tese, 22 le 2463. La misura di Evelio tanto piu e degna di nola, in quanto che il sommo Galileo accordava 431 o tese alle piu alte asperita della Luna, e che quel medesimo Riccioli, die innalzava a 8533 tese la vetta del picco di Tenerifl'a , portava il monte lunare di Santa Cate- rina sino a tese 7 1 83, mentre il famoso padre Rircher slimava quella del Caucaso a 42S00 tese. Aggiugnero che le due piu alte asperita lunari il Dorfel ed il Newton hanno, secondo Beer e Madler, quello 3901, questo 5727 tese. Ma egli e tempo ormai , o Signori , che io conchiuda colF esporvi Faltitudine dei punti culniinanti dei primarj sistemi della Terra se- condo le ultime e le migliori indagini. Dopo avervi trattenuto delle varie cause che contribuiscono a rendere malagcvole la giusta ap- preziazione delle alte regioni del globo , godo nel poter dire , che F orografia del nostro pianeta mai non fu tanto ricca di fatli quanto a" nostri giorni. Ogni di si va aumenlando il loro numero , e partico- larmente crebbe negli ultimi cinque luslri per piu motivi. Tali sono le livellazioni richieste dalle numerose slrade ferrate e dai canali, di cui FEuropa e FLInione Americana si vanno coprendo; quelle splendide DliLLE I'RLMAIUE ALTITUDIM DEL GLOBO. 5/iiJ spcdizioni sciciilindic lerrcslri e mariltiinc inlraprese dai governi e la- lora anchc dai privali jmt cstcndore il cainpo delle flsiohe discipline; quci graiuli la^ ori geodclici falli nclle inonarchie Franccso, Inglcse, Priis- siana, Necrlaiidese, ec, neglimporj d' Austria, di Russia, nella Confc- dcrazionc Geiinanica, iiegli Slali Ilaliani, iicll' India Inglesc, ec, dagli Stall Maggiori Gcnerali dei respellivl esorcili , cui son dovute quelle mappe, con tanla esattezza rappresentanti la configurazione del suolo e la niisura dellc sue asperita. Mai potrei , o Signori, in questo discorso accennarvi gli onorali iiomi di colore die in cotali studj acquislarono singolare bencmei-enza ; concedetc elf io m' arresli alnicno a qualche lavoro di questo genere in alcuni paesi cseguito , niovendo da quella grandiosa misura dell' arco del meridiano abbracciante un sedicesimo della circonferenza terreslre dai capo Comorin allc falde dellHimalaya, alia quale si associano i nomi di Lambton, Everest, Crawl'uid, Cole- brooke , Hodgson , Webb , Black e dei fratelli Gerard, c la quale do- tava lorografia del globo delle sue piu subliini asperita. hi quelle splendide regioni niedesinie voglionsi noniinare ancora le dotte fa- liche di Malcolm nel Malwa , di Elphinslone nel Paese dei Maharatti, di Sterling nelF Orissa , di Buchanain nel Maissur , di Todd nel Radjputana, di Hiigel nel Cachniir, ec. ec. E passando air orografia del Nuovo Mondo , senza arrestarmi al sommo Humboldt a tulti an- teriore , ne ai \ alenti Pentland , Burkarl , D Orbigny , Scbombiugk . Eschwege, Spiv el Marlins cc, e a quanlo la scienza atlende dalPinlre- pido e dolto viaggiatore visconte De Castelnau , rammcnto quell' im- nienso e dolto lavoro , che un nostro Italiano , il colonnello Codazzi , cseguiva sollo gli auspicj del governo \ enezuelano, dcterminando non meno di 10o4 altitudini sul vasto tenitorio di quella repubblica , di cui ci dicde un' oltima carta , la statislica e la gcografia. Qui dovrebbero ancora esservi nominate (pielie recenli peregrina- zioni di Humboldt e Rose, di Murcliison, di Boue e \iquesnel, di Wood, di Vigne, di Texier, di Callier, di Burnes, di Erman, di Riippell, di Galinier e Ferret, di Bokc, di Russegger e Kotsclii, di Schimper, di Drege, di Blunie, di Jungliuhn, di Schouw, Forbes, cc. ec, ai quali dovremmo aggiugnere ancora nomi cari alle scienze nellc piu Vol. II. "^ 44 346 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. alte condlzioiii , e lino in regnanli prosapie ; giacche , anche senza p.nssare i coiifinl dell' inipero d'Auslria , vcggiaino quelli degli arcidu- chi Giovanni c Hainioii , orudilissinii ncllc scicnze naturali , associali onorevolnionlc alia sua orografia, avcndovi delerminato non poche al- tiludini, c ipiollo del regnante Federico Augiislo di Sassonia, aneh'egli con qiicstc scienzc inlrinsccato , esploranle non ha giiari il Kriwan , su cui sorce era a ramnicnlarc il fatlo una colonna di ferro. E trat- tandosi di lavori che estesero il campo delT orografia , converra Ira gli scienziali d Italia noniinare alineno il Delia Marmora, il Cacciatore, r Inghirami , il Tenore, il Yisconli, il Fergola, il Saluzzo e i dolli uffiziali Sardi , die sollo la sua direzione illuslrarono le Alpi. Non si puo toccare questo argomenlo senza che il pensiero ricorra a quelle recenlissime e ardite ascensioni per solo fine scienlifico in- traprese, come sono qiiella del Jung [rati nel 1841 , condolta dal- lAgassiz che ebbe a conipagni Desor , Forbes e Duchalellier, nolabile singolarmente siccome la prima falta da scienziati su questa monta- gna; F ascensione dello Sclireckhorn nel 1842, escguila da Desor, Escher e Girard. L'anno 1844 vide eseguire due conteniporanee ascen- sioni; suUa cima del fJetterhorn ^ sino a quel momenlo slimalo inac- cessibile, pervennero Desor, Dollfuss, Dupasquier e Stengel, mentre Bravais, Marlins e Lepilleur interrogavano la natura sulla vetta del Monte Bianco. Qui pure vuol essere menzionalo il prolungato soggiorno che I'illustre Agassiz faceva sulFimmenso Ghiacciajo delVAam\ il quale frullava alia scienza nuovc ed importanli osservazioni sul movimento dei ghiacci ncllc Alpi. Dopo i lavori degli scienziati viaggiatori dovro allresi acccnnare quelli di coloro, che nel silenzio del gabinetto raccolgono e sindacano con profondo criterio i fatti scientifici; tali sarebbero Rilter, Berghaus, Zeune, Mahlmann, Stieler, Strantz, Zimmermann, Worcester, Darby, Baimigartner, ec. ec. ed il piii voile lodalo Humboldt, non meno illustre nella crilica geografica e statistica , che grande viaggiatore. Aggiungo (piei dotii che arricchirono colanio questo ramo della geografia fisica inscrendo le resullanze delle loro elucubrazioni nelle Effemcridi geo- rjntfiche di fJcimar e ncWErtha che da alcuni anni hanno ccssato, nei DELLE PniMARlE ALTITUDIM DEL GLOBO. r>/i7 IS'oiaelles .hmales lies / oyayes^ c nogli ./iinalen der Erd, Volker und Slaatcnfiiuido, ncl iMoxals Jierlilile del la Sociela geof/raftca di Berlino. nel Bulletin dclla Societa di (ienrjrafn di Parifji. ncl Journrd della H. Societu yeoyrafca di Lnndra , in (jncllo della Societa asiadca del BeiHjala, nogli .innalcn der Physil; nnd Citemie di I'fxjfjetidorf^ cc, cc. e finalmcnle quelle dollissime oro(jra fie dell' Europa di Ol.sen, di Brii- guiere , e I'altra generate del globo eh" e parle imporlantc deireccel- Icnle Physicalisclies JJ orlerbueh di Gehler e dcllo slnpendo System of Geography di Laurie. Aijgiungo infine qnci discorsi lolli nella annuo adunanze u;enerali delle Sociela ccografithe di Londra e di Parifji in cui i prcsidenli cd i secret arj genorali Hamilton, Greenoush, Mur- chison, Washington, Renouard, Jackson, Jomard, D'Avezac, Ber- thelot, De Laroquclte, ec. , ec. , rcndendo conto dei progressi della scienza nell'anno decorso, spargono eziandio grandissinia luce sulPoro- grafia del globo. Notero eziandio, giacche sarebhc inginstizia il trasandaili del tutto, alcuni di quei lavori die lianno per iscopo la rappresenlanza, in modi piu o meno ingegnosi e di piii o meno facile intelligenza, delle altezzc principali del globo; tali sono almeno le tavole dello Stieler nel sue Hand- Atlas del 1822, del Bruguiere nel 1826, del Desjardins nel 1832 e 1838, del Tanner del 1837 nel suo nuovo Jvierican .Itlas., ec. ec. Ma prima di offrirvi , o Signori, il sunto dei primarj punti ciilmi- nanli del globo, concedclenii un ccnno ancora iiitorno alia discordanza neir altiludinc di alcuni punti fra la tavola seguenle c le altiludini del niio /Ibrege de Geograpltie . in cui. dope lunghe indagini, aveva raccolto quanlo 1" orografia generale olTriva di piu imporlante c di piu positivo fino al 1831. Questc diflerenze sono la conseguenza
  • a, premiato dalla Societii Geografica di Parigi nel 182G c pubblicato nel 1830, classiflcava non uieno di 720i> alliliidini nella sola Europa , bencbe non vi coniprcn- desse il vaslo sislenia delF Ural e quelli insulari dello Spilzbcrg e dellc Azorre. In cotal nuniero 179o apparlenevano alle Alpi propria- niente deltc, G39 ai Vogosi, ed il sislema insulare della Grande Bre- tagna , anchc senza llrlanda, ne contava i>32. Che se da quesli lavori generali Tolgiamo Tallenzione ai parlicolaii, troverenio dovizia ancor niaggiore di altitudini. Cosi la gia nominata splendida opera su le J I pi che cingono V Italia , nella prima sua parte offre la classificazione di 14o2 punli, benche sieno escluse quelle parli del sislenia Alpico non ininiedialamenle liniitrole ai paesi Ilaliani. Qui vanno nominali, o Signori, quelF immenso lavoro eseguito nella Sve- zia per determinare la media altiludine dei singoli laen , ossieno di- visioni amministrative , le cui resullanze erano dal Fersell raccolte nel- r eccellente sua statistica di quel regno ; la doUa monografia ipsome- trica dello Harz pubblicala dal Berghaus , annoverante parecchie cen- tinaja di punli delerminali ; quella della Slesia dello Slranlz, oflrente r altezza media di ognuno dei numerosi suoi circoli ; quella del regno di Sassonia del Lolirmann , pubblicala da quella Sociela di Statisti- ca; aggiugnero in fine, die il piccolo regno di W iirtemberg sine dal i832 noverava ben 1375 altitudini, e che anzi il solo circolo dello Schw arzAvald , la cui superficie supera appena di un settimo V area della nostra provincia di Bergamo, contava in quelF epoca non meno di 538 altitudini! Ben a ragione adunque possiamo dire mai essere stala F orografia del Globo cosi ricca di altitudini come oggidi. Ma questa abbondanza medesima di dati , che all" inesperto potrebbe sembrare un vanlaggio, e anzi cagione di perplessila al geografo, il quale voglia in tanto nu- niero scegliere le piu notabili soltanto tra le asjierita culniinanli della Terra. Queste non sono equabilmenle sparse sul noslro pianeta ; ma DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 353 vcggonsi al conlrario raccolte singolarmcnte in ccrtc rcgioni, ove s' ag- gruppano torreggiaiido , e vincendo in altezza liitle le leixe circoslanti in un raggio innncnso. II geografo peitanto dovra sceglierc le altitu- dini, non gia sccondo la iniporlanza assolula rispolto all" altezza, ma si bene avuto riguardo a quclla die Iianno nella regionc gcografica alia quale appartengono. Qnegli allipiani, per esempio, su cui scrpeg- giano le piii sublimi giogaje del sisteina Alpico , oflrono in angusti confini, non solo lulli i punli culniinanli a nel breve spazio del Kemaun , la cui superficie e inferiorc alF area di quella pic- cola, ma fiorenlissima porzione d' Europa formante il regno Bclgico, prescnta 12 velle tutle superiori di niollo al Monte-Bianco, 3 supc- ranti le 3355 tese , ed allre 3 che vincono V altezza del Cimborazo ; e perfino tra le golc che varcano quell' altissima regione , quelle di Uta-Dhura e di Lebug oltrepassano di alcune cenlinaja di tese la cima della pill alta velta Enropea. Le piccole ed innumerevoli terre formanti la Polinesia, sparse, anzi perdute nelf immcnsila dei niari, con un" area totale inferiore a quella della Sicilia, della Sardegna e della Corsica riunite, diffusa sopra una su- perficie marillima di 23,330,000 niiglia quadrate, equivalonii quasi ad un settimo delF area totale del Globo , non oflrono altiludini ragguai- devoli che negli arcipelaghi di Ha\>aii e di Tahiti. Costa il Mmma hou ed il iMauna-Iloa sorgono nell isola di Hawaii a 2155 ed a 2067 tese. ed il Pkco Tobrenu a 12o7 nclP isola di Tahiti. L" Australia, che coin- prendc le piu vaste terre dcIP Oceania , e la cui superficie eguaglia quella dclPEuropa, ha il suo punto culminanle nel Monte Balbi^dw giugnc a lo74 tese nell' isola Bougainville. Eppure le sucnunziale ci- Vol. II. 45 5ii4 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. mc, beiiche iniportantissime c domlnanti nellc respctlive rcgioni, avreb- bero un poslo assai umilc qualora si trovasscro a canto ai colossi del Nuovo-Mondo , e plu umili sarcbbcro ancora presso a quelli smisurali deir Himalaya. Prcmcsse quosle considcrazioni, do ncl soltoposto Quadro le prima- ric altitudini del Globo , ordinandolc sccondo le sue cinque grandi di- visioni geograficlie , ed in qucsle reparlile in sislcmi, gruppi e catene, rilercndomi allc cose gia esposte rispctio al significato del vocabolo catena^ avverlendo che luKe le allitudini sono espresse in lese, e ri- mandando al niio ./brege de Geofp-aphie cd ai miei EUmens /onn«i(6io 435 Bcrghnus , neWy/llg. Lauder, ec. 193 Bruguiere , citandu Znch 202 Berghau.t, iiegli Annokn etc., \ik punta della ^'/ve meridmwk della c/i/esa por- rocchiale 223 DRESDA. iyresrfa 36 Bruguiere, il /jeto deirf/ifl, citando V Jlertha 44 Bruguiere e VAwiuaire dii Bureau des Longitudes per I'anno 1844 46 Lolirmann , nelle memorie della Sociela di Slalislica del regno di Sassonia, lo zero deW idrometro al ponle deW Elba 52 BergliauXj nel J." volume dcW'Allg. Lander, ec 60 nel 2." volume 61 Mahlmann , nelle Tavole deWAsic Cenlrale di Humboldt 62 Slrantz, negli Annalcn, ec. 80 2ac/» e Studer, cilali da Stranlz negli Annalen, ec 82 RATISBONA (Regensburg). .fferjfAaus, negli -'/(inn/en, ec. , il ;je?o medio del /?om(6!o dai66. 3a(67 Mahlmann, nelle r«ro/e deir.'/<(V> Cenlrale di Humboldl 173 /TcMs, il /)(?/o del Z^rtiiiiWo presso Ralisbona (173. 66) 174 Berghaus, ncW'Allg. Liinder, ec. 175 jSerjf/miis, negli ./HHo/e«, ec, la .sVoiica ove si osserva il ftarowetro 176 Bruguii^re 186 .Bcrv/ZioiLs, negli ^nH«/en, ec, la ;M/»iro di *$■. f»iernn 196 Gnni»>j, nel suo Globo Pneumatico 197 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 367 MILANO. Stalo Magyiore /fitslriaco , il pavimento del Duoiiio (61.4) 61 Pelcros, citato da llnmMdl nell'./m' Ceiilratc, il suolo del Diiomo 61 Carlini, la A-w///a del Duomo (62. 7) 63 Struniz, negli /htmilvn , ec. 66 .Vc/iofny , al (jianlino Imlunico di ^rem, nel Tableau dn Cliinat de I'ltalie ... 67 Siiiomv, nella sua Gi-oijiajia Fixka {\v\\' Furopa 70 Schouw, V (ildtudinc del haromHro iiella Spccota 72 Carlini, V altilvdinc del barometro nella Specola (75. 47) 76 Mahliiwnii, nelle Taiole dcW'y/sic Ceittialc di I/iimboldl 75 Jienjliaus , iiellV/Z/j. Liinilcr, ec. 77 BrKfjuii're , la Specola , citando Oriani 7g Berghaus , nel suo Almanacco per I' anno 1840 120 PAVIA. Zi«a , la «iai/)« del pefo del Ticino a\ Ponte 32 iS'/ato Maggiore Auxlriaco, il /jiei^e della focre del Duomo 42 vSc/ioinc, si(o/o deir ctii/tr/o ove sta il 4a(o;»('fro (44. 3) 44 Miihlmann , nelle Turole dellV/s/c Cciilralc di Humboldt 45 Schomv , Valtiludinc del barometro (52.7) 63 PADOVA. G«K<« rft Padova, pubblicata in occasionc del Congrcsso scienlifico, il »ho/o (6.5) 7 ly^fito Maggiore jdustriaco, il padmenlo di vy." Giusliiia 7 Humboldt, naWy/sic Ceiitrale, il sko/o 7 Maid maim , nelle Tuvole dellV/s/e Ccntralv di Humboldt ■15 Guida di Padova , ec. , il barometro nella Specola (15.7) 16 TORINO. Grimm, nel suo fi/o/^o Pncumatico 70 .Vto?o Maggiore Sardo , il ;)t'/o delle aci/He ordinarie al /'o» JSTnorrc, citato da Humboldt, Yaltezza del baromelro dell' Universita 23 Strantz,nc%\\ J nnalen,tc.,\\ pelo Ae\ Folga ^^ Strantz, negli Annalcn , ec. , la citta, TOMSK, nel governo di Tomsk, in Siberia. Pansner ^ Lessing, citato da Humboldt nell'^sie Centrale MUCUCHIES , nella repubblica di Venezuela. <7oda"t nella sua grandiosa opera s»/ reuesm'^a 12H Boussingaull citato da Berghaus ndVJllg. Lander, ec. 1535 S. FERNANDO DE ATABAPO. ^ . . 118 ^"•^"-^ 122 Humboldt SORGENTI DEL RENO. Stratits , negli Annalen , ec I AQQ Bruguiere, citando Satissure Schouw,ne\ Tableau du Climat de I' Italie ^<>33 1 207 Berghaus , nel Grundriss , ec. SORGENTI DEL PO. Berghaus, Carta fisira della Franaa ' Schouw, nel Tableau du Climat de I'ltalie, ec. ^ 2bc/ij nella Correspondancc , ec - Saluzzo , nelle ^/pt cAe cingono I' Italia , ec. DFXLE PRIMARIK ALTITUDINI DEL GLOBO. 371 SORGENTI DEL DANUBIO. Sirant: , iiegli Annakn , ec 841 JJriigniire , citando Oycniiansen 341 Jjenjliaus , nel Grwuiriss, ec. , prendcndo le sorgcnti presso Donaueschimjen alcon- flucnle del Briijach col Brcge 347 /iergliaiis , iwW./llii. Liindvr, vc. 354 JJiilOi, prendcndo le sorgcnli al piii alio punlo da cui discendono il Brigach ed il Bnye 508? NILO AZZURRO (Bahr-el-Azrek). Bi'ke , nclla sua corrispondenza colla Reale Sociela Geografica di Londra .... 1 360 Stranlz , negli Annaku , cc. 1 650 Bruce 1652 DEPRESSIOKE DEL CASPIO. Patrol, dopo di avere ripeluto lu li\el!azione fra Astrakhan e Nuokii Tcherkask nel 4830, dichiara non esistere die una leggerissima diffcrcnza di livello fra il Caspiu ed il Mare d'Azof ? Ilommaire de Hell, trova fra i due niai'i una deprcssione di ( — 9. 4) — 9 Li grande livellazione trigononiclrica escguila nel corse di 17 mesi e tenninata nel 1837, sollo gli auspicj deH'Accadcmia delle Scienze di Pielroburgo e per cr- dine dell' imperalore Niccolo , dai gcometri russi Fuss, Sabler e Sa^itsch, diede per risullanza definiliva ( — 12.72) — 13 La livellazione baroinelrica falla nel 1825 per stazioni da Orenburg a Guricf alia foce dell'Ural da Hofmann e Ihlmcrsm da ad Orenburg un'altiludine di 52 tese al dissopra del livello del Caspio. GuHe asscguando + 39 ad Orenburg, resla- 110 — 13 pel Caspio — 13 Un calcolo provvisorio della grande livellazione finita nel 1837, pubblicaloda6"74 DELLli: PRIMAHIL: ALTiTUDINI DEL GLOBO. olio per liin7(J DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLODO. (lauto del R. Corpo dello Slalo Maggiorc Sardo, quarlicr maslro gene- rale Saluzzo, lo slinia 1*28 chilometri , pari a 28G niiglia , nella piii >ohe lodala opera Le Alpi die cingono VlUdla. di alcune dclh piu notabdi alUtudini positive e negntivo. Tosc II Condor vcdiilo ilallo IliiiiiboUU stilla vclta del Ciniborazo 8000' I. UiiAWALAC.iRi, apiic »/(■;(/(•(//() di tiillc ilGlobo, iiel Nepal Oitidcniale, impcro Chinese 4390 i. CiAMALAKi, nel Butan 4.380? n pallone d'Aiulreoli e I'.rioselii , a Padova nel ^808 4240 A. Apice del cm pro di Salpu, nel Nepal Oiientale 4050 4. Nai\da-Devi, nel Kemaiin , ajiice dclla nionarehia Inglese 4026 Il/)n//o)ic di Lunaidi, a Napoli nel 1789 3994 5. Nevado di Sorata, nella repubbliea di Bolivia, apiee del iNuovo-Mondo 3948 T) Vi!LCA>o d'Aconcacia, nclla u'liihbliea del Chili 3745 7. Nevado d'Illimam, lulla rcpnbbliea di Ddlivia ^ 3732 II /)(i//oHe di Gay-Lussac c Biot , a Parigi, neM804 3602 Piico di Panjettl , nell' Himalaya 3550 8. Vi'LCANO DI GuALATiEfti, nella repubbliea di Bolivia 3440 Cimbora-o, riguardalo pel' gran lempo come la piu alia vella di lutlo il Glubo 3350 Cayamhe , montagna nelle vicinanzc di Quilo, notcvole puilieoiarmenlc per csscre situata e^allamenle sollo I' equatore 3070 P'arco di Lvhiiii (I.ebug), iieil' Himalaya 2962 Cotopaxi, nelle \itinanzc di Quilo, il piu lerribile de'jiniid/' {ukani conosciuli 2950 Farco di Manerang , nell' Himalaya 2909 TVit/nAoJ , piceola borgala , neir Himalaya 2744 Gtdi, piceola foftezza nell' Himalaya 2683 Grande Ararat, ossia la Montagna di iVol-, iieU'Armenia Russa 2676 Tempio biiddista di Tiighi-(ianif , nell' Himalaya 2603 Cerro de Polosi , montagna della Boli\ia, giustamenterinoniala per I'immensa massa d'argenlo tratia dalle sue viseere 2508 .Jllopianu Bulor-J/iiiiaUnja, comprendenle il Piccolo Tibet, i I Tibet .Medio, ossia il Paese di Ladakh, la pianura di Pamer, cc. da 1800 a 2300.' jjltopiano di-i Laglii Siuri (Ra\an-Rliasia di H'lassa, foise da 2350 a 2500? Pichincha, vulcano presso Quilo, nolevolepei la\ori astrononiici eseguili da Bouguer e Condaminc 2490 9. Mo.NTE BiA>to, nel regno Sardo, apice dell' Europa 2468 f'arco di Tiicto, sulla slrada da Lima a Cuzco [ler Giiancaveliea 2464 .VdcoHiflrcfl^ s/nrio;ic (/( /)o.s/n , nella repubbliea di Bolivia 2459 10. Monte Za.oli\ia . da 2100 a 2200 Farco ilcl JJiinlial , nel Semen, in Abissinia 2189 yUlojiiaiio ili IJombon , neila repubblica del I'eru, su cui ti'o\a^i il Lwjo di Lanri (Lauricoclia), considerato comunenientc come la socjchVc dell'/-/ //inrodc . da 2000 a 2150 Sorgcnli del Blmjiralti , ranio priiicipale del G/o del /'eijiiitz j4g Poima Gora, la secoiida ciiiia del r/ni/j/w di Faldai, iiella Russia Europca 146? Kiimekullc, sulla riva oricniale del gran lago Veniier nella S\xzia , allura linouiala presso i gcologi per la nalura dclie sue rotiic 144 Sorgenti del /'oign, 11 piii gran Hume deil'Luropa, a 1590 uiiglia dalla sua foce 133 Zni6(i(7j, iidl'impero Auslriaeo, sulla An o afnuciite del /JdiKfWo 137 Ustakamcnogorsk , suW'Jrlkh, a 1650 niiglia dalla foee dell' OM 132 flon/iiie, il /)f/o delta Z,()iV«, a 345 niiglia dalla sua foee 128 Basilm, 11 pcio iiivdiu del Ikiio , a 390 miglia dalla sua foee 127 .■/»o(A-, suir/H(to, net regno di Lahore, a 660 miglia dalla foce del .Sofa . . . 125 S. Feniandu de ^tubupo, sull' Omwco, a 720 niiglia dalla sua foce 118 Torino, il/«'/odellena/((t'or(/i>/anc',airontedipiclra, a 230 miglia dalla foee del /"o 106 Mare Dolce del Canada, formalo dai soli tre lajhi Siiperinre, Huron k Michigan 97 Gran Bogdo , la maraviglia dclla Orila Inleriore dei Kirghiz e di altri popoli no- madi (103 tese sopra il livello del Caspio) 90 S. Luigi, sul Mississippi, nello Slalo del Missuri , ad 810 miglia dalla sua foce 87 Cincinnati , sull' Ohio , nello Slalo dell'Oliio , a 1 080 miglia dalla foce del Mississippi 83 Praga , capitale della Boeinia , il pvlo della Moldau , a 390 miglia dalla foce deir£/6rf 83 Bourges, nello seomparlinienlo del Cher, quasi nel cenlro della Francia, a 210 mi- glia dalla foce della Loira 80 Fienna , al Franzensbriukc, il piilo medio del Danubio , a 900 miglia dalla sua foce 78 Knnduz, nel Turkestan Indipendenle, a 720 miglia dalla foce dell' Oxus ... 78 Cima della piramide di Cheops, in Egilto nolle vicinanze del Cairo (sopra il suolo) 75 A'orosko, nella Nubia, sulA7/o, a 630 miglia dalla sua foce 75 Cima del Miinster, a Slrasburgo (sopra il paviaiento) 73 Cima della Torre di Santo Stefano, a Vienna (sopra il pavimento) (69. 5) . . . 70 Cima della Croce della Cupola di S. Pietro , a Roma (sopra il pavimenlo) 68 Pinsk, nel governo di Minsk, nella Russia Occidenlale, il suolo paludoso dei suoi contorni, siluato Ira il mare Ballico ed il Mar Nero 68 Mosca, al piano dt;\\' unirersild 67 Miluno,, alia snglia del Duomo 63 T<:er, capoluogo del governo di Tver, sul FoUja, a 1425 miglia dalla sua foce 61 Barnaul, nella Siberia Occidenlale, sull' Obi, a 1570 miglia dalla sua foce calcolala a 120 miglia sotlo Obdorsk 60 Orleans, sulla Loira, a 186 miglia dalla sua foce 59 ym/i, il /jc/o della AVrwa, aflluenle del /V(/a 59 Tomsk, nella piaiiura Aurifera Siberiana, presso il Tom, affluenle dell' Obi, a 1255 miglia dalla sua foce 54 Allahabad , sul Gauge al conduenle della Djumnah, a 630 miglia dalla foce deW'J/ugli 54 Troyes, il pelo della Senna, a 210 nu'glia dalla sua foce 52 Dresda , lo zero dell' idrometro al ponle dell'Elba , a 330 miglia dalla foce dcW'Elba 52.' hwla, il jielo medio del Danubio 49 DELLE PRIXIARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 301 ^arjai'io , il pe/o della A'is/o/n , a 200 miglia dalla sua fucc 48 fakutsk, nella Siberia OriiMiIaii-, siil Loiut, a 765 miglia dallafoce del suoramo medio 45 Pmia, 11 jjifde dclla lorri- del /Juiitnti 42 Bclqmdo, ni'l princi|)alo di St'r\ia, sul Dumibio, a 540 niiglia dalla sua foce 40 Gorgoiisclioi.(U: , ir'I primipalo di Servia, presso il Tiinok, Mucult: (if\ Danuhio, a 400 niiglia dalla sua fuec 33 PulkiKu , poggio su cui sorgc lo i-plciulido Osservalorio aslronomico cenlrale dcl- rimpiTo Russo 33 Caicara, nella rcpubblica di Venezuela, sull' Orcnoco , a 420 niiglia dalla sua focc 32 Bologna , il plniio delhi Specola 32 Fvrona , il pinlv della turre delta Cilia 30 Tours , sulla Lnira 28 Roma, il pavimenlo della Cliicsa ./raceli, piinto pii'i alio del Campidorjlio ... 'IS Fvkano di Auosima, nello aequo del Giappoiie 23 Fircnze , il suoln alia jilazza di S. Lorenzo, a 52 niiglia dalla foce deW Jrno . . 21 Parigi, il piano della Callvdrale (Notre- Dame) 21 Berlino, il piv.de della Marienlhurm 18 Colnijna, il pelo medio del Beno , a 140 miglia dalla sua foce 18 Tobolsk , la Citld Bassa , al conDiienle del Toiiol coW'Irlich, a 750 miglia dalla focc deirOW 18 Cremona, il piede del Torrazzo , a 120 miglia dalla focc del Po 18 Jl/ajc/fftiici; , lo rcro deH'edro/HeJco (17. 49), a 195 niiglia dalla foce deir^y 6a . . 17 Kazan, il pi-lo medio del f^olga, ad 810 niiglia dalla sua foce nel Caspio 9 Cas'/iio d'.t/rn/, impropriamcnte dello iVace c/'y'/cn/ (5. 6) 6 il UVELLO deirOcEANO e del mari suui dipendenli 0 II livello delle acgne del Caspio, tra I'Europa e I'Asia, neirimpero Russo, nella Persia e nel Turkeslau Indipendente — 43 II livello delle acque del lago di Tiberiade , nella Paleslina — 51 11 livello delle ucquv del Caspio della Paleslina (.Mare Morlo) — 205 \\ (ondi) della miniern di varbone fossilc di Monk-PFearmouth , presso Newcaslle — 234 II pozzo artesiano di Grenellr in Parigi — 264 II pozzo artesiano d\ Neusaltzwerk , presso IMinden Prussiano — 312 Lo scandatjlio del capilano James Ross nell' Oceano Allaiilico, 900 miglia all'occi- dente dell' isola di Sanla Elena, giunse a — 4691 Molte e varie sono Ic induzioni resullanti dalla scniplicc ispezione degli elemcnli onde si componc questa Tavola Riassiintiva. I due punti estremi , per esempio , posilivo e negativo , cioe la \eHa del Dlimro- lagiri e lo scandaglio il piii profoiulo rammcntano quelle mirahili in- duzioni del grande La Place sulla proporzionc probabilc fra la pro- fondita dei mari e le piu sublimi protuberanze della superficie ler- reslre, che la sapienza antica aveva inlraveduto. II punto culminanle misurato dclla Terra offre tali proporzioni. che .■>02 DELLK PIllMAlilE ALTITHDIM DT.L GLOBO volondo parcggianic 1" alliludinc con altri nionli a noi lainiii;liari, toii- veiTcbbc al /Uonle Blanco, la pin sublime vella dt'lP Euiopa, sovrap- poiTC quel oolosso deirAp|)cnniiio Insulare, V Etna, cb" c il piu graiule di tnll' i vidcani Europei c die per lanle eta fu riguaidalo come la pill alia moiilagna del mondo ; eppmv la somma delle loro allilu- dini sarebbe ancora iiileriore di 222 tese al Dlunrataciiri! L'./co)na(jna ci si jnrsenla ancora come una delle piu nolabili aspe- rita del globe , ed anzi come il monle ignivomo il piu elevalo cbe si conosca. Seguitando la comparazioue gia lalla e con elemenli omcge- nei , diro die a pareggiarne T alliludine converrebbe all' iinmenso Elna sovrapporre I" Ecla, quindi il Fesuvio, poscia lo Siromboli e per ultimo r nmile nia terribile Cosiguina , le cui cincpie altiUulini soni- niate sarebbero ancora di una lesa inferiore al colosso americano. II Cosiguina, die emerge appena a 136 lese sopra le marine ddlo Slalo di Nicaragua, estendc a cosi slerniinale dislanze la sfera dclla sua at- livita , die., collocalo nel posto del Yesuvio , le delonazioni di queslo piccolo vulcano sarebbero tali da udirsi in quasi luUa 1' Europa, cioe a Lisbona , a Liverpool , a Gottemburg, a Riga, a Kharkof e sino alle falde del Caucaso ! L'Asia ci olTre ueWaltopiano di Pamor forse la piu sublime inlu- mescenza della supcrlicie terreslre, giacche, i-ivale in altiludine del Monte Bianco, vince le piu alte vettc di lulla pAiropa e tulli gli alti- jiiani conosciuli del globo. Eppure in quelEalta regione, sul margine del lago Sirikol, luimeiosc niandrie Irovano verdi e ricchi pascoli oltre il liniile di ogni vegelazione nei noslri climi. ISell opposto emislero. i due alliplani di Bombon neirAllo Peru e di 'Elticaca nella Bolivia, vengono subito dopo quelle di Pamer; e vi vediamo cospicue cilia e ferlili cainpagne animate da «na numerosa popolazione ad un'allilu- dine superanle di mollo quella del picco di Tenerifl'a, menlre lo slo- rico riconosce nel bacino del Tilicaca il centre di una civilla, die col- limpero degli Incas si diffuse per si gran parte delP America Meridionale, e la quale, a giudicarne dalle mirabili reliquie e dalle relazioni dei conrjidsfadorcs, era la maggiore di quesla parte del INuovo Mondo. Nel- r America Seltentrionale V /lltopiano di .-/nahuac, cosi notabile per la UliLLK PRIMARIR ALTITUDINI DKL GLOBO. SaS sua Jimpiezza, oflVc, aHalhtiKliiio dei varolii del Moncenisio c del Giandr S. Bernardo, tull'i doni di una svariala vt'gelazionc insicmc ai niaa;- giori (lloni argcnlifcri nclle viscere della terra, e nellc sue pira- midi c noll(; rovinc dcllc anticlio coslrii/ioni le veslijiia di (inc' popoli. chc vos^liono esscro coiisidcrali siccome i piu iiici\iliti die yli lunopei Irovassero in luUo rEniisferoOcfidonlale. (Jiicgli anipi spazj piancjijj^ian- li, ora aridi e desolati cd ora vcsliti di ricca verzura , di ciii rillustre Pallas, da njolli dotii segnilo, lanto esagerava lelevazione nell'Asia Media, benclie di niollo infcriori ai suenunziali, sono pur di gran nio- uienlo per lo storico non meno chc pel geogral'o. Quivi. ad unallilu- dine media, pareggiante appena la einia del Vesuvio . hanno stanza quelle genii clie londarono i maggiori iniperj nienzionati nella storia e diedero la prima impulsione alle lerribili invasioni chc rovinarono limpero Romano e 1' allro dei Califi. Da quelle numerose tribu di pa- stori vaganli colic mobili capanne per le ampie solitudini, da quelle nazioni di cavalieri, uscirono Gengiskhan, Kublaikhan c Tamerlano. die, come folgori di guerra. desolarono c soggiogarono tanla parte deirAntico Oonlinente. Un Iralto imporlantissinio nel rilievo dclla superficie (crrestrc ab- blamo ancora in quelle depressioni nello sviluppo longiludinale ddle calene montuose, le quali, sotlo il nome di varchi^ (/^^'^•> *^o//t, porte. forniano la conumicazionc fra opposlc acquependcnze. Primeggiano Ira lutli i conosciuti per laltiludine quelli di Lebon e di JJaneravy neir Himalaya, gareggianti colic piu alte vettc del Globo, alcune poche delle piu sublimi eccetluate. L' America Mcridionale dal suo canlo ha nel rorco di Tucto. un passo di quattro lese sollanlo inferiore al Monle Bianco, ed in quello di Jssitay^ di trisia rinomanza per le vittime die annualmenle vi pcriscono, un'aUiludinc di molto supeiiore a quella del Monte Rosa. Anche la nostra Europa vanla per questo riguardo i trc pa.s.sl d\Jlm(if)ell . del Gifjanle e del / allcsf, i cpiali . bendie inleriori d'assai ai sucnunziati, superano cio non perlaiit<» tutle le allure di questa parte del mondo, salvo qualchc vetla alpina. cd il solo apice del sistema Espcrico, die anzi il varco d llwngfill giugne a pareggiare. INe fra i passi delle Alpi si potrebbcro trasan- 384 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. dare allri dl alliliidinc minorc, ma notabilissimi per piu riguardi. Cosi il rarco del Gran San Bernardo^ di tanla celebrila negli annali inililari anhohi e moderni, ranunoiUa e il congresso dei naluralisli della Svizzera costa raccoUi ncl 1829, e la specola metereologica per avvenlura la pill alia dell Flmisfero Orientale, cd il sublime sagrifizio di quei reli- giosi. iiilervorali dalla crisliana carila, i quali risiedono eoslantemcnle su (juelie baize, ove i conquislalori non laimo clie passare, vcdendo senza rammarico scemare di un terzo la durala media della loro vita, per accogliere nel loro ospizio, vero porto di quelle regioni desolate, il viandaiile smarrilo nelle nevi c vicino a perire. Alouni fiumi scaluriscono ad allitudini tali da gareggiare colle piu ardile cime, e diriipalisi dopo un Iralto piu o meno lungo ad una re- gione di inollo piu bassa, volgono alia loce a traverse pianure di le- nue pendenza, lalora slerminate. Piii esempj di questo Iralto della geo- grafia fisica ci offre TAsia: nomino particolarmente quell' elevatissimo altopiano, su cui a breve distanza Tuno dalFaltro scaturiscono il po- deroso Indo, limmenso Snflcdyc suo affluente, ed il gran fume del Tibet, e sull* altopiano di Pamer V ./nm, che sgorga dal lago Sirikol; le sorgenti di queste acque trovansi pertanto in una alia regione la quale gareggia, se pure non vince, Taltilndine del nostro Monte Bianco. L' America Meridionale presenta nelF altopiano di Bombon, nella repub- blica del Peru, un fenomeno consimile, la ove da tre laghi, ad un'al- titudine di 2100 tese, elfluiscono le prime acque delPimmenso Ma- ragnoti c de" suoi due poderosi aflluenli V/fuallagiia e V Ucayale; que- st" ultimo mediante il Mataro suo tributario. INella nostra Europa Pltalia ne porge piu di un esempio, nia in proporzioni minori d'assai ; no- mino parlicolarmenle il Po, che scaturisce sulle falde del Monte Yiso, ad unaltitiidine di 1004 tese, e scende cosi ripido nel breve spazio di 14 miglia piemontesi da non avere piu al Ponte di lievello presso Saluzzo die 180 lese, riducendosi al gran Ponte di pielra sollo To- rino a sole 106. 11 Ticino^ che gli reca il Iributo delle sue acque, sgorga da unaltezza ancora maggiore ; e la Corsaglia che mette ncl Tanaro, allro suo tribulario, malgrado la brevita del corso, sgorga pur essa ad unaltitudine superante di 52 tese quclla delle sorgenti del DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 385 Po. VJrno zampilla prcsso la vctta della Fallorona allaltitiidinc di 61)j> tese; ed a Porciano, dopo un corso di 7 uiiglia toscane, si trova non piu alto chc 271 Icsa, cd allinjirosso di Fiu'iize di sole 21 cirta. An- chc la Franoia oiTrc un escnipio di alfissimc scaluriiiini ncllo llvrault^ chc, malgrado un breve corso di 3;> niiglia, sceiidc da un cleva- zione di 723 Icse, altiludine quasi sestupla di quella dclle sorgcnli del J olga., il quale liaunosviluppo longiludinaleben 29 volte maggiore. Altrc acque fluenti invece, nialgiado la lungliezza slcrniinala del loro corso, hanno le loro sorgenli ad una cosi tenue elcvazione, da esscre perfino inl'eriore a quella di non poclii uniili altipiani. Tale e il :Vi- (f/er in Africa, il quale scaturisce a sole 2^2 tese nel paese di Sangara. e la Senna in Francia a sole 233, altitudini Tuna e laltra di niolto inferiori a quelle delF //nio e dello Ilirmdt., che pure or ora vedemnio avere un corso tanto piu breve. La Russia in quelle anipie pianure. ove il suolo non oflre che lievi protuberanze in luogo delle supposte montagne, oflre ad un'altitudinc oscillante fra le 133 e le 133 tese, ed entro ad uno spazio angusto, le sorgenti di tre poderosi fiunii, dico quelle del /o/r/o, della Ihina e del Dnieper, versanti lenorine volume delle loro acque nel Caspio, nel Ballico e nelFEusino. I cosi detti Campos Parexis, quasi nel centro delF America Meridionale, ripetono, ma in proporzioni in- comparabilmente maggiori, questo tratto della geograiia fisica dellEu- ropa, essendo che hanno cola le loro fonti ad un' altitudine oscillante fra le 130 e 160 tese la Madeira ed il Topayos, tributarj dello ster- minato Maragnon^ ed il Paraguay affluente delF immense La Plata. Senza parlare di quegli altissimi laghi, onde effluiscono FAmu, il Setledge, il Maragnon, ec, inerita singolar menzione nella Siberia Orlentale quel lago BaikaL il quale oflre con una profondita di ol- tre 300 tese uno specchio d' acqua dolce eguale al quarto forse del- Farea del nostro Adriatico, ma ad una altitudine di 222 tese. Costa, con maraviglia dei naluralisti, vivono degli anfibj, quelle fochc cioe che in niun luogo della Terra furono ancora rinvenute in acque dolci, salvo quelle del piccolo lago A" Oron soUevato a 179 tese, e quelle che con non minor maraviglia si rinvengono nei grandi e dcpressi ba- cini salati AeWAral e del Caspio. Vol. II. *9 386 DELLE PULMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. L' America Sellentrionale porge iiclla riuiiionc dei soli Ire taghi Su- periore^ Huron e Michigan, una snperficic lalmente ampia da egua- gliarc quella dell'Adrialico, per cui bene le si addice il nome di iJ/are Dolce del Canada, da me nell\'/6re53 tese, superanle laltczza assolula di lulte le piu alte cime conosciute delPEuropa, delF Africa e dell' Oceania! DaU'esfime della Tavola Riassuntiva e dalle cose memorate si ca- vano induzioni di un altro ordine, non meno important! rispetto alia giacitura di alcuni luoghi abilati. Questi offrono nella varia loro ele- vazione quasi tutt' i gradi della scala delle altitudini, poche sublimi velte soltanto ecceltuate. A queslo modo Taklakot e Guri nell' Hi- malaya si trovano ad un' elevazione superiore a quella della stessa grande Montagna di /Voe, uno dei piu sublimi colossi dell' Asia. Deba. che puo riguardarsi qual capitale del Paese di Undes, tanto in voce per quelle finissime lane onde vengono tessuti i decantati scialli di Ca- scemir, vince in altitudine la vetta del Cervin, terza fra le Europee. Le citta di Pasco nel Peru e di Potosi nella Bolivia posano ad un' al- titudine, quella superiore al Finster- Jar-horn, apice della Svizzera, questa al Mauna Koa, punto culminante di tutta la Polinesia, e percio superanti ambidue non solo il celebre Olimpo Tessalico, apice di tutto il sistema Slavo-Ellenico, ma Y Etna, il picco di Teneriffa e molte altre vette primeggianti nelle cinque parti del mondo. La ca- panna Indren accoglie nella stagione estiva i minatori che cavano DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. 387 Foro (lal seno del Monte Rosa nella regioiic dellc nevi perpetue, ad un'altiludine superanle di (piasi dugento tese quclla del segnalato Ollinpo; ed il forte dcW Infernel^ V albergo do\ Fmilhorti^ W casino dei lioUeri sullo Stelvio, VOspizio del Gran San Bernardo ed il vUht(j(jio d\'fucois^ sono i luoghi coslanlomenle abilati i piii elcvali dclla no- stra Enropa. Quasi ncl centro della Spagna , sulF allopiano Iberico e presso air anlica Segovia , sullc pendici settentrionali della Guadar- rama , sorgc quella delizia di Sant''Iclelfonso da Filippo V edificata, e che r industria , vincendo la natura , faceva una delle piu splen- dide reggic dclf Europa. Eppure quel palazzo, che le tre arli sorelle concorscro ad ornare, ed i vaglii suoi giardini , lieli per le fresche ombre c per le molte acque in cento ingcgnose guise zampillanti , slanno ad un' altitudine di 393 tese , cosi che , quando la corle spa- gnuola -vi passa la slagione estiva, si trova ad un' elevazione supe- rante il celebre Brocken dclla Germania , lo Snoicdon, la piu alia montagna dell' Inghilterra , la parte centrale del vasto altopiano di Gobi nella Mongolia ed un grandissimo numero di altre altitudini notabili per piu rispetti. Se da quesle alte regioni scendiamo, senza arrestarci ai piani intcrmedj, ad altitudini di mollo inferiori, troviamo /»'/«/«/• nella Si- beria e Tomependa nel Peru sollcvate a sole 208 e 207 tese,benche quel- la discosta 1800 miglia dalla foce del lenissei e questa2l30 dalPim- boccatura delF Amazone. Anche i luoghi situali presso alle rive del caspio Lop^ quasi ncl centro delPAsia e delP imniaginato suo Alto- piano Centrale, come del pari la popolosa citta di Bokhara, essa pure neir Asia Interiore , pare non sieno piu alti di 200 tese sopra il livello deirOceano, e percio di molto inleriori a non poche citta della nostra Europa situate nei suoi altipiani i piu clevati. Di quattordici tese soltanto dilTeriscono le altitudini di Cstakame- nogor.sk nolla Siberia, di Roanne in Francia , di Basilea nella Sviz- zera, di Attock ncl regno di Lahore, di San Fernando de .Itabapo , nella Venezuela ; ma mentre Roanne e Basilea distanno 543 e 390 miglia dalle foci della Loira e del Reno, corrono non mcno di 660. 720 e 1630 miglia da Attock, da San Fernando de Atabapo e da 388 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. Ustakamcnogorsk. alle foci delP Indo , dell' Orcnoco e delF Obi. Dai due dati cslreini di qiiesli conlVonli rcsulta perlanlo, che Ustakamc- nogorsk e quasi cinque volte piu lontana dalla I'occ dell' Obi che noil Koanne da (jueila della Loii-a ; il che niostra essere la pendenza del suolo Siberiano nell' avallaniento dell' Obi cinque volte piu dolce di quella della grande pianura Francese. Una diversita ancbe niiiiore si nota fra 1' allitudine di Cincinnati neir avallamenlo del Mississippi , di Pvaga e di Bourges in quelli deir Elba c della Loira , di rienna., d\ A'unduz e di A'orosho in (\uc\\i del Danubio , dell' Oxus e del INilo , benche enornie sia la differenza nelle loro rispellive distanze dalle rive del mare. Bourges, quasi nel centro della Francia, ne dista sole 210 miglia , c Praga , quasi nel bilico deir Europa , 390 , nienlre Vienna e discosta ben 900 e Cin- cinnati 1080. Da do emerge essere la pendenza del bacino della Loira e dell" Elba niolto piu forte di quella degli avallamenti del- I'Oxus, del Danubio e del Mississippi; anzi la pendenza di quest' ul- timo apparisce piu di cinque volte minore di quella del bacino della Loira. Di due sole tese differiscono le altitudini di 7Ver , di Barnaul , di Orleans e di Perm ; eppurc quanto diverse le pendenze dei fiumi presso cui giacciono queste cilta ! Si contano sole 186 miglia da Or- leans all'Atlantico , menlre una dislanza otto volte maggiorc , cioe di lo70 miglia, separa Barnaul dalF Oceano Boreale. Si osserva ancora Gourgoiischovatz presso il Timok nella Servia alia medesima altitudine di Calcara sull' Orenoco , con una distanza dalle rispeltive foci del Danubio e dell' Orenoco quasi egualc, dimo- strante con cio che la pendenza nell' ima parte dell' avallamenlo Da- nubiano pareggia quella dell' ampio bacino dell' Orenoco. Ne posse tralasciar di osservare che Cremona sul Po , Colonia sul Reno , To- bolsk suirirtich stanno alia stessa altitudine di 18 tese, di una sola superiori a quella di Marjdeburgo sull' Elba. Eppure nelle rispettivc loro distanze dal mare, abbiamo per Cremona sole 120 miglia, men- lre Tobolsk ne e discosta 730 ! Da cio si fa manifesta come la no- stra pianura Eridana, rinomata per la mite pendenza, sia per que- DELLE PRIMARIE ALTITUDINi DEL GLOBO .>«9 slo riguardo considcrabilmcnlc supcrala da quelle delle ime regioni del Reno, dcirElba ed aiicor pin da quegli ampi spazj su ciii scorre r Obi in solitaria maesta. Abbandonando ormai le alio regioni dclla Terra e quelle nicno ele- vate ma pure nel centro dei Continenli , scenderemo alle marine, ove si frangono senza aver pace le onde delP Oceano, per notare sotto al suo livello quelle ampie concavila della superficie terreslre , che la geografia fisica annovera Ira i suoi dati piu nolabili. L"Asia ce li olTre. Costa il baciuo , la cui infima parte e ricoperta dai flulli del Ca- spio , presenta la piu ampia depressione del Globo che si conosca. II pelo di quelle acque, cui i calcoli precedenti davano un' altitu- dine ncgativa di oltre SO tese , secondo i sapienti lavori dai geome- Iri russi inti-apresi per ordine del regnanle imperatorc Niccolo , non giugne realmente che a sole — 13. Ma la superficie di questa de- pressione, calcolata lino a zero altitudine dall' illuslre Struve, pareg- gia quasi quella del vasto impero Auslriaco, giungendo a 180 000 miglia quadrate. II viandante, che dalla venerata Gerosolima s'avvia alle sponde del gran caspio della Palestina^ nola lo quallore delle sue rive, le strane qualita delle sue acque, la natura vulcanica dei tcrreni circoslanti, la raancanza quasi totale di esseri viventi , le quali con 1' enorme de- pressione del suolo ricordano e confermano il racconto Mosaico ri- spelto agli sconvolgimenti fisici costa avvenuti al tempo, che furono distrutte le primitive cilia di Sodonia e Gomorra. Ma ancor piu si maraviglia il fisico , quando gli slrumenli forniligli dalla scienza gli dimostrano, che lo specchio di quelle acque solilarie sta a 20o tese sotto il livello delP Oceano , oflrcndo cosi la depressione conosciuta la piu profonda del Globo ^ di modo cbe Y uomo su quelle rive si trova esser disceso, seniprc a cielo scoperlo, ad una profondita mag- giorc di quella di presso che lultc le miniere conosciutc! Raccogliendo finalmcnle le vele al mio discorso, non occorre ch'io noti, onorandi Colleghi, che le ineguaglianze e le forme locali della superficie terreslre , per quanto importanli rispello al sollevanionto dei Continenli ed alio sviluppo ortzzontalc delle parti piancggianli , non 35)0 DELLE PRIMARIE ALTITUDINI DEL GLOBO. influiscono in nlcun modo suUa curva gcneralc del nostro sfcroide , c non allorano sensibilmonle la sua figura. Le piii altc protubcranzc del Globo non sono die llevi aspcrita della sua corlcccia esterna. Ualli- ludine del Dhmvalagiri^ punlo culminanlc conosciulo in tulla la Terra, e solo ^ della sua circonferenza eqxiatoriale^ calcolala secondo le ultime investia:azioni deirilluslrc Bessel, -!- del suo diametro medio, cd -pure del suo raggio medio. Ma sc von^emo comparare i monumenli dalK arte innalzati a quelli della nalura , quanlo (piesti ci appariranno sniisurali , allreltanto do- vremo volgerc uno sguardo di coinpassione alle piu ardite costruzioni che s' ebbero il litolo di colossali. Lapiramide di 67ieoj)s, la piu gran mole forse innalzata dalP induslria umana , giugne appena alia mela j)eiulenza la quale 11 glorno 30 sarebbesl portala a 0"',25. Dal 24 al 51 magglo Invece per lazlone comblnala dl cntrambc quelle cause, sarebbesl avufa nel glorno 26 la niassinia pendenza di 0"',43. Nel glorno 29, essendosl canibiato 11 venlo, la pendenza dlO ',54, die tuttora eslsteva , dcvesi precipuamenle atlribulre alia plena d' al- flusso . la quale . per clo die si dlra in appresso , precede sempre quella del lago. Un cfl'elto simile si e avuto II 1." oltobre in cul la pendenza era dl 0"',28 nel medeslmo senso. Col successlvo alzamenlo del lago , e col decllnare contenqjoraneo della piena d' afflusso , la superllcie delle acque ritorna ad un livello quasi perfelto in tulla la sua anipiezza. Per clo clic si c dctlo , lo slivellamento dipendente da quest" ultima causa sarebbe soltanto locale nel tronco superiorc del lago, c non si estenderebbe al due braccl dl Conio e di Lecco. Qua- lora si pralieasscro osservazioni conlemporance anche a Bellaggio, op- pure a Varenna, quesll faltl verrebbero stabilitl in modo plu slcuro in relazionc allc diverse cause dalle quail possono dlpendere. Sopra alcunl laglil, c parllcolarmenlc su quello di Ginevra, fu osscr- vato avvenire lalvolta una allerazione dl livello repenlina c slraordl- uarla cul si e dale 11 nome dl seiche , die sembra non si possa attribuire ne a maggior copia delle acque del (lumi affluenti, ne all' azione del venlo, verlficandosl cio anche in tempo dl niassima calma. Saussure , che fu testimonlo di una delle plu nolevoll di quelle seiches, dlcc(*) che il lago si alza lutlo ad un tratto per 4 o 5 piedi ( 1"',50 od 1"',60) e si abbassa in seguilo colla slessa rapidila, continiiando queslo movimento alterno per rjiialche ora. II fenomeno si manlfesla nella sua massima misura presso Ginevra, ove esce 11 Rodano, ed 11 lago e niagglormenle rlslrelto, scemando d'assal mano niano die queslo si va allargando, e partlcolarmente verso V altro suo cstreino (-). 11 signer Ispetlore Vallce, nella precilala sua Memoria sul lago di (I) Voyages dans les Alpes, T. I, pag. 17. i'2) Mem. de la Sociele de ohvs. el d'hisl. nalur. de Geni-vc. T. VI — tf^^"^ DELLA NATURA DEI LAGHI. 403 Ginevra(<), da raggiiaglio di uno di qucsti fonorncni avvcniilo nclla notte del 2 al 3 ollobro 1841 , giiista la rolazionc cIjc no fece ■ alia Ucalc Accadcmia delle scienzc til Fiancia il sig. Olticniare pro- fessore di Ginc\Ta. 11 priino alzamenlo del lago noii pole cssere de- Icrnilnalo perche sorpasso la scala idronictrica ivi csislcnle. Al se- condo alzamenlo il lago in soli cinque niiniiti si elevo 4o pollici (I "",22) sopra il suo livcllo , ed in due ore e IrenlacirKjue minuti discese per 5A pollici (0"',92) al disollo del livcllo medesinio . contimiando in tali oscillazioni, die n»ano niano rcndevansi nieno sensibili, per lo spazio di cinque ore, dopo di chc le acquc ripigliarono il loro livello primi- tivo. Lo stcsso prol'essore osses-va che la rapidila dell" asccnsione e Janlo maggiore quanlo e maggiore la sua elevazione, ed aggiungc che in quella circostanza Taltezza del baromelro non ha punto variato. INon parrehbe pero con ([ueslo lolla 1 idea die il fenomcno fosse elTetto di una disegualc pressione almoslcrica suUe diverse parli del lago. spie- gazione die sc ne sarcbbe data da alcuni fisici, in quanlo che lo stcsso effello polrebbesi avere anclie qualora la variazione di tale pressione fosse avvenuta in altra localita del lago stesso. Taluni poi prctendono, c lo animellerebbe lo stesso signer Vallee, che il prinio alzamenlo delle acque sia , in maggiore o minor misura , simullaneo sull inlero peri- inelro del lago, ed in tal caso egli stabiliscc 1 ipotesi die lulla Tacqua die si aga;iungcrebbe cosi a questo venga somminislrala da altri laglii sotlerranei coi quali si trovi in comunicazione. Per spiegare lo squilibrio nel loro livello egli suppone die, in causa di un pronto disgelo dc' ghiacciaj delle Alpi, in canali sovrapposti a {|uei laghi sot- lerranei, comunicanti colla base de'ghiacciaj, Ic correnli d"ac(|ua scac- cino repenlinamcnle V aria nell' cgual modo chc avviene nei niantici idraulici , e dalla pressione delP aria stessa sulla superlicie di essi la- ghi sotlerranei farebbe dipendere il contemporaneo alzamenlo di li- vello del Lemano. Ne' calcoli da lui isliluili per provare il suo assunlo prenderebbe per dato la seiche osservala da Saussure il 5 agosto 1 763 (2), nella quale circostanza il lago in dicci minuli sarebbesi alzato (1) Du Rh6nc et du Lac de Gene\c, pag. 32. (2) Op. cil., pag. 18. 404 DELLA NATURA DEI LAGHI. a Gincvra per pledi 4. 6. 9. (I'',48). E supponciido che ralzamcnto me- dio ill tutto il lago fosse di soli cent. 30, rilenula la supcrdcie lacualc di 600 chiloin. quad., le acqiie avroI)I)ero dovulo alfliiirvi nella enorme inisura di 500 000 mefri cubici per seoondo. Ma se invece si prende a eonsiderare la seiche preacceiiuata del 2 ollobre 1H41, dolla quale il secondo alzanienlo , minore del primo, giunse a 1"',22 nel breve spazio di cinque iniiiuli, rilenulo aiicora ridolto T alzanienlo medio lacuale alia uiodcrala misura ammessa daU'aulore di 0" ,30, si avrcb- be racquaalfluente nella quanlita veramenle slrabocchevole di 600 000 metri cubici per secondo. Essa corrisponderebbe a niente meno cbe a 120 voile quella del Po, a !50 voile quella del Nilo , ed a 13 voile quella del Mississipi in somma piena. A quesla immensa massad'acqua dovrebbero dar passaggio i sil'oni per i quali coniunicherebbero i sup- posli laglii sollerranei col lago di Ginevra. Per quanlo ingegnosa sia la spiegazione data, la quale sarebbesi coniunicala dal signor Arago allAccadeniia dclle scienze di Francia, non posso pero a meno di con- siderarla appoggiala a supposizioni Iroppo inverisimili. D'allronde lutlo dipende dairammellere il fallo che ralzamcnto del lago sia veramenle simullaneo per T intera sua superficie, del die non si avrebbe alcuna prova concludente, Irallandosi di un fenomeno die avviene allimprov- viso, 6 che dura pochi minuli. Lo stesso sig. Vallee osserva die finora maiicano i necessarj idromelri sul perimetro del lago, e die per quelli die vi si avessero a slabilire, le osservazioni dovrebbero regolarsi con buoni orologi al fine di polcr conoscei-e per ogni islantc le allezze delle oscillazioni ai diversi punli del lago(^). Essendo quindi supponi- bile qualdie inesallezza nella misura del tempo per Ic osservazioni che si sono pralicale in addietro, ne consegue non essere finora evidentc- mente diinostrato che il fenomeno stesso non dipenda jiiutlosto da un semplice movimenlo di librazione delle acque del solo lago di Gi- nevra, ipotesi alia quale mi sara permesso di altenermi fino a tanlo che non vengano addotte prove piu convincenti in conlrario. Sui laghi alpini della Lombardia rivolli quasi tutli da sellenlrione a niczzodi, eve ha principio la pianura . dominano giornalmenle due (<) Op. cil., pag. 57. BELLA NATURA DEI LAGUL /lO.J venli pcriodici, uno ineridioiiale. cho incomincia prima di mczzogiorno e Jcimina alia sera, c 1" altio sollentiionalc . i\w incoinincia alia sera e lermina alia nuUlina. Scmbra die il priiiut sia elTflto dclla dilala- zione dciraria per raumciilalo calorc diuiiio di qucsla siilla piamira, e die il secondo non sia die iin venlo di ritorno cagionalo dallazione refrigeranle dellc allc ciinc alpine. Del grado d' influenza delle diverse cause di variazioni d'altezza nelle acqve di tin logo. Abbiaino osservato precedcntcmenle come i laghi vengano alimeii- tati dagli ufjliiasi , dalle infdtrazioni c dalle pio(j(je direlte , cui in complesso abbiamo dalo il nome di acquisti , e come le perditc con- sistano negli efflussi per mezzo dclFemissario, iiclle efflltrazioni e nel- r evaporazione. Circa allc infdtrazioni ed effillrazioni, per la gcneralita dei casi^, nulla possiamo dire , in quanlo concerne la loro misura, e solo osserveremo che, dipendcntemente dalla pressione dellc acque del lago, le prime dovranno esserc maggiori in tempo di magra, e le seconde in tempo di picna. La piocjcfia diretta e Vevaporazione possono in dale circoslanze escr- dtare un' influenza sensibilissima sulF aumento o diminuzionc delle acque del lago, quando la supcrficie di questo sia considerevole in confronlo di quella del bacino scolante. Pel lago di Garda, la cui su- pcrficie oltrcpassa il seltimo di quella deHiiilero bacino, lazione della pioggia diretta puo per qiialdie tempo pressocbe egnagliare quella degli al'flussi provenienli dal rimanenle del bacino , avuto per quest! riguardo ai disperdimenti che avvengono per infillrazionc nel tcrreno. e per evaporazione, ed al ritardalo concorso delle acque al lago. Cosi in un case non raro di pioggia che in vcnliquallro ore dia un al- tczza di i5 o 6 centimetri , per quel lago della supcrficie di oOO chi- lometri quad, essa corrispondercbbc ad una piena di alflnsso di ben 200 metri cubici per secondo, cui probabilmentc giunge in conq)lesso la picna ordinaria di tutti i suoi influenti. Pel lago di C.omo invece , che ha una siiperficie corrispondentc ad un Irenlesimo di quella del suo bacino, Tazionc della pioggia diretta sara assai meno. 406 DELLA NATURA DEI LAGIII. Parlaiulo tlella evaporazionc , abbiamo circa alia sua misura Ic os- servazioni praticale a Roma eel a Torino, dellc ([iiali si danno i lisul- lamenli uel sogucnie prospcltoO. o < r. O o 3 a < 01 < o GIUCJIO Lor.Lio o K 1 1 1 z a MEDIA 4NN11A1.B A Roma (lal 1782 at 1801 A Torino dal l805aIl8IG iiK hi 0,085 niitii 0,097 iiifiri 0,110 nirlri 0,178 0,228 0,27S iinlri 0,56.' itictn 0,3l>i niclri 0,2 r,u iiicin 0,180 mazioni per Roma sono slate vazioni per Torino furono falle dal profcssore falte al Collegio Romano dai signori Calandrelli Vassalli Eandi ( Prony. Description liydrogra- e Conti. Dupo il 4787 si eseguirono sulla som- phiqne et liistoriqiic ilex Mnrais Pontius. Pa- niila deiru^servalorio, nientru in precedcnza rix^iSHH, p. HO = jyeiit. dell' Jcmd.di Torino si praticaroiin in iin punio pii'i deprcsso, le- T-XXIF, aii.lM7,pa(i. 253). nendo scmpru I'apparalo all' ombra. Le osser- Dl-XLA NATURA DEI LAGIJI. >S07 Nei prospetll III. IV e V si da un riussiinto dollo altczzc, o (lei»li el- llussi iiei diviMsi iiu'si doll aiiiio pel Lematio. il /ieiiaco od il Arn/o, ri- cavali da una scrie dl osscrvazioiii giornaliero. II priino di qiici laj^lii, aliincnlalo da gliiacciaj dellc piu alU; ciine alpine, non c ricco d'acqua die nei mesi eslivi, e principalnicnle ncirajj;oslo, ove di solilo giunge al suo inassimo, non avendovi d'ordinario influenza nolevole nelle allre slagioni le piogge, le (piali ivi cadono per la niaggior parte in fonna di neve. Pel Lario si anticipano ahpianlo le piene in coiifronto del pri- nio, allesa Tallezza piu moderala dei nionli ooslilnenii il suo bacino. Qucsla anticipazionc dellc piene eslivc dovrebbe per una causa ana- loga cssere maggiorc nei lago di Garda, minore essendo Pallezza dei nionli di quel bacino; ma esse invece vedonsi ritardare all'incii-ca come pel lago di Ginevra, nialgrado relTelto della cvaporazione, la quale, per cio cbe si disse, deve moderarle in nolevole niisura. Tale circoslanza, die non si polrebbc altribuirc esclusivamenle alia niag- giore capacila del lago, la quale ne rende piu lente le oscillazioni di livello, fa nascerc il dubbio die abbia in molla parte a dipendere dalla copia (Idle inlillrazioni. So si prenda la niela delFaltezza della piena massima sulla massima magra per ognuno di qnei laglii, avrenio per qudio di Garda 0"\9i. per qudIo di GineMa 1 ",42, e per quello di Conio 2", OB. Conlron- lando poi con tali altezze quelle medic dcsunle dal periodo cui si estendono le osservazioni cbe posscdianio (•), si avra il rapporto ddle scconde colle prime, pel lago di Garda, di 0,93; pel Lemano, di 0",JJ2; e pel lago di Como, di 0,60. Questa maggiorc, o minore prossimita deiraltezza media elTeltiva a iene col secondo, ove tale cguaglianza si suppone invece negli afflussi successivi. Durata delle piene ed oscillazioni massime d' altezza in alcuni lag hi. Per forraarci un' idea della durata delle piene di un lago prendc- remo a considerare quelle dei tre laghi di Como, di Garda, e di Gine- vra, pei quali possediamo una serie d'osservazioni, facendo annotazione della sola parte di ogni piena che supera la piena media, ossia la meta dclK altezza dalla massima magra alia massima piena. Pel lago di Como la durata ordinaria delle piene sarebbe dai 20 ai 40 giorni. Nel 1845 per la straordinaria copia delle ncvi accumu- lalesi sulle Alpi nel precedente autunno, e per quclla delle posteriori piogge estive, la piena duro 114 giorni, ma devesi considerare sic- come la successione di sei piene fra loro distinte. Pel lago di Garda le piene durano dai 100 ai 180 giorni; e pel Lemano dai 110 ai 140. Nel 1845 la piena di questo duro 160 giorni, ma fu relTetto di tre piene consecutive. In tutti quei laghi la durata degli incremcnti delle acque fino al colmo d'una piena corrisponde in circa alia meta di quclla dei de- crementi successivi. Gli incrementi piu rapidi d' altezza di raro oltropassano in ^enti- quattro ore la misura di cent. 56 pel lago di Como, di cent. S per quello di Garda, e di cent. 10 per quello di Ginevra. Nel lago di Como V alzamento piu rapido che si conosca in questo secolo fu quello osservalo durante la straordinaria piena del 1829 il 414 DELL A NATURA DEI LAGHI. iii seltcmbre di cent. 7.") In venlitre ore; cd il 20 siicccssivo dl ccn- tiinclrl 38 in (|uatloi'clici ore. Per cagionare iin tale alzainenlo la picna dalflusso dovolle giungorc a circa 2000 nietri cub. per 02;ni sccondo, nicnlre la piena niassinia di elflusso per ([uell avvcnimenlo veramenle secolarc si ritiene non abbia ccccdulo 800 metri cub. per secondo. E sc le osservazioni si fosscro fatte ad intervalli di tempo piii brevi , niaggiore ancora sarebbe risultato V ccccsso della plena niassima d'af- flusso su quella di elflusso. Pel laaro di Garda il massimo alzamcnto avvcnne nelP ultimo decen- cy nio il 5 novembrc 1839, cd il 29 ottobrc 1841 , giungendo in en- trambi i casi a cent. lU in ventiquattro ore. L'afflusso medio corri- spondente per quell" intervallo di tempo sarebbe di 600 meti'i cub. per un secondo, c cioe quatlro volte c mezza il massimo elflusso. Pel Lemano, dopo il gennajo 1838, fatta cccezione delle se/c/tes, il massimo alzamento sarebbe stalo quello del 18 seltcmbre 1840 di O'".27o in venli(pialtro ore. Esso corrisponderebbe ad un alflusso medio di 2400 metri cub. per secondo, quadruple alF incirca delFelflusso mas- simo. Causa precipua di quel rapido alzamento fu una pioggia dirol- tissima che sussegui un vento di S. 0. Essa nel giorno 17 corrispose a millimetri 8, ed a niillimetri 72 nel giorno 18. Lo strato d'acqua equivalenle alia pioggia direlta di quest' ultimo giorno sulla superficie lacuale olfrepasscrebbe cosi il quarto dell' alzamento avvenuto. La durata assai piii notevole delle piene sui laglii di Ginevra c di Garda, e la maggior sproporzione per essi tra gli afflussi e gli efflussi massimi , in confronfo del lago di Como , devesi alia loro maggiore capacita, la quale, per cio che si e detto, va soggetta a minorc di- minuzione in tempo di piena in conseguenza della minor latitudine delle loro oscillazioni di altezza , e quindi delle minori variazioni di elflusso. Dei grandi laghi delV America settentrionale. I fenomeni prcaccennati si risconlrerebbero avvenire in una scala veramentc gigantesca ove si fosscro praticate osservazioni simili sui DELLA NATURA DEI LAGHI. Mi grandi iaglii dcll'Amcrica scUcnlrionalo, dai qiiali Iia oiiginc II S. Lo- renzo; laghi clic per la loio vaslila possono piiitloslo chiainaisi mari intcrni, c che cosliluistono la massa d'accjua dolcc piu coiisiderevole che si conosca sul gloho. Qiielli die ora veno esponeiido sono i falli che, rispetto ai laglii slessi, mi I'u date di raccogliere, i (piali, malgrado qualchc incerlezza che lasciano ancora, non cessano percio di esscre di (|ualchc inte- ressc. Cinque sono quei laghi, deUa superficie coniplessiva di 18iJ00() ohi- lometri quadrali, corrispondente cosi a 1230 volte quclla del lago di Coino, a 600 voile (juella del lago di Garda, ed a 300 volte (jueihi del lago di Ginevra. Essa \iene ad essere il terzo della superficie del teiTeno die vi scola. II lago cosi detto Superiore , che e il piu settentrionale , della su- perficie di 62000 chilonielri quadrati, ha per emissario il fiunie Santa Maria, il quale, con una caduta di 10 metri, in lunghezza di 63 chi- lonielri, si scarica nel lago Huron. Queslo, insieme al la^o illicliifjan, cui e riunito niedianle uno stretlo, forma un solo specchio d'acqua della superficie di 88000 chilomctri quadrati. 11 lago Huron si scarica nel lago Erie., della superficie di 21000 chilonielri quadrati, col mezzo del fiume detto superiormcnte S. Clair , ed inferiorniente Detroit , di una caduta di 9 metri. II lago Erie poi si scarica nel lago Ontario , della superficie di 14 000 chilometri quadrati, mediante il fiume Nia- gara con una totale caduta di 100 metri, dei quali quasi una nieta corrispondc alia lamosa cascata di Niagara. Dal lago Ontario csce il S. Lorenzo, il quale scorre pressodie solilario per 240 chilonielri avanti di rice^erc a sinistra il grandc inlluente Ottawa al di sopra di Mont- real. A mezzodi del lago Michigan vi e uneslesa pianura la quale non si cleva che di tre o quattro metri sul livello del lago , e scola le sue acque nelP Illinois che si gella nel Mississipi 20 niiglia al di sopra della confluenza del Missouri. Se quindi si alzassero di quattro o cin- (|ue metri le acque di quel lago , esse si verserehhero naturalmente nel Mississipi, locche con ogni verisimiglianza put) un tempo essere 416 DELL A NATURA DEI LAGHI. avvenuto. Per qucsla favorcvolc circostanza si e ivi inlrapresa Tcsca- vazione di un canalc alimenlato dalle acque del lago, il quale deve terininarc nell" Illiiiois , ed unire cosi il bacino dei laghi con quello del Mississi[)i (0. Quci laghi nella parte nieno profonda rimangono presi dal gelo dal novembre al principio di maggio, cioe per cinque mesi ogni anno, dopo di chc Testate succede aU'inverno senza un passaggio graduato. II signor David Stevenson, ncl suo inleressante schizzo sull'arte del- riugegnere ncirAmcrica del Nord(2), ci dice chc Fimmensa estensione di quei laghi fa si che non vadano soggetti a variazioni sensibili di livello. Aggiunge poi essersi osservato un aizaniento periodico di circa due piedi (0",61) ogni selle anni, ma che i falti relativi a que- st© singolare fenomeno non si scorgerebbero stabiliti in modo abba- stanza soddisfacenle. II signor Michel Chevalier nella recente sua opera sullc vie di co- municazione dell" America del Nord (3), partendo in generale dalle in- dicazioni avute dal signor Darby ('*), parla egli pure di oscillazioni di livello di quei laghi a lungo periodo. Ci dice di fatlo che dopo il 1830 si e manifeslato pel lago Erie un alzamento che a Detroit, sul laghelto S. Clair, sarebbe giunto a 1",60. Nel febbrajo del 1839 T osservato alzamento sarebbcsi ridotto a soli 0"',48. II lago Michigan invecc dal 1836 al marzo del 1839 si sarebbe al- zato di due piedi ed un quarto (0"',68), siccome vcnne risconlralo dal confronlarne il livello con quello del fondo del canale Illinois ivi esca- vato (*). E siccome sulla veracila di questo falto non havvi a dubitare, convien quindi credere che anche pel lago Erie e pel laghelto S. Clair nel 1836 si avesse una elevazione minore di quella osservata nel 1839. II signor Allen, che insieme all" ingcgnere Blackwell misuro nella state del 1841 la portata del Niagara, e la trovo di circa 10614 (1) Gerslner. Die inneren Communicalionen (3) Histoire et description des voies decom- der Vereignelen Slaalen von Nordamerica. niiinication aux fitals-Unis. Paris 4840. T. I, Wieii. 4 842-43. pag. 44. (2) Scketch of the civil Engineering in Norlli (4) Wiew of the United Stales. .America. London. 4838, p;ig. 68. (5) Gerslner. op. cil, T. II, pag. 48. DELLA NATURA DEI LAGHI. Ai 7 niclri cub. per secondo , oi avverte ohc il logo Eric presso il suo omissario va soggelto a variazioiii di alzaiiioiilo od ahhassanicnlo che giungono a due piedi {0"',GI), le quali pero dipciidorio dalla diic- zlone del vento, che ivi di solito spira violentissimo, aggiungcndo che lali variazloni sono di hrcvc (hirala. Nola di poi che per cagionare un sensibile e durevole alzaineuto od abbassamcuto di (|uci laghi si rendcrebbe ncccssaria una successione di parccchi anni piovosi, o di siccita (*). Lo slesso signor Michel Chevalier ci assicura che supcriorniente alia confluenza delF Ottawa il S. Lorenzo non va soggetto ad oscillazioni di livoUo maggiori di mezzo metro '2). Questo falto non sarebbe in con- traddizionc con quello indicaloci dal signor Stevenson (3), e cioe che a Quebec le piene del S. Lorenzo si alziiio per oltre tre niclri, e che a Montreal egli nc abbia osservala una maggiore ancora, potendosi cio attribuire a piene parziali di quel poderoso influenle che vi si sca- rica superiormente a quest' ultima citla. Dal complesso delle cose esposte risulterebbe abbastanza dimostrato che il livello di quoi laghi non va soggetto a variazioni sensibili, come pure che esse non sono soltanlo annuali , ma abbracciano una serie danni successivi. E che cio debba essere si ha luogo a dedurlo dal rapporto della superficie dei detli laghi a quello dell" inlero loro ba- cino, il quale, come si disse, e di 1 a 4, e dall' essere i medesimi divisi da parziali emissarj, circostanzc tutte che influiscono ad aumen- tarne la capacila, siccome abbiamo osservato preccdentemente. Pel lago di Como, di una limitata capacita, ed ove le oscillazioni di livello si estcndono a notevole altezza , vediamo qneste in ogni stagione delP anno succedersi dopo breve inlervallo di tempo a se- conda delle cause da cui dipendono. Quindi una magra jemale . ed una piena estiva, oltre ad altre piene accidentali cagionate da piogge e da rapido squagliamenlo di nevi. INel lago di Garda, che e il piii (4) Rcndieonio delle adunaiize della R.Ac- (2) Op. cit. pag. 46. cadciiiiu (Iflle scltiuu di Napoli, ii." iO, yen- (3) Op. cil. pag. 90. naio I' fclibraju 1845, pag. 69. Vol. I[. *8 418 DELL A NATURA DEI LAGHL capacc fra qiielli dl Lonibardia, clc cui osclllazioni si contcngono In piu rislroHi liinili. silTaltc variazioni avvengono assai piu lenlaineiite, c cioe dopo un iiitorvallo di tempo niaggiorc, scorgcndosi che rabbondanza o scarsezza dcllc aequo del lago in un anno hanno qualchc inlluenza anche sullo stato dell' anno successivo. Nei laghi aniericani (juesla lentezza devc essere assai maggiorc, an- che per una sorta di conipcnsazione chc ivi avra luogo in piu notcvole niisura fra alcune cause opposte. Cosi, avanli die la piena cagionala dallo squagliamento annuale dei ghiacci e delle nevi siasi dai laghi superiori propagala agli inleriori per lulli gli euiissarj inlorposli, e di gia subentrala lazionc della evaporazione csliva , il cui ellelto sara ivi necessariamente considerevole , altesa l" anipiezza della superficie sulla quale si esercita. Abbiamo veduto essere verisimile che sui nostri laghi nei niesi eslivi V evaporazione possa giungere a 12 millimetri in un giorno. Supponendo era chc in causa della temperatura piu bassa di quelle regioni sellentrionali delPAnierica reflctlo dolPevapo- razione si riducesse ivi ad una niela , calcolata sulla supcrlicie di quel laghi, escluso lOnlario, essa corrisponderebbe ad un deflusso di 11 873 inctri cub. per secondo , superiore a quello del Niagara , giusta la niisura precedentemente riferita. Gli effelti di quelle cause opposte si renderanno tanto piu sensibili quando non avra luogo die in minor misura 1" avvertila conipcnsazione , quando cioe si combinera un mi- nimo delle une con un massimo deHaltre. Cosi per escmpio, se ad un inverno abbondevole di nevi succeda un' estate piovosa e poco calda, durante la quale sia tenue V evaporazione , in tal caso avverra un alz;unento della superficie di quei laghi , che sara poi maggiore ove sitTatta combinazione si verifichi per parecchi anni consccutivi. Lo stesso dicasi per allre combinazioni di cause opposte, e cioe d' inverno povero di nevi con un estate calda c secca. Nei laghi percio di limitata superficie e capacit.^ di|)endendo le oscillazioni d' altezza princij)almente dalla misura degli alflussi ed ef- flussi, e minore essendo la diffcrenza h-a gli uni e gli altri, esse succedono quasi immedialamentc allc cause di variazione degli alflussi medesimi, ed in fin d'anno vengono ad cquilibrarsi prossimamente gli acquisti BELLA NATURA DEI LAGHl 419 colle perdilc. Nci laii;hi invecc c piu cstcsi e pin oapaci, quali sono qiielli prcaccennali dcll'Amcrica scttenliionale, per la niaggior spropor- zione tra gli alflussi e gli olflussi, per la piu Icnta pro|)aga/,ioiie dcgii elTolli dcgli iini e dcgll allri , c per la piu considerevolc influenza delle allrc cause di perdile o di ac(piisli, inaggiore puo essere in fin d'anno lo scpiilibrio Ira qucsli c quelle die darehhc luogo ad osoilla- zioni d'altezza annuali. A seeonda poi dell ordine. e della misura in piu od in meno con die tali oscillazioni si succederehhero per una serie d'anni, altesa la reciproca loro dipendenza. si verrebbe a rag- giungere col tempo un limite massimo o miniino, e ne risulterebbero cosi le oscillazioni d'altezza a lungo periodo di gia avvertile. Quelle regioni lacuali, che pocbi anni addielro erano aflatto deserle, trovansi oggidi riunite Ira loro. alle cosle deH'Oceano Atlantico. ed alia gran valle del Mississipi con mollepllci lince di canali navigabili e di slrade ferrate, e vedonsi solcate le loro acque da numerose vaporiere (*). (I) II lago Erie Irovasi ora unilo nel terri- torio del Canada all' Ontario col canale di Wel- land, lalerale al Niagara, <]el quale supera cosi la cadula. Lo stesso lago Erie, mediante il gran canale dell' egual nonie, che parte dal siio estre- mo orienlale a liud'alo , si eongiunge al fiume Hudson, e quindi a Nuova York; e con Ire canali die si staccano dalla sua riva meridio- nale ad Erie, Cleveland e Toledo , si unisce air Ohio , infliiente del Mississipi, ove metlono capo altri canali i quali partuno dalla costa orientale dell'Atlantico , ed attraversano la ca- tena degli Allegani. Un canah; nictle pure in comunica/.ione I'estremo occidentale del lago Erie con (piello incridioiiale del lago Michigan, ed ha diraniazioni che si congiungono all'Ohio. Dallo stesso lago Michigan a Chicago staccasi r allro canale di gia accennato che lo unisce alliunie Illinois, c quindi al Mississipi lungo 165 cliiloiiietri. La spesa totale della sua costruzione vennc calcolala in 43 nailioni di franchi, tre quarti della quale si richiedono pel tronco su- periore di 42 chilonieiri , ove il canale devesi incassare nella pianura dividente i due bacini per 5 o 6 ractri di profondila, escavandolo in gran parte nella roccia. II canale summentovato d'Erie, lungo 597 chiloinetri, il quale venne costrutto dal 4817 al 1825 colla spesa di 38 milioni di franchi , si sla ora ainpliando coH'enornie dispendio di altri 125 niilioni. Quesli ulliini lavori furoao incominciali nel 1836: nell' aprile 1 840 si erano di gia erugati 30 milioni , e si erano stipulati contratli fino alia concorrenza di 60 milioni. proponendosi di condurre a lermine 1' opera nel 1845. Nel 1840 erano in costruzione piii o mono avaiizala due slrade ferrate che devono unire egualmente il lago Erie all'IIudsoti. L' una, la- lerale al canale Erie, termina con Ire rami a Troy, Albany e Calskill, sull' Hudson, e I'al- Ira a Tappan, sullo stesso liumc presso Nuova York. Allre due >trade ferrate sta\an^i co- struendo fra i laghi Erie e .Michigan, ed una lerza fra quest'ullimo lago e la puiila nieridio- nale del lago Huron. II primo legno veliero \cnne costrutto su quel laghi nel 1679. Nel 1818 si costrussc il 420 BELLA NATURA DEI LAGHI. E qiilndi a prcvedcrsi che in breve una folta popolazlone si riunira nei centri di coninioirio t-he niano niano si slahilisoono sulle coslc di quci la^hi. Ed aocrcscondosi per tal modo di giorno in giorno linlercsse di oonosccrno la natura, e a sperarsi che fra non molto si possano posscdere piu accurate osservazioni per sludiarc quei fenonieni in base a dali meno incerli. Depositi lacuaii. 1 fimni che si scaricano nei laghi vi depositano le materie da essi trasportate, formando un delta alia loro foce. L" avanzamento pro- gressivo di tali depositi e tanto maggiore quant' e niaggiorc la quan- tila delle materie trasportate dal fiume, e (juant'e niinore la profon- dita del lago. Per questc cause puo avvenire che silTalti depositi at- traversino in tutta la sua larghezza il lago, formandovi una diga che lo divida in bacini separati. Cio sarebbesi \eri(icato pel lago di Como, nella parte superiore ove i depositi delPAdda lo hanno separato dal lago di Mezzola che ne era I'appendice, e nella parte inferiore ove i torrent i laterali, colla formazione di scanni alia loro foce, ne hanno divisa restremita nei laghetti di Moggio, di Olginate e di Brivio. Lo slesso dicasi pel Lambro, i cui depositi avrebbero diviso il lago di Pusiano da quello di Alserio, i quali, riunili, sembra corrispondessero all'antico Eupili , di che parla Plinio; cosi pure per la Linth, che con ogni verisiiniglianza avra diviso il lago di Wallenstadt da quello di Zurigo. Quando le acque che forinano quei depositi possono vagare sopra una superficie molto estesa, e quando a qucsta causa di rallentamento della loro velocita quella si associa dei regurgili del lago, in allora i de- positi si dispongono sotto una pendenza assai tenue, e di solito verso primo ballello a vapore, che rimase solo fino aumcntarono lino a 61 della portata (olale di al 1825 per mancanza di passeggieri e di porli 17324 tonne; alcuni de' quail giuiigevano ad sicuri. MIgliorate di poi le eomunicazioni in- 800 tonne di pnrlata. tcrne, nei 1836 se ne contavano 45 della por- Gerxltior, op. cil. — Midud Chevalier, opera lata complessiva di 9017 tonne. Nei 1839 si precitata. DELLA NATURA DEI LAGHI. 421 il loro eslrcmo, ove essa e minima, danno origine a tcrroiii palustri. So al (lisotto del livello di magra il lago ha ivi una con^idt-reNole [)ro- londila, i dcposili di solilo vi acquistano una inclinaziunc assai ripida, dovula alia piu pronla cslinzione della vclocila dollc acque afflucnti. Da un profilo del cosi detto Piano di Spagna alia foce dellWdda nel lago di Como, ove quesla deve era essere inalveala sopra una nuova linea fra S. Agata e Colioo, risulta che il terreno nella parte supe- riore ha la pcndenza di circa 2 per mille, e nella inferiore di O^.GO per mille fino al livello di niagra. Oltre un tal liniilc, nel breve trallo di GO melri , per la parte subacquea , esso prcnde V inclinazione del 3o per 100, che si suppone possa continuare fino al maggior fondo del lago. Un allro profilo simile pel piano compr(!SO fra Bondone e S. Giacomo. ove ha foce il fiume Chiese insieme al torrente Caffaro nel lago d'ldro. vcdrebbesi seguita la stessa legge tanto per la superficie superiore alia magra, quanto per la sua Scarpa subacquea, la quale pero sarebbesi disposta sotto una inclinazione meno ripida di quclla preaccennala ; e cio, a quanto pare, per la minora profondita del lago, e fors'anche per la qualila delle materie piu sollili coslituenti i depositi. Benefica influenza dei laghi sul regime dei fittmi di Lombardia. Giusta quanto fu da mc osservato in allri scritli, immensi sono i be- ncficj che la Lombardia ritrae dalP esislenza dei laghi pel miglior re- gime dei fiumi che ne intersecano la parte plana ('). Se con essi si pongano a confronlo i fiumi alpini del Piemonte, o megllo ancora (|HeIli delle venete province, che possono per la maggior parte diisi piultoslo torrenti sfrenali, le piene dei quali invadono estesi territorj. Iravolgendo sopra di essi una strabocchevole quanlila di ghiaje e ciottoll , avremo campo di sempre piu convincerci di tale verita. Chia- rificale invece le aequo dei nostri fiumi in quei vasti serbatoj . per la minorc pendenza che loro e necessaria, si sono incassati a notevole profondita, ed in rislrella valle, sotto il livello della pianura circostanle. (4) Nolizie nalurali e civili iulla Lombardia, vol. I, pag. 137. 422 DELLA NA.TURA DEI LAGHI. liinilando cosl Icstcnsionc del loro (lominlo ('). L'azione modcralrice di qiioi laghi riducondo ad una inola cd anclic ad iin qiiarlo il de- flusso dellc aequo di [)ieiia , ed auineulandolo nolle inagre successive, lo rondo assai pin costanto , o no accrosco la parlc che vienc utilizza- (a. Scemandosi per tal modo la copia dcUe aequo, o quindi la violenza della correnle nello pienc, come pure la massa dello niatorio da que- sla (rascinatc, vongon mono lo cause di corrosione dello sponde, e dello variazioni del corso fluvialo. L'affluenza nel Po di lulte quelle aequo chiarilicale servo a niantcnerne sgombro il lotto dalle materie die vi trasportano in copia gli aUri suoi tributarj torbidi , ed a con- sorvaro cosi quel niirabilo equilibrio clio si risconlra nel livcllo del sue londo poi tronchi inloriori , nialgrado Y elficacia dello cause chc tondono continuamenlo ad altorarlo. In line lo slalo di limpidczza doUe aequo slosse ne rese assai piu agevole la dorivaziono e la condotta in (juella iminensa rote di canali irrigator] die copre la nostra pianura, e die e il fondamonlo della straordinaria sua feracila dovuta aeli sforzi dellarlo, e da tulti aniniirala. Dei laghi chiusi. Poi laghi cliiusi , privi cioe di eniissarj , valgono in genorale Ic loggi che si sono indicate pei laghi aperti, rispetto alio variazioni del loro livoUo, cd agli acquisti e perdite , ma colla difforenza che, con- sistendo le ultime nello offiltrazioni soltanto , o nella evaporazione, viene cosi ad aumentarsi per ossi la capacita. Mano mano die per pioggo, 0 disgelo di nevi va alzandosi un lago chiuso, si accresce la sua superficie, e quindi T elTetto dell' evaporazione. In pari tempo per laumentata pressiono dell' aequo sui canali o meati sottorranoi pei quali ha luogo roftiltrazione, quosta si fa maggiore ; montre invoce. per la controspinta dellc aequo piii alto del lago , scemano le infil- trazioni inforiori alia sua superficie. Dall' azione contomporanea di tulle qucstc cause Ira loro opposte vengono progressivamonto mode- (<) Sislema idraiilico del Po. Mil.ino, <840, prcsso Luigi Pirola, pag. 8. BELLA NATURA DEI LAGHI. /|2.> rail in inaggiorc inlsura gll elTelli dclle acqiie affluenti fiiio a lanto die si laggiiinga lo slato di pennancnza coUequilibiio dclle peidile c degli acquisti. Abbiaino veduto come nei lagbi aperti che sieno iiiolto vasti, e di considerevole eaj)acila rispelto alia quantila delle acquc affluenti, vi sieno oscillazioni di livello annuali, ed allre che possouo cslendersi ad un pcriodo di pareccbi anni. Nei laghi chiusi, ove ininori sono le per- dile, e quindi niaggiore e lacapacila, siffalle oscillazioni annuali ed a lungo pcriodo devono cssere lanto piu pronuncialc, avendosi un inas- sinio aizamento quando siasi verificala una serie d' anni piovosi e freddi, nei quali massima sia slala la quanlita d'acqua affluenle, c mi- nima Tevaporazione. Una succcssione di cause op[K)ste vale per cagio- narc un massimo abbassamento del livello del lago. Quesla legge si rendcra manifesta coi falli che verro successivamente indicando. II piu grande dei laghi chiusi e il marCaspio, del quale TAral sem- bra fosse un tempo V appendice. Molli altri laghi simili, e di nolevole estcnsione, si Irovano parlicolarmenle nelFAsia centrale, i quali, in- sieme ai priini forniano parte di quella irnmcnsa regione che dicesi dei fium! continentali ^ ossia medilerranei. Per la simiglianza poi di quei laghi col piu vaslo di essi , nellc rccenli opcrc de' piu illustri geograli verrebbero dislinti col nome di Caspii "). lo per allro non mi occupero che dei laghi chiusi cui I" arte ha procurato un cmissario arlificiale, quali sono qucllo di Albano presso Roma, il Fucino nei re- gno di Napoli, il Trasimeno presso Perugia e quelli della valle di Tenochtltlan , ove e posta la capitale del Messico. E ne terro discoiso dopo che avro parlato delle opere eseguite o proposte per regolare Pefflusso de' laghi aperti. (1) Bory de Sainl-Vincent. == Baibi , Elcmenii di Geografia. Torino, 1844. 424 DELLA NATURA DEI LAGHI. PARTE SECONDA. OPERE ESEGIUTE PER REGOLARE L' EFFLUSSO DEI LAGIll. Lag HI APERTI. Sislemazioue dell' emissario del lago di Como. Ceniii sullc opci'c escguilc. iVbbiamo di gia osservato come le piene del Lario da parecchi se- coli divcnissero semprc plii alte, rimancndone inondala una parte della cilia di Coino, c mollc altre leire e borgate posle sulle rive del lago slesso. La causa precipua di siflalta aitcrazione si e attribuila ai de- posit portati dai torrenti lalerali aireslrcmo inferiore del ranio di Lecco, ove lia il suo emissario, chc venne cosi diviso nei tre laghelti di Moggio , Olginate, e Brivio , mediante quatlro scanni I'orinanli al- treUante strozzalure. A cio aggiungevasi i'arlificialc ristriiigimento della sezione di quesle strozzalure per opere pubbliche o private. Nelle prime si annoverava il ponte di Lecco, e gli avanzi di un antico ponte ad Olginate, come pure il chiusone di Lavello e la chiusa di Brivio; fra Ic seconde, la sporgenza di alcune fabbriche private ostrucnti la sezione del canale, cd i manulatti pescherecci. Ollre a tutte quesle cause per le quail veniva impedito lo scarico delle acquc del lago, concorreva a rialzarne le piene il piii rapido alflusso dipendente dal dissodamento dei boschi sulle coste dei monti. A maggiore intelli- genza di quanto verra esposlo in appresso si unisce la carta lopografica cd il profilo deir emissario di quel lago(i). (I) II signer iiigegiiere Eiigenio Fcrranii ci di cui si parlerii piii iiinaiizi. Egli c per cio lia gei)tiliiii'iile peiiiiesso di far uso di qucsla che ni'l pi'ofilo \\ sono alcune indicazioni le lavola, la quale andava unita alia .Menioria ine- quali nonhannorclazionc col presenle scrillo a loro elevazione. Sotto il governo ilalico si discusser© grandiosi progelli per un provve- dimenlo radicale, ma rentiladella spesa, che veniva calcolata in cinque milioni di franchi alFincirca, ed i dubbi promossi sulla possibilita di ollenerne reflelto nella misura che si desiderava, furono le cause pre- cipue per le quali nulla ^ enisse intrapreso. Si presentarono di poi pro- getti da alcuni privali speculalori, i quali avrebbero assunta 1" opera ad nn prezzo minore, piomellcndo un determinalo abbassanjenlo dclle piene; ma non riconoscendosi abbaslanza garantita ramministrazione dalle loro proposizioni, quesle non vennero acceltale. Finalmente, merce le paterne cm-e di S. A. I. R. il Serenissimo Ar- ciduca \ icere si videro esaudite le istanze delle popolazioni di quelle teiTe lacuali , quando per decrelo sovrano si inlraprese la sistema- zione dellemissario del lago mediante un piano di lavori che si eslen- deva fino a Brivio. Nel 1837 si ordino la rimozione di tulli i manu- fatli pescherecci; e venne dislrulta la chiusa di Bri>io, che soslene^a le Vol. II. 54 426 DELLA NATURA DEI LAGHI. aequo pel moviincnJo di molini, e per condurlc in acldlelro nclle fosse di fortificazione. Successivainentc si taglio il chiusonc di Lavello che erasi crello nello scorso secolo per riiinirc in iin solo canale le acque dcirAdda, la quale ivi si divideva in due rami, e per scemarne cziandio la pendenza alia cosi delta Rabbia di Lavello, dando un maggiore svi- luppo alia linea fluviale. Questa vennc cola di nuovo accorciata con un raddrizzaniento del fiunic in occasione del laglio di quel manufalto. Si escavarono di poi con un dato declivio c con una sezione nor- inalc i Ire scanni di Lavello, di Olginate, c di Lecco, o Pescarenico. La pendenza dei primi due canali l"u stabilila ncll'uniforine misura di uno per mille. La loro larghezza si delerniino in 80"" Ira ciglio e ci- glio delle loro sponde, lasciando due banchine laterali per slrada del- I alzaja, oltre Ic quali si elcvarono gli argini, il cui piede veniva a trovarsi alia reciproca distanza di lOO"". Per tenere maggiormenle rac- colte le acque in tempo di magra, nel mezzo del canale si escavo una cunetta della larghezza di 20"". Anche al canale di Pescarenico venne as- segnata la normale larghezza di 80"". Queste escavazioni furono prati- cate parte in asciutto e parte sotlo il livello delle acque. In pari tempo si deviarono i torrenti Serla, Galavesa e Bione, portando a sboccare il primo nel ramo abbandonato di Lavello, dopo il taglio ivi eseguito, e gli altri due in localit<\ abbastanza profonde del lago di Moggio, e si elevarono chiuse alio sbocco del Greghentino, e delFAspide di San Rocco per arrestare superiormente ad esse le materie, ed estrarle di poi in asciutto. Per questi lavori a tutta la primavera del 1842 si e spesa la somma di circa un milione di lire. Discussioni die vi fiiruno su tali opcre, c sciilli publilicali. 1 progelti che si fecero sotto il governo italico, e quelli che di poi venncro eseguiti, furono oggelto di discussione nei soli ufficj governalivi. II pubblico incomincio a prendervi parte allorquando nel fascicolo di agosto 1838 della Bibliotecu Ifaliana apparve un articolo delLinge- gnei'c Bruschetti, ovc egli prese a trattare di questo argomcnto. Dopo aver dato ragguaglio di una Memoria inedita del defunto ingegnere DELL A NATURA DEI LAGHL 427 Filippo Ferranll, nclla quale si considcra iin piano di opero conforme ill massinia a qucllo die venue intrapreso, egli iiilesc diniostrare clie altro ve ne sarebbe slalo assai piu seinplicc, la cui spesa, per oltenere il bramalo abbassamcnlo delle piene del lago, non avrebbe ollrepas- sala la somma di lir. 100000. Flsso doveva consislerc nel lagliare il chiusone di l.avello, ed, occorrendo, anchc la chiiisa del Tovo, infe- riorc a Brivio, c nell' applicarvi un sistenia di paraporti per regolare relflusso delle acque del lago di Como. Paragonaiido T einissario di queslo ad un vaso diviso da dialVaninii , ai quali corrisponderebbero, a suo aw'iso, le mentovate slrozzaturc di quello, egli prclcndcva che, oltenendosi un dato abbassaniento negli sconiparlimenli o baoini in- feriori per raumenlato scarico delle acque, 1" abbassaniento slesso do- vessc essere assai maggiore nei bacini supcriori , e quindi nel lago di Como. Chiesto su tale quislione il mio parere, in una lettera che ebbi a scri- vergli, e che venne da lui pubblicata nel lomo 93." del delto giornale, Icnlai diniostrare che non era, secondo me, applicabile nel caso con- crcto la doltrina preaccennata deU'efflusso dei vasi divisi da diaframmi. Ed osservava poi che in qucsli V abbassaniento ottenuto per mag- giore liberla di efflusso in un compartimento inferioie ne cagionerebbe uno bensi eguale, nia non maggiore, nei comparlinienti superiori, e che , avulo riguardo alia minore dipendenza die vi ha comparativa- mente fra Tuno e T altro bacino delPemissario del lago di Como, do- vrebbe ivi indebolirsi in modo assai piu sensibile T influenza delle va- riazioni di livello dei bacini inferiori su quello dei superiori a scconda del numero e della disposizione delle strozzature intermedie. In altra lettera di risposla, die fa seguito alia precedente, egli so- stenne ancora il suo assunto, e cioe che ogni diflerenza o variazione di livello in una tratta inferiore, 'porta seco una simile e maggwr va- riazione nella tratta superiore , come avviene pei vasi divisi da dia- frammi ove, secondo lui, ha luogo la stessa legge. Non osservo quindi che in quei vasi le maggiori variazioni di livello dei bacini superiori in confronto di quelle degli inferiori si ha bensi per una variazione di afflusso, ma non gia per maggiore, o minore liberla di efflusso nell in- 428 DELLA NATURA DEI LAGHI. fima luce di scarico, esscndo in ltd caso eguali, come aveva di gla iii- dicalo, le variazioni di livcllo in Uitli i comparhnienli supcriori. II pi'incipio da mo dimoslralo col somplicc ragionamcnlo vcnnc in allora illustralo dall' ingcgnore Possenli in una prcgevole Mcmoria in- torno alio slosso argomcnlo, ove considcro le singole strozzalure del- rcmissario di quel lago siccome allrellanti slramazzi', applicandovi il calcolo idromelrico relalivo alia dollrina di qucsli; dolla quale ipolesi si parlcra piii avanli. II principio slesso poi avrebbe ollenula la piu luminosa conferma dal fallo, ricavandosi dalle osservazioni pralicale sullintero emissario chc gli elTetti dclle opere mano mano esoguile alle singole strozzalure erano lanto piu sensibili nei bacini superiori, quanlo piii esse vi erano immediate; e die dalla inlera dislruzionc del Chiusone di Lavdlo non si otleneva quella depressione dellc aequo del lago di Como cbe lingegnorc Bruschelli si ripromctlova dall'ap- plicazione di semplici scaricalori con porte al chiusone suddello. Sludj per determinarc gli effclli dclle opeic cscguile. Ossertazloni contemporancc agli idroiiiclri di Como c di I'adeino. Si fu in queir occasione che presi a studiare un argomento di tanta imporlanza, raccogliendo le osservazioni che, coordinate, po- levano condurci a qualche conclusiono sopra una materia pressoche nuova, 0 nella prima parte di questa Memoria ne ho esposti in termini generali i risullamenti. Ora verro indicando quelle osservazioni o studj che avevano per iscopo di deterniinare gli effetti delle opcre eseguite per la sistemazione del detto emissario, od i provvodimenti che sarob- bero a darsi ancora per ottenere completamente lo scopo cui sono in- tese, aggiungendo ulteriori considerazioni sui principj generali preac- cennati dcdotte dalla applicaziono di ossi a quosto caso speclale. Prima mia cura si fu quolla di porro a confronto una serie di os- servazioni contomporanoe praticate alPidromolro di Como, e ad allro idrometro suHAdda, infcrioro all'omissario, tanlo anteriormente, quanto posteriormento alle opere, per riconoscere cosi relTello di queste alia prima di esse scale idrometriche. A tal uopo riescirono opporlunissime DELLA NATURA DEI LAGHI. 42i) le osservazioni fatlc negll aniii 183a c 1836 alP idromctro posto iiel- r ultima conca del Naviglio di Padeino, ovc queslo sbocca nellAdda a 10 cliilonictrl al dlsollo di Brivio, osservazioni chc furoiio giornal- mente continuale dope I'inlrapreiuiiincnto dei lavori. Pcrciie le iiidicazioni dei due idromelri avessero a servirc al fine cui io njirava, dovevano avere fra lore perfella corrispondenza, o cioe riferirsi ad un egualc deflusso lanlo per 1" einissario del lago quanlo per TAdda a I'adcrno. E siccome le osservazioni facevansi alia slessa era per le due scale idrometriche,ed a toglierc silfatta corrispondenza polevano influirc le piene parziali dei lorrenlelli inlerposli, come pure il tempo necessario perche le variazioni di deflusso si comunicassero da Lecco fino a Paderno, ad evilare le anomalie clie ne sarebhero de- rivate, adotlai il parlito di porre a confronto i due idromelri nelle diverse allezze del lago solo allorquando si aveva per esso e per 1 Adda uno slato di permanenza, quando cioe in due o Ire giorni consecu- tivi non si avevano in enlrambi i luoghi variazioni d'altezza mag- giori di qualche cenlimetro. Per riempire le lacune che ne risul- tavano , aggiungeva i termini mancanti coi noti melodi d inler- polazione. Scale idrometriclie compiiralive. Nel prospetlo VI vedonsi nella prima colonna le altezze successive di decimetre in decimetro della scala idromelrica di Como, cui nella scconda colonna sono contrapposte quelle conlemporaneamente osser- vate a Paderno prima delle opere. Nel prospelto MI poi ho riporlate cgualmente nella prima colonna le successive altezze della scala idro- melrica di Como, e nella seconda quelle conlemporaneamente osser- valc a Paderno dopo le opere. Giovandomi delle preaccennate indi- cazioni del Prospetlo YI, nella Icrza colonna del Prospelto MI ho contrapposto le altezze che si sarebhero avule allidrometro di Como prima delle opere, in corrispondenza a quelle dell idromelro di Paderno, ossia i punti omologhi della scala prlmiliva ; e nella quarla colonna T abbassamento che si e oltenuto nel lago di Como /|30 DELLA NATURA DEI LAGHI. per eflelto dellc opcre slcsse. Scorgcsi cosi clie laic abbassamcnlo sa- rcbbe di cent. 2i> alio slalo di massiina niagra avvcnula dopo Ic operc, cioe a 0'",40 sollo lo zero (<); obe andrebbc crescendo fino a 0"',60 perl'altezza di 1 "".20, ed a 0'",67 per un'altczza di 2"',20; dopo di chc si ridiice T abbassamcnlo a soli cent. 43 airaltczza di 2"", 87, li- inile massinio ciii giunsero Ic acque del lago di Como dopo le opere escguite. Qiiesli risultamenli pero si rifcrircbbero ad uno stato di permanenza del lago per le successive altezzc indicate, senza porgere alcuna idea degli cffetti die si otlerrebbero nel supposto di lago variabile dipen- denlemenle dalla misura della capacita ne' diversi suoi stali, la quale sarcbbesi alterata in conseguenza dei lavori eseguiti. Nella jirima parte di questa Memoria abbiamo veduto come in tal caso gioverebbe de- terniinare una scala delle variabili capacita del lago per giovarsene in quanto si possa, e come per procedere al calcolo relalivo sia mestieri avere la scala delle supeificic del lago, e quella degli efflussi per I'una e laltra delle supposte condizioni. .Scala delle supcrficic del lago. La prima delle dette scale Tho dedotla dalle misure che si posse- devano della superficie lacuale nello stato di piena ordinaria , e dai risultamenli delle livellazioni del cosi detto piano di Spagna, ove si espandono in maggior misura le acque del lago di Como, le quali in caso di piena vanno poi a confondersi con quelle del lago di Mezzola senza pendenza apprezzabile fra Tuno e Tallro, e quindi formando un solo specchio d'acqua. Alio stato di zero delF idrometro di Como la superficie del lago sarebbc di cbil. q. 136,753, e per ogni deci- metro dalzamento andrebbe aumentandosi di cbil. q. 0,30 fino a l'",60, giungendo in allora a cbil. q. 144,733. Da quel punlo fino a 2"',20, aumentandosi progressivamente la mutua dipendenza del lago di Como (1) La della magra dciraprile 1844 e vcranienle slala di Oi^jS? sollo lo zero, ma si e preso it mimero tondo per coraodo della soala. DELLA NATURA DEI LAGHI. 431 e dl qiiello di Mczzola fino a forinare , come si dissc , uno spccchio d'acqua unico, si c lilenulo accrcscersi la superficie del lago di Como di due chil. q. per ogni decimctro di alzanienlo , portandosi cosi a chil. q. li>6,7iJa, supposizioiie per ailro che si fa in via di seniplice approssimazione. Per i successivi alzamonli si e adoltato ancora il pri- luilivo incrcmenlo di chil. q. 0,oO per ogiii deciinelro, con che si hanno risultainenli poco discordanli da quanlo venue indicato rispelto alia estensione delle inondazioni nelle niaiigiori piene conosciiile. Per gli slali di magra inferiori alio zero si considera coslantc la superficie lacuale, atlesa la tenuila delle variazioni di livello, e la ripida inclina- zione delle spiagge subacquee precedentemente avvcrlita. Scalu dcgli cffliissi iiclla priiniliva cd odicrna cundizione del lagn. La scala degii efflussi che si da nel precilalo Prospelto \I e quella slessa che ho esposla nei Cenni Idrografici siilla Lombardia, ove ho nolalo le fonli da cui si e ricavata, ed il nietodo seguito per determi- narla. Di quesrullima scala ho approfiltato per conipiere il Prospello \ II, ove nella quinla colonna si sono indicali gli efflussi corrispondenti alia scala idromelrica di Como dopo le opere , ricavandoli da quelli del detlo Prospelto VI relativi alle altezze dell' idrometro di Paderno, il quale viene a servire cosi di anello di concatenazione per tali con- fronti. Imperciocche e a ritenersi che, a pari altezza, a quest" ultima scala idronietrica corrispondano eguali efflussi dell' emissario tanto nella primiliva, quanto nelPattuale condizionc di esso , per la quale circostanza avevamo di gia detcrminati i punti omologhi , ossia di eguale efflusso, delle due scale idrometriche del lago, anche senza la cognizione degli efflussi effettivi che venncro di poi calcolati (". Nelle colonne sesta e settima del Prospetlo VII si fa poi anche il confronto cogli efflussi primitivi a parila di altezza. (1) Per gli slali di inassinia magra M-orgonsi pare, alia magglore o minor ctipia deiif sor- alcune anomalir iiflle inJicazioiii lici dueidro- genii da cui e aiinienlala i'Adiia fra roiuissa- metri, le quali pero si limilano a qualche cen- rio c Paderno, che dipcnde priiieipalmcnlp da tiinctrodidifTerenza, e sono allribuibili, a quanlo quella della neve cadtila ncH'inverno. 452 BELLA NATURA DEI LAGHL Scala (Ivllc variabiii capacita del lago. Col sussidio delle scale prcacccnnatc dcllc supcrndc lacuali, c dcgli cfflussi ho caloolala nel Piospello VIII la scala dcllc variabiii capa- cita del lago, in enlrambc Ic sue coiidizioni. Nclla prima parte si con- sidera lo stato primitivo, e paitcndo dalla massiina magra lino a 5'",30 siillo zero, si suppone avvenulo un successive alzamento di 20 cent, ad ogni intervallo di 2-5 ore. Contrapponendo ad ogni altezza il corri- s|)ondenle efflusso unitario, si e preso lefflusso medio fra due giorni conseculivi, e si e calcolato T efflusso inlegrale moltiplicando 1' ultimo per 86400, numero de' secondi compreso in 24 ore. Da 3"',20 a 3"',30, per un alzamento di soli 0'",10 si e in via proporzlonale limilato il tempo a sole 12 ore. Contrapposla poi a ciascheduna altezza la cornspondenle superficie lacuale, e presa la media fra le consecutive, si e nioltiplicala per T al- zamento giornaliero, avendosi cosi Paumento delle acque del lago, Sommata questa quantita colF efflusso integralc, se ne e avuto volla per volta T afflusso inlegrale; e, dividendo per questo Paumento delle acque, se nc e ricavato Tespressione della capacita. Nella seconda parte di quel Prospelto ho determinali i punli omo- loghi, ossia di eguale efflusso, della nuova scala corrispondenti a quelli contemplati nella piima parte, e con un raetodo simile vennero determinati , oltre agli efflussi inlegrali, che sono ancora gli identici. i successivi inciementi di volume delle acque del lago, gli afflussi inlegrali, e le espressioni delle parziali capacita. NelF ultima colonna poi ho indicato il rapporto di tale espressione con quella della capa- cita primitiva. Per tal modo si hanno i confronti di tutti questi ele- menti per le parti nmolofjhe del bacino lacuale rispetto ad entrambe le condizioni delTemissario. Parlando delle due scale idromelriche comparative del lago, si e vedulo dal confronlo dei punti omologhi che T abbassamento sarebbe di 0"'.23 air altezza di — 0"',40 soltolo zero della nuova scala; diO^.GO a -hl^.-SO; di O^G? a 2'".20; e di 0"',45 a 2^87; allezza massima avutasi dopo le opere. DELLA NATURA DEI LAGHf. /i33 Cosi pel primo intcM-vallo sarebbcsl aumcnlala iiclla dirczlone ascen- dente la divcrgenza dclla nuova scala in ragione di 0,56 : 1,60, ossia di ^; pel sccondo di 0,07 : 1,10, ossia di ,"^,; e pel Icizo inveccsi sa- rebbe diminuita la divcrgenza in ragione di 0,2*2 : O.o7, ossia di 7^,. Da qucsla circostanza polcvasi arguire clic pei- i priuii due intervalli do- vesse essere scemata la eapaeila, cd in una misura maggiore pel primo; e cbc rispelto all" ultimo la eapaeila slessa dovcva essersi aumentata. E difatli i rapporli esposli neirullinia eolonna del ProspeHo Mil in- diclicebbero all ineirca la slessa eosa , ma eon parziali anomalie di- pcndenti dagli cflellivi conl'ronli dcllc seale idromelricbe eoi (piali si formarono i Prospelli VI e VII. In visla di cio si sono sommali sepa- ralanicntc gli aumenti successivi di volume delle aeque, e gli afflussi inlegrali del Prospelto VllI per ciascbeduno di quei Ire intervalli preac- cennali, e si sono dcterminali i rapporli di lali quantita esprimenti la eapaeila media. Dal confronlo poi di questi rispelto alio slalo alluale si avrebbcro pel primo inlervallo 0,931 della eapaeila primiliva; pel secondo, 0,932; c pel terzo, 1,212. Da cio si puo inferire che real- mente per i primi due intervalli si ha una minore eapaeila , ma che la diminuzione non risulterebbe sensibilmente diversa per 1' uno e per raltro, come sarebbesi invece arguito col solo dalo della maggiore o minore divergenza delle scale degli efflussi, concludendo che a scemarc pel secondo inlervallo la eapaeila abbia maggiormente influito la piu considerevole diminuzione delle superficie lacuali. Ma per cio che si e detto quei rapporli esprimenti Ic eapaeila de- vono per lore natura variare eve si cambi la misura del tempo stata assunla per i confronti istituiti , atteso che in allora non si conserva la proporzionalita fra gli efflussi e gli afflussi. Per riconoscere lino a qual punto questa circostanza possa influire nel caso presenle. ho de- terminato quei rapporli anche nel supposto di un tempo doppio. ossia di un alzamento progressivo di 0™,20 in 48 ore; e pel primo inler- vallo ho avuto 0,896, e pel secondo 0,912, i quali difl'eriscono dai precedenti 0,931 , e 0,932 , cd indicano pel secondo inlervallo una minore diminuzione di eapaeila, riducendosi pero in queslo caso il di- vario a j^. Se si consider! che cio si e avuto duplicando il lenq)o degli Vol. II. 55 434 DELLA NATURA DEI LAGIII. efflussi ed affliissi, si potra concluderc che, quanlunquc Ic acccnnale esprcssioni dcllc capaclla sieno varlate scnza conscM'varc fra loro la stessa proporzione , pure la diffcrenza non c tale da non potcr esse servire con sufficienle approsslmazione per le pratiche applicazioni. Calcolo comparativo per ana cguale successionc di afflussi. Abbiamo veduto nella prima parte di questa Memoria come gli ef- fctti di una alterazionc delF emissario si possano detcrmlnare non solo nel niodo precedonle, ncllipotcsi cioc di una seric di efflussi rispetti- vamente eguali per le successive parti omologhc del bacino lacuale; ma col supporre invece per Tuna e per Taltra condizione del lago una serie di afflussi rispettivamentc eguali, che si succedano cioe collo slcsso ordine di quantita e di tempo , partendo per entrambi i sup- posti da uno slato permanente del higo corrispondente a punti omo- loghi, ossia di eguale efflusso. Rispetto alia condizione primitiva del lago questo calcolo Tho istituilo nel Prospelto IX per la slraordinaria piena del 1 829 , e T ho di gia esposto nei Cenni Idrografici che for- mano parte delle IVotizie Naturali e Civili sidla Lomhardia. Essendo esse affatto simile a quello del precedente Prospetto Ml! per la dc- terminazione degli efflussi integral!, delle successive variazioni di vo- lume delle acque, e degli afflussi integrali, inutile riesce ogni ultcriore spiegazione in proposito. Notero soitanlo che neU' ultima colonna ho aggiunto anche gli afflussi unitarj mcdj per porli a confronto cogli efflussi corrispondenti, e dimoslrare come i primi vadano soggetti ad oscillazioni comparativamente maggiori, e raggiungano una misnra di gran lunga piu considerevole. Questo calcolo avrebbe potuto giovare per determinarc gli eflelti che si avrebbero nelFattuale condizione del lago ove dovesse rinnovarsi quella memorabile piena, ove cioe avesse a ripetersi una idenlica succcssione di afflussi ; ma siccome ci mancano i dati necessarj per le maggiori altezze del lago, in quanto che quelle osservate dopo le operc non giunsero al limite che si richiederebbc per siflatto calcolo, di sua natura alquanto laborioso, ho preferilo di applicarlo invece a casi che si sono di gia verificati, e per i quali mi- nori sono le incertezze. DELLA NATURA DEI LAGHI. 435 La pubblica voce ha avvalorala roplnione che, in conscguenza dei lavori escguili, in caso di magra ne risenlono uii danno notcvole i canali di derivazione dcU'Adda per la sc-cmala copia delle acque , e che d'altra parte Ic piene di queslo fiume divcnncro piu frequenti e piu elevate die non fossero in addietro, con pregiudizio dei territorj inferiori che vi sono soggetti. Per riconoscere se tali opinioni hanno qualche appoggio, ho preso ad esaminare cio che e avvenulo nci due slati di niaggior magra e di niaggior piena verificatisi dopo le opere, e cioe nclla magra di pri- mavera e nella piena autunnalc del 1844. Calculo di cunfronto per la magra del (Sit. I\el Prospello X si espone il calcolo di quella magra che eslendesi dal 28 novembre 1843 al 26 maggio 1844, parlendo da uno slato di permanenza del lago che duro cinque giorni senza variazioni mag- giori di un centimetre. Nella prima parte vedonsi determinali coUe regole preaccennale gli efflussi ed alflussi per tutto quel periodo , te- nendo distinta la porzionedi questo corrispondcnte alia stagionejemale, per la quale si ebbe un continue decrcmento delle acque fino cioe al 13 aprile, dall'altra successiva ove invece si ebbe un incremento progressive. Nella scconda parte di questo Prospetto si determinano gli efletti che si sarebbero ottenuti ove la magra stessa si fosse verificata nella primitiva condizione del lago, ove cioe, partendo da un eguale stato di permanenza di esso, ossia da un punlo omologo. si fosse in allora avuta una serie di afflussi coll' ideritico ordine di quanlita e di tempo. A questo fine col sussidio del Prospetto VII si e trovato che I ef- flusso unitario di m. c. 148,80, che orasi ebbe a 0",42 sopra Jo zero, sarcbbesi invece avuto a 0'",8422. Date poi lafflusso integrale di 96,71 o milioni di m. c. per le prime 288 ore, si e ricercalo di quanto dovevasi abbassare il lago nella primiliva sua condizione perche la diflerenza fra Tefflusso integrale corrispondenle^d il vo- lume di dirainuzione delle acque equivalesse al delto alflusso inte- 436 DELLA NATURA DEI LAGHI. gralc. Colla rcgola di Msa posizione , dopo alcuni tenlativi , si e Iro- vato flio nil tale abbassamcnto dovcva csscre di 0'",261i>, riducen- dosi cosi r altozza del lago a 0"',i>»07. Dlfalli In tal caso V cfflusso unilario sarebbe stalo inline m. c. I08,ij^; relllusso unilario medio, ossia la media aiilmeliea di queslo e dellclfliisso primitive, m. c. 128,67; e relflusso inlegralc 133,405 milioni di m. c. per le suddelte 288 ore. La superficie del lago, in principio, sarebbe stata chil. q. 140,966, e quella dopo il mentovato abbassamento cbil. q. 139,638, che danno la media arilmelica di chil. q. 140,312; e moltiplicala questa pel detto abbassamento di 0"',2613, si ha il volume di diminuzionc delle acquc del lago in 36,692 milioni di m. c. Sollralta quesla quanlita dallefflusso intcgrale di 133,403 milioni dim. c, la differenza 96,713 esprime ancora con lulla approssimazione V alflusso inlegrale chc erasi assunlo dapprima. Con un metodo simile, dato per le successive 240 ore Tafflusso integrale di 37,336 milioni di m. c. , si e Irovato F abbassamento di 0",1819, e cosi di seguito lino al 13 aprile, e cioe per lo spazio di 3288 ore. II lago erasi in allora ridolto in istato di permanenza, conscrvan- dosi a — 0"',37 dal 29 marzo al 13 aprile, per un intervallo cioe di 360 ore; e quindi nella prima parte di questo prospetto si era ri- pigliato il calcolo con un efflusso unilario di m. c. 23,88 che vi cor- risponde. Ma, nel supposlo della primitiva condizione del lago, non sarebbesi avuto a tulto rigore un tale stato di permanenza, in quanto che nello stesso intervallo di tempo il lago sarebbesi abbassato di 0"',0043 e r efflusso unitario sarebbesi ridotto da m. c. 24,60 a m. c. 24,13. Altesa pero la tenuita di talc diflcrenza in confronto del tempo cui si riferisce, si e qui pure ripigliato il calcolo considerando T ultimo ef- flusso unitario di m. c. 24,13 corrispondente ad uno stato di perma- nenza, per Taltezza di — 0™,1082. Con un metodo analogo percio si e trovato che per le prime 24 ore, dato Tafflusso integrale di 4,894 milioni di m. c, il lago sarebbesi alzato di 0'",0198, con chc T efflusso integrale sarebbe stato 2^,171 milioni di m. c. , e I'aumento delle acque del lago 2,178 milioni di BELLA NATURA DEI LAGHL 437 m. c, clic sommall danno 4,»»» milioni di m. c, numero prossiina- mcnlc eguale a qucllo osprinieiilc 1" alflusso inlcgiale piTacceniiato. In tal modo si e proscguito lino al 2G inagglo, e cioe per lo spazio di 1032 ore. Avanti di parlare dei confronti islituiti fra i risullainenti aviili in enlrambi i supposli, si osserva che nclla slagione jcinale (iiiandord- flusso nnitario del lago corrisponde a circa m. c. 80. lulti i caiiali di derivazionc dell" Adda hanno la loro inlera conipelenza, menlre per ottencrc cio nclla slagione csliva delle irrigazioni e meslieri chc lel- flusso medcsinio si porti a ni. c. 100. Ollrepassando queslo i liniiti suindicali, il soprappiu dellc acque Irascorrc nel liunie in pura peidita, c qnando ne c niinore , no solTrono in complesso una proporzionala deficienza le derivazioni. I confronti percio si fj\ranno in enlranihi i easi chc si prendono a considcrarc Ira le quanlila dacqua efflueiili ulilizzabili sollo cli indicali limili. NcUo stato altuale del lago, partendo dal 10 dicembre , Icfflusso nnitario sarebbesi ridolto al liniite dell" intera compel enza jemalc, di m. c. 80, cui succede la deficienza dellc acque, dopo 184 orcj^; mentre nello slato primilivo del lago cio sarebbe avvenulo 95 ore dopo il 20 dicembre, quindi con un ritardo di 148 ore 77;;;, ossia di giorni 6 ore 4 7^- Ihinquc. in consegucnza delle opere eseyuife. per la .scemata capacitd del logo, viensi ad anticipare la deficienza delle acque al formarsi della maxjra. Confrontando ora per lo stesso periodo la quanlila assolula d acqua ulilizzabile in enlrambi i supposli , partendo per lo slato altuale dal punlo in chc Iclfliisso nnitario si c ridolto al delto limitc della conipelenza intera jemale di m. c. 80; in 2817 ore ^,^ fino al 13 aprile, Icfflusso inlegrale sarebbe slato di 572,078 milioni di ni. c. Per un tempo eguale, nclla primitiva condizione del lago, I efflusso inlegrale sarebbe slato invecc di 586,o99 milioni di m. c. , calcolata soltanto la parte ulilizzabile, e trascurato quindi Teccesso sui m. c. 80 per 1" chc si e avuto in principio di (piel periodo. Per effetto adunque delle opere esegtiite ^ fino al 13 aprile, sarebbesi a<:uta una perdita di 13,821 milioni di m. c. d' acqua jemale ntilizzabile, con danno dei canali di derivazionc. 458 BELLA NATURA DEI LAGHL Passando a fare un confronto simile per le acque cosi delte estke al cessare della magra nel sccondo poriodo preacccnnalo di questa, parlendo dal 13 aprile, liiilera coinpelenza di 100 in. c. per l" sa- rebbesi ora avuta dopo 70 ore T^ij; successive al 21 maggio, inenlre nello stato priniilivo cio sarebbe avvenulo dopo 23 ore t;;^ successive al 23 maggio, di modo che per la scemata capacita del logo, in con- seguetiza delle opere, I' intera compcienza estiva dei canali di derivazione avrebbe con loro vantaggio anticipoto di 49 ore 7^,. Rispelto poi alia quantila assolula degli efflussi , arreslandosi per queslo secondo periodo al punlo ove nella primiliva condizione del lago sarcbbcsi raggiunto appena il limite dell' intera compctenza, con che si aATebbe un intervallo di 1031 ore 7^^, e calcolata qui pure nello stato attuale del lago la sola parte delflusso utilizzabile che vi corri- sponde, si avrebbe in lal caso T efflusso integrale di 188,183 milioni di m. c. , e nello stato primitivx) quello di 181,869 milioni di m. c. Quindi per quest' ultimo tempo le derivazioni avrebhero guadagnato il defusso di 6,316 milioni di m. c. in conseguenza delle opere eseguite. Questo guadagno di dcflusso non giungerebbe veramente in quan- tila alia meta della perdita precedente, ma se si calcoli il valore del- I'acqua nelFuno e nellaltro di quei periodi, esso supererebbe la per- dita stessa a molti doppi. Ne basta in tal caso porre a confronto i so- liti prezzi delle acque jemali con quelli delle estive, che variano di gia da 1 a 10, dovendosi invece considerare 1' utile incomparabilmentc maggiore che si ottenne dair accennalo aumento d' acqua irrigua nella circostanza oltremodo critica di quclFarida primavera. E difalto esso sarebbesi avulo dal 28 aprile al 26 maggio, e per oltre una meta dal 18 al 26 maggio, in un momento che era decisivo per la perdita dei prodolti del suolo nel Milanese, Lodigiano e Cremasco. Dalle pre- messe cose se nc puo quindi inferire che la scemata capacita del lago di Como in magra^ in conseguenza delle opere eseguite al suo emissarto^ se e cagione di qual che perdita nelV uso delle acque jemali^ la compensa ad usura col piii pronto scarico delle acque esti^^e nella susseguente pri- mavera^ quando maggiori sono i bisogni deW irrigazione. DELLA NATURA DEI LAGHI. 459 Calcuin simile [kv Id piena dell' uUulire 18411. Rispcllo alia piena del Uri'i il calcolo die si dii nel Prospctto \1, simile al preccdcntc , e pure diviso in due parli. Nella prima si de- tcrminano gli elflussi ed afflussi die eflettivamenle si sono avuli, e nella seconda, dali i succcssivi afflussi integrali ricavali in tal modo, si sono determinali gli elTelli clie si sarebbero ottonuli nella primiliva condizione dell' emissario , prevalendosi senipre delle scale degli el- flussi relative ad enlrambi i supposli, e di (piella delle superfioie del lago di gia indicala. Queslo calcolo dovrebbe parlire da uno stato di permanenza del lago per porsi in parita di circostanze nei due casi die si prendono a considerare. Ma siccome esso fu variabile per un inlervallo di tempo anleriorc assai lungo, fu niestieri incominciare da un punlo meno distantc, tratlandosi, come si disse, di un conteggio alquanto laborioso, e si c percio scelto il 18 ottobre, nel quale il lago trovavasi alio stesso livello del giorno precedenle, di 2'",18, e quindi se non in uno stato di permanenza, in quello almeno di equilibiio di qualclie durata. Avvenuto poi un abbassamento di 8 centimetri nel giorno 19, nel succcssivo giorno 20 sarebbesi questo limitalo a 2 centimetri, rialzandosi nel giorno 21 di 23 millimelri, di modo die anclie in questi due giorni precedent! la piena vi sarebbe stato un certo quale equilibrio prossimo alia condizione di permanenza. Richiamando per i particolari di questo calcolo quanlo si e detto per quello defla magra, vedesi come nella seconda parte, incominciando dal supposto stato di permanenza del lago, e da un punto omologo delle due scale idrometriche, siasi trovata giorno per giorno qudia variazione di livello die adempiva alia condizione di csaurire I" alflusso integrate corrispondente colla somma, o dlflerenza dellefflusso inte- grate contemporanco, e del volume d'aumento, o di diminuzione deUc acque del lago. Delerminati cosi di mano in mano gli abbassamenti otlenuti in con- seguenza delle opere eseguite, i rapporli e le differenze degli elflussi. se ne hanno i seguenti risultamcnti. 440 DELLA NATURA DEI LAGHI. Nel colmo dclla plena, e doe il 26 ollobrc, T abbassamcnlo sarebbe stalo di O^GIT. L'efflusso iinilario medio fino al ."() otlobrc sarebbe stalo scmpre iniiiore. e partioolarnienle nel cohno della piena, ove la diminuzione giiingerebbe quasi al 7 per 100, ossia a m. c. 37,72. L'efflusso unitario massinio sarebbe slato nunore di m. c. 40,55. Lelflnsso integrale pel delto periodo della piena sarebbe stato di 6oO,7G7 niilioni di m. c. nellaltuale condizione del lago, mentre nella priniiliva avrebbe raggiunto i 671,491 milioni di m. c, di modo ohe sarebbesi ora avuto una diminuzione di el'flusso di 12,729 milioni di m. c, ossia di circa il 2 per 100 in complesso. \errebbe con cio provato, in opposizione a quanto ha ammesso la pubblica opinione, die, in conseguenza delle opere esegnite^ nella piena deW oUobre 1844 e stalo minore lo scarico del lago in confronto di quanto sarebbe a^^venuto nella primiti^^a sua condizione. Non starebbe percio il fatto die per tal modo siasi amnentata V altezza e la durata delle maggiori piene deW Adda a danno dei territorj inferiori. Altro calcolo simile per iina piena ipotclica. II primo degli esempj addoltl per Fapplicazione del calcolo prece- dente riguarda il solo stato di magra, ed il secondo quello di piena; e siccome questa parlirebbe da imo stato di permanenza alquanto ele- vato, non avi-emmo cosi un'idca degli efl'etti della variata capacita del lago per gli stati intermedj. Imperclocche , quando in silTatto cal- colo si parte da un dato stato di permanenza del lago , il grado di capacita relativo agli stati piu depressi non vi ha pin alcuna influenza. \edulo die di solito le piene del lago avvengono dopo che si e ri- dolto prossimamente alia condizione di permanenza in uno stato di acque ordinarie, o poco piu elevato di questo, ho istituito nel Pro- spetlo XII un calcolo analogo pel caso ipotetico di una piena che. nella primitiva condizione del lago, si formi parlendo da l'",10 suUo zero dciridromclro di Como, c che rialzi giornalmente il lago per 10 cen- liinelri fino a quel limite pel quale abbiamo osservazioni comparative, doe fino a 5'",40 della scala primitiva. DELLA NATURA DEI LAGIII. 441 Seguendo Ic stcssc rogolc del Ct-ilcolo prcccdeiito si darino i risulla- mcnli analoglil di cfflussi , iiicrciiKMili di volmiic dclle acqiie, cd af- llussi , iioUa prima parte per 1 aiileriore ooiidizionc del la^o , e nclla seconda parlc per ralluale, dopo cioe Ic opero per la sisleniazione deireiiiissario. Nella qiiarla colonna di quesla si da T abhassaiuento che si sarebbc oIUmhiIo, e iieir ultima il rapporto collefflnsso primitivo. Circa alF abbassamcnlo , parlciido dal liinile iniiiiiiio di O'",42o al priiicipio della piena, si giunge al massimo di 0"'.;5}{i» a 2"'.Al'i\ della scala attuale, dopo di olie esso va riducendosi a (V".;)o6 allaltezza di 2'",844. Per gli elfliissi \edesi il maggior incremeiito , die varia dal i> al 9 per 100, dal principio fiiio a r',()82 di essa scala, in con- fronlo degli elllussi primitivi; quindi un laic ccccsso va deciiiiando avvicinandosi gli elfliissi all" cguaglianza a 2"',4IiJ, cui corrisponde al- rincirca anche il massimo abbassamento; dopo di die essi divengono mincri. E eonfrontando le somme parziali degli cfflussi integrali per que' tre inlervalli distiiili , si avrcbbe pel prinio nello stato attuale il rapporto di 1,067; pel secondo quello di 1,043; pel terzo quello di 0,98i}, e per termine medio quello di 1,036 coirefflusso primitivo preso per uuita. Falto con questi dati il calcolo sugli cfflussi unilarj , si avrcbbe per ternn'ne medio ncl primo intervallo un aumento di m. c. 19,68; pel secondo, di m. c. 21,16; e pel terzo, una diminu- zione di m. c. 9,41. L' cfflusso massimo poi sarebbc sccmalo dim. c. 24,64. Cosi per altra via avressimo oltcnuti dc'risultamenti pressoche conformi a quelli del Prospctto VIII al fine di dimostrarc in cbe consistano le modificazioni cui c andalo soggctto il vario grado di ca- pacita del lago in conseguenza dclle opere eseguite al suo emissario. Nella piena del 1844 il massimo abbassamento si sarebbc aAutoda principio in 0"',67,e ncl colmo di esso vedrebbesi ridolto a 0'".61 7. Nella piena ipotetica del Prospctto XII 1" abbassamento massimo di O^iiSiJ si avrebbe presso il punto ove le capacita si eguagliano. dopo di che andrebbe sccmando fino a 0"',3o6 ncl colmo di essa piena. Qucslc difl'e- renze che si banno nella misura e progrcssione di lali abbassamcnli. dc- vonsi atlribuire, per una parte al minore abbassamento iiiiziale da cui si parliva ncl secondo caso, c per I' altra alia circoslanza die in qucslo Vol. H. 56 442 DELL A NATURA DEi LAGHL si coinprcntic un Inlcrvallo pel quale la capacila del lago neirattuale sua coniiizlone sarebbc minore, incnlre ncl primo caso essa sarcbbe quasi seniprc inaggiore. Confronlaiulo gli elflussi inassinii, si rilcva chc mcntre per la picna del 1»44, nella condizione alluale del lago, sarebbesi avuta una dimi- nuzioiie di m. c. 40,33, nella picna ipolelica si ridurrcbbe questa di- minuzione a m. c. 24,64. Talc diirercnza e da attribuirsi al minore abbassanicnlo a-viitosi ncl secondo caso, il quale rendc minori Ic dif- fercnzc dcgli cfflussi. In gencralc poi, quanto maggiore sara la dimi- nuzione di oapacita del lago neirinlero pcriodo dclla piena, c parli- colannenlc verso il suo colmo, in confronlo di uno slalo piimitivo, al- trcllanlo maggiore divcrra rccccsso deirelflusso massimo. Nella piena del 1 844 si c notala la rapidila del suo dccrcmcnto , che sarcbbe slato di 0"',3S in cinque giorni , e si considero siccomc cffcllo dcllc opcre escguile. Ma dal Prospetto XI si avrebbe invcce un abbassanicnlo maggiore ancora, ossia di 0'",386 nciripolcsi dcllo stalo primitivo; dovendosi pcrcio atlribuire quell' effetto al rapido de- cremento dcUafflusso chc avvenne dopo il colmo della piena, il quale ha nessun rapporto coUa condizione dclF emissario. Rapprcsentazione grafica dci risultamcnti rclalivi alle piene del 1829 e del I8(|(|. In una dcllc tavole annessc ai Cenni Idrografici precitali aveva rapprcsenlato graficanicnlc Ic altczze, gli elflussi, e gli alflussi dclla niassima picna del 1829; ora la riproduco, aggiuntcvi le curve rap- prcsentanli i medesiini dementi per la picna del 1844, nclle due sup- posizioni summcnlovate dcllo slato alluale c primitivo del lago. S. piii chiara inlelligcnza di quella tavola richiamcro chc i tempi sono rap- presentati in iscala sulla linea orizzonlale, e corrispondono alle ascisse dcllc diverse curve. Qucste curve sono continue per le altczze del lago e per gli cfflussi , scrvcndo per la misura dcUe loro ordinate le scale vcrticali, a dcslra in metri scmplici rispctto alle prime, cd a si- nistra in centinaja di metri cubici per i sccondi. Le lince spezzate rappresentano gli afflussi, dcterminati essi pure rispetlo ai tempi ed DELLA NATURA DEI LAGHI. Mo alle quanlita dalle slcsse scale tlcgli efflussi. In lal modo s\i cffliissi integrali Ira due osservazioni consecutive sono rapprcsenlati dalla supcrficie di un trapezio avenle per base 1 intervallo del leinpo, e per lati paralelli gll el'flussl unitarj eslremi. Gli alflussi integrali cor- rispondenti sono rappresentali invece da (juella di un reltangolo avente la stessa base, e per altezza il medio alflusso unitario. Dal confronto delle curve degli alTlussi ed elTlussi per ognnno di qnei supposti scorgesi a colpo d'occhio la maggiorc lalitudine delle oscillazioni dei priini, e la legge colla quale si succedono gli uni agli altri, siccome venne di gia notato. Rilevasi pure il considerevole ec- cesso degli alflussi per la piena del 1829 in confronto di quelli della piena del 1044, ove questi non giunsero, per termine massimo, ai due terzi degli altri. ITofilo dell'emissario dopo le opere eseguite e confruiito delle diverse scale idrometricbe. Nel Prospetto XIII si da il profilo dell' emissario del lago, ove al- Torizzonlale comune e riferito lo zero dei sinjjoli idrometri che furono disposti lungo il niedesimo prima delF intraprendimento delle opere in corrispondenza a quello di Como. Giusta i risultamenti delle osser- vazioni contemporanee praticatc dopo gli ultimi lavori a ciascheduno di essi idrometri si danno per i diversi stati del lago i rapporti delle altezze osservate, da cui ricavasi, V abbassamento avutosi in ciaschedun bacino rispetto alia magra ordinaria, ossia in relazione al deflusso che corrispondeva dapprima alio zero dell' idromctro di Como; la dilTe- renza di livello fra la magra e la piena del 1844 in ogni bacino, e canale interposlo; la caduta fra Tuno e laltro bacino, e la caduta to- lale fmo alia preesistente chiusa di Brivio. Se si fossero aviiti dati posilivi sulle altezze di alcune delle princi{)ali piene anleriori alle opere per tulte le localita contemplate nel profilo dell" emissario . se ne sa- rebbe fatto il confronto con quclla dellottobre 1844 per rilevarne gli effetti suirintera linea di esso; ma le indicazioni raccolle su queslo particolare si riconobbero troppo incerte. 444 DELLA NATURA DEI LAGHI. Le osservazioni coiileinporancc esposle nel prospclto sono tuttc po- steriori al inarzo liiM per evitare Ic anomalie dipendenti da una escavaziono del canale di Lavello pralicata dal febbrajo al niarzo di quell" anno. Siccomc la magra ordinaria priniillva corrispondenle alio zero del- Tidromelro di Coino si avcva quando quello di Paderno segnava -hO"',13 (Prosp. VI), sono parlito da questo punto per detcrminare, mediante le osservazioni conlcinporance , quello omologo della nuova scala di tulti gridronietri, con die si ha la misura deirabbassaniento oltenulo in relazione alia magra stessa. Quest' abbassainento sarebbe di 0"',27 pel lago di Conio, di 0"',60 per quello di Moggio, di 0"',84 per quello di Olginate; e per quello di Brivio di 0'",62 al suo estrenio superiore; e di 0'",81 aH'allro estremo inferiore, in corrispondenza alia chiusa stala ivi distrutta (•). Confrontando le dislanze dei punti omologhi per le quattro scale dei laghi di Como, di Moggio, di Olginate e di Brivio, presa que- st ultima aUidromelro della Fornasetta, non si riscontra die ii divario di pochi centimetri fra le prime due; il quale e alquanto piu forte per la lerza dalla magra fino alia plena ordinaria. La quarta scala coincide prossinianiente colla prima, meno presso al punto estremo di piena, ove la differenza e piullosto notevole. Nelle scale degli idrometri collocati sui diversi canali delF emissario vcdonsi gli effetti delFac- celerazione delle acque nella scemata distanza dei punti omologhi. Condizioni allc quali si dovrebbe adempire colle opcTe di sistemazione dell' emissario del lago di Como. Onde riassumere dopo i fatti esposti i risultamenti avuti dai lavori fi- nora eseguiti per la sistemazione deU'emissario del lago di Como, e dare di poi un cenno di quelli die rimarrebbero ancora ad eseguirsi , al {{) Per rendere piii facili le osservazioni di O'njGS; e quello del terzo di O'njTS. Le os- agli idrometri del ponte di Capiale, della For- servazioiii d(;l Prospetlo XIII si sono pero ri- nasetta e dei .Molini di Brivio , si e abbusbato ferite tulle alio zero priniltivo. lo zero del priino di 0"",60; quello del secondo UELLA NATURA DEI LAGHI. 4>Si; line di porlare siffalla operazionc al suo compimcnlo, cd oltcncrnc lo scopo cui e inlcsa nclla inisura che si dosidcra , sara inoslieri pre- incllerc le condizioni allc (piali si dovrehbc adcmpirc; e che forme- lebbero in certo qual modo ii progranuiia di tale progcHo. Esse sa- rcbbcro, a inio avviso, le segue n li : 1." Dcprinieie il colnio dellc oscresccnze del lago in guisa clio. an- che nel caso di una piena straordinaria, sieno, se non lolalmenle tolli, scemati alineno in grado massiino i danni che ne deriverebbero alle terre lacuali. 2.° Non aunienlare in tali circoslanzc Tefflusso delK emissario ollre (piclla misura che avesse a ricscire di pregiudizio ai territorj inlcriori per maggiore elevazione dellc pienc dell" Adda. 3." Non deprimere il livello della niagra oltre quel liniite die ri- chiedesse sovcrchio dispendio per riformare i porti lacuali. 4." Porlare piutlosto vanlaggio che danno tanlo all" irrigazione quanlo alia navigazionc, aumentando, per quanto e possibile, il deflusso del- TAdda nci tempi di somma magi"a, e particolarmente quando mag- giori sono i bisogni deiragricollura. I.imite dcH'abbassamcnlo die sarebbe da ottenersi in relazione allc niaggiori piciie conosciule. In alcune delle anteriori proposizioni si stabiliva che Tabbassa- niento delle piene dovesse essere tale che non avessero a superare il cordone del porto di Conio poslo a 2'",20 sullo zero di quell" idrome- tro, di modo che una piena simile a quella del 1829, la ■ 5,700 1812. 22 ollobre « 2,863 1816. 2 agoslo » 3,223 1821. 14 agosto >< 3,043 1823. 18 otlobic '. 5,395 1826. 23 luglio « 5,048 1829. 21 settonibre - 5,930 1836. 13 ottobre >■ 2,920 Durante le opere, o dopo di esse. Allczzc ettetlive 1859. 15 novembre. . m. 2,450 >• 2,890 1840. 8 novembre . )> 2,780 . 5,200 1841. 51 ottobre. » 2,320 >• 5,130 1845. 22 luglio . . » 2,510 . 2,936 1844. 26 ottobre. . )} 2,870 " 5,486 1843. 24 giugno . » 2,543 .. 2,973 Le piene awenute dopo T inlraprendimento del lavori le ho in ge- nerale ridotte alia scala primitiva, ossia al punto omologo di questa. mediante il confronto colle altezze contemporanec cflettivamente avute a Paderno, cio clic non sarebbe rigorosamente esatto, in quanto che si supporrebbe pel colmo di esse piene uno stato di permanenza che non e ammissibile. Per la sola piena del 1844 ho esposto Taltezza ri- sultantc dal calcolo del Prospetto XI, ove si e contemplata Tegualo successione di afflussi, e quindi consideralo il lago in istato variabile. Per le altre la riduzlone preaccennata puo ritenersi in via di semplicc approssimazione. DELL A NATURA DEI LAGHI. 447 Qui giova avverlire che, giunle le acquc a 2'",20 siillo zero dollidro- inclro di Coino, incoiniiicia rcalinenlc riuondazione della cilia, ina che i daiiiii noa sono di qiialclie coiisidorazioiie se non ollrepassando i '2"',i»0 all'incirca. Ora con un abbassamcnto di 1"',20 non si supere- rebbc quel limite che di 2Jj cenlinielri per la piena secolare del IU29. Quella del 1810 appena lo tocchercbbe; e lutte le altie sedici pienc avvenule in quel pcriodo ne riniarrebbero al disollo in una mi- sura notevole, e sarebbero cosi alTallo innocue. Sicconie poi i danni d'una inondazione sono prossimamcnte in ragione coniposla della elevazionc dellc acque, e della sua durata, egli e facile dimoslrarc che essi si ridurrebbero coniparalivainentc ad un limite mininio an- che per Ic due piene maggiori del 1829 e del 1810, alleso che in brcvissimo tempo si abbasserebbero fino al punlo di divenire come le altrc innocue. Esame Uegli eCTelti fliiora oileiiuti in reluzione alle premessc comlizioni. Colle opere cscguite si sarcbbe per verita ancora lontani da un tale limite in quanto che, giusta gli esempj addotti nei Prospelli XI e Xll, per la piena del 1844, e per altra ipotetica che ho preso a conside- rare, T abbassamcnto ^errebbe ad essere di circa 0'",60. Ma supposto che queslo si avessc anche per le altre piene indicate nel precedentc Prospctto, locche non sarebbe inverisimile (^), dieci di esse riesci- rebbcro quasi innocue, e per Ire delle altre otto il danno si ridur- rebbe ad una tenue misura; avuto anche riguardo alia durata com- parativamenle piu breve di esse piene. E siccome quelle meno ele- vate sono le piu moleste per la loro frequenza, e d'altronde colle {1} Per la scemala capacila del lago negli slali nente, rabbassamenlo si porta a 0'",64 , cd an- inferiori a 2"|,30 della nuova scala, ove si rin- che a 0™,67, non e quindi inverij-imiie die per novassero (juelle di esse piene che cceedono tali piene, ove si istiluisse un calcolo analogo di poLO un (al limite, dovrebbesi aumentarc a quelle dei Prospelti precitati, si avesse un rcfflusso inassinio, e con cio si scenierebbe Tab- abbassamcnto di 0'",fiO, induendo poi in cio bassanienlo. Ma siccome dal Prospello Xll ri- anche I'ordine col quale si succedercbbero gli sulla che quell' auraento di efdusso unilario e afflussi, ed il punto di permanenxa del lago di circa m. c. 20, e d'allronde, a lago perma- dopo del quale incoinincia a formarsi la piena 448 DELLA NATURA DEI LAGHI. opere eseguite vcrrcbbc totalmcnle Impedito chc si rinnovassero , e quindi forza conchulcrc chc sollo qiicslo rapporto V ulllc non e di lieve niomcnlo. Una prova T avressimo nella picna estiva del 1845, straordiiiaria per la sua durata di 114 ^iorni, la quale, senza le opere, avrebbe foocala 1 indicala iiiisura di 2'"j96 tanto nel 9 giugno quanto nel 23 higlio, e quella di 2'",90 nel 1.° luglio , ollrepassando cosi il oordone del porto di Como per circa 70 giorni con una piu o meno estesa inondazione della cilia. Invecc di lulto questo essa non su- pero che per alcuni giorni, e per pocbi centiinetri, un tale liniile, di modo che passo quasi inosservala, e senza arrecar danno. Se si con- sideri che ne progetli anleriori si calcolava una spesa di circa cinque niilioni di franchi per ollencrc V abbassaniento delle piene del lago ; che, giusta ravviso di idraulici i piu dislinti, un talc abbassamento non avrebbe oltrcpassala la misura di scttanta ccnlimelri (^); che Ic spese finora sostcnutc per i lavori eseguiti non oltrepassano che di poco il seslo di quella somma , c chc con tutlo cio F effetto avulone s' ap- prossinia al limile suindicato, sara forza concludcre chc nulla di piu potcvasi altendcre in proporzionc ai niezzi impiegali. Abbiamo diinostrato nel Prospetto X, col calcolo rclativo alia ma- gra del 1844, che sc in qucllo slato la scemala capacila del lago di- pendente dai lavori eseguili e causa di qualchc perdila ncllc acque jeniali al forniarsi della inagra, cio vicne compensato a molli doppj dal pill pronto effliisso dcllc acque irrigue di primavera. Col calcolo poi dclle piene contenulo negli acccnnati Prospetti XI e XII si pro- verebbe che in consegucnza dci lavori eseguiti , Fefflusso viene bensi ad aunicntare dallo slato ordinario a qucllo di picna ordinaria, ma in una misura moderata di circa m. c. 20 per ogni secondo, c che ollrc un tal limite, cioe per le piene piu forti, vcrrcbbc invecc ad aumentarsi la capacila del lago con scnsibile diminuzione di efflusso. E qui c da osscrvarsi che quell' aumento di efflusso nel primo periodo di tali piene non si risolvcrcbbe tutto in un proporzionalc alzamcnto di pelo d'acqua delPAdda inferiore; ma che questo dovrebbc avve- (1) Nolizie statistiche intorno ai fiumi, laghi cc, nellc provincie compri'se nel guM-riio di Milano, 1833, p;ig. ^07. DELLA NATURA DEI LAGHI. 449 nire in una misura alquanlo miiiorc. Imperciocche, a formare le piene neir ultimo tronco deirAdda, ove niag|»lorl sono i danni dclla loro elevazionc, concorrono dapprima le acquc torhidc e torrenlizic del Serio, e tosto dopo quelle simili del Brembo, sopravvenendo in se- guito quelle piu liinpide del lago. F, quindi a ritenersi che nel primo periodo di tali piene le acquc torbide formino dei depositi i quali nalzano il letto del fiume, e vengono di poi esportati al soprav- venire nella massima misura le acquc lacuali; e che quei depositi, avauti di essere totalmente esportati, debbano influire a rialzare il li- vello massimo dell" Adda. Se percio a quelle acque torbide venga ad associarsi da principio una niaggior copia di acque limpide del lago, minori dovrebbero essere i depositi, e minore in conseguenza, solto questo rapporto, dovrebbe riescire il successivo alzamentodella piena cagionata dal massimo afflusso delle acque lacuali. Tulte queste considerazioni pero sarebbero in aperta contraddizione colla pubblica opinione, la quale ha stabililo il principio che per ef- fetto delle opere eseguite airemissario del lago, le piene delFAdda sono divenute piu Crequenli e piii durevoli. E per verita, esaminando il precedente Prospetto delle piene del lago, e pur forza convenire che, anche senza ammettere la causa preaccennala , il fatlo pero e sussi- stente. Imperciocche, mentre dal 1792 al 1839, nel corso di quaran- taselte anni, si contano dodici piene del lago , sei se ne conlerebbero nel breve periodo successivo di soli sei anni. Ma lo stesso e avvenuto all'incirca per il Po, e per il Rodano, e chiunque ha buon senno lo attribuira ad una di quelle combinazioni che accompagnano gli evenli naturali, e non ricorrera sicuramente all' argomento : post hoc, ergo propter hoc. Avendo delerminato gli elTetti delle opere finora eseguite per la sistemazione dell' emissario del lago, si e veduto che per gli stati d'acqua piu elevati andrebbe scemando la misura dell" abbassamento delle piene, aumentandosi la primitiva sua capacila, locche altribuisco alia circostanza di trovarsi ora I'Adda maggiormente incassata fra le sponde alle singole strozzalure dell' emissario , dopo che queste ven- nero escavate. Sembra percio che con un'opera di poco memento, e cioe Vol. II. 57 430 BELLA NATURA DEI LAGHL coir anipliamcnlo della sola sczione di piena, si possa oUcnere un ul- terioro abhassamciito di essa, nel qual caso si dovrebbe limitarc qiic- sl'operazioiic al punto di raggiungcrc la capacita primiliva senza di- miiuiirla, per iion aumcntarc con cio 1' cfflusso delle pienc a danno dci lerritorj inferiori. Opcre che rimarrebbero ad esegoirsi ove si volcsse ottcnerc un maggiore abliassanicnto delle piene. Ma qualora si volesse ottcnere un maggiore abbassamento delle pienc con nuove escavazioni nella sezione della magra, attenendosi al melodo finora seguito, si potrebbc andare incontro a non licvi dilficolta. Imper- cioccbc , se per non alterare maggiorinenle la magra del lago , stala di gia abbassala, si limitassero le escavazioni alle strette di Olginate e di Lavello, deprimendo cost la magra del lago di Moggio , si aumen- lerebbe in allora di Iroppo la caduta del canale di Lecco con danno della navigazione per la minore profondila delle acque. Dalla mag- gior violenza della correnle polrebbe poi essere minaccialo il ponle di Lecco, altesa I'imperfetta fondazione de'suoi sostegni che, non ha guari, si doveltero rinforzare colF immersione di una quantita di macigni. Un altro inconvenienle si avrebbc in questo, che volendo depri- mcre la piena e non la magra, si verrebbe cosi a rendere piu diver- gente dal basso alPalto la nuova scala degli efflussi, e quindi a sce- mare la capacita del lago, dal che deriverebbe un danno ai lerritorj inferiori per I'aumentato cfflusso nelle piene. Riduzionc del lago alia condiiione di serbatnjo artificialc medianle chiusa a porte moblli. L' unico partito che in tal caso si dovrebbe adottare quelle sarebbe di abbassare insieme alia piena anche la magra, e di conservare cosi la primitiva capacita del lago; ma d'impedire in pari tempo, col mezzo di una chiusa a porte mobili, che si dcprimano le acque oltre un dato livello, giusta le proposizioni che furono fatte in altri scritti pre- DELLA NATURA DEI LAGHI. AM cedenli, aggiungendo laleialinentc alia chiusa una conca di naviga- zione. 11 lago sarehbc cosi ridollo alia condizione di scrhatojo ailifi- ciale, aumcnfandosi In notevolc niisura la quantita dclle acqiic uti- lizzabili in tempo di magra a vanlaggio della navigazione dclPAdda, c dei canali di dcrivazione. Dal Prospelto dclle pienc die si e dato rilevasi chc esse avvengono soUanto dal Icrmine di maggio a! princi- pio di dicembre, nel quale periodo non succede giammai una magra per cui abbiano a sollrirc penuria i canali di dcrivazione , siccnme puo rilevarsi dal Prospelto V dei dcflussi mcnsili dclIAdda. Adope- rando quindi la cbiusa per V altro semestre sollanto, c colic debite cau- tele sino alia misura dell' altezza stabilila per Irallencre le acquc , non potrcbbcsi temere da cio alcun pregiudizio per I'aumcnlato deflusso delle pienc, in quanto che, avanti chc queste sopravvenisscro , le acque stesse si sarebbero di gia scaricate. Ulili ottenibili dalla proposta chiusa per I' irrigazione e la navigazione. Stalo infolic^c di qucsia, e mlglioramcnti die riiiiarrebbero ad eseguirsi. Circa alP utile che si potrebbe ritrarre da quclla chiusa. basta consi- derare che la supcrficic del lago in magra ordinaria c di circa chil. q. 137. c che con un abbassamento di un decimetro dclPacqua Iraltenuta si avrebbe un aumento di efflusso unilario di 158,56 m. c. per un giorno. il quale corrisponderebbe a 600 once magistrali dislribuite sopra sei giorni e sei decimi. \ cdesi cosi che con una modei-ata altezza d acqua della conserva si potrebbe agevolmentc sopperire alia deficienza delle acque nellc magre piu ostinate deU'Adda a vanlaggio dell" irrigazione e della navigazione. E sollo quesf ultimo punlo di visla un allro van- laggio rilevanlissimo che si potrebbe per tal modo oflencre qucllo sa- rebbe di sospcndere T efflusso del lago e ridurre il Ironco doUAdda conseculivo fino al naviglio della Martesana alia condizione dei noslri canali artefatli per eseguire con lulta facilila quel lavori che si richie- dessero al fine di rendernc piu agevole la navigazione. Su queslo particolare e da osservarei che mediante il naviglio di Padcrno. co- strullo sul cadere dello scorso secolo, e bensi resa possibile la navi- 4o2 BELLA NATURA DEI LAGHL gazionc dal lago di Como a Milano; c clic a sccmarne le difficolta giovo non poco la costruzionc di una strada alzaja lungo il fiume, e rescavazione del suo letto alle streltc di Olginate e di Lavello, opere in gran parte escguilc in questi ultimi anni; nia clic sussislono luttora oslacoli tali da lasciare appena credere che il coraggio, la destrezza e la perseveranza dei naviganti possa giungere a superarli. Fra Brivio e Trezzo, e principalmenle al disopra di Paderno, parecchi salti na- turali del fiunie, aumentati dalle cliiuse deniolini, sono tali da esporre ad ininiedialo pericolo le barche discendenti , specialnienle in tempo di niagra, nella quale circoslanza i salti si fanno maggiori, e scema la profondita delle acque che ricoprono gli scogli disseminati sul fondo del fiume. Nella navigazione ascendente poi enormi sono gli sforzi che si richiedono per vincere ivi V impeto di una correnle violentissima. Se si consideri che TAdda scorre nel mezzo del nostro paese, che essa unisce Milano, il Po e TAdriatico alle falde della Spluga; e che per rendere navigabile quella linea si eseguirono ne'tempi andali opere veramente grandiose, quali sono il naviglio della Martesana e quello di Paderno, scavali nella roccia di quelle ripide coste, non si potrebbe concepire come si avesse poi a lasciare incompleto il piano di esse opere coll' abbandonare quel tronco del fiume alia trisle condizio- ne in che si trova. In vista dell'importanza di tale comunicazione si vanno ora ad intraprcndere lavori di non lieve dispendio per unire il lago di Como a quello di Mezzola con un canale di naviga- zione da escavarsi sotlo il livello di magra, deviando il corso del- TAdda mediante una nuova inalveazione di questa per 1' ultimo suo tronco fino alia foce nel Lario in lunghezza di oltre quattro chilo- mctri. Alimentato cosi il nuovo canale di navigazione da acque sem- pre chiare, e con tenuissimo pendi'o, sarebbe praiicabile in ogni tempo, mentre ora nelle circoslanze di magra cio riesce quasi impossibile nel tronco di fiume interposto ai due laghi, ove esso scorre vagante fra le proprie deposizioni. Ma limitati sarcbbero i vantaggi che se ne pos- sono attendere , qualora non si pensasse a togliere gli ostacoli assai maggiori che presenta il tronco dclPAdda fra Brivio ed il naviglio della Martesana, il quale e Panello intermedio di lutta quelP estesa DELLA NATUR V DEI LAOIII. A65 linea navigabilc. La distriizionc di alcune cliiusc di inolini, lappro- fondamcnto del lello in qualclic rapida , c la costruzioiic di alcuni brevi Iratli di canale laleralc con conca di navigazione ne'passi piu difficili, sarebbero le opcrc a lal uopo Ic piu opportune. Esse, a quanlo sembra, non verrebbero ad imporlare una spesa eccessiva, e questa andrebbc sicuramenle a sceinare d" assai ove con i lavori dianzi indicati per la sistemazione dcIl" cmissario del lago di Conio, si po- lesse teniporariamenle sospendernc relTlusso. Ridolla cosi lAdda alia condizione dei nostri navigli , col regolarne il deflusso inediante 1' in- dicato artificio , le sue acque verrebbero ulilizzale nel modo il piu completo a vantaggio di una navigazione iniporlanlissinia, e della |)iu estesa irrigazione che si conosca. Quesiti chc rimarrebbcro a scioglicrsi, e inetodo daiseguirsi per purtare a compioienlo la sislcuiazione deU'emissario. Per delerminare il piano dei lavori che sarebbero ad eseguirsi an- cora al fine di sislemare Y eniissario del lago di Como nel modo preac- cennalo si dovrebbero, a mio avviso, risolvere i seguenli quesiti: 1." Con quali principj idrometrici sarebbe a calcolarsi il deflusso dellc acque nell' intero sistenia de' bacini e canali costiluenti l" emis- sario ? 2." Quale sara Pampiezza e forma della sezione dalla nuova cliiusa, solto quale livello se ne stabilira la soglia, c fino a quale altezza con- verra traltenere le acque del lago? 3.° Quale sara Tampiezza e la forma della sezione da assegnarsi de- finitivamente alle diverse stretle dividenti i bacini che costiluiscono r emissario , e solto quali pendenze se ne dovra disporre il fondo ? 4.° Avuto riguardo alia tenue profondita cui giungono le fondazioni dei soslegni del ponte di Lecco, e Tingombro dei macigni coi quali si doveltero colmare i gorglii che ivi si sono formati, puo convenire di approfitlare di queiredillcio per applicarvi la cliiusa con paraporti, o non potrebbe tornare piu utile il costruiria in altra localila ? 3." A quale sistema di porte mobili si potrebbe in queslo caso dare la preferenza per applicarle alia nuova chiusa? 434 DELLA NATURA DEI LAGHI. La soluzlonc dcgli ulliml due qiicsili dipcnderebbe da uno studio di circostanzc local! , c da un calcolo di convenienza pel quale si po- frcbbero raccogliere dali abbaslanza sicuri; e quindi non presente- lebbe difficolla. Ma allrcltanto non puo dirsi per quella degli altri. So si consi7 portuni riferimenli a piinli stabili . parlioolarmenio per le spiagge di tenue declivio, ove maggiori sono Ic variazioni di siiperficie. HeUificati COS! quesli dati dl falto, incdiaiile Ic rcgole piraccciinate si [)roce- dcrebbc con passo piii sicuro nel calcolare tanlo gli efiV'tli oltciiuli da lavori di mano in inano cseguili , quanto quclli chc si possono atten- derc da altri che rimaiTel)l)cro ad csoguirsi , parlicolaiinente in cio die concerne il vario grado di capacita del lago , il (piale , per cio che si e delto , devesi considerare siccome uno dei punli piu inipor- lanli in tali ricerche. La sistemazione deiremissario del lago di Corno e siciiramente Topera piu iniportante di tal nalura inlrapresa presso di noi, tanlo per le dif- ficolta che presenta, quanto per Tenlila della spesa, e per quella dei danni che intendesi di prevenire; ed e per cio che mi sono alquanlo dilungato nel ragguaglio che ne ho dalo. Lin provvedimento simile es- sendo reclamato anche per altri laghi di Lombardia, aggiungero un cenno delle proposizioni che vennero fatte, e di qualche lavoro stalo intra- preso a questo fine. Passero a parlare in seguito dei laghi di altri paesi, per alcuni do' qiiali vedremo come siensi proposte od cseguite opere assai piu grandiose ancora. Lago d'lseo. Le piene del lago d'lseo esscndosi pure elevate in questi ullimi tempi a tal punto da rimanerne inondata una parte del villaggio di quel nome. e moltc terre lacuali, si penso a provvedervi collo sgomberare Temissario dalle materie portatevi dal prossimo torrentello Querna. o gettatevi nel lavorare la pietra di Sarnico che si scava dal vicino monte, ed eziandio col rimovere, o riformare alcuni manulatli inservieiili ad animare un molino, od alia pesca, il principale dei quali c la cosi detta Nassa di Paratico. Sotto il governo \enelo, fino dal I(J»0, furono dati ordini a tal uopo, che risultano da una serie di prescrizioni por- lanti il nome di legge Donada. Nel 1806 I'ispettore generate doHacque e strade Coccoli propose Tabbassamento ed ampliamenfo deiremissario coir applicazione di un ree;olatore a porte mobili ondc aiunenlare la Vol. II. 58 438 DELLA NATURA DEI LAGHI. quanlilsi dciraoque ulilizzabili per rirrlgazlonc c per la navigazione. Egli intendeva slabilire quesla sulla Seriola Fusa, prolungata fino a Brescia, ove si sarebbe congiunla al canale Naviglio derivalo dal Chiese, il quale per decrcto di Napoleonc dovevasi pur rendere navigabile da Brescia alia sua loce nellOglio presso Canneto. Altro progetto simile si prcsenlo nel 1818 dairingegnere Gonzales, il (piale pero si liniitava al regolamenlo dell' emissario nel modo preac- cennato, collo scopo precipuo di abbassare le piene del lago. Una dif- ficolta che flnora non fu dalo di su[)erare sla in cio cbc nel luogo stesso deir emissario si deriva la delta Seriola Fusa, e che volendo ivi allerare la sezione del prinio , si dovrebbcro prendere le necessarie precauzioni perche al canale, in islato di magra, non mancassc Tacqua che gli e dovuta. E siccomc si potrebbcro cosi eccedere i limiti della sua competenza, vi hanno finora fallo opposizione gli utenli delle molte derivazioni inferiori delF Oglio, i qnali lemevano di vedere per tal modo lesi i loro diritti. Ora si sono ripigliati gli sludj per tale provvedimento, che di giorno in giorno va facendosi sempre piu urgenle , ed e a spe- rai-si che, avendo esso uno scopo cosi importante , i riguardi di private interesse non abbiano ad essere un ostacolo insuperabile per riescirvi. Lago di Garda. Per Fabbassamento delle piene del lago di Garda si sono pure fatli alcuni studj ; ma a cio si opporrebbc il tenue pendi'o del Mincio, che ne e F emissario, il quale da Peschiera a Salionze ha soli 0™,89 di ca- duta sopra 3600™ di lunghezza. Sarebbe in oltre mestieri porlare non lieve alterazione al sistema delle fosse di fortificazione di Peschiera, senza parlare di altre difficolta dipendenti dalla soppressione di alcuni opificj. Lago d'ldro. La poca pendenza gia da me accennata del piano formato dai de- posit! del Chiese e del CalTaro alFestremo superiore del lago d'Idro, e le allerne sue emersioni dalle acque, che sono causa d' insalubrita , DELLA NATURA DEI LAGHI. 439 indusscro i Comuni inlcressati del lerritorio Lombardo a pralicare qualclie cscavazione deircinissario, chc dicesi ingoinbro pcrunantica Irana del prossimo monlc. Lc opere furono csoguitc iiitorno al 1 830, ina in liinitala misura, c quindi con poco efl'ctlo. Si sta ora compilando il progcUo di iin'ulleriore escavazione deiremissario col quale s'in- tcnderebbe d'abbassare le pionc del lago per un metro e mezzo. In tal modo, oltre die sarebbc lolla I'indicata causa d'infezione dell' aria, si vcrrebbe a bonificare un'estesa superficie di terreno palustre. Per la spesa cbe sara necessaria si sono ofl'crli a contribuirvi anclie i Co- muni Tirolesi. Laghi di J'arese e di Comabbio. Pei lagbi di Varese e di Comabbio nella provincia di Como, che sono di piivata propiieta, e formano un sislema unico, vi furono pro- getli intesi ad abbassarne il livello al fine di bonificare una ragguar- devole estcnsione di terreni palustri, che trovansi per la maggior parte inlerposli ai due laghi. Alcuni lavori furono a questo scopo intrapresi intorno al 1809 pel lago di Varese, e si sono fatti sludj per conli- nuarli. In (juanto al lago di Comabbio, che rimane superiore, e si sca- rica nelFallro, finora non furono fatte che semplici proposizioni, par- ticolarmenle per la distruzione di un molino che impedisce il libero deflusso delle acque. Lago d' Endine o Spinone. Nel 1857 si escavo Temissario del lago d'Endine, o Spinone, nella valle Cavallina, provincia di Bergamo, formato dal Cherio, influente deirOglio, c si e in pari tempo dcmolito un molino ivi esistenle. il quale ne teneva rialzate le acque. Con quei lavori, pei quali conlribui una somma la pubblica amministrazione, si e ottenulo 1 intento di de- primere le piene del lago , e di bonificare un territorio di qualche eslensione. Ma sembra che gli efletti non abbiano raggiunto il limite che si sperava, in quanto che si sta ora compilando un nuovo pro- getto per Tulleriore escavazione dell' emissario. idO BELLA NATURA DEI LAGHI. II Tadini, In una nola alia sua relazionc sul progetto Diotto per la dcrivazioiic di un canale dal lago Maggiore destinato alia irrigazione dellc bruglilere dell" Alto Milanese ('), parla di una proposizione che vi fill' anno 1779 di ridurre mediante un regolatore II lago di Spinone a serbalojo artificiale per ulilizzare a comodo dell' irrigazione le acque piu basse del medesimo, delte impropriamente stagnanti, le quali ri- niangono infrulluose. Collaudando egli queslo pensiero , che sarcbbesi riprodotto dsiU" avvocato Diotto , ne attribuisce il uierilo ai coinuni bergamaschi di Mornico c di Cividate che lo avTcbbero fino d' allora proposto. La stessa idea pero avrebbe avuta il padre abate Benedetto Castelli per ulilizzare le acque del lago Trasimeno ; e siccome non conosco la scrittura in che egli la espose, credo possa bastare a provarlo la se- guente lettera di Galileo al quale la comunico, e da cui venne enco- niiata (2). "Con la gratissima sua ho ricevuta la scrittura in proposito del ri- "inediare airincomodo, che talora si patisce ncl macinare per nian- " cauiento d' acqua del lago Trasimeno ; e credami la P. V. reveren- "dissima, che n' ho ricevuto grandissimo gusto, vedendo con quanta » agevolezza e chiarezza ella espone un si rilevato benefizio, che sara, " per mio credere, impossibile, che non sia ricevuto, e messo in opera J' dai padroni: e come accade nei ritrovati bellissimi ed utilissimi, che " il piu delle volte sono facilissimi e brevi , cosi questo si riduce al- " lavvertire quale semplice canovaio, che quando la cannella di mezzo " della bolte non getta piu, egli ne rimetta un' allra piu a basso, al- » teso che la botte non e secca, ma vi resta ancora del vino da trarsi, " quando vi sia V esito. Resto col desiderio di sentire gli altri suoi tro- -' vati che in conseguenza di questi primi pensieri ne vengono " D'Arcetri il di primo settembre 1639." (■1) Bruscbetti. Storia dei progelli e delle opere per I' irrigazione del Milanese, pag. 355. (2) Raceolta d'autori italiani che traltano del moto delle acque. Bologna, 1822. T. Ill, p. 427. DELLA NATURA DEI LAGIII. /i(;| Laghi di Manlova. I laghi di Mantova furono semprc considerati del lulto ailificiali, leiioii- doscnerialzatclcacque, pel lago superiore colla Di<;a di Porto, e per rinfcriorc, detlo anclie in parte lago di Mezzo, colla cliiusa di Goveniolo. Ho pero diinostrato in altro scrillo (0, alFappoggio di validi docuinenti, come antcriorinente a! H88, cpoca nella quale i Maiilovaiii eressero quegli cdificj per opera deirarchitetto Pitcntino, il Miricio forinasse ivi uno stagno cui davasi il iioine di lago di Mantova. Mediante quelle opcrc si sono in allora rialzate le acque nel inodo preaccennalo per maggiore difesa dclla citta, e per renderne meno insalubrc laria col- Taumentare la profondita dell'acqua che ricopre il fondo paluslre, e coirimpedire le alterne emersioni di qucsto. In istato ordinario, dal lago superiore alF inferiore vi ha un sallo di 4"',20, del quale una mela aU'incirca e utilizzata per dare nioviniento a niolli niolini, ed altri opi- ficj collocati nella detla diga di Porto. Ma essendosi colFandarc del tempo elevate il fondo, e le gronde del lago inferiore in conseguenza delle torbide portatevi dai regurgiti del Po, quel provvedimento in questa parte non e piu suflicicnte, per il che si pcnsa a rialzarne nuovamente le acque nel tratto piu pros- simo alia citta mediante una seconda diga chiamata Chasseloup, dal nomc del generate francese che sotto il governo italico ne fece inlra- prendere Pesecuzione, e dclla quale e stato ora decretato il compi- mento. Essa servira, come quella di Porto, al duplice scopo del risana- mento delParia, e della difesa di quella piazza; e nel corpo della mede- sima si costruiranno gli scaricalori o regolalori, ed una conoa per la na- vigazione, la quale non verra cosi impedita per soverchia depressione delle acque fino al Porto Catena in Mantova. La lunghezza della diga e di OOO"" ; e dovendosi rendere insommergibile nelle pienc, si alzera per O"" sulla massima magra, e dai 8'",i>0 ai 9" sul fondo del lago. Alia sommita avra una larghezza di lO", e la sua base si eslendera dai oO" ai {<) Nuove osservazioni sul Po, pag. 21. 462 BELLA NATURA DEI LAGHL 60"", clo rlchicdendosi a caglonc dei dcpositi fangosi su eui si deve eleva- re, e chc c moslicrl aKravorsarc col nuovo Icrrapicno fino a ragglimgcrc i sotto-strati piu consislciili di gliiaja. La conca dcvecsscre di sulficiente ampiczza per dar passaggio alle piu grandi barohe ed ai ballelli a vapore del Po, c cogli scaricalori si regolera il dcfliisso dcllc acque in inodo da conservarle ad una clevazionc possibilmenle coslante, c giamniai niinorc di 3™ sulla magra ordinaria;, e quindi di S.OO"" sullamas- sima magra, per coprire quanlo basla le grondc piu elevate del lago, senza pero toglicrc al libero movimento degli opificj prcaccennati della diga di Porto. Dai punli ove la conca altraversera la nuova diga devonsi, a montc, cd a vallc, escavare due tratti di canale cbe si con- giungano con quello del Mincio praticabile dalla navigazione. I iavori, che furono sollanto iniziati prima del 1813 per la costru- zione del terrapieno , importarono una spesa di circa 300 niila franchi. K si prevede che il loro compimento sarJi per richiedere una somma quadrupla ahneno, senza comprendervi quella per Ic opere fortificalorie che devono acconipagnarli. Al fine poi di liberarc Mantova dalle inondazioni cui va soggetla pei regurgili delle piene del Po, le quali si clevano fino a 6"',46 sul livello ordinario del lago inferiore, si sta compilando il progetto di una nuova inalveazione del Mincio che si porterebbe a sboccare a Serravalle in un punto inl'eriore di 14 chilometri alFattuale sua loce presso Gover- nolo. Per tal modo si calcola di ottenere a Mantova un abbassamento delle piene di l"",?©. II primo progetto d'avviso di quest' opera fu presentato nel 1829 dal defunto ingegnere Luigi Dari, ed in allora si^ calcolava occorrere presuntivamente una spesa di 1 800000 lire austria- chc. Ma si ha luogo di credere che il dispendio effettivo possa oltrepas- sare un tal limite. Lago di Wallenstadl. Suo abbassamento colla nuova inalveazione della Linlli. II versante seltenlrionale delle grandi alpi verso la Svizzera e ancor piu ricco di laghi che non sia quello meridionalc verso laLombardia; DELLA NATUILV DEI LAGHl. 463 ed essendo ivi pure avv(Miulo altcM'azioiii siinili nolla loro condizione, accenncro brevcincnlc, per (pianlo e voiiulo :i iiiia co^iiizioiic, cio die e stato od eseguilo, o proposlo al (iiio di apjuji-larvi riiiiedio. Siccome ebbi a notarc preccdeiilonionle, scinbra cho un tempo i laghi di Ziirigo e di W allenstadt forniasscro un lago solo, il quale sa- rebbe slalo in scguito diviso dai dcposili porlati dalla Linth, su cui essa stabili il suo corso fino a sboccare nel priino di essi laghi '■'. Quelle alluvioni si saranno disposlc sollo una pcndcnza lelativa alia ([ualila dcllc nialerie die le coslituiscono, con un consegucnte alzauieuto del lago di \\ allenstadt da cui esciva la Maag influentc della Linth. Nello scorso secolo tale alzamento giunse al punto da riniancrne costanleniente inondala una considerevole estensione di lerritorio, chc divenne palu- doso ed insalubre. Le suppliche degli inlclici suoi abitaiiti per oltenere un provvcdiinento furono finalmentc esauditc dai Canloni S^ izzeri. al cui palrioltismo fccc appello 1" illustre Escher chc presenlo il piano delle opere necessarie per porvi riparo, ed il modo di sostencrne la spesa nie- diante azioni, assumendo in pari tempo egli stesso la direzionc dei lavori, i quali furono eseguiti dai 1807 al 1820. Essi consistetlero nel divert ire superiormente la Linth dalFanlico suo corso, rivolgendola a sboccare nel lago di W'allcnstadt, ove va a deporre le copiose materie die tra- scina. Le sue acque chiarificate e riunite a quelle della Maag s inalvea- rono successivamentc in apposilo canale con tratti rettilinei fino al lago di Zuiigo, abbassando per tal modo il livcllo del lago di \\ allenstadt di 1"',80, c risanando cosi tulti quci contorni. 11 filantropo al quale e dovuto un lanto beneficio ebbe un contrassegno della pubblica ri- conoscenza in cio che per spontaneo impulse venne di poi general- mente chiamato col nome di Escher de la Linth. Al canale di diversionc della Linth superiore, hmgo 4000™. pen- dente circa ,^, fu assegnata una larghezzadi 17"" sul fondo, ed una profondita di 2'",40, con scarpe inclinate 45°. Lasciata poi da ogni parte una golena di 7"',30, su di essa si alzano per 2"',40 gii argini laterali con scarpe inclinate 26". II fondo, le sponde e le scarpe degli (4) Bibl. Unw. dc Geneve, T. XI, 1819. 464 DELLA NATURA DEI LAGHI. argiiii sono difesc da solcialo. Per una parte Targlne deslro si e le- luito doprosso al fine di lasciare su di csso scaricare le maggiorl piene, versandosi in allora una porzione delle aequo neirintervallo rimasto fra il nuovo canale ed il monle, c dirigendosi per quclla via al lago. In tal niodo rimane soUevalo V argine sinistro, c maggiormcnlc garan- tilo il terrilorio bonificalo. II canale inferiore di nuova inalveazione , in consegncnza dei pra- licati raddrizzanienli, e lisnllato della lunghezza di 16800"". La difle- renza dilivello dei due laglii, che era di 19'",30, venneridolla a 17"',30, e distribuila nnilorineinente su tutla la lunghezza del nuovo canale. A tal uopo fu niestieri incassarlo per lungo tratto nelle parti superiori solto il letto della Linth, superando non lievi difficolta neir escavazione di estesi banchi di argilla, c nella distruzione con mine di altri banchi di pudina;a, per il die si dovelte operare fino a cinque metri sotlo il livello delle acque. La cunelta navigabile, che costituisce il letto minore per le acque di magra od ordinarie, ha la larghezza di 24"" fra i cigli delle sponde. 11 letto maggiore fra gli argini che contengono le piene ha la larghezza di 60"". Le sponde e le scarpe degli argini sono pure rivestite di sel- ciato. La spesa di tutti questi lavori si elevo ad un milione e due- cento mila franchi. Laghi di Moral, Neuchcdel e Bienne. 1 laghi di Morat, Neuchatel e Bienne formano un solo sistema, e col mezzo della Thicllc si scaricano dopo breve tratto nell' Aar al di sopra di Buren. Quest' ultimo fiumc nel suo tronco superiore e lim- pido. attraversando i laghi di Brien e di Thun; ma diviene torbido, e Irascina copiose materic, dopo che ha ricevuto la Sarine fra Berna ed Arburg. Rialzandosenc per quesla causa il letto, e facendosi piu tortuoso il suo corso, ne venivano regurgltati il lago di Bienne, e quelh superiori di Neuchatel e di Morat, coirinondazioiie di un esteso ter- ritorio. A porvi riparo si penso che potesse giovare il raddrizzamento deirAar e della Thielle presso Buren; e dal 1816 al 1817 si rileva DELIA NATURA DEI LAGHI. 46i> rono i piani c le livcllazioiii pel progelto dci lavori a tal tiopo ncces- sarj, ritencndosl di oUencir oosi iin ahhassaincnto di 5 o 4 picdi nelle pieiie di quei laghi; nia finoia iiou mi fii possibilc saperc so di poi siasi cio eseguilo. Lago di Ginevra. Riduzionc del lago a serbatojo artlliclale per alimcntarc il Rodailo. II corso del Rodano alFesciro dal lago di Ginevra veniva qualohe volta arreslato dalle piene rcpcnlinc del^A^^e die vi coiifluisce presso rernissario, ove si dirigcva sotlo un angolo pressochc rctto. Intorno al I5M() il signer Dulour, in allora capitano del gonio, vi riniedio por- tando TArve a sboccare in un piinlo inleriore sollo un angolo piii acuto colla direzionc del Rodano. L'ispcttore de' ponli e strade signor \'allee, nclla Memoria dianzi acccnnala, propone di ridurre il lago di Ginevra alia condizione di serbatojo artificiale per alimenlare il Rodano nel tempo di magra, du- rante il quale la sua navigazione incontra non pochi ostacoli ; su di (•he premettero alcune considerazioni. 11 Rodano da Lione al Mediterranco e forse la piu Importantc linea di navigazione della Francia, particolarmente dopo die il prineipale de' suoi influenli, la Sonna, e stato riunito, mediante canali iiavigabili, alia Loira, alia Senna cd al RenoC). La sua importanza poi s'accre- sccrebbe non di poco ove si attivasse, come e prcsuniibile. la comu- nicazione del Mediterraneo col Gollo Arabico, per listmo di Suez. Mal- grado la considerevole pendenza di quel (iume, e la conseguenle ra- pidila del suo corso, per cui ricsce ardua la navigazione a rilroso, qucsta pcro e attivissima dopo che venue sussidiata dalla forza del vapo- re. Al principio del 1845 si contavano di gia sul Rodano inferiore sotto Lione 28 battclli a vapore della forza tolale di 2288 cavalli (2), e si H) Ij .Sonna vcnnc iiiiila alia Loira col ca- suoi rami risale a Basilea, e coiraliro discende Male del Oniro; airYoniiu, e quiiuli alia Sen- a Slrasburgo. ' iiu, col canaledi Borgogna;ed al Reno col ca- (2) ,\nnales des Ponis et Cliaussecs, < ." scin., nale del Doub e dell' III, che medianle uno de' 1843, pag. 43. Vol. II. 5» 466 DELLA NATURA DEI LAGHI. ha fondaiiicnto di credere che sara per aumentare il loro mimero al- lorche, ulliniate le operc in corso pel niiglioramcnto della navigazione dolla Sonna, essi polranno comodamenlc risaliria fino alia coiiflueiiza del Doubs sopra Chalon O. Una circostaiiza lavorevolc alia navigazione tlel Rodano si e la sua percnnita doviila principalniente alia natura svarialissima de' princi- pali suoi influcnti, le piene e magrc dei quali si succedono in stagioni allalto diverse. Ad uno degli eslremi della scala slanno la Sonna e TAin che, provenienti dalle moderate allezze del Jura c dei Yogcsi, e dairallipiano di Langres, hanno le loro piene in novenibre, fchbrajo e marzo, nella stagione cioe delle piogge, od al primo sciogliersi delle nevi delle basse regioni; e la loro magra nell' estate. All' altro estremo stanno FArve ed il Rodano lacuale, i quali, essendo alimentati da ghiacciaj delle piu alte cime alpine che fanno corona al Vallese, hanno al contrario il niassimo deflusso in luglio ed agosto, ed il minimo in febbrajo e marzo. In una condizione intermedia si trovano la Durenza e Flsera, la prima delle quali, per I' altezza piu moderata dei monti cui si estende il suo dominio, ha piene maggiormcnte precoci in confronto deirallra, ed una magra estiva piu pronunciala. Per tal modo, alio scemare Tal- flusso di uno di que' tributarj, s'accresce quello dun altro, avendosi cosi quasi sempre ncl Rodano una specie di compensazione. Nei mesi pero di maggior freddo, ed in quelli di un autunno poco piovoso, esso pure va soggetto ad una magra, la quale per termine medio si calcola du- rare annualmente in complesso 4o giorni. Ed in allora ne risenle sommo danno la navigazione per la difficolta che inconlra a superare i bassi fondi di nioltc rapide che si formano nel suo corso. Al fine di porvi riparo si pi'esento nel 1843 un progelto dei lavori che si richiederebbero per mantenere ivi maggiormente escavato il canale. col raccoglierne le acque in piu ristretta sezione mediante di- ghe sommergibili, e col chiudimenlo dei rami secondarj del fiume. Ma siccome tratlavasi di un dispendio di 2i> milioni, e di opere di un esilo jilquanto inccrto, esso non venne approvato, e fu slabilito invece di (1) Annates des Ponis et Cliaussees, {." sem., 1845 DELLA NATUR.V DEI LAGHI. 4()7 accordarc annualmentc una soinma per provvedcrc soltanto ai bisogni plu urgonli. U signer ispcltore Vallcc , scnza oscluderc la convonionza di quci lavori, dimoslra chc a renderii maggiorinonle piolicui, e ad oJlenorc in gran parte V inlcnlo anchc ncll' odierna condizione del fiiiine, gio- verebbe assaissimo aliinentarlo nelle magre medianle le acquc del lago di Gincvra cbe ridurrebbc , siccome abbianio dello , alia condi- zione di serbalojo arlificiale. A ([ucsto scopo egli ne al)basserebbe I e- missario, e presso Ginevra vi applichercbbe una chiusa, o regolalore. con porle niobili. Egli calcola che per lal modo, senza rialzare le piene del lago, e piultoslo manlencndole ad un livello piii depresso, si po- trebbe utilizzare uno strato d' acqua della superficie di GOO chilomelri quadrati, c dell' allezza di l'",67, che corrisponderebbe air enorme quantila di niille milioni di nielri cubici. E siccome nelle massinie ma- gre non scorrerebbero nel Rodano presso Lionc piu di 260 metr. cub. per secondo , col sussidio delle acque del lago di Ginevra si porle- rebbe ivi il deflusso a non meno di 520, e fors'anche di 660 met. cub. per secondo. Si propongono in pari tempo le opere che sarebbero op- portune per ridurre navigabile tutta la linea di quel fiume da Ginevra a Lione, e si osserva chc, mediante la chiusa sumnientovata , si po- Irebbe sospendere per alcuni giorni refflusso del lago, e scemare con cio r allezza delle piene del Rodano Inferiore. lo sono per allro d' avviso che dall' esecuzione di un tale pro- getto si possano bensi ottenere gli sperati vantaggi nei tempi di magra. ma pochissimo eflctto nelle piene, in quanto che quelle del Rodano Inferiore sono cagionate dai venti meridionali e piovosi delE aulun- no, cui e esposlo il suo bacino, meno per la parte che corrisponde airArve ed al Lemano, la quale ne rimane difesa dalK allissima ca- tena delle Alpi compresa fra il Monte Bianco ed il San Goltardo. E di fatto , in occasione della straordinaria piena del Rodano avve- nuta dal 31 ottobre al 2 novembre del 1840, il Lemano segnava al- I'idromelro di Ginevra, detto del Grand Quai, soli 36 pollici, e non sali a 60 pollici che il giorno 18 novembre (') quando la piena del (1) Vedi la tavola delle osservazioni meleorologiclie della Bibliolheque unkcrselle per quel mese. 468 DELLA NATURA DEI LAGHI. Rodaiio Inferiore si era di gla abbassata in notcvolc misura. Se si con- sideri chc ncl primo caso V efflusso unitario del lago sarebbc stato di circa 280 nietri cubici, e di 400 inctri cubici in fine, giusta Ic mi- siire riferite nella Menioria dollo stesso sigiior Vallee , mcnlie la por- lata del Rodano nel colnio della picna viene da lui calcolala in met. cub. oOOO a Lione, ed in met. cub. 14000 dopo lulle Ic conflucnze, si potra di leggieri concludere chc poco utile si verrebbe ad oltenere col sospendere per alcuni giorni T efflusso del Lemano. Le maggiori difllcolla die si oppongono alF esecuzione di quel pro- gelto non dipendeiebbero gia dalle condizioni locali, le quali rendano ardua 1" opera . ma piutloslo dalla disparita degli inleressi delle di- verse sovranila die devono concorrere a darvi il lore consentimenlo. Lqrjlii dell' Olanda. Sistema colii seguito pel loro ascitigamenlo. Un' irapresa veramente gigantesca e quella cui si sono accinti gli Olandesi, di asciugarc cioe il lago d'Harlem, e di ridurne il fondo a coltivazione. Considerando die questo trovasi per circa 4 metri piu depresso del livello medio del mare, e che trattasi di una estensione di 181 chilometri quadrali , eccedente quindi di un terzo la superfi- cie del lago di Conio, si avrebbe luogo a dubitare delFesilodi un'o- pera cosi ardila, ove non si avessero esempj di allri lavori siinili. Tale si e r asciugamento del lago delto Zuid-Plas presso Rotterdam , piu profondo ancora, e della superficic di 46 chilom. quadr., condotto a tennine nel 1840; oltre a quello di tanti altri laghi egualmente asciu- gati, i quali per le sole due provincie d" Olanda misurano niente meno di 700 diilometri quadrali. Per porgere un" idea adequata di sifl'atte opcrazioni, giovera dare un succinto ragguaglio della natura del terreno coslituente 1' Olanda, e del sistema d" asciugamento ivi seguito , il quale si stacca totalmente dai metodi che noi conosciamo. 11 suolo dell" Olanda e in gencrale forinato da uno stralo di terreno argilloso di circa mezzo metio , cui ne e soltoposto uno di torba di DELLA NATURA DEI LAGHI. /|69 due a cinque inctri, al quale succcdc Targilla, ed in alcuni luoghi una lena sabbioiiiccia. La sua fonnazione e dovula piiiicipahnente ai deposili poiiali dalla Mosa, dal Reno c da allri fiunii niinori presso le loro foci in mare, comprese Ira quelle della Sclielda e dell" Ems, c dair accumulanicnlo delle radici, cd'altrc rcliquie di pianle acquali- che die vegetarono in quci luoghi palustri, e si convertirono in Jorba. Di raro il teiTeno si eleva ollrc il livello dell' aha nian'a ordina- ria, e di solito vedesi piu depresso del livello medio del mare, lor- mando eslesi iaghi ove sillatta depressione sia maggiore. Lungo le spiagge dell'Occano T azionc repulsiva delle sue aequc, combinata con quella dei venli, ha accumulate le arcne in forma di alti argini o dune, le quali si trovano interrotle ove corrisponde la foce dei iiumi, o per rienlranze della spiaggia. o per allre cause accidental!. Talora queste dune hanno oslrutto la foce di (|ualclie (iume , sic- come avvenne a kalwyk. presso Leida del cosi detto ^ecchio Reno, il quale sembra fosse un tempo il ramo principale, chc impoverito di acque per le molte diversion i superior!, e particolarmente per la pre- valenza del suo braccio meridionale, dcnominato il ^\ haal, sarebbe ri- masto chiuso V anno 8-10 dalle sabbie accumulatevi dal mare in una tcmpesta slraordinaria. Taluni pero pretendono che fino alsecoloXV continuasse a sfogarvi le sue acque in occasionc di piena. Ai tempi degli antichi Batavi e verisimile che quella regionc fosse ge- neralmente in balia delle acque, e che fossero abitate soltanlo le parli piii elevate del suolo. Non vi sono sicure memorie dell epoca nella (piale s'incominciarono le prime dighe, od argini, per difendere dall iiivasionc delle ac(|ue le allre parti maggiormente depresse, e ridmie medianle asciugamento a coltivazione, ma si ha fondamento di credere che tali opere risalgano almeno al IX. secolo. Forse da principio, ed a quanto pare ne' tempi della romana do- minazione, quando si operarono in quel paese grandi diversion! di (iumi per lo scopo della navigazione, si penso eziandio a premunire estesi territorj dalle irruzion! del mare, e dei fiumi slcssi, con argini che in alcune localila si saranno riunil! alle dune. Ma per liberarl! dalle acque interne sembra che posleriormente soltanlo s" inventassero 470 DELLA NATURA DEI LAGHI. lo chitisc con porlc angolari a niovimcnlo sponlanco, Ic qualisi aprono all'abbassarsi delle acque cslcrne, e si chiudono allorchc qiiesle si rialzano oltre 11 livollo dollc allrc per V azione altcriialiva delle ma- roo. Ill tal inodo si saraiino asciugati i lerreni piii clevati del livello medio del mare, ed anche altri piu depress! di un tal limite , parlico- larmente nella slagione estiva, col favore deirevaporazione. Successi- vameiite. e secondo alciini intorno alia meta del secolo XVI, Tindu- stria pose a profiHo la forza dei venti dominanti in quelle spaziose pianiire per movere meccanismi alti a rialzare le acque, e ad cspel- lerle dai recinti arginati. Ma pel continuo variare del livello delle acque esterne V azione delle maccliine a tal fine impiegate avrebbc dovuto essere, od intermillente, o regolala giusta la massima elevazione delle acque stesse, con notevole perdita deirclTello utile allorche que- ste erano piu basse. Si trovo quindi opporluno di limitare I'asciuga- menlo con quei meccanismi ad una sola parte dei terreni compresi nel recinlo argiuato, destinando la parte residua, di solito la piu depressa, siccome riceltacolo dellc acque per tal modo rialzate, alia quale si c dalo il nome di bacino (boezem). Queslo soltanlo conlinuava a scaricarsi direttamenle, mediante le chiuse preaccennate, nel fiume onel mare col favore della bassa niarea, e di altre cause, delle quali si parlera piu avanti , e quindi con intermittenza. E ridolto cosi il livello del bacino ad essere pressoclie costante, T azione delle maccliine veniva a riescire continua ed assai meglio ulilizzala. Premessi questi cenni generali sui principj che mossero ad adottare il preaccennato sistema d'asciuga- mento, passero ad indicarne in breve alcuni particolari (^). (I ) Chi bramasse una piu precisa cognizioiie Guillaunie (maggiorc del genio.emembro della fli (luesle cose polrii cuiisuUare leseguenll ope- Coinmisslone per quella opcrazione), 30 otto- re, da cui piiiieipalmente ho allinto quaiilo bre 1841; 3.° S»r les dessechements executes veri-6 esponendo. eii Hollaride, ct sur celui duZuid-l'las en par- AnualQs dex pont^ el clioiisxces, II semestre, ticulier, nicmoire redlgc par ordre de S. E. le <842. Dessechement du lac d'lfarleni: l.^Let- lieuleiiunt general baron de Kock, minislre dc Ire de moDsieur le baron de Bois-le-Comte , rintcrieur. ministre du roi a la Have, a monsieur le mi- Du dessechement du lac d'Harlem par M.Ge- nislre des Travaux publics (15 luglio 1842); vers d'EiidegeesI, conseiller d'etat, president 2." Notice bistorique , lopograpliique et by- de la Commission pour le dessechement du lac draulique sur le dessechement du lac d'Har- d'Harlem. Premiere parlie, avee atlas. Leide, lem par monsieur Merkes, aide decamp duroi J844. DELLA NATURA DEI LAGHI 471 11 suolo depresso deirOlanda e ripailito in un numoio considerevole di distrelti o consorzj idraulici, ciascliediino dc' quali ha inia propria amininislrazioiic c particolari rcgoiamonli. Ogni consorzio ha i suoi argini di circondario, che lalvolta coinprendono anciie le dune, nei quah soiio collocate le chliisc per lo scarico delle accpie iiileriic in un fiume o nel mare. Queste si raccolgono, conic si disse, nel bacino. ovc si versano col sussidio delle macchine destinale airasciugamento dei ter- reni chianiali in generalc polders. 11 bacino rimanc separalo dai polders mediante argini di maggiore o minore robuslczza, secondoche mag- giorc o minore si c la diflercnza di livello fra Tuno e gh allri. Le acquc di un bacino non si mantengono sempre orizzontali, ma solto Pazione dei venli possono prendere un inclinazione sensibile, ollre alia pcn- denza che vcngono in alcune parti ad assumcrc in consegucnza del loro deflusso. Se per la prima di tali cause si alza il loro livello in cor- rispondenza ad una chiusa, si aumenta in allora refflusso di que- sta, anche per la circostanza, che, dipendenlemenfe dalla stessa azio- ne del vento, si abbassano ivi contemporaneamente le acque esterne. Ma se il vento soflia in direzione opposta, e quindi se viene a diminuire in quel punto Taltczza delle acque interne, e ad accrescersi quella delle esterne, sceuia in allora lo scarico delle pi-ime, e qualche volla rimane eziandio del tullo sospeso. Per tal modo lo scarico delle acque interne dipende dalFazione combinata del vento e delle maree, come pure dalla copia delle acque deflumi, particolarmente per le parti pin lonlane dalla loro foce in mare. Quanto piu e esteso un bacino, tanto piii e coslanle il suo livello, circostanza che di solilo e utile, ma che lalvolta riescedi danno per la maggior lentezza colla quale si scaricano le accjue ivi ac- cumulate. Esso viene in generale costituito da laghi e da canali, i quali servono eziandio per la navigazione mediante conche che li pongono in comunicazione colle acque esterne. I laghi deirOlanda hanno origine o da nalurale ineguaglianza nella distribuzione dei depositi che ne costituiscono il suolo, o dall essersi escavato il terreno per irruzione delle acque esterne nei recinti argi- nati, od anche dall" essersene cstratta la torba, della quale si e sem- pre fatlo un uso estesissimo in quel paese, a cagione dclla scarsezza 'i72 DELLA NATURA DEI LAGHI. (li altro comhuslibilo, paiiicolarmciilc avanti all' inlroduzionc del car- bon lossile. La nolle (lol 19 iiovenibrc I-^'il, in conseguenza dl una marea sliaordinaria, la Mei\>e(ie, loiinala (lallunione del AVhaal c della Mosa, avendo rolli gli arijini, ed invaso presso Gorkum un pacse csteslssiino sul confine del Brabanle sellcnlrionale e dellOlanda, nc furono di- slruUi 72 villaggi , colla sommersione di ollre 100000 abitanti. In (jueir occasione si formo ivi il lago dello il Biesbosch della superfi- cie di 240 chilomelri quadrati. Esso e era disseminato d' isole allii- ^ iaii lormale dai depositi di quel fiume che vi ha dirello il suo corso priiu'ipale. Al line di disclplinaie V cscavazione delle trorbiere , per la quale , come si disse, si I'oi'niano alticllanti laglii, e stabilito che, avanti di ot- tenerne la licenza, abbiasi a garanlire la percczione delle imposte c la spesa necessaria pel successivo asciiiganiento del lago. Quello delto Zuid-Plas, del quale si e falto ccnno, e che venne or ora asciugalo, era appunlo una lorbiera della superficie di 46 chilomelri quadrati. I lerreni bonilicali si distinijuono in tre classi, cioe in terreni na- turali, che sono piii elevati del pelo d' acqua del bacino , in polders propriamente detti , ed in terreni d' asciugamento , la cui difl'erenza consiste nella comparaliva maggiore depressione degll ultinii, dandosi pcro lanlo agli uiii che agli allri il nonie comune di polders. Ognuno di questi e circondato dai proprj argini . e lornito di molini a vento colle rispettive macchine d' asciugamento , quahuique sia la sua gran- dezza ; ed ha una speciale amministrazione dislinla da quella del- I inlero consorzio, o circondario, del quale fa parte. L acqua dei polders si versa nel bacino col mezzo di parlicolari ruote. 0 di vili d'Archimede, mossc da molini a vento di maggiore o minore grandezza e forza, a norma delle circostanze. Le ruote sono a palette poste normalmente alia pcrileria, ossia in direzione dei raggi; od anche inclinate in modo da formare con cssa un angolo ottuso nel senso della direzione del loro movimento. Esse si accirano in una cor- sia, pescando nell' acqua del polder , la quale |)cr impulso delle pa- lette vienc spinta nel bacino ad un' allezza da 0"',80 ad l'",20. Se la DELLA NATUIU DEI LAGHI. 47 3 diffcrenza di livello fi-a Ic a('(|iie del polder e qncllo del bacino supera un lal limitc, in allora s" inipicgano i inolini in due, tie e perfino quallro ordini , ponendoli a varie allez/.e, cd elevando cosi 1 acqua a successive ripresc. Colle vili (rArchiniede 1" acqua si alza anclic a due inclri. Nel polder si escavano poi i fossi c canali iiecessarj per jtui- darc Ic acquc ai divcrsi inolini d' asciugamenlo . riparlendolo di solito in figure reltangole ; c quando il lerreno e niollo depresso, la super- ficic dei fossi e canali giunge all incirca al decinio del totale. I canali non coniunicano lulti fia loio, tencndosi d ordinario separali qnelli delle parti piii elevate dagli allri delle parti piii basse. Lungo i prin- cipali di essi si coslruiscono le strade per le comunicazioni coi luo- ghi vicini, c coU' interno del polder^ le quali ultime per la maggior parte si hanno contemporancamenlc coi canali niedesimi. Le case si erigono lungo T arginc principale di circondario , e sc il teireno asciu- gato e di molla estensionc, se ne costruiscono eziandio in contatto delle strade che lo attraversano. Allorche V asciugamenlo di un lerreno e ullimalo , la prima opera- zione e quella di lavorarlo, e seniinarlo di colza. In seguito si vende, ed I nuovi proprietarj I'orinano una sociela, coll' approvazione del Go- verno, alia quale si cedono tulle le macchine ed allri materiali del polder. La scala delle acque c oegetlo di somma iniporlanza pel regola- inento dei polders. In tulta 1" Olanda essa parte da un piano , o li- vello iinaginario , corrispondenle alio zero dell idrometro di Amster- dam, il quale coincide col livello medio delle acque delP Y, che e un braccio del golfo Zuidersee., cd eziandio col livello in generale dei ler- reni naturali dell* Olanda. Qualunque allezza d' acqua pcrcio si riferisce sempre a quel piano col segno -+-, o — , e colle lellerc .J. P. (.Imsterdainsche pei I- Idrometro d'.hnslerdam. ) In conseguenza del soverchio concorso delle acque dei polders nel bacino, polrebbesi le lantc volte elevare questo al punto da farle riversare nei polders. E quindi stabilito in varie localila un livello per le acquc del bacino slesso, raggiunlo il quale devc sospendei-si Vol. II. 60 474 DELLA NATURA DEI LAGHI. Pazionc doi molini, sollo pcna di forii mulle in caso di trasgrcssione. Al fine di cvilare il danno chc dei'iva da siffalla sospensione, e qiiindi dal- riinperfetto asciugamcnto dei polders^ al bacino ordinario si aggiungc talvolla un secondo bacino piii olcvalo , ncl quale si vcrsano le acque del primo col sussidio dci molini, potendo cosl Ic acque interne con- linuave a scaricarsi piii lungamente. Quesla disposizione, quanlunque utilissinia, riesce pero niolto dispendiosa. Nellc due provincic deirOlanda propriamcnte delta il punlo piu basso per la ferniala dei molini e quello di 0"',54 — J. P. nello Scieland, ed il pill elevato quello di 0™. 1 4o — ./. P. neirAmstelland. Neir inverno, mancando il sussidio delF evaporazione, i polders sono in generale coperti d' acqua. Nell' estate al contrario, malgrado 1' im- mensa copia delle acque che circondano per ogni parte quei terreni, e la notevole depressione di questi, avviene di solito che riscntano as- saissimo gli efletti della siccita sotto Y azione del calore e dei vcnti. In allora e mestieri richiamare nicdiante apposite chiaviche nci pol- ders V acqua occorrente dal bacino; ed ove il livcllo di qucsto dovesse per tal modo deprimersi al punto da dcrivarne danno alia naviga- zione , s' impedisce per qualche tempo V aprimenlo spontanco dclle chiuse di scarico. Quando poi anche cio non basti, si rivolgono ezian- dio nel bacino con altre chiaviche o chiuse le acque esterne, purche esse sieno dolci. Yi sono talvolta delle chiuse dcstinate a separare in date circostanze una parte del bacino dalFaltra. Gli argini dei polders sono, come si disse, piu o meno robusti ed elcvati in relazione alia maggiore o minore depressione del terrene, rispctto al livello del bacino. Gli argini meno alti raggiungono appena il livello ./. P. Quelli che si oppongono alle acque del mare o dei fiumi devono elevarsi sopra le piu altc maree, o sopra le massime piene che di solito coincidono con quelle. Le marce straordinarie giungono a T.W^J. P. ncl mare del Nord. Siccome i fiumi dellOlanda, o per cause naturali, o per diversioni arlificiali, si suddividono in molti rami con rallentamento di corso, ne viene di conseguenza che il loro lello va elevandosi progressivamenle per le piu copiose dcposizioni che da lale causa si promovono, lo che DELLA NATURA DEI LAGHI. 47i> lichicdc un corrispondentc alzainonto dcgli arfiini clic li arcompajinano , c quiiuli una matigiorc spcsa pei-rasciugaiiUMito dci Icrreni clu,' vi sca- ricano plu difficilincntc le loro acquc. A pcggiorair la condizione di questi concorrercbhe pure 1' abhassaincnto del loro livello, che taluni vogliono sia lento bensi, ma conliiiuo, c corrisponda nellOlanda set- tenlrionale ad un piede e mezzo per trecento anni. Un effelto simile sarcbbesi eziandio riscontrato lungo le cosle dellAdrialico. c parlico- larmentc a Ravenna ed a \enezia, e siccome in tnlte (juclle localita cio sarebbc avvenuto in terreni d' alluvione di notevole proloiidita. sembra che, senza ricorrere a cause intestine, possa spicgarsi il feno- meno coll' asscttamento degli strati inferiori sotto la prcssione dci su- pcriori die si sono loro sovrapposti. Allorche le scarpe degli argini devono sostenere V azione delle onde. o delle con-enti , ollre air avere una dolce inclinazione, come sarebbe di una base quintupla deiraltezza, si premuniscono con opere di di- fesa che consistono in rivestimenti di pietra o di fascine, od in pala- fitti. Fuori di questi casi, per la difesa degli argini basla il cotico er- boso del quale naturalmente si ricoprono. Taluni di essi poi si ten- gono appositamente ad un livcllo piu basso, perche abbiano a ser^ire siccome sfioratori {overlaten) , nel caso di sovercbia elevazionc delle acquc del bacino che renda necessario di riversarne una parte nei pol- dei's. Si scelgono a questo fine le localita che per tali evenienze rie- scano meno pericolose, quelle cioe eve i terreni sono mcno depressi. II llhynland. Una succinta descrizione del Rhynland, che comprende il lago di Harlem, del quale si parlera piu avanli, giovera a chiarire nieglio cio che si e detto, e cio che si verra successivamente esponendo. 11 RlnjnlandeW piu considerevole Ira tutti quei consorzj, ed e posto per una parte nella provincia delP Olanda Meridionale. e per I" altra in quella deir Olanda Setlentrionale. All' ovest ha per confine il mare dellSord; al sud si estende dai contorni delFAja a Gouda; al nord. dai contorni di Harlem ad Amsterdam e terminato dai seno di mare denominato 476 DELLA NATURA DEI LAGHI. I'Y, appendlce del Zuidcrsee; ed alFest si eslendc da Amsterdam alia delta citta di Gouda, rinchiudendo nel suo clrcondario anclie la citla di Leida. Deriva il suo nome dalP antico ramo del Reno, il quale, conic dicemmo, rimase cliiuso alia sua foce prcsso Katwyk. Gli indi- cati limit! riguardano la giurisdizione di quel consorzio; ma viene a Ibrmarne parte anche il distrelto di Wocrden, i cui polders si scari- cano nel bacino del primo fino dal 1365, dopo die non poterono piii I'arlo neU'Yssel, allro ramo del Reno, per essersi rialzato il suo letto. Verso il mare del Nord il Rhynland e protelto dalle dune; e verso I'Y (la un forte argine die venne da pochi anni rialzato, portandolo al li- vello di 3"" -h J. P. All' est e al sud esso e separato con argini dagli al- tri circondarj. La sua superficie si divide come segue, compreso il di- strelto di Woerden. Bacino; perliche metriclie, ossicno decari 227000 Terrcni naturali, fra i quali si comprendono 114 000 decari di dune 507000 Polders 700600 Totale, decari (1) . . . 1254 600 Se quindi se ne sottraggano i terreni naturali, die sono all'incirca il ;j — ./. A . e nell' invcrno 0"',39 — .'/. P. La hassa iiiarea delF \ non giunge the a 0",26 — -/• P., mentre quella del mare del Nord a Katwyk discende d' ordinario a O"",?© — A. P.; c quindi in quest' iillimu punto lo scaiico e di solito assai piii felice, malgiado linterposizione di un canale piu Inngo , e quindi la maggior penden/a clie, a pari circoslanzc, devono prendervi le acque. Ma quando soffia il vento di sud giovano assai anche !(• cliiuse suirY in quanto die, mcnlrc in allora si ahhassano ivi Ic acijue eslerne del mare, si alzano invecc per oltre un mezzo metro quelle del ba- cino. Lo stesso avviene coi venti d" est per la cliiusa di katwyk. At- lesa r accennata elevazione del letto dell* Yssel, lo scarico in quel (iume e ormai pressoche nullo. Le citta ed i villaggi del Rbynland sono post! sui terreni naturali i piu elevati, i quali sono i piu feraci per pralerie e cereali. Quelli pros- simi al lago Harlem sono depressi e coperti d" acqua nell" inverno, lo cbe non toglie che producano fieno in estate. I polders sono in numcro di 198, dell' accennata superficie com- plessiva di 700 GOO decari. Di essi 28 sono terreni d'asciugamento della superficie di loOOOO deciri, profondi circa 4"',i50 — J. P., di modo che si trovano per termine medio a o'",30 sotto V alia ma- rea ordinaria. Gli altri 170 polders sono ad un livello che varia dai 0'",80 — A. P. ad l'",20 — /. P. Quei polders possiedono insieme 261 molini per lo scarico delle loro acque nel bacino, i quali, quando sono lulti in azione in cir- costanze favorevoli, alzerebbero ad un metro per ogni secondo circa 254 m. c. d' acqua , e quindi verserebbero nel bacino oltre a m. c. ' 133 per secondo, ossia un triple della portata del Naviglio Grande; stando ai dati che vengono indicati sul loro effetto dinamico (0. (1) Secondo il signer maggiore Merlies (^ji- conlorni di Lilla, indicando fgli per lermine nal. des /wi/M ct c/mHs.s«'.Vj vol. precit., p. M9) massiino 890 cliilograniini innal/ali ad un nie- un buon niolino alzerebbe un metro cubico Iro nel caso di un venio forlissimo, la cui d' acqua, ossia 1000 cliiiogramrai , in un se- vclocila sia di 9">,10 per I". Conviene pcrcio condo all" allczza di un uielro. Quesia quan- siipporre ciie i moliui deH'Oianda sieno di tita supererebbe di molto quella calcolala da niaggior forza e pcrfezionc in confronlo di Coulomb , giusia le csperienzu da lui falle nci quelli della I'iandra. 478 BELLA NATURA DEI LAGHL Diccsi chc in tutta I'Olanda eslslano 9000 molini , i quali, a 1300 franchi di spesa annuale per ciaschoduno, richlederebbero in complesso quolla di oltre 15 milioni (Lcllera precitala del Ministro Bar. do Bois- Ic-Conitc). lo dubito pero cbe quest' ultima cifra sia piuttosto esagerata in quanto chc la spesa di 1300 i'ranchi , per cio che conccrne la sola ma- nutenzionc, e relaliva ai molini di foiza ordinaria, mentre e noto chc molti vc nc sono di un' azione piu limitata i quali vcngono adopcrati per i polders meno deprcssi. Ma calcolati anche solo i due lerzi dei 9000 molini per supporli nclla condizione di quelli di forza ordinaria, OYC I'ossero posti tutli in azione, alzerebbero ad un metro 6000 m. c. d' acqua per ogni secondo, quanlita che supererebbe la portata dclPo in massima picna. Fra i 261 molini del Rhynland 124 sono vincolati ad un punto di fermala, e gli altri sono liberi, cioe possono agire conlinuamentc. II bacino del Rhynland, allorche le sue acque si alzano oltre il li- vello normale, o quando sono spinte dal vento d'est, viene tempo- rariamenlc separato in diverse parti mediante chiuse che ne altravcr- sano i canali, con che se ne impedisce la soverchia elevazione nclla parte meridionale. Una scparazione simile ha luogo d' estate, in tempo di siccita, mediante la chiusa che atlraversa il vecchio Reno presso Bodegraven, per non lasciare deprimere di troppo, con danno della navigazione, il bacino del distretto di Woerden, alquanto piu clevato di quello del Rhynland. In tali circostanze vi si introduce eziandio r acqua derivata dall' Yssel. Nelle Meinorie degli Aiiiiali prrcilati , pa- giua I 29, diccsi clie un iiiolino vaiga a Icnere asciulti da 4000 a 5000 decarl di polders or- dinarj. E siccoinc nel Rhynland vi sarebbero 700600 decari di polders, de' quali 4 50000 SODO di asciugainento, e 550 600 ordinarj, ri- (eDuta la profondita media dei primi di 4"> sotto il livello del bacino, e per gli allri di un metro, ne risulterebbe I'occorrenza di 134 molini, della forza preaecennala per quelli , e di 120 per gli ullimi, quindi in tuUo di 254 niulini, i quali alzerebbero appunlo i 254 m. c. d' acqua per i'' nella massima loro azione. Ma siceome una quarta parle soltarilo di quelli impiegali nei lerreni di asciugamento verse- rebbe le acque immediatamente nel bacino, si verrebbe cosi a ridurre la quanlita d' acqua sollcvata in queslo a 153 m. c. per secondo, giusta quanto venne indicate. DELLA NATURA DEI LAGHI. 479 Ascitigameno del tago d' Harlem. 11 lago d'Harleni, che occupa la parte scltontrionale del bacino del Rhyiiland, si viiole che In originc sia slato formato da una irruzione del mare, avvenula dopo la mela del secolo XV. In esso si scarica il vecchio Reno dopo che vennc oslriiUa, come si disse, la sua foce nel mare del Nord, ed al concorso dellc acque di questo da allri si al- tribuisce principalmenle Torigine di quel lago. Ksse ne escono nellY per due canali forniti delle chiuse che furono di gia descritte. 11 piu oc- cidcntalc di questi bagna, sotto il nome di Spaarn, la cilta di Harlem. Abbiamo veduto come nel liiOii a quei canali di scarico siasi aggiunto r allro di Kalwyk colle sue chiuse, ove corrispondeva V anlica foce del Reno nel mare del Nord. Una carta del 1351 rappresenta il lago d'Harlem diviso in (juatlro piccoli laghi fra loro comunicanli, della totale superficie di 60 chilo- metri quadrati, fra i quali Irovavansi tre villaggi di qualche importanza. Ma per Tazione delle correnli e delle onde, venendone corrose le rive costiluitc di un terreno torboso e leggiero, si ingrandirono mano mano quei laghi coila distruzione dei villaggi preaccennati, al punto di for- mare oggidi un lago solo di una tripla superficie, ossia di 181 chilo- metri quadrati, profondo circa 4"' sotto il livello medio del mare (•). Sembra che le materie corrose sicno state trasportate, per la loro leg- gerezza, dalle correnti al mare; raccogliendosi ollre di cio in copia quelle galleggianti sulla superficie delle acque siccome oltimo concime per i vivaj e per gli orti. Dopo il 17G7 si sono eseguite molte opere per impedire il pro- gresso della corrosione delle sponde, particolarmcnte ove era minac- ciata r unione di questo lago colle torbiere d'Aalsmeer, le quali opere importarono un dispendio di oltre sei milioni di franchi. (1) In una delle lavole che acconipagnario ed in allre epoclic posleriori , dal elie rilevasi la precitala Memoria del sigiior Endegecst si il progressivo avanzamenlo della loro corro- da il discgno di questo lago, eolla iiidioazione sione. delle sue sponde, quali si trovavano nel 15^1 480 BELLA NATURA DEI LAGHI. Da molfo tempo si fccero progelli per asciugare quel lago, e ri- diirnc il fondo a collivazione ; ed uno de' plu rimairhcvoll fu quello presentato nol IG45 da cerlo Lceglnvaler lahbricalore dl molini, del quale si lecero Iredici edizioui. Seuza lener dielro alia serie di tali progelti, dart) uu succlnlo ragguaglio di quello chc ora si sla ese- guendo, il quale venne adoUalo nel 1859, c soggiacque di poi ad alcune modificazioni. I lavori in esso proposti sono isegucnti: L' escavazione di un canale di circondario, separalo mediante robu- slo argine dal lago, e dai poldeis chc verra ad inlersecare, e comuni- eante tolla residua parte del baciiio del Rhynland. Esso servira per lo scoio delle acque e per la navigazione. L" asciuganiento del lago, che sara da cseguirsi col mezzo di Irombc aspiranti mosse da macchine a vapore. II raddrizzamenlo ed ampliamenlo del canale di Ralwyk e delle I'hiuse ivi esistenti, e 1" aggiunta di ima nuova chlusa verso I'Y alia Mezza via fra Harlem ed Amsterdam. L' escavazione dei deposili che ingombrano lo Spaarn , e la costru- zione di un secondo bacino con apposita chiusa suir Y presso Sparen- dam. per innalzarvi le acque del bacino principale mediante una mac- china a vapore di 180 cavalli di forza, dalla quale sarebbero mosse le ruote idrauliche d' espulsione. Queste ultime due opere si eseguirebbero per rimediare in qualchc niodo al danno che sara per derivare al Rhynland dall' asciuganiento del lago, e quindi dal diminuire di molto la superficie del suo bacino. Ove poi r esperienza avesse a dimoslrare che per lal causa in occasione di siccila vi fosse dehcienza d'acque, queste si deriverebbero in allora con appositi canali dall^ssel. Nella primavera del 1840 si c dato incominciamento al nuovo ca- nale dasciugamento e di navigazione lungo 60 chilometri , largo in superlicie dai 38"" ai 4o'", prolondo 3'",80. Esso venne separato dal lago con un robusto argine, che si alza per ora a 2'",30 -+- .J. P. con scarpe, a base doppia verso il canale, ed a base quintupla verso il lago slesso. Una golena di 6 metri h-a 1" argine ed il canale c destinata sic- come strada delP alzaja. Ove il canale attraversa i polders^ gli argini UELLA NATURA DEI LAGHI /i«l lalcrall sono di minor! dimcnsioiil, ed i\\\i 0"'.76 -\- .^. P. con un fosso aircslorno, riinanciulo osso da (jiicsla parlc in libera comiinicazionc coi canali e laclii del bacinu del Ulivniand. Teiiniiialo I" asciui;aniento. cd oltenulo il perlclto asscllanicnlo dell argine |niiici|)ale , la sua som- niila vcrra abbassala fino a 0'",78 -f- ,/. /*. La terra di escavazione , quantun<|ue (orbosa, ha scrvilo ulihnenle per la coslruzione degli argini. Gravi diliicolta si dovellcro superarc per la lonnazioiie di cjuesti iiellac- qua, parlicolarmente quando s ini'Oiilrava nn londo di lorba jiallctiiiiante, clie conveniva cspcllere sino al londo jesisleiilc coll aiigiiinla di niiova terra, c di poi cscavarc per la parte corrispoudenle al canale ovc veniva spinla. Gli argini da costruirsi nelF acqua corrispondoiio ad nn vente- simo del tolale. Di solilo si fa in allora preccderc la costruzione di due argini subacqnei composti di zalteroni di fascine, i quali s' im- mergono a strati di una larghezza die va progrcssivamente scemando. caricandoli di terra e sassi. Essi formano cosi una iiicassatura die serve a contenere la terra del nuovo argine, la quale senza di cio, sciogliendosi in fango, si esjianderebbe a niolta distaiua. In qualche |)unlo a (piegli argini di fascine si e con ottinio successo soslituito un argine ijclee) di sabbia, condotta con inolto dispendio dalle dune alia parte orientale del lago. Espulsa la materia fangosa del fondo col peso della sabbia, ([uesta sosteime senza alcun cedimenlo la spinta del tcr- rapieno che di poi fu elevato ('). Al principio del IJM'* poco rimaneva ad eseguiisi pel conipiniento del canale e de suoi argini. Nel 1841 e 1842 fu escavato il letto dcUo Spaarn, e nel 1843 si sono intrapresi i lavori per 1' aggiunta di una nuova chiusa a Sparen- dam, larga 14™, profonda o"" — ./.P. Per cssa devesi scaricarc una parte delle acque delbacino del Rhynland, quando esse saranno hoppo elevate, e cio colF intermezzo di un secondo baciiio e di una macdiina a vapove die metta in movimenlo 10 ruote della lolale larghezza di 22 metri. La macdiina e a cilindro orizzontale del dianietro di r",i52; (1) Sulla proprieta della sabbia di rcsistere Mciiioria iiiserila nel voliinie X, anno 1635. senza cedimeiiti) ^en>ibile all'azioiie di pesi i\cg,\i Jumtlis de^ /lonts e! (Iiaussecx^ ovc it da inoniii, e suH'iilile applicazione di ipiota pro- iin ra^guaglio delle belle espcrieiize falle alal priela nelle fundazioni degli edilicj, veggasi la fine, parlicolarinenle a Bajona. Vol. II. 6i 482 BELLA NATURA DEI LAGHI. lo stantufl'o ha. la corsa di 3'",04, c fara 10 colpi in iin minuto. II dia- raelro del volanle die devc rcgolarc il movimenlo delle ruolc e di 8'",So. Essa inacchina viene coslrulta nclla fabbrica Dixon e Comp. di Anistci'dam. Per r asciugamento del lago si e calcolalo che sarebbero occorsi HA niolini a vento, il costo di ciascheduno de' quali e di circa 36000 Iranclii per la coslruzione, ollre alia spesa annuale di 1300 franchi per la loro nianiitenzione. E siccoine con queslo mezzo Poperazione avrebbe durato qiiatlro anni, altesa la loro azione inlermiltente che si calcola di 60 giorni alPanno, si e qiiindi riconosciuto piu opporluno T im- piego delle niacchine a vapore c delle Ironibe, con che si spera di com- piere 1" asciugamento in qiialtordici mcsi. Alia prima di esse macchine, che deve servire di campione e di esperimento per la costruzione di altre due, si e dato il nome di Leeghwnter, in memoria deiraulore del piu antico e pregevole pro- gctlo d' asciugamento di quel lago, ed anche perche il vocabolo esprime appunto in olandese un apparato d' aggottamento. Presso il villaggio di Kaag, ove si dirama il canale di Katwyk, la nuova macchina viene collocata nel centre di un ^randioso edificio in forma di torre cilin- drica, dai muri del quale, mediante apposite feritoje, escono undici bilancieri di ghisa che muovono allrettante Irombe. Un'appendice al- Tedificio stesso, a base rettangola, contiene la caldaja della macchina. Essa e a doppio effelto, ad alta pressione, con espansione , e di una struttura affatlo particolare. Ha due cilindri, uno centrale del diame- tro di 2'",13, e 1" allro a base anulare che circonda il prime, del dia- metro esterno di 5"',66. I due stantuffi che in essi si movono sono fra loro aderenti ed uniti con cinque aste verticali che sorreggono un ci- lindro cavo superiore, ove e collocate un contrappeso, ossia zavorra. Imperciocche il colpo utile di essa macchina e nella discesa de' suoi stantufti , dovendo in allora innalzare V acqua delle Irombe, che sono aspiranti. Una parte pero della zavorra c immediatamente applicata sul coperto di essi stantuffi. I due cilindri possono comunicare fra loro nella parte superiore soltanto. Introdotto il vapore nel cilindro cen- trale sotto lo stantulTo, qucsto si alza insieme alFaltro, ed a lutto il ni:LLA NATURA DEI L\GHI. 48. -5 peso sovrapposto. Ad un dalo punlo dclla corsa cessa Y cntrata del vapore, cd il riinanenle del colpo si compie per es[)ansione. Contem- poraneamente gli slantuHi delle Ironibe disceiidono pel prciprio peso indipendenlcmentc dalla maceluna, portando cosi I eslreino opposlo del bilanciere, che ivi e libcro , sollo il ('iiiiidro della zavorra slalo rialzato. Allora si apre la valvola d' efpiilihrio nello stantulTo cenlrale della inacchina , e con cio e posla in coniunica/ione la parte inferiore del cilindro di mezzo oolla siiperiore d' enlrambi. Lo slantulTo cenlrale rimane (piindi in equilibrio fra dne pressioni egiiali nel colpo retro- grado. Quello aniilarc invece c spinlo al basso dalla loiza del vapore che continua ad agire per espansione, trovandosi inferiormente in co- municazione col condensatore. Gli stantuffi delle trombe vengono (piindi elevati coll' abbassarsi V eslremo o[)posto del bilanciere . in parte per r azione del vapore sullo stantnflo anularc, ed in parte per la discesa del contrappeso, o zavon-a. Dopo il colpo retrograde la valvola d'e- quilibrio si chiude, il vapore utilizzato si la comunicare col condensa- tore, e viene introdolto di nnovo il vapore come dapprima solto lo slanlnflb centrale. La corsa degli stantuffi della niacchina e di quelli delle trombe e di S"", ed il diametro degli ultimi di I'",60. Una tromba quindi alzerii 6 melri cubici d' acqua per ogni colpo. Esse sono disposte simmetrica- mente in modo da poterne ridurre il nuniero conservando sempre una uniformc distribuzione di peso sulK edificio. Da principio, quando sara minore Taltezza alia quale si elevera Tac- (jua, le trombe polranno operare lutle contemporaneamente, sceman- dosene di poi il numero mano mano che si accrescera laltezza stessa, la quale per limite massimo deve giungere a 3'". Supposto che le trombe lossero tutte in altivita, e che I'accssero 10 colpi in un minuto . esse alzerebbero in quelF intervallo di tempo (>60 metri cubici d acqua , che corrispondono a 264 once magistiali , ossia ad una portata equi- valente ad una volta e tre quarti quella del Kaviglio di Pavia. Le trombe versano V acqua in un serbatojo, il quale conumica col bacino mediante alcuiie chiuse a porte angolari che si aprono da se ove il li- ^ello del prime prevalga a quello del secondo. Per tal modo si ha il 484 DKLLA NATURA DEI LAGHI. vanfajigio (li oltoncrc tiitto rcflctto utile dalle lionihc coll' clevare r ac(|iia (li iin sol goUo per un' allezza minima sul livello del bacino, ((tialiinqiie sia la variazione di questo c di quello cziandio dclle acque del lago. locche noii sarebhesi ottenuto coUe allrc maccliine adoperale eola per gli aseiugameiiti. La forza della maccbina si calcola in 330 cavalli vaporc. Essa, in- siemc alle frombe, venne costrutla sui disegni dei signori Dean e Gibbs dalle ditte Fox e Comp., ed Harvey e Comp. del Cornwallis. I bilan- eieri e le caldaje si forniscono dalle labbricbc nazionali. II Leerjlurater doveva essere attivato sid prineipio del correnle anno 184o; oio |)er altro cbe non avvenne fino al mese di biglio, siccome e stato lilerito da persona cbe ebbe a visil.tre quei luogbi(^). Si ri- liene cbe il lago abbia ad essere perfellamente asciugalo enlro V anno 1847. La spesa vicne sostenuta dallo Slalo mediantc prestito, e si calcola cbe possa essere riniborsata colla vendita dei tcrrcni bonificali. Essen- dosi risconlralo dopo numerosi scandagli cbe il I'ondo del lago e co- sliluilo di argilla coperta in generale da uno stralo di lerriccio ve- getale, sembra quindi indubitato cbe debba essere suscettibile di un'ot- tima produzione. Nelle discussioni cbe vi furono sid punto, se fosse preferibile per 1 asciugamenio 1" impiego dei molini, o quello delle macchine a va- pore, calcolata in 26 000 fiorini dei Paesi Bassi (fr. 3o 380) la spesa della costruzione d' ogni molino, ed in fior. 7i>0 (fr. 1 o97) quclla del- r annuale sua manutenzione, come pure P occorrenza di 114 molini da impiegarsi per qualtro anni consecutivi, si determine in 3 741 622 fior. (fr. 7 969 6oi>) il dispendio del primo asciugamento. Coir impiego del vapore e delle trombe questa spesa verrebbe in- vece a limilarsi ad 1 218 690 fior. (fr. 2 696 680) (2), motivo pel quale si e data la preferenza a quest' ultimo partite. Ancbe per mantenere successivamente asciulto il n\io\o polder si e (4) I giornali inglesi del 1." otlobre annunziano essersi dipoi altivata quella macchina col pin soddisfacente effclto. (2) Merkes, IMcni. prccit. DELLA NATURA DEI LAGHI. 485 calcolalo die mcdianlc il vaporc c le Irombe la spcsa annualc si li- ini((Tel)l)e a j)4 000 fior. ((V. IliJOOO), incnln; coi niolini. partondo (lai tlali prcc'cdenti, cssa si aumeiiU'rohlK' di una inela. V " ha (piindi lulta la presun/ione di credere che coll" andare del tempo ahhiansi a sostiluire neH'Olanda Ic macchiiie a vapore ai molini. siccome avvenne pei leiTciii paliislri prcsso Bedford in Ingliilteria , d<'lla esteiisione di 48i» cliilomelri quadrali, i qiiali dappriiiia si erano asciugali con nio- lini a vento coslrnlli da Olandesi die vi furono appositamente diia- niati. Sup|)oslo die la spesa lolale del jirimo asciugainenlo del lago d'Har- lem non oltrepassi i lii niilioni di Iraiiclii, (piella di ogni perliea me- triea, ossia decaro, sarebhe di 100 IVandii. I^a spesa per T asciugainenlo del lago Zuid-plas , piu profondo ancora, ascese invcce a 140 Ir. per ogni decaro, inipiegandovi i molini insieme a due inacdiine a vapore. Siccome con un molino si possono conservare asciulli 4i>00 de- cari airincirca di polders ordinarj, calcolando la spesa di manulenzione d" ogni molino col dato suesposto , essa verrebbe ad essere di circa 56 centesinii per ogni decaro, o pert. metr. , e pressoche quadmpla pei teireni d'asciuganienlo. Supposto percio che i 9000 niolini dell Olan- da, indicali nella lettera precitata del Ministro Barone de Bois le Coinle, si riducano a 0000, per considerarli lulli di una lorza ordinaria. la spesa aniuiale della loro manulenzione supcrerebbe ancora i nove mi- lioni di franchi , ollre ad allri olio niilioni che richiederebbero, se- condo lui, le riparazioni degli argini dei soli polders e loro bacini. Con quesli pochi cenni ci possiamo formare un' idea degli immensi capilali impiegali in quel paese per soslencre una lolla conlinua con- Iro un elemenlo che ad ogni islante ne minaccia la dislruzione. Aim DELLA NATURA DEI LAGIII. D E 1 L A G H I C II I U S I. Lago Albano. L" opora plu antica che si conosca per dar escila alle acque di iin lago chiuso inedianle un cmissario artificiale e quclla del lago Albano l)oslo presso la piccola citla di queslo nonie fra Yellelri e Roma. Quel lago, della siiporlicic di circa 7 chil. q., occupa, a quanio senibra, il cralere di un antico vulcano; e siccome la superficic dclFinlcro ba- cino in esso scolanle e assai limilata, egli e percio verisiniile che venga principalniente alinientato da infillrazioni. Seeondo Tito Livio, V anno 337 di Roma cssendosi elcvalo il livello di quel lago ad una misura slraordinaria senza alcuna causa apparenlc, fu cio considerato siccome un prodigio. Le predizioni di un aruspice, confermatc di poi daH'O- racolo di Delfo con un accordo non difficile a spiegarsi , annunciarono non potere i Romani vincere la cilia di Yejo che slringevano d'asse- dio, se prima non avessero dato escila alle acque del lago, disperden- dole per proprio uso senza che defluissero al mare. L' opera di un emissario, od acquidollo sollerraneo, fu loslo inlrapresa, e compiuta nel buon giro di un anno, c poco dopo i Romani condolli dal dilla- lore Furio Camillo soggiogarono i loro nemici. Qual fosse la causa dello slraordinario alzamenlo delle acque del lago Albano, che laluni dicono essere in allora giunte a soverchiare il labbro di quel cralere, versandosi sulle vicine campagne, si puo desu- raere dai seguenli falli. L'anno preccdenle vi fu, giusla lo slesso Tilo Livio, un inverno slraordinarianienle freddo, pel quale gelo il Tevere, e seeondo un frammenlo di Dionisio, scoperlo non ha guari dal Mai, la neve sarebbc in allora cadula in altezza di 7 piedi (2"',08) (*). Stando air ordine della narrazione di Tilo Livio , il prodigio del lago Albano, quanlunque indicalo per Tanno posteriore a quel rigido (4)Nibby.Analisisturico-loi)ogra(ica-anliquariu della carta di'i dintorni di Roma. Runiu, 1837, T. I, pag. 101. DELLA NATURA DEI LAGHI. 487 invcrno, scmbra avvenisse iieir estate conseculiva (<). Non e quindi a ineravigliare se col disgelo di (jiiella strahocclievole quaritita di neve il lago si alzasse ad una misura insolila, da principlo per le acque che direttaincnlc vi affluivano dalle prossime pendici, e di poi per le in- fillrazioni che si saranno rese oltrc modo copiosc. Basla considerare che il suo livcllo c di {)T" piu depresso di quello del laghetlo di Ncmi, distante un miglio c mezzo soltanto. Fa invero stupoi-e come in quei tempi si intraprendessero opere di tale difficolla, e si eseguissero con tanta precisione e prontezza. Im- perciocche V cscavazione, senza il sussidio della polvere e degli istro- mcnti geodetici che ora possediamo, fu condolta con tutta esatlezza in linea relta in Innghezza di 2230"" nella roccia chiamata [)eperino, ove si vede ancora Timpronta dcllo scalpelio. La luce dello speco e della larghczza di 1",30, e dell allezza di l'",80. Sembra che T esperienza dimoslrasse in seguito essere sover- chia r ampiczza della sczione combinata colla pendenza, per il che si sarebbe ristretta alzando il fondo del condotto, il quale non rimasc cosi piaticabile die pel prime tralto di 240™ di lunghczza , partendo dal suo incile. Ivi esiste ancora una camera che un tempo era coperla da volla, ove si trova la chiiisa colle porte che regolano Tefflusso delle ac(pie. La massima altezza del colle sul fondo dello speco e di 128", c dalle Iracce dei pozzi tuttora esistenti si argomenta dal Nibby che fossero in numero di 62, nel qual supposto sarebbero stati alia limilata dl- stanza di SiJ"", cio che sembra inverisimile, specialmente per la parte del colic maggiormente elevala. (I) Lib. V. ulnsignis annus Iiiemegajlidaac divinis similem coortara: proximo non prodi- nivosa fnit; adeo ut via) claiisa;, Tiberis inna- gia, scd jam eventus, peslilenliam agris urbi- vigabilis fiicril que illatam n E losto dopo: Trislem liicmcm sive ex intemperie ca-li rap- « In unuiii omnium curae versae sunt, quod dm niulalionu in conlraiium facta, sive alia lacus in Albano nemore sine ullis cceleslibus qua de caussa gravis pestiiensqueoninil)iisaiii- aquis, caussave qua alia, qu;u rem niiraculu malibus a;slas excepil eximcrel, in altiludinem insolitam crevH •>. Prioreanno intulcrandam liiemem prodigiisque 488 DELLA NATURA DEI LAGHl Lu(jo Fucino. Sloria ilfllo opcrc cscguile per la coslruzioiic cd i'spui;;o del siio oinissario. Un opera assai piu ardua e grandiosa hi qiiella che impresero i l\o- inani per dare scolo alle acquc del lago Fucino, poslo i'ra i monli de- gli Abriizzi nclla regione degli anlichi Marsi. Qucsta popolazionc guer- liera. die erasi seinpre oonservala aniica a Roma, laccva conliniie islaiize perclie una parte del suo lerritorio veiiissc liberata dalle inon- dazioni di quel lago; e Piniperatore Claudio vi die finalmcnte ascolto, non lanto per lavorire que' popoli, quanto per la spcranza di guada- gno coll' aoquisto delle terre che avrebbe cosi prosciugate. Secondo Dione Cassio e Svetonio senibra che da principio si avesse intenzione di dirigerc le acque del lago nel fiuniicello Sallo, in quanto clic venivasi cosi ad attraversare un colle non mai |)iu alio di 80'" sul livello del sollcMi-aneo che si sarebbe escavato. Ma hi di poi prescelto il partite di rivolgerle al Liri perche, influendo il Salto nella Nera, e quesla nel Tevcrc, lemevasi che col primo progetto avessero ad aumen- lare le inondazioni a danno di Roma. La storia dice che il lavoro si esea;ui sotto la dii-ezione dellarchi- telto Narciso, e hi compito in undici aniii coIP opera di trenta niila schiavi, nuniero che in \ero sembra esagerato, dappoiche non lo coni- porterebbe la iiatura dell' opera e del luogo. Non si sa precisare in qual tempo abbia cessato Tuso di quell' e- missario per giiasti in esse avvenuli; raccogiiendosi soltanlo da docu- inenti storici che vi I'ecero operare per restaurarlo Trajano, Adriano , Federigo II, All'onso I d'Aragona, e nel secolo Wll anche i principi Coloniia. ma sempre, a quanto pare, con poco o nessun cfletto. Ridolto quindi ancora il Fucino alia condizione di lago cliiuso, va come dapprima soggctto a notevoli oscillazioni a hingo periodo. Dai cenni che si danno su questo particolare dal sig. comniendatore Afan de Rivera nella iiiteressante Menioria da lui pubblicala nel 1836 sul progetto di restaurazione dell' emissario e dello scolo del Fucino, rilcvasi che nel BELLA NATURA DEI LAGIIT. 489 1 7i»2 r abbassamoiilo dcllc ac(]uc fii oosi p;raiul(' chc no cmorsoro iili avaiizi dclla parte inrcrlore dell anlica Mani\io, ove in iino scavo si rinvcnncro Ic statue di Claudio, di Agrippina e di iNerone, le qiiali ("ui'ono portate ad ahhellire la reitgia di Caserta. Qiiiiidl presc ad elc- varsi il lago, e nel 1787 giunsc ad un' altezza considerevole, d'onde conlinuo di poi a scemare (ino al 179ij. Da quciranno al 1806 si mantenne pressoche stazionarlo, dopo di die si e imovaniente rialzato fino alia piena straordiiiaria del 18I(J, la (piale supero di a"',2(> la preoedenle del 1787. Aggiunge V autore clic dal 1816 al 183;> il lago alternando rapidi decrescimenti con lenli ingrandimcnti, spectalmente negli ultimi anni per le continue secche stagioni, si e trovato ahbaasalo per pcdmi Al (12"',41) in circa., dcpressione di cui non si conserva me- moria o (radlzione. Con cio possiamo forniarci wn idea delle oscilla- zioni annual! e di quelle a lungo pcriodo dci laglii cliiusi, di gia nieii- zionate pieccdentemente. Un fatlo ineiitevole d'osservazione quello si e che nella parte occidentale del lago, poco lungi dall" emissario, avvi un inghiotlitojo denominato della Petogna, di porlata tale che so ne impiegava la forza per dare movimcnto ad un molino. Esso rimase in asciutlo in occasione della straordinaria magra del i83i). In quesla cir- costanza poi si manilestarono due copiosc sorgenti nella parte orien- tale, presso Ortucchio Tuna, e fra i villaggi di \ enere e S. Bene- detto 1 altra, allaltezza di circa 2™ sul livello del lago, delle quali non si aveva alcuna memoria. Questi falti verrebbero a conferniare quanto si e di gia indicate circa alF influenza della elevazione del lago sulla copia delle infiltrazioni ed ellillrazioni. Avvenuta la piena del 1787, Ferdinando I ordino che si pralicasse Tespurgo delF emissario; ma Topera rimase sospesa per le vicende politiche che susseguirono , ed anche perche dal 179o al 1806 le acque, come si e detto, si erano ridotle in ristrctti confini. Hialza- lesi poi queste progressivamente fino alia memorabile piena del 1816. si ordino un nuovo progetto di espurgo, del quale vennero succes- sivamenle incaricati diversi architetti. Dopo i tanli dispareri che m- sorsero circa al piano da seguirsi, ed all" entita del dispendio che sa- rebbesi richiesto, venne finalmente alfidala limpresa al conunendalore Vol. II. 62 490 DELLA NATURA DEI LAGUI. Alan dc Rivera, direUore j:;encrale del poiili c slradc, che la condussc a lerniine, c nc diede ragguaglio iiella Mcnioria precilata. L' ac(juidolto escavalo sotto al moiilc Salviano ed ai Cainpi Palen- lini , e che lermina nel Llri con uno sbocco elevalo 11'" sul foiido di qucslo (lume, e della lungliezza di iJGOiJ'". La sua sezionc normale ha hx hughczza di 2'",o0, ed i piedrilli sosteiienli hi volta seiniciicohue sono alti 3'", avendo essa cosl una superlicic di circa 10,30 met. q. Lo speco e intaghato neUa roccia per SoiJiJ'" ; allraversa massi agglo- nierati per 48G'". e per 8i»8'" concrczioni di ciottoH; ed e escavalo neUa terra con rivesliniento di niuro per 90G'". Dair incile alio sbocco nel Liri il londo dell" acquidotto ha la caduta di 7'",2(>, giungendo essa ad 1"',03 per F ultimo tratlo di 223"'. La pendenza media viene cosi a riescire di circa ,^; ma cssanon e equa- bilmente ripartita, avendosi anche, dopo il primo tratto, una sensibile acclivita. L" andamcnto si scosla per poco dal rettilineo, scorgendosi alcune lievi tortuosita, rese forse nccessarie al line di superare gli ostacoli che si inconlravano all' atto dell" esecuzione dei lavori. Per la costruzione di quelF acquidotto furono praticati 32 pozzi verticali, ol- Ire a sei cunicoli inclinati pel piii comodo passaggio dei lavoratori , servendo poi e gli uni e gli altri a procurare la ventilazionc dello speco. Partendo dallo sbocco nel Liri fino alle falde del Monte Sal- viano, i prinii 20 pozzi hanno una profondita che varia dai 63"^ ai 90'"; i due successivi al piede del detto montc giungono alia profondita di 106'", e di 129""; e gli ultimi dieci che, oltrepassato il monte , si ap- prossimano al lago, hanno una profondita da 60"* a 13™. 11 monte si eleva per termine massimo 281"' sul fondo dello speco. I principali guasti cui questo soggiacque dipendevano dalla rovina di alcune sue parti, cagionata, a quanto pare, dalla infiltrazione dellc acque. Esse vi si dirigcvano particolarniente dai Campi Palcntini, ove i pozzi si I'acevano servire a smaltirvi lo scolo delle campagnc. Per porvi un provvisorio riparo, e per sgombrare T acquidotto dalle ma- terie che vi si erano accumulate, si richiese 1" opera indefessa di otto anni, dal 1826 al 1834, con una spesa di 100000 ducati (423000 franchi). Nolevoli furono Ic difficolla incontratc, specialmente per le BELLA NATURA DEI LAGHL 491 acquc che invadevano lo scavo. A difcndersi da qiicstc, per un Ironco dl (jualtro chilomotri si dovclto costniiro im' iin|)al(-atiira di legnami pill olcvala dal londo, e sui travicclli Ioii^i(tKliii:ili di cssa si faccvano scorrcrc i veicoli ciic tiasporlavaiio lo inalcric. giuiise alia niassima niisura. Air iiicile Al e una vasca di forma trapezia, della limghezza di 6™, 84. circondala di ro])usti muri. II lalo di essa normale all asse dell" acqui- dotto, c conligiio allincile, e liingo 10'",78, e T allro opposto e pa- rallelo Ia'",i52. Airiiigresso dello speco vedonsi negli slipili le sca- nalaliire nelle quali scorreva la paraloja per chiudeilo. Alia vasca siid- descrilta allra ne succedc , la quale pcro non vcnne esaminala . pcr- che sepolta a considerevole profondila sollo i deposifi di terra. E pro- babile che in essa vi I'ossero le porte, o paraloje regolalrici. Prcso per livello normale queilo dell" accennata inagra del 185iJ, il lago avrebbe avula in allora la superlicie di chilomclri quadrati 153,i>. JNclla magra ordinaria contemplata dal calaslro per limile delle adja- ccnli proprieta private, piu elevala dclK altra di 3"'.43. la superli- cie sarebbe di cliil. quadr. I4i>, prossiniamente eguale a quella del lago di Como; ma nella piena del 1816 sarebbe giunla a cbil. q. 16S. II fondo pill depresso del lago trovasi a 10 ",50 solto la massima magra, e sovrasta di S'",^.! alia soglia dell' emissario presso il suo in- cile. L' autore e d' avviso che in dieciotto secoli i deposili al)biano elevato il londo stesso per ollre 7"',60. Questo alzamento sarebbe di- moslrato anche dal latto di sopra riferilo d' essersi trovata la traccia delFantica Maruvio ad un livello assai prossimo a queilo della niassima magra, mentre e a ritcnersi che in origine siasi edilicata la cilia slessa ad un livello superiore a queilo delle piene. 492 BELLA NATURA DEI LAGHI. Esamc dci progctti pel paaialo o lolalc prosciu^ miciilo del lago. Nclla Momoria precilaLi l" auloro pio|)oneva di abbassarc da prin- cipio il livcllo del lago per 6"" solto a qiiello dolla suiiulicala magra del i83J, liduoendone la siipcificic a 72 ohil. (|uadr. A lal iiopo egli avrebbe approntlato dciraiilica vasca all' inclle, laslrlcandonc la plalea. Dopo due Iralti di canalc ii)clina(o, dclla lunghczza di 50"", e della caduta di 5™ in totale , acconipagnati da robusli niuri , sarcbbe siic- ccdula una scconda vasca lunga lo"',84, laiga 1^™, alia cui imbocca- lura si sarebbero forniale cinque luci scpai-ale da pilaslri, largbe per ciascheduna l'",58, da chiudersi con paraloje scorrevoli fra incaslri. La derivazione dclle acque del lago pero sarebbesi latta con allro edi- (icio aircslremo del canale da escavarsi in lunghczza di 5113" fino a laggiungere quella depressione delle grondc del lago, ove cio potesse effeltiiarsi coif accennato abbassamento di 6'" sollo il livcllo della mas- siina niagia. Esso doveva avere quindici aperture di fronte, e quat- lordici nelle due ali paralelle al canale, della larghezza di l'",38 per ciascheduna, da chiudersi con paratoje, e sarebbesi congiunto agli ar- gini del canale; venendo poi protetto verso il lago dalle burraschc nie- diante un frangi-onde di palafilli. II canale avrebbe avuto la larghezza di li"',62 sul fondo, con scarpe inclinate a 43", lasciala da ambi i lati una golcna pel caso di un maggiore approfondamento e dilatamenlo della sezione. La pendenza del canale sarebbe stala di 0,10 per 1000. Supposlo uno stalo d'acqua di l'",71 sulla massima magra alF inco- minciamento dei lavori, egli proponeva di eseguire T abbassamento del lago fino ai 6"" sotto la magra stessa in cinque riprese, ed in altrettanti anni consecutivi. A tal uopo, partendo dalla vasca superiore, e preci- samcnte dal punto ove le acque incominceiebbero a coprirc le grondc del lago, avrebbe per ogni volta costruttc due dighe longitudinali composte di un doppio lavolato sostenuto da palafilti, in forma di cas- sone, e riempiute di argilla, le quali avrebbero terminato con al- tra diga frontale tutta di legname, ove si sarebbero collocate le pa- ratoje regolatrici. Chiuse queste , c scaricata V acqua del recinto , DELLA NATURA DEI LAGHI. /49r> avrcbbe in esso intiapresa i' cscavazioiie del canale di deiivazione , daiido succcssivainoiite scolo al lago fiiio alia luisuia pirslabilila pel suo prinio abbassainenlo. OUeiuilo questo iiella stale, c fino all" aii- tunno di (jiiell" anno, sarebbesi procediilo iieiregiiiil inodo per i^li anni successivi , prevaleiidosi seinpre per la eoslru/.ione delle iiuove diglie (lei luateriali di gia iinpicgali aiilerionneiUe, e (piindi riinossi. \bbas- sato liiialinenle il lago siiio al liiuile preacceniialo di (»"', per dileiidere i teiTeni bonidcali dalle inoiidazioiii avrebbe costruUo luiigo lullo il suo periinelro un argine alto 1"',32, largo in soniinita egualniente, e con scarpe aventi una base, doppia verso la campagna , e corrispon- dente a dodici volte V allezza verso il lago, nel qual argine si sai-eb-- bcro praticalc le catcrattc di scarico. Dopo clie si fosse restaurato Tc- missario, correggendonc randamento in qualche tratto, ed ainpliando le sezioni trop[)o rislrelle in niodo da rendcrlo susceltibile di scaricare 18,30 met. c. per l", V erogazionc si sarebbe regolata colle paratoje di derivazione alF estremo superiore del canale; e le altre collocate nella vasca pill elcvata presso 1' incile avrebbero servito per sicurezza al fine di cbiudcre V eniissario nel caso di qualche rottura dcgli argini o d'allro. Le spcse per tutte questc opere si calcolavano in 480000 ducati (fr. 2040000), c si sarebbero riinborsate, in parte col contributo di 20 mila decari di possessi privati, clie verrebbero con cio liberati dalle inondazioni, e pel riinanente colla vendita di 73 niila decari di ter- reni di nuovo acquisto. Per moderare V alflusso delle piene , e sceniare in pari tempo gli interramenli del lago, egli proponeva cziandio il rimboschimento de' monti. Quando poi cio si fosse oltenuto, avrebbe ridotto il lago alia sola superficie di circa 14 cbil. quadr., cingendolo mcdiante un argine, ed un canale circolare, in quella parte maggiorniente dcpressa della conca, il cui fondo si troverebbe pero ancora, come si disse, piii elevato di 5"',45 in confronto della so<>;lia all" incile deircmissario, con die si sa- rebbero acquislati altri 38 mila decari di terreni. Per operare i succes- sivi abbassamenti onde raggiungere un tal liinite, si sarebbe seguilo un nielodo analogo a quello dianzi indicalo di diglie provvisorie di 494 DELLA NATURA DEI LAGHI. legiiaini fino a lanto clic, dopo il lofale abhassuincnto, si fosse costrulta la t'liiiisa stahilo di dorivazionc sul caiialc (irc-oiidaiUo il miovo hacino. Tali erano \c proposizioni lalte dall" auloie nella cilala Menioria del I85G. In una niiova o|)era stala ora pubbjicala intoino al bonifica- luenlo del lago Salpi, e ad allri miglioranienli simili operali in quel regno ('), 1' autore avvcrte cbe, sotloposlo il progelto del prosciuga- niento del lago Fnoino alia Consulla di Slato, lo ha quesla riconosciuto ulilissinio, avvisando di aliidarne I" esecuzione ad una societa di azio- nisli, la quale avrebbe coir iuduslria lalto valere le lene bonificale. (1)11 cosi cU'llo lago Salpi e una laguna lungo Ic costf ilc'irAdiialifci fi'a Maiifredoiiia e Rar- lelta, iiella (luale I'OITaiito dcburdava in occa- sione di piene, e nc rialzava progress! vaiiiente co' suui deposit! !l I'ondo. Separata dal mare da una duiia di sabbie, nella stagione estiva se ne abbassavano le acque per evaporazione, e si ren- devano oltre modo salmastre. Morcndopersif- falla causa i pesci, la loropulrefazione,eqiicl!a e/.iandio d! allre soslaii/.e vcgclo-aniinal!, da- Nano origiiie alle pii'i iiiicidiali esalazioni. Si cristallizzava in pari tempo *ni lenibi della la- guna una quantila considerevole di sal ma- riuo che porgeva occasiono ad uii esteso con- trabbando a dannodel regie erario. L'autore, in una Mcmoria pubblicala I' anno 1838, propose un piano d'opere, il (pialc dopo il 1839 venne eseguito con ollimo elTetlo. Esso consiste priii- cipaimenle nel riaprire ipiattro foci, o boc- ehe, le quali pongono in couuinicazione la la- guna col mare, e nel Irattcnere le lorbidedel- rOITanto e della Carapella in reeiiili dicolmata ai due eslremi di cssu laguna , scaricandosene in quesla le acque cliiarificate. Inlrodoltevi per lal modo accpie sempre fre>clie, principaluiente per r azione delle niaree, cessarono i disordini preaccennati. In occasione poi di \enti burra- scosi, solle\ando>i le lorbide del I'ondo, esse vcngono esporlate in gran parte al mare col riflusso, e cosi si aumciita mano mano la pro- fondila delle acque che dapprima erasi per- dnla. Di quesle operazioni 1' autore da ragguaglio neir interessanle scrilto non ha guar! pubbli- cato, il quale vennedislribuito nella eircostanza della sellima riunione degli Scienziat! in Na- poli. In esso si eslende a parlare eziandio di una quantila di bonificamenli operali pressola costa occidentale lungo il Mediterraneo , par- licolarmenle nel bacino del Volliirno, e dei iri- glioranienli di alcuni porti niariltimi. Fra que- st! e meritcNole di speciale attenzione il me- lodo da lui seguilo per facilitare rescavazione della foce in mare di alcuni fiumi, quello cioe di aeconipagnaria con due ciuardiani composti di soli pal! isolali; metodo che ebbe un pieno suceesso , e che potrebbe tornare utilissimo anche per la foce de' fiumi soggetti a maree. Di quei lavori, e di moll! altri, cgi! aveva dimo- strata Tulilila in un'opera pregevolissiraa pub- blicala nel 4832 sollo il litolo : Coiisiderazioni sui mezzi di rcstiluirc il valorc propria a dnni che ha la nalura largamente concediiti al recpio delle Due Sicilie. Ella e somma forluna per un paese il posse- dere uomini di tale portala die sanno sosle- nere le proposizioni di pubblica utilita eoU'au- lorila della scienza corroborata da quella di una lunga esperienza; e pii'i di tutto quando ungo- verno e abbaslanza saggio per apprczzarne il mrrito, aflidar loro la direzione delle pubbli- che cose, e rimoverc cosi gli oslacoli che senza di ci6 si opporrebbero sempre aU'eseguimento di simili progelti. DELLA NATUHA DEI LAGIII. 49;J In occasionc poi doIP ofl'orla di un imprcnditorc . die intendeva es<'- guirc per conlo del Govonio una parlc del progello approvato, vennr incaricala dell osaine dclla cosa una coiinnissione coin|)osla, dello slcsso aulore, del genorale del gcnio don Ferdinando \ isconli, e dell" ispet- lore generale de' ponli e siradc don Luigi Ginra, la (piale dovcva inol- Irc addilare il melodo desccuzlone. Considerando T immense utile otlenibile dai terreni proscingali, il ciii valore si calcolo in ragione di .■>'2 ducali il moggio legale (franclii I'JJ il dccaro), ossia IVanclii 128 la perlica milanese ('), cd i nn'glioiamenli di gia introdotli , o che in breve andrebbero ad inlrodursl nelle comunicazioni collAdrialico, la commissione si e pronunziata per la convenienza di eseguire linlero prosciugamento del lago. Ecco le parole delP aulore (pag. G17): .< Po- sle a calcolo tulle le accennale circostanze , la commissione non ba esilalo affallo n(^l dare il suo avviso di doversi prosciugare inleramente il lago, qualunque polesse essere la spesa per conseguire nel modo piu compiuto questo scopo. E pero necessario che si dia maggior pcndenza al fondo del canale scoperlo, poichc si deve reputare come mollo scarsa T altczza di 13 palmi dal fondo della conca depressa sulla so- glia dcirincile. INc questa operazionc riuscirebbe mollo dispendiosa. Imperocche il rabassare il fondo dellemissario ne' Iralli punlellali apporta una facilita di esecuzione. Nel lungo tratlo nuovo solto i Campi (I) k il prezzo ordiiiiirio de' Icrreni irrigiii del suolo e dclla costruziono delle sirade co- del Cfeinonese, di iiicdiociT qualita, the si col- ituiuali, il valore priiniti\o del biiolo nudo si livano a viceiida a frimienlo, pralo, linoefni- ridurrebbe sicuranieiite a ineno della niela. A iiienlone. Esse c superioi-c a qiiello de" Icrreni (jueslo liinile era il prezzu di quei lerreiii qiia- siiiiili del Mantovaiui, ed iiiferiore a (juelli del raul'aniii sono , in consegueiiza della iiiaii- Lodigiano, Pavesc e Milanese, e puo quindi eanza deile sirade, della minor copia dei t-a- ritenersi corrispondere ad^ del prezzo medio pilali, dei minori pcrfezionaraenli agricoli, «d de'lerreni irrigui dillu Bassa Lombardia (fr. 160 anche della nolevole quanlita di podcri dem:i- la perl.) Ma ove si deduea da (pieslo il capitalc niali elie in allora furoiio posti in vendila. Nella ohe rappresenla il valore dei easeggiali colii- Provincia di Cremona si caleola ora nn ehilo- nici e civil! annessi ai poderi, delle aequo ir- metro di strada in isUlo di perfetta nianntcii- rigue, dei caiiali, fossi ed ediliej idrauliei, delle zione per ogni chilomeiro (juadralo di lerrilo- folte piantagioni a lagliu pcriodico a d'alto fu- rio. Quelle strade vennero per la maggior parlc slo che circondano le campagne, e di quelle di costruUe nel breve giro di \eiil'anni dopo il gelsi; conic pure le spese di loiignagliamenlo 1807. 496 DELLA NATURA DEI LAGHI. Palcnlini non si ricliiodorcbbc grande auincnlo di spcsa. RispcUo a" tralli inlai^liati nolla roccia conipatia die soiio di piccola sczionc , si olloiTohbo itraiide lisparmio neir abbassarc 11 loiulo, inveoc dl cavare iiclla volla ddlo s|)oco. iNel progello drl 1856, dopo i convcncvoll cal- culi per lo scolo del lago, si stabili di I;»0 palmi quadrali (met. quad. 10.40) la sczionc ddP cmissario. Per diniinuire il tempo ddlc inon- dazioni nolle concbe piii depresse del londo del lago, convicnc die la sczionc si aumenli abjuanlo, forniando il canalc di figiira ovale. Sla- liiito il prosciuganiento inlcro del Fucino , ed ingrandita la sczionc dell" eniissario , convicnc rcndcie piii anipia la vasca dell' incile, ed in- nanzi ad cssa lormarc un allro incile munilo di saracinesche per re- golare ed arrestarc lo scolo quando occorra. Alfazione dellc acque si lascerebbc la cura di scavare in gran parte il canale di scolo a Ira- verso del londo del lago >< . '< Findie non si riniboscbiranno i inonti da' quali sono trasporlate nel lago copiose alluvioni , convicnc Irarne prolitto per rialzare le con- chc piu depresse. Nella pianla annessa al progelto pubblicato nel 1836 e segnata una vasca di qualtro niiglia quadrate (14 cbil. quad.) che coniprenderebbc tali conche. Si proponeva cingerla tutto alFintorno di un argine per contenere un grosso volume d' acqua in tempo di di- rotte I)iogge , o di rapido scioglimento delle nevi, affinche per breve tempo solamente fossero rimaste inondate le campagne adjacenti. Fa- cendosi maggiore di liJO palmi quadrati la sezione dell' cmissario, sa- rebbe scmpre piu breve il tempo delle inondazioni. Rivestile di alberi silvani le falde elevate de' monli, e di ulivi, di alberi da frutto e di gelsi quelle men alte, le acque in minor volume e con minor cele- rita discenderebbero nel bacino. Allora il loro volume non supererebbe quelio die puo smaltirsi per V emissario ; e per conseguenza si mette- rebbc andie a collura lanzidctta vasca di deposito. Secondo qucste modificazioni la commessione ba calcolato la spesa del progelto di pro- sciugare interamentc il Fucino, e credo non potersi mai trovare in di- folto la somma di due milioni di ducati (fr. 8 300000), mcntro il valorc delle terre prosciugatc non potrcbbe essere minore di sei milioni (fr. 2oo00000) ... DELLA NATURA DEI LAGHI. 497 II volo di una comniissionc d' iioinini colanto distinfi e iiiduhhia- niento di inolto peso, e j)olr('l)l)c* forsc r«'|)ularsi icrucrita il farvi osscrvazioiii , parhcolariuenlc ovc non si coiioscano csallaiiuMilo Ic ciicostanzc dci Iiioghi. Malgrado oio, io mi peiinetlero di esporrc in proposilo il inio avviso, e se le considcrazioni die verro a soj^jjiun- fjere potcssero per avvenlura nieritare sollaiilo (jiialche schiariinenlo. la disctissione die ne coiisegiiisse tornerehbc scrnpre j)i<)(iUc>oIe alia scicnza, c fors'andic a dii avcssc ad iin|)eii;nare la propria forluiia in un impresa di lanlo monicnto. Ndia nieinoria del 1836 si indicava die la porlata dell' emissario sarebbe slala di circa 18,j>0 nietri ciibici per ogni secondo (palmi cu- bici 1010), ed ora si osserva cbe colF ingrandimento della sua sezione essa verrebbe aumentata al piinto di rendere assai bievi le inonda- zioni andie col tolalc prosciiigamento del lago, j)arlicolarmcnte dopo die si saranno riveslite di pianle le pendici de' nionli. II bacino sco- lante, giusta qiianto c detto nella precilata memoria dd 1836 (pa- gina lo), non sarebbe minore di cinque voile la superficie ordinaria del lago, e ritenula quesla di 143 cliilom. quad., si avrebbero per lulto il bacino, compreso il lago, 870 chilom. quad. Supposto che avvenisse una pioggia corrispondente a 6 centimetri in 24 ore, e che una inela sola dell' acqua concorresse in quell' inlervallo di tempo di- rellamente al lago, locche sembra ammissibile per essere quel ba- cino coslituito da una regione lutta monluosa, si avrebbe in allora un aCllusso di 30/, risulterebbe la pendenza del terreno lorinato dai loro deposit! , e quindi quella del loro letto in prossimita dclla foce, del 10, ed ancbe del 20 per 1000. Alcuni di essi, quali sarebbero il Giovenco, e la Forma di Civita, per non alluugarc di troppo il loi-o corse , dovrcbbero attra^crsare le conche piu depresse nel mezzo del lago, e sarcbbe quindi meslieri tenerne elevato il lelto per quattro o cinque melri. Che se il loro regime avesse a richiedere un aumento di pendenza, per esempio di uno per mille, alfine di convogliare fino all" emissario le materia che trasporlano, in allora converrebbe sostenerli all' enorme elevazione di 10"" o 18"' sul livello dclle campagne bonificatc. \errebbero in- somnia a riiinovarsi le difficoltfi cui si ando incontro col bonifica- menlo della A al di Cbiana, ma colla differenza che cola si puo sem- pre guadagnarc nel declivio dei lorrenti mediante 1 abbassamcnto della chiusa de'Monaci, mentre non si polrebbe fare altrettanto per I' emis- sario del Fucino. Convengo che colF imboschimcnto de' monti abbia a scemare la co- pia dellc materie trascinate da quci torrenti, e con cio la pendenza necessaria al lor regime, ma per quanto quesla si voglia portarc ad un minor limitc, troppa si e la distanza che rimarrebbe ancora per ap- prossimarsi a quella che si potrebbe effettivamente assegnar loro. In luogo di esporsi al pericolo die un giorno abbiansi a ridurre quci bonificamenli ad una condizione aflatto precaria , cui 1 arte dif- ficilmente potrebbe apportare rimedio , io prcferirei ancora il primo progetlo col quale Fautorc proponeva un abbassamcnto del lago per SOO BELLA NATURA DEI LAGHL soli 6"" sotto ii livcllo di niassima magra. Con esso viene liberata dalle inondazioni un' estensione di terreni di 20 inila decari , e sc nc acqui- sterebbcro 73 niila, i quali si polrcbbero portarc anclie ad 83 mila, ove r abbassamcnto si aiiinentassc di circa mezzo metro. Per lal modo il bonificamenlo si opererebbe con una spesa assai piu modica; esso verrebbe tosto iililizzalo nella lolale sua estensione, e la condizione idraulica di quel bacino avrebbc lutta la slabilita desiderabile per lazione benelica del lago, rispetto al rendere innocue le picne d'afflusso, al moderare quelle defflusso, ed all'arreslare le materie Irascinatc dai torrenli. Che se dopo un lungo cd atlenlo studio sul regime di que- sti, e sugli elTctti dell imboschimcnto de monti, si riconoscessc in se- guito la convenienza di portar piu oltre T abbassamento del lago, cio si potrebbe fare in allora con maggior cognizione di causa , ed il va- lore die avrebbero di gia acquistato i terreni bonificati sarebbe un mezzo efficacissinio per sostener la spesa dei nuovi lavori, mentre coir aumen- tare tutlo ad un tralto la massa de' terreni da alienarsi, altro non si fa- rebbe die scemare la concorrenza al loro acquisto, e quindi il loro prezzo. Supposto che si dovesse efleltuare il prosciugamento di una sola parte del lago nel modo preaccennato, giiista la primitiva proposizione dellautore, mi sembra che per ottenere il migliore efletto dal bonifi- camenlo sarebbero a seguirsi le seguenti regole : 1.° Eseguire Targinamento sul perimctro del lago nel modo gia da lui indicate. 2." Inalveare per la piii breve linea i torrenti fiiio al lago, conte- nendoli fra argini. 3.° Separare i bonificamenti piu elevali che possono scolare libe- ramcnle nel lago , dagli altri piu deprcssi sul margine estremo con tratli di canali di circondario accompagnati da un argine ad uso di strada, negli inlervalli fra due torrenti conseculivi. Condotti questi canali lungo un perimetro di eguale livello, colla sola deviazione che si richiedesse per assegnar loro la necessaria pendenza, raccoglierebbero gli scoli superior! d'acque chiare, a>rebbero uno sbocco separate da quelle dei torrenli, e servirebbero, mediante opportuni incastri, per lirrigazione de' terreni piu bassi, senza che questi rimanessero infc- slati dalle acque provenienti in tempo di piogge dai terreni piu alti. DELLA NATURA DEI LAGIU. SOI 4. " Esclusa la |)ar((; oricnlale coinprosa fra ^ ciicrc c Colic Arineno, ove i bonificameiili [xl loile declivio del Icrreiio soiio di liinilala csteii- sione, ed ove conllniscoiio i (iumi Giovcnco e Forma di Civita, pel li- inancntc si escaverebbero due canali di scolo colla pcndcnza di circa 0,Io per 1000, prossimi e paralelli airarc;iiic del lago, i quali iiiedianle lombe a siloiie passerebbero sollo a tulli i torrenli e canali conflueiiti in esse, ed iino de' medesinii solto il canale di derivazione, ove si con- ii;iungerebbero enlrambi per scaricarsi nella >asca piu depressa dellc- niissario. L'arginc del lago potrebbesi quindi coslruire in gran parte colla lerra d'escavazione di quel colalore, tenendo queslo alia dislanza che si Irovasse necessaria per non dar luogo a pregiudizievoli liltra- zioni nel recinto bonificato. H." Al line {rim[)edire Ic mefiliche esalazioni, sempre temibili dalle alterne emersioni dellc gronde del lago, nella stagione estiva si po- Irebbe regolare lo scolo delFeniissario in niodo da mantenerle coperle con 0'",S0, o 0'",60 d'acqua, giovandosi a tal uopo dell'argine di cir- condario, salvo a deprinierne il livello alFavvicinarsi della stagione delle |)iogge. Le acque del lago in tal modo rialzate polrebbero ser- vire eziandio per Tirrigazione de* terreni piu bassi, mediante acqui- dotti di legname sottoposti allargine, i quali si terrebbero abbastanza depressi per servire nellinverno alio scarico delle acque interne lino a tanto che non si fosse scavato il canale di scolo. Siccome questo canale iniporterebbe un dispendio considerevole per lulte le tombe a sifone, c particolarmente per T ultimo siio tronco dal lago alia vasca delfemissario, che dovrebbesi iiicassare ad una no- levole profondita; avanti d'inlraprenderne T esecuzione sarebbe a con- sultarsi lespcrienza intorno agli elTetli dellevaporazione n(!lla stagione estiva sui terreni piu bassi , per rilevare sc realmente possa esservi la convenienza di tali perfezionamenti. Iniperciocche abbiamo di gia ve- duto come in Olanda vada in allora soiisetlo allarsura il fondo dei laghi stati prosciugali, quanlunque si trovi per 3'" o 4'" soUo il li- vello del mare. Si potrebbe pure esaminare se non fosse preferibilc. per quella zona di terreni depressi , alia bonilicazione per asciugamenlo , quella per cohnala, giovandosi delle materie dei prossimi torrenti. S02 BELLA NATURA DEI LAGHL Lago Trasimeno. II lago Trasimeno, posto ncgli Apcnnlni fra Cortona c Perugia, e della superficic di circa 123 chil. quad. Gli antichi non fanno menzione di qucsto lago se non per rammenlare la famosa baltaglia nella quale i Romani, condotli dal console Flaminio, furono disfalti da Annibale. II padre abate Castelli ci dice che Teniissario arlificiale di quel lago fu ("alio escavare da Braccio Fortebraccio, quindi sul principio del se- colo W. Ma quel canalc essendo in seguito andalo in rovina, sareb- besi risarcito due secoli dopo con opere grandiose da monsignor Maffeo Barberini, in allora preletto dellestrade, e di poi Sommo Pon- tefice sotlo il nonie di Urbano VIII. Dai pochi cenni dati da quel ce- lebre inaleinalico appare che Tincile deiremissario e fornito di para- toje per regolare T efflusso del lago; e che egli ebbe a Irovarvisi in occasione di una siccita oslinata, per la quale la superficie del lago erasi abbassata di l"",!? sollo il suo livello ordinario, e di circa qual- tro cenlimetri sotto la soglia deU'emissario, di modo che rimasero inoperosi i ventidue molini che vengono animali dalle acque di quel canale. Si fu appunto in lale circostanza che egli comunico al Ga- lileo il suo pensiero di provvedcre a siflatto disordine colFestrarre le acque dal lago nella parte piu depressa della soglia dclFemissario, pen- siero che il sommo filosofo ebbe ad encomiare siccome nuovo e bellissi- nio, giusla quanto appare dalla letlera di risposla di lui dianzi rlportata. In questo caso, senza alterare il livello ordinario del lago, sarebbe slato mestieri cstcnderne le oscillazioni pel caso di magra, abbas- sando in tutlo od in parte la soglia deU'emissario, e regolandone I'ef- flusso a seconda del bisogno. Supposto che per dare movimento a que' molini fosse stato necessario un corpo d'acqua di iOO once milanesi, ossia di 4 metri cubici per secondo, ritenuta la superficie del lago di gia indicala in i2'6 chil. quad., colFabbassamento di essa per un solo decimetro si avrebbe polulo alimenlare quel canale per Irenlasei gior- ni. Quindi con due o tre decimetri di abbassamento sarebbesi provve- duto pel caso di siccita la piu insistente. BELLA NATURA DEI LAGHI. .103 Laylii dul J/ess/co. Storia (telle opere proposte oj eseguitu per scaricare le loro acqiie. La vallc del Mcssico, giusla la descrizione che nc da rilluslrc Hum- boldt, c iin vasto bacino dl forma clillica dclla circonfcrciiza di circa 300 chilomctri, misurala siille croslc de' moiili clu; le fanno corona. Sul suo fondo, poslo a 2277"' sopra II llvello del mare, costltuilo di un' cslesa pianura disseminata di colli poco elevati , trovansi cinque laghi, de' quali il plu deprcsso e il Tczcuco, della snperficie di 20() chil. quad., prcsso cui si e fondata la capilalc del Messico. Nella parte settenlrionalc visuccedc il lago S. Christobal, della superficie di 71 chil. quad., piu elevalo di quello di 3"',20; ed il lago di Zumpango, della superficie di 26 chil. quad., c piu alto del prinio di 8"', 80. Nella parte meridionale vi sono i due laghi Xochimiico c Clialco, divisil'un dal- Pallro mediante una diga, della complessiva superficie di 128 chil. quad., c piu elevati di quello di Tezcuco di I^.IO. Gli Aztecchi che occuparono qnella valle inlorno al 1325, avevano fondata la loro ca- pitalc, sotto il nome di Tenochlillan, sopra un gruppo d" isole del lago di Tezcuco, uncndola alia terra ferma col mezzo di Ire grandi argini. Dopo la conquisla spagnuola, la nuova capitale fu edificata sulle ro- vine dell'anlica; ma per le alterazioni av'venute nel sistema idrogra- fico di quel paese, le condizioni de' luoghi cangiarono essenzialmente. Imperciocche dopo la distruzione de' boschi che coprivano quella valle, e particolarmente la regione monluosa, si e abbassato il livello del lago di Tezcuco, rinianendone ora distante la citta del Messico per ollre qualtro chilometri. Esso e gli allri laghi vanno lutlavia sog- gelli ad escresccnze pel piu rapido afflusso dellc piene de' fiumi che vi concorrono. La citta, la quale un tempo era tutta intei-secata di ca- nali come quelle dellOlanda. prese ora il caratlere di citta di terra ferma, rimanendo pero ancora esposta alle inondazioni, per essere il suo livello medio al disopra di quell ordinario del lago di Tezcuco di soli I^IO. oO'i DELLA NATURA DEI LAGHI. Gli Iiuliani si pronmnivano, per quanlo polevano, da tali inonda- zioni con un sistcma d'argini ohe scparavano i diversi laglii; ma noi) n'piilandosi dagli Spagiiuoli siinicieiile uucslo mezzo di dil'esa, pensa- rono a procurare unescila alle acqiic mediantc un cniissario aiiifi- eiale. Fine dal I08O il licenzialo Obregon, ed il maestro Arciniega ave- vano proposto di perlorare con una gallcria sotterranea il colle di No- chistongo, e nel 1607, dopo una memorahilc inondazionc, ventic in- carioato il cosmogralo reale Enrico Martinez di prescntarne il piano. Kgli soltopose due progetti, imo piu economico per scaricare il solo lago piu elevalo di Ziunpango, e Taltro piu completo, ma richiedente un dispendio assai maggiorc, il quale comprendeva anche lo scolo dei laghi pill depressi di S. Christobal, e di Tezcuco. Fu data la preferenza al primo. perche mono dispendioso, e perche, partendo dalle regole di \ ilruvio die determinerebbe per limite minimo la pendenza dei ca- naii in ragione di 3 per 1000, si reputava troppo tenue quella asse- gnafa al nuovo canale neiraltro progetto. Piegando Martinez alle dccisioni di chi poteva, c che sicuramente non era giudice competente in tale materia, diede mano alFcsecuzione del primo progetto nello stesso anno 1607, ed in soli undici mesi, coll" opera di quindici mila Indiani, ultimo tulto lo scavo. La parte sot- terranea di questo era larga 5"',oO, alta 4"',20, lunga 6600"", e le succe- deva un taglio a cielo aperto lungo 8600"", che sboccava nel Rio di Tula (iiori della Yalle del Messico. A quel canale si diede il nome di De- sague Real di Huehuetoca. Ad esso metteva capo il fiume Guatitlan, che e il piu podcroso della valle, e con un canale apposite, che in breve rimase abbandonato ed ostrutto, vi si scaricava direttamente anche il lago di Zumpango. II terrcno nel quale venne escavato il canale e costiluito di strati alterni di argilla e di marna compatta, <; per impedirne i dirupamenti fu meslieri sostenerlo con armature di legnami, alle quali mano mano se ne sostituivano altrc di muro, ma di costruzione alquanto imperfetta. Altesa la ristrettezza della sezione, e quindi Finsufficienza dello scarico delFacque. ed in vista delle difficolta che s' inconlravano DELLA NATUP.A DEI LAGHI. 505 iicir iinpedirc i franamonli, vi furono nol KiOH liiiiijlio discussionl siil punk) so non convcnissc ingrandirc; il solli'riaiu'o o ridiirlo a cicio apcrto, oppurc sostiluirvi, od agiiiuiigervi allro caiialc piii deprcsso, il quale scarlcasse anchc le acque del Tczcuco. Alonso de Arias csegui a lal fine nel 101 1 nuovc livellazioni. dopo le quali scinbra propendessc in favoic del piano di Mailinez. (lonciu- dendosi nulla in mezzo alio disoussioni die sussesuirono, la Coite di iVIadrid nel IGM spedi sul luoifo lolandese Adiiano Hoot, il (piale si pronuncio pel sisteina iiidiano degli aigini, consi. Poco dopo si ordino a Martinez di ripigliare i lavori, i quali I'uiono conlinuali fino al 1629. Ma sopravvenuta in allora una pioggia dirot- lissinia, duhilando egli che per la sovercliia co[)ia dellacque non avvcnissc la rovina del canale, lo lece cliiudere, e preleri di esporre cosi la cilia ad una inondazione che si lusingava dovesse essere pas- seggiera. Conlro una tale aspellaliva essa duro invece cin(pie anni conlinui, porlando la desolazione e la miseria al paese. Martinez fu poslo prigione, c solo con niolla dilficolla pole giustificarsi della rel- titudine dello sue intenzioni, ed esserne liberato. Durante quella ca- laniila si I'ecero parecchi j)rogelti, Ira' (piali iermo latlenzione quelle di Sinione Mendez. Esso consisteva neU'escavare un apposite canale pel lago piu depresso di Tezcuco air est dei laglii di S. Christobal e di Zunipango, perforaudo i colli con un sotterraneo che niettcssc capo nel Rio Tequisquiac, inlluente di quelle di Tula, a destra ed inferionnente alio sbecco del Desague. Si diode mane all" opera, e si erauo di gia costrutli quallro pozzi per eseguire il soUerraneo. (piando per 1 ii"i-esoluzione del governo i lavori riniasero sospesi. \i fu pure in que' tempi la prepesizione del gesuita Francesco Cal- deren , di anipliare un ingbiotlitojo che unantica Iradiziene indiana assicurava esisterc sul londo del lago di Tezcuco, e di farlo servire per slogarvi le acque. II vicere incarico dell" esanie di queslo j)rogetlo i superiori di tutti gli ordini monastici, nia dope tre niesi di conlirnii scandagli, dal settembre al dicembre 163iJ, le ricerche di qiiei reli- giosi tornarono vjine. Vol. II. 64 306 DELLA NATURA DEI LAGHI. Fino dal 1 609 Martinez aveva ineomincialo a ridunc una parte del sotterranneo a tagllo aperto, ma dopo la memoranda Inoiulazionc del 1634, avendo egll riplgliato quel lavoro, gll fu ordinate di sospenderlo siccome Iroppo dispendioso. Egli continuo quindi ad ampliare la se- zione della galleria, procedendo lentamente fino al 1637. In quclPanno il vicere marchese di Yillena allido la direzione del Desague al padre Luigi Florez, commissario gencrale delFordine di San Francesco, lodato per la sua attivila; e questi ritorno ancora al- ridea di convertirc il sotterraneo in taglio aperto. I monaci france- scani continuarono dopo di lui ad avere la sovrintendenza dc' lavori, e siccome questi avanzavano lentamente, il fiscale Martino de Solis , annojato di cio, fecc la proposizione, che vcnne accettata dalla Corte di Madrid, di condurre a termine il laglio in due mcsi. Scguendo i consiglj deir ingegnere Francesco Posuelo de Espinosa, calcolo per al- tro di troppo sulla forza delFacque per esportare la terra, scnza con- siderare i guasti che nc potevano derivare alio scavo. E ne gelto in tale quantita che ne rimase chiuso il canale, al punlo che nel 1769 si vedevano ancora le vestigia dci dirupamenti cagionali dalF impru- denza di quel giureconsulto. Dopo questo disordine, nel 1687 fu nuo- vamente affidata ai monaci la direzione di que' lavori, che progredi- rono colla lentezza consueta, e solo con qualche celerita nelle circo- slanze in che temevasi qualche inondazione. rSel 1 762 il canale era in generale ridolto a taglio aperto, meno un tratto di 1938"" di sotterraneo che rimaneva ancora, e che aveva una sezione alquanto ristretla. Nel 1767 il vicere fiammingo marchese di Croix fece un conlratto col corpo de' negozianti del Messico, rappre- sentali dal Cnnsidado della capitale, per condurre a termine 1' opera, concedendogli di rimhorsarsi colla percezione di alcuni dazj. 11 lavoro era stato valutato 6 milioni di franchi, ed il Consulado Tesegui per 4 milioni ; ma in luogo di condurlo a termine in cinque anni , conti- nue r opera fino al 1789, e mentre al canale dovevasi dare la lar- ghezza di 8" sul fondo, si conserve quella soltanto che gli aveva asse- gnato Martinez di 4"" alFincirca. Vedemmo di gia come questi fin da principio avesse escavato un DELLA NATURA DEI LAGHI. o07 canale per cui il lago di Ziimpaiiiio si scaricava dircllamorilo nol De- sague, e come si fosse in scjiuilo ahhaiidonato. lasciando die si col- masse. Per tal inodo iiellc grandi |)ieiie il (iiiatillaii si sl'ofiava in parte nci Zumpango, di gia ingrossalo dagli allluenli di S. Matleo c di Pacliuca, e versandosi Ic acquc di queslo lago nel S. Christobal, iinini- nenlc diveniva il pericolo che di la irronipessero ncl Tezcuco. ed inon- dasscro la capitale. Per prevenirc un tale disordine, nel 179G don Cosmo de Mier y Tresj)alacios, sovrinlendenle generate del Desague. vi dircssc nuovanicnle il canale derivalo dal lago di Zumpango. lungo 8900"', che congiunse ad altro escavalo nel 1798, provenienle dal lago di S. Chrislobal, lungo 15000'". Questi due canali lianno co- stato circa un milionc, e sono stali cscavali da 8" a 12"" soUo il li- vello del lerreno circostanle, ma con sponde troppo ripide, le quali vanno soggeUe a conlinui IVanamenli. \i si sono applicale alcune chiuse per regolare lo scarico delFuno e deirallro di essi laglii. II Desague propriamente dello, esclusi gli accennali due canali che vengono da (pie' laghi, e della lunghezza di 20o8ij"'. La larghezza del fondo e dai 3"',30 ai 4"'; per 800"" di lunghezza Irovasi incavato nel terreno alPenorme prolondila di 43"' a 60""; e dai 30" ai 60'" per allri SiiOO"" di lunghezza. La larghezza superiorc del taglio giunge in alcuni punli a 110"'. Alia sua imboccatura e aUraversalo da cliiusa con porte delta di Vertideros che, ove lo si voglia, serve a rivolgere le acquc del Guatitlan nel lago di Zumpango, ed a porre in asciutto il Desague. Le spese soslenule per quelle opere fino al 1804 si fanno ascen- dere ad oltre 30 milioni di franchi. INel 1774, dopo dillgenti livellazioni, erasi richiamalo dal signor ^ e- lasquez a nuovo esame il progelto che Sinionc Mendez, come vedennno. aveva incomincialo ad eseguire dal 1629 al 1634. Egli assicurava che con una galleria sollerranea di 13000"" di lunghezza, e con 28 pozzi nella monlagna di Cillaltepec, si condurrebbero le acque del lago di Tezcuco nel Rio Tequisquiac. Ma da ultimo si sarebbe invece data la preferenza al primitivo progelto di Martinez, a (piello cioe di condurre al Desague anche le acque del lago di Tezcuco con un canale appo- 508 BELLA NATURA DEI LAGHI. sito luiigo 32 ohilomelri Hno alia chhisa dl Vcrtideros. Qiiivi pero si richiederobbe un nolcvolc approloiulamenlo del Desagiic clic sarcbbc ini'sticri continuare per ollrc dioci ohilometri, c quindi anchc nei Iralto ove i colli sono tagliali per la inassiina loro allezza. La pen- denza olie in origine, sull aiitorila di \ilruvio, si pretcndeva in ra- gione di o per 1000, si limitcrebbe ora a 0,20 per 1000, ossia ad ^^ di quella. II sicrnor barone di Humboldt )ia assislito alle discussioni di un lale progello, del quale erasi in seguito intrapresa resccuzionc, dicliiarando pero che a suo a\ viso riconosceva ancora prclcribile ad esso quello di Mendez. Le lurbolenze politicbe cui soggiacquc di poi il Messico ini- pedirono che I'osscro continuali i lavori, c lecero si cbe andassero in de[)erinienlo anclie gli altri gia dappriina eseguili. II sigiior inge- gneiv Gaetano Moro di Manlova, che ha soggionialo moiti anni in quel paese, ove in breve dovraritornare (^), neiroccasione in che ebbi a traltenermi di qucslc cose con lui, mi ha assicuralo che il Desague per difelto di riparazioni e ormai totalmenle inopcroso, non scorren- dovi quasi piu acqua. Osservazioni sullc opcre eseguilc c su quelle che riinarrelibero ad escyuirsi. 11 piu grand' errorc che siasi commesso dagli Spagnuoli quello si (u di collocare la nuova capitale del Messico in una posizione colanto depressa, per il che laCorle di Madrid, dopo Tinondazione del 1607, e du- rante quella del 1629, aveva ordinate di trapiantarla nella pianura di Tacuba c Tacubaja niaggiormente elevata. Ma venne dimostrato che il maleriale della citta rappresenlava un valore, nella pruna circoslanza (1) Egli e I'aulore dell'inleressanlissima re- afhcro cl cmprcwio Don Jose dc Garay. Lon- lazionc siil suo progelto di un canale attraver- drcs, <844. sante I' istrao di Tehuantepec fra rAllanlico cd La quislionc economica e poi Irallala piu esle- il Pacifico, inlilolata: RecoiVKimk-iito del utmo saniente in uii'appendicc pubblicala in idionia de TeUuantepcc praclicado en los ajjos 1842 y inglcsc sollo il lilolo: Coiimnicatioii between the 1843 con el objelo de una comitnicacion occa- Atlantic and the Pacific Oceans llironglt the uica^ for la comision cienli/ica que nomhru al isthmus of Tehuantepec - Additional obscna- tion^j cc. London, 1845. DELLA NATURA DEI LAGFII. i>0!) di liJO niilioni / vorie cose all' idranliai scicnza appartenenli ('). preiide ad esaminare la condizionc idrografica della \ alle del Messico, ed osscrva die, ritemita la superticic di (jue" laglii di 21 ^ leglie quadrate (42iJ chil. quad.), e levaiiorazionc me- dia di due centimetri al giorno, questa corrispoiKlerebbe a 9» mclri cubici per secondo, equivalent i al deflusso della Muzza, o della Senna avanti alia sua unionc colla Marna (2). Tanl'acqua esala dai laghi, e tanta, secondo lui , ne' tempi ordinarj ed asciutti ne somministrereb- bero ad essi le sorgenti, delle quali tulto il piano della valle del Mes- sico sotto Testerna sua crosla e un bulicame. Quindi, in conl'ronto di cio, considera il fiunie Gualitlan die si scarica mediaiite il Desague. come una cosa di poco momcnlo. Egli nola die colla tenue pendenza di 0,20 per mille il nuovo canale del Tezcuco dovrebbe avere 7'",40 di largbezza sul fondo, V altezza di 5™, e le sponde inclinate a 4i5"pcr scaricare T indicala quanlila d"acqua; e che nc sono assai lonlane le atluali dimension i del Desague. Siccome poi in piena il deflusso de' fiumi e lorrenti diviene dieci o quindici volte maggiore dell ordina- rio^, e nel lago enlrerebbero in allora dieci o quindici Muzze o Scnne. quel canale percio die non sarebbc atto per una sola di tali quanlila, molto mcno lo sarebbe per dieci o quindici insieine unite. Egli (piindi (1) Pag. IS9. lata s;ira inaggioic, parlicolariiienlc all'incile, (2) La compclcnza esliva della Muzza e di per siipplire ai suecossi\ i dispcidiinenli, ma si 1476 once magislrali, che corrispoiiderebberu diil)ila die possa giungere al iiiiille di 98 me- a 61 inetri cubici per i". In fallo la sua por- tri cubici. mo DELLA NATURA DET LAGHI. conclude clio i Mcssicani nbbiano a doporre ogni sj)oranza di provvc- dcre col Dcsaguo alia difosa dclla loro motropoli dalle inondazioni , dolle quali quolla del 1629 duro, come egli ossorva, cinque anni , e die pensiiio piiitlosto a preimiiiiisi con argini alii circa 0"\80 sulla inassima piena giusia ranlico sislema, prevalendosi con maggiore uli- lila del Desagiie per uso della navigazione e delF irrigazione. Su qiiesto parlicolare c da osscrvarsi clic la superlicic delF infero bacino scolanle del Messico e di circa 6600 cliil. quad., dc' quali due terzi, ossieno 4400 chil. quad., corrisponderebbero alia parte piana, c di essa un decimo prossimamenle sarebbeoccupalo dailaghi. La quan- lita della pioggia clie cade al Messico in uno degli anni piu scarsi e di circa l'",o0, e supposto il doppio per la sommita de' monli che circondano la valle, si polra ritenere per termine medio in tullo il bacino 1",7S, la quale quantita corrisponde ad un deflusso unitario di 366 met. cub. E siccome dopo Paccennato deperimenlo del Desague tutta quest acqua non ha quasi piu scarico per Femissario, essa per- cio verrebbe consumata, parte per evaporazionc, e parte per effdtra- zione. Le piogge pcriodiclic del Messico durano intorno a tre mesi dal giugno al settembre, e di solito tre o quallr' ore ogni giorno dopo le due pomeridiane, cadendo in forti acquazzoni W. Se si consider! che (piella pianura ha im declivio assai tenue, ed e in generale costiluila dun terreno argilloso poco pcrmeabile, si potra persuadersi che la maggior parte del! acqua di pioggia va ad evaporarsi senza giungere al lago, avulo anche riguardo alia nolevole allitudine di quella regione, circostanza che influisce in sommo grado a promovere V evaporazione. Ma non sempre pero avviene la notata intermittenza delle piogge, essendo talvolla continue al pari di quelle autunnali presso di noi, nel qual caso si aumenla d assai Tafflusso nci laghi per la scemata evaporazione, e pel minore assoi'bimento del terreno. Tali esse furono nel 1845, nel qual anno si ebbe appunlo a temere un'inondazione della capitale. II livello de' laghi varia nelle diverse stagioni a seconda della mag- (i) Questa regolarila delle piogge ha dalo cola originc al proverbio: Sciocco clii si bagna. DtLLA NATUHA DEI LAGHl. 31 1 giorc o minor affluenzu dell' acque, e deirazioiic pure variabilc del- revaporazioiie, e quindi noii slarebbe requilibrio fra (juesla c le ac- q\ic che provenijjono dalle sorij;cnli , slalo acceimalo dal Tadiiii. Potra pol darsi bcnissiino che in qualche circoslanza entrino nei laghi 10 o IS Muzze, o Senne, ma non e necessario per inq)odire le inondazioni clie allieltanla (pianlita ne debba contem|)oraneamente escire, da[)- poiche una gran parte puo esaurirsi ancbe col rialzare i laghi senza superare il liniile ollre il quale riniane inondata la oapilale. Abbiani veduto come nei laghi aperti di considerevolc capacita V afflusso sia lalvolla Iriplo o quadruplo dellefflusso massimo. E supposta pure pei laghi del Mcssico una maggior sproporzionc Ira rune e I'allro col mezzo del Dcsague, ritenulo operalivo, non c lollo con cio che tutla Tacqua scaricata da quel canale non venga sollralla alia piena, ed in- fluisca, sc non ad inipcdirc del tullo, a sceniare almcno 1 eslensione e la durata delF inondazione. Dal profilo puramenle grafico del Desague che ne da il barone di Humboldt, esso avrebbe nei Iratlo della piu prolonda escavazione un declivio di 5 a 4 per 1000. Egli poi os- serva che in occasione di piogge ordinarie Pacqua vi scorreva con una sezione della superficie di otto a dieci melri quadrati, la quale si por- tava a trenta ed anchc a (piaranla in occasione di piogge slraordi- narie. Suppoiiendo una larghezza del fondo di Ire metri e mezzo, e le scarpe di altezza doppia della base, se ne deduce che per piogge ordinarie lo scarico sarebbe di circa 30 met. cub. per secondo, e di ollre a 100 met. cub. nelle piogge slraordinarie, la qual misura cor- rispondc a circa nove milioni di metri cubici al giorno. La superficie di tutli que" laghi in istato ordinario e di A*lo milioni di metri quadrati, e supposto che nelle grandi inondazioni essa si porti anche oltre al doppio, se ne potra di leggieri inferire che lo scarico continuo dell" acque nella misura preaccennata deve tornare di sommo vantaggio, particolarmente quando in un tempo piovoso ed umido mi- nimo si e reflctto deirevaporazione. E se nei 1G29 fosse slalo atlivo un emissario capace di scaricare un centinaio di melr. cub. d acqua per secondo, 1" inondazione non sarebbe sicuramente durata cinque anni. SI 2 DELLA NATURA DEI LAGHI. Anch io sono davviso elu* gii argini tornoi'cbbcro opporlunisslmi , ma scnza csoludore con cio riililita dun einissaiio arlificialc, ohe puo in niolli casi provvodcre airiiionicacia doi piimi. Dil'atlo, in una picna di luui^a durata, acfonipai^nala da piogge conlinue, e (|uindi in circo- slan/.e poco favorevoli aircvaporazione, la dil'esa degli argini ricsci- irhbc di poco olToHo, allcsa la copia dolle acquc soitilizic che inva- dono in allora il rccinlo . lo qnali j)otiebboro giungerc, sc non a pa- n'ggiaro il livollo ddl" aequo oslcrnc, ad approssimarvisi almcno, ri- tcnnlo (piaiito ainmctlc lo slesso Tadini lispclto alia quantita delle sca- luriggini di quel torreno. Dacc'lio si sono spcsi tanli niilioni per 1" escavaziono del Dcsaguc , sarebbe il caso di conservarlo M'wo per lo scarico del fiunic Guatitlan, e (lei due laghi sellentrionali di Zumpango c di S. Christobal. In quanto al Tczcuco, convengo io pure nell" avviso del baronc di Humboldl che, qualora sussislano le ciirostanze di I'alto indicate da Velasquez dopo le livellazioni da lui pialicate, possa essere prel'eribile il progello di Mendez, di escavare per quel lago un nuovo canale, porlandolo a sboc- care nel Rio Tequisquiac. Iniperciocche volendolo invece dirigere nel Desaguc, sarebbe mestieri appiolondai-ne ed ampliai-ne la sezionc in notevole niisura, attcsa la lenue pendenza che gli si assegnerebbe, e cii) anche per la parle ove il laglio c maggiormente prolondo, ed ove si devono superare le niaggiori dil'ficolla per impedire i dirupamenti del terreno. Un canale separalo invece, il quale passerebbe in prossi- mila dei due laghi di S. Christobal e di Zunqiango, potrebbe giovare anche a slogarc una parte delle acque di questi quando il Desague fosse di gia occupato da quelle del liunie Guatillan, ed ove si potesse sospendere iiuiocuaniente lo scarico del Tezcuco . il cui gonfiamento non dipende di solito da cause conteniporanee. Se si avesse ad intraprendere oggidi (piel lavoro, sicuramenle non si ricorrerebbe al parlilo di pralicare un taglio di 2000 a 5000 melri ([uadrati di superficie ove poteva bastare un sotterraneo niuralo la cui sezionc libera ne fosse la centesima parte. Ma oltrecche la scienza idraiilica era in allora bambina, il lavoro doveva procedere solto T in- fluenza di tantc volonta. le quali, per cio che si e detlo, non erano BELLA NATURA DEI LAGIU. SI 3 sempre Ic piu raglonevoli. I', poi da osservarsi die a cagionc del so- vcrchlo costo do' Irasportl e della manoanza do' combuslihili, anchc nel prezzo delle muraturc necessarie per praticarc il soltcrraneo in uii terrcno di poca conslstenza si sarcbbc incontrala una dilficolta non lieve(^). La planura del Messico avanli alia conquista spagiiuola aveva 1" a- spello il piu ameno, cd era coperla di praterie naturali; ma dopo lav- venuto sboschiinento si e per la maggior parte couverlila in nn"arida steppa, resa sterile anchc per Ic elflorescenze saline. L irrigazione si polrebbe agevolmente praticarc colic acque dc' laglii piu elevali, e dilavato con esse il terreno, sarebbe questo reslituito alia priinitiva sua condizione, temprandosi eziandio la sovcrchia siccila delParia. Ma il Governo spagnuolo ebbe sempre avversione a dirigerc la benclie me- noma quanlila d'acqua nel mezzo della valle, temendo di accrescere con cio il pericolo d'inondazione della metropoli. Siccome pero 1" irri- gazione si praticherebbe soltanto prima della stagione delle piogge, in circostanza quindi nella quale si avrebbe la massima azione dell" eva- porazionc, ne consegue che per lal modo quasi tutta Tacqua irrigua si disperdcrebbe, c ben poca ne concorrerebbe ai laghi. Anchc nel render navigabili i canali escavati o da escavarsi per lo scarico delle acque di que' laghi, il paese otterrebbe T utile rilcvan- lissimo di facili conumicazioni delle quali ora e del tutto privo. Se esso fosse posseduto dalla razza inglese, la quale con incrcdibile ra- pidita va operando miglioramenti veramente giganteschi nclle regioni piu seltentrionali delP America , que' progetti si sarebbero di gia ese- guili. Ma altrettanto non puo aspettarsi dalla razza spagnuola, cui 1 a- vita grandezza altro retaggio non ha lascialo fuorche V avversione {1} II commercio della capilale del Messico sia il triple o quadrupio di quaiito cosia, a pari colic cilia e porli circoiivicini impiega da 50 dislanza,8ullestradeordiiiarie della Lonib;irdia. a 60 inila Leslie da soma, consislenli per la Nella stagione delle piogge, il terreno di na- piii parte in nuili. Lo stereo essiecato di qucsli tura argilloso di\iene i\i talniciite luhrieo. elie aniniali e il eoinbustibile che in generate viene i nuili non possono reggcrvi^i in piedi. Si lianno adoperalo. Da Hueheloca al Messico, per una di- per altro le nialerie trasporlale dai prossimi stanza di 50 ehilometri, il trasporto di un lorrenli, eollc quali si potrebbero costruire ol- quintale di merce imporla quasi Ire franchi,os- lime slrade, ma a cio non si e finora pensalo. Vol. II. 65 514 BELLA NATURA DEI LAGHL air opeiosila. uiio spirito cavalleiesco ed una iatale tendenza alia di- struzione, particolarmcnto dopo clie al goveriio dci vlcere, il quale no» era sicuiauicntc il migliore, succcdelle cola ranaichia del poter inilltare. Dai ccnni die ho dato sui lavori inlrapiesi o pioposti per regolare lelflusso di alcuni laghi vien dimoslialo quanto sia importanle lo studio di quest' aigomenlo. Mi repuleiei ([uindi fortunalo se le osser- vazioni da me fatte al fine di stabiliie alcune regole in tale materia avessero a servire di stimolo ad altri per darvi maggiore sviluppo, e rieinpire cosi la lacuna che finora ha presentato in questa parte la scienza dclle acque. BELLA NATURA DEI LAGHF. SIS PROSPETTl PROSPETTO I. Dei principali lacjhi di Lomhardia, e di quellti di Ghievra col confroiito della rispettiva loro capacita. 1 'J ■3 a .3 O 1 •5 o O o o c -5 a t o IS E 2 O 1 J3 1 •a 2 1 Suipiificic del lago chil.q. 300 142 8 """"Tbo 200 48 16 281 4 13 60 14 600 Suporlicie dcll' iiilcro bacino ...» 2044 4330 6271 1918 640 8198 Rapporto della prima colla seconda . 1 6^ I 38,8 1 2^5 1 37 4'. 4 1 Altczza della massima plena sulla oias- siiiia iiiagra melri 1,88 4.17 5,00 6,39 2.80 K80 1,40 1,60 0,80 2.80 2.00 2.98: Altezia media sulla mass, magra, melri 0,87 1,28 0,60 i,2l 0,84 0,84 0,42 0,84 0,60 1,16 I'rodotlo della supcrficic del lago nel- 1' altczia media in milioni di m. c. 261,0 177,S /»,8 2^2,0 40,3 8.6 1,7 6,4 80,4 8,4 696,0 Modulo , nssia dcflusso uiiilario me- 67 3,90 182,3 187 0,98 299 514 0.98 67 0,7S 20 0.42 333 2.11 Rapporto di que' due numeri espri- mente la capacity rispctliva .... Rapporto>lcllcr3pacila,presaperunita quclla del lago di Garda . . i . . . 1,00 0,28 0,24 0,19 0,11 0,84 51(> DELLA NATURA DEI LAGHI. PROSPETTO II. Estratto delle osservazioni contemporanee praticate nel 1855 ai due idrometri di Como e di Colico posti alle estremitd del layo di Como, per detenninarne lo slivellamento nelle varic circoslanze. Le osservazioni si sojio praticate al mezzodi. Mesc Allelic sull' idromclro 3 otS di Como Colico 5^3 niclri uii^lri Vento, c stato dcir atmosfora c del la go MagK. 16 17 18 49 20 21 22 23 24 28 26 27 28 29 30 31 1 2 3 ft 8 6 7 8 Giug. +0,390 0,460 0,680 0,800 0,910 0,968 1,040 l,10S 1,IK8 1,168 1,180 1,200 1,238 1,590 1,840 2,080 2,188 2,160 2,130 2,088 2,078 2,078 2,070 2,060 0.488 ;0,610 |0.710 10,840 ,0,910 0,980 il,100 1,280 1,540 1,610 1,890 1,680 1,730 1,980 2,110 2,160 2,200 2,198 2,180 2,148 2,130 2,108 2,060 ^0,068 0.140 0.i030 0,040 0,000 0,018 0,060 0,148 0,188 0,430 0,590 0,420 0,540 0,110 0,050 0,008 0,040 0,068 0,098 0,078 0,088 0,028 0,000 Nord-Ovcsl, pioggia i'iuggia, lago Iranquillo Screno, idem. 0. Seicno. S. 0. 0. 0. Screno,lagotranqiiillo Idem. 0. S. 0. Screno. Idem. 0. Pioggia. I'iogg.forle, lago Iranq, I'ioggia, Icmporale. Variabilc. 0. Temp, variabilc. Idem. Screno, lago Iranq. Idem. S. 0. Pioggia. 0. Screno, lago Iranq. Idem. Mcsc Giorno Como 1 Colico Giug 0 +2,040 >» 10 2,000 »> 11 1,960 M 23 1,640 » 24 1,660 » 28 1,660 » 26 1,670 »> 27 1,680 » 28 1,720 ft 29 1,780 n 30 1,800 Ln-I 1 1,660 M 2 1,828 » 3 1,480 »> 4 1,448 IJ 8 1,420 »J 6 1,400 Sell.' 30 1,180 Ollol . 1 1,300 >J a 1,600 » 5 1,780 »» 4 1,920 »J 8 2,020 »> 6 2,040 2,040 2,000 1,980 1,640 1,630 1,640 1,660 1,660 1,630 1,600 1,870 1,830 1,810 1,486 1,488 1,428 1,408 1,180 1,880 1,610 1,770 1,900 2,010 2,040 3 ='-' >=" = Vcnto . e slato deir 3lmosfcra e del lago 1-0,000 0,000 0,020 0,000 -0,030 0,020 0,010 0,020 0,090 0,180 0,230 0,150 0,010 -0,006 0,010 0,008 0,008 0,000 0,280 0,010 0,020 -0,020 0,010 0,000 Sercno , lago Iranq. Idem. Idem. Idem. I'ioggia, lago tranq. Tempo rale. N. E. Sereno Idem. N. forlissimo, sercno. N. Sereno. Calma, sereno. 0. Screno. Idem. Idem. Idem. Calma Idem. Culma, pioggia. Idem. Idem. Idem. Calma , nuvolo. Idem. Idem. Per lullo il quadrimcstre gcnnaio-aprilc il lago si e conscrvato in islalo di magra con poche variazioni fra i limiti di -M)",08 e di -0'",12 a Como. Lc diffcrenzc fra i due idrometri erano in generale preSsocli^ nullc, e solo dal 16 al 10 marzo si cbbe una contropcndenia di circa O^^Ot in conseguenza di un forlc Tcnlo di Piord. DELLA NATURA DEI LAGHI. »17 PROSPKTTO III. Altezzemediemensili del larjodi Gincvra riferiteallo zero del Limn'tinelro del Grand Qtiais. Massima niarjra - -O^jO'iT; massima plena del 1792 h 2 ",726 Anno Gcnn. Fcbb. Marzo Aprilc Maggio Giugno Luglio mctrl Agosto Sell. Ollob. Novcm. Dicem. Media uiclri metri uictrl metri uietrl uieiri inclrl oirlrl inctri Bictrl oMtrl bH/i 1838 .... 0,393 0,841 0,708 0,947 1,846 2,068 1,SI3 1,503 1,097 0.923 0.831 i839 0,681 0,506 0,414 0,833 0,688 1,311 1.892 1,946 1,689 1,816 1.018 0.887 1840 0,628 0,619 0,273 0,186 0,843 1,064 1,248 1,812 1,632 1,181 1,411 1,091 18'(l 0,632 0,611 0,777 1,124 1.63H 2,098 1,968 1,721 1,888 1.288 1,148 iHWi 0,809 0,414 0,849 0,820 0,9H8 1.481 2,017 2,063 1,724 1,269 1,124 1,077 1843 1,043 1,148 0,909 0,8H0 1,088 1,632 1,841 2,220 1,878 1.481 1,311 0,817 1844 0,890 0,606 0,763 0,776 1,034 1,237 1,710 1,689 1,449 1.280 0,988 0.638 1848 0,830 Media nicnsil(! 0,683 0,888 0,878 0.669 0,911 1,411 1,858 1,887 1,686 1,340 1,147 0,894 1.133 Media assoluta 1,133 1,133 1,133 1,133 1,133 1,133 1,133 1,153 1,135 1,133 1,133 1,133 Dillcrcnze . . -0,480 -0,848 -0,BB8J-0,464 -0,222 +0,278 +0,708 + 0,784+0,823 |h 0,207 , +0,0 1 4 -0,239 AUczze massime e minime. 1 Massime. . . 1843 184.- 1843 1 1843 1841 1841 1841 1845 1843 1841 1840 1840 1,064 1,218 1,096 1 1,001 1,876 1,868 2,226 2,288 2,166 1,668 1,638 1,446 Minimc ■ ■ ■ ] 1839 1830 1840 1810 1840 1840 1840 1840 1838 1838 1859 1844 0,341 0,232 0,176 0,098 0,320 0,718 1,289 1,383 2,326 0,882 0,733 0,841 PROSPETTO IV. Altezzemedie mensili del larjo di Garda riferite alio zero dell' idrometro di Desenzano. Massima magra delTuprile 185o — O^jOG; massima plena del 1816 -hl^jdi. Anno Genn. Febb. Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Sell. Ollob. Novcm. Dicem. Media metri mrtri metri metri iiirtrl metri m.tri meiri melri iu«tri luetri metri inrlH 1838 0,160 0,110 0,103 0,088 0,240 0,860 0,640 0,697 0,784 0,830 0,893 0.818 0.481 1836 0,388 0,370 0,698 0,838 1,009 1,292 1,387 1,183 1,108 1.330 1,168 0.832 0.966 1837 0,671 0,886 0,806 0,618 0,889 1,242 1,4C4 1,268 l,tl3 0,830 0.6H2 0.893 0,867 1838 0,811 0,448 0,630 0,801 0,984 1,270 1,382 1.147 1,111 1,066 0,974 0.952 0.938 1839 0,704 0.860 0,832 0,881 0,731 1,041 1,031 0,940 0.901 0.890 1,451 1,«01 0.931 1840 1,482 1,144 0,884 0,670 0,791 1,008 1,138 1,096 1,030 1.074 1.224 1,122 1.080 1841 0,877 0.784 0,780 0,748 0,807 0,992 1,122 0,960 0,869 0.882 1,137 0,992 0.910 1842 0,889 0,686 0,866 0,813 0.690 0,928 1,046 0,938 0,818 0,967 1.023 1.074 0,818 1843 0,897 0,840 1,036 1,002 1.126 1,463 1,840 1,461 1,272 0,928 0,762 0,656 1.081 1844 0,470 0,394 0,380 0,320 0,373 0,892 0,738 0,782 0,748 1,022 1,880 1,373 0,727 Media mcnsile 0,699 0,886 0,603 0,614 0,761 1.039 1,139 1,044 0,972 0.982 1,064 0,987 0,875 Media assoluta 0,873 0,875 0,873 0,873 0,873 0,H73 0,873 0,873 0,873 0,873 0,873 0,873 DifTerenze . . -0,174 -0,287 -0,270 -0,289 -0,112 +0,184 +0,264 +0,171 +0,099 +0,108 +0,191 +0,114 Allezzc massime e minime 1 Massime. . . 1840 1840 1843 1845 1843 18)5 1843 1845 1843 183G 1 1839 18.39 1,700 1,280 1,060 1,002 1,300 1,800 1,880 1,470 1,400 1,400| 1,640 1,880 Minimc ■ ' ■ ] 1833 1833 1833 1 1833 183;; [ 1833 183.'i 1833 1844 1857 1833 1 183.1 0,140 0,090 0,080 0^60 0,130 0,570 0,620 0,670 0,700 0,740 0,620, 0,430 i518 DELLA NATURA DEI LAGHI. PR OS PETTO V. Deflussi mtilj dell'Jihla laaiale in iiiefri ciihici per 1" dal r ijeniuijo laS'i a tutlo il U)^iii, desHiid dalle osservazioni (jiurualiere praticate (kjH idrometn di Como e di Paderno. Ucnnaiii Fcbbraio Marzo Aprilc Oiiigno Liiglio Agostn Sell. Oltol). Nov. Diccm. Med in aiinun I'iog. gia 1 8.* 4 18.-0 18.-(> l«r.7 18,-8 1 8.-9 1810 1841 1842 1843 Media. . Modulo. DifTercn. Massimo Minimo. 27.00? 36,40 .->5,H0 02,78 42..'53 67>9 1 1 7,20 74.40 108.09 71,12 62,80 186.8S -124,08 83,34 186,88 -133.81 20,00? 27.00 126,00 44,33 72,86 43.34 47,74 111,03 80,30 121,18 06,37 180.88 -120,48 19,17 28.80 130,18 88.00 110.10 87 j 9 42>'t 103.87 60,38 106,18 74.08 186,88 -112,80 124.71 97,40 219,43 181.81 100,48 178,08 191,18 238.30 164,42 242,60 180,44 180,88 - 6.41 203,00 338,30 308,20 334,18 589,01 327,94 327,33 302,89 308,89 476,21 528,30 180,85 hl41,48 201,80 243,30 380.99 346,16 348,81 281,18 319.38 540.|86 298,99 808,74 I 330,29 186,88 +143,44 260,00 219.10 232,00 298,42 206,30 180,09 344,23 228.01 202,73 448.08 262.08 186,83 +78,88 283,80 212,00 248,61 203,88 287,64 528,78 333,30 247,30 194,74 281,90 264,73 186,88 -77.88 136,10 311,70 423,12 119,82 188,82 278.12 242'08 418,37 318,80 135,70 286,64 180,88 +09,79 93,00 125,00 168.28 78,87 123,60 426,08 483,00 538,92 184,24 19.5,87 88,60 60,26 92,93 01,10 111,19 307,26 109,00 189,32 107,00 92,12 221,10 130,04 186,88 186,88 + 34,51-86,21 126,04 148.24 201,10 160,90 171,80 200,90 229,01 219,40 176,99 230,81 804 941 1096 1100 1297 1348 899 909 1389 1180 186,88 1108 Dcniissi inassimi e minimi 1840 l8jo 1843 ISoU 1841 1843 1843 1843 1840 1841 1840 1839 1 164,01 177,03 173,26 163,20 407,75 872,00 872,00 827,40 842,00| 606,00 616,00 418,80 1834 I8.%4 1854 1834 1834 1834 183S 1859 1842 1837 1837 1834 25,00? 22,00? 18,00V 10,28 22,30 182,10 218,60 181,73 140,02 86,59 88,82 57,90 XB. I deflussi si sono ricavati dalla scala idrometrica del lago anleriore aU'intraprendimento de'lavori per la sistema- lione del suo emissario, la quale vien data ncl scguenle Prospetto VI. Durante la loro csccuzione si e fallo uso dcllc osservazioni contcmporanee pralicalo all'ldromctro di I'aderno sull'Adda, i iiii piniti omnlnglii colla scala primiliva del lago vcdonsi riporlali nel I'rospclli) procilato. I'el prime trimcstre 1854 Ic osservazioni snno incomplete, c le altczze medic si sono cspostc per scmplice approssimaziunc, essendo per allro assai lenui le vaiiazioiii avvenute in quel periodo. DELLA NATURA DEI LAGHI. iilf) PROSI'ETTO VI. Scala deijli efflitssi del Imjo di Como anlvrinrn alle operc per In .lisleniazione del suo emissario. coi puiiti (imi)l(ujlti deir idroiiiefni di Padvrno suH'Adda. ALTKZZi; SUllo /.ITO iJi-li' idriinii-lnt di (Idiiiii -0,20 -0,10 0,00 0,10 0,'20 0,30 0,40 0,»0 0.60 0,70 0,80 0,!»0 1,00 1,10 1,20 1.30 l,'lO 1,S0 1,00 1^70 1.80 1^90 di 'jdrrno 0.1 s 0,2."> 0,5.) 0,ll2 0,'l8 0,RS 0.02 0,(iH 0,7ti «0,^'l 0,9'l 1,01 1,07 1,U 1,23 1,31 1,39 l,'lO l,»3 1,01 EfQu: per 1 " 10,28 2't.97 34,78 'iS,01 87,30 6«,fi0 82.93 90,80 lll,3S 120,41 Ul,97 188,17 174,93 192,08 209,81 227,88 248.83 264.70 283,90 303,42 323,09 343,21 ALTF.ZZK sullo 7.rrn di'll' idroniL'tro 2,00 2,10 2,20 2,30 2,40 2,80 2,00 2,70 2,80 2,90 3.00 3,10 3,20 3,30 5,40 3.80 3.60 3,70 3,80 3,90 5.946 4,00 1,69 1,78 1,88 1,93 1,99 2.06 2,12 2,18 2,27 2,36 3,60 Eniu»i in m c. |»r 1" 363.03 384,33 408,46 426,46 447,94 469,71 491,86 814,09 836.68 888,62 882,16 604,43 627,87 680.26 673^97 697,60 721.49 748,26 769,64 792,96 804,18 816.90 OSSERlAZlOai • Jii.iiii.ili) (• I'L'fflusso unil.ino, ossia [ht iin stcoiiJu. in melri culiici: [I I'allezza dclTacqua siil foncio (JcllViiiissario, rileniito (Iiii-sIk a ci'iil. SO sutto lu zero (Icll'idruiiiutru ili Coiiio, partciido dai dali di fallu cono- scluti, sc ii'u ricavata la sc|;iicnlc furinola, colla quale fu calcolala la scala degli cfdtissi: e = 100 (/"(l — 0,032 i/). Si aggiungc il con- iultameiili per lal nimlo oltcniiti, coi dali assuiili , cliia- eiza dull'aciiua sopra , o soUu lo zero. rrorilo di'i rLsuItameiili pe mala A I'aller ' ' '" Mlsiira dell'ottobrc 1836. I'lena del 1810 I'ieiia del 1829 \a!urc di e col fjllo ...lb r>irmola 0,080 27.00 0.000 3S.O0 2.448 480.40 3,700 700.00 3,948 800,00 26,84 54.78 436.60 74S'26 804,18 PR OS PET TO VII. Nuova scala idrometrica del Imjo di Como'dopo le opere per lu sistemazione del suo emissario, col c.onfronto della scala jrrimitii'a. Mtczic riTcrilc alio zero dciridromctro di Como I'adcrno -0.40 -0,30 -0,20 -0,10 0,00 0,10 0,20 0.50 0,40 0,80 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 Piinii omo]nf;hi dclla scab priniiliva di Cuniu Abbas- sainL-iilo olU'nuto Efflusso unibrio A pari allozza KfOusso primilivo Aumonio di efflu;>so .,i,i,-i 1 , 0,00 -0,IK1 0,249 20.49 __ -0,12 -0,1131 0,269 51,78 0,21 +0,080 0,280 43,44 16,28 0,32 0,190 0,290 86,20 24,97 0,41 0,290 0,290 68,48 34,78 0,80 0.427 0,327 86,49 48.01 0.89 0,880 0,380 104,07 87.30 0,68 0,700 0,400 126,41 69.66 0,77 0.828 0.428 146,08 82.93 0,88 0.911 0,4 1 1 189,84 96.80 0,94 1,000 0,400 174,93 111.38 1,03 1,133 0,433 197,88 126.41 1,14 1.300 0,800 227,88 141.97 1,24 1.412 0.812 248,22 188.17 1,33 1.828 0,828 209.44 174.93 1,43 1,649 0,849 293,44 1 92.08 1.83 1,800 0,600 323,09 209,81 27,10 31,23 33,67 40.88 46'77 86.78 63 J 2 03.04 03,'SS 71.47 88,88 9(1.08 94,81 101.36 113,28 Allezzc rifcritc alio zero di'ir idrnrntlro di Como iPadtfrnoi Punli onioIoRhl dclla Si--ala priiniUva di Oiino Abbas- sainonlo otlcauto Eflluisa unibrio A pari allrzra EfDuuo Aumrnto I di primitiTO I dUiuso iu«tn njbkt | nKin 1.30 1,40 1,80 1,00 1,70 1.80 1,90 2.00 2^10 2.20 2.30 2,40 2.80 2.i00 2,70 2,80 2,87 1,64 1.936 0,636 380.64 227.88 1,71 2,021 0,021 56H.43 248.88 1.79 2,112 0.612 386.93 264.70 1,87 2,223 0,623 410.64 283.90 1.94 2,320 0,620 43O.X0 303.42 2.01 2.442 0.642 486.70 323.09 2,08 2,840 0,640 478.64 343.21 2.16 2.670 0.670 307,39 363.63 ] 2.24 2.769 0,669 829.67 3K4.35 1 2.33 2.870 0.670 BM,91 408.46 2,4 1 2.949 0.649 370.19 426,40 2.49 3,009 0.609 384.00 447.94 2.86 3,078 0,578 898,84 469.71 2.64 .3,141 0.841 6U.0O t9l.8S 2.72 5.209 0.309 (529,76 314.09 2,79 5.267 0,467 642.69 330.03 2,83 5,317 0.447 684.10 582.03 123.09 122.88 122^23 120.74 127.38 133,67 13B.«5 143,78 1 43,34 140,43 143.75 136,06 120,13 I22,U 113.67 100.04 102.07 620 DELLA NATURA DEI LAGHI. PROSPETTO VIII. Scale delle variabili capacitd del lago di Como anteriore e poster lore alle opere di sistemazione del suo emissario. STATO ANTERIORE DEL LAGO. Allezra EfOusso unitario Supcrficic lacualc Volume sullo icro dclPidrci- Incre- mento in metri cubici Efflusso inlcf;nile in chilomotri quadrat! d'aumrnto dclte acquc Afflusso intrgrale Capacila raelro di Como di in milioni di molii in milioni di nictri in milioni di metri parziali iiirtri xiriri cornspon- dcjilc medio cubici cornspon- dentc media cubici V cubici A V A -0,20 16,28 136,788 0,00 0,20 34.78 28.83 2,206 136,788 136,788 27,381 29,887 0,928 +0,20 0,20 87.30 46,04 5,978 137,788 137,288 27,481 31,429 0,873 0,40 0,20 82,93 70,12 0,058 138,788 138,288 27,081 33,709 0,822 0,60 0.20 111,5« 97,14 8,393 139,788 139,288 27,881 36,244 0,768 0,80 0,20 141.97 126,66 10,943 140,788 140,288 28,081 38,994 0,719 1,00 0,20 174,93 188,48 13,690 141,788 141.288 28,281 41,941 0,674 1.20 0.20 209.81 192,37 16,020 142,788 142,288 28,481 48,071 0,632 1,40 0,20 24B,88 227,83 19,688 143,788 143,288 28,681 48,336 0,893 1,60 0,20 283,90 264,87 22,888 144,788 144,288 28,881 81,730 0,588 1,80 2,00 0,20 0,20 323,09 363,63 303,80 343,36 26,222 29,666 148.788 182,788 146,788 180,788 29,381 88,873 0,828 (281,910) (412,890) (0,083) 30,181 89,817 0,804 2,20 0,20 408,46 384,84 33,224 180,788 184,788 30,981 64,178 0,481 2,40 0,20 447,94 426,70 30,867 187,788 187,288 31,481 68,318 0,460 2,60 0.20 491,86 469,90 40,899 188,788 188,288 31,081 72,280 0.438 2,80 1 3.00 0,20 0,20 836,08 882,16 814,26 889,40 44,432 48,332 189,788 160,788 189,288 100,288 31,881 76,283 0,417 (180,088) 32,081 (340,845) (0,488) 80,383 0,399 3,20 0,20 627,87 608,01 82,273 161,785 101,288 32,281 84,824 0,382 5,30 i 0,10 680.26 639.06 27.607 162,288 102,008 10,208 (80,807) 43,812 (208,719) 0,370 (0,386) DELLA NATURA DEI LAGIIT. !S21 Contintiazione del Prospetlo VIII. ST A TO ODIERNO DEL LAC, 0. AllMia sullo zero dcll'idro- mclro di tomo Incrcmenlu di altciia iDtftrl aitin EfQusso unitario in mclri cubici cornspon- dcnle medio Efflusso intfgralc in milioni di mi-lri cubic! Supcrficie lacualc in chilomclri quadrali corns pon- dcnle \olumc d'aumenlo Afflu&so OifuUi ddic acquc inlrcrale in milioni in milioni juniili di mold di mclri cubici cubici V V A' A' FUpporto colb capacilj primiU>a \'A aa" -0,4573 0,2742 0,09 H +0,0803 0,2326 0,3799 0,6000 0,7402 0,8888 1,0692 1,2000 4,3730 1,8782 1,7660 1,9667 3,1314 2,3840 2,6880 2,8466 0,1031 0,1831 0,1714 0,1823 0,1473 0,2201 0,1402 0,1483 0,1717 0,1598 0,1730 0,2082 0,1878 0,2007 0,1647 0,2226 0,3340 0,1886 16,28 34,78 87,30 82,93 111.38 141.97 174^93 209,81 248.88 283,90 323,09 363,63 403.46 447,94 491,86 836,68 882,16 627.87 680,26 28.83 46,04 70,12 97,14 126,06 188,48 192.37 227,83 264,87 303,80 343,36 384,84 426,70 469,90 814,26 889,40 608,01 639,06 2,206 5,978 6^088 8,593 10,943 1 5,690 16,620 1 9.688 22,888 26,222 29.666 35,224 36.867 40,889 44,432 48,332 82^275 27,607 I 156,788 156,788 156.7HS 157,187 157,918 158,688 159.788 140.4H6 141.199 142,086 142,788 143,620 144,646 148.078 182,089 188,383 187,828 189,198 189,988 136.78S 136,788 136.986 137^857 138.356 139,208 140,108 140.827 141.627 142,408 145,187 144,155 146,560 180.082 185,756 186.484 168,560 189,892 22,810 28,040 23.474 20^947 20,377 50,659 19.643 20^888 24,517 19.908 (227,854) 24.771 29.878 27.486 30.121 28,320 (157,273) 34,827 82.892 28,311 24,304 29.018 29.832 29,340 31.520 44.529 36,263 40.870 47.202 46.150 0.918 0.828 0.798 0.714 0.681 0.691 0.842 0,818 0.818 0.428 0,992 0.948 0.967 0.930 0.908 1,028 0,888 0.868 0.923 0.811 (388,214) (0,636) (0,951) 64.437 62,799 64.383 70.680 69.782 (113,030) (522,021) 85.189 108.168 82,918 (241,242) 0.488 0.471 I 0.427 ' 0,426 0,583 I 0.903 0.979 0.929 0.975 0,871 (0,427)! (0,932) 0.419 ' 1.080 0.821 ! 1,564 0.478 1 1,290 (0,468); (1,213) Vol. U. «6 522 DELLA NATURA DEI LAGHI. PROSPETTO IX. Calcolo deejli ej'pussi ed afflussi del Lario durante la piena del 1829. All.zia lUcsc di'l \r-a suDo XtTO Dini-rcnie SupcrGcie nifJia Inrremcnlo Dijcrenii'tilo Efflusso unil.nrio Kfrtusso Afnusso \flliissn uiiilariii c deir iiiro- d' allciu = •3 del bgo delle acquc dd lago medio inlegrale inlcgralc medio di Como £ iiictn tiicin or,. 111 rliil. q.in.ir. ill niilinni .1 «>"'• ' '■ i,„.,ri ,,il,ici in iiijlii.iii .11 iii.'iri i-iiliiii Ml iM.ilJM.'i / 8 a. 8 i,r)54 9 .. 8 1,788 +0,181 24 146,948 22,189 — — 308,80 26,595 48,884 862,51 10 .. 8 1,926 0.141 24 149,868 21,151 — — 534,47 28,898 80,029 879,04 II " 8 2,osa 0,128 24 182,838 19,827 — — 501,57 31,240 50,767 887,58 i '- s 2,284 0,250 24 183.808 .55,766 — — 598,'.)0 34,468 70,231 812.88 1 ''> » 8 2,563 0,079 24 187.372 12,452 — — 451,47 37,279 49,711 575,16 1 1" 8 2,'l'(6 0,083 24 187,777 15,093 — — 449,05 58,796 51,891 600,38 1 'S „ 7 3,168 0.720 23 189.783 118,045 — — 558,68 44,005 189,048 1928,88 S '" „ 7 3,596 0,230 24 162,160 37,297 — — 648,09 86,047 93,344 1079,99 = /'7 .. 7 3,543 -0.0S3 24 162,612 8,617 069.30 87,828 49,211 809.37 fe/is .. 7 5.223 0,120 24 162,170 19,465 646,82 86,885 36,422 421,40 ■S \ 19 ., 7 3,225 0,000 24 161,870 0.000 0,000 656,50 54,994 84,994 030.28 en p. 8 a. 7 3,318 *0,O92 10 162,100 14,915 — — 047,15 23,297 38,210 1001.40 20 3,698 0,383 14 163,287 62,538 — — 099.58 35,257 97,795 1940,25 - p. 7 3.860 0,162 12 164,680 26,673 — — 703,92 35,001 59,674 1580.80 121 a. 7 5.946 0,086 12 168,270 14,215 — — 795,55 34,280 48,495 1122,59 /- ra. 12 3,946 0,000 8 165,488 0,000 — — 804,18 14,474 14,474 801,70 - p. 6 3,938 -0,008 6 165,468 __ — 1,325 805,14 17,547 10,024 741.85 22 a. 7 3,958 0,000 13 165,443 0,000 — — 802,14 57.540 57.540 802,25 25 a. 7 5,885 -0,088 24 168,307 9,092 798,64 68,743 39,651 690.16 m. 12 5,864 -0,019 5 105,122 3,137 786,86 14,188 11,021 011.22 394,819 41,652 744,827 1097,714 -41,032 353,187 333,187 1097,714 DELLA NATURA DEI LAGHl S23 PKOSPETTO Xr. Calcolo decjli efflnm ed afflussi del hxjo di Como durante In pienu deW Dttubre IHM; e fonfroufo axjii i-ffclti die si surebbero mutt (we fosse avvenuta avanti che si eseijuissero le opere di sistemazione del suo emissano. Le osservazioni sono tulle falle al viezzodi. * Ua (iisposizione ti|i()j;r:ilica 0 2,7'l0 2,000 2.4^0 2^520 -0,080 -0.020 -..0,02B »-0,0G8 +0,l70i .0.050' +0,380' ■t0,l'20 -0,0'i() -0,090 -0^140 -0,1 BO -0,130 8'i7./iei H29.07 B2B.22 1 S50.B8|i B'tH.2'l B"/B,7l! 1579.80 j 050,22 j I 65't,10|tj C(l7,88:>17 0.898 0^385 0.880 0^880 0.887 1,000 0.999 0^999 0/J99 0.993 0.980J 0.968 1 0.948| 0.94 0 0.989 0.974! 0.9941 uoii: - 0.20 - 0.51 _ 0.8S - 0.54 - 3^82 - 7.88 -21.81 -37.72 -36.00 -27' 12 -15.17 _ 3.29 -.- 7.00 324 DELLA NATURA DEI LAGHI. PROSPETTO X. Calcolo degli efflussi ed afflussi del lago di Como durante la magra dal novem- bre 1845 «/ maggio 1844, e confronto cogli effetti che si sarebbero amiti ove fosse avcenula anteriorinente alle opere di sislemazione del suo emissario. ItB. Per i confronii si sono soslituiti i numeri scmplicemcnlc cliiusi fra parcnlcsi a quelli scgnali coll'asterisco. STATO ODIEKNO PEL LAGO Aumenlo Mesc Allczu Dirrc- Efllusso Efflus'in Efllusso SupcrOcie Supcrficic 0 Afflusso Rapporlo c giorno sopra 0 sotio lo tero renzc di allciia Tempo in ore unitario corrispon- dontc unilario liK-dio intograle in milioni di melri cubici corrispon- denlc del lago media del lago diminuzione delie aeque del Ijgo in milioni di inetri eut). integralc in milioni di melri cubiei coll' ef- flUSSO primilivo „„.,ri c ,. ni.-lH c.il.ld chil. iitinilr. fliil qiinitr. Novcin. 28 -0,420 14S 80 158,888 Diceiii. 10 0,180 -0,240 • 288 — •(184,39) 101 88 (80,00) 128,170 •129,776 157,688 157,788 - 33,061 96,718 0,975 20 0,040 0,140 ' 240 — 78 67 88,010 • 70,889 136,988 157,308 19,223 87,556 0,926 Genn. (BS,6I) (78,67) 1(77,888) (18,882) 2 -0,100 0,140 512 — 86 20 68,950 74,083 136,788 130,888 19,160 84,895 0,927 10 0,180 0,080 192 — 80 32 85,260 56,815 156,788 136,788 6,857 29,976 0,984 18 0,210 0,060 192 - 42 27 46,290 51,996 136,778 136,788 8,208 25,791 0,961 Febbr. 6 0,320 0,110 486 — 29 82 38,890 88,917 136,788 136,788 18.045 45,874 0,962 28 0,530 0,010 486 — 28 59 28,980 47,824 136,788 136,788 1,568 46,186 0,981 Marzo 8 0.330 0,000 288 — 28 39 28,390 29,458 136,788 150,788 29,438 0,994 29 Aprile 13 0,370 0,040 804 — 23 88 26,130 47,410 156,788 136,788 8,470 41,940 0,984 0,370 0,000 360 — 23 88 23,880 50,948 •«03,'t51 156,788 136,788 los^sls? 30,948 488,064 0,989 '32S8 — (2818,61) (372,078) 108,567 863,431 13 -0,370 23,88 136,788 14 0,380 +0,020 24 — 26,10 24,990 2,IS9 136,788 136,788 + 2,738 4,894 0,991 18 0,380 0,000 96 — 26,10 26,100 9,020 150,788 136,788 — — 9,020 0,000 2<5 0,290 0,060 192 — 32,9S 29,820 20,404 156,788 156,788 8,208 28,009 0,012 28 0,230 0,060 48 — 39,98 30,480 0,299 156,788 156,788 8,208 14,804 1,051 Maggio 3 0,1 «0 0,080 120 — 48,99 42,970 18,865 156,738 156,788 6,838 28,401 1,038 A 0,180 0.030 24 — 49,82 47.910 4,159 156,788 150,788 4,105 8,242 1,056 S 0,140 0,010 24 — 81,08 80^480 4,580 156,788 150,788 1,508 8,724 1.037 10 0,140 0,000 120 — 81,08 81,080 22,067 156,788 156,788 — — 22,087 1,030 16 0,090 0,080 144 — 87,43 84,200 28.126 130,788 156,788 6,838 34,904 1.023 17 0,060 0,030 24 — 61,10 89,2(i0 8,120 150,788 136,788 4,103 9,225 1,021 18 0,080 0,010 24 — 62,82 61,900 8,385 150,788 136,788 1,368 6,721 1,024 21 ■ 0,140 0,190 72 — (70,69) 93,82 (100,00) 78,170 (90,700) 20,262 (24,624) 157,488 137,108 26,080 46,312 1,087 25 +0,190 0,080 •96 (49,18) 102,32 (100,00) 97.920 (100,000) •55,84 1 (17.694) 157,708 137,880 6,879 40,720 1,072 26 0,220 0,030 •24 108,84 108,430 '9,109 •188,818 157,888 137,780 4,158 13,244 269,648 1,077 •1032,00 80,827 (1031,84) (188.188) 188,818 (181,869) 209,048 (h 6,516) DELLA NATURA DEI LAGHI. «2S CoHlinuazione del Prospello X. ST A TO ANTE RIO HE DEL LAGO. Mcs-. snpra o scitlo lu ZITO l)in\Tcnr.c di allL'zu Tt-mpo in ore r.fOusso uniljrio airrispon- donlc Efflusso unibrin liK^dio Efflusso intcgralc in mitioni (li iti^'Ui cubiii Supcrfiric Cllrr^^pl>Il■ dt'nlr dul bgo Suprrficic media dd bgo Aumrnto o ditnioutionc dclle arquo del bgu in milioni di nietri cub. Arnusso inU'gnle coi dali prt-a-dt-nli in milioni di mc-tri cub. Noveiii. 28 Dicem. 10 20 Genn 2 10 18 Fcbbr. C 25 Marzo 8 29 Aprile 13 13 14 18 26 28 Maggio 3 4 S 10 16 17 18 21 SB 26 *0,8422 0,8807 0,3988 0,2179 iO,t8S4 0,0864 -0,0402 -0,0B7O -0,0882 -0,1037 -0,1082 -0,1082 -0,0884 -0.0884 -0^0268 +0,0348 0,0893 0,1202 0,1312 0,1300 0,1902 0,2207 0,2318 0.4278 0,2618 0,1819 0,1809 0,0628 0,0690 0.1266 0,0168 0,0012 0,0488 0,0048 +0,0198 0,0000 0,0619 0,0615 0,0848 0,0309 0,0110 0,0048 0,0842 0,0308 0,0108 0,1962 0,4934 +0,0689 0,B27B 0,0341 148,80 •288 — jl08,84 *240 — 82,79 (93,00) (80,00) •312 — 89,81 (274,61) (89,81) 192 — 82,18 192 — 44,14 486 — 30,45 486 — 28,61 288 — 28,49 804 — 24,60 360 — 24,1B •3288,00 (2818,61) 24,18 24 — 26,11 96 — 26,11 192 — 32,18 48 — 38,88 120 — 44,48 24 — 47,99 24 — 49,29 120 — 49,86 144 — 86,28 24 — 89,86 24 — 61,19 72 — 86,74 96 — 98.88 (23,84) (100,00) •24 — 100,30 •1032,00 (1031,84) 128,670 98,670 (80,00) 71,18 (69,78) 88,830 48,180 37,290 29,820 28,880 26,848 24,37B 133,408 •82,689 (26,784) •79.916 (68.988) 38,590 33,281 61,218 48,460 29,600 48,163 31,881 •886,840 28,130 26,110 29,180 38,360 41,800 46,220 48,640 49,870 83.030 88,080 60,820 73,960 91,310 (97,940) 97.900 (386,899) (372,678) (+13,821) 2,171 9,024 20,148 6,110 17.928 5.993 4^202 21^414 27,801 8,0 1 C 8,229 19,170 31,887 (8,406) •8,801 •181,964 (181,869) 140,966 139,688 140,312 138,789 137,844 137.852 137,187 136,788 136,788 136,788 136,788 136,788 136,788 156,788 136,788 136,788 136,928 137,202 137,586 137,411 137,458 137,708 137.888 137,912 138,892 139,229 139,392 139,204 138,301 137,688 137,589 136,971 136,788 136,785 136,783 136.788 136.788 136,765 136,785 136,842 137.068 137.279 137,585 157,425 157.870 157,781 157,888 138,402 139,057 1 39,307 - 36,692 28,321 25,019 8,606 9,478 17,540 2,297 0,164 6,222 0,615 131,764 - 2,718 8,468 8,388 7,470 4,243 1,511 0.659 7,186 4.202 1.489 27,184 9,164 4,780 87,669 181,964 I 269,633 I 96,713 87,338 54,897 29.984 23,805 43.875 46,163 29,436 41,941 30,936 468,086 151,784 886,840 4.889 9.024 28,613 14,498 28.398 8.236 8,713 22.073 34.957 9.218 6.718 46,324 40,721 13.251 269,635 I »26 DELL A NATURA DEI LAGHI. PROSPETTO \1I. Cafcolo dexjli efflussi ed afflii.ssi di una piena del Lario c/ie nclln primitiva co)idizinne del utio cmifisario. partendo danno.stafo di pcnnanenza di 1™,10 sullozero delV idrometro di Como, ne elevasse giomahnenfe il livello per O"",!© fmo a 5'",A0. c — Allraza sullu zero a Como EfOusso unilarin cnrrispondcntti in melii cubici Efdussn unibrio medio in mctri cubici 1 ErOusso intoRralo in milioni di molri cubiri Supcrficie coirispondi'ntc del lago Snperfiric mrdi:i del l;,go Aumenln delle ;irque del la(;o in milioni di melri cubici Afflusso inlefirale in milioni di melri cubici ('tiil..m. .piri.lr.i'i .li.lorii. .,i..i,lr.Hi 1 2 5 4 5 6 7 H 9 10 M 13 14 16 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1,10 1,20 1.50 1.40 1.50 1.60 1.70 1,80 1.90 2.00 2, 10 2,20 2.30 2,40 2,50 2,00 2,70 2,80 2,90 3,00 3,10 3,20 3.30 3.40 192,08 209,81 227,68 245, 88 264, 70 285, 90 505, 42 325, 09 545,21 565, 65 584,55 408, 46 426, 46 447, 94 469,71 491,86 614,09 650. 68 658, 62 882,16 604,43 627, 87 680, 26 675,97 200, 95 218,68 256. 70 268, 27 274. 50 295, 66 515,28 335,18 363, 42 375, 98 594, 90 418.96 457, 20 488, 82 480,78 802, 97 628, 37 847, 65 870, 39 893, 30 616, 18 659,06 602, 12 17,562 18,804 20,461 22, 055 25, 700 25, 572 27. 065 28, 784 50, 853 52,512 54,119 (280,649) 55, 959 57,774 39,642 41,839 43. 457 48, 592 47,315 49, 282 (340,840) 81,261 85,256 86.218 87,207 (216,718) 142,255 142, 785 145,255 145,758 144,288 144,788 146,755 148,788 180,758 182.785 164.758 186,758 157.255 157,755 158,255 188,785 189,255 189,785 160,255 160, 788 161,255 161.788 162,288 162,763 I4'i, 608 145,008 145,558 144,005 144,588 145,753 147,753 149,733 151,758 185,783 166,788 157.005 157,888 158,005 158,888 159,005 1 89, 658 160,005 160,685 161,008 161,886 102,008 162.886 14,251 14,501 14,556 14,401 14,486 14,576 14,776 14.976 16,170 18,576 18, 876 18,701 15,756 15,801 15,886 15,901 15,956 10,001 16,086 16. 101 10, 180 10,201 10,286 51,615 53, 195 54.807 56; 486 58, 160 59, 948 41,841 45, 700 48,711 47,088 49, 098 61,040 85, 650 88,445 87, 593 69, 568 01,548 05,316 68, 338 07,302 69,391 71,416 75,465 857,907 583, 965 365,965 ' 1191,870 , 1191,870 DELLA NATURA DEI LAGHI. i>27 Continitazione del Proapelto \ll. Calcolo simile per una piena etjuale, nel siipposto die uvveninse neW odierna cundizione del liujo. o a o Altczu sullo zero a Como DintTi-nze allczza Abbassa- Tlll'lltO oUcnulo Erauso unilario corrispon- in nii'tri cubici EOlusso unilario niudiii in mclrl cubici Krausso inti't;nle in niiliiini di mclri cubici Supcrficii' corri>jion- dcntc del Ijfjo SupcrOcic media del lago Aumcnlo dcllr ac4luc del lacu in mllioni di melri cubici Eflluuo inecgnic rfcavato dai dali prccfdrnli in milioni di mctri cubtcj Rapporto cull- rf- fluSM primilito ,„.,r. „.,..,-i tiuMrl rl„C ,,„.„,r. ^l.ii, ^lto.l^ 1 0, f.7S 0,428 1'I2,08 1 '(0,130 2 0, 774 0,099 0, '126 219,86 208, 97 17,790 140,025 140,377 13.897 31.693 1.028 3 0,8C8 0,094 0, 432 241,63 230, 75 19,937 141,098 140, 800 1 3, 24 1 .33. 178 1,088 4 0,9(il 0,093 0,439 260, 16 251,40 21,721 141.800 141,327 13.143 34.864 1,082 8 1,0B5 0, 092 0, 447 282, 16 271,06 23,471 1 '12,020 141.790 13,048 30.816 1.064 6 1. I '13 0, 090 0,487 306. 1 9 294, 1 7 25,410 142,470 142.248 12, 802 38.218 1.072 7 1, 230 0, 087 0,470 331, 38 318,77 27,841 142.905 142.087 12,414 39. 955 1,088 8 1,310 0,086 0,484 383, 49 342, 42 29,885 143,335 143, 120 12.308 41,893 1.093 9 1,404 0,088 0, 490 369, 17 361,33 31,219 143,778 143.885 12.633 43. 852 1.084 10 1,49S 0,091 0, K05 586,01 577,59 32, 623 14't,230 144,002 13. 104 45, 728 1.008 11 1,B88 0,093 0,812 407,79 590, 90 3'(, 292 144,695 144,402 13.435 47, 727 1.061 12 1,682 0,094 0,818 427, 20 417,80 50, 072 (299,075) 145, 103 14'1,930 13,023 49,098 1.087 (1.067) 13 1,778 0,093 0,828 '181,80 459, 80 57,973 148,205 146,718 13, 044 81.617 1.087 14 1.887 0. 092 0, 833 471,43 461,61 39,883 149.090 148,677 13,678 83,561 1.088 IS 1,988 0,091 0, 842 498,31 483, 37 41,703 181,918 180.802 13.098 55. 459 l.ti83 16 2,047 0,089 0,883 817,87 806, 89 43. 769 183,045 182, 780 13.897 87. 367 1,053 17 2, 136 0,089 0,864 837,60 827, 70 48,898 155,478 184.560 13, 750 89. 384 1,049 18 2,226 0,090 0,874 880, 00 B'l7, 10 47,278 180,888 186. 180 14.050 61.330 1.041 19 2,318 0,092 0,882 872, 08 804,07 48,787 187,348 187,118 14,488 63. 242 1.031 20 2,418 0,097 0,888 880,23 879,48 80,06't (355,112) 187,830 187,887 18,287 68, 380 1.018 (1.043) 21 2,817 0, 102 0,883 001. 'i2 893, 87 81,510 188,340 188, 085 16. 128 07, 458 1,001 22 2,622 0. 108 0,878 617,47 009, 44 82, 680 188,808 138.602 10. 683 69. 508 0,989 25 2,731 0, 109 0, 869 633, 70 628,01 8'l, 083 189,410 189.137 17,286 71.539 0,979 24 2,844 0,113 0,886 049, 33 041,84 88, 429 (213,448) 808,233 189,978 189,692 18, 048 73, «7* 0.968 (0',988) 323, 922 1192,188 1,036 « 323, 922 1192,185 NB. 1 num eri fra parcnlcsi >i sotio im lodoUi so Itanlo per i coiifronli, e quindi )cr gli cfllu ssi non fanr 0 parte (Idle son imc finali. i>28 DELLA NATURA DEI LAGHI. PROSPETTO XIII. Profilo deir emissario del lago di Como da Pescarino alia chiusa di Brivia. Lnnghezza metri 14500. -— I D R 0 M E T R 1 ili'l Ponlc di Lt'cio di del del di del della dei di di di Pcscalino CanccIIo Ti'slori Rondeau d-Adda S. Maria di Lavetio Ponlc di Capialc Molini di Urivio Como i Lttfo a nionte a vallo Pcscatc r delta (tucglia Fornasclb Uifeiiiiionlo de llo zero degli idromclri all' orizzontalc comune. mclri mclri melri metri mt'lri ini'lri metri melri mclri melri melri mclri ; «,7i 4,74 4,77 4,77 4,85 8,07 8,12 8,30 8,53 7,78 7,90 8,05 Osservazio ni coiiteniporanec posteriori al Marzo 1844. -0,57 -0,30 -0,43 -0,44 -0,87 -0,70 -0,87 -0,'.)8 -0,99 -0,43 -0,73 -0,91 (0-0,27 -0,28 -0,34 -0,58 -0,B0 -0,60 -0,77 -0,84 -0,88 -0,33 -0,02 -0,81 0,00 ..0,02 -0,10 -0,11 -0,28 -0,58 -0,48 -0,86 -0,00 -0,20 -0,41 -0,03 0,80 0,83 +0,41 ■.0,40 +0,10 +0,18 +0,12 +0,08 -0,08 +0,40 +0,15 -0,15 t.OO 1,02 0,92 0,91 0,02 0,74 0,64 0,62 +0,41 0,97 0,00 +0,38 1,80 «.84 1.58 1,54 1,07 1,25 1,09 1,02 0,81 1,44 1,22 0,77 2,00 2,03 1,82 1,81 1,00 1.68 1,81 1,46 1,22 1,88 1,89 1,12 (2) 2,58 2,57 2,15 2,12 1,70 2,04 1,84 1,80 1,84 2,18 1,94 1,59 (3) 2,87 2,90 2,62 2,01 2,46 2,46 2,34 2,24 2,00 2,63 2,27 1,89 Altez ze dalla massima magra alia plena 1844. 3.24 3,26 3,0S 5,03 3,03 3,16 3,21 5,22 2,99 3,06 3,00 2,80 1 Canalc Lago Canate Lago Canate Lago di di di di di di Cadula Lccco Moggio Otginale Olginalc [Lavello Brivio lotate delle aequo Lunghezza delt'emis- sario Lunghezza Lunghezza Lunghezza Lunghezza Lunghezza m. oi}80 m. SJjOo m. t>lu m. you m. I2U0 m. t;2uo radDta caduta cadi.lo cnilulo -0,57 0,67 0,81 1,67 0,21 3,06 -0,27 0,68 0,47 1,70 0,22 3,07 0.00 0,75 0.41 1,77 0,28 3,16 0,80 0,68 0,36 1,84 0,29 3,17 1,00 0,61 0,38 1,88 0,31 5,18 i l-iliO 0,66 0,44 1,72 0,48 3,30 2,00 0,08 0.48 1,79 0,80 5.42 2,3»J 0,66 0,47 1,78 0,88 3,49 2,87 0,77 0,48 1,89 0,41 3,82 0)s talocui c orrisponde lo zero primitive degli idromctri e I'altezza di +0,18 all'idrometrodi P< idcrno. I.C allc lie indie ino per ogni local! a I'abbassamcnto ollenuto in queslo stalo d'a cqua in conscgucna a delle opcrc ( scguile. — (2) I'iena del 2 i giugno 1848. — (5) Piena del 26 otlobrc 1 844. '/'/<'//' /■///f f/Zf/U/ ///\ i ir . /(//(•f//'f///f/ e/// f ^////.fffrff i4f0 ,Jm- i6»« #7w» /Jk# M •Si *> < ■c i i* • ■C ; 1 i 4 1 : i'/ r ' t- ( ti ffi '■ f /■ f *■// ■c i 1 ■.•:i 'V "-= -■> 1; t ^ ' ■C J : ■t," >v' t'fioin 1 • : 1 i ■jt — / ■C \ 1 ; i • '"/' ;^ . ■ ; : ■ ■ : ' '"■/' , ; : ■c ■^- : • ' '*/' N -i {■'■ -Ji . ■ 4f . ifri^i Hrtlrmtr*' e f .*., ? /.«>/ H f // i' «/ ■■ f» •/• V* .If f 1 M V '4 " /■ t _-.^, --. rf,. /. Y^ INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO VOLl'ME -Llenco dei Menibri attuali delPI. R. Istituto Lombaido . . Pag. \ Storin del genere Gordius, e di un nuovo Elminln Autoploclus pro- tognoslus detto volfjarmente gringo o filo dai contadini lombardt. di Giuseppe Balsamo Crivelli " 3 Delia Lampreda marimi , di Bartolomeo Panizza ■ 25 5m/ moto permanente deWaajua, di Gabrio Piola " i>3 Soj)ra un nuovo metodo di gettare le fondamenta degli edifizj in acqua^ di Giuseppe Antonio Borgnis ■ \A7* DeW orbita elliuica della cometa ultimamente osservata e di al- cune leggi che appariscono nella disfribuzione de' corpi del sislema sofare^ di Francesco Carlini " 1^3 Siii terreni di sedimenio iuferiore deU'Ikdia setleulrionale, di Giulio Gurioni * *85 Alcune idee sopra le vicende del diriUo nella storia. di Francesco Rossi " 211 Vol. U. 6' 330 .tllecforic efniche e cristiane considerate solto V aapelto delta loro veritd storica^ di Barloloineo Catena Pag. 233 Ricerche intorno Ic arti dii:inotorie e le scienze occulte del medio (xo: loro ori(jine per entro aWantickiia de" popoli pagani, di Barloloineo Catena » 269 Delle primarie altiludini del globo^ di Adriano Balbi » 303 Delia natura dei laghi^ c delle